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Il ritorno del re

Una guida all’Apocalisse di Giovanni


di Vern Sheridan Poythress

Introduzione

Possiamo comprendere l’Apocalisse?


Si può comprendere l’Apocalisse? Sì, è possibile. Il suo messaggio può essere
riassunto in un’unica frase: Dio domina la storia e la porterà al suo compimento con
Cristo. Leggi l’Apocalisse tenendo a mente questo aspetto principale e capirai.
Probabilmente non comprenderai ogni singolo dettaglio – d’altronde, nemmeno io ne
sono in grado. Non saranno i dettagli a impedirti di trarre un beneficio spirituale.
Lo stesso vale per qualunque testo della Sacra Scrittura. Le Scritture sono talmente
ricche che raramente ci si addentra fino alle sue profondità e ai suoi misteri. Ma le
chiavi di volta sono chiare e ci insegnano a cosa credere e come comportarci (Prv.
1:1-7; Sal. 19:7-13). La seconda lettera a Timoteo 3:16-17 ci dice non solo che le
Sacre Scritture sono ispirate, ma anche “utili per insegnare, convincere, correggere
ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per
ogni opera buona”. Tutte le Scritture, inclusa l’Apocalisse, hanno un valore pratico di
esortazione, conforto e di educazione nella giustizia. Paolo sottolinea il passaggio
nella seconda lettera a Timoteo 4:1-5, creando un contrasto tra l’insegnamento
consolidato del messaggio evangelico e il desiderio delle persone di avere “maestri
secondo i propri capricci” (4:3). Dio ci ha rivelato non per solleticare la nostra
fantasia, ma per rafforzare i nostri cuori.

La chiarezza dell’Apocalisse
L’Apocalisse fa la stessa osservazione nei primi versetti, 1:1-3. È la “rivelazione di
Gesù Cristo”. Il termine rivelare o svelare indica che egli manifesta piuttosto che
nascondere il proprio messaggio. La rivelazione si compie al fine di “mostrare ai
propri servitori…”. La parola ‘mostrare’ implica nuovamente che porta un messaggio
a degli ascoltatori. La rivelazione si rivolge essa stessa ai “suoi servitori”. Non solo a
un fanatico delle profezie, non solo a un ricercatore, non solo a degli esperti, non agli
angeli, ma a te. Se sei un seguace di Cristo, questo libro è fatto per te e potrai
certamente comprenderlo. Il terzo versetto afferma “Beato chi legge e beati coloro
che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte:
il tempo infatti è vicino”. Dio sapeva che alcuni dei suoi servitori avrebbero esitato
leggendo questo libro. Pertanto, egli fornisce un incoraggiamento maggiore
pronunciando una benedizione esplicita. L’Apocalisse è l’unico libro in tutta la Bibbia
che consta di una benedizione pronunciata per essere letta! 1 Ma non deve essere
una lettura vuota o meccanica, poiché, come specificato dalle seguenti parole,
“custodiscono le cose che vi sono scritte”. L’Apocalisse non dovrebbe solo penetrare
nel nostro cervello, o guidarci verso vane speculazioni, ma dovrebbe piantarsi nel
nostro cuore e produrre una reazione pratica che consiste nella sua osservazione,
così come abbiamo osservato i comandamenti di Cristi obbedendogli. (Il termine
tereo tradotto “custodire nel cuore” è usato nel Vangelo di Giovanni con lo stesso
significato di “osservare” i comandamenti di Cristo).

Possiamo comprenderla?

Se l’Apocalisse è così chiara, perché tante persone fanno fatica a comprenderla? E


perché è così controversa? La verità è che se riscontriamo problemi nella lettura
dell’Apocalisse, è soltanto perché la affrontiamo dal verso sbagliato. Ipotizziamo che
io inizi a chiedermi “cosa significano le zampe d’orso nell’Apocalisse 13:2?”. Se
inizio per un dettaglio e ignoro il quadro generale, finisco per mettermi in difficoltà.
Dio sta al centro dell’Apocalisse (Ap. 4-5). Dobbiamo partire da lui e dai contrasti tra
Dio e i suoi nemici satanici. Se decifriamo i dettagli è come se provassimo a usare
un coltello maneggiandolo per la lama invece che per il manico. Partiremmo dal
verso sbagliato. L’Apocalisse è un libro illustrato, non un libro di enigmi da risolvere.
Non provare a decifrarlo, non preoccuparti dei minimi dettagli; piuttosto, lasciati
prendere dalla storia. Prega il Signore. Esulta per i santi. Detesta la bestia. Desidera
la vittoria finale.

1
Nel contesto generale, il versetto 1:3 si rivolge alla lettura a voce alta
dell’Apocalisse durante un incontro ecclesiastico. La lettura e l’ascolto della Bibbia
nelle chiese rimane tuttora importante, e richiede una maggiore attenzione rispetto al
solito. Tuttavia, si applica implicitamente a coloro che leggono e ascoltano in altre
situazioni.
La verità è che alcuni insegnanti dell’Apocalisse hanno dato un cattivo esempio,
trasformando il libro in un puzzle. Sulla loro linea, essi predicano l’oscurità invece
che la chiarezza, e ovviamente le persone finiscono per sentirsi incompetenti.
“Sono confuso”. “È così complicato”. “Mi sono perso”. “È un puzzle unico e solo un
esperto può dare un senso”. “Ci rinuncio”.
Ma alcuni si rifiutano di arrendersi e, al contrario, sviluppano un interesse malsano.
Costoro vanno alla ricerca di nuovi schemi con cui “risolvere” il puzzle e alla fine si
ritrovano a spingersi oltre con la fantasia, facendosi sfuggire il punto della questione.
Diversamente, le persone non influenzate dai “professoroni” fanno di meglio.
Una volta, quando stavo insegnando l’Apocalisse, notai diversi bambini nella
parrocchia.
“Voglio che anche voi bambini leggiate l’Apocalisse. Se siete troppo piccoli per
leggerla da voi, lasciate che siano i vostri genitori a leggervela. Anche voi potete
comprenderla. Anzi, forse anche meglio dei vostri genitori.”
Un bambino di circa 12 anni venne davanti a me e disse “Hai ragione. Un po’ di
tempo fa ho letto l’Apocalisse e mi è sembrato di capirla”.
“Lode al Signore!”
“L’ho letto come se fosse un fantasy, anche se sapevo che era vero”.
Ho pensato, “Esattamente.”
Questa storia era così buona che iniziai a usarla durante le mie lezioni
sull’Apocalisse tenute in seminario. Uno studente venne da me.
“Conosce quel bambino di 12 anni?”
“Sì.”
“So esattamente cosa intendeva. Mi ricordo di aver letto l’Apocalisse quando avevo
12 anni e di averla capita. Da quel momento, la capisco sempre meno!”
Un gruppo di studenti seminaristi, dopo aver terminato una partita di basket in
palestra, notò il bidello in un angolo, alle prese con un libro.
“Che cosa sta leggendo?”
“La Bibbia.”
“Quale parte della Bibbia?”
“L’Apocalisse.”
Gli studenti pensarono di poter aiutare quel poveretto. “Capisce quello che sta
leggendo?”
“Sì!”
Rimasero colpiti. “Cosa significa?”
“Significa che Gesù vincerà!”
Un pastore carismatico stava pregando nel suo studio. “Cosa dovrei predicare ora?”
“L’Apocalisse.”
“Grandioso! Prendo i miei appunti del seminario, mi metto sotto e preparo qualche
grafico.”
“No.”
“Che intendi? Cosa dovrei fare?”
“Dovresti leggerlo”.
Pausa. “Che follia. Non posso mettermi a leggerlo. I pastori non dovrebbero
insegnare? A cosa potrebbe servire leggerlo?”
“Fallo.”
(Riluttante) “Ok.”
Quella parrocchia assistette all’esperienza della vita. Il pastore lesse con obbedienza
un paragrafo e così le risposte vennero da sé. Preghiere. Canzoni. Predicazioni.
Esortazioni spontanee. Pentimento per i compromessi con il mondo. Altre
predicazioni. In seguito, lesse un altro paragrafo e alla fine il libro intero. La comunità
scoprì che sapeva come comprenderla, grazie all’insegnamento dello Spirito di
Cristo. Dall’altra parte, se il pastore avesse tirato fuori quegli appunti e lezioni del
seminario, i fedeli sarebbero annegati in una mentalità confusa e fatta di enigmi.
Se sei a capo di un gruppo di studio dell’Apocalisse, non diventare l’”esperto” nel
cattivo senso della parola. Sì, possiamo farci aiutare delle fonti scolastiche per
comprendere i dettagli e analizzare quelle parti che potrebbero risultare misteriose
per un lettore contemporaneo. L’importante è farlo in un contesto in cui la gente
comune può sperimentare direttamente il libro e seguire il suo spettacolo
formidabile, coinvolgendo i propri cuori.

L’imitazione contraffatta
Possiamo mostrare come comprendere l’Apocalisse partendo da uno dei temi più
importanti, il tema della guerra spirituale. Satana, il capo delle forze maligne,
combatte contro Dio, gli angeli e il popolo di Dio, ma alla fine viene sconfitto dal
Vincitore, Gesù Cristo.
Considera la scena in Ap. 13:1:
E il drago si appostò sulla spiaggia del mare. E vidi salire dal mare una bestia che
aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un
titolo blasfemo.
Una visione singolare! Ma non così strana se abbiamo già letto del drago in Ap.
12:3. Il drago è un mostro terribile. La Bestia dell’Apocalisse 13:1-8 è parimenti un
mostro. Il drago ha sette teste. Analogamente, la Bestia ha sette teste. Il drago ha
dieci corna. Allo stesso modo la Bestia. Il drago ha dei diademi sulle teste, la Bestia
ha diademi sulle corna. Cosa sta succedendo?
La Bestia è sorprendente come il drago. Infatti, ecco un’immagine del drago: è
appostato sulla spiaggia, in un modo che ricorda quando lo Spirito di Dio aleggiava
sopra le acque (Gen 1:2). Di seguito viene avanti la sua “creazione”, la Bestia, fatta
a immagine del drago.
Abbiamo mai visto qualcosa di simile prima? Certamente. “E Dio creò l'uomo a sua
immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (Gn. 1:27). Il drago
è un’immagine di Satana (Ap 12:9). Ma che imitazione riproduce Satana? Non è
autentica, ma contraffatta.

In principio, Dio utilizzava l’imitazione in maniera positiva. L’uomo era come


un’immagine riflessa e mostrava la natura di Dio. Infatti, la formazione di immagini
non è nata con l’uomo! Secondo la Lettera ai Colossesi 1:15, anche prima della
creazione il Figlio divino, la Seconda Persona della Trinità, era l’immagine di Dio:
“Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui
furono create tutte le cose; …”. La creazione dell’uomo a immagine di Dio imita la
relazione di immagini tra Dio il Padre e il Figlio.
Satana invece è un contraffattore. Egli imita Dio il Padre producendo un “figlio”
contraffatto, la Bestia. La Bestia è chiaramente la falsificazione di Cristo il Figlio.
Satana ambisce a essere Dio e a controllare qualsiasi cosa. Ha un piano, analogo a
quello del Padre. Egli metterà in atto il suo piano mediante il proprio esecutore, la
Bestia.
Esiste anche un’imitazione contraffatta dello Spirito Santo? Sì, esiste, in Ap. 13:11-
18. Un’altra bestia esce dalla terra (13:11). Questa creatura viene in seguito
identificata come il “falso profeta” (Ap. 16:13). Questo Falso Profeta opera “grandi
prodigi”, (Ap. 13:13), memore dei prodigi operati attraverso lo Spirito Santo negli Atti
degli Apostoli. Attraverso i prodigi, lo Spirito Santo incoraggiò il popolo a venerare
Cristo. Analogamente, il Falso Profeta promuove la venerazione della Bestia (13:12).
In qualità di Paràclito, lo Spirito Santo possiede l’autorità di Cristo (Gv 14:16, 18). Il
Falso Profeta “esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza” (Ap. 13:12).
Lo Spirito Santo ci guida alla verità (Gv. 16:13). Il Falso Profeta seduce (Ap. 13:14).

Satana, la Bestia e il Falso Profeta formano dunque una trinità contraffatta. Essi
vengono mostrati come interconnessi tra loro quando preparano il popolo per la
battaglia finale.

