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RAZZISMO E PAURA DEL DIVERSO. PERCHÈ NON SONO LA STESSA COSA.

La xenofobia, ovvero la paura del diverso, è una cosa perfettamente naturale. Ma anche il
ragionamento e l'accettazione lo sono, mentre l'esaltazione dei difetti come appunto la
xenofobia, magari mascherandola da patriottismo o usando l'eufemismo più accattivante
“nazionalismo”.
L'essere umano medio, o mediamente consapevole, sa che ciò è sbagliato, non può
trovare argomenti a sostegno della discriminazione di un altro essere umano con l'unica
“colpa” di avere una cultura differente. Alcuni di conseguenza accettano il diverso e, nel
migliore dei casi, ne favoriscono volentieri l'integrazione, d'altronde si dice “il mondo è
bello perché è vario”. Mentre altri si aggregano per discriminare “in massa”, poiché si dice
anche (per altro uno dei più grandi errori comuni esistenti) “se lo fanno tutti non è
sbagliato”. Ecco, sembra già una cosa meschina, ma sappiamo che in fondo questa gente
governa stati, quindi è sostenuta da un popolo, e stipula importanti accordi internazionali di
stampo solennemente diplomatico coi quali decide, insieme a una simpatico dittatore, di
fermare e malmenare solennemente il “diverso” alla frontiera (in modo invece decisamente
poco diplomatico, ma in fondo qualcuno li ha votati) in cambio di denaro. Questo è
inumano, ma in fondo non glielo ha chiesto nessuno di usare quella “solenne e poco
diplomatica violenza” e poi ci permette di ovviare al problema. Fantastico!
Ma no. Col diverso ci entriamo in contatto lo stesso. Il diverso non è cittadino, non è
conteggiato nella popolazione, ma costituisce la magia immateriale che innalza il PIL e fa
girare l'economia. Ovviamente questo è assurdo, specialmente considerando il fatto che
lavora senza diritti e in nero. Beh certo, ci ruba il lavoro, ma per legge questo è già vietato
e non serve dar la colpa a chi sta peggio di noi.
Il diverso poi stupra, ruba e uccide. Tralasciando la vergognosa condizione giudiziaria
media dei carismatici politici che vanno a cacciarlo, che IL diverso che stupra, ruba e
uccide sia punito. Ma lui solo e non quelli che per abitudine non siamo capaci di
distinguere. Il delinquente non ha colore, lingua o cultura quanto il pregiudizio non ha
giustificazione. Una vittima di stupro non distinguerebbe uno stupro commesso da un
“diverso” o da un suo abitudinario simile.
E quindi il diverso diventa “il nemico”. Si legalizzano ronde con lo scopo di combattere
pacificamente (si far per dire) il crimine, che solitamente si chiama immigrato ed ha una
gamma di colori sicuramente differente da un innocente bianco caucasico, su cui l'ira del
cittadino non deve abbattersi. Un intervistato di un p

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