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; in latino: Agathocles;
Terme, 361 a.C. o 360 a.C. Siracusa, 289 a.C.) stato tiranno di Siracusa dal
317/316 a.C. e basileus di Sicilia dal 307 a.C. o dal 304 a.C. fino alla morte.
Nacque da una famiglia di umili origini e, grazie alla sua prestanza fisica e
abilit militare, riusc ben presto a scalare le vette del potere della pentapoli
aretusea. Nel contesto della guerra civile di Siracusa, divenne prima capo fazione
dei democratici e in seguito venne nominato stratega e custode della pace. Alla
fine della guerra prese, con un atto di forza, il titolo di strategs autokrtor e
instaur a Siracusa una nuova tirannide.
Sotto il suo comando i Siracusani rimasero quattro anni nell'antica Libye (dal 310
al 307 a.C.) ma, dopo una serie di eclatanti successi, una disfatta militare
costrinse Agatocle a fare ritorno in Sicilia, dove con la Battaglia di Torgio
affront e vinse definitivamente la fazione oligarchica che gli si opponeva.
Conclusa la pace con Cartagine, si autonomin primo re di Sicilia, prendendo la
corona sull'esempio dei diadochi di Alessandro Magno. Si dedic al consolidamento
del suo regno e alla difesa della grecit italiota; nel 301/300 a.C. sbarc in
Magna Grecia, dove ingaggi un conflitto armato contro le popolazioni italiche, e
da qui giunse sul mar Ionio e sull'Adriatico per affrontare su mare e su terra le
truppe di Cassandro, re di Macedonia. Dopo aver sconfitto il Diadoco, Agatocle fece
sposare sua figlia Lanassa con Pirro, re dell'Epiro, e strinse rapporti con il
faraone d'Egitto, Tolomeo I, sposando la figlia della regina Berenice I, Teossena,
principessa adottiva del faraone.
Negli ultimi anni della sua vita present suo figlio Agatocle II come legittimo
erede al trono e lo fece riconoscere tale dal nuovo re di Macedonia, Demetrio
Poliorcete, che in qualit di alleato si un in seconde nozze con la figlia
Lanassa. Agatocle ebbe in tutto sei figli, ma nessuno di essi prese il suo posto
sul trono siceliota: violente lotte dinastiche impedirono ad Agatocle di continuare
la propria basileia, tanto da decidere in punto di morte di restaurare la
democrazia nominando ufficialmente, in assemblea, suo erede il popolo di
Siracusa.
Origini e giovinezza
La sua nascita fu accompagna da presagi; come del resto consuetudine che avvenga
per i condottieri divenuti celebri (la vicenda della sua venuta al mondo ricalca
quella edificata per Cipselo tiranno di Corinto e per il persiano Ciro il
Grande[8]). Egli il figlio del destino come lo definisce Diodoro, poich i
presagi indicavano che questo bambino avrebbe rappresentato, crescendo, il flagello
di Cartagine e della Sicilia (eco postumo delle sue imprese belliche).[9]
Narra lo storico di Agira che il padre di Agatocle, tormentato da oscuri presagi
sulla futura nascita di questo bambino, affid a dei theoroi (ambasciatori sacri)
cartaginesi il compito di recarsi presso l'oracolo di Delfi per sapere a cosa fosse
dovuto questo suo senso di tormento; i theoroi, di ritorno da Delfi, gli
comunicarono il responso che condannava il nascituro in quanto futura minaccia di
Cartagine.[10] Il padre, spaventato dalla reazione dei Cartaginesi a tale notizia,
decise di esporre pubblicamente il neonato e di darlo ai Punici, condannandolo a
morte certa. La madre, tuttavia, colta da piet, riusc a sottrarre il bambino dal
luogo pubblico e a metterlo in salvo.[10]
Il bambino crebbe con la madre nella casa dello zio materno Eraclide e port il
nome del nonno materno, Agatocle senior.[10] Tempo dopo il padre Carcino venne a
sapere della sua salvezza e pentito di ci che aveva fatto lo accett. Secondo la
versione diodorea, la famiglia di Agatocle sarebbe giunta a Siracusa per scappare
da Terme, avendo Carcino timore delle ritorsioni dei Cartaginesi nei loro
confronti, colpevoli di non aver ucciso l'Agatocle bambino.[10]
Arrivo a Siracusa
Diodoro afferma che Agatocle giunse a Siracusa quando aveva sette anni,[11] mentre
Polibio dice che il giovane ne aveva gi diciotto.[12] Molto probabilmente, data la
discordanza tra le fonti primarie (anche Diodoro in seguito si contraddice con la
durata del regno di Agatocle), giusto affermare che Agatocle giunse a Siracusa in
giovane o giovanissima et (prima dei diciotto anni presunti da Polibio[13]); in
una data non precisabile.[14]
Siracusa: l'isola di Ortigia, il golfo del porto Grande e la penisola della
Maddalena viste dall'alto
Nel 343-342 a.C. avvenne il bando di colonizzazione emesso dal generale corinzio
Timoleonte con il quale si invitavano i Sicelioti, i Greci della Magna Grecia e
quelli dell'Ellade a ripopolare Siracusa (fortemente provata dopo la caduta della
tirannide dionisiana); potrebbe essere questo il motivo che port Agatocle e la sua
famiglia a Siracusa.[15]
Secondo altri studiosi la sua venuta e cittadinanza potrebbe invece coincidere con
la successiva apertura di Timoleonte verso i nuovi coloni nel 339-338 a.C., dopo i
fatti del Crimiso[16] (la battaglia tra i Siracusani guidati da Timoleonte e i
Cartaginesi di Amilcare e Asdrubale).[17]
La madre di Agatocle, della quale non si conosce il nome, nel prosieguo della sua
vita a Siracusa, ebbe un presagio sul figlio: sogn la statua che lo raffigurava,
da lei stessa fatta erigere, avvolta da uno sciame d'api; chiaro simbolo di fama e
potere (le api sono notoriamente un presagio positivo; si vedano le similitudini
con le api che avvolgono la mano di Dionisio I e il responso dei Galeoti di Ibla).
[18] Dalle fonti risulta anche che Agatocle ebbe un fratello di nome Antandro, il
quale sar al suo fianco con ruoli di elevato livello durante gli eventi postumi.
