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PRESENTAZIONE
Le piante medicinali attirano oggi in Italia e nel mondo la rinnovata attenzione dei
colleghi.
te per aver preparato un sussidio didattico utile ai suoi ed ai nostri allievi ed a molti
Questo trattato cos attraente e ricco di dati inediti e di insegnamenti pratici si rac-
ed anche culturale rendendo pi attenta la popolazione alle qualit dei principi attivi
Questo ritorno del naturale nelle scienze mediche ha una grande importanza pratica
con ricette tradizionali utilizzate per la cura dell'uomo e degli animali. Questo non si-
dicinali in Valsesia.
l'archivio del Dott. Gianfranco Rotti, esperto di botanica e specialista delle piante me-
Il testo preciso, sintetico, di facile lettura e ad esso si unisce una iconografia del-
piante medicinali.
Il volume che il gruppo diretto dalla Dott.a Elisabetta Agradi, tiene conto del rinno-
Le attivit farmacologiche delle piante medicinali sono sempre pi utilizzate nella ali-
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RINGRAZIAMENTI
Gli autori ringraziano gli editori per il gentile invito a preparare questo libro sulle piante medicinali.
Studi di Milano, Professore Enrico De Cleva, per lattenzione e il sostegno che ha voluto dedicare alla pubblicazione di questa opera. Si ringraziano inoltre tutti quanti hanno dato generosamente consigli e assistenza nel lungo lavoro che ha richiesto la stesura di questo libro. Citarli tutti sarebbe impossibile quindi verranno menzionati solo alcuni, con la speranza di essere perdonati da coloro che non appaiono in queste righe. Un iniziale contributo stato fornito dalla dott.ssa Tiziana di Fabio. Un particolare ringraziamento alla Professoressa Dolores Saco, dellUniversit Complutense di Madrid, che con la sua calorosa simpatia ha collaborato, durante lanno sabbatico a Milano, ed ha scritto il capitolo sulla fisiologia vegetale. La stesura di questa parte stata tradotta dallo spagnolo dalla dottoressa Erika Incurato, alla quale va il nostro caloroso ringraziamento. Un sentito ringraziamento alla prof.ssa Franca Tom e alla dott.ssa Gelsomina Fico dellUniversit degli studi di Milano per limpegno nel fornirci le conoscenze di base. Grazie anche al presidente del museo Calderini di Varallo, avv. Vittorio Galli, per averci messo a disposizione la biblioteca e le tavole del Carestia per le consultazioni e per gli stessi motivi anche al personale dellarchivio di stato di Varallo Sesia. Barbara Colombi, laureanda in Scienze Naturali, ha scritto una guida preziosa dedicata ai nostri studenti per la preparazione delle tavole di erbario. La dott.ssa Forneris, conservatore dellErbario dellUniversit di Torino, ha dato la sua generosa disponibilit per aiutarci nella consultazione delle tavole del Carestia. La dott.ssa Quarna, durante la stesura della tesi, ha raccolto le prime notizie etnobotaniche riportate. Un sentito ringraziamento anche al sig. Vittorio Federici. Siamo, inoltre, riconoscenti alle signore Paola Pareti e Gina Zanone per tutte le notizie fornite sugli utilizzi tradizionali in Valsesia. Gli autori hanno molto apprezzato i consigli e il sostegno del direttore del Dipartimento di Scienze Farmacologiche, prof.ssa Elena Tremoli, del Preside della facolt di Farmacia, prof. Rodolfo Paoletti, del dottor Livio Bertoli e del signor Giuseppe Giordano. Un sentito ringraziamento da parte di Simona Regondi alla propria famiglia e alling. Pietro Durazzini per averla sostenuta ed aiutata nelle domeniche di lavoro per la stesura del libro.
