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FS-2.0-Fis.Stat.e probabilità 1
La termodinamica è lo studio dei sistemi
macroscopici indipendente dai loro
costituenti microscopici.
La meccanica statistica è lo studio dei sistemi
macroscopici che prende in considerazione i loro
costituenti microscopici -
per esempio, atomi e molecole - e la maniera in
cui essi obbediscono alle leggi
della fisica
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Molti dei sistemi che osserviamo in natura - per
esempio gas, solidi, liquidi, radiazione
elettromagnetica (fotoni) - sono fatti di un numero
molto grande di particelle.
Lo studio di tali sistemi è complicato. Anche quando
le interazioni tra le particelle sono piuttosto
semplici, il grande numero di particelle coinvolto
genera una complessità che può produrre un
comportamento alquanto inaspettato.
Gli esempi includono la transizione improvvisa di un
liquido in un solido, la formazione di modelli tali
come quelli trovati nei fiocchi di neve, o
l’organizzazione affascinante ed estremamente
complessa che si verifica nei sistemi biologici.
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Allora come studiamo un sistema macroscopico fatto di 1024
particelle?
In principio, assumendo alcune interazioni ragionevoli tra le
particelle, potremmo studiare l’equazione del moto di una
singola particella e seguire la sua evoluzione.
Ma tale compito per un grande numero di particelle è
impossibile. Supponiamo un tentativo, in un singolo lancio
di una moneta, di usare le leggi della meccanica classica per
predire l’evoluzione del movimento della moneta e quindi la
situazione finale. Anche se uno prende in considerazione
tutte le interazioni con la mano e con l’aria, si avrebbe
bisogno di conoscere esattamente le condizioni iniziali.
Questi eventi sono estremamente sensibili alle condizioni
iniziali. Ogni cambio infinitesimo nelle condizioni iniziali sarà
amplificato drammaticamente, dando vita ad una traiettoria
completamente diversa.
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Si deve ricorrere a nuovi concetti basati su un
approccio probabilistico.
Si rinuncia ad una conoscenza dettagliata del sistema
dato tentando di predire l’esatta evoluzione di tutte le
singole particelle.
Invece di predire l’esatta evoluzione di tutte le
particelle individuali, l’approccio probabilistico si
occupa solo della probabilità che un dato evento si
verifichi. Perciò la mira è di predire una distribuzione
di probabilità per tutti gli eventi microscopici.
Da tali distribuzioni probabilistiche si possono
valutare valori medi e le fluttuazioni attorno a tali
medie.
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Nel caso di una moneta, che non ha apparente asimmetria, è
naturale assumere che la probabilità che uno dei due eventi si
verifichi (per esempio, testa) sia 1/2 . Questa predizione
ovviamente non può essere verificata sperimentalmente in un
singolo evento (per esempio, un lancio).
Come si paragona la teoria con gli esperimenti?
Gli esperimenti devono essere il risultato di una media di più
realizzazioni. Si ha bisogno di lanciare più monete o una
singola moneta più volte.
La frequenza della testa è data da
𝑁+
ω+ =
𝑁
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Probabilità
• Il concetto di probabilità nasce con l’analisi dei
giochi d’azzardo, per cercare di ridurre l’incertezza
• La definizione classica di probabilità è quella di
Laplace:
P(evento) = (N. casi favorevoli) / (N. casi possibili)
Lancio moneta: P(testa) = 1/2, P(croce) = 1/2
Lancio dado: P(1) = P(2) = … = P(6) = 1/6
• Una delle prime regole del calcolo è che, se due
eventi sono indipendenti, P(A e B) = P(A)·P(B) (la
probabilita’ di ottenere “testa” e “2” lanciando
simultaneamente moneta e dado e’ 1/2·1/6 =
1/12)
• Un esempio di risultato del calcolo: in un gran
numero di lanci di due dadi, i lanci con punteggio
totale 3 saranno circa 1/18.
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• Nel caso del gas, si tratta di calcolare la
probabilita’ che il sistema di trovi in un
determinato macrostato:
il calcolo viene affrontato contando quanti
microstati (stati microscopici) corrispondono a
quel macrostato (N. casi favorevoli), assumendo
che il sistema attraversi prima o poi tutti i
microstati che sono compatibili con la sua
energia totale (N. casi possibili);
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Equilibrio a livello microscopico
• Un litro di acqua in equilibrio a 10 °C costituisce un
macrostato (identificato da p, V, T)
• Dal punto di vista microscopico un litro di acqua a
10 °C è un’espressione molto ambigua: può
corrispondere a un gran numero di microstati (=
elenco delle posizioni e velocità di tutte le
molecole), indichiamo questo numero con W
• L. Boltzmann trovò il modo di eliminare questa
ambiguità: dimostrò che il macrostato di equilibrio
per un sistema isolato doveva corrispondere a
quello di massima probabilità,
Prob. = W / W0 (W0 è il numero totale di microstati a
disposizione del sistema, fissata la sua energia)
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• Una importante proprieta’ dei sistemi macroscopici
e’ la seguente:
W = WA·WB·WC·…
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Entropia e numero di microstati
• Come viene raggiunto l’equilibrio termodinamico in un sistema
isolato che parte da una condizione di non equilibrio ?
