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Pontificia Universit Gregoriana Facolt di Teologia 2.5.

2006 / 1

Dipartimento di Teologia Dogmatica Giornata di studio 2.5.2006

A QUARANTANNI DALLA LUMEN GENTIUM


Scrivere un Manuale di Ecclesiologia

Prof. D. Salvador Pi-Ninot

I) LOPZIONE DELLA LUMEN GENTIUM PER UNA ECCLESIOLOGIA


SACRAMENTALE DELLA COMUNIONE

Nella Lumen Gentium confluiscono due grandi linee o accenti ecclesiologici - e non
propiamente ecclesiologie complete! -, frutto di due millenni della storia della Chiesa (cf. Y.
Congar, prima del Vaticano II; dopo: A. Acerbi, H.-J. Pottmeyer, A. Antn, W. Kasper, S. Pi-
Ninot, ...):

Nel primo millennio: durante la tappa della Chiesa indivisa fino alla rottura con lOriente (nel
1054): emerge una ecclesiologia sacramentale della Chiesa come comunione di chiese locali intorno
ai propri vescovi; la Chiesa di Roma presiede tutta lassemblea della carit che la Chiesa
(Ignazio di Antiochia; LG 13 ).

1) Nel secondo millennio: dalla riforma gregoriana in poi, attraverso il conciliarismo e la


controriforma, fino al Concilio Vaticano I (1870) e il Codice di Diritto Canonico (1917)...: emerge
una ecclesiologia giuridica dellunit della Chiesa universale intorno e sotto il Papa.

2) Il concilio Vaticano II: partendo dallecclesiologia giuridica universalista, ci si orienta verso una
ecclesiologia sacramentale di comunione in quanto opzione prioritaria; la nuova formula di
comunione gerarchica (LG 21.22; NEP 2) ne la mediazione e il tentativo della integrazione di
ambedue.

J. Ratzinger commenta che con lespressione communio hierarchica si era trattato di


mettere in rilievo la parola communio in punti importanti del testo, per servire ad un rinnovamento
della ecclesiologia della communio, caratteristica della chiesa antica. Perci, la parola communio
significava, piuttosto, laspetto giuridico e obbligante della Chiesa - certamente nel senso di un
diritto interamente ancorato al sacramento - che trova la sua base nella comunanza del mistero
eucaristico ... Chiarire questa idea , con essa, una esigenza fondamentale del testo: questa fu
lunica intenzione dellaggiunta della parola hierarchica che certamente estranea, in questo
contesto, alla terminologia della chiesa antica e, perci, non particolarmente felice dal punto di vista
linguistico.1

W. Kasper precisa: Il concetto di comunione gerarchica una tipica formula di


compromesso che sta ad indicare una giustapposizione tra lecclesiologia sacramentale della
communio e lecclesiologia giuridica dellunit. Per cui si parlato di due ecclesiologie presenti nei
testi del Vaticano II2. Il compromesso servito ad ottenere lassenso della minoranza, ma non
soddisfa del tutto, perch il problema che esso cela profondo. Il principio cattolico della tradizione
1
Il nuovo popolo di Dio (1969), Brescia 1971, 213.
2
Cf. A. Acerbi, Due ecclesiologie. Ecclesiologia giuridica ed ecclesiologia di comunione
nella Lumen Gentium, Bologna 1975.
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viva non consente di eliminare semplicemente la tradizione del secondo millennio: la continuit
della tradizione esige piuttosto una sintesi creativa fra le tradizioni del primo e del secondo
millennio. E questa sintesi lultimo concilio non riuscito a compiere. Il che non significa che
sarebbe poi compito dei concili sviluppare sintesi teologiche. Un concilio stabilisce dei dati di
fondo, mentre spetta alla successiva teologia operare le sintesi richieste.3

La comunione ecclesiale ha tre vincoli: i due che la fondamentano, la professione di fede


(cf. la gerarchia di verit: UR 11), e la celebrazione dei sacramenti (cf. lEucaristia come fonte e
culmine: LG 11; SC 10), e quello che sta al suo servizio: il ministero pastorale (cf. diaconia e
ministero nel NT: LG 24).
Ma dopo si precisa: Non si salva per, anche se incorporato alla chiesa, colui che non
persevera nella carit, e rimane nella chiesa soltanto col corpo ma non col cuore (LG 14). La
comunione ecclesiale pertanto si fonda nella confessione e nella testimonianza vissuta della
professione della fede cristiana, come anche nella participazione viva nella celebrazione
sacramentale, particolarmente lEucaristia, al servizio delle quali sta la diaconia e la testimonianza
del ministero pastorale.
Secondo J. Ratzinger, la parola della fede e il sacramento fondano (begrnden) la
comunione come causa (Ursache), e il ministero pastorale la testimonia (bezeugt) come condizione
(Bedingung).4

