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Teorie e tecnologie per l’informazione

locale
a.a 2008/2009

E-mail: fabbri.lorenzo@gmail.com
Luoghi e comunità nella
storia dei media
Spazio e comunità nella storia dei media

1. 1454. Johann Gutenberg. Nasce la stampa a caratteri


mobili (Magonza. Germania). Fino al diciottesimo
secolo la stampa è soprattutto uno strumento per
avere informazioni politiche (guerre) ed
economiche provenienti da altri luoghi. Funzione
della stampa è quella di favorire la circolazione di
informazioni pratiche in un quadro europeo
frammentato, ma caratterizzato da una grande
intensità di scambi e di interrelazioni.
2. Tra ‘700 e ‘800 la stampa diventa lo strumento di
formazione dell’opinione pubblica borghese. Nasce la
società civile, uno spazio pubblico distinto rispetto al
potere politico. La stampa favorisce la circolazione
delle idee e il dibattito interno alle comunità. v.
Habermas - Storia e critica dell’opinione pubblica.)
Spazio e comunità nella storia dei media

1. Nell’Ottocento cresce la velocità di stampa (rotativa,


1846) e crescono di conseguenza le tirature di alcuni
giornali. Per la prima volta centinaia di migliaia di
persone condividono ogni giorno le stesse
conoscenze. La stampa è strumento dei nazionalismi.
2. La diffusione del telegrafo consente una trasmissione
più rapida delle notizie e quindi un ampliamento dello
spazio di azione degli organi di informazione (le
notizie viaggiano senza bisogno dei mezzi di
trasporto, e più rapidamente rispetto ad essi).
Spazio e comunità nella storia dei media

1. L’età dei totalitarismi. Nella prima metà del Novecento


radio e stampa sono formidabili strumenti della
propaganda e del consenso. La società scopre il
potere dei media.
2. Nel dopoguerra si diffonde l’immagine della stampa
come strumento democratico e come contropotere.
Come il nazionalismo ottocentesco e il
totalitarismo di inizio secolo, il liberalismo si
dimostra ugualmente ostile alle comunità e alla
tutela della diversità.
3. La diffusione della televisione rafforza la percezione
della potenza dei media, in grado di raggiungere e
“sincronizzare” grandi masse. Il mezzo televisivo
conduce le persone in luoghi lontani e “altri”
rispetto al vissuto quotidiano. Cambia la
percezione del senso del luogo.
Oltre il senso del luogo
La televisione ci dà il privilegio di partecipare a eventi pur
essendo lontani dai luoghi in cui questi accadono.
E’ essa stessa un luogo (autoreferenzialità del mezzo)
Le persone assistono a situazioni sociali nelle quali non erano
mai state (o non ancora) coinvolte .
E’ più difficile gestire le singole situazioni sociali in modo
separato tra loro, in particolare la separazione tra pubblico e
privato.
Il passaggio dall’era della stampa all’era della tv con lo
sviluppo dei media elettronici produce una ridefinizione del
senso del luogo. (Vedi Oltre il senso del luogo Joshua
Meyrowitz)
Spazio e comunità nella storia dei media

