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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

REGIONE LAZIO
CITTÀ METROPOLITANA DI ROMA CAPITALE

COMUNE DI PONZANO ROMANO

IMPIANTO PER IL COMPOSTAGGIO E DIGESTIONE ANAEROBICA DI RIFIUTI


ORGANICI CON PRODUZIONE DI BIOMETANO – COMUNE DI PONZANO ROMANO

RELAZIONE PAESAGGISTICA
(DPCM 12 dicembre 2005)

11 Agosto 2017

Proponente: Sogliano Ambiente SpA

Tecnico Incaricato: Arch. Vittorio Minio Paluello

Coordinamento: Andrea Birindelli


Collaborazione: Arch. Renata Cedrone - Arch. Cristiana Volpetti

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1- PREMESSA

La presente Relazione correda l'istanza, congiuntamente al progetto; è finalizzata all’acquisizione


dell’Autorizzazione Paesaggistica ai sensi dell’art. 146 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 -
Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio; evidenzia le finalità, i criteri ed i contenuti delle opere di
progetto affinché, attraverso la valutazione degli elementi in ordine alla normativa paesistica e agli
obiettivi di tutela, nonché al contesto, ne sia verificata la compatibilità paesaggistica ai sensi
dell'art. 146, comma 5 del predetto Codice.

Il progetto in esame riguarda un’opera pubblica in project financing consistente in impianto di


recupero dei rifiuti organici di natura agro-industriale prodotti da raccolta differenziata basato sul
processo di digestione anaerobica, con produzione di compost di qualità e biometano. Tale tipologia di
impianti sono opere di interesse pubblico ai sensi dell’art 208 c. 6 del D.Lvo 152/06. La società
proponente, Sogliano Ambiente SpA, è una società a prevalente capitale pubblico, da anni attiva
nell’ambito della progettazione, costruzione e gestione di impianti per il trattamento e la valorizzazione
dei rifiuti.

L’impianto sarà localizzato in area già compromessa in quanto interessata da attività di tipo
estrattivo attualmente abbandonata ed posta in adiacenza alla grande infrastruttura viaria autostradale.

Essa è interessata da vincolo paesaggistico dichiarativo ai sensi dell’art. 134 c. 1 lett a) e art. 136
del D.Lvo 42/04, apposto con DGR del 05/12/1989 e pubblicata sul BURL n.14 del 19/05/1990.

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2- Elementi Metodologici

Il quadro metodologico applicato alla presente Relazione Paesaggistica si pone nel rispetto delle
indicazioni del DPCM 12 dicembre 2005; l’elaborazione contiene gli elementi necessari al riscontro
della conformità paesaggistica dell'intervento, in riferimento alla pianificazione paesaggistica vigente:
PTP n.4 - Valle del Tevere (adottato con DGR 2271/87 e approvato con LR 24/98), e a quella in
salvaguardia: PTPR (adottato con DD.GG.RR. 556 e 1025/2007, pubblicato in data 14 febbraio 2008)
e, “con specifica considerazione dei valori paesaggistici”, propone quindi quei contenuti atti a costituire
la base di riferimento essenziale per la verifica della compatibilità paesaggistica dell’intervento. A tal
fine viene corredata dagli elaborati tecnici preordinati a motivare ed evidenziare la qualità
dell'intervento per ciò che attiene alle caratteristiche tipo-morfologiche, materiali e cromie adottati, in
relazione al contesto dell'intervento.

Valenza del progetto


Alla luce del precedente assunto, dovendo, come rilevabile nel citato decreto, la documentazione
indicare:

- lo stato attuale del bene paesaggistico interessato;


- gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonché le eventuali presenze di
beni culturali tutelati dalla parte II del Codice;
- gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte;
- gli elementi di mitigazione e compensazione necessari;

ed inoltre contenere: gli elementi per effettuare la verifica di conformità dell'intervento alle
prescrizione contenute nei piani paesaggistici urbanistici e territoriali ed accertare:
- la compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo;
- la congruità con i criteri di gestione dell'immobile o dell'area;
- la coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica.

Si pone in evidenza che tali categorie di analisi, cognizione e verifica debbono necessariamente essere
esplicitate nello specifico del progetto in esame, in relazione al contesto in cui ricadono le opere stesse.

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Paesaggio e Pianificazione paesaggistica


Rimandando allo specifico capitolo per la descrizione e consistenza dei beni paesaggistici
presenti, rileva evidenziare sin d’ora, che si annoverano diverse “attenzioni” da porre nella presente
relazione riguardo agli aspetti paesaggistici.

Dalla lettura delle NORME di PTPR si evince che, ai sensi dell’art.5, lo stesso PTPR esplica
efficacia diretta limitatamente alla parte del territorio interessato dai beni paesaggistici, immobili
ed aree, indicati dall’art. 134, lettere a), b), c) del Codice (Dlgs 42/04 e s ii, in poi Codice); sono beni
paesaggistici:

a) i beni paesaggistici inerenti immobili ed aree sottoposti a vincolo paesaggistico tramite


dichiarazione di notevole interesse pubblico con provvedimento dell'amministrazione
competente di cui all'art. 136 del Codice; in tali beni si applica la disciplina di tutela e di uso
degli ambiti di paesaggio di cui al capo II delle presenti norme.
b) i beni paesaggistici inerenti aree tutelate per legge di cui all’art. 142 del Codice; per tali beni
si applicano le modalità di tutela di cui al capo III delle presenti norme.
c) i beni paesaggistici inerenti immobili ed aree tipizzati, individuati e sottoposti a tutela dal
presente PTPR in base alle disposizioni di cui all’articolo 143 del Codice ed ai sensi
dell’articolo 134 lettera c) del Codice; per tali beni si applicano le modalità di tutela di cui al
capo IV delle presenti norme.
Nelle parti di territorio che non risultano interessate dai beni paesaggistici ai sensi dell’art.134
lettere a), b), c) del Codice il PTPR ha efficacia esclusivamente propositiva.

Si prende atto inoltre che, ai sensi dell’art. 3, comma 2, lett. c) e d), delle stesse NORME, gli
elaborati hanno i seguenti contenuti e natura :

c) I “Sistemi ed ambiti di paesaggio” – tavole A, contengono l’individuazione territoriale degli


ambiti di paesaggio, le fasce di rispetto dei beni paesaggistici, le aree e punti di visuale, gli ambiti
di recupero e valorizzazione del paesaggio. I Sistemi ed ambiti di paesaggio hanno natura
prescrittiva.
d) i “Beni del paesaggio” - tavole B e i relativi repertori, contengono la descrizione dei
beni paesaggistici di cui all’art. 134 comma 1 lettere a), b) e c) del Codice, tramite la loro
individuazione cartografica con un identificativo regionale e definiscono le parti del territorio in
cui le norme del PTPR hanno natura prescrittiva.

In ordine alla normativa di PTPR si prende atto inoltre quanto di quanto esplicitato nello stesso
all’ art.3, comma 2, lett. e)

e) i “Beni del patrimonio naturale e culturale” - tavole C ed i relativi repertori contengono la


descrizione del quadro conoscitivo dei beni che, pur non appartenendo a termine di legge ai beni
paesaggistici, costituiscono la loro organica e sostanziale integrazione. La disciplina dei beni del
patrimonio culturale e naturale discende dalle proprie leggi, direttive o atti costituitivi ed è
applicata tramite autonomi procedimenti amministrativi indipendenti dalla autorizzazione
paesaggistica.

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Le Tavole C contengono anche l’individuazione puntuale dei punti di vista e dei percorsi
panoramici nonché l’individuazione di ambiti in cui realizzare progetti prioritari per la
valorizzazione e la gestione del paesaggio di cui all’articolo 143 del Codice con riferimento agli
strumenti di attuazione del PTPR di cui all’articolo 31.1 della l.r.24/98.
La tavola C ha natura descrittiva, propositiva e di indirizzo nonché di supporto alla
redazione della relazione paesaggistica.

Da cui emerge che i contenuti di tale elaborato C, insieme alle altre informazioni sull’ambito di
riferimento raccolte in sede di relazione paesaggistica, sono atti a analizzare quegli aspetti dello stato di
fatto del paesaggio che pur non essendo prescrittivi possono costituire un indirizzo nella
valutazione delle scelte di progetto e conseguentemente nella individuazione delle mitigazioni.

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3- ANALISI DELLO STATO ATTUALE:

La presente sezione ha lo scopo di rappresentare lo stato attuale dei beni paesaggistici interessati
dal progetto e, in considerazione di quanto enunciato nella premessa metodologica, nell’ambito di
riferimento, degli elementi di valore paesaggistico presenti ed infine le eventuali presenze di beni
culturali tutelati diversi dai beni paesaggistici.

3.1 - Descrizione del contesto e dei caratteri paesaggistici

La lettura dei caratteri del contesto paesaggistico e dell'area di intervento dell’immediato contesto
e dell’area vasta costituisce la fase conoscitiva necessaria ai fini valutazione degli elementi di
compatibilità.

Il presente capitolo è indirizzato alla descrizione del Paesaggio nelle sue componenti naturali ed
antropiche con particolare riguardo alla descrizione degli elementi di pregio ed alla individuazione di
eventuali criticità indotte dall’inserimento del programma in esame sul sistema dei beni paesaggistici
dell’ambito di afferenza e la sussistenza di interferenze con le vedute panoramiche dall'asse
infrastrutturale dell'Autostrada A1 Milano Napoli.

