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COMUNICARE INTERAGENDO a cura di S.

LA MENDOLA
CAP. 1 - DARE FORMA ALLENERGIA Ogni relazione ha una sua unicit in quanto alimentata da una serie di elementi che interagiscono tra loro e la rendono diversa da tutte le altre. Ogni relazione deve essere classificata, definita: la societ ci d il tipo di azione rituale che ci permette di qualificare la relazione cio stabilirne la forma (es. matrimonio). SIMMEL: parte da 2 concetti: - Wechselwirkung cio effetto di reciprocit tutti gli elementi che compongono la realt sono in costante relazione gli uni con gli altri e si influenzano a vicenda. Una conseguenza la riluttanza a individuare rapporti di causa-effetto di tipo lineare in quanto le correlazioni tra gli elementi sono di tipo reciproco e quindi circolare; unaltra conseguenza che viene messa in dubbio lesistenza di elementi o entit fondamentali e la tendenza a considerare il mondo come costituito non da persone e cose ma da movimenti e relazioni. Questa posizione influenzata dalle scoperte di Einstein secondo il quale le particelle subatomiche vanno intese non tanto come oggetti ma come eventi, pertanto massa ed energia si equivalgono e quindi anche il corpo umano in realt un concentrato di energia. Lenergia vitale si manifesta quindi come forme di vita Simmel afferma che la vita un fluire incessante che si cristallizza in forme. Oggetto della sociologia perci lo studio delle forme assunte da queste relazioni reciproche tra le persone. - Vergesellschaftung cio processo di sociazione attraverso il quale una certa forma di azioni reciproche si consolida nel tempo. Le forme di reciprocit tra individui sono azioni rituali che esprimono la realt sociale e la cristallizzano in rappresentazioni simboliche che costituiscono la cultura dei gruppi, istituzioni, societ. La cultura consiste quindi in rappresentazioni simboliche che prendono forma dalle interazioni reciproche, diventano forma e danno forma a interazioni tensione che costituisce laspetto tragico dellesistenza ma al tempo stesso permette il mutamento culturale e il dinamismo sociale. Anche lidentit una forma, che deve fare i conti con 2 ordini di problemi: - Sincronico: gestire la tensione tra separazione e aggregazione (tra identit e differenza) cio tra la volont, la necessit di entrare in relazione con gli altri e il tentativo di preservare una propria stabilit; - Diacronico: il problema riguarda la tensione fra persistenza e mutamento: mantenere coesione interna e nel tempo nonostante i cambiamenti e le crisi possibile? S attraverso azioni di tipo rituale che permettono di conservare o modificare la struttura interna e i confini del s e del noi. COLLINS interpreta DURKHEIM: considera il rituale durkheimiano come una sorta di batteria sociale che produce energia necessaria per tenere vivi i legami collettivi e le relazioni sociali. D. sceglie di trattare in particolar modo i rituali religiosi. Larmonizzazione dei gesti ossia la sincronizzazione ritmica, trasforma i sentimenti individuali in sentimenti collettivi membri del gruppo riunito si sentono parte di una comunit. La societ creata tramite lazione dei suoi membri. Il gruppo raggiunge il pi alto livello di consapevolezza di s quando si riunisce per svolgere un rituale di rispetto verso oggetti sacri lenergia e la forza del gruppo carica i partecipanti. Riconosciamo un rituale per alcuni elementi: - riunione fisica di un gruppo di persone - condivisione focus di attenzione (attenzione al sincronizzare e coordinare i gesti del rituale) - tonalit emozionale comune - oggetti sacri cio simboli che rappresentano lappartenenza al gruppo; questi elementi danno luogo a: - aumento fiducia ed energia emozionale degli individui - rabbia e punizione nei confronti di chi non rispetta gli oggetti sacri. Collins considera rituali anche quelli naturali, non solo quelli intenzionali. Secondo D. i riti creano leffervescenza collettiva che ravviva il legame tra individui riuniti, caricandolo di energia; C. ci fa notare che chi sta al centro del rituale (celebrante o oggetto sacro) diventa polo di questa batteria sociale. Esperienza rituale: partecipanti si percepiscono come fusi insieme Routine quotidiana: ognuno si percepisce come individuo a s.

Gli uomini attraverso i rituali dividono il mondo in 2 sfere: sacro e profano. Gli oggetti sacri non lo sono di per s, ma lo diventano per il tipo di atteggiamento che i partecipanti al rito adottano nei loro confronti tramite le azioni di rispetto e venerazione per loggetto, il gruppo si unisce e rafforza la propria coesione e loggetto diventa simbolo del gruppo riunito acquisendo sacralit il sacro sta nel legame sociale. Dunque vi separazione tra il noi (sacro) e il non noi (profano). La moralit un aspetto della nostra dipendenza dalla societ: gli standard di moralit variano da una societ allaltra; aderiamo ai principi di moralit non perch costretti ma perch sentiamo che giusto. Rispettando ci che il gruppo considera sacro, affermiamo la nostra adesione e il rispetto verso il gruppo inteso come comunit morale. Se il rituale produce energia, da dove nasce questa energia? Unipotesi che gli individui che danno vita al rituale siano essi stessi portatori di energia o forme di energia pertanto il rito sarebbe un momento di aggregazione e trasformazione di energie gi esistenti. GOFFMAN: anche una conversazione pu essere considerata culto in cui i presenti danno vita a una piccola comunit rituale. Le interpretazioni di questi autori non trovano lappoggio di quelli che invece propendono per una concezione pi stretta del rituale, cio coloro che sostengono che rituale vada riservato solo a: - pratiche dotate di precisa liturgia che prescrive i gesti, comportamenti ecc - fanno riferimento a simboli riconoscibili - si svolgono in uno scenario programmato che si ripete periodicamente. VAN GENNEP: a volte il fluire della vita si manifesta con forme che dopo un po mutano, altre volte la realt si manifesta con un divenire caotico e informe, tanto da farci avere bisogno di dargli significato. Pu trattarsi di un cambiamento rapido, oppure lento e progressivo, in ogni caso rende necessario un cambiamento di forma che viene gestito attraverso i riti di passaggio, che sono: - riti di crisi del corso di vita: lindividuo viene privato del suo status attraverso cerimonie di temporanea degradazione e deve superare delle prove per dimostrare di avere completato la trasformazione e ottenere il nuovo status - riti stagionali e periodici: eseguiti in momenti precisi del ciclo produttivo annuale oppure sono riti di passaggio tra stati collettivi. Ogni rito composto da 3 fasi, sul piano spazio-temporale e sul piano della forma: 1. fase pre-liminare (di rottura o separazione) 2. fase liminale (di sospensione o margine) 3. fase post-liminare (di ri-aggregazione o re-integrazione) che fanno riferimento al prima, durante, dopo il cambiamento di forma e lattraversamento della soglia (limen). Es. fidanzamento = fase intermedia tra un prima (2 individui indipendenti) e un dopo (sposati). Le persone che si trovano nella fase liminale hanno una condizione ambigua e vengono considerati pericolosi in quanto le identit iniziali vengono deformate e tornano a uno stato di caos primigenio (dal quale la societ si era differenziata) e indefinitezza; la societ crea strutture apposite in cui confinare i devianti (malati psichiatrici, drogati ecc.) in attesa che concludano la fase liminale. Pu anche essere il contrario, cio che la societ esprima la paura dellambiguit proprio negando spazi fisici riservati (es. in un ufficio, non viene riservata una scrivania a stagisti). Oggi sono cambiati i modi in cui diamo forma ai mutamenti, es. un tempo i maschi passavano allet adulta con tappe precise come il militare, il lavoro stabile, il matrimonio ecc.; oggi alcune di queste tappe sono scomparse o non pi concomitanti. Non c confine tra prima e dopo quindi tale confine va creato attraverso il rituale (es. Capodanno) e grazie alla ritualizzazione, il momento diventa un passaggio che si verifica nella misura in cui lo consideriamo tale. La notte di Capodanno esemplare della fase liminale perch: - momento di sospensione (le attivit della vita ordinaria vengono interrotte) - si resta in sospeso ad aspettare lanno nuovo - momento di sovvertimento dellordine sociale. Il rito dice che avvenuto un passaggio da una condizione di stabilit e ordine ad unaltra condizione di stabilit e ordine. Per Durkheim, il rito consiste nel passare dalla prevalenza della forma individuale a quella della forma collettiva per poi tornare alla prevalenza della forma individuale. I riti di passaggio pre-liminari e postliminari fanno in modo che questi passaggi da uno stato allaltro non siano cos bruschi. D. considerato tra i padri del FUNZIONALISMO. Lobbligatoriet dei riti studiati da D. riguarda 2 aspetti:

- lobbligo di partecipare al rituale - lobbligo di rispettare la liturgia e ladeguato repertorio dazione La dimensione collettiva sembra diventare predominante rispetto a quella individuale; i rituali non lascerebbero allora spazio al cambiamento ma obbligherebbero i partecipanti a riprodurre lo status quo. D. studia societ piccole, semplici; le societ complesse di oggi presentano fondamentali differenze rispetto a questo modello ideal-tipico di societ semplice e isolata. - in seguito al processo di differenziazione sociale, ciascun individuo si trova ad appartenere contemporaneamente a pi gruppi; ma ben pochi rituali sono obbligatori, nel senso che tutti sentono il dovere di partecipare; quandanche un individuo disertasse un rito e la punizione fosse lespulsione dal gruppo, raramente questo gruppo dipenderebbe dalla sua sopravvivenza fisica. - Dalla differenziazione nascono le gerarchie interne ai gruppi: i riti istitutivi o di iniziazione creano disuguaglianze sociali delegando a uno o pochi lautorit del gruppo. Molti riti sono espressione di rappresentazioni e interessi dominanti in societ in cui non c consenso sui criteri morali: si tratta di rituali che non servono a unire la comunit ma a rafforzare i gruppi dominanti al suo interno. Talvolta invece leffervescenza collettiva rafforza gruppi sociali subordinati impegnati a sfidare lordine sociale esistente per sovvertirlo (raggruppamenti liminali che creano unanti-struttura). - Il pubblico esterno che non fa parte del gruppo pu diventare comunque spettatore. Possiamo dividere i rituali in 2 categorie: 1. riti che non alterano la struttura sociale anzi la rigenerano 2. riti che determinano un vero cambiamento nella struttura interna o forma esterna della societ. Esempio di interazione rituale: lo scambio di doni. Il dono loggetto sacro che simboleggia la comunione tra gli attori riuniti che attraverso il dono celebrano s stessi e la loro relazione: per questo spesso il dono inutile dal punto di vista strumentale ma utile dal punto di vista simbolico. Il legame creato dalla relazione fornisce fiducia, sostegno ma anche vincolo, costrizione. Il dono mette alla prova chi lo riceve, perch lo chiama a confermare la propria adesione alla relazione attraverso un contro-dono. Chi dona esercita potere su chi riceve perch lo obbliga nei suoi confronti: il potere di tenerlo legato a s. Es. Anello di Kula: catena di scambi rituali di monili effettuati da millenni dagli abitanti delle isole Trobriand solidariet precontrattuale cio confermare periodicamente la fiducia reciproca necessaria ad effettuare poi le contrattazioni economiche vere e proprie. Es. il Potlatch: rituale tipico di alcune trib di nordamericani che consiste nello scambio competitivo di doni in cui ciascuno cerca di dimostrare la propria superiorit umiliando laltro con doni via via pi grandi fino a quando uno dei due non pi in grado di contraccambiare. Al giorno doggi ad esempio le visite diplomatiche dei capi di stato hanno lo scopo di mantenere vivo un sistema di relazioni e alleanze. La struttura di una societ prende forma dal modo in cui il potere distribuito tra gli individui e i gruppi che la compongono. Elias analizza levoluzione delle societ di corte (societ delle buone maniere) in cui letichetta, lo stile, le cerimonie diventano importanti nella competizione per il prestigio e il potere mentre doti precedentemente valorizzate (forza, violenza ecc.) vengono via via regolamentate. La parlamentarizzazione segn il passaggio verso una competizione politica regolamentata in cui la sconfitta di un contendente non ne comportava leliminazione ma gli consentiva di ripresentarsi. Molti autori hanno sviluppato lidea che nelle moderne societ la responsabilit del controllo sociale si sia trasferita dalla collettivit al singolo, e pi cresciuto lautocontrollo dei singoli e meno gli apparati repressivi dello stato sono dovuti intervenire; ci ha permesso che lo stato riuscisse a mantenere lordine sociale senza ricorrere allesercizio effettivo della violenza. Per Durkheim loggetto sacro dei riti collettivi era il gruppo, la collettivit riunita che celebra s stessa. GOFFMAN: il processo di individualizzazione ha fatto del self il vero oggetto sacro. Noi non abbiamo un self ma siamo costretti a metterlo in scena perch la societ ce lo chiede. Ogni interazione sociale diventa un micro-rituale in cui le persone riunite trattano come oggetti sacri s stesse (esprimendo contegno) e gli altri (esprimendo deferenza). Lapproccio di G. lascia agli individui poco spazio di autonomia costringendoli a indossare maschere e ricoprire ruoli. Focault analizza i modi in cui i saperi di verit si incarnano nelle pratiche quotidiane es. nella gestione del corpo, salute, alimentazione ecc. ; in molti casi i consigli e le prescrizioni si trasformano in obblighi morali nel senso che anche quando vogliamo trasgredire sentiamo che stiamo facendo qualcosa di sbagliato.

Il rituale definisce la qualificazione che devono possedere gli individui che parlano; definisce gesti, comportamenti, circostanze che devono accompagnare il discorso. Es. il paesano che diventa onorevole: se fa gli stessi discorsi fatti al bar anche in Parlamento, avranno due livelli di rispetto diversi. Questo frutto della fiducia che abbiamo nei sistemi esperti, che dipende a sua volta dal corretto operato dei rappresentanti di tali sistemi questi rappresentanti istituzionali sono chiamati nodi di accesso perch fanno da tramite e da filtro tra noi profani e i sistemi del sapere. I riti di investitura hanno un duplice effetto: trasferiscono potere dallistituzione allindividuo (che viene consacrato) e producono una differenza tra lui e i non consacrati. In genere i rituali coinvolgono soltanto individui e gruppi particolari tranne in casi eccezionali come i mondiali di calcio. Collins e la sua teoria rituale delle culture di classe propone di analizzare la stratificazione sociale tenendo conto delle catene di rituali di interazione che si sviluppano lungo due dimensioni: - verticale del potere (interazioni in cui alcuni ordinano e altri eseguono) - orizzontale della socievolezza (riti che celebrano condivisione, socievolezza). GLUCKMAN studia i rituali dei conflitti che secondo lui agiscono solo su piano simbolico ma non cambiano la realt. Alcune forme: - rituali di ribellione:sarebbero contestazioni istituzionalizzate concesse dei detentori del potere ai sottoposti come valvola di sfogo che indeboliscono lenergia dellopposizione mantenendo lordine - pratiche metaforiche della discordia: esorcizzano il potenziale disgregante di una situazione sociale o relazione spostando il conflitto su un piano simbolico discorsivo (accuse) - rituali di dissociazione tra prassi e rappresentazione: i conflitti esistenti ma non risolvibili su piano concreto vengono dislocati sul piano del soprannaturale. Queste pratiche hanno in comune la messa in discussione delle gerarchie e delle regole sociali e lipotesi che la struttura sociale esistente non sia lunica possibile. Le varie proteste e manifestazioni sono valvole di sfogo che, ritualizzando il conflitto, in realt lo riportano entro lordine costituito. TURNER invece ritiene che questi riti non servano a riportare il conflitto allordine ma che possano portare dei cambiamenti nella realt sociale, e ci pu avvenire in 2 modi: - rituale come anti-struttura (creando codici culturali alternativi) - dramma sociale (prima si verifica la crisi, che viene gestita poi attraverso la ritualizzazione). Il significato di Woodstock 69 la messa in scena dello stile di vita hippy come sfida ai modelli convenzionali relativi allimmagine opportuna da presentare al pubblico (pulizia, acconciatura capelli ecc.) e ai modelli di comportamento da tenere nella vita privata; non necessariamente queste azioni rituali portano ad un radicale sovvertimento nella struttura sociale, ma questo non vuol dire nemmeno che non portino a nessun mutamento. T. fa notare come allinterno dellordine sociale costituito (status system) esistano dei gruppi liminari i quali, attraverso lazione rituale, formano delle communitas. Tale rituale di tipo performativo perch mettendo in scena unanti-struttura esprimono e alimentano un potenziale di mutamento. Vi sono tuttavia situazioni in cui la crisi e la messa in dubbio dellordine sociale non vengono innescate dal rituale di uno o pi gruppi limitati ma come effetto del divenire sociale, politico, economico (es. tangentopoli determina un dramma collettivo) minate le certezze della collettivit, cadono le cornici che fanno da riferimento per interpretare la realt e orientare lazione. La drammatizzazione della crisi sulla scena pubblica ne sottolinea la forte valenza morale e permette di gestirla attraverso 2 modalit: - realizzando una liturgia di riparazione che ricomponga lordine precedente - ritualizzando il passaggio e celebrando il nuovo ordine. Spesso in un conflitto non serve parlare ma bastano i fatti; limportanza delle parole pronunciate nellinterazione non sta tanto nel significato ma nel modo in cui interagiscono con gli altri elementi per dare forma allinterazione. Altri elementi che contribuiscono a produrre leffetto comunicativo sono: - quando viene pronunciato il discorso (in che occasioni o circostanze) - quanto deve durare - quali gesti devono accompagnarlo. Le competenze comunicative non riguardano tanto la capacit di decodificare le parole in base al loro significato, ma di comprenderne il senso allinterno di dinamiche interattive di tipo rituale, altrimenti si rischia di scambiare il dito per la luna (Goffman). Spesso le parole sono fonte di malintesi: il carattere performativo del linguaggio rituale significa che esso pi che trasmettere informazioni, provoca effetti sulla realt. Il potenziale persuasivo del discorso rituale si presta alla possibilit di essere usato in modo manipolatorio (come stato con i regimi totalitari).

CAPITOLO 2 - CERCANDO DI ESSERE QUALCUNO. Tendiamo a vedere la realt come abbiamo imparato a considerarla, ritenendo che essa sia (e non appaia) in un certo modo. Lindividuo partecipa con gli altri alla costruzione della definizione delle situazioni che vive, vi d un senso. Il processo di socializzazione primaria che in genere ha luogo in famiglia, ha fatto s che ci costruissimo degli specifici occhiali con cui vedere la realt. Talvolta operiamo un processo di demolizione o trasformazione delle lenti di questi occhiali. Allinterno della SCUOLA DI CHICAGO nasce lINTERAZIONISMO SIMBOLICO. La scuola utilizza come strumenti per lindagine, osservazioni costanti e rigorose in cui viene valorizzato il punto di vista dei protagonisti e il loro racconto, con lanalisi di documenti personali. La metodologia di indagine presuppone quindi un certo tipo di interazione tra ricercatore e protagonista della ricerca; il ricercatore cerca di guardare la realt con gli occhi di coloro che vivono il contesto oggetto di studio calandosi in quella specifica situazione sociale. BLUMER sostiene che tentare di afferrare il processo interpretativo con latteggiamento distaccato dellosservatore obiettivo, significa rischiare la peggiore specie di soggettivismo. Secondo B. i concetti sensibilizzanti permettono di cogliere nella ricerca relazioni che normalmente passano inosservate; il concetto sensibilizzante orienta la direzione della ricerca senza dare risposte preconfezionate, suggerisce dove guardare senza sapere a priori che cosa il ricercatore dovr vedere. B. individua nella ricerca naturalistica 2 momenti: esplorazione (si contatta la realt che si intende indagare) e ispezione (con limpiego dei concetti sensibilizzanti che orientano la ricerca senza forzature). La ricerca etnografica richiede una permanenza per periodi lunghi da comprendere luniverso che intendiamo conoscere e si realizza orientando la direzione che essa via via assume; questo facilita il continuo esercizio lungo lasse coinvolgimento-distacco che favorisce la riflessione scientifica permettendo di guadagnare la fiducia dei soggetti studiati evitando il pericolo del going native (cio assumere tout court la loro prospettiva). Il filone principale dellinterazionismo simbolico che fa riferimento a B. ha 2 oppositori: - Iowa School (divergenze di tipo metodologico per limpiego che essa fa di test e questionari). - struttural-funzionalismo: i due approcci divergono per: - implicazioni politiche: interazionisti studiano emarginati, drogati (underdogs) funzionalisti studiano grandi imprese; - attenzione ai processi a livello micro: interazionisti attenti allinterazione nella vita quotidiana, funzionalisti attenti a valori, ruoli, norme della societ; - metodi impiegati: interazionisti metodo qualitativo privilegiando losservazione partecipante, funzionalisti privilegiano limpiego di questionari. Critiche allinterazionismo: - che le ricerche diano risultato poco attendibili - scelta di interlocutori con scarso potere contrattuale (gay, psicopatici, drogati) - impossibilit di fare generalizzazioni nelle loro analisi - manca di una sistematizzazione teorica completa in quanto la tradizione era orale N.B. Sociologia: scienza che si propone di intendere in virt di un procedimento interpretativo lagire sociale. MEAD: considerato fondatore dellinterazionismo simbolico. La sua idea di fondo che diventiamo esseri sociali attraverso la comunicazione la quale si fonda a sua volta su un repertorio di simboli. Dinamica Io-Me: Il Me costituisce il S come lo vedono gli altri, la sua parte pi socializzata; lIo rappresenta la parte creativa del S. Nel dialogo interiore, lIo valuta le richieste del Me. Il S rappresenta la direzione che intendiamo dare alla nostra vita. Mead assume una posizione allinterno dellinterazionismo, che alcuni definiscono oggettivista: la realt sociale viene ricondotta alle propriet degli individui piuttosto che alle relazioni intercorrenti tra di loro. Questa posizione viene definita del realismo sociale e si distingue da quella del nominalismo soggettivo sostenuta da Blumer. Mead distingue tra cose (che esistono a priori) e oggetti (che esistono solo in relazione agli atti). Mead sancisce il passaggio dallo schema del comportamentismo di prima generazione S-R (stimolorisposta) secondo cui tutto ci che avviene allinterno dellindividuo costituisce una scatola nera, ad un modello in cui diventa centrale il momento dellinterpretazione che trasforma gli stimoli in risposte.

Latto sociale (unit di analisi per Mead) implica la collaborazione tra pi individui differenza sostanziale dal comportamentismo in cui latto individuale. Latto sociale va considerato per gli aspetti latenti e manifesti, dunque il modello non lineare ma circolare. Lambiente condiziona lorganismo nella stessa misura in cui lorganismo condiziona lambiente. Mead ritiene che siano 3 fasi dellatto: percezione, manipolazione o esperienza di contatto, consumazione. Lesperienza di contatto consente attraverso luso del tatto, lemergere dellattivit riflessiva introducendo una pausa tra percezione e consumazione. Per Mead la peculiarit dellessere umano sta nella capacit di essere oggetto a s stesso, ovvero di vedersi attraverso gli occhi altrui capacit ricondotta al S (self). La considerazione che ha un soggetto di s stesso traspare nelle modalit con cui egli si pone nella relazione e diventa essenziale per costruire e cambiare il modo in cui gli altri lo vedono. Per Blumer lespressione interazionismo simbolico deriva dalla peculiarit umana di interpretare e definire gli uni le azioni degli altri invece che semplicemente reagire ad esse. Gli individui agirebbero con gli oggetti in relazione al significato che essi assumono per loro. Secondo Mead gli umani si differenziano dagli animali per la loro capacit di attribuire significato a qualunque tipo di segno ovvero per la capacit di simbolizzare. Lapproccio definito interazionismo perch il focus dellattenzione costituito dallinterazione che elemento fondante dellordine sociale e unit di analisi dellindagine sociologica. Linterazione simbolica in quanto si avvale dei significati che sono disponibili agli attori per orientare il loro agire. Blumer spiega questo concetto attraverso 3 premesse: 1. gli umani agiscono nei confronti delle cose sulla base dei significati che tali cose hanno per loro 2. il significato di tali cose derivato dallinterazione sociale che il singolo ha coi suoi limiti 3. questi significati sono elaborati e trasformati in processo interpretativo messo in atto da una persona nellaffrontare le cose in cui si imbatte. I significati che guidano le azioni umane sono appresi ed elaborati attraverso la comunicazione. Nel corso della socializzazione primaria lindividuo impara a vedere s stesso e il mondo come li vedono gli altri significativi, prima di tutto i genitori. Le elaborazioni degli interazionisti in merito allinfanzia di distinguono dalle teorie: - di impronta innatista secondo cui gli istinti giocano un ruolo centrale nello sviluppo sociale dellindividuo - di impronta comportamentista classica che considerano lo sviluppo sociale una serie di apprendimenti secondo lo schema stimolo-risposta. Per gli interazionisti centrale nello sviluppo dei bambini il colloquio interiore che porterebbe alla formazione dellidentit. I bambini imparerebbero a condividere le conoscenze e i simboli di una cultura cio a usare significati che hanno identico valore per tutti coloro che sono implicati in una certa situazione. Mead distingue gli stadi di sviluppo del S in: - pre-rappresentazione: fino ai 2 anni di et, i bambini non sono ancora in grado di attribuire significato e si limitano ad un agire imitativo; - rappresentazione (stadio del Play): sono gi in grado di porsi nei panni dellaltro, nel gioco simbolico superamento egocentrismo infantile; - gioco di squadra (Game):i bambini sono capaci di partecipare al gioco di regole pertanto compare la capacit di acquisire una visione sovraordinata delle relazioni che includa il proprio punto di vista e quello degli altri attori che interagiscono tra loro e con loro. La formazione dellaltro generalizzato consentirebbe di partecipare al game. Questo meccanismo viene chiamato role-taking cio assunzione di ruolo. La definizione della situazione uno dei concetti cardine su cui si fonda linterazionismo simbolico: si tratta del processo in cui attribuiamo etichette, ovvero di quello che Schutz definisce tipizzazione. Siamo lontani dal pensare di conoscere le cose vere in quanto la realt sempre filtrata dalle lenti che usiamo per conoscerla. Se riteniamo irraggiungibile una meta, allora tenderemo a non raggiungerla; se riteniamo bella la vita, allora tenderemo a viverla con gioia e quindi sar realmente bella. Se le definizioni della situazione che i diversi attori costituiscono sono differenti, allora necessaria quella che Strass definisce una negoziazione ovvero una contrattazione per giungere a significati condivisi. Dialogo interiore auto-interazione il processo (detto anche auto-indicazione self-indication) in cui lattore indica le cose a s stesso.

