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Costruire storie
attraverso i sensi
Maria Piscitelli
IRRE Toscana

Per passare dal chi La dimensione cognitiva sovente contengono una struttura a lista,
fatta di giustapposizione di elementi, di
e dal dove al quando Contrariamente a quanto comunemente formule presentative (c’è…) o in sequen-
si pensa, la costruzione di una storia è za (e poi e poi). Mentre per raccontare
e al perché. un’operazione cognitivamente comples- occorre distanziarsi dagli elementi che
Un progetto sa, che comporta un livello di astrazione si notano, siano essi individui od oggetti
che i bambini devono gradualmente svi- per ricollocarli, all’interno di definite
di continuità luppare. Quando chiediamo a un bambi- coordinate (spaziali, temporali), in un
educativa. no di costruire una storia, gli si chiede di nuovo contesto e porli in relazione con
elaborare un’informazione che, da un un nuova struttura testuale, altrimenti
lato, tenga conto visivamente dei dati, risultano sconnessi e scollegati.
dall’altro li combini e verbalizzi il tutto. Quest’ultima operazione non è imme-
Gli si chiede inoltre di cogliere gli ele- diata o naturale: ha bisogno di capacità
menti di un dato ambiente e di inserirli di decontestualizzazione e ricontestua-
in uno nuovo, determinato dalla frase e lizzazione che è opportuno sviluppare.
dal testo che si crea. Si tratta di azioni Invece, il più delle volte, si registra nei
che impongono di uscire dalla concre- bambini la tendenza a strutturare il rac-
tezza della situazione conosciuta e di conto in modo seriale (spaziale/tempo-
ridurre la base percettiva ed empirica, rale). Tendenza questa che nasce dalla
che pur offre una buona dose di dati, per ricerca di attribuire senso a ciò che si
entrare in un mondo nuovo, “narrato” e racconta. In questo tipo di organizzazio-
rappresentato mentalmente ed emotiva- ne prevale inizialmente la seriazione
mente, in stretta relazione con il testo. spaziale (premessa a quella temporale),
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In una produzione orale, finalizzata alla che sarà arricchita dalla coordinazione
scambio comunicativo o alla descrizio- temporale (successione degli eventi) e
I disegni che accompagnano l’articolo sono sta-
ti realizzati dai bambini durante la sperimenta-
ne spontanea, i bambini non hanno pro- infine dalla subordinazione temporale,
zione del percorso Paesaggi sonori effettuata blemi, poiché si limitano a dire, seppur che inverte l’ordine degli eventi e implica
dall’insegnante Marzia Bucalossi (Istituto Com- con una forte carica emotiva, ciò che c’è un maggior grado di astrazione, rispetto
prensivo Greve-Strada in Chianti, Firenze). all’interno di un contesto dato, e presen- alla semplice osservazione della realtà.
tano i soggetti o gli oggetti che vedono in È stato più volte rilevato che nei bambini
maniera elencativa, lasciando inalterate di 3 anni sono frequenti modalità di
C. E.: le relazioni esistenti. Se si osservano i elencazione; le capacità di decontestua-
I DISCORSI E LE PAROLE testi prodotti dai bambini vediamo che lizzazione cominciano a emergere a 4-5

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anni, sviluppando discrete produzioni


