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T E R Z E R I M E
D I V E R O N I C A
- F R A N C A

A L SER E NISS IM O SI GN OR
D V C A D I M A N T O V A
ET D I M O N F E R R A TO.
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AL SERENISSIMO
PR E N CIP E SIGN OR
E T P A D R O N M I O
coLeNDIssIM o IL SIG.
DVCA D I M A N TO V A

& di Monferrato.

VERONIC A FRANCA.

E ben lontaniſſima corriſpondenza,


S
& quaſi diſproportionata proportio=
ne ſi troua tra le chiariſſime uirtù del
le Altezza uostra, e'l mio deſiderio
d'honorarla, o degnamente ſeruirla, ſi che tutto
quello, ch'io poteſſi fare in queſta impreſa ſarebbe
men ch'ombra aparagon delueroinondimeno in quel
lo,doue mi ſono mancate le forze,ei conueneuoli con
cetti di celebrarla, o eſaltarla, m'è ſoprauanza
to l'animo d'eſprimerle queſto mio uirtuoſo, ſe ben
impoſſibile deſiderio, intanto che non mi ſono potus
ta a tenere, ch'io non ne l'accertaſi col debile teſti
monio di queſtepoche terze Rime, che le dedico, non
in modo, che trattino il ſingolarmerito delle ſue rica
4 2. chiſſime
chiſſime doti, che queſte non cadono ſotto la pouere
tà del mio incapace ſtile, ma in maniera, che,dan
do al ſuo diſcreto giudizio alcun leggior guſto della
mia baſſa muſa, con queſta eſperientia quaſi mo=
ſtrando la mia inſofficienza , perchepoi mi uaglia
per buona ſcuſa io non ardiſco por bocca nel Cielo
del ſuo ineſtimabil aalore, debbano ſotto l'auttori
tà del ſuo glorioſiſsimo nome comparire nella preſen
tia del ſecolo, e liberamente appreſentarſele, con
aſſoluta dependenza dall'arbitrio della uoſtra e Al
tezza; la quale, conoſcendo in ciò la mia brama,che
non ha per fine altro, che di ſcoprira lei la prontezz
za di ſe steſſa, gradirà ſon certa in questo minimo
dono l'infinitudine dell'animo mio in riconoſcer il
ſuo merito, col tributo di quello, che m'è conceſſo,
poi ch'io non poſſo con quello, che ſi comuerrebbe a lei:
& per piu diſtinta ſignification della mia deuotio=
ne le porgo queſto mio uolume per man d'un mio
ancor fanciullo figliuolo, quiuiper adempier queſt'of
ficio da me mandato; il puale nel uolto, e negli
atti, e in ogni guiſa d'inchineuole riuerenza me=
glio do ni altro eſprimendo il mio medeſimo co
re nella ſereniſſima ſua preſenza, mi uaglia tana
to piu a conciliarmi il fauor della ſua corteſiſi
ma gratia in mercè della mia ſuiſcerata oſſeruan
za, e in ſopplimento di quello ou'io non giungo colpo
tere all'union degli effetti con la miauolontà, con la
- quale
quale mi ſono legata di perpetuo indiſſolubil nodo
di humiliſſima ſeruità con la Sublimità uoſtra.
Di Venetia a 15. di Nouembre.
e ZM D L X X V.
-

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D'INCERT o A V TT O R ,
A L L A S. V E R O N I C A
F R A N C A.
º
'Io u'amo al par de la mia propria uita
S Donna crudel, 69uoi perche non date
Intanto amoralmio tormento aita ?
E, ſe in uano merce chieggio, opietate,
“Perch'almen con la morte, quelle pene,
Chioſoffro per amarui,non troncate ?
sò, che remunerar nonſiconuiene, - -

e Miafe così sma quel mal, che ripara - -

e Aun maggiormal, uien riputato bene:


Piu d'ogni morte è la mia doglia amara,
E morir diman uoſtra in queſto ſtato,
gratia mifia deſiderata, e' cara. -
Ma,com'eſſerpuò mai, che dentro al lato º
Molle, il bianco, gentiluoſtro belpetto
Chiudaſ duro cor, e ſi ſpietato ?
Com'eſſerpuò, che quelleggiadro aſpetto,
i
Voglie, o penſier coſi crudi ricopra, s -

Chelſeruirhumilprendano in diſpetto p .
La gran bellezza auoi data di ſopra
spenderin morte dichiu ama, e indoglia; -
42aalpotetepeggiorfardi queſt'opra i
º - e4
-
- -
Ciò da l human deſir uoſtroſi toglia,
E'n ſua ucce uipenetria la mente i
(onforme a labeltà, pietoſauoglia ,
Così dentro, e di fuorchiaras e ſplendi º fe
Sarete d'ogni età uero ornamento,
2Nonpur di queſto ſecolo preſente. .
Tria che de'be crin lorſi faccia argento, i
TDa custodire quel che poi ſiperde, ) : ".
5

Chillaſcia in man del tempo, in un monacº. A


E, ſe ben ſeted'età freſca, o uerde,
2Nulla degli anni èpiu ueloce coſa, \
Si ch'à tenerui dietro ilpenſierperde i
E mentre di quà giù neſſun benpoſa, ,
2Naſce, oſpar la beltà piu che baleno, a
2Non che qualnata, e ſecca a un tempo roſa .
Ma poi,chi lapietà chiude nel ſeno,
Colmerto de la fama ſua rauuiua
Le chiome bionde, eluiſo almo, oſerao
Dunque,per farui al mondo eterna, e diua, -

cAmica dipietà uerſo chiu ama, l


Siate di crudeltà nemica, º ſchiua. -

Oſe uedeſte in me l'ardente brama, - -

Chodiſeruiruoi ſola a tutte l'hore,


Con quel penſiereh ogn'horui chiede, º ama
semiuedeſie in megolpetto ilcore, -

cA me ſon certo che null'altro amante - -

Pareggiereſte nelportaruiamore:
e ZM
. , ſembiante
Tallido, º mesto; co- nel mio uenir ſolo
Di, & notte con pie "
, & corcostante:
t,conoſcendo ilmioſouerchio duolo, –

E come in luiconuien ch'ogn hortrabbocchi


Tipene cinto da infinito ſtuolo, - - - - - -

Volgete a mepietoſamente gli occhi, i


e Aueder comepreſſo, o di lontano -
guinciogn'hor empio amor l'arcoin meſcocche
tendete a me la bella, o biancamano
eArinouar ilcolpo, e che in tal guiſa
Ilſenpium apre, e inſieme ilrendeſanº o
beltà d'ogni eſempio altro diuiſa,
Ti cui l'anima in farſi humilſoggetta,
stando lieta qua giù simparadiſº.
Amor da que begliocchi in meſaetta
Contaldolcezza, che lmio eſpreſſo danno
Via piu ſempre migioua, & mi diletta:
en queſtialchiaro sole insidiafanno,
5ench ancor Febo con diletto mira
Le bellezze, che tante in noi ſi ſtanno i .
Di queſte uago cApollo arde, º ſoſpira, e
E peruirtù di tai lucigioconde
Il ſuoſaperin uoibenigno inſpira,
E, mentre queſto in gran copia infonde,
ſoue la chiaranoce al dolcecantº, - - -

Cha beipenſier de l'animo riſponde.


- - cA a La
Lapenna, elfiglio in man prendete intanto,
č ſcriuete ſoaui, ograte rime,
ChaiT'oetimaggior tolgono iluanto.
O bellaman, che con bell'arteeſprime
Si leggiadri concetti, o le ſueforme
TPentro lmio corfelicemente imprime. ]
Del’antico ualorſegnandoliorme
42ueſta ne uà ſi candida, e gentile,
guegliandola uirtù douepiu dorme: -
2Nepurrinouailglorioſo ſtile
Zºelpoeta ſi celebre traſcorſo,
Chenonhebbe fin quipar, ne ſimile,
Aade le menti afflitte alto ſoccorſo - -

E quella mannelamoroſa cura,


Che quiui ha lſuo rifugio, e lſuo ricorſo:
Di uiua neue man candida, o pura,
Che dolcemente il corm ardie conſumi -

Ter miracol d'amor fuor di natura,


E uoi, celeſti, e gratioſi lumi,
Chardor, & refrigerio in un miſete,
A parergli altruiraifate ombre, e fumi. º

Perch a me luoſtro auiſo contendete ?


B non piu toſto con pietoſi modi
cAl mio ſoccorſo, oime, ui riuolgete ?
2Ne però chieggio, che diſciolga i nodi, l

Che'ntorno al cormordio la manſi uaga, -

2Nè che in alcuna parte menmannodi,


ºNon
2Non chiedo,ch'entro al ſenſaldi la piaga
Il bel guardogentil, che in me l'impreſe,
T'amor con arte luſinghiera, e uaga:
Ta quelle mani, o da le braccia ſteſſe
Eſſer bramo raccolto in corteſia,
E che l mio laccio ſtringan piuſempre eſe,
2ramo,che quella uiſta humana, o pia
Si uolga al mio diletto, o del beluiſo,
E de la bocca auara non mi ſia.
º o che grato, o felice paradiſo,
- Talgoder le bellezze in uoi ſi rade,
2Non ſi trouargiamai donna diuiſo:
- Donna di uera, o tunica beltade,
8 di coſtumi adorna, o di uirtude,
Con ſenilſenno in giouemiletade.
O che dolce mirar le membra ignude,
l E piu dolce languir in grembo a loro,
i Chor a torto mi ſon ſi ſcarſe, o crude:
Prenderei con le mani il forbito oro
De le treccie, tirando de l'offeſa
-
Pian piano in mia uendetta il fin theſoro,
guando giacete ne le piumeſteſa,
Che ſoaue aſſalirui, e in quella guiſa
Leuarui ogni riparo, ogni difeſa ?
Venere in letto ai uezzi uirauniſa,
e Ale delitie, che nuoi tante ſcopre,
Chi da pietà ui troua non diuiſa,
Si come
ºi come nel comporde le ditte opre,
De le noue Caſtalie in uoi ſorelle
L'arte; & l'ingegno a l'altrui uiſta soffre:
º coſi'luanto hauete tra le belle -

Tidotta, e tra le dotte di bellezza,


E d'ambo ſuperate & queſte, o quelle,
3,mentre luno, & l'altro in uoi s'apprezza,
Tambo ſarebbe l'honor uoſtro in tutto,
Se la beltà non guaſtaſſe l'aſprezza.
. Ma, ſe n uoi la ſcientia è d'altofrutto;
Perche de la bellezza il pregio tanto
Vien da lauoſtra crudeltà diſtrutto ?
Accompagnate lopra in ogni canto; -
E, come la uirtu uoſtra ne gioua,
La beltà non ſia ſeme del mio pianto:
In tanto amor tanto dolorui moua, )
siche di riparara i triſti affanni
Entriate meco in lodeuoleproua. ,

“al tempo fa ſi glorioſi inganni


La uoſtra muſa, la beltà non faccia -
e Aſe medeſma irreparabildanni. -

A Febo è degno,cheſi ſodi faccia - . .


Dal uoſtro ingegno, ma da la beltate º

cAVenere non meno ſi compiaccia: -

Le tante da leigratie a uoi donate


Spender deuete in buon uſo; ſi come - -

- sºlle. che ui diede e Apollo,fate. C -


- - 072
Con queſte eternerete il uostro nome
Non men,che con gli inchioſtri e lento, -.

Farete il tempo, e le ſue forze dome


Per la bocca di lei questo u affermo e
2Non laſciate Ciprigna, perſeguire º a

Delio, ne contra lei tentate ſchermo.


Che Febo ſe le inchina adobedire,
9Nepuò far altrimenti, ſe benpoi -

gran piacer tragge in ciò dal ſuo ſeruire


Coſi deuete far ancora uoi,
Seguitando l'eſempio di quel Dio
Che u infonde i concetti, ei penſier ſuo:
La bellezza adornate col corpio,
siche con la uirtùben s'accompagne
º
i
-

Lontan da ogni crudelempio deſio:


gueste in uoi la pietàfaccia compagne,
E in tanto ui rincreſca, come degno,
Dun, che de l'amor uostro ognhorafiere
Eſon quellio, che humile a uoi ne uegno,
Cercando di placar con dolci preghi -

Lauoſtra crudeltate, e l'uoſtro ſdegno


Mercè da uoi per Dio non mi ſi nieghi,
Donna bella, o gentil, ma in tanta,
3enigno iluostro aiuto a meſi pieghi.
Coſi ſarete ſenzapar in terra.
- ,

- - -

, - - - A1

l.
I I,

R I S P O S T A D E L L A
S , V E R O N I C A F R A N CA.

'ESSER del uoſtro amorpoteſi certa


S Per quelche mostranleparole, e l'uolto,
Che ſpeſſo tengon uaria alma coperta,
sequel, che tien la mente in ſeraccolto,
-ZAoſtraſſon le ueſtigie eſterne in guiſa,
Ch'altri nonfoſſe ſpeſſo in frode colto, -

Quella tema da me fora diuiſa,


Di cui quando perciò mi aſſicuraſi, -

Semplice, e ſciocca, ne ſarei deriſa:


eA un luogo ſteſſo per molte uie uaſi,
Dice ilprouerbio; ne ſicuro e punto - -

Aiuolger dietro a l'apparentie ipaſi.


Dalbattuto camin nonſia diſgiunto
ſ" cerca gira buona ſtanza,
Pria che ſia da la notte ſopragiunto:
2Non è dritto il ſentier de la ſperanza,
Che ſpeſſe uolte, o le piu uolte falle
Confalſi detti, o con finta ſembianza:
9 uello de la certezza e destro calle,
Che ſempre mena a ripoſato albergo, i
E refugio ha dal lato, o da le ſpalle:
eA queſto gli occhi del miopenſier ergo,
E da parole, e da uezzi deluſa,
Tutti i loruani inditi laſcio a tergo.
gueſta
gueſta con uoiſia legitima ſcuſa, - -

Con la qualdi non crederaparole


2Nè auoſtri geſti, fuorieſca d'accuſa.
E, ſe in uerom amate, aſſai mi duole,
Che con effetti non ui diſcopriate,
Come chiueramente ama, far ſuole:
Mi duol, che da lun canto uoi patiate,
E da l'altro il deſio,c'ho d'eſſergrata
cAluoſtro uero amor,m'interrompiate.
Toich'io non crederò d'eſſeramata,
2Neldebbo creder; ne ricompenſarui
Per l'arra, che fin qui m'hauete data;
Da gli effetti, Signor, fate stimarui.
Con queſti improuauenite,s anch'io
Il mioamor con effetti ho da mostrarui:
Ma, shauete di fauole deſto,
AAentre anderete uoifauoleggiando,
Fauoloſo ſarà l'accetto mio;
E difauole ſtanco, eſatio, quando
L'amormi mostrerete con effetto,
2Non men del mio u andrà certificando:
e Aperto il cor ui moſtrerò nelpetto
cAllhor che l'uoſtro non mi celerete,
8 ſarà di piacerui ilmio diletto:
E, a Feboſi grata mitenete
Per lo compor, nel opere amoroſe
grata a Venere piumitrouerete. f,

-
- 18 Certe
-
º

certe proprietati in me naſcoſe


Viſcourirò d'infinita dolcezza,
Che proſa, o uerſo altrui mai non eſpoſe,
Con queſto,che mi diate la certezza
TDeluoſtro amor, con altro, che con lodi,
Cheſſer datai deluſa io ſono auezza:
Piu migioui con fatti, e 9 men mi lodi,
E dou'è in cio la uoſtra corteſia
Souerchia, ſi comparta in altri modi:
Vipar, che buono il mio diſcorſo ſia,
O chiom ingannipurperauentura,
2Non bene eſperta de la dritta uia ?
Signor,l eſſer beffato è coſa dura,
e Maſſime nel'amor, o chinol crede
čiſteſo la ragion metta in figura:
Ioſon per caninar coluoſtropiede,
Etamerouui indubitatamente,
Sicom aluo;tro merito richiede.
Sefoco haurete in ſen d'amorcocente,
Iolſentirò, perch'accoſtata a uoi
TD'ardermi ilcoregli ſarà poſſente:
2Non ſi ponnoſchiuari colpi ſuoi,
8,chi ſi ſente amato da douero,
Conuien l'amante ſuoridamarpoi:
Mal dimostrar il bianco per lo nero
E un certo non ſo che, che ſpiace a tutti,
cAquei,camco han giudicio non intiero:
Tunque
Dunque da uoimiſianmoſtrati frutti
Delportatomi amor, che deleffonde
Talpiacerſonoi uani huomini indutti.
zen per quanto hor da me uiſi riſponde,
cAuara non uorrei che miſtimaſte,
Chetaluitionelſen non misaſconde;
e Ma piaceriami, che di me penſaſte,
0ſ" ne l'amar le mie uoglie corteſi,
Si ſtudian d'eſſer caute, ſe non caſte:
2Ne coſì tosto d'alcun huom compreſi
Che foſſe ualoroſo, e che m'amaſſe,
Che l cambio con uſura ancorgli reſi:
e Ma,chi per queſto poi s'argomentaſſe
Diuolermi ingannar, beffa ſe ſteſſo;
E tale ilpotria dirchildomandaſſe.
E però quel, che da uoi cerco adeſſo,
2Non è,che con argento, ouer con oro
Iluoſtro amoruoi mifacciate eſpreſſo,
Perche ſi diſconuien troppo al decoro
Ti chi non ſia piu che uenal, far patto
Con huom gentil, per trarne anco un theſoro.
Di mia profeſſion non è talatto;
Ma ben fuor diparole iol dico chiaro
Voglio uederiluoſtro amor in fatto.
Voi ben ſapete quel, che m'è piu caro;
Seguite in ciò com'io u'ho detto ancora,
Che mi ſarete amante unico, o raro:
TB 2. TDe
-

De le uirtuti ilmio corsinnamora, -


i
E uoi, chepoſſedete di lor tanto,
Chognipiubelſauer con uoi dimora, -

2Non mi negate l'opra uoſtra intanto,


Che con talmezzo ui uegga bramoſo
D' acquiſtarmeco damadoriluanto: -

Siate in ciò diligente, e ſtudioſo,


E per gradirmine la mia richieſta
Non ſia lgentiluoſtrootiounquaotioſo:
e Auoi poca fatica ſarà questa, -

Perch al uoſtro ualor, ciaſcuna impreſa,


Per difficilcheſia,facilui reſta:
º, ſe ſi picciolcarico uipeſa,
Penſate, ch'alto uola il ferro, elſaſſo,
Che ſia ſoſpinto da la fiamma acceſa:
42 uel che la ſua natura inchina al baſſo,
Piu che con altro, colfuror del foco
Riuolge in ſu dal centro alcerchio ilpaſſo.
Onde non ha lmio amordentro auoi loco,
Poich ei non ha uirtù difarui fare
guelchanco ſenzamoruiſaria poco:
E poi da me uolete faruiamare ? i

S uaſi credendo,che così d'un ſalto


Di uoi mi debba a un tratto innamorare ?
Per queſto non miglorio, e non meſſalto,
e Ma, per contaruiiluer, uolarſenziale
Vorreſte, e in un momento andar troppo alto:
- s- cAla
eAla poſſa il deſir habbiate eguale i - . .
- -- º - -
' ' - -
. . .
78enche potreſte ageuolmente alzarui A
Tou altri con fatica ancor non ſale:
Iobramo hauer cagion uera d'amarui, e
AZ queſta ne l'arbitrio uoſtro èpoſta, º
Si che in ciò nonpotete lamentarui
Dalmerto la mercé non fia diſcoſta, º
s Se mi darete quel, che, benche uaglia
cAl mio giudicio aſſai,
v - - .
nulla a uoi coſta:
. . . i» e
9 ueſtofarà, che uoli, o nonpurfaglia -
Iluoſtro premio meco a quell'altezga,
Che la ſperanza col deſire agguaglia:
E, qualella ſi ſia, la mia bellezza, º
guella che di lodar non ſete stanco,
Spenderòpoſcia in uoſtra contentezza:
Tolcemente congiunta al uostro fianco, .
Le delitie damorfaròguſtarui,
guand'egli è ben appreſo al lato manco º
En ciò potreital diletto recarui, i
Che chiamarui potreſte per contento,
E dauantaggio appreſo innamorarui:
Coſi dolce, oguſteuole diuento,
guando mi trouo con perſona in letto
Da cui amata, e 9 gradita mi ſento,
Che quel mio piacer uince ogni diletto,
Siche quelche ſtrettiſſimo parea - .
2Nodo de l'altrui amordiuiempiuſtretto.
- Febo,
- - -

Febo, che ſerue al'amoroſa Tea,


E in dolce guiderdon da lei ottiene
9 uel, che uiapiu, che l'eſerTio,ilbea,
eAriuelar nel mio penſierne uiene
9 uei modi, l con lui Venere adopra,
e Mentre in ſoaui abbracciamenti il tiene,
Ondio inſtrutta a questi ſo dar opra
Si ben nelletto, che de Apollo a larte
9 uesta ne ua daſaiſpatio di ſopra i
Elmio cantar, e'l mio ſcriuer in carte
s'oblia da chimiprouain quella guiſa,
Ch'a ſuoi ſeguaci Venere comparte. |

Shauete del mio amor lalma conquiſa,


Procurate dhauermi in dolce modo
Viapiu, che la mia penna non diuiſa.
Il ualoruoſtro e quel tenace nodo -

Cheme " tirar nel grembo, unita


viapiu ch'affiſſo infermo legno chiodo:
Farui Signorui può de la mia uita,
Che tanto amarmoſtrate, lauirtute,
Che nuoipergran miracolo addita.
Fate, che ſian dame di lei uedute
guell'opre, ch'io deſio, che poi ſaranno
Le mie dolcezze apien da uoigodute: ;
E le uoſtre da meſi goderanno
Per quello, ch'un amor mutuo comporte,
Touei diletti ſenza noia hanno.
Aſauer
Bauer cagion d'amaruiio bramoforte,
Prendete quel partito, che ui piace
Poi, che in uoſtro uoler tutta è la ſorte.
cAltro non uoglio dir: reſtate in pace.
III.

D E L L A S I G N O R A -
V E R O N I C A F R A NC A -

VEST A la tua fedel Franca ti ſcriue,


Dolce, gentil, ſuo ualoroſo amante,
La qual lunge da te, miſera uiue,
2Non così toſto (oime) uolſi le piante
Da la donzella de Adria, ouel mio core
Aabita, ch'io mutaiuoglia, & ſembiante,
Terduto de lauita ogni uigore,
Pallida, o lagrimoſa ne l'aſpetto,
Mi fei graue ſoggiorno di dolore:
E di languir lo ſpirito costretto,
De loſpargergrauoſi, afflitti lai,
E del piangerſol traſſi alto diletto;
Oime, chioldico, e'l dirò ſempre mai,
Che luiuer ſenza uoim è crudelmorte,
E i piaceri mi ſon tormenti, e guai,
Speſſo chiamando il caro nome forte,
Echo moſſa a pietà del mio lamento,
Con uoci tronche miriſpoſe, o corte:
Talhor
-
-.

Talhorfermoſi a mezzo corſo intento


Il Sole, el cielo, o se la terra ancora
Piegata al mioſi flebile concento;
Da le loro ſpelunche uſcite fuora -

“Pianſero fin le tigri del mio pianto, -

E del martir, che mancide, e m'accora;


8 Progne , e Filomena il tristo canto
cAccompagnaron de le mie parole, ,
Facendomi tenor di o notte intanto:
Lefoſche roſe, i gigli, e le uiole .
cArſe ha luento de caldi miei ſoſpiri,
E impallidirpietoſo ho uiſto il sole:
2Nel mouergliocchi in lagrimoſi giri
Fermarſi i fiumi, elmar depoſe lire
Per la dolce pietà demici martiri. A
O quante uolte le mie pene dire
L'aura, o le nobilfoglie ad aſcoltare
Si fermarqueſte, e laſciò quella dire.
E finalmente non m'auiempaſſare -

Per luogo, ou io non ueggia apertamente


TDelmio duolfin le pietre lagrimare.
Viuo, ſe ſi può dir,che quel ch'aſſente
Da lanima ſi troua,uiuerpoſa ;
viuo, ma in uita miſera, e dolente i -

E l'hora piango, e lai,ch'io fui rimoſſa


Da la mia patria, 69 dal mio amato bene,
Per cui riduco in cenere queſt'oſſa:
- ,
-
-

-
-

º - Fortu
Fortunato'l mio nido, che ritiene
9 uello a cui ſempre torno col penſiero,
TDa cui lunge miuiuo in tante pene:
2enprego ilpicciol Dio bendato arciero, º
Che m'ha ferito l cor, tolto la uita,
e Mostrargli, quanto amandolo ne pero.
O quanto maledico la partita, - ,
Chiofeci, oime, da uoi,anima mia,
5ench’a la mente ognihor miſete unita,
Ma poi congiunta con la geloſia,
Che da uoi lontan m'arde apoco a poco
Con la gelida ſua fiamma atra, º ria.
Le lagrime, chio uerſo, in parte il foco
Spengono; e uiuoſol de la ſperanza
TDi toſto riuederui al dolce loco. -

Subito giunta a la bramata stanza,


«2M inchinerò con le ginocchia in terra
cAl mio capollo in ſcientia, 69 inſembianza:
E da lui uinta in amoroſa guerra,
Seguirol di timor con alma caſa,
“Per la uia delualor,ondei non erra.
42ueſt è l'amante mio,ch'ognialtro paſſa
Inſopportargli affanni; e infedeltate
Ognialtro piu fedel dietro ſi laſa.
5en ui riſtorerò de lepaſſate -

2Noie, Signor, per quanto è lpoter mio,


giungendo auoi piacer, a me bontate,
Troncando a melmartir, a uoi l deſio. C
- --

III I. . .
– º º - i
D'IN CERTo A VTTORE
ALLA SIGNORA VERoNicA A
rF R: "AcN c. A.
-

- - - -- - - - a . --
a - e ) i -- - -

voi la colpa, a me Donna, aſcriue o


Il danno, e lauol di quelle pene tante, - - - -

Che l mio corſente, e l'uostroſtil deſcriue.


