Está en la página 1de 578

*

;'
,

m%9

f ^i
'>'

J|v,

"'N

:^

-.

DUKE
UNI VE RSITY

LIBRARY

Treasf/re

%oom

Digitized by the Internet Archive


in

2013

http://archive.org/details/leimaginideidegl01cart

^
,//'

LE IMAGINI
Degli Dei degli Antichi
el

Stgnor Vncendo Cartari fregiane ,V

Nouamenteriftampate

&c ricorette!

T^elle quali fono dcjcritte la Religioni

degli ^Antichi

li

Idoli

riti,

Con l'agiun ta

&

'

Ceremonie loro,

PKi

molte principili Imagini,


che nell'altre mancauano,
di

Et con la effe'fttone in epilogo

&

dt ctafcedttna

/ito ftgmjcato.

Meno

Cartari per CefareMal.


Padoano
Con vn Cathalcgo del Medefimo de ioo. /
pi famot Pei loro natura propiet

Eftratta

dall'i

fatti

eftrato da quefio

&

altri

Autori,

Of era vttlsjma a htfiorici


Pittori ,S cultori,

& prof

Poeti,

"effori

di belle lettere^.

gain

niiiiiyn" 1 """"

vesso 'Pietro 'PcbufoTb&t

Wi/r^i Q&.
<

n'qso^o

ALL'ILLVSTRISSIMO

SIGNOR

Et Patron mio colendi iT.

IL

SIGNOR

FRANCESCO DRAGO,
Signor di Riofreddo

&c.

Vando iofeci rifolutiont^


di riflampare in queHa
forma pi commoda /o>
Imagnidegh cDeidegli
^Antichi 3 determinai an
cora d'arricchirle di tut
ti

quegli ornamenti 3 chea gli occhi de gli

huommi
ghe

hauejfero potato renderle pi

& pi care

la

va

qual cofafe bene

io

ho a tutto mio potere procurato di fare^j

con aggiungere al libro non folamente

vn

buon numero di figure >m a molte pojlille ap


prefio, che nonfi leggevo ne gli altri fi am~
fati fin bora \da neffuno ornamento pero
Sft

ho

ho filmato douer quell'opera rkeuer va*


ghez^z^a maggiore , che dal nome di V. S.
Illnflrisftma.1l quale io

ho volutole he porti

fegnato in front'o. Et fe x come io fon certo d* hauer e in quella maniera accrefeiuto


\

Jplendcre al libro

>

cospotesfi

asfcurarmi

dall'altra parte, che fimil dimoflrationes

della

mia offeruanz^a

ella affettuofa

>

'verfo di lei

fa

li

molti

quanto

altrettantofofiecorrispon

dente agtinnumerabili obblighi


te rigo per

che io lc_j

'continuatifauori dalla

benignit rceuuti^

me parrebbe s gr

frutto hauer tratto da quella mia delibera

mi rejlafje pi da defi
derare^>. t^fa quando ancor non nefegua
altro effetto , giouerammi almeno di hauer
con talfegno qualunque fifa dichiarato
al mondo , che f io per la mia dcbolezi&a
non ho modo da corrtfpondere alle tantt^
tione

che nuna cofa

gratie, che V.S. llluflrisfima, mentre fu gi

a Hudio in quella Citta di Padoua,fi com


piacquefarmi, f molto meno a quelle , con
le quali ella ha poi bench lontana conti,

>

nuatofempre di favorirmi

non

per quello

>

non conofca il mio debito,


che^>
apertamente non lo confesfl in te/limoni-

Bo

che

io

an&a

del qualefnpplico V. S. IUnflrisfima

adacccetiar benignamente quelle fmagin

da me

a gradire in ejje ptt


la dmtione dell' animo , col quale io gliele
trefento , che la qualit della cofa poco per
auuentura proportionat a o a meritifuoi,
dedicatele

che per tutti

et.

rilpetti fono grandisfimi9

da lei
continuamente fattimi, fono infiniti. Et con
c
-pregare il Signor Dio per la fua piena d
cita 3 le bacio con ogni riuerenXa la mano,

gli obblighi miei

che per

li

benefit ij

*Di Padoua
T>i

>

il

Primo di Settembre

6 07.

S. llluilrisfima

H umili fimo f
s

obbligatifs. fernitore

Pietro Pauolo T*&zji.

CESARE MALFATTI

A Lettori.
Sfendo flato pi volte ftampato
il libro delle imagini delli Dei
del Signor Vincenzo Cartari Regiano, libro in vero vtiliffimo,&
opera molto gioueuole per venire in cognitione della vanit
gli

Dei delli antichi,

de-

& delle fa-

&

uole poetiche,
molto anco alla
varie cofeiui defcritmoralit profiteuole, per molte
te ridotte a il viuer ciuile,con tutto ci da tutti non fta

