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O LATIM COMO LNGUA INTERNACIONAL

Summarium
L'EUROPA ALLA RICERCA DI UNA LINGUA COMUNE. p. 1- 10

COMMENTS. p 10-14

L'EUROPA ALLA RICERCA DI UNA LINGUA COMUNE.


GUIDO ANGELINO

L'Idea Liberale, Organo del Centro Studi dell'Idea Liberale - Milano

N. S. - Fasc. III - Nov. Dic. 1988.

Quel che ha facilitato la cultura del Medioevo e l'espansione fantastica delle Universit,
che allora si usava una lingua internazionale, la lingua dei chierici, il Latino, albero rigoglioso
della comunicazione al centro del Medioevo. Oggi non c' pi il Latino. Ed anche inutile far
prevalere una lingua sull'altra. Certo, dobbiamo tenere conto dell'importanza che ha assunto
l'inglese nel mondo.

Ma per l'Europa della materia grigia fondamentale far circolare tutte le lingue. Occorre
che le scuole delle nazioni si strutturino in modo nuovo, al fine di far imparare ai loro figli tutte
le lingue europee fondamentali. L'Europa pu inventare il nuovo, anche per intendersi, per
parlarsi. Ma deve basarsi sulla propria eredit. Ed ogni lingua - l'inglese, il tedesco, il francese,
l'italiano, il portoghese, lo spagnolo, il greco - veicola un'enorme eredit culturale, che
dobbiamo rendere operante.

Come? Rafforzando la presenza delle lingue nei programmi d'istruzione di tutte le scuole. (M.
A. Macciocchi, Di l dalle porte di bronzo, Mondadori, 1987, pag. 76)

Sono parole del professore della Sorbona Jacques Le Goff a Maria Antonietta Macciocchi, una
delle intellettuali italiane pi colte, parole che affrontano il problema del pluralismo linguistico
dell'Europa, l'ostacolo forse pi ingombrante per raggiungere un'autentica unit europea,
culturale e spirituale.
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C' in esse una frase lapidaria che mi lascia perplesso: Oggi non c' pi il Latino.

E se invece il Latino avesse gi cominciato a rinascere, e se, quasi miracolosamente, oggi


fosse gi presente sulle labbra dei loquentes Latine, cio di quella legione di Europei, tedeschi
italiani francesi belgi polacchi ungheresi finnici... (legione che sta irrefrenabilmente
accrescendosi), i quali riescono a intendersi limpidamente tra loro, usando la gran lingua di
Roma?

Ma qui bisogna fare una precisazione.

Oggi, quando si dice Latino, si corre col pensiero a quel prodigio di architettura e di eleganza
che il Latino dei massimi prosatori, di quegli autentici strateghi della lingua di Roma, quali
Cicerone, Cesare, Livio, Tacito, Latino solenne, spesso arduo e labirintico.

naturale che chi pensi a un simile Latino, si chieda con un sorriso divertito come si possa
pensare al Latino come linguaggio comune, come lingua veicolare tra gli Europei.

Ma se si pensa a un Latino di lineare struttura, ignaro di inversioni ed eleganze, Latino che


non si proponga di porre caparbiamente i verbi in fondo al periodo (tecnica di cui si faceva
gioco gi Seneca (Quid de illa [compositione] loquar, in qua verba differuntur et diu exspectata
vix ad clausulam veniunt?[Ep. 114, 16]. Si noti quel saporoso diu expectata), Latino che invece
segua rigorosamente le leggi della grammatica e della sintassi Latina, ecco che l'idea di un
sermo Latinus colloquialis come lingua comune europea comincia ad apparire praticabile.

Se poi ci si guardi attorno, oggi, in Europa, ci si accorger che tale idea gi in atto, da
tempo.

L'iniziativa partita da Saarbrcken, dove un valente professore universitario, dottissimo


latinista, il benedettino P. Caelestis Eichenseer, ha lanciato, ed attuato, l'idea dei Seminari
Latini.

Tre, quattro volte l'anno, un gruppo di fautori del Latino vivo (professori, studenti, cultori
della lingua di Roma) si raccolgono in qualche antico Convento o Castello o Sede Culturale, e
quivi trascorrono una settimana quasi di ferie, parlando solo Latino.

S'intende che nelle primissime ore, chi si saziato per anni solo di letture e di
interpretazioni dei Classici, non sa che balbettare qualche modesta frase Latina, ma presto,
anche guidato dall'esempio di chi il Latino vivo gi lo sa usare con disinvoltura, si accorge con
stupore e tacita commozione, di cominciare a diventare un civis Romanus, che riesce ad
esprimersi, anche se con cauta lentezza, nella lingua di Roma.

L'esempio del prof. Eichenseer stato presto seguito dall'eccezionale linguista P. Suitberto
Siedl, viennese, professore di ebraico all'Universit di Strasburgo, conoscitore di una dozzina di
lingue sia del ceppo neolatino, sia di quello germanico e slavo, che ha raccolto (e continua a
raccogliere) attorno a s, due volte l'anno, gruppi di innamorati del Latino vivo per le
cosiddette Ferie Latine, ora in Austria, ora in Francia, in Jugoslavia, ora in Italia, Feriae latinae
che, come i Seminaria eichenseriani, attuano il miracolo della rinascita del Latino come lingua
viva.
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Stanno poi sorgendo, un poco dovunque per l'Europa, Circoli Latini, i cui membri si
radunano, a date fisse, a mescere in allegria vini, a gustare paste e a conversare in Latino, con
realizzazioni di brevi spettacoli e di brevi conferenze su argomenti di attualit, svolte in un
piano e trasparente Latino.

