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Marted 25 gennaio 2005

Idee & Immagini

Secolo d'Italia

Torna Un apolide metafisico dello scrittore rumeno, in cui sono raccolte alcune sue interviste

Il vitalismo triste di Cioran


La lotta tragica contro la ragione e lironico smascheramento della condizione umana
MATTEO SIMONETTI

OME ben sapr chi ne ha gi fatto lesperienza, immergersi nella lettura di Cioran significa dedicarsi per qualche tempo a un accanimento masochistico, a una vivisezione di se stessi, di cui spesso, alla fine, non si intravedono lutilit o il piacere. Da Al culmine della disperazione del 34 a Sommario di decomposizione del 49, a La tentazione di esistere del 56, o a Storia ed Utopia del 60, fino agli ultimi scritti, tutto il percorso di questo scrittore pervaso da unatmosfera cupa, ai limiti della patologia psichica. Anzi, proprio la sofferenza interiore che Cioran esalta come portatrice di significati metafisici. probabile che se affrontaste tutti gli scritti di Cioran in ritmo serrato, senza le necessarie pause di ritorno alla vita, non riuscireste ad evitare un sentimento di depressione mista a rabbia. Ci succede anche se, prese una per una, le sue divagazioni non potrebbero scuoterci pi di tanto: un processo inesorabile di cui ci si rende conto improvvisamente, simile alla comprensione non lineare di alcuni testi di Heidegger. Per fortuna lo spessore di uno scrittore non proporzionale al suo ottimismo o alla sua capacit di riconciliarci con noi stessi e col mondo, e per questo, ormai da anni, Cioran considerato unanimemente una delle figure pi importanti del novecento letterario. Inserendosi in una linea di pensiero che si rif a Nietzsche, anche stilisticamente, ma con una particolare coloritura biografica che nasce dal suo essere rumeno ed emigrante, Emil Cioran mostra con una forza eccezionale la vanit della nostra condizione, ironizzando sui nostri sforzi di varia elevazione materiale e spirituale. In sostanza, se si vuole riassumere allestremo, la sua una ironica, eroica e mistica accettazione del destino, un inno alla mancanza di direzione della storia. La recente pubblicazione dellAdelphi, Un apolide metafisico, per in grado di dissipare la tenebrosit pi gratuita dello scrittore rumeno. Si tratta della raccolta delle tante inter- Unimmagine di Emil Cioran viste rilasciate a vari interlocutori (tra i quali spicca Fernando Savater), delle vere e proprie conversazioni a fatti contingenti), ci che importa in questo senso osserin cui Cioran mostra unumanit meno paradossale, meno vare come lo scrittore rumeno si ponga rispetto alle doenfatica. In effetti, nonostante si sia detto che il suo sia for- mande cruciali dellesistenza, dinanzi alle quali destra e sise il pi bel francese degli ultimi decenni, a me sembra che, nistra si dividono. Mi riferisco alle idee di storia, progresso, forse per una resa infelice della traduzione italiana, spesso societ, nonch a quelle che riguardano pi specificatamenil suo insistere in accavallarsi di attributi e ismi di vario ge- te luomo concreto: individuo, bene e male, destino, accettanere risulti scontato, stancante perch eccessivo. lontana in- zione del reale, e via dicendo. Voler inquadrare questo personaggio in una linea di pensomma la danza di nietzschiana memoria, e si di fronte spesso a un incedere pesante e rumoroso. A tale riguardo, siero, schierarlo a forza nei ranghi di un orientamento filoproprio in queste conversazioni che Cioran delegittima in sofico o politico, vorrebbe dire sminuirlo, tradirlo, o non comqualche modo laltisonanza di tante sue espressioni, mo- prenderlo affatto. Per gi per questa sua spiccata resistenstrandone la veste utilitaristica, dichiarandole cio piccole ca- za allortodossia, per questa riluttanza allomologazione, altarsi personali, frutto ma soprattutto espressione di momenti la cooperazione e allimpegno militante, potrebbe senza tidi esasperazione. Non per questo viene meno limportanza more essere considerato un pensatore di destra. Infatti sadel significato delle sue riflessioni, ma ne consegue, almeno, rebbe in buona compagnia tra i tanti irriducibili intellettuali che, da Nietzsche in poi, hanno incarnato le diverse anime una loro lettura oltre lapparenza, spesso ingannevole. In una di queste interviste, Cioran si sofferma sul suo rap- di questa visione del mondo (di questo si tratta, pi che di porto giovanile con la politica, sulla sua adesione alla Guar- una teoria politica) che la nostra. Cioran, in tutte le sue opere, in lotta contro la ragione, e dia di ferro rumena e sullaccusa di reazionario che gli fu mossa anche successivamente. Al di l dellirrilevante presa sostiene invece un vitalismo quasi primitivo, ancora pi del di posizione giovanile (abbandonata e spiegata come legata suo ispiratore Unamuno. Come questultimo pu conside-

