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Stabilimento Cibratio-lTipcgrafico bi «torci e Comparò.
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,
a Calabria ultra seconda, occupa il posto di mezzo fra le altre due ca-
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labria citra da cui è divisa dalla Punta di FiuminicA verso l’Ionio c dal fiume
Savuto dal lato del Tirreno; ed al sud, dalla ultra prima, e precisamente dal fiume
Assi c torrente Torno dalla parte dell’Ionio e dal fiume Mesima nell’opposto lido.
Considerato noi abbiamo tal provincia in altro lavoro (i) in riguardo alla sua
industria agraria e manifatturiera, ed or n'è grato studiarla sotto il rapporto ar-
cheologico —
Non è questa una facile impresa , poiché trattasi di una contrada
che chiamata nell’anlichilà con moltiplici nomi , scompartita in varie regioni
abitata da diversi popoli , è una delle più importanti del regno ; e mentre una
parte di essa rammenta i fasti della Magna Grecia, la rimanente ricorda le vicende
(l) Studi statistiai sulla industria agricola e manifatturiera della Calabria ultra seconda ,
Napoli tS4ó — Furono presentali alla seuonc di agronomi» « tecnologia del VII Congresso degli
scienziati italiani.
della boria rimproverato da Vico ed alla iattanza riprovata da Diodoro ; e le
nostre riflessioni ai dotti intendiamo presentare solo per averne noilume ed instru-
zione — Abbiamo ne’ luoghi opportuni indicato lutti gli avanzi di antichità che
sono in questa Calabria, le iscrizioni rinvenute e le monete che si conoscono , e
per queste non solo abbiano consultato i calabresi scrittori , ma anche le prin-
cipali opere più recenti che han fatto di tanto progredire la numismatica scienza.
Ne’ nostri Studi seguiremo l’ordine de’ luoghi , ma poiché conviea premettere
molte notizie generali le quali non solo la ultra seconda ma tutta la Calabria
sotto certi rapporti riguardano , li divideremo in due parti , occupandoci di esse
nella prima , e nella seconda della descrizione archeologica. Avvertiamo però
che tali Studi debbon meno considerarsi come un’opera da se , che come un’in-
troduzione a’ nostri studi storici che in prosieguo pubblicheremo.
La presente nostra opera inviata alla dotl£ Accademia crcolaneso di risposta
al programma del i84a, venue approvata —
Ora accresciuta di altre osservazioni
ci facciamo arditi presentarla al pubblico cui la raccomandiamo con la stessa
fidanza con cui raccomandammo i nostri Studi statistici —
E ben sentiamo il
bisogno dell’altrui indulgenza , poiché questa opera fugacemente scritta nel breve
ozio lasciatoci dalle cure forensi e della carica , e frullo di molti c gravi sacrifizi,
Dinitizpri b^X-ìooglt'
PARTE I.
OSSERVAZIONI GENERALI
DCDS^DQ Jù 03 CD
I. Cenno Mll'utiu ed tlluale divisione delie Calabria— II. Opinioni sol suo antico stato geologico III. Mar» —
— —
Ionto !V Mar Tirreno V. Confini deU'aatichittina Italia c riflessioni w' primi suoi abitanti*— VI. Homi
di Saturnia Esperta ed Automa c L'essa ebbe —
VII. Nome di Eretta ed origine de* Eresi VOI. Nome —
di Enotria —
Bnotn, Ptlasgi a Tirreni —
IX. Nomi di Ctonia e A’ Italia X. Mcrgtti , Siculi e Iapigi — —
XI. Epilogo delle cose precedenti — Stabilimento delle colonie— XII. Considerazioni sulla estensione ddLa
Magna Grecia e sul tuo coinè — XIII. Ossermioni sa’ confini della regione crotanibde.
I. Jj* Calabrie che geologicamente dalla gran valle labria sempre col nome di Brutto agrimperatori di
che attraversa il terreno dal golfo di S. Eufemia al- Oriente rimase , finché i Longobardi loro non tolsero
l'altro di Squilla» sono in due parti divise , in tre I* parte denotata ora col nome di Calabria ci Ira , che
province sono scompartite dopo le tante mutazioni cui fa nel famoso Ducato Beneventano compresa e scora*
in diversi tempi sono andate soggette. Dapprima po- partita in casfaldari ; fra' quali quello di Cosenza era
poli indipendenti abitaronle , ma poi radute sotto il il più vasto ed in parte nella media Calabria estendeasi.
romano .dominio ,
tutta la regione prese il nome di Allorché l’impero greco, modifica odasi la precedente ri*
Bruzio , ed imperando Augusto, le bruzie terre unita- partizione , fu diviso in temi, ovvero grandi scompar-
racnte alle lucane , salenline ed appule, formavano una tinnenti , fra* dodici di Europa, il decimo comprendeva
delle undici regioni in cui l'Italia era divisa. Non prima la Sicilia e qnanto gl'imperiali possedè ano nel Bruzio ;
di Adriano {'agro bruzio ed il lucano costituirono una e l'undecirao i diventi ducati eh' essi areano nel regno,
sola provincia che da tm magistrato residente in Reg- e fra l'altro l'antica Calabria oggi Terra d Otranto (I).
gio veniva governata. La divisione che Costantino fece In quel tempo il Bruzio dlpendea dal Prefetto ch’era
deti'nnpero in prefetture c diocesi, la occupazione de- in Sicilia, e l'antica Calabria dall'altro che risedeva in
gli Eruli e
ter acoro
poscia
rio , e
i
la
Goti
il
Turingi,
sistema
la
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la gotica
, la
Belisa-
presente Ca-
al-
^
Taranto.
a)
Ma dacché questa fa
imp.
Greci tolta, mal sof-
p. m • 37.
t.
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.
fnndo i.« ioni vanii» che il numero de lenii e loro denolanli ficee e labe (11), or da greche parole signi-
gione al Bruzio diedero , e la sede del governo a Reg- che non per questa nè por la pece l amica Calabria
gio passarono. Così il novello nome rimase fin dal VI è. stata mai rinomala
secolo alla Invizia regione che pure allora Sicilia dc- Dal IX secolo ebber cornine lamento le saraccniche
nominavasi, sia perchè soggetta andava al Patrizio che incursioni , e continuarono finché il valoroso Roberto
amministrava la Sm ilia, sia peirhè quando questi scac- Guiscardo soggettò tutte le calabresi (erre. Durante il
ciato venite da Saraceni , in Reggio trasferì la sua se- regno dcXormanni furon queste divise in due provin-
de (2). Molle vicende sovente divisero c turbarono l’I- ce col nome di Giustizienti che da taluni crede» de-
talia ,
pia giammai tolsero interamente la parte meri- nominati fossero Valle di Crati e Terra Giordana (13).
prospera or con avversa fortuna vi combatterono. Errò solo Giustizierato che poi sotto gli Angioini con quello
quindi lLgbtliio (li) che ai tempi di Coslanlino rap- di Valle di Crati era designato, cdil nome di Calabria
portò essersi dato a questa regione il nome di Cala- veniva all’altro attribuito (14). Si è anche detto esser
briti. F.rrò anche il Barrio (i) seguito dal Fiore (5) Calabria un nome generico che specialmente denotava
che reputando significare la medesima cosa i nomi di l’attuale Calabria ultra prima e parte dell'ultra secon-
Ausonia e di Calabria, suppose qaesfultimo essersi dato da : la Valle di Crati indicare la Occidental parte della
di Esperia se ricordali si fossero di quella hcotira citili province che dopo gli Aragonesi gli aggiunti di ultra
appellata pria Calabria e poi AnUdona ed /perca (fi), c dira ricevettero, venivan governate da un sol ma-
gistrato, ch'ebbe secondo tempi differenti nomi. Dappoi
e del nome & /perca dato da Omero (7) allibirò che
i
anco Csperìa chiamassi. Inutili pure quindi sono state nel 1582 divisa ne fu ('amministrazione , c la ultra affi-
per trarre induzione sai nome di Calabria le ricer- dala venne ad un altro Preside che prima in Reggio e
,
che su di altri luoghi che hanno avuto il medesimo poi dal 1590 in Catanzaro ebbe sede (16). Pur tutta
nomr. Ed in fatti non dalla Ca/avrea del mare argolico volta colcsta divisione si vide in progresso non esser
ove morì Demostene (8), non dalla Cabrano (0) tra conveniente a* peculiari interessi de Calabresi. I Reg-
Sitarelisa e Catania, non dal silo dello Calabria verso gini ne Cecero rimostranza nel 1778 e 1797 , c nel
la Misia (IO), ma lutisi dalla Calabria pugliese, ri- 1800 il Preside Wispeare delle avviso per, ta suddivi-
cevette questa regione il suo nome. Sovente si è con- sione della ultra che pur fu progettala durante il go-
tusa (antica « olla nuova Calabria, c molli errori ne verno de' Napoleonidi (17). Non prima però del decreto
son deriva'i c da ciò n è venuto, che la etimologia de 20 Maggio 1816 fu ordinata, aggiungendosi alla ul-
;
del vocabolo Calabria or si è traila da orientali voci tra seconda (5 paesi che prima erano nella citra-
li. Dalla divisione attuale della Calabria passando
VI c, 3 — Grimaldi, Annali, an. Cf*g — Di Meo, Annali critì- ti) Geograph. sacra p. I. IH — Miaachi, in Col-
co-djplomatict del ugno di Sap, an. 671, — Pagano, Star. del lect. — Aceti in Bui rio, Prolegc, m p. XVII.
regno di fr'ap. L. I. — ììup «e*, Stcr. delreg. dì Sap. 3 ed ir.
. Il) Barrio, Ugheltio, Fiore, toc. di. — Alberti, Deserti, di
voi. 1. p. 3a3 e teg. tutta l'Italia, Ragione 7, — Narafioti, Craniche ed antichità
5 ] t'gbeUió, Italia sacra v. IX. di Calabria. L. I. c. 8»
4) Bar rio , De antìq. et «Su calab. «li*, del 1737 p. 5 e 6. i 5) G tannane, L. 1. XVII e I. — Valentini, Prospetto isto~
5 ) Fiore , Calab, illus. Voi. I, p. 36 e 37. nca-poiitico delle Calabrie, Voi. I, p. 76.
8/ Plutarco in Fbcione — Strabene L. Vili, i 5) Troyti, Ut. nap. V. 1, p. Il, p. 434 — Di Ceaare, Arrxgo
10} Zouara, Annoi, V. 11 — Coroniate, Uist. in Stcepk. iG) Fiora ep. dt. p. bfi.
Itoti n. 17) Memoria c >1 titolo: de’danni che cagionerebbe alle Co-
5 —
una tradizione consci v ataci da antichi scrittori, ma da essere state un tempo unite alla Calabria. Il calabrese
quakhe altro smentita (18), tuo! che un tempo la Ca Ruffa (28) pensò che le violenti commozioni delle isole
ialina dalla Sicilia non sia siala divisa. Taluni (19) han Eolie poterono estendersi alla Calabria e spandervi
creduto ravvisare la rimembranza di un distacco nella vulcanici produrti, ed il cav. Tenore (29) andando piò
parola Reggio ; ma incerto reputiamo il sistema dispie- innanzi sospettò che coleste isole fecero una volta parte
molte sono le variazioni cui può andar soggetta una Altri autori pretendono che (a valle fra' due golfi
parola per l'impero del tempo, l'arbitrio e le vicende di Squillace c di S. Eufemia, attraversala fosse un tem*
degli uomini. Stentale in (atti san quelle di Reggio ,
po dalle acque, e rendesse la meridional Calabria se-
sia che lai nome si faccia derivare dal greco, sia dalla rrala dalla settent rionale e formante un isola al pari
sanscrita voce rii (20) denotante interruzione, da cui della Sicilia. É questa la opinione di Philipp! (30) che
ne discende il vocaltolo rii , spesso usitalo nelle iscri- nel 1812 visitò tal contrada. Ei pensò che lo stretto
zioni sepolcrali etnische (21). Si è voluta pur dire che divisorio delle due Calabrie essendo più basso , e più
il nome Sicilia traeva origine da tirilire equivalente a profondo l'altro che la meridionale dalla Sicilia divi-
secare (22); ma generalmente si ritiene rhc dai Siculi dea , ne addivenne che all'clevarsi del suolo ,
quello
la Trìnacria ebbe Tatuale suo nome. sì attaccò alta ftoreàl Calabria , mentre che dall'altra
Più sano consiglio fu quello di affidarsi alla geolo- parte continuò la Sicilia ad essere distaccata. Ma pria
gia per aver lumi sulla verità dell'antica tradizione del Philippi l'altro geologo Pilla (31) avea già detto
ma diverse sono state le opinioni degli scrittori. Il che la suddetta valle era un tempo canale dì mare
francese Dolomieti (23) (ter l'antica unione delle due simile al Faro di Messina , e ciò egli avea non in conio
del mare, ma pensarono che m tempi assai remoti fra la per la scarsezza delle acque del Lumaio e del Corate
Calabria e la Sicilia eravi profondissima valle che nello e per la poca elevatezza delle vicine montagne, cre-
sfociamento del Mediterraneo fu dalle acque riem- dette cotesto canale ineseguibile, nè sapea compren-
piuta. Dall'altra parte il romano Brocchi nel 1819 (25) dere come Sotto l'austriaco Carlo VI si fosse pensato
il cataoese Gemroellaro nel 1840 (2G) ed il De Buch all’apertura di esso, che ad altri pur fa temere una
nel Congresso di Milano (27), cercarono dimostrare che inondazione p?l diverso livello de* due mari (32). Già
non mai furono unite le due regioni. è nolo che Dionigi di Siracusa divenuto padrone delle
Nè solo la Sicilia ma anche le isole Eolie si è detto regioni de' Reggini Locresi e Caulooiti , verso la fine
ai) Nicbhnr, Hi et. rom. V. I. — Cbampollioo Figeac , Ar- a8) Ruffa net Giornale enciclopedico dì Sap. ha. U. voi. 1
Aspromonte e sue adiacenze, Kap. i8i3 p. iSg e aegueote nota. 14« » **g g-
*5) Biblioteca italiana, articolo di Brocchi. Si) Pilla in De Riti*, Annali civili ,
Quasi. 40.
36) CeauatUaro, Lettera de' *5 marzo 1840 nel n. 78 del* 5a) Valentioi op. dt- L. I U 7.'
PEifoneridi icien tifiche e letterarie della Sicilia. 33) Strabane, L. VX
a7) Alti del Congresso dt Milano , a/tzione ài geologia. 54) PJiaio, Hit/, nat. L. IH.
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,
- 4 —
non ne Tossito stili dai Croloniali rimossi. Nel pas- toro (37) non crede che questo giuoco di parole Umbri da
sato secolo i Genovesi si erano profferii a Cario III Imbres siasi seriamente fatto; ma se anche dovesse ri-
eseguir fopera (3,j) clic or son quadro anni da un tenersi in quel senso ,
non ne viene di necessità che
francese ingegnere pur si reputava nè impossibile, nè diluvio parziale fuvvi in Italia ,
poiché ben dai diluvi
ne facciamo a considerare l’esposte cose col soccorso Si è osservato dagli scrittori che le commozioni na-
della storia , dalla quale la geologia non è in questa turali in Grecia siano state prodotte dal furor delle
parte confortata Dicesi che fuvvi un tempo in cui il acque, ed in Italia da vulcaniche eruzioni ; la mag-
Mediterraneo non era, ed il suo luogo occupato veniva gior delle quali li ra boleggiata credesi nella favola di
da estesa pianura ricca di popoli e di città , quando Fetonte , dicesi anteriore ai greci diluvi, e rapportasi
tra violento catarismo separò Abita da Colpe c per da taluni ad essa il distacco della Sicilia e delle isole
quel varco precipitò il mare sul fiorente piano ; che Eolie. Fetonte si dice dai mitologi precipitalo nel fiu-
italiano Mauoldi (30), da possenti popoli da lui delio-: tonte in Samotracia serhavasi , e l'egregio napolitano
minali Ocenniti, Vranidi, Titani , Ciclopi, Ita tanti, Tir- Corda opina essersi poi diffuso da' Pelasgi, i quali ve-
reni , Pelasgi , i quali migrarono e si diffusero per nuti in Italia diedero al Po il nome di Eridano che
tutta la terra. Tal catarismo si rapporta all’epoca di risovveoir loro iacea la favola di Fetonte. Fra tante
uno de diluii di Grecia , ove Platone diceva esserne contrarietà non è quindi certo die tal favola all’Italia
avvenuti quattro, cioè il primo che infuriò nell'Attica appartenga c che raffiguri una vulcanica conflagrazione
e dalle rive AcWHiuo sino all Eridano, l'altro nolo sotto quantunque non possa negarsi che in vari tempi sia
il nome di Ogige in mi l'Attica fu sommersa, il terzo l'italica penisola andata soggetta a gravi commozioni
che colpi l’Arcadia ,
e l’ultimo di Dcuralionc. Quel per opera dì sotterranei fuochi (40). D’altronde le più
di Ogige fu il più rinomato e dicesi accaduto circa antiche memorie ricordano l’isola di Sicilia, culla di an-
2000 anni pria dell' E. V. Ma la pretesa separa- tichissime favole, e le altre dì Eolo-, e la favola pose or
zione della Sicilia e delle isole Eolie non sembra do- in quella or in una di queste la sede di Vulcano. Agli
1
versi rapportare ai greci diluvi pe quali le antiche occhi di Omero ch’è il più antico scrittore, lo stretto
tradizioni son meno incerte delle altre relative al di- siculo è come il vestibolo del suo mondo favoloso (41).
stacco della Sicilia dalla Calabria, che forse non fu che Arbitraria è poi la posizione che egli dà alle isole Eo-
un sospetto de’ nostri maggiori, simile a quello che i lie (42) ove mette la reggia di Eolo colle mura di rame
posteri ban fatto per la separazione di una parte della denotanti (43) forse le ferruginose rocce che rircon-
Calabria e la unione delle isole Eolie. Oltracciò l'Ita- dano l'isola di Lipari ; i cui primi abitanti or si di-
lia niuna tradizione serba di parziali diluvi , nè per cono gli Anioni (44) ed or i discendenti di Elisa primo
significati si danno aUislessa parola, ed un celebre au- 38) Maltinto, Stordella geog.L. IT.
L. 1 c. a*.
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m
figlio di Iavan (45) dii quale taluno (46) fa discendere che quantunque antichissimo lo stato insulare della Si-
i Cartaginesi ed altri gli antichi abitatori dell Elide (47) cilia, pur tradizioni del suo distacco pervennero a noi;
e dell Italia (48). Ed in quanto ad Foto le antiche me- che niuna ne giunse delle isole Eolie e della separazione
morie ne ricordano tre con tal nome due di essi si della Calabria; e che dovettero quindi tali commozioni o
;
fan regnare nella greca Inolia , e l'altro che m Me- non avvenire giammai, o succedere in epoca cotanto re-
taponto si Tuoi nato o rifuggito , si dice quegli che mota da non lasciar ricordo alcuno.
dominò le isole Eolie, avute per conquista o in dote dalla III. Il mare che hagna la media Calabria dalla parte
figlia di un Ausane re d'Italia, e poi anche Reggio (49) e orientale è V Ionio ; il quale con tal nome trovasi in-
la Sicilia(50).A traverso coleste ferole sempre come isole dicalo in Euripide (55) che visse nel III secolo di Ro-
sono indicate quelle coi dassi per signore Eolo , che ma; in Aristotile (5G) ed Antioco (57) che scrissero nel
Polibio (51) togliendo le allegorie disse uomo perito secolo seguente; in Licofrone c Poli Imo vissuti nel V e
nel l'astronomia e nella nautica. Nulla adunque fan le VI secolo (58); ed in Dionigi (59), Sanino di Cbio (69)
antiche tradizioni e memorie sospettare sullo stato non (da altri creduto Marciano Praticola) e Silio Italico (61),
insulare delle Eolie, purché non voglia ravvisarsi qual- scrittori del primo secolo dell E. V. È coll'antico nome
che cataclismo cagione di tal disracco nel nome di Lam - di Ausonio chiamato da Strabono (62) da Plinto (63)
petto che dassi ad un antica alfe presso il seno famelico, da Siilo Italico (64), e per una parte da Licofrone (65); e
ara di S. Eufemia. È noto che lo stesso nome attribuito coll'altro di Siculo per una parte di esso da PolibàofGG)
viene ad sua sorella o figlia di Fetonte, la quale in e per lutto da Virgilio (67) Antioco c Stratone. Si-
.
Sicilia unitamente alla germana Fochisti le paterne vac-
culo anche chiamaronlo Eustazio greco scrittore del V al
che dalla fronte tonata ed i paterni mnnton lucenti arca VI secolo dcll'E. V. c Suida altro scrittore del X seco-
m custodia (52). Avvi però chi crede che Lampe zia lo. In Apollonio (68) è detto Saturnio, iu Tolomeo (69)
vaglia dire illuminatrice (53), e lalnno che denotili lu- chi scrisse verso il 130 deil'E. V. cd in Cassiodoro
me della luna o la notte (54). Non vogliamo inoltre (70) vissuto nel VI secolo , trovasi pur detto Adria-
Plutone aver rapilo Proserpina, c rhe nel culto spe- 11 nome di Ausonio vuqlsi dato da' Greci al mare,
di Terirut e che si riferisce ad locate identificata a da quella oppor comunicollo agli uni ed all'altra. Solo
della ninfa che a Cerere prestò da bere allorché errante da’ Petasgi se vero fussc che dalla loro lingua derivò la
andava in traccia della figlia trovarsi de’ rapporti col greca, e che gli Ausoni Fossero d\e Petasgi originari della
,
ratto di Proserpina; ma oltre che questo comunemente Siria, ov era una contrada appellala Ausatiiride, passati
45*45) De Kit»! nel Qaad. cìt. p. is5 not. 5. 58) Licofrone , ed. del Gargiuli p. 4« — Polibio ILit. L- V.
4?) Martini, Bibbia, not. il C.X dalla Geo. 59 } Dionigi, toc- vit,
48 ) Vero Ito, Cronologia , p, 69. Go) Sciama, Perieg. t. 339 e Kg.
49 > D« odor. ak. L. IV • V. — Plinio, U. R. L. III.— Pataeio, 61 ) Sii» I litico, de Set. pun. , L. II « XVI « teg.
Rat. tsmp. P. I, L. 1 r 7 —Fra Girolamo Fiitrmu Cent. 74.— <l« 61) Sin bone, VI.
Su monte, Star, di flap. II
I.. SS. — Fiore op.cit.
f. lil. — p. 63) Plinio, H. IL L. Ili e. *0.
Zerbi net giornale : La Fata Morgana anno , III, n. ai. 6,) Siila Italico, toc. cil.
50) Menni gè*. Teatro grog. toI. 1, app. — Duca di Serradifal- 65) Licofrone, Cassandra v. 44.
co. sé etichi la delta Sicilia V. 1 . 66) Polibio, toc. cìt,
ii) Polibio, /tisi. L. XII. O7) Virgilio, JBn. L. HI.
51) Omero, Odts. Xtl, trad. del P indemoni*. 6d) Appotlaoìo, Argon. IV. r. 553, Sgo, GGò ed A*b.
53) Curvi* n>l Progresso, Qmd.Sy, p. ilo. 69) Tolomeo, Geogr. L- III C- L
5«) beclanatrr, Dia. mit. ». Lampe**. 70) Casi 1 oiituo, L> XII. Bp< ad Maximum.
Sembra cerio però che Auso-
dal rH|>iro in Italia (71). ve, trasformala m vacca fuggiva per i mari nasconden-
niile fu detta la regione reggina nella rispoeta data dalla dosi alla gdosa Giunone , e giunta sulle sponde del
Tùia a Calcidesi che coosultavanla (72), e viene in Nilo riprese la sua primiera figura e divenne dea sotto
sostegno dì ciò il nome di Ausonio dato da Licofrone il nome d ' Iside. Si vuole che l'Ionio ed il Bosforo da
mare dallo stretto siculo a Scilla, forse nomi ricordino bella fug-
(73) al tratto di lei attraversali , co' loro la
volendo denotare la prima contrada che fu così deno- gitiva e l’animale in cui era trasformata (7 8 ). Molto
minala pria di estendersi il nome alla vicina regione e diversamente sì è scrìtto su tal favola, ed lo or si è
che Ausonia pure al certo chiamassi. Ignoto anche sem- creduta una sacerdotessa di Giunone amata e rapita da
pre resta se il nome di Ausonio l'altro di Ionio pre- Api re di Argo (79) che si vuol aver regnato nel XVU!
cedette. oXIX secolo pria dell’E. V ; or nipote di Tiiopa (80)
Pretendasi da taluni che prima di chiamarsi Ionio , regnante in Argo nel XVII a XVIII secolo av. l'E. V ;
il mare appellato siasi Adriatico ; e poiché con lo stesso or figlia d Inaco (81) altro re di Argo nel XX secolo,
nome viene indicato il Tirreno ,-suppor bisogna che or rapita nel 1763 av. TE. V. da mercatanti fenici (82)
tutto il Mediterraneo detto veniva Adriatico. Cotal no- che dalfaltra banda diceano essere stata loro sponta-
me si dice dato dai Tirreni che un tempo signori del nea preda (83) , ed or da Pico (84) antico re del La-
mare così denominaronlo da Adria loro città ove eravi zio padre di Mercurio e a>ntem|)oraneo di Mena che
insigne mercato (74) oppur dall'altra città che coiristes- si vuole aver preceduto tutti i dinasti nella cronologia
50 nome era nel Piceno , e si crede probabil manie egiziana. E quest’ultimo si pretende (SS) esser figlio
inviala dall'Adria
fondala da una colonia tirrenica di Io e lo stesso che Mesraim. Ositi, Bacco , lacco,,
veneta 75 ). lìomagnosi (7 fi) però pensa che il no- lana o Giano e secondo altri 86 ) il nome di lui con-
( , (
me di Adriatico venne al golfo dagli Airiimi che sona con quello dell'indiano Manu e detl'amoricano Ma-
verso la metà del secolo V av; I E. V. provenienti dal-
nlio. Nel ratto d 'Io fatto da Pico vede laccatalo Cor-
l ollimo litorale della Siria, presero stanza intorno le
da (87) lo stabilimento di una colonia arcadica presso
foci del Po e giunsero a dominate il golfo cui det-
il Tevere, e nella stessa Io una divinità egiziana col
tero il lor nome. Ma ciascuna di tali due opinioni se-
nome d Iside che sotto la figura di vacca rappresentava
guendo ne deriva non essere applicabile al mare Io- la luna, una delle grandi deità delia natura presso gli
nio. Quindi conchiudiamo che o Adriatico dir si do- Egizi che esprimevo l'altra sotto il nome di Ositi e la
vette tutto il Mediterraneo e così andavano in esso com- figura di Ime Dall'altra parte anche Mazzoldi ( 88 ) ri-
rore degli scrittori il chiamarlo Adriatico, confonden- di Cerere e Proserpina , e perchè nata da Inaco la
Ma donde ne venne il nome di Ionio! È questa una dd Nilo dice stabilita una colonia la cui fondazione
de
cui esame in molte favole ed
non facile quistione il vede ricordala ne’ viaggi d io; ,ed un legame pur pensa
incertezze ne spinge, poiché da Io c da Giano si vuol esservi fra le avventure di costei e la impresa di Er-
derivare tal nome. cole che condure ibuoi di Gerione d%\\' Esperia, il chè
Tutti i mitologi han raccontato che Io amata da Gio- secondo lui denota il trapiantamento di cotesti animali
gittr. Iti 46 . — V. Corei» Star, delle due Sic dìe torà. I, p. 453.
— Mazzoldi op. at.
81) Iti
54. — Trojrn Stona d‘
$a- 85 ) Erodoto, li, Italia del medto
fi) Diodoro Siculo, Butepla, XIII, ed.
Maio.
evo P. I L. $ XXI — Licofrone
, J 89. p.
73) Licofrone v. 44-
84) Suida — Mazzoldi, op.
XXI. cit. c.
74) C*atù. op. cit. L- ni c. i5.
italiani. p. *a6.
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— t —
dalla Sicilia in Egitto. Se veramente la impreca di Er- or dtlla'I'crrehi* « Tcs<aglia (97), cd or lo staro che il
cole accennala fosse dalla fuga d /o yì sarebbe una Caos, c rhe suo cullo
r il fil infreddilo da' Pernii adjt-
certf relazione Ira nomi d la c A' Ionio, poiché anche landolo alla religione degii Aborigeni che adoravano
il
nella regione da questo bagnata si vuol Erode venuto, Coor c Salarne (98). Mazzoldi lo ravvisa in Osiride. Se-
e col sistema dì Mazzolili dir si potrebbe die Io de- rapide, Piatone, Barca, lacco, Topato lana, cper
,
notasse una migrazione nella regione della moderna fino si b dai Volnry credulo riconoscerlo per trarscnc
Calabria per la via d A\' Ionio ,
ma rotai sistema già conseguenze diverse, nel Guianesa o Guiaaes dfgl'In-
combattuto dal Corcia in Napoli (89) e dal Gennarrilr diani, e da altri nell' «zone di Babilonia
(99). Nein-
in Roma (90) poggia sulla pretesa esistenza dell'isola meso i mancalo chi lo disse Noè ed Emiro (J00) ri-
AHanlide. Era questa sfiondo Platone alla prima en- tenendo che Giano in ehraico significava vini al pari
trala del mare atlantico, ed abitala da potentissimi po- rhe in greco , Enolm ; e si giunse a riscaldar lanlo
poli che dominarono su tutta la terra firma dall'A- la fantasia rbe si credette rappresentalo nel dritto delle
frica fino all'Egitto c dall'Europa fino al Tirreno : da antichissime bifronti monete che a Giano si attribui-
quali abitanti dopoché l'isola fu sommersa fa il Mat- scono ,Noi rhe vede i secoli prima e dopo il diluvio
toidi popolare il mondo. Or quanto Platone scrisse di ed il mondo vecchio e giovine , e nella nave chè al
tale isola è da’ più ritenuto per favola fratta da un poe- rovescio , la stessa arra nocmica. Nelle due facce delle
ma che negli ultimi due lustri del viver suo scrisse mentovale monete fiutare» vi ravvisa Parer Giano in-
Solone alba di disiare il coraggio degli Ateniesi. Vero trodotto una forma di vivere diversa da quella rhe pri-
è che Cranforc il più antico espositor di Itatene pen- ma esistea ( IOI),Ovidio( 102) l'occidente e l'oriente pren-
sava aver tal favola un fondo storiro, ma ciò ben po- dendo Giano pel sole, ed altri vi sorge 1 alleanza tra
teva essere una sua congeli ara senza il menomo ap- Giono e Salino rh'eSprimer si erede la corrispondenza
poggio, oppur può credersi che tal fondo consiste» nelle degl indigeni italiani cogli stranieri che dall’oriente ap-
notizie della fenicia Tarfesso date da Coleo da Samo prodarono (103). Anche Noi credulo identico a Satur-
viaggiatore del settimo secolo av. TE V , e dai Fo- no oppur Adamo (I0v) , si volle ravvisare nelle fi-
,
resi (91). Quindi niun lume riceviamo dal sistema del gure delia rara e bella lazza rinvenuta fra le rovine
milanese scrittore. Potrebbe infine dirsi che i nomi dell'antica yitnioma rappresentante ia favola lucrhica
sovente indicando le razze , Io figlia d inaro, il quale rhe il Mazzoidi (105) pur a Giano attribuisce. Fuvvi
su’ Fellazi vuoisi regnava , significasse la venuta di in fine chi disse Noi venuto in Italia co' suoi figli
qualche Pelasgica tribù pel mare Ionio, ma è questo un Sem e laphet e poi sepolto sol monte Gianicolo Ma tutti
sospetto di cui [tuo appagarsi chi si compiace wgli si udì questi noo son che sogni. Si i pur osservalo che il
di antichità più delle divinazioni che delle congetture. nome radicale di Giano trovasi corrispondere al Bici
Non minori incertezze sonovi per I altra etimologia di de'Fenici, al Sole degli Scandinavi e Troiani, e secondo
Giano. La mitologia fece di Giano o Ione nn figlio di le diverse lingue siano orìrn'ali o nordiche aver sem-
Apollo e Crema o di Xuto adottalo da Eretico re di Ate- pre il significalo di principio , CIMO ,
signore , capo
ne (92) nel \V a XVI secolo av. i'E. V. Era uni delle eie. (106). Se mal sicure non fossero ('etimologie, dir
1E. V.(95), or pervenuto dalle regioni settentrionali (9f>), 98-99) Settimi, Sag&o etimologico detk Città, pepali, monti
é fiumi abbruizeti nel (stornala abbruoeae tjua.1, I JKX a I-TXIf
p- 74, 85 1—
V. Plutarco, Quaeit. rom. XXII.
89) Corei* nel Pregretto, Qoad. 56, A-, 58 e 6i> ino) Amiio. Orig.— Nola Molile, Cronica di Cottone e detta
90) Vedi per Gennai eli» il stormir: il Zmcì fiero, anno VI n.i3 Sfaglia Grecia — Aula ,
de antiq. roman. V, II — Barri» ed
p. >68 in fine. Aceti ,
cp. cit.
94) Ovidio. Fatti, I. — Macrobin, Salamoila, p. 3«5. c- 8 — V, Corcia nel Prngrttto Q. 36 p. *69.
95) Raout-Rmùma, ILst- rrit. Ht fetaHit de» eoi. g reeq. Iu6) laoiCMO* , Utrmee scjrthieme p. 60. — Palei , Sui culto
96) Cantù, L. Ili t. » 5.
* V J
de cabiri in Irlanda p. 10 4. — Cantù L. Ili c- a5.
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,, ,
si {«Irebbe che il sole dello Ion dagli Scandinavi e che alla Sicilia conduceva ,
Siculo fu detto, Sia comun-
Iona dai Troiani, avea sianl panila nel primitivo po- que , il nome dIonio precedette l'altro di Siculo , e «e
polo dell antichissima Italia, e diede al mare Ionio lai abbiamo non solo argomento nel trovare il primo game
nome perchè da ivi nasce il sole Certo si è che il no- in Euripide più antico scrittore degli altri , ma bensì
me di Giano accenna ad una antichissima epoca e forse nglla sua origine più oscura dell'altro di Siculo, il quale
a qualche gente venula per I Ionio dall'oriente ed in noi ritenghiamo doversi ora adattare solo al tratto che
taluni luoghi della odierna Calabria e specialmente mare che forse giudica i primi ad e«ere appellati con
quelli più al siculo stretto vicini- Si è creduta da uq tali nomi che gli antichi indistintamente dettero al-
dotto moderno là denominazione di' Siculo derivata l’ Ionio. Ma checché ne sia dì ciò, dee sempre aversi
dal dominio che gli antichissimi Siculi ebbero su tutta presente che la distinzione c nome dc'mari è cosa tutta
l'epirolica costa da essi in orìgine abitata, ed aver tal arbitraria e convenzionale.
nome preceduto l'altro d Ionio. Stralicile (107) in vero L'Ionio fu anche detto Saturnio perchè la terra Sa-
dice che il mar Siculo , da lui anche appellalo Ionio turnia bagnava (111), e mar superiore perchè superante
Siilo , dividea il mare Ionio dal Siculo , ma cotesti di- re. Errore dee quindi riputarsi quel di Seneca (l 13) ove
visione non fu ritenuta dagli altri scrittori che lo pre- parlando della Magna Grecia in tutto il lato del mare
cedettero o il seguirono ,
presso i quali come si è so- inferiore la indica , invece di scrivere il superiore cioè
pra veduto ,
l'istesso mare è indistintamente a>' nomi V Ionio ed errore pur quello di Strabone (114) ove
di Siculo e £ Ionio -indicato; e seno AtW Ionio si disse parlando della inondazione del Tirreno sul mar Siculo
sempre il locrese sebbene nel Sic aio dovea situarsi se- ossia Ionio, dice avvenire per discesa da più alta su-
condo la distinzione di Polibio ,
il quale probabilmente perficie.
con essa attenuar volle l'epoca in cui i Siculi aiuta- L'Ionio forma tre seni or noti co’ nomi di Gerace
rono quella costa bagnata dal mare da hii detto Si- di Squillate e di Taranto. Il primo che bagna la Ca-
culo. Difalli ivi i Siculi si vuole aver preso stanza labria ultra .1. è tra il Capo Braccano, un tempo Ke-
finché pochi anni pria di cader Troia scacciati ne ven- firio ,
e l'altro di Stilo ch'era l'antico Cocinto : da ivi
nero , ed è probabile aver dato il loro nome al mare principia il secondo che si estende per miglia 61 sino
che traghettarono come fecero all'isola che invasero. a Capo fiUtulo ove ha cominciamento il terzo che
Pur si è detto che ne’ dintorni di Locri «ranvi ancor sol per una parte lagna la inedia Calabria. È questa
de' Siculi quando dopo l'eccidio troiano sopraggi unse- nel rimanente tutta bagnata dal golfo solletico, il quale
ro i Greci (108). Ed inoltre vi concorre pur l'omonomia può dirsi non aver cangiato nome poiché nell'antichità
tra il fiume Buffalo mentovato da Livio (109) presso come ora ha ricevuto il nome da Squiliace che Scf-
Locri, e la città dello stesso nome in Epiro che si vuole laemm negli andati tempi chiamavasi. Si è creduto da
l'antica sede de‘ Siculi. Tutto in somma tende a dimo- qualche dotto scrittore (Ufi) che Capo Siilo non essendo
strare che cominciò a dirsi Siculo quel tratto di mare il più lungo promontorio d Italia, corno scrissf Plinio (
1 16)
indicato da Polibio e poi tutto V Ionio. Forse non vanta del Cocinto ,
piuttosto dee ritenersi corrisponder questo
tal nome cotanta antichità ed all'epoca de' due Dionigi all'odierno capo Bruciano o Zrfirio. Sembrerebbe so-
ch'ebbero esteso potere in queste contrade debbesi at-
tribuire. Forse non per i Siculi ma perchè era il mare no) C*r. de Lue* , Nuoti dementi di grog- ani, p- 7.
slcncrt' colera idea l'autorità di Mela (Il 7) thè il seno tanti errori ihc lutammo riportare se la iosa liìsi-gno
-cillaceo descrisse fra il Lacinio c lo Zrfirio. Esami' avesse di maggior dimust razione , di quante inesattezze
versa sentenza Oltreché Plinio non per propria per- sulle opere di taluni viaggiatori scriver si dovesse ì Bi-
suasione disse il Cucialo essere iongiuimum II aliar pro- sogna dunque perdonare a^li antichi quella col|>a di cui
monto riunì ma intese far mila la credenza di taluni nemmeno i moderni vanno esenti, tantoppiìi che nep-
ahqui exiiUmant; oltreché forse in quei tempi il Capo pure a' tempi di Cicerone, come egli stesso lasciò scritto,
Stilo psò di adesso s'inoltrava nel mare, che ne ha erano le corrispondenze tra’ popoli della meriggia, media
potuto ingoiare una parte ; oltreché riguardandosi il e siqieriore Italia, agevoli c frequenti.
(«ronionlorio dal centro del seno scillaceo sembra lungo IV, Il mare che lagna dall'opposta parte ùr\\' Ionia la
abilitatila c più di quel che fan supporre le nostre Calabria è il Tirreno, che prima chiamavasi Adriatico ,
«arte geografiche, è da riflettersi che più lungo del sia da Adria odagli /Urinai, e poi fu detto Tirreno al-
!jruzzano cui l’epiteto di longisumum non converrebbe lorché i Tirreni , secondo i più lo stesso che gli Etrmei,
affatto. D'altronde nell ' Itinerario di Antonino die si ne divenner signori. L'annalista Grimaldi sospettò che
troviamo alla distanza di 22 miglia da Squillate y se- di traffico nella Toscana , dal popolo Tirreno che ivi
gnato il Corinto e sia perchè tal nome si dava a qual- abitava e più degli altri era culto ,
chiamar vollero il
;
che staaiotie nella parte piu mediterranea de! promon- mare occidentale benché lagnasse coste non mai al-
torio , aia per fa diversità delle miglia la disianza at- l'Etnma appartenenti (123). L'illustre principe di Ca-
,
luale di circa miglia di era allora per 22 ritenuta: nino per foppostn pi-nsò che tntla la regione di questi
al contrario sarebbe di oltre il doppio la differenza se parte d'Italia dal dominio degli Etruschi dipendi* (124).
il Corinto fosse il Bmzzann Dippiii coletta identità vien Ma l’esame dì tal diversità ha relazione ad altre ricer-
distrutta dalla determinazione che si dà ai confini della «he che nel corso della presente opera faremo.
i Magna Grecia la quale estendevasi lungo i tre seni Erano i Tirreni chiamati da Esiodo incliti cd illu-
,
Valeniini (118) correggeva in Mela Cociate per Ze- per corteggiare. Se dovesse credersi al Mattoidi che
firio e la lunghezza attribuita al Cuculio se non è fa tirreniche navigazioni precedettero quelle de’ Fenici
,
vera può ben addebitarsi senza cangiar l’antica geo- Egizi c Greci ,
in remotissima epoca dovrebbe diasi
, ,
grafia, ad una inesattezza geografica. In fatti !<r stesso che acquistò il nome di Tirreno il mare pur chiamato
Plinio (Il 11). non dà l'epiteto di granile, ingeni, al seno Brucio da PJinio (
1 25), e Turco o Etrusco da Mela (1 26).
Imponiate, S. Eufemia raortlrecthè è minore deU’allrp Il Tirreno forma nella Calabria di cpi ci occupiamo,
,
di Squillaci*? Ed egli e Mela (120) non pongono in que- un seno che da Capo Sa. aro sino a Capo Valicano si
vuole negli antichi trovare quella esattezza die invano parte dello scillaceo, ed*a differenza di questo che seguì
spesso desideriamo ne' moderni, malgrado la facilità sempre le mutazioni del nome di SquiUace ,
con vari nomi
delle comunicazioni il soccorso della stampa la pub- venne dagli antichi scrittori designalo. Malli è appellato
, ,
blicità delle notizie. Non si legge (orse in opere cele- Lme tiro da Aristotile (127), napctino da Antioco (128),
135 } Grimaldi ,
Annoi. ,
V. |, c- XIII-
124) Scavi del principe di Canino, Noie alle prime dee cento-
117) Mela, L- II, «.4. ne d illustra tion* ai
' erosi da lui scoperti Vedi potè Contò,
»»tV Valentin», Tot. cit.f ni. Schiarirne Hi al Uh. Ili, »it. Soavi di Canino.
2
. ,
— !• —
primo nome gli veniva ria Lametta calti) antica sita pres- tioco siracusano io Sirabone ; e quando Polibio scrive*
sorrhò in mezzo al litorale del golfo ; il secondo da Ma- la sua opera nel VI secolo di Roma, nome & Italia
il era
pitia alla di ‘era .pace lungo il suo litorale come vedre- gii quasi esteso come è oggidì. Non è nostro oggetto dire
mo in appresso ; il terzo da Tcrina il cui agro anche le ragioni per altro oscure di siffatti cangiamenti. Solo
in esso cstendeasi ; e Inllimo da Ipponio die in nn punto osserviamo esser poeo esalto il dello di Strabane (139)
del seno era posta. Il nome attuale di S. Eufemia è che %Xìtali allorché prosperamente andavano le loro co-
derivato dalla terra dello slrsso nome prossima a Ca- se , a’ finitimi il proprio nome comunicarono; e so-
po Suturo oy'cra il magnifico monastero cui prese- spettiamo che siccome la contrada anticamente delta Ita-
deva il cognato del gran conte Ruggiero (131). Di- lia compresa in parte andava nella Magna Grecia, ne
strutta dal Ir cirmolo del 1638 fu rifaldiricata in luogo venne che 1 due nomi si confusero, ed in Erodoto a
poro discosto c più salubre (132) , ma venne anche questa sempre dato quello d Italia leggiamo—Similmente
buona parte di essa resa inamabile col fremuoto del anche quando generale era tal nome, Ovidiu ed altri
J783 (133)- Ora è un villaggio di 74 abitanti com- scrittori servironscnc per denotar la Magna Grecia.
preso nel comune di Gixzcria, c diverso dall’altro paese Ma la contrada in cui. per la prima volta s'intese
deH'islesso nome die nella Calahria ultra prima presso il il nome d Italia chiamossi con altri* nomi , e siffatto
golfo di Gioia o lìruzio, che comincia da Capo Vatica- esame ne conduce anche all’altro de’ primi abitatori
no, bagna fino al fiume Mestata la Calabria ultra seconda, della odierna media Calabria. Importami ricerche son
e termina nella prossima Calabria uitra prima colla queste e legausi alia inestricabile dispula tanto diver-
punta del Pezzo. samente studiala delle prime origini italiche. Non è^
V. Fra’ due golfi /amelico e sdì letico ora delti di del nostro ingegno nè della natura del presente
, la-
S Eufemia c di Squillare , nella parte più stretta, voro trattarle a disteso, ma ne diremo quanto basta
la distanza si dice da Aris Ioide (134) esser mezza al soggetto.
giornata di camminò , da Sirahonc (135) 100 stadi, Apriamo le sacre carte del più antico libro che si è
da Plinio (130) 20 miglia e dal moderno geografo scritto c clic dee consultarsi allorché delle più
,
remote
Zanno ni 17. Frap|>osla a tali due golfi era la rfcgio- cose della terra si vuol discorrere. Ecco quel che leg-
ne ch'ebbe -anticamente il nome d Italia (137) , il giamo: Il diluvio inondò la lerra e le acque coprirono
quale poscia a gradi a gradi fu dato a tutta la vasta tutt i monti — La umana razza perì eccetto Noè con
prn isola che appenda parte il mar circonda e f Alpe (138). i sUoi figli — Dìo disse crescete moltiplicate e riem-
Benché ignoti i precisi mediterranei confini della pri- pite la ferra niun diluvio verrà in
; appresso a ren-
migena Italia , è certo che parte o tutta della media derla deserta — L'arco baleno fu il segnale del patto
Calabria vi andava compresa. Ai tempi di Salace, se di alleanza — Dai tre figli di Noè si sparse luman
I autore del Periplo fu
Cariando vissuto
lo stesso di quello Salace di genere — Uno stesso linguaggio allora gli uomini avea-
ai tempi di ^tario, cioè nella prima no, c partendosi dall'oriente essi nella terra di Sen-
metà del III secolo di Koma {Italia rimancasi nei naar far voleano una
,
città cd una torre la cui cima
suoi antichi confini. All’epoca di Erodoto che nc'prin- al cielo giungesse ; ma Dio disapprovò il temerario di
cipi del IV secolo di Roma compitava la sua storia , segno, confuse il loro linguaggio, c la progenie di Noè
i bramava si //<?//>/ la regione fi no a Metaponto, oggi Torre in diversa direzione si sparse a popolare la terra (110).
a mare in rasificaia, c colle terre lai aniine confina- Non estraneo al nostitfsoggeito è il jtremesso estratto
va. Pressoccbc la stessa è la no»izia che nc dà An- della Genesi ;
poiché in esso vi si leggono diverse
verità. «
* • "
„ •
2. I figli di Noè si diffusero e popolarono il mondo gnificare sia la diversità co' nuovi venuti che alla lor
Quindi follia è quella di alcuni scrittori che han vo- volta prendevano poscia lo stesso nome, sia lo stato
luto credere abitate fé occidentali contrade pria del di- di stranieri di coloro che vi trafficavano. Fu poi lo
luvio. Follia pur l'altra di coloro che dissero Noè ve- stesso nome adoperalo dagli scrittori per indicare il
nuto in occidente e perfino in Crotone { I H ) ed in Reg- primo popolo che abitò la contrada ; e così presso i
gio (142). Ma questi sogni son derivati dal confondere Romani gli auloii della lor gente furon detti Aborige-
Noè con Se turno, c con Bacco , Ogige, Enotro, Ciano. ni, quasicchè si volesse dire che da principio abitarono
bisognava cominciare per conoscere i veri *primordj Cosi poscia il nome di Aborigeni divenne appellativo
della diffusione dell’timan genere ,
ma il desiderio di c denotante gli autoctoni , indigeni o primi abitatori
esagerar ciascuno l'antichità della propria nazione, fece di una contrada qualunque, e specialmente fu usilato
si che non solo nelle meridionali regioni ma anco nelle a denotar quelli del Lazio e dell’antica Italia Quindi
boreali si parlasse del regno di Noè c de’ suoi figli Vico con ragiono disse che ogni antichissimo popolo
Certo che da questi gli nomini trassero origine, ma è ebbe l'appellazione di Aborigeni (148): quindi inutile
oscuro del tutto se dfrcllamcnfc dalle orientali regioni, diventa la distinzione tra indigeni ed aborigeni fatta
o se i loro discendenti da altre contrade intermedie dal dotto Raoul Ilochet te in opposizione a Mirali (140) :
vennero, solcando il Mediterraneo, ad abitar l’Italia. quindi non ritenghiamo il nome di aborigeni come si-
3- Gl! uomini argano un solo linguaggio , ma dopo gnificante abitatori dell alto delle montagne (150)', o
la confusione nulla di più probabile che nella nuova corrozione dell’altra prola Abberiggenl indicante orda
lingua rimasta Fosse ndellc prime voci qualche parte; di uomini vagabondi e predoni (151), ma beasi chia-
e da ciò ne viene la somiglianza in parecchie voci ra- miamo aborigeni i primi aiutatori di una contrada per
dicali nello diverse lingue , e la non esattezza delle lo innanzi disabitata.
conclusioni tratte da' moderni da viventi dialetti (143). Leggiamo pur nella Bibbia (152): terzo figlio di
4. Gli uomini partitomi dalf Oriente. Non dee dun- Noè fu Tapket tra’ cui figliuoli era primogenito Co-
que ammettersi che gli uomini nati sieno dappertut- rner e quarto Iman: tra* figli di Corner è nominato
to (144). Rapportandoci alla prima elà del mondo, Aseenez\ ed Elisa e Celibitn fra quei del secondo— mo
il nome &’ indigeni che nel Lazio denotava generati ora quel che soggiungono gli scrittori —La stirpe di
ivi (145), solo alle prime genti orientati conveniva, ma Iaphet abitò l’Europ e 1 Asia minore (153) : laphet
non vi era opportunità usarlo, poiché tal vocabolo è è rimasto famoso sotto il nome di Giapeto (154) : egli
il commercio cominciò ad estendersi, surse il bisogno 148 ) Vico, Prtneipj di scienza nuova, L 1.
di distinguere i natj di una terra, c con esso il vo- 149 ) Raoul Ruchette, Bdainit a MicaU, n. I. V. I. p. 3a3
»5o) Dionigi di Allearmelo , 1 Aurelio Vittore, Deong. —
cabolo atto a denotare ch'eraoo indigeni; e ciò per si-
geni, roman. — Serrio ad JBi. L», 10 . — Culi, Aniich. rial.
L. I, p. 56.
iti) Itola Molile, op. cit. L I c, I. i5i) Dionigi, Vittore, Servio, op. cit. — V. Fatto.
«4») Gualtieri Paolo, Gloriato trionfò <W SS. martiri di Ca- *5i) Generi, c. X.
labria, L. I, c. I. i53) Mirtini, Bibbio, not. «I c. X della Gen.
U3) Troya, L. I §. XLV. — Da Riti». Q. cit p, io3- | 54 ) fioMuet, Ducono suda storia uni versate, epoc. II.
*44; Baiai, Fot cit. l55-t56) Aceti iu Barrio, p. Si — V. Bochart.
*4$) Serrici in Virgilio, JEn- VI1L > 57 ) De Riti», Quad, cit. p. 107.
146) Troya, L. I, 5, u. i58) Martini, loc. cit. — Vernilo, op. cit. j. 68.
,
Gomer or sì dice padre de'Cclti (T30) ed or de Ger- pensa che nei discendenti di Cetthim non debbonsi ra-
mata (IGO), che altri fa discendere o dal suo figlio Ta- tendere nè gl'italiani nè i Macedoni ,
ma in generale
ffomuj o dal costui germano Ascenez (161). Qucst'ol- gli occidentali (170). Finalmente Volncy affaticassi per
timo or si crede aver colla sua stirpe popolata l’Asia, determinare qual ora precisamente l'isola di Cetthim ,
o una provincia della Frigia da lui detta Ascenìa (162), cd altri diede tal nome a Ozio in Cipro.
ed or si confonde con Tuiscone che da’ seguaci di Au- Quelli che Cetthim sinonimo supfwscro d Italia han
lita dicesi figlio di Noè e da altri lo stesso di Teutone preteso scorger tracce di tal nome in Celia nel La-
che i Germani dicevano figlio della terra e padre loro zio ,
ch'era una delle sette città da Costatano conqui-
e di Manno. E mentre da una banda si è creduto ri- state; in Ceto % nome d» un fiume della regione c uma-
a) Manu dell India, al Monete egizio, al Mane di Li- ico rio, cd esser da ciò derivata la parola Lazio che da
dia, ed al Monito degli Americani (163). Giuseppe l'ebreo Intendo anche si vuole aver tratto origine -, ed è note-
e S. Girolamo (164) invece credono che la stirpe di vole che ta stesso senso di nascosto eziandio dassi a
Ascenez stabilissi nelle odierne Calabrie, eh essi terre Saturno, ad (Jjgige, a Calipso (171). Ma questi non son
degli Aschenazzi perciò appellarono. I calibri scrittori che giuochi di etimologia, i quali non giungono a chia-
han seguilo tal sentenza benché fiancante di prova , rir cose che sono a noi veramente nascoste.
ed han per fino opinalo che Accorgo fosse il primitivo Fra colante incertezze cd opinioni sol facciamo os-
nome di Reggio (163). servare per quando riguarda il nastro proposito, che
or ad Elisa rapportasi (ICO) ed or al suo fratello Cit- intender l 'Italia, ed in tal caso polrebbesi ritenere che
thim o Cetthim. Cotesta parola che sovente trovasi nelle non si rapporta il nome a tutta la italica penisola, ma
sacre carte, vuoisi che denoti in senso generico le re- solo a quella antichissima ch'era fra’ due golfi lame-
gioni atì’ocridénle della Palestina o le terre insulari , tiro e se iUclic 6. E se certa fosse la elimologia dal Bo-
e con partrcolar significato Roma o la Italia (167). Il chart data al Cocinto , antico nome deH’odierno Capo
Calme! inclina a credere doversi con essa intendere la Stilo ,
tìna prova si avrebbe che il sospetto privo
Macedonia, cd il Martini (168) sostiene che da Celthim non sarchile di fondamento. R di latti quel rinomato
sulla Macedonia e sull'Italia dicendo che polrebbesi quella seno scilletico, meritava tal nome più ne! senso dd-
considerar tome parie di questa , non altrimenti che le rantichissima Italia che dell'attuale-
montagne di lla prima formano un sol sistema colla ca- VI. Ma sia che i Calabresi col resto degl'italiani
tena delle Alpi. Altro accurato scrittore per l’opposto ahhian per loro proloparcnti Elisa Ascenez 0 Citthim
è ritenuto clic la primi gena Italia coll’antico nome di
V.Troya,t,T, $. G.
Saturnia era designala. Pur si vuole che pria di tal
160) Martini, toc- cit. nome coll'altro di Gianicola la Calabria meridionale no-
161) Anni», De orig. — Fiore p. 66. — brdetti, De' primi mavasi, ma nessuna memoria però si trova di tal primo
popoli di Jlaha. —V Troya L. I § 6 e L. Ili $ Si. nome, che se fosse certo, metterebbe un legame tra
161) Martini ,
loe. cit.
a3 . — Manoldi , op. cit. t. XXI. — V. Corei* nel Progrcsto Meno incerta è fappcilazion di Saturnia, che dallo
Qoad. 60, p. i»7 e erg. storico Dionigi d’AJicaroasso (172) appare chiaramente
167) De Bitta, Q. ri#.—V. Boeharf, Gius. ELxeo, Aceti, op. cit. 170) Cordi net Quad. Sp del Prog. p- 100.
j 68) Martini, Bib. noi. al c. X Gtn- 171) AdO, Bochart , op. cit.
- ti —
essersi dato alla contrada fra strettissimi confini rac- vasi la effigie de' due regnatori e nel rovescio la nave
chiusa che poi appettassi Italia. Dionigi pur seguirà in denotante la provenienza di Stiturno. In Plutarco 170 )
(
turata crasi dagl'indigeni dato mollo tempo prima della che odiarle di potar le viti c fare il vino ammaestrò,
venuta di Ercole, e celesta terra a* Ve luigi essersi in- cd in ciò si vede da qualcuno un mito che serve a deno-
dicata dall'oracolo »
duce di ogni impresa presso gli lare gli autoctoni Enotri di questa regione, dall’antichissi-
antichi; ma che non poterono approdarvi perchè solcan- mo loro slato di nomadi pastori convertiti in agricoltori
do l'ionio, sbalzati vennero in una delle bocche del Po. docili, disciplinali, civilissimi
(
177 ); oppur potrebbe dirsi
ikn quindi col solito suo acume il Mazzocchi (173) per significasse la fecondità della embrica terra all'età di Sa-
la stessa nostra opinione (enea , ma non usò la con- turno in cui cominciassi a coltivar la vile. Or Saturno
sueta sua assennatezza il Nkaii (174) confutato da Ra- si dice fratello di Espero, ed entrambi venuti in Europa
oul-Rochette quando opinò che il nome di Saturnia dalloecnaica isola che chiamavasi Atlante dal re lor ger-
diversi ebbe la regione che col namcd'/Zn/ùi designatasi. c l'altro quello di Saturnia al Lazio ove benignamente
Ignoriamo se la terra Saturnia fra' due golfi limitava- accolto insegnava l’agricoltura ; or si vuote un Principe
si, oppur se alle adiacenti contrade e fino a qual punto orientale scacciato dal suo regno (178); or che il culto di
di esse si eslcndea. Ignota anche dee dirsi la ragione di Saturno venuto sia dall’Egitto ( 179); or un legislatore de’
tal nome. Alcuni credono rinvenirla nella libertà pur Titani o Ala tanti ossia primi italiani (ISO); ed or come
troppo vera (fri suolo calabrese ; ma ne fta lecito diffi- simbolo di fenicie colonie. Altri vede nella relazione che
dar di tale opinione, poiché il nome tratto da Suturao o passa tra Saturno , Atlante , Espero e Bardano figlio di
Crono che vuoi dir lo slesso , sovente rinvieni in luo- una delle Pleiadi tirilo stesso Atlante ,
la prova della co-
ghi diversi senza riguardo alla loro ubertà. Tra le si- munanza delle origini italiche ed cpiroliche (181), alla
culo favole Saturno ditesi aver un tempo dominato la qual conclusione diversi moderni inclinano (182). Altri
Sicilia , e da ciò esser venuto il nome di Croni dato ivi mette l'originaria sede di Atlante sul monte Cil/ene 4*
ai monti più elevati : una città deila Saturnia pur vuoisi Bella settcntrional parte del Peloponneso, ove essendovi
sia stata nel Lazio; è perfino nelle regioni settentrionali diversi luoghi ra cui si dissero avveniste erculee im-
AmaJchio seguiva. Se poi la ragion del nome di Satur- Atlante ed Ercole (183).
riva ,
poiché si é creduto ravvisar questi in ogni popolo della parola Saturno ,
ma invece di averne lume a
e perfino nel Gebereit de Geli. Il cullo di Saturno fu nuove oscurità si è andato incontro. E si è pensato or
secondo taluni recato in Italia dai Fenici, venuti da Ti- dedurla dal fenicio urtar o iatum y ascondere (184) ; or
ro o da Creta tra l'Arno ed il Tevere, per cui dal dìo
presero il nome religioso di Saturni (175). Ma se vuol -
176 ) Plutarco, Df /pacca et rom. camp.
credersi a questo arrivò £ Fenici ed al loro cullo ,
rite- 177) V alcalini, op. cit. p. Ò14.
nuto che alla primigeni Italia spettava il nome di Satur- 178) Zetli, Fata Morgana, An. Ili, n> 3.
nia , ivi e non fra l'Arno cd il Tevere stabilir si dovet- 379) 8*r*flo>, op. cit. p. 103. — V. anche Microbio, Salumai.
180) Ulano! di, op.cit.
tero. Altri han Saturno per uno straniero che accollo o-
181 ) Corei*, Storia tirile dar Siedi* T. I. p. 4Ó9. — V. Dio-
spitalmente ne! Lazio dal re Giano ed associato al go- nigi Alie. I, 5a, —- Diodoro aie. IV, 37,
verno di lui , ai popoli l'agricoltura insegnò, ed a forme 183} Grotefend, Radiai. ting. umb. VlH,p. 5 e seg. RucUm.
civili li ridusse ,
conservandosi memoria del doppio re- fcng. ore. p- 5i — Klaiucn jEnetu and. dir etc. — V. Corei*
Tom. ci*. p. 460.
gno nelle monete antichissime in cui da una parte osser-
1 83
) Gerhard, Memoria, li Re Aitante nel mito delf Reperì -
di , i esenta negli atti della reale accademia di Berlino, e stam-
1
5J Manocdii, Tab, £, Diat. Il, p. 83. pata anche «epa rata mante. V. Ballettino archeologico napole-
*74) Mica li, Italia avanti il dominio da’ Romani, V. I. c. L tano, Vol.I. p. 137.
176) Roaugousì, Ehmm cit. — V. Troja, L. ì % 5 o. 184) Cantò, L. IH, e. >3. — , Romagnoli op. di, '
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,
- 14 -
daUcLrako Mtur, nascosto-, or dall'arabo satnun, signo- dt/foro. Quindi il nome di Saturnia si ebbe amica-
re (185); or dal celtico sai o seathar, forle (188); or dal mente la nostra contrada 0 in onor dì Saturno il cui
Ialine saluta, saturando, wrru/a(l88),cdorsi èdetloche coltura, gl'indigeni chiamarono la loro terra col nome
la parola Saturno è propria detta lingua indigena itali* del simbolo che la significava ; o per altro motivo a
ca(189). Niun appoggio troviamo avere quest'idi ima noi ignoto. Nei secoli posteriori gli scrittori estesero
ragione che si riferisce ad una lingua a noi ignota. colai nome a tutta I Italia. ..
Lo slesso diciamo delle etimologie celtiche che al pari Se gl'indigeni Saturnia chiamavan la loro patria ,
delle sanscrilkhe or sono in molla come un tempo e- i Greci la indicarono col nome di Esperia. Non fu
rano le orientali, liigcltiamo le latine poiché sicura- però tal regione la sola ad avere cotesto nome- Lo
mente non può trarsi la ragion di Saturnia da una lin- ebber pure la Spagna I* Epiro ed una lidia città poi
gua nata più secoli dopo clic tal nome esiste^, ed ag- detta Berenice ;
ed il nome di Esperidi fu successi-
giungasi che in lloma tardi il culto di Saturno venne vamente dato a molti luoghi ed isole. Le Esperidi
introdotto. Non confidiamo poi alle orientali, nulla es- che gli antichi credettero figliuole or di Espcro fra-
sendo più facile che rinvenire de' radicali di una parola tello di Atlante ed or di altro Espero ricco di All-
in lingue diverse senza che i'una abbia coll'altra rela- ieto che in Caria stabilissi , custodivano secondo la
zione, e non perchè un mito s'incontra in differenti po- favola numerosi greggi di pecore dotte pecore d" o-
poli dee credersi che abbia lo stesso nome presso lutti. ro (193), o come altri (194) pensano, delle poma di
L'erudito ed jnslancabile Cantù nota un legame fra oro , nelle isole iperboree ; e quest'ultimo nome fu pure
Giano c Saturno , il primo ile' quali compare fra genti applicato a luoghi diversi. E qui si noti die siccome
non ancor siabitilc ed il secondo mostrasi fra agricole Lodane era il nome del serpente che custodiva tali pe-
popolazioni (190). Qualunque sia la verità di tali due si- core 0 pomi e di un fiume in Arcadia , altra pruova si è
gnificati , sembra (he in effetti gl indicali nomi accen- creduto rinvenire della loro provenienza pelasgica (195).
nino a due età primitive, c siano la personificazione del Intanto senza ritenere che le isole &t\\' Esperidi eran
primo viver de' popoli presso i quali sovente perciò presso le coste occidentali dell'Italia c precisamente nel
irovansi colesti due miti. E poiché lo sfato di pastori mar tirreno (196), e senza credere ad un Espero re dì-
precede l'altro di agricoltori, non è improbabile Giano talia ,
pensiamo . co’ più che Esperia dinotava la situa-
denotare il primo e Saturno il secondo. Questi comune- zione occidentale relativamente alla Grecia trasmarina.
mente dagli antichi è rilennto come l'inventore del- Anche ai Gred si attribuisce aver dato l'altro nome
l'agricoltura, a lui si attribuisce la coltivazione delle di Ausonia da noi già mentovato , che si vuol derivato
biade-, a lui fu data per sorella lira rappresentante- la or da Giove (197) or da Ausane. E questo or si dice
terra (e si vuol derivare dell'ebraico arhra che ha lo* figlio di Ulisse procreato con Caiipso 0 con Circe (198),
stesso significato, o da Urto popolo antichissimo rap- or prole di Italo , or lo stesso che Italo , or discen-
presentato da un Reto re degli Aborigeni (191) ), od dente di Atlanle{ 199); or si vuole che tal nome non dr-
titntn hist. arai. p. j»o. — Corbeilli, Monde pnmitij . n. I. iq.5 ) Gerhard, Memoria cit.
iS5) Febbroni, Pensieri sugli antichi abitatori d'Italia. Mattoidi, op. cit. c. 1 1 • 12.
187) Valenlini ,
V. cit. p. 340. 197) Dionigi, Caataldi, La Magna Grecia brevemente
V. Fulgent. Myth. L- 1. — Val rotini p. 109 e 340 del Poi. cit. 198) V. Foto , v. Ausonia — Strrio ad Vifgil ARn. L J1
189) Freret, iteri*/, sur Vorig. et Vancien- Aia/, dee dtff. Aacen s. ad Virgil. M a. PIU, e. 829— Scimoo Peneg.— Sai- in
190) Culi L» III c, sS. mag. r. Ausones — Aceti in Barrò, Proleg. p. XV. — Cure»,
191) Serafini, op. cit. p- 99. Storia cit. p. 45g — Valenti ni, op. cit p. 290.
»9») Fertride, ap Tarlali. De corona, p. 390— Dionigi d'Aia* 199) Euitarò toc- a*—Taci», Chi!- v. 1 6.—Stefano r. amon.
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noli persona ma la nazionalità italica (200) ; or rlte ac- te»la etimologia fosse certa, chiaro ne verrebbe che l'in-
renai alla fertilità della terra (201); or si vuol dori* dicato nome apparirne* solo alla parte montuosa della
vaio ila muroi invece di aurvm denotante frumento, calabra contrada ove cresce rigoglioso il pino, e cadrebbe
e ron ciò significare il nome di Ausoni ricchi posses- acconcio dire che non solamente alla Si/a il nome fosse
sori e coltivatori di frumento oppure mietitori di mes- adattato, ma a tutta fa catena di montagne che attra-
si (202) ; ed or col Dorharl (20.1) essersi così detta la versa la Calabria. Noi però diffidrnti deirclimologie cf
regione dagli abitanti in riguardo alla lor vita pastorale* arrestiamo al [osso di Antioco in cui nessuna distinzione
Si è pur detto che la parola Ausoni denotava anche si legge; c crediamo che il nome di Brezia da principio
re , e dò sull'autorità del pcricgelc Dionigi e di Eusta- alla ragione fra’ due golfi , sellitene ignoriamo fin dove,
tic (204) , il quale scrisse che gl'italiani dominando siasi dato; poscia lo sospettiamo esteso a tutta la Calabria:
da Signori vennero delti Ausoni , e sognantemente ado- quindi ristretto ad una parte di essa , ed in line sotto il
'
furarsi le scambievoli appellazioni di Ausoni e A liali. dominio de’ Domani tornò il vocabolo cangiato JV in u
Sia qualunque però la ragione del nome , certo è che a denotar tutta la calabrese regione.
quelli di Esperia t di Ausonia, come si era' fatto dcllal- Ma quali furono i primitivi popoli di lai contrada
'
tro di Saturnia , furono ne tempi posteriori a tutta l'italica £ questo un rampo d’inlcrm inabili dispute e di profon-
penisola estesi. da -oscurità. fi questa una ricerca che ha nesso con
VII. La lem saturnia chia mossi poi Brezia f Eno- quella delle origini italiche, le quali diconsì greche ,
lì-
tria ed Italia. Vero è die il nome di Brezia vien comu- die , libiche , egizie , fenicie, sirie, scitiche, slave , cel-
Bisanzio (205) raccolse il detto del sirarusauo Antioco, che gli autori han preferito. Non è nostro scopo entrare
che Brezia denominassi la regione |Joi detta Enotria ed in tale aringo c vedere se l'Italia fu abitata pria della
indi Italia. Vero è pure che l'alemanno Wachsmtilh Grecia come gli eruditi Guamacci, Donarmi! , Passeri,
quella di Antioco, storico riputato, che visse nel IV se- lciti (207); se col Micali dee ammettersi in Italia una
colo di lloma. Vero é anche essersi da diversi scrittori genie di nascila c credenza indigena; se come opinarono
creduto alterato il passo di Antioco che si sono sforzati cor- il Da rane Duri ni cd il marchese Campanaro (208) i
reggere, ma bene osserva l'annalista Grimaldi (201»), primi abitatori dagli Abruzzi, che altro scrittore (200)
nulla esservi d irregolare che i nostri indigeni prima di dubitò se fu la prima regione a chiamarsi Italia, si spar-
esser delti Enotri siansi chiamati Brezf. D'altronde sero nel resto della penisola ; se per terra o per mare
gli altri fatti di cui ahlnare, cognizione polendosi ben vennero le prime genti; se stabilironsi nelle regioni ma-
conciliare con quanto lasciò scritto Antioco , non vi è rittime come i più credono , o se giusta il pensiero di
alcuna ragione da riputare alterata la notizia a jioi per- un valente italiano (210), i primi abitatori preferirono
Il Bochart ed il Mazzocchi derivano il nome di Bre - inondazioni. Sono siffatti dubbi non concernenti la sola
zia dall ebreo Bcrosh , o dal caldeo forni che nel plurale Calabria , c noi di questa ,
anzi unicamente della me-
ha Btwtim o Brolim o Bruttai , voci tutte denotanti dia, discorrer dobbiamo. D'altronde a che servirebbe
oberi resinosi, di cui l'attuale Calabria abbonda Se co- confutare » precedenti sistemi che si Son Con coll'altro
dis'rutli? A che giovertblie un novello sistema qnan-
— 16 —
ili- non è confortalo da cadenti ragioni ’
Più utilmente dersi indigeni d Italia ; sia che abbiano o nò origino epi-
vogliamo occupare il tempo roticao siriaca{218); sia infine che col MiHingcn (219)
Si credette da un erudito patrio scrittore (211) che col Mirali (2*20) prù ragionevolmente ai pensi essere quello
nella vasta foresta delta Sita. avesse da principio alber- degli Osci il tronco principale de'popoti italici primitivi o
gato l'indigena e numerosa famiglia de Brezi, in cui, aborigeni dai Greci detti Ausoni, niun dubbio avvi che
die egli , dtbbonsi rintracciare gli stipiti delle prime so- gli ftr/fra'primilivi popoli debbono annoverarsi. É dalla
cietà del l'Italia meridionale. Noi però troviamo ì primi maggior parte degli scrittori poi ritenuto che gli Osci
aiutatori della Calabria estere in tutta la regione posta siano gl'blcisi degli Ausoni, quantunque Polibio e Sfra-
fra'due golfi kunetico e scilletiro. perché ad essa rappor- tane ingannali dall'apparente diversità di questi nomi
tatisi le più antiche tradizioni ; c dee notarsi eli essendo abhian creduto appartenere a popoli diversi (221). E sul
parli montuose furono a preferenza scelti da' primi ve- autori, crune si vedrà in appresso, che gli Osci scacciarono
nuti. dalle calabre contrade il popolo che il suo nome diede alla
I più antichi abitatori della indicata contrada diser- Sicilia; ed ai tempi storici pur troviamo che come scrisse
bili nella storia noi crediamo essere gli Osci che dai no- Aristotile, in quella parte lagnata dal mar Tirreno abi-
me della regione doveansi pur chiamare Saturni. Ed è tavano gli Opici, i quali anticamente anche col nome di
Opi che anche sorella o moglie dello stesso Saturno era gione quantunque non si fosse mai appellala Opicia.
creduta nell'antichità. Sìa che gli Osci dcbhan dirsi di- Inoltre deesi osservare , che anche da' più è ritenuta
stendenti di Ai caie z , di Citthim. o altro ramo della nu- la identità tra gli Osehi Aurunci ed Ausoni (223), ed il
merosa progenie di Iaphcl sta che col Vargas (213) si Niebhur (22 ì) riflette essere il nome di Ausones la for-
vogliano intendere per Etiopici ;
sia che il loro nome ma greca del nome indigeno di Aunmi donde ne venne
,
abbia indiana origine , ed essi provenienti siano dai Auronici ed abbreviai amente Aurunci. Che tali popoli
Celta-germani o dai Basc/u o abitanti dc’Pirenei Sian diversi da' Pe/asgi il vedremo appresso.
o dagli erranti e ferini popoli della Libia delti Alisei, Finalmente non dobbiamo omettere che gli Ausoni
tome dagli amanti delle origini celtiche indiane e libiche vengon mentovati da Licofrone col nome di Pelkni (225)
senza alcun fondamento si sostiene ; sia che col Muller 'che un pregiatissimo patrio scritlore(226) crede significare
(214) gli Ausoni od Osehi dalla schiatta de' Sabini de- abitatori di bòsso terre acquitrinose , e riprova la spiega
rivano ed unitamente ai Sitali la gente osca formarono ; data dal Cantero e dal Pottero i quali dissero gli Auso-
sia clic <;ol Ianm Ili (215) vogliano credersi gli Ausoni ni abitatori della bassa Italia e provenienti da Pellene
un misto di Arcadi Co/chi ed Epiroti. sia che gli Ausoni città achei o tessala, men trecche gli Ausoni fu un nome
comedicesi da Antioco (21 G) ai Ebano (2l7)debban cre-
aa*J Mailer , Su^li Etruschi, V. I. Etimo, Var. Hitt. IX 16 — Servio, JBo. VII. 20G— Microbio,
si j) fumetti, Vet. oi c- late. p. 4 , 31, 26. Sai L.. cip. V
I, Ftrorinu ap. Mectob. — Gallio N- A- L. I,
3iG) Antioco in Dionigi D’Alicarnaim, I. c. io — Corda, Slot Voi. 4^7 — M» P- U a
- cit. t p. ifi.
317) Stiano, Far lutar. L. IX. cap XVI— durarlo, ite/, ani. 334) Niebhur, H- R. 1. 1, p.
L. I cip. I — V. anche Virgilio Eneide, XI. r. 2Ò 2 1 a5i—Ser- 335) Licofrone, Cattandra, v. 919 «913»
vio wi — Em m. m#g autonet. 226) Vaiantini, op- cit. p-3j5.
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,
— 17 —
«pp«li»tÌTo degli Itali » non ile Greti. Non essendo giu- modo ereditaria quella de Brezi desser sempre calun-
stincata la esposta etimologia ,
potrebbe credersi invece niali — Compariscono nella storia con tal nome ,
e si
0 die gli Ausoni ebbero il nome di PcUeni dopo la loro dioon servi— Dopo due secoli collegati» ad Annibale
unione con i Ptlasgi che da'pih si dicono provenienti dalla nella idea di scuotere la dipendenza de’ Romani e vinti
Tessaglia, orerà una rallenta o che significando le foci da questi , si vollero pur ridotti in istato di servitù;
Velino Pe letto e Ve He no, luoghi montuosi (227), it poeta nè mancò chi pur credette esservi de’ Brezi fra’ croci-
denotar volle gli Ausoni come abitatori de monti. fissori di Cristo (231).— Ed infine in epoca non lontana
Dimostra fa essendo la presenza degli Osci in que- comliatteano i calabresi per il loro re e per la nazio-
st*' contrade, in essi noi riconosciamo i Brtzi , e due nale indipendenza, e furon chiamati briganti !
argomenti confortano il nostro pensare , oltre il gii Ma tornando alla nostra questione; dee primiera-
mentovato che Brezia chiamavasi la regione poi detta mente riflettersi che la unione de' Brezt e Lucani è sol
Italia — I Brezt eran detti bilingui (228) perchè l’osco detta dai suindicati autori , i quali sfrissero quando i
ed il greco parlavano, cioè il loro primitivo linguaggio primi eran già decaduti e perfino il loro nome nella
v l'altro che contrassero dopo avuta comunicazione con altro di Bruci si era cangiato , ed in epoca assai lon-
1 Greci de* litorali; e da Mamers che si è creduto osco tana da quella della pretesa separazione — Stefano che
vocabolo denotante Varie . si vuol derivato il no- sugli scritti degli antichi autori compilò il suo , deriva
me di Momerto ,
città fondata da' Brezt nella parte il nome de Brezt da Breltum che disse tirrenica città ,
montana della meridional Calabria — In secondo luogo e dee notarsi che i Tirreni non manca chi li crede
gli Offici indicati da Aristotile che visse nel IV al V dell* istessa razza degli Osci (232)— Inoltre attribuen-
secolo di Roma, non poteano essere che i Brezt Ed • in dosi ad Ercole la origine della indicata città, certo che
fatti quando egli scrivca, le spiagge d e\\ Ionio erano i Brezt se veramente comparsi fossero nella storia ver-
sparse di greche colonie, i Brezt usciti dalle montagne so la fine del IV secolo di Roma, non poteano nem-
cominciato arcano le loro scorrerie , c di Terina e men per favola vantare un* origine remota quanto Er-
d Ipponio che giaceano sul Tirreno e di altri pesi cole—Nulla poi dicono gli altri antichi autori sull'ori-
eransi impadroniti. Quindi dee dini che fino a quei gine de’ Brezt. Se si volesse credere a taluno, trovasi in
tempi l'antico nome di Osci scrbo&si fra' Brezt, i quali Dionigi (233) che nel parlare de'popoli esistenti all epo-
noti con quest altro nome il primo cadde in dimen- ca della fondazione di Roma, sono fra gli altri nomi -
ticanza, ma non la lingua che anche quando a' Ro- nati i Brezi. Ma invero non è questo il senso da darsi
mani furon soggetti conservarono. alle parole di Dionigi , nè di testi oscuri abbiam bi-
Dee far sorpresa la esposta opinione dopo che un sogno per confutare la unione oon i Lucani. Dionigi nel
tante fatiche durò per indagar le origini degli antichi gua non eresi corrotta malgrado i diversi popoli che
italiani, scrisse che la nazione de' Bruci fu fino al 395 in Roma erano accorsi ,
menziona fra questi i Brezt
sconosciuta nell’istoria . Egli immerso in vasto ed ar- e da ciò chiaro apparisce ch’egli intese parlare del
duo lavoro non potè approfondire cotesto esame. Se- tempo in cui scrivea e non dell' epoca in cui Roma
gui il siculo Diodoro ed il gallo Trogo Pompeo che ebbe nascimento. Senza nemmeno invocare la non va-
riveano nella prima metà del I secolo del HE V.,c Giu- lutabile notizia di Fra Girolamo da Fiorenza (234) che
stino storico latino che verso la metà del seguente nel 2288 del mondo , i Brezt con i Toscani combat-
3*5) Fcato, t. bilingue». a33) V. Da Riti*, Quad. cit— Dionigi di Aliena. L. I. c. 80.
*39) Mi c*ti, ep. cit. 334) Girolamo da Fioraam, toc. cit- — V. Serbi nella Futa
* 5o) Niebhur, ep. cit. Voi. I, p. 57 Morgana, M. IH. n. 9, p. 66 — Fiore, op, etf.
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, , , ,
trono , basterebbe quanto si è detto soli' identità de- in cui si vuole avvenuta la separazione de Brezt dai
gli Osci con i Brett, oltre il testo di Antioco, a dimo- Lucani — Dippiu, passati pochi anni scorgiamo i Brest,
strare la non verità della opinione di Trogo e di Dio- come dice lo stesso Giustino (237), fortissimi , opulen-
r
doro. Questi osservando che a loro tempi la regione tissimi e potenti qnanlo i Lutarti e con essi prima ni
hrezia alla lucana era unita, e credendo vedere nella guerra , e poi collegati contro il re epirota Alessandro
parola Br aliti un lucaoo vocabolo denotante servi fug- Molosso cognato dd grande Alessandro il macedone : e
gitivi per la smania di trovar la origine de’ Brest ad quindi soli conquistar Ipponio , Terina ,
Torio ed altri
ogni costo ,
stimarono averla rinvenuta nella favola luoghi. Troviamo anzi, i Brett superiori ai Lucani per
che spacciarono; senza riflettere che la unione delle potenza , ricchezze ed ingegno come ne fan prova le
due regioni hrezia e lucana non avvenne che quando loro monde, notevoli per numero c per eleganza e varie-
i due popoli a" Romani furon soggetti ; e che se vero tà di tipi; e rinomali sono netta storia più de’ Lucani per
fosse il loro racconto ,
non avrebbero i Brusi dopo i quali invece non trovasi che oscurità (238). Or se an-
separati conservato un nome che loro rammentava la che col Millingcn (239) tali vantaggi dovessero attribuir-
bassa origine c l’antico lucano servaggio. Nè ostacolo si all'essere il paese più facile a venir difeso ,
alla fer-
troviamo nel Periplo del Mediterraneo che si attribui- tilirà dd territorio ed al possesso di più città maritti-
empi la Lucania fino allo stretto siculo , e si restrinse tesi ribelli lucani. Nè siamo noi i primi a screditare la
quando i Bruti occuparono la regione che dal Lao a favolosa narrazione di Diodoro Trogo e Giustino: al-
Reggio estendeasi. E poi se anche non vi fosse dubbio tri confntaronla prima di noi , e non ba mollo erudi-
sull’autore dd Peripio ,
certo è che scrittori di epoca tamente Iratlaron la quistione l'egregio Rocco Zerhi, e
posteriore farvi dovettero delle giunte (235), e fra que- più diffusamente il valente suo figlio Domenico (240).
ste dee probabilmente dotarsi ciò che riguarda Ippori io L'insigne Mazzocchi (241) niuna fede prestando alla
c Me ¥
sma, le quali città pur da Plutarco son dette nella supposta untone ,
opinò ì Brett essere porzione di La-
Lucania per l' avvenuta unione delle due regioni. Alla pigi pervenuti pria dell’eccidio di Troia e stabilitisi nella
stessa dco quindi attribuirsi la confusione che han fatto Lopigia nella Enotria e nella SUo\ aver questi ultimi so-
gli autori de’due nomi e delle dne regioni che ne’lcm- stenuto guerre con i Greci, da cui furon vinti e costretti
pi antichi eran divise, parimenti che il popolo brezio a rintanarsi; e poi uniti Sfuggitivi lucani aver comincialo
separato era ed indipendente dal lucano. le loro scorrerie e conquiste. Noi non Iapigi ma Osci
È noto che i Fenici compravano in remota epoca la crediamo gli antichissimi Brett , e prohahi! «e sembra
pece dalla Bretia la quale pur è mentovata da Ari- che avvenuta una sollevazione nella Lucania , i ribelli
stofane che vivea nel 326 di Roma — Ne’ frammenti abbui trovato ricovero ed aiuto presso i Bruti, forse
di Nosside si parla di una vittoria riportata dai nemici de’ lucani.
Locresi su’ Brett, la quale esser dovette verso il lil Ignoto è però a noi donde ne venne il nome di
di Roma ,
poiché in tal'epoca vivea Saffo contempo- Brett che ha dato luogo ad opinioni diverse— Quelli
ranea della l ocrese poetessa come da’ vera di costei ap- che si persuasero della origine lucana, credettero con Giu-
parisce (236) — Verso il 332 vediamo nello stesso Dio- stino che i fuggitivi ribelli espugnato il castello ove 600
doro i Bruti indipendenti combattere con gli avanzi dei africani mandati dal siculo Dionigi fransi rinchiusi, per
Sibariti scacciati da Torio , che nelle loro montagne l’avuto soccorso da una donna nomata Bretia ,
il loro
stabilir si volevapo — Agli usi e costumanze de* Bruti
pure alludeva ima commedia intitolata Ere zia del tu- XX UT.
*57) Giustino, llist. L.
riate poeta comico Alesstde che vivea verso il 336 ed aSS-zStj) BJillìngrn , op. dt p. 97 .
avo dicesi di Mcnandro autore in Grecia della nuova 340) Zerbi nella Fata Morgana, A. I, n. 4 - An. 11 B. 7, 8, 9.
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, -
— «a —
nome da essa presero; ma oltreché questo fallo poggia sulla scrisse che nel diluvio parziale all'Arcadia , lutt i figli
già screditata favola, il nome di Orata esistei pria del- di Licione perirono ,
c solamente scampò Nictimo che
l'epoca in cui si vuole esso avvenuto —Da altri si fa de- sedè sai trono di suo padre (2 io) — (n secondo luogo non
rivare or da Errato figlio di Èrcole, or da una Ere zia di piccia! momento sono tanto il silenzio di Aristotile e
sua discendente quasicchè dir si volessero i Brest, fi- dì Antioco che pur parlano A^'Eaotri sulla venuta di
gli dell e rimato , or eoll'Anania dal loro coraggio, or cotesto Enotro licaonide; quanto il detto di Tucidide che
con Annio dal loro capo Brrto ; ma le son queste, de- pria dcllavvenimento di Troia i Greci erano ancor bar-
rivazioni non giustificate. — Da ultimo si è credulo bari nè in islato di mandar colonie— In terzo luogo
trovar la etimologia nel greco Bpp»s« denotante fasto manca sul proposilo l'uniformità non sol de* moderni ma
ed arroganza ,
il qual nome vuoisi lor dato da prin- degli antichi scrittori. Fcreride seguito da Dionigi c da
cipio dai Greci e poi da essi ritenuto; ma il nomo Pausami ad Enotro dà per compagno nella spedizione il
di Ernia esistei pria de' Greci, ed i Eresi non avreb- fratello Pance sio. N leandro menziona Donno , che da
bero conservato un nome che altri area dato loro per altri si crede non fratello dì Enotro ma nativo (birilli
ingiuria. ria; e laplge che Plinio dice nato da Dedalo , nella fa-
Qualunque sia la vera a noi sconosciuta ragione miglia di cui or sì crede personificala l'arte ed or la co-
del nome ,
donde ne venne il cangiamento di Breti lonizzazione de Pflasgi. Chiaro poi si vede in colesti au-
io Brutta Ben diceva I annalista Grimaldi (242) che tori lo scopo di dar greche origini affin di far derivare
nei Ere zi bisogna distinguer due epoche, cioè la prima da detti nomi quelli di Enotria , Prue e zìa , Iapigia c
in cui erari ristretti nelle montagne , e la seconda che Diurna. Dippiù, or si è detto essere Enotro e Pettcezio i
fu quella delle loro conquiste. In questa taluni cre- rappresentanti di due popoli Pelassi venuti da Arcadia ; ora
dono , che it nome di Eresi siasi cangiato ncU'altro gli Enoiri si son tenuti per iftdigenj e cori chiamati da un
di Brad dopoché unironsi a' fuggitivi lucani. Secon- Enotro che Vairone dice re Ac Sabini, or si è pensato che
do tali idee il Fiore seguendo Curzio Inghirami distin- i nostri indigeni andati nel Peloponneso, condotti da un
gue i Brasi in antichi e nuovi. Ala invece altra distinzion Enotro in Italia tornarono : or il nome di Enotria deri-
convien fare tra l'epoca della indipendenza de‘ Brest e vandolo da greca etimologia, sì è detto venuto daJl'ah-
l'altra delia loro soggezione a' Ilomani ; cd opiniamo bondanza dd reno, come altri facendo tesoro della lingna
che questi per adattare il nome alla loro pronunzia can- ebraica credettero terra di Giono lo stesso che Enotria ,
giando la e in a chiamarono Brusi gli antichi Eresi. c Giano identico ad Enotro ; altri fruendolo dalie vod
Vili. Al nome di Eresia abhiam già detto che succe- siriache Ono Oen Eoo , dinotanti forza, dice che il nome
dette l'altro di Enotria quando la regione fu dagli Eaotri di Eaotri indica il carattere forte intrepido e bellicoso
abitata. Sì crede comunemente ch’essi in Italia vennero di tal popolo die potette prender tal nome dopo la ve-
condotti da un Enotro la cui spedizione di cesi la prima nula di Ercole (246); ed or Infine si è tratto daU'ahhon-
che dalla Grecia sìa uscita per fondar colonie. Nar- danzn del frumento, ordii venti ed or dalla donna amata
rasi (243) che 17 generazioni pria delia guerra di Tro- da Saturno ( V. sop. §. VI.). ,
ia, cioè uei 1837 av. l’E. V. ( poiché gli antichi compu- Mazzocchi e dopo di lui Mìcali credendo favolosa la
tavano tre generazioni per ogni secolo ) , sia venuto provenienza greca degli Enoiri, sulla testimonianza dì
Enotro uno de’ tanti figli di licione, in busca di venture, Antioco die la terra a' suoi tempi nomala Italia venne
perché scontento della divisione fatta dal padre regnante anticamente dagli Enoiri posseduta, li dissero i primi
in Arcadia — Colesto racconto và però soggetto a gravi abitatori dell'Italia. Mazzocchi però ritenne gli Eaotri es-
difficoltà— Primieramente ne* figli di Lkaonc, padre se- sere una diramazione dei Iapigi ch'egli credette orientali
condo le mitiche tradizioni di numerosa prole , vuoisi spatriali da Carnato fuggendo le crudeltà di Giosuè figlio
ravvisare da taluni (244) le varie contrade della Grecia di Nave, e stabilitisi in Italia aver questa preso da essi il
un tempo occupate dagli Arcadi. Ma se anche con altri nome di Iapigia, die dinotar volta, secondo liti, rico rro
non voglia credersi a tal personificazione ,
Apollodoro di fuggiaschi. Micali al contrario stimò gli Eaotri
una derivazione de* Sabini e delta razza degli Osci.
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, . ,
Ma l'opinione ili colesti due insigni autori arca l'anti- alle via ne contrade da lui invase : l’altra allorché verso
chità degli Enotri, poggia su non ferma base, poiché lo il 1727 av. l’E. V. un altro Pelasgoche si disse figiiuol
stesso Antioco da essi invocato, lasciò scritto che Brezia di Nettuno , raccolte delie genti discacciò i primi Pela -
chiama vasi La regione 'pria di appellarsi Enotria, D'al- sgi e li ridusse in Doduna. Poi narrasi che alla lor vol-
tronde Antioco è vero che pure scrisse essere antica- ta, i secondi Pelasgì vinti dai Canti e Lelegi si unirono
mente l'Italia dagli Emiri posseduta , ma con ciò non a’ primi. Parte degli uni e degli altri da Dodona come
ne viene che gli Emiri ne siano stati i più antichi abi- già si è detto ( V. sopra §. VI. )
solcarono I Ionio diri-
tatori—Il Roraagnori (247) credette che ^Vitali venuti gendosi alla terra Saturnia , ma dal vento sbalzati furo-
in Italia nel 1584 av l’E. V. si dissero Enotri per aver no ad una delle bocche del Po. Ivi, si dice, stabilironsi,
posto a coltura il ferace terreno della Campania— Altri in- estesero il loro dominio, scacciarono diversi popoli che
fine fra’ quali il Niebhur (248), scrittore die con parli- occupavano quei luoghi , e dopo tante vittorie oscurata-
colar cura con la scorta degli antichi si distìnse nello scrì- si la loro stella, sopraffatti da naturali calamità, snerva-
ver de’ Pelasgì, ritenne gli Enotri parimenti che gl 'Itali ti forse dal lusso e dalle rivalità ed avviliti dalle guerre,
e Morseti non esser che Pelasgì — Questo avviso a noi parte abbandonarono l'Italia e parte assaliti vennero da-
sembra il più probabile perchè quasi certa prova ne ab- gl’indigeni— Non tatti però a questo racconto di Dioni-
biamo nella narrazione che gli antichi scrittori ci han gi (240) sonori acquietati, e se antichi autori rappresen-
lasciato dei seguente rimotissimo fatto che si vuole avve- tarono i Pelasgì come uu gran |>opolo disseminato per
nuto un secolo innanzi la caduta di Troia la quale rap- tutta la terra che pria dominò dappertutto e poi a rapi-
orlasi all'anno 1270 av. l'E. V. da decadenza soggiacque (250) , moderni scrittori l' han
I
Filisto siracusano vissuto nel IV. secolo av. l'E. V da pur creduto un popolo universale al pari dello Scita e
Plutarco con parole poco onorevoli ricordato c da Cice- del Cella, ed appartenente alla dispersione di Babele che
rone detto il piccolo Tucidide, scrisse che i Sicu/i, da lui pur falegica si disse da Pka/eg discendente di Noè.
credati Liguri scacciati furono dalle calabre contrade Altri invece han pensato che il nome di Pelasgì non
ed astretti a passare in Sicilia, dagli timbri e dai Pelasgì indicava un popolo ma una qualità , e su questa nem-
—L’altro siracusano Antioco pria di Filisto scritto avea meno si va di accordo. E chi vuol denotare gli ElUni e-
che gli Osci ed Enotri furono i popoli che scacciarono i sclusi dalla lega amfizionica (251) : chi una gente dedi-
Siculi. — Tucidide coevo di Antioco avea parlato solo ta a navigare : chi lo stato di uomini vagabondi e bar-
degli Osci — In Dionigi posteriore a tutti , i Pelasgì ed liari : chi talune caste sacerdotali e guerriere presso
Aborigeni narrasi aver fugato i S icuìi dalie rive deli'Anie- i popoli deH'Asia e dell'Africa ; c chi infine un titolo
ne c del tazio , c con dò sappiamo quali erano i popoli che aveano 0 lutti o i più coraggiosi fra’ loro re o
nemici de' Siculi — Finalmente Plinio nel mentovar le capi (252)— I Pelasgì poi da taluni altri ri son creduti
genti che tennero la brezia regione nomina i Pelas- ora Sciti (253) , or Iperborei (254) , or Fenici (255)
,
nome nazionale de' popoli da or Egizi (256) or entrambi questi due popoli uniti,
si in primo luogo ,
ossia il t
ed una stessa gente fu l’altra degli Enotri di Antioco, e 149) Dionigi di Àlic. L. I. a5o) Strabono , XIII.
dei Pelasgì di Filisto Dionigi e Plinio. *5l) Huelnunn, Sull’oracolo di Delfo,
,
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, , ,
t *» *r-
dati Tennero , ora in generale di origine orienta- glisteMÌ de* Rasati —È di questultima opinione il MìcaH
le {26 1), or un ramo della grande famiglia trace (262), che in essi riconosce de' popoli primitivi italiani della
ed infine Mattoidi Io crede l'ultimo nome che presero razza degli Qui, e seguendo lalicarnasseo Dionigi , o-
i suoi Alaiunti — Il dotto napolitano lannelli (263) di- pina che il loro antico nome di Raseni da Greci fu can-
'
stingue due (^assaggi di Pelasgi in Italia. Egli dice die giato in Tirreni o Tirreni e da' Romani nell'altro di
i primi erano Arcadi e Licaoni, i quali dalla Mesopo- Elrusc hi —Parete hi son per l'identità del popolo etru-
famia nella Dcaonia passarono e poi nella Frigia e Mi- sco col tirreno c fra gli altri il Mazzddi (265) l'Ilo-
si* : unitisi iti ad altre genti, popolarono diverse re- ler (266) ed il Millingen (267), il quale da Tirreni
gioni e fra l'altro l'Italia stabilendosi presso Cere o trac Tiraci e da questo vocabolo crede i Latini aver
Conto. I secondi Pelasgi esser quelli che abitavano derivato Truschi e preponendo la E, Etruschi, al modo
nella Bitinia Proponi ide e Tessaglia, donde scacciati, stesso die Opici fu cangiato in Opici od Osci; ed opina
vennero in Italia, e designati col nome di Tirseni lungi che la lingua etnisca ,
sannita ed osca ha potuto esser
dall esser soggiaciuti atte naturali calamità da cui li dis- parlata da quasi tutt'i popoli dell'Italia, centrale e su-
se colpiti Dionigi , cogli altri popoli della regione si periore (268). 11 Niebhur (269) fa differenza fra* Tirre-
confusero. Poi vennero , continua il lannelli, i Tirseni ni di'egli crede anche Pelasgi ,
e gli Etruschi: Ileyne
che aLìlalo aveano nella Palestina ed Egitto con i Feni- (270) pur crede V Etrusco composto dì più popoli, incivi-
ci, e detti erano Raseni e Lidi dalle loro antiche sedi lito poi dai Tirreni cd -, il marchese Campanaro (27 1 ) gli
nellassiria Rosene, e dall’avere in Lidia dominalo: Etruschi stimò già esistenti in Italia ed essersi indi col-
essi a’ Pelasgi mischiaronsi, e la parte più insigne della legati a’ Pelasgi ed a’ Tirreni.
so oppur diverso popolo è un* altra quattone dibattu- cerche. Il nome de' primi or si è creduto orientale
ta presso gli antichi e moderni scrittori. Erodoto dice rapportandolo o al Phaleg della Scrittura cambiato in
i Tirreni venuti dalla Lidia , Ellanioo di Lesbo li Peleg e col significato di disperdere , o a parole indi-
crede gli stessi de* Pelasgi , c Dionigi dì Alicamasso canti gente filistea (272) ; or si è derivato dal loro re o
invece li vuole oriundi italiani. Ciascuna di coleste opi- capo detto Pelasgo ; ed or da greci vocaboli denotanti
nioni ha avuto i suoi seguaci. La provenienza lidia si è gente tenuta dai mare (273), abitantidette pianare (374)
creduta da taluni colla spiega che i Lidi non cran che o in esse scesi da monti (275) , o uomini abitatori di
Pelasgi. Da altri all'opposto le quistioni sulla origine li- antiche rocce e costruttori in pietra (276), o le gru alte
dia de* Tirreni diconsi con Delfico misere battaglie, con coi emigrazioni rassomigliate si son quelle Az Pelasgi
Gihbon cose da poeti, e coll alemanno G. Honnayr me- u infine la qualità di Acini (277) ; con qnal nome
ritare coloro che se ne occupano . il nome di prenditori si dice essersi probabilmente appellati da' Greci quando
di mosche Alcuni fra* quali Delfico (264) seguilo han
l'opinione che quando i Pelasgi cominciarono a costruir
365 ) Mauoldi, op. cit.
rase e muri ,
il nome ebbero di Tirreni ,- e questi, abi-
a66) Holcr, prospetto di Star, unìv Voi. •
I. c. i5-
tatori dell'Italia pria de' Pelasgi da cui eran diversi, dis-
267) Milli agro op.cù.p, 160,— Transac. of thè Ro/al saetti/
se Dionigi Periegete — Ed a’ Tirreni » danno orìgini of LitcraUsre, L>,ndon i83st VA. li, p. 76 , and suppl. d p-
fin. tn script p. 7», 76. 272) V. Mattocchi, Vargaa Macciucca, Lupoli op. cit.
262) ScholoMcr Misi uniti. do l'antnj.Voì. 1 , Heicbhciff 375) Mattoidi, Ciampi op. dì,
op. cit.
p a* — Fraret, Ouvrtt Vot. I, p. 367 e wg.«-Corcù od 274; Multar, ep.cst.
png. Q. 4C. *j 5 ) Vachamuth, Voi. I p. a3 — Altmayer. Predi d‘ fiat ane.
a63 ) Jaimeltì, Tcnlamen. Hermeneut. in Hms. interi pt. ejut- p. 145 n- 4 - 4
<}*c fundamenta. 276) Maltcbruci, Gèographié uni verseti*, t. IV, p. 337, Pari*
16;) Delfico, D*' Pelasgi, App, al Dite. tali' antica numisma- 1841*
tica della città d* Atn. 377) Conia nel Prog. Q. 46, p. 209.
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, .
- li -
assalili si videro da una genie cbc non seppero con senza cemento e come le mura di Todi. Il Bolla (281) pu-
alilo vocabolo designare. re scrisse che Monteleone mostra qualche residuo di mura
Ivd in riguardo ai Tirreni ora il Ior some si deduce ciclopiche. Sorger potrebbe dubbio sull'antichità di tali
coltiv atore, ed or da Tjrrsa, o dalia fenicia Tiro, o dalla bricate, ma il dubhio è dileguato distinguendo, come fa
m conia Tirrha , ore i Pehtgi si dice essersi una volta il Petit -Radei, le pelagiche costruzioni in due epoche;
stabiliti. Ma qualunque sia il merito di coleste etimo- cioè l'antichissima in cui le mura etan formate di mas-
logie ; sia oppur nò vero il racconto di Dionigi sovente si [wligoni irregolari non tagliati ,
0 tagliati col regolo
accusato di adulazione con i Domani c difeso da Petit» lesbio e massime senza cemento nè uso di corda, o di
Radei, siano i Pelassi venuti dall’oriente, dall'Egitto, livello ; e la posteriore quando nell’arte fuvvi un can-
dalla Trada dalla Grecia o d altrove; siano gli stessi giamento in Italia per l'arrivo de’ Tirreni, che secondo i
oppur diversi dai Tirreni, è certo che degli uni e degli suoi calcoli , avvenne verso il 1370 av. l' E- V., e co-
altri ri son tracce in queste contrade. minciaronsi allora a fabbricar le mnra con massi più
fi primieramente grave indizio della dimora de' Pe- regolari, battati a martello o con lo scalpello e la
lasgi in un luogo è quello delle costruzioni che loro squadra, ma sempre collocati a corda ed a livello. Quin-
aHrUuùsconn. Di queste sonosi trovati avanzi nell’Asia di non alla prima ma alla seconda epoca rapportando
,
I
ide Strabonc t Pansania ,
poiché gli antichi erano usi cabile c giudizioso Coma (282). I villici c gli schiavi
nominar da' Ciclopi ciò che dì piii grande e smisurata erano nella Magna Grecia chiamati Pelasgi, e la Ior
mole osservavano. Fra' moderni i fiù te bau ibiamato condizione viene da Stefano paragonata a quella deg li
col nome di pelagiche; ma altri fra' quali l'insigne in- Itoli di Sparta, de' Ginnesi di Argo, de' Corinefori di Si-
glese archeologo Geli, han creduto le ciclopiche costru- done , de' Orno ili di Creta , 0 secondo il chiarissimo
zioni diverse dalle pelagiche, cd il chiarissimo Gerhard Troya (283) a quella degli esecrabili servi Uiun-nn de’
Segretario dell 'Istituto archeologico di Roma inclina a Cinesi. Apoilonio (28ì) chiama pur pelasgicoW pungolo
credere Pelasgi le mura delle città italiche maritti- con cui l’ agricoltore spinge i Itovi alla fatica, e colai no-
me o quasi mariti ime, e degli Aborigeni le altre delle me senza dubbio derivò dall'altro di Pelasgi dato ai vil-
mediterranee città. Lo studio delle pelasgicbe cosini- lici che l'usavano. Al certo il nome de’ villici non senza
doni è dovuto intieramente al dotto francese Petit-Ra- ragione corrispondea a quello di un popolo , il quale
dcl (278) che cominciando le sue osservazioni in aprile bisogna dir che dovette un tempo essere nelle Calabrie,
del 1 792 aprì la via ad investigazioni novelle. A lui e cbc poi fu vinto e ridotto a schiavitù. É ciò più pro-
il calabrese Michele Torcia nel 1803 inviò un elenco babile del pensiero di un lodato scrittore (285) non
denotante le pelagiche costruzioni in Calabria esisten- comprovato da alcuna antica memoria ,
che possibil
ti (279), ma noi senza ritener come tali tutte quelle credette esser quegli schiavi i Pelasgo-Tirseni dall'Isola
da esso mentovate ,
nemmeno adottiamo l'opinione che di Lcnno scacciati verso il 183 di Ronza, che caduti in
nella Calabria non sianvene allatto. Già il Capialbi (280) servitù in vendita esposti furono nella Magna Grecia
cui tanto deve la calabra archeologia osservò le mura AJtro argomento si trae dalla omonomia di taluni luo-
d Ipponio e di Locri essere formate da 'poligoni regolari ghi. Il Corda menziona fra l'altro Lampe tia e Crali. La
prima era una città sul Tirreno e sullo stesso litorale di
278) Petit — Radei , V. Annali di corrispondenza archeolo- 381) Botta, Star, coni, del Gaie. L. 40.
go: a, 082) Corda od Prog- Qutd. 46 p. 192 a 199.
Z79) Lombardi ,
Ducersi accademici ed opuscoli gli*, del 385) Troya. L. Ut, $ 6.
1840, p. 3o8 — V. r*ù. — Rade), op. est. 384) Apollonio, Argon, Ut f. i 5 u.
380) Cav. Vito Capialbi , Cenno calle mura d'Jpporuo. * 85 ) Troya, toc, cU.
Ipponia ove sono le indicale castrazioni. L’altro è fiume aver egli designato la terra de’Sfrftr, fra la quale c
della dira Calabria, il quale potette avere il suo nome, l’altra d c Croton iati eravi la feconda regione de’ Si-
vato da Licofrone (287) ch'era nella terra degli epiroli parole gli scrittori voglioasi fissare. Ed infitti il Va-
Milarì (288); e Licofrone pure parla del Grati calalwese Icntini (291) derivandolo dalla parola Kiun denotante
presso cui dice eretto il sepolcro di Filottete c morta la coltivatore , osservò che presso talnne nazioni orientali
troiana Setta che incendiò le greche navi. E noi ag- 10 stesso nome avea Saturno, e trovò un legame fra
giungiamo che narrasi sul proposito del nostro fiume da 11 nome di Saturnia e 1' altro di Conia eh' egli dice
Diano (289) la favola che Crati generò con una capra succeduto ai primo ; ma lungi dal risultare ciò dall**
Stirano, e questi leggeri in Virgilio (290): fama est ve- antiche memorie ,
si ha invece che ritenendo la pri-
lerei sacrasse Felasgos arvorum, perorisene Peo, tueum- migeni terra Saturnia ristretta fra il lametico e lo scil-
que, diemque. Anche il Corda a gente pelasga attribui- letico seno, la Conia o la Siritide era fuori di essa.
sce l'origine di Crotone e si può altresì aggiungere di L Aceti (292) lega la origine de' Coni non a Saturno ma
Pandosia e di altre riltà che in prosieguo designeremo. ad Ercole nella lingua egizia detto Chon, ed altri trag-
Ed in quanto a* Tirreni ,
oltre la identità che sopra gono il nome di Conia da una città appellata Chonin o
abldam veduto da taluni sostenersi esservi eoo i Pe- Chone, la quale si dice fabbricata dagli Enotri 0 da l'ilot-
iasgi , ed oltre l'autorità di Stefano che tirrenica chia- tele compagno di Ercole, metropoli secondo Strattone de’
mò una brezia città , osservando che uno de' nostri Carmi o Coni che seguendo Apollodoro scrisse essere
mari da’ Tirreni ebbe il suo nome , ch'essi solcavanlo cosi detti dalla !or capitale , essere probabilmente la
spesso e n' cran signori , che gente dedita al commercio stessa di Pelelia (293) ,
c sita da taluni sul Crimiso
essi pur erano , ne deriva che il loro dominio o influen- promontorio, ora capo deir Alice, da altri ov’è oggi
za estesero in qualche parte della nostra regione , o che Casobona, oppure presso la odierna De le astro (29 i),
vi aveano qualche commerciale stabilimento. o ne’ diversi luoghi ove vuoisi la antica Pelata, come
Tornando donde partimmo , e dimostrata la esi- appresso vedremo. A tali opinioni non uniformasi la
atenza de' Pe/asgi in queste contrade , convenir dccsi nostra , e sull’appoggio dì Aristotile (295) per. imo
che il nome di Enotri ivi ebbero, cd Enotria dissero la non nelle contrade della media Calabria bensì in quel-
regione per motivo a noi ignoto. Ma non tuli' i Pe/asgi le dell’antica Siritide potersi trovar tracce delta re-
serbarono la stessa appellazione, poiché i Coni c gl’ Itali mota esistenza de’ Coni. Ed essendo questi dallo stes-
quantunque di razza enotria, serbarono partìcolar nome so Aristotile detti di razza enotria e perdo pelasga ,
che pur dettero alle regioni da essi alatale ; e queste non abbiasi bisogno di esaminare se essi derivati sia-
forse comprese venivano nel nome generale di Eno- no da quei popoli nomati Carni nell' Epiro (29C)
tria , da principio ristretto fra' due golfi , e poscia esteso donde i Pelasgi si vogliono partiti , ed ove regnava it
quella della Siritide non compresa neli'odiema ultra Passando ora all’esame del nome $ Italia che più ne
Calabria. K poiché cotesto scrittore la pose vicino al interessa, per quanto è certo averlo da principio avuto la
Iapigio ed all 'Ionio, si è da taluni erroneamente credu- regione fra' due nostri golfi posta, altrettanto n è oscura
387) Licofrone cotte note del Gargiu'.li ediz. del 1811, p. Gì, 39!) Dei Re, voi. cit. p» 3t7 — Barrò, p. 386 — Maraiioti, L.
68 • 71. HI, c. 33.
— tt —
la origine Secondo Aristotile Italo era redi Enotria e per scrisse Meli (306): Frons Halite in duo se cornua setndit,
esso quei popoli, cangiato nome, Itali appellarono, al non ebbe pensiero di accennare alla testa di vitello.
Italia chiamassi la contrada. Anche da un Italo de- Taluni le due etimologie de* vitelli e d'italo *n una
dussero il nome d Italia Sanino (298) Virgilio (299) e uniscono, dicendo che Italo ebbe tal nome dal perchè
pria di essi Antioco (300) che lo disse uomo polente insegnato avea l’uso dell’antro e de’ buoi. Altri la
e dolalo di prudenza — Ma su questo Italo gii autori etimologia del vitello rapportano ad Ercole sulla fede
scn divisi in opposte sentenze. Ed or si è voluto re de- di Ellanico , il quale racconta che Ercole dopo com-
gli Arcadi o de’ Molossi di Epiro pria di passare in Ita- battuto Gcrione , dalla Spagna condusse in Italia i
lia , ora re de’ Siculi Epirotici , o dell'isola di Sici- buoi che a colui avea tolto , ed essendogliene fuggito
lia ; or fratello di Sicano o di Emiro o , di Aliante e di uno , tutto il tratto che fu da esso parcorso appellassi
Espcro e perciò anche di .Saturno ,
passato da Spagna Italia. Ma quanta fede meritar passa il lesbio scrittore
in Sicilia e poi in Italia ; or figlio di Ercole , or lo 10 dimostra il riflettere alquanto sulla favola di Ercole-
stesso che Ausane figlio di Atlante o di Ulisse ,
ed or Fra quei tanti dei dell'antichità , che al dir di Cicerone
nato da Penelope con Telegone ; il quale pur diccsi fi- non poteva farsi un passo senza incontrarne uno ,
sei
glio della favolosa Circe , dal Mazzoldi creduta una re- Ercoli menziona lo stesso scrittore, tre il siculo Diodoro e
Diverso significato però altri diedero ad Italo , poiché e famosi per immenso valore. Ad alcuno di essi per pa-
considerando che la greca voce Italos vuol dir vitello, tria l'India e ad altri l'Egitto 0 la Grecia si dette. Quegli
dalla bellezza c moltitudine dcY Utili dissero la regione che venne in Italia or si dice Yegizio con Ammiano, ora
aver ricevuto il suo nome. E sebbene in Tesprozia erari 11 greco con Diodoro e Dionigi , or col Mazzoldi \ atlan-
una città col nome ili Ce strina che vuol dinotare, nutrice tico Vuoisi ravvisare Ercole in ogni popolo e si è per-
di grandi buoi {^0 1 )
ed in Tessaglia altra città il cui nome fino creduto il Solco il genio Unificatore de’ terreni (307).
pur dall abltondanza del bestiame frissi derivare (302) — Quel Gerione, poi da lui rullato, or con Esiodo dicesi il
noi uon prestiamo fede a quelle etimologie le «piali non più forte nato fra gli nomini ; or si vuol credere un
hanno altro appoggio che una coincidenza ben facile a Principe della Betica (308) ; or lo stesso che il fulmi-
trovarsi fra vocaboli di differenti lingue benché corri- ne (309) ; ora uno de' Giganti , e che perciò in diversi
spondano a cose diverse— Varrone (303) che la indicata monumenti rivede fornito di ali (3 10); or gli ri attribuisce
etimologia ritenne ,‘vi aggiunse non potersi negare che un oracolo (31 1) ; ed or si dice aver Ercole edificato in
i Romani trassero origine da pastori; cotesta soggiunta suo onore un tempio (312). — I buoi furati a Gerione or
però non giustifica la esposta opinione— Altri ritiene che ri racconta che Ercole dovea offrirgli ad Euristeo (313).
il culto egiziano del bue diede origine al nome d Italia e ed or che accennano all’avventura d’/o.— Nella venuta di
che perciò il toro fu l'emblema delle monete sanni tic he co- Ercole dalla Spagna il Bora annosi vede rappresentata
niate nella guerra sociale o italica quando Corfinio, cen- quella de* Fenici, ed il Mazzoldi la usurpazione de’Greci
tro della confederazione, ebbe il nome A' Italia (304)— Il che confusero l'antichissimo atalanlico Ercole con il fi-
Mazzocchi (305) fra le possibili ragioni del nome d7/u- glio di Alcmena (314)— I tanti figli attribuitigli dalla fa-
lia pur ricordò la topografica posizione delt’appennino , vola , sonori creduti rappresentare altrettante colonie
e disse che in Locri la fronte dell'Italia si dirama in due fenicie, 0 popoli sotto la dominazione di qualche valoroso
coma come una testa di vitello. Ma al certo quando capo greco — Le diverse sue imprese 0 denotare i pro-
3o6 ) Mela, L. II c. 4.
1
Sto) De Witte, Binde da mythe de Gtrion. p. Il, tSe Sa —
)
He»idd.— V. anche Ballot-
IL r, 696 — Vedi Cerreta mi
Frammento di Steriooro ap. «col. ad
So*) Omero, liutài , Q. 46
tino ardi. nap.Vol. I, p. ili.
p- 191.
5u)Srttonio, in Tibtno.
SoS) Varrete, De r$ rutt- L. IL
Sia) Sarradifaloo, Voi eit. 5 i 3 ) Dedaustrc, loc.eiU
So4 ) Serabai, op. ciL p. 79 • 80.
3o5) Maboccìu, T. U p. 17 n. 5 i p Hi ft. 35 e p*g. 54$. 3 i 4 ) Y. Romagnoli • Massetti, ap- ai.
