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CE.RAPPAPORT
LIBRERIA-ANTIQUARIA
ROMA I
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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO At NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO

At miRCiriLI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, At SOMMI PONTEFICI, CARDINALI


E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, At VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , AP.CIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, At CONCILI I, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AJ ri II, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL XLV.

2)

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA

MDCCCXLVU.
m+0i*' nry'--' f*

' |t UNÌVOCI TAIRE

,1 7. l'),?. 1 9 v 7
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -E CG LE SI ASTICA

M
RI ET MET

MI [ETZ (Meteti). Città con resi d' agricoltura e industria, scuole gra
denza vescovile e forte di Francia tuite di diverse cose, società medi
nella Lorena, capoluogo del dipar ca, d' arti e mestieri con conser
tunento della Monella, di circonda vatorio, cassa di risparmio e di
rio e di tre cantoni, distante 3o prestiti, ed altri stabilimenti. Giun
leghe da Strasburgo, e 6 i da Pa gendo a Metz dal lato ovest, la Mo
rigi, in un bacino magnifico, al sella è divisa in due rami che co
confluente della Mosci la e della municano insieme mediante due ca
Seille. Capoluogo della terza divi nali che formano l' isola Sauley, e
sione militare, e della XXII conser scorrendo separatamente attraverso
vazione forestale, è sede d" una cor il nord vi formano l'isola Cham-
te reale dalla quale dipendono i bière. Il ramo occidentale è il più
dipartimenti della Mosella e delle considerabile, quello dell' est si di
Aidenne; di tribunali di prima i- vide in due correnti, che formano
stanza e di commercio. Avvi una In piccola isola ov' è il palazzo della
chiesa concistoriale riformata, ed prefettura e il teatro. La Seille che
una sinagoga concistoriale, le dire viene dal sud è appena pervenuta
zioni dei demani e delle contribu alle fortificazioni che si divide in
zioni dirette ed indirette, una con due rami, uno de' quali circonda la
servazione delle ipoteche; camera, piazza all'est, e l'altro percorre
borsa, direzione del genio; scuole l' interno di Metz, onde riunirsi
reggimentarie e d'artiglieria, di pi tosto al primo ; verso i trinciera-
roteenica militare; accademia, col menti di Guisa innalzati nel i552
legio reale ; società delle lettere , dal duca di tal nome, la Seille si
scienze ed arti, d' incoraggimento congiunge al braccio orientale della
6 MET MET
Mosella. Le diverse correnti di que gran (pesa sotto Luigi XVI, e do
ste due riviere sono attraversate da ve risiedono i tribunali; il palazzo
venti ponti. Metz è una piazza di pubblico, quello della prefettura,
guerra di prima classe assai impor il collegio reale, l' ospedale milita
tante, sia per la difensiva che per re, gli arsenali e le caserme di di
l' olTensiva; alle sue antiche forti- verse armi, il mercato coperto e
ficazioni furono sostituite opere im nuovamente fabbricato , le chiese
mense, sotto gli ordini de' mare della Madonna, di s. Vincenzo e di
scialli Vauban e Belle-Ile. Si cita s. Simeone, il tempio riformato, la
no fra le sue opere principali, il casa di carità e di lavoro, la bi
forte della Double-Couronne e quel blioteca della città, ed il teatro la
lo di Belle-Croix : Carlo V voleva cui facciata è adorna di portici di
da principio tentare la presa di ordine toscano. \i sono altre quat
Metz. L'antica cittadella, situata tro biblioteche; quella della città
sulla riva destra della Mosella al contiene più di 32, ooo volumi, le
l' ovest, era vastissima ed ass;ii for altre sono quelle del vescovato, del
te; fu in parte smantellata nella ri l' artiglieria e genio, e dell'ordine
voluzione, e le sue fosse si conver degli avvocati. Metz ha pure gabi
tirono in un bel giardino pubbli netto di storia naturale e giardino
co ed in estese piantagioni. Al sud botanico, e ne' dintorni il vivaio
della città evvi il Patè, fortiflcazio dipartimentale. Questa piazza rin
ne avanzata che occupa il sito del chiude grandi stabilimenti militari;
la naumachia che i romani aveano la polveriera è una delle più belle
stabilito a Metz. Si entra nella cit del regno; il grande arsenale di co
tà per nove porte, fornite di ponti struzione, la fonderia reale di cau-
levatoi. Metz è eretta in parte so noni, la fucina di artiglieria, ec.
pra un poggio, che va a termina Nell' isola di Chambière si trovano
re all' estremità dell' angolo che il bel poligono dell' artiglieria, il
formano i corsi della Mosella e del campo di manovra della guarnigio
la Sedle, di cui la piazza di s. Cro ne, una nitriera artifiziale e il por
ce segna la sommità. L' interno è to della città. Vi fioriscono molte
generalmente bello e di un vivo manifatture, ed il commercio è im
aspetto; le strade sono larghe, di portante. Questa città è patria di
ritte e bene lastricate; la piazza molti uomini illustri, fra gli altri
Quartier Coislin è bellissima, e la del maresciallo Fabert, di David,
spianata della cittadella ollre un Carlo e Giuseppe Ancillon, Carlo
passeggio amenissimo : altre piazze Fieux, cav. di Mouhy, Beauregard
sono adorne di arcate, che danno predicatore, Ferry ministro prote
un'idea dell'antica Metz. Un gran stante, Buchoz medico e naturali
numero di edifizi pubblici sono sta, Giacomo le Duchat scrittore,
degni di osservazione ; tali sono la Pilastro Desrosiers lo sfortunato
cattedrale, monumento gotico in primo argonauta , Sebastiano Le
cominciato nel io64, di cui si am clere ingegnere, geografo e incisore,
mira l' arditezza e la sorprendente i generali Custine e Lasalle, Lacra-
leggerezza, e ch' è sormontato da telle il vecchio ec. Gli ebrei so
una torre traforata alta 373 piedi; liiivi numerosi. Presso il villaggio
il palazzo del governo eretto con di Jouy-am-Arclies *i si vedono
MET MET 7
ancora i 7 archi d' acquedotto ro do l'autorità col proprio vescovo,
mano, che conducevn le acque del ma sotto la protezione dell'impero,
villaggio di Gorze, distante da Metz e fu allora che divenne assai flo
tre leghe, ad una naumachia esi rida pel suo commercio coll' Ale-
stente verso la estremità sud di magna. Nel i444 il re Carlo VII
questa piazza. Nel territorio si tro- l'assediò, per lieuato duca di Lo
sano sorgenti salse. rena, ma conservò la sua prima
Questa antichissima città che pri libertà sino al ri.l 2, in cui fu
ma della rivoluzione era il capo presa dal contestabile di Montmo-
luogo del paese Messio nella Lore rency generale di Enrico II, il qua
na, fu fondata dai gaulesi in un' e- le vi fece erigere una cittadella e
poca assai limota. Nel IV secolo in fu riconosciuto come il ristaurato-
cominciò a prendere il nome del po re e il difensore della germanica
polo de' Mediomatrici, assai possen libertà. Nell'ottobre dell' istesso an
te nella Gallia Belgica, divenendo no fu Metz assediata con ioo,ooo
la sua capitale, nome che fu adot uomini da Carlo V, che dopo 65
tato sino agli scrittori del IX seco giorni d'inutili sforzi fu costretto
lo. Ciò non pertanto dal principio alla ritirata dal duca di Guisa che
del V il nome del popolo de' Me- n era governatore. Però i vescovi
diomatrici e quello della città si di Metz continuarono ad ammet
cangiarono nell'altro di Mettis o tere la sovranità degl' imperatori ;
Metae, la cui origine è sconosciuta. ricevevano da loro le investiture,
Allorchè se ne impadronirono i ro- rendendo loro fede ed omaggio ;
mani era già importantissima, dan ciò sussistette sino al i 633, in cui
dole Tacito il titolo di Socio-civi- Luigi XIII dichiarassi signore so
tas; essi vi scopersero hei monu vrano de' tre vescovati di Metz,
menti. Fu chiamata pure Divodu- Toul e Verduni lo che fu anche
riun Mediomairicorum, Civitas Me- confermato pel trattato di Westfa-
diomatricorum. Fu una delle pri lia nel i648, e precisamente per
me città della Gullin, che depo l'articolo 44- Dall'epoca della oc
nendo la sua antica bai batie, si sia cupazione fatta da Enrico II , Metz
incivilita sul gusto de' romani, di perdette i diritti di città libera, e
stinguendosi per varie opere vera diminuirono il suo commercio e
mente magnifiche. Fu interamente la popolazione ; quel re vi eresse
rovinata nel 45a dagli unni, allor un parlamento pei vescovati di Metz,
chè sotto il comando d'Attila en Toul e Verdun, godendo il vesco
trarono nelle Gallie. Divenne po vo di Metz il titolo di principe
scia la capitale del regno franco dell'impero. Metz fu ancora l'an
di 0-.ii.im,i o Autrasia, spesso anco tica sede de' re di Lorena.
chiamato regno di Metz, e che pre La sede vescovile fu eretta nel
se verso l'anno 855 il nome di Lo III secolo nella provincia di Tre-
rena (fedi). Nel 923 Enrico l'Uc veri, della cui metropoli fu fatta
cellatore, imperatore d'Alemagna, suffraganea, ma poscia lo divenne
se ne impadronì, e rimase ai suc di Hesancon e lo è tuttora. Dice
cessori di questo monarca sino al Commanville, che il vescovo di Metz
secolo XI, in cui pervenne a go pretese al titolo di arcivescovo o
vernarsi colle proprie leggi, dividen. di prototrono. Il primo vescovo di
8 MET MET
Metz fu s. Clemente romano disce ziandonel G2cj per ritirarsi nel mo
polo di s. Pietro, secondo la tra nastero di Remiremond, vi morì nel
dizione della chiesa, speditovi da 64 1, donde le sue reliquie furono
JimiiH , e morì verso l' anno 95. portate a Metz nell' abbazia del suo
Giuseppe Cajot nelle Antichità di nome, dal successore s. Quirico o
A/ftz, prova che s. Clemente non Goerico, il quale costruì la basilica
ha potuto essere mandato da Roma di s. Pietro. A questi il Chenu dà
da s. Pietro, e che si recò nelle per successore Dodo, poi Glodulfo,
Gallie verso la metà del III secolo. o sia s. Clodoaldo figlio di s. Ar
I ss. Celestio o Celestino e Felice nolfo, che il Rutler dice eletto ad
che ve l'aveano seguito da Roma, onta di sua ripugnanza vescovo di
occuparono successivamente la sede. Metz, ove morì nel 696, e parte di
II quarto vescovo s. Paziente gre sue reliquie furono poste nella chie
co fondò fuori le mura della città sa del suo nome : il suo fratello
la chiesa di s. Giovanni Evangeli Ansegisio sposò Begga figlia di Pi
sta ; nel 1193 si scoprirono le sue pino da Landen, da cui nacque Pi
reliquie nella chiesa di s. Arnolfo. pino padre di Carlo Martello cep
Gli successe s. Vittore, che fece o- po de' Carlovingi di Francia. Nel
norevolissima comparsa nel concilio 742 divenne vescovo s. Crodegan-
di Colonia del 346 ; indi fiori s. go nipote di Pipino che lo spedì
Simeone onorato nell'abbazia di Se- ambasciatore at Papa Stefano III
nones, ove furono portate le sue invitandolo in Francia, e poi ad
reliquie nel 77o; e poi Sambacio Astolfo re de' longobardi : nel 755
che fu come il predecessore sepol cangiò il capitolo della cattedrale in
to nella chiesa di s. Clemente, ove una comunità regolare, e morì nel
pure venne deposto il successore s. 766. Dragone figlio naturale del
Rufo, cioè nelle catacombe di Metz. l' imperatore Carlo Magno, fu pri
Dopo di lui e nei primi del V se ma monaco a Luxeuil, diventò po
colo divenne vescovo s. Adelfo, indi scia arcicappellano, ed ottenne il pa
s. Firmino greco, Legonzio, s. Au lio col titolo di arcivescovo, nella
tore che fu testimonio nel pi del qual qualità presiedette a molti
la presa della città fatta dagli unni. concilii : il Papa Sergio II lo stabi
Degli altri vescovi di Metz notere lì vicario apostolico in tutte le Pro
mo Aigulfo, nato da una figlia del vincie di là dalle Alpi; fu abbate
re Cludoveo, che ampliò le rendite commendatario di Saint-Tron pres
della mensa , cui il Chenu, Arch. so Liegi, e morì nell' 855. S. Ben-
et episc. Galliae, dà per successo none primo canonico di Strasbur
ri un s. Arnolfo o Arnoaldo ni go, poi eremita sul monte d' Ercel
pote del re Dagoberto, e Papulo presso Zurigo, ottenne il vescovato
che eresse presso le mura la chie dall' imperatore Enrico, ma nel 928
sa di s. Sinlòriano; quindi registra alcuni malevoli lo sorpresero a
s. Arnolfo o Arnoldo discendente Metz, gli cavarono gli occhi ed al
de' primi re di Francia, che sposò tre parti, e lo misero fuori di sta
Doda, da cui ebbe s. Clodolfo o Clo- to di esercitare le sue funzioni. Il
doaldo, che fu esso pure vescovo di concilio di Duinsburg punì gli au
Metz; eletto dal popolo nel 61 4, la tori del delitto, e beimone rinun
moglie si fece monaca, tua ri min* ziato il vescovato ottenne in com
MET MET g
penso un' abbazia per vivere. Teo- pe JaufiVet della diocesi d' Aix.
dorico consobrino dell' imperatore i8a3 Giacomo Francesco de Bos-
Ottone I, nel 984 dall'Italia tra sen o Besson della diocesi di Rclly.
sferì nella chiesa di s. Vincenzo Per sua morte Gregorio XVI nel
martire molti corpi di santi, e fon concistoro de' 27 gennaio i 843 di
dò la chiesa cattedrale sotto I' in chiarò I' odierno vescovo monsignor
vocazione di s. Stefano. S. Teogero Paolo Giorgio Maria Dupont Des-
figlio del conte di Metz, nel iioo loges di Kermes, canonico della cat
si fece climiacense. Il cardinal Ste tedrale di sua patria, vicario gene
fano del i i 2o era nipote di Calli rale d' Orleans.
sto II. Giacomo figlio del duca di La cattedrale, una delle più bel
Lorena, discendente di s. Arnolfo, le chiese della Francia, è sacra a
sontuosamente edificò I' abbazia e il Dio sotto l'invocazione di s. Stefa
monastero, accrebbe le rendite della no protomartire. Il rapitolo si com
mensa, e morì nel i26o. Per mor pone di nove canonici, compreso il
te del vescovo Reginaldo de' duchi teologo, il penitenziere e il mae
di Bar, il capitolo elesse due, onde stro del canto, di altrettanti cano
Giovanni XXII sostituì in vece En nici onorari, oltre i pueri de choro^
rico. Il vescovo Ademario dichiarò intervenendo nelle solennità gli
esente dalla giurisdizione vescovile alunni del grande e del piccolo se
l'abbazia di s. Arnolfo posta fuori minario. Anticamente il capitolo a-
le mura, ciò che confermò il car vea dodici dignità e ventotto ca
dinal Guglielmo legato. Nei i 384 nonici. Nella cattedrale vi è pure
fu nominato vescovo Pietro di Lu- la parrocchia, alquanto distaiite dal
xemburgo (Vedi) che l'antipapa la quale evvi l'episcopio, amplissi
Clemente MI creò anticardinale, mo e decente edilìzio. Inoltre nella
beatificato nel i ,",,.i. 7. Corrado Bayer città vi sono sei chiese parrocchiali
del i 4 i 6 eresse i conventi de' do col battisterio, due conventi di re
menicani e carmelitani. Il cardinal ligiosi, e cinque monasteri di reli
Giovanni di Lorena del i53o; il giose, diverse confraternite, tre ospe
cardinal Roberto di Lenoncourt, dali, grande e piccolo seminario, ed
morto nel i533; il cardinal Carlo il monte di pietà. La diocesi è va
di Lorena, morto nel i 574 ; il car sta, comprendendo tutta la provin
dinal Carlo di Lorena, morto nel cia di Mosella. Nella città eranvi
i(i07; il cardinal Anna d' Escart tre chiese collegiate, di cui la prin
de Giury, morto nel i6i2, cui suc cipale era quella del ss. Salvatore.
cesse Enrico o Gastone Foix, figlio I benedettini della congregazione
naturale di Enrico IV. Quanto ai di s. Vannes vi avevano quattro
cardinali, si possono vedere le loro abbazie, cioè s. Arnoldo, s. Vin
biografie. Gli ultimi vescovi furono cenzo, s. Sinliii i mo, ec. Allorchè s.
preconizzati ne' seguenti anni , se Leone IX fu a Metz consacrò la
condo le Noihie di Roma. i733 chiesa di s. Arnoldo. Nel 97o Teo
Claudio de Saint-Simon di Parigi, dorico vescovo di Metz, ottenne dal
traslato da Noyon. i76i cardinal Papa Giovanni XIII, di poter I ab
Lodovico Giuseppe de Laval Mont- bate di s. Vincenzo usure della dal
morency, traslato da Condom. i8o6 matica e de' sandali. Anche le mo
Gaspare Giovanni Andrea Giusep- nache benedettine avevano tre aii
io MET MEU
tiche abbazie, s. Pietro, s. Maria sette orazioni sull'imperatore Lo
e i. Glossinda. Eravi un'ottava ab dovico I, cui era stato interdetto
bazia, quella di Pontifroy, trasferi l'ingresso in chiesa, indi gli misero
ta in città nel i572, la quale era la corona in capo, ed Ebbone di
dell'ordine de* cisierciensi, e regola Reims che aveva contribuito alla
re. Tra le comunità religiose di deposizione del principe, sulla tri
Metz, i domenicani insegnavano la buna ad alta voce pubblicò che
teologia. Nella diocesi, che prima l' imperatore era stato ingiustamen
era più ampla, si contavano altre te deposto. Arduino t. II.
dodici abbazie, con moltissimi sta Il sesto concilio nell' 859 a' 28
bilimenti religiosi. Clemente IX con maggio, per riconciliare Carlo il
cesse a Luigi XIV re di Fran Calvo e Lotario suo nipote, con
cia e suoi successori, di poter no Luigi il Germanico, il quale fu as
minare le chiese, monasteri ed al solto dalla scomunica con diverse
tri benefizi della diocesi di Metz. condizioni non accettate. Labbé
Avanti la rivoluzione il vescovo go t. VIII.
deva i 2o,ooo lire annue di rendita, Il settimo nell' 863 o concilia
e pagava 6o0o fiorini per le bolle. bolo e perciò non riconosciuto, a-
Al presente i frulti della mensa vendo approvato il matrimonio di
tono tassati ne' libri della camera Lotario con Valdrude sua concubi
apostolica in fiorini 37o. na, perchè i legati non eseguirono
la volontà del Papa. Ivi.
Concila di Metz. L' ottavo nell'869, in cui fu de
ferita la corona di Francia a Carlo
Il primo fu tenuto nel 55o, e il Calvo, a pregiudizio di Luigi lì
fuvvi consacrato Cautino vescovo fratello di Lotario. Regia t. XXU ;
di Alvernia. Regia t. XI ; Labbé Labbé t. VIII.
t. V; Arduino t. II. Il nono nell'888, tenuto da Rat-
Il secondo nel 59o in ottobre bodo arcivescovo di Treveri nella
contro Egidio arcivescovo di Reims, chiesa di s. Arnoldo, per ristabilir
convinto di lesa maestà e deposto : la pietà e la disciplina, e fu proi
Crodielda e l'asina monache ribel bito ai signori di prender parte al
late contro l'abbadessa, vi furono le decime delle chiese di giuspa-
ricevute alla comunione. Ivi; Ar tronato. Regia t. XXIV; Labbé
duino t. III. t. IX; Arduino t. VI.
Il terzo nel 753 contro gl' ince II decimo nel i 2.Jo, contro l'im
stuosi, e furono statuiti i regola peratore Federico lì. Lenglet.
menti pei pedaggi de' ponti. Regia Il decimoprimo nel i 252, presie
t. XVII; Labbé t. VJ ; Arduino duto da Giovanni cardinal legato.
t III. Mansi, Suppl. t. II, p. 479-
Il quarto nell'834, in cui fu as MEUN, Magdunwn. Città di Fran
solto Lodovico I il Pio, scomuni cia, dipartimento di Loiiet, capo
cato da Ebbone arcivescovo di luogo di cantone, in situazione a-
Reims. Regia t. XXF ; Labbé t. VII. mcna sulla riva destra della Loira.
Il quinto nell' 835. I vescovi a- Assai ben fabbricata, rimarcabile pei
vendo celebrato la messa in s. Ste suoi prodotti, seguì sempre la sor
fano, sette arcivescovi recitarono te di Orleans, fu molte volte pre
MEZ MEZ ii
sa e ripresa dngl' inglesi e dagli spettore delle scuole , che in pari
ugonotti : il suo castello fu ristau tempo dichiarò suffraganeo di War
rato sotto Luigi il Grosso. Nel- mia nella Prussia orientale.
I'89i vi fu tenuto un concilio, nel MEZZA LUNA, o Luna crescer
quale venne determinato che l'ab le. Ordine equestre. Sì dice isti
bate di s. Pietro di Sens sarebbe tuito nel i269 da s. Luigi IX re
eletto dai suflragi liberi de'monaci. di Francia, anco col titolo del Na
Labbé t. IX ; Arduino t. VI. viglio, o della Doppia mezza luna,
AfEVENNO (s.), abbate. La sua di cui diede il collare ai suoi tre
leggenda gli dà comunemente il figli, fratello e nipote, ed a molti si
nome di Conardo- Mevenno. Uscì gnori francesi, per animarli ad accom
da nobile e ricca famiglia della pagnarlo nel suo secondo viaggio per
provincia di Gwent nel Soult-Wa- liberare i cristiani, e vuolsi che ter
. les, e passò a predicare il vangelo minasse colla morte dell' istitutore,
ncll'Ariiiorico con grande edificazio ma i critici lo credono chimerico.
ne e buon successo . Fondò un Quelli che pretendono che abbia
monastero sulle sponde del Meu, esistito, dicono che il collare era in
di cui fu fatto abbate verso il trecciato di conchiglie marine d'ar
55o, e stabifi in esso una mirabile gento, e di doppie mezze lune di
osservanza. Altro monastero fondò oro, con un naviglio pendente bian
presso Angers , che popolò de'suoi co in campo rosso, e colla punta
discepoli, e che visitava sovente screziata di bianco e verde. Piut
per mantenervi il fervore. Morì tosto sembra questo essere stato
verso l'anno 6i7 , e non pochi I' ordine degli Argonauti ( Vedi ),
miracoli resero celebre la sua tom istituito da Carlo III Durazzo re
ba. La sua festa è notata come di Napoli, che il p. Donarmi a p.
solenne nei calendari della maggior 7 i del suo Catalogo attribuì a
parte delle diocesi di Bretagna, Carlo I d'Angiò re di Sicilia, e lo
sotto il giorno 2i giugno. dice estinto sotto Pio II; parlando
MEZO, Amyzon. Sede vescovile di quello della Nave o Naviglio di
della provincia di Caria, esarcato s. Nicola vescovo di Mira, ch' è
d'Asia, sotto la metropoli di Stau- appunto quello degli Argonauti, a
ropoli, eretta nel V secolo, nell'A p. 86, e scrivendo ch'ebbe termine
sia minore, tra Magnesia ed Ala- dopo la morte di quel principe,
banda, distante trenta miglia da ovvero nel i448, perchè lo sop
Mileto, presso il mare Egeo. Al presse Renato d'Angiò cacciato dal
presente Mezo , Amyzonen , è un trono di Napoli da Alfonso V d'A
titolo vescovile in partibus sotto ragona. In tale anno bensì Renato
l'arcivescovo pure in partibus di II in Angers istituì o ripristinò
Stauropoli, che conferisce il Papa. l'ordine dei cavalieri della Mezza
Per morte di Michele a Santander, luna, sotto la protezione di s. Mau
Gregorio XVI nel concistoro dei rizio martire, consistendo la deco
i3 giugno i844 ne insignì monsi razione in una mezza luna d'oro
gnor Francesco Grossmann di Rob- coll' epigrafe Loz (lode) nel ere-
.vren, diocesi di Warmia, canonico scere, in lettere di color celeste,
capitolare di questa cattedrale, e per significare che si acquista lode
vicario generale, già parroco e i- nel crescere in virtù e in gloria.
.2 MEZ MEZ
Da questa mezza luna, che per rota Scarampo ovvero dell' Arena,
tre catenelle pendeva da collana o padovano di basso e oscuro lignag
catena d'oro a tre giri, si conosce gio, secondo alcuni, che altri dico
va il valore e la generosità dei no di Treviso; pel suo valore ed
cavalieri, perocchè vi si attacca egregie doti e gloriose azioni si re
vano tante vergliette d'oro trava se chiarissimo al mondo, ed assai
gliate a maniera di cilindro, oppure utile alla Chiesa. Studiò in Padova
tanti puntali da stringa d'oro, quan la medicina e le scienze naturali,
te volte si erano trovati in batta nè trascurò le buone lettere, le qua
glia e in assedi di città, dal nu li poscia nella sua vita formarono
mero de' quali si giudicava del il suo amore, sebbene quasi sem
valore e gloriose azioni da essi pre distratto da adii ri gravissimi
fatte. I cavalieri portavano il man ed occupato. Portatosi in Roma,
tello di velluto cremisi rosso, e il dove a'quei tempi soprattutto era
maresciallo di velluto bianco con no in pregio le armi e gli uomini
fodera e la sottana dello stesso di valore, a motivo degli usurpato
drappo, e sul braccio destro una ri e piccoli tiranni, che di frequen
mezza luna d'oro pendente da una te infestavano lo stato ecclesiastico,
catena pur d' oro, come si vede tutto si diede alla professione della
nella figura prodotta dal p. Bo- milizia, quantunque I' Ammirato lo
nanni. Si compose l'ordine di cin voglia medico di Eugenio IV e
quanta cavalieri, compreso il capo suo cameriere segreto. Dopo molte
col titolo di senatore o presidente. illustri imprese, sotto il comando
Il re Renato mai assunse tal tito del cardinal Vitelleschi, in cui die
lo, ma solo quello di mantenitore. de prove di marziale fortezza e
Stabili pure che niuno fosse am di coraggio superiore a quelle di
messo nell'ordine se non era prin altri capitani, venne sostituito in
cipe, duca, marchese, conte, viscon di lui luogo nel governo delle trup
te, o almeno non fosse nobile per pe pontificie. La prima ' impresa,
quattro generazioni, e ch'essi fosse che come capo dell' esercito gli ac
ro esenti da eccezioni vili. L'assem quistò eccellente reputazione e no
blea dell'ordine, che appellavasi an me assai celebre, fu quella di ac
co V Ordine di Anjou , si teneva correre in aiuto de' fiorentini con
nella chiesa di s. Maurizio di An- federati col Pontefice, e di dare
gers. Gli statuti prescrivevano diverse una sconfitta totale al famoso Ni
pratiche religiose e regolamenti. La colò Piccinino capitano della Lom
seconda persona dell'ordine era il bardia, per cui vendicò dalla tiran
cappellano o limosiniere, che dove nide di Francesco Sforza la Marca
va essere arcivescovo o vescovo, es d'Ancona, e ricuperò altre parti del
sendone i primari ufficiali il cancel lo stato della Chiesa da molti usur
liere, il maestro delle suppliche, patori e nemici oppresso. Grato il
il tesoriere, il registratore, ed il Pontefice a Lodovico, che già dal
re d'armi, alcuni de' quali porta vescovato di Tran avea trasferito
vano differenti mantelli , come di all'arcivescovato di Firenze, col pa
stinto era quello del senatore. triarcato di Aquileia nel ifòg, cui
MEZZAROTA SCARA MPO Lo il Sigonio aggiunge il vescovato di
novico, Cardinale. Lodovico Mezza- Bologna, sebbene quel comune non
MEZ MEZ i3
volle mai riconoscerlo e riceverlo del suo titolo, e con gran spesa ne
per vescovo, a' 22 giugno o nel costruì de'nuovi. Ebbe alcune gravi
primo luglio l44o lo creò cn relina differenze col cardinal Barbo, poi
le prete di s. Lorenzo in Damaso Paolo II, nipote di Eugenio IV,
e camerlengo, sebbene altri dicono perchè vedeva con gelosia la so
vicccancelliere. Il medesimo Euge verchia potenza the esercitava sotto
nio IV lo incaricò della legazione lo zio e a di lui preferenza. Giun
a Filippo Maria duca di Milano, al to a notizia di Lodovico che il
doge di Venezia, ed alla repubbli cardinal Barbo bramava il vescova
ca fiorentina. Dopo la memorata to di Padova, egli con pretesto di
vittoria Eugenio IV non fece cosa condursi ai bagni, volò in quella
di momento senza consultarlo pri città e quindi a Venezia per attra
ma, e per la singolare destrezza e versarne indarno l'effetto, mentre
prudenza ond' era fornito, gli affi l' emulo presso lo zio lo poneva
dò la direzione di tutti gli affari si in discredito. Il Papa Nicolò V lo
ecclesiastici che politici del suo pon trasferì al vescovato di Albano, e
tificato, per cui sembrava ch' egli gli diede la pingue abbazia di Chia-
solo lo amministrasse sotto il nome ravalle. Non potè il cardinale sfug
del Papa. Nicolò V nel i454 gli gir la taccia degli storici contempo
conferì l'abbazia di Monte Cassino, ranei, per avere pel primo tra i
di cui fu il primo commendatario, porporati mantenuto in copia cani
e che poi unì alla mensa de' mo e cavalli, numerosa famiglia e pre
naci, ciò che approvò con sua bol ziose suppellettili, imbandita men
la Calisto III. Questi lo spedì colle sa lauta e sontuosa, come altresì
truppe della Chiesa contro i turchi, di essere stato dedito a'eonviti ed al
e capo della piccola flotta che per giuoco, in cui è fama che in una
ciò pose in mare. Riportò quindi sola notte perdesse con Alfonso re
diverse vittorie, poichè con piccolo di Napoli ottomila ducati, perdita
corpo di soldatesca diede agl' infe che ii i n i i pregiudizio gli dovette re
deli solenne sconfitta presso Bel care come il più ricco di quante
grado, ove ne lasciò morti seimi persone e famiglie private fossero
la sul campo, colla perdita di ses per tutta l' Italia. Intervenne a
santa pezzi di cannone, bagaglio e quattro conclavi, e per quello di
stendardo militare. Lo stesso fece Paolo II concepì tal rammarico per
presso Rodi, dove con poche navi la sua esaltazione, che passati po
fugò e disperse una numerosa flot chi mesi morì di affanno nel i465,
ta de' turchi, e tolse loro dalle ma d'anni 64. Fu sepolto nella chie
ni tre isole dell'Arcipelago. Resti sa titolaie di s. Lorenzo, dove il
tuitosi a Roma, fu accolto dai ro canonico della medesima Antonio
mani con gioia e plauso universa Tocco ne ruppe la tomba, spoglian
le, e con sommo onore dal Papa dolo per avidità delle sacre vesti
e dal sacro collegio. Avendo consi e dell'anello cardinalizio, per cui
derato che la piazza di Campo dei il sepolcro restò negletto per qua
fiori sfavasi negletta, e ridotta pa ranta anni, finchè la liberalità di
scolo e ricettacolo di cavalli, la fe Enrico Hunis arcivescovo. di Taran
ce lastricare di pietre. Adornò di to, segretario del sagro collegio e
versi edilìzi contigui alla basilica tesoriere, per dare al defunto un
i4 MEZ MEZ
contrassegno di stima ed affetto, a tori di rota, e dal medesimo fu
proprie spese gli fece costruire un promosso nel i378 a vescovo di
magnifico avello, lavorato sul gu Rieti. Sebbene assente, nell' istesso
sto antico, che poi fu trasferito nel anno a' 18 o 28 settembre Urba
la sagrestia de' canonici, con ele no VI lo creò cardinale prete del
gante iscrizione. Il cardinale lasciò titolo di s. Marcello, e per singola
tutti i suoi beni mobili, che monta re distinzione gli trasmise a Bolo
vano a enorme somma, a Nicolò e gna il cappello cardinalizio, il qua
Luigi Scarampi suoi famigliari o le fu da lui ricevuto con gran pom
nipoti come li chiama il Novaes, i pa e solennità nella chiesa di s.
quali presero la fuga. Ma Paolo Domenico, da Giovanni di Lignano
Il che gli avea accordato la facoltà insigne giureconsulto. Dotato essen
di fare testamento, tuttavolta li fe do di coraggio superiore all'ordi
ce arrestare a Castelnuovo, cari nario, di sommo spirito e singolare
chi d'oro e di argento. Li fece ri destrezza nel maneggio degli affari,
tenere sotto onesta custodia finchè fu inviato a Napoli dal Pontefice
non furono tutti insieme raccolti e insieme coi cardinali di s. Ciriaco
adunati i beni del cardinale, e da e di Venezia, al re Carlo III Du-
ti ad essi circa scudi duemila, ed razzo, che coll' aiuto di Urbano VI
alla famiglia settemila, oltre il sa occupato avea il regno di Napoli,
lario di due mesi, il Papa fece il acciocchè presso quel principe si
rimanente distribuire ai poveri, alle maneggiassero tutti d' accordo con
chiese, e parte l'impiegò nella guer calore ed efficacia perchè si ese
ra d' Ungheria. Gaspare Veronese guisse quel tanto che il re aveva
storico contemporaneo narra, che il promesso in corrispondenza dell'aiu
cardinale quando fece testamento to prestatogli, cioè di cedere il du
non avea più l' uso libero della ra cato di Capua e di Amalfi a Fran
gione, e che il Pontefice giudicò cesco Butilli nipote di Urbano VI.
non essere convenevole che tante Giunti i cardinali a Napoli, si avvi.
ricchezze, che derivavano dalla Chie dero subito che il re faceva il sor
sa, dovessero passare in mano di do nlle istanze de' rappresentanti,
persone che non vi aveano alcun non essendo disposto a compiacere il
diritto. Ne' beni immobili poi, e Papa. Ciò non pertanto il cardina
nelle terre e possessioni che si va le di s. Ciriaco appoggiò con forza
lutarono cinquemila rubbi di ter le richieste del Papa, il veneto si
reno, istituì eredi un fratello e un regolò con ambiguità, bilanciando
nipote, i quali in brevissimo tempo le ragioni delle parti, il solo cardi
dissiparono il ricco e pingue patri nal Reatino, così detto dal suo ve
monio, fino a ridursi alla men scovato, trovando indebite le preten
dicità. sioni di Urbano VI, non seppe ri
MEZZATACCA Bartolomeo, Car solversi a cooperare che acquistas
dinale. Bartolomeo Mezzavacca, di se le nominate signorie un giovi
illustre famiglia bolognese, compiti nastro perduto nella mollezza e
i suoi studi nella scienza legale, nel lusso, cire contribuiva non po
venne in essa laureato nel 1369. co al discredito del pontificato, on
Passato indi a Roma, ottenne da de piuttosto sostenne le ragioni del
Gregorio XI un posto tra gli tuli- re. Ritoraati i cardinali a Roma
MEZ MIC i5
senza aver nulla concliiuso, Urbano Viterbo. Narra il Contelorio chfl
VI ne fremè di sdegno, e preso in alcuni cardinali adunati nel castel
grave sospetto il cardinale di Rieti, lo di Luzzara, alla morie di Urbano
montò in ira col re Carlo III, con VI, in disprezzo del suo carattere
tro del quale determinò di portarsi violento, trattarono di eleggere in
armata mano per indurlo colla forza successore il cardinale benchè de
a mantenergli le promesse, e inti posto. Morì dopo tante vicende tran
mò ai cardinali di doverlo seguire. quillamente in Roma nel i396, ed
Negando però questi di unanime ebbe sepoltura nella basilica di s.
consenso di obbedire, intentò un ri Maria Maggiore, dove in antica
goroso processo, per cui sarebbero tomba insieme col suo nome si
stati in seguito riguardati come ri vedono scolpite le insegne di sua
belli e contumaci se dentro un da famiglia.
to termine non si univano con lui, MEZZODÌ', ordine equestre. Que
minacciandoli inoltre di privarli st'ordine cavalleresco della croce del
della porpora cardinalizia. Siccome mezzodì nel Brasile, venne istituito
però il cardinal di Rieti era più di nel dicembre i826 da Pietro I
ogni altro sospetto al Papa come imperatore del Brasile, per premia
fautore del contegno di Carlo III, re que' sudditi che lo avevano con
e fomentatore della disobbedienza zelo e valore assistito nel sottomet
degli altri cardinali, lo privò con tere le provincie ribelli del Brasile,
tutte le formalità della dignità car dopo le turbolenze scoppiate a Fer
dinalizia, ed ai cardinali di 5. Ci nambuco, e gli avevano appianato
riaco e di Venezia assegnò il ter la via al trono, venendo proclama
mine di quattro giorni a produrre to imperatore del Brasile nel i822.
le loro difese; se non che interposti La decorazione consiste in una cro
parecchi ragguardevoli personaggi in ce d' oro che si appende nella par
questa causa, furono ambedue ri te sinistra del petto.
messi in grazia del Papa. Solo del MICARA Lonovico, Cardinale.
cardinal Mezza vacca non volle sen Lodovico Micara nacque in Fra
tire ragione alcuna di difesa. Spa scati a' i2 ottobre i775, dotato di
ventato esso dalla severità del Pon pronto e felice ingegno, ben pre
tefice, prima d'incappargli nelle ma sto volle professare vita religiosa
ni, si involò con segreta fuga, e reca tra i cappuccini, in cui meritò per
tosi in Avignone dall' antipapa Cle diversi gradi essere eletto ministro
mente VII aderi ello scisma, e tramò generale del suo ordine, quando già
congiura contro Urbano VI, alla Pio VII per la sua dottrina ed e-
quale presero parte cinque cardina loquenza avealo promosso a predi
li che furono puniti coll' estremo catore apostolico. Divenuto Ponte
giudizio in Genova. Bonifacio IX, fice l'antico suo amico Leone XII
successore di Urbano VI, nel primo (Fedi), gli affidò varie mei mi bon
anno del suo pontificato lo restitui ze, indi a'2o dicembre i824 lo
insieme con altri alla primiera di creò e riservò in petto cardinale
gnità col titolo di s. Martino ai prete, pubblicandolo a' i 3 marzo
Monti, perchè il suo antico tito i8260o0 quell'onorevole elogio che
la era stato conferito ad altri, e de- riportammo nel vol. XXVII, pag.
corollo delle legazioni di Genova e i5o e i5i del Dizionario, parlan
16 MIC MIC
do ancora di sua famigliti, confe cini, in cui celebrò la solenne mev
rendogli per titolo la chiesa de' ss. sa il cardinal Vannicelli, ed ivi fu
Quattro. Lo abilitò per un tempo sepolto secondo la sua disposizione.
ad esercitare il supremo magistero Nei Diari di Roma n. 4^ e 4?, e
del suo ordine, ed a continuare l'uf nelle Notizie del giorno nurn. a3,
fizio di predicatore apostolico. In si leggono gli onori funebri che gli '
di lo annoverò alte congregazioni resero la città di Velletri, la città
dell'indice, della disciplina regola e seminario di Frascati, con ora
re, dell'esame de' vescovi in sacra zioni necrologiche celebranti le sue
teologia, degli atl'ari ecclesiastici, e qualità, scienza e meriti. Amorevo
poi lo fu pure a quella de' vescovi le colla famiglia in gran parte la
e regolari, dichiarandolo presidente beneficò con pensioni vitalizie, de
della deputazione permanente dei stinando la principal porzione di
Conservatori di Roma (Vedi). Gre sua cospicua eredità in favore del
gorio XVI nel 1837 lo nominò conservatorio di Frascati e di altri
vescovo di sua patria, alla quale pii istituti, ciò che meglio descri
facendo l'ordinaria dimora, con ze veranno i suoi biografi, quando gli
lo pastorale esercitò quelle benefi eredi fiduciari ne avranno pubbli
cenze che accennammo nel citato cate le disposizioni. Di aspetto gra
vol. XXVII, p. 218. Divenuto nel ve, con bella barba, egli vestì al
1843 sotto- decano del sacro colle modo detto nel vol. XXVI, p. i32.
gio, preferì restare nella chiesa di MICHELE (s.), ordine equestre
Frascati, in vece di passate a quel di Portogallo. V. Aia di s. Miche
le di Porto, s. KulTina e Civitavec le, che si estinse sotto il re Sancio
chia, ed il medesimo Papa gli con I figlio del fondatore, e ne tratta
feri la prefettura de' sacri riti . pure il p. Bonanni nel Catalogo
Quando nel 1 844 successe al de dtgli ordini p. 8o, riportandone la
canato del sacro collegio, Gregorio figura.
XVI Io trasferì ai vescovati d' O- MICHELE (s.), ordine equestre
stia e Velletri e alla legazione di di Napoli. Vedi Armellitto, ordi
Velletri, colle prerogative e protet ne non più esistente, di cui parla
torie inerenti alla sua ragguarde ancora il p. Bonanni nel Catalogo
volissima qualifica ; essendo stato degli ordini p. 84, riproducendo
protettore anco di Frascati, del con ne la figura.
servatorio pio e della confraternita MICHELE (s.), ordine equestre
di s. Andrea de'pescivendoli. Inter di Francia. Pretendono alcuni scrit
venne ai conclavi in cui furono tori che Carlo VII re di Francia
eletti Pio VIII, Gregorio XVI e avendo abolito l'ordine della Stella
Pio IX. Visse parcamente o nel (Fedi) istituito da Giovanni II, per
seminario di Frascati o nel conven disprezzo impose il collare di tal
to de' cappuccini di Roma, solo ordine al Bargello, ed ordinando
breve tempo pa9sò in Velletri- Fi che i suoi Birri portassero delle
nalmente dopo lunga e penosa in stelle sulle casacche, avesse intenzio
fermità, morì in Roma n'24 mag ne d'istituire un altro ordine sotto
gio 1847, nell'anno 72 di sua età. l' invocazione di s. Michele arcan
I funerali si celebrarono nella chie gelo, antico protettore del regno di
sa della ss. Concezione de' cappuc- Francia, lo che a cagione di sua
MIC MIC i7
morte non potè mandare ad effet cavalieri non potevano guerreggia
to, e cbe Lodovico XI suo figlio re senza farne consapevole il con
per effettuare le sue brame istituis siglio, ed i francesi non potevano
te l'ordine in memoria dell'insi servire principi stranieri e far lun
gne Vittoria riportata dai francesi ghi viaggi senza permesso del re.
contro gl'inglesi sul ponte d'Or Per eresia, tradimento o viltà i ca
leans, ove è tradizione che s. Mi valieri venivano privati dell'ordine,
chele si lece vedere in aria a favo e quando a questo erano ammessi
re de' francesi. Certo è che Lodo- doveano lasciar quelli che aveano,
Vico XI lo fondò nel primo d'ago tranne i ricevuti dai Papi, impera
sto i469 nel castello d' Amboise, tori, re e duchi. Nell' ammissione
composto di soli trentasei cavalieri pagavano al tesoro dell'ordine 4o
gentiluomini, e che il re ne sarebbe scudi d'oro, o l'equivalente per
il capo; ne creò subito quindici, e gli ornamenti della chiesa del Mon
gli altri si riserbò nominarli nel pri te s. Michele in Normandia, desti
mo capitolo, ma il numero mai nata da Lodovico XI per celebrar
Io completò. Diede ai cavalieri per vi i divini uffizi e ricevervi i be
decorazione un collare d' oro com nefizi e le fondazioni in favore
posto di conchiglie intrecciate da dell'ordine; ma poi dichiarò che
doppio legame, poste sopra una le cerimonie e le feste dell' ordi
catena d' oro da cui pendeva una ne si celebrassero nella cappella di
medaglia rappresentante il santo ar s. Michele situata nella corte del
cangelo in atto di cacciare il de palazzo in Parigi ; tuttavolta non
monio, o atterrare un dragone. Que pare che le assemblee e le fe
sto collare i cavalieri dovevano ste si facessero in tali luoghi. Alla
portarlo dovunque ogni giorno, tran morte d' un cavaliere ognuno do
ne quando erano col l'esercito, por veva fargli celebrare venti messe.
tando allora la semplice medaglia Nella vigilia della festa di s. Mi
pendente da una catena d' oro, o chele i cavalieri doveano col re
da un cordone di seta nera, e que portarsi alla chiesa vestiti con man
sta mai potevano lasciare; la divi to di damasco bianco lungo, bor
sa o motto poi era: Immensi tre- dato d' oro, ornato di conchiglie e
mor Oceani, secondo la pia creden nodi d' amore fatti di ricamo, e fo
za, che il santo arcangelo con tem derato di ermellino, e colla testa
peste disperdesse i nemici della coperta di cappuccio cremisi. Nel
Francia tutte le volte che si appros dì seguente alla messa presentava
simavano nell' Oceano al monte di no i cavalieri all'offertorio una mo
s. Michele, ove fu fondata un' ab neta d'oro, indi pranzavano colre.
bazia in suo onore, e per la sua Assistevano al vespero in mantelli
apparizione ivi accaduta ad Aut- neri con cappucci simili, violetto
l,ci to o Giberto vescovo d' Avran- essendo quello del re. Intervenivano
ches verso l' anno 7o6, per cui in ancora al mattutino de' defunti per
Francia se ne celebra la festa ai l'anniversario, e nel giorno seguente
i6 ottobre. Il gran collare dovea alla messa offrivano un cero d'una
pesare duecento scudi d'oro, ma libbra col proprio stemma. Nel dì
senza gioie, dovendosi in morte re appresso assistevano alla messa can
stituire al tesoriere dell'ordine. I tata in onore della Beata Vergine.
vot. xiv.
i8 MIC MIC
Nel i496 Alessandro YJ, ad istan di s. Michele di molto decaduto e
za di Carlo VIII, figlio di Lodovico comune, a cagione delle persone
XI, confermo questo ordine. ch'erano decorate, non essendovi
In principio uffìzi ali dell'ordine che pochissimi nobili , onde ìu
erano il cancelliere, il registratore, Francia si diceva per proverbio :
il tesoriere e l' araldo, che porta le collier de s. Michel à toutes bé-
vano vesti lunghe di ciambellotto tes, o l'ordre des bétes de sommej
bianco foderate di panno celeste ordinò dunque Enrico III, che
con cappucci di scarlatto, ed il chiunque venisse decorato della
cancelliere era semplice ecclesiasti croce dello Spirito Santo, dovesse
co ; ma Francesco I variò il col ancora prendere quella di s. Mi
lare, sostituendo ai doppi nodi un chele nel dì precedente al conferi
cordoncino in memoria di sua ma mento della prima, laonde le armi
dre Anna di Bretagna, istitutii- degl' insigniti venivano ornate dei
ce dell'ordine della Cordeliera (Fe due collari, ed essi chiamati cava
di). Enrico II nel i548 ordinò nel lieri degli ordini del re. Tutta vol-
capitolo di Lione che i cavalieri ta introdotti nell'ordine nuovi abu
portassero mantello di tela d' ar si, ed avvilito dai particolari che
gento ricamato di tre mezze lune lo avevano ricevuto senza dar pro
intrecciate di trofei, seminati di ve di nobiltà e de' servigi prestati,
lingue e fiamme di fuoco, col cap queste esigette nel i66i Luigi
puccio di veluto cremisi pure ri XIV quando operò la riforma com
camato; che il cancelliere portasse pleta dell'ordine; quindi nel i665
mantello di velluto bianco e cap fece un nuovo regolamento, pre
puccio di velluto cremisi ; che il scrisse V osservanza degli statuti
preposto ed il maestro di cerimo compresi in sessantacinque capinoli,
nie, il tesoriere, il registratore e e ridusse a cento il numero dei
I' araldo avessero un mantello di cavalieri da lui scelti, oltre quelli
raso bianco ed il cappuccio di ra dello Spirito Santo, e che tra essi
so cremisi , e che portassero una fossero compresi sei ecclesiastici co
catena d'oro con conchiglia simile stituiti in dignità, e sei uffiziali del
pendente ; e che tutti i cavalieri le compagnie reali, e niuuo potesse
presenti assistessero col re per la essere decorato dell' ordine di s.
solennità dell'ordine nella cattedrale Michele se non fosse cattolico, ben
di Lione ai primi vesperi della fe costumato , nobile per due genera
sta di s. Michele, e nel seguente zioni, con altri requisiti ; che ogni
giorno alla gran messa e secondi anno tutti i cavalieri si riumranno
vesperi ; altri dicono che Enrico capitolarmente nella sala de' fran
II volle che i divini uffìzi si cele cescani di Parigi, per esaminare i
brassero nella santa cappella di regolamenti necessari al manteni
Vincennes. Avendo Francesco lì mento dell'ordiue, presiedendo l'as
e Carlo IX per diverse circostanze semblea un cavaliere deputato dul
aumentato grandemente il numero re ; e che la croce dell'autica forma
de'cavalieri, nel i578 il re Enri e figura fosse per metà più piccola
co III fondò l'ordine dello Spirito di quella dello Spirito Santo, » ri
Santo (Fedi), principalmente per serva della colomba che sta nel
ridurre a nuovo splendore questo mezzo di questo, invece dovendovi
MIC MIC '9
essere i'immBgine in ismalto di i. e senza ammettere petizione, uomi
Michele, pendente da nastro nero; ni di un merito distinto, non fa
tatti poi doveuno portar la spada, cendo differenza di nascita, di con
tranne i mentovati sei ecclesiastici dizione o di religione , e nessun
ed uflìziali, e le scarpe bianche, co membro può essere eletto senza il be
me si può vedere a p. 8i del p. neplacito del re. Gli statuti prescris
Bonanni, die ne riporta la figura sero che vi debbono essere dieciot-
nei Catalogo degli ordini equestri. to gran croci, otto ufliziali, trenta
Le regole dell' ordine le registrò sei cavalieri, e dodici cavalieri o-
a noia il Sansovinn, e l'ultima edi noi ari, tanto ecclesiastici quanto
zione degli statuti fu stampata a Pa laici. Pio VII col breve, Quoniant
rigi ael i"j%5. Luigi XVIII desti inter militares rquestres ordines, dei
nò quest'ordine per decorare i pri 5 febbraio i8o2, Bull. llom. Conti-
mari scienziati ed artisti, e quelII umilio t. XI, p. 284, dichiarò ad
che si fossero distinti con nuove onore di questo ordme, che quegli
ioreuzioni ed intraprese utili allo ecclesiastici che ne fossero insigniti
stato, avendolo ristabilito con ordi- godessero I' nbito prelatizio e tutti
rr.Tiiza de' iti novembre i8i6; ma i privilegi de' prelati domestici. Il
dopo la rivoluzione del i83o non regnante Luigi Carlo Augusto, con
fii più conferito. foglio. governativo de' i4 .settembre
MICHELE (s.), ordine equestre i846, pubblicò il regio decreto col
di Baviera. L'istituì a'a9 settembre quale stabilì, che quest'ordine del
i6u3 Giuseppe Clemente elettore merito di s. Michele si compones
di Colonia, come duca di Baviera, se di membri dell' ordine naziona
nella sua residenza di Monaco; in le, di tientasei gran croci, di ses
di venne solennemente confermato santa commendatori e di trecento-
dal re di Baviera Massimiliano Giu venti cavalieri. La dignità di gran
seppe, nella revisione degli ordini maestro, coll' approvazione del re,
reali, agli ii settembre i8o8. Il viene conferita ad un principe del
suo primiero scopo è il sostenere sangue, ed ultimamente lo era il
la religione cattolica, e difendere duca Guglielmo di Baviera duca di
l'onore divino, cui si aggiunse il due Ponti Birkenfeld. Sullo scudo
dovere di soccorrere i difensori di s. Michele, nella faccia della de
della patria, con decreto de'6 ago corazione vi è ì' epigrafe : Quis ut
sto i8io nella nuova conferma e ri Deus? Sulle quattro parti della cro
forma degli statuti dell'ordine, chia ce vi souo le iniziali P. F. F. P.
mandolo Ordine del merito di s. che significano pietas, fidelitas, for-
Michele. In principio l'ordine si titudo, perseverantia. Nel rovescio
compose di tre classi, cioè di gran vi è la leggenda : Dominus potens
croci che formano il capitolo, de in praelio.
gli uflìziali e de' cavalieri , a cui MICHELE e GIORGIO (ss.)
più tardi fu aggiunta la quarta deile isole .Tomi-, ordine equestre.
classe de' cavalieri onorari : per es Pel trattato de' 2 3 maggio i8i fi
sere ammesso od una delle tre pri fu ceduta l' isola di Malta e sue
me classi bisogna dare prove di dipendenze all' Inghilterra , e per
nobiltà. II gran maestro nomina ca quello del 5 novembre i8r5 po
valieri onorari di suo proprio moto ste le isole Jouie sotto la protezio
ao MIC MIC
ne del sovrano della gran Breta MICHELE Arcangelo (%.). La
gna, il ro Giorgio III eresse l'or Chiesa onora s. Michele come ar
dine di san Michele e di san cangelo, od il primo e principiii*;
Giorgio a'27 aprile 18l8, pubbli- degli angeli, come il capo dell'ar
candosi gli statuti a' 1 2 agosto, indi mata celeste; il suo nome significa:
riformati da Giorgio IV li 5 aprile chi è simile a Dio ? Quis ut Deus ?
1826, e poscia dal re Guglielmo Daniele parla di s. Michele nei ca
IV il 17 ottobre 1832. Il re del pitoli X e XII : egli seppe nelle sue
la gran Bretagna è sovrano del visioni, che l' angelo custode della
l'ordine; un principe del sangue Persia erasi fortemente adoperato
reale n'è il gran maestro, ed at in favore di questo paese, e che
tualmente è il duca di Cambridge Michele, al quale era affidata la
Adolfo Federico; in caso di assen guardia degli ebrei, avea rimosso
za viene rappresentato dal lord pri tutti gli ostacoli che si frametteva-
mo commissario dello stato libe no al loro ritorno dalla cattività.
ro e indipendente della repubblica Gabriele disse a Daniele, ch' egli
delle isole Jonie. L'ordine si com avea fatto per ciò grandi sforzi in
pone di tre classi, cioè di gran Persia per ventun giorni, e che
croci, di commendatori e di cava Michele essendo venuto in suo soc
lieri. Il numero de' gran croci è corso, tutte le difficoltà erano state
stabilito di quindici, non compre superate. Parlando Daniele della
so il gran maestro, quello de'com- crudele persecuzione di Antioco, si
mendatori di venti, quello de' ca esprime così: « Allora si leverà
valieri di venticinque. Ciascuna di Michele, questo gran principe, ch'è
queste tre classi piglia posto subito il protettore dei figli del tuo popo
dietro quella del nome medesimo lo " ; il che significa che questo
dell'ordine del Bagno (Fedi); da ciò arcangelo verrebbe in soccorso dei
e dal limitato numero de'cavalieri di Maccabei e degli altri difensori de
ogni classe, deriva che l'ordine di gli israeliti. Credesi che sia stato
s. Michele e di s. Giorgio sia di Michele quell' angelo che condusse
stintissimo. La placca della gran gli ebrei nel loro viaggio nel de
croce che forma l'insegna de'cava serto, e di cui dicesi nel cap. XIII
lieri, è composta di sette raggi di dell'Esodo: « Manderò il mio an
argento, separati da piccole liste di gelo, il quale vada innanzi a te ".
oro, e per di sopra si vede impressa L'apostolo s. Giuda riferisce la con
in rosso la croce di s. Giorgio: lo tesa che Michele ebbe col demo
scudo posto su tal croce ha l' effi nio per la sepoltura del corpo di
gie dell'arcangelo s. Michele, colla Mosè, e raccomanda la pietà, l'u
epigrafe : Auspicami melioris aevi. miltà e la modestia coll' esempio di
I commendatori oltre la decorazio questo arcangelo, che lasciando i
ne portano una placca d'argento, rimproveri e le maledizioni , con
e nella decorazione evvi l'immagine tenessi di dire al suo avversario :
di s. Giorgio sullo scudo, colla leg h II Signore ti soggioghi ". S. Gio
genda suddetta. La festa solenne del vanni nell'Apocalisse, cap. XII, ci .
l' ordine suole celebrarsi con ma fa la descrizione di un altro com-
gnifica pompa il 23 aprile, giorno battimenio tra Michele ed il de
in cui cade la festività di s. Giorgio. monio, a motivo della Chiesa figu-
M IC MIC it
rata dalla donna ch'era fuggita chiese di oriente. La seconda è
nel deserto, dove Dio le aveva pre quella sul Monte Gargano, di cui
parato un ritiro. Fu da questo pos parlammo all'articolo Apparizione
to che venne conchiuso, che l' ar di san Michele arcangelo . La
cangelo s. Michele era il tutelate terza è quella che il santo ar
ed il difensore della Chiesa cristia cangelo fece ad Autberto od Ot-
na. La festa di s. Michele si cele berto vescovo d'Avranches , su di
bra ai s9 di settembre dal quinto uno scoglio chiamato la tomba od
secolo in poi. l'Issa era certamente il periglio del mare, nel golfo tra
stabilita nella Puglia nel 493, e se la Normandia e la Bretagna, dove
iir riporta V istituzione nell'occiden trovasi l'abbazia di s. Michele: que
te alla dedicazione della celebre sta apparizione accadde verso l'an
rincia di s. Michele sul Monte no 7o6, e la festa fu sempre di
Gaigano, oggi Monte sant' Angelo poi celebrata in Francia ai i6 di
Del regno di Napoli ; per ciò è ottobre. V. Manfrenonia.
detta la Dedicazione di s. Ali MICHELE DE'SANTI (beato).
tIiele nei martirologi di s. Giro Nacque in Catalogna, nella città di
lamo, di Beda, ec. Benchè s. Mi Yich, a' 29 settembre i59i, di
chele sia nominato solo nel titolo Enrico Augemit e di Margherita
di questa festa, apparisce però dal di Monscrrada, ambedue ragguar
le orazioni della Chiesa esserne og devoli per casato e per probità.
getto tutti i santi angeli. Celebra Essi si presero grandissima cura
tasi nello stesso giorno in occiden dell'educazione del loro figliuolo,
te la dedicazione di molte altre il quale fino dai più verdi anni
chiese intitolate del santo arcange mostrò molta inclinazione alla pie
lo, principalmente di quella ch' era tà. Perduti i genitori, uno de' suoi
sulla mole Adriana. Il culto di s. zìi inca ii cossi della tutela di lui, e
Michele e degli angeli non fu me lo allogò presso un mercante. Il
no celebre in oriente posciachè Co suo primitivo spirito di fervore e
stantino ebbe abbracciato il cristia di mortificazione non venne meno
nesimo. Sappiamo da Sozomeno che fra le occupazioni del commercio,
questo imperatore fece fabbricare alle quali accudendo eziandio con
m onore del santo arcangelo una somma esattezza, si meritò l'ammi
chiesa che si chiamò Michacliou razione del suo padrone e di quan
e nella quale Dio operò dei miraco ti il conobbero. Sentendosi chiama
li : era questa forse quattro miglia to ad un genere di vita più per
lungi da Costantinopoli. Nella stes fetto, partecipò al padrone la sua
sa città erauvi quattro chiese dedi risoluzione di entrare nello stato
cate a s. Michele, e crebbe il nu religioso ; si recò a Barcellona, e
mero di esse fino a quindici, tutte andò a presentarsi al superiore di
di fondazione imperiale. un convento di trinitari, nel quale
La Chiesa cristiana celebra inol fu ricevuto. Dopo tre anni di pro-
iie tre apparizioni di s. Michele. ve, fece professione a Saragozza, il
La prima è quella di Colossi nella 3o settembre i6o7 , in un'altra
Frigia, della quale non si sa di casa dell'ordine. Nel i6 i9 passò
stintamente il tempo, la cui festa è ad Alrala, e vi pronunziò di nuo
fidata a' 6 di settembre in tutte le vo i suoi voti. I superiori lo man
32 MIC MIC
daremo a comInciare gli 2tudi al motto della partenza del nostro
l' università di Baez : a Salamanca cardinale dalla corto dell' impera
termino il corso di teologia, e fu tore in occasione del nuovo Pap>f.
ordinato sacerdote. Da quel momen D' ordine di s. Gregorio lì, il car
to egli si occupò interamente in dinal legato depose Giovanni pseu-
tutte quelle opere che potevano do patriarca costantinopolitano, e
procurare la gloria di Dio e la di universale sentimento del clero
salute delle anime. Il suo merito e popolo collocò sopra quella sede
e le sue virtu indussero i suoi fra Germano santissimo arcivescovo di
telli ad eleggerlo due volte supe Cizico, soggetto insignemente zelan
riore del convento di Valladolid, te della purità della cattolica fede.
casa a cui egli rese assai grandi Restituitosi a Roma dopo tante e
servigi. Iddio lo innalzò ad un ul si egregie azioni, vide il termine
to grado di contemplazione, gli de' suoi giorni verso l'anno 72o.
diede Io spirito di profezia ed il MICHELI Giovanni, Carenale,
potere di far dei miracoli. In capo Giovanni Micheli nobile veneziano,
ad alcuni anni di fatiche a van uomo di gran talento e pari dot
taggio della religione, terminò la trina, nipote per canto materno di
sua santa carriera nel i625, tren Paolo II, fu da questi a' 2 1 novem
tesimo quarto di sua vita. Il Papa bre 1^68 creato cardinale diacono
Pio VI lo beatificò nel 1779. di s. Lucia in Septisolio, quindi nel
MICHELE, Cardinale. Michele 1 47 1 fatto vescovo di Verona, a
cardinale prete fu incaricato da Co cui nel 148.5 Innocenzo VIII ag
stantino Papa del 7o8 di trasferir giunse la chiesa di Padova, dove
si in Costantinopoli, col carattere di mostrossi padre de' poveri e mece
apocrisario all'imperatore Anastasio, nate de' letterati. Tuttavolta scrive
per congratularsi nel poutificio no il Marcelli contemporaneo canonico
me di sua assunzione al trono im di Padovn, che il cardinale rinun
periale, come ancora per confermar ziò subito alla chiesa di Padova, e
lo nella fede ortodossa, e per ri mai ne prese il possesso, quantun
conciliare colla Chiesa molti vescovi que l' Ughelli ed il Ciacconio affer
penitenti, ch'erano miseramente ca mino averla tenuta tre anni. Men
duti. Fu di tal facondia ed erudi tre governava quella di Verona,
zione fornito, clic colla forza degli Sisto IV restituì alla cattedrale la
argomenti e colla perspicacia e vi dignità dell' arcidiacono, che godu
vacità dell'ingegno convinceva co to avea fino dai tempi i più re
loro che avevano opinioni contrarie moti, e l'imperatore Federico III,
ed opposte alla cattolica fede. Gre essendo di ritorno da Germania,
gorio Il immediato successore di passaudo per Verona prese alloggia
Costantino lo confermò nella antica nell'episcopio. Innocenzo ViII lo
carica, quantunque il Baronio sia decorò del titolo di patriarca di
d'opinione che un altro cardinale Costantinopoli, quindi lo incaricò
dello stesso nome, diverso dal no della legazione dell' esercito ponti
stro, fosse da quel Pontefice spedi ficio contro Ferdinando re di Na
to a Costantinopoli. Si crede però poli,, ed egli con ammirabile pru
che sia lo stesso, tanto più che gli denza e destrezza si maneggiò co
antichi scrittori uou fauno aleuu sì bene, .che stabilì nelj' Italia la
MIC MIC »3
pace tanto desiderata. Siccome perù tasei anni, a' i9 giugno i356. La
era assai ricco e dovizioso, pei ma santa Sede approvò il suo culto nel
neggi di Cesare Borgia che accu- i737, e ne fissò la festa al dì del
sollo ad Alessandro VI di falsi de la sua morte.
litti, fu posto in Castel s. Angelo, MICONE(flf/'co/iett). Città vesco
« vi perdè miseramente la vita a vile, capoluogo dell'isola del suo no
mezzo di an potente veleno, ap me nell'Arcipelago, nel dipartimen
prestatogli da un domestico, che to greco delle Cicladi settentriona
ne pagò la pena sotto Giulio II. li, sulla costa occidentale, a 6u le
Morì ii cardinale nel i5o3, in età di ghe da Tripolitza, con porto buo
Sf anm, e 35 di cardinalato, essendo nissimo, e più di 4ooo abitanti.
vescovo di Porto, chiesa che avea L'isola di Miconc o Miconi, My-
ottenuta da Alessandro VI nell'ago conos, è di lorma triangolare, clic
sto i492. Rimase sepolto in Ro nl nord ha l'altro porto di Pauor-
ma nella chiesa di s. Marcello, ino; gli abitanti cogli idrioti sono
presso al lato destro della porto, in riputati i più abili marini dell'Ar
un. magnifico e antico sepolcro, sul- cipelago. Il prelato di Tùie (Vedi)
l' urna del quale vedesi la statua si qualifica anche vescovo di Mico-
del cardinale vestito in abiti ponti ne, ove all'occorrenza manda un sa
ficali, e nella sua base si legge o- cerdote, e vi rimane una chiesa
norevole iscrizione. Lasciò per te con pochissimi cattolici, almeno in
stamento la somma di quattordici digeni.
mila scudi per la fabbrica della MICROLOGO. Operetta assai
cattedrale di Veruna, a cui inoltre stimata sui riti e sulle cerimonie
donò tutta la siia ricca suppelletti della Chiesa, che si attribuisce a
le da dividersi colla chiesa di Pa Giovanni scrittore francese, o piut
dova. Tutti convengono nell'elogio tosto italiano, del secolo XII, inti
di personaggio di gran dottrino, tolata: De ecclesìasticis observatio-
protettore degli uomini eruditi e iiibus, che il Berlendi, Delle oblazio
letterati, e padre dei poveri. ni all'altare, edizione seconda, chia
MICHELINA (beata). Nata a ma libro ripieno di santa e vera eru
Pesaro d' illustre famiglia, fu ma dizione, e che merita in materia di
ritata in età di dodici anni ad un riti di essere ad ogni altro preposto;
signore della casa dei Malatesta. A ma dice non potersi certamente as
vent'anni perdette lo sposo, e po serire chi ne sia stato l'autore: ne
co dopo l'unico figlio. Questa dop tratta a p. io3 e seg. riportando pu
pia perdita, che vivamente la com re le diverse opinioni, e parlando del
mosse, la distaccò affatto dal mon Micrologo, libro di musica compo
do, e la decise ad entrare nel terzo sto da Guido d'Arezzo monaco poni-
ordine di s. Francesco. La sua pie posiano (su di che V. Musica), e
tà parve follia a' suoi genitori, i del Micrologo della vita di Carlo
quali la fecero rinchiudere in una Magno. Enrico Warthon, nel suo
torre; ma rimasta in libertà, se ne supplemento all'Usserio sulle scrit
giovò per d;irsi alla pratica delle ture, a pag. 359 cita un libro mss.
opere di misericordia, e per fare col nome d'Ivone di Chartres, in
un viaggio allo Terrasanta. Mori titolato : Degli uffizi ecclesiastici,
uclla sua patria, in età di cwquau- è dice, che questo libro è lo stesso
24 MIC MIU
che il Micrologo stampato tante Micrologo ad Anversa nel 1 56T,
volte, e di cui finora veramente ed aumentò la sua edizione di 4o
non se ne conosce bene l'autore ; capitoli. Indi nel 1 568 Melchiorre
ma mentre negli stampati è desso Hittorp inseri il Micrologo nella
composto di soli (i i. capitoli, nel sua Raccolta degli scriiti liturgici .
mss. di Warthon in vece se ne Venne altresì pubblicato posterior
contano 71. Gli otto primi, che mente nella Biblioteca de' padri, e
mancano nelle nostre edizioni, trat trovasi nel t. XV IIl di quella di
tano del mattutino e delle laudi, Lione. Si possono distinguere due
delle ore di prima, terza, sesta, no parti del Micrologo: la prima ri
na, del vespero e della compieta. guarda la celebrazione della messa
II nono capitolo è sull'introito del secondo il rito romano; la seconda
la messa: è con questo capitolo che tratta delle diverse altre pratiche
comincia il Micrologo stampato ; in della Chiesa sotto il pontilieato di
testa dell'opera del mss. di War- s. Gregorio VII. Vi sono riferite
thon lesesi il nome d'Ivone ve dettagliatamente le parti dell'uffizio
scovo di Chartres , locchè esclude delle quattro tempora e delle quat
qualunque equivoco. Si può ag tro seguenti domeniche. Trovausi
giungere sull'asserzione di Warthon pure diverse osservazioni sulla dis
che la scrittura del mss. corrispon posizione degli uffizi dell' avvento ,
de al tempo nel quale viveva lvo- sulla notte di Natale, sull' uffizio
ne, cioè alla fine del secolo XI od della festa di s. Stefano e degli
al principio del XI I. L'antore qual Innocenti, sull'uffizio della domeni
siasi del Micrologo, si occupa della ca e dell'ottava della Natività, sul
spiegazione delle cerimonie della la festa dell'Epifania, e sulle do
chiesa romana, e si dà ad onore meniche che seguono.
di averne imparate molte dalla boc MIDA (s.). V. Ita (s.).
ca stessa del dotto Papa s. Grego MIDAILM, Medaeuni, Medaium.
rio VII, eletto nel 1o73, morto nel Sede vescovile della Frigia Saluta
io85. La prima edizione del Mi re, nell'esarcato d'Asia, sotto la
crologo è dovuta a Giacomo Le metropoli di Sinnada, eretta nel V
Fevre d'Etaples che lo fece stam secolo. Ne furono vescovi Epifanio
pare a Parigi nel i5io, col nome che fu al concilio di Cnlcedonia;
ili liernone abbate di Richenou o Giovanni che intervenne a quello
Augiense. Ivi nel i527 fu ristam di Costantinopoli sotto Menna; Co
pato insieme al trattato d' Eckio stantino che fu al V concilio ge
sul sacrifizio della messa. Giovanni nerale; Teodoro sottoscrisse ai ca
Cochlee ne fece una terza edizione noni in Trulloj Giorgio fu al VII
a Magonza nel suo Specchio del concilio generale; e Metodio a quel
l'antica divozione verso la messaj lo di Fozio, nel pontifIcato di Gio
ma pubblicò i soli primi; 22 capito vanni VIII. Oriens christ. tom. I,
li del Micrologo che riguardano p. 841.
particolarmente la celebrazione del MIDDELBURGO , Middelbur-
la messa ; su quella di Cochlee fu gum o Medioburgum. Città vesco
rono fatte l'edizioni di Venezia nel vile de' Paesi Bassi, capoluogo del
1527 e di Roma nel i59o. Parae la provincia di Zelanda, di circon
liti fece nuovamente stampare il dario e di cantone, a 28 leghe da
MID MIE a5
Amsterdam, in mezzo all'isola di nel mezzo di Walcheren. In ori
Walcheren, che si trova alle boc gine era un piccolo villaggio, che
che dello Schelda sopra un largo i signori di Borsselle ingrandirono
canale, e comunica col mare del poscia, e fecero cingere di mura
nord; canale scavato nel i8i6 e nel ii 32. Dopo un assedio di 22
i8i7 in sostituzione dell'antico por mesi la città fu presa agli spagnuoli
to della città intera meo te colmo. nel i574, da Guglielmo I princi
E residenza del governatore della pe d'Orauge, capo de' confederati,
provincia e di altre autorità. Que e riunita alle Provincie-Unite, di
sta città, di forma quasi semicirco- cui fece parte sino al i6 maggio
Ine, è grande e bella; le sue for- i795, in cui ceduta alla Francia
l.ieazioni furono in parte distrutte, fu incorporata nel territorio fran
ma conservò de'ripari con bastami, cese a' 2 ottobre.' Compresa pri
cmti da una fossa larga e pro ma nel dipartimento della Schel
fonda. Il palazzo pubblico situato da, divenne poscia il capoluogo del
nella gran piazza è osservabile per dipartimento delle Bocche della
la sua gotica architettura, e sopra Schelda. GÌ' inglesi la presero nel
vi sta un'alta torre; la facciata è i8o9 nella loro spedizione contro
adorna di venticinque statue degli l' isola di Walcheren, ma furono
antichi conti e contesse di Zelanda. costretti evacuarla nel medesimo
La piazza Rotonda è circondata di anno.
viali d'alberi, e di bei fabbricati La sede vescovile, ad- istanza di
detti dell'abbazia, e così pure del Filippo II re di Spagna, fu istitui
l'edilìzio dell'ammiragliato; si os ta da Paolo IV a' i2 maggio i559
serva inoltre la chiesa di s. Pietro, culla bolla Super universa, dichia
antica cattedrale, che contiene mol randola suflraganea della metropoli
ti bei mausolei, gli edilìzi della d' Utrecht. Stabilì la diocesi nel ter
compagnia delle Indie e del com ritorio di 56 miglia di lunghezza
mercio, gli arsenali, i fabbricati del e 33 di larghezza, ed al vescovo
pubblico peso, il quartiere Molen- gli assegnò tremila ducati d'oro
Water ed i pubblici passeggi. Vi annui dalle decime, e millecinque
sono diversi stabilimenti scientifici , cento ducati da detto re , cui diè
come la società zelandese per tutti il diritto di nominare a questa
i rami di letteratura, arti e scienze, chiesa. Ne fu primo vescovo Nico
che ha biblioteca, museo di storia la Castro o de Castel, ma i suoi
naturale, collezione di medaglie e di successori non risiedettero mai a
oggetti rari. Un tempo il suo coiu- Middelburg, perchè la città e tut
mercio era assai considerabile; no ta la Zelanda avea abbracciato le
mina otto membri agli stati di Ze nuove fatali opinioni religiose della
landa, e tra gli altri fu patria del pretesa riforma, onde il vescovato
poeta Adriano Beverland, e del teo durò soli tredici anni. Al presente
logo Melchiorre Leydeker. I din Middelburg è un decanato della
torni sono paludosi e pregiudizievo missione d'Olanda, con otto stazio
li, e l'uragano del i825 cagionò ni, altrettanti pastori e più di 2ooo
terribili guasti alla città. cattolici con una chiesa.
Middelburg (piazza di mezzo) MIESGHIERTO. Sede vescovile
prese il nome dalla sua situazione arineua sotto il cattolico di Sis, di
26 MIO MIO
cui furono vescovi Precursore che alle sacre funzioni che vi celebrò ,
fu al concilio di Sis, e Nierse cui e l'accompagnò in diversi luoghi
scrisse il Papa Innocenzo XI. Oriens che L'io VI onorò di sua presen
chri.it. t. I, p. i436. za, incedendo nella carrozza ponti
MIGAZZI Cristoforo, Cardina ficia ; e nella messa pontificale che
le. Cristoforo de Migazzi de Valle a celebrò nella metropolitana nel gior
Sulletturin, nacque da nobile fami no di Pasqua, il cardinale fece da
glia in Trento a'ao ottobre I7i4- vescovo assistente al trono ed all'al
Educato nelle scienze, secondo la tare. Nella partenza di Pio VI si
sua distinta condizione, ben presto trovò nell'abbazia di Molk, ove gli
mostrò desiderio di abbracciare lo celebrò la messa ed augurò pro
stato ecclesiastico, e ne effettuò po spero viaggio. Per l'elezione di yio
scia la vocazione. Benedetto XIV VIP non potè il cardinal recarsi al
lo dichiarò arcivescovo di Cartagi conclave di Venezia, e finalmente
ne in prtrtibus, quindi colla riten giunto alla età grave d'anni ottan
zione del titolo arcivescovile, nel totto e mezzo circa, morì in Vienna
concistoro de' 2o settembre 1756 a' 14 aprile 18o3, venendo esposto
lo traslatò al vescovato di Vaccia nella sua metropolitana decorosa
in Ungheria, e nell'anno seguente mente, ed ivi restò sepolto, avendo
a' 22 maggio lo trasferi alla chiesa goduto quarantadue anni la dignità
nrcivescoviie di Vienna d'Austria. cardinalizia. Fu compianta la sua
Clemente XIII nel concistoro de'23 perdita per le virtù ed eccellenti
novembre 1761 lo creò cardinale doti che lo fregiavano , pel zelo
dell'ordine de' preti, rimettendogli pastorale , e pei benefizi da lui
la berretta cardinalizia per monsi fatti all' arcidiocesi.
gnor Mantica di Udine, cameriere MIGLIORATI Cosimo, Cardi
segreto e segretario d* ambasciata nale. F. INNOCENZO VIII Papa.
dello stesso Papa, poi cardinale. MIGLIORATI Giovanni, Cardi
Intervenne successivamente ai con nale. Giovanni Migliorati di Sul
clavi di Clemente XIV e Pio VI, mona, eccellente dottore nel dirit
ed ebbe per titolo la chiesa de' ss. to canonico, Bonifacio IX lo sur
Quattro Coronati, divenendo poscia rogò al di lui zio cardinal Cosimo
primo cardinale dell'ordine de'preti. nell'arcivescovato di Ravenna l'an
Venne annoverato olle congrega- no t4oo, ove introdusse i carme
rioni de' vescovi e regolari, di pro litani, a'quali concesse il tempio di
paganda fide, de' riti , delle indul s. Giovanni Battista. L'Agnello non
genze e sacre reliquie, non che solo diminuisce la sua dottrina, ma
latto protettore dell'ordine de' mo aggiunge che giammai risiedè nella
ltaci di s. Paolo primo eremita. sua chiesa, e non fu gran fatto
Allorchè Pio VI nel 1782 si recò economo de' beni ecclesiastici. Di
n Vienna dall'imperatore Giuseppe venuto lo zio Papa Innocenzo VI I,
lì, il cardinale si recò ud incon a' 12 giugno t4o5 lo creò cardi
trarlo e ad ossequiarlo nel castel nale prete di s. Croce in Gerusa
lo di Stuppach, e nella sua per lemme, coll' amministrazione per
manenza in Vienna ricevette testi petua della sua chiesa. Intervenne
monianze di particolare stima e be al concilio di Pisa ed ai conclavi
nevolenza dal Pontefice. Assistette ch' ebbero luogo al suo tempo, mu-
MIG MIL a7
rendo ln Bologna nel i4io, « fli venne trascelto al governo della
sepolto nella chiesa di t. Petronio Marca, 0 nel i 54 i da Paolo III
con semplice iscrizione. alla vicelegazione di Bologna, dove
MIGLIORATI Cosimo, Cardina essendo legato il cardinal Bonifacio
le. Cosimo Migliorati romano, deno Ferreri, ricevè tal Pontefice che
minato Orsini a cagione della ma ritornava da Lucca dopo il collo
dre eh' era di questa illustre fami quio avuto in quella città con Car
glia, o come pretendono altri na lo V, che nel i54o l'avea nomi
poletano qual discendente d' Inno- nato al vescovato di Lucera. Con
cenai VII. Professò nell'ordine di tal carattere intervenne al concilio
s. Benedetto,. e fu abbate di Farfa, di Trento, e fu uno de' vescovi che
quindi da Sisto IV fu nel i479 si distinse per la sua dottrina, in
promosso ad arcivescovo di Trani, premio della quale e degli altri
ed a' 5 maggio i48o a cardinale suoi meriti Giulio III a' 2o dicem
prete del titolo di s. Sisto. Ma do bre i 55 i lo creò cardinale prete
po venti mesi di cardinalato colpi del titolo di s. Silvestro in Capite.
to da fulminante apoplesia, termi Indi lo fece prefetto della segnatu
nò il corso de' suoi giorni in Brac ra di giustizia, e con felice successo
ciano nel i48i, e trasportato al delegato a Siena per quietare i tu
monastero di Farfa fu ivi sepolto multi destatisi in quella città, elio
in un mausoleo di marmo. trovavasi in gran pericolo per aver
MIGNANELLI Fario, Cardinale. cacciato il presidio spagimolo di
Fabio Mignanclli patrizio sanese, sog Carlo V. Due anni dopo la sua pro
getto assai inoltrato nelle buone let mozione alla porpora fu dal vesco
tere e nelle scienze, laureato nell'una vato di Lucera trasferito da Giu
e l' altra legge nell' università della lio III a quello di Grosseto. Ven
patria, nella quale lesse pubblica ne olIre a ciò deputato, ma senza
mente per alcuni anni, avendo successo, insieme col cardinale de
fatto molti progressi in quella fa la Baume, a comporre una molesta
coltà. Trasferitosi a Roma, sposò e spinosa controversia sui confini, e
Antonina sorella del cardinal Ca- su certi castelli occupati e molti
podiferro, che ad esimia bellezza e danni fatti nella Campagna romana
pari pudicizia univa la cognizione dalle truppe di Pietro di Toledo
delle lingue green e latina, quale vicerè di Napoli sotto Paolo IV .
dopo averlo futto lieto di un figlio, Morì in Roma nel i557 in ripu
per mezzo di cui propagossi poi tazione di gran cardinale, d'anni 6i ,
in Roma la prosapia Mignauelli, dopo aver col suo Suffragio contri
essendo rapita dalla morte gli die buito alle elezioni di Marcello II
de agio d'applicare l'animo alle e Paolo IV, e fu sepolto nella chie
cose di chiesa. Ottenuto un luogo sa di s. Maria della Pace senza al
tra gli avvocati concistoriali, colla cuna funebre memoria. Scrisse un
mediazione del cardinal Capodifer- libro sul peccato originale e la giu
ro fu destinato nunzio al senato stificazione, che dedicò ai padri con
veneto, e poi alla corte di Vienna gregati nel concilio di Trento.
a Carlo V, dove condusse ad ot M I LAWO Gianionovico, Cardina
timo fine le incumbenze delle qua le. Gianlodovico Milano da Valen
li era stato incaricato. Iii appresso za nella Spagna, quantunque giq
a8 MIL MIL
vane di età, ma di gran senno for di Pavia, questa città comunica
nito e il' uttima indole, lo zio Ca col Po, e quindi col mare Adriatico.
listo IIl lo fece vescovo di Segovia, E residenza del vicerè, d'un coman
ed a' 2o febbraio 1 456 lo creò do militare e di un governatore;
cardinale prete, pubblicandolo a' 18 di un magistrato camerale, di una
settembre, e conferendogli per tito corte d' appello, di un tribunale ci
lo la chiesa de' ss. Quattro. Dipoi vile, di uuo criminale ed uno di
Io nominò vescovo di Lerida, lega commercio, di una congregazione
to di Bologna e commissario apo centrale, e di un istituto imperia
stolico per sedare le controversie le e reale di scienze, lettere ed ar
ch' era usi eccitate nel principato di ti, di un' accademia di belle ar
Catalogna e nella contea di Bar ti, ec. Questa celebratissima città
cellona, tra il comune di quelle ha la forma di un poligono irre
Provincie e Giovanni re d' Arago golare. E cinta di mura con ba
na. Dopo essere intervenuto ai con stioni, tranne lo spazio dal Por
clavi di Pio II e Paolo II, es- tello alla porta Tenaglia , dove
sen.to stato assente da quelli di Si non avvi che un semplice muro
sto IV, Innocenzo VIII ed Ales di circonvallazione ; queste foitili-
sandro VI, morì nella Spagna in Cazioni sono però deboli troppo per
età decrepita nel i5o8, dopo 5a servire di difesa. Uu tale circuito
Rimi di cardinalato, e fu sepolto in che rinchiude gli antichi sobborghi
Lerida nella chiesa di s. Anna dei ha dodici porte, cioè sei principali
domenicani, a norina di sua testa e sei minori. Fra le prime si di
mentaria disposizioue. stinguono l' Argentea detta ora O-
MILANO (Mediolanen). Città con rientale e Renza per corruzione ,
residenza arcivescovile, antichissima che dicesi anticamente dedicata al
d' Italia, nobilissima e magnifica ca sole; incominciata nel 1784 e co
pitale del regno Lombardo- T'aneio strutta in due spartiti edilizi sui
(Pedi), capoluogo del governo del disegni del Piermarini, non ebbe
suo nome, di provincia e di quat allora compimento: demolitisi que
tro distretti che rinchiudono no- sti due fabbricati, vernicio eretti
vantotto comuni ; a 5o leghe da sul sito stesso due grandiosi corpi
Venezia, altra capitale di detto re ad uso di barriera, secondo il di
gno, (4o da Vienna, 1 io da Ro segno del Vantita; la Romana co
ma, e 16o da Parigi. Longitudine strutta nel i5i)8 per condecorare
est 6", 5i\ 16"; latitudine nord il ricevimento di Margherita d'Au
45°, 8', 2". E posta in una pianura stria, destinata sposa a Filippo III
fertile e ridente, circondata a qual monarca di Spagna e duca di Mi
che distanza da amene, ubertose e lano, tutta in pietra e con bei la
deliziose collinette, e dolcemente in vori ; la Ticinese, detta anche di
clinata dal nord al sud, sulla riva Marengo, di recente costruzione, e
sinistra dell' Olona. Mediante tre d' architettura del marchese Cagno-
canali navigabili, il Naviglio grande, la, decorata da un maestoso arco
che viene dal Ticino, il canale Mar- isolato di magnifica costruzione. Le
tesana, che deriva dall' Adda e che altre porte maggiori sono la Ver-
circonda la maggior parte della cit celluia, disegno del Canonica, del
tà propriamente detta, e quello 18o5; la Comasiua, fabbricata iu
MIL MIL 29
pietra arenaria, e complta nel i826 bellissime e meritano il nome di
a spese de' negozianti ; e la Nuova, palazzi, essendo fra questi osservabi
eretta nel i8i2, sui disegni del le quello vastissimo e di grandiosa
professore Zanoia, tutta pure di pie architettura della famiglia Serbello-
tra arenaria, e di elegante ordine ni, la cui facciata è imponente, ma
corintio. Sono le sei minori lfiielle gnifico l'atrio interno, ed elegante
della Tosa o Tonsa, Vigentina, Lo il cortile adorno di portici, distin
dovica, Portello del castello, I' Arco guendosi nel mezzo della facciata un
della piazza d' armi, Tenaglia. Dal bellissimo pezzo architettonico con co
secolo XI sino al fine del passato lonne isolate, che forma una mae
la città dividevasi in sei porte, stosa loggia, decorata d' un grande
oltre le minori dette Pusterle, con bassorilievo di stucco rappresentan
stemma proprio, quali vedonsi an te alcuni avvenimenti storici di Mi
cora nello stendardo di s. Ambro lano del tempo di Federico I. Fra
gio. Alle dette porte si possono ag gli altri pubblici edilìzi, monumen
giungere due altri accessi per le ti principali, rami diversi di am
barche del canale Naviglio, le cui ministrazione, e stabilimenti civili ,
acque , derivate dall' Adda e dal militari e giudiziari spariii per la
lago di Como, entrano in città pres città, si distingue il palazzo della
so la porta Nuova, il qual canale coite rifabbricato nel passato se
coll' altro Naviglio delle acque pro colo, sugli avanzi dell'antico palazzo
venienti dal Ticino e dal Lago Mag ducale, con facciata di ordine joni-
giore, oltre il beneficio dell' irriga co moderno, disegno di Piermari-
zione nell' adiacente pianura, e quel ni, con vasto cortile, magnifico sca
lo della navigazione felicemente con lone, adorno ne' suoi ricchi e co
tinuata fino all' Adriatico, da dove modi appartamenti di belle pittu
giungono le merci fino alla riva, re, distinguendosi soprattutto il gran
formano particolarmente il comodo scalone di ordine corintio, detto
e la ricchezza della città per la fa delle cariatidi. Il palazzo arcive
cilissima comunicazione colla stessa scovile, dono dei duchi Visconti,
de' paesi e luoghi vicini ai canali alla bramantesca, ristorato ed or
medesimi, massime pel trasporto dei nato dall'arcivescovo Guido Anto
prodotti e materiali d' ogni genere, nio Arcimboldi, sul finire del XV
come di massi di marmo e grani secolo nel i 494, diviso in due se
to, di cui tante belle colonne e nu parati cortili, il più magnifico dei
merosissime adornano questa città. quali d' ordine di s. Carlo venne
Essa è fabbricata in generale con costrutto dal Pellegrini, di cui è
poca regolarità ; le strade sono be pure la facciata del palazzo, del
ne lastricate, alcune larghe, tutte quale per altro non fu eseguita che
con canali coperti e sotterranei che la sola porta maestosa, ed il suo
ricevono le pioggie, senza l' incon compimento lo ebbe dal ricordato
veniente de' stillicidii, e s'immet Piermarini : la bella galleria fu do
tono ne' canali sotterranei maggio nata dall' arcivescovo Monti, con a-
ri destinati allo spurgo della città bitazione de' canonici maggiori, i
e comodo degli abitanti. Le case, beneficiati minori abitando nell' o-
generalmente ben fabbricate, hanno spizio parallelo all' arcivescovato
da tre a cinque piani; molte sono stesso, il quale sta annesso al duo
3o MIL tti IL
ino. Il pnl.-izzo del governo, II cui numento dell'antichità, sia per la
interno cousiste in un ampio qua purezza dello stile, sia per la im
drato arcato con colonne, e due ponente grandiosità che vi domi
belle ed ornate scale, che mettono na ; vi si entra per due cortili cir
a vari comodissimi appartamenti, i condati da portici con colonnati di
quali servono di residenza al gover granito roseo, che vengono riuniti
natore, e a diversi uffizi apparte da uno de'suoi tre grandi vestiboli,
nenti al governo, con gran facciata servendo gli altri, uno d' ingresso,
adorna di una loggia grandiosa. ed il terzo di comunicazione ed ac
Il palazzo della contabilità, edilì cesso ad una gran sala: le ampie
zio di Fabio Maguone, altra volta abitazioni tanto del piano terreno,
collegio Elvetico, e di cui s. Carlo fu quanto del superiore servono ora
il primo a concepire l' idea per la per gli uffizi della direzione gene
educazione de' seminaristi svizzeri, rale delta con tabilità, ivi collocata :
e per opporsi alla propagazione del la repubblica Cisalpina vi aveva po
l' eresia sotto la direzione degli u- sto il corpo legislativo de'giuniori,
mdiati. Ne fu benemerito Gregorio e il regno d'Italia il ministero del*
Mll, clic gli diè nuova vita e lo la guerra, poi il senato. Gli elve
affidò per la istruzione scientifica tici nel giugno 1797 cessarono di
ai gesuiti in Brera nel 1579, quin godere i posti nel collegio, e i beni
di dopo averlo sovvenuto col suo furono dati all' ospedale maggiore
uste privato, nel 1 584 gì] assegnò in compenso de' soldati infermi che
i frutti della commenda della Ma avea mantenuti. Pei reclami degli
donna del Prusseuu : oltre s. Carlo svizzeri, l'imperatore d' Austria ri
che gli assegnò benefizi, il suo cu stabilì 24 posti per alcuni elvetici
gino caidinal Altemps vi unì la sua nel 1841 ' coll' annuo assegno di
commenda di Mirasole, acciocchè 1ooo lire, onde studiare iu Mdano
vi avessero posto 24 chierici della per sei anni la fisolofia e teologia.
diocesi di Costanza. Gli alunni ve La direzione generale delle pub
stivano di saia rossa. Vi erano am bliche costruzioni, acque e strade
messi i giovani grigioui , svizzeri, è iu piazza s. Marta, colla stampe
vallesi, e specialmente di Friburgo ria reale : prima era nel palazzo
e Soletta, i cui cautoui nominava detto la canonica. La stamperia
no quattro posti; sei posti vi uvea reale, già ducale, onorifico ed assai
il vescovo di Coù/a. Vi si studiava vantaggioso stabilimento, con nu
teologia dommatica e scolastica, sa mero considerabile di torchi, cioè
cra scrittura, santi padri, non che trentasei, ove sonovi impiegati più
le controversie per acquistare ca di cento trenta operai, oltre alle
pacità di confutare gli errori di persone addette agli uffizi di am
Lutero, Zuiniglio e Calvino. Soppres iu i Distrazione, con fonderia di scelti
so il collegio da Giuseppe Il, fu caratteri, litografia, calcografia, car
destinato ad uso di residenza del tiera, ce. L'introduzione della tipo
governo di allora: l' edilìzio fu fat grafia iu Milano è generalmente
to dal magnifico cardinal Federico assegnata ol 1469, su di che dà
Borromeo. La sua architettura è importante documento il Marini,
bellissima, e non teme questa fab Archiatri t. Il, p. 2o9 e seg., ret
brica il cuufroiito di qualunque mo tificando il Sassi che dottamente
MIL MIL 3i
scrisse dell'origine e de' progressi tute in Milano; che parimenti in
dell' arte d' imprimere i libri io tempi de' re goti continuasse ivi
Milano, in cui ora sonavi più di In prerogativa della zecca, sembra
4o tipografie. La zecca è un gran molto credibile. Veramente Federi
dioso stabilimento monetario , e- co I distrutta Milano non soppres
retto nel i778, considerato come se la zecca, ma da s. Mattia alla
uno de' migliori esìstenti, tanto per Moneta- dove stava, la stabili iu
la quantità delle macchine che un vicino villaggio, dove si coniò
servono alla fabbricazione delle mo moneta imperiale, imitata per tut
nete, quanto per l'ottimo sistema ta Italia, e che fra i milanesi ebbe
introdotto, e per la scelta degli ar corso nominale fino al i778. L'i
tefici ed operatori di ogni genere, stituto geografico-militare, grandio
ammirandosi in esso tutti i conge so ed utilissimo stabilimento eretto
gni necessari alla fusione e parti- e dalla sovrana munificenza protet
rione dei metalli : il suo gabinetto to, in cui vedesi una ricca colle
numismatico fu trasferito a Brera zione di mappe, carte geografiche,
nel i8i 7. La zecca di Milano ri stromenti relativi, e scelta bibliote
sale ai tempi dei romani, essendo ca. Il monte del regno Lombardo-
conosciute le due monete d' oro di Veneto, edilìzio d'ordine fonico,
Luitprando e Desiderio re de' lon disegno di Piermarini, eretto sui
gobardi, ivi battute. Stabilita l'im caseggiati dell' antica limiiglia Mar-
munità, Lotario diede privilegio di liani, ed aperto il 5 settembre i753,
batter moneta all' arcivescovo, come col nome di Monte s. Teresa, indi
ouie della città, e con l'impronta riaperto nel i804 satto ijuello del
dell' imperatore ; costituitasi la cit l' amministrazione de' fondi del de
tà a repubblica, rivendicò tal diritto bito pubblico, nel luglio i8o5 de
regio, battendosi monete colla cro nominato Monte Napoleone, dal
ce patria e l'elligie di s. Ambro i 8 i \ al ib'2i provvisoriamente
gio: A ione Visconti pel primo ne chiamato Monte dello stato, e che
impresse iu proprio nome. Osserva nel gennaio i82i assunse la deno
il Muratori, diss. XXVII, che fino minazione presente di Monte del
da antichissimi tempi cominciò que regno Lombardo- Veneto : stanno in
sta nobilissima città a goder il pre questo lucale riuniti vari uffici ,
gio della zecca e del bitter mone quelli cioè della prefettura del mon
ta, a fronte della vicinanza di Pa te, e della commissione liquidatri-
via ; poichè tanta sempre fu la di ce del debito pubblico. Di questo
gnità e lo splendore di questa me monte, chiamato volgarmente Mon
tropoli dell' lnsubria, che non me te di Milano, meglio ne parlammo
no i re longobardi, che gl'impera ai vol. XVII, p. 45 e seg., e XL,
tori franchi e tedeschi, a riserva di p. i5o, e i62 del Dizionario.
Federico I, vollero sempre in essa La direzione generale del censo
conservato quell' onore, perchè ivi risiede in una porzione dell'autico
sovente i re ed imperatori posero edificio del collegio de' gesuiti, a-
la loro sede, e vi presero talvolta datta perciò ai vari suoi uffici, per
la Corona ferrea (Peili); anzi an cui vennero disposte nel piano su
che sotto gl'imperatori cristiani nel periore vastissime gallerie, con co
secolo IV, si trovano monete bat- lonne isolate, e con grandi sale per
3a MI L MIL
la formazione e riunione delle map pongono fornirono tutte le comodi
pe, per gl' ingegneri geografi, ed tà necessarie agli u1lici di tutti
altre ad uso tli archivio. Sul cele questi tribunali. Il casino della no
bre censimento milanese, tanto en bile società, nella contrada di s.
comiato ed ammirato, diremo che Giuseppe, occupa un vasto fabbri
sotto Carlo V nel i543 fu ordi cato, che le serve di adunanza sino
nato un estimo generale e reale dal dicembre 18 15, e il cui dise
di tutto lo stato milanese, compito gno è in origine del Bramante, ma
nel 1 584, e posto in esecuzione nel che il cav. Gagnola abbelli urll' in
i599. Carlo VI nel 17 18 istitui terno con elegante e ricca decora
una giunta al censimento nuovo, zione. Numerose sono le sale, ma
per compilare un nuovo e diligen In più grandiosa è quella che serve
te estimo generale e il valore di alle grandi accademie ed alla dan
ciascun fondo; quindi Maria Tere za, tutte però adorne di buone mo
sa nel 1749 ne ordinò la revisione derne pitture. Fondata questa so
e compimento, operazione ch' ebbe cietà nel 1799, fu ripristinata nel
fine nel 1757 ed esecuzione nel 1 8 1 5 : in questo luogo sorgeva il
176o. Aggregato al Milanese il du palazzo de' Tornarti. Il magnifico
cato di Mantova, uè fu ordinato palazzo innalzato da Leonardo Spi
il censimento. Venute allo stato, nola nel i591, e che poscia passò
dopo la rivoluzione, le provincie alla famiglia Cusani, fu di recente
di Bergamo, Brescia, Crema e la acquistato dalla società detta del
Valtellina, indi altre formanti il Giardino. Il suo cortile è decoroso,
regno italico, poi il Lombardo- Ve e le parti che compongono questo
neto, fu voluto estendere a tutte (•diluio sono ricche, bene intese e
il censimento, che con lode si sta grandiose ; i migliori artisti ebbero
ora perfezionando. L' uffizio del da parte agli ornati delle sale, di recen
zio grande, e quelli delle finanze e te accomodate, vedendosi unito al
tesoreria occupano il maestoso impo fabbricato un giardino ridotto an
nente palazzo altre volte di Tomma ch' esso a vaga forma, con passeggt,
so Marini, con facciata composta grotte, cascate d'acqua ec. Il casi
di tre ordini d'architettura, ed il no e società del Giardino origi
cui interno, formato da portici con nato nel 1793, nel 1818 acquistò
colonne, fa risaltare una perfetta il palazzo di architettura Palladia
armonia coll' esteriore, per la ric na. Vi sono altri casini, come del
chezza e profusione degli ornati. l' Unione, del Commercio, ec.
Diverse e grandiose sale nel piano Passando dalla strada detta Isara
terreno ornate di buone pitture, e Marina, che da porta Orientale
servono per la cassa del tesoro e mette a porta Nuova, presentasi
delle finanze; il superiore essendo uno de' più ricchi e magnifici pa
destinato, come lo fu, per alloggio lazzi architettonici moderni, in tut
de' principi. Il palazzo altre volte te le sue parti decorosamente ador
Clerici è la residenza de' tribunali no, innalzato nel 179o dal conte
civili di prima istanza, di appello, Lodovico di Belgioioso. L' interno
di commercio, e della pretura ur e l' esterno annunziano la grandio
bana o tribunale di conciliazione. sità di chi lo fece costruire, non
I vari appartamenti che lo com- meno che il buon gusto del suo
MIL MIL 33
architetto Leopoldo Polack vienne piazza così nominata, ed 1I gran
se. Esso è adorno di statue, basso corpo di guardia nella piazza dei
rilievi e pitture a fresco. Merita Mercanti. Le piazze in generale so
pure particolare osservazione il bel no piuttosto piccole, tranne però
lissimo giardino annesso sul dise la vasta piazza d'armi, chiusa da
gno dello stesso architetto, il quale un muro di cinta, che separa la
dacchè fa dato in proprietà al prin città dalle campagne, e che serve
cipe vicerè , fu considerabilmente di passeggio nmenissimo. Sul lato
ingrandito colla unione dell' orto sud-est di questa piazza ed al con
che apparteneva alla così detta Ca fine delle antiche mura, Galeazzo II
nonica. Dei quattordici archivi sono signore di Milano fece erigere nel
i più importanti quelli notarile, del 1358 un castello che prese la de
lo stato, diplomatico, di giustizia, nominazione di Giove, dall'antica
della guerra, capitolare di s. Am porta Giovia soppressa ed incorpo
brogio: quello della curia arcive rata nella fortificazione del castel
scovile patì grave incendio poco lo medesimo, il quale dopo la sua
prima di s. Carlo. Fra le caserme morte fu demolito dai cittadini nel
merita particolare menzione quella i378. Il suo successore e figlio Gio
magnifica di s. Francesco, sulla vanni Galeazzo lo fece ricostruire
piazza di s. Ambrogio, eretta nel nello stesso luogo, assai più forte,
luogo del convento de' francescani, con alte muraglie e di profonde
anticamente basilica Naboriana, ed fosse munito, e questo durò sino
una delle più grandiose e bene in alla morie di Filippo Maria ultimo
tese che in questo genere di edifizi de' Visconti, cioè sino al i 4 + 7 . Am-
veder si possa; ne fu architetto mutinatasi la città col pensiero di
l' ingegnere militare Rossi, del cui reggersi in repubblica, fu di nuovo
disegno è pure l' altra caserma del dal popolo rovinato e demolito.
Castello nella piazza del Foro, e che Nel i45o impadronitosi della città
fa parte del fabbricato interno, stato Francesco Sforza marito di Bianca
riservato dall'antica fortezza prima Visconti, fu da esso col consenso
della sua demolizione nel i8oi j ha de' cittadini per la terza volta ri
una porta maestosa, d'ordine dorico, fabbricato con maggiore ampiezza
costrutta in granito rosso. La caser e solidità, avendo sostenuto in va
ma di cavalleria di s. Simpliciano ri tempi lunghi assedi. Finalmente
occupa il soppresso monastero di nel i8ot, come si disse, vennero
tal nome, e presenta una ricca e atterrate tutte le esteriori fortifica
regolare facciata, grandiosi e co zioni, e nel loro luogo formossi
modi cortili ed ampie scuderie. Al una vastissima piazza detta del Ca
tre grandiose e comode caserme si stello o del Foro, e vi si sostitui
sono stabilite, e trovansi distribuite rono al luogo delle antiche mura,
nella città dopo la soppressione dei de' ben ordinati viali pei pubblici
monasteri, e sono la caserma di passeggi, ombreggiati da piante e-
cavalleria e fanteria in s. Vittore sotiche.
grande, quella dell' Incoronata nel All'estremità della piazza d'Armi
borgo di porta Comasina, l'altra nel i838 si terminò l'arco di trion
di s. Angelo nella piazza di tal fo ordinato nel i8o4, "ia <nco-
nome, quella di s. Eustorgio nella minciato nel i8o7 a capo della
voi. *iv. ì
34 MIL MIL .
strada del Sempione, di cui dovea machia, avendovi il corno. 'o di riem
portare il nome, tutto marmo di pirlo coll' acqua che scorre all'in
Crevola, ed elevato dalle fondamen torno. Nel giorno 17 giugno 18o7
ta sul grandioso e ben immagina vi si diede il primo spettacolo di
to disegno del cav. march. Cagno- corse, e nel successivo dicembre
la, in occasione delle nozze del prin una regata, presente Napoleone;
cipe Eugenio vicerè: dovea fregiar indi si fecero ascensioni aposta
lo una statua della Vittoria, in ri tiche, fuochi d' artifizio, ed altri
cordo della battaglia di Jena, e i spettacoli. Ad un'estremità del mag
fasti Napoleonici. Le vicende politi gior diametro stanno le carceri,
che fecero rimaner sospesi i lavori, compite nel 1827, fiancheggiate da
ma ricominciati per munificenza di torri ; all' altra parte una porta
Francesco I, ordinò che condotta trionfale dorica di granito, bellis
fosse a compimento un'opera sì sima. Nell'asse minore la porta Li-
bella, accettandone la dedica, col- bitinaria fa fronte al Pulvinare, sul
F inauguramene di Arco della Pa quale sorge uno de' più insigni por
ce. Dodici grandiosi bassorilievi fi tici moderni con otto colonne co
gurano le imprese che la pace tor rintie di granito rosso pulito. Sen
narono, oltre sei busti. Il grande za parlare di altre piazze, ci limi
sopraornato di bronzo figura la teremo a citar quella de' Mercanti,
Pace, tratta in cocchio da sei ca posta nel ceutro della città, fian
valli, mentre quattro fame da cia cheggiata da alcuni fabbricati di
scuno degli angoli ne annunziano antica origine, ed altri di bella ar
F arrivo. I quattro colossi sdraiati chitettura, ch'ebbe prima il nome
in alto rappresentano il Po, il Ti di piazza di Tribunali, a cagione dei
cino, il Tagliamento e l' Adige. Al tribunali che ivi esistevano, ora
nord dell' atterrato castello si co- trasportati ni palazzo Clerici, e po
strussc sotto il governo italiano scia quello di piazza de'Mercanti, per
il cosi detto anfiteatro od arena, chè quivi questi si adunano, quasi
disegno lodatissimo del Canonica, ad una specie di borsa, essendo sta
uno de' più insigni edilizi, fatto per ta per tale oggetto formata una sala
accrescere il decoro e lo splendore nel fabbricato con portici. In questa
della città di Milano, che mancava piazza hanno le loro residenze vari
ancora d' un monumento di questo pubblici dicasteri ed uffici , cioè
genere. Questo ampio e sontuoso I' archivio pubblico notarile, e la
recinto nel genere antico, ad imita commissione centrale di beneficen
zione del circolo di Caracalla, è di za, la cassa di risparmio, la con
forma elittica , lungo braccia 4oo, gregazione centrale, l'ufficio delle
e largo 2oo, e vedesi cinto da un ipoteche, la camera di commercio,
muro altissimo in pietra, e circon la scuola elementare maggiore nor
dato sino ad una certa elevazione male, la direzione generale de' gin
da comode gradinate al disopra nasi, e F ispettorato delle scuole e-
delle quali evvi una piattaforma di lementari normali, la delegazione
sufficiente larghezza, che offre un del primo circondario di polizia,
passeggio ombreggiato ; può conte ed il gran corpo di guardia mi
nere quasi 40,ooo spettatori, e ser litare.
ve di circo, d' ippodromo e di nau- Per l'esercizio del culto cattoli
MIL MIL 35
co numerosissime in Milano sono le gotico oltramontano. Tra i primi
clnese. Fra i più celebri e rinoma che diressero la fabbrica, si trova
ti edifizi dell'Italia, vanta Milano no Simone da Orsenigo, Guarniero
la sua cattedrale metropolitana o da Sirtori, Marco Bonino, Matteo
duomo, dopo quella di Roma, il da Campione. Incominciando da ta
costante oggetto di uni versal me le epoca, si vuole avervi operato
raviglia per la mole gigantesca e i 83 architetti. La forma interna è
singolarità del disegno di gotica co quella di una croce latina diretta
struzione ardita e bizzarra , sor dall' est all' ovest, e divisa in cin
prendente per magnificenza e rie- que navate, delle quali quella di
di «za, osservabile per la leggerez mezzo è al doppio più larga delle
za ddk masse piramidali, per la altre ; Sa grossi piloni di marmo
moltitudine delle statue, sculture e quasi ottagoni, dell' altezza di brac
ha«ri lievi , che in ogni parte l'a cia 4i, dividono queste navate e sos
dornano sì entro che fuori, per cui tengono le frolte gotiche, e quattro
non dubitarono alcuni di chiamar altri più grossi sostengono la cupo
la l'ottava meraviglia del mondo. la del centro della chiesa : per la
Questo tempio tutto costrutto in cupola Galeazzo Maria Sforza chia
marmo bianco, estratto dal monte mò tre architetti di Strasburgo, ma
Gandolia, dicesi occupi il luogo di solo verso il i49o la fece voltare
uà famoso tempio di Minerva; esso Lodovico il Moro . La maggio
ebbe principio l'anno i386 il i5 re lunghezza del duomo è metri
di marzo, ma non piacendo a Gian i48,io9: sul pavimento di s. Pie
Galeazzo Visconti questa sua pri tro di Roma è fatta di palmi 6o5,
ma costruzione, non parendogli il cioè metri i35,i6; s. Pietro è i87;
tempio corrispondente alla magni s. Maria del Fiore di Firenze è
ficenza di quella ebe destinava ca i 55,72. Larghezza, compreso lo
pitale d'Italia, fece disegnarne uno sfondo delle braccia, metri 87,8o;
che non avesse il pari nello stile larghezza totale delle cinque navi,
il' allora, ed ordinò gli si desse una metri 57,67. Altezza della maggio
nuova e più grandiosa forma nel re nave, dal pavimento al colmo del
i387. Fu il tempio compito nel la volta, metri 46,8o ; della cupola
la tacciata per ordine di Napo fino all'impostatura della lanterna,
leone, che vi si fece coronare re metri 64,25; da questa imposta
il' Italia : a tal fme si vendè il tura al belvedere, metri 27,37;
patrimonio della fabbrica, che pro della cuspide piena, metri n,5o ;
dusse un milione e mezzo ; e dei statua e piedistallo, metri 4,i6-
promessi cinque milioni dal fon Dal pavimento, compreso la grande
do di religione, Napoleone ne diede guglia di stile moresco, e la statua
due soli. Vuolsi che Gian Galeaz in rame dorato della Beata Vergi
zo ordinasse l' erezione del tempio ne Assunta, la elevazione totale di
in conseguenza di un voto fatto al questo superbo edilìzio, ascende a
la Beata Vergine, perchè gli inter metri io8,28. Alla sinistra entraiv-
cedesse figli maschi. S' ignora chi do vedesi il bel battistero a foggia
ne fu il primo architetto, si nomi di tabernacolo isolato, formato da
na un Gamodia tedesco, ma non una grande urna di porfido, pro
è certo, sebbene lo stile ricordi il veniente, senza dubbio, da qualche
36 MIL MIL
antico bagno romano, che servi di guari, conservasi il santo Chiodo,
deposito alle sacre spoglie di s. postovi il 1 46 1 . Nell'architrave di
Dionigi vescovo di Milano, con altri legno nell'arcone del coro, vi è il
santi martiri, e che da s. Carlo fu Crocefisso di s. Corbetta, secondo
destinato a conservar l'acqua bat l'uso particolare del rito ambrosiano,
tesimale per immergervi la testa avendone riportata la ragione nel vol.
dei bambini, secondo il rito am XVIII, p. 272 del Dizionario,
brosiano quivi professato; le colonne mentre nel vol. XIII, p. 98 e 99
che lo circondano sono di marmo parlammo della mentovata reliquia.
antico detto macchia-vecchia, ed i Questa metropolitana, come capo-
capitelli di bronzo mirabilmente la rito, serve di esempio alle altre chie
vorati. Gli altari, le cappelle sono se dell' arcidiocesi, e la forma del
in marmo a colori diversi, e ve- l' altare, del tabernacolo, degli os
desi il tutto adorno di bassirilievi tensorii, degl'incensieri, de' busti,
in ogni genere, pitture pregiate e la sono il tipo di quei ebe il rito ri
vori finissimi e ricercati. Vi si distin chiede. E degna soprattutto di mi
gue la statua in marmo bianco di nuta osservazione la sotterranea
Martino V, il quale consacrò l'alta cappella, ove riposa il corpo di s.
re maggiore ; quella pregiatissima Carlo Borromeo, di forma ottango
di s. Bartolomeo, opera di Mar lare, con la volta coperta di bassi-
co Agrati, che rappresentò il san rilievi , trofei ed ornamenti assai
to scorticato, e portante la sua rilevati di lastra d'argento, i quali
pelle sul dorso; il magnifico mo ricordano gli avvenimenti più ri
numento sepolcrale di Gio. Giaco marcabili della vita del santo, ed
mo de Medici, zio di s. Carlo e otto cariatidi negli angoli, pure di
fratello di Pio IV ; quello in mar grossa lastra d' argento, rappresen
mo nero del cardinal Marino Ca tanti le sue virtù: i lavori d'ar
racciolo governatore di Milano ; il gento sono doni dell' arcivescovo
deposito di Ottone Viscouti detto Litta, del duca Borromeo, e del
il Magno, e di Giovanni, zio e ni cardinal Quirini. Nel 181 7 si can
pote, arcivescovi e signori di Mila giò e rinnovossi l' aspetto di questo
no, cui sovrasta la statua sedente luogo con nuovo disegno dell' ar
di Pio IV ; il mausoleo con tre chitetto Pestagalli, che lo rese più
busti rappresentanti gli arcivescovi elegante e magnifico. Siill' altare
Giovanni, Guido e Gio. Francesco posa il sarcofago che contiene le
Arcimboldi, oltre tanti altri monu spoglie mortali del santo arcivesco
menti sepolcrali, lapidi, ec. Il coro vo in abito pontificale, arricchito
fu disegnato dal Pellegrini, e gli di gioie. Il sarcofago è composto di
stalli di noce furono bellissimamen una cassa pesante 4ooo oncie di
te intagliati su disegni de' migliori argento, con rarissimi cristalli di
cinquecentisti. Nell'altare maggiore monte legati in argento, dono di
sotto un tempietto di bronzo sta Filippo IV re di Spagna, i cui
un magnifico tabernacolo pur di stemmi vi si vedono apposti in oro
bronzo dorato, coi dodici apostoli massiccio. Una grande finestra oriz
attorno, e il Salvatore in alto, e zontale, praticata nel pavimento della
molti rilievi, dono di Pio IV. Nel- chiesa, illumina il sotterraneo, e dà
l' abside, ridipinta e dorata non ha luogo ai fedeli di poter assistere ai
MIL MIL 37
divini uffici ch'entro vi si celebrano. stronomi dell'osservatorio di Brera
Tutte le pitture che adornano que nel i786, ed ha il gnomone all'al
lto tempio sono de'pri mi maestri di tezza di 73 piedi.
Italia. 1 vetri dipinti rappresentan Alle pomposissime funzioni pon
ti diversi fatti storici, aggiungono tificali servono moltissimi sacri ar
maggior lustro alla sua maestà, mn redi e paramenti che si conserva
lo rendono un poco oscuro; il riien no nella sagrestia. Due tesori pos
ta, e più il Bertini, benemerito sedeva questo duomo di Milano :
dell'arte, rinnovarono le finestre quello dèlia metropolitana e quel
cadute per una salva di cannoni lo de' doni fatti a s. Carlo, che
all'epoca repubblicana. Il suo pa nel di della sua festa esponevan-
vimento di marmo n colori diversi, si parte nel sotterraneo, parte sul
htto a compartimenti con disegno balaustro superiore. Gran parte an
BiiiBiìoso, fu compito nel i 835. dò alla zecca al tempo della re
La straordinaria quantità di statue pubblica ; il rimanente è unito nel
interne ed esterne che adornano la sagrestia meridionale. Fra le
questo sacro edifizio, si fanno a- ricchezze di questo tesoro, capo di
teendere a più di 28eo, e dicesi arte del cesello è una Pace d' oro
giungeranno a 34oo circa quando donata da Pio IV, con due colon
d'ogni grandezza saranno collocate ne di lapislazzuli, croce a tredici
per compimento degli ornati e del diamanti, e vari cammei, probabil
la chiesa. Neil' esterno la profusio mente lavoro del Caradosso. In
ne delle colonne, delle statue, de mezzo rilievo si rappresenta Cristo
gl'intagli, delle medaglie, de' bassi- deposto in grembo alla Madre con
rilievi, dei lavori pregiati d' ogni quattro altre figure, e di sotto la
sorta, gareggiano colla magnificen balena che rigetta Giona, in alto il
za, potendosi dire francamente, che Padre Eterno e angeli. Un evangeli-
quanto la scultura e l'architettura stai io antico su pergamena, ricchis
ha di più bello, tutto fu posto in simo d'oro e gemme, con Crocefisso
opera all' adornamento della faccia d' oro da un lato, e altre figure, do
ta di questo tempio, che ha cinque nato dall' arcivescovo Ariberto da
porte, delle quali è singolarmente Cantù. Due statue d' argento dei
pregevole la maggiore . Le statue ss. Ambrogio e Carlo, dono la
in marmo bianco, poste sopra tutto prima della città, la seconda degli
l'edilìzio e che sembrano staccate orefici. Croce d' oro per le proces
come tante punte, formano il più sioni capitolari, pesante oncie 37o,
imponente colpo d' occhio. Le gu con ventuna gemma. Il magnifico
glie terminate ed abbellite di sta paliotto pesante 5ooo oncie d' ar
tue e gotici arabeschi , superano gento, regalo di monsignor Taver
finora il numero di 8o, oltre alle na canonico, fatto nel i835, per
24 minori, dovendo essere in tutte non rammentare altro. Una degna
i35 ad opera compita. Verso la piazza anteriore manca al duomo,
lacciala è degna di osservazione dietro al quale era anticamente un
una grandiosa meridiana, che at campo santo. Molti descrissero que
traversa per intero il tempio: fu sta insigne cattedrale, che si posso
con diligenza e somma accuratezza no leggere nella bibliografia mila
eseguita sotto la direzione degli a- nese t. I , p. 386 , Milano e il
38 MIL MIL
suo territorio, fra' quali Gaetano di antichi dipinti. L'interno è co
Franchetti che ne pubblicò la Sto strutto in tre navate di gotica ar
ria e descrizione nel i82i. In chitettura , con magnifiche cappel
detta bibliografia sono pure gli au le e pitture pregiate. Anticamente
tori che fecero la storia e illustra nel coro dalla basilica di s. Am
rono la maggior parie delle chiese brogio si tenevano i concilii provin
di questa città. ciali. La chiesa di s. Maria della
Fra le altre numerose chiese Passione, innalzata nel i58o in for
di Milano meritano particolai- men ma di croce latina, con torreggian-
zione quella di s. Maria presso te cupola, tanto nell'interno, quan
s. Celso, una delle più ragguar to nelI' esterno riccamente abbelli
devoli per la sua architettura, e ta. E divisa in tre navi, con al
delle più ricche pei capi d' opera trettante porte, e contiene otto cap
dell'arte che l'adornano, la quale pelle per parte; è forse più di ogni
ebbe principio nel i 4 9 i , per or altra adorna di pitture. La chiesa
dine di Gian Galeazzo Maria Sfor di s. Stefano maggiore, altre volte
za, nipote di Lodovico il Moro, sul collegiata ed ora parrocchiale , la
disegno del Bramante; quella di s. cui fondazione viene attribuita a s.
Lorenzo, che dev' essere antichissi Martiniano vescovo, e prima chia
ma. Distrutta dal fuoco nel io7i mata s. Zaccaria. Nel secolo X I
l'antica chiesa, venne rifabbricata devastata dalle fiamme, fu quindi
in più piccola forma, e questa pu rifatta, non però colla maestà del
re rovinata dal tempo, s. Carlo la precedente, e venne denominata
ordinò si rifabbricasse quella ora s. Stefano al Broglio ed alla Ruo
esistente, col disegno di Martino ta. La chiesa attuale fu costrutta
Bassi ; è d' ordine dorico, ricca di al tempo dell'arcivescovo Visconti,
sculture, di dipinti pregiati, e di successore di s. Carlo, e perfeziona
monumenti sepolcrali , fra i quali ta nel i596: l' interno è diviso in
si distingue quello antico di Galla tre navi, con sei arcate per parie,
Flacidia, figlia di Teodosio il gran con cappelle corrispondenti, ed un
de, e del di lei marito Ataulfo : è coro maestoso, il tutto adorno dì
pure osservabile I' antichissimo mo pitture e di statue. La chiesa di
saico, che dicesi mostri Cristo di s. Paolo, superstite del vasto mo
sputante coi dottori. La chiesa di nastero delle agostiniane dette an
s. Ambrogio, una delle più antiche geliche, con bella facciata ricca di
e rispettabili basiliche della città, ornamenti; è di una sola nave di
edificata nel 387 da s. Ambrogio, ordine corintio, saviamente architeI-
che vi celebrò i divini ulIizi e vol tata e di bei dipinti adorna. La
le in essa essere sepolto vicino ai chiesa di s. Nazzaro grande, basilica
corpi de' gloriosi martiri Gervasio edificata nel 38a circa ad onore dei
e Protasio, in onore de'quali l'avea ss. Apostoli, e quindi detta Nazza-
fabbricata. Era io origine divisa in riana pel capo di s. Nazzaro in es
due chiese, separate da un muro sa trasportato da s. Ambrogio. For
con tre porte, ma vennero riunite ma vestibolo a questa chiesa il
nel i5o7 , e si formò una chiesa grandioso sepolcrale ediiìzio con
sola, decorata da un atrio o cor cappella dedicata alla Beata Vergi
tile rettangolo, eou portici adorni ne Assunta, costruito nel i,i8 al
MfL MIL 39
la bramantesca dal maresciallo Gio. le più antiche di Milano, è iisguari
Giacomo Trivulzio, detto il Magno, data come uno de' primi cristiani
che vivo volle prepararsi il soggior edilizi, di cui viene da alcuni re
no della morle. La facciata di putato fondatore lo stesso s. Eu
questo vestibolo è di figura qua storgio nel IV secolo, assumendone
drata, ma non ridotta al termine, il nome dopo di essere stata dedi
ornata di pilastri , con tre porte cata ai ss. He Magi. Ne'primi tem
che danno accesso all' interno, di pi era ben lontana dalla città, ma
figura oltagona, semplice, e conve soggetta quindi alle incursioni ed
niente al carattere dell'edilìzio, sta al devastamento de' barbari, fu in
to più volte ristaurato e rimoder varie epoche riedificata; nel secolo
nato, eoo statue e pitture. La chie XIII rimodernata ed ingrandita, e
sa di i. Alessandro in Zebedia, co- finalmente ridotta con maggiore re
stratta come attualmente si trova golarità e decoro, come si trova al
nel i6o2, con la forma d'una cro presente, con tre porte corrispon
ce greca, con magnifica cupola, spa denti alle tre navate dell' interno,
zioso coro, e comodo presbiterio ; adorno di belle cappelle, statue,
menzionata questa chiesa sino dal monumenti e pitture. La chiesa di
secolo XII, col titolo di parrocchia s. Maurizio detta il monastero mag
le, fu data nel XVI ai barnabiti, i giore, posta secondo alcuni o v'era
quali soppressi nel fine del secolo il tempio di Giove; l'interno è di
passato, vennero di nuovo ristabili una sola nave con buoni freschi:
ti nel i825 nel possesso di essa dedicata prima alla Beata Vergine,
coll' assegno di una parte dell' an nel secolo XII lo fu a s. Maurizio.
tico collegio. È adorna di buone Il monastero serve al presente di
pittare, ed il suo altare maggiore ricovero a varie religiose di diver
Tedesi ornato di pietre dure stima si soppressi monasteri. La chiesa di
bilissime. La chiesa di s. Maria s. Vittore al Corpo, basilica di an
presso s. Satiro, innalzata sugli a- tica fondazione, che dal nome di
«anzi di un profano tempio, dal Porzio, figlio di Filippo Oldani suo
duca Lodovico Sforza il Moro, sul fondatore nel ii 4, prese la deno
disegno del Bramante, formata di minazione di Porziana, ma essendo
tre navi, adorna di bronzi dorati, vi stato trasportato nel 3o3 il cor
sculture, dipinti a fresco, statue, ec: po del martire s. Vittore, fu da
è composta di due chiese unite, quel tempo chiamata col nome pre
cioè di s. Maria fòtta dal Moro, e sente. Da essa s. Ambrogio ricu
di s. Satiro eretta dall' arcivescovo sò I' ingresso all' imperatore Teo
Anspei (o nell' 869. La chiesa di s. dosio I reduce dalla strage di Tes-
Sebastiano eretta per voto della salonica. Uffiziavano da antico un
città in occasione della peste del capitolo e i monaci cistercensi, il
i576, con disegno del Pellegrini, primo dura tuttora cogli onori del
che riuscì una delle più belle di la nobiltà imperiale. Dicesi che nel
Milano, con tre porte che danno monastero de' cisierciensi fosse se
ingresso all'interno, il quale corii- polto Bernardo re d'Italia figlio di
sponde olla bellezza esterna per In Pipino. Divenuta I' antica chiesa
sua semplicità ed eleganza. La chie cadente dal tempo, venne riparata
sa di s. Eustorgio, annoverata tra nel 990 dall'arcivescovo Arnolfo,
4o MIL MIL
ed in essa furono stabiliti i bene struzione, ed una delle quattro che
dettini, che vi stettero alcuni ieco- anticamente esistevano fuori della
li, indi passò in abbazia, e final città, e che si vuole fondata da s.
mente nel i5o7 fu data agli oli- Ambrogio sotto il titolo della Bea
vetani, i quali eressero l' odierna ta Vergine. Seppellito essendovi nel
bellissima chiesa nel i5.\i sul di 4oo s. Simpliciano, prese il nome
segno di Galeazzo Alessi perugino: di questo santo : I' interno della
l'interno è fatto a croce latina, in chiesa è costrutto in tre navi in
tre navi separate da piloni , con forma di croce latina con cupola,
archi , con belle cappelle e con e va adorno di buone pitture. La
pitture di merito. La chiesa di s. chiesa di s. Maria Incoronata è
Maria delle Grazie, di gotica archi formata da due chiese unite fra
tettura, fabbricata nel luogo ove loro, con eguale e semplice fac
esistevano i quartieri delle milizie ciata, essendo di eguale forma il lo
del duca Francesco I Sforza, che ro interno con due presbiterii, da
donò nel i/\6i il fondo ai dome poco tempo restaurato ed abbellito.
nicani per fabbricarvi la chiesa ed La prima fu eretta ad onore della
il convento, unendovi somme gran Beata Vergine Incoronata nel i45i
diose. Lodovico il Moro nel l.\iyx dal duca Francesco Sforza Visconti,
prese ad ingrandire questa chiesa e la seconda nove anni dopo, da
in forma di croce latina sui disegni Bianca Maria di lui moglie, che
del Bramante, ma per le di lui dedicolla a s. Nicola di Tolentino:
vicende restò l' opera imperfetto, essa va adorna di depositi e di
però ripiena di fini lavori di cotto, monumenti. La chiesa di s. Angelo
stemmi, medaglie ed emblemi. La che serviva altre volte coll' annesso
facciata è semplice di gotica archi grandioso convento ai minori os
tettura, come lo è l'interno, fatto servanti, è di costruzione imponen
a tre navi con grandiosa cupola, te, con facciata di due ordini e l'in
ampio coro e cappelle semicircola terna di una sola nave che si al
ri ne' lati, disegno del Bramante, larga nel presbiterio : benchè sog
come la magnifica sagrestia ed il getta a diverse vicende, pure si
contiguo chiostro. Degne sono di conservarono molti freschi preziosi
ammirazione le belle opere a fre e varie pitture degne di ammira
sco e le pitture pregiate che a- zione. La chiesa di s. Fedele è
dornnno la chiesa e le cappelle, bellissima architettura del Pellegri
esistendo ancora I' avanzo della di ni, non avendo però la facciata
pintura del famoso Cenacolo di compita : i gesuiti n'entrarono al
Leonardo da Vinci nel refettorio possesso nel i56l), ma soppressi
del vasto convento, che contiene di nel i773 vi subentrarono i cano
versi grandiosi cortili, ed ora ad uso nici della cappella ducale di s. Ma
del militare: quivi s. Pio V vi sta ria della Scala, cessati i quali, con
bilì la inquisizione. Il palazzo pontifi tinuò ad essere nel numero delle
cio di Roma possiede due arazzi rap parrocchie, conservando il titolo di
presentanti il detto Cenacolo, e ne cappella ducale. Di questo insigne
facemmo parola nel vol. IX, p. 5o edilizio due sono gli ordini archi
del Dizionario. La chiesa di s. tettonici della sua bella facciata, ed
Simpliciano, basilica di gotica co- elegantissimo e sorprendente l'in
MIL MIL 4,
temo, composto del solo ordine co principi diedero per tal opera pia
rintio, eoa colonne pregiate e con un loro palazzo ed alcune case e
magnifica cupola, spirandovi tutto giardini vicini, ed essendosi a que
grandiosità e bellezza. sta aggregati i vari ospedali sparsi
Fra i numerosi stabilimenti di per la città e diocesi, e riunite
beneficenza, ospedali , orfanotrofi ed eziandio le rendite dei medesimi,
altri luoghi pii , vanta Milano l'o fu perciò detto maggiore. La sua
spedale maggiore, quello militare, fondazione segna l'epoca i 1 aprile
la Seoaura od ospedale pei pazzi, 1^56. Antonio Filarete, detto l'A-
l'ospedale dei benfratelli per gli verulino, fu l' architetto di questa
uomini, e quello delle sorelle della fabbrica di gotica architettura, la
carità per le donne, l'orfanotrofio quale forma un perfetto quadrato
civiJe maschile, e quello delle don- con portici inferiori e superiori.
se, il luogo pio degli esposti e Possiede nove cortili, uno de'qua-
delle puerpere, il luogo pio Trivul- li, il più vasto, trovasi pei lel tinnen
zi, il pio istituto delle monache, il te nel mezzo. La distribuzione «.Iel
collegio delle nobili vedove; due le crociere presenta la figura d'u
pie case d'industria, sia per gli uo na croce greca : nel i 797 fu dato
mini che per le donne privi di compimento alla fabbrica coll'ere-
giornaliero lavoro : il numero che zione di un fianco mancante. Di
vi si accoglie è di circa 28oo al fronte al magnifico ingresso della
giorno ; il monte di pietà, la cas porta maggiore sta la chiesa di buo
sa di risparmio, la compagnia d'as na forma. Non avvi parte relativa
sicurazione contro i danni, ed il ai bisogni dello stabilimento, che
lazzaretto. Aggiungasi l'ammini- non sia disposta con ordine e ra
straz.ione centrale di beneficenza, ra intelligenza. A questo grandioso
chiamata congregazione di carità, ospedale sono uniti i seguenti sta
nella quale vennero concentrati tren bilimenti : il luogo pio di s. Corona,
ta e più luoghi pii elemosinieri, e che somministra il comodo defe
che annualmente distribuisce la som dici, chirurghi e medicinali u tutti
ma di circa 8oo,ooo lire milanesi. i poveri infermi della città; quello
Il ch. Cattaneo a p. CIX delle detto la Senaura, posto fuori di por
sue Notizie, dice che l'ospedale di ta Tosa, ed a poca distanza, vasto
Milano ricetta nel corso d'un anno fabbricato destinato al ricovero ed
2^,ooo infermi . Meritando però alla cura de'pazzarelli. Questo loca
alcuni degli accennati stabilimenti le, altra volta de' gesuiti, è capace
una qualche breve indicazione, a- per un numero di 48o posti, fra
vrà il primo luogo l'ospedale mag i quali ve ne sono de'gratuili ed
giore nella contrada del suo nome, altri a carico delle famiglie o dei
maestosa ed imponente fabbrica comuni. Provvidi e filosofici rego
posta fra le due basiliche di s. Ste lamenti dirigono questo istituto, e
fano e di s. Nazzaro grande. De- nulla viene trascurato onde addol
vesi questo edilizio alla generosità cire, per quanto è possibile, la sor
di Francesco Sforza duca di Milano, te di quegli sgraziati.
non che della di lui moglie Bianca Altri stabilimenti sanitari con pen
Maria, ed alla contribuzione volon sione trovansi eretti in questa città
taria del popolo milanese. I delti sotto provvide discipline, da abili
42 MIL MIL
professori assistiti. Il benefico istituto Maria Gaetana Agnesi, la quale
degli esposti e delle puerpere sta dopo aver brillato fra i matemati
nel soppresso monastero di s. Cate ci, venne a nascondere volontaria
rina della Rota, ed in esso sono an in questo luogo la sua letteraria
nualmente mantenuti più di 4ooo rinomanza, prestandosi all' assisten
individui de'due sessi. Nell'ospedale za ed al soccorso delle persone in
erasi da prima destinato un luogo esso ricovrate. La benemerita isti
per la tumulazione de' cadaveri , tuzione sotto il titolo di s. Gio
ma ritrovatosi col tempo troppo vanni di Dio ebbe luogo fino dal
angusto ed incomodo , si pensò a i588, ed è opera veramente de
farne uno più vasto e più lontano gna e caritatevole. Con l' acquisto
dall'abitato , e scelto il luogo op di una porzione del luogo, da pri
portuno , si eresse nel 1 698 una ma abitato dagli umiliati, si eres
chiesa a croce greca , chiamata s. se l' ottimo stabilimento col titolo
Michele de' nuovi sepolcri, la qua di ospedale de' religiosi benefratelli,
le oggi non forma che il corpo di a sollievo de' poveri ed onesti cit
mezzo della fabbrica attuale. In se tadini infermi, i quali da questi pie
guito ingrandita, formossi un ma tosi religiosi laureati in medicina,
gnifico portico all'intorno della chie chirurgia e farmacia, vengono assi
sa, nel quale si pose un continua stiti e provveduti colla maggior
to numero di sepolcri, più alti da cura in tutto ciò che può ad essi
terra, affine di preservarli dall'ac abbisognare sino alla loro perfetta
qua sorgente, e fu chiamato l'op guarigione. Col mezzo di ricche
pone : il porticato fu perfezionato dotazioni, e disegno di Pietro Gi-
nel 1 73 1 ; ma ora il luogo diven lardoni, nel 18a5 s'ingrandì con
terà magazzino della strada ferra nuova e grandiosa fabbrica que-
ta, ed invece i morti si seppellisco st' ospedale, il di cui esterno prese
no ne' cimiteri di s. Gregorio, al una forma più regolare ed ele
Gentilino, di porta Romana, ec. gante. In origine fu fondato pei
ed il consiglio comunale nel 1838 convalescenti dell'ospedale maggio
decretò un ampio camposanto. L'ot re, secondo l' intendimento di s.
timo stabilimento di beneficenza Carlo; ma nel 1842 il sacerdote
ch'ebbe principio nel 1 771, e di Luigi Sommimi fece costruire a
cui fu fondatore il principe Antonio proprie spese una sala per comodo
Tolomeo Trivulzi, che destinò il de' convalescenti dell' ospedale dei
proprio palazzo a ricevere le per benefratelli. La chiesa eretta nel
sone d' ambo i sessi superiori all'e i593 è dedicata a s. Maria Ara
tà di 6o anni, incapaci a gua celi. Il luogo pio ha acquistato il
dagnarsi il vitto, pia opera a cui locale di s. Maria di Loreto per
con benefica liberale mano con erigervi un nuovo ospedale, col ca
corse anche l' imperatrice Maria pitale perciò lasciato dalla marche
Teresa, fu chiamato luogo pio Tri sa Luigia Visconti Castelli, e coi
vulzi, il quale ampliato poscia da sopravanzi sempre crescenti dell'os
altre pie largizioni, è ora capa pedale dei benefratelli stesso, do
ce per 5oo persone, che vi tro vendo servire per gli ecclesiastici
vano ogni sorta di soccorso. Qui regolari e secolari infermi, per le
vi morì nell'anno 1799 la celebre persene civili decadute, e forse per
MIL MIL 43
a II re ancora. Nel t 836 la contessa prendente edilìzio eretto nel l488
Laura "Visconti Ciceri a proprie da Lodovico il Moro, in occasione
spese fece alzare dalle fondamenta della pestilenza del i\(,i, avendo
l' ospedale delle fate-bene-sorelle , contribuito alla generosa impresa il
con disegno di Giulio Aluisetti ; il cardinal Ascanio Sforza suo fratel
vasto ed ordinato edifizio fu aperto lo. Questa fabbrica allora non com
nel i840, ed affidato alle suore del pita, fu ridotta nel i5o6 allo sta
la carità. Sulla piazza di s. Ambro to presente, al tempo di Luigi XII
gio, nel soppresso vasto monastero re di Francia, in quell' epoca signo
de'àsteràensi, fu stabilito I' ospeda re di Milano, ma coi fondi lasciati
le ni/iIare. La fabbrica è del Bea- dal conte Galeotto Bevilacqua al
mante, /a quale consiste in due l'ospedale grande, di cui è tuttora
grandiosi cortili, con portici che li proprietà. L'edilizio pressochè qua
circondano, divisi da un lungo cor- drato, ha il portico arcuato e con
rie/0i0. Non avvi niente di più ma tinuo, sostenuto da colonne, termi
gnifico di questi cortili, dorico l'uno, nato da sole tre parti, gira all'in
jonico l'altro, con colonne. L' inter torno, e dava accesso a 296 ca
no dell' antico refettorio presenta mere, giudiziosamente provvedute
grandiosità e magnificenza. Nel vasto de' necessari comodi e ventilazione;
monastero soppresso de' benedettini, il profondo canale di acqua viva
fu trasportato l'antico orfanotrofio che scorre all'intorno, serviva al
civico maschile, luogo assegnatogli la nettezza ed impediva qualunque
da Giuseppe II a benefizio dello comunicazione coll' interno. Questo
stabilimento, colle rendite de' mo lazzaretto fu di grande soccorso nel
naci, i quali concentrò nel mona le quattro epoche memorabili in
stero di s. Simpliciano, aggiun cui la peste fece stragi in Milano,
gendovi anche l' entrate della sop e soprattutto nel i629: oggi è ri
pressa inquisizione e quelle dell'al dotto ad abitazioni private. Milano
bergo de' pellegrini. I due grandiosi ha la gloria che nel i8a3 fondò
cortili di questo vasto edilìzio si la cassa di risparmio, il primo be
credono opere del Bramante. Fin nefico stabilimento di questo gene
dal secolo XVI pensandosi a sop re che si fondasse in Italia.
primere la mendicità, s. Carlo sta Le scienze e le orti, coltivate
bilì nel i578 un ospedale de'men- splendidamente con zelo in questa
dicanti. Fatto arcivescovo di Mila città, contano molti stabilimenti ,
no il cardinal Federico Borromeo, accademie, biblioteche, licei, ginna
fece costruire la solida e semplice si, collegi, scuole, ec., annovernn-
fabbrica per applicarla al ricovero dovisi il palazzo delle scienze ed arti
degli orfani di ambo i sessi , la in Brera, l'istituto di scienze, let
quale venne poscia destinata a be tere ed arti, l'accademia delle bel
neficio delle sole femmine. Accre le arti, la pinacoteca, la biblioteca,
sciuto il numero di queste, ne fu il gabinetto numismatico, l'osserva
collocata porzione nell'antico mo torio, la scuola d' incisione ed al
nastero delle cappuccine, indi riu tre scuole di belle arti, la biblio
nite allorchè fu ingrandito I' orfù- teca Ambrosiana, il gabinetto dei
uotrolìo. Appena fuori di poita bronzi dorati, il conservatorio di
Oriente è situato il lazzaretto, sor- musica, il seminario, il collegio
44 MIL MIL
Longone, il collegio Calclu-Taeggi, limenti, si è la unione delle nume
il collegio militare, l' istituto dei rose sale che compongono la pina
sordi e muti, il collegio della Gua coteca, nel qual prezioso deposito
stalla, il collegio di s. Filippo, il si riunirono tutti i quadri più in
collegio della Visitazione detto di signi delle diverse chiese e mona
i. Sofia, il liceo e ginnasio di s. steri soppressi, e vi si aggiunsero
Alessandro, il ginnasio comunale anche molti quadri di gran valore,
di s. .Mula, la scuola elementare comprati dalla munificenza del go
maggiore normale, la scuola ele verno italiano, sotto cui ebbe vita
mentare femminile, la scuola vete questo raro deposito, adorno delle
rinaria, ec. ec. Non riuscirà discaro opere di Raffaello, Guido Reni, Al
almeno un qualche cenno di alcu bano, Domenichino, Palma, Gioi
ni di questi scientifici stabilimenti. tone, Gentile Bellini, Mantegna,
Il più rimarcabile, tanto sotto il Francia, Cima, Tiziano, Paolo Ve-
rapporto dell' urcliitetturo, che sot . ronese, Carpaccio, ec. Oltre a' qua
to quello della sua destinazione, è dri si -trovano qui pure riuniti
senza dubbio il palazzo delle scien bassirilievi, modelli di busti e sta
ze ed arti in Brera, uno de' più tue, disegni d' invenzione, e lavo
grandiosi e imponenti di Milano, ri premiati d' incisione, gessi tol
coii bella fàcciata, e con interno ti dai migliori originali, busti, vasi,
magnifico, sede sempre delle pub candelabri, ec. La biblioteca rico
bliche scuole, e sotto il governo nosce il suo principio dalla muni
dell' imperatrice Maria Teresa e ficenza di Maria Teresa. Nel i763
de' di lei successori arricchito di la congregazione dello stato fatto
diversi rami di scienze, essendo pre avea l'acquisto della celebre libre
sentemente il complesso ed il cen ria Pertusati, che unita alle altre
tro de' più celebri ed elevati isti due di Brera e di s. Fedele, ven
tuti di pubblica istruzione. Vi s'in ne collocata in questo palazzo delle
segna grammatica, rettoriea, logica, scienze ed arti, in ampie e mae
matematica, fisica, diritto, istoria, stose sale nel i77o. La benefica
botanica, chimica, anatomia, econo sovrana fece l' acquisto di gran
mia politica, diplomazia, architet porzione della preziosa libreria del
tura, scultura, disegno, pittura ed famoso Alberto Maller, quindi i di
incisione. Sono stabiliti in questo lei successori gareggiarono nell' ar
palazzo l'istituto di scienze, l'ac ricchirla di novelli tesori con iscel-
cademia di belle arti, la pinacote te opere della biblioteca di Fir
ca, la biblioteca ricca di rare edi mimi ed altre ancora. La soppres
zioni e mss., il gabinetto numisma sione de' corpi religiosi aggiunse
tico, I' osservatorio astronomico, la pure nuova e numerosa suppellet
scuola d'incisione, e quelle di di tile d' ogni specie di libri, oltre ai
segno, pittura, architettura, scultu doni ed ai legati numerosi; che
ra, ornato, prospettiva, anatomia, se questa biblioteca non abbonda
gessi, ed altri oggetti di belle arti. di mss. e codici, come altre d' Ita
Avvi pure un ginnasio imperiale lia, primeggia però nelle opere del
con tutte le sue scuole, ed unito le scienze esatte, e per tutte quelle
vi si trova un orto botanico. Uno più dispendiose e classiche, relative
de' più grandiosi e pregevoli stabi- ai viaggi ed al/a storia naturale. Il
AIJL MIL 45
prezioso stabilimento del gabinetto Fra i liberali istituti di cui può
numismatico ebbe principio nel vantarsi AliInno, evvi la biblioteca
i 8o3 nella zecca, colla raccolta dei Ambrosiana, nel luogo delie antiche
corni e coi pezzi sottratti alla fu scuole pubbliche, fabbricata e do
sione e meritevoli di conservazio tata di fondi dal cardinal Federico
ne. Fu costituito il gabinetto reale Borromeo cugino di s. Carlo, ed
delle medaglie con decreto 6 mag aperta ad uso pubblico nel i6o9;
gio i808, ed arricchito da quel pe vi raccolse dall' occidente e dal
riodo lon molti altri musei. Com l' oriente tal copia di libri, tale
prende questa collezione la classe rarità e numero di mss. , che su
antica e la moderna colle rispet bito in meraviglioso modo se ne
ti ve loro diramazioni, ed è corre sparse la fama nelle più rimote
data di ricca e scelta analoga bi- contrade. Al culto delle scienze e
bLoteca. Questo gabinetto fu tra delle lettere il cardinale aggiunse
sferito per sovrano decreto a3 gen lo studio delle lingue persica, ebrai
naio i8i7 nel palazzo delle scien ca, caldea, arabica, siriaca, armena,
ze ed arti, ed aperto al comodo e costitui un collegio di dottori ,
del pubblico. L' osservatorio astro cui altro aggiunse che appellò tri
nomico fu innalzato dai gesuiti nel lingue, per l' italiano, latino e gre
i 766, sul disegno del celebre p. co; ed un terzo degli alunni, onde
Boscovich. Questo stabilimento vi- ne' linguaggi esotici fossero eruditi
desi da quel tempo , e molto gl'ingegni più eletti de' seminari;
più in seguito, arricchito dei più ora è superstite il collegio de' dot
preziosi esteri istromenli. In vici tori. In questo grandioso edifizio,
nanza trovasi la scuola d' incisione, architettato da Fabio Mangone, poi
istituita dalla munificenza austria ingrandito coll' area della chiesa
ca sotto Leopoldo ll, e formata della Rosa, con facciata di ordine
d'una lunga sala bene illuminata dorico, in molte stanze vedesi di
ed ottimamente disposta, adorna sposto un magnifico deposito gene-
d'un numero considerabile di stam rale delle produzioni delle arti e
pe di classici autori. Brera ebbe scienze d' ogni paese, vari oggetti
origine dagli umiliati, ordine reli di storia naturale, pezzi di antichi
gioso del milanese, il quale ivi fab tà e di scultura, pitture, modelli,
bricò il convento nel luogo rega gessi, statue, busti, lavori mecca
lato da Algiso del Guercio, chia nici, ec. Contiene più di i .{o,ooo
mato praedium e volgarmente inc volumi, e più di i 5,ooo mss. pre
ali o brera, onde conservò l'anti ziosi, contandovisi le Antichità giu
co nome. Abolito l'ordine, s. Car daiche di Giuseppe Ebreo, tradot
lo destinò il locale e gran par te in latino da Buffmo, sopra un
te de' beni ai gesuiti, i quali nel papiro egiziano del V secolo; un
i572 tì aprirono collegio pubbli Virgilio del Petrarca, con note
co, e coi denari del santo, di Tom scritte di sua mano, e con minia
maso Crivelli e del municipio, fe ture ; il prezioso volume di Leo
cero un maestoso edificio, ch' è nardo da Vinci, detto il codice At
quello di cui si è parlato, venendo lantico, restituito nel i8 i6 dalla
nel i8io disfatta la chiesa antica Francia dei tredici volumi che di
per darà spazio all' accademia. sua mano nel i796 si presero tra
46 . MIL MIL
le altre cose gli agenti della sua sotto opportunissime discipline e
accademia nazionale, onde gli altri l' insegnamento di celebri maestri e
dodici sono restati nella biblioteca professori, s* istruiscono nell' arte del
dell' istituto di Francia ; la cronaca canto, del suono ed anche della
dei Papi, di Martino Poluno; un composizione musicale: vi sono 24
Dante su pergamena del XV seco piazze gratuite, 16 per i maschi
lo; il Decamerone stampato nel e 8 per le donne, oltre ai posti di
1 47 1 àa Valdarfer ; il Virgilio pensione. Molti allievi si sono già
membranaceo stampato a Venezia distinti sui pubblici teatri per sin
nel i47o; una considerevole serie golare capacità ed intelligente e»
della corrispondenza epistolare di sedizione della musica vocale ed
s. Carlo e del cardinal Federico; istrumentale. Il seminario maggio
alcune cose di Galileo, ed altre ra re o teologico, secondo il disposto
rità. È noto che dai palinsesti di dal concilio di Trento, s. Carlo si
questa biblioteca si trassero le let affrettò di aprirlo nel 1 564, CllC
tere di Frontone, e vari frammen poi collocò nelle case presso il pon
ti di Cicerone, che furono stampa te di porta Renza, e lo dotò con
ti dal dotto cardinal Mai, come alcune possessioni degli umiliati, e
anche l'Omero miniato, la versione con decime sui beni ecclesiastici ;
gotica della Bibbia di Ulfila, inter lo diressero i gesuiti, poi gli oblati.
pretata e illustrata dal conte Ot Per bene alloggiare gli alunni, s.
tavio Castiglioni, ed altre novità. Carlo nel 157o cominciò la magni
Nell' ultima sala della biblioteca si fica fabbrica, sul disegno di Giu
ammirano varie produzioni assai seppe Meda, ampio quadrato con
pregevoli del pennello e della ma portico a colonne binate di granito,
tita, distinguendosi il cartone raris e riusct uno de' pezzi più insigni
simo originale della scuola di Ate dell'architettura moderna in Mila
ne dipinta nel Vaticano da Raffael no. Da questo seminario arcivesco
lo, alcuni quadri di primi autori, vile dipendevano quel della cano
e vari disegni a penna di celebri nica, quello sopra Arona fondato
artisti e maestri. Il reggimento dal cardinal Federico, quel di Ce
amministrativo della biblioteca Am lane posto sul territorio veneto ,
brosiana è affidato ad una congre quel di Monza e quel di Poleggio.
gazione di conservatori, tra i quali Non bastando il seminario mag
senza elezione e in vita è un ec giore al crescente numero de' chie
clesiastico della famiglia Borromeo, rici, il governo restituì a tal uso
e mancando questo, il secolare an la canonica. Questa fu istituita nel
ziano della medesima. Vedasi l' o- 1o.57 fuori di porta Nuova al tem
puscolo : La biblioteca Ambrosia po de' concubinari, acciocchè i pre
na, epistola, del eli. ab. Luigi Po- ti migliori vivessero iu comune,
lidori, Milano 1831. secondo i canoni. Vi si posero poi
La grandiosa canònica de' cano gli umiliati, aboliti i quali, s. Car
nici regolari lateranensi, unita alla lo ne fece un altro seminario di
chiesa della Passione, fu dal gover 6o chierici sotto gli oblati ; il go
no italico nel 18o8 convertita in verno del 1798 l' avea dichiarata
un conservatorio di musica, dove proprietà dello stato. Dopo la sop
giovani dell'uno e dell'altro sesso, pressione del monastero e chiesa
MIL MIL 47
de' cisterciensi dedicata a s. Luca, la moglie di Barnabò, con belle
venne questo locale convertito in decorazioni ; indi dopo la sua mor
un bellissimo ed utile stabilimento te il marito nel 1 384 ottenne che
per gli orfani- militari, e fu aperto Urbano VI l'erigesse in collegiata
nel 18o2 sotto il nome di colle con padronato, ma avverte il Ma
gio militale di s. Luca. Il gene* rini, Archiatri, t. I, p. 1o4, che
vale Tbeuliè, in allora ministro tali grazie Regina aveva ottenute
della guerra, concepì il disegno di nel 1 383 dall' antipapa Clemente
questo benefico stabilimento, e ne VII, con di più una ricca indul
divenne il più attivo e zelante pro genza a chi visitava la chiesa. Il
tettore sino alla fine della sua vita. teatro della Canobbiana, così chia
In esso stanno riuniti 3oo allievi, la mato dall'antica scuola di dialetti
maggior parte figli de' bravi morti ca e morale filosofia, che qui vicino
sul campo dell' onore o che furono esisteva, fondata da Paolo Canobio, fu
altrimenti benemeriti della patria. eseguito sul disegno del medesimo
La utilissima istituzione de' sordo Piermarini, ma in più piccola forma :
muti, dalla munificenza governativa la facciata è bella e regolare, e l'in
sostenuta, fu ultimamente traspor-" terno comodo e ben decorato, poi
tata da porta Tosa nel borgo di chè questo e quello della Scala
s. Calocero, e stabilita pel mante hanno il vanto di aver veduto re
nimento di trenta maschi ed al staurarsi la pittura decorativa. Per
trettante femmine, nell'antico pa mezzo di due archi comunica col-
lazzo Sforza- Pallavicino, espressa l' imperiale reale corte, e fu aperto
mente a tale uso riaccomodato. nelt'estate 1779. Sulla già soppressa
>el collegio di s. Filippo si dà alle chiesa di s. Salvatore fu eretto il
fanciulle una compiuta, religiosa e piccolo ma elegante teatro Re, che
nobile educazione, potendo gareggia prese il nome da Carlo Re suo posses
re coi più distinti e rinomati delle sore, che lo fece costruire ultimamen
principali città: fu istituito nel 181 1 te con disegno del cav. Canonica, e
a spese dello sIato. Per non dire di ridipinto nel l836. Ivi il buon ar
altri collegi di femmine, nominere ciprete Dateo aveva nel 787 fon
mo quello della Guastalla, di cui dato la chiesa di s. Salvatore, e il
parlammo all' articolo Guastalli-te. primo spedale di trovatelli o bam
Milano possiede sette teatri. Il bini abbandonati che al mondo si
grande, detto della Scala, perchè conosca. Per essere nel centro della
eretto sull'area dell'antica chiesa città è assai frequentato il teatro
di s. Maria della Scala, è uno dei Carcano, così detto dal suo pro
più grandi e magnifici dell'Euro prietario Giuseppe, fu eretto nel
pa, con architettura del Piermari- 18o5 con disegno del cav. Cano
ni, aperto ni pubblici spettacoli nel nica , ove anticamente esisteva la
1779) e recentemente rimodernato chiesa e monastero di s. Lazzaro.
e dipinto, con due ampie sale e E assai elegante ed armonico, ma
molti comodi luoghi; riesce de' più poco frequentato per la sua lonta
sonori, mercè la curva della volta, nanza dal centro della città, il teatro
liscia e di poca centratura. La di Lentasio, di semplicissima forma,
chiesa di s. Maria della Scala era così detto per essere stato costrutto
•tata edificata da Regina della Sca- nel 18o5 nel sito della soppressa
48 MIL MIL
chiesa e monastero del Lentasio della lana e quella della seta fii
eretti da un arcidiacono di quel rtiu vi introdotte nel ii/|8 dagli
cognome. Ove esistevano la chie umiliati, quali alimentavano ses
sa ed il monastero de' ss. Co santamila operai pel lanificio, e
sma e Damiano sorge un elegan quarantamila per le seterie. Rag
tissimo teatro di declamazione, e- guardevoli sono le fabbriche di
retto da una società che assunse il stoffe di seta in ogni genere, e con
nome di Filo- Drammatici. Per l'ad- oro ed argento; lavori in tali ed
dietro due erano i tentri delle ma altri metalli ; istromenti di mate-
rionette, ma ora rimane quello solo matica, fisica, chirurgia, armi, ec. ;
detto del Fiando , dal nome del concie ed altre fabbriche; stampe
proprietario, comunemente chiama rie, librerie, litografie; manifattu
to Girolamo dal protagonista mon re di fiori e frutta finti: alcune
tariino. Da poco in qua se ne delle tante fabbriche sono premia*
pose uno corrispondente al ponte te e privilegiate. OlIre le chiese, i
de' Fabbri. palazzi ed i pubblici stabilimenti,
Fra le altre cose degne d' esse si trovano in Milano anche presso
re vedute in Milano, si osservano le i privati cittadini non poche galle
sedici colonne in marmo bianco rie, biblioteche e musei contenenti
d'ordine corintio, composte di quat molti oggetti d' arte meritevoli di
tro pezzi, che stanno lungo il cor osservazione. Come la copiosa rac
so di porta Ticinese, e che forma colta di quadri della casa Castel-
no il monumento più grandioso baico, cominciata con quella de'con-
delle antichità di questa città. Cre- ti Simonetta, poi cresciuta conti
desi una parte preziosa delle terme nuamente dagli attuali sontuosi
Erculee, fabbricate da Massimiliano possessori, ove in 22 locali sono di
Erculeo. Le opere che trattano del stribuiti più di mille dipinti d' (i
ie antichità di Milano sono nota gni scuola, incominciando dall' età
te nella citata bibliografia milane di Cimabue sino ai viventi. La gal
se. Il corso di porta Orientale , leria Borromeo ha oltre 4oo qua-
fiancheggiato di vari palazzi , il dri delle migliori scuole; le altre
più gradito e frequentato tratte più rimarchevoli sono le gallerie
nimento della popolazione. I pub Litta, Melzi, Aichinto, Scotti-Galle-
blici giardini deliziosissimi , con rati , ec. Celebre è la biblioteca e
luoghi per spettacoli popolari. Il museo Trivulzio; fra le biblioteche
principio della strada del Sempio- private la Litta è la più copiosa,
ne, opera delle più dispendiose e contando 3o,ooo volumi ; le rac
difficili che siasi intrapresa sotto il colte Verri, Taverna, Mulazzani ,
cessato governo italiano. Le strada Beccaria ; l' armeria Uboldo, com
ferrate di Monza, e quella Lombar posta di mille e più pezzi d' armi
do-Veneta che conduce a Venezia. di difesa e da offesa di epoche di
Milano contiene in genere di fab verse, riunita e messa in bell' or
briche e manifatture tutto ciò che dine dal cav. Ambrogio Uboldo ;
serve al bisogno, al comodo e al assai importante è la serie degli scu
piacere della vita. Le arti mecca di e degli elmi, la cui erudita de
niche sono quivi lodevolmente col scrizione fu nel t839 e 184i pub
tivate al paro delle liberali ; l' arte blicata dallo stesso colto possessore.
MIL MIL 49
Il museo del cav. Pelagio Pelagi, conti , la città ne fece acquisto
consistente in monumenti antichi di nel i■I 19. La congregazione muni
nazioni e di epoche diverse; il cipale è composta d' un podestà, e
gabinetto mineralogico fondato in sei assessori, oltre il consiglio com
sua casa dal conte Vitaliano Borro posto di sessanta nobili, e principa
meo, et ec. li negozianti. A spese della città è
Nel 121 5 per cura del podestà mantenuto un corpo di zappatori
Brunasio Porca novarese furono pompieri, istituito nel 181 1. Il carat
compilati gli statuti di Milano, testi tere morale de' milanesi li mostra
monianza di mero e misto impe inclinati alla beneficenza, alla tran
ro ; magistrato supremo era allora quillità d'animo, ai comodi della
il podestà, risiedendo la sovranità vita, ai divertimenti, senza pregiu
nel consiglio generale. Questi sta dizio dell' industria, delle arti e
tuti civili perderono ogni vigore manifatture, e de' buoni studi, (In
colJ'unità imposta dal codice Napo distinta mente vi si coltivano. La
leone, che abolì ogni legislazione dovizia e bontà de' cittadini, e la
spontanea. Franchigia nazionale fu ricchezza degli stabilimenti pubblici
il senato, istituito da Luigi XII. provvedono generalmente alla classe
La congregazione di stato antica indigente. Il dialetto milanese di
terminò col 1796. Ab antico la fondo, grammatica e costruzione i-
città per stemma porta in bianco taliano, ritiene alcuni modi, paro
la croce rossa, con ornato di pal le e pronunzie de' suoi diversi do
me e ulivi, simbolo di pace e di minatori, e moltissimo dei trova
guerra. L' arma viscontea, che fu dori o poeti provenziali che canta
quella dello stato, ed ora è dive rono le armi, gli amori, le cortesie.
nuta propria del regno, è la biscia L'attuale popolazione della cit
d' azzurro in campo d' argento, con tà di Milano e de' Corpi santi
fanciullo rosso nascente dalle sue (villaggi presso diverse porte ) è di
fàuci : di sua origine parlammo nel circa 2oo,ooo anime; anticamente
voI. XXJX, p. 59 del Dizionario. però era assai maggiore, e nel se
Lo stemma ecclesiastico della città colo XV contava quasi 3oo,ooo
e diocesi di Milano si compone abitanti ; ma le guerre e le pesti
delle immagini di s. Ambrogio in lenze ad un tempo ne diminuiro
mezzo ai ss. Gervasio e Protasio, no non solo la grandezza e l'opu
coll' epigrafe : Tales ambio defen- lenza, ma anche la popolazione.
soret. Il palazzo della città, nomi Nello spazio infatti di 666 anni,
nato Broletto, stava in piazza dei cioè dal 964 al 163o, la città ven
Mercanti, ove ancora sorge la tor ne afffi Ita da contagiose pestilenze
re della campana del comune, che per quattordici volte, fra le quali
ogni sera suona la rintoccata ; in la più crudele fu ne' tre anni che
prima fu dov' è la corte. La torre precedettero al i363, che secondo
fu eretta nel 1272 da Napoteone riferisce Pietro Azario vi perirono
della Torre, e fu abbellita dal pode 75,ooo persone; fatale fu quella
stà Bossi. Quello dove ora siede la ancora del 1461 che diè origine
municipalità, vastissimo corpo aper al lazzaretto; quella del 1376 in cui
to in due ampi cortili a portico, rifulse il prodigioso zelo di s. Carlo
fabbricato da Filippo Maria Vis- Borromeo; e nell'ultima del 163o
vol. xlv. &.
5o MIL MIL
morirono 2o,ooo persone. Circa Poeti, Dollino, Bellincioni, Biffi, Vis
a5o sono gl'israeliti ed altrettanti conti, Raineri, Maggi, Alessandro
gli acattolici. In Milano I" aria vi è Verri, Parini, Monti. Medici, Piro
salubre, nè frizzante, nè rilasciata, vano, Varese, Sacco, Rasori. Mili
massime dopo che furono tolte le tari, i Torriani, i Visconti, i Tri-
risaie dalle sue vicinanze. A p. 377 vulzi, Serbelloni, Medici. Scienziati
della bibliografia milanese, dell'o e scrittori diversi. Maino, Piatti,
pera citata, sono riportate le storie Paciolo, Maioragio, Alciato, Carda
di persone illustri o nobili fami no, Benzoni, Busca, Cicerano, Ot
glie milanesi. Molti santi e sante tavio Ferrario, Gregorio Leti scrit
milanesi accrebbero i fasti della tore maligno, Cavalieri, Ceva, Bec
Chiesa, su di che si possono vedere caria, Frisi, Lecchi, Pini, Regi, O-
Bosca, Martyrologitmi ecclesiae Me- riani, Sacchi, Carpani, Marchesi,
diolanensis, i695. Sormani, La Carli, Gioia, Romagnosi, Custodi ;
gloria de santi milanesi, i76i. Fio e tra le donne la celebre Agnesi
rirono altresi gran numero di mi che ottenne una cattedra di ma
lanesi nelle armi e per valorose tematica nell'università di Bolo
imprese, nella letteratura e nelle gna, e la famosa Manzoni che s'il
belle arti, di cui discorrono le o- lustrò nella poesia. Nelle arti e nel
pere bibliografiche notate a p. 384 le scienze tuttora fiorisce un eletto
e 385. Tra gli altri nomineremo, numero di chiari ingegni. Milano
il poeta latino Cecilio Stazio, lo diede alla Chiesa universale, oltre
storico Valerio Massimo, Salvio Giu un grandissimo numero di vescovi,
liano compilatore dell' Editto perpetuo cinque sommi Pontefici, cioè Ales
e prefetto di Roma, gl'imperatori ro sandro II Baggio o Badagio, Ur
mani Elvio Pertinace e Giuliano Di- bano III Crivelli, Celestino IV Ca-
dio, ed oltre i nominati di sopra ed stiglioni, Pio IV Medici, e Grego
altri che ricorderemo, fra gl' innu- rio XIV Sfrondati oriundo di Cre
inerabili illustri milanesi registre mona; ed al sacro collegio i se
guenti cardinali, ad ognuno de'qua-
remo i seguenti. Nella storia, Co-
li premetteremo l'epoca dell' esalta
rio, Calco, Ripamonti, Giulini, Osio,
Puricelli, Verri, Allegranza, Fuma zione, e tutti come i Papi hanno
galli, Bianconi. Nell'architettura, le loro biografie.
io6i s. Anselmo Baggio o Ba
Giambattista e Santo Corbetti, So
dagio. io88 Conte. ii 38 Tom
laro, Agrippa, Giacomo della Por
maso. i i44 s- Guarino Foscari.
ta, Tibaldo, Bassi. Nella pittura ,
i i 55 A rdizzone Rivoltella. nb5 s.
parecchi usciti dalla scuola del Vm
Galdino Valvassi-Sala. ii73 Uber
ci, Lomazzo, Crespi, Campi, Pro
to Crivelli, poi Urbano III. ii82
caccini, Bossi, Appiani. Nella scol
Albino. ii98 Uberto Terzago, U-
tura, Marco Agrato, Girolamo e
berto Pirovano. i227 Goffredo Cn-
Guglielmo della Porta, Buonv.c.no,
stiglioni, poi Celestino IV. i*4 +
Rusconi, Albertolli. Altri artisti,
Goffredo Castiglioni. i28i Glusa-
Caradosso, Saracchi, Crist.ano Santo nio Casati. i288 Pietro Peregrossi.
Agostino, Guzzi, Domenico de Cam i 375 Simone Brussani. i4" Bl"",-
mei Giovanni delle Cormole, Ja da Castiglioni. i439 Gerardo Lan-
copo da Trezzo, Birago, Rossi, Del-
driani aVCapitani. i456 Giovanm
finone, Paladini, Figino, Pellnone.
MIL MIL 5i
Castiglioni. i4?3 Giovanni Arcim- Antonio Eugenio Visconti. 1776
botdi. i4&3 Gianiacopo Scalfenati. Giovanni Archinto, Angelo Maria
i484 Ascanio Maria Sforza. 1 4^3 Durini. 1789 Ignazio Busca. 1794
Giannaotonio Sangiorgi. 1 5oo Anto Antonio Dugnani. 18o1 Gian Fi
nio Trivulzio. i5i 7 Scaramuccia lippo Gallerati Scotti, Lorenzo Lit-
Trivulzio, Agostino Trivulzio. i535 ta. 18o2 Carlo Crivelli. i8o/j
Jacopo Simonetta. 1 54* Giovan Carlo Opizzoni.
ni Moroni. i544 Francesco Sfon- Fuori delle mura di Milano
drati . [J)'| Giannangelo Medi crescono i borghi e nominatamen
ci, poi Pio IV. i557 Antonio Tri te quello degli Ortolani e quello
vulzio. i56o Giannantonio Ser- di s. Gottardo. Importantissimi so
belloni, s. Carlo Borromeo. i56i no i contorni del contado di Mi
Lodovico Simonetta. i565 Carlo lano, ma solo accenneremo alcuni
Visconti, Francesco Abondio Casti de' principali. Un miglio circa da
glioni, Alessandro Crivelli, France Milano vi è la strada che riesce
sco Alciato, Francesco Crasso. 1578 due miglia all' abbazia di Chiara-
Renato Birago. i583 Nicolò Sfon- valle (Vedi). II monastero andò in
drati, poi Gregorio XIV. i587 Fe parte distrutto, avendovi cessato i
derico Borromeo. i588 Agostino cisterciensi nel 1797; la chiesa è
Cusani. 159o Pietro Emilio Sfon delle più notabili della diocesi. Fu
drate 1 "gì Flaminio Piatti o Pla edificata sulle rovine d' una pio.
to. i598 Alfonso Visconti. 16o4 vecchia verso il fine del secolo XIII,
Ferdinando Taverna. 1621 Giulio ed è di quello stile che dicesi go
Roma. 16a9 Teodoro Trivulzio. tico, divisa in tre navi, attraversata
i633 Cesare Monti. 1652 Luigi in cima da un lungo braccio che
Alessandro Omodei. 1 654 Giberto gli dà figura di croce . La na
Borromeo. 1657 Camillo Melzi. ve maggiore è tutta dipinta dai
1666 Alfonso Litta. 1667 Vitalia fiamminghi, e finisce nel coro con
no Visconti. 167o Federico Bor sedili di noce diligentemente inta
romeo. i68t Federico Visconti. gliati. L' altare maggiore ha pre
1 69o Ferdinando d' Adda, Luigi gevole dipinto, de' quali nelle cap
Omodei. 1695 Jacopo Antonio Mo- pelle ed altrove ve ne sono altri.
rigia, Federico Caccia, Celestino Vi è la cupola con campanile con
Sfondrati. 1699 Giuseppe Archinto. bei lavori: quivi ebbero sepolcri i
1712 Agostino Cusani. 17i3 Be Torii. mi, gli Archintì ed altri. Nella
nedetto Erba Odescalchi. 1 7 1 5 strada Pavese, un miglio lunge il
Bernardino Scotti. 1717 Giberto famoso castello di Binasco, sorge la
Borromeo. 1739 Gaetano Stampa, Certosa ( Fedi) detta di Pavia,
Marcellino Corio. 1 743 Gioacchino uno de' più sontuosi edifizi d'Eu
Besozzi, Giuseppe Pozzobonelli. 1747 ropa. Dice il Marini, Archiatri l.
Gio. Battista Mesmer. 1753 Fabri I, p. io5, che Gian Galeazzo Vis
zio SerbeIJoni, Gio. Francesco Stop- conti , disgustato di Urbano VI
pani, Carlo Francesco Durini. 1756 perchè non potè avere il titolo di
Alberico Archinto. 1739 Ignazio re, segui le parti dell' antipapa
Crivelli, Antonio Maria Erba Ode- Clemente VII, quando con affetta
scalchi, Giuseppe Maria Castelli. ta ed apparente religiosità gli fece
1766 Vitaliano Borromeo. 1771 cader nel pensiero di voler edifica
5* MIL MIL
re la magnifica Certosa di Pavia, no due cappelle sontuosamente or
con un tempio di quaranta altari nate : in angolo vedesi il mausoleo
per offerirvisi giornalmente altret del fondatore, ricchissimo di scol
tanti e più sacrifizi, la qual cosa ture. Il magnifico monumento di
fu subito dall' antipapa approvata Gian Galeazzo , isolato , è uno
non bolla degli i i luglio i394, clie de' più grandiosi per la mole e
riporta nel t. II, p. 53, avvertendo per merito (l' arte. A molte finestre
che l' ignorò lo stesso p. Tromby. sono bellissimi vetri colorati ; ed
Però la prima pietra vuolsi gettata agli altari laterali dei bracci della
da Gian Galeazzo agli 8 settembre croce, sono quattro stupendi can
1396. II Visconti verso il i399 vi delabri di bronzo. La cupola è tut
chiamò i certosini che compirono ta dipinta a buon fresco. Ricca ba
splendidamente l' edilizio , vi stet laustrata sta innanzi all'altare mag
tero fino al 1782, e vi furono re giore, il quale è tutto commesso a
integrati nel 1843. Del tempio al gemme, e fregiato di vaghissime
cuni reputano architetto Enrico scolture. Sono degni pur di consi
Gamodia. altri Marco da Campio derazione la vecchia e nuova sacre
ne : lo stile non gotico tedesco, ma stia, il lavatoio e il refettorio de'mo-
piuttosto di quello che allora do naci ; il gran chiostro coi ventiquat
minava, ha queir eleganza che sul tro casini isolati, con orliceli! per
principio del secolo XV appariva le abitazioni de' religiosi, ispira vene
in tutte le arti del disegno. Ha tre razione e raccoglimento. La Certosa
navi e forma di croce latina ; la forma come il Vaticano una piccola
facciata di stile bramantesco fu co città. Benchè soggiacque a molte
minciata nel )473 sui disegni di dilapidazioni, questo monumento è
Ambrogio da Fossano, adorna di ancor grande. Prima di questa ce
gran numero di scolture ed orna lebre Certosa, nella strada del Sem-
ti i più squisiti del secolo XV. La pione altra u' era stata fondata nel
porta che mette al tempio è ope 1 349 da Giovanni Visconti arcive
ra d' Agostino Busti, ricca di su scovo e signore di Milano , finita
perbi fregi e storie a bassorilievo, nel i353, quando il Petrarca di
fra le quali primeggiano la fonda morava presso il Visconti; più vol
zione fatta dal Visconti, e il tras te si restaurarono la chiesa e il
porto delle di lui spoglie mortali monastero : questa chiamasi la Cer
nel tempio, la cui interna veduta tosa di Garegnano.
è veramente maestosa. La volta è Il Lago maggiore o Verba-
dipinta ad oro ed oltremare con no, sulle sue riviere , sui mon
stelle d'oro; i piloni rivestiti di ti e nelle valli circostanti offre
marmo, fregiati di statue; le quat i più svariati prospetti , e vi si
tordici cappelle nelle navi ornate di vedono i begli orrori selvaggi del
preziosi marmi, di tavole, di affre le Alpi , e le bellezze pittoresche
schi, di bassorilievi, di paliotti di dell'Italia: la sponda orientale ap
squisito lavoro. Un cancello magni partiene al regno Lombardo-Ve
fico introduce alla crociera del co neto, da Sesto a Pino; l'occiden
ro, che precede il santuario ; gli tale agli stati sardi sino a Bris-
stalli ne sono intagliati con artifi sago; e fra Brissago e Pino ambe
cio finissimo. Nella crociera spicca- due le sponde al cantóne svizzero
ìMIL MIL 53
del Ticino. Questo lago, uno dei a cui conduce un'agevole via sparsa
più ampi d'Halia, è nutrito spe di alcune cappelle. Fu innalzato
cialmente dalla Toce e dal Ticino; nel i697 a spese degli abitanti
ba acque trasparenti che contengo de' contorni e della famiglia Bor
no varie specie di pesci e delle romeo. La statua ha 28 metri d'al
tratte, alcune delle quali grandissime. tezza, e 2o il piedestallo di granito:
In ampio seno si presentano sulla testa, piedi e mani sono di bron
riva orientale ungera, Arona sul - zo fuso, il resto di grosse lastre di
l' occidentale, che si fanno l' una rame, mentre le barre che queste
all'altra prospetto, gloriose ambe sostengono fanno scala per salir si
due del nome de' Borromei ; e ver no al capo. Il disegno è del Cera
so la metà della riva occidentale no, l'opera di Siro Zanella pavese
evsi la baia della Toce, ove si tro e di Bernardo Falconi luganese;
vano le famose isole Borromee. An mirabili le proporzioni. Valicata a
gera ha favolosa origine, eli ia mossi sinistra del Lago maggiore la pun
anticamente Stazzona, vi fu stazio ta di Belgirate, si è in quel seno
ne militare, poi emporio di fiorentis- del lago in cui sorgono le decan
simo commercio. I conti di Ange- tate isole Borromee, che vedonsi
ra o Angleria ebbero origine, se emergere come un mazzo di fiori.
condo la tradizione, dai re longo Prima presentasi alla vista l'isola di
bardi, ed a loro si attribuisce la s. Giovanni, segue l'isola Madre che
costruzione della rocca. L" arcive sorge in mezzo del seno, poi l' iso
scovo Ottone Visconti, toltala ai la Bella, già Isabella dal nome di
Torriani, la fece rifabbricare ed or- una d' Adda moglie di un Borro
naie di pitture allegoriche alla bat meo, che in parte nasconde la Su
taglia da lui vinta a Desio. Dopo periore. L' isola di s. Giovanni det
Ottone, i Visconti e gli Sforza pre- ta Isolino, e la Superiore che di
-i ro il titolo di conti d' Angeia, an cesi anco de' Pescatori, fanno bel
zi usarono conferirlo ai propri pri contrasto colla sfoggiata magnifi
mogeniti. Filippo Maria Visconti nel cenza delle isole Bella e Madre, e
i439 die in feudo questa signoria questa resa più vaga dalla natura
ai Lìoriomei, che tennero molta cu fa bel contrasto con quella, in cui
ra della rocca, ed il cardinal Fe I' arie raccolse tutti i suoi ornamen
derico, rivendicatala dal fisco, la in ti, ingegni e graziose bizzarrie. Fu
grandì e vi aggiunse nuovi edifizi. il conte Vitaliano Borromeo che
II giardino contiguo ha romane e- nel i637 trasformò tale scoglio in
pigrafi. Feudo de' Borromei fu pu un luogo di ricercate delizie, con
re Anna, nella cui rocca atterrata dieci giardini posti a scalinata, con
nel i8oo, nacque s. Carlo; accre ridente selva d'aranci, di folto bo
sciuta a' dì nostri dal triiliico, eb sco d' allori, di torri, d' archi, di
be titolo di città. La maggior sua statue, e cl' un grandioso palazzo
chiesa è di corretto stile. Il nuovo ore sono profuse tutte le squisitez
teatro, le pubbliche scuole, le bel ze, i cui sotterranei formano un
le case e le pulite vie, la rendono appartamento a musaico da stupo
pregevole. Lustro maggiore le viene re. Inoltre nell' isola Bella è una
dal famigerato colosso di s. Carlo, galleria con pregiate tavole; ed in
che sorge sopra un prossimo colle, quella Madre sonovi cinque gnu-
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dini, ed ampio bosco d' allori, d'a da, s. Maurizio, s. Gerardo. Gran
beti e cipressi. dioso è il seminario, con due por
Faremo per ultimo parola di tici di 88 colonne di granito ; ele
Monza , oltre quelle dette altro gante il teatro, bello il ponte sul
ve, come all'articolo Corona fer Larobro, ampio il collegio de' bar
rea, ove dicemmo di essa e del nabiti, ragguardevole il palazzo mu
tesoro della basilica di san Gio nicipale, importante I' archivio. I
vanni Battista, edificata dalla regi dintorni offrono una serie di ame
na Teodolinda, la quale in essa ri ne ville, oltre la villa reale, delizia
pose i doni di s. Gregorio I, ac degna di principi e rinomata in
cennati all' articolo Longorardi. tutta Europa; il parco reale è uno
Monza sotto i romani fu chiamata de' più vasti d'Italia, comprendendo
Moguntia, perchè Augusto ne fece i i ,ooo pertiche di terreno. Il pa
un luogo di ritiro pei soldati clic lazzo venne eretto nel i777 dal
aveano combattuto a Magonza ; poi l' arciduca Ferdinando con disegna
fu detta Modoetia, e Teodorico re di Piermarini, ove l' Appiani di
de' goti vi eresse un palazzo. Sotto pinse la favola di Psiche.
i longobardi divenne la favorita re Milano, Mediolanum, già capita
sidenza d'alcuni loro re; e Federi le di tutta la Gallici Cisalpina
co I v'ebbe un paluzzo. Soggiacque a (fedì), e più volte residenza degli
varie vicende, secondo che fu con imperatori occidentali e de' re di
traria o favorevole a' milanesi : da Italia, non che capitale dell' Insu
Carlo V venne data in feudo ad bri;), nome antico di quella porzio
Antonio di Leyva governatore di ne della Lombardia (Fedi) fra l'Ad
Milano, indi fu da Antonio venduta da e il Ticino, i cui popoli chìa-
per 3o,ooo ducati ai conti Durine marousi insubri, i quali seconda
ed ora ha titolo di città ; e per Tito Livio erano celti o gauli ; è
industria, popolazione, e vanto di vero però che sotto il nome d'in
antiche e recenti memorie primeg subri si comprendevano pure mol
gia fra tutte le terre del contado ti popoli, i primi de' quali erano
milanese. La basilica fu ingrandita venuti dal nord : sembra che il lo
nel secolo XIV coi disegni di Mat ro nome primitivo fossero ombri,
teo da Campione. La facciata di significante nella loro lingua valo
stile gotico, di marmi bianchi e rosi. Vaghe ed incerte sono le o-
peri, con bassorilievi, statue e a- pinioni del nome Milano, come sul
rabeschi, ha sulla porta maggiore la origine de' primi abitatori del
la statua in rame dorato del Pre suolo milanese. Risalgono alcuni al
cursore. L' alto campanile è gran le origini etriische, e supponendo
diosa fabbrica del Pellegrini, che Olenio od Olnno Galeno, Incumo
disegnò pure I' elegante battisterio. ne etrusco, venuto nell' lusnbria,
Il tempio ha tre navi, ed è adorno altro capo introducono di quella
di assai pregevoli dipinti : I' altare nazione detto Medo, e da que'due
maggiore disegnato dall' Appiani, è nomi riuniti, deducono quello di
ricco di paliot to d' argento dorato, Milano o Mediolano, come accenna
con bassirilicvi , gemme e smalti. 1' Alciati. Altri la credono cosi det
Delle altre chiese di Monza, le più ta quasi in medio omnium, perchè
ipteressnnti sono s. Maria in lstin- posta tra i due fiumi Ticino ed
MIL MIL 55
Adda -, ricorrono altri ad origini gati dagli etruschi, che istituite do
celtiche, dalle quali verrebbe quel- dici città chiamarono Etruria nuo
la denommazione ad indicare una va, abbiano questi ultimi ad essere
citta posta in mezzo alle terre ed considerati come i principali abi
alle pianure, e come ora direbbesi tatori del milanese, sembra essere
mediterranea. Sembra priva di fon quasi una certezza che Milano, si
damento la supposizione del ritro tuata ncll' Insubria, sia stata fonda
vamento di una troia col tergo la ta od almeno ingrandita nell' anno
nuto solo per metà, all' epoca in 59o prima di Gesù Cristo, da Bel-
cui Belloveso determinossi alla fab loveso capitano dei gallo-insubri
bricazione o piuttosto alla riedifi nell' Italia (fedi) superiore, e ni
cazione di Milano ; si abbracciò tut pote di Ambigato principe de' cel
ta ria quel/a tradizione, confermata ti. Belloveso con una banda di bi-
dai vem di Claudiano e di Sido- turigi, edui, arverni, gessati e am-
aio Apollinare , perchè riguardan barri, dopo aver cacciato dal pae
dosi Milano a qualche epoca come se gli etruschi, colla pace compi le
una seconda Roma, -vi si trovò u- opere di essi. Ogni borgata ebbe
na certa conformità con Roma me un capo gallo; con rozza e robusta
desima, ponendosi la troia quasi al religione veneravano le forze della
confronto colla lupa allattatrice di natura, imponendo i druidi leggi
Romolo e Remo. Se però è vero e superstizioni ai popoli. Quanto
che i galli giunti in Italia, cogli in- fossero fieri lq provò Roma, che
«bri si collegarono più facilmente, salvata dai valorosi difensori della
perchè trovarono il nome di una patria, costituì un tesoro apposta
città corrispondente a quella di un da non toccare se non quando i
loro borgo o villaggio, sotto il no galli minacciassero.
me di Milain, presso Autun, con Da prima Milano non fu che un
viene supporre il nome di Milano borgo, ma ben presto divenne il
più antico della venuta de' galli. luogo principale de' galli-insubri-ci-
Alla tedesca lingua di quei popoli, salpini ; il perchè conoscendo Ro
May-land, o paese di maggio, e ma non potersi tenere sicura fin
propriamente in gallico Med-lan, chè non dominasse la Gallia Cisal
fertile paese, e Met-lan, in mezzo pina, com' essa intitolò l' Insubria,
alle pianure, onde altri Mediala- perciò Lucio Furio e Caio Flami
num si riscontrano in Francia. Om- nio consoli romani varcarono il K*o
mettendo le opinioni che alcuni coll' esercito ; ma sconfitti si rifu
storici e filologi ci lasciarono sui giarono tra' cenomani, dalia Gal
primi abitatori del suolo milanese, lia venuti sul bresciano e sul ve
e non disputando se tal preminenza ronese, i quali disertando la cau
si debba accordare, secondo Stra- sa nazionale, s' allearono ai ro
bone, ai primi discendenti di Noè, mani, che senza tregua molestava
o agli 0i olii!, secondo altri, oppu no l' Insubria. Allora i galli ten
re agl'insubri, la cui principale re tando l'estremo caso, nel 222 fu
sidenza dicesi essere stata nel luo rono vinti da Marco Claudio Mar
go chiamato Rnudiì Campi o Ca cello e Gneo Cornelio, e Virido-
lte! Seprio, e passando sul dubbio maro ultimo re de' galli-cisalpini
K quei due popoli vinti e soggio- restò ucciso sul campo, indi Mila
56 MIL MIL
no soccombette ai vincitori, e Mar essere tutto mirabile, abbondanza
co vi entrò trionfante. Dopo che d' ogni cosa, belle case, doppio mu
Mario n Vercelli sbaragliò una nuo ro, circo, teatro, templi, palazzo,
va irruzione di cimbri, dal conso zecca, terme, marmorei portici, fe
li; Publio Cornelio Scipione Nasica, condi ingegni, costumi all' antica,
l'anno 191, seguita la ritirata di per cui quasi non avea di che m
Annibale (il quale da Milano ave vidiare Roma. Frattanto noo solo
va ricevuto opportuni soccorsi), la l' evangelo erasi propagato in Mi
Gallia Cisalpina fu ridotta a pro lano e nella regione, ma fioriva
vincia, e Milano fu onorata del ti nel sangue de' suoi martiri, e Co
tolo di primaria città dell' Insubria, stantino imperatore nel 3i3, dopo
soggetta però a leggi e magistrati aver dato in Milano sua sorella m
romani ; e sotto il consolato di isposa a Licinio imperatore, vi pub
Pompeo fu onorata del nome di blicò la legge ove tollerava qua
seconda Roma, come la più ricca lunque religione, primo passo a
e maestosa delle altre città della render dominante la vera, legitti
provincia. Tra gli altri l'ebbe in mando l'esercizio del culto cristia
governo Cicerone, e poi Bruto cui no. Inoltre dividendo Costantino
i milanesi eressero una statua. Giu l'Italia in due parti, stabilì Milano
lio Cesare già noli' anno .(8 avan capitale della settentrionale, e la
ti la nostra era, avea concessa la residenza di un vicario distinto che
cittadinanza romana alla Gallia governava sette provincie: la Ligu
Cisalpina, e Milano venne ascritta ria nella quale era compreso il mi
alla tribù Onfentina, perciò teneva lanese, l' Emilia, la Flaminia, il
comizi propri, e raccolti i voti li Piceno annonario, la Venezia col-
mandava suggellati a Roma, per l' Istria, le Alpi Cozie, e le due
valere come fossero dati di presen Rezie. Continuando Milano ad au
za. Neil' impero , la Gallia restò mentare in ricchezza e magnificen
sotto l' immediata tutela del senato za, giunse al suo più alto grado
romano, e solo a' tempi di Adria di splendore, a segno che gli stes
no vi fu spedito un prefetto, pro si imperatori vi fissarono la loro
teggendo il popolo i difensori della ordinaria residenza nel secolo IV e
città, specie di tribuni. Ad abbat e nel principio del V.
tere il dominio di Roma, i germa Parteggiando l' imperatore Co
ni minacciarono le sue provinote e stanzo per gli ariani nemici di s.
l' Italia, onde sembrò agl' impera Atanasio, e trovandosi in Milano,
tori necessario risiedere più vicino ivi nel 355 fece con violenza con
alle Alpi. Prima vi stavano a tem durte il Papa s. Liberio, ma non
po, poi quando la difesa rese ne gli riuscì largli abbandonar la di
cessario dividere l'impero, Massi fesa di s. Atanasio, onde l' esiliò in
miano Erculeo vi si fermò sta Tracia. Nel 365 gl' imperatori Va-
bilmente, cinse di mura la città, e lentiniano I e Valente, essendosi
l'abbellì nelt'anno 295 della no tra loro diviso l' impero, il primo
stra era, poscia abdicò all'impe si tenne la parte occidentale, e non
ro nel 3o5. Il poeta e console in Roma ma iu Milano fermò la
Ausonio quindi celebrò in versi le sua sede. L' imperatore Valenti-
sontuosità di Milano, dicendo ivi niano Il incaricò s. Ambrogio di
AfIL MIL 5?
dissuadere V imperatore Massimo sotto il dominio di essi, che incomin
dall' invadere l'Italia, e di doman ciarono quel regno che lasciò il no
dargli it cadavere dell' ucciso im me al paese, scegliendo per sede Pa
peratore Graziano; e morendo gli via. Il re Alboino impose a Mila
lasciò raccomandati i suoi figliuoli. no per duca uno de'capi dell' eser
Il santo io più incontri con sacer cito, che sparti fra' suoi fidi le
dotale franchezza parlò all' impera terre, e gli abitanti ridusse a con
tore Teodosio I mentre era in Mi dizione di servi : il duca pose sua
lano, e gli vietò la comunione e corte a Cordusio, curia diicis, epo
l' ingresso alla basilica Porzinna do ca fatale e terribile, in cui restò
po l'eccidio di Tessalonica. Avendo Milano oppressa e negletta. Il Pa
lil.uWo I spartito in due tutto pa Adriano I, avendo invocato il
I 'rapero, Costantinopoli fu metro- soccorso di Carlo Magno, questi
jiolì tir.T orientale , dell' occiden coll' imprigionamento del re Desi
te 3/ilano , da cui dipendeva- derio, nel 773 o poco dopo diè
»o l'Italia , P Africa , la Gallia , termine al regno longobardico, e
'a Spagna, la Bretagna, il Norico, principio a quello nuovo lI' Italia.
la I 'ìi ii in mia, la Dalmazia e mezza I longobardi aveano tenuto il cle
lliiiia. Ma venendo presa e sac ro in assoluta soggezione, e Carlo
cheggiata Alilano nel 4'2 da Atti Magno per consolidare il suo po
la re degli unni, cessò di essere tere lo fece intervenire alle assem
tesidenza degl' imperatori, come blee, considerandolo come gli altri
cessò allora di essere metropoli del possidenti. In tal modo crebbe l'au-
l' Insnbi ia. Nel 4?6 cadde in po torilà episcopale, e l'arcivescovo
tare degli eruli comandati da O- di Milano divenne il personaggio
duacre, che si proclamò re d' Ita più ragguardevole di Lombardia, e
lia, dando termine all'impero d'oc contrappeso all'armata potenza dei
cidente. Kel 493 Teodorico re dei conti, ciò che il popolo vide vo
goti se ne lece padrone, ma la lentieri.
maggior depressione della città ed In processo di tempo, sotto i de
il più grande suo avvilimento fu boli successori di Carlo Magno,
nel 539, quando soggiogata da U- l'arcivescovo di Milano cogli altri
raia nipote e generale di Vitige, vescovi più volte elessero il re in
hos ossi spogliata de' suoi abitanti, Lombardia. Il magnanimo arcive
i eguali, escluse le donne date ai scovo Ansperto da lliassono, ricinse
borgognoni, furono tutti crudel la città di forti mura, verso I'879,
mente trucidati. Tanto fece Uraia la ristorò dalle passate rovine, l'ab
considerando Milano ribelle e par bellì con edilizi, e singolarmente
teggiare per gl'imperatori greci che coll'atrio di s. Ambrogio. I vesco
pretendevano l' Italia. Iu fatti, ve vi fatti potenti, conferirono la coro
nuti Belisario e Narsete generali na d'Italia non più a stranieri,
di Giustiniano I, la città divenne ma ad italiani, per cui nell'888
suddita degl'imperatori d'oriente, e Berengario duca del Friuli fu co
molti de' fuggiti ripatriarono. Men ronato dall'arcivescovo Anselmo.
tre Piarsete cominciava a ricingerla Gli disputarono quella dignità i re
di mura, venuto in Italia nel 568 di Germania ; poi Lamberto duca
Alboino coi longobardi, Mi la no passò di Spoleto, eletto da una fazione
SS MIL MIL
contraria all'arcivescovo di Milano, di s. Ambrogio. Ottone I per repri
assediò anche e prese Milano nel- mere i suddetti signori feudatari irre
l'896. Qui cominciarono le gare quieti, per farsi amici i comuni rico
fra vari re, duranti le quali l'ar nobbe i privilegi che già eransi pro
civescovo e il popolo crebbero di cacciati. Quando Landolfo arcivesco
importanza , perchè gli emuli cer vo ottenne l' intera giurisdizione di
carono amicarseli con doni e pri conte di Milano , e nominava i
vilegi. Intanto sopraggiunsero gli magistrati, i nobili si opposero, ma
unni a devastare le campagne, e falliti nell'impresa accettarono feu
Milano si accrebbe colla distruzio di da esso. Divenuto arcivescovo
ne di Pavia ordinata nel 9a4 da Eriberto da Cantò, pretese ch'essi
Berengario condottiere degli unga fossero suoi vassalli, e vintili nel
ri o unni : nel 945 vi si tenne la i0 3(3 invitò Corrado II re di Ger
prima dieta per l'elezione del re mania a venire per la corona di
d' Italia. Passata nel 962 la coro ferro, e lo trattò splendidamente e
na imperiale ai tedeschi, fu l'Italia lo form di truppe per soggiogare
unita alle sorti di Germania (Ve i pavesi . Ingelosito V imperatore
di), non perchè gl'imperatori pro della potenza clericale, imprigionò
priamente la padroneggiassero, ma ne Eriberto che fuggito rientrò in Mi
aveano l'alto dominio, governando lano per difendersi, e per mante
si i principati, le repubbliche e si nere l'ordinanza militare inventò il
gnorie a proprio piacere, solo ob carroccio, sul quale pose lo sten
bligati all'omaggio di sovranità e dardo di s. Ambrogio, come si
ni servigio militare. Gli elettori del disse all'articolo Carrozze ed al
l'impero sceglievano il re di Ger trove. L'arcivescovo nel io37 trion
mania, che ad Aquisgrana prende fò dell'imperatore e de'nobili, che
va la corona d'argento; poi sceso dovettero sottomettersi, talchè tro
in Italia, i signori e vescovi lo ri vandosi sotto la giurisdizione mede
conoscevano, indi consecrato re d'I sima i liberi cittadini e i vassalli, re
talia a Milano o a Monza colla stò costituito il libero comune. Osser
corona di ferro dall' arcivescovo di va il Muratori che i milanesi furono
Milano, passando a Roma vi rice- de'primi a mettersi in libertà, cac
vea dal Papa la corona d'oro e il ciando i ministri cesarei ed eleggen
titolo d'imperatore: i lombardi gli done de'propri, prendendo qualche
pagavano il viaggio, e l'imperatore forma di repubblica. Le guerre in
se n' andava e spesso non ricom testine prodotte dai simoniaci e
pariva più , e i signori tornavano a nicolaiti dierono I' ultima mano
fare ogni loro voglia come indi all'emancipazione della plebe mila
pendenti ; cose tutte trattate a'loro nese; già avea cacciato di città col
articoli, come Coronazione, Impero, loro capo Lanzone, Eriberto nel
ed altri relativi. Vedasi Francesco io4*. Verso questo tempo si ripor
Anto li ni: Dei re d'Italia inaugu ta la primaria origine de' famosi
rati o no con la corona ferrea , Umiliati (Vedi), avvenuta quando
Milano i838. l'imperatore Enrico III occupata
Valperto de Medici arcivescovo-di Milano mandò in Germania pres
Milano, invitò Ottone I a venire in sochè tutti i cavalieri che vi tro
Italia, e lo incoronò re nella basilica vò, i quali vesti ronsi di bianco, ed
MIL MIL 59
ottennero ripatriare , onde riuniti tore, ed Innocenzo II mandò loro
dal ven. Meda furono approvati per legato s. llei nardo, il quale ri
dalla tanta Sede nel iii7. Il Pa cevuto con sommi onori li riconci
pa Alessandro II portossi a Milano e liò colla Chiesa, essendo stati sedot
nel io67 iì canonizzò s. A rialdo dia ti da Anselmo vescovo intruso. Vo
cono, martirizzato nel precedente lendo Federico I Barbarossa rimet
anno a' 18 giugno dai nico'aiti e tere l'impero in vigoria, dopo che
simoniaci concubinari ; questi nel i predecessori aveano domato i feu
i076 martirizzarono pure s. Er- datari coll'alzar i comuni, a questi
lembalJo nobile milanese, che Ur volle por freno colle armi. Prese
bano II reduce da Francia cano le parti de'lodigiani, e devastò mol
nizzò io Milano nel io96. Nel io93 te terre de'milanesi, massime Tor
Miiano si sottrasse interamente nel tona , togliendo a Milano \ dazi
politico da ogni dipendenza dall'im e la giurisdizione, dopo essersi im
pero, regnando Enrico IV, che es padronito della città con lungo
tendo in guerra col Papa non po blocco nel ii 58. I milanesi alla
tè usar della forza. Alla crociata sua partenza cacciarono nell'anno
promulgata da Urbano II si asso seguente il presidio, indi ripresi i
ciarono molti milanesi, tra' quali i loro diritti, portarono la guerra
Selvatici, i Ro, i Roci, e Ottone contro quanti avevano secondato
Visconti che conquistò in oriente l'imperatore, e riedificarono Torto
lo scudo della serpe, che divenne na. Tornato Federico I con più
la gloriosa insegna dello stato. Pre robuste armi, con centomila uomi
cedette i crociati I' arcivescovo An ni, cui associaronsi le milizie di più di
selmo da Boisio con un braccio di trenta città italiane, spaventate dal
s. Ambrogio, e vi morì di ferite. crescente potere di Milano, la cit
Quelli che tornarono con Angil- tà come ben forte si pose in dife
berto Pusterla e Senatore Settala sa, ma la fame e le malattie la
/ondarono il pio luogo delle quat costrinsero a cercar patti. Federico
tro Marie, ed altri la chiesa di s. I in Roncaglia li accettò, esigendo
Sepolcro. d' imporre i magistrati, ciò che i
Governandosi i milanesi coi loro milanesi ricusando, I' imperatore li
consoli, la prosperità infuse smania pose ul bando dell' impero , fece
di dominar sui vicini, e comin mutilare chi poteva prendere, e po
ciarono guerre fraterne. Tutte le se l'assedio a Milano nel ii62.
città vicine tremavano alla sola Inesorabile non volle accordar con
minaccia de' milanesi di fare uscire dizioni, la prese nel marzo, ordinò
dalle porte il terribile carroccio ; agli abitanti che tutti uscissero e-
quindi Milano alzossi al punto di suli nelle vicine terre, abbandonan
essere considerata la prima città di dola al furore degli altri italiani,
Italia. Lodi venne ridotta in cene che vi sfogarono la loro invidiosa
re nel i i i i ; Como nel i i27 di rabbia. Federico I guastò, ma non
roccato dopo dieci anni d'attacchi ; distrusse le mura coronate di fre
indi Pavia e Cremona furono mi quenti torri , e non vi sparse il
nacciate coll'esercito. Intanto i mi sale come dice la leggenda: i mi
lanesi seguirono le parti di Cor- lanesi soffrirono cinque anni di du-
iado HI contro Lotario II impera- ro esilio prima di ripatriare.
fin MIL MIL
Non nudo guari che considerati da Italia. Nel ii86 si creò in Milano
Federico I gl'italiani come gente con un magistrato col nome di podestà,
quistata, giurarono essi difendeisi venendo a ciò eletto Uberto Vis
u riedificar Milano, che nell' aprile conti piacentino; questa magistra
ii67 vide i suoi emuli concorrere tura però andò soggetta a varie
al suo risorgimento e fortificazioni, vicende secondo le dominanti fa
ciò che non potè impedire l'impe zioni. Risorta più bella e vigorosa
ratore. Papa Alessandro III benedì di prima, Milano si vide poscia
questa concordia di italiane volontà, involta nelle civili discordie, per le
e vari principi contribuirono con famose e deplorabili fazioni dei
forti e denaro ; altre città si uni Guelfi e Ghibellini (Vedi).
rono alla famosa lega lombarda Eccoci prossimi a parlare de' pri
che formossi contro Federico I sino mi dominatori di Milano, i Torre o
al numero di ventitre ; cioè Milano, Torriani, ed i Visconti. La fami
Cremona, Lodi, Bergamo, Ferrara, glia Torrioni o della Torre credesi
lìrescia, Mantova, Verona, Vicenza, francese d'origine, e la stessa che
Padova, Treviso, Venezia, Bolo quella della Torre di Auvergne.
gna, Ravenna, Bobbio, Rimini, Mo Due di questi signori , venuti in
dena, Reggio, Parma, Piacenza, Tor Italia nel secolo XII, fermatisi in
tona, Vercelli, Novara. L'imperato Como per le nozze di due signore
re sbuffante pose i lombardi al eredi di Valsassina, ottennero que
bando dell'impero , ed i milanesi sto dominio, per cui i discendenti
ed altri italiani per interrompere le si dissero conti di Valsassina, passa
««municazioni fra Pavia e il Mon rono a Milano, e fattisi protettori
ferrato , di parte imperiale, fabbri del popolo contro la nobiltà, vi
carono la città d'Alessandria della acquistarono onori, poteri e ric
l'agiia (Vedi). Indi nel ii76 pres chezze. La famiglia Visconti viene
so Legnano a' 29 maggio riporta dagli antichi signori d' Anghiera.
rono gloriosa vittoria su Federico Alcuni però la fanno derivare da
I, che si salvò confondendosi coi Berengario II re d' Italia , altri
cadaveri, venendo sconfitto tutto il dalla famiglia imperiale Angela
mio esercito: la coorte milanese di Flavia. Furono chiamati Visconti
soli 9oo uomini, detta della morte, per essere .stati lungo tempo luo
facendo prodigi di valore , decise gotenenti nel governo politico del
dilla vittoria. A mediazione di Ales l'arcivescovo di Milano, il quale
sandro III nel ii77 si combinò luogotenente dicevasi F'icecomes .
dall'imperatore una tregua colle Questa famiglia si fece capo della
città lombarde, e preferendo di aver nobiltà di Milano contro i Tor
le amiche, in Costanza (Vedi)giurò riani con cui ebbe lunghe risse,
la pace ai rappresentanti della lega finchè rimastane vittoriosa ottenne
lombarda, assicurando loro il dirit la signoria della patria. Nel ii99
to di eleggere i propri magistrati, tra la repubblica di Milano ed
e darsi leggi e governi municipali, il popolo di Lodi si sottoscrisse
.-.olio una determinata protezione pace onorevole e lega, crescendo
dell' impero germanico. Allora Fe Milano in edilizi, manifatture e
derico I divenne alleato de'milane- per studi, ne'quali divennero celebri
sì per sostenere i suoi diritti iii Qberto dell'Orto legista, e Giovun-
MIL MIL (ii
ni medico. Milano ebbe per lo più Federico II dalla guerra contro i
Demiche Pavia e Cremona ; amiche milanesi. Pagano della Torre nel
Piacenza, Crema, Novara, Vercelli, i24o o i 242 ei'a s,ato nominato
Verona, Bologna, Faenza e Tre per gratitudine dal popolo suo
viso ; mutabili Como, Lodi e Ber protettore contro la nobiltà , do
gamo. Non avendo i milanesi buon po il quale venne il nipote pro
sangue cog; 'imperia li , da cui era clamato anziano drlla credenza ,
stata distrutta la città , nelle lotte carica equivalente alla dignità tri
di Enrico VJ e Federico II, figlio e bunizia de' romani : Pagano per
nipote del loro antico nemico, se l'amore conciliatosi del popolo mi
guirono i Joro avversari e parteggia lanese, e per la sua moderazione
rono per Ottone IV che incoronaro- e rare doti fondò la grandezza di
»o re d'Italia, ond' essere soccorsi sua famiglia. L'arcivescovo cedendo
nella conquista delle città lombar i diritti di conte, si riserbò di bat
de. Sostenendo Innocenzo III Fede- tere moneta, riscuotere un pedag
«ierico II, scomunicò i milanesi se gio alle porte ed altro, raggua
guaci di Ottone IV, perchè dive gliandosi la loro entrata ad ottanta
nuto ribelle alla Chiesa, al modo mila fiorini d'oro.
detto alla biografia di quel Papa. Tre consigli intanto impedivano
In seguito i milanesi furono vmti solidità di ordinamenti civili, cioè
dai cremonesi, prendendo parte per quello della credenza di s. Ambro
Enrico contro l'imperatore suo pa gio, quello della credenza de'consoli,
dre. Federico II tolse loro diverse e quello chiamato la motta: i di
città, che poi ricuperarono, e Gre ritti della sovranità stavano nel con
gorio IX spedi legati a Milano per siglio generale, la nobiltà favoriva
riconciliarla con quell' imperatore per lo più i ghibellini aderenti al
nel ia36, favorendo i milanesi. l'imperatore, che per seguo aveano
Tuttavolta volendolo affrontare re il colore rosso, mentre bianco era il
starono i milanesi sconfitti a Cor- contrario de'guelfi seguaci del Papa, a-
tenova nel i287, proteggendo e vendo per loro la plebe, che al suono
scortando la loro ritirata Pagano della martinella del duomo combat
della Torre o Torriani signore tendo sotto lo stendardo di s. Ambro
della Val«assino : il carroccio tolto gio prevaleva. Altri interni guai per
loro da Federico II, fu da questi Milano furono l'eresie de' catari e
mandato a Roma nel Campidoglio. patarini che aveano più denomina
Impazienti di rImperare la gloria zioni: s. Pietro da Verona pel suo
militare, i milanesi ripresero ardire, zelo restò da loro martirizzato. Re
poterono costringerlo alla ritirata duce da Lione, ove avea deposto
nel i239, combattendolo compiuta Federico II, nel ia5i Innocenzo
mente : nella battaglia si distinse la IV giunse a Milano ricevuto per
coorte detta degì'incoronatij però nel ciò con grande onore, e vi dimorò
i 24i soffrirono altra rotta da Federi due mesi, portandosi poscia a Brescia.
co II, dopo aver rinnovata contro di Avendo i milanesi nominato il sud
lui la lega lombarda a Mosio sul detto Pagano protettore del popolo
mantovano. Inuiilmente il cardinal ambrosiano, specie di sovranità de
Conti, poi Alessandro IV, erasi por- mocratica , dispiacendo ai nobili
tato in Lombardia per rimuovere questo re popolare, e mal riuscendo
6ì MIL MIL
coll'opporvi i Visconti, chiamò a triarca di Aquileia. Nel vol. XXXII,
signore il tiranno Ezzelino III da p. 272 e 275 del Dizionario nar-
Romano, che però il popolo capi- rnmmo come Gregorio X Visconti
innato da Martino della Torre ni- di Piacenza nel i273 si recò in
pote di Pagano, prendendo la ero- Milano agli 8 ottobre nel mona-
ce bandita contro di lui da Ales- stero di s. Ambrogio, e lasciò la
Sandro IV, l'incontrò ed uccise. città ai la di detto mese nell'in-
Nel ia53 insorte essendo altre terdetto perchè era ostinata in ri
dissensioni fra il popolo ed i no- fiutare Ottone; non che quanto vi
bili, Manfredi Lancia marchese d'In- fece nel ritorno, sottoponendo alla
cisa fu creato signore di Milano scomunica la fazione de' Torriani,
per tre anni, essendo dopo nomina- che avevano tentata l'uccisione di
to per anni cinque il marchese O- Ottone ed occupate le sue rendite
berto Pallavicino che prese il titolo ecclesiastiche. Dipoi l'esule Ottone
di capitano generale. Nel i257 raccolte forze, coi vassalli della se-
Martino della Torre anziano del de episcopale, coi nobili e coi ghi-
popolo scacciò dalla città i nobili bellini sorprese a Desio i Torriani
coll' arcivescovo Leone e Perego a'2i o 27 gennaio i277, li scon
lero capo, divenendo primo signo- fisse, e mandò a morir di fame e
re de'milanesi; ma nel seguente an- di rabbia nel castel Baradello Na
no si conchiuse la pace detta di s. poleone che i comaschi avevano
Ambrogio, tra i nobili ed il popolo, chiuso in una gabbia di ferro;
nella quale si bilanciarono i dirit- terminando di vivere in prigione
ti de'primi con quelli del secondo. anche altri suoi parenti. Entrato
Morto Martino della Torre gli sue- Ottone trionfante in città, fu gri-
cesse nel i263 Filippo suo fratel- dato arcivescovo e signore tempo-
Io col nome di pudestà e signore ra lo, incominciando da lui la for-
perpetuo, ma attesi i dominanti dis- Urna di sua casa ; poscia nominò
ordini, venne per cinque anni no- signore Guglielmo Lungaspada mar-
minato signore di Milano Carlo di chese di Monferrato, colla lusin-
Angiò. Napo o Napoleone della ga di sedare colla autorità sua
Torre, figlio del famoso Pagano, i partiti dominanti in città. Nel
più tardi alla morte di Filippo i282 poi scacciò il marchese, e
l'anno i26.5 gli successe nel titolo vi governò solo, facendo nominare
e nel potere; e Rodolfo I re dei nel i287 capo del popolo Matteo
romani lo nominò suo vicario im- Visconti suo nipote, e l'anno dopo
periala, per cui fece rivivere i di- podestà di Milano con ampi pote-
ritti già spenti degl'imperatori. Do- ri, essendo stato nominato anche
vendosi eleggere I' arcivescovo di vicario imperiale dall' imperatore
Milano, come meglio diremo par- Rodolfo, ed avendo I' investitura
lando degli arcivescovi, i popolari della città e stato da Adolfo nel
portarono Raimondo zio di Marti- i294, confermatagli da Alberto I.
no suddetto de'Torriani, e i nobili Morto Ottone nel i291, impau-
Ottone Visconti : il Papa Urbano ri te le città lombarde del crescente
IV favorendo questo, sottopose la dominio di Matteo I detto Magno
città all'interdetto che non lo vo- che gli era successo nella signoria,
leva: Raimondo divenne poi pa . stabilirono in Pavia una lega contro
MIL &I I L 63
di esso, ma egli scoperta una con JNel i328 Azzone suo figlio fu
giura ordita a suo danno la distrus proclamato signore e nominato vi
se; tutta-volta nel i 3o2 fu costretto cario imperiale; ristorò la grandez
alla fuga per opera de' Torriarii za di sua famiglia, fece cingere
ricondotti in città dalla loro fazione. la città di nuove mura, la miglio
Guido della Torre nipote di Na rò, nobilitò con pitture di Giotto
poleone divenne perciò signore del e di altri il palazzo di corte, alzò
la patria, mediante gli aiuti dei la torre di s. Gottardo col primo
guelfi, del patriarca d'Aquileia Rai orologio che suonasse in Milano, e
mondo no zio, e di Alberto Scot fu il primo de' Visconti che si di
to signore di Piacenza, che con ne chiarò apertamente sovrano, e che
ra gratitudine indi gli tolse. Lo fece porre sulle monete il suo no
Scotto però la ricuperò. Divenuto me ed effìgie. "Gli turbò la quiete
Cassone o Gastone suo parente a mano mmata Lodi isio suo cu
arriretcovo di Milano, per gelosia gino. Alla di lui morte nel i33o,
Guido nel i3og lo rinchiuse coi il concilio generale gli die succes
tre fratelli nella torre d' Anghieri, sore lo zio Luchino, che dilatò il
rompendo così l'unione di sua fa dominio, introdusse l'ordine in Mi
miglia, e facendosi nemici i suoi lano e la pubblica sicurezza, colla
partigiani. Venuto in Italia l'impe monarchia assoluta nel '3:ji, do
ratore Enrico VII per prender la po essere stato nominato col fra
corona in Milano e sistemarvi la tello arcivescovo Giovanni II, vica
pace, nel i3io vi ricondusse Mat rio di Milano e delle città sogget
teo I, lo riconciliò coi milanesi, te da Benedetto XII, coll' annuo
ritornandolo in possesso del sovra tributo di diecimila fiorini d' oro.
no potere col titolo di vicario del Avvelenato Luchino da sua moglie
l'impero. I Torriani vennero con Isabella del Fiesco, nel i 349 prese
Guido all'improvviso assaliti, e per le redini del governo I' arcivescovo
sempre cacciati dalle truppe tede Giovanni II suo fratello, che comprò
sche coll'opera e maneggio de'Vis- Bologna e Genova, proteggendo le
conti: Guido si ricovrò in Cremona, arti e le scienze, e colmando di o-
dove morì nel i3ia, e la sua fami- nori e doni i cultori di esse e il
glia non potè più ricuperare la signo Petrarca da lui chiamato a Milano;
ria di Milano. Un ramo de'Torriani avendo ricusata I' olieita signoria
ritiratisi nel Friuli vi fiorirono col ti che gli fece di Roma una l'azione,
tolo di conti di Valsassina. Matteo I disgustata dal vedere i Papi stabi
assoggettò Alessandria, Tortona, Pia liti in Avignone dal i3o5. Per la
cenza, Pavia, Bergamo, Lodi, Como, invasione di Bologna, Clemente VI
Cremona, Vercelli, Novara; ma sco nel i 35o lo scomunicò, e interdisse
municato per eretico, si ritirò a mo Milano, per non essere Giovanni II
rire tra i canonici di Crescenzago. comparso in giudizio; indi ilPapa gli
Nel i3s2 gli successe nella signoria spedi un legato ordinando restituir
Galeazzo I suo figlio, che fu per Bologna, e che deponesse o l'arcive
perdere ogni cosa per le sue im scovato o il dominio temporale; ma
prudenze e lascivie ; si alleò con Giovanni II vestito pontilicalmente,
Lodovico il Bavero, sconfisse i cro nel duomo alla presenza del popo
ciati, e apiegò tirannico dominio. lo, mostrassi col pastorale in una
64 MIL MIL
mano e la spada nell'altra, dicendo della Chiesa e degli ecclesiastici.
al legato: difenderò l'uno colCal- Venne finalmente abbattuto dall'e
tra. Ciò saputosi dal Papa, citò sercito che gli mosse contro, co
il Visconti a recarsi in Avignone, mandato da Amedeo VI conte di
e l'arcivescovo promise di compa Savoia. A Galeazzo II successe il
rire. Narra il Cono, seguito da al figlio Gian Galeazzo nel i378, il
tri e da altri rigettato , che vi quale cacciò lo zio Bernabò nel
mandò innanzi il suo segretario ad castello di Trezzo a morir di ere
apparecchiar le cose necessarie per pacuore o di veleno nel 1 385 : fu
dodicimila cavalli e seimila pedoni; padre di trenta figli legittimi o
ciò che saputosi da Clemente VI, naturali che sparsero in Italia, in
chiamò il segretario, e rimaudollo a Germania e in oriente la stirpe
Milano con dire al suo signore che de'Visconti; e maritando le sue fi
sospendesse il viaggio. IN'el 1 352 glie coi duchi d'Austria, di Bavie
l'arcivescovo fu assolto, e data Bo ra, di Wurternberg, coi principi d'In
logna in vicariato per dodici anni ghilterra, di Cipro e di Gonzaga, le
coll'annuo censo di dodicimila fio loro doti gli costarono più di due
rini, e subito centomila, come rife milioni di fiorini d'oro. I milanesi
risce il Fantoni nella Storia d'A se ne rallegrarono di veder estinto
vignone; aggiungendo il Novaes che Bernabò , e giurarono obbedire al
il Papa rinnovò in lui l'investitura nuovo signore, che tenendo ventu-
di Milano. na città soggette, allesti il diadema
Morto nel t 354 Giovanni II, per coronarsi re d'Italia, i cui signo
Matteo II, Bernabò e Guleazzo II ri però mandarono fallito il disegno.
suoi nipoti spartirono lo stato, serban Gian Galeazzo spedi in Boemia suo
do Milano e Genova indivise, parteg ambasciatore Pietro Filargo, poi car
giando per gl'imperatori. Matteo II dinale e Papa Alessandro V, per
mori nel i 356, ed i fratelli si distin ottenere dall' imperatore Venceslao
sero per crudeltà, e Urbano V nel le insegne e titolo di duca di Mi
i 363 condannò Bernabò usurpatore lano, e lo conseguì nel 1 395 anco
di diverse terre della Chiesa, quale pei successori, dicesi collo sborso
eretico ed empio , comprendendo di centomila scudi, dominando altre
nella sentenza i di lui discendenti: trentacinque città. Gian-Maria che
più intimò la crociata con indul gli successe nel i4o2, non profittò
genze a chiunque contro di lui della paterna grandezza, che per
pigliasse l'armi. Bitornnto nel i 364 mostrarsi tiranno, feroce e insen
Bernabò al suo dovere, non andò sato : si abbandonò ai capitani di
guari a malmenar di nuovo lo ventura condottieri di truppe mer
stato della Chiesa, il perchè Urba cenarie e senza sentimenti di ono
no V ricorse all'imperatore Carlo re, onde occuparono alla Chiesa an
IV, acciò si recasse in Italia a raf che Bologna. Non paghi del sac
frenarlo, concedendo indulgenza a cheggio, allenavano anche dominio,
chi l'avesse seguito. Divenuto Papa e Facino Cane uno di essi erasi
Gregorio XI, dichiarò guerra a impadronito di molte città lom
Bernabò, e gli formò altro proces barde, anzi del governo di Milano
so; lo citò a presentarsi alla san stesso, tanto che, allorquando Gian
ta Sede, dichiarandolo persecutore Maria nel ! 4 i ?. fu trucidato in
MIL MIL 63
J. Gottardo, al Iratello Filippo Ma Filippo Maria Visconti, ultimo
ria nun ventava che Pavia. Ma Fi di sua stirpe, muri d' apoplessia ai
lippo, accorto e spietato, sposando i5 luglio i 447 , senza prole legit
Beatrice da Tenda, rimasta vedova tima, e lasciando erede de'suoi sta
di Facino, n' ebbe in dote i vasti li Alfonso V re d' Aragona e di
possedimenti di questo, poi la lece Napoli suo strettissimo amico. Ma
accusare per adultera e morire . i milanesi che avevano elevato i
Conoscendo che la forza era tutto, Visconti al comando, si credettero
e la forza stava in mano de'men- tornati liberi , onde costituirono
' tovati duci , s' appoggiò al conte Vaurea repubblica ambrosiana. Pe
Carmagnola prode condottiero, e a rò pretendevano pure a questo paese
Francesco Sforza più fortunato di l'imperatore Federico III come feu
lui, figlio del celebre Muzio Atteu- do, e Carlo duca d'Orleans come
dvh di Cotignola, della qual limii- discendente per linea materna dai
glia parlammo nel vol. XXII, p. Visconti , per Valentina sorella de
399 e 3 o0 del Dizionario ed al gli ultimi due duchi; aspirando al
trove. ISt-l concilio di Costanza eb tresi al dominio del ducato Luigi
be fine il lungo scisma, e l'eletto duca di Savoia nipote di Filippo,
Martino V recandosi nel i/t i 0 in la repubblica di Venezia, e princi
Italia, da Pavia si diresse a Milano, palmente si pretese da Francesco
dote giunse a' i2 ottobre, splendida Sforza come marito di Dianca, e
mente trattato dal duca Filippo ; siccome adottato per figlio dal de
» i6 ottobre inaugurò l'ara massi funto, e sostenne le sue ragioni con
ma del duomo, ed ai i7 partì per forte esercito. Per la pace d'Ita
Brescia. Il successore Eugenio IV lia s'interpose coi pretendenti Ni
fu grandemente tribolato dal duca colò V, e nell'anno i-h>"> nominò
di Milano con insidie e lunghe legato il cardinal Giovanni Mori-
guerre che a' loro luoghi descri nense. Intanto Francesco all'amò
vemmo : inoltre Filippo parteggiò Milano, e ridotti all'estremo i mi
pel conciliabolo di Basilea, ed ago lanesi, mandarono a Yimercato a
gnò il dominio di Roma : il conci fare a lui la dedizione , ed ecco
liabolo elesse antipapa col nome la dinastia Sforza sottentrata alla
di Felice V, Amedeo VIII duca signoria di Milano. Egli era fi
di Savoia, vedovo di Maria figlio glio del celebre Muzio Atteudolo
del duca Filippo. Pel duca guerreg di Cotignola in Romagna , prode
giarono nello stato pontificio Ni guerriero che prese il cognome
colò Piccinino e Francesco Stòrta, Sforza per la violenza onde tutto
impadronendosi della Marca ed nl voleva a suo modo. Avendo servito
tri luoghi. Solo nel i442 Eugenio sutlo gli stendardi della Chiesa, Gio
IV si pacificò con Filippo, il quale vanni XX III lo nominò conte di Co-
diede la sua figlia naturale Bianca liguola e gonfaloniere della romana
in isposa allo Sforza. La corte fe Chiesa. Il duca Francesce generoso
ce sfarzi di lusso , s' imparentò coi risparmiò i danni e l'onta della
reali di Francia e di Germania, sconfitta, frenò la licenza militare,
fiorirono le manifatture, si miglio abbellì con edilizi Milano, e favorì
rò l'agricoltura , la ricchezza e l'O i letterati che corrisposero col ma
pulenza sì accrebbe in Milano. gnificarlo. Federico III portandosi
VOL. XI».
66 MIL MIL
n Roma nel i^S2 n coronarsi im da Costantinopoli, in Milano furono
peratore, vi prese pure da Nicolò d'eccitamento agli studi. Il duca Lo
V la corona longobardica, invece di dovico il Moro con 6oo,ooo zec
riceverla a Milano, per non essere chini di rendita potca dirsi felice,
costretto a riconoscere duca lo Sforza. se la giustizia di Dio non gli a-
Nel i454 Nicolò V ottenne pace vesse preparato il castigo. Divenuto
all'Italia, con trattato concbiuso in nel i41)8 re di Francia Lodovico
Lodi, tra i fiorentini, il duca di XII, come nipote di Valentina Vis
Milano, i veneziani , e poi vi fece conti, pretese il ducato di Milano,
accedere Alfonso V. Le quindici si collegò coi veneziani e con A-
città alla morte di Francesco, nel lessandro VI, e nel i499 costrinse
i466 passarono al degenere figlio alla fuga il Moro, il quale avea
Galeazzo Maria , clie rifiutando i tentato di muovere contro il re Ba-
materni consigli, disgustò i signo jazetto II imperatore de'turchi. Egli
ri, che nel i 476 l'assassinarono avea pur deposto l'altro nipote Fran
nella chiesa di s. Stefano (la sua cesco Sforza nato nel i490, che
figlia naturale Caterina , maritata poi morì nel i5ia. Lodovico XII
a Riario, e di cui parlammo ad compensò il Papa con dar a suo
Imola e Forlì sue signorie, fu figlio Cesare Borgia il ducato di
ava di Cosimo I granduca di To Valentinois. Entrati i francesi a'6
scana). In quel frangente Bianca ottobre i 499 in Milano, Gian Gia
seppe conservare il dominio al fan como Trivulzio posto dal re a go
ciullo Gian Galeazzo Sforza, e nel vernatore di Milano, scontentò i
l'anno seguente Sisto IV spedì in cittadini , i quali richiamarono il
Milano legato il cardinale de' ss. Moro, riportatovi da genti tedesche
Nereo ed Achilleo, acciò non ac nel i5oo. Poco dopo abbandonato
cadessero innovazioni. La vedova dagli svizzeri da lui assoldati, a' io
del defunto, Bona di Savoia, prese aprile i francesi per tradimento lo
il governo dello stato , pel figlio fecero prigioniero sotto Novara, e
minorenne del figlio. Bianca fu al lo condussero in Francia, ove morì
lontanata, e Lodovico Sforza detto miseramente a Loches nel i5o8.
il Moro (forse per aver introdotti Quanto al cardinal Ascanio Maria
nel suo giardino di Vigevano, e poi Sforza, fratello del duca, inimica
a Milano, i gelsi) zio del fanciullo tosi con Alessandro VI, fu contem
usurpò la reggenza , quindi eccitò poraneamente fatto prigione in Ri
Carlo VIII re di Francia alla con volta dai veneti, preso a tradimen
quista del regno di Napoli, a scen to da Corrado Landi , e venuto
dere in Italia. Allora accelerò la nelle mani del re di Francia, per
morte del giovane duca nel i 494. tre anni lo tenne chiuso nella tor
Lodovico gli succedette e nel i4p/5 re di Bourges, solo rilasciato nel
assunse il ducato di Milano, inve i5o3 pel conclave di Pio III ; quin
stitone con diploma da Massimilia di Giulio II vietò il suo ritorno,
no I re de'romani. Adornò Milano come avea promesso. I francesi ri
con edifizi , favorì Bramante da preso Milano, il re ne ottenne l'in
Urbino, e il gran Leonardo da vestitura nel i 5o5 da Massimiliano
Vinci dalla cui scuola uscirono im I con diploma.
mortali pittori. Molti greci fuggiti Qual padre comune, Giulio II si
Al IL MIL 67
ritirò dalla lega di Cambray. I esso stampati in Parigi. Nell'ar
francesi ne restarono tanto rammari chivio Vaticano è la rarissima
cati che non solo gli mossero guerra, edizione, che fu fatta in quel tem
mi sedussero alcuni cardinali na po in pergamena, a spese dell'ab
zionali e ipagnuoli. Questi osarono bate Subasiense Zaccaria Forre-
convocare un conciliabolo a. Pisa rio, protonotario di questo sedi
per deporre il Papa, indi passaro cente concilio, poi vescovo di Se
no a tenere il detestabile congres baste e di Guardia , uomo dot
so in Milano, ove il clero stiman tissimo e di gran credito nella cor
do contaminata la città chiuse loro te romana.
le porte de'templi, per cui trasfe- Stabilitosi in Lombardia il do
rironii a Lione. Il Rinaldi dice minio francese, durò fino al i5ia,
all'anno i5ii, n. /ji, che tale ri in cui dalle armi della quadrupli
soluzione gli scismatici la presero ce lega, promossa da Giulio lI, fu
a' i2 novembre, e giunsero in Mi rimesso nel ducato di Milano Mas
lano a'7 dicembre; ed al n. So similiano Sforza figlio del defunto
racconta che Giulio II scomunicò Moro, ricevendone l'investitura da
i senatori di Milano ed i mae Massimiliano I ; ed i francesi colla
strati delle città di Lombardia per giornata di Novara furono rincal
secondare i voleri del re di Fran zati oltre le Alpi. Tuttavia il duca
cia nel riscuotere inique imposte, Massimiliano Sforza non potendo
comprendendo in tal sentenza Tri- reggere al peso delle enormi som
vulzio. II Ripamonti nella Sioria me, che gli conveniva pagare ai
della chiesa di Milano , lib. i 4, collegati che lo sostenevano in tro
scrive, che il cardinal Carvajal, ca no, e più alle possenti armate con
po de' cardinali sediziosi, fu quivi dotte nel i5i5 dal nuovo re di
eletto antipapa col nome di Mar Francia Francesco I, fu obbligato
tino; ma o vi è equivoco nella in tale anno a cedergli il dominio,
notizia, o tale elezione restò af e morì poi nell'anno i53o. Na
fiiilo occulta fra loro senza pa te alcune gelosie di stato tra il
lesarsi al pubblico, non essendovi re e Leone X, mossero questi a
alcuno scrittore contemporaneo che collegarsi contro di lui coll'impera-
ne parli, nè facendosi menzione al tore Carlo V, il quale comincio ad
cuna di ciò nella palinodia di affacciare pretensioni sul milanese,
detto cardinale in tempo di Leo accresciute poi pel suo matrimonio
ne X nel concilio Lateranense V con Renata di Francia. Le truppe
(Vedi) da Giulio II opposto a di Francesco I furono sconfitte in
questo conciliabolo. Gli altri car Lombardia dall' esercito papale e
dinali furono Brissonet , Borgia, cesareo comandato dal cardinal le
Biie, Sanseverino, con altri riferiti gato Giulio de Medici, poi Clemen
dall' annalista Spondano con altre te VII, il quale entrò trionfante in
notizie all'anno i5ii, n. li e i6, Milano a' i9 novembre i5ai, cac
anno i5i3, n. io. Il Marini, Ar ciandone i francesi. In mezzo alle
chiatri t. I, p- 345, notò che la turbolenze di que' tempi vide Mi
prima sessione del conciliabolo fu lano, ma per poco tempo ancora,
tenuta in Milano a' 4 gennaio un principe della famiglia Sforza
i5i2, come si legge negli atti di reggerne il ducato ; fu questi Fran
68 MIL M IL
cesco II fratello di Massimiliano, non di miglior fortuna, con suo testa
meno di lui infelice ed agitato ora mento chiamò alla successione del
dagli amici svizzeri ed altri, ora ducato di Milano Carlo V, preve
dai nemici, ora rimesso, orn scac dendo che diversamente sarebbe
ciato dalla sua dominazione, di buon stato sempre la preda del più po
cuore e perspicace ingegno, ma tente che lo avesse invaso, e for
senza forza di rimediare all'agonia se per tal motivo non lasciollo ad
del paese. Nel i522 Francesco II alcuno di sua famiglia, come scrive
si trovò in Genova allorchè vi giun il Ratti, Della famiglia Sforza. Lo
se Adriano VI, il quale si mostrò scudo de' duchi Sforza era azzurro
assai inquieto pel sacco dato alla con una pantera avente un fiore
città. Dopo la battaglia della Bi d'oro nelle branche. Da Muzio At-
cocca i francesi si ritirarono dal tendolo detto Sforza il Grande, e
l'Italia, ma passate di nuovo le di Antonia Salimbeni, nacque Uosio
Alpi, nel i 323 tornarono ad asse Sforza stipite de'conti di s. Fiora, che
diare Milano; costretti ad abban tuttora fiorisce nel duca d. Loren
donarlo, furono battuti dai colle zo, erede delte fortune e preroga
gati ad Abbiategrasso. Nell'anno tive' de' Conti, Peretti, Savelli ec.
i524, in cui la peste fece stragi in (Fedi) signore di Genzanoec. (Fedi).
Milano, Francesco I re di Francia Carlo V, come erede del defunto
ritornato in Italia con un'armata, duca e delle ragioni di Alfonso V,
riconquistò Milano, ma perduta la divenne duca di Milano nel i535,
battaglia di Pavia, nel parco della nei cui sterminati possessi, come
Certosa venne fatto prigioniero e goccia d'acqua nell'oceano, questo
trasportato a Madrid, e Francesco ducato perdette ogni importanza.
II ricuperò Milano nel i,> 7. Cadu Vi pose per governatore d. Anto
to questi in sospetto degli spagnuo- nio di Leyva, priucipe d'Ascoli spa-
li, e bloccato nel castello di Mila gnuolo, che restandovi poco tempo,
no, ne cede loro il possesso nel fu succeduto dal cardinal Marino
seguente anno. Carlo V, mediante Caracciolo napoletano, e da quella
grossa contribuzione, investì Fran serie di governatori che si legge
cesco II ne' diritti del ducato di nel t. I, pag. 87 di Milano e suo
Milano, avendone ceduta ogni ra territorio. Girolamo Morone illustre
gione su di esso il re Francesco I milanese e conte di Lecco, scaltro
a Carlo V pel trattato diCambray politico, cercò scampare dalla rovi
nel i529. Colla morte di France na gli Sforza e la patria, poi con
sco II, ultimo duca nazionale, senza giungere l'Italia in una lega che
figli, nè della prima moglie figlia ne salvasse l'indipendenza, ma essa
di Cristiano II re di Danimarca, era perita. Carlo V con bolla d'oro
nè della seconda sorella di Carlo V, del i549i stabilì l'ordine di suc
finì il dominio di sua famiglia nel cessione di questo ducato nei di
declinar di ottobre i535, la quale scendenti di suo figlio Filippo II
avea dato a Milano i summento- re di Spagna, al quale come feu
vati duchi, l'imperatrice Bianca Ma do dell'impero l'uvea infeudato il
ria alla Germania, Ippolita regina 5 luglio 1 546, onde restò lo stato
di Napoli, e Bona regina di Polo unito alla Spagna, con malconten
nia. Francesco II, principe degno to de'milanesi, che chiamano de-
MIL MIL 69
plombile la sua dominazione, per la lunga e fatale guerra di successio
chè il governatore civile e militate ne. In essa, la Francia pel duca d'An-
fu sempre in lotta col senato della giò Filippo V, e gli austriaci tede
citta, e noti sono gli arbitrii, i ca schi per l'arciduca Carlo disputa-
pricci, le prepotenze ed avidità di ronsi il paese. Primieramente i fran
molu. I Papi investendo i re di cesi pel testamento di Carlo II nel
Spagna delle due Sicilie, v'inseri i7oo occuparono Milano, ma nel
vano il permesso di ritenere anche i7o6 il principe Eugenio di Sa
la signoiia del milanese. Nel i 55l) voia avendo battuto colle armate
i milanesi si rallegrarono nel vede imperiali i francesi sotto Torino,
re sulla cattedra di s. Pietro il conquistò all' imperatore Giuseppe
concittadino Pio IV, che si mostrò I il ducato di Milano, che unito a
Jieoefico colla patria, cui conces quello di Mantova formò il pos
te il privilegio che il collegio dei sesso conosciuto sotto il nome di
X'urec o dottori nobili fornirci he a Lombardia austriaca, di cui dichin,
.Roma un uditore di rota ed un rossi Milano la capitale. Dopo mol
avvocato concistoriale, presentan te guerre e lunga desolazione, col
do una terna al Papa, il quale la pace d'Utrecht fu riconosciuta
uno ne sceglieva, come riportano l'Austria signora del milanese, es
il Bernini, Del tribunale della ro sendo il primo duca di Milano
ta pag. 53, ed il Cartari, Silla l'imperatore Giuseppe I, indi Carlo
buni adv. s. Cons. p. i 54 e i5j; VI suo fratello, venendo tal pos
e l'arcivescovo a Milano. Giuseppe sesso confermato dal trattato di
Il volle proscrivere quest'ultimo Rastadt de' 6 marzo i7i4, ratifi
privilegio eleggendo fuori l'arcive cato a' 7 settembre da quello di
scovo nella persona di Filippo Vis Baden . Poscia per la successio
conti, lo che avendo penetrato il ne di Polonia, per nuove guerre,
collegio già lo avea ascritto tra i agli li dicembre i733 entrarono
dottori. Per lo stesso principio, du in Milano i gallo-sardi, e Luigi
rante fa repubblica fu nominato XV re di Francia ne divenne du
arcivescovo il Caprara di Bologna, ca. Conchiusa dopo tre anni la
mentre a Bologna si mandò l'Opiz- pace, fu il duciito restituito a Car
zoni di Milano. La carità splendi lo VI, che Io ricuperò nel i736
da e operosa del santo arcivescovo colla pace di Vienna, tranne l'alto
e cardinale Carlo Borromeo, e quel milanese cioè il Monferrato, l'Ales
la del magnifico suo cugino succes sandrino, la Lomellina, la Valsesia,
sore e imitatore cardinal Federico Novara e Tortona che aumentaro
Borromeo, furono i soli conforti no i dominii del re di Sardegna,
che nella dominazione ebbero i stesi poi nel i 743 sino al Ticino.
milanesi nel tristo loro stato, che Morto nel i74i Carlo VI, gli era
le stragi delle pestilenze resero an succeduta la figlia Maria Teresa, la
cor più terribile. quale accedè all' ultima cessione per
Successivamente furono duchi di conservare il resto. Per altra guer
Milano i re di Spagna austriaci, Fi ra i gallo-ispani occuparono Mila
lippo III nel i598, Filippo IV nel no nel i 745 a' i 6 dicembre, ma
i62i, e Carlo II nel i665, per la mentre l'infante di Spagna d. Fi
morte del quale nel i7oo ebbe luogo lippo ivi pensava a feste, gli so-
7o MIL MIL
piaggi unsero nel i746 le truppe gitto e' creato prima console, alla te
austriache, onde a stento fuggì; fi sta della sua armata vinse a Maren
nalmente il trattato il' Aquisgrana go, ricuperò la Lombardia, a'2 giu
nel i 748 consolidò questo dominio gno rientrò in Milano, che venne
alla casa d'Austria, e apri lungo proclamata di nuovo capitale della
periodo di pace. Maria Teresa mo risorta repubblica Cisalpina, la qua
derò la potenza de'governatori, diè le nel congresso di Lione del iboa,
nuovo sistema alle magistrature, e alla presenza di Bonaparte divenu
nel i78o gli successe il figlio Giu to primo console, prese il nome di
seppe II già correggente. Questi af repubblica italiana, di che parlasi
frettò le riforme, limito il potere a Italia, insieme al concordato fat
clericale, abolì seminari e molti to con essa da Pio VIJ, ed all'e
corpi religiosi, e nel i784 a'i4 rezione dell' Italia in regno con Mi
febbraio conchiuse un concordato lano per capitale e capoluogo del
con Pio VI, perchè ai duchi di dipartimento d'Olona. In più luo
Milano appartenesse la nomina dei ghi dicemmo come Bonaparte di
vescovi e benefizi nella Lombardia venuto imperatore de' francesi, nel
austriaca t questo principe filosofo i8o5 s'incoronò nel duomo re di
soppresse pure il senato di Milano, Italia a' 26 maggio, scegliendo a
rappresentanza nazionale, e riformò vicerè Eugenio Beauharnais suo fi
il sistema giudiziario, istituendo Ih glio adottivo, il quale vi stabilì la
polizia. II fratello Leopoldo II che sua residenza. Il regno d'Italia si
gli successe nel i79o cassò molte aumentò nel i8o8, e formossi di
innovazioni, e restituì alla città i ventiquattro dipartimenti. Proce
privilegi, per lo che gli eresse un dendo nel i 8 i 4- l'impero francese
busto e coniò una medaglia. Nel e la fortuna di Napoleone al suo
i792 montò sul trono imperiale termine, questo costretto ad abdi
Francesco II, che poi dopo la ri care le corone di Francia ed Ita
nunzia d'imperatore romano prese lia, cedè al principe Eugenio la
il nome di Francesco I. sua rappresentanza, che invece par
Per la rivoluzione di Francia, i tì per Monaco (benchè il senato
francesi condotti da Bonaparte, vin del regno italico voleva domandar
ta la battaglia di Lodi, entrarono lo alle potenze per re), mentre una
in Milano proclamando la libertà rivoluzione trucidò l'ima ministro
a' ai maggio i796. Da Milano co delle finanze. A' 28 aprile gli au
me da centro si diffuse la democra striaci entrarono in Milano, che
zia, e nell'anno stesso si proclamò nel i8i 5, all'erezione del regno
la repubblica Cisalpina, di che si Lombardo- Veneto, per decreto del
disse a Italla, dichiarandosene Mi l'imperatore d'Austria Francesco 1,
lano capitale. Però nel i799 dopo divenne la sede d'uno de' due go
la battaglia di Verona, i francesi verni in cui trovasi diviso il regno,
furono costretti a ritirarsi, e con ed a' 3 i dicembre ¥ imperatore vi
essi le truppe cisalpine, entrando fece il suo solenne ingresso, nomi
in Milano a' 26 aprile gli austriaci nando per vicerè nel i8i8 il fra
unitamente ai russi: quest'epoca fu tello arciduca Ranieri. Nel i 835
chiamata restaurazione austriaca. gli successe il figlio regnante impe
Nel i 80o Bonaparte reduce dall' E- ratore Ferdinando I, il quale a' 6
AIIL MIL 7r
settembre i838 venne coronato re Vindìciae de adv. s. Barnabae,
nel duomo di Milano, con quella doversi da questo cominciare la se
splendida pompa che descrivemmo ri . de' vescovi di Milano. Gli suc
all' articolo Coronazione de' re ; se cessero nel 6i s. Caio romano,
guita dal magnifico banchetto nar nel 97 s. Castriziano, nel i 38 s.
rato all'articolo Convito. In occa Calimero , nel i93 s. Mona, nel
sione che gli scienziati italiani ten 282 s. Materno, nel 3o3 s. Miro-
nero in Milano nel i 844 ln loro cle oMirocleto, al cui tempo fu data
sesta riunione, la città di Milano la pace alla Chiesa e fu nominato
oflrì loro I' opera intitolata : Mi- primo arcivescovo di Milano. Ven
Inno e il suo territorio, in due ma nero in seguito nel 3i5 s. Eu-
gnifici tomi ricchi di belle incisio storgio I greco, la cui elezione de
ni. Ae farono collaboratori i dotti scrisse diffusamente il Puccinelli nel
e chiarissimi Bartolomeo Catena, Zodiaco della chiesa milanese, ese
Giuseppe Sacchi, Giovanni Stram- guita in Milano mentre appunto
bio, Giacomo Amhrosoli, Giuseppe n' era governatore, e come in se
Balsamo Crivelli, Ambrogio Cam guito venisse approvata dall' impe
piglio , Albino Parea ', Pompeo ratore. Nel 33 i s. Protaso Algisi,
Litta-Binmi, Carlo Zardetti, Gio nel 35 i s. Dionigi Marliani , il
vanni Labus, Luigi Tatti, Achille quale dopo over governata la chie
Mauri, e Cesare Cantìi, cui inoltre sa milanese circa quattro anni, fu
fu incaricato della redazione gene mandato in esilio dalla fazione a-
rale dell' opera che riuscì impor riana, dove terminò i suoi giorni
tantissima. Nel tom. I, pag. 49 forse nel 365. In questo frattempo
si parla degli storici di Milano, ed accadde l'intrusione di Ausenzio,
• pag. 369 e seg. si riporta la vescovo ariano, il quale fatto ve
bibliografia milanese. Nel medesimo scovo da Gregorio, falso vescovo
anno fu pubblicato in Milano : No- di Alessandria, fu chiamato espres
tizie naturali e civili sulla Lom samente dall' imperatore Costanzo
bardia , opera pregevolissima del da Cappadocia in Milano, dove non
dott. Carlo Cattaneo e di altri va era conosciuto, e venne introdotto
lenti collaboratori. in questa chiesa a mano armata.
Il vangelo fu predicato ai mila Ad Ausenzio od a meglio dire a
nesi, secondo la divnlgatissima tra s. Dionigi nel 374 succedette s.
dizione, dall'apostolo s. Barnaba, Ambrogio prefetto della Liguria,
perciò venerato per fondatore nel per la cui santità, dottrina e apo
l'anno 5a della chiesa di Milano, e stoliche fatiche, talmente fu illustra
primo suo vescovo, tuttavolta l'im ta (a chiesa di Milano, clic da es
pugnarono critici di chiara fama. La so prese il nome di Ambrosiana ;
sciando nel grado di probabilità l'opi onde i fedeli non meno che i ve
nione che s. Barnaba sin stato in scovi fin d'allora cosi la chiama
Milano e vi abbia lasciato nell'unno rono. V. s. Amrrogio ad Nemus,
53 per primo vescovo s. Anatalone ordine religioso, e Amrrogio, mo
greco, o il santo qui lo mandasse da nache.
altrove, o qui personalmente lo co Di questo gran santo parlam
stituisse vescovo, sembra dopo le mo alla sua biografia e in molti
prove addotte dal Sassi nelle sue luoghi, e biografie buono que' san
7* MIL MIL
ti vescovi riportati dal Bntler. Qui rato dalle innovazioni clandestina
solo noteremo, che questo santo mente introdotte. Allorchè s. Carlo
dottore della chiesa latina intr'o- pubblicò il rituale, e il cardinal
dusse nella sua chiesa il canto nel- Federico Borromeo il messale nel
I' uffiziatura, secondo I' uso della i6o9, ed altri dipoi, dichiararono
chiesa orientale, ordinò le vigilie, sempre di voler mantenere e con
compose inni, prefazi, preci, forme servare incorrotto il rito ambrosia
liturgiche alquanto conformi alle no e sue liturgie. Oltrechè parlia
greche, mentre è noto che le di mo delle cose principali del rito
verse costumanze nella Chiesa non ambrosiano ai rispettivi articoli, si
offendono in verun modo la di Km può vedere Amrrosiano rito, Li
unità, quando In fede è la mede turgia, massime al § della litur
sima. II rito ambrosiano ornato, gia ambrosiana, e Rito. Scrissero
abbellito ed accresciuto splendida di esso : Andreucci, Ilier. Eccl. De
mente con utili addizioni da s. ritu ambrosiano. Casola, Rationale
Ambrogio, per cui ne prese il no caeremoniarum , i 499 . Manuale
me, non fu istituito da lui, ma de ambrosianum, i49o- Muratori, An-
riva dai primordi della sua chiesa tiq. medii nevi. diss. LVII. Mabil-
e della nascente cristianità, la qua lon, Mui. hai. t. I , observ. de ri-
le avea forme religiose semplicissi Ut ambrosiano. Piusca, Rito am
me, poi aumentate e rese più mae brosiano, grandezze della chiesa
stose dai molti vescovi, massime milanese, i 64 i . Perego, La regola
greci, per santità e zelò cospicui del canto fermo ambrosiano, i622.
che precedettero s. Ambrogio. Que Settala, Misteri e sensi mistici del
sti pertanto gli diede maggior de la messa, Tortona i672. Sorma-
coro ed incremento. Il rito della ui, De ortii religionis ac litargiae.
chiesa ambrosiana fu praticato an mediolanensis. iìlissale ambrosia-
cora fuori della diocesi di Milano, mmi, (548. Breviarium ambrosia-
e in chiese anche lontane. Il Du mmi, i ÌÌ49- Psalterium ambrosia
rando e il Pagi affermano, che ai num, i 556. Sacra mentarium am
4empi di Carlo Magno l' uffizio brosianum. Rituale sacramentorum
ambrosiano più che il gregoriana ad usum mediolanensis ecclesiae a
p romano si osservava. Ancora nel s. Carolo institutum. Caeremoniale
secolo XVI la chiesa di Capua u- amlirosianum , i6i9. Officiatura
sava il medesimo uffizio e gli stes della settimana santa illustrata da
si riti della chiesa di Milano; l'u cenni istorico-liturgici, i82i. Par
sò pure quella di Bologna. Fino. lando il Bernini, Istor. delle eresie,
ab antico il rito ambrosiano si è del decreto universale fatto da s.
conservato nella sua integrità, tran Leone IX sopra la continenza dei
ne l'aumento di feste, ed alcune chierici, aggiunge che lo rinnovò
accidentali modificazioni, portate dal nel sinodo di Pavia, giacchè molti
l' indole de' tempi e dai nuovi ac ecclesiastici della, Lombardia . erano
crescimenti : tali introdotte modifi allora simoniaci ed incontinenti, e
cazioni richiesero altrettante parti millantavano, non debere ambro-
colari riforme. Così pure talora si siannui ecclesiam romanis legibus.
ripristinò In pratica di qualche rito subjacere. E ciò ebbe principio dal
abbandonato., ovvero venne depu- l'antica divisione dell'Italia in. due.
MIL MIL 73
diocesi, Urbicaria soggetta al Papa, vere l'ordinazione in Roma, re.
ed UaVica aI vescovo di Milano stando il diritto all' arcivescovo di
(Vedi il vol. XXXV, p. i76, i77, Milano di chiamare ai suoi sino
i78 e i79 del Dizionario), e per di il vescovo di Pavia, incomin
l' istessa ragione molti sinodi si dis ciando da ciò la loro immuni
sero di Roma, altri d' Italia, dai tà, dopo la metà del secolo IX.
quali provennero diversi riti, che A s. Onorato successero, nel 573
tuttavia la chiesa di Milano ritiene Lorenzo II, nel 5p,3 Costanzo de
differenti dalla romana, alla di cui Cittadini per la cm consecrazione
lede s. Ambrogio medesimo si mo s. Gregorio I diede il consenso, non
strò obbedientissimo, ma altrettanto potendosi ciò fare senza l' annuen-
tenacissimo in conservarli ; e per za del Papa, come a tale anno
ciò e§li si oppose a chi valeva in scrive il Rinaldi, n.° 35 e 36. Nel
trodurre nella sua chiesa le ceri 6o i Diodato, nel 63o Asterio se
monie romane circa il battesimo. polto in Genova come i tre suoi
.Successori di s. Ambrogio furo predecessori, nel 64i Forte, nel
no, nel 397 s. Simpliciano Soresini, 649 s. Giovanni Bono che ritornò
nel 4oo s. Venerio Oldrati, nel alla antica sede Mdano verso d
4o8 s. Marolo, nel 423 s. Marti- 6 io, dove morì nel 655 o 66o.
mano Osìu, nel 43t, s. Glicerio Fiorirono quindi, nel 66o s. Antoni
Landriani, nel 438 s. Lazzaro Bec- no Fontana, nel 66 i s. Mamicillo,
cardi, nel 449 »■ Eusebio Pagani, nel 667 s. A ni pel i0, nel 672 s. Man
nel 462 s. Gerunzio Bescapè , nel sueto Savelli, nel 68i s. Benedetto,
465 s. Benigno Bossi, nel 472 s- Crespi, nel 7a5 Teodoro II, nel
Senatore Settala, nel 47 5 s. Teo 74o s. IVntale, nel 74i Arifredo, nel
doro de Medici, nel 49o s. Loren 742 Stabile, nel 745 Leto Mar
zo Litta, nel 5i,. s. Eustorgio II cellino, nel 759 Tommaso Grassi,
greco, nel 5i8 s. Magno de Trin- che alcuni dicono il primo che
cheri, nel 53o s. Dazio Agliati, il propriamente trovasi intitolato ar
quale con alcuni privati si recò da civescovo. Nel 784 Pietro Oldradu
Belisario generale greco, per con Q Oldrati di Mdano, segretario del
certarsi sul modo d' agevolar la Papa Adriano I; andò in Francia
cacciata de' goti e altri barbari, on con s. Leone III ed ottenne dal
de Crai a sterminò Milano. Indi fu l'imperatore Carlo Magnp, nel qua
rono vescovi, nel 552 Vitale de le tal Papa avea rionovato I' im
Cittadini, nel 556 Frontone scis peio d'occidente, molti privilegi per
matico, nel 566 s. Ausano Crivel [a chiesa. milanese : combattè l'aria
li, nel 568 s. Onorato Castiglioni. nesimo con tanto zelo che l'impera-
All'epoca dell'imminente Tenuta dei toie soleva chiamarlo il martello de
longobardi in Milano, s. Onorato gli ariani, e morì nell'8oi ctnell'8o3.
die n' era arcivescovo ritirossi a Gli successero Odelperto, ncll'8i3
Genova colla maggior parte del s. Anselmo Biglia, nell'8i8 s. Buo,-
clero, dove dimorarono fino a s. no Castiglione, "elI' 822 Angilberto
Giovanni Bono, nel quale interval- L. nelI' «34 Angilberto II l'osteria,
lo di tempo si dice che i vescovi che ottenne dall' imperatore Lodo
di Pavia si tolsero alla podestà del vico I Pio la conferma di tutti \
metropolitano milanese, con ripe- pri«ilegi accprdiiti olla chiesa, eli.
74 MIL MIL
Milano da Carlo Magno, e morì della chiesa loro, i quali, come pu
nell'86o. Fu allora eletto Todone, re il patriarca d' Aquileia, preten
nell'868 Ansperto Confalonieri, nel- devano ne' sinodi il luogo più ono
l'8«2 Anselmo II Capra, nell'896 revole. Perciò Clemente II, al mo
Landolfo Grassi, nell' 899 Andrea do detto nel volume XV, pag.
d.i Cercano, nel 9o6 A icone 0I- 170 del Dizionario, ordinò che
drati, nel 918 Gariberto di Be- l' arcivescovo di Ravenna ne' conci
sana, nel 921 Lamperto, nel 93i li1 abbia il lato dritto del Papa, e
Ilduino francese, nel 936 Arderico se quello l' occuperà l'imperatore, il
Cotta. Morto questo arcivescovo nel sinistro, come si legge ancora nel
l'ottobre 948, gli fa per consenso di Rinaldi. Sotto l'arcivescovo Guido
Berengario marchese d'Ivrea, già ne ebbero principio le opposizioni
fatto arbitro dell'Italia, sostituito Ma de'ss. Arinido ed Erembaldo che
nasse, prima arcivescovo di Arles,poi fecero alla simonia ed alla incon
di Verona e di Mantova, gran fauto tinenza che avevano preso piede
re di tal principe; alcuni del clero nella chiesa milanese, perchè ab
e del popolo aderenti alla corte lo antico i preti pigliavano moglie,
accettarono, ma la maggior parte pretendendo esserne abilitati da una
del clero e del popolo di Milano, concessione di s. Ambrogio; ma al
che voleva giusta l'antico costume la disciplina ecclesiastica allora tro
un prelato milanese, elesse il prete va vnsi conveniente l' esigere il Ce
Adelmano Menelozio, quindi nac libato ^F'rdi), massime per evitare
que scisma nella chiesa milanese, che divenissero ereditari i benefizi
che durò cinque anni, e terminò e le cure, e che i gradi eccleslastici
coll' elezione di Valperto de Medi non si dassero per nascita, com'e
ci nel 953, avendo i due competi ra avvenuto de' civili e militari,
tori o di buona voglia o per for ma solo per merito. Accusato Gui
za ceduto l' arcivescovato. Valperto done che avesse parte a siffatti dis
assistette al concilio di Ravenna ordini, principalmente della simo
nel 967 e mori nel 969. Nel 97o nia, dopo varie vicende, a preve
Arnolfo, nel 974 Gotofredo, nel nire il pericolo di essere deposto,
979 Landolfo da Catcano, nel 998 prese il partito di rinunziare spon
Arnolfo da Arsago. taneamente all' arcivescovato, fi-
Eletto nel ioi5 o nel 1o18E- mandando l' anello e il bastone
riberto da Cantù, assistette nel me pastorale all'imperatore Enrico III,
desimo anno al concilio di Roma il quale secondo l'abuso delle In
sotto Benedetto VIII, e morì nel vestiture ecclesiastiche [Fedi) sul
1 o45, venendo sotto di lui istituito fatto gli sostituì Gotofredo da Ca
l' ordine degli umiliati. Suo succes stiglione, ordinario suddiacono della
sore fu s. Guidone o Vidone da chiesa milanese e segretario dello
Velate, a tempo del quale il Papa stesso Guidone; ma il popolo non
Clemente II celebrando nel 1o47 volle riceverlo, ed Erembaldo che
un concilio contro i simoniaci i sostenuto dal Pontefice romano già
quali agitavano la Chiesa, insorse si occupava a procurare una ca
grave controversia fra gli arcive nonica elezione di arcivescovo, vi
scovi di Milano e di Ravenna ri si oppose di modo e armata ma
guardo alla dignità e preminenza no, che per molti anni lo costrin
RI IL MIL 7,
se andare errando ne' luoghi forti e che escludere volevasi onnina
dell' arcivescovato, senza lasciargli mente; ma il partito contrario che
mai requie. Secondo i cataloghi seguace di cesare stava per I' inve
de' vescovi milanesi dammo il tito stitura, e voleva ricevere l' arcive
lo di santo a Guidone; ma il Ber scovo dal principe, mosse tal sedi
nini citato lo chiama Guido, Io zione, che il cardinal legato e lo
dipinge con cattivi colori, lo dice stesso Aitone, a stento salvarono la
sostenitore de' nicolaiti e simoniaci, vita ; e quest' ultimo prese I' espe
tanto infesti alla diocesi che pochis diente di ascendere il pulpito nella
simi erano quelli ordinati senza vicina chiesa maggiore, e rinunzia
prezzo. Pretese con altri vescovi re nello stesso giorno all'arcivesco
che il Papa dovesse essere lombar vato; e così per alcun tempo si
do acciò compassionasse la loro vuole che Attone e Gotofredo re
fragilità, e benchè fosse eletto tale stassero quali privati nelle case lo
il milanese Alessandro II, l'arcive ro. Poco però vi dimorarono tran
scovo continuò a perseguitare chi quilli ; Gotofredo protetto da En
si opponeva alla simonia ed alla rico IV ottenne di essere consa
incontinenza. Altrettanto narra il crato dai suffragaiici presso Nova
Rinaldi all'anno io66, n. i6 e ra in principio del io73, e conti
seg., e nel io67, n. i, dice che nuò a tentar tutto per mettersi in
Alessandro II per rimediare a tan possesso della sua sede; ed Attone
ti disturbi, spedi inutilmente a Mi sostenuto da s. Gregorio VII, si
lano per legati i cardinali Mainar- portò a Roma, ove il Papa radu
do vescovo, e Giovanni prete. Inol nato un concilio nel gennaio io74,
tre Alessandro II confermò i beni condannò Gotofredo col suo clero,
e le giurisdizioni dell' arcivescovo di e dichiarò nulla la rinunzia di At
Milano, e furono tanti che ne mo tone, come estorta per violenza.
strano la possanza, dipendendo da Con tutto ciò A ltone nè fu rice
lui moltissime chiese, monasteri, vuto in Milano, nè consacrato in
pievi in commenda poste in altre arcivescovo, anzi avendo s. Grego
diocesi , ed alcune con giurisdizio rio VII in un secondo sinodo te
ne e giuspatronato , fra le quali nuto in Roma verso la fine del
Monza e il suo distretto, il castel- febbraio io75, fra le altre cose
lo d'Angera, quel di Brescia ec. ec. dichiarato, che non fosse più lecito
Mori intanto Guidone nell '«agosto ai sovrani il dare le investiture dei
io7i, ed allora Erembaldo con vescovati e delle abbazie, nè ai no
maggior premura trattò dell'elezio bili dare simigliane investiture agli
ne di un nuovo arcivescovo. Col- ecclesiastici scelti ad ufliziare le
l'intervento in fatti, ed alla pre chiese di loro giuspatronato, si riac
senza del cardinal Bernardo legato cese di modo la civile discordia in
di Alessandro II, radunati gli ec Milano, che venuti alle mani aper
clesiastici e i laici, gli abbati e i tamente quei che stavano a favore
monaci, ed anche non pochi del delle investiture col partito contrario,
clero forense e del popolo, nel Erembaldo stesso vi fu ucciso colle
io7» fu eletto Attone, non cu ormi alla mano. Dopo un tal l'alio
randosi dell'abusiva investitura che ì milanesi, senza tener alcun conto
dava l' imperatore al nuovo eletto, nè di Gotofredo, né di Attone, ri.
7tì MIL MIL
volsero il pensiero all' elezione di flotta di Genova per Costantinopo
un nuovo arcivescovo. Nominati li. dove mori nel settembre no1.
pertanto quattro soggetti, spedirono Grossolano già vicario generale ,
ad Enrico IV un'ambasceria per lasciato dall'arcivescovo Anselmo IV
chiedergli un vescovo, a nome del quando parti , fu nominato suc
clero e del popolo ; giacchè non cessore nel principio di settem
ostante i decreti e le scomuniche bre 1 1o2 ; ma poco dopo provò
pontificie, ricevere volevano il nuo le opposizioni del prete Liprando
vo arcivescovo dall' imperatore, il di s. Paolo, che lo accusò di simo
quale nominò Tedaldo. Ciò non nia, e sostenne la sua accusa col
approvò s. Gregorio VII, e nel con giudizio del fuoco, secondo il costu
cilio romano del 1o79 lo scomuni me di que'tempi. Ritiratosi a Ro
cò e depose, anco per non essersi ma, nel concilio del 1 io5 fu di
portato a Roma. Riconciliatisi poi chiarato innocente e restituito alla
i milanesi col Papa, il partito di sede. Ma tal sentenza non tenen
Tedaldo fu abbandonato, ed egli dosi per buona in Milano, il par
obbligato ritirarsi ne' forti dell'ar tito di Liprando impcd'i a Grosso
civescovato, onde mori in quello di lano il possesso della chiesa e dei
A i-tuia nel 1o8 5. Alessandro II, s. beni della mensa, benchè tentasse
Pier Damiani, e s. Gregorio VII riuscirvi colla forza. Nell'anno 1 1 1 1
ridussero la metropoli milanese in partì per Gerusalemme, ed allo
maggior soggezione al Papa, aboli ra in Milano riveduta la sua cau
rono le tasse simoniache che gli sa fu giudicato non doversi tene
arcivescovi esigevano per le ordina re per arcivescovo. Indi nel gen-
zioni, e li costrinsero a giurare som ll:1l0 11 12 gli fu sostituito Rior
missione alla santa Sede. Inoltre dmo da Clivio, ciò che approvò
s. Gregorio VII ridusse il clero Pasquale II. Gli successe nel 1 12o
milanese al celibato, ed il voto po Olrico o Oldrico, già vicedomino
polare venerò sugli altari quelli della chiesa milanese, e per sua
ch' eransi opposti alla simonia ed morte nel 1126 fu nominato An
al concubinato. selmo V Pusterla, che fu scomuni
Nel 1o86 fu arcivescovo An cata e deposto da Onorio II per
selmo HI da Ro, il quale tenne over coronato in Monza Corrado
l'arcivescovato fino a'4 dicembre III. Insorto nel 1 t 'in l'antipapa
1o9J: due giorni dopo vi fu sosti Anacleto Il contro Innocenzo II
tuito Arnolfo III di porta Orientale. successore di Onorio II, Ansel
Ambedue questi arcivescovi ebbero mo tenacemente aderì allo scis
l'investitura dal principe; ed Ar ma , nè vi si distaccò neppure
nolfo III fu l'ultimo degli arcive quando per opera di s. Bernardo
scovi di Milano che vi si sottopo i milanesi abbandonato l'antipapa
se. Nel 1o97 succedette Anselmo obbedirono a Innocenzo II. Pertan
IV da Bovisio, prevosto dalla chie to nel concilio provinciale del 1 i33
sa di s. Lorenzo: andò nella Siria Anselmo fu deposto e scacciato
con un'armata di crociati per la dal popolo e dal clero , ciò che
conquista di Terra Santa ; ritornò approvò il Papa nel concilio di
alla sua chiesa sul fiuire del 1o98, Pisa. Ricusò s. Bernardo d'essere
e parti di puovo nel 11oo colla. arcivescovo, ed in vece Robaldo. ve..
MIL MIL .7
scovo il'Alba restato dopo il conci cenzo III nel novembre i 2 i 3 eles
lio a Milano ad esercitar le funzio se arcivescovo Enrico Seltala, no
ni episcopali, fu eletto nel i i 35 bile e virtuoso cittadino di Mila
e governò sino al termine del i i45. no, che governò con grandissimo
Nel ii46 divenne arcivescovo O- zeto anche in mezzo alle civili tur
berto da Pirovano, che per iscan- bolenze insorte a quel tempo. A-
sare le persecuzioni di Federico I, vea creduto assicurar la pace a
si rifugiò presso Alessandro III con Milano colla elezione di quattro
s. Galdioo Valvassi Sala arcidiacono podestà a niuno de'partiti conten
di sua patria Milano ; questi nel denti sospetti, presso i quali fosse
i i 66 fa creato cardinale e mei- il comando del governo di Milano,
vescovo, non che legato di Lom tornato poco tempo prima ad es
bardia. Noteremo , che tutti gli sere repubblicano, in conseguenza
arcivescovi cardinali, hanno bio della pace di Costanza. Ma la cosa
grafa nel Dizionario. Contribuì alla andò ben altrimenti, giacchè deli
edificazione d' Alessandria , e pieno beratosi l'arcivescovo a partire per
di zelo mentre predicava nella sua la crociata di Gerusalemme, Ar-
chiesa contro i manichei o catari, dinghetto Marcellino mosse il po
mori nel ii 76. Gli successe Algiso polo a tal sedizione contro i nobili,
da Pirovano, e dopo di lui Uber che li cacciò fuori della città cogli
to Crivelli cardinale nel ii 85, che agenti dello stesso arcivescovo , il
a' 25 novembre fu eletto Papa col quale non tardò recarsi a Milano;
nome di Urbano III (Vedi). Se ma il ripararvi non fu così fàci
guitò a ritenere la sua chiesa, e le, perchè la discordia civile durò
mori a' iq ottobre ii87. Allora lino al I2a5, nè venne composta
venne sostituito Milano da Carda che coll' interposizione di Grego
no, ch' ebbe per successori , nel rio IX.
iiq5 Oberto II da Terzago car Morì Enrico nel i23o, e gli fu
dinale; nel ii96 Filippo da Lam- sostituito Guglielmo di Kizolio, che
pugnano (al quale Innocenzo III nel governò sino al i24i- Ma fatto
i i98 concesse di prom o vere agli arcivescovo Leone da Perego, si
ordini sacri quelli che avessero ri riaccese più che mai la discordia
cevuto qualche ordine dal Papa : civile, e si ripigliarono le armi sì
tutti li ha ricevuti dal regnante dalla parte del popolo, che da
Pio IX nel dicembre i846 il suo quella du'nobili. Fu in questa oc
cameriere segreto partecipante e casione che Pagano della Torre o
segretario d' ambasciata, come lo Tori ia ni, già dalla Valsassina ve
fu di Gregorio XVI, monsignor nuto ad abitare in Milano, si di
Edoardo Borromeo nobile milanese, chiarò difensore del primo. Fra i
con quelle singolari e distinte par nobili figuravano i Visconti, già
ticolarità che celebrò nel nume molto distinti; nel i i5i però le
ro 8 del Diario di Roma del i847, dissensioni tra il popolo ed i nobili
con bellissimo articolo, il nobilissi giunsero al punto, che questi ulti
mo e degno concittadino conte Ce mi coll'arci vescovo e cogli ordina
sare di Castelbarco); nel i 2o6 il ri della metropolitana furono cac
cardinal Uberto Pirovano; nel i2ii ciati dalla città ed occupati i loro
Jl cardinal Gherardo Sessio. lnno- benefizi. Parve in seguito che le
78 MIL MIL
cose pigliassero accomodamento, ma gosto 129?, dopo aver governato
nel 1257 tornò ad infierire la la città con gran prudenza e mi
civile discordia, e l'arcivescovo Leo rabile saggezza. Gli successe a' 21
ne co'suoi aderenti dovette ritirarsi ottobre Rullino da Frisseto, il qua
a Legnano: ivi trattossi ancora del le non visse che pochi mesi, cioè
ta pace, e si arrivò a segnare un lino al 21 luglio 1296 ; onde
compromesso di tutte le differenze Bonifacio VIII nominò arcivescovo
nel Papa Alessandro IV, di cui Francesco da Parma , che morto
l' arcivescovo non vide il risultato, nel 1 3 1 8, il capitolo elesse Cassone
perchè nell'ottobre dello stesso an o Gastone Torriani canonico ordi
no morì. Nel 12 5 8 l'esito del nario della metropolitana e decano
compromesso fu la suddetta pace della chiesa d'Aquileia. Di lui in-
di s. Ambrogio, abbracciata dalle gelositosi Guido della Torre signo
tlue fazioni. Le nuove discordie e re di Milano, suo parente, l'impri
turbolenze furono tali clie non si gionò incorrendo nella scomunica.
potè tentare prima del 126o: i Uscito dal carcere, nel 1 3 1 1 coronò
voti andarono divisi in modo, che Enrico VII qual re di Lombardia.
alcuni volevano arcivescovo Rai Avendo poi Giovanni XXU tra
mondo della Torre nipote di Mar sferito Cassone nel 1 3 1 7 al pa
tino e arciprete di Monza, ed altri triarcato d'Aquileia, il capitolo pro
Francesco Settala, ordinario della cedette all'elezione di Giovanni II
metropolitana. Erano già scorsi qua Visconti, terzogenito di Matteo I
si cinque anni senza che concorde signore della città, continuando in
mente fosse stata ultimata la prov questo modo nel ricuperato diritto
vista al vacante arcivescovato, quan di elezione; di che non facendo
do il PonteCce Urbano IV per alcun caso Giovanni XXII, e sicco
mezzo del cardinal Ottaviano U- me avea a sè riservata l'elezione
baldini suo legato, a finire i con dell'arcivescovo di Milano, nel tras-
trasti nominò arcivescovo Ottone latare il Cassone avea nominato
Visconti già suo nobile famigliare, a succederlo fr. Aicardo da Inti-
a'aa luglio 1262. Negarono i mi miano minoro conventuale. Questa
lanesi di accettarlo per arcivescovo, elezione incontrò l' opposizione di
e tante furono le opposizioni dei detto Matteo I, che se non sosten
partiti, che nè lo stesso Urbano ne la nomina del capitolo, non la
IV, nè Clemente IV, nè Gregorio sciò che Aicardo si recasse a Mila
X riuscirono a superarle anche col no. Quindi la discordia tra il Pa
mezzo delle censure, venendo fatto pa e il Visconti diventò assai ris-
Raimondo patriarca d' Aquileia . sentita, durante la quale Giovanni
Allora Ottone, già unito al partito XXII emanò nell'agosto i322 il
de' nobili , deliberò ottenere colla breve di generale riserva di tutte
forza e colle armi ; ciò che non le chiese patriarcali, arcivescovili e
avea potuto conseguire con mezzi vescovili, del patriarcato d'Aquileia
più blandi: vincitore infotti dei e delle provincie di Milano , di
Torriani con celebre battaglia, en Ravenna, ec. Matteo 1 era morto
tro in Milano uel seguente giorno, nel giugno mentre tiattavasi la
e n' ebbe il dominio spirituale riconciliazione, che solo ebbe luo
e temporale. Morì Ottone li 8 a- go nel 1329 sotto la signoria di
MIL MIL 79
Aizone. Allora Giovanni II abban pa, non ottenne di recarsi alla sua
donalo il partito dell'antipapa Ni chiesa che li 8 ottobre i376. Mor
colò V, che era stato eletto da Lodo- to nel settembre i inii e dopo
Vico il Bavaro, fu da Giovanni XXII quasi un anno Bonifacio IX tra«ia
fatto vescovo di Novara, e siccome lò da Novara fr. Pietro Filargio
fr. Aicardo non avea mai ottenu che nel i40 5 Innocenzo VII creò
to di recarsi a .Milano, gli diè l'am cardinale, e ritenendo l'arcivesco
ministrazione della sede nel i332 vato nel concilio di Pisa a' 26 giu
con l'annua pensione di i5oo fio gno i 4o9 venne eletto Papa Ales
rini. Poscia Benedetto XII riconci sandro V, il quale nel l4o9 stesso
liati interamente colla Chiesa i Vis- nominò arcivescovo fr. Francesco
conti, fa concesso a fr. Aicardo re- da Creppa minore osservante, già
carsi a Milano, ove fece il suo in suo vicario generale. Però Grego
gresso a'4 luglio i339, e morì ai rio XII allora vivente, tenendo per
i2 agosto. Allora il capitolo metro- illegittimo il concilio di Pisa, men
po/ifano per la seconda volta eles tre l'antipapa Benedetto XIII prose
se Giovanni II Visconti, ma Be guiva nello seismo, non fece alcun
nedetto XII non ne fece alcun ca caso della nomina di Francesco, e
so, nè si ridusse mai a confermarne nominò alla vacante chiesa nel
la nomina, e Giovanni II seguitò a i4o9 Giovanni III Visconti figlio
diportarsi come non fosse stato di Yercellino. Intanto Francesco o
nominato , e la cosa durò fino al fosse che cessasse di vivere o per
i342 in cui Clemente VI, senza al la potenza del competitore Giovan
cuna considerazione alla precedente ni III, rinunziò a'i 3 febbraio i .( i i,
nomina, di sua autorità a'6 agosto ed ebbe in successore Bartolomeo
lo dichiarò arcivescovo di Milano. Capra, già vescovo di Cremona.
Con questa elezione fatta dal Pa Questi morì in Basilea a' 3o set
pa si cominciò senza interruzione tembre i433, mentre colà interve
Ja serie degli arcivescovi nominati niva al concilio, e dopo quasi due
dal Pontefice, fino a quella di Fi anni di sede vacante, fu da Euge
lippo Visconti del i784 esclusiva nio IV nominato arcivescovo Fran
mente, come accennammo di sopra. cesco Piccolpasso de'Lambertini di
Nel i 354 mori Giovanni II, e Bologna, già vescovo di Pavia , e
gli successero Roberto Visconti, nel mori nel giugno i443, onde Eu
i36i Guglielmo II Pusterla, nel genio IV a' 24 agosto gli sostituì
i37i a' i8 luglio Simone Brussani Enrico Rampini tortonese, che nel
o Bordano, fatto da Gregorio XI i446 creò cardinale. Per sua mor
che lo dispensò dall' obbligo della te nel i4?o gli successe Giovanni
residenza, e vennero nominati due III Visconti, il quale avea depo
vicari generali, indi nel i375 lo sto nel concilio di Costanza la di
creò cardinale; nella quale occasio gnità avuta da Gregorio XII, con-
ne avendo rinunziato la sede, gli ducendo cosi vita privata, nomina
venne sostituito a'26 maggio i376 to da Nicolò V per interposizione
Antonio de' marchesi di Suluzzo, di Francesco Sforza, già divenuto
già vescovo di Savona, il quale per signore di Milano. Morto nel i453,
le differenze che Bernabò Viscon Nicolò V gli surrogò Nicola Aiiù
ti signore di Milano avea col Va- dano cremonese, già vescovo di Pia-
8o MIL MIL
cenza, che cessò di vivere pochi delle sue preclare virtù; lo vole
mesi dopo, ed avendo rinunziato va consecrare il cardinal de Medi
Tunoteo Maftèi, gli succedette fi". ci che fu poi Leone XI, ma Cle
Gabriele Sforza fratello del duca mente VIIl volle far lui la fun
Francesco, dotto agostiniano, prelato zione nella chiesa di s. Maria de
distinto per virtù, e governò santa gli Angeli, titolare del cardinale:
mente sino al i457- ludi fu arci questo pio, zelante e dotto pasto
vescovo Carlo Nardini da Forlì; re morì nel settembre i 63 i . Gli
nel i46i Stefano Nardini forlivese successero, nel i632 Cesare Monti,
di lui nipote e nel i4-73 cardi creato cardinale nel i 633 ; nel
nale; nel i484 il cardinale Gio i(ÌJ7. Alfonso Litta , fatto cardina
vanni Arcimboldi,e persiia rinunzia le nel i666; nel i68i Federico
nel i488 Guido Antonio A rei m - Il Visconti, cinque mesi dopo, il
bolrli; nel i 497 Ottaviano Arcim- primo settembre, creato cardinale;
boldi. Nello stesso anno Alessandro nel i6c)3 Federico III Caccia, e-
VI fece arcivescovo il ferrarese levato al cardinalato nel i6g5;
cardinal Ippolito I d'Este in otto nel i699 Giuseppe Archinto, e
bre, che con indulto di Leone X passati sei mesi, a' i 4 novem
to rinunziò al nipote Ippolito II bre fu insignito della digmtà cardi
d'Este ferrarese, creato cardinale nalizia.
nel i 538, il quale pure con patto Clemente XI nel i7i2 nominò
di regresso ne fece rinunzia nel arcivescovo di Milano Benedetto
i 55o a Gio. Angelo Arcimboldo, Erba Odescalchi, e nel i7i3 car
cui succedette nel i 555 Filippo dinale; per sua rinunzia Clemente
Archinto, già governatore di Ro XII nel i737 gli surrogò Gaetano
ma e vescovo di Borgo s. Sepol Stampa, nel i7^9 creato cardinale;
cro, morto nel i 558. Quindi Pio Benedetto XIV nel i 743 eles
IV, creato cardinale il nipote s. se a' i5 luglio arcivescovo Giu
Carlo Borromeo a'3i gennaio i56o, seppe Pozzobonelli, lo consacrò nel
nel febbraio lo fece arcivescovo la chiesa de'ss. Ambrogio e Carlo, ed
della comune patria, e fu uno n'9 settembre lo creò cardinale: egli
de' più illustri, più benemeriti e governò sino alla morte avvenuta
più grandi prelati della Chiesa, il nel i783. Questo fu l'ultimo ar
perchè oltre alla sua biografia, in civescovo nominato dai sommi Pon
molti articoli celebriamo la sua tefici, poichè l' imperatore Giusep
santità, incomparabile zelo e magna pe Il con editto de' 9 maggio i782
nime azioni. Non solo abbiamo di ordinò che non si ammettessero
lui medaglie divozionali e monu per V avvenire nella Lombardia
mentali; ma lo Scilla, Delle mo austriaca le provviste e le colla
nete pontificie p. 37i, riporta quel zioni di qualsivoglia benefizio ec
le coniate da s. Carlo come le clesiastico, fino a quel tempo fatte
gato. Nell'anno i 584 a' 27 No dalla santa Sede in vigore delle
vembre gli successe Gaspare Vis riserve di cancelleria, di qualunque
conti, e morì uel i5o,5; laonde sorta fossero ; e che le chiese cat
Clemente VlII gli sostituì il car tedrali, come Milaiio, Mantova, ed
dinal Federico I Borromeo, degno i quattro vescovati dello stato di
cugino di s. Carlo, ed imitatore Milauo, dipendevano d' allora in
MIL MIL 8i
poi dalla regia nomina e presen la prudenza e con esemplare zelo,
tazione sovrana, ciò che fu poi re quando invitato ad intervenire alla
golato col concordato con Pio VI. generale dieta in Lione, composta
Quindi vacata la sede, la nomina dai rappresentanti i singoli corpi
del nuovo arcivescovo fu differita de' cisalpini, per una riforma della
ad alcuni mesi, nel corso de' quali repubblica, portossi a tal città, dove
portatosi Giuseppe II a Roma, col colpito di apoplessia cessò improv
Papa conciliò la provvista della visamente di vivere a' 3o dicembre
chiesa di Milano; e recatosi in se i8or. Il capitolo nominò vicario
guito in Roma anche il nomina capitolare quello del defunto, e
to Filippo Visconti di Massino dio Bonaparte quaI presidente della
cesi di iVovara, fu questi a' a5 giu nuova repubblica italiana, nominò
gno i784 preconizzato in conci all'arcivescovato il cardinal Giam
storo arcivescovo di Milano da Pio battista Capra ra bolognese, legato
VI, previo il consueto esame co a latere di Pio VII a Parigi, che
rata Pontifi.ce. Nel 27 dello stesso il Papa preconizzò nel concistoro
mese fu consacrato nella chiesa dei de' 24 maoSio i8o2. Perla coro
ss. Ambrogio e Carlo, condecorato nazione seguita in Milano di Na
indi col pallio. Governando il Vis poleone a' 26 maggio i 8o5, il car
conti la chiesa milanese, i francesi dinale si recò alla sua sede; indi
a nome della repubblica s' impa ritornò a Parigi, onde il regime
dronirono della Lombardia, indi dell' arcidiocesi fu dato a monsi
proclamarono la repubblica Cisal gnor Bianchi in qualità di vicario,
pina. Fra le innumerabili leggi e morì il cardinale a' 2 giugno
pubblicate a regolamento del nuo i8 io in Parigi: di lui oltre alla
vo stato, vi fu quella de' a5i set biografia, a cagione di sua rappre
tembre i798, che disponeva in ge sentanza, ne trattammo in più luo
nerale de' vescovati, indipendente ghi. In sede vacante fu nominato
mente del tutto dalla podestà e dai vicario monsignor Carlo Sozzi. Bal
canoni della Chiesa. Lungo sarebbe zato finalmente Napoleone dal tro
qui ridire gli oltraggi che la reli no, l'imperatore Francesco I prov
gione ricevette in un ai suoi mini vide alla vedovanza di questa chie
stri dai repubblicani; si giunse a sa, nominando monsignor Carlo
trattare la soppressione d' ogni cor Gaetano conte di Gaismk, nato ai
porazione di ecclesiastici anco se 7 agosto i769, in Clangen furt dio
colari, come capitoli, ec. , poichè cesi di Gurck, già da Pio VII fatto
I' intera abolizione d'ogni ordine a'2o luglio i8oi vescovo in parti-
regolare già tenevasi per eseguita : bui di Dervas, e sufTraganeo e vica
s' impedirono le processioni, si scio rio generale del vescovo di Passavia.
glievano i voti religiosi e si pro Il Papa lo preconizzò arcivescovo
teggevano gli apostati; si permise nel concistoro de' i fi marzo i 8 i 8,
eie il Papa fosse scherno della ple ed a'26 luglio si recò a Milano ac
be, cosi i cardinali, in un pubblico colto con giubilo universale. Leone
ballo datosi sul teatro; si esigette XII a' 27 settembre i824 lo «reo
il giuramento, dichiarato illecito cardinale prete, e per la sua mor
dalla santa Sede. Governava intan te portatosi al conclave, V eletto Pio
to I' arcivescovo Visconti con tutta VlII nel concistoro de' i8 maggio
voi. ttv.
8a AI IL MIL
1829 gl' impose il cappello cardi- descritta nella serie cronologica di
iiali/10, « in quello de' 1 1 detto tutti gli arcivescovi, cominciando
gli conferi per titolo la chiesa di ila s. Barnaba fino a Filippo Fts-
s. Marco, annoverandolo alle con conti, 183o. Ivi si ricorda il pri
gregazioni della concistoriale, ve vilegio che ha l' arcivescovo di Mi
scovi e regolari, residenza de' ve lano d' incoronare i re d* Italia ,
scovi e immunità. Ritornò in Ko- quale soltanto cede al Papa. Pala
ma per l'elezione di Gregorio XVI dini, Della elezione degli arcivesco
e di Pio IX, ma il secondo lo tro vi di Milano, 1834. Ripamonti,
vò già eletto. Restituitosi in Mila //istoriai uni ecclesiae mediolanen-
no morì d'anni 77 a' 19 novem sis, 1617.
bre 1846; personaggio di rare L' arcivescovo di Milano ebbe
qualità, zelante pastore, lasciò di molti vescovi suffraganei, tre dei
sè onorata memoria e perenue de quali divennero essi stessi metro
siderio. Fu eletto vicario generale politani, cioè Genova , Torino e
capitolare l' arcidiacono della me Vercelli, altri si separarono, altri
tropolitana monsignor Giuseppe tornarono ad incorporarsi. Al pre
Rusca, che annunziò la perdita del sente sono otto i vescovi suttia-
l'arcivescovo con quell'elogio che gunei di Milano : Pavia, Brescia ,
si legge nel numero 97 del Diario Mantova, Bergamo, Cremona, Co
di Roma, mentre nel numero 1 o2 mo, Lodi e Crema, la quale ulti
è riportata la descrizione de' solen ma appartenente già alla metropoli
ni funerali, in cui pronunziò digni di Bologna, ed a questa milanese la
toso elogio monsignor Bignami ca sottopose Gregorio XVI nel 1835.
nonico della metropolitana, indi Fedi Eustachio da s. Uboldo, Dis-
il cardinale fu sepolto innanzi la sertaào de metropoli mediolanensi,
eappella di s. Agata quasi iu mez 1699. Giambattista Castiglione Del
zo all' augusto tempio metropolita jus metropolitico della chiesa di
no. Della pubblicata sua necrolo Milano. Gio. Rinaldo Carli, Del di
gia fa cenno il vol. IV, pag. 285 ritto ecclesiastico metropolitico d' 1-
degli Annali delle scienze religiose, talia e particolarmente di Milano
serie seconda. Nel concistoro de' 1 4 e d~ Aquileia, 1786. Muratori, De
giugno 1847 Pio IX trasferì a que antiquo jure metropolitae medio-
sta sede monsignor Bartolomeo dei laneusis in episcopum ticinensem.
conti Romilli di Bergamo, fatto nel Negli Anecdot. t. I, p. aj1. La
1846 da Gregorio XVI vescovo di cattedrale è dedicata a Dio ed alta
Cremona. Per gli arcivescovi di Mila Natività di Maria Vergine. Il capi
no si possono consultare. Ughelli, tolo fu sommamente distinto con o-
Italia sacra t. IV, p. 1 e seg. Sor- nori, titoli e privilegi prelatiti: Cle
mani, L' origine apostolica della mente XI gli concesse l' uso della
chiesa milanese e del rito della mitra , di cui va ornato il capo
stessa, 1754. Basilicapetri , Suc- nuche nell'annua processione del
cessores s. Barnabae apostoli in ec Corpus Domini fuori del tempio,
clesia mediolanensi , 1628. Sassi, solo tenendosi discoperti quelli che
Archiepiscoporuni mediolanensium : adempiono i sacri uffici sotto il
teries historicacronologica, 1755. baldacchino, a differenza dell'arci
Villa, Fasti della chiesa milanese vescovo clie fuori del tempio prece
MJL MIL 83
de mitrato. Aulicamente ebbe i suoi offre al celebrante le ostie ed il
cardinali ( titolo di cui andarono vino ; ma anebe la rimembranza
insigniti i canonici delle più cospi della limosma pecuniaria sostituita
cue città d'Italia, ed il Muratori ne alla primitiva obblazione si conser
riporta un documento del io32), vo in qualche modo nella chiesa
divisi in preti, diaconi e suddia metropolitana, poichè ancora nelle
coni, venendo anche appellati or domeniche e solenuitù del .Signore
dmarii sancUie mediolanensis cecIe- si pratica dal clero un'offerta in
siae, e costituivano il collegio dei denaro. Il tempo delle sospese fun
primari canonici. Il capitolo metro zioni del capitolo durò sino al i5
politano, riiiene tuttora le distin agosto i 8o5, epoca in cui il car
zioni de'tre ordini presbiterale, dia dmal- Caprara ottenne la restituzio
conale e suddiaconale. Il clero che ne de' due capitoli, quale ora sta,
risiede•a quotidianamente nella me- cioè: sette dignità (quattro dice
(ropo/itana, prima dell' abolizione l'ultima proposizione concistoriale),
del i798, era composto come se l'arciprete, l'arcidiacono, il primice
gue: cinque diguità, cioè l'arci rio, il prevosto, il teologo, il pe
prete, I' arcidiacono, il primicerio, nitenziere ed il dottore prebenda
il prevosto di nomina Visconti, ed to ; otto canonici ordinari sacer
il decano ; tre personati, cioè il teo doti , otto canonici ordinali dia
logo, il penitenziere maggiore ed il coni, tre canonici ordinari suddia
dottore prebendato; dieci canonici coni, un maestro delle cerimonie,
ordinari sacerdoti ; dieci canonici un maestro del coro, quattro no-
ordinari di prebenda suddiaconale, tari , otto lettori, sei mazzeconi
altri dicono dieci diaconi e cinque ci compresi i due cappellani del-
suddiaconi; questo chiamavasi capi la famiglia Vimercati. Nel i8io vi
tolo maggiore, il seguente nomina- fu aggiunto il vice-maestro delle
vasi il capitolo minore : un maestro cerimonie, e nel i82i altro cano
delle sacre cerimonie; due sotto- nicato sacerdotale ordinario sotto il
maestri; un maestro del coro; quat titolo di s. Tommaso, eretto da d.
tro notari detii ordinarioli ; cin Costanzo Gal larati Scotti, mentre
que lettori maggiori, e dieci letto nell'anno i836 se ne aggiunse altro
ri minori ; dieci mazzeconici o ma- diaconale della famiglia Yittadini.
ceconici, magistri scholarum } com Il parroco è monsignor arciprete,
presi i due cappellani di nomina prima dignità del capitolo, cinque
Vimercati; quattro penitenzieri, oltre coadiutori, sei penitenzieri compre
il già nominato canonico ordinario; so il maggiore, due sacristi , un vi
un sacrista della sacrestia maggiore, ce-sacrista, un sacrista delto scuro-
un altro della minore; un sotto- Io, o sotterranea cappella di s.
sacrista minore ; ventiquattro can Carlo, sette ostiari, nove chierici
tori per la musica, dodici ostiari, per le messe, dieci cantori com
nove chierici per le messe; final preso il maestro di cappella, due
mente dieci vecchioni e dieci vec organisti, dieci vecchioni, dieci vec
chione, formanti la così detta scuo chione, e due portieri.
la di s. Ambrogio, e due portieri. Milano era abbondantissima di co
La «aiola di s. Ambrogio nelle munità religiose, e ancora al tempo
messe solenni della metropolitana della rivoluzione ne contava 32 di
84 M,L MIL
religiosieà! di religiose. Al presente Concila di Milano.
in Milano di religiosi vi sono i be-
nefratelli ed i barnabiti; in Mon Il primo fu tenuto nel 344 in
za i barnabiti; nel cantone Ticino favore della dignità del Verbo pei
i cappuccini. Religiose in Milano, cattolici: gli eusebiani però non vi
sono le salesiane, agostiniane, le vollero condannare l' empia opinio
fate-bene-sorelle, e le figlie della ne di Ario. Reg. e Labbé t. IL
carità; al sacro Monte di Varese Il secondo concilio nel 346: l'im
te agostiniane; a Claro nel cantone peratore Costanzo essendo in Mila
Ticino le benedettine. La diocesi è no vi fece venire s. Atanasio. I ve
ripartita in sei regioni; le parroc scovi cattolici ricusarono sottoscri
chie in Milano e nei corpi santi vere il nuovo formolario mandato
sono 36, comprese le sette stazio dagli orientali, e dichiararono che
nali, la cattedrale cioè, s. Stefano bastava quello di Nicea. Gli ultimi
maggiore, s. Nazaro grande, s. Lo non poterono ottenere la condanna
renzo, s. Ambrogio, s. Vittore al degli ariani. Sozomeno lib. III.
corpo e s. Simpliciano. Fu Grego Il terzo nel 347, numeroso per
rio XIII che ad istanza di s. Carlo chè radunato da questa provincia
concesse alle prime sette chiese di e da quella d' Italia, contro Ur-
Milano le indulgenze e prerogative sacio e Valente vescovi ariani, i
delle sette principali chiese di Ro quali si ritrattarono e riconciliaro
ma. Il Villa scrisse: Le sette chie no, almeno in apparenza, colla Chie
se di Milano ossia basiliche sta sa, abbracciando la fede Nicena, che
zionali, 1627. Le parrocchie della dopo tre anni ritrattarono. Fozio
diocesi sono 725, di cui 673 in di Sirmio vi fu deposto. Iteg. t. III;
Lombardia, e 52 negli stati esteri, Labbé t. II; Arduino t. I.
che colle suddette 36 formano 761 Il quarto nel 355, chiamato la
parrocchie in tutto, o 766 come trocinio e falso conciliabolo . Vi
si legge nella citata proposizione. Agli intervennero moltissimi vescovi tan
to d'oriente che d'occidente, e ven
articoli AHCiconrRATERNiTA di s. Am
nero esiliati quelli che per non tra
rrogio e di s. Carlo de' milanesi, e
dir la fede e abbracciar l'eresia
Chiesa de'ss. Amrrogio e Carlo del
ariana non vollero sottoscrivere la
la HAZIOWE LOMBARDA AL CORSO , SI
potrà vedere quanto riguarda quel condanna di s. Atanasio. Alla do
sodalizio e il sontuoso tempio ,'uno manda de' legati del Papa s. Li
de' più belli di Roma. Della cap berio, che si condannasse Ario, Co-
pella papale per la festa di s. Car stanzo imperatore sostenne che la
lo, in cui il Pontefice si reca col dottrina d' Ario era cattolica, con
treno nobile, e prima in cavalcata, quell' assolutismo proprio del suo
e della importante sua origine, se carattere, a fronte della commozio
ne del popolo. Temendosi clie si
ne tratta nel vol. IX, p. 92 del
sollevasse, la terza sezione fu cele
Dizionario. Ogni arcivescovo è tas
brata in palazzo, ove Costanzo e-
sato in fiorini 325o, ascendendo le
siliò que' vescovi che non fecero la
rendite a circa 1 4,ooo scudi. Am
sua volontà, cioè di condannare s.
pla è l'arcidiocesi. Atanasio e comunicare cogli euse
biani, fra' quali s. Dionigi vescovo
II IL MIL 85
di Milano-, gli altri vescovi per L' undecimo nell' 879 o 88o
sorpresa e violenza sottoscrissero, per scomunicarvi Attone per le sue
e molti se ne pentirono e furono invasioni sacrileghe, che disprez
puniti . Labbé t II. zando la censura il concilio l' ac
11 quinto nel 38o in favore di cusò al sommo Pontefice. Ivi.
una -vergine calunniata, chiamata Il duodecimo nel ioo9, presie
Indica. Baluzio; Arduino t. I. duto da Arnoldo arcivescovo di
II sesto Del 39o, fu tenuto se Milano, che vi depose Olderico,
condo la più comune opinione a che Enrico V nvea posto nella se
motivo d'Itacio e di alcuni altri de d' Asti cacciandone il vesco
vescovi che aveano procurato pres vo. Ivi.
so l'imperatore Massimo la morte Il decimoterzo nel io98 per la
de' prisciJlanisti, la qual cosa aveali riforma del clero, di alcuni vescovi
resi odiosissimi. Gioviniano monaco intrusi, e de' monaci. Ivi.
milanese, nuovo eresiarca, vi fu Il decimoquarto nel ii i7. Pagi
condannato co' suoi fautori , che a tale anno.
sostenevano errori contro la vergi Il decimoquinto nel ii 35, ove
nità della Madonna, riprovati già fu collocato sulla sede di Milano
da s. Siiicio Papa. Reg. t. III ; Robaldo, che con s. Bernardo a-
Labbé t. II. veva restituito all' obbedienza d' In
Il settimo nel 45i, convocato da nocenzo II i milanesi. Mansi t. lì.
s. Eusebio vescovo della città, ad Il decimosesto nel i287, tenuto
istanza di s. Leone I, di cui sotto a' la settembre dall' arcivescovo
scrisse la lettera con altri venti ve della città Ottone, assistito da mol
scovi, diretta a Flaviano di Costan ti vescovi e dai deputati di tutti
tinopoli, sull'incarnazione del Ver i capitoli della provincia. Vi si or
bo. I pontificii legati narrarono il dinò l'osservanza delle costituzioni
brigandaggio d' Efeso, e quanto si pontificie e delle leggi di Federico
gemeva in oriente, e portarono al lì contro gli eretici ; e si aggiun
Papa una lettera del concilio piena sero sei articoli di disciplina eccle
di stima e riverenza. Reg. t. VII ; siastica, vietandosi agli ecclesiastici
Labbé t. III; Arduino t. I. di entrare ne' monasteri di donzelle,
L' ottavo nel 679' o 68o contro ed ai religiosi e religiose di assi
1 monoteliti, e vi si riconobbero stere al sotterramento de' defunti.
le due volontà e le due operazio Reg. t. XXVIII; Labbé t. XI j
ni in Gesù Cristo . Reg. t. XVI ; Arduino t. VII. Nel i3ii sotto
Labbé t. VI; Arduino t. III. l' arcivescovo Cassone fu tenuto un
Il nono nell' 84»- Ramperto ve concilio sulla disciplina ecclesiastica,
scovo di Brescia vi fece approvare ma forse in Bergamo.
l'immunità del monastero da lui Il decimosettimo nel novembre
fondato de' ss. Faustino e Giovita. i29i, dall'arcivescovo Ottone e
Mansi, Suppl. t. I. suoi suffraganei, per la liberazione
Il decimo nell' 86o per volere della Palestina, perduta interamen
di Papa s. Nicolò I, presieduto da te colla battaglia d' Acri de' i8
Tadone arcivescovo di Milano, e maggio; vi si fecero ventinove ca
venne scomunicata l' adultera Eu- noni relativi alle crociate. Ivi.
geltrude moglie di Bosone. Ivi. Il decimottavo è il primo con
86 MIL MIL
cilio provinciale di quelli celebri ec. Vi si trovarono undici vescovi,
che tenne l' arcivescovo *. Carlo e l'arcivescovo coll' autorità di vi
Borromeo, che per l' importanza sitatore generale apostolico. Ivi.
de' suoi canoni, in più luoghi ri Il ventesimosecondo, provinciale
portiamo. Lo tenne coi snfh-aganei V, fu tenuto nel i579 ^a ', Carlo,
in settembre i565, e vi fu rice che ne fece l' apertura, con tutti
vuto il concilio di Trento, e ven gli stati della provincia come nei
nero fatte molte costituzioni divise precedenti. Vi si fecero regolamen
in tre parti; la prima riguarda la ti appartenenti alla fede, all' am
fede cattolica, la seconda i sacra ministrazione de' sacramenti; alla
menti tanto in generale quanto in carità, alla cura, rimedi e precau
particolare, In terza l'amministra zioni in tempo di peste; nl sacra
zione de' luoghi pii, spedali, mona mento dell'ordine, ec. Ivi.
steri di monaci, ebrei, ec. Fra i Il ventosi moterzo , provincinle
vescovi vi fu il cardinal Guido Fer- VI, fu tenuto dn s. Carlo nel i5ti2
reri. S. Carlo qunntunque assai gio con nove vescovi, facendone l' n-
vane, vi presiedette, e si fece am pertura con discorso in cui esortò
mirare pel suo zelo ed eloquenza. i colleghi a menar vitn npostolicn.
Ne diresse tutti i decreti, ed incn. Si fecero 3i capitoli sulla discipli
ragg'i i vescovi più vecchi ad os na ecclesinstica. Ivi.
servarli. Reg. t. XXXV; Lablie' Il ventesimoquarto , provinciale
t. XV; Arduino t. X; Arta eccle VII, fu tenuto nel i6i2 dal car
sia? Mediolanentis, i?99. dinal Federico Borromeo arcive
Il decimonono, provinciale II, nel scovo. Synodut VII prw.
l'aprile i569, tenuto da s. Carlo MILASA. Vedi M russo.
coi vescovi di sua provincia. Con MILBURGA (s.). Ebbe per pa
tiene tre parti riguardanti In fede dre Merwaldo, secondo figlinolo di
cattolica, I' amministrazione de'sn- Penda re de' mei-ciani. Fiitrò nella
gramenti, e le altre obbligazioni religione monastica, e fu eletta ba
pastorali; il sacrificio della mossa, dessa di Wenloch nella contea di
l'uffizio divino, il culto della chie Shrop. Il suo esempio e le sue sol
sa e gli ecclesiastici ; i beni ed i lecitudini resero questo luogo un
diritti della chiesa, ed i luoghi santuario di tutte le virin. Ella
pii, ec. L' mei vescovo l'opri con non era distinta dallo altre sorelle
un discorso degno di lui. Ivi. che per un sommo dispregio di sè
Il ventesimo concilio, provinciale medesima ; ma quanto essa cercava
III, fu tenuto da s. Curio nel tS'j3 di umiliarsi, altrettanto Iddio la
in aprile, pel ristabilimento della glorificava agli occhi altrui. Passò
disciplina ecclesiastica, In santifica della presente vita in sulla fine del
zione delle feste, lo stabilimento settimo secolo. Nel iioi si «copri
delle scuole della dottrina cristia rono le suo reliquie sotto le rovi
na, ec. Ivi. ne dell'antica abbazia di Wenloch,
Il ventesimoprimo , provinciale venendo ivi edificato un monastero
IV, fu tenuto da s. Carlo nel mag di climiacensi. A'?.(imnggiollello stes
gio i.?76 , sulla fede e nitri pun so anno se ne fece il traslafo, e
ii di dottrina, sui sacramenti, sui furono operati molti miracoli, giu
vescovi e altri ministri della chiesa, sta Guglielmo di Malmesbmy e
MIL MIL 87
Ilarpsfìeld. Questa santa è onornta che la fede siavi stata predicata da
il giorno a3 di febbraio, che si s. Paolo apostolo; fu prima chia
crede essere stato quello della sua mata Lelrgeis, Pityasa, Anaetoria,
morte. ed ora Palatsha. Ne furono vesco
MILDREDA (s.). Sorella di s. vi s. Cesario che soffrì il martirio
Milburga, del sangue reale di Mer con s. Tirso e. co' suoi compagni
ci*, fu educata nell' abbazia di sotto l'imperatore Decio nel III se
Chelles in Francia, ove volò a Dio colo ; Eusebio, Ambracio, Giacinto,
la sua virginità. Tornata in Inghil Giorgio, Epifanio, ec. Oriens christ.
terra, venne eletta badessa del mo t. I, p. 9i7.
nastero di Minstrey, nella piccola MILETO (Militai). Città con
isola di Thanet. Settanta vergini residenza vescovile nel regno delle
si recarono tosto a lei per essere due Sicilie, nella provincia della
governate. Ella riguardavasi come Calabria Ulteriore seconda, capo
l'ultima di tutte, e le guidava col luogo di cantone, distante una lega
proprio esempio olla perfezione del e mezza da Monteleone, antica cit
loro stato. Annoverò Ira le sue re tà de' bruzi, Miletiun. E bene fab
ligiose s. Ermcngida , sua zia, il bricata su alto monte, e tra i suoi
culto della quale era celebre un migliori edilizi si noverano l'epi
tempo in Inghilterra. Morì sul fi scopio e la cattedrale. Ruggiero I
nire del settimo secolo, e le sue re di Sicilia vi nacque nel io97 ,
reliquie furono trasportate nel io33 e suo padre il conte Ruggiero nor
al monastero di s. Agostino a Can- manno, che l' avea conquistata, vi
torbery. Guglielmo di Malmesbury fu sepolto nel i ioi. Fu molto dan
riferisce che erano custodite con neggiata a' 5 febbraio i783 dallo
molta venerazione, e che si fecero stesso terremoto che cagionò tanti
assal miracoli per la loro virtù. La danni a Messina e alla Calabria.
sua festa è segnata a' ?.o febbraio. Dopo che Dario rovinò la celebre
MILETO. Sede vescovile della città di Mileto (Vedi) d' Asia, i mi-
provincia di Caria, nella diocesi leti si recarono a fondare questa
d'Asia, una delle più antiche città città, presso il porto dell'antica
dell' Asia minore, e capitale della città di Medama circa otto miglia
Jonia, eretta nel V secolo sotto la distante. Il conte Ruggiero nor
metropoli di Stauropoli, poi arci manno vi fondò il cospicuo mona
vescovato nel IX. Fu patria di Ta- stero della ss. Trinità e s. Michele
lete uno de' sette sapienti della Gre arcangelo di monacl greci basilia-
cia, e della famosa Aspasia moglie ni, ed eresse il superbo edificio del
di Pericle. Fu ornata di superbi la cattedrale della Beata Vergine
edilìzi e di templi, celebre pel suo e di s. Nicola, che dicesi consa
commercio, per le arti e le scien crata da Calisto II, cui unì le due
ze che vi fiorirono : il gran nume cattedrali di Tauriana e di Bivona
ro delle colonie inviate altrove da o Vibona quasi dai saraceni atter
questa città molto contribuì a ren rate. In ambedue i templi Ruggie
derla illustre. Assai sollìì per par ro vi trasportò le colonne di quel
te de' re di Lidia, ed i greci la lo di Proserpina. Allorchè Grego
conquistarono al loro arrivo in A- rio XIII fondò in Roma il colle
sia. Dagli atti apostolici sembra gio greco, vi unì nel i 58 i la detta
88 MIL MIL
celebre abbazia della ss. Trinità e postolica, ed onorando di sua pre
di *. Michele arcangelo, che Ur senza la città consacrò la chiesa
bano II avea posto sotto la pro della ss. Trinità coll' assistenza del
tezione della chiesa romana. la pro vescovo. Rinaldo gli successe e ri
gresso di tempo le fastidiose liti portò nel ii3t) da Innocenzo II
che turbavano la tranquillità del la conferma de' privilegi della sua
vescovo e del collegio intorno alla chiesa. Quindi nomineremo i ve
giurisdizione che ambedue preten scovi più distinti , o meritevoli
devano di esercitare sopra l' abba di menzione. Anselmo ottenne da
zia, indusse Clemente XI ad unirla Alessandro III conferma alle im
alla mensa vescovile, col peso di munità godute dalla sua chiesa, e
dovergli corrispondere l'annua pen intervenne al concilio di Laterano
sione di scudi 24°o, con bolla del III. Pietro del 12oo famigliare di
primo agosto 17 17: di questa abba Innocenzo III. Per morte di Do
zia Natale Maria Cimaglia ne pub menico una parte del capitolo e-
blicò l'erudita istoria in Napoli nel lesse Arnoldo monaco, l' altra fra
1762. La detta pensione costitut la Deodato di Capua «domenicano, il
vera dote del collegio greco fino al quale nel (282 fu confermato da
1766. Allora per le controversie Martino IV. Saba eletto nel 1286
nate fra la santa Sede e la corte dal capitolo, venne approvato da
di Napoli, il vescovo cessò di pa Onorio IV. Nel 1298 Andrea ab
garla, e supplì a tal mancanza bate cistercense di s. Stefano di
Clemente XIII , assegnando al col Bosco, dotto e insigne per virtù,
legio scudi i5oo annui sulla da prescelto da Bonifacio VIII a pre
taria apostolica, ed un tal sussidio ferenza di Manfredo Ci fono di Mi
gli fu confermato da Pio VI nel leto, ambedue eletti dai canonici.
1776. Tuttavolta alla morte di Andrea,
La sede vescovile fu eretta da Clemente V nel i3ii gli sostitut
s. Gregorio VII nel 1o73; vi um Manfredo suddetto canonico decano.
quelle di Tauriana e Fibana (Ve In questa dignità e nella sede gli
di), verso il 1o86, suffraganee di successe il concittadino Goffredo
Reggio, come lo divenne Mileto, F'azaro, eletto da Giovanni XXII
poi dichiarata immediatamente sog nel i328; zelante della disciplina,
getta alla santa Sede. Il primo ve fece alla cattedrale elegante porta
scovo fu Arnolfo consecrato da s. e la campana maggiore. Nel 1396
Gregorio VII nel 1o73, ed ottenne l'antipapa Benedetto XIII conferi
dal suddetto Ruggiero conte di Si la sede ad Enrico, ma Bonifacio
cilia molti beni e diversi privilegi, IX nel i3t)8 nominò Andrea d'A-
morendo nel 1o77. Gli successe lagni napoletano, indi nel i:\01
Hiosforo, indi Gaufrido del 1o94, Corrado Caracciolo, creato cardinale
nel 1 o99 Cberardo che da Pasqua da Innocenzo VII. Per aver segui
le II fu confermato in vescovo di to Alessandro V, Gregorio XII lo
Mileto, Tauriana e Vibona, e nei depose. Giovanni XXIII nel l -i ' 1
privilegi concessi da Ruggiero. Gau elesse Astorgio Agnensi, e lo era al
frido del 11 19 fu da Calisto II concilio di Costanza in cui fu crea
dichiarato colla sede di Mileto im to Martino V ; poi fu fatto cardinala
mediatamente soggetto alla Sede a- da Nicolò V- Antonio Sorbiili di
MIL MIL 89
Mileto o Monteleone, Eugenio IV venne surrogato fr. Maurizio Cen-
nel i435 lo elesse, che istituì il tini di Ascoli nipote del cardinale,
seminario nel i4 jo. Cesare Cae- traslato da Massa Lubrense, versa-
tani abbate cisierciense del i t<,(; tissimo nelle lettere ; interamente
eui successe Narciso catalano dot perfezionò il seminario, ornò l' al
tissimo. Sisto IV nel i48o nominò tare maggiore della cattedrale, e-
il nipote Giacomo della Rovere, che resse di nuovo in altro luogo quel
eresse nella cattedrale il nuovo sa lo di s. Nicola, visitò la diocesi e
crario. Nel i5o4 traslato a Sa ino, celebrò il sinodo. Nel i64o fu suc
divenne vescovo Francesco Alidosio, cesso da Gregorio Ponzami nobile
che creato cardinale abdicò nel romano, dotto filippino, che Ur
i5o5. Giulio II gli sostitui il pro bano VlII avea spedito in Inghil
prio nipote Francesco della Rovere terra per all'ali ecclesiastici, ove
di Savona, che trasferito a Came per le sue virtù e prudenza si re
rino nel i5o8, nominò Andrea se celebre. L' Ughelli e suoi conti
Valle creato cardinale da Leone nuatori terminano la serie de' ve
X. Fece l'organo nella cattedrale, scovi di Mileto, Italia sacra t. I,
incominciò il palazzo vescovile, e si p. 942, con Diego Maurelli di Co
dimise con regresso nel i52j. Gli senza del i662, Ottavio Paravi-
successe Quinzio de Rustici roma vicini milanese del i68i, e Dome
no, che compì l' episcopio e collo nico Antonio de Bernardinis nobile
cò nella cattedrale la statua mar di Lecce, traslato nel i696 da Ca-
morea di s. Nicola; indi nel i 566 stellaneta. Le annuali Notizie di
fu fatto amministratore il cardinal Roma registrano i seguenti. i725
lnnico Avalos, e nel i 5^-3 il suo Ercole d' Aragona de' duchi d'A-
vicario Gio. Maria de Alessandri lessano, arcivescovo di Pirgi. i734
d' Urbino. Nel i585 gli successe Marcello Filomarino napoletano .
M. Antonio Tufo napoletano, che i 756 Giuseppe Maria Caraffa tea
più altari edificò nella cattedrale, tino di Nola, tra«lato da Trivento.
ove fece il trono e donò suppel Dopo lunga sede vacante nel i792
lettili, celebrò il sinodo e perfezio Enrico Capece Minutolo filippino
nò il seminario. Nel i6o8 Gio. napoletano. Leone XII nel i824
Battista Leni, poi cardinale; gli suc preconizzò vescovo fr. Vincenzo
cesse fr. Felice Contini indi cardi Maria Armentano domenicano, di
nale: visitò la diocesi, riformò il Normanno diocesi di Cassano. Per
clero, celebrò il sinodo, e regalò sua morte il regnante Pio IX nel
preziosi ornamenti alla cattedrale. concistoro de' i2 aprile i847 gli
Di lui e degli altri cardinali ve diè in successore l'odierno vescovo
scovi si possono vedere le biogra monsignor Filippo Mincione di Ca-
fie. Il suo vicario gli fu sostituito pua, e canonico di quella metro
nel i6i 3, cioè Virgilio Capponi politana.
nobile ascolano : con immensa fa La cattedrale è dedicata a Dio
tica governò, fu acerrimo difen sotto I' invocazione di s. Nico
sore dell' immunità e delle calun la di Bari, vescovo ; moderno e
nie appostegli, onde furono puniti bellissimo edifìcio con fonte bat
gl' impostori, e restò onorevole me tesimale, avendo il terremoto ro
moria di sue virtù. Nel i63i gli vinata l'antica: tra le reliquie che vi
9o MIL MIL
si venerano, nomineremo il corpo secolo IV n' tempi di Petiliano di
di s. Fortunato martire. Il capitolo Cirta donatista. Severo scrisse a s.
si compone di cinque dignità, la pri Agostino nel 4o9- Otiato II del
ma delle quali è l' arcidiacono, la 42o. Benenato esiliato dal re Un-
quinta ch' è l'arciprete ha la cura nerico nel 4o'4- Kestituto interven
delle anime; di tredici canonici, ne nel 553 al concilio di Costan
comprese le prebende del teologo tinopoli. Dopo il quale non si co
e del penitenziere, di mansionari o noscono altri vescovi, sino a Gio
otto beneficiati cappellani corali, e vanni del i4oo; Gerla to del t413;
di altri preti e chierici. L' episco Emmanuele del 1672 ; Giacinto de
pio , mediocre editizto. è alquanto Faldanna del 1675; Gio. Ignazio
distante dalla cattedrale, oltre la Blauhouschius del 1679; e Caio
quale in città vi è altra chiesa par Asterio Toppio del 1728. Morcelli,
rocchiale. Vi è pure una confrater Africa christ. t. I, p. 228. Al pre
nita, diversi luoghi pli, l'ospedale sente Milevi, Milevitan, è un titolo
ed il seminario. La diocesi è am vescovile in partibus che conferisce
pla e contenente i3o luoghi. Ogni il Papa, sotto l' arcivescovato in
nuovo vescovo è tassato ne' libri partibus di Cartagine. Pio VII nel
della camera apostolica in fiorini 18or lo diè ad Angelo Cesarmi,
393, in proporzione delle rendite consecrato a' 3 ottobre nella cat
della mensa, che ascendono a circa tedrale di Frascati dal suo gran
5ooo ducati. protettore il cardinale duca di
MILETOPOLI. Vedi Mfmto- York: di questo prelato parlammo
poli. nel vol. XXVII, p. t55 del Di
MI LEVO, Milevum, Milevis. Se zionario ed altrove. Gregorio XVI
de vescovile d'Africa nella Numidia, a' i4 febbraio 184o fece vescovo
sotto la metropoli di Cirta, la cui di Milevi monsignor Guglielmo Ber
città fu celebre pei due concilii che nardo Collier della congregazione
vi si tennero , ed è situata nel nnglo-benedettina, e vicario aposto
la parte orientale della Mauritia- lico dell' isola Maurizio in Africa.
na Cesariense, presso la foce del
fiume Arapsaga . Oggidì chiama Concilii di Milevi.
si Mela o Meelah. Ne furono ve
scovi Polliano che intervenne al Il primo fu celebrato nel 4o2,
concilio di Cartagine nel a55; Ot- sotto il Papa s. Innocenzo I e gli
tato I, santo che scrisse verso il imperatori Amadio ed Onorio. Fu
37o i suoi libri sullo scisma dei questo un concilio generale di tut
Donatisti (Vedi) contro Parmenia- te le provincie d' Africa. Vi pre
no, uno de' più celebri vescovi di siedette Aurelio di Cartagine, e ven
tal setta. S. Agostino chiamò s. nero confermati i concilii d'Ippona
Ottato, vescovo di venerabile me e di Cartagine, e fatti cinque ca
moria , e dice di lui come di noni di disciplina, ordinandosi che
s. Ambrogio, che potrebbe essere i nuovi vescovi cederebbero agli
una prova della verità della Chiesa anziani, secondo le regole antiche.
cattolica, quando essa venisse ap Reg. t. IV; Lallbc t. II ; Ardui
poggiata sulla virtù de' suoi mini- no t. I.
siri. Onorio viveva nel declinar del Il secondo venne tenuto nel 416,
MIL MIL 9i
sotto il Papa e imperatori suddetti, nobilitava persone e cose ; non ba
coll' intervento di sessa ni uno vesco stava però seguir la mitizia per
vi della provincia di iViunidia, i meritarsi il titolo di milite, ma
quali ferissero a s. Innocenzo I per per conseguirlo occorrevano guer
chiedergli la condanna di Pelagio, reschi fatti ed eroico valore pro
di Celestio e loro partigiani, per vato in battaglia. Perciò il fiore
l'eresia che toglieva di mezzo la della nobile gioventù correva al
necessità dell'orazione pegli adulti combattere, e di virtù gareggiava
e del battesimo pei fanciulli. Fu e di coraggio nelle comuni impre
rono fatti otto canoni conli o i pe- se, fidanzosa e anelante di averne
Jnginni, e ventisette sulla disciplina, in premio la cavalleria. Era l'uni-
quali trovnnsi sotto il nome di Mi- nica e apprezzata ricompensa ai
levo nelle collezioni ordinarie. Ma marziali travagli, e finchè non sa
tranne il XXIII, che non leggesi livano al grado di cavalieri, i gio
altrove, tutti gli altri sono o del vani chiamavansi nell'esercito ar
primo concilio di Aliievi, o di quel migeri, scutiferi e scutarii portanti
lo di Cartagine del 4i8, o di qual lo scudo de' cavalieri nelle giostre
che altro concilio. I più celebri e tornei. Mentre sfavasi a'pettando
vescovi che vi assisterono, sono : alcuna battaglia o perigliosa mi
Silvano di Znmina primate della schia, o dopo riportatane vittoria, si
provincia, s. Alipio, s. Agostino, conferiva a' nobili scudieri la ca
Severo di Mi levi, e Fortunato di valleria. I militi o cavalieri furono
Cirta, che furono lodati nello zelo creati anche in occasione di ma
e vigilanza pastorale dalla risposta gnifica Corte (Fedi) bandita, o al
di s. Innocenzo I, il quale condan l' arrivo di sovrani o principi rag
nò i nominati eretici, in data 27 guardevoli, o in altro solenne av
gennaio 4i7, dopo aver consulta venimento del sovrano o del po
to siill' argomento il concilio ro polo. L' istituzione de' militi, chia
mano. Reg. t. XIV; Lablu! t. II; mati poi cavalieri, ascende ai secoli
Arduino t. I. barbari, quando le orde de' goti,
MILFOKO. Città e porto della longobardi, franchi, germani, occu
parte sud del paese di Galles, con pata l'Italia, introdussero quest'or
tea d'Inghilterra, fondato nel i79o, dine. Anticamente gl'italiani disse
che riceve le acque del Clelby e del ro militi que' snidati che guerreg
Douledge. E cosi ben difesa che giavano a cavallo, mentre i fanti
potrebbe contenere con sicurezza si dicevano prdite.s e da taluno mi
l'intera marina inglese. O in que lites. Ma il nome di milite prese
sto luogo o in M il fori d'Irlanda, poi a indicare que' nobili ch'erano
nel ii 52 fu tenuto un concilio, con ispeciali cerimonie decorati del
e ne parla il Pagi a tale anno. cingolo militare, di cui facemmo
MILITE, MiIet. Titolo antica parola a Fascia, essendo primario
mente assai onorato, benchè si di ornamento de' militi il cingolo e la
cesse anche milite il soldato o mi spada, dicendosi propriamente cin
litare ch' esercita I' arte della Mi golo militare la spada ciota ai
lizia (Vedi). Valeva prima quanto fianchi de' ricevuti all'onore dell*
gentiluomo e Cavaliere (Fedi), per uiili/ia, diverso però di quello dli
chè allora la milizia più che altro romani , che I' usavano del pari
r,a MIL MIL
cavalieri e pedoni. Anche gli adul La parola milizia, militia, signi
ti e gli stessi principi furono bra fica propriamente l'arte della guer
mosissimi dell' onore della cavalle ra; militare , militaris, o soldato,
ria ; l' ebbero i podestà o altri miles, quegli ch'esercita l'arte della
ministri ed i giurisperiti , e si milizia, che vi appartiene o fa pro
crearono militi talvolta avanti la fessione d'arme, da soldare, assol
porta dell' episcopio : vi furono in dato, condotto al soldo, mercede
oltre milites literati ed i milites conductus. Truppa , per t urma e
clerici. Questo onore si concedeva squadra di soldati, agmen, acies,
con molte solennità e apparato di turma. Milizia dicesi anche per eser
armi, cavalli, mense, ec. Il principe cito di gente armata, e per ordine
o cavaliere conferente I' onore per di grado cavalleresco, come dicia
cuoteva il collo o In spalla dell'in mo discorrendo degli ordini mili
ginocchiato novello , colla spada tari ed equestri. Milite (fedi) si
presa dalle sue mani, pronuncian disse anticamente il soldato. L'arte
do le parole : Esto probus miles. della guerra è il complesso delle
Alcuni hanno creduto che in Mi cognizioni necessarie per condurre
lano vi fosse un ordine militare una moltitudine di uomini armati,
sotto l'invocazione di s. Ambrogio, organizzarla, muoverla, farla com
o de' militi di s. Ambrogio, o mi battere, invigilando alla sua con
liti dell' arcivescovo e arcivescovato servazione. Il genio della guerra
di Milano, come furono Amizone consiste nel talento di adattare
ed Erembaldo, distinti personaggi. opportunamente gli eserciti, e di
Ai rispettivi articoli si parla degli antivedere le migliori combinazioni
ordini militari cavallereschi. Miles con sun gii e freddo e prontezza, fra
s. Petri fu grado dato dai Papi a mezzo ai pericoli e alle crisi. Le ar
quei che innalzavano alla digni ti militari consistono nella cognizio
tà regia, come leggesi nelf ordine ne «le'iuetodi scientifici e meccani
romimo XIV presso Mabillon, Mu ci, che dirigono i particolari del
sei i/a/, p. 4o8. Nel io8o s. l'azione e l'uso dei mezzi: cosi la
Gregorio VII nell' investire Guiscar strategia, la tattica, l'artiglieria, la
do lo assunse in specialem b. Petri fortificazione, l'organizzazione, l'am
militem. Così fu praticato da Cle ministrazione delle armate, sono ar
mente V quando unse e coronò in ti militari, che devono essere fami
Avignone Roberto re di Sicilia. gliari a un generale, ma in tutto
MILIZIA. Ordini equestri sotto vi deve concorrere l' esperienza. In
il titolo di Concezione della mili fine, il mestiere delle armi, è la
zia cristiana (Fedi); di Gesù Cri vita consacrata ai travagli militari;
sto milizia (Fedi); di Gesù Cristo, e questa espressione si applica par
s. Domenico e s. Pietro martire ticolarmente a coloro che vi si e-
milizia ( fedi) ; di Gesù in Alema seici ta no.
nna (fedi) che volevasi istituire Allorchè si divisero i domimi
sotto Paolo V. Dicesi milizia per del mondo e nacquero i governi
grado cavalleresco, laonde gli ordini legittimi, fu necessaria la mili
militari ed equestri hanno articoli. zia per arrestare l' invasione, e sta
fedi Cavaliere, Milite. bilire una difesa per tranquillità
MILIZIA 0 Truffa Pontificia. del popolo. Verso l' anno 2ooo,
MIL MIL 93
cioè quando il mondo cominciava la iscrizione ne' registri ; la seconda
a riprodursi dopo il diluvio, Abra facevasi all' età stabilita per com
mo alla testa di 3 i 8 soldati radu battere. Pene severissime erano mi
nati in fretta, accorse in difesa dei nacciate a coloro, che artificiosa
suoi ricchi armenti e delle sue ter mente si sottraessero alla iscrizione,
re, e disfece l'armata combinata di e punito si sarebbe colla morte
Cndorlaomor e de' tre re suoi al chiunque avesse rifiutato obbedire
leati, che avevano l'atto una lega alla seconda requisizione. Non po
per usurpare le proprietà di Abra tevano esimere alcuno dal servizio
mo. Jn tutte le guerre giuste, i so personale se non che la sordità, le
vrani hanno Io stesso diritto di malattie incurabili, e i gravi difet
A bramo, ed i soldati hanno lo ti di conformazione. Nella repub
stesso merito de' prodi difensori di blica d'Atene i giovani all'età di
Abramo. La milizia dunque nel i8 anni erano già esercitati nel-
rapporto strettamente sociale e non I' armeggiare ; all' età di 2o anni
personale, è una professione utile essi facevansi inscrivere sui registri
alla società, ed originata dal dirit della partenza ; e rimanevano sot
to della natura, anzichè dal diritto to le insegne fino all' età di .\ri
delle genti, poichè sostiene la le anni. Più tardi e nel VII secolo
gittima difesa, come provano i più Callinico d'Eliopoli insegnò a' gre
accreditati giuspubblicisti : Grozio, ci la preparazione di sostanze in
De jure belli etpacis, lib. I, cap. I; cendiarie, che bruciavano ancora
Domai, Du droit public I. I; Ar- nell' acqua ; questa composizione
niseo, De jure .ma/est. I. I. E un prese il nome di fuoco greco, e
punto non più controverso, che la V uso che ne fecero i greci assicu
necessità della milizia nasce dal di rò loro immense vittorie in mare.
ritto di natura non già dal diritto Vedi Montiflori, De pugna nava
delle genti. Gli antichi popoli era li comment., Genuae i 58a ; Schef-
no tutti guerrieri, pure si dice che feri, De militni navali veterum, Ub-
Ja prima nazione che facesse la saliae i 654- E- Sue, Storia della
guerra fu l'egizia contro gli afri marina militare antica di lutti i
cani, combattendo in quel conflitto popoli, Livorno i 843. Gli spartani
con fruste, che poi furono dette solo gloriavansi delia professione di
falanghe, secondo Plinio. Presso gli soldato, per cui non erano nè agri
ebrei i maschi giunti all'età di 2i coltori, nè artieri, giacchè era bandi
anni, riguardavansi come disponibi ta fra di essi qualunque arte, che so
li per la guerra: non accordavasi lo facevansi in esse esercitare il ses
esenzione che ai malati e ai de so debole e gli schiavi. Gli africa
boli ; (i narra che prima di Salo ni, eccettuati i soli cartaginesi, qua
mone non vi era il costume nelle si tutti gli asiatici, gli sciti noma
guerre di servirsi della cavalleria. di o sia erranti dell'Europa, i si-
Nella Persia parimenti alcuno non - cunlli i e i teutoni, tutti erano sol
era esente dal servizio personale. I dati, e combattevano in massa.
greci tutti erano soldati, e sottopo Presso i romani, durante la re
sti a due requisizioni; la prima Ri pubblica, e al cominciare della mo
cevasi allorchè giunti erano all'età narchia, non esistevano se non che
di ri anni, e questa serviva per due classi del popolo, i guerrieri
94 M IL MIL
ed i colti va tori delle terre. Dopo lis historiarwn, Moguntiae i52p;.
l' assedio fatto a Terracina dal con Amiuiuno Marcellino indicò la ma
sole Servio Hala in poi, fu intro niera con cui gli antichi lanciavano i
dotto l' uso di pagare i sol«l.iti, fuochi da guerra, facili però ad e-
giacchè prima era la paga il bot stiuguersi pel troppo rapido moto,
tino o preda che a ciascuno riu nell'opera : Delle guerre de' romani
sciva di fare. Servio Tullio stabili tradotte da Alessandro Braccio, Ve
due diverse età per la milizia. Nel nezia i 584- Presso i brutteri ed altri
la prima compresi erano tutti i cit popoli della Germania l'esercizio del
tadini dai i7 fino ai 47 '"'ni. cavalcare e dell'armeggiare a caval
Dulla prima età traevansi i soldati lo era il passatempo e la ricreazio
che si adoperavano nelle guerre ; ne de' fanciulli. Così pure i catti
gl' individui della seconda tenuti fino dall' età più tenera erano i-
erano di riserva per la guardia struiti ed addestrati negli esercizi
della città. L'esercizio però di qua della fanteria, e presso gli svevi il
lunque funzione non dispensava servizio della guerra si faceva al
dall' obbligo di portare le armi, e ternativamente durante un anno da
da questo alcuno non andava esen un certo numero di famiglie, al
te se non giunto all'età di 55 an quale altro ne sottentrava. I posse
ni. La coscrizione costituiva il pri dimenti degli assenti impiegati nel
mo privilegio, il primo diritto del cit la milizia, erano amministrati o la
tadino. I liberti non erano ammessi vorati da coloro che rimanevano
nelle legioni se non iu caso di grave nelle loro case. Presso i franchi, e
pericolo imminente; non si ricevevano sotto i re della prima dinastia, la
generalmente nelle legioni se non nazione intera costituiva la milizia.
coloro che dicevausi cittadini a buon Sotto Carlo Magno e i suoi succes
diritto, oplimojure cives. La milizia sori alcuna classe d' uomini non
romana era divisa in tre classi ; la era esente dal militare servigio. Fi
prima nominata sacrameiuum, com no a Clotario I i galli non eraiio
prendeva tutti i cittadini indistin ammessi nelle armate francesi, non
tamente ; la seconda chiamata con- ricevendosi in queste se non che
juratìo, compouevasi di coloro che franchi, borgognoni ed alemanni.
risposto avevano al grido di guer Filippo I Augusto creò il primo in
ra del generale incaricato di co Francia una milizia stabile, e da
mandare I' esercito, dopo che il esso assoldata ; e Carlo VII istitui
senato avea dichiarato la guerra ; le milizie dette franchi arcieri ; cia
la terza dicevasi evocatio, e non scun distretto era obbligato som
Iòrma vasi se non che nel caso di ministrare uno di que' militi, e a
imminente pericolo. Vedi La mi mantenerlo ia caso di guerra. La
lizia romana di Polibio, di Ti prima leva regolare dicesi fatta sot
to Livio, e di Dionigi d Alicar- to Luigi XIV: soppressa nel i79i
nasso dichiarata da Francesco Pa la milizia, successe l' arruolamento
trizi, Ferrara i 583. Lipsia, De mi volontario, e fu istituita la guardia
luiii romana , Antuerpiae i598. nazionale, ma la legge del i793
Savilio, De milititi romana, Hei- mise in requisizione tutti i giovani
delbergae i6oi. Appiano Alessan dai i8 siuo ai 45 "uni che fosse
drino, De civilibui romanorum bel- io celibi o vedovi ; la coscrizione
MIL MIL 95
fiualmente fu istituita nel i798, pi recenti s'introdusse il metodo
eoa sottoporvi tutti i francesi dai delle coscrizioni. Il Muratori tratta
. a a' 25 anni, la quale legge in nella dissert. XXVI : Della milizia
ua all'altra delle milizie comunali, tlei secoli rozzi in Italia , parlando
fu adottata da varie poteuzestraniere. ancora delle fortificazioni delle città
hi Italia variarono straordina e castella di que'tempi, in cui si
riamente le disposizioni riguardo al ebbe l'uso di cingerle di buone ed
le milizie, massime col variare dei alte mura, formate di marmo o
tempi e de' governi. La maggior di mattoni cotti. Dice egli, che
parte de'sovrani che sursero dopo quando i barbari vennero a sotto-
la caduta dell' impero romano, a- mettere le contrade italiane nel
vevano milizie assoldate : queste secolo V, portarono seco i costumi
forinavansi d' ordinario col mezzo della propria milizia, ed ivi la di
di volontari arruolamenti. Gli e- latarono. Cacciati i goti sotto Giu
serciti stranieri che scesero in di stiniano J, tornò per alcuni anni
verse epoche nell'Italia , variarono a rimettersi la eccellente discipli
pure le torme e i regolamenti del na militare romana in Italia; ma
le milizie; da questi pigliossi l'i essendo succeduti in questo domi
dea dai principi italiani di assol nio i longobardi, franchi e tedeschi,
dare stranieri, e quindi comparve l'arie militare prese le lezioni dal
ro le diverse compagnie sotto la l'uso di quelle nazioni. Era non
guida de' così detti condottieri, i poco scaduto in Italia il buon re
quali per un dato tempo, e con un golamento della milizia sotto gli
dato numero di soldati si obbliga ultimi imperatori romani; con tut-
vano al servigio di questo o di quel tociò i barbari ci trovarono tanti
principe, e sovente passavano dal vestigi delle vecchie ordinanze, tan
l'uno all'altro. Il ch. Ercole Ricot to de'romani che de'greci dominau
ti nel i844 pubblicò in Torino: ti noll' esarcato di Ravenna, che
Storia delle compagnie di ventura poterono imparare molto nella pro
in Italia. Le città italiane tuttavia fessione militare. Però anch' essi
nelle loro lotte ebbero milizie dette ebbero spade, sciable, fionde, dardi,
civiche o urbane, e in quel disa mazze, lancie, archi e saette, scu
stroso periodo tutti i cittadini era di, elmi, corazze, stivali, e d restis
no soldati, come avveniva tra i dell' armatura che anticamente si
galli e Ira i germani. Ristabilita usò. Adoperavano ancora tende e
la pace tra le città, e terminate padiglioni, e quasi tutti gl'istru-
quelle aspre contese, ancora si vi menti da espugnare città e fortez
dero in un. III stati corpi di milizie ze, già adoperati dai greci e ro
urbane, che in Francia dette sa- mani. Conservarono le nazioni set
rebbousi nazionali, e di queste mi tentrionali dominanti iu Italia le
lizie delta città approfittarono so loro autiche ordinanze nella mili
vente gli stranieri che vennero a zia. Mon si udivano già ne'loro e-
guerreggiare in Italia, i tedeschi, i Krciti i nomi di legioni, turme ,
francesi, gli spagnuoli, ec. Finalmen manipoli, coorti e simili; pure nou
te ciascuno tle'molti sovrani in cui mancava ordine nelle truppe , e
l'Italia andò divisa, ebbe un eser v'erano uflìziali primari e subal
cito assoldato, e solamente in tem- terni : anch'essi avevano un gene-
96 MIL MIL
rnle comandaiite, e totto di lui di Carlo, e sotto i di lui nipoti; e
v;i ri duci con subordinazione dei nel secolo X continuavano ad esse
mmori a' maggiori, col vessillo o re forzati a militare vescovi e chie
stendardo, poi bandiera, da bando, rici in Italia. Di questo abbomine-
insegna ; ed una volta bande si vole costume se ne trovano esem
chiamarono le brigate de' soldati. pi anche dopo il mille. Finalmen
Nei primi del secolo XI i mila te, quanto alla milizia de' secoli
nesi inventarono il famoso carroc rozzi in Italia, se taluno mancato
cio pel mantenimento dell'ordinan avesse di portarsi all'armata, ad n
za militare, e ne parlammo agli na grave pena pecuniaria veniva
articoli Carrozze, Campani, Mi- condannato, e Lodovico II caricò
laro, ed altrove. Essendo anche più forti le penali. Ogni persona
nei bassi tempi la milizia mestie doveva alimentarsi del suo, e po
re d'onore, n' erano esclusi i ser teva mandare un sostituto alla
vi, e solo ammesse le persone li guerra.
bere. Erano ancora esenti dalla Il sommo Pontefice, qual sovra
milizia secolare coloro che entra no temporale degli stati della chie
ti nella milizia ecclesiastica per ser sa romana, non altrimenti che qua
vire Dio , non era di dovere lunque altro principe, è tenuto a
che si mischiassero nel sanguinoso conservarlo , a difenderlo , ed a
mestiere delle guerre : dice il Sm premunirlo dalle violenze che mi
urili, che il primo esempio di ve nacciassero insulto od invasione .
scovi armati nelle guerre , si vide Ed è perciò ch'egli mantiene mi
nel 57o nella guerra de'longohardi lizie, arruola soldati, e munisce di
contro i borgognoni . Tuttavolta guardie que' luoghi che ne han
pel genio de' principi ambiziosi e no bisogno. Molti Papi che ve
conquistatori, che vorrebbero ognu neriamo sugli altari, ed altri per
no fosse soldato e che tutti cor prudenza, equità e virtù insigni,
ressero ad esporre per essi le loro non dubitarono di prendere corag
vite, perciò ne'vecchi secoli s'intro giosamente le armi a tutela, o per
dusse e durava ai tempi di Carlo ricuperare i loro stati ; mossero
Magno I' abuso di obbligare anche guerra giustamente a'nemici , si di
i chierici e fino i vescovi a com fesero valorosamente, e seppero col
parire colle armi in occasione di mezzo delle armi sostenere i diritti
guerra , pretendendo ciò, perchè del loro dominio temporale , il
godevano beni regali , ed erano più antico che esista ; come pure
sottoposti al peso de' vassalli, nep- fecero alleanze, s' interposero per
pur godendo esenzione gli abbati , le paci, e restarono neutrali fra
donde poi vennero istituiti i loro principi guerreggian ti. I rapporti di
Difensori (fedi). Carlo Magno e- alleanza, di neutralità, di guerra o
sentò tutti i preti dall'obbligo di di pace, sono nati col mondo, poi
concorrere alle armate; immensi chè sono riferiti nel principio della
essendo gli scandali ed i mali che Genesi. All'articolo Famiglia Pon-
risultavano al clero da questa trop tificia, parlando dell'origine di essa,
po indecente usanza. Tuttavia ad dicemmo che dopo la pace data da
onta della mentovata disposizione Costantino alla Chiesa, cominciando
durava sotto Lodovico I Pio figlio a risplendere la maestà pontificia,
MIL MIL 97
quell'imperatore ne diede luminose dati e «iniziali che accompagnavano
dimostrazioni ai santi Pontefici Mel- il Papa nelle funzioni pubbliche, per
chiade e Silvestro I, ed a questi rimuovere la calca del popolo ; prae-
assegnò una squadra di venticinque fecti navales, di cui si disse a Ma
uomini armati per di lui custodia, rina ed in altri luoghi ; e i duchi
serviente* armorum, poi detti Maz de' militi, ed i magistri militimi.
zieri iiel Papa (Fedi), ancora esi Per la ricupera e difesa degli stati
stenti. Volendo l'imperatore Giusti della Chiesa contro i longobardi e i
niano II incarcerare s. Sergio I, i ro greci, i Papi s. Gregorio III, s. Zac
mani cacciarono da Roma le guar caria, Stefano III ed Adriano I pru
die per ciò spedite, e questa fu la dentemente si collegarono coi re
prima volta che gl'italiani presero franchi. Sotto Adriano I del 772
le armi in difesa de' Papi. Altret incominciarono propriamente i Pon
tanto fecero in favore del succes tefici in Roma il pieno esercizio
sore Giovanni VI del 7oi, contro dell' amministrazione e sovranità nel
l'esarca, esponendosi piuttosto a le cose civili. Fedi Sovranità' dei
soffrire i maggiori pericoli per la Pontefici.
salvezza de' Pontefici, che lasciarli Osserva il Galletti nel Primicero
indifesi nelle mani de'greci. Da que p. i8, che in questi tempi già
sto tempo pertanto cominciò a nella chiesa romana eranvi i prima
mancare la forza degli esarclii, ed ti laici, com' erano i duchi e con
a crescere quella de' romani Ponte soli, i quali avevano i titoli di e-
fici, pei quali la truppa si dichia minentissimi, i maestri de' militi, e
rava, senza che perciò i Papi si sopra tutti il superista, ch' era il
abusassero di questo favore milita primo tra' magnati secolari. Il li
re, che anzi si opposero alla ven bro pontificale di s. Leone IV fa
detta de' soldati. Verso il 73o Ro menzione di Graziano eminentissi-
ma e il suo ducato sottoponen mo maestro de' militi, e del roma
dosi volontariamente a s. Gregorio no palagio egregio superista e con
II, sotto di lui ebbe origine il do sigliere, e poco più sotto lo chia
minio temporale delia santa Sede ; ma Gratianus Romanae Urbis su-
e volendolo occupare Luitprando peristae. Dal ceto di questi primati
re de'longobardi, il Papa l'incontrò, si assumevano i governatori delle
ammansai e rese ossequioso. Aven città, i duchi de' militi, ed erano
do certo Tiberio sollevati alcuni anch'essi non meno del Primicero e
nel ducato romano, s. Gregorio II degli altri chierici uffiziali adoperati
spedi milizie contro i ribelli. Sic ne' più scabrosi affari e nelle più
come delle cose riguardanti le mi difficili legazioni. Aggiunge il Gal
lizie pontificie e questo argomento, letti, che dopo ancora che il Papa
se ne tratta iu vari luoghi del per spontanea dedizione de' romani
Dizionaiio, così senza tutti citarli, divenne signore temporale di Ro
li noteremo col carattere corsivo, po ma e suo ducato, siccome non può
tendosi ad essi vedere un maggior negarsi che il suo dominio fosse
dettaglio, limitandoci in questo ad pei primi tempi aristocratico, di
accennar solo gli avvenimenti. Ne maniera che restava ue' magnati
gli antichi ordini romani si par una parte dell' amministrazione del
la dei Dragonari, Maggiorenti, sol- governo, cos'i i suddetti primari mi-
VOL. XLIV.
7
98 MIL MIL
nistri, ulfiziali, chierici e laici si cacciare dallo stato della Chiesa i
mantennero autorevoli, ed in gra superstiti longobardi ed i greci .
do di molta potenza, come nei pri Gregorio IV fortificò Ostia per di
mi secoli intervennero eziandio nel- fenderla dai saraceni. Questi furo
l' Elezione de' Pontefici; lo che spe no poi combattuti dai napoletani
cialmente si conosce quando si po in mare per s. Leone IV, il quale
ne mente all' interregno dell'impe partendo egli stesso per Ostia con
ro, dal 924 in cui mori Berenga un esercito, vinse i saraceni, e si
rio, fino al 962 allorchè Ottone I servì de' prigionieri alla fabbrica
fu coronato dal Pontefice Giovanni della Città Leonina in difesa della
XII, poichè nello spazio di quei basilica vaticana. Qui noteremo che
38 anni, per la resistenza de' sud nella chiesa greca, come nella lati
detti magnati romani, non potero na, vi furono anticamente de'mini-