Ma, si dir, un Latino cos lineare, cos esile, cos inornato, come quello usato in questi
incontri di latinisti vivi, non sar piuttosto una specie di Latino maccheronico?

Qui occorre avere le idee chiare. Il Latino maccheronico (sia quello di raffinata fattura, come,
ad esempio, quello di Teofilo Folengo, dagli esametri metricamente perfetti del Baldus, sia
quello popolaresco, tipo

cur, quare, quia, fuerunt la rovina mia -

cur, quia , quare, fecerunt me arare -

quia, quare cur, fecerunt me sonare tambur)

un'allegra e folle mistura di Latino classico e di termini tolti dall'italiano e dai dialetti e
umoristicamente latinizzati: si veda, ad esempio, dal Baldus:

Quo fugis? Unde venis? Quis facit te ire galoppum? (111, 382)

0 macaro, macaro, quae te mattezza piavit? (IV, 285)

Exspectant pivae danzam quis chiamet un'altram (VII, 228)

Facilis cosa est descendere bassum,

sed tornare dretum, bracas bagnare bisognat (XXII, 54-55)

Il Latino maccheronico nasce dunque da un'esigenza puramente comica, con un preciso fine
umoristico. Profondamente diverso invece il Latino di noi latinisti vivi, che, come ho gi
osservato, si impone un rigoroso rispetto delle strutture morfologiche e sintattiche del Latino
classico e che, in luogo del labirintico e raffinato ordo verborum degli Autori classici, si
propone una struttura lineare e spontanea, quale la mentalit cartesiana di oggi richiede.

Chi scriva: Si unusquisque hodie cogitaret minus de suis rebus et magis de rebus
communibus, vita civilis esset hodie multo humanior forma un periodo di tipo colloquiale, ma
di assoluta legittimit Latina; volendo invece classicheggiare, scriverebbe: Si minus de suis
quisque rebus, ac magis communibus de rebus cogitaret, multo humanior hodie exsisteret
vita.

C' poi un'altra obiezione, che mi stata fatta in un incontro tra professori di Latino: Ma
l'uso di questo vostro Latino cos terra terra, senza un minimo diconcinnitas e di eleganza, non
vi contaminer in modo irreparabile, cos da rendervi sordi e ciechi dinanzi alla squisita e
complicata bellezza dei Classici?

Ho risposto interrogando a mia volta se i nostri studenti liceali, per il fatto che parlano
spesso un italiano grezzo e impreciso, mescolato di termini stranieri, italiano che sta
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eliminando disinvoltamente il congiuntivo, divengano per questo sordi e ciechi dinanzi alla
purit, all'eleganza, alle raffinatezze strutturali dei grandi Classici Italiani che commentiamo
loro in classe. Anzi, proprio dal contrasto e dall'urto delle due lingue, meglio e pi acutamente
avvertono l'aristocratica e molteplice bellezza delle pagine dei nostri grandi Scrittori.

Cos l'uso del nitido Latino colloquiale non solo non offusca ai latinisti vivi l'architettonica e
musicale bellezza delle pagine dei Classici Latini, ma ne rende pi acuta e consapevole la
fruizione.

C' tuttavia un grosso ostacolo che sembra porsi di traverso contro l'attuazione di un
semplice e accessibile Latino colloquiale, che possa porsi come linguaggio di comunicazione
europea.

Come potr essere espresso in Latino tutto lo sterminato numero di realt nuove che
tecnologia, evoluzione spirituale ed evoluzione civile hanno offerto alla societ di oggi, di cui
quindi mancano gli equivalenti Latini?

Rispondo che una cospicua parte di questi neologismi, di cui si sono arricchiti i nostri
linguaggi moderni, composta di termini Latini e greci, termini che, ripresa, quando occorra, la
loro ortografia classica, sono gi pronti per essere immessi nella corrente del Latino vivo.

Eccone, come esempio, un gruppetto:

Helicopterum, hydrvora, telescopium, neoplasma, electromagneticus, televisio, isotopus,


photogramma ... Ridare vita a questa innumerevole schiera di termini greco-latini, inserendoli
nel nostro Latino vivo, non che dare a Cesare ci che di Cesare.

E poi, una pattuglia di squisiti latinisti, dotati non solo di profonda preparazione linguistica,
ma pure di genialit creativa e di una specie di sesto senso Latino, hanno, da ormai
cinquant'anni a questa parte, compiuto (e stanno tuttora compiendo), applicando con vigile
attenzione le leggi di derivazione, l'analogia e basandosi sull'evoluzione semantica, un
imponente e originalissimo lavoro, s da rendere il Latino vivo capace di esprimere ogni realt
odierna. Il loro lavoro non molto diverso da quello dei Comitati tecnicolinguistici, che ogni
grande azienda ha, oggi, per battezzare in linguaggio moderno tutte le novit, soprattutto
tecniche, della loro produzione.