testuali a 5 anni (Brandi, 2002). Nella
pratica didattica si nota infatti che i
bambini più piccoli tendono a puntua-
lizzare più il chi e il dove, meno il quando
e il perché. Se iniziano a usare il quando e
il perché vuol dire che cominciano a
intravedere una struttura eventiva, che
può essere determinata dalla “combina-
zione di un elemento nominale e di un’a-
zione, con un’occasione temporale, dove
il quando pone l’e poi in prospettiva sì da
creare un effetto prospettico, uno sfon-
do, rispetto al quale si costruisce la stes-
sa struttura; quindi si crea la relazione
tra testo e contesto”. Ma è soprattutto
quando si ricorre al perché causale,
aggiunge Luciana Brandi, che si inizia a
rappresentare, in una successione tem- testuali. Sappiamo bene quanto sia vitale ma anche e simultaneamente un proces-
porale, la relazione di causa-effetto; è l’immaginario infantile per conoscere e sing verticale, verso le regioni più
quest’ultima che garantisce la congruen- fissare le conoscenze (il livello percettivo profonde del cervello. Quindi le emozio-
za tra struttura e contesto. Anzi è pro- offre la metà dei dati; Cambi, 2000) e ni, entro una certa soglia, cooperano alla
prio la relazione causale che attribuisce quanto incidano gli schemi personali, costruzione e fissazione della conoscen-
una coerenza alla storia nella sua artico- cioè gli atteggiamenti, le disposizioni, gli za” (Brandi, 2002). Sul piano didattico
lazione: la “causazione sembra essere scopi e le finalità, oltre agli schemi esteti- diventa dunque fondamentale muoversi
uno dei principali accessi alla struttura ci e i gusti personali, nell’individuazione su entrambi i versanti, la sfera cognitiva
della storia, uno strumento di costruzio- del senso in una certa narrazione da par- e quella immaginativa, creando una con-
ne di significato, che si organizza su una te del bambino. Nel processo di com- tinuità tra gli schemi personali, che
sequenzialità di eventi” (Brandi, 2002). prensione gli schemi personali, che governano qualunque azione o giudizio
Simili considerazioni, che hanno una risentono degli aspetti affettivo-emotivi, che l’uomo compie intenzionalmente,
forte implicazione didattica, non posso- si intrecciano con quelli concettuali (gli gli schemi relativi alla struttura narrati-
no essere ignorate quando si lavora sul- schemi delle azioni, le conoscenze sul- va delle storie e quelli relativi all’argo-
le storie, facendole costruire e racconta- l’argomento, il contenuto del testo) e con mento (Levorato, 1988).
re ai bambini. Si tratta di iniziare i bam- quelli linguistici (relativi alla struttura
bini ad ambientare e a collocare ogni del testo) e in particolar modo si intrec-
storia su assi spaziali, temporali e cau- ciano con lo schema delle storie; que- I punti d’attenzione
sali, non dimenticando che i nessi cau- st’ultimo riguarda non le conoscenze
sali servono a dare un’ossatura agli relative al contenuto semantico, ma piut- Tuttavia raccordare tutti questi punti,
eventi narrati, ad attribuire una struttu- tosto la loro sintassi, e cioè le categorie, le non è semplice: richiede di progettare
ra alla storia. Va da sé che in quest’o- loro funzioni e relazioni. percorsi organici, il più possibile moti-
rientamento si dovrà fare attenzione a Questi tre tipi di schemi, benché siano vanti, che tengano conto di una serie di
non “intaccare” il piacere della scoperta in una certa misura autonomi gli uni fattori, quali:
e della creazione personale. dagli altri, interagiscono tra loro: il • la rilevanza del quando e del perché
risultato delle elaborazioni operate sot- nell’articolazione di una storia, pre-
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to la guida di ciascuno schema si integra stando attenzione alle capacità lin-


La dimensione affettivo-emozionale con i risultati delle altre e concorre a guistiche e ai livelli di astrazione pos-
costituire una unica rappresentazione seduti dal bambino;
Difatti non bisogna sottovalutare il ruolo (Levorato, 1988). Più volte abbiamo sco- • le modalità di presentazione di una
che svolge, nella costruzione di storie, la perto che, quando costruiscono le storie, storia adottate dai bambini;
sfera fantastica e la dimensione affettivo- i bambini applicano strategie che inve- • l’incidenza delle strategie attivate dai
emozionale, le quali influenzano signifi- stono il piano delle emozioni. Infatti la bambini, siano esse cognitive o affet-
cativamente lo sviluppo di capacità memoria non ha solo “un processing tivo-emozionali, per capire e produr-
cognitive e di competenze linguistico- orizzontale nella corteccia neuronale, re una storia.