La contraffazione può essere dimostrata in maniera più esplicita analizzando la


Bestia. Essa porta dieci diademi sulle proprie corna (13:1). Nell’Apocalisse 19:12,
Cristo è incoronato da “molti diademi”. La Bestia ha “titoli blasfemi” (13:1); Cristo, al
contrario ha titoli degni del suo nome (19:12, 13, 16). La Bestia possiede grande
forza (13:2), Cristo detiene il potere divino e l’autorità (12:5, 10).
La Bestia vive una resurrezione contraffatta. Sembrava infatti che avesse una “piaga
mortale”, ma la ferita viene risanata (13:3). La natura falsificata della Bestia si rende
cristallina attraverso questa qualità: infatti, essa non muore per poi rinascere. Non è
una vera resurrezione, ma soltanto una ferita che faceva pensare l’avrebbe uccisa. Il
suo recupero è meraviglioso e talmente sorprendente da incoraggiare le persone a
seguirla. Come nella resurrezione di Cristo, l’evento sorprende le persone e le attira
a lui (Gv 12:32). In questo caso, questo miracolo contraffatto, nonché la resurrezione
falsificata – conduce le persone a seguire la Bestia.

Gli uomini adorano la Bestia (Ap. 13:4) e Cristo (5:8, 10). Gli adoratori offrono un
canto di lode alla Bestia, “Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?”
(13:4). Questo canto imita in modo blasfemo l’inno offerto a Dio durante l’Esodo,
“Chi è come te fra gli dèi, Signore? Chi è come te, maestoso in santità, terribile nelle
imprese, autore di prodigi?” (Es. 15:11).
La Bestia ha un marchio da apporre ai suoi seguaci (Ap. 13:16). Parallelamente,
Cristo marchia i suoi fedeli con il suo nome scritto sulla fronte (14:1). Gli uomini di
tutte le nazioni, l’ultimo dei giorni, adoreranno Cristo (15:9), ed egli eserciterà la
propria autorità su tutti. Nel frattempo, la Bestia ricevette un “potere sopra ogni tribù,
popolo, lingua e nazione” (13:7).
Nell’Apocalisse 19:11-21 ha luogo un confronto chiave tra Cristo e la Bestia. Cristo
appare su un cavallo bianco, pronto a combattere i nemici di Dio. La Bestia compare
come il suo avversario principale, che comanda i re della terra (19:19). La battaglia
si conclude con la sconfitta della Bestia, del suo assistente e del Falso Profeta, i
quali vengono poi gettati nello stagno di fuoco (19:20).
In questa scena, Cristo è il guerriero divino.2 Egli soddisfa le profezie del Vecchio
Testamento, che parlano dell’apparizione di Dio e della sua battaglia con i nemici.
(Zc. 14:1-5; 9-13-16; Is. 59:16-18; Ab. 3:11-15). Cristo è il guerriero santo, che
giudica con giustizia (Ap. 19:11).
Si può dedurre che la Bestia sia l’imitazione demoniaca, l’empio guerriero
proveniente dalla regione demoniaca degli abissi. Come Cristo è a capo dell’esercito
santo, la Bestia esercita il suo potere sull’armata empia.
L’immagine dell’essere a capo di un intero regno di seguaci rievoca l’idea di capo
“federale”, ovvero di capo di un’alleanza, presentata nella prima lettera ai Corinzi
15:45-49. Secondo 1 Cor. 15, esistono due “Adamo”, il primo e l’ultimo Adamo. Il
primo Adamo, tratto dalla terra, è il modello per tutti gli esseri viventi discesi da lui.
Anche noi siamo fatti di terra e apparteniamo ad essa. L’ultimo Adamo, nonché
Cristo, è il secondo uomo celeste, dal paradiso. È il modello per tutti gli esseri viventi
unitisi a lui, ovvero tutti quelli che rispondono alla sua direzione federale. “E come
eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste” (1 Cor. 15:49).

La Bestia aspira all’autorità su tutte le nazioni (Ap. 13:7-8). In qualità di imitazione


contraffatta di Cristo, egli aspira a rivestire il ruolo di un’altra guida federale! Vorrebe
essere il terzo uomo dagli abissi. Il marchio della sua proprietà a 13:16 annuncia che
i suoi seguaci saranno come lui.

2
Tremper Longman, III, “The Divine Warrior: The New Testament Use of an Old
Testament Motif,” Westminster Theological Journal 44 (1982) 290-307.
Ma ora nota bene. È una bestia, una combinazione atroce tra un leone, un orso, un
leopardo e un mostro a dieci corna. La Bestia potrebbe rappresentare, nel suo
insieme, l’essere vivente o un’istituzione umana che si ribella a Dio. Ma non è una
coincidenza se viene rappresentata sotto forma di bestia. Nonostante siano coinvolti
degli esseri umani, la natura della cosa è essenzialmente bestiale. Di conseguenza,
l’inclinazione della creatura è subumana e disumanizzante.
Questa caratteristica annuncia un fallimento sin dall’inizio. La Bestia non può vincere
proprio perché è bestiale e selvaggia. Cristo non è solo “secondo” (1 Cor. 15:47), ma
anche ultimo (1 Cor. 15:45). Nessuno potrebbe essere “terzo” dopo di lui, come la
Bestia vorrebbe. Come indica la Genesi 1:28, tutte le bestie sono da lui soggiogate,
inclusa questa grande Bestia. Nell’Apocalisse 19, Cristo intraprende la guerra, non
solo per conto di Dio e della sua giustizia, ma anche per conto dell’uomo e del suo
benessere. Egli ci libera per sempre dalla minaccia della tirannia bestiale. Come
l’ultimo Adamo, egli raggiunge il dominio perfetto. La Bestia è sottomessa all’Uomo.

È necessario menzionare un’altra forma di imitazione contraffatta dell’Apocalisse.


Abbiamo analizzato la trinità composta da Satana, dalla Bestia e dal Falso Profeta,
che imita in maniera contraffatta la Trinità santa composta dal Padre, dal Figlio e
dallo Spirito Santo. E per quanto riguarda gli adoratori di Dio? Essi vengono
personificati in Ap. 19:7-8 dalla sposa pura dell’Agnello. Satana può fare
un’imitazione contraffatta della sposa? Può farlo e lo fa. L’immagine contraffatta
della sposa è la prostituta presente nell’Apocalisse 17-18. Alla purità della sposa è
contrapposta la corruzione e l’immoralità della prostituta. La caduta della prostituta
diviene l’occasione perfetta per la manifestazione della sposa (19:1-6). Dal momento
che la sposa rappresenta i veri adoratori, il vero popolo di Dio, supponiamo che la
prostituta rappresenti i falsi adoratori, Satana e i suoi mezzi idolatrici. È l’imitazione
contraffatta della chiesa.
Satana attacca direttamente la chiesa attraverso l’imbroglio e la confusione della
dottrina. Egli cerca di allontanare la chiesa dalla verità (12:15) e pone anche
l’accento sulla Bestia e sulla Prostituta, che attaccano la chiesa in modo specifico e
complementare. La Bestia personifica l’adorazione del potere di stato e la minaccia
di persecuzione nei confronti di chi non adora. Essa tenta attraverso la minaccia, il
dolore e la morte, terrorizzando i Cristiani e costringendoli a concedersi a un idolo.
Essa accresce la paura di ciò che avverrà nel caso in cui non dovessero arrendersi a
lei. Possiamo generalizzare quest’inclinazione: adoriamo ciò che temiamo,
nonostante lo sdegno, il dolore o la povertà degli esseri umani. Il rimedio,
chiaramente, è la paura di Dio, essere intimoriti a tal punto da scacciare la paura
dell’uomo e delle circostanze avverse.
Dall’altra parte, la Prostituta rappresenta l’adorazione del sesso, del denaro e del
piacere. Al posto delle minacce e del terrore, ella si serve della seduzione e dell’esca
del piacere. Fa abbandonare ai propri desideri illeciti. Adoriamo ciò che desideriamo,
che sia il sesso, il denaro, la grandezza, la lunga vita, la fama o la ricchezza. Il
rimedio è desiderare il piacere emanato dalla presenza di Dio, nella nuova
Gerusalemme (22:4).

Lezioni pratiche
Da ciò, è già possibile trarre delle lezioni pratiche. L’Apocalisse mostra che la storia
include una guerra spirituale. In questa guerra si scontrano due fazioni: coloro che
sono dalla parte di Dio e coloro che sono avversi a lui. O servi Dio, o in un modo o
nell’altro finirai per adorare Satana e i suoi assistenti bestiali (cf. Ap. 13:7-8). Così
l’Apocalisse fa scaturire implicitamente una sfida, come in Giosuè: “sceglietevi oggi
chi servire” (Gs. 24:15). Giurare fedeltà a Dio è assolutamente fondamentale nella
determinazione delle sorti della nostra vita e nell’analisi del nostro contributo.
L’Apocalisse rivela le problematiche cruciali della vita e delle sorti verso cui la vita
volge.

Il fatto che Satana utilizzi l’imitazione contraffatta ci aiuta a comprendere e a


prepararci alla guerra spirituale. La contraffazione implica sia pericolo che speranza.
Il pericolo sta nel fatto che Satana potrebbe imbrogliare gli uomini. L’imitazione è
simile a tal punto alla verità da far cadere gli uomini nella sua trappola.
Tuttavia, la speranza sta nel fatto che Satana e i suoi accoliti saranno sicuramente
sconfitti. Infatti, la sconfitta è insita nella loro natura. Satana aspira a essere Dio, ma
non può riuscirci. Non è un creatore, ma solo un imitatore. Dipende costantemente
da Dio. Analogamente, la Bestia è bestiale, subumana e il suo regno viene
sottomesso al regno dell’Uomo, l’ultimo Adamo.
L’Apocalisse ci consegna anche una chiave per sfuggire all’imbroglio di Satana.
Anche se Satana continua a ingannare il mondo, l’Apocalisse smaschera i suoi
mezzi con l’intento di fornirci la via per resistergli. Il mondo è intimorito dalla Bestia e
decide di adorarla di buon grado (13:3-4, 7). Ma quando i nostri occhi vengono
illuminati dall’Apocalisse, scopriamo quanto è orribile. Potremmo temerla a causa
della sua forza; ma dopo aver compreso la sua vera natura, siamo ancora
determinati a volerla come nostra padrona?
L’Apocalisse mostra non solo l’orrore nel seguire la Bestia, ma anche le
conseguenze di tale atto. Seguendo Cristo, l’ultimo Adamo, ci conformiamo sempre
più alla sua immagine (2 Cor. 3:18; cf. 1 Cor. 15:49). Analogamente, i seguaci della
Bestia sono in pericolo non solo perché si sottomettono alla sua tirannia bestiale, ma
anche perché diventano bestiali come lei, dal momento che portano il suo marchio
(Ap. 13:16-18). È come quello che dicono i Salmi degli idolatri:
… I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. Hanno bocca e non
parlano, hanno occhi e non vedono; … Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in
essi confida. (Sal. 115:4-8; cf. Sal. 135:8).
La punizione è adeguata alla colpa.
L’Apocalisse usa l’ironia nella descrizione degli avversari di Dio. Nonostante essi
ambiscano a essere come dio, finiscono per essere delle bestie. Satana aspira a
essere il creatore, ma imitando il vero Creatore egli confessa automaticamente il suo
fallimento. L’opposizione di Satana sembra terrificante per l’osservatore casuale, ma
chi indaga più a fondo può smascherare il suo essere miserabile, il suo fallimento,
dall’inizio alla fine.
Infine, attraverso l’inganno della guerra spirituale, l’Apocalisse si sofferma su un altro
aspetto fondamentale: Dio è al comando. Egli non controlla solo lo schema della
storia, ma il suo inizio, la sua fine e i dettagli. Egli è al comando persino delle azioni
di Satana per il suo stesso successo! L’idea che Dio controlli il male, da cui riesce a
trarre del bene, ricorre spesso nella Bibbia: Gb. 1-2; Sal. 76:10, Rm. 8:28; At. 4:25-
28. In Giobbe 1-2, è chiaro che sia Dio che Satana siano attori partecipanti delle
disgrazie dello stesso Giobbe (Gb 1:12, 1:21-22). Satana intende distruggere la fede
e l’integrità di Giobbe e di disonorare il nome di Dio; conseguentemente, Dio vuole
amplificare la sua gloria e accresce la fede di Giobbe con il giudizio. Allo stesso
modo, secondo gli Atti degli Apostoli 4:25-28, durante la crocifissione di Cristo,
Erode, Ponzio Pilato e le autorità religiose mettono in atto i propri malefici, colmi di
intenzioni diaboliche. Mediante questi stessi malefici, Dio compie la salvezza del
mondo. Non possiamo comprendere appieno come operano questi sistemi, ma
possiamo affermare che la bontà e il potere di Dio sono entrambi assoluti.
Lo stesso messaggio viene evocato nell’Apocalisse in forma illustrata. Satana e i
suoi mandatari detengono un potere e un’intelligenza notevoli. L’Apocalisse non
nasconde nè minimizza la realtà del male. Le forze diaboliche, con la loro totale
avversità a Dio, e viceversa, sottolineano il contrasto tra la bontà di Dio e la loro
malvagità. La guerra è reale e cruenta. Ma ora chiediamoci: chi è che rappresenta
l’intero scenario? Chi è che ci dice non solo com’è Satana, ma anche cosa farà e
cosa deve fare poiché non ha altre alternative? È Dio. Dio ci mostra in anticipo
l’intero corso della guerra, dimostrando a fondo il suo controllo sulla totalità della
storia. (cf. Is. 41:21-29; 48:5-8)

