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MANAVA-DHARMA-SASTRA

LE LEGGI DI MANU

ISTITUZIONI RELIGIOSE E CIVILI DEGLI INDIANI;

Traduzione dal Sanscrito al francese con note esplicative

di

A. LOISELEUR DESLONGHCHAMPS

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LIBRO SESTO

Doveri dell'Anacoreta e del Devoto Asceta

Basato sulla traduzione dal sanscrito al francese di Auguste Loiseleur Deslongchamps

1” Il Dwidja dopo aver terminato i suoi studi, dopo aver vissuto nell'ordine dei
padroni di casa, conformemente alle regole, deve in seguito vivere nella foresta,
fermemente risoluto e perfettamente padrone dei suoi sensi.

2” Quando il capo famiglia vede la sua pelle aggrinzirsi e i suoi capelli diventare
bianchi, e sotto i suoi occhi ci sono i figli dei suoi figli, si ritiri nella foresta [Diventa
alloraVinaprastha, ossia abitante della foresta].

3”Rinunciando al cibo che mangiava in città e a tutto quello che possiede, affidi la
sua sposa ai figli, e parta da solo, o insieme a sua moglie.

4” Porti con sé il fuoco sacro e tutti gli utensili domestici impiegati per le oblazioni,
lasci il villaggio per ritirarsi nella foresta, permanga li controllando i suoi organi di
senso.

5” Con le diverse specie di grano puro che servono di nutrimento ai Munis, come il
riso selvatico, con le erbe edibili, le radici e i frutti, compia le cinque grandi oblazioni
secondo le regole prescritte.

6” Indossi una pelle di gazzella o un vestito di scorza; si bagni sera e mattina; Porti
sempre i capelli lunghi [ Letteralmente, che porti un djata. Ved. Lib.II st. 219 ] e lasci crescere
la sua barba, i peli del suo corpo e le sue unghie.

7” Secondo le sue possibilità, faccia le offerte agli esseri animati, e le elemosine, con
una porzione di quello che è destinato al suo nutrimento, e che onori coloro che
giungono al suo eremitaggio con acqua, radici e frutta.

8” Si deve applicare senza mai smettere allo studio dei Veda, sopportare tutto con

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pazienza, essere benevolo e perfettamente raccolto, donare sempre, e ricevere
mai, si mostri compassionevole nei confronti di tutti gli esseri.

9” Che faccia regolarmente le offerte al fuoco disposto secondo il modo di Vitana, [Il
Vitana consiste nel prendere il fuoco dal buco (Kunda) scavato per il fuoco chiamato Garhapatya e
portarlo alle due buche scavate per i fuochi chiamati Ahayantya e Dakshina] nè trascuri, nel

tempo giusto, le oblazioni il giorno della luna nuova e il giorno della luna piena.

10 ” Compia così i sacrifici in onore delle costellazioni lunari, l'offerta del grano
nuovo, e le cerimonie che hanno luogo ogni quattro mesi, e quelle del solstizio
d'inverno e del solstizio d'estate.

11” Con il grano puro, cibo dei Munis, cresciuto in primavera o in autunno,[ L a
primavera (Vasanta) comprende i mesi di Chaitra (marzo-aprile) e di Vaisakha (aprile-maggio);
l'autunno ( Sarat), i mesi di Aswina ( settembre-ottobre) e la Kartica (ottobre-novembre)] e
raccolto da se stesso, faccia separatamente, secondo le regole, il dolce e l'altra
metà deve essere presentata come offerte.

12” Dopo aver dedicato a gli Dei queste oblazioni, dei più puri prodotti della foresta,
mangi il resto aggiungendo del sale raccolto da se stesso.

13” Che mangi le erbe che crescono sulla terra e nell'acqua, i fiori, le radici e i frutti
prodotti da alberi puri, e l'olio che si forma nei frutti.

14” Eviti il miele e la carne, i funghi terrestri, la bustrina, [Andropogon schenantius] la


siruaca,[ Erba sconosciuta] i frutti della slechmataca [ Cordia mixa].

