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T E R Z E R I M E
D I V E R O N I C A
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A L SER E NISS IM O SI GN OR
D V C A D I M A N T O V A
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AL SERENISSIMO
PR E N CIP E SIGN OR
E T P A D R O N M I O
coLeNDIssIM o IL SIG.
DVCA D I M A N TO V A
& di Monferrato.
VERONIC A FRANCA.
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D'INCERT o A V TT O R ,
A L L A S. V E R O N I C A
F R A N C A.
º
'Io u'amo al par de la mia propria uita
S Donna crudel, 69uoi perche non date
Intanto amoralmio tormento aita ?
E, ſe in uano merce chieggio, opietate,
“Perch'almen con la morte, quelle pene,
Chioſoffro per amarui,non troncate ?
sò, che remunerar nonſiconuiene, - -
Chelſeruirhumilprendano in diſpetto p .
La gran bellezza auoi data di ſopra
spenderin morte dichiu ama, e indoglia; -
42aalpotetepeggiorfardi queſt'opra i
º - e4
-
- -
Ciò da l human deſir uoſtroſi toglia,
E'n ſua ucce uipenetria la mente i
(onforme a labeltà, pietoſauoglia ,
Così dentro, e di fuorchiaras e ſplendi º fe
Sarete d'ogni età uero ornamento,
2Nonpur di queſto ſecolo preſente. .
Tria che de'be crin lorſi faccia argento, i
TDa custodire quel che poi ſiperde, ) : ".
5
Pareggiereſte nelportaruiamore:
e ZM
. , ſembiante
Tallido, º mesto; co- nel mio uenir ſolo
Di, & notte con pie "
, & corcostante:
t,conoſcendo ilmioſouerchio duolo, –
- - -
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l.
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R I S P O S T A D E L L A
S , V E R O N I C A F R A N CA.
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- 18 Certe
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º
D E L L A S I G N O R A -
V E R O N I C A F R A NC A -
-
-
º - Fortu
Fortunato'l mio nido, che ritiene
9 uello a cui ſempre torno col penſiero,
TDa cui lunge miuiuo in tante pene:
2enprego ilpicciol Dio bendato arciero, º
Che m'ha ferito l cor, tolto la uita,
e Mostrargli, quanto amandolo ne pero.
O quanto maledico la partita, - ,
Chiofeci, oime, da uoi,anima mia,
5ench’a la mente ognihor miſete unita,
Ma poi congiunta con la geloſia,
Che da uoi lontan m'arde apoco a poco
Con la gelida ſua fiamma atra, º ria.
Le lagrime, chio uerſo, in parte il foco
Spengono; e uiuoſol de la ſperanza
TDi toſto riuederui al dolce loco. -
III I. . .
– º º - i
D'IN CERTo A VTTORE
ALLA SIGNORA VERoNicA A
rF R: "AcN c. A.
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a - e ) i -- - -
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I I
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V.
V I.
VI I. -- - - - - - - - - -
DINCERTo AvTroRE,
I2" N QVE l'alta beltà, ch'amica ſtella º i.) ".
mano in uoi diſpenſa,
Conſiprodiga
,
42 uanto per meſi lagrima, o ſoſpira.
- a 2. O donna
º
- - - - - -
- -
VII I.
R I S P O ST A D E L LA
S. V E R O N I CA FR A NC A.
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s- - - - - - I 8
1X,
D'INCERTo AvTToRE
D” NNA, la uoſtra lontananza è ſtata
cAme uostro fedelſeruo, & amante
e Morte tanto crudel, quanto inſperata:
2Nel gentiluoſtro angelico ſembiante
Aabitarlalina, elmio cor uagoſuole,
8 ne le luci ſi leggiadre, o ſante;
gueſte fur riſplendente unico Sole
Soura i miei di, ſenza lor triſti, e negri,
E di quel pieni,ond'huom uia piu ſi duole,
Come ſono a me adeſſo orbati, o egri,
In queſta ſepoltura de la uita,
Che non fa ſenza uoi, che ſi reintegri:
Con uoi lanima mia è dipartita,
cAnzi'l mio ſpirto, & l'anima uoi ſete,
E tutta la uirtù uitale unita:
E,s'huom morto parlaruien, che ſi uiete,
2Non io, ma di me parla in cambio, quella,
Che ne le uostre man mia uita hauete.
