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IV

DOVE FINITO IL CORPO DI GES?

A
lle domande cruciali su cosa sia successo
nellistante della risurrezione e dove sia fi-
nito il corpo di Ges, non si cerca di rispon-
dere solo a livello esegetico e teologico. Anche la
scienza, alla luce delle leggi fisiche, chimiche e bio-
logiche finora conosciute, ha cercato di capire cosa
possa essere accaduto nellistante della risurrezione,
esaminando lunica prova disponibile, cio la sacra
Sindone, il famoso lenzuolo che avrebbe avvolto il
corpo di Ges e che riporta una tenue immagine
frontale e dorsale di un corpo flagellato, coronato
di spine, inchiodato mani e piedi a una croce, con il
fianco trafitto, insieme a macchie di liquidi organici
e inorganici. Bench il condizionale sia sempre dob-
bligo quando si ricerca la verit, la probabilit che
luomo della Sindone sia lo stesso Ges Cristo di cui
parlano i Vangeli talmente elevata (99,99%) da
fugare ogni dubbio. Infatti, secondo i primi calco-
li eseguiti dellingegner De Gail, la probabilit che
luomo della Sindone non sia il Ges dei Vangeli
sarebbe pari a 1/225.000.000.000!1

1
J.L. Carreo Etxenda, La sindone. Ultimo reporter, Edizioni
Paoline, Roma 19783, p. 72. Secondo Bruno Barberis, professore di

62
Tale Sindone il lenzuolo con cui avvolsero il
corpo di Ges, per prepararlo per la sepoltura, come
descritto dallevangelista: Presero dunque il corpo
di Ges e lo fasciarono con tele assieme agli aromi
secondo luso dei Giudei per preparare la sepoltura
(Gv 19,40). Il verbo entaphiz () vuol di-
re sia seppellire , che preparare per la sepoltu-
ra . Qui sarebbe da preferire la seconda accezione,
come gi in Mt 26,12, dove Ges, riguardo al gesto
di Maria, sorella di Lazzaro, dice: Lo ha fatto per
preparare il mio corpo per la sepoltura . Essendo
la Parasceve, cio il giorno della preparazione del-
la Pasqua, bisognava far presto per non infrangere
il riposo legale, per cui ci si limit a preparare il
corpo di Ges per la sepoltura, per poi completa-
re lufficio funebre dopo il sabato (Lc 23,55-56).
In Mt 27,59 e Lc 23,53 si legge che Giuseppe lo
avvolse nella sindone () e viene impiegato il
verbo entulss (), mentre in Mc 15,46 il
verbo eneil (). Diversamente, in Gv 19,40,
si legge che lo legarono/fasciarono con tele e con
aromi . Qui il verbo usato d (), cio lega-
re , fasciare , e non si fa riferimento alla sindone
() bens alle tele () e agli aromi, che,
invece, non sono menzionati dagli altri evangelisti.

Fisica matematica allUniversit di Torino e direttore del Centro In-


ternazionale di Sindonologia di Torino, la probabilit sarebbe pari a
1/200.000.000.000. Calcolando, inoltre, il valore di massima probabi-
lit (cio tenendo conto di tutti i possibili crocifissi nella storia dellu-
manit fino a oggi) si avrebbe un valore pari a 1/1000 (B. Barberis,
Lautenticit della Sindone, Centro Internazionale di Sindonologia,
Torino 2012, pp. 13-14).

63
molto probabile che san Giovanni descriva qui
un secondo momento, che segue quello descritto
dai sinottici, e nel quale fu impiegata una seconda
sindone per la preparazione della sepoltura, che
poi sarebbe stata fasciata, stretta con le stesse tele
(), di cui parla anche san Luca (24,12).
molto probabile che ci siano state, dunque, due
sindoni: una per avvolgere il corpo del Signore appe-
na schiodato dalla croce e condurlo al sepolcro, che
la sindone citata nei sinottici; unaltra per la prepa-
razione della sepoltura, a cui sarebbe stata aggiunta
la mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre
portata da Nicodemo direttamente al sepolcro (Gv
19,39)2. Infatti, non avrebbero mai potuto prepara-
re il corpo di Ges con gli aromi sotto la croce ma
solo sulla pietra tombale, e ci per almeno quattro
motivi evidenti: 1) linadeguatezza del luogo delle-
secuzione; 2) la Parasceve; 3) per non appesantire
il corpo del Signore con 100 libbre (circa 33 chili)
di unguenti e, dunque, rallentare il tragitto verso il