no mai i Papi innalzare all' impe stri incaricati a mantenere l' ordi
ro alcuno de' re d' Italia, quali cer ne e la sicurezza nelle assemblee
tamente in quel frattempo non cristiane, ed il rispetto dovuto ai
mancarono mai e si successero l' uno sacri templi ed ai misteri che vi
all'altro. Nell' VI II secolo i suddet si celebrano, e ne trattiamo a' luo
ti pontificii ministri, erano auche ghi loro. Non era in allora per
detti servitia, come li chiamò A- messo ai militari .di presentarsi ar
diiano I, parlando de' più cospicui mati per assistere ai divini uffizi
personaggi intervenuti al sinodo da o per qualsiasi altro titolo. Questa
lui tenuto in s. Pietro, cioè il bi costumami tollerata in oggi nella
bliotecario, il sacellario, il notaro, chiesa latina, venne introdotta uo
il Duca, ed altri. Nel ritorno che po il IX secolo. All' articolo Cap
fece s. Leone III in Roma, dalla pelle Pontificie ed altrove si dice
visita fatta a Carlo Magno, fu ri che chi riceve la comunione dal
cevuto come in trionfo, e venne in Papa nou deve cingere la spada,
certo modo adombrata la pompa così se gli somministra l'acqua al
usata poi dai Papi nel Possesso, ove la Lavanda delle mani; in diversi
intervengono come nelle altre fun luoghi si parlò delle armi che in
zioni le milizie pontificie; tra quel segno di duolo si tengono a rove
li che incontrarono s. Leone III si scio, come nel triduo della settima
nomina multaque militia. Nell' 8oo na santa, e ne' funerali novendiali
s. Leone III rinnovò l' Impero di de' Papi, Veggasi, Rarthius ad Sta-
occidente in Carlo Magno, con far tium, I. III, p. 4*8, Ve signis ob-
ne la Coronazione in s. Pietro alla versis, et conversis ad Immuni cu-
presenza dei magnati e delle mi spidibus. Beuwitz, Arma et insi
lizie. Carlo Magno lasciato il titolo gnii vertendi usus. De Blasi, Co-
di Patrizio romano, pel quale era stume di deporre le armi prima di
tenuto difendere la Chiesa , Roma entrare in chiesa. Quanto ai no
e i dominii pontificii, prese quello vendiali, riporta il contemporaneo
d'imperatore cogli stessi e maggiori diarista Cecconi, che in quelli di
obblighi, della quale avvocazia de- Innocenzo XIII, intorno al tumulo
gl' Imperatori anche a queir artico assistevano in piedi i cavalleggieri,
lo se ne parla. Inoltre s. Leone vestiti di casacche rosse con ferra-
III si collegò colla Francia per is- iuolo nero, e con candele in ma-
MIL MIL 99
no accese di cera gialla, ed i maz della Chiesa. I tedeschi comandati
zieri stavano colle mazze calate. da Werner o Guarnieri svevo, pe
Nel 9i6 Giovanni X col soccor rirono a fil di spada per affrontare
so de' principi sconfisse interamente il nemico più numeroso, quando le
i saraceni, annidati da 4o ai,m milizie pontificie erano in rotta: essi
nel castello di Gai igliano, alla fron erano stati condotti da Germania
te dell'armata, e vi si portò egual in Roma dal Papa, il quale avea
mente sì da Papa che da generale, fama di valente guerriero ; gli altri
come affermano Lenglet, Principii comandanti dell' esercito pontificio
della storia t. VII, par. I, e Bor furono Rodolfo principe di Bene
gia, Storia del dominio della s. Sede vento, e il duca Argiro. Fu s. Leo
nelle Sicilie , p. 64, n. XXXV. ne IX biasimato per aver poco
Giovanni XII prese al suo soldo prima stabilito nel concilio di Reims:
le truppe ausiliari del duca di Spo ne quis clericorum arma militaria
leto, e unitele alle sue, armato di gestaret aut mundanae militiae de-
lorica e di elmo, guidolle in per serviret. Il Pontefice però avea di
sona contro il principe di Capua, chiarato santa la guerra contro i
il quale lo disfece completamente. normanni, perchè non si potesse
Giovanni XF detto XVI era peri tacciare di mundanae militiae. Di
to delle cose militari e di guerra, fende s. Leone IX il Borgia, Me
e vi compose de' libri. Benedetto morie stor. t. II, p. 25, citando il
VIlI, nel ioi6 radunato copioso Bellarmino , cap. II, De potest.
esercito riportò completa vittoria sui snm. Pontif. in reb. temporalib. ad-
saraceni; e devastando i greci la versus Barclajum ; ed il libro di
Puglia obbligolli a ritirarsi a mezzo Giovanni di CarIogena, Propugna-
di Rodolfo principe di Normandia. culum catholicum de jure bello ro-
Autore propriamente della milizia mani Pontifìcis adversus ecclesiae
papale, si fa Gregorio FI del i o44, fura violantes, Romae i6o9. Egli
secondo il p. Cristiano Lupo, Con dice, che non disconviene ai Papi,
di, t. III, p. 365; altri aggiungendo rome principi temporali, il maneg
che pel primo organizzò la truppa gio delle armi materiali, al pari
pontificia nel suo stato, dandole ch'è permesso ai principi secolari,
ordine e divisa, perchè I' Italia e nello stesso modo che con lode
era piena di ladri, e i laici inva l'adoperarono in difesa della patria
devano le possessioni di s. Pie i fortissimi Maccabei, ch'erano in
tro, non potendo soccorrerlo l'im sieme sommi sacerdoti e principi,
peratore. Occupando i norman e Mosè pure sapientissimo pontefice
ni i patrimoni della Chiesa, s. Leo e principe, contro gli amorrei per
ne IX nel io53 armò milizie turbatori del suo popolo; nè fu già
proprie, e condusse egli stesso con- s. Leone IX, come alcuni scrissero,
Iro loro l'esercito, e benchè vinto il primo ad usare le arini, facendo
e prigioniero, diede la legge ai vin il Borgia il novero di que'Papi, che
citori , quando con Unfredo loro prima e dopo di lui l' imbrandiro
capo corsero a baciargli i piedi, e no. In proposito riporta il seguen
chiedergli perdono e assoluzione del te scritto di s. Bernardo a Euge
le colpe : tutto concesse il Papa nio III, De considerai, cap. 3, lib.
in un al paese occupato in feudo 4. » Quid tu deouo usurpare gla
ioo MIL MIL
dium tentas, quem semel jussus mismo. Ma l'abbondanza di pelle
es pouere in vaginam? quem ta grini armati, che senza disciplina
men, qui tuum negat, non salis e senza comando ingrossava una
mihi videtur attendere verbura banda immensa di truppe, ritardò
Domini dicentes sic: Converte gla i più grandi successi che potevano
dioui tuum in vaginam. Tuus er attendersi, perchè molte violenze
go, et ipse tuo forsitan nutu, ctsi inaspirono i paesi di transito, e di
non tua manu evaginandus. Alio- menticandosi il dignitoso scopo di
quin si nullo modo ad te pertine- tali spedizioni, da alcuni storici non
ret, et id dicentibus apostolis : Ec si dettagliarono che le colpe dei
ce gladii duo hie, non respondisset particolari. Ciò non ostante si è
Dominus, satis est, sed nimis est. convenuto, che tali imprese molto
Uterque ergo ecclesiae, et spiritua- giovarono, e per arrestare il tor
Iis scilicet gladius, et materialis: rente de' mussulmani, e per lo stes
sed is quidem pro ecclesia ; il le ve so progresso delle lettere e civiliz
ro et ab ecclesia exercendus est, zazione, oltre i vantaggi che recò
etc. ". Veggasi inoltre il Gretsero, nell' arte della guerra. Ai citati ar
Examin. myster. Pless. cap. 66 ; ticoli si vedrà di quanto zelo fu
ed il Vittorelli nelle aggiunte al rono infiammati i Papi, per la li
Ciaccouio, FU. Pont. t. III, col. berazione de' luoghi santificati dal
821, 822, ove lungamente accenna Redentore, e chi voleva porsi alla
un gran numero di rinomati Pon testa delle Crociate. Calisto II nel
tefici, che o fecero o persuadettero 1121 condusse l'esercito de' nor
ad altri di far la guerra in difesa manni all' assedio di Sutri ove era
de'loro stati. Veggasi pure Enrico si rifugiato l' Antipapa Gregorio
Luigi Chastaigner de la Rochepi- VIlI. L' assedio fu comandato dal
zay nella Apologie contre ceux qui valoroso cardinale Giovanni di Cre
disent, qu'il n'est pas permis aux ma, con un valido corpo di trup
ecclèsiastiques d'avoir recours aux pe romane: arrestato l' antipapa fu
armes en cas de necessiti, 16i5. presentato a Calisto II sopra un
Nella biografia di s. Gregorio cammello colla faccia rivolta indietro.
FU ampiamente si dice come qual Nelle Antichità longobardiche mila
collegato della gran contessa Matil nesi , la dissert. XIX traita sopra
de, fu da questa difeso dalle arini alcune indecenti e ridicole manie
di Enrico IV e di altri; e chi al re usate una volta coi vincitori dai
tro adoperò eserciti allo stesso fine. vinti, i cui esempi in molti luoghi
Urbano II nel 1o9 ~, promulgò nel producemmo. Onorio //essendo in
concilio di Clermont la prima Cro Benevento nel 1127, Ruggiero nor
ciata contro i mussulmani e sara manno conte di Sicilia circondò la
ceni, con diversi premi spirituali città di soldatesche; ma il Ponte
ed esenzioni ai Crocesignati, per fice lo scomunicò in un a chi Io
tare la sacra guerra a que' barba aiutasse, domandò nel 1 1 28 soccor
ri, e liberare da loro i luoghi san so nell'assemblea di Capna, e l'eb
ti di Palestina : nel discorso il Pa be copioso. Per accalorare la spe
pa fece conoscere lo stato lacrime dizione, Onorio II concesse indul
vole dell' Europa, vicina ad essere genza plenaria delle pene canoni
tutta inondata dalle orde dell' isla- che ( cosa in que' tempi assai rara,
MIL MIL ioi
perchè erano ancora in vigore i all'interdetto, e Arnaldo fu brucia
canoni penitenziali) a chiunque pen to dal prefetto. Adriano IV inoltre
tito, confessato e comunicato mo scomunicò Guglielmo I re di Sici
risse in quella guerra, e la metà di lia, per le ostilità commesse nel
dette pene condonò a chi confessa regno di Napoli, indi gli dichiarò
to e pentito non vi fosse rimasto la guerra per quella mossa agli sta
morto. Presto si mosse l'armata de ti romani dal re; e siccome questi
gli alleati, e con prospero successo l' incominciò con devastare i con
Benevento fu liberata dalle gravi torni di Benevento, a difesa di es
minacce de' potenti normanni. Que sa il Papa si recò con molte sol
sti travagliando i popoli di Puglia, datesche, e vi fu riconosciuto supre
Onorio II si recò a Troia, ove mol mo signore dai baroni della mede
ti baroni si collegarono con lui. Al sima. Il re bloccò la città, e Adria
loro Ruggiero si accampò in vista no IV per impedire i funesti succes
dell'esercito pontificio, il quale di si dello guerra, si pacificò, e gli
minuito dalla diserzione de' soldati concesse l' investitura delle due Si
per la penuria de' viveri e di pa cilie.
ghe, mosse il Papa a concedere al Alessandro III ebbe un ponti
conte l'investitura della Puglia. In ficato pieno di travagli, perchè Fe
nocenzo II nel i i 3a si unì con Lo- derico I sostenne colle armi gli an
t.nio II, per scacciar col di lui eserci tipapi che insorsero contro di lui,
to da Roma l'antipapa Anacleto lì'j che però fu difeso da diversi popoli.
condannò nel concilio Lateranense Sotto Celestino III i romani di
ll Arnaldo da Brescia, che sostene strussero il Tusculo: abbiamo nar
•a non potersi salvare i chierici che rato le guerre che precederouo tal
possedessero feudi o benefizi stabili, catastrofe all' articolo Frascati. Il
i quali solo appartenevano a' laici. successore Innocenzo III rivendi
Essendosi impadronito della Puglia cando alla Chiesa molti suoi dumi -
Ruggiero duca di Sicilia, il Papa nii, e per sua difesa, sostenne quel
si armò e gli mosse guerra, ma le guerre, che con diffusione ripor
con insidie fu imprigionato coi car tammo alla sua biografia. Grego
dinali, da Guglielmo suo figlio. rio IX fu in gravi dissensioni con
Trattato onorevolmente dal duca, Federico II, il quale movendogli
lo riconobbe per re, e lo investì contro il duca di Spoleto, il Papa
delle due Sicilie col Gonjalone. Ri a reprimerlo spedì un esercito co
bellatisi i romani arualdisti a Lu mandato dal cardinal Giovanni Co
cio II, questi con un esercito mar lonna, e Giovanni di Brienne re di
ciò sul Campidoglio per reprimerli, Gerusalemme colla qualifica di ca
ma ferito da un sasso morì. Euge pitano generale delle milizie papali,
nio III nel i i49, aiutato dalle i quali ricuperarono le occupate ter
truppe del re Ruggiero, trionfò de re. La guerra terminò nel i a 3o
gli aroaldisti romani, sempre rivo col trattato di pace conchiuso con
luzionari per ristabilire il Senato e Federico lì in s. Germano. Miloue
il Prefetto di Roma, non contenti vescovo di Beauvais con buon corpo
più del patrizio. Sollevati nuova di truppe si portò a soccorrere il
mente i romani da Arnaldo, nel Pontefice; indi pullularono le guer
i i 54 Adriano IV sottopose Roma re tra i romani e Viterbo, ed i
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beneventani a difesa di Gregorio eia re il tiranno Manfredi dalle due
IX si armarono contro l'imperato Sicilie, feudi della Chiesa, e poi di
re invasore delle terre ecclesiastiche, essi rinvesti. Gregorio X emanando
ma a cagione de' Ghibellini soccom leggi pel Conclave, ne dichiarò custo
bettero. Continuarono le vertenze de {[Maresciallo, ai quali articoli si
di Federico II con Innocenzo IV, parla quando armaronsi truppe per
pel quale il cardinal Capocci roma difesa del conclave, ciò che dicesi
no combattè in Sicilia vestito pon ancora a Governatore, parlandosi
tificalmente, e cinto di spada e di quello del conclave, e quali sol
corazza, con che ispirando corag dati in sede vacante comandava il
gio alle milizie pontificie disfece le maresciallo, e quali ora dipendono
cesaree. Indi Innocenzo IV bandì da lui. Martino IV sostenne pa
la crociata contro I' imperatore. recchie guerre per ricuperare e di
Quando Manfredi, bastardo di Fe fendere i domimi della Chiesa con
derico II, volle occupare il regno (ruppe ausiliarie francesi, come si
di Napoli, in questa città si portò disse a Forlì ed altrove. Quanto
Innocenzo IV con un esercito, ca a Bonifacio VIlI, si può vedere il
pitanato dai due cardinali Fiesclii suo articolo e quelli relativi.
suoi nipoti, Guglielmo ed Alberto Nel secolo XIV si celebra l'inven
conte di Lavagna e Generale di zione della polvere da cannone in
s. Chiesa. Morto il Papa in Napo Europa. Pare che da remotissimi
li, i cardinali intimoriti per la vit tempi già la conoscessero i cinesi-
toria riportata da Manfredi sulle Altri la attribuiscono al re Salomone,
truppe pontificie, elessero pronta e dopo il IX secolo ne parlò Marco
mente Alessandro IV, che colle- greco nell' opera intitolata : Liber
mmi de' crociati rintuzzò quelle di ignium, insieme ai Fuochi d' artifi
Ezzelino III, e pacificò i veneti coi zio. Altri al medico arabo Mesue,
genovesi, secondo il pietoso e pa fiorito in principio di detto secolo.
terno costume de' Papi, pel quale Molto si è scritto sull' invenzione
spedirono apocrisari, legati e nunzi della polvere e sulla sua antichita.
in tutte le parti, interponendosi effi Quanto all' Europa se ne fa inven
cacemente cou tutti i principi e le tore il tedesco francescana Bertol
nazioni, come ai loro luoghi notia do Schwartz, altrimenti nominato
mo ; con che impedirono guerre, Costantino Angliksen, che la ritro
spargimenti di sangue e infiniti mali. vò in Colonia, occupandosi io o-
Nel i26i Urbano IV coll' armata perazioni chimiche nel i32o ovvero
de' crociati disfece le truppe tedesche nel i 36 i . Osservano alcuni, che nel
di Manfredi : di queste crociate con secolo precedente eravi stata qualche
tro i perturbatori della pace e liber ricerca che poteva condurre a tale sco
tà ecclesiastica, gli eretici, scismatici, perta, descritta dall' inglese monaco
e nemici della santa Sede, ne ri Ruggiero Bacone in un libro pub
portiamo le notizie al vol. XV I11, blicato a Oxford nel lai6, De md
p. 3oi e seg. del Dizionario. Ur Itiate magiae. Pare che l'uso della
bano IV fabbricò la rocca di Moii- polvere in Europa avesse principio
lefiiiicone, che altri Papi fortificarono verso il i 338, non per uccidere gli uo
ed abbellirono. Clemente IV chiamò mini, ma per attaccare le fortezze.
da Fiancia Carlo I d" Augiò per cac- Nou si deve tacere che nel i3i»
MIL MIL io3
il re di Granata, assediando Baza, munenti t. V, p. XXII, e si fab
diede fuoco ad una macchina che bricavano in Santa rcangelo; furono
produsse teriibile esplosione ; e nel suoi generali Ridolfo Varani ed il
i342, all'assedio di Algesiins, Al nipote Gomez Albornoz, per non
fonso XI adoperò armi da fuoco dire di altri), laonde delle sue guer
e micidiali. Qualunque sia I' autore resche gesta se ne parla in molti
di questa grande scoperta, certo è luoghi. Eresse o riedificò diversi
ch'essa portò un notevole cangia forti nello stato ecclesiastico, come
mento e una intera rivoluzione nel- in Forli e Spoleto ; e delle terre
l'arte militare; invenzione che for ricuperate ne presentò le chiavi in
ma epoca negli annali del mondo. più carri a Urbano V. A questi suc
Ora si vorrebbe sostituire alla polve cesse Gregorio XI, che dichiarò la
re, il cotone esplosivo fulminante, guerra a Bernabò Visconti signore
o coton- pol vere, ma ad onta di di Milano, perchè molestava le
molti fautori non pare che prevar terre della Chiesa, inviando a com
rà, perchè sinora nella preparazio batterlo un esercito sotto il coman
ne e nelle sue conseguenze è sog do del duca di Savoia, dicendolo
getto a troppi inconvenienti e pe alcuni il primo Papa avignonese
ricoli, ed è necessaria un'autorizza che propriamente da quella città
zione speciale, per cui molti gover armò milizie pontificie, e le spedì
ni ne proibirono la preparazione e in Italia, con Galeotto Mala testa ge
lo smercio. Sull'origine dell'arti nerale della Chiesa, e per legato il
glieria, il Cancellieri nelle Dissert. cardinal Pietro d' Estain, il quale
epist. p. a52 e seg. riporta una bi prese a soldo Giovanni Aucuto in
blioteca di scrittori che ne tratta glese capo d'una compagnia. Anche
rono, come di altre armi da fuo il predecessore Urbano V con Car
co, e della polvere da alcuni chia lo IV avevano preso ai loro sti
mata diabolica, da altri creduta u- pendi Luigi Gonzaga signore di
tile. Mantova, contro i Visconti stessi.
Stabilita nel i3o5 da Clemente Inoltre Gregorio XI scomunicò i
V la residenza pontificia in Fran fiorentini, e mandò a combatterli
cia e in Avignone, molti prepoten il cardinal di Ginevra, poi an
ti profittarono dell'assenza de'Pon- tipapa Clemente VII, e nel i 377
Icfici da Roma, per usurpare le restituì in Roma la residenza pa
terre della Chiesa e promuovere ri pale, ricevuto dai romani e loro
bellioni, come si può vedere a' luo Banderesi colle insegne, e tripu
ghi loro, ed a Giovanni XXII, Be dienti. Il cardinal di Ginevra, di
nedetto XII, Clemente VI, ed In carattere crudele, con seimila bre
nocenzo VI. Questi nel i 353 spe toni e guasconi a cavallo, e quat
dì in Italia il celebre cardinal tromila pedoni o fanti, ricuperò
Egidio Albornoz per legato e ca- vari luoghi, come Cesena, ma inau
po supremo dell' esercito pontifi dite furono le barbarie della sol
cio collettizio che armò, e col qua datesca. Poscia il Papa fece Rodol
le ricuperò tutto il tolto alla Chie fo Varano capitano della Chiesa,
sa (a suo tempo e nel i358 l'e e morendo nel i878 lasciò l'Italia
sercito pontificio faceva uso delle in aspra guerra.
bombarde, secondo il Fantuzzi, Alo- Urbano VI che gli successe vide
io4 MIL MIL
insorgere il funesto e lungo scismn, clesiastiche, deposto quindi nel con
che sostenuto dall' antipapa Cle cilio di Costanza. Nel vol. XXIV,
mente VII e successori, fu cagione p. 93 del Dizionario si narrò co
di moltissime guerre e d' indescri me formalmente Giovanni XXIII
vibili mali. Nel i .", 7 l) l'antipapa in Bologna fece capitano generale
spedì contro Urbano VI un e- Uguccione Contrario, già genera
sercito, che però fu sconfitto pres le maresciallo della Chiesa: fu pu
so Marino dalle milizie pontificie, re suo generale Gio. Francesco
ed allora fu che il Castel s. An Gonzaga. Coll' elezione di Marti
gelo occupato dai francesi, questi no V riebbe pace la Chiesa e I' I-
to consegnarono ai romani : questa talia , terminando le funestissime
vittoria il Pontefice la celebrò con guerre. D' ordine di Martino V
processione a piedi scalzi. Più tar furono fatte in Roma diverse bom
di, e nel i387, vedendosi Urbano barde, delle quali fino all'invasione
VI senza esercito e denaro, invitò francese se ne conservavano in Ca
tutti i vescovi ad esortare i popo stel s. Angelo tf nelle altre fortez
li col premio delle indulgenze a ze dello stato. Laonde sino dai
prendere le armi per la bandita primordii del secolo XV esisteva
crociata, e somministrare denari un principio del corpo degli arti
per far guerra ai scismatici nemi glieri pontificii e addetti al maneg
ci della Chiesa, intanto che i sol gio delle bombarde, le quali sers
dati pontificii fecero a pezzi Angelo vivano per le batterie della mura.
prefetto di Roma, come fautore del Questa potente arma, già nel seco
l' antipapa. Bonifacio IX che gli lo precedente la dicemmo esercita
successe fortificò il palazzo aposto ta pei primi dalle milizie papali, e
lico, il Campidoglio e il Castel s. più anni avanti del i38o, in cui
Angelo, e si fece rispettare più dei per la prima volta, scrissero alcuni,
predecessori. Aiutò Ladislao re di i-ransi vedute bombarde nella guer
Napoli con quattromila cavalli e ra di Chioggia tra i genovesi ed
Munila fanti di truppa papale, con i veneti che ne fecero uso, conser
che prese Capua ed Averta. Sotto vandosi in Genova un loro canno
Bonifacio IX fu capitano delle armi ne di cuoio preso in tale occasione.
pontificie il conte di Carrara. Dipoi A Bartolomeo Coleoni bergama
Bonifacio IX pubblicò la crociata sco si dà il vanto di avere pel pri
contro Onorato Carfani conte di mo fatto uso dell' artiglieria di
Fondi, scismatico, che tentava arre campagna, nella sanguinosa batta
stare il Papa, se le guardie di Cam glia data nel bolognese alla Moli
pidoglio non l'avessero respinto nola li 25 luglio i467. 'n favore
coi Colonna. Quindi Innocenzo VII de' veneti, contro i fiorentini co
dovette reprimere diverse sommos mandati da Federico II di Monte-
se de' ghibellini contro i Guelfi, e feltro. Qui noteremo che le armi
le sue guardie rintuzzarono i ribel da fuoco portatili furono inventate
li a Pontemolle. Lo scisma incru circa la metà del secolo XV, ed
delì, quando contro Gregorio XII erano assai differenti dalle attuali,
fu eletto Alessandro V, al quale chiamandosi in principio cannoni
successe Giovanni XXIII, adatto da mano, e consistevano semplice
più alle cose militari, che alle ec- mente in un tubo di ferro forato
MIL MIL io5
ll;i un focone senza cassa e batte- le, alla cui testa dove-i partire da
ria. Acciocchè non rinculassero vi Ancona, facendo perciò léga con
si aggiunse un uncino d'appoggiar diversi sovrani. Inoltre Fio II sos
si sopra un' asta di legno o di tenne le guerre con tra i Ma la te
metallo, onde presero nome d' ar sta ed i Manfredi, signori di la
chibugi, e divennero comuni ai sol mini e di Faenza. Tra i cardina
dati a piedi, più leggieri essendo li che creò vi fu Francesco Gon
quelli de' cavalieri. Poi s' introdus zaga, sempre occupato nelle armi
sero gli archibugi a miccia, e di ed esercizi militari. Paolo II del
minuiti nel peso cbiamaronsi mo i464 fu benemerito della pace di
schetti, indi s'inventarono quelli Italia, che solennemente pubblicò
detti a ruota. I granatieri presero iiella Chiesa di s. Marcoj spedì
tal nome perchè destinati a trar le le milizie pontificie contro i Malu-
granate nel secolo XVI in cui s'in testa, e fabbricò varie Fortezze dan
ventarono, prima essendo chiamati in done il comando a prelati e a
Francia figli perduti, perchè servendo degni ecclesiastici. Ad istanza del
all' antiguardo e alla sicurezza dei re di Francia fu costretto creare
li mrlii delle colonne, come ove più cardinale Balve, il quale dedito a-
grave era il pericolo, erano i più gli all'ari della guerra, fu veduto
esposti : considerati il nerbo del in rocchetto e mozzetta porsi alla
l' esercito, erano meglio pagati, ve testa delle truppe. Allorchè Paolo
stiti ed armati degli altri soldati. Il creò cavaliere di s. Pietro, Bor
A'el secolo XVI ebbe luogo l'in go duca di Ferrara, gli calzò i
venzione delle pistole in Pistoia, sproni Napoleone Orsini generale
onde ne presero il nome, come vo di s. Chiesa.
gliono molti. Sotto Luigi XIV si Sisto IV sostenne la guerra con
mtrodussero i fucili armati di baio tro il re di Napoli e il duca di
nette : l'invenzione si attribuisce a Ferrara, e presso Velletri le sue
.Vai mette, ma esse fecero in guer milizie riportarono celebre vittoria,
ra perdere I' uso della spada. Ora in memoria della quale edificò la
può dirsi che la guerra si fac Chiesa di s. Maria della Pace. In
cia più colla geometria, che colla di si collegò contro i veneziani, no
polvere, perchè la testa vale assai minando vicario dell' esercito pon
più delie braccia. tificio Alfonso figlio di detto re.
Eugenio IV sostennediverse guer Sotto Sisto IV fu generale delle
re contro i suoi nemici ed usurpatori milizie papali Virginio Orsini. Il
ile'dominii della Chiesa, ed ebbe a bisogno di denaro per fare questa
celebri generali i cardinali Fitelleschi ed altre guerre, lo costrinsero ad
e Mezzarota. Eugenio IV aiutò il alcune azioni che produssero censu
re di Ungheria contro i turchi, invian re; e fu al dire del Bonanni il pri
do per legato il cardinal Giuliano Ce- mo che prese gli Svizzeri per guar
sarini che restò morto sul campo. dia del Papa. Nel i484 gli successe
Calisto III ha la gloria di aver Innocenzo FUI: terminò la guer
pel primo nel i455 formato la ra coi veneti, coi quali si alleò in
pontificia Marina, per reprimere le un ai genovesi, per resistere a quel
conquiste de' turchi, contro i quali la mossagli dal re di Napoli e da
Pio II promulgò la crociata nava- gli Orsini, dichiarando generale del
io6 MIL MIL
la Chiesa Roberto Sanseverino. Ban trattò perfettamente le sue nume
di la crociata contro i turchi in rose truppe, e pose i successori in
favore de' polacchi, ed altra ne pro istato di figurare nel mondo come
mulgò a difesa del cristianesimo. possenti sovrani ; e dicesi che pre
Sotto Innocenzo VIII, o avanti di se il nome d' Alessandro per l'am
lui, principiò ad avere origine la mirazione sua verso il conquistatore
guardia del corpo Cavalleggieri . macedone. Alla sua morte, Cesare
Elevato al pontificato Alessandro colle sue numerose truppe voleva
PI, già prode generale dell'eserci comandar nel Conclavej ma il po
to ecclesiastico, egli si um in al polo difese i cardinali, i quali fe
leanza contro Carlo VlII re di cero armare quattromila soldati ;
Francia, e col marchese di Man l'eletto Pio III dovette salvare in.
tova dichiarato capo dell'esercito: Castel s. Angelo Cesare, che poco
il Papa pubblicò la lega in s. Mar prima era stato lo spavento d' Ita
co dopo la messa al suono delle lia. Come lo zio, Pio III avea in
campane di Campidoglio e delle tendimento di riunir poderose for
chiese di Roma. Dipoi Alessandro ze, e marciare contro il formidabile
VI, vedendosi in Roma Carlo VlII nemico del nome cristiano.
con forte esercito, si col legò col re Il di lui successore nel i5o3 fu
di Francia per la conquista del Giulio II, che assunse tal nome for
milanese, e fra i cardinali che creò se per indicar la grandezza de'suoi
vi fu Ippolito d'Este che nel mestie pensieri e la virtù militare, con cui
re delle arini pareggiò i migliori procurò d' imitare Giulio Cesare.
capitani di quel tempo. Bandi la Nel fermo intendimento di ricupe
crociata contro i turchi, alleandosi rare alla Chiesa le terre occupate
a tale clfrito con molti principi, e dagli stranieri o dai tiranni, riprese
promettendo recarvisi in persona. quelle che riteneva Borgia, che dal
Dichiarò il famoso Cesare Borgia le galere pontificie fece condurre
suo figlio, Fessiilijero e generale in lspngna, e nel i5o6 parti da
della Chiesa; e comandante dell'e Roma coll' esercito, impossessandosi
sercito cristiano contro i turchi il di Bologna e Perugia, e facendo
cardinal d' Aubusson gran maestro gonfaloniere e capitmio generale il
dell' ordine Gerosolimitano. Indi marchese di Mantova. Renitente la
Cesare fece la guerra ai Colonnesi, repubblica veneta a restituire Faen
ai Savelli ed agli Orsini; ed in più za, Rimini ed altri luoghi, con
incontri il Papa adempì con mi chiuse il famigerato trattato d' al
rabile destrezza l' uffizio di capita leanza di Cambray contro di essa ;
no generale, mentre Cesare colle la quale per le gravi perdite fatte nel
milizie pontificie s' impadronì delle la guerra implorò e ottenne perdono
principali città e luoghi dello sta dal Papa. Allora gli mossero guer
to, imprigionandone o sagrificando- ra i francesi, anco per sostenere il
ne i signori, come si dice in mol duca di Ferrara, e Giulio II per
ti articoli. Il Papa fece edificare il meglio attendervi passò a Bologna,
forte di Civita Castellana, sulle ivi unendo le proprie milizie alle
rovine della rocca antica, poi com spagnuole, dipoi si portò in Raven
pito da Giulio II e Leone X. Nar na, e la sua armata fu rotta dal ne
rano gl' istorici che Alessandro VI mico, mentre col soccorso degli spa
MIL MIL io7
gnuoli cvitò cader prigioniero due gra*i imparziali scrittori. Nell'anno
volte: dolente ancora per la caduta in cui fu eletto Giulio II, ebbe
di Bologna si lasciò crescere la bar luogo quel celebre Duello tra fran
ba. Tuttavolta lungi dall' abbatter cesi ed italiani, i quali vinsero con
si, e dimenticando i pericoli corsi, decoro e gloria ancora delle mili
alla testa delle proprie milizie as zie pontificie, cui alcuno di essi ap
sediò la Mirandola della famiglia parteneva.
Pico, nel più rigido inverno, fissan Leone X nella seconda guerra
do il quartiere vicino alle batterie. del suo predecessore era stato spe
Difendevano la piaz7a Galeotto II dito legato e governatore di Roma
figlio di Luigi e della vedova di gna, onde trovossi alla testa dell' e-
questi figlia del maresciallo Tri- sercito pontificio che comandava, sba
>ulzio, il quale Luigi l'avea tolta ragliato nella memorata battaglia di
nl fratello Gio. Francesco III pro Ravenna. Appena creato Papa per
tetto dal Papa. L'artiglieria ponti donò i ribelli Colonnesi, ma veden
ficia si coprì di gloria, ed il Papa do che i francesi tentavano invadere
da generale vincitore entrò per la di nuovo il ducato di Milano, deli
breccia nella piazza a' 2o o a i berò impedirlo, e si valse perciò del
gennaio i5i i, mettendo in posses soccorso degli svizzeri : i francesi
so della Mirandola Gio. Francesco perduta la battaglia di Novara, nel
III. Proseguendo la guerra, strinse giugno i5i3 ripatriarono. I veneti
lega coll' imperatore , coi re di rimisero le loro contese all'arbitrio
Spagna e d' Inghilterra, e con del Papa, ed i francesi si pacificarono
quegli altri principi descritti alla e furono assolti dalle scomuniche di
sua biografia, patto che si chiamò Giulio II. Ad impedir la divisione d'I
sacra unione. Stando Giulio II in talia fra la Francia e casa d'Austria,
Ravenna, nel marzo i5ii creò car Leone X si adoprò energicamente;
dinale lo svizzero Matteo Schiner però volendo ingrandire la sua fa
o Lango per aver procurato al miglia , convenne che Luigi XII
Papa un soccorso di truppe svizze facesse un nuovo tentativo sul mi
re, pel quale Giulio II avea spedi lanese; ma per morte del re, ben
to nunzio nella Svìzzera de Grassi, chè il Papa inclinasse alla pace, si
il quale in Berna conchiuse la leva trovò obbligato collegarsi col duca
di tremila fanti. Sebbene agli i i di Milano, gli svizzeri, l'impero e
aprile i5ia perdette la memorabi la Spagna. Francesco I vinse, ed
le battaglia di Ravenna, ove l'ar allora Leone X ritirandosi dalla le
tiglieria pontificia diè prove di cre ga, alleossi con lui. Più tardi te
scente perfezione, e il cardinal le mendo il suo ingrandimento gli
gato Medici indi Leone X corse pe mosse contro l' imperatore, e ordi
ricolo di restar prigioniero, pure nò a Marc' Antonio Colonna di u-
Giulio II riempì l'Italia e tutta ii ir le milizie papali alle imperiali ;
Europa del terrore del suo nome, indi col proprio esercito s' impa
vedendo a' suoi piedi i più potenti dronì del ducato d' Urbino che diè
nemici. Questi fu un Papa dato da al nipote, con guerra che esaurì il
Dio secondo i bisogni de' tempi, il tesoro pontificio. Nel i52o Leone X
perchè le sue azioni furono lodate riprese Fermo e Perugia, e rivolse
dal concilio di Laterano V e da le sue armi contro il duca di Fer
108 MIL MIL
rnra, indi si unì a Carlo V per t5a3 nella chiesa di s. Maria Maser
cacciare i francesi da Milano, e giore, e tra le solennità della mes
procurare nuovi stati a' suoi paren sa fu promulgata la confederazione,
ti Medici, dichiarando capitano ge dicendo l'Ortiz famigliare di Adria
nerale della Chiesa, Federico IJ no VI e autore della Descrizione
marchese di Mantova. Le galere del viaggio, che siffatta lega per re
pontificie mmonsi alla flotta impe primere chi osasse invadere l'Italia
riale, e le milizie del Papa e di si potè fare dal Papa a tutta ra
Carlo V espulsero i francesi da Mi- gione di diritto, mentre quando il
limo, ove entrò il cugino cardinal Pontefice vede che a nulla giova
de Medici, poi Clemente VII, vit no le armi spirituali, può senza
torioso e qual legato dell' esercito dubbio muovere le armi temporali
col cardinal Lango, ricuperandosi an per difendere sè stesso e gli altri
cora Parma e Piacenza. Avendo Pio cristiani, come rilevasi dal capo
Il attribuite alla guerra contro il Dilecto, de sent. exebm. in sexto.
turco le rendite dell' allume di De Lagna, annotatore dell'Ortis, fà
Tolfa, Leone X ne affidò l' ammi in proposito queste osservazioni. » Il
nistrazione all'ordine de'cavalieri o Burmanno, giustissimo difensore del
snidati di s. Pietro da lui istituito. le cose di Adriano VI, quando
Servì a Leone X il suo parente Gio giunge a questo passo, si sforza di
vanni de Medici, detto delle ban mettere in campo molta erudizione
de nere, da quelle compagnie di ecclesiastica, colla quale mostra che
ventura che a lui obbedivano, a ai chierici si proibisce l' uso delle
vantaggio della Chiesa e per espel arini temporali. Ma tutta quella
lere d'Italia gli stranieri. erudizione non viene a conto. Se
Eletto successore Adriano VI il Papa è legittimamente re tempo
mentre era nella Spagna, ne partì rale, dunque aver deve la sua mi
con una numerosa armata navale e lizia disciplinata, e le sue fortifi
quattromila solduti ; giunto a Ge cazioni ben guarnite, e conseguen
nova, pel sacco sofferto da questa temente far uso a tempi discreti ed
città, rimproverò Prospero Colonna opportuni di queste difese dello
e Federico II marchese di Manto stato. Il negare poi al Papa la ca
va capitani dell' esercito pontificio pacità di avere regno temporale, è
ed imperiale nella conquista di Mi lo stesso che voler gettare a terra
lano. Colla truppa spagnuola che tutti i principii di natura e di le
l' avea seguito, cacciò da Rimini gislazione, che rendono legittimi e
JMiilatesta. Vedendo minacciata l'I stabili tutti i regni della terra. Ma
talia dai francesi, si unì in lega coloro i quali cercano di abbattere
con Carlo V e i principati di tut il dominio temporale del Papa,
ta Italia, in un ai feudatari dello prendono il coltello per la punta".
stato ecclesiastico, tutti prometten All'articolo Costantmopoli, nel ri
do un contingente di cavalli e fanti portare tutti i soccorsi dati in de
secondo le proprie forze. Perchè la nari, truppe e altri modi dai Papi
lega riuscisse vantaggiosa alla re per impedir l' ingrandimento della
pubblica cristiana, Adriano VI ac potenza ottomana, facemmo menzione
compagnato dai cardinali, prelati e come Adriano VI promise soccorso
altri nobili, si portò a' 5 agosto al re di Ungheria contro i turchi.
AI IL MIL i 09
Questo non potendo effettuare per altri vi compresero Enrico VIII re
chè le precedenti guerre aveano e- d'Inghilterra, col titolo di protetto
sausto il tesoro pontificio, e l' am re; ma egli solo strinse particolare
basciatore ungherese Balbo credendo alleanza con Francesco I, ch' era
ciò provenir da lentezza, non con uno della lega. Ciò offese Carlo V,
tento che fosse stato spedito il cardi che subito pubblicò la guerra al
nal deVio con quarantamila ducati, Pontefice. I Colonnesi uniti al ne
ebbe l'audacia di dire al Pontefice: mico presero parte ai disastri, fecero
Beatissimo Padre, Fabio Massimo scorrerie nella Campagna, ed occupa
con indugi salvò un tempo la re rono Ceprano e Bauco : allora Cle
pubblica romana quasi perduta; vo mente \ Il a' 7.4 gennaio iJ2G pub
stra Santità all' opposto, con indu blicò una bolla, esoitando i baroni
gi le dà t ultimo tracollo. Già ai e feudatari del regno di Napoli a
tempi di Adriano VI esisteva I' ar prendere le armi e difendere gli
ma politica chiamata Birri, che ai stati della Chiesa che assolvette dal
nostri giorni Pio VII soppresse nel Giuramento di fedeltà, contro i Co
i8i6. lonna, e fu stampata subito da F.
Clemente FU ebbe un pontifi Minitio Calvo tipografo apostolico,
cato infelicissimo e burrascoso, pei ed affissa ne'soliti luoghi. La bolla fu
le catastrofi lacrimevoli che lo se vuota di effetto, e poco dopo ven
gnalarono. Primieramente nel i525 ne da Moncada generale di Cai lo
nella chiesa di s. Giovanni in Lu V, e dai Colonnesi sorpresa la Cit
terano pubblicò la lega fatta con tà Leonina, saccheggio il Vatica
tro il turco, e verso il i5a6 isti no, onde Clemente VII salvò la
tuì i Luoghi de monti, per suppli vita in Castel s. Angelo al modo
re all' armamento ausiliare delle ivi narrato. Dopo breve tregua
milizie da lui destinate al soccorso patteggiata con Launoy generale su
di Carlo V contro i turchi (poscia premo degli imperiali, Carlo di Bor
i Papi successori se ne servirono bone coll' esercito imperiale compo
per aiutare generosamente le na sto di cattivi spagnuoli e di fanati
zioni cattoliche, con gravissimo dan ci tedeschi Luterani, non che di
no del tesoro pontificio, che perciò venturieri, ladroni, sicari, e del su-
enormemente s'indebitò). Indi ve cidume delle plebi italiane, e di
dendo accrescersi smisuratamente la circa quattromila ebrei, non volle
potenza di Carlo V in Italia do aver riguardo alla tregua. Ad onta
po la disfatta de' francesi, per di delle pioggie e delle nevi, traversò
fendere la regione, agli i i giugno i monti di Arezzo, e giunto nelle
i526 fece lega in Cognac con di vicinanze della capitale del mondo
versi principi, e per esservi il Pa finse di chiedere il passaggio per
pa alla testa fu chiamata Santa andare a JNapoli, ed essendogli ne
lega, e per le funeste conseguenze gato, infervorò le sue truppe colla
si disse poi Lega funesta a sua promessa di ricco bottino, ed ai 5
Santità, poichè tranne gli svizzeri maggio i527, profittando d' una
ed i fiorentini, gli altri mancarono densa nebbia, assediò Roma. La cit
agli accordi, e il danno gravitò su tà fu presa il giorno seguente, do
Roma, la Campagna e la Toscana. po aver fatto qualche resistenza i
In questa lega il Guicciardini con capitani pontificii Orazio Baglioni,
no MIL MIL
Valerio Orsini, Giampaolo da Ce nella peste, Moncada poco soprav
re figlio di Renzo, Giambattista Sa visse, e l' Oranges fu ucciso all'as
velli, e Ranuccio Farnese. Il nemi sedio di Firenze. Quindi i terraz
co fiitiò per porta s. Pancrazio e zani de' feudi e tenimenti di casa
per porta Settimiana ad ore 22. Di Colonna si recarono a Roma, rapi
fese per quanto potè la Città Leo narono quanto era avanzato al la
nina Camillo Orsini, ma essendo droneccio militare, cioè immensa
ucciso il Borbone, gli successe nel quantità di utensili, e di ferramen
comando il principe d'Oranges. L'e ti, altro non più essendovi. Immen
sercito nel dì seguente guadagnò se poi furono le taglie d'ingenti
il rione Monti, e corse Roma quan- somme, che i soldati posero senza
to si estende dal monte Gianicolo distinzione alle cose ed alle perso
al Lnterano; la prima strage fu di ne, che tassavano di grosse contri
7oo soldati, e la guardia svizzera buzioni a titolo di riscatto, operan
fu messa in pezzi , seguendo per do in tutio da masnadieri. Di tali
due mesi il più crudele saccheggio taglie diversi inediti documenti pub
con commettersi le più inaudite blicò il Saggiatore, giornale romano,
barbarie, nulla rispettandosi, nep n. 1 1, anno primo.
pure le chiese, le reliquie de'santi, I confederati intanto non si presero
molti religiosi uccisi, altri vilipesi pensiero di Clemente VII, solo i ve
enormemente, contaminati i sepol neti ordinarono al duca di Urbino di
cri degli stessi Pontefici per trarne le tutto arrischiare per liberarlo ; ed il
cose preziose, e violandosi le fé m - re di Francia troppo tardi spedì afo
mine e persino le sacre vergini . uia Lautrec con un esercito. All'arti
Scampò alla generale carnificina colo Germania sonovì relative noti
Clemente VII con chiudersi in Castel zie, così negli altri analoghi luoghi
s. Angelo, ove ne'sette mesi che vi si riportiamo le altre, come della paru l1-
tenne assediato, potè resistere alle ?a del barbaro esercito imperiale, av
immense forze nemiche ed ai repli venuta il l7 febbraio 1 "i2S, men
cati attacchi, mediante la bravma tre Clemente VII stava rifugiato in
dell' artiglieria pontificia. La più Orvieto, accompagnatovi da Luigi
tremenda carestia di pane e carne, Gonzaga detto Rodomonte, cugino
e la più fiera pestilenza aumenta del marchese di Mantova, poi ge
rono le calamità dall'alma città, che nerale delle truppe pontificie. Però
vide alemanni e spagimoli conten nello stesso giorno., Amico d' Ar
dersi con micidiali discordie e uc soli con alcuni patrizi ed alquan
cisioni, i rubamenti e le prede. ti corsi ch' erano agli stipendi dui
Venne osservato che tra i soldati popolo romano, infrenabili e sempre
periti di peste, maggiore fu il nu avidi di bottino, entrarono in Ro
mero di quelli che ne'più fieri mo ma, guastando la ripa del Tevere,
di avevano derubato i monasteri . uccidendo spagnuoli e tedeschi
Nota il Ferlone, De'viaggi de Papi d'ambo i sessi, negli spedali e nelle
p. a94, che due anni dopo ninno chiese, e predando i loro beni, ben
de'soldati che saccheggiarono Roma chè fossero artisti pacifici stabiliti
era più vivo, e le rapite ricchezze in Roma, e derubando anche qual
passarono in altre mani. E indubi che monastero. In egnal tempo i
tato che Latmi y o Lannoy mori Colonna malmenavano la Campa
MIL Ai IL in
gna romana, massime le terre dei i553 Giulio III pel passaggio de-
signori divoti al Papa, come gli gl' imperiali che recavansi a Siena,
Altieri ed i Leni, per cui Clemen guarnì i confini del proprio stato
te VII scomunicò i predatori e con 8ooo uomini di milizie ponti
gli obbligò alla restituzione. Clemen ficie. Il successore Marcello II, di
te VII e i cardinali che stettero rigide virtù, voleva licenziare la
rinchiusi con lui in Castel s. An guardia svizzera, persuaso che il
gelo, per duolo ei unsi lasciati cre vicario di Cristo non ha bisogno
scere la barba: che Carlo V prese per sua difesa delle armi di qual
il lutto, e die dimostrazioni di do sivoglia milizia, solendo dire ebe
lore per la prigionia del Papa e parecchi principi cristiani più col
sventure di Roma, lo dicemmo al segno della croce che con gli eser
trove. E vero che ciò quasi da tut citi furono in molti incontri difesi
ti gli scrittori fu preso per fina i- contro i più potenti nemici ; e sti
pocrisia, ma se piace quantn riflet mar meglio che il Papa restasse
te il Verri, Storia di Milano t. Il, ucciso dagli empi, che dare esem
cap. XXV, p. ?.li, sembra che non pio di vergognosa paura, o di maestà
fosse in suo potere liberare il Pa poco necessaria. Al principio del
pa, essendo l'armata composta di pontificato di Paolo IV si deve
gregari stranieri, i quali non rico l'origine della nobile guardia delle
noscevano che i generali dai quali Lande spezzate. Sotto di lui ebbe
erano pagati, essendo I' armata col luogo la famosa guerra contro Fi
lettizia, e radunata per tempo ed lippo II, di cui pa rlossi in molti
oggetto determinato. Finalmente in articoli, come Frosinone, Caraffa,
Bologna nel i53o seguì la pace Genazzano, e Cave ove si fece la
tra il Papa e I imperatore, ove fe pace : il re di Francia spedì dieci
ce la di lui solenne Coronazione. mila uomini in soccorso del Pon
Tra i cardinali creati da Clemente tefice, che prese al soldo gli sviz
VII, nomineremo Ippolito de Me zeri ; e l'artiglieria pontificia tan
dici, che lungi dal vestire da car to nell'invasione che fece della Cam
dinale, tranne le indispensabili cir pagna il duca d'Alba, che nella op
costanze, compariva con divisa da pugnazione d'Ostia del i 556, ed al
generale, armato di spada ; o Odet tre fazioni che occorsero, mostrò
to de Coligny, che preferendo l'ap vieppiù la sua importanza e perizia.
plicazione delle armi e la milizia, Gli successe nel i559 Pio IV, il
alla dignità ecclesiastica, fu poi de quale era stato spedito da Paolo
posto dalla porpora. III commissario dell'esercito pon
Paolo III, per impedir la guer tificio nell' Ungheria e Polonia
ra tra Carlo V e Francesco I, si contro il turco e i luterani, essen
portò a Nizza ; indi a Lucca ac do generali delle milizie Alessandro
compagnato da i lo soldati a ca Vitelli e Giambattista Savelli; indi
vallo, e da aoo a piedi di sue mi essendo cardinale, Giulio III lo
lizie, e poi a Brusseto nella dioce- mandò soprintendente delle mili
si di Borgo s. Donnino. Paolo III zie della Chiesa inviate contro Ot
fece guerra ai Colonna, ed istituì tavio Farnese duca di Parma. Pio
i cavalieri o soldati di s. Paolo j IV soccorse Filippo lì e Massimi
in Perugia fabbricò la fortezza. Nel liano II contro il turco, e Carlo
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IX contro gli ugonotti, per cui la rina papale Marc' Antonio Colon
camera apostolica contrasse debiti na, al quale s. Pio V decretò gli
per un milione di scudi. Fu gene onori del trionfo, al modo che de
rale della cavalleria pontificia, Do scrivemmo a Ingressi solenni in Ro
menico Massimo giuniore, ch'erasi ma, ove facemmo cenno delle pom
segnalato nell'assedio d'Ostia e nel pe trionfali degli antichi romani,
la battaglia di Palianoj mori da e di que' solenni ingressi in cui in
prode nel combattimento navale di tervennero le milizie della Chiesa,
Lepanto, comandando una galera incominciando dal tempo di Adria
pontificia. Avendo sposato il suo no I. Quanto alla soldatesca della
nipote Annibale Altemps prefet città che accompagnò in ordinanza
to delle armi pontificie, con Or con abiti pomposi il Colonna, essa
tensia Borromeo, a' 5 marzo del era divisa in tre squadroni, il pri
l'anno i565 nel cortile di Belve mo d'archibugieri in i 36 file, e
dere ebbe luogo uno splendido e dieci per fila; il secondo era di
magnifico torneo, cui furono pre picche di i5o file, il teizo d'archi
senti alle finestre il cardinal s. Car bugi o moschetti di i i 3 file : que
lo Borromeo con nltri ventidue car sti squadroni erano framezzati da
dinali, e seimila cavalieri, come si alcune file di alabarde, ed altre di
legge nella Narrazione del maravi- spadoni a due mani, ed altre di
glioso torneo rappresentato dall' ec- paggi con spada e rotelle per or
cellemiss. sig. conte Annibale Al namento degli squadroni. Avanti di
temps generale governatore di s. questi andavano come per capi due
Chiesa, nel nuovo teatro di Belve sergenti maggiori a cavallo, Dome
dere, Homa i565. nico Jacovacci e Cencio di loffia,
Nel i566s. Pio V mandò lo Stoc con bastoni in mano, armati di cor
co e Berrettone benedetti, insegne soli saletto con calze di velluto, berret
te donarsi ai capitani benemeriti del tino ed una banda rossa e gialla,
la religione, al duca d'Alba per la con tre alabardieri a piedi colle
vittoria riportata nelle Fiandre con bande de' medesimi colori. Seguiva
tro gli eretici ribelli di Filippo II. no poi per ordine le squadre degli
Per sicurezza d'Avignone e contado archibugieri precedute da due tam
Venaissino il Papa somministrò gros burini vestiti di rosso, con calzoni
se somme, milizie pontificie e mu di velluto nero, ornati da passa
nizioni da guerra. Per sostenere poi mano d'oro, con stivaletti incerati,
in Francia la cattolica religione con colletti e maniche di maglia,
dalle guerre degli ugonotti, mandò berrette con piume bellissime. L'al
a Carlo IX centocinquantamila tra metà di queste squadre aveva
scudi, e 45oo cavalli con 5ooo un sergente maggiore, cioè Fran
fanti, di cui fece generale Sforza cesco Spannocchi, vestito come gli
conte di s. Fiora, le quali milizie altri, con file di alabardieri vestiti
contribuirono alla segnalata vittoria di velluto variamente, con paggi,
di Moncontorno. D' immensa glo cinque per schiera, con celate, pen
ria riuscì a s. Pio V la triplice doni e scudi, e sopra i morioni
alleanza conchiusa contro Siimi II, avevano i soldati le banderuole
per la battaglia navale vinta a Le torchine. Eravi dopo questa la
panto, essendo generale della Ma- squadra delle picche, avanti di cui
MIL MIL ii3
procedeva il sergente maggiore ultimo Natale Gennari nel i847
Gian Pietro Muti con 54 paggi in pubblicò in Roma: Della sania tri
più file, sparsi e vestiti a livrea plice alleanza del santo Pontefice
ornntissima, con morioni, scudo e Pio V contro Selim II, battaglia
pennacchio. Dopo questi erano i2 di Lepanto e trionfo di Marc An
vestiti alla turchesca. Aveva questa tonio Colonna, racconto storico con
squadra ventisette insegne tramez note, giunta e brevi cenni sull' in
zate nelle sue compagnie tutte di civilimento ottomano.
seta di vari colori. Vi erano quat Nel pontificato di Gregorio XIII
tro capitani con calzoni di velluto l'antichissima milizia urbana del ma
ed archibusetti, superbamente ve gistrato romano, ed anche la guar
stiti, seguiti da sette file di spa dia pontificia detta Capotori, suc
doni a due mani, e cinque file ceduta alle sette coorti urbane isti
di alabardieri, dopo i quali ince tuite da Cesare per l'interna tran
deva il corpo della squadra di quillità della città, venne meglio rior
picche, tutti ben vestili con corsa ganizzata. Questo Papa fornì grandi
letto, berrette di velluto con piume, aiuti a Enrico III re di Francia
calze bianche di tela d' argento contro gli ugonotti; si collegò con
con trine d'oro; altri in luogo di Filippo II per liberare Maria Stuar
berrette avevano in capo morioni da; e colle sue milizie represse i
con pennacchi, e calzoni d'ormesino fuorusciti dello stato pontificio, ciò
cangiante; altri avevano in capo cap che con miglior successo fece poi
pelli all' ungaresca, calzoni di raso Sisto V, il quale istituì una con
paonazzo con trine d'argento. Succe gregazione cardinalizia sopra gli
deva la squadra de' moschetti, in armamenti della marina e 'a mi
nanzi alla quale andavano venti lizia papale. Veggasi il Cohellio,
file di alabarde con paggio e ca Notitia, Congregalo XVII I. Ue
pitano vestiti superbamente; poi classe parnuda, et servanda ad
seguivano le file de'mosclietti. De- status ecclesiastici defensionem. Con
vesi rimarcare, che tanto nella guer gregalo XXI. De confinibus status
ra delle Fiandre, che per mare ecclesiastici conservandis. Ed ancora
sulle galere pontificie, le artiglierie in cap. de Militibus s. Petrij s. Pan
di s. Pio V si fecero molto onore, li; Piis; Lauretanis; etdeLilio, i quali
e molti uffiziali e soldati delle altre tutti hanno articoli. Gregorio XI V
milizie dierono riprove di sommo spedì in Francia seimila svizzeri,
valore e perizia militare, come in duemila fanti e mille cavalli di
altri incontri. Il Papa ricevette il milizie pontificie comandate da Er
Colonna alla presenza di molti car cole suo nipote in aiuto della lega,
dinali e gran personaggi, e l'omag con molte somme di denaro. Cle
gio degli schiavi legati, i quali il Pa mente VIlI per impossessarsi del
pa fece condurre parte al luogo ducato di Ferrara ricaduto alla
preparato, e parte in Castel s. An santa Sede, pose in piedi numeroso
gelo. Oltre le medaglie coniate in esercito; indi fece dividere le arti
onore di s. Pio V, Clemente X glierie con Cesare d' Este duca di
nel celebrarne la beatificazione fe Modena, da Mario Farnese generale
ce battere la piastra ove si vede delle artiglierie pontificie. Questo
espressa la vittoria di Lepanto. Da Pontefice geloso dell'onore delle
VOL. XLV. 8
n4 MIL MIL
armi della Chiesa, ravvisando come ce delle milizie, delle fortezze, e
le milizie nazionali sole, e le buone principalmente di quei die maneg
istituzioni sono quelle che manten giano le artiglierie e de' bombar
gono gli stati indipendenti, e ve dieri.
dendo il grave danno che ne ve Saverio Marini , Memorie di s.
niva di dovere talvolta assoldare Barbara, Fuligno 1788, parlan
al di fuori istrutti artiglieri, volle do dell'origine della particolare di
subito provvedere con saggio con vozione de' militari verso la santa,
siglio ad una scuola speciale per osserva che deve ripetersi verso la
i medesimi , formando così per (i metà del secolo XI V, o dall' inven
gni piazza dello stato de' bombar zione della polvere da fuoco, o dac
dieri leali, i quali si componevano chè questa cominciò ad essere in
dei capi delle arti e mestieri, come uso fra le milizie, acciò per sua
di armaiuoli, di polveristi, di car mediazione stasse lontano qualun
radori e di ferra ri. E qui notere que fulmine dal sito dove la pol
mo, che nel i55o in Roma era vere custodivasi, anzi tutte le pol
stata eretta la confraternita de' fer veriere presero il nome di s. Rar-
rari, spadari, archibugieri e lancia- bara ; e ciò per quel fulmine, col
ri in s. Eligio presso l'ospedale del quale nel punto del di lei martirio
la Consolazione. Questa scuola con fu incenerito Dioscoro empio suo pa
forma nobile e nuova si aprì in dre ed uccisore, avendo confessato la
Roma in Castel s. Angelo nel i594 santa intrepidamente la fede cristia
(come narrammo a quell'articolo na. Aggiunge, che potrebbe forse
insieme ai privilegi concessi dai il principio di tal protezione alle
successori inclusivamente a Grego milizie derivare ancora dal secolo
rio XVI, e dell' annua benedizione XI, cioè quando le città d' Italia
che i Papi davano al presidio mi e le famiglie principali ebbero bi
litare col treno de' cannoni e mor sogno di alzare Torri unite alle
tari), cioè 75 anni prima che la proprie case, o di ridurle a foggia
Francia ne avesse una simile, poi di torri. Avendo la santa abitato
chè non vi fu aperta che nel 1 679, in una torre, rinchiusavi dal crudel
prima a Donai, quindi trasferita a padre, e rappresentandosi in tutte
Metz, e poscia a Strasburgo. Non le sue immagini con questo sim
si deve tacere che di tali scuole bolo, nel vedersi obbligate le fami
di bombardieri già altre ne esiste glie più cospicue ad abitare nelltt
vano tra i toscani ed i veneziani, torri ed ivi guardarsi dalle aggres
ma è pregio principale ed esclusi sioni de' nemici, può ben credersi
vo dello stato ecclesiastico lo aver che fin d'allora e queste e i mi
costituito il corpo di artiglieria in litari cominciassero ad implorare
corpo di arte. Provvide inoltre Cle il patrocinio di s. Rarbara.
mente VIII che ne fosse riunita La esecuzione poi delle provvisioni
l' ufficialità in una confraternita, e ordini di Clemente VIIi sull'arti
con regole, statuti e privilegi par glieria della romana Chiesa, si deve
ticolari, ed altare nella vicina Chie al capo de' bombardieri Casti liana
sa di s. Maria in Traspontina, sotto e prelétto eziandio di Castel s. An
l'invocazione della gloriosa s. Bar gelo, Pietro Ahlohrandini (altre
bura vergine e martire, protettri- notizie riportammo altrove di (pie
MIL MIL 11?
sto personaggio, come nel vol. VIII. Forse la guardia delle Co
XXVII, p. i57 del Dizionario), razze a cavallo, ebbe origine sotto
e al consiglio ed aiuto di Amerigo Paolo V, o almeno sotto Innocen
Capponi. Con tanto zelo e impe zo X: estinte nel 1798, non si ri
gno si prestò 1' Aldobrandino che pristinarono. Il Papa aiutò con mi
divenuto cardinale si fece dichiara lizie e forti somme, l' imperatore
re protettore del corpo degli arti Ferdinando II contro il Palatino
glieri e della loro confraternita, che voleva togliergli la Boemia, e
che il Piazza descrisse ancora nel per la vittoria riportata, Paolo V
cap. XXVI, tratt. IX dell' Eusevo- ordinò ringraziamenti al Dio degli
logia romano. Ivi dice che la com eserciti. Tra i cardinali creati da
pagnia di castello si compose di un questo Papa, vi furono Lodovico
capitano e di altri uflìziali, oltre i di Lorena, che poco usava l' abito
bombardieri; clie tra le grazie con cardinalizio, preferendo la divisa
cesse al sodalizio fuvvi quella del militare, colla quale accompagnò
la liberazione di due prigioni nelle nella guerra del Poitou Luigi XIII,
due fe>te de' loro protettori s. Mi e si battè più volte al duello; Lui
chele arcangelo e s. Barbara, ce gi Nogaret de la Vallette, fatto dal
lebrando la seconda con maggior re di Francia luogotenente delle
solennità ; che nobilmente ornò e armate, biasimato qual soldato li
dotò la cappella in s. Maria in cenzioso e prelato guerriero; e Gui
Traspontina, la prima a mano de do Bentivoglio, che descrisse le guer
stra, col quadro della santa dipin re di Fiandra. Gregorio XV man
to dal cav. d' Arpino, mentre le dò truppe e denaro a Ferdinando
pitture della volta e le storie del II contro il ribelle Palatino; soc
suo martirio sono di Cesare Ros corse il re di Polonia nella guer
setti, eseguite sui cartoni di detto ra contro i turchi ; prese in depo
artista ; che vi faceva celebrare quo sito la contrastata Valtellina per
tidianamente la messa, suffragi ai mezzo del fratello d. Orazio Ludo-
defunti, dotando le zitelle figlie di visi, che comandava 5oo cavalli e
militari, ed esercitava altre opere 1 5oo fanti di milizie pontificie.
pie. Quindi nel 16o2 si pubblicò: Urbano VllI fece generale del
Compendio delle istruzioni de' bom la Chiesa, prima il suo fratello Car
bardieri, di Manilio Orlandi. Per lo Barberini, poi il nipote Taddeo:
quell' incidente che indicammo a morto il primo nel 163o, in Ara
Birri, nel 16o3 Clemente VIII celi gli furono celebrati solenni fu
prese al suo soldo seicento soldati nerali, quali teggonsi nel p. Casi
corsi di nazione, e duecento archi miro, Memorie della chiesa cT A-
bugieri a cavallo, incaricandoli ve raceli p. 4o7 o 4o8- V'interven
gliare alla custodia del palazzo a- nero i cardinali e cantò la messa
postolico e di altri luoghi di Roma. il vescovo di Ferentino, coll'assi-
Paolo V impedì ai veneziani di steuza del magistrato romano. Sul
arrolare soldati nello stato pontifi letto funebre fu posta una corona
cio, nella guerra coll'arciduca d'Au d'oro: Giulio Cenci pronunziò l'o
stria per l'insolenze degli ussocchi ; razione funebre. De' funerali de'Ge-
ed a lui si deve la fortezza di Fer nerali di s. Chiesa, parlammo a
rara, incominciata da Clemente quell'articolo. Urbano VW sostenne
n6 MIL MIL
molte guerre coi Farncc, ed altri io dai veneti, dal duca di Mode
principi collegati: all'articolo Genera na e dalla Toscana, solo nel i 6 4 4
ie di s. Chiesa parlammo de'suoi ge si 'conchiuse la pace dai cardinali
nerali, come di quelli di altri Papi, Donghi e Bichi, dopo che lo stato
colle notizie di tal cospicua digni s' indebitò, i sudditi vennero gra
tà, ed altre riguardanti le milizie vati con tributi per sostener le
pontificie. Conchiuse la pace nel guerre, onde il Papa ed i Barbe
i627 per le controversie della Val rini suoi nipoti patirono amare cri
tellina, che sottrattasi ai grigioni, la tiche. Gli avvenimenti bellicosi che
Spagna voleva unire al milanese; ebbero luogo per I' occupazione del
ed al comandante le truppe del. ducato di Castro, la guerra soste
Papa furono consegnate le fortezze nuta nel i643 contro Francesco I
della provincia per demolirsi. Però duca di Modena, ch'ebbe luogo al
insorse la guerra per la successio tempo stesso ai confini del sanese
ne al ducato di Mantova, onde la e del perugino con Ferdinando II
quiete d' Italia fu nuovamente tur granduca di Toscana, aggiunsero
bata. Nel i637 per le scissure tra nuove glorie alle milizie della Chie
il cardinal Medici e il contestabi sa, massime all' artiglieria pontifi
le Colonna, Urbano VIII assoldò cia, che al pari dell'arte militare
3oo soldati corsi, perchè di notte prendendo ogni dì forma migliore,
spalleggiassero le ronde de' birri. cominciava a far sentire la sua
A mediazione del Papa nel i639 terribile influenza sulla sorte delle
si ottenne una sospensione di armi battaglie. Di qui fu che Urbano
nella guerra insorta per morte del VlII determinossi ad ingrandirne
duca di Savoia. Nel iliji marcia il corpo, a dargli nuove attribu
rono contro il Farnese 6ooo fanti zioni, a propagarne l' istruzione. In
e 5oo cavalli con buona artiglieria, fatti divenuto Taddeo Barberini
essendone comandante il marchese nipote del Papa e generale del
Luigi Mattei che s' impadronì della la Chiesa, capo de' bombardieri , li
rocca di Montalto e di Castro j di 9 novembre i636 fu aperta una
piìi Urbano VIII aumentò il suo nuova scuola nella fortezza di Fer
esercito e fortificò i confini del fer rara, dal marchese di Bagno, on
rarese e del bolognese : nelle di- de aver gl' istruttori alle compa
terse fortificazioni fatte da questo gnie de' bombardieri ch' erano stan
Papa, si distinse il domenicano ziate in Romagna. Dopo il com
Vincenzo Maculaiii, che poi creò battimento di Nonantola, in cui fu
cardinale, peritissimo nel l' architet rono da lodarsi, benchè perdenti,
tura militare. In questa si rese sommo le milizie pontificie, per la virtù
il bolognese Francesco Marchi, cui il di pochi oppostisi contro le nume
ch. Rambelli dà preferenza sopra rose degli Estensi guidate da quel
Vauban. Alla splendidezza del duca fulmine di guerra Montecuccoli, non
Melzi d'Eril si deve la magnifica brillò certamente più l' artiglieria
edizione di Francesco Marchi : Ar per fazioni di terra che ne manca
chitettura militare illustrata da Lui rono ; ma nel seguente pontificato
gi Marini, Roma pel de Romanis s' illustrò in quelle di mare, aven
i8io. Prolungandosi più viva (a do Urbano VIII fatto fondere ot
guerra, essendo il Farnese sostenn- tanta pezzi di formidabile artiglie-
MIL MIL ii7
rin col bronzo della chiesa di c. le eravi il bisognevole per armare
Maria ad Martyres. In Roma fece i 8,ooo soldati, come afferma il
costruire diverse fortificazioni, per Venuti, che la chiama una delle
lo slato rinnovò diverse fortezze, e più fornite d' Italia. Poco dopo lo
tra Modena e Bologna nel i628 Chattard nella Nuova descrizione
rifabbricò Forte-Urbano, per cui fu del Vaticano t. II, p. 382, t. III,
coniata una medaglia colla sua pian p. 364, la descrisse, onde ne dare
ta e s. Urbano vescovo. Nel seco mo un cenno. L' armeria vaticana
lo XIIl l'avevano elevato i mode ha la prima corsia lunga 666 pal
nesi, chiamandolo Castel Leone, ma mi, la seconda a due navi è lunga
distrutto dai bolognesi ne fabbri 26i, la selleria è io8, non oltre-
carono un altro poco dopo, il qua passando le altre due i 6o palmi.
le venne appunto ridotto con più Nell'armeria evvi una lapide di mar
architettura militare, per mezzo di mo ed iscrizione di Urbano VlII,
Gio. Battista Mola da Como, da e sono dipinti in quattro meda
Urbano VlII, onde ne prese il no glioni, il furore, il flagello di Dio,
me. Pio VI lo fece risarcire, onde la guerra, e la desolazione; ed in
nel i779 fu coniata una medaglia altrettanti vani le quattro princi
per memoria; ma ora è ridotto a pali fortezze dello stato pontificio,
ergastolo militare, per deposito dei cioè Castel s. Angelo, Civitavec
ìeterani e per quartiere de' soldati. chia, Ferrara, e Forte Urbano. A
Per le notizie di questo forte si destra della porta d' ingresso vi è
può vedere il ch. Gaetano Gior I' effigie della fortezza. Nella prima
dani nell'importante opuscolo: Gui corsia vi sono due armature d' uo
da per l' accademia di belle arti mo di ferro dritte in piedi, delle
in Bologna p. 73. quali quella a destra dicesi aver
Narra il Martinelli, Roma ricer servito a Carlo di Borbone ucciso
cata, p. 72, che presso la Chiesa presso s. Spirito ncll' atto di sca
de' ss. Bonifazio ed Alessio eravi lar le mura di Roma nel i 527 ,
I' Ai milusiio dove si riponevano e mediante il colpo d' una palla di
conservavano le armi de' romani ; fucile che si vede impresso in un
ma Sisto V incominciò nel palazzo cosciale (lo che sembra corrispondere
vaticano presso la biblioteca l' ar a quanto dicemmo col Torrigio ed
meria pontificia, quale proseguita altri nel vol. XIII, p. 255 del Dizio
da Paolo V, nel i625 venne com nario, ed incontrò compatimento nel
pita da Urbano VIII, fornendola ch. Gaetano Giordani, per quanto
di gran copia d'ai mi e di milita rilevò nella nota 4o 3 del suo prezioso
ri strumenti, per armare più di ed eruditissimo libro, Della venuta
quattromila soldati, con gran nu in Bologna di Clemente FU e Car
mero di superbe artiglierie, e per lo V); e l'altra evvi tradizione
memoria fu coniata medaglia, ove che fosse quella che usava Giulio
si vede il prospetto dell' armeria II. Vi sono anche altre armature
pontificia al Vaticano, e nel rove simmetricamente disposte, come el
scio l'immagine di Urbano VlII. mi, armature con partigiane e lancie
Quest' armeria fu aumentata da al a guisa di trofei. E quindi sciable,
tri Papi, massime da Clemente XI archibugi , pistole, carabine, squa
e Benedetto XIV, a tempo del qua- droni, ed altre armi per fanteria
i i8 MIL MIL
e cavalleria, sono con ordine di nel di seguente verso due ore di
sposte nelle rastelliere delle scanzie. notte, il senatore, i conservatori
E quindi altri elmi, corazze, schie ed i caporioni di Roma, con moltis
ne, bracciali, cosciali, spingardi, ba simi giovani nobili romani, fatta
ionette, bandiere, ed altre armi ed una iucamisciata (incamiciata, si
insegne militari. Clemente XI e Be gnifica scelta di soldati per sorpren
nedetto XIV avendo concorso al dere o uscire addosso al nemico
l' Incremento dell' armeria, vi furo di notte all' improvviso, con cami
no jiosti i loro stemmi. Il secondo cia che si mettevano sopra l'arme
fece lavorare armi in paesi stranie per riconoscersi fra di loro ), anda
ri ed in Roma, venendo la selle rono al palazzo pontificio con bel
ria formata di staffe, stivali, selle, lissimo ordine a cavallo, con tor
briglie, patroncine, ed altro occor cie accese in mano, e nella piazza
rente alla cavalloria. Vi è il luogo Vaticana fecero come una giostra,
ove quotidianamente lavorano gli ar- con diversi intrecciamene, aggiran
maroli, e pel custode dell' armeria, do in mano quelle fiaccole : altret
come per conservare gli scarti del tanto eseguirono nel cortile del pa
le armi rotte, e quelle che debbonsi lazzo vaticano con molta soddisfa
risarcire. Al presente l'armeria trova zione del Papa, che dalla camera
si alquanto diversa dallo stato del se diede loro la benedizione.
colo passato, ma ottimo n' è Io sta Nel principio del pontificato di
to, e fornitissima di armi : Grego Innocenzo X fu ristampata la Re
rio XVI l'onorò di sua presenza. lazione della Corte di Roma di
Il nipote di Urbano VIII, cardinal Lunadoro, coll' autorità del quale
Ani.. ii.D Barberini , generalissimo dicemmo dello stato delle milizie
delle milizie pontificie (sotto il quale pontificie d' allora all' articolo Ge
militò da generale Achille d'Estam- nerale di s. Chiesa, dei diversi ge
pcs, già generalissimo di Francia nel nerali e dello stato maggiore, uf-
la guerra d'Italia, quindi creato car fiziali e soldati ch'erano 8o,ooo,
dinale), nel i624 in piazza Navona con 3,5oo cavalli, senza paga, ma
lece celebrare uno splendido Torneoj solo con privilegi ed esenzioni, ol
dei quali spettacoli se ne parlò anco tre i corsi al soldo del Papa. Il
a Giuochi, come si ha dal Novaes. medesimo autore a p. 2 i e 2o ri
Di altra magnifica festa data in tal porta quanto segue. « Vi è ancora
piazza dal cardinale nel i642 a in palazzo il generale delle guar
Cretina regina di Svezia, con car die, dichiarato da sua Santità per
ro trionfale, carosello (o garosello, breve con duecento scudi al mese
sorta di festeggiamento a cavallo, di provvisione, il quale tiene un
liulus trojanus ) e combattimento luogotenente, che tra denari e par
notturno. II carosello falto nelle te di palazzo ha scudi ottanta il
piazze di Campidoglio, ed in quella mese pagati dalla camera apostoli
di s. Pietro, ove lo vide Giulio III ca, ed ancor esso è nominato con
per la sua esaltazione, lo descrissi breve pontificio. Nella detta guar
nel vol. X, p. 92 del Dizionario. dia sono d'ordinario due compa
Un altro quasi simile spettacolo a- gnie di cavalleggeri, di cinquanta
veva avuto luogo per festeggiar l'e per compagnia ; nominando pure
lezione di Alessandro VI. Poichè il Pupa i capitani e gli alfieri per
MIL MIL 119
breve. Una compagnia di trecento mini nello stato ecclesiastico, pei
svizzeri, con capitano e uffizioli del essere più fedelmente servito. Co
la stessa nazione. Dodici lancie spez stretto ad intraprender la guerra
zate, che sono tutti capitani rifor contro il Farnese, per l' uccisione
mati, con scudi quindici mensili. del vescovo di Castro, fece dalle
Tutti i capitani, alfieri e uffiziali milizie assaltare e demolir quella
de' cavalleggieri e de' soldati, tanto città. Furono commissari dell' eser
a piedi che a cavallo, sono pagati cito i due chierici di camera Luigi
all' usanza di guerra, oltre le man- Alessandro Omodei, e Giangirolamo
eie e regalie che di continuo han Lotnetlino, poi cardinali : il primo
no dal palazzo apostolico, ove sta fu anche provveditore generale del
di guardia continua cinquanta sviz le fortezze dello stato, e generale
zeri ripartiti in due guardie, dodi delle truppe. Da antichissimo tem
ci cavalleggieri e quattro lancie po presiedono alle milizie pontifi
spezzate. Clemente VIIi per opera cie uu prelato Chierico di camera,
di Mario Farnese generale delle ar ed uno di essi sostiene lo stocco
mi di Ferrara, fece in quella for e berrettone benedetti nella notte
tezza un' armeria, ripiena d' ogni e giorno di Natale. Alessandro VII
sorte d' armi da guerra per arma incontrò una grave vertenza con
re a5,oor, fanti , ed un' armeria Luigi XIV, per l'affronto fatto in
in Bologna per armarne 1o,ooo. Roma all' ambasciatore Crequì dai
Nel pontificato di Paolo V lo stes soldati corsi, i quali perciò per
so Mario introdusse in Tivoli mae l' avvenire furono dichiarati inabili
stranza perfettissima per fare ogni ad appartenere alle milizie pontifi
sorta d' arme da guerra, e di quel cie : tutto si narrò a Francia, Avi
le armi ne formò un' armeria in gnone, ed altri relativi articoli. Cle
Castel s. Angelo per armare 12,ooo mente IX diede molti soccorsi alla
fanti, ed un' ultra armeria per ar repubblica di Venezia, per la conti
marne 5,ooo nel palazzo vaticano; nuazione della guerra di Candia,
e due armerie simili in Ancona e servendo egregiamente l' artiglieria
in Ravenna; più fece fare 8o pezzi delle galere; e per la sua media
d'artiglieria. Da questo si può ve zione si pacificò la Spagna colla
dere, come il Papa sia gagliardo Francia : del funerale che fece ce
sli forze, che ha armi per armare lebrare al generale delle milizie
centomila uomini, e anco tutti vas pontificie, facemmo parola nel vol.
elli bellicosi, che in guerra fanno XXVIII, p. 57 del Dizionario. Cle
riuscita mirabile ". mente X tolse la metà dellu tassa
Innocenzo X nel 1645 aiutò i ve imposta alle milizie per detta guer
neziani contro i turchi nella guerra ra, riformò le corazze, facendone
di Candia, e l'artiglieria delle galere capitani i marchesi Santacroce e
pontificie si mostrò peritissima; ma Cavalieri, quindi diminuì il nume
ordinò il disarmamento delle truppe ro delle soldatesche, le cui spese
assoldate dal predecessore Urbano ascendevano a centomila scudi. In
VIII. Nel 1646 soccorse il vicerè di nocenzo XI concorse alla liberazio
Napoli per la rivoluzione di Massa- ne di Vienna, assediata dai turchi,
mello, con trentamila doppie d'oro e per memoria istituì l' Arciconfru-
e con permettergli far leva d' uo- ternita del ss. Nome di Maria e
tao MIL MIL
la festa di esso. Nel i689 gli suc chine, tenendo in mano un lungo
cesse Alessandro VllI, il quale archibugio attaccato ad una cinta
piem ii roso del decoro di Roma , di pelle, che gli pendeva dalla spal
quando il governatore gli domandò la sinistra, avendo attraversata al
te a sgravio del tesoro doveansi di petto altra cinta parimenti di pel
minuir le milizie, rispose. l. Le com le, dalla quale pendeva la scarsella
pagnie de' soldati ( ed erano allora di munizione, ed una baionetta a
più di 4ooo) servono d'onore al coi Iella d' un palmo e mezzo con
principe e di difesa alla città , al lungo manico di legno da porre in
la quale non sono di peso . Sa cima degli archibugi, avendo al
rebbe meglio di scemare il nume l'arcione le terzette, e le spade al
ro de'birri di cui Roma è piena, e fianco. Tutti avevano cappelli uni
in tal guisa questa tornerebbe in formi, ornati con gallonami d'ar
sè stessa". Alessandro VlII quindi gento, e alla banda destra nell'al
emanò varie provvidenze sugli sti tura della falda un fiocco nero ,
pendi e privilegi delle milizie, con corvatta e borsa della parrucca di
cedendone anche a quelle urbane. tela. sangalla nera. Si portarono a
Innocenzo XII tra i provvedi scortar la strada siuo alla piazza
menti che prese sulle milizie, sop della fontana prima di salire il
presse i generali della Chiesa e del Campidoglio. Al passaggio di Cle
la marina, e concesse privilegi agli mente XI i piffari e gli altri stro-
alabardieri di monsignor Governa menti fecero un armonioso concer
tore di Roma, ed ai patentati di to, e dipoi seguitarono la compa
Castel s. Angelo. Il corpo de' dra gnia delle corazze al Laterano ".
goni pontificii sembra che a que Per In morte di Carlo II ebbe
sto tempo già esistesse, poichè nel principio la lunga guerra della suc
possesso preso nel i7oi da Cle cessione di Spagna, che in tanti
mente XI, si legge nella descrizio articoli descrissi, e Clemente XI
ne del Valesio. « A ore i8 e mez qual padre comune protestò al
za partirono le due compagnie di l' impero ed alla Francia di essere
dragoni, nuovamente fatte, per la neutrale. Tuttavia gli imperiali oc
piazza di s. Pietro. La prima co cuparono Comacchio, ed altri luo
mandata dal marchese Spada, e ghi di Ferrara, con pretesti, ed
l'altra dal marchese della Penna. inutili furono le lettere pontificie
Precedevano a ciascuna di queste i piene di robuste ragioni e pater
servitoii del capitano a cavallo con ni avvertimenti, dirette a Leopoldo
cavalli a mano, e il paggio di va I, quasi sempre chiudendo le orec
ligia. Seguiva il capitano con spada chie la forza olla ragione, dicendo
in mano e terzetta all'arcione, e Clemente XI tra le altre." Che i
poi una fila di dragoni, dopo i qua Pontefici romani non debbono mai
li erano tre a cavallo con piffari e pigliare le armi, nè entrare in lega
ciufoli, e due tamburini con tam contro i principi cattolici, per qua
buro sull'arcione della sella. Seeui- lunque loro comodo o vantaggioso
va il resto de dragoni con il loro interesse; ma solamente quando vi
tenente, così la seconda compagnia. siano astretti da una precisa e in
Erano i dragoni con giubbe di pan dispensabile necessità, o titolo di di
no di color rossino e mostre tor- fendere il dominio temporale, e
MIL ni I L 121
sopra tutto la religione se stasse in lizie a cinquemila tra cavalli e
pericolo" . Nel 17o2 fu pubblicata fanti, com'erano prima della guer
Milla neutralità armata, l' opera in ra. Di ciò se ne offese la Spagna,
teressante: Doveri dei principi neu perchè Clemente XI colla cautela
trali verso i guerreggianti e di quel usata già da Clemente V, avea ri
li verso li sudditi. Per la stessa conosciuto in Carlo VI il titolo di
neutralità, fino dal principio del re di Spagna, senza approvarne la
pontificato, Clemente XI con rigo dignità e pregiudicare chi l'esercita
re vietò di far leve tl' uomini per va, anco ad esempio della Francia
soldati nel suo stato, promettendo che a un tempo riconosceva Giaco
cinquanta scudi di premio e la li mo liI cattolico pretendente, e Gu
berazione d' un esiliato a chiunque glielmo III eretico, e regnante in
denunciasse un reo d' ingaggiamen Inghilterra. Intanto nel 1716 Cle
ti- Vedendosi quindi necessitato a mente XI istitui in Bologna una
mantenere i sovrani diritti della scuola d' arte militare, usando del
santa Sede in lui depositati, Cle genio del general Marsigli che ge
mente XI divisò respingere colle nerosamente e con trasporto sin
armi gl'imperiali; e per non ag golare la provvide d'ogni specie di
gravare i sudditi levò da Castel s. modelli d' opere fortilizie e di ar
Angelo mezzo milione di scudi dei mature che raccolse in un gabi
cmque che vi avea riposti Sisto V, netto militare, di cui facemmo pa
assegnando per reintegrazione le rola all' articolo Accademie. Nel ce
rendite dell'abbazia di Chiaravalle lebre istituto dell'accademia di bel
il Ancona . Quindi si arrolarono le arti di Bologna, cui mi van
2o,ooo soldati, e n'ebbe il coman to appartenere, pregiatissima è l'o-
do il conte Luigi Ferdinando Mar ploteca, o raccolta d'arme antiche
silio Marsigli bolognese, che spedi da offesa e dilésa, con altri arne
contro le truppe dell'imperatore, si attinenti all'architettura militare,
ili cui era stato generale; ma le fondata dal lodato Marsili nel 17o9
azioni in principio si fecero con in sua casa, e poi donata all' illu
poco vigore; a Ficarolo l'altro ge stre istituto, decoro dello stato pon
nerale pontificio Paolucci fu costret tificio, poscia aumentata col museo
to unirsi ai francesi, poichè vole- Cospiano, ed eruditamente descritta
vasi piuttosto intimorire il Papa dal ch. Giordani nell' encomiato
per guadagnarlo. Dipoi gl' imperia opuscolo, Guida. Inoltre in Bolo
ti agirono al modo detto a Ferra gna il conte Ulisse Gozzadini, che
ra, e fu allora che il Papa man illustrò egregiamente la vita del
dò colà per generale il piemontese famoso capitano Kamazzotto de' Ra-
Anton Domenico Balbiani, e pensò mazzotti, possiede raccolta di rag
ritirarsi in Castel s. Angelo, o re guardevole armeria. In Italia sono
carsi per sicurezza in Avignone. tra le altre celebri le armerie di
Ma l' imperatore vedendo l' ener Milano e di Torino, e delle prin
giche parti che ne presero diversi cipali anche di altre nazioni, ne
sovrani, venne alla pace al mo facciamo cenno ai loro articoli. Cle
do detto a Germania ; fra le con mente XI nel 1716 soccorrendo i
dizioni fuwi quella che Clemente veneti che guerreggiavano coi turchi
XI avrebbe ridotto tutte le sue un per I' assedio di Corfù, con galere
i22 MIL Ml L
e artiglieria pontificio, per facili serva, col suo aiutante maggiore.
targli le reclute. con editto de' i a Per morte di Benedetto XIII, tro
ottobre dichiarò: che i banditi dei vandosi commissario generale delle
domimi della santa Sede che non armi Giacomo Sardmi di Lucca
fossero rei di lesa maestà, parrici chierico di camera, il sacro collegio
dio o crassazione, i quali si arino nel confermare i ministri lo rimos
lassero in questa guerra dando il se dalla carica, ed in vece vi so
loro nome al nunzio di Venezia, stitui I' altro chierico di camera
terminata la campagna, restassero Francesco Ricci romano, che l'elet
interamente liberi di ripatriare. Ri to Clemente XII confermò, poi nel
porta il diarista Cecconi, che Cle i 74 i folto governatore di Roma.
mente XI a' 29 settembre i72o Nel i73o pel possesso di Clemente
diede la solita benedizione alla un XII, la fanteria seguì la cavalcata
ii. 11 e bombardieri di Castel s. come sotto Benedetto XIII, mentre
Angelo, nel cortile del palazzo Qui- talvolta v'interveniva una sola com
imale. Il p. Meuochio nelle Stimre pagnia . Nel i736, senza notizia
I. Il, cent. VI, cap. 71, tratta: Del di Clemente XII, alcuni spagnuoli
costume della Chiesa di benedire le segretamente ingaggiavano per la
eirmi de' soldati e le bandiere. Ve guerra ' di Napoli il basso popolo
di Bandiera, ove parlasi anco della anche con inganno. I trasteverini,
benedizione de' soldati, che antica i borghigiani ed i monticiani si
mente chiamavasi consecrazione. V. ribellarono contro gli arroIntori,
Pontific. Romanum, de benedictio- liberarono gl' ingaggiati, e minac
ne. novi militisj armornmj ensis; et ciarono gravemente il palazzo del
traditone vexilli bellici. l' ambasciatore di Spagna, che il
Innocenzo XIII pose a disposi Papa fece difendere da i 5o fucilieri
zione di Giacomo III una cospiriii e da quattro pezzi di cannone, non
somma per ricuperare il regno. essendo riuscito di frenare il tu
Nel possesso di Benedetto XIII, do multo alle corazze, agli svizzeri ed
po le corazze, chiudevano la caval ai birri. Anche nel possesso di Be
cata otto compagnie di fanteria coi nedetto XIV otto compagnie di
loro capitani, insegne ed officiali, fanteria col concerto di vari stru
che poi si squadronarono nella piaz menti da fiato, seguirono la caval
za lateranensc per la solenne bene cata, quali compagnie essendo squa
dizione, suonando trombe, timpani dronate per ove passava, andavano a
r tamburi, e sparando moitaletti poco a poco riunendosi. Subito Be
e cannoni. Dell'intervento delle mi nedetto XIV riformò il soldo degli
lizie pontificie alle funzioni che si uffizi militari, e soppresse ,oo sol
celebrano dal Papa, dal sacro col- dati, dicendo il Muratori negli An
legio e da altri , se ne parla a nali, che Io stipendio delle truppe
(Cappelle Pontificie ed altri articoli, del Papa era allora sì ^pingue, che
ove notammo che all' elevazione, le il semplice soldato potea dirsi pa
sole guardie nobile e svizzera si pato quasi a proporzione degli uffi
levano il cappello; nelle solenni zioli negli eserciti di Francia e di
funzioni precedono il Papa il tenen Germania.
te generale, comandante in capo le I cambiamenti il Papa li operò
truppe di lmea ed ausiliari di ri- iielle milizie con moto-proprio dei
MIL MIL i23
28 dicembre i 740, con cui stabi dell' interno. Tutti i nominati corpi
lì la forza militare dello stato: vari non erano organizzati con molta re
corpi la componevano, e la compo golarità, e non avevano le medesi
sero sino al i792. Dipendevano me discipline. Il soldo stesso e le
questi da diversi comandi rappre competenze di vestiario erano assai
sentati dai prelati Maggiordomo, diverse, e fuori quasi d' una giusta
commissario delle armi, Tesoriere proporzione. I corpi dipendenti da
generale, e segretario della Congre monsignor commissario delle armi
gazione di consulta. Il primo co godevano in fatti un soldo mag
mandava i corpi di truppa addetti giore degli altri, e questi formava
al servigio particolare della sacra no la massima forza della truppa,
persona del Papa e de' palazzi a- allorchè fu stabilito un presidio in
postolici, cioè cavalleggieri e sviz Cologna, a spese però di quella
zeri. II secondo avea il comando provincia. Sotto la dipendenza di
del cosi detto reggimento delle detto prelato un officiale generale
guardie, che formava parte delle presiedeva alla disciplina della trup
guarnigioni di Roma, de' presidii pa in Roma, e nelle provincie altri
delle piazze forti, cioè Civitavecchia, officiali superiori col titolo di go
Ancona (per cui reenndovisi i Papi vernatori delle armi esercitavano lo
si trovarono a riceverli, come notam stesso incarico. Il comando delle
mo ai loro articoli ), Ferrara, For fortezze e delle truppe che le
te Urbano, Comacchio, Perugia, guarnivano, era affidato ni vice-ca
Ascoli, s. Leo, Anzo, ed altre; del stellani, i quali corrispondevano con
le compagnie di cavalleggieri che monsignor tesoriere. Il battaglione
facevano servigio presso i cardinali de' corsi riconosceva per suo supe
legati, de' corazzieri a cavallo e del riore un colonnello dipendente dal
vistosissimo numero delle milizie segretario di consulta. Il numero
provinciali e civiche sparse sino nei degli enunciali corpi di truppa fu
più piccoli luoghi dello stato. Il dal memorato moto-proprio di Be
terzo presiedeva alle guarnigioni nedetto XIV stabilito in 3273 uo
delle fortezze di Castel s. Angelo, mini, non compresa però la guar
Civitavecchia, Ancona (onde trova- dia svizzera e le compagnie de'ca-
ronsi a ricevere que' Pontefici che valleggieri in Roma e nelle lega
vi si portarono) ed nltre di minore zioni. La spesa mensile ammontava
entità, composte di fanteria e bom a scudi i 5,77 i , corrispondenti ad
bardieri per servigio delle artiglie annui scudi i89,262, non però
rie, non che della truppa destinata compresi i soldi e foraggi de'ca val
al servigio della finanza, la «piale li dei corazzieri. Lo stesso Bene
alla sistemazione delle Dogane pon detto XIV, colle costituzioni 44,
tificie ebbe a cambiarsi nel i786 Quantum, de' 27 febbraio i74250
coll'attunle corpo delle guardie di i i5, Romanae Curiae piatitau-
fmanza. Il quarto infine, ossia mon tiam, XII kal. jnn. i 744, Si,o Bull.
signor segretario diconsulta, coman t. I, p. 53 e 2o9, stabili che non
dava il cosi detto battaglione dei tutte le cause de' soldati, come per
corsi, diramato parte nella domi I' innanzi, ma quelle riguardanti le
nante, parte in alcuni posti e città sole militari incombenze venissero
di conimi, e parte in taluni luoghi decise soltanto dal commissario, e
i »4 MIL AI IL
clie le controversie spettanti ad al batiaglione, con colonnello, capitani
tri tribunali si decidessero dai com- e subalterni uffiziali, sotto la giuris
petenti giudici. Riguardo poi alle dizione, come i posti che custodiva
cause capitali, quantunque il prela no, del segretario di consulta, come si
to commissario aveva diritto di è detto. Inoltre Benedetto XIV, a
condannare ancora a morte i sol prevenire i pericoli che potevano
dati rei di gravi delitti, usava de nascere da un incendio della pol
gradarli dall'ordine militare, indi veriera pontificia, ch' esisteva nel
runetterli al giudizio del tribunale foro romano presso la chiesa di s.
del governo. II Villetti nella Pra Bonaventura, ordinò al tesoriere
iica della curia romana, t. Jl, cap. Banchieri, come presidente delle ri
27, notò, che il commissario delle pe, marina e Castel s. Angelo, che
armi non ebbe giurisdizione con presso la porta di s. Paolo e la
tenziosa nel civile, perchè toltagli piramide di Caio Cestio, erigesse
da Benedetto XIV; in criminale, un apposito edilìzio per custodire
per mezzo dell' uditore criminale, la polvere e per lavorarla, e ven
fu abilitato ad esercitarla sopra i ne compito nel i752, come rileva
soldati di fanteria e cavalleria tan si dall' isciizione postavi, polveriera
to di Roma che dello stato. A nor ch' è custodita dagli artiglieri.
ma della riforma di Benedetto Clemente XIII prendendo pos
XIV, si legge nel Luna do ni ri sesso nel i758, dopo le corazze
stampato nel i 7 74, t. II, Del seguiva tutta la fanteria ; indi nel
commissario delle armi, che Roma i759 proibì che in sede vacante in
venne guardata da un reggimento niuna città si facessero armamenti
diviso in nove compagnie di solda di milizie. Dichiarò commissario ge
ti detti rossi, tra le quali compa nerale delle armi il nipote chierico
gnie una era di granatieri ; con di camera Gio. Battista Rezzonico ,
servando al principale uffiziale il il quale fu premuroso di raccoglie
titolo di ienente generale, con co re e formare l'archivio militare che
lonnello, maggiore, capitani, tenenti mancava, e lo collocò nel quartiere
ed alfieri. La soprintendenza delle sulla piazza del monte di pietà. Al
truppe fu allìil. il, l al chierico di presente l'archivio è presso la pre
camera commissario delle armi, con sidenza delle armi, e l' abitazione
ampia giurisdizione sui quartieri e di monsignor presidente, ov'è pure
fortezze; da lui nominandosi alle il quartiere de' dragoni, sulla piaz
cariche secondo la volontà del Pa za della Pilotta, tòrse così detta
pa, ed emanandosi gli ordini pel per quanto notai nel vol. XXXI,
regolamento delle truppe. Allora p. i85 del Dizionario. Nel i762
einvi il prelato chierico di camera Clemente XIII a' 26 maggio pub
prefetto di Castel s. Angelo, che blicò un moto-proprio, riguardan
presiedeva alla guarnigione di essa, te il privilegio del foro, pel presi
colla stessa autorità che il com dio di Castel s. Angelo, che il Vil
missario esercitava sulle milizie a letti riporta a p. 84, loco citato ; e
lm soggette. Le porte della città ne parlammo all' articolo Marina,
linalmente, e di altri luoghi più perchè il tesoriere generale non era
circos petti, venivano custoditi dai allora commissario del mare, e lo
soldati corsi, formanti numeroso divenne sotto Pio VI. Tuie carica
M1L MIL tri
era affidata ad un chierico di ca i loro conti di soldo in ogni mese,
mera, col titolo di commissario ge e rimetterli agli incaricati camerali
nerale del mare e colla soprinten che ne facevano liquidazione. I pre
denza di Castel s. Angelo, per cui lati che comandavano i diversi cor
a lui erano soggetti i bombardieri pi servivansi per il disimpegno de
e soldati di Castello, ed avea giu gli affa ri degli individui del loro
risdizione sulle torri e fortezze ma proprio officio, e soltanto monsi
rittime, come sulle galere e navi gnor commissario generale delle ar
pontificie. Essendo morto nel 1764 mi aveva una segreteria espressa
il conte Lodovico Alan froni Pichi mente istituita per disbrigare le in
tenente generale delle truppe pon combenze correlative. Nelle cavalca
tificie, il suo cadavere fu vestito te pei possessi di Clemente XIV e
nobilmente colla Spada impugna Pio VI, e per quelle delle quattro
ta, e il Bastone da un lato. Nella cappelle annuali, le chiudevano tut
pompa funebre seguì il feretro due ta la fanteria del battaglione dii
pezzi di cannone, sino alla chiesa di soldati rossi. Quanto alla nominata
s. Maria del Popolo, sulla cui piaz truppa di finanza , è da sapersi
za furono fatte salve di moschettc- che allorchè monsignor RulCo teso
ria e cannoni, come si legge nel riere generale, con suo editto 3o
numero 7257 del Diario di Roma. aprile 1786 impose la gabella alle
Nell'anno precedente allorchè Cle Dogane de'conlini dello stato pon
mente XIII si portò a Castel Gan- tificio, stabilì contemporaneamente
dolfo, la bandiera del quartiere presso le dogane stesse dei picchet
reale fu secondo il solito portata ti di tenza armala sotto la deno
all'abitazione del IWanfroni, per cu minazione di guardie doganali, col-
stodirla sino al ritorno del Ponte l' incarico di sorvegliare il confine,
fice, ed accompagnata dal battaglio affinchè le merci che s'introducevano
ne de' fanti alemanni. Tanto Cle o si esportavano fossero recate alle
mente XIII, che Clemente XIV, o- dogane ed assoggettate a dazio. Il
ra con ordini del cardinal segreta numero di tale forza nel primo suo
rio di stato, ora con particolari impianto ascese a circa 3oo teste.
moto- propri, fecero delle variazioni Aumentate però le dogane ed e-
netla forza militare, variazioni che stese le gabelle, si aumentarono pu
portarono sempre aumento nel nu re le guardie, in modo che all'epo
mero che andò gradatamente cre ca dell' invasione francese erano
scendo sino al 179o, in cui la giunte al numero di 6oo, compreso
spesa ammontò a scudi 453, 8o2, il maggiore, il capitano, il tenente,
oltre altri scudi 24,ooo erogati nel il sotto- tenente, e l'aiutante resi
mantenimento della truppa addetta denti in Roma sotto la esclusila
al servigio della finanza. L' ammi dipendeuza del tesoriere.
nistrazione della truppa noll' epoca Il numero 1954 del Diario di
di cui si parla, era presso la com Roma 1793, descrive il funere del
putisteria camerale, dalla quale sor conte Enea Caprera bolognese, co
tivano i mandati pel pagamento dei mandante generale delle truppe
soldi in corrispondenza del bisogno, pontificie, in s. Lorenzo e Danni
e i corpi non aveano allora altra to ; ed essendo cavaliere di s. Ste
incombenza che quella di stabilire fano, dopo le consuete assoluzioni
r?.6 MIL MIL
i cavalieri dell' ordine gli celebra Flott con Basville, come più fana
rono funerali particolari. Nell'anno tici, ne restarono vittime, ed il se
precedente temendo Pio VI un'ag condo fu ucciso. Laonde Pio VI,
gressione ostile dalla Francia rivo perchè vacato il commissariato del
luzionata, specialmente dalla parte le armi per la promozione alla por
del Mediterraneo, si pensò a garan pora di de Pretis, lo coiifeii al
tire le spiagge e ad accrescere con- detto conte Gaddi, acciò in tempi
siderabilmente la forra militare del così calamitosi restasse affidato a
lo stato con 6ooo uomini di trup un capo di professione militare;
pa regnluta , e circa 65,ooo di quindi vedendo che si mirava a
volontari. Tutti i feudatari dierono detronizzarlo, Pio VI dovette porsi
un contingente di truppe con arti in grado di difendersi, aumentò le
glierie che avevano ne'loro castelli; truppe e ne diè il comando al ge
molti cardinali, prelati e altri man neral Colli, a questo fine mandato
darono alla zecca le loro argente gli dalla corte di Vienna. Ne' pri
rie, e convertite in cospicua mone mi del i 796 furono dai francesi
ta I' offrirono al Papa. Questi chia invase le provincie di Bologna e
mò al comando della milizia il lo Ferrara, ed il Papa fu obbligato a
dato generale, che organizzò i cor gravi sacrifizi. Intanto in Roma si
pi in reggimenti e battaglioni, e- organizzò la guardia nazionale o
guagliantloue i soldi e dando loro Civica, che tuttora fiorisce, e si fe
una militate attitudine. Tutti i pre cero reclute, contribuendo il conte
side delle piazze e delle fortezze stabile Colonna un reggimento di
furono pertanto posti sopra un pie fanteria vestito ed armato, diviso in
de regolare, e furono assegnati a quattro compagnie, due delle qua
culiuni corpo gli officiali superiori, li composte di granatieri, con do
che doveano comandarli. Estese il dici cannoni ; il marchese poi duca
generale le sue cure al regolamen Giovanni Torlonia uno squadrone
to amministrativo, e sebbene non o compagnia di cavalleria compo
ne compilasse in iscritto il metodo, sto di 8o teste, offrendo ancora di
pure comunicando ai corpi le for prestarsi gratuitamente col suo ban
mole, colle quali dovevano dare i co ; il marchese Camillo Massimo
rispettivi conti, stabilì un sistema una compagnia di 56 uomini ar
uniforme e semplice che fu esegui mati e tre cannoni; il principe
to in appresso perchè riconosciuto Giustiniani ed il principe Barberi
utile. Il successore tenente genera ni, ognuno 37 uommi con armi e
le Gaddi diè compimento all'intro cavallo; il principe Chigi 26 uomi
dotta sistemazione. Cessati alquanto ni armati coi cavalli, de' quali 56
i timori, furono allora riformati ne fornì il duca SforzaCesarini ; il
vari corpi eretti per la custodia conte Carradori no cacciatori a pie
delle spiaggie, e fu coi medesimi di armati ; il banchiere Acquaroni
guarnita di truppa la legazione di somministrò vesti e armi per trenta
Romagna, che ne mancava, per fanti; i conti Giraud armi, cavalli e
mezzo del comandante Caudini . 3o uomini, per non diredi altri, oltre
Crescendo in Roma gli emissari dei quelli che si tassarono in mensili
repubblicani francesi per sconvol contribuzioni, come i fratelli llischi
gere la pubblica tranquillità, La che offrirono scudi 3o mensili du
MIL MIL ,,7
rante l' armamento, le loro perso ce che con umilianti condizioni si
ne come volontari a cavallo, ed al fece a Tolentino il 2 3 lébbra io
tri sei volontari parimenti a cavallo. 1797 con Bonaparte, onde il confi
I romani invitati dal cardinal ne dello stato si restrinse a Pesaro.
Busca segretario di stato, corrispo Tra gli altri sacrifizi, Pio VI fu
sero generosamente ad una illimita obbligato rinunziare a qualunque
ta contribuzione pel nuovo arma coalizione contro la Francia, a ne
mento che produsse 323, ooo scudi e gare l'ingresso ne' suoi Porti a' va
t3i,ooo annui. Pio VI formò una scelli nemici de' francesi, a ricevere
congregazione militare, composta del guarnigione in Ancona, licenziar le
segretario di stato come presidente, truppe, contribuire 16oo cavalli,
del celebre monsignor Cousalvi per ec. Allora Pio VI col metallo dei
assessore, benchè non chierico di cannoni fece coniar moneta, di cui
camera, del general Gaddi, del con penuriavasi, ed a risparmio di spo
testabile Colonna, del colonnello Col se riformò la milizia, congedando
li, e de' marchesi Massimo, Patrizi, i volontari di cavalleria e gli ut-
ed Ercolani poi cardinale, con as fiziali stranieri, riducendo a quattro
soluta plenipotenza. Risoluto il Pa soli reggimenti la truppa regolare.
pa di respinger la forza colla forza, Inoltre diminui il numero degli uf
ordinò ai sudditi il suono della fizioli e la paga, licenziando quasi
campana a martello, levarsi in mas tutta la civica, operazioni ch'ese
sa, e colle armi combattere il ne guì il general Colti. Questi il pri
mico a difesa della religione e del mo maggio pubblicò i nuovi rego
la patria. Quindi a' 22 gennaio lamenti, in vigore de' quali il co
1797 conferi il comnndo generale mando di tutte le truppe di li
di tutte le sue truppe al barou nea, delle milizie urbane e della
Colli tenente maresciallo al servigio marina fu allùdato alla congregazio
dell' imperatore. Avanzandosi sopra ne militare. La forra totale venne
Faenza i francesi , a' 2 febbraio stabilita a 9947 uomini, de' quali
1797 ebbe luogo l'infelice batta- sei individui per lo siato maggiore
glia del Senio, in cui furono sba generale, 8935 cioè di fanteria,
ragliate le milizie papali. Molti sol 52o. di cavalleria, 482 d'artiglieria
dati dierono prove di valore, mas e 4 del genio, e ne fu catcolato
sime la batteria destinata alla dife l'importo in annui scudi 636,33^,
sa del ponte, comandata dal prode compreso il soldo degl' impiegati
capitano Carlo Lopez, che poi fu nei tre dipartimenti economici, cioè
colonnello del corpo d'artiglieria, il segreteria, commissariato e udito
quale trovavasi ben riordinato in rato, continuandosi l' amministra
compagnie. Il comandante in capo zione de' fondi dalla computisteria
generale Colli non potè impedire camerale, finchè la nuova mvasione
che il potente nemico continuasse nemica consumandosi nei pi imi del
le conquiste sino a Macerata, come 1798,cagiovò ildiscioglimento iti tut
non potè impedir la profanazione ta la truppa pontificia. Per la morte
di Loreto. Fermatosi a Foligno fe dell'imprudente generale Duphaiilt,
ce sapere a Pio VI che trovavasi perito nel conflitto coi dragoni pon
in una posizione vantaggiosa colla tificii e coi rossi, ta Francia or-
truppa; ma il Papa preferi la pa- cupò il resto dello stato, Roma,
i28 iMIL MIL
e Castel s. Angelo, perchè Pio VI funzione del solenne possesso, pom
ad evitare inutile spargimento di pa che fu preceduta e seguita dai
sangue, avea ordinato alle milizie dragoni a cavallo vestiti al modo
di non opporie resistenza. Procla detto nel vol. XVII, p. ii3 del
mata la repubblica romana, Pio Dizionario. Il Cancellieri ne' suoi
VI fu portato via prigioniero a'2o Possessi a p. 48o descrive l'ordi
febbraio, e morì in Valenza di nanza delle milizie, e com'erano
Francia nel i799. L'interessante vestite ed armate. Quindi la forza
dettaglio di tanti avvenimenti si militare fu adattata alla diminu
possono leggere nei biografi del zione delle provincie, ed alla ri
gran Pio VI, massime nelta Rela strettezza in cui dopo l' invasione-
zione de'suoi patimenti e avversità suddetta si trovava il pubblico e-
di monsig. Pietro Baldassarre vol. i a rio. Gli aumenti e decrementi
I e II. della forza successero rapidamente
Eletto Pio VII nel i8oo in in proporzione delle circostanze po
Venezia, gli fu restituita quella par litiche e de' pesi a' quali dovea sog
te di stato non ceduta nella pace giacere il governo. Non si può quin
di Tolentino, e portossi in Roma di riportare lo stato della forza,
ai 3 luglio, e pubblicò la bolla sempre variato dal i8oi al i8o8,
Post diuturna.s, tertio kal. novem- in cui avvenne la seconda invasio
bris, in cui dichiarò che i militari ne francese. In questo lasso di tem
non goderanno alcun privilegio di po il cotonnello Angelo Colli (fi
foro privativo nelle cause civili , glio di Francesco di Paola che nel
come ue li avea privati Benedetto i793 era tenente colonnello delle
XIV, e che dovranno solo godere truppe pontificie, indi nel i8oi
il privilegio di non poter andar fatto generale di brigata, morto
soggetti ad alcuna esecuzione, sen nel i8o2), comandante dell'arti
za che l' exequatur sia sottoscritto glieria ed eziandio del Castel s.
dal loro legittimo superiore, exe Angelo, fu quegli che resse la scuo
quatur non necessario se l'esecuzio la speciale d'artiglieria, e ne dettò
ne si facesse sopra stabili. Dichia le lezioni, piene di tutto lo scibile
rò pure che per la forza di terra del tempo. Avendo Napoleone di
e di mare si continuasse il sistema visato d' impadronirsi dell' intero
d'una congregazione militare, di stato pontificio, tormentò Pio VII
pendente dal cardinal Segretario di con continue esigenze e passaggi
stato, secondo l'ordinamento di Pio di truppe francesi, che doveansi
VI, e che l'obbligo allora prescritto mantenere, indi gli propose una le
di render conto a monsignor teso ga offensiva e difensiva con gli al
riere della erogazione degli assegna tri principi italiani per la difesa
menti ad essa da lui pagati, deb della penisola, ed essendosi il Papa
ba intendersi per la piena camera rifiutato, come di altre cose inam
nel suo debito tempo. Disciolte le missibili, Napoleone ordinò al ge
corazze, le lancie spezzate ed i ca- nerale Miollis l'occupazione di Ro
valleggieri, Pio VII nel i8oi isti ma, sotto altri simulati pretesti,
tuì la Guardia nobile pontificia, ch'ebbe luogo a' a febbraio i8o8,
cui consegnò poi lo stendardo da impossessandosi di Castel s. Angelo,
sè benedetto, ed intervenne nella e ponendo otto pezzi d' artiglieria
MIL MIL no,
innanzi al portone del Quirinale. venne chiamato da Chateaubriand
Il barone di Fries fu dichiarato codice infernale, perchè egli dice;
dal generale Ilerbin tenente co che senza calcolare la guardia na
lonnello delle truppe di guarnigio zionale, mediante la coscrizione ,
ne in Roma, tanto di fanteria e nc'luoghi a lui soggetti levò un
cavalleria, che di artiglieria, dicen milione e trecentotrentatremila uo
dosi nell'ordine del giorno, che le mini al mese. Caduto il governo
milizie pontificie non riceverebbero pontificio e assoggettato fino al i8i 4
in avvenire alcun ordine né dai pre alla dominazione di Francia, i mi
ti, nè dalle donne, con altre parole litari e sudditi pontificii che dovet
insultanti. Il governo militare france tero sei' vi re in diverse strepitose
se, dopo aver incorporato nelle sue campagne, dierono prove di valore
le truppe del Papa, imprigionò ed e perizia militare, e meritaronsi al
esiliò il colonnello comandante cav. ti encomi. Gli artiglieri pontificii
Giuseppe conte Bracci per essersi che ne seguirono le parti, ressero
serbato fedele al suo principe, ricu a meraviglia la fama e riputazione
sando la dignità di generale offer de'loro maggiori, e sopra tutti il
tagli; ed il conte Filippo Resta che suddetto Angelo Colli, che colmo
sino daI i79i serviva nelle mili di onori morì di stenti e di fati
zie con distinzione, rifiutò dai fran che alla fine del i8i2 nella famo
cesi il grado di colonnello, onde sa ritirata di Russia, presso la Vi
fu segno alla persecuzione, per non stola, dove si trovava comandante
dire di altri onorati uffiziali e sol di tutta la riserva dell'artiglieria
dati che patirono prigionie e ves italiana. Questo valoroso fu il so
sazioni. Nel vol. XXXIII, p. i7.4 lo ufliziali' che in quella spedizio
del Dizionario, dicemmo che es ne ricondusse intero tutto l'immen
sendo la coccarda pontificia gialla so parco affidatogli, sen2a neppure
e rossa, ed avendola adottata gli perdere un pezzo ed un carro,
invasori, Pio VII formò la coccar mentre gli altri si trovarono assai
da dei colori bianco e giallo, che danneggiati e grandemente dimi
tuttora usano i corpi militari della nuiti.
santa Sede. La parola coccarda o Caduto il gigante di guerra Na
cornilIa è di origine francese, i poleone, e ritornato nel i 8 i 4 il
soldati della qual nazione, portan sospirato Pio VII alla sua Sede,
do sul cappello piume di gallo, che monsignor Sanseverino poi cardi
in francese dicesi coq, quindi tal nale, commissario provvisorio delle
cappello cominciò chiamarsi per armi, ristabilì la guardia civica.
quelle piume coquarde. o cocarde; Quindi fu riorganizzata dalle cogni
e quando alle piume fu surrogato zioni e zelo del tenente generale Brac
il nastro, e al nastro ciò ch'i: pro ci, dal conte Resta e da altri la trup
priamente ai dì nostri la cocarda o pa pontificia in quel miglior mo
coccarda, si continuò ad usare lo do che poterono permettere le an
stesso nome. Finalmente a' 6 luglio gustie del tesoro, la mancanza dei
i8o9 Pio VII fu strappato da Ro mezzi d'armamento, e di tutt'altro
ma come prigioniero ; la città co necessario per tanti oggetti che esi
me le altre dello stato soggiacque geva il nuovo impianto della trup
alla coscrizione, per quel codice che pa. Il conte Bracci, dopo aver sof-
voi. nv. 9
i3o MIL MIL
ferto prigionia e privazioni, era sta stato, rappresentato da monsignor
to uno de'primi a baciare i piedi governatore. A completare il corpo
■ Pio VII al passaggio del Pana de'carabinieri concorsero le truppe
ro, allorchè gloriosamente restituì- già denominate dipartimentali, che
vasi a Roma, e perciò nominato si trovavano nelle legazioni e nelle
generale di brigata, quindi tenente Marche, ed uno squadrone di gen
generale. Una compagnia di Pom darmi, ch'era in queste ultima
pieri destinata alla estinzione degli Provincie; truppe che nella resti
incendi, fu conservata sotto il co tuzione delle medesime erano pas
mando di un tenente colonnello sate al soldo del governo pontifi
direttore. Avendo il governo fran cio. Oltre la truppa di linea divi
cese sciolto il corpo delle guardie sa in corpo del genio, in corpo di
doganali, il pontificio subito lo ri artiglieria, nel reggimento dragoni,
pristinò nel i 8 i 4, indi venne rior nella fanteria composta di tre reg
dinato ed accresciuto sino a iooo gimenti, con quattro colonnelli e
circa dal tesoriere monsignor Er- tenente generale comandante in ca
colani. Restituite nel i8i5 le le po. Erasi nella stessa epoca notabil
gazioni e parte della Marca, venne mente aumentata la truppa di finan
ampliata la forza militare, poi ap za, divisa in sei corpi a piedi e a
provata coi regolamenti ammini cavallo, dipendenti dal prelato teso
strativi pubblicati nel fine del i8i7. riere generale, ed istituita, come
1I conte Resta con un battaglione dicemmo di sopra, per garantire i
partì per le legazioni, da dove e- diritti daziali e reprimere i con
vacuarono 8ooo austriaci, laonde trabbandi. Ciò avvenne nel tesorie-
bisognò che agisse con molta pru rato di monsignor Guerrieri l'an
denza ed avvedutezza. Era già stato no i8i7, il quale portò il nume
creato nel i8i6 il primo reggi ro delle guardie doganali a i3oo,
mento de'carnbinieri, il di cui re emanò un regolamento di discipli
golamento de' 22 ottobre si legge na e di servigio, e dando a tal
a p. a63 del vol. VII della Rac truppa un nuovo impianto, la di
colta delle leggi e disposizioni di vise in ispezioni e vice-ispezioni
pubblica amministrazione nello sta doganali, ossia in compagnie e te
to pontifidoj e nel i 8 i 7 fu for nenze, alla direzione delle quali no
mato il secondo reggimento. Que minò de'capitani, tenenti e sottote
sto corpo con rigorosa disciplina nenti, cioè venne ripartitamente sta
militare assunse il servigio della bilita la residenza in quelle prin
polizia (della quale si parla a Go- cipali città dello stato riconosciute
vEBNATORE DI RoMà), in luogo dei più adattate a formar centro del
soppressi birri, con cui si migliorò servigio doganale. Stabilì ancora
il sistema esecutivo della giustizia monsignor Guerrieri alcuni le^ni
e di polizia, oggetti tanto necessa in mare nei porti d'Ancona e Ci
ri, tendenti a formare la tranquil vitavecchia, col nome di guarda
lità delle provincie e de'popoli. I coste e scorridore doganali, desti
carabinieri divisi a piedi ed a ca nandole a percorrere e guardare
vallo ebbero due colonnelli, e nel dal contrabbando i due litorali
totale teste a a 8o, e vennero as pontificii, ponendo su di essi circa
soggettati al cardinal segretario di 8o mannari sotto la direzione di
MIL MIL ,3i
«perIi uflìziali : fornì pure alcune ministrazione del corpo de' cara
brigate di cantilena per sorveglia binieri, non che l'offizio delle ras
te la parte interna de'medesimi li segne, e formato il battaglione dei
torali. veterani che prima era costruito
Le circostanze di Marittima e da due compagnie dette di deposi
Campagna infestate dalle conven to, affidandosi al medesimo l'am
ticole de'malviventi (quanto fece il ministrazione delle prigioni ed er
governo per estirparli, lo dissi a gastoli militari in quella circostan
Fnos moire), aveano fatto nascere za istituiti. Il dipartimento di ma
un corpo armato, detto talvolta dei rina dopo l'invasione del 18o8 re
bersaglieri, talvolta de'centurioni o stò inattivo . Il reggimento dra
cacciatori. La truppa provinciale goni ebbe 38 uffiziali compresi i
sostituita fino dal 18o4 alle antiche tre capo-squadroni , uno de' quali
milizie urbane, era stata nuova comandante il reggimento, e 554
mente organizzata sulle basi del dragoni . Richiamati gli antichi
piano del 5 dicembre 18o3, san bombardieri e i reduci artiglieri,
zionato con moto-proprio di Pio si formò un corpo di 36 uffizia
VII, ed era stata anche estesa nel li col capo battaglione, e 960 can
le provincie di seconda ricupera ; nonieri. II totale della forza di li
laonde si compose di diecinove reg nea ascese a 9207 teste, con l'an
gimenti comandati da altrettanti nua spesa di scudi 684,966, non
colonnelli; ebbero tre reggimenti comprese le eventuali, e quelle pei
le provincie di Marca e Romagna, carabinieri di scudi 3a6,85o; quin
due Bologna, Ferrara, Lazio e Sa di l'annuale importo della spesa
bina, Marittima e Campagna, Um per lo stato militare fu di scudi
bria ed Urbino; uno solo n' ebbe la 1,o11,817. Nel 18x8 compresi la
provincia del Patrimonio. Esisteva marina, la truppa provinciale, i
pure in Roma il corpo riorganizzato pompieri di Roma, gli artiglieri ur
di truppa civica che vi prestava servi bani di Bologna, il corpo di finan
gio, con suo brigadiere generale co za, i bersaglieri o centurioni, le
mandante e due colonnelli. Final guardaciurme ed i fazionieri di
mente era al soldo del governo una Ferrara, le spese in tutto somma
compagnia di cannonieri e pompieri rono a scudi i,3 1 3,71 4- A quel
urbani, composta di cittadini di Bo l'epoca la congregazione militare
logna, e addetti alla guardia d'o era composta del cardinal segreta
nore di quel cardinal legato, non rio di stato presidente, del prelato
che al servigio di quattro pezzI di assessore non chierico di camera;
artiglieria da campagna appartenen e per deputati, del contestabile Co
ti alla stessa città, e al riparo de lonna, del tenente generale, di cin
gli incendi; e si erano formate in que brigadieri generali, di due te
Civitavecchia ed Ancona due com nenti colonnelli, uno segretario ge
pagnie di guardaciurme per la nerale, l'altro commissario in capo
custodia de' condannati alle galere, di guerra, dell'avvocato uditore ge
sotto la dipendenza di monsignor nerale, del fiscale della truppa pro
tesoriere. Fu egualmente organiz vinciale, del capitano aiutante del
zato il ministero, indi eretti due l'eccelsa congregazione, la cui se
uffici di commissarlato per l'am- greteria era alla Pilotta.
i32 MIL MIL
Nel i82i per le rivoluzioni di venne portata la truppa al nume
Napoli e Piemonte, nello stato vi ro di circa i6oo teste, coll' obbligo
fu grave effervescenza, massime nel . di sorvegliare e difendere dal con
le legazioni, onde le milizie ponti trabbando tutte le memorate am
ficie prestarono utili servigi, e mol ministrazioni. E qui noteremo, che
ti loro capi si distinsero per zelo a detto numero di circa i6oo te
ed energia, e le truppe austriache ste di forza si mantenne e tuttora
traversarono lo stato pontificio per si mantiene il corpo della truppa
recarsi a Napoli, così allorchè ne doganale, quale al presente si com
partirono. Sembrando poscia che pone d'un ufficiale superiore ispet
' l'annua spesa eccedesse le forze del tore in capo, di dieci capitani, di
tesoro pontificio, si pensò sul prin altrettanti tenenti, di quindici sot
cipio del i822 sotto Pio VII, ad totenenti, di cinquantacinque ser
una nuova organizzazione e rifor genti, di centosessanta caporali, di
ma della truppa pontificia. In fatti centonovanta vice-caporali, di io57
nel marzo si pubblicò il piano, il comuni, di trenta uomini di caval
quale lasciando intatte le altre leria, compreso un maresciallo e i
armi, si limitò a formare ed or brigadieri, di scttantadue individui
ganizzare la truppa di linea e suo di marina compresi gli ufficiali. Sono
ministero. Fu stabilita quindi la i detti individui divisi in nove com
forza della fanteria, cavalleria e ar pagnie e tre tenenze isolate dipen
tiglieria in 9,ooo uomini, non com denti da monsignor tesoriere ge
presi i figli di truppa, e furono ac nerale, e dal direttore generale del
cresciuti i soldi e competenze per le dogane in rappresentanza del
alcuni gradi, e diminuiti per altri. capo del corpo, il quale come di
Fu eziandio ridotto il personale cemmo è l' ispettore in capo di
del ministero economico, furono questa forza armata.
aboliti molti comandi di piazze, e L'importo del mantenimento di
quei che li coprivano furono tras tutte le milizie pontificie ascese nel
feriti come aiutanti maggiori nelle i8a3 ad annui ducati i,a£2,a5q.
truppe provinciali. Segm a questo Elevato in quell'anno al pontifica
l'altro piano per la detta truppa to Leone XII, conosciuto il biso
provinciale, con cui i nominati aiu gno di migliorare l'amministrazio
tanti furono passati al soldo di ri ne economica dello stato, ed an
forma, e gli antichi reggimenti e cora della truppa e di ogni cor
squadroni furono ridotti in batta po militare, nel settembre i8i4
glioni t com' crasi praticato nella nominò una commissione composta
truppa di- linea; tuttavolta la trup del prelato Nicola Maria Nicolai
pa provinciale restò coll' antico si chierico di camera, del marchese
stema del i8o3. Nel i823 essen Carlo Giberti Mattoli, e del cav.
do tesoriere il prelato Cristaldi , Angelo Galli computista (poi gene
furono incorporate alle truppe do rale della camera), la quale egre
ganali le così dette guardie, che giamente corrispose allo zelo sovra
si ritenevano dall'amministrazione no, col presentargli la Memoria
de' dazi di consumo e delle priva preliminare alla discussione sul
tive nelle città delle legazioni e piano di riforma della truppa
delle Marche, e con questo mezzo pontificia, e metodo di amministra
MIL MIL ,33
votte, con relazione e sommario, e tenuto anche per tre anni la pre
con notizie sulle variazioni delle sidenza delle armi, e nel 1828 co
truppe papali da Benedetto XIV a me logoro dalle fatiche domandò ed
quel tempo : importante libro di ottenne onorato ritiro col grado di
cui qui ci giovammo compendiosa capitano generale, a condizione pe
mente. Allora era assessore delle rò di riassumere il servigio ad ogni
armi Domenico de Simone chieri cenno sovrano. Dipoi nel luglio 183o
co di camera, fatto da Pio VII Pio VIII ordinò che il dettaglio
(poscia cardinale), ma da Leone della contabilità militare si resti
XII promosso a prefetto dell'ati* tuisse alla presidenza delle armi
nona senza rimpiazzare l'assessora per la truppa di linea, con poi esi
to. In conseguenza il Papa sop bire alla computisteria della came
presse la congregazione militare isti ra la contabilità; e confermando il
tuita nel 1797, che aveva avuto consiglio, vi aggiunse il cav. Ga-
l'esercizio della contabilità militare lassi generale di brigata pensiona
sino al 1828, con moto-proprio to, ed il conte Filippo Resta com
de' 17 marzo, e restituì la contabili mendatore colonnello divisionario,
tà alla computisteria della camera. il quale fu dallo stesso Papa no
Alla congregazione sostituì la presi minato generale di brigata coman
denza delle armi, cui conferì tutte le dante tutte le truppe pontificie,
facoltà della congregazione, tranne giubilando il tenente generale Brac
la detta amministrazione , riunen ci. Inoltre nel 183o il colonnello
dole nel prelato presidente delle del reggimento de'dragoui d. Pom
armi, che dichiarò dover essere un peo de' principi Gabrielli pubblicò
chierico di camera, nominando pel due utili libri, oltre il regolamento
primo monsignor Giuseppe Ugoli che avea loro dato nel 1817. Istru
ni, al quale destinò tre consiglieri zione cristiana ad uso degC indi
con voto consultivo, ma ad libi- vidui del reggimento de' dragoni
tum del prelato il convocarli, e che pontifìcii. Ristretto dell' istruzione
il generale comandante dovesse coa teorica sopra l'esercizio e le ma
diuvare monsignor presidente nelle novre della truppa a cavallo, ec.
sue operazioni. Istituì pure il con Ottimo libro è pure quello pub
siglio economico militare, avanti il blicato in Venezia dal cav. Giusep
quale si portassero gli allori am pe Battaggia, intitolato: Doveri del
ministrativi che non erano in fa soldato.
coltà decidersi dal presidente per Mentre una gran parte dello stato
la truppa di linea, dal governato pontificio si rivoluzionava, a'a feb
re pei carabinieri, e dal tesoriere braio 183, divenne Papa Grego
per la truppa di finanza. Tali pre rio XVI, il quale per richiamare
lati composero il detto consiglio all'obbedienza le provincie insorte
presieduto dal cardinal segretario dovette notabilmeute aumentare le
di stato, col computista della came milizie pontificie, ed assoldarne delle
ra per consulente, e col segretario straniere. Il generale Resta, oltre
della presidenza per segretario. Nel quanto fece in Roma, si portò al
pontificato di Leone XII, oltre il Corese per impedire ai ribelli l'a
comando delle truppe pontificie, il vanzarsi; quindi il governo ricupe
tcoeule generale Bracci avea sos- rò immensi capitali in armi, cati;
i?4 Al IL MIL
noni, munizioni e cavalli, disarman Intanto sul finire del i 83 i in Fer
do i carabinieri defezionati. Nel rara il general Zamboni organizzò
voi. VII, p. 62 della citata Rac i cacciatori a cavallo. Nel regola
colta vi" è la notificazione de' i 7 mento emanato nel i832 sui de
giugno i83 i sull'arruolamento vo litti « sulle pene, su queste i mi
lontario per le truppe di linea, litari vennero dichiarati soggetti
onde questa accrescere di 8ooo uo alle leggi comuni . Nel gennaio
mini per la tranquillità generale i832 le milizie pontificie, sotto il
de'sudditi; ed a p. ^5 le dispo commissario apostolico cardinal Al
sizioni provvisorie del primo set bani, si avanzarono a Cesena ed a
tembre sull'organizzazione ed atti Forti, ove nacquero le note zuffe,
vazione della truppa ausiliare di in cui le milizie e l' artiglieria si
riserva, istituita in varie provincie fecero onore, ma furono richiamati
dello stato, sotto il generale co i tedeschi, ritirandosi a Pesaro le
mandante le truppe di linea, di truppe del Papa. Intanto a' a3
pendentemente dalla presidenza del febbraio Ancona fu occupata dai
le armi, con onori e privllegi ri francesi, che vi posero guarnigione,
portati a p. 8o. Indi a p. 86 vi Nel i83a stesso gli svizzeri assoldati
è il dispaccio sulla concentrazione dal governo pontificio, passarono
nella presidenza delle armi di va nelle legazioni. Nel vol. VII della
rie amministrazioni militari che si Raccolta si riporta a p. no il re
trovavano divise, tranne la civica, golamento provvisorio organico del
la truppa di finanza, le guardie di corpo de' carabinieri pontificii, e-
polizia ed i guardaciurme. A pag. manato li 8 gennaio i 833 , com
9o le disposizioni intorno ai rap posto di 2486 teste. A p. i38 il
porti di contabilità fra la presiden regolamento per la formazione di
za delle armi e la computisteria un corpo di volontari pontificii nel
della camera; ed a p. 92 il rego le quattro legazioni, del primo giu
lamento d' interna disciplina del gno i833, con privilegi e ricom
consiglio delle armi. Le truppe au pense. A p. i5a l'organizzazione
striache intervenute pel ristabilimen del corpo politico militare de' ber
to dell'ordine pubblico, eransi riti saglieri pontificii, con regolamento
rate sino dal luglio dalle legazioni. de' a i dicembre i 833, a piedi ed
Il conte Domenico Benti voglio te a cavallo, per Roma e provincie
nente colonnello de' carabinieri, do di Benevento, Frosinone, Velletri,
po la difesa di Ritti fu dichiarato Rieti, Spoleto, Ascoli , Fermo e
colonnello e comandante le truppe Camerino. Nella divisione della se
per rimpiazzare gli austriaci, ed en greteria di stato la presidenza del
trò in Rimini con i6o granatieri consiglio economico militare fu at
e dragoni a' io luglio; circa 5ooo tribuita al cardinal segretario per
soldati in tutti poi si riunirono in gli affari di stato interni. Nel vol.
tal città sotto il suo comando, cui IX della Raccolta sonovi, a p. i55
nel dicembre venne surrogato il la circolare degli 8 gennaio i834
tenente colonnello Barbieri, ora co del cardinal commissario delle quat
mandante della piazza di Homo, e tro legazioni, in difesa del corpo
più tardi il Bentivoglio fu nomina de' volontari pontificii; a p. i56 il
to comandante di Castel s. Angelo. regolamento reluti vo ui lucri, pro
MIL MIL i35
pine ed emolumenti spettanti alle decisione delle cause criminali con
piazze • guarnigioni militari; a p. tro i bersaglieri pontificii, quali ci
i69 i miglioramenti prescritti tan leggono a p. 49 del voi. XIII
to nell' organizzazione, quanto nel della Raccolta delle leggi. La scuo
vestiario ed equipaggiamento delle la de' bombardieri, per le vicende
truppe di linea, de' 29 dicembre de' tempi rimasta alquanto negletta
i834, con quanto riguarda l'am a malgrado le cure dei colonnelli
missione de' cadetti ne' corpi di es Lopez e Porti, si riaprì con più
se, e loto riparto nelle compagnie, felici auspicii sotto Gregorio XVI.
Tenendo la metà delle promozioni nel i836 in Castel s. Angelo, colla
all' officialità riservata ai cadetti , vigilante direzione dell'attuale co
l'altra ai sotto-officiali. Con tale or mandante del corpo cornai. Carlo
dine del giorno lo stato militare Steuart, il quale fu sollecito di rior
in attività di servigio venne coni- dinare il regolamento con superio
preso: i.° Ministero della presiden re approvazione ; quindi la scuola
za delle armi, 93 individui. 2.° Sta risorse con lustro maggiore, come
to maggiore generale, cinque. 3.° dimostrano i premi e gl' incoraggi-
Stato maggiore di piazza, trentadue. menti che si meritò, onde si han
4.° Genio, ventuno. 5.° Artiglieria, no scelti officiali e cadetti da ser
983 individui con i68 cavalli. 6.° vire in ogni bisogno, come sono
Fanteria indigena : veterani e in periti in ogni ramo riguardante l'ar
validi 553; battaglioni attivi 655s. te e persino le opere murarie e
7." Cavalleria indigena : reggimento fortilizio. Nei numeri 7o e 73 del
dragoni 734, con 57i cavalli; cac Diario di Roma i837 si legge la
ciatori a cavallo 263, con 2o2 ca morte del conte Giuseppe Bracai
valli. 8.° Marina, 29 individui. Più di Fano capitano generale in ritiro
una compagnia di artiglieria, e due delle truppe pontificie, e la biogra
reggimenti di fanteria estera, se fia assai onorevole per l' illustre e
condo le rispettive capitolazioni ; benemerito defunto, che pieno di
l'artiglieria con i47 individui ed 88 attaccamento per la santa Sede, pel
cavalli, i reggimenti di lyir,\ teste in suo servigio istituì col proprio una
tutto. Più f arma politica composta prelatura, essendo stato modello di
di un reggimento di 2774 carabi fede al sovrano, d' integrità e re
nieri con 4i< cavalli; un corpo ligione. Il generale Resta nel i838
di bersaglieri 923 con 84 cavalli. divenne tenente generale coman
La presidenza delle armi fmo dante le truppe di linea, ausiliarie
dal primo settembre avea pubbli e di riserva, indi marchese di So-
cato ordine del giorno sulle di- gliano. Nel febbraio i 838 Grego
scipline relative al servigio interno rio XVI creò cardinale Ugolini, e
de' corpi. Nel i836 pel minaccian nominò presidente delle armi Gre
te elidera furono istituiti i cordoni gorio Fabrizi, che morendo poco
sanitari anche marittimi, ed ema dopo gli sostituì monsignor Giaco
nate pene contro gl' idi attori di mo Amadori Piccolomini. Del pre
essi. I volontari pontitlcii furono di lato Fabrizi, come de' funerali ce
visi in quattro brigate, sotto la di lebrati coll' assistenza de' chierici di
pendenza di ciascun legato ; e fu camera e del tribunale camerale,
rano pubblicate le norme per la come pure colla presenza di tutio
i36 MIL MIL
lo stato maggiore della truppa pon colta, mentre a p. 27$ vi è l'i
tificia, se ne parla con lode nel struzione della presidenza delle ar
numero 47 del Diario di Roma. mi sull' amministrazione de' militari
1*' ruttauto sul finire del 1 838 i condannati alla detenzione. Nel me
francesi evacuarono la fortezza di desimo anno il cav. Angelo Calde-
Ancona, e gli austriaci partirono rari tenente colonnello de' cara
dalle legazioni. A' i5 giugno i8.;o binieri pubblicò I' utile Manuale
venne emanato il regolamento pel dei sotto-ufficiali e carabinieri al
corpo sanitario militare, come ripor servigio della santa Sede per l'i
tasi a p. 162, vol. XVIII della stituto politico-militare. Nel 1844 fi
Raccoltaj ivi a p. 184 si legge il 16 aprile si emanarono favorevoli
regolamento pei cappellani militari, disposizioni sulle giubilazioni della
ed a p. 2o2 la concessione all'am truppa di linea; a'3o aprile le at
ministrazione cointeressata delle pol tribuzioni del tenente generale e
veri, di poter fabbricarne altre due comandanti; a' \\ giugno il re
qualità ; a p. 2 38 poi si riporta golamento sulle percezioni straordi
In convenzione fra il governo e l'or narie delle piazze e delle trup
dine gerosolimitano per lo stabili pe pel disimpegno de' vari servigi ;
mento dell' ospedale militare che ed a' 16 dicembre il regolamento
ad esso affidò il Papa, tutto aven organico amministrativo perla trup
do narrato nel vol. XXIX, p. 289 pa pontificia indigena permanen
del Dizionario. Ma nell' ottobre te, riportato nel volume XXII, pag.
1844 l'ospedale militare fu resti 181 della Raccolta. Il totale del
tmto all'antico locale dell'arcispe le teste indigene fu di 93i3, dei
dale di s. Spirito in Sassia, come cavalli 87o; più 3366 carabinieri
si dirà meglio parlando di questo e bersaglieri, con 5 in cavalli, non
Ospedale. Intanto successivamente comprese le truppe di riserva e
fu aumentato il numero de' mem quelle estere. Le prime nel 1842
bri componenti il consiglio miliIare erano 4628, le seconde 4o95, ,
presso la presidenza delle armi, co volontari pontificii 4535; la spesa
me iV un sostituto commissario di di tutta la truppa nel 1843 ascese
camera vice-fiscale delle armi, del a scudi 1,878,217. Noteremo che
direttore della sanità militare con il comandante di piazza di Roma
sigliere per le materie sanitarie, riceveva la spada degli ufficiali de
dell' ispettore centrale, ec. A' 7 a- funti, come praticasi in diversi sta
gosto 1 84 1 la presidenza delle ar ti; ma in quello della Sede aposto
mi pubblicò l' ordine sui cadetti, lica, nel pontificato di Gregorio
i quali dovrebbero avere scudi die XVI tale uso fu tolto. Il Papa
ci di rendita mensile; ed a' 9 ago Gregorio XVI nel luglio 1844 creo
sto l' ordine riguardante i matri cardinale il presidente delle armi
moni de'militari e l ispettive doti. Giacomo A madori Piccolomini, e
Mancava un codice penale milita gli sostitut l'odierno monsignor La
re, ed anco a questo provvide Grego vinia de Medici Spada, che in pari
rio XVI col regolamento di giusti tempo fece chierico di camera. Fi
zia criminale' e disciplina militare nalmente udi ' agosto 1 846 il re
del primo aprile 18^2, che si leg gnante Pontefice Pio IX riunendo
ge nel vol. XX, p. 77 della Rac- le due segreterie di stato sotto il
MIL MIL i37
cardinale segretario di stato, questi generale e degli uditori divisiona-
è divenuto presidente del consiglio rii, del capo dell'ufficio di verifi
economico militare. cazione e del primo verificatore;
Ecco le provvidenze prese dal le nomine del direttore dell'arme
Papa che regna nel i847 sui di ria, del direttore generale, dell' i-
versi corpi della milizia pontificia. spettore e sotto-ispettore della sa
Prima noteremo che nella proces nità militare, dei generali, e di tut
sione del Corpus Domita, per la ti gli altri uffiziali superiori fino
Prima volta le guardie nobili usa al maggiore inclusi vaiiienie; e le
rono gli elmi in vece dei cappelli destinazioni de' comandanti de' corpi
a punte, di elegante lavoro e ric e de' forti. A' 5 luglio il cardinal
chi per ornamenti. A' 6 aprile fu Gizzi segretario di stato pubblico
istituita una commissione per le ri la notificazione con cui il santo
forme militari, composta del prelato Padre decretò di ricostruire e am
presidente delle armi, dei principi pliare la guardia civica di Roma,
Rospigliosi, Barberini e Gabrielli, del con norme fondamentali, nominan
colonnello Armandi, e di Lovatti do il Papa comandante generale
in qualità di segretario. Col moto- d. Giulio Rospigliosi principe di
proprio, Come e nostro principale Zagarolo, che ne avea esercitato il
desiderio, de'ia giugno, sulla isti grado sotto Pio VII, al modo detto
tuzione del consiglio de' ministri, a Civica : già questa guardia si è
si leggono le seguenti disposizio resa grandemente benemerita. A'3o
ni. 1 monsignori governatore di luglio i847 il cardinal Ferretti se
Roma, tesoriere generale., e presi gretario di stato, emanò il regola
dente delle armi ninno parte dei mento per la guardia civica nello
sette ministri che lo compongono. stato pontificio. Nella segreteria di
La direzione, la custodia e l'am stato, nella prima sezione alla po-
ministrazione dell' armeria pontifi neuza militare, fu destinato minu
cia dal tesoriere passano alla pre tante Liberato Bruto tenente co
sidenza delle armi. Monsignor pre- lonnello nella truppa di linea. Dal
sideate delle armi continuerà ad febbraio i846 dal ch. cav. Francesco
esercitare le sue attuali attribuzio Gherardi Dragomanni si pubblica
ni unitamente al consiglio militare, in Firenze un applaudito Giornale
osservando il regolamento organico militare italiano j ed il niiiii. 39
del i6 dicembre i 344- Monsignor riporta una erudita bibliografia mi
governatore proporrà le nomine litare italiana, antica e moderna. lu
de' comandanti ed ufficiali superio Roma nel corrente anno il ch. cav.
ri delle armi politiche e dei vigili Luigi Ila vari romano, colonnello delle
o pompieri, e dei capitani dell'uno milizie pontificie ha pubblicato: L'uo
e dell'altro corpo. Monsignor teso- mo di stato, meditazioni-filosofiche-
riere proporrà le nomine degli of politiche. Tra le utilissime conside
ficiali superiori e dei capitani del razioni fatte dall' autore, non di
le guardie di finanza. Monsignor minor importanza sono quelle da
presidente delle armi proporrà le lui saggiamente ed eruditamente iu-
nomine de' membri del consiglio, stituite sulla milizia, avendovi trat
del segretario generale, de^li ispet tato nella parte militare il detta
tori e sotto- ispettori, dell' uditore glio di que' principii, che solo pus
i38 MIL MIL
tono rendere un militati perfetto, ne fosse il vero autore, « Io avesse
ed una truppa utile allo (tato, cioè posto sotto il nome di 2. Giovanni
nella medita2. X: Sulla milizia, per accreditare il tuo errore. Cre
fortezze e piazze forti. devano gli altri che i santi nel re
MILLENARIl. Nel secondo • gno de' mille anni goderebbero di
terzo secolo della Chiesa, si chiama una felicità piuttosto spirituale, che
rono cosi quelli i quali credevano corporale, ed escludevano le volut
che Gesù Cristo alla fine del mon tà de' sensi. Però bisogna ancora
do verrebbe sulla terra, e vi fon osservare, che la maggior parte non
derebbe un regno temporale pel tenevano questa opinione come un
corso di mille anni, nel quale i fe domina di fede. Vi furono ezian
deli goderebbero una felicità tempo dio un' altra specie di millenarii, i
rale aspettando l' ultimo giudizio, quali sostennero che di mille in
ed una ancor più perfetta felicità mille anni cessassero in favor dei
in cielo : i greci li hanno chiamati dannati le pene dell' inferno ; anco
Chiliasti, termine sinonimo a mil questo capriccio era fondato sopra
lenaria Questa falsa opinione era una falsa interpretazione dell' Apo
fondata sul cap. ao dell'Apocalisse, calisse.
dove dicesi che i martiri regneran MILLES (s.), vescovo di Susa.
no con Gesù Cristo per mille an Nato nella provincia dei razichiti
ni ; è facile però conoscere che que o razichei, fu allevato alla corte di
sta specie di profezia, oscurissima in Persia, ed occupò un posto rag
sè stessa, non dev' essere presa let guardevole nell' armata ; ma dopo
teralmente. Credesi che Papia ve avere abbracciato il cristianesimo si
scovo di Gerapoli e discepolo di s. ritirò ad llam o Elam presso Su
Giovanni evangelista, ne sia stato sa, ove convertì molti infedeli. Pre
l'autore, altri provano che in ori si gli ordini sacri, non andò mol
gine viene dagli ebrei. Fu seguita to che fu eletto vescovo di Susa.
da alcuni padri e scrittori eccle Egli spiegò instancabile zelo per la
siastici, come s. Giustino, s. Ireneo, distruzione del vizio e dell' idolatria,
Vittorino, Lattanzio, Tertulliano, ed ebbe perciò molto a soffrire ;
Sulpizio Severo, Q. Giulio Ilarione, laonde prese la risoluzione di ab
Commodiano, ed altri meno noti. bandonare la città, e si mise in
È necessario di osservare che vi viaggio per recarsi a Gerusalemme
furono de' millenarii di due spe e ad Alessandria. Essendo in Egit
cie. Gli uni, come Cernito e i di to visitò s. Ammonio discepolo di
lui discepoli, insegnavano che nel s. Antonio, e nel ritorno alla pa
regno di Gesù Cristo sulla terra, i tria visitò s. Giacomo di Nisibi,
giusti godrebbero di una felicità cor donde passò nella Siria. In un si
porale, la quale principalmente con nodo che si teneva a Seleucia per
sisterebbe nei piaceri del senso : i riformare gli abusi th'erausi intro
padri non abbracciarono mai que dotti nella disciplina, e per ascol
sta sciocca opinione, anzi la riguar tare i lagni che parecchi vescovi
darono come un errore. Perciò du movevano contro Papas, che colla
bitarono molto se dovessero met sua superba ed arrogante condotta
tere l'Apocalisse nel numero de'li- avea cagionato uno scisma, s. Mil
bri canonici, temendo che Celiato le! parlò a costui con molta forza,
MIL MIL ,3q
e gli predisse che farebbe punito, lini nobile romano, Ano dalla pue
come avvenne, giacchè fu tosto as rizia fu di aspetto grave e mode
salito da una paralisia. S. Milles, sto, che sino d'allora presagiva ben
ritiratosi a Mesene sull'Eufrate, an fondate speranze di un' ottima es
dò ad abitare con un romito. Il pitazione della vita e de' costumi
signore di questo luogo, ch'era in suoi, i quali riuscirono conformi
fermo da dieci anni, riebbe la sa alla opinione concepita di lui; quin
nità per le preghiere del santo, e di non deve recare tanta meravi
questo miracolo fu seguito dalla glia, se in età di sett'anni fu da
conversione di molti infedeli. Ritor Giovanni XXIII fatto canonico del
nato nella provincia dei razichei, la basilica lateranense. La nuova
battezzò un gran numero ci' idola dignità eccitò in lui maggior im
tri ; ma in forza dei sanguinosi e- pegno per applicarsi allo studio, in
ditti di Sapore contro la religione cui superò gli eguali e quelli che
cristiana, egli fu preso nel 34 1 - erano più di lui. Conosciutasi da
A miitesimo prete e Sina diacono, Martino V la prontezza e felicità
suoi discepoli, furono pure compa del suo ingegno, volle che di pro
gni della sua sorte. Condotti tutti posito si dedicasse alle leggi cano
tre a Maheldagar carichi di catene, niche, nelle quali riportò nell' ar
soffrirono una crudele flagellazione, chiginnasio romano l'onore della
costantemente ricusando di sagrili. laurea. A tale effetto però il Papa
care al sole come si voteva sforzar gli assegnò una pensione sufficiente
li. Finalmente Ormisda Gufrisio go per mantenersi negli studi, quasi pre
vernatore della provincia, fattosi ve sago dell'ottima riuscita che avreb
nire Milles davanti, minacciollo di be fatta, e dell' aiuto che col tem
ammazzarlo se non gli mostrava la po doveva rendere alla chiesa ro
verità della sua religione. Il santo mana. Eugenio IV lo ammise nel
gli rispose modestamente, ma con novero degli abbreviatori, nel qua
fermezza ; e il barbaro governatore, le uffizio ebbe sempre a cuore di
mterrompendo il suo discorso, tras sollevare e favorire la povera gen
se il pugnale e glielo immerse nel te, da cui neppure riceveva l' in
fianco, mentre darsete suo fratello tero delle propine che gli spettava
ferì iI santo dall'altro lato. Am- no, condonandone sempre una por
brosimo e Sina furono condotti al zione, per cui si guadagnò l'amore
sommo di due colline poste rim- del pubblico. Avendo determinato
petto Cuna all'altra, e quivi lapi però Eugenio IV di cambiare af
dati dai soldati. I corpi de' tre mar fatto il capitolo lateranense , con
tiri furono portati nel castello di togliere i canonici secolari e resti
Malcan. Sono essi nominati nel tuirvi i regolari, e facendo premu
martirologio romano con molti al ra al MitJini, che aveva mandato
tri martiri persiani ai 11 di apri oratore a Firenze, perchè rinun
le ; ma i menologi greci ne fanno tiasse, non potè indurvelo, nè con
menzione ai io di novembre, gior minacce, nè con promesse. Sdegna
no in cui forse i cristiani li sep to il Papa contro di lui, deputò
pellirono. tre ragguardevoli soggetti, due dei
MILLINI o MELLINI Giambat quali divennero poi Papa Nicolò V,
tista, Cardinale. Giambattista Mil- e Paolo II, e l'altro cardinale, cioè
i 4q MIL MIL
Amico Angifilo vescovo dell'Aquila, Achilleo, con incredibile soddisfa
per Fare severa inquisizione sopra zione e piacere di tutta Roma. In
i costumi e la condotta del Mil occasione della violenta morte di
liiii, i quali dopo le più accurate Galeazzo duca di Milano, ad istan
diligenze pronuziaronlo concorde za della duchessa madre che ne
mente d' integra vita. Morto Euge supplicò il Papa, fu spedito il car
nio IV, il successore Nicolò V vol dinale ad onta della grave sua età
le onninamente mutare il capitolo e nel cuore dell' inverno in Lom
lateranense, onde chiamato a tè il bardia, col carattere di legato per
Millini, gl' intimò che ad ogni pat sedare, come fece, colla sua autori
to dovesse rinunziare, ed egli a ma tà e prudenza, in compagnia di
lincuore finalmente cedette. Tutta- Lodovico duca di Mantova, i tu
volta il Papa gradì la rinunzia, e multi e le discordie nate nella cit
sul momento lo dichiarò vicario di tà, lo che eseguì anche in Genova,
s. Pietro , e soprintendente alle o- mincendo la popolazione divota al
blazioni e limosini: che si offrivano suo doge, contro di cui erasi ri
alla basilica vaticana, alla quale il bellata. Finalmente pieno di meri
Millini comparti insigni benefizi, co ti e di gloria, e da tutti amato,
me avea fatto colla lateranense, co cessò di vivere in Monte Mario
me narra Jacopo Lauro nel suo li presso Roma nel i478 d'anni 73,
bro Dcfamilia Millina, Ilo in ue i 636. ed ebbe sepoltura nella basilica di
Inoltre Nicolò V gli offrì i vescovati s. Pietro, donde dopo tre mesi fu
di Sutri e di Anagni, ma ambedue trasferito nella chiesa di s. Maria
modestamente ricusò. Assegnato da del Popolo, e venne collocato nella
Calisto III per compagno del car sua cappella gentilizia, al cui manco
dinal Alano Getivo, a Carlo VIII lato vedesi un' urna antica, colla
re di Francia, a fine di comporre i statua del cardinale vestita in abi
tumulti di quella monarchia, si gua ti pontificali e giacente, mentre nef-
dagnò talmente la grazia del re, la sua base evvi inciso un magni
che lo destinò suo ministro in Ro fico elogio. Il Platina ne scrisse la
ma presso la santa Sede. Sotto Pio vita accuratamente.
1I fu surrogato a Rhode nella ca MILLINI Giangarzia, Cardina
rica di collettore delle lettere apo le. Giangarzia Millini patrizio ro
stoliche in Germania, in cui riuscì mano, ma nato in Firenze dove suo
così giusto ed integerrimo, che a padre viveva esule, visse sotto la
nulla valsero le promesse e i doni. - disciplina del cardinal Castagna suo
Paolo II per la sua specchiata con zio per canto di madre, il quale
dotta e giustizia lo nominò suo u- poi divenne Papa Urbano VII, ma
ditore e datario, nel quale impiego regnò pochissimo. Sino dalla sua
non ebbe difficoltà affrontare all'oc gioventù diede di sè ottime speran
correnza lo stesso Pontefice, e que ze, e nel pontificato di Sisto V fu
sti, invece di offendersene, nel i468 ammesso nel collegio degli avvoca
gli conferì la chiesa di Urbino col ti concistoriali, dai quali sotto Gre
la ritensione delle cariche. Sisto IV gorio XIV fu avanzato fra gli Ut
confermandolo nello stesso impiego, ditori di rota. Clemente VIIl l'eb
o' i8 o 2o dicembre i476, lo creò be seco nel viaggio a Ferrara, e lo
cu ilmale prete de' ss. Nereo ed assegnò per compagno al caidinal
MIL MIL i4i
Gaetanì legato a Intere in Polonia fizi alla chiesa d' Imola, e riedifi
per istabilire la pace tra quel re cata tra le altre cose la chiesa di
e la casa ll' Austria ; quindi volle s. Maria Maddalena alle convertite,
che si unisse al cardinal Pietro Al- che minacciava rovina, e ricuperati
dobrandini legato in Francia per a quella pia casa alcuni fondi dati
benedire le norie tra Enrico IV e in enfiteusi, che attesa la qualità
Caterina de Medici. Paolo V co de' tempi erano andati in oblivione,
noscitore de' suoi talenti, integrità ed arricchita la cattedrale di sacre
e destrezza, lo incaricò della nun suppellettili e di statue di argento,
ziatura a Filippo III re di Spagna, ne fece nel i6i i spontanea rinun
e dopo un anno circa, nell' età di zia nelle mani di Paolo V, perchè
34 anni, agli i i settembre i6o6 le sue cariche non gli permetteva
lo creò cardinale prete del titolo no farvi residenza. Il Papa lo ten
de' ss. Quattro. Essendo questa chie ne sempre in luogo d' intimo con
sa deformata dallo squallore del sigliere e partecipe delle cure più
l' antichità, l' abbellì ed ornò di gravi del pontificato, non intrapren
nuova tribuna, e nel ristorarla ebbe dendo cosa alcuna senza prima sen
la consolazione di ritrovarvi nel tirne il di lui parere, cose tutte
i624 le reliquie de'ss. Quattro Co che lo tenevano grandemente oc
ronati, e parte del capo di s. Seba cupato. Nel i619 Urbano VIIl lo
stiano martire, collocate nella con trasferì dal titolo di s. Lorenzo in
fessione dal Papa s. Leone IV. Due Lucina, in cui era passato, al ve
altri anni si trattenne il cardinale scovato di Frascati, e trovossi pre
alla corte di Madrid quale legato, sente ai conclavi di Gregorio XV
e tornato nel i6o7 in Roma, fu ed Urbano VlII, ne' quali ebbe mol
promosso a vescovo d' Imola, indi ta parte, e fu vicino ad essere e-
occupato nella legazione di Germa letto Papa. Con tutto l' impegno si
nia, per riconciliare insieme l'im adoperò col cardinal Bartolomeo
peratore Ridolfo con Mattia re di Cesi presso Paolo V, allinehè il ma
Ungheria, lo che ottenne con e- gnifico tempio di s. Maria in Cam-
strema soddisfazione dell' imperato pitelli, ne' cui fondamenti gittò il
re e del Papa, il quale nel suo cardinale nel i6i9 la prima pietra,
ritorno lo ricolmò in pubblico con fosse dato alla congregazione dei
cistoro di somme lodi. Compiuta chierici regolari della Madre di Dio,
questa legazione, lo stesso Paolo V come seguì. Nell'anno santo i62.5
lo destinò suo vicario in Roma, aprì e chiuse la porta santa della
nella qual carica perseverò ne' pon basilica Liberiana, e morì nel i629
tificati di Gregorio XV ed Urbano d' anni 5j non compiti. Rimase
VIII. Nel i6 ii Paolo V inoltre lo sepolto nella chiesa di s. Maria del
fece arciprete della basilica Liberia Popolo, dove al lato destro della
na, a cui il cardinale donò preziose sua cappella gentilizia, da lui con
suppellettili e sacri arredi, e di più ecclesiastica magnificenza ornata, fu
lo ascrisse alle congregazioni del s. eretto alla sua memoria un son
offizio, de' riti ed altre, colla pro- tuoso mausoleo, col di lui busto
tettoria de' carmelitani, de' ministri in Cauditlo marmo e assai al natu
degl'infermi e de' beneficateli i. Do rale, con magnifico epitaffio. La
po aver compartiti segnalati bene- vita di questo cardinale fu descrit-
i 43 MIL MIL
ta da Decio Mem molo tuo segreta - stesso bene affètto al re, come di
rio, e stampata in Roma nel 1 644- fatti lo diede a divedere quel mo
Al cardinale avea predetta l' ora narca, nel rammarico che provò
della morte s. Giuseppe Calasanzio, allorquando fu costretto a lasciar
assicurandolo che non avrebbe man partire dalla sua corte il prelato
cato di assisterlo nel suo passaggio. decorato della porpora. La magni
Fu uomo di mente quadra e su ficenza, la generosità e la splendi
blime, e grandeggiò per profonda dezza usata da lui nella nunziatura,
scienza e molteplice erudizione, per fu sorprendente ed incredibile, es
una felice sperienza in tutte le co sendo giunto non solo a diminuire
se, per grandiosa avvedutezza nel notabilmente le rendile della sua
maneggio degli all'ari, e per una doviziosa famiglia, ma a gravarsi
assidua vigilanza nella cospicua ca eziandio d' immensi debiti, per sup
rica di vicario di Roma. Si dice plire alle esorbitanti spese da lui
che ambisse il pontificato, e nel fatte nella Spagna. A questa straor
conclave per Urbano VIII ebbe in dinaria ed eccessiva generosità, sep
suo favore ventidue cardinali, con pe accoppiare una fortezza d' ani
alla testa il cardinale Scipione Bor mo incredibile, non solo per difesa
ghese. Molti scrittori contempora dell' immunità ecclesiastica, insulta
nei dedicarono al cardinale le o- ta talvolta dai regi ministri, ma
pere loro. altresi per l' onore di sua rappre
MILLINI Savo, Cardinale. Savo sentanza, che nelle differenze incon
Millini nacque in Roma da antica trate col presidente di Castiglia,
ed illustre famiglia. Esercitati con che gli fece dai soldati arrestare la
lode i minori impieghi nella corte propria carrozza, uscì da ogni con
romana ne' pontificati di Alessandro trasto con somma riputazione, me
VII e Clemente IX, si avanzò sot diante pubblica e notoria soddis
to Clemente X a quello di segre fazione datagli dalla corte. Laonde
tario della congregazione del buon con plauso universale Innocenzo XI
governo, di cui prima era stato il primo settembre 1681 lo creò
ponente, indi fu mandato nunzio cardinale prete di s. Maria del Po
in Ispagna. In quel tempo tale nun polo, ed insieme vescovo di Orvie
ziatura era piena di rischi e peri to, dove profuse co' poveri più di
coli, a cagione di Luigi XIV, che ciò che ritirò dalle rendite della
inorgoglito dalle vittorie, andava chiesa, alla quale fece immensi spi
macchinando nuove conquiste sulla rituali e temporali benefizi. Per
monarchia e sul Papa, come quello l' inclemenza del clima contrario al
che pretendeva estendere i diritti suo temperamento, nel 1694 In
della regalia oltre i termini pre nocenzo XII lo trasferì al vescova
scritti e fissati dal generale conci to di Sutri e Nepi, dove tutto si
lio di Lione. Innocenzo XI ne avea diede a promovere la pietà, il cul
avanzato querele alla corte de' prin to divino e la disciplina del clero.
cipi e singolarmente a quella del Dimesso il primo titolo passò a
re di Spagna. Convenne quindi al quello di s. Pietro in Vincoli, ove
prelato usare la più raffinata pru restaurò e con gran magnificenza
denza ad oggetto di non disgustare ampliò il palazzo de' cardinali tito
il Pontefice, « rendersi nel tempo lari contiguo a quella basilica. Fu
MIL MIL i43
nel numero de' cardinalI elettori di del Popolo nella propria cappella
Alessandro VIII, Innocenzo XII « gentilizia, ove innanzi l' altare si
Clemente XI, « mori nel 17o1 vede una lapide splendidamente a-
d'anni 57. Venne sepolto in s. Ma dorna e fregiata di magnifico elo
ria del Popolo, in cui al manco lato gio. Benedetto XIV in occasione
di sua cappella gentilizia, vivente di sua guarigione fece dispensare
erasi apparecchiato la tomba, cioè a' poveri ventimila scudi della sud
un magnifico avello espresso in detta eredità.
bianco marmo con elegante epitaf MILLO Gianucopo, Cardinale.
fio da lui stesso composto. Gianiacopo Millo de' marchesi di
MILLINI Mario, Cardinale. Ma Tubine e di Altare, nato in Ca
rio Millini nacque in Roma dalla nobi sale di Monferrato, portatosi a Ro
lissima famiglia di tal nome, feconda ma attese con ardore a perfezio
d'uomini illustri. Educato sotto la narsi nello studio della teologia.
disciplina del cardinal Savo suo zio, Contratta fortunatamente amicizia
si diede alla vita ecclesiastica ; ed col prelato Lambertini, poi cardi
in età di 4 > anni entrato nella nale e vescovo d' Ancona, fu da lui
carriera prelatizia, ebbe la sorte di condotto in quella città per vicario
essere ammesso nel 1725 da Be generale, e collo stesso carico lo
nedetto XIII tra gli uditori di rota, portò seco in Bologna, quando Cle
in cui divenuto decano, e nel 1734 mente XII gli diè quell'arcivesco
sotto Clemente XII reggente della vato. Divenuto Lambertini Bene
penitenzieria, ad istanza della re detto XIV, subito chiamò in Roma
gina Maria Teresa d'Austria, presso Millo, lo fece suo uditore, e nel
la quale era stato posto in aspetto 1 743 datario, quindi a'26 novem
assai vantaggioso dal cardinale Pas- bre 1753 lo creò cardinale prete
sionei, allora nunzio di Vienna, del titolo di s. Grisogono, e pre
Benedetto XIV a' io aprile 1747 fetto della congregazione del con
lo creò cardinale prete di s. Prisca, cilio, valendosi di lui in affari ri
e lo ascrisse alle congregazioni dei levantissimi, pel gran favore che
riti, della consulta, de' vescovi e gli concesse. Mori improvvisamente
regolari, e del concilio; quindi po in Roma nel 1757 d'anni 63, ed
co dopo fu destinato dalla stessa ebbe sepoltura nella chiesa titola
regina suo ambasciatore in Roma re, nella quale al manco lato della
presso il Papa, il quale gli conferì porta maggiore si vede erettogli
la prefettura della congregazione un nobile ed elegante monumento,
del concilio. Il cardinale molto si colla sua immagine scolpita in for
adoperò col Pontefice, affmchè la ma di medaglia in bianco marmo,
celebre causa del patriarcato d' A- e sostenuta da una statua pur di
quileia si conducesse ad esito felice, marmo, che sovrasta l' urna sepol
come in fatti avvenne. Alla fine crale, con onorevole epitaffio po
dopo over lasciati parecchi insigni stogli dal nipote marchese Carlo
monumenti di sua pietà e religione, Francesco Millo.
e istituiti suoi eredi i poveri, che MILO. Fedi Melos.
sempre avea amati, cangiò in Roma MILONE, CardinaIe. Mitene, ve
il tempo coll' eternità nel 1756 di nuto alla luce nelle Gallie, Urbano
anni 79, e fu sepolto in s. Maria II nel 1o99 lo creò cardinale ve
i 44 MIL MIL
scovo di Palestrina, indi Pasquale pugita o discorso in favore della
Il nel i io3 lo spedì in Francia libertà della stampa per qualunque
legato apostolico, ove si adoperò sorta di libri. 3. Tenure, libro de
con zelo per l'estirpazione della testabile sul diritto generale de'po-
simonia, intervenendo al concilio poli. 4- Sulla vera religione contro
di Reims. Trovossi presente all' ele la propagazione del papismo. 5.
zione di Pasquale Il, ed assistè alla Della prelatura vescovile. 6. Del
sua consacrazione. Alcuni vogliono l' origine del governo ecclesiastico,
che morisse verso il i to5. contro l'Usserio. 7. Difesa dei ri
MILOPOTAMO. V. Meliipo- mostranti contro Hall. 8. Apologia
TAMO. contro i rimostranti. 9. Trattato
MILTA. Sede vescovile di Cilicia, della podestà civile nelle materie
il cui vescovo era suffraganeo della ecclesiastiche . io. Considerazioni
metropoli di Selencia, nella provin per allontanar dalla chiesa i mer
cia d'Isauria. Il Terzi, Siria sacra, cenari. 1 1. Note sopra il discorso
dice che Moisè vescovo di Milta, di (trisiali, sul timore di Dio e
sottoscrisse l'epistola sinodica delta rispetto al re. 12. Mezzo facile
provincia all'imperatore Leone. Mil- per formare una repubblica libera.
ta, Milteu, al presente è un titolo 1 3. Artit logicae. 1 4. Poemata
vescovile in partibus sotto Selucia, anglica et Iatina. i5. Epistolarum
e gli ultimi a portarlo furono Giu familiarum . 1 6. Litterae senatns
seppe Calvo, e monsignor Casimiro anglicani, Cromwelli, reliquorumque
Dmochwski di Kuzmicz diocesi di perduellium nomine, ac /ussu con-
Minsk, attuale sutIraganeo in Cur- scriptae. 17. Il Paradiso perduto,
landia di Vilna , e proposito di tradotto da Rolli. Queste ultime due
quella cattedrale, fatto da Gregorio opere sono nell'indice de'libri proibi
XVI nel concistoro de' 17 dicem ti. 18. Carattere del parlamento e
bre 1 84o. dell'assemblea de' teologi. Tra le
MILTON Giovami. Uno de'più poesie di Milton, fu assai esaltato il
gran geni e de'più tersi scrittori Paradiso perduto , poema epico
che 1' Inghilterra abbia prodotto, sulla tentazione di Eva e sulla
nacque a Londra li 9 dicembre caduta dell' uomo, in versi inglesi
16q8. In Cambridge nell'età di 17 non rimato, per la sublimità delle
anni già scriveva componimenti poe grandi immagini, de' pensieri arditi
tici in inglese ed in latino, d'una e spaventevoli, della poesia forte
bellezza al di sopra della sua età. ed energica, dell' invenzione, della
Nella gioventù fu puritano, nella forza, dell'armonia e della cadenza.
virilità si pose tra gl'indipendenti Questo poema ebbe moltissime edi
e gli anabattisti; ma vecchio, co- zioni in Inghilterra, e fu tradotto
come stanco d'ogni sorta di sette, in più lingue. Milton stampò nel
si staccò da qualunque comunione, 1 67 1 un secondo poema sulla ten
e non frequentò più alcuna as tazione di Gesù Cristo, e la ripa
semblea, morendo a' i5 novembre razione dell'uomo che intitolò : II
1674 d'anni 66. Scrisse molte o- paradiso riconquistato. Avendolo e-
pere : 1. Sulla riforma della chie gli posto al disopra del primo ,
sa anglicana, e sul governo del diè luogo allo scherzo , che trovasi
la chiesa in Inghilterra. 2. Areo- bensì Milton nel paradiso per
MIL MIL 14 T
duto, non nel riconquistato. Nel ouisconsin, i winnebago, i menomo-
1738 lini h pubblicò a Londra la ni, i chipeonays ed i foxi : i bian
completa raccolta delle opere di chi fanno con esse un gran com
Milton, colla sua vita, ciò clic fe mercio di pelliccerie. Sembra che
cero poi altri con giunte. la sede vescovile di Milwanchia sia
MI I/VIDA (s.). Sorella di s. nel distretto di Huron, che ha il
Milburga e di s. Mildreda , del Forte Brown, accantonamento mi
sangue reale di Mercia; abbando litare; s. Maria, ragguardevole roc
nò anch'essa il secolo per ritirarsi ca costruita sulla sponda occidenta
nel monastero d' Estrey, fabbricato le dello stretto di egual nome; e
da Egberto re di Kent, nelle vici la Prateria del cane, grosso borgo
nanze di Cantorbery 5 e dopo aver posto alla sinistra del Mississippi, mu
dato l'esempio delle più eroiche nito di fortificazioni. Gli abitanti del
virtù, morì verso la line del setti paese di Wisconsin furono menomati
mo secolo. Menai d pone la festa dalle guerre coi confinanti irochesi,
di questa .tanta vergine, che chiama ed i loro avanzi dalla vita cacciatricc
Milita , ai 26 di febbraio ; ma passarono all'agricola, abbracciando
Wilson dice, che si legge il suo no il cristianesimo. Col nome d'iroche
me ai 17 di gennaio in un antico si si designa la confederazione delle
martirologio inglese manoscritto. sci nazioni, nella quale compren-
MILWANCHIA ( Milwanchien). deansi i mokawki, gli oncidas, gli
Città con residenza vescovile nel ter onondogas, i cayugas ed i tusca*
ritorio di Wiskonsin o Ouisconsin roras; ospitali, indipendenti e guer
negli Stati Uniti di America, isti rieri, mal si piegarono a vita mol
tuita dal Papa Gregorio XVI, suffra- le; e gli europei se ne valsero a
ganea della metropoli di Baltimora, vicenda nelle guerre, come fra lo
e ne fece primo vescovo l'odierno ro seminarono inimicizie per an
monsig. Giovanni Martino Kenny, ai nientarle. Alla biografia di Leone
10 novembre 1843. Nel territorio XII dicemmo del capo-irochese che
di Wisconsin già avea eretta l'altra si portò a Roma, e de'doni e di
sede vescovile di Detroit (Vedi). stinzioni che ricevette dal Papa .
Questo territorio di Ouisconsin è Quindi Gregorio XVI nel primo
conosciuto ancora sotto il nome di anno del suo pontificato ricevette
Nord-ovest o North-west, così appel riverentissime lettere de' capi con
lato dalla sua posizione nella parte vertiti delle tribù degli irochesi, de-
settentrionale degli Stati Uniti, nella gl' ipsilingi e degli algonchini, nel
regione mediteii anca ed interna del 1832 il Diario di Roma coi nu
l'unione. Il paese è generalmente meri 12, 1 5, e nel supplemento del
piano, però varie colline dividono numero 1 1 delle Notizie del gior
il bacino del Mississippi da quello no sono riportate tali lettere, e la
dei gran 'laghi. Fra le numerose bella versione che ne fece in versi
sue riviere una è quella di Wis- il ch. prof. Barala, colla descrizio
ckonsin o Ouisconsin, in generale ne de' doni inviati dai detti capi
larga e poco profonda, e si getta al Papa, che li ripose nella biblio
nel Mississippi. Le rive sono abitate teca vaticana. Nell' erigere tmesta
dalla tribù dello stesso nome. Le sede vescovile, Gregorio XVI attri
principali tribù indiane sono gli buì alla sua giurisdizione spirituale
VOL. XLV. 1o
i46 Mire MIN
il territorio di WUkonsin, e negli cipe dell' impero, e signore d' un
Stati Uniti si chiamano teriitotii piccolo dominio di quattro o cin
que' vasti tratti di paese che anco que leghe. Il primo vescovo fu s.
ra non hanno così grande popola Kremberto sassone, che morì nel-
zione da poter essere eretti in sta l'8o5. Nel i469 il duca di Brun
ti propriamente detti. Il territorio swick con alcuni conti suoi alleati
di "Wiskonsin, secondo il censo, ha intraprese invano I' assedio di Min
una popolazione di circa 3 i ,ooo de n, ma nel i5i9 il vescovo di
abitanti. La sua estensione non è Hildesheim se ne impadronì. Nel
itata ancora determinata, e la cit l52Q, la introduzione del luteranis
tà di Milwanchia o Milwanckie sta mo vi cagionò molti torbidi ; il
sul lago di Michigan nella contea di capitolo si ritirò dalla città che
Milwanckie, ed è fra i gradi di la perciò fu posta al bando dell' im
titudine settentrionale 4a e 43, e di pero nel i 538, e costretta ad ar
longitudine io e li all' ovest di rendersi a Carlo V nel i 547- ^el"
"Washington. Non ha sinora capitolo, la guerra de'trent'anni Tilly prese
e s' ignora a chi è dedicata la chie la città nel i626, e nel i 634 ?e
sa cattedrale, poche essendo le noti ne impadronì Giorgio duca di Lu-
zie che si hanno di parti così ri- neburgo. Gli svedesi la presero nel
mote e di siffatte nascenti chiese. i636, la sostennero contro il ca
MINCIO Giovanni, Cardinale. V. pitolo, e ne rimasero padroni sino
Benedetto X, antipapa. al 7 settembre i65o, in cui in
MINDEN, Minda. Città vescovi forza della pace di Munster nel
le degli stoti prussiani, provincia di i648 la cedettero a Federico Gu
Westfalia , capoluogo di reggenza glielmo elettore di Brandeburga ,
e di circolo, sulla riva sinistra del onde indennizzarlo, unitamente .nl
Weser al confluente del Postati, altri paesi, della porzione della l'n-
2o leghe da Munster. È una delle merauia ceduta alla Svezia. Il ve
più antiche di Germania, posta in scovato che ne formava il princi
vantaggiosissima situazione, e fab pato fu allora secolarizzato, essen
bricata in parte sopra alture, ed done vescovo Bernardo di Malin-
in parte in una pianura, ed è cin krot. La serie de' vescovi di Min-
ta di fortificazioni, aumentate e ri den si legge nel Chronico Miudensi,
parate nel i8 i 4- Il ponte che at Francofurti i6o7. Conservarono i
traversa il Weser è in pietra, d'e cattolici il libero esercizio della; loro
legante forma. Racchiude tre chie religione, e vi possedono tra le al
se cattoliche, due luterane, ed una tre chiese In cattedrale; i canoni
calvinista ; un ginnasio, due orfa cati però sono divisi fra i cattolici
notrofi , quattro ospedali e molte ed i protestanti. La città nel i679
fabbriche, principalmente di birra. fu attaccata dai francesi, che più
Ne' dintorni avvi la Porta fVestJa- tardi nel i757 la presero, tolta
lica, passaggio nelle montagne at loro nel i y58 dagli annoverasi ; i
traversato dal Weser. Questa città francesi vi rientrarono nel i759,
col paese all'intorno, fu erette in ma la evacuarono nell'istesso anuo,
vescovato da s. Leone III, e dota dopo la perdita d' una battaglia
to da Carlo Magno, suffragamo di nelle sue vicinanze. Fu dai france
Colonia. Il vescovo divenne prin- si presa di nuovo nel i 8o6, quii,
MIN MIN 14r
di riunita al regno di Westfalia principato dello nobilissima fami
pel trattato di Tilsit, nel 181o al glia PignattelH, feconda di uomini
l' impero francese e nel diparti illustri, che diè al Vaticano il glo
mento dell' Ems superiore, e resti rioso Innocenzo XII, ed al sacro
tuita alla Prussia nel 181 \. collegio molti cardinoli . Questa
MINDO, Mynda, Myndus. Sede piccola città di Puglia è situata so
vescovile della provincia di Cario, pra un ameno colle, ch' è una ra
nella diocesi d'Asia, sotto la metro mificazione del monte Grosso. Tra
poli di Stauropoli, eretta nel V se i suoi uomini celebri, nomineremo
colo: fu chiamata anche Amyndus il cardinal Francesco Antonio Fini.
e Mentetche. Questa città dell'A La cattedrale dedicata all'Assun
sia minore era situata all' estremi zione di Maria, è la sola parrocchia
tà d'un istmo un poco al nord di della città, e la diocesi consiste in
Alicnrnasso tra i golfi Ceramico un borgo, ed in pochi villaggi che
e Jassio. Si conoscono quattro ve formano un'altra parrocchia. Com-
scovi : Archelao che assistè e sot manville dice che la sede vescovile
toscrisse il primo concilio d' Efeso; fu eretta nel 1o69 sotto lo metro
Alpio od Alfio, che trovossi al con poli di Bari; e l' Ugbelli, Italia
cilio di Calcedonio : Giovanni I che sacra t. VII, p. 746, principia ap
fu al VI concilio, e Giovanni II punto in tale anno la serie de' ve
intervenuto al VII. Oriens rhrist. scovi con Bisanzio, che l' annotato
t I, p. 917. Al presente Mindo, re Lucenzio dice piuttosto di La
Mynden, è uh titolo vescovile mi vello; laonde Innacio del 1o71 è
partibut sotto Stauropoli. e Leone il vero primo vescovo, ed assistette
XII lo conferì a monsignor Gio. alla consacrazione della chiesa di
Battista Sartori-Canova, fratello U- Monte Cassino fatta da Alessandro
terino e inseparabile amico del cuo IIi Gli successero: Trasmondo; Leo
re del ginn Canova di PoMogno, pardo del 1197; Riccardo, cui scris
sommo scultore, di cui raccolse gli se Innocenzo III; Pietro Cidonilia,
ultimi respiri , ed eseguì la vo trasferito 0 Bari nel ia56; Bivia-
lontà, massime nel compimento del ho del 1276, e fr. Antonio di Gae
sontuoso tempio innalzato in pa ta domenicano, penitenziere di Bo
tria, nobile monumento quasi emu nifacio VIII. Ora faremo menzione
lo del Partenone e del Pantheon^ de' piu benemeriti vescovi di Miner
che dal prelato fu consecrato, indi vino, e di qualche altro. Dall' ulti
con Esposizione illustrato dal ch. mo memorato, sino a Leonardo e-
Missirini. Ora il regnante impera letto nel i426, l'Ughelli non ne
tore d'Austria l'ha onorato della registra veruno : Roberto de Noe
croce di seconda classe della coro di Puglia, dotto, santo ed eccellen
na di ferro, per aver contribuito te predicotore domenicano, nel i497
al pubblico bene nella provincia di fu traslato ad Acerra. Fr. Antouio
Treviso in tempi di carestia, con Sassolini toscano, generale de' con
grandiosi lavori e sovvenzioni. ventuali, insigne teologo, Clemente
MINERVINO o MINERBINO, VII nel i525 lo fece vescovo.
kfinervium. Città vescovile del re Gio. Vincenzo Micheli di Lavello,
gno delle due Sicilie, nella provin fatto nel i545, morì decano de' ve
cia di Bari, capoluogo di cantone, scovi e centenario nel 1596. AI
i48 MIN MIN
tobcllt- Carissimi di Ancona del gistrato nel 1 1 43, nI quale succes
1617. Fr. Gio. Michele ile Rossi se nel 1179 Riccardo che fu ni
nolano , procuratore generale dei concilio di Laici. ino MI. Nomme
carmelitani, del 1 633 : gli successe remo i principali successori. Fr.
fr. Girolamo Zambeccari domenica Giovanni di Alessandria agostiniano
no bolognese. Francesco Maria Vi- del i348. Fr. Melillo Sabanico di
gnola di Venosa del 1 663. Nicola Andria agostiniano, fatto nel i39o
I'ignattclli napoletano , eletto nel da Bonifacio IX. Giovanni Donaci
1719. Con questi termina la serie monaco celestino del 1 435, inter
I' Ughelli, a tempo del quale il ca venne al concilio generale di Fi
pitolo si componeva delle dignità renze, 'sotto il quale si rinvenne
di arcidiacono, arciprete, primicero, nella cattedrale il corpo di s. Ric
cantore, e dieci canonici. Nella cit cardo vescovo e patrono della cit
tà vi erano due conventi di reli tà. Fr. Antonello de' minori fu tras-
giosi ed un monastero di mona lato da Gallipoli nel i4'2i e con
che, due confraternite e l' ospedale. temporaneamente vescovo di Andria
La mensa consisteva in annui scudi e Monte Peloso, come lo furono :
seicento, con quaranta fiorini di fr. Antonio di Giovannotto di An
tassa ad ogni nuovo vescovo. Ecco dria, che nel i/|t,3 restaurò In cat
i vescovi registrati nelle annuali tedrale; Roggero di Atella ; Marti
Notizie di Roma. 1 734 Fabio Troy- no Soto Major spagnuolo , morto
li di Montalbano diocesi di Tri- nel i4-77, cne collocò nella catte
carico. 1 75 r Stefano Gennaro Spa drale diversi corpi di santi, bene
ni di Carinola. 1776 Pietro Silvio merito della cattedrale di Monte
di Gennaro della diocesi di Capua. Peloso. Gli successe Angelo Fiori
Dopo lunga sede vacante, nel 1 792 nobile di Andria, eccellente in dot
Pietro Mancini di Capitanata. Do trina, pietà e virtù, che splendi
po altra notabile sede vacante, Pio damente ornò la cattedrale, edi
VII colla lettera De utiliori do- ficò la cappella di s. Riccardo, e
minicae, V Lal. julii 18 18, sop ristorò l'episcopio. Alessandro VI
presse il vescovato di Minervino e nel 1 4 t) 'J gli sostituì Girolamo Por
l'incorporò a quello di Ambia (la cari nobile romano. Per demeriti
quale nel secolo XV per un tem Leone X ne spogliò in concistoro
po fu unita a Monte Peloso, Fedi), Andrea Pastore d' Andria, surro
il novero dei cui vescovi qui ri gandogli nel il 16 il concittadino-
porteremo, per supplire a quell' ar Simone de Nor, indi nel i517 fa
ticolo. • cendone amministratore il cardinal
Il primo vescovo fu s. Riccardo Nicola Fieschi. Questi la rassegnò
ordinato da s. Gelasio I Papa del subito al nipote Gio. Francesco
49%, ed ascritto nel martirologio Fieschi, che governò lungamente
da Urbano VIIl. Dopo di lui sino la chiesa, si recò al concilio di
al 781, dice l' Ughelli neh' Italia Trento, e morì nel i565. Gli suc
sacra t. VII, p. 9 1 9, che solo fiorì cesse Luca Fieschi, e nel i.T8-.,.
Cristoforo che intervenne al II con Luca Antonio Resta di Montagna-
cilio Niceno ; ma il Coleti avverte na diocesi d' Otranto, traslato da
ch' era vescovo d' Andros nel mare Nicotera. Nel 16o4 Antonio Fran
Egeo. Altro vescovo N. viene re- chi napoletano, chiaro per pruden-
MIN MIN 1 49
za e letteratura. Alessandro Stroz lica monaco celestino di Barletta.
zi patrizio fiorentino, di esimie vir 1 792 Salvatore Maria Lombardi di
Iù, nominato nel 1626, cui succes Maddaloni, sotto del quale Miner
se Ir. Felice Francescani generale vino fu unito ad A miria. 1822
de' conventuali. Alessandro Egizi di Giambattista Bolognese di Chieti,
Minervino del 1657, benemerito pa traslato da Termoli. Per sua mor
store, e del culto divino della cat te Gregorio XVI nel concistoro
tedrale, amante ile' poveri, e sì u de' 2 luglio 1832 preconizzò l'o
mile che si contentò di un solo fa dierno vescovo monsignor Giusep
migliare. Pietro 'Vecchia veneto ab pe Cosenza di Napoli, canonico di
hate cassi nese, versato in ogni let quella metropolitana. La mensa del
teratura, uno de' primi oratori di vescovo ascende a circa 44$9 du
Italia, trasferito a Melfi dopo il cati.
169o. Indi fu vescovo l' integerri MINGRELIA. Provincia della
mo Francesco Antonio Tri veri, con Russia asiatica, confinante ni nord
ventuale di Biella. Nel 1697 An col Caucaso che la divide colla Cir-
drea Ariano napoletano pio e dotto, cassia e colla Imerezia, in gene
che santificò il clero, riformò i co rale paese assai montuoso, e in cui
stumi del popolo, fu generoso coi le ramificazioni del Caucaso vi si
poveri, difese l' immunità ecclesia- prolungano quasi ovunque : Zalika
Mica, abbelli con pitture ed altro è la più considerabile città della
la cattedrale, eresse il seminario, Mingrelia, presso Iskuriah, che oc
e dai fondamenti fabbricò nuova cupa il luogo dell'antica città di
mente l'episcopio. Nel 17o6 degna Dioscuria. Produce eccellenti frutti,
mente gli successe Nicola Adinolfi abbondante selvaggiume, e sonovi
napoletano, che ingrandì il seminario. buonissimi pascoli. Il commercio
l'ondò il monastero della Concezio più considerabile è quello degli schia
ne, consacrò la collegiata dell' An vi, e specialmente delle donne de
nunziata, fu padre de' poveri cui stinate a popolare gli harem d e' tur
dispensò le sue sostanze e persino chi e persiani. Gli abitanti sono
le proprie vesti. Nell'Ughelli per in generale belli e ben fatti, mas
ultimo si registra Gio. Paolo Torti sime le femmine, che portano abiti
dell' Ospedaletto provincia di Be come le persiane, ma scostumati
nevento, benedettino e abbate di ed allevati nel ladroneccio ed al
Monte Vergine del 1718: benefi l' ubbriachezza : il furto è ritenuto
cò la cattedrale, decorò con dipin destrezza che non disonora, e chi
ti l' episcopio, fu limosiniero, ani - n' è convinto viene punito con leg-
pliò il monastero delle cassinesi, e giernommenda. Credono essere un'o
fece altre belle opere. Le annuali pera di carità l' uccidere i neona
Notizie di Roma contengono i se ti, non avendo il modo di mante
guenti vescovi d'Andria. 1726 ti nerli, e gli ammalati senza speran
Cherubino Tommaso Nobilione, do za di guarigione. La popolazione
menicano di Sorrento, traslato da si divide in tre classi; quella dei
Avellino. 1 7J4 3 Domenico Anelli dehìnandi o principi, de' sshour
d' Andiia, trasferito da Acerno. o nobili, e de' montali o borghesi,
1757 Francesco Ferrante di Reg cioè il popolo minuto. Nei gran
gio di Calabria. 1773 Saverio Pa- pranzi si funno arrostite bovi, por
i So MIN MIN
ci • montoni interi. In occasione stianesimo, vuolsi avvenuta nel V
di duolo ti stracciano i vestiti ed secolo, e comune con quella della.
i capelli, e si battono il ventre con Giorgia. Alcuni pretendono cheque-
urla spaventevoli: questo barbaro co Iti popoli debbano la fede cristiana
stume dura quaranta giorni, dopo i ad un certo Cirillo, che gli schia-
quali, sepolto il morto si fa un fe voni chiamano Chiusi, e che vivea
stino. Tutti sono obbligati andare nel!' 8o6. Forse la religione si era,
alla guerra, ma senza ordine uè estinta in queste regioni nello spa
disciplina, quindi il principe può zio di tempo che scorse dal V al-
radunare facilmente un'armata nu l' VlII secolo, e Cirillo ve la ravT
merosa. Questa contrada -che corri vivò. I mingreli mostrano in riva
sponde in tutto o in parte alla al mare presso il fiume Corax una,
Colchide degli antichi, fece parte gran chiesa, ove asseriscono aver
dell' antica lberia o regno di Gior predicato s. Andrea ; ma questo «
gia (fedi), ed ora è governata da un fatto iusussistente. Il primate u
uu principe che porta il nome di principale vescovo della Mingrelia.
dadian, cioè a dire capo della giu vi si reca una volta in sua vita
stizia : era anticamente vassallo dei per cousecrarvi l' olio santo ed il
sovrani di Karthli; ma verso la li crisma. Anticamente i mingreli ri
ne del secolo XVI, egli scosse que conoscevano il patriarca d' Antio
sto giogo. Nel i8o3 il dadian Gior chia; furono poscia sottoposti a quel
gio si dichiarò vassallo della Rus lo di Costantinopoli. Hanno però due
sia, che gli assicurò, come a' suoi primati nazionali chiamati il Cat
discendenti, il tranquillo possesso di tolico, uno per la Mingrelia, l' al
ciò che riteneva. Non ha una fissa tro per la Giorgia. Dei suoi dodi
residenza, ma va da un luogo al ci vescovati, sei ne restarono, gli
l' altro, sempre accompagnato dalla altri venendo ridotti in abbazie.
corte. Si può dire in generale es Comman ville, Hist. de tous les ar-
sere questo un paese assai povero, chev. et évesch. a p. 3i4 e seg. par
abbandonato all' ignoranza ed al la degli arcivescovi e vescovi della
dispotismo. La religione dominante Mingrelia , dell' lmerezia ed altri
ha molta analogia con quella dei paesi in essa compresi, come delle
greci, ma è mista ad una quantità notizie ecclesiastiche de' medesimi,
di superstizioni, che si può riguar alcune delle quali riportammo al
dare come una vera idolatria. Es citato articolo Giorgia. Ecco poi
sendo il popolo corrotto, la reli il novero delle sedi vescovili di
gione consiste in pratiche esteriori, Mingrelia. S. Giorgio, chiesa pa
spesso abusive. Essi hanno quattro triarcale di Pijuvita distante una
quaresime, e per speciale patrono lega dal mar Nero, e dieci da Rusc
s. Giorgio, che lo è pure dei gior- capitale del paese : divenne metro
giaui, essendo a lui dedicata la. poli nel V secolo, e patriarcale
principale cattedrale. La popolazio colla dignità di cattolico nel XVI;
ne si compone di famiglie forgia Dan dar*, Moquis, Bedias, Ciais, Sca-
ne, armene, tartare ed ebree. Lu liugicas con chiesa dedicata alla
Miugrelia è divisa in tre diocesi , Trasfigurazione, e con sepolcri pei
governata ciascuna da un vescovo. principi di Mingrelia; Scandidi nel-
La conversione de'mingreli al cri- l'Imerezia, eoa chiesa sotto l' invoca.
MIN MIN i5i
zione de' ss• Martiri; Cutntis capi to idolatrico; il non battezzare si
tale delt' Imerezia; Usurguel capi no ai sette anni circa e col vino
tale del Guriel, altro paese della i nobili, credendo bastante a con
Mingrelia; ed Avogasie nel paese seguir la salute eterna la fede dei
de' circassi e di Abcas. Le chiese genitori ; il lasciare i rigori del di
poi vescovili antiche, e poscia sop giuno e dell' astinenza a' monaci ,
presse, sono : Chiaggi abbazia, Si- i quali vivevano immersi più di
purias luogo de' teatini missionari loro in scelleraggini, bastando tra
latini, Copis abbazia, Obuggi già essi lo squallido volto per renderli
luogo di sepoltura de' principi, Se venerabili.
bastopoli rovinata dalle acque, ed L'Imerezia o Imerizia o Ime-
Anarguie, forse l'antica Eraclea, ret è un antico piccolo regno del
sulle rive del mar Nero. Si dice l' Asia nella Mingrelia, ora provin
che i vescovi e il clero, come la cia della Russia asiatica, confinante
nazione, sono lussuriosi, e che i col Caucaso che la divide colla Cir-
preti possono ammogliarsi, ed anco cassia e colla Giorgia, detta anco
passare a seconde nozze; i monaci ra Iberni o Gurgistan. E intera
basiliani , chiamati berres, vestono mente compresa nel bacino del
come i monaci greci, e tengono lo Rioni , il quale è il corso d' acqua
stesso metodo di vita; vi sono an più considerabile della Mingreìia,
che delle religiose di tale ordi ed è il fiume Fasi degli antichi,
ne, senza voti e clausura, e libe così detto per l' abbondanza de'fa-
re di abbandonar lo stato mona giani che vi sono all'intorno. Que
stico. E fucile a concepirsi, che po sta contrada cinta da montagne co
poli i quali hanno aggiunto ai pre perte di neve, possiede ricche mi
giudizi ed all' antipatia de' greci niere e sorgenti minerali. La ve
gli errori i più grossolani in fatto getazione è favorita dal clima, con
di religione, non sono molto dispo pascoli superbi e suolo fertilissimo,
sti nd ascoltare missionari latini. malgrado la inerzia degli abitanti,
Il Terzi, Siria sacra p. 312 e seg., con quantità di capre e selvaggiu-
Imita della nazione colchica, e dei me. Il commercio è nelle mani
popoli sarmati e circassi , ossia de' greci, armeni ed ebrei, essen
detia Mingrelia, ove la favola narrò done il ramo principale l'infame
che Giasone vi giunse cogli argo- traffico delle donne comprate per
imuti e prese il vello d'oro me gli harem, e diffonde. nel paese rag
diante le arti di Medea. Racconta guardevoli somme : tuttavolta esso
che i sarmati e circassi sono sog diminuì dopo che il paese fu riu
getti al patriarca de'colchi o miii- nito alla Russia. Gli abitanti sono
greli, e che penetrandovi i dome di razza giorgiana ed assai belli, e
nicani vi fecero un bene immenso, professano la religione greca: i gior-
essendo i principali loro errori e giani, i circassi e gl' imerezi sono il
superstizioni, il negare il purgato- popolo più belio della terra, e di ri
torio, le orazioni de' santi, i sacra marchevoli forme eleganti. Rotais o
menti della penitenza, dell' estrema Kutais, capoluogo, si può considera
unzione e del matrimonio; V ab- re come la sola città. Nel secolo
borrire l'immagine de' santi, a' qua XIV l'Imerezia faceva parte della
li invece i miugreli rendono cuI- Giorgia, p«r cui a quell' articolo
ila MIN Mllf
parlammo delle tue notizie ecclesla gidì adiacenze dell' immenso impe
stiche; ni principio del secolo XV ro russo. Il nome di Cuucaso è
il re Alessandro I divise gli stati tra antico quanto la storia, ed è abita
i suoi tre tigli, e diede al maggio to da molti popoli i i giurgioni, gli
re I' Imerczia, eli' ebbe allora so osseti, ed alcune tribù turche vi
vrani indipendenti, col titolo di si stabilirono; quanto agl'indigeni,
Meppe o re, o re dei re. Questi l'origine si perde nella notte dei
comandarono per molto tempo agli tempi. La provincia della Russia
abeas, ai mingreli, ed ai popoli di europea chiamata Caucaso, forma
Guriel paese della Colchide, dopo va per I' mnanzi un governo, tito-
ch' ebbero tutti scosso il giogo de- Io abolito nel i822, e prende il
gj' imperatori di Costantinopoli-, e nome dalla catena del Caucaso,
poi di quelli di Trebisonda, col dalla «piale ppiò è separata me
qual paese confina il Guriel ; ma diante una fertile pianura. Questa
nel secolo XVI essendosi ribellati, provincia si divide m due porzioni
la Porta ottomana sotto pretesto distinte: i .° la linea del Caucaso o la
di proteggerli, li rese tributari l'u parte militare, che si compone di
no dopo l'altro. Nel i774 " r* fortezze , ridotti e stazioni de' co
d' lmerezia fu esentato dal tributo sacchi, e dipende dal generale in
ili dare ogni anno 4o fanciulli e capo comandante il corpo d arma
4o donzelle. Pel trattato de' 2 4 lu ta stabilito nella Giorgia; 2. la pro
glio i783 si mise sotto la prote vincia del Caucaso propriamente
zione della Russia, enel i8o4 Sa detta, che forma la parte civile di
lomone II si assoggettò volontaria questo governo, e da cui dipendo
mente a quella potenza, ricevendo no i sobborghi delle fortezze, ed i
i suoi successori annua pensione. Il villaggi appartenenti allo sta'o ed alla
Guriel nel i8ia fu ceduto dai nobiltà. Molte fortezze di questa
turchi alla Russia, e il capo di es provincia furono costrutte 2oo an
sa porta il titolo di luogotenente ni prima che si vedesse un solo
generale russo con pensione: De villaggio russo. Sta vropol è il capo
tom o Iìatum è la maggiore città luogo della provincia, che si divi
della regione. Dovendo poi parlare de in quattro circoli, nella maggior
dello stato delle missioni cattoliche parte popolati di cosacchi, giorgia-
della Mingrelia, Imerezia e Cauca ni, armeni, caucasi, tartari e boe
so, daremo anche di questo ultimo mi . Le orde de'nogaesi, turcomani,
un brevissimo cenno. kalmucchi vivono come nomadi ,
II Caucaso è una massa di mon e coprono le steppe delle loro in
tagne, che occupa l' istmo fra il numerevoli Diandre. Sopportando
mar Nero ed il mar Caspio dalla molti a malincuore la soggezione
foce delKuban, appartenenti all'A al dominio russo, l' imperatote è
sia. Si contano più di ventiquattro sovente obbligato a reprimere le
nazioni di lingua e costumi diver loro irruzioni e ribellioni, ed an
si, abitando alle sue radici molti che al presente n' è viva la guer
popoli similmente di costumi e di ra. Caterina II fece edificare una
lingua differenti, bellissime essendo catena di fortezze dal mar Nero
le donne. Tutti i paesi rinchiusi fino al mar Caspio, nello spazio di
nel sistema del Caucaso sono og- circa 3 oo leghe, per tenere a freno
MIN MIN i53
l'audacia deIIe popolazioni. La Cir- dersi, un tempo indusse la con
cassia poi £ unn contrada che com gregazione di propaganda, alla qua
prende grini parte de' paesi posti le sono soggette le dette missioni,
Ira i detti muri, ed lia per limile a permettere le confessioni per in
i fiumi Kuban e Terck, e le mon terpreti. Nella Mingrelia entrarono
tagne del Caucaso. Sono divisi i i chierici regolari teatini, della mis
circassi in varie tribù indipendenti, sione di Giorgia, fondata li 4 mag
ciascuna delle quali Iia un princi gio i626, e vi predicarono con
pe o capo, e vivono sempre in fruito la fede, e siccome incontra
piieria fra loro. La principale città rono il favore del principe, ebbero
è Annpa, con buon porto, su di da questo in dono la chiesa, l'abi
una bàia del mar Nero : i russi tazione, e de' servi per i loro bi
sene impadronirono nel i79i. L'at sogni. Le cose progredirono felice
tuale governo de' circassi è feuda mente sino al i66o, in cui i Ica-
le ; la loro soggezione alla Russiii tini per mancanza di soggetti si ri
è meramente nominale, colla quale tirarono dalla missione, donando più
nmo di frequente in guerra. Gl'in tardi ai cappuccini quanto aveano
dizi del cristianesimo sono tra i colà acquistato, ed era perciò di
circassi più manifesti, e vi è an venuto loro proprietà. Questi nuo
zi conservata un'antichissima chie vi operai non meno che i primi
sa di rito greco ; tuttavolta sono avendo spiegato gran zelo nella col
involti in diversi errori, non cre tura di questi popoli, fu accresciuto
dendo esservi nè paradiso, nè in il numero de'missionari fino a ven
tèrno. Essendo ancora i teatini nel ti, ai quali la propaganda dava
la missione di Mingrelia, il princi annui scudi trecento, oltre sessanta
pe de' circassi vi penetrò colla sua di viatico. Nel i088 il principe di
armata, arse la chiesa e casa dei Giorgia col figlio ricevettero il bat
teatini, e la libreria numerosa di tesimo, essendo vescovo del paese
duemila libri, onde il p. Rasponi monsignor Eutimio, scrivendone il
fuggì nelle montagne del Caucaso, principe ad Innocenzo XI. Nel i692
e vi fu bene accolto. -Ecco le noti- i cappuccini dopo la guerra dei
zie sulle missioni cattoliche nella persiani assai soffrirono. Nel i7oi
Giorgia (oltre a ciò che si disse a detto principe tornò a farsi mao
quell'articolo,), Mingrelia, Lucrezia mettano, restando de'principi della
e Caucaso. stirpe de're d'Ibcria il solo Cavino bat
La massa del popolo giorgiano tezzato nel i692, tutti gli altri ab
segue la religione greca scismatica, bandonando il cattolicismo. La Gior
con patriarca de' monaci e preti, gia formava parte della diocesi d'I-
ignoranti , ipocriti ed immorali : spaban, ed a nome del vescovo vi
hanno molte chiese e la bella cat esercitava piena giurisdizione il pre
tedrale di Sion ; vi sono numerosi fetto pro tempore della missione ; in
anco gli armeni scismatici. I catto seguito fece parte del vicariato pa
lici di questi luoghi, che forse non triarcale di Costantinopoli, dove i
giungono a i5,ooo, altri e pochi cappuccini hanno ospizio. Essi non
sono di rito latino, altri di rito ar poco soffrirono dai principi giorgia-
meno. La lingua giorgiana presen ni, e dai russi che s' impadroniro
tando grandi difficoltà per upprcu- no del convento e della chiesa, ma
,54 MI5 MI N
poi contribuirono all' edificazione di ria, ed ospizio. La chiesa di Tiflis
altro convento con chiesa. Ln mis costò scudi 75oo, somministrati da
sione si puh considera re latina ed Alessandro I, ed altrettanti dalla
nrmena, divisa in nuova ed antica. pietà de' fedeli. Il campanile colori
La nuova si stabili nelle due pro to ad uso russo ha tre campane.
vince di Leres e Sciaragali, dove Il concistoro di Vilna sempre tentò
si rifugiarono alcune famiglie ar di ridurre in suo potere la missio
mine evase dal dominio ottomano; ne. In Kutais capoluogo dell'lme-
l' antica si trovava stabilita nella rezia vi è chiesa dedicata alla Ma
Giorgia, Mingrelia, Imerezia, Guria, donna, con 1 3o cattolici forse di ri
Abascia, Akalzike, ne'quali luoghi to armeno ; e de' suoi sette ospizi,
si trovavano 26 chiese parrocchiali tre ne rimasero. La missione ha
armene ma povere, come povero è beni stabili e; mobili, oltre i sussi
il clero armeno. Quello Iatino vive di della propaganda. L'Abascia di
ton qualche comodità e possiede pendeva dalla parrocchia di Ku
de' l'ondi acquistati dai cappuccini, tais. Akalzike è una città capoluo
coll' esercizio della medicina, alla go di provincia di tal nome, con
quale sono autorizzati qualora sieno circa 7ooo armeni cattolici, con due
periti nell'arte e l'esercitino gratui chiese latina ed armena, ospizio, ed
tamente. Ciò che poi ritrae dalle altre chiese cattoliche ne' dintorni.
spontanee offerte, serve alla sussisten Vi sono monaci mechitaristi e sei
za de' missionari, e in beneficio della preti armeni. In Chamogi nel Chi-
missione. L' opera dei missionari in rovano esisteva una missione assi
questi luoghi consiste nell' assistere stita dai gesuiti, con casa e bella
i cattolici, battezzare qualche infe chiesa perita nel 1755. I popoli
dele, e procurare la conversione de leschini ed ossi mostrano buona
gli armeni, poichè d' altronde le disposizione ad abbracciare la fede.
leggi proibiscono ai paesani cambiar Quattordici luoghi dipendono d' Akal
la religione greco-scismatica domi zike. Sciaragali è una provincia, ed in
nante. Alessandropoli si fabbricò una chie
Tiflis è il capoluogo della Gioi> sa per le rifugiate famiglie cattoli
gia, residenza del pretétto della mis che, e ne dipendono sei luoghi.
sione e del governatore generale , Ozerghetti nella Guria ha la sua
con sette missionari, e bell'ospi chiesa e molte famiglie cattoliche,
zio de' cappuccini, con scuola, ci- avendola edificata Costantino (Mo
iiiiterio, sodalizio ed ospedale. Aven schi polacco cattolico. Gambria nel-
do il governo tentato l' espulsione I' Ambascia ha de' cattolici poveri,
de'missionari Iatini, questi furono difesi e vi si fabbricò una chiesa. Nel
dal console francese barone de la Caucaso ebbero nel secolo decorso
Chapelle, ma ultimamente i cappuc ospizio i cappuccini di Mosca. Fu
cini lo furono, sebbene i missiona tentato più volte riaprire la mis
ri di (iori. Kutais e Tiflis aveano sione dalla parte della Giorgia, ma
dall'imperatore di Russia annui scu sempre con infelice successo. L' ul
di centoventi. Goti è una piccola tima volta vi si portarono tre mis
pitta con fortezza russa con qua sionari della congregazione di s.
ranta famiglie cattoliche, con chie Gio. Battista, con monsignor Leo
sa dedicata a Gesù, Giuseppe e Ma- ni vescovo armeno. Furono credit-.
MIN MIN i55
ti mercanti, « come tali accolti con al luogo del tribunale, gli ha eret
ufficiose riprove di ospitalità; ma ta una statua marmorea rappresen
scopèrtosi ch'erano venuti per mo tante la sua effigie, scolpita dal ch.
tivi di religione, si cambiò la stima Pampaloni. Tra le chiese principa
jn disprezzo, e furono di luogo in li nomineremo le seguenti. La cat
luogo perseguitati, e non senza dif tedrale di s. Maria e s. Genesio,
ficoltà salvarono la vita in Giorgia. ridotta nel 1488 nella forma e
Anche ai giorni nostri tentò il pre luogo in cui si trova, dipoi nel
fètto inviarvi qualche missionario, 1775 adornata di statue e stucchi.
almeno per assistere i soldati po La chiesa e convento di s. France
lacchi, ne scrisse al governatore, nè sco de' conventuali, è un colosso che
ebbe alcuna risposta, perchè il gover s' innalza sulle balze d' un colle tu
no non vuole che la propagazione faceo, sostenuto da immensi fonda
della credenza greca dominante, non menti e da muraglie, la più gran
acconsentendo alla predicazione del diosa delle vecchie fabbriche della
la cattolica. Alle falde del Caucaso città. L' origine risale al 1 2 1 1 , ri
nella città di Nuka si trova una fatta nel 1276, poscia nel i3■j3 nel
colonia di piemontesi che vi fab- modo che si vede, terminando un
bucarono una chiesa. benefattore sanminiatese chiesa e
MINIATO (s.). (S. Miniati). Cit convento nel i48o. Si rimarca il
tà con residenza vescovile del gran sepolcro di Baldo de' Frescobaldi
ducato di Toscana , nella provin di Firenze, tumulatovi nel i35oy, e
cia di Firenze, capoluogo di co tra le sue tavole dipinte, dicesi la
munità e di giurisdizione. E si migliore quella di Corrado. E in
tuata sul dorso angusto d' una valsa da gran tempo l'opinione, che
lunga collina, che la percorre per ivi esistesse la chiesuola di s. Mi
un buon mezzo miglio , biforcan niato in loco Quarto , dalla quale
do all'ingresso ed all'egresso fra le ebbe nome in seguito il paese, ora
fiumane dell'Elsa e dell' Evola, le città omonima .». fthniato, òanmi-
quali hanno foce in Arno, due mi niato e Sammiwato nel Val d'Ar
glia a settentrione dalla città. I no inferiore. Ma pare che il luo
colli san minia tesi sono ameni e go in discorso, un miglio e mezzo
fertili, ben vestiti di uliveti, di vi distante dall' antica pieve e borgo
gneti e di frutti squisiti, in clima di s. Genesio, dovette essere ben di
dolce e sano, tranne qualche neb verso dall'antico loco Quarto di s.
bia in alcun tempo dell' mmo. Fra Miniato. Tuttavolta la tradizione
le strade carreggiabili che l' attra inserita negli statuti del comune, ri
versano avvi la regia postale Li formati nel 1 359, dice che la festa
vornese. Vi risiedono il commissa di s. Miniato martire, difensore e
rio regio ed un tribunale di pri patrono della terra del cui nome
ma istanza eretto nel 1 838, oltre s'insignì, si celebrasse a'a5 ottobre
un vicario regio ed altri uffizi. Iti- nel detto luogo de'fiati minori. La
conoscenti i sanminiatesi al regnan chiesa e convento de' ss*. Giacomo
te granduca Leopoldo II per l'isti e Lucia fuori di porta, de'(tomeni-
tuzione di tal tribunale collegiale, cani gavotti, già esistente nel seco
C della residenza del commissario, lo XII, nel qual tempo esisteva pu
sulla piazza di s. Bastiano, davanti re l' altra chiesa de' ss. Giacomo e
MIN
Filippo a Pauculi, i cui beni IWo- me alla piazza maggiore, sotto il
IIs incorporati nel i ì')i al capito poggio della rocca, avendo di Iron
lo della coltegiata poi cattedrale, te l'episcopio. La prima fondazio
(Ih Innocenzo VIII, il quale nel ne rimonta verso la metà del se
i j.87 erc-.se di ninn() tal collegiata colo XVII, sotto il vescovo Fithi;
o collegio di canonici con preben aumentato dal vescovo Poggi nel
de. Questa chiesa dicesi fuori di principio del XVIII, e nel corren
porta, perchè la porta vecchia del te dall'odierno ottimo vescovo, che
ie mura castellane è molto innan nel 1 84 1 fece innalzare dai fon
zi di arrivare alla porta di Sri Ro damenti, e nel \S\-i fregiò il lo
dolfo, che scende a Cigoli e alla cale d'una ricca biblioteca. Fiori
badia di s. Gonda. Appartenente al sce il seminario, essendovi attual
capitolo, nel 1 336 fu ceduta ai do mente dieci cattedre, e circa 7o
menicani, ed è ricca, segnatamente fra seminaristi e collegiali. Il con
nella sagrestia, di buone pitture au servatorio di s. Chiara fu fonduto
tiche, bellissima essendo la tavola per le francescane nel 1379 per
del Puzzi milanese, situata nell' al- lascito di Paolo Portigiani da San-
tire della crociera a cornu evan- miniato, chiamato il monastero di
gelii. Di mano maestra è il sepol 6. Paolo, e nel 1785 fu ridotto a
cro in marmo del medico Giovan conservatorio con convitto di edu
ni di Chellino Sanminiati, morto cande, ed istruzione giornaliera di
nel 1641. L'oratorio del ss. Cro donzelle. Il monastero di s. Mar
cefisso è un edilizio a croce greca tino, presso la porta Faognana, ora
con cupola dirimpetto al palazzo distrutta, è un grandioso fabbrica
comunitativo, riedificato nel 1718, to posseduto nel secolo XI dai mo
essendo I' antico del secolo XV fat naci di s. Pouziano di Lucca, indi
to per riporvi il ss. Crocefisso che edificato il monastero nel 1 346 vi
avea accompagnati i sanminiatesi furono trasferite le monache di s>
nelle solenni peregrinazioni peniten Agostino di Montappio fuori di
ti de' battuti. La chiesa di s. Ste porta Poggighisi, ma meglio vuol
llmo sulla costa, antica parrocchia si che le monache vi passassero nel
già esistente nei secolo XII, fu di- i524, quindi dal vescovo Corsi nel
dichiarata prioria nel 1752, nel 1672 ottennero vivere secondo l'i
tempo che n'era rettore un cano stituto di s. Domenico; e dopo il
nico Bonaparte. La chiesa di s. Ca 1817 serve di ospizio a religiose
terina già degli agostiniani, diè no che professano la stessa regola. Il
me alla distrutta porta poi appel convento de'cappuccini fuori di San-
lata Poggighisi , avendola edificata miniato si erge sopra una collina
gli agostiniani nel secolo XIV, indi lungi mezzo miglio da Sanminiato,
soppressi nel declinar del XVIII, nel 16o9 edificato nel terreno che
quando il fabbricato fu cangiato fu donato dalla pietà del sanmi-
nell'ospedale. La chiesa dell' An matese Gioacchino Ansaldi. Il gran
nunziata, parrocchiale, fu per qual duca Leopoldo I nella piazza di s.
che tempo uffiziata dagli agostinia Caterina, in bel fabbricato riunt i
m sino dal i522. vari speda le Iti della città e del
Bella e ben situata è la fabbri suburbio, oltre quello contiguo dei
ca del semmario, che ha dato no- gettatelli affiliato allo spedale dulla
MIN MIN i5;
Scala di SIena. Nella chiesa del lato) perchè oriondo di San mi
soppresso monastero della ss. Tri niato fu l'egregio mio amatissimo
nità, nel 1818 fu stabilita la com avo materno Gio. Antonio Bencc-
pagnia della Misericordia, e nel lo rini, nato in Roma, mn figlio di
cale le pubbliche scuole del liceo. Giuseppe di civile e possidente fa
L accademia degli Euteleti, a cui miglia di Sanminiato, che per ave
mi pregio e vanto appartenere, eb re esercitato la chirurgia ne feci
be un tenue principio nel secolo onorata menzione in fine dell'arti
XVI da alcuni giovani studiosi col colo Medico; e qui per affettuosa
•itolo di Affidati, che si affidarono memoria del degno avo che tanto
di fatto alla protezione del gran teneramente mi amò, dirò che hi
duca Cosimo II, il quale si degnò di bella persona, di statura alta e
accettarne la protezione col titolo dignitosa, di tratto nobile ed elo
di presidente, ma dopo la sua mor quente, lepido, colto, leale, religto
te il letterario istituto si estinsc. so, caritatevole sino cogli ebrei, di
Invano fu tentato di richiamarlo animo generoso.
in vita sotto Francesco II, invano Sanminiato, nobile ed illustre cit
provarono di ottenere qualche suc tà, fu feconda d'ingegni celebri in
cesso sul declinare del passato seco tutti i tempi ed in tutte le serie.
lo alcuni studiosi sanminiatesi. So Senza parlare de'grandi uomini chi?
lamente nel 3o dicembre 1822, diede alla Chiesa, fra' quali fioriro
dando incremento nd un letterario no cardinali, arcivescovi, vescovi e
privato esercizio che in Sanminiato prelati; nelle scienze naturali no
tenevano alcuni giovani diligenti, si tissimo è il merito di Michete Mer
riusci d'istitnire e di aprire con cati, che dichiarai ni citato articolo
solennità l'accademia di scienze e Medico; Giovanni Pieroni discepo
lettere, per la retta istruzione del lo di Galileo, matematico e archi
la gioventù, che prese il nome di tetto militare alla corte di Praga.
/'.uti Irti, e che d'allora in poi con Altro Giovanni fu architetto di Ca-
servasi operosa ed onorevole, anco struccio, ed autore della torre Cac
per essere presieduta dal sanminia- ciaguerie di Pontremoli. Lodovico
te-c cav. Pietro Bagnoli. Questa Cardi originario di Cigoli. Fra i
nuova fondazione si deve all'illustre medici di maggior grido sono a
benemerito concittadino e vescovo rammentarsi Ranieri Bonaparte ,
della propria patria il rispettabile Pietro Mercati , Cosimo Telinoci ,
monsignor Torello Pierazzi, ed a Giovanni Sanminiati . Furono va
cagione di onore qui rinnovo la lenti in diritto, Ansaldo Ansaldi,
mia indelebile e indicibile gratitu Michele Bonincontri, Nicolò Bona
dine per avermi spontaneamente parte. Nelle scienze divine e moia
proposto socio corrispondente, e in li primeggiarono Pietro Comestore,
nome del corpo scientifico trasmes supposto de' Mangiadori ; fr. Marco
so con distinti modi il corrispon Portigiani ; Tommaso Ansaldi. Ja
dente diploma accademico. L' inat copo Bonaparte gentiluomo saumi-
tesa aggregazione all'accademia san- niatese è autore del Ragguaglio di
miniatese mi riuscì infinitamente tutto l'occorso ogni giorno nel sar
gradita, principalmente ( come nel co di Roma del i527, in cui si
ringraziarlo notificai al lodato pre- trovò presente. Dicesi che distese
t58 MIN nI I If
questa storia presso gli Orsini in tieo stipite di cotanto celebre ra
Roma, e l'editore di Colonia 1756 mo sauminiatese. Napoleone fu uo
trasse l'autografo dall'archivio pri mo straordinario, che riunt l' inge
vato della famiglia Bonaparte di gno di Cesare e la fortuna di Ales
Sanminiato. Lavoro veridico, impar sandro: avea ventisei anni quando
eiale, veramente importante e pre fu nominato generale in capo del
gevole, e non andò esente dall'essere l'armata d'Italia. Il Gara rnpi nel
attribuito ad altri , cosa che spesso Saggi sulle monete pont. pag. 52
tentano fare gl' invidiosi delle altrui dell' Appendice, parla d'un Nicolò
produzioni, ma con poco successo di Buonaparte da Sanminiato eIe*
perchè la verità prevale. Distinti let ricus Lucanaedioec.,c\ie Pio II nel
terati furono Lorenzo Bonincontri, settembre 1458 destinò tesoriere
Ugolino Grifoni primo cavaliere e del ducato di Spoleto, di Perugia
maestro dell'Altopascio, senza dire e di Todi; indi nel i46o registra
di vari di casa Roflia, nè del già tore delle lettere apostoliche, nel
encomiato Bagnoli. Celebre guerrie qual tempo era eziandio chierico
ro fu il barone de Mangiaduri se del sacro collegio. Paolo II nel
niore , che Dino Compagni ram 1466 lo fece governatore di Nor
mentò con lode nella vittoria ri cia e delle montagne di detto du
portata in Campaldino, come fran cato, chierico di camera nel 1 468i
co ed esperto cavaliere, e che pe ed arciprete de' ss. Celso e Giulia
rorò l'esercito prima di attaccare no di ltoma. l'uvvi anche uu Ja
la battaglia, sebbene la fama di lui copo Buonaparte chierico della dio
restò offuscata dal contegno rivo cesi di Lucca, che nel i489 otten
luzionario ch'egli da vecchio nel ne il posto di notaro della camera
i3o8 tenne nella sua patria. Fra apostolica.
le famiglie illustri meritano specia Intorno a questa famiglia Bona
le ricordo quelle de' Mangiadori, parte si sparsero diverse genealogie
de' Boi ionici e de'Bonaparte, oltre secondo le differenti passioni e par
che nacque in Sanminiato 0' 7.3 lu titi, per cui si fece anche origina
glio i4oi Francesco Sforza, il pri ria d' Ascoli della Marca, dicendosi
mo duca di Milano di sua fami ivi essere stata insigne e patrizia
glia, onore della milizia italiana, ne' secoli XIII e XIV, donde pas
dicendo il Simonetta che dopo Giu sò in Toscana, ed un ramo in Cor
lio Cesare non ebbe l'Italia altro sica (Fedi), come si legge nelle
generale da mettergli al paragone. Meni. ascolane mss. del Pastori ;
I Borromei di Milano, come di e nella Mem. dipl. della primitiva
cemmo a quell'articolo, provengono origine ascolana deli' ant. e nob,
da Sanminiato, ove si estinse il ra fam. Bonaparte di De Angelis, in
mo ch'era vi rimasto nel 1672. E- edita e citata da De Mimcis, Mon.
gualmeute da Sanminiato si staccò Fermani p. 3o. Pare certo che il
un ramo di quella prosapia che casato Bonaparte o Buonaparte sia
diede al mondo l' unico Napoleone oriundo da Treviso, conosciutovi
Bonaparte, fulmine di guerra, il fino dai tempi di Carlo Magno,.
quale negli ultimi del secolo \ Vili giusta le notizie che si trovano nel
visitò in Sanminiato il canonico d. la Storia della nobiltà europea
Filippo Bonaparte, ultimo dell'an del Menestrier, che scrisse molto in
MIN MIN i%
nanzi alla rivoluzione francese. Se che presso di lui conservnvansi au
condo quello storico, col riscontro tentici documenti. Queste parole
di cronache fiorentine, il primo ra bastarono per asserire, che i Bo
mo staccatosi dal ramo di Treviso naparte di Toscana provenissero
ci allogò in Firenze ne' primi del da quelli d' Ascoli. Nelle Notizie di
i 2oo, riuscendo famoso Corrado Marietla Ricci dell' Adcmollo, ve ne
Bonaparte che colla sua famiglia sono intorno ai Bonaparte, massi
non volle mai rinunziare nella re me di Toscana e di Corsica. Fi
pubblica al suo grado gentilizio; nalmente nelle Notizie ist. di Ca
fatto avvenuto molto prima che nino, di cui parlammo all'articolo
si parlasse de' Bonaparie di Bolo Far.vese, del ch. com. Visconti (e
gna e di Ascoli. Questi si condus pubblicate dal principe di tal ca
sero in tali città, e vi salirono in stellaula Carlo Bonaparte, che riu
fama, probabilmente verso la metà nisce pel di lui matrimonio con la
del secolo XIII. In Ascoli sì fat principessa Zenaide, primogenita ed
to casato risplendette principalmen unica superstite dell'ex re di Spa
te per opera del valoroso Giovan gna Giuseppe suddetto, i due rami
ni Bonaparie, stato podestà del co primogeniti della famiglia), vi è ri- .
mune a Firenze nel i334, per quel portata l'ascendenza per linea retta
che apparisce nel t. XVII, p. io9 mascolina del principe di Canino e
della Raccolta del p. Ideili. uso di Musignuno. Essa incomincia con Gio
s. Luigi. Caduta la repubblica di vanni Bonaparte da Treviso, con
Firenze, i Bonapaite furono da' Me sole e rettore di quella città, il
dici confinati a Siinmiiiiato. Un Pni- quale nel i ifc>3 andò in Piacenza
gi di questo cognome, odiando la a giurar la pace stabilitiiajon l'im
dominazione Medicea, portò il suo peratore Federico I nel trattato di
domicilio a Sarzana (Pedi), e quin Costanza. Figliuolo e nipote di Gio
di andò a stabilirlo in Aiaccio, cit vanni probabilmente fu Bonaparte
tà principale di Corsica, ove ebbe che si stabilì in Sarzana, da dove
stabilimento la famiglia Bonaparie. Gabiiele suo discendente, prima
Ciò viene provato ancora dall' istan del i567 si stabilì in Aiaccio, il
za fatta nel i789, da Giuseppe cui figlio Girolamo era nel i 5y4
Bonaparie fra tel maggiore di Na patrizio fiorentino. Si aggiunge dal
poleone Bonaparte, al granduca di Visconti che la discendenza di Gio
Toscana Leopoldo I, al fiue di es vanni in Treviso, ramo perciò di
sere ammesso, come antico patri verso da quel di Sarzana, vantò a
zio fiorentino, nell'ordine militare tutto il secolo XIV molti personag
di s. Stefano. Nel i796 avendo gi illustri iu toga ed in armi, co
Napoleone riconosciuto ed abbrac me un Giovanni podestà di Fi
ciato qual suo parente, il memora renze nel i334, che altri attribui
to canonico Bonaparte, con cui si scono ad Ascoli, un Oderico capi
estinse il casato in Sanminiato, que tano de' fiorentini nel i 345 ; e che
lli maritando in Ascoli la sua ni I' altro probabile ramo di s. Mmia
pote Jakson col nobile Carlo Lenti, to al Tedesco, disceso da un altro
disse ch' era assai contento che i figlio di Bonaparte di s. Nicolò di
suoi tornassero in Ascoli dove ab Firenze, non undò privo di uomi
antico aveauo parentado illustre, di ni illustri. Questo Bonaparte di s.
i 6o M IN MIN
Nicolò lo diee forse lo «tesso di Bo- che nel 999 era già popolato, cir
naparte da Sarzana pure rammen condato e munito intorno di fossi.
tato. Bonapnrte di s. Nicolò di Fi Vuolsi che la distinzione del luogo
renze nel i 26o è registrato nel Quarto sia forse la distanza di cir
gran consiglio di quella città, detto ca quattro miglia della chiesa di
per antonomasia ghibellino, perciò s. Miniato a Quarto da quella an
bandito co' figli dal partito guelfo tichissima di s. Genesio. Figli di
nel i269. Un de' figli di lui, per Odalberto furono Ugo e Tebaldo.
nome Ildebrando, fu consigliere nel Indi si nominano i Lambardi di s.
i256 del comune di Siena, donde Miniato, appartenenti ai nobili di
si trasferì a s. Miniato al Tedesco. Corvaja, tra' quali Fraolmo fiorito
La città di s. Miniato, in origine verso la metà del secolo X, da cui
castello, si crede da alcuni fondata nacquero altro Fraolmo e Ranie
dall' imperatore Ottone I, nel secolo ri; mentre nel 99i si trovano fra
X, mentre altri l'attribuiscono al i signori del castel di s. Miniato
leiII ed a Desiderio ultimo re dei nel piviere di s. Genesio, i nobili
longobardi ; nè mancarono scrittori Ugo e Fraolmo figli di Ugo. Tali
i quali dal nome di l'aiuoli dato furono in fatti i Lambardi o no
ad una sua contrada e ad una bili di s. Miniato rammentati nel
chiesa ora disfatta, e supposta an la bolla di Celestino III, diretta nel
ticamente tempio pagano dedicato t i94 a Gregorio preposto della
a Pane, fecero risalire i suoi pri pieve di s. Genesio, cui confermò
mordi all'età romana. Il fatto me fra le molte chiese del suo piviere
no soggetto n controversia è che quella di s. Maria nel castel di s.
forse la fera origine di questa cit Miniato, rilevandosi inoltre che il
tà trovasi registrata in un documen castello fino dal secolo XII era cir
to dell' archivio arcivescovile di condato di mura. Attesa la sua di
Lucca de' i6 gennaio 788, nel qua stanza dalla pieve, nel i236 con bolla
le si legge la fondazione d' una fu concesso alla chiesa di s. Maria
chiesa fatta verso l'anno 7oo sotto in s. Miniato il battisterio, con facol
il titolo di s. Miniato in loco Quar tà di poter seppellire i morti della
to, dentro i confini del piviere di parrocchia. Ciò avveniva dodici an
s. Genesio. Il Muratori che pubbli ni prima che i sanminiatesi nel
cò tale istromento, rilevò che in i 248 portassero l' ultimo eccidio
quel tempo la chiesa di s. Miniato al borgo s. Genesio quasi loro ma
era un semplice oratorio sottopo dre patria, sembrando che verso
sto fino dalla sua erezione alla tale epoca tutti gli onori della pie
chiesa plebana di s. Genesio, si ve matrice si trasferissero nella
tuata presso la confluenza dell' Elsa chiesa di s. Maria in s. Miniato
in Arno e forse quattro miglia di insieme all' antico titolare di s. Ge
stante dal luogo Quarto. Mezzo se nesio. Di questo santo trattammo
colo dopo, nel luogo ove fu questa all'articolo Macerata, parlando di
chiesa di s. Miniato a Quarto si ri Sangenesio grande terra di quella
corda un castello di proprietà d'O- provincia. Nel i257 apparisce se
dalberto nobile lucchese, il 'piale nel guita I' unione della pieve di s. Ge
938 ricevè ad enfiteusi la chiesa di nesio alla chiesa di s. Maria. Il
s. Miniato situata nel suo castello, luogo del Castel vecchio di s. Mi
MIN MIN i6 1
ninto, dov'è la rocca, la cattedra gli altri luoghi s. Miniato e s. ( ie
le e l'episcopio diè il titolo ad uno ne sio. hi questo frattempo, e nel
tte' terzieri della terra. Le ventidue 1 172, il castel di s. Miniato, fu as
parrocchie superstiti dell'antico pie- salito, preso e malmenato dai luc
vanato di s. Genesio sono state con chesi in guerra coi pisani, nel di
template suburbane, e dipendenti stretto de' quali era allora il ca
immediatamente dulla cattedrale, il stello. E siccome i fiorentini dove
di cui capitolo considera per prima vano difendere i pisani e loro ter-
diguitù quella del suo pievano pre 1 i torli, i Sanminiatesi ricorsero al
posto. comune di Firenze per essere aiu
Marra il sauminiatese storico Lo tati a cacciare i lucchesi dalla pa
renzo Boniucontri, clic non solo tria. Il primo giudice della corte
Ottone I fondò il castello di s. imperiale residente in s. Mmiato ,
Miniato, ma istituì in esso la re fu certamente Giovanni, istituitovi
sidenza d' un giudice degli appelli verso il 121 1 dall'imperatore Ot
di nazione tedesca, per cui il pae tone IV, e pronunziò sentenza in
se si distinse con l' epiteto di s. una causa sul castello di Monte
Miniato al Tedesco. Tnttavolta l'o Bicchieri, nella chiesa di s. Maria.
rigine del castello rimonta come Tale imperatore erasi portato in s.
si disse ad epoca più vetusta, e Miniato nell'ottobre 12o9, e nel
l' istituzione e sede de' giudici im febbraio era stato nel borgo s. Ge
periali in esso ebbe luogo assai più nesio. Nel 1 ?..'ìo si assoggettò alla
tardi. lticordauo Malespini nel t i 1 3 giurisdizione sanminiatese il comu
rammenta con Ruberto o Rimber- ne di Castel Falti; e nel 1 .■ ii il
to tedesco vicario dell' imperatore conte Ranieri Piccolino, antico ca
Enrico V, che risiedeva in Sanmi- stellano di s. Miniato, vendè al co
niato del Tedesco, appunto perebè mune rappresentato dal podestà del
i vicari dell' imperatore vi stavano luogo, la sua porzione del castella
dentro, e facevano guerra alle cit e curia di Tonda. Indi nel l ,. li
tli e alle castella di Toscana che per istromento del notaio impe
non obbedivano all' impero. Clic se riale si fece la dedizione del ca
trovasi a' 2o gennaio 1178 nel pa stello e uomini di Camporeita al
lazzo imperiale di s. Miniato l' im comune stesso, seguita da quella
peratore Federico I, e vi ritornò con di Vignale. Frattanto i sanminiate
numerosa corte nel luglio 1 185 , si con la protezione dell' imperato
e urll' anno seguente in agosto il re Federico II, di cui essi uniti ai
di lui figlio Enrico VI ; non è per pisani sostennero le ragioni in To
questo che fin tl allora risiedesse scana, crebbero ogui giorno più in
ro in s. Miniato i vicari imperiali. potere ed in onoranza ; sia perchè
Nel 1 19o vi fu stabilito il mare nel luglio del 1226 Federico II
scalco Arrigo Testa legato imperia recossi a s. Miniato con uumeroso
le in Toscana, il quale in una casa corteggio di principi e di vescovi;
nel borgo di s. Genesio ricevè a sia perchè dal di lui padre Enrico
mutuo dal vescovo di Volterra per VI era stata designata corte impe
servigio dell' impero mille marche riale, nella quale alcuni popoli del
d' argento, lasciandogli fino alla re la Toscana dovevano recare i tri
stituzione, a titolo di regalia, fra buti annuali ; sia perchè si attribuì-
VOL. XLV. it
■62 MI N Ri IN
sce a Federico II I' edificazione del ghibellini snnminiatesi sofferti per
la rocca di s. Miniato, In quale po conservar la fede al trono di Man
co dono servì per prigione di siato; fredi. Nel 1272 Carlo d' Angiò re
sia finalmente perchè dai documen di Sicilia, come vicario della santa
ti sincroni risulta che lo stesso Fe Sede in Toscana, prescrisse il modo
derico Il fu il primo a stabilire un per eleggere il podestà, e nel 1273
vicario imperiale con residenza fis destinò per tale Diego Cancellieri
sa in s. Miniato. di Pistoia. Dipoi a richiesta dei
Uno di questi vicari imperiali ghibellini l'imperatore Ridolfo di
tedeschi che presero il titolo di Ausbourgh nel 1281 inviò in To
castellani di s. Miniato, fu Gerar scana i suoi vicari generali, i quali
do il' Arnestein, il quale a nome stabilirono la loro residenza in San
di Rainaldo duca di Spoleto, e vi miniato, dove solevano ricevere dai
cario in Toscana, nel giugno 1228 sindaci de' diversi paesi il giura
bandì e condannò i moutepulcianesi mento di fedeltà coi diritti dovuti
a mille marche d'argento per non alla corona imperiale, ordinaria
aver obbedito a' suoi ordini onde mente nella rocca. Dopo però la
riformare la Toscana ; ed in una giornata fatale della Meloria, che
carta del 1282, Gerardo viene qua costò tanta perdita ai pisani, i qua
hficato legato dell'imperatore in li fino al 1284 erano stati I* ap
Italia. Non si può dire se questo poggio più solido del vicario im
vicario fu propriamente quello che periale nella Toscana, questi dovè
diè il soprannome di Tedesco a accomodarsi coi fiorentini e con
Sanminiato, nè se chi cuoprì l' uf gli altri paesi della lega guelfa, e
ficio di castellano di Sanminiato fos tornarsene in Germania. La stessa
se sempre vicario generale in To cosa accadde nel 1286 a Primi-
scana , come pure se il nome di valle Fieschi de' conti di Lavagna,
s. Miniato Tedesco, Mmiaumi Teu e ott' anni dopo a Gianni di Celo-
tonis , provenisse al luogo per a- na, venuti tutti in Toscana per
ver ne' bassi tempi tenuto costan riacquistare le ragioni dell' impero,
temente il partito degli imperatori i quali per altro dovettero ripartir
germanici, poichè il Lami ne' Mo ne con poco onore, dopo un accor
ntmi. eccl. Fior. spiegò tal que do fatto coi popoli della lega
stione in modo dà non riandarvi guelfa, senza che questi ultimi vi
sopra. Manfredi naturale di Fede- cari imperiali tenessero più residen
tico II, qual redi Sicilia nel 126o za fissa in Sanminiato. In tal frat
iuviò da Foggia un privilegio che tempo, e nel 1291, i sindaci del
accordava al comune di Sanminia comune di Sanminiato fecero lega
to e segnatamente ai ghibellini di coi fiorentini, lucchesi ed altri del
esso, oltre le franchigie del pedag la lega guelfa toscana, per obbli
gio delle merci che passavano dal garsi a non permettere più alcuna
distretto sanminiatese, tutti i beni rappresaglia. Nel 1294 furono ter
de' banditi e ribelli di fazione guel minate le vertenze a cagione dei
fa, dichiarati di proprietà della co confini col comune di Fucecchio,
rona d'Italia, purchè compresi nel nel qual tempo Sanminiato era go
distretto della stessa comunità, e vernata pel militare e giuridico da
ciò in ricompensa de' danni dai un podestà e da uu capitano del
MIN MIN 163
popolo, mentre per l'economico la legati de'fiorentini. Cacciato Uguc-
teggevano dodici buoni uomini con cione da Pisa e da Lucca, la parte
altrettanti consiglieri. Poscia furono guelfa dominante in Sanminiato ri
eziandio stabiliti i confini col conta cuperò il castello di Cigoli custodi
do fiorentino ed i circostanti comuni, to dai gli ilici lini. Alla pace del 1 3 1 G
e si fecero convenzioni per impe i pisani restituirono ai sanminiatesi
dire rappresaglie nel territorio. Nel dieci torri o castelli che riteneva
i 3oi ser Giovanni di Lelmo da no i fuorusciti, indi Sanminiato si
Comiignori scrisse un diario degli confederò col duca di Calabria vi
avvenimenti più notabili di Sanmi- cario di Firenze del suo padre Ro
niato, pubblicato dal Baluzio nel berto re di Napoli. Mentre l'anti
t. I delle sue Miscellanee, e dul papa Nicolò V con Lodovico il Ba-
Lami nelle sue Delie. enid. varo erano in Pisa, il capitano del
I sanmini. itosi nel i3o7 coi fio re Roberto si acquartierò colle gen
rentini, sanesi ed altri guelfi presero ti sue e con quelle di Firenze in
il castel di Gargonza e le ville dei Sanminiato, predando poi sul con
diuturni, agli aretini e fuorusciti tado pisano. Per la conchiusa con
biandii. Verso il 1 3o9 i Ciccioni, cordia, i pisani promisero non ac
i Mangiadori ed altri nobili com cordar più rappresaglie a danno
batterono contro il popolo, caccia de'sanminiatesi, i quali stabilirono al
rono i signori XII del palazzo, ed trettanto a favore de'pisani, a mezzo
il capitano del popolo du Satimi - de'loro XI I governatori. Le masnade
niato, bruciando i libri cogli statuti di Mastino della Scala ebbero la
del comune, perebè erasi stabilito peggio quando fecero scorrerie nel
che i nobili fossero tenuti dar cau territorio. Nel i 347 i Malpigli e i
zione di mille fiorini di non offen Mangiadori tentarono sommossa a
dere alcun popolare. I capi della difesa de' masnadieri da loro assol
rivolta, riformata la terra, la die- dati, per cui i sanminiatesi per cin
ioni) in piena balia a lictto dei que anni si posero in balia e guar
Gaglianelli di Lucca fatto podestà. dia del comune di Firenze, il qua
Continuò il servaggio di Sauminiato, le tra le altre cose ordinò che i
fiucliè non suscitossi discordia tra popolari e grandi di Sauminiato
i Malpigli ed i Mangiadori, per si riguardassero come fiorentini e
gli omicidii e devastazioni eli' eb viceversa, e fortificò la rocca.
bero luogo dalle fazioni. La signo Giuuto nel 1 355 l'imperatore
ria di Firenze nel 1 3 1 2 mandò Carlo IV a Pisa, Sanminiato gl'in
gente a guardare Sanminiato da viò messi per riconoscerlo in signo
quelle dell'imperatore Enrico VII re, e nel baciargli i piedi, per di
calato in Italia ed a Pisa; solo stinzione li levò da terra e ricevet
Camporeita fu presa dai pisani, e te mi osculimi pacis, e ciò per la
Morioici si ribellò. Divenuto Uguc- affezione che l' impero per antico
cione signore di Pisa, diversi ca avea al castello dove soleva esservi
stelli si alienarono dall'obbedienza la residenza degl' imperatori e dei
de'sanminiatesi per aderire ai pi loro vicari, per trovarsi in mezzo
sani. Nella battaglia di Montecatini alle grandi e buone città di Tosca
molti nobili sanmiuiatesi restarono na. Sanminiato accolse nel i356
vittime nella sconfitta, siccome col- due volte come suo signore, Carlo
164 MIN MIN
IV. Nel 1 365 nella gran battaglia gli e Mangiadori che aveano servi
presso Cascina, dove co' fiorentini to la iepubblica furono fatti cava
militavano sanminiatesi, tra questi lieri e cittadini fiorentini. Questi
Piero Ciccioni pel suo valore fu però esentarono dai dazi i sanmi
armato cavaliere. Sollevato il po niatesi, dichiarandoli cittadini fio
polo nel 1 31)- cacciò gli uMiziali rentini, tranne qualche eccezione
fiorentini, indi tornò a sottoporvi^ pei ghibellini, e continuando a custo
con patto di eleggere il podestà e dire la torre del palazzo pubblico,
capitano fra i cittadini fiorentini quella di Palla Leoni, ed il cam
guelfi. L' accordo ebbe corta dura panile della pieve. Nel i39(, andò
ta, ed i sanminiatesi, forse fomenta a vuoto il tentativo di Benedetto
ti dal cardinal Monfort vicario di de' Mangiadori per dar la patria a
Carlo IV in Toscana, e attizzati da tradimento al signor di Pisa Jacopo
tre cittadini di grandi autorità, Lo Appiam. Più tardi nel i43'-* essen
dovico Ciccioni, Jacopo Mangiadori dosi scoperto il trattato de' ghibel
e Filippo di Lazzaro de' Borromei, lini per dare Sanminiato all'impe
continuarono nella ribellione; laon ratore Sigismondo, costò la vita ai
de i fiorentini posero l' assedio a complici. Firenze corrispose alla fe
Sanminiato coi fuorusciti che tene deltà de'sanmiuiatesi, con assolverli
vano Cigoli e Monte Bicchieri ; a dalle prestanze fatte, coq patto di
fronte de' soccorsi di Bernabò Vis restaurare le mura, fossi e torri.
conti signore di Milano , coman Nel i526 colla bolla Romanux
dati da Giovanni Auguto, e dei Pontifex, Clemente VII concesse
ghibellini, lo presero a' 9 gennaio al preposto della chiesa collegiata
137o. Come ribelli furono decapi molti nuovi privilegi, conformi (pia
tati il Borromei, Lodovico e Biagio si a quelli di un abbate mitrato.
Ciccioni, venendo il loro patrimonio Tre anni dopo essendo caduta Fi-
incamerato. Tra i figli del Borro- reuze in potere delle armi di Car
mei fuggiti a Milano dopo il tra lo V e di Clemente VII, il suo
gico fine del loro padre, fuvvi Mar governo, compreso quello di San
gherita, che poi si maritò a Giovanni miniato, fu ridotto a monarchico,
Vitaliani di Padova, dal qual matri sottoponendo fiorentini e sanminiate
monio nacque Jacopo Borromei, già si al duca Alessandro de Medici ni
Vitaliani, stipite dell'illustre famiglia pote di quel Pontefice, al quale
milanese che diede tra gli altri il successero i granduchi delle due di
cardinal s. Carlo alle chiese roma nastie, dai quali i sanminiatesi, mo
na ed ambrosiana. Nell'ultimo gior strandosi costantemente fedeli, fu
no di detto anno per trattato con rono generosamente ricompensati.
chiuso tra i comuni di s. Miniato La chiesa maggiore di s. Minia
e Firenze, si convenne che in av to era già prepositura plebana nel
venire si chiamasse Fioivntino e la diocesi di Lucca, traslocata dalla
non più al Tedesco, e che i notati antica del sottostante borgo di s.
prendessero l' indizione ed anno Genesio, quando la repubblica fio
conforme usava Firenze, che corri rentina sino dal 14o8, due anni
spondeva ad un anno più tardi dello dopo aver conquistato Pisa ed il
stile pisano fino allora usato dai suo territorio, concepì il disegno di
sanminiatesi. Ed alcuni de' Malpi- erigerla in cattedrale, e fare di San
MIN MIN 165
miniato la sede di un nuovo ve di circa 2o miglia dal fiume Elsa
scovo con assegnargli una gran par sino oltre la Cascina.
te del paese dipendente allora nel Il primo vescovo fu Francesco No-
politico dalla signoria di Firenze, ris nobile fiorentino, canonico della
e neH' ecclesiastico dal vescovo di cattedrale di Firenze, designato da
Lucca. A tuie filetto neli' agosto Gregorio XV, e per morte di esso di
14o9, per mezzo del suo amba chiarato nel 1624 da Urbano VIII,
sciatore Giovanni Ristori, fece pre il quale colla bolla Apostolicae ser-
sentare istanza ad Alessandro V. La vitutis, nel 1 626 concesse ai canonici
stessa idea aveva allora quel go il privilegio della mezzetta paonaz
verno per innalzate la collegiata di za e del rocchetto. Morì nel 1 63 1
Prato in cattedrale, ma tal disegno Francesco compianto per le sue
non ebbe luogo. Si cllettuò bensì virtù, e gli successe nel i(,3?. Ales
nel 1622 per le premure della sandro Strozzi nobile fiorentino ,
granduchessa Maria Maddalena di trasluto da Adria, che si distinse
Austria restata vedova di Cosimo per pastorale vigilanza, integrità e
II, e libera governntrice de vicaria giustizia, celebrando il sinodo dio
ti di Colle e di Sanminiato, ad i- cesano nel primo dicembre 1638.
stanza della quale il Papa Grego Nel 1648 vi fu trasferito Angelo
rio XV a' 17 dicembre, mediante Pichi di Borgo s. Sepolcro arcive
la bolla Pro exceUenù, eresse la scovo d'Amalfi, esimio e di pre
chiesa di s. Miniato in cattedrale, clare doti ornato. Indi nel 1 654 ai
e la terra in nobile città con resi 19 ottobre fu eletto vescovo Pietro
denza del vescovo proprio, dichia Frescobaldi nobile fiorentino, cano
randola sufFraganea della metropo nico della metropolitana di Firen
li di Firenze. Nella medesima sono ze, priore di s. Lorenzo, fornito di
noverati i popoli, pievi, monasteri molta erudizione, e rispettabile per
e spedali che furono staccati tutti probità; ma morì in Firenze a' 12
dalla diocesi lucchese. Delle 118 dicembre lasciando desiderio di sè.
parrocchie ivi rammentate, 27 era Nel 1656Gio. Battista Barducci no
no filiali dell' antica prepositura di bile fiorentino degnamente gli suc
1. Miniato, 22 suffraganee della col cesse come di perspicace ingegno e
legiata di s. Maria a Monte, ed al chiaro in letteratura, e fu lodatissi-
tre 69 tra chiese parrocchiali e mo vescovo, morendo ai bagni di
conventi. Nelle 118 parrocchie si %. Cassia no. Nel 1662 gli venne
compresero le collegiate di Fucec- sostituito Mauro de Corsi nobile
chio, di s. Croce, di Castelfranco, fiorentino abbate camaldolese, lo
e di s. Maria a Monte, oltre 19 dato per dottrina, religione ed al
pievi, parte delle quali comprese nel tre virtù; celebrò il sinodo a' 17
distretto fiorentino, alcune nel ter luglio 1667, rifece ed ampliò la
ritorio sanminiatese, e parte nel sacrestia della cattedrale; riparò ed
contado pisano, in una superficie ornò la collegiata di s. Maria a
che si estendeva e tuttora si con Monte, essendone arcipreti i vesco
serva per circa 49 miglia da Val vi pro tempore, e morì nonagenario
di fievole alla base meridionale nel 168o, dopo aver aumentato la
delle colline superiori pisane in mensa di rendite, risarcita l'aula
Val di Tota, ed in una larghezza dell'episcopio, e stabiliti al capitolo
t 66 MIN MIN
tre annui anniversari. Giacomo An Assunta, e sotto l'invocazione di s.
tonio Morigia barnabita milanese, Genesio. Il capitolo si compone
nel 1 68 1 divenne vescovo; compì della prima dignità del preposto ,
la memorata sacrestia, e traslato del decano, di undici canonici com
nel febbraio 1683 all'arcivescovato prese le prebende del teologo e
di Firenze, fu creato cardinale. In del penitenziere, di dieci cappella
suo luogo nel 1682 fu dichiarato ni e di altri preti e chierici ad
vescovo Michele Carlo Cortigiani detti al divino servigio. Nella catte
nobile fiorentino, preposto della col drale avvi il bat tistci io, e vi eser
legiata t1' Empoli ; celebrò tre si cita la cura delle anime il prepo
nodi, eresse in parte il seminario, sto, coadiuvato da un cappellano
trasferì in luogo più ampio la cap curato : prossimo alla cattedrale è
pella dell' episcopio, donò alla cat l'episcopio, buon edilìzio, già pa
tedrale il legno della s. Croce, fu lazzo de' signori XII. Attualmente
chiamato padre de' poveri, e con i popoli della diocesi di s. Miniato
dolore si vide dai sanminiatesi nel sono riuniti in 98 cure ripartite in
17o3 traslocato a Pistoia. In suo caposesti, comprese 22 chiese di
luogo successe Francesco Maria pendenti dalla cattedrale. Fra le
Poggi fiorentino, maestro generate quali 11 cure costituiscono il ca-
de' servi di Maria, professore di pnsesto di s. Maria a Monte ; 18
teologia nell' università di Pisa, en il caposesto di Fucecchio; i3 il ca-
comiato per pietà e dottrina; cele posesto di Montopoli ; i4 il capo-
brò il sinodo a' 18 giugno 17o7,6 sesto di Lari; 12 il caposesto di
morì nel 1719- L' Ughelli, Italia Palaia ; e 8 parrocchie nell'altro
sacra t. III, p. 269, con lui termi caposesto di Ponsacco. Questa dio
na la serie de' vescovi di s. Minia cesi all'epoca della sua erezione
to, quale proseguiremo colle an comprendeva cinque conventi den
nuali Notizie di Roma. 17 19 An tro la città, e non meno di sei nel
drea Luigi Cattaneo di Pescia. 1735 distretto ; cinque monasteri di don
Giuseppe Suares della Conca fio ne in città, ed altrettanti sparsi
rentino. 1755 Domenico Poltri di per la diocesi. Al presente tutta la
Bibbiena diocesi d'Arezzo, traslato diocesi snnminiatese non conta più
da Borgo s. Sepolcro. 1779 Bruno- di sette conventi e monasteri, e due
ne Fazzi di Calci diocesi di Pisi. conservatoci ; cioè in città e nel
1 806 Pietro Fazzi della diocesi di suburbio il convento de' frati con
Pisa. Per sua morte il Papa Gre ventuali, quelli de' domenicani e
gorio XVI nel concistoro de' 23 de' cappuccini , ed il conservato
giugno 1834 preconizzò l'attuale rio di santa Chiara. Nel distret
monsignor Torello Pierazzi di s. to due conventi di frati minori os
Miniato stesso, dottore in sacra teo servanti a Fucecchio e a s. Roma
logia ed in ambe le leggi, già pro no; un monastero di francescane
fessore di teologia dommatica nel a Fucecchio, uno di agostiniane a
seminario, vicario generale del pre s. Croce, ed il secondo conservato
decessore, e in sede vacante vicario rio in s. Maria a Montopoli. Ogni
capitolare. nuovo vescovo è tassato uè' libri
La cattedrale, bell'edificio, è de della camera apostolica in fiorini
dicata alla Beata Vergine M nia 2 33, ascendendo le rendite della
MIN MIN 167
mensa a circa mille scudi. Ter al dussero Francesco in Asisi, a Lo
tre notizie su questa città e dio reto, a Roma ed in altri santuari
cesi si può leggere il benemerito per divozione. Ritornati a Paola,
Repetti, nel suo Diz. stor. dilla il santo giovine si ritirò mezzo mi
Toscana, all'articolo Sanminiato. glio distante, in luogo solitario, pos
MINIME o PAOLOTTE, mo sessione de' genitori, che gli permi
nache. /'. Mimmi. sero menarvi vita spirituale e san
MIMMI o ISOLOTTI, ordine tificante. Sembrando a Francesco
religioso. Fu istituito da s. Fran luogo esposto a visite, si andò a
cesco di Paola (f edi), nato da nascondere uell' incavatura d' uno
Giacomo Martorilli e Vienna di scoglio, senza bisogno di direzione,
Tuscado, in Paola nella Calabria perchè istruito da lume sopranna
Citeriore, nel regno delle due Sici turale. La cella scavata nello sco
lie. Brigida sorella di Vienna si glio era il suo letto; l'erbe e le
maritò ad Antooio, i cui due figli radici che riceveva per carità gli
essendo andati in Francia, uno cioè servivano per cibo, e portava sul
Pietro, vestì l'abito de' minimi, e la carne aspro cilicio. La fama di
l'altro per nome Antonio sposò sua santità sparsasi per la Calabria,
Giacometta Molandrìni, da'quali di molti volendo imitarlo si fecero suoi
scesero molti personaggi illustri, che seguaci e discepoli, mentre il santo
avendo esercitate in quel regno le avea 19 anni. Nel 1 435 uscì dalla
cariche cospicue di presidenti, di solitudine, e co'compagni tornò nel
consiglieri di stato, di maestri di la possessione de' suoi, ed ivi gettò
suppliche, ed altre simili, si gloria le fondamenta del suo benemerito
rono* più di essere pronipoti di istituto. Vi fabbricarono celle con
questo gran santo, che delle cari cappella in cui cantavano insieme
che istesse. Francesco fino all' età le divine lodi, e perch' essa fu for
di 1 3 anni ebbe a maestri i geni se dedicata a s. Francesco d' Asisi,
tori, i quali ne secondarono l' in venne loro dato il nome di eremi
clinazione alla pietà, alla solitudine ti di s. Francesco. Passati quasi
e all' astinenza, e non faticarono dieci anni, i cittadini di Paterno
molto per incamminai lo nella via gli esibirono un luogo per fabbri
del cielo, e renderlo gradito a Dio, carvi un convento, ed egli ve lo
a cui per voto fatto si credevano stabilì nel 1 \\ \, e fu il secondo
tenuti di restituirlo, massime quan dell' ordine. Crescendo il numero
do rinnovarono il voto per la sua de' religiosi e le limosine, con li
conservazione, allorchè fu liberato cenza dell'arcivescovo di Cosenza
da imminente cecità. Quindi lo con Pirro nel 1 \ "ri fabbricò Francesco
segnarono ai frati mmori del con altro convento in Paola. Mentre lo
vento della città di s. Marco, ove stava edificando gli apparve s. Fran
vesti per voto- l' abito di que' reli cesco d' Asisi, e gli ordinò farlo
giosi, che portò per un anno, in più grande, manifestandogli l' in
cui proibi a sè stesso l'uso de'pan- grandimento dell' ordine, che di
ni di lino e delle carni, e tenne giorno in giorno aumentava colla
vita sì austera ed esemplare, che erezione di nuovi conventi che il
destò meraviglia ne' religiosi che lo santo tutti visitava, animando i re
restituirono ai gemtori, i quali con- ligiosi all' osservanza titlle regole
168 MIN MIN
clie loro avea tiuto a voce, confer diirgli scusa ed essere benedetto,
mandole coll' esempio, e cogli stu ma l'umilissimo Francesco doman
pendi miracoli clie da per tutto dò a lui tal grazia, per cui pieno
Dio operava a sua intercessione. di stupore partì. Giunto il prelato
Diffondendosi sempre più il buon a Ruma ne informò il Papa ed i
odore di sue •virtù per la Sicilia, cardinali, e ciò facilitò le grazie che
le città dell' isola desiderarono a- dalla santa Sede furono con l' ap-i
verlo, particolarmente Milazzo, acciò provazione accordate all' ordine. In-
vi fondasse un convento. Determi t'atti Sisto IV nel i473 avendo e-
natosi Francesco di andarvi, cercò saiuinati i privilegi concessi a Fran
da alcuni marinari l'imbarco, ma cesco ed al suo ordine dall' arci
negandoglielo per la sua povertà, vescovo di Cosenza e dal vescovo
il santo stese sull'onde il proprio di s. Marco, nell'anno seguente li con
mantello, e salitovi sopra con due fermò colla bolla Sedes apostolica,
compagni, passò felicemente il Fa dei a3 maggio, Bull. lloiu. t. III,
ro di Messina, ed approdò con par. III, p. 1 36, col titolo di eremiti
sorprendente ammirazione di chi lo di s. Francesco à" Asisi, e crean
fide alle spiaggie di Sicilia. Avendo do l' istitutore generale dell' ordine,
ci dimorato quasi quattro anni, nel esentò questo dalla giurisdizione de
1 468 tornò in Calabria, dove solle gli ordmari. Si andò quindi mira
vò i poveri da un'estrema care bilmente dilatando anche per la
stia e fondò nuovi conventi. In venerazione verso Francesco, accla
tanto i prodigi che Dio operava mato da tutti per taumaturgo e
per suo mezzo, mossero il Pontefi depositario delle grazie, desideran
ce Paolo II a mandare in Calabria do ognuno di avere presso di sè i
uno de' suoi prelati domestici a fi suoi ligli, avendo luogo di frequen
ne di esserne meglio informato dal te nuove fondazioni. Turbando il de
l' arcivescovo di Cosenza, il quale monio la pace de'religiosi, gli suscitò
consigliò il prelato a recarsi in Pao contro Ferdinando I re di Napoli, il
la ed abboccarsi col santo. Questi quale da Paterno voleva liir a det
appena lo vide volle baciargli la ta città condurre prigioniero san
mano perchè da trentatre anni sa Francesco, a fronte de'clamori del
cerdote, con meraviglia del prelato popolo. Il capitano di ciò incaricato
che tanto era, il quale però Io tacciò restandone intimorito , e più dalla
d'indiscreta rigidezza e singolarità rassegnazione del santo in seguirlo,
pericolosa, per l'uso continuo che tornò a Napoli e persuase il re a
faceva co' discepoli de' cibi quaresi lasciarlo alla divozione dei calabresi.
mali. Lo ascoltò tranquillamente il Lo; strepito de' suoi gran mira
santo, e dopo aver detto che tali coli giunse all' orecchio di Luigi
cibi erangli stati ordinati dal cielo, XI re di Francia gravemente in
prese de' carboni accesi, e maneg fermo, ma solo potè averlo per due
giandoli seguitò a dire che assisti brevi con cui Sisto IV l'obbligò
to da quella virtù divina che ope a recarsi da lui. Obbedì Francesco
rava in lui tante meraviglie, non al capo della Chiesa, e a'a febbraio
dubitava sostenere i rigori della più 1 482 partì in compagnia del mae
aspra penitenza. Spaventato il pre stro del palazzo reale, che all' uo
lato, gli si gittò a'piedi per domau- po crasi portato iu Calabria. Il saa
MIN IvI I N i 69
to fu ricevuto in Napoli dal re e solazione di vedere dilHiso l'ordine
dal popolo come un legato aposto nella Spagna, ove Ferdinando V
lico o un sovrano, ed in Roma i e Isabella dierono il nome di frati
cardinali andarono a visitarlo in tre della vittoria ai convento di Mala
no. Il Papa l'onorò come fosse un ga, perch'essa era stata liberata
principe, lo fece sedere in una sedia dai mori per le orazioni e p1edi
eguale alla sua, e nelle tre udienze lo zione del santo; come pure di ve
trattenne sempre da tre in quattro derlo confermato da Innocenzo VIII
ore. Voleva Sisto- IV elevarlo a di estimatore di Francesco. Questi ve
gnità ecclesiastiche, ma il santo le dendo l'ordine moltiplicarsi, com
ricusò con quella profonda umiltà, pose nel i493 la sua prima rego
con cui diè il titolo di minimi ai la, che ad istanza del re di Fran
suoi frati, nè volle essere mai pro cia fu approvata da Alessandro VI
mosso al sacerdozio o altro ordine, colla bolla Meritis religiosae vitar,
contento della condizione di sem ni 26 febbraio, Bull. Ro1n. t. III
plice laico. Parlò al Pontefice del par. III, p. 227. Quel Papa cam
quarto voto di vita quaresimale biò il nome di eremiti di s. Fran
che pensava stabilire nell'ordine, e cesco d' Asisi , o di romiti peni
vedendo che difficoltava conceder tenti, con cui fino allora erano
lo, presa la mano del nipote car stati chiamati questi religiosi, in
dinal Giuliano tl.lli Rovere pre quello di frati minimi, come volle
sente, disse che questi però l'avreb il fondatore. Nell' anno stesso fu
be accordato, predicendogli così il dato principio dalla regina Anna al
pontificato, ciò che ripetè poi in convento di Nigeon presso Parigi,
Francia. Con solennità e distinzione che fu detto de'buoni uomini, bons
fece Luigi XI ricevere il santo, che hommes, pel titolo di buon uomo
Io persuase che avendo Dio prefis che alcuni motteggiatori della corte
so il numero de'nostri giorni, biso sotto Luigi XI diedero al santo ;
gnava ciecamente sottomettersi a oppure perchè i minimi furono
lui, morendo rassegnato nelle sue dapprima stabiliti nel bosco di Vin-
mani. II figlio del defunto, Carlo cennes, in un monastero dell'ordine
VIII, più anciira del padre onorò di Grammont, che chiamnvasi dei
s. Francesco, lo consultò anche per buoni uomini. Alessandro VI con
affari di stato, gli fabbricò i con fermò altrest nel 1 .fi) ~ tutte le
venti di Plessis e d'Amboise, i re grazie accordate ai minimi dai suoi
ligiosi del (piale mantenne colle sue predecessori, e loro comunicò tutti
rendite. Trovandosi poi il re nel i privilegi de' mendicanti. Nel 1497
i4(P i" Roma, somministrò i mez ad istanza dell' imperator Massimi
zi per rendere sontuoso il convento liano I , mandò s. Francesco alcu
che il santo fondava pe' religiosi ni de' suoi alunni in Germania, i
francesi, venendo poscia fabbricata quali subito vi fondarono tre con
la magnifica Chiesa della ss. Tri venti, e vi si stabilirono in manie
nità al monte Fincio (FerIi), la ra che presto ne furono edificati
quale in un al convento possede altri. In Francia il nuovo re Luigi
rono i religiosi fino ai disgraziati Xfl trattenne il santo, e lo fncol-
avvenimenti che chiusero il secolo tizzò a fondare ovunque convciiti
passato. II santo ebbe pure la con escuti da imposizioni.
i7o MIN MIN
Nel i5oi perfezionò s. France tri. Mori nel venerdì santo a' 2
sco In sua prima regola, con ri aprile i5o7. Furono tanti i mira
durre a dieci i tredici capitoli che coli che Dio operò per glorificare
la componevano, e con istabilirvi il suo servo, che Leone X cui il
il perpetuo voto della vita e cibi santo in gioventù aveagli profetiz
quaresimali; nell'anno seguente la zato il pontificato, con breve ri
fei:e approvare da Alessandro VI, portato da'Bollandisti, Ada ss. a-
insieme con un' altra regola pel pril. t. I, p. 165, lo dichiarò bea
terz' ordine dell'uno e dell' altro to e concesse a tutto l'ordine l'uf
sesso di cui parleremo. Nel i5o6 fizio de'confessori, prendendo i suoi
avendo il santo fondatore data un' religiosi dal nome e dalla patria del
altra mano a queste due regole, ed fondatore anche quello di Paolotti,
avendo composta la terza per le mentre a di lui onore il re di Na
monache, di cui pur tratteremo, poli e Filippo lì aveauo dichiara
furono tutte e tre in detto anno to città Paola. Quindi Leone X
approvate, massime il quarto voto, nel primo maggio i 5 i 9, essendo la
da Giulio II, già cardinale della domenica in Albis, colla bolla Ex-
Rovere, colla bolla Dudum ad sa cetsHs, data in tal giorno, loco ci
crimi ordinem Minimorum, quinto tato p. 475, solennemente lo cano
kal. augusti, Bull. Rom. t. III, par. nizzò; ed a' a." marzo i52i colla
III, p. 273, ove pure si riporta la bolla Licei p. 5oo, accordò all'or
bolla J'irtute cospicuos sacri ordi- dine de' minimi o paolotti I' uffizio
nis, emanata nello stesso giorno con ottava, du trasferirsi nel lunedi
sulla conferma e concessione dei in Albis, quando la festa del santo
privilegi, avendone aggiunti altri cadesse nella settimana di Pasqua.
nuovi ; ricolmò di grazie i religiosi, Sisto V nel i585 ordinò colla bol
ed a richiesta dell' istitutore gli diè la In coiti, t. IV, par. IV, p. i4ii
in protettore il cardinal Bernardino che detto uffizio fosse celebrato eoa
Carvajal. Lo stesso Giulio II ap rito doppio per tutta la Chiesa.
provò ancora un Correttorio, in cui Clemente XII col breve Adjuior,
s. Francesco accenna le penitenze t. XIV, p. 33o, del primo ottobre
da imporsi a chi manca nell'osser i738, coucesse l'indulgenza plenaria
vanza della legge di Dio, della Chie a tutti quelli che in onore del san
sa e della regola ; e perchè alcuni to facessero i tredici venerdì, che
non volevano che questi religiosi s. Francesco di Paola ancor viven
godessero de' privilegi loro accorda te raccomandava a' fedeli, quando
ti, compose il santo anche un cere- da Dio volevano impetrar qualche
umiiiale per la recita del divino grazia, confessandosi e comunican
uffizio, e per le funzioni ecclesiasti dosi in ciascuno di detti venerdì, e
che, e si preparò alla morte rin recitando tredici Pater ed Ave in
chiudendosi nella cella del conven memoria di Gesù Cristo e degli
to di Flessis, ove attese solitario apostoli, con altri esercizi di pietà.
ad accrescere il tesoro de' suoi me Indi a' i8 marzo i739, col breve
riti. Raccomandò a' religiosi l'amor Nuper, p. 36o, confermò l'elezione
di Dio, la carità scambievole, l'os che del santo fece il regno delle
servanza della regola e vita quare due Sicilie per protettore. Nella ba
simale che li distingueva dagli al- silica vaticana fu collocata la sua
MIN MIN 171
statua di marmo scolpita da Gio. Pizzullo sacerdote calabrese nvea
Da dista Maini, incontro a quella di pei minimi edificato il convento.
bronzo di s. Pietro. Clemente XI colla bolla de'26 mar
Nel primo gennaio 1 5o8 i reli zo 1716, Bull. Magn. t. VIII, p.
giosi celebrarono il capitolo gene 457, concesse al generale e pro
rale in Roma, convocato dal p. Ber curatore generale dell'ordine il po
nardino Cropnlato, eletto dal santo sto nelle Cappelle pontificie (P'edi),
prima di morire per vicario gene ed al secondo di sermoneggiare nel
rale lino al primo capitolo, e vi la seconda festa di Pasqua e nella
fu fatto generale il p. Francesco terza di Natale, al modo detto nel
l'i net francese, il quale altora era vol. IX, p. 34 e 119 del Dizio
correttore del convento della ss. Tri- nario. Benedetto XIII nel 1729
nità de'Monti. Fu ordinato in que diede ai minimi della provincia ro
sto capitolo, che quelli i quali non mana la chiesa di s. Salvatore del
avessero osservato il voto della vita la Corte. Avendo s. Francesco di
quaresimale, fossero privi di voce Paola permesso ai frati nella pri
attiva e passiva nelle elezioni dei ma regola il canto ne' divini uffi
superiori. Il Papa s. Pio V colla zi, ma tolto questo nella seconda,
bolla Apostolìcae Scdis, de' 9 no gli permise quello solo che somi
vembre i567, Bull. Rom. t. IV, gliava al compitare senza note al
par. II, p. 4o3, dichiarò ordine cune, e da questa dissonanza ne
mendicante questo de'minimi, col venna noia a'I'edeli soliti udire il
godimento di tutti i privilegi dei canto gregoriano. Il perchè Bene
mendicanti, comprendeodovi le mo detto XIV, ad istanza di alcuni re
nache. E perchè non di rado ac ligiosi dell'ordine, colla bolla Ilo-
cadeva, che i minimi Itassavano tra i manus, de' 22 gennaio 1754, Bull.
cappuccini, s. Pio V lo proibì es Bened. t. IV, p. 181, ordinò ai
pressamente colla bolla Sedis Apo frati e monache paolotte, che nel
stolìcae, già en ianata a' 6 ottobre coro e nelle altre funzioni usasse
detto auno, loco citato p. 39r). Si ro del solo cauto gregoriano. Es
sto V nel 1 585 donò ai minimi sendo protettore dell'ordine il car
la chiesa e convento di s. Andrea dinal Curio Rczzonico nipote di
delle Fratte che poi descriveremo. Clemente XIII, questi a'n marzo
In principio i generali dell'ordine 1763, col breve Romanmii Pouti-
governavano solamente tre anm, ficem, presso il Bull. Boni. Conti-
ma nel 16o5 cou autorizzazione pon iiuatio, t. Il, p. 345, concesse ad
tificia il loro governo fu prolunga un religioso del medesimo un posto
to fin a sei, ed il primo che per perpetuo tra i consultori della con
tal tempo esercitasse l' ullizio fu il gregazione de'riti. Pio VI colla co
p. Stefano Dugier, eletto nel XXX stituzione Cimi in ecclesia, de' 22
capitolo generale celebrato in Ge agosto 1786, beatificò a' 1o set
nova. Camillo Pamphdj nipote di tembre il veu. Gaspare de Bono
Innocenzo X e sua moglie d. O- spagunolo, nato in Valenza nel
limpia Aldobrandini principessa di 1 ,3o da Giovanni de Bonox e
Rossano, riedificarono nobilmente Isabella Manzon , fattosi religioso
la chiesa di s. Francesco di Paola nel i56o, morto a'i4 l"8liu del
a' Monti, presso la quale Giovanni 16o4 d'anni 74- Diversi religiosi
i7i MIN Mi N
ne pubblicarono la vita. Lo stesso re un mantello della lunghezza del
Pio VI eolla costituzione Benedi l'abito. Sino dal secolo passato tan
ciu* Domimti, de 12 settembre to i sacerdoti che i laici vestono di
1786, a' 17 detto beatificò il ven. saia nera, portano le maniche della
Nicolò di Longobardi, ove nacque tonaca larghe quasi come quelle
nel 1649 da Fulvio Saggio e Au- della cocolla monastica, e fanno uso
relia Pizzini, fattosi oblato de' mi del cappello ecclesiastico. I sacer
nimi nel 1669, morto in Roma doti recitano l'uffizio divino secon
h' 1 2 febbraio 1 7o9 d'anni 6o. La do il rito romano, ma senza canto,
sua vita di monsig. Giuseppe Maria ed i frati laici dicono trenta Pater
Peri mezzi de'minimi vescovo d'Op-■ ed Ave pel mattutino, dieci per le
pido (poi arcivescovo di Bosra, e laudi, ed altrettanti pel vespero,
segretario dell'esame de' vescovi, se- aggiungendo alle ultime Ave il
polto in s. Francesco di Paola) fu Gloria Patri. Recitano altri die
ristampata dal p. Liborio Maria ci Pater ed Ave per l' uffizio dei
Tedeschi postiilatore della causa. morii, col Requiem in fine dell'ul
L'abito de'minimi, secondo la loro tima di queste. Gli obliti ne dicono
regola, essere deve di panno vile pel mattutino venti, per le altre
lionato, tessuto con lana natural- ore cinque, come ancora per l'uf
tnente scura, e della stessa manie fizio de'morti, terminando sempre
ra debbono avere il cappuccio, con o col Gloria o col Requiem. Altre
scapolare ad esso attaccato, il qua molte cose prescrisse il fondatore
le avanti e dietro scende fino alla nella regola a'suoi frati , come la
metà delle coscie circa, e nell'e frequente orazione, il silenzio in
stremità è tondo, tutto legato con ogni tempo nella chiesa, nel chio
cordone di lana dello stesso co stro, nel dormitorio, nel refettorio
lore annodato in cinque luoghi , menite si mangia, ed in tutti i luo
ed a loro beneplacito possono ser ghi dall'ora di compieta fino a pri
virsi del mantello, simile nella ma ma del dì seguente. Nell'osservan
teria e colore alla tonaca ed allo za della vita quaresimale proibì
scapolare. Portavano a loro elezio non solo mangiar carne, ma anco
ne i zoccoli o i sandali di corda, ra ova, ogni sorta di latticini, e
di giunchi o di altre erbe, ma dai tuttociò che dalla carne deriva, an
primi del secolo XVII incedono co fuor di convento, tranne i casi
calzati per dispensa, costretti o ciò d'infermità grave. A tale effetto vi
dalla continua vita quaresimale, che sono ne' conventi due infermerie,
sembrava incompatibile colla nudi la claustrale ove si mangia di ma
tà de'piedi, come asserisce il padre gro, e l'esteriore ove si mangia di
Baldassare d'AviIa generale dell'or grasso. Oltre i giorni prescritti dal
dine, nel suo libro intitolato: Ma- la Chiesa, i chierici ed i laici di
mimIu* minimorum. Gli oblati ed giunano dal lunedì di quinquage
i laici devono portare la tona sima sino a Pasqua, e dalla festa
ca, la quale scende fino alla me d'Ognissanti sino a Natale , e in
tà delle gambe, dello scapolare la tutti i mercoledì e venerdì dell'an
parte sola anteriore col cappuccio, no, eccettuato il Natale. Gli oblati
nel loro cordone hanno da esservi digiunano ogni venerdì, e dalla fe
quattro nodi soli, e possono porta- sta di s. Caterina sino a Nata
MIN MIN i73
le. Ogni anno i minimi eleggono Della famiglia Sfotta t. II, p.' 29 i,
nel giorno della dedicazione di san chiama considerabile, con giardino,
Michele i superiori locali col titolo e descrive come un museo quando
di correttori, nè possono esercitare era proprietà di Gio. Giorgio. Il
l' uffizio più d'un anno, facendosi Pizzullo donò il palazzo ai minimi
la elezione dai religiosi de' rispetti della sua nazione calabresi, nel qua
vi conventi. Questo ordine illustre, le stabilirono il collegio degli studi,
diffuso quasi in tutte le. provincie fabbricandovi una chiesa al loro
del mondo cattolico, che dal suo santo, secondo la mente del testato
istitutore ebbe per divisa il motto re, tutti i cui beni ereditarono,
Carità, sino alle ultime vicende ponendo per gratitudine nel i640'
formavasi delle assistenze e nazio a destra dell' altare maggiore quel
ni di Francia, Spagna ed Italia. Es la iscrizione che riporta il Marti
so ha dato alla Chiesa diversi san nelli a p. 446, Roma ex elluiica
ti e uomini rispettabili per pietà, sacra. Siccome i minimi aveano la
dottrina e dignità ecclesiastiche, ve chiesa de' ss. Sergio e Bacco ai Mon
scovili ed arcivescovili. Del fonda ti, ora de' monaci basiliani ruteni,
tore e dell'ordine scrissero Ippo nel trasferirsi nella nuova chiesa
lito Marracci, Benedetto Gonone, ottennero da Gregorio XV, oltre
Francesco Lanov nelle croniche di I' approvazione del collegio, che vi
esso, gl' istorici degli ordini religio riducesse il jus parrocchiale che go
si, oltre Luigi Doni d'Attichy, Sto devano nell'altra, e durò parrocchia
na generale degli ordini de' mini sino al i824 in cui la soppresse Leone
mi. II p. Bonanni riporta la figu XII. Il Piazza nell' Eusevologio ro
ra di un religioso minimo, nel mano tratt. XI, cap. VI, discorre
CataI. degli ordini rel. p. 8o, ed del legato Pizzulli a s. Francesco di
il Capparroni la riprodusse nella Paola, onde collocare ogni anno
sua Raccolta. Il generale ed il pro due donne cadute in peccato nel
curatore generale risiedono in Ro monastero delle convertite, con ccu-
ma. Al presente è generale il ré- to scudi per cadauna. Parla anco
verendiss. p. Gaspare Montenero ra del collegio che doveva essere
consultore de' riti, e procuratore di 3o studenti religiosi, co' maestri
generale il reverendiss. p. Paolo ed altri, e dell' entrate pel loro
Piazzoli. I minimi hanno in Ro mantenimento e per I' uluziatura
ma attualmente le quattro seguen della chiesa, mediante l'eredità del
ti chiese. l'encomiato benefattore. Nel tratt.
Chiesa di s. Francesco di Paola, XIII, cap. XXII, dice il Piazza, clie
nel rione I Monti. Abbiamo dal cospicua ne divenne la libreria pei
diarista Valesio, che Giovanni Piz- libri legali e copiosi mss. regalati
zullo di Regina diocesi di Bisigna- dal calabrese d. Carlo Sel vago di
no, canonico di s. Lorenzo in Da- Terianuova, pubblico lettore in leg
maso, a'2i febbraio i6a3 comprò ge nelI' università romana ; poi Pie
sull' Esquilino e alle Carine dal tro Moretti romano vi aggiunse tut
duca Gio. Giorgio Cesarmi (meglio ti i tuoi libri di medicina e di al
si dica dal suo figlio Giuliano II) tre materie e scienze, per cui di
per scudi i 2,5oo un palazzo pres venne utile, rinomata e di orna
so s. Pietro in Viucoli, che il Ratti, mento al convento. Ridollìno Ve
i74 MIN MIN
nuti, Roma moderna p. 9 5, rife Iare di s. Michele, Stefano Peru
risce che il convento venne restau gini dipinse l'arcangelo, e Giaco
rato, e In chiesa nobilmente riedi mo Trigu i laterali. La cappella
ficata dalla summentovata Aldo- seguente ha la Concezione ed altre
braniimi- Pamphilj romana, con ar pitture di Stefano Pozzi, il quale
chitettura di Gio. Pietro Morandi: dipinse pure la volta ed i laterali
la facciata però fu compita più dell' ultima che ha il quadro di s.
tardi, come diremo. Nel secolo pas Giuseppe di Avellino: nella prece
sato, verso il i76o, per opera del dente cappella il b. Nicola è del
j,. Francesco Za «a roni da Montalto palermitano Manno. La bella sa
generale dell' ordine, fu rifalto ma crestia e la camera del capitolo
gnificamente il convento, accrescen furono architettate da Filippo Brac
dovi il fabbricato rivolto a setten cioli : nella sacrestia lo sfondo del
trione col disegno di Luigi Be- la volta è stupenda opera di Sas-
lettoni allievo del Sassi, non che soferrato. Delle lunelte, nelle quali
rimodernata la chiesa, decorandola è dipinta la vita del santo, quat
della elegante facciata esterna, co tro sono a olio di Agostino Masuc-
me afferma il Vasi nell' Jtineraiio. ci, e tre di Filippo Luzi ; vi dipin
L'altare maggiore è archilel tura se pure Pietro Argeuvilliers. Nella
di Gio. Antonio de' Rossi : vi è un cappellina contigua, il Cristo morto
grandioso panno fatto di sinceo, è di Francesco Cozza, i laterali e
tinto di color di bronzo, che di qua la volta sono del Pozzi. La festa
l. di là con belle cascate, sosteniite del santo titolare vi si celebra a' ì
da vari angeli della stessa niaici in, apule, ed oyiii «piatir' anni il se
forma come un gran padiglione. nato rumano fa alla chiesa l'obla
Nel primo altare a destra la s. An zione del calice d' argento.
na è di Filippo Luzi, e la «olta a Chiesa di s. Audiva delle Frat
fresco di Onofrio A«ellmo napole te, nel rione III Colonna, con par
tano. Nel secondo il quadro è co rocchia. Dicesi delle fratte dui no
pia d' uno che sta nel coro, e rap me della conti ada, perchè al dire
presenta s. Francesco di Paola : i del Panciroli, Tesori nascosti, anti
laterali e la «olta sono di Giu camente era fuori della città, o
seppe Chiari, il quale espresse in perchè fino al secolo XV fu coper
uno il santo che risuscita i mura ta di orti cinti di fratte o siepi ,
tori caduti dalla fabbrica, e ncll' al e però collina degli orticelli si chia
tro il santo che fa gli occhi, il na mò il vicino Monte Piucio a piè
so e la bocca ad un bambino che del quale sorge. Il Panciroli chia
»' era nato privo. Il quadro di s. ma assai antica la chiesa, e nel
Francesco di Sales nella terza cap i6oo era già parrocchia con com
pella, ed i laterali, sono di Anto pagnia del ss. Sagramento ; aggiun
nio Grecoliui. Il deposito sulla par ge che ricevutala i minimi nel
ticella di Lazzaro Pallavicini fu c' I 585 da Sisto V, ottennero licenza
ietto da Benedetto XIV, per avere di edificarvi il contiguo convento.
con singolare umiltà ricusato il car II Veuuti narra che la chiesa era
dinalato, con architettura del car stata prima posseduta dalla nazio
dinal Fuga, e col busto scolpito dal ne scozzese, con ospedale incontro
Corsini. Dall' altra banda ncll' al- rifalto da Gregorio XllI, ora ora
MIN RI 1 » 17 5
torio della confraternita parrocchia- ciata, la tribuna, la cupola ed il
le, la quale nel 1618 acquistò il bizzarro campanile che oscilla visi
sito dagli scozzesi. Dopo la pretesa bilmente al suono delle campane, e
riforma avendola abbandonata gli che descrive il Cancellieri a p. 1 76
scozzesi, dal 1574 in poi l'uffiziò delle sue Campane, ove produce
una confraternita sino a Sisto V un brano del Diario del Valena, dal
memorato, sebbene era divenuto quale apparisce che Gregorio. XIII
patronato della romana famiglia diè la chiesa ai minimi calabresi
del Bufalo de' marchesi di Fighine, ch' erano al convento del Fincio
la cui arme si vede in rilievo sulla coi francesi. Il campanile restò im
porta maggiore. Inoltre il Veuuti perfetto, quanto all' intonacatura, e
riferisce che Leone XI, eletto nel nemmeno le altre opere del Borro
16o5, avea ordinato la riedificazio mino ebbero termine. L' interno è
ne della chiesa dai fondamenti, ma d' una sola nave a croce Iatina, ed
visse 27 giorni. Nella iscrizione pe il pavimento di scelti marmi lo fe
rò che si legge nella chiesa si dice ce fare il duca d. Giovanni Tor-
che nel 1612 il marchese Ottavio lonia. La tribuna, la cupola e le
del Bufalo Cancellieri intraprese di lunette furono dipinte a fresco da
riedificarla cosi magnifica come os"i Pasquale Marini, e fu la sua pri
si vede; | iscrizione vieue riportata ma opera. L'altare maggiore ha
a p. 5f dal Martinelli, il quale o- un quadro a fresco rappresentante
piua che la chiesa si chiamasse il martirio dell'apostolo s. Andrea,
Inter hortoi, de Ursis in Pincis, et dipinto da Lazzaro Baldi : quello
de frattis in Fico nemorensi, es a sinistra è di Gio. Battista Le-
sendovi stato trasportato il fus par nardi ; quello a destra lo colorì iu
rocchiale di san Giovanni della 24 giorni Francesco Trevisani. Nel
ficoccia del collegio de' maroniti. la prima cappella a sinistra le pit
La fabbrica restò in varie parti ture a fresco si attribuiscono ad
imperfetta, e specialmente nel cam Avanzino N Licci. La cappella seguen
panile che nou fu mai intonacato, te degli Accoramboni è ornata ric
e nella parte superiore della fac camente di marmo nero, e contie
ciata, the finalmente nel 1826 ven ne due medaglioni co' ritratti di
ne compita con semplice architet prelati di quella famiglia ; essa è
tura sotto la direzione dell'archi consacrata al Crocefisso. Nella ter
tetto Pasquale Belli , coi denari la za cappella Lodovico Gimignani di
sciati dal celebre cardinal Consalvi pinse il quadro rappresentante s.
a tal uopo. Il Venuti scrive che Michele. Dice il Venuti che la cap
Ottavio morì poco dopo che s' in pella era dedicata a s. Oliva, e che
cominciò l' opera, lasciando fondi i religiosi sostituirono alla sua im
per proseguirla. Architetto di tale magine quelle dell' Immacolata Con
riedificazione si vuole Gaspare Guer cezione, di s. Michel arcangelo, e
ra da Modena, altri dicono il filip di s. Caterina da Siena. In questo
pino p. Gio. Battista Guerra, che altare apparve la ss-. Vergine a' 2o
presiedè a quella di sua congrega gennaio l842, e quale la rappre
zione. Dopo la sua morte il com senta il maestoso quadro erettovi, ud
pimento fu affidato al Borromino, Alfonso Maria Ratisbomie, ricchissi
il quale fece la cappella delia cro- mo ebreo di Strasburgo, il quale gi
17(3 MIN MIN
i .nulo per In cliiesa vide tutio ad un cogl' istromenti della passione del
tratto sparite l'edilizio, ed una luce l' altare maggiore e della crociata
abbagliante che tutto il circondava; sono del Bernini, che scolpiti pel
in trasportato, senza saper come, ponte s. Angelo, Clemente IV onde
innanzi l' alture di s. Michele, da non esporli all' intemperie, li mise
dove appunto usciva la luce, ed al a disposizione del nipote cardinal
zando gli occhi vide sull'altare me Jacopo Rospigliosi, il quale come
desimo, bella e raggiante Maria Im protettore de' minimi li fece collo
macolata della Medaglia benedetta care nel detto luogo. Il s. Fran
(Fedi) (la quale portava al collo, cesco di Sales e la b. Giovanna
postagli per convertirlo dal barone di Valois nella cappella seguente è
Bussierre ), che colla mano gli fece di Francesco Romolo; l'altare è
segno d'inginocchiarsi, come obbe ornato con due colonne di porta
diente eseguì. Fu quindi sollevato santa. Il quadro dell'altare che se
piangente, e di repente abbracciò gue, rappresentaute s. Carlo e s.
il cristianesimo. A' 3o di detto me Francesca romana, in un ai late
se ricevette il battesimo, la cresi rali, è del Cozza. Finalmente la
ma e la comunione dal vicario cappella del battisterio la dipinse
cardinal Patrizi nella chiesa di Ge il Gimignaui, tranne i laterali di
su, indi vestì l'abito de'gesuiti in Bellavia siciliano e di Domenico
Francia. Non può abbastanza espri Jacovacci. Vi sono in questa chie
mersi la fervida divozione della po sa i depositi di vari personaggi ed
polazione di Roma e di oltremou- artisti, fra' quali sono notabili: il
ti, verso la ricordata immagine, e- deposito del cardinal Carlo Calca
guale a quella comparsa a Ratis- gnita, scolpito dal Bracci ; quello
bonne; la cappella è divenuta un del cardinal Pier Luigi Carafa, e-
santuario assiduamente frequentato retto con disegno del Posi ; quelli
dalta venerazione de' fedeli, che con delta duchessa d'Avello, e del cav.
tinuamente ricevono innumerabili Queirolo; quello di Nicolò Simone
e segnalatissime grazie dalla dispen de' duchi di Baviera, morto nel
satrice gran Madre di Dio. Il qua 1734; quello del nipote del re di
dro della cappella seguente, di Ma Marocco (Vedi). Sonovi pure me
ria Vergine ed alcuni santi, fu co morie sepolcrali dell' archeologo
lorito da Giuseppe Cades. La quin Giorgio Zoega, del filologo Girola
ta cappella ha un quadro di s. mo Amati, del matematico Gioac
Giuseppe del Cozza. Segue la cap chino Pessuti , de' pittori Gimigna
pella della crociata, dedicata a s. ui, Oreste Kiprenskoi russo, de la
A ima, non ancora compita e archi Roche francese, della celebre pit
tettata dal Vauvitelli : il quadro è trice Angelica Kauflmann, e dello
di Giuseppe Bottani che vi effigiò scultore Schadow. Nella bella e ni
la santa, essendo del Maini la sta tida opera con eleganti incisioni :
tua sotto l' altare, altri dicono del Monumenti sepolcrali eretti in Ro
Pacetli, e rappresentante il transito ma agli uomini celebri per scienze,
di essa. La cappella incontro è de lettere ed arti, visitati da Oreste
dicata a s. Francesco di Paola, ric lìaggi, disegnati dal cav. architetto F.
ca di marmi e bronzi, architettata M. Tosi tenente d' artiglieria, Roma
da Filippo Barigioni; i due angeli 1846, tipografia Monaldi ; nel vol.
MIN MIN 177
III che tali chiarissimi signori gen della Luce. Ne' primi del 173o pas
tilmente si compiacquero dedicarmi sando un cieco pel vicolo delle Mo
sono riportati e descritti egregia le vicino alla chiesa, entrò nel pian
mente i monumenti della Iva u lI terreno di casa rovinosa, ove caden
manu, di Pessuti, Amati, Zoega, do sassi e cementi , rivolgendosi
Gmelin, ec. Nella sagrestia In volta verso la parete prodigiosamente riac
fu dipinta da Giacomo Triga, ed quistò la luce in vedere su di essa
il Crocefisso sull'altare dal Gimi- I immagine di Maria col Bambino
gnani. Nel chiostro dell' annesso con cinta di straordinario splendore.
vento Vi sono pitture a fresco in Per un movimento naturale escla
cui sono espressi i fatti della vita mò luce, luce, invitando pieno di
di s. Francesco di Paola : alcune giubilo quelli del vicinato ad am
lunette sono del Cozza, una di mirare il portento e la grazia ri
Francesco Gherardi, le altre di di cevuta, laonde grandissima e uni
versi artisti : parecchi hanno sof versale fu la sorpresa, e rapidamen
ferto. te ne fu piena Roma. Subito ac
Chiesa di s. Salvatore in Corte corsero ciechi, storpi ed infermi,
o s. Maria della Luce, nel rione e furono prontamente esauditi dal
Xlll Trastevere, con parrocchia. la discoperta immagine, che alta
Della sua denominazione ed altre meglio si ornò per la pubblica ve
notizie, come del suo storico retto nerazione. I minimi bramosi di tras
re della medesima, ne parlammo portarla in questa chiesa, ne se
al suo articolo, e nel vol. XXI, p. garono il muro con licenza del
35 del Dizionario; altre qui ne cardinal vicario, ed agli 8 agosto
aggiungeremo. Che ivi fosse stata solennemente la collocarono vicino
corte o curia, o tribunale o car alla porta maggiore in apposito nl-
cere, si può vedere anche il Nardini tare, ove la pietà de' romani accor
p. 47 2, Roma antica, ed il Marti se a tributarle omaggio e copiose
nelli, Roma ex ethnica sacra p. oblazioni, colle quali si potè rifab
a98: il Venuti p. io24 dice che bricar la chiesa minacciante rovina,
tal curia fu chiamata il tribunale di per cui si spesero piu di i5,ooo
Aurelio, e che forse prese come al scudi. Indi la miracolosa immagine
tre il nome dalla famiglia de Cur- chiamata della Luce da quanto
tibus, rappresentando le antiche si e detto, fu trasferita con nobili
pitture dell'altare maggiore la mor fregi nella tribuna dietro l'altare
te di san Pimmenio o Pigmenio principale, ov' è in gran venerazio
suo primo parroco, e maestro di ne, e si scuopre ogni sabbato e in
Giuliano l'apostata, descritta dal tutte le feste, con divote pratiche
Mauro; aggiunge che ivi si vene e concorso di popolo.
rano i corpi de' ss. Pimmenio, Pol Chiesa di s. Giovanni a porta
hone e Melice martiri, e le reli Latina (Fedi).
quie di s. Bonosa fondatrice del
l'antichissima chiesa del Ili secolo. Del secondo e terz'ordine
Pietro Bombelli nella Raccolta del de'minimi.
l' imm. coron. dal cap. di s. Pietro,
t. IV, p. i4>) descrive l' invenzio Minime o Paolotte monache. Su
ne e manifestazione della Madonna periormente si riferi che s. France-
voi. xiv. 12
i78 MIN MIN
sco di Piiola non solo compose la IV, allorchè si recò in Francia. Le
regola pei religiosi, ma ancora per religiose di detto monastero du prin
le monache, e per le persone dei cipio furono soggette al correttore
due sessi che avessero voluto ab del convento d' Andujar, ma poi
bracciare l'istituto de' minimi, onde s. Francesco le sottopose all'obbe
viene ad essere egli fondatore di dienza del provinciale di Spagna,
tre ordini. La regola peiò delle onde in appresso si moltiplicarono
monache, le quali compongono il con molti monasteri non solo in
secondo ordine, fu I' ultima delle quel regno, ove se ne contarono un
tre composte dal santo, avendo dici, ma in Francia nel i62i, ed
scritto prima quella delle persone in Italia. La regola delle monache
d' ambo i sessi o terziari perchè è poco diversa da quella de' reli
costituiscono il terz' ordine. Avendo giosi, uè differisce se non nelle co
s. Francesco mandato nella Spagna se necessarie alla diversità del sesso.
il p. Germano Lionet con alcuni Hanno esse per conseguenza anche
altri de' suoi frati per istabilirvi il voto di perpetua vita quaresimale,
l' ordine de' minimi, d. Pietro di le medesime osservanze de' digiuni,
Lucerna Olit non contento di a- silenzio, orazione e altre cose che
ver fondato un convento di questi si osservano dai minimi. Vi ha dif
nella città di Andujar, con Ma ferenza tra i correttori e le cor-
ria Alfonsa sua moglie diede anco rettrici, perchè i primi si eleggono
ra la sua propria casa per conver ogni anno, le seconde ogni tre. Nel
tirla in un monastero di religiose rione Monti alla Suburra presso il
del medesimo ordine, e due sue ni bel convento de' minimi, nel l'jZo
poti Maria e Francesca, nate dalla fu fondato un monastero di pao-
figlia Elena, furono le prime a -ve lotte da suor Maria Diomira, e con
stirvi l'abito nel i495, dato loro architettura di Francesco Fiori la
dallo stesso p. Germano, sottopo contigua chiesa de' ss. Gioacchino
nendosi al governo del p. Giovan e Francesco di Paola, come si ha
ni del Bosco : la chiesa di questo dall' funerario del Vasi. In questa
primo monastero fu dedicata a s. chiesa nel i 78o fu sepolto nella
Eleua. Non avevano in quel tempo eappella del Crocefisso da lui fon
regola particolare, perchè s. Fran data, monsignor Vittorio Giovaiili
cesco per le monache la compose di Veroli, decano de' votanti di se
nel i5o6 in cui Giulio II l'ap gnatura, e deputato vigilantissimo
provò con quelle del primo e terzo delle religiose. Il p. Luigi Doni,
ordine, colla bolla Inter caeteros. che fu poi vescovo di Rietz/ nella
Nel i.ioS il santo in segno di af storia geuerale di questo suo ordi
fezione verso tali vergim, ch'era ne descrive le vite di alcune uio-
no allora otto, mandò a ciascuna uache minime spagnuole e italiane,
una corona, dono che soleva fare morte in coucetto di santità, alle
agli amici e benefattori dell'ordi quali si debbono aggiungere altre
ne. Queste corone sono state la francesi, tra le quali suor Gabriel
sorgente di moltissimi prodigi, per la Touquart di Gesù Maria, che
la benedizione che gli compartiva dal terz' ordine passò al secondo,
il santo, pei facoltn couce»sa di be fondando di questo un monastero
nedir corone e candele da Sisto i iella città di Abbeville, di cui ella
MIN MIN 179
fu fatta correttrice, e dopo avervi vano alla di lui direzione, servisse
dimorato molti anni negli esercizi ro loro di regola e di statuti, fin
di pieta e mortificazione continua, chè nel i5oi compose pel tcrz'or-
mori santamente nel 1639: il mo dine la regola che approvò Ales
nastero di Soissons fu il secondo sandro VI nel i5o2, e confermò
monastero eretto in Francia, ed en Giulio II nel i5o6, insieme a quel
trambi furono approvati da Gre le del primo e secondo, forman
gorio XV nell'anno 1623. L'abito done tutto un corpo. Questa rego
delle religiose minime è simile a la contiene sette capitoli : primie
quello de' religiosi dell'ordine, e ramente prescrive ai fratelli e so
sul velo bianco ne portano altro ne relle, terziari e terziarie, l' osser
ro. Il p. Bonanni nel Catalogo vanza de' comandamenti di Dio e
delle vergini consacrate a Dio, ne della Chiesa. I chierici devono re
riporta la figura a p. 57, ripro citar l' uffizio divino, e gli altri dire
dotta nella Raccolta dal Cappar- pel mattutino sette Pater ed Ave;
roni, e dice che nelle croniche del altrettanti per le laudi, cinque pel
p. Lanovio, e nel cap. II della vi vespero, tre per la compieta e per
ta del fondatore, d'Isidoro toscano ognuna delle altre ore canoniche,
pag 4o4, *i parla delle monache con aggiungere in fine ogni volta
paolotte. Abbiamo: Costituzioni del il Gloria Patri, ed ogni giorno tre
le rev. monache di s. Francesco altri Pater ed ^i,e, e dopo l' ulti
di Paola della città di Roma. ma il Requiem pei defunti. I ter
Terz' ordine. Pel tempo in cui ziari e le terziarie debbonsi confes
san Francesco l' istitui questo do sare da' sacerdoti loro assegnati dal
vrebbe chia morsi secondo, poichè correttore generale dell' ordine, e
il santo molto prima di portarsi comunicarsi nel giovedì santo, Pen
in Francia stabilì in Calabria un tecoste, Assunta e Natale. Sono
modo di vivere per le persone obbligati ascoltare la messa con di
dell'uno e l'altro sesso, viventi nel vozione, pagar Je decime dovute ai
secolo. Rilevasi dai processi di sua curati, astenersi da impieghi inde
canonizzazione, aver il santo in Ca centi, non intervenire a festini ed
labria distribuito 0 diversi secolari altre vanità. È loro vietato mangiar
il cordoncino ch' è la divisa del carne dalla festa di s. Lucia sino a
terz' ordine. Dai medesimi pure ap Natale, ne' tre giorni precedenti
parisce che andando il fondatore alle comunioni prescritte, e in tutti
in Francia e passando per Altiglia i mercoledì, potendo i confessori
vi lasciò una comunità di terziarie dispensare, come dal digiuno, in
in numero di diecisette, le quali altre opere pie. Sono in libertà di
Bvevano per correttrice certa Per- osservar la vita quaresimale, devono
na, e per direttore il sacerdote Ser però vestire d'un colore quasi simi
ra parimenti terziario. Non è però le a quello de' minimi, cingendosi
cerio che il santo formasse per que di un cordone con due soli nodi,
sti in Italia alcuna regolo, ma non che ricevono dal correttore, nelle
può negarsi che gli esempi della cui mani, se vogliono perseverar nel-
sua santissima vita, e le esortazio I' ordine, debbono poi far la pro
ni che da lui e da' suoi religiosi fessione, purchè abbiano compiti
si facevano a quelli che si affida quindici anni d'età. I superiori
18o MIN MIN
maggiori de' minimi, ne' luoghi ove domenicano Boccasiui, poi Papa
esiste il terz' ordine, deputano un Benedetto XI, per confermar lu
correttore ed una correttrice, prin- tregua fissata per due anni da Car
pal cura de' quali è il conservare lo II, tra il re di Francia e Gui
in perfetta amicizia gli ascritti, che do conte delle Fiandre. Questn
si devono amare quali fratelli e commissione l' adempì con tanta
sorelle, visitandoli nelle infermità soddisfazione del Papa, che a' i5
e consolandoli nelle afflizioni. In dicembre i3o2 lo creò cardinale
Toledo furono istituite terziarie vescovo di Porto , confermandolo
claustrali viventi in monastero con nel governo dell' ordine, col titolo
voti solenni, che terminarono per di vicario generale, fino al nuovo
estrema povertà, ed alcune fioriro capitolo, ed inoltre lo dichiarò pro
no per santità di vita. Ora il terzo tettore dell'ordine medesimo, e le
ordine de' minimi comprende solo gato in Francia. Trovossi preseute
secolari de' due sessi, che in alcuni ai conclavi di Benedetto XI e Cle
paesi vestono come i religiosi e le mente V, e nel concilio di Vienna
monache. Tra di essi molti furono con argomenti tolti dalla teologia,
illustri per nobiltà e pietà, come difese con eguale impegno e suc
la b. Grazia da Valenza, s. Fran cesso la memoria di Bonifacio VIlI.
cesco di Sales, ed altri servi di Dio, Morì nel i3ia in Avignone, ove
come s. Giovanni di Dio, s. Vin Clemente V avea trasferito la resi
cenzo de Paoli, e la b. Giovanna denza pontificia, ed ebbe sepoltura
di Valois, fondatori di altri ordini; nella chiesa del suo ordine. Per
inoltre furono terziari. Luigi XI, mezzo di Giotto, famoso pittore, fe
Carlo VIII e Luigi XII re di ce esprimere al vivo i principali
Francia. tratti della vita di s. Francesco nel
MINIO Giovanni, Cardinale. convento d'Asisi in trentadue pit
Giovanni Minio da Morrovalle, nel ture. La vita del cardinale fu scrit
la diocesi di Fermo, professò nel ta da Isidoro uomo celebre.
l'ordine francescano, dove divenuto MINISTRI DEGL'INFERMI, o
celebre dottore di teologia, fu tra Crociferi, chierici regolari, ordine
scelto da Nicolò IV a lettore del religioso. Ne fu fondatore s. Ca
palazzo apostolico, e poi dai suoi millo de Lellis [Fedi), nato a' 2 5
frati nel capitolo tenutosi in Ana- maggio i55o in Bucchiauico dio
gni nel 1 296, a cui volle trovarsi cesi di Chieti, da famiglia illustre.
presente Bonifacio ViII, venne a Sua madre avea 6o anni quando
voti concordi eletto generale del lo partorì, e prima di darlo alla
suo ordine, cui studiossi di richia luce sognò di avere in seno un
mare alt' autica disciplina. Nel tem fanciullo con una croce in petto,
po del suo generalato s. Lodovico cui si univano altri fanciulli ornati
vescovo di Tolosa, primogenito di del medesimo segno. Il padre co
Carlo II re di Napoli, professò nel me militare poca cura si prese di
le di lui mani la regola di s. Fran sua educazione, onde imparò ap
cesco nel convento di Araceli di pena a leggere e scrivere, ma ben
Roma nella vigilia di Natale 1296. sì si diè al giuoco. D'anni 18 si
Per ordine di Bonifacio VIII si arrotò nelle milizie venete col ge
trasferì a Gant in compagnia del nitore, il quale essendo morto pre*-
MIN MIN 181
so Loreto, rimasto Camillo solo vanIi, i quali lo rifiutarono a ca
perchè aveva eziandio perduta la gione della piaga che gli restò fin
mndi e, non potè condursi a Ve chè visse. Allora designò d'istitui
nezia, nuche per essersi impiagate re una congregazione di persone
le gambe. Curandosi in Fermo secolari, pel servigio degli amma
concepi abborrimento pel mondo, lati poveri, massime nell' ultima
e vocazione di vestir l' obito fran- agonia, avendone osservato il gra
rescauo. A tale effetto si recò in ve bisogno nell'ospedale stesso; laon
Aquila, ove lo zio era guardiano de nel i582 si unirono a lui Ber
del convento di s. Bernardino, ma nardino Norcino della Matrice, Cur
non volle riceverlo. Allora Camillo zio Lodi aquilano, Francesco Pro
risolvette portarsi in Roma, e cu feta di Randazzo, Lodovico Aldo-
rarsi iiell' ospedale di s. Giacomo, belli e Benigno. Si adunavano o-
ove fu ammesso come inserviente gni giorno in un piccolo oratorio
alla cura degl' infermi, indi però da loro eretto nell' ospedale, ove
licenziato pel suo naturale focoso recitavano preci e facevano medi
e dedito al giuoco. Tornò pertanto tazioni. E inesprimibile come Ca
nd ascriversi ut-I i569 alle milizie millo, avente a confessore e con
venete, ma per la guerra termina sigliere san Filippo Acri , s'inol
ta co' turchi, presto venne licenzia trasse nella via della perfezione, e
ti). Ridotto in miseria, trovò rifu con quanta fortezza d'animo, su
gio dai cappuccini di Manfredonia, blime carità, amore e pazienza as
clic l' impiegarono alla costruzione sistesse agl'infermi in tutti i loro
d' una fabbrica. Frattanto Dio a- bisogni anco spirituali, e con quan
vmdolo illuminato, nel giorno della to fervore si esercitasse nelle virtù.
Puritiamone In accettato per fra Il demonio invidioso di tanto bene,
te laico; ma scorso poco tempo lo mosse i superiori dell' ospedale a
lasciarono in libertà per la riaper ordinare che l' oratorio fosse disfat
tura <i una piaga. Tornò in Roma to; però Dio consolò il suo servo,
all'ospedale iti s. Giacomo per la esortandolo a perseverar nell'im
cura, e si rese di edificazione a tut presa, ed assicurandolo di assistenza.
ti pel cambiamento di vita. Gua Animato dal divino patrocinio, sta
rito clie fu, volle far ritorno in bili di formar la sua congregazio
Manfredonia tra' cappuccini , ove ne fuori dell' ospedale, e per con
poco restò rinnovandosi il suo male. siglio di un amico si determinò ad
Risoluto di darsi tutto a Dio, e ordinarsi sacerdote, per meglio gio
consacrarsi interamente al servigio vare agli ammalati, ed aver più se
degl'infermi nell'ospedale di s. Gia guaci che l' aiutassero, poichè il
como, si recò nuovamente nella ca suo fine principale era quello di
pitale del cristianesimo. Gli am assistere negli estremi della vita i
ministratori dello stabilimento gli moribondi, e di aiutarli a rendere
affidarono I' uffizio di economo, che piamente I' anima a Dio.
esercitò con fedeltà e diligenza. Il Persuaso Camillo ch' eragli ne
suo spirito essendo agitato pel voto cessaria la lingua latina , non ti
fatto di entrare nel!' ordine di s. vergognò d'anni trentadue di an
Francesco, provò d' essere ammes dare ad impararla dai gesuiti nel
so tra' cappuccini e minori osser- collegio romano, in mezzo ai fan
i82 MIN MIN
ciulli. In poco tempo profittò tan giugno un breve in cui si permise
to nello studio, che avendole pia al fondatore ed a' suoi religiosi di
persona assegnato una pensione di portare sui loro abiti una croce di
36 scudi , fu ordinato sacerdote. color tanè, per distinguersi dagli
Poco dopo i superiori dell' ospe altri chierici regolari. Non aveva
dale gli conferirono l' ufliziatura no essi allora nè chiesa uè orato
della chiesa di santa Maria dei Mi rio, e perciò erano costretti ogni
racoli al Popolo, ove il santo cre giorno ad uscire, per andare a ce
dendo poter liberamente dar prin lebrare o ascoltare la messa nella
cipio alla sua congregazione, rinun chiesa de' gesuiti, ove eletto ave
ziò all'impiego di economo; nel vano anche il loro confessore. Ab
settembre i 584 prese possesso di tal bandonata la casa alle Botteghe o-
chiesa, e ordinò a' suoi compagni scure, ottennero con alcune condi
vestire abiti ecclesiastici con assenso zioni dall' arciconfratcrnita del Gon
di Gregorio XIII. Poco restò in falone la chiesa di s. Maria Mad
questo luogo, perchè essendosi ma dalena con alcune case contigue,
lato l' abbandonò co' compagni e che poi fecero rifabbricare magni
prese casa alle Botteghe oscure, ficamente al modo che si dirà. Si
continuando l' assistenza degl' infer aumentò quindi il loro numero, e
mi. Crescendo mirabilmente la sua s. Camillo passò a fondare una ca
congregazione, che dicevasi del p. sa in Napoli, conducendo seco dodi
Camillo, determinò che si chiamas ci compagni. Il cardinal Gio. Evan
se degli assistenti o ministri degli gelista Pdlotta gliene esibì un'altra
infermi. Sisto V per l' utile grande da farsi in Bologna; ma il santo
che derivava dal nuovo istituto, non potè accettare, perchè molti
l'approvò colla costituzione Ex o- de' suoi discepoli per mancanza di
umiùiis, a' 1 8 marzo 1 586, Bull. patrimonio, non si potevano ordi
Rom. t. IV, par. IV, p. 19i, e nar sacerdoti. Si pensò a ciò rime
permise agli alunni di essa di vive diare con ottenere da Sisto V di
re in comunità, di fare i voti sem erigere la congregazione in ordine
plici di povertà, castità e obbedien regolare, e ne parlarono al Papa
za, ed il quarto di assistere i mo i due cardinali Laureo e Pallotta,
ribondi, eziandio in tempo di peste. il quale ne diè incombenza alla
Diede loro altresi licenza di eleg congregazione de' riti. Per sua mor
gere uu de' loro sacerdoti per su te Gregorio XIV col breve Illius,
periore, il quale non potesse eser del 2 1 settembre 1 5q i , Bull. Rom.
citar I' ullizio che per tre anni, e t. V, par. I, p. 3q6, approvò la
di questuare per la città. Agli 8 loro maniera di vivere stabilita dal
aprile fu eletto in supcriore s. Ca fondatore, il quale ordinava che la
tmllo, il quale subito prese un com povertà de'suoi fòsse come quella
pagno e audò per Roma a chieder degli ordmi mendicanti. Prescrisse
l'elemosina, ma non trovò che uu che si eleggesse uu prefetto generale
pane ed alcuoe frutta. Il ondutale il cui utlizio fosse perpetuo, con
Vincenzo Laureo vescovo di Mon quattro cousultori pme perpetui,
tiosi e protettore della cougi esa cioè durante la vita del prefetto
zione, la cui conferma avea ottenu generale; che subito eletto il gene
ta da S«*to V, Ptleuue pur* *' »6 rale facessero nelle *"-« mani i yq.
MIN lI I N 183
ti solenni di povertà, castità, ob daii, furono compilati nuovi rego
bedienza, e di assistere i moribon lamenti, approvati da Clemente VIII
di ; che il numero de' fratelli laici nel 1 6oo, colla bolla Superna di-
fosse maggiore di quello de' sacer tpositione, de' 29 dicembre, Bull.
doti; che dimorando giorno e notte tiom. t. V, par. Il, p. 3a5 ; nella
negli spedali a cura degli infermi , quale bolla furono riformate molte
non prendessero altra ricompensa ordinazioni che si trovano nel siun-
che quella spontaneamente offerta mentovato breve di Gregorio XIV,
dai superiori degli spedali; e che si fra le quali fu tolta la perpetuità
destinasse una casa pel noviziato. al generale e consultori. Tutta vol-
Nello stesso breve Gregorio XIV la i religiosi lasciarono in seguito
li esentò dalla giurisdizione de' ve questo impiego, ed iu altro capito
scovi, sottoponendoli immediata lo generale, adunato in Roma rid
mente ulla santa Sede, e li dichia l' ottobre 16o7, s. Camillo rinun
rò partecipi de' privilegi de' bene ziò la carica di superiore, che fu
dettini, mendicanti, gesuiti, cano conferita al p. Biagio Opperti, pri
nici e chierici regolari. ma col titolo di vicario generale, e
Innocenzo IX deputò Paolo Al poi iu un altro capitolo tenuto nel
beri arcivescovo d'Epidauro, a ri 16o8 con quello di generale. Sciol
cevere lu professione dal fondatore, to il fondatore da ogni imbarazzo
il quale ricevè poi quella de' suoi si diede tutto all' orazione, agli e-
religiosi agli 8 dicembre i59i. Do sercizi di carità, ed alla penitenza
po tal solenne professione si accese e mortificazione, dalle quali oppres
maggiormente la carità del sauto so, e ricevendo il s. Viatico dal
verso gl' infermi, e nel mese di cardinal Ginnasi protettore dell'or
mai /o 1 59a ottenne nuova confer dine, volò al paradiso iu Roma ai
ma dell'ordine da Clemente VIII, i 4 luglio 161 4, d'anni 64, un me
che agli antichi aggiunse uuovi pri se e veuti giorni, e fu onorevol
vilegi. Nel medesimo anno moren mente sepolto nella sua chiesa di
do il cardinal Laureo, assistito da s. Maddalena, dove illustrato da
s. Camillo, lasciò l'eredità ai ministri Dio con moltissimi miracoli è in
degl' infermi. Quindi il sauto passò gran venerazione il suo corpo. E-
.1 Napoli ed a Loreto, e tornato in gli avea fondato case dell' ordine
Roma coi beni della conseguita e- anche a Bologna, Genova, Firenze,
tedità soddisfece i debiti contratti Ferrara, Messina, Mantova ed altri
per la fabbrica della casa, e poscia luoghi, come in Ungheria. A Na
>i applicò a dilatar l'ordine, che poli, in Nola, in Roma ed altrove,
introdusse ancora in Milano cou tu spettacolo di carità nell' assiste
assumersi la cura dell' ospedale. Ra re gli appestati, come lo furono i
dunò dipoi il capitolo generale in suoi figli allora e dopo, pieni del
Roma, dove furono eletti quattro suo eroico spirito. Non solo il santo
consultori, col carico di stendere le prendeva viva cura dell'anima, ma
costituzioni, per servire di regola a anco del corpo degl' infermi, ve
tutta la congregazione, e nel i jiqt) gliando che si seppellissero quaudo
vi convocò il secondo, in cui es indubitatamente erano divenuti ca
sendo stato ammesso il di lui pro daveri, ordinando a' suoi religiosi
petto di assistere i malati negli spe di contmuaie la oraùoui pegU ago
i«4 M IN MIN
ni/v.a nti alcun tempo dopo che sem de Lellis scritta in italiano un anno
bravano aver mandato l'ultimo re dopo la sua morte dal discepolo p.
spiro, per precauzione, e non per Santi Ciccatelli, e stampata in Vi
mettessero che loro si coprisse to terbo nel 16 [5, fu ristampata in
tto il volto per impedire la respi Napoli nel 1627, e con giunte in
razione, fmchè non si avesse indu Roma nel 1746: tradotta in lati
bitata certezza della morte. Bene no dal gesuita Pietro Halloix fu
detto XIlI a' 24 luglio 1728 ne pubblicata in Anversa nel i632.
approvò le virtù in grado eroico, Nel 1726 il p. Pantaleone Dolera
e Benedetto XIV dopo averne ap stampò in ltoma quella da lui com
provato i miracoli a' 26 settembre pilata. Da ultimo, e nel 1837, fu
i741, e permesso a'5 marzo 174* esaminata e confrontata coi pro
colla costituzione De congregatio- cessi della canonizzazione la stessa
nis, presso il Bull. Maga. t. XVI, vita scritta dai padri Ciccateli1 e
p. 74, che il suo corpo fosse tra Dolera, e così corretta fu stampata
sferito in lungo più decente di det in Roma dal tipografo Marini.
ta chiesa, agli 8 aprile colla bolki Dopo la morte del fondatore l'ordi
In virtutibus, loco citato, solenne ne proseguì a dilatarsi, e passò anche
mente Io beatificò, canonizzandolo nella Spagna, ed in altri paesi. Nel
colia bolla Misericordiae, de' 28 1637 Urbano VIII col breve Ex-
giugno 174^, Bull. Beneil. XIF, poni nobis, a tenore delle costitu
t. II, p. 75, a' 29 detto ; indi con zioni della congregazione, ordinò che
decreto 8 gennaio 1752 ne con i capitoli generali si tenessero ogni
cesse l'uffizio e messa con rito dop sei anni ; ed essendo insorta la que
pio negli stati sardi, e con decreto dei stione tra' sacerdoti ed i frati , i
29 maggio a quelli ereditari di ca quali erano prima impiegati anche
sa d AuMria. Clemente XIII aven nelle cariche della religione, preten
do a' 23 novembre 1758 concesso dendo questi secondi la precedenza
che in Roma a' 18 luglio si cele sopra de' chierici, Alessandro VII
brasse la festa con detti uffizio e con breve del 1662 decise a favo
messa con rito semidoppio, a' i5 re di questi ultimi contro i laici,
dicembre 1762 ordinò che 111 tut ed accordò ai religiosi molte indul
ta la Chiesa cattolica si facesse lo genze a beneficio degli infermi. Qui
stesso uffizio colle lezioni del secon noteremo che Innocenzo XI a' 3i
do e terzo notturno , orazione e agosto 1684 stabilì col breve Ex-
messa tutto proprio, già da Bene poni nobis, che i fratelli laici non
detto XIV approvati a' 1 2 marzo potessero più occupare la carica di
1753 con rito semidoppio, che Cle consultori; e che Innocenzo XII ai
mente XIII con decreto de' 16 2o agosto 1 697 col breve Sollici-
settembre 1767 elevò a doppio mi tudo pastoralis, tolse ai medesimi
nore. Con simile decreto permise fratelli laici la voce attiva e passi
a' ministri degl' infermi, ad istanza va. Inoltre Alessandro VII concesso
del re di Sardegna, che nell' assi ai ministri degli infermi la chiesa
stere a' moribondi potessero recitare di s. Maria in Trivio, che descri
nelle litanie il nome del loro fon vemmo nel vol. XI, p. 2o5 del
datore s. Camillo dopo quello di Dizionario, quanto all' origine; laon
*. Francesco. La viu di s. Camillo de qui faremo parola di altre cose
MIN MIN 18?
clic la riguardnno. I religiosi nel partendo dall' altar maggiore, ha
i "incutino annesso vi posero il no due belle colonnine di verde anti
viziato, indi servì di residenza del co, in mezzo a cui è il quadro col
procuratore generale. Avendola re battesimo di Cristo d'uno scolaro
staurata nel il1-'.) i religiosi anti del Palma, di cui sono pure le .sto
chi proprietari, i ministri degl' in rietle a fresco colorite ne'lati e per
férmi fecero altrettanto, e molto di sopra all'arco. Sull'ultimo alta
rabbellirono. La chiesa ha una sola re s. Maria Maddalena è del peru
nave con quattro cappelle senza gino Scaramuccia. Nel mezzo della
sfondo, ed il cappellone maggiore chiesa vi è la memoria sepolcrale
nell'estremità superiore. Il pavi del cardinal Luigi Cornaio. Nella
mento è di puliti marmi, le pareti sacrestia da un lato si vede la Pie
sono ricche di stucchi messi a oro, tà ad olio, e nella volta altra si
e la volta co' suoi peducci è tutta mile a fresco, dipinte dal p. Bar
dipinta colle storie della Beata Ver tolomeo Morelli genovese de' mini
gine, condotte dul reatino Antonio stri degl' infermi. Nella volta di vi
(therardi, lodate pel colorito. Il cina stanza il Gherardi dipinse il
primo altare a destra ha un qua miracolo operato da s. Camillo al
dro di s. Francesco Caracciolo, po romano Crescenzi, e sulla porta
stovi di recente, e prima v' era un della sacrestia il Cristo morto è del
Crocefisso con Maria, s. Giovanni e Palma. Qui noteremo, che nella
s. Maria Maddalena, di Gio. France navata principale della basilica Va
sco Bolognese, di cui sono i quadretti ticana, tra le statue de'santi fonda-
laterali ad olio colle storie di Ma tori, i ministri degl'infermi vi col
ria Vergine : il Crocefisso fu tra locarono quella di s. Camillo, scol
sferito presso l'altare -maggiore a pita da Pietro Pacilli.
dritta. II secondo altare prima avea Clemente XI nel 17i4 diede la
un s. Pontefice decapitato da un ma chiesa di s. Giovanni in Mica Au
nigoldo, pittura del p. Cosimo cap rea in Trastevere ai religiosi, per
puccino, ed ora sta pi'esso l'altare chè fosse loro più agevole nella re
grande a sinistra, ed in suo luogo gione assistere i moribondi. Cle
fu sostituito il s. Camillo de Lellis mente XIII col breve, Ad aiigen-
del siciliano Gaspare Serenati : dui dam, de'4 marzo 176o, Bull. liom.
lati dell'arco sono cinque piccoli Continuatio, t. I, p. a94, concesse
«ffreschi culle storie della Passione indulgenza plenaria, da applicarsi
del padre Cosimo. L'altar maggio anche ai defunti, a quelli che con
re ebbe già una gloria d' angeli fessati e comunicati venerassero il
adoranti il ss. Sngia mento, dipinta ss. Sacramento esposto nelle chiese
dal Palma che colori pure i due de' ministri degl' infermi in ogni
quadri laterali. in seguito l'altare festa di precetto, nelle quali in Ro
fu rinnovato con architettura del ma si espone nelle due chiese del
nominato Gherardi, con marmi pre l'ordine. Pio VI nel 1781 per ri
gevoli e rari , tanto nella mensa chiesta della regina Maria I, mandò
che nella balaustra ; ed in esso ve in Portogallo dodici religiosi per pro
nerasi un' antica immagine di Ma pagarvi il benemerito istituto, cioè
ria Vergine col Bambino in piedi. non nel Portogallo, ove già esisteva,
Il primo altare dall'opposto lato, ma nelle Indie soggette a quella
i86 MIN MIN
corona. Nell' Ospedale di s. Gio cappello ecclesiastico, ed alla croce
vanni in Laterano (Vedi) per l'imi - di tanè sostituirono la rossa, che
utenza spirituale delle malate, in portano sopra la sottana e il mantel
luogo de' confessori e cappellani lo nella parte destra. Ai quattro voti
preti secolari, con autorizzazione di solenni ne aggiungono quattro sem
Gregorio XVI nel 1 836 vi furono plici, di non variar cosa alcuna
collocati i ministri degl' infermi, nella maniera che osservano in
cioè sei padri e due laici. Uno dei servire gl' infermi, se ciò non fosse
primi è priore, altro è sotto-priore. per un bene maggiore e con auto
ed oltre l' occuparsi delle cose spi rità apostolica ; di non procurare
rituali, soprintendono alla discipli cosa alcuna dagli spedali, nè d'ac
na degli uomini che servono l'isti cettare mai per qualunque ragione
tuto ; gli nitri quattro padri com l'amministrazione temporale degli
piono i doveri del sacro ministero, spedali; di non procurare alcuna di
essendo uno di essi giorno e notte gnità nè direttamente, nè indiret
sempre di guardia per qualunque tamente, nè nell' ordine, nè fuori
bisogno. Con beneplacito di detto dell' ordine, e di non accettarla se
Papa nel principio del 1839 i mi sia loro conferita, senza la dispensa
nistri degli infermi permutarono la pontificia; e di avvisare i superiori
chiesa di s. Maria in Trivio e an se alcuno di essi procura di aver
nesso conventino , con chiesa e ne. Fanno due anni di noviziato, e
convento de' ss. Vincenzo ed Ana non sono obbligati in coro a reci
stasio a Trevi, che descriveremo, tar l' uffizio divino, ma bensì a fa
coi Chterici regolari minori ( Ve re ogni giorno un' ora di medita
di), chiesn e convento che subito zione, e a fare la disciplina, ed una
ristorarono ed abbellirono, e l'utti- astinenza iit tutti i venerdì. Nel ca
xinno con splendidezza e decoro. pitolo generale eleggono il prefetto
Il Papa regnante nel luglio 1847 generale ed i quattro consultori
col breve Inter plurima, nell'arci assistenti, ch' eleggono i provinciali,
spedale di s. Spirito in Sassia, ai i prefetti, i visitatori e gli altri uf-
canonici regolari sostituì i ministri fiziali. Hanno questi religiosi delle
degl'infermi, per la cura e assi case di professione, di noviziato,
stenza dei malati, e pel governo ed anche infermerie. Queste due
della unita parrocchia, concedendo ultime case possono possedere ; an
ali archivista e segretario que' pri ticamente non le prime, alle quali
vilegi già goduti dai canonici dallo era permesso soltanto di avere una
stesso Pontefice contemporanea casa di campagna, acciocchè i reli
mente soppressi. Indi agli 8 ago giosi possano sollevarsi alquanto
sto sedici individui religiosi presero dal ministero laborioso ch'esercita
possesso del grandioso stabilimento no con tanta edificazione ed utili
con quelle solennità descritte nel tà pubblica; ma Clemente XIII col
tium. 64 del Diario di Roma. la bolla Inter plurima, de'24 ago
L'abito de' ministri degl' infer sto 17641 concesse che anco le ca
mi, chierici regolari, detti ancora se professe potessero possedere. Vi
del ben morire, al che aiutano ca sono tra di loro, sacerdoti, frati
ritatevolmente chi lo brama, è ne laici o conversi, ed oblati, de'quali
ro simile a quello degli nItri, con i primi due sono Ieguti con voti
MIN MIN 187
solenni, e gli oblati funno solamen infermi si sono sempre mostrati de
te i voti semplici, e sono impiegati gni figli di s. Camillo, e molte cen
negli uffizi della casa. tinaia ne furono vittime. Quanto
In questa congregazione fiorirono ni religiosi illustri per sapere, seb
diversi servi di Dio, e parecchi per bene il loro istituto li obbliga ve
sonaggi illustri per dottrina e per o- gliar le notti, e consumar i giorni
pere spirituali che pubblicarono. Fio al letto de' moribondi, pure abbia
rirono in santità di vita, princi mo diverse opere pregevoli di alcuni.
palmente il fratello Bernardino Nor Il p. Gio. Battista Novati pubblicò
cino primo compagno di san Ca - varie opere, tra le quali nomineremo
inillo , morto nell'anno 1 583. Il quelle intitolate : Eucharistici a1no-
fratello Giovanni Baudinch irlande ics; e De eminentia Deiparae V.
se, confessore della fede in Londra, M. Il p. Nicolò du Mortier professo
morto in Roma nel 1612. Il p. re dell'università di Lovanio, Etymo-
Francesco Corradi messinese, del logiae sacrae graeco-latinae, opera
quale sono registrati alcuni miraco importante e rara. Il p. Feliciano
li, morto in Napoli nel 1618. Il p. Bussi, Storia di Viterbo , lasciando
Pier Francesco Pelliccioni, chiaro manoscritte altre opere esistenti nel
per la sua innocenza e carità, mor la biblioteca della Maddalena. Il pre
to io Genova servendo gli appesta fetto generale risiede nella casa
ti nel i(i.o. Il p. Giovanni Cocca- di s. Maria Maddalena, ed il pro
relli zelante missionario nell' Olan curatore generale in quella de' ss.
da ; mori servendo gli appestati in Vincenzo ed Anastasio a Trevi. Al
Mantova, nel 163o. Il p. Giuseppe presente è prefetto generale il re-
Romaguerra, ucciso in odio del mi verendiss. p. Luigi Togni, e procu
nistero a Madrid mentre assisteva ratore generale il reverendiss. p. Ma
un moribondo, nel 164o. Il p. Gio. rio Lipari. Scrissero di questo or
Battista Contronibus, uomo di eroi dine il p. Ippolito Matacci, il p.
ca carità, chiamato al suo tempo Santi Ciccateli1 de'ministri degl' in
ni Roma il padre de' poverelli, fermi , i padri gesuiti Pietro Hal-
morto pel 165i. Il p. Andrea Si loix e Gio. Battista Rossi, gli scrit
ili, acceso di fervido zelo per la tori degli ordini regolari , ed il p.
conversione degl'infedeli, fece il gi l'oiia imi nel suo Catalogo di essi
ro del Messico, del Perù, del Bra ne riporta anco la figura a p. G\.
sile, e di altre parti di America Abbiamo, Collectio constitiitionum
per convertirli e propagar la divo iipostolicarum ad religionem cleri-
zione della Beata Vergine. Il p. corum regularium pertinentiurn mi-
\ uicii i/o Duranti celebre per la nistrantium infirmis, Romae 177o.
sua iunocenza, penitenza e carità, In Roma hanno le tre seguenti
morto in Palermo nel 1718. Il p. chiese.
Martino d' Audrez Perez spaguno Chiesa di s. Maria Maddalena,
lo, ed altri riportati nelte Memorie nel rione III Colonna. Il nuovo
ituit■ Uc del p. Domenico Regi del contiguo convento entro cui è la
lo .itesso ordine. Va notato, che in stanza abitata dal santo fondatore
tutte le pestilenze che hanno af de'mimstri degl'infermi, mutata in
flitto l'Italia da Sisto V mclusi va - una di vota cappella, fu eretto nel
«Mute al cholera, l minia tu degli pontificato d' Innocenzo XI, con
i ;;s MlN MIN
disegno di Carlo Bazzaccheri. La Venuta in proprietà di una dama
chiesa venne nella riedificazione in penitente del p. Cesare Siniomo
cominciata dall' architetto Gio. An de' ministri degl' infermi, con pena
tonio de Rossi, e rimase compita a questi la cedè per collocarla nel
nel pontificato d' Innocenzo XII, la chiesa alla pubblica venerazione,
da Carlo Quadrio ; poi Giuseppe e n' ebbe in premio la guarigione
Sardi eresse la facciata esterna, con del male che l'affliggeva, e così
doppi ornati, essendo le due statue ebbe quella immagine il titolo del
superiori di Giuseppe Canarie, e le la Salute. Compartendo subito l'im
la terali alla porta, di Paolo Cam magine segnalati benefizi, i cardi
pana. L'interno della chiesa ha nali Borgia e Sandoval ne fecero di
forma di croce Iatina con sei cap pinger copie che spedirono in I-
pelle, comprese le due della crocie spagna, ed il capitolo vaticano la
ri, ed il cappellone maggiore è or coronò nel i668, come narra il
nato sontuosamente con buoni mar Bombelli t. III, p. 83 della Rac
mi, con opere di stucco e ricche colta delle immagini coronate : la
dorature; il pavimento è formato cappella è patronato della nobile fa
di politissime pietre ; le pitture del miglia Simonetti. Seguita poi la
la volta e le altre dal cornicione magnifica cappella della crocera, de
m su sono lavori di Michelangelo dicata a s. Camillo, il cui corpo ri
(cerruli; gli angoli e la cupola ven posa sotto l'altare: Il disegno della
nero coloriti da Stefano Parocel, e cappella è di Francesco Nicoletti
la predica di Gesù alle turbe nel- palermitano, il quadro col santo è
!" abside della tribuna è di Aure opera di Placido Costanzi, la volta
liano Milani bolognese. Sopra la fu colorita a fresco dal cav. Seba
porta è un nobilissimo coro per stiano Conca, e due suoi allievi di
l'organo, tutto fornito di bizzarri in pinsero i laterali, cioè Gaspare Se-
tagli dorati : l' organo è uno dei renari i ss. Camillo e Filippo,
migliori di Roma, e venne eseguito quello di contro Giovanni Paunoz-
dal tedesco Giovanni Corrado, ri- za. Nella contigua cappelletta pros
pntatissìmo artista. L'antico qua sima alla peiliccila di fianco, si
dro della prima cappella a drit venera un prodigioso Crocefisso, quel
ta, entrando in chiesa, era lavo lo medesimo che nell'ospedale di
ro di Giuseppe Ghezzi : ora la cap s. Giacomo staccò le braccia dalla
pella essendo patronato del cav. croce, e parlò a s. Camillo ani
Agostino Kem-Picci, il quadro gran mandolo a proseguire nell' opera
de rappresentante s. Francesco di incominciata di fondare la sua con
Paola in estasi, lo fece dipingere gregazione : ed ivi è pure una Mad
dal cav. Tommaso de Vivo. Quel dalena di legno miracolosa. Ridol-
lo minore della seconda cappella fu lìno Venuti nella Roma moderna
eseguito non da Leone Ghezzi, ma p. 335, dice che vi fu istituita la
comunemente viene attribuito al b. compagnia del ss. Crocefisso, che
Angelico da Fiesole. Rappresenta la nel venerdì e feste vi esercitava al
Beata Vergine col Bambino in atto cune divozioni. Il quadro dell' al
di benedire, copia di quella che si tare principale con s. Maria Mad
vpnera nella chiesa di s. Maria del dalena penitente l. di Gherardi da
Popolo, e vi soleva orare s. Pio V. Rieti ; i bassorilievi laterali in mar-
MI « MIN 1Ò9
tiio *ono scolture del Bracci ; gli ne in cielo in questa chiesa ove In
ornati di marmo dell'altare e del congregazione fu trasportata . La
cappellone furono eseguiti coi di volta della sacrestia la dipinse a
segni del Nicoletti. L'altra magni fresco il nominato Pesce. Dicemmo
fica cappella della crocera, già della nel vol. XXVI, p. 2 34 del Dizio
famiglia Torri, ora della Ossoli, fu nario, come Gregorio XVI trasferi
cominciata con architettura di Mat in questa chiesa la parrocchia di s.
tia de Rossi e compita dal Bizzac- Luigi de'francesi. Nella chiesa si cele
clieri : è ben ornata con marmi ti brano ancora le feste di s. Camillo ai
ni e dorature, con quadro di s. i5 luglio, e di s. Maria Maddalena
.Nicolò di Bari del Baciccio ossia la penitente a'22 dello stesso mese,
Gio. Battista Ganili genovese ; i per la quale il senato romano ogni
due laterali sono pitture del bolo biennio fa l' oblazione del calice di
gnese Ventura Lamberti. La cap argento e di quattro torcie di ce
pella appresso ha per quadro s. Lo ra ; la medesima oblazione si ta
renzo Giustiniani, del napoletano per la festa di s. Camillo, per con
Luca Giordani, detto Luca fa prie- cessione di Gregorio XVI nel 183H.
sto, e si crede colorito in una not Quella del santo eroe di carita
te : il deposito di monsignor Far sempre si celebra con solenne pom
setti lo scolp'i il Mazzoli. L'ultima pa e concorso di popolo. Pio VII
cappella sacra all'Assunta, con qua con breve de' 26 gennaio 1816 ac
dro di Girolamo Pesce, fu ornata cordò a tutti i fedeli d'ambo i ses
dal Nicoletti a spese della congre si che visitassero in questa chiesa
gazione delle dame romane ivi e- il ss. Sagrameu to chiuso nel cibo
retta, le quali si dedicano all' assi rio, specialmente nelle ore pomeri
stenza delle povere inferme negli spe diane e nella sera, le stesse indul
dali della città ; le statue di mar genze che si acquistano visitando
mo e di stucco nelle nicchie lungo la ss. Eucaristia esposta in forma
Ja navata, rappresentanti parecchi di quarant'ore.
santi, sono di Paolo Morelli ed al Chiesa ili s. Giovanni in Mica
tri scultori: quelle sopra i confessio Vitrea elrita della Malva in Traste
nali rappresentano le virtù che deb vere. Ne parlammo nel vol. XXVI,
bono accompagnare la confessione. p. 167 e 194, nel dire che Leone
Il Piazza nell' Ensevologio romano XII nel 1824 riunì la sua parroc
tratt. X, cap. V, parla di detta con chia alla chiesa di s. Dorotea, per
gregazione dell'Assunta, dell'edifi chè la chiesa nel declinar del seco
cante loro istituto e pie «pere che lo passato minacciando rovina fu
fanno, sotto la direzione della dama demolita dai religiosi con facollù
protettrice. La congregazione fu i- di riedificarla nel periodo di cento
stituita nel 1 6 1 4 nella chiesa dei anni. £ siccome citammo la descri
«. Simone e Giuda a Monte Gior zione che ne fece il Venuti, eccola.
dano, con regole approvate a' 28 Era la chiesa spartita in tre picco
maggio 1629 da Urbano VIIi che le navi, la cui ultima restaurazione
l'arricchì d'indulgenze. Si compone l'operò Antonio Ronchi (Giacinto
di 63 dame in onore degli anni che Brandi dicono aliti), avendola ab
vuolsi abbia vissuto la ss. Vergine, bellita con pitture Alessandro Va
per cui festeggiano la sua Assunzio- selli per ordine di d. Urbano Da-
19o MIN MIN
miano romano ex generale de'Ge- pilastri, con cupola semisferica. Ha
suati (Fedi), con l'annessa abita cinque altari, due collocati nell'avan-
zione, la quale con la chiesa n questi tempio, due sulle braccia o traversa
la concesse Clemente XI allorchè della croce, il quinto o maggiore
volle sopprimere il suo ordine. E- nell' abside. L' edificio in costruzio
ranvi nell'altare maggiore il quadro ne prosegue con lode ed ha con
colla Beata Vergine, ed i ss. Giovan tigua la casa religiosa.
ni Battista e Giovanni evangelist2, Chiesa de'ss. Vincenzo ed Ana
disegno del Brandi che vi fece i stasio a Trevi con parrocchia nel
due angeli, eseguendo il resto il rione II Trevi, posta da un lato
discepolo Vaselli, il quale colla di della piazza in cui è la sontuosa
rezione del maestro dipinse ancora Fontana di Trevi (Fedi). Non si
a sotto in su la volta della chiesa. conosce l'origine, ma era già par
Il quadro di s. Girolamo e b. Gio rocchia quando da Gregorio XIII
vanni Colombini nell'altare a de e Sisto V fu eretto il palazzo Qui
stra, era di Giambattista Passeri, rinale per residenza de' Papi mas
poi sostituito da altro rappresen sime nell'estate, e perciò il palaz
tante s. Camillo de Lellis, pittura zo e totta la famiglia pontificia re
di Gaetano Lapi da Cagli. Nel se stò compresa nella sua giurisdizione
guente altare veneravasi un'anti parrocchiale, per cui fino a Leone
chissima immagine della Madonna, XII vi si celebrarono i funerali di
di maniera greca. A sinistra della moltissimi palatini, molti de' quali
porticella era vi un bassorilievo in vi furono pure tumulati, come ri
creta rappresentante Gesù avanti marcammo a' loro luoghi. Siccome
Pilato, e questi lavandosi le mani: Sisto V a' 27 agosto i59o fu il
siccome derivava da un cimiteris, primo Papa che morì nel vicino
si leggeva l' epigrafe: Ex tacris a- palazzo Quirinale, perciò fu egli
renariis. Nel 1845 il p. Luigi To- ancora il primo di cui i Precordi
gni pel secondo sessenio prefetto (Vedi) entro un vaso ben sigillato
generale de' ministri degl' infermi, vi furono trasferiti, come si fece
per via di pie oblazioni incominciò co' suoi successori morti in detto
nella primavera la riedificazione palazzo, de' quali resta la memoria
della chiesa che gli stava tanto a perenne in due iscrizioni marmoree
cuore, con disegno di Giacomo Rlo- che leggonsi scolpite lateralmente
naldi architetto romano, a croce nella tribuna o cappella maggiore.
greca con una specie di avantem- La prima è del seguente tenore.
pio in due colonne e riscontri di