Ci prepara allinterazione futura con laltro, facendoci provare i suoi panni funzione anticipatoria dellazione in cui strategicamente lindividuo si prefigura le possibili mosse dellaltro. Il processo serve anche a prendere atto del significato del reciproco agire e a orientare di conseguenza la condotta che si intende intraprendere. Quando si verifica un divario tra le aspettative e la realizzazione di un comportamento, si tende a utilizzare un account cio unaffermazione fatta da un attore sociale volta a spiegare un comportamento non previsto o spiacevole. Glia accounts possono essere distinti in: - scusanti (excuses) - contrapposizioni (justifications). Per gli interazionisti anche le cose fisiche sono oggetti implicati nellatto sociale: esse assumono un determinato significato nellinterazione. Per i funzionalisti invece non si pu parlare di interazione per gli oggetti non sociali. Lazione individuale qualcosa di costruito piuttosto che di automatico e spontaneo. Per Blumer la situazione fa da sfondo allinterazione, la delimita ma non ne determina lo svolgimento. Per Mead lidea che lessere umano, a differenza degli animali, possa essere oggetto delle proprie azioni. Gli oggetti non pre-esistono agli individui ma lindividuo che costruisce i propri oggetti sulla base della sua attivit quotidiana. Lazione di gruppo lazione collettiva degli individui. Lazione collettiva si ha quando i partecipanti trovano un adattamento reciproco. La parola fa emergere le isole di significato: quando vogliamo far emergere nuove isole di significato, mettendo in discussione quelle precedentemente costruite, allora cambiamo il nome alle cose. Le cose esistono per me nella misura in cui sono in grado di indicarle a me stesso e agli altri , e questo possibile attraverso il linguaggio; attraverso il linguaggio si costruiscono significati comuni. Per Mead i significati assumono un valore transindividuale e quindi oggettivo comune a tutti i membri di una societ. Il linguaggio non assolve solo ad una funzione comunicativa ma costituisce una capacit di oggettivazione del s attraverso apparati simbolici che rappresentano stimoli le cui reazioni sono date in anticipo. Mead ricorre a simboli significanti considerati contenitori di un significato universale condiviso da tutti i membri di una stessa comunit. Immagini di s positive ci consentono di affrontare adeguatamente situazioni difficili, mentre quelle negative generano ansia che induce talvolta ad atteggiamenti di chiusura e manipolazioni per nascondere aspetti stigmatizzanti, per mostrarsi migliori di quello che si . JAMES distingue tra un io agente, un io puro, un self di cui lindividuo consapevole: allinterno di questultimo egli opera unulteriore distinzione tra self materiale, sociale, spirituale. Un uomo ha tanti self sociali quanti sono gli individui che lo riconoscono e portano unimmagine di lui. Ognuno di noi mostra differenti aspetti di s in relazione ai diversi gruppi che frequenta: talvolta queste differenti facce sono in contrasto le une con le altre. Ci si rende conto della molteplicit dei self pur essendo sempre noi stessi, come se si fosse convinti di essere uno pur sentendoci centomila. Due concetti sono fondamentali: - self conception: mette in evidenza la parte di noi che viene percepita in modo permanente e duraturo (identit) - self images: diverse immagini di noi avvertite dallindividuo come instabili, provvisorie, talvolta in contraddizione luna con laltra. Linquietudine e talvolta il terrore che provano le situazioni indefinite vengono esorcizzati con le stereotipizzazioni. La routine e la normalit tranquillizzano. Un S flessibile piuttosto che rigido nella definizione della situazione permette pi facilmente di disporsi allascolto, oltre che dei diversi aspetti di s, anche dellaltro. La mente elastica, dai contorni sfumati (fuzzy mind) facilita una concezione della realt in cui i diversi elementi sono interconnessi tra di loro. Nonostante ci la tendenza di costruire mostri e attribuire colpe, ad es. in episodi di cronaca, limputato viene scagionato mentre la piazza lo aveva gi condannato. Luomo, insomma, tende ad operare categorizzazioni per semplificare lesistenza rischiando per facili etichettamenti che tendono a dividere il mondo in buoni e cattivi. Quando si costruisce il mostro si stereotipizza un individuo: vengono impiegati processi di edificazione e di demolizione; vengono cio costruite immagini correnti articolate intorno ad alcuni elementi centrali per la

strutturazione dello stereotipo a cui riportare anche episodi di per s marginali omettendo altri aspetti di quella persona processi di verticalizzazione e di dilatazione orizzontale e ridondanza. Il role-reversal, linversione dei ruoli una tecnica di psicodramma usata per aiutare il soggetto a uscire dalla sclerotizzazione delle parti; favorisce luscita da una versione unidirezionale. E definita appereance la fase in cui ci presentiamo agli altri attraverso alcuni simboli che forniscono informazioni sulla cosiddetta identit. E chiamato coaching il processo attraverso il quale siamo formati ad orientare in una determinata direzione limmagine che abbiamo costruito di noi stessi. Laltercasting consiste nel tentativo di influire su un individuo calandolo in un determinato personaggio positivo. E come se il soggetto che viene investito da questo genere di aspettative fosse forzato dalle circostanze a recitare la parte di un altro, che gli sta piuttosto stretta. Concetto fondamentale per capire la definizione del S elaborata dagli interazionisti quello di gruppo di riferimento: gruppo la cui presunta prospettiva viene adottata dallattore come schema di riferimento per organizzare il proprio campo percettivo. Un es. di gruppo di riferimento il gruppo dei pari, degli amici, con cui un adolescente si confronta. In alcuni casi il confronto avviene con gruppi immaginari (non esistenti) o con cui non si intesse una vera relazione comunit fantasma (es. gruppi musicali). I membri del gruppo fantasma, anche se non realmente esistenti abilitano la mente dellindividuo e ne orientano il comportamento aiutandolo a uscire da situazioni che gli sembrano senza scampo. Quando un individuo si trova a costruire definizioni della situazione in modo diverso dalle persone che gli stanno intorno, allora potr entrare in crisi e rimettere in discussione le concezioni elaborate oppure cercher altri interlocutori che gli confermino le proprie, ricorrendo a nuovi gruppi di riferimento e a nuovi altri significativi. Parlando di trasformazioni, rilevante il concetto di carriera intesa come il modificarsi di alcune caratteristiche ricondotte a s stessi, il passaggio da alcuni stati di consapevolezza ad altri. Possiamo parlare di carriera di allievo, di carriera delinquenziale ecc. Allinterno della carriera possono avvenire passaggi di status; bisogna considerare la desiderabilit del passaggio, quanto esso sia inevitabile, ripetibile e reversibile, il grado di controllo esercitato dagli altri. Altro elemento che caratterizza lo status la centralit o meno del passaggio nella vita dellindividuo e la durata ovvero quanto tempo necessario per la transizione da uno status a un altro. I meccanismi sociali di mantenimento salvaguardano lequilibrio costituito da una certa lettura della realt che abbiamo costruito nel tempo, la quale corre il pericolo di essere soppiantata da una definizione della realt ad essa alternativa. Il concetto di ruolo differente dal punto di vista funzionalista e interazionista: - funzionalismo: i ruoli hanno impatto sugli individui; - interazionismo: gli individui agiscono di proposito in una certa maniera per creare impressioni sugli altri; il comportamento di ruolo pu essere creativo e talvolta imprevedibile; gli individui assumono ruoli piuttosto che avere ruoli che impattano su di loro; - per entrambi: diritti e doveri (aspettative) sono connessi alle posizioni di status; le aspettative sono apprese attraverso la socializzazione. Un concetto unitario di ruolo pertanto irrealistico e costrittivo. Il ruolo ha diversi aspetti: - pressione: es. studente sottoposto alla pressione delle aspettative che lo vorrebbero studioso; - concezione: lo studente ritiene che non sia giusto studiare tanto; - realizzazione: di fatto non studia. Per tutti e 3 gli aspetti sono rilevanti anche le caratteristiche del soggetto e le qualit (es. uomo o donna). Secondo linterazionismo non possibile individuare i ruoli a priori esclusivamente in relazione alle qualit o alle funzioni espletate. Ogni individuo, in quanto inserito in una rete, occupa numerosi status e quindi gioca numerosi ruoli che non vengono svolti gli uni separatamente dagli altri. Se si intende non essere riconosciuti per il ruolo svolto, si ha bisogno di impiegare dei disidentificatori. Il funzionalista Merton parlava di role-set come insieme di ruoli giocati da uno stesso individuo, e di conflitto di ruolo; anche gli interazionisti usano il concetto di conflitto di ruolo, in particolare di conflitto inter-ruolo (role conflict) nel senso che le aspettative relative a una posizione di status entrano in conflitto con quelle di unaltra posizione di status. Il conflitto intra-ruolo quello in cui confliggono settori di uno stesso ruolo facendo emergere aspettative opposte allinterno della stessa posizione di status. Pi il ruolo professionale si colloca agli estremi della scala sociale, sia in basso che in alto, pi gli altri tendono ad identificarsi con esso.

CAP. 3 - CAPPELLI O SERPENTI, MULINI A VENTO E BRECCE. La meraviglia si manifesta quando unesperienza entra in conflitto con un mondo di concetti gi stabile in noi. Negli anni tra 1800 e 1900 viene messa in discussione la capacit della scienza di produrre leggi universali e assolute. Attraverso linterazione e la comunicazione, gli individui attribuiscono a determinati oggetti, esperienze, relazioni lo statuto di realt; tramite il comune accordo sul senso da dare alle nostre esperienze che queste vengono percepite come reali concetto di senso comune. Il senso che attribuiamo alle nostre esperienze non una caratteristica intrinseca dellazione, ma il risultato di un processo soggettivo. Bergson concepiva la coscienza come un fiume, un continuo fluttuare di esperienze senza connessione tra loro, senza logica e senza successione cronologica. La dure il tempo della durata, in cui non sono possibili distinzioni e specificazioni (es. cinepresa accesa e lasciata ferma senza mettere a fuoco); il tempo spazializzato ci permette di mettere a fuoco la cinepresa, di organizzare e separare le esperienze vissute: la dimensione della riflessione e della concettualizzazione. Il senso che diamo alle nostre esperienze sempre successivo al momento in cui ne facciamo esperienza; frutto di una riflessione, di unoperazione della mente che ferma il flusso di coscienza e sceglie un istante piuttosto che un altro. Husserl fornisce una spiegazione del modo in cui facciamo esperienza di un oggetto attraverso 2 meccanismi: - ritenzione: in cui la coscienza soggettiva percepisce lazione che compie in termini di unit, come un fluire presente - riproduzione: in cui si ricrea il tempo vissuto e lo si interpreta e quindi necessariamente lo si trasforma. Lazione dotata di senso si rivolge al futuro ma rimane collegata al passato. Es. Linsostenibile leggerezza dellessere, romanzo di Kundera: Tomas e Tereza sono sposati e vivono a Praga, decidono di trasferirsi in Svizzera in seguito alloccupazione russa; mentre Tomas si inserisce bene nel nuovo contesto, Tereza non vive bene e sceglie di tornare in Boemia. Tomas non riesce a stare senza di lei e decide di tornare anche lui in Boemia. Quando la ritrova per, lei si mostra fredda e distaccata. Schutz distingue 3 fasi dellagire secondo un progetto: 1. anticipazione di ci che sta per avvenire (ritrovare Tereza e non sentirne pi la mancanza) 2. vissuto nel corso dellazione (impatto coi carri armati russi e presa di coscienza di aver rinunciato per sempre alla prospettiva di una nuova vita) 3. una volta compiuta lazione, la scelta assume significato differente rispetto alla 1 fase (incontro glaciale con Tereza che delude le aspettative) il senso attribuito allazione compiuta non coincide con quello del progetto originario perch nel corso dellazione sono cambiate le esperienze. Lipotesi di Schutz che il senso non sia una caratteristica intrinseca dellazione che scegliamo di compiere; il soggetto che in base alle sue esperienze lo interpreta attribuendovi un senso. Il sistema di rilevanze rappresenta il sistema di connessioni che stabilisce relazioni significative tra determinate esperienze nellambito del flusso indistinto del nostro vissuto. Il senso dellazione deriva perci dal sistema di rilevanze individuale di chi compie lazione. Schutz formula tali teorie a partire dalla teoria dellazione sociale di Max Weber che definisce: - agire: un atteggiamento umano se e in quanto chi agisce congiunge ad esso un senso soggettivo. - agire sociale: un agire riferito allatteggiamento degli altri individui e orientato nel suo corso in base a questo. Pu essere determinato: in modo razionale rispetto allo scopo; in modo razionale rispetto al valore etico, estetico, religioso ecc. di un comportamento; affettivamente; tradizionalmente (da unabitudine acquisita); - azione sociale implica che il senso di unazione intenzionalmente soggettiva venga rivolto ad altri individui; quindi distinta dal semplice agire che si ha invece quando un individuo agisce intenzionalmente attribuendovi un senso senza riferirsi ad altri. Alcune azioni sono frutto di una semplice reazione a un azione altrui e quindi non dotate di senso progettuale definite comportamenti. Il senso inteso soggettivo, legato allautointerpretazione ad opera del soggetto dei vissuti; per essenza inaccessibile a ogni tu, perch si costituisce solo allinterno del corso di coscienza di un io.

Atteggiamento naturale ingenuo: assunzione profonda che il mondo c e che io lo vedo come lo vedono tutti gli altri. Epoch: sospensione del dubbio che la realt possa essere diversa da come la percepiamo; resa possibile da un insieme di conoscenze condivise che costruiamo nellinterazione con gli altri. Schutz individua 3 presupposti attraverso cui possiamo cogliere il senso delle azioni altrui: 1. tesi dellesistenza di alter: consiste nellassunzione che gli altri individui esistono e fanno esperienza della realt di cui anche io faccio esperienza 2. tesi della reciprocit delle prospettive: dare per scontato che altri con cui condivido la realt, la percepiscano come la percepisco io pertanto il punto di vista mio e di alter interscambiabile anche se non sar mai possibile la completa identificazione tra io e alter a causa delle diverse esperienze vissute; 3. tesi della congruenza dei sistemi di rilevanza: consideriamo irrilevanti le differenze tra ego e alter. Il mondo ambiente il tempo e lo spazio della vita quotidiana, allinterno del quale possiamo avere la certezza dellesistenza fisica dellaltro e del fatto che egli veda il mondo come lo vediamo noi. Nel mondo ambiente attraverso le relazioni con i diversi alter, ego accumula una serie di esperienze concettuali che utilizzer per relazionarsi a coloro che appartengono al medesimo contesto, cio al Mitwelt. Attraverso le tipizzazioni possibile anche comprendere e relazionarsi al mondo dei predecessori (Folgwelt) e dei successori (Vorwelt). Luso di glosse rappresenta il modo in cui una parte o un elemento della realt viene considerata come indicante una realt pi ampia di cui non facciamo direttamente esperienza. Schutz definisce 3 tipi di espressioni che permettono ad alter di manifestare il senso del suo vissuto: 1. marchi: consistono in puri espedienti mnemonici grazie ai quali attraverso un elemento presente vengono richiamati elementi assenti ad esso relativi 2. segni: attraverso i quali si creano le connessioni significative che legano un elemento esterno, a un elemento che appartiene al vissuto di coscienza 3. simboli: attraverso cui si mettono in contatto elementi della realt circostante con elementi che appartengono a realt che non possibile cogliere attraverso i sensi (es. simboli religiosi). Mondo della vita quotidiana: indica il mondo intersoggettivo che esisteva da molto prima della nostra nascita, percepito e interpretato dagli altri come un mondo organizzato. Ogni interpretazione di tale mondo basata su un insieme di previe esperienze di esso, sulle nostre stesse esperienze e su quelle che abbiamo ereditato da genitori e insegnanti le quali funzionano come schema di riferimento. Lebenswert: lambito delle certezze famigliari, collaudate e ritenute incondizionatamente valide. HUSSERL: ritiene che il modo per raggiungere una conoscenza che trascenda le diverse elaborazioni teoriche sia ritornare alla coscienza individuale, che possibile esercitando lepoch fenomenologica. Il termine epoch, per Schutz la sospensione del dubbio nellesercizio delle nostre attivit quotidiane, mentre per Husserl indica loperazione inversa ossia la messa tra parentesi di ogni conoscenza anche scientifica Husserl cerca quindi di ridimensionare il ruolo della scienza, e sostiene che le interpretazioni della realt da essa formulate costituiscono solo una delle possibili attribuzioni di significato che le persone possono creare. Linterpretazione scientifica soggetta alle stesse limitazioni del senso comune. Secondo Schutz il compito del sociologo sarebbe indagare sul funzionamento dellintersoggettivit della Lebenswelt dalla quale si origina laccumulazione della conoscenza che rende possibile lo sviluppo dei saperi esperti. Tuttavia losservatore pu fare questo solo se non coinvolto nella situazione osservata. Costruisce dunque delle generalizzazioni su ci che le persone comuni fanno nelle routine della loro esistenza quotidiana. Alla base, la convinzione che la scienza e il mondo della vita quotidiana siano 2 sfere dellesistenza distinte e che per passare dalluna allaltra serva un adeguamento di coscienza. Lo scienziato sociale esce dal mondo della vita ed entra in quello della contemplazione scientifica per studiare la Lebenswelt in qualit di osservatore esterno. Schutz formula la teoria delle PROVINCE DI SIGNIFICATO ossia sui vari modi di cui possiamo fare esperienza, in ognuno dei quali interpretiamo la realt in base a uno specifico sistema di rilevanze. Tra le realt multiple, quella della vita quotidiana costituisce la provincia pi importante perch in essa passiamo la maggior parte del nostro tempo e perch in essa viene riconfermato il senso comune che tiene in piedi la societ. Solo quando facciamo esperienze che interrompono il nostro vissuto ordinario (traumi o choc) riusciamo a vedere ci che fino a quel momento davamo per scontato e a concepire la possibilit di ricorrere a interpretazioni, significati e pratiche diverse da quelle che prima consideravamo ovvie. Il concetto di province finite di significato rappresenta una scelta analitica: non possiamo non sapere che le nostre esperienze sono in qualche modo interconnesse salto della coscienza o choc.

Esistono approcci teorici che propongono una visione della vita quotidiana diversa da quella di Schutz e mostrano come le province non siano poi cosi finite (nel senso di altre). LEtnometodologia uno di questi, come pure la teoria della costruzione sociale della realt. Etnometodologia: sfida la tradizionale divisione che riteneva ingenue le pratiche messe in atto dalla gente comune e invece razionali e scientifiche quelle poste in essere dagli studiosi. Il suo merito aver messo in luce che gli scienziati, nel formulare ricerche e analisi, si confrontano con gli stessi limiti con cui fanno i conti le persone comuni nella vita quotidiana e che nellaggirare tali limiti ricorrono a procedure analoghe a quelle che usiamo nella vita di tutti i giorni. Gli etnometodologi mostrano che nella vita quotidiana agiamo per ridurre la complessit evitando di porci domande che finirebbero per inibire lazione stessa; anche gli scienziati non possono cercare di evitare di complicarsi la vita in questo modo. Le persone che si trovano di fronte a una situazione insolita cercano in vari modi di non scomporsi, come nel caso della candid camera operazione di costruzione della normalit di questo si occupa letnometodologia: di osservare i metodi che le persone usano nel quotidiano per interpretare la realt secondo il senso comune e agire in base ad esso per mantenere limpressione di vivere in un mondo ordinato. Possiamo definire letnometodologia come lo studio del ragionamento pratico di senso comune. GARFINKEL: elabora i breaking experiments cio ausili per una immaginazione pigra che consistono nel creare delle situazioni che mettano in discussione il normale andamento delle interazioni quotidiane e nellosservare il tipo di reazioni che ci suscita nelle persone coinvolte. Il presupposto di questi esperimenti consiste nel rovesciamento del normale atteggiamento analitico nelle scienze sociali. La tecnica del breaking experiments, a partire dalla stabilit, ricerca quali elementi possono incrinarla in modo da rivelare come questa sia mantenuta nella normalit. Un esempio di esperimento quello nel quale, a casa nostra, ci comportiamo come ospiti ben educati pertanto chiedendo permesso prima di entrare, di andare in bagno ecc. I familiari sono dapprima stupiti, poi infastiditi e infine parecchio irritati. Le reazioni delle vittime dei breaking experiments esprimono turbamento, nervosismo, ansia, irritazione. Accountability: concetto elaborato da Garfinkel, come caratteristica intrinseca delle pratiche di spiegazione; le procedure cio con cui spieghiamo le nostre azioni sono esse stesse delle azioni, e in quanto tali sono osservabili e riferibili. Parte di ci che facciamo nelle nostre attivit consiste proprio nel rendere ordinarie tali attivit ossia nel renderle socialmente riconoscibili e accettabili (e dunque identificabili come normali). Gli accounts che gli individui producono hanno 2 caratteristiche intrinseche: - indicalit: chiama in causa il carattere contestuale dellazione e del significato (es. quando si parla si dice spesso lui o lei, ma hanno senso solo se si indica la persona o cosa di cui si parla!) sono forme linguistiche sintetiche, il loro significato viene dato per scontato nel corso dellinterazione e non serve spiegarle perch si intendono fondate su una reciproca comprensione che dipende dal contesto di interazione; - riflessibilit: in senso etnometodologico, indica la caratteristica degli account di contenere elementi che si riferiscono a qualcosaltro di pi generale la cui comprensione data per scontata dagli interagenti. E la ripresa del termine schutziano di glosse, e si riferisce alla circolarit che lega particolare e generale. A differenza degli interazionisti simbolici, che parlano di riflessivit come di una propriet degli attori, gli etnometodologi usano questo termine per sottolineare una caratteristica delle azioni stesse ossia il fatto che esse vengono realizzate in maniera tale da apparire riconoscibili e comprensibili perch riconducibili a una pi ampia organizzazione di attivit. Dobbiamo costantemente rendere accountable le nostre pratiche cio dimostrare che esse sono normali, aderendo a determinate procedure di comportamento cio agendo in modo da non sollevare dubbi e dimostrare di essere parte di una certa comunit morale. Per dimostrare la normalit degli eventi e fenomeni, dobbiamo evitare di chiederci cosa c dietro a tutto ci che, in base al senso comune, ci appare ovvio. Possiamo individuare almeno 3 procedure: - applicare lassunto et cetera: in ogni nostra espressione lasciamo intendere che potremmo offrire ulteriori chiarimenti su una serie di elementi che lasciamo impliciti con letc.: questo si basa sulla reciproca cooperazione perch letc. possa rispondere alle attese implicite nascoste dietro al non detto. Se linterlocutore non coopera, letc. non funziona; talvolta ci accade di fingere di ignorare il dato per scontato allo scopo di prendere in giro laltro o metterlo in imbarazzo o sfidarlo; - attendere chiarificazioni: succede talvolta che in un discorso, di fronte a parti che ci paiono poco sensate o strane, ne rimandiamo linterpretazione sperando che ci che viene detto dopo ci aiuti a

capire; ma se questo non accade, le parti incomprese vengono considerate irrilevanti e ignorate (ma questo accade proprio come ultima risorsa); dare spiegazioni: quando ci troviamo a dare scuse, spiegazioni o giustificazioni per un nostro comportamento, in genere perch abbiamo disatteso alcune aspettative che gli altri avevano nei nostri confronti. Ma non sempre questi rituali di riparazione permettono al trasgressore di recuperare la faccia; le reazioni suscitate variano a seconda che le chiarificazioni vengano considerate ammissioni di colpa, giustificazioni accettabili o scuse. Scuse, giustificazioni, spiegazioni svolgono funzione omeostatica cio permettono al sistema di trovare un nuovo adattamento e ristabilire lequilibrio a fronte del cambiamento introdotto dal comportamento per il quale vengono date le spiegazioni.

Letnometodologia ci mostra come il nostro stile di ragionamento pratico abbia come obiettivo principale quello di non complicarci la vita ossia percepire come ordinaria e prevedibile una realt che non lo . Il nostro stile di ragionamento pratico non si basa su una razionalit profonda e complessa ma mira a semplificare le interpretazioni della realt. I breaking experiments o le candid camera hanno lobiettivo di spiazzare le vittime rompendo lordine routinario di ci che essi si aspettano che accada. Se tale piazzamento si traduce in confusione e ilarit, spesso la situazione genera ansia, nervosismo e persino rabbia. Quando la rottura di tali routine attribuibile al comportamento di qualcuno, nei confronti di questo viene riversata rabbia, come la rabbia riversata dai membri di un gruppo a coloro che, mancando di rispetto ai simboli collettivi, minacciano la stabilit del legame sociale. Perch lalfabeto in quellordine? Perch cos stato deciso arbitrariamente in maniera convenzionale. Lordine alfabetico non lo abbiamo inventato noi, lo abbiamo trovato nel mondo in cui siamo nati e cresciuti e lo abbiamo interiorizzato; tuttavia se nessuno usasse pi quellordine, esso cesserebbe di esistere; pertanto esso resta in vita solo perch di uso corrente. La realt quotidiana allo stesso modo un sistema costruito socialmente che le persone esperiscono al tempo stesso come oggettivamente fattuale e soggettivamente significante. La costruzione sociale della realt avviene attraverso 3 processi in costante relazione dialettica tra loro: - esteriorizzazione: il processo con cui la realt sociale viene creata e ricreata tramite lazione dei soggetti; quella realt non esisterebbe se non fosse stata creata dallazione umana e smetterebbe di esistere se non venisse da questa costantemente riprodotta; - oggettivazione: il processo con cui la realt sociale nata dallazione umana assume una propria autonomia retroagendo sulle persone e imponendo loro vincoli e richieste (es. il rapporto di coppia richiede che si dedichi tempo e amore allaltro ecc.) la coppia diventa entit autonoma rispetto alla quale gli altri devono rapportarsi, ci vale sia per i 2 partners che per i terzi che vengono a contatto con la coppia; - interiorizzazione: il processo con cui facciamo nostre le realt create e ricreate socialmente con lesteriorizzazione e divenute parzialmente autonome con loggettivazione; ci avviene innanzitutto tramite il processo di socializzazione, in cui apprendiamo gli elementi che compongono il mondo sociale nel quale siamo nati e cresciamo. E un processo di abitualizzazione, di routinizzazione delle attivit quotidiane. Esiste poi il concetto di istituzionalizzazione che consiste nella tipizzazione reciproca di azioni consuetudinarie da parte di gruppi di esecutori. Due persone che cominciano una relazione sono libere di organizzarla come vogliono, ma prima o poi avvertiranno una certa pressione ad adattarla in relazione ai modelli sociali gi esistenti. Listituzionalizzazione ha dunque a che fare con il trasferimento di una determinata realt sociale alle generazioni successive. Es. un uomo che dal nulla costruisce unimpresa, anche quando limpresa diventer grandissima si ricorder degli sforzi fatti; i suoi figli invece che la trovano gi alla nascita, la percepiranno in modo diverso. La societ un prodotto umano; la societ una realt oggettiva; luomo un prodotto sociale. La frase di Berger e Luckmann evoca le potenzialit creative delle persone in quanto generatrici di novit. Il pensiero dei due autori risulterebbe pi chiaro se i 3 concetti venissero posti nellordine: interiorizzazione, esteriorizzazione, oggettivazione. Essi sostengono che non si tratta di 3 momenti distinti e successivi, ma si 3 dinamiche simultanee e interrelate. Poich ogni persona subentra in un mondo in cui gi altri vivono, il processo di socializzazione la costringe ad adattare la propria soggettivit allordine costituito che le preesistente e le viene presentato come

oggettivo. Ci sono comunque sempre elementi di realt soggettiva che non derivano dalla socializzazione come ad es. la consapevolezza del proprio corpo. La vita sociale dipende dalla continua sottomissione della resistenza di origine biologica nellindividuo. La questione cruciale diventa quella della legittimazione dellordine sociale agli occhi dei suoi membri in modo che non si rifiutino di adeguarsi ad esso. Mentre chi ha creato ex novo un elemento della realt sociale conserva la memoria biografica dei motivi e delle scelte che hanno giustificato tale creazione, coloro che interiorizzano tale elemento nella socializzazione hanno bisogno di una qualche formulazione che spieghi loro perch devono far propria quella realt. Un 1 elemento di trasmissione intergenerazionale dellordine sociale costituito dal linguaggio. Un 2 elemento costituito dai ruoli sociali che rappresentano lordine istituzionale riaffermandolo. I portatori di definizione della realt alternative rispetto a quella ufficiale vengono considerati come una minaccia e sottoposti a repressione. Processi di reificazione: alcune realt istituzionali non vengono pi percepite come prodotti oggettivati dellattivit di esteriorizzazione umana, ma come se fossero fatti di natura, risultati di leggi cosmiche o manifestazioni di volont divina. Nel modello di Berger e Luckmann il cambiamento sociale possibile tanto quanto la conservazione. Le loro analisi mettono in luce le resistenze che i soggetti e i gruppi oppongono al cambiamento evidenziandone 2 caratteristiche: - il mantenimento dellordine risponde a unesigenza di semplificazione della complessit e dellansia - le coalizioni per il mantenimento del potere che si sviluppano in ogni sistema sociale tendono ad alimentare la legittimit dello status quo. Attraverso linterazione con gli altri apprendiamo, creiamo e attribuiamo continuamente significato a ci di cui facciamo esperienza quotidianamente. E importante particolarmente il linguaggio: la vita sociale soprattutto vita con e per mezzo del linguaggio che condivido col mio prossimo. Il linguaggio il mezzo attraverso cui ego codifica ed esprime il senso del suo agire verso e della relazione con alter o con i membri della societ cui appartiene. E ci che ci permette di rendere il nostro flusso di coscienza accessibile agli altri con cui interagiamo e in questo modo di condividere una comune appartenenza alla medesima realt. La funzione di mediazione del linguaggio fa da medium tra la mente e il mondo. Il linguaggio per ambivalente. La langue il sistema di regole che organizza i suoni e le parole secondo regole precise. Nelle parole, cio lespressione che ogni volta scegliamo a seconda del contesto per esprimere un nostro stato danimo o per descrivere una determinata situazione, e nellenunciazione, la modalit di espressione che si riferisce a scopi precisi e soggettivi, ritroviamo la libert di espressione che appartiene a ognuno. CAP. 4 - LA LINEA DELLARCO E LE PIETRE Quando Colombo arrivato in America, ha tentato di rivolgersi agli indigeni come fa con la natura le sue certezze lo rendono incapace di comprendere i segni e le parole degli indigeni e di dialogare con loro. Egli si approccia agli altri umani come fa con la natura. Il re Montezuma invece tratta lo straniero come una divinit. Corts al contrario cerca di interpretare e comunicare con gli indigeni allo scopo di sottometterli. Colombo guarda al mondo della natura, Montezuma al divino, ed entrambi distolgono lo sguardo dallumano fallendo sul piano della comunicazione; Corts si affida alla costruzione di simboli. Lapproccio olistico condivide alcuni aspetti con quello sistemico, in particolare nellambito della teoria generale dei sistemi. Dopo la 2 guerra, esplodono idee e prospettive nuove che si fondono coi saperi gi noti metafora del vulcano in eruzione che con la lava incandescente emerge, fonde, solidifica. Dalla fusione vengono generate pi teorie e prospettive danalisi parliamo quindi di teorie dei sistemi. Un sistema ununit, un insieme, una totalit di parti di natura differente che con una qualche sorta di organizzazione sono in interazione tra loro ossia in relazione di interdipendenza reciproca. Lapproccio sistemico consiste nella tendenza a considerare loggetto di studio come un sistema ovvero una totalit i cui elementi sono in relazione gli uni con gli altri influenzandosi reciprocamente. E caratterizzato da 3 aspetti: - obiettivo di Van Bertalanffy (colui che ha dato impulso allapproccio sistemico) trovare elementi comuni a tutte le scienze intese come sistemi di sapere, e identificare dei principi fondamentali (cornici interpretative) comuni allo scopo di comprendere lesistenza umana come una totalit integrata si pu dire che la prospettiva sistemica ha nei suoi fondamenti una tensione inter- o trans-disciplinare che la rende al suo interno composita; in questottica, la comunicazione vista

non come dominio di ununica forma di sapere, ma come un territorio dalle molteplici sfaccettature che per essere compreso richiede il contributo di ambiti eterogenei. - La prospettiva sistemica contribuisce a rendere centrale la riflessione sulla comunicazione e sulle relazioni in quanto componenti costitutive del sistema stesso le differenti parti che compongono un sistema sono tenute unite da relazioni di reciproca inter-dipendenza come larco che unisce le pietre del ponte; le pietre comunicano tra loro attraverso spinte, forze, appoggi, sostegni reciproci e nellinsieme creano la relazione dalla quale nasce larco. - La prospettiva sistemica si sforza di cogliere la dimensione strutturale delle relazioni cio i modelli di interdipendenza che si creano nei rapporti e che, ripetuti nel tempo, creano vincoli o opportunit per i comportamenti dei soggetti coinvolti. E proprio nel concretizzare questi 3 aspetti che nellambito dellapproccio sistemico si delineano diverse prospettive teoriche, in particolare 2 che si trovano ai due poli dellasse soggettivit-istituzionalizzazione: - teorie caratterizzate da prospettiva intersoggettiva (Bateson, Morin, Crozier): irriducibilit della soggettivit umana ai vincoli sociali; le relazioni fra individui sono centrali nei processi di strutturazione dei rapporti sociali; la dinamica comunicativa riconosciuta come ambito di scambio fondante lorganizzazione sociale; - teorie caratterizzate da prospettiva istituzionale (Parsons, Luhmann, Habermas): analisi dellassetto sociale e dei vincoli istituzionali come elementi dati, in cui un soggetto risulta interamente inscritto e pu solo operare una scelta tra opzioni stabilite a priori; la questione della soggettivit viene meno. Per quanto riguarda la prospettiva intersoggettiva, apre interrogativi su cosa avvenga negli incontri tra individui e guarda alla comunicazione interpersonale come a un campo (non strutturato in partenza) risultato di un processo di strutturazione compiuto dai soggetti nel corso dellinterazione. E una prospettiva nella quale necessario fare continuamente la spola tra aspetti soggettivi e strutturali, non come dimensioni separate ma sempre in relazione tra loro e inscindibili PROSPETTIVA OLISTICA. N.B. Lolismo considerato da alcuni, un ripiegamento della realt, una teoria eccessivamente orientata verso lastratto, in opposizione al riduzionismo caratterizzato invece da eccessiva semplificazione. La prospettiva olistica come proposta da Bateson, parte invece dalla complessit delle relazioni; lolismo rappresenta una propriet nel modo di agire e osservare che afferra sia linsieme delle relazioni che i modi della loro organizzazione. La prospettiva olistica tiene conto sia dellinsieme, che delle parti e delle relazioni tra esse. Morin lo vede come approccio alla complessit cio la considerazione che un tutto pi della somma delle parti che lo costituiscono e che allo stesso tempo ciascun elemento ha qualit che non si manifestano pienamente nel tutto. Les. del ponte: il ponte nellinsieme pi che un semplice ammontare di pietre che, separate e buttate nel fiume non avrebbero creato un ponte; il ponte meno del complesso delle pietre, ciascuna infatti ha caratteristiche proprie. I presupposti della societ sono individuabili in almeno 3 condizioni: - esistenza di un gruppo (il tutto) nel quale lindividuo partecipa e viene socializzato - unicit e contingenza dei soggetti, loro soggettivit - tessuto sociale che nasce da processi nei quali gli aspetti strutturali conferiti dal tutto e lunicit dellindividuo si combinano insieme. La prospettiva olistica evita i 2 slittamenti possibili: verso lalto (nellassumere la posizione di un dio) e verso il basso (nel limitarsi alla meccanica mondana) per far propria invece la possibilit di una comunicazione tra esseri umani. Flatlandia un racconto scritto da Abbott nel 1884 e il suo significato sta nellesistenza di innumerevoli possibili dimensioni e livelli interpretativi. Guardare alla comunicazione interpersonale nella prospettiva olistica vuol dire riflettere su come avviene la trasmissione di messaggi ovvero su come si costruiscono relazioni tra differenze. La comunicazione interpersonale viene considerata nel suo insieme sia negli aspetti verbali che non verbali. Bateson sostiene che lintera comunicazione verbale, non verbale, preverbale caratterizzata da metafore, aiutando a vedere come il linguaggio verbale si radichi nel non verbale. Non esistono comportamenti che negano qualcosa, ma solo che affermano questa affermazione confluita in uno dei principi cardine degli assiomi della comunicazione della Scuola di Palo Alto. In una situazione di interazione, lintero comportamento costituisce un messaggio. In sintesi la prospettiva di Bateson (fatta propria dalla Scuola di Palo Alto) mostra come qualsiasi relazione sia comunicazione e come non vi sia modo di sottrarsi al fatto che nel corso di un interazione il nostro comportamento comunica, in modo pi o meno convenzionale. I discorsi possono essere reificati cio considerati non un prodotto umano ma realt assolute e date. E questo il pericolo da cui ci mette in guardia lapproccio olistico e la storia di Flatlandia.

