eee ey
sorvegli i suoi studi con una certa pedanteria e sottoponga
i suoi metodi di lavoro ad un’accurata critica, come in un
componimento del marzo 1786 sul cosiddetto Excipiren');
per quanto egli, avaro del suo tempo, annoti talvolta di aver
fatto una sana passeggiata di un’ora, non mancano tuttavia le
testimonianze di come si sia spesso abbandonato ai richiami
della vita. Frequenta i concerti di corte e si rallegra per le
ragazze che ha occasione di vedere. Frequenta la chiesa cat-
tolica, rifiuta il culto della messa, ma loda Ja predica. Nota
un bel cavallo che viene condotto per la strada. Nota in una
societa la diversita degli interessi ¢ il loro diverso grado. Non
gli sfuggono i contadini ubriachi alla fiera annuale. La super-
stizione degli abitanti di Stoccarda per quanto riguarda la tre-
genda degli spettri'? lo spinge alla collera e alla vergogna; egli
osserva con piacere come un concerto serale del signor von
Tiirkheim e l’accompagnamento delle carrozze con le fiaccole
abbiano dato occasione al rinnovo dell’antica credenza, e cosi
esclama: «O tempora, o mores! Accaduto nel 1785! Oh, oh!».
Come elemento dominante di questi appunti di diario é da
osservare il sempre rinascente interesse per i] concetto
della storia. manuale dello Schréckh” ottiene presso
il giovane un grande successo per non essersi limitato sempli-
cemente alla nomenclatura, alla cronologia o alla rappresen-
tazione di battaglie in cui sono implicati un paio di centinaia
di uomini, ma per essersi rivolto anche ad interessi culturali.
Si rallegra per aver ricavato da esso un concetto, per quanto
dapprima oscuro ed unilaterale, della storia prammati-
ca. Vuole ricercare quali passioni agiscano sugli uomini in
maniera pid violenta. La lettura di Livio costituisce per lui
una data importante. Giunge a dire che potrebbe accadere
qualcosa per quanto riguarda il rischiaramento
dell’uomo comune, maritiene questo molto diffici-
le, per quanto si rivolga espressamente l’obiezione di non aver
ancora studiato filosoficamente la storia per poter
affrontare un simile problema. II suo giudizio su argomenti di
storia si precisa molto presto, e gia nel 1785 vengono a galla
asserzioni che lo pongono in contrasto con i suoi maestri. Ad
esempio, il professor Offterdinger'* aveva spiegato in classe
Pofferta di un gallo ad Esculapio da parte di Socrate con lader Unbewuftheit erklart, mit welcher das Gift den Sokrates schon
erfiillt gehabt habe. Das war so recht im Wesen der damaligen Epo-
che, welche Sokrates ohne allen Aberglauben haben wollte. Hegel
war auch ganz von dem Aufflarungsprincip ergriffen und wagte es
nicht, die Schwachung des BewuBtseins durch das Gift ganz weg-
zuleugnen, meinte aber doch, Sokrates habe neben dieser Ursach
auch gedacht, weil es Sitte sei, wolle er durch Unterlassung dieser
geringen Gabe den Pobel nicht vollends vor den Kopf stofen.
In der Auffassung selbst erscheint die Reflexion auf den Wider-
spruch charakteristisch, z. B. dal jedes Gute auch seine bse Seite
hat, oder daf ein Mensch in dem Augenblick stirbt, in welchem er
fiir seine Selbsterhaltung noch den Léffel mit Suppe zum Munde
fiihrt. Er macht seinem Zeitalter namentlich zum Vorwurf, so oft we-
gen der Hohe seiner Bildung und Aufklarung sich zu rihmen und
das Alterthum seines Aberglaubens halber gegen sich herabzuset-
zen, wahrend doch der Glaube an Engel und Teufel nur eine Repro-
duction des antiken Damonenglaubens sei, welchen die Aufklarung
selbst als Illusion behandle. Und so opsere man zwar nicht mehr
unmittelbar den Gottern, aber man mache im Christenthum bei Ka-
tholiken und Lutheranern den Priestern Geschenke, um durch sie
auf Gott zu wirken, was ein noch gréRerer Aberglaube, eine noch
grofere Thorheit sei.
Gegen das weibliche oder, wie er sagt, schwachere Geschlecht
nimmt der fleifige Schiiler eine mehr indifferente Stellung an. Er
vermeidet es nicht, so wenig als er von seiner Lectiire Romane aus-
schlieft, wie er denn von Sophiens Reise sich gar nicht losrei-
Ben kann. Er sucht aber auch den weiblichen Umgang nicht gerade
auf. Im Allgemeinen hilt er ihn fiir nothwendig, weil nur durch ihn
die Schlacken der geselligen Bildung abgeworfen werden kénn-
ten, denn die Weiber, meinte er, haben das Monopol von Lob
und Tadel.
Etwas, das man eine Handlung oder Begebenheit nennen kénn-
te, kommt in diesem Tagebuch gar nicht vor. Im December 1785
hatte Hegel zu einem Eramen sich sehr angestrengt, wurde krank,
bekam ein groes Geschwiir am Halse und mufte sich endlich,
nachdem er viele Schmerzen ausgehalten, unter der Leitung des
Arztes Consbruch operiren lassen. Unter seinem Umgang er-
scheinen nach Léffler’s Tode vorziiglich die Professoren Ho pf und
CloB8. Léffler’s Tod war eigentlich fiir thn nachst dem Tod seinereee To
perdita di coscienza che il veleno aveva provocato in lui. Tut-
to questo era nello stile dell’epoca, che voleva Socrate privo
di qualsiasi superstizione. Anche Hegel era completamente
imbevuto di principi illuministici e non os6 rifiutare comple-
tamente la spiegazione dell’indebolimento della coscienza a
causa del veleno, tuttavia ritenne che Socrate, accanto a que-
sto motivo, avesse anche pensato che, poiché era costume,
non valeva la pena per questa piccola offerta offendere i sen-
timenti del popolo.
Nel modo di intendere stesso appare caratteristica la ri-
flessione sulla contraddizione, ad es. che ogni cosa buona ha
anche il lato cattivo o che un uomo muore nello stesso mo-
mento in cui porta col cucchiaio la minestra alla bocca per
la propria conservazione. Rivolge esplicitamente alla propria
epoca il rimprovero di gloriarsi cosi spesso dell’altezza della
sua cultura e dei suoi lumi e di abbassare rispetto a sé |’anti-
chita a causa della sua superstizione, mentre la credenza negli
angeli e nei diavoli é solo una riproduzione dell’antica cre-
denza nei demoni, che l’illuminismo stesso considerava come
un’illusione. E cosi si fanno offerte non pit: immediatamente
agli dei, ma, sia presso i cattolici che presso i luterani, regali
ai preti per poter influire su Dio attraverso essi, la qual cosa é
una superstizione ancora maggiore e una sciocchezza ancora
pit grande.
Di fronte alle donne, o come dice, al sesso debole, il dili-
gente scolaro assume una posizione pili distaccata; non le evi-
ta, cosi come non esclude i romanzi dalle sue letture e come
non pud staccarsi dal Viaggio di Sophia. Non coltiva perd
di proposito le amicizie femminili. In generale le considera
necessarie, perché per loro tramite possono essere tolti i di -
fetti dell’educazione di societa, in quanto le donne, egli
crede, hanno il monopolio della lode e del biasimo.
In questo diario non appare affatto qualcosa che possa
chiamarsi un’azione o un avvenimento. Nel dicembre del
1785, essendosi affaticato molto per un esame, si ammals, gli
venne un grosso ascesso sul collo e dovette alla fine, dopo
aver molto sofferto, lasciarsi operare dal medico Consbruch.
Tra le sue conoscenze appaiono dopo la morte di Léffler di
preferenza i professori Hopf e Clotz'®. La morte di Léffler fugeliebten Mutter das erschiitterndste EreigniS seiner Gymnasial-
zeit und er schrieb dariiber im Juli 1785 in sein Tagebuch: Herr
Praceptor Léffler war einer meiner verehningswiirdigsten Leh-
rer; besonders im unteren Gymnasio darf ich ihn kecklich fast den
vorziiglichsten nennen. Er war der rechtschaffenste und unpartei-
ischste Mann. Seinen Schiilern, sich und der Welt zu niitzen, war
seine Hauptsorge. Er dachte nicht so niedrig, wie Andere, welche
glauben, jetzt haben sie ihr Brod und diirfen nicht weiter studiren,
wenn sie nur den ewigen, alle Jahr erneuten Classenschlendrian fort-
machen kénnen. Nein, so dachte der Selige nicht! Er kannte den
Werth der Wissenschaften und den Trost, den sie einem bei ver-
schiedenen Zufallen gereichen. Wie oft und wie zufrieden und heiter
sak er bei mir in jenem geliebten Stiibchen und ich bei ihm. - We-
nige kannten seine Verdienste. Ein grofes Ungliick war es fiir den
Mann, daf er so ganz unter seiner Sphare arbeiten mute. Und nun
ist er auch entschlafen! Aber ewig werde ich sein Andenken unver-
riickt in meinem Herzen tragen.“
Lectiire und Methode derselben.
Hegel’s Bildung war von Seiten des Princips eine durchaus der
Aufkl]arung, von Seiten des Studiums eine durchaus dem classi-
schen Alterthum angehdrige. Die Sprache der Griechen und Romer
machte das Mark des Unterrichts auf dem Gymnasium aus. Mit der
Mathematik dagegen finden wir Hegel mehr fiir sich privatim
beschaftigt. Aber auch den Alten widmete er neben der Schule gro-
Ben Privatfleif. So verfertigte er vom Winter 1786 bis zum Septem-
ber 1787 in einem Privatunterricht eine vollstandige, noch erhaltene
Uebersetzung der Schrift des Longinus vom Erhabenen.
Seine unmittelbare Neigung war lebhafter zum Griechischen als
zum Lateinischen, weshalb er diesem eine grofere Anstrengung
zuwandte, um nicht in ihm zuriickzubleiben. Seine mannigfaltige
Belesenheit gab seinem Lateinischen Styl eine gewisse Gesuchtheit
des Ausdrucks; er gefiel sich in seltenen, weniger gebrauchlichen
Phrasen.bIipRw?
per lui, dopo la morte della sua adorata madre, |’avvenimento
che maggiormente lo scosse durante il periodo ginnasiale. Su
di esso scrisse nel suo diario il mese di luglio del 1785: «Il si-
gnor praeceptor Loffler fu uno degli uomini pit degni di stima
fra tutti i miei insegnanti; soprattutto nel ginnasio inferiore
posso dire sfacciatamente di essere stato quasi il suo preferito.
Era la persona pid onesta e pitt imparziale. La sua maggiore
preoccupazione era quella di giovare ai suoi scolari a sé e al
mondo. Non era cosi meschino da credere, come altri, che
quando si possiede il pane non ci sia pitt bisogno di studiare,
dal momento che si pud continuare con I’eterno ritornello,
rinnovato in classe di anno in anno. No, la buon’anima non
pensava cosi! Egli conosceva il valore della scienza e la con-
solazione che essa procura ad una persona nelle diverse circo-
stanze. Quanto spesso e quanto felice e sereno sedeva vicino
a me in quella cara stanzetta ed io vicino a lui! Pochi cono-
scevano i suoi meriti. Per quest’uomo fu una grande sfortuna
Pessere costretto a lavorare completamente all’interno del suo
ambiente. Ed ora anche lui ha reso l’anima a Dio! Ma eter-
namente porteré nel mio cuore il suo incancellabile ricordo».
LETTURE E LORO METODO
La formazione di Hegel era, dal punto di vista dei principi, as-
solutamente basata sull’I1]u minis mo; da quello dello
studio, sull’ antichita classica. La lingua dei greci
e dei romani formava la quintessenza dell’insegnamento del
Ginnasio. Della matematica Hegel si occupa piii che altro
privatamente. Ma anche agli antichi egli dedica, accanto a
quello scolastico, un diligente studio in privato. Dall’inverno
del 1786 al settembre 1787 portd a termine, in un corso di
lezioni private, una traduzione completa, che ci é rimasta,
dello scritto di Longino Sul sublime". La sua immediata in-
clinazione era decisamente per il greco pit che per il latino; a
quest’ ultima materia dedicé un grande sforzo per non restare
indietro. La sua molteplice erudizione dava allo stile latino
una certa ricercatezza per cui cadeva in espressioni rare e
poco usate.Die alten Autoren hielt er sehr hoch und legte sich eigends einen
noch vorhandenen Katalog von denjenigen an, welche in seinem Besitz
waren. Nicht nur die bedeutenderen sind darin verzeichnet, sondern
auch solche, die nicht gerade im Horizont des Schiilers zu liegen pfle-
gen. Recht bibliothekarisch gab er in verschiedenen Rubriken erst den
vollstindigen Titel der Ausgabe, hierauf den Druckort und die Jahres-
zahl, endlich den Preis an, den ihm das Buch gekostet. Das Geld zu
solchen Ankdufen nahm er auch wohl, seinem Tagebuche zufolge, von
seinen Taschengelde. Die Versteigerung der Bibliothek seines
theuern Lehrers Léffler fiihrte ihn besonders in solche Versuchung.
Bekanntschaften, wie die mit dem Antiquar Betulius, der engere
Anschluf an die Professoren des Gymnasiums, der Besuch und die
Benutzung der Herzoglichen Bibliothek muften seinen literarischen
Sinn nahren und ihm friihzeitig eine gro’e Ausdehnung schaffen.
Zur hauslichen Lectiire der Autoren machte Hegel sorgfal-
tige Praparationen, die sich zum Theil ethalten haben. 1785,
31. Octob. begann er die Praparation zu den Ps a! men; 1786, vom
3. Juli ab sammelte er unbekannte Wérter aus den Kriegsliedern
des Ty rt dos; 1786, 10. Juli sing er die Praparation zur Ilias, 14.
November zu Cicero’s Briefen ad Familiares an; 1787, vom 1.
Juni ab trat der Euripides auf; 1788 vom Mai ab die Ethik des
Aristoteles und vom 29. Juli ab der Koloneische Oedipus
des Sophokles. Von anderen noch vorhandenen Praparationen
lat sich die Zeit nicht bestimmen; so kann eine sehr ausfihrliche
zum Theokrit auch in die spatere Zeit des Tiibinger Studiums
fallen. Die Lectiire des Sophokles setzte er einige Jahre ununter-
brochen fort. Er iibertrug ihn auch in’s Deutsche und versuchte spa-
terhin, wahrscheinlich in Folge seiner Bekanntschaft mit Hé]der-
lin, nicht allein den Dialog, sondern selbst die Chére metrisch
wiederzugeben, was ihm jedoch nicht sonderlich gelang. Am aus-
fihrlichsten beschaftigte er sich, wie die noch erhaltenen Ueberset-
zungen zeigen, mit der Antigone, welche fiir ihn die Schonheit
und Tiefe des Griechischen Geistes am Vollendetsten darstellte.
Sein Enthusiasmus fiir die Erhabenheit und Anmuth des sittlichen
Pathos in dieser Tragédie blieb sich sein ganzes Leben hindurch
gleich. - Vom 5. April 1786 ab iibersetzte er das Encheiridion
des Epiktet. Er schrieb dazu den Griechischen Text capitelweis
selbst ab, so da das er haltene Manuscript in dem Wechsel von
Griechischer und Deutscher Schrift etwas bunt aussieht. - Noch istLIpK?
Teneva in grande considerazione gli autori antichi e stese
un catalogo, ancora esistente, di quelli in suo possesso. Non
vi sono segnati solo i pit importanti, ma anche quelli che
si trovano raramente nell’orizzonte di uno scolaro. Proprio
come un bibliotecario dava in diverse rubriche prima il titolo
completo dell’edizione, poi il luogo e |’anno di stampa, infine
il prezzo che gli era costato. Prendeva i soldi per questi ac-
quisti, secondo il diario, anche dai propri fondi.La
vendita all’asta della biblioteca del suo amato maestro Léffler
lo indusse particolarmente in questa tentazione. Conoscenze,
come quella dell’antiquario Betulius, la stretta unione con i
professori del Ginnasio, la visita e l’uso della biblioteca du-
cale, dovettero alimentare la sua sensibilita letteraria e darle
precocemente una grande estensione.
Per la lettura a casa degli autori, Hegel esegui diligen-
ti preparazioni, che in parte ci son conservate. Nel
1785, il 31 ottobre, comincid la preparazione ai Salmi; nel
1786, dal 3 luglio in poi, raccolse parole sconosciute dai Canti
di guerra di Tirteo; dal 10 luglio inizid la preparazione all’ I/ia-
de, dal 14 novembre alle Ad familiares di Cicerone; nel 1787,
dal primo giugno, procedette con Euripide; nel 1788, dal
maggio, con |’Etica di Aristotele e dal 29 luglio con |’Edipo
a Colono di Sofocle. Di molte preparazioni ancora esistenti
non si pud stabilire la data; cosi una molto estesa a Teocrito
potrebbe cadere anche nel pit tardo periodo dello studio a
Tubinga. Continué la lettura di Sofocle ininterrottamente per
alcuni anni. Lo tradusse anche in tedesco e cercé pit tardi,
verosimilmente dopo aver conosciuto Hélderlin, di rendere
metricamente non solo il dialogo, ma anche i cori, cosa che
tuttavia non gli riusci particolarmente bene. Come mostrano
le traduzioni ancora esistenti, si occupd ampiamente dell’An-
tigone, che rappresentava per lui pit: compiutamente di ogni
altra cosa la bellezza e la profondita dello spirito greco. Len-
tusiasmo per la sublimita e la grazia del pathos etico di questa
tragedia rimase immutabile per tutta la sua vita. Dal cinque
aprile del 1786 tradusse il Manuale di Epitteto. Trascrisse egli
stesso il testo greco, capitolo per capitolo, cosicché il mano-
scritto che possediamo presenta, per l’alternarsi della scrit-
tura greca e di quella tedesca, un carattere alquanto variato.von einem ansehnlichen Theil des Thukydides die Handschrift
einer Uebersetzung vorhanden, welche aber aller Wahrscheinlich-
keit nach erst in die Zeit fallt, als Hegel in Bern lebte. - Eine Ueber-
setzung des Agricola von Tacitus ist verloren gegangen.
Diese philologische Cultur, obwohl der Mittelpunct der Gym-
nasialbildung, bewirkte jedoch in Hegel keine einseitige Richtung
auf das Sprachliche und Antiquarische, sondern erreichte in ihm ih-
ren wahrhaften Zweck, den Sinn fiir Humanitat aufzuschlieBen
und den Staatengriindenden und Staatenlenkenden, den dichten-
den und denkenden freien Menschen verstehen zu lernen. Frith von
dem Adel und der Schénheit des Hellenenthums durchdrungen,
vermochte Hegel das achte Christenthum niemals in einer Form an-
zuerkennen, welche den Ernst der antiken Heiterkeit von sich aus-
schlieft. Die Universalitat seines Alterthumsstudiums befahigte ihn
iibrigens nicht nur zu einem tieferen Verstandniff, sondern bewahrte
ihn auch vor einer falschen Vergotterung desselben.
In Hegel’s anderweiter Lectiire macht sich bemerklich, da& er
schon sehr frih Literatur-Zeitungen las: das Schwabische
Museum, die Allgemeine Deutsche Bibliothek, die Bibliothek der
schénen Kiinste und Wissenschaften u. f. w. Er gewann dadurch
eine kritische Kiihle, welche einen Gegenstand von den ver-
schiedensten Seiten zu fassen, zu beurtheilen und sich fiir ihn nach
diesen verschiedenen Beziehungen zu betheiligen weil. Was man
als unangemessene Anticipation eines spateren Standpunctes bei
der Jugend Altklugheit nennt, fand dabei nicht statt. Es war in der
That die Reife frithzeitiger Besonnenheit. Die Naivetat seiner Tiefe
schiitzte Hegel vor aller Affectation, die ihm selbst das ganze Leben
hindurch fremd und auch an Anderen unleidlich war.
Bei seiner Lectiire ging er nun folgendermaafen zu Werke. Alles,
was ihm bemerkenswerth schien - und was schien es ihm nicht!
— schrieb er auf ein einzelnes Blatt, welches er oberhalb mit der all-
gemeinen Rubrik bezeichnete, unter welche der besondere Inhalt
subsumirt werden mufte. In die Mitte des oberen Randes schrieb
er dann mit grofen Buchstaben, nicht selten mit Fracturschrift das
Stichwort des Artikels. Diese Blatter selbst ordnete er fiir sich wie-
der nach dem Alphabet und war mittelst dieser einfachen Vorrich-
tung im Stande, seine Excerpte jeden Augenblick zu benutzen. Bei
allem Umherziehen hat er diese Incunabeln seiner Bildung immerbIpR! osene
Esiste ancora la traduzione manoscritta di una ragguardevole
parte di Tucidide, che perd, secondo ogni probabilita, appar-
tiene al periodo in cui Hegel visse a Berna. Una traduzione
dell’ Agricola di Tacito é andata perduta.