La scandalosa giovinezza di Agatocle
Sia in Timeo che in Giustino (XXII 1, 2-3) Agatocle pais, comunque prima di
uscire dalla pubert, si abbandona al piacere altrui, fidando su quella bellezza e
forza fisica che doveva attrarre l'attenzione di smodati amanti (forma et corporis
pulchritudine egregius diu vita stupri patientia exhibuit).[19]
Omosessualit nell'antica Grecia; dipinto nella tomba del tuffatore (Paestum, V
secolo a.C.)
Agatocle era disponibile per gli uomini pi incontinenti, sfrontato nelle parole,
lascivo, pronto a darsi in maniera impudica a tutti coloro che lo volessero [...]
[22]
Lo storico di Agira afferma che il giovane Agatocle ebbe un solo amore maschile: il
generale dell'esercito siracusano Damas che notandolo per la sua bellezza lo prese
con s, facendo di lui un buon soldato e togliendolo cos dal mestiere di
ceramista.[21][25] Damas, suo tutore e suo erasts, rappresent la fortuna di
Agatocle. Anche Timeo cita Damas; si limita a dire che egli si invagh del giovane
vasaio[26] (e fu Damas il probabile appiglio per la porneia di Agatocle esagerata
da Timeo).[19] L'etica antica non condannava l'amore tra un giovane uomo e il suo
tutore (la pederastia greca), tuttavia pare che il rapporto tra Damas e Agatocle
sia continuato anche dopo l'et limite consentita per tale pratica; ci potrebbe
aver alimentato lo scandalo timaico.[27]
Dopo un certo periodo Agatocle rivolse le sue attenzioni alla moglie di Damas;
Giustino parla di adulterio, per cui i due avrebbero avuto rapporti sessuali quando
il tutore di Agatocle era ancora in vita.[26] Ad ogni modo quando qualche tempo
dopo Damas mor, stroncato da una malattia, Agatocle ne spos la moglie, della
quale sfugge il nome, e con lei al suo fianco consacr definitivamente il suo
ingresso nell'alta societ siracusana.[28] La donna in seguito lo rese padre di due
o tre figli.[N 2]
Quando era ancora in salute, Damas inser Agatocle all'interno della sua
chiliarchia; al fianco di Damas, secondo Diodoro, Agatocle fece il suo ingresso in
campo militare, combattendo per la prima volta in una guerra tra Siracusa e Akragas
(Agrigento), della quale per si ignora il casus belli. Siracusa e Agrigento erano
comunque due poleis che andavano spesso in conflitto tra loro;[30] probabilmente i
Siracusani volevano tenere sotto controllo le mosse degli Agrigentini, che a loro
volta ambivano a sostituirsi al ruolo egemone ricoperto dalla polis aretusea, dando
vita a dei veri e propri conflitti bellici (Agatocle infatti si riscontrer con
Agrigento qualche decennio pi avanti).[31]
Giustino, che non menziona Agrigento nella sua narrazione (ma in Giustino si sente
la mancanza di altri particolari rilevanti della biografia di Agatocle), ricorda
tuttavia un altro importante evento che va collocato sul finire dell'et
timoleontea o poco tempo dopo la morte del generale corinzio: lo storico romano
rende note le lotte dei Siracusani contro la polis di Etna (fondazione del primo
Gerone) e i mercenari Campani (situazione che va inquadrata nella volont di
pacificare il territorio etneo dopo la cacciata del tiranno di Katane, Mamerco);
ci accadde verso il 339 a.C. e il giovane Agatocle era in quell'occasione tra le
fila dell'esercito siracusano.[32]
Con la morte di Timoleonte, avvenuta nel 335 a.C., finisce quel periodo di pace, e
soprattutto prosperit, che aveva permeato Siracusa e in particolar modo la Sicilia
orientale.[33] Sotto la guida di Timoleonte - che era stata non priva di ingerenza
della madrepatria, Corinto (a sua volta influenzata dalla Macedonia[34]), la quale
aveva comunque cercato di limitare, dove possibile, la sovranit di Siracusa[35] -
non vi erano pi stati tiranni in Sicilia. Le poleis si reggevano in maniera
democratica, o comunque con una moderata oligarchia, riconoscendo un ruolo egemone
a Siracusa, sede del corinzio,[36] ma senza dipendere da questa; in sostanza erano
citt libere. Tuttavia, con la morte di Timoleonte e un nuovo ricambio
generazionale, nacquero nuove insofferenze e all'interno del partito democratico di
Siracusa, il partito del popolo, vi era chi rimpiangeva i tempi passati della
potente tirannide dei Dionisii.[37] Costoro, alla ricerca di un capo forte che
potesse guidarli contro l'oligarchia dominante, videro in Agatocle l'uomo di cui
avevano bisogno.[37]
Gli oligarchici misero a capo del partito i siracusani Sosistrato e Eraclide, essi
guidarono una spedizione militare siracusana nella Magna Grecia, intervenendo a
favore della polis di Crotone contro i Bruzi (in un contesto che vedeva la grecit
dell'Italia attaccata dalle popolazioni barbare che la circondavano); tornati alla
carica dopo la morte di Alessandro il Molosso (lo zio di Alessandro Magno, dal
Macedone mandato a combattere in Italia).[38]
Dalle fonti si apprende che Agatocle e il fratello Antandro facevano parte della
spedizione con ruoli di primissimo piano: Agatocle era stato eletto capo chiliarca
(comandante di mille uomini), occupando il ruolo che fu di Damas, e aveva acquisito
molta popolarit per la sua bravura nel combattimento; anche il fratello si era
fatto notare, poich lo ritroviamo all'interno dell'assemblea militare con poteri
decisionali, in quanto era diventato uno degli strateghi dell'esercito. Agatocle
pur non facendo parte di quell'assemblea ebbe comunque un ruolo fondamentale nella
spedizione.[39]
A favore di una reale agiatezza della famiglia, del tutto ignorata dalle fonti
primarie, vi l'accordo degli studiosi moderni nel ritenere che il mestiere di
ceramista intrapreso dal padre di Agatocle fosse all'epoca uno dei pi redditizi.