&

ad vn

to ftampato

modo

perche alcuni l'hanno folo


ftampato fenz'alcuna imagine ma folo con la pura efpo

ftione tratta

da quelle del Cartari,

altri vi

hanno ftam

pato alcune imagini, altri molte imagini hieroglifici


ma confuse mifchiate inficine fenza abbellimento al
cuno, vltimamente flato ftampato con molte pi ima
gini, & pi ordinate
a luoghi fuoi meglio accommodateda M. Pietro Paolo Tozzi,
non trouandofi pi
nellelibrarieglihparibad vtilit comune di riftampare il detto libro con ogni miglior abbellimento
perfettione,che detto libro il poteife fare,
di quefto
fattone a me motto mi preg , che dicefn in ci il parer
piaciutoli, fi poi pofto a far difemio, qual vdito

&

&

&

&

&

&

gnarefei nobiliffimi

chequi
li

vi

fi

& principalifllmi pezzi d'imagini,

danno difegnate,& quefte

le

pi principa-

nobili defcritte dal detto Cartari in quefto libro

fn'hora

neldifegno

&

&

molta fpefa vi andana &


nel (lampade. Et per vkima perfettiohe

mai Rampate per

la

dell'-

dell'opera fotto ad ogni imagine

come

in

epilogo he-

&

fuo lignificato alegoria, fiche


fpofto detta imagine
vna imagine fubito fapretrouata
libro
aprendoli fl

&

&
&

tequalfij d'efla imagine

il fuo (igni ficato


alegoria,
conrefpoftione alegorica degli animali
dehierogli
fici,ilche leua la fatica di leggere due,tre, quattro car
te per faper quello lignifichi. Si che in quefto libro oltre la efpofirione del Cartari haurete tutte le imagini de
(derabili,& di difegno degne, talch credo far ridotto
quella perfettione quale l'autore forf derder , che
{rampandolo , perueniue,& di pi vi ho agiunto nel fi-

ne vn cathalogo de cento pi famofi dei


chi

&

delli

Anti-

da quefto
libri
quella
materia,fiche
altri
tratanti
fi pu dire
vn fomario di quefto libro & de la deit de
Degnatiue donquebenign;
gentili
lettori pigliar in buona parte la fa
con

la

loro natura propriet

eftrato

tica,che per giouarui


fa

viuete

felici

ho pre
,

che da Dio con


ogni affetto
vi
derider*

il

A LETTORI
FABIO MARRETTO
GENTIL'HVOMO
S

A N E
'A

E.

l e v n

fon di meraui-

glia cinti,

Che

qui

in tal

pinga , e ferina
maniera,

fi

De gli Dei

de'Gentil

l'I-

mago vera,
Che furon

falfi

edipotentia eftintij

Dei, ma fimulacri finti


Da gente antica al baffo Mondo altera
Alzin le mani a la celefte fpera

Dei non

gi

gli

occhi di piet

di gioia tinti

rendan laude alverovnico Nume,


Che se degnato per bont infinita
Di s donar m ampio, &: chiaro lume,

Ch'indi paga

il

ben

far d'eterna vita

1/ opra noftra non d per lo del piume,


Ma'! Poeta , e'i Pittore orna ,
aita.

&

<&kr<&f$^?&?&?

TAVOLA DELLE COSE


notabili

che

neli'

Opera fi contengono

^i
^^I^.CILIO
primo
facefje

LAlmone fiume.

Glabrione fu
che in

Hatue

il

Italia,

12.

Acitani faceano Marte


ornato di raggi.

Acinace degli Sciti.


jlti mutata in fiume

Acheloo cobatte con Hercole.


Acheronte fiume.

Ambafciatori della Spagna a Marcel

una pelle di lupo aumti e con


rami di Verbena^ d'Oliuo. 302
Alcibiade accufato in Athene,& per

Acqua del Sole,


Acqua di Diana miracolosa contragli
[pergiuri.
145
adequa poia nel -pino.
386
gli Affirij.y

Adargate Dio.
Adiante detto capeluenere.
Adonie feHe.

71

lo con

303

che.

Amor con huomo nafeente.

Adon per il Sole ,

507

AdraHia fu detta 7\(e mefi.


Agamennone fdegn Diana
do vn ceruo.

411
reciden-

95

lAgrippa tento di pervadere T\o-

maniache mette (fero inpublico tut-

K^ltar nelle Academie de gli

mefu
Aitar d'Hercole

te le fatHe t e tauole.

Aletrione mutato in gallo.

Ammonitone alle

donne.

Amor congiunto con la fortuna.

Amor con lafaceauefa


cano,

w di Venere.

Amiamo

378
440
441

439
148

450
45

nelle fcole.

Amor Leteo.
t^Amori fon molti.
Alefjand.ro Seuero

513

nato di Vul-

Amore,& Anterote pofiida gli Elei

daCioue.
Agenore cerca Europa.
Ag'aia,

196

in due modi.

Amori come

iccdiCioiie.

Athe
315

detto ilgiogo del bue

Agelijle nato del Jeme fparfo in terra

Amaltea nut

46" a
264 .Amore non vno
/^.ff
499 Amor con t'ali d'Amore*
449
507 Amore ftmile al Sole.
449

bidone vecifo dal Cinghiale.

Afedite.

292
291

be,
K^dmbttftiatori pacifici.

363

323
158

A dui maggior Dio de

264

Aletto.