Questa cultura filologica, per quanto costituisse il cardine
di tutto l’insegnamento del Ginnasio, non produsse tuttavia
in Hegel alcun interesse unilaterale per |’aspetto linguistico
e lo studio libresco dell’antichita, ma raggiunse invece il suo
vero scopo, che é quello di schiudere il significato di u ma -
nita ediimparare ad intendere gli uomini liberi: fondatori
e capi di Stati, poeti e pensatori. Presto compenetrato dalla
nobilta e dalla bellezza dello spirito greco, Hegel non riusci
mai a riconoscere il cristianesimo autentico in una forma che
escludesse da sé la solenne serenita degli antichi. L'universali-
ta del suo studio del periodo classico non solo lo rese capace
di una pit! profonda comprensione, ma lo preservé anche da
una falsa adorazione di esso.
Nelle differenti letture di Hegel @ notevole il fatto che egli
abbia cominciato molto presto con le riviste lette-
rarie: lo Schwabisches Museum, \'Allgemeine Deutsche Bi-
bliotek, la Bibliotek der schénen Kiinsten und Wissenschaften
ecc. Acquisté in tal modo un’ audacia critica chegli
permetteva di abbracciare un oggetto da diversi lati, di giudi-
carlo e di interessarsi ad esso secondo questi diversi rapporti.
Quel che con una illecita anticipazione di un pit tardo punto
di vista si suol chiamare nei giovani saccenteria, qui non si
rintraccia per nulla. Era infatti la maturita di un’avvedutezza
precoce. La spontaneit del suo animo pit profondo preservd
Hegel da ogni affettazione, che gli fu estranea per tutta la vita
ed insopportabile anche negli altri.
Nelle letture si metteva al lavoro come segue: tutto cid
che gli sembrava degno di nota — e cosa non lo era! — veniva
scritto su un singolo foglio, che contrassegnava in alto con la
rubrica generale sotto la quale doveva essere riassunto il par-
ticolare contenuto'*. A meta del margine superiore scriveva a
grosse lettere, non di rado con caratteri gotici, la voce di rife-
rimento dell’articolo. Ordinava di nuovo questi fogli secondo
la progressione alfabetica ed era in grado con questo sistema
di usare i suoi estratti ad ogni momento. In tutti i trasferimentiaufbewahrt, Sie liegen theils in Mappen, theils in Schiebfutteralen,
denen auf dem Riicken eine orientirende Etikette aufgeklebt ist.
Eine der starksten dieser Excerptsammlungen betrifft die P hi-
lologie und Literaturgeschichte. In Lateinischer Spra-
che ist hier von dem Leben, den Schriften und Ausgaben fast aller
antiker Autoren gehandelt und auch die seltneren kommen darin
vor, wie z. B. Polyanos Buch von den Kriegslisten berithmter
Feldherrn. Mitunter schwellen die Ausziige zu kleinen Biichern an;
so sind z. B. die Noten Brunk’s zum Sophokles vollstandig ab-
geschrieben. — Eine andere Sammlung betrifft die Aesthetik.
In den Artikeln Epopdie, Lehrgedicht, Roman u. s. f. erscheinen
hier alle Lieblingsschriftsteller jener Zeit: Rammler, Dusch,
Lessing, Wieland, Engel, Eberhard u. a. Besonders
weitlaufig sind die Briefe Dusch’s zur Bildung des Geschmacks
und Wieland’s Auseinandersetzung der Horazischen Briefe ausge-
beutet. Klopstock’s Oden finden sich groftentheils abgeschrie-
ben. Eine Sammlung von Stammbuchsentenzen 1786 und
witzigen Pointen von schalkhafter Laune, wie Hegel sie im-
mer geliebt hat, ist auch hieher zu rechnen. — Ein Fragment ver-
sucht eine Analyse des republicanischen Trauerspiels Fiesko. -
Gottsched’s Kernder Deutschen Sprachkunst ist fast
ganz abgeschrieben und sogar ein, wie es scheint, selbst angelegtes
Lerikon der Idiotismen der Deutschen Sprache in ihren
verschiedenen Dialekten fehlt nicht.
Eine andere ziemlich reichhaltige Abtheilung fihrt den Titel:
Erfahrungen und Physiognomik. - Hier haben vor-
ziiglich Zimmermann iiber die Einsamkeit, Meiners Brie-
fe tiber die Schweiz, Wiinsch’s kosmologische Unterhaltungen,
Rousseau’s Bekenntnisse und Nicolai’s Reisen in Deutsch-
land den Stoff geliefert. Aus den letzteren ist namentlich die ganze
Charakteristik der verschiedenen Deutschen Stammphysiognomie-
en, der Baierischen, Brandenburgischen, Tyrolischen, Wienerischen
u. f. £. ausgehoben. Die Physiognomik war damals an der Tagesord-
nung und bildete darin bei aller Spielerei doch ein tieferes Element,
denn um den Geist in seiner Erscheinung recht zu fassen, mute
man zuletzt auch auf das Wesen desselben eingehen.
Noch andere Abtheilungen sind nach den besonderen Wissen-
schaften geordnet. Die Arithmetik, Geometrie und ange-eee Tt
ha sempre conservato questi incunaboli della sua formazione.
Essi giacevano parte in cartelle, parte in custodie, sui dorsi
delle quali era incollata un’etichetta di orientamento.
Una delle pit nutrite raccolte di estratti riguarda la fi -
lologia ela storia letteraria. Tratta in latino
della vita, degli scritti e delle edizioni di quasi tutti gli autori
antichi. Vengono presentati anche i pitt rari come ad esempio
il libro di Polieno sulle Astuzie di guerra dei pitt famost coman-
danti"’. Di quando in quando vengono ingrossati gli estratti
di piccoli libri, cosi ad es. sono completamente trascritte le
note a Sofocle di Brunk. Un’altra raccolta riguarda I’ es t e -
tica. Negli articoli «epopea», «poema didascalico», «ro-
manzo» ecc., appaiono tutti gli scrittori pit in voga del tempo:
Rammler, Dusch, Lessing, Wieland, Engel, Eberhard e altri.
Sono particolarmente saccheggiate le Lettere sull’educazione
del gusto di Dusch”’ e il commento di Wieland alle Lettere di
Orazio. Le Odi di Klopstock vengono in gran parte ricopiate.
E qui da considerare anche la raccolta diun album di
sentenze del1786e di detti scherzosi pieni
di buon umore, cosi come a Hegel son sempre piaciuti. Un
frammento tenta l’analisi della tragedia repubblicana Fiesko.
E quasi interamente trascritto il nocciolo della grammatica
tedesca del Gottsched e non manca neppure un lessico
degli idiotismi della lingua tedesca nei suoi diversi
dialetti steso da Hegel medesimo?!.
Un’altra sezione abbastanza ricca ha per titolo espe-
rienze e fisiognomica. In questo caso hanno for-
nito il materiale Sulla solitudine dello Zimmermann, le Lette-
re sulla Svizzera del Meiners, i Trattenimenti cosmologici del
Wiinsch, le Confessioni di Rousseau e i Viaggi in Germania
del Nicolai. Da questi ultimi é estratta in particolare l’intera
caratterizzazione delle fisionomie delle diverse stirpi tede-
sche, della bavarese, della brandeburghese, della tirolese, del-
la viennese ecc. La fisiognomica era allora all’ordine del gior-
no e forniva, accanto a molte sciocchezze, anche un elemento
pid profondo, poiché, per poter ben intendere lo spirito nel
suo apparite, bisognava infine conoscerne anche l’essenza.
Altre sezioni sono ordinate secondo le patticolari scienze.
LVaritmetica,la geometriaela matematicawandte Mathematik sind vorziiglich aus Kastner's Schrif-
ten entnommen; - Hegel’s Schulhefte von der Geometrie, Mechanik
und Optik sind iibrigens auch noch in sehr sauberer und ordentlicher
Haltung vorhanden. - Unter den Blattern zur Physik findet sich die
Farbenlehre aus Scheuchzer’s Physica, Ziirich 1729, her-
ausgeschnitten. - Fir die Psychologie spielt Campe’s See-
lenlehre fiir Kinder, fiir die Moral Garve undFerguson eine
grofe Rolle. In der Padagogik sind dem Ideal des Hofmei-
sterthums lange Excerpte gewidmet und Schlézer’s Staats-
anzeigen ausfiihrlich benutzt. Viele Bestimmungen, was gerecht, was
tugendhaft sei, hat Hegel aus Platon, Aristoteles, Tacitus und Cicero
in den Originalstellen kategorieenartig angegeben. - In der phi-
losophischen Geschichte ist ein Auszug aus Meiners
Geschichte der Menschheit zu bemerken. - Fir die natiirliche
Theologie sowohl als fiir die positive sind die Quellen der
Ausziige fast immer die kritischen Zeitschriften.
Die Philosophie hat ebenfalls eine eigene Abtheilung. Da
der Zusammenhang fir die Philosophie zu wesentlich ist, so
wollte es mit der alphabetischen Zerstiickelung nicht fort und Hegel
sing an, die Excerpte auf ganze Bicher auszudehnen. So finden sich
Locke’s, Hume’s und Kant’s Werke, aber wohl erst aus der
akademischen Zeit, weitlaufig excerpirt. Das Studium von Kant’s
Vernunftkritik wenigstens fallt mit Bestimmtheit erst in das
Jahr 1789. Auf dem Gymnasium scheint fiir die encyklopadi-
sche Uebersicht vornamlich Sulzer der Fihrer gewesen zu sein,
dessen kurzer Inbegriff aller Wissenschaften damals
iiberhaupt sehr beliebt war. - Die erste Spur einer ausdriicklicheren
Richtung auf Philosophie findet sich in einem kleinen am 10. Juni
1785 angelegten Hefte mit dem Titel: Definitionen von aller
hand Gegenstanden. Die beiden ersten Definitionen betreffen den
Aberglauben und die Schénheit, die dritte das Philo-
sophiren d.h. ,bis auf den Grund und die innere Beschaffenheit
menschlicher Begriffe und Kenntnisse von den wichtigsten Wahr-
heiten dringen“. Diese Definition ist aus einem Schrdk’schen
Buche entlehnt! Die folgende, aus dem Mendelssohn’schen
Phadon, beschreibt den Begriff der Veranderung: ,ein Ding heift
verandert, wenn unter zweien entgegengesetzten Bestimmun-
gen, die ihm zukommen kénnen, die eine aufhért und die andereDIDRU! To
applicata sono ricavate principalmente dagli scritti del
Karstner; possediamo del resto i quaderni di geometria, mec-
canica ed ottica di Hegel tenuti in uno stato di ordine e di
grande pulizia. Fra i fogli di fisica se ne ritrovano alcuni sulla
teoria dei colori strappatidirettamente dalla Physz-
ca dello Scheuchzer (Zurigo, 1729). Per la psicologia
ha una parte importante il manuale per i ragazzi del Cam-
pe, per la morale il Garve e il Ferguson. Nella parte ri-
guardante la pedagogia son dedicati dei lunghi estratti
al’ideale del precettorato “elo Staatsanzeigen
dello Schlézer? viene abbondantemente schedato. Vengono
citate, a mo’ di categorie e nei brani originali, molte defini-
zioni di cid che é giusto e virtuoso secondo Platone, Aristote-
le, Tacito e Cicerone. Perla storia filosofica éda
notare un estratto della Storia dell’umanita del Meiners. Le
fonti degli estratti di teologia naturale come pure
di teologia positiva sono quasi sempre le riviste
critiche.
La filosofia ha anch’essa una propria sezione. Poi-
ché la coerenza é cosi essenziale alla filosofia, egli non
volle continuare con il frazionamento alfabetico e comincid
a stendere estratti di interi libri. Troviamo cosi riassunte per
esteso, ma questo a partire dal periodo universitario, le opere
di Locke, Hume e Kant. Lo studio della Critica della ragion
pura di Kant awiene con sicurezza solo nel 1789. Nel Ginna-
sio frai compendi enciclopedici quello del Sulzer
(il cui corto Sommario di tutte le scienze era in genere molto
stimato) pare essere stato per lui il pit importante. La pri-
ma traccia di un’esplicita tendenza alla filosofia si trova in un
quadernetto, che porta la data del 10 giugno 1785, dal titolo
Definizioni di ogni genere di oggetti. Le prime due definizio-
ni riguardano la superstizione ela bellezza,la
terza il filosofare cioé «penetrare fino al fondamento e
all’intima costituzione dei concetti e delle conoscenze umane
delle verita pitt importanti», Questa definizione é tratta da
un libro di Schréckh! La seguente, tratta dal Fedone di Men-
delsohn, descrive il concetto di modificazione: «una cosa si
dice modificata, quando, fra due determinazioni opposte che
le possono essere inerenti, l’una cessa e l’altra comincia adanfangt, wirklich zu sein.“ Logik ist definirt als: ,ein Inbegriff der
Regeln des Denkens, abstrahirt aus der Geschichte der Menschheit.“
Der Begriff der Staaten ist aus Cicero’s Somnium Scipionis Cap.
III als: ,,concilia coetusque hominum, jure sociati. u. £. £. Ein groBer
Theil der Definitionen ist aus einem nun ganz obscuren Schriftstel-
ler Rochau genommen.
Arbeiten aus der Gynmasialzeit.
Die riicksichtslose Vertiefung in alles Wissenswiirdige, die volle
Hingabe an dargebotene Belehrung hob die Spontaneitat Hegel’s
nicht nur nicht auf, sondern war vielmehr ein Werk derselben. Die
passive Entauferung im Lernen war nur die Gegenseite zu der
in ihm waltenden rastlosen Selbstthatigkeit. Je grofer diese war, um
so strenger unterwarf er sich der Zucht, fremde Vorstellungen
und Gedanken, unverandert durch seine Reflexion,
in sich aufzunehmen. Hierzu war ihm das Abschreiben das
vorziiglichste Mittel, dessen er sich auch sein ganzes Leben hin-
durch bedient hat. Es ist grenzenlos, was er Alles auf solche Wei-
se sich angeeignet hat und man begreift kaum, wie er, da er sich
der Gesellschaft niemals entzog, die Zeit dazu hat finden kénnen.
In spateren Jahren machte er namentlich aus dem Morning Chro-
nicle, den Reviews, dem Courier, dem Constitutionel, dem Journal
des débats, der Jenaer Literaturzeitung, und noch in Berlin aus dem
Morgenblatt und dessen Kunstblatt solche Ausziige. Al-
lein auch ganze Bicher zu excerpiren hat er, sobald sie ihm
wichtig schienen, nie unterlassen und noch sind auch von spiteren
Zeiten seine Ausziige aus Creuzer’s Symbolik, aus dem ersten
Bande von Schleiermacher’s Glaubenslehre, aus Haller’s
Restauration der Staatswissenschaften, aus den Schriften des Peters-
burger Astronomen Schubert u. a. als Denkmale seines eisernen
Fleifes vorhanden. Der Bestimmtheit wegen hat er dem Excerpt im-
mer die Quelle hinzugefiigt. Durch das Abschreiben drang er bis
in die feinsten Fasern des Fremden ein und erreichte er es, sich auf
jeden, auch den individuellsten Standpunct versetzen und dessen
eigene Terminologie reden zu kénnen. In der Kritik verstand er es
daher so meisterhaft, ,sich in den Umkreis des Gegners zu stellen“Dip’? Tit
essere reale»*, La Logica é definita cosi: «un insieme di
regole del pensiero facendo astrazione dalla storia dell’umani-
ta», Il concetto degli Stati é cosi definito dal capitolo terzo del
Somnium Scipionis di Cicerone: «concilia coetusque hominum,
jure sociati» e cosi via. Gran parte delle definizioni é tratta da
uno scrittore oscurissimo di nome Rochau.
Lavori DEL PERIODO GINNASIALE
Laudace approfondimento di ogni cosa degna di essere co-
nosciuta, il completo abbandono all’istruzione impartita, non
solo non tolsero a Hegel la spontaneita, ma piuttosto gliela
crearono. La passiva alienazione nell’ap prendere era
soltanto il pendant dell’irrequieta spontaneita che operava in
lui. Quanto pit traboccante era questa, tanto pit: duramen-
te egli si sottoponeva alla disciplina di accogliere in sé rap-
presentazioni e pensieri estranei senza modificar-
li attraverso la propria riflessione. I
mezzo migliore, di cui si servi per tutta la vita, fu il ri -
copiare. Cid di cui si impadroni in questo modo é incre-
dibile; non si riesce a capire dove abbia potuto trovare il tem-
po, lui che non si sottraeva mai ad alcun impegno di societa.
Negli anni seguenti fece estratti particolarmente dal Morning
Chronicle, dalle Reviews, dal Courier, dal Constitutionnel, dal
Journal des débats, dalla Jenaer Literaturzeitung ed ancora nel
periodo berlinese dal Morgenblatt e dal suo Kunstblatt. Non
ha mai cessato di fare estratti anche di interi libri,
quando li riteneva importanti. Possediamo ancora, come se-
gno della ferrea applicazione degli anni pid tardi, gli estratti
dalla Simzbolica del Creuzer, dal primo volume della Dottrina
della fede di Schleiermacher, dalla Restaurazione delle scien-
ze politiche di von Haller, dagli scritti dell’astronomo di Pie-
troburgo Schubert, ecc. Per amore di precisione aggiungeva
sempre all’estratto la fo nte corrispondente. Attraverso la
trascrizione penetrava nelle sfumature pit sottili dell’avver-
sario, riusciva a porsi nei punti di vista pit diversi, anche nel
pit individuale, e a parlare con la loro terminologia. Conce-
pi in modo magistrale la critica come «porsi nei panni dellound dessen Ansicht so zu entwickeln, als ob sie seine eige-
ne wire. Diese Kraft der Entauferung zog ihm auch mannigfach
den Mifverstand zu, daf oberflachliche und fliichtige Leser solche
objective Incarnation Hegel’s mit ihm selbst verwechselten und ihn
oft dessen beschuldigten, was er gerade bekampfte.
Auf den Styl hat er von frih ab eine groke Aufmerksamkeit
verwendet und das, was man einen guten Styl zu nennen pflegt,
Leichtigkeit des Ausdrucks, in seiner Jugend in hohem Grade be-
sessen. Erst spiter, im Ringen mit den tiefsten Ideen, verschwand
der glatthinstromende Flu8. Die treffende Gewalt aber ist ihm
zu keiner Zeit versagt gewesen. Eine so umfassende Belesenheit und
so sorgfaltige Aneignung derselben, mannigfache Uebungen auf
dem Gymnasium, Beschaftigungen, wie die mit der Uebersetzung
des Longinus, konnten in dieser Hinsicht kaum ohne Frucht blei-
ben. Auf dem Gymnasium bestanden Redeiibungen in Lateinischer
Sprache. Von Hegel ist noch, ohne Jahreszahl und ohne sonderliche
Merkwiirdigkeit, eine solche de utilitate poeseos iibrig. Aukerdem
wurden Deutsche Aufsatze von dem Verfasser in der Classe vorge-
lesen, was man Ablegen oder Declamiren nannte. Hiermit
wollte es Hegel jedoch nie gliicken. Sein ganzes Leben hindurch
erneuerte sich bei ihm die Klage, da seine miindliche Darstellung
sehr mangelhaft, sei und um so starker ward das Bedauern dariiber,
als die Trefflichkeit des Gesprochenen selbst sich nicht verkennen
lief. Auch in dem Tiibinger Seminarzeugnif ward Hegel als: orator
baud magnus bezeichnet. Wie oft ist daher nicht iiber seine Sprache
gesprochen und wer gegen sein System nichts zu sagen wufte, be-
krittelte mindestens seinen Vortrag. Hegel gesticulirte viel, aber die
kérperliche Geberde wie die Bewegung der Stimme fielen mit dem
Gehalt nicht harmonisch genug zusammen. Bei dem, welcher die
Darstellung nach Aufen beherrschen kann, weil er mit der
Sache fertig ist, tritt zwischen dem Innern und der AeuRerung
keine Hemmung ein. Sein Empfinden, Vorstellen und Denken geht
momentan in sein Sprechen auf. Bei Hegel blieb in diesem Pro-
cef, auch wenn er sich die Rede vorher zu Papier gebracht hatte,
immer noch ein Rest. Er producirte den Inhalt immerLID?
avversario» e sviluppare le sue opinioni come se fosse-
ro le proprie”. Questa forza di alienazione gli procuré
vari fraintendimenti, poiché il lettore superficiale e frettoloso
scambiava tali incarnazioni oggettive di Hegel con Hegel stes-
so e incolpava lui proprio di quello che voleva combattere.
