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UNIVERSITÀ DI FERRARA

FACOLTÀ DI INGEGNERIA

Vincenzo Fioravante

Introduzione Programma fv

COMPORTAMENTO MODELLI COSTITUTIVI


TERRENI •elastico lineare
• Natura •elastico-perfettamente plastico
• classificazione •elasto-plastico
• comportamento meccanico •elastico non lineare
• comportamento idraulico •idraulico accoppiato e non
STRUMENTI DI MISURA ANALISI LIMITE
• Prove sito std. e adv. • Stabilità opere di sostegno
• Prove labo std. e adv. • Stabilità dei pendii
RELAZIONE GEOTECNICA
• Modello lito-stratigrafico/definizione parametri meccanici
• Dimensionamento delle fondazioni
• Previsione cedimenti/spostamenti
• Verifiche di stabilità
POZZI E DEWATERING EFFETTI DI SITO
NORMATIVA DI RIFERIMENTO

D.M. LLPP 11.3.1988

“Le scelte di progetto, i calcoli e le verifiche devono sempre essere basati


sulla caratterizzazione geotecnica del sottosuolo ottenuta per mezzo di
rilievi, indagini e prove”
Raccomandazioni A.G.I. (1977)
di fattibilità
Finalità e fasi progetto di massima ed esecutivo
di costruzione ed esercizio

Ampiezza delle indagini (volume significativo da indagare)

Mezzi da impiegare e metodica di programmazione

UNI ENV 1997-1: EC 7 Progettazione geotecnica


Parte1: regole generali
D.M. 14/01/2008 Progettazione geotecnica
Capitolo 6

NORMATIVA DI RIFERIMENTO
D.M. 14/01/2008 Progettazione geotecnica
Capitolo 6: regole generali

La caratterizzazione e la modellazione geologica del sito


consiste nella ricostruzione dei caratteri litologici,
stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici e, più in
generale, di pericolosità geologica del territorio
In funzione del tipo di opera o di intervento e della
complessità del contesto geologico, specifiche indagini saranno
finalizzate alla documentata ricostruzione del modello
geologico
I valori caratteristici delle grandezze fisiche e meccaniche da
attribuire ai terreni devono essere ottenuti mediante
specifiche prove di laboratorio su campioni indisturbati di
terreno e attraverso l’interpretazione dei risultati di prove e
misure in sito
CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA
SCOPO
successione
litologico – stratigrafica
Profilo di progetto natura dei terreni
proprietà fisico chimiche
DR, e, w, PI, cementazione
Sicurezza
verifiche di stabilità resistenza
FS alle sollecitazioni indotte

Stato di esercizio deformabilità


Cedimenti

Falda
Condizioni idrauliche
Permeabilità dei terreni

ORIGINE DEI TERRENI


Particelle
solide TERRENO
mezzo particellare, multifase,
costituito da particelle solide con
acqua vuoti occupati da acqua ed aria
e gas

I TERRENI HANNO ORIGINE DA PROCESSI DI ALTERAZIONE


(FISICA, CHIMICA, ORGANICA) E DISINTEGRAZIONE DELLE ROCCE

CONFIGURAZIONE ATTUALE = RISULTATO DI PROCESSI DI


FORMAZIONE, TRASPORTO E DEPOSIZIONE
PIANURA PADANA

DEPRESSIONE TETTONICA TRA ALPI E APPENNINI


Ripetuti episodi di sommersione ed emersione

Glaciazioni (abbassamento Emerione pianure costiere


livello mare)
Fasi interglaciali Sommersione pianure
(innalzamento livello mare) costiere

Sedimenti trasportati dai Colmamento fasce litoranee,


corsi d’acqua spostamento linea costiera a
est e completa emersione
del golfo padano
A ovest della nuova linea di costa: sedimentazione continentale
(limi argillose, argille limose con lenti di sabbia e torba)
A est: sabbie costiere e sedimenti marini

NATURA DEI TERRENI NELLE REGIONI IN PIANURA

DEPOSITI ALLUVIONALI

Materiali trasportati e depositati da


acqua in moto

Variazione nel tempo e nello spazio della


velocità e del carico solido della corrente

Composizione e caratteristiche geotecniche


dei terreni depositati molto varie

Necessità di indagini e prove specifiche


NATURA DEI TERRENI NELLE REGIONI IN PIANURA
DEPOSITI ALLUVIONALI
ƒ Poco compressibili
grana grossa sabbie e ghiaie ƒ Resistenza da media ad alta
ƒ Idraulicamente permeabili