L'alto ſplendor di quelle luci ſante -
ecando altroue, e llor ſoaue ardore ,
cAi colpi del mio amorfoſte un diamante.
Io ui pregai da gliocchi ilpiantofore -
Sparſi largo, o ſoſpirgraui delpetto.
Non m'aiutòpietà, non ualſe amore.
Valſe uia piu, che lmio, l'altrui riſpetto,
E, benche humilmercè u'addimandai,
Pur ſolrimaſi in ſolitario tetto. -

Tir altroue eleggeſte, io ſolrestai -


Com'a uoipiacque, e la mia dura ſorte:
Siche inuida aipiu miſeriportai.
E, shorauuien, che a uoi pentita apporte .. .
cAlcun dolore il mio graue tormento,
-
In ciò degno è, ch'amando io mi conforte.
Tunque per me del tutto non è ſpento
9 uelfoco dipietà, ch'oue dimora
Fa d'animo gentil chiaro argomento.
a -
- . TDi uoi,
U )

Di uoi, cui l Ciel tanto ama, elmondo honora,


Di bellezza, o uirtute unico uanto,
Con cui le Gratie fan dolce dimora
gran prezzo è ancor, ſe nel corporeo manto,
Doue ſtar con c Amor Venere ſuole,
virtù chiudete in Ciel gradita tanto.
Se luoſtro cor del mio dolorſi duole,
S'egualmente riſponde a miei deſiri,
O uoſtre doti, e mie uenture ſole.
Tra quanto e Amor le penne aurate giri,
?Non ha chi com'io dolce arda, o ſoſpire,
2Ne tra quanto del Solla uiſta miri.
Tolce, quante più graue, il mio languire,
Se qual nel uoſtro dir pietoſo appare

Sentite del mio malpena & martire.


Che poi non mi cediate nell'amare,
Eſſer non può, che la mia fiamma ardente
2Nel gran regno amoroſo non ha pare.
Troppo benigno a miei deſir conſente
Il Ciel, ſe dal mio cor la fiamma moſſa
Viſcalda il ghiaccio della freddamente.
In uoi non cerco affetto degualpoſa,
9 uelch a far di duo uno, un di duo uiene,
E duo trafigge di una ſolpercoſſa.
Troppo deluiuermiol hore ſerene
Forano, e tanto piu il mio ben intero,
42 uanto più raro queſto amando aumiene.
C 2. guanto
guanto e Amor me'n ſostien ſotto l ſuo impero,
Che'n duo corſia unafiamma egual partita,
Tanto piu andrei de la mia ſorte aliero.
Si come troppo è la mia ſpeme ardita,
Cheſi audaci penſieri alcor m'inuia,
Per ſtrada dal diſcorſo non ſeguita. è
Dal un canto ilpenſar,ſi comioſia
Verſol uoſtro ualor, di merto poco,
Dal ſouerchio ſperarlalma deſuia:
Da l'altro e Amorgentil ch'adegui inuoco
La mia tanta con uoi diſagguaglianza,
A gridando merce ſonfatto roco:
T'amor, ch'a nullo amato per uſanza
Perdona amar, doue un belpetto ſerra
Tenſier corteſi, inuoco la poſſanza:
9 uella, ondel Ciel ei ſolchiude, o diſſerra,
8, perch'a lui la terra èpoco baſſa 3
Gliſpirtifuor delimo centro sferra º

Prego, che l'alma trauagliata, e laſſa


Soſtenga; &, ſe non cio, uagliapietate
Là doue luoſtro orgoglio non s'abbaſſa.
Timercè ſotto aſpetto non mi date
Luſingando martir, tanto piu, chio -

Viadoro: 69 quanto prima ritornate, -


Ch'al latoſtarui ogn hor bramo, o deſio.

s
-
I I
ſa
V.

DELLA SIG. VERONICA


F R A N C A,

IGN OR, la uirtù uoſtra, e lgran ualore, .


S 8 l'eloquentia fu di talpotere,
he d'altrui man m'ha liberato ilcore,
Ilqualdi breue ſpero ancor uedere -,
-

Collocato entro luoſtro gentilpetto, -

E regnar quiui, e far uostro uolere: -

guel chamaipiu, piu mi torna in diſpetto,


- 2Ne stimopiu beltà caduca, º fiale,
i - Alº mi pento, che già n hebbi diletto:
iſera me, ch'amai ombra mortale, -
Ch anzi doueua odiar, o uoi amare, -

Pien di uirti, infinita, e immortale:


Tanto numer non ha direna il mare,
9 uanteuolte di ciò piango, chamando
Fralbeltà; uirtù eterna hebbi a ſprezzare:
Ilmio fallo confeſſo ſoſpirando,
A uiprometto, e giuro da douero
- e Mandarper la uirtù la beltà in bando.
s Per la uostrauirtù languiſco, 6 pero,
Diſciolto l corda quell'empia catena,
Onde mi auolſe il Diopicciolo arciero:
Già ſegui lſenſo, horla ragion mi mena.
i

V I.

RISPOSTA D'IN CERTO


A VTTORE PER LE RIM E.

RONTRAR I ſon tra lor Ragion,e e Amore,


8, chim camor aſpetta antiuedere,
Di ſenſo e priuo, e di ragion " -

Tanto piuin prezzo e da douerſi hauere


voſtro diſcorſo, in cui hauete eletto
Voler inſtima la uirtù tenere:
E, benchio di leiſiapriuo in effetto,
Con uoi di poſſederla il deſio uale,
Si, che del buon uoler premio naſpetto:
E, ſe ltimor de l eſſer mio m'aſſale,
Poi mi fa contra i merti miciſperare, º
Cheselegge per ben un minor male. -

Io non mi uanto per uirtù d'andare


cA ſegno, che l'amor uoſtro acquiſtando
e Mipoſa intanto grado collocare:
Aaſo, ch'un'almaualoroſa, quando -

Trouahuom, che lſalſo abborre, e ſegue il nero,


cAluiſi uà con diletto accoſtando:
&t tantopiu, ſe dentro a un corſincero
D'altafe troua affettion ripiena
Come nel mio, ch'un dimoſtrarui ſpero,
Sel nonpoterle uoglie non m'affrena.
I 2.

VI I. -- - - - - - - - - -

DINCERTo AvTroRE,
I2" N QVE l'alta beltà, ch'amica ſtella º i.) ".
mano in uoi diſpenſa,
Conſiprodiga

D'amor tenete, e dipietà rubella è


g uell'alma,in cuipoſando, ricompenſa
Di molt'anni l'errorla uirtù ſtanca,
Dar la morte a chiu ama iniqua penſa?
Laſſo, o che altro a far del tutto manca -
Aſorribile, e amara queſta uita, -

Etrouinoſa in strada oſcura, o manca, .


Se non, che ſia colmat uoler unita
D'una bellezza al mondo ſenza eguale
La forza inſuperabile, infinita ? - -

AM a perche da l'inferno ancor nonſale


Teſifone, os2Aegera a i noſtri danni, º
Se ſcende a noi del Cielcotanto male ? )
28en ſei fanciulpiu d'ingegno, che danni, i
eAmor, e d'occhi, ed intellettopriuo, - -

Seltuo regno abbandoni in tanti affanni.


Te, cui non hebbe diſeruira ſchiuo
gioue con tutta la celeſte corte, -

E ch'a Dite impiagarfeſti anco arriuo,


Te, del cui l'arcoilſuon uien, che riporte -

Spoglie dinnumerabili trofei, -

Contra chi più reſiſte ognihorpiu forte; -


s .- - Te
Te,cui ſoggetti ſon gli huomini, e iTei, - -

2Non ſo per qual destin, fugge, o diſprezza, i


Con la mia morte ne leman coſtei:
Ma,ſe contrario a quel che'n cielsauezza ,i
Ellaſen ua da le tue forze ſciolta, S.
Perpriuilegio de la ſua bellezza,
cA la tua ſteſſa madre hor ti riuolta, ,
Ch'unico eſempio di beltàfu tanto, i -

Purpiagata da te piu d'una uolta: . . . . -

E,s'a lei toglie la mia donnailuanto l

T'ornamento, e di gratie; a lei che gioua


L'eſerti madre poi da l'altro canto ?
Se uinta da coſtei Venere è in proua, -

8ſe Minerua inſcientia, e in uirtute - -

e Acoſtei molto inferiorſi trouas


Tanto piu ſciegli le ſaette acute,
Che piu gloria tifia di queſta ſola, -

he di tutt'altre in tuo poter uenute:


Per luniuerſo l'aliſtendi, e uola
Ti cerchio in cerchio e Amor, o ſi uedrai,
Che queſta il pregio a tutte l'altre inuola.
E,saltuo imperio aggiungerla ſaprai,
guanto l tuo honorſourai Dei tuttigio,
Tanto maggior di teſteſo uerrai: -

TBenche lo ſuenturato in ciò ſon io,


Che,benche ſtata ſia coſtei ſicura
Da larmi ognihor delfaretrato Dio,
-
-
-
- ºNon
I3
2Non è ſtata però ſempreſi dura,
Che non habbia adamor datoricetto
Perpietà nel ſuo ſen, non per paura:
Com’adubidiente humilſoggetto
cAdamor anſioſo, o di lei uago
L'adito aperſe del ſuo gentilpetto;
9 uinci lſuo deſirproprio a renderpago,
cAl ſuo arbitrio d'amor l'armiriuolſe,
9 uallepiacque a fermarſolingo, o uago.
Si che, douunque ſaettando colſe
Col doppio ſoldi quei celeſti lumi,
cAſe gran copia damadori accolſe,
E con leggiadri, ex candidi costumi
Dilettò'l mondo in guiſa, che la gente
Tarderper lei uien charda, & ſi conſumi.
gran pregio, in ſe tener unitamente
Rara del corpo, o ſingolar beltate,
Con la uirtù perfetta de la mente:
Di coſi doppio ardor lalme infiammate
Senton lorfoco di talgioia pieno,
Che,quanto egli è maggior piu ſon beate.
cAnch'io lo ncendio, chemiſtrugge il ſeno,
Sempre piu bramerei, che n tale ſtato -
S'augumentaſſe, o non ueniſſe meno,
S'io non foſſi, meſoper qual miofato,
In mille eſpreſſe, o angoſcioſe guiſe
Da lei miſerfuggito, o diſprezzato:
Che
Che,ſeltrouar l'altrui uoglie diuiſe
TDa le noſtre in amor, e di tal doglia,
Che restan le uirtù del cor conquiſe;
S uanto conuien ch'io lagrimi, e mi doglia,
Diuedermi abhorrir con quello ſdegno,
Che diſpeme, o di uita niun miſpoglia ?
E,siomi lagno, e ſe di pianto pregno
Portolcor, che l'auol ſuo sfoga per gli occhi;
e Miſer qualio d'amor non ha lgran regno.
2Non baſta, che fortuna empia in me ſcocchi
Tanti colpi, ch'altrui mai non auiene,
Chen queſta uita unſi gran numer tocchi,
Che ſoſpirar, e piangermi conuiene
Tici che la mia donnafuor d'ogni uſo,
cAl mio ſtratio piu cruda ognihor diuiene:
&t,sio del pianto il uiſo ſmorto infuſo,
Telcielo, e de le ſtelle mi richiamo,
Ethor amor, hor leigridando a CCtº/ 0,
Chepoſºiofar, ſe in premio di quant'amo,
giunto da laltrui orgoglio a talmi ueggo,
Che la morte ancor ſorda al mio malchiamo;
E colpenſier,ondio uaneggio, hor chieggo
Tamoraita, e horper altra ſtrada
Sempre in uano al mio ſcempio, oime, proueggo
e Ma, poi che’l ciel deſtina, o coſi uada,
Cheperſicura, e dilettoſa uia,
Douel ben trouan gli altri,iopera, e cada.
- -
- - Satiati
I

Satiati del mio malfortunaria; 4


Poi,di me quando ſarai stanca, º ſatia,
9 ual tuo gran pregio, e qual acquiſtofia?
E tu e Amor dentro e fuor miſtruggi, oſtratia,
Che tanto me l mio affanno di contento,
9 uant'ei l'orgoglio di AAadonna ſatia.
TBen ai ſucceſſi de le coſe intento,
Di lei m'aſſale immoderata tema,
Che'n lei uendichi l cielo il mio tormento:
9 ueſto fa in parte la mia gioia ſcema,
cAnzi, s'io uoglio raccontar iluero,
Son ſempre oppreſſo da una doglia eſtrema:
Che, ſe meco e Madonna uſaſſe impero,
gratiſſimo ilſeruirlamiſaria
Con affetto di cor uiuo, & ſincero,
- Ma,che in uece di ſpender Signoria,
cA dilettar la circoſtante turba
Mi stratie ſotto acerba tirannia;
9 ueſto m'afflige l'animo, e mi turba,
ºNe per le mie querele, e i miei lamenti,
L'opera incominciata ella diſturba:
a Ma, quaſi marne i procelloſi uenti,
1
2Nel mio chiedermercé uia piu sadira,
E cela dipietà gliocchi ſuoi ſpenti:
Da me torcendo altrouei lumigira,
E gran materia è di ſua crudeltate, )
-

,
42 uanto per meſi lagrima, o ſoſpira.
- a 2. O donna
º

o donna,pregio de la noſtra etate, -

cAnzi di tutti i ſecoli, ſe n uoi r ,

ºNon guaſtaſſe l'orgoglio la beltate:


Ondauuien, che lmio amorcosì u annoi?
E, a morir dauanti non uiuengo,
cAncora offeſa ui chiamate poi:
Quanto faccio, e di quanto, chiom aſtengo,
Time le uostre uoglie a render paghe
Viſpiace, o merto di uoſtr'odio ottengo:
Aa, perche luoſtro ſdegno ognihor m'impiaghe 2

Dolci ſon di quel uolto le percoſſe,


E de le uoſtre mancandide, o uaghe.
ºualunque affetto in uoigiamai ſi moſſe,
Tuttofate con gratia; de' uoſtri atti
Chiunque il dotto, e buon maestrofoſſe :

9 uai teneſſer con uoi natura patti;


cAncorde l'ire uoſtre, o de l'offeſe
Tutti gli huomini reſtanſodisfatti, -

Farui perfetta a tutte proue inteſe


L'Influſſo, donator d'ogni eccellenza,
8 benigno la man ucrſo uoiſteſe;
uinci del Ciell'altiſſima potenza l
Si uede in molti effetti diſcordanti,
Chan di uirtute in uoi tutti apparenza.
o che dolci, o che cari, ºbeiſembianti,
Chalte maniere quelle uoſtre ſono, ,
Da farui i Deiuenir quà giuſo amanti.
r Esſe
t I 5
E ſe comiopur uolentier ragiono
Delegratie, che'l cicltante in uoi poſe,
Con ſingolar, non piu ueduto dono, i
2Non mi teneſte d'ogni parte aſcoſe - -

42 uelle uoſtre diuine, 69rare parti, -

Di che uoſtra perſona ſi compoſe, - ---

2Non foran ſi angoſcioſi dame ſparti -

Soſpiri, nè di lagrime uedreſti


cAuampando cor miſero innondarti.
e Ma, dond'auien, che'n me, laſſo, ſi deſti
Laſpeme, che per proua intendo, come
Faccia ſempre i miei dipiu graui, o meſti?
Epur chiamando di mia donna il nome,
C'era, unica al mondo eccelſa Dea, -

Conuien, ch'a lei mi uolga, o ch'io la nome:


Deh, non mi ſtate coſi iniqua, o rea,
Chelmio malſia'lben uoſtro, e che m'ancida -
9 uella uoſtra beltà, che gli altri bea.
e Ma quell'amor, che u'ha tolto in ſua guida,
E che tien nel coruoſtro il ſuo bel ſeggio,
Za crudeltà per me da uoi diuida, v
Ch'iopiangendo humilmente ancoruel chieggio.
r – –
- º - RI=
- - - - -

- - - - - -
- -
VII I.

R I S P O ST A D E L LA
S. V E R O N I CA FR A NC A.

EN uorrei foſſe, come dite uoi,


Ch'io uiueſi d'amor libera,e 9 franca,
2Non colta allaccio, opunta ai dardi ſuoi: s
8,ſe la forza in ciò d'aſſai mimanca, sº.
Ta reſister a larmi di quel Dio, e
Chel Cielo, elmondo, e fingli abiſſi ſtanca,
Cheisannidaſſeforal deſir mio -

Dentro lmiocor, in modo ch'iolfaceſsi


2Non repugnante a quel, che piu deſo: -
-

- -
-- -

-- - - -

2Non che ſoura luiregno haueruoleſi, se

Che folle a imaginarlo ſolſarei,


2Non che ch'unſi gran Dio regger credeſi;
-
Ma da lui conſeguir in don uorrei, ,
he,innamorar conuenendomi pure,
Foſelfarlo ſecondo i penſiermiei;
Che,ſe libere in" mie cure e
Talodierei, chadoro se tal, ch'io ſdegno,
Con uoglie ſeguireiſalde, eo mature:

E poi, che amor anch'iobiaſmar conuegno ; ------


Imaginando non ſi troueria -

Coſa piu ingiusta del ſuo iniquo regno.


Egli dal proprio ben l'alme deſuia;
6, mentre indietro pur da ciò ti tira,
2Nelprecipitio del tuo mal t'inuia:
E,ſel
I 6

E ſelcor uoſtro intanto affanno eigira,


(redete, cheper me certo non meno,
Sua colpa, ſi languiſce, e ſi ſoſpira,
E, ſe uoi del mio amoruenite meno,
2Volſo, ma l credo, anch'io d'un crudel angue
Soffro al corgli aſprimorſi, elrioueneno,
Coſi, quanto per me da uoi ſi langue,
Vedete ristorato con uendetta,
De le mie carni, e del mio infetto ſangue.
E,ſelmio maluiſpiace, 69 non diletta,
cAnch'io l uoſtro non bramoso quelch'io faccio
Contra uoi lfo da l'altrui amor coſtretta:
Benche, soppreſſa inferma a morte giaccio,
Com'è, ch'a uoi recario poſſa aita
2Velmartir, ch'entrogrido, e di fuortaccio ?
Voi,s'alagnarui il uoſtro duol u'inuita
A4eco; nel mio languirſouerchio impietra,
E rende un ſaſſo di stupormiauita:
Viapiu nelcor quella doglia penetra,
Che raggela le lagrime nelpetto,
E l'huom qual niobe trasfigura in pietra.
Iluoſtro duolſi può chiamar diletto,
Poiche parlando meco il disfogate,
Del mio, ch'al centro il cor chiude in riſpetto.
Ioui riſpondo ancor, ſe mi parlate, -

AAa le preghiere mie ſupplici, il uento


Senza riſpoſta ognihorſe l'ha portate,
-. Se
-
se pur hebbi mai tanto d'ardimento,
Che in uoce, o con inchioſtro, addimandaſſi
2 ualche mercede al grauemio tormento.
E coſi portargliocchi humidi, o baſi
Conuengo; & conuerrò per lungo ſpatio,
Se morte al mio dolor non chiude i paſsi.
Del mio amante non dico; che lnio ſtratio
E'l dolce cibo, ond'ei mentreſi paſce i
Diuien nel ſuo digiunmanco ognihorſatio.
E dal ſuo orgoglio pur ſempre in me naſce
2Nouo deſio d'appagar le ſue uoglie,
Ch'unqua non uien, che ripoſarmi laſce,
AMa dal mio nodoc Amor l'arretra, e ſcioglie;
Forſe con lui fa un'altra donna quello,
Ch'egli fameco; & qual da talritoglie :
Coſi di quanto e'l mio deſir rubello
cAi deſtruoſtri, a la medeſma guiſa
9Ne riporto ſupplitio acerbo, o fello:
Fors'ancor uoi deluoſtro amor conquiſa
e altra donna ſprezzate, e con la mente
Dalpiacerle u'andate ognihor diuiſa.
E, s'alciſete ingrato, e ſconoſcente, -

In ſuo giuſto giuditio amor decide, -

Ch'un'altra ſi viſcempia, & ui tormente:


Fors'ancoe Amor del comunpianto ride,
E, per farlagrimarpiu ſempre il mondo,
L'altrui deſir diſcompagna, e diuide.
s 8, mentre,
1 -

8, mentre che di ciò ſi fa giocondo, 7


TDe le lagrime nostre il largo mare
Sempre piu ſi fa cupo, º piu profondo:
Che,shuom poteſſe a ſuo diletto amare,
Senza trouar contrarie uoglie oppoſte,
L'amoroſo piacer non hauriapare.
E, ſe tai leggifur dal deſtinpoſte,
“Perche nella ſouerchia dilettanza,
e Alben del Cieloilmondan non s'accoſte,
Tant'è piu'l mio dolor, quant'ho in uſanza
T'innamorarmi, e di prouaramando
9 ueſt'amata in camor diſagguaglianza.
2en quanto a l'eſſer mio uoripenſando,
Veggo, che la fortuna mi conduce
Oue la uita ognihormeni affannando;
E, ſe poteſſi in ciò prender per duce
9 uella ragion, chorda l'affetto uinta
D'amor ſotto l'imperioſi riduce;
Sarebbe nel mio cor la fiamma eſtinta
De l'altruifocose di quelfora in uece
Teluostro l'alma ad infiammarſi accinta:
6,ſe l'ordine ame mutar non lece;
Sa di far, o corregger quel non uiene
Cho ben, o maluna uolta il Cielfece,
“Poſſo bramar, che,chi cinta mi tiene
D'indegno laccio, in libertà mi renda,
Si chiomi doni a uoi, come conuiene;
E A Ma
AMa, ch'altro in ciò fuor del deſirioſenda,
E queſto ancor con non picciola noia,
?Non è, chepiu da uoi, Signor, s'attenda. - -
3en ſarebbe compita la mia gioia, -

S'io poteſſi cangiarneluoſtro e Amore


guel ch'in altrui con diletto m'annoia.
cAuoi darei di buona uoglia il core,
E,dandol,crederei riguadagnarlo,
?Nel merito del uoſtro alto ualore;
Cºſi uerrei d'altruimani empie a trarlo,
E,in luogo di conforto, e di ſalute
cAuenturoſamente a ben locarlo:
c Anchioſo, quanto ualuoſtra uirtute,
E delerare, eccellenti uoſtropre
e Molte ſono da me ſtate uedute.
Chiaro iluoſtro ualormiſi diſcopre,
E sio non uengo a dargli ricompenſa,
cAmor non utiol, che tanto ben adopre.
Com'io'lpoteſifar,da meſipenſa »

E,ſe dou'aldeſio manca il potere,


Il buon animo imerti ricompenſa,
Che u'acquetiate meco è ben douere,
Forſe ch'a tempo di miglior aentura
ve ne farò buon effetto uedere.
Tra tanto l'eſſer certo di mia cura
Conforto ſia, chaluoſtro dolorgioui,
E mi faccia stimar da uoi non dura,
Fin, che libera un giorno io mi ritroui.
- -

s- - - - - - I 8
1X,

D'INCERTo AvTToRE
D” NNA, la uoſtra lontananza è ſtata
cAme uostro fedelſeruo, & amante
e Morte tanto crudel, quanto inſperata:
2Nel gentiluoſtro angelico ſembiante
Aabitarlalina, elmio cor uagoſuole,
8 ne le luci ſi leggiadre, o ſante;
gueſte fur riſplendente unico Sole
Soura i miei di, ſenza lor triſti, e negri,
E di quel pieni,ond'huom uia piu ſi duole,
Come ſono a me adeſſo orbati, o egri,
In queſta ſepoltura de la uita,
Che non fa ſenza uoi, che ſi reintegri:
Con uoi lanima mia è dipartita,
cAnzi'l mio ſpirto, & l'anima uoi ſete,
E tutta la uirtù uitale unita:
E,s'huom morto parlaruien, che ſi uiete,
2Non io, ma di me parla in cambio, quella,
Che ne le uostre man mia uita hauete.
9 ueſta non puruiſcriue, º uifauella
Per miracolde Amor, in cotal guiſa,
Che,ne l'eſſer io morto, in uoi uiue ella:
e Ma,ſtando dalcor uoſtro non diuiſa,
Viſuſurra a l'orecchie di ſegreto, -

E'l mio miſero ſtato ui diuiſa: -

º - E 2 ºNe

-
-
2Neperciò del mio male altro ben mieto,
Senonchagli occhi uoſtri eiſi figura
Con ſpettacolo a uoi gioioſo, e 9 lieto;
E, mentre meco ognihor u'innaſpra, e indura,
Superate ne l'eſſermi crudele - -

Lefiere moſtruoſe a la natura.


