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LA SCUOLA DI LUIGI M.

RULLA E SEGUACI 213

ALLEGATO 10

Il Progetto di Vita Personale (PVP)

Così come facciamo progetti per costruire edifici, ponti e opere materiali,
progettiamo gli studi universitari e ci organizziamo con tempo nella maggior
parte delle nostre attività, così anche dobbiamo organizzare, impostare e pro­
gettare ciò che di più importante abbiamo: la nostra vita. E, se siamo cristiani
e aspiriamo ad una vocazione sacerdotale o religiosa, a maggior ragione quel-
Vimpostare oprogettare devono essere realizzati alla luce del messaggio di Cri­
sto. Quindi, il progetto di vita personale ispirato nel vangelo è pianifi­
care il nostro futuro alla luce di Cristo, discemendo ciò che realmente
siamo, la realtà in cui viviamo e le mete che aspiriamo a raggiungere.
In questo allegato seguirò le indicazioni d ij. Lorimier (1971), J. Sover-
nigo (1990) e J. M. llarduia (1994).
1. Presupposti di un PVP

Un PVP ha, tra gli altri, i seguenti presupposti:


1.1 Processo: l’uomo è un essere storico che si realizza nel tempo e
con il tempo. La vita è un processo che abbraccia passato, presente e
futuro e, in realtà, non c’è una meta finale ma tappe che ci avvicinano
agli obiettivi, ideali e mete prefissate.
1.2 Relazioni interpersonali dì qualità: il processo è plastico, non ri
gido, e si realizza nel contatto con la realtà creata e, in modo panico
lare, nelle relazioni interpersonali di qualità che ho con gli altr i esseri
umani. Questo fa sì che io possa arrivare al mio profondo io.
1.3 Discernimento: il processo è una ricerca della volontà di Dio:
Egli mi chiama ed io gli rispondo; la sua chiamata è una missione. J.
Corella (1989, 107) definisce il discernimento come «un esercizio spi
rituale nel quale, attraverso la percezione e l’analisi di certe esperienze,
arriviamo a sentire e a conoscere l’azione di Dio in noi e, a partire da
ciò, deduciamo la conoscenza della sua volontà nelle nostre vile e ina
infestiamo la nostra disponibilità a prendere una decisione».
1.4 Motivazioni, attitudini, scelte ed opzione:
sono parole im ponenti
da considerare per analizzare, conoscere e progettare un l*VI*. I .e mo
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tivazioni perché sono quelle che danno energia e direzione e la man­


tengono; le attittidini perché sono disposizioni radicali, o tendenze, che
si manifestano a livello cognitivo, affettivo e conativo (volontà); le scelte
perché abbiamo libertà, anche se limitata, e capacità di scegliere; Vop­
zione perché con la volontà e specialmente con il cuore (la nostra af­
fettività) mettiamo radici permanenti in quello che abbiamo scelto per
amore di Dio e con il suo aiuto.
1.5 Accompagnamento: il PVP senza accompagnamento, senza guida
spirituale o direzione spirituale che ci accetti incondizionatamente è im­
possibile. Abbiamo bisogno dell’altro che ci accolga e ci aiuti nel nostro
cammino; è indispensabile quella “base sicura” che stia al nostro fianco
e sulla quale possiamo appoggiarci per navigare nel mare della vita.
1.6 Elementi psicologici chiave: ci sono alcuni elemen ti psicologici che
si usano in modo speciale durante la formulazione di un PVP. Tra que­
sti, i seguenti:
• Inconscio: non solamente discerniamo ciò che è nella nostra co­
scienza, ma cerchiamo di analizzare ciò che si trova fuori della sua
portata, nell’inconscio: impulsi, fantasie, immaginazioni, motiva­
zioni, repressioni, ecc. delle quali a prima vista non abbiamo pa­
dronanza e per arrivare alle quali abbiamo bisogno di uno sforzo
particolare, a volte psicoterapeutico.
• Io ideale e Io reale (attuale): possiamo accettare le tre istanze del
concetto strutturale della personalità in S. Freud: l’Es (l’incon­
scio, l’istintivo o represso), il Super Io (le norme e leggi dei no­
stri genitori e la società), e l’io (la parte conscia/inconscia che
cerca di guidare e governare le due precedenti). Però questo Io
lo possiamo intendere, a sua volta, come Io ideale (insieme di
ideali, mete, valori ed utopie nei quali crediamo e per i quali lot­
tiamo), e Io reale o attuale: che in realtà è la persona, con tutte le
sue qualità e difetti. Quanto più l’io ideale e l’io reale sono lon­
tani, peggiore sarà la situazione della persona (manifesterà il
maggior numero di “inconsistenze”); quanto più vicini, migliore,
sapendo in anticipo che una totale coincidenza fra i due è impossibile.
2. Che si persegue facendo un PVP?