Le scuole di pensiero
A questo punto, è necessario analizzare le diverse scuole di pensiero e le diverse
interpretazioni dell’Apocalisse. Gli interpreti sono discordi sul periodo di tempo e sul
modo con cui le visioni si sono compiute in 6:1-18:24. Nel corso dei secoli, si sono
sviluppate quattro scuole di pensiero. I Preteristi pensano che le profezie si siano
realizzate con la caduta di Gerusalemme (se l’Apocalisse è stata scritta nel 67-68
d.C) e/o con la caduta dell’Impero Romano. I Futuristi pensano che siano realizzate
in un periodo di crisi finale proprio prima della Seconda Venuta. Gli storici pensano
che i versetti 6:1 e 18:24 forniscano un profilo cronologico preciso della storia della
chiesa dal primo secolo (6:1) fino alla Seconda Venuta (19:11). Gli Idealisti pensano
che le scene dell’Apocalisse non rappresentino vicende specifiche ma i principi della
guerra spirituale. I principi sono operativi durante l’epoca della chiesa e vengono
personificati in maniera ripetuta.
Possiamo illustrarlo con Ap. 13:1-8. Quand’è che si realizza l’immagine della Bestia?
I Preteristi vedono nella Bestia la persecuzione dei cristiani, persecuzie messa in
atto dall’Impero Romano. I Futuristi la interpretano come un futuro anticristo, l’uomo
dell’iniquità della Seconda Lettera ai Tessalonicesi 2:3-8. Gli storici ci vedono il papa
che perseguitò la Riforma (alcuni cattolici romani ci vedono Martin Lutero!). Gli
Idealisti la interpretano come il potere persecutivo dello stato, ogniqualvolta minaccia
i Cristiani.
Consideriamo la visione dell’invasione di cavallette in 9:1-11. I Preteristi affermano
che “simbolizza la depravazione infernale, la decadenza interna dell’Impero
Romano”3. Gli storici la associano all’invasione islamica dell’occidente. Le corone di
9:7 sono come i turbanti degli Arabi4. Le corazze di ferro in 9:9 indicano “le corazze
di acciaio o di ferro dei guerrieri Arabi”5. I cinque mesi sono 150 anni, dal 612,
l’inaugurazione della missione di Maometto, fino al 762, anno dell’abolizione del
Califfato di Baghdad6.
Per il futurista Seiss, non sono altro che la descrizione letterale dei futuri agenti del
giudizio7. Per l’idealista Hendriksen è un'immagine generalizzata di quanto gli empi
soffrono per la propria malvagità: "puoi pensare a un'immagine più spaventosa,
orribile e vera (!) di questa per rappresentare il potere dell'oscurità dell'anima
malvagia di questi tempi?"8.
Una combinazione di queste interpretazioni è probabilmente la più vicina alla realtà.
L'immaginario nell'Apocalisse è sfaccettato ed è suscettibile di svariate
personificazioni. Gli idealisti sostengono che i principi generali vengono espressi. Se
così fosse, questi principi ebbero un'importanza particolare per le sette chiese e i
loro sforzi durante il primo secolo (1:4; vedi il capitolo Eventi e finalità). I principi
raggiungono il picco nella crisi finale del Secondo avvento (22:20; cf 2Ts. 2:1-12).

3
Ray Summers, Worthy Is the Lamb (Nashville, TN: Broadman, 1951) 158.
4
E.B. Elliott, Horae Apocalypticae (London: Seeley, Jackson, and Halliday, 1862)
1:435.
5
Ibid. 438.
6
Ibid. 463.
7
“Sono degli agenti infernali straordinari, che a Satana è stato permesso di liberare
nel mondo pieno di colpe degli agenti infernali straordinari, come parte del giudizio
del grande giorno” J. A. Seiss, The Apocalypse (New York: Cook, 1900) 2:92.
8
William Hendriksen, More Than Conquerors (Grand Rapids: Baker, 1961) 147.
Noi stessi siamo coinvolti nella guerra spirituale e pertanto dobbiamo applicare i
principi a noi stessi e al nostro tempo (vedi nota su 1:3). Di conseguenza, molti
passaggi possono avere tre diverse applicazioni cronologiche, nonché al primo
secolo, alla crisi finale e a noi, in qualsiasi epoca viviamo.
Consideriamo ora gli argomenti a favore di ciascuno dei quattro principali approcci.

Idealismo: Schema ricorrente della realizzazione


Quali indizi nell'Apocalisse sono a favore dell'approccio idealista?
Ciò che abbiamo già analizzato riguardo all'imitazione contraffatta di Satana
favorisce l'idealismo. I metodi di Satana sono fondamentalmente gli stessi. Deve
essere un imitatore di Dio, poiché non è un creatore. Dal momento che Dio è sempre
lo stesso, l'imitazione contraffatta di Satana sarà sempre la stessa.
Inoltre, come possiamo notare esaminando la struttura dell'Apocalisse, l'apparizione
di Dio in Ap. 4-5 è centrale. Il personaggio di Dio appare al termine delle visioni e
determina ciò che Giovanni vide nel profondo. L'Apocalisse tratta la teofania,
l'apparizione di Dio. Dio appare decisivamente e infine durante il Secondo Avvento.
Ma persino ora egli comanda dal suo trono celeste ed è con noi. Il modo con cui
governa e si presenta è determinato da quello che egli è in paradiso. Quindi,
teologicamente esiste un personaggio comune a tutte le età. Inoltre, l'azione di Dio
ha ora una struttura simile alla sua apparizione cruciale in conformità con lo schema
generale dell'escatologia inaugurata del Nuovo Testamento. Attraverso la
resurrezione di Cristo e il dono dello Spirito Santo, ora siamo figli di Dio (Rm. 8:14-
17).
Al Secondo Avvento riceviamo l'adozione nella pienezza (Rm. 8:23). Nell'unione con
Cristo riceviamo la resurrezione (Col. 3:1). Con la Seconda Venuta, otterremo i corpi
risorti (1 Cor. 15:50-56; Fil. 3:21).
Diversi altri punti sostengono l'idea che l'Apocalisse intenda descrivere l'intero
periodo tra il Primo e il Secondo Avvento di Cristo.

 L'Apocalisse si rivolge ai "suoi servi", includendo perciò tutti i Cristani di


qualsiasi nazione ed epoca (Ap. 1:1; 22:6, 18).
 Le sette chiese in Ap. 2-3 rappresentano qualsiasi chiesa. Infatti, le altre chiese
della stessa regione (a Colossi e a Ierapoli) non vengono menzionate. Si
suppone che siano state selezionate soltanto sette chiese poiché il numero
sette rappresenta la completezza. Il ritornello vicino alla fine del messaggio di
ogni chiesa è "Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese (2:7,
11, 17, 29; 3:6, 13, 22). "Chi ha orecchi" comprende in sostanza ogni Cristiano.
Il termine Chiese al plurale suggerisce che gli uomini dovrebbero ascoltare tutti
i messaggi, non solo quello indirizzato direttamente alla propria chiesa. Quindi,
i messaggi sono applicabili generalmente, e questa generalità includerebbe
anche coloro che non fanno parte delle sette chiese - non solo gli abitanti di
Colossi e Ierapoli, ma chiunque e in qualunque posto.
 La natura mutevole e poliedrica dei simboli permette di vederne svariate
applicazioni.
 Ap. 4:1 e 1:1 indicano che l'Apocalisse si dispiega nel periodo delle "ultime
cose" (escatologia) incluso in Daniele 2:45, che comprende l'intero lasso di
tempo tra il Primo e il Secondo Avvento di Cristo9.
 Ap. 4:1, “le cose che devono accadere in seguito” ha la stessa identica
traduzione in greco come in Daniele 2:45 (Traduzione di Teodozione).
Un'espressione simile, "le cose che dovranno accadere tra breve" apre
l'Apocalisse in 1:1. Vi sono ulteriori sottili connessioni. In Dn. 2:45, Dio ha fatto
conoscere al re ciò che deve accadere. Nell’Apocalisse, Dio fa conoscere ai
suoi servi ciò che sarebbe accaduto in futuro. In Daniele 2:45 "Il sogno è vero e
degna di fede ne è la spiegazione". Nell'Apocalisse 19:11 (cf. 1:5) Cristo è
"fedele e veritiero" (le stesse parole greche).
 Il sogno di Nabucodonosor in Daniele 2 stabilisce il corso della storia. Dopo
una serie di Imperi mondiali blasfemi, per il regno di Dio viene il tempo del
quarto Impero, quello romano (2:40-44). Daniele include sia l'inaugurazione
che il compimento finale dell'impero di Dio in una descrizione molto breve
(2:44). Così, vengono inclusi sia l'intero periodo tra la Prima Venuta di Cristo
(inaugurazione dell'Impero Romano) e la Seconda Venuta (compimento finale).
Tutte queste azioni escatologiche sono a centinaia di anni di distanza dal
tempo di Daniele. Giovanni, dall'altra parte, vi si ritrova al centro. Quello che
per Daniele era distante, per Giovanni è "tra breve" - tanto che sta iniziando ad
accadere davanti ai suoi occhi.
 Nota inoltre che Dio ideò le Sacre Scritture affinché fossero applicate. Dal
momento che ogni Scrittura è utile (2 Tm. 3:17), questo vale anche per
l'Apocalisse. Se è canonico, si può applicare al nostro tempo.
 Analizzando 2 Timoteo 3:17, anche se una delle altre scuole di pensiero è
corretta, deve trovare applicazione per noi. Per farlo, deve generalizzare oltre
le circostanze specifiche del primo secolo (preterismo) o la crisi finale
(futurismo). La verità generalizzata che svela si adatterà al punto di vista
idealista. Quindi, in termini di applicazione per oggi, ciascuno dei quattro
approcci tende a dare all'incirca gli stessi risultati dell'approccio idealista.

Approccio futurista: Realizzazione nella Crisi Finale


Quali indicazioni nell’Apocalisse sembrano favorire l’approccio futurista?

 L’Apocalisse si concentra sull’attesa del grande evento della Venuta di Cristo.


 La celebrazione del banchetto delle nozze dell’Agnello (19:6-9) e l’apparizione
di Cristo che combatte nella battaglia finale (19:11-21) sembrano puntare
irrevocabilmente alla Seconda Venuta.
 La visione della Nuova Gerusalemme in 21:1-22:5 mostra una perfezione che
giace nell’aldilà della Seconda Venuta (cf. 21:8; 21:27; 22:4-5).
 Il “tempo” del versetto 1:3 si riferisce al tempo della venuta di Cristo, secondo
22:10-12.
 In Ap. 1:7, viene descritta la Seconda Venuta: “ogni occhio lo vedrà”.
 La promessa finale “Sì, vengo presto!” (22:20) si riferisce alla Seconda Venuta.
La risposta liturgica “Amen. Vieni, Signore Gesù” ricorda la preghiera della

9
Per una discussione più approfondita vedi G. K. Beale, The Book of Revelation
(Grand Rapids: Eerdmans, 1999), 153-154.
Chiesa primitiva “Signore, vieni” (1 Cor. 16:22), originariamente in aramaico
(“Maràna tha”). La Chiesa sapeva che Cristo sarebbe potuto “venire”, nel
senso che avrebbe potuto unirsi a loro nell’Ultima Cena, e che sarebbe potuto
“venire” per giudicare la miscredenza come durante la caduta di Gerusalemme
(Lc. 21:20-24). Di questa preghiera non possiamo dimenticare il riferimento
all’avvento più emozionante, decisivo e atteso, nonché il Grandioso Avvento: la
sua apparizione (1 Ts. 4:13-5:11). La seconda venuta rappresentava la più
grande speranza della Chiesa primitiva, ed era con quella speranza che i
Cristiani del primo secolo avrebbero letto l’Apocalisse.