Laſſo, chioſpargo aiuenti le querele,
cAnzi è un percuoter d'onde a duro ſcoglio,
9 uanto mai di uoi pianga, 69 mi querele.
e AMoſſos inſuperbiſce il uoſtro orgoglio,
Si comelmara l'impeto de uenti,
A4entre a ragion con uoi di uoi midoglio:
Ethorperfar piu graui i miei tormenti,
Per leuarmi lriſtoro ch'io ſentia,
ºNelformaruipropinquo i miei lamenti,
2V andaſte a uolo per diuerſa uia,
9 uando menſoſpettaua, a dimoſtrarui
In tutti i modi a me contraria, e ria.
9 ual neue ſottolſon piangendo ſparui
Con queſt'orma di uita, e con quest'ombra
Vana, e inſufficiente a ſeguitarui,
cAnzi da miei ſoſpircacciata, ºſgombra,
Coluento,ch'a uoi uenne, ſi riſolſe, -

Che ſpirando al bel ſen forshor u ingombra.


Empio deſtin ch'altroue uiriuolſe
Talmirarlo mio ſtratio, º quellapena,
Che infinita al mio corperuoi s'accolſe.
Troppo
I 9
Troppo era la mia uita alta ſerena, -

'Darui in preſentia de la mia gran fede


Coluicimpianger mio certezzapiena;
8 riceuerne aſpriſsima mercede -

Ti preſenti minaccie, e di ripulſe,


Contrario a quel cha la pietà ſi chiede;
º 5en certo allhor benigno il Cielm'indulſe,
E troppo chiara ancor nel ſommo ſaegno
La luce de uoſtr'occhi a me rifulſe.
Di guſtar quel piacernon era degno,
Ch'io ſentia, nel uederui aſpro, e mortale
Farpiu ſempre l mio duol, con ogni ingegno:
Forlaſſo piango il mio paſſato male, -
guando a le mie d'amorgrauipercoſſe
2Non fu in dolcezza alcun diletto eguale.
cAmor d'acerbo colpo mipercoſſe;
Di quel, che di piacere in tutto priuo,
uando da me e Madonna ui rimoſſe
Dianzi fu luiuer mio lieto, o giuliuo,
Ethoraproua del mio malcotanto
Sento l mio ben, mentre di lui mi priuo
Teh tornate a ueder il mio granpiantos
Venite arinouar l'aſpre mie piaghe,
Senza laſciarmi reſpirar alquanto o

Di ciò contente fian mie uoglie, ºpaghe 9

Chelmio duol da uoi fatto ancor maggiore


Mirin da preſſo l'alme luciuaghe.
cA me
-

e Amefia d'alta gioia ogni dolore,


E in gran pietà riceuerà lo stratio,
E in dolce aita ogni aſpra offeſa il core,
“Pur, ch'a noi ritorniate in breueſpatio.
X.

R I S P O S T A D E L L A
S. V E R O N I CA FR A NCA
PER L'IsT Esse R IME.
diſparte da te ſommene andata
I N Perfr aſtornarti da l'amarmi,auante
Chunqua moſtrarmi a tanto e Amore ingrata:
2Ne mia colpa ſia mai, ch'alcunſi uante
giouato hauermi in opre, od in parole,
Senza mercede aſſai piu che baſtante:
Ma, s'huom ſeguendo ciò che lſuo cor uuole,
Di quel mattristi, ond'ei uia piu s'allegri,
e Meco non merta; e miſprezza, o non cole.
9 ueiſi, che ſon de Amor meriti integri,
9 uando per far a me coſa gradita,
Per me ti ſono i tuoi di triſti, allegri,
E nondimeno tu con infinita
Doglia ſentiſti, che mai coſe liete
Non m'incontrar dal tuo e Amor diſunita.
Chemiprendeſti al'amoroſa rete,
Preſa da un'altro pria, uietò mia ſtella,
2Nonſo,ſe per mio affanno, o per quiete:
TBaſta,
2. O
paſta, che fatta d'altro amante ancella
L'anima, ad altro oggetto intenta e fiſa
Kenderſi ai tuoi deſir conuien rubella:
Con tutto questo: 69 ch'al mio benpreciſa
La ſtradafoſſe , & fattomi diuieto,
TDal tuo ſeguirmi poco men, che ucciſa,
Con giudicio amoreuole, e diſreto,
Tantoſtimail tuo e Amor ſenza miſura,
9 uanto piu almiouoler foſti indiſcreto:
E, di te preſo alcuna dolce cura,
TEench a me tu tempraſti amaro fele
Col tuo ſeruirmi, in ciò non ti fui dura.
E, per te non hauendo in bocca il mele,
TDi quell'affetto, ch'entrolſen raccoglio,
Che in altruiprò conuien, cheſi riuele;
Liberamente, come tecoſoglio,
Ti raccontai, ch'altroue erano intenti
Imieiſpirti; & mostraiti il mio cordoglio:
Aor,perche teco ad un non mi tormenti,
Tentando inuan, cha mio gran danno io ſia
Pietoſa a te, con tuoi doglioſi accenti;
Da te partimmi: &, nonpotendo pia
Eſſerti, almenueridica t'apparui,
2Non rea; qual da te titolmi ſi dia.
9 uanto è leggio taluolta ilpaleſarui
Effetti d'alma dipietate ingombra,
TDou altri ſoglia male interpretarui ?
-
28enche
|
ſbenche ſe uaneggiando erra, o adombra
Il tuo penſier, che da ragion ſi tolſe,
Seguendo amorper uia di lei diſgombra;
2Non però quel, ch'ad utiltuoſi uolſe
Dame, da cui laeſirtuoſi raffrena,
Che dir alprecipitio ipietiſciolſe,
e Ameritar alcun biaſmo mimena,
cAnzi di quel ch'aiuto in ciò ti diede --

La mia chiara pietà ſi raſſerena:


Chesiomoſſi da te fuggendo lpiede,
Fu perche le preſenti mie repulſe
.M'erande la tua morte eſpreſſa fede.
E quante uolte fu, che tirepulſe
Da ſelmio ſguardo, o ti mirò con ſdegno,
So, che'lgran duol del petto il corteuulſe.
Chioti uedeſsi dalta doglia pregno
AMorirmi un di dauante, eccetto tale
Era a me ſconueneuole, o indegno.
Da l'altra parte, aſſai poteuio male
Aiſponder al tuo amori non men, che foſſe
Il tentar di uolar non hauendo ale:
E che farpoteuio contra le poſſe
Ti quell'arcier, che deltuo beneſchiuo
T'oro in te, in me dipiombo ilſuo stralmoſe!
Ma dor prima anco al mio corfece arriuo
La ſua ſaetta ſtandio ferma intanto
e Mirando incauto l'altrui uolto diuo.
g uinci
2, I

guinci un lume, ch'alSoltoglieuailuanto,


M'abbagliòſi, che non fa, che appaghe
D'alcun ben altro mai l'anima tanto. -

E, perch errandolmio ſtilpiu non uaghe;


Io partì per diſciorti dal mio amore,
Con le mie piante a fuggirpronte, o uaghe.
So, che la lontananza il ſuo furore -

Mitiga; &, quando tu deluiuerſatio


Puruogliamando uſcir di uitafuore;
Te con quest'occhi, cºme inſieme non stratio.

XI.

D'IN CERTO AVTTORE


Iº uero una tuſei Verona bella,
Poi che la mia Veronica gentile,
Con l'unica bellezza ſua t'abbella;
uella, a cui non fu mai pari, oſimile
DeAdrianinfaleggiadra, hor colbeluiſo
T'apporta a mezzo luerno un lieto e Aprile,
cAnzitifanelmondo un Paradiſo
IlSol del uolto, e degliocchi le Stelle,
E'ltranquillo ſeren deluagoriſo:
a2Ma l'intelletto, che ſi chiaro dielle
Il celeſte motor a ſua ſembianza,
Vnito in lei con l'altre coſe belle,
E assi
S. uegli altri pregi in modo ſoprauanza,
Che l'humanueder noſtro nonperuiene
c Amirar taluirtute in taldiſtanza:
e 4 pena l'occhio corporal ſoſtiene
Lo ſplendor de lafronte, in cui mirando
e Abbagliato, e confuſo ne diuiene i
ºueſta la Donna mia dolcegirando
L'aria fa tutta fauillar d'intorno,
Epon le nubi, o le tempeste in bando :
Ti roſe, e di uiole il mondo adorno
Xende llume del ciglio, con cui lieta
Primauera perpetua fa ſoggiorno:
Oime, qual'empio influſſo di pianeta,
Vnica di queſt’occhi , o uera luce,
Subito mi t'aſconde, o mitiuieta ?
Chilnoſtro Paradiſo altroue adduce,
cAdria, meco perciò doglioſa, e triſta,
Che'n tenebre il di noſtro ſi riduce? -

Ogni altro oggetto, laſome, m'attrista,


Aſor che del uago mio ſplendor celeſte
AAi ſi contende la bramata uiſta:
3en del penſier con l'egre luci, 69 meſte
Scorgo Verona inuidioſamente,
Che de miei danni lieta ſi riueſte.
(Veggo, laſſo, priuolgo con la mente
2Ne l'altrui gioia, e ne l'altrui diletto
Via piu grauel mio danno eſpreſſamente.
cAdria
22.
«Adria per coſteifoſti almo ricetto -

Ti tutto'lben chanoi dal Cielderiua,


guant'eine ſuolpiu dar ſommo, o perfetto:
Hor di leitoſto indegnamente priua,
Per queſta del tuo lido antica ſponda
Torbidol mar riſuona in ogni riua:
Ben tanto piuſi fa lieta, 69 gioconda
Verona, e di fiorito, 69 dolce e Maggio
“Nel maggior noſtro uerno, º ghiaccio abonda.
uiui del mio bel Sol l'amato raggio
spiega le tante ſue bellezze eterne,
Che dir al Cielo inſegnano il uiaggio:
peruirtù di tailume in leiſiſcerne
Veſtirle piante di nouel colore,
8 giungerforza a le radici interne. -

L'aura ſoaue, elpretioſo odore,


Che da le roſe de la boccaſpira,
guesta figlia di Pallade, e d'amore,
2Nutrimento uitalpertutto inſpira,
si ch'a quelrefrigerio in un momento
Tutto riſorge, e rinaſce, e reſpira
E de lauoce angelica il concento
I fiumi affrena, ei monti ad udirmoue,
8 leielſi ferma ad aſcoltarla intento:
Il Ciel, che in cAdria piange, e ride altroue,
Laue la dolce mia terrena Dea ,
Gratia, e dolcezza dal belcigliopicuei
- - - F 2. Et
- - -
-
Et quel ricetto eſtremamente bea,
Dou'ella alberga, per deſtinfelice
D'un altro amante, o per mia ſtellarea:
c. Altri del mio penar buonfrutto elice,
Del mio bel Sol la luce altri ſi gode,
Etio quipiango nudo, o infelice:
e Ma,sella'l mio dolor intende, e 9 ode,
Perch a leuarmi l'affamato uerme
?Non uiendalcor, che ſi lconſuma, ºrode?
E ſe non mode; omie ſperanze inferme,
Poi che loielchiude a mieiſoſpirla ſtrada,
Contra cuiuano è quanto huom mai ſi ſcherme.
AAa tu ſi auenturoſa alma contrada,
Chapena un tanto ben capi, o riceui,
9 ualchi confuſo in gran dolcezza cadas
DeAdria i diletti a fuggirpronti, o lieui
e Mira; e& dal noſtro danno accorta stima
Iluolar de tuoi di fugaci, º breui:
Fortiuedi ripoſta ad alta cima,
2Nepenſi forſe come d'alto grado
Le coſe eccelſe la fortuna adima:
Stabilnon è di quà giu'lbene; & rado
Piu d'un momento dura; elpianto, e'l duolo
Troua per mezzo l'allegrezza il guado:
e Mapur felice auenturoſo ſuolo,
Che quel momento al godernoſtro dato
Poſſiedi un ben coſi perfetto, o ſolo.
“Pian,
2 3

“Pian, poggio, fonte, e boſco fortunato,


Cha un guardo, a un ſol toccar deluagopiede
Formaprendete di " stato;
L'alto, e nouo miracol, che n uoiſiede,
cAfarui basti in tantoſpatio, eterno
Tutto quel ben,ch'al ſuo uenirui diede i
Siche mai non u offenda o ghiaccio, o uerno,
2Nedaltro influſſo rio; ma ſempre in uoi
Sia la ſtagion de fior lieta in eterno;
Tºur che toſto colei ritorni a noi,
cAlnido,ou'ella nacque, che ſenz'eſſa
AMena triſti, o oſcuri i giorni ſuoi.
Teh torna luce mia del raggio impreſſa
De la diuinità, qui doue mai
Piangerla tua partita non ſi ceſa:
Tempo è diritornare Madonna homai
eA conſolar de la uoſtr'almauiſta
Di queſta patria i deſioſi rai:
cAdar a la mia mente inferma, e triſta
Col dolce oggetto del bel uoſtrolume
Rimedio contra lauol, che ſi l'attriſta:
E,ſe troppo limio cordi uoipreſume,
Datemi in pena, che deluagouolto
Da uicinlo ſplendorm'arda, o conſume:
2Ne de begliocchi altroue ſia riuolto
Il doppio Sol, finche'npolue minuta,
2Non mi uediate dal mio incendio uolto,
E, per farlo, affrettate la uemuta.
- 4
XI I. . ”.

R I S P O S T A D E L L
S. V E R O N I CA , F R A NC A

QV ANTO peruoi meglio ſi faria, |


sequel, che l Cielo ingegno alto ui diede
Riconoſcete compiu corteſia,
sich'a impiegarlo in quel chepiuſi chiede,
; Veniſte, diſdegnando ilmondo fiale,
Che quei piu inganna, che gli tien piu fede,
E, ſe lodate pur coſa mortale,
Laſciando quel che ſoldelſenſo oggetto,
Lodar quel chalgiudicio ancor poi uale;
Lodard e Adriailfelice almoricetto,
Che, benche ſia terreno, ha forma uera
Toi Cielo in terra a Tio caro, o diletto:
gueſta materia del uoſtro ingegno era,
E non girpoetando uanamente,
obliando la uia del uer primiera:
Senza diſcorrerpoeticamente, -

Senza uſarl hiperbolica figura,


Che purtroppo bugiarda apertamente, -

Sipoteua impiegarla uoſtra cura .


In lodando Cinegia ſingolare, .
Merauiglia, e ſtuporde la natura: -

gueſta dominatrice alta del mare


Regal Verginepura inuiolata,
2Nel mondo ſenza eſempio, o ſenza pºi
9 uesta
º
- 24
gueſta da uoi deueua eſſer lodata,
Vostrapatria gentile, in cui naſceſte,
E dou anch'io la TDiomercè ſonnata:
e Mauoi le merauiglie raccoglieſte
D'altro paeſe; & de lamia perſona,
uel ch'amor cieco uidettò,diceſte.
Vna in uero e qual dite uoi Verona,
Per le qualità proprie di ſe ſteſſa,
Et non per quel che da uoiſi cagiona:
Ma tantopiu Vinegia è bella d'eſſa,
9 uanto è piu beldelmondo il Paradiſo,
La cui beltà fu a Vinegia conceſſa:
In modo dal mondan tutto diuiſo
Fabricata è Vinegia ſopra l'acque,
Per ſopranatural celeste auiſo,
In queſta il Re del Cielo ſi compiacque
Di fondar il ſicuro, eterno nido
De la ſua fe, ch'altroue oppreſſa giacque:
8 poſe a ſuo diletto in queſto lido
Tutto quelbel,tutta quella dolcezza,
Che ſia di maggioruanto, e maggiorgrido:
gioia non darſi altroue almondo auezza
In tal copia in Vinegia il Cielripoſe,
Che, chi non la conoſce, non l'apprezza:
9 ueſto al uostro giudicio non s'aſcoſe,
Che de le coſe piu eccellenti ha guſto,
Ma poi la benda agli occhi amoruipoſe,
Dalcostui foco iluoſtro cor combuſto,
dimandò agli occhi de la mente il fumo,
Che uifece uederfalſo, e non giuſto:
2Nedio di me tai menzogne preſumo,
º" uoi ſpiegaste, ben con taimaniere,
Che dal modo deldir diletto aſſumo;
e Ma non perciò conoſco per non uere
Le traſcendenti lodi, che mi date,
Si che mi ſon con noia di piacere:
«2Ma, ſeſ" taldi me concetto fate,
Perch'al nido, ou'io nacqui, non ſi penſa
Tauoi, en ciò perch'ognihornollodate ?
Perch ad altr'opra ilpenſierſi diſpenſa, -

Se peruoi deue un locoeſſer lodato,


Che dia al mio ſpirto poſa, 69 ricompenſa!
Ricercando del Ciel per ogni lato;
Se ben diſcorre in molte parti il Sole,
Però uien l'oriente piu ſtimato;
Perche quaſi dalfonte Feboſuole
9 uindi ſpiegar il ſuo diuino raggio,
9 uando aprirai mortali il giorno uuole:
Coſi anch'io n queſto, e in ogni altro uiaggio,
Senza col Solperò paragonarmi,
Per mio oriente alma Cenetia thaggio:
9 ueſta,ſe inpiaceru'era dilettarmi,
TDoueuate lodari & con tal modo
cAlmio uſato ſoggiorno richiamarmi:
Lunge
2 5
Lunge da lei di nullo altro ben godo,
Se non chioſpero, che la lontananza
TDal mio ui ſcioglia, o leghi a l'altrui nodo:
Continuando in cotalmia ſperanza,
Prolungherà piu ch'io potrò'l ritorno,
Talche m'amiate ha lo ſdegno poſſanza:
Coſi uuol chi nelcormifaſoggiorno
cAmor di tal, che per uoſtra uendetta
Forſe non meno il mio riceue a ſcorno:
e Ma, come ſia, non ritornerò in fretta.
XIII.
DELLA SIG. VERONICA
F R A N C A.

ON piu parole, a ifatti, in campo alarmi,


Ch'io uoglio, riſoluta di morire,
Daſi graue moleſtia liberarmi:
2Non ſo,ſelmio, cartelſi debba dire,
In quanto do riſpoſta prouocata:
a Ma perche in riſſa denomiuenire?
Se uuoi, da temi chiamo di fidata,
E, ſe non ti difido; o in ogni uia
La prendo, e ogni occaſion m'egrata:
Ilcampo, o l'armi elegger a teſtia,
Chioprenderò quel, che tu laſcierai,
cAnzi pur ambo nel tuo arbitrio ſia:
º - g Toſto
Toſto ſon certo, che t'accorgerai
9 uanto ingrato, 69 di fede mancatore
Foſti; & quanto tradito a torto m'hai.
E, ſe non cede l'ira al troppo eAmore,
Con queſte proprie mani, arditamente
Ti trarrà fuor del petto il uiuo core.
La falſa lingua, ch'in mio danno mente,
Sterperò da radice spria ben morſa
Tentro'lpalato dal ſuo proprio dente:
8,ſe mia uita in ciò non fa ſoccorſa,
Pur diſperata prenderò in diletto
T)'eſſer al ſangue in uendetta ricorſa:
Poi colcoltel medeſimo il proprio petto,
De la tua occiſion ſatia, o contenta,
Forſe aprirò pentita de l'effetto:
Aor, mentre ſono al uendicarmi intenta, i
AEntra in ſteccato, amante empio & rubello,
E qualunque armi uoi tosto appreſenta:
C'uoi per campo il ſegreto albergo, quello,
Che de l'amare mie dolcezze tante
Ai fu miniſtro inſidioſo, o fello ?
Formiſi para il mio letto dauante,
Ou in grembo taccolſi, o ch'ancor l'orme

serba dei corpi in ſen l'un l'altro tante.


Per me in lui non ſi gode, o non ſi dorme,
e Mallagrimar de la notte, o del giorno
Vien, che in fiume di pianto mi trasforme:
Ma
- 2 6

e Ma pur queſto medeſimo ſoggiorno,


Che fu de le mie gioie amato nido,
Douhor ſola in tormento, e'n duolſoggiorno,
Per campo eleggi, accioch'altroue il grido
2Non giunga, ma qui teco reſti ſpento,
Del tuo inganno uerme, crudele infido:
9 ui uieni, pien di peſſimo talento
cAccomodato al triſto officio porta
Ferro acuto, pda manchabbia ardimento
guell'arme, che da temi ſarà porta,
“Prenderò uolentier, ma piu, ſe molto -

Togli, o da offenderſia ben ſalda, o corta:


Dalpetto ignudo ogni arneſe ſia tolto,
e Alfin, ch'ei diſarmato a le ferite,
Poſſa lualor moſtrar dentro a ſe accolto:
cAltri non simpediſca in questa lite,
Ma da noi ſoli due, ad uſcio chiuſo,
Kimoſſo ogni padrin ſia diffinita.
Queſt'e d'arditi caualier buon uſo,
Chattendon ſenza ſtrepito apurgarſi,
Se ſi ſenton l'honor di macchie infuſo:
Coſi ouengon ſoli ad accordarſi,
O, ſe strada non trouano di pace,
Pon del ſangue a uicenda ſatiarſi:
TDi tal modo combatter a mepiace,
E d'acerba uendetta, al deſirmio,
9 ueſta maniera ſeruo, o ſodisface:
g 2 TBenche
5enche far del tuo ſangue un largorio
spero ſenz'alcun dubbio, anzi ſon certa,
Senza una ſtilla ſpargerne ſolio:
AMa,ſe da temiſia la pace offerta?
Se la uia prendi, l'armi poſte in terra,
e Ale riſſe d'amor del letto aperta?
TDebbo continuar teco anco in guerra ?
Poiche, chi non perdona altrui richieſto,
Con nota di uiltà traſcorre, e 9 erra.
9 uando tumecopurueniſſi a questo,
Perauentura io non mipartirei
Da quel ch'è conueneuole, o honeſto.
Forſe nelletto ancor ti ſeguirei,
E quiuiteco guerreggiando teſa,
In alcun modo non ti cederei.
Perſouerchiarla tuaſi indegna offeſa
Ti uerrei ſopra , e nel contraſt o ardita,
scaldandoti ancor tune la difeſa,
Teco morrei d'egual colpoferita.
O mie uane ſperanze, onde la ſorte
Gudelapiangerpiu ſempre minuita
e Ma purſoſtienti corſicuro o forte 5

. E con l'ultimo stratio di quell'empio,


Vendica mille tue con la ſua morte,
Poi con quelferro ancor tronca il tuo ſcempio.
27
XII II. -