Comincid presto a dedicare una grande attenzione allo
stile e in gioventi possedeva in alto grado quello che si
suol chiamare uno stile buono, ossia la facilita di espressione.
Solo pit tardi, quando dovette lottare con idee pid profonde,
lo scorrere liscio, continuo del discorso scomparve. Ma la ca-
pacitadi cogliere incisivamente nel segno
non gli venne mai meno. Un cosi ampio raggio di letture e una
cosi scrupolosa assimilazione di esse, unita ai molteplici eser-
cizi del Ginnasio e alle altre occupazioni, come la traduzione
di Longino, non potevano per questo aspetto restare senza
frutto. Nel Ginnasio esisteva l’uso di esercizi orali in latino;
di Hegel ce ne resta ancora uno intitolato de utilitate poeseos,
senza indicazione dell’anno e senza particolare interesse. In
classe venivano inoltre letti dall’autore i componimenti in te-
desco, il che veniva chiamato Ablegen o Declamieren. In que-
sto campo Hegel non riusciva molto bene. Per tutta la vita
continué a lamentarsi della sua imperfetta esposizione orale
e il rammarico era tanto piti forte in quanto non si poteva
disconoscere il carattere superlativo di quanto diceva. Anche
nel diploma del Seminario di Tubinga”* Hegel veniva definito
orator haud magnus. Quanto non si é parlato del suo modo
di parlare e quante volte chi non aveva niente da dire contro
il suo sistema non si é sfogato perlomeno contro la sua pro-
nuncia! Gesticolava molto, ma i gesti corporei, come pure le
cadenze della voce, non armonizzavano sufficentemente con
il contenuto. In chi é capace di controllare |’esplicitazione del
suo discorso, perché si @ sbarazzato della
problematica offerta da un determina-
to argomento,tral’internoel’esterno non si frappone
alcun ostacolo. I suo sentire, rappresentare e pensare trapas-
sa immediatamente nel parlare. Per Hegel restava sempre in
questo processo un residuo non traducibile in espressione,
anche quando metteva il suo discorso precedentemente sulla
carta. In quanto produceva ilcontenuto sempre exvon Neuem und konnte ihn daher, auch fiir den Augenblick,
stets nur relativ fertig machen. Dieser Kampf mit der Dar-
stellung, den letzten durchbohrenden, nichts zuriicklassenden Aus-
druck zu finden, dies unaufhérliche Suchen, diese Fiille von Még-
lichkeit, erschwerten ihm mit den Jaren, je reicher seine Bildung, je
vielseitiger sein Denken und je bedingter feine Stellung durch ihre
GrdRe ward, nicht nur das Sprechen iiberhaupt, sondern auch das
Schreiben und man kann namentlich nichts Zerhackteres, nichts
Ausgestricheneres, fortwahrend Umgeschriebeneres sehen, als ein
Hegel’sches Briefconcept aus der Berliner Periode. Wenn Lessing
von der Kunst des Malers sagen aft, da& der Weg vom Kopf bis
zur Hand ein so weiter sei, so kann dies bei Hegel von Zunge und
Hand gesagt werden. Seine Handschrift befestigte sich schon
1786 und zeigt einen unstockenden Flu und grofe Deutlichkeit der
einzelnen Buchstaben. Jedem ist sein Recht in volliger Auszeichnung
gegeben. Die Verbindung hat nichts Verwischendes, Zusammen-
schmelzendes. Erst in der Jenenser Periode beginnt ein haufiges
Verbessern, Abkiirzen. Neben der kraftvollen gréferen Schrift er-
scheint eine kleinere, auch in der Linie auf-und abschwankende, die
Buchstaben zusammenpressende und aus dem runden Zuge in eine
spitzige Form iibergehende. Am Schénsten schrieb Hegel das
Franzésische. Es sind noch einige Ausziige aus Rousseau
vorhanden, welche kalligraphisch sich gar wohl sehen lassen diirfen.
~ Es wiirde lacherlich sein, in dem Schwerfalligen der Hegel’schen
miindlichen Diction einen Vorzug zu erblicken, allein es wiirde
zugleich unrecht sein, den Grund der momentanen Inkongruenz
zwischen Inhalt und Ausdruck bei ihm aufer im Organismus nicht
auch in seinem schwerbefriedigten Geist zu finden.
Es sind noch einige Arbeiten Hegel's aus der Gymnasialzeit
iibrig, welche eine Vorstellung geben, wie er die Gedankenmasse,
die er durch seine umfangreiche Lectiire in sich aufnahm, fiir sich
gestaltete. Das iiberhaupt Alteste, erste Product des Hegel’schen
Schriftthums ist eine, noch vor dem Beginn des Tagebuchs, 1785
den 30. Mai abgelegte Declamation: eine Unterredung zwi-
schen Dreien, namlich Antonius, Octavius und Lepidus wegen
des Triumvirats. Die Lectiire Shakespeare’s ist wohl sichtbar genug,
aber doch ist in dem einfachen Dialog, namentlich in der Schilderung
des Selbstgefiihls des Octavius, viel Eigenthiimlichkeit, viel naive Ent-
schiedenheit. Der Lehrer beurtheilte diese Deutsche Arbeit mit fol-LIDN? To
novo, poteva venirne a capo, per quel momento,
solo in modo relativo. Questa lotta contro la fa-
colta di esporre per trovare l’espressione pit incisiva e pit
comprensiva, questa ricerca incessante, questa pienezza di
possibilita, gli resero pit difficile con l’andar degli anni (man
mano che la sua cultura divenne pid ricca, il suo pensiero pitt
poliedrico e la sua posizione pitt condizionata a causa della
sua grandezza) non solo il parlare, ma anche lo scrivere, che
divento pit involuto. Non si pud vedere niente di pit fram-
mentario, di pid cancellato e continuamente riscritto di un
abbozzo di lettera del periodo berlinese. Quel che Lessing
afferma dell’arte del pittore, che lunga é la via dalla testa alla
mano, pud essere ripetuto per Hegel e per la lingua e per la
mano. La sua calligrafia assunse un carattere determinato gia
nel 1786 con un fluire senza fronzoli e una grande chiarezza
delle singole lettere. A ciascuna é dato quanto le spetta di
piena distinguibilita. Solo nel periodo jenese cominciano le
correzioni e le abbreviazioni. Accanto ad una scrittura vigo-
rosa e pit’ grande ne appare una piu piccola, che oscilla su
¢ giti lungo la linea, comprime le lettere le une sulle altre e
passa dai tratti rotondi a forme angolose. Il francese lo
trascrive benissimo. Esistono alcuni estratti da Rous-
seau che hanno un aspetto molto piacevole. Come sarebbe
ridicolo vedere nella pesantezza dell’esposizione hegeliana un
vantag gio, allo stesso modo sarebbe ingiusto trovare la
causa della sua momentanea incongruenza tra contenuto ed
espressione in un elemento estrinseco, nell’organismo, e non
nel suo spirito difficilmente contentabile.
Ci restano alcuni lavori di Hegel del tempo del Ginnasio
che ci danno un’idea di come elaborasse la massa di pensie-
ti che gli affluiva dalle sue ampie letture. Il primo prodotto
dell’attivita compositiva, sicuramente piii antico dello stesso
diario, é un’esposizione da recitarsi in classe, stesa il 30
maggio 1785 e intitolata Colloquio a tre, e cioé fra Antonio,
Ottaviano e Lepido in occasione del triumvirato””. La lettura
di Shakespeare @ abbastanza evidente, eppure nel semplice
dialogo, soprattutto dove viene tratteggiato l’alto sentire che
ha di sé Ottaviano, vi é molta originalita ed ingenua energia.
Linsegnante”® giudicd cosi in latino questo componimento:genden Lateinischen Worten: ,,Scite omnino et convenienter Historiae
Romanae expressisti characteres hujus triumviratus, stilumque jungis
commentationi et adcuratione et facilitate commendabilem.“ - Dann
findet sich erst wieder vom Jahr 1787 den 10. August ein Aufsatz: von
der Religion der Grieche und Rémer, der sehr ausfithrlich
ist und im Ganzen den Humanitits» geist des damaligen Zeitalters
athmet. Der Schlu8 scharft die Toleranz gegen Andersdenkende
ein, weil, in Irrthiimer zu gerathen, so leicht sei und wir dieselben
daher selten der Bosheit und Unwissenheit beimessen wiirden. Das
soll uns aufmerksam machen auf unsere ererbte und fortgepflanzte
Meinungen, selbst solche zu prifen, gegen die uns auch nie
der Zweifel, nie die Vermuthung in den Sinn kam, sie kénnten viel-
leicht ganz falsch oder nur halbwahr sein.“ Der Lehrer war mit der
Sache selbst ganz wohl zufrieden, aber der Vortrag mufte sich tadeln
lassen: ,,si ad elocutionem accesserit eloquentia corporis et vocis firmitas,
non male steteris pro cathedra.* - Am 7. August 1788 trug Hegel eine
Abhandlung vor: iber einige charakteristische Unter-
schiede der alten Dichter, namlich, miiKte hinzugesetzt
werden, von unseren jetzigen. Die Originalitat und Sim-
plicitét der Alten, ihre Riicksichtslosigkeit gegen ein Publicum ward
mit vieler Feinheit auseinandergesetzt. Hegel fithrte hier zuerst die
Lessing’schen Verse an, welche wir in seinen Papieren wah-
rend der Tiibinger Periode éfter wiederholt finden, da die Alten
die kalte Buchgelehrsamkeit, die sich,
mit todten Zeichen in’s Gehirn nur driickt,
nicht kannten, sondern bei Allem, was sie wuften, auch sagen konnten:
Wie? Wo? Warum? sie es gelernt.
Auch mit dieser Arbeit war Professor Hopf sehr zufrieden, nann-
te sie ,proprit Martis specimen et felix futurorum omen,*
unterlie aber nicht, die alte Beschwerde hinzuzufiigen: vide, ut
declamatio commentationi respondeat.*
Bei seinem Abgang vom Gymnasium, Herbst 1788, hielt He-
gel in der 6ffentlichen Versammlung der Lehrer und Schiiler eine
Abschiedsrede, worin er der Anstalt dadurch ein sehr feines Com-
pliment machte, da er den verkiimmerten Zustand der
Kinste und Wissenschaften unter den Tirken schil-
derte und von hier den Uebergang dazu machte, wie viel besser es
doch sei, auf dem Stuttgarter Gymnasium gebildet zu werden. Dieeee alee
«Scite omnino et convenienter historiae romanae expressisti
characteres hujus triumviratus, stilumque jungis commentatio-
ni et adcuratione et facilitate commendabilem». Troviamo in
seguito un componimento del 10 agosto 1787 dal titolo Della
religione dei greci e dei romani, che partecipa in pieno allo spi-
rito di umanita di quell’epoca. La conclusione raccomanda la
tolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente, poiché
é molto facile sbagliare e raramente potremmo attribuire gli
errori a malvagita e a ignoranza. «Cid deve spingerci a pre-
stare attenzione alle opinioni che abbiamo ereditato e che si
sono trasmesse fino a noi, a controllare anche
quelle nei cui confronti non ci é mai venuto il dubbio o il
sospetto che possano forse essere completamente false 0 vere
solo a meta». I] suo insegnante” era in complesso molto con-
tento, ma dovette lamentarsi per l’esposizione: «s# ad elocutio-
nem accesserit eloquentia corporis et vocis firmitas, non male
steteris pro cathedra». 117 agosto 1788 Hegel lesse in classe un
componimento intitolato Su alcune caratteristiche differenze
dei poeti antichi, cioé, bisogna aggiungere, rispetto a quelli
contemporanei”. Per la prima volta si trovano citati quei versi
di Lessing che troveremo spesso ripetuti negli scritti tubin-
ghesi, ossia che gli antichi non conoscevano
la fredda erudizione, che con molti segni
sol nel cervello s’imprime
ma di tutto cid che sapevano potevano anche dire:
Come, dove, perché I’avevano imparato’!.
Anche di questo lavoro il professor Hopf rimase molto soddi-
sfatto, lo defini «proprit Martis specimen et felix futurorum
omen», senza tuttavia dimenticare di aggiungere la solita
lamentela «wide, ut declamatio commentationi respondeat».
In occasione della fine del ginnasio, nell’autunno 1788, in
una pubblica riunione di insegnanti e di studenti, Hegel ten-
ne un discorso di commiato in cui fece al proprio istituto un
complimento elegantissimo, poiché nel trattare Sullo stato di
decadenza delle arti e delle scienze fra i turchi insinud alcune
considerazioni sul come fosse meglio essere educati dal Gin-
nasio di Stoccarda. E qui presente quella maniera rispettosa eehrfurchtsvoll-ceremonielle Art, mit welcher er sein ganzes Leben
hindurch bei solchen Gelegenheiten zu debiitiren pflegte, stellt sich
hier schon vollstandig dar. Die Aufrichtigkeit und Griindlichkeit sei-
ner Pietat und feines, so zu sagen, amtlichen Gewissens befriedigte
sich nur in einer gewissen erschdpfenden Breite. Nachdem er hier
gezeigt, da der elende Zustand der Kiinste und Wissenschaften bei
den Tiirken nicht in dem Mangel an Talent, fondern in dem an In-
teresse fiir dessen Bildung von Seiten des Staates liege, schlof er:
»So groRen Einfluf hat also die Erziehung auf das ganze Wohl ei-
nes Staates! Wie auffallend sehen wir an dieser Nation die schreckli-
chen Folgen ihrer Vernachlassigung. Betrachten wir die natiirlichen
Fahigkeiten der Tiirken und dann die Robheit ihres Charakters und
das, was sie in den Wissenschaften leisten, so werden w i r dagegen
unser hohes Glitck erkennen und wiirdig schatzen lernen, da uns
die Vorsehung in einem Staate geboren werden lief, dessen Fiirst,
von der Wichtigkeit der Erziehung und von dem allgemeinen und
ausgebreiteten Nutzen der Wissenschaften tiberzeugt, sich beide zu
einem vorziiglichen Augenmerk seiner hohen Sorgfalt macht und
seinem Ruhm auch von dieser Seite bleibende und unvergefliche
Denkmale gestiftet hat, welche die spate Nachwelt noch bewundern
und segnen wird. Von diesen vortrefflichen Gesinnungen und die-
sem Eifer um das Wohl des Vaterlandes sind der redendste, uns am
nachsten angehende Beweis - die Einrichtungen dieses Instituts,
bei welchem die erhabene Ansicht zum Grunde liegt, dem Staat
far seine Bediirfnisse brauchbare und niitzliche Mitglieder zu er-
ziehen. Daf die Einrichtungen auf alle mégliche Art vervollkomm-
net und alle Zeit aufrecht und blithend erhalten werden, das haben
wir nach Karl’n vorziiglich Ihnen, verehrungswirdigste Manner,
zu danken. Diese Ihre unablassige Bemiihungen muf Jeder, dem
das Gliick seines Vaterlandes wichtig ist, mit der innigsten Dank-
barkeit verehren. Besonders aber haben wir gegenwartig vor Allen
die dringendsten Ursachen, unsere Herzen ganz den Gefiihlen der
Erkenntlichkeit gegen die hohen Génner und Vorsteher dieses Insti-
tuts zu tiberlassen. Dank Ihnen fiir die unschatzbaren und zahllosen
Wohlthaten, die uns von unserem zarten Alter an durch Ihre Huld
in diesem den Wissenschaften und der Erziehung geheiligten Hause
zugeflossen sind. Dank besonders fiir die gnadigste Aufnahme in die
héhern zu unserer weiteren Bildung bestimmten Anstalten, wo wir
unter Ihrer weisen Leitung und wohlthatigen Aufsicht unsere Lauf-See me
cerimoniosa con cui, per tutta la vita, Hegel era solito iniziare
tali discorsi di circostanza. La sincerita e la profondita del suo
rispetto e, per cosi dire, della sua coscienza professionale ve-
nivano soddisfatte solo da una certa esauriente ridondanza.
Dopo aver mostrato come il miserabile stato delle arti e delle
scienze fra i turchi non sia dovuto a mancanza di talento, ma
di interesse per la formazione di esso da parte dello Stato, cosi
conclude:
«Tale enorme influsso ha dunquel’educazione sul benessere
generale di uno Stato! Come appaiono vistosamente in quella
nazione le paurose conseguenze della sua trascuratezza! Se
noi paragoniamo le capacita naturali dei turchi alla rozzezza
del loro carattere e a cid che producono nel campo scientifico,
impareremo a riconoscere per contrasto la nostra grande
fortuna ea stimarla degnamente per averci la Prowvidenza fatto
nascere in uno Stato il cui principe é convinto dell’importanza
dell’educazione e dell’universale e diffusa utilita delle scienze,
entrambe fa oggetto privilegiato della sua attenzione e della
sua alta premura ed ha, anche per questo lato, posto alla sua
gloria duraturi ed indimenticabili monumenti, che la tarda
posterita ammirera e benedira. Di queste egregie intenzioni e
di questo zelo per il benessere della patria sono l’esempio pit.
parlante e pit vicino a noi gli ordinamenti di questo istituto,
alla cui base sta l’eminente scopo di educare per i bisogni
dello Stato elementi idonei ed utili. Per aver in ogni modo
perfezionato gli ordinamenti ed averli sempre mantenuti in
pieno vigore, dobbiamo ringraziare, dopo Carlo”, soprattut-
to Loro, pregiatissimi signori. Ciascuno a cui stia a cuore la
felicita della propria patria deve rendere onore con la pid viva
gratitudine a queste Loro ininterrotte fatiche.
«Ma ora soprattutto abbiamo le pit pressanti ragioni
per abbandonare interamente i nostri cuori al sentimento
di riconoscenza verso gli alti protettori e direttori di questo
istituto. Grazie per gli inestimabili e innumerevoli benefici
che per Loro benevolenza ci sono giunti in abbondanza fin
dalla pitt tenera eta in questa casa consacrata alle scienze e
all’educazione. Grazie in particolar modo per la benigna am-
missione negli istituti superiori destinati alla nostra formazio-
ne, istituti in cui noi, sotto la Loro saggia guida e la Lorobahn auf einem neuen Wege fortsetzen und vollenden. Hier ist es
Pflicht, auch Ihnen, theuerste Lehrer, éffentlich den innigsten Dank
abzustatten. Dank Ihnen fiir den Unterricht in Allem, was wissens-
werth, fiir die Leitung zu Allem, was gut und edel ist. Dank Ihnen
auch fiir Ihre vaterliche Besserung unserer mannigfachen Fehler.
Verzeihen Sie uns, verehrungswiirdige Fithrer unserer Jugend, un-
sere Vergehungen gegen Ihre zu unserem Besten abzweckende Er-
mahnungen, deren Weisheit der unerfahrene Jiingling nicht immer
zu schatzen wei.
Sie aber, beste Freunde und Commilitonen, die Sie noch auf eben
der Laufbahn begriffen sind, die wir zum Theil in Ihrer Gesellschaft
gingen, und nun so eben zuriickgelegt haben, seien Sie versichert,
daf wir zum Theil schon jetzt, fiir das Vergangene zu spit, es ein-
sehen lernen, was jede Unachtsamkeit auf die Warnungen unserer
Lehrer und Vorgesetzten fiir nachtheilige Folgen hat und daf wir
von dieser Wahrheit mit dem Wachsthum unserer Ersahrungen und
reiferen Kenntnisse immer mehr werden iiberzeugt werden. - Das
Gefiihl von der Wichtigkeit Ihrer Bestimmung wird Ihnen immer
neuen Muth und nach und nach eine Liebe zu Ihrer Beschaftigung
geben, welche Sie durch mehreres, achteres und dauerhafteres Ver-
gniigen und Gliickseligkeit belohnen wird, als die feinsten Erfin-
dungen der Sinnlichkeit je gewahren konnen. Lassen Sie uns mit-
einander den festen Vorsatz fassen, durch Flei und Wohlverhalten
uns dieser Sorgfalt und Wohlthaten wiirdig zu machen. Danken Sie
mit uns dem giitigsten Wesen, daf es unserer Jugend gerade diese
Lehrer und diese Erzieher schenkte. Lassen Sie uns die Vorsehung
bitten, da sie Ihre Bemithungen begliicken und belohnen mége; sie
starke immer Ihre Krafte und Gesundheit und lasse Ihre Jahre das
weiteste Ziel des menschlichen Alters erreichen. Das frohe BewuBt-
sein des vielen gewirkten Guten und das ruhevolle Zuriicksehen auf
die verflossenen Jahre - die Belohnung eines mit Thaten bezeichne-
ten Lebens -, die erfreulichen Friichte, die von Ihren Bemiihungen
zum Theil schon reifen, die Sie zum Theil noch blithen sehen wer-
den, die Segnungen aller Rechtschaffenen, moge Denenselben
die Beschwerlichkeiten der zunehmenden Jahre versii&en und mit
der frohesten Heiterkeit mogen Sie der Alles vergeltenden Ewigkeit
entgegensehen,“eee Te
benefica sorveglianza, proseguiremo e completeremo su una
nuova via la nostra carriera scolastica. A questo punto é do-
veroso, carissimi professori, ringraziarvi dal pit: profondo del
cuore. Grazie per averci insegnato tutto cid che é degno di
essere conosciuto, per averci indirizzato verso tutto cid che
é nobile e buono. Grazie anche per la paterna correzione dei
nostri molteplici errori. Perdonateci, stimatissime guide della
nostra gioventi, il cattivo comportamento in seguito alle am-
monizioni fate per il nostro bene, la cui saggezza non sempre
Vinesperto giovane sa valutare.