La lettura dei caratteri del contesto paesaggistico e dell’Area di Intervento costituisce la fase
conoscitiva necessaria ai fini della valutazione degli elementi di compatibilità. Si è ritenuto di adottare
un criterio sistematico nella illustrazione delle caratteristiche, esaminando gli aspetti naturali (aspetti
geomorfologici, caratteri idrografici, aspetti ambientali naturalistici e vegetazionali) e quelli insediativi
stratificati (caratterizzazione del contesto agrario, sistema insediativo storico e sistema insediativo
recente).

3.1.1 - Definizione dell’area di studio

Avendo come obiettivo la caratterizzazione della qualità del paesaggio con riferimento sia agli
aspetti storico-testimoniali e culturali, sia a quelli legati alla percezione visiva, per poter definire le
azioni esercitate dall’inserimento del Progetto e le modifiche apportate alla qualità dell’ambiente, nella
fase di studio, è stata analizzata un’area più ampia rispetto a quella di progetto, intesa come porzione del
territorio che si suppone suscettibile d’impatto. Pertanto per quanto riguarda le possibili interazioni del
progetto con il paesaggio è stata presa in considerazione in particolare l’area che ha rapporti di

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intervisibilità con il sito di progetto, delimitata a nord dal tracciato dalla linea storica "Ferrovia Roma
Firenze" ed a sud dal confine comunale, coincidente con il costone collinare costituito dal crinale che
unisce il Monte Cerasa al Monte Uccio il quale fa da quinta alla valle del Tevere in tale direzione.

L’area di studio si rapporta con zone agricole estese ma anche con zone industriali e di servizi
commerciali di notevole dimensioni, interconesse da una grande infrastruttura viaria, proponendo una
similitudine- continuità di tipologia di correlazioni che ne esclude la stretta appartenenza alla unità di
paesaggio continua e qualificata del fondovalle del Tevere.

Rileva in tal senso evidenziare come l’intervento si inserisca nell'area di un ex cava, nella quale
perdurano i segni e alcune strutture della passata attività, andando a proporre una elemento necessitante
di un netto effetto di riqualificazione del sito e per la percezione nell'ambito delle zone limitrofe, al fine
di eliminare dal territorio elementi di abbandono e degrado. Non si riscontra la presenza di nessun
centro abitato nelle immediate vicinanze intese sia in termini funzionali che percettivi.

3.1.2 - Inquadramento metodologico

Si intende con paesaggio, la manifestazione apparente dell’ambiente, ovvero la realtà territoriale


percepita dall’osservatore/fruitore, da considerarsi sia come singolo che come comunità. La valutazione
del paesaggio non può limitarsi a considerazioni d’ordine estetico, giudizio soggettivo e variabile nel
tempo, ma deve essere eseguita analizzando un insieme di fenomeni evolutivi e di processi interattivi,
naturali ed antropici, che comprendono l’uomo, le sue azioni modificatrici e le origini storiche di tali
modificazioni.

È infatti una stratificazione di fenomeni legati a più componenti e ad una molteplicità di


dinamiche ambientali: le configurazioni geologiche e naturalistiche, le configurazioni insediative, i
caratteri della visualità ed il patrimonio storico-artistico ed archeologico. Per questo motivo l’indagine
condotta è stata articolata secondo i seguenti livelli di analisi:

- l’inquadramento storico-topografico, utile in generale per la definizione di una valenza


storico archeologica dell’area di studio, ma anche per le sue influenze nella sfera
semiologica;

- l’indicazione degli aspetti paesaggistici e morfologici, degli aspetti insediativi e


infrastrutturali, delle emergenze naturalistiche e antropiche, nonché delle configurazioni
percettive, volte a definire i rapporti visuali tra l’area dell’intervento e gli elementi al
contorno.

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Questo approccio consente anche di formulare la soluzione progettuale più idonea, una volta
studiata e verificata la compatibilità, con lo scopo di stabilire se e quanto la nuova opera potrà alterare la
situazione esistente e in un quadro complessivo degli interventi di mitigazione per ridurne l’intrusione
nell’ambiente.

Sono stati effettuati sopralluoghi mirati a conoscere adeguatamente le qualità del territorio, sulla
base di campagne ricognitive e sulla documentazione bibliografica e fotografica esistente. Inoltre si è
fatto riferimento agli strumenti di prescrizione e pianificazione esistenti: il Piano Territoriale
Paesaggistico ed il Piano Regolatore Generale.

3.1.3 - Area di intervento

L'area di intervento in esame è situata nel territorio del Comune di Ponzano Romano, Città
Metropolitana di Roma.

Il sito si trova a ridosso dell’Autostrada Roma-Milano, all’interno di un’area individuata dalla


particella 39 del foglio 20 della cartografia ufficiale del Comune di Ponzano Romano.

L’area di intervento si trova nella cartografia Tecnica Regionale (CTR) nel foglio 356110 (rappr.
scala 1:10.000) e nel foglio 356114 (rappr. scala 1:5.000).

3.1.4 - Sintesi della vicenda storica

Il borgo storico di Ponzano è insediato in posizione arroccata su un modesto colle, propaggine


della sponda sud ovest della valle del Tevere, culminante nel Monte Soratte; si ipotizza, in riferimento al
dato toponomastico, che la sua origine sia proprio da collegarsi al fiume Tevere in una sua specifica
situazione morfologica; il nome del paese deriverebbe da "pons Jani", ponte di Giano o forse dalla
"gens Pontia", famiglia romana proprietaria di una villa e di terreni nella zona.

A partire dall'VIII secolo troviamo i Benedettini insediati nell'Abbazia di S. Andrea in flumine, i


quali presero possesso nella metà dell'XI secolo, del "fundus" di Ponzano. Se le prime notizie di
Ponzano risalgono all'VIII secolo, epoca in cui tale località appartenne all'Abbazia di Farfa, sempre
attraverso le fonti storiche, il primitivo nucleo abitativo risulta già costituito prima della fine del XIII
secolo.

Tuttavia all'interno del borgo le tracce monumentali più antiche non sono anteriori al secolo XIV,
mentre alcune di esse lasciano intravedere un sistema difensivo di abitazioni fortificate disposte a

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chiusura dell'abitato. È possibile infatti individuare l'originario borgo di Ponzano, nel periodo etrusco,
come un'area con nuclei abitati posti a controllare, sulla sponda destra, l'attività sul fiume acquisito
come linea di confine con i Sabini insediati sulla sponda sinistra.

La parte più antica dell'abitato deve essere individuata nella zona prospiciente il Tevere, laddove
sorse la rocca trasformata nel Palazzo Abbaziale nel 1688 dal cardinale Paluzzo Altieri.

Situato nella media valle del Tevere, a km 50 a nord di Roma, Ponzano è attestato su una delle
ultime propaggini del sistema collinare che dal monte Soratte degrada e si protende nella pianura della
riva destra del fiume. Dalla sommità di una collina a promontorio con tre lati scoscesi, alta m. 204 s.l.m.
e composta di roccia tufacea, l’abitato domina vasto fondovalle sottostante; questo è caratterizzato in
tale tratto da ampli meandri con sinuosità estremamente accentuata, segno dell'ampiezza e del gradiente
di acclività infimo dello stesso; afferisce a un orizzonte che al di là del Tevere si dilata nella Sabina dai
poggi di Stimigliano e Forano sino alle prime cime boscose dei rilievi interni.

La specificità di tale porzione della valle del Tevere è lo stesso fiume, che, dopo aver ricevuto più
a monte le acque dell’Aia a sinistra e del Treia a destra, forma i citati particolari meandri.
All’abbondanza di acqua e alle relative potenzialità irrigue si deve la rilevanza della componente
agricola dell'economia del Comune di Ponzano.

Per inciso, in riferimento a detto dato contestuale, si da conto che, nell’esaminare il rapporto tra
fiume e presenza umana è stato delineato un quadro generale che evidenzia le correlazioni tra gli
insediamenti arcaici e ne chiarisce l’evoluzione nelle diverse fasi. Le prime tracce di frequentazione
affiorate ai piedi del versante nord di Monte Ramiano risalirebbero al periodo eneolitico- inizi della
media età del Bronzo (2500-1500 a.C.). Nella successiva età del Bronzo media, recente e finale (1500-
900 a.C.) l’abitato sottostante monte Ramiano sembra essere l’unica sulla sponda destra. Infine, nella
prima età del Ferro (900-700 a.C.) gli abitati sorgono su alture e a distanza regolare come indicano i siti
finora noti lungo la riva destra del fiume.

Il fiume Tevere ha rivestito in tutti i tempi un ruolo significativo come elemento fondante per
l’insediamento umano nella sua valle e in epoca storica quello di frontiera tra i Sabini sulla sponda
sinistra e gli Etruschi sulla sponda destra. Tuttavia la funzione di via di comunicazione e di commercio
svolta dal Tevere è l’aspetto più rilevante. Tale funzione, intimamente connessa con la navigabilità del
corso d’acqua in territorio ponzanese è documentata in modo esemplare dalla presenza di uno scalo che
resti antichi hanno consentito di localizzare nel sito ancora denominato “Portovecchio”, oltre allo storico
Portus Bonus di sant'Andrea in flumine che collegava Ponzano e Stimigliano.

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3.2 - Analisi dei livelli di tutela nel contesto e nell'area di intervento

Gli strumenti di pianificazione utilizzati per la redazione del progetto hanno riguardato la
programmazione a livello regionale e provinciale e comunale. Gli atti considerati sono stati sottoposti ad
attento esame e relazionati all’opera da realizzare per verificarne la congruenza e la compatibilità. Il
Progetto, come si vedrà meglio in seguito, è stato redatto in conformità con le prescrizioni paesistiche
del PTPR e della l.r. 24/98.