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Sul piano operativo è altrettanto impor- successione degli avvenimenti), ora sul- bini al contatto di nuovi mondi e di
tante sollecitare nei bambini abitudini al la narrazione, cioè sull’atto narrativo modelli di bellezza “messi finemente in
narrare, volte a promuovere capacità di produttore (l’insieme della situazione testo” da penne d’autore (Piscitelli, Pio-
produzione di testi orali (brevi testi nar- reale o fittizia in cui esso viene collocato; chi, Chesi, Mugnai, 2001). È in quest’ot-
rativi o descrizioni di catene di eventi Bernardelli, 2001). tica che proponiamo quattro piste di
ecc.), prevedendo una serie di azioni che In particolare la narrazione, centrata lavoro (1) che ruotano tutte intorno alla
consentano di: sull’enunciazione (la concreta situazio- costruzione di storie, utilizzando lin-
• stimolare i bambini, tramite input ne in cui qualcuno racconta qualcosa), guaggi legati a diversi campi di esperien-
sensoriali, a costruire storie, sfrut- permette di creare un’atmosfera viva, in za, che facilitano acquisizioni più astrat-
tando al massimo il potenziale cogni- un contesto motivante di apprendimen- te e decontestualizzate. Insieme a questo
tivo che i sensi e la fisicità degli ogget- to in cui vengono coinvolti, positivamen- focus di attenzione si curano altri punti
ti o soggetti racchiudono; te, più campi di esperienza (dall’educa- fondamentali, legati allo sviluppo di
• favorire la verbalizzazione delle storie; zione musicale e all’immagine all’educa- competenze linguistico-testuali (fonolo-
• introdurre nelle storie un quando e zione motoria e scientifica). Al discorso gica, pragmatica, testuale) e di atteggia-
rintracciare il più possibile i perché; o al testo narrativo in sé (singolo e con- menti esplorativi del mondo circostante.
• avviare alla pratica di modalità di creto prodotto dell’atto di enunciazione), Le piste sono state progettate secondo un
comunicazione e di narrazione che nel nostro caso la fiaba o il racconto, si criterio di curricolarità; alcune sono in
simulino sul piano cognitivo quelle approda successivamente, dopo che i via di sperimentazione (Le bolle di sapo-
della scrittura; bambini si sono cimentati a costruire ne; Le macchie e le nuvole), altre sono sta-
• mettere in atto operazioni che porti- personalmente storie. te sperimentate da insegnanti di scuole
no a decontestualizzare e riconte- Ogni bambino partecipa a svariate situa- diverse per tre anni consecutivi (Paesaggi
stualizzare, utilizzando nuove strut- zioni del narrare, usando il proprio corpo sonori; Fiori per dire e raccontare). In talu-
ture testuali (grafica/immagini). (vista, udito, olfatto, tatto) e manipolan- ni casi in continuità con la prima classe
Operazioni queste tutte basilari per l’in- do oggetti e immagini o riproducendo elementare e producendo gli stessi inse-
cremento del ragionamento astratto. suoni. Un’esperienza questa, tesa all’e- gnanti una documentazione del lavoro
splorazione della struttura e dei singoli svolto. In questo contributo proponiamo
elementi della storia, che, con l’aiuto del- la pista Paesaggi sonori (2).
L’obiettivo delle esperienze l’insegnante, si ricompongono, si narrano
e si mostrano, trasferendoli poi in nuovi
Obiettivo preponderante di queste speri- testi e contesti (decontestualizzazione e
mentazioni è dunque quello di provare a ricontestualizzazione di azioni, ambien- PAESAGGI SONORI
realizzare questi punti, insistendo ora ti, situazioni, soggetti, oggetti ecc.). In Il mare, la nave, i gabbiani, l’aereo,
sul significato o sul contenuto della sto- parallelo quest’impostazione prepara, le voci…
ria (l’oggetto del racconto costituito dalla emotivamente e cognitivamente, i bam- Immagini, voci e volti dei suoni

Questa pista di lavoro, sperimentata per


tre anni da insegnanti e scuole diverse, si
apre con l’immersione da parte dei bam-
bini in un insieme di rumori, attraverso
l’ascolto di alcuni frammenti sonori, rica-
vati da una cassetta preparata dall’inse-
gnante. L’insieme dei rumori (bruitage)
rappresenta un paesaggio sonoro, evoca-
tivo di un ambiente naturale (marino) e
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adatto a costruire una storia. In esso sono


presenti gli elementi della comunicazio-
ne (chi, cosa, dove, quando, perché),
insieme a parti che si prestano a struttu-
rare una storia: un inizio, un evento (epi-
sodio, fatto, problema), un finale (la riso-
luzione del problema). I punti proposti
(contenuto semantico/categorie-funzioni
e relazioni) sono scelti in funzione di un