568
248
248
270

jlchore Dio delle mofche appreso a


Cirenei,

197

Vergine Veniale. 203

imitare d'Efculapio adornato d'her-

dora-

te

Amata prima

difegant.

mangiaua fol amen

460

re lepri.

Amar

454
455
455
458

pi giouine de gli

altri

Dei

te

461

verone molle.

Amor betiijfimOtra fiori


pi^

Amor

TAV
Xymor efcrit d
K^Amore

Amori

{Jtfofco

/chetanti con vna fatti da

Archefilao

Amore

463

468

ifpofd

vinfe "Pan

Amore decritta da Apuleio


da Orfeo.

Amore con le faette


untore tormentata
Amori nati delle T^infe

470
470
43

480
469
478
440

Antronio Sabino voteti* facrificare


vn bue a Diana in T{pma
98

Anteuorta

40

Anftrite moglie d

Animali di
Antipodi

Nettuno
CMarte*

233

378
2:

Ambi Dio degli Egitijcome difegna


to

313

Anubi figliuolo d'Opri


AngeronaDea

31

L A
Apollo Liceo
Apollo fi 'mut

apollo come fatto


r
dell Achaia.

"Pio f portar la Fortuna nel


fianca di Marco Antonio

'Anterote

451
452

Anterote partorito da Venere


Ariime difcendono dal del ne' corpi
per amore
470

6f

Api He Dio

\-ApU&

Ofiri

ilmedefimv

Api appariua in Menfi


Apollo femprs giouine
Apallo capo delle Cfrlufe

64
64
48
jo

Apollo Dio de l'inferno perche nel

me^o.
Anima dui Lumi

Ad
69

Apollo padre d'Efculapio vccidei Ci


dopi
76
Apollo Siminteo
84
Apollo da Fenici legato*
36$,
ApoHrofa cognome di Venere. 48 &
Apollo con le Giati xEacco,e CMer
curio

Apollo con

le

Cratie nella

d'oro, pofla

505
man de%oj

d Herode foprai

maggior porta del tempio in Hit


tufa lem tfpe^a ta d Giudei
4-

la

Aquila

di

Goue Regina degli vccelli

150
Aquila porta

il

fulmine

a Goue

becco

nel

Aquila I\e de gli


Aquilone vento

vccelli

5
50

243;

Aquila ftgno di vittoria


37-5
Aquila portata da Bimani per infogna alla guerra
3j
Aquila volata [opra lo feudo di Hie-

376

rvne nfegna de'Terfi

t^Arco di Diana

49
40

Arca di

me%o

f3

Arpocrate perche

Apollo con quatto ocbi,

60

Apollo per che in

6%

meta.

8ra-

la

in Pietra y citt

i^Apollo cuiode de gli armenti di


Laomedonte
6?
.Apollo cuttode de gli armenti di

Aquila

Antoni

tato in Egitto con quattro orecchie

anfitrione impar da Bacco a tem-

38 6

Apollo padre della medicina come no

547

perare il vino con l'acqua

5>j

in corn

95

Cipfelo Tiran di Corinto


in tutti

04

tempi]

de-

67

gli Egitti]

AKCOr

T A V
[Arcadi fi tenermo pi antichi di tutti
Grecite foli fi faluarono al

tempo

del DSluuio

jlrcaiia nel

me^p

al Veloponnefo

starnante diuentapasg?

2 &9

atropo

282
469

credettero ,che la luna dopo

arcadi

Dea

jltefignifica calamit^

^yiugufio f trarre dalla Siatua di

Cefare

121

il

M. Antonia

figliuolo di

il

90

^Aurora amante di Cefalo

Diluuio fofe nata di nuouo,


I

OLA

jLuoltoio intefo da gli Egittij per la

22

jlriadna abbandonata da Tefeo

jlrgo vccifo da Ubtercurio


^irgoche

%6y
3

natura
jluolioi tutti fon femine, e niun

fignificbi con tanti occhi.

312

fchio impregnati dal vento


1

K^irme d'Ercole
dirima/pi con vn fol occhio

Minerua
^Armatura di Marte

336
356

Jltti di

1
1

112
maEuro

12

*Auflro vento

244

*Auoltoio faerato a Marte

378

Jiuerrunti Dei, jluerrmcare che di'

264

nota preffo a? Latini

tAfJarte figliuola di Cielo, e moglie e

foreUa di Saturno
fi

faceffero fi

mulacriy f non a gli Dei che non

vedeuano

fi

47

85
offerto ad apollo
^ifpetti varij della luna moftrati con
veHi bianche , e dorate , e con

tifino

la face accefa

&

con la cefia

luna moflrato con vefli


1

fofche

*Afopo fiume pafato da Serfe


x^djino dato a Bacco
tifino con Vriapo

07
1

3 94
4
41
1

iSfftnelle ft elle del cielo

tAfmo

Bricco con le corna di Toro


Bacco per l'autunno

Bacco fempre giouane


Baciar la

Baci dati

49

a piedi de caualli del car

106
1S6
298
383

yo di .Apollo

vinfe Vriapo nella mifura del

membro
tAti amato dalla gran

mia
K^Ati come nato
Jlti che [ignifi chi

411
Madre y efuafa

195

.196
196

Baciar la

137
43
106

mano a gli Dei

Bacco odiato da Giunone

107
ttfpetto della

3 5

n voleuanOyche

%AJjirij

mano

Bacco ha molti cognomi


Bacco difegnato in due

modUe quanti

ftano Siati, e per lo Sole

corna

Bacco in forma di Toro


Bacco di diuerfe et
Bacco perche vecchio

Baco capo delle

Mu f

e con le

387
388
38^
384
386

Bacco alleuato in T^ifa daUcMuje^ 8 6


Bacco per il Sole
3S6
Baccanali

293.407.