d. o. m. sixtvs v p. m.
POtTTtFICItS AEDIBVS IN QVIRINALI AMPLIATIS
ET \V I1SDEM PHIMVS SVPREMA MORTALI* V1TAE
EXFLETA PERIODO
AD HAflC AFOST. PALAT. FAROCK. ECCLESIAM
VT EAMDEM EXIMI1S AVGERETVR HOHORIBVS
ET SMS FRAECORDUS FORTIONE DELATA
ROMANORVM FONTIFICVM MOHVMENTA REL1QVIT
DE XXVII AYGVST1 MDXC
MIN MIN 191
La seconda iscrizione uè contiene Clemente XIV, Pio VII, Leone Xli,
altrettante quanti sono i precordi Pio VIII e Gregorio XVI. La me
pontificii deposti nellu cappella sot morata cappella sotterranea per con
terranea. La prima dice così: Prae- tenerli, la fece edificare Benedetto
( indiu Leoms XI P. M. obiit in XIV, per cui dalla parte dell' epi
Quirinali die XXVII Àpi: MDCV. stola della tribuna si legge : Bene-
L' ultima ecco come si esprime: dictus XIV P. M. summorum Pon-
Gngorius XVI P. M. obiit in Fa tiftcuni praecordia Immiti et ob-
ticano die IJunii MDCCCXLl'l. scuro loco sita constructis novis
Mancano nella detta cappella i pie- loculamentis in honestiorem tumu
cordi di Urbano ViI, Gregorio limi inferri jussit anno MDCCLV I.
XIV, Innocenzo IX, Clemente VIIi, Del modo come si portano i pre
Urbano VIII, e Benedetto XIII che cordi pontificii u questa chiesa , e
morirono nel palazzo Vaticano, e come li riceve il parroco di essa
perciò i precordi furono deposti assistito dai religiosi della casa, 1t
nelle sacre grotte della contigua loro tumulazione, ne tenemmo pa
basilica. Noo vi sono quelli d' In rola nel vol. VIII, p. 186 del Di
nocenzo XI, perchè esistenti sotto zionario. Nelle spese fatte per la
la sua immagine in busto nella cap morte di Pio VIII., leggo che furo
pella della Beata Vergine del Suf no dati al parroco di questa chie
fragio di cui parleremo, uè quelli sa per suo emolumento scudi ven-
di Pio VI morto in Valenza (Fe tidue e bai. 5o ; più scudi settan
di) di Fraocia e colà depositati do tacinque metà del prezzo degli stem
po essere stati trasportati in Roma. mi pontificii all'issi nelle mura e-
Nel voI. XXVIII, p. 4a del Dizio sterne delle balliche patriarcali.
nario dissi che Leone XII nel sot Questa chiesa per essere stata
trarre il palazzo Quirinale dalla parrocchia del celebre cardinal Moz
parrocchia de' ss. Vincenzo ed Ana zarmi Giulio, questi nel 165o magni
stasio, per averla istituita nel pa ficamente la restaurò ed ingrandt
lazzo stesso, però ordinò (ciò che nell'interno, e fabbricò la facciata di
i. iamisi avvertire all' articolo Cada travertini con disegno di Martino
vere, e nel vol. VIII, p. i 8 1 del Longhi il giovane, che per la quan
Dizionario) che sebbene il Papa tità e aggruppamenti detle colonne
morisse al Vaticano, oltre del Qui chiamasi dal Pascoli, I. Il, p. 5 17, //
rinale, i precordi si depositassero iu canneto di Martin Lungo. Fu pure
detta chiesa, alle cui pareti esterio detta questa chiesa il Tempio della
ri si attaccano le tuorti e stemmi fama, per le due fame con trombe
de' defunti Pontefici, del quale uso che sono nella facciata, in mezzo alte
uè parlai ancora a p. 55. Laonde quali, scrivono alcuni, vi è il busto
in s*. Vmcenzo ed Anastasio vi so della famosa Ortensia Mancini-Maz-
no i precordi di Sisto V, Leone zariui nipote del cardinale, il quale
XI, Paolo V, Gregorio XV, Inno gli diè per dote venti o trenta milio
cenzo X, Alessaudro VII, Clemente ni di lire, come descrissero alcuni; ma
IX, Clemente X, Innocenzo XI, A- quel busto io nol vidi, solo un'erma
lessundro VIIl, Innocenzo XII, Cle di donna sotto l'arme del cardinale,
meote XI, Innocenzo XIII, Clemente assai distante dalle fame. Narrano
XII, Benedetto XIV, Clemeute Xlll, Venuti nella Roma moderna p. 18(i,
)tp MIN MIN
e Martinelli, Foma ex etliitica sa Rosa, o meglio di Francesco Pa
cra p. 318 e 36 1 , che incontro la scucci romano al dire di altri. La
chiesa di s. Silvestro a Montecaval- prima cappella a sinistra presso ta
lo o Quirinale vi fu la chiesa di le altare ha la divotissima imma
s. Salvatore de Corneliis ( che il gine della Madonna del Suffragio o
Marangoni , Ist. ss. Sanctorum , delle Grazie dipinta in muro a fre
thiama pure de Milizia), come sco. Contribuì al particolare suo
posto nell'antico Fico de' Cor- culto la pietà del cardinal Bene
ticli, col convento di s. Girolamo, detto Odescalcht, che divenuto In
da Pio IV concessa ai Girolamini nocenzo XI, in contrassegno di ve
eremiti di Fiesole (Fedi), ma de nerazione ne dichiarò l' altare pri
molita la chiesa e il convento sot vilegiato pei defunti nel 1677, e
to Paolo V per ampliare il palaz dispose che le sue interiora fossero
zo del suo nipote cardinal Borghe ivi deposte in vece di collocarsi sot
si, ora Rospigliosi, il Papa nel 1612 to il presbiterio, con quelle degli
in compenso gli diè la chiesa dei altri Papi. Questa immagine è col
santi Vincenzo ed Anastasio colla Bambino; e tra i prodigi che ope
contigua casa. Venendo poi nel rò, strepitoso fu quello di Angelo
1668 soppressi i g'uol tmini da Cle Spadasauta sergente suo divoto, il
mente IX, questi colle sue abita quale avanti la chiesa essendogli
zioni f accordò ai chierici regolari scaricata la pistola che teneva al
minori nel 1669, che però sborsa fianco, non solFrì lesione alcuna, per
rmi!) per la casa tredicimila scudi, cui il capitolo vaticano, ad istanza
indi riedificarono dai fondamenti de' chierici minori, le impose la co
l'annessa casa nel secolo passato, e rona d'oro a' i3 marzo 1679, co
resero più maestosa la tribuna, con me riporta il Bombelli nel t. III,
correndovi generosamente Clemente p. 45 della Raccolta delle immagini
Xlll. Finalmente questi religiosi la ce- coronate. La seguente cappella con
derono ai ministri degl' infermi, nel tiene ora il Transito di s. Giuseppe,
modo detto di sopra, i quali risto di Giuseppe Tommasi pesarese, pri
rarono il tempio specialmente nelle ma essendovi l' Annunziata del ri
cappelle. Entrando in chiesa, il qua cordato Rosa. L' ultima cappella
dro della cappella a destra fu di aveva s. Antonio di Padova di tal
pinto da Pietro de' Pietri, che vi pittore, ed è patronato della fami
espresse il Crocefisso. Il s. Tomma glia de Gregorio ; di recente il
so d' Aqnino nella seconda cappel marchese Emmanuele l'ha abbellita,
la è del Procaccini, essendovi pri decurata e dedicata al sacro Cuo
ma un s. Girolamo della scuola di re di Gesù, il quale fece colorire a
Santi di Titi: è patronato della fa olio dal Zannetti. Le sculture di
miglia Cioja. Nella terza cappella stucco per la chiesa sono di Gio
il s. ''«io. Battista ch' eravi prima vanni Ledus. La festa de' santi ti
fu lavoro di Francesco Rosa : ora tolari vi si celebra a' 21 gennaio,
si vede ornata di stucchi e pitture, ed per la quale ogni quadriennio il
è dedicata a s. Camillo de Lellis, senato romano fa l' oblazione del
col ciborio pel ss. Sagramento. Il calice d' argento e di quattro tor
quadro dell'altare maggiore coi ss. cie di cera, e la rinnova per quel
Vincenzo e Anastasio è dello stesso la di s. Francesco Caracciolo fon
MIN MIN 193
datore de' chierici minori. Al pre scatto ; e ministro nelle case dei
sente vi si celebra solennemente gesuiti è il secondo superiore. Al
anche la festa di s.Camillo de Lel - nascere della pretesa riforma i pre
I», e nel 1846 si festeggiò il pri dicanti presero il titolo di ministri
mo centenario di sua canonizza del santo evangelo e della parola
zione, con quella pompa descritta nel di Dio : Calvino diè il nome di
numero 61 del Diario di Roma. ministri ai pastori della sua chiesa;
MINISTRO, Minister, Admini- il nome solo di ministri è loro ri
iter, Apparitor. Colui che ministra, masto, e siccome essi senza confron
che ha il maneggio e il governo to rendono assai minori servigi dei
delle cose : significa ancora servito sacerdoti cattolici, è naturale che
re. S. Paolo chiamò gli apostoli sieno rispettati meno di essi.
ministri di Gesù Cristo, e dispen In latino ministro di stato si dice
satori dei misteri di Dio. Allorchè a negatiis publicis; dell' mterno, mo
un ecclesiastico si dice ministro del derator munerum publicorum ; del
la Chiesa, egli si riconosce servitore le relazioni estere, a relationibus
della società de' fedeli, e se non rerum exterarum; della marina,
prestasse toro alcun servigio man rei maritimae praeesse; della guer
elterebbe essenzialmente al dovere ra, praepositus rei bellicae; di finan
del suo stato. La viziosa condotta za, magister pubiiranorum j pieni-
di alcuni non deve scemare il no potenziario, legatus cum liberis man
stro rispetto per le verità del vange dati! ; plenipotenziario presso la
lo; poichè non valgono le ragioni santa Sede, orator in Urbe cum
dell'indegnità dello strumento di cui liberis rnandatis. Il regnante Pio
si serve Dio a far conoscere la sua IX nel 1847 a' 12 giugno con mo
volontà: fa d'uopo dunque rispetta to-proprio istituì il consiglio dei mi
re i ministri della religione, qualun nistri, composto dei cardinali segre
que sia la loro vita. Con lo spiri tario di stato presidente, camerlengo,
to elevato a Dio debbono esercitare e prefetto delle acque e strade, e
le loro funzioni ; debbono unire la dei prelati uditore della camera, go
virtù al sapere, e proporsi Gesù vernatore di Roma, tesoriere gene
Cristo a loro modello. Sui ministri rale, e presidente delle armi, dei
della Chiesa i concilii fecero diversi quali ministri si parla ai loro arti
canoni, come quelli d'Arles del coli. In virtù del lodato moto-pro
3 1 4, can. 2 1 ; di Toledo del 674, prio d' ora in poi le nomine dei
can. 6; di Nicea del 787, can. io; Consoli pontificii (Vedi) , ministri
e di Magonza dell' 81 3, can. \.\ ; pontificii ne' principali porti e-
per non dire di altri, parlandosi ai steri , saranno proposte al l'a-
rispettivi articoli di quanto riguarda pa, e spedite dalla segreteria di
i sacri ministri ed il loro santo mi stato. Dei diversi ministri della
nistero, d'ogni grado e dignità ; co santa Sede, ne ragioniamo a' loro
me de' ministri de' sacramenti, cioè luoghi, come Nunzio apostolico ,
quelli che lo sono o hanno il po ec. All'articolo Inviato riportam
tere di amministrarli. Prendono il mo il novero degl'inviati straor
titolo di ministri generali, i supe dinari e ministri plenipotenziari
riori generali de' minori osservanti, che ora sono in Roma. Inoltre il
de' conventuali, de' trini tu ri del ri- ve d' Annover vi tiene un ministro
voi. XLV. i3
i94 MIN MIN
residente , il duca di Lucca un mi chiesa elegantemente parata di nere
nistro plenipotenziario, il re delle gramaglie, erasi intorno costruita una
due Sicilie un ministro plenipo bancata parimenti a lutto guarnita,
tenziario, il granduca di Toscana un nel cui centro posava il feretro,
ministro residente, ec. Veggansi gli coperto dal cappello, dalla spada,
articoli Amrasciata, Diplomazia, Im e dalle diverse decorazioni del mi
munità, Legato e gli altri relati vi.Nel nistro, e circondato degli stemmi
voI. XXVIII, p. 65 e 7 i del Diziona gentilizi di sua nobile famiglia. Dal
rio parlammo delle pompe funebri cav. Noyer incaricato d'affari e
degli ambasciatori e ministri di consigliere di legazione del real go
plomatici che muoiono in Roma. verno del Belgio, furono ricevuti
L'ultimo ministro plenipotenzia i membri del corpo diplomatico,
rio morto in Roma fu quello del re che vennero collocati in una tribu
dei belgi, barone Vanden-Steen de na appositamente innalzata presso
Jehay, ed ecco quanto pubblicò il nu il coro. Erano altresì occupati vari
mero 4o del Diario di Roma i 846. posti attorno al feretro da distinti
,. Dopo che il corpo ne' giorni i5 soggetti appartenenti alla nazione
e i6 maggio rimase esposto col belgica, non che da vari ecclesia
massimo decoro alla pubblica Trista stici, artisti, ed impiegati aderenti
nelle sale ornate a lutto del palaz alla medesima legazione, fra i quali
zo occupato dalla regia legazione, il console del Belgio in Roma. La
ove diversi altari a tal uopo eretti messa fu solennemente cantata da
servirono in ciascuna mattina alla roonsig. Scerra vescovo d' Orope ,
celebrazione di molte messe, nella canonico priore della chiesa, il cui
sera del i6 venne eseguito il so capitolo e clero vi prestò assisten
lenne trasporto delle mortali spo za". Il cadavere fu trasportato a
glie del defunto alla chiesa parroc Brusselles, ed in questa circostanza
chiale di s. Maria in Via Lata. Un i canonici della chiesa pretendevano
distaccamento di granatieri prece che il loro parroco I' accompagnas
deva il funebre convoglio, e nume se fino al luogo della sepoltura.
roso stuolo di staffieri e domestici I parenti del defunto dichiararo
della illustre famiglia del defunto no non essere a ciò tenuti, perchè
con ceri accesi circondava la car l'analoga legge è particolare della
rozza ornata a bruno, entro cui città di Roma, ed i ministri esteri
giaceva il cadavere. Il convoglio era non sono obbligati alle leggi par
seguito da copioso numero di altre ziali de' luoghi, portando a loro di
carrozze dopo quelle della prefata fesa l'autorità della Guide diplo-
famiglia; fra le quali prima d'ogni matique , Paris i837, di Carlo de
altra appariva quella del cardinal Martens. Invece il capitolo addusse
Lambruschini segretario di stato ; la contraria di Pi nhei ro- Ferrei ra
e ad essa venivano appresso le mol commentatore di tale opera, ed il
te altre dell' eccellentissimo corpo quale è d' opinione favorevole alla
chiesa parrocchiale esponente. Per
diplomatico, non che quella del
l'ordine di Malta co' rispettivi gen queste diversità d' opinioni la se
greteria di stato ordinò che intanto
tiluomini. Un picchetto di grana
tieri chiudeva la funebre pompa. il cadavere liberamente si traspor
La mattina del i 7 nel mezzo della tasse al suo sepolcro patrio, soltan
MIM MIN .97
to coll' accompagno d'un prete fa stici d'argilla. L'isola si divide in
migliare al ministro defunto, e così quattro territori'1, Maone capoluogo,
la questione restò indecisa. A la sor, Ciudadela o Jamna, e Mer
MINORCA o MINORICA ( Mi- endal, oltre Ferrerias. Rinchiude
noricen). Sede vescovile il cui ve circa 45iooo abitanti, laboriosi e
scovo risiede nella città di Jamna destri nella fionda, religiosi, di dol
e di Macone. L'isola Minorcn, In ci costumi e bravi marinari: sono
sula minor, Balearis minor, è la se dediti alla poesia, ornl' ebbero i lo
conda delle isole Cileni, nel Me ro trovadori. Quest' isola fu posse
di terraneo, e perciò chiamata la duta dai fenicii, cui la tolsero ver
Minore onde distinguerla da Ma so l' anno t^S2 prima di nostra era
jorca (Fedi), detta la Maggiore. Sta i cartaginesi, che vi fondarono le
all' est della Spagna, da cui dipen città di Maone , e Jamna o Ja-
de, nella Provincia di Palma, e al mnon. I romani condotti da Metello
l' est- nord-est da Majorca , dalla la presero ai cartaginesi colle altre
quale è separata da un canale di isole Balenii, e perciò fu quello
otto leghe di larghezza. E assai e- chiamato Balearico. Alla caduta
levata, tranne verso il sud, avendo dell' impero romano fu invasa da
la costa assai dentellata, principal gli alani, dagli svevi e dai vandali
mente verso il nord. Vi sono di- nel 4 - 1 di nostra era. I mori o
versi capi che molto si prolungano saraceni la conquistarono verso il
nel mare, essendo i principali Dar- 697, e Carlo Magno la tolse ad
tuch, presso a cui evvi il porto di essi sul principio del IX secolo, ma
Ciudadela, ed il capo Minorica; il poco dopo tornarono a occuparla.
capo Caballaria, vicino al porto di Giacomo I re d' Aragona si rese
Fornella, il capo Maone, oltre la tributarie tutte le isole Baleari, e
punta d' Algaret in faccia alla pic nel 1287 Alfonso III suo nipote
cola isola Ayre. Minoica è sparsa ne compì la conquista e le riunì
di colline piccole, e nel centro s'in alla corona. Seguirono poscia la
nalza la montagna di monte Toro. sorte della monarchia spagnuola, di
La temperatura è men buona delle cui fecero parte. Nel 17o8, duran
altre Baleni, essendo esposta a vio te la guerra della successione, gli
lenti venti ed a grandi pioggie. inglesi comandati da lord Stanhope
Nel 1821 i navigli di Barcellona se ne impadronirono per la casa
vi portarono la febbre gialla che vi d' Austria, ma fu loro ceduta per
fece delle grandi stragi. L'agricol l' articolo XI del trattato d' Utrecht,
tura vi è negletta ; i vini sono di fortificandola essi e facendola il ba
buona qualità, con molte frutta ; i luardo del loro commercio nel Me
pascoli sono abbondanti, come con diterraneo. Le truppe francesi ca
siderabili sono le bestie lanute, ed pitanate dal maresciallo di Riche-
il miele è eccellente. La costa e lieu la tolsero agli inglesi nel 17 56,
abbondantissima di pesce, e buo a' quali fu restituita nel 1763, per
nissime le conchiglie. Abbonda di la pace di Versailles. Gli spagnuoli
conigli, pernici ed altri volatili ; di col duca di Crillon se ne impadro
miniere, di cave di marmo e di nirono nel 1782, dopo l'assedio
pietra calcare. Si fabbricano tele, memorabile di Maone, ed il suo
stupendo formaggio, utensili dome- possesso fu confermato alla Spagna
196 MIN MIN
pegli articoli preliminari della pace Jamna o Jamno o Cittadella,
del 1783, avendola posseduta tran in ispagnuolo Ciudadela , è cit
quillamente sino ai 1796, allorchè tà forte, già antica metropoli del
fu di nuovo occupata dagl' inglesi, l' isola di Minoica, con buon por
che l' abbandonarono mediante la to in fondo ad angusta baia, di
pace d' Amiens. feso da roccia. Ha frequentissima.
Maone o Porto Maone, Portiti comunicazione per ragione di traf
Magonis, città forte così chiamata fico colla costa nord-est di Majo-
dal suo fondatore Magone cartagi rica. Una curiosa grotta natura
nese fratello di Annibale, munita le, detta Cava Peretta, resta nel
di capacissimo e sicuro porto, in le vicinanze. Jamna è capoluogo
cui le grandi flotte possono .-mco del secondo distretto. La religio
rai visi. Ai naturali ripari che la ne cristiana fu introdotta in Mi
guarentiscono, si aggiunge la como noici uell' istesso tempo che nell'i
dità di alcune contigue isolette, una sola di Majorca. S. Severo era suo
delle quali serve di lazzaretto, che vescovo nel 4 ' °*, e scrisse una let
è uno de' più belli d' Europa , tera circolare intorno alla conver
un'altra per lunghe e brevi quaran sione de' giudei dell'isola, ed una
tene, una terza racchiude l' arsena relazione de' miracoli operati dalle
le e i cantieri, nella quarta eres reliquie di s. Stefano, ebe Orosio
sero gl' inglesi nel 1 7 1 1 un cele- avea quivi lasciate. Florez nella sua
Iratissimo ospitale di marina, e nel Espag. sagrada, dice che nel 476
la quinta reti e nasse curano e Macario era vescovo di Mmoica,
asciugano i pescatori. Il forte di s. dal che ne viene per conseguenza,
Filippo , che una volta difendeva che oltre s. Severo ebbe Mmoica
il suo celebre e comodo porto, u altri vescovi. Commanville dice che
no de' più belli del Mediterraneo, era suffraganea dell'arcivescovo di
fu demolito, e presentemente lo è Valenza. Pare che coll' invasione
da tre batterie. Un attivissimo com saracena la sede vescovile sia stata
mercio rende Macone assai brillan soppressa, e riunita a Majorca quan
te, essendo il deposito della più do il re Altonso III la conquistò. Gia
gran parte delle merci majorchine. como Il re d'Aragona nel i3oo
E residenza di un governatore mi vi fondò una parrocchia, al cui
litare, delle principali autorità del prevosto o parroco fu concesso gli
l' isola, e de' consoli e agenti com abiti corali de' canonici di Majorca.
merciali delle primarie potenze eu Sul monte Toro fu fondato un con
ropee, godendovisi aria pura e sa vento; nella chiesa vi è una mi
lubre. Le case sono fabbricate in racolosa immagine di Maria, nella
pietra; sono rimarcabili il palazzo cappella detta della Coveta, di gran
del governatore, quello della città, venerazione pei naviganti e isolani.
e la cattedrale o chiesa principale Tal convento per bolla di Nicolò
di stile gotico senza ornamenti e- IV nel 1291 fu dato ai merceda-
sterni ed interni; la piazza d' armi ri, che ritirandosi poi in Catalogna,
con caserme, ed il passeggio pub gli scabini o consoli dell'isola se
blico. Ilmolo è opera della natura, ne impadronirono colte sue perti
ed il faro o torre de' segnali è so nenze, e quindi fondarono sette cap-
pra una collina. pellanie con un priorato. Nel i5(yi
MIN MIN 197
con breve di Clemente VIII i cap nonici comprese le prebende del teo
pellani cedettero chiesa e convento logo e del penitenziere, di trenta -
agli agostiniani, i quali ne furono due beneficiati uno de' quali arci
messi in possesso nel i595 dal vi prete, di quattro prepositi, e di al
cario generale dell' isola di Minor- tri sacerdoti e chierici per l' uffi-
ca. Nel 1713 Clemente XI scrisse ziatura. Isella cattedrale vi è la cu
premurosamente a Filippo V re di ra d'anime, e l'episcopio n'è al
.Spagna, ed a Luigi XIV re di quanto distante. Nella città di Ja
Francia, a vantaggio della religio mna oltre la cattedrale avvi altra
ne cattolica e giurisdizione episco parrocchia, sei conventi di religiosi,
pale dell'isola di Minorca, nel tem due monasteri di monache, ed al
po che la dominavano gl' inglesi. trettante confraternite, tre ospedali,
Ln sede vescovile fu ripristinata seminario e monte di pietà. La dio
ad istanza di Carlo IV re di Spa cesi è ampla. Ogni nuovo vescovo
gna, da Pio VI colla bolla Inej- è tassato ne' libri della camera a-
fibilis Dei, de' 23 luglio i795, postolica in fiorini 5oo, essendo le
Bull. Rom. Continuatìo t. IX, p. rendite della mensa 6o,ooo reali,
542, dismembrandola da Majorca, ma gravati di pensioni.
ed erigendola in Jamna sotto la MINORI FRATI. T«/t France
metropoli di Valenza, concedendone scano ordine. Si dividono in mino
la nomina ai re di Spagna pro tem ri osservanti, minori osservanti ri
pore. Quindi questa erezione fu formati, minori riformati , minori
confermata da Pio VII colla bolla conventuali, minori cappuccini, ec.
Alias, de' 7 maggio 18o1, dichia MINORI, Minora seu Rhegina
randola suffraganea dell'arcivesco Minor. Città vescovile del regno
vo di Tarragonn, secondo l' ultima delle due Sicilie, nella provincia
proposizione concistoriale. Per pri del Principato Citeriore , distretto
mo vescovo dichiarò Pietro Anto di Salerno, presso il golfo di tal
nio Suano di Villar del Rio diocesi nome, chiamata con vocabolo greco
di Calahorra, nel concistoro dei 2o Regina Minore. Fa buon traffico di
dicembre 18o2, al quale nel 18i5 seta e frutta, le quali sono celebri;
diè per successore Giacomo Creux y conta più di 2,2oo abitanti, ed è
Marti di Mataro diocesi di Barcello situata in amenissima valle. La cat
na. Nel 1824 Leone XII preconizzò tedrale è sotto l'invocazione di s.
vescovo Antonio Ceruelo Sanz di Trifomena vergine e martire, patro
Villa di Corcas diocesi di Palencia; na della città, ove si venera il suo
per sua morte Gregorio XVI nel corpo, riportando la storia di sua
concistoro de' 3o settembre 1 83 1 traslazione l'Ughelli, Italia sacra
dichiarò vescovo fr. Antonio Diaz t. VII, p. 281. Nella cattedrale fu
Merino domenicano di Cuenca, mae rono stabilite cinque dignità, l'ar
stro in sacra teologia. La sede è cidiacono, il cantore, il primi cero,
vacante da alcuni anni. La catte I' arciprete e il decano, oltre quin
drale in Jamna è dedicata alla Pu dici canonici. L' episcopio fu edifi
rificazione di Maria Vergine, con cato vicino alla cattedrale, oltre la
fonte battesimale. Il capitolo si com quale vi sono altre tre chiese par
pone di due dignità, prima delle rocchiali. La sede vescovile fu e-
quali è l'arcidiacono, di dieci ca- retta nel X secolo, e con l' autori
i98 MIN MIN
tà di Giovanni XV detto XVI, fu glia trasferito ad Amalfi; Alessan
consacrato da Leone arcivescovo di dro Sala-ti amalfitano, dottore insi
Amalfi, della qual metropoli fu di gne del i-i-9"; Ambrogio Romuno
chiarata sufFraganea, per primo ve del 1 5o9, perito nelle leggi, e di vita
scovo Sergio, il quale ottenne da integerrima; fr. Ambrogio Politi
Giovanni duca di Amalfi molti be sanese, domenicano dottissimo che
ni per la sua chiesa. Orso che gli con onore intervenne al concilio di
successe, ebbe da Giovanni e Ser Trento, traslato all' arcivescovato
gio duchi d' Amalfi la conferma di di Gonza ; Antonio Simoni di Mon
tutte le donazioni ch'erano state te Sanso vino, parente di Giulio III
fatte alla chiesa di s. Trifomena. che lo fece vescovo nel i552. Nel
Nel 1o69 fiori il vescovo Giacquin- i:,:,7 Donato Lorenzi ascolano giu
to, sotto del quale a detta chiesa reconsulto; nel i563 Alessandro
lasciò la sua eredità Sikelgaita mo Molo di Como, fatto da Pio IV, di
glie del duca Roberto. Gli suc cui era stato uditore; nel i565
cesse Mauro I, degno di eterna me quel Papa gli diede per successore
moria, a cui nel 1o91 Ruggero Giovanni Amati cittadino di Cori,
confermò e ampliò le donazioni , già suo cappellano, ceremoniere e
indi trasferito ad Amalfi. Leone fu canonico della basilica lateranensc ;
vescovo nel 1 1 o3, Stefano nel 1 1 1 1, rinunziò il vescovato nel i567, e
Costantino nel 1127 che riuni i morendo decano di sua basilica, fu
preti e chierici della diocesi a vi tumulato in essa lasciando un an
vere con una regola, e nel 1161 niversario per l'anima sua che tut
Mauro II Scannapeco, tutti intito tora si celebra ; il di lui concitta
landosi vescovi Regmnensi : nomi dino monsignor Picchioiti canoni
neremo i più rispettabili successori. co della medesima , ne fece da
Lorenzo, che fiori dopo il preceden ultimo restaurare il monumento
te, fu il primo ad intitolarsi vescovo sepolcrale. Tommaso Zerula bene
di Minori, gran difensore delle ra ventano , fatto nel i597 da Cle
gioni di sua chiesa; gli successe Gio mente VIII, scrittore di varie o-
vanni Gavelli del 1217; Gerbino pere, come della Praxim episco-
fu eletto nel 1 247; Pietro nel 1 266, palein, ac poenitentiariae, de anno
che zelante riformò il clero; An jubilaci ; padre de' poveri, vigilante
drea Capuani nobile amalfitano pastore, ornò la cattedrale con sa
del 1281; Andrea de Alanco a- cre suppellettili. Nel 16o4 fr. Gior
malfitano del 1 3o5, che si meritò gio Lazari trevigiano, domenicano
il titolo di venerabile; Bartolomeo e insigne predicatore; nel 16i5fr.
de' con ti Orso amalfitano del 1 3 42; Tommaso Brandolini napoletano,
fr. Giacomo Sergio illustre domeni domenicano sapiente e di lodata
cano del 1 348; Romano del 1 364 vita, eloquentissimo predicatore: dai
ottenne un privilegiodalla regina Gio fondamenti riedificò l' episcopio, e
vanna I; Paolo Sorrentini del 139o fu largo di sacri doni colla catte
traslato ad Amalfi; fr. Antonio de drale, benemerito vescovo. Nel 163ó
Pannochieschi sanese, domenicano Loreto de Franchis d' Abruzzo ,
di santa vita, ed autore d' opere. molto dotto; nel 1639 Patrizio
Nel i476 Palamede de Cuncto a- Donati romano, chiaro per belle
malfitauo; Andrea della stessa fami- doti, douò alla cattedrale molte re
MIN MIN 199
liquie, eresse I' archivio ove collocò Leone , nell' 848 Pietro II , in
i monumenti di tua chiesa, e fu di Bono, poi Sergio morto nel-
assai lodato. Nel 1649 Leonardo l'872; Orso dell' 897 ; Giaquino
Leri nobile di Vercelli, nato in Ko del 92 5; Costantino del 94 9 ; t-•
ata, di perspicace ingegno, vicario Mastolo del 96o. Avendo Giovan
generale de' carmelitani ; nel 167o ni XV detto XVI eretto nel 987
Antonio Botti nobile genovese, dot in metropolitana la chiesa di Amal
tissimo somasco; Domenico Menna fi, ne fu primo arcivescovo Leone
napoletano del 1683, che divenissi amalfitano di egregie qualità, abbate
mo di s. Trifomena ne ampliò il benedettino, ricevendo il pallio nel
culto, e fece scriverne le memorie patriarchio Lateranense. Nel io3o
daGio. Battista d' Afflitto. Nel 1692 Lorenzo Gettabotte, prudente e
Innocenzo XII nominò Gennaro molto dotto; nel 1048 Pietro Ai-
Crispini napoletano, stato rettore feri, chiaro per virtù e scienza ; nel
del seminario, mentr' era egli arci 1o7o Giovanni, che recandosi in
vescovo di Napoli, d' instancabile Palestina ivi gli amalfitani eressero
zelo, benemerito assai di quella cit in Gerusalemme due ospedali pei
tà, provvido pnstore, indi nel 1694 due sessi. Nel 1o82 Sergio nobi
traslato a Squillaci. L' ultimo re lissimo; nel iio3 Mauro de Mon
gistrato nell' Italia sacra fu Raf te vescovo Reginnensis seu Mino-
faele Tossi o Tosti di Molo di rensis j nel 1 1 3 1 Giovanni della
Gaeta del 1718 o 1719: gli suc Porta salernitano, pseudo-arcivesco
cessero Silvestro Stana di Tropea, vo perchè consacrato dall'antipapa
fatto nel 1722, e Andrea Torre dei Anacleto II; nel 1 142 Giovanni II
pii operai amalfitano, eletto nel beneventano buono e dotto; nel 1 166
1762, che fu l'ultimo vescovo. Do Giovanni III palermitano; nel 1168
po lunga sede vacante, nel 1818 Robaldo canonico di Palermo, pe
Pio VII, colla lettera De utiliori, ritissimo nelle lingue; nel 1174
unì la sede vescovile e diocesi di Dionisio da Teramo ; nel 1 2o2 Mat
Minori, a quella arcivescovile di teo di Capua nobile amalfitano, in
Amalfi (Fedi), la quale ora non signe per pietà e dottrina, sotto
ha alcun suffragnneo. Anzi per sup di cui nel 12o8 ebbe luogo la tras
plire alla brevità del suo articolo lazione del corpo di s. Andrea ;
qui riporteremo i più distinti suoi nel 121 5 Giovanni di Capua a-
arcivescovi, mentre all' articolo Ca malfitauo, ch' ebbe ad ospite s.
rta Pietro, cardinale, dicemmo che Francesco d' Asisi ; nel 1254 Bar
tra le reliquie che donò alla sua tolomeo Pignattelli napoletano di
patria, vi fu gran parte del corpo somma prudenza e probità , ma
di s. Andrea apostolo (Fedi) che subito gli successe l'ottimo Gualtiero;
si venera nella metropolitana, u- nel 1266 Filippo Angustarici no
scendo dalle ossa prodigioso liquore bile e arcidiacono d' Amalfi, eresse
detto manna. il magnifico campanile e la gran
Il primo vescovo di Amalfi fu campana; nel 1295 Andrea Ala-
Primemio o Pigmenio del 596, che neo nobile amalfitano, sommamente
morì nel 62o, dopo il quale non pio, generoso colla chiesa e co' po
si trovano altri fino a Pietro I del veri; nel i33o fr. Landolfo Carac
l' 839, e gli successero nell' 8. io ciolo napoletano de' frati minori,
2oo MIti MIN
pieno di virtù, aumentò gli orna sacrista pontificio, dotto e virtuoso;
menti alla cattedrale, e fu autore nel 1 544 il cardinal Francesco
di varie opere; nel i35i Pietro Mondiati padre a Gregorio XIV ;
di Capua amalfitano, arcidiacono e nel i',47 commendatore il cardi
cappellano di Clemente VI; nel nal Tiberio Crispi. Nel 1 56 1 fu
1 362 Marino del Giudice, poi car fatto arcivescovo Massimo de Ma-
dinale ; nel 1 375 Giovanni Acqua- ximi nobile romano, che rinunzian
viva napoletano, cui l'antipapa Cle do nel 1 564, il cardinal Crispi rieb
mente VII diè il faiso successore be la chiesa; nel i565 Marc' An
Beltramo; nel i379 Sergio Griso- tonio Bozzuti napoletano molto eru
ni, figlio di Sii leom di Ravello, clie dito, insigne pastore; nel 157o
ampliò il palazzo arci vescovile ; nel il degno Carlo Montili di Casale;
1 395 Paolo di Sorrento vescovo nel i596 Giulio Rossini macera
di Minori; nel i.joi Bertrando de tese, chiaro giureconsulto, celebrò
Alaneo amalfitano, insigne per mol due sinodi e ornò la cattedrale ;
te doti ; nel 1 4 10 Roberto Broncia nel 1 635 Matteo Graniti saterm
amalfitano, canonico, zelante pastore tano, sapiente e mirabile per doti
celebrò il sinodo ed aumentò le ren egregie , superò i predecessori in
dite della cattedrale; nel 1 449 f'i'. magnificenze colla cattedrale, isti
Antonio de Carleno napoletano, chia tut il seminario, rifabbricò e ab
rissimo domenicano; nel i46o Ni bellì l'episcopio. Nel 1638 Angelo
cola Miraballi napoletano di esimia Pichi di Borgo s. Sepolcro, celebrò
probità e liberalità, restaurò l'e il sinodo, consacrò ed ornò la me
piscopio ed abbellt la cattedrale; nel tropolitana, compì il seminario, e
l 4? 5 Giovanm Niccolini fiorentino fu traslato a s. Miniato. Nel 1649
che santamente governò; nel i483 Stefano Quaranta teatino napoleta
li-. Gio. Battista del Giudice dot no , sommo nelle lettere, atiatale,
tissimo domenicano; nel 1 j^4 l'a virtuoso, in più modi fu beneme
malfitano Andrea de Cuncto vesco rito della cattedrale e del capitolo.
vo di Minori, che molte beneficen Nel 1679 Gaetano Miraballi teati
ze elargì alla chiesa cattedrale ; nel no napoletano di egregie qualità.
t5o4 Tommaso Regalano napoteta L' Ughelli, Italia sacra t. VII, p.
no eloquente e virtuoso; nel i5io 1 83, riporta la serie de'pastori di
a' 9 dicembre Giulio II fece per Amalfi, che si termina con Michele
petuo commendataria il cardinal Bologna teatino de' duchi di Palma,
Giovanni de Medici, che nel i5i3 diocesi di Nola, nel 17o1 traslato
divenne Leone X. Questi diè la da Isernia . I seguenti si leggo
chiesa in commenda al cardinal Ro no nelle annuali Notìzie di Ro
berto Britto, e nel i5i4 fece ar ma. 1731 Pietro Agostino Scorza
civescovo Antonio Balestrati sanese, della diocesi di s. Severo, traslato
dottissimo cistercense, che nel i516 da Teramo; 1748 Nicola Ciotfì di
rassegnò la dignità al cardinal Lo Napoli, traslato da Sora. 1758 An
renzo Pucci, che fece il simile, onde tonio Puoti della diocesi di s. Aga
Leone X nel 1.Ì17 sostitut Girolamo ta; 18o4 e dopo lunga sede va
Planca Incoronati romano, canonico cante, Silvestro Miccù minore osser
vaticano; nel i54i fr. Alfonso Oli vante di Napoli, traslato da Scala
va d' Acquapendente, agostiniano e e Ravello: sotto di lui Minori fu
MIN MIN 2oi
un'ito ad Amalfi. Per sua morte cesi agli 8 luglio i8i2. Il distret
Gregorio XVI nel concistoro de'3o to trovasi nella parte occidentale
settembre i 83 i preconizzò I' odier del governo ; vi sono gran foreste,
no vescovo monsignor Mariano e si alleva molto bestiame di bella
Bianco napoletano, Irifiatandolo da razza.
Nicotera e Tropea. Le rendite del La sede vescovile fu eretta da
l'arcivescovo ascendono ad annui Pio VI. Abolite dai russi quelle di
ducati 3i)oo. Smolensko e di Livonia, Caterina
MINSCKO o MINSK ( Min- II ottenne da quel Papa I' erezione
scen). Città con residenza vescovile di Mohilow in arcivescovato latino,
de' riti Iatino e greco - ruteno di ed essendo stata distrutta da essa
Lituania, nella Russia europea, ca la sede latina di Kiovia, il suo fi
poluogo di governo e di distretto, glio Paolo I dando pace alla Chie
a 8o leghe da Pietroburgo, e i 5o sa cattolica non ardi ristabilirla ;
da Mosca, sullo Svisloieh. Vi risie ma quasi in compenso, col consenso
dono ancora un arcivescovo greco di Pio VI, fondò il vescovato di Minsk
scismatico, che ha molte chiese, il in Lituania rutena, mediante il dele
governatore e le principali autorità gato apostolico arcivescovo Lorenzo
del governo di Minsk, l'ormato da Litta. La bolla di erezione data dalla
una parte dell' antica Polonia, con certosa di Firenze a' i7 novembre
finante con quelli di Vitebik, Mo- i 798, Maximis undiaue pressi, si
bilow, Tchernigow, Kiovia, Voli- legge uel vol. XIII, p. 289 e seg.
Dia, Grodno e Vilna. Questo go degli Annali delle scienze religiose,
verno formato nel i793 corrispon in un a quelle di Pio VII intorno
de all' antica woiwodia lituana di agli all'ari religiosi in Russia e sedi
Minsk, ed a qualche porzione di quel vescovili. Dell'istituzione del vesco
le di Vilna, PolozkeNovogrodek. La vato di Minsk, ne trattano ancora il
città di Minsk è irregolarmente fab Baldassarre Relazione de' patimenti
bricata, ha due castelli, molte chie di Pio VI, t. III, p. i66; ed il
se greche, greche-unite e cattoliche, ch. p. Theiner, Vicende della Chie
un' abbazia di monaci grecwuuiti , sa p. 5oo e seg. Il vescovato fu
una sinagoga, un giunano, molte dichiarato sulTraganeo di Mohilow
fabbriche di panni e cappelli, e va (fedi), e si formò del governo di
rie concie. Conta più di 3ooo abi Minsk, separandolo dalla diocesi di
tanti, molti de' quali sono ebrei. Si Vilna, con annuo assegnamento di
ignora l' epoca dellu fondazione di seimila rubli. La cattedrale si eres
questa città; i principi russi Izias- se in onore di Dio, del ss. Nome
lav, Sviatoslav e Vsevelod, figli del di Maria, e de' ss. Pietro e Paolo;
grande Juroslav, la presero nel per episcopio venne assegnato il
io66, trucidarono la popolazione convento de' domenicani : il semi
mascolina, e condussero schiavi le nario aveva dodici seminaristi. Il
donne e i fanciulli. Sotto il go numero de' regolari ascendeva a
verno polacco Minsk fu il capo 423, ed erano i benedettini, i ben-
luogo di un palatinato e di un fratelli, i cappuccini, i carmelitani,
distretto, ed ebbe un collegio di i cistercensi, i domenicani, i fran
gesuiti. I russi la tolsero alla Polo cescani, i missionari, gli scolopi, i ca-
nia nel i656, e fu presa dai Iran- uonici regolari lateraneusi, i trinita
2o1 MIN MIN
ri, e quei del Un'ordine. Cinquan spedali. Il p. Theiner, Vicende della
ta erano i conventi della diocesi ; Chiesa, n Menna che i fedeli ascendono
i monasteri delle monache undici, a 23 1 ,869, ma i divorzi sono frequen
cioè benedettine del terz'ordine, ci- tissimi, pel danno recato dall'arcive
tterciensi, domenicane e serve di scovo di Mohilow Stanislao Siestrzen-
Maria, essendo le religiose 77. I servi cewicz. La diocesi è ampia, e con
addetti ai villaggi del clero secolare tenente molti luoghi, con 91 par
erano 722o ; i suoi capitali, rubli rocchie, 48 succursali, e 1 74 cap
4i,")|; le sue annue rendite, rubli pelle. Ogni nuovo vescovo è tassa
17,ooo. I servi addetti ai villaggi to ne' libri della camera apostolica
del clero regolare d' ambo i sessi, in fiorini 33, essendo le rendite
erano 8866 ; i suoi capitali, rubli 7oo nummorum aureorum illius
193,12o; le sue annue rendite, ru monetae, come leggesi nell' ultima
bli 6 1,544- Il primo vescovo di proposizione concistoriale.
Minsk di rito latino fu Giacomo MLNTURNO, Minturna. Città
Dederko, fatto da Pio VI li i5 no vescovile e colonia del Lazio nuo
vembre i 798, già canonico maggio vo nella -Campania, oggi provincia
re della chiesa di Vilna, non che di Terra di Lavoro nel regno del
preposito iiifuLito dell' insigne col le due Sicilie, sulla via Appia al
legiata della chiesa Olicense. Per di sopra dell'imboccatura del fiume
sili morte, Gregorio XVI nel con Liti o Garigliano. Tito Livio ne
cistoro de' 28 febbraio 183i, no parla come d' una città antichissi
minò l' odierno vescovo monsignor ma. I romani se ne impadronirono
Matteo Lipski dell' arcidiocesi di per tradimento l'anno di Roma
Molnlow, traslatandolo da Aurielo- 439, e vi mandarono una colonia,
poli in partibus. Il suffraganeo va ed altre a tempo di Cesare. E ce
ca, ed a' 26 settembre 1 8 1 4 Pio lebre come luogo della cattura, ese
VII avea fatto suffraganeo e vesco guita nella palude, di Caio Mario :
vo di Camaco in partibus Gio. ora non è che un ammasso di ro
Battista Masclet di Dovia. Avvi vine, di acquedotti, de' templi di
pure un vescovo di rito greco-uni Giove e di Marica e d'anfiteatri,
to, e le Notizie annuali di Roma che mostrano però quanto sia essa
registrano dal 1818 e tuttora mon stata considerabile e splendida, già
signor Giuseppe Holownia dell' or ricoprendo ambedue le rive del fiu
dine di s. Basilio. me cui un tempo diè il suo nome.
La cattedrale di gotica struttura Dalle sue rovine ebbe origine Traet-
è sotto l' invocazione della Beata to (Vedi). La fede vi fu predicata
Vergine Maria. Il capitolo si com ne' tempi apostolici, e nel V sero-
pone di sei dignità, cioè il prepo colo già la sua chiesa era vescovi
sto, ch'è la prima, l'arcidiacono, il le. L' Ughelli, Italia sacra t. X, p.
decano, lo scolastico, il custode, ed i39, riporta la serie de' seguen
il cantore; di sei canonici e di al ti suoi vescovi sudraganei della me
tri preti e chierici addetti al servi tropoli di Capua. Cecilio Rustico
gio divino. Nella cattedrale vi è il assistette nel 499 al concilio roma
sacro fonte, e la cura d'anime si no adunato da Papa s. Simmaco.
esercita da un parroco. Vi sono S' ignorano i nomi de' successori ;
pure cinque confraternite e tre o- certo è che s. Gregorio I, per ve
MIN MIN 2o3
i!it la città desolata dai barbari, gorio VII, per seguire l'antipapa
nu'i la chiesa a Formia (Fedi). Di Clemente IlI.
si rutta poi questa dai saraceni nel- MINATOLO Enrico, Cardinale.
V 846, il vescovo Costantino riti- Enrico Minutolo patrizio napoteta
rossi a Gaeta, quindi la sede fu no, uomo dotto del pari che co
trasferita a Tiaetto, laonde i prela stumato, nel i382 da Urbano VI
ti che occuparono in seguito quel fu promosso al vescovato di Bitou-
la sede presero il titolo di vescovi to, donde nel 1 389 lo trasferi al
di Miutiirno o di Traetto. Talaro l' arcivescovato di Traiii, ed in ap
vescovo AJinturnenseiii fu al concilio presso passò a quello di Napoli,
romano dell' 853. Giorgio vescovo chiese alle quali impartì immensi
Trajectanum intervenne nell' 86 1 benefizi, fabbricando tra le altre co
al sinodo romano, contro Giovan se in Napoli il palazzo per l' abi
ni arcivescovo di Ravenna. Andrea tazione degli arcivescovi contiguo
*. Trajectanae ecclesiae episcopuni alla metropolitana, in cui fondò
è nominato nel 954 in un documen cappelle, altari e benefizi, pe' quali
to di Ottone I imperatore; dopo lasciò reudite considerabili, e vi fe
il quale non trovausi più notizie di ce la porta maggiore di marmo,
vescovi, venendo riumta la diocesi prodigiosa per grandezza, per le co
a quella di Gaeta. Mmtiu no si re lonne di porfido, per le scoltme e
se anco celebre pel concilio in cui statue con cui l' ornò, tra le quali
si decise, che il Papa non potreb venne egli rappresentato genuflesso
be essere giudicato da chicchessia. avanti la Madonna, con iscrizione
MINUTO Giovanni, Cardinale. in versi barbari. Bonilacio IX ai
Giovanni Minuto prete cardinale di 18 dicembre i389 lo creò cardi
s. Maria in Trastevere, flori sotto nale prete di s. Anastasia, ed urei-
Alessandro II del 1o61, che insie prete della basilica Liberiana, fa
me col cardinal Mainardo lo desti cendolo Gregorio XII camerlengo
nò in legato alla città di Milano, di s. Chiesa. Illustrò il suo nome
per sterminare da essa il vizio del per mezzo delle legazioni che sos
la simonia e dell' incontinenza, non tenne con prudenza e valore in
che l'eresia de' nicoluiti, che vi ca Bologna, Ferrara, Forlì e Raven
gionava guasti orribili. Ivi giunto na, dove pubblicò alcune leggi o
stabifi alcune leggi adattate a con costituzioni molto utili e condu
tenere nel proprio dovere i mini centi alta quiete ed al buon go
stri di quella chiesa. Nel 1o7o pas verno di quei popoli. In compagnia
sò col cardinal Pietro romano, e di Gregorio XII si condusse in Sie
con Hermetifredo vescovo Sedunen- na, dove si trattenne per lo spazio
se alla legazione d' Inghilterra, ove di cinque mesi col Papa; ma nel
nel sinodo di Vince*ter depose Stri gennaio del i4o9i essendo già ve
gando arcivescovo di Cantorbery, scovo di Frascati, lo abbandonò
A gelai aro vescovo di Eistat, ed al per passare al concilio di Pisa, do
cuni abbati dai loro monasteri, nei ve fu uno degli elettori di Alessan
quali erano stati intrusi con aperta dro V, a cui sembrò conveniente,
violenza, e come convinti rei di di che rinunziato il titolo di vescovo
verse colpe . Alcuni scrissero che di Frascati che si possedeva da
il cardmale si ribellasse a s. Gre- Gherardi auti-cardinale di Bouedet
2o4 MIR MIR
to XIII pseudo- pontefice, passasse a Xanto, Bobu o Sofianopoli, Marliana,
quello di Sabina allora vacante, e Coma, Fello o Phello, Antifello,
così togliere ogni fomento di sci Phaselis, Rodiopoli, Acamiso o A-
sma. Era pure intervenuto ai con calisando, Acanda, Patara, Comba,
clavi d' Innocenzo VII e Gregorio Barbura, Nasa o Nisa o Nissa, Ca-
XII, e si trovò ancora a quello di linda, Aprilla, Oricanda o Ariena-
Giovanni XXI II. Pieno di gloria da, Arnia, Sidima, Onurda o Ono-
morì nel i j i 2 in Bologna. Tra mida, (laudano o Cardaiiio, Pallio-
sferito il cadavere in Napoli, fu col ta o Giustinopoli, Eudocia, Mele-
locato in sontuoso mausoleo, eretto sa, Lebisso e Pacando. Ne fu pri
nella metropolitana dentro la cappel mo vescovo s. Meandro martire,
la di sua famiglia, ma senza iscrizione. ordinato da s. Tito discepolo di s.
MIRA, Myra, Myrrha. Sede ar Paolo. Nicola I. Nicola II, cioè s.
civescovile metropoli della Licia, Nicolò celebre vescovo di Mira, na
Dell' esarcato d' Asia, già città con tivo di Patara, abbate d' un mo
siderabile, ora villaggio della Tur nastero presso Mira, le cui ossa si
chia asiatica dell' Anatolia nel san- venerano a Bari, al quale articolo
giacato di Meis, chiamato anche dicemmo come vi furono traspor
Mrumeta, fabbricnto sulle rovine tate dalla Licia. Taziano che in
dell'antica e celebre città, la quale tervenne al primo concilio di Co
come tante altre soggiacque al do stantinopoli. Scremano che fu al
minio de' saraceni nel secolo XI, concilio generale d' Eleso. Romano
quindi decadde dalla sua importan intervenne al secondo Efesino. Pie
za. E situata sopra una collina tro fu al concilio Calcedonese. Fi
sull' Andraki, con buon porto, che lippo sottoscrisse il V sinodo. Po-
si getta in vicinanza nel Mediterra lidecto fu al VI. Teodoro I. Nicola
neo. Di tale città ne fanno menzio III si recò al VII sinodo. Niceta e-
ne Strabone , Plinio e Tolomeo. retico dell' 825. Teodosio fu al
L'apostolo s. Paolo essendosi con concilio in cui si ripristinò Fozio.
dotto a Roma per mare, approdò Leone visse sotto Michele Cerula-
in Mira, secondo la versione siriaca rio. Teodoro II del i i43. N. del
degli Aid apostolici, ma in Listri i i 5 i . Cristoforo del ii66. Eusta-
secondo la volgata latina. Tuttavol- zio traslato a Tessalonica a tempo
ta si ritiene aver s. Paolo fatto co di Manuele Comneno. Matteo XIX
noscere nella Licia Gesù Cristo col vescovo o arcivescovo. Oriens christ.
le sue predicazioni. La città fu da t. I, p. 965. Mira fu ancora sede
principio la sede d'un semplice ve ll' un arcivescovo greco : fu I' ulti
scovato sulrraganeo d'Iconio, in mo monsignor Massimo Mazlurn, da
di nel secolo IV venne eretta in Gregorio XVI il primo febbra
metropoli della novella Licia sotto io del i 836 traslato al patriarcato
I' imperatore Teodosio Il, ed esar d'Antiochia de' greci Melchiti (Fedi),
cato di Licia nel secolo XIII. Fu Mira, Myren, al presente è un
rono sue suflìaganee le seguenti titolo arcivescovile in partibus, il
trentasetie sedi vescovili. Telmisso, quale ha sotto di sè i titoli vesco
Limira, Araxa, Podalea, Tatta, Ze- vili pure in partibus di Limiia,
nonopoli, Olimpo, Olla o Tlos, Co- Paterea, Sidima, Tloa o Tlos, Tel-
ridalo, Canna o Cunnus, Acraso, messo, Autifello e Rodiopoli. Gre
MIR MIR 2o-;
. gorio XVI nominò gli ultimi due alle leggi della natura, co' quali la
arcivescovi, cioè Nicola Ferrarelli divina onnipotenza volle e vuole
canonico Liberiano e segretario del manifestare e autenticare la verità
la congregazione della visita, nel annunziata ai popoli dai profeti
detto concistoro del primo febbraio e dai santi tra lo splendore di que
1836, traslato da Marronea; e per ste irrefragabili prove. Il nome di
sua morte monsignor Pietro Anto miracolo significa, 1.° in un senso
nio Garibaldi genovese, già inter- affatto generale una cosa ammira
nunzio di Parigi, canonico vaticano, bile, singolare, straordinaria, che
chierico di camera, protonotario a- colpisce, che sorprende, che reca
postolico, fatto nel concistoro dei stupore, sia ch' essa sorpassi le for
22 gennaio 1 844, consecrato in s. ze delle creature visibili, sia che
Pietro dal cardinal Lambruscliini, non le sorpassi. Significa 2.* in
odierno nunzio apostolico di Napo un senso più concreto una cosa
li per nomina del lodato Pontelice. straordinaria che sorpassa le for
Mira, sebbene titolo in partibus, a- ze delle creature visibili, ma non
vea la dote di dieciotto Luoghi di delle invisibili , come gli angeli
Monte (Fedi) e 99 centesimi , i buoni o cattivi . Significa 3." in
frutti de' quali ascendevano a scudi un senso proprio e rigoroso una
56 e bni. 91, in favore degli ar cosa o un etfetto sensibile che sor
civescovi pro tempore. Ma Benedetto passa le forze di tutte le creatu
XIV, dopo la morte dell'arcivesco re , tanto visibili che invisibili ,
vo Nicolai, nel 174* trasferì la sud e che non può provemre che da
detta dote annua alla chiesa arci Dio operando secondo le leggi su
vescovile di Tarso, indi alla patriar periori a quelle della meccanica del
cale di Costantinopoli. Tale istitu mondo, giacchè Dio ha stabilito
zione della dote rimonta al 1682, delle leggi ordinarie e generali che
per decreto d' Innocenzo XI fatto regolano tutti i movimenti, i quali
nel concistoro de' 2 maggio, per formano questo bel meccanismo del
cui furono depositati scudi duemi mondo, cui fu dato il nome di na
la pei suddetti luoghi di monte. E- tura, e delle altre straordinarie e
liste un mss. con questo titolo : particolari secondo le quali produ
Eluciibratio parva super quosdam ce effetti che sorpassano l' ordine e
libros Sinenses ab archiepiscopo My- le forze di tutta la natura; e lulI-
rensi de Nicolais. l' altro fuori di ciò ch' è prodotto
MIRACOLO, Miraculum, por- iu conseguenza di queste ultime
tentum, ostentimi, prodigium. Cosa leggi, è un vero miracolo, secondo
soprannaturale, opera ed effetto che la dottrina di s. Tommaso, I part.
non si può fare se non da Dio, e quest. 1 io, art. 4, "' corp., la qua
per sua virtù ad intercessione della le esige per un vero miracolo che
Beata Vergine, dei santi, e di quei egli sorpassi l'ordine e le forze di
servi suoi che vuole glorificare con tutta la natura creata sì visibile,
tratti di sua onnipotenza ; può ser che invisibile. Si può dire nondi
virsi di altri come istro1nenti per meno, secondo la dottrina dello
confermare una verità speculativa stesso santo dottore, che le meravi
o pratica. I miracoli sono quegli glie operate dagli angeli buoni o
avvenimenti memorandi superiori cattivi sono miracoli in un senso
ioC, MIR MIR
meno stretto, e per rapporto a noi, talvolta impiegarli nelle sue opera
imperciocchè esse sorpassano le for zioni. Lo stesso avviene de' santi,
ze della natura a noi note. Ma per sia prima che dopo la morte. Quan
chè una cosa miracolosa può essere to ai demonii le cose straordinarie
o contro la natura, o disopra , o ch' essi operano non sono che illu
oltre, da ciò nasce la diversità dei sioni ; oppure ciò ch' esse conten
miracoli, che la maggior parte dei gono di vero non oltrepassa il loro
teologi seguendo s. Tommaso li am potere naturale, il che fa sì ch'es
mettono di tre sorta ; cioè miraco se non sono, per conseguenza, veri
li contro la natura , al disopra miracoli. Come il demonio fu vin
della natura, e oltre la natura. Un to dalla morte del Salvatore, In sua
miracolo è contro la natura quan possanza è al presente legata, e lo
do questa conserva una disposizione sarà sino alla venuta dell' Anticri
contraria agli effetti che Dio pro sto. Non pertanto Iddio non gli
duce, come allorchè il mare si di ha tolto al tutto il natio suo po
vise per lasciar passare gl' israeliti; tere, del quale lo lascia usare per
quando il sole fermossi al coman tentare gli uomini e indurli al ma
do di Giosuè, e retrocedette alle le. Alcuna volta eziandio lo spirito
preghiere d'Isaia per provare al re delle tenebre, colla permissione del
Ezechiele ch'egli sarebbe guarito. cielo, contralla le meraviglie, che il
In tutti questi casi la natura con braccio solo dell' Altissimo opera ;
servava una disposizione contraria e procura di sedurre i mortali con
agli elietti che Dio produceva in' fantasime ingannatrici. Ma in que
essa. Un miracolo è al disopra ste occasioni egli si smaschera sem
della natura quando la natura non pre da qualche canto, per cui è
può produrlo in alcun modo; tale agevole travedere V impostura, e
è per esempio la risurrezione d'un distinguerla dall' opera di Dio, il
morto. Un miracolo è oltre la na quale ispira l'umiltà a chi egli si co
tura quando la nativa potrebbe munica in modo straordinario, men
assolutamente produrlo, ma non tre il demonio ai suoi stroniienti
nelle circostanze e nel modo con insinua la superbia. Il fme primo
cui Dio Io produce. Una persona e generale de' miracoli è ta gloria
è pericolosamente malata, Dio la di Dio. I fini secondari che tutti
risana all'istante, e senza alcun ri si riferiscono a quel primo, sono o
medio, la natura avrebbe potuto la conferma della dottrina che ri
guarirla col tempo e coi rimedi : guarda sia la fede, sia i costumi,
questo miracolo è oltre la na o l' attestazione della santità di
tura. qualcuno, od i benefizi accordati
Dio solo è la causa efficiente dei agli uomini tanto spirituali, che
miracoli, perchè egli solo può in temporali, o la vendetta divina.
terrompere o rovesciare il corso 1 veri ed i falsi miracoli differisco
della natura da lui stabilito, e gli no dal lato del principio, del fine,
angeli non ne possono essere che dell'eflicacia, della durata, della uti
le cause morali, ottenendoli colle lo lità, della maniera e della natura.
ro preghiere, o le cause istrumen- Essi differiscono dal lato del prin
tali, concorrendovi come istrumenti cipio. I veri miracoli hanno Dio
per le mani di Dio, il quale vuole per autore, ed i falsi non lo hanno;
MIR MIR ao7
dal lato del fine, i veri miracoli si cristiana ; il principale miracolo per
fanno per rassodare la fede, rifor ciò provare è la risurrezione di
mate i costumi, attestare la santità Cristo. I prodigi furono quelli che
«li qualcuno, ed i falsi per corrom uniti alla dottrina predicata dal
pere la fede o i costumi ; dal la to Salvatore ne provarono In verità
dell'efficacia e della durata, i veri e ne attestarono la sapienza ; laon
sono reali e permanenti, i falsi pas- de i prodigi furono e sono ancora
seggieri ed illusorii; dal lato dell'uti una delle più forti prove di nostrol
lità , i wi recano profitto agli religione. Al tempo della primitiva
uomini, mentre i falsi sono ad essi Chiesa furono più necessari i mira
nocivi ; dal lato della maniera, i coli, di quello che sia a' tempi no
veri si operano ordinariamente per stri, perchè gli apostoli ed i suc
intercessione de' santi , i falsi per cessori loro aviNmo a trottare coi
gl' incantesimi, le profanazioni e le greci e romani, gente colta e dot
superstizioni ; dal lato della sostan- ta , i quali se non avessero visti
«a , i veri sono o contro, o al di miracoli fatti in conferma del van
sopra, o almeno oltre la natura ; i gelo, non si sarebbero mai dispo
falsi non eccedono le forze naturali sti a crederlo ed accettarlo ; ed ai
dell'agente che li produce. Per e- tempi di Giuliano I' apostata, Dio
vitare la frode e I' illusione nei illustrò la sua Chiesa con molti e
miracoli, il concilio di Trento sess. strepitosi miracoli. Dei miracoli che
a 5, de invoc. vener. et reliq. sancì, si facevano ne' sacri templi, si so
etsacr.imag., ha saggiamente stabi levano formare ne' primi .secoli dei
lito, che non ne sarebbero ammessi libretti, i quali si leggevano in
de'nnovi, a meno che essi non fos- chiesa. I filosofi platonici al nascere
rero riconosciuti ed approvati dal del cristianesimo ricorsero al potere
vescovo aiutato dal consiglio di al della magia, ma non impresero a
cuni pii e dotti teologi. Intorno a far miracoli in pubblico, benchè
che è d'uopo osservare, che il po questo fosse l'unico modo per far
tere di approvare nuovi miracoli li credere. Gli storici che riferi
attribuito agli ordinari dal concilio, rono tali pretesi prodigi, loro uni
non riguarda che i santi già cano co scopo fu di screditare maligna
nizzati o beatificati, e non le per mente i miracoli che provavano la
sone eminenti in virtù, ma non divinità della religione cristiana, al
per anco canonizzate o beatificate ; quale scopo adoperarono I' impo
giacchè se gli ordinari avessero il stura e le illusioni della magia.
diritto di pubblicare e di proporre Fedi Benedetto XIV, De serv. Dei
ai popoli i miracoli che si attri beat. t. Il e IV ; e Spagni, De
buiscono all' intercessione di questa miraeulu, Romae i777.
sorta di persone, essi avrebbero altre Del tanto decantato magnetismo
si il diritto d'indurre il popolo a animale si giovano in ispecial mo
render loro un culto religioso, ch' è do i razionalisti, ad ispiegare le stu
una conseguenza della santità at pende miracolose gesta de' profe
testata dai miracoli, il che non ap ti, degli apostoli, di Cristo , e di
partiene che alla Sede apostolica. quanti si ebbero fama di tauma
Coi miracoli si provò dai nostri turghi cristiani , per togliere così
maggiori la verità della religione di mezzo quel motivo di credibili
2o8 MIR MIA
tà potentemente fondato sui mira- dor de'costumi. Se dunque i feno
coli di nostra santa religione. la meni detti les-crises non sono ef
oggi i profèti sono dai sedicenti fi fetto del magnetismo animale, se
losofi riputati come i primi magne- il sonnambulismo artificiale è una
ti.-7iii(ii i dell'antichità ; segreto che impostura, se le guarigioni opera
essi dicono pur conosciuto da Ge te da Cristo eccedevano il potere
sù Cristo e dagli apostoli. Il famo umano, se non riuscì a Mesmer di
so Mesmer riducendo a sistema il produrre i prodigi di Cristo, do
magnetismo animale, sotto altre for vrà' necessariamente conchiudersi
me rinnovò le imposture e i va col dotto monsignor d. Vincenzo
neggiamenti degli antichi per illu Tizzani odierno vescovo di Terni,
dere la moltitudine, come fecero i che il magnetismo animale è una
maghi dell'Egitto. Se il magnetismo nuova veste data ai deliri1 degli
animale fosse stata la vera cagione antichi, e che i miracoli di Cristo
di tante stupende e miracolose ge non possono in alcun modo spie
sta di Gesù Cristo quante ci nar garsi col mesmerismo. Veggasi il
rano i libri sacri, converrebbe neces Discorso istorico-critico sul magne
sariamente concludere che le gua tismo animale, pubblicato dal loda
rigioni da lui operate attribuir si to prelato in Roma nel 1842 eoa
dovessero a umana potenza e non molto plauso.
a virtù supcriore alle forze della MIRAMIONE. Congregazione di
natura. Ma ciò non potrà giammai donne, le quali senza far voti si
dimostrarsi dai seguaci di Mesmer: dedicavano ad istruire le donzelle
anzi, esaminati i principii e le dot del loro sesso, ed alla cura delte
trine più solide dell' arte salutare, inferme. Furono fondate a Parigi
si vede ad evidenza, che le opere nel 1665 sotto il nome di comuni
di Cristo eccedono di gran lunga tà di s. Genoveffa, da Maria Bon-
quelle risorse che in pari circostan neau dama di Miramion, acciò le
ze potrebbe dare la natura abban sue religiose istruissero le donzelle
donata a sè stessa, o la scienza ippo per formarne delle maestre per la
cratica. Il nostro divin Maestro non campagna, e per assistere le donne
poteva nella sua santità operare povere spiritualmente e corporal
le istantanee guarigioni con mezzi mente, massime le inferme e ferite,
contrari alla buona morale, siccome medicarle e salassarle. La fonda
fa il preteso magnetismo animale, trice piamente morì nel 1696.
dal cui esercizio derivano infiniti MIRANDA (Miranden). Città ve
danni alla società. In fatti si legga scovile di Portogallo nella provincia
il rapporto compilato dal celebre di Tras-os-Montes, capoluogo di
Bailly, in nome della commissione Comarca , 1 2 leghe da Braga u
dell'accademia reale delle scienze e sa, e 92 da Lisbona, posta su di
della facoltà di medicina in Parigi, una rupe al confluente e sulla riva
e si vedrà con quanta ragione deb destra del Duero o Douro, per cui
ba usi attribuire i fenomeni mesme- si chiama Miranda de Douro per
riani a tutt'altro che al magnetis distinguerla da altre dello stesso
mo animale, e chiamar l' uso di nome. Ha vecchie fortificazioni, in
questo un ritrovamento nemico al parte rovinose, due ospedali, e
ben essere della società e al can- qualche stabilimento scientifico t
MIR MIR 2o9
primeggiano tra gli edilìzi I' antica medicano di Lisbona, preconizzato
cattedrale ed il seminario. Teneva da detto Papa nel 1758 ; Emma-
il quarto posto nelle assemblee del nuele de Vasconcellos Pereyra del
la corte, e conta circa 5ooo abitan la diocesi di Lamego, dichiarato nel
ti. Questa città sembra aver porta 177o da Clemente XIV; Michele
to un tempo il nome di Continui Antonio Barreto de Menesez della
o Contia. Distrutta dai barbari, fu diocesi di Braga, nel 1773 traslato
di nuovo riedificata nel 1 1 36 da da Braganza da Clemente XIV, e
Alfonso I. Gli spagnuoli l'assedia fu V ultimo vescovo di Miranda. Ad
rono nel 1762, e in tale incontro istanza della regina Maria I, il Pa
saltando in aria un magazzino di pa Pio VI colla bolla Iiomanus
polvere furono danneggiate in par Pontifex, de' 27 settembre 177o,
te le mura. In un paese alpestre Bull. Roni. Contiiiuatio , t. VI, p.
e montuoso, la comarca, situata 253, soppresse la sede vescovile di
nella parte orientale della provincia, Miranda e la trasferì in Braganza
contiene più di 32,ooo abitanti. La (Fedi), pur suffraganea di Braga,
sua posizione è di grande impor eretta in vescovato da Clemen
tanza, essendo da essa agevole l'en te XIV , una delle città più an
trata nel regno di Leone, e perchè tiche del regno, i cui duchi di
posta tra due fiumi il Domo e la vennero re di Portogallo, casa che
Fresne. tuttora regna. La cattedrale di Mi
La sede vescovile ad istanza di randa divenne collegiata insigne,
Giovanni III re di Portogallo fu con undici canonici, ritenendo il
istituita da Paolo III nel \~>\~. il titolo vescovile, e concedendo Pio
quale eresse in cattedrale la chiesa VI ai canonici l' uso della mezzet
parrocchiale dedicata a Maria Ver ta. Ecco la serie de' vescovi di
gine, fondando il vescovato colle co Braganza e Miranda. De Menesez
piose rendite del monastero de' be mentovato, fatto primo vescovo di
nedettini di Castro d'Avelans, colla Braganza da Clemente XIV a' 6
rendita di diecimila scudi, e 3 14 agosto 177o. Bernardmo Pmto Ri-
parrocchie in 22 leghe di lunghez beiro Seixas della diocesi di Braga,
za, dichiarando la sede sutfinganea preconizzato vescovo di Braganza
della metropoli di Braga, da cui da Clemente XIV a' 12 luglio 1773,
aveva dismembrato i luoghi per indi primo vescovo di Braganza
formar la diocesi. Ne furono vesco e Miranda. Antonio Lodovico de
vi Torribio Lopez elemosiniere del Veiga-Cabral da Camera, della dio
la regina Caterina, e Giorgio de cesi di Braga, eletto nel 1793 da
Messici trasferito a Coimbra ; e per Pio VI. Giuseppe Maria di s. Anna
gli ultimi nomineremo, Diego Mar- Noronha, dell' ordine di s. Paolo
ques de Mouratto di Lisbona, fatto primo eremita, di Lisbona, dichiara
vescovo nel 174o da Benedetto XIV, to da Leone XII nel 1824. Per
il quale gli diè nel 175o in coa sua morte il re d. Michele I nomi
diutore con futura successione Gio. nò l' odierno monsignor Giuseppe
dalla Croce di Lisbona, già vescovo Antonio da Silva Rebello, della con
di s. Sebastiano del Rio Gennaro, gregazione della missione, nato in
e di fatto successe nel 1753 ; fr. s. Caterina nel patriarcato di Li
Alessio de Miranda Henriquez do sbona, da Gregorio XVI preconizza-
ver. XLV. i4
2io MIR MIR
to vescovo di Braganza e Miranda in Basilea nel i573 e 16o7, insieme
nel concistoro de' a luglio 183a. colla sua vita scritta da Gianfran-
La rendita episcopale è di scudi eesco Pico suo nipote, e coll'apolo-
a5oo. gia di sua condanna. Francesco Pi
. MIRANDOLA, Mirandula. Cinà co della Mirandola feudatario dello
cospicua del ducato e distretto di stato di Modena, si rese indipen
Modena , capoluogo di cantone . dente nella Mirandola, di cui gli
Assai antica, un tempo fu ben for antenati suoi possedevano il castel
tificata e difesa da un castello, ma lo da parecchie generazioni in poi :
le sue fortificazioni sono ora pres divenuto nel i312 podestà di Mo
sochè rovinate. Vi sono diverse bel dena, come lo era stato nel 1 1 1 8,
lissime chiese, ed è rimarchevole la Manfredi Pico, si fece capo de'ghi-
principale; ampie e regolari so bellini, e vendè Modena a Passeri
no le vie, dovendosi la sua ma no Bonacossi signore di Mantova.
gnificenza ai Pico ; conta più di Le fortificazioni di Mirandola es
3ooo abitanti. Era anticamente la sendo state assai ragguardevoli, atti
capitale d' un ducato del suo no rarono sovente le armi straniere. Pas
me, dipendente dall'impero, e tut serino Bonacossi signore di Manto
tora ne porta il titolo di duca va, per riprendersi il denaro paga
quello di Modena suo sovrano. La to per Modena, dopo aver morto
signoreggiò la celebre famiglia Pi Francesco Pico onorato del titolo
co, dalla quale usci Giovanni chia di vicario imperiale, e due suoi
mato la fenice degl'ingegni del suo figli, le distrusse nel i33o. Nicolò,
secolo , siccome famoso pel suo altro figlio di Francesco^ scampato
straordinario sapere, cognizione del alla strage, potè vendicarsi quando
le lingue, e amore alle scienze, che i Gonzaga cacciarono i Bonacossi.
celebrammo nel volume XXX.VIII, Francesco III della Mirandola fu
p. 129 del Dizionario ed altrove. creato nel i414 conte di Concor
Avendo Innocenzo VIII condannato dia dall' imperatore Sigismondo .
la sua opera, De omni re scibili, Quindi la Mirandola nelle rivolu
Giovanni spiegò qual fosse il suo zioni e vicende guerresche di Lom
retto sentimento, per cui l' approvò bardia soggiacque ad assedi e vi
Alessandro VI con bolla de'i3 giu cende. Ma il più famoso assedio fu
gno 1 'j'j'5. D'allora in poi Giovanni quello con che la strinse il Papa
avendo corretto lo spirito ardente Giulio II in difesa di Giovanni Fran
che trasportava il suo prodigio cesco HI Pico, per espellerne i fran
so talento alle novità, si applicò cesi, e Galeotto II ch'erasene im
allo studio de' libri santi, e tre an padronito. Agli articoli Giulio II,
ni prima di sua morte rinunziando e Milizia pontificia, dicemmo co
al principato, si ritirò in una casa me quel gran Pontefice alla testa
di campagna, ove datosi agli eser dell'esercito, tra le fulminanti ar
cizi di pietà e penitenza , in essi tiglierie, con tre cardinali, trionfan
morì d' anni 33 in Firenze nel te entrò nel i5ii per l'aperta
i4q4, terminando i suoi giorni breccia nella piazza. Nel i532 Ga
colì' abito de' domenicani da lui leotto II tornò ad occupar la Mi
sempre amati. Le sue opere furo randola, uccidendo lo zio Giovanni
no pubblicate più compiutamente Francesco III col cugino Alberto :
MIR MIR 211
Indi si sottomise alla protezione fu fatto cavallerizzo maggiore da
della Francia, e poi nel i54B cedè Filippo V. Gli spagnuoli assediato-
la Mirandola ad Enrico II median ro la Mirandola nel 17 3:7 , ed il
te un compenso, laonde divenne re di Sardegna la prese nel 1742,
piazza d'arme de' francesi. Tutta- ma fu restituita al duca di Mode
volta nel 1 55 1 la casa d'Austria na nel 1 74^, in conseguenza del
la fece restituire a Luigi Pico fi trattato d' Aquisgrana.
glio di Galeotto II. Morto nel i5jf\., MIRANDOLA Lodovico Pico ,
il di lui figliuolo Federico assunse Cardinale. Lodovico Pico de' duchi
i titoli di principe della Mirandola della Mirandola, dopo essersi tro
e marchese di Concordia. Dipoi il vato, a cagione dell'assedio posto
suo fratello Alessandro I Pico fu dai francesi alla sua patria, nelle
diill' imperatore Mattia nel 1619, o più critiche e dolorose circostanze,
meglio dall' imperatore Ferdinando se ne fugg'i prima a Bologna, e poi
II, proclamato duca di Mirandola e a Roma, donde portatosi a Vienna
principe di Concordia, borgo del ottenne dalla liberalità dell' impe
ducato di Modena con più di 9.5oo ratore un sufficiente mantenimen
abitanti, che assediandola poi i fran to. Restituitosi a Roma fu tosto da
cesi nel 17o4, s'incendiò il palaz Clemente XI nel 17o1 annoverato
zo di delizie de' duchi della Miran nel numero . de' prelati, e subito
dola: Suo nipote Alessandro II re ammesso tra i chierici di camera,
gnò dal 1 63 1 al 1691 ; essendosi e dopo due anni promosso a mae
portato in Roma nell' anno santo stro di camera, indi a maggiordo
i()5o, alloggiò nel noviziato de'ge- mo col titolo e grado di patriarca
soiti. Di tre anni gli successe il ni di Costantinopoli. In questi impie
pote Francesco Maria, che nella ghi avendo ricevuto la sua virtù
guerra della successione di Spagna maggior risalto dallo splendore dei
prese le parti dei Borboni. Quindi suoi natali, Clemente XI a' 18 mag
nel 17o1 Mirandola fu occupata dai gio 17 12 lo creò cardinale prete
tedeschi, ed in vicinanza i francesi di s. Silvestro in Capite. Lo ascris
e gli spagimoli uniti furono scon se alle principali congregazioni di
fitti dagl'imperiali nel 17o3. I pri Roma, tra le quali nomineremo
mi la presero nel 17o5, ma l'eva quelle del s. offizio, del concilio e
cuarono nel 17o7. Per decreto del di propaganda, e nel 1717 lo di
consiglio aulico di Vienna, Fran chiarò vescovo di Senigallia, chiesa
cesco Maria perdè i suoi stati, men che per delicatezza di coscienza ri
tre Clemente XI creò cardinale nunziò passati sei anni, con infini
Lodovtco Pico de' duchi di Miran to dolore de' buoni, avendo lasciati
dola. Come feudo dell' impero , esempi preclari di tutte le virtù,
Giuseppe I o Carlo VI nel 171 1 massime di specchiata innocenza
venderono gli stati per 2oo,ooo do- de' costumi. Essendo vescovo pro
bloni, o 6oo,ooo scudi come altri mosse con instancabile zelo la gran-
dicono, al duca di Modena Rinaldo d' opera della dottrina cristiana, ed
d' Este, che n' ebbe l'investitura eresse due conservatot-ii, uno per le
a' 12 marzo, ritirandosi la nobilis donzelle o orfane pericolanti, I al
sima famiglia Pico in Francia, al tro per le femmine convertite, che
tri scrivono in Spagna ove il duca con generosa pietà e beneficenza
2is MIR MIR
manteneva del proprio, studiando no a Guido di Levis uno de' loro
sempre tutte le maniere possibili capi, donazione che confermarono
onde promovere la salute delle a- i re di Francia, ed a questa fami
nime e la gloria di Dio. Tornato glia ne rimase il possesso sino al
a Roma fu fatto arciprete della ba tempo della rivoluzione. Giovan
silica Liberiana, e prefetto della ni XXII nel i 3 i 7 eresse la sua
congregazione delle indulgenze, e parrocchia in cattedrale , suffra
dimesso il primo titolo passò suc gala di Tolosa, dichiarando primo
cessivamente nell' agosto i74o al vescovo Raimondo d' Athon nel
vescovato di Porto. Mori in Roma i 3 i8, già abbate di s. Saturnino di
nel i743 placidamente, dopo una Tolosa, che morì nel i325. Il Pa
lodevole vita d' anni 64, essendosi pa gli diè in successore il proprio
trovato presente ai conclavi d' In nipote Jacopo del Forno, traslatan-
nocenzo XIII, di Benedetto XIII, dolo nel i 3 2 Ci da Pamiers, indi
di Clemente XII e Benedetto XIV , nel i 32 7 lo creò cardinale, e nel
ed ebbe onorevole sepoltura nella i 33/j. occupò la sua sede col nome
nuova chiesa del Nome di Maria di Benedetto XII (Fedi), veneran
a Colonna Traiana, di cui era sta dolo la Chiesa per beato. Quanto
to insigne benefattore, dove innan a' suoi successori fino a Luigi di
zi all' altare maggiore fu posta una Nogaret, nominato nel i629, veda
lapide ben ornata collo stemma si la Gallio, christ. t. II. Gli ulti
gentilizio ed il suo nome. Il cuo mi vescovi poi furono Giambat
re poi, giusta la sua testamentaria tista Campflour di Clairmont, fatto
disposizione, venne collocato nella vescovo nel i737; e Francesco Tri
chiesa di s. Prassede, in cui dal stano de Cambon di Tolosa, eletto
cardinal Quirini gli fu eretta una nel i768. Dopo lunga sede vacan
elegante inscrizione. te, Pio VII soppresse il vescovato
MIREPOIX, Mirapicum. Città col concordato del i8oi. Il suo ca
vescovile di Francia nella contea pitolo consisteva in quattro dignità,
, di Foix, nell' alta Linguadoca, di con dodici canonici; eranvi tre mo
partimento dell' Arriege, circonda nasteri, e la diocesi conteneva 6o
rio di Pamiers, capoluogo di can parrocchie.
tone, sulla riva sinistra del Lers, MIRICIA, Myricium. Sede vesco
in amena situazione, distante i5o vile della Galazia seconda, nell' e-
leghe da Parigi. Ha un ospedale, sarcato di Ponto, sotto la metro
la cattedrale di s. Maurizio, e qual poli di Pessinunte, eretta nel IX
che altro rimarcabile edifizio. Gli secolo. Si vuole chiamata ancora
abitanti si occupano del taglio di Thermos t. Agapii vel Agapeti. Ne
una pietra nera e lucida detta furono vescovi Elpidio I intervenu
jayet, di ferro scavato ne' dintorni, to al concilio di Calcedonia; Elpi
e di carbone fossile. Anticamente dio II che sottoscrisse ai canoni in
fu la capitale del piccolo paese del Trullo; e Michele che trovossi al
suo nome, indi eretta in marche concilio pel ristabilimento di Fozio.
sato nel XVI secolo. Fortificata ed Oriens christ. t. I, p. 497-
occupata nel XIII dagli albigesi, i MIRINA o MIRINO, Myrina. Se
crociati la presero sotto il coman de vescovile della prima provincia
do del conte di Foix, e la diero- d' Asia nell'esarcato del suo nome,
MIR MIS ai3
totto la metropoli d' Efeso, eretta dale, e deputato coadiutore con
nel secolo Y. Situata presso il ma successione al vescovo di Panama.
re nell'Eolia, ebbe un porto, secon MISANI Ugo, Cardinale. Ugo
do Strabone e Pomponio Mela , Misani bolognese , nelle tempora
indi andò in rovina. Ne furono re dell'avvento ti-jJ, fu da Lucio II
scovi Doroteo che sottoscrisse nI creato cardinale prete del titolo
concilio d' Efeso ; Proterio che fu di s. Lorenzo in Lucina. Si mo
al concilio di Calcedonia ; Giovan strò padre de' poveri e avvocato
ni che sottoscrisse ai canoni in de' pupilli e delle vedove ; trovossi
Trullo ; e Cosimo che trovossi ol all'elezione di Eugenio III, e nel
MI concilio generale. Oriens christ. pontificato di Anastasio IV terminò
t. I, p. 7o5. Al presente Mirimi o i suoi giorni.
Mirino, Myrinen, è un titolo ve MISENO, Misenum. Città vesco
scovile in partibus, sotto I' arcive vile distrutta, antichissima nella
scovato titolare d'Efeso. Nel i825 Campania, nel regno delle due Si
Leone XII lo conferì a monsignor cilie, provincia di Napoli presso
Giovanni Ryan, divenuto nel i 83 i Pozzuoli, situata sopra il promon
vescovo di Lirnerich; e Gregorio torio Miseno. Cuma, Baia, Miseno
XVI il primo febbraio i 836 a un giorno famosi, ora sono una de
monsignor Pietro India palermita serta penisola frastagliata da laghi,
no, cantore della cappella di Pa onde. il golfo di Napoli vien diviso
lermo con cura d' anime, e della da quel di Gaeta. Al sud di Bauli
medesima vicario generale. o Bacola incomincia colla ridente
MIRIOFIDI oMIRIOFITi.JI/j. pianura de' campi EKsi il territorio
riophitus. Sede vescovile di Tracia Misenate, i quali si estendono sino
della provincia d'Europa, sotto la al piccolo lago, chiamato Stigia pa
metropoli d'Eraclea, eretta nel se lude, di cui Agrippa rese il cana
colo XVJ, secondo Commanville ; le atto a ricevere le maggiori
ma il p. Le Quien, Oriens christ. navi, formando col lago il Mare-
t. II, p. ii 52, dice che ne fu ve morto, il famoso porto Misenate
scovo uno di cui ignorasi il nome, diviso in tre bacini. Qui stanziarono
che trovossi al concilio tenuto sotto le flotte romane del dipartimento
il patriarca Geremia. Situata la cit dal Mediterraneo sotto gl' impera
tà in Romania sul mare di Mar- tori, montate per lo più da cento
mora, dice Cedreno che fu distrut mila armati; mentre il porto d'.l-
ti dal terremoto nel 565. Miriofidi, riminum serviva a quelle dell' A-
Myriophytan , è un titolo vescovile driatico. Si riconosce quindi nella
in partibus, sotto I' arcivescovato ti grotta Traconaria o Draconara una
tolare d'Eraclea, che nel secolo vastissima sotterranea conserva di
passato ebbe da Benedetto XIV, acqua potabile per I' uso degli eser
Giovanni Nicola d' Hontheim (Vedi) citi ; come pure si ha ragione del
ossia il famoso Febronio. Dopo il nome di Miliscola dato alla spiag
quale Gregorio XVI lo conferi ai gia occidentale, che unisce il Mon
24 aprile i 845 a monsignor Gian- te di Procida al promontorio Mi-
francesco Manfredo di Cartagena seno, cioè Miliumi schola, perchè
d'America, canonico penitenziere di ivi si addestravano le numerose mi
quella cattedrale, esaminatore sino- lizie. Si controverte la posizione
214 MIS MIS
dell'untic2 città di Miseno e la c- seno fu un fondo del patrimonio
stensione del promontorio del suo napoletano, appartenente alla chie
nome, e presso al circo Misenate sa romana: tra i doni offerti da
credono taluni di riconoscere Mi- Costantino a s. Silvestro I per la
seno, ove sono gli avanzi di un basilica de' ss. Marcellino e Pietro
teatro. La città fu in gran parte di Roma, si noverano i promonto
distrutta nell' 836 quando fu presa ri o isole di Miseno e Monte Ar
e saccheggiata dai longobardi, ca gentario.
pitanati da Niennlo duca di Bene MISEKERE MEI DEUS. Salmo
vento; egual disastro avvenne 54 5o, misterioso e penitente del re
anni dopo, finchè fu interamente Davidde, con cui pianse i suoi pec
spianata da' saraceni di Coma. L'o cati, e implorò la divina misericor
dierno villaggio vuolsi che fosse un dia ; laonde sì celebre e commo
sobborgo della città prossimo al vente salmo, pieno d' unzione e di
porto. Qui si riunirono sotto gli fervore, fu chiamato psalmus mise-
Angioini i superstiti delle popola ricordiae. Contiene la sostanza di
zioni di Cuoia, Baia e Miseno, che un cuore contrito ed umiliato, che
durante il governo vice-reale si conosce, che confessa, che detesta
sbandarono, restando deserte con il suo fallo, e ne implora il per
trade sì deliziose. llesta vicina la dono. li uno de' più belti e divoti
villa di Lucidlo, ove morì Tibe dell' ufl'rao divino, ed uno de sette
rio; altra vitla di Lucullo era ap salmi penitenziali Daviddrci. Il sa
partenuta a Mario. L'estremo Ca crifizio di lode più grato al Signo
po Miseno, ove fu eretto un fa re è quello di un cuore umiliato
ro, è guardato da una torre. La e contrito. Davidde lo compose per
sede vescovile fu eretta nel V se piangere amaramente le sue colpe,
colo in onore di s. Sosio martire chiedendo pietà, per cui dalle co
e patrono. L' Ughclli, Italia sacra piose lagrime di penitenza, l' anima
t. I, p. 1 4 i , riporta i seguenti ve del santo re rimase lavata in modo,
scovi. Concordio che assistette ai che divenne bianca più che la ne
concilii di Roma del 5oi, 5o2 e ve; ed in virtù de' meriti del pre
5o4 sotto Papa s. Simmaco. Pere zioso sangue di Gesù Cristo ricu
grino collega di s. Ennodio nel 518 pera sì bel candore, e per mezzo
nella legazione apostolica ai greci. di dolore e sincere lagrime il pe
Costanzo rammentato in un docu nitente cristiano. Del famoso Mise-
mento del Pontefice Pelagio I. Be- rere che si canta inimitabilmente
iiciiato del 5(p che s. Gregorio I dai cantori pontificii nella cappella
deputò a visitar la chiesa di Cuma, papaie, che rapisce l' animo di chi
morto nel 599. N.... gli successe. l'ascolta, musica singolarissima e
Massimo intervenne nel 649 al con sorprendente che ispira contrizione
cilio di Laterano. Agnello fu al e divozione, ne parlammo nel voi.
concilio romano di s. Agatone nel VIII, p. 286, 287, 3o4 e 3i5
68o. Verso il secolo X la sede di Mi- del Dizionario. I Miserere in musi
seno si unì a quella di Napoli di ca che si cantano nella cappella pon
cui era suffraganea. Abbiamo una tificia di Gregorio Allegri e Tom
memoria di monsignor Capecelatro maso Bai, il primo fiorito nel se
intitolata; // porto di Miseno. Mi- colo XVII, il secondo nel XVIII,
MIS MIS 2(5
nel i8o9 furono stampati in Lipsia si propone Chiesa santa. Il canto
dal Kunel, cogl' Improperi, e Sta- di questo salmo desta ncll' animo
bai Mater del Palestrina. Nel i82i degli ascoltanti tenerezza e compun
in detta cappella per la prima vol zione, risveglia ora gli allciti del
ta si cantò altro Miserere del ce dolore e di gemito nella morte
lebre d. Giuseppe Baini, sommo del Nazareno, ora i moti della dol
nell'arte della musica, poi fatto da ce speranza e del gaudio divoto ,
Gregorio XVI suo cameriere d'o per la compiuta redenzione. E ben
nore. Indefesso ne' gravi suoi studi, si è ravvisato I' effetto mirabile del
egli intraprese con industriosa e la commovente armonia nel reli
lunga fatica a comporlo in dieci gioso raccoglimento e contempla
sole voci. Arduo era il cimento a tiva attitudine di tutti i ceti, che
fronte de' sublimi lavori dei lodati assisterono alla celebrazione di sì
Allegri e Bai su questo medesimo venerandi misteri . Questo è il
salmo. Il Baini colla sua modestia più bello e non dubbio elogio del
cominciò dal mettere a prova coi compositore ". Celebre è altresi il
cantori suoi compagni i meditati Miserere posto in musica dal mar
concerti; e questi rapiti dalla pa chese Raffiiele Muti, da lui vestito
tetica melodia, che dipinge, ragio di sublimi melodie e di nobilissimi
na e commove, si riunirono intor svariati sensi, sul volgarizzamento
no il benemerito collega, e lo sti del Giustiniani, che con tanto plau
marono ben degno di sostenere il so fece eseguire nel i846 in Roma
confronto co' parti degli antichi sua patria nella vasta sala dell' o-
maestri. Assistiti i cantori da quel- spizio apostolico, a beneficio dei
l' arte privilegiata, che si conservò virtuosi di musica bisognosi , da
da tanti secoli, come per tradizione, cento e trenta voci di distinti di
nella scuola palatina, fecero coll'au- lettanti e professori d'ambo i sessi,
toie a gara dal lato dell'esecuzio affidandone la parte istrumentale a
ne, ed ecco come si espresse chi lo quaranta. Su quest'eccellente salmo
gustò, nel num. 35 del Diario di molti scrissero, fra' quali, Savona
Roma di detto anno. « Una essen rola, Esposizione del salmo Mise-
ziale osservazione non dee trascu rere, Bologna i499- Cesare Cal-
rarsi. I Miserere di Allegri e Cai derari, Concetli spirituali sul Mise
sono limitati all'artifizio di tre soli rere con varie lezioni, Napoli i 565.
versetti, che replicato, si adatta poi Sante Rivetelli, Lezioni sopra il Mi
ai susseguenti; ma per quanto il serere, Roma i6o7. Versione del
salmo tutto s' aggiri sullo stesso ge Miserere de' più celebri autori, Bo-
nere di sentimento, pure questi so logna i775. P. Bernardino, Sposi
no mirabilmente tratteggiati dal zione del salmo Miserere, Roma
profeta regale, che in cento gui i758. Mirabile è pure il canto del
se ricerca e penetra il cuore de' fe la sequenza o prosa Dies irae, per
deli. Il maestro Caini all'incontro le messe de' defunti : al suo arti
ha seguito in ciascun versetto, con colo dicemmo chi lo attribuisce al
particolare fatica e fedeltà, le di minorita p. Tommaso da Celano,
stinte e variate espressioni del vate ma ciò è molto incerto, imperoc
ispirato, e cosi l'insigne lavoro cor chè questo cauto non si è veduto
risponde pienamente allo scopo che comparire se non al principio del
a16 MIS MIS
i5oo, come dice mons. Alfieri, Rist. cardinale di s. Eustachio, per la giu
del canto della musica eccl. risdizione di certe cappelle, e morì
MISERICORDIA. Religiose della in pace sotto Alessandro III nel
Madonna della Misericordia, fonda mese di settembre.
te iu Aix nel 1637 dal p. Ivano MISSIONARI . Ecclesiastici se
dell'oratorio, e da Maria Maddale colari o regolari che si dedicano
na della Trinità, fu un istituto mol alle Alissioni pontificie, od alle Mis
to dolce. Recitavano il piccolo uf sioni straniere (Fedi), e che sono
fizio della Beata Vergine, ed oltre mandati dal Papa o dalla Congre
i tre voti ordinari ne facevano un gazione di propaganda fide (Fedi)
quarto per ricevere senza dote le o dai diversi istituti delle Alissioni
donzelle di qualità. Urbano VIII straniere, ed anche dai vescovi nei
le approvò nel 1642, e Innocenzo regni e paesi stranieri , sia pel
X le confermò nel 1648 colla regola mantenimento della fede, sia per i-
di s. Agostino. Ebbero case a Pa struire e coltivare i cattolici, sia per
rigi, Arles, Avignone ed a Salon. condurre sulla retta via gli eretici
MISINO o MISINOPOLI. Misi- e gli scismatici, con riunirli alla
no chiamata anco Drusipara, se Chiesa, sia per convertire gl' infe
de vescovile di Tracia sotto Era deli ed i pagani, derivando la loro
clea, ebbe i seguenti vescovi latini. denominazione dalla ricevuta mis
Francesco morto nel i3p,7. Nicola sione. La commissione data da Ge
Tzymernan domenicano del 1397. sù Cristo ai suoi Apostoli (Fedi)
Pietro morto verso il 1 477- Gio d' istruire e battezzare tutte le na
vanni Tidela domenicano gli suc zioni, si estende a tutti i secoli,
cesse. Luigi di Sighen francescano perciò lo zelo apostolico non cessò
del i5o2. Oriens christ. t. III, p. mai nella Chiesa cattolica, e vi du
971. Commanville dice che Alisi- rerà finchè vi saranno sulla terra
nopoli fu sede vescovile di Rodope infedeli e miscredenti da converti
nell'esarcato di Tracia, eretta nel re, poichè Gesù Cristo promise di
IX secolo sotto la metropoli di Tra- essere co' suoi inviati sino alla con
janopoli. sumazione de' secoli. Nei tempi an
MISNIA. Fedi Meisses. co meno illuminati, lo zelo per la
MI SO Pietro, Cardinale. Pietro conversione degl* infedeli produsse
di Miso da Adriano IV nel marzo fortunati effetti, e si suscitò di nuo
11 58 fu creato cardinale diacono vo al risorgimento delle lettere, di
di s. Eustachio, indi da Alessan cui sono pur benemeriti i missio
dro IlI venne dichiarato dell' ordi nari . Lo furono e lo sono, delle
ne de' preti, col titolo di s. Loren arti più necessarie, dell'agricoltura,
zo in Damaso, per la cui elezione e di altro che lungo sarebbe ri
molto si adoperò, opponendosi allo cordare. Quanto non deve ad es
scisma insorto per l'antipapa Vit si la geografia e le scienze natu
tore V. Insieme al cardinal Giulio rali, e lo studio de' costumi delle
vescovo di Palestrina si condusse in più rimote nazioni I Benchè in certo
Ungheria per ridurre quei popoli modo i missionari hanno avuto prin
alla divozione e obbedienza del le cipio colla Chiesa pel comando memo
gittimo Pontefice. Questo cardinale rato del suodivin fondatore, propria
ebbe alcune differenze con Ugo mente parlando fu s. Gregorio I, che
MIS MIS 217
sul finire del VI secolo mandò mis diocesi, e di mandarvi de' missio
sionari nell' Inghilterra per conver nari. Abbiamo dal padre Giaco
tire i sassoni e gli altri barba mo Tirau gesuita : Missionarius,
ri che si erano impadroniti di quel sive vir apostolicus in suis excur-
paese, ove la luce del vangelo già sionibus spiritualibus in urbibus et
vi era stata portata. Benchè in I- oppidis, ad Dei gloriam et saluterà
talia come in altre regioni sia do ammarimi susceptis, Lione e Pa
minante la religione cattolica, pure rigi 1692. Sono innumerabili i
a cagione di alcuni luoghi di culto missionari che veneriamo sugli al
misto, o de' porti di mare, la con tari per la loro santità e immense
gregazione di Propaganda (Fedi) fatiche e benemerenze, così il glo
si rivolge a' vescovi di detti luoghi rioso stuolo di martiri che sparse
o porti ove hanno domicilio eretici ro il sangue e soffrirono atroci
e scismatici, per mandarvi missio tormenti, quali missionari bandito
nari per illuminarli, o pel mante ri dell' evangelo e delle verità cat
nimento della fede in quelli che la toliche. Egualmente non si possono
professano, e dagli stessi prelati si numerare gl'illustri missionari, che
informa delle qualità dei soggetti coi loro sudori, pietà e scienza si
che fanno istanza per divenir mis procacciarono le benedizioni e l' e-
sionari apostolici, e partire per le terna riconoscenza di popoli e na
missioni, commettendo a' medesimi zioni , molti de' quali meritamente
vescovi talvolta l'esame de' missio furono esaltati alle principali digni
nari. La sacra congregazione inol tà ecclesiastiche. Uno de' caratteri
tre mantiene agenti nelle principa di cui fino da principio fu dal suo
li città e porti di mare d' ogni divino fondatore adornata la Chiesa,
parte, col ministero de' quali invia si è quello di mandare i suoi se
e riceve i dispacci ; è avvisata de guaci a predicare nel mondo la fe
gli arrivi e partenze de' missiona de, e Dio comprovò con splendidi
ri e degli alunni del Collegio Ur e replicati prodigi la verità di que
bano (Pedi), seminario apostolico sta divina missione. Vi sono anco
di tutte le nazioni, i cui individui ra missionari eterodossi, ma grande
esercitano il sublime ministero del è la differenza che passa con quelli
l' apostolato cioè di missionario; cattolici, sia dai priucipii da cui
fa la spedizione degli arredi sacri partono, dai mezzi di cui si servono
e de' sussidii pel viaggio o mante e dagli etIctti che ambedue ne rac
nimento, e si tiene in comunica colgono, siccome in tanti luoghi
zione con tutto il mondo. Chia- notammo, ed eziandio provò nell'ac
mansi eziandio missionari quegli cademia di religione cattolica in
ecclesiastici, i quali secolari o re Roma il p. Luigi de Sanctis de' mi
golari fanno la Missione (Vedi), od nistri degl' infermi, nella dotta dis
appartengono alle congregazioni e sertazione : Il missionario cattolico
pii istituti che hanno per fine prin e l' eterodosso, di cai riporteremo
cipale le missioni urbane , subur- un sunto prendendolo dagli zInnali
bane e di altrove. delle scienze religiose, vol. V, p. 278.
Il vescovo ha diritto di ordi Moltissime sono le testimonianze
nare delle missioni nelle parroc di protestanti, i quali viaggi"l"1s
chie o Delle altre chiese della sua iu qualità di missionari attendono
218 MIS MIS
a raccogliere piante e alla negozia l'assistenza degli ammorbati. Gli
zione o a tutt' altro, cosicchè in stessi selvaggi, nell' udire il missio
essi la qualità della loro missione nario cattolico, ed il missionario
diviene accessoria e non principale. protestante ammogliato, sono pie
Essi ricevono la missione dalle pa ni di venerazione pel primo, e dis
tenti della civile autorità, mentre prezzano il secondo. Circa i mezzi
il missionario cattolico la riceve de' missionari e loro diversità, il
dalla legittima autorità ecclesiastica, missionario protestante ha protezio
la quale l'ebbe da Gesù Cristo, ne illimitata dell' autorità civile (e-
che disse per tutto il mondo si an stesa anco alle loro mogli I ) asse
nunzi il suo evaugelo ; nè osano i gnamenti annuali vistosissimi (su
protestanti opporre contrasto alla pa di che tra gli altri si potrebbe con
iola di Cristo, e concedendo essi sultare quanto dissi a Inghilterra,
questa divina missione essere nella ed Islanda), collette spesse volte
Chiesa, è forza ch' eziandio conce forzate; il cattolico invece, fidato
dano, che con non interrotta suc in Colui che spedi in tutto il mon
cessione di pastori si conserva. Quan do dodici poveri e nudi pescatori,
to ai principii dommatici che i mis va sprovvisto affatto di denaro e
sionari si propongono nelle predi di protezione nelle parti le più re
che e conferenze, essi sono diversi: condite della terra. L' eterodosso
il protestante omette fin d' insegna non vi penetra se non è benigna
re punti principalissimi di credibi mente accolto, o per lo meno as
lità, come fra gli altri avvenne al sicurato dalla civile podestà che
re Rikoviko, che conveitito alla fe sarà per garantirlo : il cattolico
de nell'isole Sandwichiane nell'O tenta ogni mezzo per introdur-
ceania, mori da non molti anni a visi , ed è lieto se ricever vi pos
Londra, dopo cinque che vi dimora sa fin anco la stessa morte. A
va, e non gli era stato insegnato essere ciò si deve aggiungere gli altri
l'incesto proibito dal vangelo: all'in mezzi d' industria che non sono
contro il cattolico nulla tralascia di scarsi ( mentre ai missionari catto
quanto alla fede appartiene. Per lici è proibita la mercatura , al
mezzo di missionari protestanti tante modo detto a Mercante ), ed il
volte sonosi eccitate guerre civili numero esorbitante di 1 5,333,338
con molto spargimento di sangue; Bibbie (Vedi) dispensate in pochi
per mezzo del missionario cattolico anni dalla società biblica, della qua
sonosi sedate intestine guerre e di le parlammo in altri luoghi rela
scordie le più accanite: quello nei tivi, e le scuole gratuite aperte in
pericoli si ritira, questo tutto si gran numero nell' America, e il
occupa nel bene de' suoi fratelli. denaro che spendesi per comprare
Cos'i in Dublino, quando ivi il mor uditori alle prediche, mezzi per al
bo asiatico del cholera infuriava , tro non benedetti dal padrone del
l' arcivescovo protestante Watly la messe, e che però poco o niuu
proibi ai suoi sacerdoti di recare frutto producono. Intorno alla dif
aiuto agl' infermi, e l' arcivescovo ferenza poi degli effetti che le mis
cattolico monsignor Murray, con u- sioni de' cattolici ed eterodossi pro
na analoga pastorale, sotto pena di ducono, quelle de' protestanti, con
sospensione ordinò a' suoi ministri uu si grande apparato di mezzi,
MIS MIS ih,
riti urinisi per lo più a fallaci o lu protestanti nella Cina, lo dichiara
singhiere speranze. Numerano le un articolo inserito ne' succitati An
conversioni dal numero de' prote nali vol. VI, p. 123.
stanti che sono presenti alle loro Il ch. d. Domenico Zanelli, nel
prediche, dall' incredibile numero numero 83 del Viario di Roma
delle bibbie che donano, mezzo da 1841, in lode de' missionari catto
essi creduto infallibile, ma che pur lici pubblicò un bellissimo articolo
troppo non produce l' effetto, pe in cui dice. » Non è mai venuto
rocchè ordinariamente si fa altro meno lo spirito de' banditori del
uso delle bibbie diffuse con tanta vangelo: anche l'età nostra vede
premura. Il missionario cattolico ministri del santuario, che senz' ar
novera le conversioni dai battesimi, mi, senz'oro e protezione, con un
ne rende in ogni anno conto au bastoncello in mano, un Crocefisso
tentico ai superiori, dimostra un in petto e la speranza in Dio, la
notabile aumento di fedeli, rende sciano la patria terra; e non ispa-
testimonianza dell'eroica condotta ventati dal caldo, dal freddo, dalla
de' convertiti ; quindi i soli catto fame e dalla sete, solcano muri, at
lici rinnovano gli esempi de' primi traversano deserti e pianure, var
cristiani. Un principe tartaro della cano monti, e ciò per portar la
famiglia imperiale della Cina, ca luce della fede nelle regioni che
duto in disgrazia dell' imperatore dormono nell' idolatria, 0 nella se
per essere cattolico, sostenne nel parazione giacciono dalla vera Chie
1834 con eroica fermezza l'esilio sa di Cristo. È per amore della
e la miseria, e domandò in grazia fede che montano sul cammello e
al vescovo di poter servire il mis sul dromedario coll' arabo, che nel
sionario, per avere il bene di assi deserto errano coi cafri, che si l'an
stere ogni giorno alla messa. I pro no selvaggi nella Gujana, che si
testanti finalmente, mentre lodano cibano di olio di balena coi groen-
tanto la libertà, non la vogliono lundesi, che di tutti ne assumono il
ad altri concedere. Si può consul costume ; è per amore della fede
tare il libro del dotto monsignor e della umanità, che in quelle con
Wisemon : La sterilità delle missio trade i missionari della religione
ni intraprese dai protestanti per cristiana diventano il medico per
convertire i popoli infedeli, provata l'infermo, il conforto del misero,
coi rapporti dei medesimi prote il sollievo del tapino, il maestro
stanti, Roma 1831. Questa impor della nazione, il patrocinatore del
tante operetta meritò d'essere tra lo schiavo, it benefattore di tutti.
dotta in tedesco, e nel iS35 pub E nessuno si lascia imporre dalle
blicata in Augusta, poichè contiene dillicoltà; si vince la superstizione,
documenti, i quali mostrano che l'ostinatezza, la barbarie, l'amor
tutte le fatiche e tutti i non pic fervido alla falsa loro religione : la
coli sagrifizi di denaro impiegato croce trionfa di tutto, e il bandi
dai protestanti nclt' acquistar pro tore della croce soffre col sorriso
seliti alla loro setta tra gl'infedeli, sulle labbra le minacce, le per
non partoriscono i corrispondenti cosse, i tormenti, la morte : si ri
frutti. In quale compassionevole corda allora più che mai delle pa
condizione si trovano le missioni role di Cristo, che ai banditori del
22o MIS MIS
▼angelo predisse i mali che avreb ai relativi articoli, parlando delle
bero sofferto. Persecuzioni furono missioni di Europa, Africa, Asia,
mosse in ogni tempo e tremende : America e Oceania ; così quelli degli
per resistere ad esse non vi vole alunni de' diversi collegi istituti per
vano che i figliuoli d' una religio le missioni di Roma, e in diverse
ne snnta e divina. A fronte di tan parti del mondo, e dei religiosi di
te persecuzioni mosse contro la tanti benemeriti ordini. Al presente
Chiesa e i sostenitori di essa, il sono principalmente missionari apo
cristianesimo sempre trionfi! ; all'e stolici gli alunni del collegio Urbano,
tà nostra vediamo che va allargan gesuiti, i filippini massime inCeylan,
do di assai i suoi confini la Chiesa i lazzaristi o signori della missione;
cattolica, non ostante le persecu i sacerdoti delle missioni straniere
zioni che sono mosso ad essa da sì di Parigi che d' Irlanda ; i sul-
chi si trova dalla Chiesa separato. piziani, i redentoristi, i passionisti ,
Per cui dovunque si volge lo sguar gli' oblati di Maria in Torino, gli
do si hanno esempi consolantissimi eudisti, la società de' ss. Cuori pie-
e di eretici e d' idolatri, che vinti pus, i macisti, quella della Carità
dalla grandezza del vero, corrono o rosminiani ; i mechitaristi, dome
a ricovra isi all' ombra del cattoli- nicani , agostiniani e carmelitani
cismo, in che trovano quella pace scalzi ; i francescani minori osser
che invano sperato hanno altrove. vanti, riformati, conventuali e cap
E nei paesi lontani e barbari che puccini ; oltre gli ordini che hanno
ai missionari si veggono associate per iscopo la redenzione degli schiavi,
pie e sante donne, che dominate i chierici regolari ed i monaci di va
dallo spirito di Dio, elleno pure si rie congregazioni, come benedettini,
sono interamente sacrificate al bene silvestrini, ec. ec. Tutto si può vedere
della religione. E queste misericor agli analoghi luoghi. Dei missiona
diose, quantunque per natura de ri che riportarono la palma del
licate, veggonsi allulare la loro vi martirio, se ne parla agli articoli
ta all' Oceano, cimentarsi a lunghi che li riguardano, ed anche a Mar
e disastrosi viaggi, dormire su nu tiri (ss.). Il gran vantaggio che pos
do terreno, tutto soffrire per coo sono ritrarre gli uomini apostolici
perare coll' opera loro al trionfo destinati nelle missioni alla conver
della Chiesa. Rese forti dalla mano sione delle barbare nazioni, da una
invisibile di Dio che le dirige, nei cognizione anche limitata della me
paesi dai missionari frequentati, es dicina, mosse lodevolmente il fra-
se aprono scuola pel credente e il tel Pietro Antonacci della compa
non credente, e così gettano le fon gnia di Gesù, infermiere e farma
damenta di un edificio, che non si cista nel collegio Urbano di pro
facilmente crollerà. Donne sì pie, paganda fide, a pubblicare in Ro
sì timorate noi vediamo, o dirò me ma nel i b.j.5 un prezioso libro da
glio sappiamo che si trovano e là lui compilato, e riveduto da otto
dove regna il mussulmano e il be professori di medicina e chirurgia ,
duino, e là ancora dove abita il anzi approvato ed encomiato, por
moro e l' indiano ". tante per titolo: Manuale pratico
I prodigiosi immensi vantaggi re di medicina, chirurgia e farmacia
cati dai missionari si possono leggere per comodo delle missioni straniere.
MIS MIS 231
Dipoi il telante e intelligente reli dicare l'evangelo ed amministrare i
gioso pubblicò una Norma di ri sacramenti, non che per adempie
piego, in cui s'insegna il modo di re tutte le altre funzioni ecclesiasti
curare senza l'aiuto delle medicine che. Gesù Cristo diede la missione
propriamente dette, con materie ai suoi apostoli, dicendogli: Andate
domestiche reperibili da per tutto, e predicate l'evangelo a tutto l'uni
e perciò utile in tutti que' luoghi verso : come mandò me il Padre ,
ove non vi sieno spezierie. E final anche io mando voi. La missione
mente cogli stessi tipi del collegio data da Gesù Cristo ai suoi apo
Urbano nel 1847 ha dato olla lu stoli passò al Piipa ed a' vescovi,
ce : Raccolta delle più ovvie ed u- che sono i loro successori, ed il di
tili operazioni fisico-chimiche ed ritto di conferirla risiede unicamen
industriali per comodo delle mis te nelle loro persone. Essi la con
sioni straniere. E comprovato dal feriscono come l'hanno ricevuta essi
l'esperienza nulla esservi di più medesimi, per un'ordinazione suc
atto a maggiormente allettare i po cessiva, imponendo le mani, ordi
poli rozzi e selvaggi che voglionsi nando i pastori, e mandandoli a
convertire alla fede, quanto il mo predicare, ad amministrare i sacra
strarsi premurosi del loro bene sì menti, e ad adempiere a tutti i
fisico come morale. Sull' esercizio doveri attaccati al loro ministero.
della medicina e chirurgia ne' mis Gli eretici non hanno questa mis
sionari, si possono vedere Medici sione divina, perchè non hanno es
na e Medico. Clemente XII col si alcuna commissione dai pastori
breve Cuni sicut, de' 5 gennaio legittimi, e perchè non avendo essi
1735, Bull. de prop. fide , t. Il, il dono de' veri miracoli, prove ne
p. io4) facoltizzò i missionari cap cessarie della vocazione straoixlina-
puccini all'esercizio della medicina ria, non sono mandati da Dio im
e chirurgia . Vedi l1 missionario mediatamente nè dalla sua Chiesa.
apostolico o sermoni utili per le Sono lupi coperti di pelli di agnelli.
missioni, Parigi 1682. P. firullan- Vedi Missioni , e Missioni stra
gham Domenicano, Opusculum de niere. Missione è pure una serie
missionibus et missionariis tractatus, di prediche, di catechismi, di con
Metz 1747- Bellarmino cardinale, ferenze , di preghiere e di altri
Dichiarazione della dottrina cri esercizi spirituali, che fanno molti
stiana, per uso degli alunni e mis sacerdoti o religiosi nelle città e
sionari della s. congregazione di nei villaggi per l' istruzione de' po
propaganda fide, Roma 1842. poli, per ordine de' vescovi e col
MISSIONI;. Il mandare che si consentimento de' parrochi locali .
fa de'sacerdoti del clero regolare e Vedi Catechismo, Prediche. Mis
secolare a predicare la fede di Cri sioni dicesi pure degli stabilimenti o
sto, o ad istruire i cristiani, laon degli esercizi di sacerdoti zelanti,
de da missione essi furono chiamati i quali vanno a predicare l' evan-
Missionari (Vedi), esercitanti il su gelo agI' infedeli, ai pagani, o le
blime ministero dell'apostolato. Mis verità cattoliche agli eretici ed agli
sione significa ancora il potere che scismatici per riunirli alla Chiesa.
si dà dal sommo Pontefice e dal ve Parlando il Sarnelli, Lett. eccl. t.
scovo a'ministri della Chiesa di pre- VI, lett. XLII : de' notabili effetti
222 MIS M1S
delle sante missioni, le chiama Iu- grave e frequente male dì quelle
strazioni, e ne consigliti l'uso almeno confessioni che potessero per l'ad
ogni cinque anni; essendo il priucipal dietro aver fatte invalidamente .
frutto delle missioni le buone con Dice s. Teresa, che la maggior par
fessioni ; due essendo i motivi del te de' cristiani si danna per con
le missioni, la santificazione del ele fessioni mal fatte.
vo, e quella del popolo. Dice inol Molte congregazioni s'istituirono
tre, che la missione porta più uti per le missioni, di cui si tratta ai
le ad una città, che dieci corsi loro articoli, come tra le altre qui
quaresimali; e che sebbene il frut noteremo quelle della Missione, dei
to delle missioni non duri lunga Pii operai, del ss. Sagramento, e
mente, luttavolta sempre ne resta degli Odonistì, quella della Carità
no non pochi vantaggi, essendo cer fondata dal sacerdote conte Rosmi
to che chi ha cura d'anime non ni, ed altre. In Roma furono isti
pub dargli aiuto spirituale miglio tuite, come altrove, molte pie ope
re. Quanto poi la missione giovi re per le missioni, si urbane, che
olla santificazione del popolo, l' in suburbicarie, e per altrove, diverse
segnò Clemente X[ a' i6 marzo delle quali tuttora sussistono, laon
i7o2 con circolare a' vescovi, cui de ne daremo qui appresso un bre
insinuò valersi dell'aiuto delle mis vissimo cenno. Prima però notere
sioni per le seguenti ragioni. i.° mo, che i Papi per gli Anni san
Per potere con questo mezzo più ti, Giubilei straordinari (Vedi), e
liberamente e più utilmente ripren per altre circostanze e calamità, or
dere gli abusi j imperocchè i mis dinarono missioni straordinarie per
sionari comprovano colle loro pre Roma, e v'intervennero essi stessi
diche al popolo le buone verità a udirle, come tra gli altri fecero
dagli altri insegnate, le accreditano, Benedetto XIV e Leone XII : esse
avvalorano, e danno maggior peso. ebbero luogo nelle principali piaz
2.° Per supplire in ciò alla penuria ze e chiese della città. La più an
che si trova bene spesso nelle città tica istituzione delle missioni, che
medesime della parola di Dio, che regolarmente poi si fece per le
da molti non viene predicata colla chiese di Roma, e che con singolar
dovuta semplicità e chiarezza. 3.° vantaggio si continua per turno in
Avendo mostrato V esperienza, an tutti i giorni festivi ne' vari rioni,
che ultimamente in Roma, che quan è la Missione Urbana dai gesuiti
do si spiegano familiarmente e in istituita nel i6 io, al modo detto
forma adattata al frutto per le a- nel vol. XIV, p. i92 del Diziona
nime le cose di Dio, il popolo le rio, meglio stabilita dal p. Cara vi
sente con gusto, concorre colla fre ta, con predicare nelle feste per
quenza, e ne riporta grande utde, le piazze : di questa tratta ancora
con emendazione dei costumi ed e- il p. Memmi gesuita, Notizie isto-
dificazione universale, 4 .° Perchè sie- riche dell'oratorio della ss. Comu
no specialmente bene istruiti e pazien nione generale. Dei ristretti che so
temente aiutati ad una buona con no in detto oratorio, quello degli
fessione generale, ad effetto di ap Apostoli è composto di artisti, i
plicare in tal guisa l' opportuno e quali si prestano in suo servizio e
necessario rimedio al pur troppo della missione. La Missione di s.
AI IS MIS 223
Maria del Soccorso, pel poveri del so da un sacerdote fratello per pre
la Campagna di Roma, fu istituita pararli alla comunione, e quindi
dal sacerdote Ottavio Sacco (depu confessati, il sacerdote scelto fra i
tato poi da Innocenzo X giudice dei poveri celebra la messa e comuni
poveri senza appello, da cui derivò ca i poveri medesimi. Terminata
il giudice delle mercedi di cui parle questa sacra azione vengono tratta
remo a Sesato, dicendo del tribunale ti a lauta mensa, serviti dai fra
del senatore), nobile di Reggio di telli ragguardevoli, e dopo la reci
Caliibria nel i1538, nella chiesa par ta di varie preci sono congedati, ri
rocchiale di s. Tommaso in Parione, manendo ad essi l' abito indossato
ebbe per oggetto sino dalla origine nella funzione. Dovendo l' arcicon
di propagare l'onore di Dio, la sa fraternita soccorrere i poveri anche
lute e il soccorso de'bisognosi, s'im infermi nelle campagne, con farli
piegò sempre all' istruzione de' po trasportare ai pubblici ospedali,
veri contadini, sovvenimento e as tiene sempre apparecchiate delle ba
sistenza degl' infermi, ed alle sante relle e uomini per trasportarle coi
missioni si in città che iu campagna. contadini malati, assistendoli poi
Questa pia unione per opera del negli ospedali i confrati a ciò de
cardinal Antonio Barberini, fu dal stinati. Ma essendo l'oggetto pri
suo fratello Urbano VIIi approvata mario del sodalizio la salute spiri
il primo luglio di detto anno, col tuale di quelli che ne hanno più
titolo di arciconfraternita, per pro- bisogno, la procura per mezzo delle
tettore il nipote del Papa, e per missioni a sue spese in Roma e suo
presidente il governatore di Roma distretto, con l' opera di zelanti e
pro tempore : ne discorre il Piazza, dotti confrati scelti fra il clero seco
Opere pie, tratt. V, cap.33. Si uni lare. Perciò nelle festività di Pasqua,
poi nel 1739 il sodalizio a quello di Pentecoste, di Natale, il sodali
di s. Giuliano (di cui feci parola zio spedisce sacerdoti per le missioni,
ai voi. Il, p. 3o2, e XIX, p. 59 coll' approvazione del cardinal vi
del Dizionario) eretto e conferma cario, nei lunghi suburbani per lo
to da Clemente VII nel iv/i, nel spazio di otto o dieci giorni, non
la chiesa del suo nome a Monte lasciando di dar altre missioni fra
Giordano. Mantenendo sempre an V anno ai contadini ed altre per
co dopo l'unione questa arciconfra sone idiote, che oziose si trovano
ternita lo spirito del suo istituto, per le piazze di Roma.
sotto il titolo di s. Maria del Soc Dal citato p. Memmi abbiamo,
corso e s. Giuliano, eseguisce oltre che nel 17 it ebbe origine dal p.
l' opere di pietà comuni a tutti i Giacomo Filippo Merlini di Visso
sodalizi, ancora le seguenti. Nel gesuita le missioni pei mietitori, fal
giorno della festa della ss. Conce ciatori e altri contadini, con usci
zione invita alla sua chiesa dodici re alcuni gesuiti verso le ore 19
poveri, ed un sacerdote egualmente dal collegio romano a predicare
povero, e questi veste interamente nelle piazze più frequentate di Ro
di panno bianco con mostre turchine; ma, sotto la scorta del Crocefisso.
indi vengono loro dal prelato primi Dal medesimo ebbero pure inco-
cerio e dai guardiani lavati i piedi. minciamento le missioni ai vetturi
Ascoltano poi un fervoroso discor- ni sull' imbrunir della sera nella
2a4 w ls MIS
contrada dell'Orso ed altrove, da so la basilica Liberiana, ove i soli
dove li trasportavano in chiesa alla sacerdoti secolari possono esservi
missione notturna. Il p. Merlini in annoverati. Ivi sono mantenuti di
trodusse quelle sacre canzoni clic vitto e vestito. Quando fanno le
si cantano dai dodici fratelli nu missioni nelle diocesi dello stato
merari del ristretto degli Angeli e pontificio, non solo non sogliono ri
degli Apostoli, congregazioni dell'o cevere emolumenti, ma anzi distri
ratorio del p. Caratita, che porta buiscono limosine ed altri soccorsi,
no e accompagnano la Croce della come vesti e letti. In diversi tem
missione. II ch. e religioso letterato pi dell'anno questi missionari dan
cav. Francesco Fabi Montani nelle in no esercizi spirituali, frequentano
teressanti Brevi notizie di Leopoldo gli ospedali ed i confessionali, e si
Bourlie, fratello esemplare dell'ora esercitano in altre opere spirituali.
torio della ss. Comunione generale, Con breve di Leone XII iu detta
parla della società fonduta in lio- casa furono trasferite due opere pie,
ma dal gesuita Gio. Maria Ratti, e cioè quella degli oratorii notturni
intitolata : La sacra alleanza degli istituiti dal cardinal Antonelli , e
amanti di Gesù Crocefisso, cui Gre quella per gli esercizi spirituali dei
gorio XVI concesse indulgenze ple giovanetti per la prima comunione,
narie. lissa è divisa in tre ordini, già fondata nel Collegio Romano
il primo de' quali dicesi de' militi, (Vedi) dal cardinal Vitaliano Borro
che per così dire ne costituiscono meo.
il nerbo, e con missioni, con pre Finalmente faremo menzione del
diche ed altro udoperansi alla pro la congregazione de' missionari del
pagazione della fede. La Missione preziosissimo Sangue. La compa
di Nostra Signora delle Grazie det gnia o confraternita istituita sotto
ta Imperiali, conta per fondatore il tale titolo, eretta nel pontificato di
marchese d. Francesco Imperiali- Gregorio XI II e confermata da
Lercari genovese, che preso il sa Sisto V, si unì poi a quella del
cerdozio nel i 73 i , si consacrò al Gonfalone, ed i sacerdoti fratelli
bene delle anime specialmente col- avevano per istituto I' esercizio del
I' esercizio delle missioni, unendosi le missioni, il quale in seguito ter
dopo il i76o a diversi sacerdoti minò per mancanza di soggetti.
massime genovesi, che manteneva Sotto Fio VII, al modo detto a
a sue spese. In morte costitui l'o Chiesa di s. Nicola in Carcere, ven
pera pia da lui fondata sua erede ne istituita l'arciconfraternita del
universale, colla clausola che se la preziosissimo Sangue, di cui furono
congregazione venisse a mancare, primari fondatori Albertini poi ve
fossero sostituiti nell'eredità il con scovo di Terracina, Bonanni poi
vitto de' signori della missione di vescovo di Norcia, e Gaspare del
Sarzana pur da lui fondato, i si Bufalo romano, canonico di s. Mar
gnori missionari di Fassuolo in Ge co ed eccellente predicatore. Que
nova, e le madri pie di s. Pier di sti veramente è venerato per I i-
Arena, come riferisce il Semeria stitutore o propagatore più bene
p. 3i6 della Stor. eccl. di Genova. merito della congregazione, e ne
La congregazione Imperiali esiste vide sorgere tredici case, compresa
nel palazzo di sua proprietà, pres- quella di Giano fondata nel i8i5,
M IS MIS 22 5
e la principale di s. Paolo in Al ficio sogliono sovente chiamare i
bano. I sacerdoti ascritti alla con gesuiti a dare le missioni, per le
gregazione possono vivere libera quali si prestano ancora i passioni
mente in seno delle loro famiglie, sI'1 ed altri religiosi. Vedi Esehci-
Iii (.-tentandosi a fare le missioni nei zi SPIRITUALI.
luoghi stabiliti quando sono chia MISSIONE. Congregazione dei
mati; possono anche unirsi nelle case sacerdoti missionari di s. Vincenzo
creite a questo fine, senza legarsi con de Paoli, detti lazzaristi o signo
voti, e restando liberi di ritirarsi. ri della missione. Ne fu il fondatore
Nel tempo però che un sacerdote en s. Vincenzo de Paoli (Vedi), nato l
tra nella casa di missione, quando vi a'24 aprile i576 nella terra di Pouy
sia ammesso dal direttore generale, presso Acqs, città vescovile in Fran
previo il congresso della casa pri cia, nelle pianure di Bordeaux. I
maria, deve vestire in abito talare suoi genitori furono Giovanni di
con fascia ai fianchi, e Crocefisso Paolo e Bertranda de Moras , .i
al petto, non prendere emolumenti, quali avendo una casa ed alcuni
osservare i regolamenti della con piccoli poderi, li coltivavano colle
gregazione e le opere di pietà pre proprie mani, in che impiegarono
scritte dall' istituto, facendo men i figli in un a Vincenzo, il quale
zione delle principali il Costanzi, però dal padre fu destinato prin
l' Osservatore di Roma t. I , ove cipalmente a custodire gli armenti;
pure si parla delle altre missioni ma per la vivacità del suo spirito
romane summentovate. Il can. del venne applicato agli studi qual pen
Bufalo santamente morì a' 28 di sionario nel convento de' francesca
cembre 1837 in Roma, e ne'fune- ni d' Acqs. Fece egli tali progressi
rali fatti in s. Galla il can. d. A- nella lingua latina, che dopo quat
driauo Giampedi, ora degno vesco tro anni Commet avvocato d' Acqs
vo d'A latri, ne pronunziò l'orazione e giudice di Pouy lo condusse in
funebre. Altra ne fu recitata da sua casa, acciò facesse scuola ai fi
uno de' suoi missionari nell'esequie gli, e nel tempo stesso proseguisse il
in s. Paolo d' Albano, ove fu tra corso degli studi senza aggravio del
sferito il cadavere. Nel numero 5 genitore. Mentre egli viveva in que
del Diario di Roma 1 838 si leg sta casa, sentendosi da Dio chiama
ge la biografia di sì benemerito e to ail.i carriera ecclesiastica, vi die
piissimo ecclesiastico, ove si lodano de i primi passi col ricevere la ton
le molte sue virtù, e si celebra i- sura ed i quattro ordini minori
stitutore de' ristretti delle sorelle a' 19 settembre i596, avendo il san
della carità, delle figlie di Maria , to venti anni. Quindi lasciata la
degli esercizi spirituali pegli eccle famiglia dell' avvocato, se ne passò
siastici e secolari nelle case della a Tolosa per istudiarvi la teologia,
missione, convitti pei chierici, istru poscia a Saragozza per proseguirne
zioni pei fanciulli per la prima co il corso. Tornato in Francia vi pre
munione, di confraternite e oratorii se il suddiaconato e il diaconato
notturni, propagatore della divo nel i598, e nel 160o il sacerdo
zione di s. Francesco Saverio, che zio. Poco dopo gli fu conferita la
si era scelto in protettore e mo cura di Tilh nella diocesi d' Acqs,
dello. I vescovi dello stato ponti- da lui indi ceduta a un competito-
vot. ILV. i5
2iO MIS MIS
re che. gliene contrastava il posses la casa dei figli del conte £m-
so, onde prosegm per sette anni lo manuele Gondy generale delle ga
studio della teologia, ed essendo lere di Francia, e prese In direzio
stato fatto baccelliere neU' universi ne della coscienza di sua moglie
tà di Tolosa, gli fu permesso d'in Margherita contessa di Joigny. Ver
segnarvi pubblicamente. Nel 16o5 so il 1616 essendo ondato eoo tal
passò a Marsiglia per esigere un signora in Folleville o Gannes in
credito appartenente a patrimonio Picardia diocesi d' Amiens, predi
che aveagli lasciato persona pia, e cò a' s5 gennaio del seguente an
nel ritorno che fece per mare cad no nella chiesa, con tanto profitto
de prigioniere di corsari turchi, che degli uditori, che per udire te con
lo condussero in Barberia ed io fessioni de' molti convertiti, chiamò
Algeri , e lo venderono schiavo ad in aiuto i gesuiti d' Amiens. Que
un pescatore, il quale lo vendè sta prima missione fu sempre ri
poi ad un medico, quindi da que guardata dal santo come origine
sto passò a un rinnegato. Di tal del suo istituto, ed essendo stato
occasione Dio si serv'i per dare a poi solito egli ringraziarne in tal
questo infelice la salute dell'anima, giorno ogni anno il Signore, venne
per mezzo delle esortazioni di Vin l' uso netla sua congregazione di
cenzo, ed al santo la libertà. Pen celebrare con particolare divozione
tito il rinnegato di sua apostasia, se In festa della conversione di s. Pao
ne fugg'i con Vincenzo su piccolo lo, che appunto cadde a' a5 gen
schifo, e varcato il Mediterraneo, naio. Avendo In contessa di Joigny
non senza prodigio giunsero salvi conosciuto da questo primo saggio
a' 28 giugno 16o7 ad Aiguesmor- la necessità delle missioni, massime
tes. Da qui andarono ad Avignone, pel popolo di campagna, concept
dominio della santa Sede, ove il sin d'allora il disegno di assegna
rinnegato fece la sua abiura, e do re un fondo per qualche comunità,
vendo quel prelato vice-legato pon la quale avesse voluto incaricarsi
tificio passare a Roma, seco con di furie ogni cinque mmi in tutte
dusse ambedue. Vincenzo visitati le sue terre. Non trovando chi pren
con molta divozione i luoghi santi der volesse tale assunto, dispose nel
dell'alma città, dovette ritornare testamento 16,ooo lire per fondar
in Francia per una gravissima com questa missione nel luogo e nella
missione allulatagli per quella coi maniera che Vincenzo avesse giu
te. Quivi avendo stretto amici dicato a proposito.
zia con il celebre p. Berulle, poi Per la bruma di darsi tutto ni
cardinale e fondatore della con divin servizio ed all' istruzione dei
gregazione dell' oratorio di Gesù, prossimi, e sottrarsi dall'auge d'uua
a di lui insinuazione dovette assu casa principesca ove vivea tanto
mere la cura di Clichi, che il santo stimato, il santo nel luglio 1617
antepose all'abbazia di s. Leonardo parti da Parigi, e col consiglio del
di Chame, ed alla carica di limosi p. Berulle passò curato nella par
ni ere della regina Margherita ; indi rocchia di Chntilton Ics Dombes ,
a non molto per nuova insinuazione nella contea di Bresse. Quivi egli
dello stesso p. Berulle suo direttore indusse cinque o sei ecclesiastici
spirituale, passò in qualità di aio nel- ad unirsi insieme, ed a formare
MIS MIS 227
una specie di comunità per meglio bergo il collegio de' buoni figliuoli
impiegarsi in procurare la gloria a tè soggetto, e fatta la proposta
di Dio e la salute dei prossimi ; a Vincenzo, l' accettò con alcune
colle sue stupende istruzioni e ri condizioni il primo marzo ifn .\.
forme al popolo convertì molti c- Fu risoluto di dar principio alla
retici, ed a sollievo de' poveri in fondazione della casa colla nuova
fermi v' istituì l.i compagnia delle fabbrica., per cui i due pii coniugi
sorelle della carità, clie fu la pri diedero al santo 4o)ooo nre °
ma delle sue istituzioni sotto di l'autorità di eleggere quel numero
questo nome. Ma anche qui potè di ecclesiastici per abitarvi, che po
poco fermarsi, perchè il p. Bemile tevano essere mantenuti , colle ren
che tutto poteva sul suo cuore lo dite della fondazione. Vollero altre
richiamò a Parigi a seguitar la di sì che Vincenzo fosse il direttore di
rezione spirituale della contessa, che tiiiesla nuova casa, finchè viveva, con
dopo awrlo accolto come un an patto però di non abbandonare la
gelo, si fece promettere di assister cura e assistenza spirituale di loro
la sino alla morte, come adempì. famiglia. Fatta questa divota fon
In questo modo dispose Dio che dazione la contessa morì, e s. Vin
avesse principio la benemerita con- cenzo essendo andato a recare la
gregozione della missione, poichè trista nuova al marito in Proven
nè per parte sua, nè per parte za, ebbe da questi il permesso di
della contessa poteva ne* suoi im ritirarsi nel collegio de'buoni figliuo
pegni dimenticare l' opera delle li, dove diede l' ultima mano allo
missioni della campagna. Premu stabilimento della sua congregazio
rosi di riuscirvi e cercando operai ne, di cui fu eletto superiore gene
perchè vi si consacrassero, e non rale, che fu approvata dall'arcive
trovando comunità alcuna che aves scovo di Parigi a'24 aprile 1626,
se voluto addossarsi tale impegno, e nel 1632 da Urbano VIII a' 12
non senza divina ispirazione la piis- gennaio, che gli diede il titolo del
sima dama, ferma in tal proposito la missione, e permise al fondato
che una compagnia di persone pie re di stenderne la regola pel buon
andassero di tanto in tanto a far le ordine ed esatta disciplina. Mentre
missioni nelle sue terre, si determinò si attendeva la bolla di tal Papa,
cooperare allo stabilimento di una i preti missionari in Parigi entra
congregazione particolare , i cui rono nella prioria di s. Lazzaro nel
membri uniti insieme in comuni sobborgo di s. Dionigi, che appar
tà, si impiegassero in un ministero teneva alla congregazione de' Cano
sì santo. Sapeva ella che molti vir nici di s. Vittore [Fedi), i quali
tuosi ecclesiastici si univano sovente la cederono colle condizioni espresse
a Vincenzo nel fare le missioni, e nel concordato fatto tra loro a' 7
perciò coll' intelligenza del marito, gennaio 1632. In vigore di questo
che ne approvò il disegno, e del l' arcivescovo di Parigi unì la prio
cardinal di Gondy primo arcivesco ria di s. Lazzaro alla congregazio
vo di Parigi, fratello del conte di ne della missione, come fosse un
Joigny, quivi stabilì fondar la casa benefizio di sua collazione. Ciò con
pei detii ecclesiastici. Intanto il sta dalle sue lettere de' 3 1 dicem
conte di Joigny destinò per loro al- bre 1633, ed Urbano VIII confer
sa8 MIS MIS
mo questa unione con bolla del mani, come narra il Piazza, Eusevo-
marzo 163a. Fu principalmente a logio romano trait. V, cap. XXIX,
cagione della denominazione di tal della casa pia de' sacerdoti della
casa, che i sacerdoti della missione missione a Monte Gtorio, ove il
vennero chiamati padri di s. Laz santo subito mandò altri sacerdoti,
zaro o Lazzaristi. Veramente il ti che sparsero per tutto il buon o-
tolo di padri essi non l'usano, on dorè delle loro virtù e si resero
de sono generalmente chiamati si benemeriti.
gnori della missione e col titolo di Frattanto s. Vincenzo per rendere
don. Questa casa per la sua am più stabile e ferma la sua congre
piezza, pel numero de' suoi missio- gazione, nel 1658 diè l'ultima ma
ii ni e per la residenza che vi sta no alle sue regole e costituzioni,
bilì il generale, divenne capo della ed avendo radunata la comunità di
congregazione, che vivente ancora s. Lazzaro, in libretto stampato le
il fondatore si stabilì in molti luo consegnò a tutti i congregati, esor
ghi della Francia, nell' Italia e tandoli ad osservarle esattamente.
nella Polonia, per opera principal Nè solamente si limitò lo zelo in
mente del santo, allorchè n' era ge stancabile di questo uomo apostoli
nerale. In Roma fondossi la prima co in procurare l' incremento di
casa della missione nel 164o dal sua congregazione, ma per quaran
sacerdote Luigi Mretone, il quale ta anni diresse le salesiane religio
essendo stato quivi mandato dal se della Visitazione, a ciò destinato
santo per alcuni negozi, questi gli da s. Francesco di Sales ; si affati
avea pure ingiunto che quando ne cò per F erezione di varie confra
avesse tempo l' impiegasse in i- ternite e pie congregazioni perchè
struire e catechizzare i poveri agri s' impiegassero per sovvenire i po
coltori e pastori della campagna veri tanto ne' bisogni corporali che
romana, come pratico nella lingua spirituali , come sono le figlie o
italiana. Eseguì Luigi quanto era sorelle della Carità (Vedi), eret
gli stato imposto, e nell'avvento di te quasi in ciascuna parrocchia di
detto anno con licenza del cardinal moltissimi luoghi , ed in parec
Lante vescovo di Porto, impiegò chi ospedali ; le compagnie drIle
un mese in disporre con prediche dame della carità destinate a ser
e dottrina cristiana, i popoli della vire gl' infermi ne' grandi sped.di
diocesi a santificar le feste di Na di Parigi e nelle parrocchie ; gli
tale. Piacque a Dio benedire tal esercizi spirituali di quelli che si
mente dette missioni, che giuntane debbono ordinare; i ritiri spirituali;
la notizia ad Urbano VIII, permi le conferenze ecclesiastiche intro
se che in Roma si erigesse per la dotte in molti seminari ; e final
congregazione una casa ; laonde nel mente una quantità di ospedali ed
1642 presso il Monte Ci torio (di istituti benelici, destinati a ricevere
cui parlammo nel vol. XIX, p. \i e o i fanciulli esposti, o i vecchi po
43 del Dizionario) madama Maria veri, o i pellegrini infermi, o gl'm
de Vignard duchessa d' Aiguillon validi, o i pazzi, o i carcerati e-
e nipote del cardinal Richelieu, piis- ziandio malati, ed altri bisognosi.
sima e virtuosa, edificò la casa e In somma non vi fu genere di per
la chiesa con gran piacere de' ro- sone poste iu necessità, che dalli
MIS MIS 229
Mia carita e telo non ricevesse aiu bolla Superna, presso il Bull. Rom.
to e provvedimento. Il perchè il t. XIV, p. i54; indi a' 7 dicem
generale della congregazione «lolla bre ordinò a tutta la Chiesa l'uf
missione diresse in Francia un gran fizio e messa con rito semidoppio,
numero di missionari, servì la eap e il i9 luglio per celebrarne la fe
pella reale di Versailles, sommini sta. Il parlamento di Parigi proibì
strò i curati alle città di Versail la ritenzione della bolla Superna,
les e Fontainebleau ove il re ave col pretesto che fosse contraria al
va i principali palazzi, e governò la libertà della chiesa gallicana, per
nello spirituale la casa di s. Ciro chè in essa si loda il santo di aver
e l'ospedale degli invalidi. Dopo la indotto 85 vescovi francesi a chie
morte del re Luigi XIII, a cui s. dere al Papa la condanna delle
Vincenzo prestò gli estremi uffizi di cinque proposizioni di Giansenio, ri
cristiana carità, a tanti gravissimi tirandosi dall'amicizia di Verger
alluri aggiunse la qualifica di reg abbate di s. Cyran quando lo co
gente consigliere reale nelle materie nobbe eretico. Ma Clemente XII
ecclesiastiche e beneficiarie, ch'e a' i5 febbraio i738 condannò il
sercitò solo per anni dieci, senza decreto del parlamento, che il car
mai perdere di vista la propria san dinal Fleury procurò fosse rivoca-
tificazione, colla pratica di tutte le to. Benedetto XIV con decreto dei
virtù. Oppresso alla fine dalle fati 28 marzo i745 concesse I' nffizio
che e dall'austerità della vita, pie e messa del santo con rito doppio
no di meriti e di anni morì in di prima classe in tutti gli stati sar
Parigi nella casa di s. Lazzaro (che di, e con altro de' i2 maggio i753
al tempo della rivoluzione fu tolta l'elevò dal rito semidoppio al dop
ai lazzaristi o signori della missio' pio minore nella Chiesa universale.
ne, e convertita in luogo di de Il Novaes, Storia de' Pont. t. XIII,
tenzione), a'27 settembre i66o, di p. 22o ; ed il Cancellieri, Mem, di
84 anni, e fu sepolto dopo solen- s. Medico p. 62, riportano una
nissime esequie nella chiesa della biblioteca di autori che scrissero la
stessa casa. Grandissimo fu il nu vita di s. Vincenzo de Paoli, e Ia
mero del popolo che concorse a difesa in diverse lingue, non che
venerarlo, e Dio allora e poi ne del suo spirito e fondazioni delle
confermò la santità con molti mi congregazioni della missione e figlie
racoli, laonde Clemente XI fece in della carità, e gli atti di sua bea
trodurre la causa di sua canoniz tificazione a canonizzazione. Nella
zazione nel i7o9. Benedetto XIII basilica vaticana, la statua del san
lo beatificò colla bolla Justus, a'i3 to scolpita da Pietro Bracci, fu e-
agosto i729, Bull. Rom. t. XII, p. retta tra quelle de' fondatori nclla
397, assegnando il 2 i agosto per nave maggiore.
celebrarne l'annua festa con uffizio All'articolo Esercizi spirituali (Fe
e messa di rito doppio maggiore di), non solo dicemmo di quelli
in molti luoghi della Francia, e che si danno nelle case della mis
nelle congregazioni della missione sione e in altre di diversi religio
e della carità. Quindi Clemente si, ma parlammo pure di quelli
XII a' i6 giugno i737 solenne prescritti nel i662 da Alessandro
mente lo canonizzò mediante la VII e dai suoi successori, agli or
a3o MIS MIS
dmaudi pel sacerdozio, sotto pena il re assoggettarli al patrlarca, la
di sospensione ; e del grande utile fondazione restò sospesa, finchè vo
di questi esercizi ne tratta il Piazza lendo celebrare la canonizzazione
citato. Alessandro VII confermò la di s. Vincenzo, accordò che avesse
congregazione, Clemente IX le ac luogo solo soggetta al superiore
cordò molte grazie e privilegi, ap generale ; laonde accorsi dalla Ca
provate da Clemente X. Propagan talogna, Francia ed Italia diversi
dosi successivamente la congrega missionari, si apri la casa di Lis
zione, stabili una casa in Africa, bona, che il re dotò di abbondanti
per assistere i poveri schiavi di rendite. Essendo costume da gran
Barberia ; e nel i697 Innocenzo tempo, secondo I' istituzione di s.
XII mandò alcuni sacerdoti della Vincenzo, che ogni martedì non
missione nella Cina. Questo Papa festivo nelle ore pomeridiane si te
benefico colla congregazione, in det nessero dai missionari nella casa di
to anno le concesse il monastero, Monte Citorio spirituali conferenze
l'abbazia, e la Chiesa de ss. Gio con l' intervento di molti ecclesia
vanni e Paolo (Fedi), già de' ge- stici ; Clemente XI, per vieppiù
suati e domenicani irlandesi. Inol allettarli a così utile e lodevole e-
tre Innocenzo XII assegnò a questa sercizio, concesse loro l'indulgenza
congregazione quanto riporta il Ve di cento anni per ogni martedì,
nuti, Roma moderna, p. 339. Que colla bolla Cum sicut, de'27 otto
sti narra che la duchessa d'Aiguil- bre i7i3, Bull. Rom. I. X, par.
lon o Aquillon aveva assegnata al I, p. 3 To ; e plenaria a quelli che
la casa la rendita di scudi duemi confessati e comunicati visitassero
la ; che il cardinal Nicolò Guidi l' interna chiesa della ss. Trinità nel
di Bagno comprò nel i659 il pa martedì santo. Il Piazza nell' Eu-
lazzo contiguo alla prima casa per sevologio tratt. X, cap. XVIII :
quindicimila scudi, il quale fu ad della conferenza spirituale degli
essa incorporato, quindi considera- ecclesiastici alla Missione a Mon
bilmente ampliata da altri bene te Citorio, discorre di questa isti
fattori, come dai cardinali Stefano tuzione per degnamente esercitare
Durazzo, Ludovisi e Giovanni Bo il ministero sacerdotale, che defi
na ; dai marchesi Brignole e Du nisce per divota accademia di spi
razzo, Annibale Soletti e Giuseppe rito per la riforma interiore del
Palamolla. Desiderando il Papa clero, e di singolar giovamento a
Clemente XI che l' istituto bene si chi la frequenta.
introducesse e stabilisse in Porto Dicemmo alla biografia del car
gallo, quando vi si recò Giuseppe dinal Lanfrediiu Amanoei come
Gomez da Costa superiore de' ss. questi contribuì in gran parte alla
Gio. e Paolo, con intendimento di spesa della riedificazione di detta
fondarvi una casa, Io raccomandò chiesa, e come in morte istituì e-
all'arcivescovo di Braga, e nel i7i3 rede la congregazione, volendo esse
al re Giovanni V, lo che produsse re tumulato nel medesimo tempio.
buon effetto. Il re permise la fon Benedetto XIV colla costituzione
dazione di una casa in Lisbona nel Quo magis, de' i8 dicembre I742.
(ito detto Relhafolles, ove si reca Bull. Bened. XIV, t. I, p. 228,
rono quattro sacerdoti ; ma volendo dichiarò che i voti semplici de' si
MIS MIS ?3i
gnori della missione non potesse drea al Quirinale, che per quaran-
ro dispensarsi che dal Papa o dal t' anni aveano posseduto. Nel i837
superiore generale della congrega nella chiesa della ss. Trinità solen
zione, riell' atto solamente che par nemente si celebrò la festa cente
tono da essa i soggetti con detti naria della canonizzazione di s. Vin
*oti obbligati. Clemente XIV aven cenzo de Paoli, per la quale cele
do nel i773 dato ai Pass io niili brò messa all' altare maggiore il
(fedi) il monastero e chicsa de' ss. Papa Gregorio XVI, ricevuto dal
Gio. e Paolo ; iu vece concesse al superiore generale d. Giambattista
la congregazione il noviziato ossia Nozò, il quale scelse questa occa
la casa e chiesa di s. Andrea dei sione per recarsi da Parigi a visi
Gesuiti (Fedi), che descrivemmo a tate le case d'Italia. Il Papa accolse
quell'articolo, ai quali Pio VII poscia benignamente al bacio del
tutto restituì. La rivoluzione di piede tutta la religiosa famiglia. Le
Francia del i789, come ogni altro divote e magnifiche pompe ch'eb
istituto, cosi disperse questo della bero luogo per tal centenario, si
missione, onde morto in Roma il leggono nel numero 6o del Diario
suo superiore generale d. Gcy là nel di Roma. Nel pontificato di Gre
i8oo, non le fu ritornato un suc gorio XVI, nella casa di Monte Ci
cessore che sotto Leone XII . A torio venne ripristinata l' accade
quell'epoca potè risorgere dalle sue mia liturgica fondata da Benedetto
rovine, e fàcilmente ripristinarsi, XIV, della quale è direttore un
massime in Italia, dove a Roma missionario, pubblicando colle stam
con una specie di prodigio ed uni pe le sue utili e dotte dissertazio
co esemplo rimasero sempre uniti ni : ne parlammo al vol. XXXIX,
i missionari nella casa di Monte Ci- p. 57 e 58 del Dizionario.
torio, la quale era di venuta re Il fine principale di quelli che si
sidenza di un vicario generale, e iiscrivono a questa congregazione, è
come centro di tutta la congre di procurare la propria santificazione,
gazione, meno la Francia che a- quella de'poveri contadini e popo
vea un altro vicario. Che nei pri lazioni delle campagne e castelli, per
mi del corrente secolo, gli alunni mezzo delle missioni, e l'avanza
del Collegio Urbano (Fedi) di pro mento spirituale delle persone ec
paganda fide, dopo essere stati in clesiastiche, nella coltura delle scien
custodia del p. Paccanari, furono ze e della pietà; ma in città ove
ammessi nella casa della missione sono sedi vescovili non predicano
a Monte Citorio, lo dissi nel vol. nè amministrano sagramenti, meno
XIV, p. 2 25 del Dizionario. La i casi di qualche notabile necessità.
chiesa e la casa di s. Silvestro al Fanno essi un' ora di orazione
Quirinale, già de' Teatini (Fedi), mentale la mattina, tre volte il
poi de' sacerdoti della fede di Ge giorno l'esame della coscienza, al
sù istituiti dal Paccanari , Pio cune conferenze spirituali ogni set
VII la diede ai missionari, facen timana, il ritiro di otto giorni
done comprare la casa dalla ca ogni anno, ed osservano sempre il
mera apostolica , col pagamento di silenzio, tranne il tempo della ri
quattromila scudi, e ciò in com creazione. Si occupano alcuni di
penso della casa e chiesa di s. Au- essi per sette o otto mesi dell'an
a3* MIS MIS
no nelle continue missioni della Signori della missione. Esercitano
campagna, come d'ordinario suole tutti i ministeri dell' istituto, che
avvenire nella casa di Monte Cito- riguardano i prossimi, coll' appro
rio, e procurano di fondare ove vazione e licenza degli ordinari dei
possano con fra tem ite della carità luoghi, e nelle missioni non fanno co
a sollievo de' poveri. Attendono in sa alcuna senza il consenso de'parro-
molti luoghi anche alla direzione chi. Sono governati da un superiore
de' seminari; dovunque sono danno generale residente nella nuova casa di
gli esercizi a quelli che si prepa Parigi, eli 'è perpetuo, essendo ora il
rano per le ordinazioni, o che aven rev.mo «j, Gio. Battista Etienne, e
do già ricevuti gli ordini si ritira procuratore generale residente in
no per qualche tempo notabile ; Roma nella casa della Missione il
e si applicano alla pratica delle rev.mo d. Simone Ugo. Vestono qua
virtù e delle funzioni proprie del si come i preti secolari, laonde po
la loro vocazione, essendo i missio co da essi si distinguono, forse dal
nari assai diligenti nell'esercizio del la forma del collare, e prima da
le sacre cerimonie e riti, che per un ci u fTetto di barba che portava
ciò ne istruiscono le persone eccle no sul mento, riportandone la figura
siastiche. Nel tempo in cui danno il p. Bonanni nel CataI, degli ord.
gli esercizi agli ordinandi, oltre al religiosi p. 43-
le molte pratiche "di pietà, nel La congregazione della missione
le quali i missionari procurano di si è largamente diffusa. Negli ulti
occuparli, fanno loro ogni giorno mi del secolo passato i missionari
un discorso min ale, ed un altro so avevano più di ottanta case, divise
pra le materie più importanti del in nove provincie, come di Sciam
loro stato. Tengono per questo fi pagna, di Poitou, d'Aquitania, di
ne col clero adulto anche le me Lione. d'Italia, di Polonia, ec. Al
morate confereme settimanali colle presente la congregazione, oltre la
persone ecclesiastiche in varie delle nuova casa di Parigi ed altre in
loro case, che sono sempre aperte Francia, ben venti e piìi case ha
tanto agli ecclesiastici che ai secola in Italia, molte in Polonia, altre in
ri, i quali vi si vogliano ritirare a Ispagna ed in Portogallo. Anche
farvi per alcuni giorni gli esercizi fuori d' Europa conta stabilimen
spirituali sotto la loro direzione. ti, cioè diversi nel Levante, n.
Benchè quelli ch' entrano in que Smirne, San tori no, Naxia , Salo-
sta congregazione, dopo due anni nicchi, con Costantinopoli. In A-
di noviziato facciano quattro voti sia ha le missioni di Peckino ,
semplici, di povertà, di castità, di Nanckino, Tche-kiung-kiang-si, e
obbedienza e di perseveranza o per Mongolia, tutte nella Cma. Più le
petuità, da'quali, come si è detto, missioni di Damasco, d' Aleppo, di
non possono essere dispensati che Autura, di Tripoli, di Siria e di
dal Papa o dal superiore generale Persia. In Africa, Abissinia, Sen-
nell'atto della dimissione, giusta i nar, Alessandria ed Algeri. In Ame
decreti di Alessandro VII e Bene rica le missioni del Texas, case nel
detto XIV, appartengono nondune Brasile, un noviziato negli Stati Uni
no al corpo del clero secolare, e ti, due collegi, sei seminari vesco
loro si danno perciò il nome di vili, ed otto altre case e residenze.
MIS MIS a33
Da pochi anni l'istituto si è intro re di varie opere, tra le quali ri
dotto anclie in Irlanda, e vi ope scosse somma approvazione la sua
ra un gran bene. Oggi ai degni suoi istruzione ai novelli confessori, ri
alunni è altresì att'uluta la difficile stampata più volte, ma solo nell'ul
prefettura de\\' Etiopia (Fedi), al tima fatta in Roma col suo nome.
iluale articolo parlammo della de Ebbe la congregazione fino dai
putazione di etiopi a Gregorio primi tempi molti arcivescovi e ve
XVI, accompagnata dal prefetto d. scovi ; tra i defunti nomineremo
Giuseppe de Jacobis. Di questa alcuni degli ultimi. Feuaia patriar
congregazione trattarono gli sto ca di Costantinopoli, e vicegerente
rici degli ordini religiosi, e nell'an di Roma, morto a Parigi deporta
no 18 l5 fu stampato il libro: to nel 1812 ; Giuseppe Scarabelli
De privilegiis et indulgentiis con- vescovo di Sarzana ; Giuseppe de
grrgationis Missioni.*. Questa con Fulgure arcivescovo di Sorrento ;
gregazione non venera sugli altari Pietro Balducci vescovo di Fabria
clie il solo fondatore, tuttavia es no e Matelica ; e Giuseppe Rosati
sendosi da Gregorio XVI recente di Sora, che dopo aver sostenuta
mente introdotta presso la congre l'opera della religione negli Stati-
gazione de'riti la causa di cinquan Uniti d' America, governò la vasta
ta martiri della Cina e Tonkino, diocesi della Nuova Orleans, fatto
si è aperto l'adito alla canonizza vescovo in partibus , e poscia dopo
zione di due di questo numero la divisione , quella di s. Louis ;
che appartengono al medesimo i- fu l'anima de' sinodi diocesani e
stituto . Il primo è il sacerdote provinciali di quelle parti, incari
Francesco Clet, martirizzato nel cato d' una singolar missione apo
182o, e l'altro Gabriele Perboy- stolica di Gregorio XVI alla re
re. giovane sacerdote che sosten pubblica di Haiti, laonde come ve
ne il martirio agli 1 1 settembre scovo di s. Louis (Fedi), a quell'ar
1 84o (Gregorio XVI ne appese il ticolo parlammo delle sue singo
ritratto dipinto a olio, che ricevet lari qualità, coll'autorità de' Diari
te da Parigi, nelle pareti della ca del 1843, e non del 1845, come
mera ove esalò lo spirito a Dio), per errore di stampa ivi si leg
così avrebbe pure potuto promo ge. Tra i viventi, i vescovi di Con
versi ne' tempi trascorsi la causa di cordia e Conversano, fatti da Leo
molti altri, che per la santità della ne XII ; quelli di Oria , Ugen-
loro vita, o per la generosità del to , Tricarico e Nardò , fatti da
la loro morte sostenuta fra i tor Gregorio XVI, fra' quali spicca
menti per la fede di Gesù Cristo, quello di Ugento monsignor Bruni
ne furono reputati degni. Essa die per varie sue opere date alle stam
de anche molti uomini illustri per pe. Oltre questi la congregazione
santità di vita, dignità ecclesiasti della missione ha avuto vari ve
che e dottrina , non che scrittori scovi nella Cina, e di presente più
di Opere teologiche e morali, tra i vicariati apostolici istituiti da Gre
quali si distinse tra i francesi Pie gorio XVI sono nelle mani de' ve
tro Collet rinomato continuatore scovi di questo istituto. Inoltre essi
iIella teologia di Tornely, e tra gli hanno due vicari apostolici in Mon
italiani Francesco G Jordan ini auto- golia ed iu lloiurn, cioè i monsi
234 M I S MIS
gnori Giuseppe Marziale Monly ve dro con s. Francesco di Sales e s.
scovo di Fessula, e Gio. Enrico Bal- Giovanna Fremiot di Chantal, ope
dus vescovo di Zoara, ambedue no ra di Vien. Quello della seconda
minati da Gregorio XVI; monsig. cappella rappresenta la sacra Fami
Gio. Maria Odiii da Gregorio XVI glia dipinta dal Bottari. L'altare
fatto nel i84i vescovo di Cluudiopo- della terza ha un dipinto di Sal
li e vicario apostolico del Texas in vatore Monosil io, esprimente la Con
America ; e monsignor Pietro Paolo versione di s. Paolo. Il quadro del
Trucchi già superiore della casa di l'altare maggiore è pittura del cav.
Komi, fatto vescovo d' Anngni duI Sebastiano Conca, il quale vi figu
regnante Pio IX a' 25 settembre rò la ss. Trinità ed altre imma
i846- La congregazione di s. Vin gini: i due quadri laterali, e l'al
cenzo de Paoli ha duto alla Chiesa tro della sacristia furono eseguiti
innumerabili operai apostolici, che da Aureliano Milani. Il nominato
tra gli eretici ed infedeli versarono Monosilio colorì l'Assunta nell'al
sudori e sangue. Ne diede l'esem tare della prima cappella a sinistra,
pio lo stesso fondatore, di cui esi presso il memorato principale; co
stono le lettere scritte dalle coste me il Milani è autore del s. Vin
dell'Africa settentrionale e dall'i cenzo de Paoli nell'altare della se
sola di Madagascar. La congre guente cappella; in quello poi del
gazione della missione, in Roma ha la terza Pietro Perotti effigiò s.
le due seguenti chiese , con case Filippo Neri. Va però avvertito
contigue. che l'altare di s. Viucenzo, per l'im
Chiesa della ss. Trinità della pegno del lodato prelato Trucchi
Missione, a Monte Citorio, nel rio fino da quando era superiore, e di
ne III Colonna, presso la curia In- generosi ragguardevoli divoti, in po
uocenziana. Disopra dicemmo del chi mesi fu nobilmente abbellito e
la sua origine nel secolo XVII, e fotto ricco ed adorno di marmi ,
del suo ingrandimento nel XVIII, bronzi , doruture e pitture nella
laonde qui aggiungeremo che la cappella, giusta il disegno dell'ar
chiesa fu eretta nel recinto della chitetto Benedetti , gli ornati m
casa di Moute Citorio fino dal gesso e metallo del Maitinoli , i
primo ingresso de' missionari , in lavori in issagliela dell' Urtis, e gli
conformità delle disposizioni del affreschi del professore Agneni. Se
la fondatrice duchessa d'Aiguillon ; ne legge l'interessante descrizione
ma questa chiesa nel corso degli nel Diario di Roma i847, nuui.
anni domandò una sostituzione, sic 58, e che a' i8 luglio fu consagra
come piccola e disadorna; fu quin to dal vescovo promotore di sì
di edificata la nuova chiesa per le magnifica ed elegante opera, poco
ragguardevoli elargizioni del cardi dopo recandosi a celebrarvi la mes
nal Lanfredini. Il disegno della rie sa della dedicazione il Pontefice
dificazione è del sacerdote della Pio IX, come sull'altare maggiore
Torre, già superiore della casa an avea lutto Benedetto XI V, e poi
nessa, nel cui interno trovasi, ed è ascoltò quella di un suo cappel
la chiesa di graziosa forma. Nella lano segreto. Questo sito dovea
prima cappella a mano destra, en essere compreso nel foro di An
trando in chiesa, si osserva il qua tonino Pio, giacchè uel giardiuo
MIS MIS a35
di questa casa della Missione, nel e le regole da praticarsi. Ecco co
i7o5 fu trovata sotto terra la Co me il sacerdote ch. don Domenico
lonna d'Antonino stesso, ed il suo /.anelli (questi nel iiS';i pubblicò
magnifico piedistallo : di questo in Roma, Vita del missionario Gio.
parleremo a Palazzo Vaticano , Gabriele Perboyre martirizzato nel
dicendo del giardino ove esiste, re la Cina) la descrive nel numero
staurato da Gregorio XVI, e della 12 del Diario di Roma 1 843.
colonna ne se fece parola nel vol. » Costituita da persone quasi tutte
XIV, p. 3i3 del Dizionario. Nel indipendenti per la loro fortuna,
la prima domenica dopo la Pente diretta da uomini stimabili e per
coste, nella chiesa vi si celebra la le loro virtù e per la loro sociale
festa titolare della ss. Trinità. Quel posizione, approvata e protetta da
la di s. Vincenzo de Paoli ai 19 Gregorio XVl, la società di s. Vin
luglio, con cappella cardinalizia, che cenzo volge le sue cure a soccor
descrivemmo nel vol. IX, p. kJi rere il poverello, a visitare l'in
del Dizionarioj ed in ogni qua fermo e il prigioniero, ad ammae
driennio il senato romano vi fa strare il fanciullo, a consolare il
l'oblazione del calice d' argento e sofferente negli ospedali, a ricovera
quattro torcie di cera : talvolta vi re l'orfanello. E siccome l'uomo
sitarono in tal giorno la chiesa i non vive di solo pane, così la ca
Pontefici, come fece Gregorio XVI, ritatevole società a lato delle sof
al modo detto, pel centenario del ferenze visibili de'corpi, contempla
la canonizzazione, nella quale occa ancora le piaghe invisibili e non
sione pel solenne triduo fu permes meno pericolose dell'anima; alla li
so l'accesso in chiesa alle donne, mosina ha congiunto un altro bene,
essendo ad esse vietato quale inter che non puossi dire abbastanza am
na nella casa religiosa. Da ultimo mirabile, ed ha voluto che i suoi
vi fu pure il regnante Pio IX nel membri andassero a sedersi sotto
1 846, ascoltandovi la messa cele l'umile tetto delle povere famiglie,
brata da un suo cappellano segre e là conversassero con esse, rac
to, indi ammettendo nell'oratorio contassero i benefizi della religio
interno benignamente al bacio del ne, conservassero la fede in chi la
piede tutti gl'individui della reli possiede, la rianimassero ne'deboli,
giosa comunità. e la risuscitassero dove fosse estin
In questa chiesa da alcuni an ta. Con ciò si ottengono ravvedi
ni gli aggregati alla pia opera di menti, veggonsi santificati illeciti
s. Vincenzo de Paoli sono soliti matrimoni, richiamate al pudore
nel giorno della festa ad interve traviate giovani, preparati alla fe
nirvi e farvi la santa comunione. lice morte ostinati e ciechi colpe
La società di s. Vincenzo de Pao voli. Ma poichè per esercitare sì
li istituita a'nostri giorni, e nell'an belle opere di carità spirituale e
no 1833 in Parigi per soccorrere temporale sono necessari mezzi pe
gl' indigenti, propagata mirabilmen cuniari, la società pertanto stabili
te in Francia, si stabilì in Roma va che i suoi membri avessero a
nel 1842, ove il cardinal Patrizi contribuire con elemosine periodi
vicario con editto dell'api ile 1842 che e proporzionate alla loro for
ne approvò ed encomiò lo scopo tuna; quindi a misura che vanno
a36 MIS MIS
ti moltiplicarsi i membri, sia atti il Venuti, Roma moderna p. 1 49,
vi, sia contribuenti, la società rad che i teatini coll'aiuto di persone
doppis i suoi mezzi con che prov pie accrebbero e resero comoda
vedere ai bisogni del poverello. E la loro abitazione (ove Paolo IV
questa operosa unione nelle sue set tenue più concistori , al dire di
timanali conferenze rende conto del Bombelli t. I, p. 73 delle Imma
suo operato, e al cadere dell anno gini coronate), e rinnovarono la
dà un pubblico rendiconto. Il che chiesa con buone cappelle, marmi,
lia cominciato a fare anche la so pitture e soffitto dorato a' tempi di
cietà romana; e ciò fu, sono po- Gregorio XIII. I teatini vi stabili
ibi giorni, nella chiesa di s. Clau rono il noviziato, con buona libre
dio de' borgognoni (ivi fu istituita ria ed ameno giardino, da dove si
nel i83(,, e ne parlammo, come an gode la veduta di tutta la città.
cora di quella di Francia, nel volu- Allorchè sotto Alessandro VII la
me XXVI, p. 229 e 2Ì0 del Di- peste afflisse Roma, Adriano Velli
zioimrio) alla presenza del cardinal maestro di camera dell'ambasciato
ricario e di altri cospicui perso re di Spagna tramò una congiura,
naggi, nella qual circostanza fece di dar fuoco a tutti i fenili , sac
il suo rendiconto anche la società, cheggiare la città, ed imprigionare
o dirò meglio la conferenza fran il Papa e Cristina regina di Svezia
cese, nata a benefizio degli stranieri per aver essa licenziato le guardie
fra noi dimoranti, qualche mese spagtmole. Alessandro VII di ciò
prima della romana ". spaventato, voleva rinchiudersi con
Chiesa di s. Silvestro al Quirir cancelli, e mettere tutti i cardina
naIe, nel rione II Trevi, presso li in questa casa di s. Silvestro,
l'antico Fico de Cornell, ed il luo ove furono scoperte molte armi da
go ove il famoso letterato greco fuoco. Nel 18oo la chiesa e la ca
Giovanni Lascaris aprì un collegio sa passò in dominio de' sacerdoti
di gioventù per istruirla nelle scien dell' istituto della fede di Gesù,
ze e nelle lettere greche, ciò che fondati da d, Nicolò Paccanari
ricordammo ne' vol. XIV, p. 170, (Fedi), i quali vi fecero molti riat
e XXXVIII, p. 45 del Dizionario. tamenti, mercè i generosi aiuti del
Dal Martinelli, Roma ex etliitica la piissima loro benefattrice l'arci
sacra p. 3o4, si ha che la chiesa duchessa Marianna d'Austria, che vi
era parrocchiale in cura di pochi riunì i ragazzi dell'ospizio di Ta
religiosi domenicani, e noi aggiun ta Giovanni per la loro educazione.
geremo di jut patronato con la In seguito Pio VII nel luglio 1814
casa annessa della famiglia S forza - diede la chiesa e la casa ai signori
Cesarini, per cui il cardinale Gui della missione, che ivi tengono il
do Ascanio Sforza de'conti di s. Fio noviziato, restituendo ai gesuiti la
ra a'i3 novembre 1 555 la cedè chiesa e casa di s. Andrea fino allora
a Paolo IV in favore de' teatini, abitata dai medesimi signori della
de' quali il Papa era confondato missione, rientrandovi i gesuiti in
re, ed il 18 ne presero possesso possesso nc'primi di agosto. Essendosi
i religiosi, laonde i diritti par celebrati nel vicino palazzo Quiri
rocchiali furono trasferiti nella vi nale i conclavi per le elezioni di
cina chiesa de' ss. Apostoli. Narra leeone XII, Pio VIII, Gregorio
MIS MIS 237
XVI e Pio IX, il sacro collegio ti L'immagine si chiama della Catena,
è adunato nel salone presso la sa perchè, come riferisce il citato Bon:-
crestia della chiesa ( il quole salone belli, tra i miracoli da essa fatti, vi
serve alla comunità di refettorio, e fu quello di una persona uscita di
vi si ammira il celebre quadro del senno, e dai suoi domestici messa
la moltiplicazione de' pani dipinto in catene, la quale ricuperò pel suo
sul muro dal celebre p. Betti tea patrocinio la sanità, e consagrìi ad
tino), nella quale passando ne par essa la catena con cui era stata av
tono i cardinali processionalmente vinta. Essa è dipinta con stile gre
per fare il solenne ingresso in con co, e forse proveniente dall'epo
clave, al modo descritto nel vol. ca in cui gl'iconoclasti perseguita
XV, p. 299 del Dizionario ; men rono le sacre immagini. I teatmi
tre a p. 266 si dice, che il clero la trovarono in unrrestia, indi la
romano, cioè il secolare rappresen collocarono in altare separato, ove
tato dai parrochi, e gli ordini reli il capitolo vaticano la coronò ;il
giosi mendicanti , recandosi ogni 3i gennaio iti.'m. Nell'altare della
giorno processionnlmente il. ili. i ba crocera vedesi il quadro coi ss.
silica de' ss. Apostoli al conclave, Gaetano e Andrea Avellino, colorito
termina poi la processione e le pre da Antonio Ricci detto Barbulunga,
ci nella stessa chiesa di s. Silvestro. Dia gli ornamenti della parete con
A questa si monta per uno scala arme, figure ed altri capricci a
a due branchi, e si passa nell'inter chiaro-scuro sono del p. Zuccolino
no, ch' è di una sola nave a cro teatino. Dai lati dell'aliare maggio
ce latina, per unica porta. Le pit re furono già due quadri, in uno
ture della prima cappella a mano de' quali era effigiato s. Pietro e
destra, dedicate a s. Silvestro I Papa, nell'altro s. Paolo, coloriti ambe
lo rappresentano nel quadro in atto due da frate Bartolomeo da Savi-
di battezzare Costantino, e sono di gnano ossia s. Marco, domenicano,
AvanzinoNucci; la cappella contigua detto della Porta, al quale nimi
aveva sull'altare un quadretto di cato il tempo di perfezionarli, la
Giacomo Palma veneto, ed ora ha sciò il s. Pietro non finito nello
un quadro di autore recente, che studio di Raffaello, acciò lo com
rappresenta i ss. Francesco Saverio pisse, come si crede facesse. Questi
e Francesco Borgia, con due laterali quadri ora sono nell'appartamento
della stessa mano; gli affreschi espri pontificio del Quirinale. La volta
menti parecchi fotii della vita di Mo innanzi l'altare maggiore, dove nel
ria, come anche le ligure grandi per mezzo è uno sfondato con alcuni
di fuori, sono lavori del detto Avan puttini sopra certe mensole, fu ese
zino. Il quadro della terza cappella, guita da Giovanni Alberti da Bor
il quale serve d'ornamento ad una go s. Sepolcro. Sono anche sue al
di vota immagine di Maria Vergine cune figure, e fuori dell'arco due
della Catena col Bambino, è di Gia armi; le altre però che stanno nel
cinto Gemignani che vi espresse s. la volta con quegli angeli che ten
Pio V col mio nipote cardinal Bo gono le armi fuori dell'arco, furo
ttelli detto l'Alessandrino, ed alcuni no eseguite da Cherubino Alberti.
angeli : il rimanente della cappella, La volta poi dalla porte del coro
dipinto a fresco, è opera del JNtbbia. fu condotta con ornamenti e pro-
a38 MIS MIS
spetli ve del jx Zoccolino, e le fi e Cristo, il quale stando in braccio
gure vennero dipinte a fresco da a Maria sposa la santa, ma que
Giovanni Agellio da Sorrento. Nel st'opera non più esiste. Le due sto
fondo del coro eravi una Madon rie della Maddalena ne'laterali fu
na col Bambino assai bella, che di- rono colorite da Polidoro e Matu
cevasi di Andrea del Sarto ; di rino da Caravaggio con bellissimi
presente vi è un quadro grande paesi; la volta con tre storie della
con ligure al naturale, rappresen vita di s. Stefano fu dipinta dal
tante s. Vincenzo de Paoli, colle cav. d'Arpino pel cardinal Jacopo
opere da lui istituite, dipinto nel Sannesio ivi sepolto, con più il
i83a da Giovanni Baccarini di detto santo eseguito a fresco per
Lentinara : la disputa di Gesù fra di fuori nella facciata. L'ultima
i dottori da un lato, è pittura del cappella venne dipinta per intero
p. Biagio Betti pistoiese, copiata da da Gio. Battista da Novara. La
Leonardo da Vinci; dall' altro la pittura grande sopra la porta col
Madonna e s. Gaetano sono di Laz la storia de'serpenti, è opera del
zaro Baldi. La cappella di crocera p. Caselli teatino, fuorchè gli an
da man sinistra, dopo l'altare gran geli colorili dal p. Filippo Maria
de, fabbricata dai Bandini con archi Galletti pur teatino: le altre pit
tettura di Oiior-io Lunghi, ha un ture tra le finestre sono di Stefano
quadro grande condotto sulle la Pozzi. In questa chiesa sono prin
vagne, rappresentante l'Assunzio cipalmente degni di osservazione
ne di Maria coi dodici apostoli ed due depositi. In uno riposano le
angeli, il tutto colorito di azzurri ceneri del celebre cardinal Guido
oltremarini da Scipione Pulzone da Bentivoglio, che mentre per senti
Gaeta. I quattro tondi ne' peducci mento comune si voleva Papa, n
della cupola di questa cappella, rap scito dal conclave cessò di vivere,
presentanti Davidde, Giuditta. Ester e restò quivi per lungo tempo sen
e Salomone, sono del Domenichino, za memoria. L'altro è il famoso
intagliati più volte in rame. Le sta giureconsulto Prospero Farinaccio
tue in basso, due sono dell'Algardi, romano, autore d'opere criminali,
cioè la Maddalena ed il s. Giovan che difese Beatrice Cenci, indi fat
ni evangelista; le altre di diversi to da Paolo V procuratore fiscale,
scultori. Il busto del cardinal Bandi per cui dal di lui stemma è so
ni collocato sul suo deposito è di vrastato il monumento. Nella chie
Giuliano l'inclli . La Natività di sa è pure sepolto il medico Giu
Cristo dipinta nella seguente cappel seppe Ghislieri, fondatore in Roma
la da Marcello Venusti, e le pitture di quelle opere pie di cui parlammo
nella volta, e quelle dai lati colla a Collegio Ghisiieri, ove dicem
strage degl'Innocenti, e coll'angelo mo delle zitelle dotate che dove
che apparisce a s. Giuseppe, e di vano assistere al suo anniversario
faccia I' Annunziata a fresco , sono in numero di quaranta, con an
opere di Raffaellino da Reggio. Ma- nui scudi tre durante la vita di
riotto Albeilinelli fiorentino lavorò ciascuna. Tralasciate l'esequie per
la cappella che viene dopo: nella 4o anni, secondo il Diario di Ro
antica tavola dell' altare dipinse s. ma (queste esequie non erano sta
Domenico con s. Caterina da Siena, te omesse, ma facevansi nella chie
MIS MIS a39
sa di s. Andrea della Valle de'tea- il numero 75 del Diario di Ro
tim, donde con vicendevole con ma 184o. Con essa dimostrò che
senso di toli religiosi e presidi del In vera civiltà derivò dalla luce del
collegio furono ristabilite nella cap vangelo, che divulgato specialmente
pella di questa chiesa ov'è sepol dai Papi e dai missionari e uomi
to il Ghislieri), nel 184o furono ni apostolici spediti da loro in tut
ripristinate dal duca d. Scipione te le direzioni, portò fra le genti
Borghese Salviati, qual protettore insieme con la vera religione il
del collegio, the v'intervenne coi miglioramento delle leggi e de'co-
deputati, alunni e convittori del stuuii. Colla storia e colle testimo
medesimo, in un alle vedove bene nianze de'novatori, detrattori delle
ficate dal defunto. Il miracolo del glorie pontificie, additò quanto nel
la moltiplicazione de'pani e de'pe- tempo delle incursioni barbariche
sci del p. Betti, da lui eseguito del settentrione ben meritarono del
con vasta dipintura nel refettorio l' incivilimento i successori di san
de'teatini suoi correligiosi, nel 1847 Pietro, col giungere per via delle
fu egregiamente risarcito dal ro missioni a spogliare persino i bar
mano pittore Pio Anesi. bari delle loro feroci costumanze, e
MISSIOiNI PONTIFICIE. I som ridurre a poco a poco l'Europa tut
mi Pontefici rivestiti dell'augusto ta alla moderazione e al vivere
carattere di vicari di Gesù Cristo, gentile. Dipinse veridicamente le
incominciando dal principe degli premurose industrie de' Papi nel
apostoli e primo Papa s. Pietro , proclamare e piomovere le Cro
sempre con ardente zelo inviarono ciate [Fedi) per arrestare il tor
per ogni dove uomini apostolici con rente delle orde saracene che mi
Afissione (Fedi), ordine e potere nacciavano di estrema rovina la
d.i predicare e propagare VEvangelo nascente civiltà europea, enumeran
( Fedi), amministrare i Sacramenti do i vantaggi che ne trasse la re
[Vedi), e adempiere il ministero ligione, il commercio e le arti.
di tutte te funzioni ecclesiastiche, Baccontò lo scuoprimento dell'A
giusta il comando del divino fon merica, e provò che l'attuale col
datore della Chiesa ; laonde dalla tura di cui godono quegli abitan
missione data a sitliitti banditori ti, è tutta opera de'missionari in
dell'eterne verità, ne derivò loro il viativi dai Pontefici: parlò ancora
nome di Missionari ( Fedi), i quali della cardinalizia congregazione di
dilatarono per tutte le parti della propaganda fide fondata dai Papi,
terra il Cristianesimo ( Fedi), e il e ne mostrò la grandezza, l' impor
nome adorabile di Gesù. Quanto tanza, l'utilità, e descrisse la bene
i romani Pontefici con l'opera delle fica attività degli operai evangelici,
missioni abbiano contribuito e con che muniti di missione apostolica,
tribuiscano all'incivilimento del mon discorrono l'Africa, l'Asia, le Indie
do, fu l'argomento di dotta e im e l'Oceanica con mirabile coraggio;
portante dissertazione, che nell'ac e mentre infondono nelle menti e
cademia di religione cattolica les ne' cuori parole di eterna vita, in
se in Roma il p. m. Giuseppe segnano ai selvaggi le arti utili, ne
Palma carmelitano calzato, poi ve credono di avvilirsi col distendere
scovo di Avellino, e di cui parlò all'aratro, alla scure, ella squadra
a4o MIS MIS
e all'ago quella mano istessa, con rispetto. Ai piedi del mirabile sec
cui dispensano le celesti benedizio chio fiorisce una congregazione di
ni. Analogo all'argomento ci sem uomini cosmopolitici, che chiamasi
bra. eziandio opportuno quanto di la Propaganda (a questo articolo
ce del santissimo e maraviglioso parleremo meglio delle pie opere
istituto pontificio della propagazio sulla propagazione della fede), di cui
ne della fede per tutte le parti non T' ha alcun esempio antico, ne
del mondo, il ch. Gioberti nel Pri moderno, e che destò la meravi
mato degl' italiani t. I, pag. 43i glia e I' invidia del più illustre
edizione di Benevento i 844 5 Pi'o- conquistatore che sia vissuto da
vando ancora con questo il prima molti secoli ; ma lo scopo di essa
to italiano, allorchè fece il con è di conquistar gli spiriti al vero,
fronto delle glorie di s. Francesco e alla virtù i cuori, abilitandoli
Saverio, onore della compagnia di coll' innocenza a godere in terra
Gesù, colle conquiste di Napoleo una felicità virtuosa, e a fruire in
ne, nel seguente modo. cielo i gaudi della vera patria. Men
,. Volete, italiani, gustare anche tre i superbi potentati d'Europa
al dì d'oggi una di quelle glorie pu consumano le loro cure, e spendo
re ed intemerate, che non turbano no sovente un tesoro di sudori e
i sonni del possessore, e non sono di sangue infinito per provvedere
detestate, nè maledette da nessuno? a volgari interessi o soddisfare alla
Una di quelle glorie che rinfran loro gretta ambizione acquistando
cando gli spiriti degli scorati,' e ri al loro dominio una nuova striscia
destando in essi la ragionevole fi di terra, la propaganda abbraccia
ducia delle proprie forze, possono colle vaste e animose sue speranze
sollevarli al riacquisto de'beni smar- tutto il genere umano, e stende i
riti, e insegnar loro il modo di ri suoi benefici influssi sino ai termi
cuperarli ? Volgetevi alla religione, ni più lontani del mondo. Ella
la quale ve ne porgerà i mezzi. spedisce a tal effetto i suoi miti
Siede presso il Campidoglio un uo conquistatori, non ad uccidere, ma
mo canuto e venerando , che ha a convertire ed a mansuefare, e
sudditi spontanei ed ossequenti in se occorre, a morir perdonando; e
tutte le parti del mondo abitato. questi uomini poveri ed umili,
Questo sublime vecchio regna colla aventi per insegna una croce e per
sola autorità della parola sugli a- sole ormi la fede e la persuasione
nimi liberi de' suoi soggetti, e sen congiunte ad un'eroica carità e ad
za aver cannoni ed eserciti, impe uno spirito illimitato di sagrifizio,
ra salvando e benedicendo. La leg operano spesso quei prodigi che
ge ch'egli insegna e promulga, legge sono interdetti al valore de'capita-
di pace di amore, di giustizia, di ni e degli eserciti. Chi potrebbe
fratellanza, fu per confessione di descrivere le meraviglie dell'apo
tutti la prima fonte di quella ci stolato? Chi potrebbe dipingere a-
viltà ch' è sparsa in Europa, e per dequatamente ciò che v' ha di bel
cui F Europa sovrasta di prosperi lo e di grande in una missione
tà e di potenza a tutte le altre cattolica, che fra i trovati cristiani
parti del globo, benchè loro sotto è forse il più stupendo, poichè con
stia di gran lunga per ogni altro mezzi debolissimi in apparenza pro
MIS MIS 44 i
duce gli effetti più grandiosi e du nazioni , sedi vescovili sì esistenti
revoli ì Qnal è l' istituto clie sia che non più esistenti, con che ho
più degno della considerazione del la religiosa consolazione di avere
filosofo, dell'amore e dell'ammi riempito un significante vuoto, con
razione di chi anela a diffondere quella faticosa e penosa brevità
la civiltà, elia un animo benevolo che esige un vasto Dizionario, non
per la famiglia universale de' suoi solo all'episcopologio cattolico, an
fratelli ? La storia coetanea e' in co delle regioni degli eterodossi o
segna a che riescano le spedizioni d'infedeli, ma ad una quasi geografia
conquistatrici e trafficanti, per dif cattolica romana sino ai nostri memo
fondere l'incivilimento e felicitare rabili tempi feracissimi di avveni
le nazioni barbariche ed infedeli, menti politico-religiosi; ed eziandio
quando la cupidigia politica e mer di avere supplito a quanto in gran
cantile non è raffrenata dal sacer de nel secolo passato erasi proposto
dozio. Le missioni cattoliche conver voler compilare il celebre cardinale
tirono e addomesticarono la Spa Garampi, come dissi altrove , cioè
gna, la Francia, I' Inghilterra, la deWOrbis christianus, ossia Episco-
Scandinavia, la Germania, l'Unghe pologio universale , i cui materiali
ria, la Boemia, la Polonia, e vi radunati da quel dottissimo si con
seminarono quella gentilezza, che servano in innumerevoli schede nel
ora fruttifica e si spande sul resto l'archivio segreto dellu Sede aposto
del globo ; il che basta per rispon lica; sebbene dal i792, in cui mo
dere a coloro che le giudicano inu rì l'illustre porporato, ad oggidì,
tili, o mettono i conquistatori e tutti sanno come le nozioni storico-
i missionari nella medesima schie geografiche siensi immensamente au
ra. Ma a che giovano le imprese mentate, e la diffusione del van
guerresche e mercantili, non aiu gelo meravigliosamente per tante
tate e temperate dalla religione ? successive benemerite missioni sia
Dicanlo le misere schiatte dell'Au penetrata in tante e nuove regio
stralia , della Polinesia ( ne par ni, onde s'istituirono un grandissimo
liamo a OcEAim ), dell'Africa me numero di sedi vescovili, di vica
ridionale e delle due Americhe, riati apostolici , e di prefetture di
che miseramente si estinguono sot pontificie missioni, e principalmen
to il giogo dispettoso, o la filantro te da Gregorio XVI. Quanto alle
pia impotente ed improvvida dei missioni , a tale articolo dice il
nuovi occupatori. Chi può dubita Bergier, che da un secolo si fece
re, che i miracoli delle antiche in Roma lo Siato presente della
missioni non si rinnoverebbero , chiesa romana in tutte le parti del
qumido si rimettesse in piedi, e mondo, cioè una relazione partico-
largamente e sapientemente si or larizzata delle missioni stabilite nei
dinasse questo mezzo potente di diversi paesi dell'universo, scritta
civiltà, e il concorso dei principi per comando d'Innocenzo XI (deve
e dei popoli non mancasse allo ze dire Clemente XI, la posseggo , e
lo della Chiesa?" ne parlai nel volume XVI, pag.
Della propagazione dell'evangelo aSa del Dizionario ed altrove) ; ed
ne parliamo agli articoli riguardan aggiunge essere tale libro assai ra
ti parti del globo, stati, regni, ro e curioso. Laonde per non ri-
VOL. XLV. i6
24* mis MIS
pet ere quanto vado narrando agli uomini apostolici stabilirono la fe
indicati innumerevoli lueglii, qui mi de cristiana sulle rovine dell' i-
limiterò riunire alcune generiche e- dolatria, e la civiltà nel seno del
rudizioni sulle missioni , mentre la barbarie. Quindi goti, unni, bor
delle benemerite istituzioni dei se gognoni, franchi, longobardi ed altre
minari delle Missioni straniere di nazioni, emendarono le loro leggi
Parigi e d'Irlanda, ne tratterò a'due sullo spirito del vangelo. Videsi allo
seguenti articoli. ra accadere quel prodigioso cambia
L'apostolico zelo de'sommi Ponte mento, ch'eccitò l'ammirazione e lo
fici che con amore di veri padri e stupore degli storici, poichè coll'effi-
pastori hanno avuto sempre a cuore di cacia della divina parola degl' in
eseguire il divino comando nella pre viati dai Papi, in pochi anni riu
dicazione del vangelo, come di ricon scirono a persuadere l'umiltà all'or
durre all'ovile di Cristo le pecorelle goglio, la castità alla lascivia, la
smarrite, non lasciò diligenza alcuna misericordia alla ferocia, la libera
per riunirle alla Chiesa, mercè del lità alla rapina, la pazienza all'al
divino Spirito che loro regge e terigia, il perdono delle offese al
governa. Appena s. Pietro si recò risentimento, il rispetto e l'amore
in Roma a predicarvi la fede ed a alle inimicizie ; a far proscrivere
fondarvi la cattedra apostolica, inco la poligamia, l'adulterio, il suicidio,
minciando I' opera delle missioni, le uccisioni, gli spettacoli crudeli e
che i suoi successori non hanno i sacrifizi umani. Furono cosi feli
giammai intermessa, inviò i suoi ci e prodigiosi i successi delle mis
compagni e discepoli per tutta sioni, che gli stessi nemici di esse non
l'Italia per farvi conoscere Gesù han potuto non riconoscere e con
Cristo; quindi colla vera religione fessare la benefica influenza de' mis
si riformarono le leggi conformi a sionari sul vero incivilimento. Il so
quelle del vangelo , ed all'ombra lo cristianesimo contribui a tanti
della salutifera croce germogliò la sorprendenti cambiamenti, ed i Pon
pianta preziosa della vera civiltà, tefici colle loro missioni seppero
formandosi la società cristiana nel produrli completamente , venendo
centro del paganesimo, e sostenen per ciò addolciti e migliorati i co-
dosi poscia in mezzo alle barbarie. stumi degli uomini, dando le vere
Tralasciando dunque di dire in detta idee del diritto pubblico e privato
glio, come successivamente i Pontefi d'Europa, fondamento di una so
ci spedirono nei primi secoli per ogni cietà veramente incivilita. Immensi
parte missioni nella Francia o Gal poi furono i vantaggi prodotti
lio, nella Germania, Spagna, Inghil dalle crociate, con che si arresta
terra, Irlanda, Scoria, in Corintia, rono i formidabili progressi de'sa-
ai fiamminghi, schiavoni, sassoni, i aceni, ed un chiaro scrittore le
svedesi, moravi, boemi, bulgari, da chiamò missioni corporali. Nè om
nesi, polacchi, russi, ungheri ed al in isero i Papi ad un tempo di
tri; non che in Asia e Africa e risvegliar il cristianesimo ne'popoli
piti tardi in America, e negli ulti soggiogati dai seguaci di Maomet
mi tempi nell' Oceania , poichè se to, anche per mezzo del clero re
ne tratta ai loro luoghi ; solo golare e de 'monaci.
rimarcheremo che dovunque gli Nei primi anni dcl secolo XIII
MIS MIS 243
fondandosi nuovi ordini religiosi, Per non dire di tutti, Paolo III
questi somministrarono innumerabili spedì i gesuiti nel Giappone e
missionari che con eroismo e petto nelle Indie orientali, i quali poi pe
sacerdotale incontrarono stenti e netrarono anche nella Cina, ove
martirio per divulgare l'evangelo, dicesi erano stati prevenuti in qual
massime i domenicani ed i france che parte dai domenicani. Il Papa
scani, i primi spediti da Gregorio s. Pio V emanò diversi decreti ri
IX nell'Asia, i secondi da Onorio guardanti la facoltà e giurisdizione
III già mandati nella Grecia, Siria de'missionari, e la cura delle ani
ed Egitto, quindi da Innocenzo IV me. Gregorio XIII, assai benemeri
in Tartaria. Sotto questo Papa eb to delle missioni, ebbe la gloria di
be origine quella sacra lega de'do- vedere a'suoi piedi gli ambasciatori
menicani e francescani, chiamata la di tre principi giapponesi, in me
società de' pellegrini di Cristo, di moria di che fu coniata una me
cui parlammo nel vol. XXVI, p. daglia coll' epigrafe : Ab regibus
96 del Dizionario, la quale scorre japonior. prima ad Rom. Pont,
va per l'oriente e pel settentrione legatio et obedientia . Clemente
a portar la luce della verità ai VIII prese parti colar cura del
gentili e idolatri, agli eretici ed agli la promulgazione del vangelo , iu
scismatici, rinnovata poi ne'ponti- che si distinse ancora Paolo V.
cati di Giovanni XXII, Gregorio Il successore Gregorio XV ebbe il
XI, Urbano VI, e Bonifacio IX; vanto immortale d'istituire nel i622
ed agli articoli degli ordini e con la Congregazione di propaganda
gregazioni religiose si dice delle fide (fedi), assoggettando ad essa
missioni loro affidate dai Papi, co tutti i collegi già istituiti, o che
me di quelle che hanno per subli si fondassero in seguito collo sco
me fine la redenzione degli schiavi. po delle sante missioni per tutto
Inoltre Giovanni XXII concesse ai il mondo. Questo grandioso stabi
francescani la giurisdizione episco limento fu continuato, accresciuto
pale nei luoghi ove non si trova ed arricchito di privilegi e fondi
no vescovi cattolici ; e inviò mis cospicui da altri Papi , cardinali,
sionari a predicar l' evangelo tra ed altre pie persone; essendo la
gl'infedeli che gran danno aveano congregazione incaricata di provve
recato nell'oriente al cristianesimo. dere ai diversi bisogni delle mis
Leone X e Adriano VI inviarono sioni, ai mezzi di farle riuscire be
missionari in America, ed instituen- ne e dilatarle. Quale e quanto
dosi indi i teatini ed altri chierici sia immensamente vasta la giu
regolari, anche ad essi furono asse risdizione di propaganda in tutto il
gnate missioni. Nel nuovo mondo mondo, cioè ne' paesi degl'idolatri,
tra i primi banditori del vangelo degl'infedeli, degli eterodossi o di
vediamo i mercedari, i francescani, culto misto, si può vederlo nel voI.
anche cappuccini, i carmelitani ed XVI, p. 248 e seg., ove produ
altri molti religiosi, come i dome cemmo il catalogo At'vicariati apo-
nicani, con immenso frutto di con stolici e prefetture apostoliche che
versiom e d'incivilimento, derivato ne dipendono in Africa, America,
dallo zelo dei Papi che mandarono Asia, Europa ed Oceania, cui suc
missionari anche in altre regioni. cede il novero de' patriarcati, arci
244 mIs MIS
vescovati e vescovati a propaganda nuntiate inter gentes. Sì vede il
soggetti e successivamente aumen Pontefice assiso in trono che dà la
tati . Il novero pure anmentato croce ai missionari di propaganda;
dei Vicariati e Prefetture (Fedi), ed indica la sua munificenza per
si leggerà meglio a tali articoli, nei la vistosa somma da lui donata
quali indicheremo ove sono riportate alla congregazione , onde mandar
le notizie di quelli che non hanno missionari ne paesi orientali. Anche
speciali articoli. Urbano VIIl fon Clemente XI fu zelante delle mis
dò il celebratissimo Collegio Urba sioni : abbiamo due medaglie che
no (Vedi), da cui uscirono eccel ciò celebrano. La prima del i7o2
lenti missionari di tutte le nazioni, è col motto : Vade et praedicaj si
e tuttora fiorisce grandemente: que vede il Pontefice che spedisce al
sto collegio apostolico è destinato la Cina il p. Tournon poi cardinale.
a mantenere ed istruire un rag La seconda ha la leggenda: Venti
guardevole numero di giovani di et mare obediunt ei. Vi è effigiato
diverse nazioni, per renderli capaci il Salvatore cogli apostoli nella na
di affaticare nelle missioni del lo ve : il Venuti la riferisce alla
ro paese principalmente. Quel Pa spedizione nella Cina di Mezzabar-
pa proibi la mercatura a'missionari. ba patriarca d'Alessandria, il quale
Tanto alla veramente apostolica i- fu comunicato dal Papa coi mis
stituzione di propaganda, quanto a sionari suoi compagni prima di
quella del grandioso suo collegio partire per la Cina. Il Bergier,
Urbano con alunni d'ogni lingua, Diz. encicl., all'articolo Missioni, in
i l'api in ogni tempo prodigaro cui egregiamente confuta i calun
no benefizi larghissimi , per cui i niatori de'missionari, citando il Fa
due stabilimenti formeranno sempre brizio e la sua opera, Saluiaris lux
l'onore e la gloria del loro apo evangelii toti orbi exoriens, narra
stolato. che Clemente XI nel i7o7 coman
Clemente X col breve Credi- dò ai superiori de'principali ordini
tae uobis, de'6 aprile i673, Bull, religiosi di destinare un certo nu
de prop. tom. I, pag. i78, proibì mero de' loro alunni per rendersi
ai missionari di qualunque ordine capaci al bisogno di affaticare nel
imprimere libri trattanti materie le missioni nelle diverse parti del
riguardanti le missioni, senza l'ap mondo, come ancora dicemmo nel
provazione della congregazione di vol. XXVI, p. i27 del Dizionario.
propaganda. Innocenzo XI pre Agli articoli di tali ordini parliamo
scrisse il modo come i missionari de'collegi istituiti nei medesimi pei
debbano fare la relazione dello sta le pontificie missioni. Nei primi un
to delle missioni e de' luoghi, che ni del pontificato di Clemente XI
riportasi a p. a33 loco citato. A ebbe origine il collegio dello Spi
suo onore fu coniata una medaglia rito Santo, o Missioni straniere,
che lo rappresenta in trono col seminario di Parigi delle colonie
motto : Venite et videte opera Do (Vedi).
mini, nell'atto che un gesuita gli Clemente XII fu benefico colle
pi esenta tre ambasciatori del Tou- missioni, col breve Nuper, del i 73.1,
cluno. Altra medaglia fu battuta per confermò il decreto emanato da
Innocenzo XII, colle parole: An- propaganda sulla tumulazione dei
MIS MIS" a45
cadaveri de'missionaii morii nelle Cappellari con indescrivibile utilità
parti degl'infedeli ; col breve Coele- delle missioni, che fungendo tale
stiiim, del i737, coDcesse indulgen rilevantissima carica meritò poi il
ze in articulo mortis ai missiona triregno col nome di Gregorio XVI.
ri cappuccini francesi ; col breve Nel i826 Leone XII fondò i vesco
Cum sicut, del i737, ne accordò vati di Kingston nel Canadà e di
aliie a chi ne avesse visitati gli o- s. Louis nel Missouri ; quindi nel
ratorii, e col breve Cum sicut, di i827 istituì il vicariato apostolico
detto anno, ne accordò altre ai del terzo distretto della Scozia. Nel
medesimi religiosi anco irlandesi, i i828 fu fondata la società Leopoldina
quali brevi sono riportati nel t. onde procurare colla orazione e col-
II del citato Bull. Delle missioni l'elemosine un' attività più efficace
fu zelantissimo Benedetto XIV; ed delle missioni cattoliche in America, e
il successore Clemente XIII coi bre Leone XII ne' primi del i829 l'ap
vi Inexhaustum del i762, e De- provò, concedendo molte indulgen
cet Romanos del i763, nel t. IV ze ai membri della fondazione, con
del Bull, de prop. p. 62 e 76, breve che spedì a Vienna alla di
prescrisse un nuovo regolamento ai rezione centrale. Nel pontificato di
missionari nel compartire al popo Pio VlII si promulgò nella gran
lo l'apostolica benedizione : molto Bretagna I' emancipazione de'catto-
fece per le missioni e propagazio lici , e nell'impero ottomano quella
ne della fede. Altrettanto si dica di degli armeni, istituendo l'arcivesco
Pio VI, il quale approvò la messa vato primaziale di Costantinopoli
da celebrarsi da tutti i missionari, per tal nazione nel i83o; avendo
al modo detto nel vol. XVI, p. nel precedente anno fondato i ve
«47 del Dizionario, estesa poi da scovati di Mobile e Charlottetown
Gregorio XVI. Grandi progressi fe nella giurisdizione di propaganda.
cero le missioni sotto Pio VII, il Elevato alla cattedra di s. Pietro
quale istituì il vicariato apostolico nel i 83 i Gregorio XVI, subito col
dell'isola dell'America settentriona- suo ardente zelo e profonda pie
le nel i8i9, e le sedi vescovili di tà volle dare un novello impul
Boston, di Fitadelfia, di Nuova York, so alle missioni cattoliche, ed il
di Bardstown, di Cincinnati, di frutto amplissimo che ne raccolse
Cbarlstown e di Richmond , ele superò quello di qualunque altro
vando ad arcivescovile quella di suo più illustre predecessore, come
Baltimore, tutte negli Stati Uniti di in parte si può vedere a Gregomo
America, e sotto la giurisdizione XVI, ove notai che sino al mag
di propaganda. Nel pontificato di gio i845, epoca in cui ne rividi lo
Pio VII, e nel i822, in Lione stampone (giacchè nell'altro anno
(Vedi) ebbe origine la tanto be che regnò istituì altre sedi vesco
nemerita opera pia della propaga vili ed altri vicariati apostolici), a-
zione della fede, fondatrice di tante veva fatti centonovantacinque vé
ubertose missioni, nata per suppli scovi con decreti di propaganda,
re ai molteplici bisogni del semina istituiti trentasei vicariati apostoli
rio delle missioni straniere di Pa ci, e fondate quindici sedi vesco
rigi. Leone XII fece prefetto di vili, compresa una arcivescovile,
propaganda il cardinal d. Mauro mediante decreti di detta congrc
a46 MIS MIS
gazione. Ed ivi nominai tonto le al consiglio di essa, che sarebbe di
sedi che i vicariati, mentre de'vi- suo gradimento che un' opera de
cariati apostolici istituiti nel mede stinata alla propagazione del van
simo anno e non compresi nel no gelo fosse generale per tutte le mis
minato novero, ne parlai a Indie sioni, promettendo d'iutrodurla a
Orientili, e ad Oceania i vicaria Roma e nello stato pontificio, co
ti apostolici aumentati al nume me con particolare premura ese
ro di sette. Nel primo anno del guì. Quindi ne approvò i privile
suo pontificato i capi convertiti gi e le indulgenze, ed in onore
delle tribù Algonchina, Nipsilingia le fece coniare una medaglia mo
ed Irochese gli mandarono affet- numentale. La sede vescovile isti
tuosissime lettere e doni singolari, tuita nel 1838 da Gregorio XVI
di che facemmo parola all' articolo in Algeri, sulle spiaggie dell'Africa ,
Milwanchia, altra sede vescovile da ad istanza del re de'francesi, fece
Gregorio XVI fondata, e non com concepire le più belle speranze, per
presa tra le memorate. Il suo no rivedere la religione trionfare in
me suonò benedetto e venerato in quella parte del globo, già nobi
tutte le parti del mondo e persi litata da tanti martiri, zelanti cri
no tra i selvaggi dell'Oceania, il stiani, e da tante cattedre vesco
capo de'quali nelle isole Gambier vili su cui sederono santissimi uo
venuto alla fede, assunse il di lui mini. Vide pure Gregorio XVI
nome e gl'invio donativi. I missio sempre nuovi e gloriosi trionfi in
nari di quelle selvagge regioni , Inghilterra, e rivolgersi questa a
colla morale pura e colle dottrine gran passi verso l'unico ovile del
consolatrici del cattolicismo fecero l'unico pastore ; vide quivi innu
sparire la barbarie, com'era già merabili conversioni eziandio di
sparita dall'Europa innanzi ai pri ministri e di uomini dottissimi tra
mi banditori del vangelo. Non di gli anglicani; e negli Stati Uniti di
menticarono i ministri apostolici i America crescere a dismisura i
bisogni della vita presente, inse cattolici, e tenersi nella sede di
gnando ai popoli selvaggi le arti Baltimore utilissimi nazionali con
utili, ed aprirono essi stessi il sol cilii, accresciuti successivamente dal
co, vi gittarono il frumento, e so l'intervento di nuovi prelati. Nulla
stituito il pane ad alimenti orri pretermise Gregorio XVI a van
bili, ne fecero dei selvaggi agri taggio delle missioni per cattivar
coltori e buoni cristiani ; tali es si l'animo denominatori, non solo
sendo i vantaggi delle pontificie di Europa, ma anco di lontanis
missioni. Nel 1836 il Pontefice af simi luoghi e popoli, e tutto im
fidò la direzione del collegio Ur maginar seppe il vasto e veramen
bano ai benemeriti gesuiti, sotto te apostolico suo animo, perchè o
de quali egregiamente procede con si mantenesse od aumentasse o si
aumeuto di alunni. portasse ue'redenti l'ineffabile luce
La pia opera della propagazio del santo evangelo. Così pel suo
ne della fede di Lione, protetta dai spirito antiveggente e conciliatore
Papi e benedetta, lo fu pure da divenne non solo il padre e l'ami
Gregorio XVI, il quale nel 1836 co de'sovrani europei , ma ispi
<x,u Itttcta di propagandi) esternò rò rispetto anche in quelli ucatto
MIS MIS 247
liei e infedeli, e ne trasse profitto ad esternare i desiderii che nutri
per l'incremento della religione di va di stringere particolari amiche
cui era capo, ed a protezione del voli relazioni tra il governo otto
le missioni cattoliche. Gregorio XVI mano e la santa Sede, con discor
allorchè ricevè gli spontanei omaggi so che pubblicò il Diario di 7?o-
de'due ambasciatori ottomani, viva ma e in diverse lingue ripeterono
mente raccomandò loro i cattolici le gazzette estere. Questo stupendo
dimoranti nel vasto impero della e meraviglioso avvenimento, degno
sublime Porta, e le missioni ed i de'fasti del memorabile pontificato
missionari in esso esistenti. Vera di Gregorio XVI, nel i838 il ci
mente il primo inviato turco che tato Diario accennò coi numeri
si presentò ad un Papa, fu Camis- 46, 48, 79i 80, oltre il numero
bucrch, da altri chiamato Cassa- 24 delle Notizie del giorno, ripor
Itegli, il quale come dissi nel vol. tando altresì il discorso pronunziato
XXXV, p. 176 del Dizionario ed da Reschid pascià.
altrove, nel 1492 era stato spedito Nel 1841 Gregorio XVI accolse
ad Innocenzo VIII da Bajazette II in Roma i deputati etiopi di tre
a donargli la sacra Lancia (Vedi) regni cristiani dell'Abissinia, venuti
perchè gelosamente custodisse il anch'essi a rendergli omaggio. Quan
fratello Zizimo , che aspirando al to poi in tale anno caldamente
trono avea potenti fautori. Ma la raccomandò al vicerè d'Egitto Me-
prima volta che un imperatore ot hemet-Alì, di proteggere le nazioni
tomano ordinò un'apposita spedi cattoliche che vivono sotto i suoi
zione solo per ossequiare il som dominii, ampiamente lo riportammo
mo Pontefice, è certamente quella nel vol. XXI, p. 1o8 fino a 122 del
in cui l'illuminato sultano Mah- Dizionario, in un ai reciproci magni
moud II, padre del regnante, inviò fici donativi, e circostanze confor
a Gregorio XVI, che formando tanti alla propagazione della fede. Ai
epoca nella storia ecclesiastica, noi 3i agosto 1842 il cardinal Giacomo
registrammo nel vol. XVIII, p. 87, Filippo Fransoni prefetto generale
88 e 89 del Dizionario, in un di propaganda, promulgò il decreto
alle dimostrazioni praticate dal Pa della sacra congregazione, Ad foven-
pa coi due ambasciatori ottomani. dani animorum concordia™, gito
Volendo dunque Mahmoud II da nonnulla probantur pro aliqiubus
re a Gregorio XVI una solenne missionibus regularìuni ordinimi ,
e luminosa prova dell' universale sive societatuut presbyteriorum sae-
ammirazione ch' erasi 'procacciata cularium curae creditis. Già in que
colle sue magnanime azioni, ordinò sto tempo i fratelli della carità i-
a Reschid pascià suo ambasciatore stituiti nella gran Bretagna , si
alla gran Bretagna, di condursi e- spandevano per l'Inghilterra e Sco
spressamente in Roma per esprime zia come missionari, facendo gran
re nel sovrano nome la sua stima frutto per i tanti che abiuravano
e riconoscenza anche per la bene i loro errori, rientrando nel grem
vola accoglienza usata ad Ahmed- bo della Chiesa cattolica; essi ave
l'Vtln pascià ( che poi sposò una vano pure aperto scuole pei gar
figlia dello stesso sultano), amba zoncelli e fanciulle, e pel gran con
sciatore al re de'fraucesi, non che corso veDgono dai protestanti prefe
248 MIS MIS
lite alle proprie. In detto anno cielo di novelli martiri, molti dei
i842 gli Oblati di Pinerolo (Fe quali appartenevano all'inclito or
di) ebbero la missione e il vica dine de' predicatori. Nella speranza
riato di Ava e Pegù nell' Indie di ricevere i processi per potere
orientali. Come Gregorio XVI nel un giorno decretare loro giusta il
l'anno i844 condannò le socie rito 1' onore degli altari , il Papa
tà bibliche, lo dicemmo al suo invitò tutti a pregare caldamente
brevissimo articolo biografico, il cui Dio, acciocchè quel nuovo sangue
gravissimo danno può argomentar dilfuso in si popolose regioni va
si, cioè che dalla loro istituzione lesse ad inafliarle di novelli cri
in Inghilterra nel i8o4 fino al i83o, stiani. Dio esaudì i voti del suo
si vantano i protestanti averne di vicario, poichè riuscì quindi all'o
spensati dodici milioni di esem perosità dell'ambasciatore Lagrence,
plari, e questi tradotti in cento- nello statuire scambievoli rapporti
quarantotio idiomi . La costante tra il regno di Francia e l'impe
cura e vigilanza di Gregorio XVI ro della Cina , secondando le pre
per l'aumento della religione in o- mure de'missionari cattolici e dei mo
gni parte del globo, acciocchè rice narchi d'Europa, di ottenere final
vesse ogni giorno maggiori acqui mente dall'unperatore regnante Taa-
sti, lo animò ad insinuare e per kuaug, pel potente mezzo dell'in
suadere ai banditori evangelici di viato imperiale Kying, quanto nep
formarsi presso di tutti i popoli un pure ne' più fiorenti tempi delle
Indigeno clero (fedi), a incoraggi- missioni primitive aveano goduto
re religiosi istituti di sacerdoti spe i missionari, cioè il tanto bramata
cialmente indirizzati a quel santo editto imperiale sull'immunità di
flue, ed eziandio ad approvarne dei coloro che professano la religione
nuovi, come diciamo a' loro artico cattolica o la divulgano, de' 2o
li; mentre al termine di quello di febbraio i846, e pubblicato il i8
KioviA, facemmo menzione di quel marzo, riportandosi nel numero
grave e memorando duplice ab 78 del Diario di Roma i846,
boccamento, onde si commosse Eu e nel vol. III, p. 2o7 degli An
ropa tutta, che il gran Pontefice ebbe nali delle scienze religiose, seconda
col potentissimo imperatore delle serie; in forza del quale furono
Russie in vantaggio delia religione. restituiti ai cristiani cinesi i loro
Nell'articolo Indie orientali, par templi, tranne quelli convertiti in
lando dei vicariati apostolici di Ton- pagode o in case pei cittadini. L'e
kino e Cocluneli ina , si fece pa ditto in lingua cinese fu consegnata
rola di quanto Gregorio XVI de all'abbate Callery dragomanno del
plorò le persecuzioni che in essi a- l'ambasciata, che ree. itolo in Fran
vevano solitito i cristiani ed i cia lo depose nell'archivio del mi
missionari, alcuni de'quali non per nistero degli affari esteri. Immen
donandosi all'età quasi decrepita, nè sa ne fu la gioia di Gregorio XVI
al carattere sacerdotale, nè alla di quando ne apprese la notizia dal
gnità vescovile, racchiusi in gabbie cardinal Fransoni, e se ne congratu
di ferro avevano in mezzo agli stra lò colre de'fraucesi, e certamente ne
pazzi, alla fame, olle battiture, ai avrebbe parlato in concistoro, se
tormenti data la vita, popolando il gli fosse bastatala vita; egli pcrùcb
MIS MIs *49
be la non descrivibile religiosa con Dopo avere i Papi coli* opera
solazione, con eterna gloria del suo delle missioni pontificie tanto l'Eu
nome, che nel suo pon ti lieo to vide ropa protetto e contribuito all' in
maravigliosamente prosperare le mis civilimento di essa e di tutto il
tioni pontificie e crescere ne luoghi globo conosciuto, del pari colla
ove già erano, e giunsero eziandio stessa opera influirono assai alla
a penetrar là dove la fede o non civiltà dei due nuovi emisferi. Dei
erasi giammai predicata, o col vol privilegi, grazie e giurisdizioni con
ger de'secoli se n' era smarrita e cesse dai Pontefici alle missioni ed
cancellata per fino la memoria. ai missionari con bolle , brevi e
Poco tempo prima di morire com decreti, si possono leggere nelle
mise al zelante p. Massimiliano collezioni contenute nel Uotiti inni
Kytlo gesuita e rettore del colte Poni. sue. cong. de propitg. fitle,
gio Urbano , la nuova ed ardua che coi tipi del menzionato colle
missione ne' paesi centrali dell' A- gio se ne incominciò nel 1839 la
frica per evangelizzare popoli sco pubblicazione, e dopo il quinto to
nosciuti, al che si accinse col noto mo stampato nel i'S.Ji, hanno ve
apostolico coraggio ; facendo ve duto la luce due altri tomi di .//,-
scovo di Cassia e vicario aposto pemìix. In un'opera scritta da un
lico di Gallas in Africa, vicariato al ecclesiastico anglicano e citata dal
lora da lui eretto, monsignor Gu vol. XVII, p. 45i de' memorati
glielmo Massaia da Piovà piemon ..Inuuli, che uè riporta un brano,
tese. E nel maggio 1 84t, dopo a, si legge una ingenua confessione in
ver istitui to il vicariato apostolico torno alla sterilità delle missioni
dell'Africa centrale, nominò vicario protestanti, le quali, per quantun
apostolico e vescovo di M >i uri ca que grandi sieno le fatiche, le in
stro in pariibus monsignor An dustrie e le ricchezze. che vi si a-
netto Casolari di Malta. JSel suo dopeiano, pure alcun frntto non
testamento olografo, il cui mira portano. E qual attra prova più
bile principio non potrebbe es di questa evidente, che il Signore
sere ni- più commovente , ne più non è co' ministri della chiesa an
degno di un Papa, lasciò alla Con glicana, e che il celeste Agricoltore
gregazione di propaganda scudi die- non benedice le fatiche di questi
cisetteimla da impiegarsi a bene lavoratori da lui non chiamati a
fizio delle missioni; più ul collegio coltivar la sua vigna? In confronto
Urbano la sua libreria (tranne della veneranda istituzione delle
quei libri disposti a favore di missioni pontiticie con quella delle
quella di s. Gregorio, dell' univer missioni acattoliche, queste svanisco
sità romana, e della cougregaz'u'ue no qual lieve meteora errante sce
di s. Cecilia), preziosa siccome com vra di natio vigore, che non le vie
posta nella maggior parte di ope ne nè può venire dal cielo. Dalla
re moderne, e stampate in diversi cattedra apostolica pertanto, come
idiomi e parti dei mondo, degna centro comune delle particolari mis
per le materie che trattano, e di sioni di tutto l'orbe, si debbe l'u
somma importanza pel collegio Ur bertosa e oguor viva energia subli
bano in cui fu collocata, ed al quale me di queste. Anche a Missionari
.vivente aveu fatto analoghi doni. parlammo della sterilità delle uns
a5o MIS MIS
sioni eterodosse, della gran diversi abbiamo del dottore Patrizio Wit
tà clic passa tra il missionario pro iil a un, La gloria della Chiesa nel
testante ed il missionario cattolico, le sue missioni dall'epoca dello
e fàcemmo il novero degli attuali scisma nella fede, ossia una storia
missionari apostolici. Agli articoli re universale delle cattoliche missioni
lativi a questo argomento, a quelli negli ultimi tre secoli, traduzione
delle differenti missioni, citiamo le dall' originale tedesco del sacerdote
opere parziali e generali che furo Giuseppe Marzorati, Milano i842-
no pubblicate sulle missioni ponti i843. Dopo la Storia delle missioni
ficie, formando le missioni una par del p. Hazart gesuita, questa è la
te integrante ed essenziale della più importante e completa compi
storia della Chiesa e dell' Orbis lazione da spaventare l'intelletto più
christianus , laonde qui solo ci ardimentoso, e l'uomo più laborioso
limiteremo a citare . Gio. Filip ed instancabile. Se ne fa l'elogio nel
po Marini, Delle missioni de padri vol. XX degli Annali delle scienze
della compagnia di Gesù nel Giap religiose, ove a p. 36 e 2oi si ri
pone, Roma i 663. Alessandro de porta la bellissima analisi che di
Rhodes, Relazione de'felici successi tale opera ne ha fatta monsignor
della s. fede predicata dai pp. della Michele Loschiavo. Abbiamo inol
compagnia di Gesù nel regno del tre l'interessante e dotta opera del
Tonkino, Roma i65o. Relalions des barone lleurion: Storia universa
missions des èvesaues francois aux le delle missioni cattoliche del se
royaumes de Siam, Paris i674. Re colo X/II sino ai tempi nostri, To
lation des missions et des voyages des rino i845.
évesaues vicaires apostoliques, Pa MISSIONI STRANIERE, semi- //\
ris i686. Nel novero de' segretari nario o congregazione di Parigi. £*•'
della congregazione di propaganda, Società di sacerdoti stabilita nella
dicemmo come il Fortiguerri fece capitale della Francia, di sacerdoti
un'opera intorno alle missioni, man e vescovi che fanno professione di
cante però di quelle d' Europa, che predicare I' evangelo ne' paesi stra
pur voleva scrivere. Muratori, Ilcri- nieri, tanto in oriente che in occi
stianesimo felice nelle missioni del dente, dove ha molti stabilimenti e
Paraguai, Venezia i743, e Torino fiorisce. Il p. Bernardo di s. Tere
i824. D. F. Rovenio arcivescovo di sa carmelitano scalzo e vescovo di
Filippi e vicario apostolico, Tra- Babilonia, avendo predicato la fe
ctatus de missionibus ad propagau- de con grandissimo successo in
darn /idem, et conversionem bifide- molte contrade dell' Asia, risolvette
liuiii et liereticorum instituendis, di fondare a Parigi una casa nella
Mete i 747. Monita ad missiona- quale si dovessero istruire de' mis
rios s. congregationis de propagan sionari per lo stesso oggetto, e con
da fide, Komae i84o. Nel i843 sacrò tuttociò che possedeva allo
un rispettabile vescovo pubblicò in stabilimento che poi divenne tanto
Roma: Notizia statistica delle mis benemerito della Chiesa. Egli nel
sioni cattoliche in tutto il mondo, i663 a' i6 marzo donò alcune ca
coll' intendimento di pubblicarla se di sua ragione in Parigi a de
ogni anno, ma il libretto è rarissi Marangis e de Garabal consiglieri di
mo perchè fu ritirato. Finalmente stato, pcr stabilirvi un seminario per
MIS MIS 23 i
le missioni straniere, affinchè que sima associazione della propagazione
gli ecclesiastici che ne aveanu voca della fede di Lione, la quale deve
zione potessero esservi istruiti nelle nel principio la sua origine allo
materie necessarie alle missioni da stabilimento delle missioni del cle
farsi ne' paesi scismatici ed infede ro secolare. Altro potentissimo au
li, e particolarmente nella Persia; siliare dalla divina provvidenza ac
laonde gli alunni si mandavano poi cordato alle missioni straniere, è la
ad Ispaban, dove si perfezionavano istituzione Leopoldina di Vienna,
nello studio delle lingue e nella della quale come di quella di Lio
conoscenza de' costumi del paese, ne se ne parla anche a Propagaii-
poichè il fondatore avea in quella da (Fedi). Il superiore del semina
capitale della Persia ,una casa che rio delle missioni straniere si eleg
diede alla nuova società per stabi ge tra i suoi alunni, quindi ne dà
lirvi un seminario. La donazione parte alla Congregazione di propa
in discorso non eccedette il valore ganda fide (Vedi). In quanto agli
di trentamila lire francesi, e ripor alunni che partono da questo se
tò la patente reale, colla quale minario, riportano essi le patenti
Luigi XIV confermò la donazione. del nunzio pontificio residente in
Questo stabilimento fu confermato Parigi, al quale suole spedirle la
dal cardinal Flavio Chigi nipote e detta sacra congregazione. Nel l'atto
legato a Intere di Alessandro VII, che sono consegnate al superiore
a' i3 agosto i664. La loro chiesa del seminario, questi dà il nome del
di Parigi fu cominciata nel i683, candidato, e il luogo dove viene
ed i fondamenti ne furono gettati spedito. Questo istituto fornì uomi
in nome di Luigi XIV. La duches ni apostolici alle missioni della Ci
sa d'Aiguillon e molte altre dame na, Tonkiuo, ec. Da esso uscirono
illustri per nascita e pietà, contri mai sempre un numero valoroso di
buirono molto ai progressi degli missionari, d'illustri prelati, prefet
alunni delle missioni straniere e ti, vicari apostolici e vescovi, ed al
suo stabilimento. Il cuore del fon la Chiesa de' martiri gloriosi. Meri
datore vescovo di Babilonia, quello tano distinta menzione monsignor
dell'abbate li' Argenson, e quello di de Laval Montmorency primo vi
madama di Bouillon si depositaro cario apostolico del Canadà, non
no in detta chiesa. Questo semina che i primi vicari apostolici vesco
rio nelle epoche francesi di repub vi di Eliopoli, Berito e Metellopo-
blica e d impero subi la disgrazia li, che si portarono nella Cina a
di soppressione comune ai luoghi tempo di Alessandro VII. Oggi al
pii, ma le missioni tuttavia e gli seminario delle missioni straniere
operai apostolici non cessarono per sono affidati parecchi vicariati apo
ciò di esercitarsi, non però senza stolici, di cui faremo qui appresso
difficoltà. Alle reiterate istanze di il novero. Tutti i vescovi missiona
Pio VII fu riaperto lo stabilimento ri di questo istituto sono alunni del
circa il i82o, ed ha continuato a seminario, e formano una vera socie
rendere importantissimi servigi alla tà, ma senza voti.
Chiesa. I direttori d'allora del se In una istruzione mandata ulti
minario ebbero la principiil parte mamente dalla congregazione di pro
alla fondazione della pia ed utilis- paganda a tutti gli arcivescovi, v«
a5a MIS MIS
scovi, vicari apostolici, ed nitri supe te non potè effettuare il divisamen
riori di missioni, leggiamo quanto te, ciò che però riuscì al successo
se^ue. " I più gravi documenti, e re Alessandro VII. Il suo primo
specialmente l' esempio degli apo- progetto era di mandar nelle mis
stoli, ed il testimonio della Chiesa sioni cinesi un patriarca, due o tre
primitiva manifestamente provano arcivescovi e dodici vescovi, ma
che i due principali e quasi neces potè mandarvi soli tre vicari apo
sari mez/.i per procacciare e man stolici- col carattere vescovile, e fu
tenere la religione cattolica, sono la rono, il primo Francesco Pallù ca
missione de' vescovi a' quali è stato nonico di s. Martino di Tour-, e-
detto : Spirita* Sanctus posuit vos letto vicario apostolico del Tonkino,
regere ecclesiani Dei, e l' accurata col titolo di vescovo d' Eliopoli in
formazione del clero indigeno ". partibus ; il secondo Pietro de la
Questa istruzione fatta in seguito Motlie Lambert, già consigliere al
di una decisione espressa della con parlamento di Rouen, eletto vica
gregazione di propaganda , sulla rio apostolico della Cocincina, ve
massima trattata nel sinodo di l'on scovo di Berito in partibus j il ter
di r.liery (del quale si disse a Indie zo Ignazio Cotolendi francese, come
oriettali), fu approvata da Grego i due altri, parroco d'Aix. in Pro
rio XVI li a3 novembre 1845. venza, eletto vicario apostolico del
Queste appunto furono le massime la Cina e Tartaria, vescovo di Me-
sulle quali si fondarono i sommi tellopoli in partibus. I brevi analo
Pontelici nello stabilimento delle ghi furono spediti nel 1658 e 1659.
missioni straniere. Nei tre secoli Il primo de' tre vescovi partì nel
passati diverse cause, specialmente 166o, quindi dopo tre anni fu fon
la rivalità della Spagna e del Por dato il seminario delle missioni
togallo per il commercio e la so straniere. Tali furono l'origine e i
vranità dell'Indie orientali, aveva principii della congregazione delle
no opposti grandissimi ostacoli nel missioni straniere, la quale ha sem
le missioni, allo stabilimento de' ve pre avuto la gloria di propagare
scovi, e come conseguenza inevita e mantenere la fede fra popoli sen
bile, alla formazione dell' Indigeno za numero, ad onta delle più fiere
clero [Fedi). Colpito dai pericoli persecuzioni, come pure il vanto
di una tal situazione, e per le mis ed il merito di aver formato il cle
sioni del Giappone, Urbano VIII ro indigeno nell'istesse contrade, e
procurò di tutto per trovarvi un finalmente di aver sostenuto con
rimedio, e per seguo delle sue sol fermezza e costanza l' ordine ge
lecitudini a'28 novembre 163o e- rarchico, e l'obbedienza dovuta al
manò il decreto sulla formazione la santa Sede. Il seminario stabili
del clero indigeno e la nomina di to in Parigi, ebbe egualmente una
alcuni vescovi vicari apostolici indi grandissima importanza nella Chie
pendenti dal patronato s'i della sa, poichè fu la prima e sinora
Spagna che del Portogallo. Dopo quasi la sola scuola stabilita pel
di lui ne prese impegno Innocen clero secolare destinato alle missio
zo X, e voleva mandar nella Cina ni tra gl' infedeli. Quindi sembra
e regui adiacenti di nuovo alcuni che il Signore voglia farne aumen
vescovi, quando sorpreso dalla mor- tare l' importanza , per le bene
MIS MIS 253
dizioni che gli concede a' nostri stissime regioni. Seminari d'indige
tempi. no clero si trovano in tutte le
Come abbiamo già accennato, lo missioni già stabilite da qualche
stato florido in cui si trova più che tempo. Il Tonkino essendo stato
mai la società delle missioni stra amministrato sul metodo de' primi
niere, accresce sempre il vivo desi vicari apostolici, si distingue per
derio già concepito di veder simili ciò da tutte le altre missioni per
seminari stabilirsi nelle diverse par il numero e la regolarità del cle
ti del mondo cattolico, ma special ro indigeno. Nelle due parti del
mente in Italia, e particolarmente regno, cioè nel Tonkino occidentale
in Roma, dove se ne prova biso e nell'orientale affidato alle cure dei
gno. Alla società delle missioni domenicani spagnuoli, più di venti
straniere sono affidati quattordici preti nazionali hanno sall'erto il
vicariati apostolici, fra' quali quello martirio con grandissimo coraggio
di Pondichery, dato alla cura di nell' ultima persecuzione. Come si
tre vescovi di giurisdizione indipen può verificare al citato articolo In
dente una dall' altra, e sono i se die orientali, il vicariato apostoli
guenti. 1. Pondichery colle divisio co di Pondichery si è distinto in
ni di Mysore e del Coimbattour. questi ultimi tempi per le premu
2. La Malesia. 3. Siam. 4- La Co re prese dai vescovi e missionari
cincina inferiore. 5. La Cocincina in favore del clero indigeno. Non
superiore. 6. Il Tonkino occiden sono due anni che fu fatta la divi
tale superiore. 7. Il Tonkino occi sione del vicariato in tre 'giurisdi-
dentale inferiore. 8. Il Thibet in zioni, e già da un anno a questa
feriore. 9. II Su-Tchuen. 1o. Il parte si sono stabiliti due missio
Kouei-Tcheou. 11. UYun-nan. t2. nari nel Mysore e nel Coimbattour,
Il Leao-Tong . i3. Il Giappone mentre quello di Pondithery face
con le isole Lieou-Kieou. \.\. La va nuovi progressi. Questo fatto
Corea. V. Cma, Indie orientali, prova i vantaggi che ricevono le
Giappone. Tutti i vicariati aposto missioni dalla moltiplicazione dei
lici sono governati da vescovi in vescovi. Il fatto veramente prodi
partibus, fra' quali diversi hanno il gioso dell' ingresso recente del ve
loro coadiutore pure insignito del scovo e de' missionari nella Corea,
carattere vescovile. Per compire il mediante il coraggio e l'intelligen
bene dell'organizzazione di questa te sagacità di un giovane sacerdote
missione, non manca piu altro che corcano, aumenta egualmente il nu
lo stabilimento di provincie eccle mero delle prove che dimostrano
siastiche con sedi episcopali di re più che ad evidenza la necessità
sidenza. Le tante savie e gloriose del clero indigeno in tutte le mis
determinazioni prese da Gregorio sioni del mondo. Per rimediare al
XVI in altre parti, danno speran le difficoltà sulla formazione di co
za di veder realizzare lo stesso be sì ' importante clero nelle missioni
ne al tempo opportuno, anche per perseguitate, il seminario delte mis
le missioni indiane e cinesi, di cui sioni straniere ha sempre fatto gran
fu tanto eminentemente benemeri sacrifizi per mantenere un coltegio
to, anco pel gran numero di vica generale in qualche regione libera
riati apostolici istituiti in quelle va- delle missioni. Stabilito fmo dul
a54 MIS MIS
primo tempo questo collegio in Siam, ospedali ed alle missioni, e non
dopo varie vicende si trova oggi andarono deluse le speranze di sua
situato nell'isola di Pulo-Pinang', fondazione. Tutti gli stabilimenti
all'imboccatura dello stretto di Ma che la Francia [Fedi) ha in Asia,
lacca, e vi si trovano in questo Africa ed America {Vedi), videro
momento circa duecento alunni gli alunni di questo collegio porta
per lo più cocincinesi o cinesi. Al re o mantenere fra loro la reli
tra gloria appartiene egualmente gione cattolica. Soppresso all'epoca
alle missioni straniere di Parigi, repubblicana, fu ripristinato nel
cioè che la maggior parte de' mis 1819, e le sue regole ebbero la
sionari martiri, de' quali la causa pontificia approvazione nel 1824
di beatificazione è stata introdotta da Leone XII. Caduto nel )83o
da Gregorio XVI , sono alunni nelle mani del demanio, fu ricupe
delle medesime, come alunni di es rato mediante una somma data
se sono i vescovi o coadiutori vica dal regnante Luigi Filippo asceso
ri apostolici. Da ultimo il redatto allora sul trono de'francesi. Le sue
re degli Annali della propagazione rendite provengono da un sussidio
della fede, nel compte renda, dice del governo di diecimila franchi,
va che le missioni straniere da di dalle oblazioni del clero e dalla
versi anni si trovano ai posti i più. pietà de' fedeli. Avanti l'ultima ri
micidiali della grande armata cri voluzione godeva anche la pensio
stiana. V. Missionari e Missione. ne di cinquemila franchi, che co
Lettre net messieurs des missions minciò a somministrargli Luigi
ètrangères au Pape sur les idola- XVIII. Si sogliono mandare dalla
tries et sur les superstitions chinoi- Congregazione di propaganda fide
ses. Scelta di lettere edificanti scrit- [Vedi), per mezzo del nunzio apo
te dalle missioni straniere, con ta stolico di Parigi, le patenti in bian
mi coloriti, Milano 18a5. J. F. O. co per gli alunni, che il superiore
Luquet, Lettres à monseigneur l'ève- del collegio destina alle missioni
que de Langres sur la congregation delte colonie, i cui prefetti tra le
des missione ètrangt-res, Paris 1842. facoltà che hanno possono erigere
Questo alunno delle medesime Gre la Via Crucis. Si trovano oggi af
gorio XVI lo fece vescovo di Ese- fidate ai medesimi alunni, non pe
bon in partibits,e coadiutore al vica rò insigniti del carattere vescovile,
riato apostolico di Pondichery, indi le prefetture apostoliche dell' isola
nel 1845, nel giorno di s. Tom di Borbone, di Madagascar, del Se
maso apostolo delle Indie, pubblicò negal, della Cajenna, della Guada-
in Roma colle stampe : Synode de lupa, della Martinicca, di s. Pietro
Pondichery et instruction de la s. e Miquelon, delle quali passeremo
C. de la Propagande sur la for- a darne un brevissimo cenno. Del
madori du clergé indigène. prefetto apostolico delle colonie
MISSIONI STRANIERE, semi- francesi ne\VIndie orientali ne par
nario di Parigi delle colonie. Questo lammo nel vol. XXXIV, p. a36
collegio è sotto l'invocazione dello del Dizionario. Noteremo che del
Spirito Santo, e fu fondato nel le missioni straniere è pure bene
17o3 con fme di formarvi degli merita la congregazione di s. Sul-
ecclesiastici capaci di servire agli pizio (Vedi), fondata in Parigi, che
MIS MIS 2.55
in America e a Montreal si rese Madagascar, prefettura apostoli
sommamente utile. Inoltre nel 18i5 ca. Isola dell'Oceano indiano equi
l'abbate Legris-Duval fondò le Mis- noziale in Africa, una delle più
sions de France. grandi del globo, divisa dall'Africa
Isola di Borbone, prefettura n- dal canale di Mozambico, e vasta
postolica. Isola dell'Oceano indiano quasi quanto tutta la Francia. Nel
equinoziale in Africa. La missione tempo che i portoghesi possedevano
di quest' isola fu aperta nel 171 2, alcuni punti dell'isola, vi furono spe
ed affidata ai lazzaristi coll' assen diti de'gesuiti. Dopo che Richelieu
so del re di Francia a cui appar nel 161o vi fondò una colonia fran
tiene. Il superiore del seminario cese, vi s* introdussero i domenica
dello Spirito Santo di Parigi, a cui ni, e più tardi s. Vincenzo de Pao
la congregazione di propaganda li s'impegnò sommamente della
manda le patenti di prefetto e vi conversione di quest'isolani, e di con
ce-prefetto, provvede di missionari certo colla congregazione di propa
quest' isola. Dipende dalla prefettu ganda vi spedi molti soggetti e vi
ra di Borbone la piccola isola di istituì una prefettura. La missione
s. Maria vicina a Madagascar, di ebbe breve vita dopo la morte del
cui i pochi abitanti di essa conser santo, e più volte restaurata si estin-
vano l' indole ed i costumi. I po se. L'isola fu talvolta sotto la giu
poli di questi luoghi sono d' inge risdizione del vicario apostolico di
gno perspicace , e gustano quelle *. Maurizio e del Capo di Buona
dolcezze di religione, di cui non Speranza, talvolta ni prefetto del
sentono ordinariamente nè traspor l' isola di Borbone. Nel collegio Ur
to nè piacere le genti dell'Africa bano vi fu un alunno dell' isola.
continentale, ma il libertinaggio fa I protestanti inglesi vi si introdus
talmente li distrae. S. Dionigio, ca sero e fanno ostacolo ai missionari
pitale dell'isola, è residenza del pre cattolici. Gregorio XVI v' istituì la
fetto apostolico, il quale al presen prefettura che si funge dall'abbate
te è l'abbate Poncelet, e l'abbate Dalmond. I madasenresi o mad.2-
Palmomi vice-prefetto fu trasferito gassi sentono con vivo interesse par
a Madagascar. In s. Dionigi fu sta lare di religione, e corrono in fol
bilita nel 1832 una società di da la ad ascoltarne la disciplina ed i
me della carità in sollievo de'pove- misteri : quei dell' interno sono più
ri. Loro ufficio è di visitare i ma docili ed ospitali. Il figlio del ca
lati, assistere gl' indigenti, vestire po delle tribù degli ovahs, chiama
ed educare le giovinette. In tutta to Badatna, per le sue belle do
l'isola si trovano tre stabilimenti ti prese superiorità quasi su tutta
delle sorelle di s. Giuseppe, ed uno l' isola, e fondò un impero possen
de' fratelli delle scuole cristiane. La te, ma fatalmente fu obbligato al
popolazione dell' isola, tra liberi e libertinaggio dal genitore, che lo
schiavi, negri e di colore, ascende credeva incapace di regnare senza
a 1o0,ooo; quella cattolica, senza passioni tra un popolo dissoluto.
contarvi gli schiavi che ascendono a Questo re fu influenzato dagl'ingle
6o,ooo, èdi 27,ooo. Vi sono dodici si, procurò di civilizzare il suo po
chiese parrocchiali, oltre le piccole polo, e fece fondare in Tananarivn
cappelle, e si parla la lingua francese. una scuola da un protestante : da
2 "G M I S MIS
questo stabilimento derivarono cir to Santo, al quale la congregazione
ca cento scuole sparse pel regno ; di propaganda ha mandata talvol
egli non si opponeva alla diffusione ta la patente in bianco pel prefetto
del cristianesimo , e mostrò dis apostolico, raccomandando che la
prezzo per la idolatria. Nel i 835 scelta cadesse in ecclesiastico de
si volca erigervi un vicariato apo gno. Nella rivoluzione francese la
stolico; ma essendo morto fino dal religione soffri assai. In s. Luigi vi è
i828 il principe Radarna, la regi una chiesa, altra in Gorea. Avvi una
na Ranavalona sua vedova, che ne scuola pei figli delle primarie fa
occupò il trono, suscitò fiera per miglie.
secuzione ai cristiani, la quale ces Cajenna, prefettura apostolica ,
sata vi furono spediti tre gesuiti isola nella Gnjana francese nell' A-
e tre alunni del collegio delle co merica. La sola religione cattolica
lonie. I francesi hanno in questa vi si professa ; gli adulti parlano
isola un piccolo stabilimento sot il francese, e il linguaggio naturale
to il nome di Forte Bellino, e vi la gioventù, perchè l'educazione è
mantengono una piccola guarnigione, affidata alle donne negre. N' è pre
ma pare che aspirino alla conqui fetto l'abbate Guillier. Vi è una
sta dell' isola. La sua popolazione, scuola pei fanciulli, diretta dai fra
in gran parle selvaggia, secondo il telli della dottrina cristiana; altra
rapporto de'francesi del luogo , è di per le fanciulle, sotto la direzione
4,ooo,ooo: Facourt però la ristrin delle sorelle di s. Giuseppe. Nell'o
ge a i,6oo,ooo. Gli abitanti ama spedale gli infermi sono assistiti dal
no con passione il loro paese, e se le sorelle di s. Paolo Chatres: vi
debbono assentacene recano seco erano le sorelle della carità. La po
loro un poco della terra dove nac polazione, compresi i negri, è di
quero, e sovente riguardandola con i6,ooo, con tre chiese parrocchiali.
affettuosa melanconia, soggiacciono Guadalupa, prefettura apostolica,
alla nostalgia, cui pure sono sogget isola delle Antille in America, e
ti gli svizzeri. comprende le isole di s. Bartolomeo,
Senegal, prefettura apostolica del di Maria Galante, della Desiderata,
l'Africa che comprendr Gorea. Se di s. Martino e dei Santi. Il pre
negal è un fiume dell'Africa occi fetto apostolico cb'è l'ab. F. Lacom-
dentale, che si scarica ncll' Oceano be riceve i2,ooo franchi dal tesoro
Atlantico. Vicino alle sue foci for reale, e 2ooo ne [riceve ciascun
ma l'isola di s. Luigi, ch' è pure la missionario. Essendo nato il dubbio
capitale : Gorea è un' altra isola se l'isola di s. Bartolomeo, donata al
presso i lidi della Senegamhia. Que la Svezia nel i783, appartenesse più
ste ed altre isolette, e qualche par alla giurisdizione di questo prefetto,
te del continente spettano alla Fran Leone XII gliene conferì nel i824
cia, e costituiscono la prefettura facoltà speciale, e ad esso si accor
apostolica, ch'esercita l'ab. May dò pure l'uso degli abiti prelatizi.
nard. Questa missione a richiesta Questa isola era affidata ai padri
del re di Francia fu fondata nel domenicani e cappuccini, ed ora vi
i761 dai recolletti, da' quali passò sono più di trenta preti. Vi sono
a'preti secolari, ed ora dipende dal due ospedali sotto la direzione del
superiore del seminario dello Spiri - le sorelle ospitaliere di s. Mauri
MIS MIS 257
zio Chatres, ed una casa di edu forestieri attirativi dal commercio :
cazione per la gioventù di Bassa in Fortereale si contano i3,ooo
Terra, la quale è capitale di Gua- abitanti, ed in s. Pietro 3o,ooo. In
dalupa. La popolazione dell'isola è tutta l'isola sonovi circa trentadue
di 12o,ooo forse tutti cattolici; chiese; in Fortereale una chiesa
quella di s. Bartolomeo di 8ooo. parrocchiale e due cappelle; in s.
Ivi parlasi lingua francese, com Pietro chiese delle orsoline, e di
prendendo la prefettura ventisei par s. Giuseppe di Clency: parlasi lin
rocchie con chiese. gua francese.
Martinicca, prefettura apostolica S. Pietro e Miquelon, prefettu
delle isole Antille in America. For ra apostolica, isole del golfo di s.
te rea te capitale dell' isoln è resi Lorenzo nell'Atlantico settentrionale,
denza del prefetio apostolico, che presso la costa meridionale di Ter-
da ultimo era l'al). Pietro Paolo rannova in America, di cui è prefet
Castelli , ed ora è vice-prefetto to l' ab. Ollivier, e vice-prefetto
l'ab. Jacquier, con più di trentun l'ab. Lainet, con pochi missionari,
preti provenienti dal seminario del ed una popolazione originaria del
le colonie, che ha la cura di provve le coste di Francia di più di 12oo,
dere i missionari di questa prefet i quali occupausi quasi unicamente
tura. Un giorno cimivi i domeni alla pesca, laonde stabilimenti di pe
cani, carmelitani e gesuiti, a' quali sca sono le isole di s. Pietro e Mique
successero i cappuccini. Vi erano lon, massime del merluzzo. Lo sta
tre comunità religiose per le don bilimento di s. Pietro e Miquelon
ne, ma il furore delle rivoluzioni è il solo punto sedentario che in
tutto distrusse, tranne le orsoline : oggi abbia la Francia in quelle ac
i beni ecclesiastici esistono in po que; il solo rifugio che offrir si
tere del governo francese. Al pre possa in caso di bisogno alla pesca
fetto sono accordati gli abiti pre errante. Acquistò la Francia il pos
latizi, e si tollera l'uso del baldac sesso di tali isole nel 1763, che
chino. La fede ivi si conserva nella perduto riacquistarono i francesi nel
sua purità, ecclissata però dal mal 1 8 1 5. Gli abitanti di Miquelon vi
costume. Avvi un convitto di don vono dispersi lungo le coste ed
zelle sotto la protezione del gover hanno buoni pascoli. Avvi pure
no, diretto dalle sorelle di s. Giu Miquelon piccola o Langlade, con
seppe di Clency; un ospizio per gli belle praterie e qualche terra atta
orfani a carico del governo; due alla coltivazione. Le due Miquelon
ospizi di carità , ma senza fondi ; formano con s. Pietro una colonia
quattro ospedali pei militari e per francese, sotto un comandante am
la marina. In più chiese sono e- ministratore.
rette confraternite del ss. Rosario, MISSIONI STRANIEBE, semi
dello scapulare, e de' ss. Cuori. Vi nario et Irlanda. Ne' tempi antichi
sono le monache adoratrici perpe è certo che lo studio e le scienze
tue e le orsoline. Vi fu da ultimo sacre fiorivano nella rimota Irlan
istallata l'opera pia della propa da (Fedì). Nel VI, VII e VIII se
gazione di Lione. La popolazione colo vi furono stabilite molte scuo
tutta cattolica ascende a 14o,ooo, le e monasteri che acquistarono gran
comprese le truppe francesi, ed i celebrità per tutta l' Europa. Non
VOL XI.V 17
a58 MTS MIS
pochi scolari dalla Francia e dalla 10 fecero sì che non si stabilisse al
Germania vi si portavano, e il ven. cun collegio in Irlanda destinato
Beda ci racconta clic gli anglosas esclusivamente alle missioni este
soni vi concorrevano in gran nu re sino agli ultimi anni. Il pri
mero, e vi erano ricevuti con o- mo che formò l'idea di un tale
spitalità e mantenuti gratuitamente. stabilimento fu il pio sacerdote d.
Le scuole più celebri erano quelle Giovanni Foley, il quale circa die
di s. Lismore, Bangor e Mayo. Da ci anni sono aprì un seminario pei
queste scuole uscirono innumerabili le missioni nella città o borgo di
missionari ch' ebbero la gloria di Youghall nella diocesi di Cloyne e
convertire gran parte de' paesi set Ross. Questo seminario fu ben
tentrionali dell'Europa. S. Wi I libro- tosto pieno di giovani studiosi, e
do uscito dall'Irlanda convertì la il sacerdote Faley, fu incoraggi-
Frisia, s. Kiliano la Baviera, s. Vir to dal cardinal prefetto di propa
gilio la Carintia, s. Colombo le parti ganda e da Gregorio XVI , di
settentrionali della Scozia, s. Edano proseguire con zelo I' intrapresa
la Nortumbria; mentre s. Caidoco, carriera; ma essendo egli colto da
a. Furseo, Fiacrio Gallo, Colomba immatura morte nel i8/i.{, prima
no ed altri illustrarono il Belgio, la di aver potuto maturate i suoi
Francia, la Svizzera, e persino le piani ed una stabilità alla sua ope
belle contrade d'Italia. Queste fati ra, si chiuse il seminario, e gli
che missionarie degli irlandesi con studenti si ritirarono in altri col
tinuarono a produrre ottimi frutti legi. Nel i 843 morì nella diocesi
in diversi paesi per più secoli; ma di Kildare il parroco di Clane
venuta l'infelice riforma, furono di Kearney, il quale lasciò una som
strutte tutte le cure religiose in ma vistosa di diecimila lire sterli
