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La casa creata dal trio dOltrestretto Maestrelli-Silva- Curtaz doppia il capo, anche con un cru, della strategia in Sicilia: dal Vulcano al Val di Noto, alle terre fra Calatafimi e Segesta
Pagina a cura di Umberto Ginestra Vulcano, fra tornanti e terrazze, muri di pietra lavica e millenarie sciare nere, che batte il cuore del progetto. Per la precisione, tra 600 e 700 metri daltitudine, in contrada Rovittello, dalle parti di Castiglione di Sicilia. qui che il trio dOltrestretto ha acquistato, due anni fa, sei ettari di vigna ad alberello (ottomila ceppi ogni diecimila metri quadri), per lo pi a Nerello Mascalese e con un po di Nerello Cappuccio. Piante mediamente di 50-60 anni, racconta Maestrelli, responsabile commerciale e marketing, ma la cui et in alcune zone tocca gli 80-90 anni. per questo, svela, che Tenuta di Fessina ha messo in conto due distinti vini che riflettano i terroir che compongono la vigna, sul Vulcano. Cos, Erse un Etna Rosso Doc ottenuto dalle uve pi
l capo sar doppiato a giugno. tra poche settimane che Tenuta di Fessina, la piccola maison nata in Sicilia nel 2007 dalla toscana Silvia Maestrelli, dal marito Roberto Silva (milanese) e da Federico Curtaz, valdostano con casa in Piemonte, chiuder il cerchio del suo primo imbottigliamento. A dare i natali sar la cantina con bottaia sullEtna che, da qualche mese, ha riportato in vita un antico palmento, datato 1700. Sar il primo traguardo made in Sicily della strategia della vigneron che, dalle parti di Firenze (vedi box), ha in portafoglio i 170 ettari della storica Villa Petriolo. Con lei, hanno messo in cantiere loperazione Sicilia il partner e Curtaz, agronomo, enologo e socio del tandem Maestrelli-Silva. Il mosaico ha tre tessere principali: lEtna, il Val di Noto e, nel Trapanese, larea a cavallo tra Calatafimi e Segesta. Ma sul
ottanera unazienda dellEtna, a nord-ovest di Castiglione di Sicilia. La governa Mariangela Cambria con i fratelli Francesco ed Emanuele (80 anni in tre). nelle loro mani il futuro della casa, dopo la recente scomparsa del pap, Guglielmo. Ad affiancarli lo zio, Enzo Cambria. E sul fronte della produzione, lenologo toscano Lorenzo Landi. grazie a lui, approdato a Cottanera pochi mesi fa, che i nostri programmi hanno avuto unaccelerazione, anzi una conversione, informa Mariangela. Inizialmente, spiega, avevamo puntato sui vitigni internazionali pi che sugli autoctoni ma questo, col passare del tempo, ci ha fatto sentire quasi stranieri in patria. Cos abbiamo pensato di ampliare il segmento delle variet tipiche lavorando alla produzione dei veri vini dellEtna. Per farlo, la famiglia ha acquistato altri cinque ettari adiacenti alla propriet con un esborso di 160 mila euro, ha spianato i terreni, impiantato nuove barbatelle di Carricante e perfezionato un protocollo di vinificazione che render degno del nome, il nuovo Doc bianco. Lo terremo a battesimo, annuncia Cambra, tra un anno, perch previsto un lungo affinamento
anche in bottiglia. Ma i vitigni internazionali non sono scaduti a un ruolo secondario nel progetto dimpresa. Anzi. Per quattro etichette, i cru, pronto uno stock di cinquemila pezzi delle annate 2004-05 che hanno completato il lungo affinamento. Costituiranno la riserva del catalogo. Sono dotati di un parco di profumi che solo il tempo sa accumulare, chiosa Cambria. Rientrano in questa rosa, il Nume (Cabernet Sauvignon); il Sole di Sesta, un Syrah in purezza; il Grammonte, un Merlot e lArdenza, un Mondeuse dellAlta Savoia. Sono tutti destinati al circuito Horeca con un prezzo, in enoteca, sui 22 euro. In tutto, la gamma dei vini Cottanera conta otto etichette, sette rossi e un bianco (prezzi, tra gli otto e i 12 euro). Oltre a quelli gi citati, ci sono lEtna Rosso, prima Doc della maison, un blend di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio; Fatagione e Barbazzale Rosso, due blend ottenuti dagli autoctoni Nerello Mascalese e Nero DAvola, e Barbazzale Bianco, un Inzolia in purezza. In progetto c anche un nuovo bianco di cui, tra breve, faremo conoscere le caratteristiche, anticipa Cambria. Complessivamente la casa tappa 400 mila bottiglie di cui il 60% distribuito sul territorio italiano, il resto spedito nei mercati esteri.
