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FACOLTÀ DI FILOSOFIA
BACCALAUREATO - ANNI 1° E 2°
INDICE
1° anno
FP1001 - Introduzione alla filosofia (A. Di Maio)
FP1002 - Logica (G. Auletta)
FP1003 - Filosofia della conoscenza (R. Finamore)
FGC116 – R. Descartes, Meditazioni metafisiche (A. Lentiampa)
FGC117 – Marco Aurelio, Pensieri (A. Cavallini)
FP1013 - Storia della filosofia antica (K.L. Flannery)
2° anno
FP1004 – Metafisica (G. Piccolo)
FGM111 – S. Tommaso, De ente et essentia (M. Pangallo)
FP1011 – Filosofia morale (J. Gorczyca)
FGE113 – E. Levinas, Tra noi. Saggi sul pensare-all’altro (E. Baccarini)
FP1015 - Storia della filosofia moderna (S. D’Agostino)
1° ANNO – 1° Semestre 2016-17
1.Specificità teoretica della filosofia della conoscenza, sua autonomia e sue relazioni; distinzione tra epistemologia filosofica e
epistemologia scientifica.
2. Le provocazioni dei pensatori scettici greci e Il triplice rifiuto che le caratterizza; la confutazione delle tesi scettiche e le
motivazioni che la sostengono.
3. Conoscenza e realtà, la problematica filosofica del rapporto. La dimensione soggettiva e la dimensione oggettiva del
conoscere, in connessione alle domande sul reale e sul vero.
4. Le conoscenze del mondo sensibile e del mondo intelligibile in Platone; le implicazioni teoretiche dell’episteme. Le
argomentazioni filosofiche della reminiscenza e del mito della caverna.
5. La dinamica degli atti conoscitivi in Aristotele, a partire dalla riflessione metafisica della potenza e dell’atto. L’articolazione
epistemologica delle aree delle scienze.
6. Certezza, valore della conoscenza e ricerca della verità in S. Agostino; indubitabilità dell’esistenza e presenza della coscienza.
L’illuminazione divina e le facoltà umane dell’intelletto e della ragione.
7. La conoscenza intenzionale della res in S. Tommaso. Le immagini a partire dalla concezione dell’anima, forma del corpo. Il
fantasma, le operazioni intellettive umane, il giudizio luogo di verità.
8. L’ innovazione della tradizione aristotelico-tomista in F. Suarez. L’interpretazione dell’intelletto, il ruolo del fantasma, la
duplicità del concetto riformulati in una nuova sintesi.
9. L’autonomia della ragione e le conseguenti opzioni epistemologiche in R. Descartes. Il dubbio metodico e la certezza del
Cogito. Le idee e l’idea di Dio. Unità della ragione e regole del metodo.
10. Origine e fonti delle idee in J. Locke. Classificazione delle idee e percezione del legame/contrasto tra esse. Le modalità
del conoscere e la conformità tra idee e oggetto. Conoscenza dell’esistenza di Dio.
11. La radicalizzazione dell’empirismo in D. Hume. Impressioni e idee, materia di fatto e inferenza e loro conseguenze. La
critica all’idea di sostanza; la vena scettica invalidante la conoscenza.
12. Il criticismo di I. Kant e la rifondazione della metafisica. Le analisi dell’estetica trascendentale, della logica pura, della
logica trascendentale: analitica trascendentale e analitica dei principi.
13. La svolta fenomenologica di E. Husserl. Rapporto intenzionale con l’oggetto; correlazione coscienza-mondo. Atti
conoscitivi degli oggetti reali e strutture dell’intenzionalità. Il processo di significazione.
14. I cambiamenti epistemologici contemporanei. Conoscenza e linguaggio. Epistemologia positivista, neopositivista e sua
critica. Neo-pragmatismo e filosofia analitica.
15. La struttura dinamica del conoscere in B. Lonergan. Conoscere il proprio conoscere. Intenzionalità, soggettività,
oggettività. Realismo critico e metodo empirico generalizzato; il metodo trascendentale.
FGC116 – R. Descartes, Meditazioni metafisiche (A. Lentiampa)
I: Parmenide e Eraclito
II: Platone (il Gorgia, la Repubblica, il Parmenide, il Timeo)
III: Aristotele (le Categorie, la Fisica, la Metafisica, l’Etica Nicomachea, il De anima)
Nota: Gli studenti sono responsabili soltanto per le parti delle opere trattate nelle lezioni: sono responsabili anche per la lettura
dei capitoli III e IV del libro di Enrico Berti: Storia della filosofia: Antichità e medioevo.
2° ANNO – 1° Semestre 2016-17
1. Andare al fondamento delle cose - ammesso che un fondamento ci sia - vuol dire chiedersi quale ne sia il senso.
2. Nelle culture antiche la domanda sul senso nasceva dalla paura davanti al caos/nulla/notte.
3. Davanti alla paura del nulla, la cultura greca costruisce l’argine dell’essere (che è innanzitutto un verbo).
4. Nella tradizione cristiana, la riflessione sul fondamento avviene attraverso il concetto di ‘parola’.
5. …e si interroga sui modi di dire l’essere (trascendentali).
6. Il tentativo di dire il fondamento della realtà non riesce però a essere così efficace. Per uscire da questo nuovo caos, la
filosofia analitica delimita i confini del linguaggio utilizzabile (Kant aveva delimitato le strutture del conoscere).
7. L’analisi del linguaggio ordinario fa emergere un’aporia: la realtà sfugge alla rigida descrizione mediante il linguaggio.
8. Questa aporia non è da fuggire ma da abitare.
9. Il linguaggio rivendica la sua libertà rispetto alla realtà.
10. La realtà non è mai riducibile al Detto, ma è più simile al Dire.
11. Lo scarto tra linguaggio e realtà racconta il senso come gratuità-paradosso-incertezza-dono-eccedenza…
1. L’argomento cartesiano per cui la natura della mente è più nota del corpo.
2. L’argomento cartesiano circa l’esistenza di Dio dall’idea positiva di infinito.
3. L’argomento spinoziano per cui Dio è unico, cioè nella natura non esiste se non una sola sostanza, la quale è assolutamente
infinita.
4. L’argomento spinoziano per cui Dio è causa libera in quanto esiste per la sola necessità della sua natura e agisce per la sola
necessità della sua natura.
5. L’argomento lockeano in base al quale non abbiamo che idee complesse delle sostanze.
6. La delimitazione lockeana dei confini tra fede e ragione.
7. L’argomento humeano per cui tutte le idee semplici, nella loro prima apparizione, derivano dalle impressioni semplici
corrispondenti.
8. L’argomento humeano in base a cui l’abitudine agendo sull’immaginazione legittima l’inferenza di un’idea da un’impressione
presente.
9. Secondo Kant: i pensieri, senza contenuto, sono vuoti; le intuizioni, senza concetti, sono cieche.
10. Se si ammette che la ragion pura possa contenere in sé un motivo pratico, cioè che basti alla determinazione della volontà,
allora vi sono leggi pratiche; se no, solo massime.