Compressibili
grana fine limi ed argille ƒ Resistenza da bassa a media
ƒ Idraulicamente impermeabili

ALTERNANZE DI STRATI E LENTI DI


TERRENI A GRANA GROSSA E FINE

strutture eterogenee anisotrope


COMPLESSE

NATURA DEI TERRENI NELLE REGIONI IN PIANURA

DEPOSITI PALUSTRI E LACUSTRI

Sedimentazione lenta in Limi e argille ricchi di


acque stagnanti sostanze organiche (torbe)

Terreni di origine recenti molto compressibili e con


scarse resistenze meccaniche

Condizioni ambientali di
Depositi eterogenei
deposizione variabili nel tempo

SUBSIDENZA
NATURA DEI TERRENI NELLA PROVINCIA DI FERRARA

CARTA GEOMORFOLOGICA PROVINCIALE

Paleoalvei di ubicazione sicura


Paleoalvei di ubicazione incerta
Depositi di rotta e tracimazione

Cordoni literanei affioranti


Cordoni litoranei sepolti

NATURA DEI TERRENI NELLA PROVINCIA DI FERRARA


CARTA GEOLOGICA PROVINCIALE (RER 1999)
depositi olocenici post-wurmiani

Sedimentazione continentale Sedimentazione


costiera

Settore occidentale Settore centrale Settore orientale


Depositi piana alluvionale Depositi piana deltizia Depositi di piana e
Argille limose, argille e limi argillosi laminati -Area interfluviale e depositi di palude fronte deltizia
Argille limose, limi e sabbie finissime - Depositi di baia interdistributrice Sabbie da medie a fini - Depositi di canale distributore e di argine
Limi e limi argillosi - Depositi di palude Sabbie medie e fini - Depositi di canale e argine prossimale
Limi sabbiosi, sabbie fini e finissime, argille limose - Depositi di argine distale Sabbie medie e fini - Depositi di cordone litorale e dune eoliche
Limi, sabbie e sabbie fini - Depositi di palude salmastra Sabbie medie e grossolane - Depositi di piana a meandri
NATURA DEI TERRENI NELLA PROVINCIA DI FERRARA

CARTA LITOLOGICA PROVINCIALE

A
AL
ALS
AS
L
LA
LS
S
SA
SL
T
ZZ

Geometria dell’intervento e ubicazione delle indagini


FERRAR
A

CPTU4
CPTU4

S1
S1 S2
S2
CPTU1
CPTU1 SCPTU3
SCPTU3
SCPTU2
SCPTU2 SASW1
SASW1

MARE

SONDAGGIO
SONDAGGIO CPTU
CPTU SCPTU
SCPTU SASW
SASW
Profilo lito-stratigrafico
SCPTU3 S1 S2 SCPTU2
CPTU1
CPTU4
00

A
55

E
10
10 B

15
15

20
20
B

25
25
C
30
30

D
35
35
E

40
40 m
m
00 50
50 100
100 150
150 200
200 250
250 300
300 m
m

Ubicazione delle indagini


Profilo lito-stratigrafico

RELAZIONI TRA LE FASI


Particelle
solide TERRENO
mezzo particellare, multifase,
costituito da particelle solide con
acqua vuoti occupati da acqua ed aria
e gas

VOLUMI PESI

TOTALE V = Vs + Vv W = Ws + Ww

VUOTI Vv = Vw + Vg -

SOLIDI Vs Ws

ACQUA Vw Ww

GAS Vg -
PROPRIETÀ INDICE: DEFINIZIONI
INDICE ESPRESSIONE DIM

Porosità n = Vv / V = e/(1+e) -
Indice dei vuoti e = Vv / Vs = n/(1-n) -
Contenuto d’acqua w = Ww / Ws -
Grado di saturazione Sr = (Vw / Vv) -
Peso dell’unità di volume totale γ=W/V FL-3
Peso dell’unità di volume della parte γs = Ws / Vs FL-3
solida
Peso dell’unità di volume dell’acqua γw = 9,81 kN/m3 FL-3
Peso dell’unità di volume del terreno γd = Ws / V FL-3
secco
Peso dell’unità di volume del terreno γ’ = γ - γw FL-3
alleggerito
Peso specifico totale G = γ / γw -
Peso specifico dei grani Gs = γs / γw -