9 ueſta non puruiſcriue, º uifauella
Per miracolde Amor, in cotal guiſa,
Che,ne l'eſſer io morto, in uoi uiue ella:
e Ma,ſtando dalcor uoſtro non diuiſa,
Viſuſurra a l'orecchie di ſegreto, -
º - E 2 ºNe
-
-
2Neperciò del mio male altro ben mieto,
Senonchagli occhi uoſtri eiſi figura
Con ſpettacolo a uoi gioioſo, e 9 lieto;
E, mentre meco ognihor u'innaſpra, e indura,
Superate ne l'eſſermi crudele - -
R I S P O S T A D E L L A
S. V E R O N I CA FR A NCA
PER L'IsT Esse R IME.
diſparte da te ſommene andata
I N Perfr aſtornarti da l'amarmi,auante
Chunqua moſtrarmi a tanto e Amore ingrata:
2Ne mia colpa ſia mai, ch'alcunſi uante
giouato hauermi in opre, od in parole,
Senza mercede aſſai piu che baſtante:
Ma, s'huom ſeguendo ciò che lſuo cor uuole,
Di quel mattristi, ond'ei uia piu s'allegri,
e Meco non merta; e miſprezza, o non cole.
9 ueiſi, che ſon de Amor meriti integri,
9 uando per far a me coſa gradita,
Per me ti ſono i tuoi di triſti, allegri,
E nondimeno tu con infinita
Doglia ſentiſti, che mai coſe liete
Non m'incontrar dal tuo e Amor diſunita.
Chemiprendeſti al'amoroſa rete,
Preſa da un'altro pria, uietò mia ſtella,
2Nonſo,ſe per mio affanno, o per quiete:
TBaſta,
2. O
paſta, che fatta d'altro amante ancella
L'anima, ad altro oggetto intenta e fiſa
Kenderſi ai tuoi deſir conuien rubella:
Con tutto questo: 69 ch'al mio benpreciſa
La ſtradafoſſe , & fattomi diuieto,
TDal tuo ſeguirmi poco men, che ucciſa,
Con giudicio amoreuole, e diſreto,
Tantoſtimail tuo e Amor ſenza miſura,
9 uanto piu almiouoler foſti indiſcreto:
E, di te preſo alcuna dolce cura,
TEench a me tu tempraſti amaro fele
Col tuo ſeruirmi, in ciò non ti fui dura.
E, per te non hauendo in bocca il mele,
TDi quell'affetto, ch'entrolſen raccoglio,
Che in altruiprò conuien, cheſi riuele;
Liberamente, come tecoſoglio,
Ti raccontai, ch'altroue erano intenti
Imieiſpirti; & mostraiti il mio cordoglio:
Aor,perche teco ad un non mi tormenti,
Tentando inuan, cha mio gran danno io ſia
Pietoſa a te, con tuoi doglioſi accenti;
Da te partimmi: &, nonpotendo pia
Eſſerti, almenueridica t'apparui,
2Non rea; qual da te titolmi ſi dia.
9 uanto è leggio taluolta ilpaleſarui
Effetti d'alma dipietate ingombra,
TDou altri ſoglia male interpretarui ?
-
28enche
|
ſbenche ſe uaneggiando erra, o adombra
Il tuo penſier, che da ragion ſi tolſe,
Seguendo amorper uia di lei diſgombra;
2Non però quel, ch'ad utiltuoſi uolſe
Dame, da cui laeſirtuoſi raffrena,
Che dir alprecipitio ipietiſciolſe,
e Ameritar alcun biaſmo mimena,
cAnzi di quel ch'aiuto in ciò ti diede --
XI.
R I S P O S T A D E L L
S. V E R O N I CA , F R A NC A
RISPOSTA D'INCERTO
A V T T O R E.
Nº N piu guerra, ma pace, e gli odi, e lire,
E quanto fu di diſparer tra noi,
Si uenga in e Amor doppio a conuertire:
La mia cauſa io rimetto in tutto a uoi,
Con patto, che perfin de le conteſe
cAmici piu che mai restiamo poi:
2Non mi baſta, che l'armiſian ſoſpeſe,
AMa per ſtabilimento de la pace,
T'ogni parte ſi lieuino l'offeſe:
Che naſceſſe tra noiriſſa,mi ſpiace,
e Ma,ſe lo ſdegno in camor s'augumenta,
Che tra noiſi ſdegnaſſimo, mi piace:
E,ſe pur ragion uuol ch'io mi riſenta,
E uendicata ſia l'ingiuria mia,
Te la qualfoſte ognihor ministra intenta,
Voglio con l'armi de la corteſia
Inuincibildurar tanto ala pugna,
Che conoſciuto al fin uincitorſia:
ºNè queſto da lamorgrande repugna,
e Anzi con queſte, e non mai con altre armi
Ogni ſpirto magnanimo soppugna:
O ſe uoleſte incontra armata Starmi,
Seuoleſte tentar con forza tale,
Sepoſibiluiſia di ſuperarmi;
- Fora'l
Fora'l mio ſtato a quel di Gioue eguale;
Eforſe troppo è la ſperanza ardita,
Che ſtudia di uolar non hauendo ale:
Somma felicità de la mia uita
Sarebbe in queſto ſtato, che teneste
TDa nuocermi la mente diſunita:
. Ma,s'alopere mie ben attendeste,
(oſi precipitoſa ne lo ſdegno
cA ciaſcun paſſomeco non ſareſte.
