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eee ey sorvegli i suoi studi con una certa pedanteria e sottoponga i suoi metodi di lavoro ad un’accurata critica, come in un componimento del marzo 1786 sul cosiddetto Excipiren'); per quanto egli, avaro del suo tempo, annoti talvolta di aver fatto una sana passeggiata di un’ora, non mancano tuttavia le testimonianze di come si sia spesso abbandonato ai richiami della vita. Frequenta i concerti di corte e si rallegra per le ragazze che ha occasione di vedere. Frequenta la chiesa cat- tolica, rifiuta il culto della messa, ma loda Ja predica. Nota un bel cavallo che viene condotto per la strada. Nota in una societa la diversita degli interessi ¢ il loro diverso grado. Non gli sfuggono i contadini ubriachi alla fiera annuale. La super- stizione degli abitanti di Stoccarda per quanto riguarda la tre- genda degli spettri'? lo spinge alla collera e alla vergogna; egli osserva con piacere come un concerto serale del signor von Tiirkheim e l’accompagnamento delle carrozze con le fiaccole abbiano dato occasione al rinnovo dell’antica credenza, e cosi esclama: «O tempora, o mores! Accaduto nel 1785! Oh, oh!». Come elemento dominante di questi appunti di diario é da osservare il sempre rinascente interesse per i] concetto della storia. manuale dello Schréckh” ottiene presso il giovane un grande successo per non essersi limitato sempli- cemente alla nomenclatura, alla cronologia o alla rappresen- tazione di battaglie in cui sono implicati un paio di centinaia di uomini, ma per essersi rivolto anche ad interessi culturali. Si rallegra per aver ricavato da esso un concetto, per quanto dapprima oscuro ed unilaterale, della storia prammati- ca. Vuole ricercare quali passioni agiscano sugli uomini in maniera pid violenta. La lettura di Livio costituisce per lui una data importante. Giunge a dire che potrebbe accadere qualcosa per quanto riguarda il rischiaramento dell’uomo comune, maritiene questo molto diffici- le, per quanto si rivolga espressamente l’obiezione di non aver ancora studiato filosoficamente la storia per poter affrontare un simile problema. II suo giudizio su argomenti di storia si precisa molto presto, e gia nel 1785 vengono a galla asserzioni che lo pongono in contrasto con i suoi maestri. Ad esempio, il professor Offterdinger'* aveva spiegato in classe Pofferta di un gallo ad Esculapio da parte di Socrate con la der Unbewuftheit erklart, mit welcher das Gift den Sokrates schon erfiillt gehabt habe. Das war so recht im Wesen der damaligen Epo- che, welche Sokrates ohne allen Aberglauben haben wollte. Hegel war auch ganz von dem Aufflarungsprincip ergriffen und wagte es nicht, die Schwachung des BewuBtseins durch das Gift ganz weg- zuleugnen, meinte aber doch, Sokrates habe neben dieser Ursach auch gedacht, weil es Sitte sei, wolle er durch Unterlassung dieser geringen Gabe den Pobel nicht vollends vor den Kopf stofen. In der Auffassung selbst erscheint die Reflexion auf den Wider- spruch charakteristisch, z. B. dal jedes Gute auch seine bse Seite hat, oder daf ein Mensch in dem Augenblick stirbt, in welchem er fiir seine Selbsterhaltung noch den Léffel mit Suppe zum Munde fiihrt. Er macht seinem Zeitalter namentlich zum Vorwurf, so oft we- gen der Hohe seiner Bildung und Aufklarung sich zu rihmen und das Alterthum seines Aberglaubens halber gegen sich herabzuset- zen, wahrend doch der Glaube an Engel und Teufel nur eine Repro- duction des antiken Damonenglaubens sei, welchen die Aufklarung selbst als Illusion behandle. Und so opsere man zwar nicht mehr unmittelbar den Gottern, aber man mache im Christenthum bei Ka- tholiken und Lutheranern den Priestern Geschenke, um durch sie auf Gott zu wirken, was ein noch gréRerer Aberglaube, eine noch grofere Thorheit sei. Gegen das weibliche oder, wie er sagt, schwachere Geschlecht nimmt der fleifige Schiiler eine mehr indifferente Stellung an. Er vermeidet es nicht, so wenig als er von seiner Lectiire Romane aus- schlieft, wie er denn von Sophiens Reise sich gar nicht losrei- Ben kann. Er sucht aber auch den weiblichen Umgang nicht gerade auf. Im Allgemeinen hilt er ihn fiir nothwendig, weil nur durch ihn die Schlacken der geselligen Bildung abgeworfen werden kénn- ten, denn die Weiber, meinte er, haben das Monopol von Lob und Tadel. Etwas, das man eine Handlung oder Begebenheit nennen kénn- te, kommt in diesem Tagebuch gar nicht vor. Im December 1785 hatte Hegel zu einem Eramen sich sehr angestrengt, wurde krank, bekam ein groes Geschwiir am Halse und mufte sich endlich, nachdem er viele Schmerzen ausgehalten, unter der Leitung des Arztes Consbruch operiren lassen. Unter seinem Umgang er- scheinen nach Léffler’s Tode vorziiglich die Professoren Ho pf und CloB8. Léffler’s Tod war eigentlich fiir thn nachst dem Tod seiner eee To perdita di coscienza che il veleno aveva provocato in lui. Tut- to questo era nello stile dell’epoca, che voleva Socrate privo di qualsiasi superstizione. Anche Hegel era completamente imbevuto di principi illuministici e non os6 rifiutare comple- tamente la spiegazione dell’indebolimento della coscienza a causa del veleno, tuttavia ritenne che Socrate, accanto a que- sto motivo, avesse anche pensato che, poiché era costume, non valeva la pena per questa piccola offerta offendere i sen- timenti del popolo. Nel modo di intendere stesso appare caratteristica la ri- flessione sulla contraddizione, ad es. che ogni cosa buona ha anche il lato cattivo o che un uomo muore nello stesso mo- mento in cui porta col cucchiaio la minestra alla bocca per la propria conservazione. Rivolge esplicitamente alla propria epoca il rimprovero di gloriarsi cosi spesso dell’altezza della sua cultura e dei suoi lumi e di abbassare rispetto a sé |’anti- chita a causa della sua superstizione, mentre la credenza negli angeli e nei diavoli é solo una riproduzione dell’antica cre- denza nei demoni, che l’illuminismo stesso considerava come un’illusione. E cosi si fanno offerte non pit: immediatamente agli dei, ma, sia presso i cattolici che presso i luterani, regali ai preti per poter influire su Dio attraverso essi, la qual cosa é una superstizione ancora maggiore e una sciocchezza ancora pit grande. Di fronte alle donne, o come dice, al sesso debole, il dili- gente scolaro assume una posizione pili distaccata; non le evi- ta, cosi come non esclude i romanzi dalle sue letture e come non pud staccarsi dal Viaggio di Sophia. Non coltiva perd di proposito le amicizie femminili. In generale le considera necessarie, perché per loro tramite possono essere tolti i di - fetti dell’educazione di societa, in quanto le donne, egli crede, hanno il monopolio della lode e del biasimo. In questo diario non appare affatto qualcosa che possa chiamarsi un’azione o un avvenimento. Nel dicembre del 1785, essendosi affaticato molto per un esame, si ammals, gli venne un grosso ascesso sul collo e dovette alla fine, dopo aver molto sofferto, lasciarsi operare dal medico Consbruch. Tra le sue conoscenze appaiono dopo la morte di Léffler di preferenza i professori Hopf e Clotz'®. La morte di Léffler fu geliebten Mutter das erschiitterndste EreigniS seiner Gymnasial- zeit und er schrieb dariiber im Juli 1785 in sein Tagebuch: Herr Praceptor Léffler war einer meiner verehningswiirdigsten Leh- rer; besonders im unteren Gymnasio darf ich ihn kecklich fast den vorziiglichsten nennen. Er war der rechtschaffenste und unpartei- ischste Mann. Seinen Schiilern, sich und der Welt zu niitzen, war seine Hauptsorge. Er dachte nicht so niedrig, wie Andere, welche glauben, jetzt haben sie ihr Brod und diirfen nicht weiter studiren, wenn sie nur den ewigen, alle Jahr erneuten Classenschlendrian fort- machen kénnen. Nein, so dachte der Selige nicht! Er kannte den Werth der Wissenschaften und den Trost, den sie einem bei ver- schiedenen Zufallen gereichen. Wie oft und wie zufrieden und heiter sak er bei mir in jenem geliebten Stiibchen und ich bei ihm. - We- nige kannten seine Verdienste. Ein grofes Ungliick war es fiir den Mann, daf er so ganz unter seiner Sphare arbeiten mute. Und nun ist er auch entschlafen! Aber ewig werde ich sein Andenken unver- riickt in meinem Herzen tragen.“ Lectiire und Methode derselben. Hegel’s Bildung war von Seiten des Princips eine durchaus der Aufkl]arung, von Seiten des Studiums eine durchaus dem classi- schen Alterthum angehdrige. Die Sprache der Griechen und Romer machte das Mark des Unterrichts auf dem Gymnasium aus. Mit der Mathematik dagegen finden wir Hegel mehr fiir sich privatim beschaftigt. Aber auch den Alten widmete er neben der Schule gro- Ben Privatfleif. So verfertigte er vom Winter 1786 bis zum Septem- ber 1787 in einem Privatunterricht eine vollstandige, noch erhaltene Uebersetzung der Schrift des Longinus vom Erhabenen. Seine unmittelbare Neigung war lebhafter zum Griechischen als zum Lateinischen, weshalb er diesem eine grofere Anstrengung zuwandte, um nicht in ihm zuriickzubleiben. Seine mannigfaltige Belesenheit gab seinem Lateinischen Styl eine gewisse Gesuchtheit des Ausdrucks; er gefiel sich in seltenen, weniger gebrauchlichen Phrasen. bIipRw? per lui, dopo la morte della sua adorata madre, |’avvenimento che maggiormente lo scosse durante il periodo ginnasiale. Su di esso scrisse nel suo diario il mese di luglio del 1785: «Il si- gnor praeceptor Loffler fu uno degli uomini pit degni di stima fra tutti i miei insegnanti; soprattutto nel ginnasio inferiore posso dire sfacciatamente di essere stato quasi il suo preferito. Era la persona pid onesta e pitt imparziale. La sua maggiore preoccupazione era quella di giovare ai suoi scolari a sé e al mondo. Non era cosi meschino da credere, come altri, che quando si possiede il pane non ci sia pitt bisogno di studiare, dal momento che si pud continuare con I’eterno ritornello, rinnovato in classe di anno in anno. No, la buon’anima non pensava cosi! Egli conosceva il valore della scienza e la con- solazione che essa procura ad una persona nelle diverse circo- stanze. Quanto spesso e quanto felice e sereno sedeva vicino a me in quella cara stanzetta ed io vicino a lui! Pochi cono- scevano i suoi meriti. Per quest’uomo fu una grande sfortuna Pessere costretto a lavorare completamente all’interno del suo ambiente. Ed ora anche lui ha reso l’anima a Dio! Ma eter- namente porteré nel mio cuore il suo incancellabile ricordo». LETTURE E LORO METODO La formazione di Hegel era, dal punto di vista dei principi, as- solutamente basata sull’I1]u minis mo; da quello dello studio, sull’ antichita classica. La lingua dei greci e dei romani formava la quintessenza dell’insegnamento del Ginnasio. Della matematica Hegel si occupa piii che altro privatamente. Ma anche agli antichi egli dedica, accanto a quello scolastico, un diligente studio in privato. Dall’inverno del 1786 al settembre 1787 portd a termine, in un corso di lezioni private, una traduzione completa, che ci é rimasta, dello scritto di Longino Sul sublime". La sua immediata in- clinazione era decisamente per il greco pit che per il latino; a quest’ ultima materia dedicé un grande sforzo per non restare indietro. La sua molteplice erudizione dava allo stile latino una certa ricercatezza per cui cadeva in espressioni rare e poco usate. Die alten Autoren hielt er sehr hoch und legte sich eigends einen noch vorhandenen Katalog von denjenigen an, welche in seinem Besitz waren. Nicht nur die bedeutenderen sind darin verzeichnet, sondern auch solche, die nicht gerade im Horizont des Schiilers zu liegen pfle- gen. Recht bibliothekarisch gab er in verschiedenen Rubriken erst den vollstindigen Titel der Ausgabe, hierauf den Druckort und die Jahres- zahl, endlich den Preis an, den ihm das Buch gekostet. Das Geld zu solchen Ankdufen nahm er auch wohl, seinem Tagebuche zufolge, von seinen Taschengelde. Die Versteigerung der Bibliothek seines theuern Lehrers Léffler fiihrte ihn besonders in solche Versuchung. Bekanntschaften, wie die mit dem Antiquar Betulius, der engere Anschluf an die Professoren des Gymnasiums, der Besuch und die Benutzung der Herzoglichen Bibliothek muften seinen literarischen Sinn nahren und ihm friihzeitig eine gro’e Ausdehnung schaffen. Zur hauslichen Lectiire der Autoren machte Hegel sorgfal- tige Praparationen, die sich zum Theil ethalten haben. 1785, 31. Octob. begann er die Praparation zu den Ps a! men; 1786, vom 3. Juli ab sammelte er unbekannte Wérter aus den Kriegsliedern des Ty rt dos; 1786, 10. Juli sing er die Praparation zur Ilias, 14. November zu Cicero’s Briefen ad Familiares an; 1787, vom 1. Juni ab trat der Euripides auf; 1788 vom Mai ab die Ethik des Aristoteles und vom 29. Juli ab der Koloneische Oedipus des Sophokles. Von anderen noch vorhandenen Praparationen lat sich die Zeit nicht bestimmen; so kann eine sehr ausfihrliche zum Theokrit auch in die spatere Zeit des Tiibinger Studiums fallen. Die Lectiire des Sophokles setzte er einige Jahre ununter- brochen fort. Er iibertrug ihn auch in’s Deutsche und versuchte spa- terhin, wahrscheinlich in Folge seiner Bekanntschaft mit Hé]der- lin, nicht allein den Dialog, sondern selbst die Chére metrisch wiederzugeben, was ihm jedoch nicht sonderlich gelang. Am aus- fihrlichsten beschaftigte er sich, wie die noch erhaltenen Ueberset- zungen zeigen, mit der Antigone, welche fiir ihn die Schonheit und Tiefe des Griechischen Geistes am Vollendetsten darstellte. Sein Enthusiasmus fiir die Erhabenheit und Anmuth des sittlichen Pathos in dieser Tragédie blieb sich sein ganzes Leben hindurch gleich. - Vom 5. April 1786 ab iibersetzte er das Encheiridion des Epiktet. Er schrieb dazu den Griechischen Text capitelweis selbst ab, so da das er haltene Manuscript in dem Wechsel von Griechischer und Deutscher Schrift etwas bunt aussieht. - Noch ist LIpK? Teneva in grande considerazione gli autori antichi e stese un catalogo, ancora esistente, di quelli in suo possesso. Non vi sono segnati solo i pit importanti, ma anche quelli che si trovano raramente nell’orizzonte di uno scolaro. Proprio come un bibliotecario dava in diverse rubriche prima il titolo completo dell’edizione, poi il luogo e |’anno di stampa, infine il prezzo che gli era costato. Prendeva i soldi per questi ac- quisti, secondo il diario, anche dai propri fondi.La vendita all’asta della biblioteca del suo amato maestro Léffler lo indusse particolarmente in questa tentazione. Conoscenze, come quella dell’antiquario Betulius, la stretta unione con i professori del Ginnasio, la visita e l’uso della biblioteca du- cale, dovettero alimentare la sua sensibilita letteraria e darle precocemente una grande estensione. Per la lettura a casa degli autori, Hegel esegui diligen- ti preparazioni, che in parte ci son conservate. Nel 1785, il 31 ottobre, comincid la preparazione ai Salmi; nel 1786, dal 3 luglio in poi, raccolse parole sconosciute dai Canti di guerra di Tirteo; dal 10 luglio inizid la preparazione all’ I/ia- de, dal 14 novembre alle Ad familiares di Cicerone; nel 1787, dal primo giugno, procedette con Euripide; nel 1788, dal maggio, con |’Etica di Aristotele e dal 29 luglio con |’Edipo a Colono di Sofocle. Di molte preparazioni ancora esistenti non si pud stabilire la data; cosi una molto estesa a Teocrito potrebbe cadere anche nel pit tardo periodo dello studio a Tubinga. Continué la lettura di Sofocle ininterrottamente per alcuni anni. Lo tradusse anche in tedesco e cercé pit tardi, verosimilmente dopo aver conosciuto Hélderlin, di rendere metricamente non solo il dialogo, ma anche i cori, cosa che tuttavia non gli riusci particolarmente bene. Come mostrano le traduzioni ancora esistenti, si occupd ampiamente dell’An- tigone, che rappresentava per lui pit: compiutamente di ogni altra cosa la bellezza e la profondita dello spirito greco. Len- tusiasmo per la sublimita e la grazia del pathos etico di questa tragedia rimase immutabile per tutta la sua vita. Dal cinque aprile del 1786 tradusse il Manuale di Epitteto. Trascrisse egli stesso il testo greco, capitolo per capitolo, cosicché il mano- scritto che possediamo presenta, per l’alternarsi della scrit- tura greca e di quella tedesca, un carattere alquanto variato. von einem ansehnlichen Theil des Thukydides die Handschrift einer Uebersetzung vorhanden, welche aber aller Wahrscheinlich- keit nach erst in die Zeit fallt, als Hegel in Bern lebte. - Eine Ueber- setzung des Agricola von Tacitus ist verloren gegangen. Diese philologische Cultur, obwohl der Mittelpunct der Gym- nasialbildung, bewirkte jedoch in Hegel keine einseitige Richtung auf das Sprachliche und Antiquarische, sondern erreichte in ihm ih- ren wahrhaften Zweck, den Sinn fiir Humanitat aufzuschlieBen und den Staatengriindenden und Staatenlenkenden, den dichten- den und denkenden freien Menschen verstehen zu lernen. Frith von dem Adel und der Schénheit des Hellenenthums durchdrungen, vermochte Hegel das achte Christenthum niemals in einer Form an- zuerkennen, welche den Ernst der antiken Heiterkeit von sich aus- schlieft. Die Universalitat seines Alterthumsstudiums befahigte ihn iibrigens nicht nur zu einem tieferen Verstandniff, sondern bewahrte ihn auch vor einer falschen Vergotterung desselben. In Hegel’s anderweiter Lectiire macht sich bemerklich, da& er schon sehr frih Literatur-Zeitungen las: das Schwabische Museum, die Allgemeine Deutsche Bibliothek, die Bibliothek der schénen Kiinste und Wissenschaften u. f. w. Er gewann dadurch eine kritische Kiihle, welche einen Gegenstand von den ver- schiedensten Seiten zu fassen, zu beurtheilen und sich fiir ihn nach diesen verschiedenen Beziehungen zu betheiligen weil. Was man als unangemessene Anticipation eines spateren Standpunctes bei der Jugend Altklugheit nennt, fand dabei nicht statt. Es war in der That die Reife frithzeitiger Besonnenheit. Die Naivetat seiner Tiefe schiitzte Hegel vor aller Affectation, die ihm selbst das ganze Leben hindurch fremd und auch an Anderen unleidlich war. Bei seiner Lectiire ging er nun folgendermaafen zu Werke. Alles, was ihm bemerkenswerth schien - und was schien es ihm nicht! — schrieb er auf ein einzelnes Blatt, welches er oberhalb mit der all- gemeinen Rubrik bezeichnete, unter welche der besondere Inhalt subsumirt werden mufte. In die Mitte des oberen Randes schrieb er dann mit grofen Buchstaben, nicht selten mit Fracturschrift das Stichwort des Artikels. Diese