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Meditazioni sul Mistero del Natale

Unico asilo ai pi grandi personaggi della terra una stalla. In un angolo di questo rifugio Maria, restando sempre quale era stata, Vergine e Immacolata, diviene realmente Madre, mettendo al mondo il suo Figlio. Chiama il suo vergine Sposo, e con Lui gli rende le prime e le pi pure adorazioni che la terra gli abbia mai rese
(Beato Bartolo Longo)

Non cera posto per Loro


Partirono da Nazareth per Betlemme Maria purissima e il glorioso San Giuseppe Entrarono nella citt, cercando qualche albergo e girando molte strade, anche per le case dei conoscenti e dei parenti Lonestissima Regina seguiva il suo Sposo, che bussava porta per porta Da tutti furono rifiutati e mandati via. Il palazzo, che il supremo Re dei re teneva pronto per alloggiare nel mondo il suo eterno Figlio incarnato per gli uomini, era la pi povera e umile grotta, dove Maria santissima e Giuseppe si ripararono, rifiutati dalla piet degli uomini. Questo luogo era cos abietto e disprezzato che, quantunque la citt di Betlemme fosse cos piena di forestieri da mancare locande dove alloggiare, nessuno si degn di occuparlo... La sapienza delleterno Padre lo riserb ad essi, consacrandolo con gli ornamenti della solitudine e povert, primo tempio della luce, casa del vero sole di giustizia, che presto sarebbe nato per i retti di cuori dalla candidissima Maria, nel mezzo delle tenebre della notte, simbolo di quelle del peccato, che coprivano tutto il mondo... Un Dio infinito e insieme nascosto nel talamo verginale di una giovane donna, piena di bellezza e di grazia, innocente, pura, dolce, amabile agli occhi di Dio e degli uomini pi di tutto quanto il Signore abbia mai creato e creer in futuro! Questa grande Signora col tesoro della Divinit, disprezzata, afflitta, oltraggiata e rifiutata dalla cieca ignoranza e superbia del mondo! O figli degli uomini, duri di cuore, quanto falsi sono i vostri metri e giudizi! Se voi accoglieste la vera arca di Dio, ricevereste molte benedizioni dalla destra divina!
(Meditazione tratta dallopera Mistica Citt di Dio della Ven. Suor Maria di Ges dAgreda)

Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme, che ci salvi, liberandoci dal peccato. Sei Tu il vero e unico Salvatore, che lumanit spesso cerca a tentoni. Dio della Pace, dono di pace allintera umanit, vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia! Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia!
(Beato Giovanni Paolo II)

La notte del Santo Natale: Ges, il Dio pargoletto


Nel cuore della notte, nella stagione pi rigida, nella pi gelida grotta, pi abitazione di armenti che di umana creatura, veniva alla luce nella pienezza dei tempi il promesso Messia, Ges, il Salvatore degli uomini. Non strepito attorno a Lui; un bue ed un asino riscaldano il neonato povero Bambino; unumile donna, un povero stanco uomo, adoranti presso di Lui. Non si odono che vagiti e pianto del Dio pargoletto. E con questo pianto e con questi vagiti Egli offre alla divina Giustizia il primo riscatto della nostra riconciliazione. Dio, contro laspettativa di chi privo della sapienza divina, discende fra noi nella pi grande abiezione, rinunzia fino a nascere nellumile casetta di Giuseppe, rinunzia finanche ad un modesto alloggio fra parenti e conoscenti nella citt di Giuda e, quasi rifiuto degli uomini, chiede rifugio e soccorso a vili animali, scegliendo la loro dimora per luogo di sua nascita, il loro fiato per riscaldare il suo tenero corpicciolo. Povert, umilt, abiezione, disprezzo circondano il Verbo fatto carne. Il celeste Bambino soffre e vagisce nel presepe per rendere a noi amabile, meritoria e ricercata la sofferenza: Egli manca di tutto, perch noi apprendiamo da lui la rinunzia ai beni e agli agi terreni; egli si compiace di umili e poveri adoratori per invogliarci ad amare la povert e preferire la compagnia dei piccoli e dei semplici a quella dei grandi del mondo. Egli fin dalla nascita ci addita la nostra missione, che quella di disprez-zare ci che il mondo ama e cerca. Questo celeste Bambino, tutto mansuetudine e dolcezza, vuole infondere nei nostri cuori col suo esempio queste sublimi virt, affinch nel mondo dilaniato e sconvolto sorga unera di pace e di amore. Offriamogli tutto il nostro cuore senza riserva e promettiamogli di seguire gli insegnamenti che giungono a noi dalla grotta di Betlemme, che ci predicano essere tutto quaggi vanit delle vanit, non altro che vanit...

(Meditazione di San Pio da Pietrelcina)

Il Dio-Bambino I pastori a Betlemme


Era perfettissimo, roseo come un bocciolo spuntato nellinverno, soffuso di bont, divino, santificante, inondante gioia. Egli era Dio. Era luce a se stesso e la sua splendida corte erano Maria e Giuseppe. Egli doveva stringere una novella alleanza col popolo suo, e nacque in una grotta di animali, deposto in una mangiatoia, piccolo, ma immenso nella fiamma del suo amore. ... I pastori correvano, lamore li sospingeva; il desiderio di vedere il Messia li animava... Si soffermarono un poco, proni per terra; esultavano, il cuore balzava loro quasi dal petto. Lo rapiva lInfante divino... Maria fece loro un cenno; entrarono. Senza Maria non sarebbero mai entrati, poich sempre Essa dona il Cristo alle anime. Si prostrarono, adorarono. Egli era la Verit, Maria la Sede della Sapienza, Giuseppe ne era il Custode fedele. ... Videro il Bambino: era piccolino, roseo, bellissimo. Aveva la piccola chioma doro, gli occhi brillanti di bont, le labbra sorridenti di amore. Si moriva damore innanzi a Lui, si inteneriva lanima, si piangeva... Che pace da quella mangiatoia! Quale bellezza delicata e potente, dolcissima e maestosa, piccolina e pi grande dei cieli!... Respiravano la grazia, lanima si dilatava. Che amore! Non potevano staccarsi da quella grotta. Nessuna reggia era pi bella. ... Sollevarono gli occhi alla Mamma: era la misericordia dolcissima; a San Giuseppe, era la bont vivente. Piansero, e sparsero lacrime fluenti sul volto del Bimbo; erano come la fusione delluomo peccatore col Redentore. ... Albeggiava, dovettero partire. I pastori si sparsero per quella terra arrecando la lieta novella... Dio sceglie sempre gli umili per i grandi annunzi del suo amore.

(Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo)

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