Ecco una breve scelta di questi neologismi:

l'automobile = autocinetum

musicassetta = phonocapsella

grissini = panicilli

nave rompighiaccio = navis glacifraga

sciopero = operistitium (per analogia a solstitium)

carrozza ferroviaria = carruca ferriviaria


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i crakers = quadrulae

i fumetti = nubeculati libelli

la biro = calamus sphaerulatus

le tagliatelle = segmentulae

la roulotte = domuncula vectabilis

il mitra = manuballista

telegiornale = telediurnum

calcolatore = computatrum

la guida dei Touring = libellus periegeticus

un pallone imparabile = follis imprensabilis...

Legge fondamentale di questi neologismi plasmati dai neolatinisti che siano translucidi,
cio immediatamente interpretabili e insieme siano di buon sapore Latino. Chi voglia avere
un'idea dettagliata della questione dei neologismi, pu sfogliare il Nuovo Vocabolario della
lingua Latina, di J. Mir e C. Calvano (Mondadori, 1986) o anche il Lexicon recentis Latinitatis, 2
voll. (Editrice Vaticana, 1992) o anche prendere in mano qualcuna delle Riviste di Latino vivo
(non ho ancora detto che il fervido moto per la rinascita dei Latino vivo affiancato, gi da
qualche anno, da Riviste quali Vox Latina (tedesca),Latinitas (vaticana), Melissa (belga), gli
articoli delle quali sono una sorprendente dimostrazione di come qualunque argomento, sia di
vita antica, sia di attualit, possa essere oggi espresso in un linguaggio limpidamente
accessibile ad ogni Europeo, che sia stato iniziato alla lingua Latina.

Proviamo ora a riallacciarci al punto di partenza.

Lo storico prof. Jacques Le Goff sostiene che, per dare unit culturale all'Europa, occorra
anzitutto ampliare nelle scuole europee lo studio delle principali lingue di Europa.

Chi venga, come me, dal mondo della scuola, sa per bene quanto sia arduo aggiungere
nuove ore ai programmi attuali, o mutarne, anche solo in parte, la struttura.

certamente vero che ogni grande lingua europea un formidabile veicolo di cultura, e ben
venga uno studio almeno pi accurato, se non pi ampio, delle lingue nei vari ordini di scuole
europei, ma qui mi pare che il problema non sia tanto conoscere molte lingue per accedere ai
mirabili tesori culturali europei, quanto di avere, tutti, tra le mani, una lingua che ci permetta
di intenderci con semplice chiarezza tra noi, abitanti di Europa, una lucida lingua veicolare, che,
oltre a servire negli incontri e nelle conversazioni, permetta un'immediata semplificazione
delle strutture (durante i Congressi e di stesura dei vari decreti approvati.

Che il Latino colloquiale, o neolatino, come ormai comincia ad essere chiamato, Latino dalla
piana struttura e arricchito dei necessari neologismi, possa davvero fungere da lingua comune
per l'Europa, lo dimostrano alcune recenti esperienze.
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Dal 9 al 14 Settembre 1985, si tenne a Coimbra il VII Congresso do Grupo de Matematicos


de expressao Latina, alla presenza di studiosi portoghesi, spagnoli, italiani, francesi, rumeni,
dell'America Latina e del Giappone. Il prof Rodolfo Salvi, docente al Politecnico di Milano (e
mio ottimo amico), tenne una relazione sull'esistenza di soluzioni deboli periodiche circa le
equazioni di Navier-Stokes.

Alla relazione, fece precedere questa breve nota, preparata con me e letta scandendo le
parole con lentezza e precisione: Ego exponam meam demonstrationem lingua Latina, utique
lingua latina planissima et crystllina. Ego enim pro certo habeo linguam Latinam posse esse
optimum et liquidum instrumentum communicationis inter omnes viros doctos non modo
Europae, sed etiam exterarum nationum. At una condicione, ut sit non l i t t e r a r i a, id est
non sit implicata et architectonica ut fuit lingua exquisita Auctorum Latinorum, sed sit c o l l o
q u i a l i s, c a r t e s i a n a, id est praedita dispositione recta et subitanea intelligibilitate.
Debet enim sequi morem saeculi vicesimi; quod est saeculum evidentiae et velocitatis,
saeculum quod hoc tantummodo postulat a scribentibus et a loquentibus ut sint illico et
penitus intelligibiles.

Il prof. Salvi mi rifer personalmente di essere stato ascoltato con molto interesse e che, nel
dibattito che segu, ad eccezione dei Francesi, i presenti giudicarono l'uso del Latino colloquiale
una novit molto stimolante e di notevole utilit nei congressi scientifici.

Chi legga il n. 24 di Melissa (la Rivista neolatina belga, cui ho gi accennato - Editrice in
Avenue de Tarvueren, 76 - 1040 Bruxelles), trover la relazione del viaggio compiuto dal prof.
Thomas Pkkanen, dell'Universit finnica di Helsinki, la cui recentissima traduzione in Latino
del poema nazionale Kalvala, stata da lui personalmente presentata nel marzo dell'anno
scorso, con un'orazione in limpido Latino colloquiale, a Bruxelles a un folto uditorio, nella Sede
della Comunit europea.

Partito in aereo da Helsinki, atterra a Milano, ove incontra i componenti della Sodalitas
Latina mediolanensis, poi scende a Firenze, ove accolto nel Circolo Latino fiorentino, indi ad
Arezzo, ove tiene all'Universit una conferenza sul Kalvala Latino.