2
La cronologia sinottica degli eventi strutturata come segue: 1)
Giuseppe, ricevuto il corpo di Ges, 2) lo avvolse in una sindone, 3)
lo depose nel sepolcro. La cronologia di san Giovanni molto sinteti-
ca nella prima parte ma, essendo egli testimone oculare, aggiunge dei
dettagli ignoti agli altri: 1) Giuseppe venne (al Golgota, dove era san
Giovanni) e port via () il corpo di Ges (al sepolcro); 2) Nicode-
mo venne (al sepolcro), portando la mistura di 100 libbre; 3) presero/
ricevettero (), dunque, il corpo di Ges e lo strinsero/fascia-
rono con teli () assieme agli aromi, secondo luso dei Giudei per
preparare la sepoltura. Da notare che tale uso prevedeva la pulizia del
cadavere prima dellimbalsamazione, poich gli aromi erano molto ap-
piccicosi, e non sarebbe stato possibile poi mondare il corpo, ragion per
cui questo sarebbe stato disposto in una nuova sindone e poi fasciato.

64
sepolcro; 4) per non mescolare il sangue e gli altri
liquidi organici con gli aromi. San Matteo precisa,
inoltre, che la sindone portata da Giuseppe era pu-
lita (Mt 27,59). Tale sindone, con il trasporto del
corpo martoriato, avrebbe riportato grandi macchie
ematiche e striature, che, invece, non compaiono
nella sacra Sindone di Torino. molto probabile,
dunque, che Giuseppe abbia posto il corpo di Ges,
dopo uniniziale e fugace pulizia, in una nuova sin-
done pulita insieme agli aromi e, poi, proceduto a
fasciarla con i teli.
Che cosa dice la scienza riguardo alla Sindone di
Torino?
Un gruppo di fisici dellEnea di Frascati, lavoran-
do sullirraggiamento delle stoffe con radiazione ul-
travioletta, si accorse che la colorazione dei tessuti
era simile a quella della sacra Sindone di Torino3.
Il dott. Baldacchini racconta in unintervista a Zenit:
Una sera mentre ero a casa e stavo leggendo un
libro, stavano trasmettendo proprio un programma
sulla Sindone; si parlava del problema dellimmagine
sindonica, e ne fecero vedere le immagini. In quel mo-
mento mi venne in mente un collegamento con qual-
cosa che era accaduto nei laboratori dove io lavoro,

3
G. Baldacchini et al., Coloring Linens with Excimer Lasers to
Simulate the Body Image of the Turin Shroud, in Applied Optics 47
(2008) 1278-1283; P. Di Lazzaro et al., Colorazione simil-sindonica
di tessuti di lino tramite radiazione nel Lontano ultravioletto, ne-
gli anni 2005-2010. Riassunto dei risultati ottenuti presso il Centro
ENEA di Frascati, in RT/2011/14/ENEA (2011). Tratto da http://
www.frascati.enea.it/fis/lac/excimer/sindone/Di%20Lazzaro%20
-%20colorazione%20simil-sindonica%20-%20ENEA_RT.pdf.

65
qualche anno prima. Quindi il giorno dopo sono tor-
nato e sono andato alla ricerca di questo vecchio ma-
teriale. E ho scoperto che in uno dei laboratori sotto
la mia direzione, avevano tempo prima irraggiato delle
stoffe, stoffe generiche, per la cosiddetta nobilitazione
dei tessuti, con radiazione ultravioletta. E andando a
scartabellare tra le prove fatte, mi era sembrato di aver
visto qualcosa che somigliasse alla Sindone4.

Cos, in collaborazione con il sindologo Giulio


Fanti, cominciarono gli esperimenti, che dovevano
riprodurre la stessa colorazione dellimmagine sin-
donica, caratterizzata da uno spessore infinitamente
piccolo, pari a 200 miliardesimi di metro, ovvero un
quinto di millesimo di millimetro! Tale particolari-
t, emersa nel 1978 dalle analisi dei ricercatori del-
lo Sturp (Shroud of Turin Research Project Inc.),
aveva gi fugato lipotesi del falsario medievale,
escludendo quindi che fosse stata dipinta, stampata
o ottenuta tramite riscaldamento5.
Per ottenere gli stessi risultati erano necessarie
due condizioni:

4
P. Centofanti, Immagini della Sindone riprodotte con un la-
ser ad altissima frequenza. Un esperimento dellENEA di Frascati,
diretto dal dr. Giuseppe Baldacchini (18-7-2008). Tratto da http://
www.zenit.org/it/articles/immagini-della-sindone-riprodotte-con-
un-laser-ad-altissima-frequenza.
5
I risultati delle ultime analisi meccaniche e opto-chimiche, con-
dotte dallquipe del prof. Fanti dellUniversit di Padova nel 2013,
hanno prodotto una datazione risalente al 33 d.C. con unincertezza di
250 anni, dimostrando, cos, che il lenzuolo coevo alluomo avvol-
to (D. Agasso jr., La Sindone? Sono sicuro: del I secolo, in Vatican
Insider [24-2-2014]. Tratto da www.vaticaninsider.lastampa.it).

