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TEMA 5

TEXTOS LITERARIOS A: ANÁLISIS DE ASPECTOS SOCIOLINGÜÍSTICOS EN


TEXTOS LITERARIOS DEL SIGLO XX Y XXI
ÍNDICE

1. CIUDADES
a) Laila Wadia
b) Elsa Morante
c) Ranieri di Sorbello
d) Baccio Maria Bacci
e) Actividades
f) Solucionario

2. LENGUA Y DIALECTO
a) Luigi Meneghello
b) Elisabetta Rasy
c) Natalia Ginzburg
d) Giorgio Bassani
e) Actividades
f) Solucionario
CIUDADES

En esta sección se presentan cuatro textos de autores de épocas


diferentes cuyo nexo común es que todos ellos hablan de sus ciudades.

El primer texto corresponde a una novela de Laila Wadia, una escritora


que nació en Bombay y vive en Trieste. Desde hace unos años ha elegido la
lengua italiana como lengua de expresión literaria y el fragmento de la
antología habla de su lugar de residencia.

De Elsa Morante proponemos un fragmento que pertenece a su novela


La storia y describe el paseo de uno de sus protagonistas por un barrio en el
que nunca ha estado: el centro de Roma.

En su obra Perugia della bell’epoca de Uguccione Ranieri di Sorbello,


cuenta la historia de su ciudad y entre tantos hechos históricos narra, con gran
humorismo, el sistema de limpieza que utilizaban antiguamente en Perugia.

El pintor y escritor Baccio Maria Bacci da vida, en Il cielo de pietra, a la


Florencia del Quattrocento, a la vez que ilustra las vicisitudes por las que tuvo
que pasar Brunelleschi hasta que consiguió culminar la obra del cupolone la
gran cúpula de la catedral florentina.
LAILA WADIA

Laila Wadia nació en Bombay en 1966 y desde hace años vive en


Trieste, donde trabaja en la universidad. Ha publicado ya cuatro libros en
italiano, en los que habla de lo que significa vivir en Italia siendo originaria de
otro lugar.

PRESENTACIÓN DEL FRAGMENTO

La novela trata de cuatro mujeres (una china, una india, una albanesa y
otra bosnia) que viven en el mismo edificio en una calle de Trieste y se
relacionan para hacer frente a las dificultades comunes y para tejer una
amistad que las ayude a sobrellevar la experiencia de la inmigración.

FRAGMENTO
Il centro storico di Trieste incorpora tre tipologie di case. L’elegante
Borgo Teresiano, voluto dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria, sfoggia
imponenti palazzi color pastello, pieni di bassorilievi e statue allegoriche.
Queste meravigliose opere ora ospitano prestigiose banche, compagnie di
assicurazioni, studi notarili e lussuose dimore della borghesia triestina. Poi c’è
la città vecchia con le sue vie strette in un abbraccio popolano, le sue palazzine
degradate, una volta note ai più per via delle donnine allegre che vi
esercitavano la loro professione, casa e bottega in cinquanta metri quadri. Ora,
grazie all’aiuto della Comunità Europea, questa zona è stata sottoposta a un
restyling, come si usa dire, per fare più chic [...]. Da poco questo quartiere,
ribattezzato Zona Urban, ospita solo atelier e boutique, alberghi di charme e
attici alla portata esclusivamente di professionisti dal gusto eclettico.
Sebbene si trovi a ridosso di queste due aree, via Ungaretti appartiene a
una terza fascia del centro storico, quella che pare che sia il sole sia il Comune
si siano dimenticati1.
I pochi palazzi cenerentola di questa zona muffosa rimangono in perenne
attesa della bacchetta magica. Sperano di svegliarsi una mattina e trovare il

1
Se han olvidado (en italiano, es un subjuntivo).
principe azzurro che bussi alla porta con la scarpetta in mano. Ma per
l’amministrazione locale via Ungaretti e le due strade parallele sono come un
paio di calze con i buchi. Ogni tanto, quando si ricorda della loro esistenza, si
ripromette di trovare il tempo per rammendarle. Nel frattempo le nasconde in
fondo all’armadio.... (da Amiche per la pelle, Roma, edizioni e/o, 2007, pp. 7-8)

GLOSARIO

Sfoggiare - lucir
Palazzo - edificio
Assicurazioni – seguros
Dimora - morada
Alla portata di – al alcance de
A ridosso - cerca
Comune – Ayuntamiento
Muffosa – mohosa
Rammendare – zurcir
Nel frattempo – mientras tanto

Todavía no hay traducciones al español de obras de Laila Wadia


ELSA MORANTE

Elsa Morante (Roma 1912-1985) - Abandona los estudios por falta de


medios y empieza a colaborar en revistas. En 1941 se casa con Alberto
Moravia y publica su primer libro: Il gioco segreto; al año siguiente aparece un
libro de cuentos: Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina. Con
Menzogna e sortilegio (1948), gana el premio Viareggio. Colabora con la RAI y
escribe Lo scialle andaluso y luego L'isola di Arturo (1957). En 1962 se
separa. Publica Il mondo salvato dai ragazzini (1968) donde manifiesta su
preocupación por la humanidad y los peligros que la acechan. Su gran éxito
llega con la novela La storia (1974), aunque recibe también muchas críticas.
Dos años más tarde empieza la que será su última novela: Aracoeli (1982).

PRESENTACIÓN DEL FRAGMENTO

Aprovechando un templado día de invierno, un paseo por el centro de


Roma en la moto de su hermano mayor permite a Useppe, un niño muy
ingenuo, vivir una aventura y conocer barrios de su ciudad cuya existencia
ignoraba.