Qualche giorno dopo, all'aeroporto di Budapest, accolto da professori ungheresi e tiene


all'Universit un discorso riguardante i problemi postigli dalla traduzione Latina dei Kalvala, a
cui seguito un animato dibattito. Il giorno dopo, nella citt di Debrecen, ha luogo un secondo
incontro presso il Seminario di Latino nell'Universit L. Kossuth, alla presenza di un folto
gruppo di professori. Di nuovo, dopo le orazioni ufficiali, si svolge una vivace discussione.

Orbene, in tutti questi incontri in Italia e in Ungheria, il linguaggio che ha permesso a questi
Europei di nazioni diverse di salutarsi, di intendersi tra loro, di discutere, stato il Latino vivo
colloquiale.

Il dottor Rosario Casalone, ricercatore in genetica presso l'Universit di Pavia, ricevette, il


29/IX/1987, il seguente biglietto, inviatogli dal prof. B. B. Wittwer, dell'Istituto di genetica di
Magdeburgo (Rep. Dem. Ted.): Humanissime collega, pergratum mihi feceris si exemplar tui
recentis libri mihi miseris. Reverenter summas gratias agens et salutem tibi plurimam dicens,
Wittwer.
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Ecco la limpida risposta del dottor Casalone: Docte et humanissime collega, libenter libi
mittam meam opellam, quam rogas, sperans eam tibi fore utilem. Laetor quod adhibueris
linguam Latinam, quae optime esse potest instrumentum communicationis inter doctos
variarum nationum. Spero fieri posse ut aliquando vel in Italia vel in Gemiania, invicem
cognoscamus et coniungamus gratam amicitiam. Casalone.

Se posso richiamarmi ad una mia esperienza, nelle Ferie Latine del 1982, tenutesi in Carinzia,
a St. Georgen am Lngsee, potei conversare e discutere per un'intera settimana con un
giovane professore svedese, Ioannes Persson de Malmogia, nel nostro nitido Latino
colloquiale: un nordico e un mediterraneo, che con le loro lingue patrie non avrebbero
neppure saputo salutarsi, poterono cos fraternamente parlarsi e perfettamente intendersi.

Vorrei tornare un momento ad una delle frasi succitate dello storico Le Goff: L'Europa pu
inventare il nuovo, anche per intendersi, per parlarsi. Ma deve basarsi sulla propria eredit.
proprio quello che ci proponiamo noi, Latinisti vivi: diffondere in Europa un Latino che nasca
da un geniale impasto di antico e di moderno, un Latino che da un lato ci allacci alla poderosa
sorgiva culturale Romana, dall'altro ci renda idonei ad esprimere, in questo linguaggio
mescolato di passato e di presente, ogni realt moderna.

Certamente la conoscenza delle grandi lingue europee ci permette di attingere agli splendidi
tesori culturali delle singole nazioni, ma possedere un linguaggio comune sovrannazionale, col
quale potersi comprendere sia nei congressi europei, sia nei contatti con Europei di nazioni con
lingue meno diffuse, col quale poter redigere articoli e contributi culturali che siano
immediatamente accessibili ad ogni abitante colto d'Europa, certo un esaltante obbiettivo
per ogni Europeo a cui stia a cuore l'unit non solo mercantile, ma soprattutto culturale,
dell'Europa.

Bisogna per subito notare che tutto questo fervore di iniziative, che sorgono un poco
dovunque in Europa, a favore del Latino vivo, restano inadeguate se noi, suoi fautori, non ci
proponiamo un importante e coraggioso obbiettivo: p e n e t r a r e n e l l e s c u o l e.

Il Latino ha la fortuna di essere insegnato, e insegnato bene, in buona parte delle scuole
d'Europa (e c' da sperare che i politici italiani si accorgano presto dl delitto di lesa cultura,
perpetrato togliendo il Latino dalle Medie, contro il sacrosanto diritto degli studenti italiani di
essere iniziati a una delle pi splendide fonti di cultura e di arte, e si sappiano muovere per
reintrodurvelo), ma ormai tempo che, con un vigoroso colpo di timone, si passi
dall'insegnamento tradizionale, troppo astratto e troppo legato ai modelli letterari, a un
insegnamento del Latino trattato come una lingua viva.

Questo implica che fin dalla prima lezione, il professore sappia accortamente mescolare
lingua patria e lingua Latina, s che gli studenti odano finalmente parlare Latino e vengano pian
piano iniziati a questa nuova eccitante esperienza. Ed notevole quanto presto il professore
(ne parlo con cognizione di causa), si senta, con segreta commozione, divenire un concivis
Romanus, capace in breve tempo di esprimere, in un lucido e semplice Latino, le sue idee; non
parlo degli studenti, a cui non par vero di divenire a poco a poco degli autentici adulescentuli
Romani!
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E vorrei notare ai colleghi, a cui l'insegnamento del Latino in Latino appaia piuttosto
complesso e audace, che noi, professori di Latino, siamo, a ben guardare, degli autentici lessici
Latini viventi, tale il cumulo di vocaboli e di costrutti Latini che conosciamo; tutta per questa
imponente massa lessicale giace nelle nostre menti come assopita, confusamente mescolata
insieme, priva quindi di quella rapida velocit di comparizione dinanzi alla mente e di qui alla
bocca. solo necessario un rapido e geniale esercizio (at de hoc alias) per destarla e per,
diciamo cos, sdipanarla, s da poterla padroneggiare con crescente velocit e sicurezza.