«A voi poi, cari amici e compagni di studi, che siete ancora
su quella strada che in parte abbiamo percorso assieme e che
proprio ora abbiamo terminato, posso assicurare che soltanto
ora, troppo tardi, abbiamo appreso come il trascurare gli
avvertimenti dei propri insegnanti e dei propri superiori ha
delle conseguenze svantaggiose. Col crescere e maturare delle
nostre esperienze ci siamo sempre pid convinti di questa
verita. Il sentimento dell'importanza della vostra missione
vi dara sempre nuovo coraggio e un graduale amore per la
vostra attivita, amore che vi ricompensera con un piacere ed
una gioia pid grandi, pid genuini e pit: duraturi di quanto
possano assicurare le pit raffinate invenzioni della sensibilita.
Formuliamo tutti insieme il ferreo proponimento di renderci
degni della premura e dei benefici ricevuti attraverso lo
studio e il buon comportamento. Ringraziate con noi
l'amorevolissimo Essere che ha donato alla nostra gioventit
proprio questi insegnanti e questi educatori. Preghiamo la
Provvidenza affinché voglia favorire e ricompensare le loro
fatiche, affinché rinvigorisca le loro forze ¢ la loro salute e
faccia loro raggiungere |’eta pit avanzata concessa agli uomini.
La serena coscienza delle molte buone azioni compiute, il
tranquillo guardare indietro agli anni trascorsi— premio di una
vita costellata di azioni -, i consolanti frutti delle loro fatiche,
che in parte gia maturano, in parte vedranno ancora fiorire, le
benedizioni di tutti i galantuomini, possano loro addolcire le
molestie dell’eta avanzata e possano essi con gioiosa serenita
guardare in faccia l’eterno che di tutto remunera»”.Hegel’s Eigenheiten.
Die Geschichte eines Philosophen ist die Geschichte sei-
nes Denkens, die Geschichte der Bildung seines Systems. Was
bei anderen Individuen in einer auRerlichen Breite, in Verwick-
lung vieler Personen und Umstinde erscheinende Thaten, das sind
bei ihm die Gedanken. Bei Hegel ist der aukere Gang des Lebens
héchst einfach. Es ist wenig davon zu sagen. Er verkehrte stets mit
vielen guten und edlen Menschen, allein ohne zu bedeutenden
Conflicten, zu persénlich besonders interessanten Verhiltnissen zu
kommen. An Deutschland’s und Europa’s Geschick nahm er den
innigsten Antheil, allein auch hier ward er niemals ein Hebel von
Begebenheiten. Als miindlicher Lehrer, als Schriftsteller, brachte er
in allmaligem Wachsthum eine der auSerordentlichsten Wirkungen
hervor, ohne jedoch, wie noch Fichte, besondere Katastrophen sei-
nes Schicksals dadurch zu veranlassen. In der Liebe ohne Abilardi-
sche Romantik, in der Politik ohne Baconischen Ehrgeiz, in der Re-
ligion ohne Spinozistisches Ungliick, im Verkehr ohne Leibnitzische
Weltzerstreutheit, in der Lehre ohne Fichte’sche Collision, blieb er
ohne gerauschvolles Auftreten immerdar dem strengsten Dienst der
Wissenschaft gewidmet. Indem siedas Wesen seiner In-
dividualitat ausmachte, entbehrte er, so zu sagen, fiir andere
Spharen des Triebes und der Kunst, auf seine Individualitat, auf sein
Selbst einen Nachdruck zu legen. Die Politik reizte ihn gewaltig,
aber ein praktisches Eingreifen in dieselbe blieb ihm doch als That
stets fern.
Als Hegel Stuttgart verlie8, war der Typus seiner Persénlichkeit
schon fest ausgepragt und ist sich das ganze Leben hindurch treu ge-
blieben. Selbst in der Diction seiner jugendlichen Versuche werden
dem Aufmerksamen manche Lieblingswendungen und Construc-
tionen nicht entgehen, die er bestindig beibehalten hat. Manches
wurde freilich zu Berlin Hegel als individuell angerechnet, was nur
Schwabisch iiberhaupt war und was Niemandem, so lange He-
gel mehr im siidlichen Deutschland lebte, an ihm sonderlich aufge-
fallen war, jenes schlichte, biirgerliche sich Behaben, jene intuitive
Naivetat, jenes sinnige Sprechen, jene rein sachliche und ehrliche
Intelligenz. Seine wahrhafte Eigenthiimlichkeit war die héchste En-
ergie des Erkennens im Verein mit der groten persénlichen Unab-CARATTERISTICHE PERSONALI DI HEGEL
La storia di un filosofoé la storia del suo pen-
siero, la storia della formazione del suo sistema. Cid che in
altri individui sono le azioni che si manifestano in una dimen-
sione esterna, nell’intreccio di molte persone e circostanze,
per lui sono i pensieri. In Hegel il corso esteriore della vita
@ estremamente semplice. Su questo c’é poco da dire. Egli
entré continuamente in contatto con molti uomini buoni e
nobili, senza giungere perd a conflitti di rilievo o a rapporti
personali particolarmente interessanti. Prese parte nel modo
pit profondo al destino della Germania e dell’Europa, anche
qui perd non divenne mai una leva degli avvenimenti. Come
maestro, come scrittore, produsse in graduale crescendo uno
degli effetti pid straordinari, senza tuttavia causare, come
accadde a Fichte, particolari rovesci al suo personale desti-
no. In amore senza il romanticismo di Abelardo, in politica
senza l’ambizione di Bacone, in religione senza l’infelicita di
Spinoza, nei viaggi senza la dispersione di Leibniz, nell’inse-
gnamento senza gli scontri frontali di Fichte, la sua rimase
una condotta tranquilla, dedicata sempre al piti stretto ser-
vizio della s cienza. Mentre essa plasmaval’essenza
della sua individualita, eglismise, per cosi dire,
di interessarsi ad altre sfere dell’inclinazione e dell’arte, alla
sua individualita e a se stesso. La politica lo interessava enor-
memente, ma il suo pratico immettersi in essa restd sempre
lontano dall’azione.
Al momento in cui Hegel lascid Stoccarda, i caratteri tipici
della sua personalita si erano gia saldamente impressi ed egli
timase loro fedele per tutta la vita. A chi ponga attenzione
non possono sfuggire, neppure nei suoi saggi giovanili, alcu-
ne espressioni € costruzioni preferite che egli ha poi sempre
conservato. A Berlino venne considerata una caratteristica in-
dividuale di Hegel cid che invece era soltanto s ve vo e che
nessuno aveva notato in lui durante il soggiorno nella Germa-
nia meridionale, e cioé le maniere schiette e civili, ’ingenuita
istintiva, il parlare assennato, |’intelligenza limpida e concre-
ta, La sua pid intima particolarita consisteva nella somma ro-
bustezza della capacita conoscitiva unita al massimo distaccohangigkeit von sich, wodurch er dahin kam, andere Menschen und
Dinge auch als von ihm unabhingig zu lassen und sie ganz objectiv
zu behandeln. Sich nun gar als Philosophen zu prasen-
tiren, sein Studium besonders zu betonen, fiel ihm gar nicht ein.
Hochstens verspottete er sich darin mit licbenswiirdiger Ironie. Im
Umeang, im unmittelbaren Auftreten war er der ganze Mensch.
Schilderungen des Philosophen, wie er sein soll, ein Ausma-
len von der Hobheit seiner Gesinnung u. s. f. langweilten ihn bald
und noch kurz vor seinem Tode (S. W. XVII. 231) sprach er sich
dariiber aus, da die alten Philosophen freilich noch auf das Sub-
jective hatten zuriickgehen miissen. Aber die moderne Philosophie
geht auf Principien, die concreter Natur sind - und nicht blos eine
nur abstracte Grundlage, sondern auch selbst die der Bestimmung
und Entwicklung in sich enthalten; daher denn dergleichen Schil-
derung vom Subject des Philosophirens miiftig und einem Tadel an-
derer Art, wenigstens Horazischem Scherze iiber den Weisen, der
gliicklich, reich, ja ein Konig sei - aufer wenn ihn Verschleimung
beschwere — ausgesetzt ist. - Hegel schlof sich daher immer und
iiberall der herrschenden Sitte und Mode an. In solchen Dingen Ei-
genheit zeigen zu wollen, schien ihm nicht der Miihe werth. Mit die-
ser Denkungsart hat er sich denn auch aller Orten bald eingeheims’t.
Gewohnt, fiir die Widerspriiche, die ihn quilten, in der Phi-
losophie die Losung zu suchen, blieb er mit dem Leben versohnt
und erschien deshalb auch im Umgang nicht wahlerisch. Mit
zahllosen Menschen aus den verschiedensten Classen der Gesell-
schaft hat er freundschaftliche Verbindungen gehabt. Wir haben ihn
so auf dem Gymnasium gefunden; wir werden ihn eben so auf der
Universitat finden und noch im vorgeriickten Alter, wo sich anzu-
schliefen schwieriger wird. Die Norddeutsche Empfindlichkeit und
Pratension war seiner bequemen Offenheit fremd und bedeutende
Phanomene der Norddeutschen Sinnesart, z. B. Hamann und
Solger, konnte er nur als hypochondrisch begreifen. Ver-
mied er aber im socialen Zusammentreffen auch den Gewohnlichen
nicht, so machte er doch durchweg die Forderung gesunden Men-
schenverstandes, sittlicher Tiichtigkeit, tiberhaupt achter Mensch-
lichkeit. Man hat zu Berlin sich oft gewundert, da Hegel sich nicht
schroffer isolirte und auch mit unbedeutenderen Menschen dau-
ernde, gesellige Verhiltnisse anzukniipfen vermochte. Allein diesesLIDRU! ans
personale da sé, per cui riusciva a considerare gli altri uominie
le cose come indipendenti da sé e a trattarli in modo del tutto
obbiettivo. Non gli veniva mai in mente di presentarsi
come filosofo e di porre particolarmente |’accento
sul suo studio. Tutt’al pitt poteva per questo prendersi in
giro con amabile ironia. Nella conversazione e nella condot-
ta immediata c’era tutto I’ uo mo. La rappresentazione di
come deve essere il filosofo, la descrizione
dell’elevatezza dei suoi principi ecc. lo annoiavano subito, ed
ancor prima della morte (cfr. Saémtliche Werke, XVII, 231)*
si pronuncid sul perché i filosofi-antichi avessero dovuto ri-
ferirsi a quanto vi era in loro di soggettivo. «Ma la filosofia
moderna si occupa di principi, che sono di natura concreta e
che contengono in sé un fondamento di determinatezza e di
sviluppo e non di pura astrazione; percié tale rappresentazio-
ne del soggetto del filosofare é oziosa e si presta inoltre a un
biasimo di altro genere, per lo meno alle battute oraziane sul
saggio, che é felice, ricco e addirittura un re, tranne quando
ha il catarro». Hegel aderi sempre e dappertutto ai costumi
vigenti e alla moda, parendogli inutile fatica voler mostrare
particolarita differenzianti in simili cose. Con questo modo di
pensare si é anche ambientato dovunque.
Abituato a cercare nella filosofia la soluzione delle con-
traddizioni che lo tormentavano, rimase conciliato con la vita
ed apparve percié non difficile anche nei rapporti personali.
Mantenne amichevoli contatti con moltissimi uomini delle pid
disparate classi sociali e cosi come lo abbiamo conosciuto al
Ginnasio lo ritroveremo all’universita e persino in eta avanza-
ta, quando é difficile stabilire delle relazioni. L’eccessiva sen-
sibilita ed arroganza dei tedeschi del Nord era estranea alla
sua tranquilla franchezza, e importanti fenomeni della sensi-
bilita della Germania settentrionale, come ad es. Hamann e
Solger’*, poteva capirli solo come ipocondriaci. Per
quanto nei rapporti sociali non si curasse di evitare l’andazzo
comune, poneva tuttavia l’esigenza di un sano buon senso,
di una saldezza etica e soprattutto di una schietta umanita.
A Berlino ci si é spesso meravigliati che Hegel non si isolasse
tendendosi inaccessibile e riuscisse invece a stringere durevoli
e amichevoli relazioni anche con gli uomini pi insignificanti.Urtheil der Unbedeutendheit ist eben ein ganz relatives, denn das
menschlich Anziehende liegt doch wahrlich nicht allein in
wissenschaftlicher oder kiinstlerischer Bildung oder gar hoher Rang-
stellung. Und Hegel suchte eben fiir den Umgang aufeer sich nicht
die Philosophie als solche, sondern Gemiithlichkeit, Zuneigung und
anmuthige Zerstreuung. Das Aufspannen persénlicher Verhaltnisse,
jener ausgesuchte Cultus der Individualitat, wie er so oft
mit sti&er Schmeichelei aristokratischer Freundschaften im letzten
Drittel des vorigen Jahrhunderts hervortrat und wovon Hegel in sei-
nem Verhaltnif zu Hélderlin theilweise selbst eine Erfahrung
gemacht hatte, genirte ihn. Er scheute sich, auch unter der edelsten
Form, vereitelnder Schénseligkeit anheimzufallen.
Zwei Eigenheiten hatte er. Sie waren aber selbst geselligster Art.
Erschnupfte stark und spielte, schon von friiher Jugend im va-
terlichen Haufe her, gern Schach und Karte, worin er also mit
Kant harmonirte. In fritheren Jahren spielte er haufig Lhombre
und Tarok, zu Berlin gewohnlich Whist. Zu Frankfurt 1798 schrieb
er tiber das Kartenspiel selbst folgende Bemerkung nieder: ,,Nei-
gung zum Kartenspiel ist ein Hauptzug im Charakter unserer Zeit.
Verstand und Leidenschaft sind die Eigenschaften der See-
le, welche dabei thatig find. Jener sucht die Regeln auf, und wen-
det sie als Urtheilskraft alle Augenblick an. Daher Leute von tiefer
Vernunft und glanzender Einbildungskraft oft schlechte Spieler
sind, nicht blos, weil sie sich nicht fiir das Spiel interessiren kénn-
ten, sondern weil oft ihre Urtheilskraft in bestandiger Anwendung
von Regeln auf das tagliche Leben nicht so geiibt ist. Leidenschaft
ist, was hauptsachlich Interesse gibt. Fiir den kalten Spieler, der zu-
gleich nicht aus Gewinnsucht spielt, hat das Kartenspiel besonders
von Seiten des Verstandes und der Urtheilskraft Interesse als Ue-
bung derselben. Sonst aber ist, auer der Lust nach Gewinnst, der
Wechsel der Leidenschast in Furcht und Hoffnung der Umstand,
der das Kartenspiel so allgemein macht: ein Geist, der unméglich
mit Ruhe des Gemiiths, die etwas Erhabenes an sich hat, die alle
Griechischen Werke bei allem Spiel der Leidenschaft athmen, die
im héchsten Schwung der Leidenschaft, so lange der Mensch noch
Mensch ist und nicht von einem Damon gepeitscht wird, sich noch
machtig zeigt, bestehen kann. Diese leidenschaftliche, unruhigeeet
Ma questo giudizio sull’essere insignificante é del tutto relati-
vo, poiché cid che umanamente attrae noncoinci-
de solo con la cultura scientifica 0 con !’elevata posizione so-
ciale. E Hegel non cercava nella cerchia delle sue conoscenze
la filosofia come tale, ma giovialita, affetto e piacevoli svaghi.
Lo infastidivanol’ ostentazione dei rapporti persona-
lie quel raffinato culto dell’individualita che
cosi spesso venne a galla, accompagnato dal dolce vezzo di
aristocratiche am: , nell’ultimo trentennio del secolo scor-
so e di cui Hegel stesso ebbe in parte esperienza nei suoi rap-
porti con Hélderlin. Egli aveva paura di cadere, anche sotto
forma pitt nobile, nella vuotezza dell’anima bella.
Aveva due caratteristiche, entrambe di societa: fiutava
molto tabacco e giocava volentieri, fin dalla prima
gioventii nella casa parterna, a scacchi e a carte,
ed in questo andava dunque d’accordo con Kant. Nei primi
anni giocava piti spesso a Lhombre e a tarocchi, a Berlino di
solito a Whist. A Francoforte nel 1798 stese le seguenti osser-
vazioni sul gioco delle carte: «La propensione al gioco delle
carte é uno dei tratti caratteristici del nostro tempo. In -
telletto e passione sono le facolta dell’anima che
vi agiscono. Quello ricerca le regole e, come Giudizio [Ur-
teilskraft], le applica ad ogni momento. Da cié deriva che per-
sone profondamente ragionevoli e dotate di brillante immagi-
nazione siano spesso cattivi giocatori, e non solo perché non
riescono a prendere interesse al gioco, ma anche perché spes-
so il loro giudizio non é cosi esercitato nell’applicazione di re-
gole alla vita quotidiana. La passione é cid che principalmente
fornisce l’interesse. Per il giocatore impassibile che non gioca
per desiderio di guadagno, il gioco delle carte ha interesse
dal punto di vista dell’intelletto e del giudizio come esercizio
di queste capacita. Ma la condizione che rende questo gioco
cosi universale é, oltre il piacere della vincita, l’alternarsi delle
passioni di paura e di speranza: uno spirito a cui é impossibile
continuare a resistere con quella tranquillita d’animo che ha
in sé qualcosa di elevato, che tutte le opere greche respira-
no in qualsiasi gioco di passioni e che si mostra ancora po-
tentemente nel pitt alto slancio della passione, finché l’uomo
@ ancora uomo e non viene sferzato da un demone. QuestaStimmung des Geistes ist es, die unser Zeitalter charakterisirt und
dem auch das Kartenspiel seine Verbreitung dankt. Wie bei dem In-
teresse der Leidenschaft, so ist auch in jener dabei vorkommenden
Thatigkeit des Verstandes, auch wenn sie allein im Spieler sich fin-
det, kein Funken eines Ingrediens von Vernunft vorhanden. — Da-
her auch bei einem sonst unschuldigen Spiel uns nichts auffallender
ist, als den Namen Gott in Bezug darauf nennen zu héren. Denn
so sehr wir im Allgemeinen die Vorsehung auch an den kleinsten
Dingen, besonders an solchen, die uns in das Gebiet des Zufalls zu
gehdren scheinen, Theil nehmen lassen (zumal bei Hazardspielen
oft das Gliick eines nicht bésen, vielleicht nur verfiihrten Mannes
und seiner Familie an einigen Karten hangt), so sehr fallt es uns auf,
dabei daran erinnert zu werden.“
Dieselbe anspruchlose, aber in ihrem UnbewuBtsein um so
fesselndere Unscheinbarkeit seiner Person, der eben der innere
Nachdruck nicht fehlte, zeigte sich auch in Hegel's unmittelbarer
Umgebung, in seiner Zimmereinrichtung. Er war darin nur auf das
Zweckmiige bedacht. Alle Kiinste, damit zu imponiren, waren ihm
verichtlich. Er dachte gar nicht an solche Effecthascherei durch
einen sterilen Nimbus. Sein einfacher Schreibtisch mit der maleri-
schen Unordnung seiner Hefte, Briefe und Tabatiere ist dafiir welt-
berithmt geworden.
Wir begleiten Hegel nun auf die Universitat. Im Herbst
ging er nach Tiibingen, im Herbst nach Bamberg, im Herbst nach
Niirnberg, im Herbst nach Heidelberg, im Herbst nach Berlin und
im Herbst - starb er; einer jener seltsamen Ziige menschlichen
Geschicks, fiir welche man gern in der Individualitat selbst einen
Grund entdecken méchte, und Hegel demnach eine gesittigte, ein-
sammelnde Herbstnatur nennen miifte.