[35] Tuttavia va tenuto sempre in grande considerazione il topos delle umili
origini, poich uno dei pochi punti che mette d'accordo le tre fonti antiche
principali su Agatocle (Diodoro, Polibio, Giustino).[40]
Dall'esilio all'incoronazione
Terminato vittoriosamente lo scontro di Crotone, Agatocle si aspettava di venire
lodato e di essere ricompensato per il suo ruolo da parte degli strateghi,
Sosistrato ed Eraclide. Tuttavia ci non avvenne e Agatocle accus quindi
pubblicamente i capi dell'oligarchia di ambire al potere assoluto e di accarezzare
il desiderio di instaurare una nuova tirannide. Date le gravi accuse, Agatocle
venne bandito da Siracusa. Il capo chiliarca rimase in Magna Grecia e qui offr i
suoi servigi come mercenario sotto diverse bandiere per le citt magnogreche. Nel
frattempo l'oligarchia moderata siracusana si era tramutata in un regime dispotico;
si verificarono i primi scontri fratricidi tra i Siracusani. Agatocle venne
richiamato nella pentapolis.[41]
La capitale fenicia dopo essersi schierata per due volte accanto al governo
oligarchico (una prima volta al fianco di Sosistrato e una seconda volta la fianco
del pacificatore Acestoride[47]), adesso si mostrava alleata dei democratici,
assecondando le mosse di Agatocle.[48]
Le case vennero date al saccheggio dei soldati, le porte della pentapolis vennero
chiuse e solamente pochi riuscirono a sottrarsi all'ira di Agatocle e a trovare
rifugio presso Agrigento. Dopo due giorni di violenze, stupri e uccisioni
politiche, Agatocle mise fine a tutto ci placando l'eccidio che egli stesso aveva
provocato.[55]
(FR)
Et la guerre civile aura, dans ses horreurs, mis ce fils de la terre au fate des
grandeurs.
(IT)
E la guerra civile avr, nei suoi orrori, messo questo figlio della terra alla
vetta delle grandezze.
(Voltaire, Agathocle.)
Il dinasta siracusano tra il 315 e il 314 a.C. svolse due campagne contro Messana -
importante per il controllo dello Stretto (Reggio, governata dai democratici, gli
era amica[59]) e per essere un luogo ricolmo di esuli oligarchici siracusani.[60]
Nella prima fase dell'offensiva si limit a dei movimenti bellici in territorio
messanico, in seguito navig fino a Mile e a prenderne la rocca (oltrepassando
quindi Messana);[61] due mesi dopo pose un vero e proprio assedio alle mura
messaniche, ma ad interromperlo giunse un'ambasceria dei Cartaginesi guidati da
Amilcare i quali gli ricordarono il giuramento che aveva prestato tempo addietro
(rispettare la eleutheria - libert - delle minori poleis di Sicilia), esortandolo
a togliere l'assedio.[62] In questa occasione Agatocle, di ritorno verso Siracusa,
devast la citt sicula di Abaceno (odierna Tripi).[63]
Non potendo contare sul sostegno dei Cartaginesi (poich questi avevano
riconosciuto ufficialmente il governo di Agatocle[65]) nel 314 a.C. si rivolsero
alle poleis dell'Ellade, in quel momento poste sotto pressione dalle guerre dei
Macedoni,[66] e fu infine Sparta a offrire il proprio aiuto e i propri soldati
contro il governo agatocleo, mandandoli in Sicilia sotto il comando del principe
Acrotato, figlio di Cleomene III.[67] Questo principe, che riusc a coinvolgere
anche Taranto nella lotta contro Agatocle,[68] giunse ad Agrigento con poche navi
(poich gli Efori non lo avevano appoggiato); la sua vicenda ci narrata in modo
superficiale;[69] egli entr in contrasto con Sosistrato e infine lo uccise.
L'uccisione del Siracusano gli inimic Agrigento e lo costrinse all'abbandono della
missione.[70] Rimasti senza alleati potenti, gli oligarchici dovettero arrendersi e
la lega venne sciolta. Cartagine decise di rinnovare la pace con Siracusa nel 313
a.C.,[71] riconoscendole il primato egemonico su tutte le poleis di Sicilia:
nessuna lega sarebbe pi potuta sorgere senza il consenso siracusano. Agatocle in
cambio si impegnava ufficialmente a lasciare loro l'autonomia; principio basilare
di ogni polis.[72]
Gli armamenti di Agatocle e sue intenzioni
Corazza in bronzo, punte di frecce e spada ellenistica provenienti da Siracusa
Agatocle riusc nel suo intento e sistemato con le armi a Messana un suo governo di
stampo democratico-radicale, si diresse ad assediare Agrigento; probabilmente
perch qui stava avvenendo un'alleanza tra Agrigentini e Punici, nella quale erano
immischiati gli esuli siracusani che si ritrovano tra le fila dell'esercito della
polis rodio-cretese.[79] Infatti, informa Diodoro, il nuovo capo degli oligarchici
esiliati da Agatocle, Dinocrate di Siracusa (amico d'infanzia del tiranno e per
questo graziato da lui durante il massacro del golpe[80]), aveva chiesto aiuti a
Cartagine per sconfiggere il dinasta.[81]
Ci sono due tradizioni differenti sulle mosse di Agatocle dopo la presa di potere:
la tradizione diodorea, come visto, conosce tutta una serie di eventi che sono
invece ignorati dalla tradizione timaica, confluita in Trogo-Giustino; in questa
altra versione si dice solamente che Agatocle aggred i soci di Cartagine (senza
chiarire chi essi fossero[84]) e che questi mandarono un'ambasceria nella capitale
africana raccontando quanto accaduto.[85]
Giustino afferma che Agatocle appena seppe della morte di Amilcare volle aprire le
ostilit con Cartagine.[90] Diodoro fornisce invece una differente sequenza dei
fatti: lo storico di Agira informa che Agatocle reag ad una violazione degli
accordi verificatasi nel 312 a.C. da parte di Cartagine, la quale incurante dei
confini stabiliti prima dal trattato timoleonteo e poi da quello recentissimo del
313 a.C., aveva dispiegato la sua flotta nella rada di Agrigento, per ostacolare i
movimenti di Agatocle, tradendo quindi la riconosciuta egemonia di Siracusa sulle
poleis siceliote. Da qui la reazione di Agatocle che, conscio di non potere
affrontare l'impero cartaginese sul mare (in quel momento Agatocle non disponeva
del denaro necessario per costruire una grande flotta[91]), decise di provocarlo
sfruttando la superiorit terrestre della quale disponeva; tolse l'assedio ad
Agrigento e port i suoi soldati all'interno della provincia cartaginese di
Sicilia, espugnandone le piazzeforti.[82]
Appariva ormai evidente che l'equilibrio che aveva stabilito la pace per oltre un
ventennio tra Siracusa e Cartagine si era rotto. Indubbiamente le due versioni
appartengono alle due opposte fazioni: una filo-cartaginese (Cartagine deve reagire
in difesa dei suoi socii e si vede aggredita da Agatocle)[92] e una filo-agatoclea
( Cartagine ad aggredire per prima Agatocle, intromettendosi nelle questioni
egemoniche di Siracusa, Agatocle non vuole tollerarlo oltre).[93]
Scontri nella Sicilia interna
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Assedio di
Centuripe e Galaria.
