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CONVERSAZIONE di Kons, TONINO BELLO % Vescovo di holfetta e Presidente Nazionale della Pax Christi Corso residenziale per animatori di carita - Tonezza 22-8-1989 ( esto integrale) Fenso che sia inutile dirvi che vi ringtazio tantissino per -averni ritenuto degno Gi venire a questa assenblea a parlarvi cone vi pud Ferlare un vescovo. Io non sono un sociologo,uno studioso specia — }itzato di scienze umane; sono un uozo che vive un po’ in periferia, in trincea, che si trova a contatto con tente. situazioni unane dit ficilissine e enche esaltanti. xi trovo @ volte anch'io sui crinali dell'entusiasuo e quelche volta precipito anch'io nelle depressioni, guando sembra che tutto vada a rotoli. hi sento anch'io sostenuito Gell "inpegno, Gs1l'awicizia,della gioia,dalla frescheaza ai tant! gio- Nani, in modo particolere obiettori ai coscienza, giovani volontari, sa poi di qualsiesi evk,che danno 1a vita, che danno i1 lero teupo ii bero a "texpo pieno", enzi danno il loro tempo " LIMSKATO". perbhd dau re il tempo libero @ facile, ma dare il tempo"liberato", liberato da eltre paccotsiglie inutili & pil difficile, | Dare il tempo "liberato" ai poveri, alla causa del Regno, mi’ sembra ene sia un fatto evangelico molto importante. sot Ora vi parlo con questa sensibilit& particolare. ki provocate a fare quasi il frate indovino chiedendon " Quali saranno le povertd, del ‘907", Io ci ho pensato e ho ritenuto opportuno ai "éribblare" un pot guesto interrogetivo anche perch?,poi, tutto sommato,non ci 2 aiffi- cile intuire quali potranno essere le povert& emergenti nel "80. L'Aiés, lz éroga, i terzomondiali. Che costellazione di problemi evo~ cano queste parole! Io, pit che parlarvi delle povertk del '90, vorrei Girvi con quale nino cigobbieno presentare per vivere e pote affron- tefe le poverta energentidgni xomento, perch? dobbieno stare sezpre sul chi va 1a. Etmolto facile che oggi ci mettiano ad elnenaceare ¢ li saranno le poverth del 'S0, a perlare per un'ore intera dell'siés € Gelle sue coneeguenze nel '90 e poi megeri nel frattenpo pud venire scoperto il vaccino che lo debella. Allora che diremo?: "Feccato, av— Piuuo studiato tento per prepararci ad affrontere questa enercenze e adesso hanno scoporto subito il modo per farle fuori", Allora mi sono detto che,pil che parlare delle poverth degli anni 'SO, dovbieno parlere dello stato d'anino,dell'attecgienento epiritvale in, teriore e anche tecnico con cui dovreuo affrontare le poverta energen- ti di oggi, di domani, di senpre. Ho pensato,pertanto, di fare ricorso a una icona biblica uolto bella, molto semplice, molto densa. L'icona del Buon Samaritano. Articoleremo quindi attorno e questo asse,carico di luce, tutte le nostre riflession Liicona del Buon Senaritano in viaggio da Gerusalemme a Gerico.: 3 que- ete @ la strada che noi dobbiamo percorrere: Noi ciano i viandenti del- la Gerusalenme-Gerico. E' un'tasse di luce; si sprigioner® tanta’ luce. Ed’ dove c'® la luce che dobbiauo andare a vedere quali dovranno esse- re i nostri comportanenti. -2- A me piace uoltissiro quell'episodio del grande maestro indiano,che aveva tanti discepoli. Un giorno egli perdette la sua moneta. d'oro e si mise a girare il giardino, a frugare senza riuscire a trovarla. hezza giornata a cercare:Niente. Finalmente passa un suo discepolo e lo vede 11 tutto indaffarato. Lo chiama: "Naestro,che stai facendo?". Quello gli dice: "Vieni, ho perduto la moneta d'oro, aiutami a cercar- la". Anche il discepolo si d& da fare, guarda sotto i cespugli,gli al- beri, le foglie.Niente! A un certo punto chiede: "Ka maestro, qui non si trova nulla. Ti ricordi bene dove 1'hai persa questa mone‘%a?". I1 maestro rispose: "L'ho perduta 1a, dentro la capanna". " Nella capan- na? E allora perch? la vieni' a cercare qui nel giardino?". spose il meestro: “ Perchd qui c'é pit luce". Sembra una battuta: " Perch® c'é pit luce", Noi le cose belle che per- diamo nella vita non dobbiazo andare a cercarle dove le abbiamo perse. Una donna che ha perso l'onest& non va a ritrovarla sulla strada, dove l'ha smarrita. Dovbiamo cercare dove c'é pit luce. Ora dov'd,per noi credenti, che troviamo maggior luce se non nel Vangelo? Percid. mi & sembrato Opportuno adoperare questa icona biblica che so~ sterra un po', che sara l'attaccapanni nelle nostre riflessioni di og- gi. Ci soffermereno sui dodici verbi che ci sono nella parabola del Suon Semariteno. Noi doodbiamo quasi andare alla riscoperta di questi dodici verb: Vediano il primo verbo: Un Sumaritano " che era in viaggio" . In greco si dice " odeluon", in latino “iter faciens" (lo dico per far capire la presnanza),cio& "men- tre faceva cermino",~in italiano: un Samaritano " che era in viaggio". Ame senbra nolto ixportante sottolineare questo perch$ ci viene evoca- ta anche qui tutta una galassia di" transumanze" che viene dal latino "trans humus ",.cioé " passare da una terra all'altra". Ci sono ‘richia— mi esodali fra pessaggi epocali che