GLI AUTORI
AGRADI ELISABETTA insegna Botanica Farmaceutica e Fitoterapia presso la facolt
di Farmacia dellUniversit degli Studi di Milano, che frequenta dal 1980, dopo la laurea in Scienze Biologiche. Si specializzata in Scienza dellAlimentazione presso lUniversit di Pavia ed ha frequentato come borsista e visiting scientist numerosi laboratori negli USA. Lelevato valore della sua produzione scientifica sottolineato da numerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali ed ha anche pubblicato, gi negli anni ottanta un testo dal titolo Basi scientifiche della Dieta Mediterranea dedicato soprattutto al valore nutrizionale e farmacologico dei componenti minori presenti negli alimenti di origine vegetale e nelle erbe tipiche della tradizione mediterranea. Negli anni ottanta ha collaborato con il Corriere della Sera dove ha pubblicato numerosi articoli sulle pagine della Scienza e della Tecnica e dellAlimentazione.
di Milano ed attualmente lavora presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche di Milano dove svolge ricerche riguardanti i principi attivi delle piante. Ha avuto una parte fondamentale nella stesura dei testi e nella redazione di questopera.
sviluppato fino da giovanissimo la passione per le piante, il loro riconoscimento e classificazione, da tutti riconosciuto esperto botanofilo. A testimonianza della sua grandissima attivit in questo campo vi sono un archivio fotografico di pi di 2000 immagini e numerose pubblicazioni.
SACO DOLORES insegna Fisiologia della Piante presso la facolt di Farmacia dellUniversit Complutense di Madrid in Spagna. La Fisiologia delle Piante stata, sino dallinizio della sua attivit, il tema principale delle sue ricerche e del suo insegnamento, come dimostrano le sue numerose pubblicazioni su riviste internazionali. Si anche specializzata in Analisi delle Medicine e delle Droghe nel 2003. Il suo periodo sabbatico presso lUniversit degli Studi di Milano, le ha permesso di collaborare a questo libro con il capitolo Anatomia e Fisiologia delle piante medicinali. PENTA MARINA ha illustrato il capitolo della morfologia delle piante superiori.
ACHILLEA MILLEFOGLIE
Nome botanico: Achillea millefolium L. Famiglia: Compositae Descrizione botanica: unerbacea perenne rustica con fusto piuttosto rigido e duro, che pu raggiungere unaltezza di 60cm e nasce eretto da una radice strisciante sottoterra. Le foglie, verdi, hanno la lamina sparsamente pelosa, sono alterne, lunghe, lanceolate, ricoperte di una leggera peluria e finemente divise in segmenti lineari acuti (lacinie), caratteristica che ha fatto attribuire alla pianta il nome comune di millefoglio. I piccoli capolini bianchi o rosati, che compaiono in primavera e persistono fino allinizio dellautunno, sono riuniti in fitti corimbi. Il frutto un achenio di 23cm. Habitat: una pianta originaria dei paesi asiatici, ma ormai diffusa in tutta la penisola italiana e nelle isole. Lachillea si trova comunemente in prati, pascoli, luoghi incolti e terreni boscosi, fino ad unaltezza di circa 2.300m. In Valsesia comune. Specie congeneri: Achillea distans (millefoglio maggiore): molto robusta (fino a 100cm), con foglie grandi, bipennate, a lacinie largamente lanceolate e con rachide larga alata, fiori ligulati per lo pi roseoporporini. In Valsesia diffusa in Val Mastallone.
Per le denominazioni scientifiche si seguito: Pignatti S. - Flora dItalia. Bologna, 1982. Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. An annotaded checklist of the italian vascular flora. Roma, (in press).
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Achillea stricta (millefoglio subalpino): con segmenti fogliari divisi fino a met ed oltre e rachide larga, alata; diffusa su pascoli e in cespuglieti montani e subalpini. In Valsesia relativamente diffusa nei pascoli montani.
Achillea nana (millefoglio nano): pianta di piccole dimensioni, alta 510cm con foglie bipennato-partite densamente lanuginose. Cresce nei macereti di alta montagna (1.6003.000m) su terreno siliceo. Valsesia: zone elevate del vallone dOlen, del vallone dOtro, nel vallone del Rissuolo, in Val Vogna, nella parte superiore della Val Artogna e della Val Sassolenda, sulle pendici del M.te Turlo e del Tagliaferro.
