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En este captulo usaremos la siguiente bibliografa: T. DE AQUINO, Thomae Aquinatis Opera Omnia, cum
hypertextibus in CD-ROM, Roberto Busa SJ, Editora Elettronica Editel, Milano 1992.
C. FABRO, La nozione metafisica di partecipazione secondo s. Tommaso dAquino, 19633, en Opere Complete,
t. 3, Edivi, Segni 2005.
IDEM, Partecipazione e causalit, 1960, en Opere Complete, t. 19, Edivi, Segni 2010.
IDEM, Sviluppo, significato e valore della IV via, en Esegesi tomistica, Libreria editrice della Pontificia
Universit Lateranense, Roma 1969, 351-385.
IDEM, Elementi per una dottrina tomistica della partecipazione, en Esegesi tomistica, Libreria editrice della
Pontificia Universit Lateranense, Roma 1969, 421-448.
IDEM, Per un tomismo essenziale, en Tomismo e Pensiero Moderno, Libreria editrice della Pontificia
Universit Lateranense, Roma 1969, 5-19.
IDEM, Lesse tomistico e la ripresa della metafisica, en Tomismo e Pensiero Moderno, Libreria editrice della
Pontificia Universit Lateranense, Roma 1969, 381-407.
IDEM, Introduzione a San Tommaso, Ares, Milano 19972.
C, FERRARO, Dinmica gnoseolgica de la metafsica fabriana, en Dilogo 40 (2005) 69-114.
parti dellessenza [Metaph., VII, 10, 1034 b 2 sgg], tuttavia lessenza nel
suo aspetto metafisico gravita sulla forma ch latto[Metaph., VII, 2, 1036 b
12]. S. Tommaso accolse senza riserve questo primato dellatto e individu
il vero responsabile diretto della posizione avversaria nel filosofo arabogiudeo Ibn-Gebirol (Avicebron) che ha spiegato la realt degli esseri
risolvendo nella potenza invece che nellatto come invece fecero Platone e
Aristotele (C. FABRO, Elementi..., 430). Lo que va entre corchetes [] son
las notas al pie del Autor.
4 Es el reclamo que nos hace Juan Pablo segundo en la encclica Fides
et Ratio: Es necesaria una filosofa de alcance autnticamente metafsico,
capaz de trascender los datos empricos para llegar, en su bsqueda de la
verdad, a algo absoluto, ltimo y fundamental. () Un gran reto que tenemos
al final de este milenio es el de saber realizar el paso, tan necesario como
urgente, del fenmeno al fundamento. No es posible detenerse en la sola
experiencia (J. PABLO II, Fides et Ratio, n 83).
5 Cfr. C. FABRO, Elementi..., 430.
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11 Tra i due poli, quello del problema (insoluto) della Unit dellessere del vecchio Parmenide e
quello del principio nuovo del pluralismo della creazione, sinserisce la tensione della metafisica tomistica
della partecipazione ch la contropartita, nellmbito dellessere, della tensione della dialettica monistica di
essere e non essere (C. FABRO, Partecipazione, 15).
son el ser por esencia, sino que tienen el ser recibido de aquel que
lo posee por esencia, o mejor dicho, que lo es por esencia.
Hasta ahora hemos llegado a descubrir la existencia del SER POR
ESENCIA y la de los entes que participan su ser del SER POR ESENCIA,
pero todava no encontramos el por qu el ser se da realizado de
manera mltiple y limitada. La respuesta la encontramos agregando a la
nocin de participacin, las nociones de acto y potencia: El ser que es
acto puro, infinito y nico, se encuentra limitado y multiplicado por ser
recibido en la potencia. De aqu se sigue que para que el acto sea
limitado tiene que entrar en composicin con una potencia y por eso
cada limitacin del ser tiene como origen una composicin de acto y
potencia. Agregando entonces, a la nocin de participacin las nociones
de acto y potencia, quedara que, participar es como un tomar parte
de una perfeccin, por parte de un sujeto, que se relaciona a dicha
perfeccin como la potencia al acto13.
Esto nos lleva a otra emergencia nocional del ser, donde ste ya
no es solo la perfeccin nica y el acto puro, sino que adems es una
perfeccin real, de la cual participan los entes. Esta emergencia
(surgimiento) de la nocin de ser como perfeccin real que se da
participada, puede llamarse emergencia real del ser14.