rarsi un tragico, un attore di se stesso e non un semplice spettatore, come conviene alla figura dellesteta, ad esempio. Anche per Cioran vivere possibile soltanto nella misura in cui o si inconsapevoli o si abbraccia lassurdo volontariamente: La conoscenza una piaga, e la coscienza una ferita aperta nel cuore della vita e ancora Non esistono che due atteggiamenti: lingenuo e leroico e siccome lingenuit, per chi si trova davanti a tale alternativa, un bene perduto, non rimane che leroismo. Sulla consapevolezza egli scrive: Ho sempre notato che ogniqualvolta divento consapevole di qualcosa, perde di intensit la sensazione che ne ho. Si pensi a quanta distanza dallesaltazione della psicanalisi che si sempre osservata a sinistra! Nei confronti del progresso la posizione di Cioran irriverente: Siamo sciocchi a compiangere la sorte di quanti sono vissuti in epoche che non ci piacciono, ignare del cristianesimo o delle scoperte e delle invenzioni della scienza moderna le epoche storiche rappresentano forme di vita a se stanti, chiuse nella certezza del loro valore definitivo, fino a che il dinamismo e la dialettica della storia approdano ad altre forme altrettanto insufficienti e limitate. Dal punto di vista storico Cioran si situa sulla stessa linea di Spengler ed Evola, ma anche da un punto di vista pi pratico, nel rapporto con la propria storia, egli mostra un inclinazione tipicamente di destra. Infatti il ricordo dellinfanzia per lui il pi bello, tempo per sempre perduto, in una concezione del suo scorrere che corruzione e decadimento. A questa sensazione di malinconia si sposa per laccettazione eroica del proprio destino, come dicevamo, che in Cioran assume il volto del tipo rumeno: fatalista, triste ma vitale allo stesso tempo. Se prendiamo in considerazione la sua idea di individuo, Cioran pu essere accusato di soggettivismo. Come Unamuno, egli stesso lunico soggetto del suo pensiero e arriva con naturalezza a dire: Se fossi costretto a scegliere tra lesistenza del mondo e la mia, eliminerei la prima per volarmene tutto solo nel nulla. Del filosofo spagnolo egli per recupera anche la soluzione: unesperienza soggettiva profonda eleva al piano delluniversalit, come lattimo a quello delleternit. ovvio che alcuni aspetti del pensiero di Cioran, come ad esempio quello sul radicamento nazionale, non collimano con lidea che si ha spesso della destra che oggi pi in auge. Daltronde lo stesso discorso pu essere fatto per Evola o perfino per Mussolini, senza andare a scomodare i contemporanei come De Benoist, ma, come dicevamo, questa ricchezza un patrimonio da valorizzare. Alla fine, accanto allacume e alla capacit di penetrare a fondo nelle cose dellanimo, di Cioran rimane il lirismo: il suo, come quello leopardiano, frutto solo dei momenti di perdizione, ne il canto disperato, il rifiuto indispettito di ogni sguardo escatologico sulla vita. Lironia sui fraintendimenti in cui inciampa luomo, caratteristica che lo avvicina per certi versi a Bukowski, si risolve nellesaltazione del fraintendimento principale, lestrema illusione di senso, cio la vita stessa. La vita con le sue contraddizioni oggetto del canto e, in fondo, anche solo per questo varrebbe la pena trasfigurarne la vacuit.

Isabell von Piotrowski e la C. R. di Firenze aprono le porte allarte


ROMA. stata inaugurata con successo il 19 gennaio scorso la mostra di pittura di Isabell von Piotrowski, artista di fama internazionale, reduce dagli Usa, dove a New York ha realizzato un murales di oltre 10 m. Le eleganti sale della sede della Cassa di Risparmio di Firenze in Roma, ubicata in corso Vittorio Emanuele II 239, sono gentilmente state messe a disposizione dei visitatori, che hanno avuto la possibilit di apprezzare 27 opere della pittrice, una pi bella e particolare dellaltra, realizzate in tecnica mista, olio e pastello, e che rimarranno esposte al pubblico in orario di apertura bancaria sino al 2 febbraio prossimo. Allevento erano presenti numerosi ospiti illustri provenienti dal mondo della cultura, della politica, dellambiente diplomatico e della nobilt romana, tra i quali lambasciatore slovacco Josef Miklosko, il ministro tedesco Otfried Garbe, lambasciatore del Camerun Michael Tabong Kima, il console della Turchia Zafer Baltacioglu, il principe Massimo, il consigliere Marco Pomarici, presidente del gruppo di Forza Italia al Municipio di Roma 17, il critico darte Mara Ferloni, che nella presentazione ha definito la Piotrowski artista di grande talento, con la capacit di entrare nellanimo delle persone che ritrae con disegno accurato e scrupoloso, con una ricerca continua e approfondita che d palpito ai suoi personaggi, dove acume e ingenuit sono tenuti sullo stesso piano... considerata una straordinaria rappresentante dellarte contemporanea.... Sono risultati particolarmente apprezzati dal pubblico i ritratti di illustri personaggi tra i quali quelli del sen. Giulio Andreotti, del professore Claudio Strinati, sovrintendente del Polo museale, del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, del presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, della Madonna Nera di Czestochowa, molto amata dal popolo polacco, di Rita Levi Montalcini, del cardinale Stefan Wyszynski e quello, commovente, di Madre Teresa di Calcutta, che stato donato, in occasione della sua beatificazione, al Santo Padre Giovanni Paolo II. Soddisfatti i consulenti del Negozio Finanziario oggi considerati allavanguardia nel loro settore.