FRAGMENTO

Era inverno, ma la giornata, in pieno gennaio, pareva d'aprile. L'aria


tiepida, specie al sole, sapeva di pane. Appena fuori dal portone, senza
nemmeno aspettare l'invito di Nino, Useppe tutto in fremito s'aggrappò alla
macchina per saltare in sella, come su un cavalluccio. Nino aveva una giacca
di cuoio, i guantoni e il casco. Già alcuni ragazzini, come tanti innamorati,
s'erano raccolti intorno alla motocicletta, e Nino, con superiorità e
soddisfazione, spiegava: «È una Triumph!», degnandosi perfino di concedere a
quei poveri amanti qualche informazione particolare sulla cilindrata, il cambio, il
tamburo, il carter ecc.
La partenza fu strepitosa; e il viaggio, un vero raid fantascientifico per
Useppe! Fecero tutto il Centro Storico, da Piazza Venezia a Piazza del Popolo,
e poi a Via Veneto, Villa Borghese, e poi di nuovo indietro Piazza Navona, e il
Gianicolo, e San Pietro! Si scaraventavano per tutte le strade con un rumore
gigantesco, perché Ninnarieddu, per far sentire chi era lui, aveva abolito il
sistema della marmitta. E al loro passaggio la gente scappava da tutte le parti
sui marciapiedi, e protestavano, e le guardie fischiavano. Useppe non aveva
mai conosciuto quei quartieri, che in un ciclone risplendente correvano addosso
alla motocicletta di Nino, come a una sonda spaziale lanciata attraverso i
pianeti. A voltare gli occhi in alto, si vedevano statue volare con le ali distese fra
le cupole e le terrazze, e trascinare i ponti in corsa con le tuniche bianche al
vento. E alberi e bandiere giostrare. E personaggi mai visti, sempre di marmo
bianco, in forma d'uomo e di donna e d'animale, portare i palazzi, giocare con
l'acqua, suonare trombe d'acqua, correre e cavalcare dentro alle fontane e
appresso alle colonne. Useppe, proprio ubbriacato dal piacere dell'avventura,
accompagnava il tuono del motore con uno scoppiettio continuo di risate (Da La
Storia, Torino, Einaudi, 1995, p. 399)

GLOSARIO
senza nemmeno - sin ni siquiera
fremito – estremecimiento o escalofrío producido por la emoción,
saltare in sella – montar; aquí: montar en el sillín de la moto
tamburo – el tambor del freno
si scaraventavano - se lanzaban precipitadamente
Ninnarieddu – diminutivo cariñoso de Nino
giostrare – batirse en duelo
appresso – detrás
ubbriacato - embriagado
scoppiettio - chisporroteo

INFORMACIÓN SOBRE E. MORANTE EN LOS SIGUIENTES ENLACES:


www.italialibri.net/autori/morantee.html
www.italialibri.net/opere/lastoria.html

ALGUNAS TRADUCCIONES AL ESPAÑOL


La isla de Arturo Madrid, Espasa Calpe, 1957
La Historia, Madrid, Gadir,1974.
Araceli, Barcelona, Bruguera, 1984
Las extraordinarias aventuras de Caterina, Madrid, Gadir, 2005
El chal andaluz, Madrid, Cátedra, 2006
UGUCCIONE RANIERI DI SORBELLO

Uguccione Ranieri di Sorbello (1906-1969), perteneciente a una familia


de la antigua nobleza umbra, periodista, escritor, historiador y diplomático
recogió a lo largo de su vida gran cantidad de información y documentos
especialmente para la redacción de su obra: "Perugia della Bell'Epoca". Los
materiales, de tipo político, literario o biográfico han quedado integrados en la
Fundación que lleva su nombre. La Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation
se creó en Nueva York, en 1995, pero actualmente está asentada en Perugia.
Nació para mantener el patrimonio cultural de la familia Ranieri y hasta 1998 su
sede fue el castillo de Civitella Ranieri, cercano a Umbertide. La rica biblioteca,
además de un número notable de volúmenes, contiene grabados, mapas,
dibujos, retratos, telas, bordados, porcelana y un importante archivo fotográfico.

PRESENTACIÓN DEL FRAGMENTO

En Perugia idearon un buen método para mantener limpia la plaza del


mercado, sin gastos. Los Ranieri tuvieron el privilegio de criar a dos cerdos que
recorrían toda la plaza, una vez terminado el mercado.

FRAGMENTO

Immaginate in che stato si doveva trovare la piazza dell'Erbe alla fine di


una mattinata di compravendite, tutta punteggiata di foglie di cavolo, di bucce e
di mele marce. Ebbene anche a questo, Perugia antica aveva trovato un
rimedio.
In quale secolo nacque l'usanza non so. Il marchese Francesco Antinori,
che fu giovanetto 2 a Perugia a fine secolo, mi narrava che suo padre gli diceva
di averla vista ancora in atto negli anni Sessanta.
Si trattava di questo: i Ranieri, il cui palazzo sorge sulla piazza accanto al
Gesù, godevano l'antico diritto di far passeggiare avanti e dietro per la piazza
ogni mattina, purché accompagnati, due maiali. Il resto del tempo questi obesi