enologia
Silvia MaeStrelli
alle verdi valli della Toscana alle terre nere dellEtna, la passione per il nettare di Bacco il fil rouge della vita di Silvia Maestrelli, imprenditrice toscana nel settore finanziario e da qualche anno intraprendente signora del vino. La laurea in Economia le ha aperto le porte nelle societ finanziarie del padre, ma spesso il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce. E il vino scompiglia le carte. entrato nella mia vita al momento giusto - racconta - segnando in maniera indelebile e irreversibile un nuovo percorso della mia esistenza. Un percorso di rinascita che riannoda il legame con la mia famiglia e la mia terra. Unavventura emozionale la sua che si divide tra lattaccamento alla radici a Villa Petrolio, lazienda agricola di famiglia a Cerreto Guidi, a 40 chilometri da Firenze dove si coltiva prevalentemente Sangiovese, e tra quella che lei stessa definisce un autentico colpo di fulmine per borgo di Rovitello, a Castiglione di Sicilia, dove nasce Tenuta di Fessina. Insieme con il marito Roberto Silva, imprenditore milanese, e allenologo valdostano Federico Curtaz nel 2007 decise di acquistare il vecchio palmento del XXIII secolo in pietra lavi-
Giusy Messina
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FeDeriCO CUrtaZ
cos bella, a difenderla devono pensarci principalmente i siciliani. nellesperienza di Tenuta di Fessina, ma in realt anche nelle esperienze professionali precedenti laccoglienza dei siciliani nei miei confronti stata bellissima. io mi sono sempre sentito a casa. i produttori etnei, e anche quelli di altre aree, ci hanno aiutato in tutti i modi, sento un debito di riconoscenza nei loro confronti e un senso di profonda gratitudine. Perch il consumatore dovrebbe scegliere un vino delletna? Per lunicit dellesperienza. riprodurre sapori e profumi di questo tipo oggettivamente assai difficile, emozione unica, come recita quel refrain pubblicitario, fatto salvo che in questo caso si tratta di una affermazione vera. (G. M.)
ca che si affaccia su un vigneto del secolo scorso, circa sei ettari di Nerello Mascalese appartenuto per anni alla famiglia Musmeci. Ed proprio alla tenacia del signor Musmeci che ha lavorato viti vecchie di oltre ottantanni, che Silvia Maestrelli ha dedicato il cru di Nerello Mascalese di Tenuta di Fessina, la nuova avventura in cui si gettata a capofitto, buttando il cuore oltre ogni ostacolo. Le vigne di Fessina - spiega la vigneron - sono situate tra due antiche sciare semicircolari, colate laviche del passato che, come due grandi braccia, cingono le vigne in un gesto quasi materno, isolando il vigneto come i vecchi muri dei clos francesi e creando un microambiente unico. Dalla Sicilia alla Toscana, il legame tra chi fa il vino e lenergia del luogo, il brand della maison che fa dellidentit del territorio il punto di forza dellazienda. Sono vini eleganti, sobri - dice laffascinante signora del vino - mai carichi o sovrabbondanti. Vini che rivelano la sensibilit e il gusto femminile. A Villa Petriolo, le donne della famiglia, mamma Giovanna, Silvia, la sorella Simona e le piccole Lavinia e Margherita raccontano il vino con mostre, spettacoli e anche un concorso letterario internaziona-
le. Una discendenza di donne, la nostra sottolinea - a cui abbiamo voluto rendere omaggio con la bottiglia del Chianti Docg Rosae MnemoSis. Letichetta evoca la fiaba delle due rose sorelle che la nonna ci raccontava prima di andare a letto. Instancabile, divide il suo tempo tra i progetti per le aziende: In Toscana abbiamo lintenzione di sperimentare, negli anni, nuove vigne di Sangiovese, collocate su altri versanti della collina del Montalbano su cui la tenuta di Villa Petriolo riposa. Tanti cru di Sangiovese quanti sono i vigneti aziendali. In Sicilia, ci stiamo emozionando con le variet autoctone etnee. Due nuovi figli delle vigne di Fessina, prossimamente. Ma ha anche passione per larte contemporanea: In alcuni momenti diventa per me una vera necessit: quando capita, mi immergo in un confortante bagno darte. E se si prova a chiederle il perch di una scelta enologica eroica come quella dellEtna, la risposta rivela il piglio sicuro di chi ama affrontare le sfide. Chi fa il vino con passione, curiosit, voglia di misurarsi con luoghi unici e straordinari, come fa a non desiderare di affrontare la maestosa Muntagna con il rispetto che chiede?.