15” Nel mese di Aswina, deve buttare il grano selvaggio che aveva ammassato
precedentemente, così i suoi vestiti, le erbe, le radici e i frutti raccolti da se.

16” Che non mangi mai ciò che ha raccolto in un campo lavorato, neanche nel caso in
cui sia stato abbandonato dal proprietario, né le radici e la frutta provenienti da un
villaggio, anche quando la fame lo tormenta.

17” Può mangiare gli alimenti cotti al fuoco, o i frutti maturi al tempo giusto; può per
schiacciare certi frutti, usare una pietra, o può servirsi dei suoi denti, come se
fossero il pestello del mortaio.

18” Raccolga il grano per un giorno solo, oppure faccia provviste per un mese, o per
sei mesi, oppure per un anno.

19” Dopo essersi procurato, quello che ha potuto, per il suo nutrimento, mangi la

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sera e la mattina, o soltanto quando arriva il tempo del quarto o anche dell'ottavo
pasto.[ Vale a dire la sera del secondo o del quarto giorno, dopo aver digiunato fino ad allora.
Ordinariamente si fanno due pasti al giorno, uno alla mattina, l'altro alla sera. Commentario].

20” E' bene, che egli segua le regole della penitenza lunare (kandrayana) [Ved. Lib.Xi,
st.216] durante la quindicina chiara e durante quella oscura, o che mangi, al termine

delle due quindicine, per una sola volta del grano bollito.

21” Oppure non viva di altro che non siano fiori, radici, e frutti di stagione, caduti
spontaneamente, osservando strettamente i doveri di un anacoreta.

22” Che si rotoli nella terra, o che stia tutto il giorno sulle punte dei piedi; che si alzi e
si sieda alternativamente, e che si bagni tre volte al giorno. [ La mattina, il mezzogiorno e
la sera; sono quelle che si chiamano le tre savanas]

23” Nella stagione calda ( grichma), [ ved. Lib.III, st.273] sopporti l'ardore dei cinque
fuochi [ quattro di questi fuochi sono piazzati ai quattro punti cardinali; il sole è il quinto.
Commentario]; durante la piogge ( varchas ) si esponga nudo sotto il torrente d'acqua

che versano le nubi; durante la stagione fredda (hemanta), indossi un vestito


umido, aumentando gradualmente lla sua austerità.

24” Tre volte al giorno, facendo le sue abluzioni, soddisfi gli Dei e i Manes on una
libagione d'acqua; e che prosciughi la sua sostanza mortale, consegnandosi
all'austerità delle più rigorose.

25” Solo allora, dopo aver depositato egli stesso, secondo la regola, il fuoco sacro e
tolto le ceneri,non abbia più fuoco domestico né dimora, osservi il silenzio più
assoluto, vivendo di frutta e radici.

26” Esente da tutte le inclinazioni verso i piaceri mortali, castao come un novizio,
aventi la terra per letto, non elegga a proprio gusto una dimora, e alloggi ai piedi
degli alberi.

27” Che riceva dai Brahmani anacoreti e dagli altri Dwidja padroni di casa, che
dimorano nella foresta, l'elemosina necessaria al suo sostentamento.

28” Altrimenti, può portare il cibo da un villaggio, dopo averlo raccolto dentro un
piatto fatto di foglie, o nella mano nuda o in una tazza, e che mangi otto bocconi.

29” Queste sono, con altre ancora, le pratiche pietose che deve osservare un
Brahmano ritiratosi nella foresta; e per unire la sua anima all'Essere Supremo, egli

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deve stusdiare le differenti parti teologiche ( Uopanichad)[ Ved. Lib.II st.140] dei Libri
rivelati].

30” Che siano studiati con rispetto dai devoti asceti e dai Brahmani padroni di casa
ritirati nella foresta, per l'accrescimento della loros scienza e della loro austerità, e
per la purificazione del corpo.

31” Se ha qualche male incurabile, si diriga verso la regione invincibile del nord.est,
e cammini con passo sicuro verso la dissoluzione del suo corpo, aspirando
all'unione divina, e che non viva d'altro che di aria e di acqua.