RISPOSTA D'INCERTO
A V T T O R E.
Nº N piu guerra, ma pace, e gli odi, e lire,
E quanto fu di diſparer tra noi,
Si uenga in e Amor doppio a conuertire:
La mia cauſa io rimetto in tutto a uoi,
Con patto, che perfin de le conteſe
cAmici piu che mai restiamo poi:
2Non mi baſta, che l'armiſian ſoſpeſe,
AMa per ſtabilimento de la pace,
T'ogni parte ſi lieuino l'offeſe:
Che naſceſſe tra noiriſſa,mi ſpiace,
e Ma,ſe lo ſdegno in camor s'augumenta,
Che tra noiſi ſdegnaſſimo, mi piace:
E,ſe pur ragion uuol ch'io mi riſenta,
E uendicata ſia l'ingiuria mia,
Te la qualfoſte ognihor ministra intenta,
Voglio con l'armi de la corteſia
Inuincibildurar tanto ala pugna,
Che conoſciuto al fin uincitorſia:
ºNè queſto da lamorgrande repugna,
e Anzi con queſte, e non mai con altre armi
Ogni ſpirto magnanimo soppugna:
O ſe uoleſte incontra armata Starmi,
Seuoleſte tentar con forza tale,
Sepoſibiluiſia di ſuperarmi;
- Fora'l
Fora'l mio ſtato a quel di Gioue eguale;
Eforſe troppo è la ſperanza ardita,
Che ſtudia di uolar non hauendo ale:
Somma felicità de la mia uita
Sarebbe in queſto ſtato, che teneste
TDa nuocermi la mente diſunita:
. Ma,s'alopere mie ben attendeste,
(oſi precipitoſa ne lo ſdegno
cA ciaſcun paſſomeco non ſareſte.
L'ira è ben sì de l'affettion ſegno,
AMa che attende a introdur nel noſtro petto
9 uanto può l'odio con acuto ingegno,
Coſi'llanguirgiacendo infermo in letto
Segno e di uita,perche lhuom, ch'è morto,
Coſa alcuna patir non può in effetto:
2en per l'infermità uien altri ſcorto
e Amorir; e, quant'è piu'l malpoſſente,
cAlfin saffretta in termine piu corto,
Daluoſtro ſdegno ſubito, 69 ardente,
S'è in uoi punto uerme de Amore, attendo,
Che ſiano tutte le reliquie ſpente:
E per queſto taluolta anch'io m'accendo,
8 non perira, ma per dolor molto
fatto le man, uocifero, º contendo.
Vedermi dal mio camor ilpremio tolto;
2Ne queſtopur, ma in altretanta pena -

vederlomi in ſugliocchi(oime)riuolto:
Per
28

Per diſperation queſto mimena -

e Aquel, che piu miſpiace; & pur l'eleggo,


Poichelpreciſo danno aſſai s'affrena:
Con la neceſſità miuolgo, & reggo,
Dapoi, che la ruina manifeſta
De le ſperanze mie tuttepreueggo:
a Ma non perciò, nelcorſempre mireſta
Dipiacerui talento, e o di ſeruirui,
cAnzi in me piu talbrama ognihorſi desta:
la mia ragion uerrei taluolta a dirui,
e Ma perche ſo, che romorne ſarebbe,
Colſilentio m'ingegno d'obedirui:
2Non ſo, ma forſe, ch'a taluno increbbe
Deluiuer noſtro inſieme, che lſuo toſco
2Nel noſtro dolce a ſpargerlopronto hebbe.
Inſomma dal mio canto non conoſco
Dhauerui offeſo, ſelmio amor eſtremo
- AMeritarpena non mi ha fatto uoſco;
Ma ſeguite crudel; queſto mai ſcemo
2Non diuerrà, ma nel mio corprofondo
Viuoſi ſerberà fino a l'eſtremo:
N Viurà di queſto il mio penſiergiocondo,
2enche per talcagion di pianto amaro,
Di lamenti, e ſoſpiri, e doglia abondo.
Ecco, che nel duello mi preparo
Con l'armi del mio mal, de le mie pene,
Te l'innocentia mia ſottol riparo:
- 9Non
2Non ſo,ſe l uoſtro orgoglione diuiene
e Maggior, o ſe sappiana, mentre mira,
Ch'io uerſo'lpianto da le luci piene.
Ben talhorl humiltate estingue l'ira,
Ma poi talhor baccende, onde queſt'alma
Tra ſperanza, e timor dubbiaſi gira.
e Ma d'armi tali pur ſotto aſpra ſalma,
Ai rendo in campo a uoi e Madonna uinto,
E nuda porgo a uoi la deſtra palma.
Se non s'è l'odio nel cor uoſtro eſtinto,
e Miſia da uoi col preparato ferro
Vn mortal colpo in mezzo lpetto ſpinto:
Purtroppo armata, e ſo ben ch'io non erro,
Contra meſete; & io del ſeno ignudo
L'adito a iuoſtri colpi ancor non ſerro.
guel dolce ſguardo humanamente crudo
Son l'armi,ondancidete il triſto core,
In cui uita, bench empia,ognihor ui chiudo:
gli strali, e' foco, e'llaccio ſon de Amore
L'alte upſtre bellezze, a me negate,
Cnde creſce laſeſio, la ſpeme more:
42 veſte in mio danno aſpra guerriera uſate,
A quanto piu di lor ſetegagliarda,
7 artopia pronta a le feriteſiate.
9 talcoſa dai ferirmi ui ritarda ?
Forſe uigioua, che d'acerba fiamma
Senza morir, per uoi languiſca, o arda.
Laſſo,
29
Laſſo,ch'io mi diſtruggo a dramma, a dramma,
2Ne de la mia nemica il mio granfoco
Punto il gelido petto accende, o infiamma:
Ella ſi prende i miei martiri in gioco,
AAiſero me, che pur a noue piaghe
Dentro lmiopetto non ſi troua loco.
Di quella fronte, e de le luci uaghe,
E del dolceparlarfurgli aſpri colpi 9 - e

Che'nſ"fer quell'empie uogliepaghe -

volete,ch'io non pianga, e non u'incolpi,


E di quanto in mio ſcempio hauete fatto
Ti uoi mi lodi, o non ſol ui diſcolpi?
L'armi prendete ad impiagarmi ratto,
8 l mio duoldiſgombrando con la morte,
Fate degno di uoi magnanimo atto:
e Ariconciliar l'irata ſorte,
Onde'l Cielmi minaccia oltraggio,o ſcorno,
Pigliate in man la ſpada ardita, e forte.
Ecco che diſarmato a uoi ritorno,
E, per finir ilpianto a qualche ſtrada,
eAi uoſtri piedi humilmiuolgo intorno:
Del uoſtro ſdegno la taglienteſpada,
S'altro non gioua, homai prendete in mano,
E ſopra me ferendo altera cada:
Ripetitepur uia di mano in mano,
Mentre dal ſegno alcun colpo non erra,
8 che l'oggetto hauete non lontano:
- - Aſ Breue
ºreue fatica queste membra atterra,
Lacere, e tronche d'amoroſa doglia,
?Non punto accinte a contraſtar in guerra:
E,s'ancor benpoteſi, non n'ho uoglia,
AAa di morirui inanzi eleggopria
Chalcun riparo in mia difeſa toglia.
Potete, ſe uipiace, eſſermi ria;
E, quando uſar l'aſprezza non uipiaccia,
Totete, ſe uipiace, eſſermi pia.
g uanto a me, pur ch'a uoi ſi ſodisfaccia,
Vidono ſopra me podeſtà franca,
Legatopiedi, e mani, e gambe, e braccia.
E ui mandoperfede carta bianca,
Chabbiate del mio cordominio uero,
Si che ueruna parte non ai manca.
Del reſto aſſai deſio piu, che non ſpero,
2Neſo, ſe in uia di ſtratiar, m'habbiate
Fatto l'inuito, o ſepur da douero.
cAſpetterò, che uoi me n'accertiate.
-t

DX V.

DELLA SIG VERONICA


F R A N C A- -

S' GN OR, ha molti giorni, ch'io non fui


(Come doueua)afaruiriuerenza,
Ti che biaſimata ſon forſe d'altrui,
e Ma
\

)
3o
a Ma, ſe da far ſe n'hagiuſta ſentenza,
Le mie ragioni aſcoltarpriaſi denno
T'a me ſcritte, o formate a la"e :

che, quanto dritte, º accettabilienno 9

2Non uaglio ch'altri impediſca, e ſolo


Giudicar laſcierò dal uoſtro ſenno:
Con queſto in tanti mali mi conſolo,
Che non ſete menſauio, che corteſe,
E che pietà ſentite delmio duolo,
Siche, salcun di queſto mi ripreſe,
Ch'a uoi d'alquanto tempo io non ſia stata,
Prodotte haurete uoi le mie difeſe.
Io ſo pur troppo, che da la brigata -

Farmalgiuditio de le coſe s'uſa,


Senza hauer la ragion prima aſcoltata.
Signor, non ſolo io ſon degna di ſcuſa,
e Ma, che ciaſcun, c'hagentilcor,m'aſcolti
Ti triſte pianto con la faccia infuſa:
2Non poſſo non tener ſempre riuoli
I ſentimenti, o l'animo, e l'ingegno
e Aigrauoſi martir dentro a me accolti,
si c'hora,ch'aſcuſarmi con uoi uegno,
Bntra la lingua a dir del mio dolore,
º di lui ragionarſempre conuegno,
Wenche queſt'è miaſcuſa, che le Amore,
Ch'io porto adhuomgentile a marauiglia,
Ai confonde la uita, e toglie il core:
è Aſ 2 cAnzi
cAnzipur dal girar de le ſue ciglia
La mia uita depende, e la mia morte,
E quindi gioia, e duol l'anima piglia:
Termeſſo alfine ha la mia iniqua ſorte,
Che'n preda del ſuo amor m'abbandonaſſi,
Ti che fien l'hore del mio uiuer corte:
Et ei crudel da me uolgendo ipaſſi,
42 uando piu bramo la ſua compagnia,
Fuor de la noſtra comun patria uaſi,
Senza curar de la miſeria mia, -

e Afarlinſtantiferie altroue egito,


AAa dauantaggio andò ſei giorni pria,
Di ch'èrimaſo in me duolo infinito,
E'lcore, & l'alma, el meglio di me tutto,
Col mio amante da me s'è dipartito.
Corpo dal pianto, e dal dolor distrutto,
2Ne l'allegrezza ſenza ſentimento,
Rimaſta ſon del languirpreda in tutto:
42uinci lpaſſo impedito, e nonpur lento
Aebbi a uenir in quella uoſtra ſtanza,
Secondo l mio deuere, e'l mio talento:
Peroche i membri hauea ſenza poſſanza,
Priua dalma; e&,ſe in me di leipunto era,
TDietro'l mio ben n'andaua per uſanza;
Coſi paſſauaildi fino a laſera,
A le notti piu lunghe erandi quelle, l

Chadc Alchmena Giunon feprouar fiera:


Soura
3I
Soura le piume al mio poſarrubelle
2Non ritrouando requie nelmartire,
D'amor, di lui doleami, o de le ſtelle:
Standomi ſenza lui uolea morire;
Speſſo leuai, e ricorſi agli inchiostri,
?Ne confuſa ſapea, che poi mi dire.
5en prego ſempre e Amor, che gli dimostri
Le mie miſerie, e lſuo gran fallo eſpreſſo,
Oltre a tanti da me ſegnifuor moſtri.
Certo da un canto 69 lungamente, e ſpeſſo
Eglim ha ſcritto in questa ſua partita, -

Et ancor piu di quel che m'ha promeſſo: -

Col ſuo corteſe ſcriuermi la uita


Senza dubbio m'ha reſo, e col ringratio i
Con un penſier, chaſperar ben minuita:
Da l'altraparte intento a lomio ſtratio, ,

Poiche ſenza di ſe mi laſcia, io lueggo,


Et ch'ei ſtà ſenza meſi lungoſpatio:
Le ſue lettre mandatemi ognihor leggo,
8 tenendole innanzi a lorriſpondo,
Eparte a la mia doglia in ciò proueggo.
cAlti ſoſpir dal corm eſcon profondo -

\--
2Nellegger le ſue carte, e infarriſposte
Tiene di quel languir, che in pettoaſcondo:
In ciò furtutte diſpenſate, oſi
L'hore; & delmioSignorbaſciaua in loco,
Le ſuegrate, o dolciſſime proposte:
s Peggio
Peggio che morta, in ſuon tremante, e fioco
Sempre chiamarlo lagrimando aſſente,
Il mio ſolo rifugio era, elmio gioco:
E, deſtandolmeco hauer preſente,
e Altrui noioſa, a me steſſa moleſta
Laſalanguia del corpo, e de la mente.
Come deueua, ouerpotea con questa
oppreſſa dal martirgrauoſa ſpoglia
Venir da uoi meſchina, inferma, o meſta?
c A creſcer con la mia lauoſtra doglia,
E in cambio di parlar con buon diſcorſo,
Aſauer dipiangerpiu, che d'altro,uoglia,
In quel uoſtro ſi celebre concorſo
Dhuomini dotti, e di giudicio eletto,
Da cui uien ragionato, e ben diſcorſo.
Come ſenza poter formarun detto, - -

Toueuione la ſcola circoſtante -


Huom tal uiſitar egro infermo in letto?
Furono appreſo le giornate ſante,
Ch'a questo i m'impedir la uia,
fenche la cagionprimafulmio amante,
e Acui ſempre penſarmi conuenia,
E legger, e riſponder, in ciò tutta
Spendendo la già morta uita mia:
Ethora a ſtato talio ſon ridutta,
Che,sei doman non torna, com'io ſpero, -
Fia la mia carne in cenere diſtrutta. -

Di
3 2.
Ti riuederlo ognihor bramoſapero, - -

5ench ei toſto uerrà, com'io ſon certa, -


Per quel ch'ei ſempre m'ha narrato il uero:
Te la promeſſa fe diluisaccerta - -

Con altre eſperientie la mia ſpene,


2Nè qualdianzi ha dame doglia e ſofferta:
Egli uerrà, l'abbraccierò lmio bene,
Stella benigna,ch'a melguida, e ria
guella,ondeiſenza meſtarſol ſoſtiene. )

Ai reſta un poco di malinconia,


Ch'egro è lmio colonello, o io non poſſo
e Mancargli per amor, 69 corteſia, i
Si che gran parte daltro affar rimoſſo, .

cAttendo agouernarlo in ſtato tale,


Cheifora ſenza me di uita ſcoſſo,
Per troppo amarmi ei giura di ſtar male,
Conuenendo da me dipartir tosto,
E uerſo Creta andarquaſi con tale:
Di ciò nel corgrand'affanno ei shapoſto,
&t io non ceſſo ad ogni miopotere
Di conſolarloa ciaſcun buon propoſto.
Vorreil dal ſuo mal libero uedere,
“Perche tanto da lui mi ſento amata,
8 perchei langue fuor d'ogni douere:
8 come Donna in queſta patria nata,
Vorrei, chou ha di lui biſognoandaſſe,
Et chopra a lei prestaſſe utile, o grata:
- Le
Le uirtù del ſuo corpo afflitte, o laſſe,
Per ch'eine giſe, ou altri in (retail chiama,
Gratomifora ch'ei ricuperaſſe.
Delſuo nobilualor la chiara fama,
Fa, che quiui ciaſcun lama, e'l deſia,
E come eſperto in guerreggiarilbrama.
TDategli uenti facile la uia;
6,perche fuor d'ogni moleſtia eiuada, -

La TDea de Amor propitia in margliſia,


Si che con l'honorata inuitta ſpada,
cA la ſua illustre immortal gloria ei faccia
Con l'inimico ſangue aperta ſtrada:
Ciòfia,ch'al mio uoler ben ſodisfaccia,
Poiche,rimoſſo queſto impedimento,
Il mio e Amor ſempre haurò ne le mie braccia:
E ſe coſtuiperciò parte ſcontento,
Chad altro ho lcore, & l'anima donato, º

Rimediar non poſſo al ſuo tormento:


Et che poſ io? che segli è innamorato, s
Ioſimilmente il mio Signor dolceamo 5

&l mio arbitrio di lui tutt'ho in mandato.


cA lui ſeruir, o compiacerſol bramo,
Valoroſo, gentil, modeſto, o buono,
8 fortunata del ſuo camormi chiamo.
Laſſa, che, mentre di lui ſol ragiono,
ºNepreſente l'amato aſpetto ueggio,
Tanouo aſpro martir oppreſſa ſono,
8 pietra
33
E pietra morta in uiua pietra ſeggio
Sopra del mio balcone, afflitta, º ſmorta
Poi che l mio ben lontano eſſer maueggio.
cA queſta, che da me ſcuſa u è porta
TDi non eſſer uenuta a uiſitarui
Priua di uita ſenza la mia ſcorta,
Tiacciaui, sella è buona, dappigliarui,
Conſiderando ben uoi queſta parte,
Senza quelch altri dice riportarui:
E, ſe le mie ragion confuſe, o ſparte,
Senz'argomenti, o ſenza ſtil u ho addutto,
cA dir la uerità non richiede arte:
TBench'io non ſon ſenza un ſaluocondutto,
E ſenza da uoi eſſerne inuitata a

Per tornarcosì preſto a quel ridutto: -

5aſta, che, quando ui ſarò chiamata,


Laſcierò ogni altra coſa per uenirui,
9Ne queſto e poco a Donna innamorata.
E timerò, che ſia uero obedirui
Starpronta a quel, che mi comanderete,
2Non uenendo non chiesta ad impedirui:
Se con uoſtro cugin ne parlerete,
Son certa, ch'egli mi darà ragione,
E uoi medeſimo ue n'accorgerete
Gli altri amici ſon poi buone perſone,
8 ſenza coſto uoglion de l'altrui,
S'altri con loro a traficarſi pone.
I Forſe,
Forſe, che, quanto tarda a ſcriuerfui,
Tanto ſon lunga in queſta mia ſcrittura,
Senza penſar chi la manda, o a cui. -

Ma io ſon coſì larga di natura


Tal che tutta riceuo entro a me ſteſſa
La uirtù uoſtra, o la uiua figura. -

S ueſta miſiede in mezzo l'alma impreſa,


Come dimio Signoreffigie degna,
Chonorar ilcor mio giamai non ceſſa:
Coſi uoſtra merce per ſua mitegna,
P per me inchini quella compagnia, -

Sin chafar queſto a la preſentiaio uegna:


Tenchomutato in parte fantaſia,
E in ciò ch'io mi ritoglio, o ch'io mi dono,
2Non ſarà quel, che tal crede, che ſia:
9 ueſto dico, perche dar in man buono
C'enendo non uorrei, di chi perduta
Ai tenne del ſuo amor, che non ne ſono:
Così la ſorte hora offende, hora aiuta.
XVI.

D E LL A SIG. VERONICA
F R A N C A.

'A RD IT O caualier non è prodezza


(Concedami, che lucro a queſta uolta
Io poſſa dir, la uoſtra gentilezza)
TDa
Da caualiernone, c'habbia raccolta
2Nè l'animo ſuo inuitto alta uirtute,
E che a l'honor la mente habbia riuolta,
Con armi inſidioſe, o non uedute,
e Achipiu diſarmato men ſoſpetta,
Dargraui colpi di mortalferute:
e Men ch'a gli altri ciòfar poi ſe gli aſpetta
Contra le Donne, da natura fatte
Per l'uſo, che piu d'altro al huom diletta;
Imbecilli di corpo, o in nulla atte
2Non pura offendergli altri, ma ſe ſteſſe,
Daldifendercolcor timido aſtratte,
9 uesto doueuafar, che raſteneſſe
La uoſtra man da quell'aſpre percoſſe,
Chalmiofeminilpetto ignudo impreſe.
Io non ſaprei già dir, onde ciò foſſe,
Se non, che fuor dellato mitraheſte
L'armi uostre del ſangue aſperſe, e o roſſe:
Spogliata, eſola, e incauta mi coglieſte,
Tebild'animo, e in armi non eſperta,
8 robuſto , & armato m'offendeſte;
; Tanto chioſtei per lungo ſpatio incerta
TDi mia ſalute; & fu da me tra tanto
Taſſion infinita al corſofferta:
Pur finalmente s'èſtagnato ilpianto,
E quella piaga acerba s'è ſaldata,
Che da l'un mi paſſaua a l'altro canto:
- - I 2. 9 uaſi
-
9 uaſi dapigro ſonno horpoi ſuegliata,
Talcanſato periglio animo preſi,
78enche femina a molli opere nata;
8 in man col ferro a eſercitarmi appreſi,
Tanto c'hauer le donne agil natura
?Non men, che l'huomo, in armeggiando inteſi : -

Terche nei poſto ogni mia induſtria, e cura, }


e(he
Mercè
piu del Ciel,mi
d'offeſe ueggo
altrui nongiunta a tale,
ho paura: a
-

E, ſe uoi dianzi mi trattaſte male,


Fu gran uoſtro difetto, e io dal danno
raue, n'ho tratto un ben, che molto uale.
Coſi nei caſi aumerſi i ſaui fanno, i
Chellor utile eſpreſſo alfin cauare
T)a quel, che nuoce da principio, ſanno:
a .
Ecoſi ancor le medicine amare ,
Rendon ſalute ; elferro, elfocos'uſa
Le putrefattepiaghe a ben curare: .

'Benche non ſerue auoi queſta per ſcuſa,


Chen'offendeſte, non già per giouarmi, - -

E'lfatto ſteſſo parla, e ſi u accuſa:


Etio poi che l Ciel uolſe liberarmi . i
Daſi mortalperiglio, ho ſempre atteſo
c 4 l eſercitio mobile de l'armi, - r

Si chor animo, e forze hauendopreſo, l


Diprouocaruia riſſa in campo ardiſco, -

Con cor non poco a la uendetta acceſo:


ºNon -
35
2Non ſo, ſe uoiſtimiatelieue riſco,
Entrar con una Donna in campo armato,
AAa io benche ingannata u'auuertiſco, -

Chel metterſi con TDonne è da l'un lato


3iaſmo ad huomforte, ma da laltro è poi
Caſo d'alta importanza riputato.
º uando armate, 69eſperte ancorſiam noi,
Render buon conto a ciaſcun huom potemo,
Che mani, epiedi, e core hauem qualuoi,
B, ſe ben molli, e delicate ſemo,
e Ancor talhuom, che delicato, è forte;
A talruuido, & aſpro e dardirſcemo:
TDi ciò non ſe ne ſon le Donne accorte, - - -

Che,ſe ſi riſolueſſero difarlo,


on uoipugnarporian fino a la morte:
-
º perfarui ueder, che lueroparlo;
Tra tante Donne incominciaruoglio io,
Porgendo eſempio a lor di ſeguitarlo.
cauoi, che contra tutte ſeterio,
Con qualarmi uolete in man mi uolgo,
Con ſpeme d'atterrarui, e con deſto:
A le Donne a difender tutte tolgo
Contra di uoi, che di lorſete ſchiuo9.

Si cha ragionioſola non mi dolgo:


Certo dungran piacer uoi ſetepriuo,
e non guſtar di noi la gran dolcezza,
º almaluſo inci la colpa aſcriuo.
TData
Data e dal Ciella feminilbellezza,
Perch'ellaſia felicitate in terra
Ti qualunque huomconoſce gentilezza:
a Ma,douelmio penſier traſcorre, o erra
cAragionar de le coſe d'amore,
Hor ch'io ſono in procinto di far guerra ?
Torno al mio intento, ondera uſcita fuore,
E ui disfido a ſingolar battaglia,
Cingeteuipur darmi, e diualore;
Vi moſtrerò, quanto aluoſtro preuaglia
Il ſeſſo feminili pigliate quali
volete armi, e di uoi ſteſſo ui caglia,
Ch'io ui riſponderò di colpi tali,
Il campo a uoi laſciando elegger anco,
Ch'a queſti forſe non ſentiste eguali:
e Mal difender da me potrete il fianco,
Eſtranuiparrà forſe,a offenderne uſo, -

Da me uederui oppreſſo in terra stanco:


Coſi talhor quelhuom reſta deluſo,
Ch'ingiuriagli altri fuor d'ogni ragione,
2Non ſo, ſe per natura, opermaluſo.
Voſtra di questa riſſa è la cagione;
Et a me per difeſa, o peruendetta
Carico d oppugnarui hora s'impone:
Prendete pur de l'armi homai l'eletta,
Ch'io non poſſo ſoffrir lunga dimora,
Ta lo ſdegno del'animo coſtretta: -

La

i
3 6
La ſpada, che n man uoſtra rade, e'fora
Te la lingua uolgar Venetiana,
S a uoi piace d uſar, piace a me ancora:
E, ſe uolete entrarne la Toſcana,
Sciegliete uoi la ſeria, o la burleſca,
Che l'una o l'altra è a me facile, o piana:
Io ho ueduto in lingua ſeluagheſca
Certa fattura uoſtra molto bella,
Simile a la maniera Pedanteſca,
Se uoi uolete uſaro queſta, o quella,
Et auentar come me l'altre fate
TDi queſte in biaſmo noſtro le quadrella;
2 ual di lorpiu ui piace, e uoi pigliate 2

Che di tutte ad un modo io mi contento,


Fauendole perciò tutte imparate:
Per contraſtar con uoi con ardimento
In tutte queſte ho molta induſtria ſpeſo:
Se bene, o male, io ſteſſa mi contento;
8 ciò ſarà dagli altri ancora inteſo,
E'lſaperete uoi, cheforſe uinto
Cadrete; & non uorreſte hauermioffeſo:
AMa prima, che ſi uenga in talprocinto,
g uaſi per far al gioco una leuata,
2Non col ferro tagliente ancora accinto:
De la uoſtra Canzone a me mandata,
Ilprincipio uorreimi dichiaraſte 5

Poi che l'opera a me uien indrizzata:


Verumica,
Verunica, el restante mi chiamaſte,
e Alludendo a Veronica mio nome,
Etal uostro diſcorſo mi biaſmaſte:
«Ma al mio dittionario io non ſo come,
Unica alcuna coſa, propriamente
In malaparte, o in biaſmarſi nome.
Forſe, cheſi direbbe impropriamente,
AAa lanfibologia non quadra in coſa
9 ualmoſtrar uoiuolete eſpreſſamente.
9 uella, di cui lafama èglorioſa,
E the'n bellezza, odin ualor eccelle,
Senzapar di gran lunga uirtuoſa;
Vnica agran ragion uien, che s'appelle 9
E l'arte, a l ironia non ſottopoſto
Scelto tra gli altri un taluocabolo dielle.
L'unico in lode, e in pregio uien eſpoſto
Ta chi s'intende, e chiparla altrimenti
Dalſenſo delparlarſen ua diſcoſto.
9 ueſto non è(signor)fallo d'accenti,
Q uello, in che sinuehiſce, nominare
Col titolde le coſe piu eccellenti.
O uoi non mi uoleste biaſimare;
O in questo dir menzogna nonſapeſte
2Non parlo del dir bene, e del lodare,
Che queſtoſo, che far non intendeſte;
. Ma ſenz eſſer offeſo da me ſtato,
42 uel che ui corſe a l animo, ſcriueſte,
cAltrui
3 7
e Altrui uolendo in ciò forſe eſſergrato;
5enche me non ingiuria, ma ſe ſteſſo,
S'altri mi dice mal nonprouocato:
E'l'uoler oſcurar il uero eſpreſſo,
Con le torbide macchie degli inchioſtri,
In buona ciuiltà non è permeſſo:
E ſpeſſo auien, che lmal talento huom moſtri,
giouando in quello, onde piu nuocer crede,
Eſempi in me piu d'una uolta moſtri,
Si come in queſto caſo ancorſi uede,
Che uoi non u accorgendomi lodate
Tiquel, ch'al bene, e alauirtù chiede:
E, ſe ben meretrice mi chiamate,
O uolete inferir, ch'io non ui ſono,
O, che ue n'en tra tali di lodate.
9 uanto le meretrici hanno di buono,
9 uanto di gratioſo, o di gentile,
Eſprime in me del parlar uostro il ſuono:
Se questo inteſe il uoſtro arguto stile,
Di non farne romorio ſon contenta,
8 d'inchinarmi a uoi deuota, humile ;
A4a perch'alfin de la ſcrittura, intenta
Stando; che uoi mi biaſimate trouo;
Et ciò ſi tocca, e nonpur s'argomenta,
Ta queſta intention io mi rimouo;
E in ogni modo queſtionfaruoglio,
8 partorir lo ſdegno, ch'entro couo:
K eAppa
eApparecchiate pur l'inchioſtro, el foglio,
E fatemi ſaper ſenzaltro indugio
9 uali armi per combatter in man toglio:
Voi non haurete incontro a me rifugio, -

Ch'a tutte proue ſono apparecchiata,


E impatientemente a l'opra indugio:
Ola fauella giornalmente uſata,
O qual ui piace idioma prendete,

Chen tutti quanti ſono eſercitata.