Bacco

T A V OLA.
Sacco perche
na

veflito con vefte di

Don

395
padre 391

Bacco perche detto libero


Bacco preffo a gli Elei t cr perche detto B-fiareo

Becco pache con


Butto a ma'
Baer

393
397
397

la ferula,

eldo di fcr penti dalle

parche

Dte

Bue

di metallo dedicato

itani,

e con le

eleufjne

con

405

cornate vei~ito da

le

femi-

387

ri!

Bacco adorato per Triapo da gli Egi


cangiatoci in Becco t e in capret

ttj>e
I

411

ta

Bacio con vnofeettro


vii ile in

Bacco con

e col

Cina
Gratie y

It

membro
41 1

& K^ipollo^ &

Aie t curia

Bt otij indiuinarono dal cantar cont-

ad Jlpollo^e

62& 64.

caro ad apollo

Bue

vtilifjimo a'mortali^ moflraua il

culto della terra

J adorato per 0{iri


come dagliEgt
62.

adorato

tij

Bacco sbranato da* 2

33}
333
1
39

Bilancia di Givue

in Egitto, per che >t

400

Bacn

Betona
Bello.fi diletta di [angue [parJo

vitelli tutti de l'Egitto

Buoi^

no buoni per

effere

il

non era

Dio jlpi

6j

vacca bellijfima nata preffo a


Sabini
97

Bue

Bue fi confa a Diana Jntefa per


na
Bufone detto

97
Gwue

facerdote di

il

la lu-

158
Bue fatto d*vn pomo per facrifcare
ad Hercole
330
Bue fu negli Hendardi Bimani 37$
Bue per la coltiuatione
64

nuo de'gaili la vittoria^ Chebbera


comra Lacedemoni}
57

6j

Becco adorato neh Egitto


Bellerofonte veeije la chimera

& 356
Bellona da'

Romani fuor diurna


3

Berecintia onde detta

Bona Dea
Dea.

odiaua

il fejje

te

Fauna Dea d

uola

Cambile

Borea venta

Belzeb idolo
gli

delle

temoni

225
343
mofche prefio a

253

rofjo a cui
,

alla

Dea

48
dato

57

perche fece uccidere alcuni

de' principali d Menfi


Cambijefcatm il buejnenato a
natiti

da facerdoti di toenfi

cea

non potere

37
vn tempio

della giovent)

mafihile

Buccina de* Tritoni

Caio Licinio vot

Cappello

chi fojfe figli-

Cardina Dea

193
218

219
Bona y

Carna Dea

tinta

Bona

.276 CtAliguta^e [u vanagloria

effere

>

66
lui dai

e di-

che alcun

Dio uewfie in Egitto ferina ch'egli


ilfapefe

Capo

di

Vulcano

66
76
ar

T A V
Capro

offerto

Carro

di

ad

OLA.

A'pollo

85

Capro

Febo

87
87

Caualli guardati da Caote>eda

Febo

Cauaili al carro di

offerto

Canopo Dio

85'

ad Apollo

disfece

il

Tot

236

Iute

Canal Tegajeo al carro dell'Aurora

23$

Dio foco

Cauallo fatto nafeer da b^ettuno che

96
98
99
136
99
136

Txtra ,& perche


Diana

Care Stia in
Carro di

C a rri perche da ti
Capra

gli Dei

celtfle

Caualli al carro della

Capra

Luna

riueriia in Grecia

Caprese becchi molto

r ineriti

da gli

^37

voglia dire
Caualli appartenuti a blettuno
Caualli quattro gittati in

marea b[et

tuno

37

Carro dell'Oceano
Carro di Vlutone
CaJJteride

folce fuoi habitat or i

Calore di Timone

Caprari molto filmati

136
136

Candaue vccijo da Gige

155

Callore

1 3 1

Carnale Cardinea Dea


Charon dipinto da Tolignoto

tgitij

Caualli bianchi donati da Giunone

CaHore t

& a Tolluce

122

Caftore,& Tolluce apparfia Vatinio,


e combattetero per li Locrefi

172 16$
e Tolluce con capelli.
152

Carro di Giunone
Caftore

Cafore

e Tolluce

come fi difegnaua

131

no

Cattori pofii con Giunonef e legano a

Giunone i piedi co catene d'oro per


the inuocati da 'brocchieri

75
Calore Caia^perche vfati a nominar(e ne matrimoni^

187

Caia Cecilia chi foffe

201

Carro di Ope Dea

Caro di Cerere

Capro perche a Bacco facrifcato


Carro di TSfettuno
Carride moflro rubb

209
213
223

buoi ad Her-

cole,e fulminato de Gioue

Canopo adorato in Egitto,


fegnato

233

come di-

*33

Cancellieri de

240
262
262
262

282

Dei

27 3
286"