Preterismo (realizzazione nell’Impero Romano)


Quali indicazioni nell’Apocalisse sembrano favorire l’approccio preterista?
(realizzazione delle visioni nel periodo dell’Impero Romano)
L’approccio preterista si regge sui legami tra l’Apocalisse e la situazione delle sette
chiese. Ciascuno dei messaggi dell’Ap. 2-3 contiene informazioni riguardo alla
situazione della chiesa, incluse le sottili allusioni al più esteso contesto nella città
(vedi il commento ai capitoli 2-3 e la ricerca di Colin Hemer sulle sette chiese nelle
Lettere alle sette chiese dell’Asia). I problemi sollevati in Ap. 2-3 continuano ad
essere al centro per tutto il resto del Libro. Le visioni di Ap. 4:1-22:5 fanno molti
riferimenti alle parti precedenti. Per esempio, riferimenti a “quelli che si proclamano
Giudei e non lo sono” (2:9, 3:9) sono collegati alla visione dei veri Giudei in 7:1-8. Il
trono di Satana in 2:13 si riferisce al Drago/Satana in 12:9. Il martirio in 2:10, 13 è
legato al martirio in 6:9; 11:7; 13:5; 17;6 e 20:4. La promessa dell’albero della vita
nel 2:7 si collega all’albero in 22:2. Gezabele in 2:20-22 si collega alla prostituta del
17:3. E così via. Attraverso questi legami diventa chiaro che l’intero Libro, non solo
Ap. 2-3, tratta i problemi e le difficoltà delle sette chiese del primo secolo.
Ci sono altre argomentazioni a favore dell’approccio preterista. L’Apocalisse fa parte
del genere apocalittico (vedi il capitolo Letteratura Apocalittica) e secondo molti
studiosi tutti i libri apocalittici si riferiscono alla propria epoca e non a un futuro
lontano.
Tuttavia, quest’argomentazione si fonda su una generalizzazione ingannevole.
All’interno della Bibbia, i Numeri 23-24, Ezechiele, Daniele 7-12, Isaia 24-27, la
Prima Lettera ai Tessalonicesi 4-5, la Seconda Lettera ai Tessalonicesi 1-2, il
Discorso Escatologico (Matteo 24; Marco 13; Luca 21), e l’Apocalisse sono esempi
di letteratura apocalittica (vedi il capitolo Genere). Questo tipo di letteratura e le
profezie riguardo al futuro lontano avevano un valore pratico per il pubblico del
tempo. Si possono trovare delle profezie apocalittiche esterne alla Bibbia in 1QM,
nel primo Libro di Enoch e nel quarto Libro di Esdra.
L’Apocalisse dice che il tempo è vicino (1:1, 3; 22:10). “Il tempo” in questione deve
essere il tempo in cui la maggior parte delle profezie si sono realizzate. Non è
appropriato interpretare questo linguaggio come se stesse semplicemente
affermando l’imminenza teorica della Seconda Venuta. Vero è che nessuno conosce
con esattezza il momento della Venuta di Cristo (Marco 13:32-37; Atti degli Apostoli
1:7). L’uso del “noi” in Paolo dimostra che, per quanto ne sapesse, Cristo sarebbe
potuto tornare quando era ancora in vita (1 Ts. 4:13-5:11; 1 Cor. 15:51). Ciò significa
che la Venuta di Cristo potrebbe essere vicina, potrebbe avvenire tra breve. Ma i
versetti 1:3 e 22:10 asseriscono che il tempo è vicino: ci offrono una dichiarazione
certa, non una confessione di ignoranza.

Vicinanza del tempo


L’asserzione della vicinanza potrebbe sembrare in conflitto con le argomentazioni a
favore dell’approccio futurista. Se il tempo dell’adempimento dovesse includere
anche la Seconda Venuta, come potrebbe essere “tra breve” e “vicino”? Questa
domanda è tanto vessante da meritare una speciale attenzione. Gli interpreti hanno
offerto diverse soluzioni.
In primo luogo, secondo molti modernisti e miscredenti, Giovanni si sbagliava. Egli
profetizzò che la Seconda Venuta sarebbe arrivata presto, ma così non fu.
Questa soluzione è inaccettabile, poiché rinnega l’autorità divina della Bibbia e
giudica se stessa più saggia di Dio, proprio come Satana ci ha sempre spinto di fare
(Gn 3:1-5).
In secondo luogo, alcuni limitano la vicinanza della realizzazione soltanto all'inizio
della profezia, perché, secondo loro, i versetti 6:1-3, si sarebbero stato verificati
"presto", nei primi secoli della Chiesa.
Ma i versetti 1:3 e 22:10 si presentano come la fine di un libro, svelando l’intera
profezia dell’Apocalisse. La realizzazione di tutto, e non solo di una parte, è vicina.
Terzo, la “venuta” di Cristo anticipata dall’Apocalisse non è la Seconda Venuta, ma
rappresenta svariate “venute” antecedenti alla Fine, allo scopo di punire o
ricompensare. Notare il riferimento alla venuta di Cristo ai versetti 2:5, 2:16, 3:11.
In risposta, potremmo dire che i versetti 2:5, 2:16 e forse anche 3:11 hanno dei
contesti che limitano o ridefiniscono il tipo di “venuta” prevista. I versetti 1:7; 22:20; e
21:1-22:5 non presentano questo tipo di limitazioni.
Quarto, la Seconda Venuta è imminente (potrebbe essere vicina).
Leggi la discussione sul preterismo per le difficoltà riscontrate con questo approccio.
Dire che non conosciamo l’esatto momento non è lo stesso di dire che è vicino,
come fosse una promessa.
Quinto, la “vicinanza” è una vicinanza strutturale che appartiene all’intero periodo
dell’escatologia, dalla Prima alla Seconda Venuta.
Il legame con Dn. 2:45, discusso dall’idealismo, sembra indicare verso questa
direzione. Quello che è lontano dal punto di vista di Daniele è ora vicino- o meglio, è
già in elaborazione. Inoltre, né la Profezia del Vecchio Testamento né quella del
Nuovo Testamento si preoccupano di dare indicazioni temporali precise. Si
focalizzano di più sulla natura dei tempi. L’esortazione di Gesù a vegliare (Marco
13:32-37) non dipende dalla lontananza temporale della Seconda Venuta, che sia di
cinque giorni o di cinque millenni, ma dalla natura della responsabilità dei discepoli
mentre lui, il maestro, “lascia la sua casa”.
Si potrebbe rilevare lo stesso atteggiamento in 1 Gv. 2:17-18: “Figlioli, è giunta
l'ultima ora”. Per Giovanni non si tratta degli ultimi giorni, ma dell’ultima “ora”! Come
può Giovanni dire questo? Ha per caso ricevuto una qualche comunicazione
esoterica da Dio riguardo alla quantità di tempo rimasto? Assolutamente no. Egli si
aspetta piuttosto di convincere i propri lettori di questa verità facendo riferimento a
fatti che già conoscevano. “Come avete sentito dire che l'anticristo deve venire, di
fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo sappiamo che è l'ultima ora”.
I lettori di Giovanni conoscevano già la figura dell’anticristo, probabilmente lo stesso
uomo dell’iniquità di 2 Ts. 2, distrutto da Cristo durante la Seconda Venuta (2 Ts.
2:8). Questa opposizione dell’anticristo era stata predetta nella profezia del piccolo
corno, in Dn. 7:8, 20-22 (cf. Dn. 8:9). Giovanni poi sostiene che esistano molti
anticristi, al plurale. Avendo lo stesso ruolo, costoro appartengono alla medesima
categoria dell’anticristo finale (cf. 2 Ts. 2:7). Essi mostrano di aver vissuto in epoche
strutturalmente simili a quella della crisi finale, in cui era stato svelato l’anticristo.
Essi mostrano che ci troviamo già nel periodo del Piccolo Corno di Daniele, un
periodo che, da un punto di vista profetico del Vecchio Testamento, corrisponde
all’ultima ora prima del giudizio di Dio (Dn. 7:22).
La vicinanza nell’Apocalisse andrebbe interpretata nello stesso modo. L’Apocalisse
descrive il carattere del periodo tra la Prima e la Seconda Venuta, il quale, secondo
Daniele, si trova subito prima del giudizio finale (vedi il capitolo dell’Idealismo).
Pensate a una fiera e al gioco del martello e della campana. Il sollevamento del peso
è come il sollevamento della crisi della persecuzione e dell’attività dell’anticristo. Il
peso si avvicina alla parte più alta, ovvero vicino alla Seconda Venuta. Potrebbe
sollevarsi e cadere più volte prima di riuscire a far suonare la campana. Allo stesso
modo, potrebbero esserci molte crisi prima della fine, ciascuna delle quali sono
vicine alla Seconda Venuta.

Approccio storicista: La realizzazione si estende lungo la Storia


della Chiesa
Delle quattro scuole di pensiero, lo storicismo è sicuramente la più debole,
nonostante fosse popolare alcuni secoli fa. Con il preterismo, si può notare
correttamente che l’Apocalisse termina con la Seconda Venuta. Con il futurismo, si
può notare che l’’Apocalisse si conclude con la Seconda Venuta. È possibile
accorgersi inoltre che l’Apocalisse si verifica lungo un climax, il cui sviluppo può
essere colto nella lettura del libro. Quindi viene semplicemente a dispiegarsi una
linea del tempo dal primo secolo in Ap. 2-3 fino alla Seconda Venuta in 19:11-2, in
cui si cerca di allineare tutte le altre profezie al suo interno.
Nel frattempo, tuttavia, esso introduce l'ipotesi che le visioni dell'Apocalisse si
susseguano in ordine cronologico. Infatti, l'ordine è tematico e non puramente
cronologico, come si può vedere in 12:5. (Vedi la discussione nel capitolo Struttura).
Pertanto, dal momento che l'approccio storico assume un ordine cronologico
rigoroso, esso va abbandonato.

Combinazione dei vari approcci


Tutte le scuole di pensiero, tranne quella storica, hanno un notevole merito.
Possiamo in qualche modo combinarle tra loro? Partendo dall'approccio idealista, è
relativamente facile capire come. Le immagini dell'Apocalisse vengono più volte
realizzate. Questo perché incarnano un modello generale. Gli argomenti a favore del
futurismo mostrano con decisione che l'Apocalisse si interessa della Seconda
Venuta e della crisi finale immediatamente precedente (cf. 2 Ts. 2:1-12). Ma il
compimento nella crisi finale non annulla esempi precoci del modello generale.
Abbiamo sia un modello generale che una particolare incarnazione del modello nella
crisi finale.
Allo stesso modo, le argomentazioni a favore del preterismo dimostrano che
l'Apocalisse è interessata alle sette chiese e alla loro situazione storica. I simboli
vengono quindi personificati nel primo secolo: personificazione alla quale dovremmo
prestare attenzione.
Infine, abbiamo il compito di applicare il messaggio dell'Apocalisse alla nostra stessa
situazione, perché ci troviamo in un punto della storia della chiesa e in un punto del
periodo tra la Prima e la Seconda Venuta, al quale il libro si rivolge. Questo non è
altro che il fondo di verità dell'approccio storico.
Possiamo riassumere questi punti di vista in un unico quadro generale. I simboli più
importanti dell'Apocalisse rappresentano un modello ripetuto. Questo modello si
realizza nella situazione del primo secolo delle sette chiese. Esso è personificato
anche nella crisi finale. E si incarna anche ora. Prestiamo particolare attenzione alla
personificazione di oggi, perché dovremo applicare le lezioni dell'Apocalisse a dove
viviamo.

