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Creazione ¢ salvezza nella tradizione storico-narrativa del popolo d’Israele Michelangelo Tabet Pontificia Universita delle Sante Croce Roma 1, Lacreazione, tema centrale della fede biblica Nel suo assetto canonico, fin dall'inizio, risuona maestosamente nella Bibbia la verita sulla creazione di tutte le cose da parte di Dio. La creazione appare come la prima verita che Dio ci ha insegnato (Gen 1), fondamento ba- silare di tutto il credo rivelato, Pinizio di una storia che avri come protagoni- sti principali Dio e 'uomo. Gli autori ispirati sembrano infatti sorretti dalla ferma convinzione che Dio si & manifestato nella storia come artefice di tutto ii creato, Percid, non desta sorptese che la professione di fede del Credo nice- ‘no-costantinopolitano inizi con affermazione «Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore de! cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibi- li», La formula precede significativamente la confessione di fede in Gesit Cri- sto e nella sua opera redentrice. Inoltrandoci nella Scrittura, & interessante osservare che la fede nella, cteazione @ espressa in modo assai diversificato. Spesso si presenta sotto for- ‘ma di lode al Dio creatore, in cui viene esaltata la sua onnipotente opera crea- tice con toni di entusiasmo e di gloia. I salmisti, soprattutto, celebrano con sgiubilo la loro contemplazione delluniverso creato come opera mirabile delle ‘mani di Dio (Sal 8; 29; 333 74,12-17; 1045 148).’ Vi sono, indubbiamente, diver- 1 Per quanto riguarda il tems della ereazione ne salmi, mancano studkcomplssivi, Risul- ‘ano orienta i lvori di R. ALBERT, Wellschdpfang und Menschenschopfung. Unter v7 wrcaestanrto thee sita di accenti, Mentre il Sal 8 si snoda in forma di preghiera di ringraaiamen- to per lazione divina creatrice manifestata nell womo, il Sal 33 (cf. 148,5) evi- denzia il ruolo della parola di Dio nella creazione dell'universo e i salm regali (Sal 935 95-99) proclamano la sovranit& divina nel governo della crea- zione, esprimendone sovente la magnificenza mediante la metafora della re- galita di Dio. Il Sal 104, ritenuto una perla del Salterio, innalza la sua lode a Dio come creatore providente, avenda come riferimento il racconto di Gena. Nella leteratura sapienziale, le lodi a Dio creatore sono generalmente le- gate a riflessioni sull'azione divina nelf'universo, evidenziando talora che la olo nato modo, il ome pri- alla luce no e che «la so- 1acon la del reci- Ja storia rapporti arione e are d'in- emerge dementi Gen 10 «Tavola immer- messa a nna). ie della iprende orre di mente dopo il tragico evento della caduta di Gerusalemme.” Durante Pesilio, spatiti i segni tangibili delfalleanza divina, la narrazione nacque probabil- mente per rispondere alle angosciose questioni che Israele si poneva ¢ come appello alla speranza, mettendo in evidenza che Pesilio non era la fine storica del popolo eletto né rappresentava I'ultima parola di Dio sul suo popolo. Dio era stato e rimaneva fedele alla sua parola di salvezza. Linteresse principale del narratore sacerdotale pare essere stato Falleanza del Sinai, con il suo ordi- namento cultuale, alla cui luce interpretare la storia. Egli vuole, perd, risalire ancora, oltre la storia patriarcale ~ che interpretd come storia incentrata sulle promesse (Gen 17) ~ ¢ oltre la storia primitiva - ancfessa prospettata sotto il segno delle benedizioni, delle promesse e delfalleanza (Gen 9) ~ per giungere a cid che si credeva essere Finizio di tutta la storia della salvezza, la creavione del mondo del!'uomo (Gen 1). Tale racconto entro allora a far parte della sua opera come il fondamento stabilito da Dio una volta per sempre, segno della sua