32” Il Brahmano che si è liberato del suo corpo per una di queste pratiche,
codificate dai grandi Richis, esente dai dispiaceri e dai timori, è ammesso con tutti li
onori alla casa di Brahma.

33” Quando l'anacoreta ha trascorso così nella foresta la terza parte della sua
esistenza, abbracci nella quarta la vita ascetica, rinuncianto completamente ad
ogni specie di affetti.

34” L'uomo che è passato di ordine in ordine, [ Che è stato prima studente di teologia
(Brahmachakri),padrone di casa (Grihasta) e anacoreta (Vanaprastha )] che ha fatto le
oblazioni al fuoco, così come richiesto, che ha sempre avuto il dominio dei suoi
organi, senza stancarsi di fare elemosine e di fare le offerte, e che si è consacrato
alla devozione ascetica, ottiene dopo la sua morte la suprema felicità.

35” Dopo aver assolto i tre debiti con i Santi, con i Manes, e con gli Dei [ Ved, Lib. IV,st.257]
rivolga il suo spirito verso la liberazione finale ;( Mochta) [La Mochta è la
compenetrazione nell'Anima suprema. Ved. Lib.I, st. 98] ma colui che desidera la beatitudine,
prima di aver saldato i suoi debiti, sprofonderà negli abissi infernali.

36” Quando ha studiato i Veda nella maniera prescritta dalla Legge, quando ha
donato la vita ai figli nella maniera legale, e ha offerto i sacrifici tanto quanto ha
potuto, i suoi tre debiti sono cancellati, allora può pensare a nient'altro che alla
liberazione finale.

37” Ma il Brahmano che, senza aver studiato i Libri Santi, senza aver procreato dei
figli e fatto i sacrifici, desidera la beatitudine, va all'inferno.

38” Dopo aver celebrato il sacrificio di Prajapati, presentando tutto quello che
possiede, a guisa di offerta, secondo l'ingiunzione dei Veda, dopo aver deposto lui

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stesso il fuoco del sacrificio, un Brahmano può abbandonare la sua casa per
abbracciare la vita ascetica [Ossia,può entrare nel quarto ordine, quello dei Sannyasi (devoti
ascetici), senza passare per quella degli anacoreti (Commentario)]

39” Quando un uomo, pieno della conoscenza teologica dei Libri Sacri, mettendo al
riparo dai timori tutti gli esseri animati, abbandonando l'ordine dei padroni di casa
per passare in quello dei devoti aascetici, il mondo celeste risplende della sua
gloria.

40” Il Dwidja che da parte sua, non arreca sofferenza al le creature sensibili che per
lui non hanno da soffire nessun timore, libero dal la sua essenza mortale, non ha
nulla da temere da chiunque sia.

41” Lasciando la sua abitazione, porti con se degli utensili puri, come il suo bastone e
la sua brocca, osservando il silenzio, esente datutti i desideri suscitati dagli oggetti
che gli si presentano, abbracci la vita ascetica.

42 ” Sia sempre solo e senza un compagno, al fine di ottenere la felicità suprema, in


considerazione che la solitudine è il solo mezzo per ottenere la felicità; in effetti, egli
non abbandona ne viene abbamdonato, e non prova mai il dolore che provoca.

43” Non abbia né fuoco, né domicilio; vada al villaggio in cerca del suo cibo, quando
la fame lo tormenta; che sia rassegnato, munito di una ferma risoluzione; mediti in
silenzio, e fissi il suo spirito sull'Essere Divino.

44” Una brocca di terracotta, le radici dei grandi alberi per abitazione, dei cattivi
indumenti, una solitudine assoluta, lo stesso modo di essere con tutti,tali sono i
segni distintividi un Brahmano che è vicino alla liberazione finale.

45” Non desideri la morte, e non desideri la vita; aspetti il momento stabilito per lui,
come un domestico attende il suo salario.

46” Purifichi i suoi passi guardando dove mette i piedi, per paura di camminare
sopra i capelli, sopra un osso, o sopra tutte le altre cose impure; purifichi l'acqua da
bere filtrandola con un panno, nel timore di fare morire i piccoli animaletti che
potrebbero trovarcisi; che purifichi le sue parole con la verità; che conservi il suo
spirito sempre puro.