1. Internet propone un modello alternativo rispetto a


quello broadcasting dei mezzi di comunicazione di
massa.
2. La struttura di rete si presta a flussi di comunicazione
multidirezionali. Fenomeni locali (le comunità, gli
individui) e fenomeni globali (le grandi narrazioni
collettive) coesistono nello stesso ambiente e si
influenzano tra loro.
3. Internet si caratterizza come un ambiente, un luogo,
dove sono possibili relazioni multilivello e varie
forme di aggregazione comunitaria.
Globale, locale
Globalizzazione
Oggi l’orizzonte di azione e di esperienza dell’individuo
ha raggiunto dimensioni globali.
Per aumento della globalizzazione intendiamo la
crescente interconnessione tra i diversi ambienti sociali.
La globalizzazione è un processo multidimensionale:
riguarda gli aspetti economici, culturale, tecnologici di
una società.
La globalizzazione è un processo storico. In quanto tale,
non è inarrestabile né determinato.
Al di là dell’effettivo livello di interconnessione, oggi
come mai le persone hanno la percezione di vivere in
una società globale (riflessività della globalizzazione).
Osterhammel e Petersson. Storia della globalizzazione.
Comunità
La comunità è un gruppo sociale con una
consapevolezza della propria identità;
L’identità si costruisce per differenza rispetto a quella
di altri gruppi.
L’identità viene percepita dagli individui come
permanente nel tempo e non transitoria.
Nell’uso comune e in letteratura quello di comunità è
un termine ombrello, spesso utilizzato per definire
varie forme di organizzazione e di interazione sociale
intermedie tra la famiglia e lo Stato.
Identità e territorio
L’identità è storicamente legata al concetto di territorio
(dallo stato nazione ai clan giovanili, si definisce con
la definizione di confini);
Alcuni fenomeni mettono in discussione il concetto di
identità territoriale: mobilità geografica (riduzione del
legame tra identità e territorio); interdipendenza
sociale (la comunità non è autosufficiente); mezzi di
comunicazione di massa
Inoltre, oggi le identità si costruiscono anche a
prescindere dal territorio o utilizzando nuovi “luoghi”,
gli ambienti di comunicazione (la realtà televisiva, lo
spazio di internet).
Le comunità territoriali
Tratti distintivi delle comunità territoriali
- presenza di confini territoriali;
- comune appartenenza;
- Interazioni frequenti e relazioni stabili nel tempo;
- senso di sicurezza;
- coesistenza di diversi gruppi sociali;
- presenza di norme condivise e istituzioni comuni.
Esistono diversi tipi di comunità. Possiamo distinguere tra comunità di
idee, comunità di interessi e comunità territoriali. Bauman introduce una
distinzione tra comunità etiche e comunità esteriche.
Crisi della comunità tradizionale. La globalizzazione offre libertà,
opportunità, fluidità; la comunità offre sicurezza, riparo, stabilità. Una
dicotomia irrisolvibile? Secondo Bauman in un mondo globale la
comunità rappresenta un ideale tanto irraggiungibile quanto desiderato.
Si celebra ciò che si teme di perdere (e che in realtà si è già perso).
Storicamente, liberalismo e nazionalismo sono ugualmente ostili alla
comunità.
Le comunità nel nuovo scenario
Si delinea un nuovo ruolo delle comunità all’interno di una
società globale (v. Paola Bonora, (a cura di) Comcities).
Secondo questo modello la globalizzazione ha bisogno
delle comunità. Anche se tende a modificarne alcune delle
caratteristiche di base, la rete ha bisogno dei suoi snodi.Le
comunità locali recuperano una propria sfera di autonomia
(in passato minacciata da alcune istituzioni come lo stato
nazionale), possono attingere alle esperienze di altre
realtà locali, possono sviluppare determinate competenze
e metterle al servizio di altri attori globali.
In uno spazio reticolare non esiste una dicotomia “globale-
locale”. Il sistema di relazioni è multilivello fra attori
istituzionali, organizzazioni di vario tipo e individui in uno
scenario fluido.
La ridefinizione del concetto di spazio è alla base del
neonato interesse per la geografia nelle sue diverse
discipline (geografia economica, politica, della
comunicazione, ecc.).
Tipi di comunità territoriali
• All’interno della categoria “comunità territoriali” convivono
realtà molto diverse che richiedono un diverso approccio
all’informazione locale.
• Le caratteristiche dei piccoli e piccolissimi comuni sono
molto diverse rispetto alle città capoluogo di provincia o
di regione. Ancora diverso è il caso delle metropoli.
• Il livello di connessione al sistema (presenza di sistemi di
comunicazione, collocazione geografica lungo grandi
direttrici stradali o ferroviarie, ecc.) incide profondamente
sui tratti della comunità.
• Fenomeni migratori (permanenti o transitori) come il
turismo, l’immigrazione, la presenza di studenti
universitari possono connotare fortemente una comunità.
Trasformazioni della comunità
- Le tradizioni sono strumenti di integrazione interna e di identificazione di
una comunità (nei confronti dell’esterno) Nella società dei media le
tradizioni locali fluttuano in uno spazio mediatizzato e sono sottoposte ad
un processo di trasformazione continua (Giddens parla di “invenzione”,
Thompson di “mediatizzazione delle tradizioni”. Il marketing territoriale, ad
esempio, lavora sull’immagine delle tradizioni locali per promuovere il
territorio all’esterno. Le tradizioni sono parte delle strategie culturali delle
comunità locali in una società globalizzata (ad esempio, ricerca e
valorizzazione delle specialità del territorio).
- La struttura classica della comunità è in trasformazione. Cresce la mobilità
territoriale degli individui. L’immigrazione introduce nuove comunità nel
tessuto tradizionale. Cambia il ruolo della borghesia, che tradizionalmente
è il perno della comunità (Bauman parla di isolamento della borghesia).
- Crisi di istituzioni tradizionali a forte radicamento territoriale (chiesa, partiti).
Contemporaneamente, si discute sull’ attribuzione di nuovi poteri
istituzionali alle comunità locali.
- Indebolimento del ruolo dello stato nazionale. Alcuni attori locali si
relazionano all’esterno secondo una logica transnazionale. Ad esempio, i
distretti economici o le metropoli operano come attori globali a prescindere
dallo stato nazionale di cui fanno parte.
Neonomadismo e tribalismo
L’allentamento dei legami stabili con il territorio, la “libertà
dai luoghi” produce un nuovo nomadismo. E infatti ci sono
alcune similitudini tra le nostre società e quelle
nomadiche:
1. egualitarismo;
2. mobilità e relazioni umane meno stabili
3. riduzione nelle differenze di ruoli tra uomini e donne;
4. leadership legata alle performance più che al ruolo;
5. ridefinizione delle competenze. E’ una società meno stabile, più
mutevole, in cui non conta immagazzinare risorse (il sapere) quanto
sapere dove trovarlo e come usarlo.
6. Risorse da cacciare e da raccogliere: le informazioni