Contenuto e stile
Nella profezia d'apertura, Cristo appare come re maestoso e giudice dell'universo,
oltre che comandante delle chiese (Ap. 1:12-20). Nei versetti 2:1-3:22 Cristo si
occupa delle esigenze di ciascuna chiesa. Le sue forti promesse ricordano le chiese
dello scopo e la profondità della loro chiamata (2:7, 10-11, 17, 26-28; 3:5, 12, 21). La
scelta del numero sette di chiese suggerisce la più ampia importanza del messaggio
(vedi il commento al versetto 1:4).
Nei versetti 4:1-22:5 Cristo fa un rimprovero e l'incoraggiamento prende una nuova
forma. Attraverso Cristo e i suoi angeli (22:8-9, 16) Giovanni riceve una serie di
visioni, con l'intento di aprirci gli occhi sulla maestà e sulla maestosità di Dio, sulla
natura della guerra spirituale, sul giudizio di Dio sul male e sull'esito del conflitto. Dio
e il suo esercito devono vincere la battaglia (17:14; 19:1-2), ma le sue forze si
oppongono a Satana, il grande Drago (12:3), che svia tutta la popolazione terrestre
(12:9). Satana ha due agenti, la Bestia e il Falso Profeta, la cui unione forma la
trinità contraffatta (13:1-18; 16:13; vedi nota su 13:1-10).
La Bestia, rappresentante la forza bruta e la persecuzione dello Stato, minaccia di
sopprimere la vera testimonianza e di costringere gli uomini ad adorarla (13:7-8). Il
Falso Profeta è il suo assistente e propagandista. Babilonia, che rappresenta la città
materiale e gli aspetti attraenti della società idolatra, minaccia di sviare i santi dalla
purezza spirituale (2:20-23; 17:1-18). In opposizione a queste minacce, i santi
devono mantenere la vera testimonianza, anche al punto del martirio (12:11), e
devono mantenere la vera purezza spirituale (14:4; 19:8). Nel compimento, i loro
testimoni trovano realizzazione nella luce finale della verità di Dio (21:22-27) e la loro
purezza viene realizzata nella sposa immacolata dell'Agnello (21:9).
Il tema principale dell'Apocalisse è che Dio domina la storia ed Egli la porterà al
compimento in Cristo. Al centro, le profezie di Cristo (1:12-16) e di Dio (4:1-5:14).
Dio manifesta la sua maestosità, la sua autorità e la sua virtù, in quanto comandante
e giudice dell'universo (vedi il commento sui versetti 1:12-20). Queste visioni centrali
prefigurano il compimento finale della storia, quando la gloria di Dio riempirà ogni
cosa (21:22-23; 22:5; vedi commento ai versetti 4:1-5:14). Gli elementi dettagliati
delle visioni danno corpo a queste verità e vanno guardate come parti di un quadro
generale.
Maggiori informazioni riguardanti il contenuto sono rintracciabili nei commenti,
soprattutto nei riassunti all'inizio di ciascuna nuova sezione: 1:1-3; 1:4-5a; 1:5b-8;
1:9-11; 1:12-20; 2:1-3:22; 4:1-5:14; 6:1-8:1; 8:2-11:19; 12:1-14:20; 15:1-16:21; 17:1-
19:10; 19:11-21; 20:1-10; 20:11-15; 21:1-8; 21:9-22:5; 22:6-21.

I temi principali
Il libro racchiude una serie di temi principali. Qui sopra abbiamo discusso l’imitazione
contraffatta, ma vi sono altre tematiche importanti che si intrecciano con questa.

Dio
L’Apocalisse è incentrata innanzitutto su Dio. Dio controlla il corso della storia. Egli
protegge i suoi uomini e punisce la ribellione. Dio porterà i propri obiettivi a
compimento nel nuovo paradiso e nella nuova terra.

Adorazione
L’appropriata risposta a Dio da parte delle sue creature è l’adorazione. Le scene di
adorazione ricorrono per tutto il libro (1:12-20; 4:1-5:14; 7:9-17; 8:3-5; 11:16-19;
12:10-12; 14:1-7; 15:2-8; 16:5-7; 19:1-10; 20:4-6; 21:1-22:5). Mostrandoci la
meraviglia che sta in Dio e nelle sue azioni, l’Apocalisse ci richiama a reagire con
venerazione, timore divino, lode, fede e obbedienza. Così l’intera Apocalisse
promuove la vera adorazione di Dio.

L’agnello
Nell’adempimento degli obiettivi di Dio, l’agnello ha un ruolo centrale (5:1-14). Gesù
Cristo ci viene presentato come un agnello, riferimento diretto alla sua morte
sacrificale. La sua divinità viene mostrata dal fatto che condivide i nomi di Dio (Alpha
e Omega, il Primo e l’Ulimo, 1:8, 17 ; 22:13), il trono di Dio (22:1), gli attributi di Dio
(1:13-16 confrontati con quelli di Dn. 7:9-10) e la sua adorazione (5:13). Soltanto per
mezzo di lui, in virtù della sua morte e resurrezione, il piano di Dio per la storia può
svolgersi (5:1-10). L’agnello fa da mediatore del giudizio di Dio nella storia (6:1 ;
19:11-21).

Visioni
Dio svela i suoi propositi in forma visionaria (1 :12-22 :5), accompagnando talvolta
con suoni e messaggi verbali. Le figure simboliche e le scene indicano la relazione
del piano di Dio con la storia. La forma simbolica di comunicazione può sembrare
insolita ai lettori moderni, ma era familiare ai lettori del primo secolo. L’Apocalisse
appartiene a un più ampio modello o genere di comunicazione, chiamato
apocalittico. (vedi il capitolo Letteratura Apocalittica)

Teofania (Apparizione di Dio)


L’Apocalisse presenta le proprie vicende in forma visionaria. Risulta quindi
opportuno collocare al centro delle visioni la visione di Dio stesso. Dio appare.
Appare sul trono, attorniato dai suoi assistenti angelici nei versetti 4:1-11. Appare
quando è lo stesso Cristo ad apparire, in 1:12-16. Appare in modo decisivo al
termine di questa epoca, nonché in corrispondenza della Seconda Venuta di Cristo.
Il re viene. Tutti gli eventi di questa epoca si muovono verso la Seconda Venuta.
L’Apocalisse contiene un impulso drammatico che aumenta gradualmente
all’avvicinarsi del Grande Evento.
Infatti, in linea generale, la teofania, ovvero l’apparizione di Dio, domina tutti i
contenuti dell’Apocalisse. È importante soffermarsi sulla descrizione della sua
apparizione, poiché non è un fronzolo, ma anzi aiuta a comprendere maggiormente i
dettagli della profezia. Il centro della questione è chi è Dio. I dettagli sono
conseguenze che derivano dal suo essere.
Possiamo percepire l’importanza dell’apparizione di Dio sfogliando le varie sezioni
del libro. Dio appare attraverso l’apparizione di Cristo nei versetti 1:12-16. Cristo
annuncia il messaggio delle sette chiese in Ap. 2-3. Inoltre, tutti i messaggi iniziano
con un riferimento alla figura di Cristo, come rivelato nell’Ap. 1. Gli ultimi due
messaggi si riferiscono ad alcune caratteristiche della visione dei versetti 1 :12-20.
Per esempio, all’inizio del messaggio per la chiesa di Efeso, Cristo afferma “Così
parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette
candelabri d'oro” (2:1). Egli si riferisce alle stelle del versetto 1:16 e i candelabri di
1:12. Gli ultimi due messaggi, per Filadelfia e Laodicea, mostrano connessioni
ancora più lontane. La “chiave di Davide” del versetto 3:7 è simile e ricorda “le chiavi
degli inferi e della morte” (1:18). “Il testimone degno di fede e veritiero” (3:14)
corrisponde al “testimone fedele” del versetto 1:5.
La visione di Dio ai versetti 4:1-5:14 è la scena chiave di apertura, da cui si sviluppa
l’azione del libro. Di conseguenza, scopriamo che esistono sette cicli di giudizio,
ciascuno dei quali porta alla Seconda Venuta (vedi il capitolo Struttura). Il primo di
questi cicli consiste nell’apertura dei sette sigili (6:1-8 :1). I sigilli appartengono al
libro celeste che appare al versetto 5 :1. L’Agnello, che appare in 5 :6, è colui che
apre i sigilli. L’azione nei versetti 6:1-8 :1 è dominata dall’agnello e dal libro con i
sigilli, della profezia ai versetti 5:1-14. I giudizi derivano dalla presenza di Dio.
Gli altri cicli dipendono allo stesso modo dall’apparizione di Dio e dalla sua
presenza, nonostante il rapporto di dipendenza non sia immediatamente ovvio. Il
ciclo delle sette trombe viene attivato dai sette angeli “che stanno davanti a Dio”
(8:2). Ne consegue che questi giudizi derivano dalla presenza di Dio.
Il ciclo delle vicende simboliche nei versetti 12:1-14 :20 si focalizza maggiormente
sulla trinità contraffatta, costituita dal Drago, dalla Bestia e dal Falso Profeta. Questi
tre imitano l’attività del Dio trinità (vedi il capitolo L’imitazione contraffatta). Come tali,
dipendono da Dio. Le loro sembianze non sono altro che una ripugnante imitazione
delle sue sembianze.
Il ciclo delle sette coppe nei versetti 15:1-16:21 deriva dal tempio di Dio (15:5-8). Il
tempio "si riempì di fumo, che proveniva dalla gloria di Dio e dalla sua potenza,” un
segno della sua presenza nella teofania.
Il ciclo seguente, in 17:1-19:10, si focalizza su Babilonia, l’imitazione contraffatta
della Sposa nel versetto 19 :7. La Sposa riflette la gloria di Dio nella teofania (vedi
21:9, 11). Babilonia è un’imitazione contraffatta di questa apparizione.
Il ciclo del cavaliere nei versetti 19 :11-21 è un apparizione di Cristo, che è il
guerriero divino (vedi il capitolo Guerra Spirituale).
L’unità ai versetti 20:1-15 si focalizza sulle scene di governo del paradiso (20 :4, 11-
15), che coinvolgono la teofania.
La profezia della Nuova Gerusalemme ai versetti 21 :1-22:5 ha al suo centro il “trono
di Dio e dell'Agnello” (22:1), che gli adoratori potranno vedere (22:4).
Così, la teofania funziona come una sorta di origine, da cui nasce il simbolismo del
centro profetico dell’Apocalisse. In un senso più ampio, tutto il materiale nei versetti
1:12-22 :5 è una complessa teofania con tutto il suo accompagnamento.

Guerra spirituale
L’Apocalisse va sotto la superficie nella sua analisi della storia, al fine di mostrare le
forze spirituali al lavoro. Dio e i suoi agenti combattono contro Satana e i suoi
seguaci. L’umanità è al centro di questa guerra. L’allenza dell’uomo con Dio o con
Satana, e le conseguenze nella vita, danno struttura al significato della storia (vedi il
capitolo L’Imitazione Contraffatta). Dal punto di vista spirituale, l’Apocalisse non
elimina la responsabilità umana e il significato delle azioni umane, ma le colloca nel
loro contesto finale, cosmico e teistico. In questo modo essa fornisce un potente
antidoto al secolarismo e alle false religioni, mostrandoci qual è la posta in gioco. La
falsa religione assume la forma vistosa delle religioni non cristiane, come l’induismo
o l’islam. Diversamente, essa può penetrare nella Cristianità sotto forma di
corruzione della chiesa – il cattolicesimo romano classico, il modernismo, il
legalismo o il nominalismo.

Contrasti dicotomici: purezza e corruzione, bellezza e orrore, verità e


inganno.
La centralità della guerra spirituale ci avverte della dicotomia tra il bene e il male. Per
chi chiude gli occhi di fronte alla moralità e alla religione, le cose possono sembrare
confuse. Gli esseri umani vivono in una sorta di tramonto morale, dove si può
raramente carpire l’intrigo complesso di bene e male in una singola azione o
comportamento.
L’Apocalisse riconosce che le situazioni esistenti sono spesso estremamente
confuse e mischiate in modo frustrante (capitoli 2-3). Ma fa così non per giustificarci
o per permetterci di scadere nel compiacimento morale, ma al fine di costringerci a
non separare l’alleanza con Dio e l’Agnello. Per questo motivo, lungo tutto il libro si
sviluppano contrasti estremi tra la purezza e la corruzione, la bellezza e l’orrore, la
verità e l’inganno.
La differenza tra le maniere di Dio e quelle di Satana toccano ciascun aspetto della
vita, che sia purezza, semplicità di cuore, azione morale, questioni estetiche
(bellezza e orrore) o cognitive (verità ed errore).