Die Universitat Tubingen.
Hegel, nach landesiiblichem damaligem Ausdruck, der Theo-
logie consecrirt, bezog die Landesuniversitat Tibingen. Er
genoB den besonderen Bortheil, als Herzoglicher Stipendiari-
us vollig sorgenfrei leben und als Seminarist einer musterhaf-‘cdaaabnded
passionale ed irrequieta tendenza dello spirito é cid che carat-
terizza il nostro tempo e a cui anche il gioco di carte deve la
sua diffusione. Come nell’interesse della passione, cosi pure
in quell’attivita dell’intelletto che vi si associa (anche quando
essa si trova da sola nel giocatore), non é presente neppure
un briciolo d’ingredienti della ragione. Percié niente é pit
notevole, in un gioco per altri versi cosi innocente, che sentir
nominare in rapporto ad esso il nome di Dio. Ma sebbene noi
lasciamo in generale che la Prowvidenza si occupi anche delle
piccole cose e in particolare di quelle che ci sembrano cadere
nel dominio del caso (spesso nel gioco d’azzardo la felicita di
un uomo non cattivo, ma forse soltanto traviato, e quella della
sua famiglia dipende da alcune carte), ci meravigliamo che
questo ci venga rammentato in situazioni del genere».
La stessa modestia senza pretese della sua persona, cosi at-
traente nella sua spontaneita e non priva di un’intima energia,
si mostrava anche nell’ambiente immediato che lo circonda-
va, nell’arredamento della sua camera. Prendeva in conside-
razione solo la funzionalita. Tutte le ricercatezze onde imporsi
all’attenzione gli erano odiose. Non pensava affatto a ricerche
d’effetto per mezzo di uno sterile prestigio. Il suo tavolo di
studio, col pittoresco disordine di quaderni, lettere e tabac-
chiere, é diventato famoso.
Seguiamo ora Hegel all’universita. In autunno ando a Tu-
binga, in autunno a Bamberga, in autunno a Norimberga,
in autunno a Heidelberg, in autunno a Berlino e in autunno
mori; é questo uno di quegli strani aspetti dell’umano destino,
di cui si preferirebbe scoprire il motivo nell’individualita stes-
sa, € per cui si potrebbe definire Hegel una natura autunnale,
un frutto maturo e succoso.
LUNIVERSITA DI TUBINGA
Hegel, consacrato, secondo un’espressione sveva allo-
rainuso, alla teologia, si iscrisse all’universita regio-
nale di Tubinga. Godette del particolare privilegio di poter
vivere del tutto libero da preoccupazioni finanziarie come
borsista ducale e di usufruire come seminaristaten genaueren Leitung seiner Studien sich erfreuen zu kénnen. Der
Theologe Schnurrer, gest. 1822, stellte Hegel am 27. October
1788 die Matrikel aus, welche, nach damaligem Gebrauch, den an
Eidesstatt ausgestellten Revers in Betreff der polizeilichen Verhal-
tungsmaafregeln in 9 kurzgefabten Lateinischen Bestimmungen
mit eingedruckt enthielt. Zufolge der noch vorhandenen, sehr gut
nachgeschriebenen Collegienhefte Hegel’s horte er 1788 - 89 bei
Schnurrer, der damals der Exegese einen neuen Schwung gab,
Apostelgeschichte und den ersten Theil der Psalmen; im Sommer-
semester 1789 bei demselben den zweiten Theil der Psalmen und
die katholischen Briefe; bei Flatt tiber Cicero de natura Deorum.
Im Wintersemester 1789 - 1790 hérte er bei Rsler Geschichte
der Philosophie und im Sommer 1790 bei Flatt: Metaphysik und
natiitliche Theologie. Im eigentlich theologischen Curfus 1790 - 93
hérte er fast nur bei Storr, einem sehr wiirdigen, sehr orthodo-
xen, jedoch nicht weniger trockenen Manne, das Evangelium Lukas,
Matthaus, Johannes, den Rémerbrief und andere Briefe, au&erdem
aber die Dogmatik. - Fir sich selbst machte er einen Cursus in der
Anatomie durch. - Mehre Jahre ward er durch ein Tertiansieber
gequalt, welches ihn sogar eine Zeitlang zur Unterbrechung seiner
akademischen Studien néthigte. Er brachte mehrere Monate zu sei-
ner endlichen Genesung im vaterlichen Hause zu und beschiftigte
sich hier, aufer mit seinen geliebten Griechischen Tragikern, vor-
ziiglich mit der Botanik.
Flatt, der erst 1821 starb, ist als Hegel's Lehrer wohl zu be-
achten, insofern derselbe zu den scharfsinnigsten und liberalsten
Bestreitern des Kant'schen Systems gehérte. Die Wolf’sche
Logik hatte Hegel, wie er selbst erzahlt (S. W. XVII, 364), schon
von seinem vierzehnten, die Definitionen der idea clara schon von
seinem zwolften Jahr villig inne. Wir finden keinen Nachweis, da&
er auf der Universitat Logik gehort habe. Doch kann dies auf einem
zufalligen Umstand beruhen. Ploucquet namlich, der eigentli-
che Logiker und Metaphysiker, lebte zwar noch, las aber vielleicht
nicht mehr und starb 1790, Ploucquet, der Rechner in der Lo-
gik, der scharfste Contrast zum spateren Logiker Hegel. Wenn Flatt
zwischen der Wolf’schen und Kant’schen Philosophie stand und mit
einer absterbenden Bildung auch die aus ihr hervorgehende neueeee
di una guida esemplare ed accuratissima nei suoi studi. II teo-
logo Schnurrer, morto nel 1822, lo immatricolé il 27 ottobre
1788*. I] documento di immatricolazione porta, stampate sul
retro secondo !’uso di allora, nove brevi proposizioni, la cui
sottoscrizione aveva, in conformita alle leggi di polizia allora
vigenti, il valore di un giuramento”’. Sulla base dei curatissimi
quaderni d’appunti che ancora ci restano del periodo univer-
sitario, Hegel segui nel semestre invernale 1788 e in quello
estivo 1789 le lezioni di Schnurrer (che fece compiere all’ese-
gesi biblica un gran passo in avanti) sulla storia degli apostoli,
la prima parte dei salmi; le Epzstole cattoliche, la seconda parte
dei salmi e le lezioni di Flatt** sul De natura deorum di Cicero-
ne nel semestre estivo 1789. Nel semestre invernale 1789-90
frequenté storia della filosofia dal Résler” e, nell’estate 1790,
metafisica e teologia naturale dal Flatt. Nel corso di teologia
propriamente detto, dal 1790 al 1793, segui le lezioni dello
Storr (una degna persona, molto ortodossa, ma arida) sulla
dogmatica, i Vangeli di Luca, Matteo e Giovanni, la Lettera ai
Romani ed altre lettere. Per proprio conto frequentd un cor-
so di anatomia. Fu tormentato per molti anni da una febbre
terzana che lo costrinse, fra l’altro, ad interrompere gli studi
per un certo periodo. Passo molti mesi fino alla guarigione
definitiva nella casa paterna occupandosi, oltre che dei diletti
tragici greci, principalmente di botanica.
Flatt, che mori non pitt tardi del 1821, é da prendersi atten-
tamente in considerazione quale maestro di Hegel, in quanto
fu uno dei pit aperti ed intelligenti oppositori di Kant. He-
gel aveva, come egli stesso racconta (Sdmtliche Werke, XVII,
364)*!, molta familiarita con la logica di Wolff fin dall’eta di
quattordici anni e conosceva la definizione di idea clara fin
dai dodici. Non abbiamo nessuna prova della sua frequenza
alle lezioni di logica dell’ universita. Questo pud tuttavia di-
pendere da una circostanza accidentale. Infatti Plouquet (il
sostenitore del calcolo logico, che rappresenta la
pit netta antitesi col maturo Hegel della Scienza della logi-
ca) viveva ancora sicuramente, ma probabilmente non faceva
pit lezione e mori nel 1790. Se Flatt stava a cavallo fra la
filosofia wolffiana e quella kantiana e trasmetteva assieme ad
una cultura in via di estinzione anche la nuova cultura che daiiberlieferte, so stand Résler, der Bearbeiter der Bibliothek der Kir-
chenvater, den man aber Kirchengeschichte nur einmal und nur sehr
compendiarisch lesen lie&, ebenfalls zwischen Orthodoxie und Hete-
rodoxie und mufte fiir den von den Tendenzen der Aufklarung bereits
so tief inficirten Jiingling ein nicht unwillkommener Lehrer sein.
Im Ganzen aber fand Hegel in dem akademischen Unterricht,
wie aus einem Brief an Schelling hervorgeht, wenig Befriedi-
gung. Sehr viel trug dazu wohl die Klésterlichkeit und der Pedan-
tismus des theologischen Seminars, des sogenannten, am Neckar
schén gelegenen Stistes bei. Die Studenten, welche unter der beson-
deren Aufsicht von Professoren und Repetenten in diesem ehema-
ligen Augustinerkloster wohnten, bildeten unter den Studirenden
eine eigenthiimliche Welt. In der Stadt hiefen sie die Stiftler
oder auch scherzweise von ihrer streng beaufsichtigten Tracht die
Schwarzen. Wahrend des Essens wurden Predigten gehalten,
und der Redner bekam bessere Kost. Auch Hegel mufte predigen.
Aber nicht nur war sein Kanzelvortrag, nach dem Bericht seiner
Schwester, leise und stockend, sondern auch feine Predigten
selbst scheinen nur opera operata gewesen zu sein, 1792, 10. Janu-
ar predigte er iiber Iesaias 61, 7 und 8; am zweiten Sonntag nach
Trinitatis 1793 iiber Matthaus V, 1-16; von der Predigt am Freitag
Philippi und Jakobi 1793 ist nur die ausfiihrliche Disposition ber
ein Thema ohne Angabe des Tertes und endlich noch ohne Tert
und Datum eine sehr sorgfaltig durchdachte Predigt iiber die Ver-
sohnlichkeit vorhanden. Es herrscht darin die trockenste mo-
ralische Ausdeutung des Christenthums und die Griindlichkeit, mit
welcher die Pflichtbegriffe auseinandergesetzt werden, vermag fiir
die tibergroBe, nur am Anfang und Ende herkémmlich sich etwas
verlierende Niichternheit nicht zu entschadigen.
Allerdings wurden im Stift auch andere Arbeiten gemacht, allein
es hat sich von diesen, mit den Correcturen des Repetenten, nur
der etfte freier Wahl, vom December 1788 erhalten und die-
ser ist noch dazu eine fast nur theoretisch verinderte neue Auflage
der letzten Schuldeclamation vom 7. August, nur mit verindertem
Titel: ,iiber einige Vortheile, welche uns die Lectii-
re der alten classischen Griechischen und Rémi-
schen Schriftsteller gewahrt. Gegen das Ende ist folgen-
de merkwiirdige Stelle hinzugekommen: ,Aus der Reihe und dem
Geist der iibrig gebliebenen Schriften konnen wir eine vollstandigeeee
essa sorgeva, Résler, ’editore della Biblioteca det padri della
Chiesa (che solo una volta e in modo compendiario tenne le-
zione di Storia della Chiesa), oscillava anche lui fra ortodossia
ed eterodossia, e dovette essere un insegnante non sgradito
per un giovane cosi imbevuto di tendenze illuministiche. In
complesso pero, come ci risulta da una lettera a Schelling”,
Hegel non era molto soddisfatto dell’insegnamento accade-
mico. A questo contribui certamente molto l'atmosfera da
chiostro e la pedanteria del Seminario teologico, il cosidetto
Stift. Gli studenti, che abitavano, sotto l’accurato controllo di
professori e ripetitori, in un ex-convento di Agostiniani, for-
mavano un mondo a parte rispetto a tutti gli altri studenti. In
citta venivano chiamati gli Stéftler oppure, a causa dell’abito
che dovevano tassativamente portare, i zert. Durante i pasti
si tenevano delle prediche e l’oratore otteneva il miglior cibo.
Anche Hegel dovette predicare. Tuttavia, non solo esponeva
gli argomenti sacri a bassa voce ed inciampando nel discorso,
ma le sue stesse prediche sembrano essere state solo opera
operata. Il 10 gennaio 1792 ne tenne una su Isaia 61,7 ¢ 8; la
terza domenica dopo Pentecoste del 1793 su Matteo, 5,1-16;
della predica del Venerdi di Filippo e Giacomo del 1793 ci
resta solo lo schema di un argomento, senza indicazione del
testo e della data, ed infine, anche questa volta senza alcuna
indicazione del testo e della data, una predica molto accurata
sulla mitezza del carattere. Domina in esse la
piu arida interpretazione morale del cristianesimo e l’esattez-
za con cui vengono analizzati i concetti di dovere non riesce a
compensare l’enorme e continua insulsaggine che si perde un
po’ solo all’inizio e alla fine.
Certamente furono compiuti nello Sift anche altri lavori,
ma di questi ci é restato solo il primo di libera scelta, steso
nel dicembre 1788 e con le correzioni del ripetitore. Si trata
perd di una nuova edizione dell’ultima esposizione orale del
Ginnasio del 7 agosto, mutata quasi solamente da un punto
di vista teoretico e col diverso titolo: Su alcunt vantaggi che ci
Procurano le letture degli scrittori classici dell’antichita greco-
romana“. Verso la fine troviamo il seguente notevole passo:
«Dalla concatenazione e dallo spirito degli scritti che ci sono
rimasti possiamo estrarre una storia completa della civilta deiGeschichte der Cultur der Griechen und Romer abstrahiren und es
lassen sich daraus auch manche anderwartige Erscheinungen mehr
in’s Licht setzen. Um ein Beispiel anzufiihren, so lat sich Manches
in der Cultur, den Gewohnheiten, Sitten und Gebrauchen des Is -
raelitischen Volks, die ans uns vielen Einfluf hatten und noch
haben, daraus natiirlicher erklaren und begreiflicher machen. Denn
der menschliche Geist war zu allen Zeiten im Allgemeinen der-
selbe, nur daf seine Entwicklung durch die Verschiedenheit der
Umstande unterschiedlich modisicirt wird. - Endlich, da die Werke
der Alten, wie schon gesagt worden, so vorziiglich brauchbar zur
Erwerbung der Begriffe sind, so sieht man, welch’ eine zweckmafige
Vorbereitung zum Studium der Philosophie das Lesen
derselben. Man bringt dadurch doch schon einen Vorrath von ab-
stracten Begriffen und eine wenigstens etwas getibte Denkkraft mit,
besonders da sie zu vielen Theilen dieser Wissenschaft wenigstens
den Samen und die ersten Griinde enthalten, die in neueren Zeiten
hauptsachlich deutlicher auseinandergesetzt, entwickelt und naher
bestimmt worden sind. Die vielen Widerspriiche der alten Philoso-
phen, besonders in der Speculation iiber den praktischen Theil der
Weltweisheit, haben wenigstens die Mihe erleichtert, den Mittel-
weg zu finden, wo die Wahrheit liegt.“
Studentenleben.
Von Hegel’s Studententhum haben sich unter den Compro-
motionalen, mit denen er zusammen lebte, noch einige mit ihnen
absterbende Traditionen erhalten, welche in der Zeitung fiir die
elegante Welt 1839, No. 35-37 mitgetheilt worden und woraus
Folgendes hier einzuschalten: ,,Im Stift cursiren gegenwartig nur
noch wenig Erinnerungen an Hegel (z. B. da er viel des Nachts
gearbeitet haben soll und dgl.). Nicht einmal iiber die Stube, die
er bewohnte, sind sichere und tibereinstimmende Nachrichten vor-
handen. Nur das weif man, dal er, durch Schelling veranlaft, auf
dessen Stube sich fiir einige Zeit tibersiedelte. Die Compromotio-
nalen und Stiftsgenossen Hegel's sind jetzt groStentheils in’s Grab
gestiegen. Nur wenige leben noch, in allen Gauen Schwabens zer-
streut, als greise Pastoren. Einer jener Compromotionalen im Stadt-
chen Pfullingen, unweit Tiibingen, ein verlumptes Genie, erzahlteee Tt
greci e dei romani e cosi si possono porte in luce anche alcuni
fenomeni che si presentano altrove. Diventano, ad es., con
cid pid comprensibili e pit’ naturalmente spiegabili alcune
particolarita della cultura, delle abitudini dei costumi e del-
le usanze del popolo ebraico, che ha avuto ed ha
molta influenza su di noi. Poiché lo spirito umano é stato in
generale sempre |o stesso esoloil suo sviluppo é stato
modificato sensibilmente dalla varieta delle circostanze; poi-
ché, infine, le opere degli antichi son particolarmente idonee
all’acquisizione dei concetti, non vi é chi non veda quale op-
portuna preparazione allo studio della filosofia
costituisca la loro lettura. Ci si fornisce in tal modo di una
prowvista di concetti astratti e di una facolta di pensare per
lo meno un po’ esercitata e questo principalmente per il fatto
che in molte parti di questa scienza sono contenuti almeno i
germi e le basi di quelle idee che nei tempi moderni sono sta-
te pid chiaramente analizzate, sviluppate e determinate con
maggior precisione. Le molte contraddizioni dei filosofi anti-
chi, in particolare per quanto riguarda l’aspetto pratico della
filosofia, hanno per lo meno reso pit leggera la fatica della ri-
cercadel punto intermedio incuigiace la verita»”.
LA VITA STUDENTESCA
Si sono conservate fra i suoi compagni di corso alcune tra-
dizioni del periodo in cui Hegel era studente, tradizioni che
vanno estinguendosi con essi e che sono state riferite dalla
Zeitung fiir elegante Welt del 1839, numeri 35-37, da cui to-
gliamo quanto segue: «Attualmente circolano nello Siift solo
pochi ricordi di Hegel (come ad es. che egli avrebbe studiato
molto di notte e simili). Neppure sulla stanza che egli avrebbe
abitato esistono notizie sicure e concordi. Si sa solo che egli
invitato da Schelling si install per qualche tempo nella stanza
di quest’ultimo. I compagni di corso e gli altri colleghi dello
Stift sono ora in gran parte scesi nella fossa. Solo pochi vivo-
no ancora, sparpagliati in ogni distretto della Svevia, come
vecchi pastori. Uno di questi compagni di corso che abita
nella cittadina di Pfullingen, non lungi da Tubinga, un geniomir, auf wie vertrautem Fuf er mit Hegel gestanden, wie sie taglich
miteinander conversirt, wie sie, um die Morgenstunden zu benut-
zen, mit einander ausgemacht hitten, sich gegenseitig zu wecken,
und wie der, welcher das Wecken verschlafen habe, dem Andern
vom Mittagessen seine Portion Klosterwein zur Strafe habe geben
miissen. In der Gesellschaft habe sich Hegel durch seine Jovialitat
zu einem wohl gelittenen Genossen gemacht. Er habe es auch nicht
verschmaht, bisweilen frohlichen Gelagen beizuwohnen, wo dem
Bacchus geopfert worden sei. Ueberhaupt habe er sich etwas genia-
lisch betragen, so daf seine Moralitat besser gewesen sei, als seine
Legalitat. Hegel’s wissenschaftlichen Bildungsgang anlangend, habe
derselbe, besonders am Anfange seines Stiftslaufes, wenig gearbei-
tet, fiir die Theologie gar nichts gethan, hdchstens seinen Kant gele-
sen, die meiste Zeit aber mit dem Tarokspiel zugebracht. Wahrend
zu jener Zeit im Stift ein Verein junger Kantianer zusammengetre-
ten, habe Hegel den Rousseau gelesen und im Reich des Wissens nur
ziellose Streifziige angestellt. Als besondere Merkwiirdigkeit fiihrte
er noch an, da Hegel am Buch Hiob wegen dessen ungeregelter
Natursprache ein gro&es Wohlgefallen gefunden habe. Ein Ereig-
nif aber habe Hegel’n vollig umgewandelt und sei die geheimste
Triebfeder der groKen Metamorphose geworden, die von nun an
mit ihm vorgegangen. Es herrscht namlich im Stift die alte Sitte, in
den einzelnen Promotionen zu lociren. In Wiirtemberg wird locirt
bis in’s Mannesalter hinein. AuBer China wird in keinem Lande so
viel examinirt und locirt, als in diesem. Die Locationen werden ge-
druckt; sie sind der Maafstab bei den spateren Anstellungen. Nach
seinem Locus mift man den Mann. Hegel nun, in seiner Promotion
Anfangs der Dritte, wurde spater zum Theil wegen seiner ungeord-
neten Studienweise zum Vierten gemacht und an seine Stelle avan-
cirte der nachmalige Wiirtembergische Prilat Marklin. Diese
Herabsetzung habe in Hegel eine bleibende Wunde zuriickgelassen.
