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208 Quaderns d’Italià 6, 2001 Ressenyes

misma y sus miembros, centrada duran- lar por la Academia y la corte virreinal
te este periodo en la actividad teatral, la intelectuales y poetas del prestigio de Gio-
exagerada devoción a santo Tomás de vanni Battista Marini, los hermanos
Aquino y el apoyo a los dominicos fren- Argensola, Antonio Mira de Amescua o
te a la obsesiva protección de los jesuitas el conde de Villamediana, de cuya cola-
por parte del duque de Osuna. No falta- boración y adhesión puede considerarse
ron, sin embargo, los trabajos literarios, reflejo el «Cancionero italoespañol», com-
especialmente destacables los de Giam- puesto entre 1625 y 1635, originaria-
battista Basile, a quien se atribuyen diver- mente dedicado al duque de Alba y,
sas ediciones críticas de obras en vulgar, posteriormente, completado con otras
como las Rime de Bembo, junto a com- composiciones dedicadas a Adriana Basi-
posiciones poéticas propias, en italiano o le, hermana de Giambattista.
en español; esta actividad puede conside- Un curioso apéndice documental y
rarse como paradigma del cambio opera- cronístico, con la edición íntegra de los
do en las preferencias literarias de la estatutos de la Academia y diversos testi-
Academia, abierta definitivamente a las monios contemporáneos, ajenos a la ins-
lenguas vulgares. A la vez que se conserva titución, completan un sugerente y
el peso del grupo fundacional de la Aca- amplio estudio, que ha sido capaz de
demia, fiel al poder virreinal, fuese cual aunar y fundir el interés histórico y lite-
fuese; grupo que manifestó su adhesión rario por una institución y un período
a Osuna encargando a Giambattista Basi- harto significativos de la historia de Nápo-
le un texto teatral, Il Giron, para celebrar les.
los triunfos navales del duque contra los
turcos. Los años posteriores vieron desfi- Montserrat Casas

Dino CAMPANA,
Cantos órficos y otros poemas,
Barcellona: DVD ediciones, 1998.

Per quanto non si possa dividere la critica una riappropriazione poetica che nega
del Novecento in detrattori di Campana l’opposizione visivo/veggente. E perciò è
da una parte e in campanofili dell’altra, oltremodo imprecisa quella calata di tono
il nome del Poeta traccia comunque un con cui Carlos Vitale, nel prologo all’e-
confine che ha percorso le poetiche e le dizione spagnola, fa il punto sulla que-
antologie di quello che Hobsbawm avreb- stione critica sostenendo che «los Cantos
be poi chiamato il «secolo breve». Da un órficos convierten rápidamente a Campa-
lato si schierino i riduzionisti, da Conti- na en un “mito” de la poesía italiana del
ni a Mengaldo, passando per la stronca- siglo XX». Ma al di là di questi piccoli inci-
tura di Saba («era matto e solo matto»); denti di percorso, il testo di presentazio-
dall’altro gli esaltatori, che vanno dalla ne e la cura del volume si rivelano, in
coppia neoavanguardista Anceschi-San- generale, senz’altro validi. Il lettore spa-
guineti — che nel Marradese ritrova il gnolo viene infatti avvicinato alla figura
centro propulsore delle esperienze espres- di Campana con un’introduzione che non
sionistiche del Novecento — fino ad arri- si limita — come purtroppo avviene sem-
vare alla linea ermetica Bigongiari-Luzi, pre più spesso — a un semplice scorcio
per cui l’orfismo diventa parola chiave in biografico ma riesce ad essere piacevol-
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mente divulgativo senza perdere di vista zione di un aggettivo («rojo») e la felice