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l ,
digiosi effetti di un valore divino, o con Tacilo le gesta ditali cangiarono. Lu an lidie testimonianze fan prece-
celebri di genti antiche e fortissime —E finalmente non dere il nome di Enotria a quello d‘ Italia , e non esatta
manca chi la leggenda di Ercole reputa estranea all’Italia mente quindi si sostenne dal Iìomagnosi il contrario— In
Noi fra tante disparità sol consideriamo che da qua- Italo poi non vediamo altro che la indicazione di un'età,
lunque popolo fa pregiato il valore, ed in ognuno una e ce ne offre argomento lo stesso Aristotile. Questi (318)
deità dovette esservi che lo personificasse —Egro donde sulla fede de' dotti uomini della primigeni italica regio-
nc vennero i tanti Ercoli: ecco che dallamltizione di de- ne e degli scrittori delle antiche cose, racconta che Italo
rivare da lui ebbero origine i Unti nomi di differenti luo- gli Emiri da pastori e nomadi di'erano, all'agricoltura
ghi che ad Ercole rapportami; ed inesatte quindi ripu- ridusse , e tra le altre leggi da lui sanate i pubblici so-
tare debboosi lelimofogic che a lui riferiscoosi. — Ed dalia! e banchetti ordinò. 'Or certamente non è unifor-
in quanto alta venuta del nostro Ercole non è inutile ri- me all'ordinario corso della civiltà che rozzi popoli sieno
flettere poter essa indicare l'arrivo de* Pt/asgi in que- nello stesso tempo riuniti, resi agricoltori, e regolati da
sti luoghi, poiché Talicarnasseo Dionigi rammenta co- figgi con sodalizi; e fra f uno e l'altro passaggio deli-
me i Feneati di Arcadia, voluta sede de' Pt/asgi, si dis- ttuosi ammettere epoche più 0 meno lunghe. D'altron-
sero venuti m Italia condotti da Ercole (315); ed in una de si è veduto (V. sop. § Vi. ) che l’elà defl agri -
sia (3IG) opinò essersi stabiliti. Semina confermare tate di Saturno , la quale fu al cerio anteriore all'altra d /-
arrivo il nome di Crai che come si è osservato (§ Vili.) tato, in cui gli Enotri essendo nel primo stalo di har-
è nella arcadica Tenta e nella dira Calabria—Tutto- harie forse dopo lungo combattere unironsi agli Osci.
ciò infine tende a provar sempreppiù che della razza Questi non più barbari , ma già agricoltori , potette
voce : al contrario il Bochart lo trae dal fenicio voca- accordo trattare potessero. Cotesla confederazione vien
bolo Itarla dinotante terra delta pece. 11 Romagnoli agli confermata dal vedere Osci c relasgi uniti nella im-
Itali dando origine africana prese il loro nome da Tata presa contro i Siculi ( V. sop. §. Vili. ).
città dell'Africa ; ma cotesti opinione è taoto strana che X- Ma ecco che altre questionisi presentano in riguar-
si è creduto averla il dotto autore esposta per beffarsi do a cotesto popolo che fugato dalla Calabria fu ad abi-
delle inutili ricerche sulle oscure c primitive origini dèi tar la Sicilia. Dicesi che Morgete succedette ad /-
popoli. Da senno il Mazzetti ne riporla l ctimologia ai tato e da lui Morgetia la contrada thiamossi ;
che Si-
suoi Alianti, dice Enotro , Italo e Morgeic re della stessa culo fuggito dalle campagne ove poi fu Roma tradi
dinastia ; e presta fede ad un Aliante re d'Italia sulla Morgete , il quale avealo Lene accolto ; e che gli Eno-
autorità del viterbese Annio, generalmente credulo im- tri si scissero parte seguendo il traditore da cui pre-
postore o ingannato e da lui difeso. Finalmente altri ha sero il nome di Siculi , e parte a Morgete fedeli ri-
notando con tali voci una regione eruttala da sotterra- ma figlio ài Italo e duce de' Liguri, e questi dice es-
nei fuochi da' quali spira un vento infuocato , e con dò sersi dal loro capo appellati Siculi ed aver traghet-
significarti lo stato geologico ed i fisici sconvolgimenti tato il Faro. Altri non fa Italo duce di Liguri ma di
àa\\ itala regione (317). Siculi che credette gli stessi òe'Sicani, e questi di origine
basta sapere che %\' Itati erano di enotria gente c per- V Epiro andati i Siculi nel l'isola, e promuovesi questione
ciò Pt/asgi. Ignorasi se da principio formavano una di- se siano gli stessi di quelli del Piceno , da ivi m Epiro
secondi dopo cinque anni da' Iapigi guidali da Siculo -, nell’allegorico viaggio del serpente di Epidanro, men-
or quoti Elicati dicami essere pure popolo epirotic» ziona nel primo il fiume Nido cui dà l'epiteto di io
e Iòne della slessa razza de' Siculi-, ora osservasi in tentino, ed i campi de' Iapigi , e nel secondo ,
la ia-
Tucidide il nome di Elicmi dato ad una mano di Frigi pigia —Ma i versi di Ovidio per questa parte sono an -
o Troiani dopo la radula di Troia arrirali in Sici- dati soggetti a molle correzioni , c noi crediamo pre-
lia ; ed or Infine col Niebhur opinasi che i Siculi era- sentar gli uni come si leggono nella ultima edizione
no anch'essi Petasgi— Ma qualunque sia la opinione che francese de' latini scrittori , e le altre che trovansi in
vogliasi abbracciare , è sempre vero che un popolo col (riunì autori.
quale in fallo o in parte sia prima de' promontori ed or come il Lupa (324) ScyUacioque
iapigi, sia da questi fino allo stretto, linquit lapjrgiam iaevaque Amphiisia remi
si vuole un ,
E primieramente Eforo scrittore del IV al V seco- dare nn ordine geografico a' luoghi indicati dal poeta,
lo di Roma lasciò scritto presso Straberne che i Iapi- ma osserviamo ebe qualunque sia ta lezione da pre-
gi abitarono un tempo Crolant —Non ostante colesta
ferirsi, non si giungerà mai a conciliare torva Iapygis.
autorità , m mancanza di altre prove , ne fia lecito piia dell'asaro , mentrecché funesto fiume è prima de*
sospettare ch’Eforo dedusse tal conseguenza dal nome promontori Iapigi , col ìrnquil Iopygiom dopo il sentr
de' Ire promontori prossimi a Crotone che indubitata-
mente nell'antiehìlà area no il nome di Iapigi
5a i) Corei*, ivt p. 49 .
5m) Birrio, p. 16 .
3ig) V. Seiradifslco, Vai. et!. 3*3) Bar rio, tri, ep. »5u-
Suo) V, Con», od Pro*. Q-aj, fMirg, 3*4) Lupi». FW* eri. p. 196 .
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, , •
— 17 —
scilitiico, o come litri legge dopo i lidi di Scilla Opì esso comunemente vuoisi accaduto l'eccidio di Troia
ninno quindi die Ovidio nello scrivere i nomi non pose Omero, il cui poema credette» da taluni un
celebrato da
mente all'ordine geografico, ma alla bellezza de* versi. romanzo inventato per rappresentare ne’ vari caratteri
Ritenuto questo pensiero ,
ogni difficolti! svanisce ; e le diverse età ed il loro perfezionamento(32à).— La guer-
sia che la parola sdentino sì attribuisca a JSereto o ra troiana da altri stimassi una impresa di commercio
Verelo, sia che non si riferisca a tali nomi nè al ftie- in cui disputassi il dominio del Mediterraneo (326), ed
to ed invece alla sdentino regione ,
si troverà sem- esserne stato causa o ) amor della preda si potente ne’
pre che niuno argomento si ptaò trarre da dò, nè dalle Greci (327) o l'ambizione di dominare (328). — In ogni
lampagne iapigi? menzionale nel primo luogo, nè dalla modo sia che di storia trattisi o di romanzo, certo è che
lapigia del secondo. il teatro della voluta guerra non sol fu da Omero esat-
Non resta ora che esaminare un terno argomento fon- tamente descritto (329) ,
ma il carattere fisico e re-
dato sul nome de’ tre promontori prossimi a Crotone — ligioso del poema è in perfetta armonia con la natura
Non («rchè essi vernicr detti Iapigi ne deriva che la
v
e col clima di quei luoghi (330) Innegabile pur è che
regione da ivi sino lo stretto lapigia nominossi. Senza cotesto avvenimento segna un'epoca importante, e ad
trarre colai conseguenza, dire potrehbcsi che i promon- esso rapportasi la dispersione de* Greci e de' Troiani e
tori ricevalo avessero l'indicalo epiteto, o perchè in essi quella moltitudine di colonie die agli uni ed agii altri
avea termine il seno tarantino in una parte del quale ni attribuisce. —Di esse alcune vennero nel le nostre con-
era la vera lapigia , o perchè i Iapigi frequentavano trade ed » Pelasgi ridussero a servitù —Veramente più
tali larghi a causa di traffico, o per una di quelle tante che simbolo della storia de* Pelasgi come chiamolla un
cagioni possibili che la storia ha taciuto. Se poi fosse dotto moderno , la caduta di Troia fu causa della loro
vero ,
come pensò il dotto Mazzocchi , essere i Iapigi rovina.
i primi abitatori della contrada, aver essi dato origine Le antiche colonie come osserva il dotto Meriva-
a Crotone , e diramazioni di tal popolo doversi i Breti le (331) non arcano . come quelle di oggidì alcuna
e gli Enotri ritenere , ogni quistione Terrebbe tolta dipendenza e verun saldo legame con la madre patria
poiché tutto sarebbe lapigia. Cotesta opinione non è sicché egli lien dice che una colonia greca era un po-
però avvalorata dagli antichi autori che non col nome polo , ed una moderna un territorio. — Ignoriamo in-
di lapigia appellarono questa contrada, ma con gli altri tieramente quando i Greci qui giunsero ,
ed inesatte
di Satvnria, Ernia , Enotria ed Italia riputiamo ('epoche del 724, 720, 710, 668 av
XI. Epilogando le nostre idee, ecco in poche pa- l'E. V. che si attribuiscono alle colonie di Locri , Si-
role la probabile antichissima istoria di questa provin- bari, Crotone , Reggio (332). Allorché vediamo coteste
cia — Gli Osci erano gli Aborigeni della regione posta città ne’ primordi di Roma salite a grande potenza,
fra’ due golfi farnetico c scillelìco.— Venuti ìPelasgtì- ricchezza e lusso, dee credersi che assai prima i no-
gloriamo il motivo perchè presero il noine di Enotri velli coloni combattuto abbiano con gl'indigeni, e con
Forse furonvi lunghi combattimenti tra’ nuovi arrivati i Pelasgi. — Forse fuwi guerra per più anni ,
ma in-
che barbari erano, e gl'indigeni già agricoltori e pro- fine a' coloni il litorale àt\Y Ionio rimase ,
ed agli
babilmente in civileatato —Prima di Sesostri e di Mi- Osci o Breii la parte montana e le contrade più al
nosse avvenne l'età d'italo in cui i dnc popoli confe- Tirreno vicine —Forse agli Osci uniti erano àt Tirreni,
derarono ed ebbero romani leggi — Allora forse pure se questi riputar vogfionsi da' Pelasgi diversi. —Forse
accadde che gli Osci o spontaneamente o per patto o de’ Pelasgi anche una parte confusa restò con gli Osci ;
essi alcuni degti stessi Pelasgi ed Osci che scioglier Swj) Maltebrun, let. di.
valeami o dominare gli altri.—Non è chiaro chei Pela- 55o) Futchtiaminrr de Lettera dì B*r*»tind a. in dot
sgi per effetto di naturali calamità odi civili dissenztoni Giornate delle due Siede*, An. 1840.
53i) Mcrirale ,
Introd. ad un tono di lesioni eolia colo
abbia» dovuto abbandonare questa parte d'Italia. Sem-
nutazione e sulle colonie.
bra anzi che vi siano rimasti da signori finché non ven- V. Pe;>t— Radei — Eroine n andytfque et tableau com-
33a)
nero da’Greti discacciati dopo fanno 1270 av: 1E V. paraitf dee Smchronittaee de i Untaire dee tempi htrotquee de
L'indicalo anno segna un'epoca novella ,
poiché in la Grtc*> Parigi <6 Mi — Ctntù ,
L. UU c. s5.
^
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.
e de rimanenti alcuni al nuovo dominio cedettero, ed con questo nome : 1' una come la prima brezia
i più resistenti delimitino abbattuti, ridotti furono in ista- riltà dofM il fiume Imo (336) ; e fifa come co-
to di schiavitù, cioè a condizioni simili a quelle imposte a' lonia de* Croton iati tra’ fiumi Grati e Sibari in punto
popoli della Laconia e della Messoria da que’ di Spar- non molto discosto dalle loro sorgenti e vuoisi da
,
ta (333) — 11 nome di lutti dbparve e non fovvi allora al- qualcuno presso iMngobuco in Calabria atra ove mi-
tra distinzione die di Greci c di Breit — Ma i confini che niere vi sono (337), e da altri m luogo diverso. Evvi
dividcano le terre degli uni c degli altri non furon pur dispnea se invece una sola città ebbe il nome di
dell'ionio litorale sali in gran fama di ricchezza e XII. Ed in quanto al nome di Greci, si è detto che
coltura ed ebbe it nome di Magna Grecia . I Bre- a’ tempi della guerra troiana non esisteva , e che
zi restarono nelle loro montagne ,
e quando cre- nemmeno a quelli di Omero la Grecia avea nome
sciuti in potenza assalirono Crotone nel 539 di Roma, complessivo. Gli antichi abitatori dì quella regione di-
una colonia di Brezt, i Croloniali rifiutarono, temendo servato solo in Italia, ove si sospetta che i Pe tingi
die roteala unione corrotto avesse i loro riti, costu- recato l'abbiano pria che cedesse al nuovo, e che i Ro-
manze , leggi , religione c linguaggio. mani più lardi lo ahhian fatto rivivere ed a talli gli El-
Ma cotanta civiltà nella Magna Grecia non ven- ioni esteso (338). Altri pensò il nome di &rm surto pri-
ne tutta da* nuovi coloni ,
poiché non civili cran ma in Italia che in Grecia (339) — Ma sia oppur nò
questi all'epoca della guèrra troiana, nè apportar poteano vero che i coloni venuti in queste contrade aveano il
ad altri popoli ciò che loro mancava. D’ altronde co- nome di Greci, certo è che fra le greche colonie sparse
lonie dappertutto furonvi , ma oiuna di esse c nem- nc* litorali di questo regno ,
in ninna parte eccettoc-
meno la stessa Creda pervenne cosi presto a tanta thè nrlla Magna Grecia fuvvi il nome complessivo c
rinomanza quanto la Magna Grecia — E questo un ar- nazionale di Grecia . Non vi ha dubbio che trovarli! con
gomento decisivo che nella nostra regione eravi col- questo nome indicate da Gccrone (340) le regioni del
tura, c con la unione degli elementi di civiltà de* nuovi nostro reame da' Greci occupate, ma ben riflette itlloga-
coloni con quelli che rinvennero, può solo spiegarsi dei essere stala questa una particolar maniera dellarpi-
quello stalo di celebrità in cui troviamo la Magna nale scrittore imitato in ciò anche poi da Varrone, fan-
Grecia ndlc prime epoche stoni he. loppi ù perchè ai tempi loro eran rosi poche le città di gre-
Benché ignoto sia il tempo della venuta delle co- co idioma da non meritare vcrun nome collettivo (3 II),
lonie, e torse non fu lo stesso per tutte, pure credia- c ni uno n’ebbero nemmeno ne* tempi prosperi — In-
mo che all'epoca di Omero, che dicesi vissuto nel fluì forse al nome di Grecia avuto dalla t canata con-
900 av. VE. V., trovavansi già fissate — Non può ne- trada, il trovarsi in essa le colonie in continuazione
garsi ebe a* suoi occhi in una grande distanza c pro- una dell'altra ; ed ivi infatti occupavano tutto il lito-
fonda oscurità compariscono le coste occidentali d' Ita- rale che distende» per i tre seni di Gerace , Squillate e
lia (334) , ma pur nondimeno troviamo neW Odissea Taranti».
(335) menzionati i metalli di Temesa. — Quantunque Non è poi vero, come ben osservò il chiarissimo Cav.
ad altra città dello stesso nome siansi da taluni vo- Avellino , (342) ciò che disse il Mieali , non avere gli
33 j) Mal teli* un, toc. eit. 335) Omero, Odis. J. 541) Car, Atellioo, Sag£»o mila estemione delia Magna Ore-
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-,
antichi determinato mai la estensione della Magna tersi cotesta lezione, meglio sarebbe pensare con fl Va-
Grecia, ed essersi tal nome piu propriamente dato lentini (351) essersi voluta la nostra Grecia con scher-
alla spaziosa baia che penetra profondamente dentro nevole antitesi chiamar pana invece di Magna, oppur
l’Italia con i due seni di Locri e di Squillaci (343). credere efib Plauto intese designare la Grecia orientale.
Negli antichi scrittori e specialmente in Plinio (344) Ma donde il nome di Magna alla nostra Grecia?
e in Tolomeo (345) trovansi invece i confini della Molti e diversi sono i pareri su tal quistionc diffusa-
Magna Grecia chiaramente descritti ne’ tre suindicati mente trattata da’ lodati Mazzocchi e Valentin! , t poscia
seni anche da Mela designati — Quindi tutto il lito- anche dall'egregio Castaldi (352).'—Affini di proceder con
rale ionio della media Calabria, della Magna Grecia ordine è d’uopo primieramente riflettere se l'epite-
ficea parte. E benché Tcrina , Ipponio , Medama to di Magna include oppur no idea di comparazio-
site nell’opposto lido, furon talvolta sotto il domi- ne. —In Euripide (353) Isocrate (354) Virgilio e Cal-
nio de' popoli nella medesima compresi , non perciò limaco (355) , leggeri cotesto epiteto dato da’ primi
potean dirsi in essa esistenti ,
poiché queste ed altre due alla Grecia orientale ,
dall'altro all'Esperia al-
ed or soggetti a* popoli confinanti; e da tati cangia- ma dò non fece» coll’idea di distinguere tali luoghi da
menti è venuta la confusione che osservasi negli altri deH'isfcsso nome. Non cori la nostra Grecia la cui
scrittori. denominazione di Magna non venne dalla fantasia de’
Si è detto dal Mazzocchi (346) che le greche città poeti e dall’eloquenza degli oratori ,
ma da’ popoli , e
)
«Ielle altre regioni , andassero sotto il nome di Gre- parie Iacea del suo proprio nome. La Grecia orientale*
cia disseminala o minore. E poiché in un verso di fEsperia, l’Italia, il Lazio cran noti ed indicati senza
Plauto (347) dal Rogadei (349) che il primo vi pose l'aggiunto di Magna : senza esso al contrario la nostra
mente , credette» leggere parva grate ia , il Romanel- Grecia non sarebbe stata riconosciuta. Laonde dee dirsi
li (349) con tal nome suppose indicata la Grecia dissemi- che alle prime regioni cotesto aggiunto attribuito venne
nala del Malocchi. All’opposto il Rogadei avea detto per magnificarle ,
ed all’altra per magnificarla e dìstin -
che quando la Grecia italica dilato&si , il nome di pana guerla. — E questa distinzione non alla pretesa Grecia
rimase alla parte che prima la costituiva. Anche il Maz- pana, disseminata 0 minore giammai ,
esistita , ma Itemi
zocchi opinato ave va che la Magna Grecia essendosi este- alla orientale dee rapportarsi. Infatti allorché il no-
sa ,
nel tempo della guerra sociale ristretta venne di me di Magna non più esistea ed i romani scrittori dopo
nuovo
1
fra plinhmi confini —Ma negli antichi non trovasi i tempi di Gceronc denotar voteano la nostra Grecia,
questa pretesa Grecia minore , solo adottata da’ moderni per non confonderla con l’altra , or chiamavanta Mag-
per contrapporla all’appellativo Magna dato alla nostra giore come ieggesi in Ovidio (356) Livio (357) Giusti-
Grecia ; e nemmeno si fa motto della voluta estensione no (358) Siilo Italico (359) Seneca (360) Valerio Mas-
confini, la cui restrizione ai tempi della guerra sociale
di343) simo (361) Pesto (36*2); od or esotica come in Plau-
non poteva aver luogo, poiché il nome di Magna Grecia to (363). La Grecia trasmarina poi distinta vehiva col
era allora sparito. Ed in quanto a Plauto ben riflette ('eru- nome di ulteriore (364). — Cotesti epiteti non sono che
ditissimo cav. Avellino esser la proposta lezione del citato relativi, come lo fu precedentemente l’altro di Magna ,
il
ta ,
e di olire città , Nap. i8ti. V. aneli® Atti de il*Accade 544) laocrate, Panathen. p. m. 1 »6 e 127 .
KicaU, op. cit. V. I, p. 141. 55Gj Ovidio, Fatti in pr. 35y) Lirio, HUt. L. XXXI.
344 PUiùo, II- N. L. Ut c. 10 ® 11. 358) Giustino, Hist. L. XX io pr.
3*5) Tolomeo, L. HI, c. 1. 3&6) Mazzocchi, T. H.V . I. 359 ) Silio Italico, De M. pun. L. fi, v. i5 e ìeg-
347) Plauto, TrucuUnt. Ac. Il, ac. VI, r. 55. 56o) Seneca, lev.cit. 56i) Valerio Massimo, L. VII, c 8
349) Romanelli, Tbpogr. star. Voi. I,p. 123 e ii5. 563) Plauto, Manaechmtu ,
Ac. IL ac. 1 .
quale Tenne deio ella nostra Grecia in antico tempo o il Dettele (378) il la Mattiniere (379) il D Anviile (380)
da' propri abitanti o dagli stranieri; ma sempre per non ed il Micali (381), non ne risalta che gli antichi il cb-
confonderla con l'altra regionechecol solo nome di Gre- nohbcro.
cia era designata. Non debberi quindi suppirlo prove- La sentenza che ha avuto più seguaci è quella che
nuto dalla ironia dc'Greci come alcuni mal leggendo Pli- rapportasi a Pitagora. Porfirio (382) che morì nel 305
nio (305) credettero ; non da' Romani come pensò erro- dell’K V. e Giamblico (383) dopo di lui, per la scuola
neamente Scaligero (366); non da' Pelasgi (367) che fu- di Pitagora dalla quale uscirono tanti filosofi , dissero
li oome di Magna Grecia non trovasi in Erodoto nè Sinesio (384) scrìtfor del V secolo ebbe cotesta opinio-
in Tucidide, o perché ai loro tempi era sparito, o perchè ne, e giunse ad estendere 11 uditalo nome a tifilo il pae-
ritrosia ebbero a dare alla regione die area un nome se ove gli arcani riti de' pitagorici professai ansi II Maz-
simile alla loro patria , il magnifico titolo di Magna zocchi (386) il Vatentini (38G) ed fi Castaldi (387) pur
Polibio (368) fu il primo ad avvertirlo, ed ecco le o- credettero che a titolo di onore e precisamente a ve-
pinioni che si son delle aifin di spiegarne la ragio nerazione di Pitagora e della sua scuola incomparabile,
ne — Strabene (368) la trova neli'essersi i Greci si usò distinguerla col nome di Magna , che l'anna-
molto ampliali: Pesto (370) e dopo di lui Servio (371) lista Grimaldi (388) anche dice sarto dopo la venuta
nelle molte dtth greche che in quella contrada vi di Pitagora— Altri infine in generale derivato lo repu-
erano :
gli Scoliasti di Orario (372) nella liogua tarono dali’aver la nostra Grecia preceduto l'altra nella
greca die pariavasi o nell esser da' Greci abitata : filosofia nella legislazione ed in tutte le arti civili
Svinino di Cbio (373) e Delirio (37 1) , nelle molte co- Facendo tesoro di tutte le altrui osservazioni, cre-
lonic greche che sUbilironviri. Ma tulle coleste ragioni diamo che il maggior numero di abitanti e di armati, e
Isulevoli a spiegare il nome di Grecia noi sono per la maggior floridezza civiltà e sapienza cui diede forte
l'epiteto di Magna. Anche io Sicilia concorreano le spinta la pitagorica scuola, abbian fatto che questa' Gre-
stesse indicate particolarità , c pur nondimeno giam- cia sia stata con l'epiteto di Magna distinta, forse sino al
mai quell'isola chiamassi Magna Grecia-, e se trovasi cosi tramonto del 111 secolo di Roma, come pensa Valentin i,
nominala da Strabane (375), chiaro apparisce dalle sue ma piò probabilmente fino al secolo seguente —Dopo-
parole, che intese discorrer della nastra contrada, che ché i Locresi e Cauloniti furono a Dionigi soggetti ,
pur Sicilia appellò per l'antica residenza che vi ebbero i Crotone decaduta , Metaponto tenuta dai Lucani , ed
Siculi — Similmente non debbe accettarsi nè la opinione i Brezl le loro conquiste estesero sul litorale ,
il nome
di Ateneo (376) che alla prosperità od abbondanza detta complessivo di Magna Grecia gradatamente desparve,
regione l'epiteto rapporta, nè l'allra del Cellario (377) ed i popoli denommavansi dalla aitò e contrada che
die alla greca vanità l'attribuì ;
poiché questa causa ciascuno occupava.
era comune a tutti i Greci , e l'altra a vari luoghi—Si XUI. Nella incertezza di coooscerc le regioni di-
è por voluto trovar la ragione nell’essere la nostra Ma- verse che delia Magna Grecia fiaccati parte , l'erudi-
gna Grecia di una estensione maggiore della Grecia tissimo Maazoabi (389) noverò in tal numero quelle
orientale ma se tal fatto fesse vero come lo ebbero che avean città autonome o indipendenti con proprie
374) Dettile, JutUficaL dea Meaur. dei ancieita 586) Valentini, Voi. of. L. I, c. 3.
375) Strabono, VI. 367) Casti Idi, op. eri. c. 6 .
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, , D , , è ,
regioni con i seguenti nomi : Lacreu , Cantontte 'mot significa propriamente il piamo ed in ispeeie quel
Se tllctica , Croton iute, Sibaritico, Crac Itele, Melapim- crepito che Dante appellò nota di cicogna, ed Oridio
lina ,
Tarantina. Non è oggetto deila presente opera confisse quasi col plauso medesimo e che (a cicogna -,
1
discutere In esattezza di ootesta divisione, la quale deh- é detta erototiUria da I . Sóoper la somiglianza del lun-
hiatn solo creder relativa alle principali città, poiché go suo becco e del suono di esso con i crotali — Inol-
per quanto riguarda questa provincia la picciola re- tre il tripode tipo delle monde
, di Crotone vedcsi
gione Petetina e secondo taluni anche la Siberena spesso usuato di quella catena 0
specie di lenmisca
nella parte mediterranea della Magno Oncia esistenti, che , come hanno ben dimostrato Muller e Broen-
anche arcano le loro monete. deted (391) serviva, agitandosi a trarre un suono dal
,
La vasta contrada della media Calabria che guarda tripode medesimo ; ed in qualche moneta ravvisar si è
l'Ionio dicesi compresa in parte nella regione seUktica creduto anche i crotali, i quali usavansi pur di legnosi
al in parte nella crotooitide e gli scrittori aon d'ac- di canna spaccata (39S). —
Dal suono detto crotos chiara-
cordo nel credere che qnella ,
dalla cagionile divisa mente sembra esserne venuta la parola cmtalon
col si-
era dal promontorio Cocinlo, oggi Capo Siilo—Non vi gnificato di mono, tanaglio e nitro,-e derivò da essa l'ita-
è però la stessa uniformità sull'altro confine che se- liana voce cmlalo
,
untai» nello stesso senso degli anti-
gnava il termine della tcilMica ed il principio della chi , spedai mente quando i poeti compiaceaasi delle ar-
croionitUc regione. Il Mazzocchi seguilo da altri al cadiche pastorali belicele —Non può quindi adottarsi che
primo de’ promontori iapigi «tuollo Invece Lupi* (190) siasiil nome del fiume
scelto a denotar confini quan-
e dopo Ini Vaientini (191) rinvenirlo credettero nel do orila greca lingua ch'era pur quella
dei Croio-
Crotalo oggi Cornee. nioti, lo stesso vocabolo si area con significalo diverso
La opinione de' primi confortata sarebbe dall'oeserva- —Toglie poi ogniquistione la scovati fatta con la scoria
re che il seno solletico fino al designalo confine prò- di un iramniento di Ecateo (396) dal diligentissimo
,
tendesi , se troppo debole argomento non lésse quello Corda (397) dotto e sagace cultore delle archeologiche
tratto dal nome del seno. Oltre le tante ragioni che ad e storiche diacipù'ne, di una novella cfttft delia Magna
esso si oppongono basta riflettere che giammai la re- Grecia col nome di Ordalia, la quale essendo al di
,
quù
gione de' Terinei Lamelici Napttini ed Ipponiati del Crotalo nel litorale che
, , proseguendo vi imo Crotone,
si estese per tolta la spiaggia dcU'opposto golfo che ed avendo lo stesso radicale di Croio ne, chiaro
, che nella
pure ebbe gli stessi nomi di quei popoli. crotonitide regione andava compresa, come in proseguo
I secondi non hanno altro appoggio che la etimologia più chiaramente si vedrà —Non vogliamo infine tacere
del Carne Crototus che dicon composto dalle voci Oo e che siccome Piimo dice il Crotalo esser fiume navigabile,
Tabu denotanti la prima Crotone, e la seconda cangiando non poteva esser tale se area lo stesso corso dell'odier-
con dialetto dorico l'o in e, telai, ossia temine — Noi ab- no Cornee — Porse avendo diverso cammino ,
era come
binai più volte mostrato dlSdenza delle derivazioni etimo- disse Plinio navigabile—Forse il dirsi da Plinio navigabili
logiche, poiché nella di più agevole che trovare dalle so- tatti i fiumi da lui indicati nel seno scillefico, menlrec-
miglianze fra voci di significato diverso. Infatti Tatui era rbé noi sono , è una delle tante inesattezze che leggono
anche il nome di un gigante che vico mentovato dallo pseu- nel suo libro , 0 per mancanza di accurate notizie, 0 per
do Orfeo (392), ed in talune monete é rappresentato con errore de ‘copisti. — Forse il fiume attraversando altri luo-
le ali, attributo dégiganti—-Crediamo quindi non doversi ghi farei particolar rumore che diede causa al suo nome.
riferire la parola latta nè al gigante, né alla determina- —Forse avendo léce in altro sito potett'esser il Crotalo in
rione del ronfine, e ne sembra che la voce Crotabu ave»
nella stessa lingua un significato che meglio ne spiega
3j4) Muller , De trip, detph. p- 17 — Broendited, Ve fcipi et*
l’etimologia. Greci, p. ng noti 10 — Awlliih), Opuscoli, rol. IT, p. 117 —
L'erudito Cavedani (393) osserva che la greca rocc F sorelli, Osservazioni sopra talune monete rate (fi città greche
p. 61.
Jeo) Lapis, Voi. VI. p. 141. 3g5 jArietoph. ad Rabta* , Scol. e. »5g — Snida», w.Crotalen
3$t) Voltolini, net giornale II Calnbrau, An I, n. 7. Pforelff, toc. rii. n. 8
3 oi)Pseu«io Orfeo, drgon. v.i 55 q— o Wi tra, Re. ut ava-ut, 3g6) Fragni. J?ut. Gran, ed. Didot. p.
*el 1840, p. ij» _
Vali, BaU. irti. Mp. Voi. I, p. ni. 397) V. Corcìi, Del sito della città di C’ chili- 1
, ir(, iiurnti
390) Cstcdoaii, Spicilegio minute1- psg ro «el Mosco di settate lettere ed arti.
, , , E
tulio o in qualche ponto del suo corso ronfine alla ero- — Dippiù i Crotoniati scacciarono gli operai ihc per or-
tonilide regione. — Forse anche seguendo k> stesso attuai dine di Dionigi ad un muro o canale lavoravano nella
suo cammino in qualche epoca potette essere confine, e |>arle piu angusta d'Italia cioè presso Squillare; c cer-
socialmente quando i Locresi vincitori de' Crotoaiati tamente fino a tal punto la regioo erotoniate estender
poterono estendere il loro dominio sino al Crotalo ed si dovea per poter gli abitanti allontanare quegli operai
anche al di li. — Certo è però che se ai tempi di Strabo- —E finalmente è possibile che venuti i Greci ad abitar
no (396) malagevole era il conoscere l'amico stato di queste contrade, scacciati » Pelasgi da Crotone c Scii-
queste contrade , raoltoppiù lo è adesso ; e che il no- torio, abbiano queste due città fallo parie della stessa
me del fiume derivar potette o da qualche particolar regione , e questa forse prima eslcn densi fino a com-
rumore che facea il fiume nel suo passaggio in alcun prender la Caulonite che i Crotoniati dopo la disfatta
tta nella rcgtoo croio nitide. Crotoniati, Sibariti c Metapontini. E di fatti se tal
Il Lupis per sostenere il suo assunto oltre la già guerra finì con la pace , non erari ragione pernii i
combattuta etimologia , invoca l'autorità di Strabone Crotoniati avessero dopo di essa a combattere con i Lo-
che scrìsse : Scylacium Crotoniensis ager, o come altri cresi come non ve ne- fu tra gli altri collegati.
tradusse : Crotoniatarum fina sunt ; ma convien riflet- L'unica prova delfindipcndenza del popolo solletico
tere che Io stesso scrittore disse pur di Scylacium è nna medaglia di bronzo rappresentante nel dritto una
tempi Scillach era da' Crotoniati tenuta — Forte dobhio posta leggenda: 3&TA A ATIUN — È questa mentovata
quindi in noi sorge se la contrada scittetica fu mai in- da diversi autori, (400) ; t benché il Marafioti se-
dipendente c divisa dalla erotonitide, tantoppiù che Tu- guilo dal Fiore ravvisò nel giovine un duce de' Scu-
cidide disse il Cecino , che noi appresso dimostreremo laccisi che suppose salito al Gelo , e nella nave le loro
esser YAncinaJc, 20 miglia al di qua di Capo Stilo fiu- vittorie per mare ,
gli altri con più assennatezza rico-
me della locrese regione; c Caulonia ch’è al di là del Co- nobliero Mercurio nel giovine, cd in esso e nella nave
cinto vuoisi colonia d e Crotoniati (399) — Se lasciando de simboli di popoli commercianti. — Ma cotesta meda-
la geografia, alla storia poi volgiamo lo sguardo, raddop- glia il Mazzocchi dichiarò non aver mai veduto e da
piansi le nostre incertezze— Ed invero nluna antica me- alcuni crederi falsa. — Nel ricco medagliere de’ signori
moria vi è sull' indipendenza A* Se il lacesi, nè può dini Ferrari di Catanzaro avvi una incerta e corrosa moneta
causa di dò la picciolezza della regione, poiché de' Cau- m cui mal veggonri le lettere , c per il poco che può
ioniti, Petelini, Mcdamei ec. benché piccioli popoli, tro- scorgersi dai simboli, sembra avere qualche somiglian-
vasi ricordo. — Allorché ne’ primi secoli di Roma i Cro- za con quella in discorso.—Ad ogni modo la cosa è dub-
toniati ebber guerra con i Locresi sul Sagra non fu bia, e fino a che più cene notizie non si avranno, con-
ad essi di ostacolo la regione se Macca, purché non vo- chiuder debbisi o che giammai fu fa scitlacesc regione
gliasi credere che gli abitanti, come i Reggini zio- indi fendente , o che se ciò avvenne , dee rapportarsi
cresi , eran soci * Crotoniati. — Se riflcttcsi alle nume- ad unepoca antichissima e della quale non avendosi
rose armate che Crotone metteva in campo ,
si ha memoria, oscura renderi ogni quislionc su' confini.-
un altro motivo per credere la sua regione più am- noi lasciando ai dotti un più accurato esame di essa,
pia di quella che le si attribuisce tra' promontori ia- dopo le generali ricerche che finora ne hanno intrat-
pigi da una parte e dall'altra il fiume Ilia fuori l’al- tenuto ,
diamo cominciamenlo alfa particolare descri-
tual confine della Calabria ultra seconda, che ora al- zione de’ luoghi.
l'odierno Cotonata cd ora al Trionfo d ietti corrispondere
399) Scìmao , Perug, t. 3io— Stefano, op- cif. t. jtulon — Magnati , Brut, nunutm, Tav. 61 • Muctllan. Tav. e 64
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r
PARTE II.
DESCRIZIONE ARCHEOLOGICA
DELLA CALABRIA ULTERIORE SECONDA.
Annibali* cc
I-
— C-v
Fiume Ek>ro o Ataro
Crotalo ed Promontori
— Truck*** e Barbaro erro»
, ite
II.
città
III.
il i
net mente credute antiche — Fiume Ameba o Crocchia — Voluta antichità di Belcastro — Fiume Tar-
città
girtet u Tanna — Capo dette Cartella — V.lPromontoA iapigi —Lacinia— VI. Croton* —VII. Fiume Stelo—
Opinioni ruirantichitè di Santa Severi na — Vili. P*t*lia — IX. Melma, voluta antica città— Cnmusa, città,
bum* e promontorio — Abietto, opinioni, e forre nella Calabria — X. Terina — Nacéria—XL Lametta — citra
Sufi — Opinioni aù Crina — XII. Ipponto — Opinioni ini Cartai di Cibale — XIII. Porto Ercole — Tro-
tu*
pea — Capo faticano — XIV. Marna o Medama — St colera — XV. Milito, Scaltro, Mari irono, Verzino,
Umbnalico Certnua, erroneamente credute antiche
e — XVI. Tinaia — Stia — XVII. Antiche «(rade
città
1. Alla distonia di tre miglia dal Caciaio che gin si è il (•rimitivo suo nome , e l'altro al sud prende quello
dimostralo ( V.§. 111. Pari. I, ) esser Capo Stilo, scorre di Musa (401)
il Trame Assi che divide le dnc Cabline ultra, cioè il ter* Fu il Sagra famoso pel vicino tempio (402} o
ritorto di Guardava Ile, primo comune da quella parte ara (403) eh erari in onore di Castore e Polluce ,
dell ultra prima. Da lai punto han principio i nostri l untali die diede poi causa a molte favole ed esagera-
archeologici studi, ma ciò non pertanto stimiamo non zioni (404). Anche ivi dappresso ,
questi ultimi , confe-
uhhliare il fiume Sagra o Sacra che sebiien separava rai a' Metapontini ,
Turi e Caulonìli, nel 362 di Ro-
la caulonite dalla locrese regione nella vicina provincia, ma sconfitti vennero da Dionigi, il quale dall'alto di
pure ritenendosi con i piu corrispondere all'odierno una prossima collina passar vide sotto i suni occhi gli
Ahro , nella ultra seconda Calabria ha la sua origine — avanzi de' vinti. Rimase in quel fatto ucciso il valo-
Ivi nel mediterraneo comune dì Fabrizia confinante pur roso Fiori ribelle siracusano che i collegati comanda-
con quello di Stilo , diversi ruscelli sotto il villaggio
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^v
. ,
Si —
va , e da lui vuoisi avere, il fiume cangialo il suo sua carta geografica antica , notò il Cecino ndl’Ionio
di Alare — Non è inutile riOettere che in Sicilia anch'o- V elramo intese fario corrispondere —Piacque al Giu-
ravi un fiume detto E/oro, ove i Siracusani disfatti fo- stiri tari (413) censurare il Fiore (414) che al par del
rono da Ippocratc limano di Gela (105) , c non è im- Barri* (415) ritenuto aveva essere il Cecino lo stesso
probabile che Dionigi abbia dato al fiume il nome di àtWAndnale. Noi però riputiamo esser questa la più
Eloro meno perché corrispondeva a quello del vinto sensata opinione. Ed infatti non intese Plinio men-
capitano , che ad oggetto (fi ussero attaccala a rotai tovar latt'i fiumi della regioni’ , ma solo i piu impor-
nome l'idea di una vittoria aniicthè d’ila sconfìtta che tanti; ed al certo se lo slato delle cose non era nci-
rammentava l’altro di Sicilia. lantichità dell'intuito diverso, il più notabil fiume pria
Non tutti però credono all'identità del Sacra roti dd Crotalo 0 Cornee verso oriente é l Andatile — Ha
YEJoro o Maro . Alcuni il primo stimano riconoscere questo origine nelle montagne di Serra , e dopo aver
nel Novità (406) nel Saginaro (107) nel Merico , c nel percorso GO miglia ne* territori (fi Serra , lirognaìuro
Turbalo (108). Altri dicono esser l'antico Eloro o il Ca- Spadola, Siminirio. Sotrio no, libali ,
Cardinale ( ove
ligari (409) che scorre tra’ territori àlsca e Badolato dà moto alla ferriera della lìaizona del Principe di Sa*
nella nostra provincia, o VAdditale di cui appresso par- tifino) Torre, Chiarorafle, Arguito, e Cagliato, ha foce
leremo. Non manca infine chi (HO) il nome di Alava nell'Ionio alla distanza di 1? miglia dal fiume Assi e
dire preceduto dall’altro à' Tlaro, da S Ilarione che colà 20 da Capo Stilo
presso vuoisi aver fatto penitenza — Ad ogni modo, certo Stefano parlò pure di una città appellata Cecino che
è che l'altnal fiume Alato Scorre precisamente ove si presso al suddetto fiume da cui prendeva o ricerca
vuole avvenuto il mentovato combattimento, e mani- il nome, esser doveva — Non avai dubbio che i fiu-
festa è la somiglianza de’ nomi Ataro ed Baro. Vero è mi presso gli antichi, come avverte Duri vamio (41 G).
< he non con questo nome ma con l’altro di Sagra trovasi sovente davano il nome alle citili presso le quali
dal voler essi ricordarlo piuttosto col sno nome storico c piuttosto ov'è r attuai Saldano come il Barrio (4 1
7 )
celebre per la doppia sconfitta da' Crotoniaii unita pria pretese , oppure in qualche altro luogo degl indicati
da 'Locn- si e poi da Dionigi, che c on l'altro di Eloro ri- territori — Il Lupis (418) sospettò che forse la cit-
masto forse presso il volgo— Ma venghiame al nostro tà «un nella contrada Sansenatora, distante miglia 6
litorale dal mare e 3 da Catanzaro , ove disse rinvenuti dei
no Sri letico
I è appunto il Cecino mentovato anche zione sepolcrale che fu nel 1788 in Napoli al Gover-
da Pausanìa ,
da Turidide , da Stefano. 11 secondo no inviata : degli acquedotti di piumini , delle monete
fo («ose nella region lorrese avendo proi -abilmente ri- dei liasso impero : e delle vasche rh' egli giudicò ad
guardo all’epoca in cui questa ampliossi per effetto uso di terme— Serci però contrastare gli scavi men-
della vittoria so’ Crotoniaii. Tal fiume Del Re (4 12) tovat i dal LujHs ,
i- ruderi come ora veggonsi nella
pria opini) esser I Angitola che nel golfo opposto alto suddetta contrada ,
non mostrano molta antichità , nè
scilletiro si scarica, ma poi ronch!* l'errore, e nella la lapide presenta alcun nome di citili da poterne so-
spettare la esistenza. D'altronde se dee ritenersi il Ce-
lino per l’ Annuale , è questo fiume molto distante
405) SerradiUlc**, Voi di-
dall' indicato sito eh' è invece presso il Crotalo
406) Bircio , p. »2.
L'antico geografo Mela (4 19) nomina fra le città del
407) Aitati, cp. cri. f. 217.
40#) Oiuittoiini f>p. rtt. art. /ilare e iftricO — Maitriafii np.
m t. art. Alain — Macn, Leti. tult'anltea Locri nelle Novelle 4i 3) Giustiniani .e Mostrivi i, Di*, di. art. Ameinai*
letterarie, p. 5o. 414} Fiore, op, di. p. a 5 <j,
409} Del Ke ,
Descrittene de' reali domini al di <t’ua del Foto 41 5 ) Barriti, p. i 3u.
Voi. I. p. 3i 5 .
4 «G| Daria ap. Strph e. Aepoyavtee.
4to) Aceti in Barrio p. 340 417) Barriu, he. di.
4 ti) Plinio, Xm HI, c. io. 41 ti) Lupi», V cit. p. 3&4.
412) Del Re, toc. di. 419} Mela ,
L. II, c. 4 <
T7
— , ,
- ss
nus , e non fa molto di Cecino. Da ciò è sarto il duL- le a guisa di un grappolo d uva
!
verso dal Cecino era plesso Ammendo!co pese che , monte si uniscono e formano il cosi detto Piume di
si vuol situato alla distanza di 20 miglia da Cotanta- Squilhce , ch e appunto »1 piscosus Vclltm di Casrio-
n nei sito ov'cra l'antica fortezza Pcripolium de' ist- doro(42l>)— Negli antichi autori trovasi Squillare chia-
eresi (420). I d in ciò dee notarsi un doppio errore, mah» Sejilacium, Scp Uncino, Scflleaus, Syifotius, Sal-
uno di antica cd altro di moderna geografia. Anche tai tum , Scylleiìum, Scyl/elion , Scoiaduni. Sovente si
ma Il pese Ammendolea (xn dista da Cotantaro I andar del tempo derivò l' attuai nome Hi Squillate.
I IO miglia ed olire 30 da Reggio nella cui provin- Ev vi •juisticme se l’ antica Sdiiulto tra sita ov'ó il
cia è compreso —All'opjxwto I annalista Grimaldi (421) presente Squillare. 11 Battio , il Fiore ed il Maraffati
credette Cecino lo slesso che Conino e Cocinto , ma (432) tennero per la Ut mai ivi L’ Alberti ( 433) cd il
quest' ultimo promontorio è separatamente Dominato Lupis (434) stimarono che invece X aulica città esser
da Plinio , c solo la disputa cade sull' identità degli dove» alla falda del monte Ida te io th calla Punta di
altri due nomi — Il Barrii» cd il Lupis (422) li dis- Staici ti. La loro opinione non e pero giustificata — EH
sero identici ma il primo non addusse motivo e l'al- invero nulla provano i ruderi di antiche fabbrichi*
tro sospettò avere i copisti per errore scritto in Me- che in detto sito rattrovansi poiché ri rii che in quel
la , Conino invece di Cecino — Decisivo argomento munte il celebre Cassi odora, abbandonate kt politiche
,
per la differenza de' due luoghi sarebbe la moneta con la cure , riti rossi e fóndi» il monastero nolo sotto il no-
grata leggenda Caremon rammentata dal Maycr (423) mi* di Vborierà ; il quale in quell* «poca di oscurità
dal Coltri© (424) dal Mazzocchi (425) e dal Magnan e d‘ ignoranza era il solo luogo d' Malia in coi la
(420); ma niun lume ne viene, poiché oltre dal non letteratura collivavasì. Né migliore argomento è quello
esser rotai moneta ricordala da' calabresi scrittori , dai che trasse il Lupis dai titolo dì una chiesetta sita su
pin stimasi falsa (427) — Fra tante incertezze osservia- quel monte che sulla fede di talune vecchie carie
mo, o die Mela scrisse Carcino invece di Cecino> e questa ch'egli disse aver ietto senza indicare in che conti-
fu una ciflà presso il fiume di lai nome c Carcino stiano , volle che anticamente fosse : Sarda Mario
un altra ,
luna prima e l'altra dopo Sitine io ed il Cro- de velcri Squillacio. Potrebbe infine creder» se vera
talo i oppur può credersi che Mela intese nominar fosse la sci! letica moneta che la stessa denotando gen-
,
che il nome di Conino . (435) che nella parte interna del seno pone la città ;
IL Dopo l' Aminole alla disianza di 6 miglia ewi e poi nulla impediva a suoi abitanti di aver sul li-
la Paula di SUdetti ove il mare dalla parte orientale do qualche marittimo stabilimento— Niun rudero però
farina nn incurvatura che dicesi volgarmente Coscio evvi delT antica SciUacio c solo nelle sue adiacen-
,
or di SguiUace , or di Stoletli. Da ivi 4 miglia e 3 ze alla distanza di due oliglia dal mare , uno da mon-
te Moscio e venti passi dal fiume, tro vessi nel 1762 la
4 »a) terno p. i3o e 164 — Lapis V. eii. p. *S5. 43i) Piar, Anon. nella Colin, dal Pelliccia.
4») IlDjn, Il rc%rv 1 dt Nap. « di Calabria , P. 11 . 43^) Birri®, p. ir.G,— Miratoti, L. II, c. 2 4*- Fiore, p. 186.
4U) Gu litui ,
Sicilia et Magna Grama. 455 ) Alberti , op. cit.
'-* 5
) • 4*6 ST a nocchi e Magnati , cp. ctt. 43 «) Lapis, VoL eit. p. 327 a 339.
—M—
iscrizione illustrala dal calabrese Gennaro Partita - destra ed a sinistra erano incisi i nomi de' tenzonanti,
ri (438) insigne discepolo del Mazzocchi. de' Sincrptubi da cui prende van la corona ì vincitori,
Diverse poi sono le opinioni sull' origine ed etimo- e di altri thè assistevano a' giuochi. In mezzo alla
logia di Scilkteio — Il Lupi* (437) seguendo il Bochart parte superiore vedevasi la corona che si dava in
ed il Partitili crede il nome derivato dalle fenicie pa premio , ed al di sotto eranri scolpiti due giovani nu-
role Scoi ed cium corrispondimi i al nadgrafum Scfllu di in alto di correre , ma nno di essi avea nella dritta
comm di Virgilio. Si è congetturato che i Fenica sofferto mano una lucerna ,
e l'altro nella manca una fiaccola
naufragio al primo loro giungere in questi Udì , edi- verso terra rivolta.— La rozzezza de caratteri, il reai for-
ficalo ri aressero la ci Hi dandole un nome che il tri- mato tasso rilievo, ed il nome non greco dì Lucio Esa-
sto avvenimento ricordava. — Alcuni invece *%\iEnotn tto ch'era quello del vinto, fan credere che cotesto mo-
o agli Ausoni senza alcun argomento ne attribuirono numento sia posteriore all’epor* in cui SciUou'o diven-
la fondazione — Altri come Cassiodoro riferì (438)» pce,- ne colonia romana; e la rappresentazione del giuoco di-
fer irono riconoscere per fondatore Ulisse dopo distrutta mostra che anche dopo detta epoca la città abbia ritenu-
Troia ; e taluni avendo per ferma cotesla opinione to fa propria lingua e le greche costumanze. — 1
giuochi
credettero conciliarla con la suddetta etimologia orien- lampadari istituiti in Eieusi da Eretico, edebravansi da
tale, dicendo: che Ulisse avuto naufragio nel seno sdi- soli Ateniesi 0 ne'luogbi ove avean colonie, in onort
teti™, con il materiale delle conquassate navi castrasse di Cerere, Minerva. Folcono c Prometeo (444). Di essi
tato nella scillacese moneta. — Altra sentenza che attri- mo giungeva alla meta senzanhè la fiaccola si fosse
buisce alla dilà origine ateniese è a? valorata da Stallo- spenta, aveva il premio — Il Lupi» da siffatto marmo
ne (439) che lasciò scritto, ivi ateniese colonia essersi dedusse l'antichità di Catanzaro la cui origine non ol-
Ateniesi disse esserne stati i fondatori Maestro vuoisi lo a Squillare ove i coloni ateniesi [>oteansi compiacere
con cinquanta ateniesi navi alf assedio di Troia (441). sportato oppure forse sui monti ove oggi è sita tal
;
Dopo la stessa avvenir dovette quindi farri vodeUat tri- città, cravi qualche sacro bosco m cui i SdUacesi conve-
imi tagli colonia. nivano in talune solenni occasioni.— In ogni raso denota
Che Ateniesi qui slabihronsi , se ne ha prova in un la vicinanza di qualche colonia ateniese, c ciò coincide
marmo illustrato nel 1791 dal dolio antiquario Var con quanto negli antichi leggeri di Scillacio.
gas Macciucca (442) , il quale ingannato , o per er- Ma pria degli Ateniesi a parer nastro la città esi-
rore , lo disse rinvenuto in Squillate , meo trecche lo stei e suoi fondatori furono i Pelassi ,
come lo prova
fu in Catanzaro nel mese di marzo del 1784, come la- l'nmonoraia con altra Sci/ace certamente pclasga— Me-
sciò scritto il Lapis ; il quale ne fu testimonio oculare, la (445) nomina Piada e Se Hoc e site al tèrgo del monte
e riferì pure che quando egli scriveva (I80S) il mo- Olimpo come piccole colonie di Pe/asgi. D'altronde
numento trovami presso l'egregio Francesco Danie- leggeri negli antichi scrittori che quando Deucalione
le in Napoli (4 4 3) — Il marmo di quadrilunga e non molto scacciò dalla Tessaglia colesto popolo che si disperse,
grande figura ,
rappresesi lava un giuoco lampadaio. A una parte sulla Propontidc stabilissi e Piada e Sci!-
438} Cawiodoro, L. XJt , £p. XV. deriva che il nome della città è pe/asgo e che Pe-
439) Strabo uf, V. I.
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. —
— (I -
/aigi esser dorelle™ gli antichi abitatori MI* nostra Mollo lodò la sua città natale il famoso Cassiodoro che
Sciltocio Infine altro noo lieve argomento ne sommi- divise con Boezio la gloria di essere il rappresentante
nistra il nome di Peilena dato da Cassiodoro al fin- della filosofia e letteratura italiana di quel l'epoca. Ei ne
irle preso Squillaci ,
poiché come «i i già detto (
V. vantò la ubertà ed i prodotti , e fra l'altro nomina la
$, VII. Par. I. ) probabilmente ebbero i Petosgi 9 mane fontana Acetosa, ove raccontò die Nifemdo per la lun-
di Pillali che da essi potette passare al Some. ghezza del cammino, affin di dar riposo ti suoi stanchi
Petosgi cesò , e la città all'antico nome ebbe aggiorno riguo e ricco di fertili (tastare (448); e forse Nifando
l abro di tttoenia ,
come ne fa chiara testimonianza preferi tal silo al solito di Squillare orerà la ordina-
la lapide dal Paritari illustrata in coi a Scdacio, in ria slaiione. — li Barrio (449) deriva il nome di Are
essa detta Scolació , danti i titoli di colonia Minenia tosa da irrigando. Ma a niuno é ignota la rinomata
e di Nenia Angusta. Ed il nome di Minerva oltre di fontana Aretosa in Sicilia e la pretesa sua rela rione
essere un altro argomento della venata degli Ateniesi col fiumi- Al/co di Grecia , come leggeri in Pindaro,
che coiai deità specialmente adoravano, ne istruisce Mosco, Sii» Italico, Ovidio, Locano, Stazio, Clau-
che in di lei onore i lampadici giuochi celebra vanti. diano fra' poeti ; e Pausania, Seneca , Plinio, Timeo,
Già Vede» Paterrolo (448) notò che udranno 631 Nicànore, Mela, Ammiano, Vibro Sequestre, Melan-
di Ruma rentier da'Romani mandate colonie in Miner- to, tra' prosalari. Il Barrio descrisse X Acetosa scille-
via e Sciltocio. Il pròbo nome è solito attribuirsi al tka come una fonte le cui acque ora scorrevano cosi
luogo or erà il tempio di Minerva che ri vuole nello leggermente da crederle stagnanti ; or muoveansi ad
stesso rito o dappresso la odierna Gretteria nella ultra ogni menomo rumore non escili» il semplice tossire
prima Calabria Ma or che dalla suindicata iscrizione o parlare ; ed alle volle un gorgoglio faceano quasi-
sappiamo che Mtoento era pur nome di Sciltocio è ché bollissero. Verun 'acqua però presso Squillare ha
,
oféniamo non avere i Romani, che nemmeno ricorda- tribuir si vollero prodigiose qualità. Crederi corrispon-
rcelo la propria del 631 inteso, come pensò il Lapis, dere a quella che detta è ora Fontana di Cassiodoro.
,
rammentar col nome di Minetvia l'ateniese colonia Pria di lasciar SquUtoce ricordiamone alcuni fatti
;
ma doversi invece lo stesso ritenere come un Nel 351 deH'li. V. sbarcar vide orile sue vicinanze
appellati-
vo dagli Ateniesi dato a Scil/acio che durò anche dopo (arte della greca Sigla venuta in soccorso de’ Goti che
quella di Velie» ,
altra colonia fu inviata sotto l'impe-
ni che piò anni dimoraronvi ma in continue guerre—
ro di Nerva . donde ne derivò l'altro nome di Nenia Nel l(M4 fu conquistato da' Normanni — Quando eh-
Augusta ber luogo in Calabria le frequenti guerre che il sici-
I imperatore Antonino Pio nel secondo anno del suo im- Ruggiero Loria che per l'aragonese combattea, e nuo-
ultime parole sonori interpoliate di Alagoua ed infine quando il Loria alla contraria fa-
pel favore di poter ;
tii Craùliù dopo il Cecine— Ila il Cornee origioe in Sem talo, disse oon dubitare che la prima esser devoa nel
dopo aver percorso 42 Agro Bruno presso il secondo e ben giudicò per-
di Tiro nella «tra Calabria, c
l' ; ,
ravviando erri foli di Soneria Mannelli ciocché già un antico scrittore (45 i) c molti altri ri-
miglia .iti i t ,
Cicala, Gimigliano Sri linciano e Calama- mili esempi no istruiscono che non poche ritta pre lì-
CarhpùU* .
ro ntU luBio ha foce. rica n nome da’ fi uuù presso i quali era a poste. Confer-
,
Jirithe e di acquedotti ; c rinvenuti sonori rollami di samente verso la rimirarla detta Marino di Catastarti
soavi pure avanzi di antiche cose che potrebbero far
tnaniìorrc colonne scanalate, e di slalue anche di.raar-
mo;uu mezzo bracciocolossaledi bronzo, inclusa la mano, credere esser CrotaUa al di là e non al di qnà del
pollice è lungo un palmo; dovasi di terra fiume Crotalo : ina è anche vero ebe bisogna attri-
della spiale il
col la, fra cui nè notabile uno alto circa un palmo e mozzo buire a detta città i vestigi di maggiore importanza
rem figure nero su fondo giallo rappresentanti fra l’altro quali son quelli che abboni descritto, perche al certo
molte antiche monete di vari metalli perloppra romane di maggiore importanza della città eh esser dovea nel-
consolari c imperiali, drlle diverse regioni della Magna la Marina di Calamaro , de Ila quale non evvi alcu-
na memoria c (orse era una borgata di CrotaUa o da
Grecia c moltissime hrezie; ed altre anticaglie. Molle di ,
timo inverno nel farsi de' fossi per una vigna si rin- teva ivi la Coreica di Mela — Non sappiamo poi con
venne a due palmi e mezzo di profondità usa strada qual fondamento il Harrio (455) credette die la città
da orante verso occidente con pietre simili a quelle cui appartenevano i vestigi fin dàltora esistenti di-
e lunga cirra cento palmi per rjnanfo fu il fosso, che Marafioli (45G) che seguendo il Barrio pur diaie la città
se fosse stato proseguito si sarebbe probabilmente s co- distrutto da’ Mori, dubitò che alle antiche atta di /to-
verto il resto della strada che forse era parte di quella di me e MeIra da Tucidide (457) mentovato ri appar-
cui appresso parleremo— G l'indica ti avanzi ad eviden- tenessero — Quindi ben dice il Coccia che la distra-
sa dimostrano la esistenza di una città della quale per zione di CrotaUa non essendo da alcuno scrittore men-
molli secoli se a’è ignorato il nome che ora finalmente tovata c la sua esistenza solo indicala da Ecateo scrit-
dicea dai chiaro editore città ignota. che derivar potrebbe dalla etimologia. [«sto anzi, co-
li lai frammento conservato anche da Stefano Bi- me già ri è osservato ( V, (. XIII. Par. I. ), la sola
zantino . ma sfuggito agli altri scrittori perchè leg- esistenza di CrotaUa { fci quale per la somiglianza del suo
,
gesi nella sola edizione del Berkelio , il quale fa sa- nome indubi (alamari •- «snudo compreso nella ragion
pere averlo restituito all’Etnografo eoo un codice del Crotonitide, se il Crotalo fosse stato il confine di qua-
Vosrio. Il frammento contiene queste parole; CrotaUa, tta, CrotaUd essendo al di qui per chi cammina verso
urbi Italitir de qua IIec al ras in Europa — Gentile, Cro- Crotone, ne sarebbe stata esclusa. E poiché il Corcò
ia}latas (453) — Il Bcrckelio unicamente guidato dal* conviene di esser CrotaUa compresa nell agro crolonia-
te ,
se ne ha tratto nella designazione del fiume una
45l) Corri*, art. Kit, nel Stana di Kiertee ee. 4 &4 ) -Don Santo ap. St*f. Bit., ». Acm^anttt.
*53) Bea irò Pram, di'. Stefano Gnaulino op cU. ed- Bertel-
,
-E)ietfeed-bv Goegle
,
•
- 59 —
rrnsegnema contraria è unicamente derivato dalla sicurezza se pria di Anni lede o do[«> la sua partenza in
,
non conoscenza de* luoghi ove sono gli accennali avanti quel luogo vi era qualche città. L’annalista Grimal-
di antichità. di (463) scrisse che nel 555 di Iìoma fu mandata mia
Delle vicende di Crotalia nulla ci è noto. Forse la romana colonia, ma il Lupis (404) ben rifletté che nel
distruzione di essa o il cimi Amento del nome in Cor- testo di Livio (465) citato da! Grimaldi, parlasi degli
ritto arrenile prima o quando Annihule sia hi lì m quella altri alloggiamenti di Anniiiale su’ monti Tifati nello
botò nei tempi posteriori potette esser chiamala la ritià Fra gli avanzi della descritta contrada se ne distìn-
in memoria della finora che in essa polè farvi «pici ca- guon taluni che sono dì un'epoca posteriore. Fra que-
ptano Si vuole infatti che dopo Scittaaò, nella prossima sti sono osservabili i ruderi di un tempie /ristiano
contrada fungo il lido,abhia il cartaginese Annibale quan- tutto di mattoni noto comunemente col nome di Chiesa
do nella Broda venne, posto i suoi alloggiamenti, donde della Rocce l/a Nel XII secolo costituva una Badia rat
derivò che al luogo rimase n nome di Castra Annibaiis — titolo S. Maria della Rareella che riccamente dotata
Ma la determinazione di cotesto luogo è disputata Ta- dai conte Ruggiero, fu dalia vedova di costui e dal fi-
luni (458) stranamente dissero corrispondere a Troia glio nel I MO trasferita in perpetuo dominio alla ve-
di* Puglia. più ove ora è il villaggio Castrila verso scovil chiesa di Squillare (4 GL'). Forse tal tempio ap-
! ,
la fine del seno scilletico c poco pria di giungere ai pro- parteneva alla dist rutta città di Lissiìania che in quel
nomi iapigi, lo credono; e trovan dò facile traducen- luogo diceri esistente nel VI secolo.
do Castra in Castella. In Plinio (459) però leggeri che Il Dome di Lissitania sol trovasi in una lettera del
nella parie più angusta d’Italia erari porta* qui ma- Papa San Gregorio (467) diretta al vescovo di essa,
tur Castra Annibaiis , e certamente sol presso Squillare coi scrivca che siccome Lissitania era occupata chi ne-
è verso l’Ionio la parte più stretta d’Italia fra* due golfi mici ,
gli si destinava la chiesa di SqìtU/aee — Dio -ri
se illetico e famelica . Potrebbe cader dubbio sul nome per tradizione che gli abitanti di cotcsla città divisi
di porto dato da Plinio, ma comunque presso l'attuale in drap[>elli formarono nelle terre circostanti diversi
villaggio Castella risavi due piccioli seni pure anche villaggi da cui altri ne' tempi posteriori ne deriva-
,
vicino Syu///ucecwì una incurvatura formata dalla Pania rono, e fra essi fargia (168)— Si ha dalla storia che
di Sialetti—\\ Lupis (460) che tenne per la stessa no- alla fine del VI secolo i Longobardi condotti da Ali-
stra sentenza , sosj»ettò che antico porlo ivi dovea es- tar! fecero scorrerie lungo tc marine dell'Ionio , cri
servi ,
poiché quando i flutti agitati rompendo nel essi ben [loterono esser quei nemici di cui [tarlava il
lido ritiratisi, osscrvansi dentro mare dentassi di fah santo Pontefice—Questa coincidenza e la riflessione che
Lriche Dippiù l'accurato Mazzocchi (46 1) avvertì die Us stianta non poteva esser distante da Squillare ove il
nelle geografiche cose sovente adopransi nello stesso suo vescovo fu trasferito, ci fan sospettare- che tal « irta
senso le parole rimale portnm aut si attorte m, c come era in questi luoghi, e che ad essa appartengono i ru-
stazione troviamo nella carta Petti ingeritimi nomata deri di fabbrica non antica che osservansi misti agli
quella di Castra Armibatis — Oltracciò ridottosi nel 557 altri di piu remota epoca — Non vi è motivo pqi di
di Homa Annibale fra'Brezi di erano suoi partigiani, credere che la lettera siasi diretta al vescovo della città
è probabile che abbia scelto questo punto militare di biicastro ,
alla quale dal Barrio (469) seguito dallo
sì per essere quasi il centro della hrezia regione , che Stramazzino (470) si volle senza ragione alcuna dare
i&4 -
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, ,
il nome di[Linania .
—Nemmcn fondale sono lé opinioni tà da e&i non menta rate. In Catti noi rediamo ruderi c
dei àlarafioti (47 1 ) che la suindicata lettera al Vescovo vestigi per lutto il Utovale da Squillace al Loculo senza
di Lésso nell Illirico disse inviala ; de! Fiore (472) che saper dar conto a quali città appartenevano — Dicessi
giammai esistila, col nome di Paleopoli che sappiamo tre (480). SimiJ mente Crotone sua rivale e che mol-
essersi dato a Cerace nell’ Vili secolo (474). tissima gente metteva In campo, aver dorrà un certo
Il nome di Roc cella sorto nel medio ero potè ve- numero di città ; e quanto ora diremo conferma le no-
erari in esso. In effetti allorché i Saraceni nei 003 Dopo il Crotalo erri la contrada col noma Mari-
di Squillace impadronì russi , fecero altrettanto di un ma di Catanzaro che lontana sei miglia dalla città ,
castello forse ricino detto Tesene (475). Venali i Nor- forma un picco villaggio od è luogo
1 di diporto de' Ca-
manni ,
Ugone Filocb costruì o prese una rocca 4 tanzaresi nella stogino di primavera. Ivi sono vaste e
miglia distante dal mare nella direzione: della pre- comode essine fabbricate per la più parte con i mortoci i
sente Baccella, e dal suo nome chia mossi Fallacca del tempio della Baccella ; ivi trova usi sovente rasi la-
Quindi alle terre circostanti potè darsi il nome di crimali e sepolcri : nel 1797 rìnveunesi nn pavimento
Baccella sia dalla rocca presso il mare che forse era lavorato a mosaico (481); e non ha molto una stradata
il castèllo di Tesene sia dall'altra piò mediterranea tutto di mattoni— È in continuazione alla suddetta con-
ove scorgersi ne' passati tempi il paese col nome di trada l'altra di Case ialino distante preasoethè un miglio
Rocca Falbtcca. Esistei esso a* tempi del. Barrio che dal Corace, ed ivi anche sepo Ieri e vestigi di acquedot-
senza saper perchè lo disse Arocha (476) nel IG20 ti sonosi trovati.
c oniava appena quattro fuochi (477) cioè circa 24 abi- Cinque miglia dal Conce mette foce il (tome Alli
tanti ,
c quando scrìsse il Fiore era già distrutto (478). dal Quattromani (482) creduto il pliniano Arocha, aeb-
Finalmente nella suddetta contrada Rocttlla crede- ben questo comunemente r iberni corrispondere al Crac-
tesi dall'annalista Grimaldi (479) esservi anticamente chia— A due miglia dall 'Alli è il fiume Simeri che ge-
la città di Amphisux, la quale dal Barrìo c dal Lupis fu neralmente si crede ranticoSrmzrur— Presso cotesto fiu-
messa nel golfo di Gerace ov'è la presente città di Roc- me anche antichi sepolcri ed avanzi di laterizie fabbri-
cella. Il nome di Amphissa leggesi solo in Ovidio il che osservanti. L'eruditissimo Castaldi (483) menziona
quale descrìvendo il favoloso viaggio del serpente di ivi tre archi di acquedotto per mezzo del quale perveni-
Epidauro, fra gli altri luoghi percorsi nominò Amphis - vano le acque a qualche vicina città , e presso al mare
sia mia. Ma oltreché abbiali) sopra ( V. § X. Par. un vecchio avello laterizio simile in tutto alla famosa
I
)
riflettuto la poca correzione e la confusione che vi tomba di Cecilia Melella ;
ma forse gli archi c l'avello
è ne' detti di Ovidio, non solo è incerto il sito degli am- esisteano ne' tempi passati, poiché certo or non vi sono.
fissiaci scogli, ma si resta pure nel dubbio se essi rice- A due miglia dal Simeri scorre il fiume Cria. In
rcano tal nome da qualche città- Ogni congettura sul que’ dintorni alla distanza di circa due miglia dai ma-
proposito è quindi arrischiata. re sonosi rinvenuti vasi , sepolcri ,
frantumi di sta-
IV. Pochi nomi di città ci han fatto conoscere gli anti- tue ed alcuna intiera , e qualche traccia di antica stra-
chi scrittori, e convien supporre la esistenza di altre cit- da. Tuttocciò ha fatto credere alla esistenza in tal con-
trada di un'antica città detta Ocra o Uria.
Già si è detto da parecchi che nella locrese regione (nella
47* J Marafioti, L. Ili, c.xg.
odierna Calabria ultra prima) altra città con lo stesso nome
472) Fiore, p. 86.
4j3) Amato, Mrm. stor. dell'» città di Catanaaro, p.3.
4741 Muriaaui, De protop. e- 14 — Lupii V .c it- p. all. 480) V. fra te direne opere su' Sibari la pregevole memoria
475) Cronaca di Arnolfo pubb. dal Fratini in Hiet. princifu dell'egregio letterato L. M- Greco net Voi. 1 p- 97 « mg. degli
langab. Atti deWAtcad. Cai erti ina, e la recentiMiaae opera de] valoroso
477 Back,
1 Il regno di Kap.edi Sicilia, p, 117, edia. del 1670. 481} Lupis, V . ct/.p. 283.
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1 ,
,
.
— «I
Orra iapigb o U campana riguardavano ; benché nella da’ fiumi prendeano il nome della città ,»sol nella nostra
maggior parte di esse nula vasi l'aquila cd il fulmine che il fiume Uria riti vieusi. Aggiungasi che ue' primi secoli
sovente nelle monete tocrcsi e hrexie si osservano , «1 ddb chiesa Ira' vescovi sulTraganci eli Santa Severim
in una acorgeasi pur qualcltc segno che non potea rap- è in primo luogo nominato quello di Evp»™* che for-
portarsi se non alla Orra I oc rese. se era il vescovo della nostra Uria distante circa 21
La indicata moneta fu da Eckhel classificata fra miglia dalb ecclesiastica metropoli. E »e gli edi-
le incerte d'Italia ; Millingcn (187) non uniformando- tori dell'opera del Di Meo (493) contraddicendo il (Jual-
si al parere del marchese Ardili la ritiene come re- ’ romani che (enea per b esistenza di una citià detto
lativa a* Loctcsì Epicncmidi cd in luogo di Orra dice Uria poneano in dubbio quelb del fiume Uria cd op-
che b vera leggenda sia EIIIKPCÀ j
altri invece bau se- }
ontano la non determinazione del luogo c la man-
guito PArdili; ed il Cramcr (188) sall'autorità di cote- canza di vtisligt ,
ognun vede che coleste opposizioni
sto moneto nella sua carta geografica dell'Italia antica, non reggono nel nostro caso ,
poiché il fiume b
pò*.* ima città di tal nome — àia lasciando ad altri me- contrada ed i vestigi abbiamo indicalo. Nè grave
glio istruiti de' luoghi l’esame riguardante la esistenza ostacolo dee riputarsi l'avcr Vararne detto la sua Uria
dclb Orra forre* che non entra ne* nostri slodi ,
a noi di pertinenza tUìlocmj, poiché questi dopo vinti i Cro-
sembra probabile la esistenza della Uria di coi parliamo. tuniati è rag ione voi supporre che abhian tratto partiti*
Il nome di Orra identico si crede ad Uria , Iljrria dalb vittoria con l'occupazione di qualche parte delb
(iurta ; c moki fenicio il primo, greco il secondo e la- intoniate regione , e forse giunti alla suddetta con-
tino il terzo — Si è por detto che le parole Jria cd trada una colonia per loro sicurezza fondarono. E chi
Uria han diverso significato nella fosca lingua (480) sa se alb loro Orra aggiunsero allora il titolo di Locresc
poiché la prima parola denota città al pari dclfehrai- per non confonderla con l'altra che conquistarono ,
o se
co Strr , e b seconda ,
acqua — Parlasi di una Irb pr l'opposto quando poi perdei (ero questa l’altra ebbe
presa) Torino e di un'altra in Grecia — Si osserva che origine f *
Erodoto (490) U Uria otrentina indicò col nome di Finalmente occorre fare sul proposito dne osserva-
Iljrriti che disse fondala da Cretesi al ritorno che fa- zioni. La prima é che il suddetto racconto di Erodoto
ceanu dalla disgraziata spedizione in Sicilia, ove erano an- confermato anche da Strabono (194) può tien essere
dati a vendicare b morte di Minosse, allorché presso applicabile alla Uria che sostenghiamo, ammettendo che
il promontorio iapigb naufraghi e privi di mezzi rima- ai promontori iapigi non mollo distanti dalb contra-
sero— Chocchencsia di tultoccib, opiniamo che oltre le da in quistionc, e non al bpigio i fuggitivi Cretesi fro-
Oria o Urie noie (491), non è improbabile che un'altra seconda che nelle monete del-
varon ricovero, fe la
città col nome di Uria sia esistila nel seno solletico. b Irta campana ve ne una che presenta la testa dì
490) Erodoto, L. VI, c. 170— Tedi Fapetcxkro, Sulla fortuna 494) Strabuti*, VI, p. atti.
di Ona c. ia — Mossorchi, T. U. D. I c. 6 . a. 495} Millingtn, op- di. p. i 5g.
4(M) V. Mlllin^rn, op. ut* p, ll8« i37* 496) Vedi Baccio, p. *7# e 179, e Fiore, p. ga.
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a ., ,
— 42 —
prossima ad Uria una città detta Trischene che di- pii oiano, largo più di ogni altro fiume delta media Cala-
con distrutta da' normanni Coemondo c Ruggiero , e bria, non escluso il Nulo che ne il più profondo— Dopo
quindi riedificata in luogo più mediterraneo col no- il Crocchia anche ruderi c sepolcri sonosi rinvenuti , e
me di Taverna. Aceti. (497) invoca Pan 'ori là del da taluno si è voluto dire che antica città dovea esser-
Buonincontri (198), scrittore del XVI secolo, che smen- vi — Dalla sua rovina il Lapis disse forse nato fattuale
marsi su quanto tal città narrasi nella Cronaca catan- veduto (V. jj. IX Par. I. ) credula la stessa Chone ;
generalmente creduta infedele e menzognera (390)—*11 tempio di Castore c Polluce. — Segue quindi la contrada
Fiore (501) anche pose* nelle vicinanze del fiume tagliacarte lagnala alla sinistra dal Tarino , cd ivi nella
Uria un'antica città detta Barbaro che senza citare collina Mnulo! c nel ! tosco Danese tonasi osservali ru-
alcuno disse fondata da Greci reduci da Troia e star- deri e qualche moneta.
esti alla Foce deli' Uria. Egli cosi cercò dare antichità ad Dopo circa undici raigiia dal Tarino viene il rapo
un paese dello stesso nome ch’csistca nel fi 13 c di detto delle Castella che nel mare protende*! <h1 è stacca-
cui si fa nelle carte da lui rapportale menzione non pri- lo dalla terra , alla quale un ponte lo congiunge. Su di
ma del 1290; ma non avendo la sua opinione alcun esso evvi diruto castello donde venne il suo nome e quel-
fondamento, non può essere acrolla. lo del prossimo villaggio. A' fianchi il mare lòrma due
Due miglia distante da Uria nel la contrada Calabricata piccioli seni che sono di d.flcrcntr grandezza e circon-
sonosi nc tempi andati riiivcnutt.sej'ulcri, vasi di creta, dati da scogli : il maggiore di essi è quello verso ponente
qualche moneta , c vestigio di strada a molaico che a sinistra del capo. In cotesto sito ahhiain delio (V sopra
dalla parte prossima al mare verso terra addentra- §. IH, ) che taluni credono esservi stati gii accampa-
va» ; ivi pure gli avanzi di un inolino d'olive che secon- menti di Annitafc; ma avendo discusso rotai quistione,
do scrisse il L*ipi$ (502) era simile a quelli »cb e chia- sol rimi diamo la disfatta che in detto luogo ebbe nel
mò zW'ercolana ;
ed infine in quelle parli , spinalmen- 1289 il famoso Guglielmo l'Etendart, dopo lungo e vi-
te verso il lido , veggonsi dappertutto rottami di grossi goroso combattere, dal celebre Ruggiero di Loria che
mattoni per gli Aragonesi allora comtat'cva.
Viene appresso* dopo circa mezzo miglio , l'altra con- V. Erroneamente si è creduto il Capò delle ca-
trada Guido , cd ivi oltre i ruderi di antichi edifici , nar- stella essere il pii.no de* tre promontori iapigi , i
quali
ra il Lupb essersi nel 1753 scoperto un magnifico se- corrispondono alle tre punte che dopo di esso in ogni
polcro contenente diversi ornamenti di oro , e la cosa carta geografica sporger si veggono nel mire. Di co-
giudicossi cosi importante da chiamare sul luogo l'atten- teste punte la media , minor d.*llo altre, in talune carte
zione del magistrato. Anche ruderi nella contrada Frano vico segnata fol nome d» Capo delti Cimiti. Le due
che segue Guido -, c procedendo più innanzi nell'altra laterali sono più sporgenti e disi inguonsi con i nomi di
delta Basilicata il Lapis ricorda una gran fabbrica a Catto Jlizzalo e Capo delle colonne, li Rizzato dista
volta di antichissima costruzione che forsi era un ser- dall'altro delle casi ella cinque miglia ed altrettanti dada
batoio di acqua , c de' vasi ivi rinvenuti con dentro punta di mezzo. Questa ad ugual distanza dentro terra
monete di argento di cui non si serbò alcuna memoria. ha il pese à' Isola ed è lontana circa otto miglia dal
Dopo cotesti siti che sono nella parte litorale dell'Ionio, Capo delle colonne
scorre il fiume Crocchia, Amelia, che disia cinque mi- Il valente tedesco Riedesel (501) venuto in queste
glia da Uria c sei da Tacimi —É qnest'nllimo il Targìnes contrade nel passilo secolo, rinvenne nel capo Riz-
zalo, ad un palmo di terra, de' ruderi di muri che cre-
4<j?) Acni in Barri», p. i83. dette apprienere , atteso il pirciol circuito , ad un la-
/jOg) Buon incon tri, L. II.
499) tfgh.ll*, V. IX- 5 *5» U|jh' Ili
, hai. toc. T..m. IX.
500) V. Di M<o,op. eil. An. ilio * mi, 604) — Voyagt don» lo Siede et don* la Grande
501) Fiore, p. 84. Grece, JL-ll. a M. Vtnketmann, p. l 5l — V. anche Cattateli,
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1 , , ,,
— 45 —
vario o domestico tempio ; e ravvisò perfino la nicchia nelle mani di Terrò in un vaso di flavo (510). Sia
per la statua della di vini là — Osserva vasi pure allora che il nome di Urrà fosse daio a Giunone da’ Gre-
una fabbrica laterizia che forse era un snl&toio di ci (51 1), oppur derivato dall'antica lingua italica (512),
acqua , ed inoltre lungo la riva alcuni pavimenti a Amplificava negli antichi riti nuziale, c denotava la dea
mosaico ed altri ruderi da far sospettare la esistenza che alle nozze precedeva (513). A causa di ciò veni-
di una città di cui ignorasi il nome. Or non vi è nulla, va anche Giunone appellala 'Telela da' Greci, (tresco
di antichi patti il tarantino Filocari diceva non poter i veniva ad essere la stessa dea che Venere con quello di
Uomini navigare (50G)— Divenne esso famoso pel tem- Afrodite cui anche col nome di Ilera faceansì sacri-
pio sacro a Giunone che ivi era, e nel quale conveni- fizi in occasione di nozze (515)— Culto antichissimo era
vano genti da ogni punto d Italia eda altre contraili; quello) che prestatasi a Giunone col nome di Ilera , cd è
e. |ier l'annual fiera molto celebrata nellan tirili <à (507), nolo che ad Urrà le antiche favole at (rifluivano per figlio
die ivi presso farcasi, ed ove fu comprala da cartaginesi Telilo re di Alisia e di Pergamo; il quale si disse marito
mercanti per 120 secondo Ateneo o 125 talenti giusta di una figlia di Priamo, |jadre di llunta che vuoisi moglie
Aristotile (50S), la famosa ricchissimi cd istoriata veste di Enea cd aver dato il nome alla città eterna, avo
del sibarita A b is Irne (500). Dal tempio in greco detto di Torcane c Tirreno rino ina ti nelle etruschi: narrazioni,
NA 03 ,
ne venne che col noqjc di Nao chiamassi lo esposto nel monte Portento, mitrilo da una cerva, assi-
stesso Capo; tome dalle colonne rimaste ne derivò l'al- stito da Erode, cd educato da Curilo il cui nome cor-
tro di Capo delle colutine ; e dall' naie a die vi è* quello risponde a quello del re toscano creduto fondator di
die spesso gli si dà di Cupo- Colonna —Quindi non esat- Carlona (5IG).
tamente alcuno fece differenza fra' due capi Nao e Ma- L'altro nome di hiciiia poi veniva dal promonto-
cinio ; e qualche altro confondendo questo col Gar- rio il quale col suu nome badalo luogo alle solite di-
gano (
in Puglia ) che anche Iapigio Promontorio «hia- sfalle etimologiche. La favola (517) che tutto perso-
mavasi, giudicò essere i! punto principale di cui gli niGravà, fece di Lrci/iio ora un re che avendo costruito
antichi servi vansi per determinar le distanze— A dieci il tempio lo chiamò col suo nome , rd or un predone
miglia dal Lacinia l amica geografìa melica le Isole de*
5 io) Strida v. Erti — Co.liu», De origin. Qmatanunup. p.
Dmeuri di Calipio e di Ogigia che ora non più es- ,
,
14 — C*v. Avdlw^Owivi. sul vaso dt liuto col mito di Tor-
t ed è quindi
ser vansi inutile parlarne.
co. nel Boll^t. «reti. nap. Voi, li. p. 17.
Giunone veniva ivi adorala sotto il duplice nome di ffu) Solino, Polfltiil. Vili.
Urrà e di Lacinia— Gol primo denotava 1 aria , co- 5 u) Cuoco, Fiat. tn hai. L. 71.
me purificatrice, e forse il simulacro che di essa cravi Si 5 Ileiitwl. Tfieog.— Aruiof., Tcemnphor. e. 954 •»og.— Pau-
nel tempio avea forbici, ritenute da taluni come sim-
satila, III. i 3 — EutebiOtiVtffMMi#. evang.—'Vltriólo, op. cit p. 7.
5 14) Ariatof. toc. cit-
bolo di puri frazione che vegjonsi
,
.simili a quelle
515) Filmatila, Ice. cit. — RnMten. Tim., p. 3l.(
att — Stani,
ad AUh. jd pimen. v. 65 — Crruser Sanò. II. p. 563
.
— Boetti-
ger, JttythoL der Jan", p .61 — Lardici-, Me m. tur Venti a, p46
5o6) V. Tolomeo, II, 17 — Mela — Strabene VI —
11 3, — V. Mi nervini -Pii - , Osservazioni ec. ud Bui. ardi. nap. Voi. I
5o6) Freinshem. in Sapp. L ir. —Vedi anche Badotnaui, Con- Egfoo, Far. 101— Serrio ad JEn. L. HI v.710 — Taeta ad Ly -
eidtraz. Migli ord. ani. de' romani, V. I — Vitrioto , Di iter- enfr. t.1x43 e 1**9— PhiloiiT., Nemici e»fv 18— Fiutarci» 11 n.
5og) Aten. Arìat. /oc. crf.— laega , Bftigr. ig— Tara. Chìl I 517) Schol- Tener. Id.VI, Sa — Tanta ad Lycophr. Cassan-
r. 8»a IV. — Barrio L. V 9 — Nola «p. di. — dra — Servio ad JEn. ». 55» — Gein. Onomast. pmp.
Ili
r. 4y3 , , e. , ,
Vitriolo op.cit- p. 43 e 46 — MaritvcoUi Piatoia, Ricerche delle noto. — Boccaccio, Gmnolog. degli Dei L.XI I— Dcclaurtr*. 1 v.
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— ,
- il -
che rubò i Iki *i ad Ercole quando in questa contro:!.! figlio dì Teli c al dir del poeta alto nove cubiti, venne
pervenne , cd il semidio ucciso die febbe , innalzi» il in questa contrada sepolto, c U belle abitatrici del la-
tempio in emm e della sua matrigna Giunone —Non un cinia monte ni anno in veste bruna piange, ano la
predone , ma un uomo ospitale fan di Lue itilo gli ri- di fui morte Ma sia qualunque il vero che tal mito
terrei ri di Urufrouc e Teocrito , i quali narrano che nasconde , Giunone cd nome di Ijtclnia divenne famo-
il fuggitivo Crotone in memoria della ospitalità rice- sa , e con tal nome dee leggersi in Wularro (527)
vuta, dette al promontorio il nome di dii lo accolse e allorché la chiama Iatcana , e forse anche in Licofrtme
sovvenne—Gliauluri quindi haoscguitoor l'una or l'al- allorché apjjclta i Croton iati figli di Laureto (528) thè
tra sentenza — Notevole è però una novella etimologi.! noi opiniamo doversi legger Lacinia. Sospettiamo al-
data dallrgregio giovane Vi Irioio (518), il quale deriva tresì che prohabìlmenlc il cullo di Giunone sia di-
la parola lacinia dal greco taci*, scissura, ed osserva venuto maggiore dopo l'arrivo di Pitagora ,
poiché in
die negli antichi scrittori c socialmente in Plinio (51 9) Samo patria di lui era pur famoso un tempio sacro a
cotesla parola veniva a dinotare una lingua di terra, un Giunone, perciò detta Samia, clic Sfratarne (529) dice an-
margine di lido o le radici di un monte ; e che per tichissimo e ricco di molte tavole dipinte-
ristessi ragione per la quale Plinio dà il nomedi Iacinto la contrada del Lacinia è secondo taluni da Lico-
all'antico promontorio Megarese oggi detto capa 'Fano- fronc della anche Storiioga qual nome fu pure da-
ne, potette il crotoniate avere anche ristesse nome: ro- to al promontorio (530) ; c benché Aceti (531) dai
teala spiega però è generale a tutti i promontori c non greco traendo l'eiimologia di tal voce disse significare
peculiare a quello di cui ci occupiamo — Non defl- il cuspide di un’asta ,
è da notarsi che cotesto vota-
uiamo intanto fra tali incertezze omettere un sospetto tolo non si trova in alcun autore ed è probabilmente
che fa nascere Piinio. Questi fra le città de’ Ubanti derivato da error de’ copisti.
ricorda taluni popoli detti Laciniesi (520); e se fusse LicoCronc disse cinta di altieri tal contrada nella quale
vero che i Ubami abitavano 1 Illirio (52!) ove Erot- tran vi infatti quelli dd bosco sacro a Giunone, che con-
to (522) inette gli Umbri, e da ' Libami derivati fossero tiguo era al suo tempio, a shniglianza di altri rinomati
i Sabini secondo taluni (523) originari ddl'Eptro il- tem|d dell'antichità, e specialmente di quelli di Giunone
lirico , creder si potrebbe che qualche tribù di Um- esistenti suIlEsquilino (532) in Lesbo (531) ed in Nuoe-
bri o di Sabini derivanti da' Laciniesi , dato avesse no- ria (534). Tale bosco occupar dovrà la vasta pianura
*
ino alla contrada; é questo però un sospetto die noi che lungo il Lacinio ed adiacenti terre ù estende*—«Ivi
(«nnìamo sol {ter richiamarvi il pensiero de' dotti — come narra Livio era folla selva in cui fertili pascoli
Ma errori ad altra favola Si attribuiva a Teli l'a- trovavano i sacri animali di Giunone che servir fo-
ver fatto dono a Giunone del iacinto promontorio, e rcano unicamente ai sacrifizi e niun altro uso lacca-
sulla notizia die di ciò ne lesse in Servio (524) il dotto sene. Il padovano storico poi amante dd maraviglioso
Cavedoni (525) rifletté che la regione brezia cinta da soggiunse non aver essi mai solicrto dalle fiere o da-
due mari reputava*! posta sotto la tutela cd il dominio gli uomini ,
non esser custoditi d'alcun pastore , non
di Teli, a somiglianza di altre contrade che nell'antichità aver nemmeno Insogno delia costui voce per ridursi
usarono darsi in dominio ad altre deità. E qui noi os- alle loro stalle ;
e ricco prodotto dare alla dea (535), o
serviamo che non vi è solo l'autorità di Servio per di- per meglio, dire ai sacerdoti.
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È (ale Imi pio chiamato da. Livio e da Cicerone no- da Valerio Massimo in Locri (547)— Dispiacque a Ro-
bile cd augustissimo, e fu nell'antichità assai rispettato. mani la rovina di un tempio ch’era fra' più talli e van-
Si credeva esser in esso vernili e Achille che vi fu sepolto, tati dell'antichità , e quel Senato rimproverò Fiacco
ed Enea cui si altrihuì aver dato una patera ove era aver violato dò clic l'cpirota Pirro e l'africano An-
scrìllo il suo nome, e Menelao cd Ulisse che anche fecero ni!»ale avean rispettato , non ostante che la sua qua-
de doni, e l istcsM) Ercole ; e doni frequentemente ri- lità di Censore prostri veagli di conservare i pubblici
ceve* (53 6) socialmente dalle crotonesi matrone (537), c sacri luoghi ; c l’ohbligò restituire Le rullale tegole.
pereui ricchissimo divenne, specialmente perchè la igno- E quando dalla sventura egli fu nell’anno appres-
ranza c credulità attribuivano alla dea cui era sacro, so colpito con la morte di un figlio , col grave mor-
favolosi miracoli— E si dicca come leggeri in Livio (538) bo di un altro c con l'alienazione della sua mente
in Plinio (530) in Dionisio Denegete (340) cd in Va- die lo ridusse ad impiccarsi , cotali infortuni attri-
lerio Massimo (541) esservi nel vestirlo del tempio buiti vennero al commesso furto (548) — Il tempio
un'ara con cenere giammai mossa dal vento. E lo stesso da lui edificato da un incendio venne poscia distrut-
Cicerone (542) sulla fede di Cd io volendo fursc dar to (549), ed all'epoca di Tadto non se nc avea piti
pruova del rispetto die alla dea portavasi , narrò che memoria, talché quel sublime storico nel narrare che i
ad Annibale mosso dailavìdità di far sua una colonna cavalieri romani votarono un tempio alla Fortuna eque-
di oro che nel tempio esisto , in sogno apparsegli stre t dicca che per la prima volta si era siffatto titolo ag-
Giunone, e minacciatolo di renderlo cieco dellmful- giunto alla Fortuna (550), raeotre che il primo a darlo
to, ci non eseguì il meditato furto — Ma benché An- ira stato più secoli binanti lo sciagurato Fiacco— Intanto
nibaie ,
come altri dissero , in anor della dea fatto il suo t ampio serve di testimonianza dell' ampiezza e
avesse costruire un’ara (543) o un’arco (544) o una ta- ricchezza del Licinio delubro ,
poiché la metà delle sue
vola (545) facendovi scolpire in greche e puniche let- tegole bastava al magnifico edilìzio di Fiacco; e si-
Pur raccontasi che Q. Fulvio Fiacco , censore c poi e del medo Asliage /inventò l’arte di segare il marmo
pontefice, marito di quella Sol pizia celdrata dalle roma- da fame tegole (55 1 ) — Ancor si narra che quando re-
ne matrone per la sua castità, mentre era Propretore in stituite vennero a Crotone quelle tolte da Fiacco , ninno
neamente letto sequestre) che fu per la prima volta alla lubro con ciò lasriato esposto alle piogge dovette molto
Fortuna dato; e fabbricatolo, volendo abbellirlo eoa soffrirai— Fu poscia nel 666 di R depredato da' pi-
molla magnificenza , reduce da Spagna , nel 579 di rati che caorseggiavan per i mari e parecchi tempi pro-
Koma venne nel Primo e tolse la metà deHe tegole di fanarono c mandarono in rovina (552) , e pel nostro Iaci-
marmo che coprivano il Lacinia per error de' copisti detto nto si aggiunse che fu da Sesto Pompeo interamente spo-
gliato quando nel 7 18 di Roma fuggi va Ottaviano, e dal
promontorio lacìnia in Africa dirigevasi (533)—Quindi è
die all'epoca di Strabone era decaduto in modo che le sue
seti Livio, L. XXIV, 3 — Strabane L. VI.
53v) Grattino, L. XX- 547) Valerio Mai. I, lo.
ricchezze erano sol ricordale come esistenti in un’al- dal tempio di Gionone tocedemonia (557); c qui sorge
tra età — E non furon queste le sole depredazioni disputa se tale statua nel tempio spartano sacro a
ch'ebbe, poiché in più remoti tempi sofferto area il Giunone o nel Lacinia trova vasi. Ma senza seguire il
saccheggio del primo Dionigi , il quale neramen ri- Fiore (558) che suppose iu Crotone alleo tempio sacro a
sjtamiiò il rinomalo tempio di Proserpina de’ suoi pro- Giunone Lacedemoni diverso dal Lacinia semlira più
tetti !.ocresi. E Ijenc il Ladino ricco di doni ed arentc probabile l'opinione (550) che attribuisce a* copisti l’a-
una colonna di oro massiccio, e le marmoree tegole, e vere scritto Lacedemoni invece di Lacinia. Non sarch-
molte opere di belle arti, arca di che muovere l'avidi- ile invero strano che un atleta degno mia volta di tanti
Ih del siracusano tiranno. plausi ed onori qual era Astilo avesse avuto in Isparta
537 di Roma, ad Annitiale, Filippo il Macedone mandi» siasi innaizala da' suoi corniti adini nel lacinio tem-
|h.t legali Gisgo Gestore c Mago che evitando i porti , pio come si era fatto per Milone.
di Brìndisi e di Taranto ove erano le romane navi, Nè solo di sculture eia esso adorno ma benanco di
netta terra contigua al Lacinia approdarono, occultando pitture. Ricorda Cicerone (5(10) che i Crotoniati fiorenti
dietro i! promontorio la nave che gli area portati (554); di ogni ricchezza ed in Italia fra i più /etici i bea-
tonando il tempio era nella sua floridezza ricco «s» chire ; e che l'eradeota Zelisi, massimo fra tutti i pin-
scr dovea di pregevoli opere di arte — Croton* vanta- tori del suo tempo, impegnalo da essi a gran presso,
va in Damca uno de’ buoni scultori i cui lavori era* molle tavole e le pareli del tempio dipinse. K tali
no anche pregiati in Grecia. Fu tra l’altro autore del- pitture quando Cicerone scrive» i suoi libri di Reto-
la statua del crotoniate Milone debellatore de’ Siba- rica , cioè circa 294 anni dopo che si eran fatte , man-
riti c forse lo stesso del Olitone sei volte vincitore in tenean tanta freschezza di colorito da eroderle allora
Grecia netta latta ,
cui tanta forza altrihuirasi da por- eseguite (SCI) — Il dipinto perù di cui ser bossi maggior
tar sulle spalle da Crotone al Larvilo la propria co- memoria dagli antichi scrittori (502) era quello che
lossali- statua di marmo simile all'altra che pure ossor- rappresentava Eleni che da taluni erroneamente si d
vavasi in Olimpia— £ statue pur esservi doveano nel detta Venere o Giunone (563). Fu per esso che il pit-
lacinia tempio de* famosi scultori reggini Oearco e Pi- tore ottenne riJrar le forme di cinque crotoncsi don-
tagora : opera del primo si giudicava un'antica statua zelle : fu questo il quadro che al dir di Ebano nuli
di bronzo che in Isparta esisteva, ed il secondo er- volle Zcnsi presentare se prima dell’alto prezzo non
roneamente creduto [contino che si dire coetaneo al fi- fu soddisfallo : fu questo il dipinto ch’espritnea tanta
losofo Pitagora , repulavasi superiore al greco Miro- bellezza da riceverne Nicomaco o Nicostrato tale emo-
nc primo scultore de Greci, riguardavasi come que- zione che a chi sorprendeva* di ciò dicci , che guar-
gli clic il [rimo avesse con esattezza rappresentato i dasse con i suoi occhi ed avrei die veduta l'immagine
556) ed
nervi i muscoli ed espressa con diligenza i ca- di una dea : fu questo infine H quadro che si dice
pelli , cd era autore dello statue d c due celebri alieti avervi lo stesso Zelisi scritto al di sotto Ire versi dei-
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la III Iliade di Omero che noi riproduciamo tradotti bruti chi non sa più di quanto lùsogna : è dio fra gli
Bitumare i Teucri nè fili Achei si (team in cui si dice che Pitagora ispirò tanta virtù da ridurre
11 suindicato dipinto Plinio (564) disio fallo per mel- pio dedicato ad Apollo Pizio: altri disse che la scuola
imi nella ficaia Agrigento ; ma se anche dò fosse ficca nel tempio delle Muso da lui fondato in Crvlouc
vero ,
co munte monte sì ritiene esser al Lacìnia rima- in luogo poco discosto dal Foro , ove 3000 persone con-
sto — Plinio anche racconta che un'altra Elena di Zeli- venivano: taluno invece narrò aver finche egli visse sem-
si era in Roma ne’ Portici di Filippo, ed a) cerio que- pre a ciclo scovrrlo insegnato : secondo altri la sua casa
sta esser doYca diversa da quella di Crotone, piche al- dopo la sua morte divenne tempio che or si volle dedi-
trimenti lo storico che mentovalo aveva Tuna c l'altra, calo alle Muse , or a Cerere , or clic sacro alle Musi*
ne avrebbe pure accennala l'identità. era detto tempio di Cerere ; cd infine le stesse cose nar-
Nel passalo secolo ertavi dell’antico (empio pochi rane per altro temj>io di Mclaponìo (572). Fra tante
ruderi che mostravano essere siala l'architettura del contraddizioni non si sa invero quale opinione preferire.
medesimo, di ordine dorico come quello del tempio di Delle antiche colonne ,
due ne esistevano ai tempi
Pesto, c la sua larghezza essere palmi 00 , e 132 la del Recapito del Grano e del Fiore che vissero nel
lunghezza. Vedeasi [arte delle muta costruita a diversi secolo XVII (573) ; ed il primo di essi ebbe la buona
strati di pietra e di mattoni ,
come nel tempio d'Iside fede di credere essersi messe da Pitagora nel lido per
della distai la Erdnnia nella Damila , e nell'altro di una certa imitazione del non plus ultra delle colonne
Lanosa II primo strato di pietra era alto piedi 7 e di Ercole, quasi che dovessero indicare la mela delle
mezzo : il secondo ch'era di opera reticolata di pie- pitagoriche, dottrine.— Esistevano ancora tali due co-
tre e mattoni per essere [siti leggero, non fu a causa lonne nel secolo XVIII non solo ai tempi dell’ Aceti (574)
della sua elevatezza misurato ; c perciò ignora va si se che vivrà nella prima metà di quel secalo, ma anche
allo strato laterizio altro nc socmlea di sole pietre, op- nel 1777 quando il Uù desei (575) fa ne' luoghi dell'an-
piar se l'opera reticolala continuava (5G5). tica Mafina Grecia— Fra* seguenti dieci anni cadde una
Il tempio era in situazione folta e deliziosa : era di esse, come leggìi nel viaggio fatto dieci anni dopo
a somiglianza de greci tempi rivolto illoricnle c con dallo Suòni lume (57G), il quale la trovò radula e nelle
l'ingrasso dalla prie onesta (5GG) : vi si saliva , scanalature corrosa dal sale marino — Or non resta altro
come in quelli di Giunone c delta Concordia in dell'antico tempio che una colonna alta palmi 23 e
Agrigento (567), per quattro gradini ciascuno di un poggiante su di una base rettangolare di travertino.
palmo e mezzo che erano destinali come fa credere Alla di'fnnza di 20 , 30 , 50 c fino a 700 [ialini dalla
Pausanta (5G8) e dice espressamente Cicerone (569) stessa, usservansi rollami di fabbriche quii e là sparsi,
a sedervisi la moltitudine che in esso accorreva ; c consistenti in pezzi di travertino rettangolari molto
ed a differenza degli altri tempi area di singolare larghi c di varia dimensione ma niun'idea presentano
,
che per altrettanti gradini vi si scendeva — In cia- dell'antico tempio — Veggonsi pure rollami di (egole
scuna colonna osservavano 20 scanalature quante 80
, di marmo; alla disianza di palmi dalla colonna ,
era solito essersene in quelle di ordine dorico. Da una un antico fondamento lungo fG palmi ; e più lungi
di esse vuoisi tolta dall'Iinpctalnr Mano Aurelio la
greca iscrizione che cometica le note mitiim- : fi Imito 570) Barri», p. 2?» S71) Giu*tino, XX.
fra* bruti chi non sà dò che dee sapere : è uomo fra* 572) V. Diogene Intarsio, 17/. di Pi/.— Stanley, Htst.phd
IUrrio, Mar*li->ti, Fiore, Nota Molise, Giano, op. «ri — Rt-cupito
56*t Plinio, toc. ài. De nn-a in uni vera, eolab. ter.
565 e 6W) op cil. — Castaidi, op. cit. e. VII. 573) Recapito. Grano, Fiore, op. cit.
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— Vi —
Ire quarti di miglio , una Tasca del diametro di do- Marnante sororis Augusti » maneberebb.* il nome
dici palmi e meno. Inoltre sovente in quel sito de' più importante ,
cioè quale si è kAugnsto Imperatore
ruderi e delle monete rinvenuti si sono nello scavar a cui si riferisce ; e solamente un'illazione molto lon-
che si t fatto per la costruzione o restauro delle ca- tana potrebbe far presumere nell'attinia essere stato
dere del marchese fìcrlingieri di Cotronc, fu trovata zione il nome di Itera dato a Giunone ; e che non
un'ara in tutta la sua integrità c bellezza —È «li un ostante la maestria con cui gb* ornamenti tutti del mo-
sol pezzo di marmo bianco cenerino , di base qua- numento aon lavorali, dee credersi fatto durante l'Im-
drata che ha per lato pai. I : 50 del nuovo sistema pero c non a’ tempi in cui le arti nella Magna Gre-
metrico c pai. 1:80 col risalto dello zoccolo , cd è cia fiorivano— Ma fasta del Iacinto e tAgghhraoci a
alta palmi 2:40 non compreso raruamento di sopra: Crotmu.
negli angoli posteriori dei l'ara, erri una testa di bue VI. Famosa città era Crotone — La sua antichità
die ricade metà per ognuno de' due lati, e dalle corna è dimostrata dalla stessa disparita che ri è fra gli
[* odono de’ nastri e de’ festoni che adomano le facce autori sulla sua origine , la quale ha dato luogo a non
laterali e la posteriore deHara; la quale ne’descrilli sim- meno che sei opinioni diverse— La prima ad Ercole
boli denota i sacrifizi che su di essa faceansi—-La cima di si rapporta ,
poiché è difficile nell'antichità trovare una
dette tre facce è lavorala in modo da rappresentare o origine che a tal semideo non si riferisca. Ercole, narra
due tripodi o due scettri messi orizzontalmente ed uniti, Diodoro siculo (577) , venuto in Italia fa ospite di Cro-
dinotandosi con essi o l'emblema antico della città di tone figlio di Sisifo, ed entrambi perseguitarono il pre-
Crotone , o la persona augusta per la salute di cui done Lacitùo ; ma Ercole ucciso per errore Crotone ,
l'ara veniva eretta — Nel quarto lato poi dove cwi promise rendere il nome di costui eterno dandolo alla
la iscrizione, l'ornamento supcriore è diverso: i carat- città ch’egli poscia fondò—Giamblico (578) fa credere
teri di essa sodo piu grandi nel primo rigo e vanno thè Pitagora per l’istessa opinione teuca—Ovidio (5 79)
scemando nei rimanenti — La iscrizione è la seguente: fa comparire ad Ercole in sogno Giunone che a hi i
11 disegno dell'aia mentovala può vedersi nel a 48 cui bagnato una mattina destassi (581) , e cosi a hii
anno IX del Poliorama Pittoresco , cd ivi teggesi pure attribuissi la stessa favola del fondatore di Taranto
sullo stesso un interessante articolo del SantulLi il quale I favolosi racconti di Diodoro e di Oridio nulla di-
fra l'altro circa la iscrizione dice— A noi sembra potersi cevano sulla origine della persona di Crotone , ed ecco
interpretare nel seguente modo « Occitis Augur (
hoc mo- che poscia or si disse figlio dì Iapige or di Eneo. Al-
- nmuentum ) sacrum I Ierae Lariniae prò salute Mar- tri favoleggiò che Crotone fratello di Aldino re di Cor-
» cianae Sororis , liliationihus procuravi t * Vale a dire
essere stata quest'ara per le Illazioni dedicata a Giu-
none Lacinia dall'augure Oerio per la salute di sua 577) Diodoro Siculo, L. IV, 24
sorella Marciana. Che se si vele ssc adottare quest'al- 578) Giamblico, np. cif.
ira interpetrazione : • Oecius Augusti libertus procu- 573} Gridio, M«l. L.XV.
* procuravi t hoc sacrum Herae Laciniae prò salute* — V. Fiora ,pu3 « aeg.
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, , ,
. li
eira, esule (ter Voler di Giunone , guidalo 'da Mercu- arliea nfa laconica origine diedero l'Egizio ed il Coti
rio , condusse una colonia di Samotraci in queste con- sulla lede di l’ausarua (500) seguito anche dal MuMcrffiO I
)
trade , ove fondò la giti cui appose il suo nome Osserva il Millingcn (502) che la più («arte di quegli
donò a Lacinio in moglie sua figlia Laura, che altri At liriche parte fecero di questa intrapresa vennero dalla
a questi figlia ed a lui moglie disse , ed infine fu uc- Lucania 4 donde dopo i'inva.iionc degli Frac lidi e pto-
ciso e compianto da Creole (582) — Goleata Laura dee laMimcntc da Polidoro re di Sjtarla (cui lo stesso Pau-
la sua esistenza a Licòfrone che in un verso i Cmto- santi attribuisce aver mandato una colonia alta nostra
nòtti chiamò figli di bitinta. Il sno intferpetrc cre- fiacri) furono scacciati e costretti a chiedere novella pa- .
dette trovar la ragione di tali parole nella f.nura di tria; e che tal provenienza ha fiotuto fai* tener 1 '
a Pau-
curi} è parlato. II Carghi Ili (583) traduttor di liro- santi l'opinione per la origine spartana poscia dagli altri
fraue preferisce legger Laure invece (fi Laura c pensa adottata.
denotarsi eoa quel vocabolo un luogo ovvero un distretto Né achca nè laconica origine diede il Mazzocchi
di Crotone. 1 calabresi Nola Molise ,
Fiore c Bar- seguito da altri ed agli orientali .c prer isamcnlr a' la~
no- (584) por supjtosero una città col nome di Lau- .pigi rap|or1olla. Sembra ciò trovare appoggio in HIoio
rrta presso il Lacinio , ed i due primi andando più che altrove ( V. §. X. Par. I.) citqmmò, ma da 'situi
oltre dissero che 1 suoi* abitanti o spontaneamente detti deriva die i Iapigi abitarmi Crotone e non già che
0 dopo sconfitti
,
passarono in Crotone che, da essi pur ne furono i fondatori— Nè fulle argomento ne par quel-
1 hiamossi Laureto. Ma noi non* trovando colesto nome lo che si nini trarre dalla iniziale . di talune monete
in altri stri! lori , opiniamo piuttosto che o scorretto è pòichècome osserva il Millingen (503 )q n està lederà era
'il verso di JUcolroue ove Lacinia invece di Laureto dee anche in uso presso i Girini! invece del K; c da fai par-
leggersi , o che col nume di Laureto abbia egli voluto ticolarità nomhè dal Pegaso tipo di talune monete cro-
indicar Giunone oneri ed emblema
t speciale di Gir info , ne deduce
Lo stesso Mie ilo o Mhecilo altri credono conduttur tra' primi Coloni Stabiliti in Crolohe vi erano de Cocin-
della colonia , ma senza tenerlo per invialo da bietole.
Jl; e ciò che rende prohalnlc tale opinione è il supposto
Già Erodoto (585) avea detto essere i Croi ornali del legame di cui $i è parlato tra* Miserilo cd Archia.
genere degii Achei , e questi secondo Strabette (58(1) Gli autori (5tM)i he. tengono per la origine japigia,
luron condotti da Mitilo ivi mandalo dall'oracolo. Nar- noif rapportandola ad un Crotone ronchi* ru il biso-
rasi che Architi di Corinto lo abbia aiutato a costruir la gno di una etimologia che credettero aver rinvenuto
città (587), ina pria entrambi interrogati dall'oracolo se nella parola caldaica /Carla 0 /Corta denotante
*
città-. t c
la salute o la ricchezza preferivano nelle loro colonie, la. stessa ragione etimologica dassi dal Mazzocchi per la
Miserilo scelto abbia la prima, l'altra; e cosi loro umbra Cortona c l'africana Cartagine. Altri (595) però
essersi concesso (ondate Crotone e òiràcusa — Mise elio ban preteso derivare il nome di Crotone o dal greco
secondo Dionigi di AlicarBasso(588bvehné dopo ilcjua- K.o'Ver In memoria delle iesle che vi erano c del plau-
triennio del regno di Nutria nel Ili anno delia XVII so cui davan luogo oppqr
, (5Ì)6) dalla pianta indicata
01. che corrisponderebbe al 701) avanti l’E. V., sebbene di Dioscoride (597) e Vairone (598) cól nome di
altri. Ire anni prima dice giunta la colonia. 31a noi Crotus. "
’
* . , .
t
su cottala epoca abbiasi precedentemente V. §. XI,
(
Par.
Noo
I. ) delta là nostra opinione.
ma JHome de
. \ — i ; '
7
M—
.
Finalmente ‘il Conia ($90} ’a gniu> f*Usg* loriginc dal Vitriolò (004) che il primo autore la lungtiexw dei
di Croio v attributo— Già si fvednto'rhe il do*!o Ma/-- cammino per maro intese indicare, e l'altro quella del
•affi negli nntiifii krittflri venivano indicate con lostés-. nell indicare le distanze non fa questa spiega «-Staran-
so nome di Crotone —-La soranda di esfe vublsi ululata da i dosi in quei luoghi il terréno 0 per usi campestri oppure
»
(K>poJi primitivi detti Ùmbri i /putii discacciati vennero per falihriVa o ristauro di qualche edilìzio ,
• vestigi di
dai Petnsgèdle fondaronvi il principale loro stabnimento, antiche, costruzioni sovente ririvengoflsi
e (notato poi nome od abitatori fu appellai Cortona (000) A circa nn miglio dcll'altual Cottone scottoti le ac-
ché in Tessaglia alla foce del lVnro erari lanìithissima dori e monde sonosi (rósati Oò dimostra che vera-
città detta Curiati cd altra col noni - di Gortinla fu dai mente come disse Livio (GQ5) cotesto torrente , aliar
ragione etimologica dell'umbra c delta nostra Crotone, chiamato da Ovidio (000) fatale . ed il suo nomi-, se
v sia che questa voce legasi a ciò che si è detto iu ri- dee credersi ad Custazio (007), ricordata quello del cac-
guardo al Crolafa (
V . § XÌI!,'T ar.
i
I
.
), corta è la ciatore che perseguitando una certa vi cadde. !.<>d-
glianza dogli Umbri Tollero lo stesso nome dare alla loro che vien rappresentala in tre delle loro' monete.'
città ,
o che i Pelar# colpii dalla sventura, venne- La parola Esaro può venire da AEsarch'k una d*!Je
ro in queste contrade ed unitisi agli altri loro connazio- 33 voci etnische spiegate da diversi autori (OOflJ Gs-
nali già esistenti, fondarono la città cui diedero il nome sa denota dio, c come tale dai Croloniati considerare
della Crotone ch’cssi erano stati costretti abbandona- * veniva il loro fiume, cd un dio etrusco si dlcevaTEntiro.
esistenza de' Pelasgi i n Crotone. . dee ritenersi che da la etimologia d ìserata , città principale del Sanniti,
essi costrutta, o dagli Osci ceduta, loro città diren- che nella guerra sociale (piando pep la defezione di
ne, e che da tal [*>|wlo derivò pure il culto di Giunone più popoK alleati la confederazione italica abbandonò
che per deità pelasga è generalmente riguardala. A Corfinio ,
fu scelta 3 capitale e per sede del governo
tal proposito non é inùtile osservare che da’ Crotonia- della lega italica ,
per cui cbta’ a soffrir mot’o da
t) adorandosi Giunone eo{ titolo di. 17era che si dicea quella guerra funesta (0)0). Nulla vi è però neJe monete
fra l'altro progenitrice di Tirreno capo de’ popoli di tal e negli scrittori da trovare nn legame tra Entra ed Iscr-
nóme, creduti gl' islessi de’ Pelasgi , si ha m ciò nna ìtta menocché una fortuita omonnmia — ignoto è a noi ar-
prova dipi liù delta [ielasga origine di lai culto e dePa ai fiume tal nome venne dagli ^Etruschi la cui lingua
città — Ma, basta dell'origine p ad altromeno incerte dicesi da taluni la stessa dcHa osca, opjmrt so dagfmdi-
ricerche passiamo gt-ni, o da qualche vocabolo prienfale avente lo stésso si
Dopo circa sette miglia dal Capo delle colonne ovvi gnificato dejl 'etrusco
* *
sapremmo essere esagono— Era dal iaefniu distante non sòtamóssi alquanto fateniese flotta comandata da \l- -
Né può ammettersi la spiega di tal contrarietà proposta GÒ6) Ovidio, Belarti. L .XV
J607) Biutazio in Dionigi Ptr.e#
6u8) Aerti in Bare» r p. 344 — Jinnrlli Tmiamtna lh«. -
*
61 1) S Ir* bone, toc ài- •
fai) Siraòooc, VI. 6o3 ) Livio, De M. pun. L- IV #
e E
cibàrie che in Sicilia recavasi. Quindi opiniamo che era per 13 volte da essi guadagnato; c notisi (he tal pre-
proba Miniente lo stesso di cui (assi menzione ih uno mio èra l'onore piu grande al quale jioleasi iu quell epo-
Statuto del rimi* rator Federico H (612). Ad ogni modo ca aspirare (023) : da ciò ii proverbio che i ultimo de'
è bui diverso dall'attuale, la cui costruzione riportasi al • Lrotoniati valeva quanto 6 primo de* Greci (62 i) — Era
regno di Carlo III ed al principio del seguente di Fer- pur essa anticamente una delle più guerriere città, e ciò è
dinando IV. provato non solo dalle guerre con iSiriti Lucrosi Sibariti
L'antica situazione dell’ Esaro, e la numerosa popola- Siracusani e UrezJ, ma anche dall essere stala la sola
zione di Crotone che nc fan sospettare le sue armate cd città delta Magna Grecia che nel 274 di Roma soccorse Ja
il suo senato di 300 (61 3) o 1000 (614) senatori .
ne vacillante fortuna de'Greci dai Persiani assalili- Eoa nave
fan pur credere al pcriractrodi 12 miglia che Livio (6 15). croton late era fra quelle; chi* sotto il comando del valo-
dava a Crotone Egli inoltre ricorda che attigua alla roso Temistocle a Salamina vinepano le armi di Serse,
Roma da Dionigi a tradimento- statti -reti ivano da Gelóne. E celesta nave era comanda-
Dicèsi che nell'antica città eranvi i tempi di Ercole , ta da Fatilo Ir* Volte vincitore ai piriti giuochi, e guer-
di Cerere , di Marte, delle Muse e della Vittoria che que- ;
riero pregiatissimo nell'età sua (Ó2S) ud anche nelle po-
portata; e che i Cròton iati invocavano il loro óioce ful- farro (626) apprezzando la sua memoria ed onorando
minante (616) — Tutte queste notizie non son certe, e i Crotoniali , a questi inviò in dono ricca parte delle
giudicando dalle crotonesi monete, oltre Giunone lacinia, spoglie ai Persiani prese. -—Grande era. la potenza di
to dagli antichi celebrata per i diversi pregi che ador- licità credette —E della. floridezza AtC.rotoniafi altri
v argomenti ne danno tà tuttora esistente libertà di quel-
Ha vanta. ,
E La in fatti Crotone ampia e popolosa ; bello , chia- la vasta contrada, la commerciai proferita che derivar
maronla Teocrito (CJ7) e Licofrone (618); chiarissima, dovrà dal porto Esaro m mezzo la città, « ta importan-
Polibio (61!)) .
ricca e beala ,
Cicerone (620) — Era te fiera che celchrarasi dappresso al tempio cd in ono-
vantata per la salubrità ; e ciò diede luogo alta tavo- re delia Lacinia dea ,
nella quale dairitalia, Sicilia ,
la che l'oracolo rotai bene avea accordato al suo fon- Grecia e Cartagine, molta gente conveniva (0'2O) —
datore ;
all’adagio nil Crdtone salubri ns , ed alla creden- Nè da colanti pagi disunito andava (filtro delta bellezza
za che mai soffri pestilenza o tremuoti (621) — Era dell'uno e dell'altro sesso. Le donne meritarmi per la
celebre per i suoi atleti ; ed i nomi sono a noi pervenuti loro bellà |e lodi di un Cicerone (630) e Tesser ritratte
di Milone ed Astilo ;
di Esone cantalo da Teotrito (622) ;
da un Zeusi E per gli uomini ricordiamo che questo in-
*
di Arignoto, Astone, Cianciale. E,noi a è la .passione de’ signe pittore giudici) della beltà delle ero tornati donzel-
Lrotoniati per gli alletid esercizi ìq cui con grande pre- le , vedendo quella de loro germani al Ginnasio ;
ed
mura ammaestra vansi; e tanto si distinsero nc’ giuochi o- inoltre fino a noi pervenne memoria del fallo de’ siculi
i limpiri, che in 26 olimpiadi avverbi 2 4 anni fu il premio Egcstani che tanfo profondamente sentivano il potere
della bellezza ,
da rendere onori divini dopo morte al
^|6) V G tomai* <nctclaptdico di Ifapelt, M>. 1786 —6ia> 6a3 ) Milliugfn, op. rU. p. i 5
itin min , ofK eit. Art. Cottoti — CwAo, Piai, in hai. L 33 614) Strabane, L. VI 6 >5 ) Erodoto, Vili, 47
’
"6
1*7 *1 Teocrito, lóti. iV . •
626) Plutarco in AUttandro
•irli) Licorrone ed. del Garginlli, p. 7» 627) « Cicerone e Plinio, toc. cit
<>19) Polibio ,
Alt- X 6w) Cicerone , De invertì. L. 11 629) Arwt. A'wi. toc. cit.