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racconto, su cui proseguire, approfondire mo la negoziazione dei significati e le lentamente… Ma guardate laggiù… c’è
e arricchire il lavoro. Ad esempio la lettu- ipotesi avanzate dai bambini, su cui qualcosa, laggiù, laggiù… nel mare da
ra animata o recitata di: L’Arcobalena (3), ritorneremo, eventualmente in gruppi quella parte… Sentite… c’è un rumore…
Le avventure di Pinocchio, Arcobaleno, il più ristretti, per approfondire sul piano una nave?… La vedete?”
pesciolino più bello di tutti i mari (4), Storia semantico e lessicale i diversi “perché”. A.4: “È un traghetto…”
di una gabbianella e del gatto che le insegnò A.3: “No, è un piroscafo…”
a volare (5). Lo spazio narratore A.1: “Una barca…”
Attraverso i suoni, individuati in vista Prepariamo l’ambiente (palestra, aula A.5: “Un battello!”
della costruzione di micro-storie popo- attrezzata, classe “addobbata”, stanza I.: “Guardate… Guardate si avvicina ver-
late da oggetti, individui e ambienti (nel particolare ecc.), procurandoci dei so di noi! Fischia… Sentite… la sirena?”
nostro caso il mare, la nave, i gabbiani, cuscini o dei teli colorati da stendere per A.6: “È un fischio...”
l’aereo, le voci), si mira a promuovere sia terra. Creiamo un sottofondo musicale e A.3: “Una sirena…”
lo sviluppo di capacità logico-linguisti- un’atmosfera corale. Pratichiamo atteg- I.: “È la sirena della nave che attraversa il
che sia il desiderio di dire e di fare, susci- giamenti di silenzio e ascoltiamo due mare. Ssss… Zitti, zitti... Sentite… sentite?
tando il piacere di porsi dubbi linguistici volte la prima parte della cassetta. Sono voci… canti... uccelli? Guardate…
e di provare a “risolverli”.
Il passaggio, invece, alla lettura anima- Primo ascolto
ta/recitata del testo intende porre il bam- Insegnante: “Ascoltate… ascoltate…
bino in contatto diretto con nuovi mondi cosa sentite?” (1) Le bolle di sapone. Bolle magiche e divertenti…
e modelli estetici di narrazione, in cui Alunno: “Il rumore dell’acqua…” bolle musicate. La danza del corpo e il gioco dei
ritrova, in forma compiuta ed esemplare, Insegnante: “Il rumore dell’acqua… un veli colorati e trasparenti (per bambini di 3 anni).
gli elementi plurimi della creatività lette- mormorio…” Le macchie e le nuvole. L’archivio delle forme, l’in-
ventario dei colori. Forme e colori che si trasfor-
raria e fra questi anche quelli della storia. A.1: “È un ruscello…” mano (per bambini d 3 anni). Questi due percor-
A.2: “No, è il mare…” si, per bambini di 3 anni, sono in via di sperimen-
I.: “È l’acqua del mare. Guardate… guar- tazione. Paesaggi sonori. Il mare, la nave, i gab-
L’inizio della storia date… guardate…. il colore dell’acqua… biani, l’aereo, le voci… Immagini, voci e volti dei
azzurro”. suoni ( per bambini di 4 anni). Fiori per dire e rac-
In questa fase si avviano i bambini alla A.3: “Azzurra…” contare. Il fiore come dono e simbolo di amore.
Fiori variopinti e profumati con messaggi (per
costruzione dell’inizio della storia. Pro- A.4: “Verde…”
bambini di 5 anni). Questi ultimi due percorsi,
poniamo per due volte l’ascolto dei suoni A.1: “Chiara”. per bambini di 4 e 5 anni, sono stati sperimentati
(prima parte della cassetta) a gruppi di I.: “L’acqua è chiara e trasparente, tutta per 3 anni da insegnanti e scuole diverse (Dire-
10/13 bambini per volta (metà sezione), azzurra. Sentite… sentite che profumo! zione didattica “Vinci”; I. C. Greve-Strada in
guidandoli a riconoscere e a discrimina- Odorate… odorate… il profumo dell’ac- Chianti; Direzione didattica 3° Circolo Lucca; I.
re i suoni (cosa sono? Acqua, onde, qua… il profumo del mare… Annusate e C. Barberino di Mugello).
mare, ruscello, uccelli, gabbiani, piccio- respirate profondamente… Che profu- (2) Alcuni materiali, relativi al percorso Paesaggi
sonori, sono stati ricavati dai lavori svolti dai
ni, nave, traghetto, sirena, fischio, moto- mo si sente nell’aria!” bambini durante la sperimentazione effettuata
re, aereo, elicottero, uomini, pescatori, A.1: “Solletica!” dalle insegnanti Rita Pagni (testi) e Marzia Buca-
marinai ecc.). Durante il primo ascolto A.3: “Che fresco!” lossi (immagini), I.C. Greve-Strada in Chianti.
stimoliamo i bambini a formulare ipote- I.: “Avvicinatevi… avvicinatevi all’acqua. (3) Sardi M., L’Arcobalena, Giunti, Firenze, 1995
si e ad esporre il loro punto di vista, men- Sentite, sentite… assaggiatela…” (4) Pfister M., Arcobaleno, il pesciolino più bello di
tre nel secondo ascolto riprendiamo gli A.4: “È salata!” tutti i mari, Nord-Sud, Zurigo, 1997. Vedi il proget-
elementi precedentemente individuati A.5: “Non si può bere…” to SIC (Supporto agli Istituti Comprensivi) IRRE
Toscana, Il curricolo verticale di educazione lingui-
per fissarli meglio; aggiungiamo parole, I.: “Sentite… sentite… Tutto intorno stico-letteraria, coordinato da Maria Piscitelli. Il
riformulando le frasi e stabilendo rela- profuma di sale! L’aria del mare è fresca,
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lavoro su Arcobaleno, il pesciolino più bello di tutti i


zioni tra queste. Guidiamo l’esplorazio- accarezza le nostre guance…” mari è stato sperimentato dall’insegnante Sara
ne sonora seguendo in gran parte la tec- A.2 “Mi accarezza il naso!” Moschi (Scuola d’infanzia, I.C. “Mascagni”, Prato).
nica della classe de rêve (Dortu, 1990); I.: “Guardate… guardate… vicino a voi i (5) Sepulveda L., Storia di una gabbianella e del
quest’ultima consiste nel sollecitare l’at- colori, l’acqua, il cielo… Annusate l’aria gatto che le insegnò a volare, Salani, Varese, 1998.
Vedi il progetto di ricerc-azione sul curricolo di
tività immaginativa del bambino e lo svi- marina sulla vostra pelle, sulle labbra,
educazione linguistica coordinato da Maria
luppo di strategie di invenzione persona- sui capelli! Ascoltate il rumore del Piscitellli (L’ascolto e Il parlato). Il lavoro sulla
le, aiutandolo a esprimere i propri pen- mare…” Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò
sieri e impressioni. A.1: “Si muove… sono le onde!” a volare è stato sperimentato dall’insegnante
Registriamo la conversazione e annotia- I.: “Sono le onde del mare che scorrono Patrizia Mori (Direzione didattica Pontassieve).