Testimonianza e martirio
Il tema della testimonianza ricorre per tutto il libro. Giovanni riferisce “ciò che ha
visto” (1:2). Egli possiede “la testimonianza di Gesù Cristo” (1:2). Gesù Cristo è “il
testimone fedele” (1:5) in senso particolare ed eminente. L’Apocalisse contempla
una situazione in cui i Cristiani sono sottomessi alla persecuzione per la loro fede
(vedi il capitolo Eventi e finalità). Potrebbero anche essere condannati a morte se
dovessero mantenere la propria testimonianza con fiducia (2:13; 2:10; 13:15). Gesù
Cristo fu martirizzato a causa della sua fedeltà a Dio. I Cristiani potrebbero dover
affrontare lo stesso destino.
Ma se così fosse, condividerebbero anche la vittoria di Cristo sulla morte (1:18).
L’intera Apocalise può essere vista come una grande invocazione alla fedeltà, anche
sul punto di morte (2 :10).

Ricompensa e punizione
La fedeltà a Gesù Cristo ha un senso, anche se dobbiamo pagarne il prezzo.
L’Apocalisse si concentra sul fatto che Dio è supremo e giusto. Egli impartisce
punizioni ai ribelli e conferisce ricompense ai suoi fedeli seguaci. Le punizioni e le
ricompense comprendono entrambe un giudizio preliminare nella storia, tranne la
Seconda Venuta, e il giudizio finale della Seconda Venuta. Anche se i santi
dovessero sembrare piccoli, deboli e sconfitti agli occhi degli uomini, la rivincita sta
arrivando nel tempo di Dio.

Letteratura apocalittica
Nello stile e nel contenuto, l’Apocalisse mostra delle allettanti similitudini con altri
testi della Bibbia e altri testi esterni alla Bibbia. Specialmente durante il periodo tra il
200 a.C. e il 400 d.C., apparvero diversi scritti di “letteratura apocalittica”. Tra questi
ci sono 1 QM (i Manoscritti del Mar Morto), Testamento di Mosè, 1-2-3 Enoch, 2-3
Baruc, 4 Esdra, Apocalisse di Pietro, Apocalisse di Paolo, Apocalisse di Tommaso e
Ascensione di Isaia. All’interno della Bibbia, i seguenti libri riportano alcune delle
caratteristiche della letteratura apocalittica : Numeri 23-24, Daniele, Ezechiele, Isaia
24-27, Prima Lettera ai Tessalonicesi 4-5, Seconda Lettera ai Tessalonicesi 1-2,
Discorso Escatologico, Apocalisse.
Leon Morris riassume abilmente le caratteristiche dei testi apocalittici10.

 1. Rivelazione dei segreti di Dio, inacessibili alla conoscenza umana. Segreti


sulla natura, sul paradiso, sulla storia, sulla fine.
 2. Pseudonimia

Leon Morris, The Revelation of St. John (London: Tyndale, 1969) 22-25; anche
10

Leon Morris, Apocalyptic (Grand Rapids: Eerdmans, 1972).


 3. Storia riscritta come una profezia
 4. Determinismo nella fine della storia nel cataclisma cosmico che stabilirà il
governo di Dio.
 5. Dualismo (il bene e il male).
 6. Pessimismo riguardo al dominio salvifico di Dio nel presente.
 7. Simboli bizzarri e selvaggi che denotano gli eventi e i movimenti storici.

Ma la categoria “apocalittica” è ampia. Non tutti gli scritti condividono le stesse


caratteristiche. L’Apocalisse ne possiede solo alcune di quelle precedentemente
elencate e persino queste sono alterate. Prendiamo in considerazione ciascuna delle
precedenti caratteristiche.
Innanzitutto, l’Apocalisse offre una “rivelazione dei segreti di Dio.” Ma un’analisi
approfondita dimostra che c’è davvero poco di nuovo al suo interno. Essa ripete in
forma simbolica il messaggio del Nuovo Testamento. I “segreti” che rivela sono, per i
credenti Cristiani, qualcosa di già svelato e non rappresentano un sapere
inaccessibile e fantastico.
In seguito, cosa dire della pseudonimia? Al di fuori della Bibbia troviamo dei testi
come 2 Baruc e 4 Esdra, scritti molto dopo la morte stessa di Baruc e Esdra, i quali
pretendono di offrire i segreti a loro rivelati, quando erano ancora in vita. Per
contrasto, l’Apocalisse viene direttamente da “Giovanni” (vedi il capitolo Autore). Non
è un caso di pseudonimia. Non finge di essere qualcosa che non è.
3. L’Apocalisse non riferisce la storia come se fosse una profezia. È lungimirante.
4. Determinismo. L’Apocalisse si presenta con una sorta di determinismo: Dio
controlla la totalità della storia. Inoltre, la storia porta a un cataclisma finale e al
rinnovo del cielo e della terra (21:1). Ma vi sono delle sottili differenze.
Nell’Apocalisse, il determinismo di Dio non è fatalismo. Durante questa epoca,
l’azione dei Cristiani che obbediscono a Gesù è importante (2:5,7, 10-11, 16-17,
ecc.) Il rimprovero sincero è un aspetto principale di tutto il libro, diversamente da
altra letteratura apocalittica.
5. Dualismo. L’Apocalisse contiene un dualismo etico tra il bene e il male, simile a
quello apocalittico. Ma questo dualismo non è immobile o fantastico. Con il
pentimento gli uomini passano dal male (morte) al bene (vita) (22:17).
6. Pessimismo. Il pessimismo riguardo al potere salvifico di Dio nel presente è ormai
superato. Sebbene il conflitto sia feroce, la vittoria appartiene non solo al futuro ma
anche al presente, poiché l’Agnello ha già trionfato (5:5; 12:10-12).
7. La sezione profetica dell’Apocalisse è dominata da simboli bizzari e selvaggi. Ma
anche in questa parte, il Libro prende le distanze dal solito atteggiamento. I simboli
potranno pure essere bizzarri e selvaggi da un punto di vista modernista, ma non lo
erano per i lettori originali. L’Apocalisse introduce davvero poco di nuovo. Piuttosto,
essa combina e rielabora dei simboli già presenti nelle sezioni anteriori della Bibbia ;
talvolta, essa fruisce anche di un simbolismo esterno alla Bibbia.
Buona parte dell’unicità dell’Apocalisse deriva da un aspetto centrale. L’Apocalisse
assume una visione Cristo-centrica. Cristo è la via per Dio, è il mediatore del piano
divino per la storia. La fedeltà della testimonianza di Cristo e il fatto che Egli è la
verità incarnata, rende inopportuno l’uso delle “fantasie devote” della pseudonimia e
della storia come profezia (punto 2 e 3).
La trasparenza della rivelazione Cristiana rende irrilevante la preoccupazione per il
sapere “segreto” (punto 1) e per il simbolismo bizzarro e originale (punto 7). Il
determinismo e il dualismo dell’Apocalisse (punto 4 e 5) sono entrambi legittimati dal
fatto che la morte e la resurrezione di Cristo introducono la grande epoca della
salvezza. Il vangelo si diffonde nelle nazioni e invita gli uomini di tutto il mondo a
partecipare alla salvezza, piuttosto che sottomettersi alla collera di Dio. Il
pessimismo di altri testi apocalittici è inappropriato, poiché Cristo ha già trionfato
(punto 6).
Di conseguenza, non possiamo aspettarci molto dal confronto tra l’Apocalisse e altri
testi apocalittici esterni alla Bibbia. Possiamo imparare soltanto una cosa: l’impiego
di un simbolismo complesso era in voga nel tempo in cui Giovanni scriveva e non
sembrava strano come lo è ora.
Alcuni oggigiorno studiano l’Apocalisse dicendo di “interpretare letteralmente
qualsiasi cosa se possibile.” Tuttavia, questa indicazione conduce a fraintere la
natura di questo Libro. Giovanni vide esattamente quello che scrisse. Ma quello che
vide non era altro che una visione ricca di simboli, come la Bestia dei versetti 13:1-8
e le sette fiaccole accese in 4:5. Non è mai stato ideato con l’intento di riferire
direttamente il futuro. Gli uomini che vivevano al tempo di Giovanni compresero
questo proposito istintivamente, poiché Giovanni scriveva in modo "apocalittico", un
modo a loro già familiare come per noi lo sono le vignette satiriche.

Autore e data
L’autore umano dell’Apocalisse si identifica semplicemente come Giovanni (1:1,4,9;
22:8). Era ben conosciuto dalle chiese dell’Asia Minore (1:4, 11; vedi il capitolo
Eventi e finalità). Fin dal secondo secolo d.C., Giustino martire, Ireneo e Clemente
Alessandrino riconobbero come autore Giovanni Apostolo11. La testimonianza di
Giustino martire e Ireneo è di particolare rilevanza. Giustino visse per diverso tempo
a Efeso, durante il secondo secolo, tra quelli che ancora ricordavano Giovanni.
Ireneo, in seguito vescovo di Lione, è stato discepolo di Policarpo di Smirne, il quale
a sua volta fu discepolo di Giovanni.
Durante il terzo secolo, comunque, Dionisio vescovo di Alessandria confrontò lo stile
e i temi dell’Apocalisse con il Vangelo di Giovanni. Alla fine concluse che i due testi
dovevano avere autori diversi. Gli studiosi moderni hanno rintracciato le stesse
differenze e così sono state sollevate delle ipotesi che mettono in dubbio la
testimonianza di Giustino e Ireneo. Nel complesso, è comunque probabile che
Giovanni Apostolo ne fosse l’autore umano.
L’Apocalisse insiste sul fatto che il suo messaggio e il suo contenuto deriva da Gesù
Cristo e da Dio il Padre (1:1, 11; 2:1; 22:16, 20). Essa possiede totale autorità divina
(22:18-19). Quest’autorità divina, piuttosto che l’identità dell’autore, rimane la base
più importante per l’interpretazione. Sebbene l’Apocalisse dovesse avere un autore
diverso dal Vangelo di Giovanni e di 1-2-3 Giovanni, condivide gli stessi temi dei suoi
testi e quindi invita a fare un confronto con essi. Dall’altra parte, anche se tutti gli

Vedi, per esempio, la discussione approfondita in Isbon T. Beckwith, The


11

Apocalypse of John (ristampa; Grand Rapids: Baker, 1979) 343-93.


scritti dovessero avere lo stesso autore, l’Apocalisse appartiene a un genere diverso.
Pertanto, va apprezzata per la sua specificità e non va troppo assimilata al Vangelo
e alle Lettere.

Data
L’Apocalisse fu scritta quando la persecuzione era oramai imminente (2:10, 13). Con
la figura della Bestia, l’Apocalisse fa riferimento al fatto che nell’Impero Romano gli
uomini soggetti al potere dovevano adorare l’imperatore come fosse un dio. Chi si
rifiutava di adorarlo, si macchiava di infedeltà politica. Così, potremmo chiederci
dove si verificò questa persecuzione. Ireneo afferma che l’Apocalisse è stata scritta
nel periodo finale del regno dell’Imperatore romano Domiziano (81-96 d.C.)12. Nei
secoli seguenti, la chiesa vedeva Domiziano come uno degli imperatori che aveva
perseguitato gli uomini. Mentre regnava, egli rivendicò la divinità e venne definito
“dio e signore”. Ma secondo le fonti più recenti, non è chiaro quanto effettivamente
impose di essere adorato. L’altra data possibile è la fine del regno dell’Imperatore
Nerone (54-68 d.C.). Nei primi anni del suo regno, Nerone era stato consigliato da
uomini competenti che ebbero una forte influenza su di lui, ma in seguito egli
degenerò. Infatti, è noto per aver accusato i cristiani dell’incendio di Roma del 64
d.C. Si servì di questa scusa per perseguitarli, ma non ci sono prove certe che
dimostrano che questa persecuzione si estese anche fuori dalle mura di Roma. È più
importante sapere cosa avveniva in Asia Minore tra le sette chiese. Tuttavia, quel
poco che sappiamo a riguardo è contenuto nella stessa Apocalisse.
Alcuni interpreti pensano che Ap. 11:1-13 e soprattutto 11:8, prevedono la caduta di
Gerusalemme che avvenne nel 70 d.C. Pertanto, l’Apocalisse deve essere stata
scritta poco prima, probabilmente negli ultimi anni del regno di Nerone (circa 66-68
d.C.) Ap. 11:1-2 simboleggia la chiesa piuttosto che il tempio di pietra in Palestina
(vedi Commento). Anche il versetto 11:8 è simbolico. In sintonia con il preterismo e
con l’interesse di Dio per le sette chiese, è opportuno interpretare e applicare questa
frase all’ambientazione del primo secolo. La Bestia rappresenta l’Impero Romano
nelle sue rivendicazioni idolatre. Le teste potrebbero rappresentare gli imperatori
successivi. Giulio Cesare fu il primo imperatore, seguito da Augusto, Tiberio,
Caligola, Claudio e Nerone. Nerone è quindi il sesto, che si adatta perfettamente con
il versetto 17:10. Ma sono stati riscontrati diversi ostacoli in questo approccio.
L’Apocalisse intende iniziare la resa dei conti con Giulio Cesare o con Augusto?
Tra i testi romani ed ebrei, gli scrittori considerano entrambi13.
Si può immaginare la storia dopo Nerone come una resa dei conti in cui Nerone è il
sesto re ?
A Nerone succedettero Galba, Otone e Vitellio, i quali combatterono per il controllo
dell’Impero nel 68-69 d.C. Vespasiano regnò dal 69 al 79, Tito dal 79 all’81 e
Domiziano dall’81 al 96. Nonostante le annate 68-69 attraversarono un periodo