Il vulcano Etna visto dal territorio di Centuripe e nei pressi di Galaria
La punizione dei Centuripini presentata in Diodoro con tono distaccato: non c'
n sdegno verso Agatocle n piet verso i ribelli siculi che pure lottavano per
l'autonomia.[96]
Amilcare gisgonio non si port subito sotto le mura di Siracusa, prima volle
accerchiarla, sottraendole le citt della sua chora; potenziali bacini di riarmo
per Agatocle: Camarina, Leontinoi, Catane, la gi precedentemente citata Taormina
(alle ribelli si aggiunse anche Messana) e numerose altre piccole citt che mal
sopportavano da sempre il dominio siracusano su di esse[110] e che quindi accolsero
volentieri Amilcare e la sua promessa di eleutheria e autonomia.[111]
Agatocle all'Ecnomo non aveva solo subito una sconfitta militare, ma anche una
grave sconfitta politica, poich la sua lotta all'oligarchia si basava proprio
sulla sua supremazia bellica; con essa era riuscito fino a quel momento a
sopraffare i governi delle citt che gli si erano opposte. Amilcare con il suo
esercito aveva sconfessato questa sua verit[113] ed Agatocle, essendo un tipo
molto orgoglioso e combattivo, non glielo avrebbe perdonato n sarebbe rimasto a
subire passivamente il suo assedio. Deliber quindi una strategia mai adottata
prima da nessun esercito: attaccare Cartagine direttamente in Africa (va ricordato
che nemmeno i Macedoni di Alessandro si erano rivolti contro Cartagine, poich
diedero la precedenza alla lotta contro i Persiani[114]).
Agatocle era soprattutto uno stratega militare, plausibile quindi sostenere che
con questa mossa a sorpresa egli intendesse alleggerire il peso dell'assedio su
Siracusa, distrarre il grosso delle truppe di Cartagine che in quel momento erano
riversate sulla pentapolis aretusea. In sostanza, il suo obiettivo era quello di
indebolire Cartagine, riportarla entro i suoi confini, affinch non si
intromettesse oltre negli affari siciliani. Ci era possibile attuarlo solo se
fosse riuscito a imporre a Cartagine un governo moderato, non-interventista, come
quello rappresentato da Amilacare II.[115]
Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che Agatocle volesse distruggere Cartagine
e che nutrisse delle mire imperialistiche persino superiori a quelle dionisiane (il
quale, va ricordato, si spinse a fondare colonie con la sua flotta sia nell'alto
adriatico che nell'alto tirrenico e comp grandi battaglie contro i
Cartaginesi[116]).
Certamente non era il momento pi felice per organizzare una partenza, poich
Siracusa era assediata per mare e per terra, ogni attivit commerciale era quindi
momentaneamente cessata. Ad Agatocle serviva denaro e se lo procur con estreme
misure d'emergenza, ovviamente impopolari: prestiti forzati del denaro dei templi,
delle finanze sociali, dei gioielli.[117] Riusc ad allestire 60 navi e disse
all'esercito di tenersi pronto e armato. La preparazione alla partenza avvenne nel
segreto pi assoluto, favorito dal generale stato di agitazione per l'assedio.[118]
Per sopperire alla mancanza di uomini, periti all'Ecnomo, Agatocle diede l'ordine
di liberare tutti gli schiavi della citt che fossero in et militare, poi li fece
giurare e li integr tra i soldati.[119] Arruol anche molti mercenari, tra cui
numerosi gruppi di Sanniti, Etruschi e Celti.[120] Infine nel redigere le liste
della leva per i cittadini si premur di separare i componenti familiari (il
fratello dal fratello, il padre dal figlio, ecc...), in modo che chi fosse rimasto
in citt si sarebbe guardato bene dall'attuare una qualsiasi ribellione che avrebbe
portato a gravi ritorsioni contro il soldato membro della famiglia in Africa tra le
fila di Agatocle.[121]
Dopo la solenne cerimonia che con un grande incendio si port via il mezzo con il
quale erano approdati, Agatocle e il suo esercito si misero in marcia addentrandosi
nella campagna cartaginese; una regione geografica che Diodoro descrive come un
giardino incantato, ricolmo di ogni bene, fertile e con una popolazione ricca che
non aveva mai conosciuto la guerra; tutto ci grazie all'imperialismo inviolato di
Cartagine.[127] I Siracusani conquistarono Tunisi e qui vi allestirono il quartiere
generale delle operazioni belliche.[128] Non pass molto tempo prima che si
arrivasse allo scontro diretto con gli uomini di Cartagine, i quali ebbero la
peggio, mentre trionfarono i pi esperti soldati di Siracusa e suoi alleati.[129]
Busto di Tolomeo I Soter, generale di Alessandro Magno, satrapo d'Egitto; alleato
di Agatocle in Africa
Il primo anno di guerra fu un vero successo per Agatocle, rovinato solamente da uno
screzio pericoloso avvenuto tra suo figlio Arcagato (Agatocle infatti condusse in
Africa i suoi due figli maggiori: Arcagato ed Eraclide) e un suo capitano, Licisco,
il quale aveva accusato il primogenito agatocleo di avere una relazione con Alchia;
compagna di Agatocle.[130] Finita in tragedia, Agatocle dovette usare tutte le sue
doti carismatiche per riportare la calma nel suo esercito.[131]
Tuttavia una colonizzazione non rientrava nei piani di Agatocle,[136] e men che
meno in quel momento, quando la potenza di Cartagine era ancora reattiva e
minacciosa, quindi, dopo aver ucciso per oscuri motivi il suo alleato Ofella
(Agatocle lo sorprese con i suoi uomini armati e lo fece uccidere) invi nelle
coste di Sicilia tutti coloro che non erano adatti a combattere; la loro
destinazione finale doveva essere Siracusa, ma una serie di violente tempeste
verificatesi durante la navigazione li fece naufragare alle isole delle Pithcusse,
in Italia. Agatocle divenne l'unico comandante di un esercito che adesso si era
raddoppiato.