Maffesoli ritiene che l’individualismo sia in declino e cresca


il tribalismo, con nuove forme postmoderne di
aggregazione sociale.
Verso un nuovo “senso del luogo”?
I media elettronici, e poi internet, modificano (con
modalità diverse) la nostra percezione dello spazio e
in particolare abbattono alcuni vincoli legati allo spazio
fisico e ci offrono la percezione di vivere in un mondo
globale.
Le comunità territoriali cambiano (cambia la struttura
delle comunità, cambia il ruolo delle comunità
territoriali nella vita delle persone. In un’epoca ricca di
opportunità e di incertezza (liberismo economico,
mobilità territoriale, ecc.) è in crisi la capacità della
comunità di offrire sicurezza. Le comunità territoriali si
trasformano e possono trarre i benefici di uno scenario
globale interconnesso.
Le dinamiche comunitarie (o tribali) sono una forma di
aggregazione presente e viva, mentre appaiono in
declino alcuni aspetti dell’individualismo.
Quale ruolo per i mezzi di
comunicazione locali?
FUNZIONI
DELL’INFORMAZIONE
LOCALE
Funzione di rappresentazione
Rappresentare la comunità nei suoi diversi
aspetti (dal primato della politica all’ampliamento dello
spazio sociale rappresentato )