66
Prima, che la radiazione elettromagnetica che si in-
via contro il lino avvenga in un tempo pi breve di cen-
to nanosecondi (un nanosecondo un miliardesimo
di secondo) (). La seconda condizione che la poten-
za sia molto elevata. necessario superare il milione di
watt per centimetro quadrato come densit di potenza.
E se si usa una potenza inferiore non succede nulla.
Quindi avevamo individuato un processo a soglia6.

I ricercatori cominciarono a bombardare i tessuti


di lino con laser ultravioletto a eccimeri, come spie-
g Di Lazzaro:
Una delle propriet della luce laser ultravioletta
(la luce ultravioletta una radiazione elettromagneti-
ca invisibile, con una lunghezza donda inferiore alla
luce visibile, ma pi grande di quella dei raggi X)
di penetrare pochissimo dentro i materiali, inclusi i
tessuti. E proprio una delle caratteristiche dellimma-
gine sindonica pi difficili da riprodurre la estrema
superficialit del colore: infatti ogni filo di lino, che
ha un diametro di circa 0,3 millimetri, contiene circa
duecento fibrille (si tratta di fibre elementari a strut-
tura cilindrica), e la parte colorata penetra dentro la
fibrilla pi esterna solo nel cosiddetto primary cell
wall , una pellicola sottilissima spessa 0,2 millesimi
di millimetro: uno spessore talmente piccolo che
difficile da immaginare. Dunque, abbiamo pensato
che fosse opportuno tentare degli esperimenti di co-
lorazione con il laser; in particolare abbiamo utiliz-
zato sistemi laser a eccimeri perch sono i laser con

6
P. Centofanti, Immagini della Sindone riprodotte con un laser
ad altissima frequenza.

67
maggiore potenza emessa nellultravioletto. Abbiamo
inviato gli impulsi di luce ultravioletta emessi dai no-
stri laser a eccimeri a bombardare vari tessuti di lino,
sia grezzi che sbiancati, fabbricati recentemente ma
con antiche tecniche, come quella del telaio a mano
(). Per quanto significativi, i nostri risultati ancora
non permettono di formulare unipotesi certa e pra-
ticabile sulla modalit di formazione dellimmagine
sindonica: basti pensare che, se consideriamo la den-
sit di potenza di radiazione che noi abbiamo utiliz-
zato per ottenere la colorazione di un solo centimetro
quadrato di lino, per riprodurre lintera immagine
della Sindone con un singolo flash di luce sarebbero
necessari quattordicimila laser che sparano contem-
poraneamente ciascuno in una zona diversa del lino
per riprodurre limmagine stessa; per intenderci me-
glio, una fonte di luce laser avente le dimensioni di un
intero palazzo. Per ora, possiamo solo affermare con
certezza che il nostro risultato di colorazione simil-
sindonica, nei limiti degli strumenti che il progresso
tecnologico ci ha finora messo a disposizione, per-
fettamente riproducibile in laboratorio. Lo abbiamo
verificato pi volte, con attenzione. Di conseguenza,
si tratta di un risultato scientifico a tutti gli effetti7.

Perci limmagine sulla sacra Sindone potrebbe


essere stata impressa da una fortissima esplosione
di luce (pari ad almeno 14.000 laser che emettono
un irraggiamento minimo di un milione di watt) in
un istante infinitamente piccolo (100 nanosecondi
al massimo).

P. Di Lazzaro, Ipotesi scientifiche sulla formazione dellimmagi-


7

ne della Sindone, in 30Giorni 4 (2010).