Utica, la seconda citt pi potente dell'impero cartaginese conquistata da Agatocle
Rovine di Cartagine; la citt affront una cruenta guerra civile a causa di
Agatocle durante la quale venne crocifisso il suo sufeta Bomilcare
Vittorie di Agatocle nella Libye
Le fonti odierne sono discordi nello stabilire se Agatocle abbia preso il titolo di
re durante la sua permanenza in Africa, 307 a.C., o se ci sia avvenuto qualche
anno dopo il suo rientro: verso il 305-304 a.C. L'incertezza nasce da una discordia
tra le fonti primarie: Diodoro afferma che Agatocle si auto-incoron re prima di
prendere Utica; nel momento di sua massima forza in Africa e dopo aver constatato
che anche gli altri diadochi, che egli considerava suoi pari, avevano preso il
diadema. Tuttavia il Marmo Parium differisce dalla notizia diodorea poich afferma
che il re d'Egitto, Tolomeo Sotere, aveva preso il titolo di basileus nell'anno
305-304 a.C.[137]
Agatocle in Africa aveva ottenuto una lunga scia ininterrotta di vittorie che
avevano gettato Cartagine nel panico: a causa della sua minacciosa presenza la
capitale fenicia dovette affrontare una pericolosissima guerra civile all'interno
delle sue mura, capitanata dal sufeta Bomilcare che aveva intenzione di prendere il
potere assoluto approfittando del momento di caos attraversato dai Cartaginesi;
spaesati dalle mosse del Siracusano. Pur con numerose e gravi perdite, Cartagine
riusc a non cadere nella tirannia e il sufeta Bomilcare venne crocifisso (era
stato eletto insieme ad Annone per sostituire Amilcare III decapitato a Siracusa).
[138]
Passati quattro anni sul suolo africano, l'esito complessivo del conflitto volgeva
decisamente a favore di Agatocle: sembrava che mancasse davvero poco per porre
l'assedio alla stessa Cartagine, poich i Siracusani erano diventati superiori al
nemico sia per numero di soldati e sia per numero di alleati, inoltre avevano
accerchiato quasi del tutto la capitale punica tramite il possesso dei vari confini
dell'impero cartaginese: da oriente a occidente.[139] Ma il prosieguo del cammino
di Agatocle in Africa venne stravolto dal sopraggiungere di notizie allarmanti
dalla Sicilia che informavano il dinasta della grave situazione in cui versava il
suo dominio oltremare.
Primo ritorno di Agatocle in Sicilia
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Primo sbarco
di Agatocle nella Sicilia occidentale.
Quod ubi milites cognouere, haud secus quam si ab hoste capti essent,
trepidauere, bis se a rege suo in mediis hostibus relictos esse proclamantes,
salutemque suam desertam ab eo esse, quorum ne sepultura quidem relinquenda fuerit.
(IT)
Appena ad Agatocle giunse notizia che l'esercito rimasto in Africa gli aveva ucciso
entrambi i figli, la sua vendetta fu repentina e tremenda: egli, che in quel
momento si trovava impossibilitato a raggiungere Siracusa poich una folta schiera
di truppe ai comandi di Dinocrate gli sbarrava la strada, diede l'ordine dalla
Sicilia occidentale di fare uccidere tutti i siracusani che avevano legami di
sangue con i soldati che con lui erano partiti per la Libye: egli si era gi
premunito per una simile eventualit (infatti all'inizio della spedizione si era
assicurato di dividere con la lista dei proscritti le famiglie di Siracusa), per
cui Antandro e i suoi soldati non dovettero fare altro che tenere fede a quella
famigerata lista per compiere il pi grave degli eccidi di massa ordinati dal
dinasta[147]:
Ancora scene di violenza e di dolore con stragi, lacrime e gemiti per l'uccisione
di una moltitudine, sono presentate: Avendo Antandro [in Siracusa] eseguito
prontamente gli ordini [di Agatocle] avvenne una strage imponentissima superiore
alle precedenti... quando una folta e promiscua moltitudine fu condotta sul lido
per essere punita e i carnefici si disposero presso di essa, allora lacrime,
preghiere e lamenti si levarono, sia da coloro che erano spietatamente massacrati,
sia da quelli che erano sbigottiti per le disgrazie dei loro vicini e per il (loro)
imminente destino, in nulla differendosi per lo stato d'animo da quelli che erano
morti da poco.[148]
Agatocle tra Dinocrate e Cartagine (306 a.C.)
Siracusa, se pur stretta per mare dai Cartaginesi e per terra dagli esuli,
resisteva all'assedio e rimaneva sotto il potere di Agatocle e Antandro
Agatocle non pens di arrendersi, nonostante fosse accerchiato da tutti i lati (in
Africa i Cartaginesi erano scesi a patti con i suoi soldati e avevano crocifisso
quelli che ancora speravano in un suo ritorno; in Sicilia gli oligarchici di
Dinocrate spadroneggiavano sulle citt un tempo conquistate potendo contare su una
solida superiorit numerica; a Siracusa le schiere di Cartagine, nonostante il peso
dei quattro anni di guerra sofferti dalla patria, non avevano mollato la loro salda
presa sulla pentapolis), fino a quando non lo trad anche il suo fidato generale
Pasifilo; questi defezion da Agatocle consegnando a Dinocrate tutte le citt della
Sicilia orientale che erano rimaste sotto il dominio del dinasta; tutte tranne
Siracusa, nella quale resisteva suo fratello Antandro.[149]
A questo punto Agatocle disper e non vide altra soluzione se non quella di
arrendersi.[150] Tra i due fatali nemici per Agatocle non avrebbe scelto di
arrendersi a Cartagine; gli eventi della guerra nella Libye erano ancora troppo
freschi e consegnarsi nelle mani dei Punici sarebbe stato troppo umiliante per lui.