PROPRIETÀ INDICE: VALORI TIPICI

n e w γd γ
TERRENO
[%] [-] [%] [kN/m3] [kN/m3]
GHIAIA 25-40 0.3-0.67 - 14-21 18-23

SABBIA 25-50 0.3-1 - 13-18 16-21

LIMO 35-50 0.5-1 - 13-19 16-21

ARGILLA
40-70 0.7-2.3 40-100 7-13 14-18
TENERA
ARGILLA
30-50 0.4-1 20-40 14-18 18-21
COMPATTA

TORBA 75-95 3-19 200-600 1-5 10-13


CLASSIFICAZIONE DEI TERRENI

Suddivisione dei terreni in gruppi (classi) con proprietà meccaniche simili

Diametro Comportamento Meccanico


TERRENO Forze Interazioni
particelle definito da
Dimensione dei grani
Forma dei grani
GHIAIA
SABBIA
> 0.075 Massa Meccaniche
Distribuzione
mm granulometrica
(grana grossa)
Struttura
Addensamento

Mineralogia
ARGILLA
LIMI < 0.075 Superf. Chimiche
Contenuto d’acqua
mm Grado di saturazione
(grana fine)
Struttura e proprietà indici

CARATTERIZZAZIONE TERRENI GRANULARI

CURVA GRANULOMETRICA
DIMENSIONE, FORMA, DISTRIBUZIONE DELLE PARTICELLE

SETACCI ASTM
C136 E D422

1. deposito ghiaioso del Piave, 2 Sabbia dell’Adige, 3. limo argilloso, 4. argilla di Venezia

Il grado di addensamento condiziona le proprietà meccaniche


DR = (emax - e0)/(emax – emin)
CARATTERIZZAZIONE TERRENI FINI
Il contenuto d’acqua w caratterizza il comportamento dei terreni fini

STATO SOLIDO LIMITI di ATTERBERG


wR [%] DI RITIRO
SEMISOLIDO
wP [%] PLASTICO
PLASTICO
wL [%] LIQUIDO
FLUIDO

INDICE DI PLASTICITÀ INDICE DI LIQUIDITÀ


IP = wL – wP IL = (w – wP) IP
Minerali argillosi wL [%] wP [%] IP [%]

Montmorillonite 300-700 50-100 200-650

Illite 95-120 45-60 50-65


Caolinite 40-60 25-40 10-25

SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE

grossa granulometria
terreni
UCS a grana fine plasticità (Casagrande)

Raccomandazioni A.G.I.

passanti ai setacci
n. 10, 40 e 200
7 gruppi
AASHTO (A-1 … A-7 ) IL e IP
passante al vaglio n. 40

Norma CNR UNI 10006


SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE: AASHTO

sulla MECCANICA dei TERRENI


Il terreno – aggregato di particelle -
• interagisce con tutte le opere dell’ingegneria civile
• diventa materiale da costruzione nelle opere in terra
Reazione: mobilita la sua resistenza – deformandosi - generando
tensioni interne che equilibrano le sollecitazioni esterne
Assunzione: terreno = “mezzo continuo” (fenomenologia)
Pertanto è possibile applicare ai terreni i concetti di tensione e
deformazione, nonché le leggi della meccanica del continuo

Forze Spostamenti

Proprietà
Tensioni dei Deformazioni
materiali

Equilibrio Congruenza
Stati Tensionali
1. Ripartizione sforzi tra scheletro solido e fluidi (legge di
interazione tra le fasi, esprime la ripartizione interna degli sforzi
applicati)
σ‘ij = σij – δij*u
2. Tensioni depositi normalconsolidati sottofalda (simmetria assiale)
totali σ1 = σV σ2 = σ3 = σH
efficaci σ’1 = σ’V σ’2 = σ’3 = σ’H
σV0 = (1-n)γs z + n γw z (Sr =1)
σ’V0 = σV0 – u = (γ - γw)z = γ’ z σ’H0 = K0 σ’V0

3. Invarianti (simmetria assiale: σ’2=σ’3 ε2=ε3)


tensioni p’ = (σ’1+2σ’3)/3 q = q’ = σ’1 - σ’3
deformazioni εV = ε1 +2ε3 = εP εS = 2(ε1 - ε3 )/3 = εq