2
Fue joven.
messeri lo passavano in una stalla giù negli orti che ancora s'aprono tra le mura
ai piedi della chiesa-grattacielo. (Ben quattro chiese sovrapposte formano il
Gesù, e quella che tutti conoscono suIla piazza non è che la superiore). Un
mozzicone di vicolo ora cieco, che menava negli orti dei Ranieri da via Assi si
chiamava infatti vi’ del Porco.
Quando il mercato stava per chiudere, si vedeva apparire un famiglio
preceduto dai due mangiatutto i quali, specie nella stagione autunnale che
avvicinava per loro il giorno di render grazie di ogni bene ricevuto, erano
sempre di notevoli proporzioni. Deambulando avanti e dietro per la piazza e
lavorando a più non posso di ganasce, in meno di mezz'ora essi la nettavano di
ogni residuo erbaceo o leguminoso. I rivenderuoli dovevano solo stare all'erta
che non ficcassero il grugno nelle ceste.
Era una passeggiata di ovvia utilità pubblica per la pulizia che ne
conseguiva e di ancor più utilità ai proprietari titolari del diritto, i quali
risparmiavano così i pastoni. Inutile dire che da tempo immemorabile i perugini
avevano appioppato un nomignolo, ai due validi coadiutori della pubblica igiene.
Li chiamavano i « Signorini di casa Ranieri ». (Da Perugia della Bell’epoca
Perugia, Volumnia Editrice,1970 p.109).

GLOSARIO

ancora in atto - todavía activo


appioppato - colgado
coadiutori - el que ayuda a otro a completar un trabajo.
famiglio - sirviente
grugno – jeta, morro
lavorare di ganasce - mover la mandíbula; comer a dos carrillos
messeri - micer (Señor)
mozzicone - pequeño residuo, resto
pastoni - forraje
Perugia antica - Perugia en la antigüedad
punteggiata di foglie di cavolo – señalada, marcada por las hojas de col.
purché accompagnati- con tal de que fueran acompañados
render grazie di ogni bene ricevuto – agradecer todo lo que se ha recibido
rivenderuoli – vendedores

INFORMACIÓN SOBRE U. RANIERI EN LOS SIGUIENTES ENLACES.


http://www.fondazioneranieri.org/
http://www.pendragon.it/persona.do?id=828
BACCIO MARIA BACCI

Baccio Maria Bacci (Florencia 1888 – 1974) pintor y escritor. Estudia


pintura en Alemania y Florencia. En 1911 recibe el Premio de la Cámara de
Comercio de Florencia. Viaja a París en 1913 y allí se relaciona con Degas,
Bergson, y Cezanne. Posteriormente conoce a Picasso, Severini y Kandisky.
En 1922 junto a otros intelectuales y artistas: Curzio Malaparte, Raffaello
Franchi, Primo Conti, Mario Tinti crea la “Corporazione delle Arti”. Se
desenvuelve en el ambiente de escritores que colaboran en la revista “Solaria”.
Empieza los frescos sobre la vida de San Francisco para el convento de la
Verna (Arezzo) y colabora en el teatro con su amigo Dalla Piccola (Volo di
notte, scene e costumi, 1939). Durante la segunda guerra mundial es
nombrado Presidente de la Comisión para la Protección de las obras de Arte de
Florencia. Sus obras están presentes en numerosos museos de Roma, Génova
y Florencia (Galería de los Oficios y Palacio Pitti).

PRESENTACIÓN DEL FRAGMENTO

Cosme de Medici vuelve revisa con Brunelleschi los planos para de su


nueva casa. El arquitecto le propone casi una palacio real. Cosme le explica
que es una mercader y sólo quiere una casa de mercader.

FRAGMENTO

Poco dopo il suo ritorno da Ferrara, Cosimo de’ Medici ricevette 3 Filippo
nella stanza che gli serviva da scrittoio e dove, accanto a opere d’arte
bellissime, teneva le carte e i registri della sua azienda.
-Messer Cosimo, ho fatto quanto mi avete chiesto tempo fa e spero di
avervi contentato- lo salutò Filippo mostrandogli un grosso rotolo di carte.
-Bravo maestro Filippo, ti sei sbrigato davvero; guardiamo come hai
immaginato la casa che mi voglio costruire a Firenze. Fammi vedere, son
curioso...

3
Recibió.
Filippo cominciò a svolgere il rotolo dove erano tracciati i piani della
fabbrica. Aveva pensato che, accanto alla chiesa di S. Lorenzo, la casa dei
Meidici doveva sorgere grandiosa, quasi un simbolo della forza, dell’opulenza
della famiglia e dell’intelligenza dei suoi componenti che ormai quasi da un
secolo erano fra i piú illustri cittadini di Firenze. Cosimo esaminava via via, un
disegno dopo l’altro: il prospetto della facciata, i particolari dei cortili, le piante
dei diversi piani, e Filippo esponeva le sue idee, le sue intenzioni illustrandone i
particolari.
Il Medici taceva assorto, guardando quasi con meraviglia quello che
Filippo aveva tracciato.
- Ebbene, messer Cosimo, come vi ho servito?- domandò l’architetto con
una punta d’impazienza.
- Filippo, questo è il palazzo da re.
- Come da re?
- Si, è un palazzo che può ospitare la Corte di un Re di Corona, che
abbia un grande stato da governare - spiegò messer Cosimo.
- Cosa dite? Ma la casa de’ Medici ha, nel mondo, piú potenza di molti
Re.
- Anche se fosse vero quello che dici, maestro Filippo, io non sono re e
non sento nessun desiderio di diventarlo. I Fiorentini lo devono sapere e non
mancherò mai di rammentarglielo. Io voglio una casa da mercante qual sono,
una casa che possa ospitare degnamente una famiglia, non piccola, una casa
che sia aperta agli amici illustri ed oscuri, ma che resti la casa di un mercante.
(Da Baccio Maria bacci- Il cielo di pietra, Firenze, Vallecchi, 1955)

GLOSARIO

ti sei sbrigato – has trabajado con rapidez


fabbrica - construcción
via via - poco a poco
prospetto - frontis
come vi ho servito - habéis quedado satisfecho
una casa da mercante – una casa de mercader
amici illustri ed oscuri - amigos ilustres y desconocidos
INFORMACIÓN SOBRE B. M. BACCI EN LOS SIGUIENTES ENLACES:
http://www.800artstudio.com/it/bacci.php
http://www.cgil.it/Arte/Artista.aspx?COD=BACCIO_MARIA_BACCI