3.2.1 - Beni Paesaggistici

Dalla lettura della Tavola B di PTPR si evidenzia la presenza di beni paesaggistici presenti
sull’area di intervento; viene di seguito estrapolata una specifica degli stessi attraverso una scheda
sintetica, tratta dal Webgis della Regione Lazio, inerente la stessa tavola B:

Art.8, (beni paesaggistici art. 134 co1 lett. a del Codice)

Comma 1: I beni paesaggistici inerenti immobili ed aree sottoposti a vincolo paesaggistico tramite la
dichiarazione di notevole interesse pubblico con provvedimento dell'amministrazione competente ai sensi
dell’articolo 134 lettera a) e dell'art. 136 del Codice riguardano:

a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica;
b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del codice, che si
distinguono per la loro non comune bellezza;
c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e
tradizionale, ivi comprese le zone di interesse archeologico;
d) le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere,
accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.

ID Regione Lazio cd058_147a


Nome GU Valle del Tevere
Tipo dispositivo DGR
N° GU 14
Data dispositivo 12/5/1989
Data GU o BURL 5/19/1990
allegati PTPR_art8

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Sintesi dei beni paesaggistici presenti

Pertanto la presenza di beni paesaggistici ai sensi dell’Art. 134. del Dlgs 42/04, si può così
riassumere:

 Beni di cui al comma 1 lettera a) (immobili e le aree di cui all’articolo 136, individuati ai
sensi degli articoli da 138 a 141) –presenti beni paesaggistici inerenti immobili ed
aree sottoposti a vincolo paesaggistico tramite la dichiarazione di notevole interesse
pubblico;
 Beni di cui al comma 1 lettera b) (aree di cui all’articolo 142) – non presenti;
 Beni di cui al comma 1 lettera c) (ulteriori immobili ed aree specificamente individuati a
termini dell'articolo 136 e sottoposti a tutela dai piani paesaggistici previsti dagli articoli
143 e 156) – non presenti.

3.2.2 - Il P.T.P. n. 4 – Valle del Tevere

L’area di Intervento ricade nel PTP 4 - Valle del Tevere (adottato con Dgr 2271/87 e approvato
con LR 24/98).

Il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio disciplina i beni sottoposti a vincolo,
introducendo il criterio della tutela omogenea delle aree e dei beni previsti dalla L. n. 431/85 (Galasso) e
di quelli dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della Legge n. 1497/39.

Secondo l’Elaborato E3 del PTP 15/4a carattere analitico e ricognitivo contenente la


graficizzazione dei vincoli di cui alle leggi 1497/39 e 431/85 l’area risulta essere interessata da:

 Ambito di rilevante interesse paesistico (art. 4C);


 Zone di non trasformabilità (art. 5A).

3.2.3 - Legge regionale 6 luglio 1998, n.24 – pianificazione paesistica e tutela dei beni
e delle aree sottoposti a vincolo paesistico

L’art. 1 della legge regionale 6 luglio 1998, n.24 recita:

Con la presente legge, la Regione, in attesa dell'approvazione del piano territoriale paesistico regionale, PTPR,
ha dettato disposizioni al fine di garantire una tutela omogenea sul territorio regionale delle aree e dei beni
sottoposti a vincolo paesistico, con particolare riguardo ai beni diffusi.

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La condizione transitoria delle tutele relative ai beni diffusi determinate attraverso la l.r.24/98
viene in sostanza confermata in salvaguardia attraverso le NORME del P.T.P.R., in particolare per
quanto attiene alla fattispecie dei beni tutelati per legge considerati.

3.2.4 - Il P.T.P.R.

Il nuovo strumento di tutela paesaggistica è stato adottato con deliberazione della Giunta
Regionale del Lazio 25 luglio 2007, n. 556 modificata, integrata e rettificata con deliberazione 21
dicembre 2007, n.1025 entrambe pubblicate sul supplemento ordinario n.14 del B.U.R. n.6 in data
14/02/2008.

Il PTPR è stato redatto secondo i contenuti della L.R. 24/1998 e sottopone a specifica normativa
d’uso l’intero territorio della Regione Lazio con la finalità di salvaguardia dei valori del paesaggio ai
sensi dell’art. 135 e 143 del DLgs 42/2004.

Il PTPR produce tutela paesaggistica solo ove insistono beni paesaggistici, immobili ed aree,
indicati dall’art. 134, lettere a), b), c) del D.Lgs 42/2004. come chiarito anche dagli artt. 5 e 6 delle
NORME di PTPR, ove, nell’art. 5 viene anche definita puntualmente la normativa di tutela da applicare
per ciascun tipo di bene:

Art. 5
1. Il presente PTPR esplica efficacia diretta limitatamente alla parte del territorio interessato dai beni
paesaggistici, immobili ed aree, indicati nell’art. 134, lettere a), b), c) del Codice.
2. Sono beni paesaggistici:
a)i beni paesaggistici inerenti immobili ed aree sottoposti a vincolo paesaggistico tramite dichiarazione
di notevole interesse pubblico con provvedimento dell'amministrazione competente di cui all'art. 136 del
Codice; in tali beni si applica la disciplina di tutela e di uso degli ambiti di paesaggio di cui al capo II
delle presenti norme.
b)i beni paesaggistici inerenti aree tutelate per legge di cui all’art. 142 del Codice; per tali beni si
applicano le modalità di tutela di cui al capo III delle presenti norme.
c)i beni paesaggistici inerenti immobili ed aree tipizzati, individuati e sottoposti a tutela dal presente
PTPR in base alle disposizioni di cui all’articolo 143 del Codice ed ai sensi dell’articolo 134 lettera c)
del Codice; per tali beni si applicano le modalità di tutela di cui al capo IV delle presenti norme.

Art. 6 (efficacia del PTPR nelle aree non interessate dai beni paesaggistici)
1.Nelle parti del territorio che non risultano interessate dai beni paesaggistici ai sensi dell’art. 134
lettere a), b), c) del Codice, il PTPR costituisce un contributo conoscitivo ed ha efficacia esclusivamente
propositiva e di indirizzo per l'attività di pianificazione e programmazione della Regione, delle Province
e dei Comuni, nonchè degli altri soggetti interessati dal presente Piano.
2. Nelle parti del territorio di cui al comma 1, gli strumenti di pianificazione e programmazione degli
enti sopra indicati e le loro varianti possono recepire le proposte e gli indirizzi del PTPR adeguandoli
alle specifiche realtà locali.

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3. Nelle aree che non risultano interessate dai beni paesaggistici le scelte operate in sede di piani
urbanistici o di piani settoriali possono costituire un contributo al quadro conoscitivo del PTPR.

Per agevolazione di lettura e di procedimento logico di comprensione della situazione


paesaggistica si illustrano di seguito in prima istanza i contenuti della tavola B, ove si determinano con
valore ricognitivo i beni paesaggistici e quindi le porzioni in cui opera la tutela, in quanto in una parte
dell'area risulta un bene dichiarativo (DECRETO 5 dicembre 1989 - Dichiarazione di notevole interesse
pubblico per la Valle del Tevere) quindi i beni paesaggistici presenti risultano essere tutti cogenti, ed
inoltre sono cogenti i paesaggi indicati nel PTPR. La tutela conseguente è indicata nel successivo
paragrafo relativo ai paesaggi segue l’illustrazione della Tavola A e dei suoi effetti. La tavola C di
PTPR contiene la “descrizione del quadro conoscitivo dei beni che, pur non appartenendo a termine di
legge ai beni paesaggistici, costituiscono la loro organica e sostanziale integrazione”, non costituisce
pertanto elemento prescrittivo ai fini della tutela.

3.2.4.1 - Beni dichiarativi

E' presente un Bene Dichiarativo che interessa tutta l’area di intervento.

3.2.4.2 - Beni tutelati per legge

Non è presente alcun Bene tutelato per legge all’interno dell’area di intervento.

3.2.4.3 - Beni tipizzati

Non è presente alcun Bene tipizzato all’interno dell’area di intervento

3.2.4.4 - Paesaggi

Secondo quanto enunciato si ha la cogenza dei paesaggi, più precisamente essendo l’area
interessata da:

 Paesaggio Naturale Agrario, art.22 delle NORME di PTPR, che di seguito si riporta in
estratto,

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44.4 strutture produttive industriali Eliminazione anche con rilocalizzazione

44.4.1 recupero e ampliamenti inferiori E' consentito esclusivamente il recupero delle


al 20% strutture esistenti. Non sono ammessi
ampliamenti.
44.4.2 nuova realizzazione Non consentita

66.3 Impianti per la produzione di Non compatibili


energia areali con grande
impatto territoriale (centrali
idro – termoelettriche, impianti
di termovalorizzazione,
impianti fotovoltaici)
66.4 Impianti di produzione energia Non compatibili
di tipo verticale con grande
impatto territoriale (impianti
eolici)
66.5 Impianti di produzione energia Consentiti quelli di pertinenza di edifici
rinnovabile di tipo areale o esistenti se con essi integrati o parzialmente
verticale con minimo impatto integrati nel rispetto delle tipologie edilizie

L’impianto di progetto consiste in un impianto di recupero di rifiuti organici per la produzione di


compost di qualità ed in quanto tale è un impianto di tipo industriale. Esso è altresì impianto di
produzione di energie da fonti rinnovabili in quanto produce biogas da biomassa, ma è soprattutto
un’opera pubblica e di pubblico interesse da realizzarsi su area di proprietà pubblica in project financing
da parte di una società partecipata a prevalente capitale pubblico. Conseguentemente l’attività prevista
non è ascrivibile ad una singola fattispecie di cui alle tabelle B del PTPR. La conformità non si basa
sulla norma regolamentare ma bensì proprio sulla natura di opera pubblica e di pubblico interesse e che
pertanto è assentibile ai sensi dell’art 18ter della LR 24/98, come più dettagliatamente illustrato nel
paragrafo relativo alla conformità.

