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Introduzione
La chiarezza dell’Apocalisse
L’Apocalisse fa la stessa osservazione nei primi versetti, 1:1-3. È la “rivelazione di
Gesù Cristo”. Il termine rivelare o svelare indica che egli manifesta piuttosto che
nascondere il proprio messaggio. La rivelazione si compie al fine di “mostrare ai
propri servitori…”. La parola ‘mostrare’ implica nuovamente che porta un messaggio
a degli ascoltatori. La rivelazione si rivolge essa stessa ai “suoi servitori”. Non solo a
un fanatico delle profezie, non solo a un ricercatore, non solo a degli esperti, non agli
angeli, ma a te. Se sei un seguace di Cristo, questo libro è fatto per te e potrai
certamente comprenderlo. Il terzo versetto afferma “Beato chi legge e beati coloro
che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte:
il tempo infatti è vicino”. Dio sapeva che alcuni dei suoi servitori avrebbero esitato
leggendo questo libro. Pertanto, egli fornisce un incoraggiamento maggiore
pronunciando una benedizione esplicita. L’Apocalisse è l’unico libro in tutta la Bibbia
che consta di una benedizione pronunciata per essere letta! 1 Ma non deve essere
una lettura vuota o meccanica, poiché, come specificato dalle seguenti parole,
“custodiscono le cose che vi sono scritte”. L’Apocalisse non dovrebbe solo penetrare
nel nostro cervello, o guidarci verso vane speculazioni, ma dovrebbe piantarsi nel
nostro cuore e produrre una reazione pratica che consiste nella sua osservazione,
così come abbiamo osservato i comandamenti di Cristi obbedendogli. (Il termine
tereo tradotto “custodire nel cuore” è usato nel Vangelo di Giovanni con lo stesso
significato di “osservare” i comandamenti di Cristo).
Possiamo comprenderla?
1
Nel contesto generale, il versetto 1:3 si rivolge alla lettura a voce alta
dell’Apocalisse durante un incontro ecclesiastico. La lettura e l’ascolto della Bibbia
nelle chiese rimane tuttora importante, e richiede una maggiore attenzione rispetto al
solito. Tuttavia, si applica implicitamente a coloro che leggono e ascoltano in altre
situazioni.
La verità è che alcuni insegnanti dell’Apocalisse hanno dato un cattivo esempio,
trasformando il libro in un puzzle. Sulla loro linea, essi predicano l’oscurità invece
che la chiarezza, e ovviamente le persone finiscono per sentirsi incompetenti.
“Sono confuso”. “È così complicato”. “Mi sono perso”. “È un puzzle unico e solo un
esperto può dare un senso”. “Ci rinuncio”.
Ma alcuni si rifiutano di arrendersi e, al contrario, sviluppano un interesse malsano.
Costoro vanno alla ricerca di nuovi schemi con cui “risolvere” il puzzle e alla fine si
ritrovano a spingersi oltre con la fantasia, facendosi sfuggire il punto della questione.
Diversamente, le persone non influenzate dai “professoroni” fanno di meglio.
Una volta, quando stavo insegnando l’Apocalisse, notai diversi bambini nella
parrocchia.
“Voglio che anche voi bambini leggiate l’Apocalisse. Se siete troppo piccoli per
leggerla da voi, lasciate che siano i vostri genitori a leggervela. Anche voi potete
comprenderla. Anzi, forse anche meglio dei vostri genitori.”
Un bambino di circa 12 anni venne davanti a me e disse “Hai ragione. Un po’ di
tempo fa ho letto l’Apocalisse e mi è sembrato di capirla”.
“Lode al Signore!”
“L’ho letto come se fosse un fantasy, anche se sapevo che era vero”.
Ho pensato, “Esattamente.”
Questa storia era così buona che iniziai a usarla durante le mie lezioni
sull’Apocalisse tenute in seminario. Uno studente venne da me.
“Conosce quel bambino di 12 anni?”
“Sì.”
“So esattamente cosa intendeva. Mi ricordo di aver letto l’Apocalisse quando avevo
12 anni e di averla capita. Da quel momento, la capisco sempre meno!”
Un gruppo di studenti seminaristi, dopo aver terminato una partita di basket in
palestra, notò il bidello in un angolo, alle prese con un libro.
“Che cosa sta leggendo?”
“La Bibbia.”
“Quale parte della Bibbia?”
“L’Apocalisse.”
Gli studenti pensarono di poter aiutare quel poveretto. “Capisce quello che sta
leggendo?”
“Sì!”
Rimasero colpiti. “Cosa significa?”
“Significa che Gesù vincerà!”
Un pastore carismatico stava pregando nel suo studio. “Cosa dovrei predicare ora?”
“L’Apocalisse.”
“Grandioso! Prendo i miei appunti del seminario, mi metto sotto e preparo qualche
grafico.”
“No.”
“Che intendi? Cosa dovrei fare?”
“Dovresti leggerlo”.
Pausa. “Che follia. Non posso mettermi a leggerlo. I pastori non dovrebbero
insegnare? A cosa potrebbe servire leggerlo?”
“Fallo.”
(Riluttante) “Ok.”
Quella parrocchia assistette all’esperienza della vita. Il pastore lesse con obbedienza
un paragrafo e così le risposte vennero da sé. Preghiere. Canzoni. Predicazioni.
Esortazioni spontanee. Pentimento per i compromessi con il mondo. Altre
predicazioni. In seguito, lesse un altro paragrafo e alla fine il libro intero. La comunità
scoprì che sapeva come comprenderla, grazie all’insegnamento dello Spirito di
Cristo. Dall’altra parte, se il pastore avesse tirato fuori quegli appunti e lezioni del
seminario, i fedeli sarebbero annegati in una mentalità confusa e fatta di enigmi.
Se sei a capo di un gruppo di studio dell’Apocalisse, non diventare l’”esperto” nel
cattivo senso della parola. Sì, possiamo farci aiutare delle fonti scolastiche per
comprendere i dettagli e analizzare quelle parti che potrebbero risultare misteriose
per un lettore contemporaneo. L’importante è farlo in un contesto in cui la gente
comune può sperimentare direttamente il libro e seguire il suo spettacolo
formidabile, coinvolgendo i propri cuori.