TRADUCCIONES AL ESPAÑOL
El cielo de piedra, Madrid, Velecío Editores, 2005.
ACTIVIDADES

A. LAILA WADIA

1) Después de leer el fragmento de Wadia, completa las frases con las


preposiciones DI o DA (simples o contractas):
a) Il centro storico ..... Trieste incorpora tre tipologie .... case.
b) L’elegante Borgo Teresiano è stato voluto .......... imperatrice Maria
Teresa d’Austria.
c) Ci sono palazzi color pastello, pieni .... bassorilievi e statue
allegoriche.
d) ... poco questo quartiere ospita solo alberghi e attici alla portata ...
professionisti dal gusto eclettico.

B. MORANTE

1) Busca en Internet un mapa de Roma y mira el recorrido de Nino y Useppe,


¿sabes decir si en su periplo han cruzado el río?

2) “Era inverno…”. Intenta completar los nombres de los meses y las


estaciones del año:

inverno ……………. ……………… ………………….


Gen- Di-
naio cem-
bre

3) TRASFORMA AL PRESENTE**:
Era inverno, ma la giornata pareva d'aprile. L'aria tiepida, specie al sole,
sapeva di pane. Appena fuori dal portone, Useppe s'aggrappò alla macchina
per saltare in sella. Nino aveva una giacca di cuoio, i guantoni e il casco.
La partenza fu strepitosa; fecero tutto il Centro Storico. Si scaraventavano
per tutte le strade con un rumore gigantesco, perché Ninnarieddu, per far
sentire chi era lui, aveva abolito il sistema della marmitta. E al loro passaggio la
gente scappava da tutte le parti sui marciapiedi, e protestavano, e le guardie
fischiavano. A voltare gli occhi in alto, si vedevano statue volare con le ali
distese fra le cupole e le terrazze, Useppe accompagnava il tuono del motore
con uno scoppiettio continuo di risate.

3) LEE LAS INFORMACIONES DE LA WEB Y DESPUÉS CONTESTA A LAS PREGUNTAS


http://www.turismoroma.it/benvenuti_a_roma/muoversi_in_citta**:
a) A Roma si può parcheggiare dove ci sono strisce gialle?
b) Quanto dura il tragitto del bus Open Turistico?
c) Il biglietto turistico quanti giorni dura?

C. RANIERI DI SORBELLO

1) I protagonisti di questo testo sono due maiali: sei capace di enumerare i nomi
italiani di per lo meno otto animali?

2) Il testo parla di un mercato: sei capace di enumerare i nomi italiani di per lo


meno dieci tipi di frutta o verdura?

3) Dove si trova Perugia? Quanti abitanti ha? Per quali ragioni è famosa? Cerca
informazioni su Internet in web scritte in italiano.

D. BACCI

1) Prova a spiegare gli usi della preposizione “da” nei sintagmi seguenti:
a) Ritorno da Ferrara
b) la stanza che gli serviva da scrittoio
c) da quasi un secolo
d) un palazzo da re
SOLUCIONARIO

A) LAILA WADIA

1) Di, di, dall’, di, da, di, del.

B. MORANTE

1) SÍ
2)
INVERNO gennaio, febbraio, marzo
PRIMAVERA aprile, maggio, giugno
ESTATE luglio, agosto, settembre
AUTUNNO ottobre, noviembre, dicembre

3) È inverno, ma la giornata pare d'aprile. L'aria tiepida, specie al sole, sa


di pane. Appena fuori dal portone, Useppe s'aggrappa alla macchina per
saltare in sella. Nino ha una giacca di cuoio, i guantoni e il casco.
La partenza è strepitosa; fanno tutto il Centro Storico. Si scaraventano per
tutte le strade con un rumore gigantesco, perché Ninnarieddu, per far sentire
chi è lui, ha abolito il sistema della marmitta. E al loro passaggio la gente
scappa da tutte le parti sui marciapiedi, e protestano, e le guardie fischiano. A
voltare gli occhi in alto, si vedono statue volare con le ali distese fra le cupole e
le terrazze, Useppe accompagna il tuono del motore con uno scoppiettio
continuo di risate.

4) No; due ore; tre giorni.

C. RANIERI DI SORBELLO

1) Cane, gatto, topo, criceto, talpa, pesce, cavallo, asino, lucertola, struzzo,
mucca, bue, vitello, gallo, gallina, pulcino, pollo, uccello, tacchino, ecc.
(perro, gato, ratón, hámster, topo, pez/pescado, caballo, asno, lagarto,
avestruz, vaca, buey, ternero, gallo, gallina, pollito, pollo, pájaro, pavo, etc.)

2) Mela, pera, banana, arancia, mandarino, susina, pesca, pomodoro, spinaci,


carciofi, zucchine, melanzane, piselli, carote, cavolfiore, ecc.
(manzana, pera, plátano, naranja, mandarina, ciruela, melocotón, tomate,
espinacas, alcachofas, calabacines, berenjenas, guisantes, zanahorias,
coliflor, etc.).

3) [Este texto es un ejemplo de lo que se puede escribir] Perugia è il capoluogo


dell’Umbria. È una città di meno di 200.000 abitanti con un’importante università
per stranieri. Nell’antichità è stata un’importante città etrusca e di questo
passato rimangono importanti resti archeologici. È ricca di bei palazzi di epoca
medievale, come per esempio il Palazzo dei Priori. Dal 1973 è sede di un
importante festival internazionale, Umbria Jazz.