Achillea stricta - foglie cauline; piante fiorite Alpe Baranca (Valsesia)
Achillea tomentosa (millefoglio giallo): pianta poco sviluppata (fino a 40cm) con fiori di color giallo-dorato. Cresce solo in luoghi fortemente soleggiati e asciutti. Achillea ptarmica (millefoglio palustre): con foglie lineari-lanceolata indivise e acutamente seghettate sul margine; i capolini sono lungamente
ERBE - A
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Achillea moschata (millefoglio del granito) e Achillea erba-rotta (millefoglio erba-rotta): piante di piccole dimensioni (fino a 20cm), caratteristiche dei pascoli , rupi e macereti silicei al di sopra dei 1.500m di altitudune. Valsesia: A. moschata diffusa nel settore occidentale, in territorio di Alagna, Riva Valdobbia, Campertogno (Val Artogna), Rassa, Rima. Osservata anche al Colle dEgua, nel vallone delle Piane (Fobello), nel vallone del Bise Rosso e nella zona della Bocchetta di Campello (Rimella).
Achillea clavenae (millefoglio di Clavena): 1525cm; pianta grigio-tomentosa, aromatica; foglie basali pennato-partite, con rachide alata; foglie cauline abbraccianti; 812 capolini in corimbi; squame involucrali pubescenti, bordate di nero; fiori ligulati bianchi con ligule rivolte in basso.
ERBE - A
ci somministrati contemporaneamente. Non deve essere somministrata durante la gravidanza, lallattamento e nei bambini al di sotto dei due anni.
Curiosit: questa pianta era molto apprezzata dagli antichi greci che le diedero il nome delleroico Achille, che pare avesse appreso le propriet terapeutiche dellerba dal centauro Chirone e se ne fosse servito per medicare un compagno ferito dopo una battaglia. Il nome della specie, millefolium, fa riferimento allaspetto piumoso delle foglie fitte e frastagliate. I fusti di A. ptarmica erano usati in Cina per consultare il libro dei mutamenti (I Ching): erano lanciati in aria e a seconda di come si disponevano toccando terra si interpretava il responso. Nel XVIII secolo veniva usata, mescolata a grasso, per disinfettare le ferite. In Irlanda era usata per scacciare il malocchio e per cure di bellezza. Alcune specie di achillea entrano nella composizione del t svizzero, altre si coltivano a scopo ornamentale. Un tempo i contadini avvolgevano i manici degli attrezzi di lavoro con gambi di achillea per averla sempre a portata di mano nel caso di punture di insetti o piccole ferite durante il lavoro e per conservare il vino mettevano i semi di achillea nelle botti.
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laglio stata introdotta nella zona mediterranea. Specie congeneri: Allium ursinum (aglio orsino): fusto cilindrico o compresso (bi-angoloso), pianta di 25dm; foglie piane, ovato-lanceolate, picciolate; tepali bianchi; stami con filamenti semplici. Valsesia: zona di Campertogno e di Mollia; zona di Piaggiogna; circondario di Varallo; alla base del M.te Fenera.
AGLIO
Allium sphaerocephalon (aglio delle bisce): fusto alto fino a 1m; foglie cilindriche o semicilindriche, scanalate, fistolose solo nella parte inferiore; infiorescenza generalmente sferica o un po allungata, densa; tepali purpurei; stami sporgenti; stami interni con filamenti lungamente tricuspidati (la cuspide centrale porta una antera). In Valsesia specie relativamente diffusa.
Nome botanico: Allium sativum L. Famiglia: Alliaceae Descrizione botanica: pianta erbacea annua, originaria dellAsia centrale, con caule cilindrico alto 5070 cm, rivestito da larghe foglie lineari appuntite, cilindriche, di colore verde intenso e leggermente solcate. Il bulbo lorgano sotterraneo, costituito da 814 bulbilli, detti impropriamente spicchi, che consistono in una serie di foglie modificate, squamiformi, carnose, ammassate le une sulle altre, avvolti da membrane dalla consistenza cartacea. A fioritura laglio emette uno stelo rigido, sulla cui sommit appare linfiorescenza a ombrella, composta da piccoli fiori di colore biancastro, rosa o violetto, a 6 lobi, avvolti in una brattea guisa di cappuccio. Il frutto una capsula membranosa con 12 semi per loggia. Habitat: originario dellAsia, la coltivazione del-
Allium vineale (aglio delle vigne): fusto lungo fino a 1m, gracile; foglie cilindriche, fistolose; infiorescenza lassa, del diametro di 23cm, bulbillifera; tepali roseo pallidi o verdognoli o biancastri. Allium schoenoprasum (aglio ungherese): scapi grossi, cilindrici, lunghi 2550cm, completamente fistolosi a parete sottile, avvolti nel terzo inferiore dalle guaine delle foglie; foglie cilindriche, fistolose, sottili; ombrelle subsferiche, dense, non bulbillifere; spata a 23 valve larghe, che
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ERBE - M
Vaccinium vitis-idaea (mirtillo rosso): presenta fusti cilindrici, foglie sempreverdi, coriacee, a margine revoluto, verde scuro e lucide sulla pagina superiore, verde chiaro con ghiandole puntiformi sulla pagina inferiore.