L'ira è ben sì de l'affettion ſegno,
AMa che attende a introdur nel noſtro petto
9 uanto può l'odio con acuto ingegno,
Coſi'llanguirgiacendo infermo in letto
Segno e di uita,perche lhuom, ch'è morto,
Coſa alcuna patir non può in effetto:
2en per l'infermità uien altri ſcorto
e Amorir; e, quant'è piu'l malpoſſente,
cAlfin saffretta in termine piu corto,
Daluoſtro ſdegno ſubito, 69 ardente,
S'è in uoi punto uerme de Amore, attendo,
Che ſiano tutte le reliquie ſpente:
E per queſto taluolta anch'io m'accendo,
8 non perira, ma per dolor molto
fatto le man, uocifero, º contendo.
Vedermi dal mio camor ilpremio tolto;
2Ne queſtopur, ma in altretanta pena -
vederlomi in ſugliocchi(oime)riuolto:
Per
28
DX V.
)
3o
a Ma, ſe da far ſe n'hagiuſta ſentenza,
Le mie ragioni aſcoltarpriaſi denno
T'a me ſcritte, o formate a la"e :
\--
2Nellegger le ſue carte, e infarriſposte
Tiene di quel languir, che in pettoaſcondo:
In ciò furtutte diſpenſate, oſi
L'hore; & delmioSignorbaſciaua in loco,
Le ſuegrate, o dolciſſime proposte:
s Peggio
Peggio che morta, in ſuon tremante, e fioco
Sempre chiamarlo lagrimando aſſente,
Il mio ſolo rifugio era, elmio gioco:
E, deſtandolmeco hauer preſente,
e Altrui noioſa, a me steſſa moleſta
Laſalanguia del corpo, e de la mente.
Come deueua, ouerpotea con questa
oppreſſa dal martirgrauoſa ſpoglia
Venir da uoi meſchina, inferma, o meſta?
c A creſcer con la mia lauoſtra doglia,
E in cambio di parlar con buon diſcorſo,
Aſauer dipiangerpiu, che d'altro,uoglia,
In quel uoſtro ſi celebre concorſo
Dhuomini dotti, e di giudicio eletto,
Da cui uien ragionato, e ben diſcorſo.
Come ſenza poter formarun detto, - -
Di
3 2.
Ti riuederlo ognihor bramoſapero, - -
D E LL A SIG. VERONICA
F R A N C A.
La
i
3 6
La ſpada, che n man uoſtra rade, e'fora
Te la lingua uolgar Venetiana,
S a uoi piace d uſar, piace a me ancora:
E, ſe uolete entrarne la Toſcana,
Sciegliete uoi la ſeria, o la burleſca,
Che l'una o l'altra è a me facile, o piana:
Io ho ueduto in lingua ſeluagheſca
Certa fattura uoſtra molto bella,
Simile a la maniera Pedanteſca,
Se uoi uolete uſaro queſta, o quella,
Et auentar come me l'altre fate
TDi queſte in biaſmo noſtro le quadrella;
2 ual di lorpiu ui piace, e uoi pigliate 2
4O
A Ma,perche in corpo ancor tiparli, e urga,
Cha bocca la riſpoſta tu mi porte -
XVII I.