Blatter selbst ordnete er fiir sich wie- der nach dem Alphabet und war mittelst dieser einfachen Vorrich- tung im Stande, seine Excerpte jeden Augenblick zu benutzen. Bei allem Umherziehen hat er diese Incunabeln seiner Bildung immer bIpR! osene Esiste ancora la traduzione manoscritta di una ragguardevole parte di Tucidide, che perd, secondo ogni probabilita, appar- tiene al periodo in cui Hegel visse a Berna. Una traduzione dell’ Agricola di Tacito é andata perduta. Questa cultura filologica, per quanto costituisse il cardine di tutto l’insegnamento del Ginnasio, non produsse tuttavia in Hegel alcun interesse unilaterale per |’aspetto linguistico e lo studio libresco dell’antichita, ma raggiunse invece il suo vero scopo, che é quello di schiudere il significato di u ma - nita ediimparare ad intendere gli uomini liberi: fondatori e capi di Stati, poeti e pensatori. Presto compenetrato dalla nobilta e dalla bellezza dello spirito greco, Hegel non riusci mai a riconoscere il cristianesimo autentico in una forma che escludesse da sé la solenne serenita degli antichi. L'universali- ta del suo studio del periodo classico non solo lo rese capace di una pit! profonda comprensione, ma lo preservé anche da una falsa adorazione di esso. Nelle differenti letture di Hegel @ notevole il fatto che egli abbia cominciato molto presto con le riviste lette- rarie: lo Schwabisches Museum, \'Allgemeine Deutsche Bi- bliotek, la Bibliotek der schénen Kiinsten und Wissenschaften ecc. Acquisté in tal modo un’ audacia critica chegli permetteva di abbracciare un oggetto da diversi lati, di giudi- carlo e di interessarsi ad esso secondo questi diversi rapporti. Quel che con una illecita anticipazione di un pit tardo punto di vista si suol chiamare nei giovani saccenteria, qui non si rintraccia per nulla. Era infatti la maturita di un’avvedutezza precoce. La spontaneit del suo animo pit profondo preservd Hegel da ogni affettazione, che gli fu estranea per tutta la vita ed insopportabile anche negli altri. Nelle letture si metteva al lavoro come segue: tutto cid che gli sembrava degno di nota — e cosa non lo era! — veniva scritto su un singolo foglio, che contrassegnava in alto con la rubrica generale sotto la quale doveva essere riassunto il par- ticolare contenuto'*. A meta del margine superiore scriveva a grosse lettere, non di rado con caratteri gotici, la voce di rife- rimento dell’articolo. Ordinava di nuovo questi fogli secondo la progressione alfabetica ed era in grado con questo sistema di usare i suoi estratti ad ogni momento. In tutti i trasferimenti aufbewahrt, Sie liegen theils in Mappen, theils in Schiebfutteralen, denen auf dem Riicken eine orientirende Etikette aufgeklebt ist. Eine der starksten dieser Excerptsammlungen betrifft die P hi- lologie und Literaturgeschichte. In Lateinischer Spra- che ist hier von dem Leben, den Schriften und Ausgaben fast aller antiker Autoren gehandelt und auch die seltneren kommen darin vor, wie z. B. Polyanos Buch von den Kriegslisten berithmter Feldherrn. Mitunter schwellen die Ausziige zu kleinen Biichern an; so sind z. B. die Noten Brunk’s zum Sophokles vollstandig ab- geschrieben. — Eine andere Sammlung betrifft die Aesthetik. In den Artikeln Epopdie, Lehrgedicht, Roman u. s. f. erscheinen hier alle Lieblingsschriftsteller jener Zeit: Rammler, Dusch, Lessing, Wieland, Engel, Eberhard u. a. Besonders weitlaufig sind die Briefe Dusch’s zur Bildung des Geschmacks und Wieland’s Auseinandersetzung der Horazischen Briefe ausge- beutet. Klopstock’s Oden finden sich groftentheils abgeschrie- ben. Eine Sammlung von Stammbuchsentenzen 1786 und witzigen Pointen von schalkhafter Laune, wie Hegel sie im- mer geliebt hat, ist auch hieher zu rechnen. — Ein Fragment ver- sucht eine Analyse des republicanischen Trauerspiels Fiesko. - Gottsched’s Kernder Deutschen Sprachkunst ist fast ganz abgeschrieben und sogar ein, wie es scheint, selbst angelegtes Lerikon der Idiotismen der Deutschen Sprache in ihren verschiedenen Dialekten fehlt nicht. Eine andere ziemlich reichhaltige Abtheilung fihrt den Titel: Erfahrungen und Physiognomik. - Hier haben vor- ziiglich Zimmermann iiber die Einsamkeit, Meiners Brie- fe tiber die Schweiz, Wiinsch’s kosmologische Unterhaltungen, Rousseau’s Bekenntnisse und Nicolai’s Reisen in Deutsch- land den Stoff geliefert. Aus den letzteren ist namentlich die ganze Charakteristik der verschiedenen Deutschen Stammphysiognomie- en, der Baierischen, Brandenburgischen, Tyrolischen, Wienerischen u. f. £. ausgehoben. Die Physiognomik war damals an der Tagesord- nung und bildete darin bei aller Spielerei doch ein tieferes Element, denn um den Geist in seiner Erscheinung recht zu fassen, mute man zuletzt auch auf das Wesen desselben eingehen. Noch andere Abtheilungen sind nach den besonderen Wissen- schaften geordnet. Die Arithmetik, Geometrie und ange- eee Tt ha sempre conservato questi incunaboli della sua formazione. Essi giacevano parte in cartelle, parte in custodie, sui dorsi delle quali era incollata un’etichetta di orientamento. Una delle pit nutrite raccolte di estratti riguarda la fi - lologia ela storia letteraria. Tratta in latino della vita, degli scritti e delle edizioni di quasi tutti gli autori antichi. Vengono presentati anche i pitt rari come ad esempio il libro di Polieno sulle Astuzie di guerra dei pitt famost coman- danti"’. Di quando in quando vengono ingrossati gli estratti di piccoli libri, cosi ad es. sono completamente trascritte le note a Sofocle di Brunk. Un’altra raccolta riguarda I’ es t e - tica. Negli articoli «epopea», «poema didascalico», «ro- manzo» ecc., appaiono tutti gli scrittori pit in voga del tempo: Rammler, Dusch, Lessing, Wieland, Engel, Eberhard e altri. Sono particolarmente saccheggiate le Lettere sull’educazione del gusto di Dusch”’ e il commento di Wieland alle Lettere di Orazio. Le Odi di Klopstock vengono in gran parte ricopiate. E qui da considerare anche la raccolta diun album di sentenze del1786e di detti scherzosi pieni di buon umore, cosi come a Hegel son sempre piaciuti. Un frammento tenta l’analisi della tragedia repubblicana Fiesko. E quasi interamente trascritto il nocciolo della grammatica tedesca del Gottsched e non manca neppure un lessico degli idiotismi della lingua tedesca nei suoi diversi dialetti steso da Hegel medesimo?!. Un’altra sezione abbastanza ricca ha per titolo espe- rienze e fisiognomica. In questo caso hanno for- nito il materiale Sulla solitudine dello Zimmermann, le Lette- re sulla Svizzera del Meiners, i Trattenimenti cosmologici del Wiinsch, le Confessioni di Rousseau e i Viaggi in Germania del Nicolai. Da questi ultimi é estratta in particolare l’intera caratterizzazione delle fisionomie delle diverse stirpi tede- sche, della bavarese, della brandeburghese, della tirolese, del- la viennese ecc. La fisiognomica era allora all’ordine del gior- no e forniva, accanto a molte sciocchezze, anche un elemento pid profondo, poiché, per poter ben intendere lo spirito nel suo apparite, bisognava infine conoscerne anche l’essenza. Altre sezioni sono ordinate secondo le patticolari scienze. LVaritmetica,la geometriaela matematica wandte Mathematik sind vorziiglich aus Kastner's Schrif- ten entnommen; - Hegel’s Schulhefte von der Geometrie, Mechanik und Optik sind iibrigens auch noch in sehr sauberer und ordentlicher Haltung vorhanden. - Unter den Blattern zur Physik findet sich die Farbenlehre aus Scheuchzer’s Physica, Ziirich 1729, her- ausgeschnitten. - Fir die Psychologie spielt Campe’s See- lenlehre fiir Kinder, fiir die Moral Garve undFerguson eine grofe Rolle. In der Padagogik sind dem Ideal des Hofmei- sterthums lange Excerpte gewidmet und Schlézer’s Staats- anzeigen ausfiihrlich benutzt. Viele Bestimmungen, was gerecht, was tugendhaft sei, hat Hegel aus Platon, Aristoteles, Tacitus und Cicero in den Originalstellen kategorieenartig angegeben. - In der phi- losophischen Geschichte ist ein Auszug aus Meiners Geschichte der Menschheit zu bemerken. - Fir die natiirliche Theologie sowohl als fiir die positive sind die Quellen der Ausziige fast immer die kritischen Zeitschriften. Die Philosophie hat ebenfalls eine eigene Abtheilung. Da der Zusammenhang fir die Philosophie zu wesentlich ist, so wollte es mit der alphabetischen Zerstiickelung nicht fort und Hegel sing an, die Excerpte auf ganze Bicher auszudehnen. So finden sich Locke’s, Hume’s und Kant’s Werke, aber wohl erst aus der akademischen Zeit, weitlaufig excerpirt. Das Studium von Kant’s Vernunftkritik wenigstens fallt mit Bestimmtheit erst in das Jahr 1789. Auf dem Gymnasium scheint fiir die encyklopadi- sche Uebersicht vornamlich Sulzer der Fihrer gewesen zu sein, dessen kurzer Inbegriff aller Wissenschaften damals iiberhaupt sehr beliebt war. - Die erste Spur einer ausdriicklicheren Richtung auf Philosophie findet sich in einem kleinen am 10. Juni 1785 angelegten Hefte mit dem Titel: Definitionen von aller hand Gegenstanden. Die beiden ersten Definitionen betreffen den Aberglauben und die Schénheit, die dritte das Philo- sophiren d.h. ,bis auf den Grund und die innere Beschaffenheit menschlicher Begriffe und Kenntnisse von den wichtigsten Wahr- heiten dringen“. Diese Definition ist aus einem Schrdk’schen Buche entlehnt! Die folgende, aus dem Mendelssohn’schen Phadon, beschreibt den Begriff der Veranderung: ,ein Ding heift verandert, wenn unter zweien entgegengesetzten Bestimmun- gen, die ihm zukommen kénnen, die eine aufhért und die andere DIDRU! To applicata sono ricavate principalmente dagli scritti del Karstner; possediamo del resto i quaderni di geometria, mec- canica ed ottica di Hegel tenuti in uno stato di ordine e di grande pulizia. Fra i fogli di fisica se ne ritrovano alcuni sulla teoria dei colori strappatidirettamente dalla Physz- ca dello Scheuchzer (Zurigo, 1729). Per la psicologia ha una parte importante il manuale per i ragazzi del Cam- pe, per la morale il Garve e il Ferguson. Nella parte ri- guardante la pedagogia son dedicati dei lunghi estratti al’ideale del precettorato “elo Staatsanzeigen dello Schlézer? viene abbondantemente schedato. Vengono citate, a mo’ di categorie e nei brani originali, molte defini- zioni di cid che é giusto e virtuoso secondo Platone, Aristote- le, Tacito e Cicerone. Perla storia filosofica éda notare un estratto della Storia dell’umanita del Meiners. Le fonti degli estratti di teologia naturale come pure di teologia positiva sono quasi sempre le riviste critiche. La filosofia ha anch’essa una propria sezione. Poi- ché la coerenza é cosi essenziale alla filosofia, egli non volle continuare con il frazionamento alfabetico e comincid a stendere estratti di interi libri. Troviamo cosi riassunte per esteso, ma questo a partire dal periodo universitario, le opere di Locke, Hume e Kant. Lo studio della Critica della ragion pura di Kant awiene con sicurezza solo nel 1789. Nel Ginna- sio frai compendi enciclopedici quello del Sulzer (il cui corto Sommario di tutte le scienze era in genere molto stimato) pare essere stato per lui il pit importante. La pri- ma traccia di un’esplicita tendenza alla filosofia si trova in un quadernetto, che porta la data del 10 giugno 1785, dal titolo Definizioni di ogni genere di oggetti. Le prime due definizio- ni riguardano la superstizione ela bellezza,la terza il filosofare cioé «penetrare fino al fondamento e all’intima costituzione dei concetti e delle conoscenze umane delle verita pitt importanti», Questa definizione é tratta da un libro di Schréckh! La seguente, tratta dal Fedone di Men- delsohn, descrive il concetto di modificazione: «una cosa si dice modificata, quando, fra due determinazioni opposte che le possono essere inerenti, l’una cessa e l’altra comincia ad anfangt, wirklich zu sein.“ Logik ist definirt als: ,ein Inbegriff der Regeln des Denkens, abstrahirt aus der Geschichte der Menschheit.“ Der Begriff der Staaten ist aus Cicero’s Somnium Scipionis Cap. III als: ,,concilia coetusque hominum, jure sociati. u. £. £. Ein groBer Theil der Definitionen ist aus einem nun ganz obscuren Schriftstel- ler Rochau genommen. Arbeiten aus der Gynmasialzeit. Die riicksichtslose Vertiefung in alles Wissenswiirdige, die volle Hingabe an dargebotene Belehrung hob die Spontaneitat Hegel’s nicht nur nicht auf, sondern war vielmehr ein Werk derselben. Die passive Entauferung im Lernen war nur die Gegenseite zu der in ihm waltenden rastlosen Selbstthatigkeit. Je grofer diese war, um so strenger unterwarf er sich der Zucht, fremde Vorstellungen und Gedanken, unverandert durch seine Reflexion, in sich aufzunehmen. Hierzu war ihm das Abschreiben das vorziiglichste Mittel, dessen er sich auch sein ganzes Leben hin- durch bedient hat. Es ist grenzenlos, was er Alles auf solche Wei- se sich angeeignet hat und man begreift kaum, wie er, da er sich der Gesellschaft niemals entzog, die Zeit dazu hat finden kénnen. In spateren Jahren machte er namentlich aus dem Morning Chro- nicle, den Reviews, dem Courier, dem Constitutionel, dem Journal des débats, der Jenaer Literaturzeitung, und noch in Berlin aus dem Morgenblatt und dessen Kunstblatt solche Ausziige. Al- lein auch ganze Bicher zu excerpiren hat er, sobald sie ihm wichtig schienen, nie unterlassen und noch sind auch von spiteren Zeiten seine Ausziige aus Creuzer’s Symbolik, aus dem ersten Bande von Schleiermacher’s Glaubenslehre, aus Haller’s Restauration der Staatswissenschaften, aus den Schriften des Peters- burger Astronomen Schubert u. a. als Denkmale seines eisernen Fleifes vorhanden. Der Bestimmtheit wegen hat er dem Excerpt im- mer die Quelle hinzugefiigt. Durch das Abschreiben drang er bis in die feinsten Fasern des Fremden ein und erreichte er es, sich auf jeden, auch den individuellsten Standpunct versetzen und dessen eigene Terminologie reden zu kénnen. In der Kritik verstand er es daher so meisterhaft, ,sich in den Umkreis des Gegners zu stellen“ Dip’? Tit essere reale»*, La Logica é definita cosi: «un insieme di regole del pensiero facendo astrazione dalla storia dell’umani- ta», Il concetto degli Stati é cosi definito dal capitolo terzo del Somnium Scipionis di Cicerone: «concilia coetusque hominum, jure sociati» e cosi via. Gran parte delle definizioni é tratta da uno scrittore oscurissimo di nome Rochau. Lavori DEL PERIODO GINNASIALE Laudace approfondimento di ogni cosa degna di essere co- nosciuta, il completo abbandono all’istruzione impartita, non solo non tolsero a Hegel la spontaneita, ma piuttosto gliela crearono. La passiva alienazione nell’ap prendere era soltanto il pendant dell’irrequieta spontaneita che operava in lui. Quanto pit traboccante era questa, tanto pit: duramen- te egli si sottoponeva alla disciplina di accogliere in sé rap- presentazioni e pensieri estranei senza modificar- li attraverso la propria riflessione. I mezzo migliore, di cui si servi per tutta la vita, fu il ri - copiare. Cid di cui si impadroni in questo modo é incre- dibile; non si riesce a capire dove abbia potuto trovare il tem- po, lui che non si sottraeva mai ad alcun impegno di societa. Negli anni seguenti fece estratti particolarmente dal Morning Chronicle, dalle Reviews, dal Courier, dal Constitutionnel, dal Journal des débats, dalla Jenaer Literaturzeitung ed ancora nel periodo berlinese dal Morgenblatt e dal suo Kunstblatt. Non ha mai cessato di fare estratti anche di interi libri, quando li riteneva importanti. Possediamo ancora, come se- gno della ferrea applicazione degli anni pid tardi, gli estratti dalla Simzbolica del Creuzer, dal primo volume della Dottrina della fede di Schleiermacher, dalla Restaurazione delle scien- ze politiche di von Haller, dagli scritti dell’astronomo di Pie- troburgo Schubert, ecc. Per amore di precisione aggiungeva sempre all’estratto la fo nte corrispondente. Attraverso la trascrizione penetrava nelle sfumature pit sottili dell’avver- sario, riusciva a porsi nei punti di vista pit diversi, anche nel pit individuale, e a parlare con la loro terminologia. Conce- pi in modo magistrale la critica come «porsi nei panni dello und dessen Ansicht so zu entwickeln, als ob sie seine eige- ne wire. Diese Kraft der Entauferung zog ihm auch mannigfach den Mifverstand zu, daf oberflachliche und fliichtige Leser solche objective Incarnation Hegel’s mit ihm selbst verwechselten und ihn oft dessen beschuldigten, was er gerade bekampfte. Auf den Styl hat er von frih ab eine groke Aufmerksamkeit verwendet und das, was man einen guten Styl zu nennen pflegt, Leichtigkeit des Ausdrucks, in seiner Jugend in hohem Grade be- sessen. Erst spiter, im Ringen mit den tiefsten Ideen, verschwand der glatthinstromende Flu8. Die treffende Gewalt aber ist ihm zu keiner Zeit versagt gewesen. Eine so umfassende Belesenheit und so sorgfaltige Aneignung derselben, mannigfache Uebungen auf dem Gymnasium, Beschaftigungen, wie die mit der Uebersetzung des Longinus, konnten in dieser Hinsicht kaum ohne Frucht blei- ben. Auf dem Gymnasium bestanden Redeiibungen in Lateinischer Sprache. Von Hegel ist noch, ohne Jahreszahl und ohne sonderliche Merkwiirdigkeit, eine solche de utilitate poeseos iibrig. Aukerdem wurden Deutsche Aufsatze von dem Verfasser in der Classe vorge- lesen, was man Ablegen oder Declamiren nannte. Hiermit wollte es Hegel jedoch nie gliicken. Sein ganzes Leben hindurch erneuerte sich bei ihm die Klage, da seine miindliche Darstellung sehr mangelhaft, sei und um so starker ward das Bedauern dariiber, als die Trefflichkeit des Gesprochenen selbst sich nicht verkennen lief. Auch in dem Tiibinger Seminarzeugnif ward Hegel als: orator baud magnus bezeichnet. Wie oft ist daher nicht iiber seine Sprache gesprochen und wer gegen sein System nichts zu sagen wufte, be- krittelte mindestens seinen Vortrag. Hegel gesticulirte viel, aber die kérperliche Geberde wie die Bewegung der Stimme fielen mit dem Gehalt nicht harmonisch genug zusammen. Bei dem, welcher die Darstellung nach Aufen beherrschen kann, weil er mit der Sache fertig ist, tritt zwischen dem Innern und der AeuRerung keine Hemmung ein. Sein Empfinden, Vorstellen und Denken geht momentan in sein Sprechen auf. Bei Hegel blieb in diesem Pro- cef, auch wenn er sich die Rede vorher zu Papier gebracht hatte, immer noch ein Rest. Er producirte den Inhalt immer LID? avversario» e sviluppare le sue opinioni come se fosse- ro le proprie”. Questa forza