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ne oligomeriche), flavonoidi (iperoside, isoquercitrina, quercitrina), iridoidi (asperuloside), derivati dellacido caffeico (acido clorogenico), acidi fenolici (acido salicilico e acido gentisico), alcaloidi (mirtina, epimirtina) nelle foglie; antocianoidi (cianidina, malvidina), acidi organici (acido malico, acido citrico), tannini, flavonoidi, iridoidi, derivati dellacido caffeico, pectine, vitamine A, C e B (frutti). Propriet: astringenti, antidiarroiche (foglie e frutti), antisettiche e antivirali (foglie), rinfrescanti, protettrici vasali e della retina (frutti). Le foglie sono anche ipoglicemizzanti; si consigliano quindi ai diabetici, in quanto consentono di ridurre le dosi di farmaci per via orale o quelle di insulina. Luso del mirtillo particolarmente indicato nei casi di retinopatia diabetica, di miopia e nei casi di degenerazione della retina dovuti a ipertensione o ad arteriosclerosi. Utilizzo: In caso di pesantezza delle gambe, varici, flebiti, ulcere varicose ed emorroidi, infezioni dovute allalterazione della flora intestinale e per migliorare ladattamento alloscurit: assumere a ogni pasto 510 cucchiai di succo fresco ottenuto dai frutti maturi. Per le emorroidi: fare degli impacchi con un decotto preparato con 70g di bacche di mirtillo in 500ml di acqua. In caso di ossiuri, piccoli vermi presenti nellintestino dei bambini: preparare un decotto con 5070g di frutti in 1 litro dacqua per 15 minuti, filtrare e bere nellarco della giornata. Per i diabetici: preparare un decotto con una manciata di foglie essiccate di mirtilli e alcuni baccelli di fagioli in 1 litro di acqua. Berne una tazza al giorno. Contro la diarrea: preparare un infuso con 3040g di foglie in 1 litro dacqua. Bere una tazza dopo ogni evacuazione, finch la situazione non si normalizza. In caso di eczema e ulcere varicose: effettuare frizioni con il succo fresco o il decotto dei frutti. Avvertenze: il mirtillo considerato una pianta abbastanza sicura, se utilizzata alle dosi consigliate, tuttavia luso prolungato e labuso delle foglie di mirtillo pu causare gravi effetti tossici, con una sintomatologia caratterizzata da ittero, anemia, cachessia e formazione di metaemoglobina. Il mirtillo ha un effetto sullinibizione dellaggregazione piastrinica e pertanto potrebbe interagire con altri inibitori dellaggregazione piastrinica, come laspirina, ed anticoagulanti, quali il warfarin. Luso dei frutti freschi, al posto di quelli secchi, pu provocare diarrea, anche se quelli secchi e le foglie possono essere, talvolta, irritanti per lintestino.
I fiori sono penduli e raccolti in racemi terminali. La bacca di colore rosso-corallo a maturit. Vive nelle brughiere subalpine. In Valsesia specie relativamente diffusa in zone elevate.
Droga: le foglie e i frutti. Le foglie si raccolgono in giugno e luglio, i frutti a maturit, in agosto. Le foglie sono essiccate allombra e conservare in sacchetti di carta o tela. I frutti si usano freschi o surgelati, oppure per la preparazione di marmellate. Costituenti principali: tannini (proantocianidi-
Curiosit: la raccolta dei mirtilli ha tradizioni antichissime: il mirtillo nero veniva consigliato gi da Dioscoride, nel I secolo d. C., per curare la dissenteria.
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Digitalis purpurea
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Digitalis grandiflora