68
Certo che la luce di Cristo che erompe in pie-
nezza luce soprannaturale, di cui, per, la luce
fisica pu essere espressione, al fine di produrre e
comunicare agli uomini degli effetti fisici, oggettiva-
mente riscontrabili, come ad esempio la trasfigura-
zione o lirraggiamento della sindone8. Daltronde
lo stesso Verbo si svela velandosi, cio prendendo la
natura umana, poich noi non saremmo in grado di
afferrarlo con i nostri sensi e comprenderlo. Davan-
ti allo splendore di Dio non potremmo sussistere,
se non resi conformi al Figlio. Dice infatti san Gio-
vanni: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare
in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua
gloria (). Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio
unigenito, che Dio ed nel seno del Padre, lui lo
ha rivelato (Gv 1,14.18). Per contemplare il Ver-
bo, e per lui il Padre e lo Spirito Santo, necessario
che egli si faccia carne , cio realmente uomo, e
abiti tra noi.
In riferimento alla scomparsa del corpo, data
lintegrit delle fasce, lunica ipotesi che si potrebbe
fare quella dellannichilazione, lo stesso processo
che avrebbe dato vita al Big Bang. Secondo il fisico
Baldacchini,
lunico fenomeno conosciuto in fisica che conduca
alla sparizione completa della massa con produzione

8 In effetti, la luce fisica presenta una particolare propriet: la


doppia natura onda-particella, che si compresa solo dopo molti se-
coli. Similmente, il Figlio di Dio ha una natura umana e una natura
divina unite nella sua Persona (unione ipostatica). Tale mistero non
sempre stato compreso, persino tra gli stessi cristiani.

69
XII
ENOC ED ELIA MORIRONO
O FURONO ASSUNTI?

N
ella Genesi si narra la vicenda di Enoc,
uomo giusto, che cammin con Dio, poi
scomparve perch Dio laveva preso (Gen
5,24). La Bibbia ebraica esprime tale rapimento
con il verbo laqach (%9+), mentre la Septuaginta (o
LXX, la versione greca della Bibbia) traduce il ver-
bo laqach con metatthmi (), cio por-
tare oltre , trasferire . Il testo ebraico afferma,
poi, che Enoc non fu pi . Il Targum (la versione
aramaica) di Jonathan specifica che Enoc non fu pi
con gli abitanti della terra , mentre il Targum di
Onqelos afferma che Dio non lo fece morire 1.
Lautore della Lettera agli Ebrei, richiamando
lepisodio di Enoc, si riallaccia alla versione dei
LXX, usando lo stesso verbo: Enoc fu trasportato
() in modo da non vedere la morte, e non
lo si trov, perch Dio lo aveva trasportato. Prima
infatti del trasferimento ricevette testimonianza che
era piaciuto a Dio (Eb 11,5). Anche nel Siracide si

1
Cfr. J.W. Etheridge, The Targums of Onkelos and Jonathan Ben
Uzziel on the Pentateuch; with the Fragment of the Jerusalem Targum
from the Chaldee, Green, Longman and Roberts, London 1862, pp.
175 e 43.

237
legge: Enoc piacque al Signore e fu portato in cielo
(), vero esempio di conversione per le ge-
nerazioni seguenti (Sir 44,16); Nessuno fu creato
sulla terra uguale a Enoc, perci fu preso (-
) dalla terra (Sir 49,14). In tale contesto ven-
gono usati indistintamente sia trasferire (-
) che prendere (). Questultimo
verbo, poi, lo stesso usato anche per descrivere
lascensione del Signore al cielo (At 1,11; Mc 16,19;
Ap 12,5), nonch quella di Elia (1Mac 2,58). Luso
specifico di tali verbi lascerebbe intendere che Enoc
ed Elia siano stati assunti con il loro corpo, senza
vedere la morte. Di questo avviso sarebbe anche
santIreneo, secondo il quale
Enoc piacque a Dio e fu trasferito (allaltra vita) col
corpo indicando in antecedenza la traslazione dei giu-
sti. Elia fu assunto cos come era nella natura umana,
annunziando profeticamente lassunzione degli spiri-
tuali: il corpo non imped loro la traslazione e las-
sunzione; da quelle mani che al principio li plasm
furono assunti e trasferiti2.

La stessa interpretazione verrebbe data dalla-


pocrifo Dal libro segreto del rapimento di Enoc il
giusto:
Mentre Enoc conversava col suo popolo, il Signore
mand tenebre sulla terra e ci fu oscurit e loscurit
copr gli uomini che stavano con Enoc. Gli angeli si

2
Ireneo di Lione, Contro le eresie, II, Cantagalli, Siena 1968, p.
164 (V, 5,1).

238
affrettarono e gli angeli presero Enoc e lo innalzaro-
no nel cielo pi alto e il Signore lo accolse e lo pose
davanti al suo volto nei secoli. Loscurit si allontan
dalla terra e ci fu luce e il popolo vide e (non) compre-
se in che modo Enoc era stato preso e glorificarono
Dio e andarono nelle loro case3.