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guardate nel cielo…” I.: “Le vedete? Si scontrano violente- • le voci dei gabbiani
A1: “Sono uccelli?” mente contro le rocce… Guardate, guar- • il rombo di un aereo
A.2: “Sono piccioni”. date… l’acqua è infuriata… Toccatela… • il mare agitato
A.4: “Macché piccioni, sono gabbiani”. prendetela con le mani… si scaglia con- • la sirena che suona in vista di un
A.3: “Sono uccelli bianchi…” tro le rocce...” pericolo
A1: “Un po’ neri”. A.4: “È infuriata”. • i gabbiani che si lamentano
A.4: “Vedo le penne”. A.5: “Il mare è mosso!” • l’aereo che accelera
(…) I.: “Guardate anche il colore del mare… non • le grida di persone
è più azzurro… Avvicinatevi… è grigio…”
Verso lo sviluppo della storia A.3: “È scuro”. Insieme ai bambini ricerchiamo alcuni
A.4: “Nero”. tratti della storia (dove, quando, chi,
Ascoltiamo la seconda parte della casset- I.: “Odorate il profumo dell’aria… Respi- cosa, perché), tentando di:
ta, seguendo le stesse modalità. Ponia- rate profondamente!… È forte… Senti- • ri-costruire un inizio;
mo i bambini di fronte a un cambiamen- te? L’aria è pungente… Guardate laggiù, • individuare un problema;
to (un fatto, un evento, un problema), da quella parte… Sentite? La sirena della • fornire una risoluzione plausibile.
determinato da qualcosa. Al prima fac- nave… sembra impazzita!”
ciamo seguire un poi inatteso e insospet- A.5: “Urla all’impazzata…”
tato: l’ambiente, gli individui e gli oggetti I.: “La sirena della nave è impazzita. Le rappresentazioni dei bambini
mutano volto e ritmo: l’atmosfera diven- Guardate… guardate… anche i gabbiani
ta incalzante, concitata e per certi ver- fuggono via!” La rappresentazione visiva
si… oscura. Invitiamo i bambini a pro- A.6: “Sono impauriti”. Passiamo alle rappresentazioni dei bam-
nunciarsi, esprimendo anche questa vol- I.: “Volano via lesti nel cielo… non canta- bini (iconica/a sezione intera; corpo-
ta le loro sensazioni e dicendo, tramite la no più. Sentite, sentite… Il loro canto è rea/metà sezione).Traduciamo in dise-
ricerca di altre parole, cosa hanno pro- un lamento, un pianto…” gno quanto espresso, discutendo le scel-
vato e visto. A.2: “Piangono…” te effettuate. Con la pittura rappresen-
Annotiamo e registriamo le suggestioni A.3: “Sono spaventati”. tiamo i due mari: calmo/mosso e concor-
dei bambini. (…) diamo il pennello e i colori più adatti.
Utilizziamo la carta velina per realizzare
Primo ascolto Rileggiamo quanto è stato detto e con- le ali dei gabbiani. Riportiamo le produ-
I.: “Guardate, guardate… il mare, le cordiamo che nella cassetta sentiamo: zioni in sequenza su cartelloni, tramite
onde… la nave, i gabbiani… Avvicinate- • il mare calmo la tecnica del collage, arricchendole con
vi… guardate le onde del mare!” • le onde che si infrangono a riva altre raffigurazioni, costruite collettiva-
A.1: “Sono agitate…” • la sirena che segnala il passaggio di mente mediante materiali di vario tipo.
A.2: “Arrabbiate…” una nave Sulla base della discussione, dei disegni
e dei prodotti dei bambini, iniziamo a
raccontare quanto è avvenuto e introdu-
ciamo un quando per far meglio cogliere
il prima e il poi provocato dall’evento,
profilando, con i bambini, i possibili svi-
luppi ed esiti della storia.