li landa, disperso il clero, banditi i ne ul vescovo di quella diocesi, da
moiinci , saccheggiate le chiese, e erogarsi nell'educazione degli studen
così distrutta ogni speranza di con ti per le missioni estere. Quel pio e
tribuire alla propagazione della re zelante vescovo monsignor ll.ily
ligione di Gesù Cristo. Nel presen colle rendite derivate da quella
te secolo essendosi rallentate al somma mantiene molti giovani ec
quanto le leggi penali, subito co clesiastici nel suo seminario di Cai -
minciarono a fiorire di nuovo le lovia, i quali vi si mandano da di
lettere in Irlanda, e vi furono sta versi vescovi o vicari apostolici nei
biliti collegi, che hanno dato ec paesi esteri. Nel i84o un pio sa
cellenti operai che coltivano la vi cerdote della diocesi di Meath, dou
gna del Signore in ogni parte del Giovanni Hand, avendo ottenuta
mondo. Ne siano testimonio i mol l'approvazione dalla congregazione
ti vescovi e sacerdoti che l'Irlanda di propaganda e da Gregorio XVI,
ha somministrato dentro gli ultimi fondò un collegio missionario det
vent'anni all' America settentrio to di Allhallows o di tutti i santi,
nale, all'Australia nell' Oceania, al nella vicinanza di Dublino. Il Hand
le Indie orientali ed occidenta cadde ben tosto vitiima del suo ze
li, e all'Africa medesima. Le cir lo nel promovere questa opera, es
costanze de'tempi e la difficoltà di sendo morto nel i84" di febbre.
trovare i mezzi di sostentameu- I1 seminario però continua a fiori
MIS MIS a59
re ed è protetto ed incoraggito dai la conoscenza , e che ha qualche
▼escovi e dal popolo d'Irlanda. Vi volta comunicato a'suoi profeti ed
si mantengono circa settanta alun ai suoi devoti. 3.° Si prende più
ni, con mezzi ottenuti principal particolarmente per le verità che
mente dalle limosino de'fedeli. Vi la religione cristiana propone di cre
sono in detto collegio eccellenti dere, come la Trinità, l' Incarna
professori di tutte lo scienze, e vi zione, i sacramenti e soprattutto
regna un ottimo spirito , cosicchè quello doll' Eucaristia, ch' è il più
si può sperare che gli alunni che sacro ed il più grande di tutti i
vi si allevano rinnoveranno gli nostri sacramenti. La Chiesa ha sta
esempi dell'antica Irlanda, e cal bilito delle feste particolari per o-
cheranno le vestigia di quei santi norare i misteri della religione, che
uomini, che si fecero gli apostoli avea gran cura di nascondere agli
e benefattori di tante parti del infedeli, a cagione della loro pro
l'Europa. fondità che li rendono impenetra
MISTAGOGIA , Mystagogia. bili allo spirito umano che non è
Spiegazione de' misteri agli iniziati. rischiarato dai lumi della fede, e
Con questo vocabolo distinguono per quelle altre ragioni che notam
altresi i greci il santo sagrifizio del mo ad Arcano, a Liturgia ed al
la messa, perchè come scrive il Goar, trove. E un diritto esclusivo della
sublima la mente a comprendere i potestà ecclesiastica il dirigere l'e
reconditi secreti di Dio, cuopre le sercizio del culto esterno : s. Paolo
azioni e le passioni di Cristo sotto scrivendo ai corinti sulla celebra
i simulacri e le cerimonie, e Cri zione de' santi misteri, dopo aver fat
sto stesso sotto le specie del pane te diverse prescrizioni, disse: Alle
e del vino, ed in pari tempo gui altre cose poi, venuto eh' io sia fra
da a conoscerlo in modo arcano, voi, darò ordine. l pagani avevano
ed insieme, col ricevere ora mani altresì i loro misteri, intorno al
festamente il cibo celeste ne dà un quali conservavano un inviolabile
pegno nascosto di ottenere la vita secreto; ma erano misteri d' iniqui
eterna. tà, ch' essi nascondevano perchè pa
MISTERO, Mysterium. Segreto lesandoli avrebbero resa la loro re
sacro, arcanum, cerimonia religiosa. ligione spregevole, ridicola e odio
Il termine di mistero deriva dal sa. Di essi gli scrittori antichi eb
l'ebraico satar, nascondere, quindi bero scrupolo di parlare, non cosi
mystar, una cosa nascosta, secreta; i più moderni : i primi tralascia
oppure dal greco myo, io chiudo, vano a bello studio di palesarli ,
stoma, la bocca, come chi dicesse ed il propalare i misteri ai profani
cosa sulla quale deve chiudersi la e non iniziati era dai gentili più
bocca. Quindi il nome di mistero si superstiziosi riputato grandissimo
prende: i .* Per tutte le cose na sacrilegio.
scoste, secrete, difficili od impossi MISTIA, Misthia. Sedo vesco-
bili a comprendersi, sieno naturali .vile della provincia di Licaonia,
o soprannaturali. 2° Si prende pio. nell' esarcato d' Asia eretta nel V
particolarmente pei secreti di un or secolo sotto la metropoli d'Icomo,
dine superiore e soprannaturale, co e nel IX divenne arcivescovato o-
me quelli di cui Dio si è riservato norario. Ne furono vescovi Dario
26o MIT MIT
che intervenne al primo concilio riporta testimonianze, che i brac-
di Costantinopoli ; Ermazio pel qua mimi sacerdoti indiani usarono mi
le Onesiforo d' Iconio sottoscrisse tra ornata di gioie, così il primo
il concilio di Calcedonia ; Longino sacerdote della dea Siria, ed il som
appose la sua firma ai canoni (Vi mo pontefice de' gentili adoperava
Trullo i Basilio che fu all' VIIl con mitra d' oro. E siccome tal sorta
cilio generale, ed a quello di l'o di ornamento fu espresso coi nomi
zio, dopo In morte di s. Ignazio , mitra, cidaris, tiara, infida phri-
e si sottoscrisse arcivescovo. Oriens gium, corona sacerdotalis, cuphia,
christ. t. I, p. io88. e in altri modi, quindi nasce non
MISTIA, Mystia. Città vescovile piccola difficoltà in riconoscere la
d'Italia ne'Bruzi o Magna Grecia, forma usata diigli antichi e dalle
antica ma rovinata, sulla costa o- diverse persone che la portavano.
rientule fra il promontorio Cocin- Aveva pure la mitra il sommo sa
tum, e la città di Cocciuum, un cerdote degli ebrei, che portava in
poco al mezzodi dcl golfo di Squil- capo quando celebrava le sacre fun
lace. L' Ughelli nell' Italia sacra zioni nd tabernacolo, differente di
t. X, p. i43, la registra tra le se molto da quella usata dai sacerdo
di vescovili, e dice ch'ebbe Seve ti inferiori, come coperta di colore
rino per suo vescovo, fatto da s. giacinto, e circondata di una coro
Gregorio I Papa del 59o. na d'oro distinta in tre ordini, i
MITILENE. Vedi Meteliito. quali lasciavano spazio per la La
MITRA, Miihra, Infida. Orna mina d oro (Vedi) che lega vasi sul
mento ed insegna ecclesiastica del la fronte con nastro di colore gin-
capo, che portano il Papa, i car cinto, conforme al comando di Dio;
dinali, i vescovi, gli abbati regolari mentre si controverte la forma di
o mitrati, ed altri prelati : segno tale lamina o lastra d' oro, che di
di onore, di maestà e di giurisdizio cesi aver avuto quella di Corona
ne. È un berretto rotondo, pun (Vedi) di un mezzo circolo che da un
tato e spaccato nella sua sommità, orecchio all'altro occupava la fron
con due bendoni od infole che cado te del sacerdote, e larga circa due di
no sulle spalle; e fu chiamata anche ta, venendo chiamata corona, e coro
pileo cornuto, perchè finisce iu due na dimidiata, e creduta da alcuni
punte. Il Thiers, nell' Istoria delle divisa quasi in tre ordini. Il Saruelli,
parrucche, dice che le mitre sono Leti. eccl. t. I, lett. III, parlando
quasi di tutti i tempi, nazioni, re della mitra, dice che quella de'sa-
ligioni, e le portarono sì gli uomi cerdoti era un berrettino aguzzo,
ni come le donne, benchè non fos che non copriva tutta la testa, iua
sero tutte della stessa figura. Il p. poco più della metà, a guisa d'u
Bononui, Gerarc. eccl. cap. 5g, del na benda di lino avvoltolata in gi
la mitra, la descrive: divisa in due ro e cucita, nascondendo le cuci
parti piane, le quali allargandosi ture altra tela che calava sulla fron
cingono il capo, e nella parte emi te. Della mitra del sommo sacer
nente terminano in punta acuta, dote il Bonanni ne tratta al cap. 9;
corrispondendo a quella mitra de ed al cap. i6 riporta due figure
gli antichi sacerdoti idolatri, che di esso con due diverse mitre, e
però l' usavano più bassa; quindi cerca la cagione perchè Dio volle
MIT MIT 261
ch« i sacerdoti dell' antica legge te 4 ,2, riferisce che le donne usa
nessero il capo coperto ne' sagrifi- rono per ornamento del capo una
zi per segno di riverenza, e per specie di mitra detta anche tiara,
accrescere decoro e maestà al sa come il piteo gli uomini, formata
cerdozio. Essendo la legge musaica d' una fascia larga che si girava
costituita come legge di timore e più volte intorno alla testa, e quan
soggezione, era conveniente che i do era più corta thiamavasi forse
sacerdoti la professassero con por semimitra, dicendosi le strette Mi-
tare in capo il peso della mitra trelle o Mitelle, e l' usarono le bac-
prescritta da Dio; al contrario nel canti. Anch' egli afferma che lesa-
la legge nuova o cristiana usano i ere vergini africane l' usavano, a
sacerdoti il capo scoperto, perchè tempo almeno di s. Ottato, poichè
(luesta è legge di perfetta libertà, avanti Tertulliano si fa menzione
come governata non da legge di di mitre, come abito delle matro
servitù, ma da legge di amore. Mel ne e donne attempate, descriven
rito siriaco però nelle sacre funzio dole in modo che lasciavano sco
ni tengono i ministri il capo coper perta la cima della testa. E per
to; altrettanto fanno diversi orien chè ordinariamente erano fatte di
tali anche scismatici. Su questo pun ricamo, e ancora adornate di gioie,
to si può vedere liKHRETTmo, Mes le portavano per lo più piccole e
sa e gli articoli relativi, ed il ci corte come un Diadema ( Vedi) le
tato Thiers. Questi asserisce che i gate con alcune vitte dette perciò
\escovi orientali celebrano col capo anademata e redìmicula, onde molti
coperto, tranne l'alessandrino, o autori non più distinsero la mitra
per le ragioni che diremo, o per dal diadema. Si vuole che le donne
seguire la tradizione o la regola siriache ed arabe portino ancora
di s. Paolo che insegna di orare in oggi una mitra d' argento chia
colla testa scoperta. mata arkiè, fatta a foggia di pane
Il nome di mitra è comunissimo di zucchero, cui vedesi attaccato
presso gli scrittori antichi, tanto sa un velo nero ricco di perle e pie
cri, che profani. Per mitra intendesi tre preziose.
una specie di acconciatura, la quale Per tradizione apostolica i ve
cangiò di figura secondo i tempi, che scovi portano la mitra nelle sacre
fu talvolta comune ad ambo i sessi, funzioni, poichè gli apostoli s. Gia
e talora particolare alle sole donne, como primo vescovo di Gerusalem
parlando lsia delle loro mitre; gli me, e s. Giovanni vescovo d' Efeso
jonii, gli egizi ed i siri usarono un portavano la lamina d' oro in testa,
ornamento pel capo equivalente al ornamento misterioso equivalente
la mitra, e nell'Africa nel IV se alla mitra, cos'i i primi vescovi co
colo era contrassegno di vergine me dicemmo a Lamma: che se tale
dedicata a Dio, come oggi il velo, lamina non si può dire rigorosa
secondo il Macri, Noi. de vocab., mente mitra, non avendone la t'or
che dice essere stuta di lana tinta ma ch' ora si vede, era bensì segno
in porpora detta Mitrella e Mitri della dignità che gli apostoli ave
la: nella Spagna si narra che l'u vano nelle chiese da essi governate,
sassero le monache nel secolo VIII. ornamento della dignità episcopale,
II Buonarroti, De medaglioni p. e simbolo del sacerdozio regale
263 MlT MIT
"Vogliono alcuni che «. Clemente Ammlano Marcellino; Corona glo-
1 Papa del 93, tra le insegne che riae da Eusebio (anzi anticamente
attribui a' vescovi, abbia compresa la si dava ai vescovi il titolo di Co
mitra; opina però il Thiers che il rona, come scrissero s. Girolamo a
primo vescovo latino a usare la s. Agostino, e Sidonio al vesco
mitra fu il Pontefice s. Silvestro I, vo Eufronio); Pyleum, Galea et
sebbene poi dica che le mitre non Tyara da Isidoro; Infida da ti
si conobbero avanti il iooo. Il Ma- gone di s. Vittore; Cidaris da
cri e il Bonanni affermano vene Alcuino; Phrygiura da Nieeforo;
rarsi in Roma nella chiesa di s. Lorutn da Ila Ua mone, sebbene il
Martino a' Monti la mitra di s. llaronio dice che gli ultimi nomi
Silvestro I eletto nel 3 i 4, la quale sigmficano il pallio e non la mitra;
è tonda, acuta in cima, alta circa ma la donazione fatta da Costan
un palmo, di drappo tessuto di tino a s. Silvestro I parla della mi
seta e oro colore azzurro o verde; tra, dicendo: Phrygium vero candid
in essa vedesi effigiata la Beata Ver- do nitore splendidum resurrrcuo-
piue tenente nella destra un ramo nem domininoli designans ejtu san-
il' ulivo, e sedente col Bambino, in etissimo vertici mawbus nostris un-
mezzo a due angeli in dalmatiche, posuimus. L' i stesso Balsamone, ra
oltre altri quattro simili disposti gionando della preziosa mitra do
lateralmente, con sette stelle e fre nata a s. Cirillo patriarca Alessan
gio intorno, leggendosi sotto i pie drino dal Pontefice san Celestino
di della Madonna : Ave Regina I del 423 , dice: Celestinus phry
Coeli. Questa mitra fu riprodotta gium Cyrillo episcopo Alexandri-
anche dal Rocca nel fme del t. I no dedit; anche Innocenzo III chia
delle opere di s. Gregorio I, come mò la mitra Auriphrygium. Ap
prova che già usavasi in Roma. presso il Surio si riferisce I' inven
Veggasi lo stesso Rocca : De mitrae zione del corpo di Biritlo vescovo
s. Silvestri I Papae, et de ejus- di Dorchester, il quale mori nel
dem ac s. Martini 1, et Honorii 1 65o, e si narra che fu trovato,
sandalis sive caleeis, nel suo The cum infida rubra, et panno serico
saurus t. II, p. 378, ove ne riporta cum cruce e metallo confecta ; ac
il rame. I medesimi scrittori asseri cennandosi la mitra nella parola
scono conservarsi in Valenza di Spa infula, la quale come asserisce Ma-
gna la mitra di s. Agostino ( m vece cri, infida mitram significai, e cita
il Rinaldi dice che il suo corpo colla Tritemio, dicendo: Hoc anno nem
mitra fu trasportato in Sardegna pe i2 44 Popu Jnnocentius Ir
in un al bacolo pastorale), di seta concessit decano majoris ecclesiae
bianca e forma acuta, con fascia usuni mitrae, seu infiilne in prae-
di seta azzurra e d'oro, che la cin cipuis festivitatibus. Più chiaro ar
ge nel mezzo ; ed il Bonanni ag gomento dell' uso antico della mi
giunge che prima di tal tempo , tra proceduto dagli apostoli e man
cioè a quello di Costantino, la mi tenuto dai vescovi di Gerusalemme,
tra vescovile fu detta Apex da s. si ha dalla lettera di Teodosio pa
Agostino; Sertum cum gemmis da triarca, scritta a s. Ignazio patriar
Enuoriio parlando della mitra di ca di Costantinopoli, riferita nel
s. Ambrogio; Corona sacerdotali da concilio VlII dell' 879 con queste
MIT MIT «63
parole. Poderens, et tuptrhnmera- scovo d'Utrecht, riferita nelle Cro
le cimi mitra et pontifìcalem or nache di Fiandra lil,. X, cap. 1o,
naumi s. Jacobi fratris Domini, et ove si legge: Episcopalem mitram
primi archiepiscoporum, quo ante- tibi tuisque successoribns deferen-
cessores mei patriarchae circuma- dani concedimus. Argomenti evi
mieti semper in sancta sanvtorum denti, che non tutti i vescovi po
ingreiliebnntur sarei dotio fungente!, tevano usare la mitra, altrimenti
et sanctum calciare, quo et ipse in- sarebbero state superflue tali con
dutus smii, cadetu gerens, tuo de cessioni. Ciò si conferma col rac
siderabili, et houorandi capiti, ex conto di s. Bernardo nella vita di
amore et dilevtionis copia transmi s. Malachia arcivescovo d' Armagli,
si. Tuttociò può servire di confu che riferisce con quanta dimostra
tazione ad alcuni scritturi, i quali zione di affetto fu accolto dal Pon
tacciarono i vescovi cattolici quali tefice Innocenzo II, il quale ado
iDtroduttori della mitra, che chia perando la mitra come parte del
mano ornamento da essi inventato l' abito ecclesiastico, l' usava nelle
in tempi mni lontani. Contro di udienze, oude in quella che diede
essi egregiamente scrisse Andrea al santo vescovo, tollens mitram de
Saussay nella sua Panoplia episco- capite suo imposiai capiti ejus. Da
palis, stu de sacro episcoporum or- ciò sembra non esserne stato prima
naui, Lutetiae 1646; lib. I, De ornato, se pure non volle il Papa
mitrae episcopalis antiquitatt. dare al santo vescovo un solenne
Alcuni sostengono l' origine del seguo di particolare stima, reputan
la mitra non essere più antica del dolo forse degno della dignità pon
secolo X, non trovandosene vesti tificia, o perchè dovea rappresen
gio nei sagramentari dei Papi s. tarla quale legato della santa Sede
Gelasio I e s. Gregorio I, e nep in Irlanda a cui l' avea nominato.
pure negli antichi ordini romani , Conferma il p. Martene la sua o-
nè nelle antiche liturgie, nè in pinione, che i vescovi anticamente
quegli autori ecclesiastici che scris usarono la mitra per concessione
sero intorno ai riti fino a tal se pontificia, con dichiarare aver os
colo. Invece il p. Martene, De an- servato i sigilli de' vescovi fioriti
Hq. eccl. ritib., lib. I, cap. IV, nel secolo XII, i quali non tutti si
opma che la mitra come ornamen vedono ornati di mitra, benchè le
to episcopale fu sempre usata dal loro figure fossero in abiti pontifi
la Chiesa, ma che anticamente i ve cali, ciò che servi di argomento
scovi non potevano portarla, se pri negativo di quegli scrittori che sos
ma non avevano ottenuto un pri tengono l' introduzione della mitra
vilegio particolare dai sommi Pon circa il secolo X, avendo essi os
tefici. Infatti il p. Mabillon nel se servato nelle pitture antiche i Pa
colo IV, praefat. in acta ss., lo pro pi ed i vescovi vestiti pontifical
va dal privilegio di s. Leone IV mente col capo scoperto e senza
dell' 847 concesso ad Anscorio ve mitra. Diversi esempi di siffatte im
scovo d' Amburgo, col quale accor magini riferisce il p. Bonanui ; ma
dò V uso della mitra a lui e suc il citato Saussay rigetta e stima
cessori ; e colla lettera di Alessan deboli questi argomenti contrari
dro IlI del 1i59, a Godwaldo ve- all'uso della mitra, dicendo che nei
aG4 MlT MIT
rituali antichi molte cose si tra significare gloria, potestà e legno
lasciarono, benchè si sa di certo che di principato. La mitra si usa in
furono in uso per tradizioni ordi seguo di potestà, ed è bicorne, per
nate e praticate dagli apostoli ; è chè indica onore e la scienza del
poi noto che i pittori ed altri ar l' uno e I' altro testamento che de
tisti rappresentarono i Papi e i vono rispondere nel capo de' pa
vescovi a capriccio, ed i capricci stori ecclesiastici, al dire del Ma-
degli artisti giammai fecero autori cri ; ovvero come insegnò s. Tom
tà nella Chiesa e nella critica. Quin maso, le due parti della mitra so
di prudentemente avverti il card. no insieme unite e separate per fi
Bona, fìer. luurgie. § i4, cap. 24, IlL,. gurare i due testamenti, come spie
I, che si possono conciliare le due gò sopra il cap. i3 dell'Apocalisse.
diverse opinioni sulla mitra adope Altre spiegazioni le addusse Inno
rata oggi nella Chiesa, se usata a- cenzo III, cap. 6o, dichiarando la
vanti il X secolo, con dire essersi mitra significare la magnificenza
usata, se non da tutti i vescovi, al di Cristo. Altre ne riportò I' Ales,
meno da molti, cosa equivalente De off", miss. § 4, secondo il Bo-
alla mitra in segno della dignità nanni ; mentre il Pascalio, De co-
episcopale, e di esserne stato intro ronis, stima che una parie signifi
dotto I" uso dai ss. apostoli Giaco chi la santità del vescovo, l' altra
mo e Giovanni. Sull'antichità del la sua dottrina ; Pietro Gregorio
l' uso della mitra, essendo varie le vi crede espresso l'amore verso Dio
sentenze degli eruditi, si possono ed -il prossimo; ed il Piazza, Iride
inoltre consultare: Gori, De mitra sacra p. 27o, dichiara, che l'al
to capite Jesu Christi, cap. X,.y«i- tezza della mitra misticamente e-
bolarum ( poichè un rozzo artefice sprime, che il vescovo deve cosi
de' bassi tempi rappresentò Cristo sopravanzare nella scienza i sudditi;
crocefisso colla mitra), vol. III, p. e che quanto alla mitra di lastra
i9i ; Marangoni, Chronologia pon d'oro, simbolo dell'oro è la no
tificia p. S7jBìngbam, Origin. eccl. biltà, di dominio, di costanza, di
hb. Il, cap. IX; Bellotte, Ritus re- fede, di sincerità, di sapienza e di
cles. Laudan. p. 87; Giovanni Vis cou furto, qualità proprie del pasto
conti, De missa apparatii , e. 3 i ; re delle anime, ed esemplare d' o-
e Mintene , De nutra pontificali gni virtù. Difficile però è conosce
apnd christianos, t. I, p. 347, &e re i motivi per cui fu introdotto
antiq. questo ornamento del capo, certa
Diversi sono i mistici significati mente per accrescimento di decoro
che i liturgici danno alla mitra. e maestà, inerendo a quanto Dio
Durando, De divin.off. lib. 3, cnp. prescrisse ai sacerdoti del tempio
3, osserva che gli eretici derisero con insegne equivalenti . Quanto
la mitra come cosa indecente, anco alla materia di cui formasi la mitra,
perchè termina in due punte che non fu sempre uniforme, ed il si
chiamano corna, cornua. Che l'i gnificato non è presso tutti lo stes
dea del corno non era ignominiosa so, come notò Onofrio Panvinio,
presso gli antichi, Io dicemmo al che scrisse essersi usata nei secoli
l'articolo Corona. Il corno di cui avanti di lino o di seta bianca, e
*i parla nella sacra Scrittura, suole poscia di tela d'oro e ornata d
MIT MIT 265
gioie, come dice al verbo Mitra, brine, lingnlae, bendae, e penduti),
nel trattato delle voci ecclesiastiche. sono nelt'estremità decorate del se
L' Oldoino però nelle Addizioni al gno della croce, e talvolta di stem
Ciacconio, con descrivere la mitra mi gentilizi o altri ornati. Final
di s. Silvestro I, che Eugenio IV mente il cardinal Torrecremata, in
léce portare a l'ioma da Avignone, cap. Discipl. dist. 45 , dice che le
la dice qual In di sopra descritta ; due parti della mitra benchè dis
ma dal Gattico, Acta caerem. p. giunte sono unite, figura della fede
io5, si apprende che tal mitra cattolica, e disgiunte per la varie
fu quella chiamata Corona e Re tà de' riti e cerimonie, la cogni
gno, e che con essa vi fu coronato zione delte quali si ricerca dal ve
il successore di Eugenio IV nel scovo, e per ciò gli si pone in ca
i447 Nicolò V. Avverte il Bonan- po sede del sapere. Secondo la di
ni che il Vittorelli errò nel dire sciplina presente, la mitra ha tre di
che la mitra di s. Silvestro I fosse verse forme di ornamenti e di stotli;
ornata di tre corone. Che da qual per i quali distinguesi in preziosa
che Papa si usasse la mitra di for detta anche gioiellata, o con gemme;
ma non acuta, apparisce m 11' im in aitrifrigiata, detta ancora di la
magine di Gelasio II, del 1118, e- ma, lastra, tela o tocca it' oro; ed
sposta in pittura da Costantino in semplice. La mitra preziosa è
Caetani nella sua vita, riprodotta intessuta di lama d' argento e di
dal Mucri, Hierolexicon, verbo Mi- oro a ricamo con guarnizione di
tra, e dal p. Bonnnui a p. a5o. gioie e di pici re preziose. La mitra
Pendono dalla mitra due fascie o aitrifrigiata può essere guarnita o
code non senza mistero, eli' essen di piccole perle, o di seta bianca
do di colore rosso, simboleggiano vergata d' oro, ovvero di lama d'o
la prontezza che devono avere i ve ro semplice senza ricami e senza
scovi nel difendere la fede col san perle. La mitra semplice può es
gue ; e siccome cadono sulle spalle, sere, o di damasco bianco, oppure
significano il peso che devono sos di tela bianca di lino, colle frange
tenere nella predicazione del van di seta rossa tiell' estremità del
gelo, qual simbolo dello spirito dei l' infule o vitte. Tutto ciò si de
prelati, i quali devono portar sulle duce dal Crremoniale de' vescovi.
spalle quanto insegnano colla boc Ma altre notizie sulle mitre an
ca, secondo Innocenzo III : queste tiche, su quelle moderne e loro
fascie anticamente erano nere, e uso, sì de' Papi, cardinali, vescovi,
pendevano avanti il petto. I latini abbati ed altri, le andiamo qui ap
chiamarono vitte, lemnisci o fascie presso a riportare; mentre de' tem-
(ne parlammo a Diadema ed a pi e funzioni in cui da tutti si
Fascia ), dette anche iutulc, le due usano, meglio se ne discorre ai
estremità che pendevano da quelle tanti relativi articoli.
corone o da quelte fascie che ser Mitre del Papa. Mitra turbina
vivano a cingere i capelli e le ta, regno, corona, tiara, fu antica
terapia, di cui il Pascal io citato mente chiamata quella mitra pon
trattò nel lib. IV, cap. 22. Le fa- tificia di forma conica, che avente
scie, bende, liste o code delle o- prima una corona , poi ve ne fu
dierne mitre (altrove dette fini- aggiunta una sccouda, iudi una
*66 MIT MIT
tenia, per cui prese il nome di contemplativae vitae discmsum. Mi
Triregno (Vedi). La distinzione di tra vero cum aurifrisio in titiilo
questa dalle altre mitre, e la spie cine circulo, utitur cum sedet in
gazione perchè il Papa ora usi il concistorio, et judicat, unde coronam
triregno ed ora la mitra, la fece regalem repruesentat. Alba utitur
Innocenzo III colle parole: Roma diebus dominicis, et aliis non fe
nuà Pontifex in signum Imperii stivis ab adventu Domini usque
utitur Regno, et in signurn Ponti ad vigilium Nativitatis Domini in
ficii utitur Mitra; sed Mitra sem- vesperis, praeterquam in tertia do
per utitur, et ubique ; Regno vero minica de adventu, quae dicitur
nec ubique, nec sempe.r. E parlan dominica de Gaudete, etc in
do altrove di sè medesimo, come festo Innocentiiim, mitra simplici" .
ei ha dal Burio, Not. Rom. Pont. Nell' ordine XIV poi: de uso mi-
p. 579: Ecclesia in tignum tem- trae, ecco quanto si dice: « Mitra
poralium dedit mihi Coronam ; in aurifrigiata non utitur ecclesia ro
signum spiritualium contulil mihi mana ab adventu Domini usque
Mitram : Mitram pro sacerdotio, ad festmn Nativitatis Domini, ex-
Coronam pro regno : illius me cepto quod dominus Papa utitur
constimen! Vicarium , qui habet in dominica de Gaudetej nec a se
in vestimento et femore scriptum ptuagesima usque ad feria ii1 quin
» l'iex Regnuni, et Domiuus Domi tana majoris hebdomadae, excepto
na i1 ti um " . Tre mitre diverse da quod dominus Papa utitur i» do
antichissimo tempo usarono i Pa minica quarta quadragesimae, qua
pi nelle sacre funzioni e solennità, caii tu tur, Laetare Jerusalemj ned
come raccogliesi dal cerimoniale in omnibus vigiliis , da quibus
romano pubblicato per ordine di jejunium celebratiir , nec in o-
Gregorio X del i27i, presso il miiibus quatuor temporibus , nec
Mabillon, Mus. LaI. t. II, ordine in rugulionibus, nec in letaniis, iiea
rom. XIII, p. a32, e dall'ordine in ofliciis defunctorum " , Erano
romano XIV , pag. 322, compo dunque queste tre mitre, una bian
sto dal cardinal Giacomo Gaetaui ca tutta liscia, detta anche mitra
titefaneschi ne' primi del secolo alba et plana de garnello (panno
XIV. Nel primo di questi si legge: fatto d'accia e bambagia) absque
» Primo notandum est, quod domi aurifrigiis, et perlis, o al piì» un
nus Papa ti es mitras diversas lia- qualche piccolo fregio d'oro, e ser
),et, quibus diversis temporibus u- viva nella quaresima e nell'avven
titur, scilicet unum albam totam, to; l'altra ricamata in oro, ma sen
imam cum aurifrisio in libilo siue za cerchio nella parte inferiore, e
cuculo, et milram amilrisiatam in ia terza pure ricamata con cer
cimilo et in titulo. Mitra ami- chio d'oro , chiamata perciò eoa
(risiata in cuculo et in titulo u- diversi nomi, indi divenuta trire
titur in officiis diebus festivis, et gno. Il citato Piazza p. 272 ripor
aliis, exceptis a septuagesima usque ta i tempi in cui il Papa deve as
inl Pascha, et ab adventu usque ad sumere la mitra preziosa di tela o
JN'atalem , et quando cantat pro lastra d'oro e d' argento propor
defunctis. Et est illa ratio, quia zionata ai tempi di lutto, penitenza
cojouaui repiaeseulat, et activae, et e digiuno. La mitra di lama d'uro
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fu detta concistoriale, usandosi dal siflcando I' aurifrigiata, ch' essendo
Pontefice in concistoro, e lo atte quale la descrivemmo, nel Bonan
tta il Patriti nel suo Cetemonia- ni si vede con cinque gemme oriz
le. Se ne fa pure menzione nell'or zontali nel mezzo, ed una gemma
dine romano XIV, ed era cum contornata da altre piccole in mez
aurijiiiio in ùtulo sine circuh. Il zo al circolo corrispondente alla
p. Bonanni cap. 64, della mitra fronte. Aggiunge che la mitra tro
pontificia, dopo aver detto delle tre vata sul cadavere di Bonifacio VIII
mitre usate dai Papi, aggiunge che era admodum parva , ex tela
altri riferirono essere le mitre a- bombacina. Riferisce il Riacri nel
doperate dal Pontefice di più sor Hierolexico, che nella pittura antica
ta, e furono numerate dal vescovo del portico di s. Cecilia in Traste
Sai,ssay, ove disse essere una detta vere si vedeva la mitra di s. Pa
uuilai is , i/i qua est titulus sic d'i squale I Papa dell' 8 17, simile a
ctus quasi index quidam, et est quella suddescritta di s. Silvestro I,
lamina aurea, quae in giro mìtrae la quale essendo stata ristorata, il
orificium ambii. In secondo luogo pittore di suo arbitrio la fece nella
disse esserne una priva di tal giro, forma simile alle moderne, errore
ornata però di gemme e nella copiato nel disegno di Tempesta.
legatura circondata d'oro, e adope 1I Garampi eruditamente parlò del
rata nelle funzioni di minore so le mitre pontificie, e del loro uso
lennità. Oltre questa si adoprò u nelle diverse funzioni, nel Sigillo
na mitra semplicissima di damasco della Garfagnana p. 79 e seg.; co
bianco , ornata però d'alcuni fiori sì il citato Marangoni, ed il Giorgi,
d'oro, cioè nella quaresima e nel- Liturgiae Rom. Pont. t. I, p. a3o.
l'otfìzio de'defuuti. Questa variazione Abbiamo da Cencio Camerario ,
però si restringe a tre sole mitre nel Rituale, che il Papa quando
comunemente usate dal Papa, cioè arrivava alla porta delle chiese,
la semplice di lama d'argento cou deponeva il regno o tiara, e piglia
gallonano simile intorno, e frangia va la mitra come ornamento sa
a granoni pur d'argento nell'estre cro. Osserva il p. Bonanni, che nei
mi tà delle due fascie o code ; la secoli passati, pei Pontefici l'uso
aurijrigiata o di lastra, tela o toc della mitra fu più frequente di
ca d'oro con pattoncino simile in quello attuale, perchè si legge nel
torno , e frangia a granoni pur rituale romano pubblicato da Gre
d'oro nell'estremità delle dette code; gorio X, che il Papa dopo avere
la terza si dice preziosa, ed è or preso il possesso della basilica la-
nata di perle e di gioie con rica teranense soleva pranzare in pub
mi d'oro, i quali decorano anche blico coi cardinali in mitra ; car
le due fascie , che terminano con dinalet vero omnes habebunt super-
frangie e granoni d' oro. Di tutte pelliceum cum camisiis et mantel
queste tre mitre ne hanno l'uso lo, et mitra alba sua/ilici in capite,
anche i vescovi, con quelle avver et comedent omnes praelati similiter
tenze che faremo parlando di loro. cum mitra. Fimto il pranzo, car-
Il p. Bonanni a p. a64 riporta dinales et alti prelati redeunt ad
Ih forma delle tre mitre pontificie, hospitia sua cum mitris equitantes,
che tuttofa si conserva, solo di ver- et parati siati steteritnt in comme
268 MIT MIS
stione. Si usava anche la mitra Ver titolo della mitra, ch' è diver
(t it Papa, dai cardinali, dai vescovi so dal circolo, secondo l'ordine ro
e da altri nelte solenni cavalcate, mano, il Gnrampi intende quella lista
i' ciò si praticò sino ed inclusive o fregio dritto, che taglia la faccia
al possesso di Leone X nel i 5 i 3. della mitra perpendicolarmente dal
Si usava anticamente dai Pontefici la punta all' orificio, come vedesi
hi mitra anche in alcune udienze in varie antiche pitture, dal qual
private , come si legge in Baronio fregio la mitra prese la denomina
all'anno it 33, n. 35. Dei tempi, zione ossia il titolo di auriftisiata,
luoghi e cerimonie in cui il Papa seppure in principio non si disse
e gli altri usavano la mitra, si par titolo per corruzione di pronuncia
la ove si descrivono le funzioni an il tutulo, o sia punta detla mitra
tiche. Solo qui diremo che la mi onde cominciava il fregio. Il cer
tra preziosa il Papa attualmente chio poi è I orlo inferiore, o sia
nou l'adopera mai ; ma tale uso I' apertura della mitra, che solevasi
non rimonta a grande antichità ; ornare con oro o altri lavori. Me
anzi anche di presente nelle circo glio si comprende la forma e la
stanze delia canonizzazione si deve preziosità delle mitre pontificie dal
procurare dui postulatoi-i la mitra le descrizioni estratte dagli inven
preziosa, che serve al Pontefice per tarli pontificii pubblicati dal Gal
la funzione stessa della canonizza letti, Del vestarario p. 58 e seg.;
zione. Nelle canonizzazioni celebra non che delle suppellettili di Boni
te da Benedetto XIV usò mitra facio VIII, Clemente V, Innocen
preziosa, la quale in altre funzioni zo VI e Gregorio XI, riprodotte
t'u pure adoperata da Pio VI. Dice dal Garampi, a pag. 85 e seg. E
it óararapi che l'antica vita d' A- da notarsi l' enorme peso di tali
driauo II dell' 867 lo rappresenta mitre, di otto, dieci e più libbre,
cimi apostolicis infidis mtssas ce- che dillicilmente si comprende co
lebrantem j e sebbene talvolta nei me si potessero portare anco rare
t i'in jii posteriori siasi usata infida volte sul capo, come il loro valo
per pianeta, non è però che secon re computato fino a 95oo fiorini
do il linguaggio de' più antichi e d' oro, corrispondenti o circa 2o,ooo
accurati scrittori, come dei dotti scudi. Decoravano tuli mitre anche
continuatori del glossario del Du cammei e pietre intagliate con fi
Cange, che non vada preso per il gure gentilesche; campanelle, cioè
poni idcale ornamento del capo, non anelli o altri ornamenti di gemme
potendo negarsi che fino dul se o di altro lavoro attaccati alle mi
colo XI non si facesse frequente tre e peudenti da esse, quasi goc
e ordinario uso della mitra du' Pa ciole o perette penzoloni; orna
pi ; avendo osservato lo stesso Ga- menti di gioie in forma di croce;
ranipi, De mmimo Beneil. HI, p. e smalti di cui si faceva grande uso.
123, che la figura di Giovanni XV Furauvi inoltre mitre di tele diaspro,
fu rappresentata citta mitra coni di cui ve n'erano di ogni colore, forse
instar insurgente j e nelle monete drappo di seta trasparente o luci
di Sergio IV del 1oo9 si vede la da, o anche ondata, e probabilmen
sua figura, o quella di s. Pietro te così detta come quasi somiglian
con mitra acuminata in capo. te alla bellezza e lucidezza della
MIT MIT 2i,;,
pietra diaspro ; e mitre ornate di scriverle. Pio VI dunque nel 178o
oro filato o battuto in sonili la- fece fare una mitra col fondo di
minette; con perle vere e buone tocca d'oro, con ornati filettati di
a distinzione delle false o finte, oro, con perle orientali e sca ra
fra le quali ve n'erano d'occhi mazze, tutte infilate con filo d'ar
di pesce, ami lapidibus vitrtis, et gento, e con molte pietre orientali
grossis perlis ocutorum piscium. preziose, cioè zafliri, halasci, sme
Eugenio IV nel \fòc\ fece fare raldi, rubini, giacinti, granate, to
in Firenze da Lorenzo Giubati una pazi, grisolite e amatiste. La sua
mitra preziosa, la quale pesava lib parte anteriore aveva una raggimi
bre quindici, delle quali cinque e mez di pietre preziose, con una perla
za erano perle, che unitamente ad grandissima in mezzo formante lo
altre gioie in essa legate, erano sti Spirito Santo. Nella posteriore si
mate 3o,ooo ducati d'oro, come vedeva il vento allusivo allo stem
scrive il Vasari nella vita di tale ma pontificio, inciso in grosso to
artista. Questa od altra mitra Eu pazio con slaiillii di In ilinuiini, e
genio IV impegnò ai fiorentini per con un fiore di brasca di smeral
4o,ooo scudi, che diede a' greci di. Le code erano ornate nella stes
che intervennero al concilio di Fi sa guisa, e colla targa da piedi
renze, come afferma il Rinaldi al tutta d' oro, guarnita di perlette e
l' anno i438, n. 2o, e i.pn. n. di brillantini, e dello stemma smal
io. Si può vedere anche il Can tato di Pio VI. La seconda sua
cellieri, Cappelle p. 2^5. Più tardi mitra fu formata nel 1781, ed or
altri Pontelici fecero ricchissime mi nata nella medesima maniera ,
tte, e sino al declinare del passato ma con diverso disegno di pietre e
secolo esistevano quattro mitre pre di perle della stessa qualità, sopra
ziose di gran valore, che andiamo fondo di tocca d' argento, e con le
a descrivere, cioè due fatte da s. code d'altro disegno, ma cogli stes
Pio V, e Paolo V il quale ?' im si ornamenti. Nel davanti di tal
piegò 7o,ooo scudi, come scrive il mitra risaltava un grossissimo to
Bzovio presso il Ciacconio t. V, p. pazio triangolare con occhio inciso
344i « due da Pio VI. Le prime che formava la Triade con raggie
si custodivano in Castel s. Angelo, ra. Nell'altra parte eravi un me
e si estraevano ne'giorni preceden daglione con cappio di perle con
ti ai pontificali e del Corpus Do rubino in mezzo, formato da una
mini, con formalità ed assistenza del ciambella di cristallo di monte, clie
gioielliere pontificio, e con rogito serviva di cornice allo stemma pa
notarile, indi accompagnate dallo pale con simbolo. La ciambella era
stesso gioielliere nel portarsi nelle composta di ventisette lettere, e di
processioni di tali funzioni, e quan tre stelle di brillantini, coll'epigra-
do posate sulla mensa dell'altare fe : Velut phoenix in aeternum vi-
papale, da lui guardate in un ai vet. In mezzo al medaglione era si
triregni; le altre due mitre si cu tuata sopra rogo smaltato la feni
stodivano nella sagrestia pontificia, ce formata da perla grossa assai ;
ove ora si conservano le presenti , il sole colla raggiera composta di
ed essendo queste ultime di poco vari sbruffi di brillantini, e il ven
valore non crediamo opportuno de- to soffiante sopra un fiore di
27o MIT MIT
brasca eli smeraldi, con fondo di stro e guarnite con perle orienta
pietra turchina, erano incisi sopra li di diverse grossezze, con fondo
due topazi. Quindi nel i79i Pio di tocca d'argento, e di tocca d'o
VI fece disfare la mitra preziosa ro quello delle crociate; intorno al
di s. Pio V e rimodernare con va la mitra e crociate, delle perle o-
go disegno sul gusto di Raffaello, rientali grosse e mezzane in forma
con sue crociate, ornato con filet di galloncino. Erano situati nell'or
tature d'oro intagliate di lustro, nato e crociate da ambo le parti
guarnito con perle orientali e soa- 434 diamanti mezzani e mezza
ramnzze infilate, con fondo delle nelli, fra'quali uno grosso; 23 zaf
crociate di perle minute, e intorno firi orientali mezzani grandi, fra
alla mitra e crociate delle perle i quali uno grosso, 2 bianchi mez
orientali grosse e mezzane in for zani, e moltissimi zaffiretti piccoli
ma di galloncino. Erano situati orientali; 345 rubini orientali mez
ncll' ornato e crociate d' ambo le zani grandi, 5i5 mezzani e mezza
parti i4 zaffiri orientali grossi e nelli, e moltissimi piccoli ; 3 sme
mezzani, 8 piccoli, 2 zaffiri bian raldi grossi, 6 a goccia gogoli mez
chi orientali mezzani grandi, e 8 zani grandi , i 58 mezzani grossi,
mezzanelli, i7 rubini orientali mez 263 smeraldi mezzani e mezzanel
zani grandi, 24 mezzani, i98 mez li, e moltissimi piccoli ; i6 gia
zanelli, 58o piccoli. Tavola di zaf cinti grisopazi grandi, 2 topazi gran
firi orientali grandi, 9 smeraldi, 6 di ed uno bianco, 8 a goccia mez
mezzani grandi, 35 mezzani e 34o zani, e 8 balasci del Brasile a goc
mezzanelli e minuti, 2 plasme di cia mezzani ; un' acqua marina o-
smeraldo, 6 diamanti mezzani, ac- rientale di smisurata grandezza, 38
quemarine ed una grande, 3 bala- perle orientali grosse a pendere a
sci del Brasile, 4 ametiste stra garbo di peretta, e i28i perle o-
grandi, 2 grandi e i6 mezzane gros rientali tonde grosse e mezzane, e
se, 2 gi isolite grandi e i6 mezza- moltissime minute e mezzanelli:, e
nelle, 4 topazi grandi e i 2 a goc 225 rose d'Olanda poste nelle let
cia, 6o granatine e 2i2 rose d'O tere. Le infule erano ornate e fi
landa poste nelle lettere. Le infule lettate d'oro, guarnite di perle e
erano ornate e filettate d'oro e guar di pietre con perle orientali mez
nite di perle e pietre, con perle zane, che formavano galloncino in
orientali mezzane in forma di gal torno alle medesime, con fondo
loncino, con fondo di perle minute, di tocca d' oro. Nel fine dell' infu
e nel fine I' arma tutta d' oro a le eravi l'arma tutta d'oro a bas
bassorilievo collo stemma di Pio sorilievo collo stemma di Pio VI
VI smaltato a colori, e intorno una smaltato a colori, e all'intorno del
fascia smaltata bianca con lettere lo stemma una fascia smaltata bian
di rose d' Olanda che dicevano : ca con lettere di rose d'Olanda che
Pius V fedi, Pius FI auxit. Nel dicevano : Paulus V fecit, Pio VI
i792 fu per ordine di Pio VI dis auxit. Tutte queste quattro mitre
fatta la mitra preziosissima di Pao preziose, coi triregni, furono fatte
lo V e rimodernata sullo stile di sciogliere da Pio VI per darne il
Raffaello con sue crociate e ornato prezzo a conto di quanto nel i 797
di filettature d'oro intagliate di lu- fu da lui convenuto co'francesi nel
MIT M IT 17i
la pace di Tolentino. Delle mede sono portatori delle mitre al modo
sime mitre rie fa la descrizione il detto ai loro articoli, e del diver
Cancellieri ne Pontificali a p. i9i so toro incedere nelle processioni
r seg.; quella delle due prime la in cui ha luogo il triregno prezio
riprodussero il Novaes, Dissert. t. so, in cui i cappellani comuni lo
II, p. 78; ed il Baldassarre Rclaz. portano in un alle mitre preziose
de'patmenti di Pio VI, t. Il, p. sopra sostegni di legno foderati di
346 e seg. damasco o velluto rosso (nel pos
Le mitre papali che oggidì usa sesso di Leone X, che come si dis
il Pontefice, come abbiamo detto se fu I' ultimo in cui ebbero luogo D
sono tre: la semplice di tela o gan le mitre di damasco bianco incar
zo d'argento, quella di tela o gan dinali, e di tela bianca ne' vescovi
zo d'oro, e la preziosa ornata di ed abbati, tutti così cavalcando in
gemme. Il cadavere del Papa si es paramenti sacri, ed il Papa col re
pone e seppellisce colla mitro di gno in capo, due cubiculari porta
tela o lama d'argento mentovata vano in mano ed a cavallo due
in capo: però il cadavere di Gio mitre preziose pontificie e due tri
vanni XXII morto nel i 334, fu regni); mentre la mitra e il trire
trovato con mitra piccola di seta gno usuale sono portati avanti la
bianca, tessuta con fiorami delle croce da due cappellani segreti, in
stoffe di damasco, piena di disegni di posti nelle cappelle ordinarie
con figurine e di gigli simili a quei sulla mensa dell'altare dalla parte
dell'antico stemma di Francia; i dell' evangelo, ed anche in quella
suoi lemnisci o pendenti, pure di dell'epistola ne' pontificali: va pe
seta bianca, avevano I' estremità lò avvertito, che quando il Papa
di seta rossa. Questa mitra fu re usa la mitra semplice di lama di
galata a Pio VI, il quale ne fece argento, non si pone sull'altare ve-
dono al museo sacro della biblio run'altra mitra. Parlando della pro
teca vaticana. Descrivendo le fun cessione del Corpus Domini rimar
zioni pontificie all' articolo Cappel cai quali Papi portarono il ss. Sa-
ie pontificie, ed in altri, come gi amento coperti di mitra. Vegga -
Concistoro, notai quanto riguarda si il Mabillon, Mus. LaI. t. Il, p.
le diverse mitre del Papa, i di- 263, de mitra impone/tda Papae
versi usi, quando la prende e de per diaconum cardinaleiu ; p. 3 i o
pone; chi gliela mette, ch e il car de officio cappellani , ani debet
dinal primo diaconoj chi gliela le servire de mitra ; dicesi poi a p.
va, ch' è il secondo cardinale diaco i97 che qualunque volta il Pa
no, o chi per loro ne fa le veci, pa celebrava le stazioni o le so
come il diacono e suddiaconi pre- lite sue coronazioni fra l'anno, era
Iati quando questi lo assistono nel officio de Mappatori (Fedi) e cu
le particolari benedizioni del ss. biculari il custodire la mitra pon
.Saginmento o altre ; che il decano tificia. Il Burcardo nella descrizione
della rota i1' è nelle funzioni il cu del possesso d'Innocenzo VIII, ri
stode e portatore quando il Pon ferisce che il decano della rota in
tefice la depone, o in sua mancan cedeva a cavallo in superpellicio
za il più antico uditore di rota ; tobaleam ad collum habens pro
che i cappellani segreti e comuni mina. Nei diari di Clemente XI si
27 2 MIT MIT
legge che il decano della rota in con gran divozione e concorso di
rocchetto, cotta e fascia lo serviva popolo, la portò processionnlmente
alla mitra nellA benedizione degli dal Vaticano alla basilica Latera-
Agnus Dei. Nota il Cancellieri nel nense, secondo Platina. Altri dico
la Lettera al d. Koreff, p. i89, no che in vece la processione la
che quando Clemente XIII consa fecero da s. Marco al Laterano i
crò due cardinali vescovi a Castel cardinali per la di lui guarigione
Gandollo, per sostenere la mitra lo Ad Eugenio IV cadde la mitra sul
assistè monsignor Paracciani sotto cardinal Parentucelli, che gli suc
decano della rota, vestito di cotta cesse col nome di Nicolò V. La
e rocchetto, e colla fascia pendente madre di Pio II, la notte innanzi
dal cullo. Questa ultima ora non si che lo partorì si sognò di dare al
adopera, sorreggendo gli uditori di la luce un figlia con mitra in te
iota la mitra pontificia colle mani sta (ciò che prese per cattivo au
nude. Alla Lavanda delle mani gurio, solendosi allora porre una
(Fedi) del Papa, i cardinali i ve mitra di carta ai chierici degra
scovi e gli abbati si levano la mi dati) ; ed avendo sett' anni, altri
tia. Presso il mentovato Mabillon, fanciulli lo crearono Papa con mi
nell' ordine del cardmal Stefaneschi, tra di malva, e baciandogli il pie
si legge che a differenza del Papa, de. Gregorio XIII nel ricevere
i cardinali, i vescovi ed altri pre all' obbedienza il cardinal Facchi
lati, stando in curia, ovvero inuan- netti, gli cadde sul di lui capo
zi al Papa, non portavano che mi la mitra : poi divenne Innocenzo
tre semplici, che doveano essere XI. Essendo caduta in concistoro
state bianche come la pontificia. la mitra dalla testa di Alessandro
Attualmente, come vedremo, i car VIIl fu preso per tristo augurio,
dinali e vescovi alla presenza del e morì dopo quattro mesi. Inno
Papa, come gli abbati usano mitre cenzo XII per la canonizzazione di
semplici bianche, e se funzionano s. Pio V, nella traslazione del di
e celebrano, le preziose soltanto al lui cadavere al luogo ove si vene
le lavande, e nell' ingresso e re ra, fece sostiture alle vecchie nuo
gresso. Ora riporteremo alcune e- ve vesti, e furono date al Papa la
rudizioni sulle mitre de' Papi. mitra e la croce dal generale dei
Prima di morire s. Gregorio VI I domenicani. Benedetto XIII consagrò
mandò la sua mitra pontificale a 1in gran numero di vescovi, e soleva
s. Anselmo vescovo di Lucca, per loro regalare una mitra di lama d'o
mezzo della quale Dio operò molti ro. Nelle pitture, sculture e medaglie
miracoli : il Baronio dice all'anno si sono rappresentati i Papi in mi
io85, in seguo di potestà di legare tra. /''. Gemma, e Colori ecclesia
e sciogliere, che avendola ricevuta stici.
da Dio, gliela compartiva. Urbano Mitre de'cardinali. Il Garampi
VI partendo da tal città si ruppe a p. 73 stima che i Cardinali (Pe
il freno del suo cavallo, e gli cad di) godimi l' uso della mitra sino
de la mitra dal capo, e fu preso da s. Leone IX, Papa del i o49,
per infausto presagio. Eugenio IV esprimendosi così nel concederla
fatta trasportare da Avignone in per privilegio agli arcivescovi d i
llonia la mitra di s. Silvestro I, Treveri: Romana mitra caput ve
MIT MIT a73
tirimi insignimus, qua et vos et suc ra, facendo mutare in colore rosso
cessoret vestri in ecclesiasticis of il paonazzo da loro usato sino a
ficiti more romano semper utamini, quel tempo. Osserva il Garampi,
semperque vox esse romanae sedis che nella pittura esistente nella ba
discipulos reminiscamini . Più es silica di s. Lorenzo fuori le mura,
pressamente poi Io dimostra il fat sopra il sepolcro di Guglielmo Pie-
to di que' quaranta Mansionari schi, nipote di detto Papa e diaco
(Pedi) della basilica Vaticana, i no cardinale, morto nel 1256, se
quali id tempo di s. Gregorio VII ne vede l'immagine con mitra a-
usurpavansi le oblazioni di detta perta in capo, e alquanto bassa.
basilica, mentientes oratoribus, et Nel codice della vita di s. Giorgio
praecipue multitudini rusticanae martire, donato dal cardinal Stef'a-
lombardorum, asserentes se cardi- neschi diacono di s. Giorgio iu Ve-
nales presbyteros esse, i quali erant labro, scritto sul principio del pon
cives romani , uxorati seu con- tificato di Giovanni XXII del i316,
cubinarii, barba rasa et mitrati. vedesi il medesimo cardinale ivi di
Nè fu già questo un distintivo per pinto ingiuocchioni, vestito di dal
i soli preti cardinali, ma fu anche matica, con mitra bianca a due
comune ai diaconi. Celestino III punte, posata in terra, tutta bian
circa il 1192 creando cardinale s. ca, ma intorno all'orlo fregiata di
Alberto che fu vescovo di Liegi, una bordatura d'oro, e dalla cima
constituit cum summus Ponti/ex della mitra scende direttamente nel
S. R. E. cardinalem, et imposita la fronte un'altra simile lista, che
mitra capiti rjus, inter cardinales va ad unirsi alla bordatura suddet
summus eum fecit considere. Et ta. Nè meraviglia deve recare che
proximo sabbato qitatuor tempo- ai diaconi cardinali si dasse per o-
rum Pentecostes, ordinat eum dia- norifico ornamento la mitra, quan
conimi j ct eo jubente, magno o- do la chiesa romana nelle sue fun
nmitmifavore, in solemniis ejus mis- zioni ne permetteva e concedeva
sae Itgit evangelium Albertus, dia- l' uso anche agli abbati privilegiati.
conus cardinalis creatus ; come si Per le litanie di s. Marco universi
esprime Egidio monaco d' Orval mitrati percepivano, separatamente
nella di lui vita cap. 61, presso dal rimanente del clero, 4o soldi
Chapeaville, Gesta Pont. Leod. t. II, dalla confessione di s. Pietro, fra i
p. i45. Più sicuramente poi d'una quali mitrati erano compresi car
tal prerogativa danno testimonianza dinali, vescovi ed abbati ; anzi a^li
due sigilli di cardinali diaconi del abbati mitrati facevansi le stesse di
1214 e 129o colla mitra in capo, stinzioni che ai cardinali, perchè ap
osservati dal p. Mabillon, Praef. in punto a somiglianza di questa in
saec. IV, n. 184. Il |,. Bonanni segna cardinalizia venivano essi de
p. ?'[(] scrive che la mitra benchè corati della mitra, come nelle di
sia propria e distintivo della di stribuzioni de' presbiteri di Natale
gitita episcopale, si usa però anco e Pasqua. Il cerimoniale di Gre-
dai cardinali, benchè non sieno ve gorio X, e l'ordine romano XIV
scovi, e ciò per privilegio loro con sutumentovati, descrivono il modo
ceduto nel primo concilio di Lione con cui distribuivasi dal Papa il
da Innocenzo IV, in un alla porpo- presbiterio nel giorno di sua coro-
VOL. XLV. 10
s74 MIT MIT
nazione, nel giovedì santo e nel spressione che si legge rn un codi
Natale : ipse Papa sedet in sede, ce vaticano di tal secolo, riferito
et quilibet cardinalis et praelatus va dal p. Gattico, Ada caerem. p.
da corani eo,etJlexis genibits exuet a5a, cioè che i cardinali portont
sibimet cardinalis sive praelatus mi- mitrai semplice! de fustanio albo.
tram, et tenet apertam ante Papam, Paolo Il fu il primo, come narra
et ipse projicit Ulani pecuniam, il lt maldi all'anno i \ti j, che ai
quam dat ei in uno scypho argen cardinali per distinzione degli altri
teo camerarius ; et ille, qui reci- prelati concesse invece delle berret
pit pecuniam in mitra, osculautr te, e mentre portano i paramenti
genu domini Papae. Dopo la di sacri, la mitra di seta a lavoro di
stribuzione del presbiterio seguiva damasco bianco, all'estremità delle
il convito solenne; il Papa era in cui code pende la frangia di seta
mitra, rosi i cardinali mitra alba rossa. Tanto afferma il Cannesio
simplicis in capite, e con essa in nella vita di Paolo II , il Ciacco
cavalcata si restituivano alle loro ulo, il cardinal Ammutmati detto
case, laonde molto più essi l'avran Papiense lib. 2, n. 4o de' suoi
no usata in chiesa e nelle sacre Commentari j ed il Plato, De car
funzioni. I cardinali diaconi con mi dinalis digm ta te ca|,. IIl, § Il. Con
tra in testa volgarizzavano al popo questa mitra in cupo in Roma si
lo i monitorii e le scomuniche ; e espongono e seppelliscono i cada
conchiude il Garampi che antica veri di cardinali vescovi, preti e
mente ne' cardinali l' uso della mi diaconi ; ignoro se altrettanto pra
tra era più comune e frequente di ticasi fuori di l'ioma coi cardinali
quello prescritto dai posteriori ce vescovi di giurisdizione, ma rego
rimoniali. larmente dovranno esporsi e tumu
Quanto all'uso di porsi dal Pa larsi i loro cadaveri con nutra di
pa il presbiterio nell'apertura del damasco bianco. Tutta volta poclii
la mitra ai cardinali, dura tuttora anni dopo la concessione di Pao
nella distribuzione delle due meda lo Il, i cadaveri de' cardinali si
glie d'argento che loro fa nella seppellivano con mitre preziose,
funzione del possesso. Inoltre nella poichè al termine dell' articolo Ca
distribuzione degli Agnus Dei be davere dicemmo come furono ru
nedetti, il Papa li pone dentro In bate quelle di Mezza rota morto
mitra ai cardinali, ai patriarchi, nel i465 , e di listouteville mor
agli arcivescovi, ai vescovi ed agli to nel i483, ambedue vescovi su-
abbati mitrati, ed ai penitenzieri burbicari. I cardinali vescovi di
nella berretta. Quanto alla forma diocesi con giurisdizione hanno l'uso
delle mitre de' cardinali, antica e delle mitre di damasco bianco, di
presente, è quale di sopra la de lama d' oro, e preziose con gioie.
scrivemmo, altrettanto dicasi delle I cardinali preti hanno l'uso del
mitre vescovili ed abbaziali. Circa le mitre di damasco bianco e pre
la materia, nel secolo XV Vespa ziose con gemme. I cardmali dia
siano Fiorentino scrive nella vita coni hanno l'uso delle mitre di da
del cardinal Cesarini, che i cardinali masco bianco. Nelle Cappelle pontifi.
andavano colla mitra di bombaci- eie (Fedi), ed altre funzioni cui inter
na bianca, il che corrisponde all'è- viene o celebra il Papa, tutti i
MIT MIT i75
cardinali adoperano mitre di dama sulle punte della mitra; altrettanto
sco bianco , allorchè assumono i fanno col berrettino nero i cap
paramenti sacri di qualunque co pellani de' vescovi e degli abbati mi
lore. I cardinali vescovi suburbi- trati che fungono l'uffizio di cau
cari, ed i cardinali preti che can datari.
tano la messa nelle cappelle e Mitre de' vescovi. Dicemmo su
funzioni memorate, nell' ingresso e periormente che la mitra distintivo
regresso, recandosi dopo il Gloria proprio de' vescovi nelle sacre fun
dall'altare al Faldistorio , e nella zioni , sebbene di tradizione a-
Lavanda delle mani, e Incensazio postolica, l' uso non fu comune nei
ne (ledi) usano la mitra preziosa; primi secoli a tutti i vescovi, ma
nel resto delle azioni adoperano la solo di quelli cui la concessero i
mitra damascena bianca. Nelle mes Papi, e ne producemmo gli esem
se feriali e pei defunti, come nel pi insieme ai mistici significati a-
venerdì santo, i cardinali celebran iu, loghi alla dignità episcopale, ri
ti adoperano soltanto mitra di da marcando che nel secolo XII la
masco bianco : ma siill' uso delle mitra non l'adoperavano tutti i
mitre de' cardinali nelle Cappelle rescovi. Adoperandosi la mitra dal
pontificie o altre funzioni, sono a Papa anticamente anche nelle u-
vedersi tali articoli e gli altri che dienze, osserva il Thiers, che i ve
le descrivono. Solo qui avvertire scovi le portavano ancora nelle loro
mo, che i cardinali preti, ancorchè case, ed anche quando mangiavano,
non insigniti di carattere vescovile, uè se le cavavano in porsi a letto,
possono usare mitra di lama d'oro come si rileva da quanto srrisse
quando è prescritto dal rito, altret di sè nella sua vita Guglielmo di
tanto dicasi de' cardinali suburbi- Maire vescovo d'Angers del 1291,
cari e vescovi cardinali con giuris il quale usava la cuffia, citcufa,
dizione, anco in Roma. I cardina sotto la mitra, le quali poi furono
li diaconi nelle loro diaconie non vietate, e mai usate all' altare dai
vestendo mai i paramenti sacri, greci, come pretendeva che le a-
non hanno l'uso della mitra d'oro doperassero l'autore del libro dei
o preziosa, solo avendo l' uso della divini uffizi attribuito ad Alenino.
mitra di damasco bianco, in luogo Tre sono le mitre che usano i ve
della berretta, quando indossano la scovi, cioè patriarchi , arcivescovi
dalmatica de' colori correnti, o pia e vescovi, ed ecco come le descri
neta ripiegata paonazza nelle fun ve il Caeremoniale episcoporum lib.
zioni papali. Sostenitori della mi I, cap. XVII. ,> Mitrae usus anti-
tra de' cardinali sono i Caudata quissimus est, et ejus triples est
ri (Fedi), e la sorreggono con speci es ; una, quae pretiosa dicitur,
velo bianco in forma di larga sto quia gcmmis, et lapidibus pretiosis,
la, che sopra la cotta gli pende vel laminis aureis, vel argenteis
dal collo, detto bimba o vippa, contesta esse solet ; altera nitri-
che fermasi sul petto con nastro di phrygiata sine gernmis, et sinc la
fettuccia di seta bianca, avente l'e minis aureis, vel argentei: ; sed rel
stremila guarnita di frangia d' oro. aliquibus parvis margaritis compo
Quando al cardinale si leva il ber sita, vel ex serico albo amo inter-
rettino rosso, il caudatario lo pone misto, vel ex tela aurea simplici
276 MIT MIT
sine laminìs, et margarita; Icilio, papali insegne in Cypri et Arme-
quae simplex vocatur, sine auro, niae regnis, principatu Antiochiae,
ex simplici serico damasceno, vel partibus Syriae, et insulis seu pro-
alio, aut etiam ex lineo, et tela vinciis adjacentibus, et in orniti par-
alba confecta, rubeis Inciniis, seu te orientali, dove esercitava l' urti-
frangiis, et vittis pendenti bus ". zio di legato apostolico, come scri
Quindi si dice dei tempi in cui si ve il Mabillon, Praef. in IV saec.
usa ognuna, lo che corrisponde a n. i82. Quando Federico II fece
quanto pratica il Papa nelle diverse conte il vescovo di Montefeltro
funzioni, tranne poche diversità, fra (Fedi) ch' era signore temporale
le quali, che il Pontefice invece di varie castella, gli pose una co
della damascena usa la mitra sem rona nella sua mitra e ne ornò lo
plice di lama d' argento, e che a- stemma: altrettanto fecero i vesco
dopera il triregno chiamato mitra vi ch' ebbero dominio temporale,
papale, siccome unicamente propria almeno ned' arma, e tuttora si ve
del supremo Gerarca vescovo dei dono gli stemmi di quei che furono
vescovi. Il perchè Paolo II la proi conti o signori ornati di corone.
bì agli arcivescovi di Benevento, Anche il Piscara nella sua opera
che ne' giorni solenni usavano mi delle Sacre cerimonie lib. I, cap. 4,
tra di tal forma , avendo ricono sess. V, parla delle tre mitre usa
sciuto essere ciò un' usurpazione; te dai vescovi, una preziosa tessu
laonde proibì sotto gravi pene a ta di seta e oro, ornata di perle
Nicolò l'iccolomini arcivescovo di e di gemme; altra parimenti tes
Benevento e successori di portare suta di seta e oro chiamata auri-
triregnalem mitrarii, come diffima frigiata; la terza di damasco bian
mente descrive il Borgia, Mem. ist. co detta semplice. Notò il Garam
di Benevento t. I, p. 328 e seg. pi, che i vescovi ed altri prelati,
E perchè il cardinal Giacomo Sa stando in curia o innanzi al Papa,
velli arcivescovo di Benevento sotto nel secolo XIV non portavano che
s. Pio V, usò più volte il Camau mitre semplici, cioè bianche, come
ro (Vedi) o sia la mitra triregnale scrisse nell'ordine XIV il cardinal
o regnale, non ostante che igno Stefanesctii. Quelle di damasco in
rasse il divieto di Paolo II, ad ii Roma adoperandosi solo dai car
gni modo con moto-proprio del dinali, i vescovi quando nelle fun
i569 fu da s. Pio V a buona zioni dovrebbero assumerla pren
cautela assoluto dalle pene mcorse. dono quella di tela, quantunque
Il Borgia dichiara ignorare a p. la mitra di damasco non -i oppor
3i5 chi conferisse agli arcivescovi rebbe, nè alla giurisdizione, nè al
beneventani il privilegio del regno cerimoniale. Nelle Cappelle ponti
o tiara, detto camauro dagli anti ficie i vescovi usano mitre di tela
chi scrittori, usato solo dal Papa, bianca, ed alla estremità delle co
e fu distintivo non ad altri con de o infule evvi frangia di scia
ceduto fuori del patriarca di Ge rossa; a tale articolo si dice quan
rusalemme legato della santa Sede, do I assumono col piviale, e che la
a cui il Pontefice Alessandro IV, debbono teucre da loro quando se
propter honorem locorum domini- la levano dal capo, come pure che
coi um, permise di fare uso delle si porta la mitra auco dai vescovi
MIT MIT 277
non consacrati, che si ammettono ma latina : quella del vescovo Si
ne' loro luoghi in cappella, ancor ro è in figura di berrettone ton
chè cardinali suburbicari ; se cele do di seta con croce in cima; ma
brano la messa la sorregge col sud- quando fu in Roma l'odierno pa
descritto velo il loro caudatario. triarca de' siri Io vidi con mitra
Però nelle Cappelle cardinalizie, bianca ricamata d'oro con gemme,
i vescovi usano le mitre preziosa terminando la punta anteriore col
ed aurifrigiata, purchè non sia la croce, la quale è pure nella mi
messa feriale o pei defunti. I ca tra del vescovo armeno. Il Thiers
daveri si espongono e seppelliscono avverte col Goar che i vescovi gre
con mitra bianca semplice, al mo ci talvolta od alcuni usano la mi
do descritto nel citato Caeremoniale tra, e che anco il patriarca scisma
Mi. Il, cap. ' XXXVIII: in Roma tico di Costantinopoli I' avea adot
i cadaveri de' vescovi si espongono tata ; che il patriarca alessandrino
e tumulano con mitra di tela bian celebra colla testa coperta, e si le
ca ; fuori di Roma è in arbitrio va la mitra in tempo del sacrifi
dell'erede fargliela porre di dama zio, ponendo in dubbio il privile
sco o di tela, con cui dovrebbe gio il' usare la mitra conferitogli
seppellirsi. La mitra, oltre il cap da s. Celestino I; e dicendo cre
pello prelatizio, serve di ornamen dere taluno, celebrare i latini col
to talvolta agli stemmi e sigilli la mitra ad esempio del sommo
de' vescovi. Dice il Alacri che i ve sacerdote degli ebrei, e nel repu
scovi greci non usano mitra, tran tarla figura della corona di spine,
ne il patriarca d' Alessandria, per o del sudario posto nel capo a Cri
quella data da s. Celestino I a s. sto. Il Borgia a p. 32 1 delle Meni.
Cirillo, di sopra rammentata, qual riporta le ragioni perchè i vescovi
suo legato al concilio d'Efeso, don greci non usano mitra, citando il
de i vescovi greci presero l' uso Rona, Rer. litiirg. lib. I, cap. 24,
della tiara che descrivemmo nel n. i4. Oltre i citati autori sulla
vol. XXXII, p. 1 47 del Diziona mitra, il Dinovart scrisse: Remar-
rio, avendo parlato a' loro luoghi ques sur la tiare du grand prctre,
delle mitre usate dai vescovi orien sur les habits à la judaì'que, et
tali in un agli abiti sacri ; degli abi sur la mitre des ' dvèques : erreurs
ti con cui intervengono alle cappelle des peintres à ce sujet, t. VIII du
pontificie, oltre il luogo citato, lo Joitr. eccl. mai p. 217. Fedi Ve
si disse nel vol. VIII, p. 232. Ag scovo.
giunge il Macri, che i vescovi ru Mitre degli abbati. Oltre quanto
teni portano mitre rotonde con va dicemmo all'articolo Abbate (Fedi),
ri lavori, forse come quelle de' gre sulle loro insegne pontificali, con
ci, ed i vescovi moscoviti, pur di cessione della mitra, lagnanze che
questo rito, l'usano della medesima perciò ne fecero i vescovi, e distin
t'arma, ma di color nero; solamen zione quindi che ordinò Clemente
te il vescovo Novogradiense la por I V, che gli abbati esenti portasse
ta bianca, della forma ordinaria ro mitre ricamate d'oro senza gem
de' latini. II p. Bonanni osserva che me, e bianche senza ornamenti i non
la mitra si usa dai vescovi maro esenti, e di quelli che le usarono
niti e dai vescovi armeni della for- gioiellate, si possono vedere gli
a73 MIT MIT
articoli delle altre insegne vesco matica e sandali all' abbate di s.
vili loro concesse , come Croce Vincenzo di Metz. Tutta volta il Ma-
PETTORALE, BaCOLO, GUANTI, SANDA cri, Not. de' vocab. , verbo Abbas,
LI, Dalmatica, Anello, Mozzetta, dice che Silvestro II pel primo
Mantei.letta, ei\, non che Monaci concesse la mitra all'abbate di s.
e Canonici regolari, Archimandri Savino di Piacenza nel iooo; «
ta di Messina (che ne' pontificali che gli abbati che hanno I' uso
come altri adopera mitra con gem del bacolo e della mitra possono
me) e Commendatore di s. Spirito. riconciliar le chiese profanate, con
Quali abbati intervenivano e in acqua benedetta dal vescovo. Al
tervengono con diverse insegne pon- l' abbate di s. Pietro di Modena
tificali, e mitra di tela bianca con concesse la mitra Urbano III net
code aventi nell' estremità frangie ii86. All'abbaio di Coibeia che
di seta rossa, alla Cappella pon avea ottenuto I' uso di portar la
tificia, a quell' articolo e ai rela mitra e I' anello temporaneamente,
tivi si dichiarò. Oltre il cappello questo concesse in perpetuo Inno
prelatizio, colle mitre abbaziali si cenzo III, in premio della sua di
ornano le armi e i sigilli degli vozione all' imperatore Ottone IV,
abbati mitrati, degli ordini, congre oltre la conferma de' privilegi con
gazioni ed abbazie si monastiche che cessi all' abbazia. Tutti gli abbati
di canonici regolari, ed anco quel che solennemente si benedicono e
le di abbati mitrati del clero seco tutti gli altri che per concessione
lare e loro abbazie, essendo la mi della Sede apostolica hanno I' uso
tra negli abbati non prerogativa, de' pontificali, adoperano la mitra;
ma privdegio pontificio, come de oltre le bolle citate all'articolo Ab
terminò Clemente IV nel i 266, de rate, si vegga il decreto di Alessan
piivil. 6i, confermato da Bonifacio dro VII del i65c), riportato in fine
Vill nel sesto delle decretali ; pre del Cacrtm. episc., circa usum ponti-
scrivendo lo stesso Clemente IV fica li um praelatis episcopo inferio-
che ne'coocilii e sinodi gli abbati ribus concessorum. Nel medesimo
usassero mitre semplicemente rica libro si parla ove siedono nelle
mate, onde distinguerli dai vescovi funzioni vescovili, albates diocesa
che in tali occasioni le portavano ni benedic(i habentes usum mitrae
preziose. La più antica concessione et baciili ; con quale orJine incen
della mitra agli abbati latini, è sati, e come intervengono ai sino
quella fatta da Alessandro II del di diocesani, cimi pluvialibus et
io6i agli abbati di s. Agostino di mitris simplicibiis. All' articolo Cap
Cautorbery in Inghilterra (Fedi), e peile pontificie parlammo di quan
della ss. Trinità della Cava ; quin to riguarda gli abbati mitrati : es
di venne accordata da Urbano II si intervenivano alle cavalcate dei
del io88 agli abbati di Cluuy o Clu- possessi, finchè ebbero luogo, in a-
gny, e di Monte Cassino, al quale biti sacri, vestiti di piviale e mitra
s. Leone IX del io4l) avea con di tela bianca; anzi nella relazione
cesso o confermato le altre msegne del possesso di Leone X si legge
pontificali de' sandali, guanti e dal che i vescovi eletti, e gli abbati
matica nelle principali feste ; già non consacrati o benedetti, con di
Giovanni Xlll avea accordato dul- spensa v' intervennero in nutra di
MIT MIT 279
tela e piviale bianco. Gregorio ri di UratUlavia, cioè nI dire del
XVI concesse agli abbati generali Thiers, di Praga, accordata ad i-
de' monaci antoniani armeni I' uso stanza del duca Urntislao al prevo
della mitra, pastorale, croce e u sto, decano, prete che celebra, dia
nello. Tutti gli abbati ora hanno cono e suddiacono ministranti, con
l'uso de' pontificali, perciò in essi fermando il privilegio s. Gregorio
ed altre funzioni usano mitre gioiel VII: il medesimo p. Bonanni ed il
late, di tela d'oro, di tela d'ar Macri affermano che Alessandro III
gento, e secondo le funzioni di da concedè l'uso della mitra al primi
masco bianco, e di tela bianca nel cerio della basilica di s. Marco di
le messe da morto. I cadaveri de Venezia. Onorio III nel 1217 l'ac
gli abbati regolati si espongono cordò al decano, arcidiacono, canto
con abiti abbaziali, e si seppelli re e tesoriere della chiesa di Tole
scono con cocolla; la mitra di tela do, quando l'arcivescovo celebrava
bianca si pone sul loro catafalco. solennemente col pallio. Clemente
Mitre accordate a dignità, ca IV ordinò, che quegli ecclesiastici
nonici e secolari. Avverte il Macri secolari che godevano l' uso della
clie tutti i canonici i quali hanno mitra, a distinzione de' vescovi e
per privilegio l'uso della mitra, nel degli abbati, ne'concilii e sinodi la
distribuire le candele, ceneri e pal portassero affatto semplice e senza
me, ancorchè portino in queste fun ornamenti. Clemente V nel 1 3 1 2
zioni la mitra, devono stare in pie accordò la mitra al cappellano mag
di, a differenza del vescovo, come giore del re di Norvegia. Riporta
decretò la congregazione de'vesco»i il Bzovio all'anno 1378, che fu con
a' 18 febbraio 165o. Dei canonici, cessa la mitra al prevosto e deca
dignità, ed altri che godono l' uso no della cattedrale di Praga; ma
della mitra, ne parliamo a' luoghi deve essere l' indulto accordato da
loro ; qui riporteremo alcune con Alessandro II. Clemente VII nd i-
cessioni di tal privilegio, e di que stanza di Francesco I re di Fran
ste ancora nella maggior parte se cia concesse la mitra al tesoriere
ne tratta ai rispettivi articoli. Il della regia cappella di Parigi. Il
Papa s. Leone IX del 1o49 diè il JMoulinet narra che il priore dei
(ingolar privilegio della mitra sem canonici regolari di Roncevaux in
plice ai canonici di Bamberga nel Navarro, ebbe l' uso della mitra e
le feste di .Natale, Pasqua, Pente degli ornamenti pontificali in chie
coste, giovedì e sabbato santo, co sa. Che i canonici di Messina han
me si legge nel Surio a'i4 luglio, no l' uso della mitra ab immemo
nella vita di s. Enrico imperatoie; rabile, l' attesta Giulio III in una
come pure l' accordò al diacono e bolla del primo febbraio i553, ci
suddiacono del capitolo di Resn 11- tata dal Macri, il quale aggiunge
ron, ministrando al vescovo. Ales che egual privilegio fu accordato
sandro Il accordò ai canonici della nel 1.571 al generale de'girolamini
cattedrale di Lucca l'uso della mi d'Italia, e in diversi tempi al priore
tra di tela bianca, che l'usano nel della chiesa conventuale di s. Gio
le processioni e funzioni solenni. Lo vanni in Malta, in un al bacolo e
(tesso Papa, secondo il p. Bonanni, nItri paramenti pontificali; alle di
la concesse pure ai canonici regola- gnità della cattedrale di Manfredo-
arto MIT MIT
nia, ed a quella di s. Michele di sente il vescovo alla funzione. Il No-
Monte Gatgano ; ai canonici ili vaes scrive che Pio VII accordò le
Lione che adoperano mitre secondo sacre mitre ai canonici delle catte
il colore de' paramenti; al p. guar drali di Annecy, di Brioude (ma il
diano del s. Sepolcro in Gerusa Thiers dice che godevano già il
lemme nelle sacre l'unzioni che ce privilegio, cioè i canonici di s. Giu
lebra in tal santuario; ai canonici liano), di Viterbo e di Siena. Nel
della cattedrale di Napoli di tela la collezione de' decreti de' riti si
di bisso, per indulto di Clemente lederono diverse notizie sull' uso del-
XI. Altre concessioni sono mento le mitre riguardanti i canonici, i
vate dal p. Bonanni, come del dia dignitari ed i vescovi. Secondo le
cono e suddiacono di alcune chie regole generali, cioè i decreti di
se di Lione, di canonici di s. Ilario Alessandro VII e Benedetto XIV,
di Poitiers, di Puy, di s. Pietro di e la costituzione di Pio VII, De-
Macon. La mitra veune accordata cet Romanos Pontifices , de' 4 lu
nel i6oi al preposto della colle glio i823, hanno l'uso della sola
giata di Prato ; nel i6i8 a quello mitra semplice di tela bianca gli
del monastero Choriesconuiense ; abbati mitrati secolari : se si rego
nel i62i al visitatore o correttore lano diversamente dipenderà dai
del magnifico ospedale di Napoli, vari, privilegi particolarmente con
secondo il Macri. Clemente XI ac cessi.
cordò la mitra ai canonici di Be Il padre Bonanni a pag. i78
nevento e della patriarcale di Lisbo della Gerarchia eccl. riferisce, che
na, come quella che godevano i ca hanno stimato alcuni, che ai sacer
nonici di Milano e di Pisa. Bene doti sia stato assegnato V Anutto
detto XIII con bolla Ad apostolicae (Vedi), in luogo della mitra pro
iliguitatis del i724 concesse l'uso pria de'vescovi, com' era usata dai
delle mitre ad instar abbatimi, alle sacerdoti inferiori della legge mo-
dignità ed ai canonici della metro saica, la quale opinione favorisce
politana di Urbino, cui solennemen I' uso introdotto da molti anni in
te benedì ed impose l'arcivescovo Francia, ove s' incominciò a usare
con particolari orazioni, prescriven l'amitto con ornamenti di seta e
do il Papa i tempi per usarsi, con oro, formando quasi un Cappuccio
facoltà di ornare i loro stemmi col- ( Vedi) ricamato all'incirca come quel
I' insegna della mitra . Il tutto di lo de' sacerdoti e vescovi armeni. Il
stesamente si legge nell'opuscolo : Garampi opina aver goduto in Ro
Relazione di quanto e occorso nel ma V uso della mitra anticamente
la soliime funzione della benedi anche il primicero de' cantori, ed
zione e. prima imposizione delle mi osserva che nel secolo XI portava
tre fatta atl' illustrissimo capitolo la mitra anche il prefetto di Ros
metropolitano d'Urbino, i725. Be ma, mentre la Corona imperiale
nedetto XIV nel concedere ai ca (Vedi) prese la forma di mitra cle
nonici della cattedrale di Bari l'u ricale con sopra il diadema dell'im-,
so de' pontificali, gli accordò pure pero; e che Benzone vescovo d'Al
quello della mitra bianca, e poi ba scrisse che Enrico IV recatosi
Gregorio XVI gli concesse l'uso di in Roma per la sua coronazione, si
quella di lama d'oro, non però pre- presentò cuni nivea mitra, cui su-
MIT MIT a8i
perimponit patricialem cìrculum . barbaramente acciecarono alcuni
Nel i o68 Uratislao duca e poi chierici, li posero sopra giumenti, con
primo re di Boemia, avendo pro mitra di carta in capo e faccia indie
messo ogni favore alla santa Sede, tro, e fecero loro giurare che in ta
domandò ed ottenne da Alessandro le atteggiamento si sarebbero pre
II il singolarissimo privilegio dell'uso sentati al Papa. Per le gemme ru
della mitra, non mai dai laici si bate nel i438 dal canonico Nico
no allora ottenuto, e ne fa testi la alle teste de' ss. Pietro e Pao
monianza s. Gregorio VII che glie lo, egli fu messo a cavallo di un
lo confermò coll' ep. ' 38, lib. I. asino con mitra di carta in capo
Questo esempio fu seguito da In dipinta con diavoli, indi appeso al
nocenzo II, secondo il Thiers, o l' olmo della piazza Lateranense.
meglio dli Lucio II che concesse a Ai tempi di Alessandro VI furono
Ruggiero I re di Sicilia la mitra, l'a puniti sei impostori con frusta e
nello, il bacolo o virgam, i sandali mitra di carta in capo, per aver
e la dalmatica, affermandolo lo sto fatto fare bagni d' olio a diversi
rico Summonte t. II, p. 2o, perchè infetti di mal venereo, allora intro
usato nella coronazione di quei re; dotto in Italia.
ed Innocenzo III a Pietro II re di MITRIO (s.), martire. Sembra
Aragona da lui coronato in s. Pie che soffrisse il martirio sotto Dio
tro, come si ha dal Rinaldi all'an cleziano ad Aix in Provenza, e si
no I'-,.U.j. aggiunge ch' egli passò per molte
Il du Cange e il Carpentler torture, tutte assai crudeli, ma che
parlarono ancora della Mitra pa- non furono capaci di smuovere la
pyracea. Questa mitra cartacea si sua costanza, anzi le sopportò con
poneva per ischerno in testa ai allegrezza. Egli è patrono principa
chierici degradati , ed ai rei di le di Aix, dove è onorato ai i 3 di
delitti, come ladri, cornuti, falsa novembre. Il suo nome sta nei
ri, ec. che con essa si esponeva martirologi in questo giorno. S.
no dalla giustizia ai dileggiamenti Gregorio di Tours fa onorevole
del popolo e alle percosse, e ne menzione di s. Mitrio, e dice che
parla il Mazzucchelli, Scritt. (T Ita Dio glorificò la sua tomba con
lia t III, p. i 'j". Nella pratica molti miracoli. Egli ci rimette alla
criminale negli ultimi tempi in uso storia della di lui vita, la quale
a Roma, ai cornuti volontari e però non è giunta sino a noi, e
contenti si dà la pena, ducatur mi- non abbiamo nessuna notizia vera
tratus per TJrbetn ; e negli antichi mente autentica di questo santo.
statuti di Roma, ai contravventori MITTARELLI Giovanni Bene
degli orlimi de' giudici, eriivi pre detto. Nacque nel i7o8 in Venezia,
scritta la pena di stare a cavallo da onesta famiglia originaria di Bellu
del leone marmoreo, posto nelle no. Dopo aver appresa la filosofia
scale del Campidoglio, con mitra dai gesuiti, per la sua naturale incli
di carta in capo, e la faccia unta nazione alla vita ritirata e divota
di miele, per tutto il tempo che abbracciò l' istituto monastico ca- "
durava il mercato, che allora si fa- maldolese, indi compì gli studi a
ceva presso il Campidoglio. Ribel Firenze e Romn. Ivi contrasse a-
latisi i romani a Lucio III del i i8i, micizia col prelato Rezzonico poi
a8a MIT MIT
Clemente XIII, e con Alberico Ar- niare una medaglia, come altra
i.liinto indi cardinale e segretario n'era stata fatta al celebre abba
di stato. Nel i731 fu destioato a te generale Pietro Delfino e al p.
leggere filosofia e teologia nel suo Guido Grandi camaldolesi. Reca
monastero di s. Michele di Murano tosi in Roma col p. Costadoni, fu
• li Venezia. ove introdusse la buona onorato dai più distinti personaggi,
critica, e colla domestica conversa - massime e teneramente da Clemen
sione del celebre p. Calogeri suo te XIII, al quale avèa mostrato de
correligioso , cominciò a l'ormarsi siderio di sua esaltazione, per l'amo
iii1:i libreria composta di libri di re e stima che nutriva per lui, per
ogni scienza e i migliori. Divenuto cui lo distinse con molte affettuo
confessore delle monache di s. l'a se dimostrazioni, e l'avrebbe fatto
nsio di Treviso, scrisse la storia cardmale e vescovo di Faenza. A
ili «fiiel monastero, colla vita di s. questa città fece ritorno il p. Mit
l'arisio camaldolese, che pubblicò. tarelli, senza coltivare tale propen
Portatosi nel i747 a Faenza qual sione, e si pose ad illustrare Faen
cancelliere di sua congregazione, in za con opera che poi pubblicò.
cominciò coll' aiuto del dottissimo Terminato il quinquennio di sua
consocio padre Costadoni la gran dignità, si restituì a Murano, ove
diosa compilazione degli annali ca- proseguì i suoi studi, e ad edifica
maldolcsi. Ritornati ambedue a Mu re colla sua soda pietà, morendo
rano incominciarono I' opera nel piamente assistito dal p. Costadoni
i754, e felicemente fu compita nel nel i777, d'anni quasi 7o. La di lui
i773. Il p. Mittarelli ne fii l'esten memoria fu onorata colle comuni
sore, e il p. Costadoni lo assistè lagrime , con orazione funebre e
col trovargli le notizie, con por con decorosa iscrizione, celebran
le in ordine, con formare le ap dosi il cumulo delle sue splendide
pendici e col comporne gl'indici, virtù e profondissima vasta erudi
e furono essi anche correttori del tone, tra cui rifulsero la dolcezza,
le stampe. Intanto il p. Mittarelli la prudenza e l'umiltà. Le sue o-
essendosi acquistata un' alta ripu pere sono preziose per la storia ec
tazione. più volte fu richiesto di clesiastica , per l'antichità e per
parere nelle difficoltà storiche dei la diplomazia, tra le quali nomine
bassi tempi, quali sviluppava pron remo. I.° Memorie di s. Parisio
tamente. Llcito nel i756 abbate e del monastero de ss. Cristina e.
nella provincia di Venezia, nel i760 Parisio di Treviso, Venezia i748.
lo divenne del suo monastero di s. 2.° Memorie del monastero della.
Michele, e molte delle allocuzioni ss. Trinità in Faenza, ivi i 7 4t)-
da lui pronunziate ne' pontificali , 3.° Annales camaldulenses ordinis
meritarono la stampa per opera s. Benedirti ab anno 9o7 ad an
del suo ammiratore Domenico Gritli imin i 764, quibus plura intersecan-
patrizio veneto. Nel i7(14 Con tur, tuni caeteras italicomonasticas
plauso d'Italia fu fatto abbate ge res, tuni historiam ee.clesiasticam ,
iici. ile di tutto l'ordine, il quale remane diplomntìcam illustrantia d.
finto alla pubblicazione degli an Johanne Benedicto Mittarelli, et d.
nali a proprie spese impressi con Anselmo Costadoni presbyteris et
tanto utile e decoro, gli fece co- monachis congregatione camaldu
MNl MOB 283
lenti audoribus , Venetiis 1773, maestoso fiume dello stesso nome,
viil. 9 in foglio. Tesoro d'immen il quale si perde nella baio di Mo
sa erudizione monastica, d'antichi bile uel golfo messicano, e stilla ri
inediti monumenti, e d'innumera- va destra di tal baia, con più di
bili importantissime notizie, appor 1 o,ooo abitanti. È difesa dal forte
tatrici di nuovi lumi alla sacra di Carlotta, le strade sono larghe e drit
sciplina, alla corografia d'Italia ed te, le case quasi tutte in legno ve-
alla facoltà diplomatica, ed apre il donsi ben fabbricate : ha diversi
corso all'emenda e supplemento delle edifizi e sei cantieri di costruzione.
immortali opere di Baronio, Mabil- I principali articoli di esporta/ione
lon, Uglielli, Muratori, de'Bollandi- sono arredi, pelliccerie, bestiami e
sti e di altri. 4'° dd sci iptores re grani. Due battelli a vapore vanno
rum italica mm cI. Muratoii ac a s. Stephens ed alla Nuova Or
cessionet historicae faventinae, Ve leans. L' ingresso del porto è diffi
netiis 1771. 5." De litteratura fa- cile pei navigli che pescano più di
ventinorum, rive de viris doctis et otto piedi d'acqua. Al declinar
scriptoribus urbis Faventiae. Ap- del' secolo passato l'Alabama era
pendio: ad accessiones historicas ancora un deserto; la grande onda
faventinas, Venetiis 1775. 6." Bi- della trasmigrazione degli schiavi
Lliotheca codiami manuscriptoruni insorti a s. Domingo, si spinse agli
s. Mìchaelis Fenetiarimi prope Mu- stadi medi ed ai settentrionali, per
riammi, una cum Appendice libro- cui la faccia del mezzogiorno re
rum impressorum saeculi XP', opus stò quasi invariata e squallida per
postummii, Venetiis 1779. Il p. Co- qualche anno ancora. Pensacola, cit
stadoni ne pubblicò In vita nel vol. tà della Florida orientale, e Mobi
33 della Nuova raccolta d'opuscoli le erano egualmente deserte ; la
scientifici, coll'elenco di tutte le sue Florida venne dalla Spagna ceduta
opere, Venezia 1779. alla lega, e le famiglie spagnuole
MNIZO, Mnesum seu Misum. abbandonarono il paese con quasi
Sede vescovile della prima Galazia, tutti i loro sacerdoti. Questa città
nell'esarcato di Ponto, sotto la me è ora uno de' primi stabilimenti
tropoli d'Ancira, eretta nel IX se sul golfo del Messico. Gli Stati U-
colo. Ne furono vescovi Leucndio niti ne presero possesso nel 181 3,
che trovossi al concilio di Calcedo epoca in che non consisteva appe
nio; Armazio che sottoscrisse alla na che in un centinaio di case, ma
lettera del concilio della prima Ga- ricevette poi un rapido accrescimen
Inzia dell'imperatore Leone, sull'as to. Le autorità spagnuole al dipar
sassinio di s. Protero; Andrea fu al tirsi dalle provincie americane, tras
VI concilio generale, e sottoscrisse sero seco la maggior parte de' co
i decreti in Trullo j Leone e Giu loni e del clero, in modo che al
liano. Orirns christ. t. I, p. 48 1• l'istituzione del vescovato la città
MOBILE (Mobiliai). Città con si trovò spogliata delle cose più ne
residenza vescovile negli Stati Uniti cessarie, e si dovette in sulle pri
d'America settentrionale, nello stato me far servire di chiesa una mise
d Alabama, capoluogo della contea ra capanna di legno. Pensacola sul
del suo nome, lungi \~, leghe dalla golfo del Messico era egualmente
Nuova Orleans, alla foce di un abbandonata, e s. Agostino sull'At-
*s.j mob MOB
tantico, citte) della Florida occiden s. Paolo; in Montgommery, piccola
tale che possedeva una bella chie città sulla riviera dell'Alabama, per
sa, si vide saccheggiata da que'me- la cui erezione concorsero anco i
desimi ch'erano stati eletti a cu- protestanti, quella di s. Pietro; in
si udirla. Nel 1827 fu da Leone West Florida, cioè in Pensacola, quel
XII fatto vescovo in partibus di la di s. Michele ; in Cast Florida,
Otena monsignor Michele Portier cioè in s. Augustine, quella di s. A-
di Montbrison arcidiocesi di Lione, gostino ; più vi sono altre 27 sta
erigendo in diocesi particolare l' e- zioni. I pii stabilimenti sono il col
stesissime regioni d' Alabama e di legio di Spring-hill presso Mobile,
Florida, in cui appena trovavansi al quale accorrono ogni anno più
tre preti, e nominando per vicario di cento individui studiosi, e nel
apostolico tal prelato con lettere cui recinto sussiste eziandio un se
apostoliche del 26 agosto 1825. minario con dodici alunni. Scuola
Pio VIII col breve Inter multi- pei ragazzi di Mobile aperta nel
plice1!, de' i5 maggio 1829, Bull. 1 833. Scuola pei giovani in s. A-
ile prop. t. V, p. 46) istitut la se gostino nella Florida. Monastero
de vescovile di Mobile, dichiaran della Visitazione e scuola per le
dola sutfraganea di Baltimore. La donzelle in Sommerville. Scuola per
diocesi venne formata dello stato di le donzelle in s. Agostino. Scuola
Alabama, che conta 3o9,2o6 abi per le ragazze in Mobile. Orfano
tanti, e del territorio delle Flori trofio in Mobile. Il vescovo affidò
de orientale ed occidentale che ne la direzione del collegio e del se
hanno 34,725, e contemporanea minario diocesano mentovati ai pp.
mente il Papa traslatò a questa della Misericordia che chiamò dal
chiesa il lodato prelato, e lo fece la Francia ; ed acquistato un pez
primo vescovo di Mobile, che tut zo di terra in Mobile, vi eresse un
tora con zelo e generosità governa, monastero alle suore della carità o
inteso al ben essere di sua chiesa. misericordia, come avea fatto a s.
Vedendosi però deserto e privo di Agostino per piantarvene uno del
ogni mezzo, recossi in Europa, im la Visitazione. La religione vi fa
plorò aiuto, e l' ebbe principalmen sempre progressi, ed il clero della
te dalla congregazione di propagan diocesi ascendeva a circa i5 preti;
da fide, che in cinque rate gli som concorrono pel mantenimento de
ministrò ventimila scudi , e dalla gli ecclesiastici le pie oblazioni dei
pia società Leopoldina di Vienna; fedeli. I pochi indiani che viveva
quindi impiegandolo santamente e no in questa diocesi, a poco a po
con economico accorgimento potè co si ritirarono al di là del Missis-
erigere chiese ed utili stabilimenti. sipì.
Nell'Alabama vi sono sette chiese. MOBILI FESTE. Chiamami fe
In Mobile la chiesa cattedrale fu ste mobili quelle che non si cele
fabbricata e dedicata alla ss. Con brano nello stesso giorno tutti gli
cezione dal vescovo, essendosi bru anni, cioè le domeniche di settua-
tiata l'anteriore nel 1827. In Spring- gesima, quinquagesima , le Ceneri,
luil vi è la chiesa di s. Giuseppe; Pasqua, l'Ascensione, la Pentecoste,
in Sommeiville quella della Visita la Trinità e il Corpus Domini.
zione ; in M'Hiut-Veruon quella di Questo dipende dulla festa di Pai
MOC MOD a»5
squa flssata dalla Chiesa alla dome sentato ad altro concilio dal prete
nica dopo il plenilunio di marzo, Giorgio; Teognosto sedeva nel io28;
cioè dopo il plenilunio che segue Leone assistè al concilio del patriar
l'equinozio della primavera, ossia ca Luca Crisobergo, ed a quello
il al marzo. Vtdi Pasqua, Calen della condanna di Soterich l'anteu-
dario, Festa. geno eletto patriarca d Antiochia ;
MOCCA (s), altrimenti detto Luca fu a quello del i i67 sotto
Cronano. Fioriva ai tempi di s. lo stesso Crisobergo; N....; Puchym;
Congallo, e fondò il monastero di N ordinato da Metrofane pa
Balla nella Connacia, divenuto poi triarca di Costantinopoli dopo il
una città. Mori in età di cinquan concilio di Firenze. Oiieiis christ.
tasei anni ; e Colgano ne' suoi atti t. I, p. 4o8.
di: suiti d'Irlanda inette la sua morte MODANO (s.), abbate. Si con
ai 3o di marzo del 637. II Butler sacrò a Dio nel monastero di Dry-
lo riporta il i." di gennaio. burgh presso Mailros, uno dei più
MOCESA , Moryssus, Justinia- conosciuti della Scozia, l'anno 522.
nopolis. Sede vescovile della Cap- Mortificando la sua carne colla
padocia, urli' esarcato di Ponto, e- pratica delle più grandi austerità,
retta in metropoli nel V I secolo, intertenevasi sei o sette ore del
ed in esarcato della terza Cappado- dì nell'esercizio della preghiera e
cia nel XIII, con Nazianzo arcive della contemplazione, aItine di giun
scovato cui erano soggetti quattro gere alla perfezione evangelica. Ad
suffragane). Essendovi in una rasa onta della sua profonda umiltà, i
campagna presso Cesarea il forte religiosi del monastero lo elessero
Moceso in istato rovinoso, Giusti a loro abbate. Fu zelante pel con-
niano I lo fece atterrare, ed innal servamento della disciplina; ma il
zato un muro sul colle assai er suo zelo fu mai sempre moderato
to, in quel recinto fece fabbricare dalla dolcezza e dalla carità. Pre
chiese, ospedali, bagni ed altri e- dicò la fede a Sterling, nel vicina
difizi. Lo stesso imperatore avendo to di Forth , e singolarmente a
formato una terza provincia di Falkirk. Di quando in quando e-
Cappadocia, dividendo la seconda, gli interrompeva le sue fatiche n-
destinò Mocesa per metropoli di postoliche per ritirarsi sulle monta
questa terza Cappadocia che chia gne di Dimbarton, ove passava da
mò dal suo nome Giustinianopoli. trenta a quaranta giorni nell'eser
Tuttavolta, perchè il concilio di cizio della contemplazione. Morì
Calcedonia aveva regolate le pro nel luogo del suo ritiro, nel setti
vinole ecclesiastiche per modo che mo secolo, sebbene alquanti autori
non potessero essere cambiate da portino opinione che morisse più
vermi' altra disposizione del prin tardi. Le sue reliquie ne'tempi pas
cipe, Mocesa ancor non godeva i sati erano a Rosneith, in una chie
diritti metropolitani all' epoca del sa del suo nome. E anche primo
VI concilio generale. Ne furono ve protettore della gran chiesa di Ster-
scovi, Pietro che nel 536 assistè al ling, ed è onorato in singolar mo
concilio di Costantinopoli; Teodosio do a Dimbarton ed a Falkirk. La
che fu al detto concilio generale; Teo- sua festa si celebra il giorno 4
pempto fu al VII ; N.„. venne tappre- febbraio.
286 MOD MOD
MODENA. (Mutineri). Città con famigerato è Antonio Allegri pit
residenza vescovile, illustre e nobile tore, più conosciuto sotto il nome
d'Italia, capitale e sede del duca di Correggio. I suoi signori, bene
del ducato del suo nome, come di meriti per aver cooperato in cac
tutti i domimi Estensi, situata nel ciare d'Italia i saraceni e domma
la destra riva della Secchia e sul tori in Parma (da essi uscì V An
la sinistra del Panaro, in una fer tipapa Clemente IH (Fedi), da
tile ed amena pianura , non tanto conti divennero principi e feuda
umida come per lo passato. E di tari dell'impero. Derivando la ce
stante i 5 miglia da Reggio, 2o da lebre famiglia da Gilberto o Giii
Bologna, 35 da Mantova, e 6o da berto, figlio di un antico conte di
Firenze. La di lei posizione geo Aubsburg, Federico III riconobbe
grafica è longitudine 8' 36, latitu essere del ceppo medesimo, e nel
dine 44 38'. Il ducato di Modena i4^2 gli diè il cognome d'Austria:
si forma da quello di Modena pro del suo antico facemmo parola a
priamente detto, da quelli di Reg Fascia. Decaduto per gravi colpe
gio e. Mirandola (Vedi), dai prin dal feudo d. Siro ultimo signore
cipati di Correggio, di Carpi (Fe di Correggio, in occasione della
ili) e di Novellara, da parte della guerra di Mantova, e per aver
signoria di Garjagnana , e dalia falsato moneta , fu dall' imperato
Lmiigiana (Fedi) Estense. Confina re nel i 633 spogliato di tutti i
col distretto di Guastalla, col re suoi diritti, a condizione di poter
gno Lombardo-Veneto, da cui è in li ricuperare coll'esborso di 23o,ooo
parle diviso dal Po, cogli stati del fiorini d'oro. Vi supplì la Spagna
la Chiesa (cioè colle legazioni di ed ebbe Correggio nel i635 in
Bologna e Ferrara ) che tocca so deposito, finchè indusse l'imperato
pra due parti del corso del Pana re a concederlo al duca di Mode
ro, col granducato di Toscana, e col na Francesco I, coll'obbligo di rim
ducato di Massa- Carrara (Vedi), borsare di quella somma il regio
il quale appartiene eziandio al du erario, e di dare a d. Maurizio
ca di Modena, dopo che lu aggre figlio di d. Siro la facoltà di re
gato al di lui ducato a' i \ no dimere il feudo con l'esborso della
vembre i829 per morte della du somma medesima ; ma non aven
chessa Maiiu Beatrice d'Este, arci do questi potuto mai farlo, venne
duchessa di gloriosa rimembranza. ad un accordo col detto France
Quanto a Correggio eNovellara, non sco I (che secondo alcuni pagò
avendo articoli, ci Umiteremo qui a 2o,ooo scudi alla Spagna ) , al
darne una semplice indicazione. quale cedette ogni sua ragione sul
Correggio, Correggium, Corrigia, principato nel i649, estinguendosi
principato avente la città del suo la linea maschile nel i7ii in
nome per capoluogo, ov'è il palaz Mantova. Novellara, con città ca
zo degli antichi signori della celebre pitale del principato , ebbe già il
famiglia de' Correggeschi, con duo- titolo di contea, e fu lungamente
mo decoroso nobilitato da privilegi posseduto qual principato d'un ra
pontificii, come di Gregorio IV, mo cadetto della famiglia Gonzaga
Innocenzo II, e s. Pio V, patria de'duchi di Mantova (Fedi), indi
d'uomini illustri., fra' quali il più unito al ducato di Modena nel i 737.
MOD MOD 387
Il ducato di Modena ossia il e note la acque termali della Pie
Modenese , dopo aver appartenu ve Fosciana in Garfagnana, e quel
to agli etruschi, ai galli l,oi, alla le minerali di Beandola e di Mo-
repubblica romana, agi' imperatori reali presso Modena. Le salse o
romani e greci , ai longobardi, ai vulcani freddi si trovano in una
suoi propri conti; dopo essersi go zona di colline parallelamente alla
vernato in forma di repubblica in linea che divide il colie dal piano,
conseguenza della pace di Costan ed in vicinanza ni filoni copiosi
za, ed essersi eletto a signori gli di gesso e di selenite. Abbonda di
Estensi marchesi di Ferrara [Fe produzioni e di manifatture, con
di), fu eretto in ducato nel i45,2 tando più di .'li i, ooo abitanti
dall'imperatore Federico III. Occu compreso il ducato di Massa Car
pato il ducato di Modena nel i796 rara che ha il suo vescovo come
dai francesi, formò successivamente I' hanno Modena, Reggio di Mode
parte delle repubbliche Cisalpma, na e Carpi. Il ducato si divide nel
Cisalpina-Italiana, e finalmente del le quattro provincie di Modena,
regno d'Italia. Sotto di questo le Reggio, Garfagnana e Lmiigiaiiii
provincie di Modena e di Reggio Estense: quella di Modena è sud
formarono il dipartimento del l'a divisa in venti comuni. Il ducato
mi ru e del Crostolo, e la Garla- è ora posseduto da una linea del
gnana fece parte del principato di la casa d'Austria, ed il sovrano è
Lucca. Alla cessazione del regno assoluto e prende i titoli di arci
italico, nel i8i 4 il ducato di Mo duca di Austria, principe reale di
dena venne restituito alla casa re Ungheria e di Boemia, dina di
gnante. Modena, di Reggio, di Mirandola,
La parte meridionale del du di Massa e Carrara. Il ducato è go
cato di Modena è attraversata vernato da quattro ministeri , cioè
dall' A pennino settentrionale , o degli .ilhui esteri , di pubblica e-
Alpe Apuana, ch'estende ramifica conomia ed istruzione, di finanza ,
zioni su quasi tutto il ducato, in e del buon governo incaricato del
nalzandosi al sud il monte Olmo l'alta polizia, oltre il consiglio di
ne . Tranne la Luuigiana e la stato, e il dipartimento di grazia
Gai fagnano situate sul versatolo e giustizia : Modena. Reggio, Mas
meridionale degli Apennini, ed ir sa-Carrara , e Garfagnana hanno
rigate dal Serchio tributario del governatori. Evvi un tribunale di
Mediterraneo, il ducato appartiene giustizia in Modena e in Reggio,
al bacino del Po, e gli manda le tribunali che fanno reciprocamente
sue acque mediante la Enza, il le veci di tribunale d' appello. In
Crostolo, la Secchia o Gabello, ed Modena e Reggio vi sono pure
il Panaro o Scoltenna; si osserva uffici di conciliazione, e nel duca
no nella parte settentrionale i ca to più giurisdicenze, tonto per gli
nali di Carpi e di Modena. Que nl!. ni civili , che pei eriminili.
lto ducato è in generale fertile e L'amministrazione decornimi è af
ben coltivato , e quantunque lu fidata ai podestà ed ai sindaci. Il
quarta parle del territorio sia ducato di Massa -Carrara regge«i
bassa e piana, pure il clima vi tuttavia colla stessa forma di go
è sano e temperato. Sono usate verno con cui regge vasi sotto la
288 MOD MOD
defunta lodata duchessa. Il suo 28,ooo abitanti. Le sue strade so
degno figlio, l'immortale Francesco no selciate di ciottoli, ed a mag
IV, d'accordo col Papa Gregorio gior comodità della gente ha mar
XVI, rettificò le leggi in opposi ciapiedi proporzionati alla larghez
zione dell'immunità della Chiesa, za delle vie, non che portici, alcuni
foro vescovile massime criminale, de'quali spaziosi e vaghi , come
e sopra altri punti di disciplina, sarebbero quello del collegio prin
al modo che con edificazione in cipalmente , e gli altri del palazzo
dicammo nel vol. XXXIV, p. 38 comunale sulla piazza, e dell'anti
del. Dizionario. In Roma sua al co seminario annesso alla catte
tezza reale il duca di Modena tie drale. Il palazzo ducale con mae
ne un incaricato d'affari presso la stoso frontespizio, sul disegno del
santa Sede. La forza armata è l' architetto Bartolomeo Avanzini
composta di un corpo di dragoni, romano, è tra i più belli di Eu
del corpo del genio e di artiglie ropa, e molto vi fece lavorare con
ria, di quello dei pionnieri, del splendidi ornamenti il duca Fran
battaglione di linea diviso in due cesco I V , per cut è sontuoso e
compagnie di granatieri e sei di fu sorprendente, con deliziosi giardini
cilieri , d' una compagnia di vete e grandiose scuderie. Stanno nel
rani, del corpo de'cacciatori del Fri palazzo medesimo una stupenda
gnano diviso in quattro compagme, galleria di quadri nel grande ap
e del battaglione urbano diviso in partamento, ch' è una meravigliosa
sei. Si aggiunga una compagnia scuola per gli artisti che vogliono
di deposito, guardie campestri e profittarne ; la ricchissima e pre
urbane volontarie. ziosa biblioteca Estense, fornita do
Modena, Mutina, così chiamata viziosamente di più di ioo,ooo
dal Muratori, dal Tassoni Modana, volumi stampati, e di oltre 3, ooo
e dall'Amenta Modona, è residen manoscritti pregevolissimi o per
za del sovrano e dei tribunali su l'antichità , o per le magnifiche
premi. In passato prima dell'addi miniature di cui vanno adorni, o
zione erculea di Ercole II o accre per le classiche opere che conten
scimento della vecchia città, e del gono ; biblioteca la quale vanta
la fondazione della cittadella, aveva fra i suoi prefetti uomini celebra-
un'antica cinta con torri, e la roc tissirni, cioè il famoso geografo Ja
ca o castello era nel luogo ove ora copo Cantelli ; il p. ab. Bacchi ni ;
esiste il ducale palazzo. Tali forti il sommo Lodovico Muratori di
ficazioni furono demolite, non le Vignola nel Modenese, che vi pre
moderne, esistendo quasi tutti i ba siedette per 5o anni ; il celebre p.
stioni, e della cittadella non essen Zaccaria gesuita ; il p. Granelli ge
done stato demolito che uno, ra suita, teologo e oratore assai di
sati i parapetti , colmate le fosse, stinto, ed il tanto benemerito del
distrutte le opere esterne di terra. le lettere italiane ab. Girolamo Ti-
Piccola parte delle fabbriche della raboschi, che n'ebbe per 24 anm
cittadella sono ad uso di ergastolo, la direzione. Il museo numismati
le altre quartieri di soldati, padi co aggiunto alla medesima biblio
glioni d' uffiziali e di armeria. La teca contiene oltre 26, ooo meda
popolazione di Modena è di circa glie antiche, fra cui è preziosissima
MOD MOD a89
la serie delle medaglie greche. Il pitoInre è ridondante di pergamene
rinomatissimo archivio segreto du- e carte antiche della più grande
cale è uno de'più rispettabili che importanza , comprovanti i suoi
si conoscano in Italia, e che som- molti privilegi, i quali rimontano
ministrò al gran Muratori molte all'epoca di Carlo Magno. Annessa
peregrine notizie per illustrare i co- alla cattedrale è la torre maggio-
stnrui de' bassi secoli, non che la re, una delle più belle dell'Italia,
vetusta potenza e grandezza del- verisimilmente eretta all'epoca suin-
la prosapia Estense. L'osservatorio dicata, almeno la parte quadra-
astronomico è fornito de'più op- ta fino alla quinta impalcatura 0
portimi e migliori strumenti di cornice , poichè il restante fusto
Amici, Reinchebae, Fraunhofer. Il quadrato ottagono piramidale e
palazzo della comunità decorato di gli ornamenti che l'abbelliscono so-
roagnifica sala, è pure rimarchevo- no del secolo XIV , e dei tempi
le anco per le pitture a fresco, e in cui Modena soggiacque a Pas-
per quanto vi operarono Guido scrino Bonacossi. Il Cancellieri a
Mazzoni e Antonio Begarelli ce- p. i5o delle sue Campane, osser-
lebri plastici modenesi. va che non si sa in qual tempo
Modena conta più di 25 chiese, e fu innalzata sì vasta e magnifica
fra queste otto parrocchiali più degne torre, giacchè non può prestarsi
di menzione, oltre la cattedrale, cioè fede al Vedrinni che fosse eretta
quella di s. Domenico, reale parroc- fm dai tempi di Desiderio re dei
chia della corte, di s. Vincenzo, di longobardi: essa però certamente e-
s. Francesco, del Carmine, di s. A- sisteva nel i224, almeno nella
gostino o s. Maria Pomposa, della sua parte inferiore e quadrata, nar-
Beata Vergine del Voto, di s. Bar- randosi dal Muratori negli Annali
tolomeo, di s. Carlo e s. Pietro, di Modena , t. XI Rer. hai. p.
in alcuna delle quali, e particolai'- 58, e nella Cronaca di Glo. da
mente in questa ultima, si vedono Bazzano, ivi, t. XV., p. 569, che la
pitture e statue assai buone, per torre di s. Geminiano fu occupata
non dire di altri pregi. La fab- da uno de'partiti in cui Modena
brica del duomo o cattedrale, ove era divisa, e che però ne nacquero
si venera il corpo di s. Geminiano gran tumulti fra' cittadini. E alta
vescovo e protettore della città, e- braccia i64eoncie 8 modenesi; vol-
steriormente incrostata di marmi, è garinente viene detta la Ghirlandino}
magnifica massime per riferirsi al ed in essa conservasi la famosa sec-
finirc del secolo XI ed al princi- chia di legno , trofeo delle guerre fra
pio del XII, in cui fu innalzata, i Petroni ed i Geminiani, cioè dei
ed è a considerarsi l'architettura bolognesi e modenesi , della quale
di essa, la quale non presenta tut- con tanta amenità cantò festevol-
te quelle bizzarrie, che fecero poi mente il rapimento Alessandro Tasr-
distinguere il gusto detto gotico; soni modenese, celebre poeta, ma'
anzi se ne scosta in un carattere prin- piccante e satirico. La principale
cipale, quello di avere tutti gli ar- sua fama la deve al poema eroi-
chi di forma semicircolare, e non comico della Secchia rapita, coifl-
a sesto acuto, tranne quelli delIn posto da giovine in sei mesi. Rl
tolta delle tre navi. L'archivio c,- corda due epoche del secolo XIII
Tol. ut.- !p
29o MOD MOD
e XIV, ed una di quelle ostilità vogliono alcuni che l' accademia
tanto frequenti allora tra le città fosse fondata da Giovanni Grillenzo-
italiane, e quando i modenesi ar ni dotto modenese; ma si legge nel
rivati fmo a Bologna s'impadroni la sua biografia, che l'accademia è
rono di una secchia di legno, e a lui anteriore, ed esisteva già
della catena di cui era appesa al quando Porto insegnava a Modena,
pozzo, e qual segno di trionfo la poichè n'era membro; piuttosto es
sospesero nella Torre. sere fondatore di altra accademia
Nel cos'i detto albergo Arti, ove ove si discutevano classici lavori
risiede l' intendenza generale delle con calma letteraria, indi turbata
opere pie, evvi la casa di ricovero nell'epoca della riforma da contese
con magnifici luoghi, il monte dei di religione : Grillenzoni morì nel
pegni, ec. ; e nei loggiati del suo it5i, lasciando gli Statuti dì -me
primo maestoso corridore fu ulti dicina approvati da Ercole II, ed
mamente collocato il museo lapi un Trattato delle famiglie di Mo
dario delle antiche iscrizioni roma dena, opera che andò perduta. Ag
ne e dei grandi sarcofagi che già giunge il chiaro storico, che l'ac
erano nel claustro del duomo, non cademia ebbe la sua crisi nel 1 537
che di quelle dei bassi e più infe a'tempi di Lutero e di Calvino, i cui
riori tempi. Di contro all'albergo errori pareano volessero infestar l'ac
Arti si vede V ospedale degl' infer cademia; e che nel i589 fu aper
mi, civile e militare, a cui sonu ta in Modena un' altra accademia
annessi il teatro anatomico e la ca dal conte Sartorio Sertorio, ed il
sa degli esposti. Ila Modena una conte Ferrante Tassone, che pel du
università divisa in licei convitti, ca Alfonso II reggeva la città, fu
legale , medico e matematico, il eletto in protettore . Alfonso IlI
qual ultimo è annesso al real cor tenne un' accademia scientifica, che
po de' pionnieri ; una florida acca finì con lui. Verso il 168o ebbe
demia di belle arti, e più altri principio l'accademia de' Dissonan
scientifici stabilimenti. Aggiungere ti, terminata nel 1791. JNel 1751
mo, che tra le primarie accademie venne fondata quella medica dei
d' Italia merita di essere per ogni Congetturanti; indi nel ij53 vi fu
rispetto celebrata la reale accade aperta altra accademia di belle let
mia di scienze, lettere ed arti, la tere per la nascita di un principe
quale distinguesi tra le altre pegli ereditario della casa' Estense, e si
utili concorsi che apre annualmen celebrò nella chiesa de' gesuiti. Nel
te, e pei premi che conferisce ad 1796 accolse Modena la società i-
incoraggimento de' talenti, e ad in taliana delle scienze, che il governo
cremento delle buone discipline: con Estense protesse con magnificenza,
programma del 1 845 la sovrana ma il marchese Rangone avea già
munificenza di Francesco IV isti nel proprio palazzo stabilito un'ac
tuì sei premi d'onore. Il conte cademia di scienze con annuo pre
Mastai Ferretti, Accad. d' Europa, mio. Maria Teresa l'ondò l'accade
p. 64, riferisce che l'accademia di mia di pittura, scultura e archi
Modena fu eretta sul gusto di quel tettura, cioè la scuola reale delle
la di Bologna, e fu celebre per la belle arti. Il celebre arciprete della
dottrina di Azone giureconsulto: cattedrale d. Giuseppe Baraidi ai
MOD MOD a9i
tempi nostri volendo difendere la qui noteremo che nel collegio di
conculcata religione e la schernita s. Bartolomeo de' gesuiti, depose le
virtù, stabilì nella propria casa una insegne vescovili e cardinalizie il
adunanza di parecchi a lui conformi venerando cardinale Carlo Odescal-
d'indole e di studi, ed incomincia chi (Fedi), per vestir l'abito della
rono nel 1822 coi tipi reali degli compagnia di Gesù, e in esso poi
eredi Soliani a pubblicare le Me santamente mori, tumulandosi il
morie di religione, di morale e di cadavere nella chiesa contigua. Vi
letteratura in Modena, che nel 1 83 t sono due accademie filarmoniche, e
giunsero a tomi XX. Indi dopo la due principali teatri, quello della
morte del benemerito prelato Baral- corte ed il comunale. Modena è
di, i medesimi dotti collaboratori nel patria di moltissimi uomini illustri
183a incominciarono la pubblica- che fiorirono in santità di vita, in
rione della Continuazione delle me dignità ecclesiastiche, nelle scienze,
desime Memorie, che felicemente si nelle arti e nelle armi, essendo
prosegue ; collezione infinitamente sempre stati munifici e benemeriti
utile e preziosa per quanto riguar mecenati dei dotti e degli artisti i
da la religione e la letteratura, la magnanimi principi Estensi, come
difesa dell' altare e del trono, e dichiarammo all' articolo Ferrara.
molto interessante la storia eccle Oltre quelli che nominiamo in que
siastica, anco per le notizie biogra sto articolo, qui solo ricorderemo
fiche e bibliografiche che contie fra i tanti: Nicolò dell'abbate pitto
ne. Molte sono le autorevoli te re, Gio. Maria Barbieri, Lodovico
stimonianze di grandi vantaggi re Csstelvetro, Gabriele Falloppio a-
cati da questa società rispettabile natomico, Francesco Maria Molza
alla religione , alla morale e alla poeta , Tarquinia Molza, Gemica
letteratura, per lo che i zelanti au no Montanari astronomo, Raimon
tori furono incoraggiti ed encomia do Principe Montecuccoli, Bartolo
ti da Pio VII, Leone XII, Pio meo Schedoni pittore, Carlo Sigo-
VIII, e da Gregorio XVI che fece nio storico, Ugone Rangoni, Gio.
il Barnidi prelato domestico e pro- Francesco Forni; Nicola, Gherardo,
tonotario apostolico. Abbiamo dal Annibale e Guido Rangoni celebri
ch. Giuseppe Riva, Discorso intorno militari; il giureconsulto Nicola Mat-
la rita e le opere di monsig. Ba- tarelli, il famoso poeta Fulvio Te
raldi ec. Modena 1832 per G. sti, il prelato Giuseppe Baraldi, ed
Vincenzi e compagno. nitri molti, avendo anche in que
In Modena vi è il collegio dei sti ultimi tempi dato dei primi ma
nobili, sotto la direzione de' preti gistrati e dei militari di nome al
secolari, da cui uscirono allievi che cessato regno d' Italia. Abbiamo tìn
onorarono le lettere, le scienze, la Lodovico Vedriani : Memorie di
politica e le armi. Ha pure vari molti santi martiri, confessori e bea
altri stabilimenti di beneficenza, di ti modenesi, Modena 1663 con
istruzione, di cui parleremo poi, e molte figure. Vite ed elogi de'car
fra gli altri l'educandato di s. Pao dinali modenesi cavati da molti au
lo per cento donzelle di bassa con tori, Modena 1662 pel Soliani. Giro
dizione, quello de' bernardini e fi lamo Tiraboschi, Notizie de'pittori,
lippini, delle sorde 1mite, ec. Solo scultori, incisori *d architetti modenc
292 MOD MOD
si, con un'appendice de professori di dalla strada Emilia, e da quella dì
musica, Modena 1 786. Del medesimo comunicazione colla Toscana. Que
ivi nel 1824 fu pubblicato: Dizio sta ultima emulatrice delle opere
nario topografico-storico degli sta romane, e dal celebre Alfieri deno
ti Estensi. Ecco i nomi de' dieciot minata veramente poetica, fu aper
to cardinali modenesi, le cui noti- ta da Francesco III, e percorre si
zie si possono vedere agli articoli no al confme toscano per circa 60
delle rispettive biografie, qui po miglia, passando per le grosse ter
nendo ad ognuno la data in cui re di Formigine, Pavullo, Fiumal-
furono creati cardinali. 1o61 Paolo bo, Pievelago. Nel grazioso villaggio
Boschetti. 1o88 Pandolfo Rangone. di Buonporto, situato nel punto o-
1378 Tommaso Frignano. i5oo ve il canale naviglio modenese, che
Giambattista Ferreri. 1 5 1 7 Ercole prendendo corso in Modena presso
Rnngoni. i536 Jacopo Sadoleto . i fondamenti dell' antico castello,
i54a Tommaso Badia. i~i.\:i Gre sbocca nel Panaro, riuscendo van
gorio Cortese. i55i Pietro Berta- taggioso al commercio della capita
no. 1 55 1 Sebastiano Pighini. 1598 le, per la comunicazione che pel
Alessandro d' Este. 1641 Rinaldo Po gli deriva dall' Adriatico, vi si
d'Este. 1686 altro Rinaldo d'Este. rimarca l'artifizioso sostegno innal
1743 Fortunato Tamburini. 1753 zatovi a tutela della navigazione.
Giuseppe Livizzani. 1785 Carlo La città antichissima di Modena
Livizzani. 1787 Filippo Carandini. si trova primieramente ricordata
t823 Antonio Frosini. dagli antichi scrittori nell' anno di
Ogni lunedi si tiene in Mo Roma 536, essendo consoli P. Cor
dena un fioritissimo mercato di nelio Scipione e T. Sempronio Lun
bestiame grosso e minuto, ec. ; si go, ed era fin d'allora una città
fa anche particolare commercio di forte e cinta di mura. Il Modene
ottimi vini , eccellenti a eque vi te , se viene dai geografi chiamato,
superbo aceto distillato, e tra i tratto dell' Etruria transpennina,
salati di maiali sono famosi i zam quindi della Gallia Togata, prima
poni di Modena j si fanno va che soggiacesse alla romana domina
ri tessuti, cappelli di paglia , ed zione. Modena è probabile sia stata
altro. Dagli statuti modenesi del fondata dagli etruschi 184 anni a-
l'anno 1 3o6 si rileva, che facevasi vanti la nascita di Gesù Cristo; an
una gran fiera con copioso concor zi Tito Livio dice espressamente
so de' paesani confinanti, tre giorni che i campi intorno a Modena, pri
prima e tre dopo la festa di s. ma che fosse dedotta colonia roma
Geminiano. Nel declinar del 1846, na (il che accadde nel 57 1 di Ro
nella città si attivò l' illuminazione ma), erano dei galli boi, e da prin
notturna a gas. Ottime sono le sue cipio furono degli etruschi. Nel
acque bevibili , e celebrate e da 567 di detta era M. Emilio Lepi-
molti scrittori ricordate le fontane dio condusse da Piacenza fino ad
modenesi. Il naturalista può tro Arimino o Rimino la via che da
vare buon pascolo, osservando at lui venne detta Emilia. Fu dopo
tentamente l' agro, i monti e le la sconfitta data da Manlio ai gal
acque medicate del circonvicino li boi, che venuta Modena in pote
paese . Modena viene intersecata re de'romani, fu dichiarata colonia
MOD MOD a93
illustre. Cinque anni dopo ch'era gione de'vantaggi incredibili che ne
divenuta colonia romana, la città seguirono, piacque altamente l' ol
fu occupata dai liguri, ma ben to traggio di essere assediati. Dopo la
sto loro ritolta dal proconsole Ti metà del IV secolo serbava Mode
berio Claudio. Indi si rese famosa na poco della antica sua grandezza,
principalmente per l' assedio che vi e nell' invasione del tiranno Mas
sostenne Bruto dopo l' uccisione di simo nell'anno 387 ne seguì l'e
Giulio Cesare, contro il triumviro strema rovina , quale la descrive
Marc' Antonio. A questi tempi la s. Ambrogio nell' epist. 39 a Fau
colonia modenese fu appellata Urbs stino, che la chiamò con Reggio,
felicissima, da Cicerone chiamata Brescello, Bologna ed altri luoghi,
alla presenza del senato e popolo semirutarum urbium cadavera. In
romano fitmissimo et splendidissi di peggiorò la condizione di Mode
ma .... fidissima et fortissima ... na per l' irruzione de' barbari che
et florentissima, e per la sua ric successivamente occuparono l'Italia,
chezza da Pomponio Mela assomi e parlando di s. Geminiano diremo
gliata a Patavio et Bononiae. Dopo quanto riguarda gli unni di Attila
la liberazione dell'assedio di Mode che calò in Italia nel 452- I goti
na voltaronsi le cose, e Bruto tra di A lai ico inferociti per la rotta di
dito dal senato e dai suoi, fu pre Pollenza, nel recarsi a Roma de
so ed ucciso, e Marc'Antonio, con vastarono il Modenese, specialmen
giuntosi a Lepido e pacificato con te Modena e Reggio. Verso il 59o
Ottaviano Augusto, tornò nelle con- l' imperatore Maurizio la tolse ai
trade modenesi quando si tenne il longobardi collegato coi franchi ,
celebre congresso del triumvirato in entrandovi i greci combattendo. Tut
un' isola del Reno, presso Bologna, ta volta Modena non potè risorgere a
ed a lui toccò tutta la Gallia di cagione delle lunghe guerre tra i
qua e di là dalle Alpi, tranne la longobardi ed i greci padroni del
Narbonese, e perciò Modena istessa l' Esarcato. Era questa città da
rimase sotto il suo impero. Inimi quella parte il confine del regno
catisi Marc' Antonio e Ottaviano, longobardico, e però sottoposto alle
questi riportò vittoria sopra di lui continue incursioni e molestie dei
a Modena, divenendo poscia assolu nemici. Allora i fiumi e torrenti
to signore dell' impero romano. Co senza freno alcuno scorrevano per
si colla guerra modenese dell'anno le campagne, con giungere ad al
di Roma 7 1 1 ebbe fine la repub zare il terreno sopra l'antico suolo
blica romana e principio l'impero, di Modena parecchie braccia. Nel
che presto successe al triumvirato. l'entrante del secolo VII Agilulfo
Divenne Modena celebre per la re de' longobardi ricuperò Modena,
fabbrica di vasi di terra cotta, e e il confine de' suoi stati tornò ad
simili manifatture, per cui Plinio essere fra Modena e Bologna, non
pe vantò la vaghezza. JNcll' anno comprendendosi Modena nell'Esar
3i2 di nostra era fu la città op cato come taluni scrissero.
pugnata da Costantino Magno; il Luitprando re de' longobardi fon
danno però recatole non fu grande, dò all'occidente e quattro miglia
e per fède di Nazario si narra, che Iunge da Modena, sulla via Emilia,
a questo ed altri luoghi, per ca- Città Nuova, appellata pelle vecchie
a9i MOD MOD
carta Claudia, per cui, o per la de morì agli 8 luglio nel castello di
solazione in cui trovava» Modena, s. Cesario presso Modena il Papa
la maggior parte del popolo passò Adriano III, e fu sepolto nel mo
ad abitare in essa Città Nuova : a nastero di Nonantola. Modena ebbe
tempo del Muratori ne durava il poscia i suoi conti, quali nel seco
nome e la chiesa parrocchiale, il lo IX reggevano le città, le Provin
resto essendo sotterra. Questa ai cie e le castella con autorità non
tempi di Carlo Magno, benchè fos già ereditaria ma personale, per de
se in fiore, non era esente da pa cidere le questioni e condurre le
ludi, come si ha da vari monu milizie. Essi ebbero molte questio
menti; ma a poco a poco l'indu ni coi vescovi ch'esercitavano il do
stria degli uomini aumentò gli edi minio temporale, e su Modena, co
lìzi della città, come rendè abita me il vescovo Guido. Nell'invasio
bili e coltivabili quelle campagne. ne degli ungati nel secolo X, sof
In Città Nuova vi risiedeva il ga- fri molto la città per le loro rapi
staldo regio, uffizio eguale a quello ne. Nel io38 il vescovo Varino
de' conti o governatori, ed era mu Ingoiiio ne divenne conte per l'au
rata con castello o Tortezza nelle torità dell' imperatore Corrado II.
sue vicinanze, venendo anco detto Il vescovo Eriberto verso il io56
Città Geminiana e Flexiana. L'urea con permesso di Enrico III inco
attuale dunque di Modena non è minciò la riedificazione di Modena.
già quella dell' antica città, che in Nel io78 la gran contessa Matilde
più alto sorgeva nella via Emilia, (Fedi) donò alla santa Sede gran
che essendo perita in tante incur parie del suo amplissimo patrimo
sioni e calamitose vicende, come nio di cui era signora, e s. Grego
narrano altri, sul finir del seco rio VII lo ricevè qual feudo della
lo VlII mossi i principali possi Chiesa. Molte di queste terre erano
denti delle terre modenesi , adu situate nel Modenese e nel Reggia
natisi nella chiesa di s. Gemi- no, olire tutta la Gaifagnaua di cui
ninno sulla via Claudia, per le in la contessa era sovrana come dei
sinuazioni di A ntellano de' Magno- mentovati territorii, quale erede dei
ni divisarono di far risorgere sul conti di Canossa signori di Reggio.
basso piano la patria, ne disegna Per questo patrimonio nacquero poi
rono il recinto, e I' impresa si di gravi differenze, perchè gl'impera
misero ; onde in breve si vide cin tori se ne vollero impudronire, e
ta di mura e di convenienti edili talvolta l'ebbero anco in investitu
zi, in modo che i popoli circostan ra dai Papi, lo che si racconta a
ti concorsero ad accrescere il nu Germania ed altri relativi articoli.
mero degli abitanti. Questo stato Il Modenese soggiacque alle deva
di Modena deve riferirsi a tempo stazioni di Earico IV, perchè Ma
posteriore, poichè dallo scrittore del tilde difendeva s. Gregorio VII, ma
la vita di s. Geminiano si ha che ne assediò in vano le fortezze. In
nel secolo X il suo a'petto era tut Canossa del Reggiano il Papa ri
tavia lagrimevole : sembra però in cevette a' suoi piedi I' imperatore
dubitato, che il vescovo Leodoindo per interposizione di Matilde, al
verso I' 87 i intraprese a cinger modo detto a s. GnEoonio VII ;
Modena di nuove mura. Nell' 855 ed ivi pur si lece mtnzioue degli
MOD MOD 295
altri luoghi del Modenese in cui si promettendosi reciproci aiuti. Era
recò spesso s. Gregorio VII, massi preceduta la discordia sino dal i i3i
me a Carpineto castello del Reggia per occasione de' nonantolani pro
no. A. Sorbara nel Modenese nel tetti dai bolognesi . Anticamente
1o84 le truppe della contessa ri passò quasi sempre una strettissima
portarono una significante vittoria alleanza fra i modenesi e parine-
•ugl' imperiali. Nel iio2 a Pasqua giani, e questa rinnovata più volte;
le II la contessa rinnovò la dona imperocchè intervenendo sovente li
zione del suo putri monio. Quindi ti e guerre fra Modena e Reggio ,
Pasquale II da Benevento nel i io6 i modenesi contenevano i reggiani
p is-.ii a Modena, dopo ch'erasi fatta la in dovere col braccio de'parmegia-
traslazione del corpo di s. Geminia- ni. All'incontro fu per lo più lega
no dall'antica alla nuova basilica, e società fra i -bolognesi e reggia
ed agli 8 ottobre vi consagrò l'al ni, per tener a freno gl' interposti
tare principale dedicato a tal santo modenesi.
vescovo, concedendo indulgenza, pre Facendo parte Modena della lega
sente moltissimo popolo, e princi lombarda, dopo un' ostinata guerra
palmente la contessa Matilde con di quindici anni contro l' impera
tutta la sua corte. Dopo il iii5, tore Federico I, le città italiane si
in cui mori la gran contessa signo videro stabilite in libertà e in repub
ra di Modena, di Reggio e della bliche nella famosa pace di Costanza
Garfagnana, non trovasi più men nel i i 83, alla quale i modenesi man
zione di verun coute di Modena, e fu darono ambasciatori : pure nell'atto
questo il tempo in cui le città italia della lega rinnovato tra i parmegia-
ne cominciarono a rendersi indipen ni e modenesi nel ii88, si dice sal
denti dall'impero, e ad emanciparsi va la fedeltà all'imperatore e ad En
dai legati imperiali che per lungo rico VI suo figlio, non che alla
tempo vi nveano esercitato autorità, società lombarda, e vi concorsero
come nel Modenese che adottò li anche i reggiani, per timore de' no
bero reggimento. Secondo il Cecco- minati principi. Nel i2oi il popo
mi, Rito di consagrar le chiese, Lu lo di Modena si confederò con quel
cio III a'22 luglio i i 84 consagrò lo di Mantova, poscia assediò il
la cattedrale di Modena, essendo castello di Rubbicrn ; ma in favore
compito I' edifizio della basilica ; in de' reggiani s' interposero per la pa
essa si adunarono il vescovo Ardi ce gli ambasciatori de' parmegiani
tone, i consoli, i rettori, i cittadini e cremonesi nel i2o2, essendo po
di Modena, confederati per la co destà di Modena Manfredi de Pizo
mune libertà, e fatta I' ostensione ' o Pichi o Pico. I bolognesi arman
del corpo santo del patrono, a lui dosi sovente per accrescere il loro
solennemente dedicarono il tempio, distretto colle spoglie de' vicini ,
concedendo indulgenza il Papa, che mentre nel iao3 le milizie mode
indi passò a Verona. Per rivalità nesi aiutavano i cremonesi, i bo
municipali, fomentate da potenti fa lognesi ne invasero il territorio col
miglie, scoppiarono guerre tra i carroccio, infestarono Razzano, e m
modenesi e bolognesi, che poi a cendiarono il castello di s. Cesario,
sicurezza del loro commercio si pa spettanti a Modena. Innocenzo III
cificarono nel 1i6G e nel 1i77, nel i2 13 fece intimare ai padova
396 MOD MOD
ni di non molestare Aldobrandino che vI spedi il suo figlio Enzo re
marchese d' Este, da lui investito di Sardegna, il quale rimase pri
della Marca d' Ancona ; in tal con gioniero de' bolognesi a Fossalta
giuntura anche la città di Modena nel 1247, e morì in carcere.
spedì il suo ppdestà con forte stuo Pare che non prima del 1 242 la re
lo d' armati in aiuto della casa di pubblica di Modena battesse moneta,
Este. Avendo Innocenzo III ricu leggendosi negli antichi annali di
perato molte terre della contessa essa a detto anno, primo coeptum
Matilde, ne investì Salinguerra di fuit cudere nummo s in civitate Mu
Ferrara, fra le quali ve n' erano tmiu;. Però il Muratori pubblicò
nelle diocesi di Modena e Reggio. il diploma di Federico II, spedito
Il successore Onorio III nel 1217 nel 1226 in Borgo s. Donnino,
volle smembrare i castelli di Carpi dove alla città si vedono confer
e Monte Batanzone, che concesse mati tutti i privilegi , e fra le
a' modenesi, lo che confermò con altre grazie si dice: Ex abundan-
annuo censo Gregorio IX. Nel 1 2 1 8 tiori quoque grada celsitudinis no-
erasi rinnovata tra Modena e Man strae concedimus praedictae civita-
tova la lega, e nel iaa5 altra ne tis communi , ut licitimi sit eis
fecero i modenesi con Pistoia, per monetam sub charactere nomini:;
la sicurezza delle strade e de' mer nostri pro voluntate et commodo
canti delle due città. Bollivano nel suo cudere facere, et habere, ma-
1219 delle differenze fra i comuni gnam, vel parvam, quae ubique
di Modena e Ferrara, perchè i fer terrarum imperii nostri expendatur
raresi tenevano serrate le strade , et currat, et ei debeant nomea pro
nè permettevano il passo agli uomi sua imponere voluntate, ete. Di
ni e merci de' modenesi pel loro questo Federico II, piuttosto che
distretto. Fecero ricorso i modene del I, si trova poscia ripetuto il
si a Federico II, il quale ordinò ai nome nelle antiche monete di Mo
ferraresi ed a Salinguerra che li dena. Il Mutina ne riporta questi
dominava, di non impedire i passi esempli di monete da lui vedute:
sotto pena di duemila muir.he di di argento nel museo Chiappini
argento ; seguita però la concordia, che ha nel contorno Federìcus e nel
Federico II la confermò nel 1226 rovescio de Mutina. Altra del mu
con diploma in Borgo s. Donnino. seo Bertacchini, con Eredericus e
Verso questo tempo negli Aigoni nel contorno Imperator , nel rove
e nei Grasolfi ebbe pur Modena le scio moneta de Mutina. La terza
funeste fazioni de' Guelfi e Ghi ha nel diritto Azo Marchio, e uel-
bellini [Vedi). Al Papa Gregorio IX la sommità l'aquila, arma della se
nel 1236 si presentarono in Vi renissima casa d' Este: il rovescio
terbo i modenesi ambasciatori, fa è simile al precedente. Questo è
cendo istanza perchè denunziasse Azzo VIlI o X marchese d'Este,
scomunicati i bolognesi ipso jure, che nel 1 2q3 succedette ad Obiz-
perchè erano venuti all' armi a zo II suo padre nel dominio di
danno del popolo contro la tregua Ferrara, Modena, Reggio, Rovigo.,
fatta, non sapendo trovar miglior Comacchio, ec. La quarta ha l'ef
ripiego. Nelle guerre con Bologna figie di s. Geminiano, colle lettere
fu aiutata Modena da Federico \\, *. Gemiiua Mutinae Epis. Nel ro-
MOD Ai OD 297
vescio uno scudo colla croce, arme tarono a Ferrara, presentarono le
della città, e nel contorno Respub- chiavi a Obizzo II, e si sottomise
blica Mutinae . La quinta d'ar ro alla sua perpetua signoria. II
gento coll' effigie e nome di esso marchese spedi a Modena il conte
santo, ha nel rovescio la croce col- Anello o Cicinello suo cognato per
l'epigrafe Comunitatis Alutine. vicario a prenderne possesso, e poi
Nel 1233 dal domenicano p. vi si recò con copioso corteggio ai
Bartolomeo da Vicenza fu fondato 23 gennaio 1289, venendo procla
l' ordine de' frati cavalieri della mato colla maggior solennità in uà
Beata Vergine Maria Gloriosa, det a' suoi discendenti perpetuo signo
ti Gaudenti (Fedi), per prendere le re; e maritando ad Alda Rangoni
armi contro i perturbatori della il secondogenito Aldobrandino, da
pubblica quiete guelfi e ghibellini, questo matrimonio fu poi propaga
e ne furono primi cavalieri e con ta la discendenza degli Estensi. O-
fondatori bolognesi, reggiani, man bizzo II restituì ai modenesi la pa
tovani e modenesi : l'ordine ebbe ce, con richiamar anco i fuorusciti.
commende anche in Modena. Frat Dell'eccelsa famiglia d'Este, sua an
tanto nel calore de' partiti degli Ai- tica origine, stemma, nobiltà, ma
goni e dei Grasolfi, Modena e sua gnanime gesta, splendidezza, cele
repubblica, divisa tra i nobili e la brità e potenza , ne parlammo a
plebe, fu dominata dai propri cit diversi articoli massime a Ferrara,
tadini, fra'quali meritarono distin avendo parziali articoli tutti i car
ta fama più individui delle fami dinali di questa famiglia. Ivi pure
glie Boschetti , Guidoni, Rangoni , finchè la signoreggiò ne descriverne
Savignouit Grassoni. Il perchè i mo in compendio la successiva sto
modenesi vedendosi sacrificati agli ria e vicende, non che le paci, le
odii civili, olle passioni ed ambi alleanze, le guerre, gli avvenimenti
zione de' prepotenti, fecero partito ordinariamente comuni al Mode
i più saggi di sottomettersi all' au nese, al Reggiano ed altri domi
torità moderata di un solo, sce mi Estensi, laonde qui appresso ac
gliendo un principe che ricondu cenneremo le cose di maggior im
cesse la pace, sedasse le intestine portanza, potendosi il resto vedere
discordie, e comandasse a tutti. O- a tale articolo, siccome collegato
bizzo II marchese d' liste, signore colla storia di Modena, Reggio
di Ferrara e di quegli altri luoghi Carpi, Garfagnana e Lunigiana.
nominati a quell'articolo, fu eletto A'ij gennaio 129o anche Reggio
dai modenesi per loro signore, di proclamò suo sovrano perpetuo Q-
cui grande suonava la fama di guer bizzo II, che colla sua famiglia se
riero e potente, ed aveva nel 1282 guiva il partito guelfo, come fe
colle sue armi e con quelle dei cero i discendenti, sebbene alcuni
parmigiani e cremonesi difeso la divennero ghibellini con loro danno.
città quando i bolognesi volevano Morì Obizzo II nel 1293, e gli
occuparla col carroccio . Pertanto successe Azzo VIII o X, ricono
a' 1 ~1 dicembre 1288 il vescovo di sciuto per signore da Ferrara, Mo
Modena IV. Filippo Boschetti, Lan dena e Reggio ; tuttavolta al suo
franco Rangone, Guido Guidoni e fratello Aldobrandino II riuscì di
Tari deputati del comune, si por- dominare in Modena ed altri luq
298 MOD MOD
ghi sino al i326. Nel i3o6 perle varo. Avendo questi dichiarato vi
mene de'bolognesi, de' Correggeschi cario dell'impero in Italia Giovan
e di alni potenti, Modena si ribellò ni re di Boemia, figlio dell'impe
ad Azzo X, ingelositi per aver egli ratore Enrico VII, questo principe
2posaio la figlia di Carlo II re di s'impadronì di Modena nel i331.
Napoli ; altrettanto fece Reggio. Nell'anno precedente, a cagione del
Nel i3o8 divenne erede di Azzo la vacanza dell' impero, Giovanni
X il nipote Folco, sotto la tutela XXII concesse agli Estensi il vica
del genitore Fresco naturale del riato di Finate, benchè dipendente
defunto. Con l'aiuto del Papa riu da Modena feudo imperiale, aven
scì a Francesco, altro fratello di do assolto gli Estensi dille censure
Azzo X, di far espellere Fresco da incorse prima di ritirarsi dal segui
Ferrara, subentrando egli a domi re il Bavaro. Sotto Nicolò I e O-
narla sotto i ministri di Clemente bizzo III nel i336 gli fu restituita
V, il quale nel i 3 1 1 scomunicò i Modena a' 17 aprile, quando cioè
modenesi con l' interdetto alla città i guelfi e ghibellini dimenticate le
per aver ucciso il nipote e ruba antiche inimicizie si opposero al
to il tesoro della cliiesa, al modo re Giovanni di Boemia, come frut-
narrato nel vol. XXIX, p. i3 del . to della stretta alleanza degli Esten
Dizionario. Dice l' Uglielli, che nel si coi fiorentini e lombardi : cedet
i3 t2 Enrico VII imperatore occupò te loro la città Manfredo Pio che
Modena, e ne dichiarò vicaro impe n'era vicario pel re, e suo fratel
riale Francesco conte della Miran lo Guido.
dola, altri dicono che fu podestà Benedetto XII nella vacanza del
di Modena. Nel i 3 i 3 a Francesco l'impero costituì vicario di Mo
d' Este successero i figli Azzo XI dena e Ferrara Obizzo III, con in
e Bertoldo ; ma perderono Mode vestitura e tubuto di diecimila
na, poichè nell'anno i319 l'occupò fiorini, laonde vuolsi che gli Esten
Manfredi Pio primo signore di Car si, come i più antichi vicari della
pi, e ne fu dichiarato vicario im Chiesa, posero nel loro stemma le
periale: per un tempo la dominò chiavi col triregno pontificio ; al
pure Passerino Bonacossi signore tri dicono che tali insegne furono
di Mantova. Lodovico il Bavaro inquartate pel gonfalonirrato di s.
nel i3:,. 3 fece lega cogli Estensi, Chiesa dato al duca Borso da Pao
e nel i 3?. \ concesse ad essi l'investi lo II, il cui successore Sisto IV
tura de' loro stati. Nel |325 i mo diè facoltà d'inserire nell' arme
denesi assistiti dalle soldatesche di le chiavi apostoliche, sopra delle
Passerino, di Azzo Visconti , e dei quali fu poi aggiunto il triregno.
marchesi d'Este, diedero una gran Nell'investitura che di Ferrara diè
rotta al numeroso esercito de' bo Clemente VI a Nicolò I e Obizzo
lognesi a Zappolino, e passarono III, volle la mallevadoria de' comu
coll' arinata vittoriosa sino alle ni di Modena, Cornacchii) e Adria.
porte di Bologna: nel i 'r-7 i mo Morto Nicolò I nel i 344 §li suc-
denesi cacciarono da Modeua i mi cesse il fratello Qbizzo III, il qua
nistri di Passerino, chiamando a le comprò Parma dai Correggi,
loro difesa il legato pontificio, e dominando ancora Rinaldo III al
poscia le armi di Lodovico il Ba. tro fratello. Per le premure di O
MOD MOD 299
bizzo III il cardinal Guido de colmato di onori dal Pontefice Bo
Boulogne legato di Clemente VI, nel nifacio IX. Alla sua morte nel
nel i35o assolvette Modena dal 1393 nominò erede Nicolò III il
l' interdetto, fulminato da Clemen legittimo figlio, ma il Papa avea
te V per l' uccisione del parente sanato tal difetto. Azzo, altro E-
con avergli tolto duecentomila fio stense, procurò di contrastargli la
rini d' oro ; delitto di pochi e non signoria, e nel i.jo'i stette per ce
del comune, onde furono restituiti der Modena al cardinal Cossa le-
gli uffizi divini alla città con in
credibile consolazione del popolo e Nel i4o9 Nicolò III conqui
applauso al marchese. Nel i35a stò Parma e Reggio ; questo ri
tei minò di vivere Obizzo DI, il cui tenne, e cedè Parma nel i42o al
primogenito Aldobrandino III fu duca di Milano, perchè avea fatto
proclamato signore di Ferrara, e assassinare a' 27 maggio in Rub-
riconosciuto per tale dai modenesi, biera il suo generale Ottobuono
difendendo energicamente nel 1 354 Terzi che vi dominava. Tolse pu
la città dagli eserciti dell'arcive re Borgo s. Donnino a Pallavicino,
scovo Visconti signore di Milano ma nel i42o transigette col duca
che voleva soggiogarla. Poscia il di Milano al modo detto. L'impe
marchese nel i355 da Carlo IV ratore Sigismondo nel 1 433 in Fer
re de' romani e figlio di Giovanni rara rinnovò a Nicolò III le inve
re di Boemia ebhe la rinnovazione stiture imperiali, come del Mode
de' privilegi imperiali e delle inve nese, Reggiano, e di gran parte di
stiture, compresa quella di Mode terre e castelli di Garfagnana. Eu
na feudo dell' impero con titolo di genio IV nel 1 4 3 < ) trasportando la
vicariato. In detto anno morì Ri celebrazione del concilio generale
naldo III, e nel 1 36 1 Aldobrandi da Ferrara a Firenze, preceduto dal
no III, cui successe il figlio Ni la ss. Eucarista, che si portava ià
colò Il. Prima sua cura fu d' im una scatola, nel gennaio vi si recò
petrare da Carlo IV imperatore sotto la scorta di Nicolò III : a' 17
le investiture di Rovigo e di Mo pranzò a Modena, e per Finate, va
dena per sè e pei suoi fratelli Ugo ga città munita di fortificazioni sul
ed Alberto, non che pel nipote O- Panaro, e per le montagne del Fri
bizzo. Temendo Nicolò II che i mi gnano giunse a Firenze. Il Frigna
lanesi invadessero lo stato di Mo no regione montuosa e fertilissima
dena, si collegò col Papa Urbano che si estende nel lato sud-est del
V, ed altri principi, ospitando ma ducato con capoluogo omonimo ,
gnificamente in Modena i cardinali prese il nome dai liguri frignati elio
che accompagnarono a Roma Ur lo abitavano, e che Caio Flaminio
bano V proveniente da Avignone. discacciò nel VI secolo di Roma
I Visconti danneggiarono il Mode dalle opposte meridionali pianure,
nese, e nella battaglia di Reggio, e fra questi luoghi raccolse. Si a-
de' 2 giugno i 372, i collegati furo perse attraverso i monti la strada
no dispersi. Nicolò II dopo aver di comunicazione fra la Lombardia
ampliato i dominii Estensi con altri e la Toscana, avendo il timone
luoghi, morì nel 1 388, succedendogli che sorpassa tutte le altre monta
il fratello Alberto, il quale fu ri- gne, come Ki più alta degli A
3oo MOD MOO
pennini; e dicesi che di qua si apris duca di Reggio e conte di Rovigo.
se Annibale il passaggio netl' Etru- Borso con amplissime facoltà fece
ria, dopo la battaglia di Trebbia. governatori di Modena Ercole, e
Ne fu capitale Sestola con antichis di Reggio Sigismondo suoi fratelli
sima rocca, essendo le terre più legittimi ; ed Ercole si rese immor
considerabili, Fanano bagnato dal tale nel i469 per aver scoperto la
Leo influente dello Scoltenna, Fiu congiura de' signori di Carpi con
ni. iibo, Pieve, Pelago e Pavullo. tro Borso. Questi nel 1 47 1 recan
Ebbe un tempo quasi altrettanti si dosi in Roma, fu da Paolo II di
gnori quanti erano i castelli, e ne chiarato duca di Ferrara da vica
furono i più potenti i Montecucco- rio che ne era. Poco dopo mori,
li, i Montegarulli, i Gualandelli. ed Ercole I gli successe, che poi si
Alla fine del secolo XII ed al prin collegò contro Sisto IV per la mas
cipio del Xlll alcuni di loro e pa sima dell'equilibrio di dominazio
recchie comunità di Frignano si ne già in uso; i suoi stati però
collegarono con Modena, essendosi soffrirono tutti gli orrori della guer
in progresso tale alleanza cangiata ra, principalmente per parte dei
in assoluto dominio. Allorchè la veneti collegati del Papa, e quelli
casa il' Este acquistò la signoria di che meno ne soffrirono furono i
Modena, si estese anche sul Frigna dominii modenesi, salvandosi i figli
no; avendone però questa provin del duca in Modena. Alla discesa
cia molte volte scosso il giogo, fi di Carlo VIII re di Francia in Ita
nalmente si sottomise per sempre lia, Ercole I seppe mantenersi neu
al marchese Nicolò III. trale, e continuò la sua amicizia
Mentre Nicolò III esercitava il col successore Luigi XII, indi dopo
vicariato in Milano, pel duca Fi il i499 divenne signore della me
lippo Maria che lo amava, e l'a tà di Carpi. Mori nel i5o5 Er
vrebbe forse ereditato, peri di ve cole I, e ne ereditò gli stati Alfon
leno nel i441, e gìi successe Leo so I primogenito e marito della
nello, cui prestarono giuramento celebre Lucrezia Borgia. Si uni coi
quei di Modena e di Reggio a mez francesi e Giulio II alla lega di
zo del fratello Boi so ch' ebbe in Cambrai contro la repubblica di
successore nel i45o: il loro regno Venezia ; pacificata questa col Papa,
segnò un' epoca avventurosa pei Alfonso I restò collegato co' france
modenesi, che parteciparono alla si, molestando i veneti a fronte del
prosperità commerciale ed alla let divieto di Giulio II. Quindi colle
teraria coltura di questi ottimi prin censure ecclesiastiche e colle mili
cipi ne' loro stati con tanto ardo zie pontificie fu punito : il duca di
re diffusa. Borso profuse le sue be Urbino nipote del Papa col suo
neficenze su Modena e Reggio, e legato occuparono Modena nel i5io,
ricevette splendidamente ne' suoi mentre i francesi s' inoltrarono nel
stati l'imperatore Federico I(I, il Modenese, e l'imperator Massimi
quale riconosciuti Modena e Reg liano I ricevette in deposito Modena,
gio per feudi dell'impero, nel i .j '>?. per le ragioni dell' impero. Lo stes
eresse Modena in ducato e ne creò so Papa alla testa delle sue mili
primo duca Borso, con titolo di zie si recò negli stati di Alfonso I,
principe del sacro romano itnpero, prese Rubbiera borgo del Reggiauq
MOD MOD 3ot
validamente fortificato, ora prigio minò vice-legato contro i francesi
ne di stato, e siccome nel secolo che volevano occupare lo stato di
XIV era della santa Sede, Giulio Modena Antonio Pucci. Adriano
II lo ritolse agli Estensi, i quali VI assolvette gli Estensi dagl'in
poi lo ricuperarono dopo la morte terdetti ; e Alfonso I permettendo
di Adriano VI. Abbiamo dall'an a Carlo V il passaggio delle sue
nalista Rinaldi clic s. Geminiano truppe ne' propri dominii , ebbe la
liberò Modena dallo sterminio che assicurazione di riavere Modena e
volevano farne i francesi. All' odio Reggio, collo sborso di centocin
che Alberto Pio signore di Carpi quantamila scudi d' oro. Dopo la
nutriva contro gli Estensi, si attri morte di Adriano VI il duca nel
buisce Io sdegno contro di essi di i5a3 ricuperò Reggio, ma gliene
Giulio II; però in seguito Carpi fu domandata la restituzione dal
fu tolto alla famiglia Pio. Inoltre l'eletto Clemente VII. Nella lega
Giulio II con formidabile assedio del Papa contro l' imperatore, nel
espugnò la Mirandola nel l'iii, i526 ambedue procurarono gua
e la restituì a Gio. Francesco III dagnare Alfonso I, e Clemente VII
Pico signore della medesima, cac gli offrì il comando di sue milizie
ciandone i francesi, che non tarda e la restituzione di Modena ; il du
rono a ricuperarla in un a Carpi. ca vi aderì, poi passò a Carlo V
Indi Giulio II celebrò il concilio ge che gli rinnovò le investiture in un
nerale Laternnense V, in cui furono a quella di Carpi, altro feudo dell'im
lasciate al Papa le città di Mode pero, colla fortezza di Novi, borgo del
na e Reggio, senza pregiudizio dei ducato di Modena e capoluogo di
diritti dell' impero. Frattanto i fran cantone, ricevendo da Alfonso I
cesi colle artiglierie d'Alfonso I as sessantamila scudi. D'allora in poi
sediarono Ravenna; nella battaglia Carpi restò sempre nella casa di
il duca si diportò valorosamente> Este, che già ne possedeva la me
ed il cardinal legato delle milizie tà : in questo tempo era generale
papali de Medici, poi Leone X, delle milizie pontificie il conte Gui
prodigiosamente scampò la vita col do Rangone modenese, e tenne die
la fuga in Modena, ospitato ma tro all'esercito di Borbone quando
gnificamente in casa Rangone. si condusse alla capitale del cri
Esaltato nel i5i3 al pontifica stianesimo. Pel memorabile saccheg
to Leone X con giubilo del duca, gio di Roma, operato dagl'impe
a questi promise restituire Reg riali di detto esercito nel i527,
gio ch'era nelle forze della Chiesa, il duca profittò della trista condi
previa la di lui rinunzia alle sa zione di Clemente VII e s'impadro
line di Comacchio; ma Alfonso I nì di Modena e di Finale a'5 giu
vide con dolore venduta Modena gno. Per guadagnare il duca alla
per trenta o quarantamila ducati lega contro Carlo V, gli si promi
d'oro, da Massimiliano I al Papa, se la rinunzia del Papa ad ogni
mentre lo stesso imperatore gliene pretesa su Modena, Reggio, e sul
avea confermata l'investitura. Leone Castello di Novi o Castel Nuovo ,
X promise anco a Francesco I re oltre altri vantaggi ; ma Clemente
di Francia restituire Modena e VII fuggito da Roma non volle
Reggio, ma non l'effettuò, auzi no- ciò ratificare, e si pacificò in vece
3o2 MOD MOD
con Carlo V : nel trattato che per done il governo che ne aven Pio
ciò ebbe luogo in Barcellona, l'im Enea di Carpi. Carlo V ritornando
peratore si obbligò di rimettere il a Modena ebbe altro sontuoso e
Papa in possesso di Modena, Reg magnifico ricevimento da Alfonso
gio e Rubbiera , salve le ragio I. Frattanto prima che terminasse
ni dell' impero, e di aiutarlo per la tregua il Pontefice morì, seguen
levar Ferrara all'Estense. Portan dolo poco dopo nel sepolcro anco
dosi nel i5?-9 Carlo V in Bologna il duca, cui nel trono successe il
per abboccarsi con Clemente VII, il primogenito Ercole II, il primo
duca splendidamente lo fece trattare novembre i 53 im
in Reggio ed in Modena, ed ottenne portandosi in Roma Carlo V
la sua mediazione col Papa. Si da Paolo III , trattò ancora degli
convenne pertanto in un compro n Il-i ri Estensi, senza alcuna conclu
messo del giudizio di Carlo V sul sione, solo ciò avendo luogo nel
le vicendevoli pretese , e Modena i 53c), previo compensi; laonde quan
gli fu data in deposito, e collo do nel i543 il l'apa si portò a
sborso di centomila ducati d'oro Busseto', passò per Modena e per
Alfonso I conseguì l'investitura di Reggio trattato a spese del duca,
Carpi. Fatto in Modena il pro dal quale si recò a Ferrara son
cesso delle ragioni d'ambo le parti, tuosamente ricevuto e festeggiato;
Carlo V l'ebbe in Gand, altri di e nel ritorno da Busseto, Paolo
cono in Colonia, e si mostrò favo III fu pure servito regiamente negli
revole nella decisione al duca, me stati ducali. Nel i5j8 Ercole II
diante il dover invocar perdono e ampliò il circuito di Modena, la
pagare una somma, onde il Papa quale avendo quattro borghi cor
non volle accettarla. II duca munì rispondenti alle sue porte principa
delle sue terribili artiglierie Car li, popolati con chiese, monasteri e
pi , Reggio e Modena, la quale palazzi , muniti di mura e fosse,
dall' imperatore gli fu consegnata in caso d'assedio potevano grande
nel i53i. Sebbene passassero tra mente nuocere alla città. Con in
il duca e il Papa dimostrazioni dulto pontificio pei luoghi sacri,
amichevoli , il secondo comprese il duca d-molì i borghi, onde gli
nella bolla in Coenn Domini Al abitanti passarono a Modena, e di
fonso I quale usurpatore di Mo verse famiglie a Bologna. In com
dena e Reggio alla santa Sede. Nel penso ingrandì la città con nuovo
dicembre Carlo V fu accolto in circondario, e molti edifizi, chiese
Modena dal duca con ogni distin e monasteri. Ercole II seguì sem
zione e splendore, nel secondo con pre le parti di Carlo V sino alla
gresso che andava a tenere in Bolo famosa sua abdicazione; poi si die
gna con Clemente VII, che con de ai francesi contro la Spagna,
cesse a di lui istanza il salvacon ma fu presto obbligato ad una
dotto per recarsi a Bologna; ivi pace umiliante il 22 aprile i558,
gli accordò per interposizione del terminando i suoi giorni nel i'Tmi.
l' imperatore una tregua, riceven Alfonso II principe ereditario gli
do egli in deposito Modena , e successe . Sotto di lui insorsero
vi diede per governatore d. Pie guerre coi lucchesi pei confini del
tro Zappata di Caidenas, lascian- la Garfagnana, che nel i579 sedò
MOD Ri OD 3o3
Gregorio XIII. Vedendosi Alfonso lino d. Filippo di Sigismondo di
II sentii prole, cominciò seriamente Este aspirante alla successione. In
a pensare sulla scelta del successo tanto d. Cesare sposò le sorelle al
re, essendo ristrette le investiture principe di Venosa ed a Federico
pontificie pel ducato di Ferrara Pico principe di Mirandola , ed
ai soli suoi discendenti legittimi e Alfonso II lo ammise ai segreti di
naturali . Rimanevano due linee gabinetto ; indi riportò da Ridol
Estensi, quella cioè di Sigismondo fo Il il diploma imperiale degli
di Nicolò III, che fu detta dei 8 agosto iS(){, per l' investiture
marchesi di s. Martino in Rio, e di Modena, Reggio, Carpi, Este
quella di Alfonso nato da Alfonso e Rovigo per persona da nomi
I, ch'ebbe pure Alfonsino altro fi narsi , collo sborso di trecentomi
glio, ambedue naturali di quel duca la scudi ; quindi nel testamento
e della bellissima Laura Eustochia. che il duca fece a' 17 luglio i5p,5
Di questa seconda linea Alfonso nominò successore ed erede d. Ce
ebbe dal padre Montecchio castel sare d' Este suo cugino marchese
lo del Reggiano, capoluogo di can di Montecchio. Nel i597 Alfonso
tone , presso la riva destra della Il pubblicò formalmente l'erede, e
Lenza ; ed Alfonsino Castel Nuovo morì a'27 ottobre. Cesare fu ricono
fra Reggio e Rrescello, detto Ca sciuto duca di Ferrara dal popolo,
stel Novo di sotto, cantone di Rre ed inviò il fratello d. Atessandro a
scello sul canale del suo nome. prendere in suo nome possesso
Questi due figli si dicono legitti di Modena e Reggio. Il Papa
mati al modo espresso a Ferrara, Clemente VIII, vedendo ricadu
e dal Muratori nelle Antichità to alla santa Sede il ducato di
Estensi, lo che venendo impugnato Ferrara, non volle riconoscere Ce
per la successione del Ferrarese , sare per duca, e gl'intimò partir
ne fu conseguenza lunga e stre ne ; furono inutili le negoziazioni,
pitosa scritturazione pro e contra. onde d. Cesare al modo descritto
Alfonso marchese di Montecchio a Ferrara, dopo l'accordo conchiu-
venne in fama per valore militare, so col Papa a'28 gennaio i5t)8,
e nel 1587 lasciò due figli d. Ce partì co' suoi per Modena , ove
sare e d. Alessandro , nati dalla mandò l' archivio , la biblioteca,
consorte d. Giulia della Rovere, il museo, la metà delle artiglierie,
figlia del duca d'Urbino; Alfonso ed i mobili di sua pertinenza. Re
II designò per erede de'suoi sta candosi Clemente VIII nell'istesso
ti il cugino d. Cesare, che sposan anno a prendere possesso del duca-
do Virginia de Medici sorella del to di Ferrara , in Rimini furono
granduca di Toscana, n' ebbe sei ad ossequiarlo Cesare duca di Mo
figli, e lece premure alla santa Sede dena col fratello d. Alessandro, e
perchè l'altro cugino d. Alessandro li tenne alla sua tavola ; dipoi a'3
fosse creato cardinale. Per quanto A I- marzo i599 Clemente VIII creò
fonso I I facesse onde i Papi ricono cardinale d. Alessandro, e poscia
scessero d. Cesare successore suo an governatore di Tivoli, al quale ar
che nel ducato di Ferrara, non potè ticolo parleremo della magnifica
conseguirlo, contrariato dai potenti Villa d'Ette tuttora proprietà dei
protettori del marchese di s. Mar- duchi di Modena. Il cardinale A-
3o4 MOD MOD
lessandro divenne poi vescovo di di Savoia, l'avea perduta nel 1626.
Reggio, e per lui furono introdotti Questo principe, di temperamento
i teatini in Modena. violento e collerico, faceva temere
Marco Pio signore di Sassuolo, ni sudditi un governo duro e ti-
per le sue fellonie contro la casa rannico; ma tal indole fu cangiata
d'Este, fu ucciso in Modena; in- alla morte della moglie che ama-
sorta lite per Sassuolo l'ebbe il du- va con passione, e dopo sei mesi
ca Cesare, con Formigine e So- di regno cedè il ducato di Mode
rera, collo sborso di duecento quin- na e Reggio a'2/j luglio 1629 a
dicimila scudi ; indi applicò l'ani- Francesco I suo primogenito, prov
mo alle cose di Modena , Reggio vide d' appannaggio gli altri quat-
e Carpi. Inoltre il duca Cesare ri- tro figli, e si ritirò in un convento
cevette da Ridolfo II la rinnova- del Tirolo, col nome di fra Gio.
zinne delle investiture di Modena, Battista da Modena. Ivi col suo
Reggio ed altri luoghi che ricono- amore per la contemplazione e per
sceva dall'impero, ma i lucchesi gli la penitenza léce stupire tutti, 111o-
disputarono la Garfagnana, laonde rendo santamente nel 1 644- Qoan-
dovette sostenere due guerre nel do giunse l'ultimo istante, si mo-
16o2 e nel 161 3, che furono ter- strò tranquillo, pieno di gioia, u-
minate per arbitrio della corte di miltà e rassegnazione, ed infiam-
Spagna, ristabilendo gli antichi con- mato di un desiderio sì ardente di
fini. Urbano VIII nel 1628 ad i- riunirsi a Dio, e di avvampante
stanza del duca concesse a tutti i carità, che le stesse persone mon-
suoi domimi l'uffizio di s. Contar- dane lo invidiarono, e riguardam
elo Pellegrino d' Este, morto nel no per un nulla il sagrifizio da
1249 : le lezioni proprie di que- lui fatto. Il duca Francesco I ab-
sto uffizio composte dal can. Pietro braccio nel principio del suo re-
Maria Campi piacentino, le avea gno gl'interessi della monarchia spa-
approvate nel 16o9 la congrega- gnuola, e quantunque avesse spo
zione de'riti, a relazione del cardi- sato nel 1 63 1 Maria Farnese so
nai Bellarmino. Immensi vantaggi rei la di Odoardo duca di Parma
derivarono a Modena colla stabile e Piacenza, fece nel 163, la guer-
residenza de' loro principi, che ne ra ad esso per compiacere il re di
accrebbero il lustro con ingrandir- Spagna. Questi per compenso cedè
la, con edilizi e stabilimenti. Le al duca di Modena il principato
arti e le scienze fiorirono, la po- di Correggio nel 1636. Nel 1639
polazione si aumentò, e lo splen- trovandosi Francesco I armato per
dorè della magnifica corte Estense la guerra che ardeva tra il cogmr-
cagionò ai modenesi infiniti beni to e Urbano VIII , gli venne de-
ed onori. Cesare morì agli 1 1 siderio di conquistar Ferrara; ma
dicembre 1 628 , lodato per dol- il legato pontificio ne deluse le
cezza e clemenza, e per l'amore mire di un colpo di mano, e il
dalla pace che lo rese caro n'suoi duca affacciò con scritture altre
sudditi, ma mancante di risolale?.- pretensioni. Il Papa domandò il
za e vigore negli affari. Alfonso passaggio di sue milizie per occu-
III primogenito gli successe, che pare Parma e Piacenza, onde far-
•veutlo nel 1608 sposato Isabella gli conoscere che non solo potevi*
MOD MOD 3o5
difendere Ferrara, ma anche aggre sare nel 1655 a suo figlio Alfon
dire, ed ebbero luogo alcune inva so IV la contessa Laura Marti -
sioni del territorio modenese, per nozzi di Fano, nipote del celebre
chè il duca con denaro e truppe cardinal PIazzarmi, onnipotente nel
spalleggiava il Farnese. Inoltre Ur la corte di Francia, e si dichiarò
bano VIII fortificò i confini e pre apertamente nella guerra tra quel
se altre provvidenze, sebbene nel la potenza e casa d'Austria allea
dicembre 1641 creò cardinale Ri to della prima e della casa di Sa
naldo d'Este il fratello, ad istanza voia. Creato generalissimo degli e-
dell'imperatore; fu vescovo di Reg serciti francesi in Italia, prese Va
gio, e morendo nel 1672 fu sepol lenza agli spagnuoli nel 1656, e
to nella chiesa de'cappuccini. Nel Mortara nel 1658. Devastò il du
1644 fu conchiusa la pace tra cato di Mantova ed il Milanese,
Urbano VIII e il duca Odoardo e salì in riputazione di buon capi
Farnese in Venezia, sottoscrivendo tano; in pari tempo si fece ama
la pel duca di Modena il marche re da' suoi sudditi, e sviluppò per
se Tassoni, laonde i forti eretti l'amministrazione come per la guer
dai papalini, dai veneti e dal du ra talenti che per lungo tempo
ca di Modena ne'confmi, si dovet erano rimasti occulti. Morì a' 1 4
tero distruggere, tranne Forte Urba ottobre 1658 in conseguenza del
no dal Papa ristabilito, e posto la malattia contratta all'assedio di
tra Bologna e Modena, di cui fa Mortara, d'anni 48, lasciando tre
cemmo cenno a Milizia Pontificia. figli, il cui primogenito Alfonso IV
In seguito Francesco I cessò di gli successe.
tenere le parti della casa d'Austria Ereditò il duca anche il coman
per farsi partigiano della Francia, do degli eserciti francesi in Italia,
per cui quando il fratello cardinal ma quando il cardinal Mazzarini
Rinaldo richiese a Ferdinando IH previde vicina la pace tra la Fran
la protezione dell'impero presso la cia e la Spagna, consigliò segreta
santa Sede, n'ebbe ripulsa, ed ot mente Alfonso IV di trattarla pel
tenne in vece quella di Francia, primo. Il duca obbedì e sottoscris
come dicemmo nel vol. XXXVI, se a' 4 marzo 1659 una pace par
p. i5 del Dizionario, ove ripor ticolare colla Spagna, che fu con
tammo la gravissima vertenza tra fermata dal trattato de' Pirenei del
il cardinale e l' ambasciatore di 7 novembre, nella quale s innesta
Spagna, troncata da Innocenzo X. rono le pretese del duca sulle val
Malgrado alle avversità cui sog li di Comacchio (Pedi), indi nel
giacque Francesco I nel 1649 per 166o accadde in Roma grave tram
mostrarsi contrario alle due case busto, in cui vi fu compromesso il
d'Austria, restò fedele ai francesi cardinal Rinaldo ed i nipoti di
sino al termine di sua vita, pas Alessandro VII, cioè de'birri e corsi
sando nel 1654 a terze nozze con contro l' ambasciatore di Francia
d. Lucrezia figlia di d. Taddeo (Pedi). Il fratello del duca, Almeri
Barberini pronipote d'Urbano VIII, co d'Este, cui il cardinal Mazzari
cui Innocenzo X fece magnifici ni destinava sua nipote la famosa
doni, insieme alla rosa d'oro be Ortensia Mancini, e l'eredità delle
nedetta. Il duca quindi fece spo- immense sue ricchezze, fu rapito a
voi. xiv. 2o
3o6 MOD MOD
Paro da una malattia nel 166o, I' erezione del non meno sontuoso
mentre faceva la guerra a' turchi. tempio di s. Francesco di Sules, o-
Alfonso IV non gli sopravvisse due ve fu solita raccogliersi in fervoro
anni, e mori a' 16 luglio 166a di se orazioni per implorar pace al
anni 28 di gotta, lasciando due fi l'anima del marito, e prosperità al
gli, Francesco II che gli successe, figliuolo. Essendo in Modena fieris-
e Maria Beatrice poi sposa di Gia si me discordie tra la nobiltà e il
como II re d'Inghilterra. La so popolo, la duchessa ripurgò la città
rella del defunto , principessa E- e lo stato d'ogni feccia d'uomini;
leonora, chiarita delle vanità del infrenò pure la prepotenza de'feu-
mondo, nel 1674 si fece monaca datari che straziavano i vassalli, per
in Modena nel monastero delle car cui tra le lodi che giustamente gli
melitane scalze, poco prima fabbri furono tributate, venne tacciata di
cato dall'insigne pietà di d. Matil indole troppo fiera e inesorabile in
de L'entivoglio; prese il nome di chi avesse osato offendere la mae
suor Maria Francesca, e poi nel stà del governo, o la suprema au
1689 fondò in Reggio un monastero torità, di cui fu gelosa custode.
dell'ordine suo, morendo in Modena Francesco II non volendo più ri-
nel 1722 in odore tale di santità che conoscere la reggenza della madre,
ne fu formato processo. Francesco questa si ritirò in Roma per viver
II rimase sino al 1676 sotto la tu vi ritirata e quieta a' 19 luglio
tela e reggenza di sua madre Lau 1687. Tra le opere di pietà ivi e-
ra Martinozzi, il cui governo saggio semiate nomineremo la scuola fon
e mite la fece prediligere dai suoi data da lei per le fanciulle nel mo
popoli. Dimostrò un animo più che nastero delle Orsoline coll'approva-
virile, assunse ministri capaci e tea zione d' Innocenzo XI, e tutt' ora
li, e informò alla religione e alla esistente : questo Papa la chiamò
bontà de' costumi il figlio. Questa in un breve, idea delle cristiane
principessa fu sul punto di rompe eroine, e il predecessore Clemente
re guerra alla duchessa reggente di X, specchio delle principesse divote.
Mantova per assicurare i suoi di Il duca Francesco II visitò in Roma
ritti sopra alcune isole del Po, tra i la madre prima della di lei morte, e
due stati, ma solo ebbero luogo al poscia onorò con titolo di duca e be
cune energiche dimostrazioni. Nella neficò i Martinozzi suoi parenti, ed
pace di Pisa del 1664 si fecero di nltrettanto fecero la suddetta regi
versi accordi tra il duca e Alessan na d'Inghilterra e Giacomo III ;
dro VII su Cornacchie, riportati al ed estintasi l'illustre famiglia in
l' articolo Ferrara, tra 'quali la ca Fano nel 17.56, successe per testa
mera apostolica cedè in Roma un mento la nobilissima de' conti di
palazzo al duca, e assunse il mon Montevecchio di s. Croce, sì nei ti
te Estense formato a carico de'du- toli che nei beni, in un al bellissi
chi di Modena. La duchessa edifi mo palazzo Martinozzi in Fano. Il
cò basiliche, palazzi, baluardi. Tra duca Francesco II di temperamen
le istituzioni religiose la più cele to debole e malaticcio, che gl' im
bre si fu il monastero della Visita pediva applicarsi agli affari, uscito
zione da lei fondato alle Salesiane che fu di tutela dalla madre affidò
nel 167o, e dotato largamente, e la sua autorità pressochè intera a
MOD MOD 3o7
suo fratello naturale d. Cesare, il Bologna per attendere l'esito d'una
quale per tenerlo meglio nella guerra alla quale non prendeva
sua dipendenza, lo trattenne lungo parte. Nel i7o3 Clemente XI, neu
tempo dell'ammogliarsi : alla fine trale a tal guerra, s'interpose a fa
Francesco II nel i692 sposò Mar vore del duca Rinaldo con Luigi
gherita. Farnese figlia di Ranuccio XIV re di Francia, e con Filippo
Il duca di Parma, e morì senza V re di Spagna, con qualche suc
prole a' 6 settembre i694. cesso, benchè poi ebbe motivi di
Per l'estinzione del ramo primo lagnarsi di Rinaldo. Nel i7o4 il
genito della famiglia Estense, fu chia dm» si portò in Roma sotto il no
mato al trono ducale di Modena il me di conte di Sassuolo, distinta
cardinal Rinaldo d' Esle dell'ordine terra del ducato modenese, ceduta
de'diaconi, zio del defunto, che col- da Ercole I alla famiglia Pio in
l' autorità del Cardella chiamammo compenso d'una parte della contea
alla sua biografia fratello di Fran di Carpi, mentre il castello da
cesco II, e con quella del Novaes, Francesco I era stato ridotto a mae
nipote dell'altro cardinale di tal stoso palazzo con giardini. (Nel i 784
nome, e cognato di Giacomo II re fu stampata la Sposizione delle
d' Inghilterra; ma piuttosto sembra pitture in muro del ducale palazzo
ci fratello di Alfonso IV, e figlio di Sassuolo, villa de'principi Esten
di Francesco I "e di Lucrezia Barbe si di Modena). Rinaldo fu allog
rini, come lo afferma il Mmatori, giato nel palazzo Barberini, e que
il quale dice che Innocenzo XI gli sta casa s' interpose col Papa per
mandò la berretta rossa in Mode le differenze da qualche tempo in
na pel marchese Pietro Isimbardi. sorte tra loro. In seguito Clemen
Il cardinale non essendo iniziato te XI ammise il duca più volte al
negli ordini sacri, rinunziò la sacra la sua udienza, e questi partì da
porpora, sposando poscia Carlotta Roma soddisfatto.
Felicita di Brunswick figlia del du Modena ch'era stata presa nel
ca lI' Aiinover ; in tal modo i due -i7o2 -pel re di Spagna dai france
rami della casa d'Este, separati fi si, questi dovettero abbandonarla
no dal io7o, furono riuniti per tal nel novembre i7o6 per le forze
matrimonio. Avendo poi Amalia imperiali che vi ristabilirono il du
Guglielmina sorella della duchessa ca, il quale acquistò poi il ducato
sposato in Modena per procura di Mirandola. L' imperatore tentò
Giuseppe I re de' romani, Innocen fargli restituire da Clemente XI la
zo XII spedì a Modena per le contea di Comacchio, per le ragio
gato il cardinal Jacopo Boncompa- ni delle investiture imperiali che
gni arcivescovo di Bologna, per pre aveano gli Estensi, anzi il duca Ri
sentarle la rosa d'oro benedetta naldo giudicò propizia I' occasione
ed altri cospicui doni. Il duca Ri per riacquistare ancora il ducato
naldo che celebrò lo sposalizio en di Ferrara, e persuase il cognato
trò iiell' alleanza della casa d' Au Giuseppe I ad impadronirsi di Co
stria durante la guerra della suc macchio e suo contado, ciò che si
cessione di Spagna ; ma ben to eifettuò a tenore de' racconti fatti
sto tutti i suoi stati vennero in altrove, massima mente a quell'arti
vasi dai francesi, ed egli riparò a colo, ed a quello di Ferrara. Cle
3o8 MOD MOD
mente XI si vide costretto a soste Filippo, e ne avea avnto già due
nere le ragioni della camera apo figli e quattro figlie. Era a Vien
stolica, colle armi e colla penna ; na quando mori il padre, ed avea
tutto si accomodò con trattati, ma fatta una campagna contro i tur
Comacchio restò in deposito agl'im chi. Appena tornato in Modena si
periali, con poca soddisfazione del sforzò di ristabilire le finanze dello
duca di Modena. Non potendosi stato, rovinate dalle precedenti guer
differire dagl'imperiali la restituzio re, di cui la Lombardia era stata
ne di Comacchio e suo territorio il teatro, e fece nel 1 74 ' sposare
alla santa Sede, per le rimostranze a suo figlio Ercole II) Rinaldo,
fatte pure da Innocenzo XIII e Maria Teresa Cibo duchessa di Mas
Benedetto XIII, a questo nel 1725 sa e Carrara, estendendo per tale
ne ordinò la restituzione Carlo VI, parentela gli stati della casa d' E-
dichiarando però di non intendere ste fino al mare Mediterraneo. Ma
pregiudicare il duca di Modena, per ria Teresa era primogenita di Al-
le ragioni che potesse avervi. Una derano Cibo duca di Massa e prin
nuova guerra avendo ricondotto nel cipe di Carrara, e di Ricciarda Gon
1734gli eserciti francesi in Italia per zaga figlia di Camillo IIl conte di
regolare la successione Farnese al Novellara e Bagnolo: una delle due
ducato di Parma e Piacenza, e rista sue sorelle, Marianna Metilde Cibo
bilire il regno di Napoli, reputando Malaspina, nel 1648 sposò il prin
si il duca favorevole all'imperatore, cipe d. Orazio Albani pronipote
gli stati di Modena e Reggio furo di Clemente XI.
no cou loro danno di nuovo occu La guerra che poco dopo si
pati dai francesi per capitolazione nel accese in Europa contro Maria
mese di luglio, ed il duca colla sua fa Teresa d'Austria , per la succes
miglia tornò per due anni al suo sione austriaca, espose lo stato di
asilo di Bologna. Rientrato nella Modena a nuovi guasti ; la capi
sua capitale nel maggio ir.'5(i, vi tale fu occupata nel giugno 1747
morì a'26 ottobre 1737 d'anni 82. dai savoiardi, ed il sovrano veime
È da notarsi tra le altre sue belle obbligato allontanarsene. Francesco
azioni la fondazione dell'ospizio dei III accettò il comando degli eserci
poveri d' ambo i sessi, ch' ebbe o- ti spagnuoli in Italia; fece con es
rigine nel 1695. Essendo vacata la si valorosamente la guerra nello
contea di Novellara e Bagnolo, l'im stato pontificio, nel regno di Napo
peratore Carlo VI, in contempla li, nel Milanese, nella Liguria, e
zione delle sue benemerenze, gliene nel Piemonte; ma frattanto i suoi
diè l'investitura gratuitamente. Suo fi stati vennero occupati dagli eserci
glio Francesco III gli successe, la ti, o da quelli del re di Sardegna;
di cui nascita , tra le altre feste , e quando vi rientrò in virtù del
era stata celebrata con un insigne trattato d' Aquisgrana nel 1 748, li
carosello di armeggiamento a ca trovò rovinati , impoveriti e spo
vallo : delle sue tre figlie una so polati pel lungo soggiorno de' ne
la era stata maritata, ed era vedo mici, e per le frequenti contribu
va del defunto duca di Parma. zioni che imposero. Nel 1752 Fran
Francesco III avea sposato Catlotta cesco III conchiuse un trattato
Aglae figlia del duca d' Orlcaus coll' imperatrice Maria Teresa d'Au
MOD MOD 3o9
stria come duchessa di Mantova, in d' Innocenzo X, in cui si ordinò
cui si conveiuie che le isole del nel 165a la soppressione di alcuni
Po, dove questo fiume forma con piccoli conventi, ma non gli fu ac
fine fra i due stati, dovessero ap cordata pel modo dell'inchiesta. Va
partenere a quella delle due sovra riata che fu, si accordò al duca la
nità, al continente della quale si concessione, in vigore della quale
trovassero di tempo in tempo più nel ducato di Modena vennero sop
vicine in conseguenza delle varia- presse alcune case religiose, com
rioni del corso del fiume : verifica presa la celebre abbazia di Nonan-
tasi tale circostanza di fatto nel tola de'monaci cisterciensi. France
1 1> | — , le due isole di s. Simeone sco III meritò alcuna gloria pei
e Vmi. nili furono aggregate al ter li protezione che accordò ai lette
ritorio di Mantova. Nel 17 US il rati, fra' quali Muratori e Tirabo-
duca fu fatto governatore di Mila schi sommi nell'italiana erudizione,
no, con Carlo conte di Firmian per tuttavolta si taccia d' aver arresta
ministro plenipotenziario. Tra i be to la prosperità rinascente de' suoi
ni allodiali che gli Estensi possede stati per la gravezza delle contri
vano nel Ferrarese, in primo luogo buzioni che impose, e pel cattivo
figurava la Mesoln, ma Francesco sistema di sue finanze. Morì d'an
III la vendette a Francesco I im ni 82 a' 23 febbraio 178o.
peratore nel 1759, il quale v'in Ercole III Rinaldo suo figlio gli
nalzò coll' imperatrice sua moglie successe in età avanzata, e dal suo
Maria Teresa magnifica chiesa, la matrimonio con la duchessa di Mas
quale per la sua bellezza e archi sa non avea avuto che la sola fi
tettura è la meraviglia de' forestie glia Maria Beatrice, che a' 14 ot
ri, compita poi e perfezionata da tobre 1771 erasi sposata all'arci
Pio VI quando acquistò la Mesola: di duca Ferdinando d'Austria, eletto
tutto parlammo nel vol. XXIV, p. in quella occasione governatore e
44 e 163 del Dizionario . Nel capitano generale de'ducati di Mi
1768 il duca di Modena incomin lano e di Mantova, dalla sua ma
ciò a far segreti preparativi per ten dre Maria Teresa di cui era terzo
tar la ricupera di Ferrara, ma genito. Ercole III ammassò tesori
Clemente XIII ne accrebbe i presi considerabili, ma tal gusto d'accu
dii, e col mezzo di detta impera mulare alienò l'animo de' sudditi,
trice fece cangiar pensiero a Fran e forse li dispose a desiderare una
cesco III. Con questi il Papa si rivoluzione, sebbene non mancasse
querelò colla lettera Jam din filius, di erigere magnifici edilizi, utili o-
de' 24 settembre, presso il Guerra, pere e benefici stabilimenti. I tran-
h'pit. Bull. t. II , p. 397, perchè cesi profittarono del malcontento con
in un suoedittode'7 giugno avea in macchinazioni, laonde il duca Ercole
famato il capo^della Chiesa per non III agli 8 maggio 1796 comparve
avergli approvato alcuni dazi impo in Ferrara, avendo inviato il suo
sti agli ecclesiastici de'suoi stati, sop tesoro pel Po a Venezia, ove si po
primendo ancora alcuni couventi se in salvo, giacchè i commissari
senza la pontificia facoltà. Doman francesi in Reggio ed in Modena
dò quindi il duca tale licenza, col- aveano intimato una contribuzione
V esempio della bolla liistaurandae a que'popoli. Frattanto il a5 ago
3io MOD MOD
sto 1796 il popolo di Reggio ope tino rosso, per divieto della muni
rò un primo movimento insurre - cipalità. Mentre il Pontefice dormi
zumale, elie il debole e mal ani va, dagli urli svegliatosi, ne restò
mato presidio non fu in istato di turbatissimo; ma alcuni buoni mo
reprimere, e si compose un reggi denesi assicurarono subito che il
mento temporaneo con forma re tumulto proveniva da cosa teatra
pubblicana. Egual tentativo si cer le. Monsignor d' Este vescovo di
cò di operare in Modena, ma i sol Reggio avea preparato il suo epi
dati poterono sostenere il nome du scopio per ricevervi il santo Padre;
cale ; questo avvenimento ravvivò ma temendosi in quella città catti
le speranze di Ercole III. Ma il va accoglienza dai fanatici repubbli
general Bonaparte non tardò a trar cani, il Papa uscì di buon'ora da
partito dal turbamento, e dichia Modena il primo di aprile alla vol
rando di prendere sotto la sua pro ta di Parma, con pioggia forte. Il
tezione e delle armi francesi gli a- vescovo di Reggio si fece trovare
bitanti degli stati Estensi, ne invase i nella cospicua sua pieve di Modelo-
domimi e la capitale, ove si recò 11. l, supplicando il Papa di onorare
personalmente a rovesciare il trono quella canonica e ristorarsi ; l' in
ducale, nel qual trambusto la bella vito fu accettato, l'accoglienza non
statua equestre dell' esule sovrano poteva essere più cordiale e rive
fu dalla plebe abbattuta. Quiudi rente, e Pio VI dopo due ore di
appresso i congressi, di Modena dei grato riposo e rifocillamento, be
16 ottobre, e de'27 dicembre 1796 nedetto il popolo, proseguì il viag
di Reggio, si organizzò la repubbli gio sempre piovendo. Nello stesso
ca Cispadana, della quale i paesi anno 1 799 l' esercito francese di
del Modenese fecero parte, incorpo Macdonald reduce da Napoli, sboccò
rati poscia alla Cisalpina. nella Lunigiana Toscana nella Val
Nel 1799 il detronizzato Pio VI di Taro per battere i corpi austria
venendo condotto prigione in Francia, ci di Hohenzollern e Klenau, e do
avendo pernottato a Bologna il 3i po le scaramucce del io e 1 1 mag
marzo, procedette per Modena mal gio, avvenne nel 12 giugno la san
ricevuto, al modo che narra il Bal guinosa battaglia del Panaro, ove
dassarre Relazione de'patimenti eli il primo de' due generali tedeschi
Pio VI, t. II, p. 28 e scg., e dovette restò interamente sconfitto, e tutto
smontare dopo mezzodi al grande al sarebbe stato per gli alleati perdu
bergo presso la porta della città ve to, se non avesse il secondo soste
nendo da Bologna, cioè di peso fu nuto con rara intrepidezza la lotta
levato dalla carrozza, e portato a perigliosa. Gli emigrati francesi, de
braccia d'uomini nella sua stanza. Ivi nominati i cacciatori di Bussy, circon
il modenese cardinal Livizzani avea dati per ogni banda dai repubblicani,
fatto apparecchiate l'occorrente pel in numero di cinquanta con disperato
Papa e famiglia ; e venne ad os sforzo vollero aprirsi un varco, fe
sequiare l' infelice sovrano, facendo cero prodigi di valore, e giunsero a
altrettanto il vescovo di Modena ferire lo stesso generale Macdonald
Cortese che gli baciò la mano pian colto alla sprovvista, ma soli sette di
gendo. Il cardinale era vestito di quel numero giunsero vivi ai pri
corto da prete, senza calze e berret- mi posti austriaci della Mirandola.
MOD MOD 3n
Avendo gli austro russi occupato parte delle repubbliche Cisalpina e
Modena e Reggio, cacciandone i Italiana, e formato il regno italico,
golli cisalpini, dopo la battaglia di cogli stati ducali si formarono i
Ma rengOt de' 14 giugno 18oo, i due dipartimenti del Panaro e del
francesi ricuperarono questi dominii. Crostolo. Ercole III morì nel 1799
Ercole III era stato spogliato dei in Trieste, prima di godere della
suoi stati pel trattato di Campo- sovranità di Brisgovia ; ne divenne
formio de' 17 ottobre 1797; ma però duca il genero Ferdinando ar
per quello di Lunedlle degli 8 feb ciduca d' Austria, zio dell' impera-
braio 18o1, la Brisgovia e l' Or- tor Francesco I, morto a'24 dicem
tenau furono promessi dall' Austria bre 18o6. La vedova Maria Bea
al duca in compenso, secondo il trice d'Este, dopo la rovina di sua
precedente trattato. La Brisgovia famiglia si ritirò a Vienna, ove la
o Brisgnu è un antico territorio di figlia Maria Luisa Beatrice sposò il
Germania, nella parte meridionale detto imperatore suo cugino, e morì
della Svevia, fra la foresta Nera ed ai 7 aprile 1816. Altri figli di Fer
il Reno, con Friburgo [Vedi) per dinando e Beatrice Vittoria furono:
capitale, e prima lo era Brisacco, Maria Teresa regina di Sardegna;
comprendendo Limburgo ove nac l' arciduchessa Maria Leopoldina
que il progenitore della casa d'Au maritata all'elettore palatino; Fran
st l in Rodolfo d' Absburgo. Paese cesco IV poi duca di Modena; Fer
fertile clie con titolo di langraviato dinando arciduca feld- maresciallo di
appartenne ai primi duchi di Zah- Austria, proprietario del reggimen
ringen, indi ai conti di Hochberg, to d' ussari n. 3 e del reggimento
e poi ai conti di Fiirstemberg. U- imperiale russo d'Isum, già gover
go nel 1367 la vendè ad Alberto natore civile e militare di Galizia e
e Leopoldo duchi d'Austria. Cedu Lodomiria; e Massimiliano arciduca
ta a Ercole III, pel trattato di Pres- generale d' artiglieria d' Austria,
burgo de'26 dicembre 18o5 fu an proprietario del reggimento d' in
nessa al granducato di l\aden, e sof fanteria n. 4. e gran maestro dell'or
frì varie divisioni. L'Ortenau, un tem dine Teutonico nell'impero d'Austria.
po Mortenau, fertile paese di Ger Maritatosi Francesco IV nel 18 12
mania nell'autico circolo di Svevia, a Maria Beatrice figlia di Vittorio
fra il Reno e la Selva Nera, l'Uff- Emanuele re di Sardegna, nacque
gou e la lirisgovia. Separato in can ro l' arciduchessa Maria Teresa ;
toni e baliaggi, era diviso fra l'im Francesco V regnante duca di Mo
peratore, i margravi di Baden, i dena, che nel 1842 si sposò alla
principi di Fiirstemberg ed i conti duchessa Aldegonda regnante, figlia
di Leyen. Dopo aver fatto parte dell'odierno re di Baviera ; Ferdi
alle indennizzazioni accordate al du nando arciduca, maggiore generale
ca di Modena, fu poi co mpreso nel al servizio dell' Austria, brigadiere
ducato di Baden : Ortenberg era d'artiglieria, proprietario del reggi
il capoluogo della parte posseduta mento d' infanteria n.° 26 ed an
dall'imperatore, con castello poi ro cora del battaglione de' cacciatori
vinato, ed Oifenburg è la città ca del Frignano; e l'arciduchessa Ma
pitale del presente circolo Kintzig. ria Beatrice.
Intanto i dominii Estensi formarono Riprendendo la cronologica nar-
3t! MOD MOD
razione , allorchè Pio VII ri re Dlstrutta nei primi del 1814 la
cò nel 18o4 a Parigi, onorò di potenza di Napoleone, gli ecclesia
sua presenza Modena : a Pieve, stici ed i sudditi degli stati romani,
Pelago o Pievelngo fu ossequiato esiliati e deportati per la fedeltà
dal marchese Stampa di .Souci al loro sovrano e alla Chiesa, si ac
no prefetto del palazzo, a Panilo da cinsero a ritornare in Roma ed al
monsignor Cortese vescovo di Mo tri domimi pontificii. Pel loro pas
dena e dal conte Giuliano Marchi saggio per Modena ivi si formò una
sio deputato del Panaro. A' 9 no società, onde procurar loro allog
vembre entrò in Modena, incontra gio, mantenimento, elemosine per
to un miglio avanti dalle autorità, la messa, soccorsi di medici e chi
da immenso popolo, al suono delle rurghi, e carrozze sino a Bologna.
campane, tra le salve dell'artiglieria Questa generosa pietà de'modenesi ,
e gli evviva, scortato da usseri mo esercitata da essi con commovente
denesi. Nel duomo ricevè la bene gara, la storia ha registrato con pa
dizione col ss. Sagramento ; nell'e role di edificazione e d'indelebile
piscopio desinò e poi ammise al gratitudine. Il re di Napoli Murat
bacio del piede, partendo per Reg occupò gli stati Estensi in nome dei
gio alle due pomeridiane, recando collegati colle truppe napoletane, al
si a pernottare a Parma. Reduce le quali successero le austriache ,
da Parigi nel 18o5, Pio VII a' 3 sotto il governamento del conte
maggio da Reggio ritornò a Mode Stubenberg pel duca Francesco IV.
na, incontrato lunge un miglio dal II ducato di Massa-Carrara che Na
la primaria nobiltà, dalle autorità, poleone aveva eretto nel 18o6 in
avendo guarnito la truppa tutte le feudo imperiale, coll' assegnarne la
strade sino all'episcopio ov'era pre ammimstrazione governativa (per la
parato 1' alloggio. Il Papa ricevè quale fu riunito a quella della Gar-
nella cattedrale dal vescovo Corte fagnana tranne Barga) alla princi
se la benedizione col ss. Sngramen- pessa di Lucca di lui sorella, ritor
to, indi salì al suo appartamento, nò a casa d' Este, prendendone pos
ossequiato dal popolo modenese in sesso per l'arciduchessa Maria Bea
modo inesprimibile. Nelle due sere trice il conte Ceccopieri ne' primi
che vi restò la città fu illuminata di maggio 1 S 1 \ ; quindi l'arcidu
magnificamente. La mattina seguen chessa sostenne nel congresso di
te celebrò messa alla cattedrale, be- Vienna i diritti di sua famiglia, ed
nedì solennemente il popolo dalla acconsentì che il ducato di Modena
loggia dell' episcopio, indi ammise si dnsse all' arciduca Francesco IV
al bacio del piede le dame. Dome suo figlio. Laonde dopo l' abolizio
nica 5 maggio dopo aver celebrata ne del regno italico, per atti di
e ascoltata la messa, Pio VII partì quel congresso a' 9 giugno t8i5fu
da Modena verso le 8 antimeridiane, restituito all'arciduchessa il ducato
corteggiato dalle autorità, ed accla di Massa-Carrara, e coll' articolo 98
mato da tutti, pernottando a Loiano riconosciuto in duca di Modena
nel casino Massa, dirigendosi nella Francesco IV, ed erede dell' altro
seguente mattina per Firenze. Tan ducato che poi conseguì quando
to si legge nei numeri 92 e 39 dei colla morte dell'arciduchessa si c-
Diari di Roma del 18o4 e 18o5. stinse la celebre e nobilissima- pro
MOD MOD 313
sapia Estense. Fu inoltre convenu seguito dal duca Francesco IV e
to che quando i principi regnanti tlidl. i duchessa sua moglie con tutta
di Lucca ricupereranno il duca la corte. Que' pii ed amabili sovra
to di Parma, quello di Lucca sa ni, dopo essere rientrati nella chie
rà incorporato alla Toscana, salvo sa colla processione, prevennero il
alcuni distretti che si aggiungeran santo Padre nel ritorno ni palazzo
no al ducato di Modena, al quale ducale, e trovatisi a' piedi delle sca
da ultimo fu ceduto il territorio di le vollero essi stessi aprire lo spor
Castiglione in Garfagnana, circon tello della carrozza, e accompagna
dato dagli stati Estensi. re sua Santità all' appartamento
Restituendosi Pio VII nel 18i4alla ove dimorava. Nel breve soggiorno
sua sede, passò negli ultimi di marzo fatto in quella città diedero quei
per Modena, ed ornate le strade di principi al Papa tutti gli attestati
tappezzerie e di fiori, i modenesi ne di venerazione, di rispetto e di fi
guidarono la carrozza alla catte liale affezione. Io ebbi in quella
drale ove fu cantato il Te Deum. circostanza la sorte di abboccarmi
Il vescovo Cortese I' ebbe ospi col duca, e sentii dalla sua bocca
te nell' episcopio diversi giorni , savissimi discorsi sulla condotta po
dal cui balcone il Papa spesso be- litica da tenersi in que'difficili tempi
ned! il popolo, e poscia seguitò da tutti i sovrani d'Italia, che mi
il viaggio per Bologna, ove giun fecero concepire alto* concetto della
se a'3i marzo. Il ritorno poi del sua augusta persona, e fin d' allo
duca Francesco IV in Modena fu ra previdi che sarebbe egli stato
un vero trionfo, perchè i figliuo quel gran principe, cui ora l'Italia
li riacquistarono il padre, ed uno applaude ed ammira nel governo
de' più illuminati, religiosi e bene de' fortunati suoi dominii. Nell' ot
fici sovrani. Nel 18i5 Pio VII par- tava della festa era il Papa a Fi
fi da Roma, quando il re Murat renze ". Pio VII a'27 maggio par
domandava il passaggio delle sue ti da Modena, pernottò in Pistoia,
truppe, e si recò a Genova ed a e passò a Firenze.
Torino. Di ritorno da quest'ultima Francesco IV, principe potente
capitale, giunse a Modena a' 2 i mag per accorgimento e per fortezza di
gio, alloggiato nel palazzo ducale animo, modello de' principi saggi
splendidamente, e nel d'i seguente e religiosi, padre benefico e vigi
intervenne alla solenne processione lante de' suoi popoli, la storia ne
del Corpus Domini, incedendo con registrerà le gesta a caratteri in
torcia, presso il Venerabile portato delebili siccome ministra imparzia
dal vescovo Cortese, in mezzo ai le della verità. Questa per quanto
cardinali Litta e Pacca. Questo vogliasi oscurare per l' influenza
cardinale nella Relazione di tal viag d'interessati pregiudizi, più presto
gio a p. 12o descrive così il sog o più tardi trova immancabilmen-
giorno del Papa in Modena. » Nel ta la via per giungere alla pubblica
la festa del Corpus Domini il Pa luce, e si presenta ne' suoi veri co
pa ch'era giunto a Modena il gior lori all'estimazione dei giusti e dis
no innanzi, intervenne alla solenne appassionati, con iscorno e confu
processione del Corpus Domini, an sione de'maligni detrattori. Lascian
dando a piedi dietro il Venerabile, do dunque ad altre penne tal glo
3.4 MOD MOD
ria, solo per debito di profonda di ino privato peculio, col quale
gratitudine per essersi degnato gra mantenne molti convittori della clas
ziosamente accettare la dedica di se media. Nel convitto però di Reg
questo mio Dizionario con porlo gio si ammettono nobili degli stati
sotto i suoi validissimi auspicii, ciò Estensi e forestieri. A Massa Ducale
che vanto a mio grand' onore e fu aperto altro collegio di gesuiti;
confusione ; ed eziandio per indis e nel collegio de' nobili di Modena
pensabile omaggio alle sue rare parecchi alunni furono mantenuti
virtù e sublimi qualità, accennerò dalla munificenza di Francesco IV.
brevemente le cose principali che Qui noteremo che negli stati Estensi
distinsero un principe, che più va sonovi parecchi convitti per gli stu
sto impero meritava onde felici denti di legge, medicina e matemati
tarne i fortunati sudditi, poichè fu ca, e seminari vescovili; che in Mo
più padre che sovrano. Francesco dena evvì l'accademia de' paggi pei
IV dopo le severe lezioni avute giovani nobili atti al servigio pub-
alla scuola delle avversità durante blico e del sovrano, ed una celebre
il dominio Napoleonico, al ristabi scuola di matematica, i quali due
limento della pace generale assunse stabilimenti sono sotto la protezio
il governo de' suoi stati. Dopo aver ne delt'arciduca Massimiliano, il
regolate tutte le materie concer quale insieme col fratello arciduca
nenti il buon- governo del suo po Ferdinando, ha speso grandi somme
polo con saggie e provvide leggi o per molti pubblici stabilimenti degli
disposizioni, egli rivolse le sue pri stati di Modena, come di quelli del
me cure al ripristinamento delle l'Austria: questi due principi, de
comunità religiose , e a ridonare gni germani di Francesco IV, in
al divin culto la maggior parte diversi tempi resero grandi servigi
delle chiese convertite ad uso pro alla Chiesa ed allo stato. Nell' eccel
fano, restaurandole a proprie spese. lente scuola di veterinaria di Mo
Laonde ben presto ne' suoi domi dena, con gabinetto o museo zoo
mi si videro monasteri e conventi logico, si vede lo scheletro del de
d'ambo i sessi degli ordini di s. Be striero cavalcato dall' arciduca Fer
nedetto, di s. Ignazio, di s. Francesco dinando lodato, quando alla batta
d'Asisi, di s. Domenico, di s. Fran glia d' Cima, il prode principe col
cesco di Sales, di s. Vincenzo de Pao la spada alla mano ed alla testa
li, e di s. Alfonso de Liguori : quindi di alcuni squadroni di cavalleria
i monasteri di monache si occuparo austriaca, si apri la strada attra
no nell' educazione delle giovinette, verso le immense forze di Bona-
essendo una delle principali solle parte che avea del tutto circondate
citudini del duca la religiosa e le truppe tedesche.
morale educazione. A tale effctto Fra i pubblici stabilimenti che e-
riapri i collegi de' gesuiti a Mode sistono negli stati Estensi, e che deb
na e in Reggio, e due case di e- bono la loro istituzione a France
ducazione dai medesimi dirette; e sco IV, ricorderemo i seguenti ap
perchè a Modena non era capace partenenti alle classi di beneficen
che di ottanta convittori, fece fab za e carità. Il bellissimo spedule
bricar dalle fondamenta il magni delle suore di carità iu Modena ,
fico collegio convitto di s. Chiara che furouo pure poste ia quello di
MOD MOD 3i5
Reggio aumentato d' una ginn sala frumento; 2ooo di maiz ; 8ooo
a spese del duca. La casa di edu di riso; 1 2, ooo di castagne, e 1ooo
cazione di s. Paolo, ove sono edu di fagiuoli ; i quali magazzini fu
cate e mantenute le zitelle povere rono comprati di privata moueta
e abbandonate. L' istituto delle sor del duca per impedire monopolii:
do-mute, ove le alunne sono per da essi ricevono i sudditi senza.
fettamente istruite. Le pubbliche interesse tutto il grano che chie
scuole di carità dirette dalle figlie dono , restituendolo dopo il rac
di Gesù, per le fanciulle delle clas colto. Protesse singolarmente l'a
si più basse, venendo mantenute di gricoltura, e fece immense pianta
vitto le più povere e abbandonate. gioni nelle montagne di sua pro
L' orfanotrofio di s. Bernardino, i prietà, per supplire alla mancanza
cui fanciulli erano nella più parte di boschi e combustibili. Diminuì
educati a spese del duca nelle arti i dazi, e fu largo per tuttociò che
meccaniche ed anco liberali , ed riguardò il decoro del culto divi
appartengono alla congregazione di no. La sua generosità Francesco
s. Filippo Neri, la quale esiste in IV non la restrinse ai suoi stati:
diversi luoghi de' domimi Estensi. fu munifico colla casn di novizia
Mantenne Francesco IV poveri o- to de'gesuiti di Verona ; nell'Un
perai ne'lavori pubblici, anzi la sua gheria , a Vienna, a Venezia, e
beneficenza si estese pure co'fura- principalmente nelle vicinante del
Mieri, avendo periodicamente soc la sua villeggiatura del Catiijo nel
corso portoghesi , spngnuoli , fran regno Lombardo • Veneto, molte
cesi, ec. emigrati da' loro paesi in famiglie riceverono o stabili pen
conseguenza delle ultime rivoluzio sioni , o considerabili carità dalla
ni che hanno afflitto l'Europa. A sua illimitata pietà. Il Catajo o
suo conto fece costruire un foro Cattaggio è un villaggio della pro
boario, con magnifico e bel por vincia di Padova, distretto di Bat
tico e vaste sale , pel bestiame taglia , ov'è celebre il luogo di
cornuto condotto nel mercato set delizia appartenente già alla fami
timanale in Modena, di gran van glia Obizzi, ed oggidì ai duchi di
taggio per l'agricoltura e commer Modena, ridotto da Francesco IV
cio; altro simile foro boario edi più ameno e sontuoso, degna vil
ficò in Reggio. E qui non è a di leggiatura di qualunque monarca.
re le periodiche limosine e mine Le arti liberali e le scienze furo
stre fatte distribuire a' poveri, e le no egualmente protette e incorag
provvidenze prese a prevenire l'o gite, anco con visitare i pubblici
ziosità; come le pensioni assegnate stabilimenti ove sono insegnate, e
a molte famiglie cadute in miseria, quando uno studente o un artista
distribuendo soccorsi colle sue ma di belle speranze e di buona con
ni nelle pubbliche udienze de' gio dotta gli era presentato, il prin
vedi e domeniche. Dichiarò perpe cipe da mecenate lo mandava, ter
tuo il monte annonario, dove pel minati gli studi, a viaggiare nelle
ben essere de'sudditi sono conser principali città d'Europa per me
vati pei tempi di carestia, ne'de- glio perfezionarsi a sue spese. Nel
positi di diversi capoluoghi degli vol. XXIX, p. s88 del Dizionario
stati Estensi più di 18,0oo sacca di riportammo il decreto con cui il
3i6 MOD MOD
duca ammettendo l'ordine geroso mente li celebrò il matrimonio
limitano ne'suoi stati fondò due dell'altra sorella del duca, l'arci
commende, una nella provincia di duchessa Maria Beatrice, col real
Modena, l'altra in quella di Reg infante di Spagna d. Giovanni di
gio. Borbone, fratello del conte di Mon-
Francesco IV , principe pieno temolin, a cui il padre I' infante
d'ingegno e di erudizione, dotato d. Carlos conte di Molino cedette
d'incomparabile fermezza di carat i suoi diritti alla corona di Spa
tere, sempre disposto ad atti di gna : il duca regnante festeggiò gli
magnanima e caritatevole bene sponsali con eseguire un brillante
volenza, giusto, intrepido', patrono torneo con alcuni cavalieri , alla
della buona causa e della vera re presenza del genitore dello sposo e
ligione, si rese altamente rispettato sua reale consorte.
pe' suoi meriti personali, come per La fede cristiana fu predicata a
le prerogative dello splendor de'na- Modena da s. Dionigi l'Areopagitu,
tali. Semplice e frugale godette e suoi discepoli, l'anno l)3, o se
nella sua veramente patriarcale fa condo altri da s. Apollinare apo
miglia un' invidiabile pace e con stolo di tutta l' Emilia, come ri
cordia, e restò inconsolabile quan porta l'Ughelli, Italia sacra to
do la ben degna archiduchessa sua mo II, pag. 73 ; quindi poco do
consorte Maria Beatrice Vittoria mo po fu eretta la sede vescovile suf-
rì a' i5 settembre i84o. Questa in fraganea di Milano, indi, per volere
comparabile sovrana seppe ispirare di Valeriano, di Ravenna, da cui la
agli esemplari suoi figli i sentimenti sottrasse Gregorio XIII per sotto
della più pura e sincera pietà. porla nel i582 a Bologna sua pa
Francesco IV terminò i suoi gior tria, quando l'elevò a' io dicembre
ni in Modena a'n gennaio i846, al grado di metropoli, di cui è
e fu pianto qual propugnacolo tuttora suffraganea , ciò che con
della quiete d'Italia. Gli successe il fermò Pio VII nel i8o3, nel con
primogenito regnante duca France cordato che conchiuse colle repub
sco V, dotato di eccellenti qualità bliche italiane. Il primo vescovo
di cuore e di mente , degno figlio di Modena fu Cleto romano dì
di sì glorioso sovrano, sotto i cui nascita , destinatovi da s. Dionigi
auspicii fin dal ilSp venne isti verso l'anno io3: consacrò e de
tuita in Modena una società di dicò al principe degli apostoli s.
incoraggimento per gli artisti del Pietro un antico tempio di Giove, e
lo stato anche domiciliati all' e- morì dopo aver condotto una vita
s-iero. Dipoi a' 7 novembre i846 santa e laboriosa. Ignorausi i nomi
l'arciduchessa Maria Teresa sorella de'suoi successori fino al 339, nel
del duca, si congiunse in matri quale anno governava la chiesa di
monio col serenissimo real conte Modena Dionigi prelato zelantissi
di Chambord, ossia il principe En mo per la gloria di Dio e per la
rico Carlo di Borbone duca di conversione del suo popolo, essen
Bordeaux, in favore del quale ri- dovi ripullulata I' idolatria sotto
nunziarouo la corona di Francia l'impero di Costante fautore degli
Carlo X e il suo figlio Delfino. ariani. Antonio di lui successore
ludi nel i847 a'6 febbraio egual- nel 358, ordinò diacono Gemiuia
MOD MOD 317
no, che alenni scrittori dicono na ta, o per una cecità di cui furono
to in Modena, e preclsamente nel colpiti i nemici, onde uscirono su
castello di Cognento, siccome do bito dalla città: questo fatto viene
tato della più ingenua umiltà e contrastato da quelli che asseri
sublimi virtù, esercitato nelle ec scono che nel /j J2 s. Geminiano
clesiastiche discipline t e carissimo era già divenuto cittadino del cie
ai suoi concittadini. II novello dia lo. La liberazione però di Modena
cono con zelo servi il vescovo nel da tanto infortunio, se non fu nel
la predicazione e nel sacro ministe tempo che Geminiano viveva, certo
ro dell'altare. Morto il buon servo è che fu per la sua intercessione
di Dio, l'esimio Antonio, convoca- innanzi al trono di Dio, e lo af
tonsi clero e popolo per eleggerne ferma l'annalista Rinaldi. Per gra
il successore, e tutti gli occhi e titudine i modenesi al loro santo
voti furono rivolti verso di Gemi- vescovo, rinnovano ogni anno la
niano, che se ne fuggì a nascon festiva memoria di tal liberazione,
dersi ne'bosclii di Cadiana; ma sco chiamandola festa della vittoria di
perto da alcuni pastori, ne fu da s. Geminiano. Intanto l'ariano Au-
to avviso a' modenesi, i quali vi senzio di Milano seminando i suoi
accorsero lieti, e lo ricondussero, errori per quasi tutta la Gallia
benchè ripugnante, alla città, do Cisalpina, energicameute adoperossi
ve fu ricevuto fra mille applausi. Geminiano, perchè l'eresia non con
Assoggettossi al gran peso dell'e taminasse i suoi fedeli, e col divi
piscopato, venne confermato dal no aiuto vi riuscì. Pieno di meri
sommo Pontefice, e consecrato dal ti s. Geminiano volò in paradiso
l'arcivescovo di Ravenna. Prima a'3i gennaio 387 circa, venendo
cura di Geminiano fu quella di deposto nella cattedrale. Tutta la
purgare la città dai superstiti a- città fin d'allora l'invocò per suo
vanzi dell'idolatria, e con virtuosa protettore e principale patrono, a-
pazienza ne conseguì l' intento ; vendo Dio onorato la tomba del
governò la sua chiesa con assidua santo con frequenti miracoli. Dal
vigilanza ed esemplarità , e fu il la vecchia rovinosa basilica, furo
padre de' poveri. Opinano diversi no poi da Dodone suo successore
storici , che verso questo tempo trasportate le venerabili sue ceneri
accadesse la funesta invasione di l'anno 11o6 nella nuova cattedra
Attila re degli unni in Italia, e le li 3o aprile. Il vescovo di Mo
the movendo quel re verso Mode dena Silingaido lasciò scritta una
na , gli andasse incontro il vescovo lunga leggenda di s. Geminiano,
Geminiano, ad implorar la salvez riportandone altre notizie il Ve-
za del suo popolo ; e che all'aspra driani nella Storia di Modenaj il
risposta del barbaro Attila , retro Tiraboschi nelle Memorie storielte
cedendo il vescovo, ordinasse che modenesij l' Ughelti che lo dice di
si aprissero le porte della città, e Govella, Rascharinae gentis alu-
che si lasciasse entrare col suo e- nutus; ed altri, come i Bollandisti,
sercito. Piamente credesi ancora, che ai 3i maggio riportano la
che passando il re per le contrade sua vita d'un anonimo dell' VIII
di Modena non vi facesse alcun secolo.
male, o per foltissima nebbia insor- Teodoro, allievo di ». Ambro
3i8 MOD MOD
gio, succedette a s. Gemininno, de alla chiesa di Modena. Sotto di lui
dicò la chiesa cattedrale al suo s. Anselmo duca del Friuli presso
santo predecessore, e mori nel 397, Fananum nel pago di Peniceto,
venendo sepolto in detta basilica, che territorio del contado e distretto
fu poi arricchita di preziosi doni, di di Modeua, edificò un monastero, vi
Leni, di privilegi, immunità e giu si fece monaco e ne fu fatto abba
risdizioni per munificenza de'Papi, te, e dopo due anni divenne la ce
imperatori ed altri principi. Ge- lebre abbazia di Nonantola, cinque
roiniìmo II fiorì verso l'anno 4,2, o sei miglia distante da Modena.
laonde a suo tempo si attribuisce Geminiano III divenne vescovo nel
l'aggressione di Attila su Modena. 785, alle cui istanze confermaro
Nel 477 divenne vescovo Gregorio no i privilegi e ne concessero alla
ordinato da Giovanni arcivescovo chiesa modenese, Desiderio ultimo
di Ravenna , che morì santamente re de' longobardi, e Carlo Magno.
nel 5oo. Bassiano o Cassiano gli Il vescovo Gisio vivea nell'8oo, mo
fu surrogato nel 5o 1 , ornato di rendo nuli' 8 1-1 circa. Adeodato del-
profonda erudizione e di eminente l'8 1 4 ottenne da Lodovico I il Pio la
santità; si oppose fortemente con ratifica delle grazie che godeva la sua
altri vescovi dell'Emilia al re Teo- chiesa. Giona fiorì nell 85o; Erni-
dorico, il quale ardì convocare un do nell'86i, cui Lodovico II con
concilio a Roma contro Papa s. fermò le precedenti donazioni e pri
>Simmaco, al quale e ad altri in vilegi; Leodoindo o Liudoino in
tervenne Bassiano. Non si conosco tervenne al sinodo romano dell'876,
no i vescovi che gli successero fino e l'imperatore Guido nell' 892 con
al 68o, in cui occupava la sede diploma ratificò le dette concessio
di Modena Pietro, il quale sotto ni. Anche Gumenulfo dell'898 con
scrisse al sinodo tenuto allora in seguì altrettanto da Lamberto e da
Roma dal Pontefice s. Agatone. Berengario I, il quale spedi altro
Flavio Cuniberto re de'longobardi diploma nel 9o2 al vescovo Goffre
gli concesse amplissimi privilegi nel do che fu testimonio delle devasta
<ii) ,. Giovanni fatto vescovo nel zioni cagionate a Modena e suo
743 ottenne da Ildebrando re dei territorio dagli ungati: Berengario I
longobardi la chiesa di s. Pietro risarcì i danni fatti dai barbari,
di Città Nuova , quarto ab urbe e per l' intercessione di Pietro ve
Mutina milliario, scrive l'Ughelli, scovo di Reggio concesse a Goflre-
nobile quondam oppidum, quo post do il pubblico mercato e piena giu
excisam veterem Mutinam transfu- risdizione del castello da lui edifi
gerant civea , come notammo su cato presso Città Nuova nel terri
periormente. Giovanni ottenne mol torio di Modena. Ardingo vescovo
ti privilegi da Rachis re de' longo nel 94? ricevè da Ugo e Lotario
bardi, e terminò le lunghe liti che re d' Italia in dono una corte nel
per la diocesi erano col vescovo di confine del contado piacentino. Nel
Bologna. Il vescovo Lupicino nel 749, 945 altri privilegi ottenne il ve
in considerazione de'sommi suoi me scovo Guido con la corte di Vi-
riti, ebbe confermati da Astolfo re taliana colle saline, nel contado di
de' longobardi tutti i privilegi che Comacchio; e da Berengario II ed
i suoi predecessori aveano accordati Adalberto, ad istanza del marchese
MOD MOD 3.9
Odelberto e del conte Manfredo, il gna, furono da Nonantola presi i
territorio di Averetoo Rovereto, o corpi de' ss. Teopompo e Genesio,
Città Nuova; Ottone I gli confermò e portati per esse, ed il morbo ces
altre possessioni, e vuolsi che eser sò. Varino Ingone diventò vescovo
citasse eziandio su Modena il domi nel io23, confermò le donazioni
nio temporale. Gli successe Ildebran del monastero di s. Pietro, e Cor
do del 969, a cui detto imperatore rado Il accordò amplissimo privi
concedè un privilegio. Nel 973 fu legio alla chiesa di Modena, ne di
tenuto un concilio in Modena presie chiarò conte della città il vescovo,
duto dall'arcivescovo di Ravenna e ratificò quelli che godeva; altre
che vi ristabilì la pace tra Pietro donazioni fecero Bonilàcio marche
e Lamberto, personaggi distinti di se di Toscana, e Ricciarda sua mo
Germania. Reg. t XXV ; Labbé t. glie. Viberto nel io38 venne de
IX ; Arduino t. VI. Giovanni ar stinato a questa sede: col consenso
cidiacono di Parma diventò vesco de' canonici e di detto marchese
vo di Modena nel 9g3 ; fu prela diè in enfiteusi varie possessioni ai
to piissimo e generoso, particolar monaci di s. Pietro. Eriberto di
mente verso gli ordini religiosi ; Modena gli successe nel iolj, il
fondò in Modena ai monaci bene quale col permesso dell'imperatore
dettini il celebre monastero di s. Enrico III nel secondo anno del
Pietro, tuttora fiorente, cui assegnò suo vescovato incominciò a rifab
col consenso del clero una gran bricare la città quasi distrutta : si
parte delle rendite del suo vesco unì poi col di lui figlio Enrico
vato, riportandone i documenti l'U- IV contro s. Gregorio VII, e con
ghelli a p. io6 e io7. Il p. Lu- sacrò coi vescovi di Bologna e di
liin, dbbatiarum Italiae, riferisce Treviso l'antipapa Giberto o Gui-
« p. 245, che il vescovo Giovanni berto Correggia col nome di Cle
nel 996 fondò presso la chiesa di mente III, del quale molto parlam
s. Pietro nel suburbio di Modena mo alla biografia di quel gran pon
il monastero, il quale Federico I nel tefice e ne' luoghi analoghi. Morì
i i "') prese sotto la sua protezione; Eriberto nel io94, ma s' ignora se
e che Urbano III nel i i 86 conces riconciliato colla Chiesa o scismati
se all' abbate l'uso della mitra, dei co. Nel io95 fu vescovo Benedetto,
sandali e guanti, quindi il mona benefico col monastero di s. Pietro;
stero venne da Eugenio IV nel morto nel io97, gli fu surrogato
i433 unito alla congregazione di s. Egidio che visse due anni. In sede
Giustina di Padova, laonde passò vacante e nel io99 per l'architet
alla cassinese. to Lanfranco s' incominciò la riedi
Varino già primicerio della cat ficazione della cattedrale, la quale fu
tedrale di Modena fu eletto vescovo terminata sotto il vescovo Dodo o
nel ioo3 ; nel ioo5 confermò e Dodoue, che vi trasferì dalla vecchia
aumentò i beni del monastero di s. il corpo di s. Gerniniano alla pre
Pietro, e nel ioi6 vi aggiunse la senza della contessa Matilde signo
corte di Savignano, che il re Pi ra di Modena, la quale donò alla
pino avea donato a s. Gerniniano. chiesa il castello di Rocca s. Maria
Per un contagio che faceva strage nel ioo8 pro mercede, et remedio
nella diocesi e in quella di Bolo- animae. siinej ed il vescovo con
3ao Al 00 MOD
cesse la Rocca in enfiteusi per cu Martino, cui scrisse detto Papa, e
stodirla a Raniero Avvocati: perle Federico II concesse privilegi. Va
preci di quest'ottimo vescovo, nel cata la sede, il capitolo parte eles
ti2a Papa Calisto II spedi una se Orlandino Gumbula, e parte
Lolla riguardante i conlini della Manfredo Pio: Onorio III riprovò
diocesi, prendendo sotto la sua pro siffatte elezioni, enel 1222 gli so
tezione e di s. Pietro la chiesa di stituì il suo vice-cancelliere Gu
Modena, per la sua pace e stabi glielmo di Savoia o Piemonte da
lità, in un al vescovo e successori. lui consacrato. Il vescovo Gugliel
Morì nel 1 1 35, e nell' anno seguen mo ricusò ai canonici dare il ca
te Ribaldo ne occupò il luogo; ma vallo che avea cavalcato, tornando
nel ii46 Eugenio IlI privò Mo in città dopo la sua consagrazione,
dena della sede episcopale, perchè onde vi fu grave controversia, per
i cittadini in onta della pontificia chè ledeva la consuetudine; come
autorità vessavano l'abbazia di No- pure ricusò imbandire nell'episco
nantola. Pentiti i modenesi di tali pio ai canonici i sette annui con
colpe, il Papa li reintegrò del seg viti, ma dagli eletti arbitri per la
gio vescovile. L' arcivescovo Mosè questione fu deciso in favore dei
di Ravenna confermò la chiesa di canonici. Onorio III concesse a Gu
s. Agnese, che il predecessore avea glielmo facoltà il' assolvere gli sco
dato a Dodone. Anastasio IV nel lari studenti di Modena, qui se le-
ti 54 nominò vescovo il cardinal viter, et sine livore percusserint,
Ildebrando Grassi bolognese, che donde ricavasi esservi a quel tenI-
pacificò co' suoi concittadini i mo po già studio pubblico in Modena.
denesi ; siccome i cardinali hanno Federico II ratificò il privilegio
biografie nel Dizionario, così in da Enrico VI suo genitore accor
esse parliamo delle notizie de' car dato al vescovo di Modena, il qua
dinali che furono vescovi di Mo le ottenne dall' imperatore di rie
dena. Nel ii 57 era vescovo Euri dificare il castello di Ponteduce
co, che ottenne da Federico I un nella diocesi di sua pertinenza, ed
privilegio per la sua chiesa e dul investì della Rocca di s. Maria i
Papa Alessandro III la conferma nobili di Balugola. Guglielmo ri
de' suoi beni: morì nel 1173 e gli nunziò nel 1233, e chiaro per le
successe Ugo; a questi nel 1778 gazioni apostoliche fu poi creato
altro Enrico, e nel 11 79 Ardizio cardinale.
o Ardigone che fu al concilio La, Nel 1234 dal clero e popolo di
teranense III: sotto di lui Lucio Modena fu acclamato vescovo Al
III consacrò la cattedrale, e verso berto Boschetti domenicano, nobi
il 1 1 88 Modena venne ampliata le modenese, e confermato da Gre
e circuita di mura. Nel 1195 era gorio IX. Straziando la diocesi i
vescovo Egidio, che investivit cano- guelfi ed i ghibellini protetti da
nicos de septem conviviis in uno- Federico II, l' ottimo pastore fu co
quoque anno, episcopus consuevit stretto uscir da Modena, e rifu
praestare cani omnibus aliis juri- giarsi in Bologna, ed il Papa punì
bus consueùs: Innocenzo III nel la città coll' interdetto. Terminati
12o2 lo trasferì a Ravenna. Indi i disordini e le civili discordie,
nel 12o7 fu dichiarato vescovo Alberto ripatriò, dopo che Modena
MOD MOD 3.M
era stata assoluta dalle censure. pò (n sede il modenese Bonadamo
Reduce Innocenzo IV dal concilio Boschetti canonico della cattedrale,
di Lione II, il vescovo gli diè ma con plauso comune per la sua pro
gnifico ospizio; introdusse Alberto bità. Fu al concilio generale di Vien
in Modena i suoi domenicani, i fran na, e Spatriando a cagione de'ghi-
cescani e gli eremitani agostiniani. bellini dovette ritirarsi da Modena
Fiorì al suo tempo il b. Gerardo colpita dalle censure di Clemente
Rangoni francescano ; più templi V, e poi vi morì nel 1 3 i4- Nel se
restaurò, stabilì oblazioni a s. Ge- guente anno divenne vescovo Bo-
miniano, e compianto morì in o- nincontro di Floriano della diocesi,
dore di santità nel 1264. Gli suc arciprete della cattedrale, insigne
cesse Matteo della nobile famiglia per dottrina ; introdusse i carmeli
Pio, canonico della cattedrale, ch'e- tani e morì nel 1 3 18. Divisi i ca
mulo delle sue virtù governò la nonici nel sosti turgli Matteo di
chiesa con sommo zelo e procurò Gorsano e Guido de Guisci, que
estinguere il fuoco delle ostinate sto riconobbe Giovanni XXII ; ri
dissensioni de' guelfi e ghibellini nomato giureconsulto, celebrò nel
di nuovo ravvivate. Fondò l' ospe i32o il sinodo e vi statuì salutife
dale di s. Pietro in Isola, e morì re leggi, aumentando il Papa la
santamente nel 128o. Il capito mensa vescovile con unirvi la par
lo elesse a succederlo Ugolino Bo rocchia di s. Pancrazio; traslato nel
schetti, altri Manfredo arciprete di i337 a Concordia, gli successe Bo
Baiona diocesi di Modena ; questi nifazio da Modena canonico di Vi
rinunziò, l' altro poco dopo morì. cenza. Nel 1 34o passò a Como, on
Nicolò III commise il governo del de venne surrogato fr. Alamanno
la chiesa al vescovo di Fermo, in Donati nobile fiorentino, dottissimo
di Martino IV di sua autorità nel teologo, già vescovo di Soana, che
1281 nominò Ardizio Conti mila morì nel i3o2. Aldobrandino figlio
nese, peritissimo, primicerio in pa del marchese Rinaldo HI d' Este,
tria, difensore della ecclesiastica li da Adria fu traslocato a Modena :
bertà; morì in Milano nel 1286 costrussc in cattedrale la cappella
lasciando la mitra preziosa e il ba- di s. Tnrasio, ove Amedeo VI con
colo alla sua chiesa. Breve fu il te di Savoia offrì una lampada di
vescovato di Bartolomeo Moschetti argento alla Madonna della Colon
nobile modenese. Nel 1287 diven na con fondo pel lume. Al suo
ne vescovo IV. Filippo Boschetti tempo Filesio eresse sopra la por
francescano, erudito nelle divine e ta maggiore la statua di s. Gemi-
umane lettere : sotto di lui Mode niano, e al campanile fu aggiun
na si diè agli Estensi, e morì nel ta la quarta campana. Passato alla
129o. Giacomo da Ferrara, che il sede di Ferrara, nel i38o gli suc
Marini chiama medico, fiorì nel cesse Guido de Baisio canonico del
129o, e morì nel 1 3 1 1 : combinò la cattedrale, uditore di rota e le
la controversia col feudatario de gato dell'Insubris, perito nelle teg
Balugola super palafreno episcopi, gi. Morì nel i382, e fu nomina
et super equo, et aimis facientis to l'agostiniano fr. Dionisio Resta
duellum j e confermò le istituzioni ni modenese, dotto, probo ed esem
degli spedali della diocesi. Ne occu- plare d'ogni virtù, che cessò di vivere
voi. XLV. 21
3ai MOD MOD
nel i.t»o. Successivamente vennero lessandro VI di cui era stato fa
fatti vescovi: Pietro Boiardo ferra migliare ; per sua morte nel i5o2
rese, traslato alla patria ; nel i/foi il fratello Francesco occupò il suo
Nicola Boiardi proposito della cat luogo, lodato per pietà e per quan
tedrale di Ferrara, che fece utili to fece allorchè la patria soffrì con
costituzioni pel clero, morto nel tagio, fame e terremoto. Nel i5o7
i4i4 ! Carlo Boiardi che interven ebbe questa chiesa in commenda
ne al concilio di Firenze ; nel i436 eoll' abbazia di Nonantola il cardi
Scipione de Mainenti ferrarese, dot nal Ippolito d'Este I, sino al i 5 i9
tissimo in erudizione, ch'eresse nuo o i5ao in cui morì : ne fu sullì-a-
vamente nel capitolo la dignità di ganeo il modenese Tommaso For
maestro delle scuole, morto nel no vescovo titolare. Leone X grato
i444 , Giacomo Antonio della Tor all' ospitalità ricevuta in casa Rmi-
re della diocesi di Modena, ma me goni, nel i 5 i 7 creò cardinale Er
glio noi col Marini lo chiameremo cole Rangoni, e nel i 5 i 9 vescovo
Gio. Antonio de Masolini vescovo della patria. Fatto nel i527 Pirro
di Reggio nel i439, dottore in ar Gonzaga vescovo di Modena, e
ti e in medicina, hic comitis prin- cardinale da Clemente VII, ebbe a
cipisque Hiutinensis titnlo condeco- suffraganeo F. Vincenzo Cevola ve
ratus est; intervenne al congresso scovo di Gerapoli; indi nel i Tat)
di Mantova adunato da Pio II ; gli sostituì Giovanni dei conti Mil
nel i463 passò a Parma, e nel ioni milanese, in età giovanile; ma
i476 a Cremona. il cardinal Ippolito d'EsteW, al quale
Nell' anno i463 da Parma fu era stato promesso dal Papa questo
qui trasferito Delfino di Pergola, vescovato, ne prese possesso e occu
che morto nel i 105, gli successe pò i beni ; finchè il Moroni paci
Nicola Sandonniui lucchese, già se ficamente l'occupò nel i532, po
gretario di Paolo II e suo vicario scia creato cardinale da Paolo III
nell'abbazia di Monte Cassino; per pei suoi grandi meriti. Sollecito ed
cinque anni gliene impedì il possesso ottimo pastore, celebrò tre sinodi,
come lucchese il duca Borso ; ce eresse il seminario, e il monastero
lebrò il sinodo con ottime costitu per le convertite, introducendo in
zioni, e riedificò dai fondamenti Modena i gesuiti ed i cappuccini.
l'episcopio. Sisto IV lo fece nunzio Occupato nelle principali legazioni,
in Francia, trasferito a Lucca nel due volte rinunziò con regresso la
i479- Venne sostituito Gio. Andrea sede; s. Carlo Borromeo lo volea
Bociaci di Reggio, ornato di virtù Papa, ma morì decano del sacro
e singolar dottrina ; fu legato di collegio nel i58o. Fr. Egidio An
Sisto IV in Sicilia e Savoia, e di drea de Foscarari nobile bolognese,
Ercole I ad Innocenzo VIII ed A- domenicano e maestro del sacro
lessandro VI. Benemerito e pruden palazzo, per cessione del cardinal
te pastore, al palazzo vescovile ag- Moroni nel i55o fu fatto vescovo:
giuse la parte aquilonare. Morto nel fondò il monte di pietà ed eresse
i/t;i7, 'venne eletto Gio. Battista un conservatorio di donzelle. Inter
Ferrari di Modena, canonico della venne al concilio di Trento, e per
cattedrale, datario e reggente di la sua profonda dottrina fu detto
cancelleria, creato cardinale da A- arca di scienza, corresse il messale
M OD MOD 3a3
e breviario romano, e concorse al noi proseguiremo colle annuali Nò-
la compilazione del catechismo ro tizie di Roma. i743 Ettore Molza
mano ; morì lodatissimo per pru modenese, de' marchesi di Fellina
denza e candore di costumi nel e conti di Mondra. i745 Giuliano
i 564- Fr. Sisto Visconti nobile di Sabbatini delle scuole pie, di Fatla
Como, domenicano assai dotto, per no abbazia di Nonantola nullius,
nuova cessione del cardinal Moro- traslato da Apollonia in partibus.
ni, nel i "in l ebbe questa chiesa i757 Giuseppe Maria Fogliani del
che prudentemente amministrò. Nel la diocesi di Reggio. i786 Tibur-
i58i il duca Alfonso II lo spedì zio de' marchesi Cortese modenese,
in Ispagna, nel qual tempo presso che per circa otto lustri con som
la parrocchia di s. Barnaba fu eret mo zelo governò questa illustre
to il convento ai minimi di s. Fran chiesa, con quelle splendide bene
cesco di Paola, morendo nel i59o. merenze e virtù, che il ch. d. Gae
Mell' anno seguente gli successe il tano Montagnani celebrò con Elo
cardinal Giulio Canniii ferrarese : gio storico, Modena i836 per G.
restaurò la cattedrale demolendo il Vincenzi e compagno . Nei due
coro che la deformava, e morì nel anni e più che monsignor d' E-
i5cp. Clemente VlII nel i593 vi ste vescovo di Reggio e abbate di
traslatò da Ripatransone Gaspare Nonantola dovette esentarsi dalle
Silingardo modenese, che poi spedì due diocesi, al prelato ne all'alò la
nunzio ad Enrico IV : pubblicò il cura, e quando l'abbazia fu unita
catalogo de' vescovi, e quanto ad in perpetuo a' vescovi di Modena,
essi appartiene. Morto nel i6o7, egli fu il primo perpetuo abbate
Paolo V gli sostituì fr. Lazzaro Pel- commendatario di Nonantola. Pub
lizzari di Borgo s. Donnino, dome blicò colle stampe varie omelie, ap
nicano, teologo del duca, traslato partenne all'accademia de Dissonan
da Nusco, di somma pietà. Gli suc ti, ed arricchì colla suu privata bi
cessero, nel i6io Pellegrino Ber- blioteca il seminario. i824 Giusep
tacchi modenese ; nel i628 Ales pe de' marchesi Sommariva di Lo
sandro de'conti Rangoni modenese, di. i83o Adeodato Calclli abbate
referendario e virtuoso ; nel i64o benedettino, patrizio di Modena e
Opizo d' Este figlio di Alfonso III di Carpi ove nacque, dalla qual
duca di Modena ; nel i 1,4 , Rober chiesa fu traslato. Per sua morte
to Fontana modenese ; nel i655 Gregorio XVI, nel concistoro dei
Ettore Molza nobile modenese, ar i2 febbraio i 838, dichiarò l'odier
ciprete della cattedrale; nel i679 no vescovo monsignor Luigi Reg-
Carlo Molza nobile modenese, ab gianini di Modena, già rettore del
bate benedettino; nel i 69 i Lodo seminario, che provvidamente e con
vico Masdoni nobile modenese, na lode governa.
to in Finale, governatore di Rieti; La cattedrale, di gotica struttu
nel i7i7 Stefano Fogliani nobile ra, è dedicata a Dio ed alla Beata
modenese, nato nella diocesi di Vergine Assunta, sotto l' invocazio
Reggio, canonico della cattedrale e ne di s. Geminiano, con fonte bat
vicario generale di Modena, col tesimale. Il capitolo si compone di
quale neiV Italia sacra si termina due dignità, prima essendo l' arci
la serie de'vescovi di Modena, che prete, cui è affidata la cura delle
3^4 MOD MOD
anime. che ki esercita di, un cap Santnccia Terrabotti di Gubbio.
pellano curato, coadiuvato da Ire S. Maria de Mutino o Mutinis, o
preti; di sedici canonici, comprese s. Angelo di Sasso. S. Maria de Mu-
le prebende del teologo e del peni toro. Abbazia di Mutilo. Di quel
tenziere ; di nove mansionari e di la celcbratissima di Nonantola, il
altri proli e chierici addetti al ser p. Lubin ne tratta a p. 2 hi, e
«igio divino. L'episcopio è prossi noi iic diamo il seguente breve
mo alla cattedrale. JNella città vi cenno.
sono altre sette chiese parrocchiali Nonantola. Terra murata del du
col batlisterio, e la chiesa di s. cato di Modena, da cui è lontana
Maria in s. Agostino è pure col circa sci miglia, presso il territo
legiata. Vi sono cinque case reli rio bolognese, capoluogo di cantone
giose, quattro monasteri di mona- sulla destra del Panaro, in vicinan
naclic, tre conservatorii, un orfa za della Muzza che vi forma un'i
notrofio, la pia casa delle figlie del sola, che credasi fosse la famosa
la carità per gl' infermi, due ospe detta del Triumvirato. Conta circa
dali, il monte di pietà, ed il semi i 80o abitanti. La fondò s. Ansel
nario cogli alunni. La diocesi si e- mo duca del Friuli, che abbrac
steude in circa i5o miglia, con ciato lo stato monastico, l'eresse
i72 parrocchie. Ogni nuovo ve sotto il titolo di s. Silvestro I Papa
scovo è tassato ne' libri della ca e la regola di s. Benedetto, la cui
mera apostolica in fiorini i.5o, es chiesa consagrò Sergio arcivescovo
sendo le rendite della mensa circa di Ravenna in onore di Dio e de'ss.
3ooo scudi. Questo è lo siato se Pietro e Paolo: questa fondazione nel
condo I' ultima proposizione conci 753 la stabilì Astolfo re de'longobar-
storiale. Il p. Lubin citato, regi di, cognato del santo, che ne diven
strò a p. 244 e seS- le seguenti ne primo abbate di millecentosette
abbazie o monasteri della diocesi monaci. Successivamente Papi, im-
di Modena. S. Maria della Miseri peratori ed altri principi l' arric
cordia nel suburbio, di monache chirono di privilegi e di beni; fu
giù esistenti nel i479, in cui Ales dichiarata l'abbazia immediatamen
sandro VI nel i 5oo pose i cistcr te soggetta alla santa Sede, e niil-
ciensi. S. Girolamo de' canonici re lius dioecesis. Venne chiamata au
golari di s. Agostino, della congre gusta e reale abbazia, ed antica
gazione di s. Salvatore di Rologna, mere dipendeva dai soli imperato
esisteva nel i498- SS. Trinità nel ri o re. Nel territorio di Modena
suburbio, priorato antico de' cano e ne' circostanti luoghi vicini' più
nici lateranensi del i5i7, traslato castella divennero signorie dell'ab
in città in s. Maria d' Asseribus bazia, sulle quali gli abbati eserci
nel i53o, fatta abbazia nel i566 tarono dominio temporale e spiri
da s. Pio V. S. Andrea di Mode tuale, il quale ultimo solo restò
na de' benedettini. S. Ruffino nel coll' andare de' secoli. Molti furono
suburbio dc'benedettini. S. Maria di quindi i monasteri che gii abbati
Valle Verde delle monache del di Nonantola fabbricarono in pa
l'ordine di s. Benedetto, congrega recchi luoghi con abbazie loro sog
zione delle serve di Maria, mona- gette. Il castello auticamente fu
siero fondato nel i?68 dalla b. soggetto ai bolognesi. L' Ughelli
MOD MOD 3a5
confuta Leandro Alberti, che nella terreno, e per la propagazione del
Descrizione d' Italia scrisse che vi le scienze. La preziosa collezione
fu sepolto Adriano I, mentre que de' manoscritti antichi, e la sua
sti fu tumulato nella basilica vati ricchissima biblioteca, sebbene sof
cana. Scrisse il p. Giacobbe nella frirono grave guasto nell' invasione
sua Bibl. de' Pont. p. 2 1 3, che ungarica, furono poi riordinate ed
il corpo di s. Silvestro I fu da Ser accresciute di codici rarissimi, ma
gio It donato alla chiesa de' ss. alcuni abbati commendatari dila
Silvestro e Martino ai Monti ; ma pidarono l' archivio. Ugo re d' Ita
benst s. Paolo I lo collocò nella lia concesse l' abbazia a Manasse
Chiesa di s. Silvestro in Capite suo figlio o parente di pessime qua
(Vedi). Altri sostennero che il Pa lità. L'ottenne pure da tale re il
pa Stefano II detto III donasse nel vescovo di Modena Guido del o,45,
753 il corpo di Silvestro I ad A- vinto dalla cupidigia di possederla,
stolfo re de' longobardi ed a s. e gli fu confermata nel 963 da
Anselmo, e lo atl'erma il Muratori, Ottone I. Occupò poi l'abbazia
Dissert. t. III, diss. 58; e nell'o- Uberto vescovo di Parma. Giovan
puscolo della fondazione del mo ni XVI detto XVIII (Vedi), che
nastero di Nonantola, da lui inse nel 997 divenne per la sua ipo
nto nel t. I, par. II, Rer. Ital., se crisia antipapa, era stato abbate
ne legge la bolla di donazione. di Nonantola e vescovo di Piacen
Forse qui s' intenderanno per cor za, conferitagli nel 982 da Ottone
no alcune reliquie, ed in tal ma II. Dipoi Alessandro II ad istanza
niera si possono accordare le di- dell' abbate Landolfo concesse al
verse opinioni. Per la singolar pie l' abbazia amplissimi privilegi. La
tà de' monaci, questo insigne mo contessa Matilde signora di Nonan
nastero divenne anche per la sua tola, fece copiosi e preziosi doni al
ricchezza uno de' primi d' Italia; monastero, pure vide gli abitanti
ma la gran copia de' beni fu ca ribellarsi al suo dominio; ed i beni
gione di sua rovina , e talvolta gli allodiali che possedeva nel Ferrare
imperatori conferirono l'abbazia a se, con pontificio beneplacito li la
degli illegittimi abbati. Passando sciò all'abbazia. Divenuta Nonan
in Francia Adriano III per abboc tola signoria di casa d' Este, ed es
carsi con Carlo il Grosso, morì a sendo venuta in potere de' bologne
s. Cesario agli 8 luglio 885, e fu si, al marchese Nicolò III fu resti
sepolto nel monastero di Nonan- tuita dopo il 1411. Garone suo
tolo, come riporta il Muratori, An abbate, fratello e ambasciatore di
nali sili' {in. 885: vegga usi i Bollau- Borso d' Este, si recò al congresso
iliiti agli 8 luglio, § 3, p. f,47- Aven di Mantova, ed esilù a Pio Il per
do Adeli l1 -do vescovo di Verona otte la guerra contro il turco trecento-
nuto da Carlo il Calvo la ricca ab mila fiorini d'oro. Nel i51.3 iiel
bazia, Giovanni VIII lo scomunicò l' abbazia vi furono introdotti i ci
iiell' 877. L'abbazia ncll' 899 fu stcrciensi, e ridotta in commenda,
da un incendio devastata, ed i suoi tpiale fu conferita a molti cardi
monaci si resero assai benemeriti nali ed a molti della famiglia d'E
p(r averla riedificata, come aveano tte. Allorchè Clemente VIII ricu
ridotto a coltivazione il palustre però il ducato di Ferrara, si ctn
3a6 MOD MOD
venne cogli Estensi, che i beni pre commendatario d'Este, nel i822
cariati dell' abbazia Nonantolana il il vescovo Cortese pel primo fu
Pupa li cedesse olla città di Mode vescovo di Modena, e insieme ab
na, e a quei di Nonantola, conforme bate di Nonantola, che perciò l'ab
alla Bonifaciana, concesse il Ponte bazia e diocesi rinacque a nuova
fice poterli appropriare come be vita. I nonantolani ne furono lie
ni liberi al cinque per cento. Per, tissimi, ed accolsero con splendide
la guerra di Urbano VlII con feste il vescovo, quando si recò a
tro il duca di Parma, a' i9 luglio prendere possesso dell'abbazia e dio
i643 il cardinal Antonio Barberi cesi, della quale poi intraprese la
ni fece assediare Nonantola dalle visita. Richiamò monsignor Cortese
milizie pontificie; ed a fronte del alla sua antica istituzione il semi
valore del porporato, l'esercito du nario di Nonantola, lo form di scuo
cale le sbaragliò. Ad istanza del le filosofiche e teologiche, e richia
duca di Modena Francesco lII, nel mò in vigore uno statuto del car
i768 Clemente XI II soppresse que dinal Alessandro Albani abbate com
sta celeberrima abbazia. Dipoi per mendatario, pel quale tutti i chie
un accordo fatto nel i8o3 tra Na rici dell'abbazia di buone speranze,
poleone ed il Papa Pio VII, alla almeno un anno prima di essere
morte del suo abbate commenda promossi al suddiaconato, debbono
tario Francesco Maria d' Este ve entrare alunni nel seminario della
scovo di Reggio, dovea rimanere propria diocesi, come praticasi m
l'abbazia in perpetuo abolita. A ta molte chiese singolarmente di Fran
le pericolo soccorse provvidamente cia. Girolamo Tirabosclii ci diede:
il duca Francesco IV, il quale ot Storia delt'augusta badia di s, Sil
tenne dallo stesso Pontefice nel vestro di Nonantola, aggiuntovi U
i82 i la revoca di tal soppressio codice diplomatico della medesima
ne, e che fosse in perpetuo sogget illustrato con noie, Modena i784-
ta ai vescovi di Modena, colla co Se ne legge un estratto nel Gior
stituzione Componendis ecclesiasti- nale ecclesiastico di Roma, tom. II,
eit rebus, de' 2 3 gennaio. Morto il pag. 2o5.

