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Abstract
Il mercato dell’arte è un sistema formato da diversi componenti: artisti, galleristi, critici, collezionisti,
musei, fiere; regolato da un rapporto tra domanda e offerta. Una delle parole chiave che lega questi
elementi insieme è l’informazione o, meglio, la circolazione delle informazioni. L’editoria di settore gioca
un ruolo complementare nella promozione delle arti visive, grazie anche alla capacità di fagocitare e
stratificare notizie diverse, culturalmente e geograficamente. In tal senso, «Art International» è tra le
riviste che ricopre un ruolo di primo piano: caldeggia fortemente il rapporto con il mercato, attraverso
uno stretto sodalizio con le gallerie, il collezionismo e la critica. L’articolo si propone di fornire un regesto
della presenza dell’Italia all’interno delle pagine del mensile, tra il 1959 -1963: la tipologia, le opere
pubblicate, le collezioni a cui appartengono; gli artisti, le gallerie, che in «Art International» trovano
visibilità internazionale, grazie all’utilizzo di contenuti idiomaticamente diversi dall’italiano.
The art market consists of several elements: artists, galleries, critics, collectors, museums and fairs, etc.
It is regulated by a system of supply and demand. One of the keywords that links these items together
is the information or, better, the flow of information. Art publishing plays a complementary role in the
promotion of visual arts, thanks to the ability to collect and spread a huge amount of news; different from
a cultural and geographic point of view.
«Art International» is one of the magazines that has a leading role in the relationship with the market,
through a close association with galleries and collecting. The paper aims to provide a slice of the Italian
presence within the pages of the magazine, between 1959 and 1963: works, collections to which they
belong; artists, galleries; supporting their international visibility, thanks also to the use of different
languages.
Premessa
Il mercato dell’arte è un sistema piuttosto articolato, che ruota attorno ad una
serie di attori e fattori, anche sociali, culturali e congiunturali, che agiscono con e su di
esso, scandendone il ritmo: che può tradursi in brusche impennate o cadute libere;
riconoscimenti immediati o tardivi. Nel sistema economico dell’arte possono entrare in
gioco strutture pubbliche e private, dinamiche personali e collettive: strategie e
documenti, non sempre verificabili a prima vista. C’è l’artista, il mercante e il critico; c’è
La cornice editoriale
«Art International» non è altro che l’estensione di una precedente rivista o,
meglio, di un bollettino intitolato: «European Art This Month», nato nel 1956. La storia
editoriale dei due periodici è, innanzitutto, la storia personale di James Arthur
Fitzsimmons, fondatore e unico direttore di entrambi sino alla data della sua morte:
avvenuta nel 1985.
Come scrive Henriette Levillain, «l’histoire littéraire d’une revue n’est pas moins
délicate à faire que l’histoire d’une oeuvre ou la biographie d’une personne. Elle est en
effet le résultat de plus de hasards et de coïncidences que de véritables déterminations
et de programmes» (Levillain 1993). Ed è probabilmente un azzardo ciò che muove
James Fitzsimmons nel 1956 a creare una rivista tutta sua, dopo anni di esercizio
critico presso altri periodici. È decisamente un azzardo abbandonare gli Stati Uniti, in
rapida ascesa al potere economico e culturale, per l’Europa, alle prese con la
ricostruzione post bellica. È un ulteriore azzardo la scelta di risiedere in una regione
defilata, com’è al tempo la Svizzera, ed insediare la redazione della rivista prima a
Catherine Viviano Gallery records, 1930-1990, Fishman, Marvin L. - Fitzsimmons, James L., 1952-
1976, undated, bulk 1949-1978, box 4.
3Tra di esse si possono citare: Fagiolo dell’Arco, Enrico Crispolti, Maurizio Calvesi, Daniela Palazzoli,
Giulio Carlo Argan, Tommaso Trini, Filiberto Menna.
4 Si è trattato della prima esposizione di un pittore non figurativo, allestita nel Palazzo delle
Esposizioni «Zacheta», con 40 dipinti e 40 pastelli, dal 1936 al 1958.
5 Il testo pubblicato è inframezzato da numerose immagini: Spazi inquieti, 1957 (Collezione Brücher
Dumont); Immagine del tempo (1959); Interno di una chiesa Valdese del 1936, che riporta
l’indicazione di collezione privata; La Miniera (1950) (Viviano Gallery, New York); Sbarra mento, 1951
(Collezione Peggy Guggenheim, Venezia); Dal ciclo della protesta No. 7., 1953 (Collezione Cavellini
di Brescia); Presenza, una tempera del 1958 (Galleria Blu); Document (1958), parte della collezione
Festa di Vicenza.
7 Le opere tracciate nella rivista sono: Ferro 61 (Galerie de France, Paris); Combustione E4, 1960
(Galleria Blu); Grande Ferro E 59 (Galleria Blu); Ferro 58, 1958 (Galleria Blu); Combustione bianco
nero, 1960 (Galleria Blu); Legno nero 61 (Galleria Blu); Nero Legno 61, 1961 (Galleria Blu); Legno
617 (Galerie de France, Paris). Da notare come le immagini di proprietà della Galleria Blu fossero in
b/n e quelle della parigina Galerie de France invece a colori. Da alcuni carteggi tra Fitzsimmons, artisti
e galleristi, sappiamo come questa differenza fosse, in realtà, dovuta ad un prezzario diverso e a
discrezione dello sponsor di turno.
8 La Galerie de France era una importante fonte di foraggiamento per «Art International», come mette
in chiaro lo stesso Fitzsimmons a Dubuffet. Il nuovo formato avrebbe comportato anche una
rivoluzione sul piano commerciale, stravolgendo le tariffe pubblicitarie e gli abbonamenti. In questa
lettera, datata 16 gennaio 1959, egli allega una copia della missiva ricevuto dalla Galerie de France e
si dice convinto che avesse stipulare altri cinque o sei contratti della stessa natura economica si
sarebbe potuto applicare con più impegno sulla qualità della rivista e respirare anche sul piano
finanziario (Peppiatt 2006).
L’autrice
È Dottore di ricerca in Storia dell’Arte presso l’Università di Parma. Nel 2012 ha conseguito il diploma
di Specializzazione in Beni storico artistici all’Università di Udine.
Attualmente è assistente alla presidenza della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei
Virtuosi al Pantheon. Nel corso degli anni ha lavorato come curatrice indipendente; ha collaborato con
gallerie, associazioni e amministrazioni pubbliche nell’organizzazione di mostre e progetti d’arte
pubblica.
e-mail: alice.m83@gmail.com
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