Caduceo da Apollo donato a Mercu-

291
306

rio

Carro della notte

Caduceo accommodato al nafeimento


dell' buomo

30 7

Cani non andauario ne


cole in

tempi] di Her

Bjma

322

CapodiMedufa

3$ 3

Caual Ttgafeo

356

Cambif Bgfchemia
di

certi fimulacrh

Dei

Cani cuHodid Vulcano


Caualli di

Marte

361
361
3 63

Cauallo prefio agli Sciti vittima di

Marte
Cafa di Marte
Cauallo fu ne gli

36
3^^-31%
sendardi Bimani

Cauallo facrifcato a Marte.364-.3yS

Cane animai di Marte


Carro di Bacco

Cafa detta Galea

Capro vittima grata a Bacco

378
399
398
41
cane

T A V
Cane con

414

lari,

ne di

Calunnia dipinta da spelte

Cafa

Carro di Cenere
Carri dati a gli Dei

4 8$
4 8j

Cigno d'^poUoyComcfi confaccia ad

a piedi di molti Dei 50

^Apollo, ha certe penne nel capo

108

Cerbero

44 J

Cepi poHi

4i?
C arreni flauano)'otto alle Donne 497
Cerni grati a Diana
97
Cerua facrificata a Diana
97
Cerni al carro di Diana
97
Cena di Recate
1 06
1

Saturno

428

Callipigii cognome di Cenere

dell

tutti i figliuoli di

Dio come difegnato

dell'invidia

Ceremonia pazga

ola:

adorar Gio1

16

che gli penetrano molto a dentro

quando

iale piange,
Ciclopi veeij

canta morendo

da Apollo

Chiaue perche donata

alle

6j

donne tot

Cipfcllo Tiranno di Corinto


,

376(56-

Cinocefalo da gli Egittij adorato

Cinico citt

per morire,e come muo-

04

da Gioue data in dota &

1 o
Troferpina
J
Cembalo d 7l[ide che moHraffe 112
Ciembalo detto Siftro
1 20

Cerere detta Erinne ,e in cauatta

Cicale d' oro portate in capo da gli

ite

Cer emonie vfate

nelle

noige

Cerere in caualla

213
Cerimonie

della

Dea Bona

Cerimonie d'Himeneo

Cerimonie

di giurare

Cerimonie-ridiclofa;
Cefifo fiume

Cerbero cane
Cefifoto Scultore f la pace nel

213
214
185
145

Cicogna cheintefa dagli Antichi nu-

380
246
258

Ciclopi

grem

Ciglia

262

boaTluto

Cerere non volle maritar Troferpina

neaTebo

neaCft'larte

31(316

Cecropi fratelli preft da Hercole


Cecropi perche mutati in Gatti Mai-

moni

Cerbero legato da Hercole

322

Cerimonie d' Hercole

322

Cerimonie

122

Athenieft

Crere e perche detta Era

yfate nel far tregua >o pa-

-37$

ce

trifee

il

padre, e la madre vecchi'

pofta da gli Antichi [opra gli feet

145

tri
,

frabcatori del fulmine

148
Cipfello Tiranno

Citeron Signor dell' Eubea

156
1 64
178

Cintia cognome di Giunone

di Corinto

guardata da Giunone

Circe innamorata di Glauco

97

Cero occafion prejfo a'Grecipiu gioua

233

Circenfi giochi celebrati inhonor di

T^ettuno

Ceremonie d'Opri

85

191
Chiane data alla gran CWadre 1 9
Cibeh monte in FrigiatOue fu nutricata Cibele
200
Cibele onde detta
200

Cibele

Cipfelo, e fua arca

Chiaue in mano a Tintone

236

2^
2
Ci-

? A V OLA.
Cpreffo albero

223

triflo

Chimera mofirot monte


Cigognafacra

della Licia

alla Concordia

2518

Colpa de* facrificij crudeli di cuifojfe

Corna de

Cilli che fiano detti da Greci

3 04
3 04

Ciato vcafo da Hercole

Ciuetta fu l'elmo a (JVlnerua

3 3

Ciuette ad Atene

$$8

Cillenio

Mimma,

& accus

le figli-

Qecrope

itole di

338

Ciuetta che fignifichi

volata a

Hieronefu l'hafiatVede di notte be


ni/fimo
3 3 8

60

Cipfelo efua arca

Cipfelo efua arca

370

Ciro port
con

in guerra vn* Aquila d'oro

l'ale

aperte fopra

vna lunga

baila
Ciffo

l'

Hedera

preffo a

noi attaccate

nel tempio di

Diana, neW Auentino^

Cornacchia amata primate poi odiata da

Colomba feorta d Vanenope, quando


82
and ne' campi Tsfapolitani
Compagne di Diana
5>4

i~j6
Greci

appefi in tutti

e de

Cerui

tempij di Diana

in l\oma ,fuor che nell'