Eſeuoi poi non mi riſponderete,
Di me,dirò, che gran paura habbiate,
Se ben così ualente ui tenete;
- Ma perche alquanto manco dubitiate,
Son contenta di far con uoi la pace,
Pur ch'una uolta meco ui prouiate;
Fate uoi quel che piu uigioua, cºpiace
X VI I.

DELLA SIG. VERONICA


F R A N C A.

V E STA la tua Veronica ti ſcriue,


Signoringrato, o disleale amante,
Di cui ſempre in ſoſpetto ellane uiue.
eAte perfido noto è bene, in quante
Maniere del mio e Amortifeci certo,
TDame non mai eſpreſſe altrui dauante:
v 2Non
3 8
2Non niego già, che nte nonſia gran merto
Diſenno, di ualor, di gentilezza,
E d'arti ingenue, onde ſei tanto eſperto.
44a la mia gratia ancor, la mia bellezza,
Quello che n ſe medeſma ella ſi ſia,
Da moltiſpirti nobili s'apprezza:
Forſe, ch'è buona in ciò la ſorte mia,
E forſe ch'io non ſonpriua di quello,
Chadarder l'alme uolontarie inuia,
e Almennon ho d'ognipietà rubello
Il rigido penſieri ne qual tu ilcore
In ºgni parte inſidioſo, e fello:
E pur contra ragion ti porto amore;

42 uel che tu mecofardeureſi al dritto,


Tcco lfo a torto, coſo, che afarlo Cy'r0/'6 :

Tu non m'haureſti in tantigiorni ſcritto,


Che tartauuenne di parlarmipriuo,
Aoſtrando eſſer di ciò meſto, g)afflitto,
Comio corteſemente hora ti ſcriuo,
E, ſe ben certo m'offendeſti troppo,
Teco legata in dolce nodo uiuo,
Iliualmentre ſciortento, e piu l'ingroppo,
Eſi come de Amor diſpoſtofue,
7Non trouo in uia d'amartialcuno intoppo.
e Mapur furono ingrate l'opre tue,
Toi che penſar ad altra Donna oſaſti,
E limaruerſi de le lodi ſue:
- K 2. Farlo
Farlo celatamente tipenſaſli,
e Ma io ti ſopragiunſi a l'improuiſo,
9 uando manco di me tu dubitati:
Pentiuidi perciò turbarneluiſo,
E per la forza de la conſcienza,
2Ne rimaneſti timido, e conquiſo,
Si che gliocchi d'alzar in miapreſenza
Non ti baſtò l'errante animo allhoras
cAhi teco estrema fu mia patienza:
Chiudeſti'l libro tu ſenza dimora,
Etio gli occhi deuca con mie man trarti;
e Miſera chi di tale s'innamora.
Io non ho perdonato per amarti
cAd alcuna fatica, ad alcun danno,
Sperando intieramente d'acquistarti:
E tufalſo adoprando occulto inganno
Per cogliermi al tuo laccio; hor, che mi tieni,
e Mi dai d'amorin ricompenſa affanno:
“Benſon di uezzi, e di luſinghe pieni
I tuoi detti eloquenti, º con pia uiſta
Sempre a ſtratio maggior empio mimeni.
D'odio, e d'amor gran paſsion hor miſta
a M'ingombra lalma; e'ltorbido penſiero
cAgitando contamina, e contriſta:
Ente dal Ciel quella uendetta ſpero,
Ch'io non uorrei; & infelicemente
TD'alto ſdegno, e d'amor languiſco, e r:07) tra
- 3 9
Contra gli errorſi deue eſſer clemente,
Che dimoſtrati a quel, che gli commiſe,
Si com'è ragioneuole, ſi pente:
guel libro d'altrui lodi in ſenſi miſe
42 ueſto importuno, acciò ch'io nol uedeſi 5
cAhi contrarie in amoruoglie diuiſe:
Tºira tutta infiammata all'hor non ceſi,
Fin che diſen per forza non glieltolſi,
8 quel che ti era ſcritto entro, non leſi:
9 uanto lcaſo chiedea, teco mi dolſi,
cAmante ingrato; e llibro stretto in mano
cAltroue il pie date fuggendo uoſi,
TBench’ir non ti potei tanto lontano,
Chal lato non mi foſti; & non faceſti
Tue ſcuſe, el libro mi chiedesti in uano:
Timandereiti hor ben quel che uedesti
Da farti pur alzargliocchi a colei,
AMa tu ſenz'eſſer chieſto mel dicesti:
Piena dentro, e di fuor di uitijrei,
Forſe perchio di talnon ſoſpettaſſi,
Laponeſti dauanti agliocchi miei:
e Agliocchi miei, che n tutto ſchiui, 69 caſi
D'ogni altro lume, tengon te per ſole,
5enche ſpeſſo in gran tenebre gli laſi.
TDubito,ſefur uere leparole 2

Che diceſti; ne ſo di che, ma temo,


E dentro ſoſpettando il corſi dole.
Tigeloſia non ho'lpenſier mai ſcemo,
Tal chauampando in freddo uerno al ghiaccio,
Nel mezzo de le fiamme aggelo, e tremo:
6, quanto piu di liberarprocaccio
L'alma dal duolo, in maggior duol la imuoglio,
F l mio maldentro lgrido, e teco'ltaccio:
Purromper ilſilentiohorteco uoglio;
E perche t'amo, e perch altri il comanda,
Tecofo quel , che con altrui non ſoglio:
La buona ſera in nome ſuo ti manda
Termelbuono, e corteſe Lomellini,
E ti ſaluta, e tiſi raccomanda.
Tu hai, non ſo perche , buoni uicini,
Che ti lodano, e impetranoti il bene,
Se ben per torta strada tu camini.
eA questi d'obedir a me conuiene,
E in quel ch'impoſto m'han,ſignificarti,
9 ueſti uerſi di ſcriuertim'auuiene.
TDi coſtorgran cagion hai di lodarti,
5ench'io comuengo ancor per uiua forza,
(rudel, proteruo, e ſempre ingrato,amarti:
Contramia uoglia ſcriuertimi sforza
e Amor, che tutto il conceputoſidegno
Cangia in dolce deſio, non pur l'ammorza:
Spinta da lui mandarti hora conuegno
9 ueſte mie carte, accioche tu le legga,
e Anzi ſempre con l'alma a te ne uegno,
A fa,
- ºr
,

4O
A Ma,perche in corpo ancor tiparli, e urga,
Cha bocca la riſpoſta tu mi porte -

Forze, che con inſtantia ti richiegga i


č che tu uenghi inſbatio d hore corte.

XVII I.

DELLA SIG. VERONICA


F R A N C A.

OLTO illustre Signor, quelche hierſera


2Ne recaimio Capitolo a moſtrarui,
Scritto di mia inuention non era;
e Ma non per tanto di ringratiarui
2Non ceſſo, chauuertita uoi m'habbiate,
Che ch'io nolmandia quell'amicoparui:
E ui ſogrado, che mi conſigliate
Di quello, c'ho da far, quando a uoi uengo,
Perche i miei uerſi uoimi correggiate:
grandobligatione al cielo tengo,
Chun uostro pari in protettion m'habbia,
Epiu da uoi di quel chio merto,ottengo:
La geloſia, che dentro leorm'arrabbia,
« Mi fece ſcriuer quello ch'io non diſsi,
e Ma fu del mio Signor martello, o rabbia:
Eglipria minarrò quello ch'io ſcriſsi,
E molte coſe mi ſoggiunſe appreſo,
Perche di luinſoſpetto non ueniſsi:
ºNon
-
2Non ſo quel, che ſia in fatto, ma confeſſo,
Ch'io mi ſento morir da paſſione
Ti non hauerlo a ciaſcun horapreſo:
E questi uerſi ſcritti a talcagione,
Conſcuſa di mandargli quei ſaluti
Dihierſera, inuiarli il cor diſpone:
Prego la mercè uostra, che m'aiuti
In racconciarli, e infar, ch'a me ne uenga
Il mio amante; & lo ſidegno inpietà muti:
gli altri uerſi di hieri ella ſi tenga,
Chiofarò poi di lor quel ch'a lei piace;
E,purchumil amante mio diuenga,
D'ogni altra auerſità mi darò pace.
X IX.

DELLA SIG. VERONICA


F RA N c A.
VEL che aſcoſo nel cor tennigrantempo
C) Con doglia tal, cha la lingua conteſe
2Narrar le mie ragioni a miglior tempo:
2 uelle dolci d'amor amare offeſe,
Che diſcourirle tanto altri ualmeno,
9 uanto ha piu difarcio le uoglie acceſe.
Aor, che la piaga s'eſaldata al ſeno
Colriuoltar degli anni, onde le coſe
Autan di quà giù ſtato, o uengon meno,
vengo
- 4I
Vengo a narrar, poi che, ſe ben noioſe
cA ſentirfuro; ne la rimembranza
Hor miſi uolgon liete, o dilettoſe:
Coſi ſpeſſo di far altri ha in uſanza
Dopo l corſo periglio, o maggiormente,
Se d uſcirne fu ſcarſa la ſperanza:
Aſor ſicura ho'lpericolo a la mente,
9 uando da be'uoſtr'occhi, e dal bel uolto
Contrame ſpinſe e Amor laface ardente:
Et a piagarmi in mille guiſe uolto,
Dalfiume ancor de la uoſtra eloquenza
Il foco del mio incendio hauea raccolto:
L'habito uago, e la gentilpreſenza,
La gratia, & le maniere al mondo ſole,
E de le uirtù chiare l'eccellenza,
Furne la uiſta mia lucido Sole,
Che m'abbagliar, 69m'arſerdi lontano,
Si ch'a tal ſegno andar Fcbo non ſuole:
Zen mi fecioſolecchio de la mano,
Aa contraſi poſſente, e fermo oggetto
Ogni riparo mio fufale, 69 uano:
Pur rimaſi ferita in mezzo lpetto,
Si che perdutopoſcia ogni altro ſchermo,
e Arder deluoſtro e Amorfu'l cor coſtretto:
8 con l'animo in ciò costante, e fermo -

Vi ſeguitai, ma mouer non potea


Il picde ſtretto d'aſſai nodi, e infermo;
L Tanta
Tantº a me intornoguardia ſi facea,
Che daſaimen, dal Cielo a Danae Gioue
In piºggia d'oro in grembo non cadea:
e AMalali, che'lpenſier diſpiega, 69moue,
Chi troncarmipoteo, ſe mifu chiuſo
cAl mio arbitrio l'andarco piedi altroue ?
Pronto lo ſpirto a uoiuenia per uſo, -

2Netardaua il ſuo uolo, per trouarſi


Delgraue piante mio bagnato, c infuſo :
E bench al mio biſogno aiuti ſcarſi
Foſſer queſti, uiuendo mi mantenni,
Come in neceſſità ſpeſſo ſuolfarſi:
È coſ ſobria in mia fame diuenni,
Chaſſaimen, che d'odor, nel mio digiuno
Sol di memoria il corpaſcer conuenni:
Coſi ſenza trouar conforto alcuno,
La ſouerchia de Amorpena ſofferſi,
In ſtato miſerabile importuno, -

Nel qualcioche i tormenti mieidiuerſi


Far non poteri col tempo i miei penſieri
t’ari da quelch’eſſerſoleanpoiferſi.
Poi ue n'andate a popoli ſtranieri,
Etio rimaſi in preda di quelfoco,
Che ſenza uoi miei difea tristi, e neri:
A4a, procedendo l'hore, a poco a poco
Delbiſogno conuennifar uirtute,
E dar ad altre cure entroame loco.
9 ueſta
9 ueſta fu delmio malueraſalute:
Cºſi diuenne alfinlamenteſana
TDa leprofonde miegrauiferute:
Iluoſtro andar in region lontana
Saldò l colpo; benche la cicatrice
Xender non ſipoteſſe in tutto uana.
Forſe ſtata ſarei lieta, o felice,
ºelpoteruigodera mio talento 5

é forſe in ciò ſareiſtata infelice.


ºgranſourabondanza delcontento 3

Potria la ſomma gioia hauer cangiato


lº noioſo, e grauiſſimo tormento:
E, ſe da me in diſpartefoſte andato,
º tempo dimio tanto, e di taltene 9

Infinito ilmio duolſarebbeſtato:


Cºſi non uolſel Cielliete , & ſerene
Far l'hore mie, pernon ridurmi toſto
In proua dipiu acerbe, e durepene.
Ond'io di quanto fu da luidiſposto
Xeftar debbo contenta, 6 pur nonpoſſo
2Non deſiar chaueniſſe l'oppoſto:
T'a quel che ſia lmio deſiderio moſſo
In questo ſtato, nonſofarneſtima,
Che se da me quelprimo e Amor rimoſſo.
º uanto cangiato in uoi da quel di prima
Veggol bel uolto? o in quanto breue corſo
7’utto rode quìgiuſo il tempo, o lima:
L 2 Di
Ti molta gente nel comun concorſo
9 uante uolte uiuidi, o u'aſcoltai,
8 dal bel uoſtro ſguardo hebbi ſoccorſo i
E, ſe ben il mio e Amor non ui moſtrai:
O che lfaceſte a caſo, o per qualſia
cAltra cagion; benigna ui trouai,
Per chora in una, o hora in altra uia i
Di deuoto parlar con atto humano
Volgeſte a me la fronte humile, o pia;
E nelcontar il ben del Ciclſourano
C'affiſaſte a guardarmi, º miſtendeſte
Hor larghe, horgiunte l'una, o l'altra mano:
Et altre coſe ſimili faceſte,
Ondio toſi a ſperar, che del mio amore
Cautamente pietoſo u'accorgeſte:
42 uinci s'accrebbe forte il mio dolore
Di non poter al guſto dambo noi
goderla uita in gioia, º in dolzgre:
«24eſi, e anni traſcorſero dapoi,
Onda me uariar contenne ſtile,
Com'ancor forſe far conuenne auoi.
Aſor ui miro non poco diſsimile
Da quelche ſoleuate eſſer dauante
Tel età uoſtra in ſulfiorito cAprile -

O che diuino angelico ſembiante


9 uel uoſtro, atto aſcaldar ogni cor era
Tagghiacciato , o duriſsimo diamante.
Aſor
43
Aor dopò coſi lieta Primauera -

Forma d'e Autunno aſſai piu, che d Eſtate


Varia uestite aſſai da la primiera:
E, ſe ben in uiril robuſta etate,
L'oro de la lanugine, in argento
Riuolto, quaſi uecchio ui moſtrate;
5enche punto nel uiſo non s'è ſpento
9 uel lume di beltà chiara, e ſerena,
Ch'abbaglia chi mirarui ardiſce intento:
2ueſta con la memoria mi rimena
Del uostro aſpetto a la prima figura,
Ondhebbi giàperuoiſi crudelpena;
E,mentre lpenſiermioſtima, º miſura,
8 pareggia l'effigie di quegli anni
Con queſta de l'età d'horpiumatura;
Tifuor ſento ſcaldarmi il petto, e ipanni,
Senza, che però leor dentroſimoua,
Per la memoria de paſſati affanni:
In queſto l'alma un certo affetto proua,
Ch'io non ſo qualeiſia; ſe non che uoſco
L'eſer, e'l ragionarmipiace, o gioua:
E,ſelgiudicio non ho ſordo, e loſco,
ueſt'e de l'amicitia la preſenza,
Chaluolto, o ala uoce io la conoſco
Delmiopaſſato amor da la potenza
42 ueſte fauille in me ſono rimaſte -

Piutemperate, e di minorferuenza: d -

4
Da queſte acceſa, le mie uoglie caste
In quella guiſa propria di uoi formo,
Chelſanto e Amora circonſcriuer baſte,
In amicitia il folle e Amor trasformo,
E,penſando a le uostre immenſe doti,
Per imitarui l'animo riformo:
E,ſen ciò i mieipenſieruifoſſer noti:
I moderati, honeſti miei deſiri,
2Non laſciereſte andar d'effetto uuoti,
Per cui conuien,ch'ognihor brami, o deſtri
Te le uoſtre uirtù gustar ilfrutto,
E, quando farnolpoſo, ne ſoſpiri:
e Ma, ſe conuien a uoi cangiarridutto,
A peregrin da noi girin diſparte,
?Non mi negate il fauoruostro in tutto;
faſta, che ſe ne porti una gran parte
Seco la mia fortuna, in quel che reſta
Supplite con gli inchioſtri, o con le carte:
?Non uiſia la fatica in ciò moleſta,
Poi che l'alma affannata, piu ch'altronde
Quinci gioioſa ſi può far dimesta.
Quando ſiate di là da le ſalſe onde,
Viprego con ſcritture uiſitarmi
“Piene d'e-Amor, che grato corriſponde:
E,uolendo piu a pieno ſodisfarmi,
9 uesto potrete ageuolmentefarlo
Con alcuna uostropera mandarmi:
E, pan
44
E quand'io non ſia degna d'impetrarlo,
Per alcun uanto eſpreſſo, che n meſia,
Ta la uostra bontà uoglio ſperarlo;
Da la uoſtra infinita corteſia,
TBenche conuiena le Amor ch'io uiporto,
Che da uoi ricompenſa mi ſi dia:
6, facendo altrimenti,haureſte il torto:
Ondio per nonfar debilmia ragione,
Del deuer u'ammoniſco, e non u eſorto.
Siuoglioncerto amar quelle perſone,
Da le quai noi amati ſi ſentimo:
Coſi la buona ciuiltà diſpone:
E tanto importa adamar eſſer primo,
Che, ſe l'amato a ridamar non uola,
e Macchia ogni ſua uirtù d'oſcuro limo.
42 uesto è, che mi confida, o mi conſola,
Che cader non uorrete in cotal fallo,
Ch'ogni ornamento a lauirtute inuola.
Come belfiore in lucido cristallo
Traſparne le ueſtigie uoſtre eſterne
Lo ſpirto, ch'altrui rado il (iel tal dallo:
L'alma in uoi nel ſembiante ſi diſcerne,
Che di uaghezza eſterior contende
Con le uirtuti de la mente interne.
23en chi è talſe lo ſpecchio inanziprende,
TDilettato dal ben, che n lui fuoruede,
«Afarſimile al uolto il ſenno attende:
E, mentre

i
E mentre moue per taiſcale ilpiede,
ºNelproportionartaldi ſe steſſo,
Ogni condition mortale eccede:
3eato uoi, cui far queſto è conceſſo,
E cotanto alto già ſete ſalito,
Che nullo haueteſopra, ºpochipreſſo i
Ben quindifate ognihor corteſe inuito,
Le man porgendo altrui,perche ſu monti
Ti zelo pien di carità infinito:
A4a tutti non hanpie ueloci, e pronti,
Si come uoi in coſì ardua ſtrada,
Euoi l ſapete ſenza ch'io'l racconti:
e Ma però nulla in ſuo ualor digrada
Lauoſtra dignità, ſe in cio s'abbaſſa,
“Per ſoſtener,chiu’ama, che non cada.
Io ſol nel primo entrargià uinta, o laſſa,
Il uostro aiuto di lontan ſoſpiro,
(on occhi lagrimoſi, e fonte baſſa:
Volgete il guardo a me con dolce giro,
Pt,a la mia deuotione atteſo,
Degnatemi d'alcun uoſtro ſoſpiro:
Ciò ne la uoſtra aſſenza a me conteſo
Prego non ſia; o deluoſtro otio ancora
eAlcuno ſtatio a ſcriuermiſia ſpeſo:
e lcuna rara, e 9 minima dimora
In queſt'uſo perme da uoi ſi ſpenda, -

Poi chaſeruirui io ſon pronta ad ognihora:


Dal
45
Talmio canto non fa mai, che ſoſpenda
Il ſuo corſo la penna, e che con l'alma -
cAcompiacerui tutta non intenda:
6,ſe non ui ſarà grauoſa ſalma
Il legger le mie lettere, uedrete,
Che diſcriuerui ſpeſſo haurò la palma:
9 uesta con uostra man uoi mi darete,
E de l'amor in amicitia uolto,
Dagli andamenti mieiu'accorgerete.
2Non tengo ad altro il mio penſier riuolto,
Se non a farui di mia fede certo,
E moſtraruilmio corſimile aluolto,
Senza richieder da uoi altro in merto,
Se non che ngrado il mio affetto accettiate,
e Auoi da me pien doſſeruantia offerto:
E che innanzi al partirmi concediate
Chiouiparli, o u'inchini, 69, quando poi
Siate altroue,di me ui ricordiate,
Perch'iolfarò con uſura con uoi;
Deluiſitarne ſcriuendo, nonparlo 2

Scambieuolemente intra di noi,


Che ben ſon certa, che uerrete a farlo:
gueſto officio gentilmecopigliando,
Che n alcun modo io non ſon per laſciarlo.
7Ne altro di buon cormi raccomando.
– –
-
-

aZM
XX. - -

DELLA SIG. VERONICA


F.R A N c A.
VEST A quella Veronica uiſcriue,
C) Che per uoi,non qualgià libera,ofranca,
Ford infelice e Amorſoggetta uiue; -

Peruoiriuolta da uia dritta a manca, ,


A uomingrato,crudel, miſera corre
Douel duol creſce, e la ſperanza manca :
Con tutto queſto non ſi ſa diſciorre -

Daluoſtro amor, ne puote, ne deſia,


E del ſuo malla medicina abborre,
Diſpoſta o di trouarmente in uoipia,
O delſeruirui nell'acerba impreſa

giunger a morte intempeſtiua, & ria.