di alienazione gli procuré vari fraintendimenti, poiché il lettore superficiale e frettoloso scambiava tali incarnazioni oggettive di Hegel con Hegel stes- so e incolpava lui proprio di quello che voleva combattere. Comincid presto a dedicare una grande attenzione allo stile e in gioventi possedeva in alto grado quello che si suol chiamare uno stile buono, ossia la facilita di espressione. Solo pit tardi, quando dovette lottare con idee pid profonde, lo scorrere liscio, continuo del discorso scomparve. Ma la ca- pacitadi cogliere incisivamente nel segno non gli venne mai meno. Un cosi ampio raggio di letture e una cosi scrupolosa assimilazione di esse, unita ai molteplici eser- cizi del Ginnasio e alle altre occupazioni, come la traduzione di Longino, non potevano per questo aspetto restare senza frutto. Nel Ginnasio esisteva l’uso di esercizi orali in latino; di Hegel ce ne resta ancora uno intitolato de utilitate poeseos, senza indicazione dell’anno e senza particolare interesse. In classe venivano inoltre letti dall’autore i componimenti in te- desco, il che veniva chiamato Ablegen o Declamieren. In que- sto campo Hegel non riusciva molto bene. Per tutta la vita continué a lamentarsi della sua imperfetta esposizione orale e il rammarico era tanto piti forte in quanto non si poteva disconoscere il carattere superlativo di quanto diceva. Anche nel diploma del Seminario di Tubinga”* Hegel veniva definito orator haud magnus. Quanto non si é parlato del suo modo di parlare e quante volte chi non aveva niente da dire contro il suo sistema non si é sfogato perlomeno contro la sua pro- nuncia! Gesticolava molto, ma i gesti corporei, come pure le cadenze della voce, non armonizzavano sufficentemente con il contenuto. In chi é capace di controllare |’esplicitazione del suo discorso, perché si @ sbarazzato della problematica offerta da un determina- to argomento,tral’internoel’esterno non si frappone alcun ostacolo. I suo sentire, rappresentare e pensare trapas- sa immediatamente nel parlare. Per Hegel restava sempre in questo processo un residuo non traducibile in espressione, anche quando metteva il suo discorso precedentemente sulla carta. In quanto produceva ilcontenuto sempre ex von Neuem und konnte ihn daher, auch fiir den Augenblick, stets nur relativ fertig machen. Dieser Kampf mit der Dar- stellung, den letzten durchbohrenden, nichts zuriicklassenden Aus- druck zu finden, dies unaufhérliche Suchen, diese Fiille von Még- lichkeit, erschwerten ihm mit den Jaren, je reicher seine Bildung, je vielseitiger sein Denken und je bedingter feine Stellung durch ihre GrdRe ward, nicht nur das Sprechen iiberhaupt, sondern auch das Schreiben und man kann namentlich nichts Zerhackteres, nichts Ausgestricheneres, fortwahrend Umgeschriebeneres sehen, als ein Hegel’sches Briefconcept aus der Berliner Periode. Wenn Lessing von der Kunst des Malers sagen aft, da& der Weg vom Kopf bis zur Hand ein so weiter sei, so kann dies bei Hegel von Zunge und Hand gesagt werden. Seine Handschrift befestigte sich schon 1786 und zeigt einen unstockenden Flu und grofe Deutlichkeit der einzelnen Buchstaben. Jedem ist sein Recht in volliger Auszeichnung gegeben. Die Verbindung hat nichts Verwischendes, Zusammen- schmelzendes. Erst in der Jenenser Periode beginnt ein haufiges Verbessern, Abkiirzen. Neben der kraftvollen gréferen Schrift er- scheint eine kleinere, auch in der Linie auf-und abschwankende, die Buchstaben zusammenpressende und aus dem runden Zuge in eine spitzige Form iibergehende. Am Schénsten schrieb Hegel das Franzésische. Es sind noch einige Ausziige aus Rousseau vorhanden, welche kalligraphisch sich gar wohl sehen lassen diirfen. ~ Es wiirde lacherlich sein, in dem Schwerfalligen der Hegel’schen miindlichen Diction einen Vorzug zu erblicken, allein es wiirde zugleich unrecht sein, den Grund der momentanen Inkongruenz zwischen Inhalt und Ausdruck bei ihm aufer im Organismus nicht auch in seinem schwerbefriedigten Geist zu finden. Es sind noch einige Arbeiten Hegel's aus der Gymnasialzeit iibrig, welche eine Vorstellung geben, wie er die Gedankenmasse, die er durch seine umfangreiche Lectiire in sich aufnahm, fiir sich gestaltete. Das iiberhaupt Alteste, erste Product des Hegel’schen Schriftthums ist eine, noch vor dem Beginn des Tagebuchs, 1785 den 30. Mai abgelegte Declamation: eine Unterredung zwi- schen Dreien, namlich Antonius, Octavius und Lepidus wegen des Triumvirats. Die Lectiire Shakespeare’s ist wohl sichtbar genug, aber doch ist in dem einfachen Dialog, namentlich in der Schilderung des Selbstgefiihls des Octavius, viel Eigenthiimlichkeit, viel naive Ent- schiedenheit. Der Lehrer beurtheilte diese Deutsche Arbeit mit fol- LIDN? To novo, poteva venirne a capo, per quel momento, solo in modo relativo. Questa lotta contro la fa- colta di esporre per trovare l’espressione pit incisiva e pit comprensiva, questa ricerca incessante, questa pienezza di possibilita, gli resero pit difficile con l’andar degli anni (man mano che la sua cultura divenne pid ricca, il suo pensiero pitt poliedrico e la sua posizione pitt condizionata a causa della sua grandezza) non solo il parlare, ma anche lo scrivere, che divento pit involuto. Non si pud vedere niente di pit fram- mentario, di pid cancellato e continuamente riscritto di un abbozzo di lettera del periodo berlinese. Quel che Lessing afferma dell’arte del pittore, che lunga é la via dalla testa alla mano, pud essere ripetuto per Hegel e per la lingua e per la mano. La sua calligrafia assunse un carattere determinato gia nel 1786 con un fluire senza fronzoli e una grande chiarezza delle singole lettere. A ciascuna é dato quanto le spetta di piena distinguibilita. Solo nel periodo jenese cominciano le correzioni e le abbreviazioni. Accanto ad una scrittura vigo- rosa e pit’ grande ne appare una piu piccola, che oscilla su ¢ giti lungo la linea, comprime le lettere le une sulle altre e passa dai tratti rotondi a forme angolose. Il francese lo trascrive benissimo. Esistono alcuni estratti da Rous- seau che hanno un aspetto molto piacevole. Come sarebbe ridicolo vedere nella pesantezza dell’esposizione hegeliana un vantag gio, allo stesso modo sarebbe ingiusto trovare la causa della sua momentanea incongruenza tra contenuto ed espressione in un elemento estrinseco, nell’organismo, e non nel suo spirito difficilmente contentabile. Ci restano alcuni lavori di Hegel del tempo del Ginnasio che ci danno un’idea di come elaborasse la massa di pensie- ti che gli affluiva dalle sue ampie letture. Il primo prodotto dell’attivita compositiva, sicuramente piii antico dello stesso diario, é un’esposizione da recitarsi in classe, stesa il 30 maggio 1785 e intitolata Colloquio a tre, e cioé fra Antonio, Ottaviano e Lepido in occasione del triumvirato””. La lettura di Shakespeare @ abbastanza evidente, eppure nel semplice dialogo, soprattutto dove viene tratteggiato l’alto sentire che ha di sé Ottaviano, vi é molta originalita ed ingenua energia. Linsegnante”® giudicd cosi in latino questo componimento: genden Lateinischen Worten: ,,Scite omnino et convenienter Historiae Romanae expressisti characteres hujus triumviratus, stilumque jungis commentationi et adcuratione et facilitate commendabilem.“ - Dann findet sich erst wieder vom Jahr 1787 den 10. August ein Aufsatz: von der Religion der Grieche und Rémer, der sehr ausfithrlich ist und im Ganzen den Humanitits» geist des damaligen Zeitalters athmet. Der Schlu8 scharft die Toleranz gegen Andersdenkende ein, weil, in Irrthiimer zu gerathen, so leicht sei und wir dieselben daher selten der Bosheit und Unwissenheit beimessen wiirden. Das soll uns aufmerksam machen auf unsere ererbte und fortgepflanzte Meinungen, selbst solche zu prifen, gegen die uns auch nie der Zweifel, nie die Vermuthung in den Sinn kam, sie kénnten viel- leicht ganz falsch oder nur halbwahr sein.“ Der Lehrer war mit der Sache selbst ganz wohl zufrieden, aber der Vortrag mufte sich tadeln lassen: ,,si ad elocutionem accesserit eloquentia corporis et vocis firmitas, non male steteris pro cathedra.* - Am 7. August 1788 trug Hegel eine Abhandlung vor: iber einige charakteristische Unter- schiede der alten Dichter, namlich, miiKte hinzugesetzt werden, von unseren jetzigen. Die Originalitat und Sim- plicitét der Alten, ihre Riicksichtslosigkeit gegen ein Publicum ward mit vieler Feinheit auseinandergesetzt. Hegel fithrte hier zuerst die Lessing’schen Verse an, welche wir in seinen Papieren wah- rend der Tiibinger Periode éfter wiederholt finden, da die Alten die kalte Buchgelehrsamkeit, die sich, mit todten Zeichen in’s Gehirn nur driickt, nicht kannten, sondern bei Allem, was sie wuften, auch sagen konnten: Wie? Wo? Warum? sie es gelernt. Auch mit dieser Arbeit war Professor Hopf sehr zufrieden, nann- te sie ,proprit Martis specimen et felix futurorum omen,* unterlie aber nicht, die alte Beschwerde hinzuzufiigen: vide, ut declamatio commentationi respondeat.* Bei seinem Abgang vom Gymnasium, Herbst 1788, hielt He- gel in der 6ffentlichen Versammlung der Lehrer und Schiiler eine Abschiedsrede, worin er der Anstalt dadurch ein sehr feines Com- pliment machte, da er den verkiimmerten Zustand der Kinste und Wissenschaften unter den Tirken schil- derte und von hier den Uebergang dazu machte, wie viel besser es doch sei, auf dem Stuttgarter Gymnasium gebildet zu werden. Die eee alee «Scite omnino et convenienter historiae romanae expressisti characteres hujus triumviratus, stilumque jungis commentatio- ni et adcuratione et facilitate commendabilem». Troviamo in seguito un componimento del 10 agosto 1787 dal titolo Della religione dei greci e dei romani, che partecipa in pieno allo spi- rito di umanita di quell’epoca. La conclusione raccomanda la tolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente, poiché é molto facile sbagliare e raramente potremmo attribuire gli errori a malvagita e a ignoranza. «Cid deve spingerci a pre- stare attenzione alle opinioni che abbiamo ereditato e che si sono trasmesse fino a noi, a controllare anche quelle nei cui confronti non ci é mai venuto il dubbio o il sospetto che possano forse essere completamente false 0 vere solo a meta». I] suo insegnante” era in complesso molto con- tento, ma dovette lamentarsi per l’esposizione: «s# ad elocutio- nem accesserit eloquentia corporis et vocis firmitas, non male steteris pro cathedra». 117 agosto 1788 Hegel lesse in classe un componimento intitolato Su alcune caratteristiche differenze dei poeti antichi, cioé, bisogna aggiungere, rispetto a quelli contemporanei”. Per la prima volta si trovano citati quei versi di Lessing che troveremo spesso ripetuti negli scritti tubin- ghesi, ossia che gli antichi non conoscevano la fredda erudizione, che con molti segni sol nel cervello s’imprime ma di tutto cid che sapevano potevano anche dire: Come, dove, perché I’avevano imparato’!. Anche di questo lavoro il professor Hopf rimase molto soddi- sfatto, lo defini «proprit Martis specimen et felix futurorum omen», senza tuttavia dimenticare di aggiungere la solita lamentela «wide, ut declamatio commentationi respondeat». In occasione della fine del ginnasio, nell’autunno 1788, in una pubblica riunione di insegnanti e di studenti, Hegel ten- ne un discorso di commiato in cui fece al proprio istituto un complimento elegantissimo, poiché nel trattare Sullo stato di decadenza delle arti e delle scienze fra i turchi insinud alcune considerazioni sul come fosse meglio essere educati dal Gin- nasio di Stoccarda. E qui presente quella maniera rispettosa e ehrfurchtsvoll-ceremonielle Art, mit welcher er sein ganzes Leben hindurch bei solchen Gelegenheiten zu debiitiren pflegte, stellt sich hier schon vollstandig dar. Die Aufrichtigkeit und Griindlichkeit sei- ner Pietat und feines, so zu sagen, amtlichen Gewissens befriedigte sich nur in einer gewissen erschdpfenden Breite. Nachdem er hier gezeigt, da der elende Zustand der Kiinste und Wissenschaften bei den Tiirken nicht in dem Mangel an Talent, fondern in dem an In- teresse fiir dessen Bildung von Seiten des Staates liege, schlof er: »So groRen Einfluf hat also die Erziehung auf das ganze Wohl ei- nes Staates! Wie auffallend sehen wir an dieser Nation die schreckli- chen Folgen ihrer Vernachlassigung. Betrachten wir die natiirlichen Fahigkeiten der Tiirken und dann die Robheit ihres Charakters und das, was sie in den Wissenschaften leisten, so werden w i r dagegen unser hohes Glitck erkennen und wiirdig schatzen lernen, da uns die Vorsehung in einem Staate geboren werden lief, dessen Fiirst, von der Wichtigkeit der Erziehung und von dem allgemeinen und ausgebreiteten Nutzen der Wissenschaften tiberzeugt, sich beide zu einem vorziiglichen Augenmerk seiner hohen Sorgfalt macht und seinem Ruhm auch von dieser Seite bleibende und unvergefliche Denkmale gestiftet hat, welche die spate Nachwelt noch bewundern und segnen wird. Von diesen vortrefflichen Gesinnungen und die- sem Eifer um das Wohl des Vaterlandes sind der redendste, uns am nachsten angehende Beweis - die Einrichtungen dieses Instituts, bei welchem die erhabene Ansicht zum Grunde liegt, dem Staat far seine Bediirfnisse brauchbare und niitzliche Mitglieder zu er- ziehen. Daf die Einrichtungen auf alle mégliche Art vervollkomm- net und alle Zeit aufrecht und blithend erhalten werden, das haben wir nach Karl’n vorziiglich Ihnen, verehrungswirdigste Manner, zu danken. Diese Ihre unablassige Bemiihungen muf Jeder, dem das Gliick seines Vaterlandes wichtig ist, mit der innigsten Dank- barkeit verehren. Besonders aber haben wir gegenwartig vor Allen die dringendsten Ursachen, unsere Herzen ganz den Gefiihlen der Erkenntlichkeit gegen die hohen Génner und Vorsteher dieses Insti- tuts zu tiberlassen. Dank Ihnen fiir die unschatzbaren und zahllosen Wohlthaten, die uns von unserem zarten Alter an durch Ihre Huld in diesem den Wissenschaften und der Erziehung geheiligten Hause zugeflossen sind. Dank besonders fiir die gnadigste Aufnahme in die héhern zu unserer weiteren Bildung bestimmten Anstalten, wo wir unter Ihrer weisen Leitung und wohlthatigen Aufsicht unsere Lauf- See me cerimoniosa con cui, per tutta la vita, Hegel era solito iniziare tali discorsi di circostanza. La sincerita e la profondita del suo rispetto e, per cosi dire, della sua coscienza professionale ve- nivano soddisfatte solo da una certa esauriente ridondanza. Dopo aver mostrato come il miserabile stato delle arti e delle scienze fra i turchi non sia dovuto a mancanza di talento, ma di interesse per la formazione di esso da parte dello Stato, cosi conclude: «Tale enorme influsso ha dunquel’educazione sul benessere generale di uno Stato! Come appaiono vistosamente in quella nazione le paurose conseguenze della sua trascuratezza! Se noi paragoniamo le capacita naturali dei turchi alla rozzezza del loro carattere e a cid che producono nel campo scientifico, impareremo a riconoscere per contrasto la nostra grande fortuna ea stimarla degnamente per averci la Prowvidenza fatto nascere in uno Stato il cui principe é convinto dell’importanza dell’educazione e dell’universale e diffusa utilita delle scienze, entrambe fa oggetto privilegiato della sua attenzione e della sua alta premura ed ha, anche per questo lato, posto alla sua gloria duraturi ed indimenticabili monumenti, che la tarda posterita ammirera e benedira. Di queste egregie intenzioni e di questo zelo per il benessere della patria sono l’esempio pit. parlante e pit vicino a noi gli ordinamenti di questo istituto, alla cui base sta l’eminente scopo di educare per i bisogni dello Stato elementi idonei ed utili. Per aver in ogni modo perfezionato gli ordinamenti ed averli sempre mantenuti in pieno vigore, dobbiamo ringraziare, dopo Carlo”, soprattut- to Loro, pregiatissimi signori. Ciascuno a cui stia a cuore la felicita della propria patria deve rendere onore con la pid viva gratitudine a queste Loro ininterrotte fatiche. «Ma ora soprattutto abbiamo le pit pressanti ragioni per abbandonare interamente i nostri cuori al sentimento di riconoscenza verso gli alti protettori e direttori di questo istituto. Grazie per gli inestimabili e innumerevoli benefici che per Loro benevolenza ci sono giunti in abbondanza fin dalla pitt tenera eta in questa casa consacrata alle scienze e all’educazione. Grazie in particolar modo per la benigna am- missione negli istituti superiori destinati alla nostra formazio- ne, istituti in cui noi, sotto la Loro saggia guida e la Loro bahn auf einem neuen Wege fortsetzen und vollenden. Hier ist es Pflicht, auch Ihnen, theuerste Lehrer, éffentlich den innigsten Dank abzustatten. Dank Ihnen fiir den Unterricht in Allem, was wissens- werth, fiir die Leitung zu Allem, was gut und edel ist. Dank Ihnen auch fiir Ihre vaterliche Besserung unserer mannigfachen Fehler. Verzeihen Sie uns, verehrungswiirdige Fithrer unserer Jugend, un- sere Vergehungen gegen Ihre zu unserem Besten abzweckende Er- mahnungen, deren Weisheit der unerfahrene Jiingling nicht immer zu schatzen wei. Sie aber, beste Freunde und Commilitonen, die Sie noch auf eben der Laufbahn begriffen sind, die wir zum Theil in Ihrer Gesellschaft gingen, und nun so eben zuriickgelegt haben, seien Sie versichert, daf wir zum Theil schon jetzt, fiir das Vergangene zu spit, es ein- sehen lernen, was jede Unachtsamkeit auf die Warnungen unserer Lehrer und Vorgesetzten fiir nachtheilige Folgen hat und daf wir von dieser Wahrheit mit dem Wachsthum unserer Ersahrungen und reiferen Kenntnisse immer mehr werden iiberzeugt werden. - Das Gefiihl von der Wichtigkeit Ihrer Bestimmung wird Ihnen immer neuen Muth und nach und nach eine Liebe zu Ihrer Beschaftigung geben, welche Sie durch mehreres, achteres und dauerhafteres Ver- gniigen und Gliickseligkeit belohnen wird, als die feinsten Erfin- dungen der Sinnlichkeit je gewahren konnen. Lassen Sie uns mit- einander den festen Vorsatz fassen, durch Flei und Wohlverhalten uns dieser Sorgfalt und Wohlthaten wiirdig zu machen. Danken Sie mit uns dem giitigsten Wesen, daf es unserer Jugend gerade diese Lehrer und diese Erzieher schenkte. Lassen Sie uns die Vorsehung bitten, da sie Ihre Bemithungen begliicken und belohnen mége; sie starke immer Ihre Krafte und Gesundheit und lasse Ihre Jahre das weiteste Ziel des menschlichen Alters erreichen. Das frohe BewuBt- sein des vielen