dobbiexo fare. Purtroppo noi non cemminiano molto ed'@ davvero preoccupante, a volte, la nostra. situa- zione di stallo pastorale. E' inutile ,talvolta,tenersi su con la "co- emina" del nostro efficientisno,ccne mentalit&’ voglio dire. Siano an- cora arroccati nei nostri fortilizi di sicurezza; non facciano molta strada. Carriera pil volte faceinzo. Strada non ne facciamo molta,ci siako un po! seduti: c'® uria di stanchezes. L'etica del pellegrinag: 0, della bisaccia non ce l'abbiao. " Bis secuur"; un sacco davansi @ un sacco dietro: 1'etica delle sisaccie, l'etica della strada, del, pellegrinaggio. Spesso prevale la rassegiazione, il senso dell'inelat— tabile che ci sovresta: "Non si pud fur niente! Sexpre cosi & statot". Ci sediano, si insinua in noi il convineinento che, tanto, non cambia nulla.ieglio tirare i remi in barca, meglio lasciarsi andare: "Che vuc.; cenbiaré il mondo?Seupre cosi 8 stato!". Chiamati ad essere annunciatori della speranza stiaio diventando i tributari della filosofia dell'appiastixento. Ci consoliamo di piccole cose: Aobiaso nesso sii una casa. per tossicodipendenti.Che vuoi? Ab- biamo fatto un centro di accoglienza. Che volete? Z all'urto del xon- do che ci provoca troviano gia le nostra giustificezione, il nostro alibi, il nostro conforto. Ci sentiamo confortati, tutto sozmato.Che volete di pil? Spendo tanto per la casa di accoglienza,la casa per le vragazze medri... Subentra un po' la filosofia dell'appiattimento.L'or— dinaria anministrazione 2 diventata un po' la trama ovbligatoria del -3- nostro vissuto; la routine @ una condizione esistenziale: "Stessa spiaggia stesso mare". Nelle nostre comunitA lo schema fisso 8 diven- tato.molte volte una condanna a vita. Bisogna fare sempre quelle cose, in termini ripetitivi. Dove stanno le invenzioni subitanee, i raptus ai fantasia? Questo arrampicarsi sugli scoscendimenti dell'inedito. Ci sentiamo dentro uno spirito che soffia, quando vuole, dove vuole, ta tu devi canalizzarti in quei cunicoli gi& prefabbricati. Questo " mentre era in viaggio" il Sameriteno " iterfaciens", la "Se~ quela Christi", la Sequela di Gest @ diventata molto spesso un intimi- stico sedentarismo spirituale. Se ci siamo fermati & perch? sperimentiazo troppa solitudine. Si lavora in pochi e se segniamo il passo & perch’ ei manea il conforto dei compagni di strada. kolte volte si ha l'izpres- sione che ognuno si debba effidare elle sue invenzioni e va avanti su- gli spartiti musicali che lui stesso elabora. Siano,cio,appesantiti gualche volta dall'isolanento pastorale. Questo, forse, si verifica in modo particolare nei grossi centri dove vi sono pil comunit& in cui sin- tonia proprio pastorale,progetti organici,tracciati unitari,percorsi con- vergenti molte volte non, ce ne sono. Questo & il problema grosso, perch® di fatica ne facciamo tanta. Sembria- ro delle formiche che vanno a destra e a sinistra, perd non si lavora insieme, non ci sentiamo strumenti inseriti nella coralita di un'orchestra; eseguiamo ognuno un proprio spartito,anche con ottimi solisti del vir- tuosismo incantevole. Occorre mettersi in viaggio sulla Gerusalemme-Gerico. Capite bene perch? non mi attardo su quali saranno le necessit& degli noi '90. Perch? se 8 una strada e bisogna mettersi in viaggio 8 chiaro che le situazioni di bisogno le troviazo all'improvviso,sbucano alla prima curva ed'é difficile pronosticarle. E' su quest'asse, sulla: Geru- salenme-Gerico che si trovano i sogni diurni delle nostre utopie. I so- gai divrni,quelli che si verificano. I sogni che si fanno all'alba si Gice che si realizzeranno. Ne fate sogni all'alba voi? Spero di si. E! l'asse,quindi, 1a Gerusaleume-Gerico, che parte dalla cist& senta e va verso Gerico. La citt& sacra,la cittk del Teupio,la citta dove avvengono i fatti pit importanti della storia della salvezza,soprattusto nel Nuo- yo Testanento, E' i1 luogo dell'ultima cera, & il luogo dove si consuze le morte di Gesi, 8 il luogo della RKesurrezione, & il luogo delle Fente- coste. Gerusaleume! E Gerico cos'8? Hicordate: 8 l'asse importante. cearissimi viondanti,pellegrini della Gerusalenme-Gerico, Gerico & 1'eéu- rene "il mondo intero", ® la storia,anzi la cronaca, cronaca nere, ver. giuns ta,che ha come protagonisti dei briganti. B’cu quest'asse, cu cui la fede : interseca la storia; molti azano rimanere a Gerusalemne,perch® @ pil gratificante stare nel Tempio. La consolazione dei Santi histeri e la : contenplazione dei Santi iisteri ci gratificano, ci riempiono di felici- t& l'anima. Ho detto che su quest'asse la fede interseca la storia e la sperenza in- crocia la disperazione della terra. G1i uonini @ella sperenza incrociano la disperazione della terra e la carit& si imbatte con i frutti della vio> lenza, E' sulla Gerusaleame-Serico che noi siamo chiamati ad essere "con— templ-attivi",con due "t", gente cio’ che coniuga l'azione,la contexple- zione e l'attivitd. Per noi é difficile lasciare Gerusalenme, @ diffici-

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