FINE DEL VOLUME QUADRIGESIMOQU1NTO.


"Al'
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO

Al PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, Al SOMMI PONTEFICI, CARDINALI


F. PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, Al vABU GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
Al RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. XLVI.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLV1I.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

m
MOD MOD

M( LODERAMNO (s.), vescovo di l'abbazia di Rerzetto a quella di


Rennes. Nacque di nobile famiglia s. Remigio di Reims. Giunto poi
circa la metà del settimo secolo. nella sua diocesi, si fece dare un
Per le specchiate sue -virtù fu ri successore, e si ritirò in Italia per
cevuto nel clero della chiesa di prendere il governo del monaste
Rennes, e divenuto vescovo di que ro di Berzetto, in cui fim santa
sta città verso l'anno 7o3, gover mente i suoi giorni l'anno 729 o
nò la sua diocesi con molto zelo e 73o. Si celebra la sua festa a Ren
somma prudenza, per lo spazio di nes a' 11 di ottobre.
circa quattordici anni. Desideran MODESTO (s.), patriarca di Ge
do di visitare la tomba degli a- rusalemme. Era abbate del mona
postoli, intraprese un pellegrinag stero di s. Teodosio nella Palesti
gio a Roma ; ma prima vol na, allorchè Zaccaria patriarca di
le visitare la tomba di san Re Gerusalemme lo nominò nel 6i.4
migio di Reims, donde parti con per governare la diocesi durante
alcune reliquie del santo vescovo il suo esilio. Dopo la morte di Zac
che gli furono donate, una parte caria, avvenuta nel 633, Modesto
delle quali lasciò al monastero di fu collocato sulla sede patriarcale.
Mei/etto, situato nel territorio di Egli si rese commendevole colla san
Parma. Luitprando re de' longo tità di sua vita, e col suo zelo per
bardi, mosso dalla sua virtù e dai mantenere la purità della fede con
miracoli operati per queste sante tro l'eresie che allora regnavano.
reliquie, gli donò il monastero con Non si sa precisamente I' epoca del
tutte le sue dipendenze. Ritornato la sua morte ; ma è nominato ai
Moderamno in Francia, sottopose 16 dicembre nei calendari greci.
6 MOD MOD
MODESTO (s.), martire. V. Vi affidò la educazione di sua figlia
to (s.), martire. Eadgitn, e fondò per lei il mona
MODESTO (s.), martire. V. Ti stero di Pollesworth nella contea
rerio (s.), martire. di Warwick. Modovena aveva già
MODI AD. Sede vescovile giaco- fondato due celebri badie di reli
llita di Mesopotamia, nel paese di giose in (scozia, l' una a Sterling,
TurAbdiu, di qua dal Tigri. Ci l'altra a Edimburgo; ed altre pie
rillo suo vescovo fiori nel i/178. fondazioni fece in Inghilterra. Il
Oriens christ. t. Il, p. i5l3. desiderio di mettersi più perfettu-
MODOALDO (s.), vescovo di mente a santificare la sua anima,
Treveri. Nativo di Aquitania, quan le inspirò il disegno di menar vita
tunque il suo umore alla perfezio anacoretica ; quindi passò sette an
ne gli facesse desiderare la vita so ni in un' isola della Trent, chia
litaria, fu costretto recarsi alla cor mata Andresey, dalt' apostolo s.
te di Dagoberto re cl' Australia, ove Andrea, al quale avea dedicato il
per altro seppe collegare i doveri suo oratorio. La badia di I3 u rio ii
di perfetto cristiano a quelli del suo sulla Trent, fondata nel ioo.j, fu
posto. L' idea eli' egli vi diede del dedicata alla Beata Vergine e a s.
la sua santità e dei suoi talenti, lo Modovena; ed ivi si portarono da
fece scegliere a coprire la sede vesco Andresey le reliquie di questa san
vile di Treveri, verso l'anno 622. ta, la cui festa è segnata il 5 di
Trovarmi*i iti lui riunite la vigilan luglio.
za, lo zelo per la salute delle anime, MODRENA, MELA o MELI
e la carità verso i poveri, e con NA. Sede vescovile della seconda
queste virtù insieme 1' amore all'o llilinia, nell'esarcato di Ponto, sotto
razione, il raccoglimento e le au la metropoli di Niceo, eretta nel
sterità della penitenza. Fondò pa IX secolo. Ne furono vescovi Ma
recchi monasteri, e fra gli altri cedonio che fu al V concilio gene
quello di s. Sinforiano. Assistette rale; Teodoro che fu al VI, e sot
nel 6^5 al concilio tenuto in ricim* toscrisse i canoni in Trullo; Niceta
per regolare diversi punti di disci che fu al VII concilio generale; Co
plina. Fu ovunque tenuto in gran stanzo all' VlII; e Paolo al conci
de venerazione, ed era stretto in liabolo di Fozio dopo la morte di
amistà coi prelati più ragguarde s. Ignazio. Oriens christ. t. I, p,
voli per virtù che allora vivevano. tì6o.
Finalmente, sfinito dulle fatiche e MODRUSCA o MODRUSA (Mo-
dalle macerazioni, mori verso l'an driissien). Città vescovile di Croazia
no 64o, ai i2 di maggio, al qual militare, generalato a nove leghe
giorno è nominato nel martirolo e mezza da Carlstadt, distretto reg-
gio romano ed in altri. gimeutario, sui versatoi occidentali
MODONE. Vedi Metoba. del monte Capella. Conta più di
MODO VENA (s.). Irlandese di na i3oo abitanti, ed un tempo era
scita, abbracciò la vita religiosa e visse capoluogo d' una contea drllo stes
molti anni con grande esemplarità. so nome. Modrusca fu detta anche
Passò quindi in Inghilterra verso l'an Modrussa oUnt Tedìastiun , Me-
no 84o, sotto il regno di Etelwolfo, rusium e Coriaria , e nel i i 81
il quale conoscendone la santità, le vi fu creita. una sede vescovile sul
MOH MOH j
fraganeu di Spnlatro. Nei primi nome, formato da una parte del
del secolo passato, il vescovato l'antica Polonla. Esso rinchiude una
di Mod rosea fu dato in perpe porzione dell' antica Lituania, ce
tua amministrazione al vescovo di duta alla Russia nel 1772 nella
Segna (Vedi), egualmente del re prima divisione della Polonia; si
gno di Croazia, e tuttora vi resta, formò nel 1 773 e divise in dodici
essendo però le chiese di Segna e distretti. Mohilow si divide in quat
Modrusca siiffi-aganee dell'arcive tro ampi rioni o quartieri; il pri
scovo di Colorai, dopo essere stute mo è quello del Castello, eretto so
di quello di Lubiana per disposi pra un' altura e cinto da bastioni
zione di Pio VI del 1788, e vi re in terra; due altri quartieri forma
starono fino al 18o7. Vedasi il no la città propriamente detta, e
Fatlato, IUyrìci sacri t. IV, Mo- sono pare circondati da un bastio
drussenset episcopi. ne; il qumto viene considerato co
MOGLENA. Sede vescovile di me un sobborgo. Le strade sono
Macedonia vicino a Castaria, sotto larghe e lastricate, e le case parte
la metropoli d' Acridn, nella dio in pietra e parte in legno. Nel
cesi dell' ltlira orientale, detta an centro della città si osserva una
che Modonta . Ebbe per vescovi gran piazza ottagona, cinta da begli
Nilo che fiori a tempo degl' impe edifizi in pietra, uno de' quali è il
ratori Andronico il vecchio e An palazzo dell'arcivescovo greco-sci
dronico il giovane; e Teodoreto smatico, che vi ha pure residenza,
che ne occupava la sede in quel altro è un bel bazar in pietra. Si
secolo. Orirns christ. t. II, p. 1 18. contano parecchie chiese cattoliche
MOH ADR A. Sede vescovile del e greche, monasteri d' ambo i sessi,
la diocesi de' caldei nel Domersan, di greci e di cattolici; un semi
e credisi sia Seered o Seert di nario greco, un ginnasio, due sina
Mesopotamia, quindi eretta in me goghe, sei case di carità, un ospe
tropoli. Ne furono vescovi Giovan dale, e molte concie da cui escono
ni, ed Elia che sottoscrisse la lettera bellissimi cuoi. Fa un considera
del cattolico Elia a Paolo V, con bile commercio con Riga, Memel ,
questo titolo: Elia arcivescovo di Danzica e soprattutto con Odessa;
Sahert o Seert j egli si qualificò e vi si tengono molte fiere assai
pure arcivescovo di Amida nella frequentate. Gli abitanti ascendono
stessa lettera. Pare che la città di a più di 16,ooo, de' quali più di
Mohadra non fosse lontana da A- 2ooo sono ebrei. I dintorni pro
mida. Oriens christ. t. Il, p. \Z2\. ducono in abbondanza buone frut
MOHILOW (Mochilowien). Cit ta. Mohilow si chiama pure Mo
tà con residenza arcivescovile nella liiteu o Mohilof, in latino Mohilo-
Russia europea , capoluogo di go via seu Mogilavia, capoluogo della
verno e di distretto, a i5o leghe Russia Bianca o piccola. S' ignora
da Pietroburgo, e 112 da Mosca, l' epoca della fondazione di questa
sulla riva destra del Dnieper, do città. Dopo avere appartenuto ai
minata da un forte castello. E re principi russi sino al secolo XIII,
sidenza d' un governatore e delle la principessa Giuliana la portò a
principali autorità del governo del titolo di dote al granduca di Li
la provincia o governo del suo tuania Jagellone nel i38i, ed ap-
8 M O II MOH
parter) ne al palatiaato di Vitebsk. se al re Augusto III il breve Fin-
Nel 1 58 1 ne' suoi dintorni avven grantissimum, de' 7 febbraio, ed al
ne un combattimento fra i russi la regina Maria il breve Tot (am-
ed i polacchi. Mel 16o9 Sigismon qite, de'4 giugno, ambedue riporta
do III incominciò a farla fortifica ti nel Bull. de prop. fide, Appett-
re. Lo czar Alessandro Mikhailo- dix t. Il, p. 177 e 179, acciò si
vitch ne fece la conquista nel 1 654, ripristinasse la sede vescovile sotto
'ma nel 1661 gli abitanti si solle l' amministrazione dell' arcivescovo
varono, trucidarono i russi, e con di Polock, com'ebbe effetto. Il suc
segnarono il loro capo al re Giovan cessore Clemente XIII fece Giaso
ni Casimiro. Nel 17o7 gli svedesi ne Smogorzewski di Vilna arcive
riportarono una completa vittoria scovo di rito greco di Polock o
sui russi. Dipoi Caterina II la riu Pobko, non che vescovo d' Orsa,
nì al suo impero nel 1772, in con Mohilow, Mscislaw e Witebsk. Sot
seguenza della memorata divisione to il di lui pontificato con un trat
del regno di Polonia. I francesi la tato che la Russia impose alla Po
presero il 2 3 luglio 181 2 dopo un lonia, i greci non imiti acquistaro
ostinato combattimento. no i medesimi diritti civili e reli
La sede vescovile fu eretta nel giosi degli uniti cattolici, stabilen
secolo XIII e fatta tuffi aganea del do che le chiese dipendenti dal
metropolitano di Kiovìa [Fedi), metropolitano di Kiovia apparte
esarca della Russia. Tra i suoi ve nessero per sempre alla chiesa gre
scovi nomineremo Ilario o Ilario- ca orientale. Tuttavolta l' arcive
ne, che i russi onorano qual santo scovo di Kiovia conservò il titolo
e ne celebrano la festa a' 21 ot di metropolitano di tutta taRussia.
tobre; e Silvestro che ne occupava ' Per la prima spartizione della
la sede nel 1622, come si ha dal Polonia essendo venute nelle mani
p. Le Quien, Oriens christ. t. I, p. della Russia le più belle porzioni
1288. In seguito il vescovato di delle diocesi di Vilna, di Kiovia,
Mohilow fu unito a quello di di Polock e della Livonia , cor
Mscislaw e d'Orsa. Quindi con be reva quindi strettissimo obbligo a
neplacito apostolico e decreto di Si Caterina II imperatrice di erigere
gismondo III re di Polonia, dei un vescovato pe' novelli suoi sud
22 marzo 1619, la sede di Mohi diti, che ascendevano a 1,8oo,ooo.
low venne unita alla chiesa arci In fatti elta a' 24 maggio 1774
vescovile di Polock, il cui arcive innalzò la città di Mohilow a sede
scovo ne divenne amministratore. vescovile della Russia Bianca, acciò
Poscia invasa dalle armi de' russi, i suoi nuovi dominii e sudditi cat
la cattedra di Mohilow fu usurpata tolici non dipendessero più dai ve
da un vescovo scismatico, anzi il re scovi di Polonia, ed eziandio tutti
Federico Augusto lì venne inganna quelli che in allora facevano par
to a nominarlo, ma poi illuminato te dell' universo impero, o al me
dell'errore commesso, rivocò la nomi desimo fossero in avvenire per nuo
na, non essendo ciò compreso ne' patti ve conquiste riuniti , come osserva
fatti dal re con Pietro I czar di Rus il p. Theiner filippino nelle Vicen
sia. Benedetto XIV nel 1755 a^ran- de della chiesa cattolica di amen-
taggio de' cattolici di Mohilow scris- due i riti nella Polonia e nella
MOH MOH 9
Russia p. 1 3, 49o e seg. : questa uinnde alla santa Sede, ma il Papa
importante opera fu tradotta in subodorando il mal talento dell'or
francese dal eli. conte di Monta- goglioso prelato, si credette in do
lembert, che vi premise una splen vere di rigettarle.
dida prefazione. I sacerdoti addetti Caterina II che avea conosciuto
alle chiese cattoliche di Pietrobur quanto Stanislao fosse opportuno
go e di Mosca, e il superiore delle per la meditata rovina della chiesa
missioni del Chersoneso Taurico cattolica, mettendo in non cale le
residente in Odessa, furono sotto forti rimostranze del Pontefice, lo
posti stabilmente e per espressa nominò con decreto de' 6 febbraio
deliberazione di Caterina II, alla 1782 alla sede di Mohilow, innal
giurisdizione del metropolita Mohi- zata di suo capriccio ad arcivesco
lowiense. II tristo Stanislao Sie- vato. In pari tempo gli assegnò a
strzeneewicz di Bohusz, vicario ge vescovo coadiutore il sacerdote Gio
nerale di Vilna e vescovo di Mal vanni Benislawski, della diocesi di
lo iu partibus, salì il primo sulla Livonia, ex gesuita, uomo per sin
cattedra Mohilowiense, benchè vi golar pietà commendevole, e cano
vesse I' antico suo pastore Smogor- nico primicerio di Polock o Polo-
zewski arcivescovo di Polock già sko. Indi l' imperatrice stimolò con
mentovato. Stanislao era nato nel calde lettere il Papa a voler con
i 73 i in Zabludow diocesi di Vilna, fermare i provvedimenti da lei pre
discendeva da una famiglia prote si, ed inviare il pallio al nomina
stante, e in gioventù abbracciò la to arcivescovo, amplificando i van
professione delle armi. In breve di taggi che perciò sarebbero derivati
venne officiale in un reggimento prus alla propagazione della fede catto
siano. Avendo conosciuto il princi lica nelle Russie, e secondo il No-
pe Massalaski, vescovo di Vilna, que vaes Caterina II spedi a Roma per
sto prelato lo determinò a farsi cat le analoghe trattative lo stesso Gio
tolico e ad abbracciare eziandio lo vanni, che vi si trattenne .{2 giorni,
stato ecclesiastico, assegnandogli un ed ottenne da Pio VI l' approva
ricco canonicato nella sua cattedra zione de' Gesuiti (Vedi) nei suoi
le, e l'ordinò prete nel 1762; in stati, al modo detto a quell'articolo.
di divenne vescovo e vicario, ed il eli. Il p. Theiner chiama Giovanni am
cav. Aitand , nella Storia di Leone basciatore straordinario di Cate
XII, t. III, cap. XLV, lo chiama rina Il presso la santa Sede. Pio
vicario apostolico della Russia Bian VI agli 11 gennaio 1783 gli ri
ca. Stanislao intollerante di freno spose colla lettera, Non potiamo,
alla sua autorità, si mise a lusin presso il citato Bull. p. 268, in
gare e sollecitare Caterina II, mi cui gli esternò il suo dolore per le
impetrare da Pio VI privilegi am dichiarazioui fatte ai nunzi di Var
plissimi, giurisdizione su tutti i cat savia e di Vienna, cioè di voler pri
tolici latini delle Russie e la so vare i cattolici degl' imperiali do
spirata dignità di metropolita. L'im mimi di sua protezione, se non si
peratrice volendo anche intercetta concedeva subito e senza restrizio
re ogni maniera di comunicazione ne il pallio a monsignor Siestrzen-
dei vescovi polacchi coi cattolici cewicz, e non si erigeva la chieda
della Russia Bianca, ne fece le do- di Mohilow in arcivescovato, con
io MOH MOH
dargli in coadiutore il canonlco latini e de' greci cattolici, e di da
Benislawski. Dichiarò che mai erasi re all' imperatrice campo di diffon
a ciò ricusato, ma solo doversi pri dere le sue beneficenze sopra gli
ma da Stanislao risarcire alle of uni e gli altri. Quindi Pio VI af
fese n lui fittr, nell'insulto recata fidò questa importante missione a
iil pontificio decoro in un manda- monsignor Archetti arcivescovo di
mento da esso pubblicato ; e che Calcedonia, nunzio alla corte di
plausibile ami eragli stata la do Varsavia, commettendogli i poteri
manda di darsi ai cattolici di Po- di legato apostolico col breve ().
lock un vescovo del loro rito lati urrosa pastorali) offieii cura, dei
no, in luogo di monsign. Smogor- i5 aprile i783, presso il mento
tewski , acciò come coll' imperial vato Bull. p. 27o, venendo ezian
disposizione l'aveano i latini di Mo dio riportato nel Bull. Rom. Con
hilow, lo avessero i greci di Po- tinuano t. VII, p. i%2. Coii que
lock ancora. Conclmisr, che rimet sto breve lo deputò legato ponti
tendo per riguardo all' imperatrice ficio all'imperatrice delle Russie,
e pel bene del cattolìcismo ogni per erigere l'arcivescovato di Mo
ingiuria recatagli dal vescovo di hilow di rito latino, la chiesa in
Mallo, era pronto erigere in arci metropolitana con capitolo e semi
vescovile la chiesa di Mohilow, e nario, eleggerne I' arcivescovo, con
costituirvi a primo arcivescovo lo ferirgli il pallio, con indulto onde
stesso prelato e decprarlo del pal fosse preceduto dalla croce, e desti
lio, con dargli per coadiutore il nare il suflìaganeo con futura suc
Benislawski ; e siccome il nuovo cessione; dovendosi in tutto il nun
arcivescovo dovea essere cattolico, zio apostolico regolare scrupolosa
come anche l' imperatrice lo bra mente secondo i decreti pontificii,
mava, essere necessario che la nuo i sacri canoni, ed il concilio di
va cattedra venisse stabilita sulle Trento.
rrgole della chiesa cattolica e con Nella medesima lettera apostoli
dipendenza del suo capo, e per ca Pio VI innalzando la provviso
tutlo eseguire essere nella determi ria sede vescovile di Mohilow ad
nazione di spedirle un pontificio mi arcivescovato, e la cattedrale dedi
nistro colle necessarie facoltà, per cata alla Beata Vergine in chiesa
contentarla in ogni parte, salve le arcivescovile, I' arricchi di tutti i
massime della cattolica chiesa ro privilegi e diritti delle metropoli
mana. Terminò Pio VI la lettera tane latine, perchè dovea compren
con rinnovare a Caterina II la dere la sua giurisdizione tutte le
supplica di permettergli creare un chiese cattoliche latine presenti e
vescovo pei greci, ai quali poteva future dell' impero russo. Conosce
essere più utile, che un concistoro va il Pontefice essere cosa peri
provvisionale, in cui niuno dì quel gliosa il concedere sì ampia e ster
li che lo componevano sapeva fai minata giurisdizione ad una sola
siie tutte quelle cure che fa un sede, attese massimamente le qua
pastore principale, che non deve lità personali del metropolita, peroc
dividerle con altri; e linalmente di chè infrenò la concessione con con
non aver egli altra miro, che di cedere all'arcivescovo piena giuris
compiere ai doveri di padre dei dizione ordinaria su tutti i catto
MOH MOII ii
liei latim della diocesi Mohilowien- di legato a Pietroburgo, ove ven
m\ e delegata su tutti i cattulici ne accolto dall' imperatrice assai o-
dell' impero e delle colonie russe, norilicamente. Ebbe il i5 luglio
perciò revocabile ; riserbandosi di pubblica udienza, presenti il consi
poter istituire in miglior congiuntu glio di stato, gli ambusciatori di
ra altri vescovati Iatini nella Bus vari potentati europei, ed al bel
sis, lasciando intatta la libertà alla complimento che fece all'impera
Sede apostolica di disporre altri trice, ricevè risposta cortese. Indi
menti, con queste parole: Quo adus- Caterina II per decreto de' i4 no
que altera nobis alios catholicos epi- vembre 1783 ratificò la fondazio
sropos depittandi se se afferat oc- ne dell'arcivescovato di Mohilow,
casto, ac donec aliter per liane a- e la nomina di Stanislao ad arci
poitolicam sedem fiterit dispositum. vescovo della medesima sede, rin
Ad ovviare agl' inconvenienti che novando le stesse ordinazioni con
infallantemente sarebbero nati nel- tenute nel riferito decreto di ere
l' esercizio di una potestà smodata, zione. Il nunzio apostolico con let
quale la bramava Caterina II con tera circolare degli 8 dicembre e-
(misurata giurisdizione spirituale, segiù quanto eragli stato commes
osserva il lodato p. Theiner che so: dichiarò la città di Mohilow
Pio VI nella medesima bolla d'isti sede arcivescovile, assegnò a catte
tuzione significò il desiderio ch'egli drale la bella e vasta chiesa del
aveva di creare due vescovi Iatini, l' Assunzione, che fu già de'carme-
imo in Pietroburgo o in Mosca Utani dell'autica osservanza, e l'at
capitali dell' impero, l' altro in O- tiguo convento a seminario; prov
dessa città e porto della Russiu ; vide alla fondazione del capitolo e
il che avea doppio fine, di strin del concistoro, e nominò a varie
gere i cattolici dispersi nell' interno dignità. Pubblicò poscia il 1oo i3
della Russia e nelle colonie asiati dicembre dello stesso anno In tras
che, e far rivivere col vescovato di lazione di Stanislao Siestrzence-
Odessa la chiesa di Coffa [Vedi), wicz alla sede arcivescovile Mohi-
l'antica Teodosia (Fedi) fondata da lowiense dn quella di Mallo, e gli
Giovanni XXII li :i. 7 febbraio i 322, statuti del nuovo capitolo metro
la quale comprendeva tutto il pae politano. Quindi a' 7 o 18 gennaio
se posto tra la Bulgaria e In Va 1 784 consegnò al nuovo arcive
ticina da una parte, e dall'altra scovo il sacro pallio nella chiesa
il mar Nero e le provincie russe. latina de' cappuccini di Pietrobur
Avendo cooperato all'istituzione go, che li 26 ottobre del prece
dell' arcivescovato il cardinal An- dente anno n\ca consagrata (il No-
touci li pretetto di propaganda, poi vaes aggiunge, coll' intervento dui
l'imperatrice gli mandò in dono granduca Paolo I e sua sposa, che
una superba croce vescovile di bril regalarono al nunzio una cicce ve
lanti. Ricevuto il prelato Archetti scovile del valore di 8o,ooo rubli,
il memorato breve, le lettere d' i- una superba pelliccia, con lettera
stiuzioni, ed il breve che dovea commendatizia pel Papa acciò lo
consegnare all' imperatrice, ai primi creasse cardinale, come fece ad onta
di giugud si congedò dalla corte dell'opposizione di alcune corti; in
di Varsavia per recarsi iu ollizio olite dice il Novaes che il nunzio
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in detta chiesa vi consacrò un ar per suOì'agaueo il canonico Gior
civescovo e tre vescovi ). Assiste gio Paolowski col titolo di vesco
rono alla solenne religiosa cerimo vo d' Atalia in parafati, il quale
nia, non più veduta nella capitale essendo stato nominato per decre
della Russia, i primi personaggi to imperiale nel dicembre 178o a
dello stato, il corpo diplomatico , suffraganeo della Russia Bianca, fu
numerosissimo clero, i più ragguar costretto risiedere negli stati russi.
devoli prelati della chiesa cattolica Stanislao avido d' accrescere l' e-
ed anche della russa, e secondo il stensione di sua autorità, per gli
Novaes, Caterina II con l' impe uffizi dell' imperatrice strappò ol
riale famiglia. Il nunzio pronunziò nunzio la facoltà di poter decide
una commovente allocuzione, in re le cause di divorzio, senza che
cui magnificata la protezione della v' intervenisse l' opera dell' avvoca
chiesa cattolica Iatina, esortò l' ar to difensore de' matrimoni , voluto
civescovo all' adempimento esatto dalla bolla Dei miseratione, di Be
de' suoi doveri verso il supremo nedetto XIV. Il nunzio si lasciò
pastore della chiesa cattolica, e ver piegare a concedere sì esorbitante
so la generosa protettrice della me potere ad un uomo che ne fece il
desima, esprimendo il vivo deside più detestabile abuso. Egli stesso si
rio di vedere finalmente la riunio adoperò perchè Caterina II con
ne della chiesa russa con la catto sentisse con decreto del maggio
lica. 1 784 al medesimo arcivescovo il
Inoltre monsignor Archetti si fe poter chiamare sacerdoti forestieri
ce prestare dall' arcivescovo il con per impiegarli nelle missioni di
sueto giuramento di fedeltà e d'ob Pietroburgo, di Mosca, Biga, Reval
bedienza alia santa Sede, dichiaran ed altre città, previo il giuramento
do che ad esso, come a suo nuo di fedeltà ed obbedienza all' impe
vo e natural pastore, restava affi ratrice, alle leggi dell' impero e ai
data la cura del cattolico gregge magistrati locali, ma restò loro li
sparso nelle ampie provincie russe bero di uscire a talento dagli stati
dell' Europa e dell' Asia, che allora imperiali. Caterina Il ebbe cura
poteva ascendere a tre milioni di clie si confermassero i suoi editti
anime, come afIerma Novaes, che intorno a' sacerdoti foiastieri, e che
nota essersene poi raddoppiato il- tutti gli ai meni cattolici de' suoi
numero. Dipoi a' 3 o 8 febbraio il stati, i quali ascendevano al nu
nunzio consacrò in vescovo di Ga- mero di settantamila, fossero sog
tlara in partibus e coadiutore del getti alla giurisdizione del metro
l' arcivescovo l' egregio Giovanni politano cattolico latino di Mohi
Benislawski. Furono presenti al so lo» , ordinando che questi si prov
lenne rito i più distinti uffizioli vedesse di sacerdoti presi dalla na
della corte e sette ministri diplo zione loro, e nati ne' dominii im
matici : la pia consorte del celebre periali, si fondassero le scuole ne
cancelliere di Polonia Giovanni cessarie per l'ammaestramento della
Borka fornì i sacri abiti per l' ar gioventù, e frattanto si mandassero
civescovo e pel coadiutore di Mo- due giovani armeni al collegio di
hilow. Riuscì ad un tempo al nun Leopoli negli stati dell' imperatore
zio di dare al vescovo di Livonia de' romani, acciocchè vi venissero
MOH MOH i3
educati nelle lettere a spese del messe giurate alla sauta Sede ed
l' erario del governo. Diresse poi ai suoi sudditi cattolici, riguardanti
nel marzo 1784 un decreto al con il mantenimento della religione lo
te Giovanni Andrea Ostermann, ro. Stanislao seppe scaltramente va
con cui tornò ad approvare tutto lersi dello sbaglio commesso dal
l'operato del nunzio apostolico per nunzio nel decreto di dicembre 1783,
lo stabilimento dell' arcivescovato in cui avea tralasciata la savia di
Moliilowiense. Vedendo Caterina II stinzione usata da Pio VI nella
e Stanislao ormai paghe le loro bolla di fondazione dell' arcivesco
mire, temendo però che venissero vato Moliilowiense di giurisdizione
gli ulteriori loro disegni guastati ordinaria e delegata, restrizione che
dalla presenza del nunzio, si stu non piaceva all' ambizioso prelato,
diarono di allontanarlo, e l' impe perchè opponevasi all' assoluto do
ratrice commise al principe Jusu- minio cui aspirava. Laonde non
pow suo ambasciatore a Torino di considerando la pontificia bolla, si
recarsi a Roma e chiedere pel nun attenne al decreto di sua traslazio
zio il cardinalato, che Pio VI gli ne, fatto dal nunzio, in cui per in
concesse nel settembre, richiaman avvertenza era stata ommessa la
dolo da Pietroburgo. Intanto con detta limitazione. Quindi spacciossi
servando Caterina II i gesuiti nei ordinario di tutte le Russie, chia
suoi stati, il loro vicario generale mando quel vastissimo impero sua
stabilì la sua residenza in Mobi- diocesi. Tentò ogni via per carpire
low, ove si aprì un noviziato. dalla Sede apostolica sì estesa giu
Seguitando l'imperatrice con fal risdizione; e per apparirne investi
se promesse ad allucinar i cattolici to, almeno presso I' imperatrice,
de' suoi stati, rinnovò nel 2 1 opri pubblicò nel 1 79o per le stampe
le o 3 maggio 1785 il famoso e- tutti gli atti dell'erezione dell'ar
ditto di tolleranza del 1 763 a pro civescovato Mobilowiense, passando
di tutte le comunioni cristiane stan sotto silenzio il breve di Pio VI a
ziate nell' impero russo, compresi Caterina lì, e l' istruzione al nun
eziandio i cattolici latini, a 'quali fu zio, in cui l' accennata condizione
consentito fabbricar in pietra chiese era esplicitamente espressa. Corren
con campanili, che prima sol di legno do il marzo 1 792, fu fatto vesco
potevano fare : e tanto essa, quanto vo di Calamata in partibus e suffra-
il figlio e successore Paolo I in va ganeo di Stanislao, il basiliano Adria
ri trattati di alleanza e di com no Buttrimowicz. Nel 1793 pel se
mercio co' potentati cattolici d' Eu condo spartimento della Polonia
ropa, guarentirono il libero eserci acquistò la Russia cinque vescovati
zio del culto divino a tutti i fora- latini, cioè di Livonia, di Vilna, di
stieri che professassero la cattolica Luck, di Kiovia e di Camieniecz,
religione. Caterina II messasi quin ciascun de' quali avea due suflfra-
di d' accordo con Siestrzencewicz ganei ed anche tre. E quando Ca
condusse le cose de' cattolici a suo terina II nel 1795 pel terzo smem
modo. Questo arcivescovo non ebbe bramento si vide padrona della mi
in vetmi rispetto nè i diritti, ne i sera Polonia, a visiera alzata si mi
canoni della Chiesa, e l'imperatrice se a sfogare il suo cattivo animo
pigliava» giuoco delle solenni pro- contro la chiesa cattolica latina,
i.f MOH MOH
siccome uvea fatto colla rutena, an coscienza di riparare i danni, con
co con abolir la metropoli di Km- che sua madre avea afflitta la chie
via, onde ridurre i greci-uniti alla sa cat tolica latina, e secondò ge
(.Inusa russa. Violò la parola ditta nerosamente le sollecitudini della
ne' trattati della divisione della Po santa Sede a risarcimento della
lonia, di conservare intatto lo sta medesima. Ammiratore personale
to della chiesa cattolica di ambedue di Pio VI, gli chiese un nun
i riti; annullò le nominate sedi ve zio per ricomporre le cose della
scovili, tranne quella di Livouia, i chiesa latina e rutena. Il Papa vi
cui beni e quelli de' capitoli, semi mandò per delegato apostolico ed
nari ed altri luoghi pii, parte in oratore il prelato Litta arcivescovo
camerò e parte diede in dono ai di Tebe, già nunzio apostolico di
suoi generali ed altri ufliziali dello Varsaviani quale giunse nel 1797
stato. Eresse invece di proprio ta in Pietroburgo, e col suo zelo re
lento nel settembre 1795 due ve staurò la chiesa rutena della me
scovati latini, uno in Piusk, l'altro tropoli di Kiovia e di tut'e le se
a Tatitschew, ove il rito lutino non di vescovili abolite ai greci- uniti
era conosciuto, nominando alla pri da Caterina II. Indi presentò al
ma sede Gaspare Casimiro Cieci- l'imperatore particolarizzato memo
scovrski vescovo di Kiovia, e alla riale con gli opportuni documenti
seconda destinò l'indegno Siera- intorno alle sofferte perdite della
kowski vescovo di Prusa in parti- chiesa latina, chiedendo in nome
bus, il quale si era usurpata l' am di Pio VI che le annullate sedi
ministrazione del vescovato di Cu- vescovili fossero reintegrate, i ve
mieniecz, scacciatone arinata mano scovi riavessero le loro chiese, di
da Caterina II il legittimo coa ritti e privilegi; i beni ecclesiastici
diutore Dembrowski. I vescovi coi appartenenti alle mense vescovili, ai
suffraganei levati dalle loro sedi, capitoli, seminari, conventi, ed al
spogliati anco delle rendite, ebbero tri luoghi pii si restituissero, e gli
tenuissima annua provvisione; e sic ordini religiosi potessero ritornare
come avea l'imperatrice assogget a' loro chiostri, la cui disciplina e
tate tutte le chiese rutene alla so indipendenza fossero intangibili sen
la giurisdizione dell'arcivescovo ru ea previa approvazione della santa
teno di Polock, così volle che tut Sede. Paolo I consenti al ristabili
te le latine dipendessero dall'arci mento de' vescovati di Luck, di
vescovo Mohilowiense. Per lo che Vilna e di Camieniecz, all' annulla-
Si est 17 e 11 cerne2 toccò lo scopo del rione delle due sedi di Pinsk e di
le ardenti sue brame, vedendosi co Tatitschew, ed all'espulsione da Ca
munque si fosse in possesso di or mieniecz dell'intruso arcivescovo Sie-
dinario di tutte le chiese latine rakowski. Fu conservato il vescova
della Russia, colorendo, siccome l'im- to di Livonia sotto il titolo diSamo-
perni rio,, siffatta usurpazione, col gizia ; quel di Kiovia non potè es
decreto di monsignor Archetti. sere rimesso per quelle stesse ca
A salvamento della chiesa Iatina, gioni che si contrapposero al ri-
la Provvidenza nel 1796 tolse dal stnbilmento della metropoli greco-
mondo Caterina II, e l'imperatore unita di Kiovia-Halicz, se non che
Paolo I umano e giusto, si recò a l'imperatore permise la creazione
MOH MOH i5
•leI vescovato di Minsk I leni ec Kiovia nell' Likrania, di Pietrobur
clesiastici solo in parte fin mio re go nell' lngria, della Moscovia e
st il niti, essendo stati gli altri aggiu Livonia, di Saratow e di Astracan
dicati alla corona, o donati a pub nell' Asia, finalmente della Tannite
blici ufliziali. Con rigoroso bando nella Crimea. Ebbe inoltre due suf-
vietò l' inipcratore che in avveni fraganei ed altrettanti coadiutori
re i beni di tal sorte si alienasse con titoli di vescovi in pai tibiti j
ro, e promise d' indennizzare il cle a' primi fu conceduto il diritto di
ro per le sostenute perdite ton de futura successione , al metropoli
coroso assegnamento annuale. In ta furono assegnati diecimila rubli
quanto ni clero regolare, si volle annui. Cos'i ebbero circoscrizione
mantenuta l'ordinazione di Cate le diocesi cattoliche latine nella
rina Il, che andasse soggetto ai Russia e nelle provincie russo- po
vescovi, ai quali perciò venne com lacche, e fu sistemata la gerarchia
partita peculiare e temporanea fa della provincia ecclesiastica Mohilo-
coltà, quantunque l'ambizioso ar vieuse. I beni stabili del clero se
civescovo di Mohilow non volesse colare delle sei mentovate diocesi
rimettere dell' arrogatasi giurisdi erano valutati 1,157,37o rubli, e
zione sui medesimi. Parecchie del quelli del clero regolare 2,175,357:
le reintegrate diocesi dipendevano il novero de'fedeli adulti ascendeva
dalla giurisdizione de'metropoliti di circa a i,635,4t)o. Per queste dispo
Gnesiia e di Lei poli. Non pntca sizioni dettate dalla giustizia di Pao
continuare siffatta mesro!auza di lo I, la chiesa cattolica latina risorse
giurisdizione, siccome cenimi ia olla dalle sue rovine, come distesamen
convenzione stipulata tra i tre po te racconta il p. Theiner nell' en
tentati dividenti, la quale recava, comiata opera, lib. V, della chiesa
the uno stato non potesse unil' al cattolica Iatina in Polonia e nella
tro esercitare niuna maniera d'nn- Russia.
forità. Perciò l' ottimo legato o de Tale riordinamento e provvedi
legato apostolico Litta intavolò ne menti, e nuova circoscrizione delle
goziazioni con ambedue i nominati diocesi latine in Russia, effettuato
metropolitani, ed ottenne rinunzias- con concordato tra il pontificio le
sero a questa parte di loro giuris gato Litta e Paolo I, fu ratificato
dizione. La chiesa Mohilowiense fu da Pio VI colla bolla Maximis
dichiarata metropoli, ed ebbe per undique pressi, de' i5 dicembre
suffi ugatiee le diocesi di Vilna, di 1798, riportata negli Annali delle
Samogizia,e di Lucko Luceoria, che scienze religiose t. XIII, p. 289. Il
aveauo sino allora appartenuto al lodato p. Theiner dice che la bol
metropolita di Gnesna, e quella di la fu emanata a' 1 5 novembre, e
Camieniecz già di spettanza alla monsignor Ealdassarri a' 17. Questi
metropoli di Lcopoli ; le fu altresì che ciò rileva nel t. III della Re
aggregato il vescovato di Minsk, lazione de' patimenti di Pio PI, a
come richiedes il diritto. La me p. t59 narra averla il Papa ema
tropoli Mohilowiense comprese nel nata essendo quasi prigioniero nella
la sua giurisdizione ordinaria e de Certosa di Firenze, e che avendo
legata i governi di Mohilow e di l'imperatore richiesto di promove
Witepks nella Russia I3ianca, di re al cardinalato l'arcivescovo di
16 MOH MOH
Mohilo» . Pio VI si scusò, che tro nire il breve di cui parla il Bal-
vandosi i cardinali dispersi non po dassari, a fronte di pazienti inda
teva in modo alcuno adunar con gini . Nel 1 8oo Siestrzencewicz fece
cistoro, nel quale elevarlo alla bra stampare in Pietroburgo il concor
mata dignità. » Ma volendo pur dato di Pio VI, in un a tutti gli
compiacere all' imperatore più che atti imperiali relativi alla narrata
gli era possibile, fece spedire un circoscrizione diocesana della chiesa
breve, nel quale all' arcivescovo me cattolica di rito latino nell'impe
desimo concedeva di vestire al mo ro russo. Aspirando sempre Sie
do de'cardinali, portando porpori strzencewicz a illimitata giurisdizio
ne le calze, gli abiti, il berrettino, ne su tutta la chiesa cattolica di
la berretta, ed anche il berrettone ambedue i riti nella Russia, seppe
(del berrettone insegna cardinalizia scaltramente servirsi della partenza
questa è la prima volta che ne del legato pontificio pel conclave di
leggo menzione, ma assolutamente Venezia, per iscemare l'autorità
dev'essere errore); e mi ricordo che de' vescovi da lui dipendenti, e con
nel breve, il quale, secondo il con centrarla in sè stesso. Però trasmi
sueto, era latino, la parola berret se a Paolo I il progetto d'istituire
tone fu scritta in italiano ". Il can. un tribunale ecclesiastico, il quale
Nodati, Fitae Pont. p. 53 , si e- avesse a decidere in ultima istanza
sprime così. » Paulo I petenti, ut ar- tutti gli affari ecclesiastici di qual
chiepiscopus civitatis Mohilo» ad che momento delle sei diocesi lati
cardiualatum evcheret, prudentissi- ne e delle tre greco-unite. Gli sta
mc respondit, sibi necesse esse so* tuti che dovevano reggerlo otten
lemnem hanc nominationem differre nero approvazione nel dicembre
ob dispersim2 cardinalium colle- 18oo da Paolo I. A cagione della
gium, permittere tamen archiepisco morte di questo monarca avvenu
po purpuratorum patrum uti insigni- ta nel maggio 18o1, il figlio e suc
bus". Il citato cav. Artaud p. 219 cessore Alessandro I comp'i l' opera
ancora, citando il dotto Nodati, dice del Mohilovriense, improntandola nel
che Pio VI permise all'arcivescovo novembre 18o1 di nuova forma
di vestire gli obiti cardinalizi. Pro con imperial editto, che può chia
cedendo in questa mia opera con marsi un compendio delle leggi
scrupolosa critica, quando dovetti di Caterina lì a danno della chie
fare l' articolo Berrettmo Cardina- sa cattolica, e distillato dall' am
iizio, scrissi tuttavolta che Pio VI biziose pretensioni manifestate dal
concesse agli arcivescovi pro-tempo l'orgoglioso arcivescovo, a dispetto
re di Mohilow le vesti cardinalizie, de' replicati reclami pontificii. Si
ma che gli vietò anzi l' uso del chiamò il tribunale dapprima con
berrettino rosso; tale essendo il ri cistoro ecclesiastico-romano-cattolico-
sultato delle molte ricerche che su universale, e in appresso collegio
ciò feci. Perciò non pare credibile della chiesa romana-cattolica, la cui
l'uso del berrettone o berretta car ampia autorità descrive il p. Thei-
dinalizia, essendo questa una delle ner a p. 5 1 o e seg. , presieduto
principali insegne cardinalizie, e l'im dal metropolita con titolo di presi
pone il Papa o chi delega, con for dente nato.
malità. Non mi è riuscito rinve- Essendo gli statuti di questo col
MOH MOH 17
legio un mischio di contraddizioni riedizione su tutti i conventi dei
e di sfrenatezze contro le sante leg monaci e de' regolari ; e contro il
gi della Chiesa, i vescovi delle cin nunzio perchè avea compito le co
que diocesi latine si unirono al se del predecessore nel ristabilimen
nuovo nunzio apostolico Arezzo ar to della metropoli rutena, e restau
civescovo di Seleucia, e si adope rato l' ordine de' basiliani, e con
rarono energicamente per convin calunnie lo fece disamicare dall'im
cere il metropolita della mostruosi peratore. Indusse questo a conce
tà dell'istituito tribunale, e farlo dergli ciò che giustamente gli avea
smontare dalla sacrilega presunzio negato Pio VII, nell'agosto 18o4, co
ne, con che arrogavasi il primato stringendo ancora il nunzio ad acco
della Chiesa nelle Russie, e ne ma miatarsi dalla corte di Pietroburgo;
nometteva le sacrosante leggi e la quindi recossi in mano le redini di
libertà, ma l' empio prelato crebbe tutta la chiesa cattolica nella Rus
in vece nell'ardire. Elesse a com sia, dominandola da assoluto pa
ponenti del collegio uomini scostu drone. Non contento di aver posio
mati, senza coscienza e religione, sossopra la chiesa cattolica latina
e ne cacciò con pretesti che man e rutena, volle rovinare eziandio
tenessero corrispondenza con Roma quella cattolica di rito armeno, di
il proprio suffiaganeo Benislawski , chiarandosi amico e protettore di
e l'illustre preposto mitrato di Ilo- tutti i malvagi ecclesiastici. Per
hilow Biskowski : fra quelli che vi morte dell' ottimo Andrea Cholio-
sostituì vi fu il proprio fratello neski, già rettore di s. Stanislao
Luigi calvinista. Autorizzando per de' polacchi di Roma, poi suffraga-
avarizia divorzi, prodigalizzando se neo di Camieniecz, gli sostituì un
colarizzazioni ai religiosi , proteg - prete armeno, facendogli conferire
gendo gli sfratati più abbietti, con il carattere episcopale dall'arcive
tro Siestrzencewicz ricorse all' im scovo armeno di Leopoli, affinchè
peratore nel 1 8o4 Giedroyic vesco potesse esercitare giurisdizione ve
vo di Samogizia a nome degli al scovile su tutti gli armeni dell'im
tri vescovi della metropoli Mohilo- pero russo. Questa ripugnante me
wiense, per l'insopportabile abuso scolanza di due riti non piacque
che faceva della triplice autorità all' imperatore, che perciò entrò in
di arcivescovo, di metropolita e di trattative con Pio VÌI, il quale con
presidente del collegio, con gravis breve de' 28 marzo 1 8o9 nominò
simo danno della chiesa cattolica. a vicario apostolico di tutti gli
Riconobbe Alessandro I la giustizia armeni cattolici delle Russie, Giu
di tali suppliche., e pei caldi uffizi seppe Krzistofowicz vescovo di Ar-
del nunzio promise di esaudirle; ze in partiòus, consecrato dall' ar
ma riuscì all'arcivescovo di render civescovo di Leopoli, e la diocesi
sospetti all' imperatore i vescovi e di Camieniecz fu provveduta di pa
il nunzio, persuadendolo che la chie store Iatino.
sta ritbrma del collegio mirava a Siestrzencewicz largamente pro
distruggere le leggi dell' impero ; tesse la società biblica per dissemi
indi sfogò il suo mal animo con narvi le corrette versioni, passata
tro la Sede apostolica, per non a- dall'Inghilterra in Russia nel 18o4,
>ci conseguito l'estensione di giu- promovendola con iniquissima cii
VOI XLV1.
i8 MOII RI 0 II
i'id. ne ; onde poi fu altamente rim Il cav. \ ilaud racconta, che pub
proverato da Pio VII a'i3 settem blicò la storia della Crimea, da
bre i8 i6, e l'imperatore trovando esso visitata due volte, ed un com
giusto il, reclamo gli diè la più pendio di ricerche storiche sull'ori
gran pubblicità, ordinando al bi gine degli slavi ; ohe fu aggregato
blici di allontanarsi dalla Russia. a diverse società scientifiche e let
In vece il Papa ricolmò di elogi terarie, e che prese a cuore il pro
l'arcivescovo di Gnesna ed i ve gresso delle scienze e la coltu
scovi di Polonia, per aver impedi ra delle arti. Il Bussard pubbli
to ai biblici stabilirsi nelle loro cò a Parigi una raccolta di do
diocesi. Nel i8i4 era morto il coa cumenti sull' arcivescovato di Mo
diutore di Mohilow Benislawski, hilow. Occupò la di lui sede il re
prelato ragguardevolissimo che col ligiosissimo vescovo di Luck o Lu-
le sue zelanti sollecitudini egregia ceoria e Zytoiueritz Gaspare Casi
mente suppliva all'assenza del me miro Colonna Cieciszowski della
tropolitano, a cui disgraziatamente diocesi di Posen, che nel i7<)8
non fu dato successore ; l' immen da Kiovia era stato traslato a Luck,
sa giurisdizione del Mohilowiense vecchio venerando d'anni 84. Suo
Cu quindi accresciuta colla vasta malgrado venne nominato metropo
diocesi di Vilna, che avea quattro lita per decreto imperiale del mar
vescovi siiflragane'i, perchè se gliene zo i827, e per breve ili Leone
affidò l'amministrazione. Nel i8 i5 XII de' 23 giugno i828 ottenne
divenne suffraganeo di Kiovia Va- l'approvazione pontificia. Il regnan
leriano Enrico Kamankia di Mohi te Nicolò I, dice nel decreto, che
low, vescovo di Alberta in parii- lo innalzava alia dignità d' arcive
bus j e suffraganeo di Mohilow scovo metropolitano delle chiese
Mattia Paolo Mozdzeniewski di Cra cattoliche in Russia, gli conserva
covia, vescovo di Acone in parti va la sede di Luck, e Io dispensa
bus. Nel i 8 i 6 Siestrzencewicz con va dall' obbligo di presiedere al
cepì il disegno d' una riunione dei collegio ecclesiastico cattolico, fin
greci e cattolici : egli avrebbe vo chè la sua salute non gli permet
luto vedersi ereato patriarca dal teva di recarsi a Pietroburgo. Pro
Papa, per operare più francamente seguì a dimorare in Luck quale
una compiuta oppressione del catto- amministratore della diocesi. Per
limmo nella Russia, su di che il car lo stesso breve gli venne dato a
dinal Consalvi nel i824 richiamò coadiutore con futura successione a
l'attenzione di Leone XII, come ri tal chiesa Michele Piwnick vescovo
ferisce il cav. Aitaml. A sollievo di Ramata in partibus, il quale
dclla chiesa cattolica delle provin prese a far le veci del metropo
oie polacco - russe, morì il metro litano nel governo di Mohilow, e
polita Stanislao, che per 54 anni nella presidenza del collegio catto
n'era stato il flagello, facendo la sua lico Iatino di Pietroburgo. Inoltre
ordinaria residenza in Pietroburgo, Leone XII con altro breve dello
tenendo tre suffraganei, uno a Mo stesso giorno nominò snffraganeo
hilow, l'altro a Kiovia, il terzo di Mobilow Gioachino Grabowscki
monsignor Cipriano Odynice vesco di Visne, della diocesi Mohilowieu-
vo d' lppona in partibus a Polock. je, e vescovo di Amoriu in parti-
MOII MOH i9
bus, essendo arcidiacono della me compiti gli studi in una università
tropolitana e rettore della chiesa dell' impero , oltrepassasse venticin
parrocchiale Zevinogrodense. que anni d'età, avesse sostituito al
Cieciszowski fu il solo vescovo tri nell'esercizio militare, fosse au
della metropolitana Mohilowiense , torizzato dal ministro dei culti , e
the non si lasciò trascinare dai pra non sborsasse lire seicento a bene
vi esempi dello sciagurato Stanislao ficio del clero scismatico di sua pro
Siestrzencevvicz. Egli nel suo lungo vincia. Con editto imperiale del i829
episcopato nella propria diocesi op furono chiusi tutti i noviziati, e de
pose con petto forte e zelo aposto terminato il numero de' seminari
lico, insormontabile diga all'infezio sti per ciascuna diocesi. Nel i83o
ne contagiosa de' perniciosi divorzi, peggiorarono le cose della chiesa
perchè agli occhi di Stanislao il ma cattolica, poichè per deplorabile ac-
trimonio avea cessato di essere sa ciecamento della dieta imperiale di
cramento , radicandosi lo scandalo Varsavia vennero rigettati i consi
con tanta saldezza anche nelle dio gli de' vescovi per eliminar i di-
cesi suffraganee, che in quella di vorzi, e ritornare le cause matri
Minsko da ultimo ancora succede moniali al diritto della Chiesa, e
vano da due a trecento divorzi , l'imperatore lasciò a' tribunali ci
talchè era difficile il trovarvi un vili la definizione dello scioglimen
matrimonio in cui I' una o l'altra to de' maritaggi : indarno i vesco
parte non fosse stata prosciolta da vi di Podlachia e Cracovia viril
un maritaggio antecedente; e però mente si opposero alla violazione
Leone XII più volte confortò il nuo de' diritti ecclesiastici, anzi si fecero
vo metropolita a procedere col me partir da Varsavia prima della
desimo fervore all'estirpazione della chiusura della dieta. Le vicende po
rea e riprovevole usanza nelle al litiche della Polonia nel i83o fe
tre cinque diocesi della metropoll , cero soprassedere al proseguimento
rammentandogli che Benedetto XIV delle riforme ecclesiastiche; ma pa
avea procurato ripararvi con tre co cificatosi il reame sul finire del i 83 r,
stituzioni, quindi gli concesse la po con maggior audacia si riprese la
testà necessaria per schiantare sì guerra contro la cattolica religione,
nbbominevole vizio. L'imperatore laonde l'anno i832 entrò funesto
Nicolò I si mostrò contrario alla per la chiesa cattolica d'ambo i ri
chiesa cattolica latina, come lo era ti. Si scagliò addosso alla latina sif
colla rutena, e per impedirne l'in fatta tempesta che la scosse dalle
cremento decretò nel i828 che basi, e se il braccio divino non ne
chiunque volesse entrare in un or arrestava il furore, essa al par della
dine religioso dovesse chiederne al rutena cadeva sepolta nelle sue ro
ministro del culto il permesso, che vine. Il disegno manifestato nel
mai concedevasi; così venne a pre i8/8 di annullare tutti gl'istituti
pararsi la distruzione di tutti gl'i religiosi, nel i832 si recò in ope
stituti religiosi, che si effettuò nel ra, perchè le ricchezze di essi sti
i 832. Si decretò ancora che ninno molavano l'altrui avidità : la me
si ammettesse ne' seminari per cor tropolitana di Mohilow, non com
rere la via ecclesiastica, se non pre prese le case de' gesuiti, nel i8o 4
sentasse lettere di nobiltà , avesse possedeva parte nella Russia e par
2o MOH MOH
te nelle provincie polacche 3o5 mo tore di Luck e Zytomeritz, non
nasteri d'uomini , con 3 jfi.'i reli potere corrispondergli senza ordine
giosi, e 4 1 di donne, le quali ascen del metropolitano. Essendo da tut
devano a 59o ; tutto il valore dei ti conosciuta la saldezza della virtù
beni spettanti ai conventi era di del metropolita, chiamato sino dal
2,175,357 rubli d'argento, che da 1 798 l' apostolo della chiesa di Po
vano l'annua rendita di 289,2o6 lonia, egli ricusò con grandezza di
scudi. Dipendevano dai medesimi animo prestarsi a sì pericoloso ne
conventi quali vassalli 122,o18 uo gozio. Oppose altresì resistenza l'am
mini e donne. Per riuscir nell'in ministratore della diocesi di Mo
tento si usarono col collegio eccle hilow, il zelante prelato Szezit,
siastico cattolico latino maliziose e quantunque poi fosse condotto ai
false relazioni sul misero stato de confini dell'impero, e inutilmente
gli istituti religiosi, e pel sedicente invocato dalle più vive suppliche
maggior ben utile della Chiesa se della Russia Bianca ; gli venne so
ne domandò a nome dell' impera stituito Kamionka o Kamankia su-
tore l'abolizione de' superflui, poi detto, ligio del governo, che si mise
chè contro il vero si affermò con d' accordo con Pawlowski. Laonde
esagerazioni non rispondere più al de'3oo monasteri che nel 1832
la natura de' tempi , nè all'utilità avea la metropoli Mohilowiense,
de' cattolici pel rilassamento della 2o2 furono chiusi, restandone aper
disciplina, quindi doversi traslocare ti 98. In gran parte si venderono
i religiosi de' conventi soppressi in all'incanto, gli altri tenuti in conto
quelli che si conservavano ; facen per santuari ceduti agli scismatici,
dosi abuso della costituzione Inter fra' quali il celebra tissimo di Poc-
pliires jucunditatis , di Benedetto zojow nella Lituania, già de' ca
XIV, che permise alla chiesa rute maldolesi, seminario di santi e or
na la riunione de'monasteri poveri. namento della chiesa polacca. L'i-
Dopo che l'imperatore approvò vea fondato il principe Boleslawski,
l' abolizione de' monasteri ritenuti uno de' più fervidi e degni disce
superflui, il prelato Ignazio Lodo poli di s. Romualdo, e perchè avea
vico Pawlowski vescovo di Megara, allevato cinque santi che col loro
fatto da Leone XII a' 23 giugno sangue fecondarono la chiesa Li-
1828, e suffraganeo diKaminieck, tuanense quando gemeva sotto il
preposto di quella cattedrale, e paganesimo, era riguardato prima
rettore della chiesa parrocchiale rio monastero polacco dell'illustre
Dunaiowecense, come presidente del ordine. Simile disavventura colse al
collegio cattolico ecclesiastico latino, non men celebre pur camaldolese
il quale parve tenesse dietro alle presso Cracovia, a fronte delle pre
orme di Siestrzencewicz, divulgò il ghiere de'cracoviesi per conservarlo.
decreto a tutti i vescovi della me I quattro milioni di rubli d'urgento
tropolitana di Mohilow, da' quali ricavati dai beni de' monasteri sop
chiese ragguaglio dello stato dei pressi, che secondo le promesse do-
conventi, con cenno di quelli che veansi impiegare a vantaggio della
potessero annullarsi. Rispose il de chiesa cattolica, vennero raccolti
gno Piwnicki coadiutore del vene dal governo, e impiegati a vantag
rando Cieciszowski ed amministra- gio degli scismatici. Quello che pi"
MOH MOH 21
di tutto danneggiò la chiesa catto Le violenze e artifizi usati dal
lica nelle provincie polacco russe , governo a pervertimento de' greci
e nel reame stesso di Polonia, fu uniti, si adoperarono pure per tra
il prescritto dall' imperatore intor scinare allo scisma i cattolici latini,
no i matrimoni misti, con statuire a' quali anzi si fece aperta violen
che nelle sei diocesi della metropo za, per cui i latini sostennero come
li Mohilowiense, ove una delle parti i ruteni trattamenti durissimi ed
contraenti professasse la fede russa, asprissimi mali per difesa della re
la prole, non badando a divario di ligione, e si distinsero eroicamente
sesso, fosse battezzata ed allevata 80o cattolici della Podolia. Alcuni
nella medesima fede scismatica. La dettagli si leggono nel lodato p.
peste dei matrimoni misti non s'insi Theiner, come il divieto di comu
nuò tra' russi, se non dopo la metà nicazione tra' cattolici greci e la
del secolo XV III, in cui avevano preso tini nelle cose sacre, ed altresi ai
piede le massime irreligiose. L' im fedeli del medesimo rito apparte
peratore inoltre decretò che i ma nenti a diverse parrocchie, e di
trimoni misti benedetti da' sacerdo versi altri decreti tutti in danno
ti cattolici sì latini che greci, sia de'cattolici latini. Per attirare allo
no riputati nulli sinchè non ven scisma que' sacerdoti che conduce
gano benedetti da un sacerdote rus vano vita secolaresca e rilassata ,
so. Questa legge fu estesa a tutti il governo loro permise prender mo
i russi addetti alla milizia, che nel glie appena si dichiaravano scisma
le provincie polacco-russe e nel tici, perdonando loro qualunque
ducato di Finlandia contraessero turpitudine e delitto. Nel gennaio
matrimonio co' cattolici e prote i 83t) altro editto imperiale annun
stanti ; poscia veune resa universa ziò ai cattolici condannati al remo,
le senza eccezioni in tutte le pro alle miniere, ed altri lavori pub
vincie polacco-russe, senza più ba blici per omicidi i ed altri delitti ,
dare i trattati stipulati in favore che sarebbero assoluti se abbrac
de' polacchi, ed i giuramenti fatti ciassero lo scisma, coniandosi me
nel 18i5 da Alessandro I nel da daglia onorifica di s. A una, per ap
re la costituzione al regno di Po pendersi loro in petto con nastro
lonia, di conservare cioè alla reli celeste. Fra i tanti argomenti che
gione cattolica intieramente i pri il p. Theiner riporta, onde il go
vilegi e le libertà ecclesiastiche e verno russo combatte la chiesa cat
civili. Finalmente la fatale legge tolica latina, parla dell' invito fatto
sui matrimoni misti nel 1 834 si nel 184o a tutti i vescovi latini
rese comune al renme di Polonia, del reame di Polonia, a seguire
richiedendosi che i sacerdoti catto l'esempio de' loro colleghi, gli apo
lici benedicessero eziandio i matri stati della chiesa rutena, procla
moni misti, la cui prole avea ad al mando il ritorno de' greci cattolici
levarsi scismatica, vietandosi a' cu alla chiesa scismatica, siccome ope
rati consigliar gli sposi a educar cat ra di persuasione pacifica. Clemen
tolicamente i loro figli. Quanto pro te XIII e Clemente XIV alto le
tegga il governo russo i matrimoni varono la voce pei gravi disastri
misti, diffusamente si può vedere della Chiesa sofferti nella Russia e
nel p. Thriner citato. nella Polonia. Pio VI, e i suoi sue
2-x MOH MOH
cessoti Pio VII e Leone XII non ministro de'culti del febbraio i83a
furono meno solleciti nel sovvenire per la soppressione di molti con
alla chiesa polacca. Quindi Grego venti latini nella metropolitana di
rio XVI per morte di monsignor Mohilow. 3.° La supplica presen
Cieciszowski, dopo lunga sede va tata nel i 84 i al concistoro eccle
cante, nel primo marzo i8.(i tras- siastico cattolico romano di Mohi
latò da Megera in partibus all'ar low dai parrocchiani della chiesa
civescovato di Mohilow, Ignazio di Rialynitze nel distretto di Mohi
Lodovico Pawlowski della stessa low, per essere mantenuti nel pa
diocesi, e qual degno depositario cifico esercizio della religione catto
della divina missione affidatagli, ed lica romana sempre da loro pro
erede meritevole delle virtù e ge fessata. 4-° Altra diretta sullo stes
sta de' lodati predecessori, adempì so argomento al concistoro cattoli
nobilmente alle parti dell'apostolico co romano di Mohilow dai nobili
ministero, manifestando alla Chiesa del distretto d'Ischerikoff. 5.° Rap
universale con candida semplicità e porto fatto li 26 febbraio i84<
moderazione evangelica le crude dal concistoro di Mohilow al me
piaghe della chiesa polacca, e quan tropolitano Pawlowski in seguito
to avea fatto a disacerbarle, gua delle suddette rappresentanze. 6.*
rirle e preservarla da ulteriori ves Officio indirizzato il i2 marzo i8|i
sazioni della civile autorità. Con dal detto arcivescovo di Mohilow
quali modi Gregorio XVI si fece al direttore del ministero dell'in
a propugnare i diritti della Chiesa terno in conformità ai suddetti due
nella Polonia e nella Russia viola rapporti. 7.° Officio del ministro
ti dalla podestà secolare, con che dell' interno a monsignor Pawlow
si è immortalato nel libro vivente ski, col quale si spiega l'ukase sul
della storia stampandovi gloriosis l'amministrazione de' sagramenti a
sima pagina, è dichiarato nell'opu persone incognite. Pel memorabile
scolo pubblicato in Roma nel i 8 \ .,. abboccamento avvenuto in Roma
co' tipi camerali e intitolato: Allo nel i84', tra Gregorio XVI e Ni
cuzione della S. di N. S. Grego colò I, se ne sperano felici conse
rio PP. XVI nel concistoro segre guenze anche per la chiesa latina
to del 22 luglio i842, seguita da nell' impero russo. Vedi Polonia e
un'esposizione corredata di docu Russia.
menti sulle incessanti cure della Al presente la sede metropolita-
stessa Santità sua a riparo de gra na di Mohilow è vacante, e dei
vi mali da cui e afflitta la religio quattro suoi suffraganei ausiliari
ne cattolica negl'imperiali e reali esiste soltanto monsignor Kamau-
domimi di Russia e Polonia. Fra kin, fatto nel i8 i 5, gli altri va
i documenti io tale opuscolo pro cando. Nell'ultima proposizione con
dotti vi sono. i.° Lettera in forma cistoriale per l' arcivescovo Paw
d' ukase diretta dal conte di Wo- lowski, ecco come venne descritto
rontzow in nome dell' imperatore lo stato della chiesa, con cinque ve
all'arcivescovo di Mohilow, del i6 scovi diocesani suffraganei : questi
dicembre i8i2, sulla proibizione di sono quelli di Luck o Luceoria uni
ricorrere alla santn Sede e suoi ta a Zytomeritz, Samogizia, Wilna,
rappresentanti. 2.° L' ordinanza del Cameniek o Kaminiechz, e Minsk.
WOH MOL »3
La chiesa cattedrale sacra a Dio persi nella vastità dell' arcidiocesi,
è sotto l'io vocazione di s. Stani ed oltre il clero secolare di circa
slao vescòvo e martire, di elegante .zoo, vi erano: gesuiti, cappuccini,
struttura. Il capitolo si compone di minori osservanti, canonici regola
quattro dignità, essendo la prima ri, trinitari, domenicani, conven
il prevosto, di otto canonici, di «lo tuali, scolopi, missionari di s. Vin
dici preti, e di altri chierici inser cenzo de Paoli . Questo clero re
vienti all'officiatura. La cattedrale golare non potendo essere sotto la
non è cura, nè evvi il battisterio, che giurisdizione de'provinciali estranei,
però lo hanno le due chiese par ebbero i vescovi la facoltà di eser
rocchiali esistenti in Mohilow. So citare la giurisdizione ordinaria so
nori inoltre in città un monaste pra i regolari. Ognuno degli ac
ro, l'ospedale, e il seminario cogli cennati ordini avea il suo conven
alunni. L'arcidiocesi, come amplissi to. Sonovi sei case di carità ; le
ma, conteneva più città e castelli, sorelle della carità di s. Vincenzo
e circa 8oo,ooo fedeli. Ogni nuovo addette all'assistenza degl'infermi,
arcivescovo è tassato ne' libri della le maestre pie, il seminario dioce
camera apostolica in fiorini 5oo, si- sano con 28 alunni, ed 83 scuole.
scendendo le rendite della mensa a Ogni chiesa aveva annesso un al
scudi 2\oo (tanto si legge nell'ultima bergo per ricovero de' poveri ali
proposizione concistoriale), oltre altri mentati con elemosine annuali. I
proventi. Va notato che nella pro gesuiti vi aveano i3 tra case e
posizione concistoriale per Cieciszow- collegi. I conventi della diocesi era
ski, la chiesa cattedrale, come nel no 66, ed i monasteri di monache
la bolla d'istituzione, si dice sacra 8, abitati da 44 religiose. Il me
alla Beata Vergine; 'la prima di tropolitano capo di tutti i latini
gnità chiamasi olimale; esservi cu cattolici dell'impero russo, ha die
ra d'anime e battisterio, ed alquanto cimila rubli pagati dall'erario im
distante esistere il palazzo arcivesco periale. Negli ultimi tempi il go
vile ampio e conveniente. In una verno ha spogliato de'beni gli ec
recente relazione dello stato della clesiastici tanto cattolici che sci
chiesa Mohilowiense ho Ietto quan smatici, promettendo equivalenti as
to qui riporto. Sonovi due chiese segnamenti. In Mohilow fa la sua
principali, la cattedrale dedicata al residenza l'arcivescovo scismatico, e
l'Assunzione di Maria, e la chiesa vi ha molte chiese.
di s. Stanislao. Nell'arcidiocesi chie MOINE Giovanni , Cardinali:
se parrocchiali 254, succursali 9o, V. Monachi Giovanni, Cardinale.
cappelle 4o9- Si trovano alcune MOLDAVIA, MoldobUichia.Vro-
chiese lungo il Volga: nell'immen vincia la più settentrionale della
so spazio da questo fiume al mare Turchia europea con titolo di prin
Pacifico vi erano de' cattolici, che cipato, che fece anticamente colla
visitati da un missionario nel i788 Valacchia (Fedi) parte della Da
provarono un' infinita consolazio cia ( Fedi ), e principalmente di
ne. Tre canonici assistono l'arcive quella porzione, per le sue monta
scovo nel disbrigo degli affari . gne, dai romani chiamata la Daria
Monsignor Archetti istituì sei mis montuosa. Confina colla provincia
sionari; molti vicarisi trovano dis- russa di Bessarabia, da cui è divisa
24 MOL MOL
dal l'riilli, colla Transilvania avente rummasti, probabilmente per corru
per limiti i Carpazi, e colla Gali zione di romani: vi si parla anco
zia; colla Bulgaria e Valacchia in l'ungaro e il polacco. Si vanta la
feriore confina a mezzodì, essendo loro ospitalità, ma sono indolenti
divisa dalla Valacchia pel Danubio, e ignoranti nella maggior parte-, e
al cui bacino appartiene il paese. conservano molti abbigliamenti dei
La Dacia comprese le due Mesie daci, massime i contadini. Vi sono
(Vedi), e si divise in Dacia Ripen poche scuole, ed i ricchi studiano
se, Mediterranea , ed Alpestre che nelle università russe o tedesche.
comprende la Moldavia e Valac Quasi unicamente i greci di Costan
chia. In generale l'aria non vi è tinopoli, gl'italiani, gli armeni e gli
molto sana, massime nell'estate. L'a ebrei esercitano le diverse profes
gricoltura è negletta : vi sono im sioni. La maggior parte delle abi
mense foreste, che insieme coi va tazioni sono di legno e mal costrui
sti pascoli occupano la maggior par te. La Moldavia è divisa in alta e
te del territorio. La Moldavia è più bassa: Zara\ de. Suss è l'alta, Za
montuosa e alquanto più fredda ra de Schoss è la bassa. Rinchiude
della Valacchia. Si allevano nume diecisette distretti, di cui è il primo
rose mandrie di belli cavalli, di Bakou o Bacow , mentre Jassi
bestie a corna ed a lana ; gran van (Vedi) n'è la capitale, più bella
taggio recano le api , e le riviere e più ricca di Buckarest capitale
abbondano di pesce. La Moldavia ha della Valacchia, ma più piccola, im
miniere d'oro, d'argento e ferro, ma perocchè nella Moldavia vi sono
più non vengono lavorate ; ve ne boiardi o signori. A Jassi vi è un
sono di sale utilissime, e di nitro. teatro francese, un liceo , una so
Conta circa un milione di abitanti, cietà di scienze e lettere, due col
altri dicono cinquecentomila. Sì con legi e diverse altre scuole meglio
gettura che i moldavi discendano dirette di quelle di Valacchia. Il
dai daci, di cui occupano in parte popolo moldavo in generale è più
il territorio, dai romani che ridus educato del valacco, e conta molti
sero in colonia la Dacia dopo a- distinti letterati. Le vicende storico-
verla conquistata, e dagli slavi che politiche de' due principati di Mol
vi si stabilirono al tempo delle ir davia e Valacchia sono assai volte
ruzioni de' barbari. Il popolo di- comuni ad ambedue, come spesso
videsi in classi, cioè boiardi o no si ribellarono, furono e sono tri
bili, ecclesiastici e secolari ; artigiani butari della Porta ottomana, ed am
detti propriamente rumuns, e zin bedue ebbero per waiwoda tiranni
gari o /iugani che si tengono in greci del Fanar. Nel i788 in Na
conto di schiavi ; le prime classi poli si pubblicò : Osservazioni sto
sono esenti dalle tasse. Dei zingari riche naturali e politiche intorno
parlammo nel vol. XLII, p. 52 del la Valacchia e la Moldavia. Vuolsi
Dizionario; edilSarnelli nelle Leti. che la regione abbia preso il no
eccl. t. III, lett. V, parla di che me di Moldavia, dal fiume Mol
razza di gente sieno i zingari. Il dava che ha origine nella Galizia
loro linguaggio romaico è un la e si getta nel Sereth.
tino corrotto, mescolato collo slavo, I moldavi prima vincitori de' ro
e prendono il nome di rumuni o mani, furano poi interamente sot
MOL MOL ai
tomessi a' tempi dell'imperatore Tra pagamento d'annuo tributo. Eman
iano, che vendicò la vergognosa pace cipatisi i waiwodi dai re d'Unghe
tutta col popolo romano sotto Do ria, assunsero il titolo di despoti ov
miziano, e tutta la Dacia convertì vero ospodari. Dopo varie vicende
in provincia romana , distribuendo i turchi ne ottennero l' intera so
le terre in ricompensa a' suoi sol vranità nel iSao, sotto Solimano II,
dati, e trapiantandovi una colonia, ed uno degli ospadari si pose sotto
il che servì a promuovere l'agri la sua protezione, ma a condizione
coltura, e a dirozzare i feroci co che gli abitanti conservassero la lo
stumi degli abitanti. Avanzo della ro religione, le loro leggi e privi
romana dominazione è parte del legi, che fossero esenti da ogni im
ponte che presso Severino fece get posta, e che nominassero per prin
tare attraverso il Danubio Traiano. cipi i loro ospodari o waiwodi. La
Ai romani succedettero quelle orde Valacchia si ribellò ai turchi col
di popoli barbari , che si sparsero proprio principe Michele, e diven
per tutta Europa, fra' quali Attila ne indipendente; ma egli domina
che cogli unni invase la Dacia, ed to dall'ambizione di uuire al suo
a lui sottentrarono a signoreggiar dominio la Moldavia, venne ucciso
la altri popoli non meno barbari, nel 16o1 da un sicario. Nel 1612
tutti congiurati a distruggersi o cac Tommaso soldato di ventura s'im
ciarsi scambievolmente. Dal VII al padronì coll'appoggio de' turchi del
i V secolo la Dacia non fu occupata la Moldavia, disfacendo il waiwuda
che dai bulgari e dagli slavi. Alla Costantino; indi spogliato da' suoi
fine del secolo XII sottentrarono gli protettori per istabilirvi Graziano
sciti, i tartari e gli slavi. In quel poi ucciso nel 1621, restando gli
tempo comparisce nelle storie il no ospodari tributari della Porta otto
me di Moldavia e Valacchia, due mana. Avendo questa concesso Del
paesi che cominciarono ad essere l' acquisto della Moldavia ai boiar
governati sotto il titolo di waiwo- di il privilegio di crearsi il wai-
da dai due capitani slavi Radilo woda, nel 171 1 si attribuì il di
Negro, e Bogden o Bogdam, il qua ritto estlusivo di nominar questo
le si stabilì tra -il Seret e la Pruth, capo; e ciò perchè siffatta elezione
fu il primo sovrano del paese, ne dava sempre argomento a cittadine
fondò le città principali , vi stabilì discordie ed a guerre civili, ed an
la religione greca, e diede il nome co per vendicarsi del paese che a-
di Bogdania alla parte settentrio vea domandato la protezione di Pie
nale. Così cominciò a vedersi una tro I czar di Russia. Il waiwodu da
forma di governo che rese meno quell'epoca cominciò ad esser scelto
dolorosa la condizione di que' po dai fanariotti o greci di Costanti
poli. La Moldavia .si sottomise nel nopoli, il che fu cagione di peggiori
secolo XIV al re d'Ungheria , ed mali, poichè per conseguirne la no
i suoi waiwodi o principi divennero mina si ricorse ai più nefandi rag
loro tributari; insorta quindi guerra giri, ed il sultano avendo condan
fra il re Sigismondo e Bajazet I sulta nato il principato come ad un pub
no de'turchi, il re si alleò colwaiwo- blico incanto, conferendolo a chi più
da di Valacchia, ma questo tra pagava. Quindi coloro ch'erano pre
dendolo soggiacque a sconfitte ed al feriti, per rimborsarsi tiranneggia
9.6 MOL MOL
vano i sudili ti, che talora dalla di tico, coll'anuuo emolumento di un
speratone li uccisero. Le ambiziose milione di piastre. Il principato fu
mire di Caterina II imperatrice del obbligato pagare alla Porta il tri
le Russie, l'indussero a prendere la buto con titolo di dono di circa
protezione sì della Moldavia, clie 1 65,ooo ptastre, ma si esentò da
della Valacchia; quindi nel 18o2 ogni somministrazione in grani, be
divenne principe Morusi, cui succes stiame, legnami da costruzione, ch'e
sero altri ospodari, che non cessa ra prima obbligato di mandare pel
rono di vessare la Moldavia con consumo di Costantinopoli e per la
estorsioni. Dipoi pel trattato di Bu- provvisione delle fortezze del Da
karest del 1812 la parte della Mol nubio e dell'arsenale. L'armata fu
davia che si estendeva al nord del stabilita a 12,ooo uomini; cessò la
Pruth fu ceduta alla Russia, e fa condizione di sudditi di stato, pro
presentemente parte della Bessara- priamente detti schiavi ; e venne
bia. A' 6 marzo 1821 il principe proibito ad ogni turco abitare nel
Alessandro Insilanti eccitò la rivo paese.
luzione, in cui grave fu il massa La fede cristiana fu introdotta
cro tra turchi e greci; ma rientra nella Dacia ne' primi secoli della
ti i turchi a' 26 giugno vennero Chiesa, e verso il 396 esisteva un
posti in fuga Insilonti e Cantacu- vescovato nella città di Moldaii oc
veno condottieri de' greci eteristi. cupato da s. Niceta martire : più
Nel 1822 fu acclamato ospodaro il tardi fuwi ancora la sede vescovi
boiardo Giovanni Stourdza, indi fat le di Sirett o Sereth città di Gali
to prigioniero dai russi nel maggto zia. Inoltre s. Niceta fondò nella
1828; poscia i russi dopo la presa Dacia diversi monasteri. Come una
di Navarino o Neocastro, città di delle provincie dette barbare, il con
Grecia nella Morea, divennero pos cilio di Calcedonia nel 451 assog
sessori de' due principati. La Rus gettò la giurisdizione ecclesiastica
sia nel 1829 conchiuse a' i4 set della Moldavia al patriarca di Co
tembre in Adrianopoli colla Porta stantinopoli. La religione dominan
un trattato, in cui venne stabilito te è la greca scismatica, ed avvi un
che il principato di Moldavia go metropolitano e tre vescovi, con
drebbe di un governo costituzionale tandosi in tutta la provincia sette
o nazionale e indipendente, del li cento chiese circa , e sessanta con-
bero esercizio della sua religione, e venti. Nel 1234 vi s'introdussero
di un'intera libertà commerciale, i missionari minori conventuali, i
e che il diritto di nominar l'ospo- quali più tardi ebbero collaborato
daro spettasse alla Kussia e alla ri i gesuiti di Polonia. Verso il
Porta, restando la prima protettri 137o era riuscito al Papa Urbano
ce del principato. L ospodaro, il V che i moldavi col loro duca La
cui governo era sei teu nale, dopo sco, abiurato lo scisma, tornassero
però il trattato venne nominato a all'obbedienza della chiesa romana,
vita da un'assemblea di boiardi, d'ac ma poi ricaddero nell' errore. Da
cordo colle nominate potenze, e tro altre notizie rilevo che la città di
vasi assistito da un divano compo Succiava ebbe un metropolitano,
sto de' principali boiardi, e presie datole dal patriarca Giuseppe di
duto dall'arcivescovo greco scisma- Costantinopoli. Nel 1 43$ 6on l'ar
MOL MOL 27
civescovo greco Gregorio che favori le nel 1737 sostituì fr. Raimon
l'unione colla chiesa cattolica, onde do Jesierski domenicano polacco che
Eugenio IV gli scrisse da Fireuze, rinunziò. Nelle annuali Notizie di
al cui concilio assistè il vescovo Roma sono registrati i seguenti ve
Damiano. Questo l'atto gli tirò ad scovi di Bacow: 1733 fr. Tomma
dosso l'odio de' suoi correligionari ; so Zateski domenicano; 1735 fi:
nacque un' ecclesiastica rivoluzione, Raimondo Jezierski domenicano di
in cui manoscritti, atti e documenti Cracovia: questi due vescovi sem
furono bruciati; quindi se i greci brano i medesimi de' precedenti ;
scoprivano che un lutino avesse ce 1782 successe per coadiutoria fr.
lebrato nella loro chiesa ne demo Domenico Pietro Karwosiecki mi
livano l'altare, e se un cattolico vo nore conventuale, di Zamoski dio
leva avere ecclesiastica sepoltura era cesi di C. belmo, e viveva ne' primi
obbligato ribattezzarsi, perchè an anni del secolo corrente. Nelle per
ticamente nella Moldavia pagano secuzioni vi mori un vescovo di
e cattolico suonava lo stesso. Nel Bacow chiamato fr. Giovanni Ro
secolo XVI la principessa Elena sa domenicano. I vescovi cattolici
moglie di Stefano il Grande fece di Moldavia solevano risiedere in
costruire dodici chiese cattoliche nel Transil vania e negli stati del re di
la Moldavia, di cui non rimane ve Polonia di cui godevano la prote
stigio. Anastasio occupò la sede me* zione, alla quale subentrarono i
tropolitana di Moldavia, sotto Ge monarchi d'Austria, quando quel
remia Il patriarca di Costantinopo regno fu diviso, e loro ne toccò una
li. Barlaam intervenne al concilio parte. Solevano i vescovi da tali
di Jassi, e Gedeone sedeva nel 1721. luoghi annualmente recarsi alla vi
Oriens christ. t. I, p. 1262. Nel t. sita della missione diretta da un vi
III, p. 11 18, sono riportati i se cario generale.
guenti vescovi di Bacow (Vedi), La missione di Moldavia è alli-
sede vescovile eretta da Clemente data ai minori conventuali, e del
VIII sutIViiganea di Colocza ; il p, la loro chiesa e collegio in Roma
Mireo dice nella Valacchia , ma è di s. Antonio di Padova o s. Ma
in Moldavia. Bacow o Bakou, Ba- ria della Sanità, che somministra
chovia, ebbe dunque per vescovi , missionari alle missioni di Molda
nel 1633fr. Gio. Battista Zamoyski via e Costantinopoli, ne parlammo
domenicano, fatto da UrbanoVIII; al vol. XXVI, p. 126 e 127 del
nel 1678 fr. Giacomo Goreschi do Dizionario. Il prefetto è anche
menicano, nominato da Innocenzo commissario del convento di Jassi,
XI. Indi lo furono Gio. Francesco carica che si conferisce dal p. ge
Lousony, destinato -pure da Inno nerale dell'ordine. Nel 181 1 era
cenzo XI; fr. Arnaldo o Amando vescovo di Moldavia monsignor
Cieseyko domenicano di Vilna, elet Bonaventura Carenzi. Dulia sacra
to nel 1694 da Innocenzo XII; fr. congregaiione di propaganda fu di
Giovanni Damasceno Lubienski po chiarato visitatore apostolico il p.
lacco domenicano, eletto da Cle Giovanni Magni prefetto della mis
mente XI nel 1711; fr. Tomma sione di Costantinopoli. Dopo la
so Szklubiczaleski polacco domeni morte di monsignor Zabervoni ,
cano, fatto da Clemente XII, alqua- mancante la missione di vescovo,
?K MOL M OL
Gregorio XVI ■' io settembre 1838 da questo stato di opulenza nasce
mimiiiò visitatore apostolico e ve la preponderanza del clero sopra
scovo di Carra m partibus, mon del popolo e della nobiltà. I mo
signor Pier Raffaele Ardami de'mi- nasteri sono ricchi e pieni di mo
unri conventuali : la sua istallazio naci; quello di Nians ne ha circa
ne seguì senza opposizione, median 2ooo. Ma gli scismatici, clero e po
te l'annuenza dei principe regnan polo, vivono da atei nella più cras
te. Indi il medesimo Papa dichia sa ignoranza e demoralizzati. Al
ri) vicariato apostolico la missione presente la religione cattolica si tro
'li Moldavia, ed a' 7 aprile 184 3 va io istato d'incremento, ed il
nominò vicario apostolico monsi numero de'cattolici supera i 55,ooo,
gnor Paolo Sardi de' minori con quando nel 18o4 non erano che
ventuali, già penitenziere vaticano circa 19,ooo; le chiese sono più
e vescovo di Vera in partìbus, che di 74.
risiede in Jassi. Ecco lo stato pre MOLE ADRIANA. V. Castel
sente di questo vicariato. La par s. Angelo, e Mausoleo.
rocchia di tal capitale è sempre MOLENDINI o MOULIN Gio-
amministrata dal prefetto de' con vanni, Cardinale. Giovanni Mo-
ventuali. La cristianità di Moldavia lendini o de Moulin francese, nato
si divide in due distretti: il pri nella diocesi di Limoges nell' Aqui-
mo di Siret o Sereth, composto di tania, in luogo detto Molendinaria
\ a villaggi, contenente sei parroc o Molinayrie, avendo abbracciato
chie; il secondo di Bistricela, com sino dalla gioventù l' istituto do
posto di 57 villaggi con otto par menicano nel convento di Briva,
rocchie. I sacerdoti nella Moldavia provincia di Tolosa, ottenuta la
sono più di ventiquattro. In Jassi laurea dottorale, nel 1 344 fu fatto
vi è il convento de' conventuali e inquisitore di Tolosa, e nel 1 347
l'amministrazione sindacale; uu o- lettore del sacro palazzo; quindi
spizio a Galatz, città forte con va nel i3.Jt) in Barcellona fu eletto
sto porto, emporio di commercio, generale del suo ordine che go
forse costruita da Traiano, con chiesa vernò due anni, dopo i quali Cle
per la quale la casa d'Austria som mente VI a' 18 dicembre i35o lo
ministrò 20o fiorini per costruirla, creò cardinale prete di s. Sabina.
ed il principe regnante vi contribuì Dopo essere intervenuto all'elezio
una somma: in tutti i distretti fu ne d'Innocenzo VI, fim di vivere
rono aperte scuole con maestri. de in Avignone nel 1 3.53, e rimase o-
itante XI accordò la laurea magi norevolmentc deposto nella metro
strale a quei missionari che hanno politana di Tolosa, quantunque al
servito nove anni in questa missio tri dicano nella chiesa de' domeni
ne. Questa possiede diversi beni, cani : i pp. Quietif ed Echard
come esistono rendite pel vescovo, poi scrivono che fu trasferito a Bri
somministrando la congregazione va, e tumulato tra' suoi religiosi.
ili propaganda ai parrochi annui Scrisse alcune opere teologiche ed
scudi 1 mi. Il metropolitano sci alcuni sermoni.
smatico, il clero, i monaci sono MOLES Giovanni, Cardinale.
i iechissimi; il primo non conta me Giovanni Moles, da altri detto Mar-
no di 6o,ooo zecchini di reudita; gariti, uato nobilmente in Giroita
MOL MOL 29
nella Catalogna, acquistata una pro le Nicolò Riganti. Oltre le produ
fonda cognizione nella scienza teo zioni di che abbonda tutta la pro
logica, nella legge e nella cosmo vincia, si traggono dolci favi dai
grafia, recossi fin da giovane a Ro suoi alveari, checchè dir si debba
ma, dove da Nicolò V venne am sulla derivazione da ciò dell'anti
messo tra i chierici di camera, e co suo nome di Melfatta, Malfida,
fatto vescovo della propria patria. Melphictum seii Molfetum, poscia
Colla sua industria ed eloquenza corrotto. Però I' Ughelli attribuen
sedò e compose le controversie che do l'origine della città a Mauro
eransi eccitate tra il Papa ed Al compagno di Ulisse, dice che fu ri
fonso I d'Aragona re di Napoli, fabbricata quando divenne colonia
che lo inviò poi suo ambasciatore romana, cioè da due navi di roma
al concilio o congresso celebrato ni che seguivano Costantino in Bi
in Mantova da Pio I1. Collo stesso sanzio, le quali ivi naufragando si
carattere il re Ferdinando d' Ara fermarono a stabilirvisi, onde per
gona e Castiglia lo deputò a Sisto tale avvenimento amaritudines meI
IV per implorare soccorso contro factas omcn, et nome/i Melfactac
i turchi, che avevano occupato O- indidere civitali. Trae lucro dal
tranto. In ricompensa di tante o- traffico marittimo e terrestre, non
norate fatiche, il medesimo Papa che dalla pesca. Vi sono pure can
nel novembre o dicembre i . i tì 3 lo tieri di costruzione e numerose fab
creò cardinale prete di s. Vitale, briche di tele , funi e gomene.
amministratore delle chiese d' Osca Poco lungi dalle sue mura ha un
e di Patti, e legato della provincia di molto frequentato santuario della
Marittima e Campagna. Si trovò Beata Vergine de' Martiri, verso
presente al conclave d'Innocenzo Biseglia, il vescovo della quale l'e
VIII, e dopo dodici mesi di cardi ruditissimo Sarnelli nelle sue im
nalato la morte lo tolse dal mon portanti Leti. eccl. scrisse la lett.
do in Roma nel i484 d'anni 8o, 38 del t. V: Onde sìa detta s.
ed ebbe sepoltura nella chiesa di s. Maria de' Martìri la veneranda
Maria del Popolo. Scrisse questo car immagine della Beata t'ergine niI
dmale alcune opere, e tra le altre un la sua chiesa presso Molfetta. Ne
volumecontenente la storia di Spagna. daremo un cenno. Dopo che Ur
MOLFETTA (Melphitien). Città bano II promulgò nel io94 la pri
con residenza vescovile del regno ma crociata per liberazione decan
delle due Sicilie, nella provincia di ti luoghi di Palestina, Bocmonilo
Terra di Bari, con titolo di ducato, normanno col nipote Tancredi par
distretto di Batletta, da cui è di tirono con copioso esercito per la
stante sei leghe, capoluogo di can sacra guerra. Il di lui fratello Rug
tone sull' Adriatico. E posta sopra gero provvide del bisognevole i cro-
la spiaggia marittima e circonda cesignati, e perchè molti concorre
ta da ubertoso territorio nell' A pu- vano a prender la croce e s'im
lia Peucezin. Assai ben fabbricata, barcavano a Brindisi o Otranto ,
oltre la cattedrale ha molte altre eresse mezzo miglio lungi da Mol
chiese, e conta i 7,ooo abitanti, a- fetta al lido del mare due spedali,
vendo diversi uomini illustri fatto acciò vi fossero pietosamente allog
onore alla patria, fra' quali il cardinii- giati i crocesignati e pellegrini. Ve
3o MOL MOL
nriiilo poi a sapere Guglielmo I nirao; esseudo il quarto Riccardo
che negli spedali di Molfetta molti che mori nel 1271, e venne suc
pellegrini crocesigoati vi morivano, ceduto da fr. Paolo francescano, e-
ordinò nel 1162 la fabbrica della letto sotto Celestino V. Nomine
chiesa e del cimiterio che benedì remo i più degni di men/ione. Fr.
Orso vescovo di Ruvo per l'assen Alessandro Fassitelli agostiniano di
za del vescovo di Molfetta: chia- s. Elpidio e generale del suo or
mavasi il luogo Carnaria, ed i pel dine, morto nel i325. Simone Lo-
legrini defunti, siccome reduci da pa napoletano, già canonico della
Gerusalemme, portavano benchè im cattedrale, del 1 388. Pietro Piczi
propriamente il nome di martiri , o Picei de Barulo, fatto da Mar
perchè cos'i talvolta i Papi chiama tino V nel i4*i- A Leonardo Pal
rono nelle bolle i crocesignati che mieri del i^-3 successe, 6 kil.
morivano per le crociate. Nel 1 188 octobris 1 4? 3 per volere di Sisto
avendo i saraceni nuovamente oc- IV, Gio. Battista Cibo genovese,
cupato Gerusalemme ed altri luo che creò cardinale, e nel 1 484 di
ghi , que' cristiani che poterono venne Papa Innocenzo VIII, onde
scampare portarono seco reliquie ne fu scolpita memoria sopra la
e sacre immagini miracolose, delle porta della cattedrale. Egli nominò
quali arricchirono pure la chiesa di successore 1 7 kal. octobris Angelo
s. Maria de'Martiri di Molfetta, la Lacerti, e liberò lui e la sede di
sciandovi l' immagine di nostra Si essere suffraganea di Bari, dichia
gnora col Bambino dipinta su ta randola esente e immediatamente
vola di cipresso, molto somigliante soggetta alla santa Sede, come lo
a quella che in Roma si venera è tuttora; in segno della quale li
in s. Maria Maggiore ; quindi im bertà, Innocenzo VIII gli concesse
menso fu il concorso de' circostan per insegna un cavallo senza freno.
ti popoli, come innumerabili le gra Ad Angelo, tumulato nella cappella
zie concesse da Dio ai divoti che di s. Maria della Neve, in catte
ne implorarono il patrocinio. L'af drale, nel i5o8 Giulio II sostituì
fluenza maggiore è nell' ottava di Alessio Celadoni di Lacedonia, già
Pasqua e della Natività di Maria, vescovo di Gallipoli, che interven
e Innocenzo VIII ch'era stato ve ne al concilio Lateranense V, re
scovo di Molfetta, per l' amore che staurò la cappella della Beata Ver
conservava alla sua antica sede, le gine, ed ornò la cattedrale. Gli suc
concesse indulgenza plenaria colla cesse Ferdinando Ponzetti fiorenti
bolla Super aethereas. Allorchè i no nel 1 5 1 7 , nello stesso anno
corsari turchi dierono fuoco alla creato cardinale, al cui tempo la
santa cappella, l' immagine restò il città soggiacque a devastazione per
lesa tra le damme. Lautrec generale di Francesco I
La sede vescovile, sebbene la lu re di Francia. Nel i518 gli fu da
ce del vangelo la ripete da s. Pie to in coadiutore il nipote Giacomo
tro, vuolsi istituita nel secolo X, Ponzetti, che divenne effettivo nel
ma il primo vescovo fu Giovanni i528; rinunziò nel 1 553, e fu e-
che nel 1 1 79 assistette al concilio Ietto Nicola Maggioraci di Mali
di Laterano III. Gli successe N.... gnano, erudito nelle latine lettere.
del 12o7, ed a questi altro anu- Per sua rassegna nel 1 566 ebbe la
MOL MOL 3i
sede il nipote Maggiorano Maggio- trasferito a Bari; il quale Pupa gli
i ani , che per ben tient' unni resse sostitui Pietro Vecchia abbate bene
lodevolmente la diocesi ; padre dei dettino veneto, vescovo d' Andria ,
poveri, a tutti caro, Ai sepolto in sollecito e zelante pastore. Nel 1696
s. Macia de' Martiri. Offre do de Domenico Belisario Belli di Bari,
Offredi fiorentino gli successe nel cappellano d' Innocenzo XII e vi
1598, canonico vaticano, già mae cario generale di più diocesi non
stro di camera di Gregorio XIV, che di Moffetta; divenuto vicege-
indi nunzio alla repubblica di Ve ieute di Boma, fu sepolto in s. Ma
nezia, mori nel 16o6. Gli successe ria in Via nel 17o1, e venne elet
li. Gio. Antonio Bovio di Novara, to Giovanni degli Effetti nobile ro
carmelitano dottissimo in teologia mano, governatore di Benevento;
ed in ogni scienza, benemerito pa e dopo di lui nel 17 13 o 17i4
store. Nel 1622 Gregorio XV gli Fabrizio Salerno di Cosenza, col
surrogò li. Giacinto l'i . troni nobile quale nelf Italia sacra dell' Ughel-
tontano, domenicano e maestro del li, t. I, p. 916, si termina la serie
sacro palazzo, supremo inquisitore de'vescovi, quale continueremo col
del regno di Napoli, autore de' com le annuali Notizie di Roma. r7T4
menti di Aristotile in logica e me- per morte del precedente, d. Cele
I 1 tisica, e di alcune questioni di s. stino Orlandi monaco celestino del
Tommaso, e sebbene virtuoso mori la diocesi d' A lessano. 1775 Gen
non senza sospetto di veleno nel naro Antonucci napoletano. Nella
1647 : dicendosi Milti in latino sede vacante Pio VII colla letteia
Melphi, e Molletta, Melpheta e Mel apostolica De utiliori, V kal. julii
itta, come altri all'articolo Mae 1 8 18, soppresse le sedi vescovili di
stro DEL SACRO PALAZZO lo (luint- Giovenazzo e Terlizzi (Vedi), e le
mo noi pure vescovo di Melfi, e um a quella di Moffetta, indi ai
qui ci emendiamo. Successivamen 2 ottobre ne fece vescovo Dome
te furono vescovi Gio. Tommaso nico Antonio Cimaglia della diocesi
Pim Ili teatino genovese di grau sa di Benevento, cui a' .>. 1 febbraio
pienza e pietà, del 1648. France 182o diè per successore Filippo
sco Marini nobile genovese nel Giudice Caracciolo. Questi Grego
1666 fu traslato da Albenga ove rio XVI nel 1 833 traslutò a Na
passò il predecessore: ricwuobbe poli, e poi creò cardinale, per cui ne
nella cattedrale il corpo di s. Cor parliamo alla sua biografia. Essendo
rado cisterciense, figlio di Enrico vacante la sede, lo stesso Papa colla
duca di Baviera, patrono della città; huWaAeterni Patris Filiu.*, de' 9 di
indi fu fatto arcivescovo d'Amusia e cembre 1835, ad istanza del regnan
canonico vaticano. Nel 167o Carlo te Ferdinando II re delle due Si
Lollicdi teatino, che compose la cilie, ripristinò la cattedra vescovile
lungu lite ch' oravi tra il magistra a Giovenazzo ed a Terlizzi, lasciati
to di Moffetta ed il clero, provvide dole unite a Moffetta, conferman
ii da vita comune delle monache, dole immediatamente soggette alla
Iu benemerito del seminario, dei santa Sede. Indi nel concistoro dei
satechismi, ed altri vantaggi spiri 19 maggio 1837 preconizzò primo
tuali, celebrò il sinodo, e dal suo vescovo di Moffetta, Giovenuzzo e
pareute Innocenzo XII nel 169l fu Terlizzi, I' odierno monsignor Gio
3^ MOL MOL
vanni Costantim di Cosenza, con- ci anni, nel 1694, contro la vo
visitatore generale e vicario gene- lontà de' genitori abbracciò l'istitu
tale di quella arcidiocesi, ed arci to degli eremitani di s. Agostun,,
diacono della cattedrale. e dopo di avere con successo ap
La chiesa cattedrale di Molletta plicato alle scienze, fu incaricato di
è dedicata alla Assunzione di Ma insegnarle dalle cattedre del suo
ria Vergine, ottimo e magnifico e- ordine, dove ottenne onorevolissimi
difizio di antica struttura. Il capi gradi, e tra gli altri quello di pro
tolo si compone di sei dignità, cioè vinciale della provincia romana, in
dell' arcidiacono ch'è la prima, del occasione che si trovò in Roma al
l' arciprete, di due primiceri , del capitolo generale col carattere di
cantore e del sacrista ; di dieciotto definitore. Compito il suo governo,
canonici, comprese le prebende del fece ritorno in Ispagna assai istrui
teologo e del penitenziere, de' qua to intorno alle materie che occor
li dieci mimo dell' ordine de' preti rono di doversi trattare nella curia
ed otto dell' ordine de' diaconi ; di romana, il perchè veniva sovente
trentasei mansionari o cappellani consultato intorno alle differenze
partecipanti, chiamati di Massa, e che insorgevano tra il sacerdozio e
di altri preti e chierici addetti al l' impero, lo che gli guadagnò la gra
servigio divino. Nella cattedrale vi zia del re di Spagna, come pro
sono diverse reliquie, oltre il corpo clive in sostenere e difendere le
di s. Corrado, ed il fonte battesi dottrine e opinioni dei realisti. Cou
male : la cura d' anime si esercita questo acquistatosi del credito, fu
da un canonico dell' ordine presbi dichiarato assistente generale della
terale per l'arciprete. Il palazzo Spagna e delle Indie, onde dovet
vescovile e un buon edilizio. Inol te di nuovo intraprendere il viag
tre nella città sonovi due altre chie gio di Roma, dove in qualità di
se parrocchiali munite del battiste- teologo intervenne al concilio cele
rio, religiosi, monache, conservato brato in Luterano da Benedetto
rio, diverse confratermte, ospedale, XIII. Quindi il re nel 1 733 lo nominò
monte di pietà, e cospicuo semina alla chiesa di Cuba nell'America oc
rio «li 17o alunni. Prima eranvi cidentale, e tredici giorni dopo l'epi
cinque conventi di religiosi, una scopale conseorazione fu trasferito al
grangia di celestini dell'abbazia Ba- vescovato di Barcellona. Non potè
rulana, un insigne collegio di gesui però condursi alla sua chiesa, per
ti, ed un monastero di monache. chè il re lo elesse commissario ge
Le diocesi unite si estendono per nerale della crociata, e presidente
circa nove miglia di territorio. I del regio consiglio di Castiglia. In
frutti uniti delle tre mense sono tervenne a mezzo di legittimo pro
tassati ne' libri della camera apo curatore al concilio provinciale ce
stolica in fiorini 1 54, e le rendite lebrato nel 1733 dall'arcivescovo
si valutano circa a 3ooo ducati di Tarragona. Clemente XII nel
napoletani. 1734 lo trasferi alla chiesa di Ma
MOLINA Gaspare, Cardinale. Ga laga, ma impedito da gravissimi af
spare Molina e Oviedo, nacque in fari neppur dessa potè vedere. Ciò
Merida nell'Estremadura, provincia non pertanto egli si mostrò liberale,
della Spagna. Io età di quattordi- massime nel sovvenire i poveri del
MOL MOL 33
la diocesi. Finalmente ad istanza sore e la dedica all'arciduca d'Au
del re, a' 3o dicembre 1737 Cle stria inquisitore generale del reguo;
mente XII lo creò cardinale dell'or fu dappoi stampato a Lione nel
dine de' preti, ad onta della sua 1593, a Venezia nel 1 594, ed in
ripugnanza, per ritenerlo uomo so Anversa nel 1595. In tale libro espo
verchiamente attaccato alle opinio ne il sistema che poscia venne agi
ni oltramontane, e poco atl'etto al tato nelle scuole, e fece nascere le
la santa Sede. Tuttavolta fregiato famose dispute sulla prescienza, la
della dignità cardinalizia sembrò provvidenza, la grazia e la prede
che si moderasse nelle sue opinio stinazione di Dio, e fu chiamati
ni, come lo dimostrò col fatto, a- controversia e questione della gra
vendo quietato alcune controversie zia e del libero arbitrio, della qua
ch' d'ansi destate nella Spagna coi le si parlò in alcuni luoghi, e si
ministri della corte di Roma. Del possono vedere gli articoli Peia-
rimanente fu uomo quanto amante giani e Semi- pelagtali. Il libro fu
della giustizia, altrettanto fermo e attaccato vivamente dai domenica
costante, e forse troppo precipitoso ni, che lo denunziarono alla inqui
nel risolvere, ed assai pronto ed sizione di Spagna, accusando l' au
efficace nell' eseguire. Lasciò una tore di rinnovar gli errori de' pe-
biblioteca di scelti e pregevoli li lagiani e semi-pelagiani , indi a
bri al convento degli agostiniani quella di Roma sotto Sisto V. Le
di Siviglia. Colpito da repentina parti disputanti si censurarono con
morte, compì il numero de' suoi tesi, con sermoni e con una molti
giorni in Madrid nel 1 744, i" ''1.i tudine di scritti. Quindi Clemente
di 65 anni, ed ebbe sepoltura nel VIII volendo che la controversia
la regia chiesa di s. Filippo del si esammasse con rigore e impar
suo ordine, innanzi l' altare mag zialità, deputò la celebre congrega
giore. zione de auxiliis divinae gratiae,
MOLINA Luigi. Spagnuolo di così detta perchè si trattava di e-
Cuenca, entrò nella compagnia di saminarvi la natura de' soccorsi
Gesù nel i553 ; fece i suoi stu della grazia, e la maniera con cui
di a Coimbra, fu professore di teo ella opera, congregazione della qua
logi per venti anni nella università le tenemmo proposito nel vol. XVI.
di Evora in Portogallo., e morì p. i47 e i48 del Dizionario. Agli
a Madrid nel 16oo d'anni sessan esaminatori teologi deputati, volle
tacinque, dopo aver composto di Clemente VIII fossero aggiunti i car
verse opere. 1.° Comment. in pri- dinali della congregazione della in
mam partem d. Tlwmae. 2." De quisizione, ed i generali de'due ordi
fu '/itiu et jure3 Magonza 1659, e ni litiganti domenicani e gesuiti, e
Ginevra 1732. 3." De concordia che le due parti proponessero alla
gratiae et liberi arbitrii , et ap- sua presenza le loro ragioni. Morto
pendi. r ad eadem concordiam. Il il Papa senza vedere terminata la
libro della concordia della grazia e questione, i cardinali stabilirono in
del libero arbitrio venne alla luce conclave che chiunque fosse eletto a
in Lisbona nel i585 ; l'appendice succederlo vi ponesse fine . Leone
si pubblicò nel 1589. Esso com XI visse pochi giorni, e Paolo V
parve con l' approvazione del ccn- avendo assistito a dieci congrega
▼oi. xi vi.
34 MOL MOL
zioni, niente volle pronunziare, so no mitigato alcuni articoli, e pre
lo proibt ai due partiti offendersi venuto delle conseguenze, e perciò
e molestarsi vicendevolmente, e per chiamasi il congruismo mitigato, ed
mise alle due religioni di poter in è una ingiustizia confonderlo col
segnare nelle loro scuole l' uno o molinismo. E però ancor più i in
l' altro sistema contrastato della crescevole vedere che alcuni teolo
grazia, purchè lo facessero con quel gi tacciano di pelngianismo e di
la savia e rispettosa moderazione semi-pelagianismo tutti quelli che
che conviene a teologi cattolici, non pensano com essi, quando la
principalmente religiosi; determina Chiesa non ha pronunziato, ed i
zione che confermarono Urbano sommi Pontefici proibirono di da
VIII, Innocenzo X ed Alessandro re tali qualificazioni. Un tale pro
VII. Dice il Bergier, il quale riporta cedere non è atto a prevenire gli
il sistema di Molina, che dopo que spiriti giudiziosi in favore dell' opi
sto spazio di tregua è stato inse nione che abbracciarono e che so
gnato il Molinismo (che alcuni per stengono questi temerari censori ".
sbaglio dissero Molìnosismo, Fedi), I saggi teologi si astengono dall' e-
nelle scuole come un opinione li saminare tali questioni profonde,
bera; ebbe però avversari implaca cui forse non è dato all' uomo di
bili negli agostiniani veri o falsi, e chiarire.
nei tomisti, i quali come i gesuiti MOLINO Giovansi, Cardinale.
pubblicarono alcune storie e atti Giovanni Molino nobile veneto, nac
della mentovata congregazione de que a' 16 oprile 17o5 in Venezia.
anxìliis . La maggior parte dei Ricevette uu' educazione letteraria
fautori della grazia efficace per sè e religiosa conveniente alla sua na
stessa, sostenero che il molinismo scita, ed egli vi corrispose con ap
rinnovava il semi-pelagianismo; ma plicazione costante allo studio, di
il celebre domenicano p. .[S'atale Ales venendo perito nelle filosofiche e
sandro, sebbene tomista, nella sua legali discipline. Sostenne egregia
Storia eccl. del V secolo, cap. 3, n. 3, mente una disputa sulla storia del
§ 1 3, risponde a certi accusatori, la chiesa di Grado e del patriar
che il sistema di Molina non es cato di Venezia, che poi illustrò con
sendo stato condannato dalla Chie singolare erudizione. Per la repu
sa, ed essendo tollerato come le al tazione clie si formò e per la lo
tre opinioni scolastiche, si offende devole condotta con cui si distin
troppo la verità e la giustizia pa gueva, vacato l' uditorato di rota
ragonandolo agli errori sia dei pe- per la promozione al cardinalato
logiani, sia dei semi-pelagiani. Questo di Carlo Rezzonico, poi Clemente
punto solidamente sostenne ancora XIII, venne nominato a succederlo
Bossuet, Avveri. ai protestanti i e nel cospicuo tribunale a' 2 giugno
2. Conchiude il Bergier il suo artico 1739, dichiarandolo uditore Cle
lo sul p. Molina così. » Ci credia mente XII. Dopo avere egregia
mo obbligati di giustificare da ogni mente esercitato l' uffizio per sedici
errore il sistema di Molina, senza anni, come si può vedere nelle sue
volere perciò provarlo nè adottarlo. Decisioni stampate in quattro tomi,
Alcuni celebri teologi ammettendo Benedetto XlV nel concistoro dei
la sostanza di questo sistema, han- 17 febbraio 1755 lo preconizzò ve
MOL MOL - 35
scovo di Brescia, per la cui con religiosi, dicendo non poterle ese
sacrazione diresse al clero e popo guire senza un comando espresso
lo della diocesi una pastorale di del Papa. Si ritirò quindi presso i
elegantissimo stile, grave per te sen benedettini in Ferrara, ed il senato
tenze che contiene, in cui si vede gli sequestrò le rendite della men
il lmguaggio di s. Leone I Magno. sa vescovile. Clemente XIII non
La sua pietà, zelo pel gregge, ed solo gli accordò generoso asilo, ma
altre virtù gli procacciarono l'amo lo soccorse del bisognevole. Inter
re de' bresciani, imitando gli illu venne al conclave per l' elezione
stri suoi predecessori, sia in pru di Clemente XIV, il quale Io ri
denza, che in generosità e difesa mise in grazia della veneta repub
dell' episcopale giurisdizione. Visitò blica, e gli ottenne quanto doman
la diocesi, léce riiìorire la discipli dò; però il Papa gl'impose uni
na, istituì per la diocesi un luo formarsi alle leggi da essa emana
go di educazione per la gioventù, te, il che molti criticarono. Il car
aumentando con cattedre ed alun dinale morì in Brescia d'anni 68,
ni il seminario della città. In pre a' i4 marzo 1773, venendo espo
mio di tanti meriti, Clemente XIIl sto e sepolto nella cattedrale.
a'i3 novembre 1761 lo creò car MOLINOSISMO o QUIETIS
dinale dell' ordine de' preti, e gli MO. Dottrina falsa e condannata
spedì a Venezia la berretta cardi- di Michele Molinos sacerdote spa
nalizia per l'ablegato monsignor gimolo, e dottore della diocesi di
Giuseppe de Renaldis friulano, suo Saragozza, ove nacque nel 1627.
cameriere segreto partecipante e bi Portatosi a stabilirsi in Roma, sot
bliotecario. L' arciprete di Breno to un esteriore di pietà, si acqui
Marcantonio Campana pel nizzar stò la riputazione di gran diretto
di pubblicò nel 1763 in Brescia : re di spirito, procacciandosi ezian
Orazione per la promozione alla dio la grazia e benevolenza d' In
porpora del cardinal Giovanni Alo- nocenzo XI. Seppe talmente cuo-
linoj ed il Sambuca .• Lettere pel prire la sua malvagità, che non es
cardinal Molino, Brescia 1764- Eb sendosi mai accostato al tribunal
be per titolo la chiesa di s. Sisto, della penitenza prima di celebrare,
e per congregazioni quelle de' ve dal 1675 al 1685, e benchè occul
scovi e regolari, della visita apo to sucido adultero, era tenuto per
stolica, dell' indice, e delle indul mistico dottore. Col suo libro :
genze e sacre reliquie. Per l'amo Guida spirituale, che conduce l'a
re che portava alla scienza, la mu nima per un cammino intcriore a
nicipalità di Brescia lo elesse pro consrgtùre la perfetta contempla
tettore della biblioteca Quiriniana, zione ed il ricco tesoro della pa
che arricchì di scelti libri, meda ce interiore, fece un male immen
glie ed altro, venendo celebrato con so, poichè venne stampato in Ro
splendidi encomi nell' Addìtamcntum ma nel 1675, in Madrid nel 1676,
alla Tiara et purpura veneta. Il in Saragozza 1677, ed in Siviglia
cardinale abbandonò il vescovato nel 1685, come rileva il Bernmi,
di Brescia, per non obbedire alle Storia dell'eresie t. IV, p. 712.
leggi del senato veneto, intomo al Con esso questo famoso ipocrita cor
le persone regolari ed agli ordini ruppe molte dame e molte perso*
36 MOL MOL
ne d' ogni condizione, insegnando sa me della Guida spirituale, fu tro
loro (per vent idne anni che in Ro vato che l' orazione della quiete,
ma visse in concetto d' insigne san immaginata un tempo da alcuni
tità) che chi una volta giunge col- monaci dell' oriente, erasi dal Mo
l'anima a Dio per mezzo dell'ora lino) rinnovata per cuoprire i lus
zione della quiete, non può mai suriosi disordini ch1 egli voleva ve
peccare colla volontà, inducendo lare con ombra di divozione. La
con questa massima della quiete i Spagna a mezzo de' suoi inquisitori
suoi seguaci, con una vantata so a' 24 novembre 1 685 proibì rigo
spensione immaginaria de'sensi, nel rosamente questo libro, il quale con
le più riprovevoli brutalità, onde più solenne preciso decreto dell'in
potesse restar paga ogni disonesta quisizione romana fu a' 28 agosto
sensualità. Il cardinal Ionico Ca 1687 proibito con ogni qualunque
racciolo scuoprì nella sua arcidiocesi nitro libro del Molinos, donde fu
di Napoli questo occulto veleno, e le rono estratte sessantotto proposizio
nuove opinioni false e dannose sul ni (queste sono riportate dal citato
la misticità, laonde nel 1681 ne Bernini col decreto dell'inquisizione,
avvisò Innocenzo XI allineliè lo p. 71 5), dichiarate eretiche, scanda
reprimesse. Lo stesso fecero alcuni lose, bestemmiatrici, e confessate per
vescovi di Francia ed altri d'Ita sue da lui medesimo nel processo.
lia, per lo che il Papa con lettera Questo disonesto ecclesiastico, il più
circolare fece conoscere il pericolo sozzo dopo i gnostici e turlepini, con
e il rimedio per tanto male ; scri vinto del più orrido quietismo, d'an
vendone pure a' vescovi italiani ai ni 6o fu condannato abiurar pubbli
i5 febbraio 1682 a nome della camente i suoi errori nella chiesa
congregazione del s. offizio, e con di s. Maria sopra Minerva, ciò che
pressanti termini, il cardinal Alde- fece sopra un palco, a' 3 settembre
rano Cibo. Sebbene l' autore di sì 1687, alla presenza del sacro col
esecrando errore avesse co' suoi se legio e d' infinito popolo, al quale
guaci vasta corrispondenza, onde era stata promessa per l'interven
gli furono trovate dodicimila lette to all'atto l'indulgenza di quindici
re d'ogni parte del mondo, e quat anni ed ulirettante quarantene; e
tromila scudi raccolti da tassa per ad ogni disonestà che il popolo udì
lui imposta ai corrispondenti per nella lettura del processo, gridò
direzione di spirito, onde supplire fuoco, fuoco. Ricondotto alla car
alle spese di posta (come notò il cere dell' inquisizione, Molinos vi
Vaciccìte\li, Epist.famil. t. I,p. 22o), restò in vita, colla penitenza di
ciò non pertanto con tutte le dili confessarsi quattro volte all' anno,
genze d' Innocenzo XI non si po recitando ogni giorno il Credo, e
teva conoscere. Alla fine riusci a la terza parte del Rosario. A questa
scuoprirlo al p. Segneri celebre ge abiura seguì la bolla d'Innocenzo
suita, per cui fatto secreto proces XI, Coclestis Pastor, de'2o novem
so dall' inquisizione, fu Molino; ar bre 1687, Bull. Rom. t. VIII, p.
restato a' 18 luglio 1685 nella ca 44 1) di condanna formale alle ses
sa che abitava ai Serpenti, e con santotto proposizioni, e di proibi
dotto alle carceri di s. offizio. Com zione delle opere da lui composte
messo dal Papa agl'inquisitori l'e- tam edita quam nianuscripta. Morì
MOL MOL 37
l' infelice Mulino* in carcere a' 28 to perniciosissimi errori : per due
dicembre 1696, dicesi penitente. mesi si ostinò nella perfidia, ma
Fu dato a' suoi seguaci il nome di ne'dieci giorni assegnatigli per rav
quietisti, perchè facevano consistere vedersi, abiurò gli errori e fu con
Ih suprema perfezione nell' annichi dannato a carcere perpetua in Ca
larsi per unirsi a Dio, e fissarsi in stel s. Angelo, e alla quotidiana re
una semplice contemplazione di spi cita del Credo e Rosario. Con al
rito, senza riflessione e senza in tro decreto dell'inquisizione romana '
quietarsi per ciò che può succedere de' i5 febbraio 1688, fu ancora
nel corpo, ciò ch'essi chiamavano condannata la Contemplazione mi
orazione di quietitudine. Noteremo stica, del cardinal Pietro Matteo
che questo nome fu dato nella chiesa Petrucci vescovo della sua patria
greca, e nel secolo XIV, ad alcune Jesi, come infetta degli errori di
persone le quali si vantavano d' una Molinos e stampata; il cardinale ne
tranquillità di spirito straordinaria, abiurò gli errori, e diede segni di
e dicevano averla acquistata colla profonda umiltà col voler rinunzia
preghiera, chiamandosi con greco re a tutte le dignità. Altro sedot
vocabolo esicasta, che significa quie to del molinosismo fu Francesco
tista, cioè persona che tiensi in ri Malval (pretendeva essersi immerso
poso per attendere più comoda prima di lui iu questa falsa spiri
mente alla contemplazione delle co tualità), ma pentito scrisse anzi la
se celesti. Questo medesimo nome vita di s. Filippo Benizi. Successo
fu dato nell'antichità a quei mo nel 1689 ad Innocenzo XI il Papa
naci, che unicamente occupavansi Alessandro VIII, con gran dili
della preghiera. Nei detto secolo genza estinse le reliquie del mo
XIV vi furono de' quietisti anco linosismo, senza riguardo a perso
in occidente, che stavano sempre ne. Siccome per le biografie de' Pon
seduti ed affatto in ozio, senza al tefici, seguo in gran parte il No-
cuna occupazione interna ed ester vaes ex-gesuita, in quella di Ales
na ; falso e cattivo riposo, che pro sandro VIII scrissi con lui, che si
duce all' uomo ignoranza e acce adoperò ad estirpare il Molinismoj
camento, per cui si accontenta di egli intese dire Molinosismo , per
sè stesso, dimenticando affatto Dio chè come dotto gesuita sapeva be
e ogni altro suo dovere. All'arti ne che il Molinismo, dottrina del
colo Beguardi parlasi di altri falsi suo confratello p. Molina (Fedi),
spirituali. non è condannato, come dichiaram
Alla stessa prigionia e abiura di mo a quell'articolo. Che il moli
Molinos furono condannati a' 4 set nosismo erasi introdotto in Francia,
tembre 1687 i due fratelli Simone lo dicemmo pure a quell'articolo ,
Leoni sacerdote e confessore nel parlando del celebre Fénéhn, olire
monastero de' ss. Quattro, e An- alla sua biografia, ove riportammo
tonmaria Leoni laico, ambedue di l'eroico modo cui riprovò l' errore
Cambiglio presso Como e primari condannato da Innocenzo XII, in
discepoli del laidissimo Molinos. Il un al suo libro Massime de' santi
secondo avea inoltre erroneamente sopra la vita interiore. Il quietismo
interpretato molti passi della sacra vuolsi trasportato in Francia dal |,.
Scritturii, e gravemente dissemina- Francesco de la Combc barnabitai
38 MOL MOL
e da madama Giovanna Bouviers de quietisti, i 697 . Dichiarazione de' tre
la Motte de Guyon, argomento che vescovi, 6 agosto i697. Sommario
venne egregiamente trattato dal p. della dottrina del libro che ha per
d. Innocenzo Masson generale dei titolo: Spiegazione delle massime dei
certosini, nella vita che scrisse di santi di Fènélon, 2o agosto; indi
monsignor Giovanni d'Aranthon ve nel principio del i698: Diversi
scovo di Ginevra, e poi per occa scritti e memorie che riguardano il
sione di due avversari che lo im libro della spiegazione, ec. con al-.
pugnarono su questo affàre, nella tri che si leggono nel t. VIIl delle
risposta intitolata : Eclaircissements Opere di Bossuet, ristampato in
sur la vie de missere Jean d'Aran Venezia colla data d'Argentina , il
thon, Chambery i7oo. Vi è anco qual tomo uscì nel i755, e contie
ra : La rovina del quietismo e del ne tutta la controversia del quie
l'amor puro, del p. Guglielmo Felle tismo, come nota it Zaccaria, Sto-
domenicano, Ginevra i7o2. Men ria leti, d' dulia. Fénélon volendo
tre il quietismo cominciavasi pei no scansare la censura de' suddetti pre
minati personaggi a propagare per lati, sottomise il suo libro ad In
la Francia, con gravissimo daimo nocenzo XII, che lo condannò a' i2
della religione, Noailles arcivescovo marzo i699 con ventitre proposi
di Parigi, Bossuet vescovo di Meaux, zioni riportate dal Bernini a p. 746;
Godet Desmaretz vescovo di Char- ed egli pienamente vi si sottomise,
tres, con Gronzon superiore del se e riparò lo scandalo nel modo il
minario di s. Sulpizio, mossi dalle più luminoso. Il Grancolas scrissis
conseguenze che potevano nascere contro il quietismo, ed il Gnrano-
da queste spiritualità, uniti nel ca vio una dissertazione sul quietismo?
stello d'Issy presso Parigi, d'ordine Avverte il p. Bergier, che se Moli-
di Luigi XIV, procurato dalla Gu nos insegnò it quietismo il più ec
yon per mezzo di madama Main- cessivo, e portato sino alle ultime
tenon, sentendo i rumori che con conseguenze, i quietisti di Francia
tro la sua dottrina si spargevano, però non dierono ne' suoi errori ma
nel primo marzo i694 formarono teriali, anzi professavano di dete
trentaquattro articoli per dirigere starli.
le anime pie nell'orazione e via MOLONACO (s.), vescovo in I-
spirituale. Madama Guyon fu quin scozia. Fiorì nel settimo secolo, e
di rinchiusa in un monastero di divise le fatiche apostoliche di s.
'Parigi, a dal tuo arcivescovo gli ven Bonifacio di Ross. Le sue reliquie
ne proibito di pili scrivere su que si custodivano anticamente con mol
ste materie, e Féiu'Jori stretta men ta venerazione a Murlach ed a Lis-
te ad essa unito dovè sottoscrivere mora. Il suo nome era un tempo
tali articoli. Bossuet (ìyedi)eiilrb in celeberrimo nella Scozia, e la suu
conlbattimenfp con Fénélon, e pub festa è segnata a' 25 di giugno.
blicò: Istruzione sopragli stati del MOLTO ILLUSTRE, Molto Rh-
l'orazione, nella quale sono esposti verendo. Titoli d'onore che si danno
gli errori deifaIsi mistici, cogli atti a' secolari e religiosi. Ne tratta il
della sua condanna, i6 aprile i695. Parisi, Istruzioni per la segreteria.
Istruzione sopra gli stati dell'ora Osserva che il titolo d' Illustre (Ve
zione, ed atti della condanna dei di) e quello di Mollo illustre che
MON MON 39
sul principio del secolo XVI soleva cadenza pei monaci e per le mo
darsi a' principi cadetti, passò poi nache. Sorsero poscia nuovi ordini
ad onorar la plebe, e fu la sorgente religiosi, ed ebbero le loro mona
di mille contese e prammatiche, di che; così gli ordini militari, eque
cui parlai ad analoghi articoli. Quin stri ed ospitalieri, i quali contaro
di il titolo di Molto eccellente si no le loro militissae, equitissac,
unì coll' Illustre e Molto illustre; hospitalariae, se non che in luogo
del titolo Eccellente, ne trattai al di guerreggiare, si riunivano queste
l'articolo Eccellenza. All'articolo Il sante donne a fare orazioni nel
lustre vi sono diversi esempi sui tempo de' combattimenti, e prov
titoli di Molto illustre e Molto re vedevano colle loro mani il vestia
verendo Signorej di Molto reveren- rio pei cavalieri, indi ricevevano e
ilo ed illustre; d'Illustre e Molto curavano i feriti, e persino prepa
reverendo^ Molto illustre e Molto ravano i foraggi ed i viveri, di
reverendo; Molto illustre e Molto che diffusamente parla il p. Ono
eccellente Signore, ed altri, ed a chi rato da s. Maria nelle sue Dis
si davano. Il Parisi riporta ancora sertazioni storiche e critiche sopra
esempi di essersi usato il Molto Ma la cavalleria antica e moderna, se
gnifico. Fedi Reveren jo e Magni colare e regolare, Brescia 1761.
fico. Le antiche monache de' primi or
MOMPIZIO o BRIÈ Simone, dini monastici, ad esempio de' mo
Cardinale. V. Martmo IV Papa. naci furono impiegate in copiar co
MONACA, Monacha, virgo de dici e libri, come attestano il p.
vota, sanctinwnialis. Religiosa zitel Mabillon, praefat. n. LII ; ed il
la o vedova consagrnta a Dio coi Lami, De foeminis notariis et ami-
tre voti solenni di castità, povertà auariis p. 669. È pur noto, che
ed obbedienza, in un ordine appro inventata più tardi la stampa, le
vato dalla Chiesa, e vivente in un monache furono stampatrici, impri
monastero sotto una certa regola, mendo libri adatti alla professione
vestita di abito uniforme all' istitu religiosa. Ma dei pregi delle donne
to che professa. Allorchè la brama anche religiose, se ne parla a Don
di servire più perfettamente Dio na ed altrove. In progresso di tempo
indusse gli uomini a ritirarsi nella si formarono diverse congregazioni
solitudine per attendere unicamen de'dne sessi, che si sono dedicate
te alla preghiera ed al lavoro, fu nuche al servigio del pubblico, mas
rono ben presto imitati da perso sime dopo la fondazione de Chierici
ne dell' altro sesso che abbraccia regolari (fcdi), benchè già eransi
rono lo stesso genere di vita. In distinti nella pubblica istruzione i
origine le persone che abbraccia benedettini ed i canonici regolari,
rono la vita religiosa non ebbero anzi Clemente V provvide energi-
altro disegno, che di servire Dio camente alla ripristinazione delle
più perfettamente che nel mondo, scuole claustrali. Intrapreso da tali
e santificarsi colla preghiera, col congregazioni il geloso ramo dell'e
silenzio, col lavoro, coi servigi del ducazione civile e religiosa, fu al-
la carità scambievole. Col crescere lora che non potendosi di tale lo
i monaci si aumentarono le mona devole scopo defraudare il sesso mu
che, come vi fu un tempo di de- liebre, alcune pie donne sull' eseiu
4o MON MON
pio de' Idinl. itori delle congregazio giegazioni di religiose. Anticamente
ni regolari, si finii unii per stabilire le abbudesse furono potenti ed an
ancor esse luoghi d'istruzione, scuo co signore di dominii temporali ,
le e lavorio per le donzelle. Que di che parlasi a' loro luoghi. Le mo
ste femmine educatrici, senza profes nache come i religiosi hanno uffizi
sar voti solenni , adottarono abito con eguali titoli, come di segreta
uniforme, professando vita esempla ria, carnei lenga, sagrestana, maestra
re, talchè si rispettarono come mo di novizie, portinaia, ec. Da sorel
nache claustrali per istruire , edu le le monache dicousi Suore (Fedi),
care e conservare le figlie nel buon monache coriste , monache velate ,
costume : dal che nacque il voca mentre le religiose incaricate degli
bolo di Conservatorii (Fedi) a que ulii/.i minori si chiamano Converse
sti luoghi di educazione, come ne (Pedi). Il Parisi nelle sue Istru
furono eretti per togliere dai peri zioni, avverte a quali monache si
coli le orfane, le abbandonate, ed dica Vostra riverenza, Madre, Suor,
altre esposte al malfare. Si fonda Donna, Molto reverenda, ovvero
rono altresì monasteri per donne Molto reverenda Madre, Reverenda
che si convertirono dalla vita cat madre, usandosi colle converse il solo
tiva che aveano menata, professan titolo di Suor o Suora. Moltissimi
do regole di penitenza, come dicem sono gli articoli in questo mio Dizio
mo a Meretrice, ove si fece men nario riguardanti le monache, ed
zione di quelle che si segnalarono innumerabili i luoghi in cui di
nella penitenza ne' primi tempi del esse parlasi, oltre tutti gli articoli
la Chiesa, ritirate in aspre solitu dei diversi istituti sì esistenti che
dini. Alcune pie vergini presero an non più esistenti. Che la verginità
cora la cura dei poveri e degli in fu in istima e venerazione anco
fermi, o negli ospedali, o nelle lo presso i geniili, lo si dice a Ver
ro case, ed aprirono scuole di ca gini. F. Celirato. Per le monache
rità. In oriente le superiore delle e religiose, i concilii, i Papi, i ve
sacre vergini si chiamavano amme scovi ed altri emuuaroiio utili prov
cioè madri, che s. Agostino appel videnze , le principali delle quali
la preposite, e s. Benedetto abbu sono riportate a' loro articoli.
ile ss e. La vita monastica degli uomini
Sino dai più antichi secoli le principiò colla Chiesa, e con regole
monache appellaronsi con diversi cominciò in Egitto verso la metà del
nomi, ascctriae, nonnae, moniales, secolo III; nel seguente s. Basilio
monastica, castimoniales, sanctimo- fondatore de' basiliani, parla de'uio-
niales, vtlatae, sponsae Domini, so- uusteri di religiose, ue' quali vi era
rores, ancillae Dei, reclusae, cano- una superiora, cui tutte le altre do-
nicae, saeculares, virgines privatae, veano obbedire; inculca loro gli stes
viduae velatae. Sino dal V secolo si doveri e le medesime pratiche
s'introdusse il titolo di Abbadessa che avea prescritto a' monaci , ve
(Fedì), dato alla Superiora o Prio nerandosi per fondatrice delle /,'.:-
ra del Monastero (Vedi), chiaman sdiane (Fedi) la sua sorella s. Ma-
dosi generale, presidente, vicaria, crina ; e s. Giovanni Grisostomo te
o con altre denominazioni le supe stifica che in Egitto le radunauze
riore generali di alcune delle con- delle vergini erano quasi tutte uu
MON MON 4i
mei ose come le case dei cenobiti, e Del rito greco, lib. II, cup. XIV.
loda le vedove che giorno e notte Egli riferisce che la maggior parte
celebravano le lodi di Dio. Oltre degli scrittori più giudiziosi danno la
queste vergini e queste vedove vi gloria a s. Sinicletica alessandrina ,
venti in comune, senza dubbio al che fiori nel tempo di s. Antonio,
cune altre dimoravano presso i loro d'essere stata la madie delle reli
parenti, e si distinguevano dalle al giose, e fondatrice di donne viventi
tre persone del loro sesso colla vi in perfetta comunità , avendo fon
ta più ritirata, cogli abiti più mo dato i primi monasteri delle ver
desti , colla pietà più esemplare; gini nella solitudine, come s. Anto
ma sembra ebe nell'oriente, ovun nio istituì i primi cenobi de' mo
que si trovarono in gran numero, naci nel deserto; onde al pari dei
si giudicò utile che vivessero in co monasteri degli uomini sono anti
mune in uno stesso monastero, sot chi i chiostri delle vergini : quanto
to una regola uniforme. Altri vo all'epoca in cui morì s. Sinicletica,
gliono che l'origine delle monache alcuni la riportano al fine del III
rimonti ai tempi degli apostoli, poi secolo, altri al 3fo, o 358, o 365.
chè s. Paolo esortò allo stato celi Noteremo che attribuendosi comu
be e verginale, ed il loro discepolo nemente l'istituzione della vitu re
s. Ignazio, ep. ad Tarsenses, ram golare delle sacre vergini a s. An
menta : Eas auae sunt in virgini- tonio abbate, s. Atanasio nella sua
tate, Iwnorate ut sacra* Clmisti. Lo vita riferisce che pose la di lui stes
stesso, nell'ey». ad Philippenses, di sa sorella a presiedere ai monasteri
ce : Saluto congregaiionem virgi- da sè istituiti , e la visitò mentre
uum. S. Cipriano che pati il mar era modello alle monache di tutte
tirio nel a58, neW'ep. 52 scrisse ; le virtù. V. Ordini reiigiosi.
Jloret Ecclesia tot virgìnibus coro Il padre Bonanni nel Catalo
nata, et casiitas ac pudicitia teno- go degli ordini religiosi, nella par.
rem gloriae suae servai. Il To- 2, p. 7o e 8 i , riporta le figure
massini, Discipl. eicì. t. I, I. 3, e. 2, delle monache di s. Macario nel
n. 'i e io, dice che s. Paolo avvisa l'Egitto, e di- s. Pacomio o Taben-
che nei primi tempi del cristiane nesi. Delle prime, osserva che s. Ma
simo incominciò l'istituto delle don cario fu per no vani" anni discepolo
zelle che consagrano a Dio la pro di s. Antonio, che in questi ebbero
pria verginità , essendone seguo il i monaci uno specchio di santità,
velo; osservando il Rinaldi all'an così le sacre vergini in Sincletica o
no 57, n. 55, che ne' primi (empi Sinicletica, la quale alcuni dissero
della Chiesa incominciarono i col superiora delle monache del s. Se
legi delle sante vergini e vedove , polcro fondato in Gerusalemme (fe
detti poi monasteri. Che alcuni di di) da s. Elena imperatrice l'anno
loro ne' primi tre secoli vivessero 337 : aggiunge che le monache d'E
in compagnia di altre vergini fuori gitto vestivano di color leonino o
della casa paterna, lontane dalle cappellino, usando sopra le vesti
domestiche cure, e occupate unica pelle o cappa nera, sebbene s. An
mente alla contemplazione delle co tonio alcune volte vestì lana bian
se celesti e alla mortificazione dei ca. Quanto alle monache di s. Pa
sensi, lo afferma pure il Rodotà, comio, egli pose ne' monasteri da
4* MON MON
lui fondati la propria sorella per gran numero di donne, dopo che
mlidie; ed il p. Bonanni dice che s. Sindetica vergine ritirossi nel de
in Ta henne, luogo della Tebaide, ai serto della Tebaide, istituendo un
tempi di s. Girolamo erano molti monastero di romite di cui fu ma
monasteri di monache istituite nel dre e superiora, seguendo la rego
34o, uno de' quali ne contava quat la di s. Antonio. Vestivano obito
trocento, essendo divisi da un fiu color leonino, con luugo mantello
me quelli degli uomini fondati da nero chiuso nel collo: cuoprivano
s. I'acomio, morto nel ;f.o5 : nelle il capo e le spalle con panno bian
sole feste un sacerdote e un dia co. InOxirimquo città dell'Egitto,
cono si recavano ai monasteri pel lungi 3o leghe da Menfi, oggi Beli
ministero del di vin sngramento. I noci, riferisce Rufino, De vitla pa-
cadaveri delle monache venivano titim lib. I, cap. 5, che vi erano
decentemente sepolti nella loro se diecimila monaci e ventimila mo
poltura presso i monaci ; le mona nache. Tale è l'origine delle mo
che tabennesi erano vestite di to nache nell'oriente, al cui esempio
naca nera con scapolare grigio fre presto ebbero origine quelle d'occi
giato di croce bianca sul petto , dente.
mentre l'immagine della sorella di Le monache d'occidente si diffu
s. I'acomio ha diverse crocette in sero prima in Italia, e specialmen
torno il cappuccio e mozzetta. Il te in Roma. Se ne attribuisce l'in
medesimo p. Bonanni par. 3, p. i5 troduzione a s. Atanasio, a s. Am
e i6, tratta delle monache di s. I- brogio, a s. Martino di Tours, ed
larione e dell'Egitto. Delle prime in Africa a s. Agostino: su di che
narra che s. Hai ione si portò dalla sono a vedersi le loro biografie e
Palestina per l'Egitto onde appren gli articoli Milano, Agostiniane,
dervi da s. Antonio la vita anaco- Canonichesse, IrI'ona, e quanto sul-
letica. Tornato in Palestina fondò l' origine delle monache in Roma
monasteri, ed a sua imitazione cer ed in Milano dìssi nel vol. XX,
ta Maria verso il 3a5 promosse l'i p. i i 3 e i i 4 del Dizionario ed
stituto di vergini solitarie, dando lo altrove. Si celebra s. Agostino ve
ro regole uniformi a quelle di s. scovo d'Ippona, come il primo che
llarione. Dice ancora che Maria di abbia istituito una congregazione
venne superiora del monastero del di religiose, e che per loro compose
santo Sepolcro mentovato, e che regole che ne porta il nome, men
fu madre e fondatrice di molte tre è noto che sua sorella Prin
monache, le quali vestivano to cipia ne fu la prima superiora, ta
naca grigia , con mantello cor le da lui dichiarata. E difficile fis
to e chiuso, di Color lionato: co sare l'epoca precisa in cui le mo
privano il capo d'un panno nero, nache cominciarono a far profes
cinto sopra la fronte con fascia sione solenne di verginità, riceven
bianca. Parlando poi delle mona do dal loro vescovo il velo e l'a
che d'Egitto, il p. Bonanni riferi bito monastico. All'articolo Mitra
sce che s. Antonio col suo esempio parlammo di quella o cuffia che
e regole di vivere santamente, fu per distinguersi portavano le mo
imitato non solo da un gran nu nache in Africa, che s. Girolamo
mero d'anacoreti, ma anco da un chiamò staiiurKum virginale, oseu
MON Ai ON 43
do di lana color di porpora. Nel carsi. S. Leone I nel 458 per ov
III secolo Tertulliano, nel 2no trat viare a questo disordine proibì da
tato De virginibus velandis, non re il velo alle zitelle prima di
solo parla delle vergini consecra- quarant'anni; l'imperatore Majo-
te a Dio, ma di tutte le giovani riano confermò questa proibizione
zitelle, quali voleva che avessero con una legge, e il concilio Aga-
sempre il volto coperto. Sui primi tense del 5o6 l'adottò. Non fu ne
esempi della professione solenne, si cessaria la stessa disciplina quando
riporta quello di s. Marcellina so i costumi divennero più moderati,
rella di s. Ambrogio, che ricevette e cessò l'abuso; perciò si permise
l'abito e il sacro velo dalle mani in seguito la professione religiosa
del Papa s. Liberio, il giorno di per le zitelle a venticinque anni,
Natale 35a o 353 nella chiesa di ed il concilio di Trento la fissò per
§. Pietro di Roma, presente moltis- il più presto a sedici anni compiti,
*imo popolo, come accennai parlan proibendo ai genitori forzare le fi
do delle monache di s. Ambrogio. glie a farsi monache: il medesimo
Nel vol. XXVI, p. 195 e 196 del concilio proibì eleggersi per prio
Dizionario, descri vendo il monaste ra, superiora ed abbadessa, chi non
ro di s. Ambrogio della Massima abbia quarant'anni, e chi non ne
in Roma, lo dicemmo come il più avesse passati otto nella professione
antico dell'alma città , e fondato con lodevole condotta ; in caso di
da s. Marcellina nella casa de' fra penuria di soggetti, permise eleg
telli s. Satiro e s. Ambrogio, ove gersi di trentanni, con aver cin
tratte dal suo esempio molte no que anni d'irreprensibile professio
bilissime vergini si consacrarono al ne. Fuvvi ancora altro eccesso per
Signore. Narra il Rinaldi, che se quelle vergini o vedove ch'erano
Licinio fece con vari supplizi mo violentate a stare ne' pericoli del
riie nel 3 16 Ammone diacono con mondo, con impedir loro la vita mo
quaranta vergini e monache ch'egli nastica, laonde talvolta fuggirono
istruiva, l'altro imperatore Valen- travestite in abito da monaco, e
tiniano I nel 37o fece esenti le si racchiusero tra' monaci: tal dis
monache dal censo della plebe, co ordine venne represso dal concilio
tì le vedove e i pupilli. In Fran di Gangres (Fedi). Quello in Trul
cia ne'primi del V secolo già esi lo proibì a quelle che volevano
stevano le monache, perchè il con monacarsi l'adornarsi con abiti pre
cilio Epaonense del 5 1 7 proibi en ziosi e gemme, per non far cie-
trare ne'luro monasteri : all'articolo dere che lascino il mondo con rin
s. (Bassiano parlai delle monache crescimento. La forma universale
da lui istituite; a quello di Arles monastica in occidente, ed una di
si disse del monastero fondato da s. sciplina regolare si deve a s. bene
Cesario verso quel tempo. Nel V detto, laonde da esso e da sua so
secolo alcuni genitori in Roma ed rella s. Scolastica ebbero origine le
altrove ebbero la crudeltà di co monache Benedettine (Fedi), divise
stringere le loro figlie a farsi re in moltissime congregazioni e de
ligiose, se brutte o difettose , vio nominazioni.
lentando quelle belle e vistose che Le monache si diffusero talmen
ne aveauo vocazione u non mona- te in Italia, che assediando i km
44 MON MON
gobardi Roma nel 5cf3, narra Gio nar del VI secolo ancelle di Dio,
vanni Diacono lib. 2, cap. 37, già e con altre denominazioni riferite.
.-1 erano radunate tremila vergini, A tale istituzione il re Luitprando
che chiamavano monastrias, le qua diè leggi sulla perpetua continenza
li vedendo una carestia inevitabile, e ritenzione dell' abito religioso,
sagrificaroiio le proprie sostanze per sebbene senza voto, castigandosi se
comprar viveri, e distribuirli agli veramente il mal costume. Quel re
indigenti. All'articolo Clausura non però concesse non pochi privilegi
solo parlammo della sua origine, e alle religiose dimoranti ne' chiostri,
perciò anche di quella delle mona o vivendo velate e ritirate al se
che, ma pure della clausura me colo. Interpellato il Papa s. Zacca
glio ordinata da s. Gregorio I, il ria del 74 i, se le monache pote
quale riconobbe dalle orazioni del vano esercitare alcuni uffizi in chie
le monache preservata Roma da sa, rispose negativamente, appoggia
detto assedio. Ordinò ancora il Pa to sulla lettera di Papa s. Gelasio
pa, che i negozi delle monache I a' vescovi di Lucania, senza far
fossero trattati dai ministri del ve menzione de' decreti de'predecesso-
scovo, acciò non uscissero dal mo ri s. Sotero e s. Bonifacio I, cui
nastero; che le abbailesse fossero di si attribui il divieto alle sacre ver
sessanta anni, onde potessero riscuo gini di non toccare i vasi sacri, le
tere rispetto dalle monache anche palle che ciio prono il calice, nè
più nobili, in un tempo che i geni incensare nelle chiese. Il Berlendi,
tori collocavano contro voglia le figlie § III, Delle obblazioni alt altare ,
iie'iiioiiiisteri; ed i re di Francia parla di quelle che facevano le mo
ebbero allora in costume mandar nache di pane e vino assistendo al
vi le loro bastarde, le quali sapen sacrifizio, citando le testimonianze
do essere di regio sangue, non vo di s- Agostino e del p. Martene,
levano star soggette alle badesse. e che le monache lavoravano le
Dacchè i longobardi stabiliti in I- obblazioni e le offrivano, quali poi
l.dili cominciarono a deporre la lo nel IX secolo fecero le sole con
ro nativa barbarie, ed i re della verse, mentre pare che dopo il se
nazione divenuti cattolici si fecero colo XI venisse vietato alle mona
a proteggere le chiese, vi si rista che l' offrire, massime in mestruo
bili l' istituto monastico, anzi con tempore, come alle altre donne.
corsero eglino stessi colle reali loro AH 'articolo Certosine dicemmo co
consorti a fondare alcuni chiostri, me sono consecrate dal vescovo con
ci di monaci, che di monache, le rito particolare, che usano e sono
quali non vi erano legate con ri sepolte colla stola e col manipolo.
gorosa clausura. Tra le monache V. Messa ed altri articoli relativi
fiorirono certe femmine dette an ad uffizi e indumenti ecclesiastici, e
celle o serve di Dio, religiose, ve Diaconesse, donne che nella primi
late o vestite di abito religioso, o tiva Chiesa esercitavano uffizio assai
con altra simile appellazione distin simile a quello de'diaconi, con vo
te, che nelle proprie case dimora to di castità perpetua. II Saruelli
vano co' parenti, o da sè sole in nelle Leti. ecc(. t. III, lett. IV, di
particolari abitazioni : in Milano ce che. giova ed è profittevole alle
Qiionvi donne chiamate nel clecli- monache la recita dell'uffizio divi
MON MON 4 ,
no, ancor che non l'intendano. Nel che, narra che coloro i quali am
t V, lett. XLIV, tratta se la mo ministravano gli affari temporali, e
naca possa nella messa solenne can che esercitavano la medicina e chi
tare dal suo coro l' epistola e le rurgia, dovevano essere del nume
lezioni; e quando si canta la Pas ro degli Eunuchi (Vedi). Per for
sione, se le monache possano fare mare un'idea della disciplina clic
dn turba. Quanto all'epistola, dice nell'oriente si usava nel secolo pas
non potersi cantar nelle messe so sato, è a sapersi che i monasteri
lenni; però le monache possono di Atene non ritenevano del mo
cantare tutto quello che si canta nacato che semplice ombra, non es
in coro, ma non quelle cose cui sendo le monache soggette nè a
sono ex officio destinati i propri tegola, nè alla recita dell' uffizio,
ministri ; altrettanto dicasi sul can essere divenuti piuttosto conserva-
tar la Passione. Avverte poi, con toriL Descrivendo Leone Allazio il
la Glosa, che le monache possono tenore di vita e regolamenti delle
leggere il breve cvangelo nel mat monache viventi in comunità nel
tutino dell'uffìzio, non in altre fun l'oriente, dice pure dei loro obiti,
zioni e della messa. Nel concilio lavori, digiuni e celebrazione de'di-
che s. Gregorio II celebrò nella vini uffizi; e che non erano sog
basilica vaticana, scomunicò chiun gette alle leggi della clausura pre
que avesse sposato una monaca, scritta da Bonifacio VIII, il quale
diaconessa, o Presbiteretsa (Vedi); per rimediare a molti disordini e
più tardi il concilio di Colonia del mettere freno alla licenza delle mo
1 536 pronunziò l'anatema contro nache, fu il primo che variò l' an
quelli che costringessero alcuna don tica disciplina; invece le monache
na ad entrare in monastero per greche, con licenza della superio
farsi religiosa, e contilo quelli che ra, uscivano e ritornavano al chio
senza giusto motivo ponessero im stro secondo l'antico costume. Il
pedimenti a chi bramasse monacarsi. Rodotà riferisce ancora la pernicio
In oriente gl' imperatori e le sa consuetudine, che lungo tempo
imperatrici gareggiarono fra loro vi fu in oriente, de'monasteri dop
nel fabbricare monasteri a fine di pi, cioè de'monasteri di monaci e
formare un sacro ricovero alle don monache costrutti gli uni vicini
zelle bramose di consecrarsi a Dio, agli altri; abuso sorgente di gravi
nè lasciarono diligenza alcuna per inconvenienti, e facile occasione per
arricchirli : cospicuo e celebre fu far deviare dal retto sentiero le
quello eretto nel 1 1 1 8 dall'impe persone consacrate a Dio. Tal dnn-
ratrice Irene con rendite pel man nevole uso fu in vigore fino dal
tenimento di quaranta monache, VI secolo, e non ostante le leggi
perciò dispensate da qualunque con degl'imperatori e canoni de'conci-
tribuzione e dalla Dote (Fedi), al lii continuò a diffondersi e si man
quale articolo si parlò di ciò che tenne. Si può credere che derivas
riguarda la dotazione religiosa ; se dalle terapeutidi, vergini anziane
chiamandosi Livello (Vedi) l'asse le quali menando vita penitente
gno vitalizio che godono le mona vicino agli uomini terapeuti nella
che pei particolari bisogni. Il Ro solitudine (gli uni e le altre da
dotà, parlando delle monache gre- alcuni furono riconosciuti per mo
46 MON MON
naci e monache), intervenivano alle Nel ii oo il b. Roberto fondò
loro adunanze per ascoltare i pre la congregazione monastica di Font--
cetti che si proponevano da chi vi Evrauli ( Vedi), costituendovi per
presiedeva. Le donne assistevano superiora generale dell'ordine una
da una banda separate dagli uomi religiosa : questo istituto si compo
ni, e divise per mezzo d'una pare se di molti monasteri di uomini e
te alta 3o4 cubiti. In alcune solen di donne, che obbedivano tutti al
nità dell'anno le donne erano in la superiora. Nel ii 38 il concilio
vitate dai terapeuti a cibarsi alla di Londra proibì alle religiose l'uso
loro mensa, e ad esercitare in co dello polliceie di prezzo, come di
mune altri uffizi; la loro conversa ermellino o martora, le scatole d'o
zione nondimeno era tutta di spi ro, e l'arricciarsi i capelli. Urbano
rito e praticata con molta cautela. III in Verona si lamento con Fede
Essendo passati i secoli apostolici, rico I perchè usurpava i beni delle
ne' quali i cristiani ottimi e inge monache, cacciandole tini monaste
nui fedeli senz'ombra di scandalo ri col pretesto di riformarle. Il p.
trattavano e conversavano con don Chardon nel t. Il, p. 78 e seg.,
ne, ed estinta l'antica pietà e in Storia dei sagramentì , parlando
tiepidito il fervore, Giustiniano I delle abbadesse usurpatrici di giu
giudicò necessario proibire la vici risdizione ecclesiastica represse dai
nanza pericolosa de'monasteri delle vescovi, dice che talvolta pretesero
monache con quelli de'monaci, per il diritto di ascoltare le confessioni
ciò chiamati monasteri doppi. Rin delle loro monache, anco de' pec
novati poi tali disordini, gli estirpò cati più gravi, e la regola di s.
in gran parte il concilio Niceno IF. Donato sembra averle in ciò favo
Non passò in occidente l'abuso dei rite, ordinando che le religiose tre
monasteri doppi, per la vigilanza volte al giorno rivelino i loro di
di s. Gregorio I, il quale encomiò fetti alla superiora ; quindi le ba
Gennaro vescovo di Cagliari, per desse s' innoltrarono con usurpare
aver impedito che un monastero prerogative inconvenienti al loro
di monaci si fabbricasse vicino ad sesso, ciò che obbligò i vescovi met
altro di monache. Tra le nazioni tere limiti alla loro alterezza. Fu
cui rimasero alcuni monasteri dop quindi proibito alle abbadesse dar
pi, nomineremo i maroniti. Nota benedizioni, imporre le mani, cioè
il Rodotà che le monache basiliane dar penitenza o l'assoluzione pei
ed altre d'oriente passate in Italia, peccati. Informato Innocenzo III
sotto la direzione di eccellenti mae dell'arroganza d'alcune abbadesse
stri, riuscirono esemplari in Roma, di Spagna, che benedivano le loro
in Napoli, nella Calabria ed in Sici- religiose, le confessavano, e predi
ciba ove si stabilirono, avendo ab cavano pubblicamente, ingiunse ai
bracciato il rito latino quelle di vescovi di Valenza e di Burgos di
Napoli e Roma che adottarono la rimediare a sì gran disordine, ed
regola di s. Benedetto, le quali se impedir tanto abuso. In questo tempo
condo il Rodotà non condussero dal ebbero origine gli ordini domenicano
l'oriente il corpo di s. Gregorio e francescano, ed altri da cui de
Nazianzeno, ma l'ebbero dipoi al rivarono monache che tuttora fio
modo che narra a p. 7 i e seg. riscono. Dichiarando s. Pio V qua
MON MOK 47
li fossero gli ordini Mendicanti (Vc- funzione II numero 63o de! Diario
di), confermò loro i privilegi comu di Roma. Benedetto XIPI nel 1724
ni alle loro monache. Clemente VIII vesti suor Maria Orsini monaca
colla bolla Religiosae, de' 19 giu* benedettina in Campo Marzo, e nel
gno i594, Bull. Rom. t. V, par. monastero delle bui beiine due fi
Il, p. 3i, rinnovò la proibizione al glie del principe Pamphilj , come
le monache . di far donativi e re si ha dai numeri 1146 e 1167
gali. Alessandro VII con bolla dei de' Diari di Roma. Delle due ve
24 settembre 1657, Pro commis stizioni fatte da Benedetto XIV nel
to, presso il Bull. Rom. t. VI, par. le carmelitane di Regina Celi nel
IV, p. 194, moderò le grandi spe 1746 e nel 1755, di due figlie
se che si facevano dalle monache del contestabile Colonna, ne facem
nelle loro feste, relazioni e profes mo parola nel vol. X, p. 5i del
sioni; indi a' io marzo 1692 In Dizionario: le descrizioni si leg
nocenzo Xll la confermò con bol gono nei numeri 4563, 4755 e
la presso il Bull. ìlIagii. t. VII, 5967 del Diario di Roma.
p. 7.66. Nel t. VIII, p. a53, ewi Zelante Benedetto XIV della clau
poi l'editto de' a maiv.o 17o7 con sura, al modo detto a quelt'artico
cui Clemente XI ordinò I' osservan lo, venendo a sapere che molte
za di tali costituzioni, prescrivendo monache in Portogallo, col prete
inoltre chene'luoghi ove dalle novi sto di curare la propria salute u-
zie si suol fare qualche ricreazione scivano dallo clausura , e si tratte
alle monache, non si potesse supera nevano fuori lungo tempo, girando
re la spesa di quattro paoli per cia per le strade e pei spettacoli , on
scuna monaca. Avendo rinnovato de nascevano scandali, a porvi ri
tali ordini e vedendo che molte medio, colla costituzione Cum sa-
monache per emulazione spendeva craruni virginum, del primo giu
no molto nel ricevere e lasciar le gno 1741, Bull. Magn. t. XVI, p.
cariche, vessando i parenti per es 3o, ordinò che subito rientrassero
sere soccorse, a' 28 luglio 17o8 nelle clausure, e tolse alla Congre
con prescrizione riportata a p. !\ l0 gazione de' vescovi e regolari ( Vedi)
loco citato, proibi siffatte spese sot la facoltà di concedere per l'avve
to pena di privazione di voce at nire la licenza che le monache po
tiva alle monache che le facessero tessero uscire dai loro monasteri.
e alle superiore che le permettes Inoltre Benedetto XIV emanò utili
sero. Per togliere ogni occasione di regolamenti sui confessori straordi
spendere, con circolare de' 26 gen nari delle monache , come si disse
naio 17o9 comandò alle monache nel vol. XVI, p. 1o8 del Diziona
di consegnar la dote all'abbadessa, rio; avendo proibito il concilio di
la quale dovesse custodirla nella Colonia a' confessori interrogare le
cassa comune per le necessità del religiose sopra corti peccati de' quali
monastero. Innocenzo XIII avendo non si accusano, per non insegnar
da cardinale vestite nel monastero loro ciò che ignorano. Lo stesso
di s. Teresa alle quattro fontane concilio avea disposto, che oltre il
due figlie del principe Ruapoli e confessore ordinario, il vescovo o
sue pronipoti, nel 172! si portò altri superiori ne assegnassero altro
a dar loro il velo, descrivendone la estraordinario due o tre volte al
48 NON MON
l'anno per udir le confessioni di zio di Parigi Giraud ricevette in
tutte le religiose. Oitre quanto di nome di Clemente XIV la profes
remmo a Confessore, si può vedere sione monastica della figlia del re.
il Barelli, Rrsolutionum praticarum Nel 18o1 pel possesso di Pio VII
pro confessariis monialium, Bono- questi permise che ne vedessero il
niae 1 7 1 3. In questo anno 1847 passaggio nel monastero delle car
il p. Bonaventura da Palermo mi melitane de' ss. Marcellino e Pietro
nore osservante ha pubblicato l' 11- le benedettine di Campo Marzo, e
tilissima opera : // novello confes vi pernottarono nelle sere prece
sore di monache. Iiroltre Benedetto denti per la dilazione della funzio
XIV, rinnovando i decreti de' suoi ni' : al citato articolo Clausura si
predecessori, mediante la costitu disse come a tali benedettine viene
zione, Gravissimo animo, de' 3 1 ot permesso l'annua visita delle sette
tobre 1749, Bull. Maga. t. XVIII, chiese, licenza che prima consegui
p. 54, ordinò che niuno ecclesia vano altre monache anche per gli
stico secolare o regolare di qualun anni santi. Nel numero 12 del Dia
que dignità, compresi ancora i ve rio di Roma 18ot si riferisce che
scovi fuori della loro diocesi , po Pio VII celebrò la messa nel mo
tesse andare ai parlatorii de' mona nastero delle oblate di Tor de' spec
steri delle monache senza licenza chi, e vesti monaca d. Lavinia fi
de' rispettivi ordinari, giacchè que glia del principe Gabrielli, che as
sti sono dati dai sacri canoni per sunse il nome di Maria Luisa. Nel
custodia della clausura delle reli numero 248 del 18o2 si descrive
giose. Sulla giurisdizione vescovile la vestizione fatta nel monastero
ne' monasteri di monache, Clemen delle mantellate da Pio VII, della
te XIII pubblicò la bolla Inter mid- fondatrice suor Maria Giuliana Ma-
tiplices, degli 11 dicembre 1758, sturzi, di sette compagne e quattro
Bull. Rom. Continuatio, t. I, p. 72. converse ; e nel numero 42 del
Inoltre Clemente XIII col breve 18o4 come il Papa ricevè la pro
Illustre monasterium, de' 1 3 marzo fessione di esse. Nelle vestizioni delle
1761, Bull. Rom. Continuatio t. II, monache in alcune diocesi hanno
p. 72, alla superiora del monaste luogo i padrini e le madrine, co
ro di s. Caterina di Venezia diè il me pure si fa da chi gli dà le ve
titolo d'ahbadessa, appellano mater- sti un discorso analogo alla voca
nam erga filios pietatem significat; zione religiosa, e talvolta si recita
di usare ne' giorni solenni il baco- no anche da altri, uno de' quali è
Io, esprimit mansuetudinem, tempe quello di Gioacchino de Agostini ,
ratavi cum animadversionis severi- intitolato : / chiostri, orazione, To
tate, e l'anello , designat beatissi- rino 1836. I parenti poi e gli a-
mam Ulam et sempiternam chari- mici sogliono applaudire alle mo
tatis conjunciionem cum divino spon- nacazioni con componimenti in ver
so Jesu Christo. V. Bacolo, Anel si e stampati. Qui noteremo, che
lo, e per la cerimonia dello spo il concilio tenuto nel secolo VII in
salizio dell'abbadessa benedettina di Toledo, ordinò che il velo delle sa
Firenze coll'arci vescovo, il vol. XXV, cre vergini fosse di color porpora
p. 46 del Dizionario. Nel vol. XXX o nero, onde cuoprirsi tutto il vol
poi, a p. 81 dicemmo come il mm to: a' tempi di s. Girolamo le mo»
MON MON 49
nache si avvolgevano il velo intor rirono per santità di vita, e quelle
no alla faccia, lasciando libero so che veneriamo sopra gli altari ; così
lamente un occhio per vedere. Le ancora le regine, principesse e si
religiose non possono essere gover gnore, che deprezzando le umane
nate se non che da uomini quanto grandezze, a queste preferirono l'u
allo spirituale, e per tutte le funzio mile vita monastica e l'esercizio del
ni che sono interdette alle donne; le pia. belle virtù.
ma per ciò che riguarda la discipli MONACHI o MOINE Giovarsi,
na interna del chiostro, la superio Cardinale. Giovanni le Moine o
ra o abbadessa »i esercita un'auto Monachi o Monaco, detto ancora da
rità quasi eguale a quella che ge Canchres, nato da una famiglia fe
neralmente viene accordata ai su conda di uomini grandi in Cressy,
periori de' religiosi. Vi sono molti castello della diocesi d'Amiens nel
monasteri di donne che a motivo la Picardia, dottissimo in entram
delle regole che professano parteci be le leggi, nelle quali ottenne la
pano all'esenzione degli ordini re laurea, essendo canonico di Parigi,
golari, di cui seguono la medesima e consigliere del re Filippo IV, por
regola, e che trovansi sotto l'autorità tatosi in Roma e dati in questa
de'superiori degli ordini stessi, uso città luminosi contrassegni di virtù
che confermò il concilio di Tren e dottrina, fu eletto uditore di ro
to. Quanto al temporale delle mo ta, ed in tale occasione contrasse
nache, i canoni impongono ai ve stretta amicizia con Carlo II re di
scovi di sorvegliare a tuttociò che Napoli, nella qual città a sua istan
riguarda l'amministrazione de' be za s. Celestino V nel settembre ■ 2 1)4
ni stabili, all'impiego delle rendi lo creò cardinale prete de' ss. Mar
te , all' esame dei conti , ed alla cellino e Pietro, legato d'Avignone,
sicurezza per l' impiego del de cancelliere di s. Chiesa e vescovo di
naro. Il citato Sarnelli tom. VII, Mcaux, in che non convengono i
lett. XX, discorre , se la mona Samraartani. Fondò in Parigi un
ca soprannumeraria morendo qual famoso collegio presso il sobborgo
che monaca numeraria, possa sur di s. Vittore, detto dal suo cogno
rogarsi in luogo di questa; e che me il collegio le Moine, per coloro
la prefissione del numero deve es unicamente che applicare si voles
sere fatta dul vescovo diocesano, se sero allo studio della teologia. In
i monasteri sono a lui soggetti, ma caricato da Bonifacio VIII nel i3o2
se poi sono soggetti ai superiori re della legazione al re di Francia in
golari, deve farsi da essi unitamen sieme col cardinal Roberto, furono
te al vescovo, come dalla bolla Deo ambedue fatti guardare e ritenere
xacris virginibus, di Gregorio XI Il. sotto sicura e onesta custodia da
Nella seguente lettera il Sarnelli quel sovrano, che il cardinale avea
spiega le parole dell'antifona : In commissione di dichiarare scomu
tercede pro devoto foemineo sexu, nicato, nel caso che non avesse ap
parla delle donne dette divote, idest provato gli articoli che gli avreb
Deo votae, cioè votate a Dio per be presentato a nome del Pontefi
petuamente, e delle monache che ce. Nicolò Benefracto famigliare del
si distinsero nelle sacre lettere, es cardinale, che seco recava le lette
sendo innumerabili quelle che fio- re di Bonifacio VIII, fu con estre-
vot. XLVI. 4
5o MON MON
mn doglia del legato chiuso in car baiti (Vedi), ma essi furono i falsi
cere, ad onta delle solenni proteste apostolici e i monaci vagabondi ,
fatte dal cardinale, che in quella viventi due o tre per cella, onde
occasione mostrò un petto di bron per riparare a' loro disordini fece
zo, e si fece conoscere difensore e conoscere in oriente la necessità di
vindice acerrimo della libertà ec obbligare coi voti i monaci al loro
clesiastica. Composte alla meglio le stato, precauzione lodevole che si
deferenze di quel sovrano , il car deve a s. Basilio. Di siffatti monaci
dinale se ne ritornò in Avignone, parla il Rodotà nel t. Il, p. ao. I
dove a nome della santa Sede e- cenubiti furono propriamente i mo
sercitò la carica di legato, e dopo naci conosciuti dall'antichità, ed os
aver scritto una ben intesa ed eru serva il Sarnelli, Leti. eccl. t. VIII,
dita glossa sul diritto canonico, ed lett. Se avanti s. Paolo primo ere
alcuni commentari sul sesto delle mita ve ne furono altri , che il pil
decretali, morì in Avignone nel i 3 i 3, nio concilio in cui si trovi la pa
e trasferito in Parigi rimase sepol rola Monachili, è quello di Calce-
to nella chiesa del magnifico col donia del /pi, non esistendo tal
legio da lui fondato, con illustre nome fra i primi cristiani orientali
elogio. Si trovò presente a tre con o latini. Distinguendosi dal monaco
clavi. il Frate (Vedi), ivi notammo che
MONACO, Monachui. Religioso anticamente frate e monaco soven
che si consacra a Dio coi tre voti te significò lo stesso, anzi fu titolo
solenni di castità, povertà e obbe comune a qualsivoglia religioso clau
dienza, in un ordine o congrega strale, anche canonico. Parlando il
zione approvata dalla Chiesa, e vi Sarnelli del titolo di Don (Vedi),
vente in monastero o cella sotto proprio de' monaci, dice che i Chie
una certa regola, e vestito d'abito rici (Vedi) finchè vissero in comu
uniforme all'istituto che professa. Il ne chiamaronsi fratres, e la comu
nome di monaco, tratto dal greco nità fraternitasj e che anticamen
mona elios , solitario, unico, solo, te chierici e monaci si appellavano
nella sua origine servi per indicare col titolo di fratelli, ma poi s'in
gli uomini che si ritiravano ne' de trodusse il domnus e il don : ai
serti, e vivevano solinghi e lontani monaci si dà pure il titolo di Pa
da ogni commercio col mondo, per dre (Vedi), ed al superiore quello
occuparsi unicamente della loro sa di Abbate (Vedi). Ne' primi secoli
lute e nella penitenza. Anticamen della Chiesa i monaci furono anco
te vi furono tre sorta di monaci : chiamati col nome di Beatissimo
gli Eremiti (Vedi) solitari ne' de (Vedi), affermandolo anco il Zac
serti; gli Anacoreti (Vedi) che vi- caria, Star. leti. t. I, p. i9. Alcu
vevano nel proprio Monastero (Ve- na volta i Canonici regolari (Vedi)
di) separati dagli altri monaci chiu furono chiamati canonici monaci.
si nella Cella (Fedi), tranne i piò: Degli oblati monaci se ne parlerà
antichi che si ritirarono talvolta a Orlato.
nelle solitudini; ed i Cenob iti (Fe Sul principio i monaci abita
di) che dimoravano in comune nel rono fuori della città, e nella mag
monastero sotto una iegola. Altri gior parte erano laici , anzi la lo
aggiunsero a (al divisione i Sina- ro professione gli allontanava dal
MON MON 5i
le funzioni ecclesiastiche : tutto il stianesimo, per la conversione alla
loro impiego consisteva nell'orazio fede di tanti stati e provincie, per
ne, e nel lavoro delle mani; ciò le missioni e propagazione del
non ostante i vescovi qualche volta cristianesimo, e quanto eminente
trassero i monaci dalla solitudine mente contribuirono alla pubbli
per annoverarli nel clero, ed allora ca istruzione, al risorgimento del
cessavano d'essere monaci, ed era le arti e delle scienze, di cui fu
no contati per chierici, laonde dis rono industriosi depositari; e quan
tinse s. Girolamo i due generi di ta immensa e perenne debba esse
vita monastica e clericale. Per lo re la venerazione e gratitudine di
stato monastico ordinò il concilio tutti. Sovrani, principi e signori ri
di Reims, che doveansi avvertire gli nuntiarono ni potere e all'opulen
adulti , e quelli che desideravano za per vestire la Cocolla (Pedi)
entrarvi, come i genitori che vi of monastica. Innumerabili sono i mo
frivano i loro figli, di non aver al naci che in tutti i tempi fiorirono
tra mira che i beni eterni, non gli per santità di vita, dignità eccle
onori, i benefizi e altre cose tem siastiche, dottrina e splendide vir
porali, in un tempo che i monaci tù, i principali de' quali notiamo
ci .mo divenuti ricchi e potenti , e ai loro articoli delle diverse con
gli abbati signori e principi di vasti gregazioni e ordini, enumerando al
dominii. Ad ognuno però è noto tresì il copiosissimo stuolo de' car
come gli antichi monaci, oltre l'uso dinali e de' Papi che uscirono dalla
d'innalzare le braccia al cielo per professione monastica ; anticamente
porgerc voti all'Altissimo, e di ab nella chiesa greca soltanto i monaci
bassarle alla terra, a coltivarla nel potevano salire alla dignità vescovi
lavoro giornaliero delle mani per le. Molti monaci orientali ne' primi
circa sette ore, in quelle cioè non secoli furono sublimati al pontifica
destinate all'orazione od altri eser to : i benedettini antichi contano
cizi spirituali, frapponevano i lavori ventitre Papi; quelli delle diverse
ai salmeggiamene, con quelle stesse congregazioni pur benedettini, più
mani che agitavano 1 flagelli e di tredici, compresi Pio VII cassi-
cingevano i cilicii. Ora trattavano nese, e Gregorio XVI camaldolese.
le spole e i pettini nel lanificio, A Benedettmi, enumerammo i loro
ora occupavansi in tessere sporte e Papi. I monaci poi che senza la digni
stuoie, ora in ricopiare codici, mas tà cardinalizia passarono dal monaste
sime quei dei santi padri e degli ro alla cattedra apostolica, ne'primi
ascetici, chiamati per tale uflizio an tempi furono Benedetto I e Pela
tiquari e copiatori. Cospi mentre e- gio II; dopo il decreto di Stefano
dilicavano la Chiesa con la loro IV del 769 , in cui ordinò doversi
pietà, cercavano d'illustrarla col lo eleggere Papi i 'soli cardinali , tut
ro sapere, dividendo i giorni fra il tavia benchè nol l'ossero, vi diven
coro, la libreria, l'agricoltura e le tarono i monaci Silvestro II, s. Leo
arti manuali. In moltissimi articoli ne IX, Vittore II, Calisto II, Eu
celebrammo le grandi benemerenze genio III, s. Celestino V, e Urbano
degli ordini monastici colla società, V. Sembra incredibile la gran mol
massime per essersi opposti all'e titudine de' monaci che vissero m
resia sino dai primi secoli del cri- un solo monastero o Laura (Vedi),
5a MON MON
equivalenti a piccole città per le una caverna sino all'età di i i \ an
molte migliaia de' monaci e chiese, ni, nutrendosi de' frutti di una pal
singolarmente in Egitto. ma che ne cuopriva l'ingresso ; s.
In diversi luoghi parlai dell'ori Antonio patriarca de' cenobiti, egi
gine del monachismo, come a Di ziano coni 'esso , verso l'anno fjo,
sciplina regolare. Assai per tempo dopo aver collocato la sorella in uà
vi furono cristiani che ad imitazio monastero di vergini, abbracciò lo
ne di s. Gio. Battista, che il Rinal stesso genere di vita, e fu seguito
di chiama principe de' monaci e da alcuni altri ; s. Paolo e s. An
de' profeti, come di Elia che i Car tonio furono gli anacoreti più ce
melitani (Fedi) riconoscono per pri lebri, ed il secondo conobbe il pri
mario istitutore, si ritirarono nella mo, ed in morte lo seppellì. I se
solitudine per attendere alla orazio guaci di s. Antonio vivevano in
ne, ai digiuni, ed agli altri eserci cellette separate a qualche distanza
zi di penitenza; si chiamarono A- le une dalle altre; vollero imitarne
sceti (Vedi), vale a dire uomini che la santa vita, e furono da lui con
menavano vita ritirata ed astinente. fermati nella buona risoluzione, e
Sembra ancora che Gesù Cristo ab in breve sotto la sua direzione si
bia dato motivo a questo genere di formarono molti monasteri. Non fe
vita, coi quaranta giorni che visse ce regola s. Paolo pe' suoi eremiti,
nel deserto, e coll'abitudine che a- bensi col suo esempio molti ven
vea di ritirarvisi per pregare con nero allettati alla vita solitaria: il
più raccoglimento, avendo egli en suo discepolo s. Caritone pare che
comiata la vita solitaria del suo abbia formato delle regole per quel
Precursore. A ordini religiosi si li che vollero vivere solitariamente
è detto come la professione della sotto la sua direzione, come dicem
vita monastica e regolare comin mo al suo articolo. Discepolo di s.
ciasse nella Chiesa fino dai princi Antonio fu s. Macario, e chiaro per
pii di essa, per l'osservanza più per miracoli mori nel 35o. Verso que
fètta de' consigli proposti nell'evan- sto tempo fiorì s. Pacomio, al quale
gelo. Alcuni trovarouo assai sem si attribuisce la riunione delle me
plice l' origine delio stato religio morate cellette, l'unione in diversi
so, attribuendolo al tempo delle monasteri e in comunità composte
persecuzioni che ne' tre primi se di trenta o quaranta monaci, l'in
coli sostennero i cristiani. Molti di troduzione della vita cenobitica, e la
quelli dell' Egitto e delle provincie formazione di una regola, su di che
di Ponto ritiraronsi ne'luoghi dis va letto quanto si disse a Disciplina:
abitati per sottrarsi dalle perquisi quindi venne la distinzione tra i
zioni e da' tormenti : presero il pia cenobiti o monaci che viveano in
cere della solitudine, e vi dimora comunità, e gli eremiti o anacore
rono, o vi ritornarono poi a servi ti che viveano soli; tuttavolta si
re Dio con pace e tranquillità, non visitavano e si consolavano con re
però viventi in comunità con rego ligiose ed esemplari conversazioni.
la determinata. Verso l'anno a5o Ma s. Pacomio ebbe sì alta idea
o 259 s. Paolo primo eremita ri del sacerdozio, che non lo permise
tirassi nella Tebaide per fuggire la ad alcuno de' suoi religiosi.
persecuzione di Decio, e visse in li p. Bonanni nel Catalogo degli
MON MON 53
ordini religiosi, riporta le figure e le rapenti applicati alla vita contem
notizie denominati primari fondatori plativa, ebrei o cristiani secondo le
dello stato religioso e monastico. Sin diverse opinioni, e ne parlammo al
dall'anno 3o6 circa, s. Ilarione di citato articolo Monache , essendovi
scepolo di s. Antonio fabbricò nel state delle terapeutiche. Altri asse
la Palestina monasteri simili a quel gnano il principio de' monaci al II
li dell'Egitto: tosto s'introdusse la secolo, nel quale fiorirono solitari
vita monastica nella Siria, Armenia, in Eliopoli di Fenicia, e vuolsi che
Ponto, Cappadocia, e in tutte le par s. Telesforo, eletto Papa nel 142,
ti dell'oriente, ove andavansi meglio fosse stato anacoreta, benchè i ca
istituendo anche le Monache (Fe nonici regolati ed i carmelitani lo
dì). S. Basilio che avea imparato annoverino tra i loro alunni. Si
a conoscere la vita monastica in narra pure che nel III secolo s. Ni-
Egitto, dopo le conferenze coi ss. cone vescovo di Cizico soffrì il mar
Antonio, Pacomio e Ilarione, perfe tirio alla metà di esso, con 199
zionò l'istituto monastico, verso il monaci da lui governati , ed avea
36a scrisse regole che furono ap ricevuto l'abito monastico dal pre
provate, non pare, come dicono al decessore Teodoro.
cuni , nel concilio JNiceno , che fu Verso I' anno 34o circa vuolsi
anteriore, ma forse piuttosto dai introdotto in occidente il monachi
vescovi, e può dirsi il proto-patriar smo : s. Atanasio patriarca d' Ales
ca dei monaci della chiesa orienta sandria portandosi coi monaci egi
le, poichè la sua regola fu trovata ziani Ammonio ed Isidoro nel 3 4o
tanto saggia e perlètta , che tutti o 34i in Roma a ripararsi dal
l'adottarono, e tuttora si osserva : l' odio degli ariani, propose i reli
di questa regola, come di tutte quel giosi d'oriente a modello, e la vi
le degli altri monaci esistenti o non ta di s. Antonio da lui composta,
più esistenti, se ne parla ai loro ar di cui era stato discepolo, e l' i-
ticoli, ed alle biografie di quelli che stituzione de' monaci, ispirando agli
le composero. V. Basiliajh. L' Asse- occidentali la brama d'imitarlo;
mani, Biblioth. orient. t. IV, e. 2, quindi in Roma, in Milano, in Fran
§ 4, narra che i primi monaci i cia (Fedi) si diffusero i monaste
quali si stabilirono nella Mesopo- ri. Dicemmo pure a Disciplma, che
tamia e in Persia, furono altret alcuni attribuiscono a s. Atanasio
tanti apostoli o missionari , e che l'introduzione del monachismo in
la più parte divennero vescovi. II Roma, da dove si diffuse per tut
Terzi nella Siria sacra discorre del to l' occidente, e che altri sosten
gran numero de' monaci e mona gono averlo s. Martino di Tours
steri orientali, quali in un alle mo già introdotto a Milano, anzi a lui
nache assai moltiplicaronsi nell'E si attribuisce eziandio l' introduzio
gitto. Avanti di dire come il mo ne della vita monastica nelle Gal-
nachismo s' introdusse in occidente, lie, dopo averla condotta in Italia,
noteremo che il p. Helyot, nella con fondare nel 358 circa il mo
dissertazione preliminare della sua nastero di Marmoutier presso Tours,
storia degli ordini religiosi, seguen chiamato Majus monasterium per
do altri fa risalire l'origine contro distinzione, e con fabbricare verso
versa della vita monastica ai te- il 36o il monastero di Ligugey
H MON MON
nella diocesi di Poitiers. La con di Pietro Fullone, uno de'monaci
gregazione monastica di Lerins Acemetì (Vedi), detti vigilanti per
(Fedi) sulle coste di Provenza, fu chè divisi in tre classi, senza inter
tondata da s. Onorato con s. Ca- ruzione, giorno e notte celebrava
prasio solitario suo direttore, dopo no in chiesa le divine lodi. Tra
d 3j5, per non dire di altre. Al essi fiorirono monaci dottissimi e
cuni attribuiscono l' introduzione santi, ed in Roma con la regola di
nelle Gallie della vita religiosa, an- s. Basilio furono introdotti verso il
i he a s. Atanasio ed a s. Marcel* 55o nel monastero e Chiesa di s.
lino arcivescovo d' Ambimi. Tutta- Sabba (Vedi): questo santo abbate
volta in principio a' monaci non basiliano fu detto il gran monaco.
era permesso il sacerdozio, il quale Parlando il Rodotà, Del rito greco
vuolsi loro accordato dal Papa in Italia, t. II, p. 28, del monaca
s. Siticio eletto nel 385, il quale to d'Italia introdotto innanzi la re
prescrisse con legge il Celibato (Pe gola basiliana, dice che questa sola
di ) ai sacerdoti e diaconi, confer si conobbe nella regione quando
mando le anteriori ; così i monaci portatosi in essa nel /[oi Ruffino
furono ammessi agli ordini minori col greco esemplare delle regole di
e maggiori compreso l'episcopale. s. Basilio, le tradusse in latino ,
Abbiamo da s. Ambrogio epist. 63, mentre già il monacato erasi mi
§ 66, che i monaci cominciarono rabilmente propagato tra gl'italiani,
ad ordinarsi sacerdoti sulla fme vivendo i monaci unitamente nei
del IV secolo, essendo s. Atanasio monasteri sotto la direzione d' un
il primo che dallo stato monaca superiore, seguendo le tracce dei
le diede sacerdoti al clero alessan regolamenti che aveano loro co
drino. Tra i primi introduttori in municato s. Atanasio, s. Martino e
Italia dell'ordine monastico viene s. Eusebio, che gli aveano appresi
ancora celebrato s. Eusebio vescovo iiell' Egitto e nella Siria. Vero è
di Vercelli (Vedi), che lo stabilì però che riconoscendo i monaci
nella sua cattedrale rilucendo alla italiani essere conforme alle loro
vita comune e religiosa il suo clero istituzioni quelle di s. Basilio, pro
verso il 35o; laonde viene ricono venendo da un medesimo fonte, ne
sciuto il santo, tornato dall' oriente profittarono pei lumi che contene
dopo il suo esilio, quale istitutore va, per maggiormente stabilirsi nel
della vita monastica nelle cattedra la via della perfezione; poichè i
li. La professione religiosa dicesi cenobiti d' un medesimo monastero
introdotta nella Spagna avanti il non erano ancora obbligati alle os
pontificato di s. Damaso I, essen servanze d'una medesima regola, e
done prova il concilio di Saragoz quali api industriose alcuni sceglie
za celebrato nel 38o. Nei primi vano le più opportune tradizioni
del secolo V gravissimo danno fe de' maggiori, altri seguivano le leg
cero alla Chiesa coi loro perniciosi gi di s. Pacomio, altri si adattava
errori Pelagio, monaco nato in In no alla volontà de' superiori, quin
ghilterra, ed Euticbc Archimandri- di altri si uniformarono ai dettami
tIrita (Vedi) o abbate generale d'un di s. Basilio. Di questo sentimento
celebre monastero di Costantinopoli; fu pure il celebre p. Mabillon, dili-
vennero pure coudanuati gli errori gcutissiiuo investigatore dell'origine
MON BJON 55
e progresso del monacato, del quale vidamente, ma fu norma a quelli
si ha pure De studiis monasticis, Ve- che in copia innumerabile, rapida
netiae i77o. Fioriva nondimeno io mente si fondarono; ricouosceudusi
tutti un medesimo spirito di virtù, contenere la regola di s. Benedet
la più rigorosa mortiIicazioue, l'imi to, il più lodevole delle antiche di
tazione di Gesù Cristo; ed essendo oriente, e per essere altresì stata li
il principiil fine del monacatola pri mitata la volontà de' suoi seguaci
vata salvezza del monaco, si per n secondare i soli dettami del no
metteva a ciascuno di seguir l'im vello istituto : ciò avvenne pure coi
pulso che riceveva, scegliendo i monasteri delle monache. La rego
mezzi che potevano condurlo al co la di s. Benedetto è un compen
mune oggetto. Nel V secolo s. A- dio di santità e di sapieuza, laon
gostino, col suo libro De opere mo- de venne prodigiosamente abbrac
niulior., prese la difesa di que' mo ciata, e sempre tenuta in somma
naci che vivevano col lavoro delle venerazione. Il cav. Ariami, nella
mani, contro quei che sostenevano Storia di Leone XII, t. III, cap.
essere meglio vivere di obbiezione XLV, parlando dello stabilimento
e delle lunosine de' fedeli. di tre monasteri benedettini nella
Tante e sì diverse regole de' mo Baviera nel i826, ben a ragione
naci orientali sparse nell' Italia, co scrisse non potersi parlare dell'or
me osserva il Rodotà, tosto svani dine di s. Benedetto senza sentirsi
rono allo spuntar dei raggi della intenerire il cuore, e senza pensare
regola benedettina, piena di santità, a' gloriosi diritti che ha al rispetto
la quale portava al mondo una di tutto il cattolicismo. « La rego
nuova luce di perfezione, additando la di s. Benedetto., adottata dalla
il sentieri: più agevole della salute. maggior parie degli ordini religiosi
Dappoichè s. Benedetto patriarca dei di Europa, è secondo I' espressione
monaci d'occidente, omnium justo- di s. Gregorio I Magno ammira
rum spirito plenus, come lo chiamò bile nella sua saggezza e pura nel
s. Gregorio I, nel pontificato di s. la sua dizione. Essa non ordina
Ormisda e verso il 52o o 529 , nulla clic oltrepassi le forze del
dopo aver preso sino dal 4p4 l' ,,, l'uomo, e tende particolarmente a
bito monastico da s. Romano, cre distoglierlo da quella oziosa con
duto abbate basiliano in Subiaco , templazione, che ha generato tanti
ivi per tre anni meditò la regola, mali ne' monasteri d'oriente. Fu
quale compì e pubblicò in Monte una vera consolazione il vedere que
Cassino, fondando il tanto celebra- sti asili aperti a tutti coloro che
tissimo e benemerentissimo ordine volevano fuggire le oppressioni del
benedettino, che servì di modello governo vandalo, goto, o longobar
alle numerose congregazioni mona do. La Francia non obblieru giam
stiche che ne derivarono, le quali mai gl' immensi lavori che deve al
ben presto si sparsero per l' occi lo zelo instancabile de' figli di s.
dente e poi si propagarono nelle Benedetto, i quali possi, un dirlo a
diverse parti del mondo. I regola tutta ragione, hanno sì laboriosa
menti di s. Benedetto prevalsero a mente dissodato le terre, e colti
quelli de'preesistenti monasteri, e vato gli spiriti ". Non solo sino ai
non meno questi gli adottarono a- tempi di s. Benedetto non vi era
56 MON MON
no regole fisse ne' monasteri, ma Tuttavolta dipoi la congregazione
gli abbati sceglievano tra le diver di s. Benedetto si divise in tre com
se osservanze, quelle che loro sem pagnie, de' fanciulli offerti a Dio
bravano più convenienti ai bisogni, sin dalla puerizia per la vita mo
e più adattate ai Imo dipendenti : nastica ; de' novizi, ch' erano quelli
già nel secolo VlII la regola be che si mettevano in prova per co
nedettina fu quasi la sola seguita noscere la loro vocazione, innanzi
ne' monasteri d'occidente, massime che si votassero a Dio; e de'professi,
d' Italia, di Francia e d' Inghilterra. ch'erano i veri monaci, per aver
Nel VI secolo o poco più tardi votato castità, povertà e obbedien
l'ordine benedettino erasi stabilito za; i voti però non eranr solenni
in Inghilterra (fedi) , fiorendovi ossia perpetui, quali poi si perpe
mirabilmente in virtù, onore e po tuarono. Nel 5i i il concilio d'Or
tere, rendendo que' monaci col loro leans obbligò i monaci obbedire
fervore e dottrina grandi servigi agli abbati, autorizzando questi a
alla religione e alle lettere, come toglier loro quanto avevano di pro
ne resero i benedettini di Germa prio, e di riprendere i vagabondi
nia e di altie nazioni : in Germa coll' aiuto de' vescovi, per punirli
nia i monaci divennero potentissi secondo le regole. Quello di Tours
mi e gli abbati sovrani. Alcuni ri nel 566 vietò ai monaci uscire
feriscono che i primordi dello sta dal monastero, e scomunicò quelli
to monastico in Inghilterra gli a- che si maritassero, dovendosi sepa
vea introdotti s. Germano vesco rare dalla pretesa moglie anco col-
vo d' Auxerre ; nella Scozia s. Se l'aiuto del giudice, il quale se lo
verino, ed in Irlanda s. Patrizio ricusa incorrerebbe nella scomuni
che vi fondò de' monasteri . fedi ca in un ai protettori di tali mo
Benedettini, e gli articoli delle tan naci. Il Papa s. Gregorio I ebbe
te congregazioni derivate dall' illu santissimi monaci per consiglieri e
stre ordine. famigliari, e fece togliere dalle lo
Sino dai primi tempi del mona ro chiese i battisteri, acciò non si
chismo i concilii ed i Papi ema rilassasse la loro disciplina colla
narono salutari provvidenze a suo conversazione de' secolari. Per lo
vantaggio, di che parlasi ai loro stesso motivo comandò che i mo
luoghi: a volerne riportare alcune, naci non diventassero compari. In
diremo che il concilio generale di oltre s. Gregorio I nel concilio ce
Calccdonia nel 4 m stimò neces lebrato in linai. i nel 6o l diè li
sario e conveniente di sottomettere cenza a Probo abbate di far testa
i monaci interamente ai vescovi. Il mento de'suoi beni prima che si
secondo concilio Toletano del 477, facesse monaco : era stimata cosa
per impedire che i genitori pones di tanto momento.il dar facoltà
sero i figli in troppo tenera età nei ad un monaco di testare, eziandio
monasteri, per farli allevare nella de'beni acquistati avanti l'entrata
pietà, proibì di permettere la pro nel monastero , che il Papa non
fessione monacale prima di dieciot volle ciò fare se non convocando
to anni, previo il consenso di quel in un sinodo preti e diaconi car
li che mostravano vocazione, di dinali e vescovi che allora trova-
che dovea assicurarsene il vescovo. vansi iu Roma. Bonilàzio IV uel
MON MON $7
concilio romano del 6 io raffrenò provò s. Gregorio II nel 726, che
quelli che affermavano non aver i i figli messi ne' monasteri ancor
monaci potestà di amministrare il fanciulli, siano levati per contrarie
battesimo e la penitenza , decreto matrimonio. L' eresia degli icono
the confermò Urbano II con di clasti avendo cagionato la desola
chiarare essere anzi i monaci de zione in oriente, e la distruzione
gnissimi di esercitare tali ministe delle sacre immagini , i monaci si
ri. Mel secolo VII promovendosi nascosero ne' deserti, e gran nume
più di frequente i monaci al sa ro portaronsi in Italia, particolar
cerdozio, e solendo mantenere la mente in Roma, dove nel 761 il
tonsura monacale, molti a loro e- Papa s. Paolo I li accolse con tut
sempio presero il costume di farsi to amore, e loro diede per abitazio
la chierica. Il concilio di Toledo ne la casa paterna, riducendola nel
del 646 dichiarò non doversi tol monastero e Chiesa di s. Silvestro
lerare eremiti vagabondi nè reclu in Capite (Fedi). Volle che vi e-
si ignoranti, i quali si chiuderanno sercitassero il loro rito greco, e vi
ne' monasteri vicini, solo permettersi cantassero i divini uffizi, mentre in
vivere insolitudineaquelli che avesse Costantinopoli l'imperatore ordina
ro dimorato del tempo nei monasteri. va che niuno potesse farsi monaco,
Nel pontificato di s. Martino I perseguitando i religiosi e le mo
del (,49, e per l'eresia de' mono- nache. Il Rodotà enumera i mona
teliti, i monaci, ch'erano i primi steri dati successivamente agli orien
oggetti del loro furore, dall' Egitto tali, fuggenti l'eresie de' monoteliti
volarono a Homa in seno della Se e dogl' iconoclasti, dai Pontefici in
de apostolica, solita ad accogliere Soma, come i monasteri e Chiese
e difendere maternamente i perse di s. Grisogono, di s. Sabba, di s.
guitati dai perturbatori della pace. Prisca, e più tardi per altri moti
Il Papa li ricettò in alcuni mona vi i monasteri e Chiese di s. Ales
steri, e li provvide di tutto il bi sio, di s. Prassede, di s. Martino
sognevole, essendo i monaci arme a' Monti, di *. Gregorio, di s. Ce
ni e greci; questi nel celebre con sareo, ed altri di cui parliamo a' lo
cilio che adunò il Pontefice contro ro luoghi , molti de' quali furono
i monoteliti, con edificante zelo di assegnati a' basiliani, di che facem
fesero le cattoliche verità. Osserva mo parola anche all'articolo Grot-
il Rodotà, p. 57, ch'essi veramente taferrata, ov' è un fiorente mona
furono i primi orientali cenobiti stero di sì insigne e benemerito
che stabi Inonsi in Roma ne' mo ordine. Inoltre il Rodotà riporta le
nasteri, portandovi i riti armeno e notizie de' monaci greci e basilia
greco, sebbene ne' medesimi soven ni che ne' secoli VII e VIII si ri
te celebrarono le liturgie de' latini, fugiarono ne' regni di Napoli e di
secondo la disciplina di que' tempi, Sicilia, di che pure facciamo men
onde dar pubblica testimonianza del zione ai corrispondenti articoli. Tra
la loro sincera e costante unione i monaci orientali che tuttora fio
colla Chiesa romana. Nel 655 pre riscono nomineremo gli antoniani,
scrisse il concilio di Antmi, che i i basiliani, i maroniti di s. Anto
monaci e gli abbati si conformas nio armeni, i mechitaristi, i mel-
sero alla regola di s. Rencdetto. Ri- etiti, i quali tutti hanno articoli.
58 MON MON
Nel concilio generale Niceno II sacerdozio, che consistevano ncl-
del 787 fu proibito ai monaci per l'amministrare i sagramenti, e nel
nottare ne' monasteri di donne e celebrare la messa una volta la set
di mangiare con alcuna religiosa o timana, cioè la domenica, e in al
altra donna, meno una qualche cuni luoghi il sabba to e la dome
grande necessità. Nel concilio ge nica. Il secolo X fu per la Chiesa
nerale di Costantinopoli IV, tenu il più funesto ed infelice, barbaro
to nell'869, fu ordinato che i mo ed ignorante, solo i monaci ed al
naci fatti vescovi portino visibil tri religiosi conservarono il fuoco
mente l'abito del loro ordine. Nel- sacro della scienza, con applicarsi
I' ViIl e IX secolo moltissimi si a copiare i monumenti de'dotti che
gnori e principi sovrani rinuntia gli avruno preceduti. Osserva il
rono alle loro fortune e dignità, e Berlendi, Delle obblazioni all'alta
si fecero monaci. Si videro ancora re p. 232, che nel secolo X i ve
imperatori e re scegliere de' mona scovi cacciarono da molte chiese
ci per loro ministri, ambasciatori gl'indegni sacerdoti, e vi sostitui
e confidenti, ciò che praticarono an rono i monaci, come a Verdun,
co ne' secoli seguenti. In diverse e- Worcester, Dorcester,'Metz. All'ar
poche i sovrani detronizzati furono ticolo Laico (Fedi), cioè secolare,
obbligati assumere la cocolla mo dicemmo di quelli che prima e do
nastica, e le regine ripudiate o de po il secolo X divennero abbati, si
poste prendere il sacro velo tra le usurparono le abbazie, e colle fa
monache. L'ordine monastico non miglie passarono ad abitare ne' mo
essendo ancora diviso in diversi nasteri ; e di quelli che prima di
corpi distinti per le funzioni , pei morire si facevano portare.tra i mo
nomi e pei loro istitutori, niuna naci, e coi loro abiti si facevano
distinzione eravi tra' membri di uno seppellire, e perchè si dissero mo
stesso monastero, e non fu che ver nachi ad succurrendum, di che par
so il secolo X che essendo i mona liamo pure a Monastero. Di questo
ci benedettini per lo più educati rito, durato sino al secolo XIV, ne
al chiericato ed agli ordini sacri, rimane un vestigio in quei laici che
s'incominciò a distinguere ne'mo- si fanno condurre alla sepoltura
nusteri due sorta di religiosi, dei con abiti religiosi, rito ancor que
quali gli uni destinati al coro ed sto di qualche antichità, come di
al sacerdozio erano chierici, Lette ce il Borgia, Memorie t. I, p. 1 38.
rati (Vedi) o coronati, perchè stu Nel to/ji si narra che Benedetto
diavano e portavano la corona cliie- IX dispensò Casimiro dal diacona
ricale, e gli altri impiegati ai la to , monacato e celibato , onde
vori manuali si chiamavano Con- succedere al trono di Polonia; ma
versi, Donati, Laici (Fedi), ed era fra le condizioni imposte ai polac
no illetterati, barbuti, idioti , per chi che aveano domandata la Di
chè non studiavano ed avevano spensa (Fedi), vi fu quella di por
lunga la barba. Prima di quel tar la testa tosata a guisa de' mo
tempo non eravi tutt'al più che naci. Nel concilio tenuto in Faen
un sacerdote in ciascun monastero; za nel secolo XI, venne abrogata
o se ve n'erano molti, il solo an la facoltà concussa ad alcuni mo
ziano disimpegnava le funzioni del naci di affidare nelle loro posses
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sioni la cura d'anime a' preti seco cantar le messe pubbliche; venen
lari senza il consenso de' vescovi ; do loro ingiunto di ricevere dai
trattandosi nel medesimo della di vescovi diocesani gli oli santi, la
pendenza dovuta dai monaci ai cousecrazione degli altari e Tordi-
vescovi nelle chiese parrocchiali sta nazione de' chierici. Innocenzo I1
bilite ne' loro possedimenti. E no nel 1 1 34 abilitò a prender moglie
to che i monaci per le loro istituzio Ji. uniro monaco e sacerdote, per
ni erano soggetti alla giurisdizione succedere al regno d'Aragona; indi
vescovile, e nel lib. III delle de nel concilio generale Lateranense II
cretali evvi il tit. XXXVI : De re- del 11 39 fulminò anatema a quelli
ligiosis domibus, ut episcopo sint che sostenevano non potersi salva
subjectac. Noti pur sono i decreti re i monaci che godessero posses
di s. Gregorio I ivi inseriti, che sioni, chiamandoli mani morte. V.
confermano la stessa massima sino Beni e Mano. Il concilio di Londra
dal 59o. Ma ne' tempi successivi del 1 1 75 vietò ai monaci il tralllco,
la monastica disciplina provò no ed il tenere affittanze. Quello gene
tabili cangiamenti in questo parti rale di Laterano III, tenuto da Ales
colare, non tanto in vista de' pri sandro III nel 1179, prescrisse che
vilegi elargiti dai Papi, quanto an i monaci e religiosi di qualsivoglia
che per concessione de'piissimi im istituto, non sarebbero in esso ri
peratori, e per condiscendenza degli cevuti per denari; e che i monaci
stessi vescovi, i quali si spogliaro non potessero aver peculio, se non
no de'loro diritti a favore de' mo per l'esercizio della loro obbedienza,
nasteri più celebri. Prima e dopo sotto pena di scomunica, con altre
questo tempo incominciarono gli analoghe provvidenze. Alessandro III
abbati ad avere per concessioni dispensò il b. Nicolò Giustiniani mo
pontificie l' uso di diverse insegne naco sacerdote di prender moglie,
vescovili, come Mitra, Anello, Bei- onde continuar la sua nobilissima
colo, Croce pettorale, Guanti, San- famiglia; ciò conseguito tornò dipoi
ilali ec., con altre insigni prerogative in monastero. Il concilio di Yorck.
riportate a'Iuoghi loro. Gravi furono vietò ai monaci i pellegrinaggi, e
le vertenze tra il sacerdozio e l'im il sortire dal monastero, tranne
pero per l'investiture ecclesiastiche qualche causa e in compagnia; co
che pretesero dare agli abbati gli me pure proibì prendere in affitio
imperatori de' feudi e delle abbazie. le loro obbedienze, cioè i beni dei
Nel 1o72 decretò il concilio di monasteri cui appartenevano o go
Rouen, che i monaci vagabondi o vernavano. Nel 12 12 il concilio
cacciati dai loro monasteri per de di Parigi proibì di ricevere i reli
litti, sarebbero costretti per auto giosi prima dell' età di dieciotto
rità del vescovo ritornare a' loro anni; e quando il superiore per
monasteri; che se l'abbate ricusas metterà al monaco di far viaggio,
se riceverli, a titolo di elemosina gli dia il modo di farlo, affinchè
gli passerà da vivere. Nel concilio non abbia a mendicare con vergo
generale di Laterano I del 112 3 gna dell'ordine, non essendovi an
fu proibito agli abbati e monaci cora religiosi mendicanti. Proibì
di dar pubbliche penitenze, di vi ancora che un religioso avesse due
sitar gl'infermi, far le unzioni e priorie o due obbedienze.
6o MON MON
Nel concilio generale di Lutera Cessione ai loro parrochi , quei che
no IV del i2 i5 fu rinnovato il avessero già contessati i loro pec
divieto di esercitare i monaci l'uf cati ai monaci o a qualunque al
fizio di Medico e di Chirurgo ( Ve tra sorte di religiosi, come dall'es
di), ma al modo dette a quegli ar travagante Inter cunctas. Per le
ticoli, ove riportammo le analoghe gravi questioni insorte tra i vesco
discipline de' diversi tempi. Quello vi ed i monaci , circa i diritti e
di Montpellier del i225 proibì a possedimenti rispettivi, i monaci fu
tutti i religiosi posseder nulla del rono dai Papi presi sotto la loro
proprio, anche col permesso de' su immediata giurisdizione, e quindi
periori, i quali non aveano facoltà nacquero l'esenzioni in loro van
di permetterlo; uè si dasse somme taggio. Ne' decreti di riforma fatti
ai religiosi pel vestiario, mentre gli dal concilio di Trento, niente vi si
avanzi delle loro porzioni si doves trova che provi che lo stato mo
sero distribuire ai poveri ; venne nastico avesse bisogno di essere as
ancor proibito far professione in solutamente cambiato; piuttosto que
due comunità, se non per passare sti decreti hanno per soggetto di
ad un'osservanza più stretta. Già si mantenere la disciplina com'era, an
sa che la disciplina regolare, secon zichè introdurne una migliore. I
do i luoghi e i tempi, andò sog monaci trappisti rinnovarono in oc
getta a molte variazioni, e gli an cidente la vita dei cenobi ti della
tichi rigori assai vennero successi Tebaide, ed il loro esempio pro
vamente diminuiti. Prescrisse il con dusse un' infinità di conversioni, as
cilio d'Oxford del i222 che i su soggettandosi alle loro austerità i
periori e i religiosi rendessero con più grandi personaggi. L'abbazia
to delle riscossioni e delle spese. della Trappa dell'ordine de' cister
Quello di Tours nel i239 vietò ai censi, fondata nel ii4o nel terri
monaci di servire alle chiese par torio di Perche sotto l'invocazione
rocchiali. Il concilio d' A rles del i26i della Beata Vergine, essendo i re
proibì ai religiosi di ricevere il po ligiosi coll'andar de' secoli caduti
polo all'uffizio divino nelle loro chie nel rilassamento, nel i663 vi rista
se le domeniche e feste solenni, nè bilì un'esatta riforma Armando Gio
di predicarvi alle ore della messa vanni Bouthillier de Rancè, abbate
parrocchiale, onde non distogliere commendatario dell'abbazia. Dopo
quelli che doveano ricevere l'istru tma tale epoca quella casa diventò
zione nelle loro parrocchie. Nel con assai celebre, e tuttora fiorisce, es
cilio di Londra del i 268 fu de sendovi trappisti anche altrove. Nel
cretato, che i monaci divenuti ve i82o Pio VII approvò l'istituto
scovi ne conserveranno l'abito. Quel de' fratelli monaci d'Irlanda, già ap
lo tenuto in Salisburgo nel i^.7 j, provati da Benedetto XIII: se ne
vietò ai religiosi eleggersi il confes parla nel vol. XXXVI, p. 97 del
sore fuori dell'ordine, senza parti Dizionario, e in altri luoghi.
colare permissione del superiore. Be Quanto all'ubito degli antichi mo
nedetto XI nel i3o3, per togliere naci, era Vi in essi molta varietà, sia
una controversia eccitata nell'acca pel colore, che per la materia e per
demia di Parigi, dichiarò che non la forma. In oriente furono ordina
erano obbligati a rinnovar la con- riamente di lino e di pelle, in oc
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adente di lana e di pellicole; nei tosi ni, maroniti aleppini, maroniti
paesi caldi più leggieri, e ne' paesi libanesi, armeni di s. Antonio, ar
freddi più pesanti. Delle loro di meni mcchitaristi di Venezia , ha-
verse qualità ne trattiamo ai singo siliani greco melchiti. Ai rispettivi
li articoli. Novaziano ed i suoi se articoli citi;ii«o gli autori che scris
guaci nel secolo III vestivano di sero sul monachismo , laonde qui
bianco, per distinguersi dai laici e solo nomineremo : Lorenzo Landt,
dai monaci che vestivano di nero, De vetere clerico monacho continens
e dal clero cattolico clie vestiva di veterem eorum liabitiwi , victum, etc,
paonazzo: il vestimento nero nel Antnei pi. io l (,?,}. Ragionamento sul-
clero s'introdusse quando vi furono l'origine, antichità e pregi del mo
ammessi i monaci. Così il Bernini, nachismo , Brescia 1788. S. Gio.
Storia delle eresie, cap. VI. Il p. Grisostomo , Contro gì'impugnatori
Bonanni, Gerarchia eccl., parla di della vita monastica, Torino 1795.
questo argomento nel cap. XXX: MONACO (Monacen). Città con
iSi' cerca se la veste del clero fos residenza arcivescovile, capitale del
se di colore diverso dalle comuni. regno di Baviera, capoluogo e qua*
Parlando delle vesti prelatizie e si nel centro del circondario deli'l-
cardinalizie, diciamo quali vescovi sar o Iser, residenza del re , sede
e cardinali monaci furono dispen degli stati e delle corti superiori di
sati dall'usare il colore rosso o pao giustizia del regno, delle principali
nazzo ; ed agli articoli degli ordini amministrazioni del governo , e di
monastici si fanno relative avver un concistoro superiore protestante,
tenze, notandosi come sono le vesti a 8o leghe da Vienna e rio da
prelatizie e cardinalizie usate dai Parigi. È posta in una pianura va
vescovi e cardinali monaci. Molte sta e fertile sulla sinistra dell'Isar,
analoghe «'udizioni riporta Anto il quale unii è navigabile, che vi
nio Scappo : De birreto rubeo dan forma molte isole, e che si attra
do S. R. E. cardinalibus regulari- versa sopra due ponti. Ha un cir
bus. Che i monaci anticamente con cuito murato, sette ampie ed ele
correvano all' elezione de' vescovi , ganti porte, e sette sobborghi po
lo riferisce il Rinaldi all'anno 1 i39, polosi, cioè quelli dell'Isar, di Lud
n. 5. Nel vol. XIX, p. 186 del wig, di Massimiliano Giuseppe , di
Dizionario , parlai delle decime im Schònfeld, di s. Anna, di Au e di
poste da s. Pio V alle dodici con Haidhausen; questi due ultimi stan
gregazioni monastiche d'Italia per no alla destra dell'Isar. Quantun
l'armamento 'contro i turchi, le quali que Monaco rinchiuda ancora mol
si pagarono sino a Benedetto XIV. te costruzioni del medio evo , può
Attualmente risiedono in Roma dirsi una delle più belle città di
i seguenti procuratori generali de Germania, pel numero grandissimo
gli ordini monastici , oltre qual delle sue belle strade larghe e di
che generale: bnsiliani , cassinosi, ritte, fiancheggiate quasi tutte di
camaldolesi, vallomhrosani, camal case eleganti, per le sue piazze pub
dolesi eremiti di Toscana, camal bliche, e per la quantità de' suoi
dolesi eremiti di Monte Corona, ci begli edilizi pubblici e particolari.
stcrciensi, cisterciensi della trappa, Si divide in quattro quartieri, che
Olivetani, silvestrini, girolamini, cer- sono Gragenauer, Anger, Heken e
6a MOI» MON
Krcuz; tale divisione è detcrmina mura, le caserme, la nuova zecca,
ta dalle sue quattro strade princi l'officina di lavoro, l'acquedotto, e
pali, che terminano alla pia7za prm molti edilìzi particolari.
cipale, nel centro della città;. questa Monaco rinchiude numerosi e illu
piazza circondata di, portici è bel stri stabilimenti scientifici, che devo
lissima , ma quella di Massimilia no notabili miglioramenti a Massi
no Giuseppe la supera in estensio miliano Giuseppe IV; la biblioteca
ne. Fra i pubblici edilìzi merita il reale arricchita da essodi collezioni
primo luogo il palazzo del re, va considerabili di libri trovati ne'sop-
sto edilizio la cui architettura è pressi conventi , contiene più di
semplice ed irregolare, ma il cui 4oo,ooo volumi. L'accademia delle
interno può dirsi in vero magnifi scienze eretta nel 1759o 176o ed
co, anche pei preziosi oggetti di interamente riorganizzata nel 1827,
belle arti che doviziosamente rin possiede gabinetti di storia natura
chiude. Vi si distingue la sala det le , mineralogia, zoologia, fisica e
ta dell'imperatore o Kaiser-saal, medaglie; un elaboratorio di chi
che per la sua grandezza ed orna mica, teatro anatomico, osservato
menti è decantata come una delle rio, giardino botanico, formato ma
prime di Germania, ed alla quale gnificamente nel 181 5, ec. Evvi
conduce una superba scala di bel una università nel 1 8 1 5 quivi tras
marmo d'Italia ; il tesoro che rin feritasi da Landshut (già capitale
chiude una grande collezione di og della bassa-Baviera, avente vicino il
getti assai preziosi ; la cappella del vecchio castello di Tra u ni tz, antica
re, ed il teatro di corte riccamen residenza de' duchi di Baviera (Fe
te adorno. Si osservano poscia il di), che porta il nome di Luigi
vecchio palazzo elettorale e quello Massimiliano: l'università ha cin
che abitava il principe Eugenio; la que facoltà, che si compongono di
Land-haus ove si radunano gli sta 77 professori, cioè 6 sono addetti
ti ; la camera del consiglio, l'arse alla teologica, 1 1 alla giuridica, 8
nale, ed il nuovo teatro. Fra le alla diplomatica, 21 alla medica, e
veutuna chiese, la principale è quel 3o alla filosofica. Il numero degli
la della Madonna , la cui erezione studenti nel 1847 ascese a circa
rimonta al secolo XIII, che rin 1 5oo. In Monaco evvi pure la
chiude trenta altari, e dove vedesi scuola militare , l' ateneo dell' i-
il bel monumento maestoso dell'im dioma greco moderno , il liceo ,
peratore Lodovico IV o V il Ba- due ginnasi , scuole politeeniche,
varo, principe della casa di Bavie medicina e chirurgia, fondate da
ra; la chiesa de' teatini eretta sul poco tempo ; scuole di veterina
modello della vaticana di Roma ; ria, architettura, statistica, tipogra
quella che apparteneva un tempo fia ed ostetricia ; una società ma
a' gesuiti, e quelle degli agostinia tematico-fisica , altra centrale eco
ni, de' cavalieri gerosolimitani, e di nomica; museo d'antichità, galleria
s. Pietro, meritano pure di essere considerabile di quadri, con colle
menzionate. Gli altri edilìzi pubbli zioni di scultura, disegno ed inci
ci degni d'essere citati, sono il pa sione, fra cui si rimarcano vari og
lazzo del duca Massimiliano, il gran-- getti preziosi in avorio, in mosaico
de ospedale, stabilito fuori delle ed in ismalto. Gli stabilimenti di
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beneficenza sono pure quivi nume- ste una vasta piazza quadrata cir
rosi e liberalmente dotati ; è ad condata di arcate, su cui si dipin
essi ed alla filantropia del celebre sero a fresco diversi soggetti tolti
conte di Rumford, che la Baviera, dalla storia di Baviera. Ad un ter
ed in particolare la sua capitale, zo di leg»**si-iI castello reale di
devono la estinzione della mendici delizie di Nymphenburg, ornato al
tà dal i79o. Si contano molte case, tresì di bei giardini, e famoso pei
ove gratuitamente si distribuiscono le sue eccellenti porcellane. Inoltre
più di 6oo zuppe economiche per il sovrano frequenta gli altri due
giorno. Vi sono diversi ospedali ed vicini castelli di Schleisheim di c-
ospizi per gli ammalati, vecchi, or legantissima costruzione, che vanta
fani, femmine partorienti ; evvi una una magnifica collezione di pitture
casa di correzione, con officine di alemanne, vaghi arazzi ed un ser
lavoro, ed un monte di pietà. Vi raglio; e quello di Furstenried, non
sono pure fabbriche in gran nu meno degli altri piacevole per l'a
mero di molti oggetti che prmci menità de' dintorni. Le strade da
palmente si consumano nella stessa Monaco al piccolo villaggio di Pae
capitale e dmtorni : vi sono ancora sini;, ed il giardino a Osterwalde,
distillerie di acquavite e birrerie sono graziose ed assai frequentate.
rinomate, essendo la birra la be Fiorirono in questa città molti uo
vanda comune. La litografia fu qui mini illustri nelle armi, nelle arti e
inventata da Luigi Sennefelder, che nelle scienze.
portolla a Parigi ove giunse al più Monaco, Monachium e Mona
alto grado di perfezione. Il com chuni, in tedesco Miinchen, fu fon
mercio non vi è molto esteso, do data da Enrico duca di Sassonia
vendo gli abitanti molti vantaggi e Baviera nel 962, sopra un ter
alla presenza della corte e a quella reno de'monaci di Schalfclar, da
de' grandi proprietari de' fondi. Vi cui venne il nome di Miinchen, mo
si tengono due annue fiere di quin naci, che le diedero i tedeschi; ed
dici giorni, per l'Epifania e pei ss. il duca Ottone IV la fece circon
Filippo e Giacomo, ed un mercato dare di mura nel ri'T7, alla qual
settimanale il sabbato. Conta circa epoca la città era divenuta flori
8o,ooo abitanti senza comprender da e potente. All'articolo Costanzo
vi i sobborghi di Au e di Haid - dicemmo come venne affidata In
binisen, e 6ooo militari. Vi sono custodia di Baldassare Cossa, già
circa 7o,ooo cattolici, più di 6o0o Giovanni XXIIf, a Lodovico conte
luterani, più di iooo calvinisti, e- palatino e duca di Baviera, che
lirei, altri, e pochi greci. I dintor lo tenne quasi quattro anni prigio
ni di Monaco sono omenissimi per ne in Monaco, ove il deposto Pa
la varietà de' giardini, case di cam pa compose que' versi che ripor
pagna e luoghi pubblici ove gli a- tammo alla sua biografia : il duca
bitanti concorrono i giorni festivi ebbe in compenso trentamila scudi
specialmente. Al nordest della cit d'oro. Seguendo Monaco i destini
tà stanno i giardini inglesi della della Baviera, e notati a quell'ar
corte, che l'Isar attraversa, e che ticolo, i protestanti svedesi e te
offrono un passeggio delizioso ; pres deschi sotto Gustavo II Adolfo re
so l'ingresso di questi giardini esi- di Svezia, se ne impadronirouo nel
* .

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i632. Nella guerra del i7o4 gli grezza, le salve delle artiglierie, il
austriaci vi entrarono dupo la Imi- suono delle campane e delle bande
taglia di Blenheim ; provò la stessa militari. La nobiltà e i magistrati
sorte nella guerra del i74i P*i' ricevettero il capo della Chiesa al
l'assunzione all'imp»;» '1i Carlo VII palazzo elettorale, dalla cui tribu
elettore e duca di Baviera, onde na corrispondente alla cappella di
gli austriaci presero Monaco nel giu corte il Pupa assistette al canto
gno i743 obbligandolo a capito del Te Detun, ricevendo la bene
lare. Dipoi lo ripresero a'i4 otto dizione del ss. Sagramento . Pio
bre i744, ma in novembre vi rien VI abitò un magnifico appartamen
trò l'imperatore Carlo VII, ove to, e nella seguente mattina dopo
mori nel gennaio i74?, mentre gli aver ascoltato la messa nella cap
austriaci facendo ritorno in Bavie pella elettorale, ricevette un'affet
ra indi in aprile nuovamente si tuosa visita del sovrano, e poi quel
impadronirono di Monaco. Reduce le della elettrice vedova e dell'e
Pio VI da Vienna nel i782, ai lettore di Treveri, ed a tutti re
a5 aprile entrò negli stati elettorali stitui la visita. Ai 28 aprile coi
del palatino Carlo Teodoro duca due elettori Pio VI discese nella
di Baviera, complimentato da due chiesa de'teatini, e vi celebrò la
ciambellani, dal gran ciambellano, messa, e dopo averne ascoltata al
e da un corpo di corazzieri. Ad tra, si recò al sotterraneo ove so
Alt-Oettingen fu ricevuto dall' ar no i depositi de' principi binari, cui
civescovo di Salisburgo e dal prin recitò alcune preci. Indi alle ore
cipe di Birckenfeld nipote del duca; dodici il Papa preceduto dal cro
visitò l'insigne santuario della Beata cifero a cavallo, in nobile carroz
Vergine, e restò a dormirvi. Dopo za con entro i due elettori di Tre
ascoltata la messa in detta chiesa, veri e palatino di Baviera, con de-
Pio VI il 26 si diresse a Monaco, corosissimo accompagnamento si re
trovando presso la chiesa di Hag, cò al palazzo della città, e sotto il
cinque e più leghe distante dalla baldacchino del vasto ed ornato
capitale, il duca Carlo Teodoro, che balcone comparti solennemente al-
abbracciò amorevolmente, ed en l'inuumerabile popolo l'apostolica
trambi visitarono la chiesa, ricevu benedizione da esso tanto bramata.
ti da Giuseppe Welden vescovo di Nel luned'i 29 aprile col treno di
Frisinga per venerare il ss. Sa- corte, Pio VI passò a celebrar la
gramento e l'antica divota imma messa nella chiesa di s. Maria col
gine della Madonna. Asceso il Pu legiata maggiore della città, rice
pa col duca in carrozza, furono vuto dai due elettori; ed ascoltata
commoventi gli attestati di vene quella del suo cappellano segreto,
razione che gli dierono i popoli in sagrestia ammise le dame al
bavaresi, incontrandolo ovunque con bacio del piede. In compagnia dei
processioni, con alla testa il clero medesimi principi, il Pontefice vi
secolare e regolare preceduti dalle sitò altre chiese, e nel seguente
loro insegne. Splendido fu l'ingres giorno fu presente al conferimento
so in Monaco, a fronte della piog della croce di s, Giorgio, correndo
gia che cadeva, alle ore 23, tra le ne la festa, che fece il duca a tre
dimostrazioni della maggior alle- individui, e qual gran maestro del
MON MON 65
l'ordine vestito di tali insegne coi venendo nommato per primo nun
cavalieri del medesimo visitò poi il zio di l'iviera e stati palatini Giu
santo Padre. Il primo di maggio Pio lio Cesare Zolio di Rimini, fatto
VI celebrò la messa nella cappella arcivescovo di Ateni- a'27 giugno
interiore del palazzo elettorale, sor 1785. ì^'i iyv>va punzutura fu for
prendente per la ricchezza e pre mata con parte ùì quelle di Co
ziosi ornamenti, e mirabile per le lonia e di Lucerna ; ma siccome
insigni reliquie che vi si custodisco in Germania eranvi i soli nunzi
no: i due elettori l'ascoltarono. Il di Vienna per l'imperatore, e di
duca donò al Papa un bellissimo Colonia pei tre elettori ecclesiasti-
calice d'oro con patena cesellati dal ci, la nuova nunziatura fu subito
rinomatissimo Germano orefice di potentemente combattuta, massime
Luigi XIV, la cui sola fattura co dagli elettori di Magonza e Colonia,
stò quindicimila lire francesi. Di e dall'arcivescovo di Salisburgo, per
morando Pio VI a Monaco ogni chè esercitavano giurisdizione eccle
giorno dal balcone compartì la be siastica in:' domi l1 l i ba varo- palatini,
nedizione, e per tre volte al po e furono sostenuti dall'imperatore
polo che da tutte parti accorreva Giuseppe lì, pretendendo ricono
per riceverla, ammettendo benigna scere nel nunzio di Monaco un
mente tutti quelli che desideraro semplice inviato e ministro del Pa
no baciargli il piede. Giovedì 2 pa come sovrano. Pio VI difese
maggio, sua Santità, ascoltata la energicamente i pontificii diritti,
messa, partì da Monaco ad ore laonde ebbero luogo diverse con
quattordici in compagnia del duca, testazioni; ma avendo il duca di
avendo luogo le stesse dimostrazio Baviera raddoppiato le sue istanze
ni fatte al suo arrivo: vide da lun perchè gli fosse spedito il nunzio
gi il magnifico castello di Nym- residenziale nella sua capitale, il
phenburg, ed a Schevabliaussen da Pontefice lo contentò. Monsignor
un balcone die la pontificia bene Zolio fu ricevuto in Monaco con
dizione , separandosi teneramente somma distinzione, ed al suo arri
dal duca, e dirigendosi ad Augusta vo seguì un editto del duca nel
fu ossequiato ai confmi bavari co quale notificò ai propri sudditi,
me lo era stato nell'entrarvi . Pio che avendo il Papa Pio VI invia
VI conservò perenne memoria di to presso la sua corte tal prelato
sì religioso sovrano e di Monaco, per dimorarvi in qualità di nunzio
detta allora la piccola Roma di ordinario e di legato apostolico ,
Germania, come osserva il Novaes, gl' invitò indirizzarsi per l'avvenire
per essere forse la più divota e af alla nunziatura di Monaco in tutti
fezionata alla santa Sede. I parti gli affari che per l' innanzi passa
colari della permanenza di Pio VI vano alle nunziature di Vienna,
in Monaco, li descrisse il suo mae Colonia e Lucerna. Quindi mal
stro delle cerimonie Dini, nel suo grado altre gravissime differenze,
Diario a p. jq e seg. ed il conciliabolo di Emi del 1786,
Nel 1783 Pio VI col duca Car la nunziatura di Monaco prosegm
lo Teodoro stabilirono la nunzia e tuttora prostegue con piena au
tura di Baviera, con la residenza torità od esercitare le sue funziom,
in Monaco del nunzio apostolico, terminando poi invece la nunzia-
vol xivi. 5
66 MON
Una di Colonin. Di tuttociò ohe ri titolarsi di Monaco e di Frisinga,
guarda questo argomento se ne trat e per suffraga nee le chiese vesco
ta a Colonia, Macola, Germania, vili di Augusta, Passavia e llntis-
Palatmo, ed Lms. 1 nitt.mto veden hona ; soppresse la diocesi di
do nel "f)6 Mon'ic' l'armata Chiemsea (Fedi) e l'unì a Mona
Mancese sotto gif- ordini di Morenu co. Il vescovo di Chiemsea suf-
avvicinar.-! alle sue mura, decise fraganeo di Salisburgo, il cui arci
l' elettore a trattare separatamente vescovo lo nominava, era principe
colla Francia. Dipoi i francesi sotto dell'impero, e prima del 1 568 in
gli ordini di Decaen vi entrarono terveniva alle diete imperiali con
il giorno 28 giugno 18oo, e Mo- voto. Ne furono ultimi vescovi:
ivau dopo vi stabilì tosto il suo 1772 Ferdinando Cristoforo de Zeil
quarticr generale, indi a' io otto di Salisburgo; 1786 Francesco Sa
bre 18o ri Monaco riaprì le porte verio de Breiner di Gratz ; 1797
alla Francia. Da questo tempo si Sigismondo Cristoforo de Zeil •
no al 1 8 1 3 la Baviera essendo Trauschburg di Monaco. L' erezione
stata alitata di Napoleone, Monaco di Monaco in arcivescovato seguì
si vide sempre rispettata, e dal per la bolla Dei ae Domini
primo gennaio 18o6 eretta in ca Nostri Jesu Christi, emanata da
pitale di florido regno, avendone Pio VII il primo aprile 18 18, nel
eminentemente accresciuti i distin la quale si riporta la soppressione
ti pregi il re che regna Luigi Car di tutte le antiche chiese, abbazie e
lo Augusto, splendido mecenate del monasteri, con la circoscrizione del
le arti e delle scienze. Il vicariato le nuove chiese e diocesi degli stati
apostolico d' Anhalt-Coeten, Anhalt- ha va ri. Indi nel concistoro de' 25
Dessau, Anlialt-Bernburg, ducati di maggio Pio VII dichiarò primi»
Germania, dipende immediatamen arcivescovo di Monaco e Frisinga
te dalla Sede apostolica, ed il nun monsignor Lotario Anselmo de' li
zio apostolico di Raviera n'è incari beri baroni de Gebsattel di Wurz-
cato dell'amministrazione spirituate, bu rg; a questi Gregorio XVI nel
die al presente è monsignor Carlo concistoro de' 12 luglio 184 1 diè
Luigi Morichini romano, fatto da per coadiutore coir futura succes
Gregorio XVI a' 2 1 aprile 184') sione monsignor Carlo de' conti di
arcivescovo di Nisibi hi partibus. Reisach di Roth, che nel 1836 avea
Del vicariato apostolico ne dammo consagrato vescovo di Eichstett. Es
un cenno nel vol. XXIX, p. io3 sendo morto l'arcivescovo Gebsat-
del Dizionario. tel nell' ottobre 1 846, nella metro
La sede arcivescovile di Monaco politana gli furono celebrati solen
fu eretta da Pio VII pel concor ni funerali, ed il successore mon
dato conchiuso nel 1817 col re signor Reisach pontificò la messa
Massimiliano Giuseppe, che ripor assistito dai vescovi di Rntisbona
tammo nel vol. XVI, p. 47 * seg. e di Augusta, e dopo le cinque as
Ivi dicemmo che Pio VII trasferì soluzioni fu tumulato nella cappel
la sede di Frisinga [Fedi) a Mo la sotterranea : alle funebri cerimo
naco ch' eresse in metropolitana, nie furono presenti il nunzio apo
assegnandole per diocesi quella di stolico e il ministro bavarese. Dopo
Frisinga, dovendo l' arcivescovo in- il concistoro degli l 1 dicembre
MON M( N 67
1846, l'odierno arcivescovo, dlvenu dimoni ch'esigono un gran calore;
to tnle il primo di ottobre, fece do vi si raccolgono in abbondanza a-
mandare al regnante Pio IX il sa ranci, limoni, olive ed altre frutta ;
cro pallio, che ottenne. La catte produce ogni sorta di grano, e vi
drale è sacra a Dio sotto l' invo si alleva un numero di bestiami;
cazione della TViita Vergine, bel la pesca e il canottaggio vi sono at
lissimo edifizio con biittisterio ed tivi. Comprendesi nel suo territorio
Insigni reliquie, fra le quali il capo la città di Monaco, i due borghi
di s. Benoone vescovo di Frisinga di Mentone e Roccabruua, e talu
e patrono della Baviera ; non mol ni villaggi, con una complessiva po
to distante vi è il palazzo arcive polazione di più di i i,ooo abitanti.
scovile, ottimo edilizio. Il capitolo Questo principato è dell' antica e
si compone di due dignità, la pri nobilissima famiglia Grimaldi, che
ma è il preposto, la seconda il de dicesi discendere da Grimaldo mae
cano; di dieci canonici comprese le stro del palazzo del re di Francia,
prebende del teologo e del peni che governò quella monarchia sot
tenziere, di sei beneficiati vicari, to il re Chilpcrico III del 74.2. Era
con quelle rendite descritte nel ci egli figlio di Pipino d' Heristal, e
tato concordato: sonovi pure altri fratello di Carlo Martello e di
preti e chierici addetti all'iiffiziatu- Childeberto; il primo antenato dei
ra. La cura delle anime della cat re franchi della seconda stirpe Ca-
tedrale è affidata ad un prete par rolinga, e il secondo della terza Ca-
roco. Vi sono in città altre cinque petinga, come provano i genealogi
chiese parrocchiali col sacro fonte, sti di questa illustre famiglia ; e fu
oltre la collegiata di s. Gaetano. raffermato dallo scritto reale di Lui
Sonovi tre conventi di religiosi, tre gi XIV. Si divise in più rami tra
monasteri di monache, un conser piantati nel Genovesato, Piemonte,
vatorio di fanciulle, confraternite, Lombardia, Napoli, Sicilia, Fiandra,
monte di pietà, essendo il semina Francia e Spagna, ne' quali luoghi
rio arcivescovile in Frisinga. L'ar- possiede molti fèudi e signorie .
cidiocesi è ampla e contenente mol Questi rami hanno dato tutti chia
ti luoghi. Ogni nuovo arcivescovo rissimi personaggi, e cinque cardi
è tassato ne'libri della camera a- nali, annoverandovi alcuni Urbano
postolica in fiorini mille , ascen V Grimaldi o Grimoardi francese,
dendo le rendite della mensa a Papa del i362, ed il suo fratello
ventimila fiorini bavari, corrispon cardinal Anglico. Ugone, Grimaldo
denti a ottomila scudi romani, sen III, Grimaldo IV e Luchino furo
za oneri. no supremi governatori della repub
MONACO. Principato d'Italia blica di Genova. Altro Ugone fu ge
fra la provincia di Nizza negli stati neralissimo di Carlo Magno e si
sardi ed il Mediterraneo, all'estre gnore d'Antibo nella Provenza, per
mità della parte occidentale della duta, ma con qualche cambio, nel se
costa di Genova, che nello spiritua colo XVII. Guido I, Guido II, Gri
le dipende dal vescovo di Nizza. maldo III furono ammiragli e gran
Questa signoria ha cinque leghe maestri degl' imperatori s. Enri
quadrate di superficie, in tempe co lì, Enrico IV, Lotario II e Fe
ratura favorevole a tutte le pro- derico I. Passano, Ottolino, Ranic-
^i>

68 MOi< MON
ri II, Carlo, Ranieri III e Giovan ciato i saraceni, e il primo princi
ni II furono ammiragli e ciam pe fu Grimaldo I figlio di Passano
beilani dei re di Francia, tra'quali signore d' Antibo. Lo stato si tenne
Ranieri III nel i3o4 sconfisse in per lo più sotto la protezione di
mare i fiamminghi, togliendo loro Francia, ma nel secolo XVI passò
8o vascelli, e facendo prigioniere il sotto quella di Spagna, perchè do
conte Guido col fiore de'suoi cava po la vittoria di Carlo V contro i
lieri. Ebbe questi la città di Venza, francesi in Pavia, Agostino Grimal
e fu intitolato signore dell' isole di di zio e tutore di Onorato I prin
Cefalonia, s. Marta, Znute e Leti cipe di Monaco, per assicurare lo
ca che poi perdettero. Griuialdo II stato e per vendicarsi della morte
e Federico furono generalissimi del del principe Luciano suo fratello,
le milizie pontificie; Gabriele e ucciso da Bartolomeo d' Oria si
Francesco di quelle degl' imperato gnore di Dolceacqua, pose il nipo
ri d'oriente e dei re di Napoli. Ser te sotto la protezione cesarea nel
vì ai re di Napoli , comandando i525, con ricevere presidio spa-
in mare, Luchino; ai re di Geru gnuolo da pagarsi da Carlo V, e
salemme Baldoino; e Giovanni ai rimanendo al principe il dominio
duchi di Milano. Un lungo tratto e la sovranità del feudo, oltre al
di paese nella spiaggia di Proven comando dello stesso presidio. Fu
za presso l'antico Sambracitano , osservato l' accordo fino al i6o4.,
ora golfo Grimaldo, fu pure di in cui fu ucciso da' soldati del pre
questa potente casa, per aver dife sidio il principe Ercole I, coll' oc
so quella spiaggia dai saraceni. La cupazione della fortezza a nome del
stessa casa potè più volte armare re Filippo III, il quale l'anno se
molte galere per la repubblica ge guente restitui lo stato al suo si
novese: ventitre ne recò in aiuto gnore, ma volle insieme che il go
di Carlo II re di Napoli, e fino a vernatore fosse spagnnolo. Mal sof
trenta ai re di Francia. Oltre ad frendo tal servitù il principe Ono
altre assai illustri parentele, Guido rato II, sebbene distinto dal re col
e Giovanni ebbero due principesse toson d'oro, trattò occultamente con
di Savoia ; Grimaldo III sposò An Girolamo Grimaldi nunzio di Fran
tonia Pia figlia del duca di Pro cia e poi cardinale, e col marchese
venza ; Guido I una figlia del con di Corbons francese esso pure della
te d' Alencon ; Renato una del san casa Grimaldi, di liberarsi dagli
gue reale de' conti di Chi a rimi on spagnuoli e di ricevere invece - il
te; Grimaldo III, Alessia nipote presidio francese, come riusci I'. ni
d' Alessio imperatore ; Ottolino eb no ifi'n, a queste condizioni: che
be Lodovica di Lorena ; Girolamo il principe ritenesse la sovranità, il
sposò Arrighetta pur di Lorena, e dominio e ogni diritto; che rice
Antonio, Maria di Lorena del ra vesse presidio francese nella fortez
mo Armagnac, dalla quale ebbe za, comandando egli a'soldati, con
Antonietta ereditaria, di cui parle un luogotenente del re a suo pia
remo. cimento ; che per gli stati che per
L'imperatore Ottone I nel seco deva in Napoli, cioè il marchesato di
lo X investì del principato di Mo Campagna e la contea di Canosa
naco questa casa, per averne cac- il re gli darebbe il ducato di Va-
'»," '