L’imitazione contraffatta
Possiamo mostrare come comprendere l’Apocalisse partendo da uno dei temi più
importanti, il tema della guerra spirituale. Satana, il capo delle forze maligne,
combatte contro Dio, gli angeli e il popolo di Dio, ma alla fine viene sconfitto dal
Vincitore, Gesù Cristo.
Considera la scena in Ap. 13:1:
E il drago si appostò sulla spiaggia del mare. E vidi salire dal mare una bestia che
aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un
titolo blasfemo.
Una visione singolare! Ma non così strana se abbiamo già letto del drago in Ap.
12:3. Il drago è un mostro terribile. La Bestia dell’Apocalisse 13:1-8 è parimenti un
mostro. Il drago ha sette teste. Analogamente, la Bestia ha sette teste. Il drago ha
dieci corna. Allo stesso modo la Bestia. Il drago ha dei diademi sulle teste, la Bestia
ha diademi sulle corna. Cosa sta succedendo?
La Bestia è sorprendente come il drago. Infatti, ecco un’immagine del drago: è
appostato sulla spiaggia, in un modo che ricorda quando lo Spirito di Dio aleggiava
sopra le acque (Gen 1:2). Di seguito viene avanti la sua “creazione”, la Bestia, fatta
a immagine del drago.
Abbiamo mai visto qualcosa di simile prima? Certamente. “E Dio creò l'uomo a sua
immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (Gn. 1:27). Il drago
è un’immagine di Satana (Ap 12:9). Ma che imitazione riproduce Satana? Non è
autentica, ma contraffatta.
Satana, la Bestia e il Falso Profeta formano dunque una trinità contraffatta. Essi
vengono mostrati come interconnessi tra loro quando preparano il popolo per la
battaglia finale.
Gli uomini adorano la Bestia (Ap. 13:4) e Cristo (5:8, 10). Gli adoratori offrono un
canto di lode alla Bestia, “Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?”
(13:4). Questo canto imita in modo blasfemo l’inno offerto a Dio durante l’Esodo,
“Chi è come te fra gli dèi, Signore? Chi è come te, maestoso in santità, terribile nelle
imprese, autore di prodigi?” (Es. 15:11).
La Bestia ha un marchio da apporre ai suoi seguaci (Ap. 13:16). Parallelamente,
Cristo marchia i suoi fedeli con il suo nome scritto sulla fronte (14:1). Gli uomini di
tutte le nazioni, l’ultimo dei giorni, adoreranno Cristo (15:9), ed egli eserciterà la
propria autorità su tutti. Nel frattempo, la Bestia ricevette un “potere sopra ogni tribù,
popolo, lingua e nazione” (13:7).
Nell’Apocalisse 19:11-21 ha luogo un confronto chiave tra Cristo e la Bestia. Cristo
appare su un cavallo bianco, pronto a combattere i nemici di Dio. La Bestia compare
come il suo avversario principale, che comanda i re della terra (19:19). La battaglia
si conclude con la sconfitta della Bestia, del suo assistente e del Falso Profeta, i
quali vengono poi gettati nello stagno di fuoco (19:20).
In questa scena, Cristo è il guerriero divino.2 Egli soddisfa le profezie del Vecchio
Testamento, che parlano dell’apparizione di Dio e della sua battaglia con i nemici.
(Zc. 14:1-5; 9-13-16; Is. 59:16-18; Ab. 3:11-15). Cristo è il guerriero santo, che
giudica con giustizia (Ap. 19:11).
Si può dedurre che la Bestia sia l’imitazione demoniaca, l’empio guerriero
proveniente dalla regione demoniaca degli abissi. Come Cristo è a capo dell’esercito
santo, la Bestia esercita il suo potere sull’armata empia.
L’immagine dell’essere a capo di un intero regno di seguaci rievoca l’idea di capo
“federale”, ovvero di capo di un’alleanza, presentata nella prima lettera ai Corinzi
15:45-49. Secondo 1 Cor. 15, esistono due “Adamo”, il primo e l’ultimo Adamo. Il
primo Adamo, tratto dalla terra, è il modello per tutti gli esseri viventi discesi da lui.
Anche noi siamo fatti di terra e apparteniamo ad essa. L’ultimo Adamo, nonché
Cristo, è il secondo uomo celeste, dal paradiso. È il modello per tutti gli esseri viventi
unitisi a lui, ovvero tutti quelli che rispondono alla sua direzione federale. “E come
eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste” (1 Cor. 15:49).
2
Tremper Longman, III, “The Divine Warrior: The New Testament Use of an Old
Testament Motif,” Westminster Theological Journal 44 (1982) 290-307.
Ma ora nota bene. È una bestia, una combinazione atroce tra un leone, un orso, un
leopardo e un mostro a dieci corna. La Bestia potrebbe rappresentare, nel suo
insieme, l’essere vivente o un’istituzione umana che si ribella a Dio. Ma non è una
coincidenza se viene rappresentata sotto forma di bestia. Nonostante siano coinvolti
degli esseri umani, la natura della cosa è essenzialmente bestiale. Di conseguenza,
l’inclinazione della creatura è subumana e disumanizzante.
Questa caratteristica annuncia un fallimento sin dall’inizio. La Bestia non può vincere
proprio perché è bestiale e selvaggia. Cristo non è solo “secondo” (1 Cor. 15:47), ma
anche ultimo (1 Cor. 15:45). Nessuno potrebbe essere “terzo” dopo di lui, come la
Bestia vorrebbe. Come indica la Genesi 1:28, tutte le bestie sono da lui soggiogate,
inclusa questa grande Bestia. Nell’Apocalisse 19, Cristo intraprende la guerra, non
solo per conto di Dio e della sua giustizia, ma anche per conto dell’uomo e del suo
benessere. Egli ci libera per sempre dalla minaccia della tirannia bestiale. Come
l’ultimo Adamo, egli raggiunge il dominio perfetto. La Bestia è sottomessa all’Uomo.