La rappresentazione corporea
Al seguito della discussione sulle svaria-
te caratterizzazioni, raffigurate dai dise-
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gni, dai prodotti e dalle narrazioni orali,


gruppi di bambini rappresentano, in
sequenza e attraverso il movimento del
corpo, gli elementi della storia: il luogo
marino, gli oggetti e gli individui che lo
popolano, collocandoli in un prima e in
un dopo. Creiamo degli effetti scenici
(musica, luci, oggetti, spazi), accompa-
gnando ogni elemento con un suono e

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nave che incede dolcemente insieme al


suono prolungato e attutito della sirena
(i bambini si piegano leggermente, te-
nendo la schiena ben diritta e un braccio
teso in alto. Si abbassano pian piano, col
braccio e con il resto del corpo, accom-
pagnando il movimento con il suono del-
la sirena). Entrano poi i gruppi dei gab-
biani, dell’aereo e dei pescatori / mari-
nai. Dedichiamo un tempo speciale alla
riproduzione del canto dei gabbiani
(esercizi con la voce, combinazione di
suoni/ vocali) e all’abbinamento dei suo-
ni con i movimenti.
Creiamo uno stacco, un’interruzione for-
te (crescendo musicale, effetti di luce/
chiaro-scuro ecc.) per annunciare l’irru-
zione dell’evento. I bambini rientrano in
ricerchiamo le robe (i materiali e gli zione delle conoscenze e cogliamo l’oc- scena, ripetendo le sequenze precedenti
oggetti). Un gruppo di bambini diventa il casione per arricchire il lessico, tramite alla luce del cambiamento (ritmi accele-
mare, un altro imita le onde, un altro la descrizione, creando l’inventario delle rati, sembianze degli oggetti e individui
ancora simula la nave e così via. parole. Ad esempio approfondiamo: diversi ecc.).
Concordiamo un evento (la tempesta, un • Le parole del mare. Obiettivo di quest’attività è di far agire
incontro imprevisto), su cui soffermarsi: Mare: calmo, mosso, agitato, arrab- tramite il corpo i vari elementi della sto-
un evento che provochi una rottura del- biato, piatto, molto agitato, con tante ria individuati dai bambini, al seguito
l’ordine naturale e causi squilibrio, pani- onde, molto calmo, schizzante, schiu- dell’ascolto attento dei suoni e della raf-
co (qualcosa di strano che irrompe a un moso, salato, bello, bellissimo, brutto, figurazione visiva (disegno). Si tratta di
tratto sulla scena, affacciandosi come bruttissimo, trasparente blu, celestino, una comprensione in azione, individua-
una breccia improvvisa in quest’ambien- verde acqua, pulito, sporco, algoso, le e collettiva, che sviluppa atteggiamen-
te del tutto naturale). Predisponiamo un profondo, basso, bagnato, freddo, cal- ti esplorativi di fronte al racconto di una
tempo di preparazione e di ricerca dei do, ghiaccio, pescioloso. storia, fornendo al contempo elementi
caratteri dei movimenti possibili e della • Le parole dei gabbiani. conoscitivi su come questa funziona.
riproduzione dei suoni (individui, ogget- Gabbiani: bianchi, grigi, grigi e bian-
ti, ambiente ecc.). Discutiamo come chi, volanti, volatili, beccanti, cammi-
sono e come possiamo rappresentarli: nanti, atterranti, uccelli pescatori, Le narrazioni orali
• Il mare com’è? uccelli, piumosi, pennosi, pennuti,
Azzurro, trasparente, profumato, grandi, piccoli, appena nati, alati. Ricostruiamo la storia, tenendo conto
arrabbiato, agitato, scuro, nero… • Le parole della nave. delle attività svolte e dei contributi dei
I gabbiani come sono? Nave: a punta, a rettangolo, a triango- bambini. Registriamo e riascoltiamo
Leggeri, bianchi, neri, con le penne… lo, con la bandiera, con l’antenna, con successivamente. Perfezioniamo il testo
• Come rappresentiamo: la sirena, con il timone, rossa, gialla, prodotto, ponendo domande-stimolo e
Le onde – calme, agitate, piatte, incre- verde, grigia, bianca, di legno, d’ac- seguendo la tecnica del rispecchiamen-
spate, chiare, scure… ciaio, di ferro, lunga, piccola, corta, to, per aiutare i bambini a stabilire nessi
e relazioni all’interno della storia.
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La nave – con la sirena, con la bandie- lenta, veloce, larga, stretta, grande, da
ra, lenta, veloce… pescare, da crociera, un traghetto, da Riportiamo uno stralcio del testo collet-
I gabbiani – bianchi, neri, grandi, pic- marinai, da carabinieri, rumorosa, tivo, guidato dall’insegnante.
coli… fumosa.
La voce dei gabbiani – canto, lamen-
to… Decidiamo che la scena si apre con il
L’aereo – lento, rapido… gruppo del mare, insieme alle onde che
si muovono lentamente (i bambini roto- (6) Il percorso è stato sperimentato dall’inse-
Programmiamo alcune azioni (6), fina- lano per terra, con le braccia distese lun- gnante Rita Pagni (Scuola d’infanzia, I. C. Gre-
lizzate alla rappresentazione e alla fissa- go tutto il corpo). Segue il gruppo della ve-Strada in Chianti).