Piutemperate, e di minorferuenza: d -
4
Da queſte acceſa, le mie uoglie caste
In quella guiſa propria di uoi formo,
Chelſanto e Amora circonſcriuer baſte,
In amicitia il folle e Amor trasformo,
E,penſando a le uostre immenſe doti,
Per imitarui l'animo riformo:
E,ſen ciò i mieipenſieruifoſſer noti:
I moderati, honeſti miei deſiri,
2Non laſciereſte andar d'effetto uuoti,
Per cui conuien,ch'ognihor brami, o deſtri
Te le uoſtre uirtù gustar ilfrutto,
E, quando farnolpoſo, ne ſoſpiri:
e Ma, ſe conuien a uoi cangiarridutto,
A peregrin da noi girin diſparte,
?Non mi negate il fauoruostro in tutto;
faſta, che ſe ne porti una gran parte
Seco la mia fortuna, in quel che reſta
Supplite con gli inchioſtri, o con le carte:
?Non uiſia la fatica in ciò moleſta,
Poi che l'alma affannata, piu ch'altronde
Quinci gioioſa ſi può far dimesta.
Quando ſiate di là da le ſalſe onde,
Viprego con ſcritture uiſitarmi
“Piene d'e-Amor, che grato corriſponde:
E,uolendo piu a pieno ſodisfarmi,
9 uesto potrete ageuolmentefarlo
Con alcuna uostropera mandarmi:
E, pan
44
E quand'io non ſia degna d'impetrarlo,
Per alcun uanto eſpreſſo, che n meſia,
Ta la uostra bontà uoglio ſperarlo;
Da la uoſtra infinita corteſia,
TBenche conuiena le Amor ch'io uiporto,
Che da uoi ricompenſa mi ſi dia:
6, facendo altrimenti,haureſte il torto:
Ondio per nonfar debilmia ragione,
Del deuer u'ammoniſco, e non u eſorto.
Siuoglioncerto amar quelle perſone,
Da le quai noi amati ſi ſentimo:
Coſi la buona ciuiltà diſpone:
E tanto importa adamar eſſer primo,
Che, ſe l'amato a ridamar non uola,
e Macchia ogni ſua uirtù d'oſcuro limo.
42 uesto è, che mi confida, o mi conſola,
Che cader non uorrete in cotal fallo,
Ch'ogni ornamento a lauirtute inuola.
Come belfiore in lucido cristallo
Traſparne le ueſtigie uoſtre eſterne
Lo ſpirto, ch'altrui rado il (iel tal dallo:
L'alma in uoi nel ſembiante ſi diſcerne,
Che di uaghezza eſterior contende
Con le uirtuti de la mente interne.
23en chi è talſe lo ſpecchio inanziprende,
TDilettato dal ben, che n lui fuoruede,
«Afarſimile al uolto il ſenno attende:
E, mentre
i
E mentre moue per taiſcale ilpiede,
ºNelproportionartaldi ſe steſſo,
Ogni condition mortale eccede:
3eato uoi, cui far queſto è conceſſo,
E cotanto alto già ſete ſalito,
Che nullo haueteſopra, ºpochipreſſo i
Ben quindifate ognihor corteſe inuito,
Le man porgendo altrui,perche ſu monti
Ti zelo pien di carità infinito:
A4a tutti non hanpie ueloci, e pronti,
Si come uoi in coſì ardua ſtrada,
Euoi l ſapete ſenza ch'io'l racconti:
e Ma però nulla in ſuo ualor digrada
Lauoſtra dignità, ſe in cio s'abbaſſa,
“Per ſoſtener,chiu’ama, che non cada.
Io ſol nel primo entrargià uinta, o laſſa,
Il uostro aiuto di lontan ſoſpiro,
(on occhi lagrimoſi, e fonte baſſa:
Volgete il guardo a me con dolce giro,
Pt,a la mia deuotione atteſo,
Degnatemi d'alcun uoſtro ſoſpiro:
Ciò ne la uoſtra aſſenza a me conteſo
Prego non ſia; o deluoſtro otio ancora
eAlcuno ſtatio a ſcriuermiſia ſpeſo:
e lcuna rara, e 9 minima dimora
In queſt'uſo perme da uoi ſi ſpenda, -
aZM
XX. - -
- Senza
46
Senza ueder con cui dolermi ſtella
2Ne le tenebre fiſi i lumi tengo,
Che fur duci de Amorne la uiafella:
E poi chal terren uoſtro uſcioperuengo,
“Porgo i miei preghia l'oſtinateporte,
2Ne di baſciar illimitar m'aſtengo:
Dehſiatemiine Amorbenigne ſcorte,
eApritemi lſentier del mio ben chiuſo,
Delnotturno mio error per uſo accorte:
TDi letalſonno e tu cuſtode infuſo, -
Deſto al latrar de tuoi uigili cani,
2Non far ilprego mio uano, e deluſo:
Dehpietoſo ad aprirmi uſa le mani,
Coſi i ceppi ſeruili aſpri dal piede
Del continuo ti ſtian ſciolti, o l cntani
AMa che quel che da meſlaſa)ſi chiede ?