“Giornali che guardano alle istituzioni per capire


cosa dire ai cittadini” Strumento dell’ordine, del
consenso…(De Luca)
ma anche del senso di appartenenza,
dell’identità comune, della sicurezza collettiva.
E’ una funzione di conservazione, volta a
ritualizzare la vita della comunità per renderla
“senza tempo”. E’ una funzione di
“sincronizzazione” in cui i membri della
comunità condividono la stessa agenda sociale.
Funzione critica
Vigilare sul corretto funzionamento delle
istituzioni locali
“Giornali che guardano ai cittadini per
capire cosa chiedere alle istituzioni” (De
Luca)
Favorire il dibattito tra gli opinion leader
della comunità, che a loro volta
esercitano varie forme di influenza
sociale.
Azione propositiva: incoraggiare il
cambiamento, lo sviluppo.
Critica vs. rappresentazione?
Le funzioni di critica e di rappresentazione sono
presenti, in diversa misura, in tutti i mezzi di
informazione locali.
Il prevalere di una dimensione sull’altra può
originare un modello, una linea editoriale. Di
conseguenza potremo avere:
Modello di giornalismo critico. In cui prevale la
volontà di alimentare il dibattito sui problemi
della comunità e sul cambiamento.
Modello di giornalismo “del consenso”.
Privilegia la rappresentazione simbolica della
comunità, celebrandone i riti e raccontandone
la vita quotidiana.
Funzione di servizio
Gli appuntamenti culturali (cinema, teatro,
mostre, concerti, eventi)
I servizi (previsioni del tempo, orari di apertura)
Piccoli annunci (compravendite / offerte di
lavoro / annunci legali / annunci personali 7
necrologi)

Le reti civiche: funzione di servizio +


promozione e educazione all’uso delle nuove
tecnologie
Localizzazione di contenuti globali /1
L’influenza dei flussi di comunicazione globali
è mediata a vari livelli prima di produrre effetti
locali.
In primo luogo, è mediata dai produttori di
contenuti, che possono localizzare i prodotti
culturali globali (strategie di versioning basate
sulla localizzazione).
Esempio: edizioni locali di un giornale
nazionale
Localizzazione di contenuti globali / 2

In secondo luogo è mediata dai mezzi di


comunicazione locale che svolgono una
funzione di “mediatori locali”.
Istituzioni culturali che portano alla nostra
attenzione fenomeni nazionali mediandone il
senso e definendone la rilevanza in funzione
del luogo in cui viviamo.
Esempio: la cronaca nazionale realizzata da un
giornale regionale
Globalizzazione di contenuti locali /1

I media locali possono aiutare la comunità a pensare se stessa in


termini di “attore globale”
I grandi mezzi di comunicazione definiscono abitualmente la
propria agenda secondo una logica nazionale che ruota attorno ad
alcuni punti di riferimento consolidati (ad es. la politica nazionale,
le grandi imprese).
In uno scenario globale le aree di provenienza di eventi/notizia
sono più varie e meno codificate: cambia la geografia delle
notizie?
Gli eventi si verificano in ambito locale. Quando assumono
rilevanza nazionale? I media locali possono facilitare questo
processo (strategie discorsive + flusso dei media).
Globalizzazione di contenuti
locali/2
In secondo luogo, gli eventi locali possono essere
descritti secondo una prospettiva globale. Essa
ha a che fare con lo stile giornalistico, e in
particolare:
1. con la capacità di contestualizzazione e di
confronto dei giornalisti locali (confronto fra
diverse esperienze locali)
2. Giornalismo locale come capacità di offrire alla
comunità locale i benefici di uno sguardo globale
sugli eventi locali (cause globali di eventi locali)
Vedi McGill Globalizing local news
Le funzioni
Funzioni dei media locali:
1. funzione critica
2. funzione di rappresentazione
3. funzione di servizio
4. localizzazione di notizie globali
5. globalizzazione di notizie locali
Accanto alle funzioni classiche, che declinate in modi diversi originano
diversi modelli di giornalismo locale, emergono nuove funzioni in
relazione al consolidarsi della globalizzazione. E’ possibile fare
giornalismo locale in una prospettiva globale, senza percorre la strada
del localismo e della chiusura.
L’evoluzione del sistema
italiano dei media
Gli anni 50 e 60

MONOPOLIO
RADIOTELEVISIVO
La formula editoriale:
informazione, educazione,
intrattenimento.1954: RAI 1;
1961: RAI 2
Sviluppo del mercato del libro
(1965 Oscar Mondadori) e dei
periodici.
Gli anni 70