benevolenza, manifestazione della sua volonta indeclinabile a favore di tutta Pumanit, base sulla quale, infine, si fonderebbe Ia stessa realt’ delPalleanza. Se si accetta Tipotesi di una redazione fondamentalmente esilica dello scritto sacerdotale, la creazione, cosi come viene narrata in Gen 1, sembra de- stinata a sollevare Panimo di un popolo ormai quasi disperato alla deriva. Il testo sarebbe sorto per mostrare la grandezza ineguagliabile del Dio d’Tsraele ela sua volonta di bene a favore dell'uomo. Gen 1 ci porta cosi alfinizio del tempo, quando soltanto Dio esisteva. Dio, infatti, viene concepito prima e al di fuori del tempo. Nel brano avvertiamo la sublime maesta di Dio (Ovi>¥)," 37. P sarebbe, secondo gli studios, usfopera composta dopo Fesilio, risaltato compllative di alcuni document Ia Legge di santith (P" © H: Ly 17-26), lo Seritto fondamentale (25) con gran parte del Pentateuco, e supplement! var di tipo legislativo (P. 38. Tl nome diving Dy, che appare circa 2570 volte nella Bibbia, deviva a quanto sembra al singolare $y, un altro nome divino frequente nella letteratura antico-oientale [Nellas, og viene raramenteullizato col suo signiiceto plurale (gi di). Anche un singolo dio pegano pud essere chiamato O™2% (Gee ni,243 Re 145; Re 32), Applicato a Dio) il plurale viene inteso come un plurale dintensti, coe per indicare Punico Dio nel vero senso della parola. Lopinione che il pluraleindicasse wna reminiseenza di pois: ‘mo & oggt completamente abbandonata. Nelle lingue semiiche infati ve Fusanza di indi care Feccellenza di una persona o di una divinit singola con il plate. Col nelle lertere «di Tel d-Amerna 2532, feraone egiziano viene derominato dai prineiplcananel con t plurale accadico san; negli testi di Boghackéy, singole divinita rcevono una denomins- zione analoga: lo stesso capita in Fenicia ¢ a Ras Shamra riguardo al dio Nergel eal dio ‘Mot, Sul tema, cf. WH. Scuauns, Daby, DTAT 1 134-135. G. QUEL, El ed elohim nel. GLNT 358-387 (TAWNT ux 79-90) mrctmanceno rine Tunico vero Dio che crea (873) con la sua Parola,* segno della sua onnipo- tenza e perfezione, secondo lo schema costante del racconto: «Dio disse ~ E cosi avvenney. Il ritornello «e Dio vide che era cosa buona segnala a sua vol- ta che Yopera di Dio era perfetta. Il male sarebbe entrato nel creato solo in un secondo momento. Occorre osservare che I'uso del verbo 83, come inclu- sione del racconto (Gen 41 € 23-4), sottolinea in sintest che Dio ha creato tut- to senza alcun presupposto, ¢ che le tre ricorrenze del verbo nella creazione dell uomo (1,275 eft 5;1-2) mostrano fa natura del tutto particolare di questa specifica azione divina. 439, La Genesi esprime fasione df Dio con un termine molto preciso, appartenente al vocabo- Jario del sacro i termine 8, che appare nella Bibbia poche volte, soltanto 48, delle quall 438 in gal e 10 In nial (in Nm 26,30 accant al verbo appare il sstantivo verbale 7473, ‘he si trova soltanto qui) Certaments, Fespressione di 2Mac 7a8 seconde la quale «Dio cred non da cose preesistenti (oik df Svruy énoinoev aid 6 O60), formula che risente dalla terminologiafilosofica greca ¢ che era ignorata dall'antic Tstaee, aon eppare in Gen x; tutavia, come & not, nel suo uso biblico il verbo #3, nelle due forme summen- nate ha sempre Dio come soggetio (il Dio israel, mai una divinitstranlera), ele viene escusivamente wsato per indicare urfazione divina; unazione molto singolare, sia perché mai viene indicato il complemento di materia dalla quae ssarebbe fata qualcose, Sia perché implica Tidea del sorgere di una realth del tutto nuova (cielo o terra, Tuam, i ppopolo israel, cose meravigliose, un cuore nuovo: Gen 1; Is 40,2688 43205 48.6 657; Sal si2; 10249), sia anche