E dunque (mi rivolgo specialmente ai giovani colleghi) lasciatevi attrarre dal fascino del
Latino vivo, e soprattutto trasfondetelo, questo fascino, negli studenti. L'uso del semplice e
lucido Latino vivo servir loro di efficacissima propedeutica per avvicinarsi, in un secondo
tempo, ai Classici Latini, che sembreranno loro non pi astrusi e lontanissimi Autori, ma
concittadini di un'unica grande respublica Latina.

E se prende piede, nelle scuole d'Europa, l'insegnamento del Latino come lingua viva, sar
posto un solido fondamento per raggiungere il grande obbiettivo di offrire all'Europa una
lingua comune, che affratelli tutti i suoi figli, ne semplifichi i rapporti e insieme li renda idonei a
riappropriarsi e a riapprofondire il grande retaggio Romano e Cristiano.

Forse a qualche lettore piacer leggere qui un limpido brano Latino colloquiale.

Ecco la relazione di un derby Iuventus - Torino.

Hodie est Dominica extraordinaria: magna pars Taurinensium relinquit domum et cetera
negotia et affluit ad stadium: duae enim turmae (squadre) eiusdem urbis certabunt inter se
maxima alacritate.

Cum arbiter emittit sibilum initii, omnes graidus amplissimi stadii sunt iam referti typhosis,
qui emittunt dssonum boatum, agitantes vexilla et sonantes corniculas.

Per primum quartum horae, lusores (i giocatori) procedunt velocissimi (sunt enim omnes
vegeti viribus) et follis (il pallone) vel radit terram vel volat, propulsus modo ad unam aream
portariam, modo ad alteram.

Et ecce, fere transacta media hora lusus acris ac prementis, ala sinistra iuventina captat
follem, quem ei perite (abilmente) direxit medianus, evtat duos defensores taurinianos, offert
follem eleganti ictu tali (colpo di tacco) occurrenti medialae dexterae, quae rapido ac
vehementi ictu pricit follem in angulum portae, dum ianitor, etsi citissime insiliens, non valet
nisi eum praestringere (sfiorare) digitis.

Tnitrus ingens rboat per stadium, dum auctor retis, currens huc illuc velut amens et
pluriens iactans per aera brachia, vicissim ab uno et ab altero lusore iuventino cingitur brachiis
et fervide basiatur, quasi peregisset gestum heroicum.

Lusus iterum inchoatur, et dum iuventini nituntur praesertim defendere portam, et


tantummodo raro irrumpunt in aream adversariorum velocibus incursionibus, athletae
taurinarii pergunt (continuano) rabida alacritate premere indefatigati contra rete
adversariorum, trahentes secum etiam proprios defensores, ita ut saepe dimidium stadium
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maneat desertum et unicus conspiciatur, deambulans placide inter palos portae, manitor
taurunianus.

At integer globus iuventinus intentissime vigilat et rumpit qumlibet (qualsiasi) actionem


adversariorum qui, licet crescenti impetu conentur, astutis traiectibus (passaggi) apparare
occasionem reti, semper, veluti undae quae franguntur contra scopulos, frenantur et assidua
tenacia repelluntur retro.

Et ecce sibilus arbitri: prius tempus certaminis est transactum; athletae relinquunt stadium
et Iuventini cursu, Tauriniani contra tardis passibus, recedunt in spoliarium.

Initium secundi temporis: refecti (ristorati) intervallo, athletae incipiunt velocem lusum,
conantes Tauriniani Assequi paritatem, Iuventini autem, etsi non intermittentes cautam et
ferream vigilantiam suae portae, parati ad fruendam quamlibet occasionem ut augeant
numerum retium.

At improviso, medius aggressor taurinianus, potitus (impadronitosi) folli, ingreditur in aream


rigoris et callida simulatione (finta) se xpedit a mediano sinistro iuventino, qui conatus erat
eum cohibere, sed in ipso momento quo se pparat ad proiciendum follem in rete, ab
accurrente defensore iuventino deicitur humi ( fatto cadere) apertissima supplantatione
(sgambetto). Sibilat arbiter: calx rigoris.

Super totum stadium cadit repente ingens silentium, et dum athletae se glomerant taciti
extra aream rigoris, taurinianus rigorista (ita appellatur athleta qui excellit peritia proiciendi
follem in rete adversariorum) deponit follem in circulo, circumscripto lineola alba, inde
retrocedit lente aliquot passus, postea velocitate crescenti irruit in follem et, simulata
declinatione corporis in partem sinistram, eum impingit ictu veliementi in angulum dextrum. G
o a L !! Unum contra unum!!!

Exoritur a typhosis taurinianis immanis boatus, dum incipiunt agitari phrenetice vexilla et
explodi capsulae pyricae.

Ergo certamen redit ad paritatem! Dum autem in cavea stadii tumultus pergit effrenatus,
athletae redintegrant festinanter lusum, incitati novo impetu et alacritate Tauriniani, impulsi
acriore fervore Iuventini.

At dum follis transit velociter ab uno ad alterum lusorem et dum premitur et obsidetur
modo una, modo altera porta, intentissima vigilantia defensorum impedit quminus follis
possit prici in rete.