Libertà d’antenna: radio e tv private


Nascono i network
1980: Canale 5
1982: RETE 4
1982: ITALIA 1

1976: viene fondato il quotidiano la Repubblica


1979: RAI 3
GLI ANNI ‘80
Gli anni Ottanta: forte crescita del sistema
dei media;
Boom della pubblicità
La tv conquista la leadership in termini di
influenza sociale e peso economico
La società: fermenti in ambito locale,
affermazione modello pmi;
Sviluppo dei quotidiani in ambito locale: il
giornale provinciale;
GLI ANNI NOVANTA

Rallenta l’espansione del sistema dei


media;
La tv gestisce la leadership in Italia e
continua a crescere all’estero.
Piena diffusione di una cultura
manageriale all’interno dell’industria dei
media.
Nascita di nuovi mezzi di
comunicazione
2000 e oltre
Affermazione di nuovi media (mobile e
internet)
Cambiano le diete mediali.
La ripartizione delle risorse di mercato
non rispecchia ancora il mutato
scenario
Multimedialità e convergenza: verso un
mercato integrato
La tv generalista mostra i primi segni di
cedimento.
Conclusioni...
Se vogliamo capire le prospettive per i sistemi
dell’informazione locale dobbiamo prima di tutto analizzare
l’evoluzione dello scenario complessivo dei media.
1. Diversificazione dell’offerta e moltiplicazione dei supporti
2. Cambiamento nelle diete mediali della popolazione.
3. Elevato grado di competizione tra i big player in un
mercato integrato.

Cambiamento delle
Informazione locale come
strategie degli operatori
risorsa strategica di
locali. Evoluzione verso il
differenziazione per i
modello della redazione
media nazionali, in
convergente e
particolare per i
dell’impresa multimediale
quotidiani.
locale.
La differenziazione
Il concetto di differenziazione

• Differenziazione percepita:
“Un apprezzamento del consumatore
diverso da quello che il consumatore ha
per un altro bene che soddisfa la stessa
classe di bisogni” (Cozzi e Ferrero)
• “Un’impresa si differenzia dai concorrenti
se riesce ad essere unica in qualcosa che
abbia valore per gli acquirenti” (Porter)
Tipi di differenziazione
• Differenziazione verticale: è basata sulla qualità. Un’impresa
punta a costruire un prodotto che il mercato possa ritenere
complessivamente superiore rispetto a quello dei concorrenti
(ad es. Corriere e Repubblica rispetto agli altri giornali);
• Differenziazione orizzontale: il prodotto ha alcune
caratteristiche tali da essere preferito dai suoi acquirenti,
anche se il prodotto non è oggettivamente migliore rispetto ad
altri. (ad es. Il Giornale non è migliore dell’Unità, ma i suoi
lettori lo preferiscono in virtù delle sue opinioni)
• Focalizzazione: differenziazione su un segmento (ad esempio
Il Sole 24 Ore, specializzato nell’informazione economica).
I mezzi di comunicazione
locali
Modelli e protagonisti del giornalismo locale

1. La free press
2. I giornali provinciali
3. I giornali omnibus
4. La stampa provinciale
5. Le reti di giornali locali: Finegil
6. I telegiornali regionali RAI
7. L’informazione locale dei quotidiani nazionali
8. I piccoli giornali. Il caso della stampa cattolica
9. Blog e giornalismo partecipativo
10. Le reti civiche
11. Tv e radio locali
TV
Operatori: circa 400 società autorizzate a trasmettere di
cui solo 22 hanno ricavi superiori ai 2,5 milioni di euro.
Oltre la metà è in passivo.
Circa 600 emittenti televisive
Share aggregato: in tutte le regioni è inferiore all’ 8%. Non
esistono emittenti regionali in grado di competere, nella
loro regione, con l’offerta televisiva nazionale.
Eccessiva frammentazione dell’offerta, mancano forti
operatori regionali in grado di competere con le televisioni
nazionali.
Fragilità economica (ricavi aggregati pari a 300 milioni)
Bassa qualità dell’offerta causata dalle ridotte dimensioni.