Lezioni pratiche
Da ciò, è già possibile trarre delle lezioni pratiche. L’Apocalisse mostra che la storia
include una guerra spirituale. In questa guerra si scontrano due fazioni: coloro che
sono dalla parte di Dio e coloro che sono avversi a lui. O servi Dio, o in un modo o
nell’altro finirai per adorare Satana e i suoi assistenti bestiali (cf. Ap. 13:7-8). Così
l’Apocalisse fa scaturire implicitamente una sfida, come in Giosuè: “sceglietevi oggi
chi servire” (Gs. 24:15). Giurare fedeltà a Dio è assolutamente fondamentale nella
determinazione delle sorti della nostra vita e nell’analisi del nostro contributo.
L’Apocalisse rivela le problematiche cruciali della vita e delle sorti verso cui la vita
volge.
Le scuole di pensiero
A questo punto, è necessario analizzare le diverse scuole di pensiero e le diverse
interpretazioni dell’Apocalisse. Gli interpreti sono discordi sul periodo di tempo e sul
modo con cui le visioni si sono compiute in 6:1-18:24. Nel corso dei secoli, si sono
sviluppate quattro scuole di pensiero. I Preteristi pensano che le profezie si siano
realizzate con la caduta di Gerusalemme (se l’Apocalisse è stata scritta nel 67-68
d.C) e/o con la caduta dell’Impero Romano. I Futuristi pensano che siano realizzate
in un periodo di crisi finale proprio prima della Seconda Venuta. Gli storici pensano
che i versetti 6:1 e 18:24 forniscano un profilo cronologico preciso della storia della
chiesa dal primo secolo (6:1) fino alla Seconda Venuta (19:11). Gli Idealisti pensano
che le scene dell’Apocalisse non rappresentino vicende specifiche ma i principi della
guerra spirituale. I principi sono operativi durante l’epoca della chiesa e vengono
personificati in maniera ripetuta.
Possiamo illustrarlo con Ap. 13:1-8. Quand’è che si realizza l’immagine della Bestia?
I Preteristi vedono nella Bestia la persecuzione dei cristiani, persecuzie messa in
atto dall’Impero Romano. I Futuristi la interpretano come un futuro anticristo, l’uomo
dell’iniquità della Seconda Lettera ai Tessalonicesi 2:3-8. Gli storici ci vedono il papa
che perseguitò la Riforma (alcuni cattolici romani ci vedono Martin Lutero!). Gli
Idealisti la interpretano come il potere persecutivo dello stato, ogniqualvolta minaccia
i Cristiani.
Consideriamo la visione dell’invasione di cavallette in 9:1-11. I Preteristi affermano
che “simbolizza la depravazione infernale, la decadenza interna dell’Impero
Romano”3. Gli storici la associano all’invasione islamica dell’occidente. Le corone di
9:7 sono come i turbanti degli Arabi4. Le corazze di ferro in 9:9 indicano “le corazze
di acciaio o di ferro dei guerrieri Arabi”5. I cinque mesi sono 150 anni, dal 612,
l’inaugurazione della missione di Maometto, fino al 762, anno dell’abolizione del
Califfato di Baghdad6.
Per il futurista Seiss, non sono altro che la descrizione letterale dei futuri agenti del
giudizio7. Per l’idealista Hendriksen è un'immagine generalizzata di quanto gli empi
soffrono per la propria malvagità: "puoi pensare a un'immagine più spaventosa,
orribile e vera (!) di questa per rappresentare il potere dell'oscurità dell'anima
malvagia di questi tempi?"8.
Una combinazione di queste interpretazioni è probabilmente la più vicina alla realtà.
L'immaginario nell'Apocalisse è sfaccettato ed è suscettibile di svariate
personificazioni. Gli idealisti sostengono che i principi generali vengono espressi. Se
così fosse, questi principi ebbero un'importanza particolare per le sette chiese e i
loro sforzi durante il primo secolo (1:4; vedi il capitolo Eventi e finalità). I principi
raggiungono il picco nella crisi finale del Secondo avvento (22:20; cf 2Ts. 2:1-12).
3
Ray Summers, Worthy Is the Lamb (Nashville, TN: Broadman, 1951) 158.
4
E.B. Elliott, Horae Apocalypticae (London: Seeley, Jackson, and Halliday, 1862)
1:435.
5
Ibid. 438.
6
Ibid. 463.
7
“Sono degli agenti infernali straordinari, che a Satana è stato permesso di liberare
nel mondo pieno di colpe degli agenti infernali straordinari, come parte del giudizio
del grande giorno” J. A. Seiss, The Apocalypse (New York: Cook, 1900) 2:92.
8
William Hendriksen, More Than Conquerors (Grand Rapids: Baker, 1961) 147.
Noi stessi siamo coinvolti nella guerra spirituale e pertanto dobbiamo applicare i
principi a noi stessi e al nostro tempo (vedi nota su 1:3). Di conseguenza, molti
passaggi possono avere tre diverse applicazioni cronologiche, nonché al primo
secolo, alla crisi finale e a noi, in qualsiasi epoca viviamo.
Consideriamo ora gli argomenti a favore di ciascuno dei quattro principali approcci.
9
Per una discussione più approfondita vedi G. K. Beale, The Book of Revelation
(Grand Rapids: Eerdmans, 1999), 153-154.
Chiesa primitiva “Signore, vieni” (1 Cor. 16:22), originariamente in aramaico
(“Maràna tha”). La Chiesa sapeva che Cristo sarebbe potuto “venire”, nel
senso che avrebbe potuto unirsi a loro nell’Ultima Cena, e che sarebbe potuto
“venire” per giudicare la miscredenza come durante la caduta di Gerusalemme
(Lc. 21:20-24). Di questa preghiera non possiamo dimenticare il riferimento
all’avvento più emozionante, decisivo e atteso, nonché il Grandioso Avvento: la
sua apparizione (1 Ts. 4:13-5:11). La seconda venuta rappresentava la più
grande speranza della Chiesa primitiva, ed era con quella speranza che i
Cristiani del primo secolo avrebbero letto l’Apocalisse.
Contenuto e stile
Nella profezia d'apertura, Cristo appare come re maestoso e giudice dell'universo,
oltre che comandante delle chiese (Ap. 1:12-20). Nei versetti 2:1-3:22 Cristo si
occupa delle esigenze di ciascuna chiesa. Le sue forti promesse ricordano le chiese
dello scopo e la profondità della loro chiamata (2:7, 10-11, 17, 26-28; 3:5, 12, 21). La
scelta del numero sette di chiese suggerisce la più ampia importanza del messaggio
(vedi il commento al versetto 1:4).