Et iam propinquat finis secundi temporis, cum follis impingitur incaute a lusore taurinensi
ultra lineam extremam stadii, ideoque decernitur calx anguli pro Iuventinis.

Volat follis, apte impulsus ab ala sinistra et inclinatur in proximitate portae, ubi densantur
athletae utriusque turmae; inter ceteros, agili saltu emergit medianus iuventinus, qui
vehementi et callido ictu capitis percutit follem eumque impingit imprensabilem
(imparabile) in superiorem angulum dextrum portae: g o a l !
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Hac vice, totum stadium explodere videtur: clamant insanientes laetitia thyphosi iuventini, se
invicem complectentes (abbracciandosi) et quassantes sua vexilla et vexillula, dum contra una
pars typhosorum taurinianorum rumpit in exsecrationes et blasphemias, altera vero, quasi
percussa fulmine, assidit muta in gradibus, velut si eos perculisset extrema

calamitas.

Et ecce, post pauca minuta, sibilus finis.

Omnes athletae repente consistunt, inde contendunt ad spoliarium, dum interea thyphosi
iuventini, gestientes irrefrenabili gaudio, invadunt pacifice stadium atque turmatim iactant ad
aerem vexilla et elatis vocibus celebrant victoriam turmae cordis.

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GUIDO ANGELINO in L'Europa alla ricerca di una lingua comune.L'Idea Liberale, Organo del
Centro Studi dell'Idea Liberale - Milano . N. S. - Fasc. III - Nov. Dic. 1988, prope a lingua latina
coloquial como lingua comum da Europa.

Cito : Sermo Latinus colloquialis come lingua comune europea. Oggi, quando si dice Latino,
si corre col pensiero a quel prodigio di architettura e di eleganza che il Latino dei massimi
prosatori, di quegli autentici strateghi della lingua di Roma, quali Cicerone, Cesare, Livio, Tacito,
Latino solenne, spesso arduo e labirintico. naturale che chi pensi a un simile Latino, si chieda
con un sorriso divertito come si possa pensare al Latino come linguaggio comune, come lingua
veicolare tra gli Europei.

Ma se si pensa a un Latino di lineare struttura, ignaro di inversioni ed eleganze, Latino che non
si proponga di porre caparbiamente i verbi in fondo al periodo (tecnica di cui si faceva gioco gi
Seneca (Quid de illa [compositione] loquar, in qua verba differuntur et diu exspectata vix ad
clausulam veniunt? [Ep. 114, 16]. Si noti quel saporoso diu expectata), Latino che invece segua
rigorosamente le leggi della grammatica e della sintassi Latina, ecco che l'idea di un sermo
Latinus colloquialis come lingua comune europea comincia ad apparire praticabile.

http://www.latinitatis.com/latinitas/textus/angelino.htm

A citao acima permite-nos definir e precisar o escopo do exercicio que denominamos LATIM
UTILITARIO, por emprestimo de JEAN BAYET, Les langues Internationales, Collection Que
Sais-Je? , numero 968. Trata-se de adotar um sermo Latinus colloquialis como lingua comum
europea, academica e internacional. Lingua que siga rigorosamente as leis da gramatica e
da sintaxe latina, porm, um latim de linear estrutura, ignaro de inverses e de elegancias,
que no relegue o verbo ao fundo dos periodos e frases, tecnica j tratada com deriso por
escritores do porte de um Seneca [ Quid de illa compositione loquar , in qua verba differuntur
et diu expectata vix ad clausulam veniunt? [ Ep. 114, 16], como informa GUIDO ANGELINI.

Em nossa bibliografia, on line, colocamos livros cujos autores procuraram reduzir a poucas
lies o estudo do latim, deste modo capacitando o estudante para a leitura imediata de
11

textos autenticos de autores latinos, em areas especializadas, direito , filosofia, medicina,


botanica, documentos eclesiais, liturgicos ou biblicos.

Para abordar, como adultos, o estudo do latim, podemos ver inicialmente , por exemplo:

o curso de latim para estudantes de direito e advogados, O LATIM EM DEZ LIES, do jurista
SPENCER VAMPRE http://archive.org/details/OLatimEmDezLicoes ;

o LINGUA LATINA MEDICINALIS, para estudantes de medicina, em russo, por I.A. KOZOVIK e
L.D. SHIPAJLO, http://archive.org/details/LinguaLatinaMedicinalis.LatimParaMedico ;

as 40 LIOES DE LATIM PARA PRIMEIRA E SEGUNDA SERIES, por JOSE BATISTA RIOS
CASTELES, curso bsico completo,
http://archive.org/details/40LicoesDeLatimParaPrimeiraESegundaSeries ;

a SINTESE DE GRAMATICA LATINA de ERNESTO FARIA , para o ensino moderno do latim,


http://archive.org/details/SinteseDeGramaticaLatina ;

o ENSAIO SOBRE O USO DO LATIM NA BOTANICA, pelo naturalista CARLOS TOLEDO RIZZINI
http://archive.org/details/EnsaioSobreOUsoDoLatimNaBotanica;

LE LATIN EN QUINZE LEONS, por CH. DUMANE, metodo novo que, ensinando rapidamente
as regras de sintaxe, permite que em pouco tempo, sem professor, cheguemos
compreenso de textos latinos faceis. Adotada uma das tres pronuncias, a nacional, a
eclesiatica ou a restaurada, e feitas algumas ampliaes na parte do vocabulario, este curso
constituiria igualmente uma otima introduo ao latim vivo, que poderia ser utilizado como
lingua internacional moderna, como sugerido pelo proprio autor.