Stati Tensionali
Invarianti del tensore delle tensioni (Roscoe, Schofield e Wroth
1958): l’entità di tali parametri non dipende dalla scelta degli
assi di riferimento
σ xx + σ yy + σ zz
p' =
3

⎡ (σ yy − σ zz )2 + (σ zz − σ xx )2 + (σ xx − σ yy )2
0. 5

q=⎢
2
(
+ 3 τ 2yz + τ 2zx + τ 2xy ) ⎥
⎢⎣ ⎥⎦

δε p = δε xx + δε yy + δε zz

{[ 2 2 2
]
δε q = 2 (δε yy − δε zz ) + (δε zz − δε xx ) + (δε xx − δε yy ) + 3(δγ 2yz + δγ 2zx + δγ 2xy }
0.5
/3
RESISTENZA AL TAGLIO
capacità di un materiale di resistere ad una sollecitazione,
mobilitare la resistenza fino a rottura

La resistenza al taglio dei terreni dipende da:


• Tipo di materiale mineralogia, dimensioni, forma e
granulometria delle particelle, cementazione
• Indice dei vuoti grado di addensamento, numero di
contatti, mutuo incastro tra le particelle
• Struttura (micro, macro e mega struttura, isotropa o
anisotropa)
• Stato tensionale efficace σ’ij tensione di confinamento,
anisotropia indotta
• Storia tensionale e deformativa (OCR)
• Percorso tensionale ∆σij (carico, scarico, compressione,
estensione) e sua velocità di applicazione

Criterio di Rottura di Mohr Coulomb


La resistenza al taglio dei terreni è rappresentata come somma di
due contributi, uno “coesivo” ed uno attritivo:
τff = +[c’ + (σff – u) tan ϕ’]
τff = resistenza al taglio lungo il piano di rottura
c’ = “coesione”, prescinde dallo stato tensionale del materiale
σff = tensione totale normale agente sul piano di rottura
u = pressione neutra
(σff - u) = σ’ff = tensione efficace agente sul piano di rottura;
ϕ’ = angolo di resistenza al taglio
τ
σ’1 + c’ cotϕ’ = (σ’3 + c’ cotϕ’)(1 + sin ϕ’)/(1 - sinϕ’)
φ’
τ = +(c’ + σ’ tanφ’)
c’
σ’1 σ’
σ’3 Inviluppo di rottura = retta che
delimita le condizioni di
equilibrio
Criterio di Rottura di Mohr Coulomb

Criterio di Rottura di Mohr Coulomb

t
t = (σ1’ - σ3’)/2

t = a + s’ sinφ = a + s’ tgα

s’
s’ = (σ1’ + σ3’)/2
Criterio di Rottura di Mohr Coulomb
q

(6 sinϕ’)/(3 - sinϕ’)

p’

(- 6 sinϕ’)/(3 + sinϕ’)

σ’2 = σ’3 (caso di prova di compressione triassiale)


q = (p’ +c’ cotϕ’)(6 sinϕ’)/(3 - sinϕ’)
σ’2 = σ’1 (caso di prova di estensione triassiale)
q = (p’ +c’ cotϕ’)(- 6 sinϕ’)/(3 + sinϕ’)

RESISTENZA AL TAGLIO DELLE SABBIE


RESISTENZA DI PICCO DELLE SABBIE

Modello di Rowe (1962)

La resistenza al taglio di un terreno può essere interpretata


come somma di tre contributi:
1. Attrito che si mobilita tra le particelle; dipende dalla
rugosità delle stesse e quindi dai minerali che lo
compongono, dalla forma, dalla superficie e dalla
composizione granulometrica
2. Riassestamento dei grani dopo una perturbazione, i grani si
riassestano per raggiungere una nuova condizione di
equilibrio; dipende dal grado di addensamento del terreno
3. Dilatanza i terreni addensati si possono deformare solo
aumentando il loro volume; la resistenza aumenta in quanto
una buona parte dell’energia deformativa è spesa per
vincere che tensioni che ostacolano l’aumento di volume

Modello di Rowe (1962)

f[°] fp
ATTENZIONE:
42
a parità di stato
tensionale la
38 dilatanza aumenta
all’aumentare della DR
fcv ma
34 dilatanza a parità [Rowe
di DR 19
diminuisce
ff all’aumentare dello
30 stato tensionale sul
riassestamento piano di rottura