Vattene in pace, il portinaio dice,
Che le notti il Signor qui non riſiede: -
. Ma del ſuo camor a far lieta, 69 felice
Vn'altra Donna, con lei dorme, o giace,
E tu in uan qui ti conſumi infelice,
Vattene ſconſolata, o,s'hauer pace
Non puoi, pur con ſaldo animo ſopporta
9 uelch al deſtino irreuocabilpiace.
Talhorpergran pietà di me la porta
geme in ſuonroco, come quando è moſſa,
2Nei cardini a ſerrarſi, o aprir diſtorta:
i , - - aM 2. Et
Etio quindi colpiè debil rimoſſa
2Ne le braccia di tal, che maccompagna -
Teluiuercado poco men, che ſcoſſa:
Il ſuo pianto dal mio non diſcompagna
2 uelmio fedel, che meco, e d'un tenore
A4eco del mio martirgrida, o ſi lagna:
Dure diſagguaglianze in aſpro amore,
Poi ch'a chim'odia corro dietro; eo fuggo
Da chi de le Amor mio languiſce, o more:
8 coſi ad un meſteſſa, o altruiſtruggo, -
ſome
Come uil ſu la terra ignuda:
uil bestia in ſi gº «ZMa
º
l
48
Prima che'lauoldi meſi ſati, e sbrame,
E mi riduca in cenere queſt'oſſa,
Tate ristoro a le mie ardenti brame,
Porgete alcun rimedio a la percoſſa,
Che d'aſpra angoſcia uerſa un largofonte,
E mi ſpolpa, e mi ſnerua, e mi diſoſſa:
Scemate il graue innacceſſibilmonte
Di quei, ch'amando uoi, ſoſtengo,affanni,
Con uoglie in tutti i caſi a ſoffrirpronte;
AMoueteui a pietà de'miei uerdi anni,
Onde da la uirtù uoſtra ſoſpinta i -
-
- 5 2.
XX II.
D E LL A SIG. VERONICA
- F R A N C A. -
-
O 2. ºNulla
2Nulla il gran lorpiacertoglie, o diuide,
Ma ſempre il ſommo lor diletto creſce,
Ti che me con duolmiſta inuidia uccide.
Ecco, che fuor d'un antro, hor ch'io parlo, eſce
Copia felice di due Dame ſnelle,
Cui ſempre ſtar in un ſolluogo increſce i
E là due rondinette unirſi anch'elle
Veggo in un ramo uerde: ahi del mio amante
voglie contrarie al mio deſirrubelle:
Toue parlan damor l herbe, e le piante,
Toue i deſir d'ogniun ſono concordi,
In queſt'almopaeſe circoſtante -.
E, ſe
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P e AM a
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Sempre
Sempre dauantigliocchi holbel ſoggiorno,
Ta cui lontan col corpo, con la mente
Senza da me partirlo un qua ſoggiorno:
Ricrear tutta in me l'alma ſi ſente,
AMentre quà giù ſi lieto Paradiſo
Da douer contemplarle ſtà preſente
Da queſto lo mioſpirto non diuiſo
Va ripetendo le bellezze eterne,
TDal ſouerchiopiacer uinto, e conquiſo.
E, mentre le delitie auido ſcerne,
2Nelgioir di ſe ſteſſo, afflige i ſenſi,
Che non puon ſeparati ancor goderne:
Coſi, quantomauien chamando penſi
cAl habitation uaga, & gentile,
Tra gioia e duol conuien chelcor diſpenſi.
In queſto piglio in man pronta lo ſtile,
A per gradir al ſentimento, fingo
Quelloco quanto poſi aluerſimile:
8, ſe ben ſo,ch'a impreſa alta m'accingo;
Tirata da la mia propria uaghezza,
Senzarte quel chioſo diſegno, e pingo:
O che fiorita, 69 feconda bellezza
guiui moſtra, p diſpiega la natura,
Raro altroue, o non mai moſtrarla auezza.
Certo è questa quell'unicafattura,
In cui uinta ſe ſteſſa a tutteproue
Ripoſe ogni ſua induſtria, ogni ſua cara. Di
l
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Ti tutto quelche piaccia al mondo, º gioue,
Fauoreuole il cielo a cotalopra,
Il maggior uanto eternamente pioue.