[151]
Tuttavia Dinocrate prese tempo e rifiut la resa di Agatocle, poich non era una
resa totale: fino a quando Agatocle avesse potuto contare sull'appoggio di una
qualsiasi citt, con le sue doti da stratego, sarebbe stato sempre pericoloso; una
minaccia per la libert dei popoli, anche se Agatocle insisteva nel dire che in
quelle fortezze egli avrebbe semplicemente voluto terminarvi i suoi giorni.[152]
Antico manoscritto contenente la narrazione storica di Diodoro Siculo
Diodoro, che non risparmia le critiche ad Agatocle per essersi arreso quando aveva
ancora in suo potere Siracusa (egli qui elogia piuttosto il tiranno Dionisio I che
in una simile circostanza non si era arreso ma aveva reagito e vinto, lasciando
infine ai suoi figli quello che allora era l'impero pi grande d'Europa[153]),
nel narrare il diniego che Dinocrate porse ad Agatocle aggiunge che il capo degli
esuli era diventato troppo sicuro di s, poneva la sua ambizione e il suo desiderio
sopra il bene comune, ovvero sopra la necessit di chiudere quanto prima la
partita.[154] Agatocle vedendosi le porte sbarrate dagli oligarchici, fu costretto
a rivolgersi a Cartagine, accusando Dinocrate di essere il solo responsabile della
mancata indipendenza del suo popolo.[155]
I Cartaginesi, che evidentemente - proprio come Diodoro - vedevano in Dinocrate un
nemico fresco e potente (va infatti ricordato che Dinocrate aveva rotto l'alleanza
con Cartagine dal momento in cui i Siracusani e Agatocle avevano portato la guerra
in Africa; sposando in tal senso una secolare causa comune contro l'oppressore
fenicio), preferirono non lasciare un vuoto di potere in Sicilia, il quale si
sarebbe venuto a creare con la caduta di Agatocle, e al contempo intuirono che se
avessero continuato il blocco marittimo, Siracusa, ormai stremata dalla troppa
guerra, sarebbe presto caduta, ma poich adesso le forze terrestri oligarchiche
erano superiori, essa sarebbe finita sotto il controllo di Dinocrate; un'incognita
troppo pericolosa da affrontare in un momento delicato come quello. Decisero quindi
di accettare la proposta di pace che giungeva da Agatocle; certamente acerrimo
nemico, ma almeno non rappresentava l'ignoto.[156]
Agatocle in fin dei conti aveva strappato a Cartagine delle vantaggiose condizioni,
poich aggiungeva l'argento all'oro gi sottratto da Segesta e con il grano poteva
sfamare e pagare un nuovo esercito.
Fine della guerra civile (304 a.C.)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di
Torgio.
Agatocle volle dimostrare una volta per tutte la sua superiorit bellica e tattica
agli esuli di Dinocrate invitandoli apertamente ad uno scontro diretto che si
svolse presso un luogo della Sicilia che rimane tutt'oggi ignoto: il Torgion o
Torgio. Agatocle pot mettere sul campo di battaglia 5.000 fanti e 800 cavalieri;
Dinocrate disponeva di forze grandemente maggiori: 25.000 fanti e oltre 3.000
cavalieri, ma Agatocle, che in Africa si era temprato e non aveva pi timore di
affrontare numeri di molto maggiori ai suoi (per la quasi totalit della guerra
libica era infatti stato in inferiorit numerica, senza per questo mai perdere una
battaglia, tranne alla fine) affront serenamente gli esuli.
La gran parte dell'esercito oligarchico trov rifugio sulle alture della zona, ma i
fanti vennero attirati dalle promesse di piet e ritorno alla normalit elargite da
Agatocle che li attendeva ai piedi della collina. Sbagliarono a fidarsi del
dinasta, poich questi una volta che li ebbe a portata di mano li fece trucidare
tutti: 7.000 vittime secondo Timeo, 5.000 secondo Diodoro. Sorprendentemente
Agatocle grazi Dinocrate per una seconda volta e anzi lo volle sotto i suoi
comandi. Dinocrate si volse quindi contro i suoi ex-alleati e a Gela uccise il
generale traditore di Agatocle: Pasifilo.
Ci vollero altri due anni prima che la guerra civile giungesse al termine, ma con
la caduta delle ultime roccaforti della Sicilia orientale (tra le citt greche
solamente Agrigento rest fuori dal suo regno), Agatocle pot dichiarare finalmente
concluso il sanguinoso e decennale conflitto fratricida. Sciolse le liste dei
proscritti e dimor a Siracusa.
Il dio dei venti, Eolo, che pun Agatocle per aver preso il denaro dalle isole a
lui sacre, scolpito sulla fonte situata alla reggia di Caserta
Tre delle sette isole Eolie fotografate dallo spazio
Agatocle nelle isole Eolie
Nell'anno 304 a.C.,[157] dopo aver concluso la pace con Cartagine e aver posto
nuovamente sotto il suo dominio l'area greca di Sicilia, Agatocle, agevolato dal
controllo che aveva sull'area di Messana, navig verso le isole Lipari (le odierne
isole Eolie) e approdato sulla pi opulenta delle sette isole il dinasta aretuseo
chiese agli abitanti di consegnargli le loro ricchezze, nella misura di 50 talenti
d'argento;[158] una mossa che Agatocle adott affinch il suo dominio venisse
riconosciuto sull'intera regione siciliana di lingua e costumi greci, isole
comprese,[159] e che gli consentiva inoltre di risollevarsi dagli oneri della
guerra.[160] Gli fu risposto che doveva concedere tempo ai Liparesi poich essi non
avevano quel denaro e non osavano andarlo a prendere dalle offerte dei templi,
poich mai avevano mutato le cose sacre in profane.[161]
Agatocle non volle sentire ragioni e fece uscire dal pritaneo il metallo prezioso
che, essendo materiale votivo, recava incise le dediche per gli dei Eolo ed Efesto
(Vulcano).[162] Fatto ci si allontan dall'arcipelogo, ma una violenta tempesta
con venti fortissimi, creata, secondo la tradizione, dall'ira del dio Eolo - che
era il protettore delle Lipari, poich esse erano state la sua dimora -
appositamente per punire il sacrilegio di Agatocle, fece sprofondare sott'acqua le
undici navi cariche di denaro.[162] E, aggiunge Diodoro, non solamente il dio dei
venti trov la sua vendetta, ma anche il dio del fuoco, Efesto, far pentire
amaramente Agatocle delle sue malefatte (Agatocle, in seguito, quando era sul punto
di morire, ma ancora cosciente, sarebbe stato arso vivo sopra ardenti carboni, per
volere di Efesto).[162]
Campagne belliche in Italia e in Adriatico (301-295 a.C.)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Campagne
belliche di Agatocle in Italia e in Adriatico.