D. BACCI

1) a) Ritorno da Ferrara [este “da” indica separación, alejamiento]


b) la stanza che gli serviva da scrittoio [en este caso se trata del “da” que
indica la función de algo (occhiali da sole, tazza da caffè)]
c) da quasi un secolo [este es el “da” que indica tiempo, coresponde a
desde, desde hace]
d) un palazzo da re [este último es un “da” que corresponde a “digno de”]
LENGUA Y DIALECTO

En esta sección se presentan fragmentos que ilustran algunas de las


diferentes relaciones que pueden establecerse entre lengua italiana y dialecto.

El primero es de Luigi Meneghello y hace referencia al dialecto véneto


que el autor aprendió en Malo, el pueblo en el que pasó su infancia. Se trata de
un texto bastante complejo desde el punto de vista léxico y morfosintáctico,
pero lo seleccionamos porque refleja el valor que muchos italianos conceden
al dialecto como forma de expresión que los pone en relación directa con la
realidad de la vida cotidiana y los sentimientos.

El segundo pertenece a la autora Elisabetta Rasy y trata del dialecto


napolitano. Presenta una relación con el dialecto distinta a la de Meneghello,
más intuitiva: el dialecto como fuente de unión familiar.

El tercero corresponde a la escritora Natalia Ginzburg que introduce el


uso del dialecto milanés, en el plano afectivo, estrechamente ligado a sus
recuerdos infantiles.

El cuarto fragmento es del escritor Giorgio Bassani que pone en boca


de su personaje los nombres en dialecto ferrarés de los árboles frutales, como
expresión de apego a la realidad del terruño.
LUIGI MENEGHELLO

Luigi Meneghello (Malo (Vicenza) 1922- Thiene 2007). En 1939 se


matricula en Filosofía y Letras en la Universidad de Padua y en 1940 entra en
contaco con ambientes antifascistas. Más tarde forma parte de la Resistencia y
como partigiano realiza diferentes misones. Después de la Guerra (1947)
enseña en la Universidad de Reading en Inglaterra. Se casa con un judia
superviviente del Campo de Auschwitz. Colabora con la BBC emitiendo
programas de literatura italiana. En 1961 el Meneghello es nombrado director
del Departamento de Italiano hasta que en 1980 se traslada a Londres. A partir
de 1980 y hasta 2004, año de la muerte de su mujer, vive a caballo entre
Inglaterra y Thiene (Vicenza) donde muere en 2007. Recibió el premio Bagutta
por Bau-sète! en 1989, en 2001 el Premio Chiara 2000 por toda su carrera y el
premio Antonio Feltrinelli en 2007. Fue nombrado Doctor honoris causa por las
Universidades de Turín, Perugia y Palermo. Recordamos entre sus obras:
Libera nos a Malo, Milano, 1963; I piccoli maestri, Milano, 1964; Pomo Pero,
Milano, 1974; Fiori italiani, Milano, 1976; L'acqua di Malo, Lubrina, 1986;
Tremaio. Note sull'interazione tra lingua e dialetto nelle scritture letterarie,
Lubrina, 1986; Bau-Sète!, Milano, 1988; Il dispatrio, Milano, 1993; La materia di
Reading, Milano, 1997; Trapianti. Dall'inglese al vicentino, Milano, 2002; La
materia di Reading e altri reperti, Milano, 2005.

PRESENTACIÓN DEL FRAGMENTO

El fragmento es una reflexión sobre los distintos niveles de la


comunicación: un nivel superficial, para el que se utilizan diferentes lebguas y
un nivel más profundo en el que quedan plasmada las huellas y las cicatrices
del dialecto.

FRAGMENTO

Ci sono due strati nella personalità di un uomo; sopra, le ferite


superficiali, in italiano, in francese, in latino; sotto le ferite antiche che
rimarginandosi hanno fatto queste croste delle parole in dialetto. Quando se ne
tocca una si sente sprigionarsi una reazione a catena, che è difficile spiegare a
chi non ha il dialetto. C’è un nocciolo indistruttibile di materia apprehended,
presa coi tralci prensili dei sensi; la parola del dialetto è sempre incavicchiata
alla realtà, per la ragione che è la cosa stessa, percepita prima che
imparassimo 4 a ragionare, e non piú sfumata in seguito dato che ci hanno
insegnato a ragionare in un’altra lingua. Questo vale soprattutto per i nomi delle
cose. (De Libera nos a malo, Milano, Mondadori, 2004, p. 37)

GLOSARIO

Crosta= costra.
Ferita = herida.
Incavicchiato= anclado.
Nocciolo= hueso, núcleo.
Rimarginarsi= cicatrizar.
Sfumato= matizado, atenuado.
Sprigionarsi= desencadenarse.
Strato= capa.
Tralcio= sarmiento.

INFORMACIÓN SOBRE LUIGI MENEGHELLO EN LOS SIGUIENTES


ENLACES:

http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Meneghello
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/06_Giugno/26/meneghello_
morto_vicenza.shtml
http://bibliogarlasco.blogspot.com/2008/06/ricordo-di-luigi-meneghello-1922-
26.html

TRADUCCIONES AL ESPAÑOL:
Los pequeños maestros, Sevilla, Barataria, 2008.