Nel corso di uninterazione in compresenza, la comunicazione pu essere vista come un sistema costituito da un insieme di passi (feedforward) modello lineare caratterizzato dal concepire la comunicazione tra soggetti come una successione di atti in cui non vi mai un ritorno al punto di partenza. Qualsiasi fenomeno di comunicazione percepito come risultato di un rapporto causa-effetto, accade quindi che nelle relazioni giustifichiamo le nostre azioni andando alla ricerca della causa e della colpa che hanno determinato le nostre azioni. Lapproccio sistemico introduce sulla scena dellinterazione il concetto di feedback o retro-azione ossia un movimento di ritorno. Si alimenta cos un movimento circolare modello di relazione circolare caratterizzato dallidea di relazioni nelle quali siamo reciprocamente interdipendenti e ci influenziamo lun laltro, in altre parole i soggetti non sono pi percepiti come emittenti o riceventi, ma sia come emittenti che come riceventi nello stesso istante. Si parla di circolarit di tipo meccanico ovvero in cui si realizza un feed-back ottuso nel quale lo schema si ripete uguale a s stesso; si tratta di veri loop comunicativi cio nodi in cui si realizzano sequenze circolari apparentemente senza via di uscita. I soggetti compiono i loro passi alimentandosi reciprocamente senza modificare le mutue posizioni ma reiterando azioni comunicative identiche e ripetute nel tempo. Affinch qualcosa cambi, bisogna che la circolarit diventi un modo per correggere le posizioni assunte inizialmente, cio produrre un cambiamento: si parla allora di feddback intelligente. Una conseguenza della circolarit della comunicazione che ciascun soggetto non buono, bello, bravo ecc. in termini assoluti e oggettivi, ma nel contesto di una particolare relazione che lo rende tale ogni occhi dellinterlocutore in base ai feddback che vengono scambiati tra i partecipanti: una caratteristica dellindividuo non propriamente sua ma piuttosto di ci che avviene tra lui e qualcosa (o qualcun) altro. Bateson individua 2 tipologie di scambio: - simmetrico: a partire da posizioni e comportamenti simili tra pari, si sviluppano dinamiche di competizione o rivalit nelle quali laccentuazione di un comportamento da parte di un soggetto provoca un ulteriore rafforzamento dello stesso comportamento nellaltro soggetto; - complementare: gli scambi nei quali le posizioni, i comportamenti dei 2 soggetti sono dissimili ma si integrano a vicenda; sono caratterizzate dalla gerarchia nelle posizioni assunte dai soggetti: laccentuazione del comportamento delluno provoca il rafforzamento del comportamento corrispondente e di completamento nellaltro, e viceversa. Lanalisi delle relazioni complementari o simmetriche non si riferisce semplicemente ai ruoli assunti dai soggetti n a patologie individuali ma piuttosto rivela modelli di relazione nei quali ciascun soggetto partecipa mettendo in gioco e sviluppando alcune caratteristiche; un soggetto non vittima o carnefice per nascita, ma pu diventare vittima o carnefice nellambito di una relazione. Il processo si rafforza attraverso un feedback o retro-azione di tipo positivo, ovvero fa avanzare linterazione comunicativa nella direzione intrapresa. Si realizza cos un movimento di crescita esponenziale, di tipo esplosivo, caratterizzato dalla diffusione e affermazione delle pratiche. Nel feedback positivo lintera dinamica subisce un crescendo, ad es. nei casi di relazione simmetrica si pu giungere fino alla distruzione, allannientamento del sistema stesso. Introducendo un po di complementariet nella simmetria e viceversa, si contribuisce alla stabilizzazione della situazione;le 2 tipologie, simmetrica e complementare, rappresentano una il contrario logico dellaltra. Si parla di feed-back o retroazione di tipo negativo, quando necessario rafforzare la possibilit di correggere lintero sistema relazionale che assume cos un carattere auto-correttivo: se qualcosa aumenta, qualcosaltro diminuisce. Il sistema auto-correttivo orientato alla ricerca di uno stato stazionario che si realizza attraverso aggiustamenti successivi in modo da mantenere o raggiungere lo stato voluto, cio tende a ristabilire uno stato di equilibrio. Per comprendere i significati dei messaggi nello scambio non basta conoscere i contenuti, le informazioni, ma necessario capire il contesto relazionale cio lorganizzazione, la forma entro cui linformazione viene veicolata. La priorit non costituita dal contenuto ma dalla relazione, ovvero il medesimo contenuto (parola, bacio, dono ecc.) assume significati diversi a seconda del contesto. Abitualmente pensiamo che quanto diciamo o facciamo motivo di conflitto; litighiamo perch si detto o fatto qualcosa di giusto o sbagliato. La prospettiva olistica invece ci invita a riflettere nella direzione inversa, partendo dallidea che in una relazione il contesto a definire il contenuto e molto dipende dal modo in cui la relazione si sta costruendo. Diventa allora difficile attribuire significati in modo univoco: ci che ieri era scontato, oggi terreno di negoziazione. Contesto e relazione rappresentano 2 diversi livelli comunicativi che mettono in evidenza come nella comunicazione non trasmettiamo solo informazioni ma costruiamo relazioni e imponiamo modelli di comportamento. La Scuola di Palo Alto ha formalizzato un 2 assioma: ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il 2 classifica il 1 ed quindi metacomunicazione. Insomma la natura della relazione che ci d indicazioni e ci dice come percepire il significato di quanto

avviene nella situazione. Il 2 assioma pu essere esplicato con un esempio di come un elemento di contesto definisce il contenuto: basta che una persona si faccia il naso rosso per evocarci lidea del pagliaccio e ci predisponga a ricevere messaggi allinterno di una cornice di sorrisi e sorpresa. Le informazioni esistono dal momento in cui ci sono degli esseri viventi che comunicano tra loro e interpretano i loro segni; ma prima della vita, linformazione non esiste. E attraverso unazione di organizzazione, di punteggiatura del fluire che emergono segni cui attribuiamo valore di informazione; la punteggiatura un modo di organizzare le sequenze, il fluire. La questione : come siamo in grado di accogliere altre organizzazioni possibili differenti da quelle convenzionali conosciute e date per scontate. Come dimostra Flatlandia, ci difficile e molto spesso non basta avere informazioni (informazione = notizia di una differenza) su altri mondi per conviverci. Il tema fondamentale se si pensa al fenomeno della serendipity che si riferisce allesperienza dellosservare un dato imprevisto, anomalo, strategico che fornisce occasione allo sviluppo di una nuova teoria, o lo sviluppo e lampliamento di una teoria gi esistente. La prospettiva olistica invita a considerare il mondo in cui viviamo e quello che facciamo quotidianamente come generato da un particolare punto di vista che pu essere adattato agli imprevisti solo in base alla capacit di cogliere o meno le differenze, ossia allapertura o chiusura verso la possibilit del cambiamento. Un sistema si dice chiuso quando non attiva scambi di materia/energia con lesterno, mentre si dice aperto quando riceve, elabora e produce a sua volta informazioni, in pratica attiva scambi. Apertura e chiusura si riferiscono a caratteristiche del sistema relative alle dinamiche, ai processi di scambio con lesterno, con lAltro. Stabilire se un sistema aperto o chiuso significa in pratica osservare in che modo i suoi componenti operano: se sono in riferimento gli uni con gli altri, il sistema chiuso; se invece attuano forme di interazione continua con lesterno, il sistema aperto. Esempio: io posso essere aperta e parlare di qualunque cosa con gli amici al bar, ma allo stesso tempo essere chiusa nel raccontare la mia esperienza. Nellinterazione si stabilisce un flusso comunicativo incessante attraverso lo scambio di input (informazioni in entrata) ed output (informazioni in uscita), tra interno ed esterno. La chiusura allo scambio produce il degrado del sistema; in realt la chiusura crea limpressione di unimmobilit stabile e pertanto d parvenza di equilibrio. Per alcune prospettive quindi la chiusura pu sembrare una risposta di conservazione, di raggiunto equilibrio che ripara dalle devianze; nella prospettiva olistica invece si mette in evidenza come, molto spesso, sia proprio la chiusura nel senso dellisolamento a generare degenerazione, per linasprirsi di dinamiche interne al sistema. E il paradosso dello stato stazionario o dellequilibrio instabile. La chiusura fondamentale quanto lapertura. E nellapertura, rappresentata dalla relazione con laltro, che nascono idee e pensieri individuali; ci vogliono capacit, momenti, spazi, situazioni di chiusura in cui stare da soli, pensare con la propria testa, ascoltare i propri sentimenti: proprio in questi momenti si genera lauto (-nomia, -organizzazione, -consapevolezza). Nella prospettiva olistica gli esseri viventi non sono sistemi chiusi: per vivere hanno bisogno di essere aperti o meglio di combinare apertura e chiusura. La nostra mente, il nostro corpo, gli aspetti emotivi, mentali, biologici, fisici costituiscono un tuttuno al cui interno le diverse parti si influenzano reciprocamente. Laspetto biologico specifico e distinto da quello emotivo ma allo stesso tempo si considera come i processi biologici ed emotivi si influenzano reciprocamente in condizioni di dipendenza. La prospettiva olistica si occupa della vita che scorre e non delle forme morte e bloccate; lorganizzazione dei processi insieme di chiusura e apertura a caratterizzare le relazioni e non i singoli soggetti. Diventano rilevanti i processi di auto-organizzazione, auto-regolazione ecc. in cui laccento posto sullauto- ovvero a partire da s stesso. Lauto-nomia risulta strettamente connessa alle condizioni culturali e sociali delle quali si formano la nostra percezione e la nostra capacit di interpretazione. Lautopoiesi la parola usata per sintetizzare la capacit del sistema di essere autonomo e autoreferente, di autodeterminare lorganizzazione e di creare le proprie conoscenze rispetto allambiente. Il concetto di autopoiesi consente di vedere apertura e chiusura non in modo dicotomico ma come modalit che cooperano insieme. I sistemi sono autopoietici nel senso che sono chiusi in quanto autonomi, allo stesso tempo sono aperti in quanto dipendenti ed influenzati dallambiente circostante attraverso gli scambi che attuano. Interfaccia: termine usato da Bateson per indicare la superficie che costituisce il luogo di incontro di 2 regioni che sostituisce la nozione di confine in un contesto tridimensionale. Le 2 regioni che si incontrano non sono viste come entit ben definite ma come entit dai confini sfumati.

Le interfacce costituiscono le dimensioni in cui avviene il contatto tra diversi tipi di sistemi; sono in un certo senso i luoghi di frontiera tra le differenti regioni: un ponte, un canale per la trasmissione di messaggi. Nellinterfaccia avviene quindi lincontro, lo scambio, la messa in comunicazione di differenti regioni. La teoria del doppio vincolo (o teoria del doppio legame) mostra come allinterno di una relazione emotivamente significativa ci si possa trovare in situazioni che sembrano essere senza via duscita, nelle quali si costretti a scegliere tra 2 situazioni reciprocamente invalidanti e in cui le dinamiche comunicative sono caratterizzate da messaggi contraddittori tra differenti livelli comunicativi o allinterno dello stesso linguaggio. Viviamo in mondi caratterizzati spesso da una comunicazione schizofrenica, ossia contraddittoria su differenti piani comunicativi. Essa infatti rappresenta una modalit particolare di scambio comunicativo che possibile riscontrare in qualsiasi relazione purch caratterizzata dalla presenza di alcune condizioni: - rapporto significativo - alta dipendenza - chiusura verso lesterno della relazione - impossibilit di smentire il rapporto chiaramente - impossibilit di abbandonare il campo della comunicazione che equivarrebbe a interrompere la relazione. La questione che si pone come uscire da una relazione a doppio vincolo; per scardinare lo schema dinterazione del doppio vincolo bisogna passare ad un altro livello comunicativo superiore in cui discriminare in modo critico i differenti livelli di comunicazione e ripristinare lunit del messaggio. Sclavi afferma che per comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva; pi facile dirsi che a farsi dato che nel corso di un conflitto ciascun antagonista punta ad aver ragione; sono frasi come mi dici come vedi la situazione? che possono togliere dai grovigli. Pi la relazione significativa e condiziona la crescita, pi il soggetto perde o non matura la capacit di comprendere e analizzare il contesto relazionale e i differenti livelli dei messaggi. Le emozioni si rivelano centrali per capire i processi che inibiscono o facilitano le possibilit di apprendimento e comprensione dei soggetti, sia a livello affettivo che cognitivo. Quando ci troviamo di fronte a un problema pensiamo che per raggiungere la soluzione dobbiamo mettere in campo le nostre capacit cognitive: di fatto questo raramente avviene, piuttosto arriviamo alla soluzione dei problemi attraverso percorsi imprevedibili influenzati da vari elementi emotivi e cognitivi. Un esempio di ci sono i giochi che spesso vengono proposti nei test attitudinali, tipo il gioco dei 9 punti. Lesperienza del gioco interessante pi per i fallimenti che per la soluzione in s; a volte dopo vari tentativi si pu pensare che il compito sia impossibile. I fallimenti sono dovuti quindi non allimpossibilit del compito ma ai modi adottati per risolverlo. Per arrivare alla soluzione di tali giochi bisogna compiere un atto creativo che ci permetta di guardare al problema da unaltra prospettiva, quindi uscire dalle premesse implicite che abbiamo assunto nella percezione della situazione. La paura di sbagliare, lansia, costituiscono i blocchi emotivi che spesso ci tengono dentro schemi relazionali e ci impediscono di trovare la soluzione. Quando siamo chiusi dentro i nostri schemi mettiamo in atto il cambiamento 1 o di 1 livello ossia modifichiamo tutte le variabili possibili nella situazione senza uscire dal punto di vista iniziale; giochi di questo tipo invece ci invitano a cambiare le premesse implicite da cui partiamo; ci spingono ad abbandonarli per sperimentarne altri ossia a mettere in atto un cambiamento radicale (cambiamento 2 o di 2 livello). Misurarci con tali giochi mostra che abbiamo appreso a vedere schemi, strutture, senza uscire dai confini per la paura di sbagliare. In altre parole abbiamo appreso modelli a livelli inconsapevoli che in alcune situazioni possono facilitarci la vita ma che di fronte al nuovo possono ingarbugliarcela. Tutte queste storie invitano a trasformare il proprio punto di vista, le premesse che reggono alla costruzione del senso e quindi spiazzano sollecitando un cambiamento di 2 livello nel modo di stare nelle nostre relazioni. La consapevolezza dei soggetti in gioco inoltre, ed in particolare quella emozionale, diventa quindi elemento fondamentale: accogliere e non eludere le emozioni. Generalmente per, nelle societ occidentali si cerca di estromettere le emozioni considerandole effetti indesiderati e incontrollabili. I soggetti sono in balia delle loro emozioni e funzionano per catene di reazioni a reazioni, a meno che non esercitino forme di auto ed etero controllo mettendo fuori gioco le emozioni. La chiave della riuscita personale la capacit di controllare le emozioni per andare daccordo con gli altri, sviluppare le capacit di empatia e costruire unimmagine di s adeguata alla situazione. Il limite che il proprio sentire viene represso e accantonato per entrare nei panni dellaltro e manipolarlo.

Sclavi invita alla costruzione di un terreno comune dove abbia spazio il sentire di tutti i soggetti coinvolti e sia possibile anche la gestione dei conflitti e delle contraddizioni tra differenze; il concetto centrale non empatia ma exotopia cio riconoscimento dellaltro nelle sue differenze. Colombo e Montezuma non esercitano lexotopia. Nei processi di percezione i sistemi sono per molti aspetti auto-correttivi ossia conservativi dello status quo come modo per garantire la loro sopravvivenza. Tutti noi tendiamo a controllare e correggere gli aspetti che ci creano disordine o rappresentano irregolarit. Il sistema in questo senso si rivela come autocorrettivo di tutto ci che disturba il normale funzionamento e seleziona le informazioni in modo da controllare e correggere qualsiasi elemento fastidioso. Sebbene uninformazione possa essere ovvia, evidente e accessibile, di fatto se essa risulta scomoda viene nascosta o censurata: viene incapsulata come una perla, per non dar noia. Come per noi scontato che gli indigeni parlino unaltra lingua, per Colombo non lo era infatti pur di conservare le proprie convinzioni, corregge gli indigeni mentre parlano. Quando nellinterazione faccia a faccia usiamo pregiudizi e stereotipi nella valutazione dellaltro, gli stiamo costruendo un guscio attorno che consente di non contraddire le nostre rappresentazioni. Uno stereotipo non si sceglie: ad esso ci si conferma o si disubbidisce: qualora lo facciamo, andiamo contro corrente. La prospettiva olistica invita il sociologo a lavorare nel senso di sviluppare la capacit di cogliere la complessit degli elementi in gioco in una situazione, e di generare immagini e interpretazioni che permettano di uscire dai blocchi comunicativi disegnando anche le altre possibilit sino allora inespresse. Far questo vuol dire da un lato lavorare sulla paura, sempre presente, del cambiamento e dallalto accogliere lidea che il nostro mondo non sia lunico n il migliore; si tratta di imparare a convivere con la mancanza di certezze assolute. La prospettiva olistica invita ad assumere lincertezza continua dellesistenza e la complessit come caratteristiche imprescindibili dello stare nel mondo. CAP. 5 - LE FORME DEI CRISTALLI La questione del rituale pu essere analizzata in dimensione macro (es. guarda come si muove una folla a una manifestazione) o micro (va a vedere cosa accade tra i soggetti). Sono le dinamiche delle micro-relazioni alla base dellesistenza della societ. Goffmann nota come, allinterno della societ, loggetto di culto sia il self cio lindividuo ogni interazione nella vita contemporanea un rituale che afferma la sacralit dellindividuo. Ogni interazione volta a confermare una certa impressione di s che si vuole dare agli altri (salvare la faccia). Goffamnn afferma che sono i rituali piccoli e apparentemente insignificanti della quotidianit, pi che le grandi cerimonie pubbliche, a dare sacralit alle interazioni. La forma assunta dalla societ ricorda un agglomerato di cristalli che si presentano con forme precise e regolari composti da diverse facciate precise; lincontro tra le facciate di ogni cristallo consente la formazione dellagglomerato che chiamiamo societ. Se ogni cristallo non presenta la faccia della forma giusta, non pu dare forma regolare allagglomerato e tutto si sfalda, come se un individuo non presenta allaltro la faccia giusta nellinterazione, la societ si sfalda. Elias sottolinea come i comportamenti degli individui siano basati per la maggior parte sulla repressione e sul dominio delle pulsioni, dei sentimenti, delle passioni; processo che si sviluppato con la civilizzazione. Un es. che porta Elias la caccia alla volpe: prima era necessaria, poi trasformata in gioco per sfogare laggressivit, infine per piacere. Collins parla di interaction ritual chains, ossia catene di rituali di interazione. Secondo Goffmann, viviamo come se interpretassimo una parte: in ogni interazione ognuno interpreta una parte e fa di tutto per costruire e mantenere la faccia che vuole presentare agli altri, ognuno cerca di curare le apparenze in funzione dellaltro e del ruolo che si sostiene in una data ambientazione. Come scrive Oscar Wilde: non avremo mai unaltra occasione di fare una buona impressione. E definita ribalta lo spazio di rappresentazione, come in un teatro; ogni attivit sulla ribalta ha le sue regole in relazione alla rappresentazione che si sta inscenando: si tratta delle regole di cortesia, di decoro che mantiene lattore curandosi dellapparenza. Elias studia come sono separati e gestiti sia gli spazi che le interazioni della corte: tutto ci che non viene mostrato al pubblico fa parte di un retroscena in cui lattore pu rilassarsi e smettere di recitare il ruolo. Gli elementi che minaccerebbero la riuscita della scena devono essere nascosti perch non si creino dissonanze tra apparenza e realt, pertanto devono essere nascosti gli elementi sporchi. Ciascuno viene addestrato per far s che la rappresentazione abbia successo e per affermare il proprio ruolo in modo che non venga messo in discussione. Per mantenere la situazione sono necessarie delle accortezze:

Segregazione del pubblico: accertarsi che durante una rappresentazione non vi sia tra il pubblico qualcuno che ci ha visti recitare un altro ruolo. Ognuno ha tanti io sociali quanti sono i gruppi di persone della cui opinione si preoccupa. - Controllo gesti e parole involontari che possono compromettere la rappresentazione Spesso per costruire la facciata serve la cooperazione di alcuni partecipanti alla situazione equipe di rappresentazione qualsiasi complesso di individui che collaborano nellinscenare una singola routine. E fondamentale che tutti i membri dellequipe devono essere al corrente della propria posizione allinterno della rappresentazione, altrimenti si possono dire o fare cose incongruenti rischiando di rovinare la scena. Sono quindi fondamentali: - segregazione del pubblico - mantenimento differenti routine davanti a spettatori diversi - separazione degli spettatori di una stessa routine ruoli incongruenti. Lattore mantiene sempre una distanza dal pubblico e il pubblico a sua volta contribuisce a mantenere delle distanze sociali: ci preserva la sacralit dei ruoli nei rituali di interazione. Mentre Simmel riconosce una singolarit del soggetto, Goffmann non parla mai di un self primario, ma sempre e solo dei vari ruoli sociali che ciascuno assolve quasi non esistesse un self primario che invece c in Simmel. Il tenersi a distanza del destinatario per rispettare la sua sfera personale implica dei rituali di deferenza anche se non c un apparato normativo scritto, si sono venute creando delle prescrizioni. Il segreto un elemento di deferenza: esistono segreti oscuri (non rivelabili), strategici (per evitare reazioni incontrollabili, rivelabili una volta compiuta lazione), interni (creano complicit di gruppo). I simboli di status, i ruoli assunti, le facciate permettono un determinato trattamento e contribuiscono a cerare unarmatura simbolica che pi sar impenetrabile, pi consentir al cavaliere che la veste di definire le situazioni. Uneventuale contraddizione tra apparenza e realt pone lattore in una condizione precaria, in cui pu subire umiliazioni o perdita di reputazione; un attore pu essere in grado di creare ogni tipo di falsa impressione senza essere scoperto o senza porsi nella situazione di venir scoperto. In certe occasioni ci sono quipes di rappresentazione su cui si conta per una collaborazione sul piano drammaturgico; tra i compagni di quipes c intimit senza calore ossia condivisione di segreti e conoscenze reciproche che consentono il sostenersi a vicenda nelle situazioni, ma non necessariamente c affettivit reciproca. In determinate situazioni ci sono personaggi che assumono dei ruoli incongruenti come coloro che fanno il doppio gioco (es. spia, informatore ecc.). Altri tipi di ruoli sono quelli di non persone ossia coloro che sono in una situazione ma come se non ci fossero. In tutti questi ruoli centrali e non, lattivit principale richiesta ad ognuno il controllo delle impressioni che si danno agli altri; in tale attivit svolge un compito fondamentale il tatto. Il brick un incidente in cui uno dei presenti peggiora la situazione rivelando una incongruenza in cui incorso un membro di unaltra quipe. Quando tutti gli elementi della situazione sono coerenti con limmagine, la faccia che ognuno vuole dare di s in quel momento, lindividuo sereno. C tutta una serie di norme che regolano ogni incontro che ha sempre una tenuta convenzionale. Agendo ciascuno per salvare la faccia, possono esserci dei giochi di faccia che servono a evitare incidenti che possono minare limmagine. Quando questo succede, il 1 elemento limbarazzo. Un individuo per mantenere la propria sacralit deve seguire una serie di regole che guidano lazione attraverso obblighi e aspettative. Ci sono regole formali e informali. La facciata ha delle parti tipiche: lambientazione (mobilio, fisico ecc. insomma tutti gli elementi di sfondo) e gli elementi costitutivi (distintivi di carica, portamento, taglia, et, espressione del viso ecc.). Le attivit cerimoniali consentono di gestire la facciata e sono: la deferenza e il contegno. - deferenza: il modo in cui una persona si esprime conformemente alle regole, lapparato simbolico che mette in campo per celebrare e con fermare la sua relazione nei confronti dellaltro. La deferenza pu essere simmetrica (quando linterazione avviene tra soggetti sullo stesso piano) o asimmetrica (quando i soggetti coinvolti sono su piani diversi, per cui uno in posizione di dominanza) - contegno: lelemento del contegno cerimoniale che lindividuo manifesta con il modo di muoversi, vestirsi, atteggiarsi. I momenti in cui gli io si possono mostrare nella loro purezza sono i momenti di socievolezza, che una scintilla di vita nella quale si lasciano fuori tutti gli elementi pi personali.