47” Deve sopportare con pazienzale parole ingiuriose,non deve disprezzare le


persone, e non deve serbare rancore a nessuno per causa di quel corpo debole e

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malandato.

48” Non si lasci trascinare dalla collera a sua volta, contro un uomo irritato; se costui
l'ingiuria, risponda dolcemente, e non profferisca parole vane aventi rapporto con
gli oggetti sottoposti alle sette prescrizioni,[ non pronunci parole vane racchiuse tra
sette porte] che sono i cinque organi di senso, i sentimenti e l'intelligenza; che non
parli d'altro che dell'Essere Supremo.

49” Meditando con delizia sopra l'Anima Suprema, seduto, senza aver bisogno di
nulla, inaccessibile a tutti i desiderii sensuali ,senza altra società che la sua
anima,che viva qui in basso in attesa dela beatitudine eterna.

50” Nn deve mai cercare di procurarsi la sua sussistenza interpretando i prodigi e i


presagi, né per mezzo dell'astrologia o della chiromanzia, né dando precetti di
morale, o nell'interpretazione delle Sante Scritture.

51” Non entri mai in una casa frequentata da eremiti, da Brahmani, dagli uccelli, dai
cani, o dagli altri mendicanti.

52” Dopo aver tagliato i suoi capelli, le sue unghie e la sua barba, si munisca di una
ciotola, di un bastone e di una brocca, vaghi continuamente in un perfetto
raccoglimento, evitando di fare del male a qualsiasi creatura animata.

53” Che la ciotola di cui si serve non sia di metallo e che non abbia nessun punto di
rottura; bisogna purificarlo con l'acqua, allo stesso modo delle tazze impiegate per
un sacrificio.

54” Una borraccia, un piatto di legno, una brocca di terracotta, un cestinio di bambù,
questi devono essere, secondo i precetti di Manu Swayambhova ( uscito dell'Essere
esistente per se stesso), gli utensili di uno Yati (devoto ascetico) [La parola Yati,
Sannyasi e Parivradjaca, designano un religioso di quarto ordine. Yati significa
letteralmente colui che si è dominato; Sannyasi, colui che ha rinunciato a tutto;
Parivradjaca, colui che conduce una vita errante]

55” Che mendichi il suo cibo una volta al giorno; senza desiderarne una grande
quantità; infatti il devoto avido di elemosine finisce per abbandonarsi ai piaceri dei
sensi.

56” La sera, quando non si vede più il fumo della cucina, il pestello del mortaio è a
riposo, il carbone è stato spento, la gente è sazia, i piatti sono stati ritirati, è solo

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allora che il devoto dveve mendicare il suo sostentamento.

57” Se egli non ottiene nulla, non si affligga; se ottiene qualche cosa, non si
abbandoni alla gioia; che non sogni di sostenere la sua esistenza nè non dia sfogo
alla sua fantasia nella scelta dei suoi utensili.

58” Disdegni soprattutto di ricevere le elemosine dopo un umile saluto, infatti le


elmosine così ricevute incatenano con i legami della rinascita il devoto che è sul
punto di essere liberato.

59” Prenda poco cibo, e si ritiri in un posto appartato, che mantenga i suoi organi,
naturalmente estranei all'attrattiva della sensualità.

60” Con il dominio dei suoi organi, rinunciando ad ogni tipo di affetto e di odio,
evitando di fare del male alle creature, si prepara all'immortalità.

61” Consideri con attenzione le trasmigrazione degli uomini, che sono causate dalle
loro azioni colpevoli; la loro caduta all'inferno, e i tormenti che soffrono nel regno di
Yama;

62” La loro separazione dalle persone amate, e la loro unione con le persone odiate,
la vecchiaia che si fa sentire senza farsi attendere, le malattie che li affliggono;

63” Lo spirito vitale che esce dal corpo per rinascere nel ventre di una creatura
umana, e la trasmigrazione di questa anima in milioni di matrici.[Letteralmente
diecimila milioni]

64” Le disgrazie che subiscono gli esseri animati per colpa della loro iniquità , e la
felicità inlterabile che provano, e che risulta dalla contemplazione dell'essere
divino che procura la virtù.

