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Forme e funzioni del libro manoscritto

lezione del 30 Marzo 2016


Come si passa dal rotolo di papiro al codice di pergamena, e perch? Perch era
molto difficile leggere tenendo tra le mani il rotolo, non c'era segnatura delle
pagine, c'era la scriptio continua, era difficile citare i passi, ecc...
Dei quadernetti di pergamena parlano gi San Paolo e Marziale, i quali ci dicono
che con la prima letteratura cristiana iniziarono a circolare quadernetti di
pergamena simili ai polittici di tavolette di legno duro; fra IV e V sec. giunge al
compimento definitivo quella che pu esser considerata la pi grande rivoluzione
del libro prima della stampa: il processo di codicizzazione, che prevede il
trasferimento dei testi della cultura classica latina e greca dai rotoli di papiro ai
codici di pergamena. Tale processo consisteva nella selezione di alcune opere da
trascrivere, e pertanto vennero trascurate le opere ritenute non pi interessanti,
utili o aggiornate; molte altre andarono perdute durante questo trasferimento
poich alcuni rotoli risultavano gi mutili ed incompleti. Inoltre molte opere
subirono deformazioni e guasti del testo perch magari furono commessi errori, e
ricopiando via via ci si allontanava dalle parole originali contenute nel rotolo. Le
motivazioni di questo trasferimento furono la scarsa praticit del rotolo, la forma
maneggevole del codice rispetto al rotolo (quest'ultimo di almeno 3,40 metri) che
poteva tornare comodo anche in viaggio o nell'uso scolastico; inoltre in un codice
era molto pi facile ritrovare un passo (utilissimo nelle letterature di riferimento
quali quella giuridica e teologica) e la capacit di contenuto era di gran lunga
maggiore rispetto al rotolo. Sono sostanzialmente motivazioni di ordine pratico,
ma queste non sono le uniche: il fattore predominante fu quello del rapporto tra il
libro e i fruitori dello stesso dell'epoca. Il Cristianesimo, religione nuova, aveva
bisogno di strumenti nuovi per affermarsi: cosa meglio del libro? Nell'iconografia
cristiana i cristiani hanno un libro in mano, mentre i pagani hanno un rotolo. Fra
le tante prerogative della pergamena c' la possibilit di essere scritta sia sul retto
che sul verso, nonch la capacit di poter essere reimpiegata una seconda volta a
creare quello che chiamiamo palinsesto da + (raschiato nuovamente)
Ci si otteneva mediante la rasura della superficie della pergamena, operazione
impossibile con i papiri (che con la rasura avrebbero perso fibre) se non in
rarissimi casi (tipo un papiro del III-IV secolo che riporta un metodo per
sbiancare le perle, utile anche per sbiancare e riutilizzare un papiro).
Anche altri supporti potevano ricevere nuovamente la scrittura. Svetonio, nella
biografia di Caligola, racconta che questi indisse una gara di oratoria obbligando i
perdenti a cancellare la scrittura leccandola. Nel tardo Medioevo si trovano
numerosi esempi di manoscritti palinsesti ricavati da antichi documenti, registri
amministrativi e giudiziari.
Come si produceva un palinsesto? Mediante rasura o dilavatura.
Rasura: con un coltellino si raschiava la scrittura lettera per lettera; al termine si
potevano rilevare i solchi delle antiche lettere, e per quanto si potesse lisciare la
superficie il risultato non era del tutto omogeneo. Con questo sistema risulta
impossibile risalire all'antica scrittura.
Dilavatura: la pergamena viene immersa per una notte in una tinozza piena di
latte e con una spugna si strofina la superficie tentando di togliere tutto
l'inchiostro; dopodich viene cosparsa di farina e messa sotto un peso. In seguito
viene raschiata via la farina, la pergamena viene imbiancata con il gesso e viene
tagliata secondo il nuovo formato. In questo caso mediante l'utilizzo della
lampada di Wood possibile far rivivere almeno in parte l'antica scrittura. La
lampada di Wood una lampada ai raggi ultravioletti da utilizzare al buio, ne
esistono di vari formati e potenze. I raggi ultravioletti mettono in evidenza gli
elementi metallici degli inchiostri ferro-gallici, pertanto risultano inutili nel caso
di utilizzo di inchiostri a base di carbone. Questo non fu l'unico sistema
adoperato: adesso viene utilizzata la fotografia a raggi infrarossi, oppure viene
utilizzato solfuro di ammonio gassoso; caduto in disuso il sistema della
cosiddetta noce di galla: ci sono insetti che pungono le radici di alcune piante
come la quercia, e in quel punto si produce un'escrescenza a forma di noce;
lavorando il nettare di questa escrescenza si ottiene un liquido che viene poi
spennellato sulla scrittura che in un primo momento rivive; col passare del
tempo, per, questo va a corrodere e compromettere la pergamena.
Lo studio dei palinsesti utile perch alcuni scritti ci sono giunti solo mediante
palinsesto: il pi importante il Manoscritto vaticano latino 5757 (Ms. Vat. Lat.
5757 secondo la segnatura del codice), si tratta di uno scritto di Cicerone, il De
Republica, di cui si sentiva sempre parlare nella tradizione indiretta ma che non
era mai stata trovata sin quando il cardinale Angelo Mai nel 1819, dopo solo un
mese dalla sua nomina a prefetto, lo scopr ed inizi a studiarlo. Purtroppo
Angelo Mai spennell la noce di galla sul Somnium Scipionis riportato sotto il
Commento ai salmi di Sant'Agostino e dopo un po' le pergamene iniziarono a
deteriorarsi; fu operato un intervento di emergenza che prevedeva l'applicazione
di ciascun foglio su dei cartoncini, e il codice non fu mai ricostituito.
La maggior parte dei palinsesti italiani proviene da Bobbio (provincia di Piacenza),
sono tutti ascrivibili all'VIII-IX secolo. Come fare a riconoscere un palinsesto?
Bisogna sempre innanzitutto passare la lampada di Wood; ci sono anche altri
piccoli indizi: piccoli segni di scrittura che non c'entrano nulla col testo nel verso
perpendicolare o anche lo stesso verso di scrittura. Inoltre con il punctorium
venivano fatti dei puntini dai quali partivano le linee rettrici: se troviamo dei
punti nell'alto e nel basso del foglio, significa che il foglio prima era girato nel
verso opposto ed aveva gi ricevuto la scrittura.
Bobbio era luogo principale di produzione di palinsesti ottenuti riutilizzando i
fogli in condizioni migliori (e non il codice intero cos com'era); anche in Terra
d'Otranto si trovano molti palinsesti, perlopi testi teologici cancellati per
riportarci opere di testi classici (bisogna pensare che la Terra d'Otranto era laica).
Altra zona di conservazione di palinsesti l'abbazia di San Nilo di Grottaferrata,
perlopi di palinsesti greci; si prendevano testi mutili riutilizzando le parti
migliori, testi eterodossi, testi non pi studiati, vecchie leggi e si reimpiegavano
principalmente per motivi economici (la pergamena aveva un costo elevato,
pertanto non veniva mai sprecata). Una tesi sosteneva che i cristiani avevano
cancellato i testi pagani riscrivendoci sopra testi cristiani; questa tesi stata per
screditata: proprio a Grottaferrata c' un'Iliade scritta su una Lettera ai Corinzi,
uno dei tanti esempi che dimostrano la non validit di questa tesi.
Segnatura Vat. gr. 226 (208). Qui il numero 208 rappresenta la vecchia segnatura
(vecchia meno di cinquant'anni), serve a poter fare riferimento a vecchi studi e
riferimenti fatti quando c'era la precedente segnatura.