gewirkten Guten und das ruhevolle Zuriicksehen auf die verflossenen Jahre - die Belohnung eines mit Thaten bezeichne- ten Lebens -, die erfreulichen Friichte, die von Ihren Bemiihungen zum Theil schon reifen, die Sie zum Theil noch blithen sehen wer- den, die Segnungen aller Rechtschaffenen, moge Denenselben die Beschwerlichkeiten der zunehmenden Jahre versii&en und mit der frohesten Heiterkeit mogen Sie der Alles vergeltenden Ewigkeit entgegensehen,“ eee Te benefica sorveglianza, proseguiremo e completeremo su una nuova via la nostra carriera scolastica. A questo punto é do- veroso, carissimi professori, ringraziarvi dal pit: profondo del cuore. Grazie per averci insegnato tutto cid che é degno di essere conosciuto, per averci indirizzato verso tutto cid che é nobile e buono. Grazie anche per la paterna correzione dei nostri molteplici errori. Perdonateci, stimatissime guide della nostra gioventi, il cattivo comportamento in seguito alle am- monizioni fate per il nostro bene, la cui saggezza non sempre Vinesperto giovane sa valutare. «A voi poi, cari amici e compagni di studi, che siete ancora su quella strada che in parte abbiamo percorso assieme e che proprio ora abbiamo terminato, posso assicurare che soltanto ora, troppo tardi, abbiamo appreso come il trascurare gli avvertimenti dei propri insegnanti e dei propri superiori ha delle conseguenze svantaggiose. Col crescere e maturare delle nostre esperienze ci siamo sempre pid convinti di questa verita. Il sentimento dell'importanza della vostra missione vi dara sempre nuovo coraggio e un graduale amore per la vostra attivita, amore che vi ricompensera con un piacere ed una gioia pid grandi, pid genuini e pit: duraturi di quanto possano assicurare le pit raffinate invenzioni della sensibilita. Formuliamo tutti insieme il ferreo proponimento di renderci degni della premura e dei benefici ricevuti attraverso lo studio e il buon comportamento. Ringraziate con noi l'amorevolissimo Essere che ha donato alla nostra gioventit proprio questi insegnanti e questi educatori. Preghiamo la Provvidenza affinché voglia favorire e ricompensare le loro fatiche, affinché rinvigorisca le loro forze ¢ la loro salute e faccia loro raggiungere |’eta pit avanzata concessa agli uomini. La serena coscienza delle molte buone azioni compiute, il tranquillo guardare indietro agli anni trascorsi— premio di una vita costellata di azioni -, i consolanti frutti delle loro fatiche, che in parte gia maturano, in parte vedranno ancora fiorire, le benedizioni di tutti i galantuomini, possano loro addolcire le molestie dell’eta avanzata e possano essi con gioiosa serenita guardare in faccia l’eterno che di tutto remunera»”. Hegel’s Eigenheiten. Die Geschichte eines Philosophen ist die Geschichte sei- nes Denkens, die Geschichte der Bildung seines Systems. Was bei anderen Individuen in einer auRerlichen Breite, in Verwick- lung vieler Personen und Umstinde erscheinende Thaten, das sind bei ihm die Gedanken. Bei Hegel ist der aukere Gang des Lebens héchst einfach. Es ist wenig davon zu sagen. Er verkehrte stets mit vielen guten und edlen Menschen, allein ohne zu bedeutenden Conflicten, zu persénlich besonders interessanten Verhiltnissen zu kommen. An Deutschland’s und Europa’s Geschick nahm er den innigsten Antheil, allein auch hier ward er niemals ein Hebel von Begebenheiten. Als miindlicher Lehrer, als Schriftsteller, brachte er in allmaligem Wachsthum eine der auSerordentlichsten Wirkungen hervor, ohne jedoch, wie noch Fichte, besondere Katastrophen sei- nes Schicksals dadurch zu veranlassen. In der Liebe ohne Abilardi- sche Romantik, in der Politik ohne Baconischen Ehrgeiz, in der Re- ligion ohne Spinozistisches Ungliick, im Verkehr ohne Leibnitzische Weltzerstreutheit, in der Lehre ohne Fichte’sche Collision, blieb er ohne gerauschvolles Auftreten immerdar dem strengsten Dienst der Wissenschaft gewidmet. Indem siedas Wesen seiner In- dividualitat ausmachte, entbehrte er, so zu sagen, fiir andere Spharen des Triebes und der Kunst, auf seine Individualitat, auf sein Selbst einen Nachdruck zu legen. Die Politik reizte ihn gewaltig, aber ein praktisches Eingreifen in dieselbe blieb ihm doch als That stets fern. Als Hegel Stuttgart verlie8, war der Typus seiner Persénlichkeit schon fest ausgepragt und ist sich das ganze Leben hindurch treu ge- blieben. Selbst in der Diction seiner jugendlichen Versuche werden dem Aufmerksamen manche Lieblingswendungen und Construc- tionen nicht entgehen, die er bestindig beibehalten hat. Manches wurde freilich zu Berlin Hegel als individuell angerechnet, was nur Schwabisch iiberhaupt war und was Niemandem, so lange He- gel mehr im siidlichen Deutschland lebte, an ihm sonderlich aufge- fallen war, jenes schlichte, biirgerliche sich Behaben, jene intuitive Naivetat, jenes sinnige Sprechen, jene rein sachliche und ehrliche Intelligenz. Seine wahrhafte Eigenthiimlichkeit war die héchste En- ergie des Erkennens im Verein mit der groten persénlichen Unab- CARATTERISTICHE PERSONALI DI HEGEL La storia di un filosofoé la storia del suo pen- siero, la storia della formazione del suo sistema. Cid che in altri individui sono le azioni che si manifestano in una dimen- sione esterna, nell’intreccio di molte persone e circostanze, per lui sono i pensieri. In Hegel il corso esteriore della vita @ estremamente semplice. Su questo c’é poco da dire. Egli entré continuamente in contatto con molti uomini buoni e nobili, senza giungere perd a conflitti di rilievo o a rapporti personali particolarmente interessanti. Prese parte nel modo pit profondo al destino della Germania e dell’Europa, anche qui perd non divenne mai una leva degli avvenimenti. Come maestro, come scrittore, produsse in graduale crescendo uno degli effetti pid straordinari, senza tuttavia causare, come accadde a Fichte, particolari rovesci al suo personale desti- no. In amore senza il romanticismo di Abelardo, in politica senza l’ambizione di Bacone, in religione senza l’infelicita di Spinoza, nei viaggi senza la dispersione di Leibniz, nell’inse- gnamento senza gli scontri frontali di Fichte, la sua rimase una condotta tranquilla, dedicata sempre al piti stretto ser- vizio della s cienza. Mentre essa plasmaval’essenza della sua individualita, eglismise, per cosi dire, di interessarsi ad altre sfere dell’inclinazione e dell’arte, alla sua individualita e a se stesso. La politica lo interessava enor- memente, ma il suo pratico immettersi in essa restd sempre lontano dall’azione. Al momento in cui Hegel lascid Stoccarda, i caratteri tipici della sua personalita si erano gia saldamente impressi ed egli timase loro fedele per tutta la vita. A chi ponga attenzione non possono sfuggire, neppure nei suoi saggi giovanili, alcu- ne espressioni € costruzioni preferite che egli ha poi sempre conservato. A Berlino venne considerata una caratteristica in- dividuale di Hegel cid che invece era soltanto s ve vo e che nessuno aveva notato in lui durante il soggiorno nella Germa- nia meridionale, e cioé le maniere schiette e civili, ’ingenuita istintiva, il parlare assennato, |’intelligenza limpida e concre- ta, La sua pid intima particolarita consisteva nella somma ro- bustezza della capacita conoscitiva unita al massimo distacco hangigkeit von sich, wodurch er dahin kam, andere Menschen und Dinge auch als von ihm unabhingig zu lassen und sie ganz objectiv zu behandeln. Sich nun gar als Philosophen zu prasen- tiren, sein Studium besonders zu betonen, fiel ihm gar nicht ein. Hochstens verspottete er sich darin mit licbenswiirdiger Ironie. Im Umeang, im unmittelbaren Auftreten war er der ganze Mensch. Schilderungen des Philosophen, wie er sein soll, ein Ausma- len von der Hobheit seiner Gesinnung u. s. f. langweilten ihn bald und noch kurz vor seinem Tode (S. W. XVII. 231) sprach er sich dariiber aus, da die alten Philosophen freilich noch auf das Sub- jective hatten zuriickgehen miissen. Aber die moderne Philosophie geht auf Principien, die concreter Natur sind - und nicht blos eine nur abstracte Grundlage, sondern auch selbst die der Bestimmung und Entwicklung in sich enthalten; daher denn dergleichen Schil- derung vom Subject des Philosophirens miiftig und einem Tadel an- derer Art, wenigstens Horazischem Scherze iiber den Weisen, der gliicklich, reich, ja ein Konig sei - aufer wenn ihn Verschleimung beschwere — ausgesetzt ist. - Hegel schlof sich daher immer und iiberall der herrschenden Sitte und Mode an. In solchen Dingen Ei- genheit zeigen zu wollen, schien ihm nicht der Miihe werth. Mit die- ser Denkungsart hat er sich denn auch aller Orten bald eingeheims’t. Gewohnt, fiir die Widerspriiche, die ihn quilten, in der Phi- losophie die Losung zu suchen, blieb er mit dem Leben versohnt und erschien deshalb auch im Umgang nicht wahlerisch. Mit zahllosen Menschen aus den verschiedensten Classen der Gesell- schaft hat er freundschaftliche Verbindungen gehabt. Wir haben ihn so auf dem Gymnasium gefunden; wir werden ihn eben so auf der Universitat finden und noch im vorgeriickten Alter, wo sich anzu- schliefen schwieriger wird. Die Norddeutsche Empfindlichkeit und Pratension war seiner bequemen Offenheit fremd und bedeutende Phanomene der Norddeutschen Sinnesart, z. B. Hamann und Solger, konnte er nur als hypochondrisch begreifen. Ver- mied er aber im socialen Zusammentreffen auch den Gewohnlichen nicht, so machte er doch durchweg die Forderung gesunden Men- schenverstandes, sittlicher Tiichtigkeit, tiberhaupt achter Mensch- lichkeit. Man hat zu Berlin sich oft gewundert, da Hegel sich nicht schroffer isolirte und auch mit unbedeutenderen Menschen dau- ernde, gesellige Verhiltnisse anzukniipfen vermochte. Allein dieses LIDRU! ans personale da sé, per cui riusciva a considerare gli altri uominie le cose come indipendenti da sé e a trattarli in modo del tutto obbiettivo. Non gli veniva mai in mente di presentarsi come filosofo e di porre particolarmente |’accento sul suo studio. Tutt’al pitt poteva per questo prendersi in giro con amabile ironia. Nella conversazione e nella condot- ta immediata c’era tutto I’ uo mo. La rappresentazione di come deve essere il filosofo, la descrizione dell’elevatezza dei suoi principi ecc. lo annoiavano subito, ed ancor prima della morte (cfr. Saémtliche Werke, XVII, 231)* si pronuncid sul perché i filosofi-antichi avessero dovuto ri- ferirsi a quanto vi era in loro di soggettivo. «Ma la filosofia moderna si occupa di principi, che sono di natura concreta e che contengono in sé un fondamento di determinatezza e di sviluppo e non di pura astrazione; percié tale rappresentazio- ne del soggetto del filosofare é oziosa e si presta inoltre a un biasimo di altro genere, per lo meno alle battute oraziane sul saggio, che é felice, ricco e addirittura un re, tranne quando ha il catarro». Hegel aderi sempre e dappertutto ai costumi vigenti e alla moda, parendogli inutile fatica voler mostrare particolarita differenzianti in simili cose. Con questo modo di pensare si é anche ambientato dovunque. Abituato a cercare nella filosofia la soluzione delle con- traddizioni che lo tormentavano, rimase conciliato con la vita ed apparve percié non difficile anche nei rapporti personali. Mantenne amichevoli contatti con moltissimi uomini delle pid disparate classi sociali e cosi come lo abbiamo conosciuto al Ginnasio lo ritroveremo all’universita e persino in eta avanza- ta, quando é difficile stabilire delle relazioni. L’eccessiva sen- sibilita ed arroganza dei tedeschi del Nord era estranea alla sua tranquilla franchezza, e importanti fenomeni della sensi- bilita della Germania settentrionale, come ad es. Hamann e Solger’*, poteva capirli solo come ipocondriaci. Per quanto nei rapporti sociali non si curasse di evitare l’andazzo comune, poneva tuttavia l’esigenza di un sano buon senso, di una saldezza etica e soprattutto di una schietta umanita. A Berlino ci si é spesso meravigliati che Hegel non si isolasse tendendosi inaccessibile e riuscisse invece a stringere durevoli e amichevoli relazioni anche con gli uomini pi insignificanti. Urtheil der Unbedeutendheit ist eben ein ganz relatives, denn das menschlich Anziehende liegt doch wahrlich nicht allein in wissenschaftlicher oder kiinstlerischer Bildung oder gar hoher Rang- stellung. Und Hegel suchte eben fiir den Umgang aufeer sich nicht die Philosophie als solche, sondern Gemiithlichkeit, Zuneigung und anmuthige Zerstreuung. Das Aufspannen persénlicher Verhaltnisse, jener ausgesuchte Cultus der Individualitat, wie er so oft mit sti&er Schmeichelei aristokratischer Freundschaften im letzten Drittel des vorigen Jahrhunderts hervortrat und wovon Hegel in sei- nem Verhaltnif zu Hélderlin theilweise selbst eine Erfahrung gemacht hatte, genirte ihn. Er scheute sich, auch unter der edelsten Form, vereitelnder Schénseligkeit anheimzufallen. Zwei Eigenheiten hatte er. Sie waren aber selbst geselligster Art. Erschnupfte stark und spielte, schon von friiher Jugend im va- terlichen Haufe her, gern Schach und Karte, worin er also mit Kant harmonirte. In fritheren Jahren spielte er haufig Lhombre und Tarok, zu Berlin gewohnlich Whist. Zu Frankfurt 1798 schrieb er tiber das Kartenspiel selbst folgende Bemerkung nieder: ,,Nei- gung zum Kartenspiel ist ein Hauptzug im Charakter unserer Zeit. Verstand und Leidenschaft sind die Eigenschaften der See- le, welche dabei thatig find. Jener sucht die Regeln auf, und wen- det sie als Urtheilskraft alle Augenblick an. Daher Leute von tiefer Vernunft und glanzender Einbildungskraft oft schlechte Spieler sind, nicht blos, weil sie sich nicht fiir das Spiel interessiren kénn- ten, sondern weil oft ihre Urtheilskraft in bestandiger Anwendung von Regeln auf das tagliche Leben nicht so geiibt ist. Leidenschaft ist, was hauptsachlich Interesse gibt. Fiir den kalten Spieler, der zu- gleich nicht aus Gewinnsucht spielt, hat das Kartenspiel besonders von Seiten des Verstandes und der Urtheilskraft Interesse als Ue- bung derselben. Sonst aber ist, auer der Lust nach Gewinnst, der Wechsel der Leidenschast in Furcht und Hoffnung der Umstand, der das Kartenspiel so allgemein macht: ein Geist, der unméglich mit Ruhe des Gemiiths, die etwas Erhabenes an sich hat, die alle Griechischen Werke bei allem Spiel der Leidenschaft athmen, die im héchsten Schwung der Leidenschaft, so lange der Mensch noch Mensch ist und nicht von einem Damon gepeitscht wird, sich noch machtig zeigt, bestehen kann. Diese leidenschaftliche, unruhige eet Ma questo giudizio sull’essere insignificante é del tutto relati- vo, poiché cid che umanamente attrae noncoinci- de solo con la cultura scientifica 0 con !’elevata posizione so- ciale. E Hegel non cercava nella cerchia delle sue conoscenze la filosofia come tale, ma giovialita, affetto e piacevoli svaghi. Lo infastidivanol’ ostentazione dei rapporti persona- lie quel raffinato culto dell’individualita che cosi spesso venne a galla, accompagnato dal dolce vezzo di aristocratiche am: , nell’ultimo trentennio del secolo scor- so e di cui Hegel stesso ebbe in parte esperienza nei suoi rap- porti con Hélderlin. Egli aveva paura di cadere, anche sotto forma pitt nobile, nella vuotezza dell’anima bella. Aveva due caratteristiche, entrambe di societa: fiutava molto tabacco e giocava volentieri, fin dalla prima gioventii nella casa parterna, a scacchi e a carte, ed in questo andava dunque d’accordo con Kant. Nei primi anni giocava piti spesso a Lhombre e a tarocchi, a Berlino di solito a Whist. A Francoforte nel 1798 stese le seguenti osser- vazioni sul gioco delle carte: «La propensione al gioco delle carte é uno dei tratti caratteristici del nostro tempo. In - telletto e passione sono le facolta dell’anima che vi agiscono. Quello ricerca le regole e, come Giudizio [Ur- teilskraft], le applica ad ogni momento. Da cié deriva che per- sone profondamente ragionevoli e dotate di brillante immagi- nazione siano spesso cattivi giocatori, e non solo perché non riescono a prendere interesse al gioco, ma anche perché spes- so il loro giudizio non é cosi esercitato nell’applicazione di re- gole alla vita quotidiana. La passione é cid che principalmente fornisce l’interesse. Per il giocatore impassibile che non gioca per desiderio di guadagno, il gioco delle carte ha interesse dal punto di vista dell’intelletto e del giudizio come esercizio di queste capacita. Ma la condizione che rende questo gioco cosi universale é, oltre il piacere della vincita, l’alternarsi delle passioni di paura e di speranza: uno spirito a cui é impossibile continuare a resistere con quella tranquillita d’animo che ha in sé qualcosa di elevato, che tutte le opere greche respira- no in qualsiasi gioco di passioni e che si mostra ancora po- tentemente nel pitt alto slancio della passione, finché l’uomo @ ancora uomo e non viene sferzato da un demone. Questa Stimmung des Geistes ist es, die unser Zeitalter charakterisirt und dem auch das Kartenspiel seine Verbreitung dankt. Wie bei dem In- teresse der Leidenschaft, so ist auch in jener dabei vorkommenden Thatigkeit des Verstandes, auch wenn sie allein im Spieler sich fin- det, kein Funken eines Ingrediens von Vernunft vorhanden. — Da- her auch bei einem sonst unschuldigen Spiel uns nichts auffallender ist, als den Namen Gott in Bezug darauf nennen zu héren. Denn so sehr wir im Allgemeinen die Vorsehung auch an den kleinsten Dingen, besonders an solchen, die uns in das Gebiet des Zufalls zu gehdren scheinen, Theil nehmen lassen (zumal bei Hazardspielen oft das Gliick eines nicht bésen, vielleicht nur verfiihrten Mannes und seiner Familie an einigen Karten hangt), so sehr fallt es uns auf, dabei daran erinnert zu werden.