perché Teffetto delf'zione divina appare del tuto straot~ dlinario (Es 34no; Nm 1630) 0 perché Fazione divina si svolge con la massima fac ‘senza sforz0, con la sola paral o con il solo volee dvino (Sal 10430; 1483). Pr Vazione rifcata da ogni idea magica © emanazionstica, ed ¢ ritenuta come manifestazione della ‘volonti bera di Dio che crea e plasma la creazione e la sora con totale effcacia, Non dquindl una forza cieca che agisce per sé; ma come espressione della volant libera dello stesso Dio, I profti accentueranno la difeenza fra la parola di Dio e quella degli di dell ltre nazioniattaverso ua lingvaggio molto espressivo: nel esaltare la potenza della parola di viii, che adura per sempre (Is 408), essiFoppengono a quelle dele dvinita 4 altri popoli i cut det ehanno bocca e non paelano, hanno occhi e non vedono (Sal 1154). «Ess hanno una lingua limata da un artefice, sono indoratle Inargentatl, ma sono simulacd falsie non possono alae» (Is 44,9-20% Bar 6.7.24: Ger 10.115). Nella Bibbs, inoltre, la Parola di Dio & anche ispiratricee fone della legge morale, contenuta essezil ‘mente net Decalogo, le «Dieci paroles secondo il linguaggi biblico (Dt 30,1-4) 34 Nell unico € Ia creazi zione qu Dlico, ine dignita: sta ason termine Joo lave ma perc] seguente di Dio, | evolont, zione in mares tii rettil: Per dizione» ovata r ste paret cosilad come ca razione vilegiate culto do Vesperie 4 Sipe plac dan cola la apps vata qual bilo sia. Ox a onnipo- disse ~ E asua vol solo in un. ime inclu- creato tut- creazione di questa teal vocabo 8, delle gu bale nya, 2 quale «Dio ache risente dn appare in aniera), cing singolare, sia ta qualeos, 1, Fuomo, i 205 48,6-75 tito straer= sma facili, Per Varione 2 (fare. Sol ThWNT tt lanbba a Soprano ee sabe Eee Tamhes Poa cach Bate Sos fie ae angie ceria Siero reo a ela Bibbia, Nellopera cteativa di Dio, 'uomo e la donna occupano infatti un posto unico e privilegiato: entrambi sono stati resi partecipi dell tio originario del- la creazione ad immagine ¢ somigtianza divina (Gen 1,26-27). Un'afferma- zione questa che non trova riscontro nella letteratura antica, Nel racconto blico, inoltte, 'womo e ta donna furono creatia fin di bene e con la massima dignita: a «immagine» (08) di Dio, ciot come riproduzione fedele di Dio, e@ sua «somiglianza» (7117), termine che attenuia Taccenno troppo materiale del termine 02x." Cuomo fu formato, quindi, non per servire gli dei stanchi del loro lavoro, come accade nei miti mesopotamici, come quello di Atrahasis,* ‘ma perché dominasse il cteato e continuasse Ia creazione con la capacita con- seguente al suo essere immagine di Dio. Creato ad «immagine e somiglianzay i Dio, Tuomo possiede quella partecipazione all’essere divino ~ intelligenza e volonta, cioé una nature spitituale ~ per cui egli pud governare sulla crea~ ione in nome di Dio, come @ indicato dal versetto: «E démini sui pesci de! mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tut- ti rettili che strisciano sulla terta» (v. 26). Peril racconto sacerdotale, I'uomo fu anche benedetto (1,28). Tale bene- dizione divina, trasmessa attraverso Not e i patriarchi (Gen 5-2), venne rin- ovata nelfalleanza stipulata dopo il diluvio (Gen 9,8-17) a chiusura della tri- ste parentesi della corruzione dell'umanita che motivd il castigo divino. Nasce cosi la discendenza di Sem (11,10) che sfocera nel sorgere di un popolo che ha come capostipite Abramo e con cui Dio stabilira urfalleanza (Gen 17), prepa- razione di quella sinaitica, dove il culto e il sacerdozio avranno un posto pri- vilegiato, Infatti, nella prospettiva del autore sacerdotale (P), il sacerdozio e il culto dovevano ispirare il riscatto P'Israele, dopo la disfatta della monarchia e Pesperienza dolorosa delf eli. “41. Sipoteebbe dire che l termine bby ha un senso concreto, quello di immagine, statua, co pia che rappresenta fedelmente il modelo; my, in quanto parol astratta(similitudine; dda ny, essere simile), semibra precisare che Fimmagine, sa pur asa simile aloriginale, non &identica In questo caso di solito si adopera mapa, che indica la riproduione pati= colareggitn e peretta del prototipo. 