Tale racconto, per, si presta anche a una diversa


interpretazione. Come osserva Sacchi, Enoc sareb-
be stato avvolto dalloscurit, allo stesso modo in
cui fu avvolta dal buio la morte di Cristo (Lc 23,44).
Esaminando il racconto di Enoc alla luce di altri
passi della Scrittura e, soprattutto, in chiave cristo-
logica, sembrerebbe che il non vedere la morte
non sia da intendersi in senso fisico, ma spirituale.
In verit, in verit vi dico: se uno osserva la mia
parola, non vedr la morte in eterno (Gv 8,51);
Chi luomo che vive e non vede la morte? Chi
potr sfuggire alla mano dello Shol? (Sal 89,49);
Certo, Dio redime lanima mia, dalla mano del-
lo Shol certo mi prender (%9+/) (Sal
49,16); Non togliere (%9+/) da me il tuo
santo spirito (Sal 51,13); Con il tuo consiglio mi
guidi, e poi nella gloria tu mi prendi (%9+/-
) (Sal 73,24); Con violenza e condanna fu
strappato via (%9+/); chi riflette al suo destino?
S, stato reciso dalla terra dei vivi, per liniquit del
mio popolo fu percosso a morte (Is 53,8); Figlio
delluomo: ora ti porter via (%9+/) allim-

3
P. Sacchi, Apocrifi dellAntico Testamento, II, Utet, Torino 2006,
p. 579.

239
XIII
LA COSCIENZA ILLUSIONE?

Limmortalit dellanima una cosa che ci interes-


sa cos fortemente, che ci tocca cos profondamente,
che bisogna aver perduto ogni capacit di sentire per
restare indifferenti a venirne in chiaro. Tutte le nostre
azioni e i nostri pensieri debbono prendere strade tal-
mente diverse, a seconda se ci saranno o no da spera-
re beni eterni, che impossibile fare un passo con
sentimento e con giudizio senza dirigerlo mirando a
quel punto, che deve essere il nostro obiettivo supre-
mo. Il nostro primo interesse e il nostro primo dove-
re, quindi, chiarificarci su questo punto, dal quale
dipende tutta la nostra condotta1.

C
on queste parole Pascal spronava i non cre-
denti a cercare Dio con luso della ragione,
poich se si offendono i principi della ra-
gione, la nostra religione sar assurda e ridicola
ma, anche, se si sottomette tutto alla ragione, la
nostra religione non avr nulla di misterioso e di
soprannaturale 2.
Albert Einstein, il padre della relativit, uno tra i
pi grandi scienziati del XX secolo, scriveva:

1
B. Pascal, Pensieri, Newton Compton, Roma 1993, p. 71 (194).
2
Ibid., p. 93 (273).

244
La pi bella sensazione il lato misterioso della vi-
ta. il sentimento profondo che si trova sempre nella
culla dellarte e della scienza pura. Chi non pi in
grado di provare n stupore n sorpresa per cos
dire morto; i suoi occhi sono spenti. Limpressione
del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato,
tra laltro, la religione. Sapere che esiste qualcosa di
impenetrabile, conoscere le manifestazioni dellintel-
letto pi profondo e della bellezza pi luminosa, che
sono accessibili alla nostra ragione solo nelle forme
pi primitive, questa conoscenza e questo sentimen-
to, ecco la vera devozione: in questo senso, e soltanto
in questo senso, io sono fra gli uomini pi profonda-
mente religiosi3.

Davanti al mistero, la ragione, dunque, deve ra-


gionevolmente sottomettersi direbbe Pascal ,
cio lasciarsi guidare. Il mistero non pu essere
scartato come epifenomenico , cio non lo si pu
eliminare solo perch non riusciamo a comprender-
lo. Siamo continuamente cos avvolti dal mistero e
immersi nel mistero, che non possiamo permetterci
di pensare e vivere come se questo non ci fosse: sa-
rebbe andare contro la stessa ragione!
Bisogna saper dubitare quando necessario, af-
fermare quando necessario, sottomettersi quando
necessario. Chi non fa cos, non intende la forza della
ragione. Alcuni sbagliano contro questi tre principi, o
affermando che tutto dimostrativo, perch non si in-
tendono di dimostrazioni; oppure dubitando di tutto,

3
A. Einstein, Come io vedo il mondo. La teoria della relativit,
Newton Compton, Roma 2013, p. 21.

245
perch non sanno in quali casi ci si deve sottomettere;
o ancora sottomettendosi a tutto, perch non sanno in
quali casi si deve giudicare4.