“ Dieselbe anspruchlose, aber in ihrem UnbewuBtsein um so fesselndere Unscheinbarkeit seiner Person, der eben der innere Nachdruck nicht fehlte, zeigte sich auch in Hegel's unmittelbarer Umgebung, in seiner Zimmereinrichtung. Er war darin nur auf das Zweckmiige bedacht. Alle Kiinste, damit zu imponiren, waren ihm verichtlich. Er dachte gar nicht an solche Effecthascherei durch einen sterilen Nimbus. Sein einfacher Schreibtisch mit der maleri- schen Unordnung seiner Hefte, Briefe und Tabatiere ist dafiir welt- berithmt geworden. Wir begleiten Hegel nun auf die Universitat. Im Herbst ging er nach Tiibingen, im Herbst nach Bamberg, im Herbst nach Niirnberg, im Herbst nach Heidelberg, im Herbst nach Berlin und im Herbst - starb er; einer jener seltsamen Ziige menschlichen Geschicks, fiir welche man gern in der Individualitat selbst einen Grund entdecken méchte, und Hegel demnach eine gesittigte, ein- sammelnde Herbstnatur nennen miifte. Die Universitat Tubingen. Hegel, nach landesiiblichem damaligem Ausdruck, der Theo- logie consecrirt, bezog die Landesuniversitat Tibingen. Er genoB den besonderen Bortheil, als Herzoglicher Stipendiari- us vollig sorgenfrei leben und als Seminarist einer musterhaf- ‘cdaaabnded passionale ed irrequieta tendenza dello spirito é cid che carat- terizza il nostro tempo e a cui anche il gioco di carte deve la sua diffusione. Come nell’interesse della passione, cosi pure in quell’attivita dell’intelletto che vi si associa (anche quando essa si trova da sola nel giocatore), non é presente neppure un briciolo d’ingredienti della ragione. Percié niente é pit notevole, in un gioco per altri versi cosi innocente, che sentir nominare in rapporto ad esso il nome di Dio. Ma sebbene noi lasciamo in generale che la Prowvidenza si occupi anche delle piccole cose e in particolare di quelle che ci sembrano cadere nel dominio del caso (spesso nel gioco d’azzardo la felicita di un uomo non cattivo, ma forse soltanto traviato, e quella della sua famiglia dipende da alcune carte), ci meravigliamo che questo ci venga rammentato in situazioni del genere». La stessa modestia senza pretese della sua persona, cosi at- traente nella sua spontaneita e non priva di un’intima energia, si mostrava anche nell’ambiente immediato che lo circonda- va, nell’arredamento della sua camera. Prendeva in conside- razione solo la funzionalita. Tutte le ricercatezze onde imporsi all’attenzione gli erano odiose. Non pensava affatto a ricerche d’effetto per mezzo di uno sterile prestigio. Il suo tavolo di studio, col pittoresco disordine di quaderni, lettere e tabac- chiere, é diventato famoso. Seguiamo ora Hegel all’universita. In autunno ando a Tu- binga, in autunno a Bamberga, in autunno a Norimberga, in autunno a Heidelberg, in autunno a Berlino e in autunno mori; é questo uno di quegli strani aspetti dell’umano destino, di cui si preferirebbe scoprire il motivo nell’individualita stes- sa, € per cui si potrebbe definire Hegel una natura autunnale, un frutto maturo e succoso. LUNIVERSITA DI TUBINGA Hegel, consacrato, secondo un’espressione sveva allo- rainuso, alla teologia, si iscrisse all’universita regio- nale di Tubinga. Godette del particolare privilegio di poter vivere del tutto libero da preoccupazioni finanziarie come borsista ducale e di usufruire come seminarista ten genaueren Leitung seiner Studien sich erfreuen zu kénnen. Der Theologe Schnurrer, gest. 1822, stellte Hegel am 27. October 1788 die Matrikel aus, welche, nach damaligem Gebrauch, den an Eidesstatt ausgestellten Revers in Betreff der polizeilichen Verhal- tungsmaafregeln in 9 kurzgefabten Lateinischen Bestimmungen mit eingedruckt enthielt. Zufolge der noch vorhandenen, sehr gut nachgeschriebenen Collegienhefte Hegel’s horte er 1788 - 89 bei Schnurrer, der damals der Exegese einen neuen Schwung gab, Apostelgeschichte und den ersten Theil der Psalmen; im Sommer- semester 1789 bei demselben den zweiten Theil der Psalmen und die katholischen Briefe; bei Flatt tiber Cicero de natura Deorum. Im Wintersemester 1789 - 1790 hérte er bei Rsler Geschichte der Philosophie und im Sommer 1790 bei Flatt: Metaphysik und natiitliche Theologie. Im eigentlich theologischen Curfus 1790 - 93 hérte er fast nur bei Storr, einem sehr wiirdigen, sehr orthodo- xen, jedoch nicht weniger trockenen Manne, das Evangelium Lukas, Matthaus, Johannes, den Rémerbrief und andere Briefe, au&erdem aber die Dogmatik. - Fir sich selbst machte er einen Cursus in der Anatomie durch. - Mehre Jahre ward er durch ein Tertiansieber gequalt, welches ihn sogar eine Zeitlang zur Unterbrechung seiner akademischen Studien néthigte. Er brachte mehrere Monate zu sei- ner endlichen Genesung im vaterlichen Hause zu und beschiftigte sich hier, aufer mit seinen geliebten Griechischen Tragikern, vor- ziiglich mit der Botanik. Flatt, der erst 1821 starb, ist als Hegel's Lehrer wohl zu be- achten, insofern derselbe zu den scharfsinnigsten und liberalsten Bestreitern des Kant'schen Systems gehérte. Die Wolf’sche Logik hatte Hegel, wie er selbst erzahlt (S. W. XVII, 364), schon von seinem vierzehnten, die Definitionen der idea clara schon von seinem zwolften Jahr villig inne. Wir finden keinen Nachweis, da& er auf der Universitat Logik gehort habe. Doch kann dies auf einem zufalligen Umstand beruhen. Ploucquet namlich, der eigentli- che Logiker und Metaphysiker, lebte zwar noch, las aber vielleicht nicht mehr und starb 1790, Ploucquet, der Rechner in der Lo- gik, der scharfste Contrast zum spateren Logiker Hegel. Wenn Flatt zwischen der Wolf’schen und Kant’schen Philosophie stand und mit einer absterbenden Bildung auch die aus ihr hervorgehende neue eee di una guida esemplare ed accuratissima nei suoi studi. II teo- logo Schnurrer, morto nel 1822, lo immatricolé il 27 ottobre 1788*. I] documento di immatricolazione porta, stampate sul retro secondo !’uso di allora, nove brevi proposizioni, la cui sottoscrizione aveva, in conformita alle leggi di polizia allora vigenti, il valore di un giuramento”’. Sulla base dei curatissimi quaderni d’appunti che ancora ci restano del periodo univer- sitario, Hegel segui nel semestre invernale 1788 e in quello estivo 1789 le lezioni di Schnurrer (che fece compiere all’ese- gesi biblica un gran passo in avanti) sulla storia degli apostoli, la prima parte dei salmi; le Epzstole cattoliche, la seconda parte dei salmi e le lezioni di Flatt** sul De natura deorum di Cicero- ne nel semestre estivo 1789. Nel semestre invernale 1789-90 frequenté storia della filosofia dal Résler” e, nell’estate 1790, metafisica e teologia naturale dal Flatt. Nel corso di teologia propriamente detto, dal 1790 al 1793, segui le lezioni dello Storr (una degna persona, molto ortodossa, ma arida) sulla dogmatica, i Vangeli di Luca, Matteo e Giovanni, la Lettera ai Romani ed altre lettere. Per proprio conto frequentd un cor- so di anatomia. Fu tormentato per molti anni da una febbre terzana che lo costrinse, fra l’altro, ad interrompere gli studi per un certo periodo. Passo molti mesi fino alla guarigione definitiva nella casa paterna occupandosi, oltre che dei diletti tragici greci, principalmente di botanica. Flatt, che mori non pitt tardi del 1821, é da prendersi atten- tamente in considerazione quale maestro di Hegel, in quanto fu uno dei pit aperti ed intelligenti oppositori di Kant. He- gel aveva, come egli stesso racconta (Sdmtliche Werke, XVII, 364)*!, molta familiarita con la logica di Wolff fin dall’eta di quattordici anni e conosceva la definizione di idea clara fin dai dodici. Non abbiamo nessuna prova della sua frequenza alle lezioni di logica dell’ universita. Questo pud tuttavia di- pendere da una circostanza accidentale. Infatti Plouquet (il sostenitore del calcolo logico, che rappresenta la pit netta antitesi col maturo Hegel della Scienza della logi- ca) viveva ancora sicuramente, ma probabilmente non faceva pit lezione e mori nel 1790. Se Flatt stava a cavallo fra la filosofia wolffiana e quella kantiana e trasmetteva assieme ad una cultura in via di estinzione anche la nuova cultura che da iiberlieferte, so stand Résler, der Bearbeiter der Bibliothek der Kir- chenvater, den man aber Kirchengeschichte nur einmal und nur sehr compendiarisch lesen lie&, ebenfalls zwischen Orthodoxie und Hete- rodoxie und mufte fiir den von den Tendenzen der Aufklarung bereits so tief inficirten Jiingling ein nicht unwillkommener Lehrer sein. Im Ganzen aber fand Hegel in dem akademischen Unterricht, wie aus einem Brief an Schelling hervorgeht, wenig Befriedi- gung. Sehr viel trug dazu wohl die Klésterlichkeit und der Pedan- tismus des theologischen Seminars, des sogenannten, am Neckar schén gelegenen Stistes bei. Die Studenten, welche unter der beson- deren Aufsicht von Professoren und Repetenten in diesem ehema- ligen Augustinerkloster wohnten, bildeten unter den Studirenden eine eigenthiimliche Welt. In der Stadt hiefen sie die Stiftler oder auch scherzweise von ihrer streng beaufsichtigten Tracht die Schwarzen. Wahrend des Essens wurden Predigten gehalten, und der Redner bekam bessere Kost. Auch Hegel mufte predigen. Aber nicht nur war sein Kanzelvortrag, nach dem Bericht seiner Schwester, leise und stockend, sondern auch feine Predigten selbst scheinen nur opera operata gewesen zu sein, 1792, 10. Janu- ar predigte er iiber Iesaias 61, 7 und 8; am zweiten Sonntag nach Trinitatis 1793 iiber Matthaus V, 1-16; von der Predigt am Freitag Philippi und Jakobi 1793 ist nur die ausfiihrliche Disposition ber ein Thema ohne Angabe des Tertes und endlich noch ohne Tert und Datum eine sehr sorgfaltig durchdachte Predigt iiber die Ver- sohnlichkeit vorhanden. Es herrscht darin die trockenste mo- ralische Ausdeutung des Christenthums und die Griindlichkeit, mit welcher die Pflichtbegriffe auseinandergesetzt werden, vermag fiir die tibergroBe, nur am Anfang und Ende herkémmlich sich etwas verlierende Niichternheit nicht zu entschadigen. Allerdings wurden im Stift auch andere Arbeiten gemacht, allein es hat sich von diesen, mit den Correcturen des Repetenten, nur der etfte freier Wahl, vom December 1788 erhalten und die- ser ist noch dazu eine fast nur theoretisch verinderte neue Auflage der letzten Schuldeclamation vom 7. August, nur mit verindertem Titel: ,iiber einige Vortheile, welche uns die Lectii- re der alten classischen Griechischen und Rémi- schen Schriftsteller gewahrt. Gegen das Ende ist folgen- de merkwiirdige Stelle hinzugekommen: ,Aus der Reihe und dem Geist der iibrig gebliebenen Schriften konnen wir eine vollstandige eee essa sorgeva, Résler, ’editore della Biblioteca det padri della Chiesa (che solo una volta e in modo compendiario tenne le- zione di Storia della Chiesa), oscillava anche lui fra ortodossia ed eterodossia, e dovette essere un insegnante non sgradito per un giovane cosi imbevuto di tendenze illuministiche. In complesso pero, come ci risulta da una lettera a Schelling”, Hegel non era molto soddisfatto dell’insegnamento accade- mico. A questo contribui certamente molto l'atmosfera da chiostro e la pedanteria del Seminario teologico, il cosidetto Stift. Gli studenti, che abitavano, sotto l’accurato controllo di professori e ripetitori, in un ex-convento di Agostiniani, for- mavano un mondo a parte rispetto a tutti gli altri studenti. In citta venivano chiamati gli Stéftler oppure, a causa dell’abito che dovevano tassativamente portare, i zert. Durante i pasti si tenevano delle prediche e l’oratore otteneva il miglior cibo. Anche Hegel dovette predicare. Tuttavia, non solo esponeva gli argomenti sacri a bassa voce ed inciampando nel discorso, ma le sue stesse prediche sembrano essere state solo opera operata. Il 10 gennaio 1792 ne tenne una su Isaia 61,7 ¢ 8; la terza domenica dopo Pentecoste del 1793 su Matteo, 5,1-16; della predica del Venerdi di Filippo e Giacomo del 1793 ci resta solo lo schema di un argomento, senza indicazione del testo e della data, ed infine, anche questa volta senza alcuna indicazione del testo e della data, una predica molto accurata sulla mitezza del carattere. Domina in esse la piu arida interpretazione morale del cristianesimo e l’esattez- za con cui vengono analizzati i concetti di dovere non riesce a compensare l’enorme e continua insulsaggine che si perde un po’ solo all’inizio e alla fine. Certamente furono compiuti nello Sift anche altri lavori, ma di questi ci é restato solo il primo di libera scelta, steso nel dicembre 1788 e con le correzioni del ripetitore. Si trata perd di una nuova edizione dell’ultima esposizione orale del Ginnasio del 7 agosto, mutata quasi solamente da un punto di vista teoretico e col diverso titolo: Su alcunt vantaggi che ci Procurano le letture degli scrittori classici dell’antichita greco- romana“. Verso la fine troviamo il seguente notevole passo: «Dalla concatenazione e dallo spirito degli scritti che ci sono rimasti possiamo estrarre una storia completa della civilta dei Geschichte der Cultur der Griechen und Romer abstrahiren und es lassen sich daraus auch manche anderwartige Erscheinungen mehr in’s Licht setzen. Um ein Beispiel anzufiihren, so lat sich Manches in der Cultur, den Gewohnheiten, Sitten und Gebrauchen des Is - raelitischen Volks, die ans uns vielen Einfluf hatten und noch haben, daraus natiirlicher erklaren und begreiflicher machen. Denn der menschliche Geist war zu allen Zeiten im Allgemeinen der- selbe, nur daf seine Entwicklung durch die Verschiedenheit der Umstande unterschiedlich modisicirt wird. - Endlich, da die Werke der Alten, wie schon gesagt worden, so vorziiglich brauchbar zur Erwerbung der Begriffe sind, so sieht man, welch’ eine zweckmafige Vorbereitung zum Studium der Philosophie das Lesen derselben. Man bringt dadurch doch schon einen Vorrath von ab- stracten Begriffen und eine wenigstens etwas getibte Denkkraft mit, besonders da sie zu vielen Theilen dieser Wissenschaft wenigstens den Samen und die ersten Griinde enthalten, die in neueren Zeiten hauptsachlich deutlicher auseinandergesetzt, entwickelt und naher bestimmt worden sind. Die vielen Widerspriiche der alten Philoso- phen, besonders in der Speculation iiber den praktischen Theil der Weltweisheit, haben wenigstens die Mihe erleichtert, den Mittel- weg zu finden, wo die Wahrheit liegt.“ Studentenleben. Von Hegel’s Studententhum haben sich unter den Compro- motionalen, mit denen er zusammen lebte, noch einige mit ihnen absterbende Traditionen erhalten, welche in der Zeitung fiir die elegante Welt 1839, No. 35-37 mitgetheilt worden und woraus Folgendes hier einzuschalten: ,,Im Stift cursiren gegenwartig nur noch wenig Erinnerungen an Hegel (z. B. da er viel des Nachts gearbeitet haben soll und dgl.). Nicht einmal iiber die Stube, die er bewohnte, sind sichere und tibereinstimmende Nachrichten vor- handen. Nur das weif man, dal er, durch Schelling veranlaft, auf dessen Stube sich fiir einige Zeit tibersiedelte. Die Compromotio- nalen und Stiftsgenossen Hegel's sind jetzt groStentheils in’s Grab gestiegen. Nur wenige leben noch, in allen Gauen Schwabens zer- streut, als greise Pastoren. Einer jener Compromotionalen im Stadt- chen Pfullingen, unweit Tiibingen, ein verlumptes Genie, erzahlte ee Tt greci e dei romani e cosi si possono porte in luce anche alcuni fenomeni che si presentano altrove. Diventano, ad es., con cid pid comprensibili e pit’ naturalmente spiegabili alcune particolarita della cultura, delle abitudini dei costumi e del- le usanze del popolo ebraico, che ha avuto ed ha molta influenza su di noi. Poiché lo spirito umano é stato in generale sempre |o stesso esoloil suo sviluppo é stato modificato sensibilmente dalla varieta delle circostanze; poi- ché, infine, le opere degli antichi son particolarmente idonee all’acquisizione dei concetti, non vi é chi non veda quale op- portuna preparazione allo studio della filosofia costituisca la loro lettura. Ci si fornisce in tal modo di una prowvista di concetti astratti e di una facolta di pensare per lo meno un po’ esercitata e questo principalmente per il fatto che in molte parti di questa scienza sono contenuti almeno i germi e le basi di quelle idee che nei tempi moderni sono sta- te pid chiaramente analizzate, sviluppate e determinate con maggior precisione. Le molte contraddizioni dei filosofi anti- chi, in particolare per quanto riguarda l’aspetto pratico della filosofia, hanno per lo meno reso pit leggera la fatica della ri- cercadel punto intermedio incuigiace la verita»”. LA VITA STUDENTESCA Si sono conservate fra i suoi compagni di corso alcune tra- dizioni del periodo in cui Hegel era studente, tradizioni che vanno estinguendosi con essi e che sono state riferite dalla Zeitung fiir elegante Welt del 1839, numeri 35-37, da cui to- gliamo quanto segue: «Attualmente circolano nello Siift solo pochi ricordi di Hegel (come ad es. che egli avrebbe studiato molto di notte e simili). Neppure sulla stanza che egli avrebbe abitato esistono notizie sicure e concordi. Si sa solo che egli invitato da Schelling si install per qualche tempo nella stanza di quest’ultimo. I compagni di corso e gli altri colleghi dello Stift sono ora in gran parte scesi nella fossa. Solo pochi vivo- no ancora, sparpagliati in ogni distretto della Svevia, come vecchi pastori. Uno di questi compagni di corso che abita nella cittadina di Pfullingen, non lungi da Tubinga, un genio mir, auf wie vertrautem Fuf er mit Hegel gestanden, wie sie taglich miteinander conversirt, wie sie, um die Morgenstunden zu benut- zen, mit einander ausgemacht hitten, sich gegenseitig zu wecken, und wie der, welcher das Wecken verschlafen habe, dem Andern vom Mittagessen seine Portion Klosterwein zur Strafe habe geben miissen. In der Gesellschaft habe sich Hegel durch seine Jovialitat zu einem wohl gelittenen Genossen gemacht. Er habe es auch nicht verschmaht, bisweilen frohlichen Gelagen beizuwohnen, wo dem Bacchus geopfert worden sei. Ueberhaupt habe er sich etwas genia- lisch betragen, so daf seine Moralitat besser gewesen sei, als seine Legalitat. Hegel’s wissenschaftlichen Bildungsgang anlangend, habe derselbe, besonders am Anfange seines Stiftslaufes, wenig gearbei- tet, fiir die Theologie gar nichts gethan, hdchstens seinen Kant gele- sen, die meiste Zeit aber mit dem Tarokspiel zugebracht. Wahrend zu jener Zeit im Stift ein Verein junger Kantianer zusammengetre- ten, habe Hegel den Rousseau gelesen und im Reich des Wissens nur ziellose Streifziige angestellt. Als besondere Merkwiirdigkeit fiihrte er noch an, da Hegel am Buch Hiob wegen dessen ungeregelter Natursprache ein gro&es Wohlgefallen gefunden habe. Ein Ereig- nif aber habe Hegel’n vollig umgewandelt und sei die geheimste Triebfeder der groKen Metamorphose geworden, die von nun an mit ihm vorgegangen. Es herrscht namlich im Stift die alte Sitte, in den einzelnen Promotionen zu lociren. In Wiirtemberg wird locirt bis in’s Mannesalter hinein. AuBer China wird in keinem Lande so viel examinirt und locirt, als in diesem. Die Locationen werden ge- druckt; sie sind der Maafstab bei den spateren Anstellungen. Nach seinem Locus