6ait Plinio, L, Il 6*3) Teocrito, toc. est. 630) Cicorouc, loc. cit.
e <, . i
— 32
ch'era lor neqii(<> « compagno di Dorico, figlio M\ re' di como il sol * i cui ra^i irradiarono l’IlaKa t la Siali
Sparla da «si romtoltnlo e finto (031). 0 la Gnvia. —‘Ivi era la sede dilla scuola di tuì fu
%
E Oratane non trr* <olaaionle Aulire, farle-, hello • capo il sommo rilavora (
V. la noia ).
terriera ,
popola r ma tananco «picnic. — Elsa f»i Ma Croton? dcradde e special causa ne fu la forma del
’
sfto "dvemo di- cui ignoriamo i parlicolari che .cono-
t
C*- 3 l ì Erodoto, Serradifelf**, /oc. rit , scitrti avremmo Se pcnrcnnlo fosse quel libro del sommo
'
DOTA SD PITAGORA
'h c Pitagora. da Ulani ««luto credere ua eisc're simboli- tanu.c da'patri scritturi, di Amendalara in Calabria: il rùvumato
ilriiotaute ùn’ojy>cn come ri è detto di Saturno c d’/to/o. Gli Agostino Nilo viuatn fino al i 5 i8 or saani or calabrote si di-
àr.tirhi però fr fra «ni un Aristotile, un Fiatone ,
un Cicerone, re ( V. Zsva/vfnie, Bhb. col . — Biog. degli uomini ili. del regnv,
nrvOvidio, un Plutarco, un Livio, uiun dubbio morie to&ulla «d- VoL L HI,V— Camera, Annali, an.1217 e 117 i); e puregiaounai
•
taira dì lui, e «<l disputarono «e fa oppur nò anteriore a Nuota della ciistt-nu di cMaat; tonati *i i dubitato — Le di vorac opi-
(-badai moderai parai è creduto allegorico—-Iu Plinio (XI li, ) 3| nioni bulb origine nondebbcui pel solo Pitagora mere argumruti»
leggesi sulla fede di Canio Eraljia e del censore L. Piiotn* d'iuoK-Utenza. Lu boria noaiouale la potuto far attribuire a taluni,
antirhi autori di Annoile Commentari, sacrai nel 57:» dì Ru- popoli come pn>|HÌoun uomo granile, o faro-edere di averlo avuto
mi rinvenuta un’arca io cui Nunta era porto, 0 contrite* puf o«pìte,itu sia qualiinquo la terra che dinlu a P»Ugt»ra natali e Po-
degl» «ritti di pitagorica 6(<w>fsa che il pretore Petìlio, giu- apilalità, la patria della sua grandma fu scusa dubbio Crotone
dii;a (idoli alla rdi,<>'>n drlk» «iato pr<‘gludisievali , fece bru- oro ammaestrò,,? dove fama gigante, « somma influenti, nttcniic.
« .«*- £ quando, tufi» bea riUcUea il valente calabrese Bado* Xemoien» sttii prove d'iuesisteim pretar, miracoli i cita di lui
-/mi antn fu de' Romani ,V ot. 1 , p. XLIV-V. ), ai pon mente che rarcogHere. Sono sari eflet tu della ignvr ansi del volgo «empie
Kmin« vivrà 3* anni e L. Pnoue 4B dòpo avvenuto il fatto; che Mipers»iaù>«> e < ridillo; della impostura di quei falsi Pitagorici
•piett» era narrato forse viventi tuttora 1 consoli dell' «uno 5?3 che in Grecia spacciavano una voluta «iena* magica che accre-
'Vt intoni dellVradutn , e tu staso bruciatore PmìIk» ; o chi» i ditar volmuo a via di frottole; del poco criterio e del taniatismo
dr-Uidt Plinio lungi dall'essere smentiti ,
trovano appoggio in dc'uovctli pitagorici; a forse auco come péna il Mebm [Hist.dcr
quelli di Livio ( XL, ay, ) di Varrone e di Valerio l’Auiiatè ci- tnen- tfins la Gt«c, % T. IL J in rapporto alla medicina, dilla
tati dallo itcswj Plinio, ed in Val. Massimo (L- 1.), grave argo- necessità in cui ai era in quellepocadi usare muli misteriosi afTin#
nrtito ne «iene imo solo dtll'c* rtenxà di N unta tra anche di d'bpirar fiducia agli ammalati— I falsi miri coli sono di ogià
mòta di Pittura <£ie da -altre ragióni vien banano» avvalorata * epoca jiercliè l'nmor pel sopranuàturale è uato con ì'uoroo. Apol-
P*ra.;i.ra or bi editto Tirreno poiché, in Tcopompo A rist coseno lonio t>au<o vissuto «orso la 6oe del Inculo dull'E- V. non
• I Aristarco b-p^r-ai eh# la sua famiglia dai Telasgi^ Ti rmn fu «tiuiato uomo divido ed operati» di prodigi? EI ai tempi no-
ilisceud'-e» «ia Etrusco dal credersi essere i Tirreni e gli Etm- stri noi» si e creduto alte profezìe della Lenoimand?— Favole «oli
.«•A 1 lo siesk» fKipoto; ur 2Ltap.nt.rto dalla dimora fetta in quindi la rosela d’oro che » Pitagora lì attribuiva ;
Tesser figlio
Metaponto o dalla sua morte forse ir; »v venuta ; fd or fu- di Apollo 0 di Mercurio • compagno dello acita A b»ri che pur
.cono avutosi riguardo all'epoca in cui Mvtopont* fu a* Lucani dicessi figlio di Apollo; e la lauta stranezze ebe di fui ai aon rac-
si.i.-cU* f V. su Pitagora , Lrodi.to, IV, i^, VI, i/>8 — Dio», contate— La metempsicosi cioè il passaggio dcU’auijna da un curi
di Abear . iìp. ad P 'iup- •— Ambone, X* V — Plutarco, Simpoj. po ad un altro CTcde-d appartenere a un pitagorico p MUriute a
1 7id &—* L indoro. Excepta, p. a il — Atei». Deijn. Ili— Laér- .
Stona di! Ut medicina ilal. Voi. I. p. 76 )
’Pita^.ira (l>e Renzi,
cri, Oisscrfuz. itor.fo-cnttca tuli 'italo- greco c.tlu di Santo). A fer dubitare della esktrnxa di questo uomo grande > thè lu
j»ull« condiste peiuTignocimea in cui riamo ove inacqua «Tea- l'autore drl nome dì Pitosofimi fu il primo ad aver il m>rfle di
We al dir di Pia» io incerta ed oscura come quella di Omero la sua Jìb-Tjfo ; e giustamente eira considerato dal critico alemanno
Pitigora , e «li molti s^ è disputata b patria «usa due per- nista Ir incese Villoriou Letf. VoU II p. ìM ) come TOmero
ciò sì fosse orni) ut dubbia U esisterla* «*r S<at rkordait- de’ ttlnsofr— Noit avvi dubbio cha di hii narrami azioni aave- .
Uicìw pochò&iini i quali Un miai io uè con la Calabria, os- uute in {empi diverti « dicasi contemporaneo di personaggi che
sei v. iato che Tangri'co S. Tommaio il quale ittico dite# Pi- ni tp «che *U lui limtane vissero, ou ciò noo prova chela ignu-
.igo»a e eli# mon n»l 137», «r ai vuole capuano,. or puglie- ranra d* chi primo rzooontolle —Netnmen si nega cb>* scoperte
se ,
or napolitani» , or crtabrese : l'insigne Fomponm Leto tra- di altre epoche- attribuite furono a Pitagora, rat dò *t venne
(Mi salo nel 1 ,98 si c;tde da taluni tuicnro da altri Balcrni- •1 pcTvhè Tautoie di esse ignoratasi ,
o perchè fft qualcuno ,
,
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,
Arislotiic , che contenta i suoi studi politici sii oltre andarono afta signoria c crudeltà di Oinia e di Mene-
150 città, fra le quali Crotone. — Insurrezione fuvti detno, e frequenti furooo tra cui le intestine discordie
austro i Pitagorici i cui collegi incendiati vennero per Assalili nel 367 di Roma da Dionigi, assediati poscia
arcana congiura ; e le atti della Magna Grecia 4 fra dai Brcel', caddero per tradimento nel 458 spilo il
le quali primeggiava Croloiw? , divenute preda delle giogo del siracusano Ag.it ode , ed in esso dorarono (ino
sedizione e delle stragi, videro disordinate le puLblirhc alla morte di Joi. — Pirro li danneggiò specialmente
faccende c massacrati i loro ca{>i — I Crotaniati soggetti quando vide scacciato dalla Jor rìltà lepirota presidio
dell* «cuoia italica d* rute «sui dopo la morte del «uo capo. il famoso aummentovato scultore: picene I -aerilo dì notizia
Poiché riguardarono le somiglianze cnon le direniti tra la di al tri. quattro Pitagora—Certo no© come persuasori per eccel-
pitagorica dottrina a quella di Ferecide di Sctro che vuoisi vis- oca pldi collegio , ebbero
lenza il nome di Pitagora, il «zlinuor
suto verso il 5Go •«. O. C. li diate Pitagora tuo discepolo tino tiranno
,
,
i vincitori ài giuochi olimpici , Partiate reggino
oda ottante che quello gli fu posteriore ,
cum« lo dimostra la «d i quattro Pitagora mentovati da Laerzio.
maggior notiria che ai ha di lui e de* suoi scritti •— Si notò che Monumento grande rd onorevole ri dell cu* tenui di Pita-
egli «cedeva Dio eaaer nel mondo e da questi emanare la ma- gora die della gloria di Crotone, è la snuda italica —A que-
teria U quale successivamente tradormanteai diva vita agli ©»- sta appartennero i Crotpniati Aristeo, fidante, Filolao, Ale-
acri nascenti gli unì dagli altri, qd aver l'anima umana co- meone ,
Demucedc — Il primo di casi famoiu pe’ tuoi Conici
stante' ed immediata oumunkeciooecon lo spìrito universale V. ai disse pur auccrdntu a Pitagora ori primato dsKa scuola
( ;
Ctcerooe De Hai. deor. L. II — G alloppi , Ster. ih Ila pJltèos. » questa era coti hi noi irata nello ttudi© drilWroiiomia , da
Voh 1 p. 5i — De Oraria Saggio sulla rtaUà della utenza
, 1 10 tete E. lauto ed il siculo Iceta ,
rhe anche ad ei*a apparir-
umana. V. 0e
FI p. — De Renai op.at. a perchè
7, )•, il siste- ne*, «covrile che la tetra intorno al suo asse Muovesti ; ed a
ma delle rrrttuoxioni adottato era dagli Egial Persiani Fe- far si che Filolao questa toglieste dal teatro del mondo dan-.
nici ed EtNuehi,eÌ credette egizio ,
persiano, fenicio ed etrusco dote un movimento di circolazione annua Intorno al sole, per
0 almeno amerai presto qurati popoli istruito — Omervomi che cu» ne nacque dopo tanti secoli il copertoi suo ri sterna ( V. fiso!.'
gt'lnd^ni e Geli asteneenai dal mangiar carne che premo i Phttupu che il calabrese Taglieria area pure indovinato V.
; ) (
primi M «ha « ira salì io gran lama e fu tenuto per la ttraaa 'liolliaud, — Cornelio, in Progfm. Ili de Uitiv.—Za
Astronoto. -
divinità di Odino ;
che capo e diviniti de* seoa odi qre Z*- Tòrtone BtU. caL p. bC —Biografia Voi. IV, Ftìolao — Nè rit. \
molxi » cui dogmi sall'ittraortalità degli spiriti leggoosi con- di ciò «alani cute ha merito Filolao, poiché unitamente alti-
1 usa mente r.ell'Edda ; e ai opinò Pitagora aver imparata dagli iantina Archita e ad fiudnsso Gnidio creò la meccani» ( V. Cav.
Indiani , in legnato a' Ceti, epeaondo talutto aatere identico a Dv Luta*, Mance. V. il Progresso Quad. 61, p. toieseg); ed
aialuvira ed a Zajnolxi,che ilLaerzio dime domestico dìPitegor», innoltnito anche nella politica governò Metaponto r poi, infe-
ra, non «ran die torturi; de 'quali taluni ciharansi di erbe e di pe- tas ta contemporanei. Tra «sài ditti figurami l 'agrigentina Era-
aci ciudi che eoo barrite di canna pescavano, ed in pubblico usa- pedacle che come il dòtto Semi (
Aleni, su di Empedocle . Voi.
vano delle donnei altri uccidevano gl'infermi ed i vecchi; ed IL Mem. 1 U ) dimostrò ed il Pccret { op.at. )
avot pur pcu-
alcuni divoravamo il carpò degli «tinti genitori— Per soste- auto, con le forza espresse ulto le parola di riziseizsa e lite
nere tante identità si aooo attribuiti molti viaggi', i. quali ol- precede il Newton rhe alle «tosse diede i nomi di attrazióne
tre dall'esse! messi in dubbio dalla più parte de’ critici non e spulatine: Ipparco che. or di peggio or di Crotone , or di
,
sarebbero stati ammano necessari ptrdiè «i acquetassero molte Metaponto ai dica, e fu il primo a qerfver sulla sfera : Ari-
cogli inani, poiché quatte presso gli Etruschi già vs arano De itiiucau di Tasanto ei rancamente creduto di Scrinante, chele
(
Henri, ofj. cri. -
p. -jS /. regole dalla musica cjstn da Pitagora perfezionò; lppaao di
Si è creduto pur trovare un motivo d'inesistenza nello stesso Crotone o di 8ibari o di Metaponto, il locrete Timeo, il turai*»
nume di P' togato che il persuasone per ecc rilento ed il capo- Ocello , cha tento nella' iiluso&a si disumato : Frodato da Ci-
diun collegio vuoisi denotasse fCuoc© ,
op. eit. Let. 17 ). Ma rene che recò la scienza drgl'l tal tani in Grecia : Ippudamo che
altee che quasi ogni nomerà via di focili o «tentate etimologia iri insegnò un nuovo modo di ooetnrit città: ed Ippocyate di
potrebbe otìrir de’sigoilicati, non mancano nell ‘antichità altri Chiù , • Lindo nu'-stro del tebano Bpaminonda, e Senofane
col nome di Pitagora ; a Selitiuute ( Serrad «falco, op. cri. Voi precetter di Agesilao, e tanti e tariti alisi — Dalla «tessa icnola
lellj ricorda un suo tiranni cha pur pontoni pora uro dicasi pur si vuole queU'Ucfco di Crotone , che chiamato da PisistraUr
al Austro filosofo : la Grecia Ira* vincitori degli olimpici giuo- in Atene per ridestare l'animo de’ Greci a nobili, imprese con
chi ne vide uno nel 716 av. l’E. V. ad altri due neirepoche gli esempi da' loro maggiori , ebbe l’incarico di comporre il
legnanti ( V. Cantò, Cronologia L. $. p. io): Reggio per vanti poemA degli Argonauti th’c imo de* tre pomi che abbiamo 1»
che vi arci invialo nel 474 — In qtit'lempi Crotone era so cortigiano ddll, torte dt Nerone che vedendosi al
di già .mollo cangiala. L‘ fcaro non più in mezzo la suo rivale 'rigettino posjmato dicde&i volontaria morte),
cillh scorrea ma ne lambiva tino |iarlc ed inondava 4e sialo scrittore della citata, opera , -in cui tal mistura
,
« amjogne ; tiohqviù attigua alle mura ma distante dalle di sant» e di profaiur , di laido e di òrrìhifè ,
di volut-
popolazione di un tempo— Eppure resistè a Pirro prefe- polrekhesi tipo «fi aironi romanzi di oggidì
rendo darsi ai Romani — Saccheggiata poscia dagli assas- La presente Cairoti* popolata di 5321 aiutanti, cinta
sini raso pani che impadroniti cransi df Reggio, e divisa di grosse mura the costruir fece vi Carlo V, è capoluogo
in fazioni ,
soggiacque finalmente nel 339 a‘ Brevi che di un distretto ,- è de* tanti pregi che ave» nell' anti-
collegati ai Cartaginesi uè divenner signori. Resistet- chità, vanta tuttora quell*; della ricchezza «Ji . cui va
••
tero invero quei che La straniera dipendenza aldKjrri- debitrice al suo fertile ed esteso territorio ,
6 al suo fior
vano, ma fiochi, ceder dovettero al destino, t piuttosto rido commcrrioi Non gode più perì» l'antica salubri-
che sottolhel tersi a’ vincitori, preferirono il volontario tà poiché nella estate f aria è malsana , e gli effetti
federala a Romani , nel 550 una lor colonia ricevette. allora la numerosa popolazione della contrada (633).
Era amministrata là città dopo tafepoca dai decu- Or non resta per Croton* che discorrer brevemente
rioni , come drdiiccsi Ja due delle quatlro iscrizvoni delle sue medaglie che sono di nove moduli diversi e
—A miserevole stato quindi cadde, e campo di ca- manenti dì rame. Le piu amiche di esse sono le IH che
da* eri divorali c di Sfamati corvi divenne se dotihiam presentano nella loro leggenda queste due lettere: 9. P*
rredère al Satyncoh ; il cui autore Petfonio , ignorasi Tre sono con la leggenda idrografo 1 Oq 9 •* mostrano
in che tempo sia vissuto e se fra* tanti Petrosi! nominali il tripode in rilievo da una («arte e lo stesso inaisi» dalla
'
nelle istorie., quello descritto da Tacito (
come volitilo- aflra : in una perù vi è aggiunto nel dritto il granrhiu ,
65t)Nota Moti» op. ci#. — Fiore p, 199 « 3oo 633) Ricdesel cp. rii. L li-
tal eccetto sebb-n# di «stoni cmleti «òtto il nom* di Or- Lue* vittoriosamente risposto (Pn>g. (,>imd.cit.p. 8f> e seg. ).
;
feo ascondersi gitolo scrittore nnuto fune ne* primordi del- A f itagora poi pirtcoliff m«nt* « attribuisce la scoperta che
l'IL V. edi piacque mentir* ut nome e narrare i cesi degli Teatro irspert/no er* h> strato «Iti Lucifero ( V. Cantò , L.
Argonauti de 'qua li ai Rh» compagno Ed infine anche dell* — II, 0. a?), e Tal tra «tal tconmma «Itila ipotermia rhe lungi tial-
danne a tate «nota erano aacritt* «d illustri ai resero, e fra le al- Trv»n« «tenie come pen»o lulltest, he dato lume e vita a molti
tre U croton**» Teànu Mia e Melina ,
autrici di scritti snl- altri teoremi di geometri* pura cd applicata (
V. De Luca ,
c. 10 — Barno p. 3*5 ). . «leve co*** riflstte il dotto Meiitera ( foc. «#-) l'aver cercato
Sfotta era wluw dalla scuola italica, lacuale lontana dalle quanti al suo
1
tempo erà degno di ^apersi, volgendolo alla btxu-
'dopi»'- de' ««coli poftrrmri. mentre occupava»» del migliora- bk>M ed utilità de’ coutMnpuranfei —A lui, coinè osienra l’e-
ghi xtomttrteij U uztohi 'del cena; e tant’oltre area esteso i sacerdotale che le rendeva eaclueiv* -, Egli sta come poeto di
ronfici delle acini», che q^akhe giunta ne fa appena fatta dalla pamagpio tra la favolosa e credula antschsbi e fa ottdra era Sto-
«noia di Platone « dall’altra «li -Alessandria'. Il dotto rav.Ferdi- rica e positiva che cominciò ad essere irradiata dal. brinante
r.ando De Loca ha «um è molto rivendicato alla italica cotesto lume di verità vigorose e faconde. Ed in Italia ove al dir del
. nore «U <eì Tìnsignq francese Mofltùcla ( /?ut. dei maih Cocchi ( Diaconi tote ani] Pitagora stabilisti perette era la più
Voi. 1| ed- altri in* tematici spogliata Tastano;* aebben contrad- Honda- e beata parte «Jet «Pondo pria del ruotano dominio, t
detto dall’altro francete lullien, alle costui otservauoni ha il De prcciiameiitr in Crotone, quel lume perla prima volta spumò.
M-
<• nel rovesciò H tripodi è tra un polipo ed un delfino; ed gli artigli— Altre cinque hanno k> stesso tipo nd dritto
in altra evvi la stessa leggenda dritta e retrograda nella ma senza nastro: in una di esse evvi dippiii Al, in altra
medesima parte ,
è vi è dippiiind campo una cicogna AIOM; ed in entrambe X l’aquila che divora un serpente.
Altre quattro han la l*’g"enda 9^0 Duo di esse — Anche l'aqnila evvi )( in altre due ,
ma solo in una ve-
hanno un cerchio di granelli ed in mezzo un tripode in desi con le ali spiegate che anche divora il serpente
rilievo Galea con visiera a sinistra in mezzo ad un cer- Nella ultima ddle indicate cinque monete scorgisi )( il
)(
chio radiato iniriiso — C'n'altra ha pur la stessa galea in granchio — Altre ire hanno la testa di Apollo laureata
un ccrchio.ma la visiera è a destra )( K in mezzo ad un «Rie in una ha sotto il serpente X cd il pegaso : nelle al-
quello ed incnso in questo— Non dohhiam tacere che canto una cicogna ha JUiré altra moneta che nel dritte
le tp* prime monete son sospette. mostra un'aquila con scettro fra gli artigli— L'underi-
que rappresentano un tripode . ma nel campo una ha mezze lune e nel rampo le tre lettere iniziali dici nonio
un fiore a due Toglie, altri ,nna ghirlanda, la terra della città , K PO—L'ultima ha nel dritto la testa di un
una foglia di lauro, la •{parta è senza simboli . e la giovine coronata di alloro e la leggenda AlÌA Pnn ,
al rovescio, quattro mostrano un'aquila die nella prima tribuita ad un Liparo redi Siracusa, e nel rovescio il
ha tannanti una testa di hoc, nella seconda un ramo di Pegaso—Potestà leggenda è anche nel rovescio di una
lauro fra . gli artigli ,
nella terra è so di una, testa di moneta inedita di oro a fianco di un tripode in rilievo:
cervo e nella quarta su diana di montone ; nella quin- nel dritto f>oi la moneta è la stessa della precedente,
ta evvi una lepre — La sesta ha ima testa galeaja di ma vi è dippiù dietro la testa del giovine un’anfora
Marte ed al rovescio la leggenda ed un gallo. Con la leggenda KPOT evvi una sola moneta col tri-
Tre hanno la leggenda 9 POT che id una é retro- pode accanto una foglia X fulmine, aquila su di una co-
grada ron tripode in rilievo, cicogna, e )( tripode intrusa lonna e grande astro—Con l'altra APOTO ve ne snrt
—dU altre due di diverso modulo mostrai) doppia leg- quattro cioè una con testa galeala che ai di dietro ha la
, Altra' moneta hx la retrograda leggenda NOTORI vi è A e nelle altre dne 9"“ N°n dobbiamo orn-'l-.
con tripode in rilievo , cicogna e X tripode incusn. Irre su ll'indica ftv nome l’qisefvariooe.rhp «so rappor-
lassando ora alle medaglie con greca leggenda oc tisi Ercole rappresentato luli'crorgo di tutte I* tri
Otto (he sono con la leggenda KPOhan tulle il e dall’altra il serpente Pitone X oiKTSTAi , in carat-
tripode nd dritto — hi una vi è aggiunta una litto- teri arcaici, Ercole assiso davanti im altare acceso fi-
ria che tiene in mano una corona )( nn'aquila , nel nendo eoo nna mano un ramo di ulivo che il Millingeu
rampo 9» * un termine di Mercanti: in altra una ci- dice indicar quello che Ercole porto dagli iperborei
cogna )( aquila .volante che; ha una lepre fra gli arti- e di cui le corone de’ vincitori cran formate .
e l’al-
gli : altre due di diverso modulo hanno neljesergo un tra appoggiata sulla clava; a terra arco e turcasso: *
Dodici presentano la stessa leggenda KPO al rovescio. da KPOTON al rovescio, ma una è perfettamente simile
Li» di esse è con la testa di Èrcole giovine cinta da na- alla procedente ,
m»1 nocche ha nel drillo ciocché que-
stro e ron pelle di leone )( li civetta avente una spiga ne- sta liéhc al rovescio e viceversa ; e l’altra - ha talune
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;
KPOTONur , e presenta testa di Apollo laureata cd gna )( due dischi ed in mezzo un oggetto che non ben si
0uattTo son con l'altra KPOT&N1ATAN che in una Le rrotoniati monete osserva il Millingen (634) es-
è al dritto ed in Ire al rovescio — La prima ha sere per la fabbrica uniformi a quelle degli altri po-
un'aquila volante c negli artigli un ramo di bum poli dell’achca confederazione. Esse per lo piu si rap-
)( tripode con spiga , un delfino ed un monogram- portano ad Apollo e ad Erro//— Il tripode ch e un tipo
AlEAPOS, testa imberbe con picciolo corna e capel- riguardo all’opinione che si area del delfico oracolo che
li fluttuanti )( fulmine ed astfy : altra con tripode , guidò i passi di MieHo o Mhe e Ho preteso fondatore della
sjàga , delfino , monogramma ,
P. Kilt ed )( *|«i- città di Crotone , cd alla riconoscenza che perciò ti
fa volante, con ramo di lauro negli artigli: la (enea avea a tal nume (035) — De* notarsi però con l’egregio
Ercole tiene a fianco arco c mazza , cd al di sotto B ; nume. Eran questi muniti di catenella o tematico rh •
e l’altra con leggenda corrosa die differisce dalle agitandosi dava fuori un snono — Il Cavedoni (637)
precedenti per essere Giunone con diadema e col- credette trovare nna rassomiglianza tra le aste del tri-
lana e per aver nelfesergo oltre latro e la mazza, pode co la 9 iniziale di Crotone , ma il Fiordti (638)
il turcasso cd il monogramma E. sotto una testa lune osserva non essere tal forma peculiare alle sol»-
' '
di bue. croton iati monete— Il serpente Pitone anche accenna
''Tre sono con la leggenda KPOTttNIÀTAM thè in al culto di Apollo , parimenti che i dischi che veggonsi
due è nel rovesciò ed in una nel dritto, Vede»! nel- in talune monete ,, c con i quali par che si voglia in-
l’ultima la festa di Apollo , .
In altra quella di Polla- dicare Apollo o il Sole anche adorato sotto la forma
de, c nella terza l'altra di Giunone diademata’di pro- di disco ,
purché non vogliami invece ne’ due dischi
spetto coir collana dì perle. Nel rovescio di tutte e tre» vedere de* crotali che si hanno comi: un tipo parlanti-
avvi Ercole che nella prima è fanciullo , seduto e sof- di Crotone (639) — Allo stesso Apollo si riferisce fa*
foca de serpenti : nella seconda c in piedi poggiato sulla quila che scorgesi in diverse monete ,
poiché nel fa-
inazza e Coperto di una pelle di leone; c su questa è se- moso tempio di Delio il fatidico tripode (ira due aquile
duto nella terza tenendo una tazza e nel cam|»o trìpode di oro era situalo (640), e lo stesso tempio duetti 'co-
testa di Giunone c dietro il monogramma A ; e nel al dir del Millingen essere un simbolo della grandezza
rovescio Ercole che lotta con il leone. c della potenza di Crotone già da! l'oracolo delfico pre-
Finalménte altre pilo sqno anepigrafe— Due han Giu- della —Àmlie la lepre che abbinai veduto in qualihe
credute osche ,
tripode infuso : altra , testa di Metiuno 637 ) Carndgnj , Spiciltg. numit. p. ai note
laureata con dietro il tridente )( testa di Irte di prospetto 638) Fiordi» , 0p. ciL
coronata di alloro monogramma 639) Millingeo , op. ai. p, 16 — Fiordi* cp. cit. p. 62
la terza
6 —
, ; , lesta di
G^o) Scàot. in Fiodpr. FjtL, od. IV v. V. Millanto,
Apoih laureala X trìpode: la quarta , aquila a dritta che '
P- *7 -
. ,
rivolge la testa )( tripode e un simbolo incerto: la quin- 641J Schei, in Pind. loc. cit. v. 6$ 7-
cialmente la lepre (04 3) — Fu precisamente per tal cul- duca di Luynes (651) dovendosi la voce Etico ritenere
to di Apollo che Crotone venne da Teocrito chiamato per il verbo N«a> con la sua antica ortografia , esser
II culto di Ercole cui si dava il titolo di OIKI*rA$ rappresentante una donna di prospetto con i capelli ro
si deduce ad evidenza dalle monete in cui vengono rap- troccssi, cd al rovescio un uomo nudo seduto $ù di una
presentate cose riguardanti tal nume ,
dei riti espiatori rape, avendo il destro braccio disteso e poggiato sulla
per la pretesa morte di Crotone , o de* sacrifici che ac- coscia, e l'altro sulla rupe , ai suoi piedi un cane sal-
cennavano a quelli offerti da Ercole allorché istituì gli tellante c nel campo un'asta, par che anche accen-
olimpici giuochi. Vuoisi tal colto attribuire o alla tradi- ni ad una confederazione Ira rondosia c Crotone*—Là
zione che riteneva Ercole per fondatore della città , o festa del dritto come osserva il Fiordi! quantunque
agli olimpici giuochi dallo stesso Ercole istituiti (647) non coronata di fiori potrebbe dirsi di Giunone tan-
,
c oc* quali i Crotoniaii tanto si distinsero. fo per i grandi occhi che distinguevan questa dea (G54) •
Oltre le descritte monete vi sono quelle che indi- quanto per la rassomiglianza che ha con la Giunone-
cano confederazioni tra i Crotoniaii ed altri popoli — Latiaia delle monete di Crotone (655); e nella figura
Due e forse anche tre riguardano quella tra Crotone e del rovescio con poca diversità può distinguersi il dio
Pandosia — In una di esse vi è nel drillo XPO e tri- Pane da quei di Pandosia adurato.
pode in rilievo, ed al rovescio IIANAO con un bove in Le relazioni tra Pandosia e Crotone che giudicandone
mezzo un'aia; e nell'altra, una testa di donna di pro- dalle suindicate monete doveano essere abbastanza stret-
spetto con i capelli sparsi ed una corona riccamente te e la conformila delle monete della prima con quelle
,
ornata )(
OIKIìtAì} 9
un giovine seduto su di uno delle achive città, fan credere probabile dò che di-
scoglio appoggiandovi una mano e tenendo con l'altra ce Scimno di Cliio (656) di aver essa ricevuto un’achea
due frecce , al basso della roccia una siringa o flauto colonia, la quale al dir del Milbngen scacciar ne dovette
pastorale, e dietro la paiola NtKO — Vi sono quindi l'altra de tessali Cloni che l'avean prima occupato. Tal
in entrambe i nomi ed i simboli delle due alla , e fattosi vuole avvenuto, 0 quando altri emigrati achei soc-
nella seconda roglionsi raffigurate le duo divinità spe- corsi da' Sibariti occuparono Metaponto ,
0 dopo la di-
cialmente adorate da* due popoli, cioè La Giunone La- struzione di Sibari che durante la sua potenza avrebbe
ttaia nella testa muliebre che è nel dritto , ed il dio impedito la confederazione de Crotoniaii con que'di Pan-
Tane nel giovine che nel rovescio (648), dosia che rendeva molto potenti i primi (657) ; e chi
La parola NIKO ch’è nella seconda moneta è stata in sa se non fu questa la vera causa ridia guerra tra i
647) Milliogco cp. ctt. p. i5 • 16 ,656) Scimno di Càio, Peneg, Ter. 5*5 — 3*7
aretini! ai] una rimfedmaone Ira Crotone c Metaponto. <]ualt parla Ornerò (0G2) ; e ne' tempi «orici proni dai
In essa vi è ii tripode , a sinistra (frano di orzo , a Loeresi, poscia da' lìmi, cd infine falla colonia ro-
dritta ima ricogua, od al rovewio META e la spiga mana unitamente a Crotone (663) — Dall'altra parte
tipo costante dello mcf.ipontint monete —
E quantun- Millmgcn (604) riflette doversi attribuire a Terìna si
Altra con federazione di Crotone vien rappresenta- Altra moneta si vuol che ricordi una confederazione
ta da sette monete di argento pubblicate dall illa- Ira Crotone e Mesma o Meliamo. Essa è mentovata
stre cavaliere Avelline» 659).
( Esse sono le seguenti — dal Sestine (665) il quale credette attribuire la leggenda
Tolte hanno il tripode , ma in quadro è anche ri-
MOA a Medama mentre che il Millingen (666) seguito
petuto nel rovescio , in due che hanno nel dritto la da altri crede essere un nome di
magistrato Di altre —
galea è al solo rovescio e nell’altra è il tripode so- confederazioni di Crotone con Velia e eoo Ippnnio
, ri fan
lamente nel dritto e la galea al rovescio— Delle prime, parola il Mionnct (007) cd il Giustiniani (668), c tuttoc-
una ha il granchio, la leggenda 09“^ che leggesi an- rià prova sempreppiù quanta importanti abbia nel fan-
che nel rovescio a destra, cd a sinistra l'altra leggenda tirhilk avuto Crotone —
I Siam termiue atte nostre
osser-
TE; e le altre tre han Icist esse leggende che sono, in una varìoni numismatiche su tal città con ì 'osserva
rioni1 ih e in
a sinistra ed a destra noi dritto, in altra al rovescio, talune delle antiche erotonest monete di
e argento, trovasi
nella terza è ripetuta epigrafe ET questo metallo chimicamente puro come
I* in lettere non meuse notò il valente
— La quinta ha nel dritto a sinistra ... 0, a dritta ET, chimico Ilocfèr (669) su di una moneta che
si sup-
ed al rovescio sodo galea delle pone coniata 600 anni avanti Ili. V.
la ledere— La sesta ha , c che trovò
poi presso la galea Oq^—.L’ul- «sere de! peso di gr. 113:60.
. . , 99 ©d a rovescio
l
tima non ha leggenda alcuna e si distingue dalla pre- VII. A dodici miglia da Cotrone crvi il fiume 1Vieto
cedente perchè la galea è con cui Strabene (670) disse derivalo
visiera ed ha inforno il nome, ex malonm
si nel dritto che nel rovescio un cerchio di granati. a nta , e raccontò che presso la sua foce
sbarcati de'
Che tali monete delibano attribuirsi a
Greci con le troiane donne che seco menavano, queste
Crotone non
vi cade alcun dubbio, poiché oltre stanche di più navigare
(a leggenda in ta- , la flotta die le area por-
lune tato incendiarono
, ed
di esse evvi il tripode. Che le Iniziali TE non ivi tutta quella gente fu oblili-
deWAccad. Conni,
da Crotone città superba forte e eh estendi* p. MS, c nel Pmg. Quad -56 Avdiioo —
, la sua toc.di. —
Millingen, P Si • 8a.
potenza su molti popoli confinanti — Di Temesa poi si
66à) M,I!ingm , p. >8
665 ) Scalini, Lei. nmmism., secondi aerie, lem.
.
VI. p. il
dice che fn fondata dagli Ausoni ; quindi occupata 666) Millingen , p. 78 —
De Ritia , QumL di. degli Annali
dagli Boli condotti da Tornir, ò secondo do. p- 114
il Gargiulli
dai Foresi guidati da Srhcdio figlio 667) Mionnct, Sappi. T.
di Na obolo del
I
,
M8 ) Giustiniani , Di*, al, voi. IV , art. Coirono
669) noefer, Disi, de la Chimi* V. I, p. 1 «a-V. Thompaon,
Annoiti de Chi tote LXXI , it 3 e Rendiconto
«9) Car. ; della Reale
Avellino, Opusc V. H, p. ,,8 e aeg. V. HI p. i5a Accademia delle scienze di Napoli, n. 6
m enà
’
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,
— 58 —
ii Grati (C71). Isaacio interpclrc di Licofrone, sul dello rino (676) a PoIUastro , ed altri a liete astro rappor-
di Annoderò ed altri , nano lo stesso fallo ,
ma disso tarono. la prima opinione manca di ogni fondamento.
a Laomedonle figlie ed a Priamo sorelle le troiane L’altra potrebbe invocare in suo sostegno l'autorità di
donne, ed il nome del fiume trailo dal greco deno- Piinio c di Mela che entrambi Piletta posero nel seno
tare : arder di navi — Anche Plutarco (672) narrò un srillctico ,
or e De le astro ; ma errore fu certo quello
incendio di navi greche fallo ad istigazione di uua pri- de’ due antichi geografi , poiché Strongoli t hè al di là
gioniera appellala Roma con l'aiuto delle sue compa- del seno sciitetira , conservò il nome di Peti/io anche
gue, e che tulle poi a ria di baci e carezze il furor de- Dei secoli di mezzo, c non può esser confuso con Pelea-
gli uomini calmarono — Presso alle sponde del Xirta stro. Infilili tra le scorrerie saracenichc fu v vene una nel
ilici lesi da taluno la città di Gira, che dicesi dalle 1)33 che danneggiò Tacermi , Simeri , Uelcasiro e Peli-
Amazzoni fendala , ed il nome aver preso dalla nu- Uoì e nel 043 questi due ultimi e Xicutcra ricupera-
trice di Pa/Uasilea — Potrebbe essa dirsi la città che i ti vennero dai Calabresi (677) —D'altronde due iscri-
Greti e le troiane donne aiutarono , se non si fuise zioni mentovale da Darrio (678) Marafioti (670) e
confusa con Lieta, città ricordata da Licofrone come Fiore (680) , ed una lajùdc connata da’ due ultimi c
distrutta da’ Croloniali t la cui origine pure alle Amaz- relativa a Petella , furono in Strongoli rinvenute ,
zoni rapportasi, c vuoisi corrispondere alla odierna /Yr- oltre parecchie incieline monete — Quindi noa erri a
*!iaia (64.I) nella cilra Calabria— Ma siano identi- dubitare che l'antica reietta nel [‘odierno Strongoli debba
die 0 diverse le due città , non è improbabile die presso situarsi —Non lontano da essa credette il Darrio essere
il Xielo alcuna ve ue sia stata ,
poiché ne’ siti prossimi il monte Qibano che il Qual Ironia ni suppose in Magna-
sonosi trovati rottami di acquedotti e di vasi, e delle tane (V. sop. §. IV )
od altri presso Crotone . Non si
Pria di giungere al Xielo, ed ella distanza di quindici ché è tal monte sol nominato da Plinio (681), se pure
miglia da Cairoti* c 12 dal mare ,
ervi su di un mon- è vero che il suo Atibanus debba leggersi C!Humus ; ed
te i! paese di Santa Òneriita che anticamente vuoisi sode avendo egli errato nella situazione di Petelia dopo la
dcJ Siberetto popolo non mentovato dagli antichi scrit- quale nomina tal monte, noa sappiamo dove trovarlo
tori. La sua esistenza crcdesi provare con l'autorità di c dchhonsì per arbitrarie ritenere le altrui opinioni sul
Stefano che nomina una città col nome di Siberena , c proposito dette.
moltoppiù con ie monete, le quali però da taluni sono Dibattuta è par V origine di Petelia la quale da
anche giudicate false (674). Comunque sia ,
qualche taluni con l' autorità di Stefano dicesi al solito fondata
sepolcro, vasi lacrimali e lucerne sonosi in quella con- dagli Ausonio dagli Enotri, e da altri seguendo la favola,
trada rinvenuti ,
come pure delle monete —Quelle che che fu fondata 0 accresciuta da l'ilottete allorché do-
a tal città si attribuiscono dicesi presentare : Diana con po la guerra di Troia reduce in Tessaglia fu obbli-
faretra ed il cervo o Minerva con galea e delfino : gato dalle civili dissenrioni lasciare i suoi stati e ve-
,
)( l’ulivo 0 la rivetta—Si pretende al solito fondata da- nire in Italia (682) — Vuoisi un tempo capitale de’
gli Enotrì. Lupis invece opinò essere una colonia man- Coni, c da ciò è surfa l’altra opinione che prohabil-
data da’ Sibariti ne’tempi della lor floridezza — Nello mento Chone poi chiamossi Petelia e che «fucato secondo
stalo attuale delle cose fino a più certe indagini noi nome le fu imposto da’ Lucani o da' lite zi allorché se
, ,
non neghiamo nè accertiamo la esistenza della Sibe- ne impadronirono e la fortificarono. Il Mitingai (683)
rena regione. che così la pensa, soggiunge che questi ivi stabilitisi po-
territorio di Crotone
(Principato Gira), o come si è non ha mollo opinalo da
lorono fallimenti: «LvasUrc a
contrai» obbligando altro Troyli (689) nel luogo detto Petrolio io Basilicata
e delle altre diti ellenirhc della
divenir Irihutart— atre miglia da Montollmifo creduto da lui il monte Ali-
quegli abitami a sottomettersi o a
prora che due burnii di Plinio—Qualunque sia però ta lucana Pettiiti,
Molesta opinione però non ha altra
nn luogo di Strabono (084). Una è l’ opinione che la dice diversa dalla Petelia della Aiti
correzioni fatte ad
di Lucani, e altra se- gna Grecia serve a conciliare taluni fatti che gli an-
del Coray die legge Coni invece
I ,
Diodoro che anche giovani tarantini finsero andare.—«Alla stessa forse rap-
alcun argomento anzi è distrutta da
seconda non portasi ciò che narra Plutarco di Spartaco che disfatto
Petelia chiamò capitale dei ìjscani ; e la
poiché essendo protiabile la
«la M. Gasso nelle vicinanze di Pesto sui monti Pe-
è nemmeno da accettarsi ,
,
del Coray potesse ammettersi, conciliar si potrebbero dusse. —Certo poi alla Petelia della Magna Grecia è re-
ritenendo che i Coni, arali' essi Eno- lativa la battaglia che Livio racconta Ira Annibale cd
le opinioni di lutti
quindi stabilita i romani consoli Flavio e Marcello,
tria Pclasgi fondato l'aresscro, e che
de' «piali il pri-
cui pur l'aggiunto di .Vo- ultima estremità divenne famosa c de' Romani amica.
nome or si deduce da Filottclc ,
attribuisce ed or da Macaone figlio di Eseu- Ebbe quindi l'onore di esser municipio come deducasi
calico si ,
lapio che curò le ferite di Filottclc — In Dicotome (G85) dalle due summentovatc iscrizioni, in cui leggesi il no-
cuila era l'antico nome di Petetia la quale non è affililo gustati — A’ (empi di Strabono Petelia continuava ad
in Licofrone ricordata , e forse quando egli scrisse non esser fiorente per quanto lo permctteano le mutate sue
che prossima contrada in cni «dicasi sepolto Filottete, Le monete di Petelia di cni si ha conoscenza, sono
esso moduli enei numero di 17, delle quali due
ed ove in suo onore edificatosi un tempio , per di sei diversi
(irolialnlmente i Peleiini iremo la stessa venerazione che «fi argento e le altre di rame. É in tutte la leggenda al
i Crotoniali portavano al loro Lacinia — In line non dob- rovescio , ma non in tutte la stessa.
biamo omettere che in questa contrada si disse Pilot- In ima ovvi nHT : testa di Apollo laureata ,
e
il ceder che prestata soccorso a Undia gente che stra- so— l'n altra è simile alla precedente differendone solo
tetia capitale della Lucania. è questo un errore de- O quale leggevi in esteso nelle rimanenti tredici che
Petelie bisogna ammettere —E dne l'abate Troyli (687) Una è con testa barbofa di Ercole, e )( mazza. — Due
ne ritenne ,
l' nna in Strangoli ; e l'altra in Lucania con quella di Apollo laureata , ma ima ha dappiù dei
montagna La Stella nel Cilento una face c dittanti un caduceo c (‘altra )( un tripode
tonini (688) presso la
:
ch’è pur-* )( in altra moneta avente nel dritto la perciò dee credersi ad un antica Melissa fra noi.
te*ta del Soft con raggi. Il mare a 12 miglia dal fritto fa un piccol seno
Tre son con la lesta di Giove laureata , e nel rove- che dà luogo alfa Punta oggi detta àe\\'Alice che al-
scio etti pur (r tour ; in una lanciando il fulmine e cuno col fiume Alece dell'ultra prima Calafvria con-
nel rampo nn monogramma ; e nelle altre due con fuse. Co testa punta è il promontorio dagli antichi detto
scettro alla sinistra : in una di queste etri dippiù nel Crimini 0 Crimissa e con tal nome designavano pure
campo una spiga. in quei dintorni, un fiume ed una città — Sul (promon-
Altre due hanno una testa di donna velata e )(
torio eravi il tempio sacro ad Apollo Ateo : qual titolo
Gioir con fulmine ed asta : in una la testa della don- vuoisi derivare da atro ro» accennando cori al-
tra la donna è coronata di papaveri , c scorgasi la ove dopo venuto, diceri aver dedicato il summen (ovato
)(
leggenda circolare e nel campo una stella ed un mo- tempio ed appeso in esso farco di Ercole (693). Copi-
Cinque monete son sìmili ed hanno una testa con donde nc venne l 'attuai nome di Alice — Pochi ruderi
tarla e casco e la rifioriti che tiene una corona negli andati tempi esistevano dell'antico delubro e co-
)(
Diana , e dietro Crotone e Turio. —Essa vuoisi sita nella pianura sotto-
questa, un arco con turcasso. posta al l'odierno Ciro , e precisamente ove sono dei
ril'epoca della guerra sociale (690); che Apollo Gio- da Filottete , a differenza di altri che attribuironla
,
dai Pettrini adorate; e che Ercole di cui diceasi com- avesse avuto il nome di Paterno, ma questo ad altro
pagno Filoltete non è rappresentato rhc in una sola paese della cilra Calabria vien ragionevolmente attri-
IX- Alla distanza di 5 miglia da Strangoli ed al- Antonino , Rossano si dice distante da Paterno 28 mi-
trettanti dal mare evvi su dì un altura il paese di jffe*
glia , c questo dal Fritto 32; l'attuale distanza da Ciri1
Ossa che da* [«tri scrittori si dice antica città con ri- prossimo all'antica Crimissa , è invece 36 miglia da
stesso attuai suo nome ; c questo da' taluno si trae dal-
Rossano e 12 dal Fritto : in altro luogo e fuori la
ì'ape-, e da altri 0 da Melisso, 0 da' Merititi, l'uno re, odierna ultra Calabria seconda, dee quindi collocarsi
della città, che si è credula (691) mentovata da Ovidio Stefano nc avverte che un fiume anche col nome
ne! verso: Thtrinosque sinus , Merisenque, et Iapygis Crìmlsso vi era; e questo non può essere che il IJpuòi
arva— La (arda Merisenque però da altri più corret- lontano IO miglia dal Fritto , ed il più prossimo al-
tamente leggeri Temesenqne (V. X. Par per cui l’odierno Ciri). Altri lo riconosce nel Fulminica che di-
§. I),
svanisce l'appoggio che ne! poeta si rredea rinvenire vide la ultra sfonda dalla cilra Calabria dalla parte
Non evvi dubbio che il nome di Melissa è antico, poi- dell'Ionio, c dista non m?no che 1 1 miglia dall indicato
ché Ateneo nomina così un borgo delia Frigia, ove se paese. Ma poiché il fiume avea lo stesso nome della
dy1 ) Millmgen, p.
6|)i )
Barrio, p. 3*3 — Maritati , L. Ilio 19— Fiore, p, a3 a 693; Lioofron**, p- 6* — Btim. mag. r. Filo/.
- 62 -
lal'è il J.ìpuda — Non vogliamo infine omettere una I! fiume Strilla che da quella parte divida la citra
« oncidriua — Anche in Sicilia presso l'antica Egeria ora- dalla nostra Calabria , è da Licofrone (702) ricordato
vi un fiume col nome di Crimho che il Ci uverin credette il col nome di <idoneo fr mente, per la violenza e sTe-
tit'fice ed il Faudlo segnilo dall'egregio dura di S rra- pito delle sue acqu •. invado (703) cotesto nome rap-
difalco, il S. Uirtohmmeo. Il siculo fiume Crìauso, nel- |mrlò a Marie ; ed il so» significato. nelle parole ve-
l'antichità si disse cangiato in cane, padre di Egesto c lar iter flaenlem , l Are’i «Tcdetlc rinvenire (70 Il
nalo da una donna troiana esiliata da Laoracdoute (fi-)»); Saluto scorre ora alla base del piano inclinalo ,
delia
e nei abbialo veduto che la favola pur nella contrada estensione di circa 80 moggi , su cui era l'antica città
J»ria di lasciare il lato della nostra Calabria bagnato quarto dalla odierna .Votini, casa avea al nord il Scruto ,
dall'Ionio, non debbiata dimenticare Abistro, città nomi- calfouidcnte il mare su cui sovrastava, tatuile oggi da
nata da Tolomeo (696) fra le mediterranee della Ma- quel piano sia il Tirreno alquanto allontanato a causa
gru: Creda. Niun altro scrittore nc fa motto ; e poiché di lla gran quantità di arena rhe nelle piene invernali tra-
Plinio fra 'Presi popoli nominò gli Aprustani (697) sporla il Sanilo — Cotesto allontanamento del mare r*
dal Mazzocchi si credette essere questo il nome degli ahi- da taluni provalo con dire che furono rinvenuti iu un
Altri scrittori fecero differ enza tra Apiario cd Abistro; duto che legavansi i navigli. Prova migliore se ne ha
primo or situato venne tra Sri riano e Chiara valle ne’nostrì vecchi che Io scoglio Pietra della nave, eh es-
td il
llida (698), or in Castrar illarì { dal Tufarelli creduto il no (705), ora unito alla terra e distante un quarto di
Subtnurmuun òtMItinerario di Antonino ) o in Verbi- miglio da Termo e quattro dalla presente lacera, ricor-
raro nella citra (<KH>), ed or nella Lucania (700)—Dal- dano dentro mare : il thè oltre quanto dicono i! Fiore
Abistro fu dal Quadrumani messo ov’ò oggi cd il Lupi$.(70f>) chiaramente mostra essersi il mare
l’altra parte,
che nella stessa provincia posi© lo area presso il fiomi- L'antica Te rìna dovea essere di quasi circolare fi-
Imo oggi Laino (701) —Nella mancanza in cui siamo di stiti avanzi di questi , della luughezza di 6 ad 8 palmi
vera situazione di Abistro che in vari punti di detto sito si osservano— Nel cen-
altri elementi per fissare la
non è improbabile la opinione del Barrio poiché è evi- tro di essa sorger dovea un tempio , come fan cre-
,
descritta quella parti* della Croio- presso evvi pure una vasca di mattoni alta da 5 a fi
X. Abbiam finora
niiiJf regione che eia nella nostra provincia lungo palmi che forse a sacri riti del tempio serviva — I muri
che sono nella parte più elevata alti in alcuni siti
il mare Ionio ,
ma essa anco estendeva*! sull'opposto
,
torale.
Terra del castellacelo i detto — Contiguo ad esso è l’al-
697 ) Plinio L. IH c. II
701) Barrio, p. &4 e 56 — Giuatónùmi e Muti-uni op. cit. 7©5j Stefano v. Termo
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— 63 -
qucdolli di piombo (di mi si sovente senesi «dà trovali che i Curdi erano i ministri de' Caùiri di Samotracia ,
«le’ peni )
che Inopia recavano da luoghi che da- l'origine de cui misteri si attribuisce concordemente da-
gli aiutanti diconsi cinque miglia distanti. Un petto gli antichi ai Pe/asgi.* Se quindi pelasga è la origine
di essi trovato |>oco prima thè il Barrio scrivesse la delle Sirene , tal pure dee reputarsi quella di Terina
sua utiiissima opera (707) , avea la iscriiione: L. Àp- die prossimo avea lo scoglio col nome di una di esse.
pius Magister viantm — in quella contrada sonori anche IJcofronc anco dice avere i Petasgi aiutato Terina , ma
rinvenuti delle boccette di vetro nel luogo perciò deno* invero cotesto autore è solito indicare sotto tal nome
minato Gtnnaielli qualche idoletto ; di bronzo ; un pic- i Greci — Laonde può ritenersi che fu da’ Ritingi fon-
colo cavallo di oro con uomo sopra; una pietra, nel 1827, data, ma venuti i greci coloni che di Croione i m padroni
di ovale figura c vari colorì con un centauro scola- roari , una colonia di Crotoniali andata si fosse a stabi-
to ;
un anello di oro , nel 1830, con pietra dura di lire in Terina.
degno di ricordo im pezzo di tavola di bronzo eoa tc let- ad essa e Crotone che ignorasi a qual'cpoca de bla rap-
tere 31 L NIC. che voglion dire Municipio; ne è im- portarsi—Odde in poter d c Brest neH‘Olimpiadc 100
probabile aver i Tenne ricevuto (onore di esser la cioè nella fine del IV secolo di Iloma contemporaneamen-
loro città dichiarata municipio , dopo quel ch'ebbero a te ad Ipponio (718), ma nel 427 di Romafu liberata da
soffrire da Annibale. Alessandro Molosso re di Epiro (717), e dopo la di
Ed in quanto all'orìgine di Terina ,
gli antichi au- costui morte probabilmente ricadde a Urezt ; quindi
tori (708) rapportarono a* Crotoniali. E poiché di pe- nella seconda guerra punica fu da Anuiltale presa, c
lala fondazione reputammo (
V. sop. §. VI. ) che per non poterla conservare distrutta (718). Essa « dee
potette esser Crotone , lo stesso pensiamo di Terina credersi a Pollieno respinse i Turi che comandi 'i da
cui un altro argomento si aggiunge — Lo scoglio Pie- Ocaadrìda l'aggredirono , e finalmente fu de fiumani
tra deità rnnvr di cui abbiani favellato che Tolomeo colonia e forse municipio (718).
,
indica col nome di Tannano , veniva pur detto Ligea Si noveratici di Terina 25 monete di argcn'o e 7
dal nome di una delle Sirene; la quale sull'appoggio di di rame in dieci moduli diversi , e cou leggenda in
Licofrone e di uaa greca iscrizione , che vuoisi alla vario modo scrìtta.
foco del Savuto rinvenuta (709), dìcesi spinta ove Te- .Tre hanno la leggenda TEP , ebe in una è nel
rina cd ivi nella spiaggia vicina alt Orinato essere dritto cd in due .al rovescio. — La prima è con testa di
altrettante sacerdotesse che nc'misterì di Rea iniziavano, davanti un ramo. — La terza ha dippiii nel dritto la
c se il loro cubo secondo l'Attellis (712) fu portato da leggenda ITANAINA cd una testa di donna* c nel ro-
Fenici , osserviamo che Cure lidi son chiamate da Lico- veri io una danna alata e seduta tenendo una colem-
M) Aceti in tbrrio p. 1*7 — Fiore p. tuo e itp — Ur> Quattro hanno la leggenda TEPI ,,e mostrano una
rifinii. L, IH
710) Oargiulli in Liculrone p. 48
7 > 5 ) V. Bfllmirn , p. 53
711) Garginlli in Licefame 711) Anelli* op. ci/, p. XVI. 5
, 348 716) Pìudoro Siculi* ,
i
7i3) Lìcofrobe , op. cit. ». 67» 717J Litio, Vili. c. »4 7»3 j Strabene, — p. *56 I.
fi\) Corel*, nel Prc^g. Qoad. 46
719) Fbllieuo, J>/> a fogrw li e 1 e5 — M.lliugtu op. cit. p. Aj
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Gi —
tosta di <ltiuna, la quale è con collana in quella che nd- testa, us uccello: in tutte qmllro )( osservasi la V
1 1
'
-vergo Ita una donna alata c seduta che (iene sulla mano tona che nell'ultima é volante con ghirlanda nella
tin uccello; e con i capelli infrecciati nell'altra che pre- dritta e Con la sinistra alzata; in altra è in piedi con
senta )( una lepre iu corsa. —Le altre due di modulo di- caduceo nella dritta ,
posando la sinistra su di una co-
verso hanno un granchio: queste due non essendosi lonna, ed ha nel campo, uccello sn
)( di un ara; nelle altre
i»eii letta la leggenda si è per lungo tempo supposto ap- due è con lungo abito assisa su di una base sulla quale
pari «mere a 'J'emne tira ano di Agrigento, finché il Se poggia la sinistra mano mentre con la dritta tiene
,
slmi (720) non le restituì a Terina. una corona: nel campo di una di queste due vi è dippiù
Culi la leggenda TEPLN ve n è una con testa di Dia- un granalo — Le altre quattro anche hanno Xb Vii-
rui ){l diuria all impioti i col piede dritto su di una ba- torio b quale in due è seduta su di una hase te-
se, e lenendo un caduceo nella destra: nel campo r — ,
che in una è nel dritto con caratteri arcaici e pre- altra moneta che differisce dalle precedenti perché la
senta una testa di donna )(
MKA , donna all impiodi lesta della donna ha ì capelli annodati , è cinta dì han»
con in luauo un ramo di alloro: altra è simile alla pre- de ha dietro monogramma ft
, il
, « presenta doppia
cedente, ma nel rovescio la leggenda è retrograda , e jeggenda nel dritto c nel rovescio ed in questo è ve-
,
una
con in mano una patera e coronala da una piccola moneta rinvenuta dal Capialbi (722) fra le rovine del-
Vittoria. l’antica Ipponio che nel dritto mostra una testa di don-
Altra |ia nel rovescio la leggenda TEPINAJ in let- na vblta a destra, ornata di munite orecchini e larga
tele staccate e presenta nd dritto una testa di donna fascia alle trecce; b leggenda TEPINAlOPf t e la Tri-
in mezzo una corona di alloro ; t cella parte opposta ti ac ria ; e nel rovescio b Vittoria alala sedente su di
una figura alata , seduta su di una base , ricevendo in una hase con un uccello sulla dritta mano stesa , e
un vaso da* ha sulle ginocchia l'acqua che esce da una poggiando b sinistra sulla base medesima.
lesta di Icone , ed innanzi ad essa evvi un agno nuo- Tre presentano b testa di Diana , che con corona
tante in un fonte. Sulla baso vedesi U leggenda ArH ,
di alloro in quella che ha la leggenda al rovescio , e
che probabilmente indica il nome di qualche celebre tutte han b Vittoria che in qucst'ultima è assisa su di
fontana tcrinea che vicu rappresentata dalla donna se- un'anfora tenendo una corona nelb mano dritta; e nelle
duta; e tal fontana osserva il Millingen (721), era forse altre due © seduta su di una base ,
ma in una presso
quella le cui acque scorrevano presso La tomba della questa evvi uu granato , e nella seconda si osserva al-
sirena ligea come narra Licdfrone se leggesi in esso tra Vittoria che tiene una corona
jyq che denota acqua corrente, invece di come Quattro sono anepigrafe e rappresentano una lesta
Qual lordici sono con la leggenda denotante il popo- nodati indietro da uu nastro X Vittoria seduta nella
lo TEPINAIUN ,
ma in talune vi è I’ O invece del- prima , col braccio dritto alzato e col sinistro pog-
l’tt — Una ha testa di Apollo )(c testa di leone di pro- giato sulla base; nel b seconda tenendo uu caduceo ; e
spetto. — Altra, una testa di donna )( donna seduta con nella terza è simile alb prima pel braccio dritto steso ;
vaso sulle ginocchia in cui riceve l'acqua ch’esce da ed alb seconda pel caduceo. La quarta, pubblicata la
una testa di leone: cigno nuotante — Simile a que- priva volta dal Fiorelli, ha )( l'ippocampo, alata carne
sta t un'altra senza leggenda , ma la lesta detb donna pugno c scorta delle deita marine (72.3).
nel dritto è in mezzo ad una corona—Otto hanno una Oltre le descritte 32 medaglie , se nc a noi indi-
testa di donna che in quali io di esse è con rete ,
ed cata un altra di oro, che non avendo veduto , nè tro-
in quella in cui la leggenda é illcgibile, evvi dietro Ja
7*0) Sciti ni Ltt. numitm, Toin VII. •13 ) C*pi*1bl, V. Jtppenitiea tt Cenno tulle mura «f Ipporuo
, p. 9
.1 ,
• t toc. et». yà) Fioretti ap. ut p- 64 , H autori da lai ertati.
, B
— ex —
vanitosi mentovala da alcuno ,
noliam come dubbia rappresentata la dea Leale identica nelle antiche favole
indicando i caratteri thè ne si son riferiti — Sirena Li- a Proserpinat come meglio tra poco si vedrà.
gea )(
VMoria alata ed assisa su di uno scoglio tenente Anche nella dunna sovente rappresentata nel rovescio
in una mano la palma e nell'altra una corona. delle monete terinesi Eckhel volle vedervi la sirena Li-
J
Suilc monete di Tefina è da osservarsi che in ge- gca, ma in ciò fono giuste le contrarie osscrrazioni che
nerale presentano da una parte una testa di donna or fa il MjJtingen. Egli è di opinione eh essa
rappresenta
con semplicità or con eleganza ornata, ed at rovescio la ì Moria , c ciò vien confermato dalle monete con la
una donna alala o in piedi o assisa .lenendo o un caduceo leggenda NUCA che indica la
, Pittarla ; e notisi
o un ramo di alloro o quali he altro simbolo—-Si è cre- tol Millingen che la Vittoria senz’ali coin è in tali mo-
duto dall'Eckhet (724) e prima di lui da diversi cala- nete, è un tipo poco comune, c cosi veniva
figurata ne-
bresi scrittori che la prima figura rappresentasse la si a^uhi monumenti e nel tempio che col titolo di
rena Ligea ma il Millingen (725) contraddicendo in jNIK\*«rnp<>, le s i era in Alene dedicato (728). Ed in
,
.ciò l’Eckhel dice andar la sua spiega soggetta a molte quanto alle tante Vittorie che veggonsi nelle teripesi
obiezioni, c che la iscrizione di Terimi esistendo in la- monete non è fuòri proposito pensare che alludono for-
lune monde dopo la lesta che esse presentano , indica se a qualche fallo de' Perinei che scossero il giogo de’
l'uso di cui la numismatica offre numerosi esempi : e Oltre la f Moria t la sirena Ligea che sembra siano
stale le principali deità de Terinei ,
fermo in lapidea, nella moneta in cui vi è la doppia dovano essi pre-
leggenda indicante il popolo Terineo c Ttrina ,
egli stare , giudicandone dalle monete, anche special culto
crede rappresentala la città doppiamente, nel drillo e non solo ad Apollo , Diana , e Pallade , ma probabil-
nel rovescio — Il Fiorei li (72G) però ha invece osservalo mente anche ad Peate sotto il nome di Pandina rappre-
sul proposito della moneta inedita da lui pubblicata che sentata in una moneta — Fu questa pubblicata per la
a Te rìna attribuisce esser la conciatura de' capelli ri- prima volta dal Pellerin (720), il quale perché la leg-
,
piegati e ravvolti dietro capo, affatto simile a quella genda del rovescio era corrosa , vi lesse Landina
il
ma ,
di talune immagiui di Proserpina che veggonsi nelle in seguilo rinvenutesi delle monete d Ipponio con la i-
siracusane monete ;
rd inclina a credere che al pari di scrizione medesima
,
a questui lima città venne attribuita.
tali immagini e della testa della sirena Partenope nelle Il Millingen (730) fu il primo che restituì alla moneta
monete di Napoli, somigliantissima alla statua di pie- la sua vera leggenda ; e sull'appoggio di un inno orfico
tra molto antica dal volgo chiamata Capo di Napo- attribuito ad Omero e diretto alla dea Pandeia . e di
li (727) ,
quella della moneta terinra probabilmen- una iscrizione che conservasi nel Museo del Louvre ,
te somigliava a qualche antica statua di Ligea ch'era dimostrò, che in essa con tal titolo veniva rappresentala
forse in Terina — Ma dimostralo essendo ivi il culto Ecate probabilmente identificala a Proserpina con spe-
di Ligea f è da credersi die come nelle monete di ciale culto adorata nella vicina Ipponio ; e che appar-
Napoli viene raffigurata Partenope ,
cd in quelle di teneva a Terina — E siccome a giudizio dello sfesso Mil-
Mesma b Ninfa custode del vicino fonte ,
cosi nelle lingen talune monete terinee essendo evidentemente imi-
terinesi debba vedersi la Sirena — D'altronde potrebbero tate da quelle di Reggio, indicano un'allean/a o una
le due opinioni conciliar» supponendo che nella sirena comunanza di feste religiose o di giaorhi pubblici fri
Ligea personificandosi la città, veniva nella moneta ad le due città , così dir si potrebbe che le leggende di
esser rappresentala 1 una e l'altra — Potrebbe pure la Pandina e di Terina arrennano alto stesso legame tra
somiglianza osservata dalFiorclli tra la festa della don- Terina ed Ipponio, 0 ad una confederazione fra le due
na e l'immagine di Proserpina condurci all'idea che fosse città ,
le quali forse unironsi allorché esse furono da’
j rest assalite.
Nell’attuale Noterà ,
che si è dello essere distante
7*4) Eckhel, Hoc/, num. ve t. Tom. i , p. ith — V, anche poco men di 4 miglia dall'antica Terina vuoisi esservi
Aerili no , Opuscoli to|. i p. 18]
,
9
r ,
nome di Alleerai—Fino a altre break monete— Una di esse presenta nel dritto una
siala alita antica cilllt col
nome, testa con diadema citò notevolissima ed ha Insogno
pochi anni dietro conosccansi tre città di tal cic«!
dagli Umbri e la terza sita nella tuttavia di una soddisfacente spiegazione, cd ha net rove-
due nei paesi occupati
nome di Nutria Alphaltraa. scio a dritta un'aquila c la leggenda: Nov#^,
Campania e noia sollo il
Dopo la sco) xtla perii falla da alcuni inni dal Miniti- La seconda ha una testa di giovine laureata con lunghi
NON si è creduto che un'altra Nutria esistesse nel vellino conchiude che se Nuceria non fu un secondo
,
linaio ma nessuna notizia perii trovasi di essa negli nome di Terina esser dovette cittì poco da essa di-
|
lingen ed Avellino. — Il primo (731) di essi osservò che Il nome di Nuceria p Nutria osserva 11 Millingen
suindicate monete erano dcll'Ls tessa fabbrica c con i non sembra affetto di origine ellenica , ma apparte-
le
medesimi tipi di quella Itrinest moneta che presenta la nere aH’opposto agli Umbri o ad altri popoli del l'Ita-
ed una testa di Icone di pro- lia media tanto più che altre umhriche cittì hanno
lesta laureala di Apollo
,
nome Nu- k’istesso nome. Se ciò fosse vero potrebbe dirsi esser
spetto , e ne dedusse che una citili col di ,
ctria o Nacria era esistila nel zitoov'é il paese che an- Nuceria l'antico nomo della ridà quando era abitala
perfetta con- dagl'indigeni, e che ne* tempi posteriori occupata pria
cora ne conserva il nome ; e clic la
formità delle monete ieriatii e mteerint non polca da’ elasgi c poi da’ Croton tali , fa detta Terina. Ma
essere attribuita all'azzardo, tanto piò che le une e le volendo ritenere tale identità, poiché tuttavia esiste il
altre sono imitale da quelle di Reggio , e nella Ine- nome di Nocera , che dee perciò supporsi anziihè an-
zia regione Irovansi monete con I indicala leggenda di ti- teriore succeduto all'altro di Terina ,
siamo arditi pre-
pi differenti che si attribuivano altra volta alla Nutria sentare un sospetto che nemmeno merita il nome di
A/phaltrna — L'Avellino(732) riprodusse questa stessa congettura — Si è veduta nella monela di Terina la
cala pare con lai nome; o qualche vicina città dipendente slessi Ferinesi? — Se poi cittì diverse crcdonsi ,
in fai
dalla stessa Ttrina con la quale fu indi confusa, di modo- caso ha ben potuto Nuceria conservare il suo primi-
che abolito il nome stesso di Ttrina non rimase in vi- tivo nome,
gore che l'altro di Nutria. Osservò anch'egli la confor- XI. Dal Sacuto a Capo Straro sonvi circa 15 mi-
mità scorta dal Miltingen , ed esaminando lo stile e la glia ,
ed alla disianza di altri 12 ha foce il {mute
fabbrica delle altre moneto con la simile iscrizione, ne Limato che anticamente chiamossi Lamcto — Ivi dap-
conchiuse che molle di q uale se non tutte dovean to- presso esser dovea Lamelia , mentovala da Licofrone,
gliersi alla eanqiana Nutria per darsi aita brezia che ; c ricordala da Stefano sull'autorità di Eralco con»*
ad eccezione delle monete col lipo del cavallo proprio enotria tini un di tenuta da* Crotonioti ,
rhe il no-
della prima e di fàbbrica e stile particolare , le altre con me ebbe dal vicino fiume- Il popolo lame fico è pur
la summentovata iscrizione dove-ano restituirsi alta se- nominato da Stefano , c nella iscrizione rinvenuta in
conda per esser di (abbricae di siile piò brezie che cam- Ilo ma e dottamente illustrala dal Morisani (733) —Evvi
pane , e poiché fra esse vi era quella in cui si credelle questione se questa Lamelia sia la stessa cittì men-
leggere il nome di (iauro, monte detta Campania, egli tovata da Plinio (73 i) col nome di C/ampetia che ere*
invece sospettò che in tal voce vi fosse nascosto qualche desi corrid a lezione di Limpetta ,
ma noi tenghiamo co-
nome di magistrato, dubitò se altrimenti dovea leggersi, me i è generalmente fatto da’ calai»! i scrittori, per la
e rredette essere la moneta anche Inezia — Servirono diversità de’ due luoghi , pouhè non sol differenti i
a confermare ('Avellino in tali idee altre due monete nomi , ma anco il sito che per la pliniana Clampe-
mitrine trovale nella calabrese regione unitamente ad tin era prima di Terina mentrecchè dopo di questa
dee mettersi Lametta — Altro argomento per la diffe-
7^1) Millingert ,
Andini Grrek Co n.t, f.niwton iR3 i p!. II,
hg Si RfctuU. p. «5 ». i p. 8 ;
r.p eit. p. Me &).
73») AtcIUuo, Itali or veleni numi j, Sup, p. 5-j e 33*, tì/nuc. 733} Morbilli, JX*$- in inserrpt.
voi. II, p- «33, III, p. «53 ?3i) Plinio L. Ili , t 5
*
— 67 —
paratamente accenna il prominente Lattipria , (che si citra Calabria, presso la contrada ove un di era Sibart;
utll' onda ehè parie del discosceso Ipponh ; c le acque di che pi-lasgica o sitavi lica colonia 0 conquista nel con-
Lamella, cioè il seno lamelico (735). — Non è nostro nato silo?
debito indicare ov'era 1 antica Clamptlia , poiché o nel Il Barrio (7 10) invece presso V Angitola mise la città
mantea come altri dissero, o altrove colà presso si pon- iuterpetre Isaario, la disse di origine focose e fonda-
ga ,
trattasi sempre di cosa spettante alla citra Citatala. ta da Cristo fratello di Ptinopro , presso fpponio ,
nel-
In quanto a Lamella poi non sembrano esatte le opi- la regione di Crotone. 11 Qualtromani pensò essere
ninni dei Barrii) c del Qual Immani (736) che la voi* Crissa ristesse nome di Crimissa, ma toglie su tale pre-
lero ove sono i villaggi di Castiglione c di S. Eufe- tesa identità ogni dubbio lo stesso Licofrone (711) che
mia alquanto distanti dal lìumc Limato. Senza prova l'uno q l’altro nome separatamente indicò. — Crissa
alcuna il Votato (737) credette la presente Maida (
ch‘è era città dellaFodde donde vuoisi spedita una colonia
lontana dal Tirreno 5 miglia c da taluni senza vcrun fon- in Metaponto (7i*>) c licofrone nel dirla Incontro al bel
all'antica lamella che situò alle sorgenti del fiume rese oppur altra Crissa. In riguardo poi al fondatore
Lamalo non ostante che Maida è da esse non poco di- imita egli dice , c benché un focese Panopeo come
scosta ; e l'Egizio senza altru argomento che quello padre di Epeo è nominato in Giustino (743), quanto
delta omonomia la pose nel paese detto Ornato lontano racconta Isaacio non è affatto provato ,
per cui fa-
dal Tirreno nove miglia— Noi ignari se il Lamalo ha vola è ciò che egli narra e molto incerta è (a esisten-
sempre seguito lo stesso cono, e sforniti di certi de- za in queste contrade drlfindicala città.
menti, osserviamo solo che in qualche silo a noi igno- XII. Fino a Lametia il dominio crotoniate forse sul
to, ma prossimo all indicato fiume, dee credersi sita la tirreno est i ncitasi : da questo punto in poi par che al-
quistionata Lametta, la quale esser dovea di qualche im- tra gente abbia tenuto i luoghi che descriveremo, fra'
portanza perchè il prossimo golfo fra gli altri nomi da quali primeggiava Ipponio. — Non era questa città si-
essa prendeva quello di lamelico che avea fin da’ tempi tuala nella marina di Bu ona lontana circa quattro mi-
di Aristotile e chi sa qnanli secoli prima. glia dal Pizzo , come fatate Bertrand Capmartin de
Il Barrio od il Fiore avendo situato Lampelia in Chaupy credeva ,
pria di convincersi del contrario al-
Cetraro posero l'altra antica città detta Nopilla in lorché nel 1770, questi luoghi visitò (714); e chiaro
,
Amantea. Ma coloro che questa credettero Lampe- argomento del l’antico suo sito ulTrono i rimasti avan-
tia ,
altrove situar dovettero Napilia ed alta odierna zi — Fra Ipponio cinta di mura , come traendo argo-
città del Pitto dissero la stessa corrispondere (738) — men'o dal siculo Diodoro e dal padovano Livio dimo-
Inesatta meno della precedente riputiam questa opi- strò il dotto calabrese V. Capta Ibi nel suo elaborato
nione >oicl>è trovando col nume di napetino appel- scrino sulle mura d Ipponio che noi lochiamo a gui-
, |
lato il golfo di S. Eufemia da Antioco , è proibitile da. Tali mura dovettero mantenersi finché florida fu
che in qualiln* punto del litorale esser dovea la men- la città. La loro lunghezza «he il Captali* Seniore (745)
tovata città tanto notevole da dare ancor csyi il no- il Mazzetta (716) ed il Bisogni (747) indicarono essere
,
me al vicino golfo ed i mi popoli sono pnr nomina- otto miglia , è di («almi 25800 giusta la misura apposita-
,
fiume Angitola «he anticamente esser potè chiamato opina, nella parie settentrionale deH'aiupia pianura in
Sitano (73 f3) figlio del fiume Crati che scorre nella 740) Barrio, p. 179 —Qiuttromioi io lUrrio, p. i 58
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t
68 —
tuie siniato Monleleone, completando da^illiillc diru- narc il declive (Ite ivi forma angusta valletta , e da al-
to castello the si trova alla lima del numi?, fino al rosi tri sì dice esservi state colà pubbliche terme.
ditto truppeto vecchio giungevano: da ivi piegando terso Rirordansi come famosi tempi d 'Ipponio quelli con-
ponente alla pianura, e poi verso maestro per un dolce sacrati a Venere a Cibele ed a Vroserpina (749), ma la
pendio, atta strada chiamala .Ielle (Xiearelle arrivava* storia non ha conservato memoria che di quest'ultimo,
no ;
quindi volgendo lievemente pel piano dal lato di della cui magnificenza offre grave argomento la iscrizio-
duce ,
traversavano ; e verso ponente al cosi detto Ba- di Vroserpina costò ai Romani, quando Ipponio lor co-
stione poscia proseguivano, inclinando leggermente a lonia divenne, non ram che 770,090 sesterzi cioè cir-
strada chiamata Verde-Castello ; e formando un angolo, venne che rancellaronsi talune lettere de' primi dne ver-
per la valletta dietro l'attua! monistrro di S. Francesco, si — Aflin di evitare ulteriori danneggiamenti il Barrio
e per la coltura appellata Facciola seguivano —Fino a co- manifestava il voto che la iscrizione altrove collocata
testo sito il Capialbi disegnò la linea delle mura sulla venisse , ed i posteri pago fecero rotai giusto desio nel
traccia de' loro interrotti avanzi , e pel dippiil sospettò 1795; rd ora la “stessa consonasi nel reai Museo Bor-
che costeggiata la collina Faccialo ,
allungavano ver- bonico (751) — Trovatasi in hi Urlo , poiché essen-
so la parte in cui evvi il diruto convento del Carmine, dosi ivi stabilito il normanno conte Ruggiero , due
e per la porta dentari angioini detta del Conte & Apice chiese edificowi ; e ad abbellirle
,
pitture ,
colonne
continuavano volgendo per levante e per greco, finché ed altri oggetti del proserpmo tempio, trasportar vi fece.
la estremità toccava il diruto castello donde avean co- Era il tempio di Vroserpina famoso : e dienti rhe il
minciamento — Si è osservalo che le mura seguivano il matricida Oreste venne a deporre ivi il suo furore— Tra
naturale e vario andamento del terreno ; ed in talune favole è avvolta la sua fondazione-- Vuoisi che Vroserpina
(tarli, come nel tratto tra il trappeio e la strada delle nel lido ipponiate fu da Plutone rapita mentre fiori co*
oliearelle e nel luogo dello Bastione , tracce soavi di gliea , donde l'uso invalso nelle ipponiati matrone d in-
antiche torri — Eraa le mura fabbricate di (ufo compo- tesser corone ne dì festivi con fiori .raccolti con le pro-
sto di finissima arena a testacei e crostacei frammi- prie mani (752). Invocasi all'uopo l'autorità di Stratto-
schiata, e costruite di massi di figura poligona lunghi ne (753), c sebbene questi dica tal ratto in Sicilia avve-
pai : 3 a 4 1/2, larghi |tal : 2 a 2 3/4, cd alti pai : t 3/4 nuto, i patri scrittori senesi affaticati a sostenere rhe sotto
a 2 ; e della grossezza di pai : 3 1/2 nelle allure; 12 Il nomeàiSicilia della nostra contrada egli intese parlare—
nel piano, ed in quelle parti che sostent ano la sovrastan- Su’detli di Proclo nel libro de (kvculis poi soggiungasi ,
te terra, pai : 5. che in Ippot.ij regnante Cai tris vedova di Ermippo, la figlia
Dentro U designalo circuito svariati oggetti sonosì Vroserpina fu dal siculo pinta Plutone mentre nel lido
negli andati tempi rinvenuti (748) — Nel 1653 scovrì- vibonese vagava, rubata; e che per calmare il dolore del-
rotisi i ruderi or non più esìstenti di un teatro che dal la incoosolatu'le madre Calais, credula identica a Cerere,
vecchio Capialbi furono ocularmente osservati nel giar- gVIppoaiafi eressero il tempio in onor della figlia — Ma
dino de' I*P. Conventuali — Nel sito detto Casello vedesi troppo .debole è l'autorità di cotesto Proclo che non sap-
tuttavia nn lungo muro di palmi 136 , alto da pal- piamo chi sia. Non può dirsi essere quel matematico e
mi 5 a 9 e largo palmi 8, di costruzione reticolata. Il
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,
- 68 -
poeta nato in Coilanlinoppoli nel 41*2 originario di monete sooosi rinvenute in quel lido. (759) — .Vteropi
-
Xanto nella Licia , * giudicato or con Diderot c Bru- del secondo Federico forse tuttavia csistea ,
poiché lo
cherò un visionario ,
cd or con Bhule ,
Degnando , troviamo mentovalo in un suo Statuto (700) —Poscia fu
Tenneman Ticdeman ,
Hitler ,
Cousin ,
degno di ono- distrutto ruen per opera del tempo che degli uomini ,
,
revole rango poiché fra le opere di lui non vi c quella poiché dapprima colmo dal limo e dall'arena che le
;
de Orami is. D’altronde gli eruditi noverano col nome acque in esso scaricanlesi , vi trasportavano ; ne fu
di Proclo un grammatico precettore di Antonino , un poi compiuta la rovina con la distruzione che fece-
retore ateniese, un prefetto di Costantinopoli messo a si de’ massi laterali, per tema che i [tirati ricovero vi
morte da Teodosio , un intcrpelre di sogni famoso per trovassero (761) — L'annalista Grimaldi ritenne Jp-
aver trovato il modo come lwociar la flotta di Vita- ponio (762) diverso da Fibona ove pose l’antico porto,
liano che assediava Costantinopoli , ed infine nn ginre- ma nel fatto con gl’indirali due nomi fu in diversi tem-
con sulto vissuto sotto Giuslino ch'ebbe l'onore di avere pi, come appressi) vedremo, chiamala la stessa città cui
non escluso il Lirio, sia stato l’autore del citato libro, Da* vestigi di fabbrica passando agli oggetti rinvenuti
non vediam perchè gii si debha [«restar fede ; e per nel recinto delle ipponiati mura, con la scoria delle -
quanto a noi semiira i delti di Proclo li troviamo la gregioV. Capialbi il quale menziona le diverse ani scaglie
tribuisce il difetto di citare autori ed opere che mai lui appositamente eseguili si son trovale, le seguenti cose
volta Tuna si è credala la stessa dell’altra, parimenti son degni di nota quello trovato nel 1790 che in mezzo
che rapitore Plutone fu pur confuso con altri dei. a ricco festone mostra una rosa con vivissime foglie
, e
il Il
crotoniale Orfeo (sulla cut antichità vi sonde’ dubbi gli altri scoperti nel 181*2 che ora abbelliscono il gran-
porlo ippomate che il Capialbi Seniore erroneamente prima moglie Eremhurga siccome da taluni si pensò )
credette lo stesso di Porlo Èrcole — Estendessi, secondo c sito venne nel temjno della Trinità in Miieto dalle»
l'altra apjxdiala Rocchetta sotto Rriatico — Da Strattone tutte rinvenute in un luogo nel 1796 , fecero sospettare
è chiamato nobile emporio ; fn costrutto con grandi che in quel sito qualche antico statuario abitasse — Rei
pietre ed a forma di braccio piegalo , come dicesi dal pozzi foderati dì creta simili a quelli dal Lngolota de-
medesimo geografo, per ordine di Agalocle; e di costui scritti, e rinvenuti in Reggio nel 1790(705)— Dc'vasi di
756 ) Aliatoci , Aévtrtu* Ctccarellum , Roma 1641 — Top- 76.1) Cspialbi, M*r*. dt. (6*5) p. LIf. * tegnenti.
pi , Bibl : nap 764) Gerhard, lotti. in Cspialbi, Mem. dt. p. LVI e LVII
757) a t 5S) V. Capialbi Già*, a Bisogni ,
op crf. 765) Lagnici* , Tempio tfttide p. 79
,
— 70 -
diverte (ugge, taluni de' (piali giudicalo dal Gerhard di gonsi nelle opere de’ due Capialbi e del Bisogni (760)
fra gli oggetti scavali negli ultimi anni nelle rovine cevervi un vaso, c secondo V. Capialbi il semigonch,
Slpponio, uno de’ più rari pezzi di oreficeria che il eh. vale a dire il campione di cinque libbre che alla mi-
Fiorelli (7 (ìt>; ha con molto ingegno illustrato — fisso sura de’ liquidi serviva — In essa evvi nominato Lucio
consiste in un orecchino di oro del peso di cento gra- Libenio con la qualità di Pontefice Massimo , e lo
ni avente nel dinanzi la figurina di un putto in piedi stesso titolo leggesi pure in altra iscrizione rapportata
alato e coronato di fiori, de quali un serto gli scende giù dal medesimo Capialbi, il quale opina che con esso in-
pel fianco: ha nella dritta mano, a quanto pare, una dicavasi probabilmente il più anziano dal collegio de’
rosa, c sostiene con la spalla sinistra un picrici cane- pontefici che in Ipponio risedeva — Ma donde il nome
stro nel modo che si scorge nella immagine della dea e qual fu la origine di una città che con i suoi avanzi
Dona nelle figuline di Pesto (7G7) — Il Fiorelli per tal giustifica i titoli di nobile illustre e magnifica rhe leg-
ragione c |kt la rosa che attributo di Venere, inclina genti in Gcerooe (77 1) ed Appiano (772), cd il cui no-
a crederlo un Amore , ma non esclude che potrebbe me era anche dato al vicino seno di mare ?
pur rappr esentare un qualche genio e forse quello del- « Il nome d Ipponio da taluni credulo di origine gre-
la stessa Ipponio ove ammiravansi ameni giardini. Fi- ca, vuoisi riferie or ^\\'equina forma che alla città
nalmente lo stesso autore conchiude « che il fluissimo diedero i primi abitanti, ed or al valore e moltitudine dei
lavoro in tutte le sue j«arti di questo pattino, la gra- suoi cavalieri (773). Bodiart Mazzocchi e Capial-
zia fanciullesca che traspare dalle sue membra c quella bi (774) dando per fondatori alla città i Fenici 0
naturale altitudine del corpo, distintivo dello stile bello, altro siriaco popolo , dicon derivato iJ nome dall’orien-
fan credere indulnialamente opera di greco artefice que- lal voce Vòo denotante seno, che poi cangiata da'greci
sto lavoro che a buon dritto c da tenersi fra’ primi in Ilippo nc venne Ipponio ed anche hipon o Kpion ,
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, -,
con Scimno e Strabono origine /ocrese -, or con Scibce riconoscere nell'attuale Cerchiara nella cilra C' labria),
e Piu larro appellasi lucana città ; ed or credasi edificio e con molla ragione dal Wessding corretto in Tppo-
dei Focesi con l'autorità di Plinio che de’ Focesi disse il nio —Dallepirota re Alessandro allorché venne a soc-
serto ipponinte , e di Stefano che più chiaramente, no- correre le città della Magna Greciat fu tolta a 'Brest,
me e fondazione attribuì all'eroe forese fpponc, il che se è vero ciò che pensa il Alillingcn che in Livio
i ndiea al dir del Millingen antica origine — Final- (780) debita leggersi Uippottùim e non Sipontum come
mente notiamo che Licofronc ,
come si è veduto ( V. stà scritto — Dopo la morte di quello riradcL* in po-
sop.§ XI.), nel parlare del promontorio Lampete, lo disse tere dC Ere ti finché nel 43G se*no insignorì Agafoclc
situalo sulf onda che parte è de IT Ipponto discoste so: t il quale vi edificò il porto e iòrliftcolla —A lui poscia la
che questo epiteto dato ad Tpponio fa supporre o che Tp- tolsero i Brezl, egli nel 157 l’assediò, ed a quelli infine
ponto era un monte donde potè venire il nome alia città; rimase finché non cadde sotto la romana soggezione.
o che questa limitandosi allora alla parte montuosa, era Dalle premesse cose possonsi dedurre le seguenti pro-
in una situazione da meritar riffalto cpilelo-Quesfo nostro babili conclusioni — Tpponio fu di origine Uremico —
pensiero però ha bisogno di migliori prove— Vediamo in- Essa forse fu da’ Faceti posseduta priaché l’avesse per
tanto se dalla storia po&siam trarre qualche lume sni pri- cessione 0 per conquista Gelone ;
c da ciò potè derivar
mordi di tal città- la credenza della origine foccsc — Scosso il siculo giogo
Noi abbiamo alfroYe(V.§. Vili Par l.)asscr?ato b pe- in cui era all’elà di Gelone ,
Tesservi ricaduta sotto
lasga o tirrenica costruzione dc’rauri ipponiafi rapportan- Dionigi che la cedette a' Locresi fu cagione della pre-
dola al XI Vsecolo a v.lB.V. quando oi Tirreni vennero tesa origine locrese , lantoppiu che facilmente una co-
in Italia, o i Pe/asgi presero colai nome—Si è pur detto lonia vi fissarono—Similmente soggetta a 'Brezl, Stra-
che il mar Tirreno bagnava le terre ipponìati — Le anti- bene di loro possessione (782) chiamo Ila ; c per la con-
che memorie ne istruiscono delle navigazioni de' Foresi fusione che è Ira' nomi di Eresi c Cacari trovasi in
f
pel Tirreno e della battaglia da essi vinta nel 217 di R, qualche autore detta lucana città — Caduta nel domi-
a' Tirreni, dopo la quale i vincitori veleggiarono verso nio de Eresi, nelle loro terre quelle d 'Tpponio furon
Reggio e poi nello stesso mare Fella edificarono È comprese ; ma pria di ciò ntn dee credersi con alcuni
rotai guerra tanto certa, che avendo allora i Tirreni calahri scrittori , cITcstendeansi fino al Sortilo da una
di Agitla con atroce consiglio lapidalo i prigionieri Fa- parte ed al Melat/ro dall'altra, poiché iti tal caso spa-
tesi caduti nelle lor mani , a'tempi di Erodoto pian- rireblwro le regioni dì Trrìna e di Medama da cui
gevano ancora il lor delitto che a via di sacrifizi ed quella d 'Tpponio era circondata.
espiazioni cercavano purgare— Il siracusano Gelone che È stata q itisi ione quando Ipponio cominciò rem tal
regnò dal 269 al 275. di Roma, narra Ateneo soli au- nome a chiamarsi e se ciò avvenne allorché cadde
torità di Duri, «he in un liosco amenissimo ed irri- sotto il romano dominio. Sembra però che anzi fino
guo presso Ipponio , fere la villa che per la sua uberià a taTepora abbia conservato siffatto nome eh* poscia
e delizia della venne Corno di Ama/teo. — I Siracusani con quelli di Vcibori ,
Vibo , Fibone, Finn, e Falca
sovente in guerra erano ron i Tirreni o Tuschi c fra l’al- tia fa cangiato— I primi quattro trasforma 1
!
poi ni ca-
tro lo furono nel 27?. 200, e 338 di Roma (777). — der dell'impero negli altri di Bibo Vibona Bicorni c
Nel 363 Dionigi distrusse ipponio ne tolse gli abi- Vicona % vngiionsi derivare da Uippo radirate A' Tpponio
tanti che mandò in Siracusa e ne cedette il territorio — L’aggiunto di Va lenita da taluni pensosa’ thè sì
a’ Ijocresi i quali allora poterono s'alrilirvi qualche co- fosse dato alludendo all'antico nome di Roma. Era in-
lonia— Dopo undici anni g ipponìati ripatriarono per vero Valentia il nome sacro di Roma che non po-
opera de Cartaginesi (778)— Nel 398 lire ti fra i tevasi pronunziare senza pagarne il fio con la vita
le prime città da essi conquistate si impadronirono come infatti pagullo il tribuno della plebe Valerio So-
d Ipponio
' rrroneamente da Diodoro (779) o da' ru- rano (783) ; ma si per tal ragione che por non esser
pi* lì scritto Arponio (
che taluno ingannato credette
780) Lizio , Vili , c. zi — Millingrn op. eil. p. 71
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, ,
-li-
proprio della romana superbia il nome sacro delia loro nella storia , che una stessa città era per una parte
città ad olire concedere ,
crediamo che con quel di colonia e per 1 altra municipio. 01 trecciò Appiano no-
l'alentia dato alia nostra felonio, non s intese accen- vera Ipponio fra le più magnifiche delle 18 colonie
nar Roma; e piti probabilmente pub dirsi accordalo a ch’eransi promesse ai soldati triumvirali , cd egli cer-
lifolo di onore, o per la resistenza fatta dagl’ Ipponiatì tamente con ciò non intese indicar la parte ove la pre-
a'Carf aginesi nel 536 , o in generale per il loro valo- cedente colonia crasi stabilita. Dall’altra banda come
re forse da' Romani pregiato. ben considera l’erudito Gcrvasio (790) ,
nelle ultime
Contrarietà vi è pur fra gli scrittori se Ipponio-Va - epoche, la denominazione di municipio si confuse non di
lentia fu municipio o colonia. Cicerone che vi fu tre rado con quella di colonia. Quindi o si dee ritenere
olle f la indicò col primo nome; Livio ,
Patercolo, che il doppio nome dato ad Ipponio è una prova dip-
ed Appiano col secondo — Patercolo (784) dice nel 516 più di tal confusione ; o che Ipponio , benché colo-
di Roma mandata una colonia in Valentia ed evvi nia , fu delta municipio a solo titolo di onore— Sia co-
quistionc (785) se ciò fa nella Valenza spagnuola del munque , essa seguì le pani di Cesare nelle civili di-
cui territorio come Icggesi in Fioro (780) nel Ulti fatta scordie tra lui e Pompeo : all'epoca del Triumvirato
venne assegnazione da Giunio Bruto, oppur nella no- sostenne gli sforzi di Vituiino e fu perciò promessa fra
stra Ipponio come dal lodato V Capialbi si è credu- le altre città italiche ai veterani soldati triumvirali ,
to (787). Non trovando alcun lume negli antichi scrit- c quantunque Augusto dopo la sconfitta che la sua flotta
tori, non è possibile quali he errar de' copisti sull'anno ebbe da Sesto Pompeo nel 712 avesse fatto sperare a
indicato daVilali due autori? Livio (788) fece parola sol Rrggio e ad Ipponio di esentarle da tal castigo, nel-
della colonia inviata net 502 composta di 3700 pedoni c l’anno seguente per sedare il furore e la licenza dei
mandata ; ma ignoriamo se questa città da detta epoca d'Antonino, ove con tal nome è indicata due volte:
cominciò ad avere il nome di Valentia , oppur se lobi* soffri {ostia Ire incursioni de' Saraceni ; e quindi dal
dal 530 quando resistette a' punici attacchi (780). Il Ca- 1233 al 1237 j»er ordine delflraperalor Federico IL
pialbi crede che tal colonia occupò la parte piana rd cominciossi a fabbricare da Marco Fata la presente cit-
inferiore d' Ipponio, verso il mare, e prossimi al porlo tà di Monlelrone, in un silo eminente verso mezzogiorno,
che si avea interesse di custodire dalle ostili incursio- nel recin'o delle antiche mura, le quali non poco danno
ni; ed avvalora il suo giudizio con la osservazione che dovettero soffrirne (792) , e maggioro n'ebbero dopo
di fatti in tal sito tutti gli oggetti rinvenuti ,
fuori il 1508 allorché Monteteorv radilo sotto il peso feu-
qualche rara eccezione, son dì gusto romano; a dif- dale , cd i suoi signori costruir vollero con le tolte pie-
ferenza della supcriore che presenta i residui di edi- tre diversi edifici (793).
fìci , sepolcri, medaglie cd utensili di greca maniera: Non ruta |>cr Ipponio che tener proposito delle
qu.ndi conchiude che questa sezione era municipio , sue monete , le quali son tutte di rame, di otto mo-
mentre l’altra era colonia , c con ciò spiegarsi li per- duli diversi, c con la leggenda al rovescio che in po-
ché la città chi» l'uno e l’altro titolo —Noi però non con- che esprime il nome dì Ipponio ed in tredici l'altro di
trastiamo che forse (a parte piana e più al mare vicina Valenza — Nelle prime non c ugualmente scritta poiché
assegnata venne a’ romani coloni, ma non perciò il resto in una con testa di Ventre )( corno di abliondanza c ta-
delia città dee dirsi municipio ; e niun esempio evvi
790} GcfTwio ,
Osserva*, ini. alcune ani. iteri». — . an-
che Bulle!. arch. nap. 1 , p. fi
7&i) Patercolo, L. 1 ,
e
79») Appiano L. IV. in fin V. Patercolo 19, • 68 Maz- — —
78Ó) Stima**», Bxerctl. pLiuan. in lolimim. p. 68 zocchi, Amphil. p. 5<l Moriaani, Mormora Regina, p. 167 — —
786) Ploro , L. LV Grimaldi , Annoi an. -»3 di R.
7S7) V. Capialbi , Mura d’Ipponio — Mt*n. cit. p. IH 79») Aceti in Barrio pag. 141 — Tromby, filar. Cartusiana
768) Livio , L. XXXV , « 40 voi. V. App. il, a a 5 — V. Capialbi, Mura dJpptnto
789) Capialbi V ,
Mura tLfpp : 793) Capialbi ,
toc. cit.
— -Digitizfsttsy Google
,
— 7X —
duceo, leggasi innilNIEftN.odin altre due ovvi invece di questa c del rinomalo porto die avo# ; fu lai colo
EnitìMRUN —Esse presentano, cioè, una: lesta di Gio- nia una delle piu forti d'Italia.
ve con al rovescio o la sola leggenda , o con dippiii Non lungi da Ipponio taluni calabresi scritto-
un vaso ed una stella; l'altra: un giovine con cimiero )( ri (795) mettono un Castel di Cibele d*%YIpponùiti
littoria alala con una palma nella dritta ed un bastone chiamato Messeti per l'abbondanza delle messi, e silo
nella sinistra — Altre due monete di terza grandezza nell'odierno villaggio Mestano distante circa ti miglia
Delle M con la leggenda VALENTIA, una ha la le- che sopra sì è. mentovato , ove ce le bravanti atro-
sta di Diana ed )( un cane — Due la testa di Cerere o ci riti che da Carotidi fnron vietati ; c sotterranei
quella di Giunone diademata con una sieda o altri sim- di tal tempio voglionsi quelli che sono nel luogo de-
boli; cd entrambe )( doppio corno di abbondanza— Una signalo col nome di Grolla di Papagitoti ti (7%). Ma
è con la lesta di Giove )( ed il fulmine — Altra con dallo scorgere che il fin qni esposto poggia tutto sul-
quella di donna diademata un monogramma corno l'autorità di quell' ignoto Proclo di cui si è già parlalo,
, )(
di abliondanza, cd una piccola Vittoria tenendo una co- e che Cibele , giudicandone dalle monete , nemmeno
tona. — Due con la testa di Apollo che in una ha due era deità principale àfg\' Ippoaiati, niuna fede prestia-
glohctli )( la lira e simboli diversi a differenza del- mo alla esistenza del castello e del tempio col suo nome
con dietro quattro globetli i quali osservatisi pure nel ser dovettero nel VI secolo cristiano abitate ,
poiché in
rovescio in cui vedesi la civetta ; ma una ha dippiù nel sito poco discosto da Capo Zambrone, il Captatili trovò
campo un astro: l'altra diversi simboli: e la terza una un pubblico sepolcreto con vasi e medaglie ddlepoche
di Ercole coperta della pelle di Icone , e tre gioititi XIII A capo Zambrone termina la parte piu stretta
doppio corno di abbondanza e nelle altre due dop- sino a Capo Valicano, donde comincia il golfo di Gioia.
;
pia mazza, cui nel campo di una è aggiunta una stel- Alla distanza di sette miglia dal primo capo, erari Por-
la, una cicala o un timone e in quel dell'altra , un to- Ercole, riconosciuto da* più essere nel luogo poco lun-
;
aratro. Infine una ha la testa di Mercurio coverta del gi dairallual Tropea, detto ora le fannieole ; qual no-
pelaso alato, una T. ){ ed il caduceo. — Altra simile me vernacolo si volle senza alcun fondamento dal Bar-
moneta con la leggenda TEI si era attribuita a Siri, rio (798) trarre dalle parole format Herculis, c dal Ma-
ma riflettendosi che essa non è di uffepoca tanto remota rafioti dalle altre , forum Herculis (799) — Cotesto
rpanto quella in cui fu distrutta la indicata città, si porto, ove narrasi che siasi ricovrato l'aragonese Fer-
leggenda YIANAINA che è di molto interesse (V. sopra se (801) od all'emporio di Medama (802) si volle iden-
§ X ). Il bel lavoro è una prova dippiù che le belle arti tico Noi però seguendo Plinio che lo mise dopo Pi-
fiorivano in Ipponio. Le deità adorate erano Venere,
Giove , la Vitloria , Apollo , Bacco ,
Cerere, Prostr-
7Q5jMarafioti,L.it,c.i<) — Bisogni, p.41 — Acato io Barrio
pina , Diana , P allùde. Ercole , Mercurio —È note-
p. i «6
79'») Millingen ,
op. ctt. p. 76 803) De Ri tu Quad. cit. p. it 5
,
10
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, . , J,
-u-
generalmente creduto la nostra città essendo difficile per solo effetto del
boua e pria del Melauro, il fiu- ,
re/race nella Calabria ultra prima, uniformiamo caso incontrarsi una somiglianza di nome così perfet-
me ci
all'esposta opinione del maggior numero. ta — Non vogUam nemmeno tacere che Lkofrone chia-
legge: adTropeam— Il Barrio (801) ed il Fiore (805) la dee aversi la favola di Ercole Ed essendo Giunone
clic non polca un luogo cosi bello rimaner privo di pelasga o tirrenica — Finalmente osserviamo che Stefa-
abitatori — Diverse congetture sonosi fatte sul nome di no pose Poslropaea c Me tauro nella Sicilia e ciò o per
dall'altro di errore, 0 perchè ritenne da’ Siculi abitata anche que-
Tropea che secondo taluni fu preceduto
sta parte della Calabria.
Parto Ercole avuto da Ercole suo fondatore ; ed al Fio-
Dopo tre miglia da Tropea evvi Capo Vaticano il
re sembrò che Stefano col nome di Poslropaea deno-
tato avesse che pria Ercole e poi Tropea chiamala si cni nome senza prova alcuna or si rapporta a \aticini
fosse la città— Il Barrio dcrivollo da tropaeo, reirov erto, della cumana Sibilla che ivi si vuol venula (812) ,
ritorno di un duce romano pro- ed or dicesi derivato da Balticani cioè terra battu-
che significar disse ,
il
veniente dall'Africa: il Marafioti (806) c fUghellio (807) ta dai Mori con dispregio chiamali cani , accennan-
Quattromani studiando greche etimolo- XIV. Sette miglia distante dal suddetto capo, mezzo
e l'Aceti col
gie, lo stesso avviso portarono — Da più nobil cagio- miglio dal mare, c poco discosta dal fiume Mesima che
Parrasio derivar fe- la provincia divide è &n di ameno ma dilficil colle , si-
ne il Lascari (808) ed il (800) ,
cero il nome di Tropea. Gasi detta il primo la volle ta Nìcol era (814)— Alla stessa opinò il Barrio (8(5)
ed secondo dal trionfo portato m quelle pro- c l) An ville (817) si pose in Rasar no , e da alici (818) 0
Africa *, il
senza sul monte poco più sotto l'attual Nicotera 0 nella pia-
de da Sesto Pompeo su Cesare Ottaviano ,
ri- ,
Lupis (810) più volte distrutta crifabbricata, c l'erudito Adi lardi (82 1
ricordare la sua sconfitta— Finalmente il
che crede che finalmente gli abitanti saliti sulla vicina rocca
inclinò far di tntte le opinioni una sola, dicendo ,
suo nome —Tra tante contraddizioni e non potendo al- situazione , origine e regione , sono vi non lievi contra-
rietà.
cun profitto trarre dalla storia la quale di Tropea an-
Ed in quanto al nome Salace scrive Mesa (822) ;
tica sol serbò il nome , noi siamo arditi presentare una ,
816) elaterio ,
Italia ant. IT. i5 , p.
8» i
) Lkofrone p. 91 822) Stilare ,
Perip. ed. GsU p. 240
Diait iz ed bv GpQgle
, ,
- Jl-
ApolMoro in Stefano ,
Marni: (8*2.1) ; Ecaleo rappor- gote MEA . . in un lato , ed . . AN nell altro ,
e lessi*
tato dall» stesso Stelano , Medine (82 1) ; Stimilo di ma dubitando ME' AM A AOKPAN. La seconda presenta
Olio , j Vcdna (825) ;
Plinio (826) Medita o Mrdma 5t- da una faccia Mt^fM v IPe dall'altra • . . rijPAN 0
corteo le diverse edizioni ; Sira Itone (827) e Mela (828) t KAPAN ,
che il Capialbi meglio lesse AOKPAN e fu
Medama — Malgrado la varietà degl indicati nomi, di parere potersi le mancanti lettere della prima moneta
tutti sonosi alia medesima città riferiti, e ninna distin- con quelle dell altra supplì re. — Atteso ciò, potrebbe an-
zione fatta si è tra mesmeo e medmeo popolo, talché il che credersi la A dell'ima doversi leggere 2$, tome è nd-
Vossio pensò doversi il vocabolo Marna di Stefano ,
laltra; similmente che in quel MEA.V retrogrado clic in
sospetto, ed il Capialln (830) mise piti in dubbio, se la ella leggenda dell'altra moneta pubblicata dìi Mionncl,
blesa di Salace e la Marna di Apollodoro fosse la stessa può dirsi scampata la stessa lettera —Ma fAse non ovvi
città diversamente indicata dagli altri scrittori. li Ca- bisogno far cotesti cangiamenti ,
poiché se i nomi di
ptatili inclinò a creder le città diverse anche per la dif- Mesma e Medama son relativi alla stessa città, non dee
ferenza che scorgcsi nella leggenda di talune monete ; far maraviglia se ora in un modo ora in un altro leggonsi
giudicò Marna corrispondere allarmai villaggio Mdiano nelle sue monete. Sembra quindi che nello stato attuale
ed aggiunse che in quei con tomi non pircioJ numero me vorrebbe il Capialbi— Nè a dar lume alla stessa gi-«
di incotte marne e oratisi rinvenute, ed aver nelle pia- va la indicazione del sito ,
poiché Stilare la sua Mesa e
nine al Mettano adiacenti, origine la piò parte delle Sci turno la sua Medna in modo indeterminato tra Ip-
acque del piccolo Me: ima o Maimicchio che nel grande ponio e Reggio posero ; c poco esattamente pur la de-
Mesima si scarica. scrissero Mela, che dopo Tcrina e prima d Ipponio si-
Il Corda (831) cd il de llitis (832) confutarono il fuolla e Plinio, che dopo l'oppido Tauroenio ed il fiume
,
Capialbi dicendo : essersi , eccetto da Stefano , desi- Melauro la mise (835) — Lo scrittor che ha da'o le mag-
gnato dagli antichi autori lo stesso sito or con l'uno, or giori notizie sul proposito è Strattone il quale de-
, ,
con l'altro nome: il doppio nome dato da Stefano esser scrivendo Medama dopo Porlo Ercole e pria del Melati
venuto dal perchè egli raccoglieva le notizie che si riat- ro, conferma che la stessa presso fodierna Nicolera esi
taccavano a diversi nomi senza osservare se le differenti 5 ter dovrà.
appellazioni alla medesima dttà si riferivano : che quindi Non minori contrarietà sonvi in riguardo alfa ori-
questa cangiò nome per la sola ragione delle profferenti gine— Darrio, Mara fieli (836) ed altri fecero dire a Stra-
diverse de! greco o del latino idioma , e Marna o Mesa fine che Medama era Locrorum aedificium : quali pa-
»i disse nel primo e Medama nel secondo — Sembra av- role, nella sua Geografia non trovatisi. Scìmno scrisse
valorare la ragione ddla sostenuta identità , la moneta su tal città: Locri coaJìderunl , che il Morisani (837)
veduta dal Sestini (833) in Roma nel Museo Dundac- corresse habUaeenml. In Solino (838) le parole Zan-
ca ,
paragonandola all'altra di cui era possessore l'a-
clensibtts Metaurum loca! un a Locrensibus Meta-
;
bate Pacifico (83 i). Il Sestini in quella credette scor-
ponlttm, quod mute Fitto, voglionsi leggere: a Locrensi-
835 e 824) Siepi». Bis : op. cit. t. Melma bus Medama et IJipponium quod nane Fitto»Noi però
8x5) Sciamo , Pcrieg. v. 507 crediamo essersi data la origine locrcsc, come già si era
8 jG) Plinio, L. Ili , c. 5 fatto per Ipponio dall'avcr t Locresi posseduto que’
,
827) Strabane , VI
luoghi dopo le vittorie di Dionigi ; e dalle medaglie
8a3) Mela , L. II ,4 c.
8x9) Moriwni
del Pacifico e del Musèo Rondacca traggonsi invece in-
, Antiq. vst. Dmtiorum M. S. nella R. Bi-
btiot. Borb. di N*p. dizi di confederazione con Locri. Piuttosto quindi so-
83o Capi libi Vito, Lettera sa Mesma 0 Medama inserita spettiamo che Mesma o Medama, al par che si è detto
Del Maurolico An. TI , Voi. TU , a. a , c odia citata opera d 'Ipponio debba dirsi di origine tirrenica.
ddl* Ad dardi ,
pag- 11S a i3i
85i) Coicia nel Progr. Qnad. 43 p. 84 e erg.
831) De Ritis ne) cit. Quad. 40 degli Annali civ. p, ioa e 835) Salace ,
Sciamo , Mele ,
Plinio , e Striò, loc. cit.
— 16 —
Per quei che credono alla locrcse fondazione. Me- quanto si è detto sopra. Sulla seconda poi dee osservarsi
dama era nella regione de* Locresi come in fatti pro- che oltre dal non venire avvalorala dalle stesse pa-
babilmente lo fu dopo Dioici — *on dobbiamo poi role greche dello scrittore, non evvi ragione per cui
fermarci su Scilace che la pose nella Lucania ,
poiché defilasi togliere al fonte l'epiteto di magno , tantoppiù
come per Jpponio, ciò riguarda l'epoca in cui l'agro rac- che l'emporio cui si vuol riferire, fu da Sfratane indica-
daraco fu nel brezio compreso — Ed in quanto alla opi- to in detto luogo con l'altro dì nobile— Cofeslo emporio
nione (839) che ruol Medama dipendente da Reggio, era un navale o stazione di navi presso il Metauro e Me-
o sua alleata, pria di cadere a'Locresi >
non si ha al- dama. Da alcuni si vuol lo stesso che Porto Oreste sol
tro motivo fuori che la credenza possibile ma non giu- mentovato da Plinio; c da altri come si è detto (V. sop.
stificata ,
anzi contraddetta generalmente , di esser cioè §. XIII )
l'emporio di Strabono è creduto identico al
il confine della regione reggina al di Ih del Metauro. plmiano Porto Èrcole Cotesta quistionc però sfugge alle
vocaliolo indicante impero , ed il de Ritis (842) a ma estendessi — Sol qui riportiamo sul proposito la
caldea voce denotante esser la città in mezzo due riflessione del Millingen (849) che attesa la vicinanza di
fiumi — Ma più chiaramente la origine del nome cotesto emporio la città aver dovrà qualche importanza.
ne sarà manifesta consultando glt antichi scrittori. È nella storia detto che Medma fu patria di Filippo
Da Meandro (843) c da Lattanzio (844) si narra che ( e non Philisto come per error de* copisti leggesi in ta-
una ninfa, ed un vaso— Ecatco (846) il nome di Medme tro vio . Proclo , Alessandro Afrosideo , Gemino, ed al-
deduce da una fonte che avea la stessa appellazione — tri— Erroneamente l'Ughellio, Pacicchelti , Fra Elia di
Sfratane (847) pur disse, ner longe ejusdem nominis Amato c Sacco (‘appellarono Stefano Filippo ,
unendo
fons magnos cum emporio nobili , o come altri legge così i due nomi del filosofo, e dcU'autorc che lo ram-
ejusdem nominis cum fonte magno et emporio nobili — mentò.
Da coleste notizie sembra che tan può conchiudersi In Diodoro (851) leggesi che liberata la Sicilia da' Car-
essersi appellata la città col nome della ninfa custode taginesi ,
Dionigi mal fidando de' soldati che nel nume-
della vicina fonie , che prof labilmente veniva adorata ro di 10000 a propria paga tenta , volendo di altri prov-
da' Mtdmei come lo era Ligea da' Terinei e Vartenope vedersi , raccolse 1000 Locresi , 4000 Medimnei c 600
da' Napolitani E tal fonte crediamo essere la sorgente Messeni, c col loco! li in Messoria — Cotest i Medimnei fu-
del fiume Mesima che col suo nome tutlor ricorda l'an- rono dal de Ritis (852) ritenuti per gl islessi Medmei, per-
tica città. chè credette quel nome più ravvicinato alla sua etimo-
Nel sopra citalo luogo di Strabene si pretende da ta- logia ; e sospettò che Dionisio trasse da Locri e Medma
luni doversi leggere ftmias invece di foni c da al- tutti quei cittadini che agli ambiziosi suoi disegni mct-
tri vuoici 1 epiteto magno riferire non al fonie ma al- teano ostacolo — Ma su di esuli malcontenti qual fidanza
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— 11 —
duce dall'Africa il quale del suo ritorno lasciò memoria siderato era come il fondator della città— Somigliante
nei nome di Tropea , ricordar volle la sua vittoria eoo a questa è una moneta anepigrafa in cui il giovine ha
l’altro di Micolera —Certo è però che quest 'ultimo nome nella destra una patera , ed in alto una stella ad otto
trovasi per la prima volta segnato «di 'Itinerario di An- raggi —Anche il Kejmier e l’Eckhel menzionarono una
tonino— Dal Fiore, Aceti ed altri credetesi lo stesso di simil moneta , ma quegli non parlò della patera , ed
Massa A'icoterana che leggessi in $. Gregorio (855), ma entrambi invece del cane dissero esservi un arco ed
l’Adilardi (856) seguendo il Romanelli (857), invece ap- una faretra. Il primo perchè la leggenda non offriva
pella col secondo nome una chiesa sita in un fondo aiu- che i soli elementi I1AN (attribuì a Pandosia, e l’al-
tato di quella diocesi— Fu soggetta Nicotera a frequenti tro la segnò fra le incerte con l'ambigua leggenda API-
incursioni saraccnichc (858) ed era deserta a' tempi de* mtkma , che il Sestini lesse jraTHPA BIEffMAION,
Normanni , i quali nel 1065 vi trasportarono gli abi- e notisi che il nome di Soteira 0 Soieria davasi a Ce-
tanti di Poiicastro. Da ciò ne venne che dai Normanni rere come la salute della città (861)—Lo stesso autore
si volle f ondata dal Malaterra (859) e dopo lui da altri. pur menziona una moneta di bronzo con la leggenda
Essa fu cinta di mura e munita di castello. Le prime flr&TliP ME3MAIUN c con la testa di Apollo, da lui
esìsteano nel 1704 ed eran dirute in qualche parte od veduta Beai Museo di Monaco ma Mi Ili n-
nel ; il
1733 : il castello fu nel 1284 abbattuto dal Loria che gen (862) con accorgimento osserva non essersi ben
il ristorò odi anno appresso. letta dal bestini forse per appoggiare la sua inter-
,
Finalmente ne resta dire alcun che delle monete pe trazione sulla precedente leggenda della medaglia de-
mesmee o medamee , le quali per quanto si cono- scritta daU'Eckhel.
sce son tutte di rame , di sette diversi moduli , e con Due di diverso modulo hanno la testa di Cerere di
varia leggenda indicante nome del popolo, eccetto
il
prospetto coronata di spighe con chioma dall’ una e dal-
una c Ione due, in cui vuoisi leggere quello delta città.
l'altra parte del collo giocosamente sparsa; orecchini e
Di queste due ,
una ha ME3MA. con testa feminile di mon ile di perle vaso ad un'ausa monogramma n
: , il
prospetto e tcsla di Apollo : l'altra è quella del Museo
)(
)( e t està di Apollo laureata con lunga chioma. In una
Rondar ca da noi sopra mentovata purché non vo- avvi al rovescio ME..I.. ( lettere corrose ): nell'altra
glia ritenersi per identica a quella dd Paci Geo in cui MESH. . .—Simile a queste ma di modulo diverso è la
non il nome della città ma l’altro del popolo è espresso. moneta riportata dal Mionnet che ha nel rovescio mea-
Quattro hanno la intera leggenda MESMAlUN , maiun 0 come altri legge MERMAlUN— Anche si-
,
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, , ,
— 78 —
cbè Erodoto (866) raccontò aver Dario scaccialo dal- nella odierna Basilicata, o in Ateìia , o in Muro dis'an
l'asiatica Milito gli ahilanti ,
e questi uniti a' Siimi te 1 1 miglia da A/el/a ,
0 in qualche altro luogo di
essersi dispersi ; nè perchè Plinio (807) c Seneca (868) quei dintorni , mettono l'antica Numistro ,
presso cui
mentovarono le molle colonie cui la ionica MiIrto fu Annibaie («se i suoi accampamenti , di rincontro ai
madre feconda, ne deriva come ben riflette il Ca- quali il romano Console Marcello dal Sanniti (lassato
R. cadde tutta in potere d«-' Brezi e formò la prie nome di Liaanùi, fabbricata dagli Eno/ri, c distrutta da
marittima del lóro territorio che molto cstcndeasi nella Totila. .Egli fondò il suo pensamento sulla lettera da
parte mediterranea della media Calabria , ove forse S. Gregorio diretta al vescovo di Lissitnmu (V, sop. § HI)
eranvi diverse brezie città benché se ne ignorino i no- che credette invece mandala a quel di Litui ih men-
mi. Da taluni quelle che appcllaronsi Numistro e Ma- tovato per errore decopisti con l’altro nome. E con ciò
merlo crcderonsi rinvenire in paesi della nostra pro- sudi un preteso errore volle giustificare 4a esistenza di
vincia, ma noi tenghiamo diversa sentenza. una città non nomina’a da alcuno— L‘ Aceti (88 i) si per-
A icastro distante dal Tirreno circa sette miglia si suase che Namisiro e (Astemia furono gli antichi nomi
volle da taluni l'antica Numistro , la quale da Plu- dell'attuale Nicastro che pur secondo Ini chtamossi Leo-
tarco (870) e da Livio (871) è cfctta città della Lu- emiro ,
senza («usare che quest’ultimo nome talvolta
cania , c da Tolomeo (872) è nominata frale medi- mentovato nelle cronache del medio evo, spetta a Cesti-
tiri ance de' Brezi nel seno tarantino — Piinio (873) nel gitone altro paese della ultra «ronda Calabria— Il Quat-
parlar di tal seno, nomina diversi popoli lucani, fra tromani (885) c lo Scara m lizzino (888) benanco riten-
quali i io Iceninni , quitta, ci soggiunge , Numeslra- nero che Nicastro chiamassi Ussania , ed il secondo
rti junguntar —Secondo queste indicazioni, non dee l'an- disse ciò risultare da una iscrizione del 1122, la quale
tica Numistro trovarsi nella media Calabria , nè in oltre dali'esser -tratta da un manoscritto d'ignoto au-
Tirioto mine sospettò l'Egizio (871) ; nè in Nicastro , tore non merita fede perchè fa parola della vetrata
, ,
come ritennero il Delùde (775) il Ilccupito (S66) il in Nicastro di Papa Callisto II die sì crede non vera
Fiore (877) l' Aceti (878) l'annalista Grimaldi (879) (887) — Altro manoscritto è pur citato dal Marafioli
\
cd il Lapis (880) — tjuest'ultimo seguendo il Fiore la ma nguun vede esser coleste opinioni sol del tate da
\ credette di enòtria origine, e suppose aver Plinio con la spirito municipale e non da amor del vero.