Auentino

97
Corna de Buoi fileno apponderft d
Diana neWAuentino
91
148
Corno di douitia
Corno di douitia non di capra

Bue fecondo

ma

alcuni, della copia

di
,

148
155
Bimani

fua efpo fittone d'Acheloo


Coltello detto Cario

Corona
161

di Quercia prefio

123
novge

Conuerfwni di Gioue
Cornacchia chiamata

nelle

182

3?<5
Cifrare che fignifchi

$96

Cifio fanciullo t amato da Bacco, con


uerfo iu hedera

69
49
3

Cigni dati Venere


Clujo Giano

44

Cleomene,vn

Conocchia con

la

lana,& ilfufo,quan

do incominci a portar fecola fpfa


Coribanti facerdoti della gran

184
Madre

193

Capitani d'Aleffan
dro Magno,ordina la caccia de' Co

Corona murale a chi fi daua

193

Confuale fefla

236

iodrilifome trabeffe da gli Egitti]


denari
67

2 3<>
Confo Dio
Corno di douitia leuato ad Acheloo

Claudia

de'

V e fi ale

252
257

197
282
Cornacchia in mano di Minerua 348

Corona

Corone

5 2

Cocito ftume_

3 5

Corno di Apollo

87

Co fiume de Lacedemoni) di batere

Cloto

delle

Mufe

Chitone Centauro

Colomba ju
Cotona

di

la [palla

Febo

d'Apollo

By

che ftgnifichi

Color di Tlutone
di

giouini

Tintone

258
270
3 ^
li

96
Coro-

T A V o
iorone delle

Conia

T arche

delia

28

Tace

295
295
296

Concordia dea^efuo di/egro


Color della F

Cornice vcct della Concordia

299

Corno del Sonno

308

Cotile che dica

puffo a Greci

Colonna bellica

335

Cornacchia (cacciata da

Mimma

man di Hinetu
Corata di Minerua

in

548
257

Commodo Imp.cru de le*et infoiente vo


lena effere chiamato Eercole

Corona

di

Gramigna honor

Como Dio de
Corni

t-fati

Conuiti

390
388
448

Bacco

le

donne auare

Core fonte della vita

459

Cwca

473
473

marina data a Venere

Colombe vccelli di Venere


Crane amata da Giano
Crocodillo

come

offerto al Sole

Egitij dato al Sole

CrocodiUo nell* Egito adorato

37
da gli

57
68

Creator de gli Egittij

139

Cr afide fiume

191
391
1 90
200

Cribro di Bacco

Cumina Dea
Cubo
Cupido Dio
Cupido

Cupido

5 5

443
444

cele(e
,

con Mercurio

le

e con

IHrco-

441

Cupido nel tempio d'Efculapio in CorintOCon la fortuna

^6$

Dei Ccnfenti antichUnon habitauano


in luogo folo

Dei dCGermani

84

Genij

Dafne amata da Apollo

379
3

16
Danao contende con Gelanore in Argo del "Principato della Citt>edific vn tempio ad Apollo Liceo

Dei preche

Dei

d'effigie

10

humana

vil>e plebei sfatti in fimilitudine

di diuerft animali

di

Contra

Dei de Bimani di legno

nel facrificio di Bacco

d'\Ariadna

Corna

lAmia & t^duxefa


DIpaefed'Epidauro

355

388
Coro

L a:

fatti

informa

ip

dihuomo edibeflia
y

Dei hanno

piedi di lana

Dei de gli antichi come

introdtti

47
Dea

48

della giouent

Dedalo f prima d'ogni altro leftatue


con piedi l'vn dall'altro dittanti

6 aperfe
ma

71

d'ogn altro

Dei fuggono da Tifone in Egitto


Deuerra Dea

Dea

delle

>

icchc^e

40
168
1

Dei principali de gl'Arcadi

Dei dtl mare come fatti

22

Delfini cari

gli occhi alle ttatue pri

a T^ettuno

Delfino I{e de'pefci

z
5

x3%
235

Decreto Dea^e fatta grauida fen^zfa

per da chi

Dee bianche
Dito poggio onde

Decima parca

cofi

241
26$
chiamato 264
278
Dei

T A V
Dei con l'huomo nafcente

Demone

312

con l'Intorno nafcente

Dei quafi tutti htbbero

Dei

oracoli

deU'eJfercitio

Democrito voleache'l mondo fujfego

350
351

Detto di Demoilene

Dei

legati da {{ornante perche

di delle citt chiamati

Defiderij

Dea della

Immani

libidine

Siracufano con qual motto

Diana quaft deuiana^ a\cellina in


,

I\p'

95 96

Difcordia fra qual Dei pofa, cacciata


dal ciel da Gioue, non fu chiamata)
alle

04

tonajidfito aiut la r/ndre'a


il fratello

Apollo

pino
1

ptefjo a gli Elei nel

01

Dipintura di Apelle

Dodeci Altari

Due

le

04

jmuUte acque

di

o<5

Dia na cacciatrice
Diana cangiata in Catto

120

Gioue

153

Diphtera

libro di

44
Hc-

dati dall' Aurora da

e. malli

mero.