ottobre 2010 CULT
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DESIDERI, ASPETTATIVE E SPERANZE DEGLI OPERATORI DEL VINO, ALLA VIGILIA DEL NATALE 2009
Gancia: soffrono meno settore alimentare e ristorazione media Lisciandrello: vendite su, delle etichette tra 10 e 20 euro Conte: lievita lattenzione per lIsola, in Giappone e in Corea
pagina a cura di Umberto Ginestra coltivatori agricoli, che nei giorni scorsi ha segnalato che nel terzo trimestre 2009 i consumi, a tavola, sono cresciuti dello 0,4%. Questo, il commento dellorganizzazione delle imprese, il miglior dato dalla fine del 2006. Un balzetto in avanti, insomma, che fa il paio con laltro, calcolato dallIstat, secondo cui tra luglio e settembre di questanno il pil Italia ha segnato il +0,6%. Per tornare allIsola, informa Gancia che si avvertono segnali di non
ta per passare, la nottata del vino? A sentire gli operatori del bicchiere, sembrerebbe di s. Limpressione che il buio della notte in cui tutte le vacche sono nere, come direbbero i filosofi, sta per cedere il passo allalba di uneconomia pregna di maggior fiducia. E di maggior speranza. Meglio, del bisogno di maggior fiducia. E di maggior speranza. Tanto che Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini e consigliere delegato dellomonima azienda da 50 marchi per 100 milioni di business (Capocroce il suo brand siciliano), si spinge a dire che forse in questo momento il settore alimentare quello che soffre meno, nel paese. E annuncia che la nostra aspettativa di un buon Natale. Anche per la Sicilia. Idem Coldiretti, lassociazione dei
Giancarlo Conte
rinuncia, da parte del consumatore. E a coglierli anche Giuseppe Lisciandrello, titolare di Vinoveri-
anima dellazienda che a giugno ha chiuso il cerchio del suo primo imbottigliamento dando i natali, tra laltro, alla cantina con bottaia ricavata in un palmento di pietra lavica, datato 1700. Il top wine di Fessina, affinato in legno per 18 mesi tra tonneaux e grandi botti, riprende il nome del vecchio proprietario della vigna. A rivelarlo la stessa imprenditrice, che cura politica commerciale e marketing. Ha voluto essere, dice, il nostro omaggio a colui che ha avuto il merito di conservare per tanti anni piante che oggi sono un vero e proprio gioiello della natura. dallincontro quasi casuale con quel gioiello, che nata Tenuta di Fessina, sei ettari di vigna tra terrazzamenti e tornanti. Perch, racconta Maestrelli, quel vigneto mi folgor, durante un tour in Sicilia con Curtaz. Lacquisto fu il primo passo di un piano che nel giro di pochi mesi avrebbe portato ad acquisire anche un terreno da cinque ettari nel Trapanese, tra Calatafimi e Segesta, e due ettari in Val di Noto (Siracusa). Da segnalare, ancora, che in Toscana, a 40 chilometri da Firenze, la famiglia Maestrelli ha in portafoglio i 170 ettari di Villa Petriolo, azienda e, nel 1500, residenza dei conti Guidi. (riproduzione riservata)