4
Aprendiéramos.
ELISABETTA RASY

Elisabetta Rasy (Roma 1947). Cultiva la literatura de género colabora en


periódicos y revistas como La Stampa, Panorama, Corriere della Sera y es
autora de relatos y novelas: La prima estasi (1985) Premio Mondello Opera
Prima; Il finale della battaglia (1988); L’altra amante (1990); Mezzi di trasporto
(1993); Ritratti di Signora (1995), finalista del premio Strega; Posillipo 1997),
Premio Selezione Campiello y Premio Napoli; L’ombra della luna (1999),
Premio Donna Città di Roma; Tra noi due (2002), Premio Flaiano; Succede a
Roma (2005); La scienza degli addii (2005); L’estranea (2007). Es autora de
ensayos sobre temas de género: La lingua della nutrice, 1978 y Le donne e la
letteratura, 1984 y colabora en periódicos y revistas. Sus obras han sido
traducidas a varios idiomas. Junto a otros colaboradores ha fundado la revista
Panta.
PRESENTACIÓN DEL FRAGMENTO
La autora subraya la variedad étnica de su familia, y el uso que en ella se hace
de diferentes lenguas. A pesar de que el dialecto no se utiliza como lengua de
comunicación cotidiana, a través del canto adquiere toda su capacidad
expresiva y de unión familar.
.
FRAGMENTO

La mia famiglia paterna era napoletana, ma in realtà era un po’ un porto


di mare. Mia nonna che aveva ascendenze spagnole, aveva sposato un greco –
un greco cipriota di una famiglia mezzo turca- che poi, separandosi la coppia, si
era trasferito in Francia. Mio padre aveva fatto parte dei suoi studi in Francia e
in Svizzera. Mia zia, sua sorella, aveva sposato un avvocato texano, ufficiale
delle truppe di liberazione 5, con antenati francesi. Mia nonna, inoltre, come
molte ragazze napoletane del suo ambiente (come mia zia e come me, finché
restai 6 a Napoli) aveva studiato dalle suore francesi. In casa, dunque, c’era una

5
Se refiere a las tropas del ejército estadounidense que liberaron Italia de la ocupación
alemana a finales de la segunda guerra mundial.
6
Me quedé.
sorta di trilinguismo: l’italiano, su cui mia madre era inflessibile, perché avendo
studiato da attrice ci teneva alla dizione perfetta; il francese, usato come lingua
segreta o codice degli adulti e anche retaggio di antico splendore sociale, e il
dialetto. Ma si ricorreva, in realtà, al dialetto cosí come si ricorreva al francese:
il dialetto non era affatto una lingua naturale, una lingua spontanea o
precedente l’italiano, ma una sorta di codice di appartenenza, o forse di
riconoscimento. Una lingua non tanto di comunicazione privilegiata perché piú
duttile piú ricca, quanto una lingua di complicità, un oscuro richiamo. L’uso che
si faceva del dialetto, proprio perché cosí frammentario e artificioso, aveva
qualcosa per cosí dire di antidemocratico: alludeva a una lontananza e non a
una vicinanza rispetto al popolo che lo parlava. Credo che sia per questo che
non ho mai detto in vita mia una sola parola in dialetto. [...]
Nella mia ondeggiante famiglia c’era, però, un momento in cui il dialetto
napoletano riacquistava d’incanto tutta la pienezza, la potenza e la capacità
d’illusione che il suo capriccioso uso sociale gli aveva tolto. Era quando si
cantava. Tutti cantavano, in casa, e inoltre c’erano delle serate di canto, anche
filologiche, con antiche canzoni perfettamente restaurate per l’occasione. Allora
il dialetto non era piú un codice snob, e diventava una lingua. Ma una lingua
perduta, la lingua di una finzione, la finzione artistica, ma anche la finzione del
cuore, e la finzione del tempo che non passa. (De Posillipo. Milano, Rizzoli,
1997, pp.12-13)

GLOSARIO

Non .... affatto = no .... para nada.


Ondeggiante = ondulante.
Retaggio = vestigio.
Sorta = especie.
Tenerci = dar mucha importancia, preocuparse por.
INFORMACIÓN SOBRE E. RASY EN LOS SIGUIENTES ENLACES:

http://www.festivaletteratura.it/archivio/schedaautore.php?autid=387
http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?obji
d=8528155

ALGUNAS TRADUCCIONES AL ESPAÑOL:


La ciencia del adiós ,Madrid, Alianza Editorial, 2007.
La extraña, Madrid, Alianza Editorial, 2009.
NATALIA GINZBURG

Natalia Ginzburg (Palermo 1916 - Roma 1991). En una entrevista con


Luciano Simonelli (1974) cuenta como a los diecisiete años tuvo que repetir
curso y se vió tan humillada que sintió la necesidad de hacer algo para
demostrarse a sí misma su propia valía. Escribió su pirmer relato de un tirón en
una sola noche. Después de enseñárselo a su hermano, se decidió a mandarlo
a la revista Solaria, entonces una de las revistas de mayor prestigio literario,
que lo publicó. Vivió en Turín y se integró en el grupo de intelectuales próximos
al grupo editorial Einaudi, uno de los más importantes de Italia. Pero en 1940,
sufrió el destierro en la región de los Abruzos junto a su primer marido Leone
Ginzburg, judio antifascista, asesinado por los nazis en la cárcel en Roma en
1944. En 1942 publica su primera novela: La strada che va in città bajo el
pseudónimo de Alejandra Torninparte. Después de la guerra Ginzburg se
traslada a Roma como muchos otros intelectuales y participa activamente en la
vida cultural de la capital. En 1950 contrae matrimonio con otro escritor,
Gabriele Baldini.

PRESENTACIÓN DEL FRAGMENTO

Tanto el primero como el segundo fragmento, resumen con breves


frases en dialecto situaciones concretas, próximas a la realidad cotidiana, que,
a través del dialecto entran en el mundo de los recuerdos.