E ORME della religione spesso oltrepassano i confini della propria cultura di riferimento, e sono finiti ormai i tempi in cui gli argomenti teologici restano confinati nella morale e nella fede dei fedeli che la praticano: in unEuropa ancora sul nascere, importante e prioritario costruire dibattiti e studi che aiutino il nostro neonato continente a costruire una propria base teologica salda e ricca, i cui valori di riferimento trovano origine soprattutto in quella cattolica. Come si formata, quindi, la parte pi tradizionalista dellEuropa, di cui anche noi italiani siamo parte, e soprattutto dove si trovano le tracce pi antiche e tragiche delle orme del Cristianesimo? Parte in missione Nello Canalini, che in Viaggio di Addio ripercorre tappa per tappa la storia della religione cristiana nel Vecchio Continente dei Paesi dellEst a quelli del Nord Europa, dai misteriosi Carpazi alle vicine Alpi, dalla fred-

UN LIBRO AL GIORNO

Nello Canalini, appunti per unEuropa cristiana


SARA BUZZURRO

da Russia alla bianca Norvegia riscoprendo una fitta ragnatela di relazioni storiche e contaminazioni figlie del mondo greco e romano. Molte cose restano celate, e molte teorie soppresse: con questo diario vissuto e partecipato, il teologo e storico-filologo frate francescano rompe un silenzio che dura ormai da troppo tempo. Il futuro dellEuropa oggi pi che mai incerto, e il pi delle volte si ha paura di ammetterlo. La marea sommergente dellIslamismo, che invade tutto, lascia presagire la totale scomparsa della religione di Cristo dallEuropa, il

suo naturale humus originario, il Vicino Oriente ed il bacino del Mediterraneo, sostituita dalla religione di Maometto: in questo ultimo decennio e tuttora, infatti, viviamo una realt storica in cui la religione fa s rima con identit culturale, speranza, forza e sostegno etico, ma anche, ahinoi, come irrazionale giustificazione per fenomeni ed ideologie estreme in cui potere, guerra, terrorismo, divengono forze motrici di veri e propri atti di barbarie che hanno come culla di valori proprio quelli teologici. La minuziosa ricerca di Canalini inizia con il lontano 1683 dellas-

sedio di Vienna e il dilagare del Protestantesimo di Lutero, prima violenta frattura tra il Nord Europa ed il Cattolicesimo Romano, che culmin in una lotta allultimo sangue con la drammatica Guerra dei Trentanni: Dallo stupore di fronte alle scoperte storiche, ma anche dalla meraviglia per quelle naturali ed umane da me effettuate visitando in successione tredici nazioni europee, nato questo mio diario letterario e storico concepito per non dimenticare ci che avevo appreso e per utilit di coloro che lo leggeranno. Anche una religione millenaria

come quella cattolica, quindi, ha le proprie ansie e gatte da pelare: gli insegnamenti di Dio muoiono nel momento in cui vi assenza assoluta di amore e pace, e questo lo constatiamo tutti i giorni oggi nei Paesi musulmani in preda alla guerra. Con la sua penna Nello Canalini d voce a un monito universale, per tutti coloro che vogliono preservare il passato e difendere e custodire la religione di Cristo e di unEuropa che sta o muore con essa. Le pi giovani nazioni europee si sono formate proprio grazie agli insegnamenti di Ges, prendendo coscienza di s stesse grazie al suo Verbo: occorre difendere con fermezza i valori umani raggiunti dalle civilt occidentali per proseguire il progresso civile di ogni singola nazione
NELLO CANALINI - Viaggio di Addio. Un manifesto per lEuropa, Editrice Sallustiana, pagg. 430, euro 35,00

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