3.2.4.5 - Tavola C

All’interno e in prossimità dell’area di intervento, sulla tavola C di PTPR, risultano presenti:

 schema del Piano Regionale dei Parchi;


 beni lineari (fascia di rispetto 100 mt);
 percorsi panoramici.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

Tale elaborato costituisce mero riferimento propositivo e di indirizzo e non esplica alcuna
salvaguardia ai sensi dell’art.3, comma2 lettera e) delle NORME di PTPR: La tavola C ha natura
descrittiva, propositiva e di indirizzo nonché di supporto alla redazione della relazione paesaggistica.

L’unico elemento di particolare attenzione, trovandosi in presenza di bene dichiarativo, è


costituito dai percorsi panoramici, costituiti dall’autostrada e dalla ferrovia. Tale indicazione risulta del
tutto generica in quanto riportata sull’intero tracciato dei percorsi mentre la loro effettiva panoramicità
si realizza sono a tratti. In corrispondenza dell’area di studio per esempio l’autostrada corre in trincea e
non ha alcuna visuale verso il paesaggio circostante mentre la ferrovia corre addirittura in galleria.

I percorsi e punti panoramici indicati nelle tavole C di PTPR, saranno precisati e riportati nella
tavola A assumendo carattere di vigenza, solo una volta approvato il PTPR. Si può osservare come le
nuove elaborazioni delle tavole A allegate alla proposta di deliberazione di approvazione del PTPR
riportino i percorsi panoramici come verificati e specificati nella loro effettiva locale panoramicità. A
questi si fa riferimento nelle considerazioni sull’inserimento del progetto a sulla compatibilità
paesaggistica.

3.2.5 - PIANIFICAZIONE COMUNALE

Secondo il Piano Regolatore Generale del Comune di Ponzano Romano, adottato con
Deliberazione di Consiglio Comunale n° 106 del 19.10.1974 e la 1° Variante Generale al PRG,
adottata con Deliberazione di Consiglio Comunale n° 5 del 18.01.1999, l’area in esame è classificata
come zona E2 – Verde agricolo Vincolato.

3.2.6 - PIANIFICAZIONE DI SETTORE - Nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti della


Regione Lazio

Il Nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio è stato approvato il 18 Gennaio 2012
dal Consiglio Regionale e dota il Lazio di un ciclo integrato nella gestione dei rifiuti.

Tratta il tema della Pianificazione degli impianti, e introduce l’argomento per quanto attiene gli
impianti di compostaggio.

Al fine di promuovere il recupero dei rifiuti organici, la Regione Lazio incoraggia il trattamento
delle frazioni organiche da raccolta differenziata negli impianti di trattamento meccanico biologico
laddove possibile dal punto di vista tecnico.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

Nel Nuovo Piano in primo luogo è possibile identificare i fattori preferenziali di localizzazione
degli impianti di compostaggio come di seguito si riporta:

 Aree con destinazione industriale (aree artigianali e industriali esistenti o previste dalla
pianificazione comunale) e agricola.
 Baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento del rifiuti.
 Accessibilità da parte dei mezzi conferitori senza particolare aggravio rispetto al
traffico locale
 Presenza di aree degradate da bonificare (D.M. 16/5/89, D.Lgs n. 22/97), ad esempio
aree industriali dimesse.
 Aree a destinazione industriale (aree artigianali e industriali esistenti o previste dalla
pianificazione comunale) o a servizi tecnici o contigue alle stesse.

Il Nuovo Piano recepisce tutte le innovazioni di legge intervenute dalla precedente pianificazione
del 2002, fino all’ultima modifica apportata al Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 205/2010).

Appare evidente che la localizzazione dell’impianto di progetto risponda a tutti ci criteri


localizzativi dettati dal piano regionale, infatti è localizzato in area agricola, ma già interessata da
attività di tipo produttivo (impianto inerti); è baricentrica rispetto alla produzione infatti si tenga
presente che nel contesto, oltre alla produzione derivante dalla raccolta differenziata dei centri abitati si
ha la una grande produzione di biomassa da scarti agricoli che nel comune di Ponzano e limitrofi è di
notevole entità vista la vocazione agricola del territorio in esame; l’accessibilità all’area è ampiamente
garantita dalla viabilità esistente e dal collegamento con l’asse autostradale; l’area d’intervento è
un’area degradata e da bonificare dalla presenza di materiali e impianti abbandonati.

3.3 - Documentazione fotografica

La documentazione fotografica allegata è stata suddivisa in due diverse categorie per una
maggiore attinenza alla precedente descrizione del contesto e del sito, rendendone auspicabilmente più
agevole la comprensione:

 documentazione fotografica riferibile al contesto dell’area di intervento nonché quella


riferibile alla percezione esterna del sito lungo tutte le percorrenze perimetrali fattibile da
pubbliche viabilità;
 documentazione fotografica di dettaglio riferibile al sito e agli elementi puntuali ivi
presenti.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

4- IL PROGETTO

La presente sezione ha lo scopo di fornire quegli elementi aggiuntivi rispetto agli elaborati stessi
di progetto, il quale rappresenta le opere previste in modo esauriente sotto il profilo tecnico, al fine di
rendere comprensibile l'adeguatezza dell'inserimento delle trasformazioni nel contesto paesaggistico e
nell’area di intervento.

Per l’inquadramento si rimanda alle tavole allegate dove si trovano carte topografiche elaborati di
Pianificazione paesaggistica, rilievo dello stato di fatto, atti a dare contezza delle situazioni
paesaggistiche precedentemente descritte.

4.1 - Criteri generali di impostazione del progetto

Il progetto riguarda la realizzazione di un impianto basato sul processo di digestione anaerobica di


rifiuti organici di natura agro-industriale prodotti raccolta differenziata con produzione di compost di
qualità e biometano da immettere nella rete di distribuzione nazionale. Il processo di trattamento
previsto, si basa sulla digestione anaerobica del tipo "semi-secco" modulare. Il processo di
compostaggio è un'operazione di recupero che rientra nella definizione dell’allegato C del D. Lgs.
152/2006 come: R3 - “riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese
le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)”. La trasformazione dei rifiuti organici
raccolti in forma differenziata consente di produrre un ammendante utilizzabile e commercializzabile
come fertilizzante. Il recupero della frazione organica dei rifiuti urbani mediante compostaggio
contribuisce in maniera sostanziale al rispetto dei principi di gestione dei rifiuti e al raggiungimento
degli obiettivi che la normativa a livello comunitario e nazionale ha posto.

L’iniziativa è il frutto dell’esperienza maturata dalla società Sogliano Ambiente SpA, società a
prevalente capitale pubblico, da anni attiva nell’ambito della progettazione, costruzione e gestione di
impianti per il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti. Attraverso la massimizzazione del recupero di
energia e di materia dai residui, e la relativa minimizzazione degli scarti da avviare a discarica,
l’iniziativa proposta permetterà di chiudere il ciclo dei rifiuti, e garantirà la massima salvaguardia
ambientale grazie all’impiego delle più recenti tecnologie per il contenimento e l’abbattimento delle
emissioni.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

4.2 - Materiale trattato

Nell’impianto viene trattato “rifiuto organico” che secondo le definizioni di legge comprende:
“rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici,
ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall’industria
alimentare raccolti in modo differenziato”

In termini quantitativi l’impianto proposto permetterà di trattare una circa 130.000 t/a di cui
105.000 FORSU e 25.000 t/a VERDE.

4.3 - Produzione dell’impianto

Il prodotto finale dell’impianto è costituito da “Compost di qualità”, come definito dal D.Lgs
152/06 e s.m. e i. all’art. 183: “Compost di qualità - prodotto ottenuto dal compostaggio di rifiuti
organici raccolti separatamente, che rispetti i requisiti e le caratteristiche stabilite dall’allegato 2 del
decreto legislativo 2 aprile 2010, n. 75 e successive modifiche e integrazioni". La produzione annua si
attesterà intorno a 31.824 ton.

Il ciclo produttivo a digestione anaerobica consente inoltre la raccolta di biogas da immettere nella
rete nazionale. Si tratta pertanto di energia prodotta da fonti di energia rinnovabili. L’impianto proposto
prevede il recupero annuo di biometano per circa 3.700.000 Nmc/anno.

4.4 - Variante urbanistica

Per garantire una maggiore coerenza con il futuro uso del terreno, in ogni caso, allegato al
progetto è stata inserita la Proposta di Variante Urbanistica, per classificare l’area come zona -
Produttiva industriale, ai sensi art. 29-quarter comma 11 del D.lgs. 152/06, la futura
eventuale approvazione del progetto, da parte degli Enti competenti nel corso della Conferenza
di Servizi, indetta per l’ottenimento dell’autorizzazione integrata ambientale, comporterà
l’approvazione anche di detta variante e quindi la riclassificazione dell’area. Infatti l’articolo
citato definisce tutte le autorizzazioni acquisite attraverso l’ottenimento dell’Autorizzazione
Integrata Ambientale, tra le quali l’autorizzazione ex art. 208, che costituisce variante allo
strumento urbanistico e dichiarazione di pubblica utilità.

Sono garantiti gli standard di legge ai sensi del DM 144/68.