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Produzioni collettive dei bambini mare odorava di sale. Tutto intorno lasciando la superficie, spumeggiante
Fa freddo. Siamo in inverno. regnava il silenzio. Si sentiva il lento come latte fresco, intorno al corpo di
Il cielo è limpido. Il mare odora di sale. oscillare delle onde e un intenso profu- quel terribile animale. Era una balena!
C’è silenzio. mo marino. La balena bianca. Li aveva seguiti!
Si sentono le onde e il profumo del mare. • Versione modificata: lontano, dei “I remi, i remi! Prendete i remi prima
Pausa. marinai stavano rientrando dalla caccia che sia troppo tardi!” gridò il capitano.
Il mare si ingrossa! alle balene. Il mare era luminoso e La nave sobbalzò, schiantandosi a un’e-
C’è una tempesta, un temporale. I gab- azzurrino, i marinai sembravano sereni; stremità, mentre i marinai cercavano di
biani volano via veloci. ormai le ineffabili balene erano un ricor- riversare fuori l’acqua che irrompeva
I marinai sono spaventati. do. Anche questa volta erano riuscite a dentro.
Si sta avvicinando uno squalo feroce e fuggire, prendendosi gioco di loro. Tut- “ La balena, la balena! Ci viene incontro!
spaventoso! tavia in quel ritorno amaro era dolce Oh! Mio Dio, stammi vicino”, supplicò
La nave sbatte contro lo scoglio! abbandonarsi e pensare alla propria uno dei marinai.”
Si riempie di acqua… casa, ai figli che vedevano accorrere feli- “ Sì, tutti all’erta! Remate con forza!
Sta per affondare! ci. Acab assaporava già l’abbraccio del Così, continuate così, ci stiamo allonta-
I marinai sono tutti bagnati. Non ce la figlio Francis e di Istrid, sua moglie, che nando” gridò il capitano.
fanno a buttar via l’acqua. lo avrebbe accolto con quel sorriso Udendo lo slancio terribile della barca,
Lo squalo è pronto ad attaccare la nave. splendente e quel suo sguardo penetran- la balena bianca si contorse sul fianco,
I marinai girano la nave con i remi. te. Quando a un tratto… poi si rigirò per presentare la pallida
Il capitano prende il comando della • Sviluppo: le acque cominciarono a fronte a difesa, sbattendo le mascelle tra
nave. gonfiarsi a grandi cerchi e a sollevarsi impetuosi rovesci di spuma. Sulla nave
La nave fugge via. rapide, come se sfuggissero di lato a un che si allontanava, quasi tutti i marinai
Lo squalo va sott’acqua. masso sommerso, che saliva velocemen- ciondolavano inerti: gli occhi incantati,
Pausa. te alla superficie. Si udì un cupo rumore fissi sulla balena che, vibrando strana-
Rieccolo! Torna indietro! sordo, un rombo sotterraneo. I marinai mente la testa, gettava avanti a sé, men-
trattennero il respiro: un’immensa for- tre correva, una larga fascia di schiuma
Riformulazione del testo ma, impigliata nella rete, balzò dal mare. che si spargeva a semicerchio. I marinai
Una volta completata quest’attività, Avvolta in un leggero, languido velo di temevano il peggio: rimasero immobili,
riprendiamo le suggestioni dei bambini, nebbia, si librò per un istante nell’aria iri- come impietriti, quando improvvisa-
riformuliamole (funzioneranno in parte data; poi ricadde sprofondando nell’abis- mente, attraverso un’atmosfera vaga e
da incipit) e cominciamo a raccontare al so. Le acque, lanciate in alto per circa nebbiosa, videro quel minaccioso fanta-
passato, dando una nuova versione. dieci metri, scintillarono per un momen- sma svanire come nei vapori della Fata
• Incipit: era una fredda giornata di to come mucchi di fontane, poi ridiscese- Morgana (adattamento di Melville H.,
inverno. Il cielo era terso e limpido. Il ro rompendosi in un rovescio di scaglie, Moby Dick, Garzanti, Milano, 1996).

Passaggio alla lettura di altri testi


A questo punto avviamo l’incontro con
altri brani di lettura (L’Arcobalena, Le
avventure di Pinocchio), con i quali ini-
zia una nuova avventura…
Ma Il contesto di lavoro si presta a per-
correre sviluppi diversi della storia e a
produrre quindi altre versioni. Riutiliz-
ziamo l’incipit precedente e aggiungia-
giugno 2005

mo frasi e “pezzi” di storia, emersi dalle


produzioni individuali dei bambini, poi
riproduciamo la storia al passato...

Produzioni individuali dei bambini al


passato
Fa freddo. Siamo in inverno.
Il cielo è limpido. Il mare odora di sale.
C’è silenzio.

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scuola

Si sentono le onde e il profumo del mare.