Edgar Morin, il filosofo del pensiero complesso e


autore de La Mthode, scrive:
La Ragione con la maiuscola, pietrificata in astra-
zioni e razionalizzazioni, instaura in se stessa una ghi-
gliottina ideologica e sviluppa potenzialit totalitarie.
Sono stato spinto cos a formulare limportantissima
distinzione fra razionalit e razionalizzazione. La ra-
zionalizzazione una logica chiusa, demenziale, che
opera applicandosi unilateralmente al reale, e quando
il reale non si piega a questa logica, lo si nega o si
usano dei forcipi affinch obbedisca. La razionaliz-
zazione demente e ha tuttavia gli stessi ingredienti
della ragione (il calcolo, il procedimento discorsivo,
la logica). La differenza importante che la ragione
aperta, riconosce nelluniverso la presenza di ci che
non razionalizzabile, vale a dire la presenza delli-
gnoto e del mistero. Essa integra lautoesame, il dub-
bio, lincertezza, i limiti della conoscenza nella stessa
conoscenza razionale5.

La ragione deve, quindi, sottomettersi a ci che la


supera. La verit, bench sia conoscibile, non lo in-
teramente. Tanto vero che nessuno pu asserire di
possedere la verit, poich essa riguarda tutto ci che
, e noi, con i nostri limiti, non possiamo conoscere
tutto ci che . Non siamo in grado neanche di cono-

4
B. Pascal, Pensieri, p. 92 (268).
5
E. Morin, I miei filosofi, Erickson, Trento 2013, p. 116.

246
scere alcune cose simultaneamente, poich abbiamo
bisogno di cambiare continuamente punto di osser-
vazione, che, pure, ci condiziona nel processo cono-
scitivo.
Nessuno pu dire: ho la verit questa lobiezio-
ne che si muove e, giustamente, nessuno pu avere
la verit. la verit che ci possiede, qualcosa di
vivente! Noi non siamo suoi possessori, bens siamo
afferrati da lei. Solo se ci lasciamo guidare e muovere
da lei, rimaniamo in lei, solo se siamo, con lei e in lei,
pellegrini della verit, allora in noi e per noi. Penso
che dobbiamo imparare di nuovo questo non-avere-
la-verit . Come nessuno pu dire: ho dei figli non
sono un nostro possesso, sono un dono, e come dono
di Dio ci sono dati per un compito cos non possia-
mo dire: ho la verit, ma la verit venuta verso di noi
e ci spinge. Dobbiamo imparare a farci muovere da
lei, a farci condurre da lei. E allora briller di nuovo:
se essa stessa ci conduce e ci compenetra6.

Richiamando santAgostino, Pascal scrive: La


ragione non si sottometterebbe mai, se non giudi-
casse che ci sono dei casi in cui si deve sottomettere.
dunque giusto che si sottometta quando giudica
di doverlo fare 7. Di qui, ci domandiamo: ci sono
dei casi davanti ai quali possiamo trovare delle con-
ferme su alcune verit di fede, come, per esempio,
lesistenza dellanima, la sopravvivenza del nostro
Io dopo la morte? Con la morte finisce tutto o co-

6
Benedetto XVI, Omelia, 2 settembre 2012.
7
B. Pascal, Pensieri, p. 92 (270).

247
mincia tutto? Siamo veramente solo chimica o c
un principio spirituale che anima il corpo? C qual-
che indizio di tali misteri che possiamo ritrovare an-
che nella sfera della conoscenza oggettiva, oltre che
in quella della convinzione soggettiva?

Ultimamente, la scienza ha cominciato a stu-


diare alcuni fenomeni, che vanno sotto il nome di
NDE, acronimo che sta per Near-Death Experience
espressione coniata nel 1975 dal dott. Moody nel
suo bestseller La vita oltre la vita (Life after Life) ,
tradotto generalmente con esperienze di premorte o
esperienze ai confini della morte. Di cosa si tratta?
Secondo il dott. Long, si tratta di

eventi che si verificano quando una persona sta mo-


rendo o, addirittura, gi clinicamente morta. Consi-
dero gli individui vicini alla morte qualora fossero
talmente compromessi fisicamente, che morirebbero
se le loro condizioni non migliorassero. Gli NDErs
[persone che hanno avuto unesperienza di premorte,
nda] studiati erano in stato di incoscienza e, spesso,
clinicamente morti, con assenza di battito cardiaco e
respirazione8.

Anche il dott. van Lommel riporta casi simili di


NDE: pazienti che, durante un arresto cardiaco o in
coma, ricordavano tutto quello che era successo in
sala operatoria.

8
J. Long - P. Perry, Evidence of the Afterlife: The Science of Near-
Death Experiences, HarperCollins, New York 2010, p. 10.