MON MON 69
lentinois nel Delfinato col titolo di sostegno due monaci in veste lunga,
duca e pari, e la contea di Carla- cinti a capo scoperto, con capelli
dez nell'Auvergna, colla baronia di e barba lunga, i quali reggono lo
Calvinet, il marchesato di Baulx, scudo colla destra, e colla sinistra
la baronia di Buis e la signoria di tengono alta una spada. Il motto è
s. Remigio nella Provenza, come fu Deo juvante. Clemente XIV nel
eseguito. Nell'anno i7oo il prin i772 al principe di Monaco con
cipe sovrano di Monaco Luigi Gri cesse la dispensa di alcune feste di
maldi, quale ambasciatore di Fran precetto, coll' obbligo però di a-
cia, si portò in Roma da Clemen scoltare la messa. Nel .giorno i4
te XI per l'allare del principe Vai- febbraio i793 la Francia riunì que
ni, nel ritorno a palazzo s' infermò sto principato al suo territorio, e
e mori la notte : in s. Maria in fece parte del dipartimento delle
Trastevere furono celebrati i fune Alpi marittime sino al i8i4 in cui
rali, ed a' 7 gennaio i7oi il cada fu restituita a' suoi principi a' 3o
vere fu trasportato a s. Luigi dei maggio. Per la pace di Parigi del
francesi in lungo di deposito. In 2o novembre i8 i5 fu posto sotto
tale occasione fu stampata in Roma la protezione del re di Sardegna,
nel i7oi la distinta Relazione del il quale perciò vi tiene presidio.
l' infermità, morte e trasporto del Dicesi che la rendita del principe
principe di Monaco ambasciatore sovrano è di centomila lire, ed
del re cristianissimo in Roma, con ora lo è Florestano I, successo nel
la descrizione dell' apparato lugubre i84i al fratello Onorio V, che ri
fatto nella chiesa di s. Luigi, e con siede sei mesi a Monaco e sei me
la narrazione della cavalcata che si a Parigi, e tiene in Roma pei
segur il cadavere, con I' esequie ed dominii pontificii un console, I' o-
altro notabile. Mancando ne' ma- dierno essendo il cav. Gio. Battista
schi il principato di Monaco, passò d' Augero, che accompagnò i suoi
per via di donne nella famiglia di principi quando recaronsi ad osse
Mantignon de' conti di Torigni, con quiare i Papi Gregorio XVI e
obbligo di prendere il cognome e Pio IX.
le armi Grimaldi, ciò avvenne nel La capitale del principato è Mo
i7i5 a'2o ottobre, per cessione del naco, Monoeci arx, Monoecum, o
principe Antonio nella suddetta An Herculis Monoeci portus, città 'di
tonietta Grimaldi principessa ere stante 1 leghe e mezza da Nizza ,
ditaria di Monaco, sposata al fran 33 da Torino, e i 55 da Parigi,
cese Giacomo Goyon di Mantignon situata sulla piattaforma d'una roc
conte di Torigni, che nel i 7 3 i per ca scoscesa che si avanza nel Me
morte del suocero divenne princi diterraneo. £ cinta di mura , dife
pe di Monaco, mentre sino dal sa da un castello fortificato, con
i7i5 era divenuto duca di Valen- antiche abitazioni. Il porto è sicu
tinois. L' arma è tutta posta a qua ro, ma non può ricevervi che ba
drangoli d' argento e di rosso po stimenti di mediocre dimensione :
sti in palo. L' elmo è incoronato le fortificazioni marittime e terre
«l' oro, ed ha per cimiero un gi stri le danno un'imponente atti
glio in mezzo ad una palma e ad tudine. Il palazzo del principe è
un ramo «l' olivo. Gli servono per molto elegante, e serve d'ornamen
7o MON MON
lo alla bella piazza d'arme, alla di Genova , da questa repubblica
quale mettono capo le vie princi acquistò nel i 5\i Mentone per co
pali. Nei portici, onde l'atrio vien stituirlo in appannaggio a' suoi ti
cinto, si ammirano affreschi stimati. gli. Nel i82i vi ebbe luogo un mo
Siino vi altresì ameni giardini, ed vimento costituzionale , in sequela
un sotterraneo capace di riparare de' torbidi del Piemonte , ma peri
gli abitanti in caso di bombarda sul nascere. Roccabruna è un bor
mento? Monaco avea un tempio di go posto in altura sulla nuda roc
Ercole, soprannominato RIonoecus, cia, tra Monaco e Mentone.
forse perchè vi era egli solo ono MONALDl Benedetto, Cardi
rato, e sorgeva' in vetta al promon nale. Fedi Bal deschi Benedetto,
torio, accennato da Virgilio e de Cardinale.
scritto da Lucano. Alcuni attribui MON ANO (s.), martire. Fu edu
scono la fondazione della città ad cato da s. Adriano vescovo di s.
Ercole , quando andò in Ispagna Andrea in lscozia, il quale lo or
per combattere Gerione. L'Ortiz lo dinò prete, e si valse con molto
chiama luogo inespugnabile, p. \l vantaggio dell'opera di lui pel hene
della Descrizione del viaggio di A- della sua chiesa. Lo mandò in se
driano VI dalla Spagna a Roma, guito a predicare il vangelo nell'i
nel i52i. Quel Papa dopo aver sola di May, da cui Monano riu
pernottato nel porto di Villafranca scì sbandire la superstizione ed i
di Nizza, col numeroso suo accom disordini che ne conseguitano. l'o
pagnamento, navigò pel porto d'Isa sci, 1. Ir: ebbe fermato in quest'isola
a Monaco, salutato dalle formida la pietà, passò nella provincia di
bili artigliere del principe e con File, ove fu trucidato da una tor
allii segni d'allegrezza. Il principe ma di barbari nell'anno 874 , con
si recò a baciare i piedi ad Adria seimila altri cristiani. Le sue reli
no VI, supplicandolo d' onorare il quie, celebri per molti miracoli, e-
luogo e la sua casa ; ma il Papa rano una volta tenute in grande
non si accostò nemmeno al porto, venerazione a Innerny, luogo del
in un angolo del quale eravi il ce suo martirio. E onorato il primo
lebre Andrea Doria con quattro ga giorno di marzo.
lere, ed approdando la vigilia del MONARCHIA DI SICILIA, redi
l'Assunta a s. Stefano vi celebrò la Sicilia.
messa. Mentone dopo la città è il MONARCHICI o MONARCHIA-
luogo più popolato : questo grosso NI. Eretici del secolo II, così chia
borgo è situato in riva al mare , mati dal greco monos, perchè rico
guarnito da un forte e da qualche noscevano una sola persona nella
torre per allontanarne i barbare ss. Trinità, dicendo che il Padre
schi. Bella è la strada detta del prin era stato crocefisso: cominciarono
cipe, praticata nel sasso vivo verso nel i96, e derivarono dai seguaci
il i722 dal principe Antonio, che di Praxea, contro cui scrisse Ter
guida da Meutone a Monaco , ed tulliano. ln Inghilterra sotto Croni-
ha sul lido a mezza lega la estiva wel appellarousi uomini della quin
principesca villeggiatura. Il princi ta monarchia una setta di fanatici
pe Carlo I detto il grande, gover che credevano che Gesù Cristo do
natore di Provenza ed umiuiraglio vesse discendere sulla teria per fon
JION MON 7i
darvi un nuovo regno, con (al per persone religiose, anche non rego
suasione ideando rovesciar il gover lari e monastiche, usando un senso
no , e stabilire un' anarchia asso più ampio e più esteso, cioè di qua
luta. lunque convento o luogo claustra
MONASTERlANi. Eretici Ana le. I monasteri nell'oriente furono
battisti ( Fedì), cosi chiamati da un seminario di santi, ove fioriro
Monasterium, Munster, quando s'im no le più belle virtù; copioso ne fu
padronirono della città, il cui capo il numero, cosi di quelli delle mo
Giovanni Bocheli sartore prese il nache. Nell' occidente i monasteri
nome di re della giustizia d'Israele. d'ambo i sessi ben presto si mol
MONASTERO, MONASTERIO, tiplicarono, e dopo le tante irruzio
MONISTERO, Monasterium, Coe- ni de' barbari, i monasteri contri
nobìum. Abitazione di Monaci o buirono più che ogni altro mezzo
Monache (Fedi), casa dove i reli alla conservazione della religione e
giosi o religiose vivono in comune delle lettere. Appena stabiliti i mo
ed osservano la stessa regola : il nasteri si conobbe ch'era utile far
monastero si dice anche Convento vi allevare i fanciulli per istruirli
(Fedi), ma modernamente è più, per tempo nella pietà e nelle vir
usato pei luoghi e case de' frati. Fu tù : i monasteri colle loro scuole
detta Cenobio (Fedi) l'abitazione furono anche benemeriti della pub
de' monaci con voce greca, che se blica istruzione. I monasteri venen
condo il Macri significa vita comu do ordinariamente rispettati dai bar
ne o radunanza di persone, onde bari invasori, furono i soli asili del
poi i maroniti chiamarono con vo le arti e delle scienze, e speranze
ce corrotta Kanmibin il monastero de' popoli sotto il governo feudale.
ove risiede il loro patriarca nel Quindi essendo il clero secolare spo
Monte Libnno. Cenobita fu quindi gliato e annichilato, gli avanzi dei
chiamato l'abitatore del monastero, beni ecclesiastici caddero natural
e cenobiarca il superiore o abbate. mente nelle mani de' monaci , che
Laura (Fedi), fu altro antico no in un tempo erano quasi divenuti
me del monastero ; anche Chiostro i soli pastori, succedendo ne mini
(Fedi) si dice per monastero d'am steri di quello : gli usurpatori dei
bo i sessi, onde i monaci e le mo beni della Chiesa, presi da rimorso,
liiche appellaronsi claustrali. Cella li donarono ai monasteri , quali li
(Fedi), prepositura, obbedienza, mo- aumentarono con prudente econo
nasteriolo si disse quel monastero mia ; quindi i loro stabilimenti
che dipendeva da altro maggiore ; contribuirono a popolare le campa
celliota il monaco abitatore della gne per l'avanti deserte, e dierono
cella, cellerario il camerlengo. Gran- origine a città e sedi vescovili , rad
gia (Fedi) chiamossi il podere ap dolcendo i costumi selvaggi degli
partenente al monastero, ovvero l'a abitanti. Ove furono distrutti i mo
bitazione soggetta a qualche Abba nasteri, infelici ne furono le con
zia (Fedi). Lodando Filone ebreo seguenze; l'Inghilterra, la Germania
le abitazioni de'primitivi cristiani, le ed altre regioni ne sono esempio
chiamò monasteri. Avverte il Ga- indubitabile, per quanto narrammo
rumpi nelle sue Memorie, che mo ai loro luoghi. Agli articoli Monaca.
nastero si dice qualsiasi ritiro di e Monaco molto si è detto di ciò che
72 MON MON
riguarda i monasteri, e divennero ce- disse di que' Papi che conservaro
lebratissimi quelli di Monte Cassino, no le abbazie assunti al pontifica
Subiaco, Fulda, Chiaravalle, Fossa- to, mentre qui noteremo che nel
nuova, Cava, Cistello, Clugny, Val- maggio 1847 il regnante Pio IX
lombrosa , Avellana , Nonautola , ritenne a sè l' illustre abbazia di
Grottaferrata, di s. Gallo, di s. Gre Subiaco (Fedi). Papi , imperatori ,
gorio di Roma, di Monte Vergine, re , principi , principesse ed altri
Monte Oliveto, ed altri di cui par fabbricarono monasteri, e li arric
liamo ai rispettivi articoli. Parlan chirono di rendite, ricolmarono di
do de' monaci dicemo de' mona privilegi e prerogative; diversi Pon
steri di greci, armeni e altri orien tefici cambiarono la casa paterna
tali di Roma : il Terzi, Striu sa in monastero, come s. Gregorio I,
cra, riporta le notizie di quelli d'E s. Bonifacio IV , s. Gregorio II , e
tiopia, Sichem, Gerico e Cipro. s. Paolo I. A Conclave si dice di
In Roma ne fiorirono moltissimi, quelli tenuti in conventi o mona
e grande è la copia de' superstiti ; steri ; in questi furono tra gli altri
presso le basiliche patriarcali La- eletti Gelasio II, Calisto II, Ono
tcranense , Vaticana , Liberiana ed rio II; Eugenio III fu consagrato
Ostiense vi ebbero que' monasteri in quello di Farfa, ove fu corona
rammentati parlandosi di esse. De to Alessandro III. Abitarono tal
scrivendo le antiche funzioni de' Pa volta i Papi ne' monasteri , cos'i s.
pi, dicemmo dell'intervento ad esse, Gregorio I in quello de' ss. Andrea
massime pontificali , processioni e e Gregorio di Roma; Innocenzo II
stazioni, dei venti abbati delle ven in quello di Clugny; Eugenio III iu
ti abbazie privilegiate di Roma: de quello di Cistello ; Innocenzo IV in
gli abbati che tuttora vi hanno po quello di s. Giusto di Lione: innu
sto se ne parla a Carpeile Pon merabili poi sono i visitati da loro,
tificie. Tra gli antichi Pontefici ri o che vi fecero temporaneo soggior
formatori de' monasteri di Roma , no, particolarmente in Roma. Ge
nomineremo Leone VII e Silve lasio lì mori nel monastero di Clu
stro II. Agli articoli Chiese di Ro gny, ed Onorio II in quello de' ss.
ma, ed in quelli delle congregazio Andrea e Gregorio. Molti Papi vol
ni monastiche sono descritti i prin lero essere sepolti presso i mona
cipali monasteri d'ambo i sessi di steri, come Adriano IH, Vittore III,
Roma e di altrove. Dei Papi usciti Clemente VI, Innocenzo VI ed Ur
dai diversi monasteri sono a veder bano V. Terminarono i loro gior
si le loro biografie, ove si discuto ni confinati o ritirati ne' monaste
no le opinioni di quelli contrastati ri, i Pontefici Leone V, Cristoforo,
da diversi monasteri. I soli Ponte Giovanni XIX e Renedetto IX. Di
fici benedettini sono più di tren versi antipapi abbati e monaci ven
tasei, non compresi i monaci orien nero rilegati ne' monasteri ; altret
tali divenuti supremi gerarchi, co tanto subirono i sovrani e le so
me diciamo a Monaco, ove notam vrane deposte, ed altri. Di tutto se
mo quelli che senza essere fregiati ne tratta agli analoghi luoghi. A
della dignità cardinalizia deposero Dittici parlammo di quelli de' mo
la cocolla monastica per indossare nasteri, e de' loro necrologi ov'era-
il manto pontificale. Ad Arrate si 11o notati i benefattori onde sulli a-
MON MON 73
garli negli anniversari, pe' quali es istesso codice si poneva il martiro
si aveano lasciate beneficenze ed logio , la regola e il necrologio :
anco pietanze, come indicammo nel questo leggevasi a prima dopo il
vol. XXVIII, p. 28 del Dizionario. martirologio , e dai monaci dopo
I defunti registrati ne' dittici dei la lezione anche della regola ,
monasteri acquistavano la fratellan col salmo De profundis e compe
za o società co' monaci, partecipan tente orazione. Fedi Martirologio.
do alle loro orazioni. Nota il Do Seguita la morte d'un abbate, d'un
nati, De' dittici p. 73, che la fra monaco insigne, si partecipava con
tellanza o figliuolanza co' monaci enciclica ai monasteri e chiese di fra
era particolare o generale : la pri tellanza pei suffragi e pel registro
ma fu quella quando uno da per ne' dittici.
sè solo domandava d'essere ascritto Il monastero è una casa fabbri
nel catalogo o matricola di qual cata per dimora de' monaci e delle
che regolaie congregazione, e ciò si monache; anticamente erano quasi
otteneva colle suppliche, co' servigi come piccole città, nelle quali i reli
prestati, e colle offerte ; gli ascritti giosi trovavano tutti i mestieri , e
chiamavansi fratres conscripti, fra- ogni altra cosa necessaria alla vita :
tres ad succurrendum, della qual de tali erano le famose abbazie di s.
nominazione è a vedersi quanto ri Gallo, di Fulda, di Clugny, di Ci-
portammo nel vol. XXXVII, p. 62 stello, di Chiaravalle, della Trapp.2
del Dizionario , dicendo di quelli ed altre. Dell'origine de' monasteri
che vicini a morire, benchè sovra si parlò a Monaca ed a Monaco :
ni, si facevano portare in qualche dice il Butler che il primo mona
monastero, e ne assumevano l'abi stero nell'oriente Io fondò verso il
to. La seconda maniera delle fi 3o5 s. Antonio abbate patriarca dei
gliolanze de' monasteri era quan cenobiti, presso l'alto Egitto, vicino
do si domandava per più persone. ad Afrodite nell'Egitto di mezzo, o
Queste fratellanze o figliuolanze col nella Tebaide, e chiamato Phaium.
la partecipazione delle opere buone In occidente, secondo il Baronio al
de' monaci e religiosi sono tutta l'anno 328, il primo monastero fu
via in costume presso gli ordini re fondato in Roma, ma il Muratori
golari, a norma de' privilegi con nella dissert. 65, dell'erezione dei
ceduti dai Papi: ne parlammo al monasteri e dell'istituto de' mona
trove, come nel vol. XXXIV , p. ci, dice in Milano. Quindi fu co
379 del Dizionarioj e di esse ne stume de' fondatori di monasteri
ha scritto in proposito il p. Gian- di sacre vergini di mettere in essi
grisostomo Filippini teatino. Ne' dit le proprie sorelle per prima dire
tici la morte degli abbati era no zione de' medesimi ; così si legge
tata colle parole : Depositio domini di s. Antonio e di s. Pacomio nel
N. abbatis : quella de' monaci col l'oriente, di s. Agostino nell'Africa,
solo obiit. In questi dittici necrolo e di s. Benedetto patriarca de' mo
gi, detti obituari o mortirologi, si naci d'occidente in questo. Il Mu
registravano altresì i nomi degli al ratori scrisse la dissert. 66 : dei
tri del clero, de' vescovi, de' prin monasteri delle monache, che dal
cipi e de' santi. A maggior como l'oriente si propagarono in occiden
do del lettore, per lo più in un te- Nel 45 1 per ordine dell'impe.
r4 MON MON
iiitore Marciano, il concilio gene vi restarono in più luoghi : tra i
rale di Calcedonia decretò i mo maroniti non bastò il sinodo, nè le
naci soggetti ai vescovi, col permes proibizioni de' Pontefici, ma molto
so de' quali e del proprietario del ottenne Pio VII. Il Brunacci nel
la terra dovessero erigere i mona liag'onatnento del titolo delle ca-
steri e le chiese, ristabilendo cos\ nonichesse di s. Pietro, p. a 3 e seg.
il gius comune de' vescovi rispetto riporta vari esempi di consimili mo
u' monaci, i quali se a' erano al nasteri in Italia. Di tale istituto era
quanto sottratti, laonde i vescovi l'ordine de' canonici di s. Marco di
presero la cura de' monasteri tanto Mantova approvato da Onorio III,
per lo spirituale che pel temporale. di cui parla il p. Bonanni , Cata
Allora i monasteri si mantenevano logo a. i6j e perciò il monastero
eol lavoro delle mani de' monaci, di s. Maria delle vergini di Vene
e colle limosim: che i vescovi fa- zia, che al detto ordme appartene
revano loro distribuire, non essen va, constava di due conventi, uno
do ancora impiegati nelle funzioni cioè delle monache, e l'altro del
ecclesiastiche, onde non ne consegui priore e de' frati. Bonifacio ViII
vano le rendite. Applicandosi molto per eliminarne gli scaudali, levò i
alle orazioni, i fedeli furono larghi di religiosi, lasciando il monastero alla
soccorsi, con che edificarono chiese sole monache. Solevansi per altro
ed oratorii, che il popolo frequentò usare in tali monasteri doppi molte
si preferenza delle proprie parroc cautele: nel proposito o sia prima
chie, e raddoppiò le limosine. A- regola degli umiliati, ve n'è un ca
vendo alcuni abbati eretto nelle chie po intero, come osserva il Garam-
se de' monasteri il battisterio, i ve pi, Memorie p. 399. De' monasteri
scovi lo proibirono, come di ammi doppii se ne parlò pure a Mo
nistrare i sagramenti , fuori che a naca.
quelli del monastero. Il concilio di I monasteri nelle loro origini e-
Agde nel 5o6, rinnovando i cano rano sottomessi alle podestà tempo
ni calcedonesi, statuì ancora che i rali e spirituali ; ben presto i l'a
monasteri una volta consecrati per pi, i principi ed i vescovi accorda
autorità del vescovo restassero tali rono privilegi d'esenzione: vi furo
in perpetuo; che i loro fondi si con no de' vescovi che rinunciarono spon
servassero, e non più permesso di taneamente al diritto che aveano
farne abitazioni secolari ; che i mo sopra di essi, e li emanciparono per
nasteri delle donzelle fossero lonta così dire, sottomettendoli immedia
ni da quelli degli uomini per evi tamente alla santa Sede o al toro
tare inconvenienti. Perniciosa si ri- arcivescovo, o a quel vescovo che
conobbe la consuetudine de' mona essi avessero scelto. Presso i greci
steri doppi , cioè de' monasteri di era legge generale, che i monaste
monaci e monache, costruiti gli uni ri imperiali non fossero sottomessi
vicino agli altri, facile occasione di ad alcun arcivescovo o vescovo. Il
far deviare dal retto sentiero, ben Muratori dell'immunità ed esenzio
chè in diversa e separata Clausu ne de' monasteri di monaci ed al
ra (Fedi). Ad onta delle provvi tri ordini religiosi, e della libertà per
denze de' Papi e de' canoni de' con la quale sciolti e sottrati dall'ob
cila, in oriente i monasteri doppi bedienza de'vescovi alla sola Sede a
MON MON 7S
postolica sono soggetti, ne tratto nel non piccol numero ne coniarono i
le Dissert. sopra le antichità ito/., secoli barbarici. Quindi i fondatori
pioè nella 64, del vario stato delle de'monasteri, acciocchè rimediasse
diocesi episcopali, e 69, de' censi ro a siffatto disordine per l'avve
della romana Chiesaj nella disser nire, procurarono sino dal princi
tazione seguente poi discorre delle pio a' monasteri il privilegio d'im
immunità, privilegi ed aggravi del munità, o gli abbati poi in pro
clero e delle chiese dopo la venu gresso di tempo s' ingegnarono di
ta de' barbari in Italia. Ivi osser scuotere il giogo de' vescovi, e af
va che i monaci fino sotto il pon finchè con sicurezza maggiore go
tificato di s. Gregorio I goderono dessero della libertà ottenuta si
di molti privilegi e immunità ; qua assoggettavano alla chiesa romana.
si tutti però, non altrimenti che il Tale e tanta fu sempre l' autorità
clero secolare, furono sottoposti al e dignità della Sede apostolica, che
vescovo del luogo in cui aveano tutti ne apprezzarono e venerarono
monasteri , a norma de' canoni e il patrocinio e protezione, pochi dis
della regola della gerarchia eccle pre2zandola. Ma anche gli stessi re
siastica, e dal governo di lui dipen- e imperatoii provvidero i monaste
derono nello spirituale. Dopo il Bi- ri pe' quali avevano parzialità mag
gnunio, Pietro de Marca ed al 1 l i giore, di privilegi e di libertà, op
che scrissero su questo argomento, pure la conferivano ad essi con
copiosamente più di tutti ne ragio eccesso d'autorità, e volevano che
nò l'eruditissimo Tomassini, Vetus dalla sovrana protezione loro sola
et nova eccl. disciplina. Ma in qual mente dipendessero. Come i mo
tempo cominciassero i monaci ad nasteri acquistarono l'esenzione, il
esentarsi dalla superiorità de'vesco- Muratori ne produce diversi esem
vi, e se ne'secoli antichissimi fosse pi. E da avvertirsi, che i domesti
ad alcuni monasteri conceduta una ci abitanti ne' luoghi subalterni
piena immunità col mezzo de'privi- dentro o fuori de'monasteri esenti,
legi de' vescovi, o de'concilii, o dei non partecipavano alla loro esen
metropolitani, o de' Papi è difficile zione, ed erano sottoposti ai curati
lo stabilirlo. È però certo che fi ordinari, perchè l'esenzione de'mo
no dai tempi dell'antichità più ri- nasteri non comprende dappertutto
mota i monaci impetrarono tale se non che i secolari che dimora
libertà, anco per le querele che no intra septa monasterii, cioè nel-
aveano contro di essi. La cagione l'interno degli stessi luoghi regola*
di chiederla e procacciarsela, dice ri, e che fanno parte della fami
il Muratori, fu quella soprattutto glia, e sono sotto l'obbedienza dei
perchè alcuni vescovi dominanti nel religiosi.
clero , sollecitati dall'ambizione o Il Papa s. Ormisda del 5i4, sot
dalla cupidigia del guadagno, reca to del quale s. Benedetto patriar
vano delle inquietudini a' monaci ca de'monaci d'occidente stabilì il
attenti al servigio di Dio, e alla suo ordine, accordò a s. Cesario
vita penitente, e danneggiavano nel d'Arles un privilegio di esenzione
patrimonio i monasteri; poichè ogni per un monastero di monache, che
secolo ebbe de 'prelati eccellenti, avea fondato nella sua città vesco
tu.: anche de'cattivi, e di questi vile. Narra il Rinaldi all'anno 593,
7G MON AI O X
iium. 85 e 86, che s. Gregorio I lasciarne l'intiero governo agli ab
ad istanza del re di Francia con bati. Il Papa Adeodato II del 671
cesse un privilegio al monastero di concesse l'immunità della giurisdi
s. Med:irdo di Soissons, facendolo zione episcopale al monastero di s.
ci po de'monasteri di tutta la Fran Martino, di consenso del prelato
cia, ed esente da qualunque giu della chiesa di Tours, e degli altri
risdizione, minacciando pure ai tras vescovi di Francia; rileva il Rinaldi,
gressori del suo decretato, così: Se apparire da tale disposizione, aver
alcuno, re, superiore, giudice o al a quel tempo i Papi lasciato di
tra persona secolare, violerà o dis- concedere siffatte esenzioni ai mo
pregierà i decreti nostri, ovvero nasteri, forse pregiudizievoli all'os
inqnieterà o turberà i religiosi, o servanza religiosa; poscia le esen
in altra guisa contravverrà, sia pri zioni non piacquero a s. Bernardo,
vato del suo onore e di qualun nè furono grate a s. Francesco,
que sua dignità. Queste minacce bensi a fr. Elia. Di diverse esen
In solito usare s. Gregorio I ai pri zioni concesse dagli imperatori ai
vilegi che concedeva ai monasteri monasteri, della piena immunità
e spedali, essendo egli molto por conceduta ad essi dalle bolle dei
tato pei monaci, laonde scrisse ad Papi, sottoponendoli unicamente al
uno de'suoi suflraganei in loro fa la Sede apastolica, laonde furono
vore, affmchè permettesse che ce privilegiati quasi tutti i monasteri
lebrassero la messa nel loro mona- non solo dello stato ecclesiastico,
stero, e da questo principalmente ma dell'orbe cattolico, ne tratta e-
sono venute le messe private, le ruditamente il ch. can. Stracchi,
quali furono di molto vantaggio ai tSerie de'vescovi di Faenza p. 1o8
monaci, come riferisce il Costa, e seg. E per non dire altro delle
Delle rendite eccl. p. 63. Nel 5o,8 esenzioni de'monasteri, faremo men
s. Gregorio I accordò privilegi al zione di quella data da s. Leone
monastero di Classe di Ravenna, IX a quello di s. Croce d'Alsazia,
e perchè i monaci erano oppressi donde sembra che abbia avuto o-
dai vescovi di quella chiesa, gli e- rigine la Rota d'oro (Vedi).
sentò in molte cose dalla giurisdi Molti canoni fecero i concilii sui
zione loro, e per lo stesso motivo monasteri, come molte furono le
altri Papi concessero esenzioni ad provvidenze emanate dai Pontefici
altri monasteri, come riflette il Ri su di essi. Il concilio d'Epaona nel
naldi. Questi inoltre aggiunge, che 5 1 7 vietò l'ingresso ai monasteri
dal concedere s. Gregorio I facol di donzelle, se non a persone di
tà per fondar monasteri, dimostra età avanzata e di sperimentati co
ciò non appartenere agli altri ve stumi, e queste per necessità indi
scovi, ma solo al supremo gerarca. spensabili. Quello d'Arles del 554
Nel concilio romano del 6oi, sot dichiarò soggetti al vescovo dioce
toscritto da ventuno vescovi , s. sano i monasteri d' uomini e di
Gregorio I fece una costituzione in donne. Quello di Tours del 566
favore di tutti i monaci, in virtù proibì alle donne entrare ne' mo
della quale egli vietò in generale nasteri di uomini. Il concilio di
oi vescovi di fare alcun regolamen Siviglia del 619 dispose che i mo
to ne' monasteri, ordinando loro di nasteri di donne fossero governati
MON MON 77
da monaci, a condizione che le loro Bened., num. 199, e par. I, saec-
abitazioni fossero lontane; che il V, nun,. 36. lu Analec. pag. 167.
solo abbate o il superiore potesse Pietro Magagnotti scrisse : De an
avvicinarsi al vestibolo per parlar tiquo ritti offèrendi Deo pueros
colla superiora, e in presenza di adhuc impubrret in monasteri)*
due suore, tua rare fossero le vi praesertim sub rrgitla s. Benedi-
site e brevi le conversazioni; al ctij ch'è la 47 della Raccolta di
trettanto avea nel 397 ordinato il Zaccaria , De disciplina populi
concilio di Cartagine. Quello di Dei t. Il, p. 32 1. Nel l -.' l -.-. fu
Vernon del 755 decretò che il ordinato murare le piccole porte ai
vescovo o il metropolitano o il monasteri, dal concilio di Parigi :
concilio riformassero i monasteri, quello di Montpellier del 12 t'i
scomunicando gli abbati e abra volle che i priorati che non pote
desse disobbedienti , e loro sosti vano mantener tredici religiosi fos
tuendone altri. Nel 787 il concilio sero riuniti ad nitri. Il concilio
Niceno vietò le simonie pei mona generale Lateranense IV del 121 5
steri e per le ordinazioni, e the le statui, che ogni tre anni gli abba
doti, e quanto porteranno i reli ti e priori tenessero capitolo, per
giosi resteranno ai monasteri. Il trattarvi della riforma e osservan
concilio di Parigi dell 829 vietò za regolare, dovendosi osservare il
l' ingresso ne' monasteri delle mo prescritto, il tutto senza pregiudi
nache ai canonici e monaci senza zio de'diritti dei vescovi diocesani :
licenza del vescovo; al parlatorio che nel capitolo si deputassero per
dovessero parlare in presenza d'al sone idonee per visitare a nome
tri ; predicando lo facessero in pub del Papa tutti i monasteri della
blico; celebrando messa entrassero provincia, anche quelli delle reli
coi ministri, e subito ne sortisse giose, e di correggervi e riformare
ro; confessando lo facessero in chie l'occorrente, anco deponendo il su
sa alla presenza d'altri. Il concilio periore, previo avviso ni vescovo;
d'Arles del 91 3 incaricò i vescovi (lu vendo procurare i vescovi rifor
di aver cura che ne'monasteri dei mar i monasteri dipendenti , onde
canonici , monaci o religiose non i visitatori non trovino cosa cor
si ricevessero persone oltre le ren reggervi. Inoltre proibi agli abbati il
dite; e in quelli delle donzelle gli governo di più monasteri, ed ai mo
uomini pei servigi fossero di età naci posto in più case, perchè tali
avanzata e di buoni costumi. Ce posti erano divenuti come tanti be
lestino III del 1191 ordinò col cap. nefizi. Benedetto XII nel i33)
Cum simus, i4 de regularibus, obbligò gli abbati a restituirsi ni
che i fanciulli offerti dai parenti loro monasteri, ed Innocenzo \ I
in monasteri, giunti all'età adulta, nel i35a annullò le commende
potessero a loro piacere uscirne, ciò delle chiese e monasteri. Fedi Com-
che poi confermò il concilio di menda e Benefizio. Il concilio di
Trento, essendo in uso prima che Colonia del i536 ordinò che niu-
nè i padri potevano ritirare la (la na religiosa potesse essere prepo
ta promessa, nè i fanciulli lasciar sta al governo di due monasteri,
i monasteri. Di ciò trattò il p. Ma- e quelle che ne aveano due o pm
billon, Praejat. par. 2, sacc. IV dovessero rassegnarli. Il concilio di
78 HOS AI ON
Trento ordinò ai vescovi la visita vennero vescovati ; delle abbazie in
de' monasteri esenti e non esenti, partibus iiifidelium j delle notizie
con questa differenza, cli'essi devono sulla provvista delle abbazie e mo
far la visita de' monasteri esenti au- nasteri nullius dioecesis, di tre sorte,
tontate apostolica, e quella de'mo- cioè abbazie nullius concistoriali ,
imsteri non esenti autoritate pro abbazie concistoriali t ed abbazie
pria . Il Papa più ancora de' su titolari semplici ; chi spetta nominar
periori de'regolari lia diritto di pre vi; delle loro tasse, della professione
scrivere riforme negli ordini e mo di fede dei nominati , e che tal
nasteri rilassati: è vietato anclie volta alcun abbate ebbe un titolo
dai coiicilii di collocare in un mo vescovile in partibus. Nel concor
nastero più religiosi di quello che dato fido nel 18o1 In: Pio VII
le rendite o le limosine orJinnrie e la Francia, i monasteri e le ab
comportino. Delle provvidenze prese bazie non furono soppresse, conce
dai Papi sulla Clausura de'monaste- dendosi il diritto di nomina a tali
ri, ne parlammo n quell'articolo. Cle chiese abbazia li ; ma siccome nella
menti.: XI con circolare del if i9 bolla della circoscrizione delle dio
ordinò a tutti i vescovi di non per cesi in Francia, fatta da Pio VII
mettere agli istrioni e giuocolieri Del 1822, non furono nominate,
di giuocar vicino ai monasteri. sembra certo che fossero state sop
Nel vol. XV, p. 222 del Dizio presse da Napoleone, disponendo dei
nario parlammo delle abbazie e beni e de' locali loro appartenenti;
monasteri nullius dioecesis, conside altre però erano state canonicamen
rate altrettante diocesi, che si pro te soppresse in tempo anteriore. Ri
pongono in concistoro, perciò chia porteremo l' elenco di detti mona
mate abbazie o monasteri concisto steri, indicandone le diocesi in cui
riali, e di ciò che per essi viene furono fon. lati, incominciando da
praticato, ed elezioni degli abbati : quelli ch'esistevano in Francia, con
a p. 224 riportammo la formola di le ultime provvisioni di essi per
provvisione o preconizzazione. No nomine regie, diverse delle quali fa-
teremo che tali abbazie o mona coltizzate da indulto apostolico : av
steri non sempre si spedivano per vertendosi che gli anni significano
concistoro, ma per sollecitudine vi le date in cui l' ultima volta fu
supplì la dateria apostolica: anti provveduto il monastero. Di molti
camente quelli della sola Francia ne trattiamo a'Ioro luoghi, e per
ascendevano ad ottocento. Nel vol. quelli di Francia si può vedere la
XX, p. 78, 79, 81, 83 e 84 di Gallia Christiana. Questi mona
cemmo che ne' luoghi ove furono steri furono talora couferiti ni ve
eretti monasteri insigni, la giuris scovi di chiese, ed anco ai vescovi
dizione vescovile della diocesi re m partibus, a' sacerdoti secolari, ai
stò diminuita ; che ancora ve ne monaci dello stesso ordine o mo
restano, e come; con prerogative di nastero, per nomine regie, ovvero
diocesi e giurisdizione episcopale, e eletti dal capitolo del medesimo.
quali ; de' parrochi nominati dai Furonvi anco deputati coadiutori
superiori de' monasteri olle chiese con futura successione; e siccome
dipendenti ; de' monasteri e abba i monasteri nullius dioecesis furono
zie secolarizzati , molli de' quali di- e sono considerati come altrettante
1I OS HO» 79
diocesi, è indispensabile riportarne i bened. d'Evrenx, nel 1693. Beata
nomi in un a que' monasteri pure di Vergine de' cister. d' Eduen, nel
provvisione concistoriale, il perrliè 1694- S. Maurizio de'bened. di
ne' concistori in cui si preconizzano Bazas, nel 1694. Beata Vergine
I,a luogo Ja proposizione in istampa. de'bened. d' Angoulème, nel 177o.
Beata Vergine de Alueto dei S. Pietro de' bened. di Besancon,
cistcrciensi di Bayenx, nel fjZ5. nel 1 7 1 4- Beata Vergine de' cister.
S. /tibmo de' benedettini di san di Rbodez, nel 17o4. S. Pietro dei
Mauro d'Angers, nel 1 744- $• bened di Langies, nel 17o6. Bella
Giovanni de'bened. di Saintes, nel Falle de' premtstratensi di Reims
1731. De Agitano de' benedettini nel 1724. S. F'iiioco de'bened. di
di Montpellier, nel ii36o. D'Am- Ypres, nel 171o. S. Stefano dei
hrany, de'bened. di s. Mauro di bened. di Saintes, nel 1 75 1 . Bea
Lione, nel 1753. Beata T'ergine ta Vergine de' bened. di Beouvais,
à" Acquabella de' cisterciensi di s. nel 1753. Bona Falle de' cister.
Paul, nel 1 762. S. Pietro de Al- di Vienna, nel 1772. Beata F'er-
tovillar de' bened. di Beims, nel gine de' cister. di Limoges, nel
1 769. S. Arnolfo de' bened. di s. 1 746- >£ Basolo de' bened. di Reims,
Vittore di Metz, nel 1775. Arema- nel 1 7 r 8. Beato T'cigine de' cister. di
rense de'bened. di Troyes, nel 1 72o. Rouen, nel 1716. Beata Vergine dei
Beata Vergine Arularum de' be cister. di Beouvais, nel I72I.tS'. Pie
ned. di Perpignano, nel 17o2. S. tro de' bened. d'Angers, nel 17.5o.
Salvatore de' bened. di Montpellier, Blanchelande de' premostr. di Cou-
nel 1753. Beata Vergine de'clu- tances, nel 1724. Beata Vergine
niacensi di Limoges, nel 1 70.~. S. de' premostr. di Reims, nel 1 743-
Armando de' canonici regolari di S. Stefano de' bened. di Saintes,
Sarlat, nel 1751. S. Auberto dei nel 173o. Beata Vergine de' cister.
con. reg. di Cambray, nel 171o. di Mirepoix, nel ty^i. Beata F-er-
t$'. Nicola de'can. reg. di Arrns, gine de' cister. di Beims, nel 1 74 'ij
nel 1711. S. Pietro de'can. reg. Bello Loco de' bened. di 9. Mauro
di Roclielle, nel 1760. S. Amano di Verdun, nel 1734. Beata Ver
de'bened. di s. Pons, nel 1753. gine de' can. reg. di Lione, nel
Beata Vergine de' can. reg. di Lu- 1746. Beata Vergine de' cister. di
con, nel 17o4. S. Croce de'cim. Bhodez, nel 1739. S. Bartolomeo
reg. di Poitiers, nel 1748. Beata de'can. reg. di Limoges, nel 1739.
Vergine de'cister. di Sens, nel 1 74^- Beata Vergine de' cister. di Com-
Beata Vergine de' cister. di Auch, minges, nel 1756. S. Romano de
nel 1762. S. Pietro de'bened. nel Blavia de' can. reg. di Bordeaux,
t665. S. Bertino de' bened. di s. nel 1743- Beata F'eiginr de' cisicr.
Omer, nel 1 7 5 3. S. Pietro de'be d' Evreux, nel 1745. Beata Ver
ned. di Limoges, nel 1769. Beata gine de'bened. di s. Mauro di Li-
Vergine de' bened. di Treguier, nel sieux, nel i 755. Beata Vergine dei
1 678. S. Florenzio de' bened. di cister. di Limoges, nel 17i9- Fica
Chartres, nel 1734. Beata Vergi ta Vergine de' cister. di Montau-
ne de' bened. di Chartres, nel 1699.- ban, nel 1753. S. Benedetto dei
>V. Salvatore de' bened. di Bor premostr. di Reims, nel 1648- Bea
deaux, nel 1723. Boa Porto dei ta Vergine de' premostr. di Lione,
tSo MON MON
nel 17o4. S. Leonardo de' bened. ta Vergine de' cister. di Blois, nel
di s. Mauro d'Eduen, nel 1775. 1724. Beata Vergine de' bened. di
S. Croce de' bened. d' Evrem, nel Viviers, nel 1753. S. Pietro de' be
1652. Beata tergine di Chiara- ned. di Sens, nel 1725. S. Vigo-
valle de' cister. di Langres, nel 178o. rio de' bened. di Bayeux. Beata
Beata Vergine de' can. reg. di Poi- Vergine de' can. reg. d' Angoulème
tiers, nel 17 48. Beata Vergine dei nel 1727. S. Salvatore de' bened.
cister. di Sailnt, nel 1727. Beata di Poitiers, nel 1727. S. Amando
Vergine de' cister. di Chalous sur de' can. reg. di Sarlat, nel 1718.
Saone, nel 1 749. SS. Pietro e Pao Beata Vergine de' cister. di Poi
lo de' bened. d'Evreux, nel 167o. tiers, nel I743- S. Pietro de' be
S. Severino de' can. reg. di Sens, ned. di Soissons, nel 1756. S. Ma
nel 1697. Beata Vergine de''cister. ria Maddalena de' can. reg. di
d'Alby. nel 1771. S. Roberto dei Chartres, nel 1735. S. Vittore dei
bened. di Clermont, nel 1752. S. bened. di Rouen, nel 174o- Beata
Martino de' bened. d' Eduen, nel Vergine de' bened. di Chartres, nel
17o8. iS'. Clemente de' bened. di s. 1742. S. Pietro de' bened. d'E
Vittore di Metz, nel 1742. S. Ni vreux, nel 1765. S. Stefano dei
cola de' bened. di Soissons, nel bened. di s. Mauro di Bajeux, nel
1678. Beata Vergine de' cister. di 1 745. Beata Vergine de' cister. di
Sens, nel 1678. S. Lorenzo dei Besancon, nel 1 755. S. Guglielmo
premostr. di s. Lisier, nel 1 74 i - de' bened. di Lodovien, nel 174o-
S. Crispino de' bened. di Soissons, S. Pietro de' bened. di Seez, nel
nel 1759. SS. Pietro e Paolo dei 1 724. S. Dionigi de' can. t-eg. di
bened. di Narbona, nel 1729. Bea Reims, nel 1748. Beata Vergine
ta Vergine de' premostr. d' Auch, de' cister. di Limoges, nel 173 1.
nel 1738. S. Giovanni de' bened. Beata Vergine de' bened. di Cha-
d'Aire, nel 1698. Beata Vergine lons sur Marne, nel 174o. Beata
de' cister. di Reims, nel 1735. S. Vergine e s. Martino de' bened. di
Pietro de' bened. di Le Mans, nel Chalons sur Marne, nel 177o. Bea
1729. S. Crispino de' can. reg. di ta Vergine de' cister. di Limoges,
Soissons, nel 17o5. S. Cerano dei nel 1732. S. Pietro de' bened. di
can. reg. di Cbartres, nel 17o6. l'ai ha, nel 1659. Beata Vergine
Beata Vergine de' cister. di Cahors, de' can. reg. di s. Malò, nel 1661.
nel 1 759. Beata Vergine de' pre S. Benigno de' bened. di Dijon, nel
mostr. di Tolosa, nel 1^5^. Beata 1758. Beata Vergine de' bened. di
Vergine de' can. reg. di Langres, Le Mans, nel 1768. S. Eparchio
nel 1721. Beata Vergine de' pre de' bened. d' Angoulème, nel i 7 ', i- •
mostr. di Laon, nel 1733. S. Idul- S. Eurulfo de' bened. di Lisieux,
fo de' bened. di Troyes, nel 17 i3. nel 1765. S. Eusebio de' bened.
S. Colomba de' bened. di Sens, nel d'Apt, nel 1752. SS. Trinità dei
1758. Beata Vergine de' cister. di bened. di Coutances, nel 171 4- S.
Rieux, nel 1751. Beata Vergine Leodegario de' bened. di Clermont,
de' cister. di Le Mans, nel 1722. nel 1744- S. Evuerto de' can). reg.
Beata Vergine de' can. reg. di Pe- d'Orleans, nel 1739. SS. Gerva-
rigueux, nel 1757. Beata Vergine sio e Protasio de' bened. d' Agen,
de' cister. d' Angeis, nel 1723. Bea- nel 1 74 1 • Beata Vergine de' cister.
MON MON 81
di Narbona, nel 1758. Beata Ver Ognissanti de'can. reg. di Chalons
gine de' cister. di Cbalous sur Sao- sur Marne, nel 1769. S. Austre-
ne, nel. 1 761. S. Volusiano dei monio de' bened. di Clermont, nel
can. reg. di Pamiers, nel 1 743- S. 1727. S. Giovanni de' premostr.
Eligio de' can. reg. di Lisieux, nel d' Amiens, nel 1 7o6. Beata Ver
1784- Beata Pergine de' bened. gine de' cister. di Sens, nel 1733.
d' Amiens, nel 1667. S. Pietro dei Beata Vergine de' cister. di Reims,
bened. d' Eduen, nel 1733. Beata nel 1746- tS. Giuliano de' bened.
Vergine de' bened. di Poitiers, nel di Tours, nel 171 4- De insula dei
1 68o. De Fusniaco de' cisterc. di premostr. di Rouen, nel 1723.
Lione, nel 17o3. S. Stefano dei Beata Vergine de' bened. di Char-
cisterc. diBajeux, nel 1699. S. Mat tres, nel 173o. S. Ragneberto dei
teo de' bened. di Laonen, nel 1725. bened. di Lione, nel 1 747. S. Sal
.S* Giovanni de' premostr. di Seez, vatore de bened. di Chalons sur
nel 172o. S. Pietro de' bened. di Marne, nel 1656. S. Lupo de'can.
Sens, nel 1782. S. Fiorenzo dei reg. di Troyes, nel 17 io. S. Lau-
bened. d' Angers, nel 1731. S. Ge- nomario de' bened. di Cimiti es, nel
remaro de' bened. di Beauvais, nel 166o. S. Luciano de' bened. di
171 3. Beata Vergine de' cister. di Beauvais, nel 1 7o4. Beata Vergine
Bordeaux, nel 1760. Beata Vergi de' cister. di Rhodez, nel 17o7. S.
ne de' bened. di Besaiigon, nel 1 7 ('-'-. Laudo de' cisterc. di Coutances, nel
Beata Vergine de' cisterc. di Bour- 1 695. Beata Vergine de' bened. di
ges, nel 1727. Beata Vergine dei Evreux, nel 1698. S. Benedetto
cisterc. diSaintes, nel 1728. S. Fer- de' bened. d'Orleans, nel 1743. S.
meno de' bened. Vaia teu, nel ijfó. Pietro de'beued. di Rieux, nel 1753.
Beata Vergine de' cister. di Cahor*, S. Pietro de' bened. di Besancon,
nel 1678. Beata Vergine de' cister. nel 1747- Beata Vergine de' ci
di Tolosa, nel 178o. Beata Ver sterc. di Soissons, nel 171 6. Beata
gine de' bened. di Lisieux, nel 1 7o2. Vergine de' bened. di Le Mans, nel
De Gimont de' cister. d'Aneli, nel 1 7 1 6. SS. Pietro e Paolo de' be
1695. Beata Vergine de' bened. di ned. di Cambra y nel 1793. SS.
Caicassona, nel 178o. S. Pietro Trinità de' premostr. d' Avranches,
de' bened. di Rouen, nel 176o. nel 1725. S. Pietro de' bened. di
Beata Vergine de' cister. d' Angou- s. Mauro di Parigi, nel 1727. S.
lème, nel 1723. S. Pietro de' be Mauro de bened. d' Angers , nel
ned. di Tarbes, nel 1 746. S. Ger 1729. Ss. Trinità de'can. reg. di
mano de' bened. d'Auxerre, nel Rochelle, nel 1648. S. Mavenno
1758. S. Martino de' bened. di s. de' bened. di s. Malo, nel 1647.
Vittore di Meti, nel 1735. Beata S. Giovino de' bened. di Poitiers,
Vergine de' can. reg. Noviomen, nel nel 173o. S. Martino de' bened.
1745. Beata Vergine de' bened. Eduen, nel 1746- S. Massimo dei
Noviomen, nel 1754. S. Ilario dei bened. d'Orleans, nel 17o7. Bea
bened. di Carcassona, nel 1762. ta Vergine de' cisterc. di Langres,
Beata Vergine de' premostr. di Pa nel 1778. S. Pietro de' bened. di
rigi, nel 1 747. S. Pietro de' bened. Chalons sur Marne, nel 1739. S.
di Beziers, nel 1737. S. Gio. Bat Vedasto de' bened. d' Amiens, nel
tista de' can. reg. di Sens, nel 1659. 1711. S. Pietro de' bened. di To-
VOL. XIVI. 6
8a MON MON
Iosa, nel I745. Ss. Trinità de' he- de' can. reg. di Besaneon, nel i742.
ned. di Sens, nel i 72 i. Monte Bor Beata Vergine de' cisIere. di Bour-
go de' bened. di Coutances, nel ges, nel i 746- SS. Vincenzo e Ger
i77i. S. Pietro de' cluniac. di mano de' bened. di Parigi, nel i7i5.
Clermont, nel i7a3. S. Melano dei S. Michele de' bened. d' Avranclies,
beued. di Rennes, nel i728. S. nel i72i. Beata Vergine de' cisterc.
Pietro de' bened. di Sens, nel i725. di Perigueux, nel i727. S. Mar
Magno luogo de' bened. di Clci- tino de' bened. di Rouen, nel i 749-
inont, nel i748. S. Martino dei S. Richerio de' bened. d' Amiens,
bened. di Clcimoui. nel i7io. SS. nel i 745. S. Giacomo de' can. reg.
Gio. e Andrea de' cluniac. di Poi- di Sens, nel i 7 3 i . sSI Pietro de'be
tiers, nel i 752. S. Memmio dei ned. di Langres, nel i 7 3 i . sS-. Pie
cati. reg. di Chalons sur Marne, tro de' bened. di Lisieux, nel i 745-
nel i 7 36. S. Giovanni de' bened. S. Quintino de' bened. Noviomen,
di Carcassona, nel i 754- S. Stefa nel i 745- S- Benedetto de'bened.
no de' bened. di Rieux, nel i746. di Poitiers, nel i668. Beata Ver
S. Mariano de' premostr. d' Au- gine de' can. reg. di Narbona, nel
xerre, nel i736. Beata T'ergine i7o6. S. Giovanni de'bened. di
de' cisiere. di Clermont, nel i727. Langres, nel i72i. S. Alartino dei
S. Mansueto de' bened. di Tulle, can. reg. di Beauvais, nel i665. S.
nel i 743- Beata T'ergine de' pre Rufo de' can. reg. di Valenza, nel
mostr. di Tulle, nel i736. Beata i72o. S. Remigio de'bened. di s.
T'ergine e s. Caloccro de' bened. Mauro di Reims, nel i745- S. Sal
di Chalons sur Marne, nel i 7 54 . vatore de' bened. di s. Mauro, di
Beata Vergine de' bened. di s. Vit Vannes, nel i747- Beata Vergine
tore di Reims, nel i 745. Beata de' can. reg. di Saintes, nel i 763.
Vergine de' can. reg. di Besangon, S. Salvatore de' bened. di Lodo-
nel i787. S. Maxentio de' bened. ven, nel i77i. Beata Vergine dei
di Poitiers, nel i693. Santa Ma bened. di Bordeaux, nel i747- S.
iia de' bened. di Langres, nel i765. Saturo de' can. reg. di Bourges, nel
Beata Vergine de' bened. di Poi i746. S. Segnano de'bened. di
tiers, nel i677. S. Nicola de' be Langres, nel i722. S. Pietro dei
ned. di s. Mauro., d'Angers, nel bened. di Limoges, nel i 7 : w . Bea
i753. Beata Vergine de' cisterc. ta T'ergine de'bened. d' Alais, nel
d'Evreux, nel i7o2. S. Gilberto i7i3. Beata Vergine de' premostr.
de' premostr. di Clermont, nel i727. di Seez, nel i73o. De Signiaco
Beata Vergine de' bened. di Tours, de' cisterc. di Reims, nel i 742.
nel i75o. S. Pietro de' bened. di SS. Sergio e Bacco, de' bened. di
Soissous, nel i75i. S. Pieno dei s. Mauro, d'Angres, nel ij£5. S.
bened. di Sens, nel i67o. S. Fa Pietro de'bened. d' Alais, nel i72i.
raone de'bened. di Meaux, nel i752. Beata Vergine de' cisterc. d' Avran-
S. Gio. Battista de' premostr. di ches, nel i72i. S. Savino de'be
Laon, nel i78o. S. Policarpo dei ned. di Poitiers, nel i7 i5. Beata
bened. di Narbona, nel i74^. Bea Vergine de' bened. di Tarbes, nel
ta Vergine de' can. reg. di s. Flour, i753. S. Savino de'bened. di Tar
nel i7o6. Beata Vergine de' cister. bes, nel i724. S. Salvatore dei
d'Auxerre, nel i74»- S. Paolo beued. di Montpellier, nel i724
MON MON 83
Beata Vergine de' cisterc. di Ca- giiir de' cisterc. di Clermont, nel
vallicen, nel 173 i. S. Pietro dei 1722. S. Pietro de' bened. d'Avi-
can. reg. di Limoges, nel 1 7 5o. gnone, nel 1 7 49. S. Savino de'be-
Beata Vergine de' premostr. di ned. di Tarbes, nel 1731. S. Pie
Reims, nel 1734. Beata Vergine tro de' bened. di Bourges, nel 1731.
de' cisterc. di Vabres, nel 1735. iS'. Stefano de' bened. di Saintes,
Beata V ergine de' bened. di La- nel 173i. S. Pietro de' bened. di
vaur, nel 1 74 1- S. Severo de'be- Chartres, nel 1732. S. Salvatore
ned. di Coutances, nel 1748- S. de' bened. di Coutances, nel 167o.
Sinforiano de' bened. di Metz, nel S.- Vincenzo de' bened. di Laon,
1775. S. Taurino de' bened. d' E- nel 1754. S. Urbano de' bened. di
vreux, nel 1753. S. Lorenzo dei Chalons sur Marne, nel 1757. Bea
cisterc. di Frejus, nel 1698. S. ta Vergine de' premostr. di Sois
Tiberio de' bened. d'Agde, nel l 7o8. sons, nel 1739. Beata Vergine dei
Ss. Trinità de bened. di Chartres, cisterc. di Reims, nel 1 7 i t . Bea
nel 17o3. S. Croce de' bened. di ta Vergine de'cisterc. di Carcasso-
Lucon, nel 171 3. S. Latmo dei na, nel 175o. S. Pietro de' bened.
can. reg. di Poitiers, nel 1714- S- di Limoges, nel 1738. Beata Ver
Michele de' bened. di s. Vittore, di gine de'cisterc. di Tulle, nel 178.5.
Laon, nel 1725. S. Teoffredo dei Clugny de' cluniac. di Macon, nel
bened. di Puy, nel ij^y. Ss. Tri 1739.
nità de' bened. di s. Mauro, di Monasteri di Spagna concisto
Rouen,nel 1761. Beata Vergine dà riali. Beata Vergine de' bened. di
cisterc. di Nantes, nel 1648. S. Girona, nel 1 8 1 4- S- Pietro de' be
Giovanni de' can. reg. di Chartres ned. di Girona, nel 1798. S. Sal
nel 1723. Ss. Trinità de' bened. di vatore de' bened. di Girona , nel
Chartres, nel 1654- Beata l 'ergine 1817. S. Pietro de' bened. di Gi
de'can. reg. di Coutances, nel 1753. rona, nel 1824. SS. Pietro e Pao
Beata Vergine de'cisterc. d'Agde, nel lo de' bened. di Barcellona , nel
1747. Beata Vergine de'can. reg. di 181 4- B. Vergine de' bened. d'Ur
Chalons sur Marne, nel 17 j8. Beata gel, nel 1825. S. Pietro de Galli-
Vergine de cisterc. di Senlis, nel cantu de' bened. di Girona , nel
1677. S. Giovanni de'can. reg. di 1 8 1 6. B. Vergine de' bened. di
Soissons, nel 17o3. Beata Vergine Rivipollo di Tarrogona, preconiz
de'cisterc. Noviomen, nel 1728.1?. zato da Gregorio XVI nel conci
Valerico de' bened. d' Araiens, nel storo de' 3o settembre 183i. S.
1696. S. Michele de' bened. di Pietro de' bened. di Girona , nel
Rouen, nel 174o- S. Martino dei 1825. B. Vergine de Serratelx dei
bened. di Beziers, nel 1752. Beata bened. di Tarragona, nel 1828. S.
Vergine de' cisterc. di Dol, nel 1 7o7. Stefano de Vanoles o Banolas dei
i$'. Vincenzo de' bened. di Metz, nel bened. di Girona, preconizzato nel
171o. S. Vedasto de' bened. d'Ar concistoro de' 17 dicembre 183a
ras, nel 1726. S. Pietro de' bened. da Gregorio XVI. S. Cucufato dei
di Bourges, nel 1712. S. Salva bened. di Barcellona nel 183o. S.
tore de' bened. di Chalons sur Mar Vittoriano de' bened. di Barbastro,
ne, nel 171 4- S. Pietro de' bened. preconizzato da Gregorio XVI a 28
di Chartres, nel 1753. Beata Ver- febbraio 1831. S. Vittoriano de'can.
84 MON MON
reg. d'Hoesca, nel 18i5. S. Giovan Passavia, nel 1672. SS. Pietro e
ni de' bened. di Jaca, nel 18a4- Paolo di Melck de' bened. di Pas
Monasteri degli stati Sardi con savia, nel 1763: Pio VI nel 1782
cistoriali. B. Vergine de' cisterc. di recandosi da Vienna a Monaco, il
Ginevra, nel 1728. B. Vergine dei 22 aprile giunse a questo insigne
bened. di Torino, nel i~p. B. monastero, e nel di seguente disce
Vergine de' cisterc. di Casale , nel se nella magnifica chiesa, ascoltan
1727. B. Vergine de' can. reg. di dovi la messa celebrata dal cardi
Ginevra, nel 1727. S. Ponzio dei nal Migazzi, indi passò a pernot
bened. di Nizza, nel 1727. SS. Pie tare nella celebre abbazia di s. Flo
tro ed Andrea de' cisterc. di Ri- riano de' canonici lateranensi. S.
palta, arcidiocesi di Torino, nel Pietro de' bened. di Gand, nel 1791,
I743. SS. Salvatore, Aventorc ed di cui però godeva la nomina il re
Ottavio de' bened. di Torino , nel di Francia. S. Michele de' bened.
1727. S. Stefano de' .bened. d'Ip- di Colocen o Colocza , nel 1 682.
poregien , nel 1727. S. Pietro de S. Salvatore di Fulda, de' bened.
Sylva de' bened. di Vercelli , nel di Magonza, nel 1738, poi eretto
1727. Beata Vergine de Talloire in vescovato. SS. Vito e Stefano di
de' bened. di Ginevra, nel 1727. Corwei in Westfalia, de' bened. di
S. Gennaro de' bened. di Vercelli, Paderbona, nel 1777. Vedi Corre2a.
nel 1727. S. Maria di Coramajo, i$'. Massimino de' bened. di Trave-
de' bened. di Torino, nel 1741, co ri, nel 1763. Pio VII nel 1821
me dicemmo nel vol. XX, p. 84 con bolla de' 26 luglio soppresse
del Dizionario. SS. Pietro e Paolo l'abbazia di Ncuvenzeìl e di Oliva
de Novalesia de' cisterc. di Torino, negli stati del re di Prussia. Il me
nel 1727. S. Giusto de Securia dei desimo Papa il 1." aprile 181 S a
can. reg. di Torino, nel 1727. B. veva soppresso quella di Campido-
Vergine de Vezzolano de' bened. di nia , cioè il monastero di Maria
Torino, nel 1727. Vergine e de' ss. Gordiano ed E-
Monasteri del Belgio concistoria pimachio de' bened., e la preposi
li. S. Amando de' bened. di Tour- tura di Bartolicaden de' ss. Gio.
nay, nel 1 754- S. Pietro de' bened. Battista e Pietro de' can. reg. nel
di Gand, nel 1656. S. Salvatore regno di Baviera. Beata Vergine
de' bened. di Malines , nel 1683. ad Lacum de' bened. di Treveri ,
SS. Pietro e Paolo de' bened. di nel 1696.
Namur, nel 1791. SS. Giacomo Monasteri della Svizzera conci
ed Andrea de' bened. di Liegi, nel storiali. S. Maurizio d'Agauno dei
1781. S. Lorenzo de' bened. di Lie can. reg. di Sion, nel 1823. Beata
gi , nel 1 79o. Stabulen et Mal- Vergine di Einsidlen de' beoed. di
mundarien unite de' bened. di Lie Costanza, nel 1825 : quindi nel con
gi e Colonia, nel 1787. S. Trudo- cistoro de' 27 luglio 1846 il re
ne de' bened. di Liegi, nel 179o. gnante Pio IX preconizzò l'elezio
Monasteri di Germania concisto ne che il capitolo e monaci del mo
riali. S. Lamberto de' bened. di Sa nastero aveano fatta dell' odierno
lisburgo-, nel 176o. S. Haberto in abbate, nella diocesi ora di Coira.
Ardena de' bened. di Laodien, nel Beata Vergine di Maristella de' ci
1761. Beata Vergine de' bened. di sterc. di Costanza nel 1818 : la
MON MON 85
successiva provvisione fatta nel con ro delle sedi vescovili e de' vescovi,
cistoro tenuto da Gregorio XVI si pubblicavano ancora i principali
a' 17 dicembre 184o, la riportam monasteri e le abbazie nullius coi
mo nel vol. XV, p. 224 del Di nomi degli abbati.
zionario. S. Gallo de' beoed. di MONCADA Luigi Guglielmo ,
Costanza, nel 18o3, unito poi al ve Cardinale. Luigi Guglielmo Mon-
scovato di Coira, indi eretto in sede cada d'Aragona, siciliano, de'duchi
vescovile. Beata l'ergine de Salem, di Montalto, essendo rimasto unico
de' cisterc. di Costanza, nel 18o2. nella sua nobilissima famiglia , si
Monasteri delle due Sicilie, ed congiunse in matrimonio colla fi
altri concistoriali. SS. Pietro e Pao glia del duca d'Alcalà, quale mor
lo de'basiliani di Messina, nel 168o. tagli senza prole, tolta la seconda,
Beata tergine d' Altoforte de' ci Caterina Moncada, passato in Ispa-
sterc. di Monreale, nel 1725. Nel gna venne successivamente destina
concordato fatto tra Pio VII e il to da Filippo IV ai governi della
re Ferdinando I furono conferma Sicilia, Sardegna e Valenza col ti
te le abbazie e monasteri nullius tolo di vicerè, e col carico di mag
di Cava, di Monte Cassino e di Mon giordomo della regina e di caval
te Vergine. In Polonia eravi il mo lerizzo di detto re, che lo destinò
nastero SuU/'ovien de' cisterc. di oratore straordinario all'imperatore
Gnesna, e provveduto nel 1 654- Ferdinando II, e per più titoli gli
L' ultima provvista del monastero diè luogo tra i grandi di Spagna.
della Beata Vergine de praecibns Rapitagli pure la seconda moglie
de' cisterc. nel patriarcato di Ve dalla morte, dopo averlo fatto lieto
nezia, fu fatta nel 1787: Pio VII di numerosa figliuolanza, mosso da
a' 3o settembre 181 7 concesse al istinto divoto, applicossi alla vita
l'imperatore d'Austria il diritto di clericale, quindi alle istanze del re
nominare i monasteri e le abbazie di Spagna , Alessandro VII a' 7
degli stati veneti. Il medesimo Papa marzo 1664 lo pubblicò cardinale
dichiarò il vescovo di Modena ab diacono benchè assente. In età di
bate del monastero nullius di No sessa n t'anni morì nel 1673 in Ma
tiamola. Veggasi il p. Lubin, Abba- drid , senza essere intervenuto ai
tiarum Italiae. All'articolo Vesco due conclavi ch'ebbero luogo a suo
vato, ed in quelli degli stati e re tempo.
gni si parlerà di altri monasteri MONCANO '(*.), abbate in Ir
ed abbazie nullius dioecesis e conci landa. Fiori nel sesto secolo. Fu
storiali. V. CoNGHEGAZIONE Conci- dapprima guerriero, ma rinunziò
stori ale, cui spetta quanto riguar in seguito il mondo per abbraccia
da i monasteri concistoriali. Il p. re lo stato monastico. Menò una
Plettemberg, Notitia congreg. a p. vita assai rigorosa , e fu pe' suoi
i3i dichiara quali sono i mona fratelli un perfetto modello di tut
steri concistoriali, ed a p. 147 co te le virtù. Dicesi ch'egli facesse
me si conferiscano e commendano fabbricare trenta chiese e cento
in concistoro segreto . II cardinal venti cellette, e che sia vissuto tren-
De Luca, De monasteria concisto- t'anni presso una di queste chiese,
rialia. Nelle annuali Notizie di Ro detta dal suo nome Theach Alo-
ma del passato secolo, nel nove- chua, che vuol dire in irlandese
86 MON MON
chiesa di Mochua, giacchè egli era sufFrag'2nea dell'arcivescovo di Cona-
chiamato anche con questo nome , postella, e lo è tuttora. Il primo
come pure con quello di Cluanus vescovo di Mondonedo fu Martmo
o Chuanu.t. Mori in età di ottan- Dumiense, che sottoscrisse i I primo
tano v'armi il 1.° gennaio, nel qual concilio di Braga nel 4i i : suoi suc
giorno si onora la di lui memoria. cessori furono, Miloco nel 572, Me-
MONDO ($.). V. Musdo (s.). topio nel 633, Sona che fu al VII
MONDONEDO ( Mindonien ) . concilio di Toledo, Bela che sotto
Città con residenza vescovile della scrisse il III di Braga, Teodorindo I
Spagna iu Galizia, undici leghe di morto nell'87o, Gonsalvo fiorito nel-
stante da Lugo, capoluogo della I*888, Rudecindo dell'893, Teodo
provincia del suo nome, e sede di rindo II morto nel 9o9, s. Rosemlo,
un governatore militare. Trovasi ec. Giovanni Loaysa vescovo d'Al
al piede delle montagne della Sier ghero, trattando in Roma gli affa
ra che portano il suo nome, ed ri di Carlo V, nel 1.524 Clemen
all' ingresso della bella valle d> Lo- te VII lo trasferi a Mondonedo,
renzana presso il Valinadares. E se ma morì in curia pochi mesi do
parata dai suoi sobborghi dalle ri po. Nelle annuali Notizie di Roma
viere Sinto, Ruzos e Picos che si è riportata la seguente serie. 1728
riuniscono più abbasso onde for Antonio Sarmieuto benedettino di
mare la Masma ; sopra queste vi Tuy, traslato da Jaca. 1712 Car
tutto due ponti. E cinta di vecchie lo Antonio Rimol-y -Qniroga di
mura, e dominata da un castello Lugo. 1761 Giuseppe Francesco
fortificato, ma poco importante. di Losada-y Quiroga della dioce
Alcuue case son belle, la gran piaz si Orense. 1781 Francesco Qua-
za è adorna d'una bellissima fon drillero-y-Mora di Leon. 1797 An
tana. Tra le molte sue chiese è ri drea de Aguiar e Canmano di
marchevole quella della Beata Ver Lugo. 18 16 Bartolomeo Cienfue-
gine de los Remedios, per la sua gos di Leyguarda. 1827 Francesco
bella architettura. Vi sono due Lopez Borricon d'Ornillayso nella
ospedali ed altri stabilimenti, sì di Castiglia vecchia, già canonico di
beneficenza, che d' istruzione. Ha Burgos, fatto da Leone XII nel
diverse fabbriche con più di seimi concistoro de'a5 giugno. La catte
lacinquecento abitanti. Il suo ter drale, buono e moderno editizio. è
ritorio è fertilissimo e d'un clima dedicata a Dio, sotto l'invocazione
assai sano. Secondo qualche autore di s. Giacomo, con battisterio, eser
corrisponde alV Orditiu od Occelum citando la cura delle anime un
di Tolomeo, e chiamasi Mindonia prete appartenente al capitolo. Que
e Glandomirum. sto era prima regolare de'benedet-
La sede vescovile fu eretta nel tini, e si compone di undici digni
V o VI secolo : alcuni pretendono tà, di cui la prima è il decano,
che vi fosse trasferita quella di di ventiquattro canonici, comprese
Bretagna (Vedi), altri dicono che le prebende del teologo e del pe
in prima venne eretta in Ribadeo, nitenziere, di sei poraonari, di cap
Bivadium, borgo sulla sinistra del- pellani preti, e di altri chierici ad
l'Eo con titolo di contea, con por detti all' ufficiatura. L'episcopio è
to e collegiata. La sede divenne adiacente alla cattedrale, oltre la
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quale in città non vi tono altre che si trovano tanto nel suo recin
parrocchie. Avvi due conventi di to, quanto ne' luoghi soggetti. Nei
religiosi, un monastero di monache, sobborghi trovansi diverse fabbri
alcune confraternite ed il semina che, e le sue confetture sono as
rio. Ogni nuovo vescovo è tassato sai apprezzate nel Piemonte. Gli
ne'libri della camera apostolica in abitanti, in cui si distinguono le
fiorini i5o9, corrispondenti a circa donne per gentilezza, sono più di
20,ooo ducati cui si fanno ascen 22,ooo. I dintorni sono amenissi-
dere le rendite, senza pesi. mi, e ridondano di fiorentissime
MONDOVI ( Montis Rrgalis ). vigne, che danno ricco e prezioso
Città con residenza vescovile del prodotto. Fra i suoi uomini illu
Piemonte negli stati del re di Sar stri nomineremo i cardinali Fran
degna, distante da Torino trenta- cesco Adriano Ceva e Giovanni
cinque miglia, e dieci da Cuneo, Bona , ed il fisico Gio. Battista
alla cui divisione appartiene, ca Beccaria, per non dirne altri.
poluogo della provincia del suo Mondovi o Mondevi, Mons Vi
nome e di mandamento, sulla ri ci, Mons Regalis, da un' italica le
va destra dell'Elero, affluente del ga de'popoli della Liguria, di Sa-
Tanaro, sede d'un tribunale di pri luzzo, di Ceva, e de' circostanti
ma istanza. La città propriamente luoghi, da un piccolo aggregato di
detta è situata sopra ameno colle, abitazioni che ricuopriva la cima
ottantatre tese al di sopra de'suoi del colle sino dal mille, si aumen
tre sobborghi, da cui è divisa da un tò forse coll' ampliamone del comu
rapido declivio poco praticabile pei ne di Vico, luogo cospicuo di cui
le vetture. La sua veduta è assai sin dal 9o2 n'era signore il vesco
pittoresca ad una certa distanza, vo d'Asti; e siccome il monte era
poichè dall'alto del eolle fmo alle nel suo territorio, perciò fu detto
falde si estendono i suoi edilizi. Monte di Vico o Montevico, don
Cinta da deboli mura, e difesa da de venne poi la denominazione at
una cittadella eretta nel iÌ7J nel tuale, benchè portò anche l'anti
la più alta vetta da Km maimele chissimo nome di Monte Regale.
Filiberto duca di Savoia, rinchiude La chiesa principale di Vico era
molte chiese, e fra le altre la cat quella di s. Pietro, la cui pieve
tedrale, di cui si ammira l'altare fu poi trasferita alla collegiata di
maggiore e la sagrestia. La sua s. Donato. Vico diventò il terzero
fondazione risale al secolo XI ver maggiore di Mondovi, per cui i
so la fine, per Ottone o Tettone monregalesi promisero al vescovo
padre del celebre Bonifacio mar di Asti di osservare le condizioni
chese del Vasco o Vasto e di Sa-- pattuite dagli abitanti di Vico: più
vona, nel luogo detto piazza mag tardi Mondovi si sottrasse dal do
giore. Altri dicono che l'antica col minio temporale del vescovo, dopo
legiata di s. Donato, prima del aver contratta concittadinanza cogli
secolo XIII fondata in Vico, sia alessandrini. Divenuto comune con
stata ivi trasportata verso la metà podestà, per la sua potenza il ve
del secolo XIV. Il reale collegio scovo d'Asti si collegò col marche
presiede a vari altri stabilimenti te di Ceva per fargli guerra; indi
di pubblica istruzione e convitti, crebbe a tale, che potè nel i o a
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gusto ia32 inaugurarsene la fon segnalata vittoria sui piemontesi ,
dazione come di cospicua terra, ed ciò che obbligò la corte di Tori
otto anni dopo i nascenti frati mi no ad abbandonare poco tempo il
nori poterono edificarvi un mae Piemonte a' vincitori. Nel i799
stoso tempio alla memoria del lo quarantamila contadini piemontesi
ro patriarca poco prima defunto, quivi si radunarono, onde tagliare
che venne poscia eretto in catte la ritirata al generale Soult che
drale. Si vedono ancora gli avan riconduceva gli avanzi dell'armata
zi di quelle mura, che circondando di Seherer battuto a Verona ; ma
il monte, dierono asilo agli emi essendo stati dispersi , la città fu
grati ne'torbidi d'Italia, specialmen costretta di capitolare, ed abban
te milanesi, dopo l'eccidio di Fede donata al saccheggio per aver in
rico I, essendo, come si è detto, già coraggiato la ribellione, onde mol
possente al declinar del secolo XII. to soffrì.
Vuolsi che nel i 238 Federico II abbia La sede vescovile l'eresse Urba
dichiarato il comune libero e indi no IV colla bolla Salvaior noster,
pendente. Tuttavolta si assoggettò data in Perugia I'8 giugno i 383,
prima ai conti di Savoia, e poi ai non pare ad istanza di Teodoro mar
marchesi di Monferrato, laonde il chese di Monferrato, trasferendo il
vescovo d'Asti sottopose all' inter dominio della città al nuovo vescovo
detto e scomunicò gli abitanti con di Mondovi, con titolo di conte.
Bressano che li signoreggiava. Nel Il vescovato lo dichiarò suffraga-
i257 i monregalesi ritornarono neo dell'arcivescovo di Milano, di
sotto il vescovo, e nel i27o sog poi Leone X nel i5i5 in vece lo
giacquero a Carlo d'Angiò. Il ve sottomise alla metropoli di Torino,
scovo d'Asti nel i282 tentò di ri di cui lo è tuttora. La chiesa benchè
cuperare i suoi diritti, e Roberto smembrata d'Asti ( la qual chiesa
re di Napoli glieli lasciò qual feu conservò per vari secoli il diritto
do, succedendo al re la nipote Gio di nominare il vescovo) ed i ca
vanna I. Dopo di aver lungo tempo nonici d'ambedue le cattedrali go
goduto quasi libero reggimento, dono della reciproca fratellanza, e
questo cessò nel i347 per le inte sono presenti in coro nelle due cat
stine divisioni. Indi passò sotto il tedrali a vicenda. Il primo vesco
dominio de'Visconti, i quali lascia vo fu nominato nel i383 in fr.
rono godere al vescovo d'Asti le Damiano Zavaglia di Genova, do
regalie minori; ma nel i 396, dopo menicano, celebre oratore, che com
breve dominio del marchese di pilò ottime leggi, v'introdusse i re
Monferrato, un poco volontariamen ligiosi del suo ordine, sostenne va
te, un poco per forza, si sottomise rie liti col vescovo e capitolo d'A
alla sovranità di Amedeo VlII sti, che non potè terminare, e la
duca di Savoia, che l'avea occupa sciando di sè buon nome, mori nel
ta, quietandosi il marchese cogli spo i.tl,(.. Gli successe Giovanni Solio
salizi celebrati tra le due case; al genovese, che intervenne al conci
lora Mondovi venne decorata del lio di Pisa, e morì nel i4i3. Gio
titolo di città. I francesi coman vanni XXIII nel i4 '4 creo vesco
dati da Bonaparte riportarono nei vo Francesco Fauzone 'nobile di
dintorni il 22 aprile i796 una Mondovi, monaco benedettino. Ri
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porteremo i successori più distinti. Clemente VII um la prepositura
Nel i429 Percevallo Belma nobile della Trinità al capitolo: rassegnò
savoiardo, traslato a Belley nel la sede nel i548, e gli fu surro
1 438 : sotto di lui Eugenio IV sta gato Bartolomeo Piperi di Saluzzo
bili meglio la giurisdizione della cubiculario pontificio, dotto e li-
diocesi. Gli successe Segando Ayme- mosiniero, morto in Roma nel i559,
rico francese, ch'era vescovo di Bel e sepolto nella chiesa del conser
ley, che intervenne al concilio di vatorio di s. Caterina de'Funari
Firenze; concorse a pacificare Lo che lasciò erede. Il 27 marzo i56o
dovico duca di Savoia col duca divenne vescovo il cardinal fr. Mi
di Milano, ed al suo tempo l'ab chele Ghislieri domenicano di Bo
bazia de'benedettini di s. Dalma sco presso Alessandria, onde si sot
zio o Dalmazzo vescovo, fu unita toscriveva cardinal alessandrino .
alla mensa da Nicolò V. Nel n\H\ Trattenuto a Roma per affari più
Antonio Campione savoiardo vedo gravi da Pio IV, spedi in vece per
vo, che nobilitò la cattedrale con suffraganeo a reggere la chiesa
preziosi donativi, ed ebbe dal ve qual vicario generale, il vescovo
scovo d'Arezzo parte della mano Verrense Girolamo Ferrogata. Que
di s. Donato vescovo e martire , sto infaticabile prelato in difesa
che ripose in detta chiesa ; poscia dell'immunità minacciò di scomu
nel 149o fu trasferito a Ginevra. nicare il sindaco della città, e la
Indi Amedeo de'marchesi Roma- scagliò contro la comunità del bor
gnani savoiardo , pio e benigno , go di s. Dalmazzo perchè turbava
che ricevette nel 1 497 dai Pie- la mensa vescovile. Il cardinale si
montesi il giuramento di fedeltà al portò in Mondovi a' 7 agosto i56r,
duca di Savoia. Carlo Rosario no reggendo le briglie del cavallo due
bile d'Asti, fatto vescovo nel i5o9, della famiglia Biglioni, secondo il
intervenne al concilio Lateranense privilegio concesso da Urbano VI,
V nel i5i2, nel quale anno Giulio con restargli il cavallo e il manto
II lo fece governatore di Roma, se usato dal vescovo. Indi il cardina
condo l'Ughelli; ma morì nello le si portò in Torino a visitare il
stesso anno con dolore del Papa : duca di Savoia, e vuolsi che visi
essendo stato governatore Lorenzo tasse ancora tutta la propria dio
Fieschi arcivescovo di Monreale, che cesi, ma non ve ne sono prove,
in latino dicesi Montis Regalis, ciò solo della chiesa di Cuneo, allora
avrà dato motivo all'equivoco del uno de' 37 luoghi formanti la dio
l' L'alici li. Lorenzo nel i5i2 suc cesi di Mondovi, di quella di Roc
cesse a Rosario perchè traslato a caforte, e forse alcun'altra. Ai i5
Mondovi, anzi aggiunge l' Ughelli ottobre il cardinale riparti per Ro
anche nel governatorato, chiaro per ma, donando al capitolo il pontifi
belle qualità, morto prolegato in cale, il faldistorio, il messale ed il
Bologna, dopo aver consecrato la rituale antichissimo che con vene
cattedrale che il predecessore A- razione conserva. Benchè lontano,
tnedeo avea edificato dai fondamen il cardinale con molto zelo si oc
ti verso il i5oo. Carlo Camera cupò di sua chiesa. Nel 1 564 vo
nobile savoiardo del i523, illustre leva rinunziarla a Filippo Spinola,
per dottrina e virtù, sotto di cui ma il duca bramando in vece che
9o MON MON
lo succedesse il suo confessore p. ca Carlo Emmanuele I, che vi fon
Giustiniani, il cardinale continuò a dò un'abbazia di cisterciensi, di cui
reggere la chiesa sino alla sua as scrisse la storia il p. Malabayla. Fe
sunzione al pontificato, che col no ce stampare i decreti sinodali, ed a
me di Pio V ebhe luogo a' 7 gennaio tutti caro morì nel 16o2. Nel se
i 566. Durante il suo vescovato guente anno gli successe Carlo Ar
fu sollecito inviarvi de' predicatori, genterie de' marchesi di Brezè, ab
rivendicò il patrimonio della men bate di s. Benigno di Fruttuaria, che
ta, e latto Papa convalidò con bol prudentemente governò la chiesa :
le l'università degli studi, che nel eresse in cattedrale dai fondamenti
i56o il duca Emmanuele Filiber la chiesa di s. Maria, e l'ornò; ri
to avea eretto in Mondovi per la parò l'abbazia di s. Dalmazio, com
teologia, giurisprudenza, medicina, pose le discordie de' cittadini , in
filosofia ed arti, in tempo che To trodusse i carmelitani scalzi, pose i
rino era occupata da' francesi; uni religiosi alla cura dell'ospedale, fu
versità che in progresso si estinse benefico di doni colla cattedrale ,
anco perchè contrariata da quella e pieno di meriti fu pianto nel
di Torino. II. Pontefice beneficò con 1 63 1 . Carlo Antonio Riva di To
dignità ecclesiastiche, e fece suoi rino, governatore di varie città del
famigliari diversi monregalesi, e lo stato ecclesiastico , ornò la sala
quando Clemente VIII annoverò principale dell'episcopio, e in catte
tra' beati Pio V, la città lo elesse drale edificò il sepolcro per sè e
a patrono; ed allorchè fu canoniz successori. Nel 1642 Maurizio So-
zato, oltre le feste che fece, i ca laro de' marchesi di Dogliani conti
nonici ottennero molte sue reliquie. di Moretta torinese, già arcidiacono
S. Pio V dichiarò suo successo di Vercelli. Nel 165ti Michele Be-
re in Mondovi, Vincenzo Lauri o gino o Begiamo, che meritò d'esser
Laureo (Vedi), al quale articolo di trasferito a Torino nel 1662, men
cemmo quanto fece per la diocesi, tre a questa dalla sede di Nizza
fondando il seminario nel 1 573 ; fu traslato Giacinto Solaro. Nel
creato cardinale da Gregorio XIII 1667 Domenico Trucchi nobile to
si chiamò il cardinal di Mondovi, rinese, che rinunziò nel 1697, onde
e nel 1 '78 7 per sua rinunzia fu fat gli successe Giambattista Isnardi no
to vescovo Felice Bartolano conte bile torinese de' marchesi di Cara-
di Tolegno di Biella, che mori in glio. Con questi nell' Italia sacra
Savona di veleno. Nel 1592 gli fu dell' Ughelli e continuatori , t. I V ,
surrogato Gio. Antonio Cash-uccio p. 1 084, si termina la serie de' ve
nubile di Mondovi eruditissimo, a- scovi, la quale proseguiremo colle
matore della religione, padre de' po annuali Notizie di Roma. 17^.1 Car
veri. Trasferì in città le monache lo Felice S. Martino di Castelnuo-
cisterciensi, edificò la sagrestia pei vo diocesi d'Ivrea, eletto dopo una
canonici, e fece la cappella dell' e- vacanza di nove anni, ampliò e rie
piscopio. Nel i594 essendo comin dificò nel 1742 iI seminario. 1754
ciato il culto alla Beata Vergine di Michele Casati teatino milanese. 1783
Vico, si posero le fondamenta del Giuseppe Antonio Maria Corte di
magnifico tempio, uno de' più belli Dogliani de'conti di Bonvicino, tras
del Piemonte, per generosità del du- lato da Aqui. A questo vescovo il
MON MOM 9.
canonico di Munilovi Gioacchino lica , ascendono a trecento fiormi ,
Grassi dedicò: Memorie istoriclie del mentre la mensa è di circa quat
la chiesa vescovile di Monteregide tromila scudi.
in Piemonte, Torino i789, delle MONEGONDA (s.). Nata a Cha'r-
quali fu pubblicato onorevole arti tre», fu da' suoi genitori maritata
colo a p. 37 dell''Effemeridi leti, onorevolmente, ed ebbe due figlie.
di Roma del i79o. Nel i8o5 Gio. Venutele queste a mancare, risol
Batiista Pio Vitale nobile di Mon- vette di ritirarsi dal mondo, e col
dovi, traslato d'Alba nel concisto consentimento del marito si fabbri
ro tenuto a Parigi da Pio VII il cò a Chartres una celletta , in cui
i.° febbraio. i8a4 Francesco Gae si rinchiuse per servir Dio noli' e-
tano Buglioni o Ballami di Sa- scrcizio continuo della preghiera, e
luzzo de' conti di Monide. Per sua nella pratica di tutte le austerità
morte Gregorio XVI nel concisto della penitenza. Ella non uvea altri
ro de' a 3 maggio i842 preconizzò mobili che una stuoia, su cui pren-
l'odierno vescovo monsignor fi\ Gio dca la notte qualche ora di ripo
vanni Tommaso Gliilardi domeni so, nè usava altro nutrimento fuor
cano, torinese di Cassa Igrasso. chè un po' di pane bigio ed acqua.
La cattedrale è dedicata a Dio, Bitiratasi in appresso a Tours, con
sotto l' invocazione di s. Donato tinuò lo stesso tenore di vita , in
vescovo e martire. Il capitolo si niui celletta che si fece fabbricare
compone di quattro dignità, prima presso la chiesa di s. Martino. Qui
delle quali è l'arcidiacono, dell'ar vi essendosi a lei aggiunte parec
ciprete, del prevosto e del cantore; chie pie femmine, formossi a poco a
di quattordici canonici, comprese le poco intorno alla sua celletta un
prebende del teologo e del peni monastero di religiose. Dopo essere
tenziere, di otto beneficiati, di quat stata per molti anni modello per
tro cappellani, e di altri preti e fetto di virtù e santità, mori nel
chierici addetti al divino servigio. 57o ; ed è menzionata nel marti
Nella cattedrale vi è il battisterio, rologio romano a' a di luglio.
e la cura d'anime si funge dall'ar MOINEMBASIA. V. Napoli di
ciprete per due sacerdoti da lui e- Malvasia.
letti con approvazione del vescovo, MONETA, Moneta, Pecunia, Aes,
il cui magnifico ed elegante palaz Nummus, Numisma. Metallo conia
zo sorge incontro detta chiesa. Nel to per uso di spendere e contrat
la città sonovi altre cinque chiese tare le cose agevolmente. Prese tal
parrocchiali , comprese quelle del nome dal cognome di Giunone Mo
suburbio, con fonte battesimale ; tre neta nel cui tempio iu Roma si
conventi di religiosi compresi quelli batteva. Il Buonarroti ne' suoi Me
della missione, ed i filippini, un mo daglioni antichi p. 3 il, tra le eru-
nastero di monache cassinesi , cin dizioni che riporta sulle monete,
que confraternite, due ospedali, il dice che il nome di moneta fu da
monte di pietà, ed un cospicuo se to ai Denari (Vedi), perchè l'of
minario. La diocesi è ampla , e ficine e la zecca erano iu Campi
contiene centoventi parrocchie. Ad doglio, dentro o vicino al tempio
ogni nuovo vescovo le tasse, secon di Giunone Moneta, cosi detta per
do i registri della camera aposto- chè avendo fatto i romani, man
9s MON MON
cando loro il denaro per la guerra ne di pecunia alla moneta non le
contro Pirro, un voto a quella dea, derivò propriamente dall'effigie del
ebbero risposta, che se assistiti dal bue, della pecora o del porco su
la giustizia avessero seriamente ap di essa formata o impressa ; altri
plicato alle armi, non sarebbe mai menti dalla specie di quegli ani
mancato loro denaro ; onde otte mali , e non dal genere sarebbesi
nuto l'intento del voto, comincia desunta; cosicchè la moneta, se an
rono a venerare Giunone Moneta , che quell'effigie non avesse offerte ,
come sarebbe a dire consigliatrice, e tuttavia sarebbesi appellata pecu
decretarono che i denari si battesse nia, perchè rappresentava il valore
ro nel tempio di lei. Livio, seguito dell'antica moneta , che consisteva
da Ovidio, scrive essere stato fabbri in bestiame ; e perchè al dir d'I. I-
cato il tempio di Giunone Moneta, piano lib. 178: pecuniale nomine
per voto fatto da Camillo dittatore non modo nummi, sed omnes res
nella guerra contro gli aurunci, dan tani solidae, quam mobiles, et tam
done il senato l'incumbenza a due corpora, quam jura continentur. Le
deputati , e destinatone il luogo ricchezze' degli antichi romani con
dov'era già stata la casa di Man sistendo ne' primissimi tempi nel so
lio, della quale parlando Livio, di lo bestiame, che pecus dissero dal
ce : Nunc aedes, et officina mone pascere, serviansi di esso, come di
tiie est. Ma Cicerone dichiara, che misura nel commercio, commutan
avanti la presa di Roma fatta dai dolo e spendendolo qual moneta
galli vi era ancora il tempio di effettiva. Ma quando il bestiame
Giunone Moneta, detta così per una cessò di essere monetato, cioè quan
voce uscita dal suo tempio di Cam do fu esso permutato col rame e
pidoglio in occasione di un terre co ll'argcnto coniati, questi metalli,
moto. Certo però si è, che batten sebbene ritenessero in generale la
do i romani la moneta nel tempio denominazione del valore dell'anti
di Giunone, sul principio non ri ca moneta, tuttavia la nuova un
conobbero altro nume sopra le mo nuovo nome dalle sue diverse spe
nete, che quella dea col cognome cie adottò; cosicchè quella su cui
di Moneta. Dipoi introdussero una era effigiato il bue, valutato cento
deità distinta, chiamandola quando assi, centussis fu detta ; l'altra che
Equità e quando Moneta. Siffatto offriva l'effigie della pecora, apprez
nome divenne tutto suo proprio col zata dieci assi, dteussis fu appella
tempo, che molti si credono che ta. Peculatus, secondo i giurecon
questa voce di natura sua importi sulti Paolo e Festo, si disse un pic
quello che con altra dicevano pe colo furto ; e il peculium de' servi,
cunia, ancorchè non abbiano a fare e la pecunia de' nobili , al dir di
insieme cosa del mondo. Il ch. mon Paolo, si denominarono a pecore.
signor Marini nella eruditissima Dis Altri vogliono che la parola pe
sertazione sulla diplomatica ponti cunia derivi da pecudis corio, per
ficia p. 33, riferisce, che forma si chè le prime monete erano di cuoio.
appellò la figura o tipo che im- Su questo punto il ch. dott. Geo-
primevasi sulle monete , vedendosi narelli nella sua dotta dissertazione,
in più leggi, che formar le mone La moneta primitiva e i monumen
te valea effigiarle. La denominazio- ti dell'Italia antica, a p. io, rife
MON AI ON 93
lisce che la moneta italiana e la sima ragione per persuadersi , che
moneta romana pubblicata dagli il valore fosse nella prima origine
autori dell' Aes grave del museo della moneta indicato dall'impron
Kircheriano, ovvero le monete pri ta di esse. Da qui la moneta ri
mitive de'popoli deW Italia media, tenne il nome di pecunia, e s'im
non è la primitiva. Il metallo in prontò altresì d'animali di ogni ma
forme ne tenne prima le veci, e niera, de' quali indistintamente com-
di questo ne possiamo essere sicu ponevasi il gregge. Avverte ancor egli,
rissimi, se non nltro per la espres che la moneta non fu detta pecunia
sione di aes rude, e di aes signa- dalla impronta degli animali segnati
tum che ci rimase nella lingua del vi, sibbene dall'essere succeduta al
Lazio; espressione con cui la criti pecus. In ciò Plinio è contraddetto
ca storica s'accorda a meraviglia. da tutta l'antichità, e da esso me
Avvi altresì chi vorrebbe assegna desimo, ove scrisse pecunia ipsa a
re il vanto di tale invenzione a pecore appellabatur; quindi perchè
Saturno re d'Italia, e pare che tale la sua contraddizione sia minore, o
sentenza abbia origine dalla tradi quasi nulla, è da interpretare quel
zione stessa che ne vorrebbe au et per etiam. Pare che l'origine di
tore Giano. Da Erodoto può ar simili tipi non solo debba ripetersi
gomentarsi che questa invenzione dagli armenti, perchè ad essi ap
foste degli etruschi in Italia , per punto sostituivasi la moneta ; ma
chè egli racconta che i lidii trova eziandio per una tal quale dignità
rono primi la moneta d'argento e in che erano dagli antichi tenuti.
d'oro, e che tennero in loro forza Il medesimo Gennarelli, p. 2o, di
tutta l' Etruria, dove passò metà cendo che Vaes grave s'intende la
della nazione. Pare che Vaes rude moneta a pieno peso di libbra, o
si componesse di lastre senza tipo, le sue parti corrispondenti, produ
virgaej sapendosi però di certo che ce le spiegazioni che ne diè Boechk,
il bronzo fu in progresso segnato il quale scrisse che l' aes grave in
d' un' impronta , forse fu eguale la tutte le epoche è l'uno e il mede
forma del metallum infectum , la simo, vale a dire il metallo a pie
quale subi diverse mutazioni. h'aes no peso di libbra ; di moneta co
rude però, nell'autorità de' privati, niata adunque quella di cui il va
dovea dar luogo ad inconvenienti lore nominale corrisponde alla lib
gravissimi, sulla giustezza e bontà bra di peso di Plinio. SuH'aes ru
del metallo; si originò da qui la de o grave ne parleremo dicendo
moneta segnata, la quale, meglio delle prime monete de' romani ed
ancor che la informe, prese il luo italiani. Quanto a Nummus e Nu
go delle greggie, cioè dell'antica pe misma, cui fu pur chiamata la mo
cunia. Quindi i ricchi dicevansi lo- neta, il Sarnelli Leti. eccl. t. X,
cupletes e pecuniosi, per esprimere letI. XIX, n. 4 e 5, rileva, che da
la grandezza delle terre e la mol Numa re de' romani che nelle sue
titudine delle greggie ; con le quali monete pose con l'immagine l'iscri
ultime s'infliggeva dagli antichi la zione del proprio nome, venne det
pena delle multe; ed essendo cer ta Nummus; laonde sebbene Nu-
tissimo che il commercio primiti misma dicesi la Medaglia (Vedi),
vo fu con le greggi, vi è la mas- l'evangelista chiamò Numisma la
94 MON MON
moneta corrente a numus , ed sce all'economica paralisia dello sta
Orazio chiamò Numisma una mo to. Il prelato Nicolai nelle dotte
neta del re Filippo di Macedo Memorie sulle campagne e annona
nia. Il vocabolo di Numismatica, di Roma par. 3, p. 4. chiamando la
scienza delle medaglie , deriva dal moneta necessaria per la società ci
nome tanto greco quanto latino di vile, dichiarate quali sono le cose
moneta e di medaglia ; scienza o necessarie per la sussistenza, e quali
arte che principalmente ha per og per vivere agiatamente, osserva che
getto lo studio delle monete, mas non essendovi società o iudividuo
sime degli antichi greci e romani. che avesse tutte queste cose sebbe
V. /Eckhel, Lezioni elementari di ne necessarie, convenne acquistar le
numismatica tradotte dal Ceroni, mancanti col cambio delle altre co
Roma i8o3. Tanto basti quanto se superflue; ma riuscendo molto
ni vocaboli di moneta, pecunia, aes, disagevole la permutazione, s'intro
nnmimis, numisma, co' quali si chia dusse la compra e vendita , colla
ma la moneta. merce universale chiamata moneta,
Le monete sono i più certi mo onde si rese necessaria la materia,
numenti della storia, poichè per es che dicesi pasta, di metalli i più
se conosciamo quali principi regnas preziosi d'oro e argento, ed anche
sero in uno stato anche in tempi di rame in piccola quantità per co
remotissimi; quali fatti importanti modo delle minute compre de' ge
rncchiudino alcune imprese espres neri. Il Davila è d' avviso che al
se ne' rovesci; se fiorente o in de tempo della guerra di Troia si u-
cadimento fosse il pregio delle -bel sasse ancora il primo o più antico
le arti, dedotto dall'eleganza o roz modo del barattare cosa con cosa ;
zezza del tipo ; se ricche o scadute e non pare, die' egli, che l'oro in
le finanze d'un principato, in con allora si monetasse: uno dava una
siderarsi la qualità più o meno pu cosa e ne riceveva un'altra, per e-
ra del metallo, ed alla ridondanza sempio del vino in cambio di buoi,
o scarsezza delle monete stesse ; e di cuoio, di ferro, ec. In seguito
in fine se risulti l' universale cor s' impiegarono pel commercio i me
rispondenza fra il loro intrinseco talli preziosi, e furono perciò con
ed estrinseco valore ; laonde i rac trassegnati con bollo o marca, che
cogli tori che ci tramandarono si ne determinasse il peso e la lega,
mili tipi monetari , si resero as per poterne cosi fissare il valore, e
sai benemeriti delle arti e delle risparmiare ai commercianti la pena
scienze, come della storia. La mo di pesare , di esaminare e di far
neta è considerata da Locke, Ga- saggiare il metallo. Scrisse il citato
liani, Forbucy e Genovesi la rap Galiani, non mancare nazioni, che
presentante e la misuratrice di non di metalli, ma si servono o di
tutti i valori, e in un la merce frutta, come di mandorle amare in
universale; ma allorquando non Camhaìa , di caccao , di maiz in
può liberamente passare da un luo qualche lungo di America, o di sale
go all'altro, per non essere l'intrin come nell'Abissinia, o di chiocciole
seco valore proporzionato all'estrin marine : in tutta l'America prima del
seco, l'oggetto diviene di certa ir suo scuoprimento, quantunque niun
reparabile rovina, poichè contribuì- uso di moneta vi fosse, erano l'oro
MON MON 95
e l'argento sopra ogni nltro stimati, turali, disprezzando tanti bisogni che
e come cosa sacra e divina vene ora lo tengono oppresso, e facen
rati; nè in altro che nel culto del do uso del puro indispensabile, al
le loro divinità, e nell' ornato del lora sicuramente l'oro e l'argento
principe e de'signori adoperavansi. perderanno l'ascendente sugli uma
La scoperta dell'America, fra gli al ni affetti, e non padroneggiando più
tri beni che procacciò all'antico con la nostra volontà, essi ritorneranno
tinente, diede ancor quello, se pu al loro primo ufficio di ornare e-
re tale realmente si può chiamare, sclusivamente i templi della divini
della gran quantità d'oro e d'ar tà. Tra quelli che non conobbero
gento che produssero le inesauste monete, nomineremo i virtuosi car
sue miniere (si calcola a circa venti dinal Agostino Valerio, e Benedet
mila milioni di scudi il valore del to XIII. Trattano del valore della
l'oro ed argento raccolto da esse): vecchia moneta il p. Giovanni Ma
dal che, secondo la comune opinio riana, De ponderibus et mensuris,
ne, le monete dovettero abbassare in fine del suo trattato De rege;
di valore, e meno estimarsi di quel Antonio Sola in fine del commen
le antiche che precedettero la sco tario sui decreti de' duchi di Sa
perta del nuovo mondo, per la ra voia ; Antonio Gobio, De monetis;
gione che questi metalli assai in al il p. Beverini, De ponderibus; Gu
lora scarseggiavano. Tuttavolta la glielmo Budeo, Della moneta e va
causa principale del maggior valo luta loro, traduzione di Gualandi ;
re della moneta non pare che si e l'opera stampata a Venezia dal
debba ricercare nella poca quanti Baseggio nel 1752, intitolata: Nuo
tà dell'oro e dell'argento in circo- vo trattato del modo di regolare la
hmone, ma bensì nel maggior nu moneta.
mero di popolazione a cui la mo Il Vettori nel suo Fiorino d'oro
neta dovette servire. Fu quasi in illustrato, più cose tratta riguar
finito il numero de' popoli che co danti la moneta, e di alcune co
niarono moneta , e nella sola Ro niate per cagione di necessità e
ma, e quasi in un istesso periodo strettezza, come delle ideali e im
di tempo duecentocinquanta famiglie maginarie, venendo talora dai prin
fecero uso del diritto di monetazione; cipi per iscarsezza di moneta at
ed incalcolabili sono le monete dei tribuito il valore delle monete ef
re, imperatori, rettori di popoli e fettive ad altra materia in quella
città. Altra cagione poi che con vece, e sotto Novara assediati i fran
tribuì all' innalzamento del valore cesi dai veneti e Sforzeschi, sosti
della moneta, fu quella de' bisogni tuirono le monete di rame a quel
maggiori delle popolazioni, e ciò in le d'argento. Federico II impera
proporzione de' bisogni rispettivi e tore nel i23i fece dichiarare con
del lusso sempre fatalmente cre pubblico editto, che una certa mo
scente. Opinano alcuni che alla fi neta di cuoio, la quale volle fosse
ne la gran quantità d'oro e d'ar coniata nella Romagna colla sua
gento dovrà produrre una disisti impronta , si dovesse spendere al
ma, e conseguentemente il disprez valore del nummo augustale, Ha
zo per la monetazione; cioè se l'uo doversi poi ricambiare con altra
mo ritornerà a sentimenti più na- moneta dalla camera imperiale, ed
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avea allora l'augustale una quarta ta alle monete d'oro e d'argento ,
d'oncia di peso. Alessandro d'Ales facendo rimarcare i vantaggi recati
sandro ragiona delle monete di dall'introduzione delle carte banca
cuoio , e Giacomo Bomito tratta rie. Allorchè il metallo cominciò ad
assai diffusamente questa materia , essere introdotto nel traffico, il pe
De numniis in republica pereu- so solo ed il grado di purezza ne
tiendìs et conservandis, lib. I, cap. determinavano il valore; ma la ne
XIV. Dichiara inoltre il Vettori , cessità di pesare all'occasione di
che la moneta non dee da' prin ciascun contratto che conchiudevasi,
cipi essere coniata a somiglianza di la quantità d'oro e d'argento, o
quella di altri potentati ; non deve d'altri metalli, che davansi in paga,
essere distrutta da' principi la mo portava seco e produceva molti in
neta coniata da' suoi antecessori, se convenienti, ai quali sarebbe stato
buona, e tale che da per tutto pos facile il porre riparo. Bastava, di
sa essere ricevuta senza opposizio ce il Goguet, che ciascun popolo
ne; che la loro mutazione scon avesse fatto imprimere sopra cia
certa il commercio, come dimostrò scun pezzo di metallo una marca
il Fabro, De variis nummarioruni o uu seguo, un' impronta in som
debitorum solutionibus; che abbas ma, che ne indicasse e ne accer
sato il prezzo di quelle d'argento, tasse la finezza ed il peso. D'uopo
fanno crescere di stima quelle d'o era altresì di convenire nello stabi
ro, e perchè alle volte accresciuta limento di certi termini per espri
di prezzo; l'alterazione delle mone mere quelle differenti porzioni di
te cagiona danno e sconcerto gra metallo destinate a servire di se
vissimo , essendo comunemente le gni rappresentativi alle derrate a
monete di forma rotonda. Il Buo alle mercanzie. Questa è stata, di
narroti citato, dice che la moneta ce il Goguet, l'origine della mone
degl' imperatori romani fu chia ta ; ma riesce assai difficile, se pu
mata sacra, come le altre cose lo re non impossibile, il determinare
ro appartenenti ; dichiarando che la l'epoca precisa in cui cominciò la
loro bontà fa felici i popoli e le monetazione o arte di fabbricare la
provincie, quando col prezzo intrin moneta. V. Zecca.
seco corrisponde al valore assegna Devesi distinguere nelle monete
tole. Le monete imperiali furono il valore intrinseco o legale, dal
di due maniere, cioè usuali, e mag valore usuale e locale, dividendosi
giori che dagl'imperatori si dona la moneta in reale od effettiva, ed
vano e si mandavano alle persone in ideale o di conto, inventata per
il primo di gennaio, del quale an la facilità del commercio ; tali era
tichissimo costume è rimasto tra i no anticamente la mina ed il ta
cristiani qualche vestigio , dando lento , tale nel medio evo la lira
si in tal giorno , o in quello di imperiale in Italia, e tale più tar
Natole, agli inferiori la Mancia di la lira tornese in Francia ; cosi
(Fedi). Il ch. arv. concistoriale Ar oggidì sono moneta di conto i fio
mellini, De mensis quartmi literae rini in Germania, le lire sterline in
ob fidem publicam pecuniae nu Inghilterra, gli scudi d'oro, i fiorini
meratate vice funguntur, eruditamen e i ducati delle tasse nella curia
te parla della sostituzione della cai" romana, di che parlammo a Dena
M () N MON 97
m, con nltre notizie su parecchie tano inabili a possedere benefizi i
monete mitiche, mentre molte crii- dovendosi privare di quelli di cui
dizioni sulle monete sono sparse fossero provveduti: di alcune prov
ne' relativi articoli , limitandoci in videnze de' Papi sui monetari falsi
questo a poche nozioni generali per o tosatori di monete , ne parlo a
la vastità dell'argomento. Ben a ra Monete Pontificie; altre di diversi
gione il Marsuzi, Dello scudo d'oro, principi le riportai nel vol. XIX ,
dichiarò essere il sistema moneta p. 234 del Dizionario, dicendo an
rio cosi involuto ed inestricabile , cora della moneta erosa, di argen
che al suo confronto è il famoso to mischiato col rame, di che fa
nodo gordiano un nulla , poichè cemmo pur menzione a p. 2?. j ; ed
chiarissime penne non giunsero an in Francia si chiamò moneta de'bi-
cora colla luce degli aurei scritti glioni quella fabbricata di schietto ra
a dissiparne le tenebre : i Carli , i me, o di argento mischiato di rame.
Muratori, gli Argelati, i /annetti, Dice il Vettori , ch' essendo
i Borghi ni, gli Orsini, i Vettori, i l'impressione della moneta il segno
Bonauni e tanti altri uomini cele della verità della materia, in al
bri nella numismatica, sebbene il cune monete venne scritto il nome
lustrarono immensamente l'ampio di Dio o d'alcun santo o il segno
argomento, molto vi resta. Essendo della croce, per render testimoman
la moneta un pezzo di metallo co za della verità della moneta, tanto
niato colle armi di un principe o circa alla materia , quanto ancora
d'uno stato , che gli dà corso ed circa il peso : per questo istesso mo
autorità per servire di prezzo co tivo nelle medaglie antiche si tro
mune alle cose di valore ineguale, vano scolpite l'effigie de' Cesari, per
vi sono quattro sorta di delitti di chè ne venerassero e rispettassero le
moneta falsa: i ." quando si batte immagini i popoli più lontani , ed
moneta senza permesso sovrano , acciò ninno alterasse arditamente
benchè la moneta sia di buona le la loro forma. Avendo nel 224 Fi
ga e di giusto peso; 2.0 quando lippo assassinato l'imperatore Gor
la materia e il peso sono falsi ; 3.° diano per occuparne il luogo, i ro
quando si falsifica l'effigie del prin mani non vollero ricevere le mo
cipe, lo stemma dello stato o l'iscri nete colla sua effigie. L' immagine
zione ; 4-° quando coloro i quali de' santi nelle monete è segno della
battono la moneta per ordine del loro protezione delle città e regni
principe o dello stato, la fanno di cui esse appartengono. Osserva Pro
titolo o di peso inferiore al pre copio , che nè i persiani , nè altri
scritto. Gl'imperatori romani con principi , osavano battere monete
siderarono i monetari falsi come d'oro, se non che coll'immagine del
rei di lesa maestà; il concilio ge l'imperatore, non così i franchi che
nerale di Laterano I, celebrato nel battevano monete d'oro seuza tul
1122 da Calisto JI, fulminò la ma ritratto. Dice il Vettori che la mo
ledizione e la scomunica contro i neta chiamata tesione fu cos'i detta
monetari, e chi avesse speso scien dalla testa di alcuni Pontefici e
temente monete false ; e il I'apa principi che vi si trova scolpita.
Giovanni XXII dichiarò che i chie Le immagini che si fauno impri
rici che alterano la moneta diven- mere nelle monete servono eziandio
VOL. M \. 7
9«S MON MO«
a far scorgere In sostanza dclia nio- chiese, p. 38 i, parlando delle me
neta niente avere di falso, e senza daglie o monete de' gentili, che tal
bisogno di bilancia, il giusto peso volta ritrovami poste dagli antichi
e la realtà delle medesime dimostra fedeli o dentro o fuori a' sepolcri
no nello stesso tempo, e ciò equivale de' sacri cimiteri , dice che quan
a un diploma segnato col pubblico tunque i cristiani sapessero la scioc
suggello, su di che parla Carlo Mo- ca superstizione de' gentili, dittavi i
lineo , De mutatione monetae. Il non abborrirono di collocare ne'loro
Sarnelli citato spiega perchè nelle sepolcri qualche medaglia o mone
monete e medaglie si esprime per ta coll'impronta degl'unperatori gen
lo più il solo volto. Egli dice ciò tili, ma con maniera e con lini di
farsi perchè la faccia è la più bella versi da que' de' pagani, cioè affisse
e nobile parte del corpo, e che si nella calcina che ferma le tavole
può dire tutto l'uomo essere il ca di marmo, o di terra cotta che li
po: totus homo in vultu est. Il Gua chiudono, ma non mai in bocca o
sco, Riti funebri di Roma pagana, vicino alla testa de' cadaveri; quin
p. 2i, mostra la sua sorpresa come di credere che si ponessero affin
gli antichi romani si avvisarono che chè rimanesse la memoria del tem
le monete avessero efficacia anche po e dell'imperatore sotto cui sof
nel regno de' morti , poichè pone frirono il martirio , e ritenere col
vano in bocca al cadavere un trien- Buonarroti, che queste medaglie o
te, ch'era la terza parte d'un asse, monete denotino il tempo della mor
affinchè giunto alla riva del fiume Ie di colui ch' è seppellito nel lo
Acheronte o palude di Stige, pa culo de' cimiteri o catacombe, cui
gando puntualmente l'avaro Caron sono affisse, o dentro ul quale n-
te, questi subito lo tragittasse colla trovaronsi colle ossa ; avvertendo
sua barca ai sognati campi elisi ; che talvolta, ma raramente, se ne
ed i greci ponevano in bocca al trovarono di diversi imperatori, per
morto due oboli, ed i capitani ate mero ornamento del sepolcro dove
niesi ond'essere distinti dal favolo furono affisse; e Celestino III col
so Caronte, accrebbero lo stipendio locò monete d'argento nel sarcofa
sino al triobolo, dal qual pedaggio go de' corpi di s. Eustachio e com
i soli ermionesi erano esenti , per pagni nella sua chiesa. Dicendo a
chè il viaggio dal loro paese all'È Medaglie Pontificie di quelle clic
rebo era brevissimo: il nocchiero si pongono coi cadaveri de' Papi,
senza moneta nou concedeva l'im notammo che per mancanza di es
barco, per cui veniva il morto e- se, con quello di Pio VI furonvi
scluso, restando la sua anima erran collocate alcune sue monete. In vari
te e dispersa, il che accadeva agli luoghi poi parlammo delle moneie
estremamente poveri. Nel i8i7 nel collocate ne' fondamenti degli edi
le tombe di Calisto suburbane a lizi al pari delle medaglie, come si
Roma si trovò un teschio quasi gi disse a detto articolo, e delle prin
gantesco con in bocca una moneta cipali sue raccolte. Nell'aprile i847
d'argento appartenente a Tito, e vi in Egitto ebbe luogo una graii fe
era scritto Judaea Capta. Il Ma sta nazionale, cioè la solenne col
rangoni , Delle cose gentilesche e locazione della prima pietra delle
proJ«ne trasportate ad uso delle chiuse del Nilo, fatta dal vieti e
MON MON 99
Alohammed Aly con cerimonia mai talento egiziano e babilonico, ch'era
avuta luogo in Turchia, nuovo alle volte peso e somma numeraria,
progresso che l'oriente attiuge agli componendosi di dodicimila dram
usi ed all'incivilimento europeo. Il me; e f'uvvi il talento attico, il ma
vicerè, mentre gli sceh ministri del cedonico ed altri : ed in Egitto an
maomettismo compievano le loro che il tolomeo d'oro. Varie nazio
preghiere, fece porre in una casset ni ebbero la dramma, il siclo d'oro
ta di piombo ogni sorta di monete chiamato adarcon e drachma, l'asse
d'oro, d'argento e di bronzo conia moneta di conto dei primi tempi di
te sotto il suo governo all'occasio Roma, l' assarion e l' aureus pure
ne di questa festa, ed un processo romani, il Cristofaro de'lidii, il dari-
verbale, saldata a piombo e depo co de' persiani, diverse specie di'
sta nella buca preparata in un bloc dramma, il filippo d' oro moneta
co di pietra di fondazione della macedone, la lira o mina egizia, la
chiusa. Indi il vicerè prese un po mina attica d'argento, la mina d'oro
co di cemento con una cazzuola dei romani, l'obolo, l'oncia, il pondo
d'oro, e Io gettò sopra la pietra, e sinonimo di libbra, il quinario, il
con martello d'argento percosse va sesterzio de'' romani, la siliqua sici
rie volte il sasso. liana, il soldo d'oro, la statere ed
Fu grave questione fra gli anti altre antichissime monete descritte
chi, nè fi a i moderni è ancor de dai numismatici. Secondo Erodoto i
finita, se in Grecia ai tempi della primi a battere moneta furono i
guerra troiana fosse introdotto l'uso lidii, altri riferiscono l'origine della
della moneta, e se Omero la ricor moneta al secolo in cui Saturno e
di veramente ne'suoi canti divini, e Giano regnavano in Italia ai tempi
incertissima quindi l'età di sua mo eroici o favolosi. Sembra che le prime
neta ne' ricordi degli scrittori. La monete dai greci versate nel com
nozione della moneta si trova ezian mercio non fossero che di rame sem
dio presso gli antichissimi popoli, plicemente, e non portassero alcuna
de'quali ci giunse memoria: le sa impronta; ed a Fedone o Fidone
cre carte ci ricordano fino dai tem tiranno d'Argo si attribuisce l'inven
pi di Abramo e di Abimelecco i zione de'pesi e misure, e delle mo
cosi detti sicli, e non poche volte nete battute nella Grecia, i^t. anni
qua e là in quei libri si parla di circa avanti la fondazione di Roma.
moneta d'oro, d'argento e di bron Siccome non vi aveva alcuna ra
zo. Queste circolavano pure nell'an gione o motivo per cui dovessero
tico Egitto a'tempi di Giuseppe, che quelle monete improntarsi dai due
fu venduto per venti o trenta mo lati, cos'i può presumersi che nell'o
nete d'argento o d'oro. L'uso della rigine non si adoperasse nel bat
moneta fra gli assiri, che alcuni di tere le monete se non che un solo
cono i primi a batteie moneta, i tipo, o un solo impronto, a fine di
caldei o babilonesi, è provato d'au prevenire la frode e di dare ai pez
torità precise: Ephron domandò ad zi monetati un carattere legale. Es
Abramo pel prezzo del campo ove sendosi poi perfezionata l'arte della
volea stabilirvi il sepolcro di Sara, moneta, si ornò anche il rovescio
4oo sicli d'argento, ed Abramo ne della moneta di una testa o di
pagò la somma. Quindi abbiamo il qualche altro simbolo. I gtcci pone
i oo M0N MON
vano sulle loro monete d'ordinario neta e fabbricarne di rame, ciascuna
dei geroglifici o de'segni enigmatici, del peso d' una libbra o as. Sotto
che particolari erano a ciascuno sta i re di Roma uon si conobbe la
to, o a ciascuna provincia. Quelli di coniazione di monete d'oro e d'ar
Delfo rappresentavauo sulle loro mo gento, la quale s'incominciò a conia
nete un delfino , gli ateniesi una ci re l'anno di Roma 4^4 o 4^5, e
vetta, i beozi una figura di Bacco l'anno 546 quella d'oro. Cesare fu
con un grappolo d'uva ed un'ampia il primo che fece imprimere la sua
coppa , i lacedemoni uno scudo, e testa sulle monete, per decreto del
così altri altre insegne. Il Zaccaria, senato. Può vedersi la grande opera
Storia lett. d'Italia t. III, p. 181 di Budeo, De asse.
e seg. tratta di quando cominciasse In Francia si pretende che la pri
la moneta coniata, della moneta ma moneta d'oro conosciuta in quel
d'Italia e della veneziana. regno fosse quella battuta d'ordine
I romani sotto il regno di Romolo, di Teodoberto re di Metz, nipote di
al dire di Festo, non fecero battere Clodoveo I. Poco conosciuta è la
alcuna sorta di moneta ; essi ne ave monetazione di quei tempi; si sa
vano tuttavia d'oro e d'argento, ma soltanto che la lira null' 8o5 era
queste secondo alcuni scrittori veni composta di venti soldi. Carlo Ma
vano dall' Illirio, 'e passavano per gno fu il primo che da una libbra
mercanzia. Vuolsi che il re Servio di peso d'argento fece ricavare venti
Tullio sia stato il primo che fece bat monete che chiamò soldi, e da uno
tere una moneta di rame sulla quale di essi fece trarre dodici altre mo
pose un bue o una pecora; ma è noto nete che nominò denari : si è os -
che prima di lui Numa stabilì un servato che Carlo Magno era tanto
corpo o compagnia di battittori di ricco con un milione solo di ren
rame chiamati aerarti, i quali era dita, quanto lo era Luigi XV con
no i monetari di quei tempi, ed sessantasei milioni. Sotto Carlo il
egli fece fabbricare della moneta di Calvo, e nel i' 864 si cominciò a
rame, la cui specie non era affatto porre sulle monete l'effigie del prin
marcata, ma tagliata grossolanamen cipe regnante, ed il suo editto sul
te in piccoli pezzi quadrati, ed il regolamento e valore delle monete
peso ne fissava il valore: la più con è uno de'più antichi e curiosi mo
siderevole fu charaata as, aes, o numenti della legislazione francese.
raudus, dalla sua materia, e pondo Le monete di tal nazione vuoisi
o itssipondio, perchè pesava una lib che da Filippo IV cominciassero a
bra. o dodici oncie, laonde per co portar la leggenda: Sii nomea Do
modo del commercio si fabbricaro mini benedictum. All' articolo De
no diverse monete di minor peso. nari parlai dello scudo d' oro che
Dal non essere le prime monete ro ebbe origine da Filippo V, pei mo
mane di Numa con marca, venne la tivi che riporta il Marsuzi a p. 1 1,
denominazione di aes rude o grave, confutando Le Blanc nella celebre
il peso assegnandone il valore, per opera sulle monete di Francia, Afon-
cui Servio Tullio dopo circa 18o noies de France, il quale ne ripe
anni, vedendo ch'era molto incomo te il principio avanti il 1279. Que
do tener sempre la bilancia in mano, sta moneta chiamata denaro d'oro
fece cambiar la forma di quella mo- allo scudo, deniers d'or à l'escu,
MON lvI O N io[
poi per brevità fu detta semplice bra altra volta effettiva, del valore
mente scudo d'oro. L'Italia fino dai di venti soldi, e più o meno se
più remoti secoli ebbe monete pro condo i luoghi e i tempi, avendo
prie, ed invano fra le tante rivo variato anche nella forma e nel
luzioni, di cui fu misera preda, ne titolo per nomi aggiunti alla me
rimase priva. All'etruscbe d'imme desima. Nel medio evo le repub
morabile origine, dice il Marsuzi, bliche italiane per recar onta ai
cbe succedettero le romane, e Ro nemici, non solo facevano correre
ma in tutte le epoche mostrassi il palio sulle porte delle città as
gelosa di tale diritto, testimonio sediate, da' cavalieri, fanti o mere
della propria sovranità; anche Ra- trici, ma volendo al tempo stesso
venua nel 4o2 ebbe monete im dimostrare che si esercitavano atti
presse al conio suo, e Pavia, Mila di sovranità sul territorio loro, si
no, Lucca, Treviso, il ducato be creavano cavalieri, e battevasi mo
neventano, e probabilmente lo spo neta. All'articolo Italia citammo
etino a'tempi de' longobardi non vari scrittori sulle monete italiane,
mancarono d'un tanto onore. In in un all'opera de' dotti gesuiti i
progresso o la sagacità, o il dena pp. Marchi e Tessieri suWaes gra
ro, o l' obbedienza, o la forza, o ve, primitiva moneta di cui ebbero
per privilegio imperiale o pon l'arte e l'uso oltre quarantatre cit
tificio, ne resero partecipi quelle tà e popoli divisi in sei provincie
città, che ad un qualche grado di dell' Italia media, meritando in que-
possanza giunsero , come diciamo st'arte i primi onori i popoli fra
ne' loro articoli, ed in molti par il Tevere e il Liri, i rutnli, i la
liamo de'vescovi che in un al do tini, i volsci, loro appartenendo le
minio temporale esercitavano il gius monete coniate ne' tre metalli con
della -moneta. Ne' bassi tempi in le epigrafi Roma e Romano, attri
Italia variarono sommamente la buite prima per mancanza di con
forma ed il valore delle monete, fronti con le fuse alla Campania;
perchè divisa essendo la penisola dalla quale opera importante rile
in varie sovranità, e divenuti es vasi pure, che gli iguvini o egu-
sendo sovrani per qualche tempo lii ni, erano stati una confederazio
anche gli stessi municipi, quasi tut ne d". ilmni cinque città diverse,
ti vollero battere moneta, e tutti con altrettante officine monetali; i
ne variarono il titolo, il peso, le popoli Iransapennini o adriatici a-
impronte e le leggende a norina ver adoperato un sistema decima
del loro stato politico. In epoca le nel peso e nella divisione della
remota si cominciò in Italia a bat loro moneta. Una relativa lette
tere ducati o scudi d'oro, fiorini ra del ch. avv. De Minicis, la
o zecchini, massime dai fiorentini, citammo a Fermo. Nel i839 il
dai veneti, e dalle zecche pontifi march. Melchiorri pubblicò in Ro
cie, di che con altre monete anti ma: L' aes grave dell'Italia me
che parlammo a Denari, dicendo a dia ordinato e descritto dai pp.
Doge delle oselle dei dogi di Ve Marchi e Tessieri. Dipoi nel i84o
nezia. Ricevuta pure fu in vari il lodato p. Tessieri nell'accademia
(tati la denominazione di lira, mo romana d'archeologia fece leggere
neta d'argento, cosi detta da lib una dissertazione, nella quale di
io2 MON MON
mostrò che la ragionata distribu Viennae 1775. Catalogus mimici
zione geografica e cronologica deila Cacsarei vindobonensis, Vindobo-
moneta primitiva in aes grave dei nae 1779- Gian Giacomo Gesner
popoli dell' Italia di mezzo, è gran di Zurigo, chiamato tesoro univer
de eccitamento a tentare una di sale delle antiche monete: Pro<pc-
stribuzione egualmente ragionata ctus thesauri universalis numisma-
di tutta la moneta segnata in Ro tum antiquorum , Zurigo 1 73 J.
ma nell'epoca della repubblica, onde Ecco poi il titolo dell'opera com
dare una serie ordinata, non una piuta: Numismata antiqua populo-
serie che tutte universalmente ab riim et urbium omnia quotquot ex
bracci le monete consolari, ma cer numismato, phylaciis, et scriptori-
tamente una catena numerosissima, bus de re numaria comparare li-
la quale sia più che sufficiente a cuit integra serie tabulis aeneis re-
creare la storia monumentale del prac.tentata , adscrìptis nominibns
l'arte. Il numero 58 del Diario di museorum unde deprompta sunt,
Roma 184.5 notificò che l'arcipre et locis praestantissimorum autho-
te di Ccrveteri o Ceri Regolini rum qui singula illustratimI. Titt-
rinvenne in quell'etrusca città un tavolta in critica è stata poco lo
numero considerevole di assi, se data. Landi, Numismata selectiora,
ntissi e quadranti, utili a qualun Lugduni Bat. 1695. Froelich, No-
que raccoglitore di aes grave, per titia elementaris numismatum anti-
la loro varietà e bella conserva quorum, Viennae 1758. Ad numi
zione. Queste monete di diverse smata regum veterum accessio no -
epoche hanno gli assi coi Giani , va , Viennae: Millingen , Recueil
le barche, gli emblemi di Volter de medailles grecques inedites, Ro
ra, le Minerve, i Nettuni, le rote me 1812. Francesco de Domini
dei ri ititi i, ec. ; si veggono nei ci s, Repertorio numismatico per co
sentissi i Giovi e le barche, e nei noscere qualunque moneta greca,
quadranti, il fiore, il bueiNettuno, ec. tanta urbica che dei re, Napoli 1826.
Oltre i citati autori, tra gli al Musaei Sanclementiani numismata
tri scrissero sulla moneta i seguen selecta imperatorum romanorum
ti. Mainoni, Descrizione di alcu graeca, aegyptica et coloniarum il
ne monete citfiche, Milano 182o. lustra Iu cum figuris, Roniac 18o8.
L' Adler pubblicò un piccolissi Spnnheraii, Dissertatìo de praestan-
mo saggio delle monete cufiche. tia et ino numismatum antiquorwn,
Michele Tafuri fece la prefazione Roruac 1664. Du Cange, De ini-
dell'opera: Alonetc. cufiche de nor perator. Constantinopolitanor. nu-
manni e degli svevi rinvenute in Si- mismatibus, Romae 1755. Zoega,
ciliit, raccolte e pubblicate dal prin Nummi aegyptii imperatorii musaei
cipe di s. Giorgio, poichè i prin Borgiani, Romae 1787. Goltzii ,
cipi normanni e svevi per lunghi C. Julius Caesar ex antiquis mi-
pezza batterono monete con impron mismatibus. Uruiris 1 563. Graecia
ta e leggenda cufica, proprie dui ex antiquis numism., Brugis 1 58 1.
saraceni anteriori dominatori detla Orsini, Storia delle monete della
Puglia e Sicilia. Eckhel, Descriptio repubblica fiorentina, Firenze 1760.
nummorum Antiochiae Siriae, Vien- Doederlin , Commentatio kistoriae
nae 1786. Nummi vetcris anetdoti, de mtmmis Germaniac mediac., Nu
MON MON io3
rimbergnc 1729. Liebe, Gotha mmi- lo un trattato sugli assi gravi e sue
iimiii1, Amsterdam 173o. Argelati, partizioni, non che sulle incerte, e
De monetis Italia? variorum illu- su quelle di fabbrica campana, a
striiim virorum, Mediolani 175o. vantaggio della numismatica antica.
Ferdinando Galiani, Della moneta, Le impronte delle monete sono in
Napoli 178o. Cesare Antonio Ver parte desunte dai libri editi, dalla
gera, Monete del regno di Napoli collezione che ben copiosa possiede
da Ruggiero I fino a Carlo VI, l' autore, e dalla serie rinomatissi
Roma 171.5. Fastos magistratitum, ma della famiglia Santangelo. Nel
et triumphorum romaiiorum ex an- le Effemeridi romane del 1774) P-
tiauis numismatum qiiam marmo- 292 e 297, e del 1779, p. 3 1 3, ti
rum momimentii, lirugis i566. dà conto dell' opera di Bellini sul
Banduri, Numismata imperatorum le monete d' Italia nel medio evo,
romaiiorum a Tra/ano Decio ad essendo egli anco autore della dis
Paleologos, Lutetiae 1718. Vail- serti sulla Lira ferrarese ile' mar-
lant, Numismata imperatorum ro- chesini, e del tratt. delle Monete di
manorum, Romae 1 743. V. Fa Ferrara, al qual articolo parlammo
miglie norili m Roma. La rac delle sue monete. Nell' Effemeridi
colta delle monete consolari di del 1776, p. 46 e 5i, del 178o
Francesco Sibilio valente pietrista, p. 124, del 1784, p- 2o4, e del
non ha in Roma confronto, ed al 1 79o, p. 285, si dà un sunto della
l' infuori di quattro nomi le ha Nuova raccolta delle monete e zec
raccolte tutte inclusive alla varietà. che d Italia, opera del Zannetti. Il
Tale raccolta veduta dal cav. Bor Muratori nella dissert. XXVII, trat
ghesi e dal barone d' Agly fu som ta delle monete di varie città e
mamente lodata. Gennaro Riccio, regni, come pure d' Aragona, Na
Le monete delle antiche famiglie varro, Francia, Inghilterra, Scozia,
di Roma Jino all' imperatore Au Schiavonia, de' conti del Tirolo,
gusto incliisivamente co' suoi zec ec. Osserva il Vettori con diverse
chieri dette comunemente consolari, erudizioni, che la moneta si nomi
Napoli 1 836. Il benemerito autore nò secondo il colore del proprio
scorgendo che grandi scoperte eran- metallo ; laonde quella di rame fu
si fatte nella numismatica delle fa detta nera, quella d' argento alba,
miglie romane, per opera dei dotti che ancor oggi dicesi bianca, e
Borghesi, Sestini, Cavedoni ed altri, quella d' oro fulva o gialla ; que-
e che la grande opera del Morelli st' ultima altri erroneamente disse
è ognor più rara a trovarsi, e per ro flava oflavia, dalla gente Fla
ciò eccedente di prezzo, divisò di via, attribuendogli il nome da Ve
pubblicar l' opera a modo di ca spasiano e Tito ch'erano della fa
talogo alfabetico ragionato, raccol miglia Flavia. La moneta di mi
se tutte le monete di famiglie 0 stura Giovenale la chiamò : . . . Te
consolari, le descrisse, le interpre nue argentimi, venaeque secundae.
tò, ne indicò la rarità e il costo Parlando poi del giuoco degli an
in commercio, tutte riunendo in tichi fanciulli di Roma, chiamato
tavole litografiche, con adunare i Testa o Nave, aggiunge che cosa
diversi tipi delle monete di ben simile a questa praticano oggi col
182 famiglie. Inoltre vi ha nggiuu- le monete correuti, nelle quali cs-
io.| MON MON
sendo (a' suoi tem pi ) effigiati da arnaldisti, dal secondo generale con
una parte s. Pietro e s. Paolo, o cilio di Laterano perciò condanna
solamente uno dei due, e dall' al ti, poscia in diverse epoche da nu
tra le armi del Pontefice che re meroso stuolo di altri eretici e
gna o di alcuno de' suoi predeces scismatici, i quali per vaghezza di
sori, gittando in alto la moneta oppugnare i diritti eziandio tempo
dicono Arme o Santo, e secondo che rali della Sede apostolica, tutti
ricascando in terra la moneta, sco scrissero che i sommi Pontefici non
pre l'una cosa o l'altra, vince quel erano anticamente padroni assoluti
lo che la indovina ( questo giuoco de' loro stati, ma bensi gl' impera
tuttora si fa in Roma ). In Tosca tori, accozzando insieme I' autorità
na sogliono dire Giglio o Santo, degli antichi scrittori e vari monu
portando le monete di rame per menti o finIi o mal intesi, per sos
lo più il patrono s. Gio. Battista tenere le loro imposture, con pre
danna parte, e dall'altra il giglio, testo di sostener le ragioni dell'im
antica insegna di Firenze. pero germanico. Ma le nere calun
MONETE PONTIFICIE, Mone nie lìuouo confutate appieno dal
tata Pontijiciae. Dacchè la Sede a- celebre Gretsero, e da altri veridici
postolica per volontaria dedizione e imparziali scrittori, e quelle con
de' popoli, o per munificenza di tro il diritto ch' ebbero i Papi di
vari principi cristiani ebbe il domi batter moneta, dall' Acauii con la
nio utile e diretto insieme di al dissertazione dell'origine ed antichità
cune città e castella d' Italia, come della Zecca pontificia (P'edì), e da
dichiariamo ai loro articoli, oltre que' gravi autori da lui citati, e da
quanto diremo a Sovranità' dei altri critici e giusti storici e numi
Pontefici, prima ancora delle cele smatici . Ennio Quirino Visconti
bri donazioni e ampliazioni che diceva che delle monete pontificie
ad essa fecero il re Pipino e l'im- è stato scritto meno di quello che
perator Carlo Magno, dell' esarcato si poteva , essendo questo ramo
e della Pentapoli, dominii ch'eran- di numismatica intimamente legato
si già posti sotto la protezione del colla storia ecclesiastica, fertilissi
la santa Sede, incominciarono i ro ma di segnalati avvenimenti : desi
mani Pontefici a esercitarvi la tem derava occuparsene con Gaetano
porale loro sovrana gimisdizione, Marini, ma gli mancò il tempo.
non solo con farvi le leggi, rice Le monete pontificie, al dire del
vere dai sudditi il giuramento di dottissimo filologo Agincourt, rac
fedeltà, esigerne tributi, punire e- chiudono un erudito tesoro, la ero-
ziandio colla morte i rei, e rego notassi e I' autorità ricordano, e le
larvi in altra guisa il governo po grandi intraprese dei supremi capi
litico con tutti quegli atti che a e maestri di tutto il mondo catto
un principe sovrano e indipenden lico, e interessanti sono alla storia
te convengono, ma altresì cou bat di Roma pei mutui servigi che fra
tervi la Moneta (Vedi). Questi bei loro si rendono la chiesastica nu
pregi della temporale pontificia so mismatica e la sacra erudizione,
vranità invidiando sino dal secolo XI nè di minore importanza e pregi
gli scismatici, contro i quali sdis sono pure le Medaglie pontificie
se s. Anselmo, nel XII gli eretici (Fedi). I cristiani monumenti sono
MON MON io5
in relazione immediata alle mone sunto di tali critiche e dotte os
te pontificie segnatamente antiquio- servazioni si riporta nel Giornale
ri, come quelle che sono testimo de' letterati, 175* e 1753, art. XVI,
ni autorevoli degli eredi dell'eccle avendo il Carli preteso di fissare
siastico principato, che rende i Pa l' epoca della zecca romana al 1 188;
pi salutarmente più liberi nell'eser benchè sia la più antica fra quelle
cizio della potestà di supremi pa de' principi d' Italia, chiamandola
stori conferita da Gesù Cristo. zecca del Senato Romano (Fedi),
Il Muratori nella dissert. XXVII, e da questo ceduta al Papa a tale
Antiauit. Italie. medii aevi t. II, p. epoca. Il Borgia uelle Mem. di Be
*i !•'.i, fu il primo ad alzare il velo nevento t. II, p. 287, dice che le
misterioso che le prime monete pon città della Chiesa ch'ebbero la zec
tificie cuopriva, ma con sinistre e ca, oltre Roma, furono Ancona,
insussistenti interpretazioni, al pari Ascoli, Benevento, Camerino, Gub
di quelle di Le Blanc nella sua dis bio, Ferrara, Fermo, Forli, Mace
sertazione storica delle monete: tra rata, Perugia, Pesaro, Ravenna,
le altre cose, falsamente il Mura Recanati, Rimino, Sinigaglia, Spo
tori affermò, che i Pontefici ave leto, Urbino e il contado Venuis-
vano ottenuto privilegio di batter sino. Di queste città egli afferma
moneta dagl' imperatori greci, chia che la sola Ravenna ebbe zecca
mando il dominio di Adriano I, pontificia prima di Benevento, la
vicariato di Carlo Alagno. Le Blanc quale però ebbe il singolarissimo
qualche volta è stato troppo azzar privilegio di coniar monete colle
dato ne' suoi pensamenti, e qual chiavi della Chiesa, per indicare la
che autorità da lui citata è infe sovranità papale, e che neppure i
dele. Quindi abbiamo le opere e Pontefici batterono moneta col se
raccolte di monete pontificie dello gno delle chiavi prima di Benedet
.Scilla; del Vignoli, però mancante to XI. Tuttavolta l'autore delle
e non sempre felice nelle spiega Osservazioni, ilice che s. Gregorio
zioni; del Fioravanti, ottima opera, II, che fu il primo a batter mone
ma essa ancora mancante d'alcune ta, di una delle quali parleremo,
monete perchè poi- rinvenute; e per vi fece imprimere le chiavi, anti
non diredi altri, del Garampi, vero chissima insegna della chiesa ro
tesoro di erudizione ecclesiastica, dal mana.
(piale molti hanno copiato senza ci Lo Scilla dichiarò nella sua ope
tarlo, come osservò d'Agincourt: io ra, non potersi assicurare di for
lo cito sempre. Ragionò ingiustamen mare completa storia di tutte le
te della zecca romana il conte Cur monete battute nello stato eccle
li lliibhi seguace del Muratori, nel- siastico, mentre successivamente se
l' opera : Dell' orìgine e commercio ne andavano ritrovando dagli eru
dilla moneta, e dell' istituzione del diti numismofili, anche nella ricca
le zecche a" Italia, Aja (Venezia) messe delle pontificie monete, il cui
1751. In quanto appartiene alla zec numero complessivo in processo di
ca pontificia in Roma, gli fu egre tempo sarà aumentato, cadendo
giamente risposto e venne confutato perciò in acconcio di applicare alle
dall'autore anonimo delle Osserva monete papali quanto Plinio dis.se
zioni, ec. libri 3, Roma 1752. Un di quelle de'geutiti. Non erot apud
t o6 UON MON
antiquos numerus ultra centitm mil- e quali sono le monete di ciascun
lia, itaque et ltodie multiplicantur Papa inclusive a Clemente XI, ed
h>iec, ut decies centena miIIiti aut in qual paese ed anno battute.
sarpius dicantur. Riporterò quanto Oiiali sieno state le prime in cia
scrive lo Scilla nella sua introdu scun valore e impronto. Tuttociò
zione, clic quale erudizione si può che si vede per la prima volta in
applicare a questo argomento : è esse, colle loro mutazioni, onde al
piii noto che la partizione dello cune rimasero in disuso. I nomi,
Scilla non pince alla sana critica, il valore, il peso, la lega delle mo
poichè le epoche da lui fissate non nete. Quelle senza nome di alcun
corrispondono alla vera partizione Papa. A che alludono le imprese
de' tempi, che in numismatica si ed impronti figurati ; i motti che
chiama cronismo monetario ; fatal vi sono scolpiti, e da quali autori
mente sono molti gli scrittori che sneri o profani ricavati, con notizie
caddero in anacronismi, e ci trag generali e particolari delle mede>irne.
gono i meno avveduti. L'opera è La varia situazione de' ss. Pietro e
distinta in tre parti. Nella prima è Paolo alla Mano (Fedi) destra o
I indice delle monete pontificie di sinistra, con osservazioni. Di quali
argento, d'oro, di mistura e rame, Pontefici si vede scolpito il ritratto
diviso in monete antiche, vecchie e o immagine, e di quali vi si legge
nuove, avvertendo che per antiche il nome della famiglia. Chi di Io
i numismatici suoi contemporanei ni avendo celebrato l' anno santo
intendevano le monete sino a tut del giubileo, in quali monete e con
to it pontificato di Clemente VII quali epigrafi ne lasciarono memo
ch'ebbe termine nel i534, come ria, ed in cui si vede la porta san
rare e notabilmente diverse dalle ta. Le città dello stato pontificio
posteriori in grandezza o diametro, che hanno battuto moneta ; quali
peso, forma e impronto. Per mo ed in qual pontificato hanno co
nete vecchie sono riputate quelle minciato e finito le loro zecche ,
di Paolo IIi e successori sino a In come ancora di altre città ch' era
nocenzo X, ch' erano allora le più no della dizione, cioè giurisdizione
correnti e mal fatte. Per monete e dominio papale. I santi protetto
nuove chiamò quelle ruspe (cioè le ri delle medesime in quali monete
monete che coniate di recente non e tempo improntati e variati. f
hanno perduto nel maneggiarle la cardinali legati e camerlenghi che
prima loro ruvidezza, aspa; rudm), hanno battuto moneta con la loro
che dall'anno santo 165o d'In anno o nome, come anco de' pre
nocenzo X cominciarono nd essere lati presidenti della zecca che bmi
rotonde e bene scolpite. Nella secon no posta la loro arme, e degli ar
da parte lo Scilla pose le annotazio tefici incisori de'conii, che hanno
ni particolari alle monete, concer scolpito il proprio nome; ed in fi
nenti le analoghe notizie isteriche, ne il numero e valore di tutte le
numi, valore, peso, lega e rarità. monete secondo ciascun pontificato.
Nella terza parte riportò varie eru Quanto olle collezioni o cimeliote-
dite osservazioni, distinte in tredici che delie monete pontificie, il .Mu
capitoli. Dichiara poi l' autore, che ratori nell'opera citata, tratta di
dallu sua opera si rileverà qua:ite cinquautatre tuoucte pontificie, da
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Adriano I del 772 a Pasquale Innocenzo XII, Clemente XI. Fa
Il del 1099. L' Argelati, De mone cendosi un confronto colla Crono
titi Italiae, da Adriano I a Pasqua logia de' Pontefici (Fedi), si vedran
le II ne dà parimenti cinquantatre. no le lacune e le mancanti. La
Il Vignoli nella prima edizione, raccolta di Scilla l'acquistò primoi
Antiquiores Pontificum Romarmrum il cardinal Passione1 (la raccolta
denarii, Romae 17o9, parla di del quale avea molte monete false,
ventun Pontefici, da Adriano I a avendo i venditori abusato della
Benedetto VII del 975, ed illustra sua eccessiva buona fede, e poca
trentacinque monete, cioè quelle vista che avea), e poi Benedetto
di Adriano I, s. Leone liI, Stefa XIV, che la collocò nella biblioteca
no IV detto V, s. Pasquale I, Gre vaticana ; quindi fu involata nel
gorio IV, s. Leone IV, Benedetto 1 798 dai repubblicani francesi, in
ìlI, s. Nicolò I, Adriano II, Gio un alla serie delle Medaglie ponti
vanni VIII, Martino II o Marino ficie, al modo detto a quell'artico
I, Stefano V detto VI, Formoso, lo. Luigi Tomassini acquistò dii
Benedetto IV, Anastasio III, Gio principesca famiglia la serie delle
vanni X, Agapito II, Giovanni XII, monete pontificie, ed pgli con mol
Leone VilI, Benedetto V, Benedet ta intelligenza l' accrebbe notabil
to VII. Nell'altra edizione del Vi mente. In sua morte ne fece acquisto
gnoli, accresciuta e pubblicata nel l'avv. Eugenio Rasponi che pure lo
i73:f dal Fioravanti, da Adriano I aumentò, e nel 1 835 la vendè al
a Pasquale II si discorre di qua dott. Andrea cav. Belli colto ama
ranta monete pontificie. Lo Scilla tore d'ogni erudizione, il quale non
da Benedetto XI del i3o3 a Cle badando a spesa e ricerche vi unì
mente XI del 17oo descrive le le monete di molli Papi, e quelle
monete de' seguenti cinquantadne delle sedi vacanti degli ultimi tem
Papi, compresi due antipapi. B. pi, e tutte quelle che già aveva
Benedetto XI, Clemente V, Gio raccolto compresa l'epoca repubbli
vanni XXII, Benedetto XII, Cle cana del 1798,6 parecchie in me
mente VI, Innocenzo VI, Urbano glio cambiò. Non esistendo monete
V, Gregorio XI, Urbano VI, Cle da Benedetto VII a Clemente V,
mente VII antipapa, Bonifacio IX, egli vi supplì alla sua preziosa col
BiMicdetto XIII antipapa, Innocenzo lezione con quelle rarissime del se
VII, Gregorio XII, Giovanni XXIII, nato, e principalmente colla mone
Martino V, Eugenio IV, Nicolò V, ta egualmente rarissima di s. Zac
Calisto III, Pio II, Paolo II, Sisto caria del 741, proseguendola con
IV, Innocenzo VIII, Alessandro VI, quelle coniate sino ad oggi, onde
Pio III, Giulio II, Leone X, Adria la raccolta Belliana è divenuta clas
no VI, Clemente VII, Paolo III, sica, e meritava ch'egli ne pubbli
Giulio III, Paolo IV, Pio IV, s. casse i pregi coll' indice alfabetico
Pio V, Gregorio XIII, Sisto V, e cronologico, come fece coll' opu
Urbano VII, Gregorio XIV, Inno scolo: Cimelioteca delle monete pon
cenzo IX, Clemente VIII, Paolo V, tificie, ec. Roma 1835. Il cav. Bel
Gregorio XV, Urbano VIII, Inno li gloriarasi di cominciare la sua
cenzo X, Ctemente IX, Clemente raccolta da s. Zaccaria, ma poi eb
-\, Inuoceuzo XI, Alessandro VIII, be la sorte di comprare per scudi
io8 MON MON
quaranta la moneta di rame di s. peggio seguì nel finire il regno dei
Gregorio II, e cosi accrebbe un pre goti, avendo gli ultimi loro re To-
gio a priori della raccolta : questa tila e 'l'eia distrutto affatto il se
moneta è quadra siccome quella di nato. Mostra ingannato il Carli, ove
s. Zaccaria ; da un tipo è scritto prende i romanati, moneta di Ro
Crei, e dall'altro Papae. Questa mano Diogene imperatore greco,
raccolta, siccome composta di mo per moneta romana, e piuttosto
nete effettive e non false, con pa del senato che de' Pontefici ; il Fio
recchie inedite, e di molto rilievo ravanti riferisce per denari antichi
per la storia, starebbe bene nella battuti dai Papi que' Romaniscos
biblioteca vaticana per riparare al denarios spendibiles, ma l' Acami
ta perdita che fece di quella de ne dubita assai. Avendo s. Grego
predata nella memorata lacrimevo rio II inutilmente procurato di con
te epoca, bramando egli che resti vertirò l'imperatore Leone, che avea
nella sua diletta e comune patria dichiarato crudci guerra alle sacre
l'alma Roma, come dichiarò in al immagini, e tentato di arrestarlo ed
tro suo erudito opuscolo, che poi ucciderlo, nel 73o circa Io sco
citeremo, e adombrò in un suo ar municò e sciolse dal giuramento e
ticolo inserito al numero li delle dal tributo gl' italiani in un ai ro
Notizie del giorno 1 84 1 • In esso mani. Ribellatasi l'Italia all'empio
annunziando l'acquisto della mone- imperatore , Roma e sedici città
ta d' argento di Anastasio III Papa del ducato, con altre sette della
del 911 e rarissima, dichiarò che Campania, si sottoposero volontaria
il suo cimelio numismatico inco mente a s.Gregorio II e alla Sede
mincia da s. Gregorio II, s. Zacca apostolica, e perciò sotto di lui eb
ria, ambedue riquadrate di rame, be origine il dominio temporale dei
Adriano I, ec. ; e nelle antiquiori sommi Pontefici, i quali già eser
ne contiene cinque inedite, delle citavano una certa dominazione pa
quali non si fa menzione da verim terna, al modo detto alla sua bio
autore, e non si trovano in veru grafia e in tanti articoli. Il prin
na altra raccolta, essendo la sua cipio della libertà riacquistata dai
composta dei tre metalli, ed in romani, sembra doversi attribuire
mistura. al 726, giurando al Papa totale ob
Affermando il Carli che il sena bedienza. Tuttavolta l' Acami non
to romano ebbe zecca propria an conviene che l'origine della sovra
che sotto i goti, e dopo che Roma nità di Roma sia derivata dalla de-
tornò al dominio de' greci, e poi d; /.io ne del popolo. ma che i Papi
sotto gl'imperatori d'occidente, l'au la ricevettero in dono dagli Au
tore delle Osservazioni ne deluse la gusti.
proposizione, opponendo la impro Col principato della santa Sede an
babilità che il senato, soggetto agli dò unito il diritto delia zecca, e la
imperatori e a' re goti, godesse più coniazione detle monete pontificie.
fortuna sotto due padroni, che sot In fatti sotto s. Gregorio II si batte
to uno solo, poichè fino ai tempi di rono monete coll' effigie e nome di
Commodo del 18o il senato ebbe s. Pietro, così volendo l'umiltà del
di ri 1 to di battere moneta di rame, Pontefice in vece del proprio, qua
da indi in poi ne perdè il diritto; li moocte si vedono presso Fiora
MON MON io9
vanti, Garampi e Argclati, descri Papa diritto di batter moneta, il
vendosene una d' argento e di for quale ebbe lo stesso dominio e si
ma quadrata dal Grimaldi col Vol gnoria che avevano esercitata i men
to santo, e colle chiavi incrociate, tovati due antecessori, anche a p.
ben diversa da quelle di piombo o XII e seg. La rarissima moneta di
di stagno che per divozione da- s. Zaccaria posseduta dal cav. Bel
vausi a pellegrini. Due simili col li, in grandezza è simile a quella
Volto santo si vedono presso il prodotta dal Ficoroni, che dà il
Fioravanti, ed altra presso il Vet piombo a tal moneta : il cav. Bel
tori. L' autore delle Osservazioni li nel numero 8o del Diario di
mostra ad evidenza I' esistenza del Roma i839 pubblicò un articolo
la zecca pontificia fin dai tempi di in cui dice come acquistò la mo
s. Gregorio II ; zecca che non eb neta di s. Zaccaria, che chiama
be ad incominciare o da usurpa proto-moneta pontificia e quadrino-,
zione, o dalla forza, o da qualche non essendo allora possessore di
diploma imperiale, nè ad alcuno sog quella di s. Gregorio II, e di aver
getta; ma dal comune consenso dei la confrontata con altra esistente nel
popoli, che scossa la tirannia dei museo Kircheriano del collegio ro
greci, riconobbero per loro sovrano mano e trovata identica. Però la
il romano Pontefice. Che nel 725 moneta di s. Zaccaria di tal pre
Ina re de' sassoni occidentali sotto zioso museo è tonda e contraffatta,
mise il suo regno tributario alla il perchè lascia il primato a quel
chiesa romana a tempo di s. Gre la del cav. Belli ch' è quadrata
gorio II, coll' annuo censo d'un (quadrino). Antonio Selvaggi nel
denaro per ogni casa, onde fu det i8o7 stampò in Ruma la disserta
ta moneta di ogni fuoco, lo dicem zione: De nummo argenteo s. Za-
mo a Denaro di s. Pietro e ad chariae Papae. Di questa e delle
Inghilterra. L'immediato successore precedenti il pregio maggiore è che
s. Gregorio III egualmente battè tutti i collettori cominciano la loro
monete, vendicandone l'identicità serie dalla moneta di Adriano I del
l'autore delle Osservazioni, avver 772, nou essendo loro riuscito tro
tendo che il Ficoroni però pose varne delle più antiihe, come notò
una sua moneta tra i piombi, e la l'Arami p. XVIII, dicendo avere
chiamò lamina. Nel 74i gli succes rivendicata la moneta di Zaccaria.
se s. Zaccaria, e detto autore ri Il Baronio attribuì a s. Leone I
porta una moneta quadrata che ha una moneta di s. Leone III del
nel diritto +£♦ Zacchariae e nel ro 70,5, dicendo all'anno 46i che fu
vescio +£(, Papae, la quale divulgò coniata una moneta col nome e im
I' Oldoino dal museo de' Gottifredi magine di s. Pietro, e dall'altra parte
romani, e meglio ravvisò il p. Ma- col nome di s. Leone I; ma l'Ale
billon che ne trovò una simile nel manni e il Vittorelli con altri la
museo Mezzabarba in Milano, e dichiararono di s. Leone III, anche
chiamò pretiosa cimelio. L'Acumi per l' iscrizione D. N. Leoni Papae,
p. VIIl la chiama la più antica perchè il titolo Domìni nostri pel
moneta papale, e dice che legitiima primo fu dato a lui, mentre l'an
la riconobbero Fontanini e Garam tico dominio de' Papi su Roma es
pi, confutando chi negava a quel sendosi più stabilito, da quel tem
no MON MON
po in poi cos'i vennero chiamati. ni gli baciarono i piedi, e secondo
Avendo s. Leone III elevato Carlo il rito che descrivemmo altrove del
Magno nell' 8oo all' impero, e rin la consacrazione, il Papa regalò il
novato quello d" occidente, s'inco senato e il popolo, diversis mime-
minciò in Roma ad imprimere una rum donis opti)ne ditavit. Visse so
moneta romana, con da una parte li quaranta giorni, pure buttè mo
il nome proprio del Papa, e dal neta d'argento. Qaella posseduta
l' altra quello dell'imperatore, e ciò dui cav. Ifelli egli crede non esi
per volontà del Pontefice in con stere in vermi' altra collezione, e
trassegno d'onore verso il protetto non farne menzione nlcun autore,
re della Chiesa, perchè tanto prima il perchè nel 1842 pubblicò 1ll
che dopo ne furono coniate senza Roma l'opuscolo: La monda ine
quello dell' imperatore. Anche l'au dita del sommo Pontefice romano
tore delle Osservazioni dice che i Valentino, illustrata e pubblicata,
Pontefici per onorare i nuovi Au ce. La moneta contiene da una
gusti creati da loro, e per attestar parte i segni 4- vi C ca e nel
la confederazione strettissima tra la giro la parola Petrus ; nel campo
Chiesa e l'impero, non per dichia il monogramma Valentmus. Dal
rarli sovrani, vi posero i loro nomi l' altra parte si legge R: Ludowi-
senza il menomo indizio di sovrani cus scritto in giro, e nel campo il
tà, solo per l'avvocazia pontificia o monogramma Imierator. Di tale
difesa della romana chiesa, il cui erudito opuscolo ne fece V elogio il
uffizio riportai nel vol. XXXIV, p. numero 7 delle Notizie del giorno
1 19 del Dizionario, parlando del 1842. Ivi si parla anche di Leone
nome dell'imperatore posto dui Pa XI che regnò meno di Valentino,
pi nelle loro monete, con quelle in ma egli non battè monete, bensi
cui esso non vi è. Le monete pon abbiamo di lui tre medaglie, de
tificie col nome dell' imperatore Lo scritte dal p. liounuui e dal Ve
dovico I, figlio e successore di Car nuti. Successe a Valentino, Grego
lo Magno, sono quello di s. Leooe rio IV, il rarissimo quadrino del
III, Stefano IV detto V, s. Pasqua quale è nella più volte loduta col
le I, Eugenio II, Valentino, e Gre lezione, e può dirsi gemello al Zac-
gorio IV. Avverte poi il medesimo cariano per la forma e per le let
autore che le monete pontificie col tere. Offre da un tipo +£*• Greii. Pa
nome degl' imperatori non portano pe, scritto in due linee, e chiuso
mai nel mezzo il monogramma di da un giro a perline ; dall' altro
questi, come per lo più in mono .*3+ Sci. Ptr. parimenti collo stesso
gramma complicati si vedono sulle giro : è in rame di lui ma quadri
stesse i nomi de' Papi, a riserva di latera. Di s. Leone IV si ha da
una sol volta nella moneta di Ma Anastasio Bibliotecario, ch'eletto nel-
rino I o Martino II Papa, pubbli- T847 distribut doni come Valentino,
citta dal Vignoli, che il nome di poi chiamati Presbiterii (Fedi): egli
Carlo il Grosso in monogramma fu il primo a dispensar moneta ef
rappresenta. fettiva nell'ottava dell'Assunzione,
Nell' anno 827 divenuto Pontefi di che facemmo menzione nel voi.
ce Valentino, si fa menzione del XXI, p. 17o e scg. del Dizionario,
senato romano, il quale coi ionia- ove parlammo dell' antico gettito
MON RION m
della moneta nella coronazione e di cui feci parola a Denam. Delle
possessi de' Papi, donde ebbe origi monete battute in Roma da Albe
ne la dispensa dell' elemosina che rico fratello di Giovanni XI e pa
si fa per la coronazione del Papa dre di Giovanni XII , forse sotto
e suoi anni versati. Noteremo che Papa Agapito II, ne parlai nel vol.
pel possesso d' Innocenzo X monsi XXVII, p. i«)3 del Dizionario; es
gnor Cibo maggiordomo , prima sendosi fitto tiranno di Roma, mu
della benedizione, dalla loggia but tato il governo, e avvilito il sena
tò al popolo moneta nuova d'ar to. La prima serie delle monete
gento, come <i veii falto durante le pontificie da s. Gregorio II in poi,
cerimonie, altrettanto molte volte tutti gli autori la chiudono con Be
fecero i cardinali il' Este e Orsini. nedetto VII del 975; lacuna che
All'articolo Cappelle pontificie par durò più di tre secoli, cioè da tale
lando del possesso, delle cappelle epoca a quella di Clemente V e-
dell' Annunziata, venerdì santo, ed letto nel .i 3o5, nel qual periodo si
Assunta, dicemmo dell' «licrie clic contano circa cinquantotto Papi :
in moneta fa il Papa , e descri ne dà la ragione il Vignoli con
vendo quella della terza domeni queste parole. » Post eumdem Be-
ca dell' avvento, ricordammo clie i nedictum VII, nullius ibidem alte
Pontefici anticamente ponevano in ri us Pontificis , usque ad Clemen
bocca una moneta d'oro a chi nel te»i V, sese unlii moneta obtulit,
vespero precedente intuonava loro quod turbolentissimis iis Romanac
In quinta antifona. Ecclesiae temporibus potissi mmu tri-
Alla biografia del cardinal Ga- buendum esse videtur , quibus ni-
riimpi, encomiando lo studio da lui iniiiiiii seditiosa Capitolii factio cou-
falto sulle monete pontificie, dissi sulibus et seuatoribus jam antea
pure della dotta dissertazione che creatis, ac paullatim urbis admini-
pubblicò: De nummo argenteo De- stratione summis Pontilicibus adem
nrdirti III, eletto nell'855. L' A- pta, cudendae quoque monetae au-
cami non riconosce per moneta pa ctoritatem insolentissimo -sihi ario-
piile quella monetaiii mmanam che gaverat". Però avvertiremo, che
si legge nel canone i5 del concilio nel cimelio numismatico Belliano
di Ravenna dell'877 sotto Giovan vi è la moneta inedita di Giovan
ni VIIl; ma l'autore delle Osser ni XIV, che nel 984 successe a
vazioni, p. 2o7, chiaramente dice Benedetto VII, ed il gran vuoto,
che il Papa nel concilio fece proi come suol farsi, è riempito colle mo
bir solennemente che ninno ardisse nete del memorato turbolentissimo
occupare alla Chiesa i patrimoni, senato romano. Nella collezione Scil-
le regalie e la zecca di Roma. In liuni poi, emù una monetina di
di nel concilio Tricassino si confer mistura, che lo Scilla dice l'unica
marono le costituzioni promulgate do lui veduta, del b. Benedetto XI
di quello di Ravenna per ordine immediato predecessore di Clemen
di Giovanni VIIl : questo Pontefi te V, mal battuta e consumata ,
ce assalito dui saraceni, fu costret perciò mancante di molte lettere.
to comprar la pace coll'annuo tri Da una parte eravi la croce con le
buto di vcnticinquemila mancuzi lettere PP. Benedict. Un., e dall'al
d'argento, moneta di quel tempo, tra due chiavi in piedi e le lotici e
it2 MON MON
S. Petoi Patrimonium. Riconoscendo p. VI l' Acanti, se dunque i Papi
i Pontefici di aver ricevuto quanto nel secolo X già concedevano altrui
possedevano da s. Pietro , ed anco somiglianti privilegi, molto più essi
dal suo diletto compagno s. Paolo, prima d'allora ne saranno stati in
le loro immagini ed iscrizioni di possesso, sebbene il Muratori dis
frequente furono il tema delle mo piacendogli la lettera di Gregorio
nete pontificie , come da qualche V, si affaticò per farla credere un
esempio si è veduto di sopra. Con documento fiuto o almeno altera
ragione pertanto i beatissimi apo to, ma non adduce prove convin
stoli furono acclamati Romani Prin- centi. Nei capitolari di Carlo Ma
ciiies in una moneta d'argento co gno, Lodovico I e Carlo il Calvo,
niata dal senato romano ne' bassi ordinandosi ove si dovesse battere
tempi, come osserva il Fontanini , moneta, Roma non vi si nomina
Disc. argent. vot. p. 38. Sui mo mai, seguo evidentissimo che il di
nogrammi delle monete pontificie, ritto era presso i Papi ; ed i con
V. Monogramma : i rovesci delle trassegni e caratteri prescritti da
prime monete pontificie sono cele Carlo il Calvo per le monete dei
bri per la paleografia, e per li mo suoi domimi non corrispondouo iu
nogrammi, contro i quali gli stra veruna guisa ai contrassegni e ca
nieri hanno molto iuveito per la ratteri delle romane, come nota l'A-
pontificia supremazia. Dicemmo al cami. JNel 1o19 Benedetto VIII ri
citato articolo Mano, che dall'errore cevette dall'imperatore s. Enrico II,
di conio di porre s. Pietro alla si Ramberga feudataria della Chiesa,
nistra e s. Paolo alla destra , nac col tributo annuo di cento marchi
que l'uso di porre anche nelle pit d'argento, de' quali si parlò a De
ture, mosaici ed altri monumenti, nari. Nel 1o76 s. Gregorio VII
s. Pietro alla sinistra, e questa ri diè l'insegne reali a Demetrio prin
flessione tu eziandio fatta dal Ciac- cipe di Dalmazia, con l'annuo cen
conio e dall'Oldoino. A Medaglie so di duecento bisauzi, moneta che
Pontificie facemmo alcune osserva pure descrivemmo a detto articolo:
zioni sulle epigrafi, insegne, stem a Napoli e Sicilia si dirà delte di
mi, figure ed allusioni, le quali in verse specie di moneta stabilita nel
parte possono anco servire a que le investiture di que' regni conces
sto argomento, oltre quanto dicia se dai Papi. A Cappelle Pontificie,
mo ne' luoghi che vi hanno rela parlaudo del possesso preso dai Pon
zione e che lungo sarebbe qui ri tefici della basilica lateraneuse , si
petere. Sulle monete quadrate, o- disse dei pugni di monete, che se
vate ed angolari, il libro delle Os condo l'antico rito spargevano al
servazioni ne tratta a p. 1 64 e seg. popolo, di che facemmo anco men
Gregorio V creato nel 996 con zione nel vol. XXI, p. i56 del Di
cesse a Gerberto arcivescovo di Ra zionario, mentre a p. 16o e 16i
venna l'investitura della città , col rimarcai il gettito e dispensa delle
privilegio insieme di battere mone monete che avea luogo in cinque
ta : Ex gracitita largitate nostra diverse località nel recarsi i Papi
donamus tibi, tuaeque ecclesiae di- ad alcune sacre funzioni. Siifatti
strictum Ravennatis urbis , ripam spargimenti e caritatevole dispensa
intcgrani monchim, ete. Osserva a di moneta, già erano iu uso ul
M ON MON i i3
tempo di Celestino II del ii4-3, Gregorio VIII. Veramente al primo
clie successe ad Innocenzo II. A i senatori fecero il consueto giura
questi prestarono giuramento i giu mento, che si legge nel p. Mabil-
dici e avvocati di Roma, con docu lon, Mus. lini. t. II, p. 2 i5, ove si
mento che cita Acanii , ove sono numerano le regalie del Pontefice,
Dominati i denarii papales. Ad In e fra esse moneta perchè era stata
nocenzo II nel i i j i si ribellarono invasa dagli arnaldisti ; ma nella
i romani, ripristinando con autori sede vacante la usurparono di nuo
tà il senato, istigati da Arnaldo da vo, finchè il popolo romano venne
Brescia che il Papa avea condanna a concordia col suo concittadino
to co' suoi seguaci nel concilio ge Clemente III, e gliela restituì, con
nerale di Laterano II, per sostene atto riportato dal ch. Luigi Pom-
re non potersi salvare i chierici che pilj-Olivieri segretario della roma
possedessero : indi gli arnaldisti in na magistratura, a p. i92 dell'im
vasero nel i i43 la zecca pontifi portante, diligente ed erudita sua
cia, coniando il senato monete , e opera : // senato romano, che nel
tentando scuotere il dominio tem i84o graziosamente si compiacque
porale del Papa. Il Rinaldi all' an dedicarmi : pel di più può vedersi
no i l'l'!, iiiiiil. ii, riferisce che in il Vitali, De' senatori di Roma, il
un codice vaticano si leggono que quale riporta diversi analoghi do
ste parole. Questo beato Pontefice cumenti. L'atto porta la data anno
assegnò della sua camera un censo 44 del senato, ultimo di maggio
annuale di cento libbre di moneta ii88, io cui dodici erano i sena
papale ai giudici e agli avvocati tori e consiglieri , e quarantasei i
della città di Roma. Vi si riporta senatori. Ivi si dice: ,, ... vi rendia
In formola del giuramento che gli mo la città e la moneta, ma avre
avvocati dovevano fare, obbligan mo di questa la terza parte per
dosi difendere le cause per la ve erogarsi in annui pagamenti, finchè
rità, e secondo la coscienza, e non verrà pagata tutta la moneta per
prendere per esse prezzo, se i Pa la quale sono state impegnate ( le
pi continuassero a dare i detti de chiese che restituivano ), e secondo
nari. la diminuzione della sorte diminui
Gli arnaldisti romani rinnovaro rà la rata de' frutti .... Voi poi
no le politiche rivoluzioni sotto il darete ai senatori pro tempore i
successore Celestino II, che come consueti beneficii e presbiterii. Si
il predecessore ne mori di pena; milmente ai giudici avvocati e scri
sotto Lucio II che sacrilegamente vani ordinati dal romano Pontefi
percossero , onde ne morì ; quindi ce, ed agli officiali del senato i so
costrinsero a fuggire Eugenio III , liti presbiterii .... Farete coniare
e per nuove sollevazioni provoca la moneta dentro la città in qua
rono l'interdetto su Roma, fulmi lunque luogo a vostro talento, del
nato da Adriano IV, al cui tempo la quale darete la metà ai senatori
il prefetto della città fece bruciare pro tempore". Il Carli avea soste
Arnaldo, gettandone al Tevere le ce nuto che le monete di Roma fino
neri. Egualmente furono cacciati da a Clemente III credute de' Popi ,
Roma Alessandro III e Lucio III, sono tutte del senato romano, però
e n'ebbero il bando Urbano III e confutato dai citati scrittori. II Zac-
tol. mvi. 8
n4 MON MON
caria elio ne lece l'analisi nel t. III, indotto com'egli dice, dalla forma
della Stor. lett. d'Italia, cap. V, § du'ca ratteri, dal metallo e dalle
i3, osserva che la moneta sino al circostanze; mentre quando il senato
lora era stata detta del senato e ebbe zecca davvero usò le iniziali
poi papale, e trovarsi ne' tempi an S. P. Q. R. del suo antichissimo
teriori nominate lire PP. Mortetete, stemma. Si deve notare, che vi so
o honorum denariorum PP., quali no parecchie monete supposte del
abbreviature dice doversi spiegare senato, nelle quali per frode mani
Papiensis e Papieusium, cioè di Pa festa si legge S. P. Q. R., mentre in
via. Però confessa che il verbo red- realtà non sono da lui coniate; ed
dkus usato dai senatori nell'accor Akerblad ne avea una rarissima,
do, può significare non rinunzia , nella quale vi erano queste parole :
ma restituzione di cose usurpate, e ex suprema auctorìtate S. P. Q. R.
che gagliarda opposizione al sistema Innocenzo III eletto nel 1 198
del Carli è quella di trovarsi prima costrinse i senatori e prefetto di
del i 1 88 monete aventi la sola ef Roma a giurargli obbedienza e fe
figie del Papa senza menzione al deltà, sottomettendo interamente il
cuna d'imperatore, perciocchè se popolo alla sua piena autorità. Di
queste fossero del senato, come man chiarò re de'bulgari Calogianni, gli
carvi l'imperial nome? obbiezione mandò le insegne reali, con facol
che il Carli avea prevenuto a mo tà di battere moneta. Grato Pie
do suo. La mancanza del nome im tro II re d'Aragona ai benefizi ri
periale è una prova diretta di quan cevuti da Innocenzo III, fece tri
to si asserisce, poichè gl'imperatori butario della chiesa romana il re
erano molto gelosi della loro auto gno, coll'annuo censo di duecento
rità, come tra gli altri rilevò Se- cinquanta maomezzettini , moneta
gur. Questo punto è ben discusso di quel reame, equivalente ognuno
dall'autore delle Osservaziom, spie a sei soldi reali. L'alterazione del
gando il significato del verbo reddo, la moneta parve tale indegnità per
e confutando le interpretazioni si un principe cristiano a Innocenzo
nistre, gli abbagliamenti e assolute III, ed un sì duro aggravio pei
decisioni del Carli, colle quali pre sudditi, che ordinò al re di Majo-
tese stabilire l'epoca della zecca pon rica il richiamo delle monete alte
tificia, con dire erroneamente che rate, sotto pena altrimenti delle
dal 1188 cominciarono i Papi a censure ecclesiastiche e della sco
dir loro la moneta che prima era munica, non dovendo con falsa le
del senato, il quale solo la batteva ga avvantaggiare il regio erario.
per privilegio pontificio, laonde si Nel 1217 Onorio III concesse in
vide ne' tempi appresso correre mo fendo la Marca d'Ancona al mar
neta papalina e del senato fino al chese d'Este, col tributo annuo di
secolo XV. Rilevò ancora come il cento libbre di moneta provisina,
Carli per vendicare al senato ro moneta che alcuni dicono portata
mano tutte le monete coniate in in Roma da Carlo II conte di Pro
tempo in cui vacava l'impero, col venza ; meglio ne parlammo a De
nome però del Papa, quando non nari, e nel vol. II, p. 47 del Di
ebbe altro scampo le tolse a un zionario. Sotto Innocenzo IV, men
Papa , e le attribut a un altro, tre era assunte da Ilo ani, nel 1252
MON MON ,,5
fu fatto senatore Brancaleone bo come si ha da un'epistola di Cle-
lognese, il quale battè la sua mo mente VI, citata dal Vettori.
neta: da una parte eravi un leo Il ch. Zefirino Re, nella Fita di
ne, in atto di camminare, con que Cola di Rienzo, da lui ridotta a
sta iscrizione intorno +j+ Branca- miglior lezione e illustrata, lib. T,
ieo S. P. Q. R.; dall'altra, la fi cap. XIII, nel descrivere la caval
gura d'una donna sedente e co cata che fece portandosi a s. Pie
ronata, col globo nella mano de tro, probabilmente si ragiona di
stra, la palma nella sinistra, e l'i tale specie di moneta, poichè si leg
scrizione in giro +|+ Roma Caput ge: » Seguitava un'omo, 'I quale
Mundi. Il senatore di Roma era per tutta la via veniva gettando
espresso nelle monete in atto di denari, e spargendo pecunia a modo
ricevere il vessillo da s. Pietro, e 'mperiale, Liello Mìgliaro fu suo
poneva le sue armi nelle monete. nome; di là e di qua avea due
Clemente V stabili nel i3o5 la persone, le quali sostenevano le
residenza in Francia e in Avignone, sacca de la moneta : poi questi
e nel i3io visitò la provincia ve- seguitava 'I Tribuno ". Il Vettori
naissina, dominio della Cbiesa, cui quindi chiama rara la piccola mo
diè il titolo di contea, facendo bat neta, nella quale da una parte si
tere moneta d'argento col titolo di legge -ijf N. Trirvn. Avgvst. nel
Venaissin : Comit. Venasini, ovvero contorno d' una croce grande qua
Comes Venasini, sotto il successore drata, che sta nel mezzo; e dal
Giovanni XXII. Tanto la moneta l'altra similmente si legge: 4+ Ro
venaissina che del Patrimonio, fu ma. Capv. Mv. intorno ad alcune
dapprima detta paparina, quasi insegne e simboli. Il lodato Belli
papalina, diversa però dalla pro- illustrando le case abitate in Roma
visina o romana. All'articolo De dai grandi uomini ne'Diari di Roma,
nari dicemmo come Giovanni XXII nel n. 35 del i8.f3, parla degli a-
nel i322 fece battere in Avignone vanzi di quella di Cola di Rienzo,
una nuova moneta d'oro, cioè fio situata nel XII regione Ripa, in
rini e ducati papali o di camera , contro la chiesa di s. Maria Egizia
e scudi d'oro, e loro diverse no ca, creduta dal volgo erroneamente
menclature, poi battuti anche nel di Pilato; dice pure delle sue gesta,
la zecca di Roma, mentre quella e dichiara possedere nella sua ci-
d'Avignone sussistette anche dopo melioteca due monetine rarissime
che Gregorio XI restitui la resi da lui fatte coniare, indi riprodusse
denza pontificia in Roma. Mentre le notizie che su Cola ci avea da
n'erano assenti i Papi, insorse il to nel suo opuscolo Moneta di Va
famoso audacissimo Cola di Rien lentino p. 4i delle quali solo ripor
zo, che nel i 347 '" eletto tri teremo quella riguardante le mo
buno del popolo romano, il quale nete del tribuno. Tali due mone
lo pose in signoria in Campido tine della collezione Belluina furo
glio, indi fatto senatore di Roma no citate dal Papencordt : Cola di
nel i 353 dal cardinal d' Albornoz Rienzo, e suo tempo. Nel Carteg
legato: nell'auge del suo potere a- gio inedito degli artisti, stampato in
▼ea incominciato monetam novam Firenze nel i83g,t. I, p. 56, vi è
cudere, ac alia plurima innovare, una lettera di Cola alla signo
n6 MON MON
ria di Firenze, de'7 giugno i 347, lessanilro VII nel i665 fu situata
nella quale si legge verso il fine : vicino agli orti e paluzzo pontificiil,
» Volente* novae formae monetam in cui tuttora resta. Il Guattaui
incidere rogamus, ut mietere pln- nelle Memorie di Roma t. I, pag.
ceat zeccherium peritum, et in- i5i, scrisse che l'officina monetaria
structum assagiatorem consuetunl del senato romano era presso il
et expertum, et cudisf'ormae scul- Tarpeo rocca del Campidoglio.
torem quibus debito juris ordine so- Molte furono le monete coniate
lemniter providebimus, et deeenter, dal senato di Roma : le descrive il
eie." Il lodato Pompilj narra a citato Vitale p. 569 e seg., premet
p. 274, elie il Fioravanti da al tendone i disegni- di treutasette, in
cune monete in cui .si legge da cinque tavole, ragionando a p. 583
una parte Initocentius PP. VII, e di altre monete senatorie colle no
dall'altra Sanctus Petrus S. P. Q. R. tizie comunicategli da Pietro Bor
ritiene che il senato abbia avuta ghesi di Sa vignano. Ma quanto al
facoltà di batter moneta, che tal la zecca pontificia, apprendiamo
volta siaglisi questa stata tolta, « dal Vettori a p. 463, che ne'teuapi
talvolta ridata, come in tempo di antichi quella de' romani era nel
Innocenzo VII del i 4o4, lorchè si mezzo della città, secondo Marziale;
fece la concordia colla mediazione che a'tempi di Giorgio Vasari la
di Ladislao. Dice inoltre che nei papale era nel palazzo del vescovo
bassi tempi la zecca senatoria era di Cervia ( forse un Cesi, o un
alle radici del Campidoglio vicino Santacroce al più) sul cantone di
alt'arco di Settimio Severo ( molte s. Lucia della chiavica. L'Albertini
volte fu pure nelle case e palazzi nel libro Mirabilia urbis Romae,
privati de' senatori, che ne abusa che indirizzò a Giulio II, nel ca
rono mettendo in circolo monete pitolo de officina cudendae pecu-
supposte d'argento, mentre erano niae scrive cosi: Non longe ab ec
di pessima lega, come le monete clesia s. Celsi ( che corrisponde
erose battute in Roma prima della rebbe al suddetto banco di s. Spi
deportazione di Pio VI, colle qua rito), tua sanctitas officina pecur
li diversi arricchirono), come de- niae cudendae construxit. Indi par
ducesi dul Signorile o Signorelli la il Vettori della macchina eretta
che nel principio del secolo XV nella zecca vaticana attribuita a
era scrivano del popolo romano, e Lorenzo Bernini e da lui perfezionata
fece una relazione di Roma e sue ( il bilanciere adoperato a mulino
chiese. Altrettanto avea riportato il coll' impulso delle acque che volta
Vitale, Storia de senatori di Ro no alcune ruote, e sostituito ai
ma, par. II, p. 37o, narrando pu martelli che battevano sui couii per
re come fu poi tolta la cura della applicare l'impronto alle monete),
zecca, e facoltà di battere moneta poichè già da molto tempo era sta
ai senatori e conservatori, ed ap ta inventata in Hall di Germania,
propriatasi privativamente dai Pon e nel itiIi 5 fatta porre in esecu
tefici verso la metà del secolo XV, zione da Alessandro VII, riportan
fu trasferita per più sicurezza nel sito do la lapide marmorea, che perciò
ov' è ora il banco di s. Spirito rim- fu eretta nella facciata esterna del
petto a Castel s. Angelo, e da A- l'edilìzio, Monctarum officina. Fi
MON MON 117
nnlmeiite avverte che nel i 7 3? ta : Saggi di osservazioni sul va
totto Clemente XII fu in ltoma lore delle antiche monete pontifi
istituita una nuova zecca, olire la cie, tratta nel capo V dei grossi o
sopraddetta, e fu aperta nella via carlini papali, detti poi gndìi e
de' Coronari presso il palazzo del paoli : ne daremo un breve cenno.
Driilo, nell'istesso luogo ove Sisto Grossi e carlini papali anticamente
V uvea aperto il Monte di pieià, altro non furono che la stessa spe
per cui sopra tale abitazione fu cie di moneta, che poi si appellò
collocata una memoria scritta in giulio e paolo, e solo nel 1 Vp.
marmo. sotto Paolo III alla metà del giu
Nel i5o4 per comando di Giulio lio o paolo fu attribuita la deno
Il fu rinnovata tutta la moneta minazione di grosso. Circa l'origi
papiile, come adulterata nella bon ne dell' appellazione di grossi alle
tà così detta dai zecchieri, e le monete, ognuna che conteneva un
monde fino a Giulio II si dicono aggregato valore di molte monete
di argento agro perchè facilmente minute o piccole si disse grossa: da
frangibili: quindi per editto del appellativo il nome ne divenne pro
camerlengo cardinal Raffaele San- prio, e grosso si disse una tal mone
mjiii. Il i.iiio fu tolto via dalle mo ta, coll'aggiunta della denominazio
nete allora in corso il nome di ne della zecca in cui si batterono ;
carlini, proveniente da Carlo I di quindi si dissero grossi romanini,
A ngiò fratello di s. Luigi IX, pro veneti, ravignani, anconitani, fiori
babilmente nell'epoca in cui fu se ni o fiorini o Jlorìnelli , tornesi ,
natore di Roma, o nel 1266 quan bolognini, ec. ; cioè delle zecche di
do mediante l' investitura pontifi Roma, Venezia, Ravenna, Ancona ,
cia fu coronato re di Sicilia. Tut Firenze, Tours, Bologna ; però fuv-
ta volta il cardinale con editto co vi differenza e rapporti fra i gros
mandò che i nuovi carlini coniati si di varie zecche, ed il p. Oderi-
nella zecca pontificia, e così detti ci gesuita pubblicò ima dissertazione
per esprimere lo bontà dell'argen importante sui grossi volterrani in
to, si dovessero dal nome del Papa Dissertat. et adnotat. ad inscript. et
chiamar giulii, dieci de'quali aves numism., Romae 1 765. I grossi di
sero il valore equivalente al duca Roma ebbero tre denominazioni,
to d'oro. I giulii conservarono la sanpierini, dall' immagine di san
loro denominazione anche in quel Pietro, mentovati sovente sotto Bo
li coniati sotto Leone X, Adriano nifacio VIII ; romanini, migliori
VI, e Clemente VII, variandone il de' precedenti e nominati sino dal
nome colla moneta di Paolo III 1 269 , divisi in romanini vec
del 1 534i che furono detti paoli, chi, ed in romanini nuovi, quasi e-
allorchè rese esatta la ripartizione guali al grosso tornese, e perciò più
delle monete. Sebbene questo no forti del vecchio ; e carlini, i qua
me prevalse a quello di ginlio, ciò li si diversificavano dai romanini,
fu per equivalenza così detto, e in modo, che nel i3oa furono rag
qual sinonimo di paolo sino a' no guagliati al valore di 26 provisini,
stri giorni usato. II dotto Garam- ed i romanini a 32; iu seguito la
pi nell'opera ch'egli ritirò, come moneta de' carlini acquistò celebri
imperfetta, e perciò rara, intitola- tà, per tui sul fiue del secolo XIV
n8 MON MON
fra le monete che correvano comu appalto, e I' afliitò la prima volta
nemente in Roma, non più uomi- duemila scudi, e in appresso sopra
navansi romanini, ma bensì carlini trentacinquemila scudi, come me
e tornasi. Quanto ai carlini d'oro glio racconta lo Scilla a p. 255.
incominciati sotto Carlo II figlio di JNel precedente pontificato di Gre
Carlo I, il Garampi pensa che in gorio XIII nella Chiesa di s. Lo
principio fossero sostituiti agli au- renzo in Damaso fu eretta una
gustali battutisi nelle zecche del re confraternita pei banchieri cambia
gno di Sicilia, da Federico II ree tori di monete, con altare dedicato
imperatore. I carlini d' argento fu a s. Matteo, di cui parlano Piaz
rono detti liliati, giliati e julhati, za, Eusevologio romano tratt. VII,
dai fiori cioè del giglio, stemma cap. XXX ; e Bovio, La pietà p.
gentilizio Angioino, impressivi; indi i 3 f, il quale dice che il sodalizio
parla il Garampi del fino di questa poco esistette, poichè i componenti
moneta, peso, corso in vari paesi, di tralasciarono I' arle di banchieri
versi ragguagli e valutazioni. cambiatori di monete, per la salute
Eletto nel i555 Marcello II a- delle loro anime. Ridolfo Gonzaga
iii ante della parsimonia, fece squa marchese di Castiglione delle Ni-
gliar I' oro delle suppellettili per la viere fu accusato di aver ivi fatto
mensa pontificia, e fece coniarvi battere e coniare sotto Clemente
moneta d' argento per V erario del VIIl moneta pontificia; per Io che
la camera apostolica, la quale ne citato formalmente al tribunale del
scarseggiava. Benchè visse soli 22 la camera apostolica, fu dopo il
giorni, abbiamo di lui due giulii processo scomunicato e punito eoa
ed un carlino: i primi sono colle altre censure, onde divenne sì o-
parole Marceli.us II Pont. Max., dioso a' sudditi, che I' uccisero. Ur
arme, S. Petrus Alma Roma, figu bano VlII mediante la bolla In su
ra; Marceilus II Pont. Max., ar premo, de' i3 novembre i627, Bull.
me, S. Petrus Ancona, figura. Il Rom. t. VI, par. I, p. 95, volle
carlino, che Scilla chiama raro : sottoposti anche gli ecclesiastici se
Marcellus lì Pont. Max., arme, colari e regolari, alle pene ema
Bononia Mater Studiorum, leon- nate contro i tosatori delle mone
cino. Il Papa s. Pio V colla costi te. Nel i67o pel possesso di Cle
tuzione, Cum nihil, de' 7,5 ottobre mente X furono battuti giulii o
i57o, Bull. Rom. t. IV, par. HI, paoli, grossi e mezzi grossi, e di
p. i3o, estese la pena capitale im stribuiti al popolo. Benedetto XIV
posta dalle leggi ai tosatori delle confermando le provvidenze contro
monete d' oro, a quelli ancora del i falsificatori e tosatori di monete,
le monete d' argento, essendone e- con la costituzione Ad curaru, dei
guale il danno alla società. Nel pon 3i ottobre i756, Bull. Magn. t.
tificato di Sisto V si trova nomi XIX, p. 263, estese ai chierici dei
nata l' arte de' bancherotti, i quali due cleri la pena di morte impo
per le piazze e io altri luoghi di sta ai laici per la falsificazione del
Roma tenevano alcuni banchi o le cedole o carta monetata del
tavole, e quivi cambiavano le mo Monte di pietà e del banco di s.
nete d'oro e d'argento colle ba- Spirito di Roma; dappoichè il ban
iocchelle. Il Papa ridusse I' arte in co di s. Spirito avea fatto una gra
MON MON 119
ve perdita per l' infedeltà dì un A questo disordine si aggiunse quello
ministro. Per l'approvazione del della moneta pontificia, che essen
miglioramento della moneta nel do nell' intrinseco maggiore della
1755 fu battuta una medaglia col valuta, venne incettata dai mono
ritratto di Benedetto XIV, col mot polisti, onde se ne penuriava. A ri
to : Phovidentia Pontificis , e nel- mediare all'inconveniente, Pio \'I
l' esergo, Ex Prorata Moneta A. nel 1 786 pubblicò una tariffa sì
MDCCLV. Diverse medaglie furo per le monete papali che estere, or
no perciò coniate, e per non dire dinando portarsi alla zecca ponti
di altre, nel 1765 fu coniata a Cle ficia le monete d'oro coniate a tut
mente XIII una medaglia colla sua to il 1 757, onde riceverne il corre-
effigie , e nel rovescio l' epigrafe spettivo in monete d'oro di poste
Repente De Coelo Salus, con la riore coniazione. Indi nel 1787 il
figura della Chiesa con croce, ri Papa rimise al prelato tesoriere
schiarata da un raggio celeste, a- quarantamila scudi in cedole , e
vente innanzi un' ara con turibolo settantamila in contante per riti
fumante; nell' esergo vi è la leg rare i zecchini d'oro tondati, pei
genda, Ex Prodata Moneta An. quali facevasi notabile perdita. Cre
MDCCLXV. Ma si trovò una sati scendo la penuria del denaro, per
ra che diceva: Evirata moneta, ripararvi, Pio VI nel 1793 fece
poichè realmente il predecessore battere a vantaggio del commercio
Benedetto XIV avea aumentato la cinquantamila scudi di moneta pla,
bontà della moneta sì nell' oro che teale, detta pure di biglione o bil-
nell'argento, dopo due saggi che ne lione, da otto o da quattro baioc
fece fare intorno alla bontà ed al chi di rame, la quale però essendo
peso. All' articolo Medaglie Ponti di lega inferiore alla consueta peg
ficie parlammo di quelle battute giorò il decadimento del numera
colla pasta degli esperimenti per le rio. Infatti nel 1794 il cambio o
nuove monete, indi dispensate al realizzazione delle cedole salì al
chierico di camera presidente della cinque per cento, e fu allora che
zecca, direttore ed altri ufficiali del Pio VI adottò il progetto del te
la medesima. soriere della Porta, con far batte
Pio VI nel 1785 vedendo gl'im re dieci milioni di moneta plateale
mensi danni che provenivano dalla o erosa formata d' argento e ra
falsificazione del carattere e firme me, cogli argenti vecchi delle chie
di cui erano munite le cedole del se, presi in prestito dal tesoro pon
monte di pietà, ordinò che gli si tificio, per estinguere in parte le
sostituissero stampate equivalenti cedole eccessivamente accresciute.
agli odierni biglietti della banca Nel 1795 vedendosi Fio VI minac
romana, e di riportare al suddetto ciato d' invasione dai repubblicani
monte dentro otto mesi le cedole francesi, per porsi in grado di di
create a tutto il 1782, spirati i fesa, supplire alle spese dell' arma
quali noD avrebbero più valore : mento necessario e riparare alla
questa provvidenza tuttavia non penuria delle monete, invitò anche
potè eliminare il disordine invalso, il monte di pietà ed ogni ordine
anzi si accrebbe essendo per iscop- di persone di portare alla zecca i
piare il gran vulcano rivoluzionario. loro argenti (per cui si spezzarono
i2o MON MON
e fusero preziosi lavori, come I' o- ro beni, co| frutto del tre per cen
stensorio di s. Agnese in JVavona, to, imponendo ancora tasse sui le:
l!ella principesca casa Doria), ac gali testamentari e successioni tras
cordando ii frutto del quattro e versali. I francesi prima costrinse
mezzo per cento : secondando tutti ro Pio VI nel i796 al gravoso ar
le mire del Pontefice, potè la zec mistizio di Bologna, e poi nel i797
ca porre in commercio copiosa quan all'umiliante pace di Tolentino, il
tità di monete, ricavate da detti perchè ebbero luogo le perquisizio
argenti, alquanto inferiore all'an ni degli ori ed argenti da ogni ce
tico. Presto sparì dalla circolazione to di persone, e rovinosi imprestili
per I' avidità della peste de' mono per conservare il poco numerario
polisti, ad onta che per frenarli si che circolava. Questo si ridusse a
pubblicarono rigorosi castighi. Al tale scarsezza, che Pio VI fece squa
più volte citato articolo Denari, gliare i cannoni, e col metallo po
parlai della moneta plateale, e di se in corso monete di cinque ba
quella chiamata paludella che va iocchi, e cedole pel valore di due
leva un baiocco, moneta pei lavo- milioni d' uno a cinque scudi. Fra
runti impiegati al prosciugamento le monete di cinque baiocchi ve ne
delle Paludi Pontine, di cui feci sono delle rare, battute in varie
pur menzione a Luoghi di Monte, parti del stato, e fra queste quella
potendosi anche consultare il Nico di Ronciglione.
lai, De'bonificamenti delle terre Pon In sede vacante, il governo prov
tine. Rilevando Pio VI i gravi dan visorio napoletano di Roma, alla
ni cagionati dalt' aumento della mo cui testa era il general Naselli ,
neta, nel i796 in maggio ne abolì con editto de' io febbraio i8o0
I' incremento, invitando i possessori ridusse la moneta sì di mistura o
a portarla al monte di pielà per plateale, che di rame, battuta dopo
ricevere corrispondenti cedole, che il i793, e con altro de'(5 pubbli
pel loro gran numero e discredito cò il sistema de' pagamenti ; quindi
costrinsero il Papa ad alienare una a' i9 marzo venne emanato l'edit
quarta parie de' fondi rustici del to sulla riduzione della moneta fi
clero secolare e regolare dello sta na o d' argento. Ma il porre in e-
to pontificio, comprese le confra quilibrio il sistema monetario era
ternite e le cappellani!' laicali. Sta riservato a Pio VII, che perciò fece
bili poi la riduzione delle cedole, sborsare al pubblico tesoro un mi
che soffrivano il discapito di un lione e mezzo di scudi romani,
terzo, sospendendo quelle superiori pubblicare editti dal cardinal ca
ai cento scudi : duninuì eziandio merlengo nel i8oi, onde venne
la moneta semi-erosa, ordinando battuta la medaglia coll' effigie del
che i dazi e le gabelle si pagassero Pontefice, e coll' epigrafe Moneta
con moneta effettiva. Tuttociò non Restituta MDCCClll nell' esergo;
bastò, e dovette suo malgrado Pio rappresentandosi la figura di Roma,
VI ricorrere all'espediente d' un galeata sedente con coraucopio nel
imprestito su tutti gli ecclesiastici, la destra e bilancia nella sinistra.
per estinguere l' immenso numero Benemerito sopra tutti del giusto
delle cedole, fino al quantitativo sistema della moneta fu il tesorie
della sesta parte del valore de' lo- re monsignor Lante, al modo det
MON MON mi
lo nel vol. XXXVII, p. 117 del sì avesse potuto far liquefare tutti
Dizionario. Fra le monete di Leo i papetti, paoli, grossi e mezzi-gros
ne XII è raro lo zecchino doppio, si de' suoi antecessori, logori e man
avente nel diritto la Chiesa sedente canti del valore intrinseco, ma la
di fronte e raggiata, con croce nel difficoltà del tempo non potè in
la destra e calice nella sinistra, e questo consentire interamente al
l' epigrafe Super Firmasi Petram, divisato intendimento); per cui ora
nell' esergo Caputi : nel rovescio la pontificia moneta è esattissima
l'arma del Pontefice, e Leo XII P. M. e comoda dal 1 835 in poi, calco
A. II. Rarissima è altresì la mo lata nella frazione decimale, in pie
neta d'oro di cinque scudi di Grego no credito e gradita a tutti, com
rio XVI colle immagini de'ss. Pietro presi gli esteri.
e Paolo, perchè forse circa otto Nel volume I della Raccolta
ne furono coniate, non furono mes delle leggi e disposizioni di pub
se in córso, e il Pontefice le donò a blica amministrazione nello stato
forestieri e ad altri senza riserbar pontificio emanate nel . 1835, si
sene : la prova in argento fu acqui- riporta il chirografo di Gregorio
stata da un estero, e siccome la fe XVI, Ci rappresentaste, de' io genr
ce dorare, non vuole che si prenda ll.ll0 1835, e diretto a monsignor
polle dita, poichè il peso scopri Tosti tesoriere generale, poi cardi
rebbe la materia : nella zecca di nale, sul sistema monetario, sulla
Roma esiste il conio. Si dice che coniazione delle nuove monete e
per venerazione alle sacre immagi sulla tariffa generale delle monete
ni, Gregorio XVI non permise che che hanno corso legale nello stato
tal moneta ulteriormente si battes pontificio. Basi sulle quali un' ap
se, benchè in principio non avea posita congregazione cardinalizia
impedito che si coniasse lo scudo convenne nella riforma del sistema
rappresentante la Purificazione del monetario e della tariffa delle mo
la Beata Vergine, nel giorno della nete, col parere ancora dei diret
cui festa fu sublimato al pontifica tori delle zecche pontificie di Ro
to, ed il mezzo scudo con l' efligie ma e Bologna, e di altre persone
di s. Romualdo fondatore della sua intendenti all' uopo consultate. Mas
congregazione camaldolese. Grego sime stabilite per la riforma del
rio XVI fu grandemente beneme sistema monetario. Fissazione della
rito delle monete pontificie, e al tolleranza sul titolo e peso delle
tamente encomiato, perchè riformò monete d'oro e d'argento. Divisio
il sistema monetario, e ridusse la ne e forma delle nuove monete,
monetii in ragione e proporzione cioè scudo romano del valore di
decimale, di bella forma e ottima dieci paoli, o cento baiocchi ; del
lega. Niun Pontefice coniò ogni spe mezzo scudo romano o paoli cin
cie di mopete come Gregorio XVI, que; del testone da paoli tre; del
regolarizzandone l'equivalenza per papetto o quinto di scudo da pao
decine, togliendo i rotti degli anteriori li due; del paolo o decimo di scu
zecchini, e doppie e mezze doppie do da baiocchi dieci ; del grosso o
d'oro, mezzi grossi d'argento, ec.; si visjesimo di scudo da baiocchi cin-
...
stemandone ogni ramo, ritirando le que. Clic le monete d oro sieno di
monete calanti e discreditate (co- una iutiera decina di scudi, ossia
i22 MON MON
moneta da scudi dieci, che prese bradere e bucare le monete in corso;
il nome di Gregorina j di mezza l' ordine circolare del tesoriera tu
decina ossia moneta da scudi cin sulle monete d'oro pontificie di
que, che prese il nome di Grego antica coniazione; la tolleranza di
rina da cinque j di un quarto di un grano di calo del peso per le
diecina, ossia moneta da scudi due sole monete d'oro pontificie; il
e baiocchi cinquanta, che prese il modo col quale si debbono ritira
nome di mezza Gregorina. Che i re dalle casse pubbliche le mo
baiocchi, mezzi baiocchi e quattrini nete d'oro calanti più di un gra
sieno in rame. In tal modo la nuova no, col diffalco de' grani che man
moneta è tutta decimale, ed esclude cano ; e che i periti de' corpi di
le frazioni tanto incomode ne'calcoli. delitto per moneta falsa sono i soli
Si legge inoltre nel chirografo, che saggiatori delle pubbliche zecche.
finalmente quanto alla forma, ri Abbiamo la medaglia d'argento col-
tenuto I' uso già adottato di conia l' effigie di Gregorio XVI Ax. IV,
re colla così detta virola solcata, e nel rovescio I' iscrizione : Boxo
ed in principio di restringere la Purlico Legirus Optimis Consulit
superficie, si adotti per massima Rem Nummaiuam Coxstituit. Con al
che nelle nuove monete sia espres lusione alla riforma del codice ci
so il loro valore; e che quindi le vile e del sistema monetario, e fu
monete contengano nel diritto l'ef battuta in occasione che il Papa
figie del sovrano fino al quinto di onorò di sua presenza la zecca di
scudo inclusivamente, e nel rove Roma. Questa medaglia è una del
scio l'espressione del rispettivo va le migliori, ed è per la storia pon
lore ; e dal paolo o decimo di scu tificia molto interessante, siccome
do fino al quattrino, nel diritto Io celebrante cosa della più alta im-
stemma del sovrano e nel rovescio portanza, cioè di tutelare il pub
il valore rispettivo. Nella detta blico diritto e le sostanze altrui
Raccolta si riporta pure I' esclusio nel secondo sangue dell' uomo ch 'è
ne degli spezzati della moneta e- il danaro : sine pecunia nihil. Tra
stero, ad eccezione del mezzo scu quelli che fecero rimarcare i pregi
do di Spagna; la tabella del prezzo di tal riforma nomineremo l'eru
a cui si ricevono dalle zecche di ditissima Dissertatio Bonave.nturae
Roma e di Bologna le paste d' oro Orfei sacri consistorii advocati, de
e d' argento; la notificazione del veteris numismatis potestate ejus-
cardinal Cale/li camerlengo in ese que incremento, et decremento, Ro-
cuzione del chirografo sovrano sul inae i837.
la riforma del sistema monetario, All'articolo Camerlengo di saitta
e sul corso legale delle monete; i romana Chiesa dicemmo del dirit
provvedimenti emanati dal tesorie- to che i cardinali camerlenghi han
rato sul corso delle monete; la no in sede vacante di battere mo
tolleranza del corso delle monete neta d'oro e d'argento colla loro
d'argento, benchè sieiio state bu arma gentilizia; qui collo Scilla ri
cate per appendersi al collo o alle porteremo il novero di que' cardi
corone; la circolare della segrete nali, che sino al suo tempo l'eser
ria per gli affari di stato interni citarono, e tutt'ora I' esercitano,
per l' interdizione di traforare, a- parlando quello scrittore de' motti
MON MON 123
allo Spirito Santo in tali monete a ma ; piastra, testone, giulio e scu
l). 367 : indicheremo l'epoca delle do d'oro in Roma; piastra, testo
sedi vacanti cogli anni in cui ac ne, giulio, grosso, mezzo grosso,
caddero, mentre raluontandoli colla scudo d' oro e doblone in Roma.
Cronologia de Pontefici, si vedrà a 1676, 1689, 1691 cardinal Paluzzi
quali si riferiscano ; quanto ai car Altieri, piastra, testone, giulii, gros
dinali, la serie dei camerlenghi e le so, mezzi grossi in Roma ; piastra,
loro biografie suppliranno alla bre testone, giulio, grosso, mezzo grosso,
vità. Lo Scilla poi a p. /jo3, parla e doblone da quattro scudi d' oro
delle monete battute in tempo di se in Roma; testone, giulio, grosso,
de vacante, riportandone due d'ar mezzo grosso, dobla in Roma. 17oo
gento l'orse battutene! 137o in mor cardinal Spinola, piastra, due testo
te di Urbano V, colle parole Sede ni, due giulii, scudo d'oro in Roma.
Vacante, in mezzo una mitra, nel Il novero de' successori dello Spi
rovescio Sanctus Petrus, croce con nola nel camerlengato si possono
due mitre, e due coppie di chia leggere nella detta serie a Camer
vette incrociate; e nel i^i5 dopo lengo, sino al cardinal Giustiniani,
deposto Giovanni XXIlI, colla leg a cui Gregorio XVI diè in succes
genda Sede Vacante, con un Papa sore l' odierno cardinal Tommaso
sedente, e nel rovescio le chiavi, Riario Sforza, che per la di lui se
Sanctus Petrus et Paui.us. Ecco le de vacante battè moneta e coniò
monete de'camerlenghi. i52i, i5a3 le solite Medaglie pel conclave, di
cardinal Armellini, due giulii per cia che si parlò a quell'articolo. Abbia
scuna battuti in Roma. i54q, 1 5 5 5, mo poi le seguenti monete de' suc
i559 cardinal Guido Ascanio Sfar cessori dello Spinola cardinali ca
za, un testone e due giulii in An merlenghi. 1721 cardinal Albani,
cona ; giulii, testone e scudo d'oro doppia. 1724 Albani stesso, testo
in Roma. i565 cardinal Vitelli, ne, e paolo senza nome proprio.
giulio in Roma, due testoni in An 173o il medesimo. 174o lo stesso
cona e Macerata. i572 cardinal cardinal Albani, doppia, zecchino,
Cornato, monetina di mistura in Ro mezzo zecchino, e quattrino senza
ma. 1 585 cardinal Guastavillani, due nome proprio. 1758 il medesimo,
giulii in Roma. i59o, i5§ 1 per quat zecchino, piastra, mezza piastra, pa-
tro sedi vacanti, cardinal Gaetani, petto e grosso senza nome proprio.
doblone d'oro, due testoni e giulii in 1769 cardinal Rezzonico, zecchino,
Roma; un testone e giulio in Fano; mezza piastra , papetto e paolo.
testone e monetina di mistura in Ma 1774, del medesimo, zecchino, mez
cerata; testone e doblone d'oro in za piastra, papetto e paolo. 1823
Roma. 16o5, 1621, 1623 cardinal cardinal Pacca , doppia , piastra ,
Aldobrandino doblone d'oro, giulio mezza piastra, papetto. 1829 car
e vari testoni in Roma ; testone e dinal Galleffi, doppia, piastra, mez
giulio in Roma; testone, giulio, za piastra. 183o-183i Io stesso,
grosso e quattrino in Roma. 1 644, doppia, piastra, testone. 1846 car
1655, 1667, 1669 cardinal Anto dinal Riario-Sforza, moneta d'oro
nio Barberini, due testoni in Roma; di cinque scudi detta Gregorina ,
testone, giulio, grosso e mezzo gros e la piastra o scudo. De'chierici di
so, dobloue e dobla. d' oro iu Ko- camera presidenti della zecca, quali
ii't MON MOJV
monete furono bnttute col loro stem malccchino, marca, marchesina, ri
ma, Io diremo a Zecca pontificia. bolu, oncia, pavese, steilino, Ioriie-
Ile' cardinali legati , prelati vice se, bisanzio, libbra, soldo; e nelle
legati, vescovi e governatori che Memorie della b. Chiara, di An- t
fecero battere moneta col loro cona, anfusinus, fiorino, turonensis,
nome o stemma, o con l'uno o Pavia, Pisa, proveniensis, Ravenna,
l'altro in Perugia , Macerata, An siclo, januensis, milianensis, ec. II
cona, Marca, Camerino, Raven p. Plettemberg , Notitia , ragiona
na, Bologna, Ferrara, Parma, Pia dello scutum antiquitm et novum ,
cenza, Avignone , lo Scilla ne dà e dello scutum auri, come delVuncia
il novero a p. 368 e seg. Il car auri in camera. Gio. Agostino Gra-
dinal Armellini camerlengo fece bat denico , Dissert. della forma ilei
tere un grosso con figura di s. Pie piombi diplomatici pontificii, nel t.
tro, e fitiii la sua arme con lette XXVIII della nuova raccolta d'o
re S. Petrus Alma Uovi a; e dall'al puscoti del p. Calogeri. Francesco
tra parte il nome e l'arme d' A- Incoroni, / piombi antichi, Roma
driauo VI: questa è l'unica mo 174o. Saverio Scilla, Breve notizia
neta battuta in Roma con l'arme detle monete pontificie antiche e mo
del camerlengo vivente il Papa. derne, Roma 1715. Il cav. Belli
Il Muratori riporta varie opinioni nella sua Cimelioteca, p. i5, dice
donde nato il nome di baiocco, mo di diverse monete pontilicie, come
neta bassa di rame , nella dissert. del grosso in satira, del paolo del
XXXI II. Dice il Vettori, i baioc le dodici campanelle, delle monete
chi in tempo di Cola di Rienzo del presepio usate quali amuleti ,
essere notissimi in Roma ancora , del s. Venanzio, del s. Pietro colla
ma quelli da lni veduti essere d'ar testa rivolta, del preteso baiocco di
gento, e superarne la valuta di mol Leone XII , della piastra di Pia
to. Aggiunge che sotto Giulio II VIII, delle leonine, e della cautela
correva la moneta baiocchella, mas con che debbonsi prendere fra le
sime nel pontificato di Sisto V, la dita le antiche monete di metallo
quale ria di mistura di rame inar agro perchè friabilissime, dovendosi
gentato , e benchè non avesse la tenere nella palma della mano. Ne-*
valuta del baiocco, gli si dava la gli Annali delle scienze religiose
valuta con molto danno del popolo, seconda serie, vol. II, p. 291, si an
che però la riceveva volentieri, per nunzia un'opera interessante del dott.
chè d'un giulio d'argento avea die Angelo Cinagli, che coi tipi di Fer
ci baiocchelle, e citique o sei quat mo intende pubblicare ; Le monete
trini di più. Quanto ai testoni, det de' Papi descritte in tavole smotti*
ti anticamente tertios paulo s, il Vet che, avendo studiato i più valenti
tori vuole originato il vocabolo dal monetografi , e volendo alle loro
la testa di vari Papi e altri prin opere aggiungere oltre mille mone
cipi, che ve la fecero scolpire, pro- te inedite sfuggite alle loro ricer
ducendo altri pareri a p. 26o. Il che, e particolarmente voler rife
Vettori in più luoghi discorre del rire quelle non mentovate dopo Scil
la piccola moneta del quattrino. Il la dal 17 16 al 1845, tranne mol
Garampi nel Sigillo della Garfa- te di rame pubblicate da alcun mo-
gnana parla delle monete fiorino, netografu, ed anche quelle coniate
MON MON 125
diillp varie zecche dello stuto pon- Alba, Alessandria, ec. Vi fiorirono
titicio negli anni 170,4 al 1799; e uomini illustri per santità di vita,
ciò, come dicesi nel programma d'as lettere, scienze, armi, arti e digni
sociazione, per non aver alcuno in tà ecclesiastiche, come per non di
trapreso di riunire e coordinare in re di altri, s. Innocenzo I eletto
un solo volume tutte le monete' Papa nel 4o3 , i cardinali Boba,
pontificie contenute nelle opere dis Ottone Candido o sia Bianco dei
parate e disgiunte di tanti eruditi marchesi di Monferrato , Teodoro
raccoglitori e illustratori delle mo Paleologo de' marchesi di Monfer
nete de' Punte-tici romani, per uti rato, Sangioigi, Millo, Fontana, ec.-
lità della storia e a diletto de' cul Quanto a s. Innocenzo I d'Alba di
tori della scienza nummaria. Monferrato, da ultimo il can. Gior
MONFERRATO o Monteferra- ni nella sua storia d'Albano, a que
to, Mons Ferratns. Antico ducato sta città attribiù i natali di si in
d'Italia, col titolo di marchesato, signe e benemerito Pontefice, in di
limitato un tempo all'est dal du cui favore pubblicò un articolo nel
cato di Milano e da una parte de la prima distribuzione dell' Album
gli stati di Genova, al nord dal Ver 1847, C. Guzzoni degli Ancarimi.
cellese e dal Canevese, all'ovest dal Anche il can. Pulcmoue Luigi lii-
Piemonte proprio, e «I sud dal Ge- ma, dichiara s. Innocenzo I d'Al
novesato , da cui lo divideva l' A- ba Pompea, a p. 33 della Serie
pennino. Questo paese bagnato dal cronologica de' romani Pontefici, e
Po, Stura, Bormida , Belbo, Oiba degli arcivescovi e vescovi di tutti
ed Erro, avea circa veutidue leghe gli stati del re di Sardegna, To
di lunghezza, e rinchiudeva quasi rino 1842, ?.' edizione.
2oo,ooo abitanti. Casale era la ca Nel 98o è fatta menzione di un
pitale del marchesato, e ordinaria marchese di Monferrato, che avea
residenza de' marchesi sovrani. Sisto per bisavolo, per derivazione ma
IV la separò da Asti, e con parte del terna, l'imperatore Ottone II. Il Mu
suo territorio e con quello di Vercelli ratori, Delle antichità Estensi par. J,
formò una diocesi ; quindi colla bol p. a5 1, esamiua l'origine e la se
la Pro Ecclesiae praeminaitia, dei rie degli antichi marchesi di Mon
18 aprile 1 474 l'eresse in sede ve ferrato. Il Zazzera , Della nobiltà
scovile : il regnante Carlo Alberto I dell'Italia, parlando tIella famiglia
re di Sardegna l'ha onorata della Gonzaga signora di Mantova, dis
residenza di un senato, che nuovo corre delte famiglie che hanno pos
lustro le reca, e richiama alla me seduto lo stato di Monferrato, in
moria l' antica sua magnificenza e cominciando dalla famiglia Aldera-
sovranità. Quantunque il paese sia ma, dal 95o al 1 3o6, dalla fami
alquanto montagnoso, è però molto glia Paleologa che lo possedè dal
fertile, e produce vini eccellenti, i3o8 al i533, alla famiglia Gon
con pingui pascoli. Compreso ora zaga in cui passò e lo ritenne per
negli stati sardi, è ripartito fra le di quel tempo , ciò che descrivemmo
visioni di Alessandria, Cuneo, Ge a Mantova. Il Sismondi tiene per
nova, Novara e Torino. Apparten fondatore dell'illustre, potente e no
nero al Monferrato diverse città , bilissima casa di Monferrato, Aide-
come le città vescovili di Acqui, ramo che lungamente contese col
i26 MON MON
l'antichissima e potente casa di Sa capo della quinta crociata, contri
voia la sovranità del Piemonte [Ve buendo alla conquista di Costanti
di): la famiglia di Monferrato fu nopoli, sotto Innocenzo III (Vedi):
v.na delle principali d'Europa che introdusse in occidente il maiz o
spedirono crocesiguati alle Crocia grano d'India, che dal Monferrato
te, e regnò nel medesimo tempo a si diffuse nel rimanente della Lom
Casale, in Tessalonica, ed a Ge bardia. Maritò sua figlia ad Enri
rusalemme [Vedi); ma la storia dei co di Fiandra, secondo imperatore
marchesi di Monferrato durante i Iatino di Costantinopoli. Morì nel
secoli X e XI è involta in gran 12o7 lasciando due figli, Gugliel
dissima oscurità. Alderamo fu fatto mo VI e Demetrio; il primo di
marchese di Monferrato da Otto venne marchese di Monferrato, l'al
ne I il Grande nel 938, e si crede tro re di Tessalonica, regno che
morisse nel 99'?. Gli si danno per perdè nel 1219, avendolo conqui
successori tre suoi figli che regna stato Teodoro Lascaris. Accorse il
rono uno dopo l'altro: Guglielmo!, fratello alla ricupera, ma morì av
Bonifazio I, e Guglielmo II, di cui velenato nel 1224. Demetrio col
nacque Bonifazio Il. Si annoverano nipote Bonifazio IV figlio del de
in seguito Guglielmo III, e Ranieri funto tornò in Monferrato, e morì
padre di Guglielmo IV o il Vec nel 1227. Bonifazio IV fu gran
chio, che regnò nel 1 147, e sposò partigiano di Federico lì, e poi di
la sorella uterina dell'imperatore Corrado IV imperatori. Nel 1254
Corrado III: si coprì di gloria nel gli successe il figlio Guglielmo VII
le crociate, fu amico di Federico I e detto ilgrande, nato di Margheri
suo consigliere; i suoi figli Gugliel ta di Savoia, figlia del conte Ame
mo, Corradino, Bonifazio, Federico deo IV; sottomise Vercelli, Ivrea
e Rainieri pel loro valore diven ed altre città, e divenne pure signo
nero celebri. Rainieri sposò Maria re di Pavia, Novara, Asti, Torino,
figlia di Manuele Commino impe Alba, Alessandria e Tortona, sicco
ratore di Costantinopoli, che nel me padrone d'un esercito formida
1179 gli recò in dote il regno di bile e vincitore di Carlo I d'An-
Tessalonica. Guglielmo V primo giù. Divenne vicario imperiale in
genito si acquistò nelle guerre di Italia, e maritò sua figlia Jolanda
Palestina il soprannome di lunga o Irene ad Andronico Paleologo
spada, dalla quale niun nemico po imperatore di Costantinopoli, dan
teva salvarsi. Il suo figlio fu Bal dole per dote i suoi diritti al re
dovino V re di Gerusalemme, e gno di Tessalonica: morì nel 1292
quando stava per succedergli in quel in una gabbia di ferro prigione de
trono il fratello Corrado signor di gli alessandrini. Gli successe il fi
Tiro, questi fu assassinato. Bonifa glio Giovanni I, il quale perdè di
zio III fratello di Corrado e di Bal verse città, ed ai Visconti di Mi
dovino V, fu re di Tessalonica dal lano lasciò per cinque anni il go
1187 al 12o7. Tornato in Mon verno del Monferrato, che poi ri
ferrato nel 1 191 aumentò i suoi cuperò coll'aiuto del suocero Ame
stati colle concessioni di Enrico VI deo V conte di Savoia. Morto sen
imperatore ; indi fu arbitro tra Fi za prole nel i3o5, si estinse la li
lippo e Ottone IV io. Germania, e nea mascolina degli antichi mar
MON MON 127
cliesi di Monferrato , dopo avervi do lo riconobbe vicario imperiale in
regnato 338 anni. Italia, dignità che fu dipoi confer
Irene sorella di Giovanni I e mata ai suoi successori. Nel i.ji8
imperatrice di Costantinopoli, succe si ritirò in un convento d'Alba, ove
duta ne' diritti di sua casa, li tras terminò i suoi giorni nel 1 .\G\. in
mise a Teodoro I Paleologo suo se gran concetto di santità. Gian Gia-
condogenito , in cui fu rinnovata la copo suo figlio lo successe nel i4,8,
dinastia d e' marchesi di Monferrato. e fu uno de' principi più sciagurati
Teodoro fu accolto con gioia dai di tal casa, poichè fu oppresso dai
monferini, e compose in greco un signori di Milano e di Savoia ; lo
trattato sulla disciplina militare, che stato soffrì devastazioni dai milane
poi tradusse in latino. Nel 1 338 si, e quasi tutto il perdè, costrin
gli successe Giovanni II suo figlio, gendolo la Savoia a farle omaggio
che ricuperò parte de' suoi stuti, e pel Monferrato. Morì nel 1 445 do-
col cognato Ottone di Brunswick po aver maritato Amata sua figlia,
potè sottomettere gran parte del a Giovanni di Lusignano, re titola
Piemonte. Accompagnò l' imperatore re di Cipro e Gerusalemme. Il fi
Carlo I V in Toscana e 1 Ioma, da glio Giovanni IV lo successe, e pel
cui ottenne il vicariato dell' impero primo introdusse nella sua corte la
in Italia. Per le guerre tra lui ed etichetta, che ammette solo nobili
i Visconti, desolaia la Lombardia, presso i sovrani, ritenendo ch' essi
Urbano V gli spedì un legato per doveano servire i principi, ma ne
pacificarli. Avendo perduto Valen restarono malcontenti in un ai cit
za e Casale, mori di pena nel \?>T,-, tadini. Sposò Margherita di Savoia,
e siccome avea sposato Elisabetta e senza prole morì in Casale nel
d'Aragona sorella di Giacomo IV i 464' Suo fratello Guglielmo VIII
re di Maiorca, regno che avea in che gli successe, ebbe fama tli pro
vaso Pietro IV re d'Aragona, pei de capitano nelle guerre di Lom
diritti che vi avea si contentò di bardia, e si affrancò dalla dipen
assumerne gli stemmi. Il figlio ed e- denza feudale di Savoia, maritando
rede Secondotto Paleologo-Monferra- al duca Carlo I la figlia Bianca.
to, sotto la tutela di Ottone e me Morto nel i483 senza maschi, di
diante l'alleanza del Papa Gregorio venne marchese di Monferrato Bo
XI, si pacificò coi Visconti, e sposò nifazio V, terzogenito di Gian Gia-
la sorella di Giovanni Galeazzo. copo, avendo già Guglielmo VIII
Morto nel i378 gli successe il fra assicurata la successione dello stato
tello Giovanni III, che morì nel all'altra figlia Giovanna, ed a suo
i381. Allora l'altro fratello Teo genero Luigi marchese di Saluzzo,
doro Il montò sul trono, sotto del regolamento che più non volle rico
quale Monferrato respirò pace: nel noscere Bonifazio V. Il perchè Luigi
i4o4 ricuperò Casale ed ampliò i fece assassinare Scipione abbate di
suoi domimi, maritando la figlia a Lncedio, solo rampollo legittimo dei
Giovanni II Paleologo imperatore di Paleologi. Avendo contro ogni spe
Costantinopoli, e il suo figlio con ranza Bonifazio V ottenuto de'suc-
Giovanna di Savoia d'Amedeo III cessori, allorchè morì nel i 493, il
detto il conte Verde. Guerreggiò coi figlio Guglielmo IX montò sul tro
milanesi, e l' imperatore Sigismou- no, al quale nel i5iH successe Bo
i 28 MON MON
nifazio VI suo figliuolo, assai ama riscattare i poveri schiavi, e dispulò
to dai sudditi. Per la prematura sovente cogli ebrei e co' loro rahi
sua morte, nel i 53 i Giovanni Gior ni, de' quali ne indusse parecchi ad
gio ultimo erede maschio della ca abbracciare le verità del vangelo,
sa di Monferrato, ed abbate di l'io ed occupossi in altre somiglianti e-
m ida e di Lucedio, depose l' abito gregie azioni, per le 'piali Rénedet-
ecclesiastico pel marchesato. Onde to XII nel i337 o i 338 lo creò
assicurare la successione maritò la cardinale prete di s. Stefano al
nipote Margherita, figlia di Gugliel Monte Celio. Ma quando giunse io
mo IX, al marchese di Mantova Barcellona la nuova di sua pro
Federico II Gonzaga, che nel i 53 3 mozione già era passato agii eterni
ebbe il marchesato di Monferrato riposi.
per morte di Giovanni Giorgio, do MONFORT (ven.) Lonovico Ma
po avervi regnato i Paleologi 228 cia GrIGNON. V. MOI^TFOBT.
anni : così questo stato si compe MONICA (s.). Nacque nel 332
netrò nella casa Gonzaga, cui Car da famiglia cristiana, e fu educata
lo V imperatore glie ne diè l'in da una buona femmina che da gran
vestitura. Quindi Massimiliano Il tempo era nella casa de' suoi geni-
nel i573 I' eresse in ducato. Estin tori, la quale instillò in lei le mas
ta la linea mascolina de' Gonzaga sime della vera pietà. Giunta all'e
nel i627, Carlo I duca di Nevers tà opportuna, fu maritata a un bor
e di Ithetel ottenne il Monferrato ghese di Tagasta, per nome Patri
col ducato di Mantova ; però nel zio, ch' era ancora pagano. Ella eli
i 63 i ne fu ceduta una porzione a fu sempre sommessa in tutto, ono
Vittorio Amedeo I duca di Savoia, randolo come suo signore e padro
i cui successori furono investiti del ne, ed ottenne colla sua dolcezza di
restante del paese nel i7o3 dall'im guadagnarlo a Gesù Cristo, un an
peratore in persona di Vittorio A- no prima della di lui morte. Ar
medeo II, primo re di Sardegna. rivò pure a far convertire la suo
Al di lui successore Carlo Emma- cera, dopo averla fatta pentire del
nuele IlI, il Papa Benedetto XIV la sinistra opinione che avea con
con annuo tributo cedette i feudi cepita di lei. Monica aveva una mi
che la santa Sede possedeva nel rabile destrezza per riunire gli ani'
Monferrato e in Piemonte, costituen mi tra loro discordi, e facevasi suo
dolo vicario di essi, come dicemmo principale dovere di alleviare gl'in
a Masserano. digenti provvedendo ai loro diversi
MONFORT Raimonno, Cardina bisogni. Esatta e fervorosa nell' a-
le. Raimondo de' conti di Monlbrt, dempiere i doveri della religione,
nato in Tolosa, chiamato fino da era pure attentissima nel vegliare
fanciullo dalla Beata Vergine all'or alla cura della sua famiglia, e so-
dine della Mercede, fece tali pro prattutto all' educazione dei figli.
gressi nella santità e nelle scienze, Essa n' ebbe tre dal suo matrimo
che acquistatasi in breve alta ripu nio, due maschi ed una femmina.
tazione nella Spagna e nella Fran II maggiore di tutti fu s. Agostino
cia, venne consultato come l'oraco (Fedi), sugli errori del quale ella
lo de' suoi tempi. Più d' una volta ebbe a versare molte lagrime, non
intraprese il viaggio dell' Africa per cessando mai d' implorare da Dia
MON MON i29
la sua con versione. Nel 384 avendo nica sia presso i canonici regolari
Agostino lasciata Roma, ov' erasi di Arouaise, vicino a Bapaume nel
recato, andò a Milano per insegnar l'Ai tois, tranne il capo che vuolsi
vi rettorica. Ciò saputo dalla madre, trasportato nella chiesa di s. Ama
imbarcossi per raggiungerlo. Giunta to a Douai . Sarà una parte del
a Milano intese dalla propria boc capo, perchè afferma il Piazza nel-
ca del figlio ch'egli non era più V Emerologio, venerarsi nella detta
manicheo. Ivi ella strinse particolai' chiesa di s. Agostino. La festa prin
conoscenza con s. Ambrogio, il qua cipale di s. Monica si celebra ai
le stimava s. Monica per la sua 4 di maggio.
pietà, e congratulavasi spesso con MONITORIO, Monitoiium, Prae-
Agostino perchè avesse una tal ma ceptum. Ordine emanato da un giu
dre. Ivi pure ebbe la consolazione dice ecclesiastico, che obbliga tutti
di vedere finalmente la perfetta con quelli che hanno conoscenza del
versione di quel caro figlio che le fatto che vi è contenuto a rivelar
era costato tante lagrime, angoscie lo senza indicarne gli autori per il
e preghiere. Dopo questo felice av loro nome, sotto pena di scomunica,
venimento ella andò con lui in una ni curati ed ai vicari che lo pub
casa di campagna, ove si ritirò con blicano dal pulpito delle chiese par
alcuni suoi amici, e prese parte nel rocchiali in favore di alcuni mem
le sublimi conferenze che colà ten bri della Chiesa, poichè non si ac
nero fra loro. S. Agostino fu bat cordano monitorii agli eretici ed
tezzato nel dì di Pasqua del 387, agli scomunicati denunciati, non es
e continuò a vivere alcun tempo sendo giusto che la Chiesa proteg
insieme con quei suoi amici che ga coloro, dai quali viene disprez
pure aveano ricevuto il battesimo, zata e lacerata. Il monitorio è un
ai quali Monica prestava i più a- atto, col quale taluno, dopo essere
morosi servigi, come se tutti fosse stato tre volte ammonito di obbe
ro stati suoi figli. Essi più non dire alla Chiesa, viene diffidato che
pensavano che a tornarsene in A- si procede alla scomunica : il par
frica, e Monica doveva imbarcarsi roco non può pubblicare questo
con loro ; ma cadde malata, e mo avviso senza ordine della curia ; ed
rì ad Ostia, nell'anno 387, cin il concilio di Trento riserva ai so
quantesimosesto di sua vita ; e s. li vescovi il potere di accordare
Agostino, che ne avea allora tren monitorii. Su questo punto di di
tatre, le chiuse gli occhi. Il corpo sciplina si possono vedere il p.
di s. Monica da Ostia fu traspor Teofilo Raynaul e Rovault, ne' lo
tato a Roma nel i43o, sotto il ro trattati de' monitorii, ed Evillon
Papa Martino V, ed è ancora ri nel trattato delle scomuniche e
posto nella chiesa di s. Agostino. dei monitorii. Vedi Censure eccle
Martino V scrisse di sua mano la siastiche, Interdetto, e Scomunica ;
storia di questa traslazione, e di ed il p. Plettemberg, Notitia: Mo
molte miracolose guarigioni operate nitoria et inibitoria distinguerne
da Dio ad intercessione della santa. a brevibus ; Monitoria extra curiam
Alcuni però pretendono che quello dantur in pergameno. In molti ar
che si custodisce a Roma sia il corpo ticoli si parla dei monitorii, ed a
di s. Prima, e che quello di s. Mo- chi furono intimati. Il Gurumpi
VOL. XLVI.
9
1 3o MON MON
nel Sigillo della Garf(iguana p. 79, dinal di Borbone con altri eccle
narra che in alcune più celcbri siastici arrestati ; e dopo sessanta
solennità dell'anno soleva il Papa giorni comparisse in persona o per
pubblicare i processi o monitorii non procuratore avanti la santa Sede,
solo comuni, ch'erano le scomuni per render conto dell' uccisione del
che generali comprese nella bolla in cardinal di Guisa, sotto pena di
Coena Domini, ma anche gli spe scomunica . Essendo morto il re
ciali contro qualche principe, comu prima di aver obbedito al monito
nità o altra persona, di che erudi rio, non gli celebrò i funerali. Do
tamente ragionò il p. Lazeri. Dopo vendogli succedere Eurico IV, co
che il Papa avea fatto il suo ser me eretico, Gregorio XIV spedì in
mone al popolo, un cappellano leg Francia un nunzio con due moni
geva i detti processi o monitorii, torii, uno agli ecclesiastici che ne
indi un cardinale diacono con mi seguivano le parti, onde Io abban
tra in capo rivolto al popolo li donassero entro quindici giorni, ciò
volgarizzava. Il Papa ne ripigliava che pur doveano fare per l' altro
subito il discorso, e coll'assistenza dei monitorio i grandi del regno sotto
cardinali e prelati, rivolti verso il pena di scomunica ; dichiarando
popolo, si faceva da tutti il gettito co'medesirni monitorii escluso Enri
delle candele, del quale parla il p. co IV dalla corona e dalla comu
Mabillon, in Mas. ital. t. II, p. nione de'fedeli : a detto articolo di
364- Alle biografie de' Pontefici cemmo ancora degli attentati com
dicemmo de'principali monitorii da messi dai parlamenti eretici, contro
essi intimati, e molti ne abbiamo i monitorii pontificii. AH' articolo
d' Innocenzo ITI (Fedi). Nel i3*3 Castro e Farnese si raccontò co
Giovanni XXII pubblicò il proces me il duca di Parma fortificò Ca
so formato contro Lodovico il Ba stro, onde Urbano VIII gli fece in
vero con un monitorio a lui diret timare un monitorio di pene spiri
to, perchè sotto pena di scomuni tuali e temporali, se in trenta gior
ca desistesse entro lo spazio di tre ni non avesse demolite le fortifica
mesi, di proteggere i ribelli della zioni : seguì la sentenza di scomu
Chiesa, ed i Visconti di Milano nica, e la devoluzione dello stato
dannati d'eresia. Nel i324 Lodo di Castro alla Sede apostolica. Cle
vico gli spedì tre ambasciatori col mente XII con due formali moni
pretesto d'intendere se veramente torii minacciò il processato cardi
fosse da lui emanato il monitorio, nal Coscia di spogliarlo della por
e di chiedere in tal caso un ter pora, e di pubblicarlo scomunicato
mine competente di sei mesi per se dentro un mese non ritornava
fargli le convenienti risposte . Gio in Roma, donde era fuggito, aven
vanni XXII accordò due altri me do grandemente abusato della bon
si, non per rispondere al monito tà di Benedetto XIII. Gravi diffe
rio, ma per riconoscersi ed obbe renze insorsero tra la santa Sede e
dire. Restando Lodovico contumace, il re di Sardegna sino dal pontifi
fu scomunicato. All'articolo Fran cato d' Innocenzo XII e Clemente
cia dicemmo come Sisto V nel 1589 XI, per l' immunità ecclesiastica, e
pubblicò un monitorio contro il re pei feudi che la chiesa romana
Eurico III, onde scarcerasse il car- possedeva in Piemonte e nel Mou-
MON MON i3i
feriato, continuandosi in quelli di MONOGRAMMA. Posizione di
Benedetto XIII e Clemente XII : tutto un nome in una sola cifra.
pertanto nel 1 7o2 il cardinal Spi Il costume di collegare insieme tut
nola camerlengo con monitorio co te o parte delle lettere componen
mandò ai vassalli della santa Sede ti i nomi che si volle esprimere, è
non riconoscere che questa nel do molto antico, perchè si vede prati
minio, rinnovando il monitorio nel cato nelle monete consolari ; e si
171 1, cui seguì la sentenza di sco può credere che da principio si co
munica contro clii molestasse i sud minciasse dal fare le semplici tega
diti pontificii, e quelli che aveano ture di due o tre lettere insieme,
lesa l'immunità ecclesiastica, cen come si può vedere nelle iscrizioni
sura che pubblicarono ancora di del Grutero, il che spessissimo si
versi vescovi. Per altri attentati, osserva nelle medesime monete con
nel 17 ti il prelato Patrizi tesorie solari, e dipoi si trapassasse da que
re pubblicò un monitorio contro i ste legature all'uso de' monogram
ministri regi, citandoli presentarsi mi. Di questi molti se ne tro
in Roma nel termine di quaranta vano nelle antichissime medaglie
cinque giorni per giustificarsi, al greche, nelle quali sovente sono es
trimenti incorrerebbero nella sco pressi in tal maniera dai popoli i
munica; quindi il prelato pubblicò nomi di alcune città, parecchi esera-
tre altri monitorii, e due il succes pi avendone raccolto il p. Mont-
sore Collicola. Le controversie ter faucon nella sua paleografia. Si con
minate furono da Benedetto XIV, tinuò poscia questo uso ne' bassi
e se ne parla a' loro luoghi. All'ar tempi, e così trovasi il nome di
ticolo Parma diremo della pramma Ravenna in alcune medaglie stam
tica sanzione pubblicata dal duca pate in quella città, presso il l)u
infante di Spagna, che Clemente Cange. Nel calendario stampato dal
XIII condannò, promulgando moni Lambecio, nel frontespizio evvi una
torii in difesa dell'ecclesiastica giu simile legatura di lettere, nella qua
risdizione : in favore del duca pre le tale autore crede siavi contenu
sero impegno le corti Borboniche to il nome dell' impero romano di
delle due Sicilie, di Spagna e di oriente. Si servirono finalmente di
Francia, minacciando rappresaglie, questi monogrammi, affine di es
e l' ultima con prepotenza occupò primere i loro nomi, i Papi ne'sa-
Avignone. Ne tratta il Bercastel, cri edifizi da loro eretti, massime
Storia del cristianesimo t. XXXIII, nell'abside, e ne' mosaici che face
p. 2o4 e seg., ediz. dell' Antonelli. vano nelle basiliche, come osserva
MONOFISITI, Monophysitae. E- l'Alemanni, De laterancnsibus pa-
retici dell'oriente, i quali non ri rietinis, cap. 3 ; e nelle monete co
conoscevano che una natura in Ge me abbiamo dal Vignoli, Antiquio-
sù Cristo, e condannavano come res Pont. rom. denarii, e comincia
nestoriane le espressioni che la Chie rono a cessare intorno alla metà
sa autorizzò nel concilio di Calce- del secolo XV, forse con Nicolò V.
donia. Fedi Eutichiani e Giaco- Inoltre i Pontefici usarono i mono
siti. Abbiamo di Giuseppe Assenta- grammi nelle loro Bolle e Diplomi
ni : De syris monophysitis disser (Fedi): altrettanto fecero gl'impe
tano, Romae 175o. ratori, i re e principi ne' loro di
i3a MON MON
ploml, come può vedersi nel citato monogramma fu in uso sino a Fi
I)u Cnngc nel Gloss. Iatino, alla pa lippo III. Questo comunemente si
rola Monogramma. Parlando il dot chiamò characterem nomis , com
to monsignor Mardini, Dìplom. pon prendendo in una sola lettera le
ti/. p. 3i, del circolo a tratti di altre del nome, allo stesso modo
penna che costumarono i Papi, con che gli antichi chiamarono mono-
epigrafe intorno, ricavata da' salmi chramata le pitture di un colore
o da altro libro sacro, nelle loro solo. Questi monogrammi e le formo
lettere, disse che abbiamo di s. Ni le usate ne'diplomi nell'indicarli, fe
colò I un circolo col monogramma cero sospettare che s' imprimessero
del suo nome : Adriano II sembra a modo di stampiglia, ed ora si
aver usato di scrivere ne' circoli al scrivesse dal sovrano stesso ; poichè
cune volte il solo monogramma di alcuni monogrammi nelle vetuste
Cristo, oltre lasciarvi la croce colle carte sono cosi esatti, che par dif
solite due lettere greche. Tuttora i ficile essere scritti a penna.
Papi nelle bolle delle Canonizzazio Del monogramma geroglifico del
ni (Fedi) usano un timbro orbi- sacro nome di Cristo, e sua antichi
colare con intorno un motto della ta e diversità, ne parlammo nel vol.
sacra Scrittura. XVII I, p-2o9, 2 i o e 2 29 del Diziona
Il Borgia, Memorie Ut. part. I, rio ed altrove. I cristiani per la gran
p. 61 e seg., eruditamente parla dissima venerazione ch' ebbero del
dell'origine de'monogrammi, parola suo santo nome, sino dalla primi
in compendio ed in certo giro di tiva Chiesa lo posero negli scudi, nel
lettere intralciate, e note compendia labari, nelle monete, ne' bronzi,
rie. Dice che frequentemente si ve nelle lucerne, nelle pitture, ne' ve
dono nelle antiche iscrizioni, usate tri, nelle gemme, ne'sigilli anche pon
per supplire alla mancanza del mar tificii, negli anelli, negli utensili, no
mo o per correggere qualche erro ie iscrizioni, ec : segno o sigillo di
re corso nell' incisione ; e che la pace , di amistà e di cristianità,
stessa industria talvolta adoperaro laonde avverte il Paoli, Notizie di
no i greci ed i romani nelle loro s. Feliciano martire, che il mono
monete per farvi capire le iscrizioni gramma di Cristo trovato nelle la
con sigle abbreviate, rilevando for pidi sepolcrali, non è segno di san
se da ciò l' origine de' monogram tità nè di martirio, e che senza e-
mi, il cui uso divenne frequente scludere gli altri significati, può
nel secolo VII, e continuò per qual spiegare il sentimento per Gesù
che secolo. Eginardo scrisse che Cristo. Il Buonarroti, Osservaz. dei
Carlo Magno fu il primo tra i re vasi di vetro, parlando di questo
di Francia ad introdurre nella sua monogramma, dice che si soleva
corte la pratica di munire le car porre nelle lettere formate, e si so
te col monogramma, probabilmente leva unire con l' A e l'O, perchè
per ricoprire l' imperizia sua nel Cristo disse di sè stesso, ch'era l'al
formare buon carattere : egli però fa e l' omega, il principio e il fi
non fu il primo tra i re di Fran ne di tutte le cose, che sono, che
cia ad usare il monogramma, aven furono e che saranno : altrettanto
dolo prima di lui adoperato qual scrive il p. Mamachi, De' costumi
che altro re. Nella detta corte il de' primitivi cristiani, p. 186; ed
MON liON 133
il Vettori , De vetustate et forma ch' ebbe per vescovo Rufenzio, che
monogrammatis ss. Nominis Jesu intervenne ai sinodi romani del
dissert. antiquis emblematibus, Ro- 5oi, 5o2 e 5o\, celebrati dal Papa
mae 1747- s. Simmaco. Tra gli uomini illu
MONONE (s.). anacoreta. Nato stri di Monopoli nomineremo Bar
in Iscozia, lasciò la patria con in tolomeo Sibilla insigne filosofo e
tendimento di giungere più facil teologo ; Girolamo monopolitano
mente alla perfezione. Ritirossi nel della famiglia Ippoliti, dotto do
la foresta di Ardenna, dove visse menicano, arcivescovo di Taranto;
da eremita nel settimo secolo. Egli ed il cardinal Anselmo Marzati, pe
fu trucidato nella sua cella dai la rò di famiglia di Sorrento.
dri, e seppellito nel villaggio di La sede vescovile di Monopoli
Nassaw. Diversi miracoli resero ce fu eretta dopo la rovina di Agnaz-
lebre la sua tomba, ed è onorato zo nel secolo XI, sotto la metro
a' 1 8 di ottobre. poli di Bari, indi da Urbano II nel
MONOPOLI ( Monopolitan ) . 1o91 dichiarata immediatamente
Città con residenza vescovile del soggetta alla santa Sede, come lo
regno delle due Sicilie nella pro è tuttora. L' Ughelli narra che nel
vincia di Bari, distretto da cui è 1 ooo Marco arcivescovo di Brin
lungi dieci leghe, e tredici da Ta disi e di Oria era pur vescovo di
ranto, capoluogo di cantone, sul Monopoli ; e che sotto l'arcivescovo
l'Adriatico. Questa bella città e Eustachio ribellatasi la chiesa Mo-
piazza di guerra, ben fabbricata nopolitana, il Papa nel 1o62 la
con due sobborghi, ebbe il titolo ridusse alla sua obbedienza. Il
di marchesato. La sua cattedra primo vescovo di Monopoli fu A-
le risplende nou solo per l' ar deodato del io59, cui successero
chitettura, ma eziandio per gli sta nel io65 Smaragdo, indi Pietro
tuari ornamenti . Sonovi diverse che intervenne alla consecrazione
fabbriche di tessuti, che si espor della chiesa di Monte Cassino; nel
tano con vino ed olive di cui ri 1o73 Romualdo, il quale incomin
donda il territorio pei folti oliveti. ciò a edificare la nuova cattedrale,
Dalla sua rada salpano i bastimenti ov' è in gran venerazione l'imma
pel piccolo cabottaggio. Conta più gine della Beata Vergine della Ma
di 19,ooo abitanti. A poca distan dia, rinvenuta nell'antica dedicata
za si osserva una gran quantità di al patrono s. Mercurio; nel 1118
case tagliate nelle roccie calcari, Nicola di Monopoli, a cui Calisto
e le rovine con le vestigie dell'an lì confermò la libertà della chiesa,
tica città di Egnatia, cui vuolsi protezione che rinnovò Eugenio III
abbia rimpiazzato Monopoli, Mo col successore Michele del 1 1 j \.
nopolis. Eguazia, antica città della facendo altrettanto nel 118o Ales
Puglia Peucezia, nel territorio dei sandro III col vescovo Stefano. No
salentini sulle rive del mare, detta mineremo i più benemeriti e loda
anche Aguazzo (Fedi), ebbe sede ti che governarono questa chiesa.
vescovile nel V secolo sotto Bari. Giovanni del 1227, per avere O-
L' Ughelli , Italia sacra t. X, p. norio III annullata l'elezione che
74, ne parla, dicendo che fu con il capitolo avea fatto di altro : Gre
centrata in quella di Monopoli, e gorio IX confermò i privilegi con
1 34 MON MON
cessi dai predecessori, e ratificò la rindisi, con ritenzione del titolo
eiezione di Guglielmo fatta nel arcivescovile, fu traslato Francesco
12 38 dal capitolo. Giulio fu nel Surgeuti teatino, e gli successe nel
ia55 consacrato da Alessandro IV. 16Ó4 Benedetto Herrera spagtmolo
Per sua morte, diviso il capitolo, dottissimo: indi lo furono, Giusep
elesse due, ma dopo notabile sede pe Cavalieri nobile napoletano nel
vacante, si unirono i canonici per 1664, degno e grave pastore; Car
nominare Pasquale, confermato da lo Tilli di Trevico, traslato nel
Martino IV. Nel 1 286 Onorio IV 1697 da A ceria; Gaetano della
consacrò Pietro Saraceni romano, nobile famiglia d' Andrea, procu
inconsulto capitulo. Diviso questo ratore generale de' teatini, e della
ne' pareri tra Berardo e Nicola sua congregazione benemerito, di
Boccasigni, questi nel i3o9 rico venne vescovo nel 1 698 ; fr. Al
nobbe Clemente V, il quale nel 1 3 1 2 fonso Francesco Dominquez ago
confermò il successore Francesco, stiniano milanese, assistente gene
scelto dal capitolo : il quale fu dis rale del suo ordine e dotto, nel
coide assai. nell' eleggere nel i336 17o4, Nicola Centomani di Po
il pastore, onde Benedetto XII no tenza , vicario generale del suo
minò fr. Dionisio di I5oi™o o s. Se- vescovo, nel 17o7, col quale uel-
polcro, celebre predicatore servita. V ludia stura t. I, p. 961 del
Nel 1342 il capitolo domandò fr. l' Ughelli si compie la serie, quale
Marco Leone de' minori, e Clemen continueremo cotle annuali Notizie
te Y I glielo concesse, succeduto nel di Roma. 1724 Giulio Antonio Sac
i357 da Pietro de Oriello di Mo chi di Tropea. 1738 Francesco Jo
nopoli. Fr. Giovanni de'minori di rio di Precida. 1754 Ciro de AI-
venne vescovo nel i373, ma fu teriis napoletano. 1761 Giuseppe
fautore dell'antipapa Clemente VII, Cacace napoletano. 1780 Domenico
come confessore di Giovanna I. Ur Russo napoletano, traslato da Po
bano VI nel i382 fece vescovo tenza. 1785 fr. Raimondo Fusco
Francesco Carbone napoletano, che minore conventuale di Nusco. 18o5
poi creò cardinale. Nel 1 437 fu Lorenzo Villani d' Ugeuto, al cui
vescovo della patria Antonio de Pe- tempo Pio VII nel 1818 soppres
de, sino al 14 lt-i, al successore del se la sede vescovile di Polignano
t piale, Alessandro, il re di Napoli (Fedi), e l'unì in perpetuo a Mo
Ferdinando I confermò i privilegi nopoli. 1824 Michele Palmieri di
della chiesa Monopolitana. Nel i5o8 Monopoli, traslato da Troia. Per
Giulio II vi traslatò da Polignano sua morte, Gregorio XVI nel con
Michele Claudio governatore di Ro cistoro de' 1 7 giugno 1 844 traslatò
ma. Paolo iII nel i546 elesse da Lacedonia l' odierno vescovo
Ir. Ottaviano Preconi siciliano , monsignor Luigi Giam porcuro, di
francescano insigne per pietà ed s. Cataldo diocesi di Girgenti.
erudizione: nel 1 56 l gli successe La cattedrale è a Dio sacra ,
Fabio Pignattelli nubile napoletano sotto l' invocazione di s. Mercurio
dotto e religioso. Da Crotone fu martire. Il capitolo è composto di
qui trasferito nel i598 fr. Giovan quattro dignità, la maggiore delle
ni Lopez domenicano spagnuolo, quali è l'arcidiacono; di venti ca
chiaro per virtù. Nel 164o da nonici, comprese le prebende del
MON MON i35
teologo e penitenziere; di dodici Per esempio, confessavano ch'era
mansionari ed altrettanti sopran l'umanità di Gesù Cristo che ave
numerari, e di altri preti e chieri va sofferta la fame, la sete, il do
ci addetti alla sacra ufliziatura. La lore; ma pretendevano che questa
cura d' anime si funge da un ca fame, sete, dolore, ed in fine tutte
nonico nella cattedrale, munita di le passioni, volontà ed operazioni
battisterio. In città sonovi altre di Gesù Cristo, si dovessero attri
quattro chiese parrocchiali col fon buire al Verbo, non credendo essi
te sacro, tre conventi di religiosi, che vi potessero essere due volon
altrettanti monasteri di monache, tà e due operazioni libere in una
un conservatorio, una confraternita, medesima persona. Fu accusato di
l'ospedale, il monte di pietà e il negligenza il Papa Onorio l (Vedi)
seminario. L'episcopio resta incon in dover estinguere l'eresia de'mo-
tro alla cattedrale. La diocesi si noteliti : il successore Severino (Ve
estende per circa sedici miglia di di) riprovò l'Ectesi favorevole agli
territorio, ed ogni nuovo vescovo è eretici, e ne fu vittima. Giovanni
tassato ne' libri della camera apo IV (Vedi) condannò tale editto e
stolica in fiorini .i. ~io, ascendendo gli errori de'monoteliti, la cui ere
Je rendite della mensa a più di sia procurò estinguere Teodoro I
cinquemila ducati. condannandola. Nel 649 s. Marti
MONOTELITI , Monothelitae . no I (Vedi) che gli successe fece
Eretici che riconoscono una sola altrettanto, onde ebbe la palma del
volontà in Gesù Cristo, cioè la di martirio, e s. Eugenio I (Vedi)
vina, e sono un ramo degli Enri imitò lo zelo de' predecessori. An
chiani (Fedi). Teodoro vescovo di che il monaco Sofronio ed il san
Faran, fu il primo che insegnò to abbate Massimo si opposero for
l'errore verso. l'anno 62o, e lo ab temente ai monoteliti, che tanto
bracciarono Ciro vescovo di Phare danno facevano alla Chiesa e alla
o Faran poi d'Alessandria, Sergio e purità della fede. Il Papa s. Aga
Pirro di Costantinopoli : Eraclio im tone (Vedi) condannò i monoteliti
peratore li favorì coWEctesi (Vedi), p spedì i legati al concilio genera
indi Costanzo pubblicò il Tipo(Vedi) le di Costantinopoli VI (Vedi), nel
per imporre silenzio sulla questione quale nel 68o furono condannati
dell'unità e delle molteplici volon senza riserva i monoteliti, con l'E
tà in Gesù Cristo. I monoteliti ctesi ed il Tipo, e furauvi dichiara
non negavano già che le facoltà, le te due volontà in Gesù Cristo; e
volontà e le operazioni umane non da quell' epoca il monotelismo si
si trovassero in Gesù Cristo, a ca estinse, dopo aver travagliato la
gione delle due nature; ma essi le Chiesa, massime d'oriente. Abbia
riducevano ad una sola operazione mo di J. I3. Tamagnini : Historia
teandrica o deivirile, che attribui monothelitarum, atque Honorii I
vano al Verbo: poichè l' umanità controversia, Parisiis 1778.
gli era talmente unita, dicevano MONREALE (Montis Regalis).
essi, che non agiva per nulla da Città con residenza arcivescovile,
sè stessa, ma per mezzo del Verbo, nel regno delle due Sicilie, nella
che le dava tutto il suo movimen provincia della Valle minore di
to, come ad un puro isti omento. Palermo, da cui è discosta più d'una
136 MOK MON
lega, capoluogo di cantone. Posta cattedrale vi è la maestosa fabbri
in vetta al monte Caputo, da dove ca del monastero, ritenuto il mag
si vede una magnifica prospettiva, giore del regno, dell'abbazia fonda
è cinta da monti anco più elevati, ta dal medesimo re Guglielmo II
tranne la parte settentrionale ch' è detto il Buono, con bellissimo chio
una catena di colline deliziose, co stro adorno di quattro fontane di
perte di olive ed agrumi. La cat marmo. Vi è un collegio io cui si
tedrale di gusto gotico è uno de'più apprendono le lettere e le filoso
belli e splendidi monumenti di Si- fiche discipline. Racchiude la città
cilia : costruita a tre navi, le mura circa i 3,ooo abitanti, compresi
sono coperte di finissimi marmi, di quelli del villaggio Rocca. Le ric
preziosi mosaici fatti da artisti gre chezze che nella chiesa e mona
ci con colonne di granito egizia stero vi ammucchiò il re Gugliel
no, ed altri ornamenti di bellissimo mo II, destarono sovente la cupi
effetto. L'altare maggiore è. tutto digia de' pirati maomettani, che più
coperto d'argento con mirabili bas- d'una volta tentarono d'impadro-
sirilievi dello stesso metallo ; il pa nirsene, per cui si dovette circon
vimento è a mosaico, le porte so dare le disperse abitazioni di gros
no di bronzo istoriate. Questo tem se mura. In que' secoli di tumulto
pio fu descritto da Gio. Luigi Lel e di continue guerre molti si ri
lo : Historia della chiesa di Mon pararono in quel recinto per vi
reale, Roma i5c)6; e dal p. d. vervi colla maggior possibile sicu
Michele del Giudice , Descrizione rezza : in tal modo si aumentò
del real tempio di s. Maria Nuova Monreale, detto anche Montreale e
di Monreale con le osservazioni so Morreale, che diè molti uomini
pra le fabbriche e mosaici della illustri alla Chiesa, alle armi, alle
chiesa, Palermo i7o2. Nel i8i6 mol scienze ed alle arti.
to soffrì per un incendio, ma con Nel ii67 Guglielmo II incomin
molto discernimento si eseguirono ciò la sontuosa chiesa e monastero,
poscia le convenienti riparazioni. in onore di s. Maria Nuova, sopra
Veggasi Domenico lo Fuso duca di s. Ciriaca, per i monaci benedettini
Serradifalco: Del duomo di Mon della Cava, ed arricchì l'abbazia di
reale e di altre chiese siculo-nor possessioni e privilegi : a sua istan
manne, Palermo i838. In que za il Papa Alessandro III nel ii7}
sta cattedrale vi sono i mauso la dichiarò esente dall'arcivescovo
lei marmorei di porfido di Gu di Palermo e da qualunque giu
glielmo I, e di Guglielmo II re risdizione, e immediatamente sotto
di Sicilia, il quale edificò la città il patrocinio della Sede apostolica ,
e il magnifico tempio nel ii67. accordando all'abbate le insegne del-
Carlo I d'Angiò frateilo di s. Lui la mitra, guanti, sandali, tonicella,
gi IX ottenne per questa chiesa i dalmatica, bacolo, anello, con fa
di lui visceri e cuore, e li fece coltà di benedire il popolo, e con
collocare colla maggior magnificen altre prerogative. Le terre concesse
za : vi doveva essere l'intero cor all'abbazia dal re furono molte, fra
po, ma l'ottenne Filippo III figlio le quali Bitetto, concedendone giu
del santo, dando invece alla chie risdizione all'abbate, cui diversi ve
sa una sacra spina. Annessa alla scovi accordarono privilegi. Primo
MON MON i37
ilhbate e signore del real monaste il cardinal Rodolfo legato e vesco
ro di s. Maria Nuova, fu nel t 176 vo d'Albano consacrò la chiesa di
eletto fr. Teobaldo monaco della Monreale, e Clemente IV confermò
Cava, dell'ordine di s. Benedetto : all'arcivescovo il farsi precedere nel
fu da alcuni detto vescovo, ma dice la sua provincia dalla croce. 1269
il Lello non trovarsene documento. Avveduto abbate di s. Giovanni di
Nel 1 1 78 gli successe il priore fr. Palermo. 1278 Giovanni Bocca-
Guglielmo, sotto del quale Lucio mazza romano, poi cardinate: note
HI eresse la chiesa del monastero remo che avendo i cardinali te bio
in metropoli, ad istanza di Gugliel grafie, queste si possono vedere
mo II, ricevendo la nuova metro per le notizie de' cardinali arci
politana sotto la protezione della vescovi di Monreale. Alla vacanza
santa Sede, con prescrivere che in della sede, il capitolo avea fatto
violabilmente vi si osservasse l' or- postulazione per il vescovo di Po
dine monastico benedettino, e colle tenza. 1286 Pietro Gerra da Fi-
sue mani consacrò primo arcivesco rentino detto romano, nominato da
vo fr. Guglielmo, e gl' impose il Onorio IV per la riserva da lui
pallio, concedendo l'elezione de'suc- e da Martino IV fatta in provve
cessori a' monaci. Clemente III con dere le vacanti sedi di Sicilia, per
fermò l'erezione di Lucio III, ed as la sollevazione del regno contro gli
soggettò alla chiesa di Monreale , angioini, e servì la sede in vari im
per suffraganee, le sedi di Siracu portanti incarichi. i3t,4 Ruggieri
sa e di Catania nell' anno 1188. di Donmusco salernitano. i3o6 Ar
Nell'anno seguente divenne pastore naldo di Rassach catalano, il quale
di Monreale fr. Caro, che come il in libro raccolse molti privilegi con
predecessore s' intitolò, abbate, si cessi alla sua chiesa dai Papi, im
gnore e arcivescovo, così i succes peratori, re ed altri principi. i325
sori. Il copioso numero de' privile Napoleone Orsini romano, fatto do
gi concessi alla chiesa e monastero Giovanni XXII, ad onta della po
di Monreale, il Lello li riporta a stulazione fatta per altri dal capi
p. 2 e seg. del Sommario. Divenne tolo, ignorando la riserva che ne
ro successivamente arcivescovi, N. . . . avea fatto il Papa, che la dichiarò
nel 1234 per volere di Gregorio nulla: sotto di lui s'intruse l'ab
IX clie annullò l'elezione di L. ..mo bate di s. Maria d'Altofonte. 1 338
naco di Monte Cassino, riservando Mannello Spiriola genovese, che ri
ne la provvisione alla santa Sede. formò l'abbazia di s. Maria di M;i-
Nel 1255 Manfredi si fece coronare niace de' benedettini, indi nel i'i JS
re di Sicilia non in Monreale, co col consiglio del capitolo riparò l'an
me scrissero alcuni, ma in Paler tichissimo monastero di s. Martino
mo, essendo arcivescovo, abbate e della Scala nella diocesi, di che ab
signore Benvenuto, poichè scrive il biamo l'opuscolo: De reaedificatione
'Villani, che incombeva agli arcive monasterìi s. Martini de Scalis, or-
scovi di Monreale il coronare i re (linis s. Benedirti , Romae 1 5o,6.
di Sicilia. Gaufrido del 1266 fu le L'arcivescovo morì di peste nel i3(,2.
gato di Clemente IV in molti luo Nel i363 Urbano V nominò Gu
ghi, e da lui eletto. Trasmondo del glielmo Monstrio catalano, cui scrisse
1267, sotto del quale a' 25 aprile Gregorio XI per sapere quali speda
i 38 MON MON
li e commende dell'ordine geroso Maria di Licodia, di s. Nicola d'A
limitano fossero in Monreale e dio vena, e di s. Placido di Calonero
cesi ; ma avendo dissipato i beni in congregazione di Sicilia, ordi
della chiesa, ricevette online di ac nando inoltre il Papa che sedici
crescere il numero de' monaci nel monaci di Monreale vi celebrassero
monastero, essendo prima il loro gli uffizi divini, cui l'arcivescovo
capitolo composto smo a cento; passasse le consuete annue cento
indi per avere aderito all'antipapa oncie. i4B5 Giovanni Borgia spa
Clemente VII fu deposto da Urba gimolo, non attendendosi l'elezione
no VI, che nel i38o vi traslatò da di quello che aveano fatto i mo
Isernia fr. Paolo romano; invece naci, poi cardinale: sotto di lui Al
l'antipapa conferi la chiesa a Fran fonso II re di Napoli, che avea co
cesco Richcrio, e poi a Pietro Ser ronato in Napoli, si ritirò in Mon
ra spagnuolo che diventò Buticar- reale a far penitenza nel monaste
iimale, come dicemmo nel vol. III, ro. i5o3 Giovanni y-Castellar spa
p. 225 del Diz'onarioj nell' intru gnuolo, indi cardinale. i5o5 Alfon
sione gli successe fr. Giovanni di so d'Aragona figlio naturale di Fer
Thaiiste francescano nel i397. Il dinando V e arcivescovo di Sara
legittimo fr. Paolo fu vicario di gozza : sotto di lui Giulio II nel
l'ioma per Gregorio XII, che gli i 5o6 unì la suddetta congregazione
diè in commenda quel monastero di Sicilia in un al monastero di
di s. Eusebio, a cagione delle usur Monreale, a quella di s. Giustina
pazioni ratte dagli intrusi, e Mar de' cassinesi, come riporta il p. Lu-
tino V lo trasferì a Tessalonica. bin, Abbat. Italiae, p. 235. i5ia
i4?-2 Giovanni Ventimiglia di Mes Enrico Cardona spagnuolo, castel
sina de'marchesi di Gerace, eletto lano di Castel s. Angelo, poi car
da' monaci mentre lo avea nomi dinale: nel i"l2ii non essendo suf
nato Martino V : riparò la chiesa, ficienti pel divin servigio nella chie
il claustro, edificò il palazzo arci sa di Monreale i sedici monaci sta
vescovile con vasto giardino, ed in biliti da Sisto IV, si convenne ac
sua merte elessero i monaci il vi crescerne altri nove, e comporre il
cario. i449 Alfonso de Cuevasru- capitolo canonicale di venticinque
m.is spagnuolo, indi fatto capitano mouaci, col consenso del priore del
generale di s. Chiesa, che servi in monastero, assegnando l'arcivescovo
gravi negozi. i4'l5 Giovanni d'A le opportune rendite pel manteni
ragona figlio del re Giovanni II, mento , in ragione d' annue dieci
trasferito a Saragozza. i 4?3 Ansia oncie per cadauno; la congregazio
di Spuig spagnuolo o del Poggio, ne de' cassinesi di s. Giustina e il
governatore di Roma poi cardinale, Papa approvarono tali accordi. i53i
fece diversi sacri doni alla sua cardinal Pompeo Colonna romano.
chiesa, e avendo in essa ripristi i532 cardinal Ippolito de' Medici
nata l'osservanza regolare de' mo fiorentino. i536 cardinal Alessan
naci di s. Benedetto, Sisto IV l'au dro Farnese romano, celebrò il si
torizzò col priore a sceglierne dodici nodo, e cominciò il pavimento di
d'altri monasteri per accrescerne il marmo nella cattedrale. Lo zio del
numero, e nel i 483 unì i mona cardinale, Paolo III, nel i5fli con
steri benedettini di Moureale, di s. sua bolla riportata dal Pirro , ter
MON MON i39
minò le differenze ch' erano tra i di altre virtù. Voteva il predeces
ministri della chiesa di Monreale sore con pregiudizio de'monaci isti
coi monaci , pel divino servigio, e tuire de' canonici regolari, ma il
prescrisse opportuni regolamenti, as tribunale della rota ordinò non do
segnando il cardinale provvisioni ai versi alterare gli statuti di Paolo III,
preti secolari che servivano la chiesa, e doversi continuare la celebrazione
pei quali eresse in collegiata la chie de' divini uffizi , more monastico
sa di s. Salvatore che loro assegnò. secmidum regulam s. Benedirti :
Il Papa stabili le precedenze cos'i : l'arcivescovo Gualtieri fece eseguire
il priore e il decano de' monaci, il il decretato. 162o Girolamo Venero
vicario dell' arcivescovo e l'arcidia e Leyva spagnuolo; celebrò il sinodo,
cono del clero secolare, dignità di cui cinse di mura la città per difen
il Lello dice essersi fatta menzione derla dal contagio della peste che
nel 1 294- Stabilì l'ordine di sedere affliggeva Palermo, edificò dai fou-
.in coro, ed assegnò l' amministrazio dameuti il convento degli agostinia
ne dei sacramenti e la cura delle ni, e riparò quello delle monache
anime ai preti secolari. 1 57 3 [Luigi di s. Castro, aumentò il seminario, e
de Torres di Malaga : celebrò il nel 1626 istituì in s. Salvatore un
sinodo che diè alle stampe, collocò collegio di ventiquattro sacerdoti, ove
il corpo del re Guglielmo II nel fu sepolto nel 1628. Con esso ter
magnifico monumento summento- mina il Pirro il novero degli arci
vato, ridusse in più ampia forma vescovi : ecco quelli riportati nelle
l'episcopio, fece dipingere gli stemmi umiuali Notizie di Roma. 1698
de' suoi predecessori con altre cose, cardinal Francesco del Giudice na
ed altro, e fu spedito a Malta da poletano . 172Ò cardinale Alvaro
Gregorio XIII per comporie gravi Cienfuegos gesuita spagnuolo, tras
differenze; indi fabbricò la chiesa e lato da Catania. 1739 cardinal
il convento de' cappuccini, ed alta Traiano d'Aquaviva d'Aragona na
mente encomiato morì in Roma nel poletano. Essendo vacante la chiesa
1 584- Gon questi il Lello termina insorse seria questione tra Benedet
le sue importanti, copiose ed eru to XIV ed il re Carlo di Borbone,
dite notizie sugli arcivescovi di Mon perchè rendendo allora la mensa di
reale, la cui serie proseguiremo con Monreale sessantamila scudi , era
Rocco Pirro, Sicilia sacra, vol. I, stata accordata una pensione di sei'
p. 417. mila scudi al terzogenito del re ,
i588 Lodovico de Torres ro che il Papa voleva dare compresa
mano, nipote del precedente, il qua nella terza parte della rendita su
le nel 1 M)o eresse il seminario con cui il re nominava pensioni, per le
giardino, e la sua celebre libreria molte che gravitavano le altre parti;
donata, con approvazione di Gre ma implorata per grazia, poi fa
gorio XIV e Clemente VIII. Ac concessa. 1724 Francesco Maria
crebbe il monastero , eresse una Testa di Nicosia diocesi di Messina,
cappella cui regalò i suoi paramenti, trasluto da Siracusa. Pio VI a'7 lu
e alla cattedrale preziosi arredi , e glio 1775 ad istanza del re Ferdi
fu creato cardinale. 1612 fr. Ar nando IV l'unì all'arcivescovato di
cangelo Gualtieri siciliano, generale Palermo aeque principalttrr. Indi
francescano , limolimeio e ornato Pio VII colla bolla Imbecillita* ha
i4o MON MON
manne mentis, de' 2 marzo 18o2, di antica istituzione , absque con-
Bull. Rom. Contìn. t. XI, p. 293, cursu , approvati dall'arcivescovo.
a richiesta di detto re restitui a Non vi è in Monreale altra chiesa
Monreale la dignità arcivescovile, ed parrocchiale, evvi però la collegiata
n' 24 maS8io dichiarò arcivescovo di s. Salvatore con canonici; quat
Mercurio Maria Terese di Cela Iu , tro conventi di religiosi , due mo
cui successero: nel 1 8 1 6 Domenico nasteri di monache, sodalizi, ospe
Benedetto Balsamo benedettino cas- dale, seminario con alunni, monte
sinese di Messina ; e per sua morte di pietà, ed i pii ospizi de' poveri
Gregorio XVI nel concistoro de' 24 eretti dalla generosità dell' ultimo
novembre 1 845 traslatò da Piazza defunto pastore. L'episcopio, ottimo
l'attuale arcivescovo monsignor Pier edificio , è annesso alla cattedrale.
Francesco Brunaccini de' principi di L'm cidiocesi è ampla, e comprende
s. Teodoro, benedettino cassinese. sedici luoghi. Ogni nuovo arcive
Al presente Monreale ha quattro scovo è tassato ne' libri della ca
vescovati suffraganei, cioè Catania , mera apostolica in fiorini 2ooo, in
Girgenti, Caltagirone, e Caltanisetta proporzione dell'antica sua rendita,
istituito da Gregorio XVI a' 6 mar ex quibus quatuor millia tmciarmi!
zo I&44) o meglio VIII kiil. junii, illius monetae summam constituunt
colla bolla Ecclesiae universalis re- sexcentum supra no vem millia scu-
gimen, indi provveduta dell'odierno torum, nullo omnino onere gravata.
vescovo nel 1845. MONSIGNORE, Dominus, Do-
La cattedrale, di elegante strut mnus , Dominus meus. Titolo di
tura gotica, è sacra alla Beata Ver maggioranza, che significa mio si
gine sotto il titolo di s. Maria Nuo gnore , ora proprio de' patriarchi ,
va : ecco come nell'ultima propo arcivescovi, vescovi e prelati di man-
sizione concistoriale si descrive il telletta o niantellettone della santa
capitolo. » Ob insigne monasterium Sede (V. Prelato e i relativi ar
hujus nominis s. Benedicti congre- ticoli ) ; degli abbati mitrati seco
gationis cassinensis , cujus monaci lari; de' dignitari che lo godono per
saltem viginti numero smit cano privilegio o per antica consuetudi
nici, atque ejusdem metropolita- ne ; e di quei cubiculari e fami
nae capitulum constituunt. Hos In gliari pontificii notati a' loro luoghi,
ter tres dignitates ( priore , decano come maestri di ceremonie, came
e arcidiacono) recenserunt, quarum rieri segreti partecipanti e sopran
post pontificaleru prima est prio- numerari, camerieri d'onore ed ex
ratus: adest pariter praebenda theo- tra urbem, e cappellani segreti d'o
lognlis, ac poenitentiaria , nec non nore ed extra urbem, cioè quanto
octodecim presbyteri beneficiati seu ai famigliari pontificii, finchè so
praebendati, totidem vicarii de cho- no addetti al servigio effettivo o ti
10 nuncupati, aliique presbyteri et tolare del Papa, i soli ceremonieri
clerici inibi divinis inserviente* ". La godendo il titolo a vita. Per con
cura delle anime si esercita nella suetudine hanno il titolo di mon
metropolitana, ov'è l'unico battiste- signore i vicari generali de' cardi
rio della città, ed è ricca di sacre nali vescovi , ed anche altri , nella
reliquie, alternativamente dal col maggiore e principal parte abusi
legio di sei parrochi, preti secolari vamente ; onde questo onorifico ti-
MON MON ,4t
tolo di distinzione de' prelati seco Dembo prima avesse scritto: A mon
lari, come tanti altri, si dà per igno signore il generale di s. Agostino. Il
ranza o per adulazione a moltissi Garampi, Memorie p. ^, parlando
mi che non gli spetta. Secondo i del titolo di monsignore, lo chiama
gradi il monsignore si usa colVIl- di maggioranza, dato comunemente
Iustrissimo, col Reverendo, col Re ai re, imperatori, principi secolari ;
verendissimo , e coll' Eccellenza, di al Papa, cardinali, vescovi o altre
che si ragiona a questi articoli. Il persone costituite in dignità ; che
Boccaccio, nato nel i3i3, dice che il Sacchetti scrisse monsignore lo
a suo tempo bastavano i semplici rej fu pur da lui detto, monsignore
titoli di Signor mio, Monsignore, e Carlo Magno; ed innanzi che Ur
Messere (Fedi), per onorare coloro bano VIII chiamasse i cardinali E-
che per eccellenza di virtù , o per minentissirni, davasi loro il monsi
cariche illustri , o per santità di gnore. Il medesimo Garampi, Si
carattere erano al comune degli uo gillo della Garfagnana p. 69, notò
mini superiori. Il titolo di monsi che lo stesso Sacchetti scrisse mes
gnore o Monsieur o Monseigiieur ser lo cardinale, corrispondente al
sino al i83o si diede in Francia Dominus e al monsignore. Nel li
al figlio maggiore o al fratello del bro, Conclavi de' Pontefici, in quel
re, eredi presuntivi della corona, in lo del i585 si leggono esempi in
un al titolo di Delfino (Fedi), che cui i cardinali sono chiamati mon
il Manuel des dates di Chantal , signori illustrissimi dai loro colle
dice incominciato nel i349, dopo ghi.
la riunione del Delfina to alla coro MONSTRIO Pietro ed Ugo,
na. Il Leti, nel Cerimoniale stori- Cardinali. Fedi Roger, Cardinali.
co politico t. VI, p. 529, osserva che MONTALCINO (Ilcinen). Città
sebbene in Francia uno solo era il con residenza vescovile, nel granduca
Monsignore, tuttavia non eravi du to di Toscana, provincia di Siena,
ca, maresciallo, uftiziale e gentiluo capoluogo di comunità, sede d'un
mo che non esigesse dai suoi do vicario regio e di altre autorità. Ri
mestici il titolo di Monseigneurj ma siede sopra la diseguale sommità di
il Delfino veniva così qualificato da esteso poggio che si alza circa mille
tutti i sovrani e principi , essendo braccia sopra il livello del Mediter
titolo a lui privativo. Il Parisi, raneo, presso i fiumi Ombrane e
Istruzioni t. III, p. 4o, scrive sul Orda. E circondata dal secolo XII
titolo di monsignore, dacchè la cor di mura castellane con rocca e
te romana fece la sua dimora in cinque porte, lungi venti miglia da
Avignone (dal i3o5 al i376), a- Siena. Tra i suoi edilizi primeggia
dottò dai francesi il monsignore : la cattedrale, eretta nell'autica pie
davasi dapprima a personaggi gran ve di s. Salvatore sul punto più
di e specialmente a' cardinali ch'e eminente della città. Era di gotica
rano illustrissimi e reverendissimi struttura, e fu atterrata, indi riedi
monsignori; ma cacciato nel i 63o ficata nel i8i8 a tre navate con
l'illustrissimo monsignore dal titolo disegno di Fantastici, e riaperta
di Eminenza (Fedi), si rifugiò sotto nel i832: mirabile è la Concezio
la mantelletta de prelati secolari, non ne dipinta dal Vanni. Nelle diver
già regolari (per allora), benchè il se sue chiese vi sono pregevoli pit-