12
Discussioni approfondite su queste e altre questioni introduttive appaiono
nell’introduzione e nei commenti degli studiosi. Vedi, per esempio, Donald Guthrie,
New Testament Introduction, quarta rev. ed. (Downers Grove, IL: InterVarsity, 1990)
929-85.
13
Beckwith, Apocalypse 704-5.
confuso, Galba, Otone e Vitellio “assunsero la carica e il titolo di imperatori”14, e gli
storici più tardivi li includono nella lista. Il personaggio decisivo del settimo e
dell’ottavo re deve corrispondere a delle figure ben più straordinarie di Galba e
Otone.
I “cinque che sono caduti” potrebbero non essere i cinque Imperatori Romani
successivi.
Diversamente, essi potrebbero essere i cinque imperi successivi che hanno
dominato il mondo: Egitto, Assiria, Babilonia, Meda-Persia, Grecia. Il sesto, quello
che “è” nel presente, è l’Impero Romano in tutta la sua totalità. Tuttavia, pare che la
Bestia del versetto 17:3 e 13:1-8 sia l’Impero Romano piuttosto che tutti gli imperi
congiunti. Pertanto, è più probabile che il 5 sia un numero simbolico. Affermando che
il sesto “è”, l’Apocalisse dichiara che la crisi finale, che avverrà con la settimana
testa, è dietro l’angolo. Sei è il numero scelto per dire che ci siamo quasi ma non
siamo proprio alla fine. Il cinque non ha altro significato che un’unità in meno di sei.
Lo storico romano Svetonio fornisce un’informazione che potrebbe aiutarci a datare
l’inizio della persecuzione più importante. In questo libro chiamato “Domiziano”,
Svetonio sostiene:15
[Sotto Domiziano,] La tassa sui Giudei fu riscossa con un rigore tutto particolare: vi si
sottoponevano sia i proseliti che vivevano come i Giudei, senza averlo dichiarato, sia
coloro che, dissimulandone l'origine, si erano sottratti ai tributi imposti a questa
nazione.
Qual è il significato di questo estratto? A causa dei problemi finanziari
nell’amministrazione centrale, Domiziano cercò qualsiasi fonte di profitto. Egli
aggravò le tasse già imposte, ma che erano cadute in disuso. Tra queste vi era una
capitazione di 2 dracme riscossa dagli Ebrei. Prima della caduta di Gerusalemme,
questa tassa veniva utilizzata per la manutenzione del tempio di Gerusalemme.
Dopo la sua distruzione, fu utilizzata per la manutenzione del Tempio di Giove
Ottimo Massimo a Roma16. I Giudei pagavano questa tassa come alternativa
all’adorazione dell’imperatore.
L’amministrazione romana accettò il monoteismo degli Ebrei e per questo essi
furono esentati dal mostrare lealtà politica all’Impero mediante la sua adorazione.
Ma i Cristiani erano in pericolo. Nei primi anni della Cristianità, gli ufficiali romani
vedevano i Cristiani come un’altra setta ebrea (cf. Atti degli Apostoli 25:19). Dal
momento che il numero di stranieri cristiani moltiplicava, questa classificazione
divenne sempre meno appropriata. Quando Domiziano iniziò ad imporre la tassa, si
investigava sullo stato dei Cristiani. Inoltre, gli ebrei non cristiani che erano in
inimicizia con la chiesa denunciavano i Cristiani alle autorità romane, affermando
“Queste persone sostengono di essere Giudei, ma non lo sono”. Per questo, furono
sospettati di slealtà all’Impero e furono sottomessi a pressioni enormi, compresa una
persecuzione violenta. Il possibile ruolo delle denunce ebree potrebbe fare luce sul
significato delle affermazioni nell’Apocalisse riguardo a “quelli che si proclamano
Giudei e non lo sono, ma sono sinagoga di Satana” (Ap. 2:9; cf. 3:9).

14
Ibid. 705.
15
Svetonio, Domiziano 12.2.
16
Colin Hemer, The Letters to the Seven Churches of Asia in Their Local Setting
(Sheffield: JSOT, 1986) 8.
Eventi e finalità
L’Apocalisse è indirizzata alla sette chiese dell’Asia Minore (1:4,11; l’area appartiene
attualmente all’ovest della Turchia). Ciascuna chiesa ricevette rimproveri e
incoraggiamenti, in conformità con la propria condizione (2:1-3:22). La persecuzione
era caduta su alcuni Cristiani (1:9; 2:9,13; 3:9) e ne sarebbero venute delle altre
(2:10; 13:7-10). Gli ufficiali romani costringevano i Cristiani ad adorare l’imperatore.
Gli insegnamenti eretici e la passione ridotta incoraggiarono i Cristiani a trovare un
compromesso con la società pagana (2:2,4, 14-15, 20-24; 3:1-2, 15, 17).
L’Apocalisse rassicura i Cristiani sul fatto che Cristo conosce la loro condizione. Egli
li invita a non cedere di fronte a qualsiasi tentazione. La loro vittoria è stata garantita
dal sangue dell’Agnello (5:9-10; 12:11). Cristo verrà presto per sconfiggere Satana e
tutti i suoi seguaci (19:11-20:10), e la sua gente godrà della pace eterna nella sua
presenza (7:15-17; 21:3-4).

Struttura
L’Apocalisse condivide alcune delle caratteristiche della letteratura apocalittica (vedi
il capitolo Letteratura Apocalittica). Come in Ezechiele, Daniele e Zaccaria, essa
contiene delle visioni accompagnate da svariati elementi simbolici. L’utilizzo di un
immaginario profetico, così come le promesse e gli avvertimenti, permette di creare
un intreccio con le tematiche affrontate nel resto delle Scritture. Le sue profondità
emergono attraverso i molteplici riferimenti.
Il Prologo dell’Apocalisse (1:1-3) spiega il suo intento primario. 1:4-22:21 è una
lettera costituita dai saluti (1:4-5a), corpo (1:5b-22:20), e congedo (22:21). Dal punto
di vista della forma, questa disposizione corrisponde a quella delle Lettere di Paolo.
1:19 fornisce una chiave per dividere il corpo principale del libro. Ci sono tre chiavi.
“Cose che hai visto” consiste nella visione di ciò a cui Giovanni ha già assistito (1:12-
20). “Cose presenti” consiste nello stato presente delle chiese (2:1-3:22). “Cose che
devono accadere” consiste nella sezione orientata al futuro, ai versetti 4:1-22:5. La
qualità di questa divisione tripartita è confermata dalla corrispondenza tra le cose
“che devono accadere in seguito” in 1:19 e la descrizione in 4:1: “le cose che devono
accadere dopo questo” (in greco cambia solo una parola). A ogni modo, questa
divisione tripartita è soltanto approssimativa. 2:1-3:22 contiene promesse orientate al
futuro, e 4:1-22:5 contiene delle informazioni riguardo alla situazione presente delle
chiese.
Come potremmo suddividere l’ampia sezione da 4:1 a 22:5 ? Gli interpreti sono
discordi sulla corretta divisione. L’Apocalisse è come un arazzo, composto da trame
interconnesse. Scegliere una trama piuttosto che un’altra come principale può
portare a una sintesi di un certo tipo. Sarebbe tuttavia più saggio riconoscere che
nessuna delle sintesi o delle analisi strutturali può essere in grado di cogliere tutto.
Qui presentiamo diverse sintesi e strutture, ciascuna focalizzata primariamente su
un diverso aspetto della trama totale.
Potremmo iniziare focalizzandoci sulla trama formale e grammaticale. Le frasi
ripetute ci danno delle chiavi. Le visioni che accompagnano l’apertura dei sette sigilli
sono indiscindibili, così come le sette trombe. Meno ovvi risultano i passaggi di
scena indicati dal trasferimento di Giovanni, lo spettatore, in una nuova sede.
Ciascun trasferimento avviene “in Spirito” ed è accompagnato dall’affermazione “Ti
mostrerò…” Da qui, abbiamo ottenuto la seguente sintesi.

Struttura formale dell’Apocalisse


1) Prologo 1:1-3
2) Introduzione della lettera 1:4-5a
3) Corpo della lettera 1:5b-22:20
a) Apertura del corpo 1:5b-8
b) Centro del corpo 1:9-22:17
i) Introduzione 1:9
ii) Visioni 1:10-22:5
(1) Visione di Cristo (in Spirito) 1:10-3:22
(a) L’incontro con Cristo 1:10-20
(b) Messaggi alle chiese 2:1-3:22
(i) Efeso 2:1-7
(b) Smirna 2:8-11
(c) Pergamo 2:12-17
(d) Thiatira 2:18-29
(e) Sardi 3:1-6
(f) Filadelfia 3:7-13
(g) Laodicea 3:14-22
(2) Visione in paradiso (in Spirito) (Ti mostrerò) 4:1-16:21
(a) Visione del trono 4:1-11
(b) Il libro 5:1-14
(c) 7 sigilli 6:1-8:1
(i) Primo sigillo 6:1-2
(b) Secondo sigillo 6:3-4
(c) Terzo sigillo 6:5-6
(d) Quarto sigillo 6:7-8
(e) Quinto sigillo 6:9-11
(f) Sesto sigillo 6:12-17
(g) Digressione 7:1-17
(h) Settimo sigillo 8:1
(d) 7 trombe 8:2-11:19
(i) 7 angeli assieme 8:2-6
(b) Primo angelo 8:7
(c) Secondo angelo 8:8-9
(d) Terzo angelo 8:10-11
(e) Quarto angelo 8:12-13
(f) Quinto angelo 9:1-12
(g) Sesto angelo 9:13-11:14
(h) Settimo angelo 11:15-19
(e) La donna e il drago 12:1-17
(f) La bestia 13:1-10
(g) La bestia-agnello 13:11-18
(h) I 144,000 14:1-5
(i) 3 angeli messaggeri 14:6-13
(j) Il figlio d’uomo 14:14-20
(k) 7 coppe 15:1-16:21
(i) L’origine delle coppe 15:1-16:1
(b) Prima coppa 16:2
(c) Seconda coppa 16:3
(d) Terza coppa 16:4-7
(e) Quarta coppa 16:8-9
(f) Quinta coppa 16:10-11
(g) Sesta coppa 16:12-16
(h) Settima coppa 16:17-21
(3) Visione nel deserto (in Spirito) (Ti mostrerò) 17:1-21:8
(a) Babilonia madre delle prostitute 17:1-18
(b) Annuncio della caduta di Babilonia 18:1-24
(c) Gioia in paradiso 19:1-10
(d) L’ultima battaglia 19:11-21
(e) I 1000 anni
(f) Il grande trono bianco 20:11-15
(g) Paradiso e terra rinnovati 21:1-8
(4) Visione sul monte grande e alto (in Spirito) (Ti mostrerò) 21:9-22:5
iii) Conclusione 22:6-17
c) Chiusura del corpo 22:18-20
4) Conclusione 22:21

Un secondo approccio si concentra più sul contenuto che sulla forma. L’evento più
importante a cui tende la storia è la Seconda Venuta di Cristo. Le visioni che
descrivono la Seconda Venuta segnano delle transizioni fondamentali. Quando
leggiamo l’Apocalisse con questo concetto in mente, possiamo trovare più di sette
descrizioni della Seconda Venuta! Esistono sette cicli di giudizio, ciascuno che
conduce alla Seconda Venuta. Un’ottava profezia, quella finale, mostra la Nuova
Gerusalemme. Di seguito la sintesi :

Struttura retorica dell’Apocalisse


1. Prologo 1:1-3
2. Saluto 1:4-5a
3. Corpo 1:5b-22:20
a. Ringraziamento 1:5b-8
b. Parte principale 1:9-22:6
i. Cose che hai visto 1:9-20
ii. Cose presenti 2:1-3:22
iii. Cose che devono accadere in seguito 4:1-22:5
1. Ciclo 1: 7 sigilli 4:1-8:1
2. Ciclo 2: 7 trombe 8:2-11:19
3. Ciclo 3: figure simboliche e la mietitura 12:1-14:20
4. Ciclo 4: 7 coppe 15:1-16:21
5. Ciclo 5: giudizio di Babilonia 17:1-19:10
6. Ciclo 6: giudizio del cavallo bianco 19:11-21
7. Ciclo 7: giudizio del trono bianco 20:1-21:8
8. L’ottavo atto: nuova Gerusalemme 21:9-22:5
c. Disposizioni ed esortazioni finali 22:6-20
4. Saluto di chiusura 22:21

I cicli sono paralleli tra loro. Coprono tutti lo stesso lasso di tempo fino alla Seconda
Venuta. Tuttavia, ciascun ciclo si concentra sul proprio e distintivo punto di vista.
Inoltre, gli ultimi cicli si focalizzano sempre più sulle fasi intense del conflitto e della
Seconda Venuta.