La comunione ecclesiale graduale e progressiva5, tenendo presente quelli che a esse


sono ordinati in vari modi (i cattolici: LG 14; gli altri cristiani: LG 15; e i giudei, i musulmani e le
persone di buona volont: LG 16).6 In questa esperienza di gradualit si possono trovare anche i
cattolici in cammino, che formano parte della Chiesa nella soglia, nella frontiera... che hanno
una fede vacillante o non consolidata, che non vivono pienamente la vita cristiana e/o
sacramentale, quali credenti non praticanti...
In questa scia, lEnciclica Redemptoris Missio del 1990 ricorda che la grazia ha sempre una
relazione misteriosa con la Chiesa (n. 10), tenendo presente che la Chiesa sempre la via
ordinaria della salvezza (n. 55), dato che solo per mezzo della Chiesa cattolica di Cristo, che lo
strumento generale della salvezza, si pu ottenere tutta la pienezza (omnis plenitudo) dei mezzi di
salvezza (UR 3).

3
Teologia e Chiesa (1986), Brescia 1989, 295.
4
Il nuovo popolo di Dio, 130; cf K. Rahner e K. Lehmann, MyS I/2, 241.
5
Gi lo si trova nella Chiesa antica, secondo lopera classica di L. Hertling, Communio:
Chiesa e papato nellantichit cristiana (1943), Roma 1961.
6
Sulla comprensione della comunione in cerchi concentrici, cf. M. Kehl, La Chiesa, Milano
1995, 399-405, e S. Pi-Ninot, Dnde est la Iglesia?, Gregorianum 86 (2005) 593-606.
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II) LETTURA ESSENZIALE DELLA LUMEN GENTIUM

Il Sinodo del 1985 sintetizz in ununica frase le quattro Costituzioni del Vaticano II attorno
alla Chiesa come unico soggetto: La Chiesa (LG), sotto la Parola di Dio (DV), celebra i misteri di
Cristo (SC), per la salvezza del mondo (GS). Ecco quello che appartiene alla Lumen Gentium, con
un brevissimo cenno a Dei Verbum, Sacrosanctum Concilium, e Gaudium et Spes.

A) LUMEN GENTIUM: OPZIONE PER UNA CHIESA COME COMUNIONE

1) La Chiesa come mistero (LG cap. I) in Cristo come un sacramento, segno e strumento
dellunione intima con Dio e dellunit di tutto il genero umano (LG 1; 10 volte sacramento:
LG 1. 9. 48. 59; SC 5. 26; GS 42. 45; AG 1. 5).
2) Questa Chiesa procede della Trinit e sinizia a partire di Abele (LG 2-4).
3) La Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica, sussiste nella Chiesa Cattolica
(LG 8; cf. UR 4), e include nel suo interno peccatori, giacch santa e sempre bisognosa di
purificazione (LG 8), essendo chiamata per Cristo a una perenne riforma (UR 6).
4) La Chiesa Popolo di Dio (LG cap. II), per il suo sacerdozio comune battesimale.
5) L Eucaristia fonte e culmine della vita cristiana(LG 11; SC 10; cf. AG 9).
6) La totalit dei credenti -dai vescovi fino allultimo dei laici cristiani- non pu errare quando
crede (LG 12).
7) Lordinamento in vari modi di tutti gli uomini alla Chiesa: cattolici, altri cristiani, giudei,
musulmani e quelli che cercano con cuore sincero (LG 13-17).
8) I vescovi, successori degli Apostoli (LG 20) e lepiscopato come sacramento (LG 21), che
costituisce loro vicari del Cristo (LG 21.27; per il Papa: LG 18.22; OT 6).
9) La comunione gerarchica condizione per lesercizio della potest sacramentale del
Ministero Episcopale (LG 21.22; cf. CD 4.5) e del Ministero Presbiterale (PO 7.15).
10) La collegialit episcopale espressione della comunione delle chiese nelle quali e a
partire delle quali esiste la Chiesa una ed unica (LG 23), sotto il primato (8 volte nel
Vaticano II, ma sempre senza laggiunta di giurisdizione del Vaticano I) della Cattedra di
Pietro, che presiede tutta lassemblea della carit (LG 13).
11) Il Ministero Episcopale servizio e diaconia (LG 24), e i Presbiteri sono cooperatori dei
Vescovi (LG 28; PO 2). La ministerialit del diaconato (LG 29).
12) Il laico: il fedele battezzato caratterizzato per la indole secolare propia (LG 31).
13) Eguaglianza e stessa dignit di tutti i credenti nella Chiesa (LG 32).
14) La condizione di vita propia della vita religiosa non interposta tra il clero e i laici, ma un
dono dato a alcuni cristiani (LG 43; cf. PC).
15) La Chiesa pellegrina (LG 48-51), quale comunione dei santi per lunione dei viatori con
i fratelli morti; lesemplarit dei santi e la loro invocazione non deve far oscurare la centralit
di Cristo unico mediatore (LG 49).
Epilogo: Maria, figura della Chiesa (LG 63.65; Madre della Chiesa: Credo del Popolo di Dio di
Paolo VI, n. 15; Maria, la Chiesa realizzata: Commissione Teologica Internazionale, 1985, n.
10).