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4.5 - Aree operative

Di seguito si riporta la planimetria con l’indicazione delle principali aree di lavorazione

Figura 1 – planimetria generale 

L’impianto occupa un lotto della superficie di circa 60.880,00 m2 così suddiviso:

 Piazzali ed aree di manovra: 15.344,00 m2


 Aree verdi: 19.615,00 m2
 Palazzina uffici e servizi: 624,00 m2
 Aree tecniche (upgrading del biometano, depurazione..): 6.332,00 m2
 Biofiltazione e trattamento aria: 2.300,00 m2
 Capannone di lavorazione: 16.665,00 m2
 Fascia di rispetto autostradale (30,00 m): 11.511,00 m2

Tutte le operazioni di trattamento e valorizzazione effettuate sui rifiuti saranno svolte all’interno
del capannone di nuova realizzazione.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

All’esterno del fabbricato di lavorazione il progetto prevede la realizzazione delle seguenti aree
funzionali:
1. Zona di ingresso: zona dove sono localizzate le attività di ricezione, l’ufficio pesa e la
bascula per il riconoscimento dei mezzi e le operazioni pesatura.
2. Palazzina uffici e servizi accessori: comprendente la palazzina uffici e servizi (servizi
igienici, mensa, spogliatoi, ecc.), oltre a parcheggi
3. Impianto di depurazione delle acque di processo.
4. Aree di trattamento aria e biofiltrazione, costituito da scrubber e biofiltri.
5. Aree verdi sulle quali è prevista la piantumazione di specie arboree ed arbustive al fine di
creare uno schermo naturale di mitigazione ambientale

Il trattamento anaerobico avverrà all’interno dei 3 digestori strutture chiuse ed ermetiche il cui
carico e scarico di materiale avverrà tramite tubazioni. Il Biogas prodotto verrà aspirato direttamente dai
digestori ed avviato alla stazione di upgrading per la raffinazione e la successiva immissione del
biometano nella rete nazionale.

Tutte le fasi di trattamento della frazione organica e dei rifiuti verdi avvengono all’interno del
capannone di nuova realizzazione. Il capannone sarà messo in depressione e dotato di un sistema per il
trattamento dell’aria che permetterà di eliminare le molestie olfattive verso l’esterno garantendo
contemporaneamente la salubrità degli ambienti lavorativi.

Il compost maturo sarà invece stoccato nella limitrofa area della superficie di 20,45 x 38,70 m che
permetterà circa 20 giorni di stoccaggio del materiale in uscita.

4.5.1 - Capannone

Le operazioni descritte nei paragrafi precedenti si svolgeranno all’interno di una struttura


industriale di nuova realizzazione. All’interno del capannone troveranno posto l’area di ricevimento e
conferimento, la selezione di pretrattamento, le aree di maturazione aerobica e l’area di raffinazione.
L’edificio di nuova realizzazione si sviluppa su un unico livello per un’altezza utile massima di 8,00 m
e 10,00 m.

4.5.2 - Uffici

Una palazzina di nuova realizzazione in cemento armato sarà localizzata in prossimità dell’area di
ingresso ed ospiterà gli uffici ed i servizi. La palazzina si sviluppa su due piani: al piano inferiore

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

troveranno posto i servizi del personale e gli spogliatoi, la segreteria, l’area ristoro, l’infermeria e i
locali tecnici; al piano superiore verranno inseriti l’ufficio tecnico la direzione e la sala riunioni.

I mezzi autorizzati al conferimento dei rifiuti presso l’impianto saranno sottoposti ad una fase di
accertamento e verifica formale, attraverso la postazione dell’ufficio pesa. Tale determinazione sarà
effettuata mediante una pesa a ponte automatizzata.

4.5.3 - Pavimentazioni esterne

Su tutta l’area interessata dall’impianto è prevista una pavimentazione impermeabile atta ad


impedire che i rifiuti possano venire a contatto con il suolo.

Due differenti tipologie di pavimentazione caratterizzeranno le aree di transito dalle aree interne
agli edifici adibiti al trattamento dei rifiuti.

Per i piazzali e le zone di transito è prevista una pavimentazione costituita dalla sovrapposizione
dei seguenti materiali:

 Letto di sabbia di 10,00 cm;


 Massicciata stradale di 30,00 cm;
 binder dello spessore di 5,00 cm;
 strato di usura dello spessore di 3 cm.

Il piazzale sarà chiuso da un cordonato delle dimensioni di 12,00 x 24,00 cm, poggiante su un
massetto di fondazione in calcestruzzo magro alto 10,00 cm.

4.5.4 - Approvvigionamento idrico e trattamento acque

L’approvvigionamento idrico avverrà tramite l’allaccio ad un pozzo di nuova realizzazione.

L’impianto sarà dotato di un sistema di depurazione dei percolati, delle acque di lavaggio, delle
acque di prima pioggia e delle acque “madri” provenienti dal comparto di disidratazione meccanica del
digestato. La rete di captazione dei percolati avvierà i reflui all’area di stoccaggio. Le cisterne verranno
posizionate all’interno di una vasca di contenimento profonda 280 cm realizzata in c.a. gettato in opera
impermeabilizzata internamente con un telo in HDPE dello spessore di 2 mm. I muri di contenimento
saranno alti 120 cm e larghi 20 cm. L’armatura sarà costituita da staffe ogni 50 cm cui verrà appoggiata
internamente ed esternamente una rete a maglia di 20 * 20 cm.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

Si prevede di avviare le acque meteoriche di seconda pioggia e le acque bianche delle coperture ad
una vasca di stoccaggio per garantire una riserva idrica da impiegare come acqua di processo e per la
riserva antincendio.

Le acque meteoriche provenienti dalle coperture del capannone e dall’area uffici (per un totale di
circa 17.289 m2), saranno avviate, per mezzo di una rete di raccolta dedicata, alla vasca di stoccaggio
per essere reimpiegate a fini industriali, l’eventuale esubero sarà avviato al limitrofo Fosso attraverso lo
scarico finale. Si prevede una portata annua di 16.822 mc/anno di acque provenienti bianche dalle
coperture.

Le acque meteoriche provenienti dai piazzali e dalle strade saranno avviate a una vasca di prima
pioggia con annesso impianto di trattamento costituito da sgrigliatore dissabbiattore e desoleatore e di
seguito avviate allo scarico al colatore naturale (Fosso del Brecceto). Le acque di seconda pioggia
saranno invece avviate alla vasca di stoccaggio e l’esubero eventuale al Fosso del Brecceto.

La quota di acque meteoriche provenienti dai piazzali e dalle aree drenate (marciapiedi, aree
techiche, aree di manovra) della superficie 21.676 mq, in base ai dati di pioggia rilevati può essere
stimata in circa 21.090 mc/anno La vasca prevista nel progetto, avrà un volume di circa 125 mc
comprendente il volume di sedimentazione e le seguenti dimensioni utili: 6,00 x 5,20 x 4,00 m.

Le acque nere provenienti dall’area servizi saranno raccolte mediante tubazioni in PVC, e
convogliate al sistema di trattamento previsto che si articola in due fasi principali:

 Pretrattamento: fossa biologica Imhoff (acque nere) e sgrassatore (acque grigie);


 Trattamento finale mediante sistema di subirrigazione a vassoi assorbenti.

4.5.5 - Verde di progetto

Al fine di ridurre l'impatto visivo dell'opera, verrà realizzata una cortina arborea lungo tutto il
perimetro del lotto, inoltre verranno realizzate opere di sistemazione a verde in aiuole e scampoli di
terreno liberi dalle strutture dell’impianto. Queste aree correttamente separate dalla sede stradale tramite
la realizzazione di cicli di contenimento dei terreni, verranno riempite con terreno coltivabile e
piantumate. Nelle zone a verde si provvederà a realizzare un manto erboso continuo e a piantumare
preferibilmente del verde nobile (alberi sempreverdi, cespugli fioriti) richiedente comunque scarsa
manutenzione. In particolare verrà realizzata una cortina arborea a schermatura e protezione
dell’impianto di Acer negundo.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

5- CONFORMITÀ CON LA PIANIFICAZIONE PAESISTICA

L’area d’intervento é interessata da bene dichiarativo ai sensi all’art.134, comma 1, lettere a) del
Codice, pertanto, come già indicato precedentemente, trova applicazione la disciplina di tutela indicata
del PTP vigente e quella inerente i Paesaggi del PTPR in salvaguardia.

La disciplina del “paesaggio naturale agrario” in cui si ricade, disciplinato all’art. 22 delle NTA di
PTPR, non consente di norma impianti di tipo industriale o impianti di produzione di energia da finti
rinnovabili a carattere non pertinenziale. L’impianto è però opera pubblica e di pubblica utilità ai sensi
dell’art 208 c.6 del D.Lvo 152/06 ( “(…) L'approvazione sostituisce ad ogni effetto visti, pareri,
autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra,
variante allo strumento urbanistico e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed
indifferibilità dei lavori.), da realizzarsi su area di proprietà pubblica e da parte di società a prevalente
capitale pubblico.

Si rammenta inoltre, a conforto del l'interesse pubblico, che in quanto impianto di produzione di
energie da fonti rinnovabili l’impianto ricade nell’ambito di applicazione del Dlvo 387/03, e
conseguentemente, in virtù dell’art. 12, comma 1 è da considerarsi di pubblica utilità indifferibilità e
urgenza per legge.

Le opere pubbliche e di pubblico interesse sono consentite anche se in contrasto con la norma
regolamentare, in virtù dell’art. 18 ter della LR 24/98: “b-ter) previo parere preventivo e vincolante del
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sono consentite la realizzazione di opere
pubbliche o di pubblico interesse”.