Mentre per Simmel c possibilit di incontro tra individui, per Goffman ci non possibile in quanto la spontaneit non possibile mai ma indossiamo sempre maschere. Elias intravede qualcosa di simile alla socievolezza nelluso dellalcool che allenta il controllo richiesto dal vivere in societ. Goffman non vede alcuna possibilit di porosit delle cornici, il frame di cui parla sempre qualcosa di molto definito, non pu cambiare semmai pu essere trasformato ma sempre mantiene la rigidit. Goffman sottolinea la necessit di dividere sacro e profano. In Simmel la parola sacro non compare mai, ma per lui sacro deriva da una combinazione tra lanima religiosa e le condizioni storico-sociali in cui si manifesta. La religione nasce al passaggio della religiosit attraverso le vicende umane e storiche. Il sacro ha bisogno di essere protetto da proibizioni; devessere trattato sempre come trasmissibile per contatto in quanto i rapporti con esso devono obbligatoriamente essere espressi attraverso rituali di separazione e demarcazione e da credenze nel pericolo di attraversare confini vietati. Per quanto noi conosciamo il tu, non possiamo mai sapere quale sia fino in fondo il vissuto dellaltro, c sempre una trascendenza dellaltro operato dallio. Si usano strumenti come lastrazione e la generalizzazione. Per Simmel, nellinterazione entra in gioco una duplice sfida per lindividuo: - coordinare i diversi flussi di esperienza assegnati dagli stereotipi - essere s al di l delle immagini che gli vengono addossate. Per Goffman invece il 2 punto non vale in quanto lindividuo si impegna a mantenere le varie maschere. La societ moderna venera il self individuale come il pi importante oggetto sacro. Simmel ed Elias riconoscono la presenza di un self primario, Goffman no. Per Collins invece ci possono essere pi self in forma di ruoli. Chi ha un handicap o una fedina penale sporca scopre quanto sia difficile che la gente lo tratti in modo diverso da quello previsto dal ruolo, tanto che finir per identificarsi in quel ruolo. Succede anche nel caso di lavoratori che spesso si identificano nel ruolo da ridurre il retroscena; pi alto il ceto cui appartengono, minore il retroscena. Diventa centrale la questione del controllo dellaccesso al retroscena ad es. marito e moglie litigano, arriva un terzo estraneo e interrompono il litigio per non svelare i retroscena di coppia. Goffman definisce lordine sociale con 2 prospettive: - tecnico sistemica: consente tecnicamente che linterazione avvenga, tramite norme volte a reprimere linterruzione, i turni di parola ecc. - rituale morale: connesso con la concezione sacralizzata dellindividuo; sono i gesti rituali quotidiani che vengono messi in gioco in ogni interazione: tatto, cortesia, deferenza ecc. La questione dellautocontrollo centrale nella prospettiva di Elias in quanto sarebbe proprio lautocontrollo delle pulsioni sul proprio comportamento a consentire lordine sociale. Se Goffman sottolinea la sacralit dellio, Elias ne sottolinea la responsabilit a dominare la propria aggressivit; egli osserva come siano tensione e dinamicit continue a consentire i processi sociali. Emerge che i rituali mostrano rispetto per gli oggetti sacri ma anche rendono sacri gli oggetti stessi. Se il rituale non viene compiuto ripetutamente, la sacralit svanisce, si smorza. Collins propone la Interaction Ritual Theory che una teoria delle situazioni stesse, che mostra come esse abbiano le loro proprie strutture locali e le proprie dinamiche. Riassumendo lidea di Goffman: 1. il rituale ha luogo in una condizione di compresenza situazionale 2. la compresenza fisica viene convertita in situazione dincontro diventando una interazione focalizzata 3. c una pressione per sostenere la solidariet sociale 4. i rituali danno onore a ci che socialmente ha valore (oggetti sacri). Quando le propriet rituali vengono rotte, le persone presenti sentono un disagio morale oscillando tra miti, schemi, comici, mettere etichette di malattia mentale. Collins prende in considerazione 3 stadi: 1. gli ingredienti che fanno accadere il rituale riunione fisica del gruppo, in tale situazione si condivide azione,emozione, awareness (risveglio della consapevolezza) 2. processo con cui una condizione di effervescenza collettiva viene costruita energia emozionale, moralit. 3. risultato di un rituale se il modello dura, lo chiamiamo personalit, se lo disapproviamo tendiamo a chiamarlo dipendenza. Il movimento di un individuo da una situazione a unaltra detto IRC (Interaction Ritual Theory).

Lenergia in circolo sembra essere lelemento connettivo nelle interazioni che per deve essere rigenerata e ci accade nel momento presente attraversi la messa in relazione dei vari individui. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------CAP. 1 - SPAZIO I sociologi della Scuola di Chicago hanno studiato per primi i rapporti tra aspetti spaziali e struttura sociale mettendo in evidenza come la competizione per lo spazio nelle citt abbia portato alla creazione di aree segregate come i ghetti, specifici mondi sociali o regioni morali che uniscono persone con caratteristiche e gusti simili, e aree naturali che verrebbero a crearsi spontaneamente come il quartiere Little Italy. Uno spazio non solo un ambiente fisico ma percepito e vissuto in modi diversi dai vari attori. I geografi hanno focalizzato lattenzione su come i luoghi e gli spazi vengono incorporati attraverso lesperienza dei sensi, attraverso le emozioni, gli odori, i colori, i sapori. Ogni attore e gruppo sociale ha diverse mappe di significato, una sorta di cornici spaziali composte da elementi simbolici e materiali che ci permettono si usare lo spazio in un certo modo. Perci i significati differenti che i diversi attori attribuiscono allo spazio fanno la differenza. Lynch ha coniato il termine di immaginabilit facendo riferimento alla capacit di un luogo di evocare significati sociali individuali, soggettivi. Ogni attore sociale individuale e collettivo ha degli specifici codici spaziali vale a dire delle modalit non solo di leggere e interpretare lo spazio ma di viverlo, comprenderlo, produrlo. Le interazioni sociali seguono regole spaziali e territoriali che presuppongono specifiche distanze tra i diversi attori coinvolti; tali regole sono diverse da cultura a cultura. Hall ha individuato 4 tipi di distanze che si differenziano per un grado decrescente di intimit: distanza intima, distanza personale, distanza sociale, distanza pubblica. Goffman parla invece di territori del s cio spazi e oggetti facenti parte di un contesto spaziale su cui i soggetti manifestano particolari diritti. Siamo in unepoca dominata da una crescente compressione o stiramento dello spazio e del tempo cio da relazioni sociali che si svincolano dai contesti locali. Alcuni autori hanno parlato di fine della geografia o di perdita del senso del luogo; parallelamente si assiste a processi di territorializzazione che portano a enfatizzare il luogo come rifugio: luoghi come la casa, cio luoghi identitari, relazionali, storici. Tra i fini delluso dello spazio, troviamo il bisogno di fissare materialmente unidentit. La geografa Massey ha criticato il concetto di luogo come rifugio sicuro, come ambito delimitato; i luoghi infatti non hanno identit singole ma multiple, e poi per molte donne la casa non luogo di riposo/rifugio ma di lavoro (es. casalinghe), inoltre i rapporti familiari sono talvolta fonte di conflitto. Oggi difficile definire lo spazio domestico sulla base di una distinzione rigida tra pubblico e privato. Se i luoghi sono pensati come mondi stabili e coerenti, essi sono certamente minacciati in unepoca in cui ogni punto del globo sembra venire aperto a forze pi vaste. Lo sforzo di far coincidere luogo e cultura si rivela essere unillusione senza speranza. Oggi ci che d specificit ad un luogo il modo in cui vi sono strutturati incontri e intrecci. Il mondo costantemente territorializzato, de-territorializzato, ri-territorializzato, occorre perci assumere una prospettiva glocale che tenga conto delle connessioni transnazionali, delle capacit degli attori sociali di gestire pi luoghi come un unico territorio dando vita a territori circolatori cio relazioni che collegano pi territori; occorre adottare una visione dellhabitat delluomo in termini di spostamento non meno che di soggiorno. Proliferano gli spazi multietnici, territori nei quali si trovano a convivere immigrati e popolazione autoctona, in cui coabitano lingue, usi e costumi diversi e perci si affiancano, intrecciano e a volte combattono modi di vivere e rappresentare gli spazi di relazione estremamente diversi lotta per la geografia. Le relazioni sociali negli spazi multietnici sono caratterizzate da disattenzione civile, estraniazione tra i diversi gruppi. Gli individui che vivono in situazioni di forte concentrazione di popolazione, tendono ad abituarsi, diventare meno ricettivi, mostrare indifferenza agli stimoli esterni. Questa compresenza di prossimit fisica e distanza sociale produce una miriade di interazioni. Gli spazi multietnici assomigliano a grandi teatri in cui si dividono degli spazio-tempi piuttosto che degli spazi decoupage du temps. Ogni zona, rappresenta temporaneamente un mondo a s stante con significati propri e codici riservati. I migranti riutilizzano e attribuiscono nuovi significati ad ambiti e zone che spesso erano stati abbandonati o poco utilizzati; ci dovuto anche al fatto che lo straniero ha una visione della citt spaziale e sincronica, mentre il nativo ha una visione pi temporale e diacronica legata alla memoria. I migranti sono allo stesso tempo soggetti quotidianamente ad una pressione che li porta ad occultare alla vista alcuni momenti collettivi; tale crescente visibilit sulla scena spesso considerata o-scena in quanto non dovrebbe avvenire in uno spazio pubblico. I migranti appaiono fuor di luogo, e vengono confinati e esclusi dalla citt geografia del rifiuto.

Col termine using space si intende quelle attivit messe in atto dagli attori sociali per creare e sostenere un attaccamento significativo al luogo e per sfidare significati alternativi e stigmatizzanti. Attualmente cresce la proliferazione di non-luoghi: luoghi di transito (es. centri commerciali, aeroporti) in cui si incrocia una moltitudine di attori sociali che non entra mai in relazione. Questi non luoghi danno vita a territori sempre pi virtuali dove ci si limita a guardare e essere guardati e dove le differenze diventano una minaccia. Lenfasi ossessiva sulla sicurezza, la paura della citt (polifobia) portano alla creazione di spazi sterilizzati cio che rendono sterili le relazioni umane. CAP. 2 - TEMPO Eventi che richiedono la cooperazione di molte persone in un dato momento della vita collettiva hanno indotto le societ passate a dotarsi di un preciso sistema di indicazione temporale. La 1 istituzione il calendario, il cui potere simbolico reso evidente dal fatto che riforme sostanziali del calendario sono sempre state associate a grandi riforme sociali, politiche, culturali. Il calendario gregoriano (1582) convive con altri calendari: interculturali (es. ebraico) e intraculturali (es. scolastico). La 2 istituzione, lorologio, stato creato invece per sincronizzare interazioni che si sviluppano allinterno di unit temporali pi piccole. La filosofia utilitaristica del tempo ha fatto in modo che ore, minuti, secondi diventino merci a tutti gli effetti. Il tempo un costrutto sociale. Esiste un tempo policronico, che contempla lesecuzione contemporanea di una serie di attivit, senza lurgenza di disporle in una sequenza lineare; e un tempo monocromico: controllabile e pianificabile, che prevede un approccio orientato allo scopo: in ogni segmento temporale trova spazio ununica attivit. Esiste poi il tempo matematico, sociale, sacro, profano. La stessa quantit di tempo pu avere qualit diverse. Durante alcuni periodi di tempo dobbiamo essere accessibili agli altri (tempo pubblico) mentre in altri periodi possiamo essere legittimamente inaccessibili (tempo privato). Lampiezza e porosit di tali confini temporali possono aiutarci a capire la qualit della relazione che lega due o pi individui. Nella quotidianit sperimentiamo modalit temporali fra loro diverse riconducibili alle metafore del ciclo, della freccia, del punto. Il ciclo riporta a galla speranze e successi del passato, ma anche delusioni e fallimenti. La freccia accompagna gli slanci verso le mete che ci appassionano Il punto sparisce nellistante in cui tentiamo di coglierlo. In realt, c un segno che ci permette di integrare le 3 modalit: la spirale, che unisce cerchio e freccia nella rotazione intorno a un punto. Lesperienza linsieme di ci che viviamo ogni giorno e dei momenti che, a tratti, ci fanno domandare il senso di tutto questo; lidea di un movimento che ricorrentemente ci sottrae allatteggiamento del senso comune e ci mette a confronto con una domanda di senso individuale. Lesperienza si configura come frutto di un processo di sedimentazione del vissuto soggettivo al quale lindividuo tenta di attribuire senso ex post. Il termine quotidiano designa il tempo della ripetizione, della noia e banalit. La vita quotidiana oltre che essere tempo anche un concetto, una prospettiva di ricerca che intende proiettare un fascio di luce sugli aspetti che altre teorie lasciano in ombra, portando a galla limplicito ovvero lintelaiatura che cristallizzando d forma alla vita sociale. Molti eventi, oltre a prevedere una struttura della successione piuttosto rigida, sono caratterizzati da durate relativamente fisse e regolari (es. lezione dura 1 ora, concerto dura 2 ore ecc.). Numerose attivit della nostra vita quotidiana si caratterizzano per una precisa collocazione temporale; buona parte delle nostre routine quotidiane programmata in particolari momenti della giornata e della settimana ad es. raramente mangiamo quando abbiamo fame, ma all ora di pranzo. Collegata al concetto di tempo c la puntualit non solo come orario (arrivare puntuale a lavoro) ma anche come et di entrare/uscire da diversi ambiti di vita e doveri (es. et della 1 vacanza da soli). Nel caso di attivit ricorrenti, la standardizzazione della collocazione temporale comporta delle ritmicit, che normalmente diamo per scontate ma quando vengono a mancare ne risentiamo; in altre parole, la sensazione di normalit che caratterizza la nostra vita sociale poggia anche sulla fiducia che nutriamo nei confronti della regolarit temporale, basti pensare alleffetto che suscitano in noi le anomalie temporali ad es. una telefonata nel cuore della notte. Negli ultimi decenni la vita quotidiana delle societ occidentali stata interessata da unaccelerazione, la quale la maggior artefice del fenomeno noto come compressione spazio-temporale. Lavvento dei moderni mezzi di comunicazione di massa d vita alla simultaneit despazializzata. Esiste una distinzione tra societ monocroniche (quella occidentale) e policroniche; oggi c una crescente insoddisfazione nei confronti di questa modalit di organizzazione temporale: sempre pi individui si

ribellano ad una concezione del tempo vissuta come ansiogena e spersonalizzante, tanto che stanno prendendo piede discipline orientali basate sulla meditazione e la calma come lo yoga. CAP. 3 - POTERE Possiamo distinguere tra concezione del potere: - allargata: intende il potere come la capacit degli attori sociali di provocare effetti rilevanti a proprio vantaggio sottolinea il potere di compiere qualcosa; - ristretta: possibilit di far valere, entro una relazione sociale, la propria volont sottolinea il potere su qualcuno. Una seconda distinzione tra potere: - potenziale: possibilit di trarre vantaggio dal fatto di occupare una posizione dominante allinterno di una relazione sociale; - attuale: riguarda leffettivo esercizio di tale possibilit. Coloro che propendono per una concezione pi circoscritta del potere ritengono che il termine vada riferito solo a comportamenti che siano: effettivi, visibili, osservabili; intenzionali; attivi. Spesso le posizioni dominanti si mantengono non solo imponendo la propria volont nelle procedure decisionali, ma prima ancora impedendo che determinate questioni vengano prese in considerazione, escludendole cio dallagenda politica. Le forme di potere consistono in comportamenti attivati intenzionalmente. Nel rapporto tra potere e responsabilit, in genere consideriamo le conseguenze non intenzionali dei nostri comportamenti come qualcosa che al di fuori del nostro potere, tuttavia anche stabilire fino a che punto possiamo considerarci responsabili delle conseguenze non intenzionali delle nostre azioni diventa difficile e arbitrario. In politica, talvolta riteniamo responsabili i detentori del potere per le conseguenze non volute dalle politiche da loro adottate. La concezione ristretta del potere si concentra sullazione intenzionale, ritenendo che si possa parlare di potere solo quando un soggetto individuale o collettivo agisce nei confronti di un altro per condizionarne il comportamento a proprio vantaggio. La concezione ristretta ritiene che il potere si manifesti attraverso comportamenti osservabili, intenzionali, attivi; la concezione pi ampia ritiene che il potere possa essere esercitato anche tramite comportamenti non visibili in modo talvolta non intenzionale e senza bisogno di agire direttamente. Le 2 concezioni si differenziano nel trattare le forme del potere ossia i meccanismi entro i quali si realizza. Secondo la prospettiva pi ampia, le forme possibili sono 5: - forza: non consente di muovere gli altri ad agire secondo la nostra volont, ma permette di impedire di agire in maniera contraria ad essa. Assai pi efficace la minaccia delluso della forza, che per rientra nella coercizione; - coercizione: capacit di far s che gli altri si conformino alla nostra volont tramite la minaccia di sanzioni negative; chi vi sottoposto sceglier in maniera diversa da come avrebbe fatto ma opter per il male minore in base a un calcolo costi-benefici; - autorit: il sottoposto si conforma ad un comando a prescindere da ci che desidererebbe agendo come se il contenuto del comando corrispondesse alla propria volont, perch chi accetta lautorit sospende luso della ragione rispetto al comando; possibile solo se il sottoposto considera legittima tale autorit. Esistono 3 principi di legittimit: - potere carismatico: chi comanda ubbidito in quanto portatore di qualit eccezionali che lo portano al di sopra dei normali esseri umani; - potere tradizionale: gli ordini derivano la loro legittimit dal passato, dal fatto che stato sempre cos - potere legale-razionale: la legittimit dei comandi non dipende dalla persona che li emana ma dalla correttezza formale delle procedure legali/burocratiche con cui il potere esercitato; - manipolazione: consiste nellottenere la conformit degli altri alla nostra volont attraverso luso strategico di unabilit o arte; il sottoposto indotto a fare apparentemente di sua volont quello che il manipolatore avrebbe voluto; ci che distingue la manipolazione dalle altre forme il suo rapporto con lesercizio della razionalit, in quanto cerca di imporre una visione della realt anche al di l delle spiegazioni razionali. Si pu dire che il manipolatore cerca di alterare la capacit di giudizio razionale dellinterlocutore omettendo certe informazioni, stimolandone altre ecc. - persuasione razionale: pi grande il divario di conoscenze e informazioni relative allargomento in questione, pi il condizionamento del soggetto ignorante sar facile. Spesso ci lasciamo influenzare dal parere dellesperto cio dalla reputazione di chi sta parlando e listituzione di ci che rappresenta, anche tramite luso di parole tecniche che danno un alone di sapienza. La prospettiva ristretta non fa rientrare la persuasione razionale e vede in modo diverso la manipolazione.

Tranne nel caso di violenza fisica, esiste sempre un margine di libert in colui che soggetto al potere, nel senso che egli pu rifiutarsi (pagando ovviamente un prezzo) di adeguare il proprio comportamento alla volont di colui che intende esercitare il potere. Mostrando deferenza nei confronti del superiore, le persone confermano la legittimit dei rapporti di sovraordinazione e subordinazione, ribadendo la propria adesione a un ordine che struttura lorganizzazione. Il potere risiede nel margine di libert di cui dispone ognuno dei partner impegnati in un rapporto di potere cio nella possibilit di rifiutare ci che laltro chiede. Esistono zone organizzative dincertezza su cui gli individui o i gruppi cercheranno naturalmente di esercitare un controllo per utilizzarle nel perseguimento delle proprie strategie, e intorno alle quali si creeranno rapporti di potere; tali zone possono riguardare ad es. il possesso di determinate competenze. Una concezione pi flessibile del potere ci permette di leggere le dinamiche di potere non solo in senso unidirezionale e puntuale ma anche di collocarle allinterno dello specifico contesto relazionale o interattivo. La processualit implica che anche le relazioni di tipo simmetrico non rimangano immutabilmente tali ma possano evolvere. Nelle relazioni asimmetriche il potere viene esercitato anche in maniera non intenzionale, semplicemente in virt della disparit di posizioni insita nella relazione. CAP. 4 - DEVIANZA La letteratura di impostazione funzionalista definisce la devianza come stile di vita disdicevole da prevenire, controllare, trattare. Nella devianza rientrano una serie di comportamenti eterogenei fra loro, di cui farebbero parte sia le violazioni della legge che modelli culturali che discostano da quelli dominanti. La differenza tra devianza e crimine che la 1 viene intesa in termini micro-relativistici e varia da un gruppo allaltro allinterno della stessa societ; la 2 varia solo da una societ o nazione allaltra, considerato in termini macro-relativistici: certi atti sono considerati crimini in alcune societ e non in altre. La devianza viene definita secondo 2 grandi categorie interpretative: - la 1 considera in relazione alla deviazione dalla norma che prevale in una data societ; - la 2 pone laccento sulle reazioni negative ad un atto, una credenza, o una caratteristica fisica del soggetto. La deviazione della norma, se scoperta, ha come conseguenza la punizione, lo scherno, la stigmatizzazione di colui che devia. I diversi approcci teorici confluiscono in 2 orientamenti: - funzionalista: centrato sul consenso intorno ai valori - conflittualista: interessato ai meccanismi della dinamica sociale. Il metodo naturalistico pu essere definito descrittivo e partecipativo: i fenomeni vengono osservati dal di dentro con unattenzione al livello micro delle interazioni sociali. La regola sempre il risultato di un accordo tra le parti raggiunto attraverso una contrattazione; in questo senso la devianza non altro che una tipificazione, un modo di leggere la realt. Regola della convenzionalit: prevede la possibilit che vi siano delle alternative allatto deviante, e che il soggetto le conosca (regola della teoreticit). People-processing sono i processi in cui i soggetti sono sottoposti ai giudizi altrui. Le devianza comprende non solo chi infrange le regole ma anche chi portatore di comportamenti e caratteristiche in cui la regola non chiara o categorie sociali svalutate (come i vecchi) casi di stigmatizzazione o di identit negata. Il funzionalismo spiega la devianza in termini di violazione di leggi, distinguendo tra chi le rispetta e chi no; linterazionismo sposta lattenzione dalle cause della devianza ai processi attraverso cui alcuni vengono definiti devianti. Una 3 teoria (costruttivista) attenta invece alla costruzione condivisa di significati, ai processi sociali che danno forma alla devianza, alla loro cultura ecc. La devianza risulta implicita in ogni interazione sociale nel senso che viene costituita dalla particolare reazione di osservatori (audience) reali o potenziali, i quali arrivano a considerare riprovevole quello che le persone fanno o dicono, spesso partendo da inferenze sul loro operato. Linteresse centrato su: - perch e come vengono costruite le regole - come gli individui interpretano le regole e quindi agiscono nel modo che gli altri trovano deviante - in che modo il comportamento deviante rappresenta lidentit dellattore - come li individui rifiutano oppure accettano letichetta di deviante attribuita loro da altri - in che modo gli attori fanno proprie le etichette attribuite loro. In una societ che d molto peso al successo personale, la situazione considerata normale assumere i valori dominanti del successo come mezzi socialmente accettabili (conformit). Al contrario, ci sono coloro

che per raggiungerlo usano mezzi illeciti (innovazione); altri si ritirano (rinuncia); altri sostituiscono le mete e i mezzi istituzionalizzati dominanti (ribellione). Cohen sviluppa il concetto di subcultura deviante ragazzi maschi di ceto popolare sviluppano reazioni ostili ai valori degli strati alti da cui si sentono esclusi costruendo nuovi criteri e capovolgendo le norme della cultura circostante; non sono tanto le motivazioni razionali a spingere i ragazzi della banda a fare reati, quanto la necessit di creare nuove forme di cultura per soddisfare obiettivi edonistici immediati (es. rubare per il gusto di farlo e non per bisogno, porta a vanto e soddisfazione). La teoria delle opportunit differenziali spiega le varie reazioni alle tensioni e le caratteristiche dei contesti in cui vengono maturate distinguendo tra subculture criminali (in cui le bande agiscono sotto supervisione di organizzazioni criminali), subculture conflittuali (azioni distruttive imprevedibili ai danni di chiunque, anche di criminali) e subculture astensioniste (es. tossicodipendenti considerati doppiamente falliti). Lazione deviante viene fatta di fronte ad altri, c bisogno di un pubblico per costruirsi la reputazione. La teoria dellorganizzazione sociale differenziale di Sutherland (esponente della Scuola di Chicago), detta anche dellassociazione differenziale, teorizza che: - il comportamento criminale appreso - lapprendimento avviene nel corso dellinterazione attraverso la comunicazione con altri - allinterno dei gruppi (tra persone molto legate tra loro) che si verifica lapprendimento - lapprendimento include sia un aspetto tecnico di trasmissione di abilit specifiche che uno inerente la sfera delle motivazioni, pulsioni, razionalizzazioni - quando vi un eccesso di violazione di legge, la persona diventa delinquente - le associazioni differenziali sono diverse per priorit, intensit, frequenza, durata - il processo di apprendimento del comportamento criminale simile agli altri processi di apprendimento - il comportamento criminale non spiegato da valori e bisogni, pur esprimendoli. Le forme di comportamento deviante di per s non differenziano i devianti dai non devianti, sono le reazioni dei membri della societ convenzionali che identificano e interpretano il comportamento come deviante. Lemert definisce: - devianza primaria: quella riferita alla violazione delle norme causata da un certo numero di fattori e che si presenta in modo transitorio; non intacca la struttura psichica dellindividuo n lassolvimento dei normali ruoli sociali - devianza secondaria: risposta alle condizioni causate dalla reazione sociale alla devianza primaria. Si pu distinguere anche tra: - devianza societaria: si riferisce alle norme della societ pi allargata - devianza situazionale: da porre in relazione alla violazione della norma allinterno di un particolare contesto. La devianza pu avvenire: - per affinit con le circostante in cui il soggetto immerso - per affiliazione: il soggetto convertito ad una condotta nuova per lui ma consolidata per altri conversione mediata da una riconsiderazione di s e delle proprie affinit. - Significazione: la messa al bando dei trasgressori radicalizza la disaffiliazione e contribuisce al processo del divenire deviante il soggetto si confronta con le etichette, gli stigma e il bando e costruisce attivamente le proprie azioni. La famiglia il sistema allinterno del quale la devianza di uno o pi dei suoi componenti pu rappresentare un sintomo della disfunzione del sistema stesso. Il comportamento deviante diventa strumento comunicativo per esternare disagi. CAP. 5 - CULTURA, INTER-CULTURA Straniero unetichetta coniata dalloccidente per nominare laltro, il diverso. Lo straniero pu essere: - un Noi in negativo (logica dellinversione: lo straniero e fa il contrario di noi) - un Noi menomato (logica della mancanza: rispetto a noi lo straniero inferiore) - un Noi intemperante (logica delleccesso: lo straniero ha usi e costumi bizzarri, talvolta incivili) - un Noi contaminato da elementi animali (logica della combinazione o dellalterazione: lo straniero viene disumanizzato). Lo straniero cammina al confine tra abitudini e tradizioni del contesto dorigine e del nuovo (stato, ufficio). Nel linguaggio di oggi, straniero sinonimo di immigrato, ma si pu esserlo anche in patria shock nel passaggio da un mondo allaltro. La comunicazione interculturale unalternativa al conflitto o alla chiusura entro i confini del Noi. Il processo di democratizzazione del concetto di cultura si ha a fine 800 quando la cultura non viene pi considerata elitaria ma di tutti e non comprende solo lerudizione ma anche graffiti, archi e frecce concetto OLISTICO della cultura cio la cultura comprende qualsiasi conoscenza acquisita dalluomo.