http://archive.org/details/LeLatinEnQuinzeLeconsParCh.Dumane

O acesso aos numerosos cursos de latim, ministrados no Brasil, para as primeira e segunda
series dos ginasios e seminarios, cursos destinados ao entendimento de crianas, permitem a
qualquer adulto uma abordagem pessoal , geral e rapida ao idioma latino. Aprender em
semanas o que era ensinado ao longo de quatro anos a crianas semi-analfabetas,
desinformadas e desmotivadas. A partir dos livros ginasiais, colegiais, dos destinados
preparao para os vestibulares, e das gramaticas mais avanadas, cada um poder construir
o seu proprio curso de latim.

Merece referencia especial a obra CHAVE DA VERSO LATINA por CARLOS TORRES
PASTORINO. Trata-se de um dos raros livros em portugues que se ocupa de composio
latina. Ensina a escrever latim classico de modo natural e simples, exercicio abandonado
pelas escolas brasileiras desde meados do seculo XIX. CARLOS TORRES PASTORINO foi
professor de latim do Colegio Militar. Escreveu tambem um curso introdutorio completo
denominado LATIM PARA OS ALUNOS.

http://archive.org/details/ChaveDaVersaoLatinaPorC.TorresPastorino

Nosso objetivo ento aqui no o de ensinar latim em dez lies, mas apenas chamar a
ateno para alguns fatos da gramatica latina que facilitam imensamente o seu estudo.
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Basicamente estudaremos as declinaes, do nosso modo, juntamente com a sintaxe dos


casos, e a conjugao dos verbos, estes simultaneamente nas vozes ativa e passiva.

O problema do latim a sintaxe classica, ou seja, como bem coloca GUIDO ANGELINO, cito,
quel prodigio di architettura e di eleganza che il Latino dei massimi prosatori, di quegli
autentici strateghi della lingua di Roma, quali Cicerone, Cesare, Livio, Tacito, Latino solenne,
spesso arduo e labirintico. fin. citationis.

Iniciaremos pela sintaxe , exemplificando-a com alguns textos contemporaneos. A proposta


justamente evitar o latim solene, espesso, arduo e labirintico dos maximos prosadores e
obtar pela sintaxe comum das linguas analiticas no escrever latim.

A melhor forma de iniciar o estudo do latim lendo ou copiando um livro de primeira serie
ginasial, para aprender o bsico. A desvantagem dos textos ginasiais a redundancia e os
textos constituidos por frases soltas disparatadas, envolvendo invariavelmente historia e
personagens romanos, guerras, senhores, servos e mitologia. Mas podemos tambem
comear utilizando textos mais densos e completos , como os dos vestibulares, iniciando
imediatamente pela leitura de textos latinos autenticos, com traduo interlinear. A Biblia,
cujo latim, entendido pelo povo romano, na epoca inicial do cristianismo, vem sendo
conservado pelos cristos at hoje, a melhor leitura para os iniciantes. As oraes crists tem
servido tambm como modelos de latinidade acessivel , sendo empregadas para ensinar o
latim liturgico. No h nada de errado com o latim da Igreja , a no ser o fato de que , tendo
sido natural e facil de entender no inicio, foi sendo contaminado, ao longo dos seculos, por
preocupaes estilisticas e ciceronianismo exacerbado.

http://archive.org/details/CursoDeLatimLiturgico

Dentre os textos latinos classicos mais simples, de grande utilidade para quem estudar
sozinho, esto as FABULAS DE FEDRO, obra em versos latinos. Devemos estud-las como
simples textos latinos faceis de memorizar. Esto traduzidas e explicadas at a saturao pelos
melhores latinistas, podem ser lidas em ordem direta e justalinear imediatamente.

http://archive.org/details/TraducaoDasFabulasDeFedroPorNicolauFirmino

O tradutor preocupou-se em traduzir palavra por palavra o texto latino. A verso lusitana
apresenta-se assim sem ornatos de retorica, nem frases buriladas. O interessado cotejando-o
com o original latino entende-o sem dicionarios. O original latino poder tambem ser reescrito
em ordem direta. Memorize o texto lusitano e traduza-o frequentemente para o latim
escrevendo em ordem direta. Em frances podemos ler PHAEDRI AUGUSTI LIBERTI
FABULARUM AESOPIARUM LIBRI V. OS CINCO LIVROS DAS FABULAS ESOPICAS POR FEDRO
LIBERTO DO IMPERADOR AUGUSTO COM DUAS TRADUES FRANCESAS. TEXTO ORIGINAL E
O MESMO TEXTO EM ORDEM DIRETA, COM TRADUCO JUSTALINEAR. METODO HACHETTE
PARA LEITURA IMEDIATA DOS CLASSICOS LATINOS

http://archive.org/details/FabulasDeFedro.FablesDePhedre.trad.justalinear
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O estudo da metrica latina classica escapa completamente ao escopo do nosso plano, uma
area para filologos e especialistas. Toda boa gramatica traz um longo capitulo sobre isso. Veja
este capitulo em CASTRO LOPES, NOVO SYSTEMA PARA ESTUDAR A LINGUA LATINA.