65” Rifletta, con la più esclusiva applicazione dello spirito, sull'essenza sottile e
indivisibile dell'Anima suprema (Paramatma), e sulla sua esistenza nel corpo degli
esseri più elevati e di quelli più bassi.

66” Quale che sia l'ordine in cui si trova un uomo, anche se è stato accusato
falsamente e ingiustamente privato delle insegne del suo ordine, continui a
soddisfare i suoi doveri, e si mostri sempre uguale al riguardo di tutte le creeature;
portare le insegne di un ordine non è come compiere i doveri.

67” Così, anche se i frutti di kataka [Strichnos potatorum. Se si sfregano con i semi di

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questa pianta l'interno di una caraffa che serve per contenere l'acqua, fanno
precipitare sul fondo le impurità discilte nell'acqua stessa] hanno la proprietà di
purificare l'acqua, tuttavia non si purifica affatto l'acqua solo pronunciando il nome
di questi frutti.

68” Al fine di non causare la morte di qualche animale, il Sannyasi, di notte come di
giorno, anche se rischia di farsi male, cammini guardando il suolo.

69” Il giorno e la notte, avendo fatto perire involontariamnte un certo numero di


piccoli animali, per purificarsi, si deve bagnare e deve trattenere sei volte il respiro .

70” Tre sospensioni del respiro, fatte solamente secondo le regole, e accompagnate
dalle sacre parole., Bhur, Buvah, Swar, dal monosillabo Aum, dalla Savitri e dal Siras,
devono essere considerate come l'atto di devozione più grande.

71” Come le impurità dei metalli sono disttrutte con l'esposizione al fuoco, così tutte
le mancanze che gli organi possono aver commesso si cancellano con la ritenzione
del respiro.

72” Cancelli i suoi peccati con la ritenzione del respiro; che espii le sue mancanze
dedicandosi al raccoglimento più assoluto; reprima i desideri sensuali imponendio
un freno ai suoi organi; che distrugga con la meditazione profonda, le qualità
opposte alla meditazione divina. [ Tali sono: la collera, la cupidigia e la malevolenza
(Commentario)]

73” Si dedichi alla meditazione più astratta, osservi il cammino dell'anima


attraverso i differenti corpi, dal grado più elevato fino a quello più basso, cammino
che gli uomini il cui spirito non si è operfezionato con la lettura dei Veda non
posssono distinguere.

74” Colui che è dotato di questa visione sublime [ Ossia, colui nel quale l'Essere
supremo è presente in ogni sua parte (Commentario)] non viene più catturato dalle
azioni; ma colui che è privo di questa perfetta visione è destinato a ritornare nel
mondo.

75” Non facendo del male alle creature, dominando i suoi organi, compiendo i doveri
pietosi prescritti dai Veda, nel sottoporsi alle più austere pratiche di devozione, si
giunge qui in basso all'obbiettivo supremo, che è quello di identificarsi con Brahma.

76” Questa dimora in cui le ossa formano l'impalcatura a cui si attaccano i muscoli,

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fatta di sangue e carne, ricoperta di pelle, infetta, ripiena di esrementi e di urina,

77” Sottomessa alla vecchiaia e ai dispiaceri, afflitta dalle malattie, preda di ogni
tipo di sofferenza,unita alla qualità della passione, destinata a perire, che questa
dimora umana sia abbandonata con piacere da colui che la occupa.

78” Come un albero lascia la riva di un fiume quando l'acqua lo trascina via, come un
uccello lascia un albero a suo capriccio, così colui che abbandona il suo corpo per
necessità o per sua propria volontà, si libera da un mostro orribile.

79” Lasciando ai suoi amici le sue buone azioni, ai suoi nemici le mancanze, il
Sannyasi, che si consegna alla meditazione profonda, si eleva fino a Brahma, che
esiste dall'eternità.

80” Quando , per la conoscenza intima del male, diventa insensibile a tutti i piaceri
dei sensi, allora egli ottiene la fortuna in questo mondo, e la beatitudine eterna
nell'altro.