\ parola jnngunlur voluto denotare non esser i Nume sira • A dieci miglia dal Tirreno nella direzione ddl’an-
ni un popolo lucano , ma a’ VolcetUani unito per sog- fica Tirino, erri Martirano ove nel febbraio del
gezione od altra causa— Altri (881) più giudiziosamente 1212 -mori Enrico »
primogenito figlio di Federico
* il. che ribellatosi al padre fu latto prigione nel 1235,
866) Erodoto TI
e prima nella rocca di 5. Felice in Principato Ultra »
867) Plinio , L. V # c. ajj
*
•
t
8G8) Seneca % * ^ poi in Nicastro, ed infine nel 1210 in Mar tirano fa
op. eit.
—
,
869) Ca piatili , Mem. ri#, p, XXXV sostenuto (888) Si volle credere dal Battio, Mara-
870) Plutarco in Annibale fioli c Fiore elio tal paese fosse l'antica Manu rio, ma
871) Licio , , c.
a XYVH contrarie sono le testimonianze dogli anlù hi— Strabono
871} Tolomeo ,
III, c. 1
scrisse che i Brest occupavano le mediterranee città
873) Plinio ,
1 JI , c. II
sopra Leggio e Lucri , e clic ivi era Marnerio, nobile
874) Egizio, Senattucon. de Bachanal. eive Etplic. afe.
N»p. 1719. oppido, e la selva Bretliana ferace di ottima pe-
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,
ce (889). Co«aJa descrizione benché poco determinata rispettivamente dal mare 21 , 16 e 18 miglia. Si è detto
Insta ad escludere la identità tra Martirano e Mamerto~- il primo chiamarsi Vertinae , il secondo Brystacia , e
I Mamertini disse Plutarco (890) furono i soli che nel l'ultimo essere» o secondo alcuni l'antica Pimento , o
numero di 10000 contro Pirro reduce dalla Sicilia accor- come pensò l'insigne archeologo francese duca di Luy-
sero ad assalire il suo esercito ;
ed il re perduti due de- nes ( confutato non ha molto dall’egregio letterato co-
fanti e molta gente, ferito nel capo, a grave stento con sentino L. M. Greco (897)), la celebre Panda sia che
20 cavalli e 3000 fanti salvossi dirigendosi verso Taran- comunemente nella Calabria citra si pone ;
ma noi pas
to, in aiuto dd[a qual città andava contro i Romani. Co- siamo a più utile ricerca.
loro che alia cennata identità prestarmi fede, tacer cam- XVI. Nel ceotro della media Calabria, distante nove
minare Pino per i territori di Mariirano e Nicastro miglia dair/omo c poco più dal Tirreno , ewi il paese
attraversando la contrada oggi detta Dee oliatura e la di Tùtolo dal Mara fio ti (893) Fiore (899) ed Aceti
Sih (891); c perfino fra glindicati due territori nel (900) creduto antico edificio degli Enotri. Il Rarrio
1007 il conte di Nicastro Tommaso di Aquino tace (901) opinò ivi essersi stabilita la colonia che come leg-
porre una iscrizione in memoria della disfatta che Pirro gesi in Plutarco dagli Ateniesi mandata venne in Italia
ebbe dai Marna-lini (80*2)1 — 11 Fiore (893) cita un ma- sotto la condotta di lerone ; c benché comunemente
noscritta greco che un cittadino di Mariirano avea ve- credesi che tal colonia sia quella de Turi , egli sfor-
e narra ivi leggersi che Marie dopo aver seguito Ve- quale inviata mentre in Atene governava Nicia, era ben
nere moglie di Vulcano in Sicilia, passò in Calabria a diversa dalla precedente che fu spedita nell'epoca che do-
huidar Mariirano ove edificò un tempio in onor della minava Pericle— Ma qui l’erudito calabrese scrittore fa
sua amata. Il Fiore non si mastra restio a tal favola, nella lettura di Plutarco ingannato dalla premura di tro-
e discorre della figura della città, di un ponte mara ti- vare l'origine di una città che tuttora ignoriamo. Cd in
glioso, di palagi e di altre opere grandiose che non esi- fatti il citato biografo (902) nel descrìvere le core dì
stono. Nicia per (arsi tenere per uomo di grande importanza ,
889) Sirtbooe , VI 890) Plutarco io Pino 877) Relazione di Greco nel V. 11 , p, ia6 degli Atti delta
891) Barrio ,
p. i »5 Accade m. Cosentina
891) Aceti in Birrio , p. i3 i 898) Manlioti , L. IH , c x|
893) Fiore , p. irB
899) Fiore, p. 191
Grimaldi , Voi. eil. c. XIII 900) Aceti in Barrio p. 977
895) Buceglia , Allegazione per 1 poi uno ri delio Silo, p. i 5, 9oi)Barrk>, p. tjS
18 e 19
901 J Plutarco , in /Ceto
896) Ltipia , VoL cit. p. 1 31 903) Lupi» , Fot. cit, p. 140 • 141
— ,
— 80 —
carne ntc adoprat» t corichi use quindi che comunque non per Tharios autem et Regio palet ,
quam Thùurianam
sajìeasi se questa furia cotoma fosse stala indipendenle rocant ; e questo luogo è stato diversamente interpol rati»
dalla sua. origine o ne' tempi posteriori , esser certo dall Egizio (91 1
)cda! Lupis (912)— Il primo credette che
ch'ebbe un'epoca in cui coniò proprie monete— Ma poi- l 'agro teurano cominciava dai confini della regione dei
ché il ragionamento del dotto calabrese non poggia che Turi e si esternici sul Tirreno sino al fiume Lao da una
sulla esistenza della indicata moneta a lutti ignota e parte, e fino allo stretto siculo dall'altra , comprendendo
da lui probabilmente male interpetrata , non può te- la città di Tauriano distante: 120 miglia da furio. Egli
nersi neanco come congettura. disse alla regione derivato il nome dalla catena di monti
Le ricerche su Tiriolo hanno acquistato una imjmr- che la dividea per mezzo : quali monti sia a causa delle
tanza maggiore dopo il 1640, in cui nello scavarsi ivi alle lor vette o della lor forma eran delti Tauri. Il Gri-
le fondamenta de! palazzo del principe Cigala di Ti- maldi (91.1) pensò che il nome alla regione lo diede
riolo , fu rinvenuta la tavola di bronzo , dal prin- la melrojtuli di essa detta Tauriano ove suppose che si
cipe Gio. Battista Ggala donata all Imperalor Carlo VI fosse mandata la colonia che Livio indicò aver i Romani
che la pose nel museo di Vienna ,
e dall'illustre archeo- progettato inviare nelle terre brezie quando si propo-
logo napolitano Matteo Egizio nel 1729 spiegata (904) sero in quelle de' Turi mandarne un'altra. II De Ri-
Si è creduto essersi in tcm[io amico rotta in una parte tis (914) opina che prima di chiamarsi Tauriano la città
e poscia unita con bronzo fuso come fu rinvenuta (905)— veniva appellata Tauri — Il Lupis dall'altra banda so-
Il Fiore che mori nel 1083 (900) fece menzione di ro- stenne che Yagro teurano non ebbe nome nè da Ta uri
tcsta tavola che non fu generalmente nota pria dell'illu- nè da Tauriana ,
ma da’ Turi come secondo lui risulta
strazione dell'Egizio Me per errore taluno la disse sco- dalle stesse parole di Strabone— Checchcoesia della que-
perta nel 1092 (907)—La iscrizione in essa scolpila con- stione sul nome, per la quale ancora mancasi di certi
teaea un Senatusconsulto scritto in lingua pressoché si- elementi, può ritenersi esser Tiriolo , come disse l'Egizio,
mile a quella di Ennio contemporaneo alla pubblicazio- quasi nel]' ombelico de] territorio Teurano , c perciò un
ne dello stesso fatta nel 508 di Roma., e vietante i bac- luogo opportuno perchè l'editto fosse a tutti noto — Ma
canali. Coraistean questi in notturne conventicole inone- oltre la op[iorluni!à del sito forse anche per la impor-
ste ed empie. Esecrati perciò da'Romaai fu.prescritto tanza della città potè essere affissa la indicata tavola, che
che il senatusconsulto d’inibirioae nolo si facesse tic di- il Grimaldi senza alcun fondamento non fu alieno dal
versi luoghi al loro dominio soggetti : e dallo stesso ap- credere essersi da Tauriana in Tiriolo trasportata.
parisce l'ordine di venire affisso ove più facilmente po- Riportiamoci all'anno 5G8 di Roma che fu l’epoca del
lca esser conosciuto. Senatusconsulto — I Breit erano allora prostrati ed
Disputa di non foci! soluzione è caduta sulle tilt ime avviliti dalle perdite sofferte per aver sostenuto le
quanto indeterminate ed oscure —Nino lume ne dà To- che cangiarono i loro nomi in Copia e Valentia :
lomeo (908) il quale indicato avendo dopo Tempia e ed infine Locri e Reggio eran confederate città e
pria del seno ipponiate, il tauriano scoglio c Tenaria, somministravano le loro navi ai Romani — Non è
ne fa credere aver inteso parlar di Tcrina e del ten- quindi fuori proposito dire che questi nel governare
acie scoglio ora detto Pietra della u^r—Plinio (909) il Battio , la parte montuosa da Torio fino al reg-
— Non resta che Strabone (910) il qùalc scrisse: Su- ale di esso sia stata nel luogo centrale ove ora è Tiriolo
che forse appella vasi con nome non dissimile dalla re-
•jo4) Lapia , ivi , p. 164 — Egizio , op. cit.
gione. ,
De »' 6
Strabono , L. VI 914) Riti* . Q «J. P-
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Che usa città in quei contorni tì sia stata ,
non vi alla costruzione di case, navi ed ogni altro uso Cre-
rade alena dubbio; e lo dimostrano i rottami di co* scono ivi in copia altissimi abeli e pioppi , ampi fag-
lutine, i franti sepolcri di nobil lavoro , t vestigi di fab- gi, frassini ed ogni sorta d'alberi. Sono essi fecondali
brica parte visibili e parte sotterra e di qualche strada dalle acque che vi scorrono , e (anno sulle montagne
interna , i vasi le monete, ed i tanti altri oggetti rio* con i loro rami continua ombra. Gli alberi prossimi al
venuti nel territorio di Tidolo, e peri oppiù nella con- mare ed a’ fiumi , tagliati intieri dal ceppo è recali ai
trada circa sessanta passi distante dal paese, presso vicini (torli ,
materiati forniscono a tutta l’Italia por na-
che cose—Fra Tallio ne’prindpl del corrente anno ivi stinata a dar la resina chiamata Brucia ch'è la più
fu rinvenuta ala statuetta di terra colta deUalieua di odorosa di quante io ne conosca. Quindi è che (Ionia
tre quarti di palmo rappresentante uaa Minerva munita daH'affiUo di coletta territorio trae in ogni anno ricche
dusa, c tenendo con (a mano dritta un vaso che in atto XVII. Sarebbe stato nostro dovere parlar dello stra-
di versare poggia su di una colonnetta—Ciò forse deno- de , ma ninna traccia è rimasta di quelle che le anti-
tar, potrebbe che Tantica città prestava special colto a che città di questi luoghi adornavano ; e per le altre ihe
ValInde cui crasi consacrata qualche vicina fonte. con lioma metteaole in comunicazione ,
non si hanno
li la ignota città magnifica e ricca esser dovea poiché che le fiuto notizie tratte dalle note due lapidi rinvenute
sovente idolelti, collane ,
orecchiai ,
carnei ed' altri or- una nella valle di Diano presso la Patta e l'altra in Ro-
namenti di finissimo lavoro sonori. colà rinvenuti. Nè ma , c dal \' itinerario di Antonino. Inesatte ed osenre
ometter dobbiamo una colonnetta di oro che nel passato essendo quelle della tavola Feuìingeriana, non ci siamo
secolo trovosri e donata fu al IV Ferdinando, e ciò oltre affatto su di essa fermali. " ,
moltissime monete e grecite c romane e puniche e lire- La prima lapide indica te diverse stazioni della strada
rie. Ai tempi del Lupis (Dio) ed anche anni dietro molle che innestavari con la via Appio nel Foro di Capua —
se ne trovarono di oro e di argento con la effigie di Essa percorrea miglia 331 fino Reggio ,
ed appellata
Filippo, Alessandro, e loro successori — In somma vermi era Aquiliana 0 PopUiana dal Proconsole M. Aqoiiio o
luogo della nostra Calabria, eccetto Cotrone , ha offerto Pupillo che ne fu fautore verso la metà del VI se-
tante anticaglie quanto Tiriolo — Ma qua l’era il nome di colo di Roma (917) —Ecco ora con la scorta della stes-
roteata città capitale? — Forse il tempo lo scoprirà , ma sa lapide la distanza de’ luoghi che la strada traversava
intanto dobbiam confessare la nostra ignoranza. nella Calabria ,
ed il confronto con le stazioni e le di-
Al nord ed est di Tiriolo nella contrada che guarda sianze indicale nel X Itinerario di Antonino che alla stes-
I Ionio c con la prossima ci tra Calabria confina \ ovvi sa son relative.
la porzione della Sila die nella nostra ultra è compre-
Lapide di folla.
sa , e forse parte facea dell'aro teurano. Benché i Ilo-
mani nel 472 di Ilo ma segnarono il nome de’ ito?/ ne’ Dalla Polla a Murano, miglia 74
. . *. •
, v •
liera qui riportar nel nostro idioma la sua descrizione che Itinerario di Antonino.
a quanto ne semiira da nessuno scrittore è stata finora
ricordata — « È piena, egli dice , di piante inservienti Da Aleruhun, forse dove la Rotondo in Basili-
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2 , ,
Fino a Capraià che ignorasi riov era . 21 Le indicazioni dii cotcsta strada dopo il Cocinto cioè
A! fiume Sàbato o Saluto 18 rio son quelle dell'altra strada, eccetto il luogo ad Torres
Ad l'urrts . . ; . . . . . .
* . 18 tra il Saluto e Vibona che ha fatto credere alla esisten-
A Nuoterà . . . . . . . . 18 rio Il Capialbi (919) però osserva che non dtlà eravi
Ai Matti» .......... 24 nel dinotato sito , ma bensì una stazione di. carri e
Ad cohtmnam 14 di corrieri-*- Giecchenesia di ciò, niun vestigio delle
1
50 descritte due strade è rimasto, eccetto quello presso il
La seconda lapide dottamente illustrala dall'erudito Crotalo dj cui si è già discorso ( V. sop. §. HI. ) e for-
reggino Morisani, riguarda la strada fatta nel 103 sotto se anche l'altro da noi mentovato nella contrada Uria
l'impero di Traiano, per cui chia mossi : Via Troiana — ( V. sop. §. IV. ). È da sperarsi che col tempo 0 per
Concorsero alla spesa di essa i Sa/entini, i Brest, i Na- effetto del caso, oppure mediante scavi appositamente
petini,%V Impaniati, i Manierimi, i Reggini, gli Seii/acei, fatti , saranno un giorno note le atatichc vie da nostri
i Cauloniti, i Lamette i, i Terinei, » Temprarti, i Ixuresi maggiori percorse
e que'di Torio, popoli lotti che sono nominati nella la* Gli scavi però non solo arrecherebbero questo van-
pide (918). Sebbene in questa non sono indicati i luo- taggio, ma da essi molto] lume Venir potrebbe tifar-
ghi che la strada percorrea, dee credersi che siano quelli dicologìa e storia di questa classica regione. Finora non
dell’ Itinerario di Antonino nel segnente modo nominati. se n'è latto alcuno nella media Calabria, eccetto i pochi
Ueraelaea ad Vire s imam, che vuoisi corrispondere dell'egregio Cipialbi Interessante ed etile quindi sareb-
ad Ammendo laro nella dira Calabria m. . .24 be tentarli almeno in quei luoghi che per i risultamenlr
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, ,
/ .
Prefazione Se illudo
P(*g. tu II ‘ iì, 35
PARTE PRIMA.
§. III. Fiume Crotalo o Cornee — — Crolalla
Castra Anmbatis — Limiamo — Hoc
retta 37
OSSERVAZIONI GEMMALI. .
§ II. Opiniuni sul suo anlico stato geolo- lica città — Triictiene e Barbaro er-
gico, 2 roneamente credute antiche città —
§ III. Mare Ionio . h .5 Fiume Aracha 0 Crocchia — Voluta
§ IV. Mar Tirreno - . » 5) antichità di Betcastro — Fiume Tar-
*
jè V Confini dell'antichissima Italia c rifles- gines ,o Tarma —Capo delle Castella * 40
sioni su’ primi suoi abitanti. . » 10 § V Promontori iapigi — Caciaio . . *• 42-
§. VI. Nomi dr Saturnia Esperia ed Ausonia $ VI Crulone . . .. . -
. . , . . » 48
" cb’essa ebbe » J2 § VII Fiume AVc/o — Opinioni sull'antichità
§. VII. Nome di Brctia ed orìgine da' Brezt • 15 di Santa Sed erino ..... » 58
Tirreni .
- 19 §. ix. Melissa , voluta antica città — Crimis-
g. IX Nomi di Confa e d Italia . . . » 23 sa, città, fiume e promontorio —
i X Morgeti , Siculi c Iapigi ...» 25 Abiuro , opinioni, e forse nella Ca-
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ST1BI SMISTISI
SILL INDUSTRIA AGRICOLA E SlAAIFATTI RIERA
HIP OH 1813.
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I
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!>fi&FA820BB.
|MmfV on già più anni che la società economica della media Calabria si c oc*
Sfera cupata a raccogliere clementi per la statistica della provincia. Diversi se
si eran fatti da noi, fin dal 1 83 a special-
n’eran riuniti, e parziali lavori
mente incaricati delle cose statistiche, quando nel dì ti dicembre 1 844 il sa-
piente Ministro che gl'interni alim i del regno dirige, ed alla settima riunione de-
gl’italiani scienziati degnamente presiede , ordinava che la società economica
desse una sommaria chiara e compiuta idea delle condizioni fisico-morali del-
l’agricoltura di ogni circoodario c distretto della provincia , e presentasse del pari
un cenno delle sue occupazioni e degli effetti che n’eran derivati. Questo difficile
incarico a noi veuiva confidato ;
chicdemio le necessarie notizie le quali
ai soci si
non prima dell’ultimo maggio ne pervennero ; e dalla fine di tal mese, malgrado
la strettezza del tempo e le incessanti cure da cui eravam gravali, sugli elementi
in questo anno e precedentemente raccolti , sugli altri esistenti nella intendenza,
e su’ lavori da noi precedentemente eseguili , occupati ci siamo della presente
Opera la quale contiene gli Studi statistici da noi fatti. In essa abbiam trattalo
le cose agrarie in duplice modo ;
cioè riunito abbiamo da una parte le notizie
sotto comuni rapporti uniformandoci per quanto è stato possibile alle indicazioni
,
richieste nel modello dato per siffatti lavori dal HI Congresso degli scienziati
breve descrizione giusta i voleri del prelodalo Ministro. Dippiù alle cose agrarie
abbiamo aggiunto quelle riguardanti la industria manifatturiera onde così sì
vedesse quai’è lo stato della provincia anche sotto quest 'altro rapporto.
—
i
I nostri Studi vari quindi divisi in due parti Nella prima si è comincialo
dai cecnare brevemente nel I, capitolo i confini, la estensione, gli abitanti e la geo-
logia dell’intera Calabria —
Passando poi ad esaminare la ultra seconda , ci siamo
intrattenuti nel fi. cap. della sua situazione , confini , estensione divisione e ,
geologia; net 01. delle acque minerali; nel IV. de’ fiumi , torrenti, ruscelli e
delle irrigazwoi ; nel V. della popolazione e de’ luoghi insalubri ; nel VI.de’ ter-
reni, concimi, prati artificiali, strumenti rurali e rotazioni agrarie; nel VII
delle colture, de' prodotti e delie malattie; nell' Vili degli aoimali che servono
all'agricoltura , de’ loro pascoli , foraggi ,
prodotti ,
prezzi e malattie ;
nel IX
de* contratti de’ possidenti con gli agrieoi lori e pastori, della coudizione de'coa-
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ladini, c di ciò clic converrebbe fare pel miglioramento dell’agricoltura della pro-
vincia ;
nel X doU’induslria serica ;
ed ivi alle notizie concernenti il suo stalo
attuale abbiamo aggiunto quelle relative alla sua origine c la storia della sua
introduzione in Costantinopoli ed in Italia e delle sue vicende in Calabria; nel XI
delle manifatture diverse; nel XII delle ferriere di Mongiana c Razzolio nel XIII
;
delle concie di cuoi c pelli di Tropea e nel XIV presentato abbiamo un cenno
;
di ciò clic ha fatto la summenlovata società economica per compiere il fine della
sua istituzione.
Nella seconda parte poi si contengono le osservazioni particolari sullo stalo agra-
rio de’ circondari di cui la provincia si compone , c le tavole statistiche : si le
unc che le altre servono di dimostrazione a quanto delle cose agrarie si è detto
nella prima parte.
Le tavole riguardano i seguenti oggetti :
1. I comuni, villaggi, abitanti, possidenti e contadini di ciascun circondario,
giovandoci degli elementi raccolti neU’inlcndenza per l’anno I &43 , poiché non
ancora in giugno eran pervenuti quelli del i844-
2. I terreni in riguardo alla loro situazione e coltura.
3 Le diverse misure agrarie superficiali colla riduzione di ciascuna alla nuova
.
misura.
4 La- quantità de’ prodotti determinata sul paragone di dieci anni.
5 Il ricolto de’ cereali , legumi, patate e castagne avuto nel i 844 , ch’è l’ul-
.
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In quanto alla presente opera, la stessa dee considerarsi meno come la fatica
nostra che il risulta iaculo della operosità del corpo accademico che a proprie
spese F ha pubblicata — Non nascondiamo che essa palesa la fretta con cui è
stata scritta; ma a nostra giustificazione dobbiate dire che volendo la società me-
desima presentarla al Congresso presso cui nc cligcra deputato , abbiaci do-
vuto scriverla in tre mesi fra le distrazioni delle cure forensi c delle ordina-
rie occupazioni accademiche che quantunque da più tempo si raccoglieano ele-
;
AVVERTENZA
Si avverta che ove san mentovate ie misure senza raggiunto
di n. m. dehhe
intendersi che sieno delle antiche, e che nel discorrere
de distretti talvolta si
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PARTE I.
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CAPITOLO I.
CONFINI j
SITUAZIONE, POPOLAZIONE, E GEOLOGIA DELLA CALABRIA.
reno , occupa la pianta e lestreraità dello stirale cui sua lunghezza di circa 87 miglb ; c distrutte sono in
da Bruren La Marti niere fa rassomigliata l'Italia. La parte le estese selve che un tempo ai bruzj offriron
sua figura è irregolare. È fra' 37" 56' e 40* 4' di lati- ricovero. 11 Montcnero ch è il monte più atto a 5000
tudine e 33* e 17' a 34* 35* di longitudine, quantunque piedi francesi sul livello del mare si eleva. Un prolun-
altri pretende essere fra 33" 35' a 35* SO' di longitudine gamento de’ monti della Sila chiude dalla parte orien-
e 37* 4 a 40" IO
4
1* di latitudine settentrionale. Uguale tale il Tallo di Cosenza che dal mezzodì è dominato
ami maggiore disparità erri circa la estensione della Ca- dal Cocuzzo ; monte granitico fino a due terzi di al-
labria che dal signor del Ile è per miglia quadrate 5066 tezza e nel dippiù calcareo stratificato ; creduto il più
determinata, cioè poco men della quinta parte della Sici- allo monte di Calabria ,
ma che misurato dagli egregi
lia citeriore. La popolazione poi era nel 1842, 1,078277. Sa va re se e Tenore si trovò del Pollino men alto.
II. La Calabria sebbene divisa nelle tre provin- Procedendo la montuosa catena nella media Cala-
ce di Calabria Ultra I , Ultra II e Citra ,
pure geo- bria , dal gruppo della Sila una diramazione tra le sor-
logicamente è in due parti scompartita. Dal monte genti del Limato ed il corso del Savuto si spicca fino
Pollino , che il confine tra essa e b Basilicata , di al Capo Stiverò nel Tirreno. Dalla parte opposta fra*
ossatura calcare , superante il firello del mare 6100 divergenti corsi del Mieto e del Tacina che dalla Sib
piedi fraucesi , la catena degli appennini nella Citra traggono orìgine, i monti digradami in una pianura
s'inoltra ed in tutte le direzioni si stende ; ma dopo che un tempo del marchesato di Cotrone Iacea parte,
la montagna di Acqua formosa che fra le secondarie confinata al sud ed est dal mare ,
al nord dal fiume
è la pih torreggiante ,
Tien interrotta dal breceioso Mieto, ed all'ovest dalle colline de comuni di S. Mauro
Allomonte , ore sono le rinomate saline che furon l'og- e Scandalo e dal fiume Tacina. La stessa frammez-
getto di due memorie de' due egregi calabresi Galli e zata da umili colline ed estesa 150 miglia q. è di ter-
Melograni. Seguono le alture di S. Donato, ove Ira reno terziario e di formazione suhappennitia In essa
Io scisto argilla e la marna calcare rinvengono le me- veggonsi marne turchine di mostruosa doppiezza che
talliche miniere dal francese Bruun lodate ,
e dal ca- sovrastano a sabbie gialle o direniate pietre , c tra
labrese Loraonaco descrìtte. Prosegue l'appennina ca- coleste marne sporgon fuori in parecchi luoghi con-
tena ,
e pria di Tarsia ove al primitivo cede il calcare, siderevoli strali di sai gemma dottamente descritti dal
— 2 —
qua punto in lungo il resto della media Calabria e Aspromonte alto 6107 piedi francesi, cd ivi pare che
tutta la Ultra prima quasi per lo mezzo divide ,
e do- la natura tutte le rocce sparse nella Calabria ahlu'a
mina la pianura di S, Eufemia ampia 60 miglia q. voluto ammonticchiare. Dal suo gruppo distaccasi un
Tra’ due golfi di Squillacc c di S. Eufemia , nella ramo fin capo Pellaio che poscia si distende all'altro
parie più stretta non solo della calabra ma dell'ita- detto Bruzzano ; c da tal punto per la marina dell'Io-
lica penisola , che Dotta con molla proprietà chiamò nio i monti nellavvicinarsi alla costa declinano , e di
strozzamento d Italia attraversa il terreno da un golfo ampie zone di fertili campagne di tratto in tratto son
della Sila , dall'altra da quei della Serra fiancheggia- Le rocce della meridional Calabria sono per lo
ta. II suo fondo è ingombro di copiosi depositi di anti- più primitive. Predomina in essa il granito di va-
chi alluvioni che specialmente ossei vansi nel lato orien- rietà diverse che or trovasi solo ed ora in masse di-
tale dell'alveo del Corate , e di grande quantità di sunite con cunei di gneis ,
quarzo ,
feldspato ed altro.
testacei marini, soprattutto nel fianco del fiume Limalo- Colai granito abbonda più nella parte vicina al Tirreno
Cotesta valle divide perfettamente la Calabria m australe che in quella dell'Ionio , ed è (
almeno nella Calabria
c boreale, e così la media Calabria per la prie che ultra II come il professore Tarantino ha veduto) inalte-
all'ultra 1 . confina , è nella meridionale compresa , ed ralo c di grana fina nelle montagne esposte all'Ionio,
il resto colla cifra Calabria nella settentrionale. a differenza di quelle Ycrso l'altro mare nelle quali è
Nella regione posta fra’ due golfi primeggia la mon- in decomposizione. Dippiu il Fasano trovò che la grana
tagna Serralta prossima al groppo del monte Coppali , di quello piu al Ultorale vicino , è di miglior condi-
ove rinvicnsi la miniera di grafite da Candida sotto zione dell'altro che nella parte più interna osservasi.
altro nome scoperta c poscia illustrata dal Melograni; E benché l'abbondanza dello gaeis abbia potuto far
il quale osservò essere quel minerale sparso in tutto supporre che sia esso la roccia fondamentale delle Ca-
il tratto montuoso della contrada ; c che i vicini poggi labrie c non già il granilo ,
pure è un fatto che que-
a guisa di gradini clevanlist sino alla Serralta , la- sto forma la roccia principale c che passa sovente allo
ncilo più depresso della gran catena appennina forma- gneis. Tal fatto fu puro osservato dal valente tede-
nini indipendente ,
che da taluni dolti per la sua na- essere ricca di petrificazioni l'australe Calabria che giu-
tura si disse esser più ai monti della Sicilia che a quelli dicò sarta dal mare ,
sebbene non ip un tratto , al
rocce primitive; ed un altra branca forma le grani- dine giusta le osservazioni dell’egregio napolitano geo-
quali staccansi quelle di Stilo , ove fra la fillade e (a disi da basso in alto •— 1. Scisti cristallini metal-
zano di variabile spessezza , ma non minore di tre a rio medio carbonifero — Terreno subap- 4. terziario
quattro piedi. Altra branca nell’opposta parte termina penniao — regione per generai consentimento
In detta
col S. Elia net comune di Palmi , le cui montagne de’ dotti naturalisti c soprattutto nella parte meridio-
fan corona ai terziario terreno della vasta pianura dclja nale, a preferenza delle altre province del regno , ab-
della Piana ,
estesa 200 miglia q. e di fiorenti oliveti bondano i minerali, comunque un francese scrittore ab-
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CAPITOLO IL
dine, c 33° 28' a 34" 15' di longitudine E' limilata al- relazioni de’ soci, ed aggiungendo quelli da noi stessi
l’oriente ed deridente da 'mari Ionio e Tirreno , al nord raccolti, qui daremo brevemente un cenno delle prin-
dalla Calabria Ora ed al sud dalla Ultra prima : da cipali rocce e de minerali che in essa vi sono, e che in-
quella è divisa dalla punta di Fiuminkà verso lìonio vece d’indicare seguendo l’ordine de' comuni, abbiam
t dal fiume Savuto verso il Tirreno; c dalla seconda creduto più utile, benché più dificile, classificare con
rispettivamente dal fiume Assi e torrente Tomo da una ordine scientifico.
via, e fiume Mcsima dall'altra . È lunga 84 miglia e 7» ;
larga ,
compensando la parte piti stri lla colla più lar- notes CAnnoNosE
ga , 52 '/« ; e 273 '/4 di perimetro. La sua estensione
secondo taluni è 1754 miglia quadrate, pari a I, 775, Grafite ,
grano-lamcllosa, di tessitura scistosa sottile,
399 moggi napolitani di 48400 palmi l’uno , uguali di color che va al grigio- violetto più o meno carico,
ad 8, 535, 363 moggi c 3122 pai. di n. m. Giusta e con picciolo tracce pcrloppiù impercettibili di solfuro
il catasto sarebbe di 1,033, 541 moggi di 23 misure di ferro—Trovasi copiosamente in letti subordinata allo
e la massima 88200 ; ma dalle notizie raccolte dalla Squillate , S. Elia, Filadelfia , Polla: quali paesi son
società economica, risulta essere I, 230,035 moggi tolti posti nella regione frà due golfi di Squillaci e
di misure diverse ed uguali a 5, 443 , 919 mog. c pai. S. Eufemia. La miniera principale è quella esistente
OGGI di n. m Dei quattro distretti il più vasto è Co- nelle montagne di Olivadi alla distanza di miglia 4
circondari, 150 comuni e sette diocesi, delle quali una zioni di quella di Olivadi, che considerandosi come il
con arcivescovo residente in S. Severi na , e sei con centro di tutte, tiene al nord quelle di Centracbe, S. Elia
vescovi residenti in Catanzaro , Incastro , Cotrone ,
c Squillare, al sud l'altra di S. Vito, ed all'ovest quelle
Squillato, Tropea, Milelo Vero è che 23 paesi della di Polia e Filadelfia. Nella prima in varie epoche si
provincia dipendono da sedi vescovili fnori di essa sta- son fatti degli scavi e se n’è ottennio molto profitto:
bilite, cioè 17 da quella di Cariali nella Citra calabril, altri se nc son praticati in S. Vito e $. Elia, ma da
5 da quella di Gerace ed imo dall'altra di Reggio nella parecchi anni non sì lavora più in alcuna.
Ultra I. ;
ma invece nelle diocesi di Tropea c di Ni- Nel comune di Monterosso a mezzo miglio dal paese
castro van compresi rispettiva mente 13 e 25 paesi nella contrada Pantano non che , in Miglierina, pur su-
della Gtra Calabria, cd in quelle di Sqmllace e dì Mi- bordinata allo gneis ,
evvi grafite che differisce dalla
loto 6 c 39 della Ultra I. precedente perchè presentasi a strati decisi di una tes-
II. Parte di tal provincia compresa essendo nel- situra scistosa più compatta ,
di color grigio-violetto
fausta! Calabria e parte nella boreale, degna è di sporto ed oscuro, ed è piena di solfuri dì ferro in massa.
osservazione la sua geologia che varia ad ogni fralto, Nel comune di Amato e principalmente nelle cootrade
e jartecipa de caratteri geologici predominanti nell’una Pellocane ed Erbaggi, distanti Luna mezzo miglio dal
e nell'altra. Noi or fermando su tal soggetto la nostra fiume Lamato ed altrettanto 1 altra dal paese, rumensi
,
- 4 -
anche grafite simile a quella di Monterosso ma pia ter- N. B. Di talune di dette rocce se ne fanno spedi-
rosa. È a notarsi però che glinduati tre comuni son zioni in Napoli cd altrove per uso di stoviglie.
gio, che per due miglia si estende dal luogo detto Pie- presso Filili villaggio di Parghelia.
tra del ferro all'altro appellato Fontana del ferro , ove N. B. Sono tali due varietà ottime per stoviglie, ed
subordinato allo scisto argilloso evvi uno strato ben a tale oggetto se n'estrae gran quantità da Tropea.
alto di terra sporca di grafite. Anfibolo. Vicinanze di Gimigtiano.
litantrace comune, (
lignite )
ne' tenitori di Squillate
Monteleone (nella contrada Ma/achimi), S. Calogero, Rame carbonato-Nel comune di Martirano se n’é
Motta Filocastro, Calimera e Caronc nell'altro di Mon- rinvenuto qualche pezzo terroso, matto, color turchino
teleone. I litantraci di quest'ultimo distretto avendo gli d indaco ,
esteriormente macchiato di rame ossidato , e
stessi caratteri, ed essendo i suindicati luoghi fra loro che sembra essere stato rotolato dalle acque.
più o meno vicini, par ihesian lutti diramazioni della Nei territori di Amato e Gimigliano , nelle monta-
miniera principale cli'è quella di Conidoni, ove il mi- gne presso Dasà, e nella contrada RijUano nel comune
nerale è a letti estesi ed in grandi massi che han fatto di Cortale , si sospetta esservi rame ferro solforato.
cina alla precedente cd estendasi, per come si è potuto sponde del fiume Lese tra Belvedere e Caccuri , cd in
giudicare da' punti intermedi, per quattro miglia fra le maggior quantità tra Caccuri e Casino nella contrada
più o mcn doviziosamente sparso di ferro solforalo. foralo dee rapportarsi il minerale che dicesi essere nel
— Erbaceo ( torba ) , in molli terreni come si vedrà territorio d'Isca, e nelle montagne di Arena ,
Potia e
nel parlar che faremo di ogni circondario. 5. Elia , ove si crede potersi da esso ottenere oro cd
aagento.
ROCCE QUARZOSE.
ROCCE FERRICHE.
Quarzo con mica o con granali poliedri a facce ben
pronunziate, ne' territori di Targhetta e Tropea. Sono assai comuni , e qui solo indicheremo i luoghi
— Sabbia quarzosa, nelle coste del vallone detto Pi- ove la quantità è maggiore o la qualità più pregiata.
gna presso Parghelia. Pirite comune ( ferro solforato giallo — Si osserva
—Selce piromaco (pietra focaja), in pezzetti distaccati, quasi in ogni roccia disseminala nc' granati, nello scisto
nello stesso luogo della precedente sabbia con cui è micaceo, nel calcio carbonato, e ne' terreni di alluvione
,
misto , cd in altri luoghi del circondano di Tropea. — Fra l'altro, nelle vicinanze di Platania in filoni nella
— Granelloso , nella vigna Colate lungo la strada fillade quarzosa — In Gimigliano e Melissa in vene nello
che da Parghelia mena a Filili. gneis c nello scisto micaceo— In Misurata in grani liberi
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cristallizzali in cubi cd in altre forme— In Corta le, con- ROCCE MANO APICI!!
Irada Mettiloro — In Miglicrina, contrada Portello — In
Girifalco, presso il monte CoseUo — In Sensale, montagna Manganese ossidalo — In grandi massi nei dintorni
presso la contrada Trippe — In una montagna ch e fra di Brialico.
— Idra- Solfalo derivante dalla decomposizione del pre- Sodio cloruralo (salgemma), a grandi ammassi ne’ter-
cedente. — Nella contrada Badia presso Gimigliano, nel reni terziari de comuni posti tra il capo Alice e quel delle
comune di Tiriolo ,
nelle falde del monte Ritentino Colonne , e specialroenlc in quelli di Geremia , Bel-
presso Nicastro , nella Sila , ed in parecchi luoghi or vedere ,
Caccuri , Zinga ed Allilia. Trovasene pure
tra graniti di transizione, or nel fi la ni race , or sovrap- nel villaggio detto Steccalo, in Policaslro, in Cropani,
na e Amato; del monte Corrilo di Girifalco ; della con- detta Eròaria, al sud del paese da cui dista circa due
trada Colute in Centratile: del territorio di Gimigliano; miglia , nel pendio di una collinetta, da un soprap-
del luogo detto Catalano in Martirano , e quelli tra'ter- posto strato di scisto argilloso e di caldo idro-solfato
ritori di Ccrenzia e Cacci) ri. sienitico , fra vari altri ruscelli ve ne son due (
che
Ferro Ossidolato — Territorio di Palamiti poco lungi poi riunisconsi in un solo che dopo non lungo corso
dalle dirute mura della chiesa vecchia, in filoni nel cal- si scarica nel Simcri ) , ne* quali detto minerale comu-
cio carbonato grano—lamelloso soprapposto allo gneis ,
nemente nolo sotto il nome di sale di sellia t è in dis-
e vicino, come ha osservato il professore signor Ta- soluzione. Allorché lo acque per effetto della naturale
rantino , a degli enormi massi di simil ferro , di cui evaporazione si condensano , e soprattutto quando si
[Mire dover essere [Mena tutta quella contrada , come gelano, si vede nelle loro sorgenti incrostato e nell 'in-
lo indicano le terre , le ocre e le acque ferruginose che terno di esse depositato il solfalo di soda, presentando
ivi trovansi , e la presenza non interrotta della cennata la forma di bellissimi cristalli trasparenti di figure pri-
testo luogo dal signor Tarantino molto adatto per uno in Zagarise contrada Castoro —Ve ne è pure in altri sili.
stabilimento metallurgico.
— Ossidalo— Territorio di S. Biase verso la fine della ROCCE CALCICHE
contrada S. Sidero , non molto lungi dal fiume Nin-
navo sottoposto a* monti di Samm/nà t e precisamente Calcare (calce carbonata) — Trovasene in molti punti
a quel dell'Elba ,
ed i pezzi rinvenuti non esser tra- quello di transizione, il grossolano ed il tufo calcare, ora
sportati per effetto di alluvione. La presenza della roc- alternando col calcio idro-solfato , ed ora col sodio-idro-
cia calcare in quelle montagne , e le ricche tinte di clorurato , o col serpentino, sia come rocce indipendenti
perossido di ferro nella parte scoverta di esse, fan giu- oppure come subordinate ad altre, rivestono in gran
stamente supporre ,
come il signor Tarantino conchiu- parte le montagne della provincia.
ocra o bruno-gialliccio. In alcuni sili dopo averlo liru- — Idem cristallizzato — Comune di incorso.
ciato sì destina per color rosso nella pittura ordinaria. — Bianco granelloso subordinato allo gneis, simile al
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— . .
— Color carnicino misto di azzurro in piccioli letti, e -Alluminile-^Comune di Zagarise — Monte di Ti-
scistoso azzurro in letti, subordinali allo gneis— Vici- riolo—Ciruigliano contrada lo Stretto, ed altrove
cercate nelle arti e specialmente degne di attenzione Roccia granitica disseminala di granili , in cui le
quelle a color rosso verde , nero e screzialo—'ferri- lamine dì feldspato sono della natura della adutaria in
torio di Gimigliano— In lai paese ed in Catanzaro vi piccioli letti.
son diversi lavori falli con tali marmi. Idem senza le indicate qualità , anche in piccoli letti
Altra varietà di marmo evvi nelle vicinanze di Par- Roccia impastata di granili ferriferi, in piccioli letti.
ghelia e diversi marmi bianchi o colorali nei monti Granito grigio in grandi ammassi.
,
che son fra la Calabria Ultra 2. e la Ultra I. Idem rosso in giacitura non ben riconoscibile nello
— Calcio fibroso-perlato — V icinanze di Squillare con- cinanze di Catanzaro, cioè le prime quattro lungo la
trada Grolla di S. Ago zio strada traversa che enndurc a Tiriolo, e le altre due
— binato in forma regolare ed unito a piomlio solfo- nella valle di S. Agostino. Le ultime tre han di par-
rato— Vari punii della Sila — Le varici;» principali son ticolare che i cristalli di mica in esse contenuti , sono
quelle a color violetto c giallo. in forma di prismi allungati t e talmente rimili a quelle
—Solfalo compatto. — In diversi luoghi c fra l'altro in dellanfibolo che a distinguersi si richiede un attento
grandi blocchi in Catanzaro ; in massi nel territorio esame.
di Salriano, e nel luogo dello Termine della contrada Inoltre vi son le seguenti rocce granitiche indipen-
che conduce a Catanzaro ; nel circondario di Tropea ammassi ; idem con pezzi angolosi di gneis omogeneo
c specialmente presso Spilinga ; nel territorio di Me- incastonati nella sua massa— lo Catanzaro nella suddet-
lissa ; in vene nelle adiacenze di Policastro ; et! a strali ta valle. —Idem a piccola grana e friabile o con vene di
suliordinati alle argille terziarie, nelle vicinanze di feldspato grossolano , ne' monti della Sila presso Ta-
Squillate vi è la varietà di color grigio. verna, e di Serra.
Creta, generalmente c pcrloppiù presso i iittorali del- Granito sferoidale a grandi sfere tenaci riunite da un
l'Ionio c del Tirreno.
#
legame granitico ihe si altera e scompone — Presso Ni-
cotera.
ROCCE MACNESICHB. —Protogino verdiccio ,
nelle vicinanze di Catanzaro.
—Idem rossiccio ,
derivante tal colore dal feldspato
Serpentino — Io diversi luoghi — In grandi ammassi ovvero dal talco o dalla steatite ,
in Catanzaro.
incastonalo nella fillade quarzosa e subordinato a scisti — Pregmatite che prende le forme del Pelunce e del
cato luogo in letti. Si adopra per costruire i forni di dai moderni— Vicinanze di $. Vito ,
e nella miniera di
alta fusione nello stabilimento di Mongiana, grafite di Olivadi.
Glorile —In diversi siti. —Grafitico cioè con [tagliuole di grafite sostituite alla
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— Anfibolie©— Vicinanze di Squillate. ROCCE CALCAREE
turile scistosa suliordinala allo gneis in Iclti— Vici-
nanze di Taverna. Ojlcake (
calcare serpenti itoso )
varietà comune della
verde di Calabria , in Gimigliano.
nOCCE SELCIOSE.
* ROCCE ARDES1ACHE
Quarzite—circondario di Tropea.
Asbesto sareoide e fibroso—Tcrrilorio di Gimigliano. Fillade ( scisto argilloso ) , in Platania ed altrove.
Il micacisto colle sue varietà trovasi in molti punti o Gres graniloide, in banchi, sovrapposto al granito —
solo o misto ad altre rocce. Monte Poro nei circondario di Tropea.
Diorite con lo gneis — Vicinanze di Sqnillacc e Gi- La marna o calcarea o terrosa o argillosa trovasi
—Compatta, sulwrdinata allo gneis cd alternante colla gilla che anzi è piu abbondante e si trova in forma
sienite, in letti poco spessi— Valle di S. Agostino in Ca« di letti o di ammassi ne' terreni secondari c più no’
— Pocfirica sottoposta al granito alternante con lo tica che trovasi in massa e di tessitura scistosa nel ter-
gneis — Principio della traversa di Catanzaro. ritorio di Brialico. Essa (ormò oggetto di una pregiata
—Grani toide e micacea subordinala al granito—Sor* memoria del signor Giuseppantonio Ruffa che leggesi
— Scistosa ,
in Platania. Argilla arenaria-refrattaria di cui si fanno i lavori
Afanite in filone sol (ordinala al granito — Vicinanze delti di staffaggio nello stabilimento di Mongiana —
di Taverna. Viciname di Serra — Se ne trova anche nc' territori
Valle di S. Agostino in Catanzaro. Argilla salifera die mvienrì nc'luogbi saliferi pre-
— Terrosa e scistosa subordinata al granito , nelle cedentemente indicati.
verdiccia nella miniera grafitica di Olivadi ; tenacis- Finalmente lo scisto a sfogli più o meno crassi e
sima nelle eminenze tra Pizzo e Monte leone ; ed er- più o men duri c con colorì diversi v si trova quasi
ratica ,
ma di composizione piti perfetta, fra terreni di ovunque , e più nella parte eh c compresa nella Ca-
trasporto nel luogo detto Pigna presso Tiriolo. labria boreale.
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,
CAPITOLO in,
IDROLOGIA MINERALE.
Dalle rocce passando alle acque minerali , cre- ruginosa e l’altra sulfurea — Nel podere chiamalo Pa-
diamo dividerle in tre classi ,
delle quali la prima paserena e precisamente da una rupe calcare ,
scorre
conterrà quelle che non si sono analizzale e di cui non altr'acqua sulfurea detta comunemente dei bagni per-
si fa uso ,
la seconda le altre che sebbene non ana- chè forse anticamente essendo abbondante, serviva a
lizzate se ne fa uso , e la terza le analizzate e di cui tal uso.
si fà uso — Noi le indicheremo secondo tali classi e Pallogorio — Contrada Paiamo — Sorgiva di acqua
quelle del distretto di Nicastro. presso il confine del territorio verso Carezzi vi è al-
tr'acqua carica di zolfo.
dal paese — Sorgiva di acqua che contiene idro-clo- Marchese Nunziante avea più anni dietro fallo uno
rato di soda. scavo che fu poi abbandonato —
Tra Marcedusa e Eric astro — Altra sorgiva simile Martirano — Contrade Primmosa e Piano della Cro-
Girifalco — A tramontana del monte Carello — Taverna — Le acque del fiume A1U nell'attraver-
Sorgiva perenne detta Vosino che tiene in dissoluzione sarc il territorio di tal cornane si crede che conten-
Tra Ammoni e S. Elia — Sorgiva in cui si crede bagnano e ne traggon vantaggio — Vi è però chi con-
esservi del ferro ed altri principi mineralizzanti. trasta la loro qualità minerale —
Gasperina — Falde del monte Paladina — Acqua Zagarise — Vi sono tre sorgenti di acqua minera-
ferruginosa. le ; la prima nella contrada Cerasilo contiene zolfo
Oliradi — Acqua minerale che si crede poter esser ed "allume , c si adopra per bagni nelle malattie cu-
utile nelle ostruzioni. tanee ;
l'altra è nel luogo detto Castoro , ba origine
Monterosso — Contrada Mortella — Acqua che si di- dall'altro chiamalo Arragazzi , contiene solfato di so-
Policastro — Presso l’abitato due sorgenti, l una fer- zione solo allume, serre da medicinale c nelle concie
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—»—
dì cuoi, scorre nella contrada Cella ed ha origine dal- TERZA CLASSE.
l'altra della Collutta —
Sersale — Contrada Trippa poco distante dal paese Sezione prima .
vi sono de filoni di ferro solforato — Se ne fa uso — Acqua che ha in dissoluzione sodioclorurato e ma-
con vantaggio per bagni locali nelle oftalmie croni- —
gnesia L'analisi che si fece essendo inesatta , non
che e per bevande nelle malattie ov’è bisogno di Iwne si determinarono le proporzioni di tali componenti
—
,
distante due miglia dal paese — Acqua clic contiene stalli— Si fece anni sono il progetto, che non ebbe
gas idrogeno solforato e si usa per bagni nelle ma- poi esecuzione , di stabilire nella sorgente una fabbrica
lattie cutanee. in grande , e sostituire il sale di Sdlia al sale inglese
Amato — Contrada Acqua santa lontana un mìglio e — I venditori ottengono questo sale per ebollizione, e
merco dall'abitato — Acqua solfurea che come la pre- riesce perciò mal cristallizzato c sporco.
cedente si adopra per bagni nelle stesse malattie. Pizzo — Nel luogo detto Fontana vecchia scorre una
TraCentrachee Mottlepavoiu—*Contrada Colture —Co- acqua minerale che ha origine da un vicino —colle
piosa sorgente di acqua ferruginosa che rien con pro- Si usa internamente ne' languori viscerali — Essendosi
fitto adoperata in alcune malattie, e lungo il suo corso fatta una imperfetta analisi chimica , ha dato dell'ocra
lascia delie incrostature marziali. marziale e dell'acido carbonico —K lai sorgente nota
Cottone — In un pozzo esistente nel podere detto fin da’ tempi di Giovan Francesco Savaro del Pizzo ,
Compiletta distante */| di miglio dall'abitato, vi è una [-oda e letterato del secolo XVII, il quale di essa sericea
sorgiva di acqua che si crede purgativa c rinfrescan- in una epistola al Malpigli» diretta, e riportata dal Fio-
te— -Nella està la popolazione nc.bcre in abbondanza— re. Facea egli pur motto di altra fonte anche ferru-
S. Nicola delTAlto — Acqua sulfurea che si usa ginosa a' suoi tempi scoperta ,
ma ignorasi ove sia.
per bevande nelle malattie cutanee. Strangoli — Non lungi dal colle ove giace Strongoli,
Co c curi — Ne' poderi Tenimento e Terzo del Ve- si veggono dalle falde di una rupe scorrere piu ruscel-
scovo vi sono de laghetti di acqua minerale chiamati letti di acqua sulfurea su di una terra calcare — Sca-
aiis perchè frequentali da uccelli acquatici — Quelli vato il terreno in un punto da cui traviava l’acqua
del primo sono molto profondi ed hanno più secoli di formante uno di questi ruscelletti ,
si è rinvenuta una
antichità a giudicarne da’ruderi di antichi bagni che si vena dcll'anziddta acqua minerale del diametro di un
trovano in vicinanza—Gli altri sono recenti e si crede pollice — L’acqua di un'odore di uova putrefatte , scor-
che abbiano sotterranea comunicazione coprimi — Le rente con molta velocità, è insensibilmente lattiginosa
acque degli uni e degli altri sono della stessa natura, a causa della terra calcare dir tiene in dissoluzione —
ma se ne ignorano i principi mineralizzanti— Sonasi 11 signor Vincenzo Capozza avendola analizzata vi ha rin-
sperimentati molto salutari per bagni nelle malattie reu- venuto idrogeno solforato ; idre solfuro in grati quan-
f rettino — Contrada Varco di Mazza nel podere magnesia ; bicarbonato di magnesia , di calce, di soda;
Accetta — Acqua sulfurea che sì è trovata utile nelle silice e calce in pochissima dose —Evaporati due liblire
Gimigliano — Nel luogo chiamato Jjoslrelto scorre sali cristallizzati e poca materia ; di quelli ,
quasi 35
un'acqua die ha orìgine nella valle detta Acangi, con- erano di solfato di magnesia —Alla dose di 12 once
tiene allume , e si usa per bagni nelle piaghe invete- purga abliondantemente ; in dose minore è diuretica
rate— Le parti cristallizzate ebe le acque sogliono de- ed attivissima nelle malattie della cute. — V. Osser-
D i
gi
,:
iiocH; y Google
,
— 10 —
Tra Catturi , e Cerenzia — Scorrono de ruscelletti ria nella stagione de* bagni da' 19 a 25 gr. R. — So-
di acqua stili urea ,
la quale contiene gas idrogeno sol- vente gli ammalati ritornando da bagni van soggetti a
foralo e gas acido carbonico; i consueti idroclorati e sol- febbri di mutazione che a parere del D.> Colosimo po-
granelli di sostanze fisse — Si usa in varie malattie. Nelle sorgenti a sinistra al nord-ovest del Muzzari
son costruite delle vasche ove una volta esistea la Chie-
Le piti importanti nella provincia sono le acque mi- quali alcune sono a pian terreno e quasi tutte mal con-
nerali di Sambasc che hanno acquistato non dubbia dizionate e miserabili , cd in una chiesetta ove ne* di
rinomanza — liceo quanto può dirsi delle stesse — Cir- festivi si celclna la messa. Per la concorrenza si unisco-
ca un mìglio distante dal paese, le montagne Riten- no alle volte da sei a dicci persone dentro una sola ca-
tino, Porle Un, Montagnola, Acquabona , Millojo, Man- meretta oltre modo angusta e mal custodita — Si paga
un gruppo spiccati lesi dalia catena degli appennini ed È da più secoli che tali acque son conosciute ed
dcvanlesi a gradi dal fiume Lamato. Sono tali monti usate- Ne discorrono il Barrio ,
il Marafioli, il Grano,
diramazioni del primo che ha per branche principali il Fiore ed il P. Elia di Amato, che rispeltivameote
a sinistra la montagna Muzzari , a destra l'altra M il- pubblicarono le loro opere nel 1571 , 1001 ,
IC70
iojo, c più in 15 quella detta Mane uso Cotestc mon- 1691 e 1725. Ignorasi quando furou tali acque per la
tagne parimenti clic il resto del gruppo sono di na- prima Tolta scoperte , cd è probabile clic il torrente
tura calcare e coverte un tempo da molli alberi di portando via la terra che le sovrastava, le avesse fatto
elei, querce, sugheri, faggi ec. che or sono nella più conoscere — La loro virtù medicinale dicesi per tra-
parte distrutti — Tra il Muzzari ed il S. Elia scorre dizione sperimentala a caso da taluni pastori che n’eb-
il rapido torrente Dagni che prima di giungere a tal bero vantaggio- La contrada ove sono i bagni con
sito percorre dal nord al sud sei miglia sotto il no- molti boschi c terreni adiacenti apparteneva un tempo
me di Formili , c poscia dopo percorso altrettanto spa- al Cardinal de Pietra, cd or fa un secolo e mezzo fu
zio al sud, sbocca nel golfo di S. Eufemia nelfinverno ; in parte censuila alla famiglia Calaldi di Simbiase che
e nell’està le sue acque in parte son deviale per irrigare n'è l'attuale possidente — Si cominciò a'principi del pas-
i vicini campi , ed in parte vengono dalla terra assor- sato secolo dal proprietario del luogo a farvi delle ca-
bite —A destra ed a sinistra del torrente scorrono le sette ,
ma distrutte nel 1781 da un alluvione ,
rico-
acque minerali che sono fredde , e termali — Le pri- strutte vennero nel luogo ove trovansi.
me hanno origine nel lato est del monte «S. Elia , e le La società economica fin dalla sua istituzione si oc-
altre al nord del monte Muzzari — Quelle son fredde cupò delle, indicate acque. Il socio D. Vincenzo Colo-
ad eccezione di una — Le une e le altre scaturiscono simo fu il primo a descriverle ed a farne l'analisi in
dalle basi di detti monti a livello del torrente, cd alcune luglio del 1819 — Il suo lavoro presentato venne al
delle termali nello stesso suo letto — Tutte sltoccano in consiglio provinciale cui dall latendente di allora fu fat-
esso, e le sue acque diventano perciò torbide e bian- to il progetto di fondare nel luogo de’ bagni un pub-
castre. blico stabilimento.
Tali bagni sono distanti miglia 4 e */, dal mare, sotto Poscia l'altro socio D. Nicola Calcatcrra nel 1828
il grado 38*58' lai. e 34*45'long. orientale dal Picco di ne fece oggetto di nna sua memoria, in cui fra Labro
TcnerifEa ossia 14" 35' da Parigi, 16* 17' da Greeuwich, espose gl'inconvenienti che vi erano nel luogo de’ ba-
e 2* 1 1 ' da Napoli — Sono essi in una valle aperla al gni ,
e propose rivendicarsi dal Governo la proprietà
sud-est, senza ventilazione e dominata ne’ mesi estivi, delle acque c cosi ru irrisi adatte terme. —In quanto
in cui prendonsi i bagni, da' venti scirocco ed ostro, poi all'analisi cd usi delle acque se ne occuparon po-
perniciosi in quell’epoca — La temperatura in essa va- scia i seri signori l’.irncocchia, Montesanto e Ricca —
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,
— fi -
E comunque l'analisi di quell'ultimo sia la più com- ACQUE TERMO- MISI EU A I.i
pleta, pure crediamo utile qui mentovare le fatiche di
tutti perchè si vegga il sistema da ognuno seguito. N.° I — Bagno medio caldo — Acqua limpida, sa-
Il signor Parracocchia scrivea su tali acque quanto pore leggermente stittico-austero , odore di uora cor:
segue. rotte , temperatura gradi 30 R. — Dal basso della roc-
• Le acque minerali di Sambiase mandano anche da cia ove sorge manda Mie gassose— Fa deposito fan-
lontano un putore molto simile a quello delle uova gua- goso che tinge in nero il luogo in cui scorre — Con-
ste : il loro sapore non è meno ributtante e nauseoso : tiene in ogni libbra di acqua oltre il gas idrogeno sol-
ingialliscono l'argento e depongono dello solfo : trat- forato, sedici granelli di sale che il Montesanto disse
tate col nitrato di argento t precipitano in nero : col essere 8 di calce ed 8 di acido solforico.
muriato di mercurio sopra-ossigenato, formano un pre- Usi medici — Possiede virtù sudorifera , accresce il
cipitato aranciato, o bianco se si usa il solfato di scin- moto del sangue cd è ottimo antispasmodico. Esterna-
co : contengono pnrc gas idrogeno solforato, de' sol- mente si usa per bagni due volle al giorno cioè la
furi idrogenati di calce e di potassa , e molti solfati e mattina e la sera nelle malattie cutanee , c nelle ostru-
muriati le di cui basi sone alcaline in alcune sorgive, zioni de* visceri addominali : internamente bevendone
e terrose in altre. In talune anche vi si trova il gas una libbra o due al giorno in due dosi sola o unita
acido carbonico. » col latte, nelle coliche, ostruzioni, fistole e varici del-
«* Le acque termali si possono classificare in due spe- l'ano, nelle congestioni croniche dell'cpate della milza
cie. All una appartengono quelle che sono della tem- e delle gtandotc del mescntcro , e nelle malattie pro-
peratura di 22 a 75 gr. del termometro centigrado, dotte dal mercurio.
e trattate cogli acidi sviluppano gas idrogeno solfora* N. 2 — Bagno medio fresco — Acqua alquanto tor-
to , e precipitano zolfo ; all’altra quelle della tempe- bida lattiginosa , sapore stittico, odore di uova putre-
ratura di 40 a 63 gr. che non precipitano zolfo. » fatte , peso poco più dell’acqua comune, temperatura
» Le acque minerali fredde possono anche classifi- gradi 28 R., con I’aerometro del Bianchi segna ze-
carsi in quelle che per mezzo degli acidi sviluppano il ro — Contiene gas idrogeno solforato , e 20 granelli
gas idrogeno solforato senza precipitare zolfo , e sono per libbra di ossi-solfato c di solfuro di calce— Nelle
di temperatura supcriore a quella dell’atmosfera ; e le vicine pietre si osserva il solfato di calce che può rac-
altre che sono di temperatura eguale , e mediante ('in- cogliersi ; ed il solfuro di calce che la rende lattigi-
gono , e quando luogo tempo sono esposte al contatto più adatto per la sovrabbondanza del solfuro di cal-
dell aria , la loro superfide è coverta da uno strato fer- ce —É preferito al precedente dalle persone gracili e
ruginoso che presenta rari colori e principalmente il sensibili, ed è solito usarsi prima del medio caldo
rossastro. Sono sciolti in esse vari sali a base terrosa perchè grinfermi si abituassero a soffrir la più alta
mente latte nel 1819 e nel 1832 da' signori Colosimo sima calda, sapore austero , odore forte di uova fro-
e Montesanto che conlengon quasi le stesse cose e se- nde, temperatura gr. 34 R. — L'aerometro segna un
guono lo ste&s'ordine. grado — Sorge da una fessura della roccia, c dal fon-
— 12 —
posilo fan*o>o formalo dal solfuro di calce
— Analiz- Lungo la base deH'indirato monte Muztari vi sono
za a una libbra di acqua dona 16 granelli de' quali altre sorgenti semilermali che analizzate han dato quasi
circa 7 di calce uno di magnesia, uno di ferro ossi- gli stessi prodotti di qaelle finora cerniate — Il solfato
— Tulle provengono
,
Usi medici — E'ntile esternamente nelle affezioni reu- da un medesimo serhatojo, ma quelle che scorrono per
matiche croniche , nelle contrazioni muscolari senza un letto sabbioso in seguito si spogliano di una parte
organica lesione ,
nella paralisi non invecchiala ,
nel- de' principi che le mineralizzano ; e le altre clic deri-
l'emiplegia predella da reuma , nella podagra , nelle vano direttamente dalla roccia , sono termali c nulla
impetigini ulcerose, nelle piaghe sordide delle gambe, perdono.
e nella pellagra ; inlcrnatnenle nelle menarrogie cro- Fin qui delle acque del monte Mozzaci — Le altre
niche ,
nelle gonorree invecchiale ,
nelle leucorree scaturiscono al di là del fiume a destra del monte 5. EHa
tanto in bevanda clic per siringa , nelle ostruzioni e son mineralizzate pressocchè dagli stessi principi —
delle glandolo del mcsrnlero , nella clorosi diabete Ove la roccia è scoperta è notabile il solfato di calce
profluvio spermatico , nella prottalgia cronica , nella cli c incrostalo alla superficie. In alcuni luoghi fossi-
podagra specialmente quando è unila ad affezione solfato libero è combinato colla calce, e forma un sale
calcolosa , e nelle affezioni scrofolose (abituile — con eccesso di base che cristallizzato in aghi sottili, co-
Si suole unire al latte, c può farsi lo stesso anche con pre in molli punti la superficie dove facqua è minore.
altri medicinali che non la deromjiongono — La dose Queste sorgenti hanno origine quasi nel letto del fiu-
bagno medio fresco unita al latte od alla malva , c sche, eccetto una, c potabili — Il signor Colosimo dice
dopo terminala la diatesi infiammatoria bere quella del che tali sorgenti son poco curate perchè scarse e minera-
Caronte. Giova soprattutto se dopo aver fatto iu un lizzate dagli stessi principi delle altre. Poco di esse quindi
bicchiere di acqua termale sciogliere una picciola quan- si occupa eccello dell'acqua ferrata di cui si farà cenno
tità di quel sale ranciato che si trova sulle pietre vi- nel seguente n*5. È perciò che ncll indicar siffatte sor-
cine al bagno, se nc facciano tre iniezioni al giorno, genti seguiremo la memoria del signor Montesanto, co-
quando l'acqua è divenuta di color doro — Nelle in- minciando dalla prima ch'è nel burrone alfirnhoccatura
fezioni scrofolose è l'acqua carontca utile si esternamen- della valle.
fa gran deposito fangoso — Contiene i solfati di calce Uso medico — Internamente sola o unita al latte
e ferro, e gas idrogeno solforato — La crosta ed il nella dose giornaliera di circa libbre tre, nelle affezioni
fango sopraccennalo son formati dal solfuro di ferro — orinarie, nella stranguria prodotta da istringimento del-
più frequentati degli altri perchè sperimentati più pro- stesso canale, nelle fistole dell'ano o del perineo, c ne-
ficui — Gli usi medici sono gl istcssi del bagno Ca- gli scoli ventrali.
ronte, e nc profittano coloro che non possono soffrire 2/ Sorgenze — Ha gli stessi caratteri fisici della pre-
le acque di questo — Internamente è la sua acqua spe- cedente — Ogni libbra di acqua tiene in dissoluzione IO
cialmente utile alia cura della rachitide, spina vento- granelli di solfalo di calce e poco zolfo.
sa, debolezza di stomaco, cd erpete — La dose gior- Uso medico —d istessi della prima sorgente.
naliera è da uua libbra a due di acqua— È questa utile 3.* Sorgenze — Acqua limpida, sapore stittico-austero
anche per docce da farsi nello stesso stabilimento su- più dichiarato ,
odore di uova fracide, temperatura det-
gi ipocondri, nelle ostruzioni del fegato e della milza, e farqua comune — Ogni libbra di acqua da per mezzo
su' tumori baiatici e sierosi, come pure nelle anchilosi. della evaporazione 12 granelli di sale semi-cristallizzato.
cioè 7 granelli di calce , uno di ossido di ferro, e 4 di razione— È utile dopo la lavanda far moto a piedi n a
acido solforico. cavallo.
Uso medico — Internamente nell'emottisi cronica , Oltre le sorgenti enunciate , ve n'è un'altra che il
emorragia atonica, gonorrea cd ematuria cronica. signor Montesan ro dice che sembra contenere un'ocra
La dose è come quella della prima sorgente. marziale, giudicandone dal deposito rossigno - terroso
4. * Sorgente — Acqua limpida, sapore leggermente che fa nel fonilo.
stillico ed odore di uova fracidc — Contiene i solfati di Comunque Inde voi issi rac le fatiche durate dal Mon-
calce e di magnesia ,
ed in volume quasi eguale al gas tesanto , e più dal Colosimo che fù il primo a soste-
solfali di calce e di magnesia — Colla evaporazione si Tarantino e Masriari ; ma poi desistettero dall'impresa
ottengono da una libbra di acqua 18 granelli di sale a perchè occupossenc l'altro socio signor professore Kicca
5.
4
Sorgente — Acqua limpida ,
sapore austero sliltl- » Designeremo le acque co' nomi che danno loro
— Sulle pietre che sono intorno alla sorgente si vede il 2.* Ji del Bagno medio fresco.
in tutte le affezioni in cui sono utili le acque salino-fer- Esaminala la terra per dove passano le acque a va-
rate — SÌ prescrìve internamente come corroborante a rie profondità, ha dato solfato e carbonato di calce con
chi è affetto da debolezza di stomaco, c. come assorbente tracce di argilla e ferro ossidalo : la maggior parte delle
di visceri addominali (
caricando l'acqua in tali casi del Essendo la temperatura atmosferica f IG , 2 , c la
solfalo che sulle pietre della sorgiva ); nella diarrea c pressione del barometro 27 , 23 , l’acqua del Bagno
convulsioni de' ragazzi; nelle ulceri, carie, malattie cu- fresco è riuscita trasparente , senza colore , di un sa-
casi è più sollecita accompagnando l'uso interno con cifica sfondo il metodo di Klaprolh 1,0011 , tempe-
lavande esterne ); nelle affezioni itteriche, e nella li- ratura fila 16 II. Kicnipiulo esattamente di quest’ac-
tiasi nefrìtica ( nella quale utilissima pcriocchc si veg- qua un matraccio ed un tulio ricurvo che vi si è adat-
gano subito fluire le orine con molla quantità di arc- tato diligentemente, si è immersa la estremità del tubo
oole )
bevendone però moderatamente — In forma di sotto il mercurio , e quindi si è riscaldalo il matraccio
collirio mollo giova nelle oftalmie croniche congcstivec fino al Iwllimcnto. Si c altura notala la evaporazione
scrofolose, ed anche nel flusso palpebrale e nella fi- di un gas co’ seguenti dati.
stola bgrimale — È pure utile nel patere del naso pro- Leggiero imbrunirsi del mercurio.
dotto da ozena o dalla carie delle ossa nasali -, ne' gemi- Insensibile arrossituenlo della tintura del tornasole.
zi delle orecchie divenute fistolose ; nella crosta lattea Combustione all'apprcssarsi di un cerino acceso , con
de' bambini, e nella clorosi — Si usa sola od unita al latte depositare nelle interne parti della provetta una sostanza
La dose debbessere secondo le persone da una libbra a Annerirsi dell *acetato di piombo.
1* —
Esperienze falle sull'acqua altirila pur allora. poi fdlrata e cimentata con lidrocloralo di platino
La tintura del tornasole è divenuta leggermente rossa. Quanto abbiamo detto finora può dare un saggio
Una carta bagnata nella soluzione di acciaio di piombo della diligenza usala dal professore Ria a: ora ri li-
: 2020
in un matraccio
quindi raccolto
si è riconosciuta
il
fornito
la
del suo tubo
e —Carenalo
Solfato di potassa
di calce
di ferro 0
0
0
:
:
0584
5(80
0804
Coi nitrato di argento e col buoUato di argento si — di magnesia 0 ; 1 130
produce un precipitato oscuro che in parte è solubile di calce * . 0 : 0094
ncll'animoniaca. Cloruro di potassio 0 : 1234
Il ferro-cianuro di potassa dopo qualche ora mani- —— di calcio 0 : 0310
festa leggiera tinta verdastra che diviene più fosca ag- di allumina 0 : 0064
giungendovi qualche gocciola di acido muriatico. Acido silicico 0 . 0860
Con l'arido gallico c la tintura di noce di galla l'ac- Allumina 0 : 1854
qua dopo quattro in sci ore diviene azzuro - nericcia Sostanza organica solubile nell'alcool. . tracce
?. ammoniaca vi produce un leggiero precipitato
ACQUA DEL BAGPO MEDIO FQF.SCO
bianco.
l’acqua feltrata , e riunito diligentemente il residuo In 200 pollici di acqua a f 16 si contengono gr.
si è questo polverizzato e posto in un piccolo crogiuolo Aria atmosferica ........ tracce
di argento, con poca polvere di carbone, ma non ha dato Gas acido carbonico 1 : 9682
segno di bruciare. Gas acido idrosolforico. . . . 0 : 8576
- di magnesia
potassa
.
0: 4218
0 : 1103
Carbonato di calce ....... 0 : 4232
Fatta bollire l'acqua fino alla concentrazione del 0,010 di ferro 0 : 0294
ed indi feltrata .* Solfato di polassa 0 : 0052
sole
Non
,
si è punto alterata con la tintura del torna-
e con la carta di curcuma.
L'acetato di piombo vi ha cagionato un precipitato
—
Cloruro
di calce
di magnesia
di potassio
. . .
.......
.......
0
0
0 0540
:
:
8954
0720
bianco ,
che solo nd l'ammoniaca si è sciolto. Acido silicico. ........ 0 : 1750
Da ultimo fatte ben restringere due libbre di acqua. Sostanza organica solubile nell'alcool tracce
-
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-
— t* —
ACQUA del BAGNO CARONTE- ACQUA DEL TltEMUOTO
Limpida , odore epatico , sapore consimile, gravità Trasparente, sapore e odore spiacevole di gas epa-
specifica J,001G, temperatura f 31 a 34 R, tico, gravità specifica 1,0013, temperatura f 26 a 30R.
Composizione. Composizione.
Dugcnto pollid cub. di acqua a -f 31 R. contengono In 200 pollici cub. di acqua a + 30 R. si con-
6* tengono. gr.
Allumina
Sostanza organica
0
0
:
:
0420
0368
tracce
—
Cloruro di calcio
di potassio
Solfato di calce . .
0
0
0 0344
:
:
0142
0058
di magnesia 0 : 0280
ACQUA DEL BAGNO CARONTXLLO. Àcido silicico 0 : 0044
Allumina 0 : 0016
Proprietà fisiche. Sostanza organica sol u Mie nell'alcool . tracce
Dngento pollici cubici di arqna a f 28 R. con- sensibile di uosa putrefatte, gravità specifica 1,0012.
tengono. gr. temperatura f 21 a 23 R.
di magnesia
Solfato di magnesia .
0
0
0
:
:
0012
0346
0428
Gas-acido carbonico
—
Bi- carbonato di magnesia
di potassa
0
0
0 :
:
:
6360
0450
0344
di calce 1 : 3324 Carbonato di calce 0 : 5014
Allumina *
.... 0 : 0016 —— di ferro 0 : 0326
Silice 0 : 0050 Cloruro di magnesio 0 : 0026
Sostanza organica solubile nell'alcool tracce i
di calcio 0 : 0840
Solfato di calce . 0 ; 3250
: ,
ACQUA FERRATA.
Proprietà fisiche.
Proprietà fisiche.
Trasparente ,
sapore ed odore poco sensibile di uova
Trasparente senza colore niuno odore insipida, guaste, gravità specifica 1,0019, temperatura a 16 R.
t , ,
+
gravila specifica, 1,0007 ,
temperatura + 16 R.
Composizione.
Composizione.
In dugento poi. cab. di acqua if 16 R. tro-
Dugento poi- cub. di aqua a f 16 R. conten- ransi. gì*.
........
.
0
I :
: 00.10 —- di ferro . . 0
1
:
:
0080
Solfato di calco 1 : 2463 Cloruro di calcio 0 : 0316
Cloruro di calcio. . 0 ; 8350 Solfato di calce 0 : 7490
Silice 0: 0215 Acido silicico 0 : 0040
Allumina tracce Allumina 0:0014
Sostanza organica solubile tracce Sostanza organica solubile nell'acqua . tracce
Dalle analisi anzidette scorge» che le aque di Sam-
ACQUA DELL'OCCHIO. biase sono di natura idrosolforichc , c pc' principi mi-
neralizzanti voglion chiamarsi: acque acidule idrosol-
fica 1,0015 ,
temperatura f 16 R. odore di uova pu- orina c sudore , ed eccitare un movimento febbrile
trefalle. che può durare piu giorni qualora si usino per lungo
,
Cloruro di calcio . , . . 0 : 0360 alla condizione patologica della malattia che si soffre,
CAPITOLO IV,
FUMI ,
TORRENTI , RUSCELLI ,
IRRIGAZIONE.
Abbondano nella provincia le acque, le quali pei di- verna e circondario di So veri a — Conf. — F. Savuco
stretti di Catanzaro e Colrone metton foce nell'Ionio , e Longino c tor. Lustro.
e pegli altri due nel Tirreno — I fiumi Corace e La- F. Cailisiro o Crocchia — Or. nella
contrada Mac- 1
malo ricevono acque dai distretti di Catanzaro e Nica- chia di Tribolo nella Sria — Lun. miglia 35 — Ter. di
telcone — Qui son menzionate le principali acque che F. Tacina — Or. Difesa Tacina nella Sila — Imu.
direttamente han foce nel mare: le altre non meri- miglia 60 — Ter. di Taverna, Cotronci , Roccaber-
tano una particolar menzione perchè di poca impor- narda , Policastro c Cotronc— Conf. F. Soleo in cui
tanza — Basta in quanto alla lor foce aver presente s'immclte il F. Ycrgara ingrossalo dalle acque del Po-
db che sopra si è detto—-Vi son però i fiumi Zrn- tamo , Riagi e Franco — F. Crepa ,
ed i ruscelli Gal-
navo e Casale che han foce nel lago di Gizzcria co- lina c Ceraso.
si perdono nel Tirreno -, e di ognuna diremo il nome, F . Hucilaro — Or. Montagna di Palermiti — Lun.
l’origine , la lunghezza del cammino , i territori che miglia 4 — Ter. di Squillace c Palermiti — Conf. —
mare! la di Borgia in cui simmelte il limbi ingrossato — F. Gangenì ingrossato dalle acque dello Scallopidi
dalle acque del ruscello Malaidi — F. Soleria — Ru- e Scorzone in cui s'immettono quelle de’ ruscelli Tra-
scello dì Carlopoli — Tor. Passante ed Argentiera— versi , Mammela ,
Mastroalfonso e Gannoli — Ruscelli
F- AIU — Montagna Or. Noce Silicei la e di Piazza F . Ancinale — Or. Montagna di $. Stefano — Lun.
nella Sila — Lun. 35 — Terreni Taverna
miglia di , mig. 60 — Ter. di Serra ,
Brognafuro , Spadola
Cricbi , Simeri Catanzaro — e — Conf. F. Litrello. Sjmbario ,
Circondario di Davoli ,
Cardinale , Torre,
F. Ortica o Stateri — Or. Nel luogo detto Passo del Chiaravalle , Argusto e Gigliato — Conf. — Torj
Pecoraro nella Sila Lun. miglia 30— Terreni di Ta- Incolla f
Luciano ,
Granvalloni ,
Usilo , S. Giorgio
— —, .
- 18 -
Ruvemaro e Turriti ingrossato da' ruscelli S. Basilio na , ed il tor. Pallone— F. Grand ingrossalo dal rase.
e Orisi — Torr. Arthiforo e Forno — Fiumarella di Cuvoli — Torr. lapicone e Vallone di S. Andrea —
Cbiaravalle e fiumara di Brognatnro — * Le acque del Fiumara di Serrastretta — F. Torri na ,
in cui sim-
Comune di Cenadi — F. Ancinalesra e Bruca in cui mellono le acque del ras. Cozzale, de’ fiumi Santanna,
s'immette il toc. Clemenza — Ruscelli Ceraso ,
Cupo, Rendace, Acquare, Centonio e Galluzzo ingrossato dal
Giovannandrea e Mangaia vite in cui s’immette il ru- fiume Pavé, e de torrenti Fessolo e Cari tonfilo — Fi-
scello Zurcaro — Ruscelli Lesa ri e Fontanella nalmente il F. Cottolo in cui han foce il fiume e la
—bua. — Terr.
mig. 16 di Chiaravalle, S. Soste e F. Saiuto—Or. Contrada Spineto nella Sila — Lun.
S. Andrea — — Tor. Cafone
Conf. e ruscelli Trama zza migl. 60— Ter. di Taverna, Martirano e Nocera —
Vangelo Tasso. e Conf. F. Virnnte in cui s'immettono le acque de) tor.
Migliarne —
F. Or. Territorio di Cenadi — Lun. S. Fili e de' fiumi Vitalari ,
del Ferro ,
Galice e
roigl.4 — Terr. Cenadi ed di Olivadi — Conf. rose Rito ingrossato da quelle del F. di Conflenti , della fiu-
Uomomorto e Picarello che uniti formano detto fiume. raarella di Molla , e de* ras. Chiarello e Monterò —
F. Salubro— Or. Territorio di S. Andrea — Luti F. Coda in cui han foce i F. Ponti e Rivale.
roigl. — 5 Terr. di S. Andrea ed Lsca. F. Bagni — Or. Contrade dette Valle Lìceiarào e
F. Assi—Or. Contrada detta Pielralupa — Lun mi- Matteo — Lung mig. 6 — Ter. di Sambiase —Conf.
gl. 12— Terr. di Guardavalle. F. Caria.
F. Melo — Or. contrada detta Macchia sacra nella F. Canta — galli Or. Collina di Sanlamaria —Lun.
Sila grande — Lun. mig. 70 — Ter. di Caconi , Co- mig. 9 — Ter. Sambiase. di
tronei ,
S. Mauro, Scandalo, Belvedere, Strongoli F. Tredattoli — Or. Foresta di Mancuso —Lun. mi-
Koccaferdìnandea Conf. F. Van arano c Vctrano ,
in 6 — Ter.
gl. Gkzeria. di
del fiume Paiioni — F. Lese ingrossato dalle acqne del — Lun. 12— Tenr. Falerna.
migl. di
Senapiti, Tesse, Cri su ria, PetrcllaeLepre, dopo essersi, F. — Montagne Ferolelo — Lun.
S. Ippolito Or. di
Canale, Fermacelo , Aqu&sanfa, V risei Io e S. Liguori. F. Trainiti — Or. Stretto di Ionadi — Lun. mig 7
§. II. Acque che han foce nel Tirreno . stanea dopo ricevute le acque del Capo deli angilola e
de' tor. Gaccetriace e Pigna — F. Forno in cui s’im-
F. Lamato — Or. Montagna Riventino — Lun. mi- mette il F. Giacomarc — F. Macilrisia in cui han foce
gl. 40 — Ter. di Decollatura ,
Serrastrctta , S. Pie- i torrenti Varia , Dannata c Massica — F. Santoro in-
tro a Gimigliano, Amato, Marccllinara, Maida —Conf. grossato dalle acque de’ F. Milo e Torno dopo aver
F. Pcsipo in cui s immettono i fiumi Conicellu, Ra- quest'ultimo ricevuto quelle de* f. Majodi e Bau tari. Fi-
v aschiera , e Torbido , dopo aver quest’ultimo ricevuto nalmente il f. Perricdiio in cui s'immette l'altro detto
le acque de' ruscelli Cica, Patullo, Cava, Acquabianca, Fulgone.
Acqua della Cerasara ,
Marcello , Pietramolara ,
e del F. Mesima— Or. Montagne che circondano la Valle
tor. del Capitano — F. Godano in cui s'immettono i Mesima — Lun. migl. 24 — Ter. di Dinami , Fran-
ruscelli Pietrocolmo ingrossato dall'altro detto Lachia- cie! t Mileto c Monteleone — Conf. Fontana di Mon-
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— !• -
Ideane e fiumara del feudo di S. Onofrio — Tor. Il metodo di deviar le acque consiste nel farsi dei
Zafalli, Pagliocastro e Cava in cui ba foce il Tor. Cop- solchi o canali con tegole e de' condotti di fabbrica o
po — Fiumicello Folco — F. Caridi in cui s'immettono di legname ; ma non livellandosi il terreno, nè avendo
il F. Morano dopo ricevale le acque dei F Cornac- perciò le acque un facile ed equabile cono, ne deriva
chia c de' lor. Perdita ri ed Anna Maria ; ed il lor. che esse seguono il naturale ed incgual pendio del
Colia — F. Ccrasia ingrossalo dai lor. Trivio, Varia- territorio che percorrono ora impetuose, or lentamen-
no e Scernadi — F. Marchiamo e Mammdlo dopo ri- te ,
ed or superando ostacoli che talvolta oe impedi-
cevuto quest'ultimo le acque de' tor. Litrova, Pìcherà, scono il cammino. È perciò che sovente oltrepassano
Vusalo e Marcarello—F. Brandi — F. Falerni e Schiop- gli argioi o colmano i canali o producono stagni ; ed
po — Tor. Lnccarì dopo essere in esso sboccali gli altri in ogni caso si perde molta acqua, parimenti che nelle
lor. Acquapisala, Vilardo e Parlo — Finalmente i lor. cosi delle prese di acqua formate di muri a secco ,
Romano , Mulari e Rigò dopo avere in quest'ultimo travi e fascine che si adoprano per deviar le acque onde
messo foce gli altri delti Lcmhas e Pazzopaaquale muovere i molini: nulla poi si fa onde aver acqua in
F. Peiriano — Or. Montagne Arena — Lun. migl. di plica l’entrata come succede nel lasso Milanese , e
6 — Ter. diArena Dasà — Conf. — F. Ambone o
e grande utile viene all’agricoltura cd anche alla salute
di Acquaro che riceve le acque del F. Galluzzo o Por- dal regolare scolo delle acque ,
e quantunque queste
taro in cui s immettono quelle del F. di Dasà o Pefri- sìeno abbondanti ,
pure è trascurata ,
ed in qualche
( ella aumentate dalle altre dei tor. S. Antonio — F. paese vi è perfino il pregiudizio di credere ebe renda
Ceraso in cui bau foce il lor. Torno ed il F. Zangali le terre inadatte alla coltura del grano — Sovente ac-
— rtl in fine il F. Melandi. cade che i proprietari non traggono alcun profitto dai
Tor. Spartimento— Or. Luogo detto Coito di S. Gio- fiumi e torrenti che passano vicino i loro poderi ; e
vanni— Imo. miglia 8 — Ter. di Zungri, Briatico, l'industria umana nulla ha tentato per regolare il corso
Zambrunc — Conf. i due fonti dì S. Giovanni. de fiumi Tacina e Nielo che sono i più importanti di
Fiumara del Capo Faticano. Or. — Falde del Monte questa provincia, comunque potrebbero le loro acque
Poro — Imo. migl. 3 — Ter. di Spilinga , Panaia essere adoperate con profitto per assai più estese
e Rii adì — Conf. acque di Panaja e Spilinga. irrigazioni di quelle che ora si fanno ; e queste tan-
Tor Porticeli'o — Or. Contrada acqua fredda Petti deli loppiù utili sarebbero in quanto che marnose argillose
— Lun. migl. 5 — Ter. Spilinga Panaja Coceorino.
di e aride e calde son quelle contrade che riuscir potrebbe
F. Spalerò — lonadi — Inn. migl.
Or. Stretto di vantaggioso irrigare ambe in autunno affinchè cosi me-
4 — Ter. di lonadi e circondario
del Briatico — di diante la sabbia mista a belletta che seco porian quei
Conf. Tor. Val lon cello. fiumi fussero più fertili — Invece nemmeno si prende
Le indicale acque dan moto a 28 gualchiere ,
sette cura di dare scolo alle acque traboccate da «si in tempo
seghe per (avole , 25 frantoi da olive, 35 lavatoi da di piena , e che ristagnano negli adiacenti terreni già
Doccinolo di olive, due macchine per cotone, alle mac- resi palustri — Occorrerebbe invero per un ben inteso
chine dello stabilimento di Mongiana e ferriera del sistema dirrigauone e di prosciuga mento non poca spesa,
Principe di Satriano ;
ed in fine a mille molini per ma grandi ne sarebbero Svantaggi — Non dobbiara omet-
cereali , in cui si esige per macinatura secondo i siti tere però che nella Sila ove é compresa una piccola
dalia 32* fino alla 8* parie, e perloppiù la 16* di ogni parte dei lerreni delia media Calabria ,
si usano in
tomolo di genere che si macina. ogni anno regolarmente in aprile, e si ripetono più volte,
Sono irrigati 32, 633 mog. di antica misura, cioè '/ti le irrigazioni in quei prati naturali , ma non sempre (e
e 1828 raog. della parte coltivata, ed 7*, e 22, 614 acquo scorrono per un giusto livello *— Finalmente per-
mog. del territorio della provincia — Nè distretti poi ciò che riguarda la parte irrigala della provincia dee
i terreni irrigati sono '/** e 1 16 mog. in Catanzaro, ,/« dirsi che per l’uso delle acque si costuma stabilire i
e 230 mog. in Honidene, 7“ l e 169 mog. in Nica- giorni e le ore in cui i vicini proprietari se ne pos-
stro , ed '/** e 4643 mog. io Corrane ; per coi quel son servire ; ma una legge che regolasse il sistema di
di Niraslro è il piò irrigalo e quel di Cotrone il meno. irrigazione sarchile desiderabile.
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, ,
CAPITOLO V
POPOLAZIONE E LUOGHI INSALUBRI.
I. La popolazione della provincia die nel 1843 era sizione, sia per l’umidità derivante dalla vicinanza delle
di 371 , 903 abitanti è distribuita in 237 paesi , dei acque o dagli innaffiamenti , sia per la natura delle
quali il maggior numero lo ha il distretto di Monte- terre o per le nocive esalazioni di stagni e paludi, sia
leone ch’è il più popoloso. La più parte di essi è sulle per altre cause , non godono di tanto bene — Noi
alture, e parecchi in luoghi alpestri ed infelici. ncirindicare tali luoghi mentoveremo prima quelli in
Confrontando la popolazione colla estensione . si cui vi sono cagioni d'insalubrità indipendenti da pa-
hanno 212 abitanti per ogni miglio quad. e 14 c */s ludi, e poi gli altri che per tal ragione , o per altre
per ogni moggio legale di 10000 p. q; c facendo il pa- cause unite , son poco salutai — Si per gli uni che per
ragone tra la popolazione del 1815 e quella del 1843. si gli altri crediamo utile per ognuno rapportare dopo i
ha che in 27 anni è aumentata di 84, 177 ahit., cioè nomi le due cifre della popolazione che aveano nel
nel distretto di Calamaro di 22,080 su 90,805, in quel di 1815 c 1843, onde cosi osservare quali effetti la insa-
Monteleone di 26,328 su 93,528, nell'altro di Nicaslro dì lubrità abbia sulla stessa prodotto.
24,844 sopra 05,291 ed in quello , di Cotronc di 10,925 V. Taluni paesi avendo lassa situazione, mancando
su 38,102 : quindi in riguardo allaumcnto della popo- di ventilazione , cd essendo esposti a frequenti nebbie,
lazione fra’ distretti, Nicaslro ocrupa il primo luogo, sono umidi ;
ma lai causa non ha prodotto in tutti gli
Montclcone il secondo, Cotrone il terzo, Catanzaro il stessi effetti sulla popolazione. Così Sleranaconi contava
quarto. nelle suddette epoche del 1815 e 1843, 1504 e 1884
II. I circondari poi arca l'aumento degli abitanti abitanti; S. Gregorio 908 c 1328; S. Onofrio 1521
sono nella progressione seguente — Ser rastrella. Serra, e 2259 ; Panaia di Filogaso che negli anni scorsi pur
S. Biase, Nicaslro, Tiriolo, Taverna, Tropea, Monte- soffriva lesalaziunc di taluni stagni ora prosciugati
Icone, Mileto, Pizzo, Radolalo, Nicofera, Borgia, Stran- 2CI e 277 ; Gcrocamc 8(10 c 1279 ; Ciano 461 e 462;
goli, Catanzaro, Gimigliano, Lmhriatiro , Filadelfia ,
Panaja di Spilinga 103 e 124 ; Paradisoni 130 e 145;
Chiaravallc, Colrone, Ciro, Cortale, Arena , Nocera, Calimera 453 c 8G0 ;
Carlopoli 2196 c 2272 ; S. Mi-
Soriano, Maida, Monlerosso, Brialico, Policaslro, Ila- chele ch e anche aumentalo ma non si è potuto deter-
voli, (Propani, Squillate, Snvcria, S. Sevcriua, Gaspe- minare la cifra perchè la sua popolazione è confusa con
rina, Fcrolcto e Marinano. altri villaggi ; Belvedere 5C0 e 557 ; Catturi 90S
III. Ma comunque in tutti i circondari più o meno c 932. E per questo ultimo dee osservarsi essere ivi
siasi il numera degli abitanti aumentato, non in tulli sovente affetti gli abitanti da broncoccJe.
i comuni c villaggi si è avuto tale effetto, poiché è di- VI. I seguenti paesi sono umidi perchè al traver-
,
minuito in So veri a, Simcri, Beffasi ro, Andali, Cenadi, sali da acque correnti o vicini ad esse — Pentone messo
Nicaslrello, Ciano, Brognaturo, Comparai, Pungadi tra due correnti era popolalo nellepochc suddette da
lonadì, Filandari, Alafilo, DafBnà, Daffìnaceilo, Ricadi, 1133 c 1994 aiutanti Sorbo ed i villaggi Savuci e
;
Brivadi, Orsigliadi, S, Nicola di Ricadi, Lampazzoni, Noce prossimi al fiume Alti abiliti rispettivamente
,
Circiadi, Potenzoni, Papaglionti, Zangarona, S. Eufe- da 754 e 1114, 135 e 219 e 34 e 19 individui ; S. Vito
mia, Conflcnli soprani ,
Serrastretta , Feroleto-antico attraversato dalle acque del Gangcni, Scallopidi c Scor-
Isola, Castella, Altilia Belvedere, Mesuraca S. Ni- sone da
, , 7 12 e 2728; Centratile in prossimità del
cola dell’alto. Verzino, Cerenzia- fiume Riilano o Feltrano e di altre acque , oltre ta-
IV La • provincia generalmente gode aria salubre eccet- lune sorgive nell abitato da 1982 c 1583 Filogaio
, ;
Innadi vicino ai ruscelli Limili c degli Angioli , da 801) Maranisi soffre per i miasmi derivanti dalla prepara-
è diminuito a 780 ;
Serra che abbonda di acque ,
da zione delle pelli , ma da 192 è aumentato a 277 abi-
3323 è cresciuto a 3807 ; Brognaturo che per la stessa tanti.
ragione e per altre cause ignote va soggetto, comunque X. Finalmente sono insalubri in està cd autunno per
non spesso, a febbri epidemiche, da 010 è scemato a 021; paludi ,
per la natura argillosa del terreno ,
e per altre
e Nicaslro che attraversato dai dne fiumi Piazza e latine cause i sili che andremo a dire ; ma conviene pria di
cd il suo territorio dalle acque del Portelli Zaugarona tutto osservare che le terre paludose nella provinda si
VII. I seguenti altri paesi sono umidi a causa degli Catanzaro per 1)219 e 494 mog. in quel di Monte-
annaffìamenti delle ortaglie e granoni prossimi all'abi- leone per 1/347 meno mog. 92; nell'altro di N basirò
tato. Montepavone che contava nelle suindicate epoche per 1/81 c 1512 mog; ed in quel di Cotronc per 1/69
1000 e 1300 abitanti diradi 1117 c 1180; S. Leo
;
e 5080 mog. :
quindi i distretti in riguardo ai ter-
230 c 281 : la parte bassa del comune di Ferolcto an- reni paludosi va a nominati coll'ordine seguente ; Co-
tico clic da 1535 è minorato a 1228 ,
sebbene sieno ad tronc, Nicastro f Catanzaro e Monleleone. Dee notarsi
esso uniti taluni villaggi popolati da 875 abitanti che però che tal progressione non è la stessa di quella che
nel 1815 non erano ; c Pollastro da 1023 è cresciuto sì è sopra, veduta in rapporto all'alimento della [x>po-
Vili. Altri paesi sono insalubri per la natura argil- e sì perchè i luoghi paludosi non essendo presso i paesi,
losa de! suolo. Essi sono: Cropani, ove pur le acque po- non influiscono sulla popolazione se non solamente
tabili sono cattive è aumentalo da 1002 a non più che in riguardo ai contadini ; la qual considerazione dee
1 130 individui ; il suo villaggio Catinella da 107 è di- sempre tenersi presente nell indicar che faremo le pa-
quali l'ultimo è diminuito da 080 a 080, il primo mari! lime c più in quelle dell'Ionio che del Tirreno.
cresciuto a 1051 ; Suveralo che anche va soggetto al- di Squillace e Borgia. — In quesl ultimo in taluni siti
l'esalazioni derivanti dal non ben regolato annaffiameu- come sono la UocctlleUa Cirella c Soleria ,
a causa
lo ,
lo è pure da 305 a 131 ;
Piscopio ove si aggiunge di poche lagune e pegli annaffìamenti, specialmente uel
la poca nettezza delle strade da 095 è aumentato a 939; luogo Cirel/a, si respira aria malsana comunque ora me-
Ponga di e $. Angelo che soffrono anche per la vici- no di prima attesocchè coi miglioramenti agrari ivi pra-
nanza del fiume Mcsima e di altre acque, da 163 c 210 ticati, si è ottenuto il disseccamento di talune di esse.
sono rispettivamente diminuiti a 133 e 201 ; Nao eh è Il comune di Catanzaro che segue quello di Borgia,
pur colpito da umidità. da 318 è cresciuto a 439; Ce- per quanto è sai ul>re nelle parti superiori ov e la città
renzia da 4 13 è aumentato a non più che 460 ; Ver- il cui clima è saluberrimo, non è altrettanto nelk'in-
zino area nel 1843 la stessa popolazione che nel 1815 fcriori dette Fiumara ,
Marina ,
Casciolino ,
BriInda-
scnzalcuno aumento ; ed infine Strongoli , S. Nicola rno , Cantorato cd altri sili vicini ,
nei quali l'aria è
dell'alto , L inficiai ico e Casino che comunque di buon nociva si perchè le acque dai prossimi colli non tro-
acre ncllabitalo ,
nelle parli lasse in està cd autunno vando una sufficiente declinazione formano degli stagni
a causa del suolo argilloso vi si respira aria malsana, die nelle contrade percorse dal fiume Adi vengono au-
erano rispettivamente popolati nel 1815 da 1100, mentale dalle sue acque e sì perchè il terreno è per
,
—M—
tingano ore le acque del Falaco alle sue si uniscono. sere il paese mal situato, privo di venti (azione, ed umi-
Avuto riguardo alia popolazione Catanzaro Borgia e do , vi sono molte malsane sorgenti , e due laghi
Settingiaoo da 11464, 3283 e 822 abit. , sono rispet- uno dei quali al confine del territorio è nel fondo detto
ultimi cioque anni erano 4617 ) e 1245. moggi, è largo 180 palmi, e ne ha di perimetro 1500; e
Il circondario di Sovcria soffre i tristi effetti delle l'altro nel silo detto boriasi che occupa circa 40 moggi.
paludi che il fiume Simeri inoltrandosi nelle pianure Non reca quindi maraviglia se la popol azione , come-
verso il mare, cagiona sotto l'abitato alla destra nelle si è sopra veduto , è diminuita.
contrade Camarda ,
S. Caterina ,
Laca , e Terrautnta; Aoche il comune di Cutro soffre i tristi effetti del-
alla sinistra nella contrada Poerio ; e più giù alla de- I esalazioni dei primo lago, ma ciò non pertanto da 1806
stra nei poderi Ruggiero, Magnani , Contorcilo e Car- è aumentalo a 2609 abitanti
bonella , ed alla sinistra negli altri delti L'omomorto t In conlinoazione della marina di Cotrone, vi sono
Manìe ampia e Marincoli — Alcune di tali paludi sono le parti basse dei seguenti comuni che soffrono per ef-
anche aumentale dalle acque che il mare versa quando fetto degli stagni formati o dai torrenti che nell'està
è in tempesta e che a causa delle arene non possono riduconsi a poca acqua limarcio>a, o dalla irrigazione dei
retrocedere — Non molto distante da esse vi è altro fiumi, ed anche per la natura argillosa delle terre. Essi
stagno nella contrada detta Chiaro che vien prodotto sono Mcsuraca che da 2368 c diminuito a 2288 ; c
dal torrente Uria naturalmente povero di acque, ma floccahernarda , Bocca Ferdinandea , Cotronei che da
che nel verno diviene impetuoso e straripa — Tanto 602 , 551, e 1089 sono rispettivamente aumentati a
questo che gli altri, per la maggior parte, disseccandosi 714, 664, 1073.
nell'està , esalano miasmi micidiali alle vicine contrade L ultimo litorale dell'Ionio è compreso nel circon-
— Simeri poi soffre pure per effetto della macerazione dario di Grò composto da' comuni di Girò, Croco! i e
del Uno — Perchè dall'esposte cagioni Soveria e Simeri Melissa. Nella marina del primo vi sono cinque laghetti,
vengon maggiormente colpiti, n'è venuto che la rispet- dei quali il più grande presso il capo Alice ordinaria-
tiva popolazione da 1031 e 527 si èridotta a 1003 mente occupa circa 100 moggi, e dista 1/8 di miglio
c 436. dal mare cou coi facilissimo sarchi*: aprire una comu-
Fan continuazione alle marine del circondario di So- nicazione : gli altri son detti yurgorotunda , Brella,
veria, quelle di Albi, Cropani, Andati, Belcaslro, Mar- Marina e Vurgadanno , e comprendono rispettivamente
cedusa ,
le quali tutte per la natura delle terre suuo ne* tempi ordinarli 8, 7, 3 ed I 1/2 moggi. Il primo
insalubri in està ed autunno — Ciò non pertanto in tulli uell està si abbassa e si restringe , e gli altri quattro
i detti comuni la popolazione si è aumentala eccetto in disseccanti parimenti che i torrenti Lipuda VoJvili e
Belcastro ed Andati come si è sopra osservato. $. Venere, i quali lasciano pure degli stagni. Si ag-
XII. Lungo la marina delMonio dopo il disdetto di giungono a ciò gli effetti della macerazione del lino
Catanzaro vien quello di Codone colla vasta pianura che si fa in detti laghi o torrenti. Le istesse cause so-
del marchesato , ove per la natura argillosa delle ter- nori nel comuue di Grucoli , ma i paesi non molto vi
re . per mancanza di alberi c per effetto di paludi e soffrono perchè in siti elevali. I contadini però che
delle mal’eseguite irrigazioni , l'aria è nociva. 1 comuni nel giorno lavorano nella marina e la sera salgono nel-
di Cottone ,
Cudo cd Isola coi rispettivi villaggi sono l'abitato , son sovente colpiti da plcurilidi e da febbri
le sole parti abitate di tal pianura , ed altri 26 paesi periodiche. Per Melissa oltre le dette cagioni ,
dee no-
veggonsi sparsi nelle circostanti colline e montagne— tarsi che più soggetto agl'impaludamenti del Lipuda,
Per Codone dee notarsi che l'aria sarebbe migliore cd inoltre nocire esalazioni svìluppansi dagli stagni che
se il torrente Esaro distante circa nn miglio dall abi- si formano nell irrigazione delle ortaglie. Ciò non per-
tato , non facesse stagni ,
e se dal suo qnasi colmalo tanto i suddetti tre paesi sono rispettivamente aumen-
porto non si sviluppassero nocive esalazioni — La sua tai da 2900, 153 2 ed 8'28 abitanti a 3909, 20 14 e 1230
popolazione non pertanto da 3932 abitanti è cresciuta XIII. Le marine del Tirreno a paragone di quelle
a 5305 sellitene negli ultimi cinque anni non solo non dell'Ionio son più salubri ,
cd i sili che non son tali,
,
ha Tatto alcuno aumento , ma è diminuita di 40 in- non è a causa del terreno, ma bensì dei luoghi pa-
dividui. Per quel d Isola si aggiunge che oltre dalle** ludosi che visi trovano. Tali marine sono scompartite
,
— 13 -
fra' disfreni di Monleleonc e Nicastrc. E cominciando tre miglia , di moggi 80 ; e quelli delti Penane , Tre-
4
dal ponto in cui b Cai. Ul.* seconda dalla Ultra prima mesa ed Acqua/,dente dall'abitato rispettivamente di-
è divisa , è da osservarsi che nella marina di Nicotera stanti miglia 3 1/2, 4 e 3 1/2, che occupano 8, 4 f
il fiume Mammello capricciosamente serpeggia lungo e 6 moggi — 11 paese di Curinga da 2502 abitanti è
ed infezione. Dippiù le torbide ed racondaiiom di tal del non lontano lago di $. Eufemia , e degli altri detti
fiume fan n che vi siano in quel circondario 2/19 di Mocata ed Imbottilo , nonché pei frequenti piccioli sta-
gi. Inoltre in quel territorio il torrente Lucca ri pro- ma la popolazione di Maida da 2822 è aumentata a
duce uno stagno che per altro sarebbe facile pro- 30J9, comunque dee osservarsi che cinque anni dietro
sciugare. Tali cagioni però non hanno impedito che Ni- era 3970.
oolera da 3691 abitanti si aumentasse a 4992. Le tristi esalazioni di delta marina , degli stagni
In Ricadi ,
comune presso al Capo Vaticano , vi è il prodotti dal fiume Pcsipo , ed in qualche parte anche
villaggio S. Nicola in cui vi sono talune vasche che per la natura argillosa del terreno , fan sì che taluni
contengono acque di non buonesalazioni ;
ed è in vero luoghi del Comune di Cortale non siano salubri. Detto
sorprendente che quella popolazione per una causa tanto comune però da 3927 abitanti è pervenuto a 4073 c
facile a venir distrutta, da 375 abitanti siasi a 240 nel 1839 a 4271.
ridotta. Dippiù per effetto dell’ irrigazioni, e perché iste- Seguendo l istessa marina vi sono degli stagni nel
rilite quelle terre dalle precedenti inadatte colture , è territorio di S. Biase e dei luoghi, in uno dei quali vi
diminuita quella popolazione in taluni di quei villaggi, sono i celebrati bagni minerali, che sono senza venti-
e poco aumentata in altri. lazione e basai. Non è vero poi ciò che scrisse un'ap-
Le deliziose campagne dì Briatko van soggette a mia- piaudito scrittore che nell'indica lo paese vi son pochi
910, comunque nessuno aumento abbia fatto nell'ultimo Limitrofo al comune di S. Biase è quello di Giz-
quinquennio, anzi è diminuito di 36 abitanti. Ne han zeria cui è riunito il villaggio S. Eufemia che dà il
'offerto di più i suoi villaggi di poco aumentati di popo- nome al lago distante da esso un miglio, noto sotto il
lazione, e qualcuno diminuito. nome di monetilo , e formalo dalle acque dei fiumi
Segue poscia la marina di Divona infestata da un Zinnavo e Casale. È ordinariamente largo nn miglio
lago che una stretta duna separa dal mare , e benché c circa Ire lungo , ma neirinvemo si allarga dippiù
molto siasi fatto per bonificarlo , non si è conseguito c nella estate sì restringe a picciolo spazio limaccioso.
l'intento — - La vicina città di Monleirone non soffre di Vicino ad esso vi è altro laghetto chiamato Colazzo
tali esalazioni, c ad altra causa debbesi attribuire se prodotto dalle stesse acque. Oltre la perniciosa influenza
la sna popolazione negli ultimi 27 anni è cresciuta solo che per tutti quei dintorni si sviluppa dagl'indìcali due
da 7050 a 7747 c non nella slesa proporzione degli laghi e dagli stagni che formano nel loro corso i fiumi
altri capoluoghi dei distretti che sono aumentati cioè ed i torrenti che quelle contrade percorrono ,
s innalza
Calamaro da 11464 a 13G30, Nicastro da 6633 a dal primo sovente una nebbia che cagiona positivi danni
9973, e Coirono da 3932 a 5305. alta rustica economia non solo dei prossimi ,
ma an-
XI V. Dopo il fiume Angitola che divide il distretto che dei raen lontani comuni. 1 paesi più vicini al lago
di Monleleone dall'altro di Nicaslro, viene la marina sono Gizzcria e S. Eufemia ,
ma il primo par che non
di Curinga ove oltre gl'im paludamenti che produce il abbia sofferto da tal vicinanza, poiché da 1016 abitanti
Lamato vi sono tra le foci degl'indicati fiorai cinque le- è aumentato a 1988. Non così il villaggio di S. Eu-
ghi che occupano circa I (0 moggi , e sono quello di femia che da 104 è ridotto a 74 , e da 5 anni que-
Scroscia lontano dall'abitato due miglia che comprende sf ultima cifra non si è aumentata affatto.
dodici moggi ; l’altro d Imbottilo e Drogo/osso lontano Segue poscia la parie marittima compresa nel òr-
- 54 —
rondarlo di Noterà . In essa è micidiale l'aria rhe si siti scoscesi c dissodati ed estese piantagioni di al-
sviluppa da tre piccioli laghi ( dei quali fatile sarchile beri nri luoghi non alberali , distruggerebbero le prin-
foce )
nonché dalle lagune prodotte dagli allaga nienti dagnarvi la pubblica salute , ma a crescere la poptv*
che in taluni anni cagiona il Savulo colle sue torhide Iasione già scarsa a paragon del territorio , e ad es-
e che potrcbhonsi evitare arginando il fiume. Pel co- ser migliore la condizione economica della provincia.
mune di Nocera si aggiungono all'Inconveniente delle L'agricoltura specialmente ne trarrebbe profitto sotto
ca rione dei lino. In riguardo agli aumenti della popo- terreni ora inondati ed infecondi ,
di evitare il pe-
lazione è da osservarsi che Falerna da 1065 è cre- ricolo di veder nel verno dalle inondazioni distrutte
da 300 a 530, e Noterà da 2150 a 2579. aumentarsi la classe dei contadini ora insudiciente ai
CAPITOLO VI.
TERRENI ,
CONCIMI, PRATI A RTI FIDALI ,
STRUMENTI RURALI , ROTAZIONE AGRARIA.
I Le diverse pianure colline e montagne sparse nella II. La natura de' terreni è varia ,
poiché ve ne sono
provincia può ritenersi che occupano rispettivamente argillosi , calcarci , silicei ,
marnosi ,
con lorlja ,
cun
la metà del territorio meno 1 10995 raog., 1/3 e 7597 terriccio , c con gesso — I primi però sono in maggior
moggi ed 1/4 meno 34001 mog.; ed approssimativa- quantità specialmente ne' due distretti di Catanzaro e
le ultime per 3/12. Nel distretto di Catanzaro la parte III. Il terreno per 59507 oltre la 12/ parte è ste-
piana e la declive sono rispettivamente meno della rile , cioè nel distretto di Catanzaro è tale per 1/12
metà in mog. 42089 e 48179 » e la montuosa è 11323 e 305 mog , in quel di Montelcone per 1/1 IO e 20902
meno della 4 parte , ed approssimativamente cstcndesi mog., nell'altro di Nicastro per 1/13 meno 421 mog
la prima per 13/34 ,
l’altra per 12/34 c la terza per ed in quel di Cotrone per 1873 più di 1/15; per
9/34. Nel distretto di Montcleone le pianure occupano cui quel di Montelcone ha la maggior quantità di terre
la metà meno 6087 mog , le colline la terza parte e sterili e l'altro di Cotrone la minore — Son compresi
133 moggi, c le montagne 18427 moggi più del 5.* in lai quantità ,
tanto i terreni che sono sterili di loro
— In quel di Nicastro sono rispettivamente 8350 mog. natura come le rive del mare ed > letti abbandonati
e 1/2 meno della mettà , 32439 più del 3' e 4539 da fiumi ,
quanto quelli già isteriliti per effetto delle
meno del 4.’; e nell'altro di Cotrone 60462 1/2,55967 inondazioni di questi nllimi c delle continuale coltiva-
1/2 c 70681 1/2 meno della mettà. Il distretto che ha zioni de* luoghi dissodali che non dan più prodotto.
maggior quantità di terre piane è quindi Monlelconc, c IV. La parte incolta della provincia è 1/6 meno
sebbene siavi in quel di Cotrone la vasta pianura del 36065 moggia ,
cioè nel distretto di Catanzaro c I /9
marchesato , è da notarsi che ivi le terre piane for- e 13931 mog., in qnel di Monteleone e 1/7, e 15799
man quasi una continuazione , menlrmbè nel primo mog ,
nell’altro di Nicastro è 1/5 meno 7389 , mog. cd
sono quà c là sparse : le parti declivi c le montuose in quel di Cotrone è 1/4 e 36907 ; per coi quest’ultimo
sono in maggior numero in quel di Cottone. ha la maggior quantità di terre incolte e quel di Ca-
- D giigoé-bfcCoQg le
i
— as —
tamaro ia minore. Di esse alcune non sun coltivabili versi siti un turbamento nello sfato atmosferico ; in
ché inondale da' fiumi ed è necessario che passi lun- privi di resistenza han fallo guasti nelle sottoposte pia-
mancano i lavoratori ,
ed altre infine perchè si usa la- sterilità delle terre dissodate e continuamente per più
sciarle per più anni in riposo ,
come avviene nel di- anni mal coltivale Niuna cura generalmente si ha
stretto di Culronc ,
ove perciò la parte incolta è mag- de' boschi esistenti , e solo in taluni luoghi si sono co-
giore degli altri distretti. minciate a fare delle selve cedue. —Finalmente per dò
V. La parie boscosa è alberala di pini, abeti. La- che riguarda i boschi, la provincia è divisa in cinque
rici , cipressi ,
lassi , faggi ,
castagni ,
olmi ,
frassini, circondari silvani che han per capoluoghi quelli stessi
del territorio ddia provincia ; e nel distretto di Catan- m, e uè' distretti è rispettivamente più della metà, cioè
zaro è 1/4 e 30*297 mog., in quel di Monteleone 1/7 in Catanzaro per 1 1368 mog. ,in Monteleone per 35623,
e 11897 mog., io quel di Nicastro 1/8 e 6081 mog in Nicastro per 32556, ed in Colrone per 10190; quindi
c nell'altro di Cottone 1/7 «20383 mog; pernii il primo quel di Monteleone è più coltivato e l'altro di Coirono
è il più boscoso e quel di Nicastro il meno. Sono i bo- il meno.
schi di proprietà demaniale per 12/140, comunale VII. I terreni sono ingrassali o con letami animali
per 32/140, di pubblici stabilimenti per 15/140, e fra' quali il pecorino è preferito ; o eoa quei di stalla
per 81/140 de privati. Vcngon essi in parte coltivati e spazzatura di strade ; o sovesciando lupino , fave,
ed in parte si ha dal terreno sottoposto il pascolo. Or avena ed erbe spontanee ; o col bruciamento de' rovi
sono meno folti ed estesi di quel ch'crano negli andati cespugli e sterpi che son pe' campi ,
e ne' luoghi mon-
tempi , a causa tanto delle molle dissodazkmi commesse tuosi delle eriche c felci. Non vi sono appositi leta-
per la premura di estendere le coltivazioni , e per la mai , e si costuma mettere il letame in mucchi o in
speranza di ottenere da una terra non mai coltivala fosse nel terreno che si vuol concimare ed al quale
maggior ricolto ;
quanto della distruzione che si è fatta si unisce quando si zappa. In taluni siti si usa mescec
degli alberi per legname e più per profittare della scorza lo stabbio a terra diversa da quella che dee conci-
necessaria alla concia de' cuoi ; ed ecco perchè il danno marsi, ed m altri si allunga con acqua. Perlopiù i
è stato maggiore nelle diverse specie dì querce, spe- concimi animali e specialmente quelli di stalla non si
cialmente dacché furono in Tropea stabilite due fab- fan fermentare e si adoprauo piuttosto freschi — Per gli
briche di cuoi. Gli alberi che meno han sofferto sono uliveti il letame si mette entro fosse distanti due palmi
stati i castagni, poiché in pochissima parte cedui. Serve dalla base del tronco ;
per le fave particolarmente in
il loro prodotto (
che annualmente è toro. 166920 ed Catanzaro ,
ogni fossetta dopo sparso il seme si copre
il prezzo medio è secondo i ricotti da 3 ad 8 carlini ) di stabbio ; e pe’ melloni questo s'introduce nel buco
all’industria de* porri , ed all'uso dell uomo per frutto fatto col pinolo pria di piantarvi la semenza. Ma alta più
eridotto io postille, delle quali si fa gran consumo e smal- parte de' terreni seminatori serve d’ingrasso la sulla che
timento facendosene pane. Consistono esse in castagne spontanea cresce in essi negli anni in cui si lasciano per
cui , dopo essere state in adatte casette seccate anche erba. I concimi del minuto bestiame , si somministrano
cdraiuto del fuoco, si toglie la scorza pigiandole co’ facendo dimorar le mandrie per dite notti nello stesso
stente legge forestale, che malgrado le pene da essa profitto che potrebbe aversi se fusse diverso il sistema
inflitte non ha raggiunto intieramente il suo scopo per de'pascoli e se si facesse uso delle stalle — Il bestia-
motivi che non formano oggetto del presente lavoro. me grosso e minuto si fa pascolare durante la stagio-
Intanto da’ danni commessi ne' boschi n’è venuto in di- ne estiva nella Sila e l'inverno nella marina; e da ciò
4
, ,
-itì-
ne viene che gli escrementi che lascia nella Sila van naturali ricchezze del suolo , sarebbe irregolare ; ma
perduti per la massima parte del territorio coltivato ciò non toglie che ne'sili ove spontanei pascoli non sono,
della provincia, comunque servono ad ingrassare quelle s'introducano gii artificiali; e questi sarebbe pure uti-
terre in cui si coltivan patate e segala. Tal sistema di le, onde far fronte all’eventualità della stagione e per
pascoli che presenta il vantaggio di avere hi està nella meglio ingrassare la terra, che da’proprietart di pascoli
servi in quelli abbondanti acque che nell'altra scar- sciando il dippiù alla sulla spontanea. liciterebbe sem-
seggiano , e di evitarsi gli effetti degli estivi calori pre però l'ostacolo della scarsezza de’ coltivatori ; che
produce la mancanza de' prati artificiali ; e comunque solo col tempo potrà venir diminuito o rimosso , ma
a prato coltivatisi in taluni siti il lupino la fava e l'are- fino a che questo tempo non verrà, è ben debole la
na, c tentativi siansi falli per seminar sulla luzeroa speranza di vedere i prati artificiali generalmente
lupinella c trifoglio, pure son cosa di poco momento. in uso.