Senza temerpericolo, od offeſa,
e Ala pioggia, al ſereno, al'aria oſcura
Vengo da l'alma Citerea difeſa,
Perueder, e toccar almen le mura
Teltrauiato lontan uoſtro albergo,
Per diſperation fatta ſicura:
Perſtrada errando, gli occhi ai balconi ergo
De la camera uoſtra; 69fuor del petto
Soſpiri, e pianto d'ambo i lumi aſpergo.
Di bucio Cielſottopouero tetto,
De la ſorte mi lagno empia, o rubella,
E del mio mal, ch'a uoiporge diletto, -

- Senza
46
Senza ueder con cui dolermi ſtella
2Ne le tenebre fiſi i lumi tengo,
Che fur duci de Amorne la uiafella:
E poi chal terren uoſtro uſcioperuengo,
“Porgo i miei preghia l'oſtinateporte,
2Ne di baſciar illimitar m'aſtengo:
Dehſiatemiine Amorbenigne ſcorte,
eApritemi lſentier del mio ben chiuſo,
Delnotturno mio error per uſo accorte:
TDi letalſonno e tu cuſtode infuſo, -
Deſto al latrar de tuoi uigili cani,
2Non far ilprego mio uano, e deluſo:
Dehpietoſo ad aprirmi uſa le mani,
Coſi i ceppi ſeruili aſpri dal piede
Del continuo ti ſtian ſciolti, o l cntani
AMa che quel che da meſlaſa)ſi chiede ?
Vattene in pace, il portinaio dice,
Che le notti il Signor qui non riſiede: -
. Ma del ſuo camor a far lieta, 69 felice
Vn'altra Donna, con lei dorme, o giace,
E tu in uan qui ti conſumi infelice,
Vattene ſconſolata, o,s'hauer pace
Non puoi, pur con ſaldo animo ſopporta
9 uelch al deſtino irreuocabilpiace.
Talhorpergran pietà di me la porta
geme in ſuonroco, come quando è moſſa,
2Nei cardini a ſerrarſi, o aprir diſtorta:
i , - - aM 2. Et
Etio quindi colpiè debil rimoſſa
2Ne le braccia di tal, che maccompagna -
Teluiuercado poco men, che ſcoſſa:
Il ſuo pianto dal mio non diſcompagna
2 uelmio fedel, che meco, e d'un tenore
A4eco del mio martirgrida, o ſi lagna:
Dure diſagguaglianze in aſpro amore,
Poi ch'a chim'odia corro dietro; eo fuggo
Da chi de le Amor mio languiſce, o more:
8 coſi ad un meſteſſa, o altruiſtruggo, -

E'lſangue de le mie, e l'altrui uene


Col mio graue dolor conſumo, o ſuggo:
Tenche da l'altro canto le mie pene
Forſe conſolanaltra Donna; elpianto
Con piacer del mio amante al corperuiene:
AMa chi puote eſſer mai ſpietato tanto,
Che s'allegri, ſe pur non può dolerſi
Lacero il ſen uedermi in ogni canto?
Laſſa, la notte el di far proſe, o uerſi
?Nonceſſo in uaria forma, in uarioſtile 2

Sempre a un oggetto coi penſierconuerſi:


&t ha quest'opre il mio Signora uile,
A4en male aſſai, che ſe n mia onta, e in ſtratio
Leggerle con colei hapreſoſtile :
Per me lieto non è di tempo ſpatio, .
E di quel donda meſi miega il guſto,
e Altra ſi stanca, e falſuo deſirſatio:
9 uant'è
47
guant'è per me difficultoſo, angusto
Quel ch'adaltri e camin facile, o piano?
Colpa de Amor iniquitoſo ingiuſto:
a Ma da la crudeltà ſelgir lontano
cAdhuom nobils'aſpetta ueramente,
E l'hauer facilalma in petto humano:
Se,quanto altri è piu chiaro, o piu ſplendente
“Per natura, per ſangue, o per fortuna,
Chi lama ridamar deue egualmente;
voi'n cui l Cieltutte le ſue gratie aduna,
Douete hauerpietà di me, che u amo,
Si che'n queſto non trouo eguale alcuna:
E, quanto piu ne miei ſoſpirui chiamo,
Teſſer udita(a dir il uero)iomerto,
E quanto piu con uoi conuerſar bramo:
2Non è dingegno inditio oſcuro, e incerto,
C'ha gusto de le coſe piu eccellenti
Conoſcer, e ſtimar il uoſtro merto.
Tehſentite pietà de'miei tormenti,
Sede le tigri non ſete del ſangue,
E ſe non uinudrir l'Idre, ei Serpenti.
l
2Ne la mia faccia pallida, o eſangue
Fede acquiſtate de la pena cruda
Onde'l miocor innamorato langue:
2Ne anch'io dorſa, che n ciecoantro ſi chiuda,
2Nacqui; nelherbe teſa minudriro -

ſome
Come uil ſu la terra ignuda:
uil bestia in ſi gº «ZMa
º

-2Ma tai del mio buon ſeme effetti uſciro,


Chalcun non ha da recarſi ad oltraggio,
Se del ſuo e Amor io lagrimo, o ſoſpiro;
Ciò dir baſtiparlando con huomſaggio; -

Che far con uoi per queſta ſtrada acquiſto


2Nel mio penſiero intention non haggio :
e Ma del mioſtato ingiurioſo, e tristo -

(erco induruia pietà con lepreghiere,


8 di ſoſpir col largo pianto miſto.
Chalſegno de le doti uostre altiere
cAlcun raro in me pregio non arriue,
9 ueſto ogni ragion porta, ogni douere':
AMa quel che dentro lpettoe Amormi ſcriue ,
Con lettre d'oro, di ſua man leggete,
Selmiomerto ha con uoi radici uiue:
L'obligo de l'amante uederete, -

Deſergrato al'e 4morſimile al mio, -

Se con occhio ſottilu attenderete:


Aane con queſto uoglio acquiſtarui io,
Solo a l'alta pietà del mio martire
Farui per corteſia benigno, eppio.
Il mio continuo, e miſero languire,
L'amoroſe querele, ond'io ui prego
Vi faccian del mio duolpietà ſentire:
º
Gran forza ſuolhauer di Tonna prego -

2Ne gli animi gentil, ch'ancor non ame,


Etio d'amor acceſa a uoi mi piego:
-
Prima

l
48
Prima che'lauoldi meſi ſati, e sbrame,
E mi riduca in cenere queſt'oſſa,
Tate ristoro a le mie ardenti brame,
Porgete alcun rimedio a la percoſſa,
Che d'aſpra angoſcia uerſa un largofonte,
E mi ſpolpa, e mi ſnerua, e mi diſoſſa:
Scemate il graue innacceſſibilmonte
Di quei, ch'amando uoi, ſoſtengo,affanni,
Con uoglie in tutti i caſi a ſoffrirpronte;
AMoueteui a pietà de'miei uerdi anni,
Onde da la uirtù uoſtra ſoſpinta i -

Cado de Amornei uolontari inganni.


Et a morir per uoi ſono anco accinta,
Se d utile, e dionor eſſer ui puote,
Cheper uoi reſti la mia uita estinta.
Grato ſuono a l'orecchie mie percuote,
Che non ſosterrà un huomſi ualoroſo,
D'effetto far le mie ſperanze uote.
Ta l'aſpettoſi dolce, o amoroſo,
2Non debbo ſoſpettar di morte, o pena,
2Né d'altro incontro a me graue, o noioſo.
AMa, chifuor d'uſo a benſperarmi mena ?
Laſſa , & pur ſo che ſorge'l nembo, & naſce
º

Souente in mezzo a l'aria piu ſerena:


E coſi ſotto un beluolto ſi paſce
Speſſo un corempio degli altrui martiri,
9 ualche trafioruederſi angue non laſce: AA
4,
Ma, ſe'n uoi non han forza i miei ſoſpiri,
cAla nobiltà uostra, a lauirtute
C'olgete con giudicio i lenti giri.
2Non debbo diſperardi mia ſalute,
sa i coſtumi gentiluoſtri ho riſpetto,
Eta le mie profondeaſpreferute: º

e Ma, poi di quel che m'incontra l'effetto,


Di tormento maggior, di maggior doglia
e Mi dà certezza ognihor, non pur ſoſpetto:
2enche dhumiltrionfo indegnaſpoglia
Fia la mia uita; ſe per " amarui,
Dal uoſtro orgoglio auien che mi ſi toglia.
e Ma, salmio malnon puote altro piegarui,
L'eſerio tutta uoſtra, mi conceda -

Ch'io poſſa almeno in tanto duolpregarui:


Forſe fa, che l'orecchie, el corui fieda
Il mio cordoglio aſſai minore eſpreſſo
Di quel ch'aluerperfettoſi richieda.
Tanto a me di uigor non è conceſſo,
(h'eſprimer di quel colpo il doloruaglia,
(h io portone le mie uiſcere impreſſo:
In dirſi com'amorempio maſſaglia,
Si come oſcura la mia uita ei renda,
Lo ſtildebile a l'opra non s'agguaglia:
TDa uoi l mio mal nel mio amorſi comprenda,
Che tanto quanto amabile uoi ſete,
A piala uoſtra man uer meſi ſtenda,
gela
- - 49
9 uella in aiuto man non mi ſi uiete,
Che'l nodo ſeppe ordire al duro laccio
Te la grauoſa mia tenace rete;
E'l'uolto, onde qual neue al Solmi faccio,
Che m'inuaghio di ſua bella figura,
Soccorra a quel dolor, ch'amando taccio.
T'alta uirtù la diuina fattura,
Che'n uoi s'annida come in dolceſtanza,
Il cui ſplendor m'accende oltra miſura,
L'animo dipiegarui habbia poſſanza,
Siche in tanto penarmi concediate
cAlcun ſostegno di gentil ſperanza.
2Non dico, che di me u'innamoriate,
2Ne che comio per uoi ſon tutta fiamma,
D'un'amor cambieuole m'amiate:
Tel uoſtro foco ben picciola dramma
Ristorarpuò quell'incendio crudele,
Che sio cerco ammorzarlo, o pium'infiamma.
cAmor,s'ho con uoi merto ui riuele,
8 le parti c'ho in me di uoi non degne
cAgliocchi uoſtri dolce offuſchi, & cele.
Si che prima ch'a morte amando io uegne,
uella mercè da uoi mi ſi conceda,
Che ſgombrilpianto, ond'hole lucipregne.
Laſſa, che s'un nemico a l'altro chieda
cAlſuo biſogno aiuto, eigli uien dato,
Che la uirtù conuien chegliodij ecceda;
ºN Et
Et io creder deurà,ch'eſºro , e o ingrato
Eſſer mi debba il mio Signor diletto,
Percheiſa forſe daltra innamorato?
Oime, che d altra ſlandoſi nel letto
e ſe laſcia raffreddarſola, e ſcontenta
(olma d’affanni, e piena di diſpetto;
e Altra eifa del ſuo cdmor licta, o contenta,
a

E del mio mal con lei fors'ancor ride, -


-

(he uanaglorioſa ne diuenta.


42 aanto per meſi lagrima, e ſi stride,
Dolce concento è de le loro orecchie,
Di cui l mio e Amor negletto ſi deride.
Coſi contien, cheſempre mi apparecchie
caſojir nuoui di fortuna colpi,
E che n nottello ſtratio al fin m'inuecchie.
Nè però auien, che delmio affanno incolpi
Chi piu degrei; medin mercè mi ualſe,
Quanto in ciò piu credei, che piu laiſcolpi:
Oine, che troppo duro amor m'aſſalſe,
Poi che,perfarmi di miſeria eſempio,
a finſidia ancor conſue ſperanze falſe:
T)a un canto il certo mio danno contempio;
A perche'l duolpiu nuoccia meno atteſo,
Diſbeme aluan deſio conforme m'empio,
2Non foſſe almen da uoi medeſimo offeſo
L'aſſetto human del gentiluostro ſeno
SNe l'eſſermi il ſoccorſo, oime, conteſo.
D'ogni
5 o
D'ogni mia auerſità mi duoluia meno,
Che diueder, ch'a uoi s'aſcriua il fallo,
Di quanto in amaruoi languiſco, e pero.
TBen ſapete, crudel, che lmondo udrallo,
E con mia dolce, e o amara uendetta
D'ogn intorno la fama porterallo.
Ne coſi uola fuor d'arco ſaetta,
Com'al mio eſempio moſſe fuggiranno
Damarui agara l'altre Donne infretta;
E, quanto del mio malpietate hauranno,
Tanto dal uoſtro orgoglio empio a ſchiuarſi
(aute a l'eſperientia mia ſaranno.
O che pregiata, 69 nobiluirtù, farſi
c Anco amarin paeſe ſconoſciuto,
(ol benigno, & pietoſo altrui mostrarſi :
, quante uolte è in tal caſo attenuto,
Che demeriti altrui ſenz'altro il grido
D huom ignoto hauel cor arder potuto:
Ondio, che di mie doti non mi fido,
Penſando, che uoi ſete huom degno, e chiaro,
Da me la ſpeme in tutto non diuido:
cAnzi nel colmo del mio ſtato amaro
Duſingando me steſſa attenderuoglio
cAl mio dolor da uoi ſchermo, e riparo,
Poi che di grand honoril mio cordoglio
&ſſer uipuò, ſe pronto a ſouenirmi
Sarete, mentre a uoi di uoini doglio:
Se non, ucdrete miſera morirmi. 9N 2.
- XXI.

DELLA SIG. VERONICA


F R A N C A

O dicea, mio cori ſe ciò mi fanno


L'armi mie proprie, quelle, ondemipunge
La fortuna crudel, che mi faranno e
S'io ſteſſa, colfuggir dal mio ben lunge,
Sento, che lauoluia piu mis'auuicina,
Che la partenza piu melricongiunge,
e Almio languir contraria medicina
Certo haurò preſo aluaneggiar delcore,
Chepermiſera ſtrada m'incamina:
Laſſa,hor mi pento del commeſſo errore;
cAnzi non moſſi coſì tosto il paſſo
Tal dolce loco, ou'habital mio amore,
Ch'io diſſi oime, dunque è pur uer ch'io laſſo
9 uella terra, o quell'acque, ouelmio Sole
Diſplendor rende ogni altro lume caſo,
E, ſe ridirpoteſi le parole,
Che uolgendomi indietro alcaro ſuolo
Tiſi, qualchi laſciar ciò ch'ama ſuole,
(CVedreigli augelli ancor con lento uolo
Seguirmi ad aſcoltar ilmiolamento,
e Alternando in pia uoce il mio gran duolo;
Vedrei qualgià fermarſi a udirmi l uento,
č quetar le procelle; e i boſchi, e i ſaſſi
e Mouerſi a la pietà del mio tormento:
e Ma
- 5I
e Ma per troppogridar afflitti, & laſi
Sono i miei ſpirti, onde già i peſci, e l'onde
Le mie miſerie a mecopiangertraſi:
Tanta rena non han de Adria le ſponde,
9 uante uolte il ſuo nome alhor chiamai,
Com'hor qui l chiamo, ou'Echoſol riſponde :

Co ſoſpiri arſi, o colpianto bagnai


L'amateſpoglie, e di lui inuece accolte
cAlſeno me le ſtrinſi, o le baſciai
Dicendo: Oſpoglie, che già foſte autolte
Intorno a quelle membra, che da A4arte
Sembrano in forma di Narciſo tolte;
Se loielmi riconduce in quella parte
Inde ſtolta partì, non ſarà mai,
Che quinci fermopie uolga in diſparte:
Non fu pietra, ne pianta, ou io paſſai,
Che non piangeſſe meco, o forſe all'hora
2Non mi diceſſe: Folle, oue ne uai?
Dal cerchio eſtremo, ouefan lordimora
Scintillando le ſtelle, certamente
Meco piangermoſtrar la notte ancora.
Ben uidi'l Sol leuar chiaro, e lucente;
Ma, perche gliocchi ad abbagliarmi, e'l core
Vnpiu bellume impreſſo hauea la mente,
Scorſo del Solmiparue lo ſplendore;
O fu forſe, ch'udendolmio gran pianto,
cAnch'eiſi ſcolori del mio dolore.
o com'è
l

O come priuo d'intelletto, pº quanto


a
Coluisinganna, che nelpatrio nido
Viuerpuò lieto col ſuo bene a canto;
E uà cercando hor l'uno, hor l'altro lido,
Penſando forſe, che la lontananza
e 4 i colpi ſia de Amor rifugio fido.
Fugga pur lhuom,ſe ſa; la rimembranza
Delcaro obbietto ſempre gli è dintorno,
c Anzi porta in coruiua laſembianza -

S'io ugggo l'alba a noi menar il giorno,


e Mirando i fiori, e le ucrmiglie roſe,
Che le cingon lafonte, el crin adorno,
Taldico è l mio beluiſo, in cui ripoſe
Tutti i ſuoi doni il Cielo, o la natura
La ſua eccellenza piu ch'altroue eſpoſe.
Poi, quando ſcorgo per la notte oſcura
c Accenderſi la si cotante ſtelle,
c Amor, ch'è meco,ſi m'afferma, 9 giura,
Che quelle luci in Cielo eterne,e belle
Tante non ſon, quante uirtù in colui,
Che poi crudo delſen l'alma miſuelle:
E perfar i miei di piu triſti, e bui, -

Dal mio raggio lontan, ſempre al cor uiuo


Po'l Sole ardente, onde pria acceſa fui,
cºl qual piangendo, 69ſoſpirandoſcriuo.

-
- 5 2.
XX II.

D E LL A SIG. VERONICA
- F R A N C A. -

O 1 ch'altroue il deſtino andar mi sforza


Con quel duol di laſciarti; o mio bel nido,
Ch'in me piu ſemprepoggia, e ſi rinforza;
Con quel duol, che nel corpiangendo annido,
Con la memoria ſempre a te ritorno,
O mio patrio ricetto amico, o fido:
E maledico l'infelice giorno,
Che di laſciarti auennemi; e ſoſpiro
La lentezza del pigro mio ritorno.
Touunque gliocchi lagrimando giro,
Lunge da temiſembra horror di morte,
9 talunque oggetto ancorchallegro miro.
Tutto quel che ristoro, e gioia apporte
Per queſti campi, e per lepiaggie amene,
Reca a me affanno, e duolgrauoſo, e forte.
L'apriche ualli, d'aura, e d'odorpicne,
L'herbe, i rami, gli augei, le freſche fonti,
Ch'eſcon da criſtalline, o pure uene;
L'ombroſe ſelue, ei coltiuati monti,
(he da ſalirſon dilettoſi, e piani,
B piu facili quanthuom piu ſu monti;
E tutto quel che con induſtrimani
4 ui l'arte, e la natura, el (ielopraro,
Sono per me deſerti alpeſtri, eſtrani:
- - ºNon
2Non può temprar alcun dolce l'amaro,
Ch'io ſento de lacerba dipartita,
Ch'iofei dal natio ſuolo amato, e caro;
Suiui laſciai nel mio partirla uita,
Chai pie negletta del mio crudo amante,
TDa me giace diuiſa, e diſunita: º-

E pur tra queſti fiori, e queſte piante


-
La uo cercando, o di quell'empio l'orme,
Chouunque io uada ognihor mi stà dauante.
A par ch'io luegga, e poi ch'eiſitrasforme -

Ford'un'abete, hor d'un faggio, hor d'un pino,


Aor d'un lauro, hor d'un mirto in uarie forme;
Parmelo hauerne gliocchi da uicino,
E le mani a pigliarlo auide stendo,
E la bocca a baſciarlo gli auicino;
In queſto lo mio errorueggio, o comprendo,
Che da l'imaginar, e da la ſpeme
Deluſa, un tronco,o un ſaſſo abbraccio,etprèdo:
Se cantando poſargioioſi inſieme
Tuo augelletti ſopra un ramo teggo,
Con quel deſio, ch'amor dolce alcorpreme;
Del mio miſero ſtato, e piu maueggo,
(he col rimedio de la lontananza,
Dou'altri non m'aita in uan proucggo:
Stanpur duo uccelli in lieta dilettanza,
Godendo di quel bene unitamente,
Ch'allor deſire agguaglia la ſperanza:
ºNe
53
2Ne le ſelue, e nei boſchi e Amor ſi ſente,
Tal conſortio degli huomini sbandito
Tra i bruti, i quaipurs amanparimente.
Vn concorde uoler al dolce inuito
De la gioia d'amor le fiere tragge,
Con affetto in duo cori egual partito:
Termonti, e ualli, e ſelue, e lidi, epiagge,
42 uinci, e quindi congiunta in modo ſtretto
Copia ſen ua di due bestie ſeluagge:
E l'huom dal Cielo a dominar eletto
Tutti gli altri animali de la terra,
TDotato di ragione, o d'intelletto;
L'huom, che ſe non unol, rado, o mai non erra,
Fa nei deſir d'amor dolci, a ſe ſteſſo
Coſi continua, abhominoſa guerra;
Si ch'a lui poi damor non è conceſſo,
Senza trouar di repugnanti uoglie,
Te la perſona amata il core impreſſo:
In ciò contrario a le Donne ſi uoglie
Piu chagli huomini loiel; ch'amano ſenza
Sentir quaſi in e Amor altro, che doglie:
Far non può dele Tonne reſistenza
La natura ſi molle, 69 imbecilla,
Di Venere del figlio a la potenza,
Picciolaura conturba la tranquilla
Feminilmente, e di tepido foco
L'almaſemplice noſtra arde, o fauilla:
O E, quanto
E, quanto hauem di libertà piu poco,
Tantolcieco deſir, che ne deſuia,
Di penetrarne al corritroua loco;
Si che ne muorla Tonna, o fuor di uia
Eſce de la comun noſtra ſtrettezza,
E per picciolo errorforte trauia:
9 uanto a la libertate e manco auezza,
Tanto infuria maggior lauien, che ſaglia,
S'amor quei nodiuiolentoſpezza: -

2Neper poco uien mai, che Donna aſſaglia


Tertirar il ſuo amante al ſuo deſio,
e Maciaſcun mezzo proua quant ei uaglia:
Coſi sforzata ſon difaranch'io,
D'amorne la difficile mia impreſa,
Per ottenerilben chamo, p deſio:
E,ſe ben fatta me uien grande offeſa,
2Nullo argomento uſato in eſpugnarti,
cAmante ingrato, mi rincreſce, o peſa
Ter darti luogo,uenni in queſte parti,
Et al tuo arbitrio di te caſſa uiuo,
Sperando in tal maniera d'acquiſtarti:
ui,dou e lprato uerde, e chiaro il riuo,
Venni, e de le dolci onde alroco ſuono,
E degli uccelli alcanto e parlo & ſcriuo:
In luogo ameno, e diletteuol ſono,
AAa non è quiui l'allegrezza mia,
Se non quanto di te penſo, e o ragiono:
e Anzil
4
e Anzilpenſar dite dagliocchi inuia 5
Lagrime amare, o del'altrui piacere, - -

Sento piu farſi la mia ſorteria.


L'altrui gioie d'amor tante uedere
cAle fiere, agli augelli, ai peſci darſi
Mifa nel mio dolorpiu doglia hauere:
2Non puo linuidiamia dentro celarſi,
a Ma con ſoſpiri, e pianto, º con lamenti
vien per la bocca, e gliocchia di fogarſi,
Ben piu, che degli altrui dolci contenti,
eAlargol" e ſenza fin midoglio
Te l'acerba cagion de'miei tormenti:
Aa poi d'ammollir tento un aſpro ſcoglio,
Che piu indura, e piu impietra, quanto
Piu mostro il ſoſpiroſo mio cordoglio.
E, poiche'lmio dolortigioua tanto,
Io miuiurò tra queſte ſelue ombroſe,
Sol de la tua memoria, e del mio pianto:
guiſaran l'hore mie liete e gioioſe
veder,chelprato,ilpoggio, il boſco,elfiume
Dian ricetto a l'altrui gioie amoroſe,
Vederpernatural dolce costume
gli augei, le fiere,e i peſci inſieme amarſi
In modo, che da l'huomnon ſi coſtume,
8, ſenza alcun ſoſpetto inſieme andarſi
Liberamente ounque e Amorgliguide,
E l'uno in grembo a l'altro ripoſarſi: -

-
O 2. ºNulla
2Nulla il gran lorpiacertoglie, o diuide,
Ma ſempre il ſommo lor diletto creſce,
Ti che me con duolmiſta inuidia uccide.
Ecco, che fuor d'un antro, hor ch'io parlo, eſce
Copia felice di due Dame ſnelle,
Cui ſempre ſtar in un ſolluogo increſce i
E là due rondinette unirſi anch'elle
Veggo in un ramo uerde: ahi del mio amante
voglie contrarie al mio deſirrubelle:
Toue parlan damor l herbe, e le piante,
Toue i deſir d'ogniun ſono concordi,
In queſt'almopaeſe circoſtante -.