Tutto è tranquillo.
I pescatori stanno pescando con la loro rete.
Pausa
Il mare comincia a ingrossarsi.
Si avvicina la tempesta, un temporale.
I gabbiani hanno paura e vanno via in
una casetta loro.
I pescatori sono spaventati, piove piove…
Ci sono lampi e tuoni, è tutto buio.
Un buio fondo, oscuro… pesante.
Anche i pescatori hanno paura. pesciolino che avesse mai visto. Aveva gni non avrebbero capito, anzi lo
mille scaglie, di mille colori… sembra- avrebbero deriso per quella sua folle
Riformulazione del testo, con l’inter- va un arcobaleno. Arcobaleno, proprio idea di trarlo in salvo, in un momento
vento dei bambini così, Peter lo chiamò Arcobaleno, il re come quello!. Avevano altro a cui pen-
• Incipit precedente: era una fredda dei mari. Il pesciolino, ignaro di quella sare! Peter si allungò verso la rete e si
giornata di inverno. Il cielo era terso e scoperta, era tutto impaurito, poiché avvicinò lentamente a quel puntino
limpido. Il mare odorava di sale. Tutto anche lui, come gli altri suoi simili, era luminoso per accarezzarlo, quando
intorno regnava il silenzio. Si sentiva il rimasto imbrigliato in quella terribile Arcobaleno sgusciò via, repentino, da
lento oscillare delle onde e un intenso trappola. Desiderava tanto scappare. I quelle ruvide mani che, invece, quella
profumo marino… pescatori, scossi dall’evento, non ave- volta avevano agito con infinita dolcez-
• Versione modificata: lontano, dei vano fatto caso a quel piccolo essere za. In un baleno, Arcobaleno riuscì a
pescatori stavano pescando con la loro luccicante, ma Peter sì. Peter era un guizzar via, veloce nell’immenso
grande rete. L’avevano gettata nell’im- pescatore giovane, il più giovane di tut- mare… Una scia variopinta accompa-
mensità dell’oceano con tanto amore. ti. Un po’ sognatore, un po’ poeta. Face- gnò la sua fuga, lontano, lontano nell’o-
L’avevano appena acquistata. Il mare era va quel lavoro per vivere. Avrebbe volu- ceano dei mari…
luminoso e azzurrino. In quella giornata to far altro. Leggere, scrivere, comuni-
di pesca i pesci abbondavano e abbocca- care a tutto il mondo quel che provava Passaggio alla lettura di altri testi
vano facilmente. Era piacevole pesca- e sentiva di fronte alla vita, dura e Il lavoro prosegue con la lettura di altri
re… quando a un tratto… impietosa…..Affascinato da quel tripu- brani tratti da testi quali Arcobaleno, il
• Sviluppo: si scatenò una tempesta. I dio di colori e dalle minute proporzioni pesciolino più bello di tutti i mari o L’Ar-
gabbiani avevano paura e andavano via di quel gioioso pesciolino gli si avvi- cobalena, ma può continuare con altre
in una casetta loro. Anche i pescatori cinò, senza farsene accorgere. I compa- letture.
avevano paura. Era tutto buio. Un buio
fondo, oscuro… pesante. Le acque
cominciarono a ingrossarsi e la barca
barcollava violentemente nelle acque Indicazioni bibliografiche
burrascose. I pescatori gridavano, ricur-
vi sulla rete e si muovevano frenetica- Bernardelli A., La narrazione, Laterza, Cambi F., Menti e affetti nell’educazione
mente. La rete straboccava di pesci… Roma-Bari, 1999. contemporanea, Armando, Roma, 1996.
non potevano perderli! Avevano lavorato Brandi L., Lezioni di psicolinguistica, Dortu J.C., Une classe de rêve, Cle Inter-
duramente. IRRSAE Toscana, Firenze, 1996. national, Paris, 1990.
Peter, uno dei pescatori, accorreva qua Brandi L., La produzione del testo fra Lavinio C., La magia della fiaba, La
e in là, volendo rendersi utile. Quando, oralità e scrittura, IRRE Toscana, Nuova Italia, Firenze, 1993.
giugno 2005

a un certo punto, intravide qualcosa tra Firenze, 2002. Levorato M. C., Racconti, storie e narra-
le maglie della rete. Abbagliato da una Bruner J., La cultura dell’educazione, zioni, Il Mulino, Bologna, 1988.
luce fosforescente, si coprì il volto con Feltrinelli, Milano, 1997. Piscitelli M., Piochi B., Chesi S., Mugnai
il braccio destro per vedere meglio, Bruner J., La fabbrica delle storie, C., Idee per il curricolo verticale, Tecno-
capire che cos’era. Si sporse in avanti Laterza, Roma-Bari, 2002. did, Napoli, 2001.
verso la rete, tenendosi stretto per non Cambi F. (a cura di), L’arcipelago dei Piscitelli M., Elleunoelledue, Ascoltare
cadere. Stupito, si accorse che quella saperi, vol. I, Le Monnier, Firenze, per conoscere e comunicare, Paideia,
fascia di luce non era che un pescioli- 2000. Firenze, 2001.
no, un pesciolino stupendo, il più bel

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