26 fm
emax attrito emin
42 38 34 30 26
Porosità [%]
Picco Sabbie Bolton (1986)
ϕ‘p = ϕ‘CV + m ID
• ϕ‘CV = angolo di resistenza al taglio a volume costante
• m = 3 condizioni assial simmetriche, = 5 condizioni piane
• ID = DR [Q – ln(σ‘mf)] - 1 indice di dilatanza

SABBIA MINERALOGIA Q f’cv Riferimento


TICINO SILICEA(*) 10.8 34.6
Jamiolkowski et al.,
TOYOURA QUARZOSA 9.8 32
1988
HOKKSUND SILICEA 9.2 34
MOL QUARZOSA 10 31.6 Yoon, 1991
FINE 0% 9.8 30
QUARZOSA

FINE 5% 10.9 32.3


OTTAWA FINE 10% 10.8 32.9 Salgado et al.,1997
FINE 15% 10 33.1
FINE 20% 9.9 33.5
7.8 a
ANTWERPIAN QUARZO & GLAUCONITE 31.5 Yoon,1991
8.3
KENYA CARBONATICA 9.8 40.2 Jamiolkowski et al.,
QUIOU CARBONATICA 7.5 41.7 1988
(*) uguali percentuali di quarzo e feldspati da Jamiolkowski et al. 2001

RESISTENZA AL TAGLIO DELLE ARGILLE


Residuo (Skempton 1964)
RESISTENZA AL TAGLIO DELLE ARGILLE
Residuo (Lupini et al. 1981)

Percorsi Tensionali “stress path method”

1. Si individua un elemento di terreno il cui comportamento


possa giudicarsi “rappresentativo” del comportamento
dell’intero ammasso interagente con l’opera in esame

2. Si valuta il percorso tensionale seguito da tale elemento


nella fase di realizzazione dell’opera

3. Si riproducono in laboratorio questi percorsi tensionali


mediante prove sperimentali

4. Si stimano le deformazioni dell’opera in progetto ed i


margini di sicurezza utilizzando i parametri meccanici
ricavati dalle prove
Es. elemento sotto asse simmetria fondazione circolare:
compressione per carico (non standard)

Es. parete di sostegno in condizioni


di spinta attiva: compressione per
scarico
Es. parete di sostegno in condizioni di spinta passiva:
estensione per carico

Es. elemento sotto l’asse di uno scavo circolare: estensione per


scarico (non standard)
Applicazione: Percorsi di sollecitazione di elementi di terreno
durante lo scavo di una galleria

B
A A

C
C

A COMPRESSIONE PER SCARICO-CARICO

B COMPRESSIONE PER SCARICO

C ESTENSIONE PER SCARICO

PROVE TRIASSIALI – PERCORSI DI SOLLECITAZIONE


600
LA RESISTENZA DEL TERRENO DIPENDE

q (kPa)
0-1 compressione per carico
500 0-2 compressione per scarico
0-3 estensione per scarico 1 MC
1
DAL PERCORSO DI CARICO

400
2
300

200 retta K0
0
100

0
p' (kPa)
-100

-200
1
3 ME
-300
0 100 200 300 400 500 600
PROVE TRIASSIALI – Confronto tra diversi percorsi di sollecitazione
500 1 1
q [kPa]
400
εv [%] 1
0,8
2
300
0,6
200 0-1 compressione per carico
0 compressione per carico 0,4 0-2 compressione per scarico
100 0-1 compressione per carico 0-3 estensione per scarico
compressione
compressione per
per scarico
scarico
0-2
estensione
estensione per
per scarico
scarico 0,2
0 0-3
0 2
0
-100
3 -0,2
-200 3
εa [%]
-300 -0,4
0 2 4 6 8 0 2 4 6
εa [%] 8
600
q (kPa)
0-1 compressione per carico
500 0-2 compressione per scarico
0-3 estensione per scarico 1 MC
1
400
2
300

200
0
retta K 0
0-1 compressione per carico
0-2 compressione per scarico
100

0-3 estensione per scarico


0
p' (kPa)
-100

-200
1
3 ME
-300
0 100 200 300 400 500 600

PROVE TRIASSIALI
800
q (kPa) MC
700 1
600

500
retta K0
400

300

200

100
p' (kPa)
0

-100

-200 1
ME
-300
0 200 400 600 800 1000 1200
RESISTENZA AL TAGLIO NON DRENATA
∆σ1 variabile
spinta
passiva