B) DEI VERBUM: IL PRIMATO DELLA PAROLA DI DIO NELLA CHIESA

C) SACROSANCTUM CONCILIUM: CENTRALIT DELLA LITURGIA E DELLEUCARISTIA

D) GAUDIUM ET SPES: IL DIALOGO AMICHEVOLE DELLA CHIESA CON IL MONDO


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III) VERSO UNA ECCLESIOLOGIA IN CHIAVE DI SACRAMENTALIT

Lecclesiologia di comunione trova la sua identit piena nella sacramentalit, dato che la
Chiesa concepita dal Vaticano II come un sacramento (10 volte). Secondo Tommaso dAquino,
un sacramento si manifesta in queste tre dimensioni:

sacramentum tantum: sacramento solo come segno esteriore;


res et sacramentum: realt e segno interiore;
res tantum: realt teologica ultima.7

Poco prima, nel 1202, Papa Innocenzo III ricordava cos questa triplice distinzione a partire
dallEucaristia: la forma visibile - sacramentum et non res -; la verit del corpo - sacramentum et
res -, e la potenza spirituale - res et non sacramentum - (DH 783). Questa triplice distinzione
sacramentale pu strutturare lecclesiologia cos:

1) Res Ecclesiae sacramenti:


la Chiesa sacramento come realt di filiazione divina e di fraternit umana quale
espressione della sua realt teologica e ultima, dato che il suo fine ultimo lintima unione con
Dio - la filiazione -, e lunit di tutto il genero umano - fraternit - (LG 1), cio, la salvezza (LG
48.59; AG 1.5; GS 45): si tratta della dimensione teologica e ontologica della Chiesa;

2) Res et sacramentum Ecclesiae sacramenti:


la Chiesa sacramento come comunit di credenti in Cristo quale espressione del suo segno
ecclesiale interiore che la comunit di fede, speranza e amore (LG 8), convocata per la
professione di fede, i sacramenti e il ministero pastorale (LG 14; CD 11), solo percettibile
pienamente ai credenti: la dimensione interna e meta-empirica della Chiesa;

3) Sacramentum/signum Ecclesiae sacramenti:


la Chiesa sacramento come societ ecclesiale quale espressione del suo segno ecclesiale
esteriore giacch costituita e organizzata come una societ (LG 8, cf. 14.20), e per questo
percettibile storicamente e socialmente: si tratta della dimensione pi esterna e fenomenologica
della Chiesa.

Cos il segno visibile della Chiesa sacramento possiede una doppia dimensione: la pi
interna come comunit credente, e la pi esterna come societ giuridica, anche se non di forma
contradittoria ma complementare in quanto formano una unica realt complessa (una realitas
complexa: LG 8). Per questo utile la distinzione sociologica classica tra comunit e societ,8
dove la prima sottolinea la dimensione pi affettiva, personale e carismatica, e per tanto pi
interiore, e la seconda propone la dimensione pi struttrata, giuridica e istituzionale, e per tanto pi
esteriore.
Queste due dimensioni del segno visibile sacramentale della Chiesa portano alla sua realt
teologica - ontologica -: la filiazione divina e la fraternit umana in Cristo, come ultimo perch
della Chiesa (cf. LG 1).