91

Donne fi fan

rofje

>

credendo diuenut

pi belle

Dom'duca cognome

di Giunone

\6i
181

Pei lignificare pi coje

209

Do

241

Donne

[cacciate

Donne fole

poHi fatto a piedi di

Giano

99

detta in [{orna Nottiluca

370
370

$86
408
420

Dio degli botti

Hercole

Ciocie Olimpio

Teti

Dionifio onde detto

tempio di

Diana perche fatta con l'ateo in mano


io?
Diana Triforme Triuia y Trigemina ,
Didone fparf
Auerno

no^e di Teleo,e

Difeordia come difegnata

98
1

Diana detta Lucina, partorita da La-

Diana

323
305

Dio de Mercanti

con fuoi facrificij pajfata da

Romani a Lacedemoni^
Diana imefa per la Luna
Diana

tire

Dio delle Mofche

48

coprifie ifuoi facrilegij

ma

256

cato-

455
47 2
49

Dei tutti mafebi, e femine


Dio non ha figura

D ioni fio

Dite,eTlutone

nefori 372

quaft infiniti

178

fta

3 1
3 1

uernato a cafo

OLA
1 5.
Dei in fimilit udine de animali
Dijcordia fra Giunone , e Gioue qual

tempio

dalle ceremonie

di

322
in

Tracia entrauano nel

d* Hercole

Donne acculate e difefe


Doni de figliuoli di Medea
uola di Creonte

Draghi dati a Cerere


Due mani congiunte che

23

331
alla figli-

348
2 oS
fignfcafero

108

Due

cof mirabili fra le date a gli

mini da Dio

Imo

3 2

Dipintori^ Scultori antichi prendeua


no fpeffo da' Poeti,
talhor da s

&

difegnauano

le

ftatue

de gli Dei

facramento di Bacco

155

Edi-

OLA

T A V
cljjl della

iiy

luna

Eaco Giudice dell inferno


25 f
Ecbo amata da Tan,ihefia vdita reT^ar

&

129

cifo

Eebi teplicaua
Elei fette

in

vn

28.

Eolo I\e di' verni

Eono

oiitv Licinio

da

cifo

cugin
dt

figliuoli

d*

Ber cote ve

ttipocomte^

Epicuro diceai ch'I mondo a cafoem

portico de gli

mite

355
14?
243

Eolo conventi per l'inuerno

plicar da Lucrttioin alcuni lughi


fei,e fette volte^innamorataci

'

129

350

goucrnato

Echo figliuola dell' Aria> e della lingua dt jaiita da Aufonio.


129

Emna compagna di Troferpina

Eho defcntta da Mon(:gnov Barbara


129
186
EdufaDeet
Effei ti W Amore
44?
Egida pot rata da Giunone
551
Egida onde deit,
351
Ega figliuola del Sole
3 5 2
Egkin Greco [nona Capra/
351

Eridano fiume > il

Elementi adorati da gli Egitti] fen^a.


farne imagine alcuna

Elementi fatti Dei,


Eleufine fe5e->miflerv\

48
211

Dee vedute Sarfi in pubco


da T^umenio filofofo t cbe Deefvffe

Eleufine

ro intereffe

Elmo d'O co^e Vlutone


Elmo di Minerna

3 o

Epopeo fece vn tempio a Minerua.

35*.
Epidauri
'

EJculapio oue adorato


7&
Eftulapw come portato a T^oma imprk
gionato da Minos, rijujcita Glauco)

8a
Efpofitione di

19*

Ope

3 1

EJculapio nutrito da cani

2021

Eternix compagna a

Demogorgone
con gli Dei imi8. 19;

mortali
Etiopi fi

353
405

Eteoclt di Beotia fu

49

Eurinome

Endmione amato dalla Luna , hebbe


della Luna cinquanta figliuole ,
SudiofiJJimo delle coje del Cielo
1 1?
Enno Sigeo

Encelado dipinto

240

mi munto

di Miner

ncche

fe >e

16 1
17 ty

di pingeano col minio

Eloquenza ,e fua for^a 304.^ 314

Elementi mafchUe femine


Empufa fantafma d' Recate

&

Ejci. laYw Cotileo.

Elmo

Eleuftne Dee con Bacco

&

27.^31

Efpofitione diSaturno

Eteocle mor, per fuo merito,

d'Orco

24

11$

Ennne

decritta da B.oetio

258

222

Ercina giuoca con Trojerpina.