Si ritiene opportuno specificare tale disposizione normativa è intesa a garantire la possibilità di


superare la disciplina di tutela paesaggistica qualora siano riscontrati al contempo il superiore interesse
pubblico e la compatibilità dell'intervento attraverso il vaglio preventivo soprintendentizio, organo
ministeriale competente in materia.

All'uopo giova precisare che tale dispositivo va considerato con il suo incipit, costituito dal
comma 1 dell'art 18 ter parte del Capo II Modalità di tutela dei beni e delle aree sottoposti a vincolo
paesistico :

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

"1. Fermo restando l’obbligo di richiedere l’autorizzazione paesistica di cui all’articolo 25, nelle
zone sottoposte a vincolo paesistico sono comunque consentiti, anche in deroga alle disposizioni
contenute nel presente capo:(NDR: gli interventi di seguito specificati, lettere a), b), b bis), b ter), etc..)"

Come rilevasi dall'intitolato del Capo questo riguarda le modalità di tutela "dei beni e delle aree
sottoposti a vincolo paesistico" senza limitazione nella determinazione di tali beni, comprendendo
quindi sia i beni dichiarativi che quelli ope legis.

La tutela dei così detti "beni dichiarativi" ovvero quelli di cui all'art. 136 del Dlgs 42/04,
riguardanti il sito in esame, sono disciplinati dall' art. "Art. 14(Classificazione delle aree sottoposte a
vincolo paesistico con provvedimento dell'amministrazione competente)", dello stesso Capo II,
rimandando le specifiche tutele alle norme di PTP fino all'approvazione del PTPR, le quali sono vigenti
in salvaguardia dalla pubblicazione della loro adozione avvenuta il 14 febbraio 2008; tale disciplina dei
beni dichiarativi rientra fra "le disposizioni del presente Capo" di cui al citato comma 1 dell'art. 18 ter,
discendendone che quella di cui all'evidenziata lettera b ter) del medesimo comma trova pacifica
applicazione.

Ne consegue l'essenzialità, accertato il pubblico interesse, della valutazione di COMPATIBILITÀ di


stretta competenza soprintendentizia, ai fini della stessa determinazione della conformità dell'intervento,
in ossequio alla norma invocata, la quale appare abbia inteso anteporre tale valutazione, invertendo di
fatto quanto previsto in via ordinaria nel procedimento di autorizzazione paesaggistica. Lo studio di cui
al successivo capitolo 6 è dedicato a fornire gli elementi per detta valutazione di COMPATIBILITÀ.

La testé precisazione in ordine all'espressione soprintendentizia anticipata rispetto alla procedura


ordinaria viene meno nel caso si proceda ad un iter approvativo attraverso conferenza di servizi alla
quale partecipino gli organi competenti in materia di tutela del paesaggio, potendo, in tal caso, per
l'insita simultaneità dell'espressione, addivenire alle opportune valutazioni.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

6 - COMPATIBILITÀ DEL PROGETTO CON LE FINALITÀ DI TUTELA

6.1 - Impostazione metodologica

Prendendo atto che, secondo la definizione di “paesaggio”, individuata nella Convenzione


Europea, tenutasi a Firenze il 20 ottobre 2000, esso designa “una determinata parte di territorio, così
come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e
dalle loro interrelazioni”. La sua salvaguardia viene perseguita dunque attraverso “azioni di
conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate
dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d'intervento
umano”., e che inoltre il paesaggio “costituisce un bene finito e consumabile”, quale insieme delle
forme di un luogo e delle relazioni fra di esse1, e perciò risultato dell'evoluzione della Natura e
dell'azione dell'uomo.

Rilevato che il Codice dei beni culturali e del paesaggio, all’articolo 131, ai commi 1 e 2, altresì,
riporta la seguente definizione: “Ai fini del presente codice per paesaggio si intende una parte
omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche
interrelazioni……2. La tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime
quali manifestazioni identitarie percepibili”., nelle analisi e considerazioni seguenti si fa riferimento
alla ulteriore indicazione secondo cui “ciascuna azione dovrebbe essere orientata alla realizzazione di
nuovi valori paesaggistici integrarti e coerenti”, “rispondente a criteri di qualità e sostenibilità”, in linea
con quanto peraltro previsto dal Codice agli artt. 6, comma 1 e 131 commi 5 e 6, da attuarsi “nel
rispetto delle esigenze della tutela”2.

1
BAROCCHI R., Dizionario di urbanistica, Franco Angeli, Milano, sec. ed. 1984
2
“Art. 6. Valorizzazione del patrimonio culturale, comma 1. …omissis… In riferimento al paesaggio, la valorizzazione
comprende altresì la riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposti a tutela compromessi o degradati, ovvero la
realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati.- Art. 131. Paesaggio; comma 5. La valorizzazione del
paesaggio concorre a promuovere lo sviluppo della cultura. A tale fine le amministrazioni pubbliche promuovono e
sostengono, per quanto di rispettiva competenza, apposite attività di conoscenza, informazione e formazione, riqualificazione e
fruizione del paesaggio nonché, ove possibile, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati. La
valorizzazione è attuata nel rispetto delle esigenze della tutela- comma 6. Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali
nonché tutti i soggetti che, nell'esercizio di pubbliche funzioni, intervengono sul territorio nazionale, informano la loro attività
ai principi di uso consapevole del territorio e di salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di realizzazione di nuovi
valori paesaggistici integrati e coerenti, rispondenti a criteri di qualità e sostenibilità….”

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

Al fine di chiarire ulteriormente l’impostazione metodologica della trattazione del presente


capitolo si precisa, in ordine a quest’ultimo punto - rispetto delle esigenze della tutela – che, come noto,
queste vengono determinate in ossequio alla legislazione vigente attraverso la Pianificazione
Paesaggistica, nello specifico per la porzione di territorio interessata dal progetto dal PTP n.4 vigente e
dal PTPR vigente in salvaguardia. Al di là della norma regolamentare, che attiene più la conformità, nel
presente capitolo si prendono in considerazione gli effetti delle opere di progetto in relazione alle
componenti ed elementi qualificanti del paesaggio valutate in uno con i fattori di vulnerabilità e rischio
per verificarne la compatibilità con gli obiettivi di tutela e miglioramento della qualità paesaggistica.

Tanto premesso l’obiettivo perseguito è quello di riconoscere le caratteristiche delle


trasformazioni prodotte dalla azioni di progetto, ed atteso che, come su accennato, non hanno effetti
strutturanti sul Paesaggio, venga assicurata nella maggior misura la continuità dei connotati della “parte
omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche
interrelazioni, operando affinché siano riconosciute queste interrelazioni e, anche localmente, siano
salvaguardate, ove necessario, con le opportune mitigazioni e ottimizzazioni.

6.2 - Aspetti percettivi e simbolici

L’ambito paesaggistico in cui il progetto si inserisce è costituito da un tratto della valle del Tevere
pianeggiante e di notevole ampiezza. In cui il corso d’acqua si orienta eccezionalmente in direzione
Ovest-Est. L’invaso fluviale è delimitato a nord dai rilievi ondulati dei monti della Sabina, la cui
morfologia ondulata è caratterizzata dalla presenza di borghi storici posti sulle sommità e crinali (come
Stimigliano, Forano, Sommavilla ecc.) caratteristica del paesaggio della Sabina. A sud invece è
delimitata dalle pendici del monte Soratte e dai suoi contrafforti costituiti dalla discontinuità negli
altipiani prevalentemente vulcanici dell'ambito paesaggistico vulcanico Cimino-Sabatino. Il Soratte
caratterizzato dalla sua morfologia accentuata e dalla fitta copertura boschiva, domina isolato il contesto
collinare e vallivo circostante, caratterizzandolo fortemente, come anche attestato da una vasta
iconografia storica. Esiste un forte rapporto percettivo tra i rilievi e il fondovalle e tra le opposte
formazioni collinari e montuose che costituiscono l’una per l’altra lo sfondo del quadro paesaggistico
incentrato sulla valle Tiberina. La valle è pertanto descrivibile come un unicum percettivo ancora con un
buon grado di integrità e in cui ancora sopravvivono i rapporti percettivi e simbolici tra gli elementi
caratterizzanti.

Nella valle corrono, oltre al fiume, le grandi infrastrutture lineari dell’autostrada e della linea
ferroviaria, che per un lungo tratto corre in galleria, entrambe in riva destra del fiume.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

Si possono chiaramente distinguere due ambiti paesaggistici con diversi gradi di integrità. La
fascia in riva destra del fiume, in prossimità delle infrastrutture lineari, dove ricade l’area d’intervento,
risulta maggiormente compromessa, sia per la presenza dell’autostrada che per la presenza dell’Outlet e
di impianti agro-industriali (Farine Laziali) con capannoni e strutture di notevoli dimensioni. L’ambito
che comprende l’ampia pianura alluvionale mantiene un elevato grado di integrità, essendo
principalmente suolo agricolo interrotto solo dalle face ripariali dei corsi d’acqua e punteggiato da
qualche casale agricolo. Questo ambito sfuma delle pendici collinari dei monti sabini da un lato e nelle
pendici collinari del monte Soratte dall’altra, dove anche globalmente si conserva un discreto grado di
integrità.