Struttura dei cicli del giudizio


Potremmo riassumere il soggetto dei diversi cicli come segue:
Commissione:
7 sigilli 4:1-8:1. Commissione del giudizio di allenza in paradiso. L’origine del trionfo
di Dio.

La repressione della guerra :


7 trombe 8:2-11:19 effetti sulla terra
7 vicende simboliche 12:1-14:20 i meandri del conflitto
7 coppe 15:1-16:21 effetti sulla terra, maggiore intensità

Eliminazione:
7 messaggi del giudizio su Babilonia 17:1-19:10 eliminazione della seduttrice
Giudizio del cavallo bianco 19:11-21 eliminazione della fonte di potere
Giudizio del trono bianco 20:1-21:8 eliminazione di qualsiasi male

Nel ciclo dei sette sigilli e delle sette trombe è possibile rilevare lo stesso modello.
Prima Giovanni vede una scena di apertura, che rappresenta l’origine dei giudizi che
si terranno nel corso del ciclo. Seguono i 6 giudizi successivi. Dunque è presente un
interludio, che si concentra su un messaggio di promessa e di conforto ai santi. In
seguito, il settimo giudizio. I giudizi sono prevalentemente di natura negativa, mentre
l’intermezzo è positivo. L’origine dei giudizi è sia positiva che negativa– una fonte di
punizione per i ribelli e una forma di conforto per i santi. La struttura può essere
rappresentata da un modello di tipo a, b, a’, bb. La parte ‘a’ è positiva, mentre la ‘b’ è
negativa. La doppia ‘bb’ alla fine rappresenta il giudizio finale più profondo. L’apice
sulla a’ indica che si distingue dalla ‘a’ originale.

1. Ciclo 1: 7 sigilli 5:1-8:1


a. Scena: il ricompensatore 5:1-14
b. 6 giudizi 6:1-17
a’. Promessa della chiesa 7:1-17
bb. Settimo giudizio 8:1
2. Ciclo 2: 7 trombe 8:2-11:19
a. Scena: ricompensatori 8:2-6
b. 6 giudizi 8:7-9:21
a’. Promessa per la chiesa 10:1-11:14
bb. Settimo giudizio 11:15-19

Dal momento che lo schema è chiaro nei primi due cicli, risulta naturale cercare di
rintracciarlo anche nei restanti cicli. In seguito a un’analisi complessa, otteniamo ciò
che segue:
1. Introduzione: i partecipanti 1:1-11
2. Corpo: il messaggio 1:12-22:5
A. Il giudice 1:12-20
B. Promesse preliminari e avvertimenti per le chiese 2:1-3:22
A’. Giudizio del mondo 4:1-21:8
a. Scena: ricompensatore-creatore 4:1-11
b. 6 cicli di giudizio 5:1-19:21
1. Ciclo 1: 7 sigilli 5:1-8:1
a. Scena: il ricompensatore 5:1-14
b. 6 giudizi 6:1-17
a’. Promessa per la chiesa 7:1-17
bb. Settimo giudizio 8:1
2. Ciclo 2: 7 trombe 8:2-11:19
a. Scena: ricompensatori 8:2-6
b. 6 giudizi 8:7-9:21
a’. Promessa per la chiesa 10:1-11:14
bb. Settimo giudizio 11:15-19
3. Ciclo 3: 7 vicende simboliche 12:1-14:20
a. Scena: dualismo, la donna e il drago 12:1-6
b. 6 vicende simboliche 12:7-14:11
(1) La storia del drago 12:7-12
(2) La storia della donna 12:13-17
(3) La bestia (marina) 13:1-10
(4) La bestia terrestre o il falso profeta 13:11-18
(5) I 144,000 14:1-5
(6) Gli angeli annunciatori 14:6-11
a’. Promessa per i santi 14:12-13
bb. Settima vicenda simbolica: la mietitura del Figlio
d’Uomo 14:14-20
4. Ciclo 4: 7 coppe 15:1-16:21
a. Scena: i ricompensatori 15:1-8
b. 6 giudizi 16:1-14,16
a’. Promessa per la chiesa 16:15
bb. Settimo giudizio 16:17-21
5. Ciclo 5: 7 messaggi di giudizio su Babilonia 17:1-19:10
a. Scena: attori simbolici (destinari) 17:1-6
b. 6 messaggi della distruzione 17:7-18:19
(1) Primo messaggio angelico 17:7-18
(2) Secondo messaggio angelico 18:1-3
(3) Terzo messaggio del paradiso 18:4-8
(4) I re della terra 18:9-10
(5) I mercanti 18:11-17
(6) I marinai 18:18-19
a’. Promessa per i santi 18:20
bb. Settimo messaggio della distruzione 18:21-24
a”. la gioia in paradiso in 7 parti 19:1-10 19:1-2, 3, 4, 5, 6-
8, 9, 10
6. Ciclo 6: il giudizio del cavallo bianco 19:11-21
a. Scena: il ricompensatore 19:11-16
b. Messaggio angelico di distruzione 19:17-18
a’. Promessa per i santi 19:19c.
bb. Giudizio finale della bestia e del falso profeta 19:19-
21
A’. Promessa per i santi 20:1-10
a. Scena: il ricompensatore 20:1
b. Giudizio preliminare 20:2-3
a’. Promessa per i santi 20:4-6
bb. Giudizio finale degli avversari e di Satana 20:7-10
BB. Ciclo 7: il giudizio del trono bianco 20:11-21:8
a. Scena: il ricompensatore 20:(7-10)11
b. Giudizio divino 20:12-15
a’. Promessa per i santi 21:1-7
bb. Giudizio completo 21:8
BB. Benedizione finale promessa del compimento 21:9-22:5
3. Osservazioni ed esortazioni conclusive 22:6-21
In aggiunta a questi schemi, ne esistono altri sotto forma di chiasmo, ovvero modelli
a specchio.

Struttura chiastica dei personaggi principali


I personaggi simbolici vengono introdotti nella scena uno per uno e i loro destini
sono assegnati per ordine inverso, come segue:
A. Il popolo di Dio raffigurato con l’immagine della luce e della creazione 12:1-2
B. Il drago, Satana 12:3-6
C. La Bestia e il Falso Profeta 13:1-18
D. La Sposa: Il popolo di Dio nell’immaginario della purezza
sessuale 14:1-5
E. Babilonia la prostituta 17:1-6
E. Babilonia distrutta 17:15-18:24
D. La Sposa consacrata nel matrimonio 19:1-10
C. Distruzione della Bestia e del Falso Profeta 19:11-21
B. Distruzione del Drago 20:1-10
A. Il popolo di Dio raffigurato con l’immagine della luce e della creazione 21:1-22:5

Esiste un ulteriore chiasmo che riguarda le tematiche:


Struttura chiasmico-tematica nell’Apocalisse: Soprattutto guerra

Garanzia di vittoria
A. Verso le profezie: lo spettatore, i rivelatori e il pubblico 1:1-11
1. Prologo 1:1-3
a. Titolo 1:1a.
b. Il testimone 1:1b-2
c. Lettura della profezia 1:3
2. Partecipanti 1:4-11
B. Cristofania 1:12-20
C. Ricompensa alle chiese: chiesa militante 2:1-3:22
D. Visione del trono 4:1-5:14

Giudizi sull’uomo e sulla natura


E. 7 sigilli: giudizi del cavaliere (1-4 si focalizzano sugli
uomini) 6:1-8:1
1. Contenuto dei giudizi 6:1-17
2. Conservazione della chiesa 7:1-8:1
F. 7 trombe: giudizi degli angeli (1-4 si focalizzano
sulla natura) 8:2-11:19
1. Giudizio delle nazioni 8:2-9:21
2. Conservazione della chiesa 10:1-
11:13
3. Gioia in paradiso 11:15-19

Vincitori del conflitto


G. I redenti 12:1-6 (conflitto mescolato 12:3-
6)

Il cattivo
H. Avversario ingannevole (Satana)
12:7-17
I. Avversario distruttivo
(Bestia) 13:1-10
H. Avversario ingannevole (Falso
Profeta) 13:11-18

Vincitori del conflitto


G. I redenti 14:1-20 (conflitto mescolato
14:6-20)

Giudizi sulla natura e sull’uomo


F. 7 coppe: giudizi degli angeli (1-4 si focalizzano
sulla natura) 15:1-19:10
1. Giudizio delle nazioni 15:1-16:21
2. Fine della chiesa fasulla di Babilonia
17:1-18:24
3. Gioia in paradiso 19:1-10
E. Cavallo bianco: giudizio del cavaliere (si focalizza sugli
uomini) 19:11-20:10
1. Contenuto del giudizio 19:11-21
2. Conservazione della chiesa 20:1-10
D. Visione del trono 20:11-15

Godimento della vittoria e dei suoi frutti


C. Annuncio della ricompensa per le chiese: chiesa trionfante 21:1-8
B. Teofania 21:9-22:5
A. Verso le profezie: lo spettatore, i rivelatori e il pubblico 22:6-21
2. Partecipanti 22:6-17
1. Epilogo 22:18-21
c. Lettura della profezia 22:18-19
b. Il testimone 22:20
a. Colophon 22:21

Molte altre caratteristiche tematiche uniscono il libro (vedi il capitolo Temi Principali).
L’uso ripetuto del numero sette indica completezza. Il piano di Dio e il potere
determinano gli esiti. L’elogio a Dio inizia con gli angeli e i santi (vedi nota al versetto
1:6). Le imitazioni contraffatte di Satana si oppongono a Dio in una guerra spirituale
dalle dimensioni cosmiche. Le difficoltà attuali della chiesa (2:1-3:22) contrastano
con il loro eterno riposo. La chiesa deve mantenere la propria testimonianza e
purezza. Ogni cosa si muove verso la vittoria di Cristo e verso la sua Venuta.
Dal momento che è molto importante prestare attenzione al quadro generale, le note
seguenti non tentano di spiegare ciascun dettaglio. Per ulteriori informazioni, gli
studenti sono tenuti a cosultare un commentario affidabile, come quello di Leon
Morris, G.K.Beale e Robert Mounce. Molti dettagli possono essere interpretati in più
di un modo. Le note includono un ventaglio delle opinioni più rilevanti. Sono richieste
pazienza e umiltà nell’affrontare le prospettive discordanti. Nel frattempo,
l’Apocalisse offre delle lezioni da cui chiunque può trarre profitto.

1 Leon Morris, The Revelation of St. John (London: Tyndale, 1969) 22-25; anche
Leon Morris, Apocalyptic (Grand Rapids: Eerdmans, 1972).
2 Vedi, per esempio, la discussione approfondita in Isbon T. Beckwith, The
Apocalypse of John (reprint; Grand Rapids: Baker, 1979) 343-93.
3 Discussioni approfondite su queste e altre questioni introduttive appaiono
nell’introduzione e nei commenti degli studiosi. Vedi, per esempio, Donald Guthrie,
New Testament Introduction, quarta rev. ed. (Downers Grove, IL: InterVarsity, 1990)
929-85.
4 Beckwith, Apocalypse 704-5.
5 Ibid. 705.
6 Svetonio, Domitian 12.2.
7 Colin Hemer, The Letters to the Seven Churches of Asia in Their Local Setting
(Sheffield: JSOT, 1986) 8.

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