Madduſſe e Amor,perchio piu mi ricordi,


?Ne la dolcezza de l'altrui uenture
TDei penſier d'huom crudelda i miei diſcordi:
7Ne queſto accreſce ſolle mieſuenture
Perproua intender da i boſchi, e dai ſaſſi
9 uantoſian meco acerbe le ſue cure:
Cheſempre auanti a la memoria staſi
9 uanto perfuggir l'odio di colui,
Da la patria gentilmi dilungaſi;
Da quell'e Adria tranquilla, e uaga, a cui
Di ciò che in terra un Paradiſo adorni
2Non ſi pareggi alcun diletto altrui.
Da quei d intagli, e marmo aureiſoggiorni 9

Sopra de lacque edificati inguiſa -

Ch'a talmirar beltà queto il mar tormi:


E percio
- 55
E perciò l'onda dalfuror diuiſa
Quiui manda a irrigar l'alma cittade
Delmar Reina, in mezzo lmar aſiſa;
cA cui piè l'acqua giunta humile cade,
E per diuerſo, e tortuoſo calle,
s'inſinua a lei per infinite ſtrade.
9 uiuitributo il padre Ocean dalle
D'ogni ricco theſoro; el (ielo amico
Ciaſun'altra a lei pon dopº le ſpalle.
Si che nel temponouo, one l'antico, i
2Non fu mai chi tentaſſe uiolarla,
Chalpenſarſol confuſe ogni nemico.
Tutto'lmondo concorre a contemplarla,
Come miracol unico in natura,
Piu bella a chi ſi fermapiu a mirarlai
E,ſenza circondata eſſer di mura,
Piu d'ogniforte innacceſſibilparte
Senza munition forte e ſicura:
9 uanto per l'uniuerſo ſi comparte
TD'utile, o neceſſario a l'human uitto
Da tutto l'uniuerſo ſi diparte;
Et, a renderrecato a leil ſuo dritto
Di quel che in lei non naſce,ella piu abonda
D'ogni loco al produratto, o preſcritto,
Si ch'eterna abondantia la circonda,
E di tutti i paeſi fruttuoſi
Piu ricca è de Adria l'arenoſa ſponda.
cAltro
r
c Altro che ualliamene, ei colliombroſi
Sembrano de Adriaplacida, etranquilla
Ipalagi ricchiſſimi, ºpompoſi:
Ilmar, ellito quiuiarde, 695fauilla
TD'amor, " tra nereidi, o ſemidei,
9 uell'acque ſalſe di dolcezza inſtilla.
C'enere in cerchio ancor degli altri Dei
Scende dal Cielſu questa bella riua,
Con l'alme gratie in compagnia di lei.
Et ſenza, chepiu auanti io la deſcriua;
Per fortuna noioſa, e uiolenta,
gran tempo ſon di lei rimaſta priua:
Per farla uoglia altruipaga, º contenta
Io diparti,ſperando alfin quell'ira
Se non eſtinguer, far tepida, e lenta.
Hor, che quanto ſi piange, e 9ſiſoſpira
Perme infelice, è tuttoſparſo al uento,
Che l mio amante la uisia altrouegira i
Poiche'l crudele adaltro oggetto è intento,
Perche lontan da la mia patria amata
Vò facendopiu graue il mio tormento ?
«Aaſet ho follemente e Adria laſciata,
Delcor l'arſura alleuiarpenſando,
Dal mio danno ueder allontanata,
L'ardorpiu toſto e in ciògito auanzando,
E con la geloſia, e col ſoſpetto,
Se uemutopiu ſempre riſcaldando.
L'altrui
56
Laltrui d'amorgoduto a pien diletto
Per queſti campi, el temer, che compagna
L'empio, a me, non faccia altra del ſuo letto,
8 de la patria mia celebre, 69magna
Gli alti ornamenti, e lo ſplendorſuperno
9 uil boſco odiarmi fanno, e la campagna:
e Ade Adria colpenſier deuoto interno
Ritorno, e, lagrimando, eſpreſſamente
cAproua del martir l'errormioſcerno:
« Ma,ſelſuo fallo ſcema chi ſi pente,
TD'eſſerda te partita mi pentiſco,
O mio bel nido; & me ne stò dolente:
E, dapoi che non ceſſa il mio gran riſco
Per lontananza, il meglio è,ch'io mi mora
Delgran dolor, che per amarſoffriſco;
Senza miei danni aggiunger queſto ancora
Difarda le mie coſe amepiu care
Pertantoſpatioſi lunga dimora.
Perch'alfin mi riſoluo di tornare,
E, ſe non m'è contraria apien la ſorte,
Se ben un'hora un ſecolo mipare,
Spero tornar in ſpatio d'hore corte.
XXIII. - -

D ELLA SIG. VERONICA


F R A N C A, -

Lº GAMENTE in gran dubbio ſono ſtata


Di quel che far ames appartenea,
Da un certo huomo indiſcretoprouocata;
2Nel penſieruane coſe riuolgea -

Delfar, e del non far la mia uendetta,


ºNe a qualpartito accoſtarmi ſapea;
e Alfin, la propria mia ragion negletta,
Chelbuon camin non ſa prender, ne puote
Da la ſouerchia paſſion coſtretta,
Vengo a uoi per conſiglio, a cuiſon note
Le forme del duello, 69 de l'honore,
Per cui s'uccide il mondo, e ſi percuote:
e Auoi, che guerrier ſete di ualore,
E,ch oltre a l'eſſer de la guerra eſperto, a
Vostra mercede, mi portate amore:
Per conſiglio ricorro; 69 ben m'accerto,
Che mi ſareſte ancor non men d'aita,
Pergratia uoſtrapiu, che per mio merto:
Ma io non uglio a quel doue minuita
De la uendetta il gran deſio,uoltarmi, - ---

“Benche la uia mi ſia piana, e ſpedita:


TU oglio prima ch'io uenga al trar de l'armi
Il mioparer communicar con uoi,
E con uoi primamente conſigliarmi -

E, ſe

;
-
-

- - - 57 v

8, ſe determinato fa tra noi, ,

Che con gli effetti io debba riſentirmi,


r
2Non ſarò pigra a pigliar l'armi poi:
«2Maſaria # un'eſpreſſo auuilirmi,
Far ſoggetto capace del mio ſdegno,
Chi non merta in penſierpur mai uenirmi:
Vm huom da nulla, o non ſol uile, e indegno,
Che da ſederſi moua a lui penſando
Qualunque ancorchepigro, 69 rozzo ingegno.
E pur diram'infiammo, rimembrando
La uillania da lui fatta a ſe steſſo,
TDi douerla a me farforſe ſtimando.
Ineſcuſabilfallouien commeſſo
Da chi dice d'alcun malin ſua aſſenza,
S'ancouerſia quel che uien detto eſpreſſo,
Perche in ciò l'huom dimostra gran temenza;
Epar, che n quella uecenonardiſca
Diril medeſimo ne l'altrui preſenza.
Aapoi,ſe dimenzogneſi forniſca,
E nel contaminar l'honore altrui,
Confrode, e infamia contra'luerſuppliſca i
Ben certamente merita coſtui
Cancellarſi del libro de' uiuenti,
Sichelſuo nome ad unpera con lui.
O ſe le rane haueſſer unghia, e denti,
Come ſarian, ſe drittamente addocchio
Talhorpiu de Leon fiere, o mordenti. -

-
-
P e AM a
-- -

e Ma poi per gracidar d'alcun ranocchio,


-

Pigi non laſcia a ber l'aſinoalfoſo,


º i drizza a quel ſuon l’orecchio e l'occhio.
Se un ſergrillo a dir malper uſo moſſo,
De la ſua buca standoſi al riparo,
º ha biaſimato in mia aſſentia: io che nepoſſo?
A, ſe tratte a quel ſuon quiui n'andaro
AAolte ueſte, e tafani, o per tenore
-
- - -
-
-

- - -

Di quel ſuon roco in compagnia ruzzaro, -

SNon patiſce alcun danno in cio'l mio honore ,


-

A quanto aſpetta a me piutoſto rido,


AAa de l'altrui ſciocchezza ho poi dolore.
Tº una brutta cornacchia a l'aſpro grido
Traſſero altri uccellacci da carogne,
E di ſterco l'empier la strozza, elnido.
3 uºſº e proprietà de le menzogne,
Che quelli ancor, che ſon maluagi » C triſti,
(Verſan ſopra lauttor biaſmi, º uergogne.
Tel mio auuerſario furprimieri acquisti,
Spager detti in mia aſſenza dime faſi 5

72a nulla uerità coperti, o miſti.


cAdira contra lui percio non ſalſi;
A4am allegrai, quando contral ſuo dire
Tacendo col mio uer chiaro preualſi:
Renpoi uia piu inſolente diuenire
Nel mio ſilentio iluidi, º quaſi ch'io
Dhauerlo fatto tale poſſo dire.
-
- e Ma
-

e Ma qual era in quel caſo officio mio,


Se non quel dirmi mal dopo le ſpalle
2Non curar punto da un huom uile, o rio?
Troppo algiudicio mio uien, che s'auuale
Ilpenſier di chi ſegue tai difetti,
Channo precipitoſo, e tetro il calle. -

Raffrenahuomualoroſo i ciechi affetti,


8 non uoler opporſi a ciaſcun'orma -

De la malignitate a ifalſi detti:


Segui de la uirtù la dritta norma, - -

Che di ſe steſſa paga, agli altrui errori


Generoſa non guarda, e par che dorma.
Coſifecio , che d'ogni drittofuori -

Infamiata, e biaſmata da un huom uile,


e Miconfortai co miei penſier migliori:
Efarei piu che mai hora il ſimile,
Se per la mia patientia, quel uilano
Non diſcendeſſe a uia peggiore ſtile.
AMa con armata, o minaccioſa mano
A importuna, e mi sfida, o quaſi forza
Il penſier diſtar queta a render uano.
Con l'acqua alfin ognifocoſi ſmorza
Coſi la costuirabbia, e l'arroganza
e A quel chiomen uorrei miſpinge aforza -

So,ch'egli per natura , & per uſanza


8 peſſimo, e uiliſſimo auolere -

Pugnar con una Donna, dipoſſanza.


-- - - p” . E queſ
E quaſi che non porta anco il deuere,
Chalprouocar de larmi io gli riſponda,
2Non uſa il ferro ignudo in mantenere.
e Ma tanto piu d'audacia ei ſoprabonda,
guanto farmi paura piu ſi crede,
8 con nuoue inſolentiemi circonda.
2Non ſo quel che in talcaſo ſi richiede:
Il parer uoſtro non mi ſia negato,
Chaluiſon per preſtar aſſenſo, e fede.
Io ſono ſtata in procinto da un lato,
Didifidarlo a ſingolar battaglia,
C omunque piugli piace im campo armato. -

44a dubitai, che di piaſtra, e di maglia -

Ei proponeſſe graue uestimento,


8 ferro, che non punge, o che non taglia:
Soch'egli è un'aſinaccio a questo intento
Daſſicurarſi contra i colpi crudi
Due uiſia di ſangue ſpargimento:
ºel resto ſoural dorſo ſe gli ſtudi,
S'altri uoleſſe ben con un martello,
Come s'uſa di farſopra le incudi.
Queſtom ha meſſo a partito ilceruello,
Ch'io non uorrci con sferza, o con baſtone
Prendera caſtigarun huom ſi fello.
2Non ſo,ſe in ciò poteſſi con ragione
Aifiutararmi non micidiali,
AAa ſolamente a baſtonarſi buone:
- So,ch'ei
9
so,ch ei diria,ch'a lui ſi denno tali, 5
E ch'io non debbo ricuſarle, quando
D'ogni lato le coſe uanno eguali.
Io ſono andata a queſto aſſai penſando, - -
Et ho diſcorſo, che,siol diſidaſi,
Da l'inſultar sandria forſe arretrando:
Forſe chei uolgerebbe altroue i paſſi,
E meco fuggiria d'entrarin proua, - - -

Perch'ancor colbaſton non lamazzaſi.


Aa ei temprate ha l'oſſa a tutta proua
Contra ogni copia di gran baſtonate,
Si ch'altri a dargli ſtanco alfin ſi troua;
Senzhauer le deuute ſue derrate,
Rendermi stanca in guiſa alfin potrebbe,
Che l'armi haueſi in mio affannopigliate:
E poi di me qualcoſa ſi direbbe ?
Ch'io nonſia buona per un'huom codardo,
Cui con la uerga un fanciuluincerebbe,
CVn, chefa l'inuincibile, e lgagliardo
Contra una Donna, che ſopporta, e tace,
Senza pur minacciarlo con lo ſguardo -

Tunque laebbo laſciar ſeguir in pace,


E ſommettermi in guiſa al ſuo talento,
Ch'egli moffenda come piu gli piace ?
9 ueſt'e ſtrana maniera di tormento,
E tal,ch offeſe a non ſopportar uſa,
cA queſta men chadaltra atta mi ſento
Dunque
Dunque ſarò da ſi uilhuom deluſa,
Senzaprender uendetta inparte alcuna -

Di quanto egli m'offende,eſi m'accuſa ?


In queſto punto ilmio penſiers'aduna,
A per incaminarmi a buona ſtrada
Trouo ſcarſa, e contraria la fortuna.
e Masioſtò queta, o come auien ch'accada,
Vn giorno, che paſſarquindi gli auenga,
Incontra armata a ucciderlo gli uada ? -

Forſe la ſete fia, che n tutto io ſpenga -


Ti quel ſangue maligno; e o con diletto
Senza contrasto alcun uittoria ottenga.
Tunque commetterò ſi gran diffetto
Dibruttar di quel ſangue queſte mani,
Ch'è di malitia, e di uiltate infetto ?
Ceſin da me penſieri cori ſtrani,
A4a che farò; s'io taccio mal, ppoi
S'io faccio peggio. o miei diſcorſi uani:
Datemi, Signor mio, conſiglio uoi.
XXI III.
DELLA SIG. VERONICA -
- F R A N C A,

O VENTE occorre,ch altri il ſuo parere º.


Tice, ſtimando fatte alcune coſe
Che non ſucceſſer, ne furpunto uere.
- Di
6o

Di queſte, che pur ſon dubbie, o naſcoſe, .


In noi un certo inſtinto la natura, r . . .

Che tende alpeggio, e al biaſimarle poſe;


Benche null ſopra è di quà giù ſicura, -

E di quel, che men par chauuenir poſſa 2


Stiaſi compiu ſoſpetto, o con paura.
Tel mondo ingannator queſt'e la poſſa, -

Che quel ch'è piu contrario al uer,ſucceda,


Per cagion torta, occoltamente moſſa.
La ragion uuol,ch'ogni ben di uoi creda,
e Ma poi del ueriſimile l'effetto
Fa, che quel ch'io credeiprima, diſcreda.
Comunque ſia, egli m'è stato detto, .
Se falſo ouer, non importa ch'io dica,
S'io ſon riſolta; o ſe n ho alcun ſoſpetto:
Zaia, che mitegniate per amica -

Come infatti uiſon, ſi che in giouarui


"Non ſarei ſcarſa dopra, o di fatica:
Et hor ch'io mi conduco a ragionarui
Di quanto intenderete; a quel m'accosto,
Che de chi fa profeſſion damarui.
Dunque a la mia preſenza ui fu opposto,
(h una TDonna innocente habbiate offeſa
Con lingua acuta, o con cor maldiſpoſto;
E che moltiplicandone l'offeſa, -

9 uant'e coleipiu statapatiente,


In uoi l'iraſi ſia tantopiu acceſa,
Si
Si che ſpinto daſdegno, impatiente
Le man poſto l'haureſte adoſſo ancora,
Se noluietaua alcun,ch'era preſente;
«2Ma uoi la minacciaſte forte allhora,
Egiuraſte uoler tagliarle il uiſo,
Oſſeruando del farlo il tempo, e l'hora.
Stranomiparue udir, d'un huom diuiſo
Da ifeccioſi costumi del uiluolgo
vn cotalnuouo inaſpettato auiſo:
E, mentre colpenſiero a uoi miuolgo
TDe la uirtute amico, o de l'honesto,
La fede a quel che mi fu detto,tolgo.
Dal'altra parte ſo,quanto è moleſto
Lo ſpron delira; g) come ſpeſſo ei mena
cAquel ch'euergognoſo, o inhoneſto:
2Ne ſempre la ragion, che i ſenſi affrena,
cAſtringerpronto in man ſi troua il morſo,
Flgran ſouerchio rompe ogni catena.
Seperimpeto d'ira il fallo e occorſo,
2Non durate nel mal, ma conoſcete
9 uantofuor del deuerſiate traſcorſo.
Gliocchi del uoſtro ſennoriuolgete, «

8 quanto, ingiuriar Donne, uiſia


Disdiceuole, uoi ſteſſo uedete.
Pouero ſeſſo, con fortunaria
Sempre prodotto, perch ognihor ſoggetto,
Eſenza libertà ſempre ſi ſtia:
º 9Neperò
6I
2Ne però di noi fu certo il diffetto,
(he ſe ben come l'huom non ſem forzute,
Come lhuommente hauemo, e intelletto,
2Ve in forza corporal stì la uirtute,
e Ma nel uigor de l'alma, e 9 de l'ingegno 2.

Da cui tutte le coſe ſonſapute:


E certa ſon, che in cio loco men degno
?Non han le Donne; ma d'eſſer maggiori
Degli huomini dato hanno piu d'unſegno:
e Ma,ſe di uoi ſi reputiam minori,
Forse perche in modeſtia, º in ſapere
Di noi ſiamo piu facili, 69 migliori i
E che ſia luer, uoletelo uedere º
Chelpiu ſauio, ancorſia piu patiente
Parcha la ragion quadri, e al deuere:
Delpazzo è proprio l'eſſer inſolente,
Aa quel ſalſo del pozzo ilſauio tragge,
Ch'altri a gettarlo fu uano, e imprudente:
E coſi noi, cheſiam di uoipiu ſagge,
Per non contender uiportamo in"
Com'anco chi ha buon pie porta chicagge:
e Ma la copia degli huomini in ciofalla;
E la Donna perche non ſegua il male,
s'accomoda, e ſoſtien d'eſſer uaſſalla;
Che ſe moſtrar uoleſe quanto uale,
In quanto a la ragion, de l'huom ſaria
Digran lunga maggiore, e non che eguale:
- - AMa
a Ma l'humana progenie mancheria,
Se la Donna oſtinata in ſul duello, -

Foſſal huom,com ei merta, acerba, o ria.


Per non guaſtar il mondo, che ſi bello
Per la ſpecie di noi, la Donna tace,
E ſi ſommette alhuom tiranno, co-fello 9

Che poi del regnar tanto ſi compiace,


Si come fanno lpiu quei, che non fanno.
(Chelmondan peſo, a chi piu ſa piu ſpiace)
Che gli huomini perciògrand'homorfanno
cAle donne, perche ceſſero a loro
L'Imperio; e ſempre a lor ſerbato l'hanno:
º uinci ſete, ricami, argento, e oro,
Gemme, porpora, e quale di piu pregio
Si pon in adornarne alto theſoro:
E,qual conuienſi al noſtro ſenno egregio,
2Non ſolſon ricchi i nostri adornamenti
D ogni pompoſo, piu prezzatofregio 3 .
A4a gli huomini a noi uengon riuerenti,
č ne cedono lluogo in caſa, e inſtrada,
In ciò non punto tardi, o negligenti: ,
Per queſto anco è,ch a lor portar accada
ferretta in teſta, per trarla, di noi
cAqualunque dinanzi ei ſe ne uada;
E,s'ancor ſon tra lornimici poi,
2Non laſcian d'honorar, ſempre ch'occorre,
L'isteſſe Donne del nemici ſuoi:
TDa
Da questo argumentandoſi diſcorre,
Quanto l'offeſa fatta al noſtro ſeſſo
La ciuiltà del huomgentile abborre:
2Ne ch'io parli coſi crediate adeſſo,
Con altro fin, che dimostrarui, quanto
L'offender Donne ſia peccato eſpreſſo.
Informata ancor ſonda l'altro canto
Chiſia colei, di cui mifu affermato,
Che ingiuriaſte, 69 minacciaſte tanto:
Certo questo non merita il ſuo lato,
Elhauerui lſuo amore a tantiſegni
In tante occaſion manifeſtato:
Ceſin l'offeſe homai, ceſſingliſaegni,
& tantopiu, che dhuominatogentile
9 uesti non ſonoportamenti degni:
44a eprofeſſion d'huombaſſo, e uile,
Pugnarcon chi non ha difeſa, o ſchermo,
Se non diciancie, º dingegno ſottile:
Perdonatemi in ciò,ch'io troppo affermo
Le colpe uoſtre spoi ch'io non intendo -

Comprenderuoi,piu d'alcun'altro alfermo:


e Ma quel chadeſſo uado diſcorrendo -

º quanto ad onta ſua colui s'inganni,


Che uada con le Donne contendendo,
Perchalſicur diluiſon tutti i danni,
Sei uince,mali &peggio,ſe uien uinto,
Il riſchio è certo, e infiniti gli affanni.
42 . Col
Coluiſo di roſſore infuſo , e tinto,
D'eſſereſtato ognihuom d'honors'accorge
Difar ingiuria a Donne unqua inprocinto:
E, quanto piu lualoruiril riſorge,
Tantopiu l'armi fuor da lira tratte
C'ergognando al ſuo loco altri riporge:
A ſi pentiſce de le coſe fatte -

In uia, cheſe poteſſefraſtornarle,


Le ridurria da l'eſſer primo intatte:
e Ma poi che non puo adietro ritornarle,
Con dolci modi a l'offeſe ripara,
E, quantopuoſi sforza d’annullarle:
Xitorna ancor l'amata al doppio cara
2Nelrifar de la pace; & ,per turbarſi,
Piu d'ogni parte l'alma ſi riſchiara:
Coſi nel ben uien a moltiplicarſi,
E coſi certa ſon, che uoi farete,
Sicome ſuol da ogni par uoſtrofarſi,
E colei certo offeſa o non hauete,
O,ſe uinto daſdegno traſcorreſte,
L'errordi uoi non degno emenderete:
Etio di cio uiprego in fin di queſte.
63
XX V.

DELLA SIG. VERONICA


F RA N c A.

In lode di Fumane, luogo dell'Illuſt. Signor


Conte Marc'Antonio della Torre,
Prepoſto di Verona.

O Nuorrei da l'un canto eſſer mai ſtata


N cAquel belloco, per douer partire,
Comefei, non ben quiuianco arriuata:
Coſi grauoſo il ben ſuol diuenire,
Che,quant'egli è maggior, uia maggior duolo
Col dilungarſi in noi ſuolpartorire:
Toſto ne ua lpiacer traſcorſo a uolo,
2Ne ponendo in ragion l'utilpaſſato,
cAla perdita mesti attendem ſolo.
8 non uorrei però da l'altro lato,
Si uago nido non hauer ucduto,
cAla tranquillità ſoaue, & grato:
E, ſepari al deſio non l'ho goduto:
9 uanto gustato piu, tanto piu caro,
Il laſciarlo mi fora diſpiaciuto:
E pur formando un penſier dolce amaro,
Con la memoria a quei diletti torno, -

Che infiniti a me quiuiſi mostraro : -

-
Sempre
Sempre dauantigliocchi holbel ſoggiorno,
Ta cui lontan col corpo, con la mente
Senza da me partirlo un qua ſoggiorno:
Ricrear tutta in me l'alma ſi ſente,
AMentre quà giù ſi lieto Paradiſo
Da douer contemplarle ſtà preſente
Da queſto lo mioſpirto non diuiſo
Va ripetendo le bellezze eterne,
TDal ſouerchiopiacer uinto, e conquiſo.
E, mentre le delitie auido ſcerne,
2Nelgioir di ſe ſteſſo, afflige i ſenſi,
Che non puon ſeparati ancor goderne:
Coſi, quantomauien chamando penſi
cAl habitation uaga, & gentile,
Tra gioia e duol conuien chelcor diſpenſi.
In queſto piglio in man pronta lo ſtile,
A per gradir al ſentimento, fingo
Quelloco quanto poſi aluerſimile:
8, ſe ben ſo,ch'a impreſa alta m'accingo;
Tirata da la mia propria uaghezza,
Senzarte quel chioſo diſegno, e pingo:
O che fiorita, 69 feconda bellezza
guiui moſtra, p diſpiega la natura,
Raro altroue, o non mai moſtrarla auezza.
Certo è questa quell'unicafattura,
In cui uinta ſe ſteſſa a tutteproue
Ripoſe ogni ſua induſtria, ogni ſua cara. Di
l
64
Ti tutto quelche piaccia al mondo, º gioue,
Fauoreuole il cielo a cotalopra,
Il maggior uanto eternamente pioue.
42 uiuil Ciel manda il ſuo fauor di ſopra,
2Ne men la terra in adornar talparte,
Con gli altri a gara elementi sadopra:
vince l'imaginar d'ogni humana arte,
La diſpoſition di tutto l bene,
(h unito uiui intornoſi comparte:
E pur di " , oueperuiene
L'eccellenza de l'arte in coſe belle,
Vestigie eſpreſſe il belluogo ritiene:
Coſi determinarono le ſtelle
Farquiui in dolci modi altrui paleſe
9 uanto puon destinar, e influirelle:
In queſto aumenturoſo, almo paeſe
L'ornamento del Cielſi moſtra in terra,
Ch'a farlo un Paradiſo in lui diſceſe.
Di lieti colli adorno cerchio ſerra
L'infinita beltà del uagopiano,
Doue Flora,eo Pomona alberga, g'erra:
Quaſi per gradi ſu di mano in mano
Difuor s'aſcende'lpoggio da le ſpalle,
Sempre alſali piufacile , & piu piano;
g uinci in giù perſoaue, e deſtro calle
S'arriua a la pianura in pochipaſſi 9

Ch'èpoſta in forma di rotonda uale, -

- Se
Se non che in guiſa rileuata staſi,
Che quaſi entro a quei colli un minor colle,
Che'ntorno a lorſi diſpiani, o sabbaſſi »

Si che d'entrarui a Febo nonſi tolle,


Poco alzatoſifuor de l'Oriente
"Nelprato d'herbe rugiadoſo, e molle:
Entra l Sol quanto entrarſe gli conſente
Ta un boſco d'alti Pini, e di Cipreſſi,
Pien d'ombre amiche al di lungo, º feruente:
E gode di ueder quiui con eſſi
Te la ſua amata in corpo humanofonde,
già braccia, 69 chiome, horuerdi rami ſpeſi,
Tra quai quanto puoli tra, & s’aſconde, -