Er suchte sie zu verbergen, wurde verschlossen, und fing an, mit
ungeheurer Kraftanstrengung zu arbeiten. Er iibernachtete ganze
Wochen auf dem Sopha. — Hegel sei der begeistertste Redner der
Freiheit und Gleichheit gewesen und habe, wie damals alle jungeneee To
malandato, mi raccontd come egli fosse in rapporti di grande
confidenza con Hegel, come conversassero tra loro ogni gior-
no, e come essi, per usufruire delle ore mattutine, avessero
stabilito di comune accordo di svegliarsi a vicenda; chi avesse
continuato a dormire dopo la sveglia, avrebbe dovuto cedere
all’altro come penalita la propria razione di Klosterwein che
si riceveva a pranzo. Nella compagnia Hegel divenne per la
sua giovialita una persona ben vista. Non si vergognava di
prendere talvolta parte a degli allegri banchetti in cui si sa-
crificava a Bacco. In generale si sarebbe comportato secondo
le sue inclinazioni, per cui la sua moralita sarebbe stata mi-
gliore della sua legalita. Per quanto concerne il suo processo
di formazione scientifica, avrebbe lavorato poco, soprattutto
all’inizio dei suoi studi, non avrebbe combinato niente in te-
ologia, letto tutt’al pia Kant e trascorso il resto del tempo a
giocare a tarocchi. Mentre nello Stiff si costituiva un gruppo
di giovani kantiani, egli avrebbe letto Rousseau ed eseguito al-
cune scorribande senza meta nel regno del sapere. Come par-
ticolare degno di nota citd il grande piacere che Hegel avreb-
be provato nella lettura del libro di Giobbe a causa del suo
sregolato linguaggio naturalistico. Un avvenimento avrebbe
tuttavia mutato Hegel completamente e sarebbe stato la molla
pit segreta della grande metamorfosi che andé producendosi
in lui. Domina cioé nel Wiirttemberg |’antica usanza di stabi-
lire delle graduatorie nelle singole Promotionen’*. A} di fuori
della Cina, in nessun altro paese come in questo vi sono tanti
esami e tante promozioni. Le graduatorie vengono stampate e
diventano un punto di riferimento per gli impieghi seguenti.
Nel Wiirttemberg ci si trova in graduatoria fino a quando si
diventa persone di una certa eta e secondo l’ordine di esse si
valuta un individuo. Hegel dunque, che nella sua Promotion
era inizialmente terzo, venne in seguito (in parte per la sua di-
sordinata condotta di studi) classificato quarto e al suo posto
avanz6 Marklin, che diventera in seguito prelato nel Wiirt-
temberg. Questa retrocessione avrebbe lasciato in Hegel una
durevole ferita. Egli cercd di nasconderla, divenne chiuso e
comincié a lavorare con enorme sforzo. Per settimane inte-
te passé la notte sul sofa. Fu il pit entusiastico oratore della
liberta e dell’uguaglianza e, come tutti i giovani intellettuali,Kopfe, fiir die Ideen der Revolution geschwarmt. Eines Morgens,
an einem Sonntage, es war ein schéner klarer Frithlingsmorgen, sei-
en Hegel und Schelling mit noch einigen Freunden auf eine Wiese
unweit Tiibingen gegangen und hatten dort einen Freiheitsbaum
aufgerichtet. Ein Freiheitsbaum! War das nicht ein prophetisches
Wort? Im Osten, wo zu jener Zeit der Stifter des Kriticismus den
Dogmatismus zerknickt hatte, war das Wort der Freiheit ertont; im
Westen war es aus den Blutstrémen, die um seinetwillen vergossen
wurden, hervorgetaucht, — und jetzt errichten die beiden Grinder
der absoluten Philosophie einen Freiheitsbaum.“
Diese mythischen Ueberlieferungen sind im Ganzen nicht un-
richtig, wenn wir sie mit dem vergleichen, was authentische Quel-
len, Hegel’s Stammbuch, eine Notiz seiner Schwester und
eine durch Herr Diakonus Dr. Binder in Heidenheim mitget-
heilte Relation des Pfarrers Fink in Hohenmemmingen, Hegel’s
treuesten Camaraden, tiber jene Zeit enthalten. In dem Stammbuch
finden wir zunachst die ganze zahlreiche Gruppe von Verwand-
ten, die Vettern, die Basen, die Gevatter und Gevatterinnen aus
dem Geschlecht der Géritze, Reyscher u.s. w. Wir ersehen
unter Anderem daraus, da das Betreiben der Englischen Spra-
che in diesem Kreise iiblich gewesen. - Eine zweite Gruppe bilden
die guten Camaraden, deren Hegel einen ziemlich grofen Kreis
besa. Man fand an ihm damals nichts besonders Geistreiches her-
aus. Seine Jugendbekannten in Schwaben waren erstaunt, als er sie
spater mit seinem Ruhm iiberraschte. Das hatten wir, hie es, vom
Hegel nimmer gedacht! — In den ritterlichen Kiinsten der Akademie
blieb Hegel zuriick. Er ritt zuweilen. Er trank gelegentlich, nament-
lich wahrend des Sommers 1790, wacker mit. Er fing mit seinem
Herzenscamaraden Fink das Fechten an, gab es aber bald wieder
auf. Zu manchen auferlichen Hemmungen, welche ihm lange Zeit
das Fieber verursachte, kam noch eine Vernachlassigung des An-
zugs. So sehr er daher auch mit jungen Damen zu verkehren liebte
und so gut er bei ihnen seiner Gesinnung und geistigen Munterkeit
wegen gelitten war, so wenig gliickte es ihm doch bei ihnen. Seine
Schwester driickt sich iiber diesen Punct sehr gut aus, wenn sie sagt:
ner gab hier und da den Vorzug, erregte aber keine Hoffnungen.“ In
diesem Ton sind denn auch die meisten Stammbucherinnerungen
des weiblichen Personals abgefat. Wenn es anging, suchte Hegel
mit den Damen ein Pfanderspiel zu arrangiren, wo ihm denn docheee TL
si infervoré per le idee della rivoluzione. Una domenica mat-
tina — era una chiara e bella giornata di primavera — Hegel,
Schelling ed altri amici si recarono su un prato non lontano da
Tubinga ed ivi innalzarono un albero della liberta. Un albero
della liberta! Non era questa una parola profetica? In orien-
te, dove in quel momento il fondatore del criticismo aveva
sconfitto il dogmatismo, era risuonata la parola “liberta”; in
occidente essa era emersa dai fiumi di sangue che per sua ca-
gione erano stati versati, — ed ora i due fondatori della filosofia
assoluta innalzano un albero della liberta!».
Queste mitiche tradizioni non sono nel complesso errate
se le confrontiamo con le fonti autentiche di quel periodo:
Palbum dei ricordi di Hegel, unanotizia di
sua sorella e una relazione del pastore Fink di Hohenmem-
mingen, il pit: caro compagno di studi di Hegel, comunicata
al signor diacono dott. Binder di Heidenheim. Nell’album
troviamo dapprima|’intero e numeroso gruppo dei paren -
t i; cugini, cugine, compari e comari del ceppo dei Géritzen,
Reyscher ecc. Da esso ricaviamo fra l’altro che lo studio
dell’inglese era diventato abituale in questo circolo. Formano
ilsecondo gruppoi buoni compagni di studi,
che Hegel aveva in grande quantita. Nessuno intravvedeva
in lui alcunché di geniale. I suoi coetanei svevi rimasero sba-
lorditi quando egli pit tardi li colpi con la sua fama. Questo,
dicevano, non se lo sarebbero mai aspettato da Hegel! Egli
rimase indietro negli insegnamenti d’equitazione dell’accade-
mia e andava a cavallo solo di tanto in tanto. Occasionalmente
beveva molto in compagnia, in particolare durante l’estate del
1790. Comincié ad esercitarsi alla scherma col suo carissimo
amico Fink, ma smise presto. Ai molti impedimenti che gli
furono causati per lungo tempo dalla febbre, si aggiunse la
trascuratezza nel vestire. Per quanto le ragazze gli piacessero
e riuscisse loro simpatico per i suoi principi e per la sua viva-
cita, non ebbe tuttavia molta fortuna con loro. Sua sorella si
esprime molto bene quando dice: «Egli accordava qua e la la
sua preferenza, ma non suscitava alcuna speranza». In que-
sto tono sono redatti nell’album anche la maggior parte dei
ticordi di mano femminile. Quando gli era possibile cercava di
combinare un gioco dei pegni con le ragazze, in cui egli avrebbevon holdem Munde auch ein Kitchen zu Theil werden mufte. Alle
diese Umstinde vereinigten sich, ihm eine etwas gramliche, schwer-
fallige Aufenseite zu geben, ihn alter erscheinen zu lassen, als er
war. Er bekam daher im Stift den Spitznamen: der alte Mann
oder auch schlechtweg: Alter. Auf einem der Stammbuchblatter
hat ihn sein Freund Fallot gesenkten Haupts mit Kriicken einher-
schleichend abgemalt und hinzugeschrieben: ,,Gott stehe dem alten
Mann bei!“
Aber die Rechtschaffenheit, Biederkeit, Lustigkeit Hegel’s mach-
ten ihn sowohl bei seinen Camaraden im Stift, als bei anderen Stu-
denten in der Stadt sehr beliebt. Die Stammbuchblatter tituliren ihn
gewohnlich als liebsten Bruder und driicken eine wahrhafte
Innigkeit fiir ihn aus. Auch noch aus spateren Briefen dieser Univer-
sitatssreunde, eines Griesinger, Staudlin u.A.,, geht die ach-
te Treue dieser Gesinnung hervor. Die Grafschaft Mémpelgard
iiber dem Rhein gehérte damals noch zu Wiirtemberg, und ward
erst im Liineviller Frieden an Frankreich abgetreten. Daher hatten
damals Studirende aus Mémpelgard im Stift einen Freitisch, wo-
durch sie mit den Stiftlern leicht in nahere Verbindung kamen. Sie
reprasentirten das Franzdsische Element und Hegel ging mit
den meisten von ihnen um, insbesondere mit Fallot und Wil-
ling von Colmar. Auch ein Deutschenglander, E. H. Kauf-
mann hat sich Englisch in das Stammbuch eingezeichnet; Hegel
selbst hat unter den Namen geschrieben: den 16. August 1793 nach
Nordamerika abgereist. Die Stammbuchblatter tiberhaupt enthal-
ten natiirlich so manche fiir uns nicht mehr entzifferbare Anspie-
lung und schweben im Ausdruck zwischen groker Gewéhnlichkeit
und sentimentaler Ueberschwanglichkeit hin und her. Manche sind
durch bestimmte Beziehungen charakteristisch. So schrieb sich ein
M. Sartorius am7. September 1791 mit folgenden Worten ein:
»Freundschaft ist eine Pflanze, die, sorgfaltig gepflegt, in jedem
Boden gedeiht. - Sic behaupteten jiingst, die Botanik erwarte
keine Erweiterungen mehr. Geschwind tragen Sie das Supplement
in Ihren Linnec ein - und erinnern Sie sich, gleichviel als Botaniker
oder Nichtbotaniker, Ihres aufrichtigen Freundes.“
Andere Anlasse gaben das Respondiren, die Trennung
vom Stift, kleine Abenteuer. Zu Streifereien in die Umge-
gend war Hegel stets aufgelegt. Die umliegenden Dérfer, Klosterete To
dovuto ricevere, per parte sua, un bacetto da una bocca so-
ave. Tutte queste circostanze concordano nell’attribuirgli un
aspetto esteriore di leggero malcontento e di gravita, tanto
da farlo apparire pil anziano di quanto fosse. Ricevette per-
cid nello Sift il soprannome di uomo vecchio o pit
semplicemente di vecchio. In uno dei fogli d’album il
suo amico Fallot lo ha raffigurato mentre cammina a capo
chino reggendosi sulle stampelle ed ha scritto: «Dio assista il
Vecchio!»,
Tuttavia la franchezza, l’onesta e la giovialita lo rendevano
stimatissimo non solo fra i suoi compagni dello Sti, ma an-
che fra gli altri studenti della citta. Nell’album é comunemen-
te definito fratello carissimo e visi esprime una
sincera amicizia nei suoi confronti. La schietta lealta di questo
sentimento emerge anche dalle lettere pit tarde di questi ami-
ci di universita, di Griesinger, di Staudlin ed altri. La contea
di Mémpelgard sul Reno apparteneva allora al Wiirttemberg
e passo alla Francia solo con la pace di Lunéville e studenti di
Mémpelgard godevano nello Stiff di vitto gratuito, per cui en-
trarono in stretto contatto con gli Stiftler. Essi rappresentava-
no l’elemento francese e Hegel entrd in contatto con la mag-
gior parte di essi, in particolare con Fallot e Billing di Colmar.
Anche un anglo-tedesco, C. H. Kaufmann, ha scritto qualcosa
in inglese sull’album e Hegel stesso ha aggiunto sotto il nome:
«partito il 16 agosto 1793 per l’America del Nord». Le pagi-
ne d’album contengono in genere alcune allusioni che non
son pid naturalmente decifrabili ed oscillano tra la banalita e
la ridondanza sentimentale. Alcune sono caratteristiche per
determinati aspetti. Cosi un certo M. Sartorius scriveva il 7
settembre 1791:
«Lamicizia é una pianta che, curata coscienziosamente,
cresce su ogni terreno. Poco tempo fa avete affermato che
la botanica é una scienza che non ha pit: da attendersi alcun
ampliamento. Aggiungete subito questo supplemento al
vostro Linneo e ricordatevi, come botanico 0 no, del vostro
sincero amico».
Altri spunti sono forniti dalle ris poste,dalla sepa-
razione dallo Stift eda piccole avven-
ture. Hegel era sempre disposto a fare delle escursioni neiNeresheim u. f. f. wurden besucht. Einst machte er mit Fink und
Anderen, namentlich einem Mémpelgarder, ohne die venia der
Stiftsbehérde, einen Spazierritt nach einem einige Stunden entfern-
ten Dorfe. Dort wurde des Mémpelgarders Gaul krank, so da man
ihn nicht wieder von der Stelle bringen konnte. Hegel und Fink
hatten nun wohl auf ihren Pferden Tiibingen wieder so erreichen
kénnen, dal ihre Abwesenheit im Stift nicht ware bemerkt und be-
straft worden. Sie zogen es aber vor, bei dem gaullosen Camaraden
zu bleiben, bis fiir diesen zu gemeinschaftlicher Heimkehr gesorgt
war, und muften deswegen auf einige Stunden in das Stiftscarcer
wandern.
Eine besondere Aufmerksamkeit, wenn auch mit grofer Schiich-
ternheit, widmete Hegel 1791 der Tochter eines verstorbenen Tii-
binger Professors der Theologie Hegelmeier. Sie hieS Au-
guste und wohnte mit ihrer Mutter im Hause eines Backers, der,
wie dies in Schwaben und der Pfalz gewohnlich ist, zugleich einen
Weinschank hatte. Sie war sehr schon. Ihr Mund insbesondere soll
bezaubernd gewesen sein. Eine gewisse Coketterie, das schmeichel-
siike Bewuftsein, Herzen erobern zu kénnen, trug nur zur Erhé-
hung ihrer Reize bei. Sie hatte jeden Abend das Geschift, in den
Keller zu gehen, wobei, nach der Einrichtung des Hauses, der Weg
sie durch des Backers Trinkstube fiihrte. Daher versammelten sich
hier ihre Anbeter, auch Hegel, und suchten ihr hier den Hof zu ma-
chen. Einst brachten sie es sogar dazu, ihr einen Ball zu geben. Der
Universitatsstallmeister hatte drei Tochter, denen man auch fleifig
die Aufwartung machte. Der Vater gab sein Gartenhaus her, wo sich
ein ganz artiger Tanzboden befand und wo nun Auguste die gefei-
erte Kénigin war. Sie starb am 10, Oktober 1840 zu Karlsruhe als
Gattin des Vicekanzlers beim Badischen Oberhofgericht in Mann-
heim, Krippendorf. Daher wird denn im Stammbuch nicht nur
der groGe Ball erwahnt, sondern vor Allem heift es auch: V. A.!
Vive la belle Augustine pour toi seul! u.s. w. Hegel muf dies erste lei-
denschaftliche Interesse fiir ein Madchen doch sehr nahe gegangen
sein, denn ein Freund Elsner schrieb ihm am 10. Mai 1791 , zur
Warnung “ die Worte in’s Stammbuch: ,, Was ist Madchengunst?
Erst briitet sie mit Mutterwarme unsere liebsten Hoffnungen an;
dann gleicht sie einer unbestandigen Henne, verlaft das Nest und
iibergibt ihre schon keimende Nachkommenschaft dem Tod und
der Verwesung.“eee Tt
dintorni. Visité i villaggi vicini, il chiostro di Neresheim ecc.
Una volta fece una cavalcata verso un villaggio distante alcune
ore di cammino con Fink ed altri, in particolare uno di Mom-
pelgard, senza chiedere il permesso alle autorita dello Sift.
Arrivati che furono, il cavallo del mémpelgardese si ammalo,
dimodoché non lo si poteva riportare indietro. Hegel e Fink
avrebbero potuto ritornare a Tubinga sui loro cavalli senza
che la loro assenza fosse notata e punita. Preferirono perd
restare assieme al compagno senza cavallo, fino a quando si
provide a quest’ultimo e si poté rientrare tutti. Cosi per al-
cune ore dovettero andare nel carcere dello Stift.
Una particolare attenzione, seppure accompagnata da gran-
de timidezza, Hegel dedicd nel 1791 alla figlia di un defunto
professore dell’universita di Tubinga, Hegelmeier. Si chiamava
Auguste ed abitava con la madre in casa di un fornaio, il qua-
le teneva, secondo quanto si usa nella Svevia e nel Palatinato,
una mescita di vino. La ragazza era molto bella e la bocca in
particolare deve essere stata incantevole. Una certa dose di ci-
vetteria e la coscienza dolcemente lusingata dalla possibilita di
conquistare molti cuori contribuivano solo ad aumentare le sue
grazie. Ogni sera aveva il compito di andare in cantina, e, dato
che per la disposizione della casa doveva necessariamente pas-
sare per il locale del fornaio, ivi si radunavano tutti i suoi ammi-
ratori, Hegel compreso, e cercavano di farle la corte. Una volta
giunsero persino ad organizzare un ballo per lei. Lo scudiero
dell’universita aveva tre figlie, a cui veniva reso assiduamente
omaggio. Il loro padre offri il padiglione del giardino in cui si
trovava un’ottima sala da ballo e li Auguste divenne la regina
della festa. Mori a Karlsruhe il 10 ottobre 1840, moglie del vice-
cancelliere del tribunale supremo di Mannheim, Krippendorf.
Nell’album non venne percié ricordato solo il grande ballo, ma
vi si dice anche: V. A! Vive la belle Augustine pour toi seul! ecc.
Hegel doveva essere andato molto in 1a in questo suo primo
interesse passionale per una ragazza, tanto che l’amico Elsner
scrisse il 10 maggio 1791 «come awvertimento» queste parole
sull’album: «Cos’é il favore di una ragazza? Dapprima riaccen-
de col calore materno le nostre pid care speranze, poi, simile
ad una gallina volubile, abbandona il suo rifugio e consegna la
prole gia in embrione alla morte e alla putrefazione».Ein Hauptelement aber des lebhaftesten geselligen Verkehrs
ward die Revolution. Als sie losbrach, ahnte fast Niemand den
Gang ihrer Entwicklung. Das blutige Gespenst des Terrorismus
storte noch nicht die Hingebung an das Schauspiel, einen Staat aus
der Idee des Staats, aus dem Begriff der fiir seine Existenz wesent-
lichen Machte, in die Wirklichkeit treten zu sehen, nachdem er die
abgewelkte Haut einer zur Liige, zum Unrecht gewordenen Vergan-
genheit durch den Act einer feierlichen Entsagung von sich gestreift
hatte. Mit unendlichem Enthusiasmus, mit dem reinsten Herzen
wandten sich die edelsten Deutschen diesem acht philosophischen
Schauspiel zu. Ein Klopstock und ein Schiller, ein Kant und ein For-
ster, ein Baggesen und ein Schlabrendorf, ein Merk und ein Jacobi,
begegneten sich in der gliihenden Erwartung einer sittlichen
Wiedergeburt Europa’s, nachdem die Rechte der Mensch-
heit decretirt waren. Soll man sich wundern, daf, unfern vom Rhein,
von Stra&burg, junge Manner in die entschiedenste Schwarmerei
fiir die Franzésische Revolution verfielen, daf sie durch das, was
in Frankreich geschah, auch zu einer Kritik heimischer Zustinde,
zu unbestimmten Hoffnungen fiir die Fortbildung derselben zu
hoheren Formen, aufgeregt wurden? — Es bildete sich im Stift ein
politischer Clubb. Man hielt die Franzdsischen Zeitun-
gen. Man verschlang ihre Nachrichten. Durch einen Apotheker,
der Mitglied des Clubs war, ward dies leidenschaftliche politische,
wiewohl harmlose, Interesse verrathen. Der Herzog Karl selbst kam
zur Untersuchung nach Tubingen. Der Hauptradelsfiihrer, ein Stift-
ler, entrann noch zu guter Stunde nach Stra8burg. Der Herzog war
aber weise genug, aus der Sache nicht viel zu machen. Die eifrigsten
Theilnehmer an dem Clubb waren die Mémpelgarder und das war
zu natirlich, um es ihnen grof zu verargen. Bei den iibrigen sah
man ein, dal die Poesie des Kosmopolitismus, welche in Schil-
ler bereits ihren Durchbruch gefeiert hatte, der jugendlichen
Unbestimmtheit nur zu gemaf ist und da die Schule des Lebens
selbst durch seine manigfaltige Bedingtheit am Besten von Ueber-
spannungen heilt. Die Aufregung der Studirenden wurde eine Zeit
lang noch durch den Umstand gesteigert, da das Emigrantencorps
des Grafen Mirabeau in dem benachbarten Rottenburg lag.