FRAGMENTO

Mia madre era milanese, ma di origine triestina anche lei; e d’altronde


aveva sposato, con mio padre, anche molte espressioni triestine. Il milanese
veniva a mescolarsi nel suo parlare, quando raccontava ricordi d’infanzia.
Aveva visto un giorno, camminando per strada, a Milano, quand’era piccola, un
signore impettito, immobile davanti a una vetrina di parrucchiere, che fissava
una testa di bambola, e diceva tra sé: - Bella, bella, bella. Troppo lunga de col 7.
Molti dei suoi ricordi erano così: semplici frasi che aveva sentito. Un
giorno, con le sue compagne di collegio e con le maestre, era fuori a passeggio.
D’un tratto una delle bambine si era staccata dalla fila, correndo ad abbracciare
un cane che passava: lo abbracciava, e diceva: - L’è le, l’è le, l’è la sorella della
mia cagna! [...] (De Lessico famigliare (En Opere, vol. I. Milano: Mondadori,
2001, p. 914)

Poi c’era un’altra zia di mia madre, la zia Cecilia, che era famosa per
questa frase. Una volta mia madre le aveva raccontato che erano stati in
pensiero per mio nonno, il quale tardava a rincasare, e temevano gli fosse
successo qualcosa. La zia Cecilia subito aveva chiesto: - E cossa g’avevate a
pranzo, risi o pasta? 8 – Pasta, -aveva risposto mia madre-. Bon che non
avevate risi, perché sennò chissà che lunghi ch’el diventava 9.
I miei nonni materni morirono entrambi prima della mia nascita. La mia
nonna materna, la nonna Pina, era di famiglia modesta, e aveva sposato mio
nonno che era un suo vicino di casa: giovanottino occhialuto, distinto avvocato
agli inizi della sua professione, che lei sentiva ogni giorno, sul portone, chiedere
alla portinaia: - Ci sono lètere 10 per me? – Mio nonno diceva lètere, con una t
sola e le e strette; e questo modo di pronunciare quella parola sembrava a mia
nonna un gran segno di distinzione; e anche perché desiderava farsi, per
l’inverno, un cappottino di velluto nero. Non fu un matrimonio felice. (De
Lessico famigliare En Opere, vol. I. Milano: Mondadori, 2001, p. 916).

GLOSARIO

Collegio = internado
Distinzione = elegancia
Impettito =
Occhialuto = gafitas

7
Tiene el cuello demasiado largo.
8
¿Qué teníais para comer: arroz (literalmente “arroces”) o pasta?
9
Menso mal que teníais arroces, porque en caso contrario quien sabe que largos que se hubieran puesto.
10
Cartas (en italiano con doble “t”: lettere
Rincasare = volver a casa
Velluto = terciopelo

INFORMACIÓN SOBRE NATALIA GINZBURG EN LOS SIGUIENTES ENLACES:

http://www.italica.rai.it/index.php?categoria=biografias&scheda=natalia_ginzburg
http://www.italica.rai.it/argomenti/grandi_narratori_900/index.htm
www.italialibri.net/.../ginzburg/attivita.html
www.italialibri.net/opere/lessicofamigliare.html

ALGUNAS TRADUCCIONES AL ESPAÑOL


Querido Miguel, Barcelona, Barcelona, El Acantilado, 2000
Las palabras de la noche, Valencia, Pre.Textos, 2001
Las pequeñas virtudes, Barcelona, El Acantilado, 2002
Léxico Familiar, Barcelona, Lumen, 2007
Familias, Barcelona, Lumen, 2008
Ensayos completos, Barcelona, Lumen,2009
GIORGIO BASSANI

Giorgio Bassani (Bologna 1916 - Roma 2000) transcurre su infancia en Ferrara.


Obtiene la licenciatura en la Universidad de Bologna en 1935, a pesar de las
leyes raciales que prohibían a los judíos matricularse en la Universidad. En
1940 publica, bajo pseudónimo su primera obra: Una città di pianura. Entra en
la lucha política clandestina y se traslada primero a Florencia y luego a Roma.
En 1956 publica Cinque storie Ferraresi, y gana el Premio Strega. Durante su
etapa como director editorial de Feltrinelli se publica Il gattopardo de Giuseppe
Tomasi di Lampedusa. En 1959 se publica Le storie ferraresi. Por entonces
colabora en las más prestigiosas revistas literarias. Pero su gran éxito no llega
hasta 1962 con la novela sobre la vida de la burguesía judía de Ferrara: Il
giardino dei Finzi-Contini, por la que recibe el Premio Viareggio y sobre la que
Vittorio de Sica rodará la película homónima. En 1968 gana el Premio
Campiello con Airone, en 1983 el Premio Bagutta con la obra In rima e senza, y
en 1992 el Premio Feltrinelli en reconocimiento a su carrera como escritor.
Después de su muerte se crea en Codigoro la Fundación Giorgio Bassani.

PRESENTACIÓN DEL FRAGMENTO

La voz narrante recuerda los paseos que daba en 1939 con Micòl, una
amiga, joven universitaria culta y de clase alta de la ciudad de Ferrara, por el
enorme parque que rodeaba la casa de la familia de ella.