7
Sent. IV d. 4, q. 1, a. 4, qc. 2.
8
Cf. F. Tnnies, Gemeinschaft und Gesellschaft, 1887.
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IV) STRUTTURAZZIONE DEL MANUALE DI ECCLESIOLOGIA

INTRODUZIONE GENERALE: la doppia trattazione della Chiesa fino al Vaticano II

PRIMA PARTE: LA FONDAMENTAZIONE DELLA CHIESA

Qui appaiono le questioni basiche dellEcclesiologia con i seguenti capitoli:

1) La Chiesa radicata in Ges: a partire della relazione fondante tra Ges e la Chiesa, e la
funzione della Chiesa apostolica primitiva come norma e fondamento della Chiesa di tutti i
tempi;

2) I nomi della Chiesa: si presentano i nomi della Chiesa, a partire dello stesso di Chiesa,
cos come Popolo di Dio, Corpo di Cristo, Comunione e Tradizione vivente

3) La sacramentalit come principio ermeneutico dellEcclesiologia, dove si analizza la


Chiesa come Sacramento e la sacramentalit come asse principale dellEcclesiologia.

SECONDA PARTE: LA CHIESA, SACRAMENTO UNIVERSALE DELLA SALVEZZA

I: LA CHIESA COME FILIAZIONE E FRATERNIT IN CRISTO (LG 1)


la realt teologale ed ultima della Chiesa sacramento (res Ecclesiae sacramenti):

[Lecclesiologia teologico-ontologica nella sua radice, giacch la Chiesa essenzialmente


una opera ed effetto del dono della grazia di Dio (esse gratiae), secondo Tommaso
dAquino. Infatti, il dono della grazia quello principale, e tutto il resto come secondario
e dispositivo - dispositivum ad gratiam - per la grazia dello Spirito Santo come i documenti
della fede, i precetti, le opere dei sacramenti ... (ST I-II q. 106, a. 1, ad 2um; q. 108, a. 1, ...)].

1) La Chiesa da Abele (LG 2): come convocazione salvifica universale che parte della
creazione;
2) La Chiesa come germine e inizio del Regno di Dio (LG 5);
3) Lecclesiologia teologica di Tommaso dAquino;
Nota: Verso una ecclesiologia filosofica?
4) Il perch? della Chiesa: visibilit storica e Spirito di Cristo (LG 8).

[Partendo della filiazione e fraternit in Cristo, la Chiesa si manifesta come segno visibile
quale comunit di fede, speranza e amore - dimensione interiore meta-empirica -, e allora
come societ (LG 8) - dimensione esteriore fenomenologica -].

II: LA CHIESA COME COMUNIT (LG 8)


il segno interiore della Chiesa sacramento (res et sacramentum Ecclesiae sacramenti)

1) Lappartenenza alla Chiesa: i suoi vari modi e lorientamento verso di essa (LG 13-17);
2) Le condizioni di vita nella Chiesa: laicato e ministero pastorale con la sua articolazione
ecclesiologica, e la vita consacrata;
3) La Chiesa locale diocesana: localizzazione della cattolicit della Chiesa;
4) Il ministero episcopale della comunione ecclesiale;
5) Il ministero petrino nella Chiesa e la revisione del suo esercizio (cf. UUS 95).
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III: LA CHIESA COME SOCIET (LG 8)


il segno esteriore della Chiesa sacramento (signum/sacramentum Ecclesiae sacramenti)

1) Lecclesiologia societaria;
2) La sinodalit come espressione sociale della Chiesa comunione;
3) La missione e diaconia della Chiesa nel mondo;
4) Conclusione: paradosso e mistero della Chiesa.

Applicazioni allEcclesiologia di questa triplice dimensione sacramentale:

cf. A.G. MARTIMORT, Lassemble liturgique: LMD 20 (1949) 173s.;


Y. CONGAR, Esquisses sur le mystre de lglise, Paris 1953, 87s;
P. TENA, La palabra Ekklesia, Barcelona 1958, 263s.;
W. BEINERT, Um das dritte Kirchenattribut II, Essen 1964, 380s.;
J.-H. NICOLAS, Synthse dogmatique, Fribourg 1985, 621-623;
B. GHERARDINI, Santa e peccatrice? Meditazione sulla santit della Chiesa, Bologna 1992, 68;
H. DRING, Demonstratio catholica, in Den Glauben denken. Neue Wege der
Fundamentaltheologie, Freiburg 1993, 147-244;
T. CITRINI, Questioni di metodo dellEcclesiologia postconciliare, in LEcclesiologia
contemporanea, Padova 1994, 15-41;
Ch. GOUYAUD, Lglise, instrument du salut, Paris 2005, 259s.;
A. DULLES, The Sacramental Eccesiology of Lumen Gentium, Gregorianum 86 (2005) 550-
562.555;

cf. S. PI-NINOT, Propuesta de lectura sacramental e Sacramentalidad: categora hermenutica


eclesiolgica: Diccionario de Eclesiologa, Madrid 2001, 14-16, e 957-960;
Id., Credere la Chiesa, Milano 2002, 15s.

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