Il merito di aver aperto le porte allo studio della cultura popolare spetta ai Cultural Studies inglesi, che hanno come obiettivo cogliere la stretta relazione che la cultura intrattiene con la politica, leconomia ecc. insomma col potere e tentare di spezzarla mettendo la teoria al servizio della pratica. La cultura non riducibile a un insieme di simboli e valori (astratta) ma comprende anche oggetti e prodotti della societ (materiale). I fermenti degli anni 60 mirano al riconoscimento delle minoranze culturali e dei loro diritti mettono in crisi lidea dellassimilazione delle differenze; allidea che le differenze vengano annullate nel crogiolo della vita moderna (meltin pot) si preferisce un progetto di convivenza tra differenze (salad bowl o glorious mosaic) la differenza assume accezione positiva. Questi modi di vedere per intendono le culture come qualcosa di fisso, immobile e non mutevole; dietro le buone intenzioni dei fautori del glorious mosaic in realt si cela il bisogno di ordine e purezza cio le tessere del mosaico hanno diritto a un posto purch non scompiglino lordine complessivo. Fino al 700 gli individui hanno goduto di un riconoscimento generale derivato dallappartenenza sociale, e le occasioni di mobilit erano praticamente nulle; oggi il riconoscimento concepito come una risorsa che gli attori individuali e collettivi devono guadagnarsi attraverso il dialogo e la negoziazione. Passare da una visione multiculturale a una policulturale implica la capacit di cogliere la differenza nel suo divenire quotidiano; lo straniero cessa di essere unentit astratta e la sua stranezza emerge non come dato di fatto ma come prodotto relazionale. Esistono modi per superare lo choc culturale innescato dallincontro con lo straniero senza cadere nellesclusione? S, diventando esploratori di mondi possibili cio imparando a osservare infiniti pluriversi con occhi nuovi evitando di lasciarci catturare da un mondo considerato come lunico possibile. Rimanendo in costante contatto con noi stessi e con le nostre emozioni, potremo sorridere della nostra precedente rigidit e del fatto di esserci lasciati catturare da un mondo ritenuto come lunico possibile. Senza comprensione non c spazio per il dialogo interculturale. Avvicinarsi allaltro vuol dire fare un difficile esercizio di approssimazione che si realizza nel delicato equilibrio tra coinvolgimento e distacco. Solo accogliendo il mistero che laltro rappresenta per noi, potremo trasformare lapprossimazione in dialogo e forse in convivenza. CAP. 6 - IL CORPO Il corpo un simbolo suscettibile di caricarsi di qualsiasi contenuto. Il corpo continuamente condizionato da forme di razionalit, nella repressione degli istinti e dei bisogni. Pu accadere che il corpo sia considerato pi come oggetto che come soggetto; questo per la ricerca continua di un corpo bello ed efficiente, da ci la cura esasperata del corpo quotidianamente. Il flusso continuo di messaggi che riguardano salute e benessere ci allarga lincertezza sul nostro corpo, allora il ricorso a farmaci diventa un modo per rassicurarci. La scienza assume cos il ruolo salvifico che aveva la Chiesa. La societ ci rende meno abili ad adoperare i sensi per effetto degli standard che la societ esige; il corpo viene quindi denaturalizzato. Il corpo risente del peso dei fattori economici imperanti nella societ. Il corpo necessario per la definizione del ruolo stesso es. la ballerina, la prostituta ecc. La violenza era accettata nel Medioevo come sfogo di bisogni fisici; quando laristocrazia si trasferisce a corte, le dinamiche di incontro corporeo mutano, a d es. i cavalieri non hanno pi spazio per lespressione libera di modi e rudi che affermano la loro forza pertanto necessario addomesticare i corpi e tenere a bada gli impulsi fisici. Nel Rinascimento compaiono i primi segni di imbarazzo per la nudit, nascono una serie di attrezzature igieniche per eliminare i contatti separazione immagine dellanimale da quella delluomo sociale. Il corpo diventa sede primaria della simbologia sociale e il materiale che esso produce costituisce un superamento di confine che devessere gestito. I 5 sensi sono elementi determinanti per la percezione del mondo e lacquisizione di senso di quel che accade tra gli esseri umani. Talvolta capita che gli umani si evitino, dando limpressione di una forma di razzismo; in realt questo avviene per via degli odori derivanti da diverse abitudini igieniche e alimentari. Il colore della pelle pu determinare la forma dellinterazione a seconda del frame culturale ossia del contesto in cui ci si trova. Il corpo umano che si muove nello spazio avvia un processo rituale, c un eccitamento pi o meno intenso quando 2 corpi sono vicini : il sistema nervoso li allerta alla presenza altrui perch potrebbe esserci una minaccia. E possibile dar vita a un rituale senza la presenza fisica? Secondo Collins non possibile; ad es. una squadra di calcio che vince: i giocatori si abbracciano e anche i tifosi; proprio questa esperienza che porta la gente ad assistere di persona alle partite e non a guardarle solo in tv. Quando invece un tifoso non riesce ad assistere di persona al match, lo guarder in tv ma assieme ad amici, mai solo, per

riprodurre leffetto dellenergia emozionale prodotta dalla folla. La presenza del corpo fa entrare in ritmi condivisi e nessun mezzo di comunicazione pu sostituirla. Nella sfera pubblica non si pu essere solo presenti col corpo, infatti esso non viene preso in considerazione come partecipante comunicativo ma ritenuto un oggetto da controllare qualora privo di parola. Per secoli stata mantenuta la concezione del corpo come slegato dalla mente, accessorio o mezzo di questa. Il corpo partecipa in maniera dialettica alla lettura delle dinamiche sociali. Non qualcosa da arginare, reprimere, domare come espresso da sociologi di epoche passate, ma piuttosto un elemento del sistema mondo in cui hanno luogo le relazioni e interazioni. In altre culture, il corpo integralmente connesso con lazione sociale; alcune prospettive occidentali invece vedono il corpo nelle dinamiche sociali come elemento da controllare che la societ ha fatto in modo di disciplinare attraverso i processi di razionalizzazione e civilizzazione. La cultura va quindi a determinare leggi per la gestione del corpo, ponendone limiti duso, fino a manipolarlo per scopi che trascendono lindividuo, gli istinti e i bisogni naturali. Il controllo del corpo in questo senso visto come elemento essenziale per lesistenza stessa della socialit. Il corpo quindi pu essere visto non solo come una cosa da gestire e controllare ma come qualcosa che partecipa attivamente e in modo profondo al senso dellessere e dellinteragire. CAP. 7 - DIFFERENZE E DISUGUAGLIANZE Il passaggio dalla societ tradizionale a quella moderna caratterizzato dal processo di differenziazione; nella nuova realt si ha unorganizzazione delle attivit umane in cui ogni individuo e gruppo si trova a svolgere nel contesto sociale funzioni specializzate e diverse dagli altri differenze anche tra singoli individui modificando le forme di solidariet reciproca. La differenziazione generata quindi da una tendenza alla separazione dellattivit umana in funzioni specializzate svolte da specifiche istituzioni o individui e organizzate a livello sociale. Si realizza nelle relazioni un processo di identificazione che permette di riconoscersi nelle forme sociali esistenti. Linterazione con lAltro si pu interpretare come il terreno dincontro delle similitudini che ci rendono omogenei e affini e delle differenze che ci rendono unici e originali pone una questione di identit. Nellincontro il riconoscimento pu assumere diverse forme: - riconoscimento negativo: disprezziamo o deridiamo laltro; si sviluppano forme di umiliazione (che possono provocare bassa autostima nellaltro e comportamenti autodistruttivi) oppure indifferenza (negazione dellesistenza dellaltro; laltro cercher di farsi notare anche con forme distruttive); - riconoscimento positivo: mostriamo stima o approvazione per laltro; genera nellaltro fiducia in s stesso. E positivo anche il riconoscimento giuridico attraverso laffermazione di uguali diritti e doveri che pu divenire fonte di autostima. Possiamo realizzare almeno 2 tipi di riconoscimento positivo: incondizionato (pieno rispetto e accettazione dellaltro senza condizioni) o condizionato (subordinato ad alcune condizioni). Nellinterazione, la differenza intreccia soggettivit e significati in cui le differenze sono riconosciute come collettivamente rilevanti a seconda della posizione occupata nel campo delle relazioni sociali. La differenza diventa disuguaglianza quando le associato un giudizio cio una valutazione in termini di meglio/peggio, giusto/sbagliato ecc. secondo una scala gerarchica prodotta da processi di distribuzione diseguali di risorse materiali, simboliche, relazionali. Alcuni dei processi attraverso cui le differenze generano disuguaglianze sono: - inclusione/esclusione da un gruppo sulla base di una o pi caratteristiche specifiche; quello che si definisce insider/outsider. Il gruppo fondato su affiliazioni in base a simboli di appartenenza (modi di vestire, di parlare ecc.); il filo che lega gli appartenenti laver sperimentato alcune condizioni di vita. Si attuano cos dei processi di chiusura attraverso i quali i confini del gruppo vengono preservati dallAltro. La dottrina dellinsider si fonda sulla centralit dellempatia necessaria per la legittimit della comprensione reciproca. Lexotopia delinea una situazione in cui nellincontro dialogico fra 2 culture esse non si fondono e non si confondono e ognuna conserva la propria unit ma entrambe si arricchiscono reciprocamente. Si fonda sulla possibilit di chiedere allaltro di raccontare come costruisce il senso della sua esperienza, di chiedere e ascoltare, in quellaiutarti a vedere sta la possibilit dellapertura alla comprensione reciproca. Lexotipia si colloca come 3 via tra lo xenocentrismo (mette al centro esclusivamente lAltro) e letnocentrismo (mette al centro esclusivamente il proprio punto di vista e la propria cultura). - Distinzione: gli individui usano etichette per indicare lAltro, come la nazionalit, la religione ecc. E lhabitus lanello di congiunzione tra lindividuo e il collettivo, che permette di comprendere i criteri di organizzazione sociale delle logiche dazione degli agenti e consente di capire in che modo lessere umano diventa essere sociale; lhabitus si riferisce alluso delle regole che prescrivono i modi delle pratiche sociali allinterno di un gruppo sociale particolare; lhabitus il prodotto di

condizionamenti caratterizzanti lesistenza di gruppi particolari di soggetti: in sintesi una griglia di lettura con la quale percepiamo e giudichiamo la realt e produciamo le nostre pratiche, labbiamo interiorizzata nei nostri modi di fare. Luniformit nella sensibilit viene ottenuta attraverso un sempre pi elevato grado di autocontrollo e autorepressione del corpo; i tab che regolano un codice morale sempre pi severo, il sistema delle buone maniere, sono i modi attraverso cui si forma quella sensibilit estrema per qualunque cosa possa danneggiare il proprio livello di vita, che la gente sviluppa quando vive in un ordine sociale mobile percorso da continue ansie di status ossia per il timore di perder i propri privilegi e il proprio potere che rappresentano il compenso per la frustrazione, le inibizioni, la perdita di spontaneit sopportata nel raggiungere luniformit dei modi di vivere. Per questo linfrangere tab suscita rabbia, ostilit, disgusto. In quanto membri di un gruppo siamo stati allevati nella convinzione che tutti debbano comportarsi come noi, mentre non siamo stati preparati a affrontare i problemi che insorgono quando dei nuovi arrivati che si comportano in modo diverso si trovano a contatto coi vecchi. La soglia della tolleranza per le forme di comportamento e per le convinzioni diverse dalle proprie, quando si tratta di vivere a stretto contatto, ancora eccessivamente bassa e talvolta genera conflitti interpersonali che possono divenire sociali. La differenza dellaltro pu portare a forme di riconoscimento negativo con umiliazione e discredito, come lo stigma che pu consistere in segni fisici, aspetti criticabili del carattere, come pure dellappartenenza a un gruppo sociale quale razza, nazione, religione che caratterizzano linsolito e deplorevole della condizione di chi li ha. Il termine stigma si riferisce quindi a un attributo profondamente dispregiativo. Uno stigma una diversit non desiderata per le conseguenze che produce nel corso dellinterazione fra soggetti; si focalizza lattenzione di coloro che conoscono lindividuo che ha la caratteristica stigmatizzata alienandoli da lui, spezzando il carattere positivo che gli altri suoi attributi potevano avere. Nelle conversazioni si usano spesso termini come zoppo, bastardo in un significato che poco o niente riguarda la condizione originaria ma piuttosto serve ad esigenze di discredito, condanna o umiliazione dei soggetti cui indirizzato lappellativo. Chi oggetto di stigma spesso ha interiorizzato le stesse credenze che conformano il contesto sociale e sentimenti quali la vergogna o limbarazzo vengono generati dalla percezione che un suo attributo considerato come infamante, e pu dare luogo a autoesclusione o autonegazione dellinterazione; cercher di far emergere i limiti delle persone normali o cercando vantaggi secondari dal suo stigma. Altre volte la dinamica inversa a generare discriminazioni sul piano della distribuzione di risorse ossia lassegnazione di vantaggi cumulativi che favoriscono alcuni a discapito di altri (effetto San Matteo: a chi ha sar dato, a chi non ha sar tolto anche quello che ha). Il concetto di tchne rappresenta un momento antitecnico dellespressione di un soggetto caratterizzato da aspetti sorprendenti: ritualismo, rifiuto di destinatari e controparti, mancanza di senso della misura, resistenze a svolgere una funzione sociale, coazione a ripetere, irrazionalit. Le tchnai originarie sono capacit caratterizzanti i soggetti in modi non coincidenti con nessuna categoria definita socialmente dallesterno e non sono il prodotto di apparati sociali come listruzione o la formazione. Rappresentano quindi, modi di essere soggettivi perlopi non addomesticabili dal contesto collettivo, difficilmente integrabili nella razionalit societaria. Per questo sono viste con ostilit e diffidenza. Le tchnai sono caratterizzazioni che si manifestano improvvise, inspiegabili, perfette senza un apparato di educazione, produzione, socializzazione (es. un adolescente pronto a seguire la sua passione in modo irrazionale, sacrificando altri ambiti di vita). I portatori di tchnai possono apparire come una minaccia in quanto antagonisti di una societ che tenta di stabilire le categorie. Si delinea un antagonismo tra il singolo portatore di tchne ed il collettivo. I technitai sono soggetti caratterizzati da una specificit che implica processi, al contempo, corporei, emotivi, mentali, biologici: a tutti i livelli dellesperienza personale. Il timore per il contatto con lignoto pu trovare nella volont di controllo e dominio dellaltro una risposta immediata e rassicurante: ci pu avvenire attraverso forme di egocentrismo o attraverso labbandono della propria posizione per stare solo sullAltro, dando vita a unempatia praticare lexotopia, non negare le manifestazioni di uno dei 2 interagenti ma dare spazio a entrambi. Bisogna smettere di considerare la propria posizione come assoluta e privilegiata rispetto ad altre: lincontro con laltro la possibilit di scoprire che il senso non ci appartiene e ci dato nellincontro, ma nello stesso tempo che solo noi possiamo produrlo. CAP. 8 - GENERE Il processo di determinazione delle forme inizia prima della nascita ed messo in atto nelle relazioni che lo circondano. In base agli elementi biologici (cromosoma X o Y, organo genitale) veniamo ascritti entro categorie sessuali distinte: maschile e femminile. In base al genere ci vengono attribuite caratteristiche relative a elementi culturali, aspetti emotivi ecc.

Per genere si intende linsieme delle differenze di ordine simbolico, culturale, sociale con cui vengono identificate donne e uomini e con cui vengono attribuite caratteristiche sulla base delle quali si formano aspettative sociali distinte a seconda del sesso del soggetto. Nelle relazioni di genere esiste la possibilit che le donne, nel corso dellinterazione, vengano trasformate in oggetto di valutazione. In base agli stereotipi di genere, le donne appaiono come lalterit radicale, lopposto, e sono collocate nella categoria degli incomprensibili e imprevedibili: si tratta della difficolt dellincontro con laltro cui non siamo preparati. La segregazione occupazionale di genere la differente concentrazione di uomini e donne in lavori diversi. Si d per scontato che le donne siano simili e si capiscano tra loro e che esse siano radicalmente diverse dagli uomini, coi quali la comprensione irta di ostacoli e viceversa. Limmagine di donne dirigenti ostacolata dalla presunzione che le donne, in quanto mogli e madri, siano meno dedite al lavoro rispetto agli uomini discriminazione che finisce con la segregazione verticale ossia il risultato che le donne si trovano schiacciate in posizioni gerarchiche inferiori. La costruzione dellinaffidabilit delle donne sul lavoro si fonda su 2 convinzioni: - lidea che lavoro e famiglia siano 2 modi separati e opposti - ideale che alla donna spetti prima il dominio sul focolare domestico e alluomo quello sul lavoro. Questa organizzazione si fonda sulla rappresentazione di 2 sfere distinte: privato e pubblico; tale distinzione servita a legittimare pubblicamente scelte e decisioni discriminanti. Nel lavoro le dimensioni emotive e affettive sono coinvolte pi di quanto non venga dichiarato: le scelte fatte hanno a che fare con il bisogno di essere riconosciuti. Le due sfere sono cos separate: privato-affettivo-donne; pubblico-strumentale-uomo tale separatezza porta a considerare naturalmente come competenza esclusivamente femminile la responsabilit di cura verso la famiglia, anche quando le donne hanno un lavoro (doppia presenza delle donne o 2 turno). Le donne hanno il problema della conciliazione di lavoro e cura della famiglia. Le donne hanno spazi aperti nel mondo del lavoro, nellambito delle competenze relazionali e della cura. Le segretarie di dirigenti sono sempre donne assumono funzione di status symbol per i loro capi: laspetto fisico diventa fattore determinante. Le donne vengono privilegiate quando serve precisione, cortesia, pazienza, senso di responsabilit. Uomini e donne vengono destinati a diverse categorie dimpiego, legittimando le scelte attraverso rappresentazioni di genere; la segregazione orizzontale prende forma nellinterazione tra soggetti. La divisione del lavoro conseguenza degli stereotipi che costringono uomini e donne a costruire le loro relazioni non a partire da ci che sentono, desiderano, sanno fare ma dallutilizzo strumentale delle caratteristiche che vengono loro attribuite in base allappartenenza di genere. La rappresentazione delle 2 sfere entrata in crisi con lo sviluppo della struttura economica, con una crescita del terziario e con laumento di posizioni professionali qualificate in relazione ai nuovi lavori. Le donne sanno manifestare i propri sentimenti per ottenere ci che vogliono: es. la segretaria che chiede al capo un aumento e si mette a piangere, ha pi probabilit di ottenerlo perch il capo non sopporta di vederla piangere. Talvolta capita che un individuo sia alle prese con processi di identificazione differenti e in parte contradditori: da un lato il sentire, il desiderio; dallaltro il genere cui si deve appartenere in base ai tratti sessuali del corpo. Soggetti che sentono di appartenere al genere diverso dai propri tratti sessuali sono spesso considerati devianti in quanto ci fanno pensare a un terzo sesso ovvero a possibilit flessibili. La dualit rigida entrata in parte in crisi col 3 femminismo, dagli anni 80 ad ora. Freud concentra la propria attenzione sulla fase edipica: da un lato la paura della castrazione del bambino da parte del pap che lo vuole disciplinato e autonomo, dallaltro linvidia delle femminucce per il pene del padre che gli conferisce autorit e potere allinterno della famiglia. Alcune femministe tra cui la Chodorow fissano lattenzione sullattaccamento emotivo alla madre sviluppato da entrambi (maschietti e femminucce) nelle prime fasi della crescita costituirebbe laspetto centrale dello sviluppo dellidentit di genere: le femmine rimangono pi legate alla madre anche per la somiglianza fisica, i maschi invece sono spronati a non essere cocchi di mamma ma a guardare al modello paterno. A fine anni 60, si afferma la lotta per la liberazione sessuale ossia il tentativo di mettere in discussione i modelli tradizionali che regolano la vita dei soggetti. Viene smantellata lidea della doppia morale che voleva gli uomini in preda a istinti sessuali incontrollabili e le donne prive di pulsioni sessuali: si afferma lidea che anche le donne provino piacere sessuale. Travestitismo e scambio dei ruoli sessuali rendono i sistemi di classificazione sessuali meno dicotomici e rigidi Queer theory (queer = devianti e trasgressivi). Le immagini rigide della dicotomia bloccano lincontro come luogo di espressione e lo sviluppo del proprio sentire. Siamo stati formati nellidea di sceglierci tra simili ossia trovare conforto nellomogeneit, piuttosto che sviluppare il piacere allo scambio a partire dalle differenze.

Focault racconta la storia di Herculine, ermafrodita che non trova posto legittimo nella societ dicotomica e si suicida. Si apre la possibilit di una nuova visione: non pi lalternativa escludente oo e la negazione n n ma ee e siasia. CAP. 9 - PRATICHE LAVORATIVE, PRATICHE ORGANIZZATIVE. I nuovi contratti di lavoro a scadenza hanno causato il venir meno della continuit tra compresenza e dialogo nellambiente di lavoro risultato: in uno stesso ambiente di lavoro si incontrano lavoratori e macchine che per quanto perfetti ed efficienti, non si conoscono tra loro. Le dimensioni dellazienda influiscono sui processi lavorativi: negli stabilimenti medio-grandi lorganizzazione pi strutturata, in quelli piccoli viene lasciata pi libert di iniziativa ai singoli. Ma almeno 3 caratteristiche valgono in entrambi i casi: - gli incidenti fanno parte del panorama lavorativo - le ragioni pratiche di chi lavora portano adattamenti rispetto alle traiettorie predefinite - la frequentazione quotidiana porta da un lato allaccumulazione del sapere, dallaltro ad una pericolosa familiarit con le macchine che porta a sottovalutare il pericolo. Corrosione del carattere: dove la flessibilit (capacit di adattamento continuo alle mutevoli condizioni di vita e lavoro) lascia il posto alla precariet (instabilit e carenza di prospettive). In un ambiente di lavoro, il ritmo di produzione del gruppo viene negoziato tra colleghi in modo che nessuno produca al ritmo pi veloce possibile ma al ritmo del gruppo. Possiamo parlare di lavoro come di unattivit situata che ha luogo in un contesto in cui persone e tecnologie collaborano e configgono e che si realizza grazie a un insieme di pratiche discorsive. Ciascuno degli attori si muove sulla scena lavorativa come su un palcoscenico nel quale la partitura definita per linee generali (le competenze) che per viene messa a punto al momento, sulla base delle relazioni e reazioni dei colleghi e del pubblico in quel momento. Questi sono motivi che ci spingono a considerare esplicitamente le pratiche lavorative come pratiche organizzate, contestualizzate. Possiamo leggere lorganizzazione come un insieme di giochi strutturati, nel quale ciascun attore oltre ad agire per un fine condiviso, pu perseguire il proprio utilizzando le risorse disponibili a questo scopo. Allinterno della stessa organizzazione e gruppo di lavoro possono essere tessute trame es. il collega ambizioso che cerca di fare carriera sulle spalle degli altri. Nelle organizzazioni troviamo prassi rituali cio il risultato di soluzioni stabili e riuscite ai problemi provocati da circostanze ripetitive: vale a dire una certa stabilit, una continuit organizzativa, che si mostra nellerogazione dei servizi, nella produzione di oggetti, nonostante conflitti o incidenti che possono essere avvenuti dietro le quinte perch al di l degli attori, lo spettacolo deve continuare. Alla messa in scena contribuiscono gli allestimenti ovvero i luoghi e le scenografie poich lapparato scenico non separato dallazione ma ne parte integrante. Spesso di parla di quipes, che costituiscono incontri di lavoro a cui possono partecipare solo determinate categorie di colleghi le quipes si caratterizzano per essere momenti in cui la ribalta (relazione con gli utenti, con i decisori politici ecc.) sospesa, lasciata fuori; la 1 funzione delle quipes poter fermare laccesso, alzare la soglia accessibile e rifugiarsi tra i pari per aprire un confronto ed uno scambio. Lquipes si trova a un terzo livello tra la rappresentazione individuale, e il complesso delle interazioni dei partecipanti. La comunit di pratiche ha la possibilit di ritrovarsi, abbandonare la maschera della rappresentazione in pubblico, senza che questo pregiudichi la coerenza della messa in scena quipe come batteria sociale. Si tratta di un tempo e uno spazio nel quale poter ammettere i propri errori o quelli della propria organizzazione, esplicitare critiche, accogliere suggerimenti, al riparo dello sguardo del pubblico. I membri dellquipe condividono vincoli di interdipendenza reciproca e familiarit. Unquipe esiste quando ci sono 4 caratteristiche: - 2 o pi persone riunite fisicamente in uno stesso spazio cos che possono influenzarsi reciprocamente grazie alla presenza corporea - ci sono confini rispetto agli estranei cos che i partecipanti abbiano il senso di chi stia prendendo parte e chi sia escluso - lattenzione su un oggetto o unattivit comune - essi condividono un modo comune o unesperienza emotiva. I membri dellquipe contribuiscono a creare una catena di rituali dinterazione. Lquipe una sorta di intervallo tra palcoscenico e vita quotidiana in cui gli attori sono sospesi fra mondi diversi. Possiamo considerarla come il contesto in cui sorgono nuovi modelli, simboli, paradigmi ecc. La figura del leader ha il compito tra laltro di reprimere condotte incoerenti ma anche stimolare una dimostrazione di impegno appropriato, cio curare la coerenza tra le parti.

Goffman riconosce nel ruolo del leader un ruolo ibrido, poich partecipa alle quipes ma non alla pari con gli altri membri; funziona come agente per lo sforzo collettivo e genera il senso del servizio. Suo compito presidiare dal pericolo del disordine, e garantire il buon funzionamento organizzativo. Il leader ha alcune funzioni fondamentali: - controllare i collaboratori in via autoritaria mediante ricompense simboliche (assegnazione incarichi) o materiali (aumento stipendio) pu generare disuguaglianze e tensioni nel gruppo - reclutamento cio inclusione di nuovi membri allinterno della cornice organizzativa - manutenzione della ribalta cio sovrintende a tutti i momenti che rappresentano lorganizzazione verso lesterno. Weber: teoria che definisce il modello razional-strumentale dellorganizzazione, caratterizzata da conformit alle regole, divisione specializzata delle competenze, gerarchia dufficio, Taylor: divisione orizzontale (standardizzazione procedure produttive implica il segmentare del lavoro in reparti), allo stesso tempo verticale (progettazione separata dallattivit esecutiva) e temporale (tutto calcolabile in anticipo). Agli addetti alla produzione non viene richiesta alcuna capacit ma solo di eseguire ordini e comportarsi da incapaci addestrati. La macchina per per funzionare ha bisogno di qualcuno che la progetti, la guidi, la curi: lindividuo in questione mette in gioco il proprio patrimonio di conoscenze ed esperienza (al contrario degli operai di catena di montaggio), cio del sapere situato. Il compito delletnografia organizzativa finalizzato a spiegare i modi in cui gli individui inseriti in specifici ambienti di lavoro arrivano a comprendere, spiegare, influenzare e gestire le situazioni quotidiane in cui sono immersi. Nellorganizzazione gli uomini orientano i loro comportamenti per ottenere un minimo di cooperazione, pur mantenendo la loro autonomia di agenti liberi. Abbiamo il passaggio da un modello meccanico (del castello) inteso come emblema di autosufficienza e direttivit, finalizzato alla produzione di oggetti materiali, a un modello organico (a rete) caratterizzato da 3 processi: nascita di un economia della flessibilit (che vede lo sviluppo di aziende che hanno come compito la fornitura di servizi oltre ai beni), terziarizzazione, tecnologie informatiche. Emerge per il tema della solitudine delluomo moderno di fronte a una serie di automatismi. Le organizzazioni tendono a produrre routine e i soggetti a eseguirle. 2 modelli di organizzazione del lavoro: - modello meccanico: burocrazia gerarchica, forte divisione del lavoro, risorse umane come numeri, cultura della dipendenza e dellesecuzione in un ambiente placido - modello organico: sistemi autoregolati, ruoli professionali basati sulla specificazione, risorse umane come componenti del sistema, cultura dellintegrazione e della soluzione in un ambiente turbolento. In base ai costi, sembrer pi conveniente la forma burocratica per la sua accettazione di un impiego in cambio di stipendio e la maggior facilit di controllo delle prestazioni; il mercato invece connotato da instabilit e ambivalenza nelle relazioni contrattuali e nel perseguimento obiettivi; una forma intermedia ha il clan, sorta di aggregazione orizzontale tra soggetti con interessi comuni. Secondo il concetto enactment o attivazione, individui e organizzazioni interagendo contribuiscono a istituire lambiente nel quale operano. Ogni organizzazione interagisce con il proprio ambiente essendone condizionata e a sua volta contribuendo a definirlo con il suo sistema di relazioni, con i suoi processi e prodotti; lorganizzazione cio contribuisce a istituire lambiente. Ogni organizzazione ha la necessit di dotarsi di un corpo specializzato nelle transazioni con lambiente. La funzione dei rel prendere contatti con il segmento di ambiente con cui sono in contatto, e di trasmettere allorganizzazione le informazioni e gli scambi intervenuti; i rel sono quindi rappresentanti del segmento di ambiente cui si rivolge lintera organizzazione; vengono scelti per informare lorganizzazione della situazione che caratterizza i loro segmenti rispettivi e delle conseguenze che derivano da essa. Da un cambiamento nella relazione tra i soggetti avviene un cambiamento di paradigma che si traduce anche in un cambiamento organizzativo; siamo in presenza di un apprendimento di 2 livello che porta a riconsiderare le norme operative, le strategie, gli assetti organizzativi. Alcune forme di apprendimento sono: - single loop or double loop, deutero-loop: prototipo del modello lineare-meccanico, lapprendimento di tipo single loop (o circuito singolo) comporta una correzione degli errori che non coinvolge lassetto organizzativo (es. sostituzione di un pezzo della macchina); le premesse organizzative sono invece messe in discussione nel caso dellapprendimento a circuito doppio durante il quale si sperimentano modi di fare alternativi e inediti. E il passaggio dalla subroutine singola (sistema che corregge ogni errore sulla base di norme operative predefinite) alla subroutine doppia (il sistema riconsidera la situazione mettendo in discussione le norme operative). Bateson propone un 3 livello di apprendimento, che implica lapprendere ad apprendere cio la capacit di modificare i modi in cui si apprende.

Problem solving or problem setting: concentrare le risorse per risolvere i problemi il modo pi sbrigativo per risolverli ma spesso rimangono irrisolti alcuni problemi di fondo; attivare la capacit negativa cio sospendere la tensione volta al conseguimento di una soluzione rapida e porsi il dilemma della configurazione dei problemi invece che della soluzione significa prendere in considerazione anche soluzioni non abituali. - Lonely or shared: lapprendimento possibile solo se esce dallappannaggio dei singoli per essere condiviso - Learning by doing or learning after doing: il tempo dellapprendimento finch si compie lazione o dopo? Lindagine retrospettiva una delle poche chances a disposizione degli attori sociali, se vero che per apprendere occorre agire senza conoscere le organizzazioni reinterpretando il proprio agire passato riproducono e reinterpretano la memoria assegnando senso alla propria collocazione e progettando le traiettorie future (learning in organizing); ma se accettiamo la soluzione del dilemma in prospettiva di life long learning, o work long learning, allora a fare la differenza diventa la disponibilit ad apprendere in continuo da parte di attori e organizzazione. Per sviluppare una logica di apprendimento e divenire learning organizations le organizzazioni spesso accettano il rischio di innovare che viene portato quasi sempre dalla periferia. Non sempre per le organizzazioni accettano di imparare tanto meno ammettono correzioni di rotta. Qualsiasi lavoro pu infine essere inteso come una pratica relazionale contestualizzata con riguardo: - Tanto allambiente esterno che a quello interno - Tanto al singolo soggetto quanto allorganizzazione. A - RITUALI DI SEDUZIONE E FASCINAZIONE Nellincontro tra 2 persone, e nella creazione di un legame, il primo confine da passare la sfera dintimit dellaltro. In questa fase avvertiamo la sacralit della persona e facciamo uno sforzo per non violarla, muovendoci con discrezione cio accettare le parti di s che egli decide liberamente di donarci. Se non insorgono complicazioni, la fiducia inizia a germogliare. La sfera dintimit ha un punto di rottura; spesso labbattimento della soglia di diffidenza inizia proprio premendo sul punto debole, rappresentato dallobbligo a rendersi accessibili. Esistono varie ragioni per cui un individuo si rende disponibile alle interazioni, in primis per s stesso, perch grazie a questo tipo di comunicazione potr fare i propri interessi. Il rifiuto invece implica il rifiuto del desiderio dellaltro di partecipare alloccasione sociale in cui avviene il raggruppamento. Il seme della fiducia va fertilizzato ma ci pu avvenire solo se i sensori vengono anestetizzati tramite un sorriso (comunica apertura, solarit, assenza di intenzioni aggressive), buone maniere, delicatezza ecc. Questa MANIPOLAZIONE, che pu avvenire mediante 2 forme: 1. FASCINAZIONE Il fascinatore non un creatore; le sensazioni che riesce ad attivare sono una propriet delle sue vittime; egli pizzica le corde emotive pi sensibili dando vita a un palpitante complesso di vibrazioni, energia emotiva che il fascinatore utilizza per ampliare il suo magnetismo. La fascinazione comporta un agente fascinatore e una vittima: quando il fascinatore umano, la fascinazione si determina come malocchio cio influenza maligna che procede dallo sguardo invidioso. Levoluzione del linguaggio ha dissolto la connotazione negativa originariamente associata alla parola fascino, che ora indica la capacit positiva di esercitare attrazione, unenergia alla quale impossibile resistere. Il fascinatore si nutre dei bisogni della vittima e li rielabora per dar vita a uno schermo onirico su cui il fascinato potr proiettare senza limiti i propri desideri. Se le promesse non vengono mantenute, la bolla esplode e il sogno svanisce. Talvolta accade che la fascinazione ceda il posto alla seduzione. 2. SEDUZIONE. E larte di dominare con eleganza. Ha perso laccezione originaria di avviamento al male per diventare strumento di socievolezza nella forma della civetteria (flirtation). I presupposti che danno vita alla socievolezza sono: - esclusione di tutto ci che per la personalit ha unimportanza oggettiva (status, successo, ricchezza) - avere s stessa come unico scopo - elaborazione e trasformazione in forma ludica e leggera della realt della vita. La flirtation larte di giocare con lerotismo; si pu flirtare con tutto, anche con larte, la politica ecc. La flirtation nasce nellincertezza determinata dalla continua alternanza tra concedersi e negarsi, che diventa fonte di fascino e motivo di piacere; flirtare significa inseguire una meta mobile che si allontana ad ogni passo, perch non esiste fine ma piacere nellassaporare le emozioni che regala. Nel bisogno di sedurre c (latente) il bisogno di esercitare un potere. Questo tipo di seduzione detto strumentale; la seduzione finalistica consiste nel riconoscere il diverso, accettare laltro nella sua alterit.