L'isola di Corcira dove Agatocle sconfisse il diadoco Cassandro
Nel 301 a.C. Agatocle sbarc in Magna Grecia perch chiamato da una popolazione
italica che secondo Strabone corrispondeva ai Tarantini,[163] mentre secondo
Giustino agli Italioti della Calabria (forse Locri[164]), i quali lo
implorarono[165] affinch passasse in Italia ad affrontare la popolazione
barbarica che minacciava l'integrit dei Greci: i Bruzi. Se invece si vuol dar fede
alla notizia straboniana Agatocle rispose alla richiesta dei Tarantini che
chiedevano protezione contro la minaccia dei Lucani e dei Messapi. Strabone pone
infatti il nome di Agatocle dopo il principe spartano Cleonimo (che lasci l'Italia
l'anno in cui vi arriv Agatocle) e prima dell'epirota Pirro. Di Diodoro non
restano che frammenti del suo XXI libro, proprio quello incentrato sulla spedizione
italica di Agatocle, per cui non possibile con esso risalire al motivo che spinse
il basileus a giungere sul suolo italico, andando a ripercorrere cos le orme di
Dionigi.
Effigie di Cassandro, figlio di Antipatro, satrapo di Alessandro Magno e re di
Macedonia
Dopo una breve pausa, Agatocle torn un'altra volta in Italia per condurre sua
figlia Lanassa in Epiro, dove avrebbe sposato il protetto di Tolomeo Sotere e degli
Illiri, Pirro.[177] Durante la sua permanenza in Italia diede il sacco alla polis
di Crotone e strinse patti di alleanza con i pirati apuli: Iapigi e Peucezi e con
un terzo popolo barbarico italico non meglio identificato.[177]
Torn una terza volta in Italia con un poderoso esercito di 30.000 fanti e 3.000
cavalieri.[178] Dai frammenti diodorei si apprende che conquist la citt bruzia di
Ipponio (l'odierna Vibo Valentia),[178][179] ma certamente egli estese il suo
dominio su molte altre citt della Magna Grecia, dato che numerosi simboli del suo
potere (come la Triscele) sono stati rinvenuti nei reperti dei siti magnogreci.
[180] Il suo ruolo sulla costa adriatica e sul mare Adriatico testimoniato anche
da Aristotele il quale con un aneddoto mostra il legame che si era venuto a creare
tra Agatocle e il diffusore della civilt in Adriatico, Diomede; narra Aristotele
che il re dei Sicelioti trov sulle terre apule una torque appartenente al cervo
che Diomede consacr ad Artemide ed egli a sua volta lo dedic a Zeus;[181] chiara
assimilazione del Siracusano all'eroe acheo che vigeva tra le popolazioni
adriatiche (anche Dionisio I a suo tempo venne dagli Adriatici assimilato a
Diomede).[182]
Ad ogni modo Agatocle non riusc a realizzare la sua seconda spedizione nella Libye
a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute che lo costrinsero ad
annullare tutti i suoi piani.[194]
Lotte dinastiche e morte di Agatocle (289 a.C.)
Il nipote, adirato per essere stato estromesso dal comando e dalla linea di
successione, decise di vendicarsi: ordin a Menone - un segestano che era stato
catturato giovane da Agatocle durante il sacco alla citt elima e che per la sua
bellezza era diventato uno dei favoriti del re - di avvelenare Agatocle; Menone, a
sua volta adirato con il re per la sorte toccata ai suoi concittadini, esegu il
volere di Arcagato. Il nipote nel frattempo decise di sbarazzarsi anche del
legittimo erede al trono di Siracusa: con il pretesto di compiere dei sacrifici su
di un'isola, non meglio specificata, Arcagato invit il giovane Agatocle e lo
intrattenne ad una festa, dopo averlo fatto bere lo uccise durante la notte e gett
il suo corpo in mare.[198] Diodoro racconta che le onde portarono il corpo del
giovane fino alla costa di Siracusa; qui venne raccolto da alcuni uomini e poich
venne riconosciuto come il figlio di Agatocle, fu portato al cospetto del re.
Straziato dalla vista del corpo senza vita del suo giovane figlio, gi afflitto dal
veleno somministratogli che lentamente lo stava uccidendo, Agatocle disered
Arcagato e indisse un'assemblea con la quale elesse suo unico erede il popolo di
Siracusa, incitando le masse a vendicarsi di quanto accaduto.[199]
Agatocle prese il titolo regale tra il 307 a.C. (per chi sostiene che Diodoro
affermi che egli si coron in Africa) e il 304 a.C. (se si prende come punto di
riferimento l'incoronazione del re egizio Tolomeo il cui regno non inizi prima del
305 a.C.). Il terminus ad quem invece il 294 a.C. poich Plutarco nella Vita di
Demetrio narra di come il basileus macedone, preso il titolo regale in quell'anno,
deridesse tutti gli altri diadochi, tra i quali viene menzionato anche Agatocle,
che osarono prendere il titolo di re mentre invece esso spettava solo a suo padre e
a lui; si passa quindi, nella scena plutarchea, a sminuire le imprese degli altri
basilei e ad enfatizzare le loro peculiarit:
(GRC)
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(IT)
Discendenti
Con la morte di Agatocle spar anche la sua dinastia: avendo egli dettato come sua
ultima volont la restaurazione del potere popolare a Siracusa, nessun erede tra
quelli che sopravvissero fu fatto salire sul trono siracusano. L'esercito di
Agatocle venne sciolto e la sua figura condannata a una dura damnatio memoriae:
tutte le statue presenti in Sicilia che lo raffiguravano vennero distrutte e
solamente i grandiosi dipinti che lo ritraevano durante le battaglie vennero
risparmiati poich custoditi a Siracusa nel tempio di Atena, luogo sacro.[210]
Ierone II eredit infine il trono di Agatocle e riconobbe in lui il fondatore della
regalit siciliana
La sua linea di successione continu sia in Epiro che in Egitto: di quella egizio-
tolemaica i Siracusani non ne ebbero pi notizia (l'ultimo discendente agatocleo
certo alla corte tolemaica fu il figlio di Teossena d'Egitto, pi controversa
appare invece l'attribuzione alla genealogia agatoclea dell'avversa figura
dell'Agatocle ministro d'Egitto[211]), ma si appellarono tempo dopo la morte di
Agatocle alla discendenza epirota, chiedendo che rivendicasse il trono del nonno
materno il figlio di Lanassa e di Pirro, Alessandro II.