248
Quando studiavo per la laurea, avevo imparato
che ci di fatto impossibile: esser privo di sen-
si significa non essere coscienti e lo stesso dicasi
per le persone che subiscono un arresto cardiaco o
pazienti in coma. In tale momento semplicemen-
te impossibile essere coscienti o conservare ricordi,
perch tutte le funzioni cerebrali sono cessate. Nel
caso di un arresto cardiaco, un paziente in stato
di incoscienza, non respira pi, non ha pi polso o
pressione sanguigna9.

Come possibile che, in circostanze del genere,


queste persone ricordassero per filo e per segno tut-
to ci che era successo, descrivendo addirittura la
disposizione della sala operatoria e del tavolo ope-
ratorio? il caso, riportato da van Lommel, di un
uomo che, dopo essere uscito dal coma, riconobbe
linfermiera che in sala operatoria gli aveva tolto la
dentiera per intubarlo, dopo un massaggio cardiaco
e una defibrillazione!10 Di qui, la constatazione di
van Lommel: lattivit cerebrale in s non in gra-
do di spiegare la coscienza. Questi casi oggettivi di
NDE spingono la scienza a rimettere in discussio-
ne lassunto secondo cui la coscienza si identifichi
con il cervello o con le sue funzioni, dal momento
che i pazienti in stato di coma hanno dimostrato,
in maniera incontrovertibile, di conoscere cose che

9
P. van Lommel, Consciousness beyond Life: The Science of the
Near-Death Experience, HarperCollins, New York 2010, p. 5.
10
Ibid., p. 35.

249
XIV
DIO: UNALTRA ILLUSIONE?

L
a fisica quantistica afferma che se non ci fosse
la coscienza, tutto resterebbe in uno stato in-
determinato di probabilit. Un universo che
fosse prima della coscienza, dunque, si troverebbe
in uno stato potenziale, non sarebbe pienamente ci
che dovrebbe essere. Se luniverso ci che , si pu
supporre che una supercoscienza lo abbia precedu-
to e, soprattutto, lo conosca pienamente, affinch
esso possa manifestarsi in pienezza.
Questa supercoscienza, che d senso alle cose,
che le fa uscire da uno stato indeterminato di proba-
bilit (o da una superposizione, come si usa dire nel-
la fisica dei quanti), non la si potrebbe, forse, chia-
mare Dio?1 Ma queste sono solo ipotesi, soprattutto
per chi non accetta lidea che ci possa essere Qual-
cuno che abbia creato tutto dal nulla. Costui potreb-
be avere qualche riluttanza anche a condividere le
prove scientifiche della sussistenza della coscienza
oltre lo spazio-tempo e, dunque, oltre la morte. Pur-

1
Viene da ripensare ai primi versetti della Genesi (1,2), dove si
dice che la terra era tohu wa bohu (K!v #K!
{ ={ ), cio senza forma, vuota
e vacua. solo dopo che Dio ha parlato, che tutto comincia a prendere
forma e, dunque, a essere definito.

271
troppo, per questo tipo di persone servirebbe a poco
argomentare, seppur con una logica cristallina, tut-
ti gli indizi che portano a qualcosa di diverso dal-
la loro fede cieca nel nulla. Come diceva Einstein,
pi facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
Nonostante qualche scienziato, come Antony Flew,
emblema mondiale dellateismo scientifico, abbia
rinnegato il suo ateismo, sussiste un gruppo di suoi
(ora ex) ammiratori agguerriti che, ancora, detiene
le redini del sapere scientifico , decidendo per tutti
cosa sia reale e cosa non lo sia.
Il libro di Flew, che presto diventato un best-
seller, ha causato un enorme effetto tsunami nel
mondo scientifico. Ma come ha fatto il maggiore
esponente dellateismo scientifico a rinnegare pi
di mezzo secolo di argomentazioni contro Dio? Di-
chiara Flew:
Io ora credo che luniverso stato posto in essere
da unIntelligenza infinita. Io credo che le leggi com-
plicate delluniverso manifestano ci che gli scienziati
hanno chiamato la mente di Dio. Io credo che la vita
e la riproduzione hanno avuto origine da una Fonte
divina. Perch credo questo, dato che ho esposto e di-
feso lateismo per pi di mezzo secolo? La risposta
semplice: a causa della rappresentazione del mondo,
come la vedo, che emersa dalla scienza moderna.
La scienza mette in luce tre dimensioni della natura
che orientano a Dio. La prima il fatto che la natura
obbedisce a delle leggi. La seconda la dimensione
della vita, di esseri intelligentemente organizzati e
orientati a un fine, i quali provengono dalla materia.
La terza riguarda la stessa esistenza della natura. Ma

272
non solo la scienza che mi ha guidato. Sono stato
anche aiutato da un rinnovato studio delle argomen-
tazioni della filosofia classica. Il mio allontanamento
dallateismo non stato determinato da alcun nuovo
fenomeno o argomento. Negli ultimi ventanni, il mio
intero sistema di pensiero stato in una condizione
continua di migrazione. Questa era una conseguenza
del mio continuo giudizio sulle prove della natura.
Quando alla fine ho riconosciuto lesistenza di un
Dio, non stato un cambio di paradigma, perch il
mio paradigma rimane sempre lo stesso, come fece
dire Platone, nella sua Repubblica, a Socrate: Dob-
biamo seguire la controversia ovunque ci conduca 2.