Un es. di seduzione Casanova: il suo fine era condurre una vita spensierata e allegra, lo scopo era il piacere; con larma della seduzione, ottenere non solo il piacere dei sensi ma quello del successo sociale appagando il suo esibizionismo. Il seduttore gioca con le emozioni, le manipola per insediarsi stabilmente nellimmaginario dellaltro e sviarlo dalla propria verit: il seduttore diventa il nuovo centro, la divinit cui consacrare lesistenza. Limpossibilit di possedere loggetto del desiderio la caratteristica della seduzione, che altrimenti si trasformerebbe in amore o in caso contrario in indifferenza. Il manipolatore (sia fascinatore che seduttore) tenta di disinnescare la soggettivit del partner al fine di esercitare un controllo della propria esistenza e vincolarlo a s; riduce le vittime a specchio del suo Ego. Una relazione cos per non potrebbe esistere senza la complicit delle vittime, infatti il potere devessere legittimato ossia bisogna che i sottoposti lo accettino circolarit della relazione di potere. Il potere che coinvolto in queste pratiche non quello razionale n quello tradizionale ma quello carismatico carisma = qualit considerata straordinaria che viene attribuita a una persona, per la quale questa viene considerata come dotata di forze e propriet sovrannaturali non accessibili agli altri. Il manipolatore celebra con la vittima piccoli rituali quotidiani nei quali fingendo di venerare il self della vittima, venera s stesso evocando energie emozionali con cui alimenta il suo carisma. Lo stato di trance in cui indotta la vittima ha effetto di droga, crea dipendenza: quando il manipolatore se ne andr, lascer dietro di s un vuoto pericoloso in quanto luniverso emotivo della vittima, rimasto senza centro, imploder. Nella seduzione la vittima attivamente stimolata attraverso operazioni manifeste e esplicite; il seduttore mette in luce e offre al sedotto una parte di s evidente e riconoscibile. Nella fascinazione invece la comunicazione ha carattere allusivo, indiretto e rimanda a qualcosaltro non presente sulla scena; conta molto di pi il detto a met, lassente che il fascinato dovr immaginare. Mentre il seduttore pu essere trascinato in tribunale con visibili prove a carico, difficile incastrare il fascinatore che non lascia tracce. Per evocare energie, il manipolatore usa voce, gesti, abbigliamento; anche i nuovi mezzi di comunicazione. Es. Folla che ascoltava eccitata i discorsi di Hitler trasudanti pathos, immerso in una scenografia, trasmesso per radio figura del capo carismatico che ottiene consensi con la seduzione delle masse. Le moderne battaglie elettorali si giocano nellemisfero dx (emozioni e sogno) degli elettori, e nel sx (razionalit e calcolo) dellelettorato. Come fare per non rimanere impigliati in contesti seduttivi/fascinatori? Non esiste la soluzione, ma Simmel ci d uno spunto: senza pericolo possono darsi per intero solo coloro che non possono mai darsi per intero in quanto la ricchezza nei loro animi in permanente sviluppo (cio hanno imparato a gestire autonomamente le energie emozionali). Tali persone non hanno mai bisogno di abbandonarsi totalmente ad altre per percepire le vibrazioni emozionali. B INTERAZIONI IN CLASSE La classe considerata un microcosmo allinterno della societ pi vasta. Nelle prime interazioni tra insegnanti e classe si costruiscono le reciproche reputazioni. Nellesaminare le interazioni in classe, si prendono in considerazione: culture, contesto (ambiente specifico di quella scuola e classe), prospettiva (punti di vista dei vari attori), strategia e negoziazione, carriera scolastica degli alunni. Esiste una correlazione tra clima di apprendimento e rendimento scolastico; il livello di integrazione della classe (valutato col test di Moreno) risulta tra le variabili pi significative il test sociometrico di Moreno uno strumento basato sulle risposte degli studenti su quale compagno desidererebbero nel tempo libero o in classe. E elevato il pericolo delle stigmatizzazioni di chi non viene scelto dai compagni. Chiari studia il clima di classe, ovvero latmosfera socio-emotiva. Lidea che a situazioni di marginalit sociale corrispondano situazioni di marginalit scolastica analoghe. Gli studenti con difficolt scolastiche provengono prevalentemente da famiglie svantaggiate; avrebbero bisogno di interventi di continuo sostegno e incoraggiamento da parte dei docenti. Le ricerche dimostrano invece che la tendenza dei docenti dare pi attenzione a chi ne ha meno bisogno. La questione del clima di classe rilevante nella realt italiana in cui le classi occupano anche per anni uno stesso spazio fisico e gli insegnanti si postano; allestero invece sono gli studenti che si spostano da unaula/laboratorio allaltra, relazionandosi con compagni diversi. Secondo la teoria della riproduzione di Bordieu, la scuola mantiene le disuguaglianze sociali poich favorisce gli hritiers: i bambini porterebbero a scuola un diverso capitale culturale che deriva dalla provenienza sociale delle famiglie; la scuola tende a riprodurre la struttura sociale esistente legittimando questa differenza. Le interazioni sarebbero improntate allimposizione da parte dei docenti dei comportamenti, valori, modelli di motivazione (habitus) della classe dominante. Questa imposizione provocherebbe lopposizione dei bambini di origine popolare che si manifesta con linsuccesso, la ripetenza, labbandono.

Bernestein studia lintreccio tra interazione in classe e disuguaglianze sociali centrando lattenzione sul linguaggio. Lacquisizione di un tipo di codice viene determinato in primis dalla famiglia e in seguito dalla scuola. Nellimpatto con la collettivit che avviene con lingresso a scuola, diventa necessario ricontestualizzare parti del codice appreso. Alcune tra le esperienze effettuate assumeranno un significato nuovo dentro un sistema astratto e generale. Lorientamento al codice connesso alla divisione sociale del lavoro; i bambini di classe media e operaia possiedono sia il codice elaborato (usato per lapprendimento scolastico) che quello ristretto; i primi tendono per a usare quello elaborato, i secondi quello ristretto. I bambini di classi privilegiate, allingresso a scuola usano gi in modo spontaneo un codice elaborato che permette loro di sintonizzarsi sul linguaggio degli insegnanti. Gli studenti di origine operaia, in attivit fondate sulla parola e il testo, fanno fatica ad avvicinarsi ai prerequisiti iniziali (sequencing) e a stare al passo con la progressione (pacing) dellapprendimento. La scuola lascia al codice ristretto la possibilit di esprimersi nei momenti di vita informale (es. intervallo). Effetto pigmalione o effetto Rosenthal: potenza delle aspettative positive nel favorire o meno lo sviluppo delle potenzialit dei bambini. Gli insegnanti assumono informazioni sullorigine sociale e il livello culturale degli allievi, osservandone le modalit di comportamento e il linguaggio etichettamento, in base al quale anche il comportamento non conforme alle regole viene diversamente redarguito ad es. la vivacit dei bambini di famiglie privilegiate viene pi facilmente connotata positivamente (es. siamo un po esuberanti oggi!) mentre per gli altri pi facile che lo sia negativamente (sei sempre il solito!). I bambini di origine popolare tendono a venire emarginati allinterno della classe: chiedono e ottengono meno degli altri la parola in classe. Negli anni 90 nata la sociologia dellinfanzia, che considera centrale per la comprensione delle interazioni il punto di vista di attori fino a quel momento non considerati dalla ricerca, i bambini appunto. Sono stati individuati 4 tipi di modalit relazionali allinterno della classe: - curiosit mentale, in cui i bambini apprendono per il piacere di farlo, i rapporti con maestri e compagni sono buoni; lorigine sociale medio-alta; - utilit, in cui i bambini si limitano allimpegno necessario in quanto richiesto dalla scuola, i rapporti sono buoni; lorigine sociale mista; - legame, in cui non vi n impegno n interesse allapprendimento, comunque i rapporti sono buoni; lorigine sociale composita - traversata del deserto, in cui n lapprendimento n le relazioni sono positive; origine sociale bassa. Per Bateson la classe un sistema aperto. Il Cooperative Learning lapprendimento cooperativo: parte dallidea che le interazioni tra compagni di classe invece che essere considerate elementi di disturbo come da tradizione, siano viste come risorse utili per lapprendimento scolastico e lo sviluppo di competenze sociali. Il C.L. prevede tra le altre cose lorganizzazione del lavoro in gruppi eterogenei al loro interno concetto di interdipendenza positiva cio processo per cui la riuscita personale dello studente si verifica anche se tutti gli altri la conseguono. Linsegnante lavora molto nella preparazione dei materiali e nella costruzione di gruppi. Saranno poi gli studenti ad attivarsi lavorando sul materiale fornito e perseguendo lobiettivo. La leadership distribuita in modo che ciascuno si assuma delle responsabilit. Al termine del tempo stabilito, i membri dei gruppi leggono, commentano, si chiariscono reciprocamente le parti pi complesse e ciascuno di loro, in quanto esperto, andr a far parte di un nuovo gruppo a cui porter le proprie competenze acquisendo quelle che gli altri gli trasmettono. Nella 3 fase, ognuno torner al gruppo di partenza e porter l le nuove competenze. Infine ci sar una valutazione individuale. Alcune elaborazioni sostengono che la violenza che si verifica a scuola sia riflesso di quella esistente nella societ e che anzi essa viene contenuta dallistituzione scolastica. Si tratterebbe di una violenza che costituisce il prolungamento di quella perpetrata dalle bande giovanili del quartiere. Altre elaborazioni sostengono invece che gli studenti sviluppano violenza, rabbia per essere stati illusi dalle promesse che la scuola di massa non in grado di mantenere, e infieriscono perci su persone e oggetti. Oggi viene dato molto peso agli episodi di violenza pi che altro perch la societ mediatica ha esteso laudience anche alla rete, su cui vengono diffuse le immagini riprese col cellulare. La trasgressione ha spesso funzione comunicativo-espressiva pi che strumentale, e necessita di un pubblico. Si parla anche di bullismo: il bullo colui che usa la forza o il potere per spaventare o ferire i pi deboli. I confini tra violenza e bullismo sono sfumati: spesso il bullismo viene perpetrato allinterno delle classi, nei momenti di vita informale; affinch si possa parlare di bullismo, le violenze (solitamente di natura psicologica) devono essere: reiterate nel tempo, intenzionali, allinterno di una relazione asimmetrica.

La vittima presenta caratteristiche di fragilit emotiva, ed spesso sostenuta da compagni con analoghe peculiarit. Il bullo invece presenta caratteristiche emotive e fisiche che lo vedono in posizione dominante. Latto di prevaricazione tende a verificarsi di fronte a un pubblico, in modo da consentire la costruzione della reputazione di duro. La scuola italiana diventata scuola di massa, con laccesso alla maggioranza dei ragazzi senza per che sia cambiata limpostazione didattica di fondo maturata allinterno di una scuola dlite. La diffusione delle tecniche informatiche potrebbe essere strumento per far riacquistare alla scuola una centralit agli occhi del mondo giovanile. C CONFERENZE, TEATRO E PERFORMANCE. La conferenza un evento che riunisce un certo numero di persone che in compresenza fisica hanno un comune focus di attenzione determinato dal conferenziere il quale per non solo il motore della dinamicit che prende vita durante levento, anzi spesso solo un pretesto perch diversi individui confluiscano in un luogo e si incontrino. Lattenzione devessere catturata per far scorrere il tempo, ma questo deve avvenire a causa del tema del conferenziere e non delle sue capacit istrioniche. Il pubblico segue intermittentemente, immergendosi e riemergendo dallascolto del tema della conferenza aspettando gli effetti speciali che lo catturino. La conferenza una tipica comunicazione frontale; la conferenza una forma di interazione che consente di, e viene utilizzata per, costruire e confermare un noi noi = ceto (privilegiamento positivo/negativo nella considerazione sociale, fondato sul modo di condotta della vita e perci sulla specie di educazione formale e sul prestigio derivante dalla nascita e dalla professione). E levento e non tanto il contenuto, a essere di interesse per i partecipanti occasione celebrativa. I conferenzieri hanno un corpo ed esso pu produrre effetti visivi e sonori non connessi col flusso verbale, che possono costituire elementi di distrazione (es. inciampa). Leleganza del linguaggio pu essere presa come prova non solo dellintelligenza del parlante ma anche del fatto che egli mette tutta la sua capacit e intelligenza nel compito che sta svolgendo. Questo mostra come la conferenza sia una rappresentazione in cui vengono sostenuti dei ruoli sulla ribalta che vanno a confermare il dominio di campo del ceto a cui il conferenziere appartiene. Col tempo si andato creando un linguaggio caratterizzato da un codice elaborato, che avrebbe lo scopo primario di organizzare i processi mentali, distinguere e combinare concetti, ma che nella sua forma pi evoluta si talmente staccato dalla struttura sociale normale che pu addirittura prevalere su di essa e far s che il gruppo sociale si modelli intorno al linguaggio, come avviene nelle lezioni universitarie. Lio viene mantenuto entro un ambiente strutturato rigidamente, e tende ad essere passivo; il codice elaborato cos finisce per dar vita a esiti simili a quelli generati dal codice ristretto. Il conferenziere non porta sul podio solo il testo del suo discorso, ma anche limmagine dellorganizzazione che lo ha convocato. Ci che il pubblico considera come intelligenza, spirito, fascino in un conferenziere, ci che gli far attribuire il suo vero carattere, dipende da ci che egli fa per riuscire a mettersi in modo efficace a disposizione delloccasione. Il testo pu essere imparato a memoria, letto o parlato spontaneo (improvvisato); esistono quindi diversi footings di esecuzione. Solitamente limpressione di chi ascolta che il discorso sia parlato spontaneo, e ci richiede che il conferenziere sviluppi abilit a rendere lesposizione fluida mostrando di non avere bisogno di un retroscena cui attingere notizie o sapere. Sono concesse solo alcune occasioni di digressione rese possibili dalla natura orale, che devono per essere preparate e tenute sotto controllo. Queste digressioni sono i footings, e ce ne sono 3 tipi: - passi con letture diverse da quella letterale - parentesi del testo - commenti parentetici. Un pubblico ritenuto dal conferenziere come non reattivo tender a mantenere il conferenziere rigidamente attaccato al testo, mentre un pubblico vivace pu indurlo a prolungare ogni espressione che susciti reazione. I commenti conclusivi fanno tornare il conferenziere coi piedi per terra. Nelle conferenze universitarie meno marcata la componente celebrativa, in quanto esse sono definite momenti di trasmissione di informazioni da docente a allievo, aventi unulteriore caratteristica: gli ascoltatori sono responsabili dellapprendimento. La metafora del teatro stata molto usata da Goffman per indicare le interazioni. Egli si riferisce al teatro tradizionale in cui lattore tende a essere istrione che tiene in pugno il pubblico e che viene applaudito per la sua bravura, al di l della storia raccontata. Negli ultimi anni ha preso vita un teatro di narrazione, con la messa in relazione tra attore e pubblico.

Dal 1900 non si parla pi di teatro in senso monolitico ma di teatri che nascono da forme performative che rinnovano i concetti di scena, retroscena, pubblico; questo avviene per opera di rivoluzionari (Fo, Brecht) Uno dei punti focali lattenzione allo stare qui ed ora, non secondo regole di interazione stabilite ma secondo dinamiche di comunicazione con tutto s stessi; tutto ci deve avvenire senza che lattore travolga emotivamente linterlocutore dominandolo, ma facendolo partecipare. La presenza del pubblico diventa fondamentale, deve trovare una sinergia con lazione, col fare dellartista, entrare in sintonia con le azioni che egli compie. Lattore spesso ricorre a momenti di straniamento sul palco, in cui si rivolge direttamente al pubblico coinvolgimento e distacco e viceversa. Distacco non vuol dire andare da unaltra parte ma allontanarsi tenendo lo sguardo su ci che sta davanti. I narr-attori sono un esempio di messa in pratica di ascolto attivo in quanto valorizzano la metacomunicazione, riconoscono laltro e lo considerano presenza imprescindibile, necessaria. Qualora ci sia ascolto, unesperienza sia da parte dellattore che dello spett-attore attraverso canali comunicativi verbali e non. Quando lattore sente silenzio, si concentra e si spalanca; quando non avverte attenzione, si chiude. La condizione dello spettatore nei momenti pi intensi, quella di un bambino che si lascia stupire dalle cose, anche perch la rappresentazione non mai uguale alla precedente. Lattore non racconta a o per un pubblico, ma con il pubblico, lo prende dentro alla performance. Il teatro pu esistere senza cerone, costumi, scenografie, ma non pu esistere senza il rapporto diretto col pubblico comunicare interagendo. Barba chiama 3 teatro un luogo che donne e uomini decidono sia luogo dincontro, in cerca di un nuovo senso del teatro. La performance ha luogo con la partecipazione di tutti i presenti che mettono in gioco mente e corpo insieme e partecipano a unesperienza internazionale conoscitiva ascolto organico con tutto s stessi. Noi concepiamo il teatro come luogo di provocazione che lattore lancia a s e agli altri; il teatro ha significato solo se si trascende la nostra visione stereotipata. La performance legata a 2 termini: - actualizing: simultaneit di percezioni e azioni, relazionalit e interscambiabilit, logica associativa e non razionale, emergenza e implicazione dellestetico dal e nel sociale; esiste una fase preliminare (disgregazione di stereotipi), una fase liminale (sottomissione ai rituali e trasmissione di conoscenze allaltro), una fase postliminale (reintegrazione, si ricostruisce il nuovo s). La communitas celebra la propria differenza dal resto della societ, quindi il rito espressione del margine; - restoration: operazione compiuta dallo spettatore (colui che ricostruisce un oggetto, lo fa rivivere e lo rinnova). Brecht introduce alcune dinamiche dette di spiazzamento che tendono a introdurre nellincontro attorespettatore, lelemento di riflessivit assieme allesperienza emozionale. Il linguaggio musica, per cui bisogna imparare a suonare la musica gi scritta ma anche improvvisare. Il ritmo importante nellascolto in quanto permette di essere presenti nella cosa che sta accadendo. Ritmo e azione dellimmagine (ossia immaginazione) fanno parte della politica dellimmaginazione usata dai regimi totalitari, dallindustria capitalistica, ecc. per guadagnare il controllo del pensiero e dellespressione umana. Mirano cos a privare le persone dellalternativa immaginaria. Riassumendo: conferenza e teatro hanno in comune molti elementi es. lavere un carattere non quotidiano, extra quotidiano, prevedere una compresenza di persone, prevedere uno che parla a molti; ci avviene non solo con la parola ma anche con le intenzioni che passano attraverso voce e corpo. Il fattore istrionico del conferenziere pu essere importante per contribuire alla focalizzazione e alla riuscita del rituale ma spesso prevale sul resto e diviene strumento per laffermazione della propria posizione o superiorit. D LE INTERAZIONI NEI SERVIZI SOCIALI Il servizio sociale professionale promuove il cambiamento sociale, la soluzione dei problemi nelle relazioni umane, la liberazione della gente per aumentare il benessere. Sono fondamentali i principi dei diritti umani. Oggi stata abbandonata la visione caritatevole e si punta invece su un approccio trasformativo, promozionale, con la figura dellassistente sociale (modello integrato). Si dilatano i confini professionali cio si va al di l di un singolo ordine. Questo approccio identifica negli operatori sociali i testimoni di un nuovo modello dintervento: comunitario, partecipato, responsabile che suscita progettualit cio promuove e migliora lautonomia delle persone in difficolt attuazione welfare.

Olivetti Manoukian insiste perch gli operatori sociali non riconoscano i cittadini solo come numeri ma come soggetti, potenziali interlocutori che devono costruire condizioni per lesercizio dei diritti soggettivi per il benessere dei singoli e della societ. Il lavoro sociale si contraddistingue rispetto alla produzione: se vero che in entrambi i casi si tende allo sviluppo di relazioni interne e con lutenza, vero anche che lapertura al mercato dei servizi alla persona sembra fermarsi alle funzioni manageriali, al controllo della spesa e allingresso di soggetti privati nella gestione dei servizi, senza che venga considerata come centrale la figura di coloro che si occupano di relazioni, coloro cui il sapere basato sulla capacit di lettura dei fenomeni sociali. Il lavoro degli operatori sociali a contatto diretto con lutenza, l dove avviene la relazione tra stato sociale e cittadini (sportelli, ospedali ecc.) il che li allontana dai centri organizzativi e li pone in una posizione di frontiera. Agli operatori sociali assegnato un ruolo debole, uno sconfinamento continuo tra lavoro professionale e sociale come lavoro di cura e relazioni accentuandone il carattere di semiprofessione. Il lavoro sociale comunque lavoro pubblico, nel senso che si rivolge a un bene comune (commonwealth), alla collettivit, indipendentemente dal soggetto che in quel momento gestisce quel servizio. Chi opera in questo settore fortemente condizionato (incorniciato) dalla posizione assunta dal welfare locale, regionale, nazionale, e non pu essere lasciato alla competenza del singolo operatore. La disponibilit di un operatore ad attivare risorse e progetti necessita per attuarsi di una speculare disponibilit dellutente ad accettare la relazione; siamo in presenza di relazione asimmetrica perch vi sono condizioni particolari per laccesso al servizio es. orari di apertura, ecc. Ci che si mette in gioco durante una relazione non loggetto ma il ruolo rituale del s: i giocatori-attori sono assoggettati ad un doppio mandato che da un lato li vede come oggetti sacri e dallaltro come costretti ad accettare la sfida. Il giocatore-operatore collocato entro una sacralit organizzativa e professionale ma non pu sottrarsi al giocatore-utente che vi accede, il quale a sua volta porter istanze ma anche la sua sacralit. Nel gioco relazionale scatta un sistema di doveri ed aspettative differenti ma reciproci; la deferenza va conquistata sul campo e il giocatore ha a disposizione 2 opportunit: rituali di discrezione e rituali di presentazione. Il contegno elemento del comportamento cerimoniale manifestato mediante latteggiamento, il modo di vestire e muoversi. Se la deferenza possiamo immaginarla spostata verso loperatore, il contegno lo verso lutente: il tasso di disperazione potrebbe volgersi a suo favore e convincere loperatore nella ricerca di soluzioni. 1. fase di preparazione: i soggetti decidono di giocare e si accordano sulle regole 2. fase di determinazione: gioco vero e proprio 3. fase della rivelazione: raggiungimento risultato 4. fase della sistemazione: capacit di un risultato di andare oltre i confini delloccasione in cui viene determinato. Spesso lutente (colui che si rivolge ai servizi per esigere una forma di sostegno) non ha interesse a partecipare a una scommessa puntando invece direttamente allottenimento del premio. Loperatore, il servizio, sono passaggi obbligati, strumenti e nulla pi. Pu accadere anche che loperatore non abbia interesse a giocare, cio a rischiare. E ovvio che se nessuno dei 2 interlocutori apre allaltro, si innesca un meccanismo che non porta a nulla e nel quale nessuno gioca la partita. Lazione collegata alla possibilit del rischio, oppure routine cio non-azione. I policy makers sono ingaggiati in servizi a soglia bassa (poliziotti, insegnanti ecc.) e chiamati a risolvere situazioni complicate, impossibili da programmare, lavorano in situazioni che richiedono risposte alle dimensioni umane in cui serve la loro osservazione sensibile, il loro giudizio; hanno pi a che fare con i cittadini che con la natura dei compiti. La loro attenzione rivolta verso i cittadini e verso le agenzie da cui dipendono. I managers, a differenza dei policy makers, sono orientati a controllare i propri collaboratori e misurarne performance e resistenze. Un aspetto fondamentale la non-volontariet dei clienti: non scelgono di frequentare i servizi, ma vi sono indotti da condizioni particolari o normative. I clienti esigono di essere trattati come individui e trovano invece operatori che li trattano come categorie di azioni processo di etichettamento che chiede allutente-cliente di adeguarsi; il processo avviene: - distribuendo benefici e sanzioni - organizzando il contesto in cui si svolge linterazione - spiegando ai clienti come comportarsi da clienti - allocando ricompense psichiche e sanzioni ai clienti che entrano in relazione con loro. Loperatore street level non fa altro che riprendere le pratiche di classificazione tipiche della burocrazia. Le strategie messe a punto dallorganizzazione sono difensive cio tendono a limitare la domanda e a massimizzare le risorse, cio a creare routine per rendere gestibile il proprio compito e rassicurare lutente.

Fare lavoro sociale significa appartenere a una comunit di pratiche contrassegnata da continui riferimenti alle proprie convinzioni, al coinvolgimento emotivo nelle storie dei propri interlocutori lavoro emotivo. E INTERAGIRE CON DISAGIO E PRATICHE ORGANIZZATIVE. Limbarazzo viene considerato nella nostra societ un segno di debolezza e inferiorit; ha origine nellinterazione con laltro: lio si contrappone allintera personalit e la mortifica con la sua performance difettosa. Spesso focalizziamo lattenzione sulla diversit di persone con disagio psichico; nellincontro tra le persone diventa uno stigma, una diversit non desiderata sulla quale la societ costruisce pratiche di discriminazione standardizzate. Nei rapporti tra stigmatizzati e normali, si crea reciproco imbarazzo. Tra le origini della nascita delle istituzioni di alienazione troviamo proprio limbarazzo e lintenzione di allontanare le persone indesiderate dalla societ funzione custodialistica di tali strutture. Dagli anni 60 inizia un movimento di critica alle istituzioni manicomiali da parte degli psichiatri stessi, dando lavvio al processo di deistituzionalizzazione cio tessere nuovi rapporti tra strutture psichiatriche e attori esterni, tra operatori e utenti sulla base del riconoscimento dei diritti delle persone (nuova psichiatria). Goffman rintraccia nelle strutture, diversi territori in base allaccesso degli internati: - spazi fuori del confine: interdetti agli internati; - spazi di sorveglianza: spazi comuni ma sotto controllo dello staff; - luoghi liberi: consentono agli internati una certa autonomia; spesso coincidono con gli spazi personali. La relazione fra operatori e utenti fortemente sbilanciata a favore del professionista; lutente ospite quindi si deve adattare a regole e ritmi diversi dalla sua quotidianit. Lo squilibrio sta anche nella maggior quantit di informazioni che possiedono gli operatori sugli utenti. La deferenza offerta dagli internati ai membri dello staff, e chi non la dimostra viene redarguito. Attraverso il contegno, gli utenti dimostrano il buon adattamento. Le istituzioni volte alla risocializzazione di persone che hanno dato pubblico scandalo possono correre il pericolo di passare attraverso pratiche di ritorno al contegno invasive se non violente, in cui lo staff demolisce il giudizio su di s e lutente lo deve ricostruire. Il ruolo di controllore dello staff sullutente prevede anche linvasione della sua sfera intima e personale es. lo staff presente durante la doccia. Operatori e utenti possono avere momenti di relazione alla pari durante confidenze creazione rapporto di fiducia. Il tema della contenzione coperto dallalibi dei processi di welfare che inseriscono in ambito sanitario modalit aziendali di organizzazione prevedendo spesso una riduzione dellinvestimento sul personale. I servizi oggi sono in affanno, non si riesce a costruire una nuova forma organizzativa manicomiale. La sindrome di burn-out un esaurimento emotivo, un disagio che porta allapatia, al distacco dallambiente di lavoro e allindifferenza verso gli utenti; questa sindrome emerge nelle comunit di housing dove operatori e utenti hanno la possibilit di costruire relazioni alla pari e condividere attivit quotidiane, ma dove facile che si crei un sovraccarico emozionale e si creino relazioni come genitori/figli. Il nuovo mito dellautonomia degli utenti ha sostituito quello vecchio della guarigione. Quando un utente dimostra miglioramenti in termini di autonomia, viene promosso dallo staff e inserito in una struttura meno controllata. Questo pu essere debilitante per lutente e risolversi in un ritorno alla struttura precedente; questo pu tradursi anche in frustrazione per gli operatori che vivono la crisi dellutente come fallimento dei loro intenti riabilitativi. Il Supporting Housing prevede di seguire lesigenza abilitativa dellutente offrendogli il supporto adeguato in relazione alla propria situazione modello circolare. La possibilit di vivere con le persone con disagio psichico apre la prospettiva alla possibilit di usare lumorismo come strumento terapeutico ma soprattutto come modalit di relazione quotidiana. F INTERAZIONI E RITUALI AZIENDALI Le attivit istituzionali dellimpresa (di 1 piano) sono i rapporti con i media, la creazione del sito web, i discorsi pubblici, le campagne e i piani strategico-pubblicitari. Le attivit di 2 piano sono invece le interazioni sociali tra attori che spesso decostruiscono i codici creati per il mantenimento dei significati organizzativi, li reinterpretano e danno vita a nuove realt. Questo comprende ci che i membri di unorganizzazione danno per scontato, i rituali che creano e mantengono lordine sociale. Dagli anni 40 ai 60, lorganizzazione viene definita come strumento informativo e razionale basato sullefficacia della produzione e sul calcolo dei costi.