Lief sich einer von diesem Corps in Tiibingen blicken, so hatte er
viel zu leiden, besonders von den Mémpelgardern. Hausige Duelle
waren die Folge. Ja, als einst ein von den Emigranten gefangenereee ose
Ma un elemento dominante dei vivaci rapporti sociali era
la Rivoluzione. Quando scoppid, quasi nessuno prevedeva il
corso del suo sviluppo. Lo spettro sanguinoso del terrorismo
non disturbava l’abbandonarsi allo spettacolo di uno Stato
che si realizza dalla sua idea e dal concetto delle forze ne-
cessarie alla sua esistenza, dopo aver lacerato, con un atto di
festosa rinuncia, la pelle avvizzita di un passato trasformatosi
in menzogna e in ingiustizia. Con entusiasmo infinito, con i
cuori piti puri, i pid nobili fra i tedeschi si rivolsero verso que-
sto spettacolo schiettamente filosofico. Dopo la dichiarazione
dei diritti dell’uomo, personalita come Klopstock, Schiller,
Kant, Forster, Baggesen, Schlabrendorf, Merk e Jacobi si tro-
varono uniti nell’ardente attesa di una rinascita eti-
ca dell’Europa.Cé forse da meravigliarsi se, a poca
distanza dal Reno e da Strasburg, vi furono dei giovani che
caddero nella pit risoluta esaltazione della Rivoluzione fran-
cese e che attraverso gli avvenimenti francesi furono solleci-
tati ad una critica della situazione interna e portati a confuse
speranze di miglioramento di essa in forme pit elevate? Nello
Stift si fondd un club politico, si leggevano giorna-
li francesi e si divoravano le notizie. Questo interesse poli-
tico appassionato, ma innocuo, fu tradito da un farmacista,
membro del club. Lo stesso duca Carlo venne a Tubinga per
svolgere indagini. Il caporione, uno studente dello Stift, fece
appena in tempo a scappare a Strasburgo. Il duca fu comun-
que abbastanza saggio da non voler prender molto sul serio
la faccenda. I pit ardenti partecipanti al club erano i mém-
pelgardesi e questa era una cosa troppo owvia per potersela
prender troppo con loro. Per quanto riguarda gli altri ci si
accorse che la poesia del cosmopolitismo, che gia in Schil-
ler aveva festeggiato il suo erompere, é purtroppo consona
all’incertezza giovanile e che la scuola della vita guarisce di
per sé nel modo migliore dagli entusiasmi estremistici attra-
verso i suoi molteplici condizionamenti. Leccitazione degli
studenti crebbe ancora per un certo tempo per il fatto che
il gruppo degli emigranti facenti capo al conte Mirabeau ri-
siedeva nella vicina Rottenburg. Se qualcuno di essi si faceva
vedere a Tubinga, doveva subire molti affronti, soprattutto da
parte dei mémpelgardesi e il risultato erano frequenti duelli.Republicaner nach Tiibingen entrann, hielt man ihn mehre Tage im
Stift verborgen. Jenes Haupt des Clubbs, ein tiichtiger Musiker, ver-
anstaltete unter unverfanglichem Vorwand und Namen ein éffentli-
ches Concert, welches die Mittel lieferte, den Republicaner heimlich
tiber den Rhein schicken zu kénnen.
Hegel’s Vater war ein entschiedener Aristokrat. Der Sohn fand
sich vom Strom der Zeit fortgerissen und scheute iiber diesen Punct
mit dem Vater die heftigsten Debatten nicht. In jenem Clubb ward
er, der schon auf dem Gymnasium den Rousseau so viel und gern
gelesen und dem auf der Universitat Kant und Platon fiir diese Rich-
tung keinen Widerstand entgegensetzten, nicht nur einer der ent-
schiedensten Theilnehmer, sondern selbst Redner. Fiir das Aechte
und Grofe in der Franzésischen Revolution hat Hegel von dieser
Zeit ab stets eine zirtliche Verehrung behalten, wenn ihm auch
die Leerheit der bloRen Declamation von Freiheit und Gleichheit,
Menschenrechten, Volkswohl u. s. w. bald verleidet ward. In den
Stammbuchblattern finden wir fast alle Tone angeschlagen, welche
die Begeisterung fiir jenes gigantische Ereignif in den Jiinglingen
hervorlocken mubte. ,,J” tyrannos!“ withet der eine mit Hutten,
»Tod dem Gesindel!“ ruft ein anderer, ,, Vive /a Liberté! ein dritter,
»Vive Jean Jacques!" ein vierter, ,Et périsse a jamais l'affreuse politi-
que, qui prétend sur les coeurs un pouvoir absolu! ein fiinfter, ,, Vater-
land und Freiheit!“ ein sechster u. s. w. Am 5. October 1793 schrieb
Willing von Colmar: ,,S’i y avoit un gouvernement des anges, ils se
gouverneroient démocratiquement.“ Als Symbolum schrieb er hinzu:
pliberté raisonnée!“
Fiir den gemiithlichen Umgang waren im Stift Fallot und
Fink Hegel’s Hauptcamaraden. Jener schrieb 1791, 7. September
auf der Riickseite des Blattes, auf welchem er ihn am 12. Februar
desselben Jahrs als gebiickt hinschleichenden alten Mann gezeichnet
hatte: ,Mow chér ami, voici quelques jours, que nous avons deja fait
beaucoup de sottises en amour. J’espére, que tu te souviendras toujours
avec plaisir des soirées, que nous avons passées ensemble chez le bou-
langer, en buvant du vin de quatre batz et en mangeant des Butter-
Brezel.“ In Fink’s Stammbuch schrieb Hegel 1790, 4. September
diese damals beliebten Schlendrianverse:Ma quando un repubblicano prigioniero degli emigrati fuggi
a Tubinga, lo si tenne per molti giorni nascosto nello Swift. I]
presidente del club, un valente musicista, organizzo un con-
certo pubblico sotto un nome e un pretesto innocenti, onde
offrire la possibilita di mandare a casa il repubblicano attra-
verso il Reno.
Il padre di Hegel era un aristocratico convinto. II figlio si
trové trascinato dalla corrente del tempo e non aveva paura di
intavolare col padre le pit accese discussioni su questi argo-
menti. Nel club, lui che gia al ginnasio cosi spesso e volentieri
aveva letto Rousseau e a cui Kant e Platone nell’universita
non avevano opposto a questo indirizzo alcuna resistenza, era
non solo il pid deciso fra tutti i partecipanti, ma anche !’ora-
tore. Da questo periodo in poi Hegel ha sempre conservato
un’affettuosa venerazione per quanto di autenticamente gran-
de vi fu nella Rivoluzione francese, anche se lo disgustavano
la vuotezza delle astratte declamazioni sulla liberta, l’ugu:
glianza, i diritti dell’uomo, il bene del popolo ecc. Nelle pagi-
ne dell’album troviamo usate quasi tutte le tonalita che l’entu-
siasmo per quel gigantesco avvenimento dovette suscitare nei
giovani. «I” tyrannos!» si scaglia uno con Hutten, «Morte alla
plebaglia!» esclama un secondo, «Vive la Liberté!» un terzo,
«Vive Jean Jacques!» un quarto, «Et périsse a samais l'affreuse
politique, qui prétend sur les coeurs un pouvoir absolu!» un
quinto, «Patria e liberta!» un sesto e cosi via. II 5 ottobre 1793
Billing, di Colmar, scrisse: «S’i! y avoit un gouvernement des
anges, il se gouverneraient democratiquement». Come motto
aggiunge: «liberté raisonnée».
Per la loro gradevole compagnia gli amici migliori di He-
gel nello Stift erano Fallot e Fink. Il 7 settembre 1791, Fallot,
sul retro del foglio in cui il 12 febbraio dello stesso anno aveva
rappresentato Hegel come un vecchio curvo che avanza lenta-
mente, scrisse: «Mon chér ami, voici quelques jours, que nous
avons déja lait beaucoup de sottises en amour. J’espére que tu
te souviendras toujours avec plaisir des soirées que nous avons
passées ensemble chez le boulanger, en buvant du vin de
quatre batz et en mangeant des Butter-Brezel», Nell’album di
Fink Hegel scrisse, il 4 settembre 1790, questi versi di vecchio
stile, che allora piacevano molto:»Gliicklich, wer auf seinem Pfad
Einen Freund zur Seite hat;
Dreimal glitcklich aber ist,
Wen sein Madchen feurig siiftt.“
Auf der Riickseite schrieb er im folgenden Jahre:
»Schén schlof sich der letzte Sommer, schéner der itzige!
Das Motto von jenem war:
— Wein, von diesem: Liebe!
7. Octbr. 91.
VAN
Manche Vacanz brachte Hegel in Fink’s Geburtsort Kénigsborn
zu und Fink umgekehrt in Hegel’s vaterlichem Hause. Nach der
Trennung vom Seminar haben sie sich nur noch einmal wiedergese-
hen, als Fink durch Frankfurt a. M. reis’te, wahrend Hegel hier als
Hauslehrer lebte; - das unendlich wehmiithige Loos so vieler Ju-
gendfreundschaften! - Von berithmten Mannern in Hegel’s Stamm-
buch jener Zeit sei Matthisson erwahnt, der sich 1793 am 27.
Tuni in Tiibingen mit dem Horazischen: Virtus recludens immeritis
mori. s. f, einschrieb.
Die Dissertation pro magisterio 1790.
Die Stiftler machen zwei Jahr hindurch einen philosophischen,
drei Jahr lang einen theologischen Cursus. Der erstere wird iiblicher
Weise mit Erwerbung der philosophischen Doctorwiirde beschlos-
sen. Hegel wurde unter Storr’s Protectorate am 27. September
1790, also im zwanzigsten Jahr seines Lebens, von dem damaligen
Dekan der Tiibinger philosophischen Facultat, dem Professor der
Philosophie und Mathematik, Chr. Fr. Pfleiderer, zum Ma-
gister der Philosophie promovirt. Das Diplom ist in ganz
gewohnlichen Ausdriicken abgefat: post exploratam consuetis ex-
aminibus et edita eruditionis publica specimina.“ Diese bestanden in
einer Dissertation: de limite officioram humanorum, seposita animo-
rum immortalitate. Sectio prior. 4to. 28 pag. Im August hatte Hegel
dieselbe unter dem Vorsitz des Professors der praktischen EloquenzLIBRO T ave
Felice chi sul suo cammino
ha un amico che sta vicino;
ma tre volte pit beato
chi il suo amor bacié infocato.
Nell’anno seguente scrisse sul retro:
Bene si chiuse l’ultima estate, ancor meglio questa!
I] motto di quella era:
— Vino, di questa: amore!
7 ottobre "91
V. A!!!
Hegel trascorse alcuni periodi di vacanza a Kénigsborn,
paese natale di Fink, ¢ questi venne a sua volta ospitato nel-
la casa paterna di Hegel. Dopo la separazione dal Seminario
essi si rividero una volta sola (destino infinitamente triste di
tante amicizie!), quando Fink, durante un viaggio, passd da
Francoforte, mentre Hegel risiedeva 1a come precettore. Fra
gli uomini famosi che ritroviamo nell’album di Hegel, pud es-
sere ricordato Matthison”, che lascié traccia di sé i] 27 giugno
1793 a Tubinga con i versi oraziani: Virtus recludens immeritis
mori ecc.*®
LA DISSERTAZIONE «PRO MAGISTERIO» DEL 1790
Gli studenti dello St#ft seguivano per due anni un corso di filo-
sofia e per tre uno di teologia. Il primo corso si concludeva ge-
neralmente con I’acquisizione di un titolo accademico. Hegel
fu promosso, sotto il protettorato di Storr, Magister di filosofia
il 27 settembre 1790, a vent’anni percid, dall’allora decano del-
la facolta di filosofia dell’universita di Tubinga, il professore di
filosofia e matematica Chr. Fr. Pfleiderer. Il diploma é redatto
in termini alquanto banali: «post exploratam consuetis exami-
nibus et edita eruditionis publica specimina». Questi specimina
consistevano in una dissertazione: de limite officiorum buma-
norum, seposita animorum immortalitate. Sectio prior. 4to. 28
pp. In agosto Hegel la discusse pubblicamente di fronte ad
una commissione che aveva come presidente il professoreund Poesie, A. Fr. Bk, éffentlich vertheidigt. Die Veranlassung gera-
de zu seinem Thema hatte Hegel aus der Aufgabe entnommen, welche
die Curatoren des Stolpian’schen Legates ein Jahr zuvor zur Preisbe-
werbung ausgestellt hatten: ,,an sint officia, ad quae hominem natura ob-
ligatum esse nequeat demonstrari, nisi posita animorum immortalitate?*
Hegel erzahlt dies selbst im Proémium und meint zugleich, da solche
praktische Fragen immer einen grofen Reiz fiir die Menschen behaup-
ten wiirden, wenn es auch den Anschein haben kénnte, als ob sie durch
die Leistungen der Philosophen schon erschépft seien. Er wollte seine
Untersuchung in zwei Theile zerlegen. Im ersten, den er in der Disser-
tation abhandelte, fragte er: ad quaenam officia, et quibusnam stimulis
impelli possit homo, etismsi nulla ipst esset vitae exspectatio, idque tam
seposito quam posito etiam Deo?“ Im zweiten Theil, den er schuldig
blieb, wollte er die Grenzen der Pflichten naher angeben und zusehen:
quid sit illud in virtutis studio summum, quod sine certa spe vitae ani-
morum perennis omni destitutum esset rationts fundamento.“
Diese Abhandlung zeigt uns nun einerseits das Studium der
Kantischen Philosophie, anderseits den Kampf mit derselben
und den Versuch, iiber ihren Dualismus hinauszukommen. Hegel
geht davon aus, da& in der menschlichen Natur Sinnlichkeit
und Vernunft so gleichsam verwachsen sind, daf beide Machte
nur ein Einziges Subject begriinden: ,sensus cum ratione sie qua-
Si coaluit, ut vis utraque unum constituat subjectum.“ Von rein
moralischen Handlungen kénne daher nickt die Rede sein, vielmehr
nur von solchen, welche Triebfedern aus der Sinnlichkeit mit in sich
schléssen. In dem einzelnen Menschen entstiinden aber durch das
ungleiche Verhaltni& von Sinnlichkeit und Vernunft verschiedene
Stufen der sittlichen Bildung, weil der Mensch nur allmilig dazu
gelange, die Sinnlichkeit den Gesetzen der Vernunft schlechthin zu
unterwerfen. Denken wir uns nun einen Menschen, welcher die Un-
sterblichkeit der Seele mit volliger Ueberzeugung leug-
net, namlich so, daf er von unseren freien Handlungen nach die-
sem Leben weder im Guten noch im Bésen irgend eine Wirkung
erwartet und folglich zwischen der Gegenwart und Zukunft, einem
Diesseits und Jenseits, allen moralischen Zusammenhang
aufhebt. Denken wir uns, fahrt Hegel fort, diesen Menschen von
edlem Geist, eifrig auf die Férderung seines Heils bedacht und
strebsam, ein der Vernunft wiirdiges Leben zu vollbringen. Was fiir
einen allgemeinen, mit seiner Meinung ibereinstimmenden‘cecaaunaee, To
di eloquenza pratica e di poesia A. Fr. Bék*. Il motivo per
cui Hegel scelse proprio questo argomento é da ricercare nel
quesito che un anno prima i curatori del Legato Stolpian ave-
vano stabilito per il concorso: «an sint officia, ad quae homi-
nem natura obbligatum esse nequeat demonstrari, nisi posita
animorum immortalitate?». Hegel racconta tutto questo nel
proemio e ritiene inoltre che tali domande di carattere pratico
abbiano sempre presentato un grande fascino per gli uomini,
anche se esse sono state apparentemente risolte dalle indagini
dei filosofi. Volle scomporre la sua ricerca in due parti. La
prima, esposta nella dissertazione, poneva il problema: «ad
quaenam officia, et quibusnam stimulis impelli possit homo,
etiamsi nulla ipsi esset vitae expetatio, idque tam seposito quam
posito etiam Deo?». Nella seconda parte, di cui ci € restato de-
bitore, voleva specificare e vedere pit da vicino «quid sit illud
in virtutis studio summum, quod sine certa spe vitae animorum
perennis omni destitutum esset rationis fundamentom.
Questo trattato ci mostra da una parte lo studio della fi-
losofia kantiana, dall'altra la lotta ingaggiata con essa e il ten-
tativo di uscir fuori dal suo dualismo. Hegel comincia con
Vosservare che nella natura umana la sensibilita e
Pintelletto sono cresciuti cosi assieme da costituire un
unico soggetto: «sensus cum ratione sic quasi coaluit, ut vis
utraque unum constituat subjectum». Non si potrebbe percid
parlare di azioni puramente morali, ma piuttosto di azioni
che racchiudono in sé stimoli di origine sensibile. Nel singolo
uomo peré, dato il rapporto non costante di sensibilita e
intelletto, vi sarebbero diversi gradi di formazione etica,
poiché l’uomo riesce solo gradualmente a sottoporre comple-
tamente la sensibilita alle leggi della ragione. Immaginiamo
oraunuomo, il quale neghi con completa con-
vinzione l’immortalita dell’anima, cioé in modo tale da
non aspettarsi dalle nostre libere azioni alcun effetto né in
bene né in male dopo questa vitae da togliere ogni
connessione morale trail presente eil futuro, fra un
al di qua e un al di la. Immaginiamo, continua Hegel, quest’uo-
mo di spirito nobile, pieno di zelo per l’esigenza della sua felicita,
intento e desideroso di trascorrere una vita degna della ragione.
Quale fine universale della vita, che concordi con le sueZweck des Lebens wird sich ein solcher vorsetzen? - Da ein solcher
Mensch das Bewufttsein und die Erinnerung an das Vergangene fir
sich als einst vollig verschwindend denkt, als hatte er dies Leben
gar nicht gelebt, so entbehrt er den wiinschenswerthen Trost der
Bestandigkeit (perpetuitas) des Lebens und seiner Empfindung. Der
Verlust desselben muf ihm harter erscheinen und um so mehr, je
lebendiger sein Bewuftsein, je gewisser und langer dauernd bei ihm
jene Voraussicht ist. ,Eorum, quae ads unt, usus varits vicissitudini-
bus est obnoxius, gradus partim a potestate hominis, partim a fortuna
pendens, duratio incerta, eventus mortturo nullus.“ Einerseits wird
er daher auch das Aeuferste menschlichen Geschicks mit tapfe-
rem Geist aufnehmen, anderseits dem gegenwartigen Moment des
Handelns um so grofvere Kraft widmen. Er wird ferner in Ansehung
der Uebel, welche einmal von dem menschlichen Loose untrennbar
sind, vorsichtiger und in ihrer Bekampfung umsichtiger sein, um in
dem endlichen Zeitraum des Lebens fur sich ein Minimum des
Uebels undein Maximum des Guten hervorzubringen. Er
wird mithin sowohl in der Schatzung der Qualitat der Giter, als
in der Art und Weise, sich die grfte Quantitat derfelben
zu erstreben, von anderen Menschen, welche nach diesem Leben
Unsterblichkeit und mit derselben verbundene gréfere Giiter
erwarten, sich sehr unterscheiden.