Ma la mancanza de' prati artificiali non molto si av- In quanto poi alle stalle ove si avrebbe un gran
verte, poiché in 18 circondari cresce spontanea la sulla, deposito di letame , sono di ostacolo il sistema di pa-
che abbonda dipptù ne* distretti di Catanzaro e di Co- stura , le numerose mandrie , l'essere i proprietari di
trone e specialmente in quest'ultimo, in 15 il trifoglio, animali perloppih Attuari de’ pascoli t e la spesa non
ed in diversi siti il serpillo ; e ciò oltre le altre na- piccola. Ciò non per tanto si è cominciato da taluni
turali erbe pratensi che da per tutto sono. I pascoli di a eostuirne.
sulla non trovansi però in tutti i siti ma in taluni dei IX. Da' letami passando agli strumenti rurali , os-
terreni argillosi, e perloppiii nelle colline. Non essendo servasi che quelli generalmente usilati sono l'aratro
ovunque La sulla, c formando essa il principal nutri- la zappa grande e piccola , il sarchio, la vanga ,
la
mento del bestiame , ne deriva che alto ne il prezzo, marra , i! marrone , la scure , la (alce , la roncola
talché un moggio di 40000 pai. q. per sulla ,
dona di c gli strumenti da innestare potare e piantare. L'ara-
prodi lo al proprietario circa due. 8, senza fare alcuna tro è il comune , ed in taluni siti si adopra secondo
spesa ed usare altra cura che la custodia : quali van- i lavori con pesante o leggiero vomere. La maggior
taggi non si hanno nelle altre coltivazioni. Quindi la parte dc'lavori si fa con esso c con la zappa ,
la quale
abbondanza de' prati naturali di sulla, il profitto che più ordinariamente si usa ne' terrea] decb’vi e mon-
danno, il sistema de' pascoli di montagna e di marina, tuosi ,
ne’ luoghi ove ablwndano gli 'agricoltori op-
e la scarsezza de lavoratori che sono già insufficienti pur dove questi lavorano di proprio cónto , in quelli
al sistema attuale di agricoltura, sono de’potenli osta- ove si pratica di piantare c non seminare il granone ed
coli aH’introdktzione de' prati artificiali. Paragonando i i legumi, e ove scarseggiano i buoi o mollo costa il farne
vantaggi che si hanno da quelli e da questi, sì osser- uso. Nè terreni seminatori coltivati colla zappa general-
va che ne*jprimi la terra riposa e dona un profitto sicu- mente la scroeuza vien coverta coll'aratro , ed all'uopo
ro c senza spesa, e con i secondi verrebbe meglio prepa- in alcuni sili non si usan solamente i buoi ma anche
rata, poiché dovrebbe alt'uopo esser mossa c letamata, le vacche. L'erpice che consiste in una grossa tavola
ma occorre non poca spesa. Quelli non son dovun- che si trascina , si adopra solo in sei circondari per ap-
que, non sempre la sulla vegeta nello stesso luogo , e pianare il campo , ed è chiamato volgarmente in al-
quando il terreno si lascia a tale uso poco nc produce cuni paesi raho, da rahare , che vuol dire trascinare ;
nei primo anno; e questi potrebbero farsi in ogni ter- e talvolta per renderlo più pesante vi si mette sopra
reno scegliendo le piante piti adalle, c procurare alla un uomo.
provincia la diminuzione del prezzo de’ pasco li. I primi X. La rotazione agraria in generale è di due o tre
inoltre non richiedendo alcuna cura fanno gl'interessi anni nc' distretti di Catanzaro ,
Monleleone e Nicastro,
de' proprietari e degl ndustrian li
i di animali che per- e per più lungo tempo in quel di Cotenne. Non man-
lopiù essendo sprovvisti di terreno non hanno inte- can però nella provincia de' siti in cui per più anni
resse di fare de prati dispendiosi subitootbè il loro fitto nel medesimo luogo si fa l'istessa coltura. La bien-
è di breve durata e l’erba lor dona maggior guadagno nale consiste principalmente nel coltivar granone e le-
delle altre colture. In tale stato di cose cangiare il si- gumi nel 1.* anno ; e grano orzo o avena nel 2.°;
stema de'pascoli sarebbe un impossibile , spregiare le e nc' luoghi montuosi patate in un anno e la segala
- 27 —
nell'altro , oppure questa alterna col pascolo e ne' siti territorio ,
poiché prima faceva parte della rotazione
irrigui col lino. La triennale è pe' primi due anni la di tutt'i terreni ,
ed or solamente la fa in quelli meno
stessa della precedente ,
e nel 3." o si coltiva orzo, feraci e lontani. Nel distretto di Cotrone la rotazione
avena o fave ,
quando non se n’è fatta semina nel 7.* è ordinariamente di tre anni di semina e 3 ad S di
vato mollo vantaggioso specialmente nelle vicinanze perchè la terra dopo tre anni di coltivazione senza in-
di Catanzaro pei terreni volgarmente detti forti ossia grassi rimane isterilita : negli anni di semina si coltiva
argillosi ,
coltivare fare in terreno letamato nel 1
.* perloppiù grano legumi orzo avena e ne* siti montuosi
anno ;
grano nel 2 °
; e nel 3.° o fave, facendole al- patate e segala , ma in generale il granone occupa pic-
ternare col grano per più bienni , o invece grano ciola parte. Diunita alle indicate coltivazioni ne' diversi
nuovamente , e ne’ luoghi non molto fertili o non ben anni di rotazione agraria se ne (anno altre come si ve-
concimati lasciando la terra per sulla ; la quale dac- drà nel capo seguente.
ché si è introdotta la cornata rotazione è diminuita nel
.CAPITOLO VII.
COLTORE-PRODOTTI-MALATT1E.
I. Il frumento è 11 coltura più estesa nella pro- eseguono colle proprie braccia corrispondendo al pro-
vincia , e se ne produce in ogni comune — Ordina- prietario una parte del prodotto — fu alcuni siti non
riamente pria di seminarsi ,
si ara per due o Ire volte lavorandosi la terra nel modo come si è detto , la
la terra o si tappa due volle , ma si nell'ano che spesa è minore — Le afe per la trebbiatura non sono
nell'altro caso nella semina si usa l'aratro — Tali stabili , ma variano per lo più di luogo in ogni an-
lavori si fanno dopo le prime acque autunnali , e tal- no — Il rapporto Ira il ricoito e la semenza è al mi *
volta la prima aratura o zappatura si esegue in estate nùno di tre ad uno , ed al massimo di venti ad uno;
— La semina si pratica a getto c con notevol per- ma la proporzione media può ritenersi essere da 6 a
dita di semi , i quali si spargono in gran quantità e IO per ubo — Il prodotto medio del grano è 861897
con poca rara in estesi campi ,
senza fare gli oppor- lom. ed il prezzo medio di ognuno due. I. 70 —
tuni lavori ;
al che è pare di ostacolo la scarsezza dei Nell'ultimo decennio la produzione del grano è cre-
coltivatori — Solo m pochi siti i semi preparatisi nel- sciuta perchè il medio ricollo del precedente novennio
l'acqua di calce — La semina si esegue in novembre era di 653 , 125 tomoli — Il distretto più produttivo
e dicembre , e quindi la zappatura da granaio a mar- di grano è Cotrone , ed il meno è Nicastro — I gra-
zo , e la sarchiatura in maggio — Nel farsi la pri- ni duri e teneri coltivami separatamente, ma in 128
ma si fa seguire l'aratro da imo o due uomini che comuni sono anche mescolati insieme , ed il prodotto
colla zappa rompono le zolle ,
ed eguagliano il ter- dicesi grano misto che dà i'istessa proporzione- di ri-
reno — L’ammontare delle spese per ogni moggio £ collo che si è delta pel grano. La media annual
terra seminata di grano si valuta circa dnrali 8 , e quantità di esso , è lom. 1 18106 ed il prezzo pres-
perchè la coltura riuscisse con prolìtio, dar dovrebbe socchè lo stesso del precedente— La maggior quantità di
di prodotto il sestuplo della semenza — Vero è peri grano misto si Et nel distretto di Catanzaro e la mi-
che tale spesa non si risente mollo poiché o il pro- nore in quel di Cotrone.
,
prietario fa i lavori con propri buoi , o i contadini li II. il frumentone si coltiva in 143 comuni , e sic-
«
,,
come è la produzione che più interessa gli agricoltori nei luoghi freddi dopo essere stalo per più mesi sot-
rioni — Sovente i proprietari o fittuarj de' terreni ce- sebbene ri ria diversità ,
pure ciò dipende unicamente
natura ,
vi coltivan granone — Per questo si fanno gli in 147 e 10G comuni — La loro semina è preceduta
stessi lavori che si è detto pel grano , ma le arature da una sola aratura , e danno al minimo tre volte ed
si zappa , e dopo circa un mese si sarchia c rincalza —L'avena ri coltiva in maggior quantità nel distretto di
*— Ne* pochi luoghi irrigui in cui ri coltiva, si annaffia Monteleone, cd il meno in quel di Nicastro — L’orzo
per lo più il terreno pria delta piantagione , e nuo- si fa più in Cotrone, e meno in Monteleone.
vamente dopo la zappatura fino alla maturità— Sic- Finalmente in riguardo ai cereali ,
in qualche co-
come il ricolto per lo più dipende dalle piogge estive mune ri seminano il panico il miglio e la saggina
che sovente mancano , c si coltiva in diverse qualità bianca detta panicolo a manna , ma in poca quantità.
di terreno, cori l’annuo prodotto è molto variabile, VI. I legumi ri coltivano in tutti i comuni ,
eccetto
parimenti che la sua proporzione colla semente , che due — Consistono essi in fave ,
piselli ,
fagiooli , do-
che dà più granone è Monte-leone, ed il meno Cotrone. cembre; o in marzo se trattasi dì fave piccole dette
III. In pochi comuni della provincia e specialmente cavalline , o per uso di soverscio — Di fagiuoli ri fanno
in Catanzaro, Marcedusa, Belcastro, S Onofrio e Po- in taluni riti due ricolti in un anno piantandoli o in
,
li castro si faceva ne' passati anni in terreni irrigui e le- marzo in mezzo al granone, o soli in luglio; ma hi
iamati la coltivazione del riso acquaiolo , che ora questo secondo caso s’annaffia più volte il terreno. In
quantunque dava mollo profitto , ri è abbandonata , qualche luogo neH’istesso tempo si piantan granone e
perchè ai miasmi delle risaie aggiungendosi quelli dei (agiuoli e ri seminano fave cavalline ,
le quali vengon
riti naturalmente insalubri in cui area luogo , riusciva coverte di terra nella zappatura che si fa al primo , e
dannosissima a* coltivatori «crvono per pascolo a’ buoi in novembre e dicembre.
IV. La segala si coltiva solo in 48 comuni ;
e si La proporzione del ricolto è secondo i luoghi e legumi
semina o alternandola colla patata , col riposo , o col di 3 a 30, e per le Lave fino 40: il prodotto medio è
lino ; o successivamente per più anni di seguito , fa- tomoli 112184: il prezzo medio è da K) a 15 carlini
cendo prima una o al più due arature al ter- il tom. : la maggior quantità ri produce nel distretto di
reno : dà il prodotto medio di 63955 tomoli netta pro- Catanzaro , e la minore in quel di Nicastro.
porzione di 3 a 10 per ognuno di semenza : il prezzo Il lupino comunque va classificato fra le leguminose,
medio è due. 1 . 20 il tomolo : la maggior quantità ri fa ri è da noi separatamente menzionato si perchè è il le-
nel distretto dì Catanzaro , c la minore in quella di gume che si coltiva in maggior quantità , e perché se
Cotrone — Tal cercale ha il vantaggio di potersi col- ne usa anche per pane — Viene generalmente coltivato
tivare tanto nelle marine che nelle montagne , ove per soverscio per pascolo e per prodotto , ma per que-
escluso it Uno in qualche sito ,
altre colture poco reg- st’ultimo oso in 109 comuni; e ri semina o senza prepa-
gerebbero— Si semina da settembre a novembre, e razione alcuna o facendo precedentemente una sola ara-
-
- 19 -
fura « La ordinaria proporzione del ricollo è di 6 a IO c Borgia, e di piante indigofere in diversi comuni fra'
per uno, il prodotto medio è toro. 76 1 13 , ed il prezzo quali Calamaro, S. Elia, Simeri, Daroli, Tropea, Piz-
medio grana 60 l'ino — La maggior quantità di pro- zo, Nico fera e S. Ricala dell'atto : in essi è riuscita be-
dotto la dà il distretto di Monlcleone e la minore quel ne la coltivazione dadi indigofera argentea, e più qaella
Allorchè il lupino , la lava , l’orzo e l'avena si col- dall'uaa che dall'altra pianta se ne estratto 1'indaco.
tivano per pascolo o per sorerscio, non si prepara la terra X. La liquirizia è spontanea in diversi luoghi , ed in
— In qualche luogo che si fa prato artificiale di sulla, Attilia, villaggio unito a Santa Scverioa, ovvi la fabbrica
se ne spargono i semi dopo semenzaio il grano, e senza per l’estrazione del succo; ed all’uopo il proprietario di
nel primo anno della rotazione agraria, o si alterna Inoltre altri importanti miglioramenti si vanno intro-
colla segala; dà nel ricolta il 20 a 50 più della semenza, ducendo in tale industria.
e per prodotto medio 80821 tom. che si vendono al XI. Si fanno ortaglie quasi da per tutto, ma ordina-
prezzo di grana 20 a 25 — Son le patate più abbondanti riamente son mal coltivate — In alcuni luoghi negl»
nel distretto di Nicastro e più scarse iu quel di Cotronc orli si piantano i melloni ,
pei quali si ha qualche cura,
Vili. Passando ora alle piante dalle quali si cava il cd il terreno vien preparato facendovi passare per
filo, è il lino coltivato in 138 comuni , la canapa in 21 quattro volte l'aratro, oltre di una quinta volta quando
ed il cotone in 18. 11 primo si semina nel primo anno si fa la piantagione.
della rotazione agraria se è marzuoio , e nel secondo se XII. Gli alberi fruttiferi non sono coltivati con cura,
è autunnale ch’è la varietà più abbondante; e si prepara sì propagano le varietà per lo più per innesto, si potano
la terra lavorandosi più profondamente che pel frumen- raramente, e non son conamati—Quasi in ogni circon-
tone. Il prodotto medio è 837 , 805 libbre, dieci delle dario vegeta il fico, il pero, il melo, il castagno, il sorbo,
quali formano ordinariamente una cosi detta pesa che si il pruno, il ciliegio, l’albicocco, il pesco, il giuggiolo, il
vende al prezzo medio di grana 40 a 80 se c autunnale, lazzcruolo, il noce, il mandorlo, il melograno, il car-
e 70 a 120 se è marzuolo. Il distretto che produce più rubbo— Eccetto però gli alberi di fico, ciliegio, pero e
granone, dà per prodotto medio 50180 libbre chesi modificano con innesto, e si usa qualche attenzione nella
han nella massima parte dal distretto di Monlclcone , e loro coltura —Nulla diciamo de’gelsi, perchè dì essi e del-
si vende al prezzo di grana 20 a 30 il rotola — Il co- la serica industria ne occuperemo in un separato capitolo.
tone si coltiva anche nel 1
.* anno di rotazione agraria, XIII. Coltivazione estesa ed utile alla provincia è
ma nella maggior parte nei distretti di Catanzaro e Moa- quella degli ulivi : fu essa derelitta durante il decennio
teleone perchè picciola quantità se ne fa in quel di Co- dal 1806 al 1815, talché gli uliveti in parte furono di-
,
trone, e nulla nell'altro di Nicastro. Il prodotto medio è strutti, ed in parte divennero altrettanti boschi — Dopo
di rotoli 102851 , e si vende al prezzo medio di grana 30 quella epoca rianimalo il commercio, si cominciò ad
il rotolo aver cura degli antichi uliveti, si fecero piantagioni no-
IX- Per le piante tintorie è da osservarsi che in diversi velle , ed attualmente pressoché in ogni sito sono in
siti e fra l'altro ne’ comuni di Catanzaro , Soveria , Ta- progresso — Menochè in 14 comuni, da per tutto nella
verna ,
Fossato ,
Acquato e J acorso cresce spontanea- provincia vien coltivato l'ulivo, del quale abbondano
mente la rohbia ;
in Taverna ,
Fossato , OUvadi e maggiormente le varietà dette ogliarole e rotonde Ite che
lacurso lo zafferano; e presso Taverna anche il guado. danno abbondante olio, e le colline da cui se ne ottiene
Si son latti de saggi di coltura di cartamo in Catanzaro meno , ma di miglior qualità. Vengono tali alberi prò-
pagali per lo più per piantoni »
avuti da piantonaie , ec- ti lavoratori invece di quei di Bocchiglieri e Longobardi
cetto qualche luogo ove si usa di piantare gli uoroli a delia dira Calabria , che sono nella maggior parie di
dimora , cd in parecchi siti specialmente del distretto questa provincia specialmente addetti a tale operazione,
di Cotrone ,
si usa l'innesto sull'ulivo selvaggio. Le nella quale sull’altrui esempio ora si ranno istruendo —
piantonaie a causa del progresso delle piantagioni si L'ordinario sistema di potare è che il potatore salito
vanno estendendo, ma è da notarsi che in alcuni luoghi sull'albero (
che con ciò vien maltrattato )
recide i gio-
e principalmente in Calamaro consistono esse in rami vani rami che crescono dritti , cd anche il più grosso
messi orizzonta] mente nel terreno alla distanza di un se apparisce invecchiato, c ragiona cosi danno al cen-
palmo l'uno dall'altro, da' quali si ottiene un germoglio tro dell'albero , talché sovente il tronco marcisce ;
da ciascun occhio, c tagliali i germogli quando dcbhonsi netta dai seccumi gli altri rami strappandoli ruvida-
piantare, continua il ramo principale a vegetare*— In mente con una roncola, e cosi toglie piu verde che
altri luoghi le piantonaie consistono in rami messi secco ; fa i tagli enormi e quasi sempre orizzontali ,
verticalmente anche alla distanza di un palmo l’uno talché soa difficili a rimarginarsi ; c lascia l'albero per
dall'altro — In generale per esse non si ha molta cura, metà abbattuto che con difficoltà germoglia, e per l’al-
e si abbandonano alla propria loro forza di vegetazio- tra metà a bosco. In vece col sistema pugliese il po-
ne — La distanza poi degli alberi nelle piantagioni no- tatore si serve di scale tanto alte quanto basta per po -
velle è di 40 a 60 palmi secondo che il terreno é de- tervi salire e ripulire tutti i rami , rispetta il tronco ,
clive o piano , ma nelle vecchie è minore. La media abbonisce gli enormi tagli eccetto il caso in cui si trat-
siderazione gli antichi e nuovi uliveti ed i luoghi de- ghe da ogni ramo il superfluo il secco ed il marcito ,
clivi o piani, è di circa 30 palmi, e pub ritenersi nei dispone i rami principali ed i secondari in modo da
terreni ulivrtati esservi per ogni 1000 p. q. un'ulivo. non darsi impaccio e da prendere ciascuno la direzione
La concimazione negli uliveti non si pratica da per orizzontale al di fuori anche obbligando , o con lega-
tutto, e si esegue o facendovi dimorar le mandrie, o ture o attaccandovi sassi, i germogli ad avere tal di-
mettendo letame in fosse fatte ai piedi degli alberi, o rezione ; e spuntando tutte le cime ardite che vanno
sovesciandovi il lupino: all insù, dà alla pianta quella forma che meglio si de-
Perloppiù i terreni oliveta!! essendo seminati, non sidera , e con ciò viene anche appagata la vista ;
ese-
si fanno pcgli alberi che quei lavori di aratro o di zappa gue il taglio a sbieco, e fa togliere e Imiciare i rami
necessari al sottoposto terreno ; e gli altri in cui non si e fronde recise ,
e così si viene anche ad evitare che
semina , si zappano in inverno ogni 3 a 6 anni. — Ne- l'insetto il quale spesso rovina gli uliveti si riparasse
gli andati tempi generalmente sì praticara , ed ancora fra le fronde secche di esso ,
che egli preferisce.
in taluni siti si esegue tale operazione rincalzando la La raccolta delle olive si fa generalmente quando
pianta, ma ora più ordinariamente si usa scalzarla zap- queste son perfettamente mature , eccetto pochissimi
pando profondamente la terra che é intorno aU'albero proprietari che la eseguono pria di giungere a tal pun-
— La conseguenza del primo modo è che si privano gli to. Il frutto in parte sì raccoglie da terra , ed il ri-
alberi dell 'influsso benefico dell'aria e della luce, e quan- masto sull'albero si fa cadere perticando i rami. Colai
tunque nel primo anno sembra aversi qualche vantaggio sistema di abbacchiare comunque riconosciuto danno-
nella vegetazione, non tarda la pianta ad intristire, la so , ed in taluni luoghi a coloro che prendono in fitto
ceppala a presentare degli ingrossamenti , e le radici gli ulivi proibito eoa apposito patto ,
da per tutto si
principali a marcire ,
come sì osserva essere avvenuto esegue , e vuoisi attribuir ciò alfal terza degli alberi,
negli antichi oliveti — Col secondo, dopo i vantaggi alla quantità del frutto ,
ed alla scarsezza delle hrac-
che sì hanno dalla scalzato», vi son quelli della rincal- cie. Queste due ultime circostanze son causa pure
zatura che serve a mescolare il letame col terreno giù che quando le olive cadute son molte, non potendosi
mosso nella precedente operazione. tuile raccogliere si perdono in parte ; e che sì attende
La potatura degli ulivi si fa in inverno, in taluni la maturità perfetta del frutto , affinché cadutane por-
siti non si esegue , in altri sì fa male ,
ed in altri si zione sia più facile raccogliere l'altra.
è cominciata a migliorare da circa dieci anni fa in cui il Oltre il danno che dal sistema di abbattere e di rac-
Barone Baracco venir fece dalla Puglia degli esper- cogliere mature le olive al loro prodotto ne viene, vi
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— SI
è l'altro cbe deriva di tenerle pria della raccolta per to , da SO tomoli una botte di olio di 44 staia, e da
arca un mese ammonticchiate e premute in luoghi so- ICO a 200 tom. di nocciuolo , ogquno di rotoli 40,
vente umidi e bassi — Ciò deriva tanto dal non po- una Imltr di olio lavato.
tersi coi frantoi che si usano premere sollecitamente Oltre de' trappeti alla geiuneic e de* lavatoi, taluni
tutta la quantità di olire raccolte, quanto dalla mag- proprietari han fatto i loro strettoi colle viti e colle
gior facilità che si trova nella pressione delle olive fer* colonne di ferro, ed inoltre otto torchi idraulici di ferro
meniate , c dal pregiudizio che ri è in diversi siti di fuso si son messi già in opera nella provincia.
credere che le olive appassite contengono maggior quan- Nel marinar le olive vi è anche varietà arra la
m quanto alla minor forza che richiede la lor pressio- passare per tre volte successivamente ; chi 28 in un
ne , è da riflettersi che quanto più le olive si premono giorno, ed altrettanti nel seguente per una sola volta,
fresche ,
si ottiene maggior guadagno nella quantità c e nel terzo macinando nuovamente tutti i SG ; e chi
qualità , e ciò è sufficiente compenso alla sollecitudine 35 in un giorno per la prima volta e nuovamente nel
e minore spesa che vi è colle olive appassite. di successivo ;
ma il maggior profitto si ha da chi nc
I molini e frantoi da olive detti volgarmente trop- fa macinare soli dieci e mezzo per quattro volte conse-
pe tì son difettosi. In fatti la mola è larga un palmo cutive nello stesso giorno — Ordinariamente però si
e mezzo e con taglio poco aguzzo, per cui oltre di es- confondono le diverse qualità di olio che si ottengono,
sere pesante e di lento moto, richiede molta fatica per e dappertutto si fa uso nell'estrazione di esso dell'acqua
essere mossa ,
e la triturazione delle olive non è ben bollente.
fatta : dippiù il luogo sottoposto alla mola in cui esse Il prodotto dell'olio è di 19523 botti cioè cani.
mettonsi , è quasi piano , e perciò vengon macinate 107287 e rot. 57 e 1/3, ed è poco mcn che raddop-
da un lato, e bisogna l'opera dell'uomo onde spingerle pialo nell’ultimo decennio ,
poiché pria del 1835 il me-
sotto la mola per farle macinare dall’altro ; ed in ut- dio prodotto era di 10623 botti : il prezzo è di due.
limo lo strettoio occupa molto spazio nè preme bene 55 la botte — Finalmente gli uliveti può ritenersi che
le olive — Tali difetti principali olire quelli di minor occupano 312 368 raog. di n. m. del territorio della
momento ,
han fallo si che vi è stala molla cura a provincia, e sono nella maggior parte nel distretto di
migliorare nell’ultimo decennio le macchine per la estra- Catanzaro , e nella minore in quel di Cotrone.
zione dell'olio — In effetti molti degli antichi si son mi- XIV. Dagli ulivi passando alle vigne è da osser-
gliorati facendo o la mola o lo strettoio come i cosi varsi che sovente sono queste in luoghi freddi , non
detti alla genovese , ne* quali vi è un giro di fabbrica bene esposte ed in terreni non atli — Quando vuole
attorno il piano ove si mettono le olive , e questo per piantarsi un terreno a vigna, con la zappa o con la van-
mezzo di due pezzi di legno o di ferro attaccati all asta ga si fa un fosso profondo almeno tre o quattro pi-
della mola, senza impiegar venin uomo, vengono spinte mi. Le viti si propagano per magliuoli, c mettonsi
sotto di essa e frante intieramente in una volta e con alla distanza di quattro a cinque palmi l’una dall’al-
e perciò più agevole il movimento , e lo strettoio oc- plire le mancanti nelle vigne già formate —Dan frutto
cupa minore spazio e preme miglio le olive con rispar- secondo i luoghi dopo 3 o 5 anni dalla loro piantagio-
mio di tempo e lavoranti — Taluni di colesti //appetì ne , si concimano poco ed ordinariamente colle foglie
son mossi dall’acqua parimente che i lavatoi da noc- di viti che cadono c col lupino che si soverscia ; si sral-
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-Si-
ili agosto sì (ornano a iigare ai pali i sarmenti che Per la oroltanthe che sovente distrugge le fave ,
si
già legali una v^lta in aprile si siano scioltt — Le re- usa strapparla , cd in qualche sito si é sperimentalo
gole della vendemmia c della vinificazione son quasi da utile seminare nel terreno piantato a fave qualche ce-
per tutto trascurale. Da ciò ne avviene cbe il vino o rcale ma raro ed in modo che ad esse non s
:
a di osta-
non è buono , o se anche ha qualche pregio è dì breve tolo , o lavare i loro semi pria dì spargerli con escre-
durata cd inacidisce. — Non ma man però desiti in menti di bue sciolti nell'acqua: è nolo in qualche luogo
cui si fa buon vino c per tal prodotto si distingue per ma non uditalo , il rimedio delle vinacce che in altri
la qualità ed abbondanza il comune di Sumbiase. Chi si è trovalo di poco profitto — Gli uliveti specialmente
ha voluto far de saggi con cura, ha ottenuto vini quelli delle varietà og/iarola van soggetti alla brusca,
squisiti. In 138 comuni della provincia si collivan vi- alla rogna e principalmente alla mosca , c ad una
gne , ed il prodotto medio è I 05561 salme (
cioè ba- malattia detta volgarmente sciao che consiste nel ri-
rili 256812 e caraffe 1G di n. in ): il prezzo medio manere le olive quanto una testa di grosso spillo ; e
di ogni salma è due. 4 — Da ogni 4 mog. di n. m. per quanto ci è dato conoscere , tale aborto del frutto
la media proporzione è di ottenersi tre salme di mo- dipende da pioggia ,
vento , siccità , fredda tempera-
sto , uguali a 3 di vino ,
meno 1/8. tura , o altro accidente sopravvenuto nella feconda-
XV. Chiudiamo il capitolo delle coltivazioni dei pro- zione de' fiori — Le vigne son soggette ad un insetto
dotti con menzionar brevemente le malattie e danni cui avido delle loro foglie — Ed nuocciono in fine spesso
van soggette le piante — 1 cereali sono ordinariamente alla rurale economia i venti impetuosi , le gragnuole,
colpiti dalla ruggine e dal carbone , ed in taluni luoghi le fitte nebbie dette volgarmente che in taluue
onde prevenirli si lavano i semi nell'acqua di calce: ven- stagioni si spandono, e specialmente ne' luoghi vicini
gono anche in taluni siti divorati dai grilli e locuste. al golfi) di S. Eufemia.
CAPITOLO vm.
ANIMALI CHE SERVONO ALL’AGRICOLTURA * PASCOLI - FORAGGI - PRODOTTI -PREZZI - MALATTIE.
L Nei lavori agricoli si adoprano i buoi , ed in aratro poco ne godono ; che in detta dira vi sono in-
qualche luogo per la semina lo vacche , i buoi , i ca- clusi animali di diversa età , e cbe richieggono mi-
valli i muli e gli asini per muovere i frappiti e nor pascolo ; che secondo le stagioni si (a uso di fo-
, ,
per trasporlo ; c per la trebbiatura i buoi, le vacche, raggi per taluni mesi ; e che se ne macellano annual-
i giovenchi ,
i cavalli e- i muli. mente 3686 — Ordinariamente può valutarsi aver
II. Nella provincia vi sono 23123 vacche ,
1677 ogni animale vantino bisogno di 2 t/2 moggi di pa-
tori 15076 buoi di aratro e 10222 giovenchi, cioè scolo ; e per l iniero anno costa il nutrimento di una
—
,
in tutto 50368 bestie vaccine , le quali in maggior vacca 8al0 ducati It prodotto di ogni vacca può
numero sono nel distretto di Cotrone, ed il meno in approssimativameate valutarsi per libbre 32 di lalli-
quello di Nicastro — Il peso medio de’ buoi poi) ap- cinio fresco ,
come sia butirro , ricotta ,
raschi, c 64
prossimativamente ritenersi essere da tOO a 150 ro- libbre di latticinio duro che consiste in cacio e carinea-
toli di n. m. nella parte orientale del distretto di Calan- mlio, oltre 1/5 del peso che per l'asciugamento si per-
dro ,
cd in quel di Nicastro ; da 70 a I IO nell'oc- si: — Conviene però osservare che delle 23423 vacche
cidentale del primo distretto e nell’altro di Montelcone ;
summentovate considerando che talune perchè gravide
detti per pascolo sono 205629 mog. , de’ quali 82146 esso nutrir la prole, ne viene che dalle vacche può solo
in terreni boscosi ; e sebbene paragonati gli animali aversi prodotto da 1/3 di esae, cioè 7808, che danno
a tale estensione , si abbiano circa 4 bestie succine 249 856 libbre di latticinio fresco e 499 712 di lat-
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di quel di Catanzaro ,
tali prodotti sono di buona qua- V. Calcolando il pascolo unito delle bestie vaccine,
lità ,
e nel resto della provincia mediocri — Delle be- pecorine c caprine , si trova essere 584,436 moggi, dei
stie vaccine nc ha il maggior numero il distretto di quali una porzione non è compresa nella Calabria ul-
Cotrone , cd il minore quel di Nicastro. Sono esse cu- tra seconda, ma in quella parte della Sila di e nella ci-
stodite da 5163 pastori de’ quali 1383 della atra Ca- tra — Una porzione di detti pascoli è di proprietà comu-
labria — Di bufali non vi è che una sola mandria di nale, e per essa vi è la disposizione nelle leggi ammini-
24 capi , della quale non essendone riuscito avere le strative che ove i comuni han sufficienti rendile non
convenienti notizie non abbiam fatto uno stato parti- possono esiger tassa dal possessore di greggi fino al nu-
colare come pegli altri animali. mero di 10 animali piccioli ed un grosso , ed ove
III. Le pecore sono 282, 0G0, delle quali il maggior le prime sono insufficienti, non potersi gravare i pos-
numero è nel distretto di Cotrone, cd il minore in quel sessori di pochi animali più della metà delia tassa im-
di Nicastro—Il pascolo è 301 ,602 moggi, e paragonato posta a quelli d'industria maggiore— Con vien però no-
alle prime, si ha per ogni moggio di 48400 p. q. cd 1/14 tare che in taluni comuni pascola il bestiame , mas-
una pecora ; ma dee riflettersi che in diversi comuni simamente il minuto , nei fondi degli altri cittadini ,
sono in detto pascolo alle pecore unite le capre ; ed talché sovente i proprietari non coltivano i loro poderi
olire ciò se ogni pecora ordinariamente richiede 36 per non vederli preda degli altrui animali ; nè s’invoca
mila p. q. di pascolo f ciò avviene quando questo è l' aiuto della legge per la difficoltà delle pruove e pel
perfettamente buono ,
c quando non è tale , cresce timore di soffrire il carico delle spese giudiziali, le quali
(estensione .
il che spiega la suddetta differenza — Il debbonsi da) querelante anticipare— E’ cagione di danno
pascolo annuale di ogni pecora costa IO a 12 carlini-" in alcuni comuni all’agricoltura ed alla pastorizia sif-
Vengono tali animali custoditi da 3811 pastori, dei fatto inconveniente , cui si unisce l'altro delta tassa
quali 1800 sono di altra provincia — Dalle pecore si ha forzosa di certi comuni , fa quale malgrado le solle-
il latte che si consuma fresco in cant. 8038 e rot. cite cure della civile amministrazione, per io più d
42, ed ollrecciò dan cant. 173,616 e rot. 24 di latti- malamente scompartita ;
poiché siccome l'inlroito de-
cinio. Le pecore si sono migliorate accoppiandole coi me- rivante dalb tassa costituisce una delle entrate co-
rini e più coi meticci : e dal 1833 al 1840 il loro nu- munali , cosi si ritiene la cifra dell'introito come in-
mero crebbe del doppio. In fatti la lana nel 1835 variabile senza aver riguardo alla diminuzione degli
non era che 478,321 libbre, nel 1838 I, 006 , 850, animali, che sccondochè sono in minor numero, ven-
c cosi si mantenne fino al 1840 : dopo il quale anco gono ad avere invece d'incoraggiamento , una lassa
è alquanto diminuita ed ora è ridotta a 719,930 maggiore che ne cagiona la rovina — Dippiù in talune
libbre — Ogni pecora dà compensatamente 2 libbre parti avviene che per migliorare l’introito del proprio
e 15/28 di lana ,
la cui qualità c ordinariamente ru- comune , son gravali i possessori di animali de vicini
stica , ma ve ne pure in quantità della buona detta territori che, o di passaggio o negli anni precedenti,
gentile , e di quella de’meticci , oltre poca de’ merini han profittato del pascolo comunale; e poi spesso ac-
la quale si vende in Napoli : la rustica e la gentile cade che pubblicandoci il nobraento de’ contribuenti
si vendono per prezzo medio rispettivamente 6 e (0 tal tassa, quelli fuori comune ignorando tal pubblica-
carlini la pesa composta ordinariamente di IO libbre. zione e non essendosi perciò opposti , restano indebi-
IV. Le capre sono in lotto 104, 606, vengon cu- tamente gravati.
stodite da 1740 pastori de quali 148 sono di altra pro- VI. Le bestie cavalline sono 3869, delle quali 900
vincia , dan di prodotto 1848 cantara e 13 rotoli di giumente sono divise in 26 razze che vi sono nella pro-
latte fresco e 33783 88 di latticinio, e pascolano in vincia , in maggior quantità nel distretto di Cotrone
77,605 moggi, cioè cinque capre per ogni quattro mog- cd in minore in quel di Catanzaro — Il color de ca-
gi — Ogni capra costa di pascolo 20 a 25 grana nel valli suolo essere per loppi ù castagno , baio moretto o
caso non sono unite alle pecore, poiché se pascolano in- sauro. L'altezza è da 4 palmi a 5 1/2. In generale i
sieme, il prezzo è lo stesso di queste —La differenza di cavalli di questa provincia sono forti ed agili.— Le razze
ciò nasce dalla qualità de’pascoli — Il maggior numero si son migliorale per effetto delle cure de’ proprietari
di capre è nel distretto di Cotrone, cd il minore nel- c per gli stalloni che annualmente si fan venire dal go-
l'altro di Montelcone. verno dal 1835 in poi a spese della provincia — Da ta-
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— Si —
lei <« a Iian profittato di essi 304 giumente, cd è da «lu- la slaltira ,
le fattezze e la razza ,
possono ritenersi
tarsi thè fino al 1843 vi era maggior concorso, laiche nel seguente modo ,
cioè ducali 20 a 45 un bo\c —
ogni stallone coprirà in ogni anno da 20 a 30 giu- ducali 15 a 30 una vacca — ducati 20 a 28 un gio-
mente ma neU'ullimo triennio poche giumente furono venco — ducati 13 a 18 un vitello di un anno — du-
;
montale, perchè nel 1813 venne abolita la franchigia rali 40 a (iO un toro — una («Torà carlini 8 a 15—
che prima aveano le figlte degli stalloni de’ precedenti un agnello 5 a ti — una capra 12 a 18 — un ca-
anni non che tolto l’altro vantaggio che si godea pretto 3 a 0 — un cavallo ducati 40 a 20 — un
1
130 — un — cd
,
lo delle giumente oltre i puledri ; cd il pascolo di che nc vanno tre al paio; de’giovenchi di due anni, quat-
ognuna costa due. 10 a 12 l’anno — Dee notarsi tro; de vitelli di un anno, sei, e quelli meno di un anno
però che le giumente sono sovente unite nei pascoli non vendonsi isolatamente ma si licn ragione di essi
ad altri animali — Dippiii accade spesso che esse pa- nella vendita delle loro madri — Si osserva circa i muli
scolano come questi nella Sita l’estate c nella mari- che in alcuni paesi son preferiti i maschi ed in al-
na l'inverno; ma si è osservalo che usandosi tal siste- tri le femine, e da ciò ne viene che fl prezzo é per gli
ma, o durante la dimora nella Sila, o nello scendere uni o per le altre maggiore.
atta marina, esse abortiscono, ma ignorasi se a causa X. I mentovali animali van soggetti alle ordinarie e
del freddo dima , o della cattiva custodia , o della generali malattie; le piu frequenti però sono le qui ap-
quasi in ogni anno per due mesi l’crlia , si supplisce Stranguglione o piccionaia , malattia del sistema mu-
dando ad ogni giumenta 3 fascctti di fieno al giorno, coso- 1 i n fa i co- g 1 a nel
t i j1 oso delle parli della testa : sì crede
e sci rotoli di paglia ; ma di tal quantità il terzo si analoga al vaiuolò ; avviene nei puledri nel quarto e
perde perchè vien calpestato — Pegli altri animali ca- quinto anno : nei buoi e bufali prende il nome di bar-
(
eccello il prato verde che si dà a pochi animali e per Dissenteria , epizoozia detta volgarmente zilia , che
circa un mese e mezzo) IfH di tomolo al giorno di attacca ordinariamente la specie bovina ,
pecorina e ca-
orzo o avena o fave, mezzo fascette di fieno e tre ro- prina , c di rado il ratallo.
toli di paglia — .Tal quantità è la media, poiché chi usa Ematuria detta volgarmente spuntila , flusso di orina
darne dippiii, chi meno secondo i luoghi , i mezzi , le tinta di sangue che può complicarsi coll'emorragia delle
varietà e le fatiche dell’animale. mammelle : vi è soggetta più la Specie bovina e di rado
VII. I muli e gli asini sono 19088, de’ quali 15810 il cavallo.
asini ,
ed il resto muli — La maggior quantità di essi Antrace volgarmente lupareUo che assale ordinaria-
è nel distretto di Nicastro, e la minore in quel di Co* mente i monodattili c i didattili : consiste in un tumore
Ir trae- duro, circoscritto, infiammatorio c contagioso, che si
vi II. Finalmente per l'Industria porcina è da osser- sviluppa spontaneamente o per contagio di altri animali,
varsi che comprende G293I animali che consumano e termina per lo più colla cancrena ; alle volte attacca
il granone e le patate con cni in diversi siti si nutri- Setola dei porci detta volgarmente s trangugilo : ma*
scono i porci, i quali sono in maggior numero nel di- latita che ordinariamente assale i porri ed ha sede nei
stretto di Nicaslro , cd il meno in quel di Cotrone. lati del collo virino le parotidi.
IX. Il prezzo medio di tutti i summen (ovati animali Nulla è da osservarsi su' rimedi di tali malattie ,
poi-
valutando la diversità de’ luoghi , e tenendo presente ché son quelli indicati dalla veterinaria.
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-
CAPITOLO IX.
I . I filli odia provincia osono ad ogni uso, cioè tanto rotazione agraria non è da per tntlo uniforme, ne fiat
per semina che per pascolo, o solamente per erba: nd che ove questa non sia conciliabile colla durata del filto,
primo caso si fanno per quattro a sei anni, e nd secondo o i terreni restano inaffittati
„o vi si fanno colture non
a piacere — L'anno colonico comincia dal 1
.* settem- adatte. La seconda cade sugli articoli I C20 e 1022 LL.
bre — Megli affitti senza scrittura che ne determina CO.; ne’ quali si dice clic allorché l'affitto è senza scrit-
la durata, per consuetudine se ne dee denunziare la ces- tura che ne determina la durata, o allorché il Attuario
sazione in gennaio. terminalo il fitto stabil ilo in una seri (tura, continua a go-
Oltre dd fitto si usa dar la terra a coltura a* contadini der del terreno , si dee riputare se trattasi di prato, co-
o ritraendo due tomoli di gTano e fino a dicci di gra- me fatto il Aito per un solo anno^ e per le terre lavora-
none per ogni moggio, oppure il 4.* ed in alcuni siti tive, qnando queste sian divise in porzioni allernativa-
il 3. dd ricotto che si ottiene. A questo propositodec no- vamente coltivabili , come fatto per tanti anni quante
tarsi che prima più generalmente si percepiva il 4/ ma sono tali porzioni. Or lutto ciònun è in corrispondenza
saliti i fitti ad alto prezzo dacché la pastorizia si è mag- a' bisogni deU agricoIlura, poiché il prato più sovente fa
giormente estesa, è più ordinaria la esazione del 3°. Dip- parte della rotazione agraria, eccetto i luoghi unica-
più è da osservarsi che al terratico dd 3.° o del 4.* dd mente addetti a pascolo; e per le terre lavorative più
prodotto, influisce l'essere più o meno scarsi i contadini, che agli avvicendamenti sarebbe utile aver riguardo alla
poiché ove la mancanza è maggiore si esige il 4.°ed ove rotazione più o men lunga secondo i luoghi.
è minore il 3.° Ollrecdò l'agricoltore o paga le giornate IL Allorché i terreni seminatori si tengon di conto
di lavoro che fanno i buoi ndla coltura , trebbiatura e de' proprietari e .si son presi in Atto per farne indu-
trasporto nell'aia ; o dà al proprietario di essi la metà stria , in taluni sili , come in Catanzaro c dintorni , si
del prodotto, detratta la semenza ed il terratico che si usa tenere i coltivatori a paga stabile, ed in altri da
dà al proprietario del terreno —Gò che si è detto pel giornalieri — I-a prima consiste nel darsi ogni mese du-
grano e granone riguarda anche in taluni siti gli altri cati 2 a 2. 50 ,
un tomolo c 3/20 di grano da macinarsi .
cereali , legumi , lino e patate. a spese del proprietario, 1/4 di tomolo di fave, una lib-
Delle vigne sì divide alle volte il prodotto tra il pro- bra di olio ,
4 libbre di cacio , 33 once di sale e 4 a 6
prietario ed il conduttore — Gli alberi fruttiferi ,
gli moggi di terra per coltivarsi a grano, nonché mezzo
agrumi e gli ulivi si datino in fitto anno per anno do- moggio per fave, col lavoro de* buoi a peso del proprie-
po Testima del prodotto ,
ed il proprietario esige il pa- tario — Al capo-massaro si dà dippiu mezzo moggio
gamento in contante, eccetto per gli ultimipe'quali in- per coltivar lino — A’ giornalieri si dà la mercede di
troita 4/5 dell'olio che si ottiene — l gelsi o si fittano grana 20 a 25 il giorno, ed in taluni luoghi meno
esigendone l'importo in contante o in seta , o si danno ma col cibario.
a' coloni che si occupano della educazione de' bachi , e III. I pastori delle vacche c delle giumente si tengono
poi si àvide il prodotto. ad annata c si dà loro quanto si è detto precedente-
In riguardo a fitti cade in acconcio far due osservazio- mente pe lavoratori a paga stabile, eccetto le terre da
ni su di alcune disposizioni legislative. La prima si è che semina, l'olio, le fave, il sale ; e del grano se ne da 1/7
per gli affitti de’beni ecclesiastici è preso-ilio che la durata meno di quelli : si dà invece dippiu per tutto il tempo
non possa essere maggiore di anni quattro ; e poiché la che si mugne una mezza ricotta al giorno — Per quelli
,
te, per la metà dell'anno si forniscono anche i cibari. Per VI. Nel 1806 abolita la feudalità , tolti i vincoli fe-
gli animali che si custodiscono nella Sila si usa pure divi- dccommessari , ed aggregati al pubblico demanio molti
dere lo stabbio fra' proprietari degli animali ed i pastori. beni ecclesiastici , accadde gran movimento nelle pro-
Gli animali bovini e cavallini si mantengono gene- prietà , c dòsi sperava dover produrre grande vantag-
ralmente di conto del proprietario : lo stesso è per gli gio. Ed in fatti la più parte detieni demaniali furon ven-
altri, eccetto taluni luoghi in cui si danno a soccio a di- duti con molto profitto de* compratori ch’erano agevo-
verse condizioni variabili secondo i paesi. lati pure dal poter dare cedole di banco ,
che si com-
IV. Tanto i pastori che gli agricoltori sono insuf- pravano pel quarto del loro valore, in conto del prezzo;
fidentr a* bisogni della provincia : de* primi 8373 sono i beni fcdecoramessati divenuti liberi fuma distribuiti
in essa nativi , e 2341 forestieri ; ed i secondi togliendo per lo più pel capitale de’ vìtalùl di cui godeano i se-
daila cifra generale de' contadini ch'era nel 1843, 115, condogeniti che con dò divennero proprietari ; ed al-
GC5 ,
le donne ,
gl'inabili per età canuta o per malat- tra massa di beni attribuita a‘ comuni in compenso
tia, gli addetti alla milizia ed i pallori, riduconsi a degli usi dvici che godeano i loro abitanti ,
distribuita
40000 , cioè 22, 2/5 per ogni m. q , ed uno per ogni venne a' contadini coll 'obbligo di migliorare le terre
1,110,750 p. q. ; ed avuto riguardo alla parie colti- assegnale , e di non poterle alienare per died anni.
vata die circa 3,175,320 mog. di n. m., ve n è uno per Tal movimento ehi* grandi conseguenze in questa pro-
ogni 79 mog. e 3750 pai ossìa 793,750 p. q. Si ha vincia , ove la maggior quantità di beni era soggetta a
quiudi bisogno di fame venire molti dalla Calabria ri- fcdecommesso o di proprietà di ordini religiosi. Ma se
4
tra e la maggior parte de lavori di vanga e di potatura vi guadagnò la classe de' proprietari, non fu altrettanto
di olivi vengon (atti da questi. Vero è però che non per quella de' contadini ;
la quale mancando di mezzi
tutta la indicala estensione di terra si mette a coltura a migliorare le terre da essa avute , c gravata da de-
in un anno , e che le donne concorrono ai lavori cam- biti e pesanti usure ,
divenuta più povera di prima
pestri specialmente a quei di sarchiatura c nella raccolta. fu obbligata a capo di died anni venderle ,
e cosi ri-
V. Portando ora la considerazione sullo stato de* con- caddero in poche roani. Ma non in tutt'i comuni tale
tadini ,
troviamo che sono di forte costituzione e di va- suddivisione si fece , ed in diversi sarebbe utilissima
lida salute spedalmentc se nati in siti di montagna; sono spedalraente nel distretto di Cotrone ,
ove accade che
laboriosi ; van soggetti alle pleurisie ed alle febbri pcr- de' ricchi proprietari prendono in fìtto a lieve ragione
nidose perchè molto esposti alle vicissitudini atmosferi- i comunali terreni che poi concedono a' coltivatori con
che cd alla diversità de' dirai, e spesso obbligati a vi- molto profitto, ricevendo il terralicodi due tomoli di gra-
vere in luoghi paludosi cd insalubri. Generalmente non no e fino a dieri di granone per ogni moggio , oltre il pa-
san leggere nè scrivere quantunque in ogni comune vi scolo che resta a loro prò ne'mesi che passano tra una
siano scuole elementari; vestono un grosso pannilano alba - e l'altra coltura. Ne’ terreni non seminatori è d'uopo
gio detto volgarmente arbaso che vien tessuto in diversi però per non andare in un altro eccesso ,
procedere alta
luoghi della Calabria ultra 2.* e della dira; hanno lo divisione con molta prudenza ,
poiché converrebbe la-
stesso abito in tutte le stagioni, eccetto il verno in cui sciare al craiune quella parte ch'è olile rimanga salda e
poftan dippiii un cappotto dello stesso paunilano;copron boscosa. Mediante la divisione de beni comunali, la con-
la testa con cappello conico chiamato cernute ; abitano dizione de' contadini serebbe migliore, e dò produrrebbe
meschini abituri , che consistono in casette fabbricate il loro aumento, poiché questo è conseguenza immediata
con creta o nc pagliai ( ove per lo più stanno i pastori )
dello stato di prosperità, àia per non riprodursi l'inconve-
che sono di forma conica e costrutte con frasche ed erbe niente della prima divisione , e per impegnare i colti-
palustri pria seccate. I mezzi di loro sussistenza si è vatori a migliorare le terre loro concedute, converrebbe
detto sopra quali sono, sia che la facrian da giornalieri, adottare in tale assegno il sistema della enfiteusi per
da coloni o da pastori ; e la condizione de' pastori ad- un determinato canone e tempo ; ed in tal modo si a-
detti al minuto bestiame è migliore di quella de* coltiva- vrebbe il vantaggio che k terre non potrebbero alfe-
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,
—n—
nani senza il consenso del padrone diretto , cioè del ecco qual nè la conseguenza. Supponendo che l'agri-
comune (
che potrebbe darlo solo in quei casi di as- coltore ottenga di ricolto 24 tomoli, dandone 6 per
soluta necessità e vera utilità e dopo gli adempimenti la terra , restan 18 , da cui bisogna togliere 3 di se-
che la legge prescrive per le alienazioni de’ fondi co- menza ( calcolando il ricolto essere stato ottuplo di essa)
munali ), ed inoltre dovendo la miglioria essere un’as- e 7 J/2 a prò del proprietario de'buoi; pernii ad esso
soluta condizione del contratto t senza di essa ritornar rimangono dopo tante fatiche e speranze non più che 7
dovrebbero le terre al comune ; c per conseguir tale tomoli e mezzo, da* quali Insogna pur detrarre il quarto
oggetto onde togliere i giudiziari fastidi, bisognerebbe della semenza che deliberi pagar dippiù per ragion d'in-
imporre forme abbreviate. E perchè la miglioria av- teresse —Se iuvece di corrispondere per la terra il 4.°
venga , dovrebbero somministrarsi al contadino i mezzi del ricolto dà il 3.*, il risultamcnto è peggiore:—Se poi il
e la semenza almeno nel primo anno ch'egli comincia a calcolo si fa sul granone, il cui ricotto spesso manca, si
coltivare te terre concedutegli. All’uopo suppliscono i comprenderà chiaramente a qua! dura condizione il con-
monti frumentari ove vi sono , ma converrebbe pen- tadino è ridotto. E pel granone dee aggiungersi , che
sare anche a quei luoghi che ancor non hanno tal be- siccome è La cottura che fa più sovente il contadino di
nefido ; e per tutti indispensabile sarebbe un aiuto in proprio conto , mancando di terra si contenta di quella
danaro a fiere interesse. Ed a proposito di detti monti, che gli vien conceduta, la quale perloppiù è inadatta.
nella provincia ve ne souo 16 , e fra breve ve nc sa- Compie poi il quadro il riflettere che più spesso si danno
ranno altri 32 , per i quali sì è avuta particolar cura a' coltivatori le terre peggiori o quelle che debbonsi
dall’egregio .signor Intendente della medesima. Così si dissodare; cd egli sperando da anno in anno, facendo de-
verrebbe a rialzare ed aumentare la classe degli agri- biti, sopraffatto dalle usure, alle quali la legge non ha
ogni m. q; cd uno per ogni 79,2/3 raog. di n. m. ossia somministrargli. A tale stato conviene apporre un ri-
j*r ogni 796,660 p. q.—Il maggior numero di possidenti paro che avendo per oggetto di rialzare la classe agrico-
e contadini è nel distretto di Catanzaro, ed il minore in la, influirebbe al bene gcaerale della ruslica economia.
quel dì Cotrone ,
ch’è il meno popoloso. Qual esso sia non è delle mie forre rinvenirlo.
VII. La condizione del coltivatore nello stato attuale Vili. La insalubrità de' luoghi marittimi c dì quelli
ha una mercede che sebbene suflii lente a lui, è al certo sono un grande ostacolo perchè avesse tutto lo sviluppo
scarsa per mantener la sua famiglia ,
oltre di che vi di cui è capace l'agricollura in questa provincia tanto
mezzi per vivere ; o lavora di conto proprio , cd è una talune idee per la prima e per la seconda cagione , ma
altra condizione dolorosa ;
poiché mancando di mezzi è vi sono altre cause che bisognerebbe rimuovere— Evvi
costretto prendere in prestito la semenza , ch’egli è poi il costume di mettere a coltura una vasta estensione di
obbligato restituire con un quarto dippiù , cioè col 25 terra senza i capitali corrispondenti e gli opportuni la-
per 100 : non avendo terra dee ricorrere al proprieta- vori. Ciò fa sì che non ri può Ixsn coltivare , e rimane
rio, cui debile dare il 3.° il 4.* del prodotto, oppure sovente delusa la speranza che si ha dì Irar molto pro-
due tomoli di grano e dieci di granone per ogni mog : dotto ,
il qnale dipende più dal modo come vien lavo-
richiedendosi de’ lavori di buoi , egli o è costretto pa- rata la terra che dalla sua estensione: è noto che una ri-
corrispondere all'epoca del ricotto la metà del prodotto IX. Altro ostacolo ali' agricoltura è la ostinazione
dedotta la parte che si dà per (erratico e la semenza, di seguir sempre le pratiche avute dagli avi cd il timo-
eccetto in taluni luoghi il caso in cui la terra si col- re di perdere in qualunque innovazione che la scienza
tiva a grano pel 2“ e 3.* anno, ^poiché verifican- agronomica conriglierebl*?. È vero che de’ migliora-
dosi ciò ,
il prodotto si divide per metà ,
ma la semenza menti si son falli, ma altri maggiori converrebbe
è comune. Il primo sistema è però più generale, cd introdurne perchè lo stalo dellagricottura cessasse di cs-
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, ,
38 —
sere stazionario, c (lasse* qucH'abtondanza che la fertilità facendo lungo cammino nella stagione estiva, possa an-
del terreno fa giustamente sperare. Per conseguirsi co- darsi da un punto all'altro, ciò non basta al bisogno che
testo intento , dee perù su|*rarsi il timore e la tacer- si ha della strada che si era già progettata, praticabile io
lezzi che impediscono ogni novità per lo pìii a causa tutte le stagioni , breve , intermezzata da ponti su' prin-
della ignoranza delle cose agronomi he. Si sono invero cipali fiumi clic nel verno non si guadano senza peri-
disposte delle scuole di agricoltura in ogni comune, ma tolo, e che offriva l'opportunità a’pacsi vicini alla stessa
adottare più efficaci rimedi por la istruzione de‘ contadi- XI. Attivar pure converrebbe per Io bene dellagri-
ni , i quali meglio la riceverebbero da' parroclii , ove collura il commercio interno, cd il marittimo. Pel se-
mai questi versali fossero ne l'agronomica scienza
i ; od condo si manca di porti (
eccetto quel di Cotrooc che
all’uopo in ogni seminario vescovile ulil sarebbe aprirsi per la sua costruzione cattiva è già colmo ), cd indi-
una scuola di agricoltura. Per rendere poi istrutti gran spensabile sarebbe essersene uno nell'Ionio cd un al-
parte de' proprietari , converrcbto imporro clic in ogni tro nel Tirreno. Al commercio interno ben servireb-
esame da farsi per gradi dottorali di ogni facoltà , vi si bero le % fiere ed i sei mercati che vi sono , ma
unisse quello del l'agricoltura, ed una parte de' professori di talune di quelle non si trae tutto il profitto che
essendo proprietari facilmente applicherebbe le acquistale dovrebbe attendersene, attesa la difficoltà delle conni-
conoscenze alfe proprie coll un- che servir potrebbero di mozioni, il non atto sito in cui si fanno, l'insalubri-
esempio agli altri. In tal modo i proprietari nccollcgi tà delle stagioni in cui han luogo, la mancanza delle
ed i poveri da'minisfri dell'altare ricevendo la opportuna comodità necessarie ne' siti ove si celetoano , e l'alto
istruzione, sarchile inevitabile un buon risulta mento , thè prezzo ch'esigono i privati possessori de* luoghi ove si
non potrchto esser però pienamente felice senza un orto fan talune fiere. In fatti quelle di Santo lami e di
sperimentale che dovrebbe, se fosse possibile , stabilirsi Muterà che han luogo rispettivamente in maggio ed in
in ogni capoluogo di distretto. settembre , che sono le più importanti ed interessano
luogo. I.a scarsezza di strade rotabili rende dispendio- loso ed ineguale che rendesi per pioggia fangoso cd
si i trasporli, e la facilità delle comunicazioni sarebbe arido per sircità, scarseggia di acqua, i viveri si pagano
più che necessaria in questa provincia che presenta molla ad alto prezzo, c la dimora vi è incomoda e costosa.
estensione di suolo declive e montuoso, cd in cui i prò* L'altra si fa lungo la riviera del fiume Tarina quan-
prietari fanno ordinariamente le loro industrie in co- do l'aria c colà micidiale, per cui chi ritorna da essa ri-
muni' diverso dal natio ,
La ineguaglianza del suolo porta febbri perniciose, e ciò oltre il disagio e fa spesa.
rende le strade dispendiose , e scarse essendo dall'altra Converrcbto quindi meglio distribuir le fiere lenendo
banda le risorte della provincia, nc venuto che ancora presenti fa salubrità deU'aria, (abbondanza de viveri,
nemmeno tutt'i tre capo-luoghi dei distretti hanno rota- la natura delle derrate cd il tempo più opportuno al loro
bili comunicazioni con quello del quarto cioè della pro- smaltimento, fa comodità della dimora, ed i bisogni dei
vincia. In fatti ancor non è completa la strada tra Catan- comuni più vicini— Sarebbe utile pure animare i mer-
zaro e N [castro, e Infiora marn a l'altra tra Catanzaro c cati a via d'incoraggiamenti.
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CAPITOLO X.
ORIGINE DELL'INDUSTRIA SERICA E SUA INTRODUZIONE IN COSTANTINOPOLI ED IN ITALIA —
SUE VICENDE IN CALABRIA STATO DI ESSA NELLA CALABRIA ULTRA SECONDA.
La storia della serica industria nella Calabria ul- però il suo maggiore sviluppo nella China , ove dal
tra Il rialtacandosi alla |>rima introduzione del seti- principio dell ora cristiana, le province che dal fiume
ficio in Italia ne porge occasione di trattar la cosa grande fino al tropico di cancro eslendeansi ,
sparse
,
più estesamente di quanto converrebbe alla natura della furono di città e di uomini, di gelsi e de' loro abita-
presente opera. G occuperemo quindi dell'origine della tori, e nel VI secolo al l'età di Giustiniano ivi era con-
poli ed in diverse città d'Italia, delle sue vicende nelle li. Non furono ignoti all'antica Grecia i serici tes-
Calabrie e del suo sialo attuale nella Calabria ultra suti ; ed in Roma si videro per la prima volta a tem-
seconda, indicando anche come in essa si coltiva il gelso pi di Giulio Cesare (4), ma tanta era l ignoranza che
si educa il baco e si estrae la seta. in quel secolo e ne’ seguenti si avea del modo di la-
ORIGINE DELLA SEIUCA INDUSTRIA E SUA INTRODUZIONE nio (fi) disse i serici pojmli notabili per la lana che
IN COSTANTINOPOLI. si faceva nelle loro selve ; ed m generale i greci e
» romani scrittori non ebbero sicure notizie nè de' paesi
1 Discordi sono le opinioni sull'epoca e sul luogo in donde proveniva nè del modo come si formava la se-
cui fu per la prima volta allevato il baco e tessuto il ta, che or credula venne finissima lanugine attaccala
suo prodotto. Taluni attribuiscono ad una delle mogli alle foglie di taluni alberi e di certi fiori, or una spe-
dell'indiano monarca lionati la ver introdotto in Siam cie più preziosa di lana 0 di cotone, ora il lavoro di
la serica induslia , e sulla fede del persiano storico un insetto, ma senza mostrare alcuna idea chiara del
Cassini aggiungono che trentotto secoli pria dell’era modo come la seta oitcneasi. (7)
volgare, un indiano principe ad un re di Persia inviò HI. A’ tempi di Plinio cresceva in Italia il gelso che
ce (I). Ma sia che l'indica o lachinese terra fosse stala (4) Giusto Lipeio . Excursus I. ad Tari!, armai. II, 3a.
Sidone. In quest'ultima rominciaronsi a lavorar tessuti vaggi, e così nemici degli stranieri, che con questi faceta
men fitti di quelli della China ed a (are in tempi commercio mettendo sulla ripa di un fiume le loro mercanti?,
,
- 40 —
egli disse Ardissimo ad invecchiare perchè defatigalo tagne ove l'aria è più pura e più fresca ,
che nelle pia-
poco da frutti ,
ma verun uso se ne facca ( 8 ). Dei nure ; che le querce su cui allevavano non richiedcano
liachi allevati colle foglie del pino della quercia e del alcuna particolar coltivazione eccetto la cura di tagliarle
frassino eran comuni nelle foreste dell'Asia e deirCn- rasente la terra ogni otto 0 nove anni: ed aversi ne'
roj>a, ma generalmente trascurati, menoerhè nella pic- sili montuosi due raccolte in giugno ed ottobre, c nei
dola isola di Ceos, presso le cosle dell'Attica, ove edu- piani una sola in maggio (13)
catasi colla fronda di quercia una specie di baco ,
col V. E tornando a' romani, i veli di Ceos di Sidone e
di cui filo la giovine Parafila figlia di Latoi inventò un di Assiria, furono i primi serici tessuti da essi osila!».
leggiero tessuto che fu per lungo tempo in Oriente cd Plinio ne condannava il commercio che Toccasene, jier-
in Roma ammirato (9). Tale baco avea ben poca ras- chè al tesa la trasparenza di tali vesti, le donne com-
somiglianza col nostro verme da seta ,
ed i romani con- parivano ignude ; e prima di lui Seneca dubitava ae
fondean I uno coll'altro (IO). Dee notarsi però che Plinio poleansi chiamar vestì, tanto eran leggiere e trasparenti.
fa motto de' bombici che dice esser maggiori in Assiria* Ne’ tempi posteriori gli uomini però non tardarono a
ed aversi con essi de' tessuti a guisa di ragnatela, e par vestirsi di quei tessuti rii' erano stati delle donne esclu-
che distingua i bombici educali in Ceos da quelli alle- sivi, c ciò avvenne dopocchè l'effeminato £1 iogabaio ,
vati in Assiria , poiché di questi scrivea non essersi gli il quale in mollezza magnificenza e lusso sorpassò Ne-
uomini vergognati indossare nelPesliva stagione le ve- rone, ne dette l’esempio, che fu ben tosto imitato da’
sti che rol loro filo faceansi, mentre che le altre lavo- più opulenti cittadini di Roma c delle province. Alto
rate rol filo de* primi cran solo delle donne (II) era allora il prezzo della seta, e perciò questa formava
IV. Invero la seta non vien prodotta solo dal verme il distintivo de'più ricchi e potenti personaggi. Colai
che conosciamo, poiché nella China il Dubalde scrisse prezzo si manteneva ancor allo a'tempi di Aureliano,
che alcuni piccioli insetti molto simili alle lumache il quale alla imperatrice sua moglie una veste di seta
,
senza formar Jwzzoli, mettean fuori fili lunghissimi che ch’essa con molta premura gli domatdava, ricusò, per-
si attaccavano agli alberi 0 a' cespugli sccondocchè il chè costava troppo. E di fatti una libbra di seta ven-
vento li spingea, e se nc faccano stoffe d'infcrior qualità deasi allora dodici once di oro (14). db dimostra che
di quelle ottenute colla seta ordinaria ( 12). Il sommo b immissione della seta nel romano impero
, comun-
Romagnoli nell erudite sue aggiunte alla celebrala opera que nella capitale di esso -eranvi delle apposite botte-
del Roinxfson snll'India antica , contro il Duhalde os- ghe in cui i serici tessuti vendeansi, non si accrebbe
servò che questi non vide la differenza fra la seta dei in quantità proporzionata alle richieste, ed il prezzo si
I tarili cd i fili di quei bruchi distruttori che reggiamo mantenne sembro uguale per lo spazio di olire due
anche presso noi ingombrare gli alberi e specialmente secoli, lai fatto piuttosto rhe attribuirsi a scarso ri-
le querce. Ma in sostegno del francese scrittore stà la colto che nella China laccasi, 0 a poca conoscenza di
descrizione che di taluni filugelli delti quercini Iacea nel arie, 0 a malizia de'commercianii che stimavano me-
JS43 in una sua lettera il missionario Bertrand da 12 glio comperarne poco per venderla a rarissimo prezzo
.'inni dimorante in quella regione. Egli adunque scrivea anziuhè ribassarla rendendola abliondanle
(14), deri-
ad un suo confratello , che da tale sperie di bachi si vava dal non esservi diretta e facile comunicazione
traeva una seta che a' chinesi dava mollo profitto e colb China ,
unico fiaese in cui educavansi in quei
,
quantunque inferiore a quella de linchi allevati col gelso, tempi i lochi da seta.
non tralasciava esser pregiala e mollo resistente. Diceva VI. Quantunque i chinesi, ore immobili perché cre-
pur egli che tali bachi sviluppavansi più nelle mon- dono »per tutto, tredici secoli fa viaggi* va uo per la Tar-
la ria , Afgan istan, India , Bokkara , Sogdiana Can-
,
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— 41 —
rili comunicazioni ,
avean commercio poco adiro. Quel del baco ed a causa della ignoranza di allevarlo , si
della seia allora faceasi dalle carovane che attraversando a vea sempre bisogno di seta grezza, ed oltrecciò non
%
tutta la larghezza dell'Asia , dall'oceano chmese fino toglieano essi il desiderio che si avea di stranieri tes-
alle coste siriache impiegavano nel cammino 243 giorni; suti. Sollecitò quindi l’aiuto del re dì Abissinia, ch’era
e poscia nelle fiere di Armenia c di Nisil» i mercanti cristiano e suo allealo , perchè contendesse a’ persiani
persiani compravano le merci chea* romani vendevano. il dovizioso commercio della seta, ma nulla gli valse,
Cotesto traffico però sovente interrotto veniva dalle lun- poiché non potea ad essi venir tolto un traffico che
ghe guerre di quelle rivali monarchie; ma ciò non per dalla vicinanza de mercati indiani veniva favorito (19).
tanto delle carovane sogdiane formate di mercatanti di Uno inaspettato avvenimento soddisfece meglio i suoi
chevoli ambascerie di regni tributari penetravano, e del- Vili II vangelo si era predicato nelle Indie , ed i
laudar^ rischio trova van compenso uscendo dal celeste missionari adempivano con apostolico zelo l’alto man-
impero cardie dì preziose stoffe. Esse pria portavano a dato di propagare la cristiana religione, avanzandosi
venderle in Persia , ma ne’ tempi posteriori per evitare i nelle diverse regioni secondocchè il commercio vi pe-
rapaci tartari cd i persiani tiranni , scegliendo una via netrava. Due monaci persiani del rinomato ordine di
più meridionale, attraversando le montagne dei Thibet S. Basilio eran giunti sino alla China, ove osservando
scendeano lungo le correnti del Gange e dell Indo , e eoo occhio curioso i follicolari tutti dell’arte serica ,
nc' porti di Guzarat c Jtfabhar aspettavano le annue pensarono poterla in Costantinopoli introdurre. Ivi por-
flotte che dall'occidente andavano a caricarsi de aerici I arcasi , e ricevati incoraggiamenti doni e promesse
tessuti che il lusso di Roma reso a vea necessari. Mal- da Giustiniano , sprezzanti i molli pericoli del lungo
grado tuttoccìò, e le stoffe che direttamente dall'Egitto cammino e le rigorose pene minacciate agli stranieri
pervenivano a Roma, i persiani che nell’isola di Ceyian che trasportassero il serico seme, giunsero alla China,
co' mercanti chinesi man truca n libero il vantaggioso traf- ingannarono quel popolo geloso, e nascondendo la de-
fico, la maggior parte ne fornivano. Essi conoscendo siderala semenza dentro vuote canne, a Costantinopoli
quanto lucroso fosse divenuto il commercio della seta, la recarono. Quivi .comineiaronsi a coltivare accura-
tentarono appropriarselo ; c profittando de'vantaggi che tamente i gelsi bianchi ch'esser doveanvi perchè non
avevan dalla loro condizione su mercanti che dal golfo introdotti da due religiosi, e sotto la costoro direzione
arabico venivano , superandoli in tutti ì mercati ove diverse fabbriche furono stabilite ; e l'industria me-
compera vasi seta, e scacciando le carovane che l'im- diante gl'insegnamenti della esperienza si ridusse a tal
pero greco facci per terra andar nella China, ridus- grado, che gli ambasciatori sogdiani arrivati alla ca-
sero esclusivamente nelle loro mani il serico commer- pitale dell'impero, mentre regnava il successore di Giu-
cio, che a traverso del golfo persico faceano , e per stiniano, ebbero a confessare non essere i bizantini net-
mezzo de grandi fiumi Eufrate e Tigri diffondevano (17) l'educare U baco e nel lavoro de* tessuti, inferiori ai
colle richieste l’abbondanza, scemò il prqtao de* serici primo artefice del lusso delle nazioni , e la cui edu-
tessati, e l’uso di questi divenne cosi generale, che la cazione considera vasi uua volta come opera propria delle
maggior parte della seta nel romano ossia greco im- regine, dopo XV secoli che le sidonie manifatture eransi
pero consuniavasi, ed una legge crede Itesi necessaria celebrate ne poemi di Omero, penetrò nell'orientale im-
per distinguer l’abito de 'commedianti da quello de' se- pero e specialmente nelle greche contrade ; e la seri-
natori Ciò iacea somme ca industria divenne una delle principali sue ricchezze,
sì che ingenti per tal causa
uscivano dall'impero e con ciò uno de’ suoi più forti sostegni (21)
, e ricca ren deano una nazione
idolatra e ad esso nemica. L'impera or Giustiniano ve- f
II , Uh. IV p. 69 —
Pagi tom. H pag. 6os — Menando» ia
(17) Gibboni, e Sartorio, loc. cit. Exoerpt. leg. p. 107 — T*o6 latto Simonetta Ut». VII, c. 9.
(18) Thicbaut. toc. cit. (zi) Gibbon loc. cit. — Montesquieu ,
Decad.
6
— .
XIV. 1 tessati orientali in Italia pervenivano per mezzo II. Gli eruditi Tychscn, Murr, Danieli e Camera
dii commercio, e sembra cbe i veneti fin dal VI se- sono pe" saraceni ,
e sostengono che il celebrato pallio
tolo e maggiormente ne' due successivi, in cambio del di Norimberga erroneamente confuso dal norimber-
legname da costruzione, del ferro e delle armi che in ghese storico Herold con quello dì Carlo Magno , lavo-
Oriente recavano, rkcrcan fra l'altro panni di uro e rato siasi da' saraceni a Palermo nel 1 1 30 (26); ma non
di seta. Allora le venete lagune erano il mezzo per è questa una buona ragione per attribuirsi la introdu-
cui i greci e gli arabi colla Italia superiore e co’ger- zione del setificio a' saraceni; i quali allora eran vinti,
mani e franchi comunicavano — Quindi gli amalfitani abbattuti e dispersi da' normanni, il cui capo duca Rug-
cominciarono ad esercitare l'orientai commercio di coi giero in detto anno 0 nel seguente , dopo una serie con-
fin dal secolo IX se ne serU> memoria dall'annalista sa* tinuata di conquiste , credette poter aspirare al magnì-
lemitano , e vieppiù nel secolo seguente lo estesero. fico titolo di re (27). Se anche nello stato di abiezione in
Dopo il 1000 cominciarono anche a rendersi famosi cui il saraceno popolo trovavasi , le arti di pace e spe-
nel commercio i pisani cd i genovesi, e questi ultimi nei cialmente la serica coltivato avesse , non ne deriva che
mari di Oriente la fortuna de' veneziani superarono e ad esso delibasene la introduzione (28). Nè giova la di-
da quelle regioni panni di seia e di oro, baldacchini mora che fece in Sicilia, poiché l'islesso argomento
broccati, damaschini , cetani , albabassi ,
velluti, taffettà varreblie con più ragione pegti orientali che colà ebbero
e sciamiti recavano (22). Ma poiché la Sicilia e diverse dominio più tranquillo e più lungo.
legioni del regno di Napoli ail’impero orientale andavan III. D’altronde pria che i saraceni in Sicilia si fossero
soggette, dee ritenersi che altra quantità di serici tes- stabiliti nel!’ 827, bassi notizia in Italia di serici tessuti.
suti veniva da' greci direttamente ne'loro domini im- In un is tramenio fatto in Brescia nel 761 trovansi no-
portata. minati due palli l’uno di blattalusca e l'altro di blatta
mettila (20) ; le quali stoffe prendevan nome dal cher-
SEZIONE II. misino colore che aveano, talché quella specie di stoffa
detta triblatto ,
denotava ,
secondo osserva l’eruditissi-
INTRODUZIONE DELLA SERICA INDUSTRIA IN ITALIA- mo Muratori, una triplicata tintura: oppure potrebbe
credersi che indicasse il porporino colore dato gradata-
1. Ma come daU'Oriente la industria serica passò in mente più 0 meno intenso. La opulenta Amalfi com-
Italia? Se creder dovessimo al francese Thiebaut de presa ne’ domini del greco impero ,
poco dopo 1TI1I se-
Beraaud (23) , l'onore di tale introduzione spetterebbe
fede, nel 1314 Lucca era la sola città d'Italia incoi Herold. dia*, inaugurali Norimborgam inaigniom imperiai,
era stabilito il setificio. È però generale opinione che la tutelare» etc. — V. intanto de Gregorio rer. arab. pag. 171
sottoposte all'imperafor di oriente , ricche di terreni in Alemagna fece crudelmente abbacinare. V. Camera ,
come
atti alla coltivazione del gelso e popolate da gente at- •opta.
,
Cicconi Star, del progresso dell'industria umana Uh. tu. eap. a. che l’aver moltiplicato gli olivi, dissodate immense astensioni
(a3 Thiebant. op, cit. d’ incoi ir terre • destato U guato dell’agriooltura nulla dine
) ,
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o —
— 43 —
colo per festeggiare l'arrivo di un Papa ,
le strade di se- semi di bigatti, c dall'Egitto col cui CaHflb era in guer-
rici drappi ricopriva (30). Pasquale 1. divenuto Papa ra e pattuì una tregua ,
chiamò de periti artefici (35),
nell' SI G fece lavorare delle vesti di seta ed oro* de' da cui forse furono istruiti quelli che nel 1130 il pallio
veli cd altro ; i quali tessuti , in cui era rappresentata di Norimlierga tesserono.
l'istoria della Vergine e di S. Pietro ed altri religiosi Finalmente nella prefazione alla storia scritta dal si-
soggetti, non può dirsi che dalla Sona, Persia cd Egitto culo o normanno Falcando e ne' diversi scrittori del
venissero , o che fatti fossero da* saraceni ,
perchè tutti medio evo irovansi indicati diversi nomi di tessali quasi
cotesti popoli abhorrivano le sacre immagini (31). Dip- ulti di origine greca ,
il che esclude la provenienza sa-
più Carlo Magno agli altri doni che al re di Persia in- racenica.
viò , unirvi de’ palli lavorati (32) che non dovean certo V. In quanto alla Calabria è improbabile che i sara-
essere delle regioni da cui quel sovrano era solito aver- ceni vi abbiati introdotto alcun'arte, come si convincerà
ne. E in un capitolare e nel breviario delle cose fiscali ognuno dando un rapido sguardo alla storia (36). Essi
delio stesso Carlo * leggeri fra gli altri particolari rela-
chiuse, che alcuni degl indicati tessuti lavorati si fossero la loro «correrie , e le ripeterono verso il 713 e 720, e forte
in Italia ; ove da riflettersi , che it commercio de' ve- •oche ne’ arguenti armi ;
ma dopo che nel 837 occuparono la
grezza. Come in Sicilia così in Ispagna non altro che dussero schiavi in Squilla» , e depredarono quanto eravi di
( 3 t) A attuilo TÌt. de’pontef. — Vit di Pasquale 1 . —Bio- suete loro ine ars ioni. Si combattè accanitamente fino a che si
rat. toc. cit. fece tregua nel 926 nel g33 l'araba gente tornò in campo,
:
( 3a) Monaco di S. Gatto Kb. II cap. 14. e vinta due vohe ma non scoraggiata , rinnovò le scorna- we
( 55 )Mura t. l.c— V. Anoutire de U economie politiquej pour ne nel 940, 944 , 948, 961 , 952 , 984 t g58 e 961 a rjGò. Inu-
1845. tili «ano state le due tregue fitte nel 952 e 954: sprezzata
( 34 Ansata** Vit di Leone IV — Marat, toc* cit —Nata. 17 la pace conchi usa verso il 960 j e fn perciò che di muovo uni-
e 18 «ono 111 del giornale napolitano intitolato I 'Interpetn tili i calabresi, net 965 i nemici «cacciarono da' luoghi occu-
ramine* tulle — Cod . Arabo esistente presto i Benedettini dì pati. Ma ecco che surta guerra tra l'imperator d’Ofiente e
S. Martino in Sicilia tradotto dall’abb. Valla. quello di Germania, i greci a’ saraceni coUegarowi, a vinti
- -Bi§lfeeé-by-Google
cominciarono dal 700 a fare delle scorrerie, non prima Falcando ) ambo i lati tiri reai palazzo di Palermo (10).
del 903 fcrmaronsi in Squillace ,
e dorante la loro oc- VII. Ma se è incontrastabile la venuta degli arte-
cupazione die terminò nel 1044 , la Calabria mal go- fici di Tebe e di Corinto qnanto si è sopra detto ed
,
vernata da' greci , fu di continuo straziata da tornititi il pallio di Norimberga fallo nel 1 130, pienamente di-
rovine e stragi ,
e campo divenne delle avide brame de’ mostrano non esser vero che sino allaccmnata spedi-
greci e de’ saraceni , e delle intestine discordie delle di- zione in Grecia, l'arte serica ignota fosse alla Italia,
verse razze di questi ultimi. come disse il frivingese prelato, e dopo di lui molti altri
Arroge a ciò che pria di fermarsi i saraceni a Squil- fraquali il Giannone. E pure il Falcando che scrivca 43
la ce, nell’ 889 (37) Stefano di Cosenza forse ivi ca- anni dopo la spedizione in Grecia non paria delle no-
,
staido (38) , nel monastero di S. Benedetto di Salerno vella introduzione, ma sol de’ serici tessuti ; c Romual-
portassi , e fra gli altri presenti che fece ,
fuvvi della do Guarna nella sua cronaca dice che Ruggiero prese
seta che dal cronista salernitano è delta obbrizzata col ferro diverse greche città e sacrhegafrilcle, ne aspor-
(
grezza ) ; e ciò fa supporre che la seta in Calabria fin tò molta pecunia e serici tessuti , c non fa motto degli
da quel tempo si estraeva e vi era qualche modo dì la- artefici venuti , e molto meno della nuova intròduzio-
vorarla ,
senza di che inutile sarebbe stato il pio dono. ne , che non è mentovata affatto da alcuno de’ patri
Ma basta de’ saraceni e passiamo a' normanni. cronisti. Tnllocciò quindi fa giustamente credere che
VI. Quel che sopra si è detto del gran conte Rug- l’industria serica era nota in Siciba , e che gli artefici
giero più che una novella introduzione fa credere che tetani e corinti in luogo d'infrodurla ,
altro non fecero
la serica industria era nota , e dal normanno duce à che perfezionare i tessuti esistenti ,
e non è impro-
volea promuovere perchè decaduta in occasione delta babile che ne abbiano fatto anche de’ nuovi. Gra-
conquista saraccnica. Generalmente però gli scrittori al ve argomento che per loro mezzo l’arte fusse progre-
normanno re Ruggiero I la introduzione di essa attri- dita, si ha nelle osservazioni sulle reali tombe di
buiscono sulla fede di Ottone Vescovo di Frisinga , H Palermo (41). In quella di Ruggiero I, trovossi che
quale nel trattar delle gesto di Federico (39), narra il pezzo rimasto dei reai paludamento in cui fu av-
che Ruggiero venuto in guerra con Emmanuelc impe- volto il cadavere, era tessuto con sottile artificio e con
ratore di Oriente , nel Il 46 spedì una flotta in Creda figure di uomini e di animali di vari colori, ma di strano
Nicela Coniate che visse al principio del secolo XIII , e lavori così perfetti per disegno e per esecuzione , da
lasciò scritto che a* suoi tempi preziose stoffe di seta la- emulare i tessuti de’ nostri tempi \ e 1 islessa perfezione
vora vansi in Sicilia da maestri tebani e corinti , i nolo&si nelle intatte vati che avvoJgeano i cadaveri di
quali al colo dagli artefici che Ruggiero vi stabilì, tre siculc matrone sepolte vive nel 1242 0 1244 nel
eran discendenti ; e le officine ove cotesti tessuti fa- carcere di Torre Pisana ove morirono (42).
ceansi, occupavano nel 1 189 ( epoca in cui scrivca il Quindi par che a buon dritto conchiuder si possa dalle
fatte ricerche, che l’arte serica esisteva in Sicilia pria della
alla pugna colla fuga aelroaij. Cattato il biaogno , 1 confede- re ; che essendo decadala , migliorata venne da re Rug-
rati ai «pararono, ed i saraceni nel 985 tornarono alle onte
•correrie , oel 986 preaero fra l'altro Calamaro , nel 988 Co-
senza dia poi perdettero , nel 1001 e noi 1004 Reggio , nel
(^7) Annalista salernitano, anno 889. narrata punizione per effetto di alcuni tumulti da non pochi
(
58) Di Meo op. cìt. baroni cagionati —V. Mario Aretto de aita Skiliac.— Vedi an-
(Sp) Ottone di Friùnga I. I. cip. 55 . che Interp- cono. aura, eia-
-
43 —
giero mediante fili artefici tetani e corintie che i primi ad sei licci
,
più fitti, e simili forse al velluto di oggidì , 0
esercitarla non poterono essere altri che i greci orientali. sciamilo (47): gli exarenlkamata 0 come altri legge
Vili. Conferma il nostro assunto per la Calabria il ca- ex anthemata (48) che venivan distinti da vari e diversi
tanzarese cronista Amato ( 43) che sulla fede o di qual- cerchi, contenean molla seta, vi si richiedea accurata di-
che tradizione conservata nella sua patria, o di qualche ligenza nel lavorarli, e forse eran de’dammaschi. I primi
antica cronaca ,
per opera di orientali artefici in Catan- tre tessuti doveano essere ben leggieri allorché si riflette
zaro dimoranti , disse ivi introdotta l'arte serica. Vero che le moderne stoffe liscio non sono che a quattro licci,
e però ch'egli scrisse dò essere avvenuto a premura di ed i veli a due ; e forse essi soli lavoravansi in Palermo
Roberto Guiscardo , ma se orientali lavoranti cranvi in fino al 1147 in cui arrivarono gli artefici tebani e co-
Catanzaro , al certo non attendevano Guiscardo per rinti. L’iste&so Falcando poi nomina altre due specie di
esercitare la loro arte. Solo dir si potrebbe averli egli tessuto che appellate venivano àiarhodon e diopislo se-
costretto a ri torture in Catanzaro che abbandonar po- condocchè eran di color rosso oppur verde o ceruleo
terono nel 1056 , allorché la città cadde in potere dei Non eran poi questi soli tessati che (areansi i ; ed in
normanni , oppure ch'egli li obbligò insegnare agli abi- una membrana del 295 che conservasi nel R. 1 , archi-
tanti la loro arte forse finallora ad essi esclusiva. Si vio di Napoli, scritta in presenza di Giovanni Monforte
aggiunge die in un diploma del 1008 rapportato dal Tro- Conte di Squillate e Monlescagtioso e regio camerario,
mby (43 àùjncll indii arsi i confini di un podere son nomi- son nominati i seguenti oggetti serici, cioè de’ cuscini di
perciò dell'industria serica in Calabria pria di re Ruggie- mili e zendadi di diversi colori ( 49) ; ed oltre a questi
ro. Dee anche riflettersi che ritenendosi il gran conte Rug- altri nomi di tessuti s’incontrano negli scrittori , e più
giero come il ristauratorc dell'arte serica in Sirilia ,
dee spesso quelli di zendado, sciamilo , satino e taffettà (50).
supporsi aver fatto altrettanto nella odierna Calabria ul- X. Se la storia ha conservato solamente ricordo del
tra 2.* ov'era la sua prediletta Mitilo. Comunque sia, gran progresso che dopo la metà del secolo XIII fece
sebbene ignorasi sempre in qual'epora fu l'arte portata il setificio in Palermo , Messina e Catania , talché non
in Calabria , e se questa in ciò precedette oppur no la era vi persona che non vestisse di seta , non dee credersi
Sicilia ,
certo è che Catanzaro essendo stata la prima a queste tre sole città la serica industria ristretta ,
città calabra , e per più secoli l'unica a lavorar seta nei come ne fan chiara pruora i dazi che furono imposti.
continentali domìni ,
ivi esser dovette da greci intro- Federico 11 in (atti gravò ,
eccettuandone Palermo cui
dotta. Forse dò avvenne ,
oppur ricevette maggiore accordò franchigia ,
ogni libbra di seta che metteasi in
sviluppo, nell’anno 827, in cui i saraceni occupato avendo commercio nel regno e fuori , del dazio di grana 5 ;
la Sicilia è probabile che greci artefici venuti fossero e sul tingere c tessere la seta fu esteso lo stesso dazio
in Catanzaro, che sempre si mantenne con buona parte che pagavasi per la tintura ed apparecchio de' panni.
dell'oggidk ultra Calabria pegUm pera tori di Costanti- Sotto gli angioini per promuovere la coltivazione del baco
nopoli (44). E forse fra' preziosi arredi di cui fu Catan- fu imposto il dazio di grana 10 a libbra sulla seta che
zaro spogliata da'saraccni nel 906, cranvi serici tessuti. dallo straniero veniva , e l*n si avea bisogno di tal
(45 bit) Troni;, Storia crit. eroe, dal Patr. 3, Brano e del vano. — V. Muratori loc. rit.
(44) V. Storici del regno — Il reato dalia odierna Calabria al- (49 Sy Llabua tnembravarum ad ragise Stdaearthivona
pertinen-
tra e la atra, fecero io quei tempi parte det Ducato Baner en- tiura opera antodio aoct. de spraa voi pag. >65 Nap. i83i. U
ti no a* longobardi soggetto , e poi del Principato di Salerno. (So) Cibrario • Caconi op. rit.
(45) Falcando loc. rii* (5>) Bianchini, Star, della Ènti»—Galanti, Decurione dal
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XI. Malgrado jvrb li franchigia conceduta a Paler- scana il setificio trovatasi introdotto verso il 1200
mo da Federico II c l’altra nel 1319 dall altro Fe- per opra di siciliani (56) , e Firenze vanta di aver il
dazi cd i privilegi concessi nel 1.122 c 1127 al genovese Esso porta la dal.) del 1225 , e fra le sette arti mag-
Affranchino Gallo e suoi compagni , decaddero in Si- giori , vi si legge indicata in sesto luogo quella de’ se-
cilia le fabbriche de’ tessuti in seta e linanco fuso di taiuoli , la quale fece colà da principio lenti progressi,
vestirsene ; ma ciò non per tanto si educava alacra- e quindi fu mollo jierfezionala parlicolarmonte dopo che
rocnle il haco perchè si preferiva eslrar la seta grezza, Gino Capponi v'intrndusse I arte di filar loro ,
talché
della quale nel porto di Messina ricco commercio fa- nel. secolo XV eranvi in Firenze 83 botteghe di seta
ceasene con olandesi , fiamminghi ,
inglesi ,
spagnuoli, c drappi di oro (57). Si vuole anche che i fiorentini
croati , veneziani e genovesi (52). In Catanzaro al con- stabilito avessero telai in Francia . onde i francesi nc
trario non ostante gl imposti dazi era il setificio in pro- imitaron l’esempio, e vinsero i primi per quel rho ne dico
gresso ; e sulla fede di documenti letti nel municijxalc il Pignoni, ne* drappi lavorati ad oro ed argento (59)
archivio , il cronista Amato ricorda che la città ricono- Nel 1357 non produceano però tanti tessuti da Inastare
scente a re Ladislao» il quale concedato le avea la esen- al consumo di Firenze , poiché si ha memoria di tm
zione di taluni dazi ed un rilascio di gravezze ,
mando- acquisto di serici drappi fatto da Coloccio Saliheni da
rli per mezzo di nna legazione de* doni , e fra Taltro un mercante di Scria pel valore di 1 15,000 fiorini, che
un'addobbo di velluto verde per adornarne una camera nel termine di un anno furon quasi Indi venduti (59).
ed altre slofie^he incontrarono il regai gradimento. Per E grande era il consumo che di seta ivi faccasi ne* se-
esser degni di un sovrano dovean siffatti lavori esser coli XIII e XIV— Nella festa del Precursore , scrivea
perfetti ,
il che non avrebbe potuto avvenire senta che Goto Dati, vi eran tanti drappi di oro e di seta che ,
se
da più tempo si lusserò introdotti. Alla prosperità della nc sarebbero adornati dieci reami, ed in molta quantità
serica industria contribuiva ivi il facile smaltimento che
si avea per mezzo degli ebrei stabilitisi con franchigia
mento de) i363 sotto il regno di Odoardo Iti si ti per la
nella città fin dal 1073 »
ed in una fiera della durata
prima volta parola degli artefici di seta ,« nel 1434 regnante
dì 15 giorni che annualmente leticasi , e che richia-
Enrìoo VI, onde incoraggiare la novella industria proibita
,
mava il concorso di parecchi commercianti del regno c renne la iutrcduiione de' serici tesatiti — Noti è quindi vero
dell'estero (53). Catanzaro quindi primitiva rivale nel dò che altri ha scritto * Eociclop. art. cit. )
di aver Giacomo I
la seta (54), il che con quanto si è sopradetto vieppiù crociata , e si è giunto perfino a credere che cotesto albero
aia quello stesso ebe vegeta alle porte di Mootélimar pure
dimostra non esser vero come scrisse il Tegrimo che ,
Faggiuola, i suoi artefici si dispersero, e portaron l’arte che dal lòfio al 1574 io cui regnò Carlo IX ,
talché sotto
il precedente regno di Luigi XII oelle fabbriche francesi
in Venezia ,
Firenze ,
Milano , Bologna ; ma per le ,
(55) 11 Tegrimo dice and» che da' lucchesi fu introdotta HI. cap. 3 e 4.
l’industria nerica in Inghilterra, in Francia cd in Germa- (58) Cioconi lib. Ili cap. 4 — Cibrario loc. cit.
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,
- 47 -
sc ne Tcndeano nella ria biasima e magnifica fiera di Genova dovea esercitate il setificio pria del 1322 e
S. Martino. Era in fine essa cosà famosa pc* suoi broc- 1327, còme fan credere i privilegi concessi in tali anni
cati, che i soldati spagnuoli nel rinomato assedio del 1 530 al summentovato genovese Arranchino Gallo ( § pre-
la insù! lavano direndo che apparecchi asso i suoi broc- cedente ). Iùl in fine nel secolo XV cranvi setifici nel
per le cangiate sorti della città , sì perchè durante lo Italia fiaccasi ne' secoli XUl e XIV. Le stanze de' si-
stesso fu in occasion della peste del i 529 proibita ivi gnori adorne vedeansi di aerici addobbi in coi effigiati
sotto pena del capo la educazione del loco —Non era però erano a trapunto gesta cavalleresche ,
cacce amorose
Firenze la sota città delia Toscana che facea la serica ed altre fantasie de* poeti di allora , e nel secolo XV
industria ,
poiché trenriam notizia che per la valle di (
quando prevalsero le religiose controversie )
fatti del-
Nievole promulgossi dalla città di Pescia nel 1 340 una l'anlico c nuovo testamento ; e tali addobbi magnifi-
legge che ordinò farsi delle piantagioni di gelsi. (61) cenza era cambiare spesso Gli stendardi delle città
Venezia vide con gelosia che Ruggiero fece stabi- de' carrocci , delle corporazioni religiose e di arti, le
rai istruiti in Grecia ; ma non avendo suolo adatto alla l'escquie , nelle festività religiose, ed in ogni notabile
coltura del gelso , non potrà aver la materia prima occasione. La storia ha conservato ricordo delle grandi
all'istesso patto de' siciliani e de' greci, ed i suoi drappi pompe che vi furono nel 2 febbraio 1339 allorché Ia-
perchè di più alto presso non potean sostenere il con- copo principe di Acaja fu nel castri di Rivoli armato
fronto di questi. Fu perciò che nel secolo XIII quando cavaliere; nella giostra data in Ciamberì nel 1348 da
scacciali ad 1314 , molti trovarono anche ivi buona riche stoffe ; nell'esequie fatte nel 1381 e 1383 per la
accoglienza ,
ospitale dimora, dritti ed incoraggiamen- morte di Niccolò degli Alberti ch'era il più ricco uomo
ti ; ed essa ne raccolse il frutto, poiché dopo qualche £ Firenze c del conte di Savoja Amedeo VI trapas-
tempo ricavava l'annuo guadagno di 500000 ducati, sato in Puglia (66). Tanto lusso animava le seriche
e verso il 1 420 nella sola Lombardia immetteva drappi manifatture che perciò nel secolo XV in Italia ebbero
di seta pel valore di ducati 250000 l'anno. (62) grande progresso, che poscia scemò a causa delle ma-
Sul finir del secolo Xllf per ordine di Sibilla Con- ni fa tiare dì cotone. Ma lasciando questo argomento a
tessa di Savoia , e dopo la metà del XIV di conto di chi vuol proseguire la storia dcRe seriche manifatture
Bona di Borbone moglie di Amedeo VI, » comprarono in Italia , noi ne Unritiamo a continuar quella che la
in Ginevra de' semi di bachi da seta di cui si lacca gran Calabria concerne.
9 — Mora'. B. S. I. XXII ,
954.
(63X64) Cibrario Ub. IH. cap. 9 - tifa. I cap. 7 - lidia
,
I. Manifatture cosà importanti quali son le seriche, die ed infine da Filippo II (78). E tali privilegi erano cosi
ne' domini continentali del regno di Napoli erano a'prin- rigorosamente eseguiti, che nel 1547 per essersi Catti
lipì del XV secolo ristrette alla sola cittì di Catanzaro, (vagare dalla dogana di Napoli due. 10 ad un catanza-
mcritavan protezione , e la ottennero. Fu la prima ad rese , fu essa condannata alla restituzione di lai somma
accordarla Giovanna II che nel 1417 allorché la cit- ed alla multa di due. 1000 (79). È da notarsi ancora
tà ribellata venne a patti , le coocedelte la immunità che con diploma di Carlo V del 30 marzo 1519 sta-
del dazio imposto sulla tintura della seta (07). Poscia bilironsi in Catanzaro de' consoli dell'arte della seta con
nel 24 febbraio 1445 , Alfonso di Aragona da' suoi ac- l'incarico di far osservare i cosi detti capitoli compilati
• ampamenli presso la città ove trovami ad oggetto di dalla rappresentanza della città ,
e contenenti le regole
ridurre il riliellc Qn teglia ,
attesa la rinomanza che per la esattezza de lavori (80). Fa questo il primo con-
quella godeva specialmente per i velluti ,
la esentò da solato della seta che ci vide nel regno dopo quello di
qualunque dazio sulla seta , e con particolarità da quelli Napoli, e precede di un anno la istituzione dei consolato
sulla tintura apparecchio e tessitura di essa. Fu colai di Messina ,
che fu il primo a stabilirsi in Sicilia, e dì
privilegio non solo confermato dallo stesso Alfonso (63), quindici l abro accordalo a Palermo. Continuavano però
ma anche da suo figlio Ferdinando (69) , il quale ben- allora ad essere in decadenza le sicule fabbriche ; e per
ché per favoreggiare le manifatture seriche (It egli V0r ristabilirle fu quel parlamento obbligato previo regio
,
tea introdurre in Napoli proibito avesse che se ne sta- assenso, ricorrere ad un imprestito di 13000 fiorini,
bilissero nelle province (70), ne eccettuò la città di Ca- e far venire degli stranieri artefici (81). Catanzaro sa-
tanzaro ,
come lo dimostrano i suoi privilegi. rebbe anche decaduta se mediante i snot privilegi non
Il . Intanto nel regno la coltivazione del gelso c la trat- fosse andata immune da' tanti dazi che furon succes-
tura della scia cslendeansi. Prunva evidente di ciò trova- sivamente messi sulla seta ; talché per ogni libbra si
passalo alla casa Zurlo per aver quella seguito le parti Itria c grana 50 nelle altre province , o dopo il 1649
di Giovanili di Angio (71), men trecche nel 1383 non rispetti vanitole grana 38 c 37 (82). Ma se Catanzaro
oflriva che due 600, nel 1481 dava annui durati
(68) Nel 3 gennaio 1446 e 5 luglio 1447 — Amato op, 17S0 — Alti di tal causa.
rit. — Raccolta de'privilegì di Catanzaro premo noi esiliente. ( 73 ) Fitto al principe di Bisignano del «483 confermato li
(69} Li So ottobre 1465 , 16 settembre 1466 e 7 uttem* li novembre i ,90 — AUeg. ed atti come aopra.
brr 14:8 — V. Amato e Raccolta suddetta. (74) Nel za febbraio 1497 — V. Amato e Raccolta come
(70) Dopo la morte d’isabella aua moglie Ferdinando I. sopra.
«li Aragona nel 1466 pensò introdurre le manifatture di aria (75) Nel i 5 aprile i 5o? — V. come «opra.
in Napoli e fece venir da diversi luoghi abili maestri, accor- (76) Nel to maggio i5o7 —V. come aopra.
dò de’ privilegi e franchigie al veneaiano Marino di Campan- (77) Nel iz gennaio 5 iq e amarro »536 — V.
i come sopra
te , a* fiorentini Francesco di Nerone e Girolamo di Goriati- (78) Li 37 luglio 55y — come sopra.
i
to ,
al genovese Pietro de’ Conversi , ed a tutti coloro rhe si
( 79 ) t8o) Amato — Raccolta, come sopra.
sarebbero in Napoli fermati per lavorar tessuti, stabili tra (81) V. Interp. c*ur»m. num. cit.
consoli dell’arte della eeta ; e ne* tempi posteriori un apposito {81) Net ao giugno 1S41 Carlo V da Ratisbona per la fab-
tribunale detto della nobile a/te della tela fu collimilo per brica delle fortificaaioni di Co (ro ne imponeva il dazia di grana
decidere la quistioni tutte alla medesima relativa, salvo il 5 sulle sete di Calabria in luogo di oonaònil peso che pria
gravame a) S. R. Consiglio ;
ed infine ai vietò alle province ai rea meato su di ogni fuoco — Net 1 5 febbraio 1541 in
esercitar manifatture di seta — V. Gunnom. compenso di talune pretensioni sul contado di Miteto fu al
(71) Galanti — Bianchini , op. cit principe- di Biaigusno accordato il dritto di esigere altro due
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— 49 -
dislingueari pei setificio, diversi paesi della Calabria co* i 1 tozzoli buoni a* cattivi (85). Malgrado ciò alla seta
me Icggesi nel Barrio eran rinomati per la scia che ot- dì Calatoia da vasi il primato in Italia ,
come lasciarono
leneano , e se ne producea tanta da formare essa soia scritto ITgheliio e CAIUrovandi.
oggetto di speciali dazi ( 82 bis ) ,
uno dei quali co* Finalmente altro danno soffrivano i proprietari di
munque non maggiore di grana 5 a libbra, fu suffi- seta dopo averla traila , poiché era loro inibito sotto
ciente a far fronte in gran parte alle gravissime spese rigorose pene venderla ad altri fuori che a' compratori
che costarono le fortificazioni di Cotrooe o industrianti della regia dogana di Napoli ,
ed erano
HI. Nel 15G3 i dazi che fino a tal’epoca eran te* perciò obbligali spedire ivi le sete soffrire le spese ed i
,
nuli in amministrazione dallo stesso governo davano rischi del viaggio e pagare a napoletani mercanti cui
,
In diversi tempi specialmente nel !Gi9e 1655 fu- soffriva il peso detl’annof azione delle sete e per la pro-
,
rono i fitti de’ dazi o come dkcaosi allora gli aneti- gredita sua industria avendo bisogno d immetterne e
dameati, ceduti in piena proprietà ai creditori dello stalo non di estreme inutile rendeasi il divieto dell'estra-
,
col drillo esclusivo di far essi la trattura della seta. Su zione Tropea eran
; ed in diversi luoghi ,
fra’quali , vi
lutti i dazi esigevansi in quell'epoca due. 20000 cioè 22
1
, fondachi in cui i suoi tessuti vendeansi. Nel otto-
38000 più di quanto paga vasi nei 15G3 , e di tal som- bre IG4I avendo una prammatica proibito di vendersi
ma soli due. 31000 rimanevano a favore del governo le seie se prima non ri giustificava dal venditore il pa-
che direttamente li esigeva dagli arreadalori (84). Oltre catanzaresi non
gamento de’ dazi ,
ri pretendea che i
gr«ac « libbra culla cete di Calabria — Nel falco sul fitto , e l'ottennero per due anni alla ragione
a-j marzo i5&5
ad oggetto di guarnire la fortezze detto città e terre dema* di annui due. 30000 (87). Da ciò risulta che la sola
siali, • particolarmente quelle eh* erano nelle marine, fu Catanzaro in quel tempo produceva tanta seta da corri-
Ogni libbra di aeta che ai catraeva dal regno gravata di altri spondere alla quarta parte dell introito del dazio ,
ch'era
grana dieci — Nel l55y venne simil dazio impoeto culle sete
come è veduto per tutto regno due. 120000. Non
ri il
che ai coiuuraaraoo nelTinteroo. —Nel i5 maggio «6o5 il de-
sio mi di ogni libbra dì aeta crebbe di graoa i5; di altri
5 nel 23 dicembre i636 di altrettanti od
; 7 eettembre i 657;
di grana 3 per la Calabria, e 5 nelle altre province nd i63g;
(85) Questo inconveniente che l’abete Genovesi in trae sua
di altTÌ grani 5 io agosto dello ateaao anno; ed in fine di all’ab. di Moatelatid attribuisce ad
al- lettura scritta nel 17S8
trettanti grani nel 5 marzo 1C40. Divenuti i dazi coti pacanti, crror de’ calabresi, era effetto dal monopolio eaduaivo che gli
« vide ore cesar ia una minorazione, e nel
1649 l“ f0n ridotti arrenda ton [accano della tratta» della aeta , e oon «aiatera
per ogni libbra , a grana 34 nelle Calabrie e grana 57 nelle nella aola Calabria ma io tutto il regno. — . Saggio di eco-
altra proviate. — V. Calatiti e Bianchini, op. cit. — Raccolta nomia campestre per la Calabria ultra del marche*# Dome-
di privilegi come copra. nico Grimaldi pag. 169.
(81 bis) V. nota precedente. (86) Bianchini Galanti • Raccolta come aopra.
(83X8«) Bianchini e Galanti op. c»L — Raccolta come sopra (87) Aileg. e meni. cit.
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,
-SO-
ostant* la perdita della causa gli arrendatori sovente principiati nel suddetto anno ebbero termine non pria
tarlavano i catanzaresi pretendendo di far notare le loro del 1751 presso la regia camera della Sommaria con la
sete, ma non yì riuscirono, e nel IG69 lagnaronsi per- vittoria degli arrendatori. Durante tali controversie, i
fino col viceré di violenze commesse al loro incaricato. telai da 1000 ch erano ,
non giungevano ad 800 (91),
V. Tanti privilegi e protezioni che fan manifesta l'an- ma perduta la causa e cominciatosi il pagamento dei
tichità deserta tessati in Catanzaro, efficacemente con- dazi , non potendosi dare i tessuti al modico prezzo di
tribuirono ad aumentare i gelseti di coi il territorio era pria , diminuirono le commissioni ,
si restrinse dippiù
sparso (88) ,
ed a render florida l’arte serica e non alto il numero de’ negozianti e degli artefici ,
ed i telai pria
il prezzo delle merci — Si aggiunge che grande era il con- del 1783 non eran che 270 (92).
sumo c la vendita de’ seria' tessuti. Non erari ricca VII. Intanto Carlo III toglieva il divieto nelle cala-
famiglia non solo in Catanzaro ma nelle Calabrie , che tine di stabilirsi delle manifatture di seia , c ne sor-
addobbata non avea la sua casa di dammaschi e vel- sero in Monteleone, Palmi ,
Reggio ed altrove; Catan-
luti di Catanzaro. Ivi il vestir di seta erasi reso ge- zaro ne risenti danno, ma era pur troppo giusto che
nerale sino alle classi inferiori ,
e grande smaltimento quel divieto si togliesse onde mettere nella stessa Ca-
laccasi di stoffe in Venezia ,
Francia ,
Spagna ed In- labria a profitto la molla seta che si produceva , e
ghilterra. Non son queste fole dettate da spirito rau- sulla quale ricadevano non meno dedue terzi del da-
niripale ,
ma fatti che il patrio storico Amato narra co- zio dell'intiero reame In effetti nel 1788 allorché Ga-
m'esistenti ai tempi suoi ,
cioè nel 1670. Ei dice che lanti scriveva la celebrala sua descrizione del regno,
lavora vaiai con mirabile perfezione velluti c stoffe di l’imporlo de* dazi sulla seta non era minore di due.
ogni maniera non escluse quelle intessute di oro c di 325, 653. 38, de’ quali le province di Terra di La-
argento ,
ch’eranvi mille telai, e tra tessitori operai ed voro ,
Contado di Molise e Capitanata pagavan due.
addetti a’filatoi essere impiegate da 7000 persone. Ne 48814. 43 ,
il Principato Citeriore 14 148. 89 ,
il
fia lecito però dubitare della verità di questa ultima ci- Principato ulteriore 5462, la Basilicata 556o. 67, le
fra, poiché eccetto i rasi lavorati ed i dammaschi in cui terre di Otranto e di Bari 72305 ,
gli’ Abbruni in-
vesse l’autore , era Catanzaro portata per fuochi 267 1 bra erari il dazio di grana 38, si ha che in Catan-
cioè 15906 abitanti, valutando secondo le norme del va- zaro se ne consumavano allora libbre 19942 , men-
lentissimo signor Cagnacci che ogni fuoco componcasi treccbè nel 1046 in compenso di un’annata di dazio
di sei individui (90). furono, come sopra si è dello, accordati, due. 30000,
VI. Ma la prosperità non dura , c varie cause con- cioè 3/4 più di quanto riscuoteasi nel 1788.
tribuirono gradatamente a minorarla e poi spegnerla Vili. Intanto in quell'epoca, wentrecchè non solo
in Catanzaro. Nel 1678 questa cominciò à soffrir nuo- presso le altre nazioni ma anche negli altri siati italiani
vamente le molestie degli arrendatori che le contrasta- toglievansi da’ governi tulli gli ostacoli eh esser potea-
che cittadino; fu permesso nel 1679 agli arrendatorit già cominciato a ricomprarli da’ereditori, pure a que-
malgrado i richiami da’ Catanzaresi, dinotar le sete, sti rimanevano ancora nel 1780 due. 174000. L’til
e cominciarono ad agitarsi diversi accaniti litigi che consiglio sarebbe stato abolirli, ma invece di ciò pei
{90) Caguusi, Seggio sulla pop. del regno di Puglia rol. II. (ga) Gallati , op. cit-
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,
-li-
si aggiunsero i danni e le conseguenze de’ tremilo ti l'ultimo colpo di rovina alle manifatture catanzaresi —
del 1783, dopo tal’epoca parte pel Insogno che si avea Dorante i dicci anni di militare occupazione però non
di legname parte per dispetto di veder divenuta inu- solo esse ma anche la produzione della seta in tutta
tile 'anzi dannosa tm’industria ebe tanti vantaggi avea la Calabria decadde. Allora da una parte inceppato il
recato, si distrussero molti gelseti. Catanzaro ebe fiori commercio , e non avendosi prezzi proporzionati alla
finché non fu soggetta agli arrendameati , caduta sotto fatica ed alla spesa ,
poiché si vendean le sete a 12
cotesto finanzierò flagello vide ridotti nel 1788 i suoi carlini ed anche meno la libbra ; dall' altra banda
telai a soli 200, dequali 10 di velluto ed altrettanti il grande consumo di combustibile che Iacea la nu-
di dammasco ; e pochi telai eran pure rimasti a Moft- merosa soldatesca, e la nessuna cura che si avea pei
teleone, Reggio ed alla citerior Calabria (93) gelsi, ritenuti allora per alberi inutili, cagionarwn quasi
IX In cotale stalo di avvilimento fu fortuna Tessersi la totale distruzione di $ssi. Ma dopo il 1815 cominciò
aperta nelle calabresi province una sorgente novella nuovamente a rianimarsi la serica industria che in que-
di ricchezza colla introduzione della trattura della seta sta provincia lungi dal trovare ostacoli è favorita molto
n\\'organzino dovuta al benemerito marchese Domenico dal dima , ed ora merce le prospere generali cagioni
Grimaldi (94). Non potè allora goder la Calabria ul- e le premure datesi dalla società economica, e per Ca-
tra 2. di tal vantaggio, ed in Catanzaro intanto si fa- tanzaro anche dalla munidpale amministrazione , tro-
ceano degli sforzi perchè farle de tessuti non andasse vasi in soddisfacente stato.
incontro a maggior decadenza. Vi si riuscì: crebbe anzi
il numero de' telai, ed i tessuti che faceansi oltre dal-
l'essere migliorali per opera del siciliano maestro Mario
SEZIONE IV.
sospensione pria e poi la cessazione della summenlova- NELLA CALABRIA ULTA A II.
61217 ;
nel 1834, 107293 ; nel 1835, 129075 ;
nei razione a paragone di quelli di Catanzaro che può dirsi
1836, 44565 ;
e nel 1838, 69140. la sola città della Calabria in cni le seriche manifatture
La seta a grande aspo è chiamala in commercio piana sono stabilite. Cuntansi ivi in diciannove case 52 telai,
di prima seconda e feria qualità. Il prezzo è variabile compresi quelli dell’orfanotrofio della Stella uno de*
4a 17 a 24 carlini secondo i luoghi e gli anni ; e quali fatto venire a cura della società economica è alla
quando ( come sovente avviene, la seta si vende dai Jacquard, due di velluto , e tre di dammasco. In essi
produttori con anticipazione e pria di ottenerla, si sta- si fanno annualmente da libbre 6262 di seta, 12400
bilisce un prezzo minore. La trattura a grande aspo canne di tessuti diversi ,
cioè velluto liscio e lavorato,
tratture organzini nella provincia e le spedizioni di panno in seta , saione e cordonai t in seta e con cala
bozzolo fuori di essa, si esegue da persone ch’eserci- mo e seta , nobiltà , glé,«fc, levantina, arme sino, cattivel-
tano l’arte del filatoio ;
cd ove mancano, vanno nella la , molta ,
repù ,
stoffa velata , velo nero , e 3360
opportuna stagione da' paesi vicini ,
cd in alcuni luo- fazzoletti ,
pel valore inlatto di ducati 26855 : 20 ;
ghi dalle province di Reggio c di Cosenza. Esigono esse e ciò oltre il cotone e calamo che in taluni tessuti si
secondo i siti per ogni libbra di seta da grana IO a uniscono alla seta. Di siffatti tessuti che sono piti o mcn
20, o grana 12 oltre il vitto ed il combustibile, op- pregiati se ne fa smaltimento nelle Calabrie , e di al-
pure carlini 6 ad 8 al giorno. cuni ,
specialmente dammaschi rasi e fazzoletti ,
anche
I paesi ove si trae meglio la seta a grande aspo sono la Napoli. Tutte le notizie che riguardar possono tali
Taverna, Pentone, S. Giovanni, Sellia, Crìchi, Albi, tessuti trovansi nell’annesso quadro.
Magisano, Zagarise e più di tutti Catanzaro. La seta Inoltre vi sono 200 telai da nastri in cni si consu-
di tali luoghi è nota in commercio sotto il nome di mano annualmente circa 1600 libbre di seta di cui leg-
HI. La seta a piccolo aspo altrimenti delta organ- Altre 100 libbre sì consumano iu calze, guanti, ed
zino è 19000 libbre che sì filano in 12 tratture che in lavori di seta ritorta ad uso di straccali , corset per
Catanzaro e Gasperina. Scinosi tali tratture costruite dal zaro , ove da arca 50 anni si sono inventati , e danno
1826 in quà cioè una in tale anno in Catanzaro di 20 non poco profitto. Gli straccali vendonsi da ducati 2
nel 1836 in Catanzaro di 24 ed ora di 40 ; ducaci seta fino a ducati 5, i corset per bambini ducati 7 a 9#
1838 in Cortile e Curinga di 6 c 24 ed ora di 12 c e le borse secondo la grandezza.
28 ; tre nel 1843 in Cirò, Girifalco e Casino di 3 8
c 12: e nel 1845 un’altra in Girifalco di 3, una in
Squillare di 8, dira in Nicastro di 4 ed altra in Cor- ($3) Quadro de'Urori che ai fanno ne' ano telai da nutrì in
tile di 8. Catanzaro.