Nei versetti 4:1-22:5 Cristo fa un rimprovero e l'incoraggiamento prende una nuova
forma. Attraverso Cristo e i suoi angeli (22:8-9, 16) Giovanni riceve una serie di
visioni, con l'intento di aprirci gli occhi sulla maestà e sulla maestosità di Dio, sulla
natura della guerra spirituale, sul giudizio di Dio sul male e sull'esito del conflitto. Dio
e il suo esercito devono vincere la battaglia (17:14; 19:1-2), ma le sue forze si
oppongono a Satana, il grande Drago (12:3), che svia tutta la popolazione terrestre
(12:9). Satana ha due agenti, la Bestia e il Falso Profeta, la cui unione forma la
trinità contraffatta (13:1-18; 16:13; vedi nota su 13:1-10).
La Bestia, rappresentante la forza bruta e la persecuzione dello Stato, minaccia di
sopprimere la vera testimonianza e di costringere gli uomini ad adorarla (13:7-8). Il
Falso Profeta è il suo assistente e propagandista. Babilonia, che rappresenta la città
materiale e gli aspetti attraenti della società idolatra, minaccia di sviare i santi dalla
purezza spirituale (2:20-23; 17:1-18). In opposizione a queste minacce, i santi
devono mantenere la vera testimonianza, anche al punto del martirio (12:11), e
devono mantenere la vera purezza spirituale (14:4; 19:8). Nel compimento, i loro
testimoni trovano realizzazione nella luce finale della verità di Dio (21:22-27) e la loro
purezza viene realizzata nella sposa immacolata dell'Agnello (21:9).
Il tema principale dell'Apocalisse è che Dio domina la storia ed Egli la porterà al
compimento in Cristo. Al centro, le profezie di Cristo (1:12-16) e di Dio (4:1-5:14).
Dio manifesta la sua maestosità, la sua autorità e la sua virtù, in quanto comandante
e giudice dell'universo (vedi il commento sui versetti 1:12-20). Queste visioni centrali
prefigurano il compimento finale della storia, quando la gloria di Dio riempirà ogni
cosa (21:22-23; 22:5; vedi commento ai versetti 4:1-5:14). Gli elementi dettagliati
delle visioni danno corpo a queste verità e vanno guardate come parti di un quadro
generale.
Maggiori informazioni riguardanti il contenuto sono rintracciabili nei commenti,
soprattutto nei riassunti all'inizio di ciascuna nuova sezione: 1:1-3; 1:4-5a; 1:5b-8;
1:9-11; 1:12-20; 2:1-3:22; 4:1-5:14; 6:1-8:1; 8:2-11:19; 12:1-14:20; 15:1-16:21; 17:1-
19:10; 19:11-21; 20:1-10; 20:11-15; 21:1-8; 21:9-22:5; 22:6-21.
I temi principali
Il libro racchiude una serie di temi principali. Qui sopra abbiamo discusso l’imitazione
contraffatta, ma vi sono altre tematiche importanti che si intrecciano con questa.
Dio
L’Apocalisse è incentrata innanzitutto su Dio. Dio controlla il corso della storia. Egli
protegge i suoi uomini e punisce la ribellione. Dio porterà i propri obiettivi a
compimento nel nuovo paradiso e nella nuova terra.
Adorazione
L’appropriata risposta a Dio da parte delle sue creature è l’adorazione. Le scene di
adorazione ricorrono per tutto il libro (1:12-20; 4:1-5:14; 7:9-17; 8:3-5; 11:16-19;
12:10-12; 14:1-7; 15:2-8; 16:5-7; 19:1-10; 20:4-6; 21:1-22:5). Mostrandoci la
meraviglia che sta in Dio e nelle sue azioni, l’Apocalisse ci richiama a reagire con
venerazione, timore divino, lode, fede e obbedienza. Così l’intera Apocalisse
promuove la vera adorazione di Dio.
L’agnello
Nell’adempimento degli obiettivi di Dio, l’agnello ha un ruolo centrale (5:1-14). Gesù
Cristo ci viene presentato come un agnello, riferimento diretto alla sua morte
sacrificale. La sua divinità viene mostrata dal fatto che condivide i nomi di Dio (Alpha
e Omega, il Primo e l’Ulimo, 1:8, 17 ; 22:13), il trono di Dio (22:1), gli attributi di Dio
(1:13-16 confrontati con quelli di Dn. 7:9-10) e la sua adorazione (5:13). Soltanto per
mezzo di lui, in virtù della sua morte e resurrezione, il piano di Dio per la storia può
svolgersi (5:1-10). L’agnello fa da mediatore del giudizio di Dio nella storia (6:1 ;
19:11-21).
Visioni
Dio svela i suoi propositi in forma visionaria (1 :12-22 :5), accompagnando talvolta
con suoni e messaggi verbali. Le figure simboliche e le scene indicano la relazione
del piano di Dio con la storia. La forma simbolica di comunicazione può sembrare
insolita ai lettori moderni, ma era familiare ai lettori del primo secolo. L’Apocalisse
appartiene a un più ampio modello o genere di comunicazione, chiamato
apocalittico. (vedi il capitolo Letteratura Apocalittica)
Guerra spirituale
L’Apocalisse va sotto la superficie nella sua analisi della storia, al fine di mostrare le
forze spirituali al lavoro. Dio e i suoi agenti combattono contro Satana e i suoi
seguaci. L’umanità è al centro di questa guerra. L’allenza dell’uomo con Dio o con
Satana, e le conseguenze nella vita, danno struttura al significato della storia (vedi il
capitolo L’Imitazione Contraffatta). Dal punto di vista spirituale, l’Apocalisse non
elimina la responsabilità umana e il significato delle azioni umane, ma le colloca nel
loro contesto finale, cosmico e teistico. In questo modo essa fornisce un potente
antidoto al secolarismo e alle false religioni, mostrandoci qual è la posta in gioco. La
falsa religione assume la forma vistosa delle religioni non cristiane, come l’induismo
o l’islam. Diversamente, essa può penetrare nella Cristianità sotto forma di
corruzione della chiesa – il cattolicesimo romano classico, il modernismo, il
legalismo o il nominalismo.