mift man den Mann. Hegel nun, in seiner Promotion Anfangs der Dritte, wurde spater zum Theil wegen seiner ungeord- neten Studienweise zum Vierten gemacht und an seine Stelle avan- cirte der nachmalige Wiirtembergische Prilat Marklin. Diese Herabsetzung habe in Hegel eine bleibende Wunde zuriickgelassen. Er suchte sie zu verbergen, wurde verschlossen, und fing an, mit ungeheurer Kraftanstrengung zu arbeiten. Er iibernachtete ganze Wochen auf dem Sopha. — Hegel sei der begeistertste Redner der Freiheit und Gleichheit gewesen und habe, wie damals alle jungen eee To malandato, mi raccontd come egli fosse in rapporti di grande confidenza con Hegel, come conversassero tra loro ogni gior- no, e come essi, per usufruire delle ore mattutine, avessero stabilito di comune accordo di svegliarsi a vicenda; chi avesse continuato a dormire dopo la sveglia, avrebbe dovuto cedere all’altro come penalita la propria razione di Klosterwein che si riceveva a pranzo. Nella compagnia Hegel divenne per la sua giovialita una persona ben vista. Non si vergognava di prendere talvolta parte a degli allegri banchetti in cui si sa- crificava a Bacco. In generale si sarebbe comportato secondo le sue inclinazioni, per cui la sua moralita sarebbe stata mi- gliore della sua legalita. Per quanto concerne il suo processo di formazione scientifica, avrebbe lavorato poco, soprattutto all’inizio dei suoi studi, non avrebbe combinato niente in te- ologia, letto tutt’al pia Kant e trascorso il resto del tempo a giocare a tarocchi. Mentre nello Stiff si costituiva un gruppo di giovani kantiani, egli avrebbe letto Rousseau ed eseguito al- cune scorribande senza meta nel regno del sapere. Come par- ticolare degno di nota citd il grande piacere che Hegel avreb- be provato nella lettura del libro di Giobbe a causa del suo sregolato linguaggio naturalistico. Un avvenimento avrebbe tuttavia mutato Hegel completamente e sarebbe stato la molla pit segreta della grande metamorfosi che andé producendosi in lui. Domina cioé nel Wiirttemberg |’antica usanza di stabi- lire delle graduatorie nelle singole Promotionen’*. A} di fuori della Cina, in nessun altro paese come in questo vi sono tanti esami e tante promozioni. Le graduatorie vengono stampate e diventano un punto di riferimento per gli impieghi seguenti. Nel Wiirttemberg ci si trova in graduatoria fino a quando si diventa persone di una certa eta e secondo l’ordine di esse si valuta un individuo. Hegel dunque, che nella sua Promotion era inizialmente terzo, venne in seguito (in parte per la sua di- sordinata condotta di studi) classificato quarto e al suo posto avanz6 Marklin, che diventera in seguito prelato nel Wiirt- temberg. Questa retrocessione avrebbe lasciato in Hegel una durevole ferita. Egli cercd di nasconderla, divenne chiuso e comincié a lavorare con enorme sforzo. Per settimane inte- te passé la notte sul sofa. Fu il pit entusiastico oratore della liberta e dell’uguaglianza e, come tutti i giovani intellettuali, Kopfe, fiir die Ideen der Revolution geschwarmt. Eines Morgens, an einem Sonntage, es war ein schéner klarer Frithlingsmorgen, sei- en Hegel und Schelling mit noch einigen Freunden auf eine Wiese unweit Tiibingen gegangen und hatten dort einen Freiheitsbaum aufgerichtet. Ein Freiheitsbaum! War das nicht ein prophetisches Wort? Im Osten, wo zu jener Zeit der Stifter des Kriticismus den Dogmatismus zerknickt hatte, war das Wort der Freiheit ertont; im Westen war es aus den Blutstrémen, die um seinetwillen vergossen wurden, hervorgetaucht, — und jetzt errichten die beiden Grinder der absoluten Philosophie einen Freiheitsbaum.“ Diese mythischen Ueberlieferungen sind im Ganzen nicht un- richtig, wenn wir sie mit dem vergleichen, was authentische Quel- len, Hegel’s Stammbuch, eine Notiz seiner Schwester und eine durch Herr Diakonus Dr. Binder in Heidenheim mitget- heilte Relation des Pfarrers Fink in Hohenmemmingen, Hegel’s treuesten Camaraden, tiber jene Zeit enthalten. In dem Stammbuch finden wir zunachst die ganze zahlreiche Gruppe von Verwand- ten, die Vettern, die Basen, die Gevatter und Gevatterinnen aus dem Geschlecht der Géritze, Reyscher u.s. w. Wir ersehen unter Anderem daraus, da das Betreiben der Englischen Spra- che in diesem Kreise iiblich gewesen. - Eine zweite Gruppe bilden die guten Camaraden, deren Hegel einen ziemlich grofen Kreis besa. Man fand an ihm damals nichts besonders Geistreiches her- aus. Seine Jugendbekannten in Schwaben waren erstaunt, als er sie spater mit seinem Ruhm iiberraschte. Das hatten wir, hie es, vom Hegel nimmer gedacht! — In den ritterlichen Kiinsten der Akademie blieb Hegel zuriick. Er ritt zuweilen. Er trank gelegentlich, nament- lich wahrend des Sommers 1790, wacker mit. Er fing mit seinem Herzenscamaraden Fink das Fechten an, gab es aber bald wieder auf. Zu manchen auferlichen Hemmungen, welche ihm lange Zeit das Fieber verursachte, kam noch eine Vernachlassigung des An- zugs. So sehr er daher auch mit jungen Damen zu verkehren liebte und so gut er bei ihnen seiner Gesinnung und geistigen Munterkeit wegen gelitten war, so wenig gliickte es ihm doch bei ihnen. Seine Schwester driickt sich iiber diesen Punct sehr gut aus, wenn sie sagt: ner gab hier und da den Vorzug, erregte aber keine Hoffnungen.“ In diesem Ton sind denn auch die meisten Stammbucherinnerungen des weiblichen Personals abgefat. Wenn es anging, suchte Hegel mit den Damen ein Pfanderspiel zu arrangiren, wo ihm denn doch eee TL si infervoré per le idee della rivoluzione. Una domenica mat- tina — era una chiara e bella giornata di primavera — Hegel, Schelling ed altri amici si recarono su un prato non lontano da Tubinga ed ivi innalzarono un albero della liberta. Un albero della liberta! Non era questa una parola profetica? In orien- te, dove in quel momento il fondatore del criticismo aveva sconfitto il dogmatismo, era risuonata la parola “liberta”; in occidente essa era emersa dai fiumi di sangue che per sua ca- gione erano stati versati, — ed ora i due fondatori della filosofia assoluta innalzano un albero della liberta!». Queste mitiche tradizioni non sono nel complesso errate se le confrontiamo con le fonti autentiche di quel periodo: Palbum dei ricordi di Hegel, unanotizia di sua sorella e una relazione del pastore Fink di Hohenmem- mingen, il pit: caro compagno di studi di Hegel, comunicata al signor diacono dott. Binder di Heidenheim. Nell’album troviamo dapprima|’intero e numeroso gruppo dei paren - t i; cugini, cugine, compari e comari del ceppo dei Géritzen, Reyscher ecc. Da esso ricaviamo fra l’altro che lo studio dell’inglese era diventato abituale in questo circolo. Formano ilsecondo gruppoi buoni compagni di studi, che Hegel aveva in grande quantita. Nessuno intravvedeva in lui alcunché di geniale. I suoi coetanei svevi rimasero sba- lorditi quando egli pit tardi li colpi con la sua fama. Questo, dicevano, non se lo sarebbero mai aspettato da Hegel! Egli rimase indietro negli insegnamenti d’equitazione dell’accade- mia e andava a cavallo solo di tanto in tanto. Occasionalmente beveva molto in compagnia, in particolare durante l’estate del 1790. Comincié ad esercitarsi alla scherma col suo carissimo amico Fink, ma smise presto. Ai molti impedimenti che gli furono causati per lungo tempo dalla febbre, si aggiunse la trascuratezza nel vestire. Per quanto le ragazze gli piacessero e riuscisse loro simpatico per i suoi principi e per la sua viva- cita, non ebbe tuttavia molta fortuna con loro. Sua sorella si esprime molto bene quando dice: «Egli accordava qua e la la sua preferenza, ma non suscitava alcuna speranza». In que- sto tono sono redatti nell’album anche la maggior parte dei ticordi di mano femminile. Quando gli era possibile cercava di combinare un gioco dei pegni con le ragazze, in cui egli avrebbe von holdem Munde auch ein Kitchen zu Theil werden mufte. Alle diese Umstinde vereinigten sich, ihm eine etwas gramliche, schwer- fallige Aufenseite zu geben, ihn alter erscheinen zu lassen, als er war. Er bekam daher im Stift den Spitznamen: der alte Mann oder auch schlechtweg: Alter. Auf einem der Stammbuchblatter hat ihn sein Freund Fallot gesenkten Haupts mit Kriicken einher- schleichend abgemalt und hinzugeschrieben: ,,Gott stehe dem alten Mann bei!“ Aber die Rechtschaffenheit, Biederkeit, Lustigkeit Hegel’s mach- ten ihn sowohl bei seinen Camaraden im Stift, als bei anderen Stu- denten in der Stadt sehr beliebt. Die Stammbuchblatter tituliren ihn gewohnlich als liebsten Bruder und driicken eine wahrhafte Innigkeit fiir ihn aus. Auch noch aus spateren Briefen dieser Univer- sitatssreunde, eines Griesinger, Staudlin u.A.,, geht die ach- te Treue dieser Gesinnung hervor. Die Grafschaft Mémpelgard iiber dem Rhein gehérte damals noch zu Wiirtemberg, und ward erst im Liineviller Frieden an Frankreich abgetreten. Daher hatten damals Studirende aus Mémpelgard im Stift einen Freitisch, wo- durch sie mit den Stiftlern leicht in nahere Verbindung kamen. Sie reprasentirten das Franzdsische Element und Hegel ging mit den meisten von ihnen um, insbesondere mit Fallot und Wil- ling von Colmar. Auch ein Deutschenglander, E. H. Kauf- mann hat sich Englisch in das Stammbuch eingezeichnet; Hegel selbst hat unter den Namen geschrieben: den 16. August 1793 nach Nordamerika abgereist. Die Stammbuchblatter tiberhaupt enthal- ten natiirlich so manche fiir uns nicht mehr entzifferbare Anspie- lung und schweben im Ausdruck zwischen groker Gewéhnlichkeit und sentimentaler Ueberschwanglichkeit hin und her. Manche sind durch bestimmte Beziehungen charakteristisch. So schrieb sich ein M. Sartorius am7. September 1791 mit folgenden Worten ein: »Freundschaft ist eine Pflanze, die, sorgfaltig gepflegt, in jedem Boden gedeiht. - Sic behaupteten jiingst, die Botanik erwarte keine Erweiterungen mehr. Geschwind tragen Sie das Supplement in Ihren Linnec ein - und erinnern Sie sich, gleichviel als Botaniker oder Nichtbotaniker, Ihres aufrichtigen Freundes.“ Andere Anlasse gaben das Respondiren, die Trennung vom Stift, kleine Abenteuer. Zu Streifereien in die Umge- gend war Hegel stets aufgelegt. Die umliegenden Dérfer, Kloster ete To dovuto ricevere, per parte sua, un bacetto da una bocca so- ave. Tutte queste circostanze concordano nell’attribuirgli un aspetto esteriore di leggero malcontento e di gravita, tanto da farlo apparire pil anziano di quanto fosse. Ricevette per- cid nello Sift il soprannome di uomo vecchio o pit semplicemente di vecchio. In uno dei fogli d’album il suo amico Fallot lo ha raffigurato mentre cammina a capo chino reggendosi sulle stampelle ed ha scritto: «Dio assista il Vecchio!», Tuttavia la franchezza, l’onesta e la giovialita lo rendevano stimatissimo non solo fra i suoi compagni dello Sti, ma an- che fra gli altri studenti della citta. Nell’album é comunemen- te definito fratello carissimo e visi esprime una sincera amicizia nei suoi confronti. La schietta lealta di questo sentimento emerge anche dalle lettere pit tarde di questi ami- ci di universita, di Griesinger, di Staudlin ed altri. La contea di Mémpelgard sul Reno apparteneva allora al Wiirttemberg e passo alla Francia solo con la pace di Lunéville e studenti di Mémpelgard godevano nello Stiff di vitto gratuito, per cui en- trarono in stretto contatto con gli Stiftler. Essi rappresentava- no l’elemento francese e Hegel entrd in contatto con la mag- gior parte di essi, in particolare con Fallot e Billing di Colmar. Anche un anglo-tedesco, C. H. Kaufmann, ha scritto qualcosa in inglese sull’album e Hegel stesso ha aggiunto sotto il nome: «partito il 16 agosto 1793 per l’America del Nord». Le pagi- ne d’album contengono in genere alcune allusioni che non son pid naturalmente decifrabili ed oscillano tra la banalita e la ridondanza sentimentale. Alcune sono caratteristiche per determinati aspetti. Cosi un certo M. Sartorius scriveva il 7 settembre 1791: «Lamicizia é una pianta che, curata coscienziosamente, cresce su ogni terreno. Poco tempo fa avete affermato che la botanica é una scienza che non ha pit: da attendersi alcun ampliamento. Aggiungete subito questo supplemento al vostro Linneo e ricordatevi, come botanico 0 no, del vostro sincero amico». Altri spunti sono forniti dalle ris poste,dalla sepa- razione dallo Stift eda piccole avven- ture. Hegel era sempre disposto a fare delle escursioni nei Neresheim u. f. f. wurden besucht. Einst machte er mit Fink und Anderen, namentlich einem Mémpelgarder, ohne die venia der Stiftsbehérde, einen Spazierritt nach einem einige Stunden entfern- ten Dorfe. Dort wurde des Mémpelgarders Gaul krank, so da man ihn nicht wieder von der Stelle bringen konnte. Hegel und Fink hatten nun wohl auf ihren Pferden Tiibingen wieder so erreichen kénnen, dal ihre Abwesenheit im Stift nicht ware bemerkt und be- straft worden. Sie zogen es aber vor, bei dem gaullosen Camaraden zu bleiben, bis fiir diesen zu gemeinschaftlicher Heimkehr gesorgt war, und muften deswegen auf einige Stunden in das Stiftscarcer wandern. Eine besondere Aufmerksamkeit, wenn auch mit grofer Schiich- ternheit, widmete Hegel 1791 der Tochter eines verstorbenen Tii- binger Professors der Theologie Hegelmeier. Sie hieS Au- guste und wohnte mit ihrer Mutter im Hause eines Backers, der, wie dies in Schwaben und der Pfalz gewohnlich ist, zugleich einen Weinschank hatte. Sie war sehr schon. Ihr Mund insbesondere soll bezaubernd gewesen sein. Eine gewisse Coketterie, das schmeichel- siike Bewuftsein, Herzen erobern zu kénnen, trug nur zur Erhé- hung ihrer Reize bei. Sie hatte jeden Abend das Geschift, in den Keller zu gehen, wobei, nach der Einrichtung des Hauses, der Weg sie durch des Backers Trinkstube fiihrte. Daher versammelten sich hier ihre Anbeter, auch Hegel, und suchten ihr hier den Hof zu ma- chen. Einst brachten sie es sogar dazu, ihr einen Ball zu geben. Der Universitatsstallmeister hatte drei Tochter, denen man auch fleifig die Aufwartung machte. Der Vater gab sein Gartenhaus her, wo sich ein ganz artiger Tanzboden befand und wo nun Auguste die gefei- erte Kénigin war. Sie starb am 10, Oktober 1840 zu Karlsruhe als Gattin des Vicekanzlers beim Badischen Oberhofgericht in Mann- heim, Krippendorf. Daher wird denn im Stammbuch nicht nur der groGe Ball erwahnt, sondern vor Allem heift es auch: V. A.! Vive la belle Augustine pour toi seul! u.s. w. Hegel muf dies erste lei- denschaftliche Interesse fiir ein Madchen doch sehr nahe gegangen sein, denn ein Freund Elsner schrieb ihm am 10. Mai 1791 , zur Warnung “ die Worte in’s Stammbuch: ,, Was ist Madchengunst? Erst briitet sie mit Mutterwarme unsere liebsten Hoffnungen an; dann gleicht sie einer unbestandigen Henne, verlaft das Nest und iibergibt ihre schon keimende Nachkommenschaft dem Tod und der Verwesung.“ eee Tt dintorni. Visité i villaggi vicini, il chiostro di Neresheim ecc. Una volta fece una cavalcata verso un villaggio distante alcune ore di cammino con Fink ed altri, in particolare uno di Mom- pelgard, senza chiedere il permesso alle autorita dello Sift. Arrivati che furono, il cavallo del mémpelgardese si ammalo, dimodoché non lo si poteva riportare indietro. Hegel e Fink avrebbero potuto ritornare a Tubinga sui loro cavalli senza che la loro assenza fosse notata e punita. Preferirono perd restare assieme al compagno senza cavallo, fino a quando si provide a quest’ultimo e si poté rientrare tutti. Cosi per al- cune ore dovettero andare nel carcere dello Stift. Una particolare attenzione, seppure accompagnata da gran- de timidezza, Hegel dedicd nel 1791 alla figlia di un defunto professore dell’universita di Tubinga, Hegelmeier. Si chiamava Auguste ed abitava con la madre in casa di un fornaio, il qua- le teneva, secondo quanto si usa nella Svevia e nel Palatinato, una mescita di vino. La ragazza era molto bella e la bocca in particolare deve essere stata incantevole. Una certa dose di ci- vetteria e la coscienza dolcemente lusingata dalla possibilita di conquistare molti cuori contribuivano solo ad aumentare le sue grazie. Ogni sera aveva il compito di andare in cantina, e, dato che per la disposizione della casa doveva necessariamente pas- sare per il locale del fornaio, ivi si radunavano tutti i suoi ammi- ratori, Hegel compreso, e cercavano di farle la corte. Una volta giunsero persino ad organizzare un ballo per lei. Lo scudiero dell’universita aveva tre figlie, a cui veniva reso assiduamente omaggio. Il loro padre offri il padiglione del giardino in cui si trovava un’ottima sala da ballo e li Auguste divenne la regina della festa. Mori a Karlsruhe il 10 ottobre 1840, moglie del vice- cancelliere del tribunale supremo di Mannheim, Krippendorf. Nell’album non venne percié ricordato solo il grande ballo, ma vi si dice anche: V. A! Vive la belle Augustine pour toi seul! ecc. Hegel doveva essere andato molto in 1a in questo suo primo interesse passionale per una ragazza, tanto che l’amico Elsner scrisse il 10 maggio 1791 «come awvertimento» queste parole sull’album: «Cos’é il favore di una ragazza? Dapprima riaccen- de col calore materno le nostre pid care speranze, poi, simile ad una gallina volubile, abbandona il suo rifugio e consegna la prole gia in embrione alla morte e alla putrefazione». Ein Hauptelement aber des lebhaftesten geselligen Verkehrs ward die Revolution. Als sie losbrach, ahnte fast Niemand den Gang ihrer Entwicklung. Das blutige Gespenst des Terrorismus storte noch nicht die Hingebung an das Schauspiel, einen Staat aus der Idee des Staats, aus dem Begriff der fiir seine Existenz wesent- lichen Machte, in die Wirklichkeit treten zu sehen, nachdem er die abgewelkte Haut einer zur Liige, zum Unrecht gewordenen Vergan- genheit durch den Act einer feierlichen Entsagung von sich gestreift hatte. Mit unendlichem Enthusiasmus, mit dem reinsten Herzen wandten sich die edelsten Deutschen diesem acht philosophischen Schauspiel zu. Ein Klopstock und ein Schiller, ein Kant und ein For- ster, ein Baggesen und ein Schlabrendorf, ein Merk und ein Jacobi, begegneten sich in der gliihenden Erwartung einer sittlichen Wiedergeburt Europa’s, nachdem die Rechte der Mensch- heit decretirt waren. Soll man sich wundern, daf, unfern vom Rhein, von Stra&burg, junge Manner in die entschiedenste Schwarmerei fiir die Franzésische Revolution verfielen, daf sie durch das, was in Frankreich geschah, auch zu einer Kritik heimischer