13 Il quarto momento della metafisica tomista laffermazione della distinzione reale di essenza
e di atto di essere (esse) in tutte le creature ch la conclusione del nuovo concetto di atto: questa oggi
considerata la chiave di volta di tutto il pensiero tomista. Presentata nelle prime opere in dipendenza diretta
della metafisica estrinsecista di Avicenna, nelle opere mature essa simpone con la formula pi perfetta del
primato dellatto mediante la nozione di partecipazione in due tappe: a) La perfezione pura (perfectio
separata) non pu essere che una soltanto, e lessere la prima perfezione e latto di tutti gli atti; lessere
sussistente quindi uno soltanto e questo Dio ch lo esse per essenza. b) Le creature tutte sono allora esseri
per partecipazione in quanto lessenza partecipa lesse e lessenza quindi potenza rispetto allesse ch latto
ultimo di ogni realt (C. Fabro, Elementi..., 433).
14 Come terza ed ultima viene la nozione intensiva di esse, secondo che si assume con S.
Tommaso (ed Hegel), che lesse come tale esprime la perfezione assoluta e il plesso emergente di tutte le
perfezioni le quali cos si rivelano le partecipazioni dellesse stesso. [] Il commento tomista a Dionigi
cindica due momenti di questa esaltazione suprema dellesse: a) la riduzione formale mediante la nozione
di partecipazione, di tutte le perfezioni allesse, in quanto son dette partecipanti alla perfezione suprema
ch lesse: secondo i testi sopra riferiti; b) la riduzione reale, mediante la coppia aristotelica di atto e
potenza, di tutte le perfezioni a potenza rispetto allesse ch latto per eccellenza. allinterno di questa
riduzione che si elabora la metafisica tomistica nella sua caratteristica originaria e differenziale (C. Fabro,
La problematica dello esse tomistico, in Tomismo..., 108-109). 1959
17 hoc quod dico esse est inter omnia perfectissimum: quod ex hoc patet quia actus est semper
perfectio(r) potentia. Quaelibet autem forma signata non intelligitur in actu nisi per hoc quod esse ponitur.
Nam humanitas vel igneitas potest considerari ut in potentia materiae existens, vel ut in virtute agentis, aut
etiam ut in intellectu: sed hoc quod habet esse, efficitur actu existens. Unde patet quod hoc quod dico esse est
actualitas omnium actuum, et propter hoc est perfectio omnium perfectionum. Nec intelligendum est, quod ei
quod dico esse, aliquid addatur quod sit eo formalius, ipsum determinans, sicut actus potentiam: esse enim
quod huiusmodi est, est aliud secundum essentiam ab eo cui additur determinandum. Nihil autem potest addi
ad esse quod sit extraneum ab ipso, cum ab eo nihil sit extraneum nisi non-ens, quod non potest esse nec
forma nec materia. Unde non sic determinatur esse per aliud sicut potentia per actum, sed magis sicut actus
per potentiam (T. de Aquino, Quaestiones Disputatae De Potentia, q. 7 a. 2 ra. 9); Secundo, quia esse est
actualitas omnis formae vel naturae, non enim bonitas vel humanitas significatur in actu, nisi prout
significamus eam esse. Oportet igitur quod ipsum esse comparetur ad essentiam quae est aliud ab ipso, sicut
actus ad potentiam. Cum igitur in deo nihil sit potentiale, ut ostensum est supra, sequitur quod non sit aliud in
eo essentia quam suum esse. Sua igitur essentia est suum esse (T. de Aquino, Summae Theologiae, Ia pars, q.
3 a. 4 co); Ad tertium dicendum quod ipsum esse est perfectissimum omnium, comparatur enim ad omnia ut
actus. Nihil enim habet actualitatem, nisi inquantum est, unde ipsum esse est actualitas omnium rerum, et
etiam ipsarum formarum. Unde non comparatur ad alia sicut recipiens ad receptum, sed magis sicut receptum
ad recipiens (T. de Aquino, Summae Theologiae, Ia pars, q. 4 a. 1 ra. 3).