La tv del sommerso. Viaggio nell’Italia delle tv locali. Aldo Grasso


RADIO
Circa 400 emittenti radiofoniche di cui solo 40 hanno
ricavi superiori ai 500 mila euro.
Recente sviluppo delle radio nazionali e
“saccheggio” delle frequenze locali per comporre il
segnale.
Ridotte dimensioni economiche, ma anche bassi
costi di produzione.
Fenomeno delle “syndication” (CNR) e dei network
di radio locali: sincronizzazione e condivisione di
parte dei palinsesti.
QUOTIDIANI

Oltre 200 giornali locali


In 20 regioni 18 diversi leader. In 110
province 36 diversi leader si
mercato. In genere, nel loro
territorio, i giornali locali sono più
diffusi rispetto ai quotidiani
nazionali
Forte attenzione all’informazione
locale anche da parte dei quotidiani
nazionali
I MERCATI LOCALI DELLA
COMUNICAZIONE
Debolezza del settore radio-tv locale. Il
mercato televisivo è sbilanciato a favore dei
mezzi di comunicazione nazionali Rai e
Mediaset che assorbono la maggior parte
delle risorse.
In nessun mercato locale le televisioni locali
raggiungono audience confrontabili con
quelle raggiunte dai mezzi nazionali in
quell’area.
Qualità e credibilità non confrontabile con
quella dei quotidiani. Bassa capacità di
attirare risorse pubblicitarie.
INTERNET
Le reti civiche e la comunicazione della pubblica
amministrazione
Si moltiplicano le forme di
giornalismo/comunicazione amatoriale: dalle
televisioni di strada ai blog.
Modelli di social network localizzati (vedi: Bluffton
Today)
Giornalismo partecipativo (Trinity Mirror e il
progetto “make the news”)
Iperbole
I MERCATI LOCALI
DELLA COMUNICAZIONE

Quotidiani locali: leader per


dimensioni imprenditoriali e
competenze professionali.
Sono un possibile motore del
processo di integrazione
multimediale in ambito locale e di
riqualificazione complessiva del
sistema di offerta locale.
Pubblicità locale
Tipi di pubblicità locale

COMMERCIALE LOCALE

PICCOLI ANNUNCI

RICERCA PERSONALE QUALIFICATO

TELEVENDITE
Quotidiani – Investimenti netti
*Valori espressi in Euro/Mio correnti al netto di sconti e omaggi, comprendenti le commissioni di agenzia

1.286
1.400 1.199 1.237
1.184 1.162
1.200
38%
38%
1.000 38%
35% 38%
800

62%
600 62% 62%
65% 62%

400

200

0
2002 2003 2004 2005 2006

Fonte: UPA – Aprile 2004 Commerciale Nazionale Commerciale Locale


Radio – Investimenti netti
*Valori espressi in Euro/Mio correnti al netto di sconti e omaggi, comprendenti le commissioni di agenzia

523 546
600 503
479
440
500 34%
34%
400 35%
35%
36%
66%
300 66%
65%
65%
200 64%

100

0
2002 2003 2004 2005 2006

Radio Nazionali Radio Locali


Televisione – Investimenti netti
*Valori espressi in Euro/Mio correnti al netto di sconti e omaggi, comprendenti le commissioni di agenzia
*Gli investimenti includono: pubblicità tabellare e speciale (televendite, telepromozioni, sponsorizzazioni e inviti all’ascolto)

4.617 4.808
5.000 4.335 4.487
4.150 8%
4.500 8%
8%
8%
4.000 8%

3.500
3.000
2.500 92%

2.000 92%
92%
1.500 92%
92%
1.000
500
0
2002 2003 2004 2005 2006

Nazionale Locale

Fonte: UPA – Aprile 2004


Teorie e tecnologie per
l’informazione locale
a.a. 2008-2009
Lorenzo Fabbri
fabbri.lorenzo@gmail.com

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