Primicerio si è introdotto un meccanismo di ferro me- ro aro mare fino a Fuciooe rigata quattro
34 libbre per o- Liutrinone cinque » èo
diante il quale si fila la seta a doppia croce . Del 3.* guano, ma uccome Lustrino quattro a So
non tutti i telai Tocca quattro 3o a 35
titolo sono le altre della provincia. Il prezzo varia se- Arma ra » a5
Kinoacmpre inai- tre
condo la qualità da’ carlini 38 a 46 la libbra. tiriti coti ap-
,
IL»» lardella tre » ao
prcujimatiramen- Zigrino tre a ao
IV. Le suindicate sete a grande e piccolo aspo son calouUoo, al- Gallone o gal- due e TU «70
te *1 a io |
filatoio e 15 donne per avvolgere la scia: le prime han- parecchio per mezzo del cilindro. Tal macchina costa
no di mercede grana 25 al giorno ; e le altre grana più centinaia ,
per averla perfetta dovrebbe farsi venir
6 a libbra se la seta é tinta ed il doppio se non lo dalla Francia , e pel modo di adoperarla vi bisogna una
é ; e poiché nel primo caso s'impiega un giorno di la- persona espertissima; il chè non é così facile ,
mentre
voro e nel secondo due , la mercede giornaliera si ri- nella stessa Napoli non vi sono che due o tre di tali
duce a grana 6. Se la seta bisogna per trama si paga persone. L’arte consiste principalmente nel proporzio-
al filatolaio grana 35 , se per stame grana 45 , e 55 nare i gradi del fuoco , e nelle operazioni che debbono
se per lavori di seta ritorta. Nei filatoi non si lavora eseguirai pria che la stoffa sottoposta fosse al dlindro—
continuamente, nè sempre vi è lo stesso numero di L'altro inconveniente è che i nostri maestri mancano di
operai, poiché variano secondo il bisogno. suadenti capitali cd i negozianti di seterie non esten-
Vi sono tre tintorie con altrettanti maestri e 5 ope- dono il loro commercio al di là delle Calabrie. Se si
rai che son persone della stessa famiglia de* primi , le mettessero in comunicazione con quelli di altre province
quali se dovessero pagarsi percepirebbero grana 20 al per i tessuti più vendibili c specialmente pe’ fazzoletti
giorno. I tintori per ogni libbra di seta hanno grana che son tanto ricercati , le commissioni crescerebbero,
58 se la tintura è cremisi ,
grana 38 se color d‘oro e con dò il numero de’ telai e de'macstri. E se le seriche
e 18 a 20 se qualunque altra. Le tinte cremisi e nera manifatture che ora si fanno spicciolatamente , ridotte
sono le migliori : nelle altre la riuscita dipende più dal fossero in due o tre appositi stabilimenti fomiti di tutte
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SEZIONE V. nor tempo per asciugarsi pria di venir somministrala
mentre che per i neri occorre attendere tre giorni : si
DEL MODO DI COLTIVARE 1 GELSI EDUCARE I BACHI propagano più facilmente ne* luoghi umidi o annaffiati
ED ESTUAMI B LA SITA NELLA CALABRIA ULTRA II. comunque essi abliiano vita più breve : lo sfogliamenlo
so e la sua foglia non si usa eccetto in caso di necessi- tando però i luoghi umidi o annaffiati in cui meglio
tà. Nemmeno occorre dir nulla del filippino ,
poiché vegeta il bianco : non ban bisogno della stessa atten-
sebbene in diversi paesi e fra l'altro-in Catanzaro, Mon- zione che è necessaria alla coltura de* bianchi : van me-
tauro ,
Tropea , Pino, Da&à e nel circondario di Ta- no soggetti alle malattie ed intemperie ; ed han più
verna, siasi propagato innestandolo sul bianco comune, lunga vita ,
poiché comunque questa varia secondo i
pure si è abbandonato in taluni siti perchè facile ad luoghi e sia pei bianchi da’ 60 a 200 anni, ed è mi-
esser distrutto dai venti boreali e molto soggetto alle nore in quelli che son piantati in luoghi umidi od an-
intemperie ; e generalmente perchè la foglia a causa naffiati, pe* neri è sempre più lunga e dura più secoli.
del precoce sviluppo che precede sempre l'epoca delta Il quantitativo della foglia tra i neri c bianchi varia
educazione de' bachi, c per la ritrosia che ha il volgo, secondo i luoghi, ma ordinariamente può ritenersi che
nelle cui mani è esclusivamente l'industria serica, alle hi que'di montagna i neri ne danno più de bianchi,
novità , non è usata , e perciò resta invenduta — Il e nei marittimi quasi la metà e sempre meno di que-
defunto cavalier Gagliardi or son motti anni fece il ten- sti — Il prezzo della foglia bianca è di carlini IO a
tativo di educare i bachi colla foglia di esso, e ne ot- 20 : è minore nella nera , ma quando vi è scarsezza
tenne buona seta — De raorettiani e di quelli indigeni si è venduta fino a ducati 4 ,
cosa che per la bianca
nè innestali — Quindi si riducono i mori generalmente i siti in un modo, per seme, per propagini e per pian-
a* bianchi e neri colla rispettiva varietà a foglie incise toni ; ed i neri negli ultimi due modi. S'innestano gli
altri sempre colla bianca eccetto otto giorni neil'ultima nestato sul nero comune con buon successo.
età colla nera , cd in altri con quella fino alla seconda La propagazione per seme è la meno usata , e si
c terza eli, c poi con questa — I)a dò risulta che nei seguono in essa le seguenti pratiche — Quando il frutto
luoghi della provincia ove la educazione si fa colla fo- del gelso bianco selvaggio è perfettamente maturo, si
glia bianca e nera, e sono i più, hanno la stessa im- raccoglie e si disecca al sole : dopo di ciò si stropiccia
portanza sì gii uni che gli altri gelsi la cui rispettiva per farne uscir la semenza che si semina in poca terra
vegetazione coincide rolla educazione del baco, la quale bene sminuzzata, stabbiata ed irrigata ogni giorno: dopo
vieti cominciala colla prima db*é più sollecita a ve- due settimane cominciano a sbucciar le piantoline che
getare. vengono annaffiate in primavera ed està, letamate in
I gelsi bianchi e neri hanno rispettivamente de* pre- inverno, e zappale e sarchiate in ogni stagione — Ta-
gi — I primi vegetano 2 a 4 settimane più sollecita- luni usano innestarle nei semenzai : altri doj» due o
mente de* secondi : la di loro foglia ha bisogno di mi- Ire anni di metterle a dimora ove nel I. o 2. anno
- ,
vengono innestale : altri dopo un anno estirpano i primi marittimi anche in dicembre — Il gelso nero ritarda
piantoni che situatisi nelle piantonaie alla distanza di in siffatte operazioni da 15 a 20 giorni.
un palmo l'uno dall'altro ; ogni anno in dicembre ta- V. L* piantagioni sono a quadrato o a quinronce,
gliano i piantoni lasciando sopra terra due o tre gem- ma più sovente senza regola
,
per cui non è raro ve-
me cd al 4.* o al più nel 5. anno si sbarbicano onde derne senza ordine lungo i confini de' poderi le vie
—
;
,
metterli a dimora ove do|x> un anno linnestano e le rive de' fiumi — Le piantagioni novelle sono più
De' acri si fan dette piantanoie dalle quale dopo 4 o regolari delle antiche , le quali nella massima parte
5 anni si hanno i piantoni. distrutte han lasciato quà e là degli avanzi.
L'innesto in generale si fa da marzo a giugno a scu- La grossezza delle piantoline che «i me! tono a di-
detto e a zufolo — Nel l.‘caso si sceglie un pezzo di mora, varia secondo i luoghi da 5 linee ad un ma-
scorza in cui vi sia una gemma e si stacca incidendo nico di vanga , cioè oltre un pollice : secandoceli è son
col coltello il ramo della specie che si desidera :
quindi più grosse quando vengon piantate , vegetano meglio.
con destrezza si fa una fessura verticale nella scorza Le fosse ove le piante si mettono a dimora non iu
dell'albero che si vuole innestare e vi si conficc a la pic- tutti i luoghi hanno le stesse dimensioni poiché se ne
,
cola gemma in modo che resti all'esterno della fessu- fanno della larghezza di 2 palmi e della profondità di
ra : si lega bene stretta onde l'aria non ne asciughi 4 , or sì l una che dimensione è di 3 a 4 palmi,
l'altra
corpo del ramo innestato — Nel secondo, dal ramo del Nelle fosse si usa mettere onde riuscir meglio fa ve-
gelso che si vuole v si toglie un anello di scorra alto getazione, o terra diversa da quella in cui vengon poste
circa un pollice c che abbia una gemma : quindi nel le piante, o stabbio — Varia è fa distanza delle piante
ramo da innestarsi giù prima decorticato cd avente un tra loro, ma la minima è palmi 18 e fa massima 40
diametro uguale all'anello fatto , s'introduce in modo 0 CO secondocchè sono in luoghi in pendio, oppure in
che vi cominci esattamente cd intieramente — In ta- piani o fra altri alberi.
luni siti si usa pure l'innesto detto a palicco cioè a Nei primi anni le picciole piante si zappano spesso
marra che consiste nel conficcar questa nel ramo che e si scalzano ; si potano nel primo o secondo anno to-
trar profitto dalla vendita de' piantoni. Questi se son secondo anno s innestano ove non lo siano state pre-
se innestati e di una certa altezza da grana 15 a 20 l'uno. Ordinariamente fa potagione si fa da marzo a giu-
IV. Le fau della vegetazione de’ gelsi non avvengono gno, ed in taluni luoghi in agosto si recidono i più
in lutti i sili nello stesso tempo , ma secondo i ter- languidi fra' rami novellamente sviluppati . Siffatta ope-
reni, il clima c le stagioni —È perciò che onde com- razione si esegue in ogni anno tagliando i rami a quat-
prendere le varietà tutte ,
si è indicata un'epoca du- tro palmi di altezza — Glinnesti si fanno in maggio a
rante la quale nei diversi sili delia provincia succedono. luglio su gelsi cresciuti dopo la potagione.—Non in tatti
Entra il gelso bianco in vegetazione in marzo o prin- 1 luoghi però si usano tali pratiche colla stessa atten-
cipi di aprile : comincia a dar foglie non prima della zione. —Tuttocdò non riguarda che i gelsi bianchi poi-
fine di marzo al 15 del seguente mese : da talcpoca ché per i neri si ha minor cura e si potano in genoani.
fino a' principi dì maggio giunge gradatamente al suo VI. In quanto ai gelsi adulti siccome il terreno sotto-
pieno sviluppo: dal I . maggio lino a tutto giugno avvie- posto generalmente si semina a cereali e civaie e viene
ne lo sfogliamcnto : dopo ima a tre settimane principia addetto a tutte le colture cui è naturalmente adatto
ad esser rivestilo di foglie che fra tre o quattro altre coai essi partecipano de' favori che |i fanno al terreno ;
settimane ed ordinariamente in luglio pervengono alla oltre de* quali non si fa altro, e nemmeno in tutti i luo-
getazione si arresta , c le foglie pria divengono gialle dopo la raccolta della foglia ,
cioè in primavera o està
e gradai amen tc cadono in novembre e nei luoghi più secondo i siti e le stagioni in cui lo sfogliamento sue-
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,
- SI —
«de : in taluni invece si fa in inverno ; ed in altri pei I suddetti dati variano secondo i luoghi di marina
bianchi dopo la raccolta , e pei neri in inverno. o di montagna , umidi o asciutti, irrigali o secchi, di
I,a potatura si pratica non da per lutto nello stesso piantagioni strette o larghe, di maggiore o minor col-
frono comodità allo sfogliamcnto ; in altri tutti i rami di foglia , meni rocche qualche altro ne dà nelle buone
non esclusi i grossi ,
lasciando le sole branche princi- stagioni fino a 12 cantara — 1 gelsi hanno ordinaria-
pali : in altri, i superflui c rispettando le branche prin- mente nel massimo loro incremento il fusto grosso da
cipali ed i rami più grossi specialmente de' gelsi neri uno a due palmi di diametro.
a' quali la recisione di un grosso ramo pregiudicherebbe Lo sfogliamelo si fa ogni anno in primavera ec-
più de bianchi ; cd in. altri in line tulli i rami minori e cetto fanno in cui i gelsi si potano, ed i siti ove pei
si scavezzano le branche principali. primi due anni su'tcssìvì alla potagione si usa come
La potatura in certi comuni non si usa e si lasciano i sopra si è detto non fare raccolta. 1 gelsi neri in ta-
gelsi inselvatichire , in altri si è cominciata ad intro- luni luoghi però si lasciano ogni Ire anni in riposo onde
durre, ed altrove si pratica secondo il bisogno — Non acquistar maggior forza, ma si è osservato in essi che
può quindi stabilirsi il tempo preciso che passa Ira se per più anni non avviene lo sfogliamene, la pi anta
una potatura ed un’altra — Si fa secondo i luoghi ne soffre.
ogni uno, dnc, Ire, quattro, cinque o in ogni sei a In qualche silo allevati Tengono colla seconda fogliai
foglie di ciascun ramo-, e si è osservato che la foglia del In autunno non si fa raccolta di foglie , ore rolla
gelso potalo ne' primi due anni ,
produce danno aJ baco idea di aver colla caduta di esse ,uu concime al sot-
nell'ultima sua età. toposto terreno , cd ove per timore di arrecar danno
r
VII. li gelso bianco comincia ad essere s ogliato se- all'albero. In taluni luoghi però nei mesi di settembre
condo i siti nel 2/ 3.* 4 * 5.* t 0.° anno dalla fatta ed ottobre , ove il bisogno lo esige, si danno per nu-
piantagione —Nei primi anni se ne ban poche once, lib- trimento a' buoi cd altri animali.
bre o rotoli sccondocché l'anno in cui si comincia è Vili. Nell'intera provincia si eseguono generalmente
meno o più inoltrato — Si può approssimativamente sta- nella coltura del gelso gfindicati modi, eccetto in due
bilire per media raccolta del l.° anno mezza libbra di poderi nel Pizzo in cui or son 20 anni si fecero della
foglia ; del 2.", mezzo rotolo ; e così proseguendo fino piantagioni a bosco di gelso bianco a cappuccio, alla
al decimo, si hanno da 20 a 50 rotoli di foglia — Dopo distanza di9 palmi un gelso dall’altro. Esse a via di
dieci anni da rotoli 20 a due cantara ;
dopo 15 da 30 annue potature eseguite nel verno , togliendo i rami
rotoli a 3 cantara ; dopo 20 da 70 rotoli a 4 o 6 can- superiori , si son forzale a rimanere aliai terza di 12
tara; e dopo i 30. eh è l'epoca del massimo incremento, [almi Si è sperimentato però in tali gelsi che fa fo-
da un cantaro a 10. glia è meno nutritiva di quella del gelso di allo fu-
I gelsi neri non sono sfogliati secondo i sili se non sto ; che richiedono molta spesa per la potagione e col-
che dopo gli 8 a 12 anni. Se lo sfogliamene si eseguisse tura la quale non è rivaluta dal ricolto ; e clic non
prima, grave danno ne risentirebbe la pianta — La me- ban lunga durata — In falli taluni son cominciali a
dia raccolta nel Tot lavo anno di età e primo di produ- perire ,
e molti di essi si sono riempili di escrescenze
nel quindicesimo da 20 a 70; nel ventesimo da 53 a 00; Terminiamo di parlare de' gelsi col menzionare le
nel trentesimo da uno a Ire cantara ; e nel quarantesi- malallie cui van più spesso soggetti. E poiché su di
mo , epoca del sno massimo incremento, da uno a dieci esse non si è fatto alcuno studio ma sol si conoscono
cantara — In quanto alla proporzione Ira i bianchi ed i dagli effetti, così non si troverà nelle indicazioni che
neri fra loro, se né sopra parlato. daremo quella precisione che sarebbe desiderabile.
— 99 -
1. La ruggine delta volgarmente anche lupa che con* vi rimane attaccato, e si stacca bagnandolo con acqua
stale in talune macchie di un bianco sporco che poi si o vino , e facendo uso di una stecca o lama di col-
che precede la morte del gelso: è più frequente negli al* sacchetti o ampolle di vetro o vasi di creta che si ri-
beri situati ne* terreni umidi. pongono in luoghi asciutti e freschi, oppure in pezio-
2. La scottatura che attacca gli alberi nella prima line di lino o cotone che si appendono in aria , o si
età ,
quando nei cocenti calori estivi si annaffiano le conservano altrove : si usa in taluni sili lasciar le uova
terre. attaccate alla pczzolina : la tela che si sceglie all'uopo
Tali malattie possono essere prodotte da gelate, bri- in taluni luoghi si ha cura che non sia nuova — Dee
ne ,
rugiade ,
venti sciroccali , nebbie , c mancanza notarsi però che gii accoppiamenti son regolati dal
d irrigazione ne' gelsi soliti ad essere annaffiati. raso e non si usa l'attenzione di farli succedere fra far-
Non vi sono insetti che recan danno alle foglie, ma falle coetanee provenienti da filugelli che filarono con-
bensì alle radici ne‘ luoghi umidi. Alle volte gli urti temporaneamente il bozzolo.
o contusioni che ricevono le radici, o gli enormi la* XII. Lo sviluppo del seme ha luogo naturalmente
gli ,
|iosson produrre la morte degli alberi — Cotesti in primavera più o men presto secondo i paesi — Lo
tagli sogliono negli alberi adulti cagionare la malattia sviluppo artificiale è anche vario, ed or si fa comin-
detta fungo , e consiste in un'escrescenza a forma di ciare nel sabato della settimana san la che non cade sem-
fungo che si sviluppa nel tronco dell'albero e ne produce pre nello stesso giorno del mese ; or nella festa di S.
la morte —É poi noto che la morte di un gelso è con- Giuseppe , or in quella deU’Annuaciazione della Ver-
tagiosa a tolti quelli del filare in cui si trova , ove gine , che comunque si celebrano sempre nello stesso
non venga subito sradicato l'albero infermo fino alle giorno ,
pure non sempre la stagione corre di un mo-
ultime barbe , e non si bruci il terreno in cui ha vege- do ; or in altra epoca secondo la consuetudine de' luo-
talo — Tale inconveniente però raramente può verifi- ghi ; or quando si veggono comparire le prime foglie
X. Dal gelso passando alla educazione de* bachi, è baco è più dettala da auguri religiosi che dalla opportu-
a dirsi pria di lutto che le razze dei filugelli conosciute nità, e può dirsi che ordinariamente succede dal 19 mar-
nella provincia, sono la paesana , la reggina ,
la sor- zo al 3 maggio — Lo sviluppo si affretta per mezzo di
rentina ,
la cosentina e la bolognese, tutte già note e stufe ove vi son delle bigattiere ,
ma ordinariamente
rb’è inutile descrivere—Quella di Heggio è pregiala per- si supplisce, o mettendo il sacchetto de' semi fra' ma-
chè va meno soggetta a malattie ,
e dà bozzoli piccioli, terassi, o nel letto caldo, o nel seno delle donne, o espo-
pesanti c compatti da coi si ha maggior quantità di se- nendo i semi al sole due ore la volta poche mattine
ta — La bolognese fa bozzoli molto grandi , ina in e covrendoli con finissimo pannolino — Secondo che il
qualche luogo della provincia si è abbandonata perchè xme sviluppa, si ripongono i hacolini in corbelli c cane-
richiedendo essa più tcm]>o delle altre nell’ultima età, stri ed in luoghi caldi — Ove non si usa distaccarlo dal
si consumava piu foglia, e per mancanza di cura non pannolino pria di conxr vario, si bagna questo, c poi
si avea buona seta : la maggior parte della seta che il seme distaccato nel modo sopra niello si asciuga al
si produce ,
otliensi dalla razza paesana. sole — La durata dello sviluppo é da d a 12 giorni —
Si hanno dai bachi bozzoli bianchi ,
paglini, gialli, Appena uscito il verme si raccoglie in fionda di lattu-
ma nel commercio han le sete da essi estratte lo stesso ga o di gelso selvaggio — Allorché a causa della sta-
valore , eccetto quella che ha maggiore bianchezza, la gione* non si può nei primi giorni allevarlo con foglia
quale si vende poco dippiù. di gelso coltivato, vi se su ppliscc colla lattuga o col gelso
lasciano i maschi e le fé no in e accoppiate per qualche marzo sino alla fine 'di aprile, e termina non {«ima
ora , e quindi gellansi i primi, e le altre mettonsi in de' 31 maggio, nè al dì là-dJ 10 giugno.
panoilini spiegati al muro ove depongono il xme che La quantità della foglia che si consuma per ogni era-
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eia di semenza tarla secondo la piti o itimi Unga du- acquistano un color bronzino e fosco : deriva da re-
rata della educazione del baco, la qoalilà e varietà dei |tenlini cambiamenti atmosferici.
semi e l'uso che si fa della foglia bianca per lutle Nelle prime età soffrono anche la diarrea nella quale
l’eia o fino alla 2., 3.* o 4» — Il consumo della foglia il baco rimane dettole e non avendo forza di liberarsi
nei a ove si adopra un ila mente alla bianca , è doppio dalia spoglia , muore : deriva dalla foglia asciutta t
o triplo di questa — Calcolando l una e l'altra può ri- viziala dalia nebbia, dalla pioggia o (iall'annalfiamento
tenersi che si consumano da 5 a 9 cantala di foglia Nella 2 *
e 3 .* età soffrono anche la scottatura , colla
per ogni oncia di ovicini. Da questa oncia poi si hanno quale il baco diventa debole per l’eccessivo calore ; e
ordinariamente da 4 a IO libbre di seta secondo la la enfiagione prodotta dai repentini cangiamenti atmo-
che sì è stella. Nella 4.* età la goltine che consiste nel rendersi i
Per la educazione de’bachi non vi sono nella pro- bachi gracili , sottili ,
senza appetito, senza forza, per
vincia che quattro bigattiere provvedute di stufe e di cui restano attaccati a tu Moccio che toccano senza po-
Sono esse regolarmente costruite senza offrir nulla di Il giallume che avviene nelle diverse età ma più nella
otalgie. Perioppiù però la educazione ha luogo sopra quarta e nel ultima 1 si distingue per le macchie pria
graticci qua e là sparsi nelle oscure, basse, non ven- negrognole e poi gialle che si manifestano nel baco,
tilale e talvolta non asciutte casipole deenntadini. In il quale perde (appetito il sonno e rimane oppresso e
esse si fa da mangiare, vi sì ardono legna verdi che intorpidito : deriva dalla foglia allorché è tenera ed ab-
fan mollo fumo, ed oltre la famiglia del contadino vi bondante di sostanza zuccherina.
aJicrga sovente l’asino il porco ed il pollame ed ol- L'indurimento ossia calcinaccio che sorprende i ba-
trecciò i letti de'hachi non cambiandosi regolarmente, chi nella 4.* età , » dice quando essi si gonfiano e s'in-
dati luogo ad esalazioni nocive — Intanto il volgo, in- duriscono— In tale stalo chiamami volgarmente aci-
vece di attribuire a tali cause le malattie ed i non buoni tntlalf — Deriva tal malattia dalle foglie qnando son
raccolti , ne incolpa le fasi lunari cui dona una spe- tocche dalle nebbie e dalia gragnoola — Allorché essa
ciale influenza sulla educazione del baco, e più sulla avviene nelle altre età appellasi volgarmente mascone.
potatura del gelso. La meriaella dicesi quando il baco nel salire a bo-
XIV. Dalle esposte ragioni, non che dalle vicissitu- sco avvizzisce ed intorpidisce , e deriva dalla foglia vi-
dini atmosferiche ,
dalla semenza non bene scelta , e ziata e dalle vicissitudini atmosferiche.
cioè dalla morte che producono, non n è dato fornire tuoni ed altro.
molle notizie — Ecco per altro quelle che ne è riuscito Le accennate malattie ncn sono esclusive delle in-
dipende perioppiù dalla cattiva semenza, o dal freddo: verno e per le vicende atmosferiche della stagione , la
si sviluppa nella prima età. raccolta non riesce mai come dovrebbe attendersi ; ma
La carne vacante , o come chiamasi in altri paesi poiché la prima causa è continua , cosi i Intoni ricolti
mento nella bigattiera, ed avviene nella età. XV. I 1 tozzoli che si ottengono vengcm soffocati o ai
L 'accortallirò che anche attacca i bachi nella 2 * età forti raggi del sole o all'acqua bollente , o con le stufe,
chiamasi allorché in essi avviene un accordamento ed o il più delle volle al forno — Dopo di ciò si esegue
, —
la trattari delia Mia nelle filande a grande o a pic- anelletti di cui si è parlalo —G rincori Tementi che pre-
cacelo aspo — Nulla diremo dei modo di trar la seia col senta tal sistema sono che la temperatura perchè mal
secondo perchè i lo stesso delle altre tratture del re- si misura dalle mani incallite dei filatori è sovente
gno , e la differenza Ira quelle della prorinria sta solo eccessiva ; l'acqua che si adopra è spesso impura e
nel titolo della seta — Le prime poi ecco in che con- si cangia poco ; ed i bozzoli sono battati senza usare
sistono — Sa di una fornace che ogni anno si costrui- alcuna attenzione — Quindi è che sovente la seta è cat-
sce , ri si pone una caldaia a fondo piano che riem- tiva grossolana ed ineguale — In ogni filanda sono
Si mettono in essa da 40 a SO liozzoii la rolla che si XVI. Finalmente la serica educazione è latta affi-
agitano vivamente intorno con una spazzola formata data ai contadini e specialmente alle donne — Essi o
da bacchettine di scopa legale insieme — Quando i capi prendono con dilazione nel pagamento la fòglia neces-
della seta si appigliano ad essa , si traggon fuori , e saria e fanno di proprio conto tale industria ; ovvero,
ridotti in sei fili si fan passare per altrettanti anelletti come più spesso avviene, melton la fatica , ed il pro-
per altri sei anelletti, e quindi si ravvolgono al grande semenza a comun peso ; in alcuni paesi come Taverna,
aspo che è secondo i siti det diametro di 6 a 12 palmi, Zagarise ed altri , due parti sono del proprietario ed
e vicn continuamente mosso dall uomo ; e mediante una del coltivatore — La spesa della trattura va ordi-
una fune si comunica anche il movimento a* secondi sei nariamente metà per ciascuno.
CAPITOLO XI.
MANIFATTURE.
I. Nella media Calabria sebbene vi sia abbondanza di II. Quasi ogni donna del basso popolo ha il suo te-
acqua e di materie prime, (Industria marnila! furierà laio, e quelle che tessono per professione ne han fino
non La tutto lo sviluppo di cui sarebbe capace, perché 4 — In ogni comune quindi si fan tessuti di lino, ma
si teme avventurare i capitali in qualsiasi speculazione, non dappertutto gli stessi ccccelto la tela — Consistono
c si preferisce l’industria agricola ,
benché le condizioni essi in tela, fazzoletti, coperte, tovaglie, biancherie
son tali che trar si potrebbe profitto dall una e dall'al- di tavola — Di tela può calcolarsi che annualmente **
tra — Ivi, eccetloje tratture di seta organzino di cui ne tessono 442, 7G7 canne, di palmi 8, cioè 151,457
si è discorso nel precedente capitolo ,
le ferriere di nel distretto di Catanzaro — 129, IGO nell'altro di Mon-
Mongiana c Razzano e le fabbriche di cuoi di Tro|ica teleooe- — 73,350 in quel di Nicaslro — ed 88300
che forniran materia a' seguenti capi ,
le altre mani- in quel di Colrone — Si vende secondo la 'qualità
fatture non si esercitano in apposita fabbrica e con op- da 4 a IO carlini la canna — Si lavora dalle donne o
portuni capitali, ma in piccolo, spicciolatamente, e per proprio conto o per commissione ,
somministrando
nelle case stesse degl'individui che se ne occupano più alle maestre tessitrici lino già filato — La filatura di
ad oggetto di trar quanto liasla alla lor sussislenza che esso -non c un sufficiente mezzo a vivere per le molte
per fine commerciale — Tali manifatture riduconsi a donne che la fanno, poiché filando per 11 ore conti-
quelle di seta , lino ,
canapa , cotone , lana ,
cuoi, pelli, nue, non possono aver di guadagli# che grana 5 al gior-
saponi , stoviglie, cera cd altro, delle quali, escluse no — La mercede per la filatura si paga secondo che
le seriche di cui si è giù parlato ,
t'iniratlerrcmo in il. lino è tirato più. o men fino, ma può ritenersi es-
questo capitolo, cominciando da quelle di lino. sere per ogni libbra da uno a Ire carlini— La tessitura
~r
il ~^Trrlnriol(-
.
- et —
si paga secondo la qualità della tela da grana 8 a 20 cotone filato rhe » vende nelle Calabrie , e se ne spe-
per ogni canna , e si pub ottenere da ogni telaio da disce in Napoli — In tremila molinelli se se filano in ogni
una a quattro canne al giorno , sccondocchè il tessuto anno circa 5000 cantara, e si pagano per filatura di un
è piii o men lino o largo e la tessitrice più o mera va* rotolo granti IO a 50 — Di tele cotonine se ne tessono
lente — La proporzione tra la tela cd il lino può va- annualmente circa canne 10000: sono larghe due pal-
lutarsi approssimativamente essere per ogni IO libbre mi , vendenti grana 20 la canna , e tinte in turchino
dì buon lino, 4 a 5 canne di tela — La spesa che oc- servon per vesti del lasso popolo — La manifattura di
corre per comprare e Giare il lino e per tessere ed im- cotone però per ad detto circondario va più rinomato
bianchire la tela, è al certo maggiore del costo della è quella delle coverte — Negli andati tempi quasi la
tela ordinaria fatta colle macchine, ma si ba un com- massima parte delle famiglie del circondario Iacea tes-
penso nella maggior durala — Le buone tele non pec- serne più migliata , e di esse gran quantità se ne smal-
cano tanto nella tessitura quanto nella uguaglianza che tiva nel regno ed in Francia, ove fimmelteanonel porlo
non può ottenersi colla filatura a mano —Valutando che di Marsiglia quei di Purghelia —È curioso che le bar-
ogni due libbre di lino danno approssimativamente una che che facean più tal commercio arcano i pomposi no-
canna di tela ,
si ba che per la menzionala quantità mi di Fracasso e Terribile — Tali coperte cran di tre
di tela occorrono 221,134 libbre di lino; ed altrettanta specie dette volgarmente impennacchiale con pelo lungo
quantità può calcolarsi che se ne consuma in tessuti e fitto, del peso di 5 ad 8 rotoli luna, e del prezzo
misti di lino e cotone o calamo o lana , in fazzoletti, di ducati 8 a 16; a coccio con pelo minulo ordinato
coperte ,
tovaglie ,
biancheria di tavola , ed in filo da in modo da rappresentare delle figure e degli ornali,
cucire —E poiché ('annua quantità di lino che si pro- del prezzo di ducali 4 ad 8 ; e rigale cioè con righe
duce uella provincia è 837,855 libbre ,
cosi può rite- lunghe e strette del prezzo di ducati 3 a 6 — La nuova
nersi che la metà di esso s'impiega ivi a delti usi. tariffa doganale della Francia aumentando il dazio d'im-
Si fanno anche tele di ginestra e di canapa di non missione de'lessuli di cotone , fece cessare questo lucroso
spregevole qualità ,
ma solo in pochi paesi — Quelli commercio che colà faceasi — Ora è quindi limitato al
distinguono nella manifattura delle tele sono, solo nostro regno cd attualmente tcssonsi circa mille di
che più si ,
Catanzaro, Taverna, Borgia, Gasperiua, S. Vito, Cbia- tali coperte pel valore di ducali sei in settemila — la ge-
ra valle, Monlelconc, Pizzo, Maierato, Tizzoni, Franca, nerale nei suddetto circondario pe tessuti di lino ca-
tronc ,
Mcsuraca , Grò. sistenza ad altrettante famiglie — Ma perchè gl indi-
III. I tessnti misti di lino e cotone e di cotone solo cali lavori avessero tutta la importanza di cui sareb-
si lavorano in 93 comuni — Be' primi si fanno annual- bero suscettivi , u (il sarebbe rn quelle contrade favo-
mente 73,885 canne, cioè 31, CIO nel distretto di Ca- rite anche dall’abbondanza delle acque , stabilirvi una
tanzaro, 35,1 15 in quel di Monleicone, 5900 in quel fabbrica di tessuti di coione (
che una rolla avevano
di Nitaslro, e 1250 nell'altro di Colrone — Da ogni disegnalo di fare i cavalieri MazzilcIIi e Pelliccia di
canne di tessuto, ed «1 rpnsumo del cotone manifal- virebbe a far che meglio si eseguisse la separazione d.-l
— E siccome il cotone che si produce nella provincia IV. Della lana si fa in 66 comuni un grossolano (an-
è annualmente 102,851 rotoli, si supplisce al dippiìa no detto orbato di cui si lavorano annualmente 53,297
col cotone filalo che si ha dalla capitale — I (mesi che canoe, cioè 13,860 nel distretto di Catanzaro, 26,287
si distinguono per tessuti in cui entra il cotone, sono in quel di Munlelcone, 7400 ncli'allro di Nicaslro , ed
Ira l'altro, Catanzaro, Montauro, Serra, Molla S Lu- in quel di Girone 1 1 150 — Di ogni 20 pese ,
cioè
na, S. Nicola dell Alto, Grò, (>uco!i , Melissa, e 200 libbre di lana che lavale c pettinate riduconsi alla
precise notizie ii socio cav* Pelliccia— Ivi si fa «lobo 8 palmi l una, che cos'an per tessitura circa grana 80,
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62 -
o si vendono ai prezzo di carlini 5 a JO la canna , stesso modo— In Sambiase ori! nanamente per ogni *20
secondo la qualità. £ poiché bisogna prendere in con- cantare si adoprano ire botti di olio grosso, tom 30
siderazione il più o men fil(o tessuto c la qualità della di cenere, tom 24 di calce c cantare 5 di sale co-
lana, può ritenersi ordinariamente che da ogni ‘20 libbre mune — li combustibile necessario per detta quantità è
di tana grezza si hanno 2 a 3 canne di orbato — Da salnc quaranta di legna — In Soriano vi è la diver-
lati dati ne segue che nella provincia s'impiegano in sità che in vece della cenere si usa la soda, la quale fn
orbato annualmente un milione e 65940 libbre di la- introdotta ivi nella manifattura del sapone or son 93
na, e dò oltre quella che si consuma in calze . ber- anni da Fra Vincenzo Taverna addetto alla farmacia dei
retti e coverte, e filtra che simpiega in tessuti con PP Domenicani colà residenti, e si ha della Sicilia a due.
lino o cotone e per materassi — Quindi la laua della ( a 5 il cantaro— Ss ne abbandonò posteriormente l'uso,
provincia, che come si è veduto nel Gap. Vili, è7 19,930 c per molto tempo, soprattutto durante la militare occu-
libbre annue, vien tutta consumata , c si prende il dip- pazione, si adoperò in sua vece la cenere, che però ap-
più dalla Calabria dira. I paesi che più si distinguo- pena riaperto il commercio fu nuovamente supplita dalia
no nel lar / orbato sono Cardinale, Serra e Carlopoli. soda — In Sambiase anche servousi della soda ,
ma più
V. In 29 comuni sono sparse Ili conce di moie ordinariamente della cenere, colla quale la preparazione
pelli che dan di prodotto 073 cantari, de quali 1/3 dee è più facile —Nel Pizzo si fa use della cenere nelle prime
ritenersi esser cuoi per suola cd il resto pelli — Ogni o(crazioni c nelle ultime ddla soda — Per ogni nove
ronda può dare in ogni anno per media proporzione cantare di sapone s’impiega una botte e mezza di mor-
da 200 a 300 tra cuoi e pelli— Sono impiegate a tali chia di olio (slaja 66 ), Ire a quattro cantare di soda ,
concie 4 persone per ciascuna , cioè in tutto 450; ma un cantaro e mezzo di cenere di vmacrco in mancanza
siccome i lavori si tanno dagl'individui della stessa di questa un mezzo cantaro di cenere di feccia unito a
famiglia th è proprietaria della concia, cosi non si ha cani, due di cenere comune, calce cant due, e IO cani
giornaliera è grana 20 o IO colle cibarie — Il metodo di Sambiase e Soriano comunque nel primo il prezzo è
di preparazione consiste nel mettere pria i cuoi in lini maggiore a causa deJ sale comune che si adopera — Il
eoa acqua di calce, e poi farsi la concia con foglie di prezzo del sapone è in Sambiase circa ducati ì6 il
Sodano e del Pizzo — Nel primo vi sono Ire officine, manifatture spesso è cagione di perdita ,
specialmente
nel secondo sei e nel terzo due che ei tengono di conio di quando alto è il prezzo dell olio ed occorre, come or-
altrettante famiglie ciascuna delle quali ha la sua ael dinariamente avviene, far debiti per comprare le mate-
basso della propria abitazione — lina donna addetta al rie prime.
trasporto dell'acqua e due uomini a quello del com- La manifattura de' saponi parimenti che la precè-
bustibile, oltre il principale maestro, sono generalmente dente de cuoi va da anno in anno in decadenza, e se-
le persone impiegate in ognuna di esse— In Sambiase condo che muore un maestro che tiene una concia di
si pretende tal manifattura introdotta da circa due se- pelli od una saponiera , se non lascia figli da seguire
coli , ed altra volta giungendosi a spacciare in ogni la stessa arte, non avvi nel paese chi ne stabilisca altra
pone , e da tutte se ne potrebbe avere 216 , ma la prestano, e per tal considerazione il Principe di Sa-
produzione annuale effettiva è ora circa un quarto— Nel triano molli anni sono desistette dall’ulìle proponimento
Pizzo benché le saponiere non sien che due si (a sa- di stabilire in Soriano una regolar saponiera
pone in maggior quantità perchè in una si (anno an- VII. Si fanno stoviglie in diversi paesi fra’ quali ,
d-b y Goog le
— 63
due giovani che si sono mandali in Napoli apposita- menzione qoelii del citalo comune , di Montelconc ,
mente a spese della provincia onde perfezionarsi in Taverna e Catanzaro , ove l'armaiuolo Antonio Aloi
Vili. Vi sotto in diversi comuni delle fabbriche di smo per prevenire lo scatto involontario de' fucili a ful-
cera — Si distinguono quelle di Gasperina e Condenti minante ; di quelli ove lavorasi il legname e gode il
ove si lavorano in ogni anno rispettivamente candele primato Catanzaro , e per le sedie ordinarie Serra-
per 5000 c 3000 libbre che non son sufficienti al con- stretta che le va tuttodì perfezionando , e ne fa molto
sumo interno della provincia. —Se ne fanno in altri pac- smaltimento ; ed in ultimo si fanno in Catanzaro dei
IX. Finalmente vi sono Ulani paesi in cui si fanno crediamo mutile estenderti ne particolari che le rignar-
altri in cui vi sono burnii armaiuoli fra cui meritano cise notizie.
CAPITOLO XII.
Nel 1834 io una memoria suH'indnstria agricola e giamento (2), pubblicala nel Quaderno XLVI II del Pro-
manifatturiera inserita nel Quaderno XVI del Progres- gresso e riassunta nel Quaderno XLf degli Annali civili;
so, dicemmo poche parole sulle ferriere della media Ca- ai quale ufficio essendosi mandata manoscritta ,
occor-
labria. Nel 1839 essendosi chieste alla società econo- sero per la ferriera di Mongiana talune inavvertenze
mica dal r In tenderti e della provincia per superiore in- che facemmo sparire nel pubblicare la stessa memoria
carico ,
(alone notizie intorno alle stesse ,
avutesi delle nel Giornale della società economica. Or nè grato ritor-
relazioni da' soci (lizzo di Catanzaro c Drosi di Car- nare su questo importante oggetto ,
ed avremo così
dinale ,
noi scrivemmo lunga memoria cogli clementi la felice opportunità di far note le notizie più accurate
che queste presentavano , con altri che si eran da noi che ne riuscito avere , e rettificar quelle scritte ne'pre-
raccolti ,• e con quelli che trovammo in un discorso <. eden li lavori. Così anche tenteremo appagare il voto
siile ferriere del Cav. Bianchini (I), in un opuscolo gentilmente manifestato negli Annali civili , di termi-
di M L. fi intitolato ; Riflessioni economiche sul fer~ narsi da noi il principiato lavoro ,
con partecipare tutte
ro . e nella Risposta falla alle stesse da ano che non le altre notìzie che poteansi raccogliere sulle nostre fer-
è fra gli ultimi possessori di ferriere — Con essa avem-
mo solo in mira di unire e conciliare fra loro tali ele-
(l) Con foglio de' a£ novembre l83q it Reni Istillilo d'in-
menti, e rispondere alle fatte domande ,
colle quali non
cocagfiaotento farei conoscere aver trovato l« cummeotovata
si chiedeva una completa statistica delle mentovate fer-
memorie « meritevole di epprovasione e di ogni lode perebi
riere ,
ma solo quanto si giudicava indispensabile per leggesi in e**a chiara e distinta descrisiotvo di quelle ferriere
dare no avviso intorno alla quislionc del dazio sul fer- ai di regio ornilo come di quella del Principe di Satriano,
ro. Tal memoria fu lodata dal II. Istituto d'Intorag- mostrasi lo sialo attuale dì esse , rettifica nsi ancora alcuni
calcoli poco esalti nelle scrittore recentemente date alla Ine*
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.
arer potuto riunir tutte le necessari'* particolarità r ma quando si è da noi saputo sullo stalo attuale di essa,
questa non c nostra colpa, e preghiamo il lettore essere e dell'altra esistente in Hazzona.
statistici ,
intrattenerci delle melaUurgichc rose ,
in cui latti cran famose le miniere di Tempsa 0 Temcsa che
non siamo versali. E per avere riunite in un sol lavoro Slrabone dice esser la prima città che nella bruzia re-
tutte le notizie storiche e statistiche che le miniere ca- gione si presentava venendo dal fiume Lao , e secondo
labresi riguardano ,
divideremo il presente capitolo in Claudio Tolomeo giaceva ricino colai fiume ed il mar
due sezioni , e diremo nella prima quanto concerne gli tirreno. £ incerio a qual paese delta moderna Calabria
scavi in esse fatti, ripetendo per questa parte ciò «he l'antica Tempsa corrisponde, poiché chi dice Mal silo,
scrivemmo contro il francese Paillette (3) , le vicende chi Scalea, chi Torre Loppa ,
chi S. Lucido c chi Lon-
goburro. Le miniere tempsanc son mentovale in Ome-
ro , Strabono ,
Ovidio , Stazio , Cicerone , Licofrone,
( 3) Uh* compagni* ingleitavea ottenuto dal napoletano go-
verno il permei» di «catare I* miniere di taluni luoghi della
si lavorò in esse per piti secoli ,
e non si cessò se non
Sicilia e d-Ha Calabria- Xon avendo i primi lavori confermato ai tempi di Slrabone fi). Ma lasciando da parte quel
le tue a pera me , i principali azionisti onde slo-liare le risorte che riguarda tali antiche miniere c le altre che presso
minerali thè questa parie d’Italia presenta, inviarono nel i8«i
la odierna Grotteria son nominate anche da Strattone,
uua tommiaiione di cui faceva parte il franarle ingegner* Adria-
troviamo che nel medio evo Atalarico destinò Bergan-
co Paillette. Questi reduce a Parigi ecrisas una memoria in-
quella dotta accademia delle sdeuse, ebbe favurevol rapporto a questo proposito nella lettera del goto re, che siccome
del chiariamo signor Duwrnciy, thè tradotto legge»! nel qua-
la terra bruzia era ricca di prodotti, decet ut inter tanta
derno a. del Rendiconto della reai accademia delle «iena* di
bona ,
nrc irta daini qua e pulii n tu/ esse praecipua (ò)
Napoli , e contiene fra l’altro le seguenti parole.
Nel duodecimo secolo miniere argentifere csisleano
» Il signor Paillette ha cominciato dallo stabilire in una
iuiroduziuue ,
che i lavori delle miniere nella Calabria e Si- in Longobucco , ma inondale quindi dille acque, non
cilia non risalgr-no al di la del 1720, e che i documenti che vi si poterono più far degli scavi (C). Ivi si preten-
ivi? da' mi nitori tedeschi chiamati da Carlo VI appio* nel schi una miniera di piombo mista ad argento che con
,
17&5 quei lavori presero qualche estensione , e già la maggior successo veniva espio! lata (8). Fra le 41 miniere rive-
patte d>lle miniere erano state abbandonate nel 178.3. I rag-
late, scoverle o lavorate in Calabria dal 1748 al 1756,
guagli delle fusioni che rinvengotwi negli archivi drl regno delle
e. delle quali si fecero de* saggi con risultali più o meno
due sicilio ed in quell! degli »tabil<meati monastici interessati
felici ne sono comprese quattro di argcnlo c piombo
nelle imprese delle miniere ,
non vanno al di là di questa epo- ,
con uno scritto inviato al R. Istituto d’ incoraggiamento «d Metani. VII XV — Staaio Sylvia
, I — Cicerone, Con*. , Iib.
inserito ne' numeri 5 e 6 Ann. 1 del giornale il Calabrese — Ver. — Licofrone Caaaindra — Batrio De antiq. aito Ca-
, ,
et
Iu esso dimostrammo nella prima parte essere stati nelle Cala- labria* lib. a — Pagano Diuerlaa. intorno a Lao, Voi.
,
de- 1
brie i lavori metallurgici anteriori di molto alle puca stabilita gli Atti detl'nccadeaiia coseni. pag. 335 • Program qoad. 56.
dal signor Paillette, e che sovente aveano essi avuto grande (5) Caisiodoro, Var. 1 , 8.
sviluppo • durevole prosperità; e nella seconda parte, non eiacr (6) Fiore, Caisb. illusi. Voi. I.
vero ciò eb'rgli diceva die le miniere metalliche nella Cala- (7) Di Laude ,
Mirili. I. cap. Go.
bria tuonavano piccoli Stoni poco «tesi rd interrotti c consi- (8} De Rivvra, Conaideraaioui »n’ meni ec. Voi. I pag. >81
stere unicamente i loro prodotti in giteti* argentile», bjtiio- — Tenore , Basii tur la géograpbie physique et bjtaotqu* da
a«ti ,
in rpikel . ed alcune volt» del rame grigio. royiuaie de Napls*
in Longolmao (9). Tultocciò fa supporre che (ali mi- II. Passando ora alle ferriere è da osservarsi pria
niere sian quelle slesse del dodicesimo secolo, le quali di tutto che parecchie ve n erano una valla nel regno,
dopo la sofferta inondazione furon nuovamente scoverte ma te privative del governo poscia cedute a' creditori
e lavoiafeWlb fine del XVII e nella metà del XVIII. dello stalo , i privilegi gli arnadamenli e gli abusi
,
Sotto il regno di Filippo li si fecero degli scavi per de' venditori gabellieri od arrcndotori ne produssero
,
talune miniere d argento ed oro •, ina furon sospesi per la decadenza. Dappoi abolite da re Ferdinando le pri-
il grande dispendio che occorreva (IO). Ignorasi se fra vative che il suo augusto genitore avea già (atto ri-
nerali , 80 di piombo e 4 di argento. zioni daziarie con diversi decreti concedute. In (atti
Nel primo anno del XVIII secolo taluni ottennero verso la meltà del XVI secolo le principali ferriere del
in feudo dal governo le miniere di S. Donato in Ca- regno erano 19 con 30 fuochi j e nel 1838 sebben 17,
labria citta , colla facoltà di poter estendere gli scavi aveano secondo i^ calcolo che aitar ne facea l'autore
sino alla circonferenza di 20 miglia. Se ne prese pos- della Risposta ben 45 fuochi ,
oltre i 23 delie 13 fer-
sesso in maggio del 17 Uà e si fecero subito de' saggi riere della Mongolia , di Bivongi ,
della Torre del-
che produssero per ogni 3 cantara e 30 rotoli di mi- rinunciata, i Ire alti fornelli di fusione in queste esi-
nerale , 67 libbre e mezzo di rame perfettissimo che stenti, ed altre fucine che in diversi siti costali vaosì.
venne depositato nella regia zecca. Si aprirono nell’an- Ili. In Calabria da remota epoca furono scoverte
no appresso due grotte , e nel dicembre si edificò una e cavate miniere di ferro. In fatti in un diploma del
fonderìa pel lavoro delle materie metalliche, Presavi 1094 troviamo che fra l'altro si donava al famoso mo-
cura il governo, vi lavorarono per più anni oltre cento nastero di S. Stefano del Bosco il dritto di cavar di
forzati sotto la sorveglianza di vari austriaci utììziali, tali miniere (13) e sotto il governo de' primi re nor-
il cui principat direttore era un certo lusquall. Si ot- manni i tamii avean cura di far raccogliere nella Stia
garìe del duca di 5. Donato, per la infedeltà degl'im- dritti ; ma ignoto era il sito ove cren poste le ferriere
piegati, pe’ politici mutamenti, pe’ litigi sostenuti, per per le quali tali minerali servivano, Regnando gli an-
la poca perizia nelfarlc , e non già perchè scarsissimi gioini , per bisogno che si avea del ferro a causa delle
prodotti davan quelle miniere ,
le quali esaminate or vane spedizioni contro la Sicilia ,
diverse ferriere fu-
son cinque anni dai francese Bruno , che studiò per rono stabilite, delle quii alcune al governo , altre a*
quattro giorni la natura di quei luoghi eseguendovi de- nobili ed altre ad ecclesiastici appartengano. In tal epoca
gli opportuni cavamenti , sm parti portando seno dnc ferriere erano nella Calabria , l una nel comune
circa un cantaro di minerali e dirizzando a quei natu- di Mese (
oggi Mestano )
che veniva mossa dalle acque
-
rali parole d incoraggiamento (12) del fiume Mesima e nel XVI secolo non più esisteva ;
eoo* o nette e perite , e per te contrarie premure de* po«ict»>ri ma è certo che nella prima a tempi di Carta I. dAn-
de’terreni in «ai quelle trova ra ati — Vedi Gelanti, Deaerinone giò vi si foodeano 1200 cantara di minerale provenien-
delle Sicilie. VoL 3 ,
peg. x54 in note.
te dall'isola dell Elba, e vi si spendeano circa 700 once
(10) Recapito , de terr. Celebrine — Vola Molise ,
Cronaca
di oro, cioè 250 per compra e trasporlo del minerale,
delle atti di Catione.
(d) Lomonaco, Memoria sulle miniere di S. Donato, quid. 4 (i5) Tromby, Storia critico* cronologico del Furiare* S. Bru-
— «e —
200 per 2050 cani di cartone , 300 per lavorami e uni possesso di lai dritto , e venne ordinala la soddi-
50 per altre spese ; sicché l'esito effettivo per ogni can- sfazione dell'annuo pagamento che sì era ritardalo (17)
taro di ferro era di grana IO di oro, la qnal somma Lasciando da parte le altre ferriere di cui ignoto n’é
era ben importante, perché la moneta oncia di conto il destino, tic fermiamo solo sn quella di Stilo che alò*
in quei tempi divideasi in 30 tari e conteneva di oro altre sopravvisse — Fra essa in attività nel 1526 quan-
puro 307 acini (14) do venne in Calabria il frate bolognese Leandro Alberti,
La seconda ,
di proprietà del monastero di S. Ste- il quale scrìsse che si avea molto ferro dalle miniere
fano del Bosco, fonde* il minerale esistente nelle mon- di Pazzano (18). Lo era pure all'epoca del Barrìo che
tagne di Panano che attualmente riducisi nello stabi- stampò nel 1575 (19); del Marafioti che pubblicò la
limento di Mongiana, ed era forse la stessa in cui ve- prima edizione della sua opera nel 1595 e la seconda
niva fuso il minerale di cui si fa motto nel suramen- nel 1601 (20) ; del Campanella morto nel 1639 , il
tovato diploma del IODI che supponiamo essere il quale nelle sue poesie alludendo a queste miniere la-
governo ordinato che non avesse il monastero a sof- tì si fondea quasi unicamente ferro crudo per ari igl ie-
frire molestie nel cavare la vena ferrea e fonderne il na (21) ; e finalmente durante la vita del P. Fiore
ferro , e che quando tal bn'ùro fosse fatto a spesa del che mori nel 1683 (22).
monastero niun dazio pagar si dovesse al governo ; ed Posteriormente i lavori non si conosce con precido-
alt opposto quando si affittassero le fucine a’ mere adenti, ne in qualepora c per qual causa furon sospesi; nel
fossero questi tenuti oltre del fitto al monastero ,
pa- 1754 vennero ripristinati, c si formarono adatte fab-
gare ai gov erno once tre f anno (
1
5) briche per fondere il minerale colà esistente ; ma per
IV. Nel 1523 eranvi nelle Calabrie le ferriere di Lam- difello di cartone e per altre cirrastanzr, il lavoro non
inili, Castel vetere, Siilo, Spadola, Trentatari ,
Turno essendo riuscito profittevole , nel 1768 fu la ferriera
«d altre, le quali tutte nel dì 30 maggio 1523 e IO trasferita nelle montagne di Mongiana (23) ,
villaggio
dicembre dell'anno appresso , furon date da Carlo V unito al comune di Fabrizia circondario di Serra nel
in ricompensa di prestati servigi a Cesare Fteramosca, distretto di Monfeleone distante dal Tirreno e pre-
,
o come altri scrissero Ferramosca, fratello di quellEt- cisamente dalla marina del Pizzo miglia 18 ,
nel lo-
tore sostenitore della gloria militare italiana al campo cale ove si trova attualmente nna volta appartenente
di ('barata. F poiché forse il Fieramosca incontrò degli al principe di Rocce Ila. Folli erano i boy hi nel no-
ostacoli nella esecuzione, li 31 agosto l'imperatore co- vello sito lontano 12 miglia dall'antico che prese il no-
mandò che subito si mettesse in possesso. Per poco però me di ferriere vecchie , ove nel 1834 in mezzo a' vasti
le ferriere a lui rimasero, poiché quella di Stilo in di- toschi di Prateria e di Stilo dal regnante Augusto
,
cembre 1527, se ne ignora il come , al demanio era Sovrano fu stabilita una ferriera ebe dal suo nome ap-
passala (16). In lalVpoca il monastero dì S. Stefano pellata venne Ferdlnandea ed è d'ostinata ad essere
,
godeva il dritto di aver pagati annui ducati cento in la piu importante dd regno, potendo essa dare annual-
compenso delle acque del fiume Andatile di sua pro- mente 24000 cantare di ferraccia cd 8000 di ferro mal-
prietà che si fitta vano per la manotra della ferriera , leabile col minerale di Pazzano Non occupandoci di
e li 5 dicembre del 1527 fu dal governo mantenuto essa poiché «stente nella ultra I. e non nella media
Calabria che l'oggetto de’ nostri studi ,
continueremo
miti che sospettati estero stala mossa dallo acque del non lon- (19) — Barrio op. , cit.
tano fiume detto tuttavia Ferriera e fondervi»! il ferro owi- (30) — Marafioti Ciatache ed , antichi li di Cai* brio.
dolato «he ro-U'indicato territorio ritrovasi. Questi però non (31) — Bianchini dite. , cit. «
.(*7) Tromby op. cit,, Tom. X, pag. 44 . (a3) Gitanti , op. dt, Voi. 11 p«g, 344 e a«5.
—
- 87 -
V. La novella ferriera le cui macchine vengon morse c enunciare a trai profitta dalle fatte spese e dalle molte
dalle acque del fiume A laro che ha origine nel (erri* conoscenze di cui quei dotti tornatoti fonili, mandati
torio di Fabrizia ed è formato da molti ruscelli che si furono a visitare le ferriche miniere di Stilo e le fon-
uniscono sotto ij villaggio Nardo di I*3ce , fu sempre derie di Mongiaoa. Ebbero incarico di osservare c per-
in attivila menoerhè negli anni 1783 e 1781. L'annuo fezionate tinta , di esaminare minutamente le miniere,
prodotto (orse era quello che si ha notizia aver dato nel trovarne delle nuove, e stabilite altre ferriere ne' siti
1778 di cantari 11)38 malleabile e 3313 dì ferro crudo dove erari opportunità di boschi e di acque. Ed in
per artiglieria , de' quali il primo tu venduto ali ne- fatti quelle miniere dallo stato di decadenza in cui era-
rendamento di Calabria, e del secondo si costruirono can- no , furori lolle e migliorate 1 aprironsi nuovi cu-
tarci 1810 : 5(j di peiraccc c 3700 palle di ogni soda. nicoli e con essi comunicazione col filone di ferro , che
Le spese furono durati 18770 h'afrendane nia del fer- ne formava il tronco principale ; ed uno scavo più re-
ro nelle Calabrie veni* a amministrato insieme a quello golare e metodico ordinarono. In quanto poi alle fer-
delle dogane, ed ambi,due eran tenuti in affitto perdutali riere costruir fecero due fornaci alluso di Germania,
10101 : 1 1. Dal 1773 al 1732 il ferro che si vendette e per render levigate le palle in luogo del martinetto .
dal suddetto orrendimenio fu canlara 35103 : 7 1 e la ci- che come spesavo e poco convenevole proscrissero, il
fra annuale veniva perciò ad essere cintar» 3510 : 37. cono tronco introdussero. .Ma i miglioramenti sareb-
Il prezzo del ferro era ducali 7 :
*30 ad 8 : 50 per ogni bero s'ali maggiori se le vicende deli ultimo anno del
cantaro (21). Il governo non ne traeva sempre lo stesso precedente secolo non avessero fatto allontanare quei
profitto avendo dovuto far molle sfuse per apportar dotti che non senza pericolo potettero in Napoli tor-
miglioramenti nella ferriera e nel modo di scavare il nare (28). Cadde quindi lo stabilimento di Mongiaoa.
minerale ,
ma ciò non pertanto nel 1783 fu prettoccbé ifuantunque assai fecero per rianimarlo il Uamondini
duciti (3000 (23), e negli anni seguenti forse fu. quasi che nel 1801 vi ritornivcd il Savercse che fu suo com-
ristesse , essendovi stale nelle ferriere circa la me- pagno ,
e nella qualità di direttore vi rimase fino ad
desima produzione (20). Crebbe però questa nei 1792 otto] ire 1307 (29)
per le sopraggiunte guerre, ma ancora non era lo sta- VII. Il governo de’ Napoleonidi ben vide la utilità
bilimento lume ordinalo, né avea l impculatua che po- che trar polca da siffatta magona , ed il primo di essi
9
scia acquistò dacché tolto dalla dipendenza del mini- con decreto del I maggio 1307, nello stesso tempo
stero delle finanze fu messo in quella dell altro della
guerra.
tiche easi sostennero « molto appresero. Ritornati nel regno ,
YJ. Nel 1707 reduci gli egregi Sa v arese , Tondi,
oltre quanto fecero p*r la Mangiane e nelle «mirre di Stilo,
Melograni c Uamondini dalle diverse regioni ov’erano alcune miniere di piombo argentlfrro scopri reno una mini-
;
stali dal governo inviali onde perfezionarsi né geolo- fatta» di lapis della bella grafite di Olivadi p ù volte prò pò-
(s5 ) Bianchini diacono cit. 1799 la moneta della cerca non vcuin'e alterata prestarvnai ,
,
(i6) Galanti voi. cit. pag. a*$. « motte altre utili co» operarono — Vedi B agrafie del .Saiarese
(a?) Nel 1789 a proposta dal colonnello Pari» il ministro dei Ransondini e dal Tondi vut. Il , III e IV. pag. i; 5 , 5 a$
Actou destinava recarsi in Germania per apprendere tnttocùù e 3 a 3 degli Atti d*J R. Istituto d'iatoraggiaownto — Altra bio-
che tu acaro delle miniere riguarda ,
gli egregi Matteo Taodi* grafia del Tondi ,
Annali civili voi. IX. pag. iW.— Biografia del
V 1 ore mk» Rimomiiui Giuseppe Melograni a Giovanni Fair- Melograni , nella Biografia d'-g’i uomini illustri «Je I regno voi.
,
chi», a rapo de’quali nominato venne li ai aprite 1789 il dotto là—Vedi infine Melagrani, Manuale geologico, pag. 3‘8 a 5>>
Andrea Savarew — In maggio dello sta» anno partirono , e (»8) Vedi come »p».
ad mi accoppi oasi nell'alta Italia a nati' Austria Carmine An- (19) Vadi Biografie cit. dd Sa va resi e del Raraondiai.— Il Ra-
tonio lippi. Rima» il Sarareae «ino alla fine del 1791 alla di* moadini ed il Savarew furono inviati dal governo nel 1801 alle
reno iie di tal dotta società , i cai componenti poscia ai divi- Calabrie accompagnati da un geografo e da un disegnatore per fa-
dero in tra coppie, ognuna delle quali separatamente viaggiava re di esx una carta geografica fisica ed orittognoalica, la quale
per propria istruzione riattando le principali miniere di Europa quando e» in buona parte eseguita fu sospesa a causa delta
mineralogia e me- partenza del Uamondini per Napoli ov*era «tato nominati
e perfecionandoii negli studi di geologia .
,
tallurgia sotto i più valenti professori di Germania a singo- professore di Onttognoaia nella regia onivrmtà degli studi e
larmente >1 fame» Werner a Freybtrg in San orna. Molta fa- direttore dd rea! museo mineralogico — V. biografie suddette.
— es-
che abolì famministrazione dd così delto stralcio dS ferriere di Mongiana , di formare il progetto per la co-
ferri, ordinò che tuffi ferri utensili cd altri oggetti struzione de' forni di riverbero della fonderia e delle
del soppresso negozialo fossero Tendati, menocchè quelli corrispondenti officine da stabilirsi o nella Oriosa di
delle Calabrie, e ceduti alla ferriera di Mongiana ; che S. Stefano del Bosco, o nel ledi fido di S. Domenuo
questa venisse amministrata in modo da poter prospe- Soriano o in altro luogo conveniente, nonché pel ca-
rare col fondo ricavato da'cennati ferri , e dagli altri nale da costruir» onde condurre le acque alle ferriere,
in essa esistenti ; e diè facoltà di potersi fare su' suoi e per le strade da aprir» fra queste le miniere <d il
prodotti sporulazioni alla medesima vantaggiose. Con luogo d'imbarco nel Pizzo ; di determinare ancora la
altro decreto de* 26 novembre 1807 la ferriera dalla estensione degli scavi da far» nelle miniere di Pazzano
dipendenza del ministero delie finanze passi) a quella proporzionatamente ai lavori di ferro da intraprendere
dell’altro dclb guerra, essendo unicamente e special- ed al legname da tagliare ; ed infine dì fare il calcolo
mmistrata per economia dal comandante l'artiglieria in Ignoriamo il motivo per cui la ferriera volevàsi al-
Calabria; che conservati gl'impiegati che ivi trovavansi, trove trasferire , ma poi essendosi conosciuto non es-
risedesse nello stabilimento un ufficiate di artiglieria e ser ciò vantaggioso, rimase alla Mongiana , fu restau-
ne avesse cura ; che si prendessero dalla cassa del ma- rata e migliorata di molto, vi fu costruito un alto forno
teriale di artiglieria le somme occorrenti per lo scavo di riverliero , e progredì migliorando sotto la direzione
del minerale, la compra del legname e del carbone, i de' distintissimi tenenti colonnelli Carrascosa c Laudi.
soldi degl impiegati e le altre spese ;
che almeno una Quest'ultimo che avea molto viaggiato ,
ed osservato
delle alte fornaci fusse in continua attività durante la minutamente le straniere e con particolarità le francesi
impiegalo nella fabbrica de* proiettili necessari ad appro- sperevoli le condizioni dei suo paese, net 1814 ebbe
vigionar le piazze c l'armata, ed ildippiìi co getti e peni affidata la direzione della Mongiana. Ivi proseguendo
di rifiuto convertito in verghe giusta le dimensioni da le tracce de' suoi valenti predecessori nobilmente ado-
stabilirsi ; che alla fine del primo mese di lavoro fosse perassi ad hnmegHare questa branca delle manifatture
norar quella ed aumentar questo; che la quantità di nivano d'Inghilterra, aggiungendo altra macchina per
ferro eccedente i bisogni deUartiglieria sì vendesse al- le canne da moschetti e tutto quanto occorreva per
l'asta pubblica al maggiore offerente ,
cd il prezzo ve- ischiacciare distendere e levigare il ferro sicché si avesse
nisse versato nella cassa del materiale di artiglieria m Indio e sottile come un foglio (30). Vi stette due anni,
soddisfazione delle somme anticipate e delle altre da an- e perché si abbia pruova dello slato in cui egli lasciò
ticipare per la manutenzione dello stabilimento ; che il lo stabilimento e della posteri or decadenza , non sap-
totale del ferrò esistente ne magazzini della ferriera o in piamo far di meglio che trascrivere le stesse parole che
quelli della dogana del Pizzo fosse impiegato in lavori per leggiamo in una sua dotta memoria economico-ammi-
l'artiglieria ; e finalmente che il comandante l'artiglieria nistraiiva sulla prima direzione <fi artiglieria , scritta
Mongiana , ove ordinò le cose in modo conveniente e esse fu altra volta tenuta , crediamo opport maissimo di
da volgere in meglio la sua destinazione. Con decreto dir poche cose su quella di Mongiana, dall'epoca in
de' 12 settembre 1810 segnato da Gioacchino, desti- cui fu rimossa dalla infingarda direzione di uomini af-
nala venne una commissione composta dal Ritucd, da fatto incapaci di trattarla , ed affidata alle cure del-
un mineralogista, da un ingegnere di ponti e strade
(50) D'Ayala ,
Vite de’ piò oalebri capitani e toldati napoli-
e da un perito di boschi c foreste, con {'incarico di tani — Vita di Laudi , rd. i p*g. 13*.
esaminare e determinare ove si dovessero trasferire le (51) Antologia militare, anno II, u. 3, pag. 7$ a 81.
,
— €• —
l'artiglieria, cioè quando convenientemente installala seguita dal ceti italo quadio generale cronologico e com-
nel 1808 dal Ritucri ,
progredì migliorando sotto la parativo fra prodotti, consunti c spese avvenuti net
direzione di Carrascosa , ai quali distintissimi iiffiziali in corso di cinque intere amministrazioni, a cominciare
terrò luogo noi procedemmo seguendo le loro orme da quella Conty che fra tutte le antecedenti di cui
,
e tanto ingrandimmo quello stabilimento per quanto ci serhavasi appena tradizione di esistenza, fu la prima
nasci possibile praticarlo. ad offrire alcun elemento con tal» le ; coati nuando per
• Or quella nobile industria , della quale ignoriamo l’altra Squillare, che fu rullimi spettante alla dipen-
il vero valore degli attuali suoi lavori \ perchè non pos- denza delle finanze , e terminando a quelle di Ritucri
siamo esser lìgi delle sae vigenti tariffe ), nell'ultimo (Jairascosa c Laudi, quando cioè passando la Mongiana
biennio delle tre mentovate militari amministrazioni sotto la dipendenza della guerra , fa affidala alle cure
produsse: dcHarliglicria.
In ferro grezzo ( quasi tutto modellalo m oggetti » Or se questi necessari ed utili lavori fossero stati
ad uso della dipendenza di guerra e marina per un attentamente e con zelo continuati, non si sarebbe forse
)
anno cant. 16,300. In ferro raffinato per un anno can- rilevalo con quanto mal senso economico si progredì
tare 3500. posteriormente nel corso industriale di quella manifat-
ragione de* prodotti, risultarono di ducali 4, 76, 4 per tutta la capacità degli clementi di fabbricazione da essa
ogni cantaro di ferro grezzo, e di due. 1 1 , 26 per ogni posseduti, e gravata delle stesse spese fisse erogate dalle
cantaro di ferro raffinato; assertiva di cui ci facciamo ga- anteriori gestioni , i cui vistosi prodotti abbiamo testé
ranti per mostrarla ad evidenza sul rilievo de' docu- cernuti , negli anni successivi dietro una quantità di
menti contabili della manifatture, a chiunque bramasse lavori sensibilmente minori finché appena 4000 can-
richiamarne le pruove. tala di ferro grezzo ed alcune centinaia di ferro dut-
• Oltrecciò giova osservare che siffatti prodotti e tile uscirono dalle sue officine ? Noi per tal quesito sia-
valori si ottennero al termine del primo ottennio di mo a rispondere novellamente per l'affermativa.
quella manifattura (
che tale chiamar debbesi la pri- « Sarebbe oltracciò derivata dai proposti risultamenti
ma epoca amministrativa dell'artiglieria ) ; e però pri- di analisi, la morale certezza deprogressi del l'industria,
ma che m essa praticata si fosse gran |<artc de* pro- e correggendo i falli
,
promuovendo i miglioramenti,
getti di perfezionamento successivamente proposti da si sarebbe proceduto sempre verso la soluzione del pro-
quei tre direttori ,
per lo scavo del minerale .
pel suo blema economico ,
per valore e per qua.ilà di prodotti;
per la modellatura de' lavori fusi ; per la costruzione per le cure privale appo noi stabilite ,
tanto pòi fèrri
di comunirazione ; e per altri simili oggetti di mag- pari della nostra manifattura ,
indigeni gli elementi
dustria sideroteenka : assertive tutte della cui verità, v-raevaei «a quanto potei farai di maglio nello atabU intento di
come dicemmo, non dubitiamo di essere garanti con Mongiana a par in raccolta dall# acqua « per l'aumeutu dalla
dato alia cure dalla Mongiana coma et richiede aito stato at-
(5i) Tal memoria che riacoiee non io lo i plausi da* dotti ma tuale dall’incivilimento la condotta • la oonaervasìone de' bo-
,
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fornimento del quale ne traggono l'aria filiera od in fornelli per separarne tutte le sostanze
siale e vantaggioso
sta- volatili e combustibili |»oscia si sottopone alla fusione
vantaggio direttamente o indirettamente tutti gli ;
vegga a diretto discapito della narianale in- quindi si sottomette ad una seronda operazione onde
più non si
dustria (in quella manifattura già si possiede, cioc- purificare il ferro ne' fornelli da massa , rosi delti dalla
ché in altre si vi promovendo) che le industrie na- massa ferrosa che và a deporsi nella parte intcriore , la
dipendenti dal concorso dello straniero, e sempre dalia questa si tagb'a in due pezzi che si trattano in parti-
incostanza de' privati interessi, o fortune, progrediscano colari raffinerìe. E poiché in coletta operazione richie-
tanto, che resti quella separala da queste, nella qualità dasi molto carbone e sì fa gran perdila , vico seguito
de lavori c nelJ'economira concorrenza del prezzo **. tal metodo nel nord dell'Europa ,
ove vi è abbondanza
,
Durante la militare occupazione si vede da quanto di minerale e di combustibile. — Alla seconda classe ap-
si r esposto a quale importanza giunse lo stabilimento partiene il metodo conosciuto solfo il nome di francete
di Mongiana la cui ferraccia in parte serviva a biso- o catalano eh è praticato principalmente ne’ Pirenei.
gni dellarmat», c*d in parie si mandava in trancia Con esso non adoprandosi grandi fornelli , il minerale
pepli eserciti di Napoleone. E se poscia la sua produ- si fa fondere nei crogiuolo stesso della fucina a picciole
zione diminuì' a iWM) cani, di ferracce , e Miche cen- quantità. Differisce dal precedente perché il minerale
|
tinaia di ferro duttile , non tardò a richiamare l'at- oltre l'arrostimento vien torrefatto pria di fonderlo , e
tenzione di Ferdinando I che ne riordinò il personale, queste due operazioni si susseguono senza interruzio-
e vieppiù quella dell'attuale re che molli perfeziona- ne. Per usare con successo tal metodo i minerali deh-
menti vi ha apportalo e con II. Descritto de’ 39 lu- Irono essere mollo ahlrondanti e fusibili, ed é raro otte-
,
glio IH3U approvò il regolamento presentanogli pcj£- nerne più del 3S per 100. 1 fornelli adoperati all'uopo
«ui personale si dice dover essere di 74*2 individui fra' sibili e variano secondo i luoghi , ma il catalano vien
mutatile;. 100, hovai 20, colfobbligo per parte di que- tolarsi , torivien batterlo col maglio o martello per fame
sti due ultimi di mantenere a proprie spese due muli una massa. Nell imo e nell aliro cavo il minerale oc-
se mulattieri, e due paia di buoi se liovai cupa il terzo del crogiuolo, c nello spazio che rimane
si metu* il carbone. Si riscalda pare in qurs’a parte
SEZIONE II
del torneilo il ferro che proviene da una precedente
operazione ,
per tirarlo in liarrc. Si anima il fuoco len-
I. l’ria di riferire le notizie rarcolle giova premettere tamente nelle prime due ore, e l'operaio è sempre oc-
taluni* cognizioni di arte tendenti a render più chiaro cupato a metter carlroni secondo che si consumano
[ut riempire vuoti ed impedire che cada il minerale.
quanto in appresso si dirà i
dal mi- Si ravviva quindi il fuoco con tutta tonta perché la fu-
Il ferro mallrahilc si ricava o direlttanirnu*
nerale o ditta ghisa — I melodi urilati nella prima ope- sione abbia principio. Dopo cinque asci ore mediante
razione possono dividersi in due classi. Nella prima il aste che pria della fusione s'inimetlono nel crogiuolo,
annerale si assoggetta *\Yumntiinrrito « Ile ri esegue a’- si toglie la massa pastosa che trovasi nel fondu, si pone
nella grande incudine , e a via di martelli o cilindri si
— Il —
lh|aida Contiene sempre essa un fo ili stiicio. a» le volte caree argillose e silicee. I fondenti calcarei tra quali sì
del magnesio, e molto spesso del manganese del cromo preferisce la calce carbonata ferrìfera si adoprano nelle
del fosforo delio zolfo e dell'arsenico La più (arte dei miniera argillose, gli argillosi nelle ralcaree , i silicei
chimici fiero la stimano un miscuglio di carburo con nella fabbri» azione degli smalli, c nelle miniere silicee
si&iuro di Imo. Quantunque distinguer dovrebhonsi alluminose lo spato-fluoro è il fondente più adatto Degli
tante specie di ghisa, quanti sono i corpi estranei di cui alcalini e degli acidi nulla diciamo perchè di essi non
più abbonda, nelle terriere so ne conoscono quattro, cioè si là uso nel nostro regno; ed i metallici consistono nelle
nera ,
grìgia ,
Inani a e screziata , secundocchè più a scorie provenienti da lavori metallurgici ,
in residui di
tali colori essa si avvicina. Le piincijiaii sono la buma fèrro e di ghisa , ed in ossidi carbonati o nitrati me-
e la grìgia : la prima si fonde , rompe e cangiasi fa- tallici , fra quali l'ossido di piombo è il migliore.
cilmente in ferro ed in acciaio : l'altra contiene minor Ne‘ lavori de'fomelli può venire impiegato il carinone
quantità di carbonio, è tenacissima può intaccarsi colla di legna nella proporzione di 57 parti per ogni 100 di
,
lima , ed è di una fluidità più perfetta , ma richiede minerale, o ilrarlton fossile ridallo allo stato di coke ih è
più tempo ed una maggior corrente di aria per (tassare il residuo del carbone dopo estratto il gas: se impiegasi
allo stalo di ferro. La ghisa nera è grigio-intensa, quest'uliimo , i fornelli debbono esser più alti.
si ottiene con carboni di legna , è più dolce e malica- Si comincia ne' fornelli dali'acrendere esternamente
Itile della grigia , ed é di maggior pronao in commercio un fuoco leggiero di legna secche che successiva mente
perché mollo tenace e duttile. I.a screziala tiene il mezzo si avvicina alla parte esterna — Allorché dopo scorsi
tra la bianca e la grigia , è di grana media , e nelle più giorni ogni umidità è dissipala , si comincia a gii-
sue proprietà si avvicina e confonde a quella delle due tare il cari urne acceso nell'interno del fornello, che gra-
il cui colore più in essa predomina. La grigia può pas- datamente, secondo la sua temperatura si accresce,
sare in bianca freddandola improvvisamente ; ed ese- virn caricato di carbone finché ne è inferamente riem-
guendo la fusione e raflrodJaui?nfo a rilento mutasi lo pilo. Riscaldalo il fornello , al che occorrono da otto
stalo del carbonio e la bianca trasformasi iu grigia. In giorni a tre settimane ,
si mette il minerale aggiun-
generale poi dee dirsi che tutte le quattro indicate spe- gendone ad ogni carica una piccola quantità che gra-
ponenti , dalla proporzione del carbonio e dal modo con riore. La ghisa ottenuta nelle prime colatore è perlop-
cui questo e combinato col ferro, ma dalla maniera iù bianca ,
ir giungendo il fuoco al massimo si ottiene
come si esegue la fusione ed il raffreddamento , e dalla la grigia. Quando la ghisa debite» affinare si cola re-
estensione delle masse che si gittano ne’ forni. golarmente ad ogni 12, 18 o 21 ore; al contrario
Per ottenere dalla miniera la ghisa e da questa il quando si dee gii tare in islampi non si può serbare (a
ferro malleabile debite» operare ad un alla tempera- siessa regola ri !à. Ottenuta la ghisa convien sef tararne
tura , ed all uopo si usano altissimi fornelli adattati in con successive ossidazioni il carbonio e le altre sostanze
modo che vi si possa concentrare il calore in un dato clic trovansi unite al Terrò. Tale operazione che dicesi
punto [lerthè gradatamente avvengano le modificazioni affinare si esegue o nelle fucine col cari ione di legna
che necessariamente il minerale dire sulnre, cioè l‘<wi- o n‘ fornelli di riverltcro con carbon fossile e con me-
moiiMunto, fusione, reprìstina lione e la deairburazio- todo più semplice e meno dis(*ndioso Affinata la ghisa
«e del metallo repristinalo. Pria di mettere in azione a via di martelli ridorcsi in ispranghe , c mediante ci-
tali fornelli , onde non soffrire grande scapito , è me- lindri scanalali si foggia variamente il ferro, e senza
stieri avere a sufficienza minerale carbone e fondente. alcun aumento di spesa ,
gli si danno quelle dimen-
I fondenti sono materie che mescolale e scaldale col mi- sioni c forme che meglio convengono (34).
nerale ne facilitano la fusione. Servono essi anche a
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III. Premesso ciò passiamo a discorrere delle due dal 35 al 45 per 100 1 minerali dell Inghilterra che
ferriere della media Calabria site in Mongiana c fìat- sono la più parte di quelli denominali argillosi, io cui
zona, delle quali in quella, ch i di proprietà dello Stalo, il ferro trovasi allo stato di ossido ed idrato ,
ogni 3
si trae il ferro dalla ghisa ; e nell alt la ih e del Prin- tonnellate ne furniscono una di ghisa cioè il 33 pér
cipe di Saldano ,
dal minerale. Comincieremo dall'oc- 100 (35). Con tali dementi può ben roochiudersi es-
caparci della prima onde lar seguito a quanto nella pre- sere il minerale di Paxuno uno de migliori.
La ferriera di Mongiana è la sola nel regno che fa circondari di Arena di Serra e di Siilo. Per ogni 5 a
uso di minerali indigeno che si trova da remola epoca 0 canora di minerale, ne occorrono cinque some (
circa
presso Pazzano e propriamente nelle montagne Strila. 5 ranlara ) per la fusione, e per ogni cantaro di ferro
Tal minerale è ferro ossidalo ed idrato, e spesso piu crudo o malleabile onde riscalda re rispettivamente i for-
piedi , trovasi interposto Ira la fillade cornane ed il nelli e le fucine , sei some ed 1/6 , circa 6 cantala
calcare Jamdloso di color rossiccio. 1 filoni sono poi il prezzo del car Itone varia secondo la distanza ; è gra-
cosi abbondanti ,
che non solo da più secoli han sommi* na CO la soma se i I toschi son lontani 12 miglia, grana
iiistralo minerale alle antichr vicine ferriere cdallé attuali 55 se meno , e grana 40 se nelle vicinanze. Il legno
eh Mangia na . ma sun tali da Jornimc anche alle altre di cui si fa U'd è principalmente di querce e di faggi.
stabilite uà Bivoiigi e Pazzano i^miuli ben diceva il rav. 1 fondenti sou calce carltfmala , e scorie derivanti
Bianchini nella sua Stona delie finanze dei regno di Atf- da precedenti fusioni. E qui cade acconcio osservare
poli e nel suinmentovalo discorso, che da vari saggi Lui <be i fondenti sogliono essere il 15 per 100 del mi-
in CalaLria , nasi conosciuto contenersi tanto minerale nerale (
30) ; in Inghilterra i cui minerali sono argil-
(pianto listava per fondere il farro necessario al consumo losi come il nostro, si adopi-a dì fondenti calcari il 33
del regno ; e j
r ojonea farsi dcjlc strade fra le quali una per 100 (37) ; e nella Mongiana, come leggesi in un
a rotaie di ferro fino alia marina del Pizzo, onde age- bel ragionamento del Novi, per cast. 5 1/2 di minera-
volare il trasporto del minerale in quei fuoghi del re- li , se ne impiega valutandolo a volume ,
mezzo can-
gno ove (oo prospero successo si poteauo stabilir d. Ile taro cioè circa il 9 per 100 ,
de* quali 9/10 di calce
ferriere. Quindi non è vero ciò che leggesi nell'opu- carbonata grafica ed il resto di scorie (38). Final-
scolo di M. L. 11. che siffatte miniere comunque avean mente dobbiam dire (he {ter la costruzione degli alti
dato luogo a tanti disegni, per la loro povertà avean forni di fusione viene adoperala la steatite quar-
sempre deluso le benefiche mire del governo. La qua- zosa che in letti trovasi nelle vicinanze di Serra , t
lità del minerale è ottima ,
perché come quella di Harlz per le forme ove colare i metalli, il quarzo di Tropea
ju Germania può dare a volontà de! fonditore ferrac- che silice quasi purissima, c l'argilla di Mwngiana ch'è
cia grigia o nera, alla quella a dar buon (erro mallea- un .silicato alluminoso mescolalo ad estranee sostanze.
bile e questa per utensili macchine ed altri lavori di Da tultocció risulta che minerali ,
car Itone ,
fondente
ferro fuso. Giusta le notizie raccolte dal cav. Dia» e materia per costruire i forai e le forme , son tulli
crudo ne bisognano due e mezzo di minerale , il IV. Siccome nello stahitimenlo di Mongiana si fa
quale perciò dà di ghisa il 40 [ter 100, e dopo gli ghisa e ferro malleabile ,
così vi sono forni per la fu-
ultimi perfezionamenti che in appresso diremo fino sione c raffinerie. 1 primi son due, c vengon chiamati
al 55 per 100, ed in ferro olire il 30 a 40 per 100. Santa Barltara e S. Antonio , de' quali questo è men
E qui dee notarsi che i minerali del Bcrr? clic vengon grande e da parecchi anni non è in attività. Ignoriamo
ridotti negli alti forni di Palanche e Tambournean con- se siasi fatto l'altro forno che ofddigo&i costruire l'in-
sistenti in ferro idrato granelloso , ferro oolilico, idrato glese Beck in compenso della facoltà concedutagli dal
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,
— 7S —
gii ó^avi di miniere in direni ciicondarl deil'una e del- e se gli sperimenti riunissero telici, si avrebbe il van-
la lira Sicilia. taggio di ottener ghisa più dolce e più agevole a mo-
Il minerale pria di mettersi al forno si assoggettava dellarsi ,
di risparmiare i boschi, c di trar profitto da
fino a 1
18 il alla preliminare operazione del la lamen- una sorgente novella di ricchezza che si trova nella stessa
to. la quale giudicava*! indispensabile. Ma pouhè die- provincia. Si perdoni all'amore del proprio paese il volo
tro le osservazioni nelle francesi fonderie falle dall e- da noi espresso , benché non versati nelle metallur-
gregiu «avalier maggiore 1) Agostino si vide che colà sif- giche cose.
saggi daU’Eccellentissimo principe di Satriano , veni- gnor Bianchini a 3000 canlara di ferro malleabile cd
vano essi praticali nel suindicato anno con mollo giu- a 6000 di fenaccia. Il signor Rizzo lo valuta alla ra-
dizio ed impegno dal tenente colonnello Niola ,
capo gione di 45 in 50 cani, il giorno per cui il pro-
,
di quelle importanti magone. E primamente caricatosi dotto medio thè 47 cani. , sarebbe in 300 giorni
uno degli alti forni con minerali non lavati, si conobbe di lavoro che possono esservi in un'anno , 14100; e
che il quarto della materia produttiva sempre perduta in tolto 1/3 pe’ mesi estivi in cui poco o nulla si lavora
quella preliminare operazione, dava aneli essa nel forno si riduce a 9100. Di lai quantità una parte si assog-
il 40 per 100 di ghisa, lulFocrhé più povera di parti getta all'armamento per lo quale soqovÌ 5 raffinerie di
metalliche ; e con ciò non solo si oltenca tal vantag- Ire fuochi ciascuna co* corrispondenti maglielli ; ma
gio, ma si evitava la perdila in ogni anno di quattro non tulli i 15 fuochi sono in attività nella invernale sta-
a cinque canlara che mediante il lavamento le acque gione , c nell’estiva a causa della scarsezza dell'acqua
del! Maro riceveano in tributo, si guadagnava il tempo sono in azione dicci fuochi soltanto. Secondo la rela-
e si risparmiavan le cure che il lavamento richiedeva, zione del signor Rizzo Si ottengono da ogni raffineria
e sì facea economìa di combustibile che in maggior circa 45 cani, di ferro al mese ,
e da tutte l'annuo
quantità consumat asi coll antico metodo per l’acqua che prodotto di 2500 a 3000 cant. Il ferro di Mongia-
i minerali contentano (39). Quindi è clic prima biso- na nel 1778 vendessi a ducali 7 : 20 il cani., talvolta
gnava mettere nel forno 5 some di carbone con 5 can- si è venduto a ducati 9, ed ora da ducati 8 a 12. Pregio
tata lf'2 di minerale, e col nuovo sistema se ne han dell'opera sarebbe indicare la spesa effettiva di ciascun
potuto fonder sci ed ottenere tre canlara e rotoli 30 cant. onde conoscere il profitto che se ne ha ,
e dire
di ferracci cioè il 55 per 100 risultamcnlo maggiore tutte le altre notizie che meglio mostrassero lo stato
,
de francesi ed inglesi minerali. Inoltre dietro le osser- attuale di quelle magone , ma per mancanza di ele-
vazioni dello stesso signor D’Agostino volendosi spe- menti che invano abbiam tentato sapere , oc convien
,
do alle 5 some di carbone ed alle 5 I fi di minerale, stro discorso sul proposito con far nolo quanto sul-
l’altro mezzo di compimento, valutato a volume, com- la perfezione de’ lavori hanno scrìtto il cavalier Bian-
posto di 9 parti di calce carbonata grafica ed una chini , e f A, della risposta alle riflessioni economi-
di scorie , ottenne dalla fusione il vantaggio di avere che sul ferro. Il primo dice che i nostri arsenali di
scorie più trasparenti ed in maggior quantità, e ghise artiglierìa e di marina hanno affusti, argani, ruote den-
più dolci cotte c depurate di quelle precedentemente ot- tate ed altri oggetti di terrò fuso in Mongiana, di ma-
tenute. Vero è che esaminate in Napoli si trovò che teriale perfettissimo e di modelli oli remodo difficili da
lasciavano a desiderare nella grana, ma fattosi dietro stare a) paragone di quelli eseguiti in paesi stranieri
consiglio del D'Agostino colare il metallo tra solchi ca- e da persuadere ognuno che colla nostra ferraccia si
vati nel suolo prossimo alla perda , si ebbe col fatto può fare la fusione ed il lavorio di qualsiasi macchina
un miglioramento Sarebbe ora desiderabile che altro cd anche degli oggetti più complicati per l'industria a
di litantrace esistenti nello stesso distretto di Montc- della stessa natura fuse in Mongiana , si ravviserà chia-
leoue ore sita la ferriera o solo o misto al carbone ramente la eccellenza di queste sopra di quelle per la-
) ;
(39) No*i, Uc «3. meglio di qualunque altra si presta alla stufatura ( for-
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,
-li-
ma nella quale w cala la ferraccia usala dall'alto for- Nel suindicato bosco eranvi m maggio dd (840,8 1 2000
no ) , ed è migliore della inglese perchè i granelli sono castagni di 10 a 20 anni ,
cioè 800000 provenienti da
più fini ed è perdo dolcissima alla lima, al (rapano cd ceppale ed i rimanenti da semi ,
30000 faggi ,
3000
al tornio ,
sicché alla giornata si lavorano con casa querce , 1 5000 corri . 2000 tigli e 3000 ontani ,
tutti
delle mu^c oliature per vite femina come se si facessero della stessa età di IO a 20 anni, eccetto i due ultimi
nel bronzo ;
che lo slesso Bianchini presentò al Reai di IO a 25 , nati tutti da coppaie. Infine 3000 pioppi
Istituto un perfetto lavoro al torno fatto da un nostro avuti per mezzo di polloni , oltre diversi altri alfieri
artefice di artiglieria e vi si osservava eziandio la ma- come aceri , agrifogli , eriche ec. Gli alberi di casta-
che il simile potesse eseguirsi nel legno ; c che sono cisione de* castagni ,
corri e querce cominciata sin dal
per le mani di molti medaglie rollane ed altri oggetti 1818 fu proseguita sino al 1838. Secondo il pro-
lavorati rolla ferraccia di Mongiana da imitare quelli gressivo abbattimento delle piante di alto fusto, il ma-
di bromo e da uguagliare i simili lavorali in paesi stra- teriale si è destinato per carbone alla ferriera. La parte
nieri. Non dobbiamo omettere ad onore degli abitanti del bosco ove questa è sita ,
e da cui prende il nome,
di Serra quel che lo stesso Bianchini scrisse nella sua è tult'alberala di castagni e querce , eccetto 30 moggi
Storia delle finanze del regno di Napoli cioè chessi antichi uguali a circa 91 de' nuovi che sono in vici-
hanno tale abilità a fare qualsiasi lavori di ferro, che nanza «lei fiume Ancinale c vengono seminati. A set-
destan maraviglia a chiunque li vede. tentrione del losco Razzano scorre l'indicato fiume le
L'autore della Risposta dice : non tutti sapranno che dì cui acque servono alla ferriera , e ad oriente il tor-
in Mongiana la perfezione delle fusioni è giunta al suo rente Bovernale. Vi seno altri torrenti le cui acque sen-
apice , in guisa che le caronate ed i cannoni di grosso za produrre scoscendimenti o frane, attesa la natura bo-
calibro che di là si traggono , non la cedono in bontà scosa della contrada ,
ai uniscono all'Ancinale. I prin-
alle artiglierìe di Svezia ,
ed i bilancieri delle grandi cipali sono : Brancati ,
Zimmari , Delle capre , Serra-
macchine a vapore dì grave peso e difficili dimensioni cerza , Ferriere. A’ vantaggi del legname e delle ac-
ivi costruiti, messi a paragone con quelli del rinomatis- que sì unisce anche l'altro delle strade poiché verso
simo Monceley, non si è potuto distinguerli da questi — oriente è attraversato il bosco da quella che da Car-
,
VI. Passiamo ora alla ferriera dd prìncipe di Sa- dinale conduce a Sairiano e quindi alia marina 'dell'Io-
triano.— È questa sita nei comune di Cardinale, e pre- nio , c nella direzione del nord da altra strada carreg-
i isamcnle nel bosco detto Razzano dell u tesso proprieta- giabile da Cardinale alla ferriera.
rio. Fu costruita presso il fiume Ancinale alla distanza VII. In tale ferriera come sì è precede» tenuto te detto
di miglia 12 dal l'Ionio e 18 dd Tirreno. La scelta del si ricava il ferro direttamente dal minerale, e si pra-
luogo non poteva essere più adatta. Il bosco Rqzzona è tica all'uopo il metodo ralatano. Vi sono attualmente
della estensione di circa moggi 1 2000 c palmi 928 delia in essa nove fuochi. Al principio il proprietario vi co-
nuova misura ,
uguali a 3035 moggi di vecchia misu- struì una sola fucina con Ire fuochi. Di essa nel 1824
ra. Nella quarta parte è montuoso, e nel resto è piano se ne fecero due con due fuochi ciascuna ; nel 1 827
o semipiano con variabile pendio. La terra è in parte si aggiunse nn fuoco con maglie! lo cd un altro per
argillosa , ed in parte silicio carbonato calcare. Confina accomodi ;
nel 1829 altro maglietto ad un fuoco; ed
(al bosco, che prima di esser censito daLTattual proprie- infine nel 1833 si stabilì altra fucina a due fuochi
tario, appari enea al comune di Torre , cogli altri dello che per esser l’ultima chiamo»* e chiamasi fauna tan-
stesso Principe di Saldano detti Locina , Boriili, Sisca, che oramai vecchia. In ogni fucina vi sono due magli.
Femina moria, Pandia, Fiorinot Serra longa, alberali I fuochi de' inaglietti differiscono da quei delle fucine
lotti di castagni e faggi , e formanti insieme una sola perchè in queste il crogiuolo è più grande ;
e quello
estensione di 7000 moggi antichi uguali a 23000 moggi per accomodi è diverso intieramente dagli uni e dagli
e 683 palmi di n. m., che è vieppiù ingrandita dopo le altri, non consistendo che in una fornace atta a ri-
censuaziooi fatte dal proprietario delle altre porzioni de' scaldare il ferro e non già alla fusione, del minerale,
vasti boschi Locina e Pandia che a diversi comuni si e si mette in attività solamente quando debbonsi ac-
apparteneano. comodare ordigni ed utensili dello stabilimento. I ma-
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- w-
glidli differiscono da' magli pmhè son più piccoli e sì Paragonando i
1
risu. lamenti tk4 primo col secondo me-
fanno con essi de lavori delicati e sonili elle non pò* todo, sì ha che con quello si ottiene dalla indicata quan-
freldiero eseguirsi col maglio i di cui colpi sono ol- tità di minerale poco più di un cantaro di ferro, men-
ire modo forti. Oltracciò la incudine ne’ magli è a piano tre nell'altro si scarseggia alquanto, ed è da credersi
inclinalo per cui riesce facile maneggiare grandi masse essersi dal proprietario preferito a causa della minore
ed oli ciiere ferri di qualunque dimensione -, per l'op- Sjiesa. In quanto poi alta influenza dì tali melodi sulla
posto nc’maglidli è piana, non possono lavorarsi masse qualità del ferro, pare che nessuna o lievissima differenza
più facilmente e rendonsi più levigali. De' due magli Il minerale che va fra’ ferri ossidali s importa dalla
che sono in ogni fucina uno serve perché prima di ìsola delirala , e benché si legge nella centi aia Rispo-
fondersi si pesti il minerale che facilmente si spreto* sta che trattato negli alti forni di fusione dà oltre 67
la, a differenza del minerale duro e tenace che sì met- parti di ferro per 100, c nel discorso sulle ferriere del
te nei crogiuolo senza battersi ; e l’altro per lavorare Cav. Bianihini, che senza molla spesa da esso sovente
il ferro dopo fuso. Soggiunsi ordinariamente per ravvi-, si ottiene il 48 per 100 ,
pure nella ferriera della Rat*
vare il fuoco nelle fucine adoprar dc’manlici ,
ma nella zona se ne ricava il 36 per 100; e ciò dee aversi come
ferriera delta Raziona vi è per ogni fuoco un tubo fo- un ottimo risultamento ,
essendo raro che col metodo
rato nel quale l'aria vicn mossa dall acqua. i a (alano si ottenga il 35 per cento, e mostra quanto
Onde conciliare le notizie da noi date ne’ precedenti il metodo di lavoro sia in essa perfetto e superiore
scritti eolie presenti circa il numero deTuochi, dohhiam alle altre ferriere che sono nel regno. Ogni cantaro
soggiungere che nella memoria del 1834 cennaromo le dell indicalo minerale costa al proprietario grani 50
sole fucine t non i maglietli, e nell’altra da noi scritta oltre grani venti per trasporto dì esso in Calahria e
nel 1839 sulla relazione del socio signor Orasi san 23 per quello dal Inogo dello sbarco a’ magazzini , da'
confusi i fuochi delle uae e degli altri , e credemmo quali se ne trasporta allo stahilimento volta per vol.a
che dopo il 1834 vi fus.se sialo un aumento che in real- quanto è necessario per una settimana.
tà non ebbe luogo. In tal memoria dicemmo pure che La polelta è un’arena nera e Incida che si racco-
i fuochi erano otto e non già nove come scrivea l'anoni- glie nello scavo della vena ferrea e si fa pure venire
mo autore della Risposta alte riflessioni economiche dall Elba; il ferro crudo si ha da Napoli ; e finalmente
sui ferro di M. Z- R . Tal contraddizione derivò dal- l'arena ferruginosa e nera si raccoglie in Ischia, Poz -
l’avere il signor Drosi omesso di menzionare il fuoco inoli e Prorida.
degli accomodi. In riguardo però al prodotto che si Sia che si voglia seguire I nno o l'altro metodo, per
ottiene ed alle persone che vi sono addette t il numero ogni cant. di ferro ne occorrono 4 1/2 di carbone se di
de fuochi dee in realtà ritenersi per otto. castagno ,
e 5 1/2 se di faggio. Il legname più giovi
I .* Con impiegare di minerale . . cant. 1 : 55 variante. Tutto il carbone si ha dai boschi, del proprie-
gato ,
costa grana 70, e senza il legname grana 40
...» Totale. 2 : 70 a 50. Il trasporto ti esegue secondo le strade con car-
2.* 0 pure con impiegare ferro crudo » 0 : 21 ri e animali del proprietario , o con vetturali. Si era
Fino a sei anni dietro si adoprò il primo di tati due yì è un maestro ch’è il direttore del fuoco , uno stai-
modi, ma fu introdotto il secondo per minorare la quan- datore , un battitore per pestare i minerali ,
ed un
tità della vena ferrea richiesta nell’altro ,
e perchè il ragazzo per assistere all'acqua e tenere taluni ordigni.
ferro crudo era piò facile ad aversi e con minima spesa. Ogni maestro ha il suo aiutante che vicn da lui pa-
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-ne-
galo alla ragione di grana venti al giorno ; e j»okhè tare i fuochi de' maglielti. Ma la quistionc non cade
si lavora am be la noi le, cori il maestro vien supplito sulla produzione possibile di quelle ,
ma sulla effettiva.
dall a: ufanic oppur da altro maestro ron cui divide il Il cav. Bianchini nel suo discorso sulle ferriere dice che
guadagno , e vi è per ogni fuoco un allro scoldatore si lavorano nelle 6 fucine sino a 3600 ranlara l'anno,
battitore e ragazzo. Sebbene tra il giorno e la notte e nella sua Storia delle finanze , non superare *le 3500.
vi siano per ogni fuoco sei persone oltre due ragazzi, Nella relazione del socio signor Drosi il prodotto totale
allo scaldalo ™ , otto al battitore c tre al ragazzo. Ol- lità soggiungemmo che tutto al piò giungeva a 3000.
tre tal mercede il capo-maestro Nicrola Salvi abilissimo Sebbene non si tenne allora conto delle notti in cui
nella sua professione ha ducati IO al mese perché pur si lavora e di talone altre circostanze che ora siam
sorveglia tutti. Fra' maestri si distingue Giosuè Salvi venuti a conoscere , la cifra di 2400 cant. non era
specialmente ne lavori de'ponli. Quindi negli otto fuo- molto lontana dal vero ,
poiché secondo le notizie che
chi delle fucine e de‘ maglictti vi sono 48 operai oltre con accuratezza ahhiam saputo, il prodotto annuale é
16 ragazzi, e sci giovani allievi che sono nello stalu- di 2500 cantata. Quindi la ragione media per ogni fuo-
li mento ed han la paga giornaliera di grana 20. co è di cani. 312. È vero che nella memori': del 1839
Non si è calcolalo il fuoco addetto agli accomodi poi- la fissammo per cant. 415 , ma ciò facemmo in riguar-
o di maglio ed uno scaldata re che vengon suppliti il allo scopo che allora avevamo di mostrare quanto ine-
primo dal suo aiutante cd ii secondo da qualche allievo. satte erano le conseguenze che altri volea trarre circa
Oltre grindicati individui ve ne uno ch’è addetto la quantità del ferro che si otteneva dalle private na-
alla custodia del minerale ,
altro alla cura de' canali, politano ferriere.
ed altri otto per trasportare il carbone ne' fuochi. La Le ragioni percui non corrisponde l'enunciato pro-
mercede giornaliera del primo è grana 24 , e quella dotto annuo di cant. 2500 ai fatto che ogni fuoco in
degli altri grana 20. Circa 100 persone sono impiegate dodici ore dà un cant di ferro, sono le seguenti:
a tagliare e rari ionizza re il legname colta paga di carlini 1. Non si lavora in tutte le notti.
tre il cantaro. Per lo trasporlo ve ne sono altre tren- 2. Si sospende il lavoro di un fuoco quando occorre
ta ,
delle quali 20 conducono vetture del proprietario di farsi degli accomodi , ed all'uopo si perdono da 40
e le rimanenti vetture proprie. Soa quelle pagate in 50 giornate in ogni anno.
giornalmente a grana 20 : e queste a grana 60. 3. B minerale talvolta non giunge a tempo. In fatti
X. In dodici ore ciascun fuoco delle fucine può dare nel 1839 a causa del mare barrascaso che ne impedì
un cantaro di ferro. Questo fatto che nel 1834 sa- l'arrivo, i fuochi non lavorarono per qualche tempo
pemmo da persona perita della cosa ,
pratica dello sta- e si fecero 200 cant. meno del solito.
noi nuovamente verificato. E comunque l’autore del- 5. Vi è molla variabilità ne' fuochi de* maglielti ,
la Risposta dica che ogni fuoco dà annualmente 6 poiché volendo lavorare con inaglietto il ferro ch'esce
in 700 cantora di ferro , non dee credersi con ciò dal suo fuoco , non può aversene più di ua cani, e
di avere indirettamente contrastalo l'enunciato fatto , mezzo per ogni ventiquattro ore. Ove poi sianvi richie-
poiché può quegli aver ragione scjizacdiè questo no ste di ferri di piccole dimensioni, tulle le altre fucine
venga distrutto. In falli un fuoco tenendosi attivo lavorano il ferro a quadro , cd i maglictti sono im-
giorno e notte ,
può dare in un anno l'accennala piegati a sgrossarlo e levigarlo. Può un fuoco dì ma-
quantità. Secondo lai le ferriere della Raziona potreb- glietta ridurre in un giorno tre cant. e mezzo di ferro
bero dare 3600 a 4800 cant. l’anno senza compu- quadro e lavorare mezzo cani, di ferro ch'esce dal suo
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,
Il -
fuoco. Infine son «oggetti i fuochi de maglielti al* maggior prodotto ,
e sì perché senza l’esposte cause di
le medesime eanse di sospensione che quelli delle sospensione potrebbe questa dare dippiù.
funate. Il ferro si spaccia nel regno a ducali 12 il cant. nello
XI. È quella in discorso la più importante fra le stabilimento , ed a ducali 13 negli altri luoghi.
private napoletane ferriere sì pel numero de* fuochi Il guadagno approssimai ivo togliendo tutte le spese
die per la quantità e qualità del ferro ch'è migliore sì ordinarie che straordinarie , e calcolando il tempo
di tutte le altre ,
poiché per le cure del meritevolis- che non può utilizzarsi per mancanza or del minerale
simo Prìncipe di Satriano il suo ferro è giunto ad un or del carbone ed or dell'acqua , è in ogni anno di
grado di perfezione dapprima sconosciuto. In rotesta ducati 145 II, ed eccone la dimostrazione — Nell'an-
ferriera furon costrutte e tornite sotto la direzione xidetta memoria del 1839 dicevamo che la spesa effet-
del ralente colonnello Carrascosa le spranghe e catene tiva di ciascun cant. era di durali 6.71. Tal cifra deb-
che sostengono i ponti sul Garìgliano e sul Calore. K be esser vera poiché non contraddetta. Secondo tale dato,
vero che la ferriera di Atripalda in Prìndpato ultra su cant. 2511 si avrebbe la spesa di ducati 16750. Or
dà secondo il Bianchini cant. 2600 l'anno ,
ma in ciò ritenendo la vendila farsi alla ragion compensativa di
può esservi qualche inesattezza si perchè ha minor nu- due 12. '>o il cant. , si avrà la somma di due. 31,250
mero di fuochi di quelli delia Raziona c non può dare die differisce dal prezzo effettivo per due. 145oo.
CAPITOLO XIII.
1 II Cav. Michele Mazzrldli nato in Parghelia co- Fu costruito apposito locale in adatto sito prossimo al
mune unito a quel di Tropea nel 1 77G dal negoziante mare, elevato, esposto al sole e colla favorevole op-
Lorenzo, seguendo le orme paterne, fu per cagon di portunità di polir nella fabbrica far correre due ru-
negozio in Livorno , Genova e Marsiglia ove stabili scelli , l'uno sorgivo in quella parte della marina detta
mia rasa di commcrrio in corrispondenza dell'altra che del f~esco*' ado, e l'altro nelle vicine sovrastanti coste
avea la famiglia in Messina, dirotta pria dal padre e poi thè particolarmente si addisse alla macerazione decuoi.
dai germano Antonino Di sagace e speculativo inge- Per la costruzione e dotazione della 'fabbrica
1
il signor
gno ,
acquistò in non molli anni grossi capitali , che Mazzi tei li impiegò il capitale di ducati 40000. Asso-
animato da caldo amor di patria divisò con incerto evento ciato egli all intrapresa il fratello Antonino destinanti ilo
•odo ,
ti uniate Tester proprietario di una delle due fabbriche novato poi per altrettanto tempo, mise in vendita i
colà esistenti. ltgli in tal memoria uon solo ha dato le noti- primi cuoi conci nell'anno 1827 ,
ma sia per la non
aie che hai) attrito al nostro lavoro , ma ri è anche intratte-
molta esperi ezza del direttore, sia per la poca curanza
nuto sull'arte di conciare icuoi, sull'analisi delle parti costi-
del l'amministratore che continuava a risedere in Mor-
tuenti I. pelli e sulle diverse sostanze che contengono il tan-
nino ed ha presentalo infine i diseguì degli strumenti di cui
fina , o perchè ogni fabbrica ne* suoi primordi ordi-
,
ai fa usfe In dette fabbriche. nariamente incontra degli ostacoli, non ebbero mol'o
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,-
—n—
favore. Mi< Itele Mazziletti anziabé scorarsi volle so- corredala la fabbrica, cominciarono i lavori sotto la
stener la intrapresa aumentando nel 1820 il raffilale direzione del signor (.haix capo artiere della fabliricu
a ducali 80000 da 40000 <bc era, nominò direttore Mazzitelli, c li 18 ottobre 1837 si ottenne decreto di
della labóri* a Kmman itele Rcsloin, ed obbligò il fra- boHazione. Le prime vendile si fecero nel 1838, e- poi-
tello Antonino ad ahlundonarc la casa dì Messina per ché i prezzi di fabbrica non corrispondeano a quelli del
stabilirsi in Tropea Si convenne che dedotte tulle le commercio perchè le vacchette conciale con b mortella
spese, il fino del locale, e l'interesse del 6. per 100 in Santa Maria di Capti a cd i vitellini ed agliaUri di
su* ducali 80000 da andare a prò del Cav. Marzi tei ti, Francia e del regno vendeansi a più basso prezzo di
il gii dagno si dividesse egualmente tra lui , (ammi- quelli manifatturati in Tropea, il signor Pelliccia di-
nistratore D. Antonino ed il direttore Rcsloin, il quale minuì la concia delle vacchette e piccole pelli, ed au-
dovea pur godere la paga mensile di dneati 40 da mentò quelb delle suole e vitelli che furono in Napoli
prendersi sulle spese. Li perizia del novello direttore, cd in provincia ricercatissimi , restando invendute per
lassi stenta sul luogo deHamministralore, la bontà della più anni le prime mercanzie che poi vennero esitate
concia di sughero, il basso prezzo della scorza che com- con perdila Morì in agosto 1838 il socio signor Mazzi
pra vasi in quell'epoca a carlini 12 U cani. , e l'alto fallì , e fattasi la liquidazione alfa fine di tale anno
prezzo delle buone suole di circa ducati 80 il cant. ,
quando ancora ( intrapresa non avea esatto tutte le
produssero de'lucri oltre ogni credere vantaggiosi . e somme, si ritrovò esservi il capitale di ducati 20500
tali da far quasi nello spazio di quattro anni raddop- scompartito in ducati 3000 spesi per la fabbrica, 10000
piare il capitale. In falli in dicembre 1835 liquidalo lo in utensili ed animali, altrettanti in olio di balena, 3000
stesso si trovò essere ducati 140000. Da questa epoca di pelli noa vendute, 1000 di scorza c di cuoi esistenti
sia per la minor perizia del direttore succeduto a Re- in magazzino messi in concia o conciati, 1200 in cre-
con difficoltà a carlini .10 il cant. , sia perché a causa Oltre la suddetta perdila c la morte del socio altri
del cholera morbus diramui la vendila , il capitale della ostacoli ebbe a soffrir la fabbrica
,
poiché i cuoi in pelo
fabbrica andiede minorando . e nella liquidazione fatta aumentarono di prezzo per le ostilità delia Francia colla
li 31 dicembre 1838. circa quattro mesi dopo la morte Repubblica Argentina, e diminuì quello delle suole per
del proprietario , si rinvenne essere ducati t20000, In io fallimento di talune fabbriche, {/economia e vigilanza
maggio del 1842 era ducati 80000 col peso di pagare con cui veniva amministrala dal signor Pelliccia poteron
al sig. Rcsloin la rata che pofea spettargli. Or per la però riparare in certo modo le perdite fatte.*
morte di D. Antonino Mazzitelli si è dichiarata sciolta II. Si conciano in entrambe le fabbriche cuoi pelosi
la società , ma tuttora la fabbrica esiste, e comuni pie di Irne, vacca , bufalo e cavallo , ed in quella del signor
più ristretta, senza perder nulla della sua antica rino- Pelliccia anche vacchette , rifalli e pelli per agliastri ,
manza ,
continua per cura della vedova MazzileiJi odorandosi io lutto il metodo francese. Vi sono in cia-
Nel 1836 l’egregio Cav. D. Alessandro Pellàccia , scuna due principali officine. L'urta serve a conciare i
autore di parecchie pregiate memorie, volendo stabilire cuoi , è detta di riviera dallacqua fluente che vi é ne-
prima , riserbando a miglior tempo il progetto della in un vicino canale : nel secondo vi sono de' tini ; e nel
filanda In luglio del suddetto anno si sottoscrisse alto terzo delle fosse. La seconda officina è situala nel piano
di società fra Pelliccia e Mazzitelli da durar per dieri superiore, vien chiamata à\ correderai ed è destinata
anni. Venne dal Pelliccia scelto il dinoto convento de- a secare, comprimere, nettare, lustrare e colorire i
gli er Paolotti di Tropea silo alta distanza di mezzo cuoi. I favori di correderai durano circa un mete , e
miglio dall'abitato, in Inogo elevato, prossimo al ma- quattro ad undici quelli di riviera, calcolandone due per
re, e soleggiato. Fa l'edificio analogamente restaurato le operazioni preparatorie , due ad otto per la concia
e vi si condusse l'acqua dalla vicina fiumara detta nelle fosse secondocchè una o quattro volte vengono i
Bar mena Nel 1837 compiute le prime costrizioni e cuoi sepelliti con novella scorza come io appresso si di-
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,
- n—
rà, ed nn altro moie per eseguire cotali passaggi. Per le Nella fabbrica del signor Pelliccia si adopra nella
piccole pelli ed aglimiri il processo di concia è di soli 40 preparazione de’ tuoi e pelli l’olio di balena che si fa
giorni ,
usandosi crusca , sale di cucina cd allume di venir da Marsiglia ed è gravato del dazio di du-
rocca. cati quattro a cantaro. Se ne là mo sì nelle suole
III. I cuoi di bore, Tacca, bufalo e mallo sono nella che ne’ vitelli ma in diversa proporzione
,
poiché in
maggior parie esleri c rompraosi in Trieste Marsiglia ogni cantaro delle prime se ne impiega un rotolo di
se sono di rotoli 33, due. 8 se dì peso maggiore , c du- cuoi, quanto pò* la preparazione di essi nelle fosse, nella
cati IO se di rotoli 40. Siccome quando son conciati quale è variabile la quantità di scorza che si adopra
perdono di peso più del terzo , con decreto di marzo perchè dipende dal diverso loro peso. Ne bastano quindi
1840 il dazio su' cuoi pelosi in durati 4:50 a rant , canlara due per uno di cuoi leggieri e minori ognuno
fu ribassato a ducati 2. x
di rotoli 6: ne bisognano quattro se i cuoi son mez-
Solitane i cuoi pelosi del regno detti buccine sono di zani cioè da 7 a 10 rotali , 6 se pesano da Ila 18 ,
landa e da altre regioni si comprano in Trieste, poi- cese fan chiamasi tannino. Consiste in una resina astrin-
ché nel nostro regno i vitelli lattanti non si macellano gente; di sapore acre, sempre unita all'acido gallico che
ed i cuoi di Sorrento sono in piccioi numero e poco ri- precipita gli ossidi di ferro iu nero e tinge in rosso
cercati per essere di forte peso. Le pelli poi per agiiaslrì la tintura di girasole, solubile nell’acqua e più pesante
*
si hanno nello stesso circondario. dì essa la rende di color bruno ,
e poste le soluzioni
L'annuale acquisto de' cnoi e pelli non è sempre lo ad atmosfera bastantemente alla ,
non ammulino nè
stesso. Ecco qual fu nel 1841 •
si decompongono. Il tannino combinandosi colla gela-
In* Trieste, cuoi esteri . . . . \ • . . 100Ò tibile ed impermeabile all’acqua. Questa combinazione
In Napoli e Messina arca altri . • ... 3000 della gelalina colla concia o tannino costituisce l'arte
In Marsiglia Napoli e Messina, cuoi esteri . 2000 di Beaumé saggiatasi la quantità rispettiva di ronda,
Idem vitelli detti di Olanda 1500 si è trovato che le scorze di sughero ne contengono
In Napoli ed in provincia buccerie. ... 590 oltre quattro gradi ;
quelle degrischi che son per altro
per agiiastri .......... 400 altre varietà dì querce , eccello la farnia, uno e mezzo.
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,
n one ottenute in primavera da giovani alberi, e quelle chiede , si adacquano i cuoi messi nelle fosse. Ivi si
ricercate per la maggior quantità di tannino che han- tro «e ugni cuoio è di rotoli 7 a IO, per C se il peso
no: più sono polver izzafe e recentemente molite ,
tan- è da’ rotoli 11 a 18, e per 8 se maggiore. In ogni
t appiù sono adatte alla concia. due mesi però si dee sostituire la nuova alia vecchia
nella provincia. Nel I8i I se nc impiegarono nella fab- Ne' lavori di correderà si adoprano :
brica Macai tulli cantala 7000, e nell'altra cantala 3tj00. 1. De forchétti a due rebbi con cui i cuoi per asciu-
IV. Si adoprano nell’officina di riviera : garsi si appendono a delle aste orizzontali nella soffitta.
1 . Delle lunghe tenaglie che servono a togliere i cuoi 2. Delle tavole da corredare fornite di canaletti per
dalle pile di acqua dopo esservi siali immersi per due raccoglier l’acqua c del sottoposto catino che la riceve—
o Ire giorni. Su di esse metlonsi i cupi,
2. De’ cavalletti in cui si sospendono. 3. Delle margherite che in lutti i sensi li comprimono
3. De coltelli di acciaio co' quali si pulisco la loro e stringono, ora operando sulla pagina interna ed ora
pagina interna , e degli altri con cui i cuoi destinati co’ denti solcando in lungo ed a traverso la cute.
per suola si dividono m due metà. 4. De' va/et con cui dopo ingrassata alquanto la pa-
4. Delle pile che contengono una soluzione di calce gina interna con olio di balena o con morchia d olio
ove si mettono i cuoi facendoli dimorare otto giorni comune ed umettala con acqua, si distendono e si li-
gocciolare per una giornata sul graticcio superiore. La 5. De ferri da stirare che servono a far nuovamente
soluzione è di tre gradi diversi, ed i cuoi s'immergono la stessa operazione.-— Dopo averli lasciati prosciugare
nella più debole per passare gradatamente alla più forte. si ripongono i cupi sulla tavola da corredare : ivi si
5. De’ trincianti co’ quali dopo essersi coll indicalo bagna quella parte di essi che si trova imbianchita
coltello di acciaio tolto il pelo ed altro, si tagliano le perché troppo secca ;.ed onde far loco acquistare so-
orecchie ,
parte delle code e de’ piedi , e si scarnano lidità , vi si lassano per la seconda volta il otiti ed
le teste per quanto è possibile. il ferro da stirare.