FRAGMENTO

Per gli alberi da frutta, poi, ai quali era riservata una larga fascia di
terreno proprio sotto le Mura degli Angeli, al riparo dai venti del nord ed esposta
al sole, Micól nutriva un affetto molto simile –avevo notato- a quello che
mostrava nei riguardi di Perrotti11 e di tutti i membri della sua famiglia. Me ne

11
Criado de la familia de Micòl, para la que trabajaban también los hijos, Titta y Bepi,
nombrados más adelante.
parlava, di quelle umili piante domestiche, con la stessa bonarietà, con la
stessa pazienza; e tirando fuori il dialetto molto spesso: il dialetto che, nei
rapporti con le persone, adoperava soltanto trattando con Perrotti, appunto, o
con Titta e Bepi, quando ci succedeva di incontrarli e ci fermavamo a scambiare
qualche frase. Di rito, ogni volta, era la sosta davanti a un grande prugno, dalla
chioma vasta e dal tronco poderoso come una quercia: il suo prediletto. “Il
brógn sèrbi”, le prugne acerbe, che faceva quel prugno là –mi raccontava-, le
parevano straordinarie, da bambina. Le preferiva, allora, a qualunque
cioccolatino Lindt. Poi, verso i sedici anni, aveva smesso di colpo si sentirne
voglia, non le erano piaciute più, e adesso preferiva, alle “brogne”, i cioccolatini
Lindt e non Lindt (quelli amari, però, esclusivamente quelli amari!). Così le mele
erano i “pum”; i fichi, “i figh”; le albicocche, “i mugnàgh”; le pesche, “i pèrsagh”.
Non c’era che il dialetto, per parlare di queste cose. Soltanto la parola dialettale
le permetteva nominando alberi e frutta, di piegare le labbra nella smorfia tra
intenerita e sprezzante che il cuore suggeriva.(De Il giardino dei Finzi Contini
Torino, Einaudi, 1999 pp. 111-112).

GLOSARIO

Affetto = cariño
Al riparo da = protegidos de
Amari = de chocolate negro
Appunto = eso es
Chioma = copa
Cioccolatino = bombón
Fascia = franja
Nei riguardi di = hacia
Prediletto = favorito
Prugno = ciruelo
Quercia = roble
Smorfia = mueca
Sosta = parada
Tirare fuori = sacar
INFORMACIÓN SOBRE GIORGIO BASSANI EN LOS SIGUIENTES
ENLACES:

http://fondazionegiorgiobassani.it/
http://www.italialibri.net/autori/bassanig.html
http://www.italica.rai.it/argomenti/grandi_narratori_900/bassani.htm

ALGUNAS TRADUCCIONES AL ESPAÑOL:

El jardín de los Finzi-Contini, Barcelona, Planeta 1976. (2ª ed. 1997)


Lida Mantovani y otras historias de Ferrara. Barcelona, Barral Editores,1971.
ACTIVIDADES

A. TEXTO DE MENEGHELLO

DESPUÉS DE LEER EL TEXTO DE MENGHELLO ESCOGE LA AFIRMACIÓN CORRECTA*:

1A) 1. Le affermazioni di Meneghello si riferiscono solo alla situazione


lingüística italiana.
2. Le affermazioni di Meneghello si riferiscono in generale alla situazione
linguistica di molti paesi.
1B) 1. Le differenze tra lingua e dialetto si notano soprattutto nei nomi delle
cose.
2. Per i nomi delle cose non esistono grandi differenze tra lingua e dialetto.

2) VUELVE A LEER EL TEXTO Y PIENSA A QUÉ SE REFIERE EL “NE” QUE MENEGHELLO


UTILIZA EN LA FRASE “QUANDO SE NE TOCCA UNA”*.

B. TEXTO DE RASY

1) BUSCA EN EL FRAGMENTO FORMAS CONJUGADAS DEL VERBO “ESSERCI”**.


2) COMPLETA LAS FRASES UTILIZANDO “DI” (SIMPLE O CONTRACTA) O “CHE”**:
a) La madre di Elisabetta ci teneva alla dizione perfetta piú ......... altri
membri della famiglia.
b) Il dialetto era piú artificioso .... spontaneo.
c) Il dialetto si usava piú per cantare ....... per parlare.
d) Per Elisabetta l’italiano era piú naturale ...... dialetto.

C) EL DIALECTO

MIRA DOS VECES EL VÍDEO QUE ENCUENTRAS EN


http://www.scrittoriperunanno.rai.it/scrittori.asp?videoId=230&currentId=59

Y CONTESTA A ESTAS PREGUNTAS*:


1) La famiglia di Consolo era povera?
2) Da ragazzo, Consolo ha visto un comizio sulla piazzetta del
paese in lingua o in dialetto?
3) Da ragazza, Consolo conosceva il mondo contadino?
4) Che linguaggio gli ha insegnato Amalia?
5) Secondo lui l’immigrazione è un fenomeno da combattere?

D) TEXTO DE NATALIA GIZBURG


1) COMPLETA CON LOS PRONOMBRES NECESARIOS*:
Mia madre era milanese, ma di origine triestina anche ....
D’un tratto una delle bambine si era staccata dalla fila, correndo ad
abbracciare un cane che passava: .... abbracciava, e diceva: - L’è le, l’è le, l’è la
sorella della mia cagna!
Poi c’era un’altra zia di mia madre, la zia Cecilia, che era famosa per
questa frase. Una volta mia madre .... aveva raccontato che erano stati in
pensiero per mio nonno, il quale tardava a rincasare, e temevano ... fosse
successo qualcosa.
La mia nonna materna, aveva sposato mio nonno che era un suo vicino
di casa: giovanottino occhialuto, che lei sentiva ogni giorno, sul portone,
chiedere alla portinaia: - Ci sono lètere per ....?

2) ESCUCHA EL PROGRAMA DEDICADO A NATALIA GINZBURG**.

E) TEXTO DE GIORGIO BASSANI


IN QUALE REGIONE ITALIANA SI TROVA FERRARA?*
SOLUCIONARIO:
A, 1 - A 2, B 1
A, 2 - Parola in dialetto.
B, 1 - C’era una sorta di trilinguismo; c’era però un momento; c’erano delle
serate di canto
B, 2 - a). degli; b). che; c). che; d). del.

C) No; in dialetto; si; il linguaggio della natura; no.


D)
E) Emilia-Romagna.

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