Testimonianza e martirio
Il tema della testimonianza ricorre per tutto il libro. Giovanni riferisce “ciò che ha
visto” (1:2). Egli possiede “la testimonianza di Gesù Cristo” (1:2). Gesù Cristo è “il
testimone fedele” (1:5) in senso particolare ed eminente. L’Apocalisse contempla
una situazione in cui i Cristiani sono sottomessi alla persecuzione per la loro fede
(vedi il capitolo Eventi e finalità). Potrebbero anche essere condannati a morte se
dovessero mantenere la propria testimonianza con fiducia (2:13; 2:10; 13:15). Gesù
Cristo fu martirizzato a causa della sua fedeltà a Dio. I Cristiani potrebbero dover
affrontare lo stesso destino.
Ma se così fosse, condividerebbero anche la vittoria di Cristo sulla morte (1:18).
L’intera Apocalise può essere vista come una grande invocazione alla fedeltà, anche
sul punto di morte (2 :10).
Ricompensa e punizione
La fedeltà a Gesù Cristo ha un senso, anche se dobbiamo pagarne il prezzo.
L’Apocalisse si concentra sul fatto che Dio è supremo e giusto. Egli impartisce
punizioni ai ribelli e conferisce ricompense ai suoi fedeli seguaci. Le punizioni e le
ricompense comprendono entrambe un giudizio preliminare nella storia, tranne la
Seconda Venuta, e il giudizio finale della Seconda Venuta. Anche se i santi
dovessero sembrare piccoli, deboli e sconfitti agli occhi degli uomini, la rivincita sta
arrivando nel tempo di Dio.
Letteratura apocalittica
Nello stile e nel contenuto, l’Apocalisse mostra delle allettanti similitudini con altri
testi della Bibbia e altri testi esterni alla Bibbia. Specialmente durante il periodo tra il
200 a.C. e il 400 d.C., apparvero diversi scritti di “letteratura apocalittica”. Tra questi
ci sono 1 QM (i Manoscritti del Mar Morto), Testamento di Mosè, 1-2-3 Enoch, 2-3
Baruc, 4 Esdra, Apocalisse di Pietro, Apocalisse di Paolo, Apocalisse di Tommaso e
Ascensione di Isaia. All’interno della Bibbia, i seguenti libri riportano alcune delle
caratteristiche della letteratura apocalittica : Numeri 23-24, Daniele, Ezechiele, Isaia
24-27, Prima Lettera ai Tessalonicesi 4-5, Seconda Lettera ai Tessalonicesi 1-2,
Discorso Escatologico, Apocalisse.
Leon Morris riassume abilmente le caratteristiche dei testi apocalittici10.
Leon Morris, The Revelation of St. John (London: Tyndale, 1969) 22-25; anche
10
Autore e data
L’autore umano dell’Apocalisse si identifica semplicemente come Giovanni (1:1,4,9;
22:8). Era ben conosciuto dalle chiese dell’Asia Minore (1:4, 11; vedi il capitolo
Eventi e finalità). Fin dal secondo secolo d.C., Giustino martire, Ireneo e Clemente
Alessandrino riconobbero come autore Giovanni Apostolo11. La testimonianza di
Giustino martire e Ireneo è di particolare rilevanza. Giustino visse per diverso tempo
a Efeso, durante il secondo secolo, tra quelli che ancora ricordavano Giovanni.
Ireneo, in seguito vescovo di Lione, è stato discepolo di Policarpo di Smirne, il quale
a sua volta fu discepolo di Giovanni.
Durante il terzo secolo, comunque, Dionisio vescovo di Alessandria confrontò lo stile
e i temi dell’Apocalisse con il Vangelo di Giovanni. Alla fine concluse che i due testi
dovevano avere autori diversi. Gli studiosi moderni hanno rintracciato le stesse
differenze e così sono state sollevate delle ipotesi che mettono in dubbio la
testimonianza di Giustino e Ireneo. Nel complesso, è comunque probabile che
Giovanni Apostolo ne fosse l’autore umano.
L’Apocalisse insiste sul fatto che il suo messaggio e il suo contenuto deriva da Gesù
Cristo e da Dio il Padre (1:1, 11; 2:1; 22:16, 20). Essa possiede totale autorità divina
(22:18-19). Quest’autorità divina, piuttosto che l’identità dell’autore, rimane la base
più importante per l’interpretazione. Sebbene l’Apocalisse dovesse avere un autore
diverso dal Vangelo di Giovanni e di 1-2-3 Giovanni, condivide gli stessi temi dei suoi
testi e quindi invita a fare un confronto con essi. Dall’altra parte, anche se tutti gli
Data
L’Apocalisse fu scritta quando la persecuzione era oramai imminente (2:10, 13). Con
la figura della Bestia, l’Apocalisse fa riferimento al fatto che nell’Impero Romano gli
uomini soggetti al potere dovevano adorare l’imperatore come fosse un dio. Chi si
rifiutava di adorarlo, si macchiava di infedeltà politica. Così, potremmo chiederci
dove si verificò questa persecuzione. Ireneo afferma che l’Apocalisse è stata scritta
nel periodo finale del regno dell’Imperatore romano Domiziano (81-96 d.C.)12. Nei
secoli seguenti, la chiesa vedeva Domiziano come uno degli imperatori che aveva
perseguitato gli uomini. Mentre regnava, egli rivendicò la divinità e venne definito
“dio e signore”. Ma secondo le fonti più recenti, non è chiaro quanto effettivamente
impose di essere adorato. L’altra data possibile è la fine del regno dell’Imperatore
Nerone (54-68 d.C.). Nei primi anni del suo regno, Nerone era stato consigliato da
uomini competenti che ebbero una forte influenza su di lui, ma in seguito egli
degenerò. Infatti, è noto per aver accusato i cristiani dell’incendio di Roma del 64
d.C. Si servì di questa scusa per perseguitarli, ma non ci sono prove certe che
dimostrano che questa persecuzione si estese anche fuori dalle mura di Roma. È più
importante sapere cosa avveniva in Asia Minore tra le sette chiese. Tuttavia, quel
poco che sappiamo a riguardo è contenuto nella stessa Apocalisse.