42. Ml racconto, come & noto, vuole rlspondere a le domande del perché e come Y'umanita & apparsa sulla terra, perché& stata vttima di cert flagel tra cui diluvi e came si & al- vata, La composizione in accadico, ¢ arrivaa anol attraverso antichi manoscrit, uno dei quali, i meglio conservato contiene 2245 righe ripatite inte tavoletteersaleal re di Ba- bilonia Ammisaduga (1646-1626 3.C), Sul testo cle. ATCT 237-249 ANET 104-206; WG. Lansanr ~ AR MittaRD, Atra-Hasis. The Babylonian Story of the Flood, 1969. 35 sctietanorte-tkase 43: Il testo canonico In tutta questa tematica @ opportuno rifletiere tuttavia sull’nsieme delle prospettive della storia biblica per cogliere il suo significato canonico, senza il quale i testi potrebbe perdere la sua valenza pitt esatta, B questo il lavoro che intraprese il noto teologo membro della chiesa angticana riformata Brevard S, Childs,* il quale, affrontando la questione del rapporto fra creazione e salvez~ za, riteneva che von Rad avesse compiuto nelle sue riflessioni sulle tradizioni storiche del popolo d'Israele un passaggio non del tutto confacente dal? aspet- to noetico a quello ontico, cio, si fosse incentrato principalmente nell'aspetto noetico della questione, soffermandosi, sia sal modo in cui la fede d'Isracle si era sviluppata storicamente a partire dall'incontro iniziale di questo popolo col suo Dio redentore, sia sul modo in cui giunse ad integrare nella propria fede la verita che vsws era il creatore di tutte le cose (trovando una risposta, conformemente al suo metodo delle tradizioni storiche, nella esperienza sto- rica della salvezza), per teorizzare soltanto in un secondo momento sulla realta stessa della creazione ¢ il suo significato teologico (aspetto ontico).* Il tema della creazione diventava cost secondario ¢ subordinato: la fede nella ccteazione acquistava un vero significato teologico solo dopo di essere stata integrata nella storia della salvezza. ‘Certamente, Childs era consapevole della rettificazione fondamentale at- tuata dalfopera tardiva del suo maestro Gechard von Rad Weisheit in Israel (4970) alla sua ottica sulle tradizioni relative alla creazioni. Egli ritenne addi- rittura che Weisheit in Israel era da considerare uno dei contributi pit impor- tanti portati avanti per situare la tradizione sapienziale d'israele entro la teo- logia della creazione, lavoro, secondo fui, incominciato da W. Zimmerli Childs, in definitiva, riconosceva limportante tentativo di von Rad di mo- strare come la presenza della sapienza in Israele con il suo messaggio cteazio- nistico non fosse stata una intrusione persiana tardiva, trovandosi i motivi sa- 45. Fra Je opere di Childs riguardanti il nostro tema, cfs, specialmente BS, Childs, Teologia el Antico Testamento in am contesto canonico, Peoline, Cinisello Balsamo 1989, 42°34 (orig. ing. Old Testament Theology in a Canonical Contest, London 1985); Teolopa bible. Antico ¢ Nuove Testamento, Casale Monferrato, 1998, 128-140; 415-443 (rig ig. Billa! Theology of the Old and New Testaments. Theological Reflection on the Chistian Bible, Minneapolis, sx 1993) Per una prospetiva generale del pensiero di Childs sul nostro ar- foment cf: Sawz, La relacidn entre creacin y alianza, 240-248. 44 Clr Teologia biblca, Antico e Nuovo Testamento, 132 © 435. 