Pirro era infatti stato chiamato dai Sicelioti per contrastare Cartagine, la quale
aveva riconquistato tutta l'isola e aveva posto l'assedio a Siracusa per mare e per
terra approfittando delle guerre civili che dopo la scomparsa del basileus avevano
dilaniato nuovamente la pentapolis. Una volta giunto in Sicilia, Pirro si present
come genero di Agatocle e dunque come avente diritto al trono di Siracusa[212] e
nomin suo figlio legittimo successore di Agatocle.[213]
Nel 269 a.C. venne nominato basileus Ierone II, siracusano che si era distinto
combattendo tra le file di Pirro. Costui ebbe un figlio, Gelone II, che spos
Nereide degli Eacidi. Sulla figura di questa ultima discendente di Pirro vi un
forte dubbio: essa infatti potrebbe essere la figlia di Pirro II - il pronipote di
Agatocle in quanto figlio di Alessandro II - e non di Pirro.[214] Se cos fosse,
poich dalla loro unione nacque Ieronimo - l'ultimo sovrano di Siracusa che eredit
il regno a soli quindici anni di et e fu brutalmente assassinato nel 214 a.C. per
aver stretto alleanza con Cartagine in modo da combattere con essa Roma; ormai
vicinissima a Siracusa - vorrebbe dire che l'eredit di Agatocle accompagn fino
alla sua ultimissima fase il regno siracusano (poich Ieronimo sarebbe in tal caso
l'ultimo discendente regale di Agatocle).[N 10]
La monetazione dell'et agatoclea
Decadramma di Agatocle I Periodo
Dekadrachm - 50 Litrai - Agathocles of Syracuse.png
Testa del dio Apollo Quadriga condotta da auriga, la scrirtta SYRAKOSION e la
Triscele
Tetradramma di Agatocle II Periodo
Moneta di Agatocle Core-Nike 308 a.C.png
Testa della ninfa Kore coronata con spighe di grano e capelli sciolti con la
scritta KOPA Nike alata seminuda con trofeo, con il nome di Agatocle (qui non
del tutto visibile), monogramma e Triscele
Decadramma di Agatocle III Periodo
Moneta in oro di Agatocle III sec. a.C. Atena, grifone, fascio di fulmini,
basileus.png
Testa di Atena con elmo corinzio e grifone Fascio di fulmini con la scritta
"Agatocle" e "Basileus"
Nel I Periodo (317-310 a.C.), Agatocle si accosta ancora molto ai passati canoni
della classica monetazione di Siracusa e sceglie quelli pi gloriosi che possano
ben riflettere la sua sorprendente scalata al potere: nei suoi primi conii compare
sempre e solo la scritta SYRAKOSION (dei Siracusani) e figure simboliche come la
divinit siracusana per eccellenza, ovvero la ninfa Aretusa coronata da canne, e la
quadriga al galoppo che celebrano la vittoria dei Siracusani sugli invasori
Ateniesi; ma anche pegasi corinzi (introdotti da Timoleonte), l'Apollo coronato di
alloro e il toro cozzato; tutti simboli della tradizione siceliota.[216]
Ma fin da subito egli introduce una novit nella monetazione: l'immagine della
Triscele; il primo a farlo e gioc un ruolo fondamentale per la sua diffusione
come simbolo della Sicilia celebre e riconosciuto anche fuori dall'isola. Egli
inoltre introduce l'immagine della ninfa Kore, la Vergine[217]; un simbolo a lui
molto caro e molto importante per quella Sicilia che egli desidera possedere.[218]
La sua moneta con l'effigie della Ninfa e la scritta KOPA sar in seguito ripetuta
dai successivi tiranni e basilei siracusani.
Questi sono gli anni della spedizione agatoclea in Africa: la vicinanza agli altri
diadochi (Tolomeo soprattutto[219]) o la necessit di adeguarsi alla nuova moneta
dominante (che per l'appunto quella macedone) spingono Agatocle ad allineare il
suo profilo monetario con quello delle altre influenti figure del Mediterraneo. In
questa occasione fa la sua comparsa, per la prima volta nelle monete siracusane,
una grande Nike alata, che per di pi nelle incisioni agatoclee seminuda; quasi
completamente scoperta e incorona un trofeo di guerra. Questo suo conio
un'originalit che si discosta dal tipo alessandrino ed ebbe molta fortuna, tanto
da essere successivamente d'ispirazione per le monete del basileus che diede vita
all'Impero seleucide; Seleuco Nicatore.[220]
Infine nel III Periodo (tra il 307 e il 295 fino al 289 a.C.) Agatocle aggiunge il
titolo di basileus nelle sue monete in oro e in argento; specialmente in oro poich
esso era il metallo emblema della regalit.[221] Lo statere del basileus reca sul
dritto la testa di Atena con elmo corinzio e un grifone - unico particolare che
distingue il lato della moneta da quella di Alessandro Magno [222] - mentre sul
rovescio il fascio di fulmini, simbolo di Zeus liberatore, diviene la sua
principale incisione insieme alla scritta basileus e al suo nome: senza ulteriore
specificazione territoriale, poich, pienamente in sintonia con il periodo
ellenistico, la basileia senza confini; ovunque arrivino le sue lance
territorio di suo dominio.[223]
Agatocle nella cultura di massa
L'illuminista Voltaire, autore dell'Agatocle incentrato sul primo sovrano siciliano
Niccol Machiavelli autore de Il Principe dove figura il lato oscuro di Agatocle
Dice Polibio che quando fu chiesto a Scipione l'Africano chi fossero a suo avviso
gli uomini pi abili nel disbrigo dei pubblici affari e i pi capaci nel coordinare
l'audacia all'ingegno egli rispose solamente i Sicelioti Agatocle e Dionisio.
[227]
Non si pu ancora chiamare virt ammazzare i suoi cittadini, tradire gli amici,
essere senza fede, senza piet, senza religione
(Niccolo Machiavelli, Il Principe, cap. VII. su Agatocle)
Publio pass il palmo della mano nuda sulle pietre della base di quella torre.
Agatocle, che era riuscito a prendere in moglie una figliastra di Tolomeo I Sotere,
generale di Alessandro Magno divenuto re d'Egitto. Agatocle, che durante il suo
regno si era preoccupato di far sposare la propria figlia con l'audace Pirro, re
d'Epiro. Tale era stato il potere di Agatocle, sovrano di Siracusa, che sotto il
suo regno l'impero di Cartagine aveva tremato.
(Santiago Posteguillo, Invicta Legio, 2015.)