6- De coltelli dì pietra lavagna cou cui per lien tre 6. De maglieUi di legno con cui si battono e pie-
volte si stropicciano per nettarli da qualunque residuo gano gli estremi de’ piedi e della testa. Dopo fallo ciò,
di calce eli è contrario alla concia, e per lisciarli c le- si appendono ; c quando sono |>asjaliilmenle secchi e
rano circa un mese, per ben dieci volte i cuoi si (anno e nuovamente ri appèndono , e si lascian cosi finché
passare dalle pile di acqua a' cavalletti. seccati perfettamente sono in isialo dì esser venduti
7. De’ tini che contengono dell’acqua io cui è sciolta I descritti utensili di eorrederia non riguardano le
la scorza ridotta in polvere. In essi i cuoi ricevono la vacchette cd i vitelli po' quali più complicate sono le
concia in tre gradi cominciando dal più debole , e si operazioni e diversi gli strumenti. In fatti dopoctbè tali
lasciano immersi in cadauna soluzione per dieci giorni cuoi han ricevuto le preparazioui di riviera ed ancora
circa facendoli gocciolare in ogni passaggio. umidì si solfo ingrassati con olio di balena in tutte le
Finalmente si compiono ì lavori di riviera mediante due pagine, si appendono, poi si stirano col ferro come
la concia concreta delle fosse. Di queste ve ne son 34 le suole , c quindi si adoprano:
nella fabbrica Mazzitelli e 16 nellaltra , della dimen- 1 . Delle margherite alquanto più leggiere e con denti
sione ognuna di palmi otto. In esse si mette alterna- più stretti e minati delle precedenti per comprimerli
alquanto umettata, ed uno di cuoi. Ogni fossa si copre 2. De’ cavalletti da corredatore ove dopo essersi omet-
con scorza già usata precedentemente per lo stesso og- tati e stirali per la seconda volta si scarnano con
getto ,
ma si dee però aver cura di bagnarla colla so- 3. De coltelli a taglio rovescialo.
luzione di scorza contenuta negli anzidelfi tini dopo eh e 4- De pis Ulti con cui si battono e si comprimono
servita al suo uso e si è lasciata fermentare per più fortemente per mezz'ora in un tino pieno di acqua.
giorni. Con tal soluzione scinprccdtè il bisogno lo ri- Dt ferri da stirare più lunghi de’ precedenti e pie-
-
- 81 —
fihevoli , co quali si distendono tanto le vacchette che Lunette 15
< un questa operazione son già perfezionate ,
quanto i Ferri da stirare 10
vitelli pe quali occorrono i seguenti altri ordigni. Detti di pietra lavagna 13
1. De' cosi detti ferri da stirare di pietra lavagna Detti con cristallo 14
con cui vengono nuovamente divtesi compressi c stirati V. La fabbrica de' signori Mazzitclli è amministrata
tanto nella pagjna interna che nella cute , e si ripete da I). Caterina Adilardi vedova del fu D. Antonino Max-
ciò dopo essere appesi e seccati abloslanza. zitelli colla paga mensile di ducali 75 : i lavori sono di-
2. Delle margherite di sughero con cui si fa loro la retti dal. francese Luigi Gualticr che ha ducati 45 al
grana nella pagina* interna. mese — L'altra fabbrica è amministrata dallo stesso in-
3. Delle trine ie che li nettano da qualunque pelo. teressalo signor Pelliccia che ha in compenso il 2 per
4 Delle spazzole con cui dopo essersi tinti con nero 100 sul fondo di dotazione ch e di ducali 20500: e ne
fumo , unti di olio di balena ed appesi, si stropiccia- dirige i lavori il francese Lorenzo Chaix colla paga men-
no ; vi si passa poi la vernice di calla di guanto e con sile di ducati 30. — Nella prima vi è inoltre un segreta-
panno dì lana si lustrano : quindi si appendono. rio, un contabile ed un commesso viaggiatore con duca-
5. Finalmente fa' ferri da stirare con cristallo, coi li 15 al mese per cadauno, ed un cassiere con ducati
quali dopo essersi di bel nuovo seccati si lustrano e 10.— Nell’altra vi è un segretario con ducati 9 ed i I
Tini 26 22 ro di scorza
icona. vengono mos- vengon mossi rono 5000 cuoi pelosi di tutte le qualità del peso di
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— 81 —
I
La vendila del prodotto si fa dalla prima fabbrica Il guadagno è molto variarle perchè dipende dal
per la maggior parte nelle Calabrie e pel resto in Na- prezzo de’ cuoi e| della scorza. Nel 1 84 1 fu approssi-
poli : dall'altra viceversa, per la maggior parte in Na- mativamente del 0 ali 8 per 100 nella fabbrica de’ii-
CAPITOLO XIV.
CENNO or CIÒ CHE SI È FATTO DALLA SOCIETÀ* ECONOMICA DELLA CALABRIA ULTRA n.
Adatto compimento a quanto scritto abbiamo sulla Meleto. Ila chiesto pure schiarimenti e notizie si alle
Calabria ultra 2. ci sembra il cenno storico delle oc- società economiche che ad altri ,
tanto sugli strumenti
cupazioni della società economica ivi residente , affin- introdotti a cura delle prime nelle rispettive provin-
nologico, crediamo conveniente indicare le cose fatte se- quisto della macchina trehltiatoria del Vergare che per
condo gli oggetti su cui la società ha fissato la sua Tallo prezzo c per l'incerta riuscita non si è portato a
attenzione. fine ; nè ha mancalo prender nota di tutte le utili in-
I. E cominciando dagli strumenti , è stata sollecita novazioni che sia negli strumenti che in tutt’allro che
a provvedersi di termometro barometro cd igrometro, ('agricoltore concerne sì sono ne’ giornali annunziate.
e ad osservare i difetti de’ rurali strumenti in uso. Ed Ed in fine il premio di una medaglia di oro si è
in riguardo a questi a proposta del segretario Gri- promesso ne' programmi a chi offriva il modello di una
maldi , si son fatti venire da Napoli quattro coltri to- qualche macchina da trebl tiare più vantaggiosa e per-
scani che a cura di quattro soci all'uopo destinati si fetta di quelle note finoggi ; ed altro in danaro a prò di
sono adoperati in ciascuno de'quattro distretti della pro- chi qualunque nuova macchina utile alla industria agri-
vincia analogamente alle istruzioni compilale dal degno cola, introdotto o inventalo avrebbe. Due calabresi uno
socioD. Carlo Tarantino che progettò talune modifiche di Catanzaro e l’altro di Petrùnà eransi adoperati rin-
onde renderli più adatti nelle calabresi contrade; da Fi- venire un nuovo meccanismo per la macinatura dei
renze un aratro Ridotti ,
un estirpatore , un erpice cercali , ma non si è dal primo ancor manifestalo il
uno spianapoggi e degli strumenti da potare ; da Te- suo disegno, c la invenzione del secondo comunque in-
ramo i modelli di una zappa bidente e di una vanga gegnosa non si trovò- essere adot labile.
ad uso di Toscana : da Chieti nua nnora sega da in- II. Convinta la società de’ vantaggi de* preti artifi-
nesto ed il disegno di un raccoglitore di olive e frutti ciali , ha fatto con diversi suoi programmi noia la uti-
colle corrispondenti istruzioni sul loro uso ; e dal so- lità della loro coltivazione ; incaricato esaminare quali
cio cav. Caglimi si è ricevuto il disegno di un treb- piante erano all'uopo più atte a nostri terreni ed il me-
biatoio per le granaglie a spiga migliorato dal Dottor An- todo più facile di coltivazione; promesso in diversi anni
gelini di Verona c presentato al IV Congresso scien- de* premi ; offerto a tutti proprietari c soci per mezzo
tifico italiano tenuto a Padova di apposite circolari ed avvisi inseriti nel giornale del-
I noltre la società attende da Catania l'aratro Grangè, l'in tendenza, di far venire da Napoli delle semenze da
sul modello di quella esistente nell'orto sperimentale dì coraggiamcnto; c non arrestandosi a ito a proposta del
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si spera dietro gli ultimi incitamenti che si son dati. Ad oggetto poi di sapre quali altre varietà di ce-
Non dee omettersi che questo corpo accademico dietro reali util sarebbe introdurre ,
si son distribuiti a cura
richiesta di altre società economiche ha loro gratui- del segretario Grimaldi i semi di 27 specie ^ cioè 21
tamcnlo inviato de semi di sulla , facilitando così al- di grano, 5 di granone, ed una di avena ricevuti dal-
trove la coltivazione di tale pianta. l’esimio socio D. Ignazio professore Rozzi ;
ma occorre
Importante essendo la concimazione, si è di elsa pure del tempo per vederne i risut lamenti poiché comin-
,
occupi! , ne ha fatto oggetto de* suoi programmi , e se ciatisi i saggi con pochi acini ,
saran sempre impr-
tic ottenuto che in qualche sito comincia a praticarsi fetti finché a via di riptuti tentativi non se ne ot-
quella che si ha colla miscela di terre di diversa natura, tiene una certa quantità. Di una di tali specie e pe-
è si è molto esteso l'oso de' letami, specialmente per gli cisamenle del grano gigante di S. Glena perchè prima
oliceli c per le fave, che anni dietro era assai ristretto. delle altre e da più popriclarl coltivata ,
gli sprementi
III. Impiantissimo all'agricoltura è l'avvicenda- sono stati felici , benché i pimi saggi in Catanzaro del
mento campestre ; e piche in dò in questa provincia sodo D. Cario Tarantino sia a causa del terreno o
difet lavasi ,
la società olire daJi’aver richiamalo su tale della stagione faccjn poco sperare. Ora essendosi da
oggetto le cure de proprietari e fatto sullo stesso fre- due proprietari nellantipassato anno seminato 1/8 di
quenti osservazioni ,
diffuso il programma che nel 1829 tomolo ottenuto da' precedenti tentativi, se ne son rac-
intorno alle agrarie rotazioni fece l Accademia Ponla- colti da uno tomoli quattro c dell'altro sci. Tal grano
niana, pubblicò nel suo giornale una pregiatissima me- si è pure osservato che matura più tardi ,
pesa piu
moria su tale oggetto del valente sodo I). Giuseppe degl'indigeni , e dà farina bianca ,
pane eccellente ed
Cua degnissimo professore di agricoltura nella R. Uni- ottima paglia.
versità degli studi di Napoli ; e da qualche anno os- Si era introdotto pure nel 1834 Tono imalienso, ed i
servasi un positivo miglioramento spcialmente nelle primi saggi non p tea no essere migliori piche da 1/28
vicinanze di Catanzaro. di tomolo se nebbevo cinque tomoli e mezzo dal solerte
JY. Essendo i cereali il più importante prodotto sodo Cav. D. Ignazio Ferrari di Catanzaro, ma quan-
della provincia ,
si è piu volte raccomandato di aversi tunque si fosse ottenuto tal vantaggioso ricolto pi
più cura della loro coltivazione. K piche essa era so- quale non fuwi d’uop che delle rilesse cure che si
vente causa delle dissociazioni delle terre Irochive, si hanno per l'orzo comune , e sperimentato si fosse dallo
è ripetutamente inculcalo di lasciare i luoghi montuosi stesso sodo che oltre delta utilità pr gli animali, il pane
saldi e coltivar h* parti basse. Sonori inoltre distrilmile fatto colla farina di tale orzo unita alla piata era pia-
delle pratiche istruzioni dal segretario Grimaldi com- cevole al gusto e di faok digestione ,
pure non fu col-
piale intorno alla semina del frumento , alle precau- tivato che da pochissimi fra’ quali l eproso socio D- An-
zioni da prendersi onde prevenire le malattie cui va tonio Arceri di Catanzaro I sussecutivi saggi prò non
soggetto, ed alla coltura del frumentone che male ed in corrisposero aprimi, piche in qualche anno si diminuì
terreni inadatli in diversi luoghi si esegue. Ed in rap- il ricolto ed hi qualche altro prfino la semenza si
porto al frumentone la cui coltivazione più interessa i perdette. Ciò non pr tanto si é continuato e seminare
contadini, pubblicassi a spese della società una pregevo- ma giammai co’ primitivi vantaggi prchè la semenza
lissima memoria del diligente socio cav. Alealà che mo- avrebbe dovuto essere dop un certo temp rinnovala.
strava gl'inconvenienti delta coltura di tal cereale nei Si è cercato pure introdurre Ione-riso di Germania,
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ma nulla si è (ritenuto oltre qualche saggio fatto dalla cialmente in parecchi terreni delia Siia si fanno av-
società con pochi acini pervenuti al signor Grimaldi vicendare le patate colla segala. 01 trecciò si è pur
dall'operoso socio D. Pietro Greco segretario della so* tentalo introdurre quella nuova pianta detta Cath'ol-
rietà economica di Reggio- vmJus batata s , o batata , la cui coltivazione è stala tanto
Onde rendere la coltivazione del riso immune dal- dall'illustre marchese Ridolfi promossa per essere tal
l'insalubrità cui va soggetta, nel 1820 s'introdusse pianta iu islato di produrre ne' paesi Qridi e caldi que-
quella del riso secco cinese riconosciuta utilissima die- gli isfessi vantaggi che ne' climi nordici ha recato il
tro i ripduti saggi praticati a cura e spesa del pre- pomo di terra.
lodato socio cav. Ferrari e da suo fratello D. Grego- VI. Inoltre la società ha avuto parlirolar cura delle
rio che dettero per risul lamento in un anno il "20 ed piante dalle quali comunemente si cava il filo. Ed in
in un altro il 65 per uno. E la società ne promosse fatti dividendo la generale premerà di migliorare la
la propagazione ,
pubblicò le istruzioni compilate al- macerazione del lino senza insogno di eseguirla nella
l'uopo dal Ferrari e promise premi che da taluno fu- acqua perchè causa di micidiali miasmi , olire gllnii-
ron conseguiti ; ma tosto tulio cadde nel nulla per fili tentativi Tatti dal 1820 al 1822 colla macchina del
qualche inconveniente surto e pel timore di coltivarsi sig. Christian che si adopcò perchè fusse in tult'i di-
!
sotto il noine di rìso cinese 'acquai nolo. stretti sperimentata , altri ne esegui colla macerazione
Attesa l'abbondanza ed in taluni anni il basso prez- a secco che veniva proposta da* sigaori Ta bassi e Cic-
zo de' cereali ,
per aversi maggior varietà di pro- carelli ; ma i ripetuti esperimenti praticati del 1832
dotti e poter nel caso di scarso ricotto trovare in uno da una apposita commissione eletta dalla società, nem-
il compenso della deficienza dell'altro ,
più volte la so- Wno furon felici, specialmente in riguardo allccono-
cietà ne* suoi programmi ha richiamato il pensiero dei mia. Altri in fine se ne son fatti in esecuzione di un
suoi componenti e de' proprietari sulle coltivazioni che sovrano rescritto del 1841 col metodo di tener sep-
per una parte a' cereali era utile sostituire, e promesso pellito il lino per 20 o 30 giorni sotto terra mobile
un premio di ducati 100 a chi meglio rispondeva al ed umida, e non si è mancato promuoverli auebe pro-
programma che nel 1826 il R. Istituto d'incoraggia- gettando de' premi a prò di chi riusciva neU inlcnlo.
mento pubblicò su tale oggetto ; e cosi si osserva ora Parecchi se ne sono occupati, e fra essi il socio 0. Gio:
che non unicamente a questi son rivolte le cure de’ pro- Francesco Pugliese di Ciro si è distinto per avere in
prietari , ma a diverse coltivazioni. ogni anno , non escluso 1 ultimo in cui si son racco-
V. Fra le piante la cui coltura si è positivamente mandate precauzioni maggiori da altri sperimentate
aumentala ,
occupano special posto le leguminose e utili ,
ripetuto i suoi saggi che nel primo anno ebbero
particolarmente le fave. E poiché queste sovente veg- buon esito e fissarono per fino l’attenzione del R- Isti-
gonsi distrutte dalla orobamhe , così non si è man- tuto d Incoraggiamento ; ma ora dopo le diverse os-
cato far con apposito avviso conoscere il rimedio delle servazioni di questa e delle altre società del regno par
vinacce rinvenuto utile nella provincia di Rari, e fat- che si possa conchiudere che il novello metodo pre-
tisi degli sperimenti , non son riusciti. senta facilià ad infracidarsi il lino ,
difficoltà a ventre
Sì è introdotto a cura della socielà il pisello nano ugualmente macerato , e spesa non indifferente. La
avuto dal segretario Grimaldi dalla provincia di Lecce, società infine ha incaricato il suddetto sig. Pugliese a
ed ha prosperato benissimo. Si sono introdotti pure sperimentare ,
particolarmente circa la spesa ,
la ma-
i tagiuoli del Capo di Euooa Speranza, pregevoli per cerazione a vapore progettata dal dolio sodo arcidia-
non aver bisogno di acqua , ma essendosene ricevuti cono cav. Cagnazzi , ed intende tuttogiorno a trarre
pochi acini , dee passar qualche tempo pria di potersi partito di quel che si vien pubblicando sul proposito.
Si è cercato migliorare la coltura delle ortaglie e appositi stadi nel 1821 si fecero da' cLgai *«*’ D. Fran-
distribuito qualche seme , e si è molto raccomandala cesco Códispoti e D. Giuseppe .Velo , il primo dei
quella delle palale specialmente colla pubblicazione del- quali ottenne lino benissimo imbiancalo niediaute la
dicci anni quest intimo prodotto è quasi raddoppialo, B siccome nella provincia anche si fila per farne
lantoppiù dacché in molti luoghi montagnosi e spe- tela il tiglio della ginestra ( tparlium junceum L )noo ha
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trascuralo nemmeno questa, chiedendo a* soci notizia sco Griffi} di Borgia che mise la società nel taso di
su ciò che all'uopo si pratica ne’ diversi paesi onde poi diitribuirne in vari luoghi i semi con analoghe istru-
suggerire i miglioramenti da apportarsi. zioni in istampa, per la seconda benché riusciti con suc-
In quanto poi alfa canapa ed al cotone, mentre da cesso! primi sperimenti prattcafidal valente socio D. Gen-
una via la società co' suoi programmi insinuava la col- naro Menichini, e gli altri a cura della società fatti dal
tivazione della prima pianta di cui nella provincia si signor Tarantino pure eseguitasene dall'altro tane-
,
scarseggia ,
dall'altra mollo Iacea per migliorare ed inerito sodo Barone D. Luigi Barracco una estesa col-
estendere la coltivazione della seconda , intorno alla tivazione si trovò richiedere molta spesa e riuscire piu
,
quale l»a pubblicato una pregiata memoria ed un'istru- proficue altre colture ;
ed in fatti vi sostituì una vasta
zione popolare dell'operoso socio cav. D. Alessandro pianlagioue di gelsi — Del guado si è occupato l'altro
Pelliccia ; e fatto venir da Napoli e gratuitamente a degno socio D. Pietro Arcuri, e si attende conoscerne
tutti offerto cd a molli distribuito gran quantità di i risultamene in una memoria che ha promesso sull'in-
semi di cotone di Castellammare, della cui coltura di- daco — Si sono ancora distribuiti de’ semi di spincervino
versi soci sonnsi occupali c taluni hanno osservato die e se ne attendono i risultamcnti.
tal varietà esisteva in certi luoghi della provincia. Per Dalle piante indigene passando aliesolichc , molto
rianimare poi l'avvilita industria del cotone ,
oltre che si è fatto per La introduzione delle indigofere. E seriosi
ha introdotto la manifattura ddla felpa in Catanzaro, gratuitamente distribuiti in diverse volte de’ semi d in-
oltre che ivi per qualche tempo mantenne una fab- digofera argentea e di poligono tintorio colle istruzioni
cd oltre rhc una simil fabbrica cercò far fissare in sono anche gratuitamente offerti tali semi a chiunque
Eriatico ed un altra di arrarani fu pur progettata ne avrebbe fatto richiesta cd a diversi se ne son dati;
per Catanzaro , ha promesso a proposta de' soci sig. e si sono promessi de' premi tanto per la coltivazione
Pirro e Pelliccia, on premio a chi coltivava cotone ddla franta che per l'estrazione della parte colorante.
in maggior quantità, un altro a favore di colili che Ne seguilo da ciò che molti sod e proprietari si sono
mettea in opera ne* paesi di questa provincia ove non occupali di tali piarne che ovunque han prosperamente
era in uso il molino a cilindro necessario a tane ese- vegetato fino ad ottenersi dal poligono quattro rac-
guire la separazione del cotone dal seme ,
ed un al- colte di foglie, ed i quattro valenti soci cav. Pellic-
tro di ducati 200 oltre una medaglia di onore a prò cia , cav D. Francesco Adi lardi , D. Giuseppe Mele
del primo che nella provincia stabilito avrebbe una e D. Pietro Arcuri son riusciti ancora ad estrarre I in-
fabbrica di tessuti di cotone ; la quale siccome in Tro- daco. àia quegli che più si è distinto sì nel praticare
pea sarebbe stata più proficua , cosi vive premure per e promuovere la collivazion del poligono , che nel fare
mezzo del sig. Intendente si son fatte a quelle muni- spinali studi su di essa e sul metodo di estrazione onde
cipali autorità. Comunque non siavi stato ancora chi introdurne nn novello piu facile e più economico , è
a tali premi fosse concorso, pure qualche vantaggio sialo il signor Arcuri cui si sono aggiudicati i premi
s» è per detta coltivazione ottenuto: dalla società promessi. Egli oltre di aver fatto sul pro-
Si è anche fatta a cura de’ benemeriti sod D. Rosa posito «ita pregevole memoria lodata dal llealc Istituto
rio cantore Bcnincasa di Simeri, D. Giovan France- d incoraggiamento , ha col suo metodo ottenuto dell in-
sco Pugliese di Ciro e D. Antonio Arreri di Catanzaro dico che fu trovato da quel dotto consesso parimenti
la coltivazione dell'asclcpiadC ossia seta vegetabile, che rhc l'indaco estratto a cura della società economica di
si è quindi abbandonata perchè il prodotto rimaneva Lecce , il migliore che si era ottenuto nel regno ; e poi-
invenduto. ché come lo stesso Arcuri annunziato avea, i suoi primi
VII. Le piante tintorie non sono state nemmeno tra- saggi contentano del carbonato calcico ,
altri ne pre-
scurate , e più volte la società ne' programmi nc ha sentava al prèlodato consesso. Ed in fine la società rac-
raccomandato la coltivazione non solo , ma promesso cogliendo te osservazioni da altri fatte sa quest'im-
premi a chi coltivato avrebbe la rohbia , il cartamo portante oggetto, le comunicava allo stesso Arcuri cd al-
ed il guado già spontanei m taluni siti di qnesta Ca- l'altro lienemcrito sodo D Giuseppe Mele del Pizzo
labria E se per la prima di tali piante ripetuti saggi che anche eseguito avea felici sperimeo ti sull indaco,
e sempre felici Iacea l'egregio socio D. Gio. France- perchè le tenessero presenti ne sussecutivi saggi
Vili. Corannque guesta provincia produttrice fosse idraulici di ferro fuso per l'estrazione dell’olio. D allora
dì olio, pure non si è trasandato po' luoghi ove lai pro- in poi nella provincia si sono vieppiù aumentati quei
dotto non poteva ottenersi ,
di far nota la utilità delle miglioramenti di cui nel cap. VII ahbiam fatto men-
piante oleifere. E poiché i benemeriti sori S. E. il te- zione ; e per essi si è ottenuto notahil vantaggio nella
nente generale I). Florestano Pepe, il cav. I). Ignazio quantità c nella qualità thè susceltiluJe di molla per-
Ferrari c L). Giovan Francesco Griffo dato arcano ope- fezione, poiché eseguito qualche Saggio di olio all'uso di
ra alla coltivazione del colzal i cui semi dal primo eraosi Francia è pienamente riuscito, anche senza adoperare
mandali da Napoli , e fatta ne aveano abbondante rac- tutti i mezzi all'uopo necessari. la fine doldnam so
colta , la società ricevuti dal signor Grillo de semi, li tale articolo dire ehc la società ha implorato che la
La distribuito colle analoghe istruzioni — Anche simili promessa medaglia di onore pe’lorrhi idraulici di ferro
istruzioni sonosi date pel sesamo die già nella provincia accordata venisse al già lodalo socio barone Baracco
si coltivava da più tempo e tuttavia si coltiva, sebbene che ne ha introdotto sei.
della provincia è stalo più volte oggetto delle cure dere c migliorare tale industria ; non tralasciando di
della società, clic sovente ha richiamato l'attenzione fare insinuazioni , di prometter premi e di raccoman-
de soci sulla coltura dell’ulivo ch'era trascurata ; sulle dare sperimenti su’ luoghi in cui meglio riusciva Ja pro-
malattie di esso .
per le quali diede pure la maggior pagazione del gelso; c già progredita si vede la colti-
pubblicità al programma su tale oggetto fatto dall'ac- vazione delle due principali specie di tale albero. Ha in-
cademia Pontaniana nel 1820 ; sulla decadenza del- trodotto il morettiano cui essendo simile per la foglia
l’olio della provincia e su' maxi onde migliorarlo.— la varietà nostrale detta a cappuccio si è preferito pro-
Ed ecco quanto si è ottenuto— Mentre negli andati tem- pagar questa. Ila introdotta il filippino c pubblicato
pi gli ulivi non si potavano né s'ingrassava che da po- una memoria del segretario Grimaldi suU’oggetlo, ma
chi e scarsamente il loro terreno , ora si vede un nota- nel capo X ahbiam veduto il perchè si è abbandonato
Inie progresso tanto nell'cstendernc la piantagione, malgrado la buona seta con esso ottenuta dal defun-
quanto nel favorirne la vegetazione con lavori ed in- to benemerito socio cav. D. Enrico Gagliardi. Nel
grassi e con tagli regolari. E per la potatura dee ag- 1831 pubblicò) delle istruzioni per la coltura di que-
giungersi che si è cominciata a mettere in uso in di- st'ultimo a modo delle piante erbacee , cioè tagliandone
si è migliorata ;
ed in ciò ha mollo contribuito il socio gi non riuscirono. Il lodato socio cav. Alralà intro-
taroue Barracco che avendo fatto venire de' potatori dusse nel Pizzo la coltivazione de’ gelsi a bosco che la
dalle Puglie ,
bau questi introdotto un novello c più esperienza non ha dimostralo vantaggiosa come al prin-
istruendo. Ma perchè nulla fosse omesso la socie- Siccome diceasi da stranieri scrittori utile la sosti-
tà oltre dall’aver fatto venire dalla Toscana degl'blni- tuzione delle foglie delia scorzonera di Spagna a quelle
raenti da potare , fra breve pubblicherà un» pratica del gelso, così nel 1837 si dispose farsene un saggio che
istruzione sulla coltura dell’ulivo compilata dal segreta- non iia potuto essere eseguito.
rio Grimaldi. Continue sono state poi le insinuazioni circa il mi-
Eguali e forse maggiori vantaggi si sono ottenuti per glioramento della educazione de'bachi, c si osserva che
la estrazione dell’olio , e la società non vi ha poco con- finalmente si van costruendo delle bigattiere. Si fece
tribuito pubblicando su tale oggetto una pregevole me- nel 1829 un saggio della educazione dei baro a cielo
moria letta nella tomaia generale del 30 maggio 1838 scoperto che non riuscì , e nel 1834 si promosse quella
dall’operoso socio D. Gaetano Mcnichiui , distribuendo de' bachi siriaci colla seconda raccolta delle foglie, che
in tutt i comuni un'istruzione popolare all’uopo com- dapprima praticala in più comuni ora lo è solamente
pilata dallo stesso signor Mcukhiin ,
ed implorando in qualcuno.
dalla munificenza sovrana il favore già ottenuto di ac- Ma perchè su'gelsi c sulla seta si conoscesse il ve-
cordarsi una medaglia di oro del merito civile a co- ro stato delle cose e si progettasse quanto è opportuno,
loro che nella provincia messo avrebbero in uso i torchi si son richieste a diversi soci su taL proposito minute
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,
— 37 —
noltzie che si son riunite nella V. sezione del cap. X, co’ semi da Napoli ricevuti e poi un piantonaio colle
e taluni sono stati pure incaricali di compilare im istru- 150 piantoline che da colà dovesti giungere e che si ri-
zione popolare relativa a' gelsi e bachi, e per questi dussero a sole quindici essendosi seccate le altre. Co-
adattare alla provincia i prccrlli de' buoni scrittori con munque però si fossero delegali all'uopo i diligenti soci
tutti i miglioramenti c modifiche di cui san suscettibili. I). Bruno Spadaforn di Serale e D. Angelo Antonio
XI. lb diversi soci pegli allori fruttiferi si comincia Mancuso di Cicala ,
interessali di gli agenti forestali
ad aver qualche cura , e si son fatti de' miglioramenti fatte alle istruzioni mandate dal Beai governo notabili
negli agrumi. aggiunte dai l'accuratissimo e dotto segretario perpetuo
I vigneti meritavano die la società vi avesse parti- d’allora D. Giuseppe Caruso ,
e raccomandata b mag-
colare attenzione, ed ecco quanto essa ba fatto. In di- gior cura , ì semi forse perchè non linoni non germina-
versi tempi oltre che ha cercalo in tutti i modi in- rono, e (e pian teline sia a causa del lungo tempo tra-
dagare le cause perche i vini non cran generalmen- scorso pria di giungere alla società , sia perchè indura-
te buoni e durevoli, ha insinualo precetti , compi- tasi la creta neib quale furori messe durante il viaggio
lato istruzioni , distribuito de* pesa-mosti
,
promesso avean sofferto del danno, perirono; nè altre $c ne han
premi ; e con tali mezzi qualche vantaggio si è otte- potuto avere. Per tali ragioni non si son propagati tali
vino ; ma perchè lo frisse maggiormente e dapertutto, fosse dato l'ullimo luogo alle Calabrie, pure in esse in
sarà pubblicala fra breve una novella istruzione, si sth più siti avrebbero potuto allignare.
lavorando di suo conio in Altamnra una macchina pi- Oltracciò ha progettato nn premio del quale si è
gialoria sul modello di quella di Meleto, si son reiterati implorata l'approvazione a prò di chi coltivato avrebbe
i precedenti premi, e si stan facendo sperimenti sull'cf- maggior quantità di terra a bosco , si son falle delle
ficaria di un rimedio rinvenuto in Francia contro ['aci- ricerche sperimentali dall'egregio socio D. Nicola Cal-
dità dcj vino. ca terra di Dasà sul l'epoca e modo di bre i tagli e dc-
Si è cercato |«r introdurre le viti ad arbusto , ed i rorticamcnti , c si sla lavorando alla conqtilazione di
soci tav. Pelliccia e signor Griffo si sono di ciò occu- una istruzione tendente ad illuminar la mente de' pro-
pali. Altri saggi , ma non riusciti, si son bui od ter- prietari e contadini sulla utilità della riproduzione dei
XII. 1 boschi costituiscono altro articolo interessante Intanto non deliberi tacere che da taluni soci e pro-
della patria agricoltura, e la società ne' suoi program- prietari della provincia si è comincialo ad appor ri-
mi ha prii volle richiamato l'attenzione de' soci su tal paro alle passate dissodazioni dando opera a far delle
soggetto, sulle colture coi dovrai! destinarsi i luoghi de- selve cedoe , e ad estendere le pbnte boschive ; e per-
clivi ed i inmil uosi, c su'raodi di garentir le giovani pian- chè in taluni riti uno degli ostacoli per b riprodu-
te boschive da danni dei bestiame; insinuato la ripro- zione £ esse era il danno, sovente impunito, che ficca-
duzione de' lioschi già distrutti ; ed ha diverse volte in- no alle nascenti piante gli animali, per colpa di quelli
teressato onde impedire le successive distruzioni la su- che li custodivano, si è interessata all'uopo la (rima au-
periore autorità che con varie circobri ha raccoman- torità deib provincia che ha emesso provvide circolari.
dato la piena esecuzione delle leggi foreslali. E poiché XIII. Passando ora alla pastorizia, b società ha
usa delle cause degli sboscamenti è b cattiva decortica- raccomandato vivamente e promosso auche con un pre-
zione che si b degli alberi per trarne b scorza che ter- mio di ducati 100 oltre una medaglia di oro il miglio-
se alla concia de’ cuoi , non solo b serietà ha fatto ge- ramento delle nostre greggie per mezzo dello incro-
neralmente noto H premio che con reti rescritto de’ 7 •riamente de merini che già si è ottenuto , e lode spe-
maggio 1830 promettasi a chi sroverlo avrebbe un ciale merita il socio barone Barrar co che non solo un
succedaneo alb scorza per b concia de' cuoi , ma ri gregge di merini fece venir dalla Svizzera , ma ha
è interessata più volte di tale oggetto facendo eseguir contribuito anche mediante l'jncroriamento de* meticci
da’ saggi dal socio Cav. Pelliccia. Inoltre anni dietro al miglioramento delle greggi* della provincia , nelle
s impegnò a promuovere la coltivazione del pino abete quali m più di una or vi sono de primi ed in molte
e del jiino làricc tentando di bre prb un semenzaio de' fecondi.
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•
— MI —
Lode anche pur debbesi a! signor Barraeco per l'ac- venire da Napoli a mozione del zelantissimo socio at-
quisto recentemente fallo delle capre dall alto Egitto tuai presidente della società ed ottimo intendente della
prime per l'abbondante latte e provincia cav. Cenni, il filatoio dell'esimio D. Giu-
e del Thi!>et celebrale le
le seconde per lo prezioso pelo, e con ciò in prosieguo seppe Antonio Ricci, e si mandò un nostro maestre
si arri anche il miglioramento delle capre nostrali. per istruirsi nel meccanismo di esso che si sta già inse-
Inoltre la società ha chiesto notizie sulla utilità di gnando alle alunne .dcdl'arfanotrofio di Santa Maria
altre capre già introdotte nella provincia di Terra della Stella in Catanzaro.
di Lavoro ed ha richiamato più volte (attenzione de* Per le manifatture di cotone oltre il premio soprac
proprietari sul miglioramento de' latticini ne' quali si è cennato a prò di chi avrebbe stabilito nella provincia
pur progredito : sulla utilità delle stalle che sonosi una manifattura di tessuti di cotone, c de' tentativi fatti
già rrminriale da taluni a costruire : sntic fide che per introdurre in Catanzaro una fabbrica di arracani
in aVtini comuni ban ragionato danno alla pastorizia progettata dall'indefesso e valente socio D. Gennaro
#* non si è marnato far ciò noto all'autorità -, sul mi- Menichini ed in Driatiro una di felpe, a proposta dello
giioiamcnio delle rarze equine sulla educazione delle stesso sig. Menichini ha introdotto a spese c cura della
api e *.u mezzi più facili onde’ ottener la cera ; sul mudo società fin dal 1833 nel suddetto orfanotrofio questa
di prevenire e curare le malattie del grosso e minuto ultima manifattura , nella quale dopo i primi saggi
bestiame. Fd in occasione di epizoozie ha implorato su- eseguili a cura di una deputazione di soci ,
poiché non
periori deposizioni ,
cooperato a conoscersene la natura era sufficiente l'istruzione che da qualche nostro mae-
ed indicarne i rimedi, e lo stesso ha fatto per i griHi stro poteano quelle alunno ricevere , se ne fece ve-
e le locuste che talvolta han devastato le campagna. nir uno da Taranto fornito di telaio e de' necessari
Ed infine essa a proposta del socio cav Ferrari ha pro- ordigni, e fu [wr più tempo mantenuto a spese del-
XIV. Da quanto si è fedelmente esposto risulta che ci cav. Ferrari e Caruso. Ed affinchè potessero ap-
molto si è oprato dalla società comunque sprovveduta prendere l'arte anche de’ giovani di Catanzaro , nella
di orto agrario , per lo quale ha fatto continui ten- mancanza di risorte della società ,
una deputazione
tativi , riclami . insisterne e preghiere e tentato an- della medesima composta da' sig. D. Ignazio Ferrari,
che un lungo fitto Con un orto sperimentale al certo D. Gennaro Menichini l). Giuseppe Caruso e dal se-
avrebbe ottenuto con minor fatica e lrm[*o ciò che gretario Grimaldi, a proprie spese c cure col capitale
conseguito Dippiù si è cenato persuadere taluno dei rantino , e stabilì una fabhrica di felpe che seni pure
più ricchi proprietari di questa provincia far venire a mantenere occupate molte operaie a filare il coto-
dalia Toscana qualche allievo del marchese Ridolfi ed ne. Così il maestro continuò a (terfezionare le alun-
introdurre delle utili pratiche che potrebbero colla for- ne dell’orfanotrofio ch’egli per patto stabilito fra’ soci
pom , si son progettali de premi Inoltre si è incari- impiegalo. Ora le alunne lavorano benissimo la felpa,
cato il valente chimico e socio D- Francesco Riera c due di esse hanno insegnalo l'arte anche nell'altro
lettasi . e pel miglioramento dell'ultima , a preposta è fatto molto , e mollo ottenuto. Già fin dal 1825
del segretario Grimaldi la società ha chiesto ed ot- mentmchè la società pnhblicava una istruzione per
tennio che un giovanp tintore andasse ad istruirsi la trattura della seta ordinaria che si è perciò in ta-
in Napoli, per quindi nel ritorno insegnare gratuita- luni paesi migliorata , implorava ( autorità dell'inten-
mente farle ad altri giovani dente perchè tal istruzioni venissero eseguite ,
c che le
Per la fiiatura del lino , co/amo e canapa si è fatto spese delle tratture che si pruponcano , andassero nel
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, ,
primo anno a peso dei comuni ; introduca nelsum- ri era implorala una somma onde stabilirvi delle ma-
mentovato orfanotrofio la trattura all 'organzino co- nifatture , c nel IS33 progettatosi introdurre quella
struendo ivi con proprio danaro e colla spesa di duca- della stoffa detta notiUà, come cosa di più fadle ven-
ti 67 1 : 83 (
oltre le successive occorse pe' restauri dita, ed essendosi ne* primi saggi rinvenuti insulSdeuti
di cui fm vi poscia bisogno) un locale apposito, fornen- gii ordigni in oso nella città ,
li, fece a proprie spese
dolo de’ necessari mezzi ed ordigni , e facendo venir venir da Napoli , ed in breve conseguì l'intento.
la maestra dalla vicina Calabria dira. Bentosto sotto Dall'altra parte il comune di Catanzaro perchè non
la sorveglianza di rjia deputazione all’uopo delegala si perdesse l’arte de' dammaschi e velluti esercitata da
composta da' benemeriti sod cav. D. Ignazio Ferrari, due soli maestri, concedette loro una pensione col patto
D. Vitaliano Biacchi , D, Francesco Maria Ubaldini che istruir dovessero le alnnnc in tali tessuti.
« D. Giuseppe Caruso cominciassi il lavoro, nel quale E poiché la città di Catanzaro rinomata andava ne-
le alunne incoraggiate anche da’ premi loro accordali gli andati tempi per le seriche stolte e queste erano
dalla società , fecero sollecito profitto ,
e la seta da in decadenza, la società non solo incoraggiava promet-
esse tratta fu inviata al R. Istituto dinroraggiaincn- tendo premi le seriche manilatture e specialmente quelle
to che loro concedette altri premi; ma poiché nel 1831 che potean farsi colla seta organzino ma progettava
la società m ancava di risorte ,
così i suddetti soci delega- ed otteneva che nel 1835- li giovine maestro Vitaliano
ti por tare istmìrc maggior numero di alunne ed eser- Verni per circa tre ausi nello stabilimento di S. Leu-
citar quelle già istrutte , a proprie spese ed impiegando cio a spese della provincia s'istruisse de' nuovi tessati
la somma di dorati 1000, senza trame alcun guada- che si laccano , ri perfezionasse in quelli che in Ca-
gno , tennero aperta la trattura per altro anno ; e ri- tanzaro eran noti , c che al ritorno gratuitamente in-
presa questa di conto della società onde compierne i) segnasse alle alunne le conoscenze acquistate.
jK-rfczionamento , dopoché fu questo conseguito furon In tutto ri è riuscito, ma siccome mancava atri-'
lasdati in dono allo stabilimento tutti gli ordigni che torno del Verni un telaio adatto pe' nuovi tessuti .
, a
acquistati ri erano e nulla ri pretese della somma im- proposta del socio D. Gennaro Manichini, in parte su'
piegata per la costruzione del locale. . \ propri fondi della società (he assegnato avea al miglio-
Da tuttocriò ne seguì che raspino fu nello stalo di lamento delle manifatture deU'orfanotrofio ,
cd in par-
avere la seta organzini necessaria a' tessuti in seguilo te su' fondi provinciali, essa ne facea venire uno corre-
introdotti ;
che delle alunne uscite dallo stesso istrutte, dato de* necessari ordigni e disegni e con macchina,
han trovalo ad impiegarsi nelle tratture organine in alla lat quard nuova nella provincia, pel suindicata
l'altra adoperava latta la sua influenza onde rinvenire l’ospizio di Santa àiaria della Stella si eseguono bene
qualche negouante che una di tali trattore stabilisse; ed velluti, rasi, damma schi ed altri tessuti che danno ad
in dò furono anche paghi i suoi voti poiché nel 1 826 esso ed alle alunne lavoratrici utile non lieve, e che
se ne costruì in Catanzaro una con caldaia a vapore , nella città le manifatture di seta a paragone del pas-
e dopo il 1830 altre undid in vari luoghi della pro- salo avvilimento sono in progresso, come lo dimostrano
vincia sonosene in diversi tempi erette o aumentate le lodi e medaglie accordate dal Ito! Istituto d'incorag-
Ma la società non si è arrestala a ciò. Avendo essa giamento in varie esposizioni a Luigi Mazzocchi a
nel 1 830 disponibile una somma accordata in premio Caterina e Seralina Lucas , e quanto ri è detto nel
per la coltivazione del riso secco cinese a D. Gregorio capitolo X.
Ferrari che generosamente la rifiutò a prò del suddetto Inoltre non coateata la società di aver contristilo
orfanotrofio . la mise a profitto introducendo ivi la ma- col suo avviso all esserà acquistato pel suddetto orfa-
nifattura de* nastri che ora conta oltre de’ quattro telai notrofio un filatoio per raccogliersi la seta ordinaria,
dalla società donati , altri tre , tutti in attività; a proposta del segretario Grimaldi giudicando che per
Inoltre nello stesso ospizio si erano a cura della so- aversi. buoni tessuti era necessario comprarne altro
cietà istruite le alunne a far qualche tessuto di seia, adatto per la sola organiina dì cui nella città mancasi.
ni' ha progettato l'srqntito tu’ propri (ondi malgrado niti a cura c spese del segretario Grimaldi che insieme
la spesa di ducati 500 che ri occorre Grande vantaggio ai primi formano una ranni la pressoceWè completa de’
poi a' Sirici telanti ae Tiene dal perfezionamento ohe minerali della provincia ; nel 1840 eoa de’saggi di di-
» arri nell'arte tintoria dopo il ritorno del giovine an- versi legni raccolti a cura c spese dello stesso Grimaldi
dato in Napoli ad iatrnirai » e dal catechismo del li- che fu divorato di una medaglia ; e sei 1842 con dei
gnor Ricca di etti nel precedente articolo ai è parlato. saggi di cariamo , colui e poligono , i primi due del
Ed in fine sul proposito dei detto stabilimento deb- socio signor Griffa , e gli altri de'soct signori cavalieri
ile» aggiungere che lodevolmente beeodorisi de' fiori, Alcali e Pelliccia. Sono siali pur premiati nella pro-
la foderi ai è par data la cura di temane il perfe- vincia i saggi di cuoi e pelli di Tropea e di seta or-
zionamento prendendo notizia nella capitale degli or- gtatiiu e serici tessuti di Calamaro.
digni di cui ivi ai manca, e che tata appena ne ani XIX. Oltre le suddette occuparlo»; la società per
XVII. Per le stoviglie olire i miglioramenti tentati conoscere quali cose dovea promuovere e quali correg-
tà il progetto ,
ora eseguito , di mandar» in Napoli due mico di ciascun circondario. Secondo i dati raccolti, ha
giovani onde perfezionarsi nella manifattura di esse , e fatto i suoi programmi, ha dato suggerimenti istruzioni
nolirie sonasi somministrate mila qualità delle terre dei e consigli, implorato superiori disposizioni, c sottomesso
comune di Nicaitro ove inai dietro due artefici da Pa- al signor intendente rii che non poteva essa eseguire.
lermo voleansi br venire. Ed or ha fatto conoscere in quali luoghi si credeva in-
Anche » era tentato a proposta del preludalo signor dispensabile la suddivisione de’ comunali demani; ora
Rossi estendere le fabbriche di sapone, ed a inoliane dei gfincoavenienli che si dicano in altri derivare dalle
benemerito socie una volta intendente della provincia fide ; or i'ioesecuiaoae de regolamenti falli per la trat-
XVIR. Diffondere le olili conoscenze e prora Dovere custe ; or la esistenza di taluni laghi ed acque stagnanti
per mezzo deli emulazione il migliora tacito delle airi e ch'ere alile prosciugare ; or le mondazioni pressocchè
de’ prodotti ,
è fiata nna delle occupazioni della società, usuali di taluni torrenti che conveniva impedire ; or
la quale conseguirà il primo fioe facendo che in Catan- la miseria de' ronladiai di certi comuni cui era d uopo
zaro stabilita fòsse una cattedra di agricoltura : implo- riparare ; or l'apertura di strade e la costruzione di
endo a proposta del segretario Grimaldi un giornale accorrere a delle epizoozie sviluppatesi in qualche par-
da Im compilato e sostenuto con anticiparne la spesa, che te ; or te continue dissodaci oai delle lerce e devasta-
interrotto per qualche tempo fra breve da Ini stesso sarà zioni de' boschi ; or l'utilità di stabilirsi sollecitamente
ripreso -, distribuendo istruzioni in istampa e facendole le scuole comunali di agricoltura e di estendere i monti
inserire uel giornale dell’mtendeaxa ; e prendendo nota frumentari ; or la rovinosa coltivazione di alcuni paesi ;
di ogni alile novità riguardante l'economia agricola e ma- or in quali siti conveniva richiamar 1 attenzione de* de-
nifatturiera che per la stampa giungeva a sua cognizione. curionati snU'epora delia vendemmia che immaturamen-
Otteneva il secondo per meno dell'esposizione pro- te e male » praticava; or sul danno che veniva dal br
vinciale istituita in qnesta Calabria a proposta dello stes- girare da nomini la pietra che serviva alla estrazione
so Grimaldi, e resa cosatine per ssperior comando alle dell'olio ; or il vantaggio di sovvenire l'orfanotrofio isti-
altre province ; e già la prima esposizione ha avuto tuito in Taverna a cura del degno socio arciprete Cor-
Inego e si sono accordaridiveni premi a de’saggi di ma- rione ; ora l'obbligo di coloro che a spese comunali o
nifattore e di belle arri, provinciali fransi instruiti nella loro arte, di presentare
É concorsa poi alla esposizione di Napoli nel 1830 sovente i saggi de' loro lavori; ed or alivi oggetti che
con 24 saggi di minerali a di lei proprie spese raccolti per brevità si tralasciano.
dal signor Tarantino che fu premialo colla piccola me- Ed affinchè si sapessero in ogni anno i miglioramenti
daglia di evo nel 1 838; con altri 39 saggi di minerali riu- ottennli durante lo stesso, ha introdotto il sistema dichie-
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— fi-
liere a’ sorl delle apposite relazioni, snlle qaali 3 se- opera ,
non poco ri è fatto per la statistica— Nei 181!)
gretario Grimaldi ha presentato nello scono anno e ri raccolsero molti elementi su' minerali della provin-
nel corrente nn generale laroro. cia e ri progetti che verificati venissero da persone pe-
XX. Dippih per esser pii facile lo spaccio de' pro- rite ; nel 1820 si 1823 mitri se n'ebbero sulla industria
dotti agricoli e manifattnrati imploratasi fin dal 1821 agricola e manifatturiera ; nel 1821 ri dispose farsi il
aprirai ovtntqne delle strade ; e per le fiere e menali ralslogo di tutte le piante della provincia co' levo nomi
richiamatasi l'attenzione deH'autcrilà sa di rm discorso scientifici italiani e volgari, che poi non ha armo eletto
del chiaro sodo D. Francesco de Loca , nel quale si fa- per mancanza di risorte — Nel 1831 chiedami a' soci
cera in progetto tendente ad ottiare gfincoorenienti notizie relative all'economia rotile de'rispettivi comuni
die sono nelle fiere e mercati di questa Calabria E poi- onde concorrere alla compilazione del dizionario pro-
ché interessante al commercio è la uniformità de pesi gettalo dal Rate Istituto d'incoraggiamento—Nel 1832
1822 raccolsero sul propalilo delle la società occupatasi a sorvegliare sulle notizie chieste
e misure , fin dal si
notine sol sistema metrico di questa regione e s'implori) per la compilazione del dizionario che far vola D. Be-
D, Gennaro Mestichini di adot- nedetto Marzolla e che davan motivo a divene osser-
sulla proposta del socio ,
tarsi nelle protince i pesi e misure in uso in Napoli e vazioni del socio segretario Grimaldi fin d'allori in-
pe' liquidi e sopratulto per folio essere utile il sistema caricato de'lavori statistici —Nel 1834 ri scriva dallo
basi fi emanala la lienefica legge che rese uniformi gresso una memoria sull'industria agricola e mani-
nel regno i pesi e misure, in occasion della quale pub- fatturiera della provincia ; ri dirigeva a' soci cb 'erano
siali appositamente aumentali una circolare per co-
blicò dotta opera 0 prelodalo sodo signor de Luca.
parere su di og- noscere lo stalo economico de’ diversi circondari ri
XXI. La società ha inoltre dato il ;
getti in cui r cetra superiormente richiesta , e cosi ha proponeano diversi progetti e modelli per fa statistica
ne 'fondachi di Nicastro Pino e Tro- della provincia e diversi studi f aerassi sulla formazione
fatto pel sale staro
pea de! quale unitomi mi ente al suo giudizio fu proi- di una mappa statistica che vaivano ripetali nel 1836
bita la vendita ;
sulla franchigia domandata dal signor — Nel 1835 ri presentava nn progetto per la statistica
Finii» per muse 60000 libbre di seta ch'egli volerà delle acque fittati che veniva lupe rm renale richiesta e
immettere ani progetto di sopprimere le saline di Lon- ri raccoglievano delle notizie reta ti vinate alla stessa
;
marino sugli elenchi statistici fatti che nel 1836 compiuta era dal Grimaldi il quale
gro e sostituire il sai ;
,
sol programma della società economica di Molise e sol ro. — Nello stesso anno 1836 ri progettava farsi da
dal signor Becker di Oldemhurgo per la scoverta da lui la somma bisognevole, per manca nza di risorte non ri é
fatta di un rimedio atto a distruggere la pianta equise- e Settato — Nel 1837 ri distribuiva a'sod e undici il
con una faci- dante le acque minerali, e per queste secondocché la so-
doganale ; sulle ferriere; sulla concessione
cietà ne veniva in conoscenza chiedeva farsene l'analisi
Illazione di prezzo a taluni industriali stabilimenti del
regno del nitro ad essi bisognevole sui luoghi del- a spese proprie o comunali quando se ne sarebbero
;
di arti e mestieri ; su di un fenomeno meteorico del quale ri è nel Cap. IH detto quanto si è praticato — Nel 1841
il Grimaldi presentava 3 suo favoni su' luoghi insa-
il direttore della specula di Napoli chiedeva notizie -,
XXII Mentre che a tanti svariati oggetti li é dato nallora raccolti— li medesimo fica nel 1842 dei ceu-
1,
ni slaliitiei sulle Ire Calabria accompagnati da li qua- XXIII Non dee omettersi che la societh ha acqui-
dri; nel 1843 raccoglieva le notizie circa le distante stalo perccchi libri ,
promosso l'aumenlo de* suoi fondi,
de' comuni e li occupava degli stabilimenti industriali tenuto esattamente le sue adunanze mensili , mante-
della provincia , enei 1844 delle manifatture di seta nulo attiva ed estesa corrispondenza, e riscusso varie
ili Catanzaro— Nel 1813 si driedeano pure dalla sociali volte le lodi di S. E. il Ministro degii affari interni,
unirne su topi ctmpagnttoli, enei 1841 circa gli usi eco- dei li. Istituto d incoraggiamento, dell'Intendente delia
stumaase popolari — Ed in (ine nel 1845 altre nottue provincia e degli Annali civili.
davano i soci sullo stato economico de’ri spelli vi circon- XXIV. finalmente dal 1819 in poi si son presen-
dari e sulla industria serica; e traendosi partito di questi tale molte memorie che brevemente denoteremo colla
e di tutti i procedenti dati siècompiuta la presente opera indicazione della tornata in cui si son Ielle.
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ELENCO
DELLE MEMORIE LETTE NELLE ADUNANZE TENUTE DALLA SOCIETÀ' ECONOMICA DELLA
‘
1 \ •
Tonata de' 13 gennaio 1819 — Discorso naugurale — IG marzo 1 820 — Idem dello stesso sull'abuso di
sulla u li liti delle società ecooomkhe del socio intendente cuocere il mosto.
Vestiui Idem del sodo Sig. Colosimo, sulla coltura degli ulivi
discorre dello scopo e vantaggi della medesima, de'la- — 30 maggio detto— Idem del sodo Cav. D. Pa-
vori da preferirsi, dello stato economico della provin- squale De Caria di Squillare residente in Catanzaro, sni
cia, e di quanto occorreva fare per essa. vantaggi dell'agricoltura e sui difetti che vi sono nella
Idem del sodo D. Francesco Codispoti di Calamaro, semina del grano e nella tappa di cui «i (a uso nella
sulla istituzione della società economica e sulla influen- provincia.
za della chimica sull'agricoltura. Idem del sodo D. Domenico Pirrb di Montepaonr,
Idem del socio D. Gregorio Fulginiti di Gasperina, sulle vigne ad arbusto.
sullo scopo e vantaggi della sodelà economica , su' di- Idem del sodo sig. Fulginiti, sul frumentone, coltu-
fetti deH'agricoltura della provincia e su’ modi onde ri- ra de’ luoghi declivi, concima «ione de' terreni, su' pe-
mediarvi. sali, sulle vigne ad tritalo, sulla manilattura del vino
— 30 maggio 1 819 — Idem del socio D. Giuseppe De e dell'olio, su'barhi da seta, e ra’prati artificiali.
Leon di Catanzaro, sui! 'insetto volgarmente appellato Idem del sodo D. Gioacchino Itero di Borgia, sulla
culijelala {
Cónca iuniperinus ), sii danni dallo stesso coltura di diverse piante che meritano esser prese in-
arrecati alla Calabria nel 1812, c su’ mezzi piti oppor- considerazione
tuni a distruggerlo Idem di D. Raffaele Spadea di Montanro, sulla boni-
— 22 agosto detto — Idem del socio D. Pasquale A li- ficazione de'terreni.
mona di Afelio di risposta al programma di economia Idem del socio D. Aiariano canonico Zeri» di Ila
civile della società economica di Calabria citra. _ dicena, salta estrazione dell'olio
— Idem del sodo D. Vincenzo Colosimo di Colatimi Idem del sodo S. Matteo AIE di Catanzaro, sullo stesso
sulle .acque minerali di S. Biase. oggetto.
— Idem del socio D. Gabriele Silvagni di Cosenza, Idem del sodo cav. D. Francese Aiolà, spago urlo
sulla epizoozia che nel 1818 soffrirono le bestie vaccine residente in Pisa, s agl i ncoo vernanti della coltura del
in Calabria. frumentone ne'luoghi inadatti, e sulla utilità di quella
— 10 dicembre 1819 — Idem del segretario sig. Ca- della palata.
ruso contenente la indicazione de' minerali della pro- Idem del segretario sig. Caruso mi modo come aversi
vincia. esatte notùie de' minerali della provinaa.
Idem del socio D. Filippo Rizzi di Altea su' prati Idem dello stesso sul modo come mettere in uso la
artificiali. macchina del sig. Christian per la macerazione del Imo
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— ti
—18 luglio 1800 —Idem del socio D. Gregorio Rossi commercio della provincia del socio D. Gennaro Me-
di Montepaoue, sulla Decessili di aprire strade nella pro- stichini.
vincia, solla olitili di stabilirsi delle fabbriche di sapo- Idem del sodo D. Giuseppe Osa di Taverna ora prof,
ni, e su'miglioraiuenti di cui avrebbero Insogno le sto- in Napoli, sui difetti della agricoltura della provmda,
viglie di Squitlace e di Nicastro, ed i rimedi da apportare ili.
—24 settembre detto— Idem de'soci D. Giacomo Asto- Idem del segretario sig. Caruso sull'agricoltura e pa-
re di Episcopio e 1). Pasquale Montesanto di Nicastro in storizia della provincia.
ronfutaiione di quella del sig. D. Elia sugli ulivi pre- Idem della stesso sulle occupazioni della serietà e sulla
proprietà per lo vantaggio dell'agricoltura — 16 gennaio 1823 — Idem del sodo cav. De Ca-
Idem dello stesso sulle piante diverse sistenti in Ra- ria, sulla utilità di difendere la istruzione agraria fra'
dierò* contadini per mezzo de' parrochi ,
di sfidare a’ ricchi
Idem dei sodo cav D. Carlo de Nobili di Catan- proprietari la cura di migliorare gli antichi metodi rurali
zaro, sulla coltura dell'olivo, sulle vigne, sul lino e sul e di applicare i nuovi, e di nominarsi in dascun distretto
miglioramento dell'Industria serica. degl’ispettori delle cose georgiche.
—6. settembre 820 1 —Idem del segretario sig. Caruso Idem del sodo sig. Lamannis sulla tela fella col ti-
sugli ostacoli che si oppoogooo alla introdurne delle glio ddla ginestra.
utili pratiche, sulle bigattiere prati artificiali e mace- — 30 maggio detto— Idem de’ soci marchese Nun-
razione del lino, e sumezzi di cui ha Insogno la so- ziante di Campagna, D. Domenico de Martin» di Torre
cietà economica onde raggiungere il fine della sua isti- e canonico Zerbi, sul modo di ottenersi vini resistenti
Idem del sodo D. Giuseppe Aceto di Cassano sul- Idem del socio cav. De Nobili sulla condizione eco-
l'imbianchimenlo del lino. nomia delia provincia e sulla utilità che potrebbe otte-
Idem del sodo sig. Codispoti sul metodo da hai tro- nersi promettendo premi.
valo per l' imbianchimento del lino Idem del sodo sig. Falghtiti sul vóto, prati artificiali,
— 13 gennaio 1822—Idem del segretario sig. Caruo gelsi e su* modi di conciare i cuoi.
sulla introduzione e vantaggi delie piante oleifero ovte Idem del socio sig. Codispoti sul sale sferro esistente
zaro , sulla utilità di una cattedra di zooiatria , delie oggetti su coi essa dovea principalmente versarsi.
stalle e de'pnti artificiali per lo vaneggio del bestiame. Idem del sodo D. Francesco Pagliai!! di Bova re-
Idem del socio D. Giuseppe Maria Mini di Gemmar- sidente in Catanzaro, su'precetti da eseguirsi onde preve-
ne, sull'utile che ai avrebbe se ricchi si occupassero nir le malattie del grosso e minuto bestiame.
deii'agricoltura e delle arti. 20 aprile 1825 — Idem- del sodo sig. Uizai sul modo
— 4. agosto detto— Memorie de'soci stgg De Leon, di fere i latticini.
— 14 novembre detto — Idem sulle manifatture e Idem del sig. canonico Zerbi sugli stessi oggetti.
Jh
y Coog le
M-
Idem del lodo 0. Francesco Brusi di Cardinale, sulle Idem del socio D. Antonio Maria decano Zoccaro
malattie del bestiame e loro rimedi, e sulle api di Catanzaro, « divene cotture della provincia.
Idem del socio 0- Domenico Cnndò di Saldano, sul Idem del socio D. Gregorio Misarti di Scigliano, «Ila
governo, miglioramento eproduzione delle api. gramigna cornane.
Idem del segretario sig . Caruso sulle occuparne*! della —4 ottobre 1830 e 7 febbraio 1831— Idem del so-
aocieli economica, vantaggi ottenuti, cause che si sono do signor De Martinis «'principali prodotti della pro-
opposte al conseguimento di maggiore utilità , e me» vincia , ih taluni loro difetti ed i mezzi di toglierli.
necessari per ottenere il miglioramento dell’industria —30 maggio 1831 —Idem dd socio D. Gennaro Me-
agrìcola e manifatturiera. nichini «ila introduzione di una fabbrica di felpe la-
— 30 maggio detto — Idem del sodo D, Francesco vorale con i cotoni di cui è ferire la provincia , e zi
Potagi di Torre residente in Calamaro, sul modo di descrivono i vantaggi di tal manifattura.
e tu quella di tingere i cuoi e pelli di amore anonimo, m polvere da lai sperimentata utile ndle febbri pe-
presentate in risposta ad un programma di premi pro- riodiche, somministraodofa agii adulti odia dose di due
messi dalla società , e giudicate degne di lode e non a tre dramme sciolta ad vino nel momento dd freddo
todo di collivasiooc de' cereali della provincia, e sul- —9 febbraio 1832 —Idem dd socio D. Diego Zi-
l utile pratica di destinare per delta coliiAi le marine malore dd Pizzo, zolla coltura del gelso erbaceo la di
cd i luoghi montaosi per i boschi. cui foglia egli propone darsi a' bachi ndle due prime
Idem del sodo D. Fortunale Profumi di Montdeone, dà , facendo ndle altre uso del gelso arboreo.
sulla condizione economica del regno e «ila necessità — 30 maggio 1832 — Idem del sodo signor Zurcaro
di adottarsi le utili pralichelda' grandi proprietari per- che contiene la istoria de' t reninoti degli 8 marzo e
ché servissero di esempio a' contadini. tegnenti di detto sodo , indicando i fenomeni avve-
— 4 ottobre 1827 —Idem del socio signor Ferrari nni! , i danni «fièni e le provvidenze generose dal
sulla coltivazione da lui falla del riao aecco ciaese e benefico Monarca impartite.
sul metodo da seguirsi in essa. Idem dd socio segretario D. Luigi Grimaldi di Ca-
Idem del socio signor De Martinis sulla distribuzione tanzaro, su'lremnoti in generale e specialmente » quelli
delle terre per le diverse colture e «diversi prodotti della Calabria nel 1832.
sugli ostacoli che si oppongono al miglioramento della scorre della manifattura degli arma ni , della spesa
provincia e sulla coltivazione del riso secco cinese. che vi occorre , de' vantaggi che ne derivano per le
— 4 ottobre 1829— Idem dd torio signor Ferrari materie prime che odia provincia si rinvengano ; e si
sulla novella coltivazione fatta dei riao secco cinese. progetta in Catanzaro lo stabilimento di ima fabbrica
Idem del sodo signor de Leon su rapporti deH agri- di tali tessuti.
coitnra colla botanica ed altre scienze naturali. — 11 ottobre 1832 — Idem dd sodo D. Felice
Idem del segretario signor Caruso «Ila utilità delle Mentesanto di Nìrastro ,
sulle acque termo-minerali
vigne ad arbusto. di Smeliate. — SI lessero altresì te osservazioni sulla
—4 ottobre 1830 — Idem dello stesso sul migliora- stessa fitte da' soci D. Francesco Peiagi , D. Filippo
mento ddl'antro e della rotazione agraria , e « prati Berlingò e D. Francesco Codispoli che nel mentre loda-
artificiali. vano la memoria , notarono non esser perfetta ! anali».
Idem dello stesso rall'erba detta rafia. — 12 gennaio 1833— idem dd socio D. Carlo Ta-
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, ,
— 9* —
i lutino di Taverna residente in Calamaro, sulle ma* — 31 ottobre 1836 — Idem del socio De Martin is
nilatlure di seta di Catanzaro e sul progetto d intro- contenente diverse istruzioni |«r la coltivazione delle
dursi nell orfanotrofio di santa Maria della Stella il vigne e formazione del vino.
tessuto detto nobiltà. —27 novembre I83C —Idem del segretario Grimaldi
— 30 maggio 1833 —Idem del socio signor Ferrari sulla istituzione dì un giornale a cura della società.
su* benefici c lavori accordati dall'augusto Ferdinan- —30 maggio 1837— Idem del sono D. Gennaro Me-
do 11 onde promuovere l’agricoltura , industria c com- ntchmi sulla coltivazione della rabbia , e su'saggi ese-
mercio del regno , e su felici risut lamenti ottenuti. guiti colta semenza da lui fatta venire da Napoli.
Idem del socio l). Filippo Berlingò di Catanzaro, sul- —28 gennaio 1838— Idem del socio l) Giovanni
mente sulla importanza ed utilità della coltura delle —28 gennaio 1838— Idem del sodo D. Giovai» Fran-
ortaglie, * cesco Pugliese di Ciro sulla seta vegetabile.
— 23 febbraio 1834— Idem del socio signor Taran- — 4 marzo detto — Idem del socio segretario Gri-
tino sulla miniera di ferro solforato scovala nel terri- maldi che contiene il progetto di rane riforme sulle
gretario Grimaldi ,
sullo nato dell istruzione della pro- di Ileggio ,
sulle malattie de’ bachi da seta.
vincia e sull’agricoltura pastorizia e manifatture della —30 maggio detto — Idem del socio D. Gaetano Me-
stessa. nichini di Catanzaro, sulla estrazione dell’olio e su’modi
— 30 maggio detto — Memoria del socio signor Ta- di migliorarsi* la stessa nella provincia — Segne una
rantino su' diletti del sistema agrario della provincia e istruzione popolare letta ed approvata nella sussecutiva
sul mudo di migliorare le tele. aduuanza.
Idem del socio D. Gregorio Da dolisi ni di Davdi, —5 luglio detto — Memorie del sodo D. Francesco
sulla utilità delle società economiche De Modici di Martirano e D. Giuseppe Parracocchia
— 2ó gennaio 1S33 — Idem del sodo segretario,Gri- di S. Biase, sul modo di fare il vino", sulla coltura de-
maldi sulla formazione della statistica della provincia. gli ulivi e distruzione de* boschi ;
sogli animali pascoli
,
—31 maggio 18 Jj— Idem del socio signor Tarantino e modo di fare il cario ; sulle api ,
delle quali s'indi-
* »n lenenti; diverse osservazioni geologiche salta pro- cano le specie alveari , usi operazioni prodotti e ma-
, ,
liccia di Tropea, sulle acque fluenti del circondario di cd approvata nella sussecutiva adunanza de' 13 gen-
D i git i zod by -
Cooff le
- 97 -
di im pezzo di carbon fossile rinvenuto in Martiraoo. lisi dell'opera del cav. De Rivaz sulle acque mine-
— 29 marzo dello. — Idem del socio segretario Gri- rali d Ischia tradotta ed annotata dal sodo professore
maldi sulle acque minerali della provincia. Ziccardi , e di taluni opuscoli ricevuti dal socio signor
—4 aprile dello — Idem del sodo cav. Tenore sulle Gheiardi Dragomanui di Borgo S. Sepolcro.
diverse specie e varietà di cotone. Idem del socio signor Giuflré sull'Asbesto, suoi usi in-
—30 maggio detto—Idem del socio D. Gaetano Fran- dustriali e medici, e sul modo di ottenerne carta c tela.
co di Catanzaro, sulla educazione delle api. — 2 agosto 1840. — Idem del socio signor Sanni-
— 4 agosto detto— Idem del socio D. Antonio Arccri cola, in cui si fa il paragone della utilità delle foglie del
di Catanzaro, sulla coltura delle vigne c sul modo di ot* gelso comune, delle Filippine, della mactura e delia
tenere buon vino. scorsonera di Spagna iu riguardo al governo de' bachi
cause della miseria e sui mezzi di ri paro ne' tempi avversi. — 25 ottobre detto. — Idem deH’archilétto D. Vin-
— 8 settembre detto— Idem del socio segretario Gri- cenzo Greco di Cosenza, sul modo come rendere fertili t
maldi sulle ferriere della prò lincia. terreni c rigogliose le piante, e sugl'inconvenienti de-
—20 ottobre e 2# novembre dello. — Idem del socio rivanti dalla doppia raccolta de gelsi c dal non la-
agricola ed evitare la miseria de' contadini , e si pro- Grimaldi sulla istituzione di una esposizione provin-
getta la divisione de’ beni comunali e demaniali me- ciale in Catanzaro , e su’divcrsì premi da promettersi.
diante canoni da stabilirsi ; ed estendersi i monti fru- Idem del dottor Petrelli di Martina, sulla epidemia
mentari e gii altri di prestilo : nella seconda ragiona dei 1840 in Palcrmiti.
de* modi onde custodire i campi ed evitare i danni. — 30 gennaio 1841 — Idem del suddetlo Gri-
— 28 novembre detto—Idem del socio signor Parrà- maldi su* luoghi insai nitri e pai odori della provincia.
cocchia su* progressi dell'agricoltura e sull'origine orien- —7 marzo 840— Idem del socio D.
1 Vincenzo De Gra-
tale delle voci italiane indicanti cose campestri. zia di Misura» residente in Catanzaro, su di un progetto
—30 gennaio 1 810- Idem del sodo segretario Gri- deU'archi tetto D Vincenzo Greco di cinque macchine
maldi su' gelsi delle Filippine. idrauliche onde animare qualunque naviglio per mezzo
—20 feb. detto. —Idem dello stesso contenente un sunto di ruote senza il soccorso del fuoco.
dell’opera del commendatore de Rivera so pesi c misure. —30 maggio detto— Ijdem' del socio D Francesco De
Idem del socio D. Francesco d'Elia di Catanzaro re- Luca di Cardinale residènte in Catanzaro, sulle fiere e
lativa alla epizoozia sviluppata in detto anno negli ani- mercati in generale e su quelli delta Calabria ultra 2.
mali vaccini pecorini e porcini. pe’ quali fece un progetto tendente ad ovviare gl'incon-
— 12 marzo detto — Idem del socio signor Minà, su' venienti che vi sono. ‘
f
danni cagionati nel comune di G amarne ed adiacenze Idem del socio signor ‘Radolisani, in cui si tiene pro-
da una pioggia continuata avvenuta ne‘ giorni 10 a 15 posito di quanto si è fatto dalla società pel migliora-
gennaio detto. mento dell'Industria della provincia e specialmente in
Idem dd socio cavalicr Pelliccia su di taluni minerali Idem («l socio segretario Grimaldi sulla storia e pro-
— 23 aprile detto— Idem del socio D. Giovanni Ma- — 30 maggio 1842 — Idem del sodo D. Francesco
donna di Montauro ,
in cui dopo un breve cenno sulla Ricca di Catanzaro , in cui si esamina lo stato delle
topografia di quel comune vengono descritti i danni ivi manifatture della provincia ed i mezzi opportuni a pro-
cagionati dal temporale de' 3 marzo detto. muovere l'industria manifatturiera della stessa.
— 30 maggio detto— Idem del socio D. Ignazio Dova Corni statistici sulle tre Calabrie dd sodo segreta-
di Caianzaro, sulle regole da praticarsi nella educazione rio Grimaldi accompagnali da 15 quadri statistici.
de’ bachi da seta. —24 luglio 1842 —Memoria dello stesso Grimaldi su
Idem del socio segretario Grimaldi contenente Tana- di uno scritto del signor Paillette intitolalo; Studi sto-
,
— 98 —
liti c geologici sulle miniere metallifere delia Calabria. del frumentone e de'prati artificiali , sulla devastazione
—28 agosto detto—idem del sodo signor Calcaterra, de' boschi e su'modi da promuoverne la riproduzione.
sull’epoca da eseguirsi il taglio e la decorticazione nei —1845— Idem del socio segretario Grimaldi su' mi-
Iw&chi , e sugli abasi introdotti. glioramenti avvenuti nella industria agricola nel 1843
turiera del circondario di Tropea. Idem del socio signor Pugliese di Cirò sul progresso
sulle manifatture del circondano di Soriano. Idem di D. Antonio Donali di Calanzaro circa un
—25 settembre, 30 ottobre e 27 dicembre detto— par titolar soggetto di zoologia fossile — Tal memoria
idem del segretario Grimaldi sugli stabilimenti indu- è accompagnata da talune interessanti osservazioni geo-
striali della provincia. logiche del socio signor cav. D. Giovanni Cenni In-
—25 settembre 1842 —Idem del signor Antonio Do- tendente della provincia.
nati dì Catanzaro contenente diverse osservazioni zoo- Idem del socio vice-presidente signor Franco sul pro-
—1 1 dicembre detto— Idem del socio signor Armari, sulla importanza e fine delie società economiche.
nella quale minutamente espone doccbè riguarda la col- idem dd socio signor Pelagi sul grano gigante di
studi sulla estrazione della fecola da lui ottenuta. Oltre le suindicate memorie san da mentovarsi le
Mcnichini sulla conservazione de' vini , e contiene i ed i diversi rapporti falli da' soci in varie occasioni
precetti da eseguirsi onde ottenere tale intento. che dovendosi reputare come altrettante memorie qui
,
—31 luglio 1843 — Lettera in islampa del cavaliere son anche indicali nell’ordine come son pervenuti.
D. Vincenzo Bonajuto di Catania in cui si fanno co- I. Rapporti di risposta alla circolare dd 1819 re-
noscere i vantaggi del coltro Grangè. lativa a' minerali della provincia de soci I). Giuseppe
— 14 aprile 1844 — Memoria del segretario Gri- De Leon di Calanzaro , D. Giuseppe Aceto di Cassano
maldi su' miglioramenti introdotti nell'agricoltura e pa- residente allora in Catanzaro , D Giuseppe Fiorentino
storizia ddla provincia durante il 1842. di Tiriolo, D. Giuseppe barone Scoppa di $. Caterina,
—4 maggio 1844 — Idem di D. Nicola De Luca D. Gioacchino Pi taro di Borgia , D. Francesco Anto-
meritevolissimo segretario della società economica di nio Anoia d'Isra , D. Domenico Pirrò di Montepaonc,
Molise , in cui si fan conoscere i pregi di nna giusta D. Raffaele Polizzi di Soriano e D Vincenzo Colosimo
divistone territoriale, il bisogno di migliorare la con- di Colorimi.
dizione de' contadiui , e futilità della mezzadria van- II. Rapporti di risposta alla circolare fatta nel 1822
taggiosa tanto al proprietario che al coltivatore. pc pesi e misure de* soci D. Giuseppe M. Tucci di Da-
Idem del socio segretario Grimaldi sulla introduzione voli , D. Domenico Pirrò di Montepaone . D. Grego-
ddiìndustria serica in Italia e sulle manifatture di seta rio Fulginiti di Gasperina* D. Bernardino Lamanms di
— 30 dello — Idem del socio barone D- Ferdinando D. Gioacchino Pitaro di Borgia , barone D. Pasquale
Vernilo di Catanzaro , su' vantaggi ddla esposizione Galluppi di Tropea, cavai ier D. Francevn Alcali di-
provinciale morante in Pizzo, cav D. Vito Cabalili di Mooleleone,
Idem del socio D. Francesco De Luca, sui boschi, D. Raffaele Salriano di Briaticu , L). Pasquale Monte-
sulle cause della loro distruzione e sai rimedi da ap* san«o di Nicastro, marchese Lucifero di Cotrmu*. 1). Vi*
portarvisi. , faliano Ventura di Pollastro , D. Vincenzo <>)!o»rma
Mera de' sori D. Nicola Calcaterra , D. Pasquale di Colosiroi e D. Mariano canonico Zerbidi Radiceua
Olivieri e D. Gaetano Corrado di Dasà sulla coltura III. Rapporti su’ fremitoti del 1 832 de’ soci D. Carlo
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,, ,,,
Tarantino di Taverna , D. Giuseppe Ciliberti c D. Se- 1835 relativi alle notizie delle acque fluenti de’ ri-
di Badolato, D. Filippo arciprete Ape di Filadellia Maida, D. Domenico Mangani di Cortale , D. Antonio
dimorante in Crcpaci, D. Bruno Spadafora di Ser- Scicchitano d Isca , D. Giuseppe Maria Minà di Gcro-
bale , D. Gennaro Menkhioi di Catanzaro ,
D. Gioac- carne , D. Raffaele Marasca di S. Vito , D. France-
chino Pitaro di Borgia , D. Tommaso Astori no di Grò, sco De Medici di Martirano , D. Domenico Maìsctli di
D. Vitaliano Venturi d» PoJicastro, D. Diego Zi malore Gimigliano , D. Angelo Antonio Mancuso di Cicala
del Pizzo , cav. D. Vito Capialbi D. Onofrio Sinumetli D. Giuseppe Parracchia di Samlùase , D. Giuseppe G-
D. Giuseppe Caruso e D. Pietro Pignalaro di Monte- liberti c D. Sebastiano Gullo di Curinga , D. Dome-
leone , D. Giuseppe Peronacci di Serra , D. Luigi di nico Rosa di Policastro , D- Antonio Ippolito di Nica-
Francia di Tropea, D. Domenico Ferrari di Sorìanello, stro ,
D. Giovanni Franco di Zagarisc, cantore D. Ro-
D. Domenico Maria Cundò di Satriano , D- Francesco sario Benincasa dì Simeri , D. Bruno Spadafora e
Sacco di Feroleto Piano c D. Felice Monte&anto di Ni- D. Francesco Casolini di Sersale , D Ferdinando Ca-
castro. logero di Fossato , D. Francesco Antonio Scrrao di Fi-
IV. Rapporti di risposta alla circolare de 20 novembre ladelfia , D. Domenico Maria Cundò di Satriano, D.
1834 relativa allo stato economico de 'rispettivi circonda- Francesco Drosi di Cardinale , I). Leonardo Arciprete
ri, letti in riassunto dal segretario Grimaldi alla società, Mazza di Borgia ,
D. Franrescanlonio arciprete Mas-
ed inviati da'soci D. Antonio Pignalaro di Ciro, D. Raf- sari di Limhadi , I). Giuseppe Pisani di Monterosso,
faele arcidiacono De Franco di Caccuri , D. Diego 'li- D- Giuseppe Maria Minà di Gerorarnc, D. Nicola Cal-
matore del Pizzo, D. Fra ncescan torno arciprete Massari catene di Dasà , D. Antonino Pignalaro di Grò
di Lirabadi , I). Giuseppe Parracocchia di Samhiase D. Raffaele arcidiacono De Franco di Caccuri , D. O-
D. Domenico Mangani diCortalc, D. Antonio de’marchesi nofrio cantore Altera d'isola e D. Marcello Venturi
tirano , D. Giuseppe Pisani di Monterosso , D. Fer- VI. Rapporti di risposta alla chrcolare de' 29 aprile
dinando Calogero di Fossato , D. Giovanni arciprete 1837 relativi alle miniere de’ rispettivi circondari
Corciooe di Taverna , D. Domenico Maisetti di Gimi- dc'soci D. Rosario cantore Benincasa di Simeri, 1). Leo-
gliano, D. Angelo Antonio Mancuso di Cicala, D. Bruno nardo Mazza di Bolgia, Q Fcidinando Calogero di
nico Rosa di Policastro , D. Domenico Pirrò di Mon- Spadafora di Sersale , D. Domenico Pirrò di Monlcpao-
tepaone , D. Marcello Venturi di Cutro , D. Raffaele ne, D. Francesco Martelli di Torre, D. Raffaele Note-
Marasca di S. Vito , D. Francesco Martelli di Torre, rò di Setlingiano , D. Gaetano Scrugli di Monteleone ,
D. Raffaele Nolaro di Scllingiano , D. Domenico Fer- cav. D. Alessandro Pelliccia di Tropea , D. Domenico
rari di Sorìanello, D. Giuseppe Maria Minà di Gerocar- Ferrari di Soriancllo , D. Nicola Virili» di Mileto
ne , D. Rosario cantore Benincasa di Simeri, D. Gae- D. Giuseppe Maria Minà di Gcrocarnc, D Giuseppe
tano Scrugli e D. Onofrio Simonctti di Monteleone Augurusa di S. Onofrio, D. Giuseppe Parracocchia di
Mileto, barone I). àiario Paparo di Badolato, D. An- stiano Fabiani di Maida . D Francesco de Medici di
tonio Sriccbilano d'Iya , D- Nicola Calca terra di Dasà, Martirano , D. Domenico Mangani e D. Fortunato Ce-
D. Filippo arciprete Ape di Cropani, D. Onofrio cantore fali di Costale, D. Angelo Antonio Mancuso di Cica'a ,
Art et a d Isola , D. Giuseppe Gliberti e D. Sebastiano D. Giovati Francesco Pugliese di Ciro c D. Domenico
Gullo di Curinga, D. Nicola Gzza di Scandaie, D. An- Rosa di Politasi ro.
tonio Cosentino di Squillare , D. Gaetano Mcnichini VII. Rapporti di risposta alla circolare sulle ferriere
di Catanzaro ,
D. Bruno Davoli di Filadelfia, D. Do- de' soci D. Domenico giudice Rizzo di Catanzaro e
menico Bono e D. Gio : Francesco Griffo di Borgia, D. Francesco Drosi di Cardinale.
D. Francesco Sacco di Feroleto piano , D. Domenico VII. Rapporti su' miglioramenti agrari avvenuti nel-
Vaccari e D. Leopoldo Rossi di Nocera c D. Giu- la provincia nel 1842 de’soci cav. D. Ignazio Ferrari di
seppe Gliberti di Francavilla. Catanzaro , D. Girolamo Barberio di Albi.D. Gregorio
— 100 —
Sambiasc ,
barone D. Mario Papiro di Badolato D. Mario Paparo di Badolato, D. Francesco de Media
D. Giuseppe Maria Mina di Gerocame , cav. D. Ales- di Martirano, D. Leopoldo Rossi di Nocera, D. Girola-
sandro Pelliccia di Tropea, D. Fortunato Cefali e D. Do- mo Barberio di Albi, D. Domenico Ferrari di Sorianel-
menico Mangani di Cortale, D. Carmelo Àpostofiti e D. lo , D. Francescantonio arciprete Massari di Limbadi,
Bruno Davoli di Filadelfia, cav. D. Francesco A dii ardi D. Nicola Calcatemi D. Pasquale Olivieri e D. Nico-
di Nicotera, D. Franccsrantonio Massari di Limbadi la Corrado di Dasà, D. Giuseppe Parracocchia di Sam-
D Pasquale giuliani di Nicastro giudice in Cortale lnase, D. Angelo Antonio Mancuso di Gcala , D. Pa-
D Domenico Pirro di Montepaone , D. Domenico Bo- squale giudice Giuliani di Nicastro, D. Fortunato Cefali
IX. Rapporti su* topi campagnuoti de' rispet tiri cir- XII. Rapporti di risposta alia circolare riguardante
condari , de* soci D. Domenico Ferrari di Sorianello , l'industria serica de* soci D. Girolamo Barherio di Albi,
D. Giovanni arciprete Corrione di Taverna , D. Giro- D. Gregorio Badoìisani di Davoli , D. Domenico Pirrò
lamo Barbino di Albi, D. Vincenzo Conidi di Squillaci*, di Montepaone, cav. D Alessandro Pelliccia di Tropea,
D. Michele Cristiano di S. Nicola dell'Alto ,
D. Giu- D. Diego Zimatore del Pizzo ,
cav. D. Francesco Adi-
seppe Parracocchia di Sambiase , D. Francesco de Me- lardi di Nicotera, D. Pasquale Giuliani giudice di Cor-
dici di Marlirano , D. Francesco Antonio Massari di tale, dottor D. Sebastiano Gallo e D. Giuseppe G liberti
Limbadi, D. Nicola Calraterra D. Pasquale Olivieri di Curinga , D. Francesco de Medici di Martirano ,
cola Catcatena D. Gaetano Corrado e D. Pasquale per brevità si tralasciano , e ciò oltre le tavole stati-
Olivieri di Dasà , D. Domenico Pirrò di Montepaone stiche falle da’ seguenti soci pe' rispettivi comuni.
I). Giuseppe Cilihcrti di Curinga , barone D. Mario D. Giu: Francesco Griffo dì Borgia ,
D. Francesco
Paparo di Badolato , D. Raffaele Marasca di S Vito, Sacco di Feroleto piano , D Onofrio Simonetli di
cav. D Alessandro Pelliccia di Tropea , D. Giuseppe Monteleone , D. Antonio Scicchilano d ’lsca, D. Do-
arciprete Augurosa di S. Onofrio, D. Bruno Spada- menico Pirrò di Montepaone che mandò le due tavole
fora di Serale , D. Francesranlonio arciprete Mas- de' comuni di Gasperina ed Olivadi , D. Domenico
sari di Limbadi , D. Girolamo Barberio di Albi Ferrari di Sorianello, D. Diego Zimatore del Pizzo,
Gerocarne , D- Nicola Gzza di Scandalo , D. Giovan per i comuni di Grò Cruroli e Melissa, D. Giovanni
Francesco Pugliese di Ciro, giudice D Pasquale Giulia- Madonna di Montauro, D. Ferdinando Calogero di
— -
.
PARTE II.
nipiti7Pd hy ( ìongl
DISTRETTO DI C1TÀSZ1RO
Comune di Catanzaro. cui tal pianta è spontanea. Ora da circa sette anni è
La Lillà di Catanzaro è sita su tre colli uniti in uno, natura che sono più atti alla coltura del granone. Oli
la cui roccia di antica origine ma quasi in ogni punto uni dopo le prime acque autunnali si zappano . si di-
varia ne' suoi elementi, è dappertutto coperta di terra spongono in tante fossette distanti un palmo una dal-
marno-arenoso-caltare, Il resto del territorio è per- l'altra che si riempiono di letame cavallino piutlo-
(oppiti argilloso ed in diverse parti or siliceo or cal- fosto recente ; vengono seminali a fave in dicembre
care. In parecchi siti vedesi o torba o marna o ter- mettendosi una o due fave in ogni fossetta che imme-
riccio o gesso- diatamente è coverta colla zappa , colla quale viene
li circondario è bagnato dalle acque di due fiumi sparpagliato ed interralo il letame ed uguagliato il ter-
c due torrenti oltre circa trenta sorgive. — È piano per reno : dopo un mese si zappano e quindi perloppiù si
3/19 , in collina per N/19 * e nel rimanente mon- rincalzano ; c cosi facendo danno copioso ricotto c re-
tuoso , cioè in pendio poco maggiore delle colline. slan preparali pel 2.* anno, in cui previe tre arature
La parte boscosa che occupa il quarto del territorio c vi si mette grano da novembre a dicembre ; c dopo
alberata di castagni da frutto, elei, querce , lentischi la semina vi si passa nuovamente l'aratro che seguito
e pochi sugheri , ed offre pascolo agli animali. 11 bo- da due contadini, i quali han cura colla zappa di rom-
sco più vasto è di proprietà comunale, e sebbene anni per le zolle rimaste troppo grandi e di uguagliare il
schi che vi sono han cominciato ad aver cara della si alterna tra esse ed il grano per uno o due bienni;
conservazione di essi, e taluno attende pure a far qual- in altri si toma a coltivar grano ,
ed ove il terreno
che selva cedua. Oltre la parte boscosa che si lascia non è molto fertile o non ben letamato , si lascia in
incolla per far saldo il terreno e per pascolo, nel ter- riposo per un anno ; ed in esso rolla sulla spontanea
ritorio di veramente incolto non vi sono che 157 moggi senza alcuna spesa e fatica, oltre il vantaggio d ingras-
per effetto della scoscesa situazione. Altri 127 moggi sare il terreno . si ba un uguale e talvolta maggior
sono di Ime paludose qui e là sparse, e non più che profitto del grano e delle fave.
ICO sono le irrigate. 1 terreni non argillosi dopo essere stali in riposo
la parte coltivala è circa tre quarti dd territorio cd per pascolo fino febbraio ,
nel primo anno si tappano
è destinata a diverse colture fra le quali una delle più ed arano sccondocchè si pianta o semina granone, pel
importanti i senza dubbio quella de' cereali e legumi quale vengono ordinariamente (preparati colla zappa
che da pochi anni in qua è migliorata. essendoethè tal coltura sr fa perloppiù da' contadini di
Ordinariamente prima la relazione agraria era di sei conto proprio coll’obbligo di dare al padroa della terra
,
il terzo o il quarto del prodotto In tal «uo dopo la zap- si coltivano pure i melloni appam< ltiando il terreno
patura di febbraio a marzo, &i esegue la piantagione in tori quattro arature oltre quella che immediatamente
aprile ;
quando comincia la fioritura si zappano, c do- precede la piantagione , ed usando poscia di zapparli in
pel grano. Nd secondo anno do|JO due o tre arature coltivazione cui è addetto :
pe’ bianchi fa ptalnra è ge-
si 4? mina grano, e dopo una ,
segala, orzo o avena .
neralmente osata. Tali altari e special niente questi ul-
o invece lino ,
pel >(nale la terra si prepara con mag- timi sono di facile vegetazione oc* terreni adatti, e mol-
gior cura zappandola piò profondamente. Nd terzo anno to si son propagati per piantoni e per innesto dd gelso
sulla stoppia del grano in taluni siti si semina in di- bianco a cappuccio o dd filippino sul bianco selvaggio,
cembre o novembre avena ; ed in alcuni altri dopo le e del nero su quello a cappuccio che dà ottima fo-
piime acque di settembre, lupino che si lascia per pa- glia ; ma ('innestalo al filippino non si è continuato a
scolo c talvolta si sovescia. propagare prchè la foglia rimane invenduta, non es-
In rmzzo al granone si usa coltivar fagiuoli , ceci sendosi voluto persuadere alcuno ad usarla nella edu-
<• zucche. Alle volte nell'anno drl granone si semina cazione de J*ac hi, la quale continua a farsi in case suc-
pure ,
o invece di esso , la cicerchia, per la quale la cide e poco ventilate. La trattura delia seta però si è
terra si prepara come il granone ecceltoerhè si dà un* migliorata di molto essendosi da più anni introdotta
pel grano. Talvolta anche ne' luoghi ove si coltiva per Gli alivi sono anche in progresso in riguardo al numero
piu anni grano ri si mettono in marzo fagiuoli che delle piantagioni. Si propagano per talee e per piantoni
si raccolgono in agosto, ed alla stagione opportuna si Le piantonaie per ta moltiplicazione degli ulivi son mino-
semina grano. É pur di qualche oso sulla stoppia dd rate, meninge hè converrebbe estenderle. Esse son per-
grano , orzo o avena semenzare i fagiuoli ne’ luoghi manenti piche da ogni picciol ramo messo orizzontal-
irrigabili in luglio ed affrettata la loro vegetazione a mente nel terreno, ne nasce da ogni occhio un virgulto:
vìa di annaffiamcnlo, si fa la raccolta verso la fine di quando è il momento si tagliano i virgulti per piantarsi a
selt». mire , c vi si seminano quindi cereali. Nell'uno dimora, ed il ramo principio seguita a vegetare. La pian-
o nell'altro modo si ottiene in un anno per mezzo dd- tagione si fa ordinariamente a quadrato o a quinconce
l'indirato legume doppio prodotto. Finalmente per dò alla distanza di 40 o CO pimi secondocrhé il terreno è
che riguarda la rotazione dee dirsi che nelle terre piò declive o piano; ma I istessa distanza non osservasi prò
fertili, dietro essere state zappate, si semina granone negli amichi oliveli in cui sono assai folti gli altari. La
in un anno, e grano nd seguente e (
più raramente )
ptatura degli ulivi che pria poco si facea, ora si esegue
ne' due successivi , senza usarsi mai il riposo eccetto comunemente da gennaio a febbraio, ed in taluni siti
la segala che si coltiva ne' terreni arenosi , 8 ; i ce- anno ove il terreno sottoposto si coltiva ma ove ciò
;
16 ; e ne terreni letamati fino a 30 anni. Si usa poca cura nella raccolta delle olive preb
Si coltiva pochissimo cotone e poche patate— Vi «ono vengoo generalmente battute e poi ammonticchiate. Ciro
diversi aitari fruttiferi che si moltiplicano per piantoni e la pressione pi si scorge un positivo miglioramento
si migliorano per innesto, senza aversi però di essi molla colla sostituzione che han fatto taluni del frantoio alla
cara e nemmeno potandosi.—Si usa qualche attenzione genovesi all'antico , o facendo in esso le viti e le co-
pegli agrumi in Indurendone diverse varietà e potandoli lonne di ferro o introducendo i lavatoi da nocciuolo
— Non tane
,
ogni due anni. si coltivano le ortaglie ma I vigneti pc' quali ordinariamente si scelgono i terreni
meglio di quel che si facea anni dietro ; sono esse molto cibari si usano tassi non sorpssando l'altezza di 3
scarse c dovrebbe migliorarsene la qualità. Negli orti pimi; sono essi in istato retrogrado dopo che un grave
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,
- 103 —
dazio civico fa imposto sol prodallo delle vigne. Di- dequali il primo è più preferito negli uliveti ; e nelle
versi proprietari di Catanzaro scoraggiali da siffatto terre ad ortaggi il cavallino o il vegetabile. Lo stab-^
peso e dall'aumento de* vigneti ne* vicini paesi, il coi Ilio si fa fermentare prima di usarsi o tenendolo in
mosto esente da dazio vendesi ridotto in vino con più mucchi ne’podcrj , o in apposite fosse.
pigiarle. Da ciò ne è par conseguito che per risparmiare tone che è cattivo. Eccetto l'olio che supera i Insogni
spesa ,
taluni non le zappano che uua sola volta in della popolazione, gli altri non bastano al consumo
maggio, e non rimpiazzano con propaggini le viti degli abitanti, poiché oltre ì nati nel comune molti
die mancano: altri poi vi han piantato nlivi cd altri forestieri vi sono stabiliti, c continuo c il concorso di
alta perdita totale delle vigne; cd intanto si avrà c si ha bisogno del l’aiuto di quelli de’ vicini pesi.
pessimo e non sufficiente vino chesser potrebbe buo- Finalmente la pastorizia non presenta che ciò che
no cd abbondante se il dazio civico venisse tolto o viene descritto nello stalo generale annesso al presente
ficcano ,
cd ancora da pochi proprietari in taluni rincrociamento merino e degli stalloni mantenuti a spe-
sili sì fanno t
buoni e durevoli vini ; ma in gene- se della provincia ; e che comunque non vi siano prati
di qualche («regio fino a tutto marzo e al più a tutto sulla che sono spontanei ,
e son diminuiti dacché si
aprile , da tal’epoca s'inaddisrono- Contribuisce molto è introdotta la nuova ruota agraria in cui il terreno
a ciò oltre la non buona coltivazione il non scegliersi in si lascia a pascolo di sulla meno spesso di prima.
non giungano ad una certa grossezza , il che avviene ma in Simeri predomina l'argilla con terriccio marna
dopo sei in sette anni; si potano ogni anno ad un occhio e torba ed in taluni punti la sabbia; cd in quel di
o al più a due in gennaio; si zappano da gennaio a tatto Sciita La calce , c sono ivi pure poche terre argillose —
marzo ;
si legano 1 sarmenti a* pali in aprile ; si fa Vi scorrono 2 fiumi , 5 torrenti c 23 ruscelli.
que’sarmenti che si sono sciolti. Non si usa ingrassarle 791 moggi paludoso e 1315 irrigato; per 1/11 ( ch'è
menocchè da qualcuno che soverscia il lupino , e poca nella maggior prie di privata proprietà nel comune di
Gl'ingrassi più usitati oltre quel che si ha cofya sulla, sceso e pietroso ,
ed in prie per mancanza di lavo-
sono quei di stalla : in taluni siti moro fertili c pian- ranti per 7/44 è boscoso cd alberato di elei , sugheri,
;
— 103 —
abbondante; ed infine la parte coltivala che occupa 5/1 proprietari di altri comuni , cori non son sufficienti;
de! territorio ed è quattro volte più dell incolla , tredici sono in generale di huona qualità; vi si fa mele ottimo
jiiù della boscosa, cd oltre quattro più della sterile ,
non e di singolare bianchezza.
quale Ita perciò bisogno di altri aiuti. pascoli in quantità che pria superavano il bestiame ed
Per ingrassar la terra si adoprano letami di stalla ora son tutti occupati dacché il Barone Barrotto ha
e concimi animali nonché la sulla ed il trifoglio che comprato l'esteso territorio che un tempo formava il
spontaneamente crescono in Simori e Sciita. feudo di Simeri , e sua mercè ri è anche migliorata
È notevole in questo circondario clic nel comune di di molto la pastorizia.
a venir danneggiato da un insetto che nc rode le piante noso- È bagnato dalle acque di un fiume c 9 tra tor-
Le fave son pure spesso distrutte dalla oro! tanche La parte piana è 13/12; qnrila in collina 15/12;
contro la quale si è sperimentato utile o semenza re den- la montuosa 11/42; la sterile poco inen di 1/17; la
tro il terreno piantato a fave , segala orzo o altro ce- irrigala 870 moggi ; la incolla 5/42 ,
ed è tale per
reale , ma raro ed in modo che ad esse non sia di osta- la scarsezza degli agricoltori , e piu perrhè alpestri e
colo ; o lavar le fave pria della semina con escrementi pietrosi sono diversi siti specialmente in Andali. Nella
dì bue sciolti nell'acqua — La coltura delle patate quasi parte boseosa die occupa 10/i2 vi sono ulivi selvag-
manca interamente, c meriterebbe esser promossa spe- gi , lentischi ,
castagneti da frutto c cedui , e molle
cialmente in Zagarise. querce che dan prodotti sufficienti a sostenere l'indu-
Gli uliveti sono in gran parte del barone Bar racco stria de’ porci.
che li coltiva con molta cura , c sul Suo esempio si Supera di 3/5 la parte boscosa, di 4/5 fa incolta ed
va migliorando il sistema di potarli. Vi son molti al- é undeci volte più della sterile la {arte coltivata clic
beri fruttiferi ohe dan buoni frutti ; non pochi gelsi „ occupa 25/42 drl territorio , e viene ingrassata con
orti che si addicono a svariale colture ; c sufficienti letami pecorini ove vi son mandrie , o col trifoglio
vigne da cui sì trac vino piuttosto buouo. Util ri crede e la sulla nei luoghi ove tali {riante crescono sponta-
introdurre nc' territori di Soveria e Simeri la coltiva- neamente.
zione della ranapa del cotone e degli agrumi. Da ta- Le principali collnre consistono in cercali legumi e
luno ri è coltivato l'apocino o seta vegetabile con buon vigneti in tutti i comuni del drcondario ; in uliveti
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,
— 107 —
La rotazione agraria è a seconda de' luoghi ,
poi- desse l’ulivo e ai coltivasse la canapa ; c se in qual-
ché nelle parti di marina si coltivaci legumi nel 1.* che sito del circondario s 'introducesse il cotone.
anno , ne due o Ire successivi cereali oppur lino ; ,Gli agricoltori sono sufficienti a' lavori campestri ec-
nel 4." o 5." segala; e per altrettanti anni si lascia cetto in Andali e Cropani poiché il territorio del pri-
,
panico o si coltiva granone ; e ne' terreni più conci- e nel secondo scarsa è la popolatone per effetto del-
mati e che sono umidi od irrigui vi si melton pa- l'aria insalubre che si respira e delle cattive acque che
tate la cui coltnra meriterebbe esser promossa : nel T t si bevono. Si supplisce quindi con lavqrauli de’ paesi
grano c segala secondo i terreni e nel 3.* restia vicini c ciò anche in Bdcaslro ove essendo i ter •
; , ,
per erta Nelle montagne poi al maggese preparato reni di proprietari di altri comuni ,
questi vi mandano
in aprile e maggio succede in agosto la semina della agricoltori del proprio paese.
segala alternandola colle patate per uno o due anni, e I prodotti sono piuttosto buoni e sufficienti al con-
Eccetto le lem della marina in cui si usa più l'ara- vino superano anzi in Scrsale che provvede gli altri co*
tro , nel resto ordinariamente i lavori si fan tulli moni che ne mancano.
colia zappa. La pastorizia è prcssocchc tutta nell’interesse degli
Gli uliveti si zappano c concimano in autunno ; ed industrianti fuori comune in Marccdusa Bdcaslro ed
ogni quattro o cinque anni si potano ma non bene, Andati ,
ne' quali trovasi più in buono stalo degli al-
poiché non si la altro die togliere i rami secchi. La tri due comuni: si hanno buoni latticini c mediocri lane
pressione delle olive si è cominciala ad eseguir meglio, che van divenendo migliori ne’ primi tre paesi, dac-
sia apportando qualche miglioramento ai frantoi che ché si c introdotto l incrociamento de merini e più dei
Tanto gli ulivi che i castagni si trapiantano dal vi- Com Taverna Aiti, Magi sano Fossato
, ,
giugno ; ina il vino eccetto in Sorsate non è abbon- II terreno è or argilloso, or calcare, or arenoso, or mi-
dante nè boono ,
perchè le vigne non sono in adatti sto; ma in qualche silo come in Magisano predomina l’ar-
terreni , nè si ba cura di far la vendemmia nel tempo gilla ; ed in qualche altro unita ad essa o ad altra terra
e modo conveniente. vi è or marna or torta — Vi scorrono 1 1 fiumi e so-
Lo stato dell'agricoltura migliorar potrebbe se nel novi 23 ruscelli , ma non vengono irrigati che 682
comune di Cropani i terreni lungo il fiume Crocchia moggi —È in piano per 18/52, declive per 21/52 ,
venissero coltivati ad agrumi ed ortaglie invece delle montuoso per 3/52 — L'incolto perioppiù di proprietà
vigne che vi sono, e che sarebbe meglio mettere nelle comunale , in parie perchè alpestre ed in parte per-
rolline laterali e superiori al paese, o nelle inferiori chè si addice a pascolo , è 6/52 ; lo sterile 1/13 ; il pa-
ove pur si potrebbero coltivare uliveti c cercali ; se in ludoso mog. 235 ; il boscoso è circa 1/6 ,
comunque
quel di Marccdusa si estendesse la coltivazione degli ne’ passati tempi lo era in maggior quantità, e più al-
ulivi, viti, agrumi , riso e granone ; se in quel di Bel* lierato di quel che ora è di castagni cedui e da frutto,
castro si facesse altrcl tanto per le due prime piante pini, cipressi, querce, abeti, eia, lentischi ed altre piante
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- IO» -
«lue di castagni e gante — La parte coltivata è settu- ne luoghi meno freddi con Tono cd il granone che
I Ja dalla incolta ,
quintupla della boscosa e più che danno in tali siti scarso prodotto. Ordinariamente però
ottupla della sterile — Per ingrassarla si adopra letame l'orzo e la segala soglionsi coltivare in terreni leg-
perorino o caprino ; o si soYersaa il trifoglio , la sulla gieri , cd il granone negl irrigabili presso le rive dei
seminato ; o si mescolano ,
conte si fo in pochi siti, La terra si prepara a maggese da febbraio ad apri-
le tent di diversa natura ; o infine si usa letame ca- le; ed in qnest'nltimo mese si pianta o semina il gra-
vallino che si fa trasportar dalle stalle none solo o unitamente a legumi, eccetto le fave che
Le principali colture sono cercali, legumi, castagneti si seminano m novembre. Da ottobre a dicembre sì se-
da frutto, uliveti, gelseti e ficheti; ed i contadini per- minano grano orzo o fave che in gennaio e febbraio
chè superiori al terreno coltivabile recami a lavorare si zappano ed in maggio si sarchiano. Ne* siti di mon-
altrove. Ciò si avvera dippiù nel paese di Albi ove il tagna si ara la terra da novembre a gennaio, e quando
territorio è in gran parte di proprietà del comune le sì voglion mettere patate fino a marzo ; e nell'anno
cui terre non vengon coltivate comunque adatte a vi- seguente si semina la segala in settembre ed olfolire.
gne, gelsi, ulivi e castagni ; e si è perciò progettato I cereali e legumi in generale danno il 6 ad 8 per ano
dividerle fra quegli agricoltori mediante il pagamento nr nocche le feve ed il granone che danno nelle buone
di un canone per farsi quelle coltivazioni di cui è ca- annate il 12 e talvolta il 15.
pace, e cosi aìer quelli fatica e pane nel proprio terri- La coltivazione de’ castagni ,
uliveti e gelseti è in
torio. In generale non si fanno nel circondario grandi aumento, e potrebbe progredir dippiù. Nel terreno sot-
coltivazioni, poiché non vi sono vasti poderi, e si usa toposto a’ castagni e querce vi si semina poca segala,
più la tappa che l'aratro. c sotto i gelseti vi si fanno ortaggi. Allorché non è
La rotazione campestre varia secondo i teiTCni. — In coltivata la terra sottoposta ti castagneti gelseti querceti
alcuni si alterna fra legumi e granone in un anno e cd uliveti vengono zappati ogni due o tre anni ; e per
grano o riposo neH’altro — fn altri nel ! .* anno sulla gli uliveti da qualche tempo in ogni tre o quattro
stoppia del grano, si seminano fave od orzo ; e nel 2.° si usa la potatura che erroneamente pria si credeva
grano ; e si è sperimentato che in tal modo ,
quando dannosa. Si è migliorata la pressione delle olive che
il terreno è ben concimato, si ha un prodotto per 1/5 danno ottimo olio, parimenti che la trattura della seta
maggiore del solito — In altri la ruota è triennale ,
la ozi industria dà luogo all'alimento de gelsi: la seta è
cioè granone, ortaggi, lino o patate e legumi nel I. buona ed -una delle migliori della provincia.
anno ;
grano orzo ed in qualche sito arena nel 2 Gli alheri si propagano per piantagioni o per innesti
—
;
e pascolo nel 3.*— Nelle terre di montagna e parti- in primavera, e le vigne per magliuoli in marzo
colarmente in quelle della Sila, ov’ è compresa parte del Menocchè il vino (eh* è mediocre) le patate e le casta-
circondario , si avvicenda la patata colta segala ; ma gne, i prodótti in generale non son sufficienti a' bisogni
sebbene tal pratica ha reso più abbondante h prima, degli abitanti perchè i te ne ni vengono coltivati di conto
obbliga spesso di lasciare dopo due o tre bienni in ri- de* proprietari o liti nari di altri comuni , e le castagne
]oso il terreno in cui si è coltivata l'ima o l'altra sono cosi abbondanti che per 16/40 sene fan le cosi dette
pianta, affinchè possa la ferra riacquistar la forza per- postille cioè castagne secche e mondate-
duta mediante il terriccio cui si riducono le foglie che la pastorizia, eccetto la parte del territorio compresa
annualmente cadono e gfi alberi che per vecchiaia pe- nella Sita, olire cattivi latticini rustiche lane e non buo-
riscono e dopo più o men lungo tempo si putrefanno — ni pascoli.
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,
— 140 —
§• V. Gli agricoltori son sufficienti anzi superiori a' bisogni
campestri che per lo più si fan eoo la zappa; ed i pro-
CIRCONDARIO DI TIRIOLO
dotti in riguardo alla popolazione de’ rispettivi comuni
Est: 12511 mog : di a. m. = G38G2 mog. c 792 seggiano i cereali ; c questi parimenti che l'olio in Set-
Tre fiumi e ventano fonti lagnano le terre del cir- CIRCONDARIO DI BORGIA
condario, le quali sono in piano per 11/31 ;
per 5/ 12
in collina; per 1/34 montuose ; per 1/6 sterili ;
per Coni. di Borgia, Girifalco ,
S: Fioro
1/3 iaoolte ;
per cento moggi paludose ; e per venti ir-
rigate — La patte boscosa che occupa quasi 1/8 del ter- Pop. 10019— Posa. 1810 — Cont: 4257.
ritorio è perlopiù allibrala di castagni c querce. Sa- Est. 53073 mog. di a. m. = 188858 mog. e 4035
rebbe utile aumentare tali allieri e specialmente i primi, pai. di n. ra.
riparando così le molte precedenti dissodatemi ; c già Il territorio varia ed è pcrìoppiìi argilloso ;
è nel re-
in M&rceliinara qualche avveduto proprietario ha co- sto, cretoso in Girifalco, cretoso ed arenoso in.S. Floro,
minciato a dar l'esempio di far selve cedue. ed in Borgia predomina l'argilla mista in alcuni siti a
La parte coltivata à estende per 7/12, ed è undici marna o torta nelle pianure e colline, e l'arena nelle
volte più della incolla e della boscosa , e cinque piti montagne — E* attraversalo il circondario dalle acque di
della sterile. Glingrassi che per essa si usano sono 8 fra fiumi c torrenti, e yì son 7 fonti: vengono irri-
Le principali coltivazioni sono cereali, legumi, ulivi quelle in collina 15/53; le montuose 5/53; le colti-
in Tiriolo e Marcellinara ; vigneti e ficheti in Amato; le rimanenti sono sterili e per 40 moggi paludose.
ed alberi da frutto in Settingiano ove sonosi aumentati La parte boscosa ch e il settimo della coltivala ha
a spese de’ vigneti che si son distrutti. Meriterebbe in lentischi , castagni ,
querce ed altre piante selvagge.
tal paese e nell'altro dì Amato venir promossa la colti- Si sono in essa commesse molle dissoda rioni che ca-
La rotazione è triennale ; e consiste m un anno e con ciò sterilità nelle terre e miseria nc contadini
granone legumi e lino ; nd 2.* grano ed orzo ; c nel Contribuisce a tali di&sodazioni il vizioso sistema che
3.* lupino o pascolo di sulla ove questa è spontanea. vi è nel circondario di' destinar la parte piana alla pa-
Il grane, le fave e forzo si seminano da novembre storizia e quella in collina « la montuosa all’agricol-
no in settembre — Il ricolto è pd grano e segala di 3 ad industrianti i quali tengono di proprio conto le mi-
a 6 per uno, di 4 a 6 per I orzo, di 4 ad 8 pel grano- gliori, e lasciano a questi le men fertili e le bosco-
ne c di 2 a 3 pe legumi — Eccetto Amato e Settingiano se ove piu faticosa c la collivazioue ed il prodotto scar-
ove la coltura dell’ulivo è trascurata, negli altri è più so ; i contadini perciò incalzati dal bisogno e viep-
estesa , e si è migliorala , specialmente rn Marcelli- più dalle usure da cui sono oppressi , cercano rime-
nara, la pressione delle olive. diare coltivando a granone quanto j*ii laro riesce
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,
— 110 —
le lene in j*ndio e le boscose. Da ciò ne Tiene che le sciolte e miste a sostanze calcari o le argillose mi-
sebbene essi sarchierò sufficienti anzi su;>cranli in la* ste pel granone , il cui ricollo riesce ubertoso o scarso
Inni anni non corrispondono alla quantità de lavori ; secondocchè la stagione corre piovosa o secca , e si
che ni un interesse prendono a migliorar le pratiche coltiva nelle vallate o nelle alture ; ed in queste ulti-
agrarie nella fortezza che le loro fatiche qualunque me da pochi anni in qua c mancato il prodotto per
siano tastano appena a pagare i debili e non giun- la siccità della stagione e per la poca feracità de! suolo
al consumo come dorrebbe essere. Tale sialo di cose In ottobre si semina il lino nel secondo anno di
è però ne' comuni di Borgia e S. Floro , i quali non rotazione ; in novembre a dicembre le fave orzo c
possono progredire se non vengon tolti gli enunciali grano ; in febbraio e marzo in S. Floro ed in aprile
inconvenienti , e rimboschile le terre dissodate , il clic c maggio in Borgia c Girifalco il granone e legami;
pur produrrebbe il vantaggio di migliorar la condi- ed tn settembre la segala.
zione atmosferica ed evitare le frequenti nebbie della Nelle annate ubertose si ha dal grano il 6 per uno-,
stagione estiva che distruggono i prodotti ; e se gli da' legumi orzo e segata I H , dal granone nelle sta-
agricoltori non sono aiutati somministrandosi da' monti gioni secche o nelle altare il 3 a 4 , e nelle piovose
frumentari semenze di grano e più di granone che o nelle vallate il 10 al 13 ; e dal lino il due
maggiormente dal popolo si consuma. Non si dee omet- Le patate si coltivano in Girifalco più degli altri co-
tere però che da taluno si è cominciato a far qualche muni attesa la natura silvana del suolo ; ed ivi pure
selva cedua. ne* luoghi lussi ed umidi o irrigabili preparati conve-
Le terre incolte sono scoscese o addette a pascolo, nieutemente colla zappa , si fa I* coltura degli ortaggi
dìppiù a' comuni ed ecclesiastiche corporazioni. ove si riduce a pochi pezzi di terra in mezzo al fru-
Li parte coltivata è ottupla della incolla e viene mentone , e tal traini raggine vuoisi attribuire in parte
ingrassala o con spazzatura di strada e letame di stalla; a pigrizia de' contadini ed in forte «U'abbondanza della,
o con concimi vegetabili composti di fughe ed altro cicoria spontanea ed altre erta che il popolo mangia
che mescolati con terra si mettono entro fosse e col o vende.
soccorso delle acque invernali si fan macerare ; o sot- 1 gelsi si vanno estendendo ma non son ben colti-
terrando le felci per apparecchiare la semina del fru- vati — Gli uliveti anche si sono aumentati e si usa
mentone. Si coltiva pure in abbondanza in Borgia e zapparli in gennaio e febbraio e (lassarvi l'aratro in
gumi , lino , otivcli e vigneti. La rotazione agraria è di detti attari. Si ma anche di tempo in tempo mon-
per lo più triennale o biennale secondocchè le terre darli , e sol ne* casi di bisogno potarli ; ma sempre
sono oppur no argillose ;
poiché nel caso affermativo con danno della proprietà poiché tali operazioni ven-
,
"
vi si coltiva nel 1.* anno granone e legumi ; nel 2 gon fatte da persone inesperte. Da tali ragioni deriva
grano oppure orzo ; e nel 3/ o si lasciano per sul- che sebbene le piantagioni di ulivi si sono estese , il
causa delle inondazioni e torbide de' fiumi che li ha fan pascolare gli animali. Da ciò n è venuto che le
in parte coverto di arena e pietra. antiche vigne sono nella massima parte distrutte c le
Pel grano e pc legumi si preferiscono le (erre ar- rimaste, in decadenza ; e poiché anche nemmeno si fa
gillose ; le stesse con terriccio pel lino , ma con poco bene la vendemmia , scarso è il ricollo del mosto e
profitto ; le argilloso silicee per la segala e l'orzo ;
e cattivo il vino.
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, ,
— VII -
I prodotti m generale scarseggiano e son di medio- Benché in Squillare sia in progresso la coltura dei
La pastorizia è in lodevole stato, ma sarebbe migliore ina ne* paesi vicini ore manca ,
determinandosene il
se fosse in corrispondenza dell agricoltara. I pascoli sono prezzo l'inverno e pagandosi l’està. Util però sarebbe
di trifoglio ,
sulla , avena , serpillo ed altre erbe pra- che anche in Squillare si esercitasse (‘industria serica
tensi che sjionlaneamente crescono ; e son pregiati spe- c così si verrebbe ad ottenere maggiore aumento nei
cialmente ove vegeta quintultima pianta Le pecore gelsi. La trattura della seta nel circondario non si fa
mento de merini od anche le razze equine per mezzo de- fweferisce vendere il bozzolo alle tratture organzini
gli stalloni della provincia. Si hanno Imeni latticini stabilite nella provincia — Nelle parti marittime le
or argilloso ,
or calcare ,
or arenoso , or misto nelle Gli agriroltori bastano al territorio. I cercali legumi
montagne; ma in quel dì Staletti predomina l’arena. e palate compensando la deficienza di un comune col-
12/40; montuoso |<*r 7/ 10; per 3/46 boscoso cd al- La pastorizia per la estensione e bontà del territo-
berato perloppiù di castagni e querce, specialmente in rio ed abbondanza de* pascoli naturali potrebbe esser
,
Palcrmili, ove da quei del paese e di Squillate col frutto migliore se non fosse di ostacolo la ignoranza de* pa-
di tali alberi si sostiene la industria de' porci ; è ste- stori e la negligenza de’ proprietari — Attualmente può
rile per altri 3/46 ,
paludoso per 100 moggi
,
per 500 dirsi che quasi manca ;
poiché sol da taluni proprie-
irrigato ; e di KOO si compone la parte incolta ch’è tari sì mantengono pochi animali lanuti |riù per la col-
1/21 delia coltivata, la quale occupa 65/92 del ter- tura degli uliveti che per fare industria, e senza mi-
ritorio. gliorarli ; i | «a sco li fittansi per gli armenti che vengono
Le terre si concimano o con letame cavallino o col da altri circondari , ed i pochi laltiriot che ti (anno
pecorino ( che |iu ii mi negli uliveti
) , o col semi- non sono buoni. Solo osservasi qualche miglioramento
nar lupini , o colle naturali erbe pratensi Ira le quali nelle razze equine.
an$o legumi e granone in primavera , e nel secondo Con. G aspirina , Moni auro , Montepaoue , Sottralo ,
«mali in novembre e dicembre: in taluni siti di Squil- Ptlrittl% QUvadi e Centrar kr.