Negli anni 70 emergono nuove prospettive, col riconoscimento di alcune dimensioni che appartengono alla vita quotidiana; da questo momento lazienda non il solo luogo della tecnologia e della produzione ma un contesto in cui si intrecciano relazioni e interazioni. Il sistema simbolico economicista descrive le interazioni tra gli attori aziendali come un capitale umano, un fattore o una variabile che influisce sulla specializzazione dellazienda, unulteriore fonte di profitto e produttivit; il soggetto va valorizzato, la comunicazione va incentivata, lo scambio apporta benefici ed influenza le decisioni. Le interazioni che avvengono in unazienda possono essere descritte ed osservate in molti modi diversi, anche usando analogie con mondi e situazioni della vita quotidiana es. un evento teatrale: una comunicazione tra gli attori della scena e il pubblico; la descrizione degli eventi comunicativi di unazienda rispecchia spesso il modello di una sceneggiatura. Mediante un copione non scritto, ma ugualmente condiviso e regolato, i diversi attori intervengono mettendo in scena la parte per cui si sono esercitati nel retroscena. Lespressione brain storming vuol dire tempesta di cervelli e indica compresenza fisica attorno a un tavolo in una stessa stanza, con lobiettivo di scambiare opinioni, idee da trasformare nella dimensione del fare organizzativo. E necessario considerare che azienda non solo uffici e impiegati ma anche cantieri, lavoro manuale ecc. Se un minatore rimane indietro una volta, il compagno lo aiuta, ma se rimane indietro sempre, verr gradualmente escluso il rituale dellultima possibilit attraverso il quale si chiede un cambio radicale di comportamento lavorativo ad un membro del gruppo, pena lallontanamento. Larmonia della squadra di lavoro dipender da quanto il gruppo sia solidale e dallabilit di ciascuno nel risolvere le situazioni difficili. Di norma, un buon lavoratore accettato subito dal gruppo ma se questultimo arrivato tanto bravo nel lavoro non riesce a socializzare, non durer a lungo e piano piano verr emarginato. Il leader fondatore dellazienda inizia il suo processo interattivo nel momento in cui ha unidea per una nuova impresa e coinvolge una o pi persone con cui ha in comune propositi e possibili sviluppi; successivamente, il gruppo coinvolge e seleziona altre persone, con cui iniziare a condividere una storia. La cultura organizzativa pu essere descritta come linsieme dei caratteri distintivi dellazienda. Il setting dellorganizzazione quindi corridoi e uffici, vengono utilizzati come creatori di sensazioni ed importanti elementi di comunicazione interna. Il paesaggio costruito dai dirigenti e dai dipendenti comunica diversi stati danimo e scaturisce emozioni e comportamenti interattivi differenti tra loro. Lidea che il dipendente sia membro del gruppo, un giocatore di squadra che non mira a essere riconosciuto come singolo, ma come parte di una moltitudine, esplicitato dai momenti di comunicazione informale come la pausa pranzo. In quei momenti di pausa, pettegolezzi e confidenze mescolano la sfera privata con la vita lavorativa. Unaltra pratica la cena di fine rapporto di lavoro. Lazienda dunque un luogo in cui prendono forma numerosi processi interattivi che si manifestano attraverso pratiche quotidiane, simboli condivisi e rituali. La reputazione si basa sullindividuazione, da parte degli attori che entrano in relazione, di alcune qualit desiderabili o meno; reputazione e fiducia sembrano essere legate: la decisione di dare fiducia o meno a una persona dipender dalla sua reputazione. Nelle interazioni con attori esterni allazienda, si creano legami interpersonali, in cui la conoscenza e la fiducia sono esperienze forti per le persone, prima ancora che per le organizzazioni che rappresentano. In conclusione, il riconoscimento dellattore come parte del gruppo avviene attraverso le interazioni comunicative con gli altri nativi che condividono linsieme delle pratiche aziendali. G I RITUALI RELIGIOSI Il rito religioso si concentra sul corpo, e il corpo veicolo dellesperienza religiosa con la sua capacit di scambiare sensazioni, significati e informazioni col modo esterno; il corpo stato per lessere umano fin dallinizio dei tempi il principale ponte di comunicazione tra natura e divino. Attraverso limpiego del corpo, gli individui sperimentano vari modi di dare forma allesperienza del sacro. La liturgia un insieme di atti simbolici da compiere e da non compiere. Nellambito religioso, le tecniche di sovrastimolazione del corpo e delle sue percezioni mediante luso di vari mezzi, vengono impiegate da molte tradizioni culturali: musiche, danze, canti, assunzione di sostanze psicotrope, attivit sessuale, autoflagellazioni sono fra gli strumenti pi usati. Altre culture praticano la sottostimolazione delle funzioni corporee: ridurre al minimo le proprie necessit naturali con la sottoalimentazione, il digiuno, lastinenza sessuale, il controllo della frequenza respiratoria ecc. sono pratiche usate per la gestione delle energie contenute nel corpo al fine di aprire i canali di collegamento con il divino. La via ascetica (orientata allatteggiamento di estraneit e rinuncia alla vita) si discosta dallaltro tipo di esperienza, realizzata mediante la sovrastimolazione corporea e compresa sotto il termine orgiastica.

Un caso particolare quello degli stiliti, a met fra lutilizzo delle tecniche di sovrastimolazione e sottostimolazione corporea: lo stilita soggiorna in cima a una colonna in posizione eretta e immobile, contenendo lassunzione di cibo e riducendo il sonno. La loro immobilit consisteva in una miriade di micromovimenti che dovevano compiere ininterrottamente per far fronte alla perdita di equilibrio. Esistono molte classificazioni che distinguono fra il proiettarsi in un altro mondo (sciamano), lessere fuori di s (trance) e il diventare un altro rispetto a s stesso (possessione). Anche nella possessione, vi sono diverse gradazioni: la divinit che ha preso possesso del corpo dellindividuo si pu sostituire completamente a lui agendo al suo posto, oppure il soggetto pu essere invaso dalla divinit, che per coesiste con lui facendolo agire a suo nome (ispirazione), oppure lincontro pu essere vissuto in termini di comunione, rivelazione, illuminazione senza incarnazione. Secondo la dottrina della predestinazione, lessere umano pu salvarsi per sola fede, ma dal momento che i disegni di Dio rimangono per lui imperscrutabili, lunica possibilit che gli rimane di vivere la propria professione come una vocazione. Ma questo richiede sacrifici, sobriet, costanza e controllo dei propri desideri, insomma una severa disciplina. Weber ha distinto allinterno dellascesi, 2 tipi di atteggiamento verso il mondo: - ascesi extra mondana: chi rifiuta il mondo e fugge da esso (rifugiandosi in monasteri, grotte ecc.) - ascesi intra mondana: chi continua ad agire nel mondo per cercare di modificarlo. Lo sciamano crea uno stato di esaltazione e ebbrezza acuta attraverso lutilizzo di sostanze: passaggio necessario per giungere alla soglia che separa e allo stesso tempo collega tra loro mondi diversi. Laccesso alle sostanze dei misteri sembra necessitare di unintensa preparazione spirituale e culturale affinch si apra accanto allesperienza spaventosa della vertigine causata dalla morte dellio, anche quella della sua rinascita e ricomposizione. A causa della funzione che gli sciamani svolgono di intermediari tra le forze dellindicibile e la vita quotidiana, la loro esperienza deve essere guidata da una condotta per nulla lasciata al caso o irrazionale essi chiamano il loro metodo la via degli stregoni. Durante gli ultimi decenni, ci sarebbero stati molti iniziati ma pochissimi sciamani a guidare le masse. Gli elementi usati nei rituali andini sono piante sacre come funghi, erbe, coca; nellOccidente si usano prodotti da laboratorio, che a causa della loro artificialit tenderebbero a far saltare il momento fondamentale della morte dellio senza il quale la rinascita finisce per configurarsi solo come un contenitore pieno dillusioni. Le illuminazioni o rivelazioni divine spesso arrivano a seguito di periodi di ritiro e raccoglimento prolungati. I percorsi dellasceta e dello sciamano prevedono dunque per entrambi un esercizio costante di volont e intenzione diretto a disciplinare corpo e mente, e momenti di intensificazione e ampliamento dellesperienza sensoriale ed extra-sensoriale. Si pu dire che entrambe le pratiche si articolano in un prima, un durante, un dopo lesperienza di maggiore apertura e vicinanza al divino. Lagire dellasceta pi predisposto in direzione di un agire di tipo razionale rispetto allo scopo o al valore, pi fondato su un agire guidato da unintenzione altra di tipo affettivo-emozionale. Gli asceti hanno scoperto che, al di l dei 5 sensi, esiste un gruppo di sensazioni dietro ogni apparato, diverso secondo le caratteristiche di ogni soggetto. Dalla sollecitazione di tale apparato, fatta di uso e astensione, essi hanno ricavato un piacere; viene cos rovesciata la prospettiva tradizionale che continua a vedere lasceta come un campione del rifiuto di gratificazioni immediate. Le forme rituali caratterizzate da una spiccata liturgia del corpo sovrastimolato sembrano contrastare fortemente con la liturgia della parola. Eppure, anche in questi casi in cui la dimensione corporea sembrerebbe esclusa da un coinvolgimento emotivo cos diretto, essa non si annulla. NellIslam i tempi e le modalit della preghiera sono strutturati in modo tale da essere molto pervasivi della vita quotidiana; ma anche nella messa cattolica in cui il corpo costretto fra i banchi di una chiesa, in realt esso non si annulla mai completamente. La voce del corpo non tace mai: nella messa, la gestualit rituale passa attraverso il corpo. Numerose forme di religiosit popolare sparse un po ovunque, culti, credenze, leggende e costumi profani continuano a mescolarsi con gli elementi sacri e ufficiali della religione conosciuta. Il cattolicesimo contemporaneo non manca di gettare il suo sguardo verso lOriente; ultimamente sono emersi infatti vari fenomeni di avvicinamento e contaminazione fra le pratiche religiose cristiane e quelle della spiritualit orientale. A seguito delle trasformazioni che lavanzamento dellindustrializzazione ha portato con s, la precedente integrit della Gestalt religiosa, che un tempo costituiva il rituale, oggi sembra essere esplosa violentemente e dalla sua morte, sembra essere nata una molteplicit di generi e performance specializzati. Oggi non sono pi passaggi obbligatori ma piuttosto possibilit fra le quali uomini e donne possono scegliere per cercare di trovare il loro modo di affrontare le sfide e crisi della vita. Queste nuove forme di ritualit si fanno interpreti di unidea di salvezza fondata sulla conoscenza delle potenzialit che ogni individuo cela in s.

Si ritiene possa cos aprirsi assieme alla possibilit del cambiamento e miglioramento individuale e collettivo, anche quella della guarigione psico-fisica dellindividuo. Cos il sacro? 2 correnti di pensiero: - Durkheim: un oggetto sacro non sacro in s ma lo diventa per il modo in cui un gruppo di persone si comporta nei suoi confronti; non sono sacri solo oggetti ma anche persone, piante, animali, e capita a volte che uno stesso oggetto acquisti significati simbolici opposti. Allinterno di uno stesso sistema simbolico i significati possono cambiare nel tempo e un oggetto che prima era impuro, diventi poi sacro. Il sacro non da intendersi come qualcosa di stabile e definito una volta per tutte, ma piuttosto qualcosa di profano che cambia natura, cambia di segno per volont stessa degli uomini. Una volta stabilito cosa sacro per un gruppo di persone, quello ne diviene il simbolo: su questidea Durkheim basa tutto il pensiero religioso. Ci che tutte le religioni hanno in comune non sono le credenze che esse promuovono ma il modo in cui tali credenze dividono il mondo: ci che puro, sacro va isolato e protetto da tab; ci che impuro, profano va tenuto a distanza dal 1 attraverso limposizione di divieti. La forza prodotta dallazione del rituale, trasforma quel luogo e quelle persone in qualcosa di totalmente diverso rispetto a ci che erano prima effervescenza, energia che singolarmente gli individui non incontrano durante lo svolgimento della vita quotidiana. Il termine mana indica lenergia impersonale e anonima proveniente dalla societ, che crea il valore delle cose e delle persone; nessuno la possiede interamente e tutti vi partecipano. Ad es. per i sioux esiste lidea di una forza religiosa unica (wakan) che costituisce lunit delluniverso e di cui tutti gli altri principi sacri sarebbero soltanto forme o modi di essere derivati. Alla luce dellinterpretazione del rituale come macchina che produce energia, ci viene da chiederci dove va a finire lenergia prodotta: una certa quantit impiegata dal rito stesso per sollecitare lapertura delle individualit a favore della costruzione di un noi; laltra parte viene incanalata sugli oggetti sacri rendendoli tali si pu definire caricamento energetico. - Rudolf Otto e Mircea Eliade: lorigine del sacro non da ricercarsi tanto nel sociale ma piuttosto ci che gli esseri umani percepiscono con i tratti della potenza e della straordinariet; il rito nasce dallincontro con lentit trascendente, inquietante e misteriosa che non si manifesta mai allo stato puro. Lumano lo scopre perci passando attraverso unesperienza mediata da simboli, miti, forme divine, oggetti, luoghi, persone ecc. Entrambe le prospettive hanno in comune che il sacro viene interpretato come trascendente ovvero come qualcosa che crea separazione o province finite di significato (nb: finite perch inserite allinterno di una cornice o frame). Quando questo salto avviene, i confini che separano la provincia finita del mondo profano da quella del mondo sacro si trasformano in soglie e i riti diventano il locus fisico e simbolico di collegamento dove pu avvenire il passaggio rituale. A seconda dei casi la transizione pu essere semplice e indolore oppure forte e cruenta. Creare delle soglie vuol dire anche istituire qualcuno che le sorvegli per impedire a chiunque non ne sia stato autorizzato di varcarle: qualcuno cio un ceto professionale specifico, quello religioso, che si attribuisce la dote (sacer-dote) di amministrare il sacro. Una pratica magica, poich consiste nellimpiego di certi mezzi per raggiungere certi scopi personali, per mezzo delle conoscenze di un soggetto esperto che interviene, definita strumentale. Il rituale religioso, invece, fuoriesce da questa logica empirica di causa-effetto. Se lindividuo che ricorre al mago per risolvere un problema non vede raggiunto il risultato, cambia mago; nella pratica religiosa invece (anche se possono accadere casi di conversione), se le richieste fatte al proprio Dio non vengono esaudite, questo non porta a smettere di credere o pregare. La reale funzione del rito religioso non consiste dunque nel produrre risultati particolari ma nel produrre effetti pi generali. Se in ogni essere umano esistono molteplici self, lesperienza del rituale religioso rappresenta il locus nel quale verrebbero sperimentati una pluralit di self ma non pi (o non solo) nel senso orizzontale della mondanit ma anche in quello verticale della trascendenza. I passi simbolici di una danza unica e ancestrale che ovunque da sempre gli umani compiono per cercare, seguire, corteggiare e raggiungere il loro bisogno, ma sempre incompiuto, di sacralit. Dei rituali religiosi emerge cos lessenziale funzione di mediazione fra gli esseri umani (asse orizzontale) e fra esseri umani e loro di (asse verticale). Essi si pongono allincrocio tra natura e societ, cultura e religione, tempo individuale e collettivo, mettendo in collegamento individuo e comunit. H RITUALI SPORTIVI Trattandosi in genere di competizioni, questi rituali mettono in scena al tempo stesso: - ci che accomuna tutti i partecipanti (passione per lo sport)

- ci che unisce una parte di essi (identificazione con una squadra, un atleta, una citt). I Giochi Olimpici celebrano la fratellanza universale, la pace dei popoli, lunione attraverso lo sport (limportante partecipare). Popoli e nazioni ottengono visibilit e riconoscimento attraverso le prestazioni degli atleti che li rappresentano; sono i simboli della nazione a occupare il centro della cerimonia di premiazione: bandiera e inno nazionale. Il sentimento di appartenenza nazionale viene particolarmente attivato dai grandi eventi degli sport di squadra: tutti abbandonano per un momento le attivit quotidiane e si radunano attorno ai giocatori; il senso di appartenenza collettiva viene rafforzato e corroborato dalleventuale vittoria: la gente si riversa sulle strade e piazze, in unatmosfera carnevalesca che sovverte lordine quotidiano. Il processo di sportivizzazione parte del pi ampio processo di civilizzazione. Attivit collettive un tempo praticate nella totale confusione e in maniera spesso violenta vennero regolamentate in modo sempre pi dettagliato, al fine di limitare e controllare le manifestazioni corporee dellaggressivit. Nacquero apposite istituzioni col compito di organizzare e disciplinare le competizioni; la violenza venne bandita e venne messo in risalto il concetto di Fair Play cio rispetto delle regole, uguaglianza delle condizioni di partenza, vittoria del migliore, rivincita, costituiscono gli oggetti sacri. Il record e la vittoria hanno guadagnato via via il ruolo di oggetti sacri ponendo in secondo piano il piacere estetico suscitato dai gesti dellatleta, latmosfera festiva dellevento ecc. Attorno allevento prende vita una communitas la cui anti-struttura sovverte temporaneamente le ordinate gerarchie sociali. Il fenomeno del doping deriva e degenerazione di un culto del risultato che diventa ossessione; emerge cos il paradosso dello sport paradigma della modernit: da un lato si richiedono correttezza, rispetto di regole e avversari, dallaltro si impone come unico obiettivo la vittoria, il record a ogni costo. Vi sono per anche rituali alternativi come le grandi maratone, in cui le moltitudini rappresentano simbolicamente linclusione, la partecipazione democratica, il riconoscimento delle differenze. Le gare sportive che comportano fatiche estreme e prolungate assumono i toni del rito sacrificale in cui lumano va oltre lumano e ne posta i segni sul viso stravolto dalla fatica. Per assistere a questi rituali, i tifosi compiono veri pellegrinaggi, e non importa se per vedere il passaggio dellatleta un attimo (es. giro dItalia), perch la sacralit del momento sar valsa il pellegrinaggio. Alcune discipline come la pelota, il tai-chi sono legate a culture particolari; altre come il rugby sono nate come litarie ma a poco a poco si stanno aprendo alla commercializzazione. Negli stadi, i posti a sedere numerati e ordinati costringono i tifosi a diventare spettatori disciplinati togliendo loro la possibilit di essere co-protagonisti del rituale; sempre pi spesso levento sportivo pensato pi per il pubblico televisivo che per quello fisicamente presente. La distinzione tradizionale tra sport maschili e femminili ha assegnato agli uomini sport che esaltano forza, aggressivit, competitivit, mentre alle donne quelli che richiedono armonia, coordinazione, leggiadria. Da un lato il mutamento sociale ha permesso via via alle donne di praticare attivit tradizionalmente riservate agli uomini, dallaltro invece ha incontrato resistenze riguardo alla presunta mancanza di femminilit delle atlete. La cura dellaspetto ha assunto sempre pi importanza, al punto che alcune atlete devono la fama pi allaspetto fisico che alle performance sportive. Lo sport piegato allo show business con nuove forme di mercificazione del corpo es. atlete in abiti succinti, divi del calcio sinonimo di virilit con effimere conquiste sessuali ma anche mettendo in scena il ruolo di marito e padre premuroso che dedica le vittorie ai figli. I RITUALI POLITICI Nel tempo si sono susseguite 3 modalit di ritualizzazione: 1. la sacralizzazione della politica: ha origine nel M.Evo, quando la ritualit politica stava nella celebrazione della sacralit del sovrano. Occorreva scindere le sorti del re inteso come persona fisica, da quelle del re come simbolo del potere politico. Attraverso le pratiche rituali, si tentava di dar forma agli eventi che caratterizzavano la vita politica: queste forme cominciarono a cristallizzarsi cio assumere consistenza staccarsi dai contenuti. Tale evoluzione divenne evidente nei riti della societ di corte. Non cera bisogno di un leader carismatico ma piuttosto poneva al centro un leader rituale a cui veniva chiesta la capacit di mantenere gli equilibri delicati. 2. il culto della politica: caratterizza i regimi totalitari del 20 secolo. Al potere politico attribuito ruolo messiaco di guida del popolo verso il progresso e la salvezza morale. Il culto della nazione si esprime tramite il culto del leader. Si trattava di una vera e propria religione politica: la politica estendeva la sfera di influenza in maniera capillare a tutti gli ambiti della vita sociale. I grandi rituali di massa mostravano la potenza dellapparato statale ed educavano le masse al conformismo.

3. la politica dellintegrazione: negli attuali sistemi politici democratico-rappresentativi la coesione


sociale sarebbe assicurata dallesistenza di un sistema di orientamenti morali di fondo i quali verrebbero confermati periodicamente in occasione dei pi importanti eventi pubblici. I detentori del potere politico non emanano sacralit, ma vengono investiti della sacralit che sta alla base del legame sociale. Essi incarnano perci gli orientamenti morali di fondo (i valori) e diventano il centro simbolico della struttura sociale. Molti riti sono espressione di orientamenti e interessi dominanti in societ in cui non c consenso sui valori: si tratta di rituali che non servono ad unire la comunit bens a rafforzare i gruppi dominanti al suo interno. Talvolta si realizzano rituali la cui effervescenza collettiva rafforza gruppi sociali subordinati impegnati a sfidare lordine sociale esistente al fine di modificarlo o sovvertirlo. Questi raggruppamenti liminali utilizzano il rituale per creare unanti-struttura: manifestazioni di protesta, forum alternativi ecc. Per quei soggetti e gruppi che tentano di trasformarsi in minoranze attive, la dimensione rituale del conflitto politico si gioca su 2 livelli: sincronico, in cui si lotta per mostrare lortodossia e la pertinenza della propria azione; diacronico, in cui si lotta non solo per vincere ma per poter partecipare alla lotta aprendo un processo conflittuale. Spesso la dimensione politica di queste manifestazioni rituali consiste nel dare visibilit ad attori sociali che normalmente non hanno accesso alle arene decisionali in quanto tale visibilit costituisce una precondizione necessaria affinch essi possano promuovere le istanze di cui sono portatori; essi cercano in questo modo di contrastare le strategie del non-decision making. La ricerca di visibilit viene talvolta perseguita attraverso gesti e azioni eclatanti, che in alcune circostanze finiscono per essere contraddittori rispetto ai principi che intenderebbero affermare. I partecipanti al rito coordinano reciprocamente i propri gesti secondo un repertorio dazione comune; in questo modo lappartenenza collettiva assume una forma visibile. Se da un lato lambiguit e lindeterminatezza dei simboli e delle azioni rituali possono essere sfruttate dai politici per chiamare a raccolta una collettivit indipendentemente dalla molteplicit di convinzioni e credenze di coloro che la compongono, spesso tali caratteristiche trasformano loccasione rituale in unarena conflittuale in cui vari attori cercano di impossessarsi dei simboli per imporre allevento la propria interpretazione e il proprio significato. Si pensi ai riti collettivi che nascono come a-partitici (es. marcia per la pace) ma che vengono trasformati in occasioni di scontro ideologico dalla presenza o assenza di un tale personaggio politico. Un rito dunque pu contribuire: a creare e/o consolidare solidariet generali che uniscono o che contrappongono; a far emergere e celebrare il consenso e la coesione sociale eventualmente esistenti, oppure a far tenere integrata la societ in presenza di forti conflitti; a conservare lo status quo e mantenere il potere oppure a sovvertire lordine costituito e conquistare il potere. Il senso di partecipare a una marcia, intonare un inno, osservare un minuto di silenzio, sta innanzitutto nellesserci, nel fare assieme. Partecipare implica cooperare per dare forma allazione collettiva. Lutilizzo di denaro pubblico per la realizzazione di eventi consente la messa in scena del potere e la sua celebrazione, e al tempo stesso lo espone al pericolo di essere criticato e screditato; la manifestazione pu dunque costituire un rituale che permette di raccogliere consenso e solidariet, oppure che fa perdere reputazione. Concludendo: la dimensione rituale occupa una posizione rilevante nella politica contemporanea; le rappresentazioni collettive con cui diamo significato al mondo e immaginiamo il tipo di societ in cui vorremmo vivere, vengono create, rafforzate, modificate o distrutte soprattutto attraverso lazione rituale. Detentori del potere e coloro che tale potere subiscono, cercano di influenzare la costruzione di tali rappresentazioni collettive sia lottando per imporre la propria interpretazione ai riti istituzionalizzati, sia utilizzando gli elementi rituali insiti in altri eventi della vita sociale. L - LE CERIMONIE DEI MEDIA Un elemento che incide sulle forme contemporanee della ritualit lenorme diffusione dei mezzi di comunicazione di massa e il modo in cui essi pervadono la vita sociale. Essi favoriscono la dilatazione dei rituali moderni nello spazio e nel tempo: da un lato, permettono di dar vita a pratiche rituali anche senza che i partecipanti si radunino fisicamente nello stesso luogo; dallaltro, consentono di replicare levento celebrativo. La presenza dei mass media influenza i riti contemporanei in 3 direzioni: - nuove forme rituali nascono come tentativo di rispondere alla virtualizzazione dellesperienza - altri eventi rituali vengono modificati e trasformati oppure inventati e costruiti ad arte dai mass media stessi - i mezzi di comunicazione di massa trasformano i rituali prossemici in rituali mediati.

Lo sviluppo di una dimensione virtuale crea solidariet prossemica cio un senso di comunione alimentato dalleffervescenza collettiva che nasce dallincontro di persone in carne ed ossa, che si radunano in un luogo e agiscono insieme. La presenza pervasiva dei mezzi di comunicazione di massa ha tuttavia mutato il nostro modo di entrare in contatto con la realt: le comunicazioni on-line, sms, permettono di dar vita a relazioni, reti, gruppi, comunit in cui interagiamo con persone di cui non conosciamo il viso n la voce. Uno dei modi per rispondere a questo predominio del virtuale la creazione di pratiche rituali che recuperino una solidariet di tipo prossemico, legata alla concretezza della compresenza fisica. Nuove forme di risposta rituale alla virtualizzazione dellesperienza sono riscontrabili anche a livello microsociologico, ad es. persone che si conoscono in chat line e decidono di incontrarsi di persona. Le esigenze dei mass media modificano le forme rituali esistenti o addirittura ne creano di nuove, ad es. la trasmissione TRL di MTV nella quale liniziativa degli operatori di mass media determina il verificarsi del rito prossemico nel quale i ragazzi riuniti generano effervescenza collettiva; lenergia viene utilizzata a scopi commerciali. Oltre a creare rituali ad hoc, le esigenze dellindustria mediatica influenzano o trasformano le forme rituali gi esistenti. Es. mondiali di calcio 1994 giocati negli USA negli orari pi caldi affinch la diretta tv coincidesse con le ore serali nei paesi europei. Linfluenza dei mezzi di comunicazione di massa non si traduce solo nella pressione da essi esercitata per modellare i rituali e adattarli alle proprie esigenze, ma anche nel modo in cui talvolta gli stessi partecipanti al rito cercano di costruire la celebrazione tenendo conto dei mass media. Manifestazioni di protesta, azioni dimostrative, hanno unefficacia maggiore se riescono a guadagnare lattenzione dei media e a diventare visibili nella scena pubblica. Accade perci che questo fattore condizioni o determini la scelta: del luogo in cui dar vita al rituale collettivo, del tipo di azioni, gesti, parole. Talvolta accade invece che la costruzione rituale delle identit individuali e collettive venga realizzata attraverso strategie opposte ossia rifiutando intenzionalmente di usare come canale di espressione determinati tipi di mass media: newsletter, blog, forum on-line prendono le distanze dal discorso dominante veicolato dal medium tv, condividendo una communitas alternativa. La trasmissione mediatica dei rituali prossemici normali (quelli che avverrebbero indipendentemente dalla presenza dei media) li trasforma comunque in qualcosa di diverso: la semplice trasmissione realizza unestensione del rituale che potenzia enormemente la portata dellevento permettendo la partecipazione ad una collettivit molto pi vasta di quella fisicamente presente sul luogo. La partecipazione diretta e quella mediata costituiscono forme di esperienza diverse. La tv cerca di far vivere allo spettatore lesperienza di essere l. Le trasmissioni mediatiche in particolare quelle tv realizzano un analogo meccanismo di estensione del rituale che unisce tutti i partecipanti nella consapevolezza di questo mutuo coinvolgimento. Inoltre, stimolano la ramificazione di numerosi micro-rituali mimetici che riproducono il rito centrale e originario. I mezzi di comunicazione di massa, esponendo i riti allo sguardo di un pubblico sempre pi ampio, li sottopongono a numerose interpretazioni che possono attribuire loro significati assai diversi. Ad es. il Gay Pride pu essere vissuto dai partecipanti come la celebrazione della libert sessuale, ma per altri come una scandalosa messa in scena della perversione. Ogni rito non solo comunica qualcosa allinterno del gruppo costituito dai partecipanti alla celebrazione, ma comunica qualcosa anche a coloro che osservano dallesterno. COMMIATO. INTER-AGENDO: AGENDO TRA, AGENDO CON. Lenergia, nel caso del rituale, possiamo definirla come una reazione chimico-fisica connessa alla materia in gioco: proprio lincontro tra i corpi, le loro energie a produrre lenergia stessa (vedi les. della maionese); del resto, basta entrare in un luogo chiuso in cui un gruppo di persone staziona da un po di tempo per sentirvi un certo calore e/o odore e talvolta anche il tipo di emozione (pi o meno effervescente). Si pu parlare di radioattivit di una persona in quanto intorno a ognuno esiste una sfera di importanza che irradia da lui, nella quale chiunque abbia a che fare con lui simmerge; una sfera nella quale si mescolano elementi psichici e fisici. Allinterno di un rituale circola e viene prodotta energia, per cui il risultato finale sempre diverso dalla somma delle parti. Un rituale innanzitutto un luogo in cui lenergia trova occasione di aggregazione, e quindi al suo interno viene costruita lesperienza dellaggregazione e soprattutto della trasformazione. Esperienza: ci sono 2 modi possibili per parlarne: - erlebnis: connesso allimmediatezza delle sensazioni - erfahrung: ha a che vedere con la riflessivit, con il senso e/o significato attribuito dal soggetto al suo essere al mondo.