Zustinde, zu unbestimmten Hoffnungen fiir die Fortbildung derselben zu hoheren Formen, aufgeregt wurden? — Es bildete sich im Stift ein politischer Clubb. Man hielt die Franzdsischen Zeitun- gen. Man verschlang ihre Nachrichten. Durch einen Apotheker, der Mitglied des Clubs war, ward dies leidenschaftliche politische, wiewohl harmlose, Interesse verrathen. Der Herzog Karl selbst kam zur Untersuchung nach Tubingen. Der Hauptradelsfiihrer, ein Stift- ler, entrann noch zu guter Stunde nach Stra8burg. Der Herzog war aber weise genug, aus der Sache nicht viel zu machen. Die eifrigsten Theilnehmer an dem Clubb waren die Mémpelgarder und das war zu natirlich, um es ihnen grof zu verargen. Bei den iibrigen sah man ein, dal die Poesie des Kosmopolitismus, welche in Schil- ler bereits ihren Durchbruch gefeiert hatte, der jugendlichen Unbestimmtheit nur zu gemaf ist und da die Schule des Lebens selbst durch seine manigfaltige Bedingtheit am Besten von Ueber- spannungen heilt. Die Aufregung der Studirenden wurde eine Zeit lang noch durch den Umstand gesteigert, da das Emigrantencorps des Grafen Mirabeau in dem benachbarten Rottenburg lag. Lief sich einer von diesem Corps in Tiibingen blicken, so hatte er viel zu leiden, besonders von den Mémpelgardern. Hausige Duelle waren die Folge. Ja, als einst ein von den Emigranten gefangener eee ose Ma un elemento dominante dei vivaci rapporti sociali era la Rivoluzione. Quando scoppid, quasi nessuno prevedeva il corso del suo sviluppo. Lo spettro sanguinoso del terrorismo non disturbava l’abbandonarsi allo spettacolo di uno Stato che si realizza dalla sua idea e dal concetto delle forze ne- cessarie alla sua esistenza, dopo aver lacerato, con un atto di festosa rinuncia, la pelle avvizzita di un passato trasformatosi in menzogna e in ingiustizia. Con entusiasmo infinito, con i cuori piti puri, i pid nobili fra i tedeschi si rivolsero verso que- sto spettacolo schiettamente filosofico. Dopo la dichiarazione dei diritti dell’uomo, personalita come Klopstock, Schiller, Kant, Forster, Baggesen, Schlabrendorf, Merk e Jacobi si tro- varono uniti nell’ardente attesa di una rinascita eti- ca dell’Europa.Cé forse da meravigliarsi se, a poca distanza dal Reno e da Strasburg, vi furono dei giovani che caddero nella pit risoluta esaltazione della Rivoluzione fran- cese e che attraverso gli avvenimenti francesi furono solleci- tati ad una critica della situazione interna e portati a confuse speranze di miglioramento di essa in forme pit elevate? Nello Stift si fondd un club politico, si leggevano giorna- li francesi e si divoravano le notizie. Questo interesse poli- tico appassionato, ma innocuo, fu tradito da un farmacista, membro del club. Lo stesso duca Carlo venne a Tubinga per svolgere indagini. Il caporione, uno studente dello Stift, fece appena in tempo a scappare a Strasburgo. Il duca fu comun- que abbastanza saggio da non voler prender molto sul serio la faccenda. I pit ardenti partecipanti al club erano i mém- pelgardesi e questa era una cosa troppo owvia per potersela prender troppo con loro. Per quanto riguarda gli altri ci si accorse che la poesia del cosmopolitismo, che gia in Schil- ler aveva festeggiato il suo erompere, é purtroppo consona all’incertezza giovanile e che la scuola della vita guarisce di per sé nel modo migliore dagli entusiasmi estremistici attra- verso i suoi molteplici condizionamenti. Leccitazione degli studenti crebbe ancora per un certo tempo per il fatto che il gruppo degli emigranti facenti capo al conte Mirabeau ri- siedeva nella vicina Rottenburg. Se qualcuno di essi si faceva vedere a Tubinga, doveva subire molti affronti, soprattutto da parte dei mémpelgardesi e il risultato erano frequenti duelli. Republicaner nach Tiibingen entrann, hielt man ihn mehre Tage im Stift verborgen. Jenes Haupt des Clubbs, ein tiichtiger Musiker, ver- anstaltete unter unverfanglichem Vorwand und Namen ein éffentli- ches Concert, welches die Mittel lieferte, den Republicaner heimlich tiber den Rhein schicken zu kénnen. Hegel’s Vater war ein entschiedener Aristokrat. Der Sohn fand sich vom Strom der Zeit fortgerissen und scheute iiber diesen Punct mit dem Vater die heftigsten Debatten nicht. In jenem Clubb ward er, der schon auf dem Gymnasium den Rousseau so viel und gern gelesen und dem auf der Universitat Kant und Platon fiir diese Rich- tung keinen Widerstand entgegensetzten, nicht nur einer der ent- schiedensten Theilnehmer, sondern selbst Redner. Fiir das Aechte und Grofe in der Franzésischen Revolution hat Hegel von dieser Zeit ab stets eine zirtliche Verehrung behalten, wenn ihm auch die Leerheit der bloRen Declamation von Freiheit und Gleichheit, Menschenrechten, Volkswohl u. s. w. bald verleidet ward. In den Stammbuchblattern finden wir fast alle Tone angeschlagen, welche die Begeisterung fiir jenes gigantische Ereignif in den Jiinglingen hervorlocken mubte. ,,J” tyrannos!“ withet der eine mit Hutten, »Tod dem Gesindel!“ ruft ein anderer, ,, Vive /a Liberté! ein dritter, »Vive Jean Jacques!" ein vierter, ,Et périsse a jamais l'affreuse politi- que, qui prétend sur les coeurs un pouvoir absolu! ein fiinfter, ,, Vater- land und Freiheit!“ ein sechster u. s. w. Am 5. October 1793 schrieb Willing von Colmar: ,,S’i y avoit un gouvernement des anges, ils se gouverneroient démocratiquement.“ Als Symbolum schrieb er hinzu: pliberté raisonnée!“ Fiir den gemiithlichen Umgang waren im Stift Fallot und Fink Hegel’s Hauptcamaraden. Jener schrieb 1791, 7. September auf der Riickseite des Blattes, auf welchem er ihn am 12. Februar desselben Jahrs als gebiickt hinschleichenden alten Mann gezeichnet hatte: ,Mow chér ami, voici quelques jours, que nous avons deja fait beaucoup de sottises en amour. J’espére, que tu te souviendras toujours avec plaisir des soirées, que nous avons passées ensemble chez le bou- langer, en buvant du vin de quatre batz et en mangeant des Butter- Brezel.“ In Fink’s Stammbuch schrieb Hegel 1790, 4. September diese damals beliebten Schlendrianverse: Ma quando un repubblicano prigioniero degli emigrati fuggi a Tubinga, lo si tenne per molti giorni nascosto nello Swift. I] presidente del club, un valente musicista, organizzo un con- certo pubblico sotto un nome e un pretesto innocenti, onde offrire la possibilita di mandare a casa il repubblicano attra- verso il Reno. Il padre di Hegel era un aristocratico convinto. II figlio si trové trascinato dalla corrente del tempo e non aveva paura di intavolare col padre le pit accese discussioni su questi argo- menti. Nel club, lui che gia al ginnasio cosi spesso e volentieri aveva letto Rousseau e a cui Kant e Platone nell’universita non avevano opposto a questo indirizzo alcuna resistenza, era non solo il pid deciso fra tutti i partecipanti, ma anche !’ora- tore. Da questo periodo in poi Hegel ha sempre conservato un’affettuosa venerazione per quanto di autenticamente gran- de vi fu nella Rivoluzione francese, anche se lo disgustavano la vuotezza delle astratte declamazioni sulla liberta, l’ugu: glianza, i diritti dell’uomo, il bene del popolo ecc. Nelle pagi- ne dell’album troviamo usate quasi tutte le tonalita che l’entu- siasmo per quel gigantesco avvenimento dovette suscitare nei giovani. «I” tyrannos!» si scaglia uno con Hutten, «Morte alla plebaglia!» esclama un secondo, «Vive la Liberté!» un terzo, «Vive Jean Jacques!» un quarto, «Et périsse a samais l'affreuse politique, qui prétend sur les coeurs un pouvoir absolu!» un quinto, «Patria e liberta!» un sesto e cosi via. II 5 ottobre 1793 Billing, di Colmar, scrisse: «S’i! y avoit un gouvernement des anges, il se gouverneraient democratiquement». Come motto aggiunge: «liberté raisonnée». Per la loro gradevole compagnia gli amici migliori di He- gel nello Stift erano Fallot e Fink. Il 7 settembre 1791, Fallot, sul retro del foglio in cui il 12 febbraio dello stesso anno aveva rappresentato Hegel come un vecchio curvo che avanza lenta- mente, scrisse: «Mon chér ami, voici quelques jours, que nous avons déja lait beaucoup de sottises en amour. J’espére que tu te souviendras toujours avec plaisir des soirées que nous avons passées ensemble chez le boulanger, en buvant du vin de quatre batz et en mangeant des Butter-Brezel», Nell’album di Fink Hegel scrisse, il 4 settembre 1790, questi versi di vecchio stile, che allora piacevano molto: »Gliicklich, wer auf seinem Pfad Einen Freund zur Seite hat; Dreimal glitcklich aber ist, Wen sein Madchen feurig siiftt.“ Auf der Riickseite schrieb er im folgenden Jahre: »Schén schlof sich der letzte Sommer, schéner der itzige! Das Motto von jenem war: — Wein, von diesem: Liebe! 7. Octbr. 91. VAN Manche Vacanz brachte Hegel in Fink’s Geburtsort Kénigsborn zu und Fink umgekehrt in Hegel’s vaterlichem Hause. Nach der Trennung vom Seminar haben sie sich nur noch einmal wiedergese- hen, als Fink durch Frankfurt a. M. reis’te, wahrend Hegel hier als Hauslehrer lebte; - das unendlich wehmiithige Loos so vieler Ju- gendfreundschaften! - Von berithmten Mannern in Hegel’s Stamm- buch jener Zeit sei Matthisson erwahnt, der sich 1793 am 27. Tuni in Tiibingen mit dem Horazischen: Virtus recludens immeritis mori. s. f, einschrieb. Die Dissertation pro magisterio 1790. Die Stiftler machen zwei Jahr hindurch einen philosophischen, drei Jahr lang einen theologischen Cursus. Der erstere wird iiblicher Weise mit Erwerbung der philosophischen Doctorwiirde beschlos- sen. Hegel wurde unter Storr’s Protectorate am 27. September 1790, also im zwanzigsten Jahr seines Lebens, von dem damaligen Dekan der Tiibinger philosophischen Facultat, dem Professor der Philosophie und Mathematik, Chr. Fr. Pfleiderer, zum Ma- gister der Philosophie promovirt. Das Diplom ist in ganz gewohnlichen Ausdriicken abgefat: post exploratam consuetis ex- aminibus et edita eruditionis publica specimina.“ Diese bestanden in einer Dissertation: de limite officioram humanorum, seposita animo- rum immortalitate. Sectio prior. 4to. 28 pag. Im August hatte Hegel dieselbe unter dem Vorsitz des Professors der praktischen Eloquenz LIBRO T ave Felice chi sul suo cammino ha un amico che sta vicino; ma tre volte pit beato chi il suo amor bacié infocato. Nell’anno seguente scrisse sul retro: Bene si chiuse l’ultima estate, ancor meglio questa! I] motto di quella era: — Vino, di questa: amore! 7 ottobre "91 V. A!!! Hegel trascorse alcuni periodi di vacanza a Kénigsborn, paese natale di Fink, ¢ questi venne a sua volta ospitato nel- la casa paterna di Hegel. Dopo la separazione dal Seminario essi si rividero una volta sola (destino infinitamente triste di tante amicizie!), quando Fink, durante un viaggio, passd da Francoforte, mentre Hegel risiedeva 1a come precettore. Fra gli uomini famosi che ritroviamo nell’album di Hegel, pud es- sere ricordato Matthison”, che lascié traccia di sé i] 27 giugno 1793 a Tubinga con i versi oraziani: Virtus recludens immeritis mori ecc.*® LA DISSERTAZIONE «PRO MAGISTERIO» DEL 1790 Gli studenti dello St#ft seguivano per due anni un corso di filo- sofia e per tre uno di teologia. Il primo corso si concludeva ge- neralmente con I’acquisizione di un titolo accademico. Hegel fu promosso, sotto il protettorato di Storr, Magister di filosofia il 27 settembre 1790, a vent’anni percid, dall’allora decano del- la facolta di filosofia dell’universita di Tubinga, il professore di filosofia e matematica Chr. Fr. Pfleiderer. Il diploma é redatto in termini alquanto banali: «post exploratam consuetis exami- nibus et edita eruditionis publica specimina». Questi specimina consistevano in una dissertazione: de limite officiorum buma- norum, seposita animorum immortalitate. Sectio prior. 4to. 28 pp. In agosto Hegel la discusse pubblicamente di fronte ad una commissione che aveva come presidente il professore und Poesie, A. Fr. Bk, éffentlich vertheidigt. Die Veranlassung gera- de zu seinem Thema hatte Hegel aus der Aufgabe entnommen, welche die Curatoren des Stolpian’schen Legates ein Jahr zuvor zur Preisbe- werbung ausgestellt hatten: ,,an sint officia, ad quae hominem natura ob- ligatum esse nequeat demonstrari, nisi posita animorum immortalitate?* Hegel erzahlt dies selbst im Proémium und meint zugleich, da solche praktische Fragen immer einen grofen Reiz fiir die Menschen behaup- ten wiirden, wenn es auch den Anschein haben kénnte, als ob sie durch die Leistungen der Philosophen schon erschépft seien. Er wollte seine Untersuchung in zwei Theile zerlegen. Im ersten, den er in der Disser- tation abhandelte, fragte er: ad quaenam officia, et quibusnam stimulis impelli possit homo, etismsi nulla ipst esset vitae exspectatio, idque tam seposito quam posito etiam Deo?“ Im zweiten Theil, den er schuldig blieb, wollte er die Grenzen der Pflichten naher angeben und zusehen: quid sit illud in virtutis studio summum, quod sine certa spe vitae ani- morum perennis omni destitutum esset rationts fundamento.“ Diese Abhandlung zeigt uns nun einerseits das Studium der Kantischen Philosophie, anderseits den Kampf mit derselben und den Versuch, iiber ihren Dualismus hinauszukommen. Hegel geht davon aus, da& in der menschlichen Natur Sinnlichkeit und Vernunft so gleichsam verwachsen sind, daf beide Machte nur ein Einziges Subject begriinden: ,sensus cum ratione sie qua- Si coaluit, ut vis utraque unum constituat subjectum.“ Von rein moralischen Handlungen kénne daher nickt die Rede sein, vielmehr nur von solchen, welche Triebfedern aus der Sinnlichkeit mit in sich schléssen. In dem einzelnen Menschen entstiinden aber durch das ungleiche Verhaltni& von Sinnlichkeit und Vernunft verschiedene Stufen der sittlichen Bildung, weil der Mensch nur allmilig dazu gelange, die Sinnlichkeit den Gesetzen der Vernunft schlechthin zu unterwerfen. Denken wir uns nun einen Menschen, welcher die Un- sterblichkeit der Seele mit volliger Ueberzeugung leug- net, namlich so, daf er von unseren freien Handlungen nach die- sem Leben weder im Guten noch im Bésen irgend eine Wirkung erwartet und folglich zwischen der Gegenwart und Zukunft, einem Diesseits und Jenseits, allen moralischen Zusammenhang aufhebt. Denken wir uns, fahrt Hegel fort, diesen Menschen von edlem Geist, eifrig auf die Férderung seines Heils bedacht und strebsam, ein der Vernunft wiirdiges Leben zu vollbringen. Was fiir einen allgemeinen, mit seiner Meinung ibereinstimmenden ‘cecaaunaee, To di eloquenza pratica e di poesia A. Fr. Bék*. Il motivo per cui Hegel scelse proprio questo argomento é da ricercare nel quesito che un anno prima i curatori del Legato Stolpian ave- vano stabilito per il concorso: «an sint officia, ad quae homi- nem natura obbligatum esse nequeat demonstrari, nisi posita animorum immortalitate?». Hegel racconta tutto questo nel proemio e ritiene inoltre che tali domande di carattere pratico abbiano sempre presentato un grande fascino per gli uomini, anche se esse sono state apparentemente risolte dalle indagini dei filosofi. Volle scomporre la sua ricerca in due parti. La prima, esposta nella dissertazione, poneva il problema: «ad quaenam officia, et quibusnam stimulis impelli possit homo, etiamsi nulla ipsi esset vitae expetatio, idque tam seposito quam posito etiam Deo?». Nella seconda parte, di cui ci € restato de- bitore, voleva specificare e vedere pit da vicino «quid sit illud in virtutis studio summum, quod sine certa spe vitae animorum perennis omni destitutum esset rationis fundamentom. Questo trattato ci mostra da una parte lo studio della fi- losofia kantiana, dall'altra la lotta ingaggiata con essa e il ten- tativo di uscir fuori dal suo dualismo. Hegel comincia con Vosservare che nella natura umana la sensibilita e Pintelletto sono cresciuti cosi assieme da costituire un unico soggetto: «sensus cum ratione sic quasi coaluit, ut vis utraque unum constituat subjectum». Non si potrebbe percid parlare di azioni puramente morali, ma piuttosto di azioni che racchiudono in sé stimoli di origine sensibile. Nel singolo uomo peré, dato il rapporto non costante di sensibilita e intelletto, vi sarebbero diversi gradi di formazione etica, poiché l’uomo riesce solo gradualmente a sottoporre comple- tamente la sensibilita alle leggi della ragione. Immaginiamo oraunuomo, il quale neghi con completa con- vinzione l’immortalita dell’anima, cioé in modo tale da non aspettarsi dalle nostre libere azioni alcun effetto né in bene né in male dopo questa vitae da togliere ogni connessione morale trail presente eil futuro, fra un al di qua e un al di la. Immaginiamo, continua Hegel, quest’uo- mo di spirito nobile, pieno di zelo per l’esigenza della sua felicita, intento e desideroso di trascorrere una vita degna della ragione. Quale fine universale della vita, che concordi con le sue Zweck des Lebens wird sich ein solcher vorsetzen? - Da ein solcher Mensch das Bewufttsein und die Erinnerung an das Vergangene fir sich als einst vollig verschwindend denkt, als hatte er dies Leben gar nicht gelebt, so entbehrt er den wiinschenswerthen Trost der Bestandigkeit (perpetuitas) des Lebens und seiner Empfindung. Der Verlust desselben muf ihm harter erscheinen und um so mehr, je lebendiger sein Bewuftsein, je gewisser und langer dauernd bei ihm jene Voraussicht ist. ,Eorum, quae ads unt, usus varits vicissitudini- bus est obnoxius, gradus partim a potestate hominis, partim a fortuna pendens, duratio incerta, eventus mortturo nullus.