Die Pflichten, welche ein solcher in seiner Ethik aus der Natur
des Menschen ableiten wird, sind: 1) Pflichten der unmittelbaren
Nothwendigkeit oder des Instincts; 2) des Vergniigens;
3) des Nutzens und 4) der Vollkommenheit, namlich der
Schénheit, SeelengréBe u. s. w. Diese verschiedenen Pflichten geht
Hegel durch und zeigt, da zwar jede derselben ohne Riicksicht auf
Gott und Unsterblichkeit gedacht werden kann, dal jedoch die Er-
fiillung derselben einen ganz anderen Reiz erhilt, wenn man sie als
Ausdruck der Nothwendigkeit eines h6chsten Willens, eines
unendlich machtigen, weisen und guten Gottes denkt, der sich
in der Ordnung und in den Gesetzen der Natur manifestirt und Al-
les, was geschieht, mit genauester Kenntnif leitet. Vorziiglich, meint
Hegel, gewinnen die Pflichten der Vervollkommnung von diesem
Standpunct aus, weil der Mensch erst mit der Voraussetzung Got-
tes das All als vollendetes Ganze anschauen und sich
. Biirger im Reich des gré&ten und besten Herrschers betrachten
conne.eet
convinzioni, si porra un tale uomo? Poiché costui considera
per sé del tutto scomparsi la coscienza e il ricordo del passa-
to, come se egli non avesse vissuto questa vita, rinuncia in tal
modo alla desiderabile consolazione della permanenza (per-
petuitas) della vita e della percezione di essa. La perdita della
vita deve apparirgli pit: dura e cid maggiormente quanto pitt
viva é la sua coscienza, quanto piti consapevole e di pit lunga
durata é in lui quella previsione. «Eorum, quae adsunt, usus
varits vicissitudinibus est obnoxius, gradus partim, a potestate
hominis, partim a fortuna pendens, duratio incerta, eventus mo-
rituro nullus». Da un lato egli dovrebbe percid accettare con
coraggio i casi estremi dell’umano destino, dall’altro dedicare
al momento presente dell’azione una forza tanto pitt grande.
Egli sara inoltre pitt guardingo bei confronti dei mali che sono
inscindibili dalla sorte umana e pid accorto nel combatterli,
in modo da produrre per sé al termine della vitaun mini-
mo di male eun massimo di bene. Eglisi
distinguera molto, percid, sia nella valutazione della qua -
lita dei beni che nel modo specifico di tendere alla maggior
quantita possibile di essi, da tutti gli altri uomini che si
attendono l’immortalita dopo questa vita e di conseguenza
dei beni maggiori.
I doveri, che nella sua etica un tale uomo potrebbe dedur-
re dalla natura umana, sono: 1) doveri dell’immediata ne -
cessita odell’istinto;2) del piacere;3)dell’utile;
4) della perfezione, ossia della bellezza, della grandez-
za d’animo ecc. Hegel passa in rassegna questi diversi doveri
e dimostra come ciascuno di essi possa bensi essere pensato
senza far riferimento a Dio e all’immortalita, ma che tuttavia
l'adempimento di essi ha in questo caso un tutt’altro fascino
se lo si pensa come espressione della necessita di una vo -
lonta pid alta,diun Dio onnipotente, infinitamen-
te buono e infinitamente saggio, che si manifesta nell’ordine
e nelle leggi della natura e dirige tutti gli avvenimenti con la
pil esatta conoscenza. In particolare, ritiene Hegel, da questo
punto di vista si avvantaggiano i doveri di perfezione, poi-
ché l'uomo solo presupponendo Dio pué intuire il tutto
come totalita conchiusa econsiderarsi cittadi-
no del regno del pit grande e migliore dei sovrani.Den zweiten Theil der Abhandlung, worin er von der Grenze
der Pflichten eines nicht an die Fortdauer nach dem Tode Glau-
benden sprechen wollte, ist Hegel schuldig geblieben. Wie sie vor-
liegt, spricht sie den Kampf mit der damaligen Weltansicht, der der
Aufklirung, deutlich genug aus. In Kant’s Philosophie hatte die
Aufklarung ihre héchste und systematische Ausbildung erhalten.
Nach Kant bedurfte der Mensch des Glaubens an Unsterb-
lichkeit und, um diesem einen Inhalt zu geben, des Glaubens an
einen das Gute im Jenseits belohnenden, das Bése bestrafenden
Gott. Hegel leugnete weder Gott noch Unsterblichkeit, wollte
aber den Versuch machen, zu sehen, ob ohne jene Voraussetzung
nicht dennoch Pflichten bestehen miissen, nicht dennoch
Tugenden geiibt werden kénnen? In moralischer Hinsicht
wollte er somit die praktische Vernunft in vélliger Uneigenniitzig-
keit als Selbstzweck geltend machen. Fir die Verwirklichung ihrer
Nothwendigkeit rechnete er den Glauben an Gott nur unter die
Triebfedern, das, was die Pflicht gebeut mit noch ganz anderer
Innigkeit zu thun. Fir Hegel’s philosophische Bildung war in dieser
Auffassung unstreitig der wichtige Punct enthalten, daft, indem er
den Menschen praktisch ganz auf die Sache stellte, er diesen
Schritt auch theoretisch that und die uneigennitzige
Betrachtungsweise sich zum Bewultsein brachte, welche
ganz objectiv verfahrt und in den Bestimmungen des Was sich
befriedigt. Man muf nicht etwas fiir wahr halten wollen, weil man
es winscht. Die theoretische Gleichgiltigkeit, dem
Begriff nichts vorauszusetzen, ist vor Allem dem Philo-
sophen nothwendig, der ohne Leidenschaft, ohne Vorurtheil, ohne
Bestechung durch Auctoritét oder Egoismus erkennen soll, was an
und fiir sich wahr ist. Die Plattheit nimmt solche Atararie des Selbst-
bewuktseins freilich oft genug fiir Kalte des Gemiiths und schilt die
theoretische Unbefangenheit in Ansehung des Begriffs Gottes und
der Unsterblichkeit sogleich Atheismus. Diese Stuse des rein sach-
lichen Muthes, welcher die Beziehung einer Bestimmung auf
Gott oder auf die persdnliche Fortdauer vorerst aus dem Spiel lat,
muBte Hegel als das specifische Pathos des Philosophiren-
den zuerst in sich befestigen und er driickte sich ebenso deutlicheee
Hegel ci é restato debitore della seconda parte del trat-
tato, in cui avrebbe dovuto parlare dei limiti dei doveri per
una persona che non crede nell’esistenza dell’anima dopo la
morte. Cosi come lo possediamo, tale saggio esprime abba-
stanza chiaramente la lotta ingaggiata con l’illuminismo, la
concezione del mondo allora dominante che aveva raggiunto
nella filosofia kantiana il pit alto e sistematico grado di svi-
luppo. Secondo Kant l'uomo ha bisogno di credere
nell’immortalita e, per dare ad essa un contenuto, in un Dio
che ricompensa il bene e punisce il male commesso in que-
sto mondo. Hegel non negava né Dio, né |’immortalita, ma
voleva indagare se senza quel presupposto dovessero
continuare ad esisterei doveri e potessero essere
esercitate le virtt. Da un punto di vista morale voleva con cid
far valere come fine in sé, in modo completamente di-
sinteressato, la ragion pratica. Per quanto concerne il divenir
effettuale della sua necessita, considerava il credere in Dio
solo tra gli im pulsi a compiere quel che il dovere, con
ben altra intimita di convinzione, comanda. In tale concezio-
ne era indubbiamente contenuto un punto importante per la
formazione filosofica di Hegel, che, cioé, il porre prati-
camente l’uomo su un piano affatto oggettivo significava
fare un passo avanti anche teoreticamente eportare
a livello coscienziale il modo di considerare
le cose disinteressatamente, che opera con
grande obbiettivita e si accontenta della determina-
zione del «cos’é?». Non si deve ritenere qualcosa come vera,
perché si desidera che lo sia. Lindifferenza teo-
retica,ilnon presupporre nulla al concetto,
é la qualita pit: indispensabile per il filosofo, che deve rico-
noscere cid che é in sé e per sé vero, senza essere influenzato
dalla passione, dai pregiudizi e dagli allettamenti dell’autorita
o dell’egoismo. Linsulsaggine scambia abbastanza spesso tale
atarassia dell’autocoscienza con la freddezza d’animo e taccia
immediatamente d’ateismo |’imparzialita teoretica in relazio-
ne al concetto di Dio e di immortalita. Hegel dovette dappri-
ma rafforzare in se stesso, come specifico pathos
del filosofare, questo punto di vista che va direttamente alle
cose e che mette fuori gioco il rapporto di una determinazioneals energisch in den Anfangsworten seiner Dissertation dariiber aus:
»Qualemcunque quis de rerum mundanarum origine ac linibus foveat
opinionem; sive eas curae divinae subjiciat, seu Divinitatem de medio
tollat; sive animos credat immortales, seu cum corpore interituros, in
us tamen, quae in ipsa rerum natura peraguntur atque om-
nium sensu externo internoque percipiuntur, nulla opinio quidquam
poterit immutare.“
Dissertation pro candidatura examinis consistorialis
1793.
In Folge seines Studiums der Philosophie einerseits, der positi-
ven Theologie anderseits gerieth Hegel in einen heftigen Kampf mit
der ganzen damaligen Zeitbildung. Die Romantik der Orthodoxie
geniigte ihm in ihrer todten Buchstablichkeit so wenig, als die mo-
ralische Beengtheit der Aufklarung. Er studirte das Neue Testament
sorgfaltig, um, wie man es spaterhin auszudriicken anfing, das Ur-
christenthum von derjenigen Gestalt zu sondern, welche die folgen-
den Zeiten daraus entwickelt haben. Er bemithte sich, den Begriff
des Fetischglaubens, wie er es nannte, von dem der Ver-
nunftreligion zu sondern und beide durch die Phantasie in
einer lebendigen Volksreligion zu vereinen, bei welcher letz-
teren ihm damals vorziiglich die Hellenischen Zustande vorschweb-
ten. Die Vernunftreligion als solche behandelte er im Kant’schen
Sinne als ein unerreichbares Ideal. Mit groRer Scharfe unterwarf
er die kirchliche Form der éffentlichen Religion, wie die moralisi-
rende Form der Privatreligion der Kritik und geielte in seinen Er-
giissen vorziiglich auch die Oede der leblosen Gelehrsamkeit wie die
sittenverderbliche AnmaBung der splitterrichterischen Sittenpolizei
der Geistlichen. Der Dualismus, in welchen sich Hegel dadurch ver-
setzt fand, daft er die Berechtigung der Aufklarung zur subjectiven
Freiheit durchaus anerkannte, daf er aber objectiv gar kein Genii-
gen an der von ihr beherrschten Wirklichkeit hatte, war wohl die Ur-
sache, daf er zum Gegenstand seiner the ologischen Abhand-
lung, die er, zur gesetzmafigen Absolution der Candidatenpriifung
im Herbst 1793 liefern multe, ein Thema wihlte, welches die in ihmeee
con Dio o con l’immortalita personale. Su questo punto si
espresse in modo tanto chiaro quanto energico all’inizio della
sua dissertazione: «Qualemcunque quis de rerum mundana-
rum ortgine ac finibus foveat opinionem, sive eas curae divinae
subjiciat, seu Divinitatem de medio tollat; sive animos credat,
immortales, seu cum corpore interituros, in tis tamen, quae in
ipsa rerum natura peraguntur atque omnium sensu
externo internoque percipiuntur, nulla opinio quidquam potertt
immutare».
DIsSERTAZIONE «PRO CANDIDATURA EXAMINIS CONSISTORIALIS»
DEL 1793
In seguito allo studio della filosofia da una parte e della teo-
logia positiva da un'altra, Hegel comincia una lotta violenta
contro la cultura del suo tempo. II romanticismo dell’orto-
dossia, con la sua morta aderenza alla lettera, lo soddisface-
va tanto poco quanto la limitatezza morale dell’illuminismo.
Studiava accuratamente il Nuovo Testamento per sceverare,
come ci si comincié ad esprimere pit tardi, il cristianesimo
primitivo da quella forma che il periodo seguente ha svilup-
pato da esso. Si sforzava di separare il concetto della fede
feticistica, come la chiamava, dalla religione razionale
e di unificare entrambe in una religione popola-
re vivente, il cui modello era offerto specialmente dall’antica
Grecia. Considerava la religione razionale, in quanto tale, un
ideale irraggiungibile in senso kantiano. Con grande acu-
tezza sottopose a critica la forma chiesastica di religione pub-
blica come pure la forma moralizzante della religione privata
e, in tono aggressivo, sferzd soprattutto sia la vacuita della
morta erudizione sia l’arroganza corruttrice della vita etica
esercitata dalla polizia dei costumi dei preti, che va a cercare
la pagliuzza negli occhi degli altri. Il dualismo in cui Hegel
si dibatteva (quello, cioé, di riconoscere in assoluto il dirit-
to dell’illuminismo alla liberta soggettiva, ma di non provare
alcuna contentezza nella realta da esso determinata) fu certa-
mente la causa per cui egli, come argomento del suo trattato
teologico™, che dovette consegnare nell’autunno del 1793 pervorhandene Gahrung gar nicht zum Wort kommen lie. Er schrieb
namlich in der Manier S pittler’s und Plank’s mit griindlicher
Quellenforschung, welche in den Anmerkungen auf die geringsten
Details eingeht, eine Abhandlung:
De ecclesiae Wirtembergicae renascentis calamitatibus.
Tubingae, 80 p. 4to.
Er vertheidigte sie im Juni. Das Datum ist auf dem Titel nicht
bemerkt. Achtzehn angehangte Thesen beziehen sich einem Drit-
tel nach auf den Inhalt der Dissertation, die anderen besonders auf
den Unterschied des Protestantismus vom Katholicis-
mus. Die Abhandlung selbst ist ganz dem Particularinteresse der
Wiirtembergischen Kirche gewidmet. Die Verdienste des Herzog
Ulrich, der Reformatoren Melanchthon und Brentius,
werden mit grofer Genauigkeit entwickelt. Der Zustand der Phi-
losophie in Wiirtemberg zur Zeit der Reformation wird §. 12. be-
schrieben.
Hegel, Hélderlin und Schelling.
Von den Commilitonen, mit welchen Hegel auf dem Stift in wis-
senschaftlich freundschaftlichem Verkehr stand, miissen zwei be-
sonders hervorgehoben werden, Holderlin und Schelling.
So sehr Hegel von der Aufklarung ergriffen war, so wenig war er ihr
unbedingter Verehrer. Die Weite seines Geistes barg viele Welten
in sich, deren Kampf miteinander still und nachhaltig in ihm eine
hdhere Anschauung aller Dinge bereitete. Die Intensitat, womit er
bereits auf dem Gymnasium zu Stuttgart das Wesen des Griechent-
hums, namentlich die Poesie eines Sophokles, in sich aufgenommen,
bildete an sich schon eine unmittelbare Reaction gegen das Frosti-
ge, Anschauungslose, Diirftige, worauf die Verstandigkeit der Auf-
klarung immer sichtbarer hinauszulaufen anfing. In Hélderlin fand
Hegel die Liebe zum Griechenthum bis zum Extrem concentrirt.
Die Einseitigkeit Hélderlin’s entzweite ihn mit Deutschland und der
Gegenwart unheilbar. Eben das Element, aus welchem er dich-
tend den héchsten Zauber hervorlockte, ward fiir ihn im Leben
das vernichtende. Er war, gleichaltrig mit Hegel, 1770 zu Reislingen
in Schwaben geboren und sollte in Tiibingen Theologie studiren.eee
poter regolarmente sostenere |’esame concistoriale, scelse un
tema che non gli permise di esprimere i fermenti presenti in
lui. Scrisse percid, nella maniera di Spittler e di Plank, con
profonda documentazione, ma senza entrare in dettagli mi-
nuziosi, un saggio dal titolo:
De ecclesiae Wirtembergicae renascentis calamitatibus.
Tubingae, 80 pp. 4to.
La discussione di esso ebbe luogo in giugno. Sul titolo non
@ segnata la data. Sulle diciotto tesi annesse, un terzo si riferi-
scono al contenuto della dissertazione, le altre in particolare
alla differenza fra protestantesimo e cattoli-
cesimo. II trattato é interamente dedicato all’interesse
particolare della chiesa wiirttemberghese. Vengono esposti
con grande esattezza i meriti del duca Ulrich e dei riformatori
Melantone e Brentius. Nel par. 12 é descritta la situazione del-
la filosofia nel Wiirttemberg al tempo della Riforma.
HEGEL, HOLDERLIN E SCHELLING
Fra i compagni dello Stift con cui Hegel intratteneva dei rap-
porti amichevoli sul piano scientifico, due soprattutto fanno
spicco: Hélderlin e Schelling. Quanto pit: Hegel era imbevu-
to di illuminismo, tanto meno ne era un incondizionato am-
miratore. La vastita del suo spirito celava in sé molti mondi,
la cui lotta reciproca, lunga e silenziosa, preparava in lui una
pit alta visione delle cose. Lintensita stessa con cui, fin dalla
fine del ginnasio, accoglieva in sé l’essenza della grecita, e in
particolare la poesia di Sofocle, creava gia in lui un antido-
to attivo contro tutto quel che dall’iniziale sensatezza andava
trasformandosi nell’Iluminismo in qualcosa di freddo, di in-
tellettualistico e di arido. Hegel trovo in Hélderlin concentra-
to all’estremo quell’amore per la grecita. Questa unilaterale
predilezione pose Hélderlin in insanabile contraddizione con
la Germania e col proprio tempo. Fu proprio |’elemento da
cuilasua poesia traeva il maggior fascino a distruggere
la sua vita. Hélderlin, che aveva la stessa eta di Hegel,
era nato a Neislingen in Svevia nel 1770 € aveva studiatoDen Roman Hyperion soll er schon auf dem Stift begonnen haben.
Hegel schlo& mit ihm eine innige Freundschaft. Am 12. Febr. 1791
schrieb Hélderlin in Hegel's Stammbuch Géthe's Worte: ,,Lust und
Liebe sind die Fittige zu grofen Thaten“; und als Symbolum: ,,"Ev
kai nav" ~ Holderlin verlieS nach beendigten Studien Tiibingen,
um nach Jena zu gehen, wo er Fichte’s begeisterter Zuhérer ward
und Hegel durch seine brieflichen Berichte mitbegeisterte.
Mit Hélderlin, Fink, Renz und anderen Freunden las und durch-
sprach Hegel, sicheren Nachrichten zufolge, Platon (noch sind
einige seiner damaligen Uebersetzungsversuche aus Platon vorhan-
den), Kant, Jacobi’s Woldemar und Allwill, die Briefe iiber
Spinoza und Hippel’s Lebenslaufe in aufsteigender Linie.
Hegel’s Vorliebe fiir den Humor Hippel’s ist aus seinen spateren
Urtheilen dariiber (z. B. Aesthetik II, 228 ff.) hinreichend bekannt.
In den Hegel’schen Kreis trat im Herbst 1790 Schelling. Sein Vater
war damals Pralat und Rector zu Bebenhausen, spater zu Maulbro-
on (vergl. Paulus Memorabilien S. 94). Er brachte den Sohn selbst
nach Tiibingen in’s Stift und bezeichnete ihn bei dieser Gelegenheit
als ein praecox ingenium. Man nennt in Schwaben diejenigen, wel-
che gemeinschaftlich von einem niederen Seminar zu einem hohe-
ren entlassen oder iiberhaupt, auch im Stift, von einer Altersclasse
in eine andere versetzt werden, eine Promotion und die Einzelnen,
welche daran Theil nehmen, Compromotionalen. Der er-
ste einer solchen Promotion iibt auf seine Mitglieder und dadurch
auch auf Andere einen grofen Einflu& aus. Obschon daher Schel-
ling noch nicht fiinfzehn Jahr bei seinem Eintritt in’s Stift zahlte,
so eréffnete ihm doch seine Stellung als Erster bei der Promotion
jenen politischen Clubb, von welchem friiher erzahlt ward. Seine
Kenntnif des Hebraischen war es vorziiglich, auf welcher au-
Berdem seine Geltung im Stift beruhete. Hegel war um fiinf Jahre
alter, als Schelling und schon Magister der Philosophie, als derselbe
erst nach Tiibingen kam; sie standen somit zunachst weit genug von
einander. In jenem Clubb erst begegneten sie sich und die politische
Sympathie fihrte sie allmélig auch zu einem freundschaftlichen und
wissenschaftlichen Umgang. Daf die Philosophie als solche damals
eine directe Verbindung unter ihnen begriindet hatte, scheint
nicht der Fall gewesen zu sein. Man darf das Verhaltnif der Jenen-
set Periode nicht auf diese frihere iibertragen. Bis jetzt ist Hegel