81” Essendosi affrancato in questa maniera graduale da tutte le questioni del


mondo, diventa insensibile a tutte le condizioni opposte, come l'onore e il disonore,
è assorbito per sempre da Brahma.

82” Tutto quello che ho dichiarato[ Ossia, l'affrancamento da tutti gli affetti
mondani, e l'insensibilità a tutte le condizioni opposte (Commentario)] si ottiene
pcon la meditazione dell'essere Divino; infatti alcuni uomini quando non sono
elevati alla conoscemnza dell'Anima Suoprema, non possono raccogliere i frutti dei
loro sforzi.

83” Legga costantemente a bassa voce la parte dei Veda che concerne i sacrifici,
quella che si riferisce alle divinità, quella che ha per oggetto l'Anima Suprema, e
tutto quello che è stato dichirato nei Vedanta.

84” La Santa Scrittura è un rifugio sicuro anche per quelli che non la comprendono ,
per quelli che la leggono e la comprendono, per quelli che desiderano il cielo, e per
quelli che aspirano ad un'eterna felicità.

85” Il Brahmano che abbraccia la via ascetica, secondo le regole che sono state
enunciate per l'ordine conveniente, si spoglia qui in basso di tutti i peccati, e si
riunisce alla Divinità Suprema.

86” Vi ho istruito sui doveri comuni alle quattro classi[Gli Yatis o Sannyasi, delle

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quattro classi, sono, secondo il Commentario, i Kuti Kiras, i Bahudakas, gli Hansas e i
Paramahnsas] di Yatis padroni di se stessi; conoscerete ora le regole particolari a cui
devono attenersi quelli della prima classe che rinunciano alle regole pietose
prescritte dai Veda.

87” Il novizio, l'uomo sposato, l'anacoreta e il devoto ascetico formano quattro ordini
distinti, che traggono la loro origine da quello del paadrone di casa.

88” Il Brahmano che entra successivamente in tutti questi ordini, in conformità della
legge, e che si comporta nella maniera prescritta, giunge alla condizione suprema,
vale a dire nell'identificazione con Brahma.

89” Ma tra i membri di questi ordini, il padrone di casa che osserva i precettidella
Sruti e della Smiriti, è riconosciuto il principale, infatti è lui che sostiene i tre altri .

90.” Così come tutti i fiumi e tutti i torrenti vanno a confondersi con l'oceano, così
tutti i membri degli altri ordini vanno a cercare un'asilo presso il padrone di casa.

91” I Dwidja che appartengono a quaesti quattro ordini devono sempre, praticare
con la più grande cura, le dieci virtù che compongono i doveri.

92” La rassegnazione, l'azione di rendere il male con il bene, la temperanza,la


probità, la repressione dei sensi, la conoscenza dei Sastra, quella dell'Anima
suprema, la sincerità e l'astenersi dalla collera, queste sono le dieci virtù in cui
consuistono i doveri.

93” I Brahmani che studiano questi dieci precetii del dovere, e, dopo di averli
studiati, si conformano ad essi, giungeranno alla condizione suprema.

94”Un Dwidja che pratica con la più grande attenzione queste dieci virtù, che
intende l'interpretazione dei Vedanta come prescritto dalla legge, i i tre debiti sono
stati saldati, puo rinunciare completamente a questo mondo.

95” Desistendo da tutti i doveri religioso di padrone di casa, avendo cancellato tutti
is uoi peccati, represso i suoi organi e compreso perfettamente il senso dei Veda,
che viva onoratamente e pacificamente sotto la tutela dei suoi figli.

96” Dopo aver abbandonato tutte le specie di pratiche pietose, indirizzi il suo spirito
verso l'unico oggetto del suo pensiero, la contemplazione dell'essere divino, esente
da tuttti gli altri desideri, avendo espiato le sue mancanze con la devozione, egli
raggiunge l'obbiettivo supremo.

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97” Io vado a dichiararvi le quattro regole di condotta che concernono i Brahmani,
regole sante, che producono, dopo la morte, dei frutti indeperibili; apprendete ora
quali sono i doveri di un re.

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