Nesta preciosa gramatica, Antonio de Castro Lopes divide o estudo do latim em duas partes.
Na primeira, explica em dezesseis lies os principios basicos da lingua latina, utilizando o
metodo de Robertson, isto , comentando o texto latino palavra por palavra, tendo j
resumido preliminarmente a teoria gramatical necessria em 26 quadros. Na outra parte,
aprofunda a teoria e chega at figuras de sintaxe e metrificao. O autor era eximio poeta
latino. Sua gramatica difere de todas as gramaticas que esto na bibliografia eletrnica.

http://archive.org/details/NovoSystemaParaEstudarALinguaLatina

Na verdade a poetica latina e seus poetas, Virgilio, Horacio, Ovidio, Catulo e todas as demais
grandes figuras foram estudados e comentados por grandes filologos, cujas obras esto na
internet, nos grandes idiomas da Europa.

Sobre a lingua latina, sua historia e sua pronuncia, consultem-se as obras de latim para o
colegio listadas na bibliografia eletronica, ou obras mais especializadas, ali tambem referidas.
Entretanto, em qualquer pas so tres as pronuncias latinas possiveis, a pronuncia tradicional
do pas; a pronuncia eclesiastica, que nada mais do que a pronuncia nacional italiana,
adotada pelo Vaticano, e imposta a todo o mundo clerical catlico; e a pronuncia dita
restaurada, filologicamente reconstituida, adotada em encontros internacionais de latinistas,
para comunicaes radiofonicas, e interpessoais , viva voce, bem como, obrigatoriamente, em
algumas academias, nos cursos de latim clssico.

O latim foi extinto nas escolas secundarias do Brasil, antes que os latinistas brasileiros
chegassem a um consenso com relao a adotar ou no a pronuncia restaurada propugnada
por Marouzeau, necessaria sem duvida na Frana, Inglaterra e Alemanha mas no aqui, exceto
como exercicio refinado de alta filologia.

A pronncia tradicional brasileira aproxima-se muito da restaurada e a mais natural para


ns. Ou seja, adotando-a j podemos comear a ler e pronunciar o latim em voz alta, sem
hesitao, como se fosse nossa propria lingua. Na ortografia tambm no h consenso.
Adotaremos a ortografia francesa ou ramista, introduzida por Petrus Ramus, que utiliza todo
o alfabeto latino de 26 letras, com exceo do w, inicialmente escrito, vv , doble v , ou v duplo.
a ortografia dos textos que podemos ler na internet e a da maioria dos grandes dicionarios
disponiveis. tais como os de FRANCISCO RODRIGUES DOS SANTOS SARAIVA, FELIX GAFFIOT,
LEWIS E SHORT, FREUND E THEIL

O NOVISSIMO DICCIONARIO LATINO PORTUGUEZ POR F. R. DOS SANTOS SARAIVA, maximo


dicionario latino- portugues existente, em 1 vol. in quarto grande e 1292 pags., com tres
colunas, uma traduco literal do DICTIONNAIRE LATIN -FRANAIS DE LOUIS QUICHERAT e
A. DAVELUY , primeira edio, 1844. Uma quadragesima edio por EMILE CHATELAIN saiu
em 1905. Indica com macron e spiritus lenis as quantidades das silabas dos vocabulos ,
resolvendo assim o problema do acento tonico, prestando-se tambm para o estudo da
poesia latina.
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http://archive.org/details/F.rDosSantosSaraivaNoviss.Dic.LatinoPortuguez

Na elaborao deste dicionario as obras de FORCELLINI E FREUND foram utilizadas. Equivale ao


LATIN DICTIONARY de LEWIS AND SHORT. Estuda autores latinos at o seculo seis da nossa
era. Para autores posteriores ver o DICTIONNAIRE ILLUSTR LATIN FRANAIS de FELIX
GAFFIOT. PARIS, HACHETTE, 1934.

H um excelente estudo biografico sobre o padre FRANCISCO RODRIGUES DOS SANTOS


SARAIVA em STUDIUM LATINUM BRASILIENSIS EPHEMERIS. Radiophonia Bremensis .
Vicipaedia Latina. Nosso autor, F.R. DOS SANTOS SARAIVA era polimata, clerigo regular,
nascido no Douro, Portugal, filho de um rabino convertido ao cristianismo. estudado por
Sacramento Blake.

http://studiumlatinum.wordpress.com/2010/07/10/francisco-rodrigues-dos-santos-saraiva/

Tomando como texto latino o poema Aurora de Antonio de Castro Lopes, estudaremos as
conjugaes dos verbos, e estabeleceremos a correspondencia dos casos da lingua latina
com os casos da lingua portuguesa. Na lingua latina os casos so representados por diferentes
terminaes ou desinencias. Em portugues representamos os casos pelas preposies
combinadas com os artigos definidos e indefinidos.

Comparar a declinao das palavras em latim com a declinao das palavras em portugues
o modo mais imediato de aprender a pensar em latim e escreve-lo. Neste metodo devemos
conhecer deste o inicio e perfeitamente as 29 preposies e os dois casos regidos por elas , o
ablativo e o acusativo. As preposies no so particulas invariaveis despreziveis por serem
esparsamente empregadas pelos classicos, muito pelo contrario, so a ponte necessaria entre
o latim e os nossos idiomas neolatinos e para aprender as declinaes.

PROF. DR. DARCY CARVALHO

FINIS OPERIS

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