La natura, dunque, ci d degli indizi su Chi lha


creata, ne porta la firma. E a dirlo non uno qual-
siasi, ma un filosofo ateo, che osservando la natura
con occhi nuovi ha saputo cogliere quegli indizi di
cui gi parlava san Paolo ai Romani:
Ci che di Dio si pu conoscere loro manifesto;
Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue per-
fezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divini-
t, vengono contemplate e comprese dalla creazione
del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi
dunque non hanno alcun motivo di scusa perch, pur
avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato n
ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani
ragionamenti e la loro mente ottusa si ottenebrata.
Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti
(Rm 1,19-22).

2
A. Flew, There Is a God, HarperCollins, New York 2007, pp.
88-89.

273
Benedetto XVI affermava che
dobbiamo recuperare e far recuperare alluomo dog-
gi la capacit di contemplare la creazione, la sua
bellezza, la sua struttura. Il mondo non un magma
informe, ma pi lo conosciamo e pi ne scopriamo
i meravigliosi meccanismi, pi vediamo un disegno,
vediamo che c unintelligenza creatrice. Albert Ein-
stein disse che nelle leggi della natura si rivela una
ragione cos superiore che tutta la razionalit del pen-
siero e degli ordinamenti umani al confronto un ri-
flesso assolutamente insignificante . Una prima via,
quindi, che conduce alla scoperta di Dio il contem-
plare con occhi attenti la creazione3.

La prova scientifica dellesistenza di Dio, come


gi visto, non possibile, poich la matematica,
come anche la fisica, sono strumenti fatti per ri-
spondere a un certo tipo di quesiti, cio a quelle
cose che rientrano nella sfera del mondo in conti-
nuo divenire, dunque corruttibile. Se per spiegare
alcuni assunti algebrici necessario uscir fuori dal
campo della stessa algebra, figuriamoci per cono-
scere un Dio ineffabile, che sfugge a ogni umana
definizione!
Dinnanzi allinterrogativo se Dio esista oppu-
re no, non possiamo, quindi, cercare delle prove
scientifiche, perch non ne troveremo. Non siamo
in grado di dimostrare n lesistenza n la non esi-
stenza di Dio. Sarebbe come voler misurare la ra-
dioattivit con un metro da sarto. Lunico modo

3
Benedetto XVI, Udienza generale, 14 novembre 2012.

274
per trovare Dio mettersi alla sua ricerca, comin-
ciando a osservare noi stessi e la natura che ci cir-
conda. Allesistenza di Dio non si arriva scientifi-
camente, cio misurando e calcolando, ma tirando
delle conclusioni su ci che si osservato in noi e
nel mondo intorno a noi.
Prima di intraprendere questa ricerca, per, biso-
gna domandarsi se ne valga la pena, cio se essa sia
razionalmente valida, poich investe lintera nostra
esistenza. Infatti, per capire se Dio c, dobbiamo
pensare e agire come se ci fosse, poich se a prio-
ri non credessimo alla sua esistenza, nemmeno ci
orienteremmo alla sua ricerca e, dunque, vivremmo
come se Dio non esistesse. Si tratta di orientare, in-
clinare la nostra volont alla ricerca di qualcuno.
Pascal suggeriva: Per mezzo delle probabilit,
dovete preoccuparvi di cercare la verit, perch, se
morirete senza aver adorato il vero principio, sare-
te perduti. Ma voi dite se avesse voluto che
lo adorassi, mi avrebbe lasciato dei segni della sua
volont . E cos ha fatto. Voi per li trascurate. Cer-
cateli, dunque; ne vale la pena 4.
Per capire se ne vale la pena, liberi da ogni pre-
giudizio, possiamo procedere in maniera scientifica,
ricorrendo alla teoria delle probabilit, strumento
indispensabile per imprese, istituzioni e famiglie,
per prendere decisioni razionali in condizioni di in-
certezza e scarsit delle risorse.

4
B. Pascal, Pensieri, p. 85 (236).

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