36 ] 4 canonica ¢ m2 disrael real onti pitt antica rata a que la funzios sn)" 0) illtema de raele,tutt della Scri allora un: di diverse la creazic rezza che mario de Iv avesse dé dalla teo cristolog flessione una testi segno sa cui la ct per Chil to frale interazic atto mis non vie mensiot ta la ste Uomo la teolo: 45. toe 46. IDE an OH pienziali negh strati pit entichi della tradizione d'Isracle.” Egli pero aggiunse che in una prospettiva teologica si daveva prendere atto che Fattuale forma canonica della Scrittura aveva subordinato Ja sequenza noetica dell'esperien- za d'lsraele, concernente il suo Dio operante nella storia di redenzione, alla realta ontica del Dio creatore, ¢ inoltre, che in questa forma finale la versione pid antica della tradizione sulla creazione, quella jahvista, risultava subordi- rata a quella dello scrittore sacerdotale, con il risultato che essa ora svolgeva Ja funzione dintrodurre alla storia successiva delle vicende umane (Gen 3-1) Tl professore di Yale affermava in conseguenza che se «é possibile che il tema della creazione si sia sviluppato successivamente nella tradizione d'ls- rele, tuttavia, un altra questione & determinate sulla base dell intertestualita della Scrittura attuale funzione teologica dei due motivin.® Childs sostenne allora una reciprocita o interazione fra ambedue i temi, creazione e salvezza, di diverse specie, einoltre, concentrandosi sul rapporto fra i due racconti del- Jn cteazione, precis che Gen 1-3 affermerebbe «con pit che sufficiente chia- rezza che la creazione dell'xomo non fu una conseguenza, bensi lo scopo pri- mario del progetto divino», manifestazione della sua misericordia. Il veterotestamentarista nordamericano ritenne inoltre che K. Barth avesse dato un contributo decisivo alla riflessione moderna e contemporanea della teologia della creazione nel sottolineare la sua dimensione trinitaria e cristologica, mostrando che la dottrina della creazione non era stata una ti- flessione protologica su come il mondo venne all’esistenza (Westermann), ma una testimonianza in favore di Dio come creatore, il quale, nel suo eterno di- ssegno salvifico di amore aveva scelto un popolo per fare con Jul ur'alleanza in cai la creazione rimanesse la cornice di questa storia di redenzione, Barth, per Childs, sarebbe quindi «certamente nel giusto quando revvise nel rappor- to fra le due narrazioni della creazione, un tempo indipendenti, una profonda interazione fra la dimensioni interna ed esterna della creazione vista come atto misericordioso della divina pietiv. Come noto, per Barth, la creazione, non viene spiegata come avvenimento a sé stante, ma considerata in una di mensione decisamente cristologica. Lintera creazione si lega alla grazia, ¢ tut- tala storia & da pensare come uno sviluppo che sta sotto il segno del Dio- Uomo Gesti Cristo. Barth, infatti, capovolge il tradizionale rapporto con cui Ja teologia classica luterana impostava il rapporto fra creazione e salvezza, na- 45. Tom 137 46. IDEM, 414-415 4%. Ctiups, Teologia dell Antico Testamento in un cntestocanouico, «7 37 rcueangeto rhner tura e grazia. La salvezza/redenzione, per il teologo di Basilea, & il primo aspetto del disegno di Dio; la creazione ne sarebbe la continuazione. Certa- mente, nel tempo della realta creata, l'atto creativo avrebbe preceduto la sal- verzaltedenzione, ma nel pensiero di Dio la creazione seguirebbe la reden- Zione come costituzione dello spazio necessario alla storia delfalleanza tra Dio ePuomo* Per quanto riguarda il rapporto fra Gen 11-2,4a ¢ Gen 2,4b-25 von Rad gid aveva osservato che «elemento comune alle due esposizioni (J ¢ P) era il loro sfociate, sia pure in modo affatto diverso, nella creazione dell'uomo, os- sia della creatura umana uomo e donna, si che Pintero