L’area d’intervento è costituita in parte da un area già compromessa in quanto occupata da un


impianto di produzione di breccia. Ha nel tempo subito modifiche morfologiche ed è occupata dalle
strutture abbandonate dell’impianto, da cumuli di inerti e versa in grave stato di degrado e abbandono.
L’area è posta in adiacenza dell’autostrada a una quota media di circa 50 mslm, ovvero in posizione più
elevata rispetto al percorso autostradale tanto che non si ha tra le due alcun rapporto percettivo. Infatti
l’autostrada nel tratto in questione non ha alcun carattere di panoramicità, correndo in trincea a oltre
10m più in basso del terreno naturale. Dall’osservazione dei profili (tav. 17.3) si può facilmente rilevare
tale condizione. L’area d’intervento che degrada leggermente verso valle è per questo motivo
scarsamente visibile dal territorio posto a monte dell’autostrada. Questo, insieme alle schermature
arboree esistenti e di progetto, nonché al trattamento a verde rampicante delle facciate, renderà le opere
di progetto scarsamente percepibili anche da tale porzione di territorio e comunque ben inserite.

A tale proposito rileva evidenziare di come i terreni posti a monte dell’autostrada siano di
particolare bellezza. Caratterizzati dall’alternarsi di pascoli, macchia e bosco, conservano elevato grado
di integrità e costituiscono un elemento di particolare qualità nel contesto paesaggistico, oltre a
costituire la sede, come accennato in fase di analisi, dei probabili primi fenomeni insediativi antropici
dell'Età del Bronzo di Monte Ramiano. Pertanto la localizzazione prescelta per l’impianto, a valle
dell’autostrada, ma ancora non facente parte del fondo valle alluvionale del tevere, è indubbiamente
preferibile a qualunque altra localizzazione a monte di essa in quanto permette di non interferire con la
porzione di maggiore qualità e sensibilità paesaggistica.

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Ponzano Romano – Impianto per compostaggio e biometano RELAZIONE PAESAGGISTICA

6.2.1 - Capacità di assorbimento visuale

L’area d’intervento infatti per la sua particolare posizione a ridosso della grande infrastruttura ma
in un tratto avulso da caratteri di panoramicità, nonché il posizionamento a quote più basse,
conferiscono all’area un elevato grado di capacità di assorbimento visuale e non si interpone e non
interferisce nel rapporto percettivo tra i rilievi collinari e il fondovalle. Anche traguardando dalla riva
opposta del Tevere, l’area d’intervento non intacca in alcun modo il quadro paesaggistico dei rilievi
collinari e del Monte Soratte, né intacca la continuità della piana alluvionale, ponendosi al suo margine
e a ridosso della già mercata cesura rappresentata dal tracciato autostradale con le sue annesse rilavanti
strutture edilizie per attività produttive e di servizi.

6.2.2 - Compatibilità con la tutela delle visuali

La pianificazione paesistica individua dei percorsi panoramici, autostrada e ferrovia, indicandoli


nella tav C di PTPR. Tale indicazione risulta del tutto generica in quanto non tiene conto dell’effettiva
panoramicità dei percorsi indicandoli genericamente tali per tutta la loro lunghezza. La specifica dei
tratti di effettiva panoramicità, in funzione della morfologia e della presenza di interposti elementi che
ne impediscono le visuali avverrà in sede di approvazione del PTRP, in cui i tracciati e i punti
panoramici saranno riportati nelle tavole A del PTPR ed assumeranno carattere di cogenza. Le nuove
elaborazioni delle tavole A allegate alla proposta di delibera di approvazione del PTPR (PDC
n.60/2016) riportano i tracciati di effettiva panoramicità dal quale si può osservare come la ferrovia e il
tracciato autostradale nel tratto in esame non hanno alcun carattere di panoramicità. L’autostrada perché
corre in trincea e la ferrovia addirittura in galleria.

Nella presente analisi percettiva e delle vedute risulta pertanto corretto assumere che i suddetti
tracciati non hanno nel tratto in esame alcuna relazione visiva col contesto e che pertanto le opere di
progetto, risultano del tutto conformi e compatibili con tutela delle visuali, escludendosi
"l'interposizione di ogni ostacolo visivo tra il punto di vista o i percorsi panoramici e il quadro
paesaggistico". ai sensi dell'art. 16 comma 4 della l.r.24/98.

6.2.3 - Bacino di intervisibilità

Il bacino di intervisibilità mostra come le opere di progetto saranno visibili da un contesto


piuttosto ridotto.

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6.3 - Compatibilità con finalità della tutela

Dalla lettura della disciplina del paesaggio emerge che trattandosi di ambiti delle valli fluviali
caratterizzati dal prevalente uso agricolo con anche elementi naturali, gli obiettivi di salvaguardia sono
prioritariamente rivolti a:

 Mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie del


paesaggio naturale
 Riqualificazione e recupero dei caratteri naturali propri;
 Tutela dei beni del patrimonio naturale e culturale;

Attraverso la tutela in particolare di:

 Aree agroforestali con vegetazione arbustiva o a pascolo naturale


 Aree di fondovalle a utilizzazione prevalentemente agricola;

Il progetto interessa un’area attualmente occupata da un impianto dismesso in un terreno


tradizionalmente destinato all’attività estrattiva nonché adiacente al tracciato autostradale e pertanto
privo di reale vocazione agricola, anche e soprattutto se confrontato con i terreni di eccezionale fertilità
e produttività che caratterizzano il resto del fondovalle. Pertanto il progetto non incide direttamente su
nessuna delle suddette componenti. Rileva altresì sottolineare che sebbene l’impianto di compostaggio,
dovendo trattare anche rifiuto organico proveniente dalla raccolta differenziata urbana, esso tratterà gli
scarti agricoli proveniente dal territorio comunale e pertanto costituisce opera correlata e funzionale al
ciclo agricolo tradizionale che caratterizza il territorio.

I fattori di rischio ed elementi di vulnerabilità del paesaggio sono costituiti da:

 Modificazione della compagine vegetale o morfologia


 Modificazioni dell’assetto fondiario, agricolo e colturale
 Modificazioni dei caratteri strutturanti il territorio agricolo
 Interruzione di processi ecologici e ambientali
 Fenomeni di intrusione e di riduzione del suolo a causa di riconversione di aree verdi ai
fini insediativi (seconde case, strutture ricettive)
 Eccessivo uso del bene dovuto a turismo di massa

Il progetto incide su un’area già in parte compromessa e priva di elementi di pregio e non
determina alcun effetto negativo in relazione ai suddetti fattori di rischio.

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6.4 - Pubblico Interesse e benefici ambientali/paesaggistici

Nel presente paragrafo, oltre a ribadire che il progetto in esame riguarda un’opera pubblica e di
pubblico interesse, in base all’art 208 c.6 del D.Lvo 152/06, si vogliono evidenziare gli elementi
qualificanti della tipologia d’impianto proposto al fine di evidenziarne sia l’effettivo pubblico interesse
che i benefici ambientali e paesaggistici.

Rileva a tale proposito sottolineare i benefici più o meno indiretti derivanti dalla utilizzazione
delle tecnologie dell’impianto. Innanzi tutto il rispetto dei principi di gestione dei rifiuti e al
raggiungimento degli obiettivi che la normativa a livello comunitario e nazionale ha posto. Infatti la
normativa di settore, nello stabilire una gerarchia di gestione dei rifiuti, mette in primo piano il recupero
di materia che, dopo la prevenzione e la preparazione per il riutilizzo, é anteposto non soltanto allo
smaltimento, ma anche al recupero di energia. Così si incoraggia:

 la raccolta separata dei rifiuti organici;


 il trattamento dei rifiuti organici in modo da realizzare un livello elevato di protezione
ambientale;
 l’utilizzo di materiali sicuri per l’ambiente ottenuti dai rifiuti organici, ciò al fine di
proteggere la salute umana e l’ambiente

I benefici ambientali hanno sempre una ricaduta positiva sul paesaggio, anche laddove ciò avviene
in modo indiretto. Se infatti si considera il paesaggio come la “pelle” dell’ambiente, la sua qualità e
bellezza non può non dipendere dalla globale salute dell’organismo “ambiente” nel suo complesso.

I benefici si possono così riassumere:

 Ridurre notevolmente il materiale destinato a discarica,


 Produrre ammendante per il miglioramento della qualità dei suoli e prevenire la perdita di
fertilità;
 Produzione di energia “pulita” da fonti rinnovabili;

In ordine al primo punto si deve tenere conto che il recupero delle frazioni organiche
contribuiscono notevolmente alla riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica (come disposto dalla
Direttiva discariche 1999/31/CE e recepito dal D.Lgs. 36/2003) in quanto rappresentano il 30% del
totale dei rifiuti. Questo fatto è pertanto utile alla Regione per la pianificazione e il controllo del
funzionamento della gestione dell’intero ciclo integrato dei rifiuti ma soprattutto determina una
riduzione delle superfici di suolo da compromettere per la realizzazione delle discariche che, anche in

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considerazione del fatto che si tratta di siti destinati alla compromissione pressoché permanente,
costituiscono un elemento di degrado paesaggistico.

La produzione di “compost di qualità” quale ammendante è un elemento utile a contrastare i


processi di degrado del suolo quali la desertificazione, l’erosione e la diminuzione di sostanza organica.
Il compost di qualità é riconosciuto, al pari del letame, come “il miglior ammendate organico in grado di
“costituire l’humus, che a sua volta migliora le caratteristiche del suolo”, grazie alla materia organica
stabile in esso contenuta”. Anche nelle norme per lo sviluppo dell’agricoltura biologica, le politiche
indirizzano chiaramente a fare “affidamento prevalentemente sull’uso di risorse rinnovabili nell’ambito
di sistemi agricoli organizzati a livello locale” e a “limitare al minimo l’uso di risorse non rinnovabili, i
rifiuti e i sottoprodotti di origine animale e vegetale che dovrebbero essere riciclati per restituire gli
elementi nutritivi alla terra”.