Alcuni interpreti pensano che Ap. 11:1-13 e soprattutto 11:8, prevedono la caduta di
Gerusalemme che avvenne nel 70 d.C. Pertanto, l’Apocalisse deve essere stata
scritta poco prima, probabilmente negli ultimi anni del regno di Nerone (circa 66-68
d.C.) Ap. 11:1-2 simboleggia la chiesa piuttosto che il tempio di pietra in Palestina
(vedi Commento). Anche il versetto 11:8 è simbolico. In sintonia con il preterismo e
con l’interesse di Dio per le sette chiese, è opportuno interpretare e applicare questa
frase all’ambientazione del primo secolo. La Bestia rappresenta l’Impero Romano
nelle sue rivendicazioni idolatre. Le teste potrebbero rappresentare gli imperatori
successivi. Giulio Cesare fu il primo imperatore, seguito da Augusto, Tiberio,
Caligola, Claudio e Nerone. Nerone è quindi il sesto, che si adatta perfettamente con
il versetto 17:10. Ma sono stati riscontrati diversi ostacoli in questo approccio.
L’Apocalisse intende iniziare la resa dei conti con Giulio Cesare o con Augusto?
Tra i testi romani ed ebrei, gli scrittori considerano entrambi13.
Si può immaginare la storia dopo Nerone come una resa dei conti in cui Nerone è il
sesto re ?
A Nerone succedettero Galba, Otone e Vitellio, i quali combatterono per il controllo
dell’Impero nel 68-69 d.C. Vespasiano regnò dal 69 al 79, Tito dal 79 all’81 e
Domiziano dall’81 al 96. Nonostante le annate 68-69 attraversarono un periodo
12
Discussioni approfondite su queste e altre questioni introduttive appaiono
nell’introduzione e nei commenti degli studiosi. Vedi, per esempio, Donald Guthrie,
New Testament Introduction, quarta rev. ed. (Downers Grove, IL: InterVarsity, 1990)
929-85.
13
Beckwith, Apocalypse 704-5.
confuso, Galba, Otone e Vitellio “assunsero la carica e il titolo di imperatori”14, e gli
storici più tardivi li includono nella lista. Il personaggio decisivo del settimo e
dell’ottavo re deve corrispondere a delle figure ben più straordinarie di Galba e
Otone.
I “cinque che sono caduti” potrebbero non essere i cinque Imperatori Romani
successivi.
Diversamente, essi potrebbero essere i cinque imperi successivi che hanno
dominato il mondo: Egitto, Assiria, Babilonia, Meda-Persia, Grecia. Il sesto, quello
che “è” nel presente, è l’Impero Romano in tutta la sua totalità. Tuttavia, pare che la
Bestia del versetto 17:3 e 13:1-8 sia l’Impero Romano piuttosto che tutti gli imperi
congiunti. Pertanto, è più probabile che il 5 sia un numero simbolico. Affermando che
il sesto “è”, l’Apocalisse dichiara che la crisi finale, che avverrà con la settimana
testa, è dietro l’angolo. Sei è il numero scelto per dire che ci siamo quasi ma non
siamo proprio alla fine. Il cinque non ha altro significato che un’unità in meno di sei.
Lo storico romano Svetonio fornisce un’informazione che potrebbe aiutarci a datare
l’inizio della persecuzione più importante. In questo libro chiamato “Domiziano”,
Svetonio sostiene:15
[Sotto Domiziano,] La tassa sui Giudei fu riscossa con un rigore tutto particolare: vi si
sottoponevano sia i proseliti che vivevano come i Giudei, senza averlo dichiarato, sia
coloro che, dissimulandone l'origine, si erano sottratti ai tributi imposti a questa
nazione.
Qual è il significato di questo estratto? A causa dei problemi finanziari
nell’amministrazione centrale, Domiziano cercò qualsiasi fonte di profitto. Egli
aggravò le tasse già imposte, ma che erano cadute in disuso. Tra queste vi era una
capitazione di 2 dracme riscossa dagli Ebrei. Prima della caduta di Gerusalemme,
questa tassa veniva utilizzata per la manutenzione del tempio di Gerusalemme.
Dopo la sua distruzione, fu utilizzata per la manutenzione del Tempio di Giove
Ottimo Massimo a Roma16. I Giudei pagavano questa tassa come alternativa
all’adorazione dell’imperatore.
L’amministrazione romana accettò il monoteismo degli Ebrei e per questo essi
furono esentati dal mostrare lealtà politica all’Impero mediante la sua adorazione.
Ma i Cristiani erano in pericolo. Nei primi anni della Cristianità, gli ufficiali romani
vedevano i Cristiani come un’altra setta ebrea (cf. Atti degli Apostoli 25:19). Dal
momento che il numero di stranieri cristiani moltiplicava, questa classificazione
divenne sempre meno appropriata. Quando Domiziano iniziò ad imporre la tassa, si
investigava sullo stato dei Cristiani. Inoltre, gli ebrei non cristiani che erano in
inimicizia con la chiesa denunciavano i Cristiani alle autorità romane, affermando
“Queste persone sostengono di essere Giudei, ma non lo sono”. Per questo, furono
sospettati di slealtà all’Impero e furono sottomessi a pressioni enormi, compresa una
persecuzione violenta. Il possibile ruolo delle denunce ebree potrebbe fare luce sul
significato delle affermazioni nell’Apocalisse riguardo a “quelli che si proclamano
Giudei e non lo sono, ma sono sinagoga di Satana” (Ap. 2:9; cf. 3:9).
14
Ibid. 705.
15
Svetonio, Domiziano 12.2.
16
Colin Hemer, The Letters to the Seven Churches of Asia in Their Local Setting
(Sheffield: JSOT, 1986) 8.