mondo restante appare subordinato a questa suprema opera creativa di vw; anche Gen 24bss. tet- ‘mina e culmina con la creazione delf'uomo totale, rappresentato nella sua du- plicita di uomo e donna. Tuttavia, in Gen 2,4bss. Puomo ? il centro intorno al ‘quale Dio edifica la sue opera, mentre in Gen 1,185, egli @ il vertice di una pi- ramide cosmologica, Nella redazione P Finteresse per il momento cosmologi- co & molto maggiore, ¢ vi é tracciata una storia che muove con sicurezza, ma pet farsi, verso la creazione dell'uomo, unit, Pintrinseca coerenza, la com- piutezza del mondo non risiedono in un principio primo cosmologico, come pensavano i filosofi onici della natura, ma nella petsonalissima volonta crea- tiva di Jabvén.” Si potrebbe allora affermare, con piti chiarezza, che, se consideriamo il 48. Kar Bart eprimera quest elacione fra crezione esalvezzaaleanza con la celeb for- mule sla cesaione come fondamento esterno dalfalleanan; wa alleanea come fonda ‘mento interno della ereaiones, formal bipolavecorrspandent lla strutturaestenzale 4a tuattato salle ceszione dela sua monumentle Die Kirchliche Dogmatie wih: Die “Lele von der Schipfun,Zitich 4s spttvamente pp. 103-258 e 38-37 La formula dt Barth 2 in defnia i corelato dogmatico della prospetive bibles (Gen 6,12). Gen 6,5 segnala che ell Signore 61 Cfr-anche Kony, Lasserzion bible fondamentale, 66-67. a. JL. Ska, Creazione eliberazione nel Pentateuco, in M. Cinos ¢ att, Crezione e Hbera- ione, Leumann (Torino) 198, 1. Nelle righe seguenti ci siamo ispirati a questo artical, 45 stcneLaNceto Ther vide che la malvagita degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male». La terra, infati, wera piena di violenza» (Gen 6,11; 13). Dio allora adoperd il suo potere di creatore per salvare l'umanita, ope- rando un grande rinnovamento cosmico. La descrizione che fa il narratore biblico suggerisce dea di rinnovamento della creazione; quasi una nuova creazione. Grazie al vento che Dio fece passare sulla terra, le acque si abbas- sarono (8,4; cft. Gen 1,2) e riapparve Pasciutto (Gen 8,733.14; cft. Gen 1,9-10), temi che hanno come sfondo il secondo ¢ terzo giorno della creazione. Ad un altro livello, quello della salvezza, una volta purificata la terra da ogni violen- ‘a, con Noi il giusto, la storia riprende il suo corso. In realta c’ un nuovo av- vio della storia, Le fase ¢ caratterizzata da un rinnovamento della benedizione ivina impattita ai progenitori (9,7), da untalleanza con promessa solenne di validita eterna e di estensione universale, oltre i confini d'Israele (0,8-17), € a una specifica elezione divina su un discendente di No8, Sem (9,18-28). Lalleanza ¢ la benedizione splendono nuovamente sulla creazione. La promessa di non maledire pit la terra (Gen 8,21) costituisce il momento pre- liminare del racconto che si sviluppa in Gen 9, il cui primo atto @ la benedi- tione di Dio su Noé e su quanti lo avevano accompagnato nelfarca (Gen 9.i-7). La benedizione presenta un chiaro parallelismo con quella che Dio ri- volse ai progenitori (Gen 1,28-29). Una benedizione perché fossero fecondi, si moltiplicassero, riempissero la tetra e dominassero sulla creazione. In paral- Ielismo con Gen 216-12 Dio stabilisce un nuovo precetto: «Soltanto non ‘mangerete la carne con le sua vita, cioé il suo sangue». I primo peccato dopo Fespulsione dal paradiso era stato una colpa contro la vite: l'uccisione di Abele. Da allora, la vita umana divenne un valore sempre meno importante (cle. Gen 4,23-24). Nel nuovo inizio del umanita, Dio vuole inculcare forte- mente il valore inestimabile dellesistenza umana e mostrarsi pienamente come unico sovrano st di essa. Stabilisce percid un precetto volto a garantire il rispetto della vita: «Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, fo do- manderd conto; ne domanderd conto ad ogni essere vivente e domanderd conto della vita del uomo all uemo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue del wom, dall'uomo il suo sangue sara sparso» (vv. 4-5). Questa de- cisione divina trova la sua motivazione nel fatto che «ad immagine di Dio Egli ha fatto Fuomon (v. 6). Olire alla benedizione, Dio vuole anche stipulare urfalleanza con Not uurfalleanza di grazia, alleanza proveniente dalla liberalita divina che vaole il bene ¢ non la morte. Essa costituisce il punto nevralgico del racconto del di- luvios pitt che Pinteresse per il diluvio ormai passato, cid che restera @ la pro- 46 mes néd apps ‘Sem spec con va nos che ram: store sing tivo con fine sulle eras font: tion prin tivo una abe suo conc den: atter tuali salve ‘essa divina di non distruggere pit: nessun vivente con le acque del diluvio, né di inviare un altro diluvio per devastare la terra, Lalleantza di Dio con Noé appare cosi con il carattere di creazione e di ri-creazione. La benedizione di Sem ~ «Benedetto il Signore, Dio di Sem» (¥. 26) ~ indichera da ultimo la speciale relazione che da questo momento in pol viiwit ha voluto stabilire con Pumanita attraverso la linea genealogica che con lui ha inizio. Nella nuo- ‘va umaniti, troviamo quindi una parte eletta in modo speciale da Dio. Il pia~ no salvifico annunciato in Gen 3.15 si va cosi specificando: adesso si annunzia che YHWH continuerd il suo dialogo salvifico con 'umanita attraverso un ramo genealogico particolare, la discendenza di Sem. Vorrei concludere con una breve considerazione dindole teologico-pa- storale. Tra tutte le parole della Scrittura sulla creazione, occupano un posto singolarissimo i primi capitoli della Genesi. Dal punto di vista letterario, que- sti testi possono avere fonti diverse; tuttavia, nel loro assetto canonico defini- tivo essi appaiono come un grandioso preludio al Testo biblico, esprimendo con grande armonia ¢ unita le verita sulla creazione, sulla sua origine e suo fine in Dio, sulla vocazione dell'uomo e sul dramma del peccato, ma anche sulla spetanza di redenzione. Letti poi alla luce di Cristo, nell'unita della Sa- cra Scrittura ¢ della Tradizione vivente della Chiesa, queste parole restano la fonte principale per la comprensione det misteri riguardanti Ie origini: crea- ione, caduta e saivezza. Si tratta di un grande dono di Dio, E mirabile sapere, infatti, che Dio ha progettato la creazione del mondo e delt'uomo e ha voluto che fosse fin dal principio vincolata al suo progetto di grazia. B mirabile conoscere che Pobiet- tivo di Dio riguardante la creazione comprende la nostra salvezza, B questa una delle notizie pitt sconvolgenti: sapere che il Creatore non dimentica né abbandona il suo progetto salvifco inscritto nella creazione. La finalith del suo progetto & Yopera di salvezza, che entra nella realta della storia e nella concretezza della vita di ognuno di noi. La concezione cristiana vede nella re- denzione per opera di Cristo quel compimento che la creazione primigenia attendeva e di cui essa quasi portava in sé Pesigenza. Quel compimento si at- tualizza nel banchetto eucaristico, che rinnova Patto centrale della storia della salverza, il sacrificio di Cristo. La creazione riempie i nostri pensieri e i nostri sensi. Siamo presi dalla contemplazione della sua vastiti e grandezza. Nella creazione troviamo gioia immensa per la varietA e la bellezza dell opera di Dio. In defintiva, la lettura 7 smrenetanasto rhaer dei testi biblici sulla creazione orienta la nostra attenzione all'amore ¢ all'ado- razione per unico Creatore e Redentore (Sal 90,113.14).

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