Origine: luogo in cui il ms. stato confezionato.


Provenienza: ultimo luogo di conservazione del ms.

Un manoscritto (inteso come codice) composto da una serie di fascicoli o


quaderni, che possono esser considerati l'unit di base del ms. Ogni fascicolo
composto da pi fogli ripiegati almeno una volta ed inseriti uno nell'altro ed infine
cuciti al centro. Ogni singolo foglio che compone il fascicolo formato da due
chartae e da quattro facciate o pagine. Charta recto, charta verso: il recto
sempre a destra, il verso sempre a sinistra. Talvolta pu essere trovata una
terminologia utilizzata dai papirologi: il bifolio formato da primo e secondo folio.
Se formo un fascicolo con due fogli ripiegati ottengo un binione; se formo un
fascicolo con tre fogli ottengo un ternione; se formo un fascicolo con quattro fogli
ottengo un quaternione e cos via un quinione, senione, settenione, ottonione.
Quando gli artigiani medievali costruivano i fascicoli decidevano prima la misura
del fascicolo e li costruivano prima; se il testo s'interrompeva in un foglio non
multiplo dell'unit utilizzata, adattavano l'ultimo fascicolo alle esigenze del testo.
Quest'ultimo fascicolo di un ms. viene chiamato fascicolo di comodo; questo
pu contenere lo stesso numero di fogli degli altri fascicoli, oppure pu essere
adattato alle esigenze del testo contenendo fogli in pi o in meno.

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