42 uiuil Ciel manda il ſuo fauor di ſopra,
2Ne men la terra in adornar talparte,
Con gli altri a gara elementi sadopra:
vince l'imaginar d'ogni humana arte,
La diſpoſition di tutto l bene,
(h unito uiui intornoſi comparte:
E pur di " , oueperuiene
L'eccellenza de l'arte in coſe belle,
Vestigie eſpreſſe il belluogo ritiene:
Coſi determinarono le ſtelle
Farquiui in dolci modi altrui paleſe
9 uanto puon destinar, e influirelle:
In queſto aumenturoſo, almo paeſe
L'ornamento del Cielſi moſtra in terra,
Ch'a farlo un Paradiſo in lui diſceſe.
Di lieti colli adorno cerchio ſerra
L'infinita beltà del uagopiano,
Doue Flora,eo Pomona alberga, g'erra:
Quaſi per gradi ſu di mano in mano
Difuor s'aſcende'lpoggio da le ſpalle,
Sempre alſali piufacile , & piu piano;
g uinci in giù perſoaue, e deſtro calle
S'arriua a la pianura in pochipaſſi 9
- Se
Se non che in guiſa rileuata staſi,
Che quaſi entro a quei colli un minor colle,
Che'ntorno a lorſi diſpiani, o sabbaſſi »
gueſti
gueſti dal belpalazzo non lontani
Sembra, che per raccorlo in mezzo lſeno
Si ſtringan uerſo lui dambe le mani.
E'n tanto ſpiegan tutto aperto, o pieno
Ilgrembo lordi dolcezze infinite,
Che la uista bear poſſono apieno.
Le pecorelle a paſcer l'herbe uſcite,
fiancheggianper lipoggi, a canſarlieui
Ter poco d'ombra timide, o ſmarrite:
Diqueſti monti ſon queste le neui,
Che quindi'luernoſtandoſi ognihorlunge
?Non uien giamai che l bel terreno aggreui.
uindi letitia 69molto utile giunge
TDelegregge bianchiſſime a i Signori
Ti quel che ſe ne tonde, e uccide, emunge:
sparſiper l'ombreſiedono i Pastori,
8 le canne diſpari a ſonar poſti
Cantan de loro boſcarecci amori:
E, ſe i greggi taluolta erran diſcosti,
Colfiſchio il Caprar ſortogli richiama,
Poi torna de la muſa ai ſuoi proposti.
Talhorlapaſtorella iui ch'egli ama
Te la fiſtola al ſuon moſſa ne uiene,
In modo, che di lui creſce la brama:
Fiſſe le luci auidamente ei tiene
2Ne le braccia, e nel ſen nudi, e nel uiſo,
E d'abbracciarla a pena ſi ritiene,
- e Ma
- O
2.
Canico cacciator diſposti in caccia, i
Ciaſcuno intento al ſuo ufficio, e lſuo loco:
Perfolti arbuſti un can quiuiſi caccia,
Eper terra latrando un'altro fiuta,
E del'orme ſeguendo ua la traccia,
E tanto corre in fretta, e lluogo muta,
Che d'una macchia fuor la lepre ſalta;
Il braccogeme, e in ſeguirla s'aiuta:
Gridan le genti, e intorno ogniun l'aſſalta,
Chi leſpinge da tergo il ueltro in fretta,
9 ual corre a lauia baſſa, e quale a l'alta.
8 mentre quà e là ciaſcun s'affretta,
Il tuo ſguardo, ch'a lor dietro s'aggira,
S'incontra in piacernouoche'l diletta;
Però ch'altroue d'improuiſo mira
gente chaluiſco, ea le retiſteſe
Schiera d'augelli accortamente tira.
In queſte, o quelle inſidie non compreſe
Ti quei chan maggior prezzo a legran menſe
vengon tutte le ſorti in copiapreſe.
cA chi stenderpiu fianco iluolopenſe,
Piu facilmente incontra d'eſſer colto
2Ne le non uiste reti, ancorche denſe:
S 2. e Ma'l
e Mal tuo ſguardo, che uà dintorno ſciolto,
Da queſta nouità del uccellare,
vien da un altro piacerpiu nouo tolto: -
- Di
Di ftmicapi Teiturla ſiluestre
Il fertile terren pianta, e coltiua
Sotto influſſo di stelle amiche, e desire:
E quella, che del capo al padre uiua
Cºſcio, de boſchi, e de le caccie Dea -
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2, ri a 6 I 2.
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