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, ,
montanari degli altri, più o meno vìrini al mare, prc- le così dette salemutate , cioè si recidono leriche o le
(lumina or largii! a ed or la calce mista in qualche felci in està , si ammonticchiano e coprono di zolle
silo a terriccio- Negli altri domina or la sabbia che e vi si appicca il fuoco ; e le terre rosi preparate per
Il circondario è bagnato dalle acque di 8 fiumi c lina delle principali colture del circondario è quella
23 fonti, e non ha altre pianure die quelle della ma- de cereali , e fra questi occupa gran parte il granone
rma ove sono i terreni più fertili che occupano 1 1/40 che serve di nutrimento a’9/10 della popolazione ; e
del territorio. Altrettanta quantità di terre è sparsa poiché perioppiù coltivasi in terreni sabbiosi scoscesi
di colline ; e per 18/40 si estende la parte montuosa e non irrigali , sovente manca col mancar delie piogge
dio coverta di fratte , offre pascoli non mollo buoni «Stive con grave danno degli agricoltori. La coltura
p per una quarta parte è boscosa con castagni e querce, de' cercati è stazionaria ma non cosi quella delle piante
ma è andata soggetta a molte dissodazioni essendovi&i leguminose che in tutti i comuni sì è accresciuta di 1/6.
coltivato sin dove si è potuto colla zappa penetrare. Tali colture si fanno tanto ne* paesi marittimi che in
t: perno die onde migliorare lo stato agronomico del quei di montagna, ma ne’ primi le terre impiegate sono
irrondario converrebbe rimboschire le denudale mon- il sestuplo che negli altri- Si usa più ordinariamente
tagne di Rase c Paladina , c farsi altrettanto di quella la zappa che l’aratro a causa della irregolarità cd ine-
appellata Parise una volta coverta di faggi. È coni- guaglianza del suolo , ed in qualche sito per meglio
prt-sa nella parte lwscosa la montagna di Centrachc muovere cd eguagliare i terreni si adopra uno stru-
alterata di castagni cedui ,
nella quale parimenti che mento che fa le veci dell’erpice.
in altri sili in pendìo vi son pascoli. Per la inegua- Il granone si coltiva da marzo a maggio ; i legumi
glianza del terreno e la sua natura perioppiù sabbio- nello stesso periodo ,
eccetto le fave in dicembre ; 9
sa si è introdotto l'uso di coglionare i luoghi in pen- grano segala ed orzo da settembre a diccmhrc , e l'ul-
dio mediante muri a secco ; ed in ciò si distingue nel timo in qualche sito anche in gennaio ; il lupino da set-
circondario e forse nd l'intera provincia il comune di tembre a novembre— Il terreno poi si prepara o intera-
Ma oltre che il circondario ha ristretto territorio t patura in està c poi l'aratura in autunno , o questa in
da aggiungersi che per essere nella maggior parte settembre e quella in ottobre.
scosceso , i terreni incolti e sterili di proprietà de’co- La rotazione agraria in generale può dirsi di tre an-
rauni di Montcpaone e Pct rizzi e consistenti in Jiaizc ni ; cioè nel I granone nelle terre migliori e legumi
a
c dirupi, occupano rispettivamente la 5. e la 20.* par- nelle altre ; nel 2.“ grano orzo e segala ; e nel 3.° ó
te del territorio. si lascia per sulla se il terreno la dà spontanea e con
Yentidue volte più della boscosa , 18 più della in- dò si ha un profitto maggiore di ogni altra coltura , o
colta c 26 più della sterile , è la parte coltivata, che $i semina il lupino. In taluni luoghi però ove non v i
si estende per 7/10 del territorio , eh è per G50 moggi è sulla, la vicenda dei due primi anni continua per
irrigata — Si usa ingrassarla , ma non quanto e come più tempo : ed in altri è biennale tra grano e legumi
conviene ,
o con spazzature di strade clic si adoprano se le terre son calcaree c silicee, o tra granone tapini
perioppiù nella coltivazione de' legumi che si fa ne! o segala se son sabbiosi. Il pascolo di sulla o di lupino
primo anno di rotazione agraria ed in pochi uliveti ; o si lascia per due o tre anni nelle terre che danno la
piccoli giardini di Petrizzi ; o con letami vegetabili e gioli nel I.* anno ; nel 2* fave e porzione di terra a
specialmente col lupino , che sebbene generalmente ed granone c fagiuoli ; e nel 3-* grano. Alle mentova-
in quantità si coltiva a prato seminandosi ne' principi te colture si unisce in taluni luoghi il cotone che si
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— ns —
La proporzione del ricolto è di 2 a 5 per 1 di vino scarseggia perchè il mosto si cuoce, e ridotto in
grano ;
per 1 orzo, segala e legumi di 2 a 6 , eccetto ferzo si unisce al sesamo ed alia farina del frumento-
la segala che se è sfata concimata colla cenere ddl'c- ne ,
per farne una [tasta detta volgarmente compiilo
riche e felci dà il IO; pel Inpino di 8 pe'fagiuoli di cui si fa grande consumo nella provincia.
;
di IO; e pel granone nelle terre adatte di 12 e nelle Benché Soverato sia il più piccolo e meschino paese
buone stagioni di 30. del circondario , non manca di ulivi fichi e peri , ed
La coltivazione delle patate si è aumentala special-
offre agli altri comuni il vantaggio del commercio, poi-
mente ne’ territori di Centrache c di Olivadi , e si fa o ché è quella marina animata da picciole barche , e vi
unitamente o invece del granone ma dovrebbe essere son de' ruderi da far credere ebe una volta vi sia stato
,
''paesi mari f limi che ne’ montanari, ove eccetto ne‘ luo- La qualità de' prodotti, eccetto il vino, è buona. I le-
ghi bassi, non vegetano prosperamente ; e nell’ultimo gumi negli anni abbondanti son sufficienti al consumo
biennio si sono notabilmente aumentali occupando tutta Il territorio produce al di là del Insogno grano ,
granone
la terra atta a (ali altari , talché in avvenire non resta orzo c segala ; mi poiché la maggior parte de’ terreni
che supplire le vecchie piante. Ha contribuito al propa- della marina e de* siti superiori appartiene ad un ricco
gamento de’ gelsi la trattura della seta ait organzino sta- proprietario , cosi questi li estrae in Soverato ; ed ecco
bilita in Gasperina per la quale si vende quasi tutto il come sebi tene il circondario ne dia a sufficienza , non
bozzolo del circondario, ed avendo con ciò gli educatori bastano i prodotti , e di granone c grano manca 1/3 al
de’ bachi un sicuro smaltimento , non si occupano che consumo della popolazione. Si aggiunge a ciò la ristret-
razione ; e la pressione si è cominciala a migliorare ubertose per circa la quarta parte delle castagne di cui
da taluno colla introduzione di qualche lavatoio da specialmente abbondano i comuni montanari di Contra-
nocciuolo : generalmente perù dovrebbe la coltura di ete ed Olivadi. Le querce meriterebbero esser propaga-
tali altari farsi con maggiore attenzione , e nella te, poiché il loro prodotto non è proporzionalo all'Indu-
pressione separarsi gli olt migliori dagli altri d'infe- stria de’ porri che si fa , ed intanto son poco coltivate e
rior qualità. sol si lascian crescere le querciuole ove spontaneamen-
I fichi sono anche in progresso, cd in Gasperina te nascono. Si sono introdotti da taluni i mandorli
Montepoone e Petrizzi abbondano i fichi d India che che potrebbero essere aumentati.
dopo piantati vegetano tane senza alcun bisogno di col- I coltivatori non solo corrispondono ai bisogni agri-
tura ne’ terreni alpestri e sterili. coli , ma superano in Petrizzi.
Altro ramo importante dcH’agricoItcrra del circonda- La pastorizia specialmente ne* paesi marittimi è limi-
rio è il vino. Le vigne in fatti in tutti i comuni, eccetto tata ,
poiché i temili sono angusti e quasi tutti coltiva-
Soverato ove intieramente mancano , si colorano ed ti , allo) il prezzo degli erbaggi, l utile scarso, i latticini
estendono annualmente ne’ terreni tassi c migliori, ma mediocri ed ordinaria la lana. I buoi solamente si addi-
non vengon concimale. Tutta la loro coltura consiste cono alla coltura ,
poiché per la semina si fa uso delle
in una potagione mal fatta in inverno ed in una leg- vacche. Gii uni e le altre sono di piccola razza II be-
giera zappatura che si esegue in maggio. Se le uve fos- stiame minuto è poco numeroso e Petrizzi ne ha più de-
sero migliorate , la coltivazione accuratamente fatta, e gli altri comuni. Le pecore si son migliorate da qualche
cura si avesse nella manifattura del vino, si trarrebbe proprietario che ha introdotto l incrociamcnto de' merini.
molto profitto , mcntrecchè ora malgrado la soprab- Nessun utile le razze equine han tratto dagli stalloni
bondanza delle vigne e del prodotto che da Centrache c provinciali poiché le giumente mandate per essere da
,
più da Gasperina si provvedono i vicini paesi si è essi coverte non han prolificato.
,
sempre in penuria di buoni vini lo Moniepaone il La scarsezza de' pascoli essendo la prindpal causa del-
la
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— 114 -
la rislrcllrzza della |<a»;orizia pulrchhc venir riparata pascoli naturali *di cri* pratensi c fra lallro di sulla
tanto perché la sulla il trifoglio il serpillo ed altre erbe La parie coltivata è minore di 1/4 della boscosa ,
to j*erchè alto essendo il fitto delle (erre della marina zature di strade che in qualche comune si raccolgono in
anni dietro un esempio ora abbandonato, ma da qual- molta quantità ma poco si soverscia.
che anno si è introdotta la coltivazione della sulla ne' I jc. principali coltivazioni sono cereali, legumi, fratta,
luoghi ove non è spontanea ed abbondante, e si pra- vigne c patate ;
e queste ultime sono ablundanli per-
tica spargendone i semi dopo seminato il grano senza che se nc fa uso non solo per cibo ma per foraggio*
avervi ulteriore cura ;
poiché sebbene vegeta lentamen- e particolarmente per (‘industria de* porci.
cessivi, ma bisogna stare attento non toccar le radici, orzo avena o segala ; c nel 3.*, o sulla se il terreno
ed all uopo nel preparar la terra a maggese si preferiste la dà spontanea , o lupino di cui si la specialmente uso
l'aratro alla zappa. nei terreni ghiaiosi di Angusto c ne'picfrosi di Gaglialo.
grano ,
orzo ed avena in scltcmliro in taluni luoghi
lisi 21)792 raog. di a. m. si 12217 mog. e 3550 La |»rofN)rzionc del ricolto è di 5 per uno per la se-
gusto vi è molta ghiaia, ed in Caglialo il suolo è assai e perciò non danno olio a sufficienza. Molte sono le
nella maggior parte di proprietà comunale ; la Ascosa Abbondano le querce ed i castagni, c del loro frutto
eh è nella massima parte del principe di Salriano , si se nc fa commercio che per gli ultimi sarebbe maggiore
estende per 2/5 del circondario ed è coverta di querce, se quando vanno a maturare non perissero. 1 cereali e
faggi , cerri, tigli, ontani, pioppi e principalmente di legumi non son però sufficienti al consumo che si fa nei
castagni. Serve la più parte de boschi a somministrare territorio: ivi gli agricoltori superando i bisogni, in parte
carbone alla ferriera che il suddetto principe ha net fon- vanno ne’ vicini paesi.
do Raziona Tanto i terreni incolti che i boscosi offrono In generale lo stalo ddl agricoltara non può dirsi sod-
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,
— 113 —
disfacente tanto per la scarsezza de capitali clic s impie- la lenticchia in novembre, le fave lorzo e la segala
gano, quanto per la ignoranza delle praliche agrarie. in dicembre.
Necessario ed utile poi sarebbe rimboschire le monta- La rotazione agraria è pcrloppiù triennale alternando
le greggi allora ivi dimorava» l'està e nella marina l'in- II fioro lino che si fa cd il cotone che in maggior
verno. La pastorizia offre latticini a sufficienza c lana quantità si coltiva in S. A ridica , si seminano in uno
mediocre. ,
degli anni della rotazione agraria unitamente o invece
di qualcuna delle indicate coltivazioni.
CIRCONDARIO di da voli. sono esserlo dippiù parimenti che gli agrumi. Special-
mente interessante sarebbe l'accrescimento de primi
Cam : Datoti ,
Sat ria no , S. Sosti , S. Andrai onde rendere più ricco il prodotto della seta ch e uno
dcprincipali del territorio, e per esser migliore dovreb-
Pop : 10053 — Poss. 2702 — Coni: 2880 be mettersi più attenzione alla trattura che vico fatta
Est: 14141 mog : dia m. =50070 raog e 7289 da persone inesperte, eccetto in qualche prie ove ora
pai- di d. m. si và praticando con più cura. Gli uliveti da pochi anni
I terreni in taluni luoghi sono argillosi, in altri cal- si potano e la pressione del loro frutto si è da qualche
carei ed in altri arenosi ; ma questi ultimi allindano proprietario migliorala.
oc' pietrosi territori di S. Soste e S. Andrea cd in Sa- La ristrettezza e natura del territorio fa si che gli
t riano , ove sonvi pure delle cave di gesso : in diver- agricoltori non solo steso sufficienti all'economia cam-
sisiti vi è marna e terrìccio, specialmente la prima in pestre , ma superante.
Satriano e S. Andrea ed il secondo in quesl'ollimo. Sono di mediocre qualità i cercali c legumi ; buoni
Scorrano nel circondario 13 fonti e 5 fiumi, de' il cotone , l'olio ed il vino che nel comune di S. An-
quali due che sono i più grossi cioè Antinati ed Alata drea è mediocre ; il Uno è rustico e la seta ordinaria—
cagionai! sovente de’ danni. Il grano ed ii granone però non bastano ai bisogni
colta è nella più parte di proprietà comunale e depatrì- razze non migliorate.
moni ecclesiastici , e non può coltivarsi perchè scoscesa
e franosa. La boscosa contiene faggi ,
castagni , elei §. XI
querce , sugheri ec. La coltivala supera di 1/3 l'in-
colta, di 1/28 la boscosa, e di 1/7 la sterile. Viene CIRCONDARIO DI BADOLATO
, ingrassata o con concimi animali che sono i più pre-
feriti ma scarsi , o con spazzature di strade e letame Com: Dado lato, he a, Santa Caterina , Guardatati*
di stalla , o con vegetabili posti in macerazione , o col
soverscio di lupini ch’è perù poco usitato. Pop: 1 1293. — Pos. 5098. —Coni. 4636.
Le principali coltivazioni sono cereali, legami, co- Est: 45450 mog. di a- m. = 158000 mog: e 651
tone, olio , vino e gelsL Per i primi tre si usa in circa pi. di n. m.
due terai del territorio la zappa c nel resto l'aratro. Nelle terre del circondario or pedomina l'argilla,
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, ,
- 11* —
il terreno è pietroso, parimenti che l'altro d'bca — Vi terre arenose si zappano in tutte le stagioni, e le cretose
La parie piana del territoro ch'è verso la marina, La rotazione agraria è di due o tre anni secondo i
è 13/46, pcrloppiù cretosa , e si addice principalmente luoghi. La prima ch'è la più ordinaria è preferita, è
a cereali e legumi. Quella in colline nella maggior parte tra granone e grano nel terreno della marina non ir-
sabbiosa ,
non irrigabile, e coverta quasi tutta di gelsi rigabile ; oppur ,
come in Dadolato, nelle terre irrigue
." anno, c grano nel
ulivi e viti , è 16/46. Porzioue delle colline essen- granone o cotone nel I 2.*; in altri,
do di nuda sabbia e spoglia di ogni vegetazione, e parte come in S. Caterina, ne' luoghi marittimi ed irrigabili,
delle pianure trovandosi isterilita per effetto delle piene cd in Lea, dopo due anni dì semina , si lasciano a pascolo
defilimi rese freqnenli dai dissodamenti fatti nelle su- di sulla nel 3/ ; cd in altri , come in Guardavalle
comprende 8/46 — I terreni boschivi che son mon- nel 2.° fagiuoli granone e cotone ; e nel 3.
a
grano.
tuosi per 1 7/46 e pel dippiù in collina , occupano poco I gelsi cd ulivi sono in progresso e formano la prin-
farnie , severi, faggi, lentischi, tatuile, corbezzoli c ca- tura ordinaria siasi minorata di molto, e si vende quasi
stagni da frutto i e questi ultimi sono in maggior numero tutto il bozzolo a’ proprietari delle tratture organzini.
ed in qualche progresso ,
danno prodotto abbondante di Niun miglioramento vi è però nella potatura degli uli-
coltivato a granone e segala, su quali prodotti i comuni II vino sarebbe abbondante ma per la poca cura che
proprietari de' boschi esigono il 4.°, ne viene che mal- si ha nel piantar le vigne ,
che sono perloppiù in luo-
grado tanta estensione di terre boschive ,
non si ha in ghi non adatti , e nel far la vendemmia , diviene fa-
esse legname c pascolo a sufficienza —Le terre piane c cilmente arido e si ha perciò bisogno de’ vicini paesi.
le montuose per la estensione di circa 3000 moggi sono I prodotti sono in generale di mediocre qualità , ma
irrigabili, e benché in parte sabbiose, vengono ingras- in Hadolato buoni. Sono ottimi i legumi, gli ortaggi
sate col concime che in gran quantità vi si trasporta, e frutti ed olio — Il prodotto de’ cereali è però circa 3/5
danno Ire ricolti in ogni biennio. inferiore ai bisogni del circondario, e ciò ha reso più
La parte incolta che circa 5/46 è scoscesa c per- operosi gli agricoltori ,
i quali son sufficienti a' cam-
ciò non coltivabile, cd è di 7/12 inferiore alla coltivata. pestri lavori — I fagiuoli, fave, coione, castagne ed
Questa che di è maggiore della sterile e di 0/21 è mi- olio superano il bisogno.
nore dalla boscosa, occupa 12/46 del territorio, c viene La pastorizia é in decadenza perchè Tanmcnto ed il
ingrassata o con concimi animali , o con lupino, o con bisogno della popolazione , avendo reso necessaria la
letami di stalla e spezzatura di strade. coltura delle terre montuose, si son diminuiti i pascoli,
ha coltura de' cereali e legumi è in progresso circa cd in Lea le pecore e le capre per più anni sono andate
la estensione , c si è comincialo per i primi da faluuo soggette •
a delie epizoozie. La ristrettezza della pa-
ad aver qualche cura nella scelta c preparazione della storizia ha recato danno allagricoHura . tanto per la
•
_P iti z ed__ty Go ogle
DISTRETTO DI «ONTELEONE
na è doppia dell’alberata ,
e questa oltre la decima parte
CIRCONDARIO DI MONTELEONÉ. in cui vi sono alberi da frutto è coverta da ulivi , I
ce e terriccio ; ma quelli in cui domina la prima sono fanaconi , sì unisce a terra di diversa natura di quella
carei che non son molti vengono coltivati pe teneri ; Per le terre seminatone olirei principali strumenti in
in taluni altri , ma pochi ,
domina la silice ; ed in po- uso cioè l'aratro é la zappa , se ne adopra uno che (a
chissimi il terreno è cretoso o con marna o con torba. le veci di erpice c vicn (irato da due buoi , ed oltre
Vi sono G fiumi e torrenti e IG fonti. Il fmme il pastore che lo dirige su di esso altro se ne mette
Trainili ed i torrenti $anloro e S. Anna per effetto onde aumentare il peso sul terreno. Non estendo i buoi
de' loro depositi han formato un lago nella marina di corrispondenti all’estensione del territorio, di cui sareb-
Bivona , c comunque per lo proscingamento di esso bero sol sufficienti a coltivar la decima parte ,
si fa ne’
molto siasi fatto, l’intento non si è ottenuto. lavori uso della zappa , e per la sola semina del gra-
La parte piana del territorio è 7/23, la deelire 14/23, no , delfaralro.
molte dissoda/ioni c tagli di alberi, talché ora si è ri- primi la terra non è preparala con bcninlcsi lavori nè
,
dotta la parte boscosa a soli 51 moggi alberali per- dissodata alla giusta profondità.
la piantagione degli alberi boschivi perchè si manca I.” anno si coltiva granone o legumi od entrambi ; e
di legname, e per questo fa d’uopo ricorrere ai vi- nel 2.*, grano e lino ehe vengon seminati da ottobre a
cini circondari di Soriano c del Pizzo. E non solo la novembre , zappati in gennaio , c sarchiati in prima-
.parte boscosa si è messa a coltura, ma per (ino onde vera. Talvolta si lasciano i terreni dopo il biennio di se-
guadagnar pochi palmi , si son ristrette nelle campa- mina. per tre anni a sulla ; e tale altra il lino ed i le-
gne le strade vicinali , c (Musi o diminuiti i viottoli. gumi , o si mettono unitamente , o l'uno invece dell'al-
Il circondario è quindi prcssocchè tntto coltivato mc- tro, «piando rispettivamente si semina il grano o il gra-
nocchè per 3/48 che comprendon terreni per metà none, intorno al quale ne' buoni terreni si coltiva anche
incolti perchè scoscesi , c nel resto sterili paludosi e la canapa — I legumi soglion dare il 3 per I, l’orzo
boscosi. il 4 ,
l’avena il 7 ,
il grano il 4 a IO, ed il granone l'8
Nella parte coltivata son compresi 48G moggi di ter- a 20.—Eccetto l'avena ed il lino, il resto degl'indicati
re irrigate ; ma il territorio molto si presterebbe a ri- prodotti basta al consumo degli abitanti, e nelle annate
cevere i vantaggi della irrigazione, la quale però da'più ulicrfosc se ne fa estrazione.
è trascurala; ed in taluni sili si crede che le terre annaf- Per gli alberi si (anno delle piantonaie ,
si usa fimo
fiale rendonsi inadatte alla coltura del grano. stagionalo e si potano con qualche cura , ma a prefe-
ronza son coltivali gli ulivi t gelsi che prosperano in Monteleone ed all'altro di Nicastro ,
ove mai si facesse
tutti i punti del territorio. La specie più comune di olive un regolar porto nel luogo detto S. l'eaere, dal quale
è Ja roiondelia volgarmente detta ridarella che poco punto sì fa la maggiore estrazione di cereali, olio, seta,
più grande di uncece, piasi avvicina all'ulivo selvaggio, semi di lino ed altro: esso è poco distante dal sito
dà mollo fruito , è meno soggetta alle atmosferiche vi- ore fu un tempo quel di Agatocle nell antichità rinoma-
cissitudini ,
da aprite fino a principi di giugno fiorisce, to, e si reputa di utilità maggiore della rada di Tropea
e da dicembre a marzo matura. Le piantagioni di alivi che non offre le condizioni ed il commercio dell'altro.
annualmente si estendono ; ed ove non si presta il ter- La pastorizia è ristretta poiché a causa de' dissoda-
reno, si fanno all intomo de' poderi. Siccome pro[>a- menti avvenuti, scarsi sono i pascoli naturali ascendenti
estese; e se fino anni dietro laccanti per speculazione or tura. 11 liesliame serve unitamente ai Insogni dell'agri-
si fanno per proprio uso , c si son moltiplicate a lai segno coltura e non per industria ; le pecore non sono di buo-
che fra altri trenta anni le piantagioni saran laute da dare na razza nè si ha cura migliorarle, ed il loro scarso
un prodotto triplo dell'attuale — Le piantagioni si fanno prodotto consistente in rozza lana e non buoni latticini
a quadralo, e comunque venghi arato c zappalo il sot- non compensa le perdite cui vanno incontro nella rigida
toposto terreno che prima non si usava coltivare , uon stagione perché sovente stanche e defatigate dal lungo
vengono zappate in umo al pedate . Le olive si raccol- c continuo cammino che fanno per rinvenire i pascoli ;
gono seconderà hè cadono, e le rimaste sull'albero quan- ed in fine gii animali van soggetti spesso a malattie dalle
do si fan nere battolisi con lunghe pertiche. Tal [trai ira quali si fan curare da ignoranti terrai sprovvisti di
invero si è riconosc iuta dannosa, e taluni proprietari di ogni conoscenza veterinaria.
son tutti bianchi perche sol questi siadoprano nella edu- Pop. 12795 — Pos. 1C29 — Coni. 2929.
cazione del baco, ma non visi usa molla attenzione. I n Est. 28728 mog di a. m = il 8128 mog. e 4976
ricco posse&sor di gelseti introdusse anni sono quelli delle pai. di n. tu.
Filippine e nc ottenne buona seta, ma il suo esempio non I terreni sono in parte argillosi ed in parte calcari 1
fu imitato. La industria serica si fa da' soli coloni della primi sono in maggior quantità in Pizzo e Filogaso , ed
parte marittima del territorio, e la maggior quantità di i secondi negli altri due comuni. Vi è torba terriccio
seta si ottiene da quei di Stefaoaconi e di LongoHàrdi, c sabbia nei primo , sabbia anche nei secondo, e delia
Il territorio non produce vini a sufficienza nè di otti- Vi scorrono le acqne di 3 fiumi e 19 sorgenti. — Il
ma qualità, ed a ciò influisce il terreno ed anche il cat- territorio è in piano per 17/29, in collina per 11/29 e
S. Eufemia ed arreca danno alla rustica economia. scesa; son compresi iu essa 90 moggi di terre palu-
Ond'csscre migliore l'agricoltura del territorio sareb- dose — La sterile i altri 3/16 — La boscosa che con-
be desiderabile che si avesse più cura a preparar le ter- tiene farnie ,
querce , elei
,
pochi castagni ed altri al-
re, ad ingrassarle, allo scolo delle acque , alle pianta- beri selvaggi , occupa poco men di 1/ 17 ,
ed appartiene
gioni-, e che i proprietari direttamente sorvegliassero a due privati — La coltivata eh è circa la metà del ter-
alla coltura de’ loro campi che sono affidali perioppiù ritorio viene irrigata in 186 moggi ed ingrassata con
agli agricoltori ,
i quali oltre l'ignoranza e l'ostinazione concimi animali, spazzature di strade, e specialmente
maritar? di mezzi per fare il meglio. Altro utile derive- in Maierato c Filogaso soversciando in marzo fave e lu-
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, ,
— 119 -
Il rampo si prepara facendo ne* luoghi ove si usa dario è bagnalo dalle acque di 7 fiumi e tori enti e
l'aratro, che ha puro! vomere, Ire arature; e negli 15 fonti.
altri , che sono i più »
tappando il terreno ila novem- Eccello i proprietari di mandrie che servonsi di con-
bre ad aprile , ma non alla dotata profondità per la cimi animali , ordinariamente sì fa uso per ingrasso di
premura di lavorar grande estensione di terra — VI letami di stalla ,
spazzature di strade , c di lupino.
si coltiva, ma senza a suo tempo usar la sarchiatura, Le principali coltivazioni sono cereali, legumi ed uli-
nel I .* anno granone e legumi ; nel 2." anno orto veti — Generalmente si usa più la zap|»a del l'aratro che
avena e poco lino: e nel 3.° lupini o fave per forag- si adopra nella sola semina — La rolazicne agraria con-
gio e per 90 verselo. I legumi in maggior quantità si siste a seminar nel 1 anno in aprile legumi e pa-
fanno in Filogaso ch e meno atto a' cereali. La propor- tate . ed in maggio o giugno granone ; nel 2. grano,
zione del ricolto è da 2 a 6 per uno. orzo o avena; e nel 3.“ il Inpino che in certi terreni
Vi sono specialmente nel Pizzo molti alberi da frutto, si alterna colla segata o avena o granone : in quelli più
ortaglie rd agrumi: igeisi anche vengon coltivati, c sterili dopo due anni di semina la terra per altri due
nel Pizzo in due poderi son piantali a bosco: l’industria si lascia in riposo; e nc‘ miglior: si avvicenda sempre
della seta non è mollo inoltrata ma è sperabile pro- il granone rol grano — Nel I .* anno si suol coltivare
vi sono pochi mr nocche in Filogaso il cui terreno è più usa tappare la terra per due volte coll'intervallo di un
adatto a questa coltivazione , ma il prodotto non è suf- mese l una dall'altra — Il grano dà il 3 a 4 per I
Eccetto il vino c l'olio gli altri prodotti più o meno ba- granone il 12 : sono di mediocre qualità c non (ostano
stano al consumo che se ne fa. — Pizzo fiero ha il van- al consumo della popolazione.
Gli agricoltori son sufficienti a' lavori campestri ec- aumentarsi la coltivazione ; e ciò sarebbe più necessario
cetto in Filogaso ove scarseggiano. per .i due ultimi poiché per la scarsezza de' gelsi , alto
Finalmente la pastorizia è in cattivo stato perchè è il prezzo della foglia c perciò non di molto profitto
CtRCOS'DAMO III M0NTFr.05St>. perdio gli ulivi in generale non son potati ne' letamati.
(Som. Mw il crosso. Capistrano, S. Nicola, f'alit lotica. coltori vanno in parte a lavorare altrove ; e per la stessa
di n. m. $ XV.
Il territorio è in parte cretoso specialmente nelle
pestri ;
ma in generale il territorio non è piano che Coni : Soriano ,
Soriane Ho ,
Geme arar , Ficzoni
per la sesta parie, e nel resto per 3/1 in collina c per l/l Cazzano ,
Ciano.
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, ,
licei , e nel resto argillosi o cretosi o marnosi o con gliare e mondare il terreno , vten questo dissodato , e
torba ocon ocra rossa. —Vi sono 7 fiumi, 14 sorgenti, e nello stesso giorno o ne! seguente si semina il grano,
Tengono irrigati 410 moggi. che pria di nascere, aduggiaio dalle piante sviluppatesi
montuosa 3/23 — Il territorio è sterile per la sesta parte ch'è la sola operazione che si usa , giunge a riparare il
non si coltiva in taluni sili perchè scosceso ed in ta- dall’orzo il 6 ; - dal granone il 4 ad 8 — Il ricolto gene-
luni altri perchè gli agricoltori son pochi e meschini.— ralmente non corrisponde al consumo del territorio.
I terreni boscosi occupano circa 1/7 del territorio, sono Gli ulivi danno la più ricca risorta poiché coprono
di privata proprietà, ed alberati per lo più di foggi nolabil parte del territorio c specialmente la silicea : si
la menoma cura Orca 30 anni fa era la parte hustosa zappatura in està in ogni 3 o 4 anni , ma non si ha
assai dippiu ,
poiché le montagne e parte delle colline cura di ben potarli: sol si comincia a migliorare la pres-
eran coverte da impenetrabili boschi che si son distrutti sione delle dive.
per mettere la terra a cultura ; e da ciò ne venuto che I gelsi occupano i terreni bassi ed addetti ad altra
i venti non incontrando riparo nelle montagne cagio- cdtura , cd essendo scarsi ,
l'industria della seta è poco
nan sovente grave danno nelle adiacenti pianure ove importante : da parecchi anni nella massima parte il
giungono a svellere i più grossi alberi. bozzolo si vende per le tratture organane della provin-
Nei terreni incolli e boscosi vi son pascoli de* quali cia di (leggio.
abusivamente si profitta . mcnocchè ne* terreni cuiuu- Benché vi siano molti alberi fruttiferi, pure si hanno
nali in cui sì paga una tassa. pochi frutti — Le vigne sono alquanto estese ,
e si usa
La parie coltivata occupa circa 12/22 del territorio, qualche attenzione ncH'ingrassarlc ; ma il prodotto non
cd è più che tripla della incolta c della boscosa — In òdi qualità uè abbondante quanto esser dovrebbe, seb-
essa si adoprano per ingrassi o concimi animali , o lu- bene sufficiente a* bisogni.
pino ,
o spazzature di strade che specialmente si usano L'agricoltura del circondario richiederebbe mettersi
netta cottura delle ortaglie. piu cura ne* (avori agricoli , fora' buono e maggiore
Sono le principali coltivazioni , cereali , legumi , oli- uso de' concimi, render migliori il vino e l’olio , au-
veti ,
vigneti e castagneti. In generale però si fanno mentarsi la coltivazione delle patate ch'è ristretta, cd
senza alcuna considerazione alla natura del suolo , al introdursene altre che più adatte sieno a quei terreni.
tempo cd alle piante che si coltivano. Quella de' cercali Gli agricoltori non son sufficienti a tutti i bisogni del-
più uso della zappa che dell'aratro — Diverse sono le braccia. Lo stato di essi è meschino, poiché a causa
rotazioni agrarie , ma ordinariamente si usa la bien- de’ pochi rapitali che impiegami nelle terre ,
debbono
#
nale ,
seminandosi nel l. anno in primavera il gra- fomentarsi di tenue mercede ,
o se voglion coltivare
none e nelle terre leggiere cd umide i legumi; e nel 2." di proprio conto t si assoggettano ad imprestiti c per
in autunno grano, orzo o avena ; ovvero in alcuni siti, ciò ad usure , e nc deriva quindi miseria in essi ,
stato
lino e poi fagiuoli , sovcrsciando talvolta pria di semi- retrogrado di coltura no’cercali cd altri prodotti, ed
nare il primo , il lupino appositamente messo. In al- avvilimento nell’agricoltura: qual’incon venienti son più
cuni terreni si coltiva grano successivamente per due notevoli a causa della poca fertilità del territorio.
anni senza la precedente preparazione del granone. Nei La pastorizia consiste in pochi ma numerosi greggi
luoghi di montagna e ne'mcn feraci la ruota è trien- di pecore e capre che si mantengono onde letamar gli
nale c si coltiva net 3.° anno il lupino. È anche trien- uliveti, cd in grosso bestiame sufficiente a’ pochi lavori
nale nei terreni ove cresce sulla, poiché nel 3.” anno che fannosi coll’aratro. I pascoli mancano, malgrado
si lasciano per erba e talvolta si mantengono cosi per che vi si supplisce in parte con prati di lupini e di
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o
- Ili -
peti so. Vi sotio invero i postoli comunali, ma van sog- dicembre ) a maggio, e per lo più appena zappalo il
getti a civica lassa— N'è venuto da ciò che gli animali terreno vi si coltivano nello stesso anno, ligi noli, pi-
loro rane anche deteriorale per la selli, palate e granone che si seminano, i primi due
son diminuiti, c le
-
poca cura de proprietari— In generale il terreno per la in marzo ,
le seconde alla fine di esso a tatto aprile,
pastorizia ed a mantenere ragguardevol numero di Ite- da settembre a Intto novembre vi » lavora per la se-
mire di cui si trova maggior quantità tanto in Stra- sogni campestri e vanno névkini circondari , ed in
-
gilloso ma sterile , quanto in Fabrizia ove la parte contrada delta piana di Monteieoae ,
ed in està nel
gnaturo ove il resto è cretoso e con ocra rossa. chi pascoli, e solo in Simbario b spontaneo il trifoglio:
II dima è rigido ed incostante — 1 torrenti e fiumi le mandrie son poche e s'impiegano principalmente a
che lagnano il circondario son 6 ( e 20 le sorgive e concimar le terre.
fontane
La parte piana è circa il quarto del territorio, ed § XVII.
il resto per 1/5 è in collina ed il dippm montuoso —
I terreni incolti che sono 3132 appartengono a pub- CIRCONDARIO DI ARENA
bliehe amministrazioni, nell'inverno son sempre
coverte
di neve e nell’està dan pascolo — Un'ottava parte ['oc- Cam : Arena, Ornami, Acquare, Jhia
e 306 moggi son paludosi.
cupano i terreni sterili ,
La parte boscosa ch i quasi la metà del territorio Pop : 8461 — Poss : 2059 — Coni : 2133.
boscosa, e per 7/10 piti deirincolta, comprende 1030 domina la creta; non mancano perù terreni argillosi,
mog. irrigati, ed è addetta a cereali, legumi, lino, ca- silicei, con torlo o terriccio, e con marna argillosa
napa ,
olio e vino , e viene ingrassata o con concimi calcare.
maggior quantità si semina in Fabrizia , o con spaz- salo da 13 fiumi e torrenti e bagnalo da 34 fonti—
zature di strade che si nsano specialmente netta col- È piano per 1/5 ,
declive per 23/40 : e per 9/*0 si
tura degli ortaggi o infine colle mandrie- Si a do pò estende il terreno montuoso che ha per tose il grani-
,
biennale ne'tinoni terreni c triennale negli sterili —Nel ed è nè longhi bassi circoscritto da colline coverto di ar-
].“ anno si zapqm da marzo cd in Brognaturo da gilla La terra incolta che occupa 9/40 è scosceoa, e nella
(
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.
massima parie de privali ; la sterile è 1/12 ; c la bo- aver sulla. In altre terre la rotazione è solamente
scosa che occupa oltre il 4.° dd territorio ed è albe* fra grano e granone : nelle umide si fa granone in
rata da querce e faggi (
destinati in parte per uso di ogni anno ; e nelle adalte all avena si avvicenda questa
carboni nello stabilimento di Mongiana )
elei castagni col grano orco e legumi in un anno, e col lupino in un
cedui, ed altri alberi, era assai maggiore priacbè ve* altro. Il granone ordinariamente si coltiva o in terre in
russerò le querce distrutte per toglierne la scorza, e parec- pendio per coi vien talvolta dalle acque trascinato nel
chi terreni ,
dissodati ; con ao arrecando gravissimo dan- basso , oppure in luoghi aridi e secchi ne quali il ri-
parte di esso coverta di ulivi ed alberi fruttiferi, è di- c cosi vien ridotta nella miseria la classe agricola cui
venuta mollo soggetta a’ venti che spesso impetuosi in- detta coltivazione specialmente interessa. Converrebbe
calzano e schiantano gli alberi — Necessario all'agri- quindi lasciare i siti erti elevati e secchi per pascolo o
coltura sarebbe quindi la riproduzione de ) toschi e spe- a più adatte cotture fra le quali le piate che scarseggia-
cialmente delle querce col di cui frutto si fa nel cir- no ; e seminare il granone ne' sili lassi ed umidi ove
condario l'Industria de' porci , cb'è dannosa pel modo il ritolto è più certo— II granone allonhè é favorito
come si pratica, perchè tali animali o son nutriti den- dalle piogge dà il 12 a 24 per uno, poco nei sili elevati
tro l'abitato con danno della pubblica salute, o vagano e nulla nelle secche stagioni. Gli altri cereali e legumi
danneggiando i campi —La parte boscosa non ancor dis- danno il 3 a 6 per uno.
sodata offre pregevoli pascoli di
1
sulla' , trifoglio e ser- Siccome dalle dette coltivazioni non sono esclusi i ter-
pillo, die non sono sufficienti a'bisogni della pastori- reni alberati, cori gli uliveti e gelseti vengono ad esser
zia ,
la quale dà perciò ottimi ma insufficienti pro- zappti o arati quando lo sono le terre sottoposte ; ma
dotti, e migliorar potrebbe ove s’impedissero le dts- ne pochi luoghi ove ciò non avviene , si zappno rara-
sodazioDÌ, e ^introducessero i prati artificiali. Ma invero mente gli ulivi da gennaio a marzo, rd in questo ultimo
siffatta introduzione nonché la riproduzione de 'boschi mese i gelsi , che potrebbero essere maggiormente prò
trovano un potente ostacolo in un grave inconveniente pagati onde vieppiù animare la industria della seta nella
che nel circondario, cioè la vaga cd arbitraria pastura quale il comune di Dinamì si distingue per la miglior
e distruggerebbero le nascenti piante boschive che col- quei da frutto compresi gli agrumi, non sono ben colli-
tivar si volessero e le praterie artificiali nel caso vi vati e sarebbero suscettibili di molto miglioramento.
fossero ; ed il proprietario è disanimato a far l'un» o I luoghi lassi c specialmente quelli vicini a pesi sono
l'altra cosa per non veder distrutte le sue spese e fa- addetti a vigne, le quali si plano in gennaio e febbraio,
tiche dall’altrui 1* stiline. Non vi ha dubbio che vi son si zappno in marco, e nuovamente in luglio — Il vino
le leggi ,
ma la difficoltà delle pruove ed il pericolo è nella maggior parte mediocre.
di perder le spese , rendono il proprietario timido ed I prodotti prtncipli sarebbero baslevoli ; ma noi so-
il danno impunito. no ,
perchè mancando i coltivatori, quei de'pesi vici-
La parie coltivata del territorio è 17/40 e principal- ni ne prendon gran prie.
mente viene addetta a cercali, legumi, uliveti, gelse-
ti, vigne cd alberi da frutto — Gl'ingrassi che si ado- §. XVIII.
prano sono perioppiù i lupini che sì soYersciano ed i le-
tami animali che per le ortaglie si usa unire con al- anco* d amo di mileto
tra terra.
Da dicembre a tutto marco si prepara il campo per Om: Mileto , Franciea, Io nodi. Filandoci Hombioio,
granone o (aginoli che si seminano in aprile e si zap- S. Calogero
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- ,
- 125 —
piano per 93/136 i
in collina per 16/68 ;
montuoso §. XIX.
per 11/136 ; sterile per 1/34 ;
paludoso in 50 mog-
gi ; boscoso ed alberato principalmente di querce per CIRCONDARIO DI MCOTEflA
1/15 ; incollo per 7/68 in parte perchè scosceso cd in
parte per mancanza di braccia, e se ne trae profitto col Con. Mie o^ra, Ioppo/o, Limbadi.
pascolo ; irrigato per soli 47 moggi malgrado che il dr-
rondano sìa bagnalo da 1 1 fiumi e 32 sorgenti; e col- Pop. 1 1453 — Pos. 176 — Coni. 2688
tivato per 109/136 ma non bene, ed il circondario dehbe Est. 19273 mog. di a. m = 96339 mog. e 6824
più alla sua feracità ed alla temperatura del dima che pai. di n. in.
al metodo di coltivazione ,
il vantaggio de suoi prò* 11 terreno è in parte argilloso con marna e torba
dotti. Degl'ingrassi non » fa l’uso conveniente, ed i più in parte calcare con creta , cd in parte siliceo —£
generalmente usitati sono il letame pecorino o di stalla, bagnato dalle acque dì 3 fiumi e 22 fonti — É piano
o il soversrio de lupini e Cave. per 12/19 , declive per 3/19 e montuoso per 4/19 ; è
La rotazione è varia ma la generalmente odiata è incolto per 1 1/76 in parte per la sua erta situazione ed
biennale ,
preparandosi nel 1 .* anno in febbraio e in parte (
parimenti che i terreni sterili che occupano
marzo il terreno pel granone patate e legumi che si col- 3/19 )
per le torbide ed inondazioni del fiume Mam-
tivano in aprile, e nel 2.* in ottobre pel grano ed al- melle, il cui corso se fusse regolato ,
Tagricoltura vi
tri cereali che si seminano da novembre a dicembre. guadagnerebbe circa 2 migliaia di moggi — .
Ne* luoghi ove la vicenda è triennale nel 3.“ anno s'in- La parte boscosa non è ora che 774 moggi ,
ma era
grassa il terreno, seminandovisi lupino , se è leggiero ; assai dippiù pria delle tante dissodazioni latte e della di-
o la fava se è argilloso ; o lasciandolo incolto per sulla struzione del vasto bosco sito nel comune di Limbadi
ove questa è spontanea- I lupini e le fave non sempre detto Socereto e pieno di roveri e querce. Da dò n é
però si coltivano per pascolo e soverscio, ma spesso an- derivata pure scarsezza di pascoli poiché non vi sono
che per averne il prodotto — Nella coltivazione si fa prati abbondanti di sulla spontanea e pochi sono gli
oso della zappa e dell'aratro, ma più di questo; e poiché artificiali di fave di sulla e di lupini ,
i quali ultimi spe-
ha un vomere leggiero e poco inclinato, fende troppo cialmente servono di pascolo alle pecore —
superficialmente la terra che con esso in alcuni siti e La parte coltivata ch’è 27/38 e per mog. 230 irri-
specialmente in Francia vien passala tre o quattro volte gata, è addetta a cereali, legumi, lino, cotone, nlivi,
11 grano dà il 4 al 7 , l'orzo il 4 ad 8 , l'avena il con grosso vomere che si passa per 4 volte inclusa quella
4 a 12, la segala il 4 a IO, i legumi il 4 a 6, ed il che si fa in novemlue per la semina: nel resto si usa
granone il 4 a 20 secondo le annate ed i luoghi — doppia zappatura che prepara meglio la terra; si nell'ano
Gli uliveti e gelseti son pochi e potrebbero aumen- che nell'altro caso si passa un (strumento che fa le
tarsi; i prodotti ingenerale son pitiche sufficienti al veci di erpice ed è volgarmente dello in quei luoghi
consumo ; e gli agricoltori benché scarsi in qualche co- roho, e poi si zappano nuovamente al cader di dicembre
mune. sono superanti negli altri, e spinti dal bisogno e si sarchiano in marzo ed aprile. Si coltiva grano
metton tutto a coltura. duro e tenero a seconda delle terre , legumi in ogni
In quanto alla pastorizia comunque crescano sponta- terreno da maggio a giugno , e granone nelle terre fre-
neamente nel circondario la sulla il trifoglio e l'avena, sche ed umide da aprile a tutto maggio — La rotazione
pere vi son pochissimi buoi e poche pecore che si ten- o è biennale come in Limhadi Ira fàgiuoli granone e co-
gono unicamente pc’bisogni agricoli e pel concime. Delle tone nel I Zanno, e nel 2.* grano e lino; o è triennale,
pecore poi si ha poca cura, e le superstiti alle inver- coltivandosi cioè granone, fàgiuoli o cotone e lino molle
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.
I 11
e sono più o ramo linoni — Lino *e ne fa mollo , ma es- • lii terreni però e specialmente negli argillosi la vicenda
ser potrebbe di miglior qualità — La coltura del co- è biennale fra granone e grano. In taluni riti si coltiva
c
tone ambile terre adatte ma non è estesa quanto
, nel I . anno la canapa , e nel 2 .“ il lino. 1 terreni ven-
conviene perchè gli agricoltori mancano— Malgrado che gono regolarmente dopo la semina zappati c sarchiati
vi siano non pochi vigneti, il vino benché mollo è gene- Il grano dà il 4 a 12 ed in Spilinga per fino il 16
ralmente cattivo eccetto in Limhadi —Si ha cura di pro- per ogni tomolo, i legumi il 6 , l'avena e forzo 1*8 *
pagare i gelsi ed ulivi c di migliorare il modo di preme- il granone il 5 a 12 e nelle annate ubertose il 24 a
re le «dive co* frantoi alla genovese ,
ma non vi è la 30, il lino il 10, la canapa il 15.
stessa [ire mura per la trattura della seta — Finalmente i Si fanno molti ortaggi e frutti , ed i prodotti sono
fichi ed altri alberi sono in progresso , e nel tutto in- in generale buoni e sufficienti al consumo. Solo si scar-
sieme i prodotti bastano al consumo. seggia nel vino ed olio, e pel primo ri sono introdotte
con vantaggio da qualcuno le viti arbustine. Di ulivi e
§ XX gelsi uu tempo ahltondava La contrada presso al Capo
Vaticano; ma durante la militare occupazione, pel
CIRCONDARIO DI TROPEA ribasso avvenuto nelle sete e negli oli, si distrussero
Pop. 18235 — Pos. 31 40 — Coni. 2762. tadini gravati da esorbitanti fitti , spatriarono ricovran-
Est. 29703 mog. dia. m. = 103714 mog. e 9626 dosi nella marina di Rosarno . ed ebbero nel villaggio
fiochissimo calcare, ed in diversi riti con marna or spopolata, nuda di alberi, mancante di piogge e steri-
calcare ed or argillosa —É dolce il clima nelle marine, le, quantunque tale non era nè pel suolo, nè per l'espo-
privata proprietà che in parte dan pascolo CIRCONDARIO DI BRI ATI CO.
la parte coltivala è 20 volte più dell'incolta cioè
2.3/30 ,
viene ingrassata o con concimi di stalle o di pe- Com. BrUiì ico ,
Zuagri , Cessaniti.
tivano cereali ,
legumi, ortaggi, frutti, ulivi, gelsi c Pop. 6486 — Poi. 1 158 — Cont. 3018.
vigne — La terra vien pe’ primi due preparata colla Est. 12827 mog. di a. m. =65019 mog e 4905
zappa , ma più coll’aratro , ed all'uopo si là uso in pai. di n. fil-
Zambrone di aratro grande e piccolo, cioè il primo li territorio è argilloso e calcareo menocchè in ta-
pel la semina del granone ed il secondo in quella degli luni punti in cui è siliceo o misto ; vien bagnato dalle
Miri cereali; ed in tal comune e nell'altro di Spilinga ri acque dì 20 fiumi e torrenti e 29 fonti ; è irrigato in
scaperà pure un «frumento che fa le veci di erpice per 539 moggi; piano per 41/52; montuoso per 1/ 13
•uguagliare il terreno. La terra si ara fremite n^d.. ed 1/3 , e nel resto declive ; è incollo per l/ll e 2/3,
anno dell'agraria rotazione da febbraio ad aprile pe^ ed è odia maggior parte di privata proprietà ed in pen-
granone e legumi o cotone ; nel 2 ° anno ,
pel g^aRft dio ; sterile per 5/39 ;
liscoso ed alberato di querce e
or/o o avena, si ara in ottobre o novembre; e noi* castagni cedui per 3/39; paludoso in 16 mog: coltivato
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- US -
speiialmenfc a torcali , lino , ulivi» cotone e vigne per 1/ anno ,
legumi ,
granone , Uno o cotone secondi» ì
10/13; concimato ne’ terreni sterili seminando in otto- luoghi ed i bisogni» e nel 2.* gli altri cereali.
hre fave e lupini e sotterrandoli da marzo a maggio LI rapporto tra la semenza t-d il ricolto è come nel
colle zappe , e negli altri crai letami animali e ve- precedente circondario. I (prodotti superano il consumi »
getabili che si fan fermentare ; lavorato colla zappa o e gli agricoltori i campestri bisogni Sono i primi piut-
con l’aratro , ma usandosi la prima più ne* lavori di tosto di bucina qualità eccetto il grano granone c le-
està e l’altro più in quelli d'inverno ; e preparalo sia gumi, mediocri in taluni siti; il lino ed il vino che
con l’ano o l’altro strumento da gennaio a febbraio pe* dove son mediocri , dove pessimi , ed in riguardo alle
legumi , da aprile a tutto giugno per la segala ed a vigne è da notarsi che in (Viatico si fa grande smal-
tutto luglio pel granone c cotone , e da ottobre a di- timento di uve passe
cembre per l’orzo » avena e grano. L’avvicendamento Finalmente per la pastorìzia occorre sol dire che i
di tali colture è perlopiù biennale » coltivandosi nel pascoli son molto scarsi.
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,
DISTRETTO DI SIC1STR0
buon vino.
cmcoKD Amo di kicastro. Bene intesa è la coltura degli ortaggi che sono sva-
che si estendono per 8/14 sono irrigate in 250 mog- Com . Sambiasi, PUUania ,
diceria.
e col so verse io di fave e lupini, ed addette principal- Pop. 10834— Pos. 604 — Cont. 3649.
mente a cercali , legumi ,
ortaggi , lino ,
uliveti e vi- Est. 53919 mog. dìa. m. = 218917 mog. e 5084
gneti. pai. di n. m.
Il granone che serve generalmente di cibo alia nu- Le terre del circondario sono perloppiù argillose
merosa classe de' contadini è il cereale che più si coltiva e nel resto calcari o silicee o mute o con torba. Vi
o solo o con legumi
,
preparandosi la terra colla zappa scorrono le acque di 8 fiumi e torrenti e 9 fonti. Vi è
o coll'aratro in marzo. Gli succede orzo o lino o grano nel territorio di Gizzeria un lago noto nella provincia
sono abbondanti perchè si usano da’ contadini anche è in piano, fyl 7 sono in collina, ed il resto è montuoso
per loro cibo, La parte sterile è fy3l, la paludosa 600 moggi ; e la
Per ogni temolo il grano ne dà 3 ad 8 , l'orzo 6 boscosa sorpassa di 1/4 il sesto del territorio, è al-
a 20, ed il granone e legumi 4 a 15. Sovente il ri- lenta principalmente di cerri castagni e querce , e
collo fallisce perchè vengono i terreni infestati da grilli per effetto delle continue dissodarlo ni che han cagio-
e locuste per la cui distruzione non si Di quanto conviene. nato diversi guasti e le inondazioni avvenute nelle parti
L'olio é il principal prodotto del circondario, ma basse ,
non è vasta e folta come prima , e si và sem-
si ha poca cura nella coltivazione e specialmente nella preppiù minorando. Con ciò mancano anche i pascoli
potatura degli ulivi il coi frutto non è molto pregiato «he potrebbero essere abbondanti e così far risorgere la
pel solito diletto di tener lungamente ammonticchiate pastorizia che ora scarseggia |«rfino degli animali ne-
le olive pria di farne la pressione, che nemmeno lien cessari alla coltura per la quale si ha bisogno dell'aiuto
si esegue ma da taluni si c ioni inda la a migliorare. de’ vicini paesi — La incolla è circa il decimo del cir-
I vigneti son pochi nel territorio, poiché i proprie- condario in parie perchè non suscettibile di coltura
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,
— 127 —
ed in parte per mancanza di lavoratori ; e la coltivata adatto terreno , da più anni manca il frutto — Si usa
è 7 1/108, cioè 3/3 più della incolta e tripla delta boscosa qualche attenzione per le ortaglie che son piuttosto ab-
— Comprende essa 1850 moggi irrigati , ed è addetta bondanti.
gneti—G ringrazi che si adoprano o sono animali, fra* di mediocre qualità e più che sufficienti negli uber-
quali il pecorino è più preferito, o vegetabili e per- tosi ricolti. Gli agricoltori son piuttosto inferiori a’bi-
lopiù lupini che si coltivano particolarmente per in- sogni della economia campestre ,
che sarebbe migliore
grasso negli uliveti e nelle vigne vecchie il cui terreno se i proprietari impiegassero capitali sufficienti alle col-
e liruriare gli sterpi e cespugli che sono nel terreno, anooNDAnto di martirato
che si ara tre volte, cioè una in està e le altre due
da febbraio ad aprile ;
e dopo praticata mia zappatura ’
Com. Mariirono. Motta S. Lucia , Gonfienti.
esegue dopo aver coH’aratro fatto regolari solchi che Pop. 7255 — Pos. 1116 — Cont. 1401
vengon disposti in modo che colla irrigazione scorra Est. 14375 raog di a m. =78052 mog. e 2618
l’acqua da un solco all'altro senza allagare il terreno palm. di n. m.
che con ciò » renderebbe inutile alla successiva col- 1 terreni sono argillosi , calcari ,
silicei e misti, ma
tura del grano : questo , dopo preparata la terra nel son più i primi in Gonfienti ove vi è tufo e terric-
modo anzidetto da settembre ad ottobre , si semina da cio , i secondi in Motta misti a marna ,
ed i silicei
novembre a gennaio. Nel I.* anno si coltivano an- in Martirano. Vi scorrono 11 fiumi e torrenti ed al-
ni dietro anche segala cotone e canapa. Nel 3.* anno 23/56 , la montuosa 21/56 , la sterile 5/28 , la pa-
in agosto si prepara la terra pel Inpino che si semina ludosa dieci moggi . e la Ixucosa 3/28. È questa al-
in autunno principalmente per pascolo— La proporzione berata di castagni ,
querce , e nel monte di terza for-
del ricolto è la stessa che in Nirastro. mazione detto Rit entino nel territorio di Conflcnti
È il territorio di S. Biase il più ferace della pro- di cerri faggi ed ontani, e delle scorze di questi ulti-
crinria di buon vino. Le vigne $on molte e ben espo- mi si servono quegli abitanti per tingere. La parte
ste : vengono arate e zappate come si usa negli or- incolta, eh e scoscesa , dà pascolo ,
è nella maggior
taggi , ed allorché son vecchie o sterilite , ingrassate parte di privata proprietà, cd occupa 5/14 del ter-
soversciando il lupino. Son situate le vili a quinconce ritorio che in altrettanta quantità è coltivato. Si osa
alla distanza di cinque palmi una dall’altra — Le mi- in questo per ingrassarlo letame animale e vegetabi-
gliori vigne sono nella contrada S. Sidero di terreno le , ed in pochi terreni ove si semina la segala , bru-
calcare disseminato di ciottoli quarzosi e di frammenti ciare le fratte o le felci precedentemente recise e seccate.
di gncis provenienti dalle sovrastanti montagne — I Le coltivazioni variano secondo i diversi terreni che
ini che si ottengono durano molti anni e non per- a lai riguardo si possono dividere b Ire parti : la su-
dono di forza come gli altri della provincia ne' lunghi periore comprende i siti più elevati della montagna
viaggi marittimi. — Si è tentato introdurre le vigne ad che son di proprietà comunale , vi si coltiva sega-
arbusto ma con discapito delle uve che son rimaste la c vi son pascoli. Di questi malgrado si paghi una
immature —Non si trae però alcun partilo dalle vinacce, tassa sugli armenti poco se ne profitta perché abu-
che si fan perdere malgrado l’esempio che anni dietro sivamente 5ervonsene i detentori e fitluari delle ter-
diede nno speculatore di trarne con profitta spirito di re coltivate , sulle quali il comune esige solamente
Gli uliveti gelsi ed alberi fruttiferi, se* trascurati, si concedessero a canone o a lungo fitto, ritenendo
e de' primi perchè mal coltivali ed in parte in non però quella parte ebe sì crederà più utile lasciar sai-
.
alcuna cura. In cesa peri oppiò vegetano querceti ed Pop. 7137 — Pos. 990 — Coni. 1678
in maggior numero castagneti ; da questi si ottiene Est. 15859 mog m. = IOG577 mog.
di a. e 64G0
abbondante prodotto che in parte ridotto a pane serve pai. di n. m.
dì alimento a circa la metà della («opolaziono , cd in Il territorio è in parte argilloso ,
in parte calcare,
parte diunita alle ghiande si dà a* porci de* quali sì ed in taluni siti specialmente di Noterà c Falerni or
fa industria — Ed infine occupano la [arte inferiore i sahliioso ed or con marna e torba. È attraversato da
gelsi ed ulivi de’ quali ultimi si è da qualche tempo 5 fiumi c vi sono II fontane. I terreni piani occu-
introdotta la coltura , e propagandosi dippiii potrebbe pano il 4° del territorio, altrettanto i montuosi , e
•essane la scarsezza di olio che vi è nel circonda- metà i declìvi ; gli sterili 2/15 f ì paludosi 139 mog-
rio: gli altari da frutto: i vigneti che dan prodotto gi ; ed i boscosi coverti di fratte ed aitanti di pochi
sufficiente ma mediocre ; e le terre per cercali legu- soveri e lami e perloppiò di querce tanche si esten-
mi e lino: di tali terre sono irrigali 220 moggi» di dano ora per 3/16 ,
erano piò folti di alberi cd estesi
•ni una («arte è destinala ad ortaggi. pria della loro distruzione e delle tante dissodaxioni
L ineguaglianza del suolo perloppiò in pendio fa avvenute da 40 anni in qua. Per effetto di esse i fiu-
essere di maggior uso la zappa che l'aratro : ma in mi resi piò gonfi , specialmente negli ubimi 20 anni,
taluni terreni si adoprano entrambi zappandosi il ter- han colle loro piò frequenti inondazioni reso incolte di-
reno immediatamente che viene arato. Sogliousi col- verso terre che atte sarebbero ad ortaggi ,
distrutto
tivare nel I
" anno legumi in primavera c granone in fehliraio di questo anno una piantagione di più mi-
che secondo i luoghi o si semina nella stessa stagione gliaia di pioppi che recentemente si era fatta ; ed uno
«• in luglio ; nel 2. anno r grano, orzo, segala o lino de’ fiumi minacciava in marzo di rovinare un vicino
di srMembt? a novembre e nel 3* o il terreno si villaggio. Si è però cominciato nel circondario a non
Invia incolto per erba o vi si seminano lupini fare e trascurare i soveri cd a far piantagioni di pioppi e ca-
piselli. Le piante leguminose sono alquanto diminuite stagni — Di poto meno estesi dei boschivi sono i ter-
penhc a causa di alluvioni si sono isteriliti i letti de' reni incolti che perloppiò appartengono al demanio o
ruscelli ove perloppiò soleansi coltivare. Il rirollo de’ce- a’ comuni, ed oltre pot£&jpm|^p^tc che scoscesa ed
rrali spesso fallist e , ma coll’aiuto che si ha nelle ca- altra eh e soggetta alle summit togati' inondazioni , il
estendendosi la cottura delle patate che da qualche tem- perchè scarsi gli agricoltori^* ftgque volte più della
po si è con vantaggio introdotta e si fa unitamente incolta è la parte coltivata , «Irò. quasi la metà del
al granone o in sua vece. Il grano dà il 2 1/2 a 5 territorio , viene irrigala in 50£,moggi , e concimata
per uno , la segala il 2 1/2 a 6, l'orso e l’avena il
con pisi cura ne’ giardini che n^ resto , ove non lo
3 a 7 ; il granone ed i legumi variarib molto e nelle è genandmente e con ispccialifà nei terreni seminato-
*
buone annate danno 1 Jt. ri. Gl’ingrassi consistono in pochi concimi animali, le-
Gli agricoltori son sufficienti alle campestri fatiche: tami di stalla e soverscio di lupini che si pratica pur
stiame minuto soffre per la scarsezza di erba che vi Le coltivazioni principali sono cereali ,
legumi, ai-
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— 123 —
fitto i terreni comunali atti alla semina , che ora Ci- di quelle contrade, da circa 40 anni, danno, avuto
tandosi danno scarsa rendita e vengono dai conduttori riguardo alle molte piantagioni che vi sono , scarso
isteriliti. prodotto, per effetto della poca concimazione , dilla
Perloppiù si coltivati granone e legumi nel l.° an- mancanza o irregolarità della potatura , e delle vi-
no ; grano, orzo e ne' luoghi di montagna segala nel cissitudini atmosferiche rese maggiori dopo le fatte di-
*2.°; e nel 3.* o il terreno si lascia incollo se la sulla struzioni de' boschi. Ciò non per tanto è sufficiente al
vi cresce simultanea f
o vi si semina lupino facendo Insogno e se n'estrae. Da pochi anni si c messo i n uso
pria rari solchi f e spesso sul campo non lavoralo. lo strettoio alla genovese e si stà per introdurre qual-
di seminario quando è attaccato dal carbone metterlo Fra gli altari fruttiferi sono più abbondanti i fi-
nella calce . ed in Falcma ciò si («alita ma non da chi che nella marina darebbero un prodotto più uber-
tutti per la sola mabriea. Il grano dopo seminato si toso c migliore , se l'aria malsana non impedisse di
« opro colla zappa , si rincalza una volta in marzo, ed attendere alla raccolta del frutto.
il granone sovente dne volte. La sarchiatura si esegue I vigneti son molto (tassi talché sovente le uve mar-
ne' seminati in maggio e giugno ; ma tali operazioni ciscono ,
imperfettamente coltivati ed irregolarmente
si pralican meglio in Falcma che negli altri due co- potati : il vino è pochissimo e non buono.
muni ove si fanno in modo inesatto. Pel lupino poi Li pastorizia dà poca lana e poco cacio. Il grosso
non si usa alcuna cura, li ricollo de' corcali dà il 4 tastarne serve unicamente all'agricoltura , e vi è una
al 18 per uno , e nc luoghi di marina sovente anche sola razza equina. La pastura si fa nella marina e nella
torbide c che pofrebbonsi evitare arginando il fiume. castagni e qnerce col di cui prodotto si fa rindustria
Si aggiunge a ciò altro motivo di scarsezza ne* maneg- de porci 1/32; e gli sterili 1/19. La parte coltivata
gi de negozianti che comprano a minuto per vendere ch'è 87/1 II viene irrigata in mog; 850, ed ingras-
alt ingrosso altrove. Si é fatto qualche tentativo per la sata nd solito modo con concimi animali e vegetabili
coltura del riso serro cinese ed è riuscito ; e si potrebbe fermentati.
infrollir con vantaggio quella d«l cotone e della rana] «a Le coltivazioni sono cereali e legumi che non bastano
Gli uliveti che (ormavano una volta la ricchezza al consumo ,
patate vigneti e gelsi.
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ISO —
.°
La rotazione agraria consiste nel I anno, preparale sono in alcuni luoghi , e della nebbia che spesso sorge
le terre colla zappa ed in (alani luoghi coll'aratro o in maggio dal golfo di Santa Eufemia ed òdi danno
ron entrambi, in coltivarsi granone, palate, legumi e alla rustica economia e specialmente agli uliveti— Il vino
* è buono e
lino ; nel 2.*, grano, segala, orzo, avena ; e nel 3 o sufficiente :
qualche proprietario che vi usa
lino o lupini. L'ordinaria proporzione del ricotto è del 3 maggior attenzione lo fa squisito — Gli agricoltori non
pel grano e lupino ,
del 4 per Torzo ,
segala e patate, o bastano a' bisogni campestri.
de’ IO a 16 pel granone. Parte del grano si ha in Car- La pastorizia per la scarsezza de’ pascoli , benché in
lopoli e Castagna dalle industrie e fatiche di que* pro- qualche sito sia spontaneo il trifoglio ,
si riduce a
prietari e contadini in altri comani. Gli agricoltori su* scarso bestiame grosso per la cottura de’ campi , ed a
perando i bisogni del paese vanno a coltivare nel mar- poche pecore c opre che principalmente si mantengono
chesato e nella Stia. Si fa molto commercio di lino per concimare gii uliveti.
Est. 7960 rnog. di a. m, = 38798 mog. e 7772 c 7 sorgenti. 1 tre suindicati paesi situati in alpestri luo-
Il terreno è perloppiù argilloso e nel rimanente mi- che terre piane quà e là sparse non occupano che poco più
sto ,
e nelle parti inferiori con terriccio : vi sono 6 della undecima parte del circondario. A causa di tal si-
200 moggi irrigati : incolto per 1/8 ; ed il rimauente è proprietà , incolto. I boschi scarsamente alberali di
oltre la metà boscoso ed alberato perloppiù di casta- elei di querce e di molti castagni ,
sono di privata pro-
a
gni ,
per moggi 270 sterile e 70 paludoso. prietà ,
piuttosto in progresso, ed occupano circa il 4.
Sì usa generalmente per ingrasso il lupino ed in del territorio. È perciò questo per men della metà
qualche parte il concime pecorino specialmente negli coltivalo : di esso sono irrigati 251 moggi. Si usano
uliveti. La ruota agraria è perloppiù biennale semi- per la concimazione letami animali e di stalla e per-
nandosi nel 1.* armo dal 15 marzo a tutto giugno po- loppiù lupino che in maggio si soverscia specialmente
chi legami ,
patate e granone ; e nel 2.*, in ottobre, ne* vigneti, lina parte del territorio è addeila a cereali
lino (
che si coltiva in quantità ) , c da novembre alia e legumi ,
de’ quali si la ristretta coltivazione ,
pre-
metà di dicembre ,
grano , orzo, segala , o avena. In dandosi in alcuni luoghi colla zappa ed in altri col-
“ anno semina
alcuni siti è triennale perchè nel 3 si il l'aratro , eccetto in Gimigliano che si usa solamente la
lupino. Il grano ed il granone sono i principali prodotti : prima. La rotazione è triennale ,
cioè od 1/ anno
sarebbero sufficienti ove sovente non fallisse il ricolto in aprile e maggio si piantano legumi ,
granone e pa-
del secondo che vien perloppiù coltivato in luoghi non lale ; in autunno del 2.° anno si semina grano se-
,
8
atti. 1 cereali e legumi danno ordinariamente il 3 a 4. gala ed orzo ; e nel 3. lupini per pascolo e per pro-
ria ; e ciò per effetto della poca attenzione che si usa i contadini traggono dalle coltivazioni che fanno in
nel potarli e coltivarli » del terreno non adatto in cui altri terrilorl.
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- 151 -
I castagneti e gli uliveti si sono aumentati, ma a spe- ch'è di privata proprietà ed in parte scoscesa ed in
se de' vigneti e gelseti die un tempo abbondavano. La parte abbandonala per mancanza di braccia , per poco
piantagione degH ulivi si è anche da poco tempo intro- più di t/10; e la boscosa ch'è alberala di querce,
struzione che si è fatta de* gelsi specialmente de neri di ma si osserva negli alberi una costante diminuzione,
sario di provvedersi della foglia altrove ed acaro prezzo, sedazioni che si fanno e le molte che si son fatte
ha fatto diminuire la produzione della seta che in qoci Per effetto di esse , specialmente dopo quella del vasto
luoghi è pregiata, comunque male se ne esegua la trat- } tosco Cirro che quasi distratto , non solo sì è mino-
tura. rata la parte lioscosa ch'era prima assai più susta , ma
Abbondano gli alberi fruttiferi e specialmente noci, n'è veuuto che nella stagione delle piogge , frequenti
peri e pomi ; i vigneti sono scarsi menocchè in Cicala, son le Grane delle arenose colline che smosse vengono
mia non si fa ne' modi e tempi opportuni. do depositi di arena , han ridotto le valli ove esse scor-
La condizione agricola di $. Pietro è migliore degli rono e le terre della vasta contrada detta marina di Maida
altri due comuni dopo che colà si è praticata la divi- che sarebbero feraci ed adattissime a cereali ,
pressoc-
lo stesso per Gimigliano, e di taluni poderi di proprietà di nuovo coltivate. Tale stato di cose merita consi-
del comune di Fossato e della Badìa di S. Nicola di Pe- derazione , tantoppiù che dopo le mondazioni , spe-
finanle, i proprietari sarebbero compensati mediante il comune di Curinga. anche perchè sono nel suo ter-
canone da stabilirsi , c la numerosa classe degli agri- ritorio cinque picrioti laghi che in origine hanno avuto
coltori ch'è obbligala nella maggior parte a trovar la- causa da precedenti inondazioni. Bonificandosi Tinfe-
voro altrove ,
k» avrebbe nell'istesso territorio esten- rior bacino del fiume Lanuto si verrebbe a migliorare
dendo la coltivazione de castagni, gelsi t
alberi frut- la condizione atmosferica , e ad accrescere la parte col-
tiferi e vigne, come si è fatto m S. Pietro , ed evitando tivabile nelle pianure ed il prodotto del granone che
usan quelli di lupino ed orzo. La parte coltivata ocropa i 3/4 del terri torio, è per 3790
Pop: 8785 — Pos — 1897 — Cont: 5361 molto prospera nelle prime c vegeta bene ,
quando nou
Est: 35504 mog: di a. ni. s 167604 raog: e 9565 è inondato nella marina di Maida e ne' bacini del La-
pai. di n m. malo e del Pesipo ,
nelle altre ; e nelle sabbiose col-
bioso principalmente nelle colline , calcare in pochis- riva a superar la semenza di 70 ad 80 volte. Nelle terre
sima parte, ed m diversi punti misto a torba , mar- sabbiose e ne' luoghi raen fertili si coltiva la segala o il
fiumi, 12 sorgenti c 5 laghetti — La parte piana si estende e melloni: e nelle pantanose granone e fogiuoli^-1 con-
per 5/0 , la declive per 10/36 e la montuosa |*er l/fi, cimi sono i soliti ma non usitati dappertutto fidandosi
la sterile per moggi 548 e la paludosa per 490: l'incolta alla feracità del terreno.
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,
La rotazione agraria è a seconda de' luoghi In ratti svelle le stoppie ; ma in tal caso il terreno vien pria
le terre Lasse ed irrigue si preparano a granone da gen- della piantagione annaffiato ;
quindi vi si fanno imme-
naio a tutto aprile o con due zappature o con quattro diatamente due arature ; c per tre o qnattro volte col-
arature e senza concimarle ; e se la stagione corre sec- l'intervallo di 10 giorni uua dall'altra fino alla maturi-
ca vengono annaffiate pria della piantagione che si fa tà viene irrigalo.
in primavera o anche se il bisogno lo esige in seguito della li granone è il cereale coltivato a preferenza , ma
zappatura , la quale si fa dopo i 40 giorni e si ripete variabile nè il ricollo, poiché piantalo nelle terre ar-
sarchiando dopo un mese , lasciando tra l’una e l'altra gillose ed in quelle della marina dà il 32 per uno
pianta lo spazio di due palmi. Tra gl intervalli del gra- nelle calcari il 40, e qnando corre propizia la stagione
none si piantan fagiuoli la coi qualità è deteriorata. giunge nelle sabbiose fino ad 80, ma il prodotto è ivi
Si lascian quindi dette terre In abbandono perchè sog. assai incerto : allorché poi è seminato , oppur ne’ ter-
me ,
ed ai sopravvenir della primavera si torna a col- fanno industria. Tal circostanza che negli scarsi ricolti
tivar granone ; e cosi per più anni sempre con decre- contribuisce alla mancanza del granone deriva dalla
scente prodotto. scarsezza delle querce che sarebbe utile aumentare ,
Le terre non irrigabili si preparano colla zappa e col- ed il cui frutto è ora sol sufficiente a quelli fra' sud-
l'aratro da gennaio a tatto aprile e nello stesso modo detti animali che si crescono per comodo delle fami-
che si è detto perle precedenti, menocchè ne' luoghi glie. Degli altri cereali e legumi ecco la proporzione
declivi ove si zappa una volta, e vi si coltivano anche del ricolto : il grano dà il 5 al 12 nelle terre argil-
tra gl inlervalfì i fagiuoli. Talvolta invece del granone lose cd il 3 a 4 nelle calcaree , l'orzo il IO a 20 e
vengon seminate senza alcuna preparazione (ave per talvolta il 30, la segata il 4 all' 8, i lupini dal 12 a
pascolo o per prodotto, cd immediatamente alla semina 20 e nelle terre sabbiose il 9 , le fave il 1 5 al 30 ed
u
si coprono con la zappa o coll'aratro. Nel 2. anno dopo alle volte 40 ; ed i legami il IO. Le fatale si colti-
una o due arature o zappature che si fanno in settembre vano in poca quantità unitamente al granone.
ed ottobre, si seroina il grano ebe vien coperto colla I n tratto di terreno piuttosto esteso ed irrigato pros-
zappa o coll'aratro, e sì sarchia due volte in febbraio simo all'abitato di Maida è destinato ad ortaglie che si
o marzo ed in maggio. coltivano con attenzione e profitto, danno buono ed
La trebbiatura si esegue impiegandosi perloppiìi giu- abbondante prodotto , e smatassano con concime ca-
mente indomite , e ne' siti montuosi i buoi. Nel 2.° vallino e spazzature di strade. I fitti dogli orti sono
anno sì coliiran pure ma in poca quantità orzo e se* però da più anni rilassali, e ciò perchè non danno il
ga’a , facendo pel primo gl'istessi lavori del grano ; e solilo rimilo forse a causa che non si concimano co-
per l'altra siccome coltivai in terreni arenosi, non si me conviene. Gran parte delle terre irrigale è addetta
usa la zappa ina si fan due.arrature inclusa quella della alla coltura de' melloni, e si prepara mediante 4 ara-
semina In detto anno suobb seminare anche lino in ture, e depositando nel buco ove si (à la piantagione
mediocre quantità. Nel 3. anno ne* terreni argillosi e sufficiente quantità di letame bovino : dopo giunte (c
calcari o in quelli recentemente -dissodati si brucia la piante a certa altezza si zappano due volle con qual-
stoppia nel finir di agosto e si toma a s*meflar»gfano ;
che intervallo di tempo : da alquanti anni in qua si
n.*' terreni sabbiosi si metton lupini, che vengono semi- fa venir la semenza da Castellammare ,
e con essa si
nali come si è detto per le fave, o per sovcrscio o per è giunto ad ottener melloni di 48 libbre di peso.
pascolo o per prodotto ; e quelli in cui è spontanea la Gli agrumi si concimano e zappano in ogni anno,
sulla si lasciano a pascolo talvolta anche per due anni. Vi e sono abbondanti specialmente nelle pianure di Ac-
son de' luoghi in cui la segala si alterna col lupino ,
conta in quel di Curinga, ove il terreno è più adatto
e degli altri in cui letamato ogni due anni il terreno per essi e potrebbero auro m tarsi ivi ed in altri luo-
colle mandrie . si coltiva segala in ogni anno e si ot- ghi. Gli alberi fruttiferi sono in poca quantità parli-
tiene vantaggioso ricolto. I fagiuoli si piantano in ta- colannenrc i fichi che si sono in parie distrutti. Lo eran
luni siti due volle in ogni anno, cioè la prima volta in del pari i gelsi, la cui coltura fino a pochi anni dietro
mezzo al granone e la seconda in luglio o inagoso dopo negletta ora è cominciata ed animarsi, ma lo dovrebbe
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- 153 —
essere dippiù tanto nel moio , che aumentando le pian* per la scarsezza degli agricoltori. Questi invero non son
fagiani ; e benché non regolarmente nè quanto con* baste voli specialmente nella marina di Maida ove vi
viene vengon potati , da alquanti anni siffatta opera* concorrono quelli di Nicaslro , c pc' lavori di vanga
zinne è pratirara più spesso di prima in febbraio fa* zappa e potatura si fan venire dalla citra Calabria.
rendo venire i lavoratori dalla vicina Calabria atra. La loro condizione è avvilita a causa delle usure le
Lo stesso per la potatura dee dirsi degli altri alberi e spe- quali assorbiscono i loro sudori.
cialmente degli uliveti dui si vanno tuttodì estendendo, Niun progresso vi è nella pastorizia principalmente
essendosi da qualche proprietario fatti de ristretti ten- ro magrezza non danno agli) animati buon nutrimen-
tativi si è riuscito ad ottenere olio poco diverso da' (ini to ,
e quei di sulla che sono il miglior pascolo che colà
di Francia. si abbia non trovansi dappertutto nè sempre. Si sup-
Gli uliveti si concimano o con letame pecorino e ca- plisce in parte a lai mancanza seminando avena per
prino o di stalla (
ed in tal caso nel sottoposto terreno nutrire in aprile e maggio i cavalli ; o fave e lupini,
più comodi. I*er la pressione poi delle olive si é comin- piu scarsi per gli armenti del territorio dal concorrere
ciato ad introdurre qualche miglioramento mediante i in essi gli animali di altri paesi che scendono nella ma-
lavatoi, Egualmente si è migliorata la trattura della rina di Maida. Ma influirebbe molto al bene della pa-
seta che ti fa ad*organzino. storizia , la quale dà ora scarsi e non buoni prodotti,
f vigneti si vangano profondamente. Nelle vigne no- la bonificazione regolare del bacino del fiume Limato
velle si comincia a percepire frullo dopo i tre anni ;
che rende quella marina neU'invemo una palude e net-
le viti si potano in gennaio e febbraio ; si zappano due Tcstà un deserto, c messa in islato di coltivazione ri-
volte cioè la prima in marzo c la seconda men pro- chiamerebbe in quel sito le cure de’ coltivatori che la-
condo i siti si diradano i tralci ; ed in ottobre si fa Oltre le cause più o men generali, come sìa la poca
la vendemmia senza attenzione. Nelle terre argillose cura de’ proprietari e la deficienza de' capitali , sì op-
vi sono non poche vigne la cui coltura è cos'osa e dan- pone al progresso dellagricoltura la eventualità del
no mediocre prodotto : nelle calcari che sarebbero godimento nelle lare soggette agli allagamenti che sono
più adatte non re ne sono che poche, e dovrebbe esten- le più feraci.
rio , e ciò indipendentemente da quelli che si hanno Com : Cariale , lacuna , Caraffa.
da' proprietari e contadini ne paesi circostan'i. Nuoce
alla quantità
1
de prodotti Tessere il circondario rim- Pop: 6055 — Pos. C67 — Cont. 1828.
petto al golfo di S. Eufemia, dal quale spesso in pri- Est. 16338. mog. di a. m. —70866 mog e 5051 pai.
del cotone che prima si ficcano e poi si abbandonarono esso è di terreni sterili; la dodicesima incolti thedan pa-
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,
— ISi -
scolo e per 4/7 appartengono a' privati e per 5/48 il pratica è ritenuta per la piu vantaggiosa— Nel 2. ‘ anno,
;
gni. Le terre incolte c sterili si sono aumentate per tro o leggiermente la zappa in settembre ,
si semina il
la minorazione che han sofferto le liscose — Essen- grano che si copre dappertutto col primo , eccetto nei
dosi queste molto dissodate ne son venute monda- luoghi di montagna ,* in cui siccome quando si dehbon
zioni che han reso sterili laluni luoghi cd incolli degli fare i lavori pel grano, il granone è immaturo, cosi si usa
altri; c se si continua ad aver poca cura di ripopolare i per non danneggiarlo la sola zappa ; nè si fa altro appa-
lioschi ,
eccetto alquanti castagni , da’ comuni e da’ po- recchio al terreno, che in novembre e dicembre vien se-
chi proprietari cui appartengono, ne verri che in un cir- minato, zappato in marzo, e sarchiato in aprile o maggio.
i ondario un di tanto lucroso che la sob selva Corrà ba- Pria di seminare il grano ed il granone taluni da qualche
stava a somministrar legna da fuoco ,
queste fra non tempo han praticato con profitto d 'immergere Ì semi nel-
molto mancheranno ,
come gii manca il prodotto delle l’acqua di calce. L'orzo si semina nel 2.* anno da dicem-
ghiande. bre a gennaio , e nelle ortaglie in fchliraio ; la segata
La parie coltivala si estende per 1 1/ IO del territorio, c grano misto in settembre — Nel 3.* anno o si semina
comprende 1072 moggi di terreni irrigati, ed è addetta pure in tal mese , previa un'aratura dopo le prime ac-
a diverse cotture. Ordinariamente ne’ terreni calcari que, il lupino; o lasciasi incollo il terreno. Net secondo
«he sono sprovvisti di altieri, ne’ silicei di collina sparsi raso nel ricominciarsi la rotazione agraria invece del gra-
fierloppiù di ulivi fichi c gelsi, e ne' silicei marnosi di none sì coltivano in dicembre fave per prodotto , e da
montagna una volta occupati da boschi ed in cui ora pochi per pascolo ,
poiché si destinano a tal legume i
ai han pascoli naturali , son coltivati in buona parte terreni non coltivati precedentemente ; e nell'anno ap-
del circondario cercali e legumi. Per questi la rota- presso si semina il grano. Allorché si coltiva lino, si
zione agraria più generalmente usilata è di granone e prepara il terreno in està con diverse zappature , t si
8
l ‘gumi nel I . anno ; grano, orzo o lino nel 2,°; c lu- semina ne' principi di ottobre.
si zappa ed al tempo delb fioritura si rincalza ; o usan- di 50; e pel lino di 2 1/2. Spesso però il prodotto manca
dosi la zappa o la vanga che si passa due volte cioè in nelle terre dissodate che sono quasi sterilite.
gennaio c più leggiermente in primavera , e poi si pra- Le rolline «he han terreno perloppiù siliceo sono
ticano le slesse cure che ne' terreni arati. Insieme al coYcrle di aliteli fruttiferi gelsi ed ulivi. De' primi si
granone negl’ intervalli si piantan fagiuoli e ceri ; e pota assai raramente il ciliegio ed il pruno , cd ogni
ne' terreni leggieri e freschi unitamente o invece del tre o quattro anni il fico che è più abltondante. I gelsi
granone le patate, die si piantano in marzo ed apri- eran molti negli andati tempi , ma nell'epoca dclb de-
le , e servono tanto per nutrimento dell’uomo che per cadenza delle sete furori distrutti : ora se ne rianimala
l'industria de* porri ; si è sperimentato chi quando il la piantagione pe' bianchi , ma non pe* neri di cui si
grano succede ad esse riesce con profitto. coltivan pochissimi. Vengono osai potati in inverno
I terreni meno elevati, sciolti, pingui o concimati ma i primi «igni due anni ed i secondi ogni tre o quat-
ed irrigui ,
dopo il ricolto del grano , c precisamente tro. La trattura delb seta è migliorata ,
«adendosi in-
fave ;
queste vengono coverte nella zappatura che si munque taluni han cura dì rimpiazzare i vecchi alberi
fa al granone ,
affinchè dopo raccolti in ottobre i due L'essere delb varietà detta ceUina , il trovarsi in ta-
primi prodotti si abbia il prato di fave in novembre luni siti in disadatti terreni , il non concimarsi con-
e dicembre pc* buoi ; cosi in nn anno si viene a trarre venientemente cd il non praticarsi bene b potatura,
da un istcsso terreno triplicalo profitto , e perciò tal che secondo il bisogno si esegue ogni 3 4 a C anni ,
son
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— I» —
le cause della scarsezza del prodotto che viene ni parte tosi negli altri due comuni ; in diversi luoghi son sab-
compensata dalla sua buona qualità. La pressione delle biosi con torba, ghiaia e ciottoli — Vi scorrono le ac-
I vigneti son più estesi di quanto il comporterebbe prendouo la 3/ parte del circondario che nel resto è
9 territorio , e ciò non ostante in generale danno , rnc- per 1/3 montuoso c nel dippiù in collina. Gli sterili
oocrhè in Caraffa ,
vino non buono ed insudiciente ,
occupano 1/34 del territorio ,
gl'incolti 2/35 ; ma è
perchè occupando perlopiù luoghi non adatti e fra l'al- da osservarsi per questi ultimi che in parte sono insu-
tro montuosi ed esposti a settentrione (
sovente pria scettibili di coltura per la situazione, cd in parte per ef-
della maturità le uve son colpite dal freddo : vengono fetto di un tristo costume che evvi in quei luoghi , ove
essi ordinariamense ingrassati seminandovi e sovescian- perloppiù non prendendosi in fitto pascoli , nè usandosi
do lupino — Le altre terre si usa concimarle , ma non prati artificiali , la pastura è libera , c gli animati in
generalmente ,
adoperando perloppiù negli uliveti e pei piccole gregge errano danneggiando gli altrui poderi ;
cereali 9 letamo pecorino e caprino , c per i secondi talché cotesto inconveniente oltre dal cagionare spesso
no da quei che han mandrie, o spazzature di strada ficoltà delle pruove ed il pericolo sovente verificato di
ove mescolate a stabbio animale cd adacquate si spar- La parte boscosa è alberata di carpini, aceri, olmi,
gono profìcuamente pel campo ; ed in fine nelle terre molte querce c scarsi castagni , ed è andata pur sog-
argillose si usa mescolarvi quelle di altra natura. getta alle solite dissodalo» c distruzioni . specialmente
1 principali prodotti , eccetto il vino di cui si è fatta nè severi ; ma non dee tacersi essersi da taluni prò-
menzione , sono di buona qualità e sufficienti anzi su- prielart comincialo ad aver qualche premura a far delle
peranti il consumo ,
calcolando però che 1/3 di cereali piantagioni perloppiù di pioppi castagni e querce. La
e legumi viene immesso dagli agricoltori del territo- smania di metter tutto a coltura è stata tale , che co-
rio che lavorano altrove. munque la parte boscosa è minore di 1/5 della nona parte
In quanto alia pastorizia sì osserva che piccoli ma del territorio, b coltivata si estende per 13/15 de quali
ben formali e forti sono i buoi ; le pecore di cattiva 372 moggi sono irrigati.
razza , ma taluno ha cercato migliorarle coll' incrocia- Le principali coltivazioni sono specialmente in Fran-
mento merino. Vi sarebbero non pochi pascoli naturali, cavilla , cereali , civaie , ulivi t vigne ,
gelsi ed alberi
essendovi fra l'altro colà spontanei il trifoglio e la sulla; fruttiferi ,
fra’quali principalmente i fichi- l terreni non
ma li coltivarsi sovente i terreni ne produce la scar- vengono generalmente letamati menacele gli orti che
sezza ,
alla quale si cerca supplire con quei di lupino lo sono io qualche modo dappertutto. Per ingrasso si so-
e favelle , e da qualcuno si è tentato anche col tri- versemi! fave lupini ed avena , o si adoprano concimi
foglio. Vi è una razza equina nel circondario di Maida aninuli fra' quali il pecorino é più preferito ina scarso.
che appartiene ad un proprietario di Cortale. La rotazione agraria è ordinariamente ne' siti bassi
biennale fra granone e legumi in un anno ; e grano,
§. XXXI. orzo ed avena nelfallro ; in quelli più elevati nel
3.° anno si coltivan in ottobre a dicembre lupini, fave
CIUCO!* Li Alito DI FILADELFIA. più per averne il prodotto che per ingrasso) e lino.
(
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,-
— ri-
spondere. E qui de« notarsi che negli andati tempi spe- strava I industria delia scia. Or questa c alquanto de-
cialmente in Francavilla, ove l'agricoltura cominciò a caduta , e si esercita nella maggior parte in Franca-
decadere dall'epoca dell*insurreaoiif del 1806 die colà villa senza alcuna attenzione nell'allevamento del telo
cagionò molli danni, i cercali roltivavansi sol ne' luoghi e nella trattura. Fra lai Irò si ammonticchiano i terbi
hassi e non alterali , e perciò il prodotto era mag- in cosi liasse strette e sporche casipole , rbe sovente
giore e piò sir uro. Nel 2 ° anno il terreno si pre- periscono , e ciò oltre l'orriliil pizzo ed i nocivi mia-
para in ottobre e si semina in novembre c dicembre; smi che si sviluppano , talché colà in giugno molto si
*» nel 3 °
da ottobre a novembre. T faginoli si piantano soffre.
in taluni sili col granone , ed in altri da Inglio a' 15 Gli Uteri frultileri sor piuttosto abbondanti
, ma
agoslo ne' terreni irrigati, de' quali ima piccola patte più in Francavilla , ove pur vi $on molti vigneti che
sì destina ad ortaglie. Nel l." anno si coltiran pure pa- tene esposti , e non sempre in adatti terreni vengon
,
tate è nel 2 * nrio ed avena. Il lino che si semina potati c scalzati da novembre a gennaio in marzo e
, ;
ne primi due anni e più nel 3.* è di mediocre qua- giugno zappali, t diradati in maggio : non son conci-
lità : era prima abbondante , ma anni dietro per la mati, credendosi sufficiente all'uopo il raccogliere
seme che nelle fossette di ciascuna vite le foglie cadute.
premura di vendere il da' negozianti del Pizzo Nem-
i hi ed casi . si facea tal coltivazione per questo solo og- meno si ha cura nella vendemmia . comunque si pre-
getto ; con ciò scarseggiando di molto il prodotto , si è sti attenzione nella conservazione delle tetti. I vini
tornato all'antico sistema. Negli andati tempi si coltiva- sono spesso acidi e sempre di corta durata , men trec-
va anche in quantità la canapa che sarchile utile nuo- che anticamente coltivate le vigne io appositi siti da-
vamente promnvere. van buoni vini , fra quali erano in maggior pregio
FI grano dà il 3 al 7 per uuo; l'orzo e l'avena il quelli delle contrade Lustra , dienti e Trivio di quale
,
3 ad 8; i legumi il 12 a 14 ;
ed il granone dal 4 ultimo luogo si spedivano in Napoli. È da sperarsi
al 14. 1 cereali testano o no al consumo secondocchè però che le utili pratiche messe in uso da qualche
è uterioso o scarso il ricolto del granone; i legumi proprietario c che gli han fatto ottenere vini durevoli
Gli ulivi pria del 1866 particolarmente in Franca I prodotti son generalmente buoni ,
eccetto il lino
villa venivat» piantati con pìii profitto nplle costiere cd il vino- — Gli agricoltori sono sufficienti anzi su-
delle colline , e si usava potarli : poscia furono tra- perano specialmente in Filadelfia : son poveri perchè
scurati , inutile riputandosi tale operazione : ne derivò la loro sussistenza poggia tutta sul ricolto dei granone
la scarsezza e spesso la privazione del frutto, e questa che spesso manca : in Francavilla il toro stalo è peg-
più che alla propria ignoranza , agli atmosferici influssi giore perchè quel territorio è perlopiù alterato
si attribuiva , finché dopo piu anni di deluse speranze La pastorizia invece di aiutare distrugge 1 agricol-
qualche proprietario cominciò a potarli nuovamente, ma tura a causa della summentovata errante pastura : il
|-orhi però lo hanno imitato. In qnanto poi alla concima- Itestiame si mantiene unicamente pe' bisogni agricoli,
zione f
comunque il sottoposto terreno venga seminato rd i prodotti che dà sono scarsi. Vuoisi lo stalo re-
a cereali ,
nulla si è fatto: e con ciò vien danno all'uno trogrado in cui essa trovasi attribuire anche alle tasse
1 gelsi sono abbondanti ma piò i Nandù che i neri tesa la scarsezza di quelli del territorio , in cui spon-
-
'
nirytbfvi t~|y ('.no.
DISTRETTO DI COTRDKE
Cam. Cotrone, Cutro , Isola. colto è per ogni tomolo di IO a 20 pel grano e le-
gumi ;
20 a 30 per l’orzo ed avena ; e 6 a IO per
Pop. 10495 — Pos. 1210— Coni. 3082. la segala. In Isola e Cutro sì coltiva granone in poca
Est. 108328 mog. di a. in. = 476783 mog e 5197 quantità.
pai. di d. vn. Nel connine d'isola essendovi terreni alti a diverse
Noi territorio perloppiù domina l’argilla o sola o colture vi sono uliveti , vigneti ,
orti , agrumi , al-
in taluni sili mista a calce o marna od a pochissima beri fruttiferi e gelsi che sarebbe utile aumentare
torba : nel comune d'isola però son più le terre cal- cd estendere ove si può negli altri comuni : vi son
cari e sabbiose. pure in questi ,
pochi uliveti e vigneti , ed in ge-
Scorrono nel circondario 2 fiumi ed 1 torrente, e nerale Ì prodotti delle suinmentovate colture scarseg-
ne' comuni d’isola c Cutro vi sono 63 sorgive e 3 la- giano. Gli uliveti di coi in Cutro si fece nel 1835
ghetti più o men grandi. la prima piantagione si vanno ne' luoghi adatti dd
In tal circondario è compresa gran parte del f uber- circondario estendendo , innestandoli sull'ulivo selvag-
tosa contrada nota col nome di Marchesato che pro- gio e coltivandoli con attenzione : la pressione delle
duce la ricchezza di quei luoghi ora scarsamente abi- olive è migliorata. Ltil sarchile introdurre la palata
tati , e celebri nell'antichità pe’ popoli che vi furono. cd il cotone essendovi terre adatte.
Unito al comune d Isola è il villaggio Castella die ha La pastorizia è in isiato soddisfacente : vi sono estesi
buone terre e due piccioli seni di mare. pascoli naturali di sulla , avena e trifoglio : i lattici-
1 terreni più declivi occupano la quarta parie del ter- ni son pregiati ed abbondanti : si è cominciato per gli
ritorio , che nel resto è per 5/8 piano e per 3/3 in armenti a costruir delle stalle ; si son migliorate le
collina : sono sterili per 579 moggi ; per 1 /36 paludo- pecore coirincrociatnento merino , e le razze equine
si ; e per circa 1/4 incolli perchè addetti a pascoli oc- mediante stalloni arabi ; e si son introdotte te capre
copali nella più parte dagli armenti de’ proprietari cui delirilo Egitto e dèi Thibet.
caddero dopo la divisione demaniale, ed incoltivabili I prodotti del l'agricoltura c pastorizia Iranno il van-
anche per la scarsezza degli agricoltori i quali non taggio di aver in Cotrone un [«rio che nc agevola il
cicerchia, line — Gl'ingrassi che si adoprano sono o ani- Cotti, rotte astro ,
Petronà , Mìsuraca
mali o vegetabili , ma usali ne’ soli giardini cd in po-
contrada del Marchesato, -f Vi scorrono 5 finiti ed 11 < Li prie piana è 1 1/5? , la declive 26/57 e la mon-
Ira fontane e sorgive.
a tuosa 20/57 ;
la starale 7/5 7 ; la pludosa 40 moggi ;
la montuosa 23/51 : la rollirata 20/51 ; la sterile cir- tiva in taluni siti a causa del suolo cd in altri per
ca 1/9; la paludosa IO moggi; la inrolla è pressoc- mancanza di agricoltori, oltrepassa di 1/3 la terza prie;
cliè 1/3, nella maggior prie non de privali, c por- la Iioscosa che al tarala di rcrri, famic, pioppi e faggi,
zione di essa non coltivala perchè i lavoratori non c vi è psrolo ,
comprende altro terzo ; c la coltiva-
son sufficienti al territorio: la tascosa si estende per ta 37/114. Questa è quasi tutta di proprietari di altri
querce cd altri alberi lw schi vi nella prie più elevata, nc siti ove è spontanea, cd addetta principlroentc a
c di castagni cedui in quella che segue , fuori la quale cercali, legami, lino, uliveti, vigneti cd altari frut-
tali altari non allignano. Siccome i primi sono assai tiferi — La rotazione campestre è secondo i siti per
folli , conrcrrelita diradarli c supplirvi piantandoli ne* due o Ire anni di semina, che vengono seguiti da tre
luoghi ove mancano Ne' terreni sottoposti a tal prie vi a sei di pascolo ; eccetto prò i luoghi di montagna
sono prloppiù olì veli ,
vigne, altari fruttiferi ed orli ;
clic fan prie della Sila in cui si coltiva in un anno
c ne siti tassi, cereali, legumi e pascoli. segala e palale , ed in un altro si riposa. 1 pascoli si
Le terre coltivale occupano 2/5 del circondario , sono custodiscono intatti per circa otto mesi dell'anno. Ec-
irrigate in 2887 moggi, e vengono ingrassate prloppiù cetto le terre della Sila che si peprano nt maggio c
nelle ortensi ed in pochissime seminatone con letami luglio per piale o per segala , la quale si scmioa in
animali. In queste ultime la ruota agraria é ordina- settembre ad ottobre , le altre si preprano da febbraio
riamente di sci anni ,
seminando fa ve e lino nel I"; ad aprile ne' sili ove si collivan legumi o granone, ed
cercali nel 2." c 3.”; e per altri tre anni lasciandole in ottobre per gli altri cercali che si seminano da no-
in riposo per sulla 11 granone c legumi si semina- vembre a dicembre. I lavori campestri si fanno or-
no per tre anni ne' luoghi irrigabili che per altri tre dinariamente ron l'aratro. H ricolto in generate è 6
si fan riposare. Il grano dà nel ricolto il G ad 8, l'orzo ad 8 volte più della semenza e supera il consumo ; ma
e l'avena il 4 a IO, il granone il 24, i legumi il 5 a sovente non rorrispnde a quanto si è spso ,
poiché i
inverno — La pressione delle olive è migliorata — Con- Gli uliveti le vigne ed alberi fruttiferi si zappno
verrebbe aumentare Jc terre irrigabili , introdurre la in marzo. La piantagione de* gelsi è quasi negletta.
(ollivazione del cotone, ed estendere quella del gelso. Gli uliveti e gelseti del diligente barone Barrati: o in
I prodotti son sufficienti al consumo e buoni. — La Alliba villaggio dì Santa Severina ( ov'egli Ita pure la
pstorizia sarebbe in lodevole stato se le razze fossero fabbrica di liquirizia ), si distinguono per la loro
Bernardo, Cotronei.
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§ XXXV §. XXXV!
pascolo e per mancanza di lavoranti per circa 1/21 ; ste- m piano , il resto è per 3/4 in collina e nel dipprù
rile per 1/56 ;
paludoso in 304 moggi ; boscoso ,
in montuoso— Il circondario è sterile per 1/15; incolto,
parte di proprietà comunale, ed alberalo di elei, quer- di proprietà perloppiù de’ privali
,
poco men di 1/4 ;
La ruota agraria è per due o tre anni semina, e per quali 498 moggi seno irrigati—Gli agricoltori insuffi-
altri due o tre riposo. Si coltivano in maggio , ma cienti all'intero territorio bastano alla parte coltivata
e pochissimo cotone nel primo anno di semina ; e ne- prendendo in fido i terreui comunali alla ragione di
gli altri due in novembre, avena, orzo, lino, ma più nove carlini il moggio c poi fidandoli ad altri per du-
di tatto grano : tali prodotti in parte si vendono fuori cali dne, ne viene che gli agricoltori sono avviliti, poi-
il territorio— Il ricotto per ogni tomolo è di 4 di lino, ché sovente il ricotto non li compensa della semente
8 a 9 dì legumi , 8 a 10 di cereali. che han posto e dei fidd che pagano. Da ciò deriva
Gli uliveti ed altri alberi vengono arali e zappati se- che l'agricoltura è depressa ,
e l'unico modo per ria-
condo che lo è il sottoposto terreno che si addice a ce- nimarsi sarebbe il concedere a canone dividendo fra’
reali. I primi si potano da dicembre a tutto il 25 mar- contadini i terreni del comune.
zo ; sono in maggior quantità in Strangoli e S. Nicola Le terre vengono geaeralmenle ingrassate col prato
;
ed in Casabona mancano delimitino — I gelsi son pochi naturale di sulla, e nella più parte de' suddetti comuni
perché ristretta è la industria della seta— Pochi sono del con letami animali — Si preparano a cereali togliendo
pan gli alberi fruttiferi e gli Alaggi
— I vigneti non so- nel 1 ,* anno in marzo o aprile i cespugli e gli ster-
1
-IH-
'
li ricolto è per ogni tomolo di 5 a 7 pel grano, di e Melissa — La rotazione agraria non è costante, poiché
vengono zappale in gennaio e febbraio, vendemmiate due primi anni grano , e nel 3.“ orzo avena e lave, e
dopo la metà di ottobre , e danno mediocre prodotto negli anni di riposo lasciandosi i terreni per sulla ove
pel quale si è cominciato ad aver più cura ; alberi da questa è spontanea. Solo in poche terre di prima qualità
gelsi che si vanno estendendo e lo saran dippiù oc che chia fave ovvero ortaglie melloni o cotone nel I.*
la industria serica ha colà progredito , e si è perfino anno, c poi lino e frumento, o frumento solo nel 2/
stabilita una bigattiera. L'avena c l'orzo si seminano in settembre , il Uno ia
La qualità de' prodotti agricoli, menocchè leccezioni ottobre, il grano da novembre a dicembre, le fave dopo
sopra Catte, è pcrloppiù buona : al loro smaltimento è la metà di tal mese ,
gli altri legumi in marzo, in apri-
però di ostacolo la mancanza di facili comunicazioni— le il cotooe ,
ed in pochi siti granone ed ortaglie in
Coni. Ciri>, Crurali, Melina. agricoltori del circondario con altri che m gran nu-
mero scendono in quelle marine dimorandovi da no-
Pop : 7153 — Pos : 1663 — Coni : 1956 vembre ad aprile.
Est : 50*290 mog. di a. m = 240120 mog. e 7632 Anche la cottura de'gdsi ed ulivi è ncirultimo bien-
anche gesso —Vi sono 4 Curai 84 fonti e 5 laghetti.— pano da novembre a tutto marzo. La potatura dì essi si è
Il circondario tolti 3/5 di terreno montuoso , il rima- migliorata; la concimazione si pratica da ben pochi con
nente è per 2/5 piano e per 3/5 in collina— È sterile per letami di stalla ; e per la pressione si è cominciato ad
13/100 v
paludoso per 1/25—Le terre incolte si esten- introdurre qualche miglioramento ne'pressoì.
scarsi pascoli al bestiame, e consistono nella più parte dotto in Cotrone ed in Taranto ,
tantoppiù perchè
in quei terreni che restano in riposo ne' campestri av- mancava la concorrenza di altri paesi. Ogni povero
vicendamenti — Il suolo boscoso occupa un altro5.*, è in procurandosi mezzo moggio di terra pel quale pagava
parte alberato di lentischi, orni, querce, elei ,
frassini due carlini di canone , lo piantava a vigna , e cosi
olmi e carpini ,
ed in parte dissodalo e fratioso —La facendosi di tal coltura il prindpal ramo d'industria
parte coltivata è *21/50, son compresi in essa 107 mog- le vigne crebbero, e benché sovente esposte a deva-
gi di terre irrigale, ed è più fertile in quel di Melissa. stazioni, la naturale feracità del suolo riparava i gua-
I terreni per cercali si preparano dopo le prime ac- sti. Ma quindi la concorrenza di altri paesi ed altre
que di settembre, ma non sempre colf aratro, poiché in circostanze fecero diminuire il profitto al quale si cercò
diversi luoghi si usa la zappa e specialmente in Melissa supplire colla quantità, infroducendosi uve acquose.
ove si adopra per 1/3 del territorio. L'aratro si usa pe- Da ciò ne venne che i vini furoo deboli c rifiuta-
sante nel preparare le terre, e leggiero nella semina — ti, e la classe agricola incalzala da’ debiti distrusse le
Per uguagliare il suolo si adopra anche l’erpice in Cirò vigne, la cui coltura ora in taluni siti si estende e si mi-
Gkrog le
- Ul
gliora con la inlroduzione di baone viti, cd in altri man- da sessennio in sessennio il prezzo de 'pascoli al punto
ia Le stette si potano in mano e si tappano in no- da superare di 1/3 e di 1/4 il valor capitale degli ani-
La coltura delle ortaglie non è trascurala. Isccetlo nio) che diversi industrianti sou fallili e le mandrie son
esse cbe sono in qualche modo ingrassale eoo letami minorate ,
talchi non ri sorto altri buoi che quelli
pecorini o di stalle , le altre terre vengon raramente necessari alla agricoltura. Si aggiunge che non essendo
concimate, poiché si fida sulla fertilità del terreno, il quei pastori esperti nella manifattura de' latticini ,
si
quale nelle parti hoschire è letamato bruciando gli sterpi usa mandarsi in Cofrnne , c colà salarsi.
e cespugli che vi sono. Oltre a tuttocciò che si è detto della pastorìzia che
è in decadenza, e la maggior parte de' pascoli si fitta bero sulla spesa de' trasporti 5/6 ; e dall'altra le deva-
ad industrianti non del comune : e poiché lo spirito di stazioni degli uomini nella parte boscosa c la libera
FINE,
, • 5
1
. .
e
» 1 —
—
di Soveria
di Cropani
»
»
105
IQO
Gap. 11. Situazione, confini, estensione, geo-
M
Gap.
Gap. IV
III.
ultra seconda
Idrologia minerale
irriga-
3
8 —
—
di Borgia
di Squillare
di Gaspcrina
»
» 1 1
ivi
rotazione agra-
. - 20
— di Davoli
di Badolato
»
»
1 1
hi
prezzi, —
Circondario di Montclcone
— del Pizzo .
.
.
.
.
• *
»
117
118
Gap. IX
maialile
.
.
.
»
*
119
hi
coltori e [astori
35 _
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di Serra.
di Arena .
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Gap. X. Origine della industria serica c sua
introduzione in Costantinopoli ed —
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di Mileto
di Nicotera
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in Italia
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seconda
, sue vicende in Calabria,
nella Calabria ultra
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— di Tropea
di Briatico
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Martirano 127
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fino a'
economica
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30 maggio
della Calabria ul-
1 845 . . » 82
—
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diNocera
di Serrastretta
di Fcroleto antico
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— di Gimigliano . ivi B — De' terreni in riguardo alla loro situazione e
—
—
di Maida
di Corialo
di Filadelfia
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coltura.
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de cereali legumi patate e castagne
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di Strangoli ,
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del 1844.
— di Umbriatico
di Grò .
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Degli animali pecorini.
— Degli animali caprini.
— Degli animali cavallini.
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QUADRO
DE’ COMUNI ,
VILLAGGI , POPOLAZIONE ,
POSSIDENTI E CONTADINI
DI CIASCUN CIRCONDARIO
VILLAGGI n 5
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S. Pietro , ,
Longobardi .
Pizzo . . .
Majcrato .
Monterosso I Monterosso
Capistrano.
Fossato . S. Nicola .
Valldonga.
Soriano . .
Sorbo. . . . Sorianello
Pollone. . . I’izzoni . ,
iriolo . . Tiriolo . . 9530 1417 3971 Gerocame. S. Angelo, .
Miglicrina. Gano . . .
- Seltingiano Serra . . . Serra . . . Spinello. . . 1 623 il 2357
Amalo. . . Simbario .
orgia - . Borgia. . .
10010 1810 4257 Spadola ..
Girifalco. . Brognaturo
S. Floro. . Fabrizia. .
Mondana . .
Sfalclli . .
Daflìnà . . .
Montauro . I** . . .
Montepaone Mileto . . Mileto. Parava li. . . |4I28 2324
. .
Soverato. .
Calahrò . . .
Petrini . .
Comparai . .
Olivadi . . S. Giovanni .
,
Contrarile S. Costantino.
Inara valle Chiara vai le 13659 3011 3076H Puugsdi. . .
Torre. . . lonadi. .
Nao
Cardinale . Filandari. Pizzinni . . .
Argnsto . . Arznna . . .
Gagtialo- .
Scaliti. . . .
S. Vifo . . Mestano. . .
. .. Cenadi . . Ilombiolo . ,
Presina» . .
tavoli . . navoli. . .
10053 2702 288® Orsigliadi . .
Soriano. . Paravnli. . •
S. Sode. . Moladi. . . .
n . . . S Andrea. Pernocari . •
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SVITI A CSAACSMVal q^ §
3
inni.
Limbadi. . . Molta filocastro Ferole! o anlico Ievoli e Polve-
Mandar* doni. Galli e Vajola
Careni. . . . Ferolelo piano
Tropea . , Tropea . , . Gimigliano. . 9280 1571
Farglieli! . . Filili .... S. Pietro aGimi-
Zaccanopoli . Cicala. (gli ano-
Alitilo. . . . Ceriate . . .
Daffmaccllo . Caraffa . . .
Pofenzoni . .
S.Sererina. S. Se ver ina. . AJlilìa. . . . 5468 918 1995
Conidoai. . . Rocca Bernardi
Paradisonr. . S. Mauro . .
S. Nicola • . Carfìzzi . . ,
Accaria . . . Savclli. . . .
Sambiasc .
Samhiase . - 10834 604 364? Casino. . • ,
Plalania. . . Veriino . • .
Decollatura
Accaria . .
RICAPITOLAZIONE
. Cerrisi. . . .
Carlonolì. . . di Coirono .
Serena . , . S. Tommaso.
Castagna. . . I Totale di lolla la prorincia . .
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QUADRO
DEI TERRENI IN RIGUARDO ALLA LORO SITUAZIONE
E COLTURA
© lATSBIlOPI TOTALE
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Cotrone 476783 49169 31855 27301 62901 27156 8793 2003 570»
108328 5157
259816 4256 228% 20133 13021 13627 IO 5862
l’olicaslro 51207 5259 24055
30I03G 25900 20307 18001' 17508 16257 40 7120
57786 4839 11479
33950 8289 44985 2610 H37T 301 074Ì
Si roncoli 55591 283299 2312 13355
22897 7720 29111 13770 13.Vii 34031
l'mlirialiro 50818 285197 822 20201
8290 12186 29814 limo 10214 10186 2000 65721
Cirò 50290 240120 /632
Tot. del dis.
126519 131011 116330 197201 84279 70728 5347 21810
di Colronr. 374023 1856551 6091
Tot gencr
della provili- 1230035 5413119 9001 490022 ili 108 316009 719754 197005 215246 10233 97311
eia.
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QUADRO c.
briatico , Verzino,
50176 i 9943 Santa Severina.
50000 5 204 Rocca Bernarda
52000 5 11.34 Mania Caterina-
51000 5 3041 Guarda valle
ÒT000 5 6021 I accollatura ,
Castagua, Soveria di Mannelli
57600 s 7217 Novera.
58000 s 7015 Maro-ditta ,
Sellia Capistrano, Condenti, Falerma
, ,
Marlirano . Misuraca.
B4000 li 3575 S. Mauro , Scandalo.
04533 a 1104 Care uri.
88200 8 7614 Pizzoni ,
Vaizano.
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DEI PRODOTTI
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Calamaro 26000 1006 4818 1000 205 3418 3156 281 3 ri HWi(W » 1 27.1 350(1 .V.)37
Sovcria 20000 147.' 4(J1U 5041 092 2000 5505 •* » a 2MKX M 4l0f 1751 187
Crepitìi 34000 12.’ 5797 8251 141 3446 5371 W N 581 20951 • r 211 .
4613 4375
Taverna 8000 II27T 3155 tcow —T7 1 1783 1442 a u 56*1 165C » a 3750 20782
Tiriolo 7000 241 6606 2(8 -R8 1438 1324 1141 21! 3815 » a 57? 1150
'
Durata 33000 6022 39250 227 3909 8781 I002S 787S 18101 » 1250 557 28« 4 437
Squillare 10000 2101 7625 a 1692 278| 1419 50 15050 li
750 (irti IWH 4000
Caspcrina 7ooo 050 8898 HO 353 1839 2957 mo IH: I07K * !H)00 30! 1(481 0707
Chiaravallc 4050 7718 12800 1735 '
4080 867 2021 7002 10373 239T3 1750 100 1 »7 2855 18125
Ila voli 2000 775 2394 • » 31 9(8) 2375 1* a 287 0850 li
36 <5() 4051 1050 HJUTl
3319 * N 1 4094 5814 114 1644 9400 200 1405
Iìatlolaio 7400 687 925 1070 2106
Tot. dei dls.
di Catanzaro Ì50I30 33330 99341 27625 7318 203 4 (i 41527 20828 28048 143246 1950 48625 <0502 27037 S063I
Tr?|>p 43352 11769 27852 12100 7052 2942 5260 4800 59.1 23680 7386 20400 42 3390 125
Dna tiro 23534 2276 8404 m m 3009 1577 1394 1862 JOO 4540, 50 3081 3 OC 855 lm!
Tot. del dis-
di Monlclco- 240536 51146 189009 22800 55208 16322 32657 27974 16955 153067 17148 53796 2837 28365 IO 160,
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Nicastro 8127 » 19144 • 2788 1880 5662 a 1000 li • C12 2410 n
S. Biase 7587 637 1 1721 » 2040 1612 1650 200 8500 li » 10.0 8795 7312
Mar tirano 7500 5250 2530 12 1862 1281 3950 1947 2100 687 » *5 12187
Cil2
Nocca 10468 2125 7146 300 W 4050 J259 4IS7 2187 12250 a » 825 560
'Serrastrelta 4701 4669 8040 4010 314 1451 182 3318 12981 30500 a a 120 4292 31594
Ferole lo 231 6000 300 94 “765 377 2025 3387 21500 a 373 2812
4218 li
275
Gimigiiaoo 1725 718 2375 400 C2 596 200 669 881 125 a a 141 2822 8002
Cortole 10275 4125 31456 • 860 7139 1508 1800 (.900 3467(1 M 266 668 Il 75
Muda 10000 037 17218 » 375 1340 3632 2437 1216 22000 a n 715 1820 1125
FidalclG» 24112 2181 23011 » 1340 1030 2194 1487 1 290 5050 20 a 415 1105
di Psicaslro 99185 23123 131361 75*0 3047 23567 14241 27191 31091 1 38895 707 a 11 4551 24366 04317
Cotrone 133675 412 400 „ 7015 22299 11202 li a 18550 » „ 219 2013 a
Pollastro 31033 1145 3769 (100 (MH 2030 1815 60 4250 10550 a a 193 10750
S. Scterina *3750 988 3052 5000 951 3249 2355 » 983 1353(1 375 a 108 lOMi 25o
Sirongoli 71272 575 6630 * mi 7922 3374 »» » 37.050 a 15 340 31.(81 >•
Umbria tiro 32285 6012 491 40(1 2131 5108 2477 00 8511 8955 a a 251 4 418) 3 li
Citò 50101 1375 375 * * 4812 684.1 2536 a 16012 * 415 371. LI 650 a ..
dell» prorin. 861967 LI8I06 435628 63965 81040 114787 12184 •6113 8982 837855 j0I80 102851 9523 104561 66920
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Ca'anuiro 15000 1100 1850 300 >000 301X) 300 400 5500 29450
Soneria 11300 1500 4000 1300 2700 500C m » li * N 25200
Cro(MiHÌ 35384 200 1350 2280 .15 Rii 1401 U M 030 » » 44884
** Taverna BiOO 1 7000 510 2oo 3U60 2R60 » n 7100 19200 6319(14
s: Tiriolo 11123 li M 4930 l?o 20.10 1820 1218 229 5120 27200.
£ llo^ìa 20400 90)81 13400 3()o 415" 7100 91XXI 7 UHI *2000 76510
Squillare R000 3030 4300 * n 191)0 1500 920 OKI 2000 22IUO
H Gaspcrma 2400 .100 2080 M W 550 860 700 550 3300 I0S60
-r* Chiar i vali 4100 8500 9500 5310 1151) 1700 0700 Il 100 201 KX) 05000
'J Divoli 010 200 3(81 * Il 460 030 m m 350 «uo 3530
DaJoIjIh 7000 800 2800 Il N 4590 4830 110 530 1420 22700
Totale 1311 17 42470 451 IO 9810 24800 29380 19008 28789 59410 388901
Totale 194200 35000 90230 21340 17990 20197 18380 17031 12175 439229
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Gimigùano 850 GIU) 750 4(84 21X) 7/0 500 5600 9730
Cortale 8200 5500 11800 » 321 X) 1350 3200 71400 120(4 44050
S5 Mania 21X8)0 1HX) 10000 li 141X4 18X40 3900 1000 1*200 4 4300
1* iladeliìa 12950 1270 7845 1000 400 1425 1380 1205 320 28155
Tot. gener 712285 ioaiH 219071 46974 91361 88897 00308 68650 128755 1550188
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Gap.
Montatane 616 34 518 264 500 150 149 51 GMI il
Pizzo 260 18 .356 175 1150 1000 181 12 7
Monterosso 602 30 64 212 8311 IMO 74 3 49 notizie
Colrone 1800 145 2 IMI 1256 28552 10200 ISO 263 370
Polirastro 1330 08 370 551 5001 6950 31 130 140
S Sorrida 1550 78 620 .550 8200 10821 05 143 55
Sfrongoli 1515 74 777 604 11400 8950 75 112 48
UmWalkn 1440 75 685 848 9030 7030 136 76 65
Ciro 1300 65 450 510 8200 7 200 66 92 48
Totale
9035 523 5002 4319 70384 57241 556 HIU 626
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Tulalc del dis. 18353 2492 1425 12800 2879 13834 103395 57970 8857 «lire
Montcleone
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1900 1480
rf.-iTol K2J 130 1000 1270 9.30 munì 200 410
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mwjm ISO 2450 1650 1650 11710 Il
1282 84 li 1004 f#0 682 7600 1262 224
SUI 025 115 1760 740 1760 15000 900
Filadelfia 4100 1000 146 .3254 1600 2800
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Totale del dis. 24209' 4599 831 17047 10801 12768 122357 25717 6064
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Totale del dis. 7094 1024 172 I97G4
Tot. generale
dell» provin. 02931 10785 2703 48596 16940 45991 3.35153 139443
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