le linee essenziali sull’autore, sull’opera e soluzione di un sostantivo («alivio» per
sulla fortuna critica. Il tallone d’Achille «refrigerio») per dare una versione imme-
è, piuttosto, la mancanza di una nota diatamente convincente. Meno forte si
bibliografica sugli studi e le traduzioni di dimostra invece Vitale di fronte alla metri-
Campana in Spagna: senza scendere in ca campaniana. E lo sguardo non può,
giudizi di merito, bisognava dar atto alme- ora, non uscire dagli Orfici propriamen-
no dell’esistenza di un’altra versione dei te detti per vagare fra le altre poesie, alla
Canti Orfici in lingua castigliana portata ricerca dell’attacco del «Notturno teppi-
a termine nel 1991 da Pedro Luís Ladrón sta», con cui quest’edizione spagnola si
de Guevara Mellado, che in fondo si è a chiude. Ripetiamo il famoso verso di aper-
lungo occupato del Marradese in vari tura di Campana: «Firenze nel fondo era
saggi e articoli. E non avrebbe poi sfigu- gorgo di luci di fremiti sordi». Nella ver-
rato un elenco delle traduzioni parziali sione di Vitale: «Florencia al fondo era
pubblicate in passato, di cui la maggior un torbellino de luces, de estremeci-
parte ad opera dello stesso Vitale (e si mientos sordos». Ecco: una minuzia come
segnala al proposito la sua scelta corposa quella virgola al centro diventa l’indizio
dei Cantos Órficos pubblicata nel 1984 a più chiaro della trasformazione. Si è perso,
Saragozza per i tipi dell’Olifante). insomma, il ritmo anapestico, triadico e
Tornando all’edizione in esame, infernale che sosteneva circolarmente tutto
comunque, dobbiamo attribuirle ancora il verso, e il sabbah metropolitano di
un altro valore preliminare. Le difficoltà Campana si salva nella traduzione solo
tecniche nelle pubblicazioni di opere con fuori dalla metrica, merito del resto di un
testo a fronte (o, come in questo caso, a sostantivo allungato e foneticamente ruvi-
piè di pagina) sono particolarmente insi- do come «estremecimientos».
diose, per cui i refusi sono all’ordine del Stessa osservazione si potrebbe fare
giorno: qui, invece, bisogna constatare la per la traduzione di «Batte botte». Anche
quasi totale correttezza della riproduzio- lì il lettore è trascinato ad imum dagli ana-
ne dell’originale italiano. pesti martellanti che riproducono i movi-
Ma entrando infine nel merito della menti spasmodici della nave: «Ne la nave
traduzione, va riconosciuto lo sforzo con / Che si scuote, / Con le navi che per-
cui Vitale ha cercato di aggiustare in spa- cuote / Di un’aurora / Sulla prora / Splen-
gnolo il linguaggio visionario di Campa- de un occhio / Incandescente». (E viene
na. I migliori risultati vengono raggiunti in mente, a confronto/scontro, la placi-
senza dubbio sul piano semantico e, da malinconia catulliana del vecchio fase-
soprattutto, nei brani in prosa, quando lo presentato nei trimetri giambici puri
evidentemente il traduttore si sente sgan- che scandivano il tonfo dei remi sulle
ciato da parecchie costrizioni formali. L’at- acque: «PhasElus Ille quEm vidEtis
tacco con cui riproduce l’incipit della hOspitEs, / aIt se fuIsse nAviUm celEris-
«Notte» è, in tal senso, emblematico: simUs»). Ma Vitale sceglie di non rispet-
«Ricordo una vecchia città, rossa di mura tare la catena accentuativa per giocare
e turrita, arsa su la pianura sterminata nel- tutte le sue carte sulla fonetica: «En la
l’Agosto torrido, con il lontano refrigerio nave / Que se debate, / Con las naves que
di colline verdi e molli sullo sfondo» percute / De una aurora / Sobre proa /
diventa «Recuerdo una vieja ciudad, de Brilla un ojo / Incandescente». Dove, si
muros rojos y torreada, abrasada sobre la noterà, la consonanza «se debate» e «per-
infinita llanura en el tórrido agosto, con el cute» è rinsaldata dal titolo del componi-
lejano alivio de colinas verdes y suaves al mento mantenuto il più fedele possibile:
fondo». Basta, in definitiva, la posposi- «Bate botes». E il risultato dev’essere frut-
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to di un ragionamento sofferto dato che un biglietto scaduto della metropolitana


lo stesso traduttore, nel 1989, nel florile- di Barcellona, la cui obliterazione riman-
gio campaniano Viaje a Montevideo y otros da alla data di morte del Poeta. Peccato,
viajes (Pamplona, Pamiela), si era accon- perché Sergio Gaspar, factotum della
tentato di un più anodino «Pega botes». DVD, ci aveva abituati, con una grafica
Ma fermiamoci qui. La versione spa- moderna e aggressiva, a risultati certa-
gnola, anche nei passaggi più ardui, rima- mente molto più convincenti.
ne pur sempre credibile e godibile. Un
prodotto ben riuscito e ben curato, mal- Francesco Ardolino
grado l’orribile immagine in copertina:

Antonio COLINAS,
Antología esencial de la poesía italiana,
Madrid: Espasa Calpe (Colección Austral), 1999, 477 p.

Nos hallamos, sin duda, ante uno de los go, es que la nueva antología recorre toda
poetas españoles que en estas últimas la historia literaria italiana, y satisface asis-
décadas más inclinación ha demostrado tir a esta ampliación cronológica, habida
hacia las letras italianas. En la presente cuenta, por un lado, la vasta difusión que
antología serán muchos quienes perciban garantiza la editorial en que el volumen
el eco de los Poetas italianos contemporá- ha visto la luz y, por otro, la falta de anto-
neos que Antonio Colinas publicó en logías en lengua castellana de estas carac-
1977. Desde esa fecha ya lejana hasta terísticas desde la histórica de Juan Luis
nuestros días, el autor ha perseverado con Estelrich, publicada en 1889 y nunca ree-
regularidad en su trayectoria vertiendo al ditada.
castellano algunos de los textos más Menor satisfacción produce, en cam-
emblemáticos de los siglos XIX y XX: Las bio, el criterio de Colinas como colector.
cenizas de Gramsci (1975), los Cantos de Y es que, pese al predominio de traduc-
Leopardi (1980), Cristo se paró en Éboli ciones suyas, el volumen incluye otras de
(1982), las Poesías completas de Quasi- diferente mano, hasta el punto de que
modo (1991), El jardín de los Finzi-Con- —como el propio Colinas declara—
tini (1993). La Antología esencial de la podría hablarse de una antología de tra-
poesía italiana que ahora nos ocupa reca- ductores. Nadie —esperamos— nos acu-
pitula los intereses y trabajos de todos sará de dogmatismo o intransigencia si
estos años, pero no sería justo ver en ella afirmamos que resulta difícil conjugar la
una simple refundición de viejos ma- disparidad de estilos y criterios en una ope-
teriales, por más que recoja tanto tra- ración «compuesta» de esta naturaleza y
ducciones leopardianas como un gran no se nos censurará —en virtud de esa
número de las incluidas en la antología misma heterogeneidad— por haber teni-
de 1977: versiones de Saba, Campana, do que renunciar en estas páginas a cual-
Cardarelli, Ungaretti, Montale y Quasi- quier valoración cualitativa de las
modo. Colinas ha sometido a revisión traducciones. Seleccionar y traducir no
cada uno de los textos recuperados, a la parece, en suma, ser la doble cara de una
vez que ha suprimido, sustituido o aña- misma moneda, como el título Antología
dido poemas en todos y cada uno de los esencial de la poesía italiana sugiere. Se pue-
autores. Lo más significativo, sin embar- den seleccionar traducciones y, por lo

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