Eventi e finalità
L’Apocalisse è indirizzata alla sette chiese dell’Asia Minore (1:4,11; l’area appartiene
attualmente all’ovest della Turchia). Ciascuna chiesa ricevette rimproveri e
incoraggiamenti, in conformità con la propria condizione (2:1-3:22). La persecuzione
era caduta su alcuni Cristiani (1:9; 2:9,13; 3:9) e ne sarebbero venute delle altre
(2:10; 13:7-10). Gli ufficiali romani costringevano i Cristiani ad adorare l’imperatore.
Gli insegnamenti eretici e la passione ridotta incoraggiarono i Cristiani a trovare un
compromesso con la società pagana (2:2,4, 14-15, 20-24; 3:1-2, 15, 17).
L’Apocalisse rassicura i Cristiani sul fatto che Cristo conosce la loro condizione. Egli
li invita a non cedere di fronte a qualsiasi tentazione. La loro vittoria è stata garantita
dal sangue dell’Agnello (5:9-10; 12:11). Cristo verrà presto per sconfiggere Satana e
tutti i suoi seguaci (19:11-20:10), e la sua gente godrà della pace eterna nella sua
presenza (7:15-17; 21:3-4).
Struttura
L’Apocalisse condivide alcune delle caratteristiche della letteratura apocalittica (vedi
il capitolo Letteratura Apocalittica). Come in Ezechiele, Daniele e Zaccaria, essa
contiene delle visioni accompagnate da svariati elementi simbolici. L’utilizzo di un
immaginario profetico, così come le promesse e gli avvertimenti, permette di creare
un intreccio con le tematiche affrontate nel resto delle Scritture. Le sue profondità
emergono attraverso i molteplici riferimenti.
Il Prologo dell’Apocalisse (1:1-3) spiega il suo intento primario. 1:4-22:21 è una
lettera costituita dai saluti (1:4-5a), corpo (1:5b-22:20), e congedo (22:21). Dal punto
di vista della forma, questa disposizione corrisponde a quella delle Lettere di Paolo.
1:19 fornisce una chiave per dividere il corpo principale del libro. Ci sono tre chiavi.
“Cose che hai visto” consiste nella visione di ciò a cui Giovanni ha già assistito (1:12-
20). “Cose presenti” consiste nello stato presente delle chiese (2:1-3:22). “Cose che
devono accadere” consiste nella sezione orientata al futuro, ai versetti 4:1-22:5. La
qualità di questa divisione tripartita è confermata dalla corrispondenza tra le cose
“che devono accadere in seguito” in 1:19 e la descrizione in 4:1: “le cose che devono
accadere dopo questo” (in greco cambia solo una parola). A ogni modo, questa
divisione tripartita è soltanto approssimativa. 2:1-3:22 contiene promesse orientate al
futuro, e 4:1-22:5 contiene delle informazioni riguardo alla situazione presente delle
chiese.
Come potremmo suddividere l’ampia sezione da 4:1 a 22:5 ? Gli interpreti sono
discordi sulla corretta divisione. L’Apocalisse è come un arazzo, composto da trame
interconnesse. Scegliere una trama piuttosto che un’altra come principale può
portare a una sintesi di un certo tipo. Sarebbe tuttavia più saggio riconoscere che
nessuna delle sintesi o delle analisi strutturali può essere in grado di cogliere tutto.
Qui presentiamo diverse sintesi e strutture, ciascuna focalizzata primariamente su
un diverso aspetto della trama totale.
Potremmo iniziare focalizzandoci sulla trama formale e grammaticale. Le frasi
ripetute ci danno delle chiavi. Le visioni che accompagnano l’apertura dei sette sigilli
sono indiscindibili, così come le sette trombe. Meno ovvi risultano i passaggi di
scena indicati dal trasferimento di Giovanni, lo spettatore, in una nuova sede.
Ciascun trasferimento avviene “in Spirito” ed è accompagnato dall’affermazione “Ti
mostrerò…” Da qui, abbiamo ottenuto la seguente sintesi.
Un secondo approccio si concentra più sul contenuto che sulla forma. L’evento più
importante a cui tende la storia è la Seconda Venuta di Cristo. Le visioni che
descrivono la Seconda Venuta segnano delle transizioni fondamentali. Quando
leggiamo l’Apocalisse con questo concetto in mente, possiamo trovare più di sette
descrizioni della Seconda Venuta! Esistono sette cicli di giudizio, ciascuno che
conduce alla Seconda Venuta. Un’ottava profezia, quella finale, mostra la Nuova
Gerusalemme. Di seguito la sintesi :
I cicli sono paralleli tra loro. Coprono tutti lo stesso lasso di tempo fino alla Seconda
Venuta. Tuttavia, ciascun ciclo si concentra sul proprio e distintivo punto di vista.
Inoltre, gli ultimi cicli si focalizzano sempre più sulle fasi intense del conflitto e della
Seconda Venuta.
Eliminazione:
7 messaggi del giudizio su Babilonia 17:1-19:10 eliminazione della seduttrice
Giudizio del cavallo bianco 19:11-21 eliminazione della fonte di potere
Giudizio del trono bianco 20:1-21:8 eliminazione di qualsiasi male
Nel ciclo dei sette sigilli e delle sette trombe è possibile rilevare lo stesso modello.
Prima Giovanni vede una scena di apertura, che rappresenta l’origine dei giudizi che
si terranno nel corso del ciclo. Seguono i 6 giudizi successivi. Dunque è presente un
interludio, che si concentra su un messaggio di promessa e di conforto ai santi. In
seguito, il settimo giudizio. I giudizi sono prevalentemente di natura negativa, mentre
l’intermezzo è positivo. L’origine dei giudizi è sia positiva che negativa– una fonte di
punizione per i ribelli e una forma di conforto per i santi. La struttura può essere
rappresentata da un modello di tipo a, b, a’, bb. La parte ‘a’ è positiva, mentre la ‘b’ è
negativa. La doppia ‘bb’ alla fine rappresenta il giudizio finale più profondo. L’apice
sulla a’ indica che si distingue dalla ‘a’ originale.