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• In seguito possiamo valutare teoricamente le
probabilita’ per gli 11 macrostati possibili,
definiti dal numero k di “molecole” nella
meta’ di sinistra (k = 0,1,2, … , 10 molecole), e
confrontare con l’esperimento eseguito con
N=10 dischi
• Possiamo poi estendere il calcolo a N=100 e
infine estrapolare a valori molto grandi di N
N e’ fissato:
k N-k qual’e’ la
probabilita’
per k ?
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L’esperimento con 10 dischi
34 osservazioni
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• Vediamo che P(0) = 1/1024 = 0.976·10-3
e P(5) = 252/1024 = 0.2461
k 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
W(k) 1 10 45 120 210 252 210 120 45 10 1
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Confronto teoria-esperimento
• Contiamo quante volte si presentano sperimentalmente i casi di
0,1,2, …, 10 dischi nella metà di sinistra, cioè determiniamo le
frequenze di questi 11 macrostati, nelle 34 fotografie dei dischi in
movimento
• Confrontiamo le frequenze con la previsione teorica basata sul
calcolo delle probabilità: la previsione della frequenza di k e’ 34 ·
P(k)
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Grandi numeri
• N=100 molecole, calcoliamo P(0) e P(50):
• P(0) = 1/2N = 0.787·10-30
• W(50) = 100!/[50!50!] = 51·52·53·…·100/[1·2·3·…·50] =
=3.067·1093/3.041·1064 = 1.008·1029
• P(50) = W(50)/2100 = 1.008·1029/1.27·1030 = 0.07937
• Confrontiamo con il caso precedente N=10:
verde
blu
k = 1.38·10-23 J/K
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Boltzmann rimane solo
• Scienziati autorevoli erano avversi alla teoria
molecolare e all’ipotesi atomica:
– Mach (filosofo della scienza), Ostwald (chimico)
– lo stesso lord Kelvin (termodinamico classico)
• Maxwell muore nel 1879, Clausius nel 1888
• Boltzmann scrive nel 1898: “Sarebbe una grande
tragedia per la scienza se la teoria dei gas cadesse
temporaneamente nell’oblio a causa di un transitorio
atteggiamento di ostilità verso di essa, come avvenne
per esempio per la teoria ondulatoria, abbandonata a
causa dell’ostilità di Newton. Sono consapevole di
essere solo un individuo che lotta debolmente contro la
corrente del tempo. Tuttavia è ancora in mio potere
dare contributi tali che, quando la teoria dei gas
risorgerà, non occorrerà riscoprire troppe cose.”
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Gas ideale: un semplice approccio
statistico
Supponiamo che le particelle che compongono il gas
ideale siano puntiformi e che non risentono di forze,
se non durante gli urti con le pareti del recipiente;
confideremo tali urti perfettamente elastici. In queste
condizioni, una particella che urta contro
v
la parete deve conservare la sua energia.
Ad esempio, consideriamo una particella
che urta contro un elemento di parete
V’
verticale (vedi figura).
Avremo: 𝑣𝑥 ′ = −𝑣𝑥 ; 𝑣𝑦 ′ = 𝑣𝑦 ; 𝒗′ 2 = 𝒗 2
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La variazione di quantità di moto della particella
(perpendicolare) alla superficie e diretta verso destra) è
quindi:
∆𝑝 = 2𝑚𝑣𝑥
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dato che, in media, solo metà delle particelle nel
volumetto suddetto si dirigerà verso la parete.
Si noti che l’esiguità del tempo dt ci ha permesso
di trascurare gli urti tra le particelle.
La variazione di quantità di moto relativa alle
particelle che urtano la superficie
ΔS a velocità v è perciò mn(v)ΔSvx2dt, e
includendo le altre particelle otteniamo
complessivamente una variazione pari a
mΔSdt σ𝒗 𝑛(𝑣)𝑣𝑥 2
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Tale quantità deve uguagliare l’impulso della
forza media risultante dalle azioni esercitate
sulla superficie ΔS nel tempo dt pari a Fxdt.
Conseguentemente sulla superficie ΔS è
esercitata una pressione p = Fx/ΔS pari a,
𝑝 = 𝑚 σ𝒗 𝑛(𝑣)𝑣𝑥 2 = mn𝑣𝑥 2
dove
𝑣𝑥 2 = σ𝒗 𝑛(𝑣)𝑣𝑥 2 /n è il valore quadratico
medio della componente lungo x della velocità
delle particelle e n è il numero medio di
particelle per unità di volume.
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Infine, essendo il moto delle particelle isotropo
dovremo avere,
𝑣𝑥 2 = 𝑣𝑦 2 = 𝑣𝑥 2 =𝑣 2 /3
e quindi,
2 1 2𝑁
p = mn𝑣 2 /3 = 𝑛 𝑚𝑣 2 = ഥ
𝐾
3 2 3𝑉