τ f = su spinta
attiva

taglio
semplice

Jamiolkowski et al. 1985


EFFETTI
DELL’ANISOTROPIA
SULLA RESISTENZA NON
DRENATA

PERMEABILITA’ dei TERRENI


Terreni = materiali permeabili

E = energia cinetica + potenziale

E1 E1 > E2 E2
Processo
di consolidazione

ua v2 ua
E = Carico totale H = z + + Carico piezometrico h = z +
γw 2 ⋅ g γw
K = conducibiltà
Tipo di terreno K [m/s]
idraulica
Ghiaia pulita 10-2 ÷ 1
∆h
Sabbia pulita, sabbia e ghiaia 10-5 ÷ 10-2 v =K⋅ = K ⋅i
Sabbia molto fine 10-6 ÷ 10-4 l
Limo 10-8 ÷ 10-6 Legge di flusso
Argilla omogenea < 10-9 attraverso un mezzo
poroso
consolidazione ⇒ variazione proprietà meccaniche

Permeabilità ⇐ caratteri strutturali del deposito

Macrostruttura (lenti di sabbia, fratture)


Klabo ≠ Ksito
Anisotropia strutturale

Caratteristiche di permeabilità e di consolidazione possono


essere attendibilmente determinate solo da prove in sito
analisi comportamento opere e prototipi in scala reale

Permeabilità
Materiali Granulari

K = C ⋅ D102 cm/s

D10 in cm
C = 100 cm-1 s-1
Hazen (1892)
Condizioni di equilibrio in presenza di moti di filtrazione
La presenza di un moto di filtrazione verso l’alto riduce le
tensioni verticali efficaci del terreno secondo la formula:

σ 'z = ( γ '− i ⋅ γ w ) ⋅ z C
90°
L D ∆H=h1-h2

γ' F M G
ic = 90°
γw h1
90° h2
O
ic
FS =
iE P A 90° B

STRATO DI BASE IMPERMEABILE

INDAGINI

Volumi significativi da indagare


(raccomandazioni A.G.I.)
RILEVATI
2L

1.5
/1 /1
1.5

D = 0.51 L TRINCEE
L=1
÷2H
B

D = 0.75÷1 B
INDAGINI su GRANDE SCALA
ƒSequenze litologiche
GEOLOGICHE ƒPresenza di dissesti
GEOMORFOLOGICHE ƒFrane
ƒSubsidenza
•Regime acque superficiali
IDROLOGICHE •Regime acque profonde (falde)
IDROGEOLOGICHE •Filtrazione
•Sifonamento

GEOFISICHE ƒ Presenza di discontinuità


GEOELETTRICHE ƒ di substrati a diversa rigidezza
TOPOGRAFICHE ƒ Rilievo di frane e cedimenti manufatti

STUDI DI Individuazione aree per


IMPATTO • approvvigionamento materiali da costruzione
AMBIENTALE • discarica materiali di risulta (scavi demolizioni)

INDAGINI IN FASE DI PROGETTO


DATI RELATIVI AL MANUFATTO
‰ destinazione
‰ tipologia strutturale
‰ dimensione ed estensione
‰ azioni trasmesse al terreno
DATI RELATIVI AL TERRIRORIO
‰ topografia di vaste aree
‰ vincoli derivanti da manufatti esistenti
‰ vincoli idrologici
‰ sismicità
PROPRIETA’ GEOTECNICHE DEL SOTTOSUOLO
‰ successione stratigrafica-litologica dei terreni
‰ profili di progetto definizione parametri di
Sondaggi
¾ resistenza
Prove in sito e
¾ deformabilità
di laboratorio
¾ conducibilità idraulica
INDAGINI IN FASE DI ESECUZIONE E DI ESERCIZIO

Rilevati Arginali e Stradali


Opere di grosse dimensioni Impatto sul territorio

In fase di esecuzione ed esercizio


¾ Raccolta dati
¾ Verifica locale delle previsioni progettuali
¾ Monitoraggio
9 verso e intensità dei moti di filtrazione e.g. argini:
studio interazione tra l’acqua del canale e quella del terreno
piezometri
9 spostamenti plano-altimetrici dell’opera e delle sue parti,
per controllare il suo corretto comportamento meccanico
assestimetri ed inclinometri

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