il

le gratie fi

primo^cb ord*
'

ador affer 499^

figliuolo di FroteOyChi {of-

doue foffe adorato

Euro vento-

Eurinamo diuoratore

dt' corpi

241
244
moni

160
Eumenide
264
dell'eternit
dell'antro
p
24.
fittone
Ef
Euriale vna delle Gorgone
3 4#

T A V
Eutimo

[cacci

il

Genio de Temeft

OLA
Felicit

P elice

416

44$
446

43

Fefte di Venere Ericina in

499

FeHe eleufme

Fui nto buono

fufrofma
Muandro

come dfegnata

chi fta

*7

#'.489
211
3 24
495

^^ko^ data Bacco


Pfffe .Adorne

Dea

Feronia

17 J

Figliuoli di Saturno

Fattola

28

di Saturno

Vacue d Giano nell'anima buma


4
ma
Tacete di Giano che fignifcbino
Macella in

mano a Diana

04

F*5/o Dio

fe*

146

Romani

Fidia prefe l'eflepio delfmulacro da


fatto di Gioue Olimpico

ro

d'Home
1 j<

Figure pileate

pwa d fignficafe

173
203

1 1

FwwJ

dipinto

1 3 f

F/*we [limati Dei

Facelie cinque iuna n^t alle fpofe

176

Tana legume impuro


Fauna Dea

Fiumi con le corna


1^6
Fiumi defentti da poeti diuerfamente

Fato

279
309

fauno Dio
fauno come

F antafo,miniftro

<>

12.9

de'fogni

246"

246
Fiumi dell'inferno
270
Figura quadra di Mercurio, perchcj

301

Fatiche d'tlercole

Faci acce/e mandate auantia gli

efjer

Fiori ufati ne'conuiti

Figure offerte a* Lari

411

flammeo

ij

citi

Fama, Fame due

364
40S

Fallofen

Fafciodi fieno [opra vna lunga pertica fu ne gli sendardi 1\prn.

Fattore con la fortuna t tim'.do

Fde gettato via


Fenici credettero Giano effere

il

7f

velo delie fpofe

Forcuto Dio

T aurica

96

regione

Fonte del Sole

mon-

flora

40

Foresi ieri facrificati a Diana nella

440
182

do

84

Fortuna del popolo

Romano

Deo

i^j
1 80

244

Focolare onde detto

20 f

Fedra amata da Tefeo

26 7

flora chi fufle

244

Fere moflruofe in Libia

273

/Zora moglie di ZefiO

Fede come difeg nata


Ferro da cui prima adoperato

196

flegetonte fiume

244
270
240

Feciate facerdote

Feja di Manche di Min.} So


Fenici

et

375
379
1

Fondamenti dimettono
/oc/;/

altrimenti detti Vitelli marini

241
For^a

del parlare

30J

Fo-

T A V
fohetove mrnftro
fottio.

$ 09
3 o

(le*fogni

d'^rment
Sbuomo najcente

TncbifJiwo

jijr'una con

320

fjl'tj vitello d'Hercole

OLA
dita con riuerenya in certo tempie

fuoco Dio de Verfiani

i 84
l}f

furie infernali

264

a ({orna

Dea

fui (una,prche biajmata non

furina

fortune due

furie perche trecche s'intendano

fa, luna col corno ; Ha


trice delle coje

fortuna buona

414
423
copia gomma-

bumane

e ria

4 ?
426
1

fortuna posla a fedet da ^ApeUe disegnata da Ci he te , e da Galeno, e


.

da Pacarne

4
43

furie a chi Jeruifjero

267
%6p

furie con Cali

269

furie quattro

2J&

fune di captili tira il ftmulacro net


y

323

tempio d tiercole

3 64,

furore che fia

fortuna buona

!<>$

fortuna come fatta dagli Sctici ve-

tn\con gli Imperadort

445

fortuna puffo a gli tleijn Egira Cit


t dell' ficaia

pia ,e Cupido gfoucuole ad iberno

^47. 44 8.449.
fortuna come difegnata la. medeff ma
y<l->

ch'jfide.per la Luna,

494

fonte di Cupido puffo a r

Cileni

463*

frigia Dea,

4 6
350
192

fraude

430

fraudolenti

43,0

d' Amore'
foneTga -vera qualffai

for^a

fulmine di Sumano dato a pia Dei *

151
r5

fulmini di tre maniere

15

fulmine detto trijulco

uj 2

tufo-te conocchia portata

57

Gallo d* Ejcula pio

Gatto vede di

Galatea onde

78

120

notte:

Gallo fiume della frigia

195

228'

cofi dettai

Galatea fopta vn carro

228

Gallo con Mercurio

0 %
27 8

Gaio dedicato a Marte


Giudei non bebberofmulacn

Giano chiamato in

daUafpofa.

38

torno'

Sj

effere if Cielo

giano filmato Dio

4f

de' principe e delle

Colende padron della pace, e della

guerra
Giani furo detti glauchi trionfali

& acqua rapprefentati attafpo184

F/o, e conocchia di Tanaquil cu Ho-

tutti i facrifjcfi

gianala verga fugauale streghe d'in?-

giano creduto

184
fa

48

Gallo di apollo

giano^it Sole

fulmini di tre colon

fuoco,

Ganimede coppier di Gioite

col corno della co-

4$
4%

giouinevga deferina dall' Jtkialo 48


battuti au un-

giouanetti Spartani
ti

il

fimulacro di Diana afpffimo.-

t A V o
96

finamente
gioumett Verginella

Diana

Tatr

in

fatrifcati

Citt

ofe'/'

ficaia

L A.
capra