/
i.'t2 MON MON
ture, e monumenti d'iute interes s. Antimo, cinque miglia distante
santi : in quella di s. Agostino uf dalla città, ed al suo abbate nel-
fìziò il capitolo, nella ricostruzione l'8i4 con piena giurisdizione. Nel
della cattedrale. Vi sono stabilimen secolo XI la chiesa plebana avea
ti benefici e letterari con accade per titolare s. Andrea, esercitando
mie, ed un piccolo teatro. Il terri gli abbati di s. Antimo giuris
torio produce abbondanti e squisi dizione spirituale e temporale in
ti frutti, olio, eccellente vino, e Montalcino, portando gli abbati i
moscatello assai apprezzato. Il suo titoli di conti palatini e consi
clima è freddo, ma sano. Questa glieri del romano impero, e pre-
città form alle lettere e alle scien scio parle nelle leghe, nelle guerre
te uomini distinti, tali furono: Fran e nelle paci coi popoli e stati li
cesco da Muntalciuo profondo cano mitrofi. Nel secolo \1I incomincia
nista, essendo lodata per pietà Vlo rono le guerre coi sanesi, che la
landa sua moglie. Pietro e Demanio presero nel no2 per differenza di
Lnpiui poeti. Guido di Fredo giu confini, essendo i montalcinesi allea
reconsulto. Pietro Menchini. Anto ti de' fiorentini, i quali nel i2o7
nio Posi che figurò al concilio di guerreggiarono con successo. Tutta-
Trento. Giulio Mancini arcliiatro volta i sanesi costrinsero l' abbate,
di Urbano ViII. Gaspare ed Al nel i2i2, a cedere la quarta par
fonso Doimoli. Flaminio Pinelli a- te di sue possessioni, e giurare i
natomico. Lorenzo Drunacci. Cer- montalcinesi d' essere compresi nel
vioni teologo e poeta. Due sculto contado e diocesi di Siena, con an
ri Berti, ed aliii. Tra i prelati no nua oblazione. Nel i25i i fioren
mineremo il vescovo Tommaso Cer- tini fecero levar l'assedio, e misero
vioni sagrisla pontificio. in rotta i sanesi, ponendo guarni
L'origine di Montalcino, che nc'se- gione nella terra. \ edendo di mal
coli più vicini ai nostri figurò nelle occhio i sanesi la tutela che Firen
storie sanesi, diè luogo a molte con ze prendeva de' luoghi del contado
fetture, fra le quali, che vi si rifugiò sanese, con forte esercito di ghibel
l'anno i29 di Roma il pretore ro lini riportò la famosa vittoria di
mano Scipione, cogli avanzi dell'e Montaperto nel i26o, e presero
sercito combattuto dai galli senoni quindi Montalcino, che volevano di
penetrati nel territorio di Chiusi. struggere ; però gli rovinarono le
Ne' primi tempi del cristianesimo è mura e ridussero il castello a bor
certo che il poggio e le cortme ghi, e poi ebbe luogo la pace. Al
erano abitate, e ne sono prova al principio del secolo XIV i montal
cune chiese parrocchiali ne' dintor cinesi si scostarono dall'amicizia sa
ni della prima epoca longobarda. nese per riavvicinarsi ai fiorentini;
Il luogo prese il nome dalla qua ma dopo il i 35 5 essendo in iscom-
lità delle piante arboree, dai lecci piglio Montalcino dai partiti Salim-
che ricoprivano il selvoso ora viti beni e Tolomei , ritornò all'obbe
fero monte, e che perciò fu detto dienza di Siena, che riconobbe i
Mons llcinus, non Mons Lucinus. montalciiiesi per suoi cittadini, e
Questo territorio, compreso il mon vi fece innalzare il cassero o forte,
te in cui sorge la città, Lodovico stabilendo poi regolamenti pel buon
I il Pio lo donò al monastero di governo e amministrazione della
MON MON i43
terra, e mandandovi il castellano. patria e riavere i loro beni, restan
Montulcino venne ripartita in tre do a Montalcino il vanto di essere
terzieri, e prosperando fu meglio stato l' ultimo rifugio della repub
munita di mura castellane, onde blica di Siena. Al nuovo sovrano
inutilmente nel i 'i 2 5 fu assalita i montalcinesi ben presto innalza
dalle milizie di Clemente VII. Es rono una statua marmorea, scolpi
sendo atta a potersi difendere, vi ta dal montalcinese Giovanni Berti,
si raccolsero gli avanzi dell'agoniz- e la posero sotto l'atrio del preto
z.mte repubblica sanese, e nel 1 553 rio. Da quell' epoca Montalcino se
i montalcinesi bravamente sostenne guì i destini della Toscana.
ro l' assedio delle truppe imperiali Montalcino con quasi tutti i po
e medicee, rendendosi famigerati poli della sua comunità, dall'epoca
iiell' ultimo periodo della repubbli longobarda fino al i462 fu com
ca, specialmente quando nel i55a presa nella diocesi d'Arezzo, benchè
fu costretta sottomettersi al vinci i Papi sino dal secolo XI avessero
tore. Allora Piero Strozzi con altri concesso ai potenti abbati di s. An
capi del partito repubblicano, co timo, una quasi giurisdizione vesco
stituì e organizzò in Montalcino una vile sopra le chiese di Montalcino.
nuova repubblica, modellata a so In fatto la sua pieve di s. Salvatore
miglianza di quella sanese, che ar venne qualificata da Pio II fra quel
restò i progressi di Cosimo I de le di ninna diocesi, quando con bolla
Medici. A celebrare i sanesi i loro de' 1 3 agosto i462 innalzò la me
salvati diritti in Montalcino, conia desima in cattedrale vescovile, con
rono monete di rame, d' oro e di quella di Corsignano ossia di Pien
argento colla leggenda : Libertos, e za [Fedi), e che destinò un solo
in mezzo Resp. Senens in M. Ilcìno. vescovo a presiedere alle due chie
I francesi proteggendoli con eserci se, dichiarandolo immediatamente
to, questo era comandato da Mon- soggetto alla santa Sede, ora essen
lue, e dai due distinti capitani ita dolo dell'arcivescovo di Siena. Il
liani Mario Sforza e Giordano Or primo vescovo di Montalcino e
sini. Intanto d. Garzia di Toledo Pienza, fu Giovanni Chinugi nobi
assaltò Montalcino nella parte più le sanese, celebre maestro delle ce
debole ov'era il cassero, essendo le rimonie pontificie ; nel i496 il car
altre dillicili a superarsi. Non po dinal Francesco Piccolomini arcive
tendola vincere colla forza, per la scovo di Siena, sino al 149^ , is-
vigorosa difesa degli assediati, ricor di Pio III nel 1 5o3 ; nel 1498
se inutilmente all'inganno. Venuto Girolamo Piccolomini figlio di Gia
Cosimo I duca di Firenze in pote como sanese ; nel i5io Girolamo
re dello stato sanese, si pacificò nel Piccotomini figlio di Bonsignore sa
1 557 col re di Francia, ed otten nese, ottenne nel 1 528 da Clemen
ne che ritirasse le truppe da Mon te VII la separazione temporanea
talcino, ed allora gli abitanti si sot delle due cattedrali di Pienza e
tomisero al governo di Cosimo I Montalcino, nella quale occasione lo
stabilito in Siena, con giuramento stesso Papa investì il vescovo di
di fedeltà ed obbedienza. In conse Montalcino col titolo di abbate dei
guenza di elio i sanesi rifugiati in beni superstiti dell' abbazia di s.
Montalcino poterono ritornare in Antimo, insieme colle ville state
144 MON MON
della giurisdizione di quell' abbate. nel 1688 Romualdo Tancredi sa
Girolamo cedè al nipote Alessandro nese, monaco olivetano e buon pa
Pienza, e ritenne Moutalcino, clie store ; nel i59, Giuseppe Maria
amministrò Alessandro dopo la sua Borgognini sanese, dotto canonista,
morte avvenuta nel i 535, indi que col quale nelt' Italia sacra d' U-
sti intervenne al concilio di Trento. ghelli t. I, p. 991 e seg. si termi
Gli successe in Montalcino per ces na la serie de'vescovi, quali conti
sione nel i 554- il suo fratello Fran nueremo colle annuali Notizie di
cesco Maria I'iccolomiui, ed alla Roma. 1727 Bernardino Ciani ago
sua morte net 1 563 ottenne anche stiniano sanese, dotto canonista. 1 767
il vescovato di Pienza, terminando Domenico Andrea Vegni della dio
i suoi giorni nel 1 599. Avea Cle cesi di Pienza. 1774 Giuseppe Ber
mente VIIi sotto di lui, mosso dul nardino Pecci olivetano sanese, la
Ie preci de'montalcinesi, conferma cui memoria è in benedizione. 1 8 1 5
to nel 1 594 a questa diocesi le Giacinto Pippt di Massa Marittima,
parrocchie assegnate da Pio II; in traslato a Chiusi e Pienza . 1824
di nel 16oo separò atl'atto in per Giovanni Biodi Sergardi sanese, già
petuo le due cattedre episcopali di vicario generale e capitolare di Sie
Montalcino e di Pienza, conferen na. Al presente sono alcuni anni
do la prima a Camillo Borghese che la sede è vacante.
nobile sanese, nel 16oo trasferen La cattedrale è sacra a Dio, sot
dolo da Castro d'Otranto, e poscia to l' invocazione del ss. Salvatore,
il suo parente Paolo V lo pro con battisterio. Il capitolo si com
mosse all'arcivescovato di Siena, pone di quattro dignità, la prima
facendo vescovo di Montalcino nel delle quali è l'arcidiacono, di do
16o7 Mario Cossa sanese, oriundo dici canonici comprese le due pre
della nobilissima famiglia napoleta bende del teologo e del peniteuzie-
na, di mirabili virtù ed erudizione. re, e di altri preti e chierici ad
Paolo V nel 1619 gli sostituì Ip detti alla divina ulllziatura. Nella
polito Borghese, altro suo parente, cattedrale vi è il battisterio, e la
generale degli Olivetani, da Urbano cura d' anime la funge V arcidiaco
VIII fatto vescovo di Pienza nel no. Poco distante è l' episcopio :
1636. Ne furono successori, nel 1637 nella proposizione concistoriale del
Scipione Tancredi sanese, traslato 1824i si dice questo vescovato im
da Soana ; nel 1641 Alessandro mediatamente soggetto alla santa
Sergardi sanese, dotto e prudente; Sede. Oltre la chiesa cattedrale, in
nel 1652 Antonio Bichi sanese, città vi sono altre quattro parroc
traslato nel 1656aOsimo, poi car chie munite di battisterio , cioè
dinale ; nel detto anno Lorenzo s. Egidio riedificata nel i325, s.
Martinozzi sanese benedettino ; nel Lorenzo, s. Margherita, e s. Maria.
1665 Fabbro de Vecchi sanese, il La chiesa di s. Francesco con va
quale ingrandì l'episcopio , e il sto convento degli agostiniani, era
palazzo campestre di Castelnuovo de' conventuali sino dal ia85 ; co
dell' abbate, destinato ai vescovi in sì la chiesa e convento della Nati
tempo di villeggiatura, rinvenendo vità di Maria degli osservanti era
nella cattedrale il capo di s. Giulio de' riformati. Vi sono due con
e di s. Vittoria vergine , martiri ; venti di religiosi , un monastero
MON MON i45
di monache, e sette confraterni natori, avendo estesa giurisdizione
te. Avvi l' ospedale , cui è uni su tutti i circostanti paesi. Invaso
to l'orfanotrofio pei" le povere fan interamente nel 1 8o9 lo stato pon
ciulle ; il conservatorio di s. Ca tificio dagl' imperiali francesi, que
terina eretto nel i5^2; l'antica pia sti formarono di Montalto un ca
casa della misericordia ; il semina poluogo di cantone con giudicatu
rio occupa la chiesa e convento de ra di pace. Ritornato Pio VII nel
gli agostiniani, di cui si hanno me 1814 al possesso de' suoi stati, di
morie nel 1227, e la chiesa venne venne sede di governo distrettuale,
rifabbricata nel i38o : fu Leopol con governatore secolare, che com
do II che assegnò il locale al se prende anco i governi di Offida e
minario, quando vi tolse gli agosti di s. Benedetto, mentre nel circon
niani. A circa venticinque miglia di dario governativo sono dipendenti
territorio si estende la diocesi. Ogni le comuni di Carassai, Capradotso,
nuovo vescovo è tassato ne' libri Castel di Croce, Castignano, Force,
della camera apostolica in fiorini Monte di Nove, Patrignone, Por
187, essendo le rendite circa mille cIna e Rotella. Ad ornamento di
quattrocento scudi. Montalto fiorirono molti uomini il
MOlNTALTO. Fedi Peretti. lustri, oltre l' immortale Sisto V,
MONTALTO (Montù AUi). Cit e il nipote Alessandro Peie tt i car
tà con residenza vescovile dello sta dinale celebra tissi mo, il cardinal
to pontificio, nella delegazione di Andrea Baroni, Paolo Emilio Sil
Ascoli, fra questa città e Fermo. E vestri designato cardinale, dignità
posta in un gran colle che s'innal che gli rapì immatura morte ; Lo
za sopra la destra riva dell' Aso, renzo vicario e uditore del gover
nascendo alle sue radici il Monoc- natore della Marca; eccellenti dot
chia, in aria eccellente, con fertile tori in legge, come Antonio Sacco
territorio, ed in amena situazione: ni, Girolamo Giovannini, Alessandro
è circondata di muraglia, con die Lucidi; prodi militari, come Pier
ci torrioni, tre porte, e diversi pre Saccone valentissimo capitano che
gevoli edifizi. Fra le sue chiese, ma militò in Toscana, Alessandro Gal
fuori delle mura, si distingue la cat li che si distinse in Germania, Se
tedrale di magnifico disegno, ch'era rafino Rinaldi che fu di terrore ai
destinata a racchiudere il santo Se turchi nell' espugnazione di Cipro,
polcro di Cristo, se il magnanimo Gio. Vittorucci che militò valoro
suo concittadino Sisto V avesse po samente nella guerra tra Urbano
tuto compiere il gran disegno di VIII e il duca di Parma ; valenti
redimerlo dalle mani degl' infedeli. medici, fra' quali Antonio Vici, au
Prima vi risiedeva un prelato col tore anco del poema eroico: Ludus pu-
titolo di preside o presidente del gillaris senensium; rinomati istorici,
pi esulato di Montalto, e ne furono cioè Domenico Biondo, Orfeo Nata
ultimi presidi Francesco Brivio, Pier li, Salvatore Morelli, Vincenzo Ro
Simone Galli, Luigi Pnndolfi e sati; furono eruditi umanisti, Marco
Domenico de Simone ambedue poi Antonio Mattei , Pier Simone Gal
cardinali ; l' ultimo preside fu pro li ; buon filosofo fu Giambattista
priamente il Brivio sino al 1798, Aurelj. Tra gli illustri religiosi no
gli altri dal 18oo al 18o9 gover- mineremo, Francesco Maria Lucidi
1o
46 MON nI ON
conventuale inquisitore generale; Lo ne dell'antica Novana, ch'egli ritie
renzo Vici agostiniano valentissimo ne sorgesse tra Mont' Alto e Mon
predicatore ; Antonio gesuita che in te di Nove ; ovvero dopo la venu
Madmo nel i694 ebbe la palma ta de' franchi in Italia, per mezzo
del martirio ; Leonardo Castralupi de' conti rurali. Di Novana parlai
cappuccino morto santamente; San nel descrivere Civitanova, cui vuol
te Sacconi morto nel i 634 in gran si succeduta, nel vol. XL, p. 245
concetto di santità in Monte .Milo- del Dizionario. Le barbare irruzio
ue ; Claudio Vici fatto da Sisto V ni de' goti, vandali e longobardi,
vescovo di Strangoli; Lelio Morelli che devastarono gran parte della
promosso dal medesimo Papa al Marca e floride città , rovinarono
vescovato di Capaccio , oltre il pa pure i memorati cinque castelli, i
triarca Biondi. Sisto V fece senato cui abitanti costretti ad abbando
re di Roma Domenico Biondi, ac narli, si rifugiarono nelle vicine fo
clamato con archi trionfali, e durò reste, verso l' impero d' Onorio. Si
in carica dal i587 al i59i. Veg- edificarono due chiese per l' eserci
gasi l' elogio della città di Montal- zio del culto religioso, e poi due
to nel t. XXIV delle Antichità Pi altre più comode dicesi in onore
cene dell' arciprete Andrea Lazzari, di s. Pietro e di s. Giorgio. Raffre
diretto al conte Agostino Rosati nati e vinti i goti da Narsete, i
Sacconi patrizio di Montalto, e ciam- longobardi gli successero a desolar
berlano del duca di Parma. Al pre la Marca, e solo incominciarono ;i
sente monsignor Carlo conte Sacco cessare le loro crudeltà per l'inter
ni è incaricato d' affari delia santa posizione di s. Gregorio I, e quan
Sede, presso il granduca di Tosca do il re Agilulfo abbracciò la cat
na, inviatovi da Gregorio XVI che tolica religione. Sotto il di lui fi
fece vescovo di Ferentino monsignor glio Odoaldo, i popoli del Piceno
Bernardo Maria Tirabassi di Rotel si posero a rifabbricare e ingran
la diocesi di Montalto. Quanto ri dire le loro patrie : altrettanto fe
guarda la storia di Montalto ed i cero i segregati abitatori de' sud
suoi uomini illustri, si può vedere detti cinque castelli, i quali di co
in Pietro Andrea Galli : Notizie in. m un consenso risolvettero editimr
torno alla vera origine , patria e un luogo solo colle rovine degli
nascita di Sisto V, con un ragiona- antichi, e l' eseguirono nel sito e
mento istorico sulla serie della sua vicinanze di Monte Patrizio, come
vita, Ripatransone i754- il più comodo e più ameno, ciò
Montalto forse ripete l'origine che si attribuisce circa I' anno 63o.
dai convicini castelli di Monte Pa Da un privilegio di Enrico IV si
trizio, Montaltello, Rocca, Castel s. rileva che Montalto avea questo no
Giorgio e Grotte di s. Lorenzo, me, ed era un castello soggetto ai
i quali diconsi fondati da patrizi ro benedettini della celebre abbazia di
mani o ascolani, in tempo che A- Farfa (Fedi), come altri luoghi
scoli era sotto la repubblica roma della Marca ed oltre provinole ; ed
na, cui soggiacque nell' anno di Ro il preside dell' abbate farfense, di
ma 662. Il Colucci nelle citate An poi fece residenza ordinaria in s.
tichità Picene crede piuttosto i cin Vittoria, della quale parlai anco
que castelli derivati dalla distruzio all'articolo Fermo, e talvolta iu
MON MON 147
Montalto. Riferisce il Lazzari, che rale, per le cause civili e crimina
il seminario occupa l'antico mona li dell'antico presidato, citando la
stero degli agostiniani, già de'mo- storia della città, scritta da monsi
naci benedettini con residenza d'uà gnor Giovanni Ciamboli XVII pre
abbate, il quale esercitava giurisdi side ; il perchè s. Pio V erasi de
zione spirituale e temporale non terminato nel 1572 di elevare Mon
solo in Montalto, ma in tredici luo talto al grado di città, che già a-
ghi, cioè Montegallo, Offida, Mon vea tra i cardinali il Peretti detto
te Rubbiano, Montefiore, s. Vitto Montalto dalla patrla, il quale di
ria, Montelparo, Force, Castignano, venuto Sisto V nel 1 585 rese ce
Porcliia, Cassignnno, Monte di No lebre Montalto, ne accrebbe il lu
ve, Rotella e Patrignone. Aggiunge stro, e fu largo e munifico bene
che nel monastero dai comuni te- fattore.
nevaasi congregazioni provinciali per Grave e lunga questione si mos
risolvere i loro interessi per mezzo se per istabilire, se Sisto V nacque
de' propri deputati, e fino d' allora in Montalto oppure in Grottamma-
si crede godesse Montalto la prero re i il citato Galli di Montalto, ed
gativa di essere capo d'un presi- il p. Tempesti nella Fita di Sisto
dato, venendo cos'i denominato dal V, trattarono eruditamente questo
preside che vi teneva l' abbate, per punto, e da ultimo l'opuscolo stam
reggere in di lui vece il governo pato nel 18.4.1 in Ripatransone :
temporale; governo che passò poi Memorie storiche di Grottammare.
al legato della Marca quando la Parlando imparzialmente, sembra che
santa Sede ne spogliò l' abbate, passando Pietro o Peretto Ricci di
senza perdere Montalto la maggio Montalto a rifugiarsi in Grottam-
ranza sopra i suddetti paesi, esseudo mare nella contea di Fermo, ivi
nell'archivio municipale i documenti nascesse il suo figlio Felice , il
delle diverse congregazioni provinciali quale fu educato in Montalto, ve
ivi tenute, coll'assistenza del legato sti l' abito de' conventuali in Asco
generale della Marca, ed alcune vol li, e fece gli studi nel convento di
te dallo stesso cardinal legato. Ma Montalto, col qual nome venne ap
il Colucci confuta il Lazzari sull'an pellato tra i religiosi quando fu
tichità del presidato di Montalto, creato cardinale, a preferenza del
che confonde con quello farfense cognome Peretti, e Montalto si dis
o di s. Vittoria, avendo incomin sero gli altri cardinali di sua fami
ciato il presidato di Montalto con glia ; su di che è a vedersi Sisto
Sisto V che lo eresse, prima essendo V, ove si vedrà Grottammare es
stato solo castello e terra; e che il sere patria fortunata di Sisto V
presidato formato da Sisto V non per nascita, e Montalto per origine,
si estese più avanti di Monte Rub domicilio paterno ed educazione .
biano verso Fermo, e di Montel Noteremo che la vigna o Villa
paro e s. Vittoria verso Macerata, Montalto (Vedi) di Roma così fu
giammai sino a Loreto. L'abitazione nominata perchè fabbricata da Si
dell'antico preside, pretende Lazzari sto V essendo cardinale; nome che
che fosse nel palazzo priorale; di più, eziandio fu dato al collegio da Si
che sotto il legato della Marca vi sto V fondato in Bologna a vantag
fosse un di lui luogotenente gtne- gio di que' coucittadiui e raarcheg
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giani registrati nel vol. V, p. 3o2 esistette il presidato, i deputati di
del Dizionario, parlando di tale tutti i luoghi soggetti si adunaro
stabilimento, e della scuola da lui no in Montalto con assemblee pro
eretta in Montalto da cardinale; vinciali, per deliberare sui comuni
mentre nel vol. XXVII, p. i56 si interessi. Inoltre Sisto V concesse
disse che la villa di Frascati, acqui- al magistrato municipale di Mon
stata dal cardinale nipote di Sisto talto molti privilegi, la toga, e un
Y, ancora chiamasi Montalto. Ora medaglione d' oro per cadauno da
passiamo ad accennare le benefi portarsi in petto, avendoglieli esso
cenze di Sisto V verso Montalto. stesso donati. Per ampliare la città
Nel 1 586 da terra cospicua ch'era, Sisto V tentò di spianare un mon
innalzò Montalto al nobile grado te vicino, e diè principio a molte
di città e sede vescovile, con due fabbriche. Tra i doni ch' egli fece
mila scudi di rendita, colla bolla a Montalto, meritano ricordo sei
Super universas, de' i4 novembre, candellieri con croce d'argento di
Bull. Rom. t. IV, par. IV, p. 274, io3 libbre, il calice d'oro di cin
sufFraganea di Fermo di cui lo è que libbre e sette oncie, le mitre
tuttora; gli sottopose vasta diocesi, preziose e ricche, una pisside ma
mediante smembramenti di quelle gnifica, paramenti ed arredi sacri,
di Fermo, Ascoli e Ripatransone, olire un reliquiario d'oro con per
e per pochissima parte si estende le e gemme stimato ottomila scudi,
nel regno delle due Sicilie. L'anti perchè il solo oro si valutò \\ lib
ca collegiata dichiarò cattedrale, con bre. Sisto V onorò altresì Montal
tre dignità e dieci canonici fregia to colla coniazione delle monete,
ti di cappa magna, con altri pre come nelle piastre del i 588 col-
bendati. Indi colla bolla Postquani l' immagine della Beata Vergine
nos, de' i3 dicembre 1 586, Bull. nel cenacolo cogli apostoli ; nella
Rom. t. V, par. I, p. 162, esentò 1nc7za piastra colla Beata Vergine
Montalto per otto anni da ogni pe sedente, con s. Lorenzo e s. Apol
so o dazio camerale, e la costituì lonia genuflessi (riportata ed illu
residenza d' un prelato governatore strata dal p. Uommni, Numism.
del presidato, che tolse dalla giu Pont. t. I, p. 457) J nel testone
risdizione del preside di Macerata, colla Beata Vergine e serafini in
e indipendente da esso, conceden torno : dice lo Scilla, Mon. Pont.
dogli il jus sanguinis, di poi tolto p. 163 e 2 53, che Sisto V la fe
gli per diversi motivi : ne fu primo ce battere per l'ingrandimento di
preside Giulio Silafinato , il cui Montalto, erezione della sede vesco
nome si legge nella iscrizione del vile, edificazione della chiesa di s.
la sontuosa statua di bronzo, che Maria ove furono trasferite la sua
la Marca fece per Montalto e poi immagine e quelle de' ss. Lorenzo
fu eretta in Loreto (Vedi). Assog ed Apollonia, riportando anco altre
gettò al presidato di Montalto an monete col nome di Montalto, ove
che la città di Ripatransone che Sisto V stabili la zecca, anzi volle
dipendeva dal governo di Macerata, appropriarsi come suo e proprio
e le terre di Montemonaco e di l'emblema che colla testa del Salva
Montefurtino che tolse alla pre tore fu impresso nello scudo rl' uro
fettura di Norcia ; quindi sinchè nel primo unuo del pontificato :
MON MON 149
Beare solfo amìcos meos. Di fatti seminarij rinunziò poi il vescovato.
più che beuta potevasi dir Montiil- 176o Giuseppe Maria Centini d'A
to, nel vedersi per l'estensione di scoli. 177o Francesco Antonio Mar-
. 1 (i miglia esente d' ogni da/io per cucci dell'Immacolata Concezione
l' introduzione delle sue merci, cliia- ascolano , colla ritenzione del ve
mandosi ancora Città Sistina. scovato, da Pio VI fatto nel 1781
Sisto V nominò primo vescovo patriarca di Costantinopoli , e vice-
di Montalto Paolo Emilio Giovan gerente di Roma, indi nel 1782 il
m ni di Porcina nel t586, dottissi Papa lo volle compagno nel viag
mo e di egregie doti fornito, anti gio di Vienna. Pio VII agli 1 1 a-
co suo amico, che con zelo e pietà gosto 18oo fece vescovo Francesco
adempì gli uffizi di pastore. Nel Saverio Castiglioni di Cingoli, già
16o6 successe Tiberio Mandosio no alunno del celebre collegio Mon
bde d' Amelia romano, canonico va talto di Bologna , che diè molti
ticano, famigliare del cardinal A- grandi uomini alla santa Sede - ed
lessandro Montalto alle cui istanze alle lettere, e terminò nell'invasione
lo nominò Paolo V, morto nel 16o7 ; francese. In questa Napoleone esi
onde il Papa gli sostitut nel 16o8 gendo dai vescovi il giuramento vie
fr. Paolo Orsini domenicano de' si tato dal Papa, il prelato obbedì al
gnori di Gallese, ornato di scienza. le prescrizioni apostoliche, e fu strap
JNe furono successori Orazio Giu pato dalla diocesi e sbalzato in esi
stiniani genovese nel 164o, cousa- lio. Dipoi fu creato cardinale, e nel
grato dal cardinal Pamphilj poi 1829 divenne Pontefice Pio VIII.
Innocenzo X, il quale nel 16 j5 lo 1817 Pietro Paolo Mazzichi d'A-
trasferì a Nocera e creò cardinale : sisi. 18a3 Filippo Ambrosi d'Ascoli.
olla sua biografia dicemmo delle t825 fr. Luigi Canestrari delle
sue benemerenze con Montalto , e Piaggie diocesi di Fano, procura
dell'erezione dell'episcopio. Nel 1645 tore generale de' minimi, esamina
Girolamo Codebò nobile modenese, tore de' vescovi, consultore di pro
governatore di varie città dello sta paganda, e indefesso banditore del-
to ecclesiastico, e desiguato vescovo l'evangelo : Leone XII l'esaltò al
di Gravina, traslato a Reggio nel vescovato in pregio de' servigi resi
1661. Cesare Lancellotti trasferito alla Chiesa, massime per quanto
da Bisceglia nel 1662, cui Clemen dicemmo nel vol. XXX VI II, p. 61
te X nel 1673 surrogò il suo cu del Dizionario. Gregorio XVl gli
biculario Ascanio Paganilli came- atliil») l'amministrazione della chiesa
1 iiiese, enel 171 1 gli successe Lu di Ripatransone, che egregiamente
ca Antonio Colomboni Aicorambo- sostenne per anni quattro. Nel 184 1
ni, nobile di Gubbio , col quale si avendo il Papa assegnato ai con
termina nell' Ughelli, Italia sacra, cittadini di Sisto V per protettore
t. II, p. 747, la sei'ie de' vescovi , il cardinal Antonio Tosti , questo
che proseguiremo colle annuali No porporato incaricò il vescovo a pren
tizie di Roma. 1735 Pietro Bona derne il possesso, ciò che eseguì nel
ventura Savini camerinese. 174^ giorno sacro al patrono s. Vito, al
Leonardo Cecconi di Palestrina , modo descritto nel numero 52 del
dotio autore di opere, fra le quali, Diario di Roma. Dipoi ebbe luo
Storia di Palestrina, Istituzione dei go : Sciaiti/iaun et litterarium sfte
i?o MON MOJC
cimeu quotI auspice viro principe pra ! ii s mille scutata raonetae ro-
eminentissimo Antonio cardinali To manae.
stio publici aerario pro praefecto, MONTALTO, Moni Altus. Città»
Altoduni patrono episcopalis semi vescovile rovinata, ora borgo nel
narli alaumi caeterique audìtores regno delle due Sicilie, nella pro
latente sextili 1 843 exhibebant. Co vincia di Calabria Citeriore , capo
mè si legge nell'opuscolo apposita- luogo di cantone, nel paese de'bru-
mcute stampato. Il degno vescovo zi. Pretendono alcuni che corrispon
Canestrari , di maniere affabili e da all' Vffagum o Utfugium di Ti
adorno delle più belle virtù, mori to Livio, ed a Bahia antico luogo
a' 19 ottobre 1846, lasciando desi nominato da Plinio a cagione dei
derio di sè. Il regnante Pio IX nel vini. L' Ughelli nel t. X, p. i.\\
concistoro de' 2 1 dicembre gli sosti dell' Italia sacra, tratta della sua
tuì l'odierno ottimo vescovo monii- sede vescovile, e di quella trasferi
gnor Eleonora Aronne di Serrane tavi da Uffagum, di cui parla Livio
diocesi di Galestrina traslato da Li- nel lib. 3o, cui si crede ancora ab
siri, già ausiliare del cardinal ve bia esistito nel borgo di Faggiano.
scovo di Palestrina e arcidiacono di Nel VI secolo il vescovato si mù
quella cattedrale. a Cosenza, ed il luogo ebbe il ti
La chiesa cattedrale di Montalto, tolo di ducato. La collegiata ha le
magnifico edilizio che divenne mag dignità del decano , arcidiacono ,
giore nel restauro, è dedicata alla cantore, e tesoriere ch' esercita la
Beata Vergine assunta in cielo. Il cura delle anime; i canonici han
capitolo si compone di tre dignità, no l'uso della mozzetto. Dice 1 L-
la prima delle quali è l'arcidiacono, ghelli ch'eravi l'ospedale, il monte
di dieci canonici comprese le pre di pietà, i domenicani, i cappucci
bende di teologo e penitenziere, di ni, i minimi, e le monache cappuc
tre beneficiati , e di altri preti e cine.
chierici addetti al servigio divino. MONTANISTr, Montanistae. E-
Nella cattedrale vi è il battisterio retici discepoli di Montano eresiar
e la cura d'anime che si ammini ca del secondo secolo, nato in Ar-
stra dall'arciprete seconda dignità ; daban nella Misia, vicino alla Frigia.
n'è alquanto distante l' episcopio , Avendo esso abbracciato il cristia
buon edilizio. In città ri è un'al nesimo per innalzarsi alle dignità
tra chiesa parrocchiale. Vi sono ecclesiastiche, finse d'essere un pro
confraternite, ospedale, monte di feta inviato straordinariamente, pub
pietà, seminario con alunni, un mo blicando che lo Spirito Santo era
nastero di monache, ed un conven in lui; e per sorprendere pia facil
to di religiosi conventuali, abitato mente, ci associò a due femmine
da s. Fraucesco verso il 1 a 12. Ne frigie, ricche e potenti, nominate
parla il p. Ci valli, Antich. Picene Priscilla e Massimilla, animate dallo
t. XXV, p. 2o, e dice che ha chiesa stesso spirito di seduzione, e com
grande restaurata indl' anno 1 45f). parendo come due profetesse. I ve
Ogni nuovo vescovo è tassato nei scovi e i fedeli dell'Asia, in conci lii
libri della camera apostolica in condannarono le pretese profezie dei
fiorini 2oo, essendo le rendite del settari di Montano, la qual condan
la mensa ad ultra quingenta su- na promosse il loro scisma , e la
MON MON t5i
società governata da coloro che si Gesù Cristo, era disceso per opera
dicevano profeti, e ciò verso l'anno dello Spirito Santo in Montano ,
1 74, 179o 181. Montano e le due Priscilla e Massimilla. 9. Compo
profetesse n'erano i d2pi ; Priscilla nevano la toro gerarchia di patriar
moiì nel 21 1, e Montano con Mai* chi e di vescovi che non occupa
similla sotto Caracalla s'impiccaro vano che il terzo rango. io. Pun
no, spinti dallo spirito maligno da gevano un fanciulletto in tutte le
cui erano invasi. Dai montanisti eb parti del corpo per averne sangue,
bero origine molte sette, cioè gli che mescolavano con farina, e ne
artotiriani, i catafrigi, i frigi, i pe- componevano del pane di cui fa
pnjani, i quintulliani, i priscilliani, cevano l'Eucaristia : se il fanciullet
che ne seguirono gli errori : questi to moriva dalle sue ferite, essi lo
furono. 1. Dicevano che Montano annoveravano tra i martiri, e se
era il ParacIeto , ossia lo Spirito sopravvivea lo creavano gran sacri
Santo promesso agli apostoli da Ge ficatore. I montanisti furono condan
sù Cristo, e che gli apostoli per con nati, oltre che da molti concilii dei
seguenza non aveano ricevuto lo greci, dai Papi s. Eleutero e s. Zef-
Spirito Santo. 2. Essi non ammet firino. Se il Pontefice s. Aniceto
tevano se non che una sola perso concesse le lettere pacifiche ai mon
na nellu Trinità. 3. Condannavano tanisti, come scrisse Tertulliano, già
le seconde nozze come adulterii, e infetto della eresia del suo maestro
asserivano potersi sciogliere il ma Montano, ciò fece perchè inganna
trimonio a nostro buon grado. 4- to dalla vita austera ed esemplare
Imponevano nuovi digiuni, cioè tre ch'essi fingevano, onde perciò avreb
quaresime, e due settimane di se- be errato s. Aniceto circa la per
rofagia o mangiar secco, nelle quali sona, non già circa la fede, come
si astenevano da tuttociò che avea ben avverte il Bellarmino, De Rom.
succo : per affettato timore si aste Pont. lib. IV, cap. 8. I montanisti
nevano pure dalle carni degli ani ebbero ad avversari molti illustri
mali. 5. Sostenevano non essere scrittori contemporanei, come A-
permesso nè di schivare, nè di ri pollinare vescovo di Gerapoli, Ro
scattarsi dal martirio ne' tempi di tIone, Milziade, Apollonio e Sera-
persecuzione. 6. Pretendevano che pione.
l'omicidio, l' adulterio e l'idolatria MONTANO (s.), martire. Soffer
fossero peccati irremissibili. 7. Cor se per la fede di Gesù Cristo sotto
rompevano la forma del battesimo, l'impero di Voleriano , nell'anno
ed in vece di battezzare in nome 259, ed ebbe a compagni nel mar
della ss. Trinità, non battezzavano tirio i santi Lucio, Flaviano, Giu
che in memoria della morte di Ge liano, Vittorico, Primolo, Reno e
sù Cristo, che consideravano un pu Donaziano, tutti come lui discepoli
ro uomo; e battezzavano anche i di S. Cipriano vescovo di Cartagi
morti. 8. Disprezzavano tutti gli ne, il quale pure avea riportata in
antichi profeti, come se fossero stati quella persecuzione la corona del
tutti invasi dal demonio, ed asse martirio. Arrestati per ordine di
rivano che non avendo Dio potu Solone governatore di Cartagine ,
to salvare il mondo, nè coll' opera furono messi in prigione, ove pas
loro, nè con quella di Mosè e di sarono più mesi soffrendo la fame,
i5a MON MON
la scte e tutti i disagi di un'orri grani e panni comuni : ampla n' è
bile carcere. Domiziano e Primolo l'estensione anche pel cospicuo bor
morirono poco dopo che vi furono go Ville-Bourbon , residenza della
rinchiusi. Gli altri vennero condoni maggior parte de' negozianti. Mon-
dinanzi al preside per essere in tuuban, Mons Aureolus, dicesi fon
terrogati , e persistettero coraggio data nel 1 1 i i dal conte di Tolo
samente nel confessar Gesù Cristo; sa Alfonso Jourdain, presso l'anti
laonde furono condannati all'estre co Mons Albanus, da cui derivò
mo supplizio, che giubilando incon il suo nome ; gli abitanti di Mon-
trarono facendo al popolo le più tauriol, non volendo assoggettarsi
commoventi esortazioni. Il diacono al diritto detto di cuissage, che gli
Flaviano fu decapitato tre giorni abbati di s. Teodardo o Teodoro
dopo de' suoi compagni. Tutti que pretendevano esercitare, se ne la
sti martiri sono unitamente onorati gnarono col con te di Tolosa, che
il d'i 4 febbraio nei martirologi an gl'invitò a recarsi nel luogo che
tichi e nel romano moderno. occupa attualmente l.i città. Appar
MONTAUBAN o Montalrano tenne un tempo alla contea di
(Monti* Albani). Città con resi Quercy, la quale sebbene topogra
denza vescovile di Francia, dell'al ficamente situata nella Guienna, fu
ta Guidimi, capoluogo del dipar sino dal secolo XVII incorporata
timento di Tarn e Garonna, di alla contea di Tolosa. Gli abitanti
circondario e di due cantoni. E avendo abbracciato per la maggior
situata sul Tarn in uu ameno parte il calvinismo nel i572, fu
tei ritorio, lunge i.'io leghe da Pa prontamente fortificata, e diveune
rigi. Fertile n'è il paese, ed ha una delle principali piazze di tal
tribunali di prima istanza e di partito. Mootluc invano l'assediò
commercio ec.; società di scienze ed nel 1 58o, e resistette nel 1611 al
arti , diversi stabilimenti letterari le truppe di Luigi XIII, e da lui
e benefici, biblioteca di 1o,ooo vo comandate, che furono costrette ad
lumi, ed il teatro. L'aspetto è bel allontanarsene ; essendosi però as
lissimo, l'aria sanissima; le porte soggettata nel 1629 dopo la presa
di elegante architettura, in genera di Kochelle, il cardinale Richelieu
te ben fabbricata, primeggiando la ne fece distruggere le fortificazioni,
cattedrale, l' episcopio, il palazzo e fu spopolata dalle dragonade sot
comunale, il ponte sul Tarn in to Luigi XIV. Il concistoro pro
mattoni di ardita costruzione; nel testante abolito per la revoca del
centro vi è la bella piazza con l'editto di Nantes fu ristabilito nel
doppia fila di portici adorni di pi 181o.
lastri d'ordine dorico, con in mez La sede vescovile fu istituita da
zo un pubblico giardino, ed in un Giovanni XXII nel 1 3 1 7 , erigen
angolo un bellissimo monumento do in cattedrale la chiesa abba-
chiamato la fontana del Grison: fra ziale de' ss. Teodardo e Martino
due ameni passeggi s' innalza una che dismembrò da Cahors, coll'au-
piattaforma, da dove si gode d'u nua rendita di 2 -1,ooo lire, facen
na vista magnifica sino ai Pirenei. dola suffraganea di Toulouse, di
Vi sono moltissime fabbriche, es cui è tuttora, formando la diocesi
sendo la città vero emporio di il dipartimento di Tarn e Garon
MON MON i53
nn. Il primo vescovo fu Bertrando prebenda. Vi sono inoltre diversi
du Puy, il quale era abbate di s. canonici onorari, i pueri de choiu
Teodoro, nominato nel i 3 i 7 da pel divin servigio, cui prestano assi
Giovanni XXII, morto nel i.'ìii); stenza gli alunni del piccolo e grande
quanto ai suoi successori- fino a seminario. Anticamente il capitolo
Pietro II I5eriliier di Tolosa, eletto avea due dignità e ventiquattro ca
vescovo nel i634, che mori nel nonici, ed il vescovo assisteva alle
i 674, veggasi la Gallio christ. I. assemblee degli stati di Linguado-
II, par. 2, p. 748 e seg. Le an ca, perchè una parte della sua din-
nuali Notizie di Roma riportano i cesi apparteneva a quella provin
seguenti. i729 Michele de Ver- cia. La cura d'anime nella catte
fhmmoii di Limoges. i763 Anna drale, ov'è il fonte battesimale, si
Francesco Vittore le Tonnellier de esercita dal canonico arciprete aiu
lireteuil di Parigi. Essendo vacan tato dai vicari. Pl' è alquanto di
te la sede, fu soppressa nel i8oi stante l'episcopio, vasto edilìzio. Le
da Pio VII nel concordato, indi altre chiese parrocchiali con batti-
ristabilita per quello del i8i7, on sterio sono cinque, e vi sono co
de Leone XII dichiarò vescovo nel munità religiose , confraternite ed
i 824 a' 3 maggio Giovanni Lefe- ospedale. Prima i lazzaristi aveano
liure de Cheverus di Mayenne, tras cura del seminario, ed i gesuiti del
udandolo da Bostoni, e poi nel collegio ; ed eranvi cinque conventi
i826 a Bordeaux: pei suoi meriti per ambo i sessi, comprendendo la
descritti alla di lui biografia, nel diocesi centotrenta parrocchie, com
i836 Gregorio XVI lo creò car prese le chiese sussidiarie, poi ri
dinale. Leone XII nel i826/ gli dotte a ventiquattro. Ogni vescovo
diè in successore Lodovico Gugliel ne libri di camera è tassato in fio
mo Dubourg, trasferendolo dalla rini 37o.
nuova Orleans. Gregorio XVI nel MOJSTE CIOCCHI Antonio ,
i 833 preconizzò vescovo monsignor Cardinale. Antonio Ciocchi deno
Giovanni Chaudru de Trelissac della minato del Monte perchè nato in
diocesi di Perigueux, e per sua di Monte Sansovino diocesi d'Arezzo,
missione nel concistoro de' 22 gen da Fabiano avvocato concistoriale
naio i843 gli sostituì I' odierno e famoso giureconsulto; essendo dot
\ escovo monsignor Giovanni Doncy tissimo nelle scienze legali, e forni
dell' arcidiocesi di Bourges, e cano to di singolar prudenza, nel i5o3
nico teologo di quella cattedrale , ottenne da Giulio lì il vescovato
vicario generale onorario di quel di Città d) Castello, e nel i5o6
l'arcivescovo. La cattedrale ampia l'arcivescovato di Siponto. Venne
di moderna architettura e magnifi poi ammesso tra gli uditori di ro
ca, è dedicata alla Beata Vergine : ta, indi fatto uditore della camera,
prima lo era ai ss. Teodardo e ne' quali uffizi mostrò una costante
Martino, e distrutta dai calvinisti ed iufrangibile rettitudine nel giu
nel XVI secolo, venne rifabbricata dicare a norma delle più esatte leg
da Luigi XIV. Il capitolo si com gi della giustizia, ad onta di qua
pone di otto canonici titolari, fra lunque umano riguardo, come ma
i quali vi è l'arciprete, ed anche il nifesto e indubitato argomento ne
teologo e il penitenziere, ma senza diede nella decisione d'una causa
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di" oragli stata eoo grande efficacia brla, che governò con tal fama di
e con caldissimo e reiterate istanze giustizia e di religione, che fu de
raccomandata dal Papa medesimo, nominato il giudice santo ed in
anzichè rendersi reo di pronun corrotto . AH' articolo Gualdo ( Ve-
ziare un' ingiusta sentenza . Ciò di) dicemmo che ne fu legato e
giunto a notizia di Giulio II, tras governatore perpetuo benemerito .
portato dalla collera , prorup Si distinse pure per singolar divo
pe in minacce e querele , per cui zione verso la Madre di Dio, per
Antonio pensò bene di ritirarsi su soddisfare la quale intraprese in
bito a Napoli . Ma ritornato il pellegrinaggio il viaggio di Loreto.
Pontefice in senno, e riflettuto me Finalmente essendo vescovo di Por
glio sul contegno dell' intemerato to, chiesa che ottenne nel i52^,
prelato, prontamente lo richiamò, vide in Roma il termine di sua
e dopo avere con somme Iodi eu- vita nel i533, d'anni 72. Nel se
poruiata la fortezza e il coraggio polcro di lui, quanto semplice al
del suo spirito, volle premiarlo col trettanto nobile e maestoso, compo
nominarlo in Ravenna a' io marzo sto di candido marmo, ed esisten
i5ii cardinale prete del titolo di te nella chiesa di s. Pietro in Moii-
S. Vitale, protettore de' serviti, ed torio, nella prima cappella situata
amministratore della chiesa di Pa al manco lato, fece porre un ma
via. In tale promozione, come il gnifico elogio Giulio III suo nipote.
più antico degli otto prelati pro MONTE CIOCCHI Gianmaria,
mossi , doveva essere nominato il Cardinale. V. Giulio III Papa.
primo, ma il Papa per Un riguar MONTE Iir.vocENZO, Cardinale.
do al re d'Inghilterra gli antepose Innocenzo del Monte, nato misera
l'ambasciatore Ursovico. Allorquando mente nella diocesi di Piacenza da
Giulio II riprese Bologna dai Bentivo- una povera donna che andava men
glio, Antonio era commissario apo dicando per la città, ignorandosene
stolico nella città, e perciò esposto l' origine e chi fosse, Innocenzo si
ii gravissimi pericoli e sedizioni. In diè per tempo a fare il vagabon
dusse Giulio lì a celebrare il con do e l' ozioso, parlando capriccio
cilio generale lateranense V, per samente. Il Novaes dice che nacque
opporlo al conciliabolo di Pisa ; nel i 532 in Borgo s. Donnino, e
quindi nel i5i 7 Leone X gli con gli fu imposto il nome di Fabiano,
ferì in amministrazione la chiesa o di Santino secondo il Cardella. In
di Novara e quella di Civitate; e Bologna o meglio in Piacenza gli
nel i5a8 Clemente VII gli affidò infimi famigliari del cardinal Gian
quella d'Ala tri, nell'anno seguente maria del Monte governatore o le
quella di Rimini, e dopo un mese gato della città, lo ammisero in
quella di Caiazzo. Nell'assenza di casa del padrone per valersene nei
Clemente VII da Roma fu trascel più abbietti e bassi uffizi. Cono
to a legato dell'alma città. Nei sciutone a caso da Gianmaria il
pontificati d'Innocenzo VlII, Ales talento del misero giovinetto, tanto
sandro VI e Giulio II prestò rile amore gli pose qual fosse un unico
vanti servigi ulIn chiesa romana, e figlio. Lo diede in consegua a Bul-
Leone X con Clemente VII gli doinoBiirga poi vescovo d'Aversa,
Puufeiirouo la legazione dell' Uui- Io fece quindi istruire ne' costumi
MON MON iSS
e nelle lettere, e poi l' innestò nel era stato sollevato. Ad onta di ciò
la propria casa, facendolo adottare Giulio III gli mandò la lorretta ros
nella famiglia del Monte da Bal- sa in Bagimia diocesi di Viterbo,
duino tuo fratello, e dandogli a gli diede il suo cappelto cardina
governare una scimmia , per cui lizio , con bolla de' i 3 maggio
quando lo creò cardinale, fu vol i55a lo legittimò, gli conferì la lega
garmente chiamato il cardinal scim zione di Bologna e della Romagna,
mia. Alcuni hanno voluto sostenere oltre molti pingui benefizi , e tra
contro il sentimento degli scrittori gli altri le abbazie di s. Sabba, di
contemporanei, che Innocenzo fosse Miramondo e di Grottaferrata, che
figlio legittimo di Baldoino sul in tutti gli rendevano trentaseimi
l'autorità di monumenti che si con la scudi. Ma il cardinale pur trop
servano negli archivi, e d'una mar po fece quella riuscita che ognuno
morea iscrizione che fu posta nel prevedeva. Dopo la morte di Pao
la villa o vigna di Papa Giulio lo IV, accusato di molti e gravi
III fuori della porta Flaminia; ma delitti, fu da Pio IV ritenuto per
questo niente piova, potendosi chia sedici mesi in Castel s. Angelo, e
mare figlio anche un adottivo: il urli' atto in cui era trasportato in
IN'ovaes afferma che il padre d'In quel forte, per un'ingiuria ricevuta
nocenzo servì per bombardiere Bal da un oste e dal suo figlio, ferì
doino nella rocca di FoiTi, e il sconciamente ambedue. Siccome poi
cardinal del Monte quando era le dilapidava le rendite ecclesiastiche
gato di Parma e di Piacenza, qua in ispese voluttuose e indecenti, e
le guardia; ch'era bastardo di Bal menava una vita disdicevole al de
doino, che l'adottò per figlio alla coro dell'eminente dignità, Pio IV
morte dell' unico e legittimo che gli tolse le tre abbazie, e lo rilegò
avea chiamato Giambattista. Quin a Tivoli, lasciandogli soltanto mille
di gli procurò ovvero conferi una scudi pel suo mantenimento.' Per
prepositura nella cattedrale di Pia siffatti castighi non divenuto mi
cenza , altri dicono in quella di gliore, fu di nuovo fatto carcerare
Arezzo. Divenuto il cardinal Gian da s. Pio V, il quale, tranne il
maria Papa Giulio III, dopo tre necessario sostentamento, toltagli
mesi a' 3i maggio i55o pel pri qualunque rendita, lo confinò in
mo creò cardinale diacono di s. Montecassino, e alle preghiere di
Onofrio, Innocenzo in elà di soli diversi cardinali s'indusse a lasciar
i7 anni, con aperta ed unanime gli per direttore e custode un sa
contraddizione del sacro collegio, e cerdote della compagnia di Gesù.
fra gli altri del cardinal Caraffa Da Gregorio XIII restituito in li
poi Paolo IV, il quale in pieno bertà, tornato a Roma si rese a
concistoro , senza riguardi e con tutti grave e odioso; onde quan
forte ragionare , protestò contro tunque fosse il primo uell' ordine
la prostituzione dell'eccelsa dignità de' cardinali diaconi, guardavansi i
del cardinalato, in persona affatto colleghi di trattarlo e conversar
priva di quelle virtù che in qual con lui. Alla fine morì in Roma
che modo potessero ricuoprire l'ob d'anni 46 nel i577, senza destare
brobrio de'natali d'un soggetto che in niuno lagrime e compassione, e
meritavo restare ne' cenci da' quali fu sepolto privatamente nella chic
i 56 MON MON
sa di s. Pietro in Montorio nel dì fica cappella , ed ebbe sepoltura
dell' anniversario de' fedeli defunti. nella chiesa di s. Angelo di cui
Intervenne ai conclavi di Marcello era stato arciprete, avanti l'altare
II, Paolo IV, Pio IV e s. Pio V, maggiore.
ma non si trovò in quello di Gre MONTE Francesco Mari*, Car
gorio XIII, cóme inabilitato da un dinale: . Francesco Maria del Monte
breve di s. Pio V. da Monte s. Maria nella Marca, feu
MONTE Cristoforo, Cardinale. do di sua nobile casa, detto anco
Cristoforo del Monte nacque in ra Bourbon del Monte, dappoichè
Arezzo, fratello cugino di Giulio III, la famiglia ripete l'antica sua ori
che adottatolo nella propria fami gine dalla reale stirpe di questo
glia, fu promosso al vescovato di nome, come lo attesta il Ciacconlo
tìetlemme , quindi sotto Clemente nella di lui vita, e l'Ughelli nel t.
VII passò nel i 7 >. 7 a quello di I deWItalia sacra, p. 83. Nacque
Cagli, che rinunziò a Giovanni del però in Venezia, e si applicò poscia
Monte suo nipote, quando nel i55o allo studio delle leggi nelle quali ot
Giulio III lo trasferi alla chiesa di tenne di essere laureato. Condottosi
Marsiglia. Inoltre il Papa lo decorò in Moma ancor giovane, guadagnossi
della dignità di patriarca d' Ales l'affetto in ogni condizione di perso
sandria, ed a' 2o dicembre i 55o ne per l'marrivabile piacevolezza ed
lo creò cardinale prete di s. Pras- amabilità de'suoi costumi, affabilità
sede. La pietà e religione singola singolare, e destrezza incredibile nel
re di questo cardinale, i suoi ta trattare i più delicati alfari. Il car
lenti, la mansuetudme con tutti, dinale Alessandro Sforza, dopo aver
la liberalità verso i poveri, lo re lo riteuiito per un tempo notabile
sero oggetto di ammirazione e di presso di sè, Io dichiarò suo udi
amore a quanti ebbero la sorte di tore, e per di lui morte fu am
conoscerlo e trattarlo. Giulio lII messo nella corte del cardinal Fer
ancora lo riguardò con parziale af dinando de Medici, di cui divenne
fetto, atteso la sua erudizione con intuno famigliare, a cagione della
giunta alla straordinaria esperienza sua fedeltà e morigeratezza che
che avea nel maneggio degli alIaii, gli fecero guadagnare talmente la
per cui recò gran sollievo al Papa grazia e la protezione del princi
nelle cure e sollecitudini del pon pe, che pel di lui favore fu mnal
tificato. Tuttavolta Pio IV lo guar zato alla sacra porpora, ch'egli ri
dò con cattivo occhio, ciò ch'egli co nunziò pel granducato di Toscana.
stantemente sollli con cristiana ras A l emione iustantemente supplicata
segnazione. Dopo di avere adem Sisto V, quesii a' i 4 dicembre i 588
piti i doveri di zelante vescovo e Io creò cardinale diacono di s. Ma
di ministro fedele della Sede apo ria in Domnica, Io fece prefetto dei
stolica, e di essere intervenuto ai riti, e membro di altre congrega
conclavi di Marcello II, Paolo IV zioni, fra le quali quelle della con
e Pio IV, la morte lo sorprese nel sulta e del concilio. Pieno di zelo
i564 d'anni 8o, in s. Angelo in pel pubblico bene e promotore
Vado, dove oltre all'avere risarcita delle belle arti, mostrossi assai li
la casa e il campanile della chiesa berale coi pittori, coi chimici, co
maggiore, uvea fondata una magni- gli artefici di vaglia, anzi col suo
MON MON t5y
autorevole patrocinio fece rivivere MONTE CALVARIO. V. Cai-
l'accademia dei pittori decaduta e vario, monache.
quasi estinta. Investito ed anima MONTE CASSINO, Mons Cas-
to dallo spirito sacerdotale, mostras sinus. Abbazia celebre del regno
si indefesso nell'esercizio delle sacre delle due Sicilie nella provincia del
funzioni, a cui aggiunse una since la Terra di Lavoro, collocata alle
ra divozione alla ss. Vergine, in porte del reame, madre e princi-
onore della quale osservava ogni pal sede del tanto benemerito or
salinato un rigoroso digiuno in pa dine di s. Benedetto, monumento
ne ed acqua, e ciò sino nell' ultima storico e religioso della più alta
decrepitezza, accompagnando l' asti- importanza, conosciuta tn tutto il
nenza con abbondanti limosino, per mondo siccome asilo della sapienza
mezzo delle quali sovvenne altresì e della santità, precipuamente quan
i bisogni di molti letterati, e di no do l'ignoranza dominava in tutta
bili famiglie ridòtte a gravi neces l' Europa, a cagione delle invasioni
sità. Si tenne sempre nei limiti di de' barbari, i quali mettendo tutto
una stretta virtuosa parsimonia, t(in a ferro e a fuoco, costrinsero le let
tento di vesti interiori grossolane tere e le scienze andarsene ramin
e rattopatte; onde non gli si rese ghe, trovando asilo in questa altu
difficile di accumulare considerabile ra, ove gl'industriosi monaci con
somma di denaro, che la maggior servarono il seme d'ogni dottrina
parte fu da Ini impiegata in opere perchè a miglior avvenire si span
pie. Dimessa la diaconia passò suc desse poi per tutto; essi colle pro
cessivamente sotto Gregorio XV nel prie mani si diedero a moltiplicare
16a3 al vescovato di Ostia e Vel- i codici de' greci e latini risparmia
letri, dove nel 1624 celebrò il si ti dalle ingiurie del tempo e dal
nodo, e abbellì quella cattedrale di l'ignoranza de'popoli. Questo ceno
nuovi organi di eccellente artifizio, bio divenne stanza di santi e di
e nell'anno santo 1(12 5 col carat sommi letterati, e vi si praticò
tere di legato a latere aprì e chiu ogni sociale virtù in tempi ch'era
se la porta santa della basilica di assai rara. Fu assai benemerito della
s. Paolo. Finalmente dopo essere religione , protomoiiastero famoso ,
intervenuto ai comizi di otto Papi, grandemente favorito e privilegiato
cessò di vivere in Roma, decano dai Papi, dagl' imperatori, dai re
del sacro collegio nel 1627, d'anni ed altri principi, già poderoso di va
78, ed ebbe sepoltura nella chiesa sta signoria, sotto il dominio tem
di s. Urbano, dove si legge un no porale del possente suo abbate det
bilissimo elogio postovi da Anm- to Vabbate degli abbati, che il p.
tinto di Borbone del Monte cano Lubin, Abbat. Italiae p. tSU, chia
nico vaticano e suo consanguineo. mò Dux et princeps omnium ab
Alle esemplati religiose cappuccine battuu et religiosorum; vicecancrl-
di detta chiesa, riedificò quasi dai larius sacri imperii per Italiam,
fondamenti il monastero, oltre averle cancellariu! regnoruni Siciliae, Je-
sovvenute con assidua frequenza e rusalem, et Hungariae; comes et
singolare generosità ne loro bisogni. rector Campaniae Maritcimaeoue
MONTE CALVARIO. V. Cai- provinciarum. Qui sorgeva l'antica
VJR1o. città volsca di Cassino o Cassina,
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Casùmm o Cassimim, V ultima del ne di Alarico re de'goti segnò la
nuovo Lazio, che s'incontrasse luu- decadenza di Cassino, ch'ebbe però
go la via Latina nella Campania i maggiori guasti da Teodorico, il
Felice, e chiamossi ancora con vo quale tra le fiamme ed il sangue
ce osca Casca e talora Eraclea; consolidò in questa parte d'Italia
e Tu detta per la sua rinomanza la sua dominazione, ed a suo tem
e magnificenza praeclara civitas. po fu ristabilito il culto de' falsi
Prima l'abitarono gli osci, poi i dei, perchè nella sommità del men
volsci, indi i sanniti, dicendosi Ca- te, malgrado la diffusione dell' e-
scum che suona vecchio. I romani vangelo, era tuttora in piedi ua
l'acquistarono in principio delle grandissimo tempio di Apollo con
guerre de' sanniti , indi i consoli bosco sacro a Venere, ove accorti
Lucio Papirio Cursore e Caio Giu sacerdoti per guadagno vi mante
nio Bubulco vi dedussero l'anno nevano in credito la superstiziosa
di Roma 44i la colonia XXX di divinazione, concorrendovi gran nu
4ooo veterani, e nel 663 fu ele mero di gente a far voti e sagri-
vata al grado di municipio. L'eru fizi. Negli avanzi della devastata
ditissimo senatore M. T. Vairone città ripararono poscia alcuni abi
dice che fosse edificata dai sabini tanti, ma non riacquistò l' antico
nel sito appunto ove sbocca il fiu splendore e nome , che invece si
me Seaterba vicino alla deliziosis disse Castel Cassino, indi Castel s.
sima villa da lui fabbricata, che lo Pietro, e finalmente s. Pietro a
Spondano dichiarò posta alle ra monastero. Anche dopo la fonda
dici del monte, o nel luogo chia zione della vicina città di s. Ger
mato Monticelli, e fu quella pri mano, che prese tal nome dalle
ma onorata dalla presenza di Ci reliquie del santo vescovo capua
cerone, e poi dalle gozzoviglie di no donate da Lodovico II, prose
Marcantonio deturpata: altri luoghi guì ad essere abitato fino al seco
del territorio dai romani furono lo XIV; ma la comodità maggiore
ridotti a delizie, e da loro molto della novella città contribuì poscia
frequentati. Il fiume Vinio, oggi a far totalmente deserto questo se
ltapido, ne bagnava le mura, e parato feudo, del quale ora non
confluiva nel Lui. si trovano che tre magnifici monu
La tradizione del paese riferi menti. Consistono essi ne' ruderi del
sce che l'apostolo s. Pietro vi or teatro assai consumati dal tempo ,
dinasse un vescovo, del quale nel- nell'anfiteatro ben conservato, e nel
l' Italia sacra dell' Ughelli, t. X, vetustissimo tempio, che si conser
p. 4i, non si trovano che due suc va intatto dopo circa duemila anni,
cessori, nella provincia ecclesiastica d'ordine toscano, il quale la du
di Capua, cioè Caprario che sotto chessa Scauniperga moglie di Gi-
scrisse al concilio celebrato nel 46 , sulfo lì duca di Benevento convertì
dal Papa s. Ilario, e s. Severo che in chiesa cristiana, dedicandola a s.
mtervenne al concilio adunato in Pietro , ed oggi è intitolata al ss.
Roma da s. Felice III Pontefice Crocefisso, e viene custodita da un
del 487, per ricevervi a penitenza eremita. Le antiche iscrizioni tro
i lassi, nè si ha contezza di altri vate in Cassino e dintorni , sono
a lui posteriori. La prima irruzio riportate dal Ricebi, La uggia dei
MON MON 1.T9
volsci p. io3 e seg., ove parla della tono le statue de' ss. Benedetto e
sua colonia. Scolastica, ascendendosi così all' a-
Dopo la distruzione della città trio o vestibolo graziosamente ab
di Cassino incominciarono le glorie bellito del piano superiore soste
maggiori di questo monte, per la nuto da colonne di granito, ove so
fondazione dell'arcicenobio benedet no le statue di Urbano V e Cle
tino, capo dell' inclito ordine, donde mente XI. Per due porte angolari
uscirono tanti santi, Pontefici, car si passa alla loggia, chiamata il Pa
dinali, vescovi, e dottissimi perso radiso, per l' ameno ed estesissimo
naggi ; mentre il sontuoso edilizio punto di vista che vi si gode. Tre
serve di stupore a chi recasi d'ogni porte di prospetto all'atrio circon
parte ad ammirarlo, sì per la va dato da venti colonne di granito
stità, straordinaria ricchezza, splen egiziano, e corrispondenti alla basili
didi ornamenti, e pei tesori che rac ca, col busto di s. Giovanni Battista
chiude la biblioteca e l'archivio. Il titolare di essa su quella di mezzo,
monastero giace sopra uno de' fian mettono nel claniti o delle statue ,
chi del Monte Cassino, che forma così detto per quelle erette ai per
in questo luogo un piano elevato sonaggi più benemeriti del luogo,
assai esteso , di cui la sommità è e collocate in apposite nicchie. Pre
quasi sempre coperta di nevi. Il cede a destra della porta principa
maestoso fabbricato quadrato . ha le della chiesa la statua di Ab
l'aspetto d'una reggia, ed è lungo bondanza madre di s. Benedetto ,
cinquecento piedi. Dal sobborgo di indi si vede quella del generoso pa
s. Germano si apre agiata via, che trizio Tertullo, e successivamente
serpeggia sino alla cima del monte quelle de'Papi s. Gregorio II, s. Zac
per una lega, e guida al gran mo caria , Vittore III , Benedetto XIII e
nastero, costruita nel 172o. S'in Benedetto XIV. A sinistra sono lo
contrano salendo le varie cappelle statue di Euprobo padre del santo
od eremi di s. Mauro, di s. Sco fondatore, di Gisulfo o Gisolfo II
lastica, di s. Croce, di s. Severo, e duca di Benevento, degl' imperatori
di s. Agata. La maggior porta in Carlo Magno, s. Enrico II, Lotario
troduce al rustico ingresso, così con III; di Roberto Guiscardo, e di
servato per avervi abitato s. Bene Carlo di Borbone. Si passa nella ba
detto sopra una torre; indi per am silica per una grandiosa porta, rive
pia cordonata si arriva alla seconda stita di lastre di bronzo, nelle quali
porta ferrata, e dopo altro piccolo sono scritte in caratteri d'argento
tratto di cordonata scoperta, al pia le possessioni della badia, la qual
no del monastero. Dopo il passag porta fu lavorata in Costantinopoli
gio di lungo portico di travertino nel 1o66.
bianco, d'ordine dorico, coronato da I longobardi distrussero la chiesa
superbi terrazzi, si entra nei tre edificata da s. Benedetto, i saraceni
vasti e paralleli cortili con logge incendiarono quella ricostruita dal
all'intorno. Due tronchi di grosse l'abbate Petronace, rovinò pel ter
colonne di porfido e di granito or remoto del i34o la terza eretta
nano i centri de' chiostri o cortili dall'abbate Giovanni I, e nel 164i)
laterali. Per quel di mezzo si va venne diroccata dall' abbate Desi
alla gronde scalinata, a piè di cui derio IV Petronio quella innalza
16o MON MON
ta da Urbano V, per riedificarla in le navi laterali, come preziosi sono
più grandiose forme. Ma soltanto il gli ornamenti delle cappelle : vi di
successore abbate Domenico di Que- pinsero il Salimene, il cav. Conca,
sada potè mandare il disegno a il cav. Vanni, Belisario Coremio,
compimento colla direzione del cav. Carlo di Lorena, Andrea da Sabi
Cosimo Fansaga, avendo termine no discepolo di Raffaele, ed altri
l'edifizio nel 1727. E questa è l'o molti. A destra entrando in chiesa,
dierna basilica cattedrale di Monte la prima cappella è dedicata a s. Gre
Cassino, lunga palmi 244 su 73 gorio I Magno, e racchiude i corpi
di larghezza , e 66 della maggior de'ss. Simplicio e Costantino, discepoli
altezza. Disposta a tre navate, le del fondatore: sono ricoperte di bel
volte sono sostenute da otto pila verde antico le colonne, e come in
stri, e belle colonne di granito o- questa così nelle altre vi ha, oltre
rientalc formano gli archi delle cap la principale tavola, de' quadri nei
pelle. Tutta è rivestita di marmi e lati, nella volta e nelle lunette, al
finissime pietre. Sono rimarchevoli titolare della cappella allusivi. La
le croci di marmo qua e là distri seconda è sacra al re s. Carloman-
buite di tutti gli ordini equestri no, che rinunzia ti gli stati d'Austra-
che sotto la regola benedettma si sia, Svevia e 'L'uri ugia al fratello
fondarono, come quelli di Calatra Pipino, fu dal Papa s. Zaccaria ve
va, di Alcantara, di s. Stefano, dei stito della cocolla monastica, ed ivi
ss. Maurizio e Lazzaro , di s. Ma menò santa vita: sono vi dipinte le
ria della Mercede , di s. Giacomo sue principali azioni, e vi si vene
della Spada, di Avis, di Montesa , rano le sacre spoglie: le colonne
di Cristo, e del soppresso de' Tem sono d'alabastro cotognino. La terza
plari . Di stucchi dorati e vaghe fu intitolata a' ss. Guinizzone e Gen
pitture sono ripiene le pareti. So naio monaci, il primo de' quali re
pra la porta in gran quadro si rap sistette alle depredazioni di Todino,
presenta la consagrazione fattane da rapace ministro di Pandolfo IV
Alessandro II, e lungo la nave mag principe di Capua, ed ebbe in di
giore nelle volte sono etligiati i pro scepolo il secondo : vi si venerano
digiosi fatti di s. Benedetto, prege i loro corpi, e le colonne sono di
voli lavori a fresco del celebre Lu verde di Polcevera fra le analoghe
ca Giordano, con esso i ritratti dei pitture: il ciborio per la custodia
tanti Papi benedettini, molti de'quali della ss. Eucaristia, di rame dara
si venerano sugli altari, di tutti a- to, è decorato di lapislazzuli, agate,
vendone fatto il novero a Benedet amatiste ed altre pietre preziose,
tmi. Le volte delle navi laterali superbo lavoro del Bernini. All'ab
sono costrutte a scodella, e dipinte bate s. Bertario martire è dedicata
a fresco dui cav. Paolo de Mat- la quarta, con colonne scanalate di
theis, e sulle porte di queste navi verde autico e broccatello di Spa
sono due quadri di Mazzaroppi , gna : vi è effigiato il suo martirio,
colle mezze lunette di Francesco de e il congresso di s. Nicolò I con
Mura, rappresentanti i fatti del fa Lotario re di Lorena, pel ripudio
moso capitano Consalvo da Cordo di Teuberga e illecite nozze con
va benemerito dell'abbazia. Di altri Valdrada. A manca pel primo vie
iusigni pennelli sono le pitture del- ne l'altare di s. Michele con co
MON MON I fi i
l'onne d'alabastro cotognino, ed ah- poi vi fu anch'essa sepolta, e distin-
goliclic visioni si vedono dipinte in guesi per la maestria delle scolturc :
ogni lato. Eguali colonne ha la se l'altro s'innalzò a Pietro de Medici
guente cappella di s. Gio. Battista, fratello di Leone X, annegato nel
e si vedono coloriti i suoi fasti. La Garigliano nel portarsi a Gaeta per
terza s'intitola a s. Apollinare ab soccorrere l'esercito francese, a spese
bate, a cui si attribuisce la devia de' cassinesi per compiacere il pa
zione de' saraceni nell'847 per vi rente Clemente VII, composto di fi
sione avuta dall'abbate Bussacelo, nissimi marmi, egregio disegno di
e pari è l'ornato delle vaghe colon Antonio Sangallo; e siccome le ossa
ne d'alabastro, e dipinti che il fatto del defunto e la lapide furono ivi
rimembrano, come il perdono ac collocate a tempo di Cosimo I, così
cordato al pentito Badelchi conte si fece menzione di lui noli* iscri
di Consa per l'assassinio di Gri- zione. Non minore sontuosità rispon
moaldo II principe di Benevento. de nelle due angolari cappelle della
Nella quarta cappella è in venera Beata Vergine Assunta, e della Pie
zione il corpo di s. Vittore III Papa, tà, ridondanti di pitture e ricche
cogli stessi pittorici ornamenti e pre pietre. II coro di mezzo con due
ziose colonne. ordini di stalli è meraviglioso pei
Un tempio cos\ splendido ha l'al- capolavori d' intaglio sul legno di
t.-ire principale disegno del sommo noce, vedendosi la perfezione nella
Michelangelo, colla maestria del qua moltitudine e minutezza delle cose
le gareggia la preziosità delle pie figurate. Al di sopra sono pure di
tre e de' suoi marmi, e chiudesi per pinti e stucchi dorati, e nel fondo
mezzo di balaustra di marmo, sulla della tribuna è l'organo tanto ri
quale vari putti di metallo sorreg nomato di Cesare Cuterinozzi per
gono i simboli delle dignità e gradi chè produce l'elletto d 'un'orchestra,
che hanno illustrato l'ordine bene ricco d intagli dorati , che compie
dettino. Tredici lampade d'argento la stupenda prospettiva. I libri co
illuminano dietro l'altare il basso rali furono miniati in principio del
cancello della sottoposta tomba dei secolo XVI, e sono singolari e bel
ss. Benedetto e Scolastica ; e su quat lissimi. La confessione sotterranea,
tro pilastri di marmo si eleva la che dicesi il tugurio, siccome inca
grandiosa cupola, che sovrasta al vata nella viva pietra del monte,
santuario. Pregiatissimi dipinti com nel 1 544 f11 ridotta alla forma che
piono l'abbellimento di tutti i più si vede, e tanto la cappella prima
minuti nugoli, ed il pavimento di ria, eretta precisamente nel luogo
marmi di vari colori corrisponde ove riposano i memorati Sacri cor
agli altri cospicui ornati , e gli af pi de'germani fondatori de' monaci
freschi delle volte delia crociera so e monache benedettine, quanto le
no opera di Belisario Corenzio. Ai laterali dedicate ai ss. discepoli Pla
lati e negli sfondati delle crociere si cido e Mauro , sono rivestite con
vedono due magnifici mausolei, uno impareggiabile eleganza di marmi
di Guido Fieramosca signore di Mi e pitture, nelle volte colorite a gran
guano capuano, eretto dalla moglie fresco ; Marco da Siena sutle mura
Isabella Castriota, che fece erede dipinse la passione del ftedentore,
d'ogni suo avere il monastero , e gli evangelisti ed altre figure* In
voi. XLVt.
16a MON MON
fondo è un coro inferiore, di cui i monaci hanno le loro tombe nel
parimenti molto sono stimati gl'in cimiterio di s. Anna, prossimo al
tagli, ed ancor più profondo è l'al gran tempio. Il famoso archivio
tro coro di più semplice costruzio cassinese occupa tre ampie camere,
ne, destinato al salmeggiamelo not ove si osservano parecchi antichis
turno. Nella sagrestia, nel sacrario simi quadri io legno, ed altre ra
delle reliquie e nel capitolo tutto è rità, oltre la ben ordinata serie
profusione d' innumerabili e ma de' diplomi, privilegi e scritture,
gnifici ornamenti. Superiormente al non che due vetuste lapidi della
capitolo trovasi la biblioteca, non città di Cassino: ivi i monaci, qnai
solo per le opere d'ogni genere, novelli sacerdoti del fuoco sacro,
ma pei rari codici rinomata, che tennero vivi i fonti del sapere di
servirono di studio ul Sigonio, al cui ne' secoli rozzi erasi spento il
Mabillon, al Montfaucon, al Kui- lume, onde l'Europa, e principal
nart, a Cristiano Lupo, e ad altri mente l'Italia va obbligata. Tra
sommi scrittori ecclesiastici; bensì è le opere più particolari di questo
a deplorarsi che le frequenti espila luogo sono a nominarsi un codice
zioni cui soggiacque il luogo, ne ab medico di Costantino africano fon
biano disperso i migliori, poichè ber datore della scuola salernitana; un
saglio alle vicende delle armi, cadde codice di Dante scritto nel i367,
in potere talora del vincitore, e poi con un riassunto in fine della Di
anche del vinto, sempre il luogo vina Commedia, che dicesi scritto da
soggetto agli avvenimenti principa Pietro suo figlio ; un codice del
li : ora è composta di più di venti l'Eneide di Virgilio con note, co
mila volumi, tra' quali edizioni dei gli argomenti scritti da Modestino
primi anni della stampa , mano discepolo del giureconsulto Ulpia.
scritti rari e di gran valore, colle nò. Ivi è pure una sedia balnearia
zioni mirabili de' padri greci e la o stercoraria di rosso antico, somi
tini. Tutto il rimanente, sia l'anti gliante a quella di s. Giovanni in
co monastero che occupa i lati Laterano. La restaurazione de' lo
meridionale e orientale, sia della cali si deve all'abbate Gattola, mor
nuova fabbrica eretta negli altri to nel 1734, e visi vede il ritrat
due lati nel secolo XVIII ad ospi to in marmo con corrispondente
zio de' nobili personaggi d'ambo epigrafe. L'antica torre di s. Bene
i sessi, de' pellegrini e degl' infermi, detto ricorda l' abitazione sua e
attesta la sublimità della reggia quella de' discepoli: nella parte su
consacrata al patriarca della mona periore sono le tre stanze del fon
stica occidentale disciplina. I mo datore, non meno venerabili pei
naci di Monte Cassino non negano passati vanti, che pregevoli per gli
asilo a chiunque lo chieda, ricol attuali ornamenti, mentre nel se
mando di cortesia e d'istruzione i colo XVI non solo si rivestirono
visi tatori del loro insigne cenobio. di marmi , ma vi si formò una
La chiesa minore, dedicata a san preziosa galleria de'migliori quadri
Martino vescovo, in memoria del di eccellenti autori d' ogni scuola
l'antica cappella a lui innalzata dal italiana. Dall'intorno del monaste
fondatore stesso, serve a sepoltura ro viene ricreato l'occhio pei vasti
degli esteri ed inservienti, mentre e deliziosi giardini ed orti. L'acu
MON MON 163
minata cima del Monte Cassino, gue sino al 1 1 38, ha per autore
che a tutte le vicine montagne ed Pietro Diacono. Leone de' conti di
al monastero sovrasta, rende ancor filarsi (Vedi), monaco di Monte
piti maestosa la pittoresca prospet Cassino, ne scrisse la storia d'ordi
tiva de' dintorni, contemplandosi ne dell'abbate Oderisio, da s. Be
dal golfo napoletano sino al mar nedetto sino all'abbate Desiderio
Tirreno le acque marine, le alpe poi Vittore III, e da Pasquale II
stri boscaglie, i campi ridenti, i fu creato cardinale; opera assai lo
deliziosi colli, i romantici villaggi, data, chiamata la cronaca minore.
e gli sparsi paesi. Altri monasteri Pietro Diacono (Vedi), altro mona
popolarono questi solitari recessi. co di Monte Cassino, pur con lode
Jl più celebre è quello di s. Maria la continuò, avendo però come l'altra
dull'Albaiieta edificato sino dal se i difetti delle antiche cronache; egli
colo X, poco più di mezzo miglio cominciò dal cap. 35 del lib. 3,
sud ovest dal santuario, ove si re aggiungendovi trent'otto capi, e ra
cano i monaci per ricreazione o gionando di quelli che avevano il
convalescenza, perchè il sito non lustrato questo arcicenobio. Pasqua
può essere più incantevole. Un o- le II lo creò cardinale, e di lui
ratorio ricorda la camera abitata abbiamo ancora : De virii illustri-
da s. Ignazio Lojola, che vi si re bus casinensibus ; De vita et obi-
cò in pellegrinaggio, e vi restò cin tu justorum casinensium. L'abba
quanta giorni. A più ristretto te te Angelo della Noce , poi arcive
nore di vita si dedicavano quei scovo di Rossano, illustrò con note
monaci che ne' monasteri ora di la cronaca cassinese. Dipoi d. Era
roccati dimoravano, cioè di s. Mat smo Gattola monaco di Monte Cas
teo de'servi di Dio, e di s. Nicolò sino e custode degli archivi ci die
della Cicogna. E pure rinomata la de : Historia sacri monasterii cassi-
villa di s. Rachisio re de' longo nensis ab erectione ad annum us-
bardi, ov'è tradizione che vi di que 1725, Venetiis 1733. Histo
morasse quando fece professione ria abbatiae cassinensis per saecu-
monastica, e vi piantasse una vi lorum serie distributa, qua Leonis
gna, onde a sua memoria fu edi chronicon a Pelro Diacono ad an
ficata una cappella. num 1 538 contimia timi in pleris-
La Cronaca di Monte Cassino que suppletur, et ad haec usque no
fu pubblicata la prima volta nel stra tempora ex probatissimis ait-
i5i3, la seconda nel 16o3, la ter thentìcisque documentis producitur.
za nel 1616, e d. Angelo della Insertis operis initio, monasteri de-
Noce fece la seconda edizione di scrìptione, et ad calcetu pro laudati
Parigi. Nella cronaca cassinese in chronici aiictoribus apologia, Vene
quattro libri, sta registrato quanto tiis apud Coleti 1733. Il Muratori
è avvenuto di più memorabile non nel t. IV, p. 1 53 e seg. Script. re
solo nell'ordine di s. Benedetto, rum Ital., pubblicò la cronica cas
ma ancora nella Chiesa dall'anno sinese, data in luce dall'abbate del
542 fi"» al 1l 38. I primi tre li la Noce nel 1668, colle aggiunte e
bri sono stati composti da Leone dissertazioni inedite del medesimo.
d'Ostia o> marsicano, ed il quarto Ma la completa applauditissima sto
che comincia nel 1o86, e prosie- ria dell' abbazia , pei suoi distinti
164 MON MON
pregi, commendevole per dottrina e abbracciata poi dall' occidente ne
filosofia., robustezza ed eleganza di divenne il patriarca ul modo ttetto
siile , e diligente scelti) di monu a Monaco. Avendogli il patrizio
menti importantissimi tratti dal do Tertullo donato pro redemptione
vizioso archivio cassinese, felicemen animae una terra sul Monte Cassi
te la compilò il ch. e dotto p. d. no, vi si recò a fondarvi il mona
Luigi Tosti cassinese in tre tomi stero che diventò capo dell' ordine
con bellissime incisioni : Storia del da lui istituito. Dopo aver abbat
la badia di Monte Cassino divisa tuto il tempio di Apollo , spezzati
in libri nove , ed illustrata di note gl' idoli, e incenerito il bosco di
e documenti, Napoli per Filippo Gi Venere, eresse nell'area del tempio
relli 184'J. Gli .-Innati delle scien la chiesa di s. Giovanni Battista,
ze religiose nel' vol. XV, p. 3o8, che fu il principio della celebre ba
ne parlò con giuste lodi, e nel voi. silica cassinese ; mentre edificando
XVI I, p. 193, pubblicò l'importante non discosto una torre per l' abita
analisi dei primi sei libri del ch. zione de' monaci, onde guardarsi
Francesco Baitoli dottore di diritto dalle scorrerie de' barbari, fu l' ini
in Perugia, sunto che fu stampato ziamento dello splendido monastero;
anco separatamente. Avendo noi indi nel 529 vi pubblicò la sua re
parlato in tanti luoghi di questo gola : evvi però questione se già
illustre cenobio, e pel nostro siste I' avesse promulgata in Subiaco
ma compendioso, solo ci limitere culla dell'ordine, ove avea diret
mo , colla scorta dell'encomiata to dodici monasteri, onde dicemmo
storia, ad accennar brevemente le a Benedettmi opinar alcuni che la
cose principali che lo riguarda regola incominciata in Subiaco fu
no , potendosi pel di più vedere compiuta e pubblicata m Monte
gli analoghi articoli , e quelli che Cassino. Avendo Tertullo offerto nI
citeremo, altrimenti pel vasto ar fondatore il suo figlio s. Placido,
gomento troppo lungo sarebbe il si recò a visitarli, e mori nel 536
trattarne con minor laconismo, poi nell' abbazia, venendo sepolto in
chè l' importante storia e fa9ti di nanzi la porta del refettorio, men
Monte Cassino sono collegati coi tre s. Placido propagò l' ordine
grandi avvenimenti dell'Europa , e in Sicilia, e s. Benedetto fu visita
particolarmente della Chiesa e del to da 'l'olila re de' goti. Diffonden
l' Italia, essendolo strettamente coi dosi I' istituto, il vescovo di Le
molteplici destini e vicende del re Al a us domandò monaci per la Fran
gno delle due Sicilie, anche per la cia, ed il santo vi mandò il suo
parte che dovettero prendere alle diletto s. Mauro con alcuni altri
guerre e alle sue conquiste i pos religiosi. Da questo amore alla vita
senti abbati. monastica, cioè alla benedettina, fu
Nel V secolo s. Benedetto (Fedi) rono prese anche le doune, poichè
prese l' abito religioso dal monaco come dicemmo a Monache, la voca
Romano nell' antro di Subiaco zione religiosa nel sesso femminile è
[Vedi), per menarvi vita contempla di molto anteriore, laonde s. Sco
tiva, e nel territorio vi fondò dodi lastica sorella del santo si ridusse con
ci monasteri, mediIandovi la rego altre in separato luogo nella valle
la per la disciplina monastica, che che soggiace al Monte Cassiuo, e non
MON MON 165
timIto lontano da questo nel sito riuni. Forse sarà stata trasferita in
chiamato Piumarola o Piombaro- Francia qualche reliquia di essi, e
l.i. ed ecco l'origine delle mona si prese la parte pel tutto. Urbano
che Benedettine (Fedi). Venuto l'an VIII colla bolla Sancta Mater, dei
no 542 a morte s. Benedetto nel- ao marzo 1633, Bull. Rom. t. VI,
I' oratorio di s. Gio. Batlista, mentre par. I, p. 3 16, ordinò che in tutti
tli poco aveulo preceduto s. Seola- i luoghi della Spagna ove esistessero
liisticn, fu il suo corpo insieme a chiese dedicate a s. Benedetto, ed
quetlo della sorella riposto nel se iu quelle ancora dell' ordine si
polcro, che Mittoni si venera nella osservasse la sua festa di precetto
basilica cassinese. Nel t. XVII delle a' 21 marzo. La sua vita scritta da
IHsserL eccl. del Zaccaria, la V è s. Gregorio I fu pubblicata con
sopra l'anno e il giorno della morte spiegazioni nel 169o dal p. d.
di-s. Benedetto; il p. Mahillon lo Giuseppe Mege, e tradotta in ita
dice tuorto nel 543. Alcuni scrisse liano da un cassinese venne stam
ro, che nel 66o o 69o distrutto pata in Venezia nel 1733. Altra
il monastero, A giolto monaco di in francese l'avea data nel 1652
yIeury (Fedi), per ordine dell'ab alla luce il p. d. Bernardo Plao-
bate Montmolo con alcuni ceuoma- chette.
ni rubassero i corpi de' ss. Bene Dopo la beata morte di 1. Benedet
detto e Scolastica, e li trasportas to gli abbati s. Costantino, s. Simpli
sero in Francia, cioè quello del cio e Vitale, ressero successivamen
santo al monastero di Fleury, e te la badia. Indi secondo la predi
quello della santa rimanesse presso zione del santo, nel 589 fu essa
i medesimi cenomani di Le Man*. notte tempo assalita da' longobardi
Mabillon, Saussay, Menard e Bo- condotti da Zotone duca di Bene
schio con altri sostengono questa vento, essendo abbate Bonito, e
traslazione ; che negano Loreto, del messa a ruba, a sacco ed a fuoco.
la Noce e Macchia velli, a favor dei Fuggirono i monaci in Roma, ove
quali si adduce s. Zaccaria Papa gli accolse Pelagio* Il già monaco
che protestò aver veduto e venera benedettino, ed introdusse nella ba
to i santi corpi in Monte Cassino, silica lateranense , rimovendone i
e più tardi Alessandro II, nella pri Canonici Lateranensi ; contiguo si
ma invenzione il cardinal Giovanni costruirono il monastero de'ss. Gio
d'Aragona, nel i545 l'abbate d. vanni Battista, Giovanni evangelista,
Girolamo Seloccheto piacentino, ed e Pancrazio, ed ivi maestri di eccle
il p. della Noce quando nel 1637 siastica dottrina per circa i3o anni
alla presenza di tutti i monaci cas- abitarono, senza però lasciar del tut
sinesi e di molti altri, in occasio to deserta l'abbazia cassinese: quan
ne che l'abbate Simplicio Caffarelli do s. Gregorio I spedi in Inghil
voleva mutare la forma della chie terra per convertirla nuovamen
sa, li vide con sua particolare te te alla fede sani' Agostino priore
nerezza, onde scrive nella sua cro del monastero di s. Andrea, vi
naca aver esclamato : Nunc dimit- mandò pure alcuni monaci cassino
tis Domine servum tiium in pace, si, i quali nel monastero lateranen
quia viderunt eruli mei ss. patriar- se ebbero dodici abbati. Nel 718,
vlieun lutItete decus, Galliae deside- o 719, o 72o s. Gregorio II fece
t6G MON MON
ritornare a Monte Cassino i mona Nel 748 Gisolfo II duca di Bene
ci, onde ristabilire la disciplina mo vento riparò a Monte Cassino i
nastica in Italia, facendo esecutore danni recati dal feroce Zotune, re
delln sua pia intenzione Petronace stituì le usurpate possessioni, e gli
nobile bresciano, che capitato ia donò quanto circondava il monte
Roma a visitar i santi luoghi, si insieme colle terre, castella, ville,
recò con essi a ristorare il mona motini ed acque che vi erano, co
stero, ed a farvi di più fiorire la me pure il territorio di Genziana.
congregazione e monacale osservan Morto nel 75o Petronace, a lui
za, aiutato dal Papa già monaco successe Ottato, poi Ermete Grazia
benedettino, dall' abbate s. Paldo no, quindi Potone. Governando que
di s. Vincenzo, e dai fratelli ss. sto ultimo, nel 755 si fece monaco
Taso e Tato, non nel j3 1 come Atleludo, cugino del re Carlo Ma
scrisse Leone (l' Ostia e prova il gno, ed Arechi duca di Benevento al
Sarnelli, Mem. cron. p. 36. Il Bei- largò la giurisdizione degli abbati,
castel narra, che divenuto il ceno e gli sottomise il celebre monaste
bio un mucchio di rovine, alcuni ro di donne in quella città dedi
solitari emiivi rimasti, ma appena cato a s. Sofia. Circa questo tem
aveano l' alloggio e la sussistenza. po intorno alla badia, nel monte
Petronace vi portò un braccio dei e nella valle di s. Germano, sor
ss. Faustino e Giovita, che il Ber- sero più chiese e monasteri , ti .1
castel dice uno de' primi esempi cui principalmente quello di s. Sal
dell' uso di dividere le reliquie nel vatore, chiese e monasteri ove le
la chiesa d'occidente: fuvvi eletto arti pompeggiarono, e con le arti
per superiore, cioè il sesto abbate le lettere si ritraevano al Cassino,
dopo s. Benedetto. A tempo dell'ab per opera singolarmente del dottis
bate Petronace, nel 746, Papa s. simo monaco Paolo Diacono, onore
Zaccaria giìi monaco benedettino si anche d'Italia, ed autore della sto
recò a visitare la tomba del santo ria de' longobardi. Nel 787 Carlo
patriarca, consacrò la chiesa già ri Magno volle venerare il sepolcro
storata, decretò che si celebrasse la di s. Benedetto, confermò le dona
festa de'ss. Benedetto e Scolastica, zioni di Gisolfo II, comandò che
come il natale ; fece molti doni, l'abbazia fosse tenuta come camera
confermò tutti i possedimenti, do imperiale, i monaci fossero cappel
nazioni e privilegi , ed esentò il lani dell' impero, l' abbate arcican-
monastero dalla giurisdizione dei celliere, maestro cappellano, princi
•vescovi, assoggettandolo alla sola Sede pe della pace, cioè che solo per
apostolica, come si ha dalla Chron. mediazione dell'abitate potesse tor
Cassin. hb. I, cap. 4 e 8, lib. Ii, nare in grazia dell' imperatore al
cap. 96. Per le esortazioni del Ponte cun barone ribellato ; al medesimo
fice, Batchi* o Rachisio re de' lon concesse poter bere in coppa doro
gobardi si ritirò nel monastero e ne ed usare coltre di porpora ; nelle
vestì l' abito, come fecero la sua processioni farsi precedere dal la
consorte e figlia in altro monaste baro imperiale, ossia umi croce di
ro vicino, che aveano con ricca do oro ingemmata; e volle Paolo Dia
te fabbricato ; anche il re Carlo- cono ad insegnar. le scienze in
manno prese la cocolla monastica. Francie, ed a riformarvi i mona-
MON MON 167
steri ; così bramò che altri mona sente collegiata. A difesa degli ag
ci per l' Italia e Germania fossero gressori il monastero fu circondato
maestri delle lettere e delle scienze. di abitazioni da Bertario, ond'ebbe
In questo tempo Carlo Magno do origine l'odierna città, da luogo de
nò ad Adriano I ed alla santa Se serto ch' era. E qui non si deve
de i ducati di Spoleto e Beneven tacere che l' abbate Teodomaro ac
to, mentre il suo figlio Lodovico costo alla chiesa di s. Benedetto
I nel pontificato di s. Pasquale I fabbricò a Maria Vergine una chie
vi aggiunse la Sicilia. sa con quattro torri agli angoli, on
Per la civil guerra nel ducato be de fu chiamata s. Maria delle quat
neventano furono chiamati i sara tro torri, e tuttora esiste. Entrati
ceni con immensi danni ; altra or* i furibondi saraceni nel monastero
da di saraceni verso \'8^6 nel pon di s. Salvatore , vi recarono la
tificato di Sergio Ii, rimontato il strage ; trovato Bertario a pie del
Tevere dierono il sacco alle basili l' altare di s. Martino, come alcuni
che di s. Pietro e di s. Paolo ; vogliono, offerente il divin sacrifi
passando poi a s. Germano, porta zio, ricolmatolo d'aspri rimproveri
rono per tutto il saccheggio, la di gli mozzarono il capo a' 24 otto
struzione e la morte. L'abbate Bas- bre 884 ; pari sorte toccò a tutti
saccio coi monaci ricorsero al patro i monaci. Dopo questa tragica sce
cimo del santo loro archimandrita, na i monaci continuarono nel dop
e ne furono prodigiosamente libera pio ministero di conservare e di
ti. Indi l'abbate Bertario volle di propagare la sapienza, che per le
fendere colle armi e con fortifica guerre andava perduta.
zioni (che lodò l'imperatore Lodo Due anni dopo il miserando caso
vico Il quando visitò il cenobio e di Monte Cassino, l'abbate di Teano
il sepolcro di s. Benedetto conferman Angelario deputò Erchemperto scrit
done i privilegi) Monte Cassino da tore della cronaca a ripristinar l'ab
sì crudeli nemici, i quali pieni di bazia, ma molti ostacoli insorsero, e
dispetto clandestinamente a' 12 set i longobardi gl'impedirono rivendi
tembre irruppero sul monastero, care i patrimoni monastici; passa*
incominciarono col predare, e finiro rimo in vece i monaci nel 91 5 in
no col fuoco e col sangue: i monaci Capua sotto l'abbate Giovanni i,
che scamparono la morte, parte fug successore dei tre che aveano go
girono nel monastero di Teano , vernato in Teano, e si stabilirono
recando seco le bolle, i diplomi, i nel monastero di s. Benedetto, ma
privilegi e la regola scritta dallo l'austerità del santo vivere si ral
stesso s. Benedetto ; gli altri più lentò tra la mollezza del vivere cit
robusti coll' abbate Bertario scor tadino. Morto nel y\2 il successo
tarono alle radici del monte nel mo re Adelperto, Baldovino che gli fu
nastero di s. Salvatore in s. Ger sostituito fece consapevole del dis
mano fondato da Petronace ; indi l'ab ordine il Papa Agapito Ii, il qua
bate Potone vi aggiunse la chiesa le comandò ai monaci di ritornare
sacra a s. Benedetto, mentre l'abba a Monte Cassino, lo che ebbe effet
te Gisulfo ingrandì il monastero, e to sotto l'abbate Aligerno che nel
magnificamente in onore del Sal 949 era successo a Muiepolto suc
vatore rifabbricò la chiesa, al pre- cessore di Baldovino. Aligerno con
168 MON MON
zrIo ed energia riparò a tutto, al Sotto questo abbate il Papa Bene*
l' osservanza della disciplina, riven detto VIIi e l'imperatore s. Enri
dicò tutte le possessioni dai vicini co Il confermarono i privilegi del
signorotti, gittò per difesa in s. l'abbazia; ma avendo egli assoldato
Germano le fondamenta della rocca i normanni di fresco venuti nella
J.'imlii. ove era stato un tempio di regione, contro il signore d'Aquino,
Giano, a fronte della vendetta che mentre i greci per vendicar i loro
ne fece Atenolfo gastaldo di Aqui possedimenti minacciarono l'Italia;
no ; indi a 'si ii ii soggetti die in feu Atenolfo per favorire il fratello gua
do le terre della badia, venendo le dagnato dai greci, fece gittare in
sue ragioni feudali da più principi mare Datto, che il Pontelice avea
e da Ottone II confermate. Restau messo alla dilésa d' un castello del
rata la chiesa e il monastero, ri Garigliano. A riparare le mene dei
fiorendo la santità ne' monaci, Mi greci e punire il tradimento, si
grino morì nel 986 benedetto dai mosse I' imperatore s. Enrico II
religiosi, amato dai vassalli. Nell'e con poderoso esercito ; l'abbate fugr
lezione del successore Mansone, la gi, e si allogò in mare nel to22.
discordia produsse scisma ; quei che Benedetto VIII e l' imperatore non
partirono dalla badia fondarono il credendo doversi lasciare ai mona
celebre monastero della ss. Trinità ci l'elezione del successore, vollero
della Cava, ed altri cinque in To essi stessi presiederla, portandosi iu
s(ana, fra' quali s. Maria di Firenze Monte Cassino, e fu scelto Teobali
tuttora fiorente. lutese Mansone al do. Grato s. Enrico II d' essere
l'ingrandimento della potenza abba stato guarito dal mal di pietra per
cale fondando rocche e terie intorno intercessione di s. Benedetto, lasciò
al monte. Dispiacendo tali opere al magnifici doni al monastero, e ne
monaco s. IS ilo, si allontanò dal confermò I' esenzioni.
monastero, e passò poi a fondare Teobaldo di santi costumi e de
Ja celebre abbazia di Grottaferrata dito agli studi, accrebbe lustro e
(f'edi) , che ancora assai liorisce. splendore all' abbazia ; ebbe però a
Mansone per le trame di monaci provar la vendetta del principe fra
ribaldi, e di Alberico iudegno ve tello del predecessore, ed a sua in
scovo di Marsi, perdè gli occhi io fluenza nel io35 fu eletto abbate
Capua, e mori di dolore net 996: Basilio a lui ligio, I monaci ricor
allora i limitrofi signori danneg selo all' imperato1' Corrado II, il
giarono, invasero e tolsero le pos quale condottosi nel io37 al mo
sessioni della badia. In questi mi nastero, sotto i suoi auspicii fu de
seri tempi non mancarono santi posto, e poi creato abbate il bava-
monaci a tenere in veneranda opi io Richerio. Vedendo infestato il
nione il monastero. L'abbate Gio patrimonio monastico dai conti di
vanni III pretese contro la regola Aquino, ricorse all'imperatore, indi
potersi eleggere in successore Gio smantellò le mura e il castello di
vanni Rotondo suo nipote, e gli s. Angelo ribellato ; venuto a bat
successe nel 1o io ; ma la maggior tagiia coi normanni li vinse, e fece
parte de' monaci pregò Pandolfo la pace, anzi liberò pure di prigio
principe di Benevento a sostituirgli ne il conte di Teano suo nemico,
il suo figlio Atenolfo nel 1o1 1. dopo aver preso la rocca di Evan,
MON MON i69
qVo in cui stava racchiuso per aver la libertà di eleggere l'abbate, pro
tentato di occuparla con tradimen mossero a rumore i vassalli, ma
to. Nel io47 l'imperatore Enrico Pietro I a' 2o maggio io^7 rinun
1ll visitò il cenobio, vi lasciò ric ziando spontaneamente, fu allora
chi doni e spedi diploma in suo fa creato abbate il detto Giuniano Fede
sore. Nel io49, o meglio nel io5o rico, che riuscendo di soddisfazione
s. Leone IX, già monaco benedetti al Papa, in Firenze ove si portò a
no, si recò in questo santuario, e trovarlo, lo elevò di nuovo al gra
nel di delle palme vi celebrò iiics do di cardinale, confermando nella
iti solenne, ponendosi a mensa coi sua persona tutti i privilegi degli
monaci; accrebbe "e confermò i pri abbati cassinesi, e che nei raduna
vilegi dell'abbazia, sottomettendo menti de' vescovi e de' principi se
le il monastero di santa Croce in desse sopra tutti gli altri abbati ;
Gerusalemme di Roma, e come al indi lo benedì e consacrò abbate
tri suoi antecessori accordò all' ab nel giorno di s. Gio. Battista, se
bate l'uso della dalmatica, de' san condo la consuetudine, perchè il
dali, degnanti e di altri ornamenti Papa ne approvava l'elezione. Po-
vescovili nelle principali festività, in co dopo Vittore II morì, e a2 ar
tempo delle messe solenni . Nel i o5 i gosto Giuniano cardinale e abbate
vi ritornò, celebrandovi la festa dei di Monte Cassino fu eletto Papa
ss. Pietro e Paolo; quindi nel io53 col nome di Stefano IX detto X
recandosi il Papa a combattere i (Fedi), ritenendo l'abbazia. Vi si
normanni divenuti rapaci delle ca recò l'ultimo di dicembre, emanan
stella eassi nesi e del patrimonio di do molti decreti intorno al culto
s. Pietro, caduto loro prigioniero e all' interno ordinamento, alla ri
fu trattato con somma venerazione, forma degli abusi, alla povertà re
pnde gl' investi delle terre che ave ligiosa, onde sradicare il vizio del
vano occupate, ad esempio delle la proprietà introdotto ne' monaci,
infeudazioni di Giovanni VIII, Ste ed eliminare il cauto ambrosiana
fano VI, e Giovanni X; indi vol e restituirvi il gregoriano più gra
Ie a compagno I' abbate Riche- ve. Ivi lo tornò ad assalire una
rio per l'infermità che I' assalse, e febbre che lo logorava, e pensò al
nel ritorno a Roma. Intanto il car l' elezione del nuovo abbate nel
dinal Giuniano Federico di Lorena io.Ì8, che fu Desiderio, la quale se
vestì nel monastero il saio di mo guì avanti di lui dai decani; ma
naco, e per morte di Richerio nel non gli lasciò il governo, avendolo
io5S fu eletto Pietro I di santi destinato per la legazione di Co
costumi e ignaro delle cose del stantinopoli, volendo abbassare la
i in un In ; il Papa Vittore II, già potenza normanna, e innalzare al
monaco benedettino, che bramava l' impero il fratello duca Goffredo.
nominare l'abbate atto a reggere Dopo celebrata la festa di s. Sco
la vasta signoria della badia, e per lastica a' i2 febbraio ripartì per
aiutarlo a reprimere la crescente po Roma. Avea domandato il tesoro
tenza de' normanni, molto se ne dell' abbazia, ma per certa visione
dolse con lettere. Mandò rpiindi un di s. Benedetto lo rimandò, moren
legato pontificio per eleggere un al do in Firenze a' 29 marzo io58 :
tro: sulle prime i monaci difesero nel dì della Pasqua Desiderio as
i7o MON MON
tunse il regime dell'abbazia, e ri vescovi, abbati, principi, nobili; di
cevè i monaci all' obbedienza. Riccardo principe di Capua, col fra
Trovandosi la Chiesa in trista tello e il figlio; del principe di Bene
condizione, Dio la soccorse per ope vento Landolfo, di Gisulfo principe di
ra dei benedettini, massime di s. Salerno «/fratelli, di Sergio duca di
Pier Damiani e d' Ildebrando poi Napoli, di Sergio duca di Sorrento; e
s. Gregorio VII (Vedi), perchè la de'conti di Marsi, di Valva, e Bur-
podestà temporale teneva dipen relli, con splendido apparato che
dente la spirituale. Il nuovo Papa riusci spettacolo religioso e impo
Nicolò II creò cardinale Desiderio, nente: tutto narrò Alessandro II
che confermato e benedetto dal Papa nella bolla con cui confermò i pri
conservò il governo di Monte Cassino: vilegi della badia, riportandone an
gli confermò tutte le prerogative, che il Gn: v io la descrizione della
come l'ospizio nel palazzo sessoria- funzione, nel t. IX, par. I e Il, p.
no presso la Chiesa di s. Croce in òiiii e scg. La badia assai fiorì nelle
Gerusalemme recandosi in Roma, arti e nelle scienze sotto il reggi
porto franco alle navi badiali che mento di Desiderio, ed a lui la
approdavano al porto romano, l'e Sardegna domandò monaci, che fon
senzione dai vescovi, ed inoltre lo darono monasteri nell'isola. Fra i
dichiarò legato apostolico nella Cam molti monaci che allora fiorivano
pania, Puglia e Calabria per rifor nel cenobio, per santità fu chiaro
marvi i monasteri. Desiderio rice Deutèrio principe longobardo, e da
vè dal normanno Riccardo princi Germania si recò a visitar lui e il
pe di Capua l'abbazia di s. Maria monastero l' imperatrice Agnese ;
in Calena presso il Monte Garga questa fu generosa di ricche offerte
no, indi incominciarono le fnmose e vi dimorò mezzo anno. La gran
dissensioni tra il sacerdozio e l'im contessa Matilde esentò i monaci
pero per l' Investiture ecclesiastiche da ogni gabella; ed Alessandro II
(Vedi). Si recarono a Monte Cassi prima di morire ritornato a Mon
no s. Pier Damiani che v'introdus te Cassino, rivocò la chiesa di s.
se pie costumanze, e il principe Ric Croce in Gerusalemme donata da
cardo che vi fu largo di donazio s. Leone IX, e in vece donò in
ni e di ampliazione di dominio. perpetuo l'abbazia de' ss. Sebastia
Mentre Desiderio era intento alla no e Zosimo di Roma , presso la
decorosa ricostruzione del monaste quale abitarono poi gli abbati di
ro , ed alla magnifica e sontuosa Monte Cassino recandosi in Roma,
riedificazione della chiesa, fu ono come dissi a Chiesa di s. Serastia
rato dalla presenza del nuovo Pon no alla polveriera; finalmente al
tefice Alessandro II che l'amava, in la persona di Desiderio donò Ter-
compagnia del cardinal Ildebrando racina col suo territorio. Il succes
nel 1o66. Compita la fabbrica del sore s. Gregorio VII scomunicò gli
la basilica, Desiderio pregò il Papa usurpatori dei beni del monastero,
a consacrarla, ed egli stabili per la che prima di morire in Salerno
solenne cerimonia il sabbato primo visiti) con tutti i cardinali, e il suo
di ottobre 1o71. Vi si recò, e com liberatore Roberto Guiscardo: ago
pì il rito assistito da sette cardi nizzante designò successore Deside
nali , dieci arcivescovi, quarantasei rio, che col nome di Vittore III
MON MON 171
(Fedi) fu cletto a'a4 maggio 1o86, co V da Pasquale II, questi non
sebbene ripugnante. Passati quattro volendo ch'egli fosse più insignito
giorni, temendo i partigiani d'Enri di due dignità, il santo umilmente
co IV, deposte le pontificie insegne, abdicò l'abbazia nel 1 1 1 1, ed i mo
fuggi a Monte Cassino; solo a for naci ripugnando chi voleva surro
za di preghiere le riprese in Capua garsi, elessero Gerardo ben accetto
a'21 marzo 1o87, indi ritornato a al Papa e all'imperatore d'oriente.
Monte Cassino vi celebrò la Pa Indi in un concilio il Papa riprovò
squa. In Roma fu consagrato a' 9 l'estorto privilegio dell'investiture,
maggio, e dopo otto giorni fu di laonde quando l'imperatore si con
nuovo a Monte Cassino, ritenendo dusse in Roma nel 1117, Pasqua
la carica di abbate. Restituitosi a le Il stimò bene di ritirarsi a Mon
Roma, passò a celebrare un conci te Cassino, donde passò a Bene
lio a Benevento, ove sentendosi gra vento, e poi in Roma ove morì.
vare un morbo intestinale, fece ri Nel monastero della suddetta chie
torno a Monte Cassino, e spirò ai sa di s. Sebastiano de'cassinesi, fu
16 settembre 1o87, deputando in eletto a' 25 gennaio 1 118 Gelasio
abbate il cardinal Oderisio de' conti Il (Vedi), prima monaco cassinese
di Marsì, ch'era stato sotto di lui e cardinale, contro il quale Enrico
preposto o priore, coll' assenso de' V fece antipapa Gregorio VIII Bor
monaci. Urbano II già monaco be dino. Verso questo tempo levò gran
nedettino occupò la cattedra apo rumore la visione del monaco cas
stolica: confermò i privilegi della sinese Alberico, ch'egli poi scrisse
badia, ed all'abbate concesse l' uso in latino con Pietro Diacono, e si
della mitra. conserva nell'archivio cassinese: opi
Oderisio crebbe il materiale del narono alcuni, che forse fu scintil
la badia edificando vasta e como la ad accendere l'immensa fantasia
da infermeria, e luogo appartato dell'Allighieri, nel comporre poi lu
pegli ospiti. Più obbiezioni ricevè Divina Commedia. Su questo argo
il cenobio, particolarmente dai nor mento nel 18i4 si pubblicò in Ro
manni, ed i crociati prima di ve ma : Osservazioni intorno alla que
leggiar per l' oriente visitarono il stione promossa al Vannozzi, dal
santuario. Nel 1 io5 divenne abba Mazzocchi, dal Bottari, e special
te con malcontento di tutti Ottone mente dal p. ab. d. Giuseppe Giu
conte di Fondi, e nel 1 1o7 gli suc stino di Costanzo sopra l'originali
cesse s. Utumine, che rinunziato il tà della Divina Commedia di Dan
vescovato di Segni erasi fatto mo te, appoggiata alla storia della vi
naco: avendo Pasquale II condan sione del monaco cassinese Alberi
nato ie investiture, temendo la fu co, tradotta in italiano da Fran
ria di Enrico V si portò a Monte cesco Cancellieri. Arrestato l'anti
Cassino, convocando i principi nor papa Gregorio VIII, nel 1i?a Ca
manni a difenderlo. Tornato in listo II già monaco benedettino, lo
Roma, per la forza delle circostan consegnò all'abbate Gerardo, che lo
ze aderi all' imperatore, ripugnan rinchiuse nella rocca Jonula di s.
dovi s. Brunone: avendo egli alta Germano. Nel na3 fu abbate il
mente disapprovato il privilegio cardinal Oderisio di Sangro, sotto
sulle investiture concesso ad Emi- il quale Pontecorvo divenne sog
, r-.J MON M ON
getia alla badiu: inimicatosi con nel 11 37 Senioretto, segui la tur.
molti, e coi monaci pegli aspri bolenta elezione di Raiualdo I ilio
trattamenti, si ricusò a Onorio II scgu't le parti di Ruggiero e del
die lo richiedeva di pecunia pei l' antipapa che il confermò, i mo
bisogni in cui si trovava, e con naci però furono divisi d'opinioni.
modo arrogante nudò sparlando Movendo l'imperatore Lotario II
del Pnpa . Inasprito l'animo di con Innocenzo II verso il regno eh
questo, miche dai ricorsi che rice Napoli, l'abbate simulò parteggiare
veva n suo danno, ed olleso della pur l'imperatore; quanto agli scisma
ripulsa quando da cardinale lo ri tici cassinesi, essi ritenevano come
chiese d'abitazione nel monastero tanti nitri valida l'elezione d'Ana
tli s. Sebastiano, e temendo sulla cleto Il da molti riconosciuto, e
custodia dell'antipapa, nel 1124 si sebbene Rainaldo I lo conoscesse
recò a Monte Cassino incontrato per falso, si confermava nell'errore
processionalmente. Celebrò messa per timore di perdere la dignità ;
all'altare di s. Benedetto, e nel d'i finalmente l' imperatore con calde
seguente partì, facendo trasportare preghiere ottenne da Innocenzo II
alla rocca di Fitmone l'antipapa. che ricevesse in grazia i monaci,
Giunto in Roma vi chiamò Oderi- con condizione che gli giurassero
sio qual predatore del censo cassi- obbedienza e fedeltà, ed ebbe luo
nese, e più guerriero che abbate, go la pace. Conosciutosi poi l'abba
onde purgarsi dalle accuse. Ricu te traditore, in s. Germano fu de
sando^ Odorisio, fu deposto, ciò posto dal Papa e dall'imperatore,
che non curando venne scomuni il quale salì alla badia coll' impe
cato, ed egli passò a fortificarsi in ratrice: Rainaldo I avvicinatosi al
Pontecorvo. Obbligati armato ma l'alture di s. Benedetto, sul sepol
no dagli abitanti di s. Germano, i cro di lui depose il pastorale, l' a-
monaci elessero abbate Nicolò nel nello, il libro della regola, come
i 12G, mentre giungeva il cardinal sigoificavnsi la dimissione della di
Gregorio per missione pontificia gnità abbaziale . Innocenzo II e
per far abbate Senioretto. Sebbene Lotario II per serbare ognuno la
i monaci non erano contenti del propria autorità si contrastarono il
primo, protestarono sulla libertà diritto di elezione dell'abbate; ma i
delle loro eie/ioni. La discordia si monaci col consenso imperiale eles
propagò per te terre, che si divi sero Gnibaldo, e dovette sostenersi
sero in favore del deposto e di Ni contro il deposto colle armi.
colò; il primo rinunziò, il secondo Frattanto essendo morto l'im
fu dimesso, e nel 1 127 creato Se- peratore, Guibaldo vide la necessi
iiiorctto dal Papa: di questo sci tà di accostarsi a Ruggiero, ma lo
sma di Monte Cassino tratta an trovò durissimo e sdegnato, onde
che il Bercastcl e il Rinaldi. Nel- si dimise dal grado, e i monaci
l' esaltazione d'Innocenzo II nel nello stesso anno 11 37 gli surro
1 1 .'.io insorse l'antipapa Anacleto garono Rainaldo II da Collemezzo,
II, che sostenne Ruggiero perchè il quale cercò inutilmente pacificar
da lui riconosciuto re di Sicilia, si col re, che seguiva a manomet
onde i cassinesi restarono dubbiosi tere le terre benedettine, rifugian
«e riconoscere Innocenzo II. Morto dosi quindi l'abbate in Roma. inno.
MON MON ,;3
cenzo IT per la morte di Rninulfo III. Il Papa come tutore del regno
da lui investito del ducato di Pu Io adoperò in molti affari, e por
glia, e difensore contro Ruggiero, tatosi in s. Germano con Federico
dopo aver questi scomunicato, con Il per ordinare le cose del reame
esercito si portò a s. Germano, nel 12o8, indi salì alla badia, ove
forse in compagnia dell'abbate. In allettato dalla freschezza dell'ara
vitò Ruggiero ad amichevole abboc vi dimorò alcuni giorni; conceden
camento, ma non riuscendo le pra do privilegi e doni. Poi chiamò
tiche, si continuarono le rappresa Roffredo a Roma, a riformare i
glie colla peggio delle terre cassi- monaci di s. Paolo, che vieppiù
nesi. Ruggiero tese un'imboscata al strinsero fratellanza coi cassine*!.
Pontefice, e lo fece prigioniero col Pietro III abbate, come timido, in s.
suo seguito, ed ottenne l'investitu Germano si umiliò all'ingrato im
ra de'suoi stati con titolo regio e peratore Ottone IV, contro la vo
il perdono; ciò fatto, respirò an- lontà del Pontefice. Nel 121 1 di
oora l'abbazia, e Rainaldo II si venne abbate il bellicoso Atenolfo,
diè a ripristinar nel suo vigore ma la sua amministrazione non
l'osservanza della regola. Recatosi essendo conforme alla regola, il Ca
nel i 144 Ruggiero all'abbazia, in pa voleva deporlo quando rinunziò.
occasione che andò in Ceprano pur Onorio III eletto Papa favorì i
trattare col Papa Lucio II suo cassinesi, e confermò i capitoli di
compare, confermò ai monaci i lo riforma del predecessore. L'abbate
ro possedimenti; indi Gunnario re Stefano I assistè alla coronazione
di Sardegna visitò il santuario e di Federico II in Roma, indi in s.
confermò le donaziom fatte dai pre Germano ricevette da lui la con
decessori. La guerra della succes ferma dc'beiii dell'ospedale cassine-
sione del reame, involse la badia in se pei pellegrini inférmi, e del fits
gravi e pericolose tempeste, essen sanguinis onde condannare a mor
do abbate Roffredo de\V Isola o Li- te i vassalli: tuttavolta dipoi Fede
sola, il cui procuratore Atenolfo rico II malmenò il patrimonio di s.
fu più soldato che monaco, e per Renedetto.
le sue imprese il cenobio acquistò L' abbate Landenolfo con altri
una preponderanza militare. L'im legati fu spedito da Gregorio IX
peratore Enrico VI divenuto re di a Federico II, indi tra questi si
Sicilia senza grandi opposizioni per accese la guerra; Landenolfo forti
mediazione dell'abbate, lo rimeritò ficò s. Germano e la rocca cogli
con dominii, e Celestino III nel i 191 imperiali, quando le milizie ponti
lo creò cardinale (quelli che furono ficie dette clavisegnate dall'insegna
elevati a tal dignità, avendo biografie delie chiavi, invasero le terre cas
in questo Dizionario, li distinguia sinesi, per cui l'abbate abbandonò
mo eoa carattere corsivo). Al crudele la parte imperiale, e in s. Germano
contegno di Enrico VI si ribellarono si arrese al legato del Papa. Con
i popoli, ed egli ne fece atroci ven tinuando la guerra, Federico il
dette; aiutato da Roffredo, solo ne danneggiò il patrimonio abbaxialc
abbandonò le parti per divozione che dichiarò devoluto al fisco, on
alIa Chiesa nell'assunzione al ponti de Monte Cassino gli si rese nel
ficato del magnanimo Innocenzo 1229: in questo tempo il monaco
i74 MON MON
Erasmo, celeberrimo teologo, fu ri Pontefici per l' alta signoria che
chiesto ad msegnare nell'università aveano sul reame, antico dominio
di Napoli. Essendo nel cenobio un della chiesa romana, onde scomu
collegio di fanciulli che i parenti nicato l'invasore, Clemente IV ne
otlii vii no a Dio e a s. Benedetto investì Carlo I d'Angiò con annuo
(di questo antico costume parlai censo nel 1265, come stato chiamato
a Monaco e Monastero), e tai- da Urbano IV. Prima di quest'epoca
ora per ambizione nella speran verso il n53 Innocenzo IV creò car
za che divenissero abbati, il conte dinale l'abbate Riccardo, che ricu
di Aquino di cinque anni vi offrì però parecchi fondi al monastero,
s. Tommaso, che vi restò sett'anni, ed ottenne da Alessandro IV la
ma si fece domenicano, ed è l'an conferma delle donazioni : vuolsi
gelico dottore. L'imperatore resti che tal Pontefice offrisse la badia a
tuì molti paesi all'abbazia, e Gre s. Tommaso, che non volle accet
gorio IX per affezionarsi i monaci tare. L' abbate Theodino vescovo
confermò i privilegi di s. Zaccaria, d'Acerra avea giurato fedeltà a
co'quali la giurisdizione degli abba Manfredi , ed era stato deposto
ti fu resa inviolabile, mentre la lai- da Urbano IV anco per l' altra
cale avea preso una certa forma. Indi dignità che a un tempo volea
l'abbate in s. Germano fece edifica esercitare : invece deputò abbate
re un convento ai francescani, e Bernardo Aiglerio , le cui gran
bandì molte penitenze pel tremen di benemerenze coll' abbazia indi
do terremoto che nel i ..,.!, i avea cammo al suo articolo come car
crollato chiese, case e castella. L'e dinale creato nel i a65 da Clemen
lezione dell'abbate Pandolfo non piac te IV. L'esercito di Manfredi fu
que nè all' imperatore , nè a Gre sconfitto presso s. Germano da Car
gorio IX, onde restò amministrato lo I - che ricevè gli omaggi di Ber
re con indulto pontificio , e nel nardo, visitò la basilica, e la pose
i?38 gli successe Stefano II con sotto la sua protezione: si crede in
fermato ed in Roma benedetto. Per questo fatto che molte delle anti
nuove rotture tra le due supreme caglie del municipio casinate an
podestà, molti danni ne soffrì l'ab dassero rovinate. Bernardo si di
bazia, e il cenobio rovinò in de stinse in molti gravi negozi com
plorabile stato in balìa de' soldati messigli dalla sauta Sede, e ad i-
sfrenati di cesare ; convertito in stanza di s. Tommaso fondò in s.
fortezza imperiale, rubato e profa Germano un convento dei domeni
nato, contaminato da ogni trivio cani: fu però dolente che Carlo I
per ventisei anni fu spelonca di la lo spogliò del diritto del sangue j
dri: tutti i monaci cacciati in un ma questi nel 1282 perdè it re
a s. Tommaso, restandone soli ot gno di Sicilia coi famosi vesperi
to, divenne solinga la badia già sì siciliani. Nel 1294 fu eletto Papa
riverita e celebrata dai Papi e dai Celestino V, già monaco benedetti
principi. no e fondatore de' celestini, che ra
Morto nel u5o Federico II, tificò i suoi voti a Monte Cassino.
nuove guerre afffissero la regione, Avendo egli prima desiderato unir
che volle occupare il suo natura vi la sua congregazione, nel ponti
le Manfredi contro In volontà dei ficato pensò di tramutare iu celesti
MON MON ,75
ni i cassinesi , fomentato da Gio morto il vescovo, il nuovo si creas
vanni di Castroceli arcivescovo di se per elezione o per canonica po
Benevento, stato cassinese, che per stulazione del capitolo de' monaci;
entrare vieppiù nel suo animo de* finalmente che il vescovo ed i mo
pose l'abito nero, e indossò il gri naci continuassero a godere le an
gio come i celestini, onde fu crea tiche giurisdizioni laicali sulle loro
to cardinale a cena: alla stessa di terre e castella, conservandosi in
gnità elevò Pietro Aquilano, altro tatti tutti i privilegi. Indi nel i323
cassinese. Nell'ottobre il Pontefice il Papa mandò per amministratore
passò in Monte Cassino, e vi si delle cose temporali e spirituali il
fermò alquanto per introdurvi la domenicano Oddone Sala nobile pi
sua riforma; forzò molti a cambiar sano, arcivescovo di sua patria, poi
I abito, e chi si ricusò cacciò dal patriarca d'Alessandria, morto nel
cenobio coli opera di Angelaiio ce i326. Dopo di lui incomincia la
lestino fatto abbate, mentre il mo serie degli abbati di Monte Cassino
nastero fioriva per austerità di vi vescovi, i primi quattro tutti fran
ta. Rinunziando s. Celestino V il cesi, nessuno eletto o chiesto dai
pontificato a'i3 dicembre, tornò la monaci, come ordinava la botla di
pace ai monaci, e il successore Bo Giovanni XXII; a questi seguirono
nifacio VIII portossi subito alla quattro italiani, ma spediti d'Avi
badia, indi depose Angelario e lo gnone. Sotto il loro governo lacri
fece chiudere nel carcere di Bolse- mevoli furono le vicende della ba
na. Nel i3o5 tiitalmente Clemeute dia; non potendo essi provvedere
V stabili la residenza pontificia in alle discipline e alle rendite. Non
Francia e in Avignone, ove resta sapevano delle leggi monastiche, e
rono sei successori; così Roma di riguardarono il patrimonio non co
venuto deserta, pagò il fio delle me obblazioui de'fedeli fatte ai mo
molte irriverenze fatte ni Pontefici. naci, ma come prebenda o benefi
Morto l' abbate Isnardo vacò il zio deputato a loro soli , il perchè
seggio abbaziale quasi un quin ne disposero , donando a' laici e
quennio. chierici, non curando diritti o pri
Frattanto Giovanni XXII, colla vilegi. Ecco la serie che ce ne dà
bolla Supernus opifex, data in riìghelli, Italia sacra t. I, p. 5'jt.
Avignone i32i, 6 nonas maii, di Oddo mentovato pel primo qual
chiarò che siccome gli abbati, non commendatario, cui Giovanni XXII
avendo carattere episcopale, dove diede per vescovo successore Rai
vano ad altri vescovi, alcuna volta mondo già priore climiacense con
lontani, rimettere l' esercizio di al sacrato dal Papa, e fatto rettore e
cuni uffizi , e ciò poteva essere pe conte di Marittima e Campagna:
ricoloso alle anime; e siccome la edificò un palazzo in Vico s. fetri,
chiesa cassinese era cosa troppo ve e vi fissò il domicilio, ed altro
neranda e degna d'onore pel suo magnifico ne eresse in Napoli, poi
fondatore, cosi per lo meglio delle concesso per monastero ogli olive-
anime, nel desiderio d'illustrarla, toni dall'abbate Enrico: promosse la
ordinò che fosse eretta in catte disciplina monastica, e mori ne'
drale, l'abbate vescovo, il convento t34o. Benedetto XII già cistercen
de' monaci, collegio di canonici ; che se gli sostitut Guido preposto ds
i76 . MON MON
Le Puy, sotto del quale Antonio to gli stipendiati alla difesa del luo
Galluzzi e Jacopo da Piguntaro go. Dopo queste vicende ed a' 9
vassalli della badia, ne derubarono settembre i 349 acCE,dde il memo
il tesoro, e occuparono le castella. rabile scuotimento di terra che ne
Morto di timore nel i34i Guido soffrì tutta la signoria cassinese;
in Avignone, il detto Papa dal ve appena i monaci ebbero tempo di
scovato di Vaisou traslatò a questo fuggire dal monastero per pianger
di Monte Cassino Richerio, che ter lo colla basilica di Desiderio, me
minò di vivere nel i ì..t3 apud raviglia di que' tempi. Il vescovo
Tarentum. Clemente VI già mo abbattuto dal disastro, per ricove
naco benedettino dichiarò vescovo ro fece costruir capanne sulle ro
Stefano de Gambarucci Albranti vine del cenobio Jacopo venne uc
abbate benedettino del monastero ciso in Ceccano, e sebbene volesse
Cellense nella diocesi di Troyes, e restituire al monastero il tolto, il
suo tesoriere; indi nel i34,5 lo tra figlio Riccardo lo ritenne. Il vesco
sferi a s. Pons de Tomier, poi arci vo Guglielmo dopo aver esercitato
vescovo di Tolosa, ove fu portato a gli uffizi di nunzio e succollettore
suo tempo il corpo di s. Tommaso in Sicilia, e di rettore in Beneven
d'Aquino. Dice I' Ughelli che fu di to, Innocenzo VI lo trasferì alla
ligente amministratore delle rendite sede di Torbes nel i 353. Gli so
Gassinesi e ricuperò le perdute. Lo stituì Francesco già vescovo di
stesso Clemente VI traslatò dal Chiusi, che molto fece per ricupe
l'arcivescovato di Brindisi alla sede rare il perduto e raffrenare i vas
di Monte Cassino Guglielmo, ed in salli; indi nel l355 il Papa lo
felice fu il suo governo: un terri traslocò all' arcivescovato di Firen
bile terremoto adeguò al suolo la ze, secondo Lucenzio, ed in vece
basilica e il monastero, seguendo il da Firenze trasferì a Monte Cassi
disastro In peste e la famé. Allor no fr. Angelo l Acciainoli nobile
chè il re d'Ungheria Lodovico I in fiorentino e domenicano , per le
vase il reame napoletano per vendi premnie di Luigi I, secondo mari
carsi colla cognata regina Giovanna I to di Giovanna I. Il re tutto do
dell'uccisione del fratello, i suoi fero veva agli Acciaiuoli per avere ri
ci soldati occuparono il patrimonio messa nel trono la moglie, onde
cassinese e predarono ciò che tro volle gratificarli anco con questo
varono di prezioso. Profittandone pingue vescovato, avendo anzi ottenu
il suddetto Jacopo, con aperta ri to che fosse arcivescovato vivente fr.
bellione per quattro anni tiranneg Angelo : I' Ughelli avea scritto che
giò le terre e gli abitanti, rapinan rinunziò Firenze per amore di vi
do e uccidendo, non rispettando ta privata. Scelse per vicario gene
neppure le cose sacre : non man rale Zanobi da Sfrata, illustre poe
carono tiraunetti che iu varie parti ta coronato in Pisa da Carlo IV
l'imitarono. Il vescovo Guglielmo imperatore, onde nelle sottoscrizio
ricorse al Papa, che citò Jacopo a ni aggiungeva poeta laureatus. L'ar
comparire avauti di lui, il quale civescovo fu latto da Luigi I caiw
per vendicarsi cacciò dal monastero celliere, e fu potente in corte; tut-
vescovo e monaci, derubandovi il tavolta nulla fece al diroccato ce'
rimasto ; compirono il dilapidamen- nobio. Morto nel i35;, Innocenzo
MON MON 177
VI elesse vescovo li-. Angelo II Po ro a dignità abbazialc, con l'abbate
sta da Som monaco cassinese, il per governarla : così Urbano V ri
quale con ogni studio prese a rie conobbe lo stato cattedrale della
dificate le rovine del terremoto, la chiesa cassinese prima di Giovanni
chiesa, il dormitorio e il refettorio, XXII, e solo le tolse la natura
e terminò i suoi giorni nel i361. vescovile, ch'era durata quaranta
Innocenzo VI gli diè a successore quattro anni , ritornando alla ba
Angelo III Orsini nobile romano dia l'unità del governamento. Inol
che poco visse. tre Urbano V emanò le censure e
Vacando la sede vescovile di Mon la scomunica contro i detentori del
te Cassino, si recò a visitare il san le cose cassinesi e suoi predatori ;
tuario l'abbate benedettino di s. esortando Giovanna I a restituire al
Vittore Grimoardi, inviato da Inno monastero gli antichi diritti, facen
cenzo VI a Giovanna I per la mor dole considerare che i siciliani eransi
te di Luigi I per assisterla : ne ribellati per occulto giudizio di Dio
pianse lo stato, deplorò nel reggi al suo bisavolo, nel giorno stesso
mento de'vescovi l'avvilimento degli in cui egli tolse ai luoghi soggetti
spiriti, e fece voto a Dio che se alla badia la giurisdizione crimi
fosse divenuto Papa, se pur già non nale nelle cause capitali. La regina
lo era , avrebbe ripristinato l' ab per far cosa grata al Papa , spedì
bazia nel suo splendore : l' abbate amplissimo diploma, col quale in
fu pubblicato Papa, benchè non frenando la prepotenza de' suoi mi
cardinale , col nome di Urbano nistri, rinvigori la feudale potenza
V, a' 3i ottobre i362. Primiera cassinese. A riformare la disciplina
mente volle che i cassinesi ricono regolare, il Papa comandò a sette
scessero lui abbate., onde riparare monaci di Farfa ed altrettanti di
a tutto potentemente, governando s. Nicola d'Arena in Catania, di
la badia pei suoi vicari, tre priori provata virtù, di recarsi in Monte
cassinesi , facendo capitano Cecca- Cassino per farla rifiorire; e sic
rello da Popoli. Ordinò che la ba come erasi introdotto l'uso del sal
dia fosse esente d'ogni imposta , e terio gallicano, a cagione de' Papi
le rendite s'impiegassero in riedifi avignonesi , Urbano V ordinò ai
care; e perchè tutto e sollecita monaci che l'adottassero lasciando
mente si eseguisse coll'antico splen il romano. Nel 137o il Papa affi
dore, volle Urbano V che tutti i dò il governo della badia ad An
monasteri e priorati dell'ordine di drea da Faenza benedettino camal
s. Benedetto, offrissero la sessage dolese, siccome assai ornato delle
sima parte delle loro rendite sotto corrispondenti qualità, autorizzando
pena di scomunica. Nel dicembre lo a portar seco dieci monaci ; e
1367, colla bolla Cogit necessitas, con esso incominciò di nuovo la
Urbano V, considerando che la chie serie degli abbati monaci. Conti
sa cassinese prima che fosse eretta nuandosi con vigore le riedificazio
in cattedrale già lo era, e si regge ni, sulla spianata del monte fu c-
va da un abbate dell' ordine , per retta una chiesuola a $. Agata, per
sua maggiore utilità soppresse il ve riconoscenza a Dio della campata
scovato e ripristinò l'antico suo sta vita ne' terremoti. Nel ^7o morì
to; riducendo la chiesa e monaste- in Avignone Urbano V, dolente di
voi. xivi.
178 MON MON
nuu aver potuto restituire a Roma il llaluzio, Vìi. Pap. Aven. t. I, p.
la papale dimora , come ardente- i 195. Alcuni vogliono che l'abba
mente avea bramato con recarvi te Tartari (Vedi) fosse creato car
si. Gli successe anche nel divisa dinale (l.i Gregorio XI : certo è che
mente) Gregorio XI, cui ricorrendo questi nel 1377 entrò in Roma, e
in Avignone per la sessagesima l'ab vi ristabili la residenza pontificia.
bate Andrea , ordinò severamente Morendo nel 1 378, ed eletto Ur
diligenza a' collettori nelle corris bano VI, insorse l' Antipapa Cle
poste : dopo aver Andrea riformato mente VII (Vedi), che recandosi
il monastero di s. Benedetto di Ca- in Avignone fu cagione di lungo e
pua, della badia cassinese, e questa lacrimevole scisma , e seguito dai
egregiamente amministrata, morì nel reami di Napoli e Sicilia , tranne
1 374- Gregorio XI deputò a suc nel primo il tempo sinchè incomin
cessore Pietro IV de Tartaris pa ciò a regnare Carlo III Durazzo.
trizio romano, monaco olivetano Mentre Pietro IV si trovava perico
d'integri costumi, tenace ne' suoi pro lante, come soggetto a Giovanna I
ponimenti, amatore de' monaci, ma fautrice del pseudo-papa , e divoto
gnifico ed atto a qualunque nego ad Urbano VI, questi gl'indirizzò
zio : Urbano V lo avea preposto a un' epistola con cui bandi la cro
visitatore delle provincie di Marit ciata contro gl' invasori del mona
tima e Campagna , per riformare stero e de' suoi beni , e per con
il clero secolare e regolare; e Gre fermarlo nella sua divozione; assol
gorio XI lo avea fatto abbate di vendolo d'ogni irregolarità per le
s. Lorenzo fuori le mura di Roma. uccisioni de'ribelli, gli pose ancora
Pietro IV fece il giuramento di in mano ogni arma spirituale per
fedeltà alla santa Sede, nelle mani usarne colle insorte terre, massime
de' vescovi di Nocera ed Aquino ; con s. Germano. Avendo Urbano
quindi operoso si die a compiere VI deposto Giovanna I, diè il regno
le opere del monastero e chiesa a Carlo III, e costituì suo vicario
sontuosamente, e come pieno di temporale nelle terre e castella del
coraggio richiamò all' obbedienza i cenobio Pietro IV, che ricevette Carlo
vassalli, e represse i tiraunetti. I HI e sua moglie nel santuario, e
mali derivati alla Chiesa e all'Ita fu fatto gran cancelliere del regno.
lia pel traslocamelo de' Papi in Venuto il re a rottura col Papa ,
Avignone, incrudirono, e si molti questi scomunicò e depose l'abbate
plicarono alla morte di Urbano V, come fedele al re , che ricusava a
onde il successore dichiarò la ba Urbano VI le signorie promesse al
silica Lateranense sede principale nipote; e quando Urbano VI fu
del Papa, esternando volontà di re assediato in Nocera de'Pagani, l'ab
carsi in Roma ; a ciò fu esortato bate con Alberico gliene impedi l'u
da santi personaggi , e supplicato scita, finchè restarono sconfitti. L'ab
da un'ambasceria di romani, i qua bate guerreggiò con Onorato conte
li in caso contrario , segretamente. di Fondi, e serbò fede a Ladislao fi
stabilirono di eleggere sommo Pon glio di Carlo III che gli confermò
tefice Pietro IV abbate di Monte il cancellierato, ratificando tutti i
Cassino loro concittadino, che si sa privilegi della badia.
rebbe recato in Roma : ciò afferma Nel 1395 morì Pietro IV euco-
MON MON 179
minto qual riformatore del mona ve mura ; curò la sua chiesa con
stero , e nel 1 396 Papa Bonifacio istituire il collegio de' canonici, aprì
IX nominò successore il proprio cu monastero alle monache, accomodò
gino Errico Tomacclli, e riguardò le cose della badia, e di tutto volle
la badia come cosa sua, conferman registro. Eugenio IV gli confidò la
done i privilegi ; tuttavolta donò prefettura del ducato di Spoleto ,
ad nitro parente Pontecorvo, che ma quando conobbe che l' abbate
poi i monaci ricuperarono. Nel i414 era amico del suo contrario Alfon
a Ladislao successe Giovanna II sua so V, Ordinò che gli rendesse la
sorella, e ad Errico cacciato dal re rocca spoletina e si dimettesse dalla
defunto nella rocca di Spoleto, te carica. Pirro apertamente si ribellò,
mendolo nemico, fu surrogato dalla e fu deposto e scomunicato nel
regina Pirro Tomacelli di Napoli, i437 ; indi per ambizione volle im
con giurisdizione spirituale e tem padronirsi delle castella della badia
porate, ma non restituì rocca Ja- con danno de' monaci : il patriarca
ii ii la : iinestii però dal nuovo abbate Vitelleschi espugnò la rocca di Spo
di .-udenti spiriti fu circondata di leto, e l'abbate fu mandato a mo
mura. Intanto il concilio di Costan rire nel carcere di Castel s. Angelo.
za dichiarò nulle le indebite do Intanto i cassinesi reggendosi a
nazioni dell' abbate Errico, troppo comune e seguendo Eugenio IV fe
amante del nepotismo; fulminò a- cero indomabile resistenza ad Al
natemi per chi avesse disposto di fonso V. La città di s. Germano si
capriccio delle rendite, emanando volse agli angioini, poi la riprese
salutari prescrizioni , e inculcò ai il re, che molti danni recò ai cas
soggetti alla badia l' obbedienza. sinesi , indi li accolse in grazia , e
L'abbate tornò in soggezione i vas restò lui dominatore del reame per
salli, indi cominciò la guerra pel investitura pontificia. Alfonso V ad
reame tra angioni e aragonesi, per istanza di Eugenio IV restituì il
cui occupò le terre cassinosi il fa patrimonio della badia da lui oc
moso Braccio da Montone. Si vuole cupato, e con autorità papale nel
che Martino V , sostenitore degli 1446 i monaci elessero abbate An
angioni, nel i/\2.2 temendo che l'ab tonio Caraffa, solennemente bene
baio parteggiasse per Giovanna II detto in Roma da Eugenio IV. Pe
e gli aragonesi, lo fece imprigio rò imbecille ne fu il governo, do
nare in l'ioma, onde gli affari della minato dai fratelli , e trasportato
badia andarono in rovina. li Papa dall'amore de' suoi, e molti danni
vi volle comandare po' suoi mini- ne seguirono e tribolazioni pei mo
stri , ordinando a Jacopo vescovo naci. Antonio morì nel i454, quan
d'Aquino che in nome della Chiesa do sventuratamente pei cassinesi fu
governasse tutte le terre cassinesi , mutata la forma del reggimento
onde non venissero in mano dei per quasi mezzo secolo, non restan
belligeranti; indi nel 1 4*7 lasciò do dell'abbazia che l'ombra del gran
in libertà l'abbate a riguardo di nome, poichè Alfonso V esscu
Alfonso V re d'Aragona. Pirro da do debitore al cardinal Scnrampo
to fine ai negozi guerreschi, molte Mezzarota di ottantamila duca
cose operò degne di lode, restaurò ti, e della pace con Eugenio IV,
s. Germano, e lo circondò di nuo- volendo levarsi il debito, ottenne dal
i 8o MON MON
Papa con modi violenti , che l'ab vanni d'Aragona, benché di tene
bazia di Monte Cassino fosse data ra età , la commenda cassinese.
in commenda al cardinale, che ne Fece prenderne possesso da Bessa-
venne in possesso solo alla morte rione d'Aragona abbate di Sanse-
del Caraffa, con dolore de' monaci, verino , e Lodovico de Borzis ve
che videro nominar generale gover scovo aquilano, che ne fu il gover
natore della badia il suo famiglia natore e amministratore: in Roma
re canonico Michele Lambertenghi e in Monte Cassino Giovanni fu
di Cuma , con giurisdizione eccle ricevuto con molto onore, ma poi
siastica e civile, col mero e misto riuscì incomodo co' suoi andirivie
impero. Qualche cosa il cardinale ni, per le dimostrazioni che dovea-
operò a vantaggio del cenobio, che no fare i sangermanesi e pel suo
ristorò ed accrebbe, erigendo una pomposo corteggio. Allorchè fece il
torre; curò la disciplina, apri un col solenne ingresso , l' accompagnò il
legio ai novizi nel vicino monaste cardinal Borgia, poi Alessandro VI,
ro di s. Maria dell' Albaneta, con il quale cantò messa nell'altar mag
annua rendita. A' 5 dicembre i456 giore della basilica, e consacrò dia
fu fortissimo terremoto, con danno cono il commendatario, che promi
di tutte le terre benedettine. Nuo se a s. Benedetto far costruire un
ve guerre insorsero tra gli angioi meraviglioso coro, non più esistente.
ni e gli aragonesi, pei quali tenne Assegnò conveniente mantenimento
il commendatario; Napoleone Or a' monaci, implorò privilegi dal pa
sini capitano di Pio II cacciò i pri dre, che fece confermare da Sisto
mi dal patrimonio, ma ritenne Pon- IV, e questi nel i477 Io creò car
tecorvo che si assoggettò al Papa. dinale, essendo ancora commenda
Morì il cardinal Mezzarota nel i 4<, , ; tario della ss. Trinità della Cava e
mentre credevano i cassinesi ter di Monte Vergine. Amministrò la
minata la commenda , e ne fecero giustizia, e divenuto geloso di Bor
viva rimostranza a Paolo II, il quale zis gli diè per successore il vesco
creò sè stesso commendatario della vo di Cortona, che pel commenda
badia, e si fece rappresentare per tario fabbricò in s. Germano regio
vicario dal vescovo di Modena Ni palazzo: alla basilica donò ricchi
colò Sandonnino lucchese, forse per vasellami, sacre vesti e reliquie;
chè il duca Borso gli contrastava curò la monastica disciplina, e scuo-
il vescovato : il governo de' com prì i corpi de' ss. Benedetto e Sco
mendatari dispiacque nella badia , lastica. Intanto nel regno fu la con
e i sangermanesi furiosamente si ri giura de' baroni, morì il cardinale
bellarono, perchè gli abbati gover nel i485, e Ferdinando I banditi
navano col consiglio de' seniori , i i monaci nominò vicerè della ba
commendatari o loro rappresentanti dia Gio. Antonio Caraffa, onde non
di volontà. Nicolò teneva corte in lasciarla alla licenza soldatesca nel
s. Germano nel palazzo abbaziale , le guerre che ardevano, ad istanza
e da esso fuggi al monastero nel dell'altro figlio Federico che aspi
commovimento popolare. Paolo II rava alla commenda. Pacificandosi
morì nel i47i, e g" successe Sisto il re con Innocenzo VIII, fra i patti
IV : da questi il re di Napoli Fer fu ceduto al Papa disporre dell'ab
dinando 1 ottenne pel figlio Gio- bazia cassinese, onde non fosse con
MON MON 18i
vertita in fortezza dai regi. Inno lore del gran Consalvo di Cordova,
cenzo VIII conferì la badia a Gio la Spagna rimase sola sovrana dei
vanni de Medici d'undici anni, poi regni di Napoli e Sicilia : si narra
Leone X. A' i4 marzo i486 fu che questo celebre capitano quando
dal commendatario dichiarato ab- trovavasi in Barletta a mal partito,
Late e governatore generale Gio si raccomandasse a s. Benedetto che
vanni de'Titiis; tuttavia il re si l'aiutasse ; si aggiunge che il santo
tenne i luoghi forti, come il castel lo assicurasse di vittoria , ma che
lo di Monte Cassino, rocca Janula, poi restituisse i suoi monaci al li
e s. Angelo, ed in questo tempo bero possesso della badia. Certo è
Pontecorvo divenne tutto papale do che Consalvo entrato trionfante in
minio. Il commendatario Giovanni Napoli, si pose in cuore di tornare
creato cardinale nel i4$9, diè in in fiore il monastero con farlo uni
successore al morto Titiis , Baccio re alla congregazione benedettina
Ugolino da Firenze, e quando que di s. Giustina di Padova, della qua
sti cessò di vivere , deputò ammi le parlammo a Cassmesi, onde sot
nistratore Carlo Orfeo de Medici. trarlo dal 'commendatario. Di ciò
Venuto Carlo VIII in Italia per egli ne scrisse al suo re Ferdinan
conquistar il regno , la badia tenne do V d'Aragona, e al Papa Giu
per lui, e soffrì gravi danni: il re lio II, i quali acconsentirono al eli -
però si mostrò benefico. Il cardi visamento del buon guerriero. Il
nale visitò la badia senza far nulla, cardinal de Medici rinunziò la com
e siccome il fratello Pietro era stato menda in febbraio i5o4,con patto
bandito dal signoreggiare Firenze, che la congregazione di s. Giustina
riuscì ottenergli da Luigi XII re gli dasse garanzia per ricevere dalla
di Francia e di Napoli il grado di badia ogni anno quattromila scudi
vicerè di tutta l'abbazia cassinese. d'oro, cinquecento libbre di cera
Ternato il cardinale col fratello al nel dì del Natale, ed altrettante per
monastero, sgombrò dagli aragonesi s. Gio. Battista, e quaranta mog
rocca Janula e s. Angelo. gia di frumento ; oltre a ciò resta
Col partaggio del reame tra Fran rono a collezione del commendata
cia e Spagna, ognuna deputò un vice- rio i benefizi vacanti in tutta la si
rè, rappresentanti che nella maggior gnoria cassinese, e finalmente che
parte fu considerata peste. Insorta a tali patti non più fossero obbli
guerra tra i due re, molto ne soffrì gati i monaci, se il cardinal de Me
la badia ; il vicerè pei francesi dici divenisse Papa. Nel i5o4 Giu
fortificò Monte Cassino, ma venne lio II dichiarò abbazia nullius que
espugnato dagli spagnuoli capitanati sta di Monte Cassino, dopo detta
da Consalvo di Cordova, ed ucciso rinunzia, e l'unì alla congregazione
il presidio francese. Non restando di s. Giustina , la quale volle che
ad essi che Gaeta, a questa si portò in avvenire si chiamasse congrega
Pietro de Medici con quattro pezzi zione di Monte Cassino, e i monaci
di cannone su d'una barca, che che la componevano cassinesi. Il
rovesciandosi nel Garigliano restò presidente della congregazione di s.
atlogato Pietro. Rinvenuto il ca Giustina, abbate d. Eusebio Fon
davere, si tumulò nella basilica. Cac tana da Modena, ricevuta la bolla
ciati i francesi dal regno pel va- pontificia di unione, invitò tutti gli
1 8a MON MON
abbati de' monasteri cisalpini a re sino ne' comizi generali in s. Bene
carsi in s. Germano , per ricevere detto di Mantova ; fu deputato u
l'abbazia cassinese qual capo e cen quello di s. Pietro di Modena, e
tro di loro congregazione, e unirsi nel governo di Monte Cassino gli
ad essa. Radunatisi gli abbati con successe Zaccaria Castagnola da l'i
più di cento monaci nel palazzo dova. L' abbate Ignazio Squarcialu-
abbaziale, dopo la messa dello Spi pi fiorentino tre volte fu deputato
rito Santo nella collegiata, agli i i al governo dell' abbazia, fece rifiori
gennaio imi fu scelto a nuovo re gli studi e la disciplina, e fu be
presidente lo stesso d. Eusebio Fon nemerito de' suoi edilizi, compiendo
tana monaco di s. Nicolò di Vene il chiostro incominciato dall'abbate
zia, vecchio di senno, dotto e pieno Eusebio; fabbricò la magnifica cor
di esperienza, indi solennemente si te che tra due altre, opera del pas
recò a prendere possesso della ba sato secolo, prima si offre a chi
silica e del monastero cassinese pel entra nella badia, decorata di quat
reggimento federativo. Fu salutare tro portici; fece scrivere grandi mes
rimedio congregare in un corpo sali, salteri e antifonari con istu
tanti isolati monasteri, restando in pende miniature : nel principio del
ciascuna abbazia quel governameu- suo governo morì Giulio II, e gli
to che avea prescritto a. Benedet successe l'antico commendatario col
to, con triennale o sessennale rin nome di Leone X, il quale a peti
novazione degli uffizi , non avendo zione dell' abbate consultati i car
più luogo gli abbati perpetui ; am dinali, adempì i patti e sciolse dal
plificato il corpo corse vita nelle tributo i cassinosi, con obbligo di
membra, e all' infermità d'alcuna pensione di seicento ducati d'oro a
poteva soccorrere la sanità delle altre. Pandolfini vescovo di Pistoia, ed a
Giulio II amantissimo dei bene Serapico suo cameriere, portando
dettini e della congregazione, di sempre grandissimo amore alla ba
cui era stato costituito capo il ce dia, e procurandole diversi vantag
nobio di Monte Cassino, esortò i gi. I sangermanesi insorsero e gra
monaci di questo a riconoscere Eu vi danni recarono alla badia. L'ab
sebio qual loro abbate, ed i vassal bate Crisostomo Alessandri napole
li del patrimonio di s. Benedetto a tano curò la disciplina monastica
riconoscerlo per signore : fu obbe e quella de' chierici ; tenne uu si
dito, e d. Eusebio incominciò la nodo diocesano ove si fecero utili
nuova serie degli abbati di Monte canoni. Nella lite tra i monaci e
Cassino della congregazione cassine il marchese di Pescara, la celebre
se. Indi Giulio II prese sotto la Vittoria Colonna diè saggio di ge
sua protezione l'abbazia e tutto il nerosa pietà. Trepidarono i mona
patrimonio, confermandone i privi ci di vedere sotto Clemente VII e
legi, quali approvò pure Ferdinan Carlo V forse ridotta di nuovo la
do V. Tornò in vigore la discipli abbazia in commenda, a favore di
na, si ristorarono i guasti edilizi, e un figlio del vicerè Noia ; Dio stor
si ricuperarono le perdute rendite. nò il pericolo, come pure quello
Compiutosi da Eusebio il triennio clic il principe d'Oranges, che avea
di presidente, nel maggio i5o6 si saccheggiato Roma, si gettasse sulle
dimise dal governo di Monte Gas- terre cassioesi.
MON MON 183
Intanto le lettere latine e greche fu a voler consagrare il tempio cassi-
rono coltivate in Monte Cassino, in un nese, e n' ebbe risposta alleiuiati va.
alla teologia e scienza canonica. Al con Incontrato dal vicerè di Napoli e
cilio di Trento sotto Pio IV interven di Sicilia cardinal d'Althan, e pre-
nero sette abbati cassinesi, uomini ceduto dalla ss. Eucaristia, da Ca
assai riputati nelle scienze sacre, in pna per Teano giunse il Papa a
un all'abbate d. Angelo de Faggi da s. Germano a' 16 maggio, e nel dì
Castel di Sangro, desiderato dai pa seguente si portò a Monte Cassino
dri del concilio. L'abbate Girolamo montando un cavallo bianco. Volle
Ruscelli de Bruggi perugino dottis secondo la sua profonda umiltà a-
simo allogò nel i59o al Bassano bitare in due semplici cellette, sal
il gran dipinto in cui espresse Cri meggiò coi monaci in coro, e desi
sto fra le turbe che moltiplica i nò con essi in refettorio, altrovc
pani, e s. Benedetto che moltipli mangiando i prelati, e gli altri del
ca il pane allegorico della sua re seguito. A' 19 maggio, con tinta
gola alle diverse congregazioni che la pompa e cerimonie ecclesiastiche
derivarono dall' ordine suo, ed agli consagrò l' altare maggiore e la
ordini cavallereschi che ne abbrac chiesa : compresi i consagratori vi
ciarono l'istituto ; inoltre l'abbate intervennero, oltre il cardinale, set
elevò alcuni edilizi. Per l'anno te arcivescovi, sci vescovi, otto ab
santo 16o0 gran frequenza di pel bati cassinosi, molti prelati, ministri
legrini fu in Monte Cassino, cui i regi ed altri personaggi ; il Ponte
monaci prestarono i soliti uffici di fice pronunziò un zelante ed erudi
ospitalità. Volendo Clemente VIII to discorso analogo al solenne rito
visitarne il santuario, partì da Ro ed ai pregi di quel sagro tempio.
ma, ma giunto in Anagni retroce Benedetto XIII si trattenne nel
dè perchè immenso numero di per monastero sino ai 21 maggio, usò
sonaggi volevano seguirlo, ed egli molto familiarmente col prefetto
non volle essere d' indiscreto ag dell'archivio il dotto p. d. Erasmo
gravio , e vi mandò quattro car Gattola di Gaeta, e ne partì pieno
dinali. Gli abbati successivamente di gaudio religioso, leggendosi la
operarono per ridurre la basilica descrizione de' sacri riti di questa
un vero gioiello per pregio di ma solenne dedicazione in diverse ope
teria ed eccellenza di lavoro, non re : per s. Germano passò ad A-
che per amore di gloria, ma per quino. Volendo il Pontefice che di
la depravazione del buon gusto non questa consacra/ ione ne restasse per
tutte le opere furono felici. petua memoria, a' 27 agosto ema
Incominciata la ricostruzione del nò la costituzione Qui prosperimi,
la basilica nel 164o sotto l'ab presso il Didl. Rom. t. XII, p.
bate Domenico Quesada spagnuolo, 249, diretta all' abbate Gadalcta,
per l'architetto Cosimo Fansaga, confermando gli antichi privilegi e
venne condotta a termine nel 1727, concedendo nuove grazie.
nel quale anno avendo saputo l'ab Accaduta la rivoluzione francese,
bate d. Sebastiano Gaduleta da il re Ferdinando IV volle difende
Treni, che Benedetto XIII si reca re il regno, e coll' esercito si porti)
va a visitare la sua antica metro alle sponde del Liri, passando c^li
politana di Benevento, Io supplicò nel giugno 1 796 con numeroso se
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guito al monastero, e ricevendo in uscendo i francesi dal reame per
un alla regina in dono due bei re s. Germano Io trovarono abbando
liquiari d' oro ; ma al cadere del nato; pieni di vendetta bestiale quel
1798 entrarono i francesi in s. li della colonna del generale Oli
Germano, e subito villanamente vier salirono al monastero, fuggen
vollero dall'abbate d. Marino Lu do quasi tutti i monaci all' ospita
carelli d' A versa quanto avea di le terra di Terelle sul fianco del
prezioso e alloggiamenti, ed il ge Monte Cairo : i francesi predarono
nerale Matthieu furiosamente una e guastarono peggio che saraceni,
pronta contribuzione, divenendo il colle lagrime e le suppliche i mo
palazzo abbaziale spettacolo di cra naci Gio. Battista Federici ed Er
pule e gozzoviglie: il general Chnm- rico Maria Gattola principalmente
pionet esigendo con arroganza in tre raffrenarono alquanto la furia dei
ore centomila ducati, minacciando guastatori, e fu provvidenza divina
sterminio e morte, si tolse dalla chie che tutto il monastero non andas
sa quell'argento rimasto dal già dato se in fiamme, non rispettandosi
al re per le necessità dello stato, neppure la santa Eucaristia, ruban
onde con dolore i monaci conse dola colla pisside ; tutto fu messo
gnarono croci, incensieri, e le due a sacco e barbaramente lacerato,
grandi statue di argento de'ss. Be commettendosi ogni più ributtante
nedetto e Scolastica, oltre la sacra abborainazione, scherni e contume
Famiglia dipinto di Raffaele, e tren lie nella casa di Dio. La città di
tamila ducati , con soscrizioni in s. Germano fu bersaglio ad ogni
bianco di cambiali. I francesi in sfrenatezza e ferocia, e vittima del
s. Germano levarono l'albero della le fiamme divenne una tomba. L'ab
libertà, pubblicarono la democrazia, bate assicurò il re della sua fedeltà,
onde dopo tredici secoli terminò e si rivolse anco a Pio VII, già ab
ne' monaci cassinesi la signoria feu bate cassinese, cui opri il cuore del
dale ; frenando l'abbate que' fedeli le tribolazioni sofferte, che dichia
'vassalli che volevano vendicare le rando la sua benevolenza al mona
onte e le prede francesi, che con stero, desiderò che rifiorisse all'an
tinuarono le violenze e le minacce tico splendore, promettendo il suo
obbligando l' abbate a pubblicar aiuto. Ai furori de'demasjoshi fran-
lettera pastorale ai luoghi soggetti cesi successe la monarchia imperia
alla sua spirituale giurisdizione , le di Napoleone, ed il suo fratel
perchè si astenessero d' insorgere e lo Giuseppe nel 18o5 nel febbraio
rispettassero gl' invasori. Prevalendo entrò in s. Germano qual re di
poi le masse, forse peggiori dei Napoli, o vicario dell'imperatore,
francesi, in lavore del re, l'albero ricevuto dall'abbate d. Aurelio Vis
democratico fu atterrato, e pruden conti da Taranto : furono aboliti i
temente l' abbate lasciò l' ammini feudi, e l'abbate cassinese cessò di
strazione del reggimento feudale ai essere signore feudale ; chiusi i mo
sindaci, con altre analoghe provvi nasteri e le abbazie, i patrimoni li
denze ; ma i capi delle masse non prese il fisco, soppressi tutti i be
1l^ furono contenti, e smunsero la nedettini, lasciandosi cinquanta cas
infelice badia. Per le vittorie del sinesi, ma senza l' abito, alla cura
cardinal Ruffo, nel maggio 1799 della biblioteca ed archivio del mo
MON MON 185
nastero, che si chiamò con nome dell'Apennino, in oggi quasi rovi
francese stabilimento, e l'abbate di nata dui terremoti, capoluogo di
rettore col governo spirituale della cantone, lunge 33 miglia da Be
diocesi cassinese. Per sospetti, Giu nevento. Edificata dopo l'anno mil
seppe fece guardar la badia e i lesimo, divenne cospicua, e quando
monaci dai soldati, e in s. Germa cadde in rovina molti cittadini pas
no l'abbate, difettando il necessario. sarono alla terra della Pietra del
Incominciata nel 18o8 la domina duca di Fragneto, all'estremità di
zione del re Murat, la badia respi fertile valle: vi si contano tuttavol-
rò calma, e i monaci l' ebbero fa ta circa 45oo abitanti. Contempo
vorevole. Restituito Pio VII alla ranea all'edificazione della città è
sua sede nel 1 8 1 \, dopo cinque l'origine della sede vescovile su fFra-
anni di dura prigionia, eoo zelo ganea di Benevento, e Beato ne fu
operò col re Ferdinando I al ri primo vescovo; suoi successori fu
sorgimento delle tre badie di Mon rono, s. Alberto proclamato dal cle
te Cassino, Cava e Monte Vergine; ro e dal popolo, che visse santa
i cassinesi rivestirono l'abito, ma mente, e divenuto cieco, ne soppor
non fu loro restituito l'antico patri tò le conseguenze con eroica pa
monio, solo una rendita netta di zienza, e chiaro per miracoli si ri
1 4,ooo ducati. Nel 182o per nuo posò nel Signore a' 7 aprile 1o37,
ve commozioni di stato il mona sepolto nella cattedrale; ne scrisse
stero accolse militari presidii. Ora la vita il vescovo Riccardo, per
I' abbazia fiorisce nella disciplina, esortazione di Pietro arcivescovo di
nella scienza e nella cura delle ani Benevento. Il coadiutore Crescen
me della diocesi, il cui seminario zio, persecutore del santo, in ma-
istituito in s. Germano a' tempi di litia sua sepultus nel 1o37. Gli
.Sisto V, contiene circa sessanta giova successe il nominato Riccardo. In
ni. Dopo il 1842 scl monastero i di Deodato che fu al concilio di
monaci eressero una tipografia per Nicolò II nel io59. Pietro visse ai
rendere più spedita e più facile tempi del re Ruggiero nel 1 1 36.
l'utile pubblicazione d'importanti Roffredo intervenne nel 1 1 79 al
scritti relativi alla religiosa del pa concilio Lateranense III. Orso fiorì
ri che letteraria paleografia, con re nel 122o; Raus nel i3io; Jacopo
gio assenso ; onde dai tipi di Mon rettore della chiesa parrocchiale di
te Cassino già abbiamo splendida s. Pietro di Benevento nel 1 343;
edizione della Bibliotheca del Ferrari, Bartolomeo del i365 domenicano;
la Storia di Bonifacio FUI dello Pietro del 1 368, altro domenica
stesso p. Tosti , l' Archivio cassine no; Costantino del 1 368; Tomma
se ec. Nel maggio 1847 visitò l'in so fu traslato da Termoli nel 1 jon;
signe cenobio il regnante Ferdi Antonio trasferito a Termoli nel
nando II re delle due Sicilie, colla 14o2; Nicola de Edio domenicano
regina e la reni corte. del 14o2; Antonio del i432, eletto
MONTE CORVINO ( Montis a' 27 settembre da Eugenio IV.
Corbini). Città vescovile del regno Questo Papa a' 9 aprile i434 u~
delle due Sicilie, nella provincia nì il vescovato di Monte Corvmo
Principato Citeriore, distretto di a quello di Fulturarìa (Fedi), ed
Salerno , presso le falde australi Antonio fu il primo vescovo delle
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due chiese. Tunto si ha dull'Ughelli, con più maturità esaminata, si di
Italia sacra t. VlII, p. 326. I ve chiarò per la sentenza de' domeni
scovi di Vulturaria e Monte Cor cani. Per ordine del Pontefice nel
vino cessarono dopo che Pio VII i324 diede il pallio a fr. Raimon
nel i8i8 li soppresse, unendo Mon do domenicano, consocrato patriar
te Corvino alla sede vescovile di ca di Gerusalemme, e nel i3a8
Lucera (Vedi). fu deputato per uno de' giudici
MONTEFARO o MONTFAVET nella famosa causa contro alcuni
Bertranno, Cardinale. Bertrando chierici francesi, che con arte dia
Montefciro o Montfavet, nato in bolica aveano procurato di togliere
Custelnuovo di Raterio nella diocesi la vita a Carlo IV re di Francia.
di Chaors , uomo per dottrina e Fondò il cardinale, dopo il suo ri
santità cospicuo, eccellente ed in torno dalla legazione, un ampio
signe giurista, domestico precettore monastero nella sua patria, con
di Giovanni XXII, canonico del magnifica chiesa in onore della
la chiesa di Lione, e decano della Beata Vergine detta di Bona re -
chiesa di Liegi, fu da detto Papa quie, dove introdusse i canonici re
a' i6 o i7 dicembre i3i6 creato golari di s. Agostino, ed assegnò
cardinale diacono di s. Maria in loro rendite suflicienti. Trovossi pre
Aquiro, ed arciprete della basilica sente ai conclavi di Benedetto XII
Lateranense. Benedetto XII lo spe e Clemente VI, e finì i suoi gior
dì legato a latere insieme col car ni in Avignone nel i 343. Trasfe
dinale Gomez, per procurare la rito il cadavere alla patria, fu nel
pace tra Filippo re di Francia, e la mentovata chiesa onorevolmen
Odoardo re d'Inghilterra, il quale te sepolto. Altri autori vogliono
però proibì ai legati l'accesso nel questo cardinale dell'ordine de' mi
regno. Aveali il Pontefice muniti nori, ma altri con più ragione lo
di brevi amplissimi, quali tutti era negano.
no indirizzati allo stabilimento di MONTE FELTRO (Feretran). S.
una perpetua concordia, dandosi in Leo città vescovile con residenza a
essi ai legati facoltà di procedere Pennabilli, dello stato pontificio,
alle censure contro ogni condizione nella legazione di Urbino e Pesa
di persone, arcivescovi, vescovi, mo ro, posta ne'coufini dello stato Ur
narchi e principi che avessero in binate, tra la Toscana, la repub
alcun modo attraversata la pace. blica di s. Marino e la Romagna,
Oltre a ciò fu data commissione ai già capo di tutta la Fere t rana pro
legati di ottenere dal re Odoardo vincia, ed ora governo da cui di
che i regi ministri non insolentis pendono le comuni di Maiolo, Mon
sero soverchiamente contro gli ec te Grimano, Pian di Castello, e
clesiastici. Tutto però fu indarno. Sasso Feltrio. È fabbricata sopra
Nella famosa controversia eccitatasi un duro sasso o scoglio, e in ta
nell'ordine de' minori intorno alla le altezza d' inaccessibile ingresso,
povertà di Cristo e degli apostoli, e perciò inespugnabile ; se alcune
pronunziò il cardinale la sua sen volte venne espugnata, sempre vi
tenza che può vedersi presso il Ri fu il tradimento e l'inganno. La
naldi all'anno i 3aa : prima seguì città è isolata, fra il Conca e il
il parere dei minori, poi avendola Marecchia. Da un lato sovrasta
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l'rftnpio dorso del monte Carpcgna ; monte di Alvernia, quale ratifica
selve, gioghi e balze gli fanno co rono i figli dal conte nel 1374.
rona all'intorno. Per una sola via Al medesimo serafico patriarca fu
malagevolmente equitando vi si a- pure in quella occasione assegnato
scende e si giunge al ripiano del dai divoti sanleesi un terreno sulla
perimetro di tre quinti di lega, la falda del vicino colle, dove potè
cui porta ben guardata e munita fondare il tuttora esistente conveu-
di ponte levatoio, apre angusto ac 'to degli osservanti, detto di s. Igne
cesso. Ivi sorge la città, che senza da una luce meravigliosa che indi
essere cinta di mura ha nello sco cò al santo in buia notte lo smar
scendimento della rupe validissimi rito sentiero. Da tale epoca impre
ripari. Tra le chiese si distinguono se la città di s. Leo ad alzare per
la pieve di antichissima costruzio arme un s. Fraucesco che predica
ne, dedicata alla Beata Vergine dall'alto d'un contorno di pietra,
Assunta, e la cattedrale tempio più fabbricato a piedi d'uno smisurato
moderno, veramente grandioso, de olmo, che sorgeva sul mezzo della
dicato a s. Leone Dalmata, il qua piazza, caduto poi per l'antichità. Il
le colla fede cristiana gli diede il p. Ci valli, presso il Colucci, Antìch.
suo nome, venerato per martire Picene t. XXV, p. 2o8, parlando di
dalla chiesa Milanese, e dalla Fe- s. Leo e del convento de'suoi mi
rctranu per confessore, che lo ha nori conventuali lo dice antichissi
in un alla città e diocesi pei- pa mo e probabilmente originato da
trono. Si ritiene che ne fosse anco s. Francesco quando ivi ricevette
il primo vescovo, certo è che di il libero dono di detto monte. Il
morò e morì in s. Leo : la sua palazzo comunale venne costruito
immagine ordinariamente si vede dai fiorentini, che vi dominarono
accoppiata a quella di s. Marino sotto Leone X, quando questi in
suo diacono, protettore della re vestì del ducato di Urbino il pro
pubblica di s. Marino (P'eiìi), al prio nipote, ed è il migliore de'pro-
quale articolo riportammo diverse limi edilìzi. Sublimasi dal ripiano
notizie riguardanti s. Leo ossia la più ardua vetta, ed ivi è co
Montefeltro , nella cui diocesi è struita la fortezza, diminuita d'im
compresa. La parte ove si fermò portanza secondo la moderna tatti
il santo vescovo Leone, ch'è la piò. ca; è stata però assai celebre negli
declive, dicevasi Monte Feliciano, mmali militari de'tempi andati. La
ed al luogo ove piantò presso una sua area è ristretta, e dal lato del
foute, per lui divenuta prodigiosa, la città, cui sovrasta, ha le solide
l'eremitica abitazione, rimase il no mura abbastanza elevate, mentre
me di Valsanta. Nel ta i3 o più da tutti i lati l'altezza totale del
tardi, predicando s. Francesco d'A- monte forma la sua insuperabile
sisi in s. Leo nella pubblica piazza, barriera. Non solo la fortezza di s.
in occasione che si vestiva solenne Leo è rispettabile e rinomata, ma
mente cavaliere dell'ordine impera il citato p. Civalli che la visitò in
torio il conte della città, vi è co- sieme alla città, dice che questa è
Mante tradizione, che agli 8 mag tutta fortezza come fabbricata su
gio ricevè del conte di Chiusi Or alto monte da ogni parte sfaldato,
iundo Cutanei la donazione dcl nou potendosi minare, ul utl'amaie,
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poichè dentro vi sono tanti terre Penna e Billi, Macerata Feltria,
ni che bastano a rendere il sosten Monte Cerignone, e Monte Grima-
tamento agli abitanti, con fontane no. I vicari e capitani erano in
eccellenti d'acqua viva, ed in caso Pietracuta, Monte Gelli, Casteldel-
di bisogno potevansi unire colle ac ci , Sassoferetrano e Pietrarubbia.
que piovane per la macinazione, Gli altri luoghi della provincia era
onde fu tenuta con molta gelosia no i seguenti castelli. Monte di
dai possenti duchi d'Urbino, che la Tassi, Valle di s. Anastasio, Ripal-
fornirono di buon numero d' arti ta, Monte Copiolo, Monte Boaggi-
glierie, e la resero munitissima. Ag ne, Certalto, Monte A Ita vello, Mon-
giunge il p. Cavalli che della già dagano, Cavoleto, Monte s. Maria,
mirabile sua fortezza, e de' vari Monte Liviano, Gesso, Maciano, Se-
guerreschi successi, ne trattarono natello, Monte Maio, Secchiano, Uf-
ancora Onofrio Panvinio nelle ad figliano, Tansano, Rotagnano, Sa-
dizioni alle vite de' Pontefici del vignano di Rigo, Monte Petra, Mas-
Platina, in quelle di Alessandro VI setta feudo de' Bernardini di Borgo
e Leone X, e riporta i versi co'qua- s. Sepolcro, Casalecchio e Pagno.
li volle celebrarla un poeta. Il Abbonda il territorio di s. Leo di
Montefeltro e s. Leo ebbe molti grani, biade e frutta, e vi è copia
uomini illustri e distinti, nelle arti, di selvaggiumi, di squisiti formag
nelle lettere, massime nelle armi. gi, e maiidre numerose di animali
Il Reposati, Della zecca di Gub neri. Divenuti i Fel treschi signori
bio , riportando e illustrando le dello stato d' Urbino e capi del
monete de' duchi d' Urbino , e ghibellinismo, anche nella Marca,
quelle col nome di Montefeltro, di Romagna e Toscana, s. Leo e la pro
ce che questo fu usato mettersi vincia Feretrana ne seguirono i de
dai duchi per onorare questa par stini, ed ebbero comuni i tanti di-
te dell' antico loro stato, che diè Versi clamorosi avvenimenti, quali
origine al nome della famiglia, per riportiamo ai molti analoghi arti
chè da nessun monumento si rica coli. Oltre poi gli autori che de
va che in Montefeltro siavi stata scrissero le cose di s. Leo e Mon
la zecca ; molte poi sono le monete tefeltro, quali citeremo parlando del
battute in Pesaro e Gubbio col l'illustre chiesa Feretrana, abbiamo:
motto Feretiia, significante I* onti - Pier Antonio Guerrieri, La Car-
ca origine di sì illustre e nobilis pegna abbellita, ed il Monte Fel
sima famiglia. Il medesimo scritto tro illustrato, composizione istorica
io fa la seguente descrizione della distinta in quattro parti, Urbino
provincia di Montefeltro o Fere- 1667, Rimino 1668: non essendo
trana, dopo che ritornò al pieno stata stampata la terza parte che
dominio della santa Sede. Era com spetta a Monte Feltro. Pubblicò il
porta di trentauove comumtà, di Guerrieri la quarta parte, prima
stinte in dieci uffizi, in cinque 'delle della terza, per trattare della fami
quali risiedeva a nome del cardinal glia Carpegna cui apparteneva; l'o
legato un giudice dottore col titolo pera è rara, e somministra lumi
di podestà, in altre cinque un no sufficienti eziandio alla storia di
tare col titolo di vicario o capita Monte Feltro. Gio. Battista Passe
no. Le podesterie erano s. Leo, ri, Discorso che contiene f OJepo-
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fico Ferctrano, colle osservazioni portarono il corpo di s. Severino
appartenenti alla storia naturale abbate. Nella guerra gotica era già
fatte nel Monte Feltro. Exst. nella nel rango delle munite castella,
Storia de'fossili del Pesarese, p. i 85. dacchè Vitige vi pose guarnigione
Da un antico tempio sacro a quando da Belisario venne incalza
Giove Feretrio, che sulla parte più to verso Ravenna. Dopo che il Pa
orientale del monte si ergeva, ebbe pa Stefano III ricorse all'aiuto del
il monte l'originario nome di Mon re Pipino contro Aistulfo re de'lon-
te Feretro, Mons Feretrium, detto gobardi, il re Pipino obbligò l'in
poi Monte Feltro, Mons Feltrium, vasore longobardo a restituire alla
nome che passò all'intera provincia chiesa romana l'esarcato, ed alle
di cui fu capitale, ed a quella dei ricuperate terre nel 755 Pipino ag
suoi signori che vi ebbero culla. La giunse diverse altre città dell'Emilia,
città fu in più modi chiamata Fé- con che amplificò il principato del
retrum, Feltria, Feretrana, s. leeo Papa, fra le quali comprese Monte
ne, s. Leo, Leopolis, Leonis Fa Feltro, Mons Feretrium. Tra le
niim, Pietra- Urbino, Urbino- Orten città che Desiderio ultimo re de'lon-
se: prevalsero i nomi di Montejel- gobardi usurpò alla santa Sede, vi
tro, e s. Leo o Sanleo. Il Mura fu Montefeltro, per lo che Adria
tori con altri scrittori confessarono no I si rivolse a Carlo Magno ,
l'identità di s. Leo e di Montcfel- dal quale ne fu reintegrato con
tro, poichè essendo il Monte Feti- tutta la Pentapoli, di cui fece par
ciano uno de' due monti del gran te Montefeltro. Nell'896 per opera
sasso ove la città è fabbricata, oggi dell'imperatore Arnolfo, Montefeltro
detto Monte, nell'altro monte più fu saccheggiato e bruciato. In s.
alto denominato Rocca da quella Leo nel 963 fuggì Berengario II
forte ivi eretta, essendo in gran imperatore e re d' Italia eoa la
venerazione presso i romani, vi fab consorte Willa, per timore di Ot
bricarono un sontuoso tempio a tone I re di Germania. Avendo la
Giove Feretrio prima deità di Ro natura reso il luogo forte, e mu
ma nascente, detto così dal colpire nito di antichissima fortezza, inu
il nemico, onde gli abitatori della tilmente tentò due volte d' impa
provincia adorando tal nume furo dronirsene, e vedendo difficile l'im
no appellati feretrani : i ruderi del presa, capitolò nel 964: questo fa
tempio si vedono nelle vicinanze moso assedio durò due anni, e so
della città, e le sue reliquie furo lo la penuria di viveri e la fame
no impiegate nella magnifica catte costrinse gli assediati ad abbando
drale. Montefeltro si crede origina narsi alla generosità dell' assediante
to dai siculi nel i i 35 avanti l'era Ottone I, il quale prese però Be
nostra, o dagli umbro-senoni, su di rengario II e Willa, mandandoli
che pub vedersi il Cimarelli nell'/- prigioni in Bamberga. Nel i820
storie dello stato d Urbino da' se- presso le vicinanze di s. Leo, in
noni detta Umbria- Smonta . Fu certi scavi eseguiti sul colle Acqui-
' fatta città l'anno 826, e divenne ro, si trovò una gran cassa rin
municipio romano della tribù Stel- chiudente vasi e scettri d'oro, una
latina. Nell'antico castello di Mon corona pur d'oro fornita di dia
tefeltro, gli eriili del norico tras- manti, vari candelabri, pezzi di
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stoffe di amianto ornate d'oro, ed ta a tempo del conte Guido An
arnesi muliebri in gran numera. tonio di tal casa, ne' primi del se
Si crede che questi effetti apparte colo XV, e da altri documenti al
nessero a Berengario II che si di trettanto si deduce, convenendovi
fese per lungo tempo sul monte s. pure il citato Reposati. In questa
Leo, prima di cader nelle mani genealogia si legge che i conti di
di Ottone I, essendovisi recato co' Montefeltro traggono la prima ori
suoi tesori. A' tempi di Ottone I gine dai conti di Carpegna, signori
Monteferetro dicevasi Monte di s. antichissimi d'Italia, padroni di ca
Leone, e l'imperatore ne confermò stelli con giurisdizione accordata lo
il dominio alla chiesa romana, es ro in remoti tempi dagl'imperato
sendo capitale del comitato del suo ri ; i quali conti venendo alle divi
nome. Ebbe i suoi duchi e conti sioni fra loro, uno ebbe la Carpe
residenti in s. Leo, come vuole il gna, l'altro Pietra Rabbia, il terzo
Marini ; ed i vescovi fcretrani Monte Copiolo. Quest' ultimo ag
esercitarono il dominio temporale giunse allo stato paterno la città
su varie castella. L'imperatore s. di s. Leo posta nella Flaminia, ca
Enrico II, come altri, confermò al po di tutta la Feretrana provincia,
la romana chiesa, ed a Benedetto e che perciò si denominasse conte
VIIl nel ioi4 il dominio tempo di Montefeltro. Il primo dunque
rale, compresa la Pentapoli e il che si trova di questa casa è Moii-
Montefeltro. Nel secolo XII era in ti fillri no, che fiorì nel i i 9o, e fu
essere, e però fu compreso nella capitano a que'tempi di gran no
donazione fatta alla Sede apostolica me: ebbe due figliuoli, Buonconte
dalla contessa Matilde. e Taddeo. Il primogenito Buoncon
La nobilissima famiglia Feltria o te valotosissimo guerriero servì En
di Montefeltro si fa oriunda d'Italia, rico VI imperatore, figlio e suc
o della casa di Borgogna, argomen cessore di Federico I, nelle guer
tandosi dalla similitudine dell' arma re, meritandosi favori e grazie an
gentilizia, dicendosi venuti alcuni che pei servigi resi dal genitore
della famiglia cogl' imperatori in all'impero. Dopo la morte di En
Italia, e qui da essi per loro vica rico VI, Buonconte di Montefeltro
ri lasciati. Altri sono d'opinione, parteggiò pel fratello del defunto,
che sia venuta dalla Germania con Filippo; indi per l'imperatore Fe
molte altre famiglie nobili, come derico II figlio di Enrico VI. A
si ha per antica tradizione, e che riconoscere i molti servigi di Buon
aderissero alla porte imperiale, e conte, nel i2i 3 Federico II gli
di. tal sentimento fu il Campelli, concesse la città d'Urbino, la qua
nella prefazione olle costituzioni le però solo a mediazione del co
dello stato di Urbino. Molti final mune di Rimino, e nel ia34 si
mente credono, che la casa di assoggettò al Montefeltro. Innocen
Montefeltro provenga dalla famiglia zo IV fulminando l'anatema con
antichissima de' signori della Car tro i Feltreschi, fu il segnale per
piona, ciò ritraendosi non solo petuo fra la Chiesa ed i Feltreschi:
dalta similitudine dello stemma egli privò Taddeo di Montefeltro
gentilizio, ma altresì da una genea d'ogni autorità nell'Urbinate e nel
logia della casa di Montefeltro, faI- Montefeltro, compresi tutti i feudi
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della diocesi. Quindi la famiglia cui mezzo era Sanleo residenza con
Fol d'esca sempre seguace dell'im curia. Martino V nel i4i7 con
pero, e capoparte de'ghibellini, fio cesse ai Ma la testi in vicariato Mon
ri per una serie di eroi, e del suo tefeltro, con l'annuo censo di sci
stato ricevette investitura dalla san mila fiorini. Violante di Monte-
ta Sede : di essa tra gli altri scris feltro, figlia di Guido Antonio ,
sero il Sansovino, Delle famìglie il sposandosi nel i442 con Mala-
lustri (TItiiliu; e il Zazzera, Della testa Novello signore di Cese
nobiltà d'Italia. Nel secolo XV i na, portò in dote una parte del
Monte feltro divennero duchi di Ur Montefeltro colla città di s. -Leo,
bino, e gli successero i Rovereschi. ricevendone da Eugenio IV l'inve
Lo ripetiamo, essendo collegati i stitura; dipoi tal parte, come la
principali avvenimenti di Montefel- città, ritornarono ai Feltreschi. Fe
tro e di s. Leo , coi Montefel- derico conte di Montefeltro, sco
tro e della Rovere conti e duchi municato dal Papa e ridotto al
di Urbino, ne parleremo agli arti dovere per essersi unito a Fran
coli Urrmo, Rovere ed altri ana cesco Sforza contro di Eugenio IV,
loghi, potendosi nuche leggere Cut- il successore Nicolò V lo assolse
BALLIVI. e reintegrò agli antichi onori, con
Nel 1279 Ridolfo I imperatore, diverse condizioni. Nel pontificato
con diploma sottoscritto dagli elet di Sisto IV della Rovere, pel ma
tori dell'impero, confermò a Nicolò ritaggio che il nipote Giovanni
III la sovranità pontificia sulla contrasse coll'erede dei Montefeltro,
I Yntnpnli , Urbino e Montefeltro. dipoi ne ereditò gli stati e le ric
Ribellatosi il conte Guido I di Mon chezze il di lui figlio Francesco
tefeltro alla romana chiesa, il Pa Maria, adottato per successore da
pa Martino IV nel 1281 ingiunse Guid'Ubaldo I ultimo duca Felti e-
al capitolo feretrano di dar mano sco. Essendo ancor vivo tal princi
e di adoperarsi a ridurre gli uo pe, Cesare Borgia duca Valentino
mini di Montefcretro e suo stato e figlio di Alessandro VI, nella
all'obbedienza della Sede apostolica, insaziabile sua ambizione, divisò
onde nell'anno seguente i sanleesi di spogliare della signoria anco la
vi si sottomisero immediatamente e casa di Montefeltro, e troncare i
l'acclamarono suprema signora, do diritti di quella de'Rovereschi. Do
po aver cacciato colle armi le nu po la presa di Urbino, il Borgia
merose truppe del feudatario ri ebbe senza difficoltà tutti gli altri
belle, che soggettata si era quasi luoghi dello stato, e fu riconosciuto
tutta Romagna, e tosto il Pontefi per signore. In brevissimo tempo
ce vi spedì un nobile famigliare a gli fu consegnata anche la fortezza
reggerli. Bonifacio VIII investì del di s. Leo, perchè avendola fatta
lo stato d'Urbino Guido I di Mon circondare di soldati , per tradi
tefeltro, ma poco dopo disinganna mento gliela cedette Gio. Lodovico
to del mondo, vestì l'abito dei Scarmeglione folignate, che vi era
francescani. Gregorio XI nel i371 commissario , aperta una porta ,
conferì la vicaria di Montefeltro e introdottevi le milizie del Valen
ad Ugolino Gallura nobile bolo tino. Non andò guari che s. Leo
gnese, capitale del vicariato, nel potè ritornare all' obbedienza di
i9s MON ti O»
Guid' Ubaldo I, per le persone a se alla sua tirannia, e tutto lo sta
lui affezionate, e coll'opera di Lo to tornò alla divozione della casa
dovico Paltroni da Urbino, e del Feltresca senza ostacolo, indi Guido
prete Giacomo, per cui altre città Ubaldo si recò a s. Leo, donde
cacciarono i presidi del Borgia, il passò ad Urbino, con segni della
quale in un accordo riconobbe il più viva allegrezza. Tutto e me
tolto. Tuttavolta non fidandosi il glio narra il Reposati. Giulio II
duca d'Urbino delle promesse del zio di Francesco Maria, fu assunto
Valentino, venne alla risoluzione di al pontificato nel i5o3.
distruggere le rocche de' suoi stati, Leone X privò del ducato Fran
e le artiglierie colle cose a lui più cesco Maria, e ne investì Lorenzo de
care le mandò in s. Leo, alla cui Medici suo nipote. Dopo il i5i6
difesa trovi il veneto Simonetto il nuovo duca, o la repubblica fio
Fregoso con soldatesche della re rentina fabbricò in s. Leo il pa
pubblica di Venezia. In fatti nel lazzo, che abitarono poi gli ultimi
i5o3 il Borgia venne alla deter tre duchi di Urbino ; gli antichi
minazione di conquistar le fortezze duchi e conti Feltreschi avevano
che avea lasciato al duca, e man abitato nella rocca. Divenuto Pon
dò Remires suo capitano all'assedio tefice Adriano VI lo restituì al suo
di s. Leo, ma i Feltreschi in una signore, o meglio nel i5tiJ la re
uscita gli uccisero i guasconi che pubblica fiorentina restituì s. Leo
comandava, onde ripreso coraggio o Montefeltro ; finchè morendo l'ul
i sudditi del duca, in molti luoghi timo discendente nel pontificato di
si ribellarono all' invasore Borgia. Urbano VIII lo stato ritornò in un
II Remires con altre genti continuò a s. Leo alla santa Sede. Sotto il
l'assedio di s. Leo, riuscendogli però dominio pontificio nella fortezza si
vano ogni tentativo, l'abbandona mandarono i rei di delitto per es
rono a' 3 luglio molti dell'esercito ; piarvi la pena della loro condanna.
egli però insistendo per impadro Informato Pio VI dell'orridezza del
nirsene, scrisse al luogotenente di le prigioni e del cattivo trattamen
Urbino di ritenere tutte le donne to dei carcerati, compassionando
appartenenti ai difensori della for quegl' infelici, fece fabbricare carce
tezza, e per batterla meglio fece ri migliori e provvide alla loro
fabbricare un edilizio. Quando lo coudizione. Giuseppe Balsamo sici
compì, gli assediati colle artiglierie liano, famoso impostore, sotto il
in un baleno lo distrussero e fra nome di conte Cagliostro, arresta
cassarono, ed allora il capitano ve to in Roma nel 1789, e convinto
dendo che niuno voleva più ser di congiure e complotti contro la
virlo in impresa sì disperata, ab religione e lo stato, Pio VI gli
bandonò l'assedio e tornò ad Ur commutò la sentenza di morte nel
bino. Alessandro VI che favoriva la carcere perpetua in s. Leo, di
le ambiziose idee del figlio, morì cui avea restaurata la fortezza : ivi
a' 18 agosto, e senza il di lui ap essendo allo sciagurato riusciti vani
poggio il Valentino non potè pro due tentativi per fuggire, morì im
seguire le vaste sue imprese, e si penitente nell'agosto 1796. In que
vide altamente esposto anche alle sto tempo lo stato pontificio geme
derisioni: subito Urbino si sottras va per l' invasione de' repubblicani
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francesi, onde Pio VI dovette fare lo numero de' soldati che aveano
immensi sagrili™ nell'armistizio di fatta s'i valorosa resistenza. Ai fran
Bologna e nella pace di Tolentino, cesi subentrarono nella fortezza i
anclie colla cessione delle legazioni. napoletani, ch* evacuandola agli 1 1
Tuttavolta i francesi col pretesto maggio 1 8 1 4, l'abbandonarono ai
che appartenesse alla ceduta Roma cittadini, senza attendere la soprav-
gna s. Leo, stabilirono occuparlo. vegnente autorità militare pontiti-
A' 3 dicembre 1797 un corpo com eia ; indi nella ritirata dell'aprile
posto di soldati polacchi ausiliari e 181 5 ne partirono pure tumultua
di cisalpini, violati i confini ponti riamente, e fu in quella circostan
ficii, accostaronsi a s. Leo, ed il ge za, che il popolo armato in fretta
nerale Dambrowski ne domandò la respinse dentro le prigioni con qual
cessione. Il Baldassarre Relazione che effusione di sangue parecchi
de'patimenti di Pio VI, t. II, p. 1 55. prigioni nel disordine usciti.
racconta che il capitano comandan La sede vescovile fu eretta nel
te la fortezza Filippo Silvani, poi IV secolo, e come diremo divenne
generale di liriguta, non ostante il suffraganea della metropoli di Ra
vedersi assalito proditoriamente, e venna. Ne fu primo vescovo s. Leo
l'aver pochi mezzi di difesa, rispo ne che intervenne al concilio di
se negativamente. Allora i repub lumini, e fu uno di que' santi ve
blicani attaccarono vigorosamente scovi che separatisi dagli ariani, si
la fortezza ; ma respinti dalle arti rifugiarono nel borgo \5 miglia di
glierie pontificie allontanaronsi, fin stante da quella città, che perciò
chè ricevettero un rinforzo : questo prese il nome di Cattolica : per
giunto, con assalto tentarono d' im tradizione si ha che morì il primo
padronirsene, ma ributtati non ar agosto 36o in s. Leo o Montefel-
dirono più di esporsi sì vicino ai tro ove fu sepolto. Gli successe
colpi d' artiglieria, e si contentarono Mauricino fiorito oltre l' VIII seco
di molestare il forte con piccole e lo, forse nell'82o, il corpo del qua
continue scaramucce. Frattanto Dam le con quello di s. Leone nel prin
browski fece sapere a monsignor Sa- cipio del secolo XI dall' imperatore
luzzo preside d'Urbino, ed al colon s. Enrico II fu trasportato a Vo-
nello Baruichi comandante militare ghenza (Fedi) ; questi due vescovi
in Urbino e Pesaro, che se non ordi non riportati nella serie de' vescovi
navano la cessione di s. Leo, avreb dell' Ughel li, Italia sacra t. Il, p.
be occupata tutta la provincia. Il 841, Leopolitani sìve Feretrani e-
prelato per evitare mali maggiori piscopi, sono contati dal Marini nel
impose al Baruichi d'ordinare al la serie cronologica de' medesimi.
Silvani di sgombrare a patti ono Agatone nell'anno 826 sottoscris
revoli la piazza e consegnarla a se al concilio tenuto in Roma
Dambrowski. Ciò ebbe luogo me da Eugenio II: Agatho episcopi*
diante capitolazione a'7 dicembre, Monte Feretris. Stefano governava
tributando il generale al Silvani la la chiesa Feretrana l'anno 853.
ben meritata lode di valente ed o- Massimino episcopus Feretranut
norato capitano, e tutti gli onori dell' 877. Giovanni I abbate del
militari. Restò poi il generale sor monastero di s. Leone sedeva nel-
preso quando vide sfilare il picco- l'88i, come il precedente fu mvi-
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tato ma non intervenne ad un con tutto il secolo X. Dall'avere però
cilio di Ravenna, onde fu redar Gregorio V soggettato il vescovo
guito : in questo tempo Orso duca Feretrano alla metropolitana di Ra
di Monteferetro ornò la pieve, al venna, ciò confermando nel q97
lora cattedrale di snn Leo, con son all'arcivescovo Gilberto, verisimile
tuoso ciborio, ed il vescovo unito non sembra che il Papa non ne
a lui nell'885 tenne in vicinanza avesse espressa la lunga vacanza,
della stessa città un placito, in cui e molto meno che l' arcivescovo
fu deciso un litigio tra Dettone ve non avesse tantosto esercitata l'au
scovo di Rimino, e Stefano abbate torità concedutagli. Arduino è il
di s. Marino, poichè in que' tempi primo che si trova dopo Giovanni
in ciascuna città il vescovo e il I, e fiorì nel ioi5, vivendo anco
conte o duca insieme convenivano ra nel io44; essendo intervenuto
nel governo de' popoli e nella de a tre conci lii. Andolfo nel io53 as
cisione delle cause. Orso eresse il sistè alla consacrazione che s. Leo
tabernacolo o ciborio ossia tribuna ne IX fece in Rimino di Pietro ve
di finissimo marmo, sostenuta dn scovo di A nner.i, e forse sopravvisse
quattro colonne per maestoso orna sino al 1o74. Nel 1o75 s. Grego
mento dell' unico altare entro la rio VII invitò gli elettori a prov
sotterranea confessione della pieve vedere la chiesa di un pastore vi
o cattedrale in onore di Maria Ver gilante. Pietro è il primo che si
gine Assunta, e vi si conservava il conosce dopo il 1o74, il quale ot
prezioso corpo di s. Leone. Dipoi tenne un luminoso privilegio o con
il monumento fu ridotto a batti ferma di giurisdizione, di beni per
steri© presso la porta della chiesa, sè e per la sua chiesa Feretrana
la quale vuolsi che ad un tempo da Onorio II nell'anno it2-,, ri
fosse abbazia con monastero e cat portato dall' Ugbelli: in esso so
tedrale. L' altro monastero di s. no nominate le pievi, compresa la
Severino, dicesi che avesse la chie maggiore o cattedrale di s. Maria,
sa fuori della città di s. Leo in parrocchiale e battesimale della cit
luogo suburbano. In progresso di tà di s. Leo ; le chiese, cappelle,
tempo si fabbricò la nuova catte celle, monasteri e fondi della Fe-
drale con episcopio : dalla vecchia retraua chiesa, che in gran parte
alla nuova si passò la cattedra ve sussistono. Arnoldo sedeva nel 1 1 4o,
scovile e l'ufficiatura, con la parte e nel 1173 Valentino o Vatenti-
superiore del già sepolcro marmo ioanu, nel quale anno fu compita
reo del santo e il battisterio, fin l' insigne fabbrica della nuova cat
chè nel secolo XVI il battisterio tedrale di s. Leo ; fu costrutto al
fu riportato alla chiesa antica, ed tresì contiguo alla medesima il pa
allora fu che il prevosto Belluzzi lazzo vescovile da una parte, e l'abi
vi fece adattare per ornamento il tazione pe' canonici dall'altra, laon
ciborio di Orso. E assai dubbio de il pala/70 colla canonica presero
che a Giovanni I succedesse Al il nome di vescovato; dopo la ro
berto. Per infortunii sopraggiunti vina del palazzo si proseguì a chia
alla città dopo la morte di Gio mare la cattedrale col nome di ve
vanni I, vacò lungamente la chie scovato. Alberto vescovo del 1208;
sa, non trovandosi altro vescovo a Giovanni li Io era nel 12 18, e l'im
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peratore Federico II lo insigm del ti sagrato nel 1 3 1 9 in Avignone ove
tolo di conte, e di altri privilegi con dimoravano i Papi : nel suo sigillo
diploma, onde ornò Is sua mitra ve si vede s. Leone vescovo con al
scovile d'una corona, pel dominio di sopra la facciata occidentale del
temporale che i vescovi Feretranì duomo di s. Leo ; rimanendo com
ebbero su diverse castella. Rolando provata con documenti la residen
I era vescovo nel 1222, forse della za sua, della curia e tribunale in
famiglia di Montefeltro, secondo il s. Leo, talora dimorò in s. Murino
Marini : Onorio III gli commise la come qualche altro vescovo. A suo
decisione d' una causa tra l'arcive tempo Nicolò Feltresco sorprese la
scovo di Ravenna, ed il priore e città di s. Leo, si acquartierò nel
canonici di s. Maria di Porto. palazzo episcopale, ed occupò la vi
Ugolino di Montefeltro, figlio di cina torre; indi assediata la rocca,
Buonconte, del i239, parteggiò per abitazione de' suoi maggiori, co
Federico II, morto il quale nel strinse alla resa Nerio di Petrella.
12 lo si umiliò poi al Papa Inno Nel i35o Cluro o Chiaro Peruz-
cenzo IV in Perugia. Nel 1252 gli zi nobile fiorentino, pieno di virtù,
successe il canonico Giovanni III, riusci disaggradevole a Nolfo signo
elevato al trono vescovile dai suoi re della città, ed a tutti i nobili
colleghi, confermato con breve da dominatori delle castella, onde par-
Innocenzo IV : consacrò nel 127o fi subito da s. Leo, ed affittate le
la chiesa di s. Martino di Pietra rendite si portò in Roma, perchè
Maura nel distretto di s. Leo. Ro Nolfo erasi collegato contro i fio
berto I probabilmente figlio di Tad rentini coll' arcivescovo di Milano.
deo Feltresco, del ramo di Pietra Sino alla pace del 1 353 dimorò a
Rubbia, vuolsi che efficacemente Talamello, perchè ottenne di quel
cooperasse alla cacciata delle nu luogo e di Maiolo e Monte Ceri-
merose squadre di Guido nel 1282, gnone il temporale dominio, dopo
ed a soggettare i sanleesi a Mar il 1 35 1 : forse Maiolo nel i379o
tino IV : il Marini esclude dal no 1 366 per concessione del celebre
vero de' vescovi Chiaro o Claro legato cardinal Albornoz, che dis
del 1291, riportato dall' Ughelli. perse i signori del paese di Mon
Rolando II fu grande sostenitore tefeltro, ribelli alla romana chiesa.
di parte guelfa, e si congettura di Altri vogliono che risiedesse anche
progenie Feltresca, figlio di Monte- in s. Marino, quantunque sussistes
fcltrano, del 1293. Uberto vescovo se il palazzo vescovile di s. Leo :
nel 1295, che trovata sconvolta la nella descrizione della provincia di
diocesi per le fazioni, partecipò col Romagna fatta nel i371 dal car
capitolo nelle gare coi conti di dinal Grimoardi, si trova che tem
Montefeltro, e con altri nobili del poralmente il vescovo Feretrano
paese, pacificati nel 1 3oo : appari signoreggiava le dette castella. La
sce da diversi atti pubblici la re sua patria l' impiegò in isplendide
sidenza in s. Leo non meno del ambascerie, e con beneplacito apo
vescovo, che del prevosto e cano stolico trasferi i fiancescani di s.
nici nella canonica. Benvenuto ven Marino in luogo più vicino ; visse
ne eletto per compromesso del ca lungamente, e sempre con fuma
pitolo, di cui era prevosto, e fu con- di uomo insigne. Luca successore,
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l'Ughelli lo ilice dell' obbedienza dinalr. Pochi mesi governò il suc
dell' antipapa Clemente VII, onde cessore Andrea. Nel i458 Corrado
la chiesa Feretrana pel Ingrimevo- Marcellino priore di s. Maria in
le scisma non potè a meno di es Via Lata, fu trasferito nell' istesso
sere turbata e sconvolta. Urbano anno a Sezze e Terracina, e Gia
VI però nel i 388 ne fece ammi como Il venne surrogato per pochi
nistratore o commendatario Pino : mesi, onde nel i459 da Volterra
Bonifacio IX nel i3qo provvide la Pio II vi traslocò Roberto II Adi-
chiesa di stabile pastore, con Bene mari di Firenze, che dopo due an
detto monaco benedettino del Mon ni ottenne dal Papa l' unione per
te di Cesena ; ma impiegato in petua alla mensa vescovile del
gravissimi affari, mai stabilmente l' abbazia di s. Anastasio della Val
risiedette in diocesi, perchè fu vi le Feretrana, da più secoli possedu
cario del Patrimonio di s. Pietro, ta e abitata dai benedettini clii
rettore e tesoriere di Romagna e niacensi, e vi fabbricò un nobile
Massa Trabaria, duca di Spoleto, palazzo senza dislare in tutto la
marchese e rettore della Marca, e primiera forma di monastero. Ivi
fece altre azioni in zelante servi fece la sua ordinaria residenza, so
gio della santa Sede, anche sotto lo per accidente dimorando in Mon
Innocenzo VII e Gregorio XII. te di Tassi presso la nipote Gan-
Godè la signoria personale di Ma- dollini, maritata al signore del luo
ciano per concessione pontificia, e go. Il Nardi nella erudita Direzio
ne approvò gli statuti. ne storica delle acque minerali di
Fr. Giovanni da Rimini per fa s. Marino, o acque della falle,
vore di Malatesta nel i4i3 Grego ci dà importanti notizie siili' abba
rio XII lo fece vescovo ; interven zia della Valle di s. Anastasio, ed
ne al concilio di Costanza, e pri avverte che verso la fine del i46o
ma che terminasse ottenne di tor Roberto II divenne perpetuo suo
nare alla sua chiesa, fermando la commendatore , parlando inoltre
sua dimora in Talamello, ove dal della frequente residenza che vi fe
le fondamenta fabbricò comoda a- cero i vescovi, de' sinodi diocesani
bitazione, per cui ne venne chia che vi tennero, del titolo preso da
mato vescovo a cagione dell' affe loro di abbati di s. Anastasio, la
zione che portava al luogo, e vi cui ellìgie in qualche sigillo vesco
morì e fu sepolto nel i444- Euge vile si vede con quella di s. Leo
nio IV gli sostituì Francesco Angelo ne protettore della diocesi. Questo
Chinravalli nobile di Todi, che prese vescovo nel i 4-7 i fu impiegato da '
possesso in s. Leo e dimorò in Ta Federico di Montefeltro nell'amba
lamello nella detta casa. Nicolò V sceria al duca di Ferrara ; e nel
nel i45o fece vescovo Giacomo I i477 creò con istromeiito presso
Tebaldi romano oriundo di Colle- I' Ciglielli un no taro imperiale ove
scipoli, creato cardinale nel i456 s' intitola : Episcopus s. Leoni* a-
da Calisto III, chiamandosi il car lias Feretri et comes, o perchè fos
dinal Frretrano, anche dopo aver se conte di qualche castello, ovve
rinunziato questa chiesa, che go ro pel titolo che ne usarono i pre
vernò sette auni circa : per le sue decessori. Rinunziò dopo ottimo go
notine si può vedere Teraldi car- verno nel i j8-j, e passati dieci
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giorni mori, e fu sepolto nella chiesa tuttora, quando elelò quella sede
iIella Valle, al cui sepolcro fu scolpita alla dignità metropolitica. Ennio II
hi mitra circondata dulla corona di intervenne al concilio di Trento, e
conte. Occupò la sede Celso Milliui mentre era inteso alla riforma del
nobile romano, canonico vaticano clero morì nel i 565. Pio IV di
e referendario, il quale con lode chiarò amministratore il cardinal
fu vescovo fino al i.tl)8. Il nipote Carto Fìsconti (Fedi), che cessò di
Luca II canonico di s. Maria in vivere passati quattro mesi.
Via Lata gli fu surrogato, dimoran Nel i 567 s. Pio V fece vescovo
do nel i5o2 nella badia della Val feretrano Giovanfrancesco Sormani
li', quando il Valentino bloccava la nobile milanese, già vicario aposto
città di s. Leo. Nel i5o7 Giulio II lico di Ragnsi. Avendo trovato la
vi trasferì da Cagli Antonio Cro cattedrale di Sanleo derelitta , fece
stini da Sassofcrrato, già precettore uso di quanto avea di recente pre
di Francesco Maria Feltrio della scritto il concilio di Trento , ma
Rovere, di alto senno, e insigne non gli riuscì restituirle il culto do
teologo, indi gli aggiunse il gover vutole, onde volendo prendeie altri
no temporale di Rimini. ISel i5io provvedimenti, da molte difficoltà
Paolo Alessandri de Strabuzzi pre restò frastornato, finchè scorsi più
vosto della cattedrale di Urbino sua anni , vide inaspettatamente uscir
patria, stato vicario generale del fuori la bolla di traslazione , che
Milliui; esercitò il governo tempo riporta l'Ughelli, e di unione per
rale ora di Rimini, ora di Pesaro, petua dell'antica cattedrale di San
e morì nel i538, dopo aver con leo, alla nuova collegiata di Penna
singolarissima prudenza regolata la o Pennabilli. I motivi di tale tras
chiesa Feretrana o Sanleese . En lazione secretiunente procurata dal
nio I Filonardi (Fedi) cardinale ot duca Guid'Ubaldo della Rovere, ge-
tenne il vescovato benchè fosse ve losissimo della città e rocca di San
scovo di Veroli, indi nel i 546 am leo, li riporta il Marini. Egli narra
ministratore : per due anni risiedè come il Sormani sino dul principio
nel palazzo della sua abbazia di s. riuscì ristabilire la residenza ed uf
Anastasio, e comandò quale legato ficiatura nella cattedrale di Sanleo,
pontificio le truppe contro il duca ma i canonici vessati, malveduti e
di Urbino per causa del ducato di maltrattati dai ministri militari del
Camerino, il quale fu ceduto alla duca, furono costretti di andarsene
camera apostolica sotto Paolo III, nuovamente fuori, adducendo inol
ricevendo in compenso 78,ooo scu tre per iscusa anche l'infelice stato
di d' oro. Nel i 549, CoD iisei'va di materiale della chiesa , e special
entrare in possesso alla sua morte, mente del coro, cui per la tenuità
il cardinale rinunziò I' amministra delle rendite capitolari non potea-
zione della chiesa di Montefeltro no dare riparo. II vescovo pensò ad
al nipote Ennio II Massari di Narni una temporanea traslazione alla Pen
che divenne effettivo nel i55o : es na per l'ufficiatura, ov'eravi la col
sendo la chiesa Feretrana una di legiata parimenti non ufficiata, on
quelle soggette immediatamente al de provvedere alle coscienze de' ca
Papa, Pio IV la dichiarò nel i563 nonici d'ambo i luoghi, e ne pro- ,
suffraganea di Urbino, come lo è curò l'assenso da s. Pio V. Questi
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invece ordinò la restaurazione della e Pesaro, è situata a piè de' versanti
cattedrale, e il coro dipinto, onde occidentali de' monti di Carpegna
poi vi furono coloriti i suoi stem non lungi dalla Marecchia. Fu sem
mi, somministrando un sussidio di pre nobile terra, soggetta lunga
denaro. Poco dopo nel i572 morì mente per l'amministrazione pro
il Papa, e Gregorio XIII che gli vinciale a Sanleo, ove tenevasi il
successe, nel i574 destinò in visi parlamento Feretrano. Vanta mol
tatore npostolico Girolamo Ragaz ti uomini illustri e famiglie non
zoni vescovo di Famagosta, che meno chiare di sangue, che per
trovò la cattedrale senza ufficiatura, virtù commendate: tali sono prin
in città senza residenza del vescovo, cipalmente i Mastini, i Magi, i Va
il palazzo suo rovinato, la canonica lentin^ i Zuchi- Travaglia, gli Oli
minacciante rovina. In quell'anno vieri. Pennabilli oltre diversi di san
divenuto duca Francesco Maria II, ta vita, conta quattro beati, fra i
ereditò la massima del padre circa quali Matteo da Bascio riformatore
la rigorosa custodia della città di de'cappuccini. Nella città vi è la cat
Sanleo, e la premura di non avere tedrale, l'episcopio alquanto da essa
alcun corpo ecclesiastico in essa. distante, il seminario, le pubbliche
Solo due anni dopo la morte di scuole, un convento di religiosi, un
Gregorio XIII e nel i587 fu pub monastero di monache, l'ospedale e
blicata la bolla Aequuiii reputaumi, il monte di pietà. Tra le sue chie
8 kal. junii i5yi. Dicesi in essa se parrocchiali nomineremo quel
che s. Pio V avea di proprio moto la di s. Cristoforo , già degli ago
trasferito la chiesa Peretrana da stiniani , ove si venera la prodi
Sanleo alla Penna nel i57o a' io giosa immagine di Maria delle Gra
luglio, che per la morte non spedì zie che nel i7o7 coronò il capitolo
le lettere apostoliche, laonde il Ma vaticano: il di lei altare, splendido
rini dichiara molte incertezze su monumento di religiosa pietà de'mag-
questa traslazione e unione perpe giori, fu nel i222 consagrato da
tua di Sanleo a Pennabilli, con or Papa Onorio III. Abbiamo dal pen
dine al vescovo di portare la sua nese p. Matteo Magnani dell'ora
residenza alla Penna pel maggior torio la dissertazione : De laerymis
culto di Dio, ed accrescimento dei s. Mariae Novissimae de Gratiis
ministri ecclesiastici. Il vescovo inu Pinnaebillorum , Bouoniae i653.
tilmente ricorse a Roma e ad Ur La congregazione dell'oratorio di
bino, e dovendo abbandonare la s. Filippo fu fondata in Pennabil
residenza della Valle più vicina a li dal p. Francesco Talloni penne
Sanleo, ottenne di restarvi, ma sta se di santa vita. E pure sede d'un
bilì i canonici all'uffiziatura della governatore, ed al suo governo so
nuova cattedrale, e alla residenza no soggette le comuni di Carpegna,
di Pennabilli , pel servigio della di Monte Copiolo e di Scavoli un,
chiesa in gran parte a sue spese coll'appodiato Monte Buaggine. Ne
dalle fondamenta fabbricata. dipendono poi direttamente gli ap-
Pennabilli, Pinnae Bìllorum, Penna podiati Mariano e Soanne. Un in
dei Bi Ili, ne'bassi tempi parte di Massa dividuo della celebre e antica fa
Trabaria, città di Montefeltro nel di miglia Carpegna, chiamato Malate
stretto d'Urbino, legazione di Urbino s(a, era signore di Penna e Billi, e
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fu il ceppo della numerosa e po salvo Durante di s. Angelo in Va
tente stirpe Mnlatesta, che sino dai do, letterato e di ottimi costumi,
bassi tempi estese la sua vasta do assai benemerito della sua chiesa.
minazione. Penna e Billi erano due Sette anni stette a Penna , e al
luoghi diversi, che riuniti nell'anno trettanti alla Valle, in Macerata
1 36 1 furono detti Pennabilli, indi Feltria, compiendo le sacre funzio
cretti in città da Gregorio XIII ni nella cattedrale , e la solennità
nella traslazione della sede vesco del santo titolare in Sanleo : cele
vile Feretrana di Sanleo, o me brò sette sinodi, e pubblicò i Com
glio più tardi; tutta volta il vescovo mentari sopra le rivelazioni di s.
s' intitola vescovo di Montefeltro , Brigida, che dedicò al re di Po
episcopus Feretranus. Pio VI col lonia ; e morì in Macerata Feltria
breve Patema cura, de' 18 dicem nel 1643. Bernardino Scala di Ser
bre 1781, Bull. Rom. Contiti. t. VI, ra s. Abbondio, oriundo di Cagli,
p. 4i 6, ne confermò gli statuti. Il vi fu trasferito da Bisceglia da Ur
vescovo Sormani celebrò sinodi dio bano VIII; dimorò circa un anno
cesani ora in un luogo, ora nell'al a Penna, indi sino al 1652 a Val
tro , come in s. Agata e in Mace le, a Macerata Feltria ed a s. Ma
rata Feliria diversi, e nel 1573 e rino, stabilendosi quindi a Penna
1 574 anche nell'abbazia della Val ove celebrò il sinodo, ristorò la cat
le; alla Penna nel 1 53 1 e nel tedrale, e vi pose il corpo di s.
i59o, in s. Marino tre, ne' quali Abbondanzio martire; fece l'organo
stabilì savissime leggi per la riforma a Sanleo, e compose le lezioni pro
del clero e popolo. Istituì il semi prie di s. Leone, venendo pel pri
nario a Pennabilli, contribuendovi il mo nel 1667 sepolto nella catte
clero diocesano e i vescovi succes drale di Pennabilli. Gli successe
sivi, e coll'unione di benefizi sem Antonio Possenti nobile fabrianese,
plici. Concorse largamente alla fab eccellente dottore; celebrò il sino
brica del convento e chiesa de' mi do, restaurò il palazzo della Valle,
nori osservanti di Monte Maggio e compianto morì nel 1671. Gia
o Maio, ove poi volle essere sepol como III Buoni da Tedaldo avvo
to. Dopo avere ristaurata la catte cato concistoriale di gran riputazio
drale di Sanleo la consagrò nel ne, Clemente X lo nominò nel 1672;
1 569 , e morì nel 16o1. abbellì la cattedrale di Sanleo, e la
Pietro II Cartolari d'Urbino, Cle risarcì in ogni parte, collocando
mente VIII lo fece vescovo nel 16o1, sull'alto del presbiterio le immagi
prelato veramente apostolico, che ni di s. Leone e di s. Marino, e vi
ampliò la cattedrale di Pennabilli, rese stabile il trono vescovile; vi
vi fabbricò dalle fondamenta la sa risarcì il palazzo apostolico, già du
grestia e la cappella' del ss. Sa- cale, che prese cou tenue censo in
gramento; provvide la chiesa d'or investitura, laonde cominciò a chia
gano, v'istituì il maestro di ceri marsi vescovile, e vi stabilì col suo
monie, radunò più sinodi , due in tribunale la residenza, erigendo nel
Penna, ristabilì la disciplina eccle la cattedrale Sanleese sei nuovi
siastica, visitò la diocesi, ed in Ko- canonicati per l'uffiziatura. Restaurò
na fu prelato di consulta. Per sua pure la chiesa abbaziale di s. Ana
morte nel 16o7 gli successe Cou- stasio, e più decentemente collocò
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il corpo di s. Alberico, le cui no Benedetto XIII nel 1724 nomi
tizie riporta il Nardi, nel 1678 nò a succederlo fr. Flaminio Domli
tramato a Sutri e Nepi. Bernardi parmigiano , de' minori osservauti,
no II Belluzzi, di antica famiglia vescovo d'Abdera, e suffragaoeo in
nobile di s. Marino e di Pesaro, Sabina. Si stabilì a Penna , e fu
di maturo senno, profondo sapere, applaudito per aver ricusato pren
e di costumi illibati. Risarcì la cat der l'investitura del palazzo apo
tedrale Pennese, e vi stabilì la pre- stolico di Sanleo, come i predeces
benda del penitenziere; dimorò qua sori. Ricorsero i sanleesi 'a Bene
si sempre a Penna , e fu pure a detto XIII per la reintegrazione del
Sanleo, alla Valle, a Macerata Fel le loro prerogative sulla sede ve
iria ed a s. Marino. JNel 1682 ot scovile; ed il Poutefice fece tutto
tenne da Innocenzo XI il proprio esaminare dal suo uditore monsi
parroco a Sanleo, dismembrando gnor Pitoni, sentite le informazioni
dalla prevostura Feretrana la pie dell'arcivescovo d'Orbino. Quindi
vania di Sanleo, una parte fu as con grau giubilo de' sanleesi e di
segnata al prevosto con cura il' a diversi luoghi della diocesi, il Papa
mine, l'altra all'arciprete parroco col moto- proprio Nuper nobis, dei
della città e della parrocchia subur 26 marzo 1729, che riporta il Ma
bana di s. Lucia: trasferito nel 17o2 rini a p. 297, reintegrò l'antica
a Camerino, il zelantissimo vescovo chiesa di Sanleo delle sue preroga
a sue spese cinse di muro l'atrio tive, essendo cessate le cause della
della chiesa Sanleese e il cimiterio, traslazione e dell'unione di essa alla
tivnulo pure i sedili del coro. Pier- collegiata di Pennabilli. Il vescovo
Valerio Mai torelli patrizio osimauo, mostrandone piacere fu segno ai
rinomato avvocato in Roma, gli suc biasimi e querele de' pennesi, onde
cesse, pieno di erudizione e probità, ritiratosi in Fonte Scarino territo
che si distinse per molte opere di rio di s. Agata, morì dopo pochi
pietà, zelo e beneficenze. Fece l'or giorni. Il cardinal 1, umbertini poi
dinaria residenza in Penna, ed an Benedetto XIV, siccome conoscitore
che nel palazzo che restaurò di delle vertenze essendo stato segre
.Sanleo, alla Valle, a s. Marino, n tario della congregazione del con
Macerata Feltria, a s. Agata, a Car- cilio, scrisse a' 1o giugno una equa
pegna, e fece la solenne consacrazione commendatizia in favore de'sanleesi
delle due cattedrali Sanleese e Pen al cardinal Fini pro-uditore, qual
nese che abbellì, e della chiesa dei successore del prelato Pitoni udito
cappuccini in s. Marino. Si sospettò re, morto due giorni dopo la pub
che prediligesse Sanleo, onde gli fu blicazione del moto-proprio. Ma fa
mossa grave lite, e sebbene Bene cendo le veci del cardinale assente
detto XIII lo assicurasse di tornar monsignor Simoni, a questi ricorse
tranquillo in diocesi, egli nel 1724 il capitolo e pubblico pennese, e fu
rinunziò, venendo dichiarata la cat data inibizione di mandare ad ese
tedra Feretrana vacante: dipoi pub cuzione il moto-proprio, e rimessa
blicò la bella opera su Loreto e la causa alla congregazione del con
suo santuario, di cui parlammo a cilio per decidere se dovesse ese
quell'articolo. Con questo prelato l'U- guirsi. Intanto Benedetto XIII a'7
ghelli termina la serie de' vescovi. settembre 1729 fece vescovo fi*. Gii>.
MON MON 2o1
Crisostomo Calvi veneto domenica piscopatu origo. II. Ada s. Leonis
m) , già di /.mte e Cela Ionio , il et Marini revocantur ad crisim.
quale passò a Venezia per atten III. Deducitur ad haer. usque tem
dere la decisione della causa. Mor pora praesiilum series , Venctiis
to BenedettoXIII nel febbraio 173o, 1753. Gio. Battista Marini saulee-
si continuò la causa sotto Clemen se, Saggio di ragioni della città di
te XII, a questi ed alla congregazio .*. Leo detta già Monteferetro, con
ne la raccomando il Calvi, stiman trapposto alla dissertazione de Epi
do buone le ragioni de' pennesi. La scopatu Feretrano, Pesaro 1758. Il
congregazione a' i3 gennaio 1 - \ 1 p. Ranghiasci, Bibl. dello stato pon
rispose che il moto -proprio non tificio, osserva che i dotti giudica
dmea eseguirsi , e ad onta delle rono avere adequatamele risposto
nuove udienze e contraddittorii con all'avversario, senza ch'esso o altri
cessi ai sanleesi, il Papa con breve cosa alcuna ripetesse. Terminando
de' 17 novembre approvò la deci il Marini la serie de' vescovi con il
sione della congregazione. Allora il Bonaiuti, la compirò colle annuali
vescovo si recò a Peunabilli, ma fu Notizie di Roma.
inviluppato in vari litigi, special 1765 Giovanni Pergolini di Mon-
mente colla repubblica di s. Mari tenuovo di Sinigaglia. 1777 Giu
no. Visitò la diocesi, celebrò il si seppe Maria Terzi di Cesena. 1 8o4
nodo, ampliò l'episcopio dells Pen Antonio de' conti Begni di Monte
na, donò i suoi libri al capitolo , Ceriguone di questa diocesi. Gregorio
esercitò te parti di sollecito pasto XVI fece successivamente vescovi
re, fece donativi alle chiese, com monsig. Benedetto Antonio Antonuc
presa la cattedrale di Sanleo , e di ci di Subiaco nel 184o, che trasferì
malinconia morì iu Padova nel 1 -.] -. nel 1842 a Ferentino, poi all'arcive
Avendogli Benedetto XIV destinato scovato di Tarso, ed alla nunzia
vicario apostolico Sebastiano l'ima- tura di Torino, lasciando bella me
ioti dalle Preci spoletino , indi lo moria di sè ue'suoi diocesani ; nel
dichiarò vescovo. Dopo tre anni di concistoro de' 22 luglio monsigno
residenza a Penna passò alla Valle re Salvatore Leziroli d'Imola, che
ed a s. Marino, e colla sua pruden a' 2o gennaio 184? traslocò a Ri-
za e provvedimenti sulla chiesa di miui, lodato pastore; e nel conci
Sanleo, ottenne pace e quiete. Di storo de '7 1 aprile vi trasferì da
verse erudite e clamorose opere fu Ripatransone l'odierno vescovo mon
rono pubblicate per le ragioni di signor Martino Calieudi di Sca
Sanleo e Pennabilli: eccole. Gio. vol ino diocesi di Montefeltro, già
Battista Marini, Adversus Paidnni prevosto della cattedrale, protono-
Dnntelem complerusque ulìos Pin- tario apostolico, vicario capitolare,
nenses apologeticum Feretranum , procuratore del predecessore mon
Pisauri 1732. Pietro Antonio Calvi, signor Antonucci, e da lui fatto vi
Ad pseudo Feretranum apologeti- cario generale per la pubblica sti
con Jo. Bapt. Marini , Daniella ma che godeva, indi confermato
Pinnensiumque responsa , Venctiis dall'immediato antecessore, uvendo
1739. Gio. Battista Contai un, De per diciott'anui esercttato it geloso
episcopatu Feretrano dissertano in uffizio di vicario generale. Ne ce
tres tributa partes. I. Feretrani c- lebrò il trasfwimeuto a questa chie
aoa MON MON
6.1 il capitolo ferctrano di Penna- Bolsena o Volsinese, in aria buona
billi, con l'erudito opuscolo stani- ed elastica. Il soggiorno è grade
pato in Urbino nel 1 845 : Memo volissimo per la bella pittorica po
rie sulla vita del ven. servo di Dio sizione, ed uno de' più singolari
p. Francesco Orazio della Penna, d'Italia, sia per la sterminata esten
raccolte ed illustrate con note dal sione delle vedute, sia per la va
dott. Paolo Mutici Gentili. Questo riata ameuità degli oggetti che si
pio personaggio de' conti Olivieri, presentano all'occhio. 'Domina ogni
del convento di Pietra Robbia, altura circostante, e si gode il più
fondato nel i526, perciò uno dei vasto, ridente e vario orizzonte del
primi dell'ordine de' cappuccini , mondo. All'est la Sabina e l'Apeu-
mori in odore di santità nel i 7 -+ ~, nino, al nord l'Umbria, all'ovest
prefetto delle missioni nel Tliibet. la giogaia della Toscana, e più
La cattedrale, buon edilizio, è de dappresso il memorato lago, che
dicata a Dio, sotto l'invocazione di nella vastità del suo cratere, simile
s. Leone, coo liattisterio e cura par a un golfo di mare, innalza di mez
rocchiale, eli' è l'unica in Penna- zo a'suoi flutti azzurri, quasi per
billi, amministrata da un canonico. incanto, due isole, la Bisentina e la
Il capitolo Fere tra no si compone Maitana. Al sud 'finalmente si apre
ili tre digmtà, essendo la prima allo sguardo una spaziosa pianura
quella del prevosto; di quattordici che confina al mare Tirreno, e vi
canonici, comprese le prebende del cino al lido sopra bel colle la cit
penitenziere e del teologo; di cin tà di Corneto. Nella pianura stes
que mansionari, e di altri preti e sa più da vicino si presenta To-
chierici addetti ali* ufliziatura. Pio scimellii; a destra i monti di Ca-
VI, col breve Quanta cuni utili- nino, poco lungi Gravisca e Vulcia,
tate, de' 28 giugno 1791, Bull. a sinistra le giogaie della Tolfa,
Roni. Cont. t. IX, p. 39, conces all'est Vetralla, Viterbo e le case
se ai canonici l'uso della muzzetta delle ridenti ville, e più vicino il
violacea di seta e del rocchetto. villaggio di s. Giovanni in Selva
La diocesi si estende per un terri dei Duria, che il Farnese die a gra
torio di circa cinquanta miglia. ta stanza del cautor de' fasti di sua
Ogni nuovo vescovo è tassato nei famiglia , l' incomparabile Annibal
libri della camera apostolica in fio Caro. II prezioso vino moscadello
rini ao5, ascendendo la rendita a chiamato Est, di tanta rinomanza,
più di mille scudi. abbonda nel suo ubertoso territo
MONTE FIASCONE (Montis rio. In primavera la valle presen
Falisci). Città con residenza vesco ta uno spettacolo, che sembra un
vile dello stato pontiiicio nel Pa ampio giardino messo quasi a mo
trimonio di s. Pietro, o delegazio saico, e ricco d'ogni cosa che più
ne di Viterbo, sede di governo con bella e più varia può offrire natu
governatore, da cui dipendono le ra ed arte. Il complesso di tanti
comuni di ISolscua, Capo di Mon pregi meglio li descrisse il decano
te e di Marta. Trovasi deliziosa della cattedrale Girolamo de Ange-
mente situata sopra altissimo mon lis fallsco, nell'eruditissimo Coni-
te, circondata da fertile territorio, mentario storico critico su le ori
e si specchia nel vicino lago di gini e le vicende della città e chiesa
MON MON ao3
cattedrale di Montefìascone, ec. , gresso alla chiesa, con solidità atta
Montefiascone del seminario 1 84 i • a teggere la grande cupola che ne
Abbiamo pure di Francesco Maria copre l'area. Il piano inferiore si
Pieri : La situazione Trasciminia distingue egualmente per solidità e
degli antichi falisci, e della loro imponente magnificenza. Presenta lo
metropoli Falerio dimostrata con spazio il' un altro tempio vasto al
tro [erroneo sentimento di alcuni pari del superiore, gaio e svariato,
scrittori, Montefiascone 1788 per e sarebbe anche còmodo a celebrar
Antonio Paris. Con questa opera vi nell'inverno le sacre funzioni.
s'illustra la storia di Montefiascone, Essendo l'architetto passato altrove,
di Veio, e di tutta l'adiacente re l'edilizio restò sospeso per qualche
gione. Sull'origine, e tii quanto ri tempo. Incoraggiti i falisci dai ve
guarda i falisci, altre opere citam scovi, e particolarmente dal cardi
mo agli articoli Civita Castellana e nal Guido Ascanio Sforza, poterono
Gallese (Fedi). Del libro di de An- quindi alzarlo sino al primo cor
gelis ne fecero l'elogio e ne diero- nicione o tamburo della cupola ;
tio un sunto il vol. XIV degli An in appresso si fabbricò la gran cap
nali delle scienze religiose a p. 294, pella del coro sotto gli auspicii del
e l'Album, num. 25 del 1842, ri cardinale, come rilevasi dai suoi
producendo il disegno della nuova stemmi. Restata l' opera interrotta
facciata della cattedrale, cioè quello per lungo spazio, tranne qualche
del lodato Commenta rio , il quale aumento pel zelo de' vescovi e pie
ci diè pure il disegno del tempio di tà de' cittadini, i quali annoiati dal
t. Flaviano presso Montefiascone, la la spesa e lunghezza del lavoro,
prospettiva della città, ed una lapide sostituirono un tetto alla cupola di
curiosa, che si trova in questa se segnata da Sanmicheli , e solo sul
conda chiesa, riguardante il vino principiar del secolo XVII si apr'i
Est, colla figura e gli stemmi di al culto pubblico. Il vescovo Cec-
chi vi fu sepolto, oltre molte iscri chinelli oltre aver dato fine all'e
zioni lapidarie esistenti in Monte dilizio, ed eretta la cappella pel co
fiascone. ro d'inverno de' canonici, quale cam
La magnifica cattedrale sacra a biò poi di forma per l'odierna fac
Dio sotto l'invocazione di s. Mar ciata , pel primo pose mano alla
gherita vergine e martire d'Antio facciata, ove fu eretto il suo stem
chia, ebbe origine sul principiar del ma, ma la morte nel 1666 impedt
secolo XVI, probabilmente nel ve il proseguimento. La notte de' 4
scovato del Farnese poi Paolo III, aprile 167o appresosi il fuoco al
e nei pontificati di Giulio II e Leo l'orchestra per alcune brace lascia
ne X, con architettura del celebre tevi da chi aveva aggiustato l' or
veronese Sanmicheli, non pare d'al gano, il tetto fu preda delle fiam
tri, il quale eresse pure in Monte me : la descrizione dell'incendio, il
fiascone alcuni palazzetti, nella per de Angelis la riporta a p. 1 83. Re
manenza che vi fece. Piantò le fon starono le sole mura nude e mal-
damenta assai alte sullo scoscendi concie ; le reliquie de' santi protet
mento del monte, e condusse la tori fortunatamente poteronsi tras
fabbrica sino al secondo ripiano , portare in sagrestia eretta dal ca
the a livello della piazza dà l'io- pitolo. A' *9 aprile venne eletto
ao4 MON MON
Papa Clemente X, essendovi tra gli sacerdote nella stessa chiesa , per
elettori il vescovo di Montefiasco- sentimento di edificante riconoscen
ne cardinal Paluz/.i, da lui adottato za, uvendo nella città appreso l'ec
Jiep nipote col cognome di Altieri. clesiastica e civile educazione. Ad
Commosso il Pontefice da tanta effettaare questo mommiciito di gra
disgrazia, ordinò il restauro e t'e titudine, il cardinale adutto il bel
rezione della cupola al celebre ar disegno che al cardinal vescovo tin
chitetto cav. Carlo Fo-.itautt, che in tola avea presentato il nipote Paolo
quattro anni trasse a tei nmi: il la Gazoia valente architetto parmigia
voro, allontanandosi alquanto dal no, ed a lui uè commise l'esecu
primo diseguo, con qualche licenza zione. Escavati i fondamenti della
oon artistica : tuttavolta la cupola nuova facciata e laterati due torri
|mt la sua sontuosità, arditezza ed o campamli con urologi nel settem
armonia del disegno, incauta l'os bre 184o, il cardinale pieno di
servatore vicino, come chiama l'at divozione si parti dalla sua legazio
tenzione del lontano viandante che ne di Bologna, per gettarvi a' 29
la vede torreggiare. Murata la gran detto la prima pietra fondamentale
cupola e lastricata di piombo , si con solenne rito, alla presenza d'im
riapri la chiesa al sacro culto il 16 menso popolo lietissimo per sì re
dicembre 1674: due lapidi in mar ligioso avvenimento a decoro della
mo a perenne gratitudme eressero cattedrale, restando commosso dalla
al Papa ed al cardinale, nel tem dotta e tenera omelia pronunziata
pio e nel palazzo pubblico, il ca dal cardiuale al termine della sa
pitolo ed il magistrato. Pel terre cra funzione, e riportata nel Com
moto degli 11 giugno 1695 il ve mentario. e dulia benedizione apo
scovo cardinal Barbarigo, pei danni stolica compartita per facoltà di
cagionati alla vasta mole della cu Gregorio XVI ; narrando il resto,
pola, dall'architetto Giambattista U- e la presenza detle autorità eccle
ricono fece costruire i costoloni o siastiche e civili intervenute insie
Liscie, che si vedono nel suo volto me al cardinal vescovo de Angelis,
interno, e le sue catene messe dal ed a monsignor d' Andrea preside
Fontana servirono nel t 7 47 di mo della provincia, come delle dimo
dello, allorchè si cerchiò la cupola strazioni festive al benefico cardi
vaticana , dopo la quale una delle nale de' falisci, il numero 84 del
più belle è la cupola di questo tem Diario di Roma. Dal numero 86
pio di forma ottangolare. Intanto poi del 1843 si riporta il felice
essendo l'antica facciata incompleta compimento della magnifica faccia-
e quasi deforme, e le campane po ta e del doppio campanile del duo
ste in rozzo castello a posticcio qua mo, per l'animo grande del cardi
si a livello del cornicione della por nal Macchi, il quale perciò a' 29
ta, riparò a tutto e al desiderio settembre incominciò in essa un
universale con splendida munificen di voto triduo in ringraziamento a
za a sue spese il cardinal Vincen Dio e alla titolare s. Margherita ,
zo Macchi ( ora decano del sacro aprendo le sacre funzioni con elo
collegio ) di Capo di Monte di cui quente e commovente omelia. Ad
è protettore, patrizio falisco, già a- esse furono presenti i magistrati ec
liimio del semmano, ed ordmato clesiastici e civili, iu uà al vescovo
MON MON 2o 5
monsignor Mnttei, ed a monsignor dorati, dono del vescovo cardinal
Orlandini delegato di Viterbo, nul Banditi, essendo fornito il tempio
la risparmiando it capitolo e il ma di ricchi e pregevolissimi sacri ar
gistrato municipale in tutlo quello redi. Vi si venerano molte reliquie,
che poteva contribuire u festeggiar e principalmente quelle della prin
la pubblica riconoscenza verso il cipale patrona s. Margherita, tolto
benemerito cardinale concittadino, al già vicino cenobio cisierciense di
e tra le altre cose giulive ebbe s. fietro, per unirle a quelle di s.
luogo bellissima illuminazione della Felicita che riposavano in Roviglia-
nuova facciata e sue due alte torri no vicino ad ora diruto costello ,
campanarie, con fuochi d'artifizio qumdi trasportate in cattedrale. Ab
sulla piazza stessa del duomo, che biamo da Ferdinando Uglielli : Hi-
rappresentavano in iscorcio la fac storia come fosie trasportalo il cor
ciata medesima ; ed allineliè più po di s. Margherita vergine e mar-
durevole ne rimanga la memoria lire d'Antiochia, mIla citlà di Moii-
pubblicarono l'opuscolo dedicato al tefiascone, descritta nell'Italia sacra ,
cardinal vescovo menzionato: Ome con la serie de' vescovi, Honciglione
lia detta dall'eminentissìmo signor i688. Sulle lodi della santa è a
cardinale Vincenzo Macchi nella vedersi il citato opusmlo, Omelia ec.
chiesa cattedrale di Montefiascone La chiesa di s. Flaviano marti
il dì 2py settembre i843, in occa re, stato prefetto di Roma sotto
sione del solenne Te Deum per il Costantino, principal patrono de'fà-
compimento della nuova facciata , lisci, sorge probabilmente nel luogo
con appendice delle iscrizioni lapi ove morì oppresso dal dolore e
darie, e varie poesie ch'ebbero luo dalle cicatrici il 22 dicembre 36 i,
go in quel fausto avvenimento, Mon- presso Montefiascone, ove alcuni ri
teliascone, tipografia del seminario, tennero fossero le terme Taurine,
presso Sa vim e Sattini. Inoltre il che altri posero nelle vicinanze di
collegio de' canonici eresse al gene Tolfa, di Civitavecchia e di Acqua
roso benefattore cardinal Macchi pendente. In essa fu istituito un
un monumento marmoreo, nel qua collegio di canonici con priore, e
le è pur lodato il suo degno ni da tempo immemorabile vi si ce
pote conte Oreste, qual curatore vi lebra annualmente festa popolare
gilantissimo dell'opera. Lateralmen con pubblica fiera. Incerta è l'ori
te alla porta del duomo nella fac gine di questo tempio descritto per.
ciata esterna si vedono le statue la sua importanza dal d'Agincourt;
de' protettori di Montefiascone, s. ma risale al di là del IX secolo,
Margherita e s. Flaviano, sovrastan già esistendo a' tempi di s. Leone
do la porta l'arme in pietra del IV, come rilevasi dalla lettera scrit
cardinal Macchi. Quanto ai dipinti ta nell' 853 al vescovo Tuscamens,
della cattedrale, primeggia il quadro e prima di quello assegnato da
ll datissimo rappresentante il Tran- quel sommo scrittore, confondendo
sito di s. Giuseppe, ch'è l'unico in l' edificazione con la quasi totale
grandezza e capolavoro uscito dalla riedificazione del io32, tutto trat
scuola di Sassoferrato: è altresì mi tando criticamente il de Angelis nel
rabile I" altare maggiore composto Commentario a p. i 33 e seg. , e
di rari e preziosi marmi con bronzi de' motivi perchè andò il tempio
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soggetto pei restauri a svariate for le cappelle, barbaramente furono
me e modanature dei tempi di coperti di calce dall' imbiancatore.
mezzo. A. questo singolare edilizio A piè di detto alture si vede logo
è contiguo un casamento, quale vuol ro dal tempo il celebre monumen
si servito, secondo gli antichi tem- to di piperino, di Giovanni Deuc
pi, ad ospizio o Xenodochio per e- conosciuto sotto il nome di Est, che
sercitarvi pie pratiche e l'ospitali per la singolarità del suo enigma
tà, e ne fece pure menzione s. Leo tico epitaffio in gotico, acquistò una
ne IV in un al borgo che lo cir fama europea. Il de Angelis cor
cuiva, devastato nelle tremende fa regge quelli che chiamarono il Deuc
zioni de' guelfi e ghibellini, e sa con altri cognomi, e descrivendone
rebbe perito pure l'ospizio senza la la figura, non di vescovo o abbate
mano benefica del vescovo cardinal di Alemagna, piuttosto lo dice un
A Idovrandi, che inoltre ne accrebbe sovra netto di quella regione. Si
le comodità alle stanze attigue dei narra che il Deue, ghiotto com'era
curati, ed estese la sua munificenza del vino, ne' suoi viaggi faceva per
a tutto il tempio, levandovi nuovi correre un assaggiatore di buon gu
altari, e facendovi diversi abbelli sto, coll'intendimento che dove tro
menti nella . hiesa superiore. Di vasse del buono glielo notasse col
gran lunga però è più stimabile monosillabo Est, e dove migliore
l' infurior tempio, che rimase nella replicasse Est, Est. Avvenne che
sua antica originalità, e veramente giunto in Montefiascone quel pre-
sorprende, sotto la cui ara massi gustatore trovò buonissimo il vino
ma riposa il corpo di s. Flaviano. moscadello, e ne fece avvertito il
Nella fronte esterna avvi il loggio suo padrone coll' Est tre volte ri
ne donde Urbano IV soleva bene petuto. Tanto bustò che quel beo
dire il popolo, tutto di pietra con ne siffattamente prevenuto tracan
varie scoltme ; i tre archi al di nasse come un imbuto il fa lisci) li
sotto corrispondono alle tre navate quore, e vi trovasse la morte, pare
del tempio, e ne'loro ornati danno nel i i i3. Fu sepolto nel detto luo
grandiosa idea dell'interno, la cui go, ed un suo domestico scrisse il
volta massiccia che serve di pavi ridicolo epitaffio, rappresentandolo
mento al superiore, è sorretta da un crapulone, e vittima de' suoi
doppia fila di pilastri e colonne, stravizzi. Tuttavolta cara ed eter
e pel complesso dell'effetto e delle na vivrà la memoria del tedesco
superbe scolture, muove l'osserva Deuc presso i falisci, per aver le
tore a venerazione. Esso contiene gato al comune il ricco suo equi
diversi preziosi monumenti, come paggio, che dicesi incirca di tredici
la gran conca lapidea a otto faccie mila scudi, d'applicarsi a pie ed
che serviva ad amministrare il fint- utili istituzioni. Una tradizione por
tesimo, giusta l'antico rito, per im terebbe cosa indegna, il peso cioè
mersione ; il ciborio incavato nel- imposto nel lascito, forse dai suoi
l' ultimo pilone vicino al maggior stessi domestici stabilito con super
altare, ove conservavasi l'Eucaristia, stizione gentitesca, di versare ogni
e si deplora che le colonne e i va anno un barile di moscadello sulla
ri dipinti a fresco che ornavano tomba di lui, lo che vuolsi esegui
quasi tutte le pareti, ed in ispecie to sino al vescovo cardinal Baiba
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rigo, che lo rivolse a farne un pre zione nel 1 287. La chiesa di Alon-
sente a' suoi seminaristi il giorno tedoro è di eccellente architettura,
della befana. Il p. Bianchini chia lungi un miglio dalla città, con
mò infamatoria la lapide, e consi convento ora deserto, prima de'car-
gliò nuova epigrafe che dicesse del melitani, poi de' minori osservanti.
bene fatto, e lui pure lo suppose Ad un quarto di miglio si trova
ecclesiastico. Dura tuttora quel be la chiesa di s. Maria officiata dai
ne, e riuniti i fondi lasciati dal serviti, con piccolo convento che an
Deue al comune, per un atto di ticamente serviva di spedate, a cro
concordia stipulato tra il cardinale ce Iatina con cupola di terra cotta
ed i comunisti, fruttano, oltre il e facciata in pietra. A contatto del
mantenimento dell'ospedale a sol la città vi è la chiesa di s. Fran
lievo de' poveri della città, quattro cesco, servita dai conventuali, e ri
posti gratuiti ai figli de' cittadini fabbrìcata siill' antica dal p. R11-
patrizi per essere educati tra i con spantini delle Grotte di Castro, e
vittori del seminario medesimo. Ec nel convento si tennero più capi
to il tanto famoso e curioso epitaf toli provinciali. La chiesa di s. Bar
fio, trasportato in lettere romane. tolomeo del seminario e collegio,
con lodato disegno di Giovanni
Est Est Est - Proptes Nimium Battista Oricono, la rifabbricò il
Est Hic JoANfiES Deuc Dommus vescovo cardinal Barbarigo : ivi fu
AI bus Mortuus Est. sepolto it cardinal Cresciu1 morto
in Montefiascoue. La chiesa delle
Tra le altre chiese di Montefia- monache del Divino amore (Vedi),
senne che vantano dopo quella di dedicata a s. Pietro , è pregevole
s. Flaviano origine remota. sono pei dipinti, con vasto monastero ;
due, quella di s. Maria in Castello, alcuni dipinti sono pure nella chie
situata presso In rocca ora demoli sa de' cappuccini, cioè la s. Felicita
ta, sul!' erta del monte, e filiale patrona della città, che offre alla
della cattedrale; e quella parrocchia Rladonna della Vittoria titolare del
le di s. Andrea npn>tolo posta nel la chiesa stessa i sette suoi figli ;
centro della città accosto al palazzo il s. Flaviano e s. Francesco, cui
municipale, con coretto pel magi fu sostituito un quadro assai me
strato, da essa prendendo nome la diocre ; la deposizione dalla Cro
ptazza : ambedue hanno tre navate ce di Gesù nel coro, e la fuga del
con capitelli bizzarri di stile gotico. medesimo in Egitto a fresco nel re
Fu soppressa l'antica chiesa di s. fettorio : il convento de' cappuccini
Maria Muova degli agostiniani, con si aprì nel i57f) per opera del co
cappelle gentilizie delle primarie fa mune come altri. Di remotissima
miglie, appartenendo la più grande antichità è la suburhana chiesa
alla confraternita di s. 'Antonio. della Natività di Maria detta delia
Nella chiesa non più esistente di Valle, forse consacrata da un Papa,
s. Severo per sei giorni fu esposto presso la grande strada recentemen
s. Tommaso vescovo d' Hereford te bene restaurata per cura del
(Vedi); le rami ivi si tumularono, cardinal Macchi, e dichiarata dal
r le ossa si trasportarono a detta cit governo strada provinciale : era an
tà, ove se uc léce la solenne trasla- teriormente un ramo della Cassia
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che passava in mezzo alla diruta città tutto lo splendore della corte pon
di Bisenzo, e conduceva all' Aure- tificia, quando i Papi recaronsi a
lia in maremma. L'antico palazzo visitarla, massime i due ultimi, co
municipale nel centro dell'abitato, me poi diremo, e vi alloggiarono,
eretto da due nobili e ricchi signo ora a diporto, ora a rifugio. Que
ri del paese appartenenti alla tribù sta rocca non è più, e gli avanzi
stellatina, una delle quattro aggiun del grande edifizio fanno fede della
te alle vecchie tribù di Dnum, e munificenza cui fu restaurata ; ed
ne celebrarono In solenne dedica un torrione che resta, fa ancora
zione con pubblico banchetto a tut pompa della solidità della fabbrica,
ti gli abitanti, con iscrizione che come qualche arcata del portico
reca molto lustro al municipio : fa conoscere il bell' ordine dorico,
sono rimarchevoli, l'antica sala con che con piedistallo sostiene un ioni
siliare, la quale è sì ampia, che co. La magnifica mole fu demolita
serve ora ad accogliere il popolo a per far sorgere altri utili edilizi,
teatrali rappresentanze, onde assor cioè la cupola della cattedrale, gli
be gran parte del fabbricato ; e la accessorii dell'episcopio, ed il semi
campana per chiamare a consiglio nario. Ove fu la piazza d'armi, e
i cittadini, e vuoisi provenire dalla poi un prato, ora vegeta un bel
celebre e antica Ferente (Fedi), giardino, per disposizione del ve
città vescovile poco lungi da Mon- scovo cardinal Aldovrandi. E facile
tefiascone, distrutta nel ii72 dai a persuadersi, che specialmente sot
viterbesi, Ira i quali, i montefiasco- to il genio guerriero di Giulio II,
nesi, i vitorchianesi ed i cellenesi e coll' opera di Sangallo, la rocca
fu diviso il suo territorio, al dire di Montelìascone prese V aspetto e
del Pennazzi. l' attitudine d' una vero fortezza,
La rocca, come luogo forte per perchè cinta di torrioni e baluardi,
le sue mura, e specialmente per la i quali si estendevano a tutta la
sua naturale posizione, vi fu fab piazza di s. Agostino, ed era mu
bricata nel i262 da Urbano IV, nita di cannoni d'ogni calibro, e
indi nel i 285 ebbe degli accessorii d' armi d' ogni genere, onde essere
da Martino IV, e finalmente nel in grado di far salda resistenza a
i 367 ricevette tale aumento da qualunque ostile aggressione.
Urbano V, onde servire ai Papi di La più pregevole delle nominate
sicura e comoda abitazione. Il fa fabbriche edificate coi materiali della
moso Cesare Borgia duca Valenti rocca, senza dubbio è il benemeri
no la fece disegnare da Giulia to e celebrato seminario e colle
no da Sangallo, indi Giulio II e gio Falisco, ch' ebbe principio per
Leone X con tal disegno la ri cura del cardinal Paluzzi Altieri,
dussero in forma più gaia e più che elevò il braccio che guarda il
forte, con opera di Antonio da San sud-est, il quale traslato poi a Ra
gallo, che il Vasari dice anche di venna, il cardinal Barbarigo ebbe
segnatore, analogamente per resi la gloria di compierlo magnifica
stere ai cannoni, posteriore ritrova mente, ricavando da tal braccio il
mento alla sua erezione : restaura bel vano della biblioteca, per cui
ta così solidamente, ed abbellita la si può dire che dai fondamenti lo
rocca Falisca, brillò più volte di eresse colla spesa di centotrentawi
MON MON aoo,
l,i scudi, compresi i Tondi pel meni. studenti la fiaccola dell'emulazione
tenimento dello stabilimento. L'esi Anche il municipio fu illustrato per
mio porporato, persuaso che la falisci che fiorirono in santità di
scientifica e morale educazione è vita, nelle dignità ecclesiastiche,
il più prezioso patrimonio d'una nelle scienze, ed in altre prerogati
diocesi, e mosso dal desiderio di ve. Ci limiteremo a nominare: i due
recare al suo gregge cotanto giova cardinali che divennero Papi nel
mento, in poco tempo condusse a IX secolo, Marino I e Romano di
termine il diocesano seminario, u- Gallese , figli di due fratelli da
nitamente al collegio, e con tanto Monteh'ascone; il cardinal IV. Lo
successo, che, e per I' ampiezza del renzo Cozza da s. Lorenzo, terra
luogo, e per la salubrità del cielo, della diocesi, il cui nipote France
non che per le ottime istituzioni sco Maria fu aggregato alla falisca
di discipline e di lettere, sali ben cittadinanza. Il cardinale Vincenzo
tosto in fama d'uno de' primi gin Macchi di Capodimonte, altra ter
nasi d' Italia. Fu quindi onorato ra della diocesi, annoverato tra i
da numerosa frequenza di giovani patrizi falisci ; Alessandro Mazzi -
studenti, non solo italiani, ma este nelli, celebre pe'suoi scritti, preci
ri eziandio nobili, per cui dall' O- puamente delle bellissime ed eru
landa, dal Belgio, dalle isole del dite note all' officio della settimana
Mediterraneo e dell' Oceano, mas santa ; il famoso poeta Giambatti
sime d'Irlanda e di Scio, vennero sta Casti, anche maestro di rettori-
in varie epoche agli studi numero ca nel seminario, che colla fecon
si drappelli di giovani alunni, di da sua fantasia da obbietti di ogni
cui vi è l' ampio catalogo nella gal sorta, ed i più triviali, seppe trarre
leria del ginnasio stesso; vi fu il tanti temi da schiccherare sonetti
nipote di Clemente XIV, ed un fi a centinaia contro il suo famoso
glio dell' inglese duca d' Horfolk. creditore di giuli tre, e il de An
Divenne perciò un alveare di pro gelis ne pubblicò tre inediti, nel
di, de' quali alcuni diedero vita ad Commentario, e relativi alla lapide
altri seminari, ed altri crebbero lu singolare deU'Jùt.
stro alla toga ed alla porpora , Il lodato e benemerito della
della quale per ultimo furono fre patria istoria decano de Angelis in
giati i cardinali Castiglioni d'Ischia, comincia il suo Commentario con
Turiozzi di Toscanella, e Macchi parlare dell'origine di Montefiasco-
di Capodimonte. Questo cardina ne, al' modo che riporteremo, or
le, in segno di grata reminiscenza, nandolo delle erudite note 3, p.
fu largo lf un fondo al seminario, 79, 4, P- 8i, 5, p. 85. La rino
per educare al sacerdozio un pove manza di F cderio metropoli de' fa-
ro alunno in sussidio al clero di lisci, colonia venuta di Grecia in
sua patria. Una lunga serie di ri Italia avanti la fondazione di Ro
tratti con analoghe iscrizioni, che a ma, e la celebrata equità de' suoi
guisa di galleria adorna i due ap abitatori, onde aequi furono detti
partamenti de' professori e maestri, i falisci da Virgilio e da Silio, non
pone sdii' occhio la verità dell' es che la fama delle loro gesta e
posto, e mantiene sempre viva e guerre coi romani, e l' aver essi
accesa ne'generosi cuori de' giovani mandati loro i decemviri per ap-
VOL. XiVI. i4
aio MON MON
prenderne il /i« feriale, e molte pice dell' evidenza, che la nazio
altre leggi aggiunte alle XII tavo nc etrusca , alla quale appartene
le, che avevano ricevuto dagli a- vano, secondo l' istoriografo di Ro
teniesi, donde ne derivò l' Eauuni ma, i popoli transcimiui e ciscimini,
faliscum, che Servio spiegò Equuni fu più antica e più colta e più
justum. Daltequali prerogative gran nobile d'ogni greca colonia. L'Etru-
demente si accese l' amore di pa ria era già madre e maestra delle
tria ne' popoli circostanti a dispu arti, quando Roma non avea ancor
tarsi la gloria se non d' essere na vita, e Grecia era nell'infanzia. E-
ti del loro sangue, che misto a truschi erano i popoli di qua e di
quello de'romani vincitori si tras là dal Cimino. L'Etruria era Cisci-
fuse in quello de' barbari invaso minia e Transciminia, nè l' una fu
ri d' Italia, di possedere almeno meno dell' altra celebrata. E ciò
nelle loro terre il luogo dove fu bastar deve ad ognuno, che di ra
l'alerio ed il popolo che l' abitava. gione non meno che di amor pa
Monte Fiascone, Gallese, e Civita trio dotato sia, per acquietarsi su
Castellana (al quale articolo dam quella vecchia questione, e cercar
mo un cenno di Faleria argiva e ne la gloria nazionale in altre sor
di Falena romana edificata dopo genti vive e limpide, anzichè nei
il 512 di Roma, che divenne sede ruderi di città distrutte, e nelle ce
vescovile, e perciò si parlò dei suoi neri di estinte generazioni. Impe
vescovi), per essa entrarono in arrin rocchè Falerio, qualunque fosse la
go, e molti e valenti furono i sosteni postura di quella metropoli cisci-
tori delle diverse e' contrarie opi minia o transciminia, non è più, né
nioni, recando argomenti infiniti da più sono i falisci. Questo popolo in
comperiie grossi volumi. Ma poichè sieme a tanti altri disparve all'urto
tutti furono cavati da Livio, Plinio, della mina barbarica, che fatto im
Catone e Strabone, e da altri an peto su tutto l'italiano paese ne
tichi scrittori, che nel raccogliere e cambiò a poco a poco l'aspetto, im
consegnare alla storia i fatti dei fa- prontandolo di novelle costumanze,
lisci e degli altri popoli confinanti di novelli governi e di novelli
non ebbero altra guida che il filo popoli. Di Faleria pagana non ri
delle popolari tradizioni, chi potria mase pure la nominanza, e se re
in tanto conffitto di opinioni discor sta quella de'falisci, venturosamen
di, e in tanto subuglio di 'vecchie te ella passò ai soli abitatori di
cose procedere franco a pronunzia Monte Fiascone, che dopo I* uso
re un giudizio senza tema di dare che se ne tenne per tanti seco
in fallo ? Siffatta questione fu assai li, ne prescrissero con ragione in
eruditamente trattata dall' encomia perpetuo la proprietà. Parve inol
to Pieri, e dal Massa coll' erudita tre di unità al nome passasse come
opera De origine et rebus Falisco- in retaggio l' equità, virtù princi
rum. Non si sarebbe accesa tanta pale e segnalata degli antichi fali
lite, nè tanto si sarebbe scritto per sci, purificata alla luce cristiana.
disputarsi il vantaggio di essere Inoltre il de Angelis dice che al
rampollo degli antichi falisci, se a- tra maniera di conciliare la que
vessero anche da lungi traveduto, stione si è ponendo l' ipotesi, che
ciocchè or sembra portato all' a- dopo la caduta di Faleria una par
MON MON .2ii
te de' falisci ricalcitranti nl glogo Elruria e de'popoli che l'abitavano,
romano, emigrando si recasse su lasciò scritto : Mons Coriti in jugis
questo monte per unirsi agli etru Cyminis e regione mons Physcon
schi transcimini non per anco de et arx Iti. Avverte il de Angelis,
bellati da Roma ; puntello a tal che vi sono quelli che lasciano a
congettura sarebbe il testo di Stra Montefiascone l' onore di essere il
lone, riportato dal Massa e dal Mons Faliscorum spesso menziona
Fieri, in cui si le^e, che alcuni to da Livio, mentre altri col Mas
han creduto non doversi collocare sa lo danno al Soratte non lonta
Falerio nella Toscana, ma i falisci, no da Falcri. Ovidio narra che i
gente peculiare. falisci, colonia greca argiva, fu con
Nelle Memorie istoriclie de'dintor dotta da Aleso fratello naturale di
ni alla città di Nepi, cioè del feii Oreste, che spaventato dalla morte
etrusco di Falerìi antico, e de'luo- tragica del padre, si recò profugo
ghi e città ad esso soggette, col de in Italia, e vi fabbricò Paleiia, che
signarne la vera posizione, del ch. alcuni posero in Faleri, altri in
p. Giuseppe Ranghiasci agostiniano, Montefiascone, mentre il Massa sos
si dichiara, che tre difficoltà pre tiene che Faleria fu ove sono le
sentano lo stabilire ove fu Falerii. rovine di Faleri, e che Gallese fu
La prima è per aver sostenuto il fabbricato da Aleso conduttore de'fa
Pieri, che Monte Fiasconc sia sta lisci. Tuttavolta il de Angelis dice,
to l'antico Falerii, e che però i fa- che i suoi sono contenti abitare il
lisci esser dovevano trascimmi. La monte abitato dai loro antenati, e
seconda è per aver opinato il Massa di riconoscere nel nome stesso di
che Gallese fu capitale de'falisci , e Montefiascone non meno antica di
cognominata Fa lisca. La terza è per quella de'falisci l'origine dai fisconi,
avere il Morelli ritenuto, che Ci colonia greca, che da Fisca città di
vita Castellana già antico Veio, di Macedonia, secondo Tolomeo, ven
venisse poi Falerii moderno, cioè nero ad abitare e fortificare il
de' primi emigrati da Falerii etru monte, il quale perciò nomossi
sco, atterriti dalla guerra de' galli Mons Physcon, e nelle antiche
l'anno 367 di Roma. Il p. Ran scritture Mons Faliscus, eMonsFla-
ghiasci risponde coi seguenti quat scon. Che Clascone sposo di Elet
tro capi. Cap. 3. Monte Fiascone tra figlia d'Atlante edificò Monte
non fu F antico Falerii. Cap. 4' fiascone, lo scrive il Theuli, Tea
Gallese non fu la città detta dal tro ist. p. i8, e lo chiama Mons
Massa Polisca, e molto meno Fale Ftasconus. Quanto poi al credersi
rii antico. Cap. 5. Civita Castella i ciscimini e transcimini oriundi dei
na non fu Falerii de'primi emigrati falisci per la chiarezza delle loro
di Falerii antico il 367. Cap. 6. In gesta, osserva il de Angelis che si
che danosi rasi Civita Castellana esse potrebbero salvare le diverse sen
re stato il lungo dell'antico Falerii. tenze ed ammettere la comune ori
Solino scrive che i primitivi falisci gine della gente falisca, quando si
vennero da Fisca o Fiscone di ritenga con Solino, che que' popoli
Macedonia sotto Falerio, di che si partirono dalla città Fisca con
parlano anche Tolomeo e F Alberti; Falerio Argivo, e come vuole Ovi
e Catone ragionando dell'antica dio, sotto la condotta di Aleso, e
2ii MON ni ON
navigando pel Mediterraneo prese se per alludere alla fIgura conica
ro riposo nell'isola di Troia non che offre il monte, o più verisimil-
molto dal lido distante, onde insi- mente ai buoni fiaschi del suo vi
no ad oggi dicesi Falesce in vece no moscato Est, onde anche il mu
di Falisci, così da Catone e da nicipio alzava a stemma un fiasco
Antonino nominati , come scrive ne o battetto sopra tre monti. Ri
l'Alberti; e che in Etruria si fer sorte le lettere, latinamente si dis
marono fabbricando i falisci Mon- se Mons Faliscus, e Falisci i suoi
tefiscone, ora detto Montefiascone, cittadini.
per memoria di Fisca patria loro, S ' ignora quando Montefiascone
ond' erano partiti; indi non solo ricevesse il beneficio immenso del
dierono il nome al luogo, ma a la fede cristiana, ma può argomen
gran parte di questa regione di tarsi sino dai primi tempi della
Etruria , e così furono nominati Chiesa, per la felice posizione del
questi luoghi da loro Falisci e paese sulla via consolare Cassia ,
Falerii : abbracciava il loro territo detta da Giovenale regina viarum,
rio dal monte Soratte, e trascor- e precisamente nel punto ove in
rea al mar Tirreno fra Piombino crociano altre due strade maestre
e il capo d' Etruria, e contenevasi e provinciali, che a'nostri tempi fu
in questo tratto Montefiascone, Vi rono ripristinate per le cure de'car-
terbo e Falerio con molti altri dinali Macchi e Guerrieri; una mena
luoghi. Coll'Alberti concorda il Mo verso il Mediterraneo, pel duca
nelleschi parlando ne'suoi Comen- to di Castro , Toscanella , Coi-ne-
tarù de' dintorni d'Orvieto; ed il to e Civitavecchia; l'altra mena
ch. Castellano, Lo stato pontij. p. verso l'Adriatico, per Orvieto, To
249) dicendo che Mons Fuliscorum scana e T Umbria. Imperocchè es
secondo alcuni, e secondo Baudrand sendo tal via consolare la più fre
con altri parecchi Mons Physeon, quentata da ogni classe, per mette
derivandolo i primi da' popoli fa- re capo in tutto l'impero romano,
lisci, de'quali la si crede metropo conseguentemente anche dai disce
li, e gli altri da una migrazione poli di Gesù Cristo, che solevano
de'popoli fisconi di Macedonia; di fermarsi ne'luoghi di maggior con
stingue i falisci in triscimini o pri to o pel sito o per la popolazione,
mitivi. e ciscimini o posteriori, nar in cui poteasi sperare più facile la
rando come Camillo mentre asse propagazione dell' evangelo ; ed ab
diava Faleria, l' ottenne per aver biamo già veduto come nel IV se
generosamente rimandati i figli dei colo vi fioriva il martire s. Fia-
prmcipali cittadini, che un indegno viano, e come si eresse la sua ba
pedagogo o maestro gli avea con silica con borgo che fu il nucleo
dotto con tradimento. Conchiude il dell' abitato primiero. Dopo la sua
de Angelis che nel medio evo il distruzione non curarono i falisci
paese vide corrotto il suo nome di di ristorarlo, giacchè pel doppio
Mons Physcoa o Mons Faliscorum, vantaggio di godere un' aria più
in Mons Falisconìus, quindi in Mons salubre, ed una posizione più faci
Flasconius, e finalmente in Mons le alla difesa, avevano incominciato
Flascon che si voltò nel tempo a porre le loro cose iu luogo più
successivo in Monte Fiascone, for elevato sul dorso del monte, laon
MON MON 21 3
de la basilica restò fuori del nuo cadde nel dominio e vassallaggio
vo paese, e nel centro di questo di Viterbo, e tra quelli che per
per maggior comodo de'cittadini si tali figurano nella sala comunale
fabbricò la chiesa di s. Margherita. di tal città, non vi si legge Monte
Montefiascone soggiacque alte vi fiascone. Benchè Montefiascone sem
cende provenute dalle barbariche pre fosse costaute nella divozione
invasioni, netlo scioglimento dell'im ai Papi, onde meritò essere chia
pero romano, e probabilmente pas mato castello di special dominio
sò al dominio temporale della san della chiesa romana, fu da altri oc
ta Sede verso il 726 sotto s. Gre cupato, come narra il Rinaldi al
gorio II, quando gli si sottopose il l'anno 1198, num. 2.5, e ricupera
ducato romano. I vescovi di Viter to quindi da Innocenzo III, riguar
bo vi si rifugiarono quando la cit dandolo come luogo forte, ed ag
tà era tiranneggiata dai longobar giunge che l'adornò con un nuovo
di, siccome luogo ospitale e fede tempio : secondo però il Cohellio,
lissimo alla romana chiesa, onde vi Montefiascone fu restituito dall'im
tenevano una casa chiamata episco- peratore Enrico VI a Celestino III,
piam Montis Falisci, ed in questa immediato predecessore d'Innocen
appunto passò il vescovo di Viter zo III. Nel 12o7 in occasione che
bo nell'853, e più tardi ne'tempi Innocenzo III visitò la provmcia
procellosi fu pure ricovero dei pre del Patrimonio, venne in Montefia
sidi della provincia del Patrimonio. scone, ed essendosi trattenuto do
Dallo statuto municipale si appren dici giorni, vi ricevette il giura
de quanto in Montefiascone si ve mento di fedeltà del palatino con
gliava alla pubblica sicurezza della te Ildebrandino. Ottone IV nel
patria libertà, contro ogni estraneo 121o invase la provincia del Pa
potere, con pena d'esilio ed altra trimonio, marciando sulla Puglia,
infamante. Faleri detta anche Fa- a dispetto d'Innocenzo III che pur
laris, fu distrutta dagli ungheri, l'avea coronato imperatore; occupò
chiamati da Alberico marchese di Montefiascone, e vi pose la sua re
Etruria, forse nel pontificato di sidenza ed il quartiere generale, e
Giovanni X. Nel diploma di Otto ne fece luogo di deposito del bot
ne I del 962, ove si fa menzione tino, come paese forte per posizio
delle città e castella circostanti re ne. Al dire del citato Cohellio,
stituite ad istanza di Giovanni XII Gregorio IX confermò Montefiasco
alla Chiesa, a cui Cavea tolte Be ne nel dominio della Chiesa, e ne
rengario II, non si fa menzione di munt V arx. Il cardinal Raniero
Montefiascone, segno che andò esen Capocci governatore di Viterbo, ri
te da quella usurpazione. Nel 1 1 88 cuperò ad Innocenzo IV la Tosca
1 viterbesi ruppero Ildebrandino na ecclesiastica e Montefiascone, in
conte di Bisenzo, luogo sette mi vase da Federico II ; i ghibellini
glia lunge da Montefiascone , fin anche nel 1252 presero Montefia
dove lo cacciarono per liberare due scone per assedio, cui non potè
cardinali , ed arsero e distrussero lungamente resistere.
il borgo di s. Flaviano, sebbene i Urbano IV eletto in Viteibo nel-
(alisei niuna parte avessero in quel l' agosto 1261, considerando la fe
la fazione. Montefiascone però non deltà degli abitanti di Montefiasco-
2\\ MON MON
ne, lu sua salda naturale postimi, titolo di castelli} speciale della Chie-
salubre d'aria, pei dintorni ame- .sii, come più tardi lo chiamò pu-
na, e pel commercio comodissima, e re Giovanni XXII. Di altri beneti-
nell' intendimento di passarvi l'estate zi l'avrebbe arricchito la muniti-
più agiatamente, il quale si rende- cenza di Urbano IV, se non morì-
va grave per la caldura sì in Vi- va a' a ottobre 064 in Perugia.
di Io, che in Orvieto dove risiedè Nel 1)67 il paese temporaiieamen-
quasi tutto il pontificato, fece fab- te cadde in potere de'gliibellini im
bucare sulla vetta di Montefiasco- periali, nemici di parte guelfa ossia
ne a comodo di abitazione un pa- del Papa : ma recatosi nel giugno
lazzo con a guardia una torre. Il Carlo I d'Angiò protettore de'guel-
soggiorno gli riusct tanto piacevole, ti in Montefiascune, lo liberò dalla
anche per la divozione del popolo loro preponderanza. Il Novaes, ri
verso la sua sacra persona, che or- tando Tolomeo da Lucca, HisL
dinò levarsi nella chiesa e antica ceti. lib. a3, scrive che Nicolò IlI
basilica di s. Flaviano, allora la eresse un palazzo a Montefiascone ;
principale parrocchia, un trono e furse avrà ingrandito quello di Ur
mi altare di faccia a suo proprio bano IV. Nel 1281 Martino IV
uso per pontificarvi., di cui fece eletto in Viterbo, e coronato m
solenne consagrazione col l'assistenza Orvieto, rivolse quindi le sue cure
di molti cardinali , arcivescovi e a Montefiascone, e ridusse a rocca
vescovi il 14 ottobre 1262. È pro- la torre fabbricatavi da Urbano IV,
Labile che vi consagrasse eziandio e la contigua casa a nobile palaz-
la chiesa a' 26 aprile, facendosene zo, che pure abitò. Poichè, essendo
da tempo immemorabile la solenne l'ioma in preda alle fazioni, Viter-
annua commemorazione. Avendo bo sottoposta all'interdetto per le
saputo Urbano IV che Giacomo violenze avvenute nel conclave, e
de' conti di Bisenzo avea ucciso il Perugia in tumulto, i faziosi 10-
preside della provincia Guiccardo, mani avendo portato le loro scor
tiu; nel 1261 risiedeva in Monte- rerie sino a Palestrina e Corneto,
fiascone, fece distruggere il castello impaurirono il Pontefice, che nou
di Bisenzo. Padroneggiandosi in- credendosi sicuro in Orvieto ove
giustamente da dodici anni le iso- uvea fermata. la sua residenza, a
le Martana e Bisentina da Giaco- fronte che Carlo I d'Angiò re di
mo duca del Vico, le riconquistò Sicilia vegliasse alla sua difesa, si
ambedue alla santa Sede, e l' ulti- a/Irettò a cercare in Montefiascone
ma anche fortificò , chiamandola più sicuro asilo. Fu allora che
col suo nome Urbana. La partico- Alartino IV vieppiù s' impegnò ud
lare predilezione di Urbano IV ampliare e munire quel forte, e vi
per questo paese, faceva sì che vi prolungò la sua dimora sino ai ri
protraesse la sua dimora sino ad gori dell'inverno, come rilevasi da
autunno avanzato, e vi celebrasse più lettere date iu Montefiascone
le solenni funzioni. Da una lettera ne'mesi vernili, e massime dalla fa-
che scrisse a s. Lodovico IX re di mosa bolla promulgata solennemen-
Francia, si conosce quanto egli si te a'18 novembre nella festa della
compiacesse del soggiorno estivo dedica della basilica di s. Pietro,
di Montefiascone, onorandolo col iunuuzi lu porta della detta chiusa
MON MON 2ij
di s. Flaviano, contro Pietro III memoria non existit, consueverunt
re d'Aragona, e Michele Paleologo cum sua curia residere. Con altra
imperatore di Nicea, la quale mi bolla Giovamti XXII guiderdonò
nacciava la sentenza di scomunica, i l'alisei, assegnando al capitolo di
se dentro il termine prescritto non s. Flaviano e al clero di Monte
desistevano dagli apparecchi di guer fiascone speciali conservatori per
ra diretti a spogliare il detto Car tutelare i loro diritti principalmen
lo I del regno di Sicilia, di cui te sulla quota canonica dovuta al
n'era stato investito dal Papa su le chiese parrocchiali. L'antica for
premo signore del reame. Ma nel ma di governo in Montefiascone
i 282 avendo i siciliani ne' vesperi si deduce da una lapide ornata
di Pasqua trucidato tutti i france dalle armi di Giovanni XXII, che
si, ad istanze del re, che perciò fu segna l'epoca della pace generale
anche in Montefiascone, Martino fatta tra i discordi cittadini il 26
IV lanciò la scomunica contro gli aprile 1 333, nella festa di s. Fla
autori di sì abhominevole macello, viano sotto tal Papa, e coll'auto-
l'imperatore, e Pietro III, il quale torità de' novemviri che in unione
avea occupato la Sicilia. del podestà Tobia forse di Peru
Fatalmente Clemente V stabilì gia, perchè soleva essere forastiere,
la sua residenza nel i3o5 in Avi reggevano le redini del governo,
gnone (Fedi), ove restarono altri ed in quella contingenza sanziona
sei Papi. Poscia spedì un diplo rono il trattato di pace, sotto pe
ma, in cui Bernardo da Cucci- na della confisca di tutti i beni
naco suo delegato al governo del e la testa mozza a chiunque osato
la provincia del Patrimonio, con avesse turbarla con nuove discor
cesse ai viterbesi la bandiera pontifi die. Il governo era misto, dacchè
cia, per averlo soccorso e liberato il paese riconosceva l'alto dominio
dalle genti di Poncello Orsini, che del Papa, che per essere assente
lo teneva stretto in assedio in arce in Avignone, la somma delle cose
Physconia nlunitissima, cioè della era nelle mani del popolo, il qua
fortezza di Montefiascone. Si ha dagli le senza mai darsi al baronaggio
statuti antichi, che il luogo ebbe de' feudatari , all' interno regime
sempre le sue mura castellane, i chiamava un podestà e nove citta
fortini, i merli e tutt'altro che co dini col diritto di far la guerra,
stituisce un paese forte; ed altro la pace, di stabilire alleanze, e pro
statuto esenta dalla guardia not mulgar leggi a bene del munici
turna e diurna le vedove, i pupil pio, e sancirle colle pene opportu
li, i maggiori di cinquanta anni, ne estensivamente alla capitale. Ve
ed anche i medici, gli avvocati ed nuto in Italia il celebre legato car
i notaci collegiati. Giovanni XXII dinal Albornoz, trovò i domimi del
nel 1 325 con bolla lodò Montefia la Chiesa signoreggiati dai tiranni
scone, chiamandolo peculiare eterna- invasori , tranne Montefiascone e
nium roma mie ecclesiae , in quo Montefalco, come notò il Rinaldi.
rectores patrimonii b. Petri in Tu La pontificia abitazione sarebbe
scia, qui per scelem apostolicani rimasta deserta e dimenticata come
consiituti fiterimi pro tempore a tante altre, se Urbano V nel 1367
longis ic traudii temporibus, quotI Tenuto in Italia, non l'avesse splendi
216 MON MON
(Irniente ristorata. Avendo egli deli a passare l'estate, impiegando molte
berato restituire la papale residenza cure per ingrandire e mirabilmente
in Koma,a'4 giugno arrivò a Corneto ornare l'edilizio di Urbano IV , e
(ledi), indi per Viterbo giunse i n renderlo agiato e proprio di lui e
lloma a' 16 ottobre quasi in trion dell' intera corte ove splendeva il
fo, tripudiandone tutta Italia. Alla Petrarca. Se ne deliziava a segno
stagione estiva , il Papa lasciando di ritardare il ritorno a Roma ,
l'alma città, con tutta ta sua corte prolungando il soggiorno sino al
si recò a Montefiascone adescato l'avanzarsi dell'autunno, e per mag
dalt'aria balsamica, non che dat fe gior comodo collocò gli offici nella
dele e devoto animo de' falisci che vicina Viterbo, laonde i suoi brevi
l'abitavano. Il Marini, Archiatri t. e bolle emanate dal 1 368 al i3?o
I, p. 85, dice che il Papa partì da portano la data apud Montemjla-
I '..mia agli i i maggio e fu a pran sconciu. Quali e quanti vantaggi ne
zo a Cesano, il d'i seguente a Sutri, riboccasero al paese in quel triennio
l'altro a Viterbo, poi la sera a Mou- fortunato dalla presenza di Urba
tefiascone. liidusse quindi la rocca no V su questo monte, ognuno po
capace di dare stanza piacevole e trà argomentarlo, massime se con
sicura ai Pontefici ed alla magni sidera alla splendidezza della corte
fica corte ; e non essendovi in tanta che lo circondava, e all'influenza
altezza che acque cisternali, vi fece che il Papa esercitava quasi in tutte
cavare un pozzo di meravigliosa le corti di Europa. Quindi è fàcile
profondità e struttura, ov'è peren tl' immaginare gli andirivieni dei
ne una viva sorgente d'acqua pura corrieri , delle ambascerie , il con
e potabile : tuttora esiste nella piaz corso de' principi, l'alfoll amento dei
za di s. Andrea, chiamasi il pozzo popoli vicini e forastieri , e quivi
della comunità , comunicava colla fece alto il convoglio che recava da
rocca, e comunica al presente colla Fossanuova per pontificia decisione
fontana del Castagno per mezzo di in Tolosa il corpo di s. Tommaso
spaziosi cuniculi. Forse a tal dispo d'Aquino, presentato solennemente
sizione di Urbano V diè luogo una dai nunzi ad Urbano V il 12 a-
mossa che fece il duca de Vico colla gosto 1 368. In quest' anno nella
sua gente, per i m pad io n irsi del Pa rocca pubblicò il memorandum per
pa e di Viterbo, su cui pretendeva frenare il Visconti di Milano, dopo
continuare la dominazione : il Ma aver stretto contro di lui una lega
nente dice che Urbano V corse pe poderosa, per cui il Visconti con-
ricolo in quel trambusto , e si ri chiuse un concordato di pace, alla
fugiò alla rocca di Viterbo , e poi condizione del non intervento, con
a quella di Montefiascone. Per me dizione che a' nostri giorni menò
glio godere il Papa la bella pitto tanto rumore come un ritrovato
rica posizione del luogo, fece lungo della moderna politica : le cose che
la rocca murare ampio terrazzo , ordinariamente hanno un'improuta
di cui tuttora si vedono avanzi dal di novità, non sono che un impa
lato occidentale: talmente si com sto delle cose passate. In detto an
piacque del delizioso soggiorno Ur no quivi morì a' 26 luglio il car
bano V, che in ogni anno della sua dinal Nicolò Capocci, e il suo cor
triennale dimora in Italia vi si recò po fu trasferito in Roma. In Mou

*\
MON MON 217
tefiascone Urbano V celebrò d uè Gli successe Gregorio XI che nel
concistori : il primo lo (enne ve i377 stabilmente fissò la residenza
nerdi delle tempora, a' 22 settem pontificia in Roma, ove nel 1378
bre 1 368, e creò cardinali Bertran- occupò il suo luogo Urbano VI,
di o Bernard , Cabassole , Bosquet , mentre l'insorto antipapa Clemente
Langhan, Dormans, Poissy, Tebal- VII passò in Avignone a sostener
deschi, e Bankaco o Banach. Nel vi il lungo e tremendo scisma. Ur
secondo concistoro de'6 giugno, se bano VI arricchì di rendite la chie
condo il de Angeli;, o de' 7 giu sa di Montefiascone, dilatò il suo
gno i37o venerdì delle tempora, territorio, costituendogli in feudi più
secondo Cardella e Novaes, creò castelli limitrofi colle loro terre; in
cardinali Kstain o Stagno che no progresso di tempo le rendite si
minò al governo della provincia, e scemarono, e i feudi sparirono af
Corsini. Già nel 1 369 avea dato a fatto. Indi a nobilitarne il magi
Montefiascone il titolo di città , e strato, Urbano VI gli accordò l'uso
alia chiesa la cattedra vescovile. della porpora nelle vesti ; e si ha
Inoltre Urbano V qual segno di una proposta fatta in consiglio nel
sua affezione a Montefiascone , gli i599 per rinnovare le cappe rosse
donò due ricchi pontificali, un gran de' signori priori : ignorasi come poi
calice, una croce d'argento e molte il magistrato alla porpora preferì il
insigni reliquie che ancora si ser damasco nero, ch' usa tuttora. Nel
bano. Opina il de Angelis, che il i4.16 Giovanni XXIII sorpreso in
Papa non tanto per la sua corte, Roma con poderoso esercito da La
quanto a comodo del nuovo vesco dislao re di Napoli, fuggendone con
vo, che avea in mente di dare al tredici cardinali si ricoverò in Mon
luogo, fabbricò il bel palazzo (o alme* tefiascone. Dai libri delle riforman-
no per assegnargli uu quartiere di ze del municipio si apprende che
esso) che tuttora innalzasi rimpetto quando i Papi si recavano alla roc
alla cattedrale, e che forse divisava ca, si destinavano quattro cittadini
questa rifabbricare, che per l'ordi del primo ceto a complimentarlo
namento da lui dato alle cose ebbe ed assisterlo in tutto l'occorrente;
poi luogo. Pei motivi altrove esposti così soleva offrire pernici ed altre
volle Urbano V ritornare in Fran selvaggine, con molte ceste di buon
cia, confortando i romani e giusti moscato. Il comune offrì mille scu
ficandosi con breve dato in Monte di ad Alessandro VI, e preparò un
fiascone a' 27 luglio i37o, e per treno di 5oo cavalli per convoglia
la speranza data di tornar fra lo re il suo parente d. Alfonso Bor
ro, li lasciò in pace e floridezza. gia-, che con numeroso corteggio da
Fra quelli che lo distolsero vi fu Firenze si recava in Roma con la
s. Brigida, che in Montefiascone gli sposa, oltre averlo trattato alla roc
predisse la morte se ritornava in ca con refezione splendidissima. In
Avignone. Parti Urbano V da Mon questo tempo fiorì il falisco Luca
tefiascone a' 26 agosto 137o tra le propugnatore della patria libertà ,
lagrime de' beneficati l'alisei, e s'im poichè con altri cittadini forte si
barcò a Corneto a' 3 settembre, e oppose al vescovo cardinal Farne
giunto in Avignone vi morì a' 19 se, il quale nel i5o4 volea impa
dicembre. dronirsi di Moutefiascoue, colla lu
2.8 MON MON
sì ii14:i di farlo capo de' suoi stati gli anni in cui si recò a Viterbo li
Farnesiani, in vece di Castro; i fa- notai a Famiglia Pontificia. Nel
lisci preferirono la piena domina i657 Montefiascone soggiacque a
zione della Chiesa. Nel iJo6 Giu pestilenza desolatrice , non ostante
lio II, passando sui primi di set la cura che si prese il commissa
tembre per Montefiascone , nella rio apostolico Lorenzo Bussi, di tu
spedizione contro Perugia e Bolo mulare in s. Flaviano in sepoltura
gna, fu nella rocca, e ue ordinò i appartata e sigillata il cadavere di
ristauri ; altrettanto fece il succes colui che fu la prima vittima del
sore Leone X nell'ottobre i5i5. contagio, con divieto di aprirla sotto
Anche Clemente VII nel declinar pena della vita, come rilevasi dal
del i.T77 si recò alla rocca, fug l'iscrizione lapidaria. Altro flagello
gendo da Roma saccheggiata dal fu la spaventosa e memorabile scos
l'esercito di Borbone; giunto in Mon sa di terremoto, agli i i giugno i695,
tefiascone vi stazionò, e licenziò quasi che atterrò quasi tutta la città di
tutti i fanti che l'aveauo accompagna Raguorea, e recò gravissimi danni a
to, riposando sulla provata fedel Montefiascone e Celleno. II cardi
tà de' falisci. Divenuto Papa Paolo nal Barbarigo ch'era iu Roma, volò
HI nel i534, già vescovo cardinal a soccorrere il gregge , trovando i
Farnese, riguardò con indifferenza falisci rifugiati al prato sotto le mo
la città, pel nominato motivo, indi nache di s. Pietro: quanto egli fe
ne smontò i cannoni della rocca per ce con edificante generosità e ca
munirne il forte da lui eretto in rità cristiana, in un alle riparazioni
Perugia; vi rimasero quattro pic fatte alla cattedrale e seminario, lo
coli cannoni da campagna , che si narra con edificante relazione il de
sparavano nelle grandi feste, ma sul Angelis a p. i86.
principio del secolo corrente, nelle Allorchè i repubblicani francesi
politiche vicende il municipio li compirono nel i798 l'invasione del
mandò altrove. Tuttavolta Paolo III lo stato pontificio manomisero il
frequentò Montefiascone più degli giardino dell' episcopio , mutilando
altri Papi, in occasione che vi tran turpemente le cento statue di mar
sitava, recandosi alle delizie da lui mo cui l'avea adornato il cardinal
accresciute dell'isola Bisentina, ed Aldovrandi con spessi grotteschi.
a Capodimonte che chiamava per Siffatto scempio lo commisero iu
la conformazione la sua penisola , odio del vescovo cardinal Maury,
siccome, terra assai piacevole del che avea difeso l'altare e il trono al
ducato di Castro per l'amenità dei lo scoppio della rivoluzione di Fran
dintorni, perciò la più diletta a Pao cia, e siccome erasi ricovrato a Ve
lo III. Transitando per la città l'im nezia, malmenarono l'episcopio. I
peratore Carlo V, reduce dalla spe falisci appena il poterono, con scuri
dizione di Tunisi , nella piazza di abbatterono l'albero della libertà
s. Andrea si diè il giocondo spet piantato sulla piazza, rialzando le
tacolo d' una fontana di vino mo- insegne pontificie, altrettanto fa
scadello. Anche Giulio III venne a cendo «piando Murai si proclamò
ricrearsi su questo monte, e si ten re d'Italia, chiamando sutto di Ini
ne apposito civico consulto, sulla gl'italiani. Ritornato il cardinal Mau
maniera di riceverlo e trattarlo: ry alla sede, racconciò alla meglio
MON MON 219
il guasto giardino; altre riparazio meridiane giunse alla città ricevuto
ni vi fece poi il vescovo cardinal alla porta dal delegato della pro
Velzi, ampliandone anco i confini vincia monsignor Orsi, dal gover
sulla cima del monte; ed altre an natore del luogo, e dal magistrato
cora maggiori, specialmente pel re civico, il cui gonfaloniere Filippo
stauro delle statue e dell'episcopio, Pieri Buti rese i consueti atti di
si devono al vescovo cardinal de ossequio, mentre uno stuolo di eletti
Angelis. Transitando nel 18i5 Pio giovani tradusse a mano fino alla
VII per Montefiascoue benedisse il cattedrale la pontificia carrozza, fra
popolo. Nel febbraio 183i, quando le affettuose acclamazioni del popo
una banda di ribelli correva contro lo, e per gli archi addobbati eoa
Roma , mentre nitri si tenevano damaschi, cortine ed arazzi. Alla
chiusi nelle murate città , ed altri porta della cattedrale venne inchi
ondeggiavano tra i vari partiti, i nato dal cardinal de Angelis ve
fulisci animati dal vescovo cardinal scovo, e dal cardinal Macchi, in un
Guzola, arditamente si pronunzia al capitolo e clero, ricevendo la be
rono pel novello Papa Gregorio nedizione col ss. Sacramento dal
XVI, e marciarono a' 16 marzo cardinal Pianetti vescovo di Viter
contro i ribelli a s. Lorenzo nuovo, bo. Quindi il Papa sah al prossi
con pontificia bandiera benedetta mo episcopio preparato nobilmente
dal vescovo, e ne arrestarono l'a dal vescovo per sua residenza e per
vanzamento, essendo loro mira pro quella del corteggio. In una delle
gredire per Civitavecchia ed impa sale benignamele ammise al bacio
dronirsene. Il fatto si attribuì a pro del piede la magistratura, il capi
digio ottenuto da s. Flaviano, il cui tolo, i corpi religiosi , e molte al
nome avevano invocato i (alisei, ed tre persone. Nelle ore pomeridiane
allinehè ne restasse perenne la grata il Papa col cardinal vescovo e la
memoria, a petizione del municipio corte scese al giardino dell' episco
Gregorio XVI dichiarò festa di pre pio, indi al luogo dell'antica rocca,
cetto il 26 marzo, dedicato a cele ove trovò un elegante padiglione,
brare la consngrazione del suo tem donde vagheggiò la sorprendente
pio. Per tal turbine di guerra il prospettiva delle amene campagne,
lodato vescovo fece stampare analo e il sottoposto lago di Marta. [Ncl
ghe preghiere. la sera la città fu tutta illuminata,
Ritornando Gregorio XVI nell'an e sulla piazza della cattedrale il
no 1841 dalla visita del santuario santo Padre fu spettature del fuo
Ji Loreto, da Orvieto si recò a co d'artifizio, poscia ricevette mon
Montefiascone sabbato 2 ottobre , signor Altieri ora cardinale, che si
festeggiato nel luogo detto la Ca- restituiva alla nunziatura di Vien
piaccia da molti abitanti del con na. Nella mattiua seguente, essen
tado di Bagnorea, con arco di trion do domenica, la città fu aumenta
fo formato di verdura , e con so ta grandemente dal concorso della
ucI to (che riporta il Saba t ucci a gente de' prossimi paesi. Dopo w—
p. 239 ) pastorale. Su questo scris ver celebrato la messa nella cap
se : Accettiamo con gradimento (fuc pella dell'episcopio, Gregorio XVI
ste pastpreccie dimostrazioni. Gre a piedi si recò a visitare le sale
gorio PP- XFI, Alle ore 1 1 auti- siane, o\e Uovò riunite le bcuc
22o MON MON
dettme, tutte consolando con pa zione e traslazione delle reliquie
terna bontà. Le strade e le finestre di s. Margherita e di s. Felicita
erano messe a festa, e sulla spiag da lui riconosciute, perchè ivi non
gia di s. Andrea era vi un fonte di senza prodigio si fermò il sacro
vino a pubblico beneficio. Ritorna convoglio che le conteneva. Vi tra
to all'episcopio, dalla loggia il Pon sferì il collegio de' canonici di s.
tefice comparu alla iripudiaiiti* po Flaviano, formando il clero con
polazione I' apostolica benedizione. congrua dotazione tanto per la
Verso le ore tre pomeridiane, Gre mensa vescovile, quanto per la ca
gorio XVI avendo espresso al car pitolare. Essendosi poi aumentata
dinal vescovo il suo riconoscente la dote del capitolo come le pre
animo per la cospicua magnificen bende per pie lascite, da dieciotto
za omf eia stato da lui trattato, individui, compresi quattro chierici,
se ne congedò affettuosamente; be ch'erano prima, al presente aggiun
nedicendo tutti con espansione, fra ti i soprannumerari ne conta dieci
i pubblici applausi partì alla volta nove, oltre gl'inservienti di sagre
di Viterbo. Tutto e meglio si leg stia, ed ha pure una cappella di
ge, in un alle iscrizioni poste sulle musici. Per formare la diocesi Ur
porte della città, della cattedrale e bano V distaccò varie terre dai ve
dell'episcopio, nel giardino e in di scovati di Bagnorea, Orvieto, Vi
versi luoghi, nella Narrazione del terbo, Toscanella e di Castro ; non
viaggio, ec., del ch. cav. Sabatucci. vi comprile Bolseua benchè vicina,
Aggiungeremo che furono dispen forse acciò restasse unita ad Orvie
sati tre opuscoli, il primo dal lo to per la chiesa ove accadde il mi
dato gonfaloniere e deputati al pub racolo del ss. Corpolare. Nella bolla
blico ornato con la collezione di poi Urbano V volle rammentare i
tutte l'epigrafi; il secondo dalle mo pregi antichi di Montefiascoue, la
nache del divino amore, e contenen fedeltà e costanza de' falisci a lui
te tutte l'epigrafi e composizioni poe e predecessori, e le tante dimostra
tiche colle quali celebrarono il fau zioni divote ricevute nel suo sog
sto avvenimento, per cura della vi giorno. Il successore Gregorio XI
caria rev. madre Rosalia Bonfanti nel i376 nominò primo vescovo fr.
Buttaoni della Toltà; il terzo da Pietro d'Anguiscen agostiniano fran
Serafino Pozzi, che con un inno cese, per santità e dottrina riputa-
espresse il gaudio comune. tissimo, chiamato malleum haereti-
La sede vescovile fu eretta im corum, da Urbano VI spedito le
mediatamente soggetta alla sauta gato alla repubblica di Siena. Gli
Sede, come lo è tuttora, da Urba successe Nicolò nel i 38 i , fatto go
no V, colla bolla L'uni illius, dei vernatore della provincia del Pa
29 agosto i 36«), che pei' intero ri trimonio, che vuolsi della famiglia
porta l'Ughelli, Italia sacra t. I, Scarincia; indi lo furono, nel i 39$
p. 975, colla serie de' vescovi. Eres- Antonio Porziano alatrino, perito in
.se la chiesa parrocchiale di s. Mar jus canonico, traslato a Soia ; nel
gherita in cattedrale, a preferenza i 4o4 Andrea Gio. Guidi di Arcia
di quella di s. Flaviano, pel mag no sanese, già di Massa, trasferito
gior comodo del vescovo e del po da Asisi ; nel i4i2 Antonio a-
polo, e in venerazione dell' inven- naguiuo impiegato in diversi uffizi
MON MON 21i
dalla santa Sede, e trasferito a To vescovato di Montefiascone ed i
di ; nel i4?9 Domenico già abba suoi privilegi. Allora il Vitelleschi
te cisierciense delle Acque Salvie, ricuperò la sede, e nel i46i gli
e vescovo di Sutri ; nel i432 Pie successe Angelo Vitelleschi.
tro Antonio abbate premostratense Nel i47o morì il vescovo Gilber
de' ss. Onirico e Giulitta di Rieti, to Tolomei nobile sanese, cugino
sotto il quale a' i3 ottobre r 4 36 di Pio II, e gli successe Alberto To
Eugenio IV eresse nuovamente in lomei sanese che vivea nel i 477-
cattedrale Cometa (alla quale nei II cardinal Domenico della Rovere
primi secoli erano state unite le parente di Sisto IV, che vuolsi
sedi di Gradisca e di Tarquinia aver contribuito colle rendite del
(Vedi), colle bolle citate a quell'ar la mensa raccolte nei molti anni
ticolo, e la riunì alla sede Falisca, che durò la sua amministrazione,
chiamandosi il vescovo di Montefia- alla fabbrica della nuova cattedrale
scone e Corneto, ed alternando la poi incominciata ; avendo tutti i
residenza nelle due città : passando cardinali le biografie, ai loro arti
poi dall'una all'altra reeto trami coli si possono vedere le notizie di
te, Eugenio IV Cacol tizzò i vescovi questo e degli altri cardinali ve
di benedire chiunque incontrassero, scovi. Alessandro VI nel i496 di
benchè di altre diocesi. Indi nel chiarò vescovo Serafino Panulfati,
i436 stesso Eugenio IV gli sosti ornato di singolar dottrina e virtù :
tui Pietro Giovanni dell'Orto, tras morì in tale anno, e successe Gio
lato da Nepi, e nel i438 lo pas vanni Tolomei sanese, morto nel
sò a Massa Marittima, surrogando i 499- Cardinal Alessandro Farnesi
gli Valentino vescovo d'Orte che romano, resse la chiesa sino al
poco dopo rinunziò, laonde nominò i5i9, e divenne Paolo III. Leone
successore Bartolomeo Vitelleschi cor- X fece amministratore, per cessione
netano, nipote del celebre cardina del precedente, il cardinal Lorenzo
le, che l'antipapa Felice V creò Pucci, e nello stesso anno Ranuzio
anticardinale, perchè spogliato del Farnese di nove anni ; eletto Pa
vescovato nel i442 da Eugenio IV, pa Paolo III l'abilitò a contrar
ritornato all'obbedienza di Nicolò re matrimonio, sostituendogli il car
V ne fu reintegrato, e morì pieno dinal Guido Ascanio Sforza, che con
di meriti nel i463, al modo detto regresso rinunziò nel i548 per la
alla sua biografia, vol. IV, p. i69 sede di Parma, e fu vescovo (Jbal-
del Dizionario. Eugenio IV nel dino Bandinelli fiorentino, dotto e
i 44i m sua vece, secondo l'Ughel- perito nelle lingue ; il cardinale
li, avea fatto vescovo Onofrio di riassunse nel i55o il vescovato,
Sessa, il quale die l'isola Bisentina avendo Giulio III impiegato in Ro
a' minori osservanti, che edificarono ma LI iaidi no, che morì nel i55i.
il convento de' ss. Giacomo e Cri Achille de Grassis bolognese nel
stoforo ; però il Lucenti non lo ri i 55 r intervenne al concilio di
conosce, e dice che nel i \ \2 al Trento, e morì nel i 588. Però nel
Vitelleschi fu surrogato Francesco i555 lo avea succeduto il fratello
de Materi romano, traslato da Bre Carlo de Grassis, governatore di
scia, e morì nel i /J. 4 l ) - Nicolò V varie provincie e di Roma ; s. Pio
colla bolla Pastoralis confermò il V lo creò cardinale, e morì nel
222 NON . MON
i?7i; fu benemerito del prosegui dottrina cristiana. Per rinunzia del
mento della fabbrica del nuovo cardinale, li 22 aprile i63o gli
duomo, benchè assente pe'suoi uf successe Cecchinelli, e parlando del
fizi. Il cardinal Alessandro Farnese la cattedrale ne dicemmo le bene
nipote di Paolo III divenne ammi merenze, che mori nel i666.
nistratore ; per sua rassegna nel Alessandro VII creò vescovo il
i572 fu commendatario Ferrante celebre cardinal Paluzzi Altieri, tras
l'arnese, traslato a Parma nel i573. lato a Ravenna nel iC7o : di so
Indi Francesco G ni itisi parmigiano; pra si parlò come per lui Clemen
nel i578 Gregorio XIII nominò te X innalzò la sontuosa cupola,
Vincenzo Fuclieri, il quale Papa e quanto altro fece. Nel i67i Do
nssegnò alla manutenzione della fab menico de Massimi nobile romano
brica nel i582 scudi duecento, con che governò con somma lode di
fermati nel i ',»)l) da Clemente prudenza, compianto nel i 685 per
VlII. Nel i58o Girolamo de' con le sue virtù. Cardinal Marc' Anto
ti Bentivoglio di Gubbio, pio, dot nio Barbarico nel i687, già enco
to e vigilantissimo pastore. Morto miato, modello de' vescovi ; fondò
nel i6oo, Clemente ViII elesse il pure il monastero del divino amo
cardmal Paolo Emilio Zaechia , re, e le Maestre pie (f'erfi), che si
e lo consacrò nella basilica latera- propagarono in più luoghi, e fu
I iensi; ; per le sue cure il nuovo largo colla cattedrale di ricche sup
duomo avanzò sino al cornicione pellettili: il degno successore gli c-
colla spesa di quattordicimila scu resse un monumento marmoreo
di, e sarebbe divenuto Papa se il sotto il di lui busto, e fu anch' c-
mule che lo condusse al sepolcro gli benemerito della propagazione
nel i6o5 non lo avesse impedito. della istituzione tanto utile delle
II fratello I, andmo Zucchia fu sur maestre pie. Questi fu Sebastiano
rogato, che impiegato in gravi af Pompilio Bonaventura nobile d'Uri
fiiii dai Papi, onde nel i626 fu bino, (raslato nel i7o6 da Gubino
creato cardinale, governò a mezzo da Clemente Xf, il quale l'autoriz
del nipote Gaspare Cecchinelli ro zò a benedire in Montefiascone il
mano suo vicario ; emulo del zelo matrimonio del re cattolico d' In
e generosità del fratello, valse a ghilterra Giacomo III , con Cle
dar compimento e mettere il tetto mentina Sobieski di Polonia, cele
invece della cupola alla cattedrale, brato il di i.° settembre i7i9, come
colla spesa di undicimila scudi, sen dalla lapide posta nell'episcopio ; e
za valutare quanto provvide il co procacciò alla sagrestia della catte
mune in legname e mattoni, oltre drale il ricco dono d'un compito
il costoso carreggio. Si attribuisce a pontificale con paliotto d'ormesiuo
lui gran parte della facciata anti bianco ricamato in oro, in cui si
ca, di cui tentò il compimento il distingue la pianeta intarsiata lar
successore ; inoltre alle dignità di gamente di preziose perle orientali,
decano e sagrista istituite da Urba dono accompagnato da due grazio-
no V, egli aggiunse la terza dell'ar 6Ìssime lettere del re e della re
ciprete con pingue prebenda, e gina , di cui si parlò nel vol.
I' obbligo nelle feste di assistere al XXXV, p. 99 del Dizionario. Il
confessionale e all' istruzione della medesimo vescovo fu poi chiamato
MON MOS 2s3
in Roma a battezzare solennemente ria, e per alloggiarvi degnamente i
il principe di Galles Curio primo principi di transito, e tra i due pa
genito, al modo narrato nel citato lazzi edificò il descritto giardino. Il
luogo. Col Bonaventura terminando suo cadavere trasportato in Bologna
I' Ughelli la serie de' vescovi di sua patria, fu sepolto nella magni
Montefiascone e Corneto, la com fica cappella da lui eretta in s.
piremo colle annuali Notizie di Ro Petronio, ove si vede la sua statua
ma. colle iscrizioni fatte a suo onore.
1734 Cardinal Pompeo Aldo- 1754 Saverio Giustiniani nobile ge
vicmili, già lodato : a lui inoltre si novese di Scio, già canonico di s.
deve la statua di marmo rappre Maria Maggiore, e sotto-datario,
sentante s. Margherita, le due co come dicemmo nella serie di tali
lonne di granito (che diconsi tras prelati nel vol. XXXIX, p. a5o
portate dalle rovine di Ferento, del del Dizionario. 1772 Francesco Ma
pari che le due collocate nell'andi ria Banditi, già preposito generale
to del giardino dell'episcopio) che de' teatini di Rimini, creato cardi
ne adornano la nicchia, le balaustre nale nel 1775 del titolo di s. Gri-
che chiudono le cappelle, gli altari sogono, e annoverato alle congrega
dorati, e la nuova orchestra pur zioni de' vescovi e regolari, immu
dorata. Fu vicino ad esser sublima nità, riti e indulgenze : anch' egli
to al pontificato, e l'eletto Bene fece del bene alla città e diocesi ;
detto XIV a sua istanza nel 17 |3, restaurò e ridusse a stato di po
col breve Novam de coelo descen- litezza e di buon ordine il pubbli
dentem Jeritsalem, concesse al capi co ospedale ; donò un pontificale di
tolo il rocchetto con Cippa magna, lama d'oro alla cattedrale, nobili
onde il capitolo nelle stanze cano tando I' ara massima; trasferito a
nicali pose una iscrizione in mar Benevento ricolmò di benefizi l'ar-
mo di gratitudine al cardinale. I- cidiocesi, al modo come si legge
solò il seminario della città median nelle iscrizioni, riprodotte a p. 73
te muro, ricavandone un cortile dal de Angelis. Nel 1776 gli succes
per solazzo de' giovani, e siccome se il celebre e dottissimo concitta
privò la città d'una piazza, in com dino Giuseppe Garampi nunzio di
penso utilmente cambiò il corso Vienna, creato cardinale nel 1786,
della strada romana, per modo che morto nel 1792 : apri uu orfano
passasse rasente alla porta del borgo trofio per le povere fanciulle, che
maggiore, la quale più magnifica co poi si chiuse per difetto di rendite
strui, e di faccia a tal borgo aprì al sufficienti ; fu generoso al semina
tra strada dritta verso il tempio di rio di molti libri, e ne promosse
s. Flaviano-, e meditava la navigazio l' incremento . 1 794 Gio. Sifredo
ne del fiume Marta sino al mare Maury indi cardinale : sotto di lui
di Civitavecchia, come viva sorgen Pio VI aumentò la mensa capito
te di ricchezze per Monte Fiascone lare, di cui è l'effigie con iscri
e per tutta la provincia, e ne fece zione nelle stanze canonicnli. Que
fare da Andrea Chiesa il disegno. sto cardinale da Parigi donò al se
L'episcopio fu dal cardinal amplia minario più casse di volumi, in
to ed abbellito, e vi fabbricò vicino gran parte edizioni de' maurini, e
altro palazzo pcgli uffizi della cu- alla sagrestia diè molte ricche sup
5.74 MON MON
pelleUili. Pio VII esonerò molte storia ecclesiastica, di eloquenza sa
prebende della cattedrale e della cra e di liturgia : mentre occupa
diocesi dalle pensioni di cui erano to del pubblico bene ampliò il mon
gravate, ed accrebbe le rendite del te di pietà, procurò l'ornato della
seminario con applicargli i beni città, istitui le scuole de' fratelli
de' conventi esistenti in Marta, già della dottrina cristiana pei fanciul
degli agostiniani e paolotti minimi li, onde toglierli dall'ozio e dall' i-
soppressi dai francesi. Quel Papa gnorauza , a' 27 gennaio i842
fece amministratore fr. Bonaventu Gregorio XVI lo trasferì a Fermo
ra Gazzola vescovo di Cervia, e che tuttora saviamente governa, es
dopo la rinunzia del Maury lo sendo protettore di Montefiascone,
promosse al vescovato nel i 82o : di Marta e di Piansano: di quanto
egli dopo il fondatore ben meritò fece questo porporato nella sua cit
del seminario e collegio Falisco , tà e diocesi Falisca si legge nello
avendone sino dal i8i7, come si splendido elogio riportato nel nu
legge nel supplemento del Diario mero i6 del Diario di Roma i842.
di Roma numero 82, fatto rifiorire Il medesimo Gregorio XVI gli diè
il suo lustro. Ottenne dal Papa il lo stesso giorno in successore monsi
memorato aumento di rendite, a gnor Nicola de'conti Mattei di Pergo
proprie spese edificò un braccio la, traslato da Camerino, che fu pian
nuovo, eh' è riuscito di ornamento to a'23 ottobre i 843, passando a
alla città, e di comodo ospizio ai miglior vita : i di lui encomi sono
professori del luogo. Mentre era riportati dai numeri 47 e ^r ale''
amministratore, ottenne una parte le Notizie del giorno : il Papa gli
delle rendite pei restauri della cu sostituì nel concistoro de' 22 gen
pola, ed a favore della mensa gli naio i844 I' odierno vescovo car
utensili e mobili lasciati dal cardi dinal Nicola de' conti Garelli Pa-
nal Maury, in compenso de'danni racciani di li itti : il numero 28
recati nella sua assenza all'episco delle Notizie del giorno i844 de
pio. Cardinale Giuseppe Maria Fel scrive le feste fatte pel di lui so
zi, nominato da Gregorio XVI nel lenne ingresso, ed il numero 89
i832, e sua creatura, come lo so del Diario di Roma pubblica la
no i seguenti porporati : fu zelante notificazione sul restauro ed ornato
pastore, e del seminario vigilante. del seminario e collegio, e le provvi
Per sua morte Gregorio XVI di denze che andava il cardinale a
chiarò a' J9 maggio i837 succes prendere sulla disciplina del mede
sore il cardinal Gabriele Ferretti simo, proibendo salutarmente agli
d' Ancona, che a'i5 febbraio i 833 alunni e convittori il passare l'au
trasferì a Fermo (poi dal regnante tunno nelle loro case, ove solo ri
Pio IX fatto legato d'Urbino e Pe torneranno terminato l' intero corso
saro e segretario di stato), dandogli a degli studi. Il capitolo si compone di
successore il cardinal Filippo de Ange- tre dignità, la prima essendo il de
lis d'Ascoli, il quale efficacemente die cano, di nove canonici compreso H
de opera a ripristinare l'antica flo penitenziere ed il teologo, e di do
ridezza del seminario e collegio , dici beneficiati : il decano coadiuva
anche nella disciplina e nella emu to da un canonico ha cura della
lazione, ed istituendo le cattedre di parrocchia della cattedrale, ov' è il
MON MON a25
fante sacro. Vi sono in città due vano per insegna l'immagine della
altre chiese parrocchiali, i conven Beata Vergine, e dall'altra parte la
tuali, i minori osservanti, le mona croce dell'ordine, dovendo difende
che salesiane e benedettine, la scuo re la religione cattolica contro gli
la pia, l' orfanotrofio, le confrater infedeli. Ne riporta la figura il p.
nite, ec. Le due diocesi di Monte- Bonanni nel Catalogo degli ordini
fiascone e Corneto contengono do eq. p. 82. Il p. Helyot ritiene es
dici luoghi. Ogni nuovo vescovo è sere questo unito ai cavalieri del
tassato ne' libri della camera apo Tru\illo, i quali avevano ricevuto
stolica in fiorini 2oo , ascendendo la città di tal nome da Alfonso IX,
le rendite a circa scudi cinque e derivavano dai cavalieri di Mon
mila. tegioia ; avendo perduto le loro
MONTE GARGANO. V. MAN castella, tolte ai mori, e da essi ri
FREDONIA. prese, furono incorporati all'ordine
MONTE GIOIA o GAUDIO, or di Alcantara (Vedi).
dine equestre. Dopo la conquista di MONTEIL, MONTIL, o MON-
Gerusalemme, il primo re latino TELIMART. Città di Francia, di
Goffredo edificò vicino due città partimento della Drome, sul Rodano,
chiamate Monte Gioia , Mongiosa in fertile pianura. Questa antica
e Monte Gaudio, dall'allegrezza che
città fu abitata dai cavares, ed i
provavano i pellegrini mirando da romani la chiamarono colonia Acu-
esse i santi luoghi. In progresso vi
sio, indi ricevette il nome di Mort-
si formò un ordine militare per ditilium Adliemari dai signori di
fendere i luoghi medesimi ed i Grignan che la ristorarono, uno
pellegrini, prendendo i cavalieri che
de' quali la donò alla Chiesa nel
lo composero il nome della città. pontificato di Gregorio IX, poi nel
L'approvò nel 1 180 Alessandro III i446 restituita a Luigi XI re di
Francia, indi soggiacque alle guer
con la regola di s. Basilio, e voti
re religiose per aver abbracciato la
di povertà, castità ed obbedienza,
pretesa riforma. Nel 12o9 vi si
vestendo essi abito bianco, con stel
la rossa a cinque raggi, ovvero una
tenne un concilio, nel quale Milo-
ne legato della santa Sede, sottomi
croce rossa eguale a quella de'tem-
pinri. Invasa nuovamente la Pale se alla penitenza Raimondo VI
stina dai saraceni, i cavalieri ripa
conte di Tolosa, fautore degli al-
rarono in Europa, fermandosi in bigesi. Labbia t. XI; Arduino t. VI.
Castiglia e in Valenza, ove furono MONTE LEONE, Fibona. Cit
largamente premiati dai principi: tà vescovile del regno delle due
il re di Castiglia Alfonso IX, perSicilie, nella provincia della Cala
combattere i mori, diè a questi vabria Ulteriore seconda , capoluogo
di distretto e di cantone. Trovasi
lorosi il castello di Montfrac don
de presero il nome, ma in Valen su d'una vetta in vaga e deliziosa
situazione, dominata da un castello
za e in .Catalogna ritennero l'anti
co di Montegaudio o Montegioia ; fortificato: rovinata nel terremoto
finalmente nel 1221 s. Ferdinandodel 1783, fu poi bene restaurata. E
sede d'un tribunale di commercio,
III, vedendo scaduto l'ordine, l'um
a quello di Calatrava (Fedi). In e piazza di guerra di quarta clas
tempo di guerra i cavalieri porta se. Ha quattro chiese, un collegio
voi. xivi. ,5
226 MON MON
reale, e molti filatoi di seta. Dice Lauto e molti ruscelletti vi hanno
si fondata da Federico II presso le la sorgente; mentre i monasteri ri
rovine d' Hipponìimi, floridissima chiamano alla mente i primi tem
1 1 città della Magna Grecia, e che fu pi della Chiesa, che numerava una
poscia colonia romana sotto il no quantità di solitari sparsi sui mon
me di Vibo- Valentia. Il Luco- di ti. Vi si trovano ad ogni passo si
Agatocle occupa una gran parte ti in cui la natura spiega ora
del montuoso territorio, ove anno l'amenità, ora la grandezza, ora la
se roveri resistono all'urto de'seco- bizzarria, e sempre la varietà. Sulla
li; e fu titolo di ducato della casa sommità del Libano o di Sunnina
Pignattelli sino dal i578. Vibona l'immensità dello spazio che si di
ricevette il lume della fede ne'pri- scopre fa godere l'amenità e mae
fr. mi tempi della Chiesa, e nel V se stosità d'uno spettacolo, che non è
colo vi fu eretta la sede vescovile dato con poche parole poter de
sotto la metropoli di Reggio, ed scrivere. Gli abitanti preferirono
ebbe anche vescovi greci. Il primo queste montagne alle ricche pianu
vescovo che si couosca è Somano, re, per essere al coperto dalle ves
clie assistette al concilio di Caloe- sazioni de' turchi , e vi spiegarono
donia nel 45 1; Giovanni fu a un' industria agricola che invano
quello di Roma del 499 sotto * cercherebbesi altrove: a forza d'ar
Simmaco; Rufino del 597 ; Venerio te e di fatica, costrinsero un suo
del 599; Papinio si recò nel 649 lo sassoso a diventar fertile. Il
al concilio romano di s. Martino Monte Libano e la provincia è
I ; Crescenzio fu a quello del 679 principalmente abitata dalla na
di s. Agatone ; Stefano fu al se zione maronita. Le famiglie gre
condo concilio di Nicea nel 787. che , siriache ed arabe che a-
Rovinata Vibona da' saraceni nel bitano le falde del Libano, so
983, la sede vescovile fu unita a no istruite, pacifiche e laboriose.
quella di Mileto (Fedi) nel 1o73. Nel Monte Libano le chiese e i
"i > -i Ughelli, Italia sacra t. X, p. 186. monasteri sono in gran numero,
MONTE LIBANO, Mons Liba d'ambo i sessi, e di riti orientali.
nu*. Catena di montagne della Tur Vi risiedono i patriarchi de Maro
chia asiatica nella Siria, della qua niti ( una volta anche quelli dei
le il Tabor occupa uno de'più emi Melchid Greci e de' Siri, ma og
nenti punti, ed il più mirabile, in gi nel dominio turco essendo li
di il Libano cotanto celebre ne' li bero il culto, questi dimorano nel
bri santi antichi e nuovi, famoso le loro città presso i diocesani ) e
pe' suoi cedri, rispettabili avanzi degli Armeni o di Cilicia (Fedi).
della foresta nella quale il re di Ai quali articoli ed agli altri re
Babilonia fece abbattere gli alberi lativi si dice quanto riguarda il Li
necessari per la costruzione del bano, il cattolicismo che vi è nu
tempio di Gerusalemme [Vedi). Il meroso, ed i religiosi e religiose. Si
Libano, il cui nome dev'estendersi deve avvertire, che nel Monte Li
a tutta la catena del Kesrouano o bano non vi sono famiglie armene,
Kesraouan, e del paese de'drusi, ed ivi il patriarca governa le lon
presenta tutto lo spettacolo delle tane città di sua diocesi. Ora si
grandi montagne; il Giordano, il dice che il patriarca armeno ossia

_
MON MON 227
vii Cilicio, prevalendosi della liber to e l'Arabia. Nella città di Alep
tà di culto che concede il gran si po nvea giurisdizione il Guardia
gnore a tutti i suoi sudditi, pensi no del santo Sepolcro (Fedi), e
trasferirsi in qualche città della nel 1 76o vi fu creato un vicario
sua diocesi, dove vi sia maggior apostolico ch'ebbe breve durata, ri
numero di armeni. A Maroniti di pristinato però nel 1817: siccome
cemmo del sinodo tenuto in Mon poi nasceva spesso questione sul
te Libano nel 1736, su di che nel l'esercizio di giurisdizione tra il vi
Bull. de piop., Appena. t. II, p. cario apostolico e detto guardiano,
97, si legge il breve Apostoliche da Gregorio XVI col breve In
servitutis , emanato da Benedetto supremo episcopo tus mmiere, de' 2 1
XIV a' 16 fcbbraio 1 742, Per ,rn- marzo iHji, fu stabilito, che la
porre silenzio alla controversia in Siria fosse sottomessa al vicario
sorta. apostolico di Aleppo, e la Palesti
Il Monte Libano per i latini è na con I' isola di Cipro fosse go
compreso nella giurisdizione del vi vernata nello spirituale dal guar
cariato apostolico di Aleppo , ed diano del santo Sepolcro o Terra-
Aiitiirn è la residenza del vicario santa; e riguardo agli ospizi di que
apostolico, cioè propriamente nel st'ultima esistenti nella Siria, i re
Kesroano nell'Auti Libano. II vica ligiosi quanto all'esercizio del mi
rio apostolico è pei latini, ma è nistero dipendessero dal vicario apo
ancora delegato apostolico pegli stolico, mentre per ciò che concerne
orientali , che in tanto numero la disciplina regolare fossero sog
stanziano nella Siria: nel i83o la getti al guardiano. Però nell'otto
congregazione di propaganda fide bre (847 il regnante Pio IX ha
gli fabbrico la casa in Antura per ripristinato la residenza in Gerusa
risiedervi. A monsignor Pietro Lo- lemme del patriarca latino, con
smma vescovo d'Abido, Gregorio giurisdizione stabilita dalla congre
XVI diè in successore agli 8 mar gazione di propaganda fide. In Alep
zo :H')i) l'odierno vicario apostoli po vi è la casa del vicario aposto
co d' A leppo pei latini, e delegato lico, circa mille cattolici latini; la
apostolico nel Monte Libano, mon chiesa parrocchiale, scuola con con
signor Francesco Villardel de'mino- vento ed ospizio i padri di Terra-
ri osservanti, arcivescovo di Filip santa; chiesa, cappella, collegio e
pi. Il vicariato apostolico di Alep prefettura i cappuccini ; la scuola
po o Berrea ( Vedi) contiene i d'ambo i sessi de'lazzaristi ; e vi a-
Melchiti (Fedi), i Maroniti (Fedi), veano chiese ed ospizi i gesuiti ed
gli armeni di cui parlasi a Cilicio ed i carmelitani.
a Patriarcato armeno ( Fedi), Antio Si crede che il nome di Libano
chia, Laodicea, Sidone, Tripoli, Da venga dalla parola ebraica Leban
masco, Berito, città che tutte hanno o Laban, che significa biancoj esso
articoli. Berrea o Aleppo si considera esprime la bianchezza delle sommi
come la capitale della Siria (Fe tà le più alte della catena, che so
di), la quale comprende il vicaria no quasi di continuo coperte di
to apostolico d'Aleppo, tranne la neve. Si distinguono col nome di
Palestina, vicariato già vastissimo Libano od ElGebel te più alte
come contenente anche l'alto Egit- montagne della Siria: è una cate
a»8 MON MON
ii,i di monti che s'innalza lungo la di frutta e ben coltivato ; il se
riva del mare Mediterraneo, da condo è incolto e scosceso ; nel
mezzodi a settentrione. Il tuo prin terzo vi si gode di una perfetta
cipio è verso la città di Tripoli e primavera, ed è fertilissimo ; il
verso il Capo Rosso; il termine è quarto è disabitato per il rigidissi
al di là di Damasco, unendosi col mo freddo, che Io mantiene coper
le altre montagne dell'Arabia de to di eterne nevi. In mezzo al pe
serta. Questa estensione da ponen nultimo piano vi si trovano i fa
te a levante, trovasi circa sotto il mosi cedri, tanto celebrati dalla
35.° grado di latitudine. L'Anti-Li- Scrittura. Di questi ultimi se ne
bano od ElGebelel-Claich , co contano ancora dei principali, ven
si chiamato a motivo della sua si ti o ventiquattro. Questi cedri fa
tuazione opposta a quella del Li migerati, rispettabili avanzi e mo
bano, è un' altra catena di monti numenti della veneranda antichità,
che s'innalzano presso le rovine di secondo Davidde furono piantati da
Sidone, e -vanno ad unirsi con al Dio stesso. Questi mirabili alberi
tre montagne del paese degli ara di fronda nera e folta, che copro
bi, verso la Tracondite, sotto il no co'loro rami orizzontali la cima
34.° grado. Queste montagne occu del Libano, sono di una si prodi
pano un vastissimo spazio, in tre giosa circonferenza che sei persone
provincie, che chiama vansi in passa appena possono abbracciarne uno,
to la Siria propria , la Celesiria e e ve ne sono di quelli che l'hanno di
la Fenicia, con una parte della sei tese. Sono creduti sì antichi e ve
Palestina. Il Libano perciò e l'An- tusti che la tradizione vuole che
ti-Libano, presi unitamente, hanno rimontino al tempo di Salomone. La
a mezzodi la Palestina, a setten difficoltà di tagliare il pedale di quel
trione l'Armenia minore, all'orien le masse enormi, e l'incorruttibilità
te la Mesopotamia od il Diarbekir loro favoriscono molto cotale tra
con una parte dell' Arabia deserta, dizione. Quantunque non trovinst
ed a ponente il mare di Siria. Que altrove cedri paragonabili a questi,
ste due catene di monti sono sepa ve ne sono un gran numero di
rate l'una dall'altra da una distan minor grossezza, ed altri piccolissi
za quasi eguale da per tutto, e mi di fusto, gli uni frammisti ai
questa distanza forma un paese fer primi, gli altri ne'dintorni, e divi
tile, cui davasi anticamente il no si per così dire a drappelli. Là ci
me di Celisiria, ovvero Siria cava ma de gran cedri allargasi a forma
o bassa, perchè chiusa dalle due quasi d' un paracqua, in vece che
catene del Libano ed Anti Libano. quella de' meno considerabili innal
È il Libano chiamato glorioso da zasi a foggia di piramide come i
Isaia, venendo considerato questo cipressi ; le foglie loro sono simili
monte come la dimora de' primi a quelle del ginepro, alquanto ri
abitanti della terra, poichè la po piegate, e conservano il verde tut
sterità di Cham venne a popolarlo to l'anno ; il frutto, che non è por
poco dopo il diluvio. L'aspetto di tato che dai grandi cedri, è simile
questo monte presenta quattro pia a quello de' pini, ma d'un colore
ni di monti ammucchiati gli uni più oscuro, e di una corteccia più
sopra gli altri : il primo è pieno compatta; è disposto a folti maz
MON MON 229
eetti all' estremità , e rivolge» al Europa al principio del secolo XVII;
cielo colle punte all'insù, tramanda dopo uu' esistenza indipendente e
un odore gradevole, e la resina che famosa, fu vinto, tradito e tradot
cola dal tronco ha pure una dolce to in Costantinopoli ; nondimeno
fragranza. La cima loro proporzio la sua posterità potè regnare dopo
nala all'enormità della grossezza, di lui, e quindi quando si estinse,
maestosamente protendesi verso i lo scettro passò alla famiglia Chal,
cieli, e presenta un'ampia cupola originaria della Mecca ; ed Emir
di verdura, una delle meraviglie Beschir ultimamente governava
della natura. Ogni anno i maroni quelle contrade, ora occupate dai
ti, che sono i principali abitanti turchi, governando il Monte Liba
del Libano, nel giorno della Tras no un pascià. La famiglia di detto
figurazione vanno a celebrare sul emir anticamente era turca mao
la montagna la festa de' cedri. Il mettana, poi si fece cattolica. La
patriarca vi ascende coi vescovi, con religione de'drusi è un mistero;
gran numero di monaci e fedeli, essi adorano il vitello, le donne
e si celebra la messa su altari di sono ammesse al sacerdozio; sono
pietra eretti a piè degli alberi più divisi in saggi ed ignoranti ; vene
colossali. Colla mira di conservare rano Mosè, Gesù e Maometto ; si
i cedri i più antichi, il patriarca dice che credino al giudizio, all'in
fulminò la scomunica a chiunque ferno, al paradiso, ma non si fan
tentasse di svellerne un tralcio od no battezzare e non praticano la
un ramoscello senza un formale religione cristiana; non hanno tem
permesso. pli, nè feste, ne cerimonie, tutta la
Tre popolazioni diverse, due del loro fede si riduce nella provviden
le quali si ravvicinano per la loro za e misericordia di Dio. Il Terzi
credenza, abitano le colline accessi nella Siria sacra p. 3o3 e 3o8,
bili e coltivabili del Monte Liba parlando del Monte Libano e suoi
no. I primi sono i maroniti, che popoli , e della nazione drusa e
formano un popolo a parte in tut suoi errori, li crede con altri deri
to l'oriente, ed amano gli europei vati dai latini della prima crociata,
come fratelli : al loro articolo dissi poi caduti in errore pel contatto
quanto negli ultimi tempi soffriro co'saraceni ed altri popoli. Il Cuc-
no dai drusi e dai turchi, dopo la cagni nella dissertazione in cui vol
caduta del dominio egiziano. I diu- le provare che la setta de' liberi
si, che coi metualiti ed i maroniti muratori è un ramo della setta
formano la popolazione principale de'manichei, inserita nel supplimen-
del Libano, furono un tempo cre to al Giornale ecclesiastico di Ro
duti colonia europea lasciata dai ma 1791, dice che i drusi del Mon
crociati in oriente: parlando i dru te Libano conservano molti vestigi
si l'arabo, ed essendo idolatri non del manicheismo, e che perciò han
sumbra che discendano da cristia no affinità coi frammassoni. Egli
ni. Perseguitati dai mussulmani, di però coi più critici dichiara l'esi
cui non vollero abbracciare il cul stenza de'drusi anteriore a detta
to , rifugiarousi nelle inaccessibili crociata, e che un certo Druso I-
solitudini del Libano. L'emir Fa- smaele persiano manicheo fu loro
cardino li rese celebri anche in legislatore al principio del secolo
*3o MON MON
XI, quale apostolo t.Iella tetta spe te di detto codice, si legge questa
dito a predicar in Siria, quindi i nota: Maimscrit originai pris ni
drusi lo confusero cou HaLemo Syrit par Ies troupet igyptiennes
re egiziano, perchè du Druso Ismae ilans la revolte des drases en 1838.
le promulgato per un Dio; ne a- Gli altri volumi ancora provengo
spettano sempre il ritorno, lo chia no dal bottino fatto in quella cir
mano il Salomone persiano, e ve costanza nei drusi dai soldati egi
nerano qual Dio potente sotto la ziani; e da Clut Bey medico d* I-
misteriosa figura del vitello che biaiiu Pascià, che seco Io condus
tengono nascosto. Sembra che i se in quella spedizione, furono of
drusi abbiano scelto tal simbolo per ferti al lodato Pontefice nel 184o.
relazione all'Egitto, dove uccisi mo MONTELUNGO o MONTE-
rirono tanto Druso che fIakemo, e LONG Ugo, Cardinale. Ugo di
dove fu adorato il vitello sotto la Montelungo o Muutelong, nato no
speciosa denominazione di Api, che bilmente nelt'Aiigiò, decano, cmtu
spiegasi appunto per il forte, il re ed arcidiacono di Nantes, fu net
Dio potente. Avendo i drusi accol l 354 promosso alla cattedra epi
to generosamente gli europei, che scopale di Tregujer, e nel i35u
dopo la battaglia di Navarino te trasferito a quella di Brieu , culla
mevano la vendetta de' turchi, av dignità di cancelliere della Breta
vezzi ora ad una specie di fratel goa. Gregorio XI a' a 1 dicembre
lanza cogli ortodossi maroniti, nu l 'i- 1 lo creò cardinale prete de' ss.
merosi, ricchi, amanti l'agricoltura Quattro, e poi vescovo di Sabma.
ed il commercio, prodi e di ma Segui il Papa nel suo viaggio d'I
niere civili, faranno col tempo fa talia , e quindi abbandonando iu
cilmente corpo coi maroniti, e pro Ruma il successore Cibano VI, al
grediranno del pari nella civilizza la cui esaltazione erasi mostrato fa
zione, purchè si rispettino i loro vorevole, seguì le parti dell'antipa
riti religiosi. I metualiti o amami, pa Clemente VII, nella cui obbe
che compongono il terzo della po dienza lini il corso della sua vita
polazione del basso Libano, sono in Avignone, in estrema decrepitez
maomettani della setta di Ali do za nel 1 384 o più tardi.
minante in Persia; essi non man MONTE MARANO, Moas Ma-
giano nè bevono coi settari di al ranus. Città vescovile nel regno del
tro culto, e dopo molte vittorie e le due Sicilie , nella provincia del
rovesci si sostengono nella valle Principato Utteriore, capoluogo di
presso le magnifiche rovine di cantone sul Calore. La cattedrale,
Eliopoli e dalla parte del Soia- ampio editìzio, è dedicata alla Bea
l'antica Tiro. Gregorio XVI donò ta Vergine Assunta, cou tre navate;
alla biblioteca vaticana sei volumi nel sotterraneo vi sono Ire cappelle,
riguardanti i drusi, in lingua ara col corpo di s. Giovanni vescovo.
ba. Cinque di essi, in quarto, con Il capitolo compone vasi delle digui
tengono le sei parti che formano tà dell'arcidiacono, dell'arciprete,
il codice religioso della setta de'dru- di due primiceri, e dell'economo o
si; ed il sesto, in ottavo, alcune poe sagrista. con dodici canonici. La cit
sie sui loro dommi. Nel volume tà non è antichissima, ma fu un tem
che contiene la amiità e sesta par- po florida ; se ne crede tuttavia Imi -

tir! "
MON MON a3 1
tlatore Caio Mario, onde III delta lo, de'minori osservanti, dottissimo
Alons Marianus, perchè la fece co teologo, del 1 55a : intervenne con
struire 2ul monte. La sede vescovile onore al concilio di Trento, e nel
fu eretta nel secolo XI sotto la me 157o passò alla sede arcivescovile
tropoli di Benevento. Ne fu primo di Lanciano. Ne furono successori,
vescovo s. Giovanni monaco bene nel 157o M. Antonio Alferi bene
dettino , nominato da s. Gregorio ventano, arcidiacono della metropo
VII ; chiaro per miracoli morì il 7 litana ; nel i596 Silvestro Brucati
o 17 agosto, e ne riporta gli atti d'Offida , chiaro teologo e filosofo,
in un alla serie de' vescovi l'Ughel- perito nella lingua ebraica, già pre
li, Italia sacra, t. VIII, p. 332. cettore di Clemente VIII che lo
Gli successero, Giovanni che nel nominò. Nel 16o3 M. Antonio Ge
1 179 fu al concilio Latcranense III novesi napoletano, celebre giurecon
di Alessandro III; Rullino traslato sulto, traslato ad Isernia ; nel 161 1
nel 1298 a Castro da Bonifacio fr. Eleuterio Albergoni milanese con
VIII; Pietro del 1329; Barbato ventuale; nel 1 636 Francesco An
che morì sotto Giovanni XXII ; Pie tonio Porpora napoletano, reputatis-
tro eletto dalla maggior parte del simo giureconsulto; nel 164o Ur
capitolo, cui spedì un privilegio Be bano Zambotto, non bolognese ma
nedetto XII, e nel 1 345 Clemente beneventano, abbate generale de' ca
VI lo trasferì a Dragonara. Indi nonici regolari del ss. Salvatore ,
fr. Ponzio Escandevilla domenica lodevolmente governò; nel 1658
no; fi. Marco Traniscu di Fabria Giuseppe Battaglia parroco di Ro
no francescano del 1 346 ; Andrea ma; nel 167o fr. Celestino Labo-
del l 349 ; Nicola di Bisaccia, nel ni patrizio di Rossano e agostinia
t35o trasferito da Caserta; fr. Gia no scalzo, dopo aver rinunziato per
como Castella de' minori del i365; virtù la dignità abbaziale, zelantis
Agostino I del 1396; Agostino II simo pastore, riparò la cattedrale ,
del i413; fr. Marino di Monopoli ridusse a miglior forma l'episcopio,
francescano del 1^1; Ladislao del donò alla chiesa ricchi arredi, rin
i463; Agostino de Seni francesca novò l'altare maggiore e lo decorò
no del 1477; fr. Simeone de Da di pitture, fece il doppio organo ed
vidici sanese francescano .del 1 484 J altre cose, vendendo quanto avea
fr. Antonio Bonito dello stesso or di prezioso pei poveri. Morì nel
dine del 1487, dottissimo e caro 1 72o e gli successe Gio. Crisosto
al re Ferdinando; Giuliano Ysopo mo Vecchi di Rossano , priore ge
che consacrò la cattedrale nel 1 494 nerale de' basiliani , col quale nel-
e rinunziò con regresso; Pietro Gio l' Italia sacra si termina la serie
vanni de Melis del i516, indi fatto de' vescovi , che proseguiremo colle
vescovo di Tiberiade in partibus; annuali Notizie di Roma. 1 726 Gio
Saverio Petrucci del i5fj, che ab vanni Ghirardi di Cervinara bene
dicò nel i52o; Andrea Aloisi na ventano. 1746 Innocenzo Sanseve-
poletano, che morendo nel i528, rino di Nocera de' Pagani. 1753
ritornò alla sede Giuliano , che la Giuseppe Antonio Passanti della dio
rinunziò al nipote Girolamo Ysopo cesi di Brindisi. 1774 Onofrio M.
canonico regolare lateranense; fr. Ginnari della diocesi di Cassano.
Antonio Gaspare Rodiiguez spagu uo- Dopo lunga sede vacante, Pio VII
fi
. a3a MON MON
nel 1818 soppresse la sede vesco unì Minervino ) e di Monte Pelo
vile, e l'um a quella di Nasto so ; nel 146o fr. Antonio de Gio-
(Fedi). vannotto, vescovo d'Andria e Mon
MONTE OLIVETO. Abbazia e te Peloso, per la cui industria Iti
principale monastero degli Oliveta ristorata la cattedrale , e morì nel
ni (Fedi). i 463; Roggero de Atella lo suc
in MONTE PELOSO (Montis Pe-
lusii). Città vescovile nel regno del
cesse nelle due sedi, ed a questi
Martino de Sotomajor spagnuolo ,
le due Sicilie , nella provincia di di somma estimazione, morto nel
Basilicata, capoluogo di cantone. E 1 47 7 dopo avere eretto diverse cap
-iif! posta sopra un colle, fra le sorgenti pelle nel detto tempio, ed il cam
del Bradano; è cinta di mura, e nel panile. Sisto IV separò le due chie