Per la memoria,chanco entro l corſerba,


De l'amoroſe ſuepiagheprofonde ,
De la ninfa la ſorte coſi acerba
Pietoſo e pollo ai grati rami tira,
Eta quiuipoſaruago tra l'herba.
L'aria dintorno ancor dolce ſoſpira
Di Dafne al caſo, cºſpirto d'odorpieno
Le uaghefoglie uentilando, ſpira:
AE'/Ciel la piu ch'altroue mai ſereno,
Fa, che d'ogniſtagion la copia uote
In quella terra il corno ſuo ripieno:
guiui con l urne non mai stanche, o uuote
c Aportar lacque ſon le ninfe pronte,
Tai,chel criſtalſi chiaro eſſer non puote:
- - 2 ueſte
6

gueſte uerſando uan da piu dun fonte 5


Le ſuccinte, o leggiadre habitatrici,
TDi queſto, o queluicin ben coltomonte:
Eta l'altre compagne cacciatrici,
Che dietro i ceruiſtanche, a rinfreſcarſi
vanno le fonti angeliche beatrici,
(o bei liquidi argenti intorno ſparſi
Porgon dolce liquor da trar la ſete,
E le candide membra da lauarſi.
Taifreſchi riui, e da le fonti liete
9 uaſi ſcherzando l'acque in uario corſo
Declinaruerſo lpian i" , 69 quete:
8,poiche'n lenta gara alquanto han corſo
Ter uia diuerſa ſi raggiungon tutte
Verſo un bel prato a lor dinanzi occorſo;
E da natural arte a far inſtrutte
pello quel ſito a marauiglia; uanno
Per canali anguſtiſſimi ridutte:
42 uiui entrate a uarcarpoco ſpatio hanno,
Ch'a un fiorito ameniſſimo giardino
Dolce tributo di ſe ſteſſe danno:
Conman diſteſa, e paſſo tardo, º chino
Dan di ſe ſteſſe le piu dolci, e chiare
cAlgiardinier ch'a l'uſcioſtà uicino;
9 ueſti com'a luipiace le fa entrare,
Ch'obedienti a larte, fan quel tanto
Ch'altri accorto diſpon, che debbanfare:
- R. 9Non
2Non cede l'arte a la natura il uanto
2Ne l'artificio del giardin ornato
D'alberi colti, e 9 ſempre uerde manto;
Soural qualporge alquanto rileuato
D'architettura un bel palagio tale,
9 ual fu di quel del Sol già poetato:
Infinito teſorben questo uale
Per l'edificio proprio, e gli ornamenti,
Che'n ricchezza, e in beltà non hanno eguale
Ifini marmi, e i porfidi lucenti,
Cornici, archi, colonne, intagli, o fegi,
Figure proſpettiue, ori, 6 argenti,
9 uiuiſon di tal ſorte, e di taipregi,
Ch'a talgrado non giungono i palagi,
Chefergli antichi i mperadori , e 7 regi:
AAa le commodità di dentro, o gli agi
Son coſi molli, che gli altrui diletti
cAlpar di queſti ſembrano diſagi.
Per li celati dor uaghi ricetti;
Sulpauimento, che qualqemma ſplende
Stan ſopra auratipie candidi letti.
Ti ſopra da ciaſcun dintorno pende
Di uaria ſeta, e dor porpora in teſta,
Chel contegno de letti abbraccia, ºprende:
TDi coltre ricamata, o d'altra ueſta -

Di ricca tela ogniun sadorna, e copre,


Si ch'a fornirlo ben nulla glireſta:
66
Di diuerſi diſegni, e diuerſe opre
Su couerte, pºcortine in tutti i lati
vario, o lungo artificioſi diſcopre.
I Dei ſcender dal Cielo innamorati
Dietro le Ninfe qui ſi ueggon finti,
In diuerſe figure trasformati:
E d'amoroſo affetto in uiſtatinti,
Seguitar anſioſi illor deſio,
Doue dal caldo incendio ſon ſoſpinti:
SAuì trasformata in uacca ſi uede Io,
E centocchi ſerrar il ſuo cuſtode,
cAlſuon di quel che poi lucciſe Dio:
Da laltra parte Danae inſenſi gode
vederſi piouergioue in nembo d'oro,
Dou altri piu la chiude, e la custode,
Ilquale altroue trasformato in Toro
Porta &uropa; & altroue e Aquilapiglia
Ganimede, e'lrapiſce al ſommo choro.
Di Licaon fatta Orſa ancor la figlia,
e Mentre ucciderla il figlio ignota tenta,
cAſſunta in Cielo ad Orſa l'aſſomiglia:
2Nepur Orſa celeſte ella diuenta
-
Figurata di stelle in cotalſegno,
e Malfiglio in Ciel l'altr'orſa rappreſenta.
9 uanto e poſſente il nostro humano ingegno,
Che uiue fa parer le coſe finte
Per forza di colori, o di diſegno.
R. 2. Di
Diſeta, e d'oro, e uarie lane tinte,
2Ne itapeti, chadornan quelle stanze
TDa limitar le coſe uere en uinte.
8, perche nulla a deſtarauanze,
Chorni di gioue un'alta regia degna,
Doue laſciato l Ciel quà giuſo ei stanze,
2 ualunque hebbe tra noi la ſacra inſegna,
Ch'a quei con le ſue man Tio ſteſſo porge,
(he d'eſſer ſuoi uicari in terra eidegna:
9 ualunque di Paſtoralgrado ſorge
De la Chieſa diuina; in eſpreſſo atto
2Nobilmente dipinto iuiſi ſcorge:
9 uiui ciaſcun Pontefice ritratto
Piu che dal natural uiuoſi uede
Di tela, di colori, e 9 d'ombre fatto:
E, com'a tanta maestà richiede,
Talaltre in parte eccelſa, o ſeparata
Si reuerende imagini han lor ſede;
Similmente in maniera accomodata,
Di quei l'effigie ancor ſon quiui, i quali
Del Ciel ſoſtengon la felice entrata:
guanti maifur nel mondo Cardinali
9 uiui entro fianco Papi in compagnia,
E Veſcoui, e Prelati altri aſſai tali:
Perche conforme al Paradiſo ſia
9 uell'albergo diuino, inſeritiene
TDigente i uolti coſi ſanta, e pia:
Di quel
-

Di quel ch'al ſacerdotio ſi conuiene


l Da l'eſempio di molti eſpreſſi quiui,

In perfetta notitia ſi peruiene:


9 ueſti ancor morti inſegnarponno aiuiui,
cAnzi in cieluiuon ſi, che l loro nome
In terra ſempre glorioſo arriui:
i 8,perch'alcun io non diſtingua, o nome,
Di quelli intendo, che furo innocenti,
E del demoniofer le forze dome.
Le costorfronti a mirar riuerenti
Coſi pinte ne fanno, e in noipenſieri
Destano de le coſe piu eccellenti:
Seguendo l'orme lorfan ch'altri ſperi,
Che tien lo ſcettro de la caſa uaga
T'alzarſi alcielper queigradiprimieri.
9 uesta de la ſua uista ogniuno appaga,
E ſol de la memoria al corm imprime
Colpi, che nnaſpran la giàfatta piaga.
TDi que be collia le frondute cime
e Alzo lpenſier, che dal duol uinto, e ſtanco
Fa, che gliocchipiangendo a terra adime.
Standomi ſuluerron del marmo bianco,
Douelpalagio alzato agguaglia il monte,
Ricreata poſaua il braccio, elfianco:
ui piagner Filomenale triſte onte
Con la ſorella ſua dolce ſentia,
Da lor non coſi chiare altroue conte :
TDa
Da le fontane ad aſcoltaruenia
9 uesto, o quel ruſcelletto, o mormorando
9 uaſi con lorpiangeua in compagnia:
2enpoſcia a quel tenor dolce cantando
iuan gli augelli per liuerdi rami,
Del loro e Amor le paſſion moſtrando:
O che liete querele, o che richiami
Formauan contral Ciel, ſi come ſuole
Chi, bencheridamato, altrui forte ami.
Con uoce piu che d'humane parole
Par che ſappian parlar quelli augelletti,
Si ch'ad udirli ancorfermano il Sole.
Talhornarrano poi gli alti diletti,
Che ſpeſſo dagli amati abbracciamenti
“Prendon de le loruaghe al fianco ſtretti:
Di gran dolcezza il Cielo, e gli elementi
Per talpiacere, o per molti altri aſſai
2 uiui gioiſcon placidi, o contenti;
E, riſchiarando ognihor piu Febo irai,
La fiorita ſtagion uagorimena
Di molti, non che d'un perpetui mai.
DcArabi odor la terra, e l'aria piena,
L'una piu ſempre ſi rinuerde, e infiora,
L'altra ognihorpiuſi tempra, o raſſerena.
O che grata, e dolciſſima dimora,
Doue, quanto di uago ognihorpiumiri,
Cantopiu da ueder ti reſta ancora.
Touunque
68

Douunque altri la uiſta a mirar giri,


Ne la beltà ueduta oggetto troua,
Che piu intente a guardar le luci tiri:
E nondimen,perch'ognihor coſa noua
Dintorno appar, che l'animo deſuia,
cAd altra parte uien chindi le moua:
La bellezza delſito almanatia,
Gliocchi fuor del palazzo a uederpiega
9 uanto iuiricca la natura ſia:
e Ma poi di dentro tal lauor diſpiega
L'arte, che la natura agguaglia, e 7paſſa,
Chiui l'occhio amiraruolto s'impiega:
E, mentre da un'oggetto a un'altro paſſa,
L'un non guſtato ben, da noue brame
Tirato impatiente ilpreſo laſſa:
Coſi non trahe, mapiu creſce la fame
Daſſai uiuande un prodigo conuito,
Che de l'una alpigliar l'altra ſi brame:
Coſi ne la uirtù de l'infinito
Senza maiſatiarne ciſtanchiamo 5

S'al ſommo bene è lpenſier nostro unito.


Queſta inſatietàgrandeprouiamo
Eſpreſſamente, all'hor, che l'intelletto
Diuin filoſofando contempliamo:
Laſcia ſempre di ſe più caldo affetto
2Ne l'affannatamente il uerſupremo,
Ond'haperfettionlhuom da l'oggetto,
Benche
2enche l'affanno è tal, ch'ognihorpiuſcemo
Delmortalfango il noſtro ſpirto face,
E dir al Cielgli da penne al'eſtremo.
Felice affanno, che riſtora,e piace
2Nel'unir di queſt'anima a quelucro,
Che gli humani deſirpon tutti in pace:
cAquel che del ſuo eccelſo magistero
e Mostrò grand'arte in queſte alme contrade
Feconde del piacerceleſte intiero:
g uì di là ſu talgratia,efauorcade,
Chabonda alcompartirſi in copia molta
La gioia in ogni parte, e la beltade,
Si che, mentre ad un lato ancor ſoluolta
Gode la uiſta, in quel piu ſempre ſcorge
?Noua maniera di uaghezza accolta:
2Ne de luna ben tosto ancorsaccorge,
Che soffre l'altra, e quaſi pur mònata,
e Merauiglia, e diletto inſieme porge.
Del giardinuago è la ſembianza grata,
6,mentre in lui la maniera riguardi
D'ogni parte ben colta, e benpiantata;
Lepri, e Conigli andarpronti, e gagliardi
2Nel corſo uedi; e, mentre, che t'increſce
Deſerti di taluiſta accorto tardi,
Ecco ch'altronde ancor uaga ſchiera eſce
Ti Cerui, e Capri, e Came, e d'altri tali,
Onde la marauiglia, e'lſpiacer creſce:
AAa
Ma poi tra quelle ſchiere d'animali º
Scopri diſtinto del giardino ilpiano -

TD acque in anguſti, o limpidi canali:


Eſplender ſu per l'onde di lontano
Vedi i peſci guizzando, che d'argento
Sembra, che nuotin d'una, e d'altra mano:
E mentre l'occhio a uagheggiare intento
Il piaceruario delfiorito ſuolo,
Piu ſempre di mirar uago ; & contento :

Ti queſto ramo inſi cantando a uolo


Giruede copia daugelletti ſnelli, -

9 uai molti inſieme, & qual aagandoſolo:


Quinci s'accorge, che di fornouelli,
8 frutti antichi ſon quei ramicarchi,
2Non pur di nidi d'infiniti augelli.
Senza che lguardo quinci e quindi uarchi,
L'incontrandogni parte i piacer tutti,
In queſt'officio non mai ſtanchi, o parchi.
E, ſe nel giardinuiſti in un ridutti,
Fiere, augei peſci, riui, arbori, e foglie
Fior ſempre noui, e d'ogni ſtagionfrutti
cAmirar in diſparte altri s'accoglie,
E, come nel guardar taluolta occorre,
Da la pianura a l'alto a mirar toglie.
?Ne la beltà del uaghi colliincorre,
(ha la uiſta, che s'alza, humili, e piani
Lietamenteſi aengono ad opporre:

gueſti
gueſti dal belpalazzo non lontani
Sembra, che per raccorlo in mezzo lſeno
Si ſtringan uerſo lui dambe le mani.
E'n tanto ſpiegan tutto aperto, o pieno
Ilgrembo lordi dolcezze infinite,
Che la uista bear poſſono apieno.
Le pecorelle a paſcer l'herbe uſcite,
fiancheggianper lipoggi, a canſarlieui
Ter poco d'ombra timide, o ſmarrite:
Diqueſti monti ſon queste le neui,
Che quindi'luernoſtandoſi ognihorlunge
?Non uien giamai che l bel terreno aggreui.
uindi letitia 69molto utile giunge
TDelegregge bianchiſſime a i Signori
Ti quel che ſe ne tonde, e uccide, emunge:
sparſiper l'ombreſiedono i Pastori,
8 le canne diſpari a ſonar poſti
Cantan de loro boſcarecci amori:
E, ſe i greggi taluolta erran diſcosti,
Colfiſchio il Caprar ſortogli richiama,
Poi torna de la muſa ai ſuoi proposti.
Talhorlapaſtorella iui ch'egli ama
Te la fiſtola al ſuon moſſa ne uiene,
In modo, che di lui creſce la brama:
Fiſſe le luci auidamente ei tiene
2Ne le braccia, e nel ſen nudi, e nel uiſo,
E d'abbracciarla a pena ſi ritiene,
- e Ma
- O

Ma poi quindi a guardar l'occhio diuiſo 7


Tira l'udito ſuon d un corno roco,
9 uando piu in quei paſtori egli era fiſo; -

&t ecco da color lontano un poco - -

2.
Canico cacciator diſposti in caccia, i
Ciaſcuno intento al ſuo ufficio, e lſuo loco:
Perfolti arbuſti un can quiuiſi caccia,
Eper terra latrando un'altro fiuta,
E del'orme ſeguendo ua la traccia,
E tanto corre in fretta, e lluogo muta,
Che d'una macchia fuor la lepre ſalta;
Il braccogeme, e in ſeguirla s'aiuta:
Gridan le genti, e intorno ogniun l'aſſalta,
Chi leſpinge da tergo il ueltro in fretta,
9 ual corre a lauia baſſa, e quale a l'alta.
8 mentre quà e là ciaſcun s'affretta,
Il tuo ſguardo, ch'a lor dietro s'aggira,
S'incontra in piacernouoche'l diletta;
Però ch'altroue d'improuiſo mira
gente chaluiſco, ea le retiſteſe
Schiera d'augelli accortamente tira.
In queſte, o quelle inſidie non compreſe
Ti quei chan maggior prezzo a legran menſe
vengon tutte le ſorti in copiapreſe.
cA chi stenderpiu fianco iluolopenſe,
Piu facilmente incontra d'eſſer colto
2Ne le non uiste reti, ancorche denſe:
S 2. e Ma'l
e Mal tuo ſguardo, che uà dintorno ſciolto,
Da queſta nouità del uccellare,
vien da un altro piacerpiu nouo tolto: -

Perche dinanzi ad abbagliarlo appare


Tel Solun raggio,ilgual mandan refleſſo
L'acque dun fonte criſtalline, e chiare.
E l'occhio alquanto chiuſoſi in ſe ſteſſo
Dopò quel uacillars apre, e ritorna
e Aguardarquiui dentro l'ombra preſſo;
E di ſmeraldi in freſca riua adorna,
TDi liquido criſtalſopra un ruſcello,
Vede,ch altri a peſcar lento ſoggiorna.
Lhamo inneſcato tienſoſpeſo in quello,
8 con la canna in man formato attende,
(helpeſce cada al morſo acuto, 6 fello,
cAltri con reti in uaria guiſa il prende,
E compie nudi da la ſpada ſceſo
Frugando per le bucheillaccio ſtende:
Si lancia, e ſcuote il peſce uilio, e preſo,
2Ne ceſſa di ſaltarperfin che more
Tratto del fonte in un pratel disteſo:
Vince di queſto il ſoaue ſapore
9 uel di quant'altro mai ſtagno, opalude
e Alberghi, o fondo ſalſo, o dolce humore:
2Nulla di quel che in ſe beato chiude
Vn terren Paradiſo, un ciel terreſtre
Talpaeſe ameniſsimo seſclude -

- Di
Di ftmicapi Teiturla ſiluestre
Il fertile terren pianta, e coltiua
Sotto influſſo di stelle amiche, e desire:
E quella, che del capo al padre uiua
Cºſcio, de boſchi, e de le caccie Dea -

Di queſti monti ha in cuſtodia l'oliua:


2 uel,che uiuo neluentre infante hauea
La madre allhor che l conſiglio l'eſi inſe
Di Giunon fella, a lei contraria, 69rca,
Che gioue tolto al proprio lato il cinſe, -

2Nefin, che noue meſi furfiniti


Dal fianco, ouel nudriua, unqua il diſcinſe,
42 uì gli olmi guarda, e le ben colte uiti,
Le biade di Proſerpina la madre,
Vertunno e Flora gli arbori graditi
e Aſile ſceſe dal Cielbenigne ſquadre
D eletti ſpirti infiorano il bel nido,
& i guardan da le coſe infeste, e adre:
ele de miei penſieri albergo fido,
Pien de Aranci, e di Cedri, e lieto inguiſa
Che uince ogni concetto, ogni human grido:
Xeſta la mente mia uinta, e conquiſa,
Chelben in te con larga mano infuſo,
Dal celeſte motorforma, e diuiſa;
E, come tu ſei bel fuord humanuſo,
Coſine l'opra de l'imaginarti
Riman l'ingegno inutile, o confuſo,
E, ſe
E, ſe uaga puruengo di lodarti,
Come confuſa ſon dentro, confondo
De le tue lodi l'ordine, e le parti:
Ben, quanto in queſto aſſai malcorriſpondo,
Tantone la prontezza del deſire,
Congrata riſpondenza ſourabondo.
vorrei, ma in parte non ſo alcuna dire
Le lodi del Signor, che tipoſſicde,
2Ne ſtilhuman poria tant'altogire.
Com ogni loco e cielo, oue Dio ſiede,
A4a poi nel ciel, ch'è adorno a marauiglia 9

Eſpreſſamente ferma la ſua ſede:


Coſi gran lode ogni ſoggiorno piglia -

Da quel Signor, douunque maiperuiene,


Che regge lmio uoler con le ſue ciglia:
e Ma pur il ſeggio ſuo proprio ei ritiene
In uoi, perciò ſommamente beate
Contrade ſoauiſime, o amene:
Per lui tante beltà uifuron date,
E ſenza luide uoſtri pregi intieri
Sareſte ſenza dubbio alcun priuate.
Gitene colli aſſaiper queſto alteri,
Chauete gratia diſeruir a lui
Degno di mille AAitre, e mille Imperi:
9 aesi e il buon uoſtro regnator, per cui
Vincon le uostre inuſitateforme
Tutto'l diletto de' paeſi altrui:
Per
72
Per farſi incontra a le ſue gentili orme
Creſcon l'herbette, ei fior, ch'al ſuo toccarli
Vien, che noua beltà gli ormi, º riforme :
8 l'honorate manpreſta a lauarli
Dentro la stanza l'acqua dolce arriua,
E dietro uaga ognihor par brame andarli.
Da queſta unafontanaſi deriua,
Che d'ogn'intorno puro argento ſtila
TDa uena di cristal corrente, e uiua
Tentro lterrenfecondo, il Cielo instilla
Virtù, chefa produrſoauifrutti,
E l'aria ſalutifera, e tranquilla:
Il piacer ſommo, e lucrofin di tutti
E,che'l Signorgligoda, e gli diuida,
Chadarbitrio di luifuronprodutti:
9 ualunque in uerde ramo augels'annida,
e Alui canta, a lui uiue, e, s'a lui piace,
Lieto ſoſtien ancor, ch'altri l'uccida;
9 ualunque in monte, o in piano animalgiace
Seluaggio errante, liberale dono
Di ſe steſſo a coſtui contentofa c:
E le mandre, che qui si in copia ſono,
E tutto quel che i carri produce,
Son di lui molto pia non ragiono:
42 ui la natura carcei º ace,
Per dar del ſuo thſoro a lui tributo,
Che da l'Indo, el Sabeo qui ſi traduce: ºNon
-

2Non foſſe queſto ben da luigoduto,


i s - s
Certo è, che in tanta copia mai dal Cielo
ºNonfora ad alcun altroperuenuto.
cAcoſtui cede il gran signor di Delo
Piu del ſuo i" , del ualor illume,
Cui nube non offuſca, od altro uelo;
E di dolce eloquentia ilpurofiume
e Alui dona di Gioue ilfedel meſſo,
Chal cappello, o a ipie porta le piume:
cA queſto a cui comandare conceſſo
c Agli elementi, che in quel ſuo ſoggiorno
Oprano, quanto è piu gradito adeſſo,
e Andai, dalgran deſio tirata un giorno,
?Non per error di uia, ne ch'io paſſaſi
9 uindi auante d'altronde al mio ritorno:
AMa de Adria moſsi a queſt'effetto i paſſi,
Ne interrompergiamaiuolſi il uiaggio
Perch'a l'andar uiapeſsima trouaſi;
Di queſto mio Signor corteſe, o ſaggio, -

Nel ſentier aſpro mi fu grata ſcorta


De la uirtute ilſempiterno raggio:
Da coſi chiaro, e dolce lume ſcorta,
La strada,ch al deſio lungoſembraua,
caldiſagio parea commoda, o corta:
La difficoltàgrande ſuperaua
D'ogni altra coſa, ſol con la ſperanza,
Che di ueder huomſi gentilportaua.
eaf,
-
73
e Alfin purgiunſi ala bramata ſtanza, -

2Nepotrei giamai dir, ſi comiofoſi


Raccolta con gratiſſima ſembianza:
e Aſi dolce ſpettacolo rimoſſi
Tutti i miei graui, e torbidi penſieri,
Cheuennermeco allhor, che de Adria moſſi,
E tra mille gratiſſimi piaceri
Riſtoro preſi, e mi riconfortai,
9 ualfa, ch'ilſuo bengode, elmeglio ſperi:
A4a poco al mio talento mi fermai
cAlloco da me dianzi raccontato,
Di cui piu bello non ſi uide mai:
Nè con piu uago, e ſplendido apparato
Di uaſi, e di famiglia bene inſtrutta,
Che pronta al Signor ſerue d'ogni lato;
E intorno a lui con ordine ridutta,
TDi uaria età, di uario pelo miſta,
“C'eſtita a un modo corriſponde tutta:
Q ueſta tra l'altre è ancor nobile uista,
Veder d'intorno a ſe ben diuiſata
Dhoneſtagente uaga, e doppia liſta.
Dunque de le Fumane unica amata
Terra, ou'albergan le delitie, quante
Ogni ſtanza realpon far beata.
edano Baie, e Pozzuol non ſi uante,
Chunite in loro han le uaghe Fumane
Le gratie di laſuſo tutte quante,
T Coſe
- -

- --- --- ---
r

, -

Coſe tutte eccellenti, e ſoprahumane,


Dolci alauiſta, al guſto, e gli altri ſenſi
Le piagge han grate agli occhi, aluarcarpiane,
E perch'al loco internamente iopenſi,
9 uanto piu di lui parlo, e manco il lodo,
E i miei deſir di lui ſi fanpiu intenſi.
Volando colpenſierla lingua annodo.
I L F I 9N E.
T A V O L A
A

Auoi la colpa, a me, Donna, s'aſcriue.

Benuorrei foſſe come dite uoi. 15:

Contrari ſon tra lor Ragion, e Amore. II :

D'ardito caualier non è prodezza. 33:


Donna,la uoſtra lontananza è ſtata. I8.
Dunque l'alta beltà, ch'amica ſtella. I 2.

In diſparte date ſommene andata. I 9:


In uero una tu ſei Verona bella. 2 I,
Io dicea,mio cor: ſe ciò mi fanno. yo:

Lungamente in gran dubbio ſono ſtata. 56:


T 2 Molto
T c A V O L cA

Molto Illuſtre Signor, quel che hierſera. 4o,

Non piu guerra, ma pace, e gli odi,el'ire. 27.


Non piu parole, ai fatti, in campo,a l'armi. 25.
Non uorrei dall'un canto eſſer mai ſtata. - 63.

O quanto per uoi meglio ſi faria. - 23:

Poich'altroue il deſtino andar mi sforza. 52,

QL

Quel che aſcoſo nel cortenni gran tempo. 4o:


ueſta la tua fedel Francati ſcriue. 8.
ueſta la tua Veronica ti ſcriue. 37:

Queſta quella Veronica ti ſcriue. 45:

S'eſſer del uoſtro amor potesſi certa. 4:


Signor, ha molti giorni,ch'io non fui. 2 9:
7 c. 4 P O L c 4
Signor,la uirtù uoſtra e' gran ualore. I I,
Siou amo al par de la mia propria uita. I,

Souente occorre,ch'altri il ſuo parere. 59:

I L F I N E.
-
----- -------

== = – -
si

a è -

( a T,
2, ri a 6 I 2.

-
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