“ Einerseits wird er daher auch das Aeuferste menschlichen Geschicks mit tapfe- rem Geist aufnehmen, anderseits dem gegenwartigen Moment des Handelns um so grofvere Kraft widmen. Er wird ferner in Ansehung der Uebel, welche einmal von dem menschlichen Loose untrennbar sind, vorsichtiger und in ihrer Bekampfung umsichtiger sein, um in dem endlichen Zeitraum des Lebens fur sich ein Minimum des Uebels undein Maximum des Guten hervorzubringen. Er wird mithin sowohl in der Schatzung der Qualitat der Giter, als in der Art und Weise, sich die grfte Quantitat derfelben zu erstreben, von anderen Menschen, welche nach diesem Leben Unsterblichkeit und mit derselben verbundene gréfere Giiter erwarten, sich sehr unterscheiden. Die Pflichten, welche ein solcher in seiner Ethik aus der Natur des Menschen ableiten wird, sind: 1) Pflichten der unmittelbaren Nothwendigkeit oder des Instincts; 2) des Vergniigens; 3) des Nutzens und 4) der Vollkommenheit, namlich der Schénheit, SeelengréBe u. s. w. Diese verschiedenen Pflichten geht Hegel durch und zeigt, da zwar jede derselben ohne Riicksicht auf Gott und Unsterblichkeit gedacht werden kann, dal jedoch die Er- fiillung derselben einen ganz anderen Reiz erhilt, wenn man sie als Ausdruck der Nothwendigkeit eines h6chsten Willens, eines unendlich machtigen, weisen und guten Gottes denkt, der sich in der Ordnung und in den Gesetzen der Natur manifestirt und Al- les, was geschieht, mit genauester Kenntnif leitet. Vorziiglich, meint Hegel, gewinnen die Pflichten der Vervollkommnung von diesem Standpunct aus, weil der Mensch erst mit der Voraussetzung Got- tes das All als vollendetes Ganze anschauen und sich . Biirger im Reich des gré&ten und besten Herrschers betrachten conne. eet convinzioni, si porra un tale uomo? Poiché costui considera per sé del tutto scomparsi la coscienza e il ricordo del passa- to, come se egli non avesse vissuto questa vita, rinuncia in tal modo alla desiderabile consolazione della permanenza (per- petuitas) della vita e della percezione di essa. La perdita della vita deve apparirgli pit: dura e cid maggiormente quanto pitt viva é la sua coscienza, quanto piti consapevole e di pit lunga durata é in lui quella previsione. «Eorum, quae adsunt, usus varits vicissitudinibus est obnoxius, gradus partim, a potestate hominis, partim a fortuna pendens, duratio incerta, eventus mo- rituro nullus». Da un lato egli dovrebbe percid accettare con coraggio i casi estremi dell’umano destino, dall’altro dedicare al momento presente dell’azione una forza tanto pitt grande. Egli sara inoltre pitt guardingo bei confronti dei mali che sono inscindibili dalla sorte umana e pid accorto nel combatterli, in modo da produrre per sé al termine della vitaun mini- mo di male eun massimo di bene. Eglisi distinguera molto, percid, sia nella valutazione della qua - lita dei beni che nel modo specifico di tendere alla maggior quantita possibile di essi, da tutti gli altri uomini che si attendono l’immortalita dopo questa vita e di conseguenza dei beni maggiori. I doveri, che nella sua etica un tale uomo potrebbe dedur- re dalla natura umana, sono: 1) doveri dell’immediata ne - cessita odell’istinto;2) del piacere;3)dell’utile; 4) della perfezione, ossia della bellezza, della grandez- za d’animo ecc. Hegel passa in rassegna questi diversi doveri e dimostra come ciascuno di essi possa bensi essere pensato senza far riferimento a Dio e all’immortalita, ma che tuttavia l'adempimento di essi ha in questo caso un tutt’altro fascino se lo si pensa come espressione della necessita di una vo - lonta pid alta,diun Dio onnipotente, infinitamen- te buono e infinitamente saggio, che si manifesta nell’ordine e nelle leggi della natura e dirige tutti gli avvenimenti con la pil esatta conoscenza. In particolare, ritiene Hegel, da questo punto di vista si avvantaggiano i doveri di perfezione, poi- ché l'uomo solo presupponendo Dio pué intuire il tutto come totalita conchiusa econsiderarsi cittadi- no del regno del pit grande e migliore dei sovrani. Den zweiten Theil der Abhandlung, worin er von der Grenze der Pflichten eines nicht an die Fortdauer nach dem Tode Glau- benden sprechen wollte, ist Hegel schuldig geblieben. Wie sie vor- liegt, spricht sie den Kampf mit der damaligen Weltansicht, der der Aufklirung, deutlich genug aus. In Kant’s Philosophie hatte die Aufklarung ihre héchste und systematische Ausbildung erhalten. Nach Kant bedurfte der Mensch des Glaubens an Unsterb- lichkeit und, um diesem einen Inhalt zu geben, des Glaubens an einen das Gute im Jenseits belohnenden, das Bése bestrafenden Gott. Hegel leugnete weder Gott noch Unsterblichkeit, wollte aber den Versuch machen, zu sehen, ob ohne jene Voraussetzung nicht dennoch Pflichten bestehen miissen, nicht dennoch Tugenden geiibt werden kénnen? In moralischer Hinsicht wollte er somit die praktische Vernunft in vélliger Uneigenniitzig- keit als Selbstzweck geltend machen. Fir die Verwirklichung ihrer Nothwendigkeit rechnete er den Glauben an Gott nur unter die Triebfedern, das, was die Pflicht gebeut mit noch ganz anderer Innigkeit zu thun. Fir Hegel’s philosophische Bildung war in dieser Auffassung unstreitig der wichtige Punct enthalten, daft, indem er den Menschen praktisch ganz auf die Sache stellte, er diesen Schritt auch theoretisch that und die uneigennitzige Betrachtungsweise sich zum Bewultsein brachte, welche ganz objectiv verfahrt und in den Bestimmungen des Was sich befriedigt. Man muf nicht etwas fiir wahr halten wollen, weil man es winscht. Die theoretische Gleichgiltigkeit, dem Begriff nichts vorauszusetzen, ist vor Allem dem Philo- sophen nothwendig, der ohne Leidenschaft, ohne Vorurtheil, ohne Bestechung durch Auctoritét oder Egoismus erkennen soll, was an und fiir sich wahr ist. Die Plattheit nimmt solche Atararie des Selbst- bewuktseins freilich oft genug fiir Kalte des Gemiiths und schilt die theoretische Unbefangenheit in Ansehung des Begriffs Gottes und der Unsterblichkeit sogleich Atheismus. Diese Stuse des rein sach- lichen Muthes, welcher die Beziehung einer Bestimmung auf Gott oder auf die persdnliche Fortdauer vorerst aus dem Spiel lat, muBte Hegel als das specifische Pathos des Philosophiren- den zuerst in sich befestigen und er driickte sich ebenso deutlich eee Hegel ci é restato debitore della seconda parte del trat- tato, in cui avrebbe dovuto parlare dei limiti dei doveri per una persona che non crede nell’esistenza dell’anima dopo la morte. Cosi come lo possediamo, tale saggio esprime abba- stanza chiaramente la lotta ingaggiata con l’illuminismo, la concezione del mondo allora dominante che aveva raggiunto nella filosofia kantiana il pit alto e sistematico grado di svi- luppo. Secondo Kant l'uomo ha bisogno di credere nell’immortalita e, per dare ad essa un contenuto, in un Dio che ricompensa il bene e punisce il male commesso in que- sto mondo. Hegel non negava né Dio, né |’immortalita, ma voleva indagare se senza quel presupposto dovessero continuare ad esisterei doveri e potessero essere esercitate le virtt. Da un punto di vista morale voleva con cid far valere come fine in sé, in modo completamente di- sinteressato, la ragion pratica. Per quanto concerne il divenir effettuale della sua necessita, considerava il credere in Dio solo tra gli im pulsi a compiere quel che il dovere, con ben altra intimita di convinzione, comanda. In tale concezio- ne era indubbiamente contenuto un punto importante per la formazione filosofica di Hegel, che, cioé, il porre prati- camente l’uomo su un piano affatto oggettivo significava fare un passo avanti anche teoreticamente eportare a livello coscienziale il modo di considerare le cose disinteressatamente, che opera con grande obbiettivita e si accontenta della determina- zione del «cos’é?». Non si deve ritenere qualcosa come vera, perché si desidera che lo sia. Lindifferenza teo- retica,ilnon presupporre nulla al concetto, é la qualita pit: indispensabile per il filosofo, che deve rico- noscere cid che é in sé e per sé vero, senza essere influenzato dalla passione, dai pregiudizi e dagli allettamenti dell’autorita o dell’egoismo. Linsulsaggine scambia abbastanza spesso tale atarassia dell’autocoscienza con la freddezza d’animo e taccia immediatamente d’ateismo |’imparzialita teoretica in relazio- ne al concetto di Dio e di immortalita. Hegel dovette dappri- ma rafforzare in se stesso, come specifico pathos del filosofare, questo punto di vista che va direttamente alle cose e che mette fuori gioco il rapporto di una determinazione als energisch in den Anfangsworten seiner Dissertation dariiber aus: »Qualemcunque quis de rerum mundanarum origine ac linibus foveat opinionem; sive eas curae divinae subjiciat, seu Divinitatem de medio tollat; sive animos credat immortales, seu cum corpore interituros, in us tamen, quae in ipsa rerum natura peraguntur atque om- nium sensu externo internoque percipiuntur, nulla opinio quidquam poterit immutare.“ Dissertation pro candidatura examinis consistorialis 1793. In Folge seines Studiums der Philosophie einerseits, der positi- ven Theologie anderseits gerieth Hegel in einen heftigen Kampf mit der ganzen damaligen Zeitbildung. Die Romantik der Orthodoxie geniigte ihm in ihrer todten Buchstablichkeit so wenig, als die mo- ralische Beengtheit der Aufklarung. Er studirte das Neue Testament sorgfaltig, um, wie man es spaterhin auszudriicken anfing, das Ur- christenthum von derjenigen Gestalt zu sondern, welche die folgen- den Zeiten daraus entwickelt haben. Er bemithte sich, den Begriff des Fetischglaubens, wie er es nannte, von dem der Ver- nunftreligion zu sondern und beide durch die Phantasie in einer lebendigen Volksreligion zu vereinen, bei welcher letz- teren ihm damals vorziiglich die Hellenischen Zustande vorschweb- ten. Die Vernunftreligion als solche behandelte er im Kant’schen Sinne als ein unerreichbares Ideal. Mit groRer Scharfe unterwarf er die kirchliche Form der éffentlichen Religion, wie die moralisi- rende Form der Privatreligion der Kritik und geielte in seinen Er- giissen vorziiglich auch die Oede der leblosen Gelehrsamkeit wie die sittenverderbliche AnmaBung der splitterrichterischen Sittenpolizei der Geistlichen. Der Dualismus, in welchen sich Hegel dadurch ver- setzt fand, daft er die Berechtigung der Aufklarung zur subjectiven Freiheit durchaus anerkannte, daf er aber objectiv gar kein Genii- gen an der von ihr beherrschten Wirklichkeit hatte, war wohl die Ur- sache, daf er zum Gegenstand seiner the ologischen Abhand- lung, die er, zur gesetzmafigen Absolution der Candidatenpriifung im Herbst 1793 liefern multe, ein Thema wihlte, welches die in ihm eee con Dio o con l’immortalita personale. Su questo punto si espresse in modo tanto chiaro quanto energico all’inizio della sua dissertazione: «Qualemcunque quis de rerum mundana- rum ortgine ac finibus foveat opinionem, sive eas curae divinae subjiciat, seu Divinitatem de medio tollat; sive animos credat, immortales, seu cum corpore interituros, in tis tamen, quae in ipsa rerum natura peraguntur atque omnium sensu externo internoque percipiuntur, nulla opinio quidquam potertt immutare». DIsSERTAZIONE «PRO CANDIDATURA EXAMINIS CONSISTORIALIS» DEL 1793 In seguito allo studio della filosofia da una parte e della teo- logia positiva da un'altra, Hegel comincia una lotta violenta contro la cultura del suo tempo. II romanticismo dell’orto- dossia, con la sua morta aderenza alla lettera, lo soddisface- va tanto poco quanto la limitatezza morale dell’illuminismo. Studiava accuratamente il Nuovo Testamento per sceverare, come ci si comincié ad esprimere pit tardi, il cristianesimo primitivo da quella forma che il periodo seguente ha svilup- pato da esso. Si sforzava di separare il concetto della fede feticistica, come la chiamava, dalla religione razionale e di unificare entrambe in una religione popola- re vivente, il cui modello era offerto specialmente dall’antica Grecia. Considerava la religione razionale, in quanto tale, un ideale irraggiungibile in senso kantiano. Con grande acu- tezza sottopose a critica la forma chiesastica di religione pub- blica come pure la forma moralizzante della religione privata e, in tono aggressivo, sferzd soprattutto sia la vacuita della morta erudizione sia l’arroganza corruttrice della vita etica esercitata dalla polizia dei costumi dei preti, che va a cercare la pagliuzza negli occhi degli altri. Il dualismo in cui Hegel si dibatteva (quello, cioé, di riconoscere in assoluto il dirit- to dell’illuminismo alla liberta soggettiva, ma di non provare alcuna contentezza nella realta da esso determinata) fu certa- mente la causa per cui egli, come argomento del suo trattato teologico™, che dovette consegnare nell’autunno del 1793 per vorhandene Gahrung gar nicht zum Wort kommen lie. Er schrieb namlich in der Manier S pittler’s und Plank’s mit griindlicher Quellenforschung, welche in den Anmerkungen auf die geringsten Details eingeht, eine Abhandlung: De ecclesiae Wirtembergicae renascentis calamitatibus. Tubingae, 80 p. 4to. Er vertheidigte sie im Juni. Das Datum ist auf dem Titel nicht bemerkt. Achtzehn angehangte Thesen beziehen sich einem Drit- tel nach auf den Inhalt der Dissertation, die anderen besonders auf den Unterschied des Protestantismus vom Katholicis- mus. Die Abhandlung selbst ist ganz dem Particularinteresse der Wiirtembergischen Kirche gewidmet. Die Verdienste des Herzog Ulrich, der Reformatoren Melanchthon und Brentius, werden mit grofer Genauigkeit entwickelt. Der Zustand der Phi- losophie in Wiirtemberg zur Zeit der Reformation wird §. 12. be- schrieben. Hegel, Hélderlin und Schelling. Von den Commilitonen, mit welchen Hegel auf dem Stift in wis- senschaftlich freundschaftlichem Verkehr stand, miissen zwei be- sonders hervorgehoben werden, Holderlin und Schelling. So sehr Hegel von der Aufklarung ergriffen war, so wenig war er ihr unbedingter Verehrer. Die Weite seines Geistes barg viele Welten in sich, deren Kampf miteinander still und nachhaltig in ihm eine hdhere Anschauung aller Dinge bereitete. Die Intensitat, womit er bereits auf dem Gymnasium zu Stuttgart das Wesen des Griechent- hums, namentlich die Poesie eines Sophokles, in sich aufgenommen, bildete an sich schon eine unmittelbare Reaction gegen das Frosti- ge, Anschauungslose, Diirftige, worauf die Verstandigkeit der Auf- klarung immer sichtbarer hinauszulaufen anfing. In Hélderlin fand Hegel die Liebe zum Griechenthum bis zum Extrem concentrirt. Die Einseitigkeit Hélderlin’s entzweite ihn mit Deutschland und der Gegenwart unheilbar. Eben das Element, aus welchem er dich- tend den héchsten Zauber hervorlockte, ward fiir ihn im Leben das vernichtende. Er war, gleichaltrig mit Hegel, 1770 zu Reislingen in Schwaben geboren und sollte in Tiibingen Theologie studiren. eee poter regolarmente sostenere |’esame concistoriale, scelse un tema che non gli permise di esprimere i fermenti presenti in lui. Scrisse percid, nella maniera di Spittler e di Plank, con profonda documentazione, ma senza entrare in dettagli mi- nuziosi, un saggio dal titolo: De ecclesiae Wirtembergicae renascentis calamitatibus. Tubingae, 80 pp. 4to. La discussione di esso ebbe luogo in giugno. Sul titolo non @ segnata la data. Sulle diciotto tesi annesse, un terzo si riferi- scono al contenuto della dissertazione, le altre in particolare alla differenza fra protestantesimo e cattoli- cesimo. II trattato é interamente dedicato all’interesse particolare della chiesa wiirttemberghese. Vengono esposti con grande esattezza i meriti del duca Ulrich e dei riformatori Melantone e Brentius. Nel par. 12 é descritta la situazione del- la filosofia nel Wiirttemberg al tempo della Riforma. HEGEL, HOLDERLIN E SCHELLING Fra i compagni dello Stift con cui Hegel intratteneva dei rap- porti amichevoli sul piano scientifico, due soprattutto fanno spicco: Hélderlin e Schelling. Quanto pit: Hegel era imbevu- to di illuminismo, tanto meno ne era un incondizionato am- miratore. La vastita del suo spirito celava in sé molti mondi, la cui lotta reciproca, lunga e silenziosa, preparava in lui una pit alta visione delle cose. Lintensita stessa con cui, fin dalla fine del ginnasio, accoglieva in sé l’essenza della grecita, e in particolare la poesia di Sofocle, creava gia in lui un antido- to attivo contro tutto quel che dall’iniziale sensatezza andava trasformandosi nell’Iluminismo in qualcosa di freddo, di in- tellettualistico e di arido. Hegel trovo in Hélderlin concentra- to all’estremo quell’amore per la grecita. Questa unilaterale predilezione pose Hélderlin in insanabile contraddizione con la Germania e col proprio tempo. Fu proprio |’elemento da cuilasua poesia traeva il maggior fascino a distruggere la sua vita. Hélderlin, che aveva la stessa eta di Hegel, era nato a Neislingen in Svevia nel 1770 € aveva studiato Den Roman Hyperion soll er schon auf dem Stift begonnen haben. Hegel schlo& mit ihm eine innige Freundschaft. Am 12. Febr. 1791 schrieb Hélderlin in Hegel's Stammbuch Géthe's Worte: ,,Lust und Liebe sind die Fittige zu grofen Thaten“; und als Symbolum: ,,"Ev kai nav" ~ Holderlin verlieS nach beendigten Studien Tiibingen, um nach Jena zu gehen, wo er Fichte’s begeisterter Zuhérer ward und Hegel durch seine brieflichen Berichte mitbegeisterte. Mit Hélderlin, Fink, Renz und anderen Freunden las und durch- sprach Hegel, sicheren Nachrichten zufolge, Platon (noch sind einige seiner damaligen Uebersetzungsversuche aus Platon vorhan- den), Kant, Jacobi’s Woldemar und Allwill, die Briefe iiber Spinoza und Hippel’s Lebenslaufe in aufsteigender Linie. Hegel’s Vorliebe fiir den Humor Hippel’s ist aus seinen spateren Urtheilen dariiber (z. B. Aesthetik II, 228 ff.) hinreichend bekannt. In den Hegel’schen Kreis trat im Herbst 1790 Schelling. Sein Vater war damals Pralat und Rector zu Bebenhausen, spater zu Maulbro- on (vergl. Paulus Memorabilien S. 94). Er brachte den Sohn selbst nach Tiibingen in’s Stift und bezeichnete ihn bei dieser Gelegenheit als ein praecox ingenium. Man nennt in Schwaben diejenigen, wel- che gemeinschaftlich von einem niederen Seminar zu einem hohe- ren entlassen oder iiberhaupt, auch im Stift, von einer Altersclasse in eine andere versetzt werden, eine Promotion und die Einzelnen, welche daran Theil nehmen, Compromotionalen. Der er- ste einer solchen Promotion iibt auf seine Mitglieder und dadurch auch auf Andere einen grofen Einflu& aus. Obschon daher Schel- ling noch nicht fiinfzehn Jahr bei seinem Eintritt in’s Stift zahlte, so eréffnete ihm doch seine Stellung als Erster bei der Promotion jenen politischen Clubb, von welchem friiher erzahlt ward. Seine Kenntnif des Hebraischen war es vorziiglich, auf welcher au- Berdem seine Geltung im Stift beruhete. Hegel war um fiinf Jahre alter, als Schelling und schon Magister der Philosophie, als derselbe erst nach Tiibingen kam; sie standen somit zunachst weit genug von einander. In jenem Clubb erst begegneten sie sich und die politische Sympathie fihrte sie allmélig auch zu einem freundschaftlichen und wissenschaftlichen Umgang. Daf die Philosophie als solche damals eine directe Verbindung unter ihnen begriindet hatte, scheint nicht der Fall gewesen zu sein. Man darf das Verhaltnif der Jenen- set Periode nicht auf diese frihere iibertragen. Bis jetzt ist Hegel

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