If
1■(ri
feudale reggimento dipendeva da
Gravina. La cattedrale è dedicata
alla Beata Vergine Assunta , ed è
moderno edilizio, con capitolo che
se ch'erano state alcun tempo uni
te, e nel 1 48o nominò vescovo di
Monte Peloso Donato , cui succes
sero: Antonio morto nel 1482; Giu
componevasi di sei dignità, cioè l'ar lio Cantelmi nobile napoletano, de
cidiacono, l'arciprete con cura d'a putato al governo dell'Umbria ; nel
ii i Iii nime , il cantore, il primicero, il it')l Berardo o Leonardo de Cai
tesoriere, il croccriato, con dodici nini o Corbara, trasluto a Triven-
canonici; al presente vi sono quat to ; nel i498 Marco Coppola na
li tro dignità, e venti canonici, com
preso il penitenziere ed il teologo,
poletano monaco olivetano, con di
spensa di cambiare l'abito da bian
non che de' mansionari ed altri co in nero; nel i528 Agostino Lan-
chierici. L'arciprete, seconda dignità, dolfi canonico regolare, rinunziò nel
ha cura delle anime aiutato da tre i53a ; fu fatto amministratore il
preti ; la cattedrale sola ha il bat- cardinal Domenico de Cupis (Fe
tistcrio, essendovi in città altre quat di) che con regresso abdicò nel 1 53t.
tro parrocchie. L' episcopio è atti Gli fu sostituito Bernardino Tem
guo alla cattedrale, e la diocesi non pestiu i di Montefulco. Nel 1 54o
si estende oltre la città. Vi è un col consenso del cardinale, Pietro
monastero di monache , non più i Martini, e nel 1 546 Paolo de Cu-
ti e conventi di religiosi; souovi inol pis romaico canonico della basilica
tre confraternite , monte di pietà Lateranense, trasferito nel 1 ,4>S a
ed ospedale. Nel secolo XI ebbe Recanati. Ascanio Ferreri di Bisi-
origine la sede vescovile, come av gnano che abdicò nel i55o ; gli
verte il Lucenzi, e Calisto II la ri successe il fratello Vincenzo , che
pristinò nel ii23, dichiarandone rinunziò nel 1 56 1 , indi fu trat
vescovo Leone abbate benedettino, Iato ad Umbriatico. Luigi de Cam
richiesto dal popolo e dal clero ; pania di Rossano, si dimise passau
lo consacrò e fece la sede imme due anni, e poi fu vescovo di Mo-
diatamente soggetta alla santa Se tula. Nel 1 578 Lucio Maranta tras
de, nella provincia ecclesiastica d'A- ferito da Lavello; nel 1 J92 Gioia
cerenza. Non si conoscono altri ve Dragomanni fiorentino, traslato nel
scovi sino a fr. Antonello de' mi 1 596 a Pienza , surrogato da Ca
nori, che nel 1 4 J '-* fu fatto vescovo millo Seriboui. Indi fr. Ippolito
à'Andria (Fedi) (alla quale Pio VII Massai ino lucchese de' serviti, pro
MON MON a33
fondo teologo e di felice ingegno , nella Val di Chiana, provincia di
teologo d' Innocenzo IX, dell'uni Firenze, decorata pure del tribunale
versità di Ferrara, e della congre coltegiale di prima istanza, capo
gazione de divinis auxiliis, fatto luogo di comunità, di vicariato re
vescovo nel 16oo. Francesco Pe- gio, e di circondario nel comparti
rusci spoletino del 160?; Tomma mento di Arezzo. Risiede sulla ci
so Sanfelice teatino napoletano del ma del monte del suo nome, in
161 5; Onofrio Grifari procuratore amenissima situazione, facente porte
generale de' cassinesi del 1 62 1 ; IV. della giogaia che divide la Val di
Diego Merino spagnuolo carmeli Chiana dall'opposta valle dell'Orcis.
tano del 1623, trasferito ad Iser- Vi scaturisce il torrente Tressa del-
nia; nel 1626 fr. Teodorico Pelleo- l'Orcia, e per vari rivi il Sa In reo
ni di Api 1o conventuale; nel 1637 ed il Salcheto tributari della Chia
Gaudio de'conti Costelli di Terni, na. Si specchia da un lato nel
lodato per gran prudenza, e governa Trasimeno, e ne' minori laghi di
tore di vari luoghi dello stato pontifi Chiusi e di Montepulciano: gli e-
cio; nel (638 Attilio Orsini roma levati Apennini ne abbelliscono la
no, encomiato per dottrina e virtù; deliziosa veduta dall'alto. La città
nel 1655 Filippo Cesarini nobile è di figura bislunga, circondata di
nolano, traslocato a Nola; nel 1674 raurn castellane, con quattro porte
Raffaele Riario di Savona abbate cas- e due posterie: ha una fortezza di
sinese degnissimo; nel 1684 Fabrizio ruta nella parte superiore, e un'al
Susana nobile di Sanseverino ; nel tra nella parte inferiore. In questa
17o6 Antonio Avello di Neocastro, eminenza si respira un'aria salubre,
col quale si termina In serie de' ve spaziando l'occhio sopra una gran
scovi, nell' Italia sacra dell'Ughelli de estensione di paese.
t. I, p. 998, che compiremo colle La cattedrale, fabbrica grandiosa a
annuali Notizie di Roma. 17 17 Do tre navate, con facciata di travertino,
menico Potenza di Cirignola. 1739 fu costruita nel principio del secolo
Cesure Rossi di Marsico. 1 7 ìu Bar XVII accanto alla vecchia colle
tolomeo Coccoli d'Arpino. 1761 giata, che fu demolita per ingran
Francesco Paolo Carelli di Conver dire la piazza , meno però il suo
sano. 1763 Tommaso Agostino de campanile eretto nel secolo XV.
Simone della diocesi di Lecce. Do collegiata che Sisto IV nel 1 4^7'i
po lunga sede vacante nel 1792 iur.i dichiarata esente dalla giuris
Francesco Saverio Saggese della dio dizione del vescovo di Arezzo, e
cesi d'Ariano. 1797 Arcangelo Lu- sotto la protezione della santa Se
poli della diocesi di A versa. Pio de, concedendo vari privilegi al suo
VII nel 1818 unì questa sede a pievano con titolo di arciprete mi -
quella di Gravina [Fedi), doven trato, non che al suo capitolo. Fece
dosi chiamare il vescovo di Gravi il primo disegno della nuova cat
na e Monte Peloso. tedrale Bartolomeo Ammannnu ,
MONTE DI PIETÀ' DI ROMA. quindi lo Scalzo lo ingrandi, e su
V. Monti di Pietà'. questo ultimo modello più assai di
MONTE PULCI ANO (Monti* spendioso per le ampie dimensioni ,
Politi/mi). Città con residenza ve- fu innalzata la fabbrica, che re.tò
fccovilu del granducato di Toscana compita nel 1680, e contagrata m
a34 MON MON
l«) giugno i7io. Mirabili sono le prima chiesa de' domenicani esiste'
stiitue del celebre Donatello, avan va sul fine del secolo XIII nelle
zo di un monumento della colle vicinanze della pieve, dove in se
giata. La chiesa di s. Biagio, fuori guito fu eretto il convento. La chie
della città, primeggia per meriti ar sa di s. Francesco, già di s. Mar
chitettonici, sublime opera di An gherita del sasso , sorse nel i 269
tonio da Sangallo , che ne fece il per le premure d'Angelo Danesi da
disegno sotto Leone X, e fu diret Montepulciano, quindi de' francesca
tore della fabbrica. Questo tempio ni conventuali, che nel secolo XVII
tutto di travertino lavorato è uu la riedificarono in più ample e re
gioiello, vero modello del più puro golari forme, col bel convento an
gusto architettonico , decorato con nesso, dedicandola al loro fondatore;
piacevole armonia : ha la forma di soppressi nel i 8o9 , nel locale fu
croce greca , con due vaghi cam rono traslatate dal monastero di s.
panili uniformi in linea alla fac Chiara le monache francescane o
ciata principale , mentre dal lato Clarisse stabilite in Montepulciano
della tribuna termioa in semicirco prima del i286. La chiesa del Ge
lo, ed ha bella cupola. Stupendo è sù, di figura rotonda, elegante e or
il quadro rappresentante il marti nata di stucchi, fu innalzata coll'aii-
rio di s. Biagio, del Mannozzi : in nesso collegio dai gesuiti , per un
cominciato l' elegante tempio nel ricco patrimonio lasciato a quella
1 li 9, con sollecitudine fu compito compagnia da Alessandro Salimbe-
e consagrato nel i5ìj. Nella gran ni nobile polizianese: nel i775 Leo
diosa chiesa di s. Agnese di Mon poldo I donò la chiesa col grandio
tepulciano, posta fuori la porta o- so collegio al vescovo, il quale di
i nonima ossia di Giacciano, si ve poi vi trasferi il parroco di s. Bar
nera il corpo della santa ancora tolomeo, cui assegnò per canonica
col piede alzato da essa in occa parte della fabbrica, mentre la por
sione che s. Caterina da Siena si zione maggiore fu ridotta ad uso
chinò a baciarlo, come narra il No- di seminario vescovile, con un liceo
vaes : questa prima claustrale del annesso per le pubbliche scuole : il
l'ordine di s. Domenico fu ricono seminario fu ampliato e migliorato
sciuta per beata da Clemente XI, nel i 83 i, per le cure e sollecitu
e solennemente canonizzata da Be dini del vescovo Niccolai. La chiesa
nedetto XIII nel i726, nel qual di s. Agostino , già abitata dagli
anno il Ponzi ne pubblicò la vita, agostiniani, fu rifabbricata alla fine
avendolo preceduto i domenicani del secolo XIV, onde prese il nome
Baimondo da Capua e Girolamo di Chiesa nuova. Quattro secoli do
Cavallari. La chiesa fu eretta nel po i religiosi la rifabbricarono più
i 3o6 sotto I' invocazione di s. Ma grandiosa, venendo essi nel i8o9
ria Novella, con annesso monastero soppressi, e poi alla ripristinazione
per le religiose domenicane. Nel de' regolari fu data ai serviti, che
i 34 i vi subentrarono i domenica ritornarono in Montepulciano, dopo
ni , alla soppressione de' quali , ac essere stati espulsi a detta epoca
caduta nel i783, successero i fran dalla loro chiesa e convento di s.
cescani riformati ch'erano nell'anti Maria. Attualmente in s. Agostino
co conveuto di Fonte Castello. La è stata annessa la cura di s. Mu
MON MON 23,
stinla, la cui chiesa di data atiticn, Il palazzo di residenza del magi
in origine era membro del mona strato civico, con la eminente torre,
stero «le'cannnici regolari di s. Mu- contasi ira le buone fabbriche del
-iiijl.i di Chiusi, e uel i6o9 le fu la città : esisteva nel secolo XII,
unita la parrocchia di s. Bernardo, indi uel XIV riedificato in forma
per dar questa ultima alle mona grandiosa. Tra gli edilizi privati
che di s. Agnese; Analmente do meritano menzione, il palazzo del
po la metà del passato secolo le cardinal Antonio del Monte, edifi
stesse parrocchie furono riunite nel cato da Antonio da Suugallo, in
la suddetta chiesa di s. Agostino. Il mniio sontuoso, poi de' Pucci, quin
convento e chiesa di s. Maddalena di di Ferdinando I, ora de' nobili
de' cappucciui couta la sua origine Contucci, situato al pari del pub
dal i532. blico palazzo e del pretorio nella
Fra i primi stabilimenti di cari piazza del duomo ; il palazzo Bue-
tà si coutavano fino dal secolo XIII, celli, e quello di Marcello II pas
oltre l'ospedale o casa della Mise sato ne' suoi eredi, da ultimo ac
ricordia della confraternita , quat quistato dal conte Carradori di Ma
tro spedaletti ne'sobborghi, che sop cerata, da cui l'ereditò I' unica sua
pressi furono riuniti al vasto e ben figlia duchessa d'Aliemjis di Roma.
provvisto spedale di s. Cristoforo Sulla celebrità degli uomini nativi di
dentro la città. Quanto alla istru Montepulciano , pochi altri paesi
zione letteraria e scientifica, olire proporzionatamente alla popolazione
il seminario, vi è un liceo munici staimo alla pari di questa città. I cardi-
pale, dove la gioventù secolare e nuli, le cui notizie riportiamo alle lo
i chierici ricevono l'istruzione scien ro biografie, sono: Marcello Cervini
tifica dai professori di teologia, fi poi Marcello II, Giovanni Ricci, Ro
losofia e istituzioni civili, dopo aver berto de Nobili chiamato V Angelo
fatto il corso di letterutura, lingua del Signore, ven. Roberto Bellar
latina e rettorica sotto maestri pa mino dottissimo gesuita, Francesco
gati dalla pia eredità all' uopo la Maria Tarugi, Bartolomeo Massei
sciata da Nicolò Parri giureconsul ec. Si noverano trentadue vescovi,
to montepulcianese. Abbiamo dal oltre molti altri prelati, senza dire
Novaes, che il Papa Nicolò IV nel de' dotti e letterati più distinti, fra
i 39o fondò in Montepulciano una i quali Angelo Cini detto il Poli
pubblica accademia, perciò una del ziano, uuo de'maestri di Leone X.
le più antiche istituite dai Pontefi Di molti altri illustri uomini di
ci. Un frequentato e ben regolato Montepulciano, ne trattano le No
conservatorio e convitto per le fan uzie del carilinal Roberto de Nobili
ciulle civili era in s. Girolamo, tras e di altri illultri Poliziani, raccolte
locato non ha molto nella fortezza da A. Parigi, Montepulciano i 836.
da basso alla porta di Gozzano : Ninno ignora la celebrità del suo
per la classe del popolo vi sono le vino, che dicesi il migliore di To
scuole normali o Leopoldine. Vi è scana, del quale vi è memoria che si
un elegante teatro nelle cui sale spediva all' estero prima del secolo
si aduna l' accademia letteraria de XIV. Il vino di Montepulciano dal
gli Intrigati. Vi è un ricco monte Redi fu qualificato d' ogni vino il
di pietà fondato uel secolo XV I. re, ed è noto che uel suo teriito
f< I
* .. 236 MON MON
I rio nell' VIII secolo le viti si colti guerreschi de' montepulcianesi, alla
vavano con particolar cura. Altri quale epoca pei confini furono di
principali e proficui prodotti del fesi dai fiorentini contro i sanesi,
territorio sono il zafferano e il gua venendo ricevuti sotto la protezione
do; ne' secoli XIII e XIV esisteva de' primi mediante un trattato. Al
; no in Montepulciano ricche società lora i sanesi reclamarono, che il
di mercanti sanesi e montepulcia castello e territorio di Montepul
nesi, il cui commercio speciale era ciano era compreso nel loro conta
sul guado, sul croco ed altre mer do, per lo che si tenne nel no"
i1 canzie indigene, oltre il zafferano
ed il vino squisito. Rinomato e pe
scoso è il lago di Montepulciano,
una dieta de' rappresentanti delle
città toscane in s. Quirico di Os-
sena, e fu riconosciuto che vi ave
\A 44
che riceve la Chiana Toscana, e ne vano dominato alcuni conti teuto
conduce l'acqua all'Arno, essendo nici del contado sanese, come in
ne le rive paludose : nel medio evo proprio castello. Nel 12o7 i sane
\'r:y la sua pesca era già copiosa, e dà si avendo mandato un esercito con

m anguille grosse e delicatissime, lucci


di diversa grandezza, tinche di ec
cellente sapore, ed altri pesci.
tro Montepulciano, i fiorentini ne
spedirono altro sul loro contado, e
disfecero il castello Montalto. Rin
L'origine di Montepulciano risa novando i sanesi le loro pretensio
J *\v le ad epoca remota : alcuni lo dis ni, nel 1229, d' accordo con Fi
sero fondato dall'etrusco re Por- renze, i montepulcianesi ottennero
senna, altri posero su questo mon dagli orvietani promessa di difesa.
>\a te VArretium fidens, altri il Clusium Nel 123a avendo i sanesi accolto
novum di Plinio. Però i molti og molti fuorusciti ghibellini di Mon
getti etruschi-romaui rinvenuti nel tepulciano, corsero insieme ad asse
suo distretto, confermano la sua diarne la terra, e nell' ottobre cui
grande antichità. Il suo nome sem chiusini se ne impadronirono, gua
bra ignoto sino al principio del- stando e demolendo la rocca colle
l' VIII secolo, mentre apparisce da mura castellane. A mediazione del le
un processo fatto nel 715 per or gato pontificio i fiorentini nel 11'ì't
> ..i. dine del re Luitprando, sulle chie obbligarono i sanesi a rifare le mu
se della diocesi aretina che voleva ra. Giovò alla quiete di Montepul
rivendicare il vescovo sanese, fra ciano il privilegio di Federico II,
queste si annovera la battesimale col quale nel 1243 l'accolse sotto
ora cattedrale di s. Maria di Mon la sua protezione, confermandone
tepulciano, in castello Politiano ; l' esenzioni. Ma dopo la battaglia
sincroni sono nitri documenti, in di Monta perto, fiaccata la parte
cui tal pieve si denomina la *. guelfa predominante in Toscana,
madre cìiiesa al Castel Policiano ; questa terra ancora soggiacque ai
ed in quell'epoca era abitato da ghibellmi sanesi che vi edificarono
orefici e medici. Sono importanti una fortezza. Non andò guari, che
per la storia ecclesiastica e civile nel 1267 perla morte di Manfre
di Montepulciano, le pergamene e- di, Carlo I d' Angiò protettore dei
sistenti nel reale archivio di Firen guelfi, ricevette iu Montefiascone l.i
ze, la più antica è del ro55. Pri comunità, uomini e beni di Mon
ma del 1 1 54 s' ignorano i futti tepulciano sotto la sua protezione,
MON MON a3?
confermandone i privilegi. Quindi 1 355 Nicolò de'Cavalieri del Peco
Montepulciano andò crescendo in ra per vendicarsi de' sanesi , che
potenza e prosperità ; tuttavolta nel non avevano a lui mantenute le
129.4 il popolo con diversi patti si convenzioni, sorpresela terra e tutta
pose di nuovo sotto la protezione l' arse, indi vi ritornò con Jacopo
di Siena, venendo riformato il go ben ricevuti per liberarsi dalla sog
verno municipale con cinque go gezione sanese : Jacopo inoltre ri
vernatori col titolo di difensori del corse a Carlo IV, il quale si di
comune, con podestà e capitano sa- chiarò contento che i signori del
nesi eletti dai cittadini. Alla fine Pecora tenessero Montepulciano co
di tal secolo incominciava a pre me suoi vicari imperiali, e passan
ponderare per le sue ricchezze la do per la terra vi fu da loro fe
famiglia del Pecora, i di cui indi steggiato e magnificamente tratta
vidui nel seguente tiranneggiarono to; indi gli riuscì di cacciar dalla
la patria. rocca i sanesi., e quelli che veniva
Il primo a figurarvi fu Corrado no in aiuto. Si fortificò la terra, e
eletto nel i?iti} dal comune dele si strinse alleanza coi perugini ; i
gato per vertenze con quel di Chiu sanesi per vendicarsi, con le compa
si : il suo fratello Guglielmo, da gnie assoldate gli dierono il guasto,
vanti In pieve cangiò la sua casa ma furono disfatti dai perugini, ot
in palazzo, che servi d'abitazione ai tenendo i montepulcianesi che per
suoi discendenti, innanzi che dive cinque anni non avessero podestà
nisse dello stato. Suo nipote Gu sanese. Rappacificati i del Pecora,
glielmo Novello, nel 1 338 fu capi Nicolò si recò in Montepulciano
tano generale de' guelfi della lega per signoreggiarla, mentre i peru
de' comuni di Toscana; indi i mon- gini rinunzia rono a qualunque di
tepulcianesi per aiutare i fiorentini ritto, lasciandola in piena libertà.
aprirono alcuni imprestiti coi no Allora i del Pecora furono procla
bili del Pecora e le case mercan - mati signori e difensori di Monte-
tili di Siena, nelle guerre contro pulciano , i due fratelli si diede
Arezzo e Lucca. Nel 1 348 già i ro a ben governare, ma nel i358
del Pecora esercitavano degli arbi Jacopo cacciò dal seggio e dalla pa
trii, come Bertoldo Novello : dive tria Nicolò, aiutato dai sanesi. Di
nuti illustri per parentele coi Fie- poi nel 1 368 il popolo malconten
sco Malaspina, e potenti per ric to del suo governo coi fuorusciti lo
thezze, mirarono a cose maggiori, massacrò, ne incendiò le case, e ri
onde Jacopo uscì esule e il fratello formò il governo a stato popolare,
Nicolò suo emulo riformò la terra, sotto la protezione di quel di Sie
e potè cacciarne Jacopo quando con na, il quale fece lega con Monte
armati a tradimento vi penetrò nel pulciano per influenza de' figli dei
1 3.1 '2. I del Pecora rimasti erano nominati fratelli del Pecora, Gio
protetti dai perugini, gli espulsi dai vanni e Gherardo, che signoreggia
senesi, ond' ebbero luogo diversi at rono la patria. Nate discordie e ri
tacchi, che finirono colla pace del valità, il popolo si divise in due
1 353., con la quale Montepulciano fazioni, e la maggiore che proteg
restò al governo del popolo, con geva Giovauni, espulse Gherardo e
presidio sanese per venti anni. Nel suoi fautori. Nel 1387 riuscì a Sie
238 MON MON
uà con nuove condizioni riprendere nel i5o6 prolungata benchè i mon-
per cinquant'anni la proiezione del tepulcianesi cercavano darsi ai fio
la terra, e porvi il podestà, parteci rentini. Spirata che fu, Pandolfo
pando i montepulcianesi questa pa Petrucci signor di Siena interpose
re al Papa Urbano VI. Ebbe pe nel iTir Giulio lì sulla restituzio
lò corta durata, essendosi ribellati ne di Montepulciano, e conclusione
nel i388 si sottomisero ai fiorenti d'una lega tra i due stati di na
ni, e nel i 39o con più solennità scosto de' montepulcianesi. Accetta
si dierono alla loro signoria col di to il trattato, Montepulciano fu re
stretto, dichiarando con decreto stituito a Firenze, che ne prese
Montepulciano essere compreso nel possesso consegnandoglielo Jacopo
contado fiorentino con libera signo Simonetta uditore di rota- a ciò de
ria, onde Firenze vi mandò il po putato dal Pipa, ed i sanesi cede-
destà e il capitano a prenderne rono la rocca : seguì la formale
possesso, ed i sanesi lo riconob sottomissione degli abitanti, e l'or
bero. dinamento civile ed economico del
Montepulciano dopo aver sofferto governo, in un alle fortificazioni.
nel territorio i guasti delle compa Queste si sospeseio dopo il ritorno
gnie del conte di Barbiano, più de' Medici in Firenze, e l'assunzio
Iardi e nel i .\ \i, soffrì nuovi di ne al pontificato di Leone X. Nel
sastri nella guerra tra i fiorentini, i ?29 mosse le armi da Clemente
e Alfonso V re d'Aragona e di VII contro la patria Firenze, i sa
Napoli, come pure allo scoppio dil nesi procurarono occupar Monte
la congiura de' Pazzi. Nel i495 i pulciano, ma la popolazione e il
Montepulcianesi gridando libertà si presidio si difesero ; caduta Firen
ribellarono ai fiorentini, dandosi di ze, anche Montepulciano dovè se
nuovo ai sanesi con capitoli di sot guire la stessa sorte, e quindi rice
tomissione. I fiorentini mossero col vere l' onore di alloggiare Clemen
le armi contro di essi, e li sbara te VII mentre si recava al gran
gliarono due volte, ed imprigiona matrimonio di Marsiglia, come an
rono Giovanni Savello loro capita cora vi fu ricevuto cinque anni do
no ; ma allorchè tentarono entrare po Paolo III nella sua gita al con
in Montepulciano, perderono 3oo gresso di Nizza, accolto nel palazzo
uomini fatti prigioni. Intanto Pietro del cardinal del Monte, il cui ni
de Medici colle forze degli Orsini pote lo successe nel i 55o col no
e sanesi contando di rientrare in me di Giulio III. Qualche tempo
Firenze, provò di forzare i fiorenti dopo visitò Montepulciano Cosimo
ni sul poiite Valiano, per passar I duca di Firenze, quando si vuole
nella terra, quando irritato il go che il comune, liberato dalle mo
verno fiorentino mandò un eserci lestie sofferte durante la guerra
to a respingerlo. Profittando i sa di Siena, innalzasse a sue spese la
nesi de' molti nemici potenti mossi bella fortificazione che si vede alla
a danno de' fiorentini, gli obbliga porta di Gracciano; e fu ad istan
rono a disfare la torre che aveano za dello stesso duca, e per le inces
sul ponte, di poter edificare qua santi premure del cardinal Giovan
lunque fortezza in Montepulciano, ni Ricci montepulcianese, che que
accordando tregua per cinque anni, sta da lui ben amata patria nel
MON MON a39
l'anno i 56 i venne decorata della tata alla Medicea con l' epigrafe :
dignità vescovile, e qualificata no Moneta Nova Florent. cusa i63o.
bile cittù : il cardinale perciò ri Mancata nel i636 nella grandu
nunziò la doviziosa commenda del chessa la protettrice e signora di
l'abbazia di s. Pietro a Ruoti in Montepulciano, questa citttà eoa
Val d'.Ambra. lu questa stessa cir tutto il suo capitanato ritornò sot
costanza Cosimo I pare che desi to il governo immediato de' gran-
gnasse in Montepulciano due tribu duchi, dai quali al pari degli altri
nali collegiali per le prime e se paesi temporaneamente fu separata
conde appellazioni. dalle vicende politiche cui nel prin
Non meno benevoli verso i cipio del secolo corrente la Tosca
montepulcianesi furono i due fi na trovossi avvolta. Nel tempo che
gli che succederono nel trono di la contrada fece parte del diparti
Toscana a Cosimo I; ma special mento dell' Ombrane, Montepulcia
mente un favore distinto ottenne no fu dichiarato capoluogo di un
ro da Ferdinando I, che nel suo circondario di sotto- prefettura. Fi
testamento destinò i capitanati di nalmente ivi nel i 838 venne eret
Montepulciano e di Pietrasanta al to il tribunale collegiale di prima
libero governo della granduches istanza, mentre pel corso di quattro
sa Cristina di Lorena sua moglie. secoli e mezzo era stata governata
Ln qual principessa essendo stata nel civile e criminale dai podestà,
arricchita da Ferdinando I d'un poi chiamati capitani, commissari e
appannaggio assai pingue, ed ezian vicari regi. Per altre notizie si può
dio di sua natura assai amorevole, leggere l'utile ed importante Dizio
potè e volle esercitare molti atti nario della Toscana, del ch. Repetli.
di beneficenza, proteggendo preci La sede vescovile fu formata con
puamente gli ecclesiastici, e favo parte delle diocesi limitrofe d'Arez
rendo tutto ciò che tendeva ad ac zo, cui apparteneva la chiesa sotto
crescere il culto e decoro della re matrice già pieve nullius di Mon
ligione, concorrendo al prosegui- tepulciano, e della diocesi di Chiu
inculo della fabbrica del nuovo si, levando a questa undici parroc
duomo. L'autorità sovrana di Cri chie e dieci all'altra, corrisponden
stina su Montepulciano fu libera do la cattedrale all'antica madre
ed estesa, nominando i magistrati chiesa de Politiano. Non si conosce
inclusi vamente al comandante della quando fu eretta in collegiata, ben
rocca, sino al punto che giunse con sì il pievano nel principio del se
l'annuenza di Ferdinando II a far colo XIII era decorato del titolo
coniare una moneta d'argento in arcipretale, e nel i 3 i 8 si parla del
Firenze. Era un testone, appellato suo capitolo, e de' sette canonici
quarto di ducatene, che da una compreso l'arciprete cui era stato
parte aveva una testa muliebre ve ridotto. Accrebbe gli onori dell' ar-
lata, e le parole intorno : Christ. cipretura nel i4.oo Bonifacio IX,
Loth. M. D. Firur. D. M. P. cioè pel titolo abbaziale e l' uso della
Christina Lotharinga Magna Du mitra e del bacolo concesso all'ar
cuta Eiruriae Domina Montis Po- ciprete : Sisto IV aumentò di due
liiuuii. Nel rovescio della moneta canonici il capitolo, e dichiarò l'ar-
vedevasi l'arme di Lorena inquar- ciprctura immediatamente soggetta
a4o RION MON
alla Sede apostolica, esentandola dal 1 5t)6 iu Parigi, ove avea accompa
la giurisdizione del vescovo d'Arez gnato il cardinal Medici poi Leone
zo, conferendo agli arcipreti In fa XI. Nel 1597 Clemente VIII gli
coltà di conferire gli ordini minori sostituì il nipote Sinolfo Benci che
e dare la benedizione episcopale al era stato arciprete trent' anni, otti
popolo, tanto in chiesa, (pianto fuo mo pastore che terminò di vivere
ri, f uso della mitra, pastorale, a- nel 1 599, onde il Papa nel 1 6o0
bito e insegne vescovili ; ai canoni nominò SalustioTarugi, altro mon-
ci poi accordò le almuzie e le cap tepulcianese, commendatore di s.
pe. Clemente VII alla chiesa colle Spirito in . Sassia, traslato a Pi»*
giata di s. Maria «Ve nullità dioc- nel 16o7. Paolo V creò vescovo
cesis, permise l' atimento de' cano Roberto Ubaldiui che nel 161 5 e-
nici a dieci, e già sei anni prima levò al cardinalato, sotto del quale
era stata fondata la prepositura ; il cardinal Bellarmino amministrò
l'arcidiacono fu aggiunto nel 1 56 1 , la diocesi. Gli successero, nel 1622
e il primicerio nel 1673. Diversi Alessandro Stufa nobile floreutino
illustri personaggi furono arcipreti, di gran probità, che rinunziò nel
come Corrado Bellarmino, canonico 1 64o ; Talento de Talenti fioren
vaticano e nunzio in Germania di tino, integerrimo giureconsulto, im
Nicolò V ; Fabiano Benci di Mon piegato diverse volte in servizio del-
tepulciano chierico di camera e la santa Sede ; nel 16't2 Leonardo
canonico vaticano ; Marcello II pri Deti nobile fiorentino che poco vis*
ma che fosse cardinale, principale se ; Marcello Cervini di Montepul
lustro di Montepulciano ; ed i car ciano, traslato da Soana, pieno di
dinali Antonio del Monte, e Gio meriti ; nel 1663 il nipote Anto
vanni Ricci, il quale fondò e dotò nio Cervini che compi l' edilìzio
il collegio Ricci di Pisa, destinato della cattedrale, ove istitui tre cap
all' educazione scientifica, gratuita e pellani, accrebbe le rendite della
continua di otto giovani nativi di mensa, e costrusse in Friano il pa
Montepulciano. Pio IV colla Bolla lazzo ; nel 17o7 fr. Calisto Lodi-
Ecclesiarum Militati, 4 idus no- geri orvietano generale de' serviti ;
vemt-is 1 56 1 , presso V Ughelli nel 171o Francesco Maria Arrighi
Italia sacra t. I, p. 1oo2 e seg., nobile fiorentino, decano della sua
eresse la sede vescovile di Monte metropolitana, col quale nelVItalia
pulciano, dichiarandola soggetta im sacra ha termine la serie de' vesco
mediatamente alla santa Sede, co vi che compiremo colle annuali
me lo è ancora ; nominando primo Notizie di Roma. 1727 Antonio
amministratore di essa il cardinal Maria Vantini della diocesi di Mas
Giovanni Ricci di Montepulciano, sa ; 1747 Pio Magooni sanese, tra
che rinunziò dopo due mesi, onde sferito da Chiusi; 1757 Pietro
nel 1062 fece propriamente primo Frantesi della diocesi d' Arezzo ;
vescovo Spinello Benci montepulcia- 18o2 Pellegrino Carletti di Monte
nese , arciprete della cattedrale , pulciano; 1829 Ippolito Nicolai del
di somma prudenza e dottrina, se la diocesi di Pistoia. Gregorio XVI
gretario di Baldovino del Monte nel 1 834 preconizzò vescovo Pie
fratello di Giulio III ; si distinse tro Saggioli di detta diocesi, e do
al concilio di Trento, morì nel po qualche tempo di sede vacau-
MON MON *4t
te, nel concistoro de' 27 gennaio plicarc ad altro ordine i loro beni
iK43 gli diè per successore l'odier esistenti ne' suoi domimi, ottenne
no vescovo monsignor (.Mandio Sa- dal Papa Giovanni XXII nel i 3 i 6
miielli nobile di Montepulciano, già di erogarli all'ordine de' cavalieri
rettore: del collegio di Pisa, arci di Nostra Signora dal re istituiti,
prete della cattedrale di Chiusi, in e delti di Montesa dalla piazza for
di di quella della patria, dotto pro te e inespugnabile che loro diè nel
fessore di sacra Scrittura nell' uni regno di Valenza, a difesa de' suoi
versità di Pisa, della cui metropoli stati, e per guerreggiare contro i
tana fu pur canonico : caro a Gre mori infedeli, onde da tal luogo
gorio XVI, ne pianse con tutti i presero il nome, ed ebbero pure i
vescovi la morte, e ne' solenni fu beni de' cavalieri gerosolimitani in
nerali che gli celebrò, il canonico detto reame, dandosi loro per in
teologo d. Pietro Cinotti pronunziò dennizzo quelli che possedevano i
affettuoso ed eloquente elogio fu templari in Aragona. Dieci cavalie
nebre, pubblicato in Modena dal ri di Calatrava pei primi presero
Soliani. l'abito di Montesa, ch'era bianco
La cattedrale è dedicata alla con croce rossa, 'formarono gli sta
Beata Vergine Assunta in cielo, tuti , e restarono soggetti all'ordine
con batristerio e cura d'anime sot di Calatrava. Il primo gran mae
to la direzione del capitolo, il cui stro fu Guglielmo Erilli ch'ebbe
parroco si elegge tra i cappellani sino a d. Pietro Borgia quattordi
dal vescovo: tra le reliquie si ve ci successori, mentre alla sua mor
nera il capo di s. Antilia vergine te il Pontefice dichiarò amministra
e martire, patrona della città. Il tore perpetuo dell' ordine Filippo
capitolo si compone di quattro di II e successori. Sotto il nominato
gnità, essendo la prima l'arciprete, Giovanni XXII i cavalieri della
di dodici canonici comprese le pre Mercede (Fedi), tranne pochi, ab
bende teologale e penitenziaria, di bandonato l' ordine passarono in
dieci cappellani, e di altri preti e questo di Montesa. Gli concessero
chierici. L'episcopio è prossimo al privilegi Alessandro V, Sisto IV,
la cattedrale, oltre la quale in cit Giulio II, Leone X, Clemente VII
tà vi sono altre tre parrocchie. So- e Paolo III, il quale permise loro
novi i serviti, i riformati francesca il matrimonio e di testare, poichè
ni ed i cappuccini; le Clarisse, il prima facevano voto di castità, ol
conservatorio delle 'oblate, e que'pii tre quelli di obbedienza e di sos
stabilimenti di sopra rammentati. tenere l'ordine, colla regola eister
La diocesi si estende per circa set ei e nse.
te miglia di territorio, con dieciot- MONTESQUINO o MONTES
to parrocchie. Ogni nuovo vescovo QUIEU Pittaino, Cardinale. Pit-
è tassato ne'libri della camera apo taino da Montesquiuo o sia Mon-
stolica in fiorini cento, ascendendo tesquieu, nato nella diocesi di Auch
le rendite a scudi mille duecento. in Guascogna da nobile prosa
MO IN TESA o MONTESIA, or pia, famosissimo dottore ifc, uuibo
dine equestre. Avendo Clemente V le leggi, fu fatto vescovo di Bazas
estinto l'ordine de' Templari, Giaco nel io2:", e nel i 334 fu trasferito
mo II re lI" Aragona volendo ap- alla chiesa di Magualona, che dopo
vot. M.VI. i6
24» MON MON
averla governata sino all'anno i339 pagna del i464, uomo dotto; Fran
cambiò con quella di A I I > v , dove cesco de Oliveto nel i492; fr. Pie
Del i 347 fondò sei coppellarne per tro domenicano del i499' confes
petue, con rendite sufficienti. Fu sore del re; fr. Giovanni da Saler
spedito in Alemagna nel i 3 l 7 al no francescano del i5o3 ; Bar
l'imperatore Lodovico il Bavaro, tolomeo Capodiferro di Melti del
per indagare quali fossero le dispo i5o6, che intervenne al concilio
sizioni di quel principe verso la Lateranense V ; Girolamo Caro di
Chiesa. Alla fine in premio di sue Barletta : nel i 53 i ottenne da Cle
fatiche, Clemente VI a' i8 dicem mente VII il vescovato di Canne
bre i35o lo creò cardinale prete col consenso di Filippo Adimari ar
del titolo de' ss. Apostoli, e mori civescovo di Nazareth (Vedi), a con
nel i355 o i356, dopo aver favo dizione però che quello il quale
rito col suo suffragio l'elezione d'In- avrebbe sopravvissuto all'altro, en
nocenzo VI. trerebbe in possesso di quelle tre
MONTE VERDE, Mons Viri- sedi, che vemiero unite a perpetui
dis. Città vescovile nel regno delle tà sotto un solo capo. In l'orza di
due Sicilie, nella provincia del Prin quest'unione confermata da Paolo
cipato Ulteriore, distretto di s. An IlI, nel i 534 Girolamo Caro ven
gelo de' Lombardi, presso i confini ne dichiarato arcivescovo di Naza
della Capitanata e della Basilicata. reth, e vescovo di Canne e di Mon
La cattedrale di anticn struttura è te Verde dopo la morte di Filip
sacra alla Beata Vergine, con ca po Adimari. Pio VII soppresse nel
pitolo di cinque canonici colla di i8i8 colla lettera De Miliori domi
gnità d'arciprete. La sede vescovile nicele, la sede di Monte Verde, e l'unì
fu istituita nel i r 7 5 sotto la me al vescovato di *. Angelo dei Lom
tropoli di Con/ii, ed il primo ve bardi (Vedi), mentre Nazareth e
scovo fu Mario, cui Goffredo con Canne l'unì all'arci vescovato di Traiii.
te d' Aiulria e di Monte Verde MONTE VERGINE. Congrega
concesse un privilegio, che riporta zione benedettina, con abbazia nid-
l'Ughelli iu un alla serie de' vesco lius del regno delle due Sicilie, nel
vi, Italia sacra t. VII, p. 8o2. Ne Principato Ulteriore, al nord est del
furono successori: Nicola che nel la città di Avellino, nel Monte Ver
ii79 intervenne al concilio Late- gine di cui occupa l'estrema falda,
ranense; Orsino del i265; fr. Pie uno de' più alti degli Apennini, e
tro del i269; Goberto del i28o; su di esso torreggia. In questo luo
Leonardo morto nel i 3 |8 ; Matteo go fu edificato il primo e princi-
arcidiacono fatto da Clemente VI ; pal monastero della congregazione,
Francesco de Bellantibi nobile sa- che perciò ne prese il nome, e si
nese, chiaro giureconsulto, traslato disse anche Verginiana. Anticamen
a Veroli; Lorenzo del i 384 J fi'- te fu appellato Monte sacro, essen
Pietro di Roccargento agostiniano dovi a'tempi gentileschi un tempio
del i39o; Tommaso de Taurazio di Cibele, qual dea tenuta madre
designato dal capitolo, e conferma de' favolosi numi, onde gli abitanti
to nel i4i8 da Martino V; Mat de'circostanti luoghi accorrevano a
teo arciprete della cattedrale del tributarle superstizioso omaggio. Fu
i422; Viviano de Viviani di Cam- detto pure Virgiliano il muntr, poi
MON MON a.J3
chè pretendono alcuni che vi abbia golari, parlando di questo nel cap.
dimorato il principe de'poeti Iatini 26, afferma che tutti gli scrittori
Virgilio, affine di ottenere dalla convengono in asserire, che se cibi
dea l'interpretazione de'libri sibilli di carne o di latticini sono porta
ni; ovvero un altro Virgilio famoso ti nel luogo anche da persone se
botanico, per raccogliere i molti colari, sebbene le costituzioni non
semplici che nelle alpestri balze si lo vietano, il cielo subito oscura, e
producono. Vuolsi ancora che pren scarica fulmini e tempeste, come
desse la denominazione di Monte sperimentarono con grave spavento
sacro perchè ne' primi secoli della moltissimi che per curiosità o igno
Chiesa vi si rifugiarono dalle per ranza vi portarono cibi di car.ie o
secuzioni i ss. martiri Modestino latticini. Lo stesso accade nell'in
vescovo d'Antiochia, ed i compa fermeria del monastero, bella fab
gni Fiorentino e Flaviano. Qui si brica lunge quattro miglia nell'amc-
nascose fuggendo da Nola il mar nissimo luogo chiamato Lauretta o
tire s. Felice, ed i ss. Felice e Loreto. Sulla denominazione anti
Massimo nolani, come parimenti s. ca del monte, della Magna Ma
Vitaliano vescovo di Capua fiorito dre in vece di Virgiliano , e che
nel VII secolo, per celeste avviso, prese I' attuale dopo il tempio de
che vi eresse una piccola chiesa a dicato da s. Guglielmo, il Sainelli
Maria Vergine, che fu detta s. Ma riporta alcune erudizieni nel t. X
ria di Monte Vergine. Alla morte delle Leti, eccl., lett. 53. Il mede
del santo vescovo, sia per la vora simo autore a p. i8 delle Mem,
cità del tempo, o per le scorrerie degli arciv. di Benevento, parlando
de' saraceni, restò la chiesa abbat delle quattro traslazioni delle reli
tuta, ed il monte riprese il nome quie di s. Gennaro, dice che furo
di Virgiliano, che lasciò nuovamen no trasferite da Benevento a Mon
te per la venuta in esso di s. Gu te Vergine nel i i 56, e da qui
glielmo da Vercelli (Vedi) piemon nella cattedrale di Napoli (Vedi)
tese, che ricevendo da Gesù Cristo, a' i7 gennaio i 494- " rev- Loreto,
quando ivi gli apparve, il comando Mem. degli arciv. di Napoli p.
di edificare sulle rovine del tem i49i riferisce che tenendo in com
pio della falsa madre degli dei, la menda la chiesa di Monte Vergine
chiesa e il cenobio benedettino in il cardinal Giovanni d'Aragona fi
onore della verginità di sua gran glio del re Ferdinando I, per sua
Madre, da cui piuttosto vuolsi eb opera nel i48o fu ritrovato il cor
be origine il nome di Monte Ver po di s. Gennaio sotto l'altare mag
gine, in venerazione della quale al giore della chiesa di Monte Vergi
tro cibo ivi non si usasse che quel ne, ma la morte gl' impedì trasfe
lo stretto di magro o quaresimale, rirlo a Napoli, ciò che potè effet
esclusi i latticini, come tuttora si tuare l'arcivescovo successore cardi
pratica, e venne confermato da nal Oliviero Caraffa, con licenza di
prodigiosi avvenimenti. Di quello Alessandro VI ottenuta da detto
del i6i i ve n'è memoria nella la re. La veduta che si gode da que
pide posta sopra la foresteria del sto monte, è molto vasta, poichè
cenobio ; ed il p. Annibali, Com tutto il Principato si spiega come
pendio della storia degli ordini re- una carta geografica sotto agli sguar
rr^
244 MOK MOK
di. Vi si scorgono pure i golfi di e gli esercizi laboriosI ne'quali Gu
Napoli e di Salerno, il mare di glielmo si occupava e voleva che si
Gaeta, le nevose montagne degli occupassero ancora gli altri, comin
Abruzzi, Benevento, le pianure ciarono a lamentarsi ed a mormo
irpine coi vari paesi. rare di lui; dopo essersi affaticato
Guglielmo nobile di Vercelli con per quietarli, assegnò loro per supe
abito eremitico si portò al pellegri riore il b. Alberto, e con cinque com
naggio di Compostella, e mentre pagni che lo seguirono, e col favore
pensava intraprendere quello di del re Ruggieri cui per le sue virtù
ti i Gerusalemme, ispirato da Dio passò e miracoli era accettissimo , fondò
nel regno di Napoli, e si fermò altri monasteri, e tra questi due in
sul Monte Laceno in Puglia. Tro Guleto presso la città di Nusco,
vò qui s. Giovanni di Matna, e uno per gli uomini, l'altro per le
dopo essersi trattenuti qualche tem donne, con chiesa comune agli uni ed
po, andarono insieme ad abitare alle altre, dedicata al Salvatore. Ne
sul Monte Congo, finchè si divisero. fondò in seguito degli altri anche
Dopo aver predicato s. Giovanni in Sicilia, ora non più esistenti, e
in Bari si ritirò sul Monte Garga da quello di Palermo, detto s. Gio
no, dove fondò l'ordine di Pulsano, vanni degli eremiti, essendo ritor
che ora più non esiste, sotto la re nato nel regno di Napoli, visitò
gola di s. Benedetto, che alcuni Monte Vergine , vi dimorò per
confusero con questo di Monte qualche tempo, ed in fine si ritirò
Vergine facendone religioso il san a Guleto dove mori a' l'i giugno
to. Guglielmo si portò nel Monte ii|2, lasciando la cura dell'ordine
Virgiliano, ove per ispecial divino al b. Alberto. Ricusò questi per
comando fondò sotto la regola be umiltà di accettarla, ma i religiosi
nedettina questa monastica congre tenendolo per generale, non volle
gazione nel ii19. Con la santità ro eleggere altro superiore se non
di sua vita e con l' austerità delle dopo la sua morte, che avvenne
sue penitenze egli vi richiamò mol nel 1 i4a nella solitudine di Trisi-
ti compagni a vivere nel ritiro, on naco e chiaro per miracoli. Il b.
de furono in principio detti eremi 'Roberto moderò molto la vita rì
ti. Cresciuto il numero de' solitari, gidissima a cui il santo fondatore
:. ■iiiv!-1 convenne ampliare le loro celle o avea obbligato i suoi religiosi. Ma
ti.
eremi, ed in pochi anni il ristret poichè il santo non avea lasciata
to monastero divenne maestoso ce alcuna regola scritta, il b. Roberto
nobio, sotto gli auspicii di Ruggie soggettò l'ordine a quella di s. Be
ro re di Napoli e Sicilia. Termi nedetto, coll' autorità di Alessandro
nata l'edificazione della chiesa, Ca III, che l'approvò di nuovo, e po
listo II approvò la congregazione se il monastero di Monte Vergine
e concesse indulgenza a chi la vi sotto la protezione della santa Se
sitava, in occasione che vi si recò de. Il Castellini, nell'//itz7ce de san
da Benevento con vent' otto cardi ti canonizzati, dice che Alessandro
nali. Rincrescendo ai primi disce NI canonizzò s. Guglielmo di Ver
poli, raffreddati nel fervore, il vi celli , istitutore degli eremiti di
vere fra le nevi di limosine, l'ora Monte Vergine. Questo Papa visi
zione continua, le multe austerità, tò la chiesa e il monasteri).

X
MON MON *45
L' abbate Giovanni , successore volte non era nè regolare nè ve
iiiiiiiL'diatu del b. Roberto, ne fece scovo, com'esser dovea, ad esercita
rifabbricare la chiesa con gran ina re autorità e giurisdizione nel mo
gnificenza, e fu consagrata da Lucio nastero di Monte Vergine, Sisto V
III clie l'arricchì di molti privilegi, gl'interdisse sotto pena di scomuni
che approvarono Urbano III, Ce ca d'intervenire ai capitoli,- e di
lestino III ed altri Papi che gareg mettere mano nelle cose dell'ordine
giarono in ciò coi principi. Nel co e del monastero. Finalmente Cle
dice de' censi di Cencio Camerario mente VIII per introdurre la rifor
del i i () i quest'abbazia viene di ma in tutta la congregazione, de
stinta come appartenente ad Domi- stinò commissario apostolico il ven.
num Papam specialiterj anche Ur p. Giovanni Leonardi fondatore dei
bano IV e s. Celestino V (il quale Chierici regolari della Madre di
visitò il monastero) beneficarono la Dio, il quale soppresse vari piccoli
congregazione. Dall'abbate Giovan monasteri, e compose le costituzio
ni II l'ordine fu ampliato colla ni, secondo le quali i monaci di
fondazione di altri monasteri ; ma Monte Vergine tuttora fioriscono:
dopo la morte di Filippo XVIII Paolo V le approvò, in un all'ope
abbate di Monte Vergine, non con rato dal servo di Dio, e diede lo
venendo i vocali nella elezione del ro auche altri regolamenti pel buon
successore, ogni monastero comin governo dell'ordine nel 161 1. In
ciò ad essere governato dai decani questa occasiono fu ordinato a' mo
e dai prevosti , i quali erano indi naci di recitare l'uffizio divino se-
pendenti, perchè l'ordine restò per tondo il breviario de' Camaldolesi
più anni senza capo. In seguito il eremiti di Monte Corona, obbligan
monastero di Monte Vergine dal doli a ciò il commissario apostoli
i i jo fu successivamente dato in co. Gregorio XIII nel 1579 ad i-
commenda a cinque cardinali, e nel stanza del cardinal Tolomeo Gallo
i)i5 essendo stato unito da Leo titolare della diaconia, allora titolo
ne X all'ospedale della Nunziata di di s. Agata alla Suburra (Vedi),
Aimoli, passò per conseguenza ad concesse questa chiesa antichissima
essere amministrato e retto dai go di Roma col l'annoso monastero o
vernatori di questo, che tenevano palazzo diaconale, alla congregazio
i monaci interamente soggetti, po ne verginiana, a condizione che vi
nendovi essi un sagrestano, il qua dovessero risiedere un priore e sei
le faceva le veci dell'abbate. Avver monaci, coi due giardini superiori
tito s. Pio V di questo disordine, e gli ortilizii. Paolo V nel 16o8
per interposizione della famiglia Pi- dichiarò questo monastero abbazia,
sacelli di Napoli, nel i567 annullò con abbate, dodici religiosi studenti,
la detta unione, liberò i monaci ed altri monaci, essendo già stata
dal governo de' secolari, proibendo una delle venti abbazie privilegiate
ai governatori dello spedale di più di Roma. Al mentovato articolo ci >
ingerirsi negli affari de' religiosi, e tamino la sua storia compilata dal
fece compilare alcuni regolamenti, l'abbate Lamenti, e dedicata al
a fine di ristabilire ne'rnoiiasteri la cardinal Busca protettore della con -
regolare osservanza. Tuttavolta se gregazione. Dopo lo note vicende
guitando il sagrestano, che multe politiche furono stabilite nel mona -
a'f6 MON MON
stero le Maestre pie {Vedi), e Gre dio delle scienze sacre, salendo an
gorio XVI trasferendole altrove, diè ch'essi in fama, Federico II vi sta
il locale e la chiesa al collegio Ir bilì un ordine cavalleresco denomi
landese (Pedi), Della quale fu nel nato di Monte Vergine. Simile or
1847 deposto il cuore che lasciò a dine di cavalieri, e molti magnifici
Roma il famigerato O'Connel che monasteri Carlo di Valois volle pa
celebrammo ad Irlanda, morendo rimente istituire in Francia', ed i
in Genova . L' abito de' monaci monaci si resero talmente beneme
consiste in tonaca bianca legata riti, che gli stessi benedettini francesi
con simile fascia, scapolare sciolto della congregazione de' ss. Klolfo e
cui è unito cappuccio acuminato, Vitone, fra' quali era il chiarissimo
pur bianchi : in coro e altrove usa p. Calmet, non ebbero difficoltà di
no la cocolla come i camaldolesi affermare , che congregatio Montìs
cenobiti. I conversi vestono come Virginis inter caetcras benedictini or-
i sacerdoti, colla sola deferenza, dinis congregationes specialem com-
che l'abito e lo scapolare sono più mendaùoneni meretur. A partecipa
corti. Il Piazza, Iride sacra p. i56, re agli spirituali vantaggi di sì ce
rende ragione di tale abito; ed il lebre congregazione, per coloro che
p. Itonanni, Catalogo degli ordini non potevano appartenerle per pro
relig. ne riporta la figura a p. 1 28. fessione monastica , venne istituito
Prima eranvi diversi monasteri il sacro ritiro della filiazione ver-
u di monache verginiane, ora non più
esistono, sebbene quello di Messina
giniann, che conta nel suo novero,
oltre molti imperatori e re, moltis
ritenga il nome di Monte Vergine. simi personaggi. Nella generale abo
Fra le monache fiori la b. Agnese lizione degli ordini monastici , nel
di Venosa, la quale essendo andata monastero di Monte Vergine venne
a tentare s. Guglielmo, in vederlo ro conservati venticinque monaci col
coricato sopra carboni accesi, spa nome di stabilimento, onde veglia
.":-iì■.-
ventata e confusa si converti ; prese re alla custodia del santuario e del
l'abito religioso dalle sue mani, ed celebre archivio esistente nel palaz
entrata nel monastero di Venosa, zo abbaziale di Loreto, decoroso e-
riuscì esempio ui penitenza, ne di difizio con superba cappella. L'ar
venne superiora, e morì santamente. chivio presenta agli eruditi vasto
Ne' monasteri benedettini delle ver campo di preziosi e antichissimi do
giniane, sotto la dipendenza della cumenti, importanti scritture, diplo
congregazione, concorsero in gran mi regi, pergamene, codici, e molti
numero le vergini delle famiglie più riguardanti il governo e l'ammini
illustri e cospicue del regno delle strazione del regno, non che la sua
due Sicilie, e si ritiene che dal storia, e quella de' particolari paesi.
monastero di Palermo uscì l'impe Ritornato nel regno il legittimo so
ratrice Costanza. In tal reame si vrano, l'abbazia fu reintegrata nelle
contarono più centinaia di mona sue prerogative, e tale riconosciuta
steri di monaci , che negli ultimi nel 18 i8 da Pio VII, nella lettura.
tempi erasi ridotto il numero a soli De utiliori. L'abbate generale Mo-
ventotto. In Germania se ne fon rales coi consigli del celebre cardi
darono cinque, i quali pel buon o- nal Pacca protettore della congre
dore di Gesù Cristo, e per lo stu- gazione, fece rifiorire V istituto e
MON MON a47
l'antira osservanza, richiamando al celli. Il p. Mabillon, An. Beued-
tresì a novella vita le scienze e il t. VI. Paolo Reggio, Filippo Fer
seminario diocesano. Gregorio XVI rari, Tommaso Costa. L'abbate Ja-
rivolgendo le sue paterne cure anche cuzio ci diede Brevilogio Verginia-
all'incremento di questa congregazio no, Napoli 1777. Da ultimo il p.
ne, gli die in visitatore apostolico procuratore speciale della congre
il cardinal del Giudice Caracciolo, gazione presso la santa Sede,d. Gu
indi per privilegio il benemerito p. glielmo de Cesare, nel 184o pub
Morales fu dichiarato abbate gene blicò in Roma : Memoria per la
rale ed ordinario perpetuo della benedettina congregazione di Mon
congregazione e diocesi , dopo che te Vergine nullius nel regno delle
la congregazione ne avea curata la due Sicilie.
riforma. Quindi il medesimo Papa L'abbazia colle terre a lei sog
destinò alla congregazione vergi- gette nella stessa sua origine per
niana in protettore il cardinal Fa singolar prerogativa venne francata
bio Asquìni di Udine, siccome co dalla giurisdizione del vescovo dio
noscitore di essa, essendo stato suo cesano , e nel 1 1 a6 Giovanni ve
nunzio apostolico in Napoli , e se scovo d'Avellino, con pieno consen
gretario della congregazione de' ve so del clero, ne fece formale ces
scovi e regolari. Avvenuta la morte sione a s. Guglielmo, la quale poi
del p. Morales, a seconda delle co venne confermata dai vescovi suc
stituzioni riformate, il p. Svizzeri cessori e dai Papi che nominam
assunse il governo della congrega mo. Gli abbati furono fregiati del
zione e diocesi, quale interino vi l'esercizio di giurisdizione e dei di
cario generale. A' 25 aprile 1847 ritti episcopali , venendo loro affi
tenutosi il capitolo, fu eletto nuo dato il reggimento e governo della
vo abbate d. Raditele di Cesare, diocesi. Ad essi fu concessa la fa
già abbate superiore della casa ed coltà non solo di conferire i quat
ospizio di Loreto , e vicario gene tro ordini minori, ma eziandio il
rale della diocesi. I monaci per con sagramento della confermazione, di
cessione enfiteutica hanno ottenuto convocar sinodi diocesani, d'indos
il locale della soppressa abbazia sare abiti prelatizi , di concede
degli Olivetani del comune di Airo- re indulgenze nelle benedizioni so
la nella provincia di Terra di La lenni con mitra e bacolo, e di
voro, ove la congregazione avea un nominare pel santuario quattro a-
monastero abbaziale; in detto luo postoliei penitenzieri maggiori col
go va a stabilirsi un conveniente le facoltà di quelli di Loreto .
monastero abbaziale. Onde cono Tra le sovrane beneficenze , so
scere i pregi di questa congregazio no da rammentarsi le donazioni
ne, ed i monaci che la illustrarono di moltissimi feudi, che costituiro
si possono leggere: Giovanni Nusco, no gli abbati tra i primi baroni
Vita s. Gulielmi abbatis, fondato, del regno. Il re Ruggiero concesse
ris eremitarum Montis Virginis, ec. in Sicilia a s. Guglielmo ampio
in t. V junii, Bollano*. p. uà. Gia monastero, col distintissimo privile
como Giordano, Croniche di Mon gio ai superiori pro tempore, di es
te tergine, Napoli 1648. Dell'Aqui sere consiglieri, famigliari e confes
la, Vita di s. Guglielmo da Ver- sori di lui, e cappellani di sua re:il
4' >v;;rrrr
348 MON MON
cappella ; quindi pel primo ne ven in fretta la sua capitale e l'impero,
/ ue insignito il b. Giovanni da Mu la recò seco Ira le cose più prezio
sco abbate di quel monastero. Fe se. Caterina di Valois sua proni
derico Il dichiarando nulle le do pote ed erede delle ragioni sull'im
nazioni de' feudi fatte dai baroni pero di Costantinopoli, ritrovò fra i
senza il regio assenso, eccettuò quel suoi tesori questa effigie ; l' adornò
le avvenute in favore del mona di corone e la donò alla chiesa. Fi
stero di Monte Vergine; egli ed altri lippo d'Angiò principe di Taranto
imperatori dichiararono esenti da e figlio di Carlo II, marito di Ca
gabelle i vassalli del medesimo ce terina, fece aggiugnere al capo il
nobio, con passaggio libero per tut resto della figura della Vergine dal
te le provincie del regno. Il re di l'esimio pittore Montano d'Arezzo ;
Ungheria Carlo Martello, col con e vi fece costruire una magnifica
senso del genitore Carlo II, concesse cappelli. Laonde per questa sacra
al monastero verginiano la prela immagine e pel deposito d'insigni
zione nella rinomata fiera di Sa reliquie, fra le quali i corpi de' ss.
ldno, in cui non potevansi vende Misae, ldrac e Abdenn^o fanciulli
re i salumi pria che ne fosse prov ebrei, trasportati da Gerusalemme
veduto questo monastero. Anche da Federico II, divenne la chiesa
l'imperatore Enrico VI ed i re d'A uno de' più celebri santuari del re
ragona beneficarono l' abbazia , la gno. Quindi è che tuttora innume
quale divotamente visitarono, e mol revole è il concorso de' fedeli d'o
ti vi fecero lunga residenza, massi gni parte del reame, particolarmen
me i re Angioini. La visitò ancora te per la Pentecoste, e per la .Na
» -.1. l' imperatore greco Mannello, ed il tività della Vergine. La cappella
re Francesco I vi si trattenne tre destra dell'altare maggiore, ed un
giorni colla reale famiglia; essendo sarcofago, furono destinati dal re
poi innumerabile il novero de' car Manfredi per contenere il suo se
i:-■ii -i* dinali, principi ed altri personaggi polcro, ma l' evento ne disperse i
che recaronsi al sacro monte. voti e le ceneri. Vi resta pure un
Da Mercogliano si giunge al san Crocefisso colle braccia pendenti, ch'e
tuario venerando della chiesa di gli donò al santuario, ma Carlo I
Monte Vergine. Questa chiesa catte suo vincitore diè la cappella ad il
drale, col monastero, non offre che lustre guerriero suo seguace. Cate
qualche avanzo della sua antica rina di Valois e i suoi figli Lodo
struttura a sesto acuto; vi è però vico e Maria riposano in questa
r ; t 111l soccorpo che dev' essere più an chiesa ; ma le loro tombe rovinate
tico. L' immagine rinomata della dai terremoti furono rifatte. II gran
Vergine di Costantinopoli, ivi tras ciborio o baldacchino nella cappella
ferita d' Antiochia a tempo degli del Sagramento è dono di Carlo
iconoclasti, col volto oscurato dagli Martello. In ultimo si vede il se
anni, in campo d'oro, e detta per polcro gotico della moglie di ser
ciò negli inni popolari la Schiavo- Gianni. In un corridoio del chio
na, fu tagliata dal quadro, nel qua stro vi è un piccolo museo di sta
le era dipinta l'intiera figura, da tuette e bassorilievi romani, appar
Baldovino II imperatore latino d o- tenenti al tempio di Cibale, con al
riente. Dovendo egli abbandonare tri pregevoli marmi . Sono mira*
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bili i sepolcri de' due vlsconti di supplemento del Journal iles savans
Lautco, e le statue della Beata Ver di Parigi nel i7o9. Già in Roma
gine delle Grazie, di s. Michele ar nel i699 aveva pubblicato: Vìn-
cangelo, di s. Guglielmo, e di Ca diciae editionis s. Augustini a he--
terina della Liouessa. Tra i dipin nedictinis adornatae adversus epi-
ti -uno rimarchevoli l' effigie della stolam abbatìs Germani autore D.
Vergine di scuoIn greca; il quadro B. de Riviere. Nel i7o6 in Parigi,
in cui è rappresentata Margherita le Raccolte di opere dì antichi
moglie di Luigi III in atto di nau scrittori greci colla sua traduzione,
fragare che invoca la Vergine; una e con prefazioni, note e dissertazio
testa del Salvatore di Guido; le ge ni. Nel i7o8 pubblicò in latino:
sta di s. Guglielmo in quattro qua Della paleografia greca, ossia del
dri del Vaccaio, e i dodici apostoli l'origine e del progresso de' carat
della scuola di Raffaello. Questa teri greci, e di tutte le varie sorta
chiesa abbuziale è ricca di privile di scritture greche in diversi secoli,
gi, lra' quali I' indulgenza quotidia delle abbreviature, delle note in uso
na perpetua a chi visita il santua per ogni sorta di arti e scienze ,
rio, ed ha i sette altari privilegiati. come la musica, l'astronomia, la
MONTFAUCON Bernarno. Dot chimica, la medicina, la rettorica, ec.
to benedettino della congregazione Nel i 7o9 in Parigi, il Libro di
di s. Mauro, nacque nel i655 in Filone concernente la vita contem
Souluge nella Linguadoca , figlio plativa. Nel i7i3 gli Essapli d' O-
del signore di Roquetaillade. Nel rigene, ed una nuova edizione del
i676 fece processione monastica le Opere di s. Giovanni Grisosto
nell'iibbazia di Nostra Signora del mo. Nel i7i5 Bibliotheca roisli-
la Dourade, indi dedicossi intera niana olim segueriana. Nel i7i9,
mente allo studio. Viaggiò in Italia in Iatino e francese: Antichità
per visitarvi le biblioteche e gli spiegata e rappresentata con figu
archivi principali, e morì a' ai re. Nel i729: Monumenti della
dicembre i 7 4 i nell'abbazia di s. monarchia francese. Nel i739:
Germano ai Prati in Parigi, dopo Bibliotheca bibliothecarum manuscri-
aver composto moltissime opere. ptorimi nova. Olire a ciò si hanno
Nel i688 unitamente al Pouget di lui altre produzioni, laonde po
ed al Lopin pubblicò gli Anatriti chi dotti al pari del p. Montlàu-
grevi, traduzione latina con note. con composero tante opere che a-
Nel i 69o pubblicò La verità del scendono a quarantaquattro. La sua
la storia di Giuditta. Nel i 698 vasta erudizione lo avea reso qua
1 edizione molto stimata delle Ope si il centro dell'Europa letteraria,
re di s. Atanasio. Nel i7o2 in e il suo sommo discernimento, nl
Parigi la dotta e curiosa relazione quale univa una prodigiosa me
del suo viaggio in Italia : Diarium moria e grandissime cognizioni, fa
ltalicum sive monumentorum vete- cevano si ch'egli venisse da tutto
rum bibliothccarum, ec. musaeoiiun, le parti consultato. Fu buon criti
notitiae singulares itinerario italico co, abile antiquario, e versatissimo
collectae, additis schematibus et figu nel leggere i mss.: accrebbero i
rit. Alla critica che vi fece il Fico- suoi pregi la sua modestia, dol
riti, vi rispose il p. Monlfaucgu nel cezza di carattere, candore e sem
a5o MON MON
plicità di costumi, segno perciò al correre le provlncle occidentali, dan
l' universale ammirazione . Venne do prove del suo zelo e della sua
onorato di medaglie d'oro da Car carità, confutando i calvinisti, mas
lo VI, e da Clemente XI e be sime di Nantes. In s. Lorenzo so
nedetto XIII. pra Sèvre, diocesi di Rocbelle, isti
MONTFORT (ven .) Lonotico tui due società che tuttora sussisto
Maria Gricnon. Nacque nella pic no, I' una de' missionari detti dello
cola città di Montfort, diocesi di s. Spirito Santo, l'altra delle sorelle
Malò, e fino dalla tenera età si fe ospitaliere, collo stesso spirito delle
ce ammirare per la sua inclinazio suore della carità, o confraternita
ne alla virtù e allo studio. Compi della divina Sapienza. In questa ul
to questo sotto i gesuiti nel colle tima impresa fu secondato dalla pia
gio di Rennes, si portò a Parigi donzella Trichet di Poitiers; dipoi
per farvi il suo corso di teologia ; Renato Mulot missionario e succes
venne ammesso nel seminario mi sore del Montfort, perfezionò i due
nore di s. .Sul pi zio, ove si esercitò stabilimenti. Morì santamente in 1.
iu vari uffizi, e nel i 7oo si ordinò Lorenzo a' 28 aprile i7i6, avendo
sacerdote. Quindi domandò di esse ne scritto la vita Giuseppe Gran-
re autorizzato a passare nel Le del parroco di s. Croce d' Angers,
vante per ivi dedicarsi alla predi pubblicata a Nantes nel i724- La
cazione dell' e vangelo, ma i suoi Raccolta de'cantici di Montfort fu
superiori non credettero aderirvi, più volte ristampata. Nel concisto
In vece fu impiegato nelle missio ro pubblico de' 25 gennaio i844,
ni di Nantes e poi di Poitiers, gio l'avvocato concistoriale Gio. Batti
vando ivi all'ospizio de' poveri che sta de Dominicis-Tosti, perorò per
furono sempre le sue delizie. Ritor la prima volta dinanzi al Papa
nato a Parigi, il cardinal deNoail- Gregorio XVI la causa della bea
Jes lo incaricò di ufficiare la cap tificazione del ven. servo di Dio
pella di Mont-Valerien, e fu poscia Lodovico Maria Grignon de Mont
nominato elemosiniere dell'ospedale fort, istitutore della congregazione
«letto la Salpetrière. Passato alcun de' missionari dello Spirito Santo.
tempo si restituì a Poitiers, col de MONTI Cesare, Cardinale. Ce
siderio di dedicarsi in tal città al sare Monti, patrizio milanese, a per
servizio de' poveri infermi. Per la suasione del cardinal Federico Bor
sua severità non si credette oppor romeo, abbandonò la patria per
tuno, onde prese di nuovo a pre portarsi in Roma, dove da Paolo
dicare e catechizzare ; ma trovando V fu ammesso tra i ponenti del
clic la Francia non offriva al suo buon governo, donde tra quei di
zelo un campo abbastanza vasto, consulta fece passaggio. Quantun
nel i7o6 vestito da pellegrino si que riuscisse universalmente gradi
recò in Roma. Domandò instante- to per la dolcezza de' costumi, per
niente a Clemente XI d' essere im l' eleganza dell'aspetto, e quello che
piegato nelle missioni all' estero, e più importa per la sua impareggia
sebbene il Papa lo ricevè benigna bile pietà, ciò non pertanto nel
mente, gli ordinò ritornare in Fran breve pontificato di Gregorio XV
cia. Avendo prontamente obbedito, si rimase fermo nelle ottenute ca
d'allora iu poi hom cessò di per- riche ; se uua che quel Pon tetica
MON MON *St
poco prima di sua morte di moto- i. Bernardo, a' quali concesse la
proprio Io trnscelse ad assessore del chiesa della Madonna di Loreto.
s. offizio , di cui io avanti l'avea Ebbe più d' una volta gravi con
dichiarato consultore, come scrivono troversie giurisdizionali coi regi mi
i continuatori del Ciacconio. Ciò nistri di Milano, e difensore acer
non è vero, poichè fu Urbano VIII rimo com'egli era dell'immunità
che a' 2 ottobre 1 624 Io avanzò ecclesiastica, ne uscì sempre vittorio
al posto di assessore. Fregiatolo poi so. Avea fatto una raccolta di qua
del titolo di patriarca d'Antiochia, dri de' più famosi e insigni pitto
Io spedì nunzio, prima alla corte ri, e questa morendo lasciò per
di Napoli, e dopo un anno a quel ornamento dell' arcivescovato. Non
la di Madrid qual nunzio straordi dimenticò i suoi congiunti, avendo
nario, divenendo ordinario in capo a favore d' un fratello e di nipoti
n due anni. Vacata per morte del fatto acquisto di alcuni feudi e pos
suddetto cardinale la chiesa di Mi sessioni, senza pregiudicare però nè
lano, Urbano VIII nel 1632 gliela i poveri, nè la sua chiesa. Dopo
conferì, indi a' 28 novembre 1633 aver governato santamente la sua
il Papa ad istanza del re di Spa diocesi, celebrato il terzo sinodo nel
gna lo creò cardinale prete del ti ili .'lo, finì il corso di sua mortal
tolo di s. Maria in Traspontina. vita in Milano in tale anno, in età.
Piccatosi nella sua arcidiocesi non di 5j anni, e rimase sepolto nella
si dispensò mai dalla legge della metropolitana con breve iscrizione.
residenza, se non in occasione del Abbiamo di lui novanta ragiona
conclave per Innocenzo X, la cui menti recitati nel duomo di Mila
elezione favorì a tutIo potere, on no, e l'Argelati nella sua Bibliote
de il Papa per mostrargli la sua ca degli scrittori milanesi ci dà un
gratitudine, promosse il di lui fra esatto catalogo di tutte le sue o-
tello alla carica di maestro di ca pere.
mera. Occupossi con estrema dili MONTI Fmrpo, Cardinale. Fi
genza e fatica nella visita della va lippo Monti d' illustre famiglia bo
sta arcidiocesi, sostenendo con volto lognese, compiti con lode i suoi
ilare e tranquillo gli incomodi del studi, si condusse a Roma, e vi ti
le stagioni ne' viaggi, e quello de fece conoscere ben presto non so
gli alberghi, tutto occupandosi nel lamente di dottrina fornito, ma ca
sacro ministero, e singolarmente pacissimo di maneggiare con pro
nell' istruire i poveri di campagna bità e destrezza ogni più grande
ne' dommi della fede. Nel 1 636 ce e geloso affare; di modo che essen
lebrò il sinodo diocesano, che di do insorte alcune differenze tra la
nuovo convocò nel 164o. Fondò santa Sede e la signoria di Vene
una magnifica chiesa in onore del zia, il Monti che non avea alcun
la Beata Vergine, di cui era divo- carattere di servizio o di aderenza
tissimo, visitandone i più celebri colla corte di Roma, fu spedito co
santuari, venti miglia distante da là dal Papa per procurarne l' ag
Milano, cui titolo di s. Maria del giustamento, nel qual negozio in
l' Oliveto, con conveuto die donò contrò la soddisfazione dell'uno a
in carmelitani scalzi, e introdusse dell'altro principato. Restituitosi a
iu Milano i monaci cistcrciensi di Roma nel 171o, Clemente XI lo
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dichiarò prelato domestico, e nel scritto con brevi ma significanti
1716 gli conferì un canonicato nel elogi le più rimarchevoli azioni.
la basilica Liberiana. Ad onta della Della maggior parte di siffatti elo
sua abilità ed erudizione, stette lun gi volle egli farne parte ni pubbli
gamente senza carica , finchè nel co, per mezzo di un volume in fo
173o Clemente XII lo destinò se glio di magnifica edizione romana.
gretario della congregazione conci I detti ritratti col rimanente di sua
storiale e del sacro collegio, donde quadreria e biblioteca, dopo la sua
dopo cinque anni fu promosso a morte lasciolli, ad insinuazione del
segretario di propaganda, nel qual Papa, all'istituto di Bologna, e a
trutpo diede alla luce un'opera ri comodo de' propri concittadini.
guardante la relazione delle missio MO STI CA lJR ARA Connetio, Car
m nel regno di Tlnbet, e del mo dinale. Cornelio Monti Capraia nac
ilo più acconcio onde proseguire que da famiglia nobile in Bologna
ed ampliare un'opera cosi pia e di a' iti agosto 17o3, nipote del car
tuita gloria del Signore. Benedetto dinal Filippo. Compiti i suoi studi,
-VIV suo concittadino ne premiò i massime legali, per l'eccellenti sue
meriti a'9 settembre 1 743, crean qualità meritò di essere nominato
dolo cardinale prete di s. Agnese dal suo concittadino Benedetto XIV
fuori delle mura, donde fece pas uditore di rota a'9 settembre 1743
saggio al titolo di s. . Stefano al Il successore Clemente XIII nel 1758
Monte Celio. Fu ascritto alle con lo promosse alla cospicua carica di
gregazioni di propaganda, del con governatore di Roma, ed in premio
cilio, e molte altre. Morì in Ro dei servigi resi alla santa Sede nelle
ma nel principio del 1734, d'anni inciimbenze da lui esercitate con
78 non compiti, ed ebbe sepoltu rettitudine e zelo, nel concistoro dei
ra nel coro della vaga chiesa di s. 23 novembre 1761, lo creò cardi
Maria della Vittoria, che quantun nale dell'ordine de' diaconi, indi
que nell'epitaffio si chiami regida- per diaconia gli conferì la chiesa
i mni conditorium, non appartiene de' ss. Cosma e Damiano, annove
ai certosini come scrisse il Fantuz- randolo alle congregazioni cardina
zi, ma sibbene ai religiosi di s. Te lizie di consulta, del concilio, de' ri
resa. Alla sua tomba fu collocata ti, della visita apostolica, d'Avigno
una semplice e modesta iscrizione, ne e Lauretana. Colpito d'apoples
che vivendo erasi da se medesi sia mentre adorava il ss. Sacra
mo composta. Una scelta biblioteca mento chiuso nel sepolcro della
di dodicimila rari e preziosi vo cappella Paolina del Vaticano, nel
lumi, faceva le più care delizie di giovedi santo 5 aprile 1765, ovve
questo cardinale. In essa vedevasi ro appena usciva nella sala regia
una bene ordinata serie di que'car- dovendosi recare alla vicina cap
dinali, che dal pontificato di Ales pella Sistiua per l'uffizio delle te
sandro IIl fino a quello di Bene nebre, ne morì subito con dispia
detto XIII, eransi resi celebri ed cere del Papa e del sacro collegio,
msigni, per santità di vita, o per non solo per le sue qualità, ma per
dottrina, o per cariche, o per le essere- accaduta la disgrazia in tal
gazioni. Sotto l' effigie di ciascuno venerabile luogo, ed in sì santi
di essi il cardinale vi aveva de- giorni, nella età di sessantaduc anui.
MON MON aJ3
I funerali ci celebrarono nella ba per la conservazione de' pegni che
silica de' sa. XII Apostoli, indi il ricevevano in cambio delle somme
suo cadavere fu trasportii to nella prestate, nulla esigendo quando tint
sua chiesa diaconale, ed ivi fu tu ici vasi di piccole somme. Questa
mulato. nuova istituzione prese il nome di
MONTI LUOGHI. V. Luoghi Monte di pietà, ed i suoi buoni
di Monte. effetti non tardarono molto a farsi
MONTI DI PIETA', Montes pie- sentire. L' operaio, il mercante e-
tatis. Luoghi ove sono depositi di ziandio vi ebbero egualmente ricor
denaro o di vettovaglie, come fa so nei momenti de' loro bisogni :
rina, frumento ec, destinati ad es l'uno vi trovava la tenue somma
sere dati a prestito a quelli che ne che gli era indispensabile per ter
abbisognano contro qualche pegno, minare i suoi lavori, e l'altro il
ed a certe condizioni e regolamen denaro che gli mancava per salda
ti parziali. Verso la fme del secolo re le sue lettere di camino al tem
XV, allorquando i popoli d' Italia po del pagamento. Tuttavolta nel
provavano il doppio flagello delle lo stesso nascere de'monti di pietà
guerre civili e delle straniere, la sorsero molti contraddittori, attac
maggior parte delle famiglie erano cando di usura l'istituzione, e la di
quasi interamente rovinate, siccome sputa si continuò con mdore, non
vittime degli ebrei e di altri usu ostante che alcuni già fossero stati
rai che prestavano con pegni, e eretti con autorità pontificia e con
prendevano l'interesse del 7o e 8o cessione di privilegi, anzi più tardi
per cento, come meglio diremo dan i Papi nell' istituire le sedi vescovi-
do poi un cenno dell' usura o in li ordinarono per una delle princi
teresse del danaro dato ad im pali condizioni, che ne' luoghi re
prestito con eccessivo ed ingiusto sidenziali vi fosse il monte il pietà,
compenso, che i canoni della Chie ed ecco perchè nelle proposizioni
sa proscrissero d'accordo colle leg concistoriali per la provvista delle
gi imperiali. Il male era giunto a chiese, si rimarca se il monte esi
tal colmo che bisognava portarvi ste o no, meritando i monti di pie
rimedio : gli abitanti di Perugia tà il titolo di sacri. Sebbene il pri
furono i primi benemeriti che si mo monte s' istituisse in Perugia,
occuparono di questa benefica isti quello di Orvieto fu il primo nd
tuzione italiana. JNarra il p. Wad- avere la sanzione apostolica nel
dingo, Annales t. XIV, p. 93, che i464. Paolo II uel i467 approvò
predicando in Perugia il p. Barnaba il monte perugino, che però secon
da Terni frate minore, siccome pro do il Crispolti nella sua Perugia
fondamente commosso per le enormi p. i82, si deve alle predi dizioni dri
usure che pagavano i poveri, spe b. Giacomo da Monte Feltro mi
cialmente agli ebrei, invitò egli per nore osservante : corregge il Cri-.
tanto i ricchi a formare un cumu spolti, il Mariotti, De perugini au-.
lo di denaro, col quale si facessero ditori di rota, pag. 2o7, come pu
prestiti ai bisognosi, ri traendone re il Waddingo, poichè egli allei ina
piccolo compenso per soddisfare i che nè il p. Barnaba, uè il b. Gia
ministri dell'opera e le spese del como istituirono il monte di pietà.
pio luogo cagionate dal deposito e in Perugia, ma solo ne furono plo
254 MON MON
motori di quello già introdotto nel no slmilmente istituiti nelle indu
i462 dall'altro minore osservante striose città delle Fiandre, detti per
fr. Michele da Milano, essendo già ciò fiamminghi. A difesa di questi
inventata la pia opera da altro sacri luoghi, Leone X nel i5i5
insigne correligioso, cioè il b. Gia non solo li approvò nel concilio ge
como Picente che primamente la nerale di Laterano V colla bolla
stabili in Ascoli sua patria fin dal IiUer multiplices, ma impose silen
i458. Ivi il Mariotti parla ancora zio alla questione ed inflisse le cen
della celebre questione sopra i mon sure e la scomunica a chiunque ne
ti di pietà, e della difesa che ne fu avesse parlato in contrario. I suoi
fatta. Sisto IV nel 1 47 i confermò successori ed il concilio di Trento
quello di Viterbo, e perchè i van opinarono nello stesso modo a fa
taggi che ne derivavano gli sembra vore de' monti di pietà t poichè de
rono veramente grandi, volle farne cisero. 1.° Che il prestito fosse di
godere la città di Savona sua pa una somma tale che non potesse
tria nel i479, approvandolo colla diminuire i fondi che dovevano ri
bolla Ad sacram. Ne fu propaga produrlo, e sopra tutto che non se
tore anche l' altro osservante s. ne facesse alcuno ai ricchi signori
Giacomo della Marca, e più di tut e stranieri. 2." Che i prestiti non si
ti l'altro francescano b. Bernardi prolungassero oltre un certo tempo
no da Feltre minore osservante, pel di un anno o meno ancora. 3." Che
cui zelo moltissimi se ne fondaro per la sicurezza della somma pre
no. Quello di Cesena fu da Inno stata si dasse un pegno , affinchè
cenzo VII! approvato nel 1489 col se al tempo convenuto non fòsse
la bolla Ad sacram, e quel di Bo fenduta la somma, si potesse vende
logna nel 1 5o6 da Giulio II, me re il pegno per lare indenne il
diante la bolla Ad sacram. Quindi monte. 4-° Che per provvedere alle
I' ebbero anche le principali città spese necessarie per la conservazio
d'Italia, come Mantova, Milano, Pa ne degli oggetti, la persona che im
dova, Napoli, e Firenze, il quale pegna pagasse un leggero diritto,
venne istituito nel i495 a persua quantunque sarebbe meglio, dice
sione di fr. Girolamo Savonarola , Leone X nella sua bolla, che non
onde eliminare gl' illeciti guadagni se ne esigesse alcuno ; in fine che
e sottrarre la povertà tiranneggiata non si permettesse veruna spesa su
dalle usure ; ed il Mariani nella perflua udl' amministrazione del
Storia di Trento, riferisce che un monte, e sopra tutto che il denaro
ebreo offrì alla repubblica fiorenti destinato agl' imprestiti non fosse
na ventimila fiorini d'oro per im impiegato in alcun altro uso. Già
pedire che questo monte delle pre al principio del secolo XVII i mon
stanze andasse innanzi. In Bomn, ti di pietà si erano diffusi nella
come descriveremo, il sacro monte maggior parte de' principali stati di
di pietà fu istituito nel pontificato Europa ; così in Francia sotto il
di Paolo IIJt ed è degno della ca nome di Lombardi, perchè i lom
pitale del mondo cattolico, e Giulio bardi erano stati i primi a stabilire
III nel 1 555 approvò quello di Vicen luoghi ove si prestavano denari con
za, colla bolla Salvator noster Jesus. tro pegno e col pagamento di notabili
Più tardi i monti di pietà furo- usure. Avendo Filippo V re di Spa
MON MON rx55
gna eretto un monte di pieta per cele le comunità e dallo confraternite, e
brare suffragi ai fedeli defunti, per nello stato pontificio sino dai primi
accrescerlo ottenne da Benedetto XIII anni d^l secolo XVI, poco dopo
la bolla Alias nomine, del 1727, degli altri monti di pietà. Il Nico
che fosse raccomandato ai vescovi lai, Memorie siilI' annona, nel t.
acciò quelli che facessero testamen II, p. 117, riporta l'editto camei-
to gli lasciassero un legato, senza la lengale pel libero commercio dei
quale limosina fosse invalida ogni grani e biade nello stato pontificio,
disposizione testamentaria. Di tali ed al n. 27 la soppressione dei
monti ve ne sono in altri luoghi, co monti di abbondanza o frumeuta
me il monte dei morti in Ortona. A- ri, essendosi provveduto che mai
vea s. Pio Y dichiarato ladri e gente mancassero le granaglie, di che se ne
di mala fede que' cassieri e deposita parla pure nel t. III, p. 1 85. Totta-
ri, i quali abusando del loro uffizio volta i monti frumentari, in minor
impegnavano o vendevano i pegni numero, sussistono ancora. Il Maran
o depositi ad essi consegnati, e poi goni ne\\' Istoria di Sancta Saneto-
udducevano falsi pretesti di non a- rum, e. 32, discorre delle immagini
verli. Benedetto X II I olire avere del Salvatore appellate comunemen
approvato gli infamanti epiteti del te la Pietà, loro uso, stemma, insegna
predecessore, impose loro gravi pene e sigillo di varie confi attinite e luo
secondo i delitti e per tutto lo sta ghi pi i , massiuiimicute de' monti di
to ecclesiastico, con bolla de' 26 pietà. Queste immagini si rappre
settembre 1729, Jam eludimi. sentano ora stese in seno della Bea
Sul modello de'monti di pietà dai ta Vergine, ed ora sedenti sopra il
quali si nccordano prestiti a beneficio sepolcro intere, oppure sino a mez
de' bisognosi con piccolo pagamento za vita, colle braccia e mani steso
d'interesse, si fondarono in Italia i ed allargate in atto il' invitare i
monti detti dell' abbondanza, del peccatori all' infinita divina miseri
grano o frumentari,i quali colle bia cordia. Delle istituzioni de' monti
de depositate non solo ne danno ai di pietà trattò fra gli altri il Klock
contadini una quantità per semi nel lib. II, De aerario cap. 2o,
narle, ma servirono grandemente in pubblicato in Norimberga nel 165i.
molti anni di carestia al soccorso Si può vedere il cardinal De Luca,
della classe indigente. Il grano, De mons pittati1:, parlandosi del
granturco, od altra specie di biade principali in moltissimi articoli di
imprestate n chiunque offre una questo Dizionario.
guarentigia per la restituzione, si L' eccesso dell' usura, Foemu,
restituisce dopo il raccolto, con in IUuuuim, che provocò la fondazio
calcolabile vantaggio de' poveri, on ne de' monti di pietà, è stata sem
de se ne istituirono anche nelle pre riprovata dal diritto di natura,
terre, borghi e villaggi. Questi mon dai sacri canoni, dalle costituzioni
ti frumentari, come quelli di dena pontificie, dal diiitto canonico e
ro, furono privilegiati dai Papi e civile, ed è stata sempre severa
dai sovrani, ed ebbero generosi be mente condannata e punita; che so
nefattori clic aumentarono i generi ai giudici dell'antica tegge fu tal
e il capitale con pie lascite : i mon volta permessa l'usura cogli estra
ti frumeutari si eressero anche dal- nei, ciò fu per una speciale divma
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dispensa. Quindi sebbene ancora cosi s. Ambrogio; e s. Leone I proi
gli ebrei l' esercitano, non è per bi severamente l' usura ni chierici
questo che sin assolutamente loro ed ai laici. Urbano III proibt l'u
permesso l'usurare; ma piuttosto sura, l'accrescimento alla sorte e
deve dirsi con s. Tommaso essere l' eccesso, segnatamente se si presta
ad essi permessa e tollerata per e- a poveri ed indigenti. Le gravi «
vitare mali assai maggiori. Questo immoderate usure devono restituir
stesso motivo pare che movesse Fe si, come ordinò Innocenzo III nel
derico I imperatore ad esentare dal concilio Latcranense IV. Se uno fos
delitto di usura i giudei, e permet se convinto di usura per tama e
tere l' uso di ricavare e ricevere voce popolare, ed altri sicuri dati,
un' oncia ogni dieci nel periodo di si ha come usuraio manifesto. Mar
ogni anno. L' imprestito dai latini tino V represse l' usura ch' eserci
fu chiamato mutuimi, secondo il p. tavano gli ebrei in Avignone, e
Menochio, da meo Cuum, cioè dal Nicolò V pubblicò molti decreti
trasferire il dominio del danaro pro contro gli usurai de' regni d' Ara
prio alla persona cui s'impresta: gona e Sardegna. Anche Paolo IV
nelle sue Stuore t. III, cent. X, ruilreiiò le usure de' giudei, i qua
tratta al cap. 93: Se agli ebrei an li imprestavano denaro con furti
ticamente era lecito il dare ad u compensi. Dichiarò s. Pio V nulli
sma a quelli che non erano della i cambi fatti contro le leggi, e che
loro nazione. Gli usurai dalla Chie i contravventori si punissero come
sa sono detestati più che i ladri. gli usurai. Nel pontificato di Be
Anche gli antichi romani severa nedetto XIV spargendosi per l'Ita
mente punivano più l'usura che il lia molte sentenze che favorivano
furto; questo colla pena del duplo, le usure, il Papa spiegò la questio
l' usuraio o prestatore del denaro ne colla costituzione Pervenit, del
del quadruplo. Nelle XII tavole si primo novembre 1 745 , delle usu
permetteva percepire un' oncia per re provenienti dal mutuo, ed esor
cento a titolo di usura ; dipoi fu tò i vescovi ad illuminare gl'indif
stabilita mezz'oncia, finalmente ven ferenti. Nel moto- proprio , Ci è
ne interamente vietata. Narra Livio stato, de' 7 settembre, Benedetto
che la lupa di bronzo con Romolo XIV moderò i carabi ch'erano sa
e liemo del Campidoglio, fu fatta liti dal quattro al sette per cento
fare con altre statue, per la con ne' frutti. Sotto Pio VI essendo di
danna di alcuni usurai. Disse Ca venute eccessive le usure ed i mo
tone, che l' esercitare l' usura -era nopolii a cagione delle circostanze
lo stesso che uccidere l'uomo. Que de' tempi, prescrisse alcune pene
sto guadagno proveniente dal mu contro l' ingordigia degli usurai, e
tuo, dai giurisprudenti si divide in leggi pel cambio della moneta se
espresso, palliato, convenzionale e condo la tariffa, come pel cambio
mentale ; materia delicata e grave, delle cedole, argomento che toc
di cui ne trattano tutte le leggi, se cammo a Monete Pontificie. Sono
gnatamente ecclesiastiche. Il dottore leciti gl'imprestiti, come il ritrarne
s. Agostino dice che chi riceve la un moderato lucro, ne' casi in cui
usura in modo ingordo e inuma si verifichi, in chi somministra le
no fa uua rapina, uè può vivere, somme, il lucro cessante o duu
MON MON a5>
no emergente, o il pericolo delia come gli usurai francesi chinmnron-
sorte. si caorcinì da Cahors ; delle leggi
Selihene la Chiesa non ha assolu promulgate da vari principi, e quan
tamente definito questo grave argo to enormi fossero le usure che al
mento, pensano alcuni, che rappic- lora si pagavano pel traffico del
sentando il denaro la casa, il ter denaro, da alcuni popoli approvate.
reno e qualunque nltra cosa che si da altri riprovate; e che Mosè la
possa acquistare e che renda un proibì fra' giudei, ma permise far
lucro, ne segue che come da dette la con quelli d'altra nazione, men
cose acquistate col denaro ricavasi tre tra gli ateniesi fu lecita e mol
lucro, ed essendo il denaro il rap to usata. Tra i romani i prestatoii
presentante delle stesse cose, se ne della moneta si dissero argenta-
possa trarre un moderato frutto. rios mu titani pccuniani dare, e col
Molti scrissero sullo scabroso argo tempo in Italia si chiamarono cam
mento ; ne citeremo alcuni. Lcotar- psores, poi banchieri, cambiatori ,
di, De umris et contractibus usura- Mercanti (Vedi).
riis coercend'ts cimi appendix, Ve- Monte di pietà di Roma. Nel
netiis 1761. Cardinal Gerdil, Dell'u t539 sotto il pontificato di Paolo
sura, Roma 1832. D. Marco Ma- III, per sottrarre i poveri bisognosi
strofini nel 1 83 1 pubblicò in Ro di denaro dalle esorbitanti usure
ma l' opera intitolata: Le usure. ch'erano costretti pagaie agli ebrei,
Osservazioni pacifiche sopra di uno- dai quali lo prendevano in presti
pera intitolata: Le usure, stampa to colla consegna del pegno, s'isti
ta nel 183i, Roma 1 834- Analisi tuì coll'autorità pontificia, e con le
ragionata e critica dei libri tre su regole per le prestanze, dal zelante
le usure dell' ab. Mastro/ini, Na p. Giovanni Calvi generale de' mi
poli 1835. Abbi? Moralet, Reponse nori osservanti, una compagnia di
tiu libre de M. Mastrofini intinthi pie e ricche persone, che si eser
discussion sur Fusure, Lyon 18 36. citavano nella caritatevole opera di
Cav. Drack, Lettre sur une question dare a' poveri denaro in prestito,
d'usure, Rome 1 834- Etienne Pa- con niuno o almeno assai tenue in -
ges, Disse rtation sur le prét à in- teresse, ritirando soltanto l'oggetto
tèi et, Lyon et Paris 1 838. Le prct che s'impegnava. Paolo III nello
d' apiès les Pères, par un prétre stesso anno colla bolla Ad sacrata
chanoine lionoraire cC Aire, Tou- beati Petri sedem, sotto la direzio
louse. Nel vol. I, pag. 128 degli ne della detta compagnia eresse il
Annali delle scienze religiose è ri sacro monte della pietà di Roma,
portata la risposta che nel 1835 concedendogli i privilegi e indul
diè il cardinal penitenziere maggio genze ottenute dagli altri monti di
re ad una questione circa l' usura pietà antecedentemente eretti per
proposta dal vescovo di Viviers. Il l'Italia, poi confermate ed accre
Muratori nelle Dissert., dissert. 16, sciute da altri Papi. In principio
parla degli usurai e loro antica molti erano i deputati del monte,
origine; che non mancarono nei ma in seguito si restrinsero a soli
primi secoli della Chiesa foenerato- quaranta, tutti nobili delte prmci
res, parte permessi, parte riprovati; pali famiglie romane, che formava
quando si moltiplicarono in Italia ; no la congregazione reggente del
voi. XLVI. 17-
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medesimo, alla testa de'quali quat se l' amministrazione agli uffizioli
tro portavano il titolo di provve del sacro monte di pietà di Roma.
ditori, e pel primo il prelato teso Sisto V vedendo l'utile che pote
riere generale della camera, il qua vano ritrarre le due istituzioni con
le sempre vi avea luogo, che figu giunte delle prestanze e de' deposi-
ravano come governatori del luogo. ti, permise che si facessero al mon
La congregazione si radunava spes te depositi di qualsivoglia specie e
so a consiglio, e deputava a turno somma. In tal guisa crebbe il mon
i diversi suoi membri alla direzio te in credito e in capitali, a segno
ne e sorveglianza dell'istituto. Pio IV che valeva a prestar somme ancor
colla bolla Pietatis confermò i pri vistose; anche i principi stranieri e
vilegi del monte nel i561. Da prin l'erario stesso provarono i benefìci
cipio la compagnia riconosceva per effetti del monte, dal quale furono
cardinal protettore quello de'mino- largamente sovvenuti ne' bisogni.
ri osservanti, che tutelava la pia Sotto Sisto V fu eretta nel monte
opera; ma al tempo di Gregorio un' arciconfraternita, per praticare
XIII essendo cresciuti notabilmente diverse opere spirituali: vi erano
i negozi del medesimo monte, per ascritti i membri della congrega
aver aperto il banco de' depositi zione dell' istituto e tutti i mini
per comodo del pubblico, nel i584 stri. Essa non vestiva sacco, ed
con l'autorità del breve Inter mul- avea per istemma la Pietà con cin
tiplices, di delto Papa , cioè per que o tre monti. Sisto V nell'eri-
quelli che doveansi fare per giudi gerla nel i586 in arciconfraternita
zi civili, o per assicurare le sostan colla bolla Ex debito ministerii,
ze de' pupilli e vedove, stando a le concesse facoltà di aggregare le
garanzia de' depositari i molti beni compagnie di altri monti di pietà
del medesimo pio istituto , oltre con partecipazione delle indulgen
l'opera benefica degl' imprestiti, fu ze. Per ordine pontificio il cardi
creduto più espediente che la con nal Vastavillani camerlengo e pro
gregazione de'deputati coll' autorità tettore del monte, proibì i seque
pontificia si eleggesse liberamente il stri nel banco del monte. Il sacro
cardinal protettore, e però quando monte non ebbe per lungo tempo
ne seguiva la mancanza i provvi alcuna fabbrica propria per la cu
sori proponevano un buon numero stodia de' pegni: si crede che lo
di cardinali ai congregati, dai qua stesso s. Carlo dasse ricetto nel suo
li sceltine quattro a voti segreti, palazzo all' opera nascente. Poscia
si presentavano al Papa che uno si presero a pigione alcune case,
ne deputava in protettore; ciò ebbe finchè Sisto V comprò con sette
luogo dopo la beata morte del mila scudi una fabbrica in via dei
protettore cardinal s. Carlo Borro Coronari, dietro la chiesa della Pa
meo, che molto si era adoperato ce, presso il palnzzo del Drago, che
per l'incremento e prosperità del ancora ritiene il uotne di Monte
l'istituzione. Sebbene la Deposite vecchio, benchè per un tempo vi
ra Urbana (Fedi) de' pubblici pe« fu poi la zecca pontificia. Sisto V,
gni fu fondata da Urbano VIII, come il predecessore Gregorio XIII
essa riconosce la primaria origine confermò i privilegi ed altri ne
da Gregorio XlIIt che ne commi- concesso all'istituto. Clemente VIll
MON MON 25ij
col breve Ex apostolicae del i593 diti enti e accresciuti dalla congre
confermò i depositi a favore del gazione sotto diversi cardinali pro
monte; indi nel i6o2 col breve tettori; furono pubblicati nel illn
Qiiae ad pietatis, confermò ed am nel protettorato del cardinal Aldo
pliò le cose del monte; col breve brandino e ristampati dal cardinal
poi del i6o4, Quaecumque, prescris Francesco Barberini nel pontificato
se il modo e forma per aggregare di Alessandro VII. Prima di que
con partecipazione d'indulgenze al sto tempo e nel i625 l'Amydeno
tre confraternite e pii istituti. A. stampando, De pietate romana, vi
cagione del crescente numero dei è il cap. IX, De monte pietatis et
pegni, Clemente VlII nel i6o4 tras depositorum. Urbano VIII nel i638
portò il monte sulla piazza di s. concesse, che ogni giorno si potes
Martinello, che poi si disse del Mon se celebrare la messa nella suddet
te di pietà, ove in breve tempo si ta cappella, a cui nel i623 Gre
acquistarono tre gran palazzi, e si gorio XV col breve Ad augendam.
ridussero con magnifica cappella e concesse I' indulgenza delle sta
molta spesa, alla forma maestosa zioni, da lucrarsi dagli addetti. Nel
che ora si vede: dell'ingrandimen i664 la sacra visita apostolica de
to e incorporazioni ch'ebbero luogo cretò non doversi ricevere dal mon
sotto Clemente XII, tenemmo pro* te in pegno i sacri paramenti ed
posito nel vol. X, p. 7o del Dizio arredi. L'elezione del cardinal pro
nario. Pubblicandosi nel i6o2 le tettore cessò nel i679 per la se
Opere pie di Roma del Fanucci, guita morte del cardinal Barberini,
a p. i28 si tratta del monte di e da quell'epoca nonne fu nominato
pietà. altro dalla congregazione de' depu
Nell'anno i6o5 il cardinal Aldo- tati, nè prescelto dal Papa, senza
brandini camerlengo e protettore conoscersene la cagione. Innocenzo
del monte emanò un bando contro XI con rigore vietò agli ebrei l'u
gli ebrei che impegnano al sacro sure, e fu benemerito de' monti di
monte, e contro gli offerenti alle pietà, avendo per quello di Roma,
vendite de' pegni in detto monte col chirografo Avendoci, nel i688
ed in piazza Giudea, che s'accor diretto a monsignor Imperiali te
dano insieme a fare a parte ed a soriera generale e primo provviso-
mezzo. Paolo V nel i6o6 colla re del medesimo, ampliato le fa
lettera Pontificauii, autorizzò la coltà del giudice del sacro monte
apertura del banco di s. Spirito nelle cause criminali. Avevano le
pei depositi; e nel i6i 5 col bre costituzioni apostoliche deputato un
ve Onerosa pastoralis, proibì di prelato, che a nome del cardinal
strarre i denari del monte in al protettore esercitasse la giurisdizio
tro fuori in quello cui fu stabilito ne civile privativa in tutte le cau
nella sua erezione. Già nel i6o6 te in cui avesse interesse il sacro
col breve Omnium saluti, dichiarò monte, ed un curiale che eserci
privilegiata la cappella del monte tasse la giudicatura criminale, ma
per l'anima de'defunti confrati, mi cessarono ambedue questi uffizi
nistri e benefattori. Avendo il car quando Innocenzo XII soppresse
dinal s. Carlo fatti compilare i re tutte le giudicature particolari dei
golamenti, questi vennero indi mo- luoghi pii. Il Piazza nelle Opere
26o MON MON
pie di Roma, discorre nel trott. V, si dai ricattatori de' pegni chiamati
cap. 28, del sacro monte di pietà; volgarmente ricattieri, essi incomin
e ristampandosi l'opera nel 1698 ciarono ad aprire un gran nume
col titolo di Eusevologio romano, nel ro di botteghe in diverse parti tJi
tratt. VI delle arciconfraternite si Roma, ma specialmente nelle vici
trova il cap. 29 sullo stesso argo nanze del sacro monte, ritenendo
mento, e chiama l'istituto degno di nelle loro case e botteghe altret
Roma patria universale, casa de'po- tanti monti per l'affluenza de'pcni
veri e rifugio de' miserabili, e ne che ricevevano dai poveri, massime
riporta le notizie. Clemente XI nel ne'giorni festivi e nelle vacanze in
1714 accordò alla cappella del mon cui restava chiuso il monte, senza
te di pietà di celebrare ogni giorno consegnar la polizza all'impegnante
quattro messe private. Benedetto indi scaricando i pegni al monte a
XIII nel 1724 col chirografo Ci ave mezzo delle donne chiamate binan
te, diretto al tesoriere Collicola, con ti, per ritirarne il denaro impron
fermò le disposizioni prese sopra il tato e forse più, il quale serviva
libero corso delle cedole conside per acquistare nella pubblica ven
rate per contanti, onde eliminare dita degli oggetti non ritirati a.
i danni che ne riceveva il sacro tempo, con altri gravi abusi e dan
monte. Clemente XII nel ripristi no del pio luogo e de' poveri. Que
nare il giuoco del Lotto (Vedi) diè sti disordini che rinnovavano quel
cinquantamila scudi al sacro mon li de'banchieri ebrei aboliti da In
te per accrescerne il capitale, onde nocenzo XI con editto del camer
essere in grado di ricevere maggior lengo cardinal Paluzzi del 1682,
numero di pegni a sollievo della furono repressi da Benedetto XIV
classe indigente e bisognosa. Bene* proibendo l'illecito mercimonio, e
detto XIV col chirografo Avendo la ritenzione delle botteghe de' ri
col mezzo, del 1743, diretto ni te cattieri distanti almeno duecento
soriere Bolognetti, pel maggior pro canne dal sacro monte ; laonde per
fitto e decoro della deposi te ria ge suo ordine nel 1 748 il tesoriere
nerale della camera apostolica, la Banchieri pubblicò l'editto contro
trasportò al sacro monte, che di gli ebrei che impegnavano al mon
chiarò depositario generale della te, e contro i rigattieri e bottega -
stessa camera, come lo è tuttora. ri che prendevano i pegni, quindi
Benchè il prelato tesoriere, come pubblicò ancora una notificazione
primo provvisore del monte, avesse dichiarativa dell' editto. Dopo al
con gli altri eguaglianza di voti, cuni anni, forse per mancanza di
egli figurò come primo superiore vigilanza di chi dovea attendere
dello stabilimento, per cui Bene all'esecuzione di tali provvidentissi-
detto XIV nel 1748 col moto-pro me prescrizioni, tornarono i rigat
prio Quantunque , gli restituì la tieri ad esercitare i loro illeciti
giudicatura privativa delle cause traffichi, e nel 1758 essendo dive
civili e criminali concernenti gl'in nuto eccessivo il numero delle bi-
teressi dello stesso sacro luogo; ganti impegnanti per conto de'rigat-
laonde siccome il mercimonio che tieri, la congregazione de' cavalieri
prima d'Innocenzo XI esercitavasi deputati' ne diminuì il numero.
dagli ebrei, incominciò ad esercitar- Nell'anno santo 175o Benedetto
MON MON a6i
XIV accordò le Indulgenze ai de vertito, che il monte di pietà di
putati, ministri e addetti al mon Roma non fu mai di natura mu
te, con visitare cinque chiese desti nicipale, ne fu in alcun tempo di
nate. retto, amministrato o dipendente
Divenuto Pontefice Clemente XIII, dal municipio capitolino, poichè co
volendo rimediare ai proibiti mer me si è detto, poco dopo la sua
cimoni ch' eransi rinnovati, ed al approvazione pontificia ebbe subito
le infedeltà di alcuni ministri del un cardinal protettore o preside
monte, con breve de'24 aprile 176o dell'opera pia. Mai dunque la ca
deputò in visitatore del pio luogo pitolina camera ebbe parte o di
il cardinal Giuseppe Maria Castel ritto al regime del monte, solo in
li, che prese per convisitatori i pre- altri tempi richiese dai Papi la fa
Iati de Simone e Braschi poi Pio coltà d'impetrar somme in pre
VI. Il cardinale precisò il vero sta stito dal pio stabilimento in alcuni
to del patrimonio, investigò i mo bisogni. Salvo un tale rapporto e
di delle frodi commesse, rinnovò gli quello memorato, e salvo l' essersi
statuti del monte, stabilì ottime costumato in altre epoche fare invi
misure per impedir qualunque in lo al senatore e conservatori di Ro
conveniente, segnatamente sulla si ma d'intervenire alla festa annua
curezza delle custodie de'pegni, am che celebrasi nella cappella del
pliandone gli armadi e ben chiusi; monte per la ss. Trinità, nella qua
stabilì i confini delle imprestanze, le occasione loro donavasi un fio
vietò quelle de' pegni de' forestieri, re, ed alcuui rami rappresentanti
formò lo stato del luogo pio, e la Pietà ossia la deposizione di Ge
diede i regolamenti per la relativa sù dalla Croce, niun altro titolo
scrittura, una riguardante la gestio potrebbe mai il municipio romano
ne del banco, l'altra il monte de- vantare sul sacro monte -di pietà.
gl'imprestiti; riformò le spese, au Mentre durava la visita, Clemente
mentando gli onorari ni ministri XIII nel 1761 con chirografo di
acciò fossero fedeli. Tutti gli atti retto al tesoriere permise un pub
della visita furono quindi approva blico lotto nel monte di pietà, di
ti colla costituzione Ad paternam, cinquecento pegni invenduti, consi
da Clemente XIII a' 3 gennaio stenti in gioie del valore di qua-
1767, nel quale anno si pubblicò rantacinquemila scudi, con cinque
in Roma: Statuti del sacro monte cento premi, dovendosi pagare uno
della pietà di Roma rinnovati nel scudo per ogni biglietto : però que
l'anno 1767, con le bolle e privi sta lotteria non ebbe effetto. Quin
legi del medesimo, leggendosi che di nel 1764 emanò il moto-pro
il magistrato romano del senatore, prio Quamvis, in cui prescrisse il
conservatori e priore de' caporioni, modo di riconoscere le firme ap
fautori e difensori del sacro mon poste agli ordini diretti al sacro
te, era il membro principale dell'ai-- monte , che riportasi anche dal
ciconfraternita del sacro monte, e Bull. ConI. tom. III, pag- 81.
monsignor tesoriere il suo giudice Nel 1766 pubblicò la costituzione
privativo. La costituzione e gli sta Etti multa provide, con la- qua-
tuti sono riportati nel Bull. Cont. le inffisse le pene contro quel
t. III, p. 375 è seg. Va però av- li che avessero danneggiato il niou
a6a MON MON
* \ i I te, e non avessero osservati i suoi stodie pei pegni sino ad uno scu
statuti. Nello stesso anno Clemente do. Prese piena cognizione dello
'': .1 . ! XI Il fece pubblicare dal tesoriere stato attivo del monte e de' suoi
Canale l'editto in cui si proibisce capitali per supplire alle annue
ai bottegari, rigattieri e rivenditori spese: i capitali ascesero ne'fabbri-
di prender pegni per loro conto, cati ove si esercita l'opera pia, ma
ricevere in pegno i bollettini del del valore infruttifero di scudi
ì Hi; ; monte, e ritenere presso di sè i 237,ooo circa; in case, vacabili e
bollettini de' pegni fatti per altri, prestanze, censi, canoni del valore di
ampliando l'editto del predecessore. 359,ooo scudi circa, rendendone
ii#: Ma poco o ninno effetto produsse annualmente quasi 8ooo. Vi erano
. 43 ro le nuove misure, o per mancan inoltre crediti colla camera e cas
.' 1 za di vigilanza, o per abbominevo- se pubbliche per la somma da non
le connivenza di qualche ministro. potersi contare di scudi undici mi
Quanto riguarda ll monte, le cedo lioni, 4o5,351. Il miglior capitale
le e la moneta nel pontificato di trovò consistere in Luoghi eli Mon
Pio VI, lo dissi O MORBTI POHTI- te (Fedi) 31,o19 e ceD,esi,ni 7S
F1C1B. di diverse erezioni, de'quali restava
Nel rovescio delle pie istituzio sospeso il pagamento de' frutti, e
ui, per la prima invasione dello perciò di nessun profitto, laonde ven
stato pontificio e di Roma nel 1 798 ne a transazione col tesoriere, am
per opera de'repubblicani francesi, mettendosi al pio luogo l'annuo frut
[ir r ;..!.• più di tutte ne soffri il monte di tato di soli 1 5,o oo luoghi di mon
, V' ! J pietà: il banco de'depositi fu vuo te olla ragione di dodici paoli per
tato di denaro e chiuso, le custo- luogo, ciò che approvò Pio VIl
die vennero spogliate di tutti i pe con chirografo de' 2 1 aprile 18o3;
gni preziosi; le casse interamente quindi la sacra visita si occupò pel
esauste, sospese le rendite, ed i mi felice andamento di si utile stabi •
nistri lasciati senza soldo. In que limento, in fissare le provvidenze
sto stato deplorabile ritrovavasi il e riforme colle quali dovea rego
pio luogo allorchè fu eletto Pio larsi in avvenire, con salutari de
VII. Commosso il suo auimo dal creti, richiedendosi cauzione ad al
• veder annientata nella sua grandez cuni ministri tanto del monte dei
za la più bell'opera di carita, che prestiti che del [banco de' depositi t
servendo di aiuto ad ogni ceto di a diversi de'quali si accordò l'abi
persone, formava l'ammirazione de tazione nel palazzo di residenza del
gli stranieri, volle prontamente ri l' opera stessa. Chiuse la visita il
pristinare il monte de'prestiti col suo cardinal Roverella li 4 agosto 18o3,
banco, nominando a tale effetto a'2 indi colle stampe del Lazzarini si
settembre 18oo visitatore apostoli pubblicò: Relazione della visita arto-
co il cardinal Roverella, il quale italica del sacro monte della Pie
prese a convisitatore mousignor Gi tà di Roma fatta dal cardinal
rolamo Napulioni promotore della Roverella, con nuovi decreti e ri
fede. La prima cura del cardinale forme approvate da Sua Santità,
fu il soccorrere i poveri con qual e divisa in 28 articoli. La seconda
che prestanza, ordinando che si invasione francese compita nel i8oq
i -i, t aprissero due mcuti, e quattro cu- distrusse i risultati della visita, ed
MON MON a63
il governo imperiale adottò un onde estirpare il loro mercimonio,
nuovo sistema, nominando diretto e quello di altri trafficanti lucranti
re del sacro monte monsignor Col- sul sangue de'poveri, e dilapidato
li cola, stabilendo che per ricevere ri delle loro sostanze, dichiarando
i pegni bisognava riportare dal pro gli emolumenti permessi ai ricat
prio curato un buono da lui sotto- tieri per l'agenzia de' pegni.
scritto, col quii le si atiestava della vera Leone XII nel i828 col moto-
povertà dell'impegnante. Ritornato proprio Allorché, ordinò che i ver
Pio VII nel i Si 4 in Roma, non samenti d .'le ritenzioni per giubi
stimò nè utile nè opportuno di ri lazioni civili si facessero al sacro
chiamare in vita l'urciconfraternita monte, cui ne affidò la cassa. Nel
e la congregazione de' provvisori e i.83a Gregorio XVI per organo di
deputati del sacro monte, e questo monsignor Vannini commissario ge
assoggettò immediatamente alla di nerale della camera e pro- tesoriere,
iezione del prelato tesoriere gene fece pubblicare le discipline sui ri
rale, sì perchè egli formava già gattieri e sui pegni da recarsi al
parte della soppressa congregazio sacro monte, mediante notificazio
ne, sì ancora per tutelare gl' inte ne a sollievo della classe indigente
ressi dell'erario che avea impresta ed a freno degli abusi nuovamente
to allo stabilimento scudi 8o,ooo, introdotti. Mentre le rendite dello
che poi restituì. Nello stesso tem stabilimento in frutti di consolida
po non trascurò di rivolgere le sue to, di che parlammo a Luoghi di
paterne cure al benefico stabilimen Morte, erano giunte a circa annui
to, ed a vantaggio de'poveri ordi scudi trentacinquemila, migliorata
nò tenui prestanze con buoni, dei la condiziono economica del mede
quali abusando gli speculatori, nel simo, fiorendone l'amministrazione
i8i8 mediante somministrazioni e disciplina per l'intelligenza e ze
del tesoro pontificio dispose che si lo dell' odierno valente direttore
ricevesse qualunque pegno da pao generale commendatore Gio. Pie
li due a scudi tre, rilasciando gra tro Campana, Gregorio XVI nel
tuitamente quelli sino ad uno scu i834 con notificazione di monsi
do, con notificazione del tesoriere gnor Tosti tesoriere, ora cardinale,
Guerrieri, e relativo regolamento anch'esso grandemente benemerito
pei ministri e ricattieri riconosciu dello splendore del pio luogo, qua!
ti dal monte, pubblicato con altra superiore del sacro monte di pietà
sua notificazione, sopprimendo i di Roma, ordinò che il sacro mon
buoni, e abilitando i ricattieri di te a sollievo della classe bisognosa
fare i pegni e di esibirne la note aumentasse fino agli scudi dieci i.
al monte. Rinnovandosi l' avidità prestiti sopra pegni di oro, argento
de' ricattieri di lucrare sulle altrui ed altri oggetti preziosi, e fino agli
miserie, indusse nel i 82 i il teso scudi quattro quelli sopra i pegni
riere monsignor Cristaldi ed ema d' ogni altra specie; proibendosi ai
nare disposizioni repressive con no rigattieri, loro egenti e commissio
tificazione approvata da Pio VII. nati di prendere parte alcuna nei
Altro regolamento poco dopo ema pegni oltre quattro scudi, come di
nò lo stesso prelato riguardante i presentarsi nel luogo o detti pegni
miiiMlri del monte ed i ricattieri, assegnato. Indi il medesimo prela-
?64 WON MON
ta imi notificazione roc notorie le d'ogni sessione sì della computiste
disposizioni dirette ad alleggerire al- ria che della cassa, e di una delle
la classe indigente l'aggravio ne'pic- quattro grandi custodi* o depositi
coli pegni, colla fissazione di una de'pegni, osservando ancora la sala
tariffa da osservarsi immancabil ove se ne eseguisce la vendita, do
mente dai rigattieri. Pei prosperi po avere eziandio onorata la resi
risultamene dell' amministrazione denza del direttore. Poscia il san
del monte, permettendo di aumen to Padre si compiacque passare al
tare le prestanze, con autorità di locale che dicesi terzo monte, aper
Gregorio XVI, dal lodato tesoriere to a bene del pubblico fino dal
con notificazione dell'agosto 1 834, primo luglio 1834, ove si sommi
vennero portate fmo agli scudi ven nistrano prestanze superiori dagli
ti del sacro monte di Roma sui scudi quattro fino agli scudi eia-
pegni d'oro e d'argento e pietre quanta sopra oggetti d'oro, d'ar
preziose; indi con altra del dicem gento e di gemme. Nel mezzo del
bre annunziò che il sacro monte gran salone, dopo l'ingresso, si leg
estendeva le prestanze sui detti pe geva l'iscrizione riportata dal Dia
gni dai scudi venti fino a scudi rio. Nella seconda scala, che in1i
cinquanta. Non prestandosi prima mette alla stanza di residenza de
del 1834 più di scudi tre sopra gl'impiegati, Gregorio XVI nmuii-
ogni pegno, i memorati significanti l'ò, eseguita in gesso (poi a lui umi
accrescimenti hanno soddisfatto ai liata dal direttore) una copia del
bisogni del pubblico e represso le l'esimia e pregevole scultura esi
usure. Progressivamente si miglio- stente sulla facciata esterna dello
unno i capitali ed aumentarono stabilimento, rappresentante Gesù
le rendite, che ora ascendono qua deposto dalla croce nell'atto di es
si a cinquantamila scudi annui, ser sepolto nell'urna. In altra stan
avendo Gregorio XVI approvato za sotto il busto di Gregorio XVI
l'acquisto di latifondi rustici, ero si vide altra iscrizione, pure ripro
gando in esso la rendita consolidata. dotta dal Diario. Furono quindi
Nel numero 17 del Diario di mostrati al Pontefice i molteplici
Roma 1835 si legge, che a'26 feb pegni esistenti nelle nuove custodie
braio Gregorio XVI, in occasione V e VI in oggetti preziosi, e com
ch' erasi restaurato tutto l'edilizio, mosso alla vista di moltissimi pic
si recò a visitare il sacro monte di coli pegni fatti dai più infelici fra
pietà, e fu ricevuto dal tesoriere gli amati suoi sudditi, ordinò eoa
monsignor Tosti , da monsignor tratto del suo caritatevole cuore a
Vannini commissario, dal Campa monsignor tesoriere, la gratuita re
na direttore generale del medesi stituzione di quelli fatti dal primo
mo, e dai principali suoi ministri. febbraio 1835 che non oltrepassas
Visitò e ammirò la magnifica son sero la somma di baiocchi sessanta
tuosa cappella, e quindi per la sca (ciò che il prelato pubblicò subito
la grande si portò ai due saloni, con notificazione), indennizzando il
ove si esercitano tutti i giorni le sacro monte delle somme corri-
operazioni relative ai pegni che vi spoudeuti. Trapassato l' atrio del
si recano dai bisognosi. Il Papa en monte per la scala dell' arco che
comiò la disposizione e V ordine congiunge i due palazzi, Gregorio
MON MON a65
XVI si degnò Visitare anche la de- minlstrative, o negli atti pubblici,
po6Ìteria generale dellu camera upo- non soggiacciono che ni pagamen
stolica, e nel piano inferiore de'de- to della tassa fissa di bai. 2o. Da
positi, dopo aver girato per le di tale documento si rileva altresì il
verse parti del grandioso stabilimen gratuito servigio che presta il ban
to, ammise con pubblici segni di co del monte di pietà di Roma, e
paterna soddisfazione, ni bacio del la conferma del privilegio accorda
piede i ministri d'ambedue, i qua to dalle costituzioni apostoliche, in
li compresa la guardia svizzera che forza del quale le somme deposita
veglia tt 11 ii sicurezza delle cose de te nel suo banco non sono sogget
positate, erano più di cento. Nel te a sequestro. Quanto riguarda le
medesimo anno 1 835 il eh. monsi disposizioni in favore di questo sta
gnor Carlo Morichini, al presente bilimento, emanate nel pontificato
pro-tesoriere generale, pubblicò, De di Gregorio XVI, si può leggere
gli istituti di pubblica carita in Roma, nella Raccolta delle leggi.
e ragiona del sacro monte a p. 1 75; Questo istituto si apre ogni mat
nella nuova edizione del 1842, no tina alle ore otto antimeridiane, e
tratta al vol. I, p. i65. Nelle di- solo si chiude quando tutto è ter
sposizioui emanate in tale anno minato. Si prende in pegno roba
d' ordine di Gregorio XVI sulla d' ogni specie, esclusi i memorati
mano regia, questa si dichiarò ave •acri paramenti ed arredi, e gli og
re il monte verso i suoi debitori, getti con marchio di pubblici isti
comesi esercita dal fisco; e chele tuti ; gli stimatori determinano il
cause introdotte nel sacro monte valore del pegno, e la prestanza è
juris ordine servato , si decidano sempre un terzo meno del valore ;
colla procedura stessa prescritta per gli oggetti poi d'oro e d'argento
le cause del pubblico erario. In ttimansi a valore intrinseco, non cal
oltre ncll' istesso anno Gregorio colandosi l'opera artistica. Dato il
XVI, come amorevole anche con pegno e ricevuto il denaro, l'oppi
gli ebrei, che in più modi benefi gnorante ne riceve polizza di riscon
cò, derogando alle contrarie dispo tro. Nelle custodie o gran sale ove
sizioni ammise gl'indigenti ebrei alla si custodiscono i pegni, questi si ri
partecipazione de'sussidi del monte. tengono per sei mesi ed anche set
Nell'agosto 1836 il direttore com te, decorsi i quali si vendono al
mendato1' Campaua, onorato dell' or pubblico incanto se l' oppignorante
dine equestre di s. Gregorio Ma non li rinnova pagando i frutti del
gno do Gregorio XVI, notificò co cinque per cento l' anno. II giove
me il Papa emulando i suoi pre dì è destinato alla rinnovaziooe, che
decessori e insigni proteggi tori può farsi, tranne le robe di lana,
del monte di pietà di Roma, con ancor più volte, pagando sempre i
suo rescritto si degnò concedere al frutti della roba prestata. I pegni
banco de'depositi il privilegio ac inferiori ad uno scudo si rinno
cordato già da Pio VII a quel di vano gratuitamente. Se il pegno
Bologna, che le fedi di deposito e non si redime, Vendesi ull' asta ;
loro girate, volendosi registrare an mentre il monte si reiutegra della
che dai particolari, per farne uso prestanza e de' frutti, e qualora vi
in giudizio o aranti l'autorità ani- sia dà il soproppiù all'oppignorante.
266 MON MON
Quando il ritratto della vendita rigattieri, i quali sono come altret
non giunge al valore della prestan tanti monti sussidiari sparsi ne' di
za, gli stimatori sono obbligati sup versi rioni della città, onde i po
plirvi. Fino dal principio il monte veri possano trovare con pegni sino
esigeva un piccolo frutto del dena ai quattro scudi istantaneo sollievo
ro imprestato ; ne' tempi più pro a qualunque ora, particolarmente
speri di esso i pegni ritenevansi die nella sera e ne' dì festivi, quando
ciotto mesi, gratuiti e senza frutto è chiuso l'istituto, il quale permet
sino a trenta scudi, pagando gli ni te loro per compenso d'agenzia un
tri il due per cento. Sotto Pio VI piccolo lucro. Ad onta de' replicati
e nel 1783 la prestanza gratuita fu bandi contro i rigattieri, essi hanno
ristretta a venti scudi, perchè si sempre esistito per comodo del pub
conobbe che maggior somma gio blico, e per quella renitenza e ros
vava più l'intraprendente che il po sore ch' è in molti di palesar pub
vero ; i frutti di somme maggiori blicamente le loro ristrettezze eco
si determinarono al tre e mezzo. nomiche, e che li distoglie dal pre
Nel 1785 si sminuì il prestito gra sentarsi al monte ov'è inevitabile
tuito a quindici scudi, e si accreb una tal qual pubblicità; ed è per
bero i frutti al cinque per cento, ciò che molti ad esso preferiscono
come tuttora si pratica, eccettuato i rigattieri, benchè gravati di do
il pegno d' uno scudo che ricevesi ver pagare un compenso maggiore.
e rinnova gratuitamente, onde il Vedendo il sacro monte le difficol
monte di pietà di Roma vince in tà di eliminare i rigattieri, e che
generosità tutti gli altri simili isti* riuscirebbe di sommo dispendio la
tuti, i quali esigono un frutto da erezione di piccoli monti succursali
ogni specie di pegni. Nè il sacrifizio nelle diverse contrade della città,
è lieve, poichè i piccoli pegni si cal sottoposo i rigattieri a particolari
cola importino al monte ben novanta- discipline e leggi, con tariffe degli
mila scudi infruttiferi. I pegni gioi na- emolumenti da potersi percepire, es
lieri sommano alle volte sino a sendo essi sottoposti anche olla sor
mille; si aumentano nell'ottobre e veglianza della polizia. Si vuole che
carnevale, diminuiscono e si ritira le giornaliere prestanze ordinaria
no nell'agosto e pel Natale. Sei so mente arrivino quasi a quattromila
no le custodie in attività, due di scudi; il capitale in circolazione
esse ed una sala ove accede il pub giunge a mezzo milione di scudi,
blico, formano un monte. Le cu e il numero de'pegni è di più cen
stodie si usano alternativamente ; tinaia di migliaia. I romani hanno
per sei mesi una riceve i pegni, l'al pel sacro monte di pietà somma fi
tra si occupa delle riscossioni, rin ducia, onde persone facoltose per
novazioni o -vendite fino all' esauri tenui somme affidano pegni di
mento del deposito raccolto. Le due gran valore, per tenerli sicuri. Al
custodie del terzo monte, aperte di cune somme di denaro sono date
recente, sono destinate a ricevere i al monte per un discreto frutto, e
pegni d'oro, argento e gioie di va l'amministrazione pone tali capitali
lore superiore a quattro scudi. Un nella circolazione de' pegni . Gli
gran numero di pegni è anche quo stranieri lo visitano di frequente, u
tidianamente recato al monte dai rimangono assai soddisfatti sì della
MOH MON 267
liel terza e scoiu ]iiii timenti della fub- ad arco, entro la quale si vede fa
brica, come dell'ordine che »i regna mezza figura del Cristo scolpita in
in tauta affluenza di persone del marmo bianco, in fondo di parago
popolo più minuto. Gli ordinamen ne , a cui è appoggiata una croce
ti dell' istituto sono di frequente ri di giallo : dai lati della nicchia so
cercati, massime dagl'inglesi. Dopo no le armi gentilizie di Paolo II1
la benefica istituzione della cassa di e Clemente VIII. Al piano della
risparmio, sanzionata da Gregorio strada, in coi rispondenza delle cose
XVI nel 1 836, il progressivo au accennate, è una fontana di tra
mento de' pegni si è alquanto di vertino eretta da Paolo N. Il cor
minuito. Questa opera pia, vera po principale dell'edilizio forma un'i
mente romana, eretta dallo spirito sola assai vasta : si congiunge col-
cristiano di romana carità nella ca l'altra parte, ch' è il terzo palazzo,
pitale del cristianesimo, splendida per mezzo d' un arco voltato sulla
mente fiorisce per averne Gregorio strada che mette sulla piazza del
XVI approvato, incoraggiato e pro la ss. Trinità de'pellegriui. Chi en
tetto l' incremento, secondato dalle tra per la porta del prospetto prin
solerti cure del cardinal Tosti, e cipale trova nella sua diritta l' in
dell' abilissimo e zelante commen gresso della sontuosa e nobile cap
datore Campana. A quel Papa fu pella o oratorio, riccamente orna
proposto il ripristinamento del car to di marmi fini, e di opere di
dinal protettore, ma particolari con scoltura, eretto con architettura di
giunture ne fecero aggiornare inde- Antonio de Rossi, e compito in se
finitivamente l'esecuzione. Il re guito con quella di Carlo Rizzaglie
gnante Pio IX col moto-proprio ri. Il bassorilievo sull'altare, rap
del 2 ottobre 1847, sul consiglio e presentante la ss. Trinità, è lavoro
senato di Moma, tit. 3, § i.|, nutn. di Domenico Guidi : il Tobia da
G5, ha disposto. » Il monte di pie uno de' lati fu eseguito da Pietro
tà o casa di prestito dipenderà da Le Gros, e l'altro bassorilievo la
una commissione da organizzarsi terale venne scolpito da Teudon :
mediante un particolare regolamen le statue della Carità, dell'Elemosi
to del sovrano, nel quale si deter na, della Fede e della Speranza,
minerà la parte che spetta olla collocate nelle nicchie, furono con
magistratura ed al consiglio ". dotte in marmo da differenti au
Il sacro monte di pietà di Roma tori, fra' quali Giuseppe Mazzuoli
è situato nel rione III Regola. Il che scolpì la prima. Questa cappel
corpo principale di questo imponen la è aperta al pubblico nella lèsta
te edilizio componesi di due de'tre della ss. Trinità : giornalmente la
palazzi acquistati sotto Clemente guardia svizzera dello stabilimento
VIII, in memoria del cui benefizio suole mostrarla a chi brama ve
nella fronte dell'edilizio dal lato derla. Incontro ad essn si ascende
della piazza In collocata una mar alla scala che conduce alte stanze
morea iscrizione, avente sotto le ar de' pegni. Nel mezzo del cortile vi
mi del senato e popolo romano, e è una fontana assai graziosa con
quelle del cardinal Pietro Aldobran due tazze di granito bigio, dalla
dino Nel di sopra è una specie di superiore delle quali sgorga il gin-
nicchia quadra con suo frontespizio saliente dell' acqua puola ; nel ba
a68 MON MON
samento di A elegante fonte, e nel chi scrlttori coperto da boschi, ed
piede della tazza inferiore tono ingombrato da paludi. I boschi ve
scolpiti gli stemmi di Paolo V da stivano principalmente i colli e le
cui fu eretto. Tutto l'edilìzio è falde, e celebri furono quelli di
murato ottimamente, e difeso con querele del Campidoglio e del Ce
inferriate doppie, perchè siano si lio, quelli di lauri e mirti dell' A-
curi gli oggetti di valore ivi depo vcntino, quello di faggi dell'Esqui-
sitati. Dal lato della piazza della lino, quello de' vinchi o salci del
ss. Trinità vi è il corpo di guar Viminale, ec. ; e prova n'erano i
dia de' pompieri, per averli pronti nomi originali di vari di questi
in caso d' incendio. Tutte le porte colli medesimi derivanti dagli albe-
sono guardate dagli svizzeri, i quali ri che vi abbondavano, come il
sono armati e vestili simili a quel Celio detto Querquetulano, l'Aven
li del Papa, tranne il colore delle tino detto Murzio, ossia Mirteo e
vesti, ch' è paonazzo e nero. Al Laureto, I' Esquilino, il Viminale
lato di questo edilizio dall' altra ec. Di tali boschi si mantenne la
parte della strada, è un altro pa memoria di fatto da que'liici con-
lazzo dove esiste il così detto mon seciati alla religione che rimasero
te de' depositi, ossia la deposi teiia fino al secolo V dell'era nostra, cioè
generale della camera apostolica, fino alla intera caduta del paganesi
anch'esso custodito dalla guardia mo, ricordati dai regìonarii e dai
svizzera. grammatici. I luoghi bassi poi e
MONTI o COLLI DI ROMA. le valli, non essendo stati livellati,
Ancorchè I' alma città non abbia necessariamente rimanevano qua e
avuto in origine entro il recinto là paludosi, sia per le acque che
del re Servio più di sette colli, sorgevano a piè de' monti, sia per
nondimeno con gli accrescimenti quelle avventizie che vi scolavano,
posteriori se ne contano dieci. Poi- sia finalmente per le inondazioni
chè oltre il Palatino, Capitolino, fluviali ; imperciocchè il Tevere
Quirinale, Celio, Aventino, Vimi correndo allora a suo agio, e non
nale ed Esauilino, ebbe quindi rin essendo frenato da argini, spande-
chiusi nelle sue mura il Gianicolo, vasi nelle piene per tutti i luoghi
il Pincio ed il Faticano. Le altre bassi adiacenti alle ripe., i quali es
piccole prominenze della città, co sendo concavi ritenevano sempre
me il Testaceto, il Citorio, il Gior una parte stagnante delle sue acque.
dano, il Savelli, il Cenci, ed altri, II Tevere ebbe molta influenza nel
non sono che cumuli di ruderi di dare al suolo di Roma la forma
antichi edilìzi, i quali per la gran che ritiene, sulla cui riva sinistra
de mole delle loro macerie hanno è il gruppo de' colli sopra i quali
lasciate nel suolo prominenze tali si estese Roma, che all' epoca del
da potervi quindi fabbricare al di la fondazione della città erano più
sopra. Di tutti daremo un cenno, alti e dirupati di quello che sono
cosi del suburbano Monte Mario. oggidi. Ne' primitivi vetusti tempi
Prima che I' irregolare suolo di il Tevere si vuole ch-e fosse d'una
Roma fosse popolato dagli uomini, massa d' acqua molto maggiore, e
e ridotto u forma di città, fu per che il suo livello si alzasse i3o a
testimonianza concorde degli imti- i . j m piedi più alto dell' attuale ;
MON MON 269
ciò si argomenta dai sedlmenti flu ficazionc di Roma. Ne scrissero
viali che trovansi sulle alture di Matteo Mayer, Roma septicollis an
vari colli, ed in particolare sul tiqua, seu brevis discursus de se-
Pincio, Esquilino ed Aventino. Sa pieni montibus Urbis Romae, de
lito Servio Tullio al trono di Ro portis et pontibus , aliisque anti-
ma 578 anni avanti l' era volgare, quitalibut, Romae i687. Lorenzo
seguendo il progetto del suo ante Archtiii, Sclvedìasma hist. scpiem
cessore Tarquinio Prisco, prese non colles Romae leviter adumbras .
solo ad ingrandire la città, ma e- Bernardini, Descrizione de' rioni di
ziandio a fortificarla cingendola di Roma, ivi i744- Gio. Battista Broc
solide mura e più munite . Ag chi, Dello stato fisico del suolo di
giunse alla vecchia città il rima Roma, ec., ivi i82o , fece la de
nente del Quirinale, ed i colli Vi scrizione geologica de' monti di Ro
minale ed Esquilino, e così la città ma. Conti e Ricchebach , Posizione
ebbe incluse nel suo recinto sette geografica de' principali luoghi di
colline, non contando il Gianicolo, Roma e. de' suoi contorni, Roma
ch' essendo di là del fiume fu ri i824- Giovanni Tzetze, ed altri ci
guardato come una cittadella ed tati dal Du Cmge, chiamano am he
un'appendice della città. Roma di Costantinopoli, città de' sette colli
là trasse la sua denominazione di pei motivi detti a quell'articolo,
città de' sette colli, civìtas septicol- oltre altre città di simile nome.
lis. In moltissimi articoli del /di Septem TJibs alta jugis, toti quae
zionario si parla de' sette monti o praesidet Orbi. Properzio I. 3. L'A
colli antichi di Roma, e di quelli ventino, il Celio e il Palatino so
poi aggiunti, come de' piccoli colli no posti nella parte meridionale ;
più rinomati ; cioè descrivendo i il Capitolino è quasi situato nel
templi, i monumenti, le chiese, i centro; l' Esquilino e il Viminale
monasteri, le ville, i palazzi, la nella parte orientale, ed il Quiri
fontane e gli edilìzi che il tempo nale nella settentrionale. Anche il
distrusse o che tuttora esistono su Pincio è al settentrione, il Giani-
di essi, loro falde e radici, colle colo e il Vaticano all'occidente, per
cose più clamorose che li riguarda non dire degli altri piccoli monti
no, il perchè in carattere corsivo ricordati di sopra. La differenza
indicheremo parte di tuli articoli della loro altezza è di circa 4o
ove sono analoghe notizie. ledi piedi parigini ; il più alto è il
Lazio, Roma, Musa di Roma, ove Gianicolo, presso la chiesa di s.
parliamo dei festeggiamenti pel suo Pietro Montorio, di i 85 piedi ; lo
natale. Esquilino olla basilica Liberiana di
Anticamente i romani solevano fa i77 ; essendo i più bassi il Capi
re in ciascuno de'loro famosi sette tolino presso la chiesa di s. Maria
colli agli i i dicembre, le feste setti- d'Araceli, di ioi; ed il Quirinale
monziali in onore di Giano, o me presso il palazzo pontificio, di i48
glio come scrive il Guattani, Roma sopra il mare, come dichiara il
descritta, descrivendo il decantato Cancellieri nella sua Leti, salI' aria
Settimonzio, le feste si celebravano di Roma. Il Nibby, Roma nel i 838,
sui tre soli monti Palatino, Celio par. I, antica, dottamente tratta dei
ed Esquilino, Onde celebrare l'edi- monti o colli di Roma, dice che
a7o MON H ON
il più basso de famosi sette colli è due colli Palatino e Capitolino,
I' Aventino, benchè sembri il più gli archeologi pongono l'antico Co
alto : sui confini ed estensione dei mizio de' romani, di cui feci cenno
colli o monti di Roma, i geografi n Fono ri Roma, per l'importanza
e gli storici per alcuni sono nei pa delle popolari riunioni fu il più
reri discordi. Abbiamo dal citato augusto sito di Roma, e lo fu più
Cuattani , clic sopra i nominati ancora per gl' insigni più antichi e
monti e nelle valli adiacenti abita più venerati monumenti che conte
rono i romani, finchè devastata Ro neva. Su questo monte tanto cele
ma da Roberto Guiscardo sotto s. brato come principio di Roma e
Gregorio VII, e da Enrico IV, sede del romano impero, si vedono
colle armi e col fuoco, la parte molte rovine del gran palazzo dei
orientale della città verso il Lute Cesari. La prima fondazione di Ro
rano, si ritirarono nel campo Mar ma ivi essendo stata fatta, da quel
zo, dove a poco a poco invitati dal tempo sino al fine della repubblica
comodo della pianura e del Teve vi furono vari templi e molte abi
re, si stabili il forte della popola tazioni. Romolo vi ebbe la sua ca
zione. sa, ed era forse quella di Faustolo
Palatino. La sua forma si prc. in cui Romolo e Remo passaro
senta sotto una specie di quadrato, no la loro fanciullezza, che perciò
onde gli storici chiamarono Roma ristora vasi ogni anno con rito super
quadrata la primitiva citia : due stizioso. Anche Cicerone, Cati lma ,
piccole allure al sud, gli antichi di e L. Cassio vi ebbero le loro case.
stinsero coi nomi di Germalo e Augusto ve n'ebbe due, una dove
Velia. Questa collina centrale ebbe nac«pie, l'altra essendosi incendiata,
il nome di Palatium e di Mons esso la riedificò con magnificenza,
Palatimi!, cui si danno diverse de e questo fu il primo edilìzio rag
rivazioni, come da Pallantium di guardevole che videsi in Roma .
Arcadia, donde Evandro venne sul L' edilìzio prese dal luogo il nome
colle; da Palatium degli aborigeni di Palatium, e da ciò derivò il vo
nel territorio reatino; dal belar del cabolo palazzo che passò in uso
le greggi che vi pascevano, o dal per indicare una casa grande isola
loro vagare a palatu; e da Palazia ta costrutta con magnificenza. Au
o Palanto moglie del re Latino. gusto vi aggiunse un portico con
Sopra questo monte abitarono il re colonne di marmo africano , una
Saturno, Evandro e Pollante. Cir Biblioteca ov' era un Apollo di
condato da altri sci colli, Romolo bronzo alto 73 palmi. Lo stesso
all'intorno gettò le prime fonda palazzo fu molto accresciuto da Ti
menta di Roma, in memoria d'es berio, indi da Caligola prolungan
sere stato esposto alle radici dello dolo sino al Foro, e fecevi un pon
stesso monte nel luogo chiamato te sostenuto da ottanta colonne di
Velabro, presso di cui furono edi marmo, con cui unì il Palatino col
ficate le Chiese di s. Anastasia, s. Campidoglio, poi demolito dal suc
Teodoro, e s. Giorgio in Velabro, cessore Claudio. Non minore au
della cui acqua facemmo parola a mento operò Nerone, al quale non
Fontane ni Roma : nel principio bastando il Palatino, prese tutto il
della valle Velabro, che divide i piano tra esso, il Celio e l'Esqui
MON MON 37t
lino. Questo nuovo edilìzio, che fu plicò al tempio di Giove Capitoli
detto Casa Transitoria, pel passag no. Finalmente sotto Valenti ninno
gio che si faceva dall'una all'altra, e Massimo, o sotto Tntila in cui
essendo arso nel grande incendio, fu saccheggiata Roma, lo splendore
fu rifabbricato dallo stesso Nerone di questo augusto palazzo andò a
con tal magnificenza, e adornato decadere in modo che in oggi non
con tanta ricchezza, che chiamossi restano che vestigi di portici, di sa
Casa Aurea di Nerone, il cui ve le, d'arcate, ed olte muraglie, mi
stibolo era dove fu eretta la Chiesa seri avanzi che danno un' idea del
di s. Maria Nuova. Era decorato la romana magnificenza. Sulle ro
da maestoso portico a tre ordini di vine del palazzo, Paolo III fece co
colonne di mille passi di lunghezza; struire una deliziosa villa, di cui si
avendo l'ingresso ri m petto alla via parlò a Farnese; vi fu pure edifi
sacra, verso il tempio della Pace e cata la chiesa di s. Bonaventura
V arco di Tito ; ed era decorato di che descrissi nel vol. XXVI, p.
un vestibolo, dove si vedeva il ce 163 del Dizionarioj nel luogo del
lebre colosso di marmo alto 16o l' ippodromo surse la Chiesa di s.
palmi, rappresentante Nerone, opera Sebastiano. Sulla volta del monte
del famoso Antenodoro, e questo è la Villa Spada o Mills.
diè il nome di Colosseo all' anfi Capitolino. Si chiamò anticamente
teatro Flavio. Conteneva questo Saturnio, ora situato nel centro della
stupendo palazzo moltissimi giardi città moderna, e fu detto il suo vicino
ni, diversi bagni e stagni vastissi tempio della Concordia umbilicus
mi, circondati da tanti edilizi, elio urbis Romae. Questo colle è par
sembravano piccole città. Inumiie- tito in due sommità che lasciano
rabili erano le sole e le camere, un piccolo piano dov'è ora la piaz
tutte decorate di colonne, statue, za: quella al nord si disse Capito-
gemme e pietre preziose. Le ric liuni, e Mons Capitolinus, l'altra
chezze di tutto l' impero erano riu al sud-ovest rupe Tarpea, indi mon
nite in questo palazzo : Severo e te Caprino, dalle capre che vi si
Celere stimatissimi architetti, pose conducevano a pascolare. Di questo
ro tutta la loro cura per renderlo famoso monte sopra del quale si
singolarissimo ; ed Amulio eccellen restringeva, come in suo centro,
te pittore, impiegò tutta la sua vi tutta la romana potenza, e dal
ta a dipingerlo. Morto Nerone, s'i qual luogo si diè leggi a tutto il
gnora se il palazzo patisse cambia mondo, ne parlammo agli articoli
menti sotto Galba, Ottone e Vitel- Campidoglio, Chiesa di s. Maria di
lio. Però Vespasiano e Tito fecero Araceli, Musei di Roma o Capito
demolire tutta la fabbrica che ri lmo, e in tutti quelli relativi.
maneva fuori del Palatino, e sopra Quirinale. La sua punta si esten
tali rovine essi edificarono le Ter de in forma ricurva all' est sino
me di Tito, il Colosseo, e il tem sotto la chiesa delle Domenicane
pio della Pace. Domiziano adornò de'ss. Domenico e Sisto, dove il
tutto il palazzo, e fecevi un' ag colle scende alla chiesa di s. Maria
giunta che fu detta casa di Domi de' Monti. Tre particolari sommità
ziano. Quindi Traiano lo spogliò vi distinguevano gli antichi, che
de' suoi ricchi ornamenti, e li op- chiamarono colli : cioè il laziale, il
272 MON MON
miziale ed il salutare. Fu il primo zonio , monumento che ivi descri
al sud dov'è la detta chiesa e mo vemmo. Il Celio fu cosi chiama
nastero ; il secondo prendeva In to da CelcVibienna condottiero de
sommità dove in oggi sono i Pa gli etruschi venuti in soccorso di
lazzi Rospigliosi e Pallavicino, e la Roma sotto Tarquinio Prisco, o se
Villa Aldobrandini; pel salutare al condo altri sotto Romolo ; l'adula
tri prendono l'altura del monte zione lo chiamò Augusto ai tempi
dov' è d palazzo ponti fino, altri re di Tiberio. Delle sue memorie ed e-
putano fosse quella del giardino dilì/.i parlammo descrivendo le chie
Colonna, fatta in parte spianare da se che citeremo oltre le nominate,
Urbano VlII. Altri lo descrivono cioè le Cliiete de ss. Giovanni e Pao
in quattro cime, quirinale, salutare, lo, di s.Stefano Rotondo, di s. Maria
marziale e laziale. Il monte prese in Domnica, di s. Tommaso in For--
nome dal tempio di Quirino ivi c- mis, de' ss. Quattro e di *. Sisto,
retto a Romolo, e fu detto Monte oltre le chiese ed altri edilìzi detti
Cavallo, dai due cavalli colossali che a Laterano ed altrove. Sul Celio
sono collocati alla cima ai lati vi è la Villa Matlci, ed alle sue
dell' Obelisco. Di esso meglio par falde l'orto botanico o giardino pub
leremo a Palazzo Quirin,le. Le blico , con passeggio , giardinetto
notizie delle principali chiese di piantato di acacie, platani ed altri
questo monte, sono : san Silve alberi e piante, ingrandito e miglio
stro della Missione, santa Madda rato da Gregorio XVI con aumen
lena delle ador.itrici già delle Do to di piante, circondato di mura,
menicane, s. Chiara delle Cappuc non che fornito di casino nel i83J.
cine, s. Andrea de''Gesuiti, ss. Gioas Questo Pontefice nel cenobio di s.
chino ed Anna del collegio Belgi* Gregorio essendovi stato monaco ed
co di cui parlammo a Malines , s. abbate, vi fece tesoro di dottrina e
Carlo de' Trinitari scalzi, s. Susan' virtù, indi io restaurò, nobilitò la
na, s. Marion della f/ittoriai le piazza e le vicinanze al modo det
chiese situate alle sue radici, ed to al citato articolo, rendendo più
altre di cui a' loro luoghi. memorabile la regione anco per l'e
Celio. Dall'essere stato il monte rezione del Museo Gregoriano La-
più degli altri selvaggio fu detto terane.'ise olla sua estremità. Il nu
dagli antichi Owcrque.tula.nus, quasi mero l dell'Album anno HI tratta
querceo, dai vasti querceti che lo di molte delle indicate cose, e ri
cuoprivano. La valle poi della Fer- porta le quattro marmoree iscri
ratella parte il Celio dal Celialo, zioni erette per celebrarle nella piaz
seconda eminenza presso le mura za della chiesa di s. Gregorio.
al sud est del Celio, detta nuche Aventino. Due distinte sommità
Monte d'oro, sulla cui cima è col formano questo colle, circoscritto al
locata la Chiesa di s. Giovanni a- sud dalle mura e dalla pianura
vanti porta Iatina; altri ravvisano dov'è il campo di Testaceio , dal
il Ccliolo sull'eminenza ov'è la Chie fiume e dalla valle del Circo Mas
sa de' ss. Andrea e Gregorio, al simo. Nella punta o colle all'est so
quale articolo dicemmo altre cose no le Chiese di s. Balbina e di s.
di questo colle, ed incontro eravi Sabba, ed in quello all'ovest detto
la Chiesa di s. Lucia in, Setti- propriamente Aventino, sono quelle
MON MON 273
di s. Prisca, di s. Sabina, di s. A- sto collo, co.iì detto dall'abbondan
lessio (della quale tenemmo propo za che vi fu già ne' tempi antichi
sito anco a Girolamini), e di s. della pianta vìmine o salice, donde
Maria e s. Basilio dell' ordine Ge prese il nome il tempio di Giove
rosolimitano. Queste due eminenze Vimineo che ivi ti eresse. Questa
sono separate da una angusta valle, punta parte dalla pianura supcrio
lungo la quale corre la via che da re, e si riconosce la sua configura
s. Gregorio conduce alla porta s. zione circoscritta dalla Suburra e
Paolo. L'Aventino fu abbondante via Urbana all'est, e dalla valle
di boschi e selve, ricchi di quer Quirinale al nord, dove incontro la
ele, elei ed allori. Diverse origini Chiesa di s. FitaIe si scorgono a-
si danno al nome Aventinus, deri vanzi delle antiche sostruzioni che
vandolo ab avibus, dagli uccelli che da questa parte reggevano il fianco
vi si portavano dal prossimo fiu del colle e gli edilìzi sovrapposti.
me, da Aventino re d'Alba ivi se La sua somma altura è la Chiesa
polto; altri ab adventu, dall'arrivo di s. Lorenzo in Pane Perna; ver
delle genti che recavansi al tempio so settentrione termina colle magni
di Diana comune n tutti i popoli fiche rovine delle terme di Diocle
latini , o dall'esservi trasportati in ziano, sulle quali rovine furono edi
barca, essendo originalmente sepa ficate le chiese di s. Maria degli
rato dagli altri colli da paludi; vuol Angeli e di *. Bernardoj dal lato
si ancora dall'abitazione da Romolo poi dell' Esquilino , alle radici del
assegnata oi sabini, i quali dal lo monte Viminale, vi è la Chiesa di
ro fiume Avente lo chiamarono A- s. Pudenziana, dividendo il Vimi
ventinus. Il Nibby opina che il nale e l'Esquilino la Chiesa di s.
monte sul quale sorgono le chiese Lorenzo in fonte. Delle altre chiese
di s. Sabina e di s. Prisca sia separato del colle se ne tratta ad altri arti
da quello di s. Balbi na e s. Sab coli.
ba da una valle ; e perciò sono due Esquilino. Dalla suddetta pianu
colli distinti, ed esclude dall'Aven ra con due punte formanti l' E -
tino le due prime chiese. I Savelli squilie, s' interna questo colle nella
si chiamarono nobili del Monte A- valle, ed è forse più amplo di tutti.
ventino. Vi furono diversi templi, Delle due principali estremità, quel
come della Libertà, di Giove Eli la al nord si disse Cispio o Cespeo,
cto, di Venere, di Giunone Mone e quella al sud fu chiamata Op
ta, di Matuta, l'ara vecchia di Mar pio La prima si riconosce ove tor
cia, la selva sacra a Giove, ed altri reggia la Chiesa di s. Maria Mag
nl modo che riferisce il Severano giore; la seconda dov' è la Chiesa
nelle Memorie sacrej avendovi Ca- di s. Pietro in Piiiculis e quella di
racalla edificate le terme, finite da s. Martino. Sono esse divise dalla
Alessandro Severo, presso le quali Suburra moderna, e dalla via che
furono erette le Chiese di s. Ce per la Chiesa di s. Lucia in Selce
sareo e de' ss. Nereo ed AcInlleo. conduce all'arco di Gallieno presso
finiinole. Tra il Quirinale e l'È- la Chiesa di s. Vito, sul ripiano
squilino, fiancheggiata da due an principale dell'Esquilino , che uni
guste valli, sporge verso il centro sce i minori colli Oppio e Crispio.
della città bassa la punta di que- Gli antichi riconoscevano sull' E-
voi. xivi. i8
27Ì MOfl MON
t'■V'i' squillito sette eminenee denominate Bibiana. Poco distante è la Chiesa
Septimontio, che gli archeologi mo di s. Eusebio, Indi la FiIla Mon
derni hanno riconosciute in gran tato o Massima.
parte indefinibili, essendo varia l'or, diiuitolo. Alla dritta del fIume
tografia dell'Esquilie, la cui etimolo nella regione trastiberina è questo
gia si fa provenire da Escidus, eschio, colle detto Gianicolo da Giano, che
albero ghiandifero sacro particolar vi abitò e fondò una città ri lu
mente a Giove, che un tempo ne petto al Campidoglio o Saturnia,
copriva le cime, e secondo altri dalle che fu detta Antipolis e Janiculum,
sentinelle e guardie che in questo e ne' bassi tempi Aureo e Munto-
monte si facevano. Quanto alle parti rio, ed ha annessa una catena di
( principali delle Esquilie, monte Op colli detti Gianicolensi, i quali con
pio e monte Cispio, vuolsi che il finano al nord col Vaticano, sotto
primo fosse cos\ detto da Opita Op ai quali parallela al Tevere scorre
H!*' I.'
pio, che condusse in Roma un pre la via Lungara. II Nibby osserva
sidio di tusculani mentre Tullio che questo monte è come il Vati
-V ! Ostilio era alle prese co' veienti , cmio, il monte Mario, il monte
ed acca m possi nelle Carine, contra Verde, parte dello stesso dorso, al
'l'i'. li da e intervnllo fra la pendice me quale ordinariamente dai romani
•. ridionale del Quirinale, e la estre davasi il nome di Janicidum, par
mità dell'Esquilino, cos'i detta dalla ticolarmente proprio della punta;
configurazione concava, siccome si e che la natura del monte è simi
mile alla carena delle navi, nome le a quella del Vaticano, cioè net
che si comunicò all'altra concavità tunia, uon mancando però tratti
presso il lembo del Celio, una delle coperti da depositi fluviali e da
parti più nobili di Roma potente. banchi di prodotti vulcanici. Nel
Circa al Cispio dicesi avere tratto punto culminante del Gianicolo è
il nome da Levo Cispio anagnino, la Clùesa di s. Pietro Moutorio, e
altro condottiero venuto in Roma la principale Fontana dell' acqua
nella stessa circostanza, che ivi si Paola, essendo vicine la Clùesa di
accampò a difesa di quella parte s. Pancrazio e la Villa PompIvi/.
pii i
delle Esquilie, ch'e rivolta al vico In altro alture primeggiano la l'ili 1
Patrizio e determinata dalla men Lante, la Chiesa di s. Onofrio, il
zionata chiesa di s. Pudenziana , Cimiterio di s. Spirito. Alle radici
perciò la cima di s. Maria Mag del monte sono vari Conservato rii
giore è una di quelle ch'ebbe il i monasteri e chiesa delle Carme
nome di monte Cispio. La Chiesa litane e Servite, il Palazzo e villa
di s. Croce in Gerusalemme tro Corsini. Nel 1751 Nicolò Galeot
vasi sul principio del munte Esqui* ti nell'accademia d'istoria romana
lino, presso l'anfiteatro Castrense recitò una Dissertazione sul mon
destinato ai combattimenti de' sol te Gianicolo. Nel 18o8 da Capi-
dati coutro le fiere, il cui serraglio strano pubblicò in Roma : Il mar
era a Porta maggiore, presso la tirio del principe degli apostoli ri
Chiesa di s. Lorenzo fuori delle mu* vendicato alla sua sede in sul
ra; indi erano il castello dell' ac Gianicolo. Nel 18o9 egualmente
qua Marzia , e il palazzo di Lici in Roma stampò Leonardo Adami:
nio ove fu edificata la Chiesa di s. Lettera sulla dissertazione che lui
MON MON a? 7
per tìtolo il martirio di s. Pietro voI. XXVI, pag. 162 del Dizio
rivendicato al Gianicolo; e nel 1 8 1 4 nario), via di 3. Basilio, e via di
fece altrettanto Filippo Pacifici col porta Sulara, comprendendo la de ■
le Dissertazioni sul murario di san liziosa Pilla Ludovisi; finalmente
Pietro sid Gianicolo, e sulla ve verso settentrione le mura attuali
nuta e morte nello stesso monte di della città ne lasciano una gran
Noi; simbolo del santo principe de parte fuori coperta da vigne c
gli apostoli ivi crocefisso, dedicate dalla villa Borghese. Quella parte
a Pio VII. Su questo punto si del colle Pincio che rimane verso
può leggere Chiesa di s. Pietro in tramontana, in altri tempi era col
Praticano. tivata a vigua sull'ulto e nel pen
Pincio. Ultimo fra i colli della dio, avendo in basso delle casipo
città orientale, fu detto colle degli le. Il governo imperiale francese
orti. Esso è al noni. ed unisce la pensò ridurre a villa e pubblica
sua sommità verso l'est con la pia passeggiata questa parte di colle
nura formata dui colli al nord-est, che si estende fiu presso il palazzo
e prolungasi lungo le odierne mu di villa Medici, ora dell'accademia
ra sino presso la porta Flaminia. di Francia. Fu incoiu inciata l'ese
A dritta fu il suo fianco sostrutto cuzione con disegno dell' architetto
dui Domizi per sosteuere i famosi romano cav. Giuseppe Valadier, e
orti che al di sopra vi avevano, quando cessò nel ibi 4 hi domina
dove è in oggi l'unienissimo pub zione francese l'opera avea già progre
blico passeggio. Il colle degli orti, dito. Pio VII fece tirare innanzi il
Collis Nortorum, circonda quelli lavoro, che proseguirono Leone XII
sontuosi di Sallustio , Luovllo e e Pio VIII , dandogli perfezione
Domizio, che lo coprirono, come e compimento Gregorio XVI. Sono
oggi la parte esterna di esso è oc imponenti le magnifiche sostruzio
cupata dulla magnifica Pilla Bor ni che reggono il colle. Le strade
ghese : tuttavolta non è sì chiara che danno agiato accesso alla som
l'etimologia del nome Pincio che mità vengono abbellite da alberi,
porta, e già ne dicemmo a Chiesa da piante e da spalliere di mortel
bella ss. Trmità' de' Monti, che la. Il principale ingresso dalla piaz
colla Pilla Medici occupa una som za del Popolo e aperto da due can
mità. Il monte non è compreso celli di ferro, altro essendo quello
tutto intiero nel recinto odierno presso la villa Medici : degli ornati
di Roma, ma solo ima parte, che di tali cancelli, e magnifica fonte
verso occidente è determinata dal dell'emiciclo contiguo, come delle
la piazza del Popolo, ove ha alle altre fonti e obelisco della sontuo
radici la Chiesa di s. Maria del sa piazza, Fedi Orelisco. Nel pri
Popolo, via del Babuino, e piazza mo ripiano dove poggia la prima
di Spagna ; verso mezzodi dulla sostruzione, nelle tre grandi nicchie
via de' due Macelli, ov'è il mona scavate nella parete, sono in ciascu
stero della chiesa delle Carmelita na una statua di marmo. In quel-
ne, e via del Tritone; verso oriente la di mezzo l' antica statua Igia dea
poi dalla piazza Barberini, in cui è la della salute, co' serpi nella dritta e
chiesa e con vento de' Cappuccini e di la patera nell' altra mano, con a-
s. Isidoro (della quale si trattò nel ualoga epigrafe. A destra vi è il
276 MON MON
Genio delle belle arti scolpito dal settentrionale del Piucio A sini
Gnaccheriai, nel lato opposto il stra trovasi lunghissima loggia con
Genio della pace del cav. Labou- balaustri di travertini, sporgente
teur. Sopra alle tre nicchie ricor in fuori nel centro, donde si gode
re una loggia in balaustri di tra la sorprendente e amena veduta
vertino, su cui posano quattro sta di gran parte di Roma, de' colli
tue di marmo bianco, rappresen e pianure propinque sino al mare.
tanti quattro prigionieri barbari. Tutta la pianura si scompartisce
Ai lati del ripiano su alti piedi in lunghi e larghi viali fiancheg
stalli di travertino sorgono due giati, ove i cittadini e forestieri in
grosse colonne di granito bigio con gran copia con piacere si diporta
basi e capitelli di marmo bianco, no a piedi, a cavallo ed in cocchio.
decorate con rostri navali in bron Quasi nel centro del piano si ele
zo, come sono i trofei militari nel va l' obelisco Aureliano di granito
la sommità. Il muro di sostruzione rosso, le cui iscrizioni geroglifiche
che trovasi a destra della seconda contengono una leggenda funebre
salita contiene nel mezzo un gran in onore di Antinoo favorito di
dissimo bassorilievo in marmo bian Adriano, che lo mostra ad esso de
co, ove si vede una Vittoria che dicato da quell' imperatore e da
corona il Genio delle armi terre Sabina sua moglie. Fu poi collo
stri e quello delle armi marittime, cato nel circo o giardino detto di
opera scolpita dallo Stocchi. Al Eliogabalo o Vedano, cioè di Mar
principio della terza salita vi è la co Aurelio Antonino, detto pure
statua antica di un guerriero ro di Aureliano, presso l' anfiteatro
mano. Poco dopo s' incontra nel Castrense, nelle vicinanze di s. Cro
muro di sostruzione a sinistra una ce in Gerusalemme, donde Urbano
magnifica loggia coperta, a cui si VIII Io trasportò nel cortile del
ascende per quattro scale: è orna suo palazzo Barberini per ivi eri
ta con quattro preziose colonne di gerlo, come si disse a quelI' artico
granito rosso con basi e capitelli lo, indi donato a Clemente XIV
di marmo bianco, le quali sosten da d. Cornelia Barberini nel 1773,
gono il cornicione di travertini, per cui il Papa lo fece depositare
loggia che fu compita sotto Gre nel giardino della Pigna al Vati
gorio XVI nel 1 835, come si rile cano. Pio VI voleva innalzarlo sul
va notato nella volta, ch' è dipin la fontana del cortile di Bramante
ta a ornati di chiaroscuro. Nella o sul piedistallo d' Antonino, fin
strada che si protende al cancello chè Pio VII con architettura di
del terzo memorato ingresso, a me Giuseppe Marini lo fece instaurare
tà evvi una piazza semicircolare nel 18^2, indi erigere sul monte
con seditoi e piacevole fonte situa Pincio, con piedistallo di marmo
ta nel muro di sostruzione. A si iscrizioni e suo stemma. Il fusto
nistra della quarta salita vi è una antico ha 3o piedi di altezza, che
antica statua di Vertunno con cor col piedistallo e ornati di bronzo
nucopie, ed a destra una marmo giuuge a 57. Dai lati dell' obelisco
rea iscrizione celebra l' operato da souo in due quadrati vaghi giar
Pio VII. Terminata detta salita si dini con fontanelle, tutti messi a
sbocca nella pianura o sommità fiori, mentre gli altri quadrati iu
MON MON a77
mezzo a' viali tono piantati d'al- mezzod'i dell'Aventino. Della sua
I icri: vi sono pure alcuni boschetti. origine, nome e notizie ne parlatn-
Poco distante s' innalza il casino mo al vol. X, p. 84 e seg. , 88
a quattro faccie, eretto con Lizzar- e seg. , e t. XLIII, p. 17 del Di
re architetture dello stesso Vala- zionario, ed altrove. Ne trattano il
dier. Le due facce di tramontana p. Menochio t. I, p. 16o delle
e di mezzodt hanno in basso un Stuore. Agostino Martinelli, // nion-
portichetto con colonne pestance te Testaceo o Testacelo, Roma
di travertino sorreggenti una ter- 1 786. Francesco Eschinardi, Lettera
razza. Le altre facce hanno innan- sopra Monte Testaceio e Vìa O-
zi le scale per ascendere al piano stiense. Contuccio Contucci, Epist.
del casino, decorate in differenti ad Myraeum de Monte Testaceo.
maniere con medaglioni di finto Mabillon, Mus. Ital. pag. i5.;. Il
bronzo e motti allusivi alle stagio- Se vera no dice che avanti al monte
ni. Il piano di questa villa ad o- furono 1 p o 16o magazzini di
riente termina colle mura della grano.
città, donde si godono amene ve- Citorio. Sorge nel centro della
dute e Ta superba villa Borghese. parte piu nobile di Roma moder
ali ingressi della pubblica passeg- na, formato dall' ammasso di rovi
nata sono chiusi soltanto durante ne, ed ha una superficie considera
la notte. Talora vi s' incendiarono bile, nella pianura verso il Tevere.
fuochi artificiali, vi si fecero asccu- Se ne tenne proposito nel vol. XIX,
sioni con globi areostatici, lotterie p. 42i 43, 44, 45 del Dizionario.
con tombole, ed altri spettacoli. Il Giordano. Giace alla sponda si-
regnante Pio IX col moto-proprio nistra del Tevere, già colle occi-
2 ottobre 1 847, attribui alla ma- dentale al Campo Marzo, ed è artt li -
gistratura municipale di Roma la ciale. Prese il nome da Giordano Or-
conservazionc de'giardini, passeggi sini, famiglia romana che ivi pose la
ed altri luoghi di amenità e di- residenza, poichè degli Orsini fu
porto pubblico; non che il vivaio il palazzo o piuttosto castello, oggi
delle piante. Palazzo Gabrielli. Vuolsi che il
Faticano. Tutto l'ammasso di monte siasi formato di scarichi non
collinette che confinano al sud con prima del secolo XII. Ne facemmo
i colli Gianicolensi, ed al nord col parola nei vol. I, p. 47, e XXXI,
Monte Mario, strette dalle mura, p. 1 85 del Dizionario. Anticamente
che salgono sulla più alta vetta essendo sulla via Papate, vi pas-
all' ovest, furono chiamate e lo sava innanzi la pompa e cavalcata
sono ancora colli Vaticani, ed il de' Pontefici per la funzione del
complesso dicesi Vaticano, come possesso, ed ordinariamente gli fi-
Vaticana la sottoposta vallata ver- breì offrivano loro la legge. Kitio
so il Tevere, ove sono i Borghi. vandovisi infermo il cardinal Lati
ce*// Vaticano, e Chiesa di s. no Orsini, Sisto IV vi si recò a
Pietro 1s Vaticano. trovarlo con tutti i cardinali, e
Testaceio. Questo monte artifi- tenne concistoro nella sua camera.
ciale, anticamente detto Doliolum, Il Concellieri ne Possessi p. 3i4
secondo il Guattani, confutato da racconta le splendide feste ivi date
Nibby, torreggia nella pianura a dal cardinal di Savoia, per I ele-
2?3 MON MON
zioue dell' imperatore Ferdinando immediatamente Roma, e ch' è co
III. Nella sommità del monte, con ronata dalla villa Mellla) oggi Fal
giunto nl palazzo vi è la chiesina conieri, donde ti gode una veduta
già parrocchiale de' ss. Simone e magnifica, vastissima di Roma, di
Giuda, fatta edificare dagli Orsini, tutta la pianura che la circonda, e
che perciò ne acquistarono il gius- de' monti che la coronano. Si de
patronato. Ivi ebbe stanza l' arci- termina l'altezza al piano del casi
confraternita de' ss. Camillo e Tri no di detta. villa a più di 4o§ pie
fone poi trasferita n s. Salvatore di sopra il livello del mare. Il suo
in Primicero : -vi si celebra la festa nome non è tanto antico, e nel
de' santi titolari n' 28 ottobre. A i i67 come nel i4o9 dicevasi Mons
Orsini famigiia iio parlato della Gaudi, e Mons Malus: Madìi lo
antichità, erezione e primiero titolo chiama la cronica cassinese. Degli
della chiesa, ch'era di s. Maria Effetti nelle Memorie, col ToiTigio
della Corte. Della fontana ch' è nel lo chiama anche Monte Mauro, o
cortile, eretta nel i6i 5 dal cardi Aureo, e comunemente Mario, per
nal Alessandro Orsini con disegno chè Plutarco asserisce che qui Ma
e lavoro d'Antonio Casoni anconi rio pose il campo contro Siila ;
tano, che vi pose le figure di due aggiunge ch'essendo questi luoghi
Orsi stemma degli Orsini, ne trat destinati a passatempi e tripudii,
ta il Cassio , Corso lIelle acque ed a baccanali licenziosi, incomin
t. I, p. 386. ciando essi dal monte, fu perciò de
Savelli. Ebbe nome dalla fami nominato Gaudio, e pel male che
glia Savelli che possedette l'area si commetteva nelle sue ville ven
principale di esso, e fabbricò nel ne detto Malo, indi corrotto in
secolo XIII sugli avanzi del teatro Monte Mario sino dal iooo, dai
Marcello il suo palazzo. Anch'esso rampi e sepoltura che vi ebbe vi
si alzò colle rovine di una fabbri- cino Vibio Mariano; e che dalle
,a colossale antica com' è tale tea arene d'oro e gialle del Gianicolo,
tro, del quale gli avanzi superstiti talvolta si disse Aureo. Altri riferi
ed il colle che si è formato ne scono, che si disse Mons Gaudiiis,
mostrano l'estensione. Ora il palaz ovvero Triumplialis, come quello
zo è degli Orsini. che dava il passaggio ai trionfatori,
Cenci. Si formò colle rovine del onde cingersi in Campidoglio la
teatro di Balbo, e principalmente fronte coll'onorevole lauro : di tali
Mene coperto dal palazzo Cenci, trionfi parlammo ancora ad Ingres
donde ne prese il nome. Di esso si solenni in Roma, e della via
e della chiesa di s. Tommaso ne Trionfale a Citta' Leonida. Si disse
parlai ne' vol. XIV, p. 5o e 5i, e ancora clivo di Cinna, dal pode-
XX, p. 249 del Dizionario. Nel retto che vi possedeva nella salita
J 778 in Roma pubblicò Tommaso verso ponte Molle. È noto che Cin
Cabri ni : Relazione del ritiro del na l'anno 666 di Roma entrò nel
Jìume. Tevere dalle ripe sotto il mon la città e la riempì di strage, ed
te de' Cenci. è probabile che accampasse prima
Monte Mario. Parte enlminante sul monte, donde die il nome a
del dorso Gianicolense, coperto di tal discesa col CUvus Cinnae, co
deliziose vigne, la quale domina me opina il Nibby, Analisi de'din
MON MON 27£>
torni di Roma. Il Piazza nella Oc- rio. Da ciò Mario e Pietro Milli-
rarchia p. 4^4i citando Onofrio ni vi fecero innalzare una croce
Panvinio, dall'accampamento di Ma con lungo elogio di essa in Iscri
rio sul monto contro Silla ne fa zione di marmo che riporta il Tor-
derivare la denominazione. Quivi rigio, Le sacre grotte p. 546, per
dopo la morte di Silla si accampò chè si crede che in questo luogo
Lepido. La sua posizione lo fece tal glorioso segno sparisse a Co
sempre un punto importante a stantino. Pietro Millini verso il
tutti quelli che vollero dominare i47o ivi eresse presso la villa de
Roma ne' tempi antichi, ma molto liziosa edificata dal suo (ratello
più ne'tempi bassi, dopo il prolun Mario, una piccola chiesa nel cui
gamento della città nel Vaticano, altare si conserva il corpo di s.
e ne'tempi moderni. Fu pure luo Moderato martire, e si chiama s.
go di delizie, e sul monte vi ebbe Croce a Monte Mario, essendo ad
villa il poeta Marziale, donde egli essa dedicata, mentre la nobile fa
godeva la sottoposta Roma e le miglia Falconieri erede de' Millini
vicine campagne. Il Severano ri vi mantiene un cappellano per la
porta, che recandosi in Roma Car messa quotidiana. Nel 1478 mori
lo Magno, giunto a Monte Malo, in questa villa il celebre cardinal
vedendo la città e la basilica di s. Giambattista Millini. Nella falda
Pietro, per venerazione scese da del colle che discende verso il Te
cavallo e vi si recò a piedi. la vere, a sinistra della valle che se
vece l'imperatore Enrico IV ivi ti para il monte dal Vaticano, detta
accampò marciando contro Roma: Fallis Inferno, il cardinal Giulio
altrettanto fece il figlio Enrico V, de Medici che nel i523 fu Cle
che Pasquale II mandò ad incon mente VII, vi fece edificare una
trare, come si ha da Leone ostien rinomata villa con disegno di Giu
se. Anche l' imperatore Federico I lio Romano, che insieme a Gio
vi si accampò nel 1167, dopo la vanni da Udine ornò di stucchi e
rotta riportata dai romani ne'prati pitture il maggior palazzo: il Va
di Monte Porzio ; ivi ancora, se si dice che il palazzo fu comin
condo Ottone di Frisinga, era ac ciato con disegno di Raffaello da
campato quando nvviossi verso Urbino, e dopo la sua morte con
Roma, ed entrò nella Città Leoni tinuato da detti suoi due discepo
na per la porta Aurea colle sue li. Eravi la loggia ornata di sta
genti. Nicolò V nel i^52 sul tue, con delizioso bosco, vaghissime
Monte Mario inviò a complimenta fontane, il tutto però è scomparso,
re l'imperatore Federico III, al trovandosi deserta e rovinosa. Pas
modo detto nel vol. XXXV, p. sò in dominio del capitolo di s.
174 del Dizionario, Mario Millini Eustachio, che la vendè a d. Mar
nobile romano. Parlando degl'Ef gherita d'Austria moglie in prime
fetti della valle Vaticana per ove nozze di Alessandro de Medici ni
passava la via Claudia che con la pote di detto Papa, poscia di Ot
Cassia i' intersecava alla Croce di tavio Farnese, e da essa prese il
Monte Mario, dice che dulla cro nome di Villa Madama che ritie
ciera prese il nome tutt'ora esi ne, ed ivi il cavaliere Guarmo
stente della Croce di Monte Ma- scrisse il rastorfido, come msegna
28o MOH M ON
Pietro Sebastiani nel Viaggio cu tarvi l' aria purissima dell' ameno
rioso de palazzi e ville di Roma, soggiorno, assoggettandosi a tutti
V ì
# f 1f '
1683. La villa restò ai Farnese,
da cui l'ereditarono i re delle due
gli esercizi della comunità con san
ta edificazione di tutti. Nel voI.
Sicilie che ancora la posseggono. XXXI, p. io5 del Dizionario, de

ri il "
ìli

Nel pontificato di Clemente VII
sul Monte Mawo l'esercito di Bor
bone pose le artiglierie per espu
gnar Castel s. Angelo, come notai
scrivendo la chiesa di s. Francesco
o s. Onofrio del monte, dicemmo
come Benedetto XIII la consacrò
a'2 luglio 1728. Il Papa si trova
k , ì Hi.
feii a Milizie pontificie. Nello stesso se
colo XVI sul monte fu edificata
va nel 1729 a Monte Mario, ove
passò gran parte dell'ottobre, e so
*.■ lì
la chiesa di s. Maria del Rosario, lo si recò al Vaticano per celebra
che appartenendo all'ordine de'Pre- re le funzioni d' Ognissanti e dei
dicatorì, a tale articolo ne parlere defunti, ritornandovi dopo la messa
mo. Di esso nel 1724 fu eletto pei Pontefici. Gran parte dell'otto
Benedetto XIII, che molto frequen bre e novembre 1729, tranne Je fun
tò il monte, ed abitò in diversi zioni, Benedetto XIII soggiornò nel
tempi nel convento. In questa convento, morendo poi nel febbraio
chiesa consacrò nel 1725 in arci 173o nel Vaticano.
vescovo di Cesarea monsignor Som- Nel declinare del secolo passato,
mier, in occasione che vi si era occupando i repubblicani francesi
ritirato nel carnovale, e nel refet tutto Iostato pontificio, a' io febbraio
torio lo tenne a pranzo coi due 1 798 il general Berthier accampò l'e
arcivescovi assistenti, maestri di ce sercito sul monte in faccia alla città.
rimonie, famigliari pontificii e reli che poteva rovinare colle artiglierie
giosi domenicani, leggendo a tavo per la formidabile dominatrice posi
la monsignor Genovesi cappellano zione. Vedeudo Pio VI pregiudizie
segreto. Nell'ottobre 1725 spesso vole qualunque resistenza, ammise
vi si recò, da qui parti a'5 novem i francesi in Roma; ma il generale
bre per Vignanello nella provincia continuò il suo quartiere generale
di Viterbo, ed al ritorno si fermò a Monte Mario, attendendo l'invito
agli 1 1 novembre al convento. Es de'suoi fautori che seguì nel dì ap
sendo alle radici del monte l'ospe presso ; fatto il suo ingresso in Ro
dale di s. Lazzaro destinato ai leb ma, proclamò la repubblica, e tras
brosi, Benedetto XIII l'unì all' O- se altrove prigioniero il Papa. Con
spedale di s. Gallicano. Trovando duce a questo monte l' antica via
«i f I si il Papa a Monte Mario, a'6 no Trionfale, per la quale i conquista
vembre 1727 parti per Viterbo tori del mondo si recavano al Cam >
per consacrare l'elettore di Colonia pidoglio, al modo detto ad Ingres
i'i tl '*!
in arcivescovo, ed ai 1 3 giunse al si 1s Roma; ma nel pontificato di
1»■
Ji:! l'amato convento, che di frequente
preferiva al Vaticano, onde' lo re
Gregorio XVI la classica strada
crasi resa quasi inaccessibile, princi -
staurò colla chiesa; vi si ritirava palmente nel tratto pel quale dalla
di frequente annualmente con abi pianura si ascendeva alla sommità
to domenicano, mangiava in refet del monte, clic quantunque breve
torio, e cosi vestito con un con opponeva* per la sua grande accli
verso incedeva pel monte a respi- vità insuperabile ostacolo al tran
MON MON 28.
sito de'cai'i'i. Era quindi necessario che sotto il rapporto della fisica o
di stabilire la quasi interrotta co della storia parlarono del Monte
municazione fra la città e la via Mario. Delle conchiglie descritte, il
Cassia per la Trionfale, ch' è quel chiaro autore ne avea fatto ricca
la cui serve di sussidiaria allorquan collezione.
do per lo straripamento del Teve MONTICELLO Ottaviano, Car
re rimane intercettato il passaggio dinale. V. Conti Ottaviano, Car
del ponte Milvio. Il progetto fu dinale, indi Antipapa Vittore V.
approvato dal Papa, e l'esecuzione MONTLUQON, Mona Lucius.
di tale importante lavoro fu affida Città di Francia, dipartimento del-
ta al valentissimo ingegnere Ni- l'Allier, sulla riva destra del Cher,
cola Cavalieri San Bertolo , che antica e cinta di vecchie mura
tanto bene aveva corrisposto al fiancheggiate da quattro torri, che
le sovrane intenzioni neh" esatta la dividono da molti sobborghi.
distribuzione dell'acqua Felice per Nel i 266 vi fu tenuto un concilio.
le Fontane di Roma, laonde la Gallia christ t. Il, p. 7i.
portò a fine con scienza ed ac MONTPELLIER (Montis Pessu-
corgimento, che all'agiatezza del lan). Città con residenza vescovile
sentiero unì l' utilità pel commer di Francia nella Linguadoca, capo
cio e industria agricola delle cir luogo del dipartimento dell'I ler.iult,
costanti campagne, facendo com di circondario e di tre cantoni,
pensare Gregorio XVI i proprie una delle più belle di Francia, i86
tari delle vigne che bisognò di leghe da Parigi, sopra un colle a-
struggere. La nuova strada venne inenissimo presso la riva destra del
tracciata sulla china del monte a Lcz che diviene navigabile a mez
zig-zag, e sviluppata in vari rami za lega di distanza, mentre il tor
con ampie rifolte, secondando l'in rente Merdanson scorre in più luo
dole del terreno per la comodità ghi per mezzo di canali sotterranei.
della strada, che in seguito di tali Dolce n'è il clima e salubre l'aria,
lavori prese l'aspetto d'una passeg con bei passeggi e dintorni ornati
giata di delizia, venendo guarniti i di galanti case di campagna, di
margini di alborature e di argi- giardini e colli coperti di vigneti e
nclli di terra rivestiti di zolle er di olivi, onde è uno de' più deliziosi
bose. Se ne legge la descrizione soggiorni del mezzodì della Francia.
ne\i' Àlbum 38 del i 84 i, colla ve Capoluogo della nona divisione mi
duta del monte e della strada, ri litare, ha la corte reale, il tribuna
producendosi quanto del Monte le di prima istanza, il tribunale e
Mario avea scritto il citato Nibby. camera di commercio ; le direzioni
Nell' A Umm i5 del iHJ3 si legge de' demani, contribuzioni, delle do
un erudito articolo del cav. An gane, artiglierie e del genio; con
drea Belli sulla chinchiliologia del servazione dell'ipoteche, ispettorato
Monte Mario e geognostica giaci delle foreste e delle miniere, un'ac
tura, riportando l'iscrizione eretta cademia di università colle facoltà
sulla fronte della chiesa di s. Ma di medicina e delle scienze, ed un
ria del Rosario, per quei ristauri collegio reale. L'università fu eret
che vi ordinò Gregorio XVI, ed ta nel i289 dal Papa Nicolò IV,
uà unportante sillabo di autori, dicendo nel suo diploma dc'26 ot
a82 MOK MOX
tobre essere questa città Data fatta quedotto moderno, cadendo l'acqua
per gli studi, specialmente nella me sopra roccia artificiali, indi alimen
dicina. Gregorio XI eravi stato pro ta le fontane della città. In mezzo
fessore di jus canonico, cos'i l'anti alla bella piazza del Peyrou è la
papa Benedetto XIII. Altro illustre statua equestre di bronzo di Luigi
professore di sacri canoni fu Urba XIV, eretta dagli stati della provin
no V, che perciò edificò in Mont cia e rinnovata nel i 829. OlIre la
pellier e consacrò una chiesa, con cattedrale vi sono sette chiese, un
dodici cappelle e campanile di die tempio calvinista, una sinagoga; tre
cisette campane i ivi stesso stabilì ospizi, uno de' quali pegli esposti,
il famoso collegio di medicina con un ospedale de' pazzi eretto nel
dodici posti gratuiti per altrettanti i82.4, caserme, prigioni, con ammi
poveri studenti della città e dio nistrazione di carità, monte di pie
cesi di Mende sua patria, ed una tà, uffizio di beneficenza, grande e
copiosissima biblioteca. E cinta di piccolo seminario, il primo con i5o
una vecchia muraglia in rovina, ed alunni, l' altro con 6o circa. Nu
ha una mediocre cittadella eretta merosi sono gli altri stabilimenti
da Luigi XIII. Le case sono gene della pubblica istruzione ; nel pri
ralmente ben fabbricate in pietra, mo ordine evvi la scuola di medi
numerose le fontane pubbliche, di cina, fondata dai medici arabi es
stinguendosi quella costrutta da pulsi dalla Spagna nel ii8o, ed
Giacomo Coeur nel secolo XVI. Si accolti dai conti di Montpellier. La
osserva il palazzo di giustizia; la università ebbe priucipio per le di
borsa adorna di bella colonnata ; scipline di Avicenna e di Averroe
l' antico palazzo vescovile che pre nel ii96, stabilendosi la facoltà, di
sentemente occupa la scuola di me medicina nel i2 i9, ed istituita in
dicina, nella quale si distingue par università dal suddetto Papa pel
ticolarmente il nuovo anfiteatro ; diritto, la medicina e le arti. Sino
le sale della biblioteca che rinchiu dall'origine fu questa scuola assai
dono circa 35,ooo volumi ed un gran frequentata, e da piti di sei secoli
numero di preziosi manoscritti ; il la sua riputazione sempre si sosten
conservatorio anatomico ; la sala ne. Evvi pure una scuola speciale
degli atti, l'osservatorio, l'ospedale di farmacia e di medicina veteri
generale che contiene i bagni co naria ; scuole del genio, disegno,
modi e spaziosi ; l'arco di trionfo architettura, geometria e musica ;
detto porta del Peyrou, d' ordine delle società di scienze ed arti, di
dorico, ed il teatro edilìzio sempli medicina pratica e di agricoltura ;
ce ma nobilissimo. I pubblici pas delle società bibliche protestanti di
seggi sono : la spianata fra la città limbo i sessi; dei gabinetti di storia
e le mura; i baloardi, presso i qua naturale, di fisica e chimica ; un mu
li si rimarca la torre dei Pini ; ed seo di quadri e di scolture de' più
il Peyrou, uno de' pivi bei passeggi grandi maestri, formato a cura di
che vi sia al mondo, piattaforma Fabre, ed un giardino botanico, uno
vastissima, circondata da cancelli, de'quattro di naturalizzazione ed il
con castello esagono ornato di co primo che sia stato formato in
V lonne e cupola, con bacino ove l'ac Francia, ove sono coltivate più di
qua è condotta da un superbo ac- 800o piante ; questo giardino 6flrc
MON MON 2 83
pure una bella cedrala, ed una ma di Maguelone, vicina città la cui
gnifica stufa calda, che permette di distruzione sotto Carlo Martelto
tonservare per vent' anni vari vege- prodotto avea l'accresci mento o for
labili de'tropici, e dove in oscuro via se anco l' origine di Montpellier.
le vedesi la tomba di .N'arassi, cele Ebbe tosto de' conti particolari, la
brata dai melanconici scritti di maggior parte di nome Guglielmo,
Young suo padre. Si contano mol che stesero su di essa uno scettro
te fabbriche, stamperie, manifattu di ferro. Allorchè Alessandro III
re, segatoio idraulico importantissi si ritirò nel 1162 in Francia, fu
mo presso del Lez. II commercio è ricevuto con grande uccla mozione e
considerabile ; le comunicazioni col religioso entusiasmo in Montpellier,
Mediterraneo sono pel porto di Cet- da una quantità di prelati e nobi
te attive ; e vi fanno capo^ le stra li, e da una moltitudine cos'i gran
de di Narbona e Nimes. E patria de di popolo, che per la calca di
di s. Rocco, dei medici Caulae, coloro i quali si affrettavano a ba
Chicoy-neau, Fizes, Barthez, Brous- ciargli i piedi, potè a gran stento
sonnet, ec.; del chirurgo Lapeyronie salire a cavallo : il signore della
al quale e debitrice Parigi della città lo servi di scudiere per mille
sua accademia di chirurgia; de'giu- passi. Un signore saraceno seguito
reconsulti Bornicr, Rebuffe e Des- da grande accompagnamento, s' in
pcisses ; dei pittori Bourdon e ginocchiò a' piedi del Papa, glieli
Vieu, del chimico Chaptal, del na baciò, l'adorò e fece un compli
turalista Rondelet ; dei generali mento a nome del suo re, cui A-
Mathieu, Campredon , Poitevin e lessandro III corrispose benignamen
Montcalm, di Cambaceres, Cambon, te, onorandolo quale ambasciatore
Darit, de Roucher, e di tanti altri e facendolo sedere a'suoi piedi col
illustri. le persone qualificate ; si trasferi
L'altura su cui è situata questa poi all'abbazia di Dol nel Ccrry
città si chiamava in latino Mona ed a Tours. Ritornando Alessandro
Prssulanusj era ancora nel VII se III in Italia nel it 65, da Bour-
colo un luogo incolto, ove i soli ges nel luglio passò a Montpellier,
abitanti della città di Substantion e vi si trattenne sino all'ottava
avevano diritto di far pascolare le dell' Assunta. Al principio del se
loro mandrie ; all' intorno si tro colo XIII, la figlia del conte di
vavano delle palizzate, delle fosse e Moulpellier, avendo sposato Pietro
dei muri, e non vi si penetrava II re d'Aragona, fece passare que
che per una porta chiusa da un sta città sotto la dipendenza de'so-
grosso catenaccio, pessidus ,* due vrani di Maiorica. Eletto Clemente
piccoli villaggi s' innalzarono a po V nel i3o5 stabifi la sua residenza
co n poco, e dalla loro riunione in Francia, indi da Tolosa si recò
formossi Montpellier. Il possesso di a Montpellier, e vi si trattenne al
questo luogo passò n due figlie del quanto, ricevendo da Giacomo II
la casa de 'conti di Substantion, dal re d'Aragona l'omaggio pel regno
le quali alcuni autori fanno deriva di Sardegna e di Corsica, che poi
re il nome di Montpellier, di moni accompagnò il Papa a Lione ove
pucllarumj queste no fecero un Si coronò. Nel i3oi) Clemente V
dono nel 975 a Uicuino, vescovo accompagnato da no,c cardiuali, da
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Carcassona giunse a Montpellier, anch'egli d'Avranches. 18o6 Maria
donde prosegm il viaggio per Ni- Nicolò Fournier d' Annecy. Per sua
mes. Nel 1 349 il ,e Filippo VI di morte Gregorio XVI nel concistoro
Valois acquistò Montpellier, ma Car de' 24 luglio 1835 dichiarò vesco
lo V nel i365 la cedette a Carlo vo l' attuale monsignor Carlo Tom
il Cattivo re di Navarra, e non ri maso Thibault di Rines diocesi di
tornò alla Francia, che alla fine del Versailles, canonico della metropo
regno di Carlo VI nel i4^o. Le litana di Parigi. La cattedrale è
guerre di religione per lungo tem sotto l'invocazione del principe de
po impedirono la sua prosperità. I gli apostoli, con battisterio e cura
calvinisti clic se ne impadronirono d'anime che si esercita da un ca
sotto Enrico III, vi si costituirono in nonico, presso la quale sta il con
repubblica, e ia conservarono sino veniente ed ampio episcopio. Il ca
al 1622, in cui dopo lungo e san pitolo si compone di dieci canonici
guinoso assedio, si assoggettò n titolari, oltre i canonici onorari i
Luigi XIII che vi fece erigere la pucri de eboro, e gli alunni del
cittadella. Montpellier fu capitale seminario che nelle feste assistono
della bassa Linguudoca. all' uffiziatura. L'antico capitolo era
La sede vescovile ebbe origine di ventiquattro canonici, e di quat
nel i536, quando Paolo III vi tra tro benefiziati superiori: con detti
sferì quella di Maguelone (Fedi), canonici uQiziavano quelli delle col
prendendo la cattedrale il titolo di legiate della Trinità e di s. Salva
5. Pietro come quella di Maguelo tore, le cui chiese distrussero i cal
ne, essendo prima dedicata a s. vinisti. Nella città vi sono altre
Germano. La diocesi ch' era suffra- 6ette chiese parrocchiali col fonte
ganea di Narbona, poi fu dichia sacro, diversi monasteri di monadi..
rata d'Avignone, come lo è tuttora. e confraternite. La diocesi si esten
Il primo vescovo di Montpellier fu de per circa quindici leghe in lun
quello stesso di Maguelone, Gugliel ghezza, e dodici in larghezza : pri
mo Pcllicier, che morì nel i568, ma avea duecento parrocchie, oc"1
dopo avere con ogni sforzo procu ne conta trentasctte con duecento
rato di rimediare ai disordini ca cioquantasei succursali e tredici vi
gionati dai calvinisti nella sua dio cariati. Ogni nuovo vescovo è tas
cesi. Quanto agli altri vescovi di sato ne' libri della camera aposto
Montpellier fino a Carlo Gioachino lica in fiorini 37o.
Colbei t, nominato nel 1 696 e mor
to nel 1738, si leggono nella Gal Concila di Montpellier.
liu christ. t. VI. I seguenti sono
riportati dalle annuali Notizie di Il primo nel 11 34. Gallia christ
Roma. 1738 Giorgio Lazzaro Bcr- t. VI, p. 49.
ger de Charancy d' Autun, traslato Il secondo nel i 162 a' 14 mag
(la s. Pnpoul. 1748 Francesco Re- gio, festa dell'Ascensione, presieduto
ginaldo de Villeneuve d' Acqs, tras- da Alessandro III assistito da dieci
lerito da Viviers. 1766 Raimondo vescovi: vi rinnovò la scomunica
de Durfort di Cahors, già vescovo contro l' antipapa Vittore V e suoi
d' Avranches. 1774 Giuseppe Fran complici. Il Papa con bolla pose
cesco de Malide di Parigi , Uaslato sotto la protezione della santa Se
MON MON a85
de il monastero di V eselise, sottraen dalle pretensioni su Tolosa data ad
dolo da Cluny. Labbé t. XI; Ar Amami. Ivi.
duino t. VI; Mansi t. II. Il sesto si adunò nel i258 a'(j
Il terzo concilio nel i i95, pre settembre, da Giacomo arcivescovo
sieduto da Michele legato pontificio di Narbona, che vi fece otto cano
e da molti prelati della provincia ni relativi alla disciplina della Chie
di Narbona, nella quale si ristabili sa, in cui si scomunicarono gli u-
la pace, e l'osservanza della tregua surpatori de' beni della Chiesa, e
di Dio. Si raccomandò a' chierici quelli che offendessero gli ecclesia
la modestia negli abiti e la fruga stici ; e si stabili che la tonsura si
lità. Vennero scomunicati i pirati, conferisca a venti anni. Labbé t. XI.
e quelli che soccorrevano i sarace Il settimo nel i269. GalI. chr.
ni che saccheggiavano la Spagna. t. VI.
Si lasciò alla discrezione de' vescovi L'ottavo nel i3o3. Ivi.
gl'interdetti contro gli albigesi. Lab Il nono nel i3?. i. Ivi.
bé t. X; Arduino t. VI. Il decimo nel i339. Ivi.
Il quarto nel I2l4 o i2i 5 in MONTRE Pietro, Cardinale. V.
gennaio, tenuto dal cardinal Pietro Giudice Pietro, Cardinale.
di Benevento legato, cogli arcive MONTREAL ( Marianopolitan ).
scovi di Narbona, Aneli, Ambrun, Città con residenza vescovile del
Arles ed Aix, con ventotto vesco basso Canadà, nell'America setten
vi e molti baroni, nella chiesa di trionale, capoluogo di distretto e di
Nostra Donna delle Tavole. Al con contea nella parte orientale dell'i
te Simone di Monfort fu data To sola del suo nome, sulla riva sini
losa e le altre terre conquistate a- stra del s. Lorenzo, a 5o leghe da
gli nlbigesi dai crociati, disposizione Ondiceli. E pur sede d'un gover
confermata da Innocenzo III ; il natore, di corti di giustizia e cri
conte essendo odioso agli abitanti, minale. Un tempo era cinta da alta
era nella casa de' templari, fuori muraglia merlata. Si divide in alta
della città. Il concilio fece quaran e bassa , quantunque la differenza
tasei canoni riguardanti la discipli del livello sia poco sensibile, ed in
na ecclesiastica, gli abiti immodesti quartieri. Le strade nuove sono
de'chierici e religiosi. Baluzio, Coiie. larghe e belle ; la più frequentata
Gal. Narb. è quella lunga di s. Paolo della
Il quinto nel i224 d'ordine di città bassa , e si estende lungo il
Onorio III, presieduto da Arnaldo fiume, facendovisi il maggior com
arcivescovo di Narbona, con tutti i mercio ; la strada di Notre Dame
vescovi della provincia. Raimondo sta nella città alta, e parallela a
conte di Tolosa, già fautore degli quella di s. Paolo. I suoi borghi
albigesi, per sè e suoi promise di sono di Quebech, di s. Antonio, dei
osservare la cattolica fede, e di Rccolletti e di s. Lorenzo. La mag
farla venerare nelle sue terre, che gior parte delle case, belle, grandi
avrebbe purgato dagli eretici, resti e moderne, sono fabbricate in pietra
tuito alla Chiesa i diritti, e date in grigia , con tetti e porte foderate
compenso pei danni venti mila di ferro o stagno. Vi sono tre piaz
marche d'argento, colla condizione ze pubbliche: quella delle Armi è
che il conte di Monfort desistesse lu più osservabile ; le altre due sei
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voiio pei mercati; sopra una di esse coadiutore a' 2o marzo 1837 mon
cwi un monumento in onore di signor Ignazio Bourget, e vescovo
Nelson. I principali edilizi sunii il di Telmessa i» partibus, che suc
palazzo del governatore , quello di cesse a' i9 aprile i 84',- A questo
giustizia, di buono stile; la prigione, odierno vescovo, Gregorio XVJ a' 5
vasto e bell'edilizio ; l'antica catte luglio i 844, diè in coadiutore con
drale sulla piazza d'Arini; il semi futura successione monsign. Giovan
nario di s. Snlpizio, ed il nuo«o ni Carlo Prin.ce, che fece vescovo
collegio. Vi è una società per l'istru di Martiropoli in partibus. L' isola
zione ed industria de' poveri sel di Montreal e la parte occidentale
vaggi del Canadà, due ospedali pe- del basso Canada circoscrive la sua
^C invalidi ed i vecchi. Montreal, diocesi. La cattedrale è sotto l' in
seconda città del Canada per la im vocazione di s. Giacomo; fu comin
portanza commerciale, è uno degli data nel i82?, ed aperta al culto
empori di questa porzione dell' A- nel i 829 : vicino sta il palazzo ve
incrica settentrionale e degli Stati- scovile con appartamento pel vica
Uniti, ed il gran deposito delle pel rio, e camere per un professore e
liccerie della compagnia del nord per gli alunni di teologia. Il capi
ovest. Il porto quantunque piccolo tolo fu eretto a' i8 gennaio i84i,
è sicuro, ma il più grande incon- . composto per ora di sei canonici
veniente gli deriva dal corrente s. titolari che fanno vita comune col
Maria. Sei battelli a vapore man vescovo nell'episcopio, e l'aiutano
tengono le relazioni con Quebech : nel governo della diocesi ; e di cin
i dintorni sono abbelliti da nume que canonici onorari, che sono an
rose case di campagna. Montreal si co vicari generali e curati ne' sli-
chiamava Villemarie; i francesi van stretti da cui più diilkìlmente si
tano primo scopritore del Canada potrebbe ricorrere al vescovo. Il
Auliril, che nel i5o8 approdò alle numero de' preti è di circa i 5o. I
sua rive, e nel i534 Cartier de pii stabilimenti sono i seguenti. I
nominò Nuova Francia , prenden fratelli della dottrina cristiana del
done possesso in nome del re di veu. de la Salir, hanno a Montreal
Francia. Però Montreal più tardi un magnifico stabilimento aperto
fu presa ai francesi nel i76o dal loro nel i837 dai missionari di s.
generale inglese Amlierst. Nel i775 Sulpizio. Vi è anche un piccolo se
gli americani comandati dal gene- minario fondato nel i 8 .J \ in un
val Montgomery la tolsero agli in distretto lunge sette leghe dalla
glesi, ma la restituirono poco tem città. II seminario di s. Sulpizio
po dopo. possiede intieramente l'isola di Mont
La sede vescovile fu eretta da real , per la cui signoria grandi e
Gregorio XVI col breve Apostolici lunghe controver>ie si sono incon
ministerii, de' i3 maggio i836, trate col governo britannico. I sul
Bull. de prop. fide t. V, p. i 38 , piziani, a richiesta del vescovo, nel
con parte della diocesi di Quebech i84o presero la direzione di un
(Fedi), da cui la distaccò e dichia- gran seminario, senza perù cessare
iò immediatamente soggetta alla di governare la città e parrocchia
i.anta Sede. Per primo vescovo no di Moutrcal, il collegio da loro fon
minò Giacomo Lartiguc , facendo dato nel i773, e la missione ai
MON MON 287
selvaggi del lago dello due Monta tali in Donzenaco, piccolo castello
gne. Altri collegi sono diretti da del Limosino. Da preposto della
preti zelantissimi. 1 gesuiti per la chiesa di Tournay nel i336 fu e-
pruna volta vennero a Montreal lctto, ma non consacrato, vescovo di
nel i (li."i. e la secondi volta nel I'. unplunn; "unii a' i9 dicembre da
i633 : i francescani recolletti giunti detto Papa fu creato cardinale pre
nel i6i5 si esiinsero a poco u po te di s. Anastasia, e poi vice-can
co, dopo lu conquista inglese accadu celliere di s. Chiesa. Aumentò del
tii nel i 76o. Vi sono inoltre quat doppio insieme col zio Pontefice la
tro comunità di religiose, cioè delle Certosa di Villanova, e edificò dai
ospitaliere dell'Hotel Dieu, fondata fondamenti un collegio in Tolosa ,
a la Fiòche nel i628, e mandata nel denominato di Pamplona, ad onore
Canadà nel i 6 "9 da M. Rover de di s. Caterina, e lo arricchì di co
la Dauversière, le quali fanno voti piose rendite ; non però dimenticò
solenni approvati da Alessandro VII i poverelli, verso de' quali si mo
nel i666 agli 8 gennaio, curando strò costantemente generoso e libe
annualmente in Moutreal circa 2ooo rale. Nella partenza di Gregorio XI
poveri infermi ; la seconda è la con da Avignone, restò in quella città,
gregazione della Madonua, fondata non per comando del Papa con al
nel i 653 da Margherita Bourgeais tri cardinali, come scrisse il Frizo-
per l'educazione delle fanciulle, con nio, ma per essersi fiuto infermo,
voti semplici, ed ha 2 i case dove di che invece ne fu altamente sde
si educano circa 2ooo fanciulle; la gnato Gregorio XI, che determinò
terza pure con voti semplici è quel spogliarlo della splendida carica di
la dell'ospedale generale, fondato vice-cancelliere, lo che se non ebbe
nel I753 da Maria Margherita Du- efletto, si deve attribuire alle effi
frost vedova de Gouville per la cu caci raccomandazioni di Carlo V re
ra de' vecchi e infermi , conta 36 di Francia. Il Papa tuttavia appog
religiose e vi si curano ordinaria giò la cura della cancelleria a Bar
mente 54 cronici, 40 orfani, e i 35 tolomeo Prignani arcivescovo di ba
trovatelli; finalmente la quarta di ri, suo cappellano e famigliare del
queste medesime suore di carità , cardinale. Eletto Bartolomeo Pon
le quali nel i84o sono andate al tefice col nome di Urbano VI, non
servigio d'un piccolo spedale costrui ebbe coraggio di togliergli la cari
to da un curato a quindici leghe da ca, quantunque il cardinale si fosse
Montreal. dichiarato per l'antipapa Clemente
MCUNT SAINTE-MARIE. Luogo VII, ma ne diede la reggenza al
della diocesi di Reims in Francia 4 cardinal Rainolfo da Monturco di
ove nel 972 fu tenuto un concilio, lui nipote, laonde lo zio perseverò
nel quale Adalberone arcivescovo di nell'uffizio. Dopo essere intervenuto
Reims sostituì i monaci ai canoni ai conclavi di Urbano V, Gregorio
ci di Mousson. Regia t. XXV j Lab- XI e Urbano VI, morì nel i 385
bé t. IX. in Avignone in credito di singolar
MONTURCO Pietro, Cardinale. pietà, ed ebbe sepoltura nella chiesa
Pietro da Motiturco detto malamen de' certosini di Villanova con ma
te di Selve, nipote d'Innocenzo VI gnifico elogio.
dal lato materno, sortì i suoi na- MONTURCO GORZA Raisolfo ,
a88 MOP MOP
Cardinale. Ramolfo da Montm'co uve a Bacco, e morì nel 3 i6. Al
nella provincia di Limoges, il cui tri attribuiscono Mopsuesta alla
vero cognome, come dimostra il Ba- Cilicia seconda sotto la metropoli
luzio, è quello di Gorza, della stir d'Anazarbo, eretta ucl secolo V sot
pe d'Innocenzo VI, nipote per linea to il patriarcato d'Antiochia, dive
materna del cardinal Pietro, otten nuta nel XII arcivescovato onora
ne il grado di dottore in canoni rio di rito greco, e latino sotto le
nell' università di Montpellier, e poi crociate, dimorandovi pure un ve
fu fatto canonico di Tournay, indi scovo armeno suffraganeo del pa
nel i37o vescovo di Sisterou. Es triarcato di Sis. Il primo vescovo
scudo amico di Urbano VI venne fu Teodoro I che assistette al con
da lui a' i8 o 28 settembre i378 cilio d'Antiochia; il secondo Mace
creato cardinale prete di s. Puden- donio che fu al concilio di Nicea;
ziana, colla carica di vice-cancellie s. Ausenzio I gli successe; poi Proto
re, o meglio di luogotenente o sia gene, Zosimo I, Olimpio, Teodoro II
reggente della cancelleria, in luogo celebre per dottrina e pel concilio
dello zio assente in Avignone, in di cui parleremo , amico e condi
somma lo costituì vicario della can scepolo di s. Giovanni Grisostomo,
celleria, sebbene nell'investitura del cloqueiitissimo predicatore, ina vuol
regno di Sicilia data da Urbano si tendente al pelagianismo, e la
VI a Carlo III, si sottoscrisse vice sciò molte opere. Indi furono ve
cancelliere. Introdusse i monaci nel scovi, Melezio che intervenne al con
la chiesa del suo titolo, e fini di cilio d'Efeso, Chomazio o Tommaso,
viveri: ni Roma nel i382, restando Bassiano corepiscopo del precedente,
sepolto awnti la porta di detta e come tale fu al concilio di Cal-
chiesa con breve memoria. cedouia, Giovanni, Ausenzio lI, Pa
MONZA. F. Mh-ano. latino, Giuliano, Giacomo, Zosimo
MOPSUESTA, Mopsuestia. Cit II, Teodoro III, Simone, Cosma,
tà vescovile di Cilicia situata sul Sofronio fiorito sul finire del secolo
fiume Piramo, Pyramus, chiamata XIII, o nel principio del XIV, traslato
poi Messissa e Mamìstra , e dai ad Antiochia, Oriens chr. t. II, p. 89o.
turchi Messis, borgo della Turchia Nel 55o a' i7 giugno fu ce
asiatica, pascialatico d'Iiehil, san- lebrato in Mopsuesta un concilio,
gia'cato di Sis : ha due forti situati contro la memoria di Teodoro II
sulle sponde della riviera di Djihun, suo vescovo, per ordine dell' impe
e clic comunicano fra loro mediante ratore Giustiniano I, in occasione del
un ponte di pietra, abitata priuci- le dissensioni cagionate dai famosi
palmento dai turcomani. Delle ori Tre Capitoli (Fedi) de' vescovi Teo
gini di sue diverse denominazioni, doro di Mopsuesta, Iba di Edessci,
tratta il Terzi, Siria sacra p. i 43, e Teodoreto di Ciro, per cagione
che la chiama metropoli di Cilicia, de' quali soffrì grave agitazione la
la dice patria di Eraclito gramma chiesa orientale ed occidentale, ce
tico, e sepolcro dell'imperatore Co lebrandosi perciò molti sinodi in
stanzo : ne decorò la chiesa s. Au- diversi tempi : ne daremo un cen
senzio vescovo, prima soldato, che no. Teodoro II d'Antiochia dopo
militando sotto Licinio preferi de aver combattuto l' eresie degli a-
porre il cingolo militare ad offrir pollinaristi, resse trentasei anni la
MOP MOR 289
chiesa di Mopsuesta nel V secolo, ne' tre capitoli, non volta condan
e fu imputato o convinto che in nar le persone, temendo pregiudi
segnasse : Non essere una sola per care al concilio di Calcedonio (Ve
sona in Cristo ; non Dio vestito di di). I tre capitoli e gli scritti di
carne ; nè la Vergine madre di Dio. Teodoro II , malgrado V eloquente
Laonde dai nestoriani fu riposto tra apologia di Facondo , furono con
i primi della loro setta, divulgan dannati nel 553 dal concilio gene
done gli scritti pieni di enormità, e rale di Costantinopoli II (Fedi).
venerandolo per uno degl'illuminati Siria sacra; Regia t. XI ; Labbé
nella supposta verità de' loro dom t. V; Arduino t. II.
mi. Iba in una lettera scritta a MORANO, Maurum, Muranum.
Mari re di Persia, o Marino ere Città vescovile del regno delle due
tico persiano, detestò Rabola suo Sicilie nella provincia di Calabria
antecessore, per aver contro giusti Citeriore, distretto di Castrovillari
zia condannato e scomunicato Teo da cui è distante otto miglia , in
doro II, che lba diceva aver impu una profonda valle dell' A pennino.
gnato l'eresia, e tenuto benemerito Fu un antico luogo de' bruzi , ed
della Chiesa. Teodoreto che nelle ha fabbriche di seterie e lanifici.
turbolenze fra s. Cirillo, Nestorio e La sede vescovile fu eretta nel IV
Giovanni d'Antiochia, collegatosi con secolo nella provincia ecclesiastica
essi nel concilio d'Efeso, aveva scrit di Cosenza. Luciano suo vescovo
to in confutazione de' dodici ca fu al concilio di Roma del 343,
pitoli o anatematismi stabiliti da s. sotto s. Giulio I. Ughelli, Italia sa
Cirillo nel concilio Alessandrino , cra t. X, p. i 3 r .
divulgò altrettanti articoli pieni di MORAVI. F. Fratelli Moravi.
pungenti motti e di critici sensi. MORAVIA. Paese del nord del
L'emergenze di Teodoro II dierono l' impero d' Austria, che ha titolo
motivo a far radunare in Mopsue di margraviato, e rinchiude la Sle
sta molti vescovi provinciali per sia austriaca. Appartiene al bacino
fare inquisizione de' portamenti del del Danubio , ed è irrigato dalla
medesimo Teodoro II da cent'anni riviera March o Morava che le
già morto. Ma da questi altro non diede il nome , con circa due mi
ricavandosi, salvo che il suo nome lioni di abitanti , che meno venti
non era registrato ne' sacri dittici mila sono tutti cattolici. La lingua
contenenti i nomi di que' che vi morava è un dialetto dello slavo,
vevano e morivano nella comunio che sembra essere stato impiegato
ne della Chiesa; osservando che in per la prima volta da due missio
suo luogo vi era registrato quello nari cristiani , i ss. Cirillo e Meto-
di s. Cirillo patriarca d'Alessandria, dio, che vennero nel IX secolo a
ciò che al parere de' padri confer convertire questi popoli, traslatan-
mava la sua reità e avvalorava l'e do la liturgia in lingua slava : que
ditto da Giustiniano I promulgato sti seguirono prima il rito greco .
contro i tre capitoli. Fu disciolto Non solo nel XV secolo gli ussiti
il concilio, e ne fu dato distinto ebbero de' grandi successi in Mo
ragguaglio all'imperatore ed al Pa ravia, ma nel XVI la pretesa ri
pa Vigilio, il quale riprovando con forma vi si stabili con somma ra
molti vescovi gli errori contenuti pidità, ed insorsero quindi i Fratelli
voi. XLVI. '9
ago MOR MOR
Moravi (Vedi) chiamati i quaccheri vegnachè la Moravia sia stata con
della Germania. Però allorchè Giu quistata da Carlo Magno, con la
seppe II proclamò la libertà de' culti Baviera e la Pannonia, essa era
in questi stati, i cattolici vi si tro tuttavolta governata l'anno 85o da
varono immensamente più nume duchi che contendevano insieme del
rosi ; ed hanno l' arcivescovato di la sovranità, cioè Moymar e Priwi-
Olmiitz, ed il vescovato di Briinn, na ossia Prinnina.
dipendendo la Slesia austriaca par Nelle notizie ecclesiastiche si par
te dalla diocesi di Breslavìa nella la per la prima volta de' moravi
Prussia, e porzione dall' arcidiocesi in una lettera di Papa Eugenio II,
d'Olmiitz. La Moravia ha un go scritta nell' 8s5 o 826, come si ha
vernatore col titolo di Statthalier da A usi zio, Germania sacra, t. I,
0 landcshaupImann , e degli stati p. i46, dicendosi che il primo ri
provinciali composti dell'alto clero, postolo de' moravi fu Urolfo arci
de' cavalieri, signori e borghesi che vescovo di Lorch (Vedi), al quale
si uniscono una volta l' anno per Eugenio lI sottopose quattro vesco
ripartire l' imposta. Evvi una corte vati. Apostoli principali però dei
d'appello residente a Briinn, ed uno slavorii, marcomanni e della Mora
de' tribunali in ciascuno degli otto via, come della Boemia, furono i
circoli, risiedendo a Briinn il co fratelli ss. Cirillo e Metodio (Fedi)
mandante generale militare. Briinn greci di Tessalonica, che le conver
è la capitale della Moravia, ma Ol tirono al cristianesimo, dopo la con
miitz godette un tempo di questo versione de' bulgari, chiamativi dal
titolo, e fu residenza degli antichi pio re Rastices, che altri denomina
margravi di Moravia. Questa con no Svratopluko, Borivari o Borivorio,
trada Tu abitata dai quadi e dai che ricevè il battesimo da\\e loro
marcomanni, popoli bellicosi clic i mani. Dopo l'uccisione di Moymar,
romani non poterono mai assogget il nipote Rastices nell'856 era stato
tare interamente. In progresso i sey- eletto re di Moravia da Luigi re
ri, i rugi, gli eruli ed i longobar di Germania. Il titolo di vescovo
di vi si stabilirono. Nel 548 una de' moravi è dato insieme a s. Ci
colonia slava, scacciata dai bulgari rillo e a 8. Metodio ne' calendari
dalle rive del Danubio, vi fondò greci e moscoviti, e nel martirolo
una repubblica che fu chiamata Mo gio romano; ma si pretende che lo
rava, dalla riviera su cui venne ad fu solo il secondo, al dire di alcu
abitare. Dalla distruzione dell' im ni ; però nella Series episcop. Ol-
pero degli avari, gli slavi della Mo mucensium, sono registrati pei primi
ravia si estesero da lunge; ma ben i ss. Cirillo e Metodio inter annoi
tosto i piccoli stati indipendenti 863 et 89.{, fatti vescovi il primo
che occupavano furono riuniti in da s. Nicolò I, l'altro da Adriano II.
un regno, venendo governati dai Si deve notare che il primo a pre
duchi, il primo de'quali fu Sanio dicar la fede di Gesù Cristo nella
ne, nato ne' dintorni di Brusselles. Moravia, fu Federico mandato da
1 moravi Io ricompensarono con ciò s. Ambrogio arcivescovo di Milano,
de' servigi che avea loro resi , di prima nella Pannonia, poscia in Mo
fendendoli coraggiosamente contro ravia circa il 396; ma essendo poi
gli abaii o untai della Pannonia. Av- ricaduti i popoli nell'idolatria, pas-
MOR MOR a9i
sali quattro s«coli, vennero i due Wicalno Nitriense. Allorchè Gio
fratelli apostoli. Che s. Cirillo con vanni VIIl eresse la metropoli di
vertì la Bulgaria, lo dicemmo a Moravia, a lui ricorsero gli arcive
quell'articolo, come della principI scovi di Salisburgo e di Magonza
parte che vi ebbe s. Metodio a coi loro suffragane'l ; altri dicono
mezzo d'una pittura da lui fatta : che le querele si fecero a Giovan
in Boemia istruirono il duca Bor- ni IX, non per l'istituzione del me
siwoy che ricevette il battesimo, il tropolitano e suoi suffraganei, ma
quale lo fece conferire anche alla lagnandosi dell'aver trasferito Wi
duchessa Ludmilla poi martire. Il chino dalla chiesa Nitriense a quella
Papa Adriano II concesse ai mora di Passavia senza saputa dell'arci
vi che negli uffizi divini e nella vescovo. Giovanni VlII e Giovan
messa facessero uso della lingua ni IX seppero mantenere l'indipen
slava per essi volgare ; ciò che con denza accordata alla chiesa di Mo
fermò Giovanni VlII che gli suc ravia, con residenza ad Olmiitz del
cesse nell'872, col patto che reci l' arcivescovo, su di che è a vedersi
tassero prima l'evangelo nella lin quell'articolo, poi vescovo immedia
gua latina e poi nella slava , loc tamente soggetto alla santa Sede,
chè concesse dipoi anco Innocenzo finche Pio VI l'elevò a metropoli
IV: si dice che Giovanni VlII ap tano. I corpi de' ss. Cirillo e Me
provò in Roma a' ss. Cirillo e Me todio si venerano nella chiesa di s.
todio il rito slavonico da loro in Clemente di Roma, ove ambuliii;
trodotto e insegnato , essendo il morirono, cioè quello di s. Cirillo
primo traduttore di tale liturgia , (morto ivi nell'868 o nell'87i, do
venerato anco dagli slavoni per apo po avervi assunto l'abito benedetti
stolo. Va però avvertito che inol no), e le reliquie di s. Metodio ,
tre il Papa Adriano II avendo u- poichè il corpo di quest'ultimo di
dito nell'868 l progressi che la cri cesi venerarsi in Wissegratz in Mo
stiana fede faceva nella Moravia ravia. Il corpo del Papa s. Cle
lino dall' 863 per opera di s. Ci mente I vuolsi in detta chiesa de
rillo fattone vescovo da s. Nicolò I, posto dai ss. Cirillo e Metodio, al
e per quella di s. Metodio, questi lorchè si portarono in Roma, dopo
creò vescovo di que'popoli dopo averlo seco loro recato nelle mis
la rinunzia di s. Cirillo che avea sioni che fecero, avendolo preso in
flssato la sede a Welchrad ; ma Gio Chersoneso città del Ponto.
vanni VIII, ad istanza di Rastices Sotto Suatopulk o Swatopluko
loro re, nell'88o lo dichiarò arci giuniore, nipote di Rastices e successo
vescovo , e gli diede per suffraga- re, che perseguitò i cristiani e s. Meto
neo Wichino ch' egli fece vescovo dio, il regno comprendeva la Moravia
Nitriense. Essendo poi nell'899 o attuale, la Boemia, il Voigtland, la
morto o tornato a Roma s. Me Misnia, la Lusazia, il Brandeburg,
todio, Giovanni IX pregato dal prin la Pomerania , la Slesia , con una
cipe Moimaro, consacrò Giovanni parte dell'alta e bassa Pannonia, e
arcivescovo di Moravia , e due al la Dalmazia : questo principe mori
tri vescovi Benedetto e Daniele , i nell'894, ed i suoi stati furono di
quali nella Moravia venuti doveva visi fra i suoi tre figli. Alcune dis
no alla chiesa di Passavia trasferire sensioni essendosi suscitate fra que
aga MOR MOR
sti principl, i bol antenati de' boe protestantismo nel secolo XVI. Nel
mi ne approfittarono pei' invade- i52j, allorchè Ferdinando I otten
re una porzione de' loro stati , e ne le corone d'Ungheria e di Boe
ben presto dopo si unirono ai ma mia, la Moravia fu aggiunta ai pos
giari o conquistatori dell' Ungheria, sedimenti della casa d'Austria, che
per impadronirsi del restante. Que sempre la conservò. Clemente VIII
sto impero cessò di esistere nel 9o8, nel i599 creò cardinale Francesco
e ciascuna parte divenne la preda Dietrichstein de' conti di Moravia.
de' popoli vicini. La Moravia, ridot Nel vol. III, p. i 37 del Dizionario
ta presso a poco alla estensione che ed altrove dicemmo quanto la Mo
ba presentemente , fu sottomessa ravia soffri nei primi anni del se
alla metà del secolo XI ai sovrani colo XVII, per parte dei protestanti
della Boemia sino al i i 82 , epoca che l' invasero , confiscando i beni
in cui ritornò uno stato particola delle chiese cattoliche, e persegui
re con titolo di Margraviato, ohe tando i cattolici. Gregorio XV aiu
conservò quantunque dal i6i i non tò l'imperatore Ferdinando II a ri
sia più governata dai margravi. Nel cuperarla dal conte Palatino . Nel
1267 Clemente IV canonizzò s. Ed pontificato d' Innocenzo X si con
wige figlia di Bertoldo duca di Ca- verti dall'eresia Wol fango Federico
rintia,non di Moravia come alcuni di Hoffman barone di Moravia. Nel
scrissero, ma di Merano marchesa i783 la Moravia e la Slesia au
to del Tirolo di cui era conte: Mo striaca furono riunite in un sol go
ravia era posseduta da altra fami verno. Nel i8o5 questo paese di
glia a quel tempo, passò quindi in venne il teatro della guerra tra i
potere degli ungheresi , che a ca francesi e gli austro-russi, avendovi
gione de' torbidi de' quali il loro i primi riportato presso Briìim la
paese divenne il funesto teatro, fu celebre e strepitosa vittoria d'Au-
rono costretti ad abbandonarla. La sterlitz a' 2 dicembre, detta de' tre
Moravia indipendente ancora per imperatori, perchè vi assisterono in
qualche istante, fu assoggettata di persona Francesco II, Alessandro I
nuovo al re di Boemia. Uno di e Napoleone.
questi, Carlo IV marchese di Mo MORCELLI Stefano A» tomo.
ravia , nel i346 fu eletto im Epigrafista ed antiquario, nato nel
peratore , per le istanze di Papa i737 in Chiari nel Bresciano, pro
Clemente VI ch'era stato suo pre fessò nella compagnia di Ge,ù, ed
cettore. Nel secolo XV immensa insegnò a Fermo, ed in Ragiisi di
mente fu danneggiata la Moravia cui poi ne rinunziò la mitra. Tor
dalle guerre religiose, pei fanatici nato in Roma, nella cattedra di e-
eretici ussiti e wiclefisti, come no loquenza vi diffuse lo studio dei
tasi ai loro luoghi; e Nicolò V nel classici, e per quello delle antichità
i 453 autorizzò s. Giovanni di Ca compose molte dissertazioni. Uopo
piscano a fondar conventi fran la temporanea soppressione di sua
cescani in Moravia , e predicare congregazione, si ritirò presso il car
contro la comunione sotto le due dinal Albani e prese cura della sua
specie, onde ricevè molte abiure. magnifica biblioteca. Ritornato nel
Dicemmo di sopra, e meglio in al suo paese, fu eletto alla dignità di
tri articoli, come vi si propagò il prevosto capitolare, e divenne il
MOR MOR a93
benefattore de' tuoi concittadini ; foreste : la prlmavera e V autunno
fondò e dota in Chiari un istituto sono stagioni deliziose. Le pianure
per le fanciulle, migliorò le scuole, e le valli sono estremamente fertili,
donò al paese la tua biblioteca, e gli aranci ed i limoni vi crescono
restai irò molti edilizi, massime le spontaneamente, ed i gelsi sono nu
chiese. Siccome esemplare, giusto, merosissimi . Alcuni vogliono che
pio, caritatevole e dignitoso, si gua dalla quantità di questo albero sia
dagnò l'ammirazione di tutti. Egli derivato il nome di Morea alla pe
possedette lo stile che meglio con nisola ; mentre altri sostengono che
viene alle iscrizioni latine e greche, provenga in vece dalla analogia
come dicemmo a Iscrizione notan della sua configurazione topografica
do le sue analoghe opere, poichè con una foglia di gelso. Abbondanti
in tutte le occasioni solenni, repli sono gli olivi, eccellenti i vini, i
cate erano le istanze per comporre più rinomati essendo quelli di Mal
relative iscrizioni. Questo celebre e vasia : le uve di Corinto raccolte
dotto ecclesiastico , ornato di pro nella parte settentrionale sono sen
fonda erudizione, morì pianto a Chia za granelli, particolari pure sono
ri il primo gennaio i82i. Le altre quelle di Messenia e Laconia; i fi
sue opere sono : Indicazioni delle chi sono deliziosi. Lungo sarebbe
antichità della casa albani, Ro parlare di altri prodotti per la fe
ma i 785. Antico calendario della racità de'terreni, i pascoli, gli ani
chiesa di Costantinopoli, Roma i 788. mali, la selvaggina. La pesca è ab
Explanatio ecclesiastica s. Gregorii, bondante, ed alcuni porti eccellenti
i 79 i . Africa Christiana, Brixiae giovano al commercio, tali essendo
i8i6. Agapeia, i 8 i 6, sopra s. A- quelli di Nauplia o Napoli di Ro
gnta martire il di cui corpo avea mania, e di Navarino. Nei tempi
donnto a Chiari Pio VI. De Ago più felici la Morea contava due mi
ne Capitolino, i8i7. Abbiamo pu lioni di abitanti, che le guerre spo
re del gran Morcelli, sermoni, opere polarono. Sotto il governo turco si
ascetiche ed altri opuscoli. dividea ne' sangiacati di Morea o
MOREA o MORIA. L' antico Tripolitza, e di Mistra : il governo
Peloponneso, penisola della Grecia greco la divise in sette dipartimen
(Vedi), formante la parte più me ti, Acaia, Elide, Argolide, Arcadia,
ridionale dell'Europa continentale. Alta Messenia e Bassa Messenia :
Questo paese è assai montuoso, e su di che è a vedersi Grecia. Pos
molte delle sue montagne sono as sedendo un tempo cento città, qua
sai alte, ninna però tocca la liuea si tutte hanno articoli nel Diziona
delle nevi perpetue. Le sole pianu rio per le loro sedi vescovili, le
re un po' estese sono quelle di Ni- più ragguardevoli sono o furono,
si, di Tripolitza, di Mistra, di Argo Corinto, Corone, Malvasia, Megalo
e di Corinto. Le riviere sono nu poli, Modone, Napoli di Romania,
merose, e molti laghi sono sparsi Patrasso, Monembasia, Argo, Man-
nel mezzo delle montagne, fra'qua- tinca, Sparta e tante altre, mentre
li quelli di Zaraca, e i decantati a' loro luoghi parliamo anco delle
l'eneo e Stymphalo. Il clima è dol provincie ecclesiastiche. Il Terzi,
ce, tranne un tempo, per la di Siria sacra, dice che il nome di
struzione della maggior parte delle Morea fu A pia o Peloponneso,
a94 MOR MOR
quasi isola di Pclope, penisola del mente Tommaso Paleologo despota
mar Jonio ch'ebbe già titolo di re della Morea e fratello di Costantino
gno. Secondo Strabone, questa pe ultimo imperatore greco, albergan
nisola ebbe prima il nome di Ar dolo nelle case dell' ospedale di s.
go, che passò ad una delle taute Spirito, ed assegnandogli trecento
sue famose città. Sotto il regno di scudi il mese, a'quali ne aggiunse
Api terzo re di questa città, chia- ro duecento i cardinali, e gli donò
mossi A pia, circa 18oo anni avan la rosa d'oro benedetta : il despo
ti Gesù Cristo, e quattro secoli più ta regalò al Papa la testa di s.
tardi prese il nome di Peloponneso Andrea apostolo. I veneziani ripre
dal frigio Pclope, i cui discendenti sero tutta la penisola verso la fine
disputarono per lungo tempo agli del secolo XVII, e se ne fecero con
Eraclidi il possesso di questa con fermare il possesso pel trattato di
trada, che comprendeva allora t'A- Carlowitz nel 1699, ma furono pò-
caia, l' Elide, l'Arcadia, l'Argolide, scia obbligati di cederla ai turchi
la Messenia e la Lacouia. nel 1718, che da quel punto ne
Il Peloponneso fu anticamente rimasero i dominatori . V. Vewk-
il teatro sanguinoso della guerra più zia. Solo qui noteremo che Cle
lunga e funesta che abbia giammai mente XI in riguardo ai meriti di
desolata la Grecia, e cagionata dal tal repubblica colla santa Sede, con
la gelosia dei due celebri popoli, i la costituzione Dum nos, degli 1 1
lacedemoni e gli ateniesi; guerra febbraio 17o4, Bull. Rom. t. X,
incominciata l' anno 43 1 avanti la par. I, p. 59, le accordò facoltà
nostra era, e che durò 27 anni. Vedi che i vescovi del Peloponneso fos
flisto ire de la guerre da Pelopau sero esenti dall'esame, e dall' essere
rtele, par Tliucydide, Paris i833. consagrati in Roma, i quali però
Manzi, Milano 183o. Dopo aver dovrebbero sottoporsi al solito pro
veduto fiorire molti piccoli stati , cesso, che farebbe il nunzio apo
come quelli di Sparta, Argo e Co stolico di Venezia, il quale poi lo
rinto, passò sotto il dominio roma spedirebbe a Roma. Una insurrezio
no, verso la metà del secondo se ne scoppiò nel 177o, secondata dai
colo prima dell'era volgare. Com russi, che fecero un' invasione in
presa più tardi nell' impero d' o- questo paese, ma fu calmata, di
riente, essa si vide a poco a poco venendo però una sorgente di scia
nella decadenza di questo impero gure per gli abitanti ; la Porta ne
htesso soggetta ai veneziani. Nel fece perire moltissimi, e donò le lo
i43a i turchi sotto Amurat II, ro proprietà a degli albanesi. Nel
sforzarono i trinceramenti che di 1821 incominciò una nuova ribel
fendevano l' istmo di Corinto, ma lione, i cui successi furono spessa
non penetrarono nell' interno. Nel arrestati dalle stesse intestine divi
i 44s il loro ammiraglio Tourhan- sioni de'greci : tuttavia questi giun
beg ne saccheggiò le coste. Mao sero ad impadronirsi di molte piaz
metto II s'impadronì della contra ze forti, e fra le altre di Napoli di
da, ad eccezione di Modone, Corone, Romania, che divenne alternativa-
Navarino e Napoli di Romania, che mente con Corinto ed Argo la se
restarono fra le maui de' veneziani. de del governo della nuova Grecia.
Pio II accolse in Roma benigua- Nel 18a5 Ibrahim figlio del pascià

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MOR MOR 19S
d'Egitto, giunse con una flotta ed dell'Africa, e particolarmente negli
un'armata in soccorso de' turchi, e stati della Nigrizia, di Barbarla,
la Morra fu invasa da ogni lato. Marocco, Ditiisi, Atteri, ove abi
Nel i827 fu risoluto dalla Francia, tano principalmente le città nella
Inghilterra e Russia d' interpotai parte occidentale del -Sabara, ed
fra i mussulmani ed i greci, e le in qualche porzione della Senegam-
flotte di queste tre potenze il i9 bia. Sembrano discendere dagli an
Ottobre nel porto di Navarino die tichi Mauritani e uumidii mescola
dero la battaglia navale che distrus ti coi Fenicii, i romani, i berberi e
se la flotta turco- egiziana. Le trup gli arabi; hanno la pelle più bian
pe di terra mandate dalla Francia ca e tutte le fattezze della fisono-
nel i828 sotto gli ordini del gene tuia meno energiche di questi ulti
ral Maison, forzarono gli egiziani mi. Sono in generale sanguinari e
ad abbandonare tutte le piazze del vendicativi, ma nel tempo stesso
paese, ed una commissione scienti vili : i costumi però sono modifi
fica, inviata in tale circostanza dal cati, secondo i paesi che abitano.
governo francese, vi proseguì i la Quelli che abitano sulla costa o-
vori geodesici, topografici e archeo rientale dell'Africa hanno la carna
logici. gione più olivastra. I greci chia
MORET o MURET, Murttium. marono etiopi tutti i popoli che a-
Città di Francia, dipartimento di vevano la pelle nera o meticcia;
Senna e Marna, capoluogo di can ed all' articolo Etiopia dicemmo
tone sulla riva sinistra del Loing, che tal nome fu comune a diversi
cinta di vecchie mura e castello. Ha paesi dell'Africa e dell'Asia. G di
chiesa gotica assai bella. Avea il ti ce la Scrittura che tutti gli nomi
tolo di contea, e ne dipendevano ci sono nati da una sola coppia,
molte baronie, e la signoria di Fon- che per conseguenza tutti hanno la
tainebleau . Wemillon arcivescovo stessa origine ; dal che segue che
di Sens imII' 85o vi radunò un la diversità del colore che trovasi
rondiio, e Lupo di Ferrières vi in diversi abitanti del mondo, vie
scrisse in nome dell'assemblea una ne dal clima che abitano, e dal
lettera ad Erconrado vescovo di loro modo di vivere. Ciò sembra
Parigi. Il padre Mansi fa menzio provato dalla insensibile degrada
ne di un concilio celebrato parte zione del colore che si osserva in
in luogo incerto e parte a Mo- essi, a proporzione che sono più o
rct, in favore de' monaci di Yese- meno lontani o vicini alla zona tor
lise contro il conte di Nevers, ver rida. Pretendesi provato dall'espe
so l'anno i i54, che favoriva gli rienza, che alcuni bianchi trapian
abitanti nelle violenze che usavano tati in Africa, senza aver mischiato
coi religiosi : i colpevoli si arresta il loro sangue coi mori, contrasse
rono, e la tranquillità colla sotto ro insensibilmente lo stesso colore
missione del conte fu restituita. e gli stessi lineamenti del volto ;
Suppl. t. II, p. 49i. Nell' anno se che al contrario alcuni mori tras
guente Luigi VII vi convocò un portati ne' paesi settentrionali, si
parlamento. sono fatti bianchi per gradi, senza
MORI o MAURI. Nazione spar avere avuto commercio coi bianchi.
sa presentemente nel nord . ovest Questa è I' opinione de' più dotti
• n-|VTr
i

296 MOR MOR


naturalisti, in particolare di Buf i turchi, i marrocchini , ed altri
fon, di Paw e di Scherer. Tutti seguaci di Maometto ad invadere
gli Uomini bianchi o neri, rossi o la Spagna. La maggior parte dei
gialli, sono fIgliuoli di Adamo. Ve mori ch' eransi fatti cristiani, in
di Gotoffredo Voyt, De colore A- cuore si conservarono maomettani,
dami, Gustrovii 1663. Gio. Nicola e funeste ne furono le conseguenze.
i■ Pechlino, De habitu, et colore ae-
thiopum, qui vulgo Nìgritae, 1677.
Pio VII canonizzò s. Benedetto da
s. Fradello, nato da genitori mori
1 ' . '. Bernardo Siegreid, Dissert. de se- convertiti al cristianesimo. Dei mo
>rk- t de, et causa coloris aethiopum, et ri o negri se ne tratta in molti ar
caeterorum hominum, Leidae1737. ticoli del Dizionario, a Schiavi, ed
Claudio Nicola le Cat, Traite de la a quelli che indicammo in questo
couleur de la peau humaine, en con carattere corsivo. Nel 184.1
general, de celle des negre* en Girault de Prangey pubblicò in Pa
particulier, et de la metamorphose rigi: Essai sur C architecture des
dune de ces couleurs, Amsterdam arabes et des mores en Espagne,
1765. Raynal, Dissert. sul colore en Sicilie et en Barbarie. Monu
de'negri. I mori, che avevano in menti arabes et moresques de Cor-
parte abbracciato il cristianesimo, dove, Seville et Granade. Per gli
ì\ introdotto nel loro paese dai Vau-
dali, si fecero maomettani allorchè
furono assoggettati dai Saraceni
altri popoli di colore nero olivastro
sono a vedersi i loro articoli, co
me America, Oceania, ec.
o arabi. Quando questi entrarono MORIBONDO, Moribundus. Quel
nella Spagna nell'VlII secolo, un lo ch' è in termine di morire, che
gran numero di mori gli accompa sta in Agonia (Vedi). Il Rituale
gnarono, ed il nome di questi ul Romanum prescrive il modus ju-
timi fu poscia quasi il solo usato vandi morientes ; V orda contrnen-
per designare le dominazioni mus dationis animae ; in expiratione .
sulmane della penisola, ed i cri Veggasi il Diclich, Diz. liturg., in
I l" stiani si dissero mistarabi e Moz- expiratione animae , e nota che
zarahi, non che moriscos o more in molti luoghi pei moribondi è
schi . I cristiani a poco a poco ri in vigore la pia consuetudine di
presero ai mori conquistatori i re suonare con alcuni tocchi la cam
gni che avevano fondato in Ispa- pana, onde pieghino i fedeli per
gna, aiutati dai Papi, come Cordo quell' anima che agonizza, ed a ta
va, Granata, Mwcia, ed altri, es le efletto sono diverse confraternite
sendosi estesa la dominazione mo di agonizzanti ; si suonano le cara-
resca anche nel Portogallo. Annien pane per avvisarne il transito già
tarono principalmente il potere dei seguito, in diversa maniera secondo
mori nella Spagna, Ferdinando V il sesso, l'ordine e l'età, come dis
ed Isabella, Filippo II e Filippo si a Campana, col suono della qua
HI, il quale ultimo ad insinuazione le perisce la memoria della mag
di s. Luigi Bertrando, e del b. gior parte degli uomini. Gli anti
Giovanni di Ribera, cacciò i mori chi nella notte precedente al fune
dalla penisola, perchè corrompeva rale vegliavano e cantavano salmi,
no la fede e i costumi de'cristiani, donde trassero origine le veglie pei
e in vari tempi aveano sollecitato morti. Quanto al lume che si pone


MOR MOR 297
subito presso il corpo divenuto ca prlncipale scopo del loro istituto
davere, serve per indicaie la fede I' assistenza de' moribondi.
del defunto che., non si estingue MORICOTTI Guino, Cardinale.
neppure colla morte; parimenti si Guido Moiicotti che il Masetti nel
pone per significare, che le anime le Notizie della città di Siena lo
vivono, che i defunti sono figli di pretende originario sanese, fu da
luce, e che i loro corpi dovranno Innocenzo II nella quaresima del
risorgere . V. Lumi e Lucerne. Il i i 4 2 creato cardinale diacono ,
b. cardinal Tommasi compose la indi nell'anno i i43 dichiarato pre
messa propria di s. Giuseppe per te di s. Lorenzo in Damaso da Ce
impetrare ad intercessione sua una lestino II, come scrive il Fonseca,
buona morte. Invocandosi in punto quantunque altri pensino al con
di morte con cuore contrito i ss. trario. Fu incaricato della legazio
nomi di Gesù e di Maria, Sisto V ne d' Ungheria, e morì nel ponti
concesse indulgenza plenaria, e la ficato di Eugenio III, dopo aver con
confermò Benedetto XIII. V. Bene tribuito col suo suffragio alla di
dizione. A Monaco si disse di quelli lui esaltazione, ed eziandio a quella
che volevano morire col loro abito, di Celestino II e Lucio II.
e se ne parlò anche a Monastero: MORICOTTI Enrico, Cardinale.
a Novena feci parola delle esequie Enrico Moiicotti di Pisa, essendo
novendiali. Il p. Antonio Brandi- suddiacono di s. Romana Chiesa ,
marte pubblicò in Roma nel i8i8: professò nel monastero di Chiara-
Modo di assistere i moribondi. In- valle, e postosi sotto la direzione
numerabili sono gli articoli relativi a di s. Bernardo, venne eletto abba
questo nel Dizionario, come fra gli te del monastero de' ss. Vincenzo
altri Funerali, Cadavere, Imbalsa ed Anastasio alle Acque Salvie;
mare, Estrema unzione, Professione indi Eugenio III nel ii5olocreò
di fede, Penitenziere maggiore, Ge cardinale prete del titolo de' ss. Ne
nerale, Medico, Ospedali, Comunio reo ed Achilleo. Adriano IV scor
ne, Morte, Arciconfraternita degli gendolo fornito di gran doni di
agonizzanti , anche pei condannati a natura e di scienza, lo spedì lega
morte. Nel i776 fu stampato in to in Sicilia, in Inghilterra ed in
Parigi il libro : Ultimi sentimenti Francia, nella quale occasione bat
dei più illustri personaggi condan tezzò la figlia di quel monarca. In
nati a morte. Nella chiesa del Gesù Sicilia ebbe la disgrazia di non es
di Roma de' Gesuiti (Vedi) fino sere ricevuto dal re Guglielmo, per
dal i66o si fanno alcuni esercizi chè il Papa nelle lettere apostoli
di pietà dalla congregazione della che indirizzategli, invece di chia
buona morte, cui Alessandro VII marlo re, lo diceva signore della
concesse indulgenza, onde si diffuse Sicilia. Due volte si condusse in
nelle chiese di tali religiosi. Bene Alemagna, la prima insieme col car
detto XIII colla bolla Hedemptoris, dinal Orsini poi Celestino III, affme
de' 2 3 settembre i729, l'eresse in di placare l'animo dell' imperatore
congregazione per ambo i sessi, e irritato contro il Papa. Se non che
l'arricchì d'indulgenze. I Ministri per istrada dai conti Federico ed
deg? infermi (Vedi) ed i religiosi Enrico fu fatto prigioniere e spo
della Penitenza (Fedi) hanno per gliato di quanto avea, ed insieme
'. !
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-9- MO R MOR
col suo collega venne ristretto tra stanza sempre riuunziolle, ma non
i vincoli e le catene. Finalmente cospi agevolmente gli riuscì di ricu
per le vive istanze di Enrico duca sare i favori di Cosimo III gran
di Baviera e di Sassonia, restitui duca di Toscana, che Uasceln-lo a
to in libertà e condotto alla pre suo teologo e precettore del suo
senza dell'imperatore, e consegna figlio primogenito Ferdinando, poco
tegli le lettere pontificie, dopo a- appresso nel 1681 lo nominò al
:' I verlo colla sua eloquenza placato, vescovato di s. Miniato, che Jaco
eli riuscì di stabilire tra esso e la po non seppe indursi ad accettare
santa Sede perpetua concordia. La se non costretto da un espresso co
seconda volta vi si trasferi in com mando d' Innocenzo XI. Avendolo
pagnia di tre cardinali, cioè Otta questi nel 1 683 trasferito all'arci
. fi viano, Guglielmo e Guidone, ad og vescovato di Firenze, se ne dolse
getto di meglio stabilire la conchiu col granduca vivamente, ma gli
sa pace. Nei regni di Francia e di convenne sottomettersi. Nel governo
Inghilterra, adunati in concilio per della metropolitana, presiedè eoa
opera dei legati, i vescovi e gli ab somma lode e plauso universale
bati in gran numero, fu da tutti per 17 anni, in cui due volte ce
concordemente riconosciuto Alessan lebrò il sinodo, ed ebbe idea di
dro III per vero e legittimo Pon aprire il seminario, il quale utilis
tefice, e condannato I' antipapa Vit simo progetto per allora non andò
tore V. Inoltre persuasa s. Tom avanti. Si diportò con estrema dol
maso di Cantorbery ad accettare cezza e benignità, conciliandosi non
il governo di quella metropolitana, meno I' amore del clero che della
nella quale occasione come legato nobiltà e la venerazione del popolo,
presiedè ad un altro concilio ce e singolarmente della povera gente
lebrato in Londra. Alla fine colmo che riguardavalo quale amoroso
ili meriti e di virtù, dopo essere padre. Essendo arcivescovo ebbe
intervenuto ai comizi di Anastasio varie occasioni di dar pascolo alla
IV, Adriano IV ed Alessandro III sua pietà e divozione, poichè do
morì in Roma nel 1179. vette assistere alle solenni trasla
MOIUCOTTI Francesco, Cardi zioni delle reliquie di s. Zanobi, di
nale. F/edi Prignano Francesco, s. Maria Maddalena de' Pazzi, ed
Cardinale. alla ricognizione dell' incorrotto ca
MORIGIA Jacopo Antonio, Car davere di s. Andrea Corsini, a mo
dinale. Jacopo Antonio Morigia, di tivo del trasporto di esso dalla vec
'■. Mi rispettabile famiglia milanese, ab chia cappella alla nuova e maesto
bracciato nel 165i in età di i3 sa, avvenuto nel 1688. Nell'anno
anni l'istituto dei chierici regolari stesso benedì nella sua metropoli-
rM . 'i barnabiti, divenne insigne filosofo tana la reale sposa del gran prìn
e teologo, ed eccellente oratore. In cipe Ferdinando, Violante Beatrice
segnò in Macerata ed in Milano di Baviera, e nel 1691 diede l'a
Je filosofiche facoltà, e predicò la nello nuziale alla principessa Anna
divina parola nei pulpiti più ri Luisa de Medici, sposa di Gian
spettabili d' Italia con plauso uni Guglielmo elettore palatino, e nella
versale. Promosso alle prime curi- basilica Laurenziana nel 16n3 com
che dell' ordine, con virtuosa co- portì la funerale assoluzione al ca

v
MOR MOR 399
dovere della granduchessa Vittoria MORONI Giovami, Cardinale.
della Rovere. Incontrò però una Giovanni Moroni, di cospicua e no
Cera lite col vescovo di Fiesole Fi bile famiglia milanese, ch'era già
lippo Neri Altoviti per cause giu ascritta a quella nobiltà nel seco
risdizionali, la quale dopo lungo lo XII, nacque nel 1 5oc,, 8 kal.
dibattimento fu alla fine composta februarii , da Amabili.! Fisiraga :
dal supremo tribunale di Roma, a studiata la legge in Padova, giun
cui le parti litiganti avanzato ne se di buon'ora pel suo sapere a
avevano giuridico appello. Il Pon tal celebrità di nome, che Clemen
tefice Innocenzo XII, che avea una te VII nell'anno 1529, nell'eta di
stima singolare del merito distinto ao anni, lo promosse al vescovato
di questo prelato, all' improvviso di Modena per assicurarsi il favo
lo creò cardinale prete a' ta di re del conte Girolamo Moroni, pa
cembre 1695. Recò il corriere a dre di Giovanni, gran cancelliere
Jacopo questa inaspettata novella di Milano. Insorse indi discordia
a notte già inoltrata, onde desta tra Giovanni e il cardinal Ippolito
to dal sonno lo sgridò come avesse d' Este giuntare, a cui il Papa nel
coraggio di prendersi giuoco di un trattato fatto a' i4 novembre i5a8
vecchio, che mai avea pensato al tra il cardinal Cibo ed i principi
cardinalato. Ma per le lettere con collegati d'Italia, avea promesso che
segnategli dallo stesso corriere, co Ippolito sarebbe stato elevato alla
nosciutasi la verità, cambiò tuono, dignità cardinalizia col vescovato
ed i suoi famigliari ebbero molto u di Modena. Il perchè Ippolito col-
fare, per trattenerlo in ricusare la di l' aiuto di Alfonso I duca di Fer
gnità. Portatosi in Roma, ebbe per rara ne prese il possesso, ne occu
titolo la chiesa di s. Cecilia, ed il Pa pò i beni, e la controversia per
pa fortemente lo stimolò a rinunciar severò sino al i53a in cui Gio
la sua chiesa, e solo per condiscende vanni entrò al tranquillo possesso
re agli espressi suoi voleri, di ma delia sua chiesa. Quindi fu dal
lincuore vi condiscese, per l' affetto Pontefice inviato in Francia, per in,
grande che portava al granduca durre alla pace il re. Spedito da Paolo
ed ai suoi diocesani. Venne quindi 1II nel 1 536 nunzio in Boemia ed
provveduto di benefizi e fatto ar Ungheria a Ferdinando I re de'ro-
ciprete di s. Maria Maggiore, di inani, doveva trovarsi presente alla
cui nuli* anno santo 1 7oo apri e dieta di Spira, che a motivo della
chiuse la porta santa. Clemente pestilenza fu radunata in Hagenau,
XI, alla cui elezione contribui, lo non meno per affari di religione,
promosse nel detto anno a vescovo che per la guerra contro il turco,
di Pavia, avendo ricusato la chiesa ma di fatto non v' intervenne per
di Milano. L' Argelati nella sua chè ebbe da Roma ordine in con
Biblioteca degli scrittori milanesi , trario. Sul principio del i54' fu
ci dà il catatogo delle opere del di nuovo inviato ad un'altra dieta
cardinale. Finalmente consumato tenutasi a Spira, e a lui si dovet
dalle fatiche cessò di vivere nel te che finalmente si accettasse il
17o8 d'anni 7o, e nella sua cat disegno di radunare il concilio ge
tedrale rimase onorevolmente sepol nerale. Per tanti e sì gran meriti
to con breve elogio. colla chiesa romana, Paolo III ai
3oo MOtt MOR
3i maggio i542 lo creò cardlnale deslderii. Tornato tn ItalIa venne
prete del titolo di s. Vitale, indi nominato ned' istesso anno alla le
passò a quello di s. Stefano al Mon gazione di Bologna (come legato
te Celio, e poi a quello di s. Ma di Bologna coniò colla sua arme
ria in Trastevere. Fu ancora fat la doppia e la mezza doppia d'oro,
to protettore d' Inghilterra , del come riporta Io Scilla), da cui nel
l' Ungheria , dell'arciducato d'Au i 548 fu chiamato pel sospetto che
stria, degli ordini benedettino, ci di lui aveano concepito i francesi,
sierciense e domenicano, e della come di uomo soverchiamente at
santa Casa di Loreto a cui com taccato al partito di cesare; e per
partì insigni benefizi, e tra le altre quel poco tempo che ivi si trat
cose accrebbe le quotidiane distri tenne, ebbe per vicelegato Gian-
buzioni ai canonici, e stabili dodi nangelo de Medici arcivescovo di
ci chierici, colle vesti rosse per de Ragnsi, poi Papa Pio IV, e col
coro dei sacri ministeri, ampliò il quale fmo d'allora strinse sincera
curo pei musici, e per ornamento amicizia. È però indubitato ch'egli fu
dell' altare maggiore fece costruire sempre accettissimo a Paolo III, a
dodici statue d' argento rappresen- Marcello II, e a Giulio III che
liuti i dodici apostoli, del peso di nell'anno i555 lo inviò alla dieta
settecento venti libbre. La Beata di Ausburgh, dove appena giunto,
Vergine gli diè un sicuro pegno udita la morte del Papa, dovè far
del suo gradimento, imperocchè ritorno in Italia. Rinunziata Ja
caduto gravemente infermo, invo chiesa di Modena, ottenne da Giu
cando la Madonna di Loreto, ri lio III nel i553 quella di Nova
cuperò sul momento la perduta sa ra, dove ncll' anno medesimo cele
nità, e recatosi al di lei santuario brò il sinodo diocesano, e pubblicò
per soddisfare al voto che avea alcune costituzioni assai adatte a
fatto, vi lasciò in una tavola peren prò ino vere il culto di Dio e la sa
ne memoria della ricevuta grazia. lute delle anime. Risvegliò nello
Nel i5-i2 fu destinato insieme coi spirito di s. Ignazio l' idea della
cardinali Parisio e Polo alla lega fondazione del collegio Germanico
zione del concilio di Trento, ma io Roma, quale ebbe effetto e tut
differitasi per alcuni impedimenti tora fiorisce. Avea il cardinale fi
la celebrazione di esso, fu dal Pa no allora goduti tranquillamente i
pa inviato a Carlo V imperatore, premi e gli onori al suo raro merito
onde rappresentargli il danno gra giustamente dovuti, quando all'im
vissimo recato alla Chiesa co' de provviso per calunnie si cambiò
creti della nuova dieta di Spira scena. Per ordine di Paolo IV fu
del i 544- Qual poi fosse realmente nel i 557 arrestato e lungamente te-
il motivo per cui quando si raccolse nuto in Castel s. Angelo, per alcuni
il concilio generale, non vi presie sospetti in materia di religione, e
dette il cardinale, è all'atto incerto. furono deputati quattro cardinali
Solo è noto, che prima di dare de' più incorrotti per esaminare la
principio alle sessioni del concilio, sua causa ; tra questi vi fu il car
si condusse in luspruck, dov' ebbe dinal Ghislieri poi Papa s. Pio V,
lunghe conferenze con Carlo V, che il quale avendo sottoposto il cardi-
m alcune cose trovò contrario a'suoi diiial Moroui a rigorosissimo esa
MOR MOR o 1
me, in ordine a tutti i vent'uno di più dichiarato in pieno cenaci
articoli (si leggono nelle Amenità storo innocente e ingiustamente car
letterarie stampate in Lipsia nel cerato, e della cattolica religione
1729, t. XII, p. 57o e seg.), dei fervido zelatore, e uomo per insi
quali era accusato, alla fine pro gne pietà ragguardevole e chiaro;
nunziò ch' era allatto innocente, o perciò meritò nel i563 di essere
Io testificò alla presenza di Paolo proposto in concistoro per primo
IV, quantunque poi si opponesse presidente o legato al proseguimen
quando si trattò di farlo Papa, to del concilio Tridentino, che per
nel conclave in cui invece restò la sua destrezza, prudenza e senno
egli eletto. In esso sembrava certa singolarmente, ebbe felicissimo com
la esaltazione del cardinal Moroni pimento. Gregorio XIII bramoso di
al pontificato, al quale gl'imperiali por fine una volta alle civili dis
lo volevano sollevare sino dal con cordie, da cui era miseramente
clave in cui fu creato Paolo IV, sconvolta e agitata la città di Ge
sia per l'esimie sue virtù, che pel nova, vi mandò nel i575 il cardi
grande impegno che ne portava il nale, il quale sì destramente ado
cardinal s. Carlo Borromeo nipote perassi insieme con Matteo Senare-
del defunto Pio IV, conoscitore a ga, e coi ministri imperiali e del
fondo delle sue virtù, e per esser re di Spagna, che stabilita una
sene prevalso in affari di somma nuova forma di governo, di cui si
importanza; ma considerandosi che vuole che fosse egli il principale au
era stato in prigione per sospetti, tore, la città respirò l'antica pace e
non ebbe più luogo. Ebbe dunque tranquillità. Dallo stesso Pontefice
il cardinale la libertà da Paolo IV fu inviato l'anno seguente in Ale-
di sortire dal suo carcere, ma sicco magna per assistere quale legato a
me l'innocenza manomessa dalla ca Intere alla dieta di Katisbona, per
lunnia prova nel suo segreto una ines tenere costante Massimiliano II im
plicabile soddisfazione, che le dà il peratore centra le potenti cabale
testimonio della propria coscienza, degli eretici, sempre intenti a de
ricusò di profittarne finchè il Papa star tumulti nelle diete, ed incute
non avesse fatto giustizia alla sua re timori, ciò che andò a vuoto in
innocenza. Paolo IV tuttavia ne questa per la prudenza e accorgi
differì l'assoluzione, forse per timo mento del legato, il quale seppe cal
re di condannare sè medesimo, e mare lo sdegno concepito da Massi
lo lasciò prigione fino al pontificato miliano Il coi palatini polacchi, per
di Pio IV. In questo ricorse il cardi avere a lui già destinato in re di Po
nale acciò fosse giudicato col maggio lonia Stefano Battoii. Nel i578 gli !"
re rigore, laonde rivedutosi il pro- ordinato di passare nelle Fiandre,
cesso colla più esatta e squisita di per restituire a quelle provincie In
ligenza, massime dai cardinali Ghis- perduta calma, nel che però l'al
lieri e Pozzi, questi come personag trui colpa non gli permise riescite
gi senza eccezione, dichiarando nul nell'intento. Rinunziato il vescova
lo, ingiusto ed iniquo il processo to di Novara, riprese quello di Mo
fatto sotto Paolo IV, il cardinal dena, ove fondò il seminario, un
Moroni venne quindi nel i56o da pio luogo per l'educazione de' gio
Pio IV non solo giustificato, ina vanetti detto di s. Bernardino, e la
3oa MOR MOR
casa delle convertite. Inoltre v'in che prese il nome dal palazzetto
trodusse i cappuccini ed i gesuiti, abitato dal cardinale in Roma, che
e vi celebrò tre sinodi, ne' quali a sino agli ultimi tempi fu proprietà
norma del Tridentino furono stabi del suo discendente conte Micbele
liti utilissimi decreti per la riforma Moroni romano, il quale lo vendè
del clero e del popolo. Nel pontifI all'abbate Natali, ed ora è proprie
cato di Gregorio XIII, per l'anno tà di monsignor Angelo Piccbioni *
santo 1 57 5 t apri la porta santa e degli credi Pozzi. Nel vol. X,
della basilica di s. Paolo. Final p. i5o, parlammo del palazzo pres
mente piena di meriti, dopo aver so s. Maria in Trastevere, dallo
dato nei romani comizi il suo suf stesso cardinale, come titolare di
fragio per l' elezione di cinque Pa essa, restaurato e ritenuto benchè
pi, essendo assente nel conclave di divenuto vescovo suburbicario, co
Marcello II, trovandosi decano del me attesta il Moretti, Notitia p. 3 2.
sacro collegio e vescovo d'Ostia e MOROSI NI Pietro, Cardinale.
Velletri, chiese che ottenne nel Pietro Morosi ni, nato di senatoria
i564 da Pio IV, e vi celebrò il famiglia in Venezia, da cui trasse
sinodo diocesano, morì in Roma la denominazione di cardinal di
nel 1 j8o d'anni 72, e fu sepolto Venezia, insigne non meno per l'il
nella chiesa di s. Maria sopra Mi libatezza di uno specchiato costu
nerva avanti l'altare maggiore, con me, che per la profonda sua peri
onorevole iscrizione. Il cardinale fe zia in ambe le leggi, delle quali
ce pubblicare le opere di s. Giro fu pubblico professore nel]' univer
lamo, espurgate dagli errori di sità di Padova, e sopra cui com
Erasmo di Rotterdam; compose le pose, al dire del Tritemio, dottissi
costituzioni della chiesa di Novara, e mi commentari, che vennero ripo
gli atti del sinodo modenese. Fu il sti nella biblioteca vaticana, essen
cardinal Moroni , a detto dello do protonotario apostolico, Grego
stesso protestante Frikio, uomo di rio XII in Siena a' 19 settembre
grande ingegno , di meravigliosa 14.08 lo creò cardinale diacono di
prudenza, e di somma destrezza s. Maria in Cosmedin, poi di s.
nel trattare e conchiudere i più Maria in Domnica. Dopo essere in
gelosi a ffari ; amatore della giusti tervenuto al concilio di Costanza,
zia, impegnatissimo e intrepido fau in cui ottenne luogo tra i cardina
tore della dignità e dei diritti del li, e come tale fu riconosciuto dal
la santa Sede, e gran mecenate l' eletto Martiuo V, fu impiegato
de' letterati. La sua vita fu scritta in diverse cose. Questo Papa aven
con molta esattezza da Luigi Jaco- do pel cardinale sincera stima ed
billi vescovo di Foligno. L'Arge- affetto, conosciuta la grande at
Iati ci dà un esatto catalogo delle titudine che avea pei' ogni affa
opere del cardinale nel toni. I, re, lo inviò legato nel regno di
p. 973 e 2o1o della Biblioteca degli Napoli per la coronazione della re
scrittori milanesi. Nella regione di gina Giovanna II, donde nel resti
Trastevere dietro s. Giovanni della tuirsi a Roma, lasciò la vita iu
Malva (della qual chiesa parlai nel Gallicano diocesi di Palestrina. Tras
vol. XXVI, p. 167 ed a Ministri portato il suo cadavere in Roma.
degl' wfermt) vi è il vicolo Moroui, fu sepolto nella chiesa di s. Maria
MOR MOft 3oJ
Nuovo con breve epitaffio. Il memo chiara ndolo con raro esempio lega
rato Tritemio, nella sua opera degli to a latere alla stessa corte di
Scrittori ecclesiastici, non lascia di Francia, affinchè colla sua pruden
commendare altamente il merito di za e saviezza sedasse gli udii e le
questo cardinale, affermando che la funeste inimicizie insorte tra i du
sua perizia sì nelle divine che nelle chi di Guisa ed Enrico III, il qua
umane lettere, accoppiata ad una ra le per la giande stima ed atlctto
ra pietà, lo resero insigne e singolare. che avea pel cardinale, in quel
MOROSINI GiiHFHAKCESco, Car giorno che colle sue mani gl' im
dinale. Gianfrancesco Morosini pa pose la berretta cardinalizia, lo ar
trizio veneto, sostenute con sommo ricchì di due benefizi della rendita
decoro splendide ambascerie in ser di scudi dodicimila , i quali però
vigio della sua repubblica Della con pari generosità e gentilezza
Savoia, Gallia, Spagna e Polonia, furono ricusati. Nè minor premu
essendo bailo in Costantinopoli, in ra e considerazione aveano per lui
sieme coll'ambasciatore di Francia, le regine di Francia ed i principi
ricevè ed accolse con distinzione del sangue, pel suo tratto soavi^i-
due legati apostolici intei nunzi spe mo, che gli era connaturale, sa
diti dalla santa Sede al patriarca pendo unire a fermezza e spirito,
Geremia, e fu loro di grande aiu schiettezza e semplicità , essendo
to e vantaggio nelle cose spettanti poi alieno da qualunque artifizio e
alla cattolica religione. Quindi nel simulazione. Succeduta però in tem
i585 da Gregorio XIII fu pro po di sua legazione la memoranda
mosso al vescovato di Brescla, es strage del duca e del cardinal di
sendo ancora ambasciatore presso Guisa, fu il porporato censurato
la Porta ottomana . La maniera di negligenza e d'infedeltà d'offizio.
però con cui fu egli destinato al Chiamato a Roma, come la sua in
governo della vacata chiesa bre nocenza e integrità lo poneva al
sciana ha qualche cosa di prodi coperto dalle calunnie e dicerie dei
gioso. Il Papa aveva dato l'incari suoi emoli, non volle iu modo al
co al cardinal Antonio Caraffa di cuno, come vivamente lo pregava
ricercare per mezzo di segrete lette no gli amici , gettarsi ai piedi
re ai superiori degli ordini religio dello sdegnato Pontefice, e invoca
si in Venezia, chi credevano più re il perdono del supposto errore,
idoneo al detto vescovato, e tutti poichè egli si protestò piuttosto
senza che uno sapesse dell' altro subir la punizione come innocente,
proposero Morosini, il quale venu che essere assolto quasi colpevole, con
tone a cognizione supplicò il suc eterna infamia del suo nome. Dis
cessore Sisto V a destinarvi miglior cussa però accuratamente la di I'»
soggetto. Questi invece lo preco causa, poichè ebbe la ventura di
nizzò vescovo di Brescia, e contan poter giustificare la sua condot
do sulla sua bravura e fedeltà gli ta, ammesse ed approvate dal I a-
affidò gelosi affari, e la nunziatura pa le valide e incontrastabili ra
di Parigi. Indi a' 1 5 luglio 1 588 gioni da lui allegate a sua discol
Jo creò cardinale prete del titolo pa, fu dichiarato dal Pontefice uo
de' ss. Nereo ed Achilleo, donde mo di gran consiglio, esattissimo
poi passò a s. Maria in Via, di- uel compiere ai doveri della sus
3o4 MOR MOR
legazione, e tosto restituito nella fu posta onorevole iscrizione. Pub
pontificia grazia, anzi venne depu blicò le memorie di sua vita il p.
tato sugli ;i Hiiri di Germania ed Stefano Cosmi somasco poi arcive
Ungheria. L'apologia si riporta dal scovo di Spalatro, coi tipi veneti
Tempesti, Storia di Sisto V, tom. del 1676. Intervenne ai conclavi
lI, p. 9.44- Godè il cardinale stretta di Urbano VII, Gregorio XIV, In
amicizia con s. Filippo Neri, e tor nocenzo IX e Clemente VIII.
nato alla sua chiesa occupossi nel- MOROZZO Giuseppe, Cardinale.
l' insegnare ai fanciulli i misteri Giuseppe Morozzo di Bianzé, nac
della fede, nel predicare al popolo que di nobile e antica famiglia già
la divina parola, ed a restituire signora del castello di Morozzo, in
nel suo vigore la disciplina eccle Torino a' 12 marzo 1758. Divise
siastica assai rilassata. Oltre a ciò I' adolescenza tra gli esercizi di pie
prese l'incarico di quietar, come fe tà e quei delle letterarie e filosofi
ce, le capitali nimicizie destatesi tra che discipline, nel 1777 fu ascritto
le famiglie Avogrado e Martinen- al collegio della teologica facoltà di
go, per comporre le quali indarno Torino, e nel seguente anno venne
eransi adoperati i duchi di Parma eletto rettore dell' università. Indi
e di Mantova. Sommamente re passò in Roma onde dedicarsi al
ligioso e divoto, premetteva alla servigio della santa Sede, ove entrò
quotidiana celebrazione della mes nella nobile accademia ecclesiastica.
sa, l'orazione mentale e vocale, ol Qui perfezionò il suo ingegno lette
tre la sagrameu tale confessione, di rario e scientifico da poter essere
giunando tre volte la settimana, e riputato anche valente scrittore. Ne
nelle vigilie comandate con solo fanno fede particolarmente \'Elogio
pane ed acqua. Invigilava con gelo per lui dettato del cardinal Marco
sa cura, non solo sopra il suo cle Antonio Boba vescovo d' Aosta e
ro e sulla collazione de' benefizi, legato al concilio di Trento, pel du
ma ancora sopra i monasteri delle ca di Savoia Emmanuele Filiberto,
monache e i conservatorii delle fem e la Carta corografica del Patri
mine, dotando molte vergini, e monio di s. Pietro, ch' egli illustrò
versando nel seno dei poveri im e dedicò a Pio VI. Questi lo am
mense limosine. A motivo poi di mise in prelatura, lo dichiarò pro-
avere sempre copioso numero di tonotario apostolico, e successiva
operai, che faticassero alla coltura mente lo deputò vice-legato di Bo
del diletto suo gregge, introdusse logna, governatore di Perugia e di
in Brescia i religiosi minimi ed i Civitavecchia. Pio VII lo destinò
cappuccini. Finalmente un colpo nunzio apostolico di Firenze presso
apopletico diede fine alla virtuosa il nuovo re di Etruria Lodovico t
sua vita piena di meriti e di san di Borboue, nominandolo a'29 mar
te opere, in Brescia nel i596 d'an zo 18o2 arcivescovo di Tebe in
ni 59, avendo lasciati eredi di sue partibus ; poscia lo promosse a se
sostanze i poveri. Il cadavere tro gretario della congregazione de' ve
vò perpetuo riposo nella cattedrale scovi e regolari, annoverandolo tra
a lato dell'altare di s. Croce, dove i consultori dell' inquisizione , di
da Marino Giorgio Morosini suo propaganda e dell'indice. A'9 apri
cugino e successore nel vescovato, le 18o9 nella chiesa di s. Salvalo
MOR MOR 3o5
re in Lauro ricevetti da Itti il sa dì) per ventura di questa chiesa
cramento della confermazione, ono che lo accolse come in trionfo e
re che più tardi gli rammentai con ne sperimentò la sollecitudine pa
riconoscenza in occasione ch' egli al storale ed il valore. Non vi fu luo
lorchè si recò in Roma pei concla go il più remoto della diocesi che
vi alloggiò dall'intimo e degno suo egli non visitasse, e per tutto ope
amico il celebre cardinal de Gre rando con calda carità ad estirpar
gorio, la cui casa io frequentava, e ne i disordini, ed a piantarvi pro
ne'due conclavi 1829 e 183o-183i fondamente gl'insegnamenti dell' e«
in cui fui conclavista del cardinal vangelo ; imitando le gesta de'suoi
Cappellari poi magnanimo Gregorio gloriosi predecessori Rescapc e Ber
XVI, mio munifico e insigne bene tone suo zio materno, e prendendo
fattore, anch'esso amico ed estima a guida gli esempi lasciati da s.
tore del Morozzo. Nel menzionato Carlo Borromeo, massime nei con
anno 18o9 occupata Roma dai fini della sua chiesa ne' paesi sviz
francesi, dispersi i cardinali ed i zeri di troppo facile comunicazione
prelati, trascinato Pio VII in esilio, del protestantismo e del calvinis
dui duri trattamenti fu auche segno mo. Sempre vegliò attento sull'in
il nmiro illustre prelato, ch'ebbe columità del gregge, ed era preso
Parigi per prigionia, strettamente da inesprimibile gioia quando po
custodito e guardato acciò non o- teva aggiungere al suo ovile le a-
perasse per la santa causa. Egli sos gnella nate e cresciute nell'errore,
tenne tutte le privazioni e dispia fra le quali Letizia Trelawny no
ceri con invitta pazienza, sopportando bilissima inglese. Infaticabile per la
le tribolazioni con pia rassegnazio santificazione delle anime, pieni di
ne. Dovendo ritornar Pio VII a unzione e di sacerdotale libertà so
Roma dalla sua rilegazione di Sa no i suoi decreti, encicliche, ome
vona, si provò di opporvisi Murat; lie e sermoni, che pronunziò nel
fu perciò dal Pontefice spedito a lungo suo governo, combattendo
Bologna l'arcivescovo a far pratiche con vigore le massime del secolo,
con quel re, ed ogni difficoltà tolse gli abusi ed i vizi. Nel 1826 cele
egregiamente. Restituitosi Pio VII brò il sinodo diocesano per la ri
nel 1S14 alla sua sede, l'arcivescovo forma del clero, e lo sradicamento
Io segm, e tornò ad occupare la sua d'ogni disordine, ed il ristabilimen
importante carica, che come le al to della pietà, pubblicandolo colle
tre funse abilmente con zelo ed in stampe, rifiorendo per lui la chie
tegrità. A premio di sua laboriosa sa Novarese. Una delle sue princi
carriera e patimenti sofferti, il Pa pali cure furono i seminari mag
pa agli 8 marzo 1 8 1 6 lo creò car giori di Novara e di Gozzano, cui
dinale dell'ordine de' preti, gli con tliè ottimi regolamenti, aggiungendo
feri per titolo la chiesa di s. Ma al secondo tre cattedre, e in quel
ria degli Angeli, e lo ascrisse alle lo urbano quella della eloquenza
congregazioni de'vescovi e regolari, sacra, con eccellenti risultati. Ad e-
della cerimoniale, della disciplina liminare le conseguenze funeste che
regolare, di propaganda, e della Lau- provenivano agli alunni del semi
1 etana. Dipoi il primo ottobre 1817 nario nelle vacanze, non badando a
Io dichiarò vescovo di Novara (Ve- spese e cure, stabilì la villeggiatura
voi. xtvi. so
3o6 MOR MOR
di Oleggio posta su ameno colle numeroso consorzio di oblati sacer
otto miglia distante dalla città, già doti cha vivono in comune. Portò
convento di minori riformati, aper le sue premure anche in vantaggio
to nel 1834; ed in esso villeggiano degl'infermi e de'carcerati, ai pri
i seminaristi teologi ne'quattro me mi destinando le suore della carità,
si che corrono tra la festa de' ss. ai secondi i cappuccini, con im
Pietro e Paolo e quella d' Ognis menso bene di quegl' infelici, come
santi. Sì utile opera fu altamente grande ne procacciò alle figlie della
commendata da più vescovi d'altre carità, sovvenendo l' ospizio eretto
chiese d' Italia, e da Gregorio XVI nel 1835 nel sobborgo di s. Mar
col breve Initum, de' 17 agosto, co tino pei poveri. Aumentò le pie o-
me quello che tanto deplorava il pere di pietà e il culto divino, non
pregiudizio che risentivano i giova che il lustro al suo clero e suc
ni nelle vacanze, perdendo nel di- cessori ; cara parte delle sue solle
vagamento gli studi fatti e l' ante citudini furono eziandio le religiose
riore vocazione, oltre altri sconcer comunità di sacre vergini, fondan
ti. Inoltre il cardinale acquistò ed do in Novara le Giuseppine. Pro
ampliò il seminario di s. Carlo so tesse il benemerito recente istituto
pra il Verbano, il seminario di della Carità [Fedi), fondato dal
Miasino fu in gran parte di pianta dotto ed esemplare sacerdote conte
edilìcato, quello di s. Giulio rifatto Rosmini in Domodossola, approva
nel materiale, ebbe anche migliora to da Gregorio XVI, benedicendo
menti nell' istituzione religiosa e la prima pietra della nuova fab
letteraria, con accorgimento le ine brica del noviziato di Stress. Ca
guali età separando a gran vantag rico di età e di benemerenze, con
gio della disciplina e del costume. Il tutti gli aiuti e soavi conforti del
nuovo da lui eretto in mezzo alla no la religione, piamente spirò nel ba
bilissima isola, già sede del principa cio del Signore di anni 85 inco
to de' vescovi novaresi, opera di ro minciati, in Novara a' 22 marzo
mano ardimento, e di decoro alla 1845, il cui corpo venne esposto
diocesi, di cui non potè vederne il e sepolto in quella cattedrale. In
compimento, pel quale con larga tervenne ai conclavi per le elezio
munificenza lasciò nel testamento ni di Leone XII, Pio VIII, e Gre
ottantamila lire nuove di Piemonte. gorio XVI, onorato da essi e da
Divise le sue pastorali sollecitudini altri principi, venerato dai sudditi,
tra il clero ed il popolo che prov di conforto a' buoni, e da tutti gli
vide di buoni pastori, aumentando ordini rispettato nelle grandi vicis
le scarse prebende, tutti edificando situdini delle pubbliche cose, la
con irreprensibile condotta. Intro sciando la memoria in benedizione.
dusse nella diocesi le sante missio Abbiamo di d. Giuseppe Maria To
ni, o meglio rinvigorì, e fu bene scani prete dell' istituto della cari
merito di risuscitare dalle sue ce tà : Elogio funebre al cardiàil
neri la già spenta utilissima con Giuseppe Morozzo arcivescovo ve
gregazione degli oblati de'ss. Gau scovo di Novara, principe di s.
denzio e Carlo, e di più rafforzan Giulio, Orta e Vespolate, cavalie
dola sotto la dipendenza di un re del supremo ordine della ss.
preposito generale, di uno scelto e Nunziata e di s. Gennaro, detta
t
MOR MOR 3o7
nel? esequie celebrate dai preti del nati Adamo ed Eva, in pena del
l' istituto della carità nella chiesa loro peccato, con tutti i loro discen
del sacro monte Calvario di Do denti ) nel soggiorno dell' immor
modossola, Torino i842. talità. Questa è la dottrina de' con
MORRA Alrerto, Cardinale. cila e de' padri, benchè alcuni rab
Vedi Gregorio VIII Papa. bini credano, che dopo di aver vis
MORRA Pietro, Cardinale. Pie suto per lunghissimo tempo, l'ani
tro di Mora o Moria nobile di Be ma del primo uomo si sarebbe se
nevento, della famiglia di Grego parata dal corpo senza dolore e
rio VIII, essendo suddiacono della senza violenza nel bacio del Signo
chiesa romana, fu da Innocenzo III re, per andare a godere di una vi
nel marzo o dicembre iao5 creato ta eterna ed assai più beata. Gesù
cardinale diacono di s. Angelo. Al Cristo vinse la morte colla propria
cuni scrissero che fu spedito nelle morte, e meritò a noi l'immorta
Gallie col carattere di legato pon lità, non già ch'egli abbia resa la
tificio, dove operò cose grandi con nostr' anima immortale, quasi che
tro l'eresia degli albigesi; altri pe fosse prima mortale, nè ch' egli ci
rò alTerinnno che non lui, ma il abbia preservati dalla morte; ma
cardinal Pietro Collevaccino fu spe perchè ci ha restituita la vita del
dito per gli albigesi. Il cardinale la grazia e meritata la felicità e-
mori nel i2i 6, lasciando un grosso terua, purchè noi ci curiamo di
dizionario alfabetico dell'arte di applicarci il merito della sua morte
predicare, per comodo di quelli colla fede, coi sagramenti e colle
che si dedicano a tale ministero. buone opere. Siccome per un uo
Siccome alcuni autori attribuirono mo il peccato è entrato nel mondo,
le gesta di questo cardinale al car e per il peccato la morte; così la
dinal Pietro Collevaccino, e vicever morte è passata in tutti gli uomini
sa, cos\ va letto quelI' articolo. per quello, in cui tutti hanno pec
MORTE, Mors. La morte è la cato. Quando V esperienza non lo
separazione dell'anima dal corpo, rendesse evidente, lo assicura la fede,
la cessazione della vita. Cominciò che ciascun uomo deve morire una
nel mondo per la gelosia del De sola volta; così l'ultimo momento
monio (Vedi), e fu costituita a tutti della vita presente si unisce inva
gli uomini in pena del peccato. Il riabilmente coll' eternità. Gesù Cri
primo uomo ne subì la trista leg sto ha voluto lasciarci nell' igno
ge, per sè e per la sua posterità, ranza del giorno e dell' ora di no
per aver mangiato il frutto proi stra morte, allinehè in ogni giorno
bito : se non avesse trasgredito il e in ogni ora ci si trovi disposti
comando che Dio gli fece di non ad incontrarla con coscienza tran
mangiarne, non sarebbe egli morto, quilla. Per le circostanze che ac
ma avrebbe conservato una salute compagnano e che seguono la mor
costante per una lunga e beata te, quella del giusto è preziosa nel
vita, dopo la quale Iddio l'avreb cospetto del Signore; pessima è
be trasportato senza farlo morire , quella del peccatore. Nel momento
come Enoch ed Elia (i due soli nati che l'anima si separa dal corpo è già
che non sono morti, essendo stati giudicata. Questo e il giudizio che
condannati a morire i due soli noa si chiama particolare, di cui la sen
3o8 MOR MOR
tenza sarà solennemente ratificata tutto il corpo; non può esservi as
nel giudizio universale. L' anima sa soluta certezza della morte, che
rà giudicata da Gesù Cristo : non quando si vede qualche segnale di
si può definire con certezza se l'a putrefazione. I romani serbavano
nima sia trasferita dinanzi al divin ordinariamente otto giorni i corpi
giudice, o se ivi è giudicata dove de' morti, e li chiamavano spesso
lascia il corpo; se sarà giudicata per nome; rimane ancora in alcu
immediatamente da Gesù Cristo ni luoghi qualche traccia di questo
pronunziale sentenza in forma n- costume, dietro una cerimonia an
mana, o per la divina virtù ch' è* tica per la ricognizione de 'cadaveri
presente per tutto; o se si mani de'Papi e per la sepoltura de' re e
festerà la sentenza per mezzo degli de' principi. Si possono consultare:
angeli, de' quali parlasi a Coro de Pietro Manni , Manuale pratico
gli angeli. E certo che il giudizio per la cura delle apparenti morIi,
avverrà , e che la potenza , sa Roma i833. M. Missirini, Pericolo
pienza e giustizia divina saprà di seppellire gli uomini vivi credu
renderlo sollecito, profondo, inap li morti, Milano i837. Sulle mor
pellabile. E di fede che subito do ti apparenti, sopra moki morti ri
po la morte, e compiuto il giudi suscitati, su quelli di cui si sparse
zio, l'anima va al luogo che le vie voce di essere morti, con altre re
ne destinato dalla divina sentenza, lative erudizioni e bibliografia di
cioè nel Purgatorio, nelVInferno, opere analoghe, abbiamo di Fran
o nel Paradiso (fedi): i bambini cesco Cancellieri: Letterafilosofico-
morti senza battesimo vanno nel morale sopra la voce sparsa del
Limbo (Fedi). l' improvvisa sua morie agli 1 1
I montanisti ed altri eretici am gennaio i8i 2, Roma i8i 2. Indi-
ministravano il battesimo a' morti: versi luoghi parlammo come si
i manichei, albigesi, luterani ed rammentava la morte ne'trionfi do
altri eretici, rigettavano le preghie gl' imperatori, e nella creazione o
re pei Defunti (Vedi). Bisogna usa possesso de' Pontefici, lo che si fa
re molta precauzione riguardo ai ancora nel di della coronazione.
morti per annegamento, per apo Alessandro VII nelle tazze, scodel
plessia, per asfissia, e per tutte le le e piatti, in vece delle armi, fe
malattie che vengono da ostruzio ce dipingere la testa di morto. Veg-
ni, o da alcun subitaneo scompi gasi Michele Alberti: Dissert. fa-
glio di umori. Non mancano esem migeratum Lemma, Memento mo
pi di persone seppellite vive, e d'al ri, commendaiis, IIalae i723. Al
tre che tornarono in vita benchè l'articolo Crocefisso si disse perchè
credute morte. Il cessare della re si mette la testa di morto sotto i
spirazione e della circolazione del piedi di tali immagini; ed ivi pur
sangue, non è sempre prova che facemmo parola del costume di
il corpo sia morto , avvegnachè chiudere gli occhi a' morti, il qua
questo soffermarsi dell' una o del le era già in vigore a' tempi di
l'altra può essere cagionato per al Omero, ed in Roma la legge Me-
cun tempo da una ostruzione o via, o Manlia, o Manilia proibì ai
otturamento totale nei movimenti figli chiudere gli occhi a' genitori,
organici degli spiriti e de' fluidi di ma non si osservò sempre perche

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MOR MOR 3o«j
molti figli resero quest'ultimo uffi to, perchè quella deltà presiedeva
zio agli autori de'loro giorni, e fra alla pulitezza delle case; uffizio che
i romàni uno de'congiunti del defun spettava eseguire all'erede del de
to apriva gli occhi del morto già funto. Appena spirato il Moribon
posto sul rogo, verso del cielo. Il do (Fedì), i gentili ne ricompone
Buonarroti ne' Fasi di vetro, dicendo vano le membra, aprivano le por
che la fàvola fece la Morte fratel te della casa, e ciascuno che vi en
lo o parente del Sonno e figlio del trava recavasi dov'era il morto, e
la Notte (i primitivi cristiani chia lo chiamava ad alta voce. Quindi
marono dormizione, sonno, ed ac- facevansi conviti e sagrifizi in onore
cersizione o chiamata di Dio la de'morti, celebrandosi poi dai con
morte), nota che i gentili rappre giunti le feste dette parcntalia. Il
sentarono la morle in figura di p. Innocenzo Ansaldi pubblicò nel
maschio e di fanciullo, seguendo i772 in Torino: Trattato della
in ciò i greci: tra le altre erudi- speranza di rivedere i cari nostri
zioni sulla morte, narra che i gen nell'altra vita. Di questo argomen
tili facevano rimembranza della to e di quanto riguarda i morti
morte ne' conviti per stare più al se ne discorre a' loro luoghi ed
legramente per I' abbominevole ri articoli , e per nominarne alcuni
flesso di godere viventi delle cose citeremo Funerali, Cimiteri, Epi
mondane con dissolutezze. Gli an taffio, Martire, Dittici, Matrico
tichi cristiani facevano ai morti la, Incenso, Mattutino, Commemo
agapi ed acclamazioni , massime razione de'defunti, e quelli rigardan-
pei martiri, ma con altri sentimen ti le nazioni pei diversi costumi e
ti A. Barra. dissi perchè si rade riti.
ai morti. Nell'apoteosi de' gentili MORTEMAB.E Pietro, Cardi-
si cangiava ai morti il nome, af naIe. Pietro Mortemare, così deno
finchè più non si considerassero minato dal luogo di sua nascita ,
per uomini quali furono prima, che fu assai mediocre, nei confini
ma deità. A Moneta si parlò di del Limosino, uomo di perspicace
quella posta in bocca ai morti. ed acuto ingegno, famoso giurecon
Quelli colpiti dal fulmine, dai gen sulto, professore di leggi nell' uni
tili non si bruciavano. In quanto versità di Tolosa, e regio consiglie
ud inquietare i morti colla Magia re, fatto nel i322 vescovo di Vi-
o allie superstizioni, ivi ed altrove viers. Insieme con altri ragguarde
se ne ragionò. I superstiziosi gen voli personaggi conchiuse nel i ,i. 7
tili riguardarono i lari o Alani la pace tra il re di Francia e quel
(Fedi) per guardiani delle ombre lo d'Inghilterra; uuindi dopo tre
de' morli, i quali ne' remoti tempi anni trasferito alla chiesa di A ii-
seppellivano in qualche parte della xerre, fu da Giovanni XXII a' i8
casa quali custodi de'loro antenati, dicembre i827 creato cardinale pre
costume che cessò quando incomin te del titolo di s. Stefano nel mon
ciò quello di bruciare i cadaveri. te Celio, donde passò poi a quello
La dea De verra era invocata dagli de' ss. Marcellino e Pietro, che cam
scopatori delle case con rami di biò successivamente col vescovato
rusco o di tamerigia o di palma, di Sabina al dire di alcuni , ma
dopo la partenza da esse del mor- contraddetti dai più critici. Dopo un
3io MOR MOS
anno ch'era cardinale, ebbe V arci- deItà di un tanto uomo, che fu da
diaconato detto di Costantino, nel lui trascelto a suo confidente, e
la chiesa di Coutances, che ritenne partecipe tlei più alti segreti, e no
tino alla morte. Col cardinal An- minato al vescovato di s. Ely. Mor
nibaldo da Ceccano pose fine alla to Odoardo V, imputato calunnio
famosa questione destatasi tra l'u samente il Mortone di gravi eccessi,
niversità di Sorbona e il vescovo venne contro ogni diritto carcerato
di Pari°i. Invitò il suo amico in dal fratello Riccardo III, per non
trinseco Pietro Roger a dedicarsi aver voluto acconsentire ai voleri
in servigio della santa Sede , sulla di quell'usurpatore. Trovato perà
quate poi ascese col nome di Cle un mezzo opportuno per uscire dal
mente VI. Dopo aver assistito ai la prigione, formò una forte lega
comizi per Benedetto XII, e di aver contro Riccardo III, che restò ucciso
fondato nella sua patria tre mona in battaglia. Innalzato al trono En
steri, mori in Avignone nel i335, rico VII, lo richiamò dal suo asilo
come si leg;;e nell'epitaffio posto sul nelle Fiandre, e nel ifò', lo no
minò all'arcivescovato di Cantorbe
la sua tomba.
MORTONE Giovanni, Cardina iy, ed egli stimando che molto do
le. Giovanni Mortone nato in Ber- vesse giovare lo stabilire alcuni re
bourgh nella contea di Dorchester golamenti in proposito della disci
nell'Inghilterra, uomo di grande plina e de' costumi del clero, rac
esemplarità di vita, di molteplice colse nel i486 in un concilio i pre
letteratura, ed insignemente perito lati e gli ecclesiastici della sua pro
tiella scienza delle leggi, di cui ot vincia nella chiesa di s. Paolo di
tenne la laurea nell'università di Londra, nella quale occasione furo
Oxford, si esercitò in Londra nel no pubblicati utilissimi decreti. Quia-
l'avvocatura con tal reputazione, di lo stesso principe lo dichiarò can
che ne giunse la fama alle orecchie celliere d'Inghilterra, ed a sue istan
dell'arcivescovo di Cantorbeiy Bour- ze Alessandro VI a' 22 agosto i493
chier, il quale lo pose in ottimo lo creò cardinale prete del titolo di
aspetto presso il re Enrico VI che s. Anastasia, morendo poi in Knol-
lo dichiarò suo intimo consigliere. la nel i5oo, donde il suo cadavere
Nelle deplorabili sciagure, nelle quali fu trasferito in Cantorbeiy, nella
si trovò involto quel sovrano, mai magnifica cappella che aveva fatto
si discostò dal suo lato, onde Odoar- costruire nel sotterraneo di quella
do IV, quantunque capitale nemico chiesa, con isplendido ed elegante
di quel principe, essendo succe mausoleo.
duto al trono d' Inghilterra, non MOSAICO. V. Musaico.
potè non ammirare la costante fe-

FINE DEL VOLUME QUADRIGES1MOSESTO.


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