In un PVP si perseguono, tra gli altri, i seguenti obiettivi:


• conoscere se stessi;
• avere un’immagine di sé e un’autostima integrali ed equilibrate;
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• ottenere indipendenza e autonomia come persona;


• forgiare una propria filosofia della vita;
• gerarchizzare necessità e motivazioni e stabilire priorità nella
vita;
• conoscere abilità innate e svilupparne altre;
• ottenere autodisciplina e autoapprendimento;
• ottenere equilibrio tra i diversi aspetti della vita;
• superarsi continuamente e mantenersi aperti ai cambiamenti;
• cercare la volontà di Dio nella vita;
• rispondere in modo umano e cristiano, con tutto l’essere, alla
chiamata che Dio fa, affinché il dono ricevuto nella vita si converta
in dono consegnato agli altri.
3. Elementi che implica un PVP

La redazione del PVP toccherà le seguenti aree:


3.1 Chi sono io? La mia storia di vita o autobiografia: eredità, fami­
glia, rapporto con i miei genitori (specialmente con la “figura ma­
terna”), infanzia, gioventù, ambiente, aspetti fisici e psicologici, i miei
amici e la mia cultura, i miei tratti di personalità con le mie qualità e
difetti1, ciò che mi piace e che non mi piace nella vita, l’accettazione
della realtà, l’idea che ho di Dio ed il mo rapporto con Lui, la mia vo­
cazione e le sue radici.
3.2 Come vivo il mio processo di formazione? Sviluppo della mia voca­
zione, vita familiare nel seminario o casa di formazione (fraternità), la

1 Alcuni propongono di presentare ai giovani certi “stereotipi” di uomini


affinché essi si autodescrivano; così: l’uomo pavone (fa girare tutto intorno a sé
per convertirsi nel centro di attrazione); l’uomo tigre (violento e dominante);
l’uomo scarabeo (tremendamente primitivo e guidato dagli istinti, l’unica cosa
che lo spinge è godere); l’uomo agnello (non pensa né decide da se stesso, ma di­
pende dagli altri e dall’ambiente); l’uomo farfalla (va dietro a ciò che brilla un
momento, non all’impegno); l’uomo chiocciola (è asociale, chiuso in se stesso e
desideroso che non lo infastidiscano); l’uomofuco (la legge del minor sforzo: vi­
vere senza lavorare, approfittando degli altri); l’uomo polipo (cerca sempre il po­
tere, è manipolatore e interessato); l’uomo rìccio (per lui la vita non ha senso, v
negativo e pessimista, irritato e diffidente); l’uomo ricco Paperon de’ Paperoni
(tutto gira intorno ;il denaro). K così molti altri stereotipi.
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mia identificazione con la Chiesa e la mia diocesi o la mia congrega­


zione, quale è la mia esperienza di vita nei diversi livelli della forma­
zione (umano, comunitario, intellettuale, spirituale e apostolico...),
come è la mia formazione permanente, ecc.
3.3 Che pretendo dalla mia vita? Gli ideali, mete e obiettivi che, come
valori, pretendo di raggiungere e come li otterrò, indicando tempo,
metodo, aiuto, programmazione, ecc. Naturalmente non dobbiamo
confondere, come alcuni fanno, PVP con programmazione. Questa, se
non è accompagnata da autoconoscenza e discernimento, è un edificio
senza basi, poiché «non basta sapere dove si va, è necessario conoscere
il cammino» (Rabindranath Tagore).
3.4 Tema centrale: Non dimentichiamo che “chi troppo vuole, nulla
stringe”. Ogni PVP deve avere un tema centrale personale che si con­
verte in tema prioritario. Questo tema centrale o prioritario, radice o
cuore del nostro progetto, lo suddivideremo in due, o al massimo in tre
aspetti particolari che poi saranno riflessi nel lavoro.
4. Altri elementi