Il suolo è una componete fondamentale del paesaggio e ne determina la qualità. Basti tener conto
di come la copertura vegetale, sia essa naturale, agricola o antropica, dipende in buona parte dalla
pedologia e dalla qualità del suolo. I fenomeni di inaridimento, desertificazione ecc possono pertanto
avere effetti pesantemente negativi e a volte irreversibili sul paesaggio.

Per quanto riguarda l’ultimo punto rileva che la produzione di energia da fonti rinnovabili, di cui
quella da biomassa rappresenta una delle fonti più consistenti, contribuisce al raggiungimento degli
obiettivi nazionali ed europei nell’ambito dei trattati internazionali. Inoltre tale produzione energetica
rende più conveniente economicamente il processo di recupero dei rifiuti.

6.5 - Mitigazioni progettuali

In riferimento agli elementi di interesse e attenzione precedentemente evidenziati, e alla necessità


di misure mitigative individuate si propongono le minimizzazioni, ottimizzazioni e compensazioni
correlate agli interventi, ai fini di un migliore inserimento nel contesto.

E’ previsto di trattare l’intera facciata del capannone con sistema di verde rampicante, che renderà
la struttura in gran parte mimetica, evitando la percezione di masse continue artificiali. Inoltre sarà
messa a dimora una fitta quinta arborea che interessa l’intero perimetro del lotto con l’effetto mitigativo
dell’impatto visivo delle strutture ma anche misura compensativa, mettendo a dimora un cospicuo
numero di alberature.

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6.6 - Sintesi e conclusioni sulla compatibilità

Come si è visto l’impianto di progetto costituisce opera pubblica di rilevante interesse e con effetti
positivi in termini ambientali. Sarà realizzato su un’area che oltre ad avere tutti i requisiti previsti dalla
vigente normativa per la tipologia d’impianto, è in particolare un’area di scarso pregio paesaggistico già
compromessa per la presenza di un’attività con relativi impianti dismessa e abbandonata e che necessita
si recupero ambientale. L’attività di compostaggio è congrua con la vocazione agricola del territorio in
quanto destinata al recupero del rifiuto agricolo.

Le caratteristiche morfologiche del sito e la dimensione delle opere di progetto fanno si che non vi
sia alcuna interferenza con i percorsi panoramici.

Le opere in elevazione, in uno con le opere mitigative e compensative previste hanno un corretto
inserimento nel contesto paesaggistico in relazione alla sue qualità intrinseche e non interferisce e non
ha impatti negativi con elementi e componenti di pregio presenti nel territorio.

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7- CONCLUSIONI

Il progetto proposto risulta conforme con la tutela in virtù dell’art 18 ter comma 1, lettra b ter)
della LR 24/98 in quanto opera pubblica e di pubblico interesse ai sensi dell’art 208 del D.Lgs 152/06.

Le analisi condotte illustrano come il progetto e la tipologia di attività siano congruenti con la
vocazione agricola del territorio e compatibili con le finalità della tutela, inserendosi in maniera
adeguata e con minime trasformazioni percettive nell'ambito paesaggistico di riferimento.

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8- ELENCO ALLEGATI

Tav. 1.1 Localizzazione su C.T.R. scala 1:100.000


Tav. 02 Inquadramento su I.G.M. 144 II N.E. scala 1:25.000
Tav. 03 Localizzazione su C.T.R. n. 356110 scala 1:10.000
Tav. 04 Localizzazione su C.T.R. nn. 356114 scala 1:5.000
Tav. 04.1 Fasce di rispetto su CTR 356114 scala 1:5.000
Tav. 05 Localizzazione su Catastale scala 1:5.000
Tav. 06 Localizzazione su Fotoaerea scala 1:5.000
Tav. 07.1 PTP n. 4 Valle del Tevere – Estratto Tav. E1 scala 1:25.000
Tav. 07.2 PTP n. 4 Valle del Tevere – Estratto Tav. E3 scala 1:25.000
Tav. 08.1 Estratto PTPR Tav A15 foglio 356 scala 1:10.000
Osservazione art.23
Tav. 07.2 Estratto PTPR Tav B15 foglio 356 scala 1:10.000
Tav. 07.3 Estratto PTPR Tav C15 foglio 356 scala 1:10.000
Tav. 09.1 Estratto PTPG TP2 scala 1:25.000
Tav. 09.2 Estratto PTPG TP2.1 scala 1:25.000
Tav. 10.1 Estratto P.R.G. vigente scala 1:10.000
Tav. 10.2 Estratto P.R.G variante generale scala 1:10.000
Tav. 11 Carta Uso del Suolo scala 1:10.000
Tav. 12 Inquadramento su Carta Geolitologica scala 1:20.000
Tav. 13 Estratto PAI scala 1:10.000
Tav. 14.1 Ambito di Studio scala 1:20.000
Tav. 14.2 Elementi caratterizzanti del paesaggio scala 1:10.000
Tav. 15 Documentazione fotografica
Tav. 16 Stato di fatto Rilievo topografico
Tav. 17.1 Progetto planimetria
Tav. 17.2 Progetto prospetti
Tav. 17.3 Progetto Profili territoriali
Tav. 18.1 FotoinserimentoPunto vista 1
Tav. 18.2 FotoinserimentoPunto vista 2
Tav. 18.3 FotoinserimentoPunto vista 3

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SOMMARIO:
1 -  PREMESSA ........................................................................................................................................ 2 
2 -  ELEMENTI METODOLOGICI ...................................................................................................... 3 
VALENZA DEL PROGETTO ................................................................................................................................... 3 
PAESAGGIO E PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA.................................................................................................. 4 
3 -  ANALISI DELLO STATO ATTUALE: .......................................................................................... 6 
3.1 - DESCRIZIONE DEL CONTESTO E DEI CARATTERI PAESAGGISTICI ................................................................. 6 
3.1.1 - Definizione dell’area di studio ........................................................................................................... 6 
3.1.2 - Inquadramento metodologico ............................................................................................................ 7 
3.1.3 - Area di intervento .............................................................................................................................. 8 
3.1.4 - Sintesi della vicenda storica .............................................................................................................. 8 
3.2 - ANALISI DEI LIVELLI DI TUTELA NEL CONTESTO E NELL'AREA DI INTERVENTO ......................................... 10 
3.2.1 - Beni Paesaggistici ............................................................................................................................ 10 
Sintesi dei beni paesaggistici presenti......................................................................................................... 11 
3.2.2 - Il P.T.P. n. 4 – Valle del Tevere ....................................................................................................... 11 
3.2.3 - Legge regionale 6 luglio 1998, n.24 – pianificazione paesistica e tutela dei beni e delle aree
sottoposti a vincolo paesistico ............................................................................................................................... 11 
3.2.4 - Il P.T.P.R. ........................................................................................................................................ 12 
3.2.4.1 - Beni dichiarativi ........................................................................................................................................ 13 
3.2.4.2 - Beni tutelati per legge ................................................................................................................................ 13 
3.2.4.3 - Beni tipizzati ............................................................................................................................................. 13 
3.2.4.4 - Paesaggi..................................................................................................................................................... 13 
3.2.4.5 - Tavola C .................................................................................................................................................... 14 
3.2.5 - PIANIFICAZIONE COMUNALE .................................................................................................... 15 
3.2.6 - PIANIFICAZIONE DI SETTORE - Nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio ....... 15 
3.3 - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA ............................................................................................................ 16 
4 -  IL PROGETTO ................................................................................................................................ 17 
4.1 - CRITERI GENERALI DI IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO ............................................................................... 17 
4.2 - MATERIALE TRATTATO ............................................................................................................................ 18 
4.3 - PRODUZIONE DELL’IMPIANTO................................................................................................................... 18 
4.4 - VARIANTE URBANISTICA .......................................................................................................................... 18 
4.5 - AREE OPERATIVE ...................................................................................................................................... 19 
4.5.1 - Capannone ....................................................................................................................................... 20 
4.5.2 - Uffici ................................................................................................................................................ 20 
4.5.3 - Pavimentazioni esterne .................................................................................................................... 21 
4.5.4 - Approvvigionamento idrico e trattamento acque ............................................................................. 21 
4.5.5 - Verde di progetto ............................................................................................................................. 22 
5 -  CONFORMITÀ CON LA PIANIFICAZIONE PAESISTICA .................................................... 23 
6 -  COMPATIBILITÀ DEL PROGETTO CON LE FINALITÀ DI TUTELA ............................... 25 
6.1 - IMPOSTAZIONE METODOLOGICA ............................................................................................................... 25 
6.2 - ASPETTI PERCETTIVI E SIMBOLICI ............................................................................................................. 26 
6.2.1 - Capacità di assorbimento visuale .................................................................................................... 28 
6.2.2 - Compatibilità con la tutela delle visuali .......................................................................................... 28 
6.2.3 - Bacino di intervisibilità.................................................................................................................... 28 
6.3 - COMPATIBILITÀ CON FINALITÀ DELLA TUTELA......................................................................................... 29 
6.4 - PUBBLICO INTERESSE E BENEFICI AMBIENTALI/PAESAGGISTICI ................................................................ 30 
6.5 - MITIGAZIONI PROGETTUALI...................................................................................................................... 31 
6.6 - SINTESI E CONCLUSIONI SULLA COMPATIBILITÀ ....................................................................................... 32 
7 -  CONCLUSIONI ............................................................................................................................... 33 
8 -  ELENCO ALLEGATI ..................................................................................................................... 34 

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