Dal momento che lo schema è chiaro nei primi due cicli, risulta naturale cercare di
rintracciarlo anche nei restanti cicli. In seguito a un’analisi complessa, otteniamo ciò
che segue:
1. Introduzione: i partecipanti 1:1-11
2. Corpo: il messaggio 1:12-22:5
A. Il giudice 1:12-20
B. Promesse preliminari e avvertimenti per le chiese 2:1-3:22
A’. Giudizio del mondo 4:1-21:8
a. Scena: ricompensatore-creatore 4:1-11
b. 6 cicli di giudizio 5:1-19:21
1. Ciclo 1: 7 sigilli 5:1-8:1
a. Scena: il ricompensatore 5:1-14
b. 6 giudizi 6:1-17
a’. Promessa per la chiesa 7:1-17
bb. Settimo giudizio 8:1
2. Ciclo 2: 7 trombe 8:2-11:19
a. Scena: ricompensatori 8:2-6
b. 6 giudizi 8:7-9:21
a’. Promessa per la chiesa 10:1-11:14
bb. Settimo giudizio 11:15-19
3. Ciclo 3: 7 vicende simboliche 12:1-14:20
a. Scena: dualismo, la donna e il drago 12:1-6
b. 6 vicende simboliche 12:7-14:11
(1) La storia del drago 12:7-12
(2) La storia della donna 12:13-17
(3) La bestia (marina) 13:1-10
(4) La bestia terrestre o il falso profeta 13:11-18
(5) I 144,000 14:1-5
(6) Gli angeli annunciatori 14:6-11
a’. Promessa per i santi 14:12-13
bb. Settima vicenda simbolica: la mietitura del Figlio
d’Uomo 14:14-20
4. Ciclo 4: 7 coppe 15:1-16:21
a. Scena: i ricompensatori 15:1-8
b. 6 giudizi 16:1-14,16
a’. Promessa per la chiesa 16:15
bb. Settimo giudizio 16:17-21
5. Ciclo 5: 7 messaggi di giudizio su Babilonia 17:1-19:10
a. Scena: attori simbolici (destinari) 17:1-6
b. 6 messaggi della distruzione 17:7-18:19
(1) Primo messaggio angelico 17:7-18
(2) Secondo messaggio angelico 18:1-3
(3) Terzo messaggio del paradiso 18:4-8
(4) I re della terra 18:9-10
(5) I mercanti 18:11-17
(6) I marinai 18:18-19
a’. Promessa per i santi 18:20
bb. Settimo messaggio della distruzione 18:21-24
a”. la gioia in paradiso in 7 parti 19:1-10 19:1-2, 3, 4, 5, 6-
8, 9, 10
6. Ciclo 6: il giudizio del cavallo bianco 19:11-21
a. Scena: il ricompensatore 19:11-16
b. Messaggio angelico di distruzione 19:17-18
a’. Promessa per i santi 19:19c.
bb. Giudizio finale della bestia e del falso profeta 19:19-
21
A’. Promessa per i santi 20:1-10
a. Scena: il ricompensatore 20:1
b. Giudizio preliminare 20:2-3
a’. Promessa per i santi 20:4-6
bb. Giudizio finale degli avversari e di Satana 20:7-10
BB. Ciclo 7: il giudizio del trono bianco 20:11-21:8
a. Scena: il ricompensatore 20:(7-10)11
b. Giudizio divino 20:12-15
a’. Promessa per i santi 21:1-7
bb. Giudizio completo 21:8
BB. Benedizione finale promessa del compimento 21:9-22:5
3. Osservazioni ed esortazioni conclusive 22:6-21
In aggiunta a questi schemi, ne esistono altri sotto forma di chiasmo, ovvero modelli
a specchio.
Garanzia di vittoria
A. Verso le profezie: lo spettatore, i rivelatori e il pubblico 1:1-11
1. Prologo 1:1-3
a. Titolo 1:1a.
b. Il testimone 1:1b-2
c. Lettura della profezia 1:3
2. Partecipanti 1:4-11
B. Cristofania 1:12-20
C. Ricompensa alle chiese: chiesa militante 2:1-3:22
D. Visione del trono 4:1-5:14
Il cattivo
H. Avversario ingannevole (Satana)
12:7-17
I. Avversario distruttivo
(Bestia) 13:1-10
H. Avversario ingannevole (Falso
Profeta) 13:11-18
Molte altre caratteristiche tematiche uniscono il libro (vedi il capitolo Temi Principali).
L’uso ripetuto del numero sette indica completezza. Il piano di Dio e il potere
determinano gli esiti. L’elogio a Dio inizia con gli angeli e i santi (vedi nota al versetto
1:6). Le imitazioni contraffatte di Satana si oppongono a Dio in una guerra spirituale
dalle dimensioni cosmiche. Le difficoltà attuali della chiesa (2:1-3:22) contrastano
con il loro eterno riposo. La chiesa deve mantenere la propria testimonianza e
purezza. Ogni cosa si muove verso la vittoria di Cristo e verso la sua Venuta.
Dal momento che è molto importante prestare attenzione al quadro generale, le note
seguenti non tentano di spiegare ciascun dettaglio. Per ulteriori informazioni, gli
studenti sono tenuti a cosultare un commentario affidabile, come quello di Leon
Morris, G.K.Beale e Robert Mounce. Molti dettagli possono essere interpretati in più
di un modo. Le note includono un ventaglio delle opinioni più rilevanti. Sono richieste
pazienza e umiltà nell’affrontare le prospettive discordanti. Nel frattempo,
l’Apocalisse offre delle lezioni da cui chiunque può trarre profitto.
1 Leon Morris, The Revelation of St. John (London: Tyndale, 1969) 22-25; anche
Leon Morris, Apocalyptic (Grand Rapids: Eerdmans, 1972).
2 Vedi, per esempio, la discussione approfondita in Isbon T. Beckwith, The
Apocalypse of John (reprint; Grand Rapids: Baker, 1979) 343-93.
3 Discussioni approfondite su queste e altre questioni introduttive appaiono
nell’introduzione e nei commenti degli studiosi. Vedi, per esempio, Donald Guthrie,
New Testament Introduction, quarta rev. ed. (Downers Grove, IL: InterVarsity, 1990)
929-85.
4 Beckwith, Apocalypse 704-5.
5 Ibid. 705.
6 Svetonio, Domitian 12.2.
7 Colin Hemer, The Letters to the Seven Churches of Asia in Their Local Setting
(Sheffield: JSOT, 1986) 8.