Altri elementi del PVP degni di considerazione sono:


4.1 La coscienza: la metodologia essenziale del PVP non può essere
altro che \&formazione della coscienza, “nucleo più segreto e sacrario del­
l’uomo, dove egli è solo con Dio” (Gaudium et Spes, 16). Se non c’è for­
mazione della coscienza, le norme, le leggi, i PVP e tutti gli altri mezzi
non avranno alcun valore. Però non si deve dimenticare che Informa­
zione della coscienza esige tutta una pedagogia che tenga conto delle necessità
e tendenze dell’individuo. Non si tratta di imporre principi o mete, ma di
canalizzare energie affinché siano attratte da obiettivi ed ideali.
4.2 Base antropologica del PVP È un progetto personalista del­
l’uomo cristianamente ispirato a Gesù di Nazaret e al servizio dei poveri
e dei più abbandonati. Un PVP che non tenga conto prevalentemente
della predicazione del Regno ai più poveri ed emarginati sarà solo una
bella programmazione di attività per perpetrare l’odio e l’ingiustizia
nel mondo.
4.3 Valore ecologico: il PVP deve tenere conto della terra, il cosmo
che è la casa o “nicchia” in cui viviamo. I1', caratteristica essenziale della
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persona che vive nel secolo attuale vivere con il necessario, senza
“sfruttare” la terra e le sue ricchezze, in modo semplice e sobrio e non
consumistico, rispettando tutti gli esseri viventi e condividendo i beni.
4.4 Valutazione: ciò che non si valuta, si svaluta. Per garantire la fe­
deltà, il PVP deve indicare i tempi e le date concrete nelle quali si deve
realizzare la valutazione.
4.5 Redazione: il PVP deve essere redatto per ciascun formante in
modo chiaro, concreto e preciso. Mettere per iscritto permette di
“obiettivizzare” le nostre idee e sentimenti, di poterli condividere con
qualcuno e di valutare per sapere se c’è stato progresso o no.
5. Nota importante: il Progetto di vita comunitaria (PVC)

Il PVP deve essere accompagnato da un PVC. La mia organizza­


zione e pianificazione personale deve adattarsi ad una comunitaria.
Luna esige l’altra, e se una di esse manca, il cammino umano e spiri­
tuale “zoppica”.
Il PVC si deve redigere e realizzare a livello di ogni seminario o
casa di formazione. Sarà una pianificazione delle diverse aree di vita in
comune: umana, spirituale, apostolica, intellettuale, con gli orari e mo­
menti da condividere e con gli accordi a cui si è giunti in comunità.
Questo PVC include:
• Nome completo, telefono cellulare ecc. di ciascun membro del
seminario o comunità.
• Nome dei genitori o fratelli a cui può ricorrere in caso di neces­
sità, con i loro indirizzi e numeri di telefono.
• Gli orari di preghiera comunitaria giornaliera, settimanale, men­
sile, con i giorni di ritiro e la loro preparazione.
• Le riunioni di comunità (o seminario) per dialogare sui diversi
aspetti della stessa.
• Le “revisioni di vita”, e riunioni diverse di studio (liturgia, ino
rale, aggiornamento, con laici, ecc.).
• I momenti da condividere fraternamente: feste religiose, nazio­
nali, compleanni, eventi diversi.
• Accordi concreti diversi sull’andamento giornaliero della comu­
nità o seminario. Per esempio: zone o ore di silenzio, uso di ap
parecchi di comunicazione sociale, ore dei pasti, accordi per ri
cevere visite e molti dettagli ancora.
• Ke date di valuta/ione comunitaria del P V ( ].

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