Tra i 2 termini c continuit e discontinuit tali per cui il 1 ha una precedenza logica (il tempo della ritenzione) e il 2 una conseguenza della riflessivit cosciente (tempo della riproduzione). Lessere umano emerge, allinizio, in una situazione nella quale si trova coinvolto ancor prima di poter pervenire a una riflessivit cosciente; in quanto unit psico-fisica, egli in rapporto con lambiente naturale e le condizioni materiali legate alla sopravvivenza biologica; in secondo luogo, egli gi da sempre in rapporto con le strutture culturali e sociali e le cose prodotte dalluomo allinterno di una dimensione intersoggettiva di relazione e comunicazione con altri esseri umani. Il termine senso si riferisce alloriginario ambito preriflessivo connotato da bisogni, stimoli, emozioni. Il senso non dipende dal soggetto; lesistenza stessa che d il senso; il darsi di qualcosa provoca una differenza che determina una direzione, un senso. Da qui prende vita lagire riflessivo: il senso come linsieme delle indeterminate potenzialit e risorse a partire dal quale, grazie alla sua capacit innata di intenzionalit riflessiva e di memoria, lindividuo pu pervenire attraverso lacquisizione del linguaggio, la memoria, lelaborazione delle sue esperienze e lo scambio relazionale ai significati pi o meno codificati attraverso i quali interpretare s stessi e il mondo. Il senso non mai interamente comunicabile o condivisibile; le parole sono infatti fonte di malintesi. Questa prospettiva sembra dare per scontato che non sia possibile dare vita ad alcuna forma di riflessivit relativa allo stare nel flusso della vita, alla dure. Ci sembrerebbe possibile soltanto passando al tempo spazializzato, a quel tempo appunto in cui vige la capacit di costruire segmentazioni. Non si potrebbe dare mai insieme coinvolgimento nel fluire della vita e distacco dellascolto e dellosservazione, riflessivit appunto: luno escluderebbe laltro. Eppure a molti capitato di vivere esperienze di istituzioni in cui ci si sente parlare come se qualcun altro parlasse al nostro posto, e invece siamo noi a farlo, mentre contemporaneamente ci vediamo dallesterno. Probabilmente la via per elaborare unaltra prospettiva potrebbe passare attraverso una maggior considerazione dellaspetto corporeo. Incorporazione: significa essere situati. Finch si in pieno possesso delle forze, non ci si sente, ad es. una persona che dice: mi sento bene, non del tutto a suo agio. Solo se non ascoltano il proprio corpo, se lo negano fino a farlo divenire assente, gli individui sarebbero pienamente incorporati. Non si pu nemmeno immaginare la possibilit di essere pienamente coinvolti nellimmediatezza delle sensazioni dellErlebnis e al contempo pienamente distaccati nella cornice dellErfahrung: una via perseguita invece da esperienze che giungono fino a noi dallOriente tramite le arti marziali o le pratiche spirituali come lo yoga , che fanno della piena consapevolezza del centro corporeo, delle sensazioni, la via per la pratica del distacco. La contrapposizione tra la centralit dellaspetto del mentale e quella dellevento, e tra il concetto di religione e quello di spiritualit. Lopinione di Goffman e Collins dellesperienza prende le mosse dalla teorizzazione durkheimiana. Pone al centro della spiegazione non lindividuo ma la situazione. Il fine provare a isolare alcune delle strutture basilari della comprensione disponibili nella nostra societ per dare un segno agli eventi e analizzare le particolari vulnerabilit a cui questi frames di riferimento sono soggetti. Le strutture primarie sono distinte in: - naturali: identificano gli eventi visti come non indirizzati, non orientati, inanimati, non guidati, puramente fisici. Tali eventi non guidati sono interpretati come dovuti interamente a determinanti naturali. Nessuna forza di volont interferisce casualmente e intenzionalmente, nessun attore guida ininterrottamente il risultato. C lidea che gli eventi percepiti in tale schema saranno accettati da tutti; - sociali: forniscono una comprensione di sfondo per gli eventi che includono la volont, lo scopo e lo sforzo di controllo di unintelligenza, unentit agente viva, di cui la pi importante lessere umano. Una tale agenzia tutto tranne che inflessibile; ci che essa produce pu essere definito come attivit guidata. Sebbene gli eventi naturali si verificano senza lintervento dellintelligenza, le azioni intelligenti non possono essere effettuate efficacemente senza entrare nellordine naturale. Perci ogni segmento di unazione socialmente guidata pu essere parzialmente analizzato allinterno di uno schema naturale. Le strutture primarie sono quelle interpretazioni che, nella loro parte naturale, rese eleganti dalle scienze fisiche e biologiche, fanno da fondamento ontologico di tutta la cosmologia condivisa. Prese tutte assieme, le strutture primarie di un particolare gruppo sociale costituiscono un elemento centrale della sua cultura. Complesso stupefacente: si verifica, o provocato, un evento che porta gli osservatori a dubitare del loro approccio agli eventi, perch sembra che per spiegare lavvenimento dovranno essere considerati nuovi tipi di forze naturali o nuovi tipi di capacit di guida, queste ultime implicando, forse, nuovi tipi di agenti attivi. Qui sono incluse visite e comunicazioni dello spazio, miracolose guarigioni religiose, avvistamenti di mostri marini, cavalli che hanno capacit matematiche, predizione del futuro, contatti coi morti ecc.

Molte persone possono ricordare almeno un evento che loro stesse non sono mai state capaci di spiegare razionalmente. Tuttavia, quando si verifica un evento stupefacente, gli individui della nostra societ si aspettano che venga presto scoperta una spiegazione semplice o naturale, che far luce sul mistero e li restituir alla gamma di forze ed agenti cui sono abituati. Sono costantemente allopera cornici interpretative, anche quando queste sembrano sparire: gli osservatori progettano attivamente i loro frames di riferimento nel mondo intorno a loro, e non si riesce a vedere questo processo solo perch gli eventi normalmente confermano queste proiezioni, facendo s che le loro supposizioni spariscano nel flusso tranquilli dellattivit. E di queste cornici che ci si deve occupare perch attraverso di loro che il precario mondo ordinato in cui viviamo sta in piedi. Due tipi di trasformazioni interpretative operate sul mondo sono: - keying: messa in chiave di ci che avviene nelle cornici, cio linsieme di convenzioni sulla base delle quali una data attivit viene trasformata in qualcosa modellato su questa attivit, ma visto dai partecipanti come qualcosaltro. Lidea che ciascun attore sappia passare da una cornice di esperienza a unaltra modificando il tipo di interazione da dare a ci che avviene; - fabrication: fabbricazione o contraffazione, cio lo sforzo intenzionale di uno o pi individui di gestire lazione in modo che una o pi persone verranno indotte ad avere una falsa percezione di ci che sta succedendo. La differenza tra i 2 tipi di trasformazione che, pur richiedendo entrambe luso di un modello, il Keying porta volutamente tutti i partecipanti ad avere la stessa percezione di ci che sta accadendo, invece la fabrication richiede delle differenze. Nel campo delle analisi organizzative, si andata diffondendo una prospettiva che evita lutilizzo del sostantivo organizzazione, intesa come un momento strutturato, sostituendola con luso del verbo organizzare al fine di indicare la rilevanza dellaltra faccia della questione, quella connessa al fluire, alla processualit entro la quale gli attori giocano il loro ruolo creativo. Lazione allinterno di un contesto pu sfociare in unaltra, una situazione pu essere trasposta in unaltra situazione da qualche altra parte. Lestensione di questa trasposizione parte dei macro-modelli. La carica energetica sviluppatasi nel rituale si diffonde allesterno, si riverbera entro catene di interazioni che tengono insieme la societ finch le cariche energetiche sviluppate nelle situazioni restano vive negli individui. Gli individui agiscono perch le loro menti e i loro corpi sono caricati di risultati dincontri situazionali del passato. Il passato di incontri situazionali inizia gi da prima della nascita. Non individui e loro momenti, n interazioni e loro momenti, ma interazioni e individui al contempo. Secondo Collins, il rituale darebbe vita a 2 tipi di collocazione, uno di carattere interno al suo svolgimento, laltro di tipo preliminare. Alcune persone hanno il potere di controllare le altre attraverso i rituali, mentre altre sono passive o resistenti; alcune persone sono al centro dellattenzione mentre altre sono marginalizzate o escluse: queste sono le 2 dimensioni del potere e dello status. Insieme allo status di appartenenza vi quello in relazione alla centralit o perifericit dellindividuo allinterno del rituale. I rituali produrrebbero cos una doppia stratificazione sociale. La preparazione ai rituali d agli individui un nuovo patrimonio di energia emozionale. Lindividuo diventa un simbolo del gruppo ed anche il centro del suo flusso di energia. La leadership carismatica prodotta dal processo rituale; gli individui che hanno la reputazione di essere straordinari oratori (cio bravi nel focalizzare lattenzione rituale) attirano molte persone ai loro discorsi e creano in loro un comune stato danimo di attesa e entusiasmo. Laumento numerico aumenta lenergia emozionale delloratore, cio egli capace di catalizzare in direzione del gruppo livelli altissimi di energia emozionale. Il leader carismatico diventato personalmente un oggetto sacro; il polo della batteria sociale attraverso la quale lenergia emozionale fluisce dal gruppo e viene di nuovo restituita ad esso. I cerimonieri del rito sono oggetti sacri, vengono caricati dellenergia convogliata dai partecipanti; i cerimonieri possono essere anche 2 persone che sincontrano per una cena; in quel caso i 2 attori sono co-cerimonieri. Il non essere pi destinatari dellenergia rituale produce de-pressione cio minore pressione energetica. Il fatto che il cerimoniere sappia canalizzare lenergia non vuol dire che la restituisca necessariamente al gruppo, ma potrebbe fare da canale a proprio beneficio; la forma assunta dallenergia va posta in relazione al tipo di rituale ossia alle modalit che i cerimonieri fanno assumere allenergia. I rituali considerati riusciti dai partecipanti saranno quelli in cui ciascuno, uscendo, si porta via una carica emozionale superiore a quella con cui entrato. Il carismatico porta via con s una quota di energia: lenergia presente (sia portata che prodotta) viene sottratta dal leader in una quota infinitamente pi grande di quella di cui beneficiano gli altri singoli partecipanti. Potrebbero esserci situazioni nelle quali avviene unequa ridistribuzione dellenergia tra tutti i partecipanti.

Il carismatico di successo capace di canalizzare la redistribuzione dellenergia ai componenti del gruppo, ma pu farlo anche solo in minima parte e portarsene comunque via una quota questo rituale produce dipendenza anzi co-dipendenza: i partecipanti cercheranno di tornare a ripetere lesperienza fatta. Lenergia emozionale si pu diffondere anche fuori della cornice rituale: es. dopo un concerto cui si partecipato, si portati a voler riascoltare i giorni dopo le canzoni del concerto, e acquistare dischi. Alcuni rituali sono cos coinvolgenti sul piano emozionale da non consentire il distacco razionale necessario per evitare manipolazioni. Qui si mescolano 2 aspetti: da un lato, la paura del coinvolgimento emozionale provocato, dallaltro una preoccupazione per i meccanismi di disuguaglianza prodotti insieme alla direzione fatta assumere dallenergia messa in circolo. Vi sono rituali collettivi in cui viene messa in circolo e prodotta una bassa quantit di energia e le conferenze, comprese lezioni scolastiche, ne sono un esempio. La lettura della Divina Commedia di Benigni vista in tv o a teatro un es. di come il lato emozionale delle persone possa essere attivato anche con temi considerati noiosi. I rituali di deferenza asimmetrica chiedono al subordinato di destinare la propria energia al sovraordinato, ed es. le scenate di un sovraordinato nei confronti di un subordinato egli succhia energia dal sottordinato che si prostra ancor pi aumentando la deferenza. Nellopera di Goffman, il self il prodotto di un effetto drammaturgico, una propriet dellordine dell interazione. Lindividuo altro non sarebbe che un epifenomeno del sistema sociale, frutto di una conflazione verso il basso. Collins parte da unimpostazione in cui sono le competizioni che fanno gli eroi sportivi, la politica che trasforma i politici in leader carismatici: il rituale gioca un ruolo chiave nel dare forma al carattere dellindividuo. Gli individui talvolta agiscono da soli, sebbene generalmente lo fanno perch le loro menti e i loro corpi sono caricati di risultati dincontri situazionali del passato. Il dove le persone sono collocate allinterno di catene di interazioni (IRc) rituali costituisce la determinante maggiore delle personalit individuali. Si tratta quindi di catene di rituali e il loro effetto s situazionale, ma debordante nel tempo e nello spazio in quanto lenergia emozionale che nellinterazione prende forma e si sviluppa resta attaccata al corpo, al frame primario e ne plasma le energie. Il buco della serratura attraverso cui scrutiamo luniverso, il prodotto di particolari tendenze religiose, politiche, culturali dei secoli recenti. E unideologia di come noi consideriamo appropriato pensare noi stessi e gli altri. Lindividuo che emerge un condensato di energia. Una situazione non semplicemente il risultato dellindividuo che viene a far parte di essa ma nemmeno della combinazione di individui. Quindi la capacit di essere canale delle energie e focalizzare lattenzione dei partecipanti non dipende solo dallessere collocati al centro del rituale invece che ai margini. Dipenderebbe dallessere passati in una serie di esperienze entro una catena di interazioni rituali. Nel rapporto tra maestri e allievi, i futuri grandi allievi non prendono le mosse dalla trasmissione delle idee dei maestri ma da unelevata energia emozionale che i maestri sprigionano. Quindi lavorano molto, sembrano ossessionati dal lavoro che li energizza, ma questo sarebbe solo il riflesso delle dinamiche della comunit intellettuale interiorizzata nella mente; sarebbe dunque una mana tribale, trasmesso dalla star ai suoi allievi che divengono magneticamente affascinanti ed energizzanti per coloro che entrano nella loro orbita. Tali energie danno in questo modo forma a quelle del futuro grande allievo. Alcuni per percepire le differenti energie emozionali, devono trovarsi di fronte a situazioni di grande impatto, grande gioia o dolore, mentre ad altri basteranno pochi elementi per sentirle. Se cos , diviene plausibile che ciascuno non solo esca dai rituali avendo sperimentato una certa forma energetica, ma che vi entri anche con delle forme energetiche strutturatesi nelle precedenti interazioni. Non convincente il fatto che tutti gli individui siano attratti dai rituali a maggiore carica e rifuggano da quelli a bassa carica. Ci sembra piuttosto dipendere dalla loro costituzione energetico-emozionale. Il culto dellindividuo: lunicit dellindividuo possiamo farla derivare dalla teoria delle catene di interazione rituale (IR); gli individui sono unici fino al punto in cui i loro percorsi attraverso le catene interazionali differiscono dai percorsi di altre persone. La tchne pre- e anti-societaria, fa a meno della relazione sociale, non nasce nella societ ed da questa non soltanto guardata con sospetto, ma repressa e perseguitata. Sussiste a prescindere dalla legittimazione sociale. Il portatore di tchne anti-societario in quanto il suo agire non corrisponde al principio su cui si fonda la societ, un principio di tipo utilitaristico. A un certo punto del proprio percorso biografico, ciascuno si ritrova con il fatto che le proprie energie hanno assunto una certa forma. Tale forma pu essere interpretata come una delle maschere di cui il frame primario (il corpo) portatore. Le energie visibili nel corpo di una persona hanno acquisito una certa forma e si trovano quindi a giocare delle parti che possono essere societariamente accettate o meno. Laccettazione di tale possibilit pu avvenire, secondo Weber, in 3 forme:

2 forme sono stabili e farebbero riferimento a 2 diversi sistemi di attribuzione di senso: o il 1 connesso alle societ tradizionali in cui il sistema di legittimazione nella tradizione o il 2 fa riferimento alla societ moderne in cui sarebbe in gioco unattribuzione di senso allagire di tipo razionale, cui corrisponderebbero modelli organizzativi precisi (burocrazia) - il 3 idealtipo il modello che porta la trasformazione, in quanto incarnato da soggetti cui vengono riconosciuti, da una parte pi o meno grande di collettivit, caratteristiche particolari, di tipo carismatico. I portatori di tchne non vogliono occupare posizioni centrali, tendono allisolamento allinterno del quale sembra nascere il loro carattere originario. E nella separatezza antisocietaria che trova generazione lenergia che si manifester nei rituali per produrre il rimescolamento, la trasformazione e restituzione delle energie portate nel rituale dai vari partecipanti. La riflessivit funzionale allattivazione e gestione dei rituali a bassa energia, quelli caratterizzati da stili seri e distaccati; questi non sono rituali in cui circola e viene prodotta unelevata quantit di energia emozionale. Lenergia emozionale portata dal cerimoniere va differenziata tanto nella forma quanto nellorigine. Vi sono cerimonieri che hanno la capacit di canalizzare elevate quote di energia perch passati attraverso catene di rituali ad elevata caratterizzazione di tipo carismatico. Ve ne sono altri che, oltre a passare attraverso catene di rituali internazionali a bassa energia, praticano a loro volta occasioni di riflessivit a bassa energia. Altri ancora, sono i portatori di tchne che, nel loro percorso biografico, hanno fatto esperienza di rituali che li hanno dotati della capacit di trasformare energia al di fuori di contesti relazionali e, quindi, in grado di entrare in nuovi rituali con energie differenti e proprie, non di sistema. Linterazione con un tchnico tende a produrre dipendenza negli adepti, a meno che questa esperienza non susciti la tendenza a manifestare una propria tchne. Il tchnico idealtipico, a differenza del carismatico, non dipendente dal rituale in quanto la sua energia ha una fonte differente da quella dellordine dellinterazione. E solo nel momento dellinsorgenza che avr in qualche modo bisogno di pubblico, per poi ritirarsi in isolamento. A differenza del carismatico, il tchnico porta nel rituale unenergia che non essenza individuale durevole ma neppure derivazione dalle catene rituali di interazione, pur essendo possibile che vi sia in lui/lei anche una parte di questo tipo di energia (di sistema) derivante da incontri precedenti. La fonte prevalente dellenergia che il tchnico porta nel rituale lascolto, il silenzio, lisolamento dal mondo. Negli incontri con portatori di tchne possibile ipotizzare che non venga richiesta alcuna deferenza asimmetrica quindi nessuna richiesta di energia. Nei vari ordini dellinterazione, gli individui interpretano una pluralit di self, di ruoli usano maschere per evitare di farsi completamente assorbire da quello in cui sono coinvolti. Secondo Goffman, quello che viene di norma presentato come identit sarebbe il self di maggiore attaccamento. Il concetto di identit come invece viene solitamente inteso, si fonda su elementi di stabilit e continuit, e trova applicazione nelle teorie studiali del corso di vita. Nella societ di oggi si va affermando un processo definito Life Long Learning per sottolineare il fatto che lungo lintero corso di vita resta in atto il processo di formazione, di trasformazione. Gli adulti hanno sviluppato unidentit pertanto gli viene attribuita la capacit di essere persona cio stare in situazione, partecipare allordine sociale, visibile nei rituali di deferenza e contegno. E interessante osservare come gli adulti cercano di uscire alle domande dei bambini nella fase di perch: - alcuni cercano di distogliere lattenzione del bambino facendolo concentrare su altro - alcuni danno al bambino un ceffone irritazione per non saper dare una risposta - alcuni usano lespressione capirai da grande essere adulto pertanto corrisponderebbe a non porsi domande fastidiose e aggirare gli ostacoli per non complicarsi la vita, ma questo contrasta con le rappresentazioni della figura delladulto come essere che vive la fase della maturit precariet della certezza del mondo su cui viviamo, che dovrebbe farci desistere nellutilizzo del termine identit. Lidea che si debba essere identici nel tempo; ai riti scolastici-formativi concesso invece assegnare nuovi nomi a self parziali, che danno origine a collocazioni nel mondo del lavoro (al nome proprio dellidentit viene associato il titolo: geometra, dottore ecc.) etichette. Goffman ha il merito di aver mostrato la frammentariet della persona e linutilizzabilit del concetto di identit. I riti di passaggio parlano della trasformazione: la forma che le energie avevano assunto fino al momento precedente al rito, viene disintegrata. Gli elementi che costituiscono la persona, la maschera vengono portati allo stato primigenio per essere riplasmati. Questo avviene esercitando energia sulla forma di partenza: picchiando lindividuo o cambiandogli il nome ecc.

Lenergia emozionale della paura facilita lapertura della forma della persona: in questa fase si sospesi, n carne n pesce e si assumono contemporaneamente i caratteri di entrambi i poli; in questa fase si viene spesso considerati problematici dalla societ abituata a veder la separazione tra aspetti della cosmogonia. Per evitare i pericoli del ritorno del caos originario, assecondando la trasformazione, vengono istituiti dei rituali. Lelemento della protezione, della rassicurazione, il fondamento del concetto di identit. Collins ci mostra come lunicit degli individui sarebbe dovuta agli incontri momentanei che caricano di emozioni e consapevolezza il corpo umano. Nella vita quotidiana, la riflessivit sarebbe ci che emerge nel momento della difficolt con effetti perversi. Se non c alcuna durevole entit che risponde al nome di oneself (me stesso) allora la ricerca del self unimpresa interminabile; si possono trovare vari self situazionali. Il preoccuparsi di s pu portare a loops su loops, riflessioni su riflessioni, in quanto insegue un punto finale che si allontana continuamente. Come le situazioni hanno leggi proprie, anche allenergia una volta plasmata, va riconosciuta una sua autonomia; lenergia che ha preso forma nelle interazioni entra nei nuovi rituali con le caratteristiche che ha assunto: lacqua e la goccia di cui fatta sono da osservare in contemporanea! Nel caso della moda ad es. agiscono 2 motori: centripeto (imitazione) e centrifugo (differenziazione individuale). Lindividuazione cio la differenza dagli altri non contiene solo il momento della discontinuit con gli altri ma anche quello della continuit con se stessi sia come autoriconoscimento che come riconoscimento da parte degli altri. Integrazione e consistenza non significa n unit n perfetta armonia ma solo che qualche tipo di connessione tra le diverse esperienze necessario come ricostruzione simbolica attraverso la memoria. La questione della differenziazione da e con gli altri si presenta sotto laspetto di 2 motori in cui acqua e goccia sono compresenti come 2 poli di tensione: centrifuga e centripeta. Luguaglianza erode le differenze culturali tradizionali ma contemporaneamente crea le condizioni per lemergere di nuove forme di separazione e distinzione. Se indagassimo su un certo ambito dellesistenza umana ed entrassimo nei dettagli, vedremmo ogni individuo distinguersi dagli altri, ma ritraendo lo sguardo, lindividuo sparirebbe lasciando il campo ad unimmagine di societ. La differenza dipende quindi da una diversa presa di distanza. La libert individuale non intesa solo in senso negativo, ma intesa come un seguire le leggi della nostra natura. La risposta alla domanda quante dita hai? non : 5, ma: abbiamo 4 relazioni tra le dita (Bateson). Gli esseri viventi costituiscono una combinazione di chiusura e apertura: la realt tanto nel legame quanto nella distinzione. Mentre Goffman totalmente dentro la tradizione classica della sociologia che mette per prima la societ mentre lindividuo non che un suo derivato; Simmel invece sembra aver intravisto la necessit di mettere al centro la relazione. La prospettiva goffmaniana si fonda su unidea di tipo strutturalista mentre quella simmeliana prospetta una concezione di tipo olistico. Goffman cresciuto parlando Yiddish in una citt in cui parlare una lingua diversa dallinglese significava essere omosessuali; questa esperienza ha promosso in lui labilit di cercare indizi. In quanto estraneo ai rituali condivisi, si trova a dover indagare per s i modi di costruire il mondo adottato dai membri del contesto sociale da cui estraneo. E interessante quel retrogusto amaro che si avverte sempre dietro le sue graffianti analisi e dietro la sua scrittura pi ironica che umoristica, si tratta di un ridere di invece che ridere con. Sembra che non ci siano interazioni in cui i partecipanti non rischino di entrare in situazioni imbarazzanti. La sociologia di Goffamn ha al centro non gli uomini e i rituali ma i momenti e i loro uomini. I rituali studiati da Goffamn hanno lintento di cogliere come sia possibile lordine sociale. Gli uomini, come oggetti sacri, sono soggetti a profanazione e offesa. Mary Douglas ricorda che ebraismo e induismo hanno al proprio centro il tema della contaminazione, per cui lattore ha la capacit di avvertire la vergogna e ci lo induce a ridurre il rischio di esporsi al minimo. La societ controlla tutto ci che fa un individuo ed pronto a smascherarlo se non adeguato. Simmel pur avendo sperimentato analoghe problematiche di discriminazione, ha tentato di tenere aperto insieme alla visione di tipo analitico, anche quella di tipo olistico, pi aperta allinsieme dei fenomeni. Analoghe difficolt della vita di Simmel e Goffman hanno portato G. a una visione pi drammatica, S. invece ha mantenuto unapertura a prescindere al fluire della vita che G., spaventato, non ha mantenuto. Al fondo del pensiero di G. c lidea durkheimiana della separazione tra sacro e profano: tutte le credenze religiose conosciute, hanno uno stesso carattere comune, presuppongono una classificazione delle cose in 2 classi o generi opposti, definiti sacro e profano. Da qui la separazione che discende il tema della

contaminazione in particolare il riconoscimento dellesistenza di rituali positivi e negativi. Da qui derivano i concetti di deferenza e contegno, per proteggere lo spazio sacro della contaminazione. Quando Schutz parla di province finite di significato, si riferisce alla stessa cosa. Per passare dalluno allaltro si costretti a subire un trauma, uno choc, non mai un attraversamento sereno. Tra laltro questa visione comporta la legittimazione dellindispensabilit del cerimoniere che accompagni il passaggio: esistono parole, espressioni, formule che possono essere pronunciate solo dalla bocca di persone consacrate. Per Simmel le analisi mostrano come i confini non sono solo separatori ma anche ponti; non serve alcun presidiatore di confini, alcuno specialista di rituali di soglia inter-agire diviene possibile. Bateson ritiene che luso della parola sacro sia quello che rende importante la combinazione delle 2 accezioni e che ogni separazione sia antisacra. Si tratta di non presupporre la separatezza tra sacro e profano come un dato inevitabile. Per Goffman, coloro che hanno tempo e capacit per svolgere un compito, possono non aver tempo e capacit di render visibile il fatto che lo stanno facendo. Alcune organizzazioni risolvono il problema delegando la funzione a uno specialista che si occuper solo di esprimere il significato di un dato compito, senza perder tempo a svolgerlo. Le persone tanto prese dal lavoro, non fanno carriera, sono incapaci di mostrare le proprie capacit: devono avere accanto un venditore altrimenti vengono sorpassati da altri che valgono meno da qui rabbia, rassegnazione, invidia verso che ce la fa: la distinzione tra imprenditore e inventore. Al fondo della questione, il concetto di Bateson di relazione complementare. Sempre dallidea della separazione tra sacro e profano deriva linterpretazione che sia lattore a proporre la definizione della situazione e il pubblico a rispondere offrendo consenso operativo (o rifiutando). E possibile usare un emisfero del cervello per giocare con le emozioni delle persone, per condizionarle: a fini politici, commerciali ecc. E pi facile parlare degli oggetti viventi quando le cose vanno male, per questo difficile parlare di sacro (che ha un legame con la salute), perch si teme di trasformarlo in patologia. Bateson esprime la necessit di tenere separati i 2 mondi: quello evocato dalla spiritualit cattolica (o dellepoch dellemisfero dx) e quello dellanaliticit protestante (emisfero sx). Nella visione di Panikkar ogni parola deve essere sacramento quindi deve causare ci che esprime altrimenti priva di efficacia, idem accade fino a quando chi parla non incarna s stesso in quello che dice. Il senso ha a che fare con lidea di responsabilit in quanto ha lindividuo stesso come referente. Si riapre la questione del potere che abbiamo visto in precedenza ossia delle richieste dei sovraordinati di obbedire ai doveri che lordine di sovraordinazione/subordinazione prescrive: appare insensato che una persona si sottometta a unopinione ritenuta errata solo perch gli altri la ritengono giusta. Il silenzio non semplice assenza di parole ma il luogo della gestazione della parola. La parabola usata da Ges ad es. un momento per attivare sia la parte razionale che quella emozionale degli interagenti. Fast Thinkers: coloro che in salotti (per lo pi tv) producono continuativamente parole non abilitate dal senso, prive di energia, capaci di sedurre momentaneamente ma prive di forza propria. La forma pura della socievolezza non chiacchiera; solo quella socievole una societ a tutti gli effetti.

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