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21 Nello sviluppo di questo rapporto, Parmenide rappresenta il punto di partenza in cui lesigenza
teoretica si manifesta nella sua purezza originaria: lAtto, il Principio, non pu essere che Uno e immutabile,
semplice, identico, sempre presente e perenne...: questa la via del pensiero. Lente-Uno apr la prima volta
la via del pensiero ma la via di Parmenide non fu seguita e il pensiero cambi rotta. Platone, volendo fondare
la necessit della verit della proposizione, moltiplic lAtto ch il principio parmenideo introducendo le
idee come realt in s perfette, immutabili, eterne... e introdusse per lappunto il principio della
partecipazione per spiegare (ci che a Parmenide non importava affatto) il rapporto tanto fra le Idee stesse
come fra Idee e la realt sensibile. Le Idee platoniche, perch diverse e molteplici, pretendono esprimere
lattualit dellEssere nella sua molteplicit formale. Se non che lEssere quel ch, come Parmenide lha
concepito, cio uno e indivisibile: appena si divide, esso cade da Essere a ente e difatti, secondo la tradizione
platonica, la sfera ideale costituisce per lappunto lmbito dellon. In Platone adunque la forma latto e non
leinai come tale; il to eon diventa ta. eonta, latto dato dalle rispettive forme cos che leinai cade da atto a
segno logico-verbale della presenza dellatto stesso. la forma che attua lessere e non lessere la forma. La
realt costituita dalle forme in atto e la verit dellessere espressa dalla forma e secondo la forma: lessere
che non sia legato ad una forma e attuato da una forma, che non sia espresso mediante una forma, non e non
significa nulla. La partecipazione introdotta da Platone per fondare la somiglianza, e quindi il rapporto
di presenza, fra la forma ideale e la realt [ovvero forma] sensibile delle cose. () La correzione aristotelica
di eliminare la partecipazione, ovvero il rapporto di presenza della forma ideale nei sensibili, non fece che
rendere definitiva e irricuperabile lattualit propria dellEsse come tale: per Aristotele infatti lunit e la
verit dellessere viene ulteriormente abbassata nella molteplicit delle forme sensibili. Non solo si afferma
che lEssere si d unicamente come molteplicit di forme e non esiste come Essere stesso, ma si conferisce al
molteplice sensibile una priorit di realt sul mondo ideale del semplice e dellimmutabile (C. FABRO,
Partecipazione, 630-631). La differenza fra Platone e Aristotele, e fra i loro seguaci realisti o
idealisti, unicamente, dal punto di vista del problema metafisico fondamentale, nella scelta delle forme in
quanto mentre Platone si mantiene ancor fedele al to eon di Parmenide e sovrappone ai molti la forma
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Partecipazione, 630).
22 Cfr. T. DE AQUINO, In Libros Physicorum, Lib. 8 Lect. 21 n 13.
23 Questo sforzo di operare laccordo tra la trascendenza platonica e limmanenza aristotelica
diventa decisivo per una concezione metafisica della partecipazione. Esso comporta perci alcune tappe
fondamentali secondo le quali le convergenze fra i due filosofi vengono indicate in funzione di principi
sempre pi comprensivi e unitari a seconda che si procede dal neoplatonismo greco al rigido monoteismo
islamico fino al creazionismo del pensiero cristiano: si tratta per di processi e tentativi che restano allo stato
di esperimento e che assumono la forma di una conciliazione pi o mena ecclettica fino a quando S.
Tommaso non introduce la propria originale concezione dello esse come atto intensivo la quale offre la
ragione ultima della partecipazione (C. FABRO, Elementi..., 426); S. Tommaso invece ha afferrato fin da
principio il significato teoretico dellopposizione di Platone e Aristotele e limportanza decisiva del suo
superamento o accordo sui principi e sulle conclusioni fondamentali elaborando una propria nozione di
partecipazione la quale, a differenza del concordismo neoplatonico, presenta un concetto e principio del tutto
nuovo ch il concetto di esse come actus essendi (da non confondere con la existentia dellagostinismo e del
razionalismo). dallinterno dello esse come atto primo fondante che S. Tommaso sviluppa la propria
nozione di partecipazione e perci lintera sua concezione metafisica (C. FABRO, Elementi...,429-430).
Mentre la partecipazione verticale platonica si attua come semplice imitazione dellIdea e quindi come
caduta nel non-essere e nel fenomeno e la causalit orizzontale aristotelica si presenta come ripetizione
allinfinito dellessenza universale dei singolari e ambedue rimangono perci chiuse nellunivocit formale, la
nozione tomista di partecipazione, riportando lorigine del reale ed ogni suo rapporto al fondamento
dellessere come atto supremo intensivo, rende possibile il passaggio dal finito allInfinito mediante il
discorso dellanalogia, che ha nella partecipazione il suo principio, il medio e la conclusione (C. FABRO,
Elementi..., 444).
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24 Le tappe principali dellesse tomistico, ovvero del parmenidismo tomistico se cos piace,
sembrano le seguenti: il sum, qui sum biblico (Ex., 3, 14) nel suo contesto creazionistico (Filone) e in
conformit della tradizione patristica, la dialettica platonica della partecipazione come metodo e la scoperta
metafisica aristotelica dellatto e della potenza come strumento di analisi e di semantica (C. FABRO,
Partecipazione, 636).
25 La sintesi tomista assolutamente originale: essa infatti accoglie il nucleo metafisico della
trascendenza platonica (nozione di creazione, composizione di esse e di essenza, teoria dellanalogia), che
viene saldato con latto dellimmanenza aristotelica (lunit della forma sostanziale, lanima intellettiva come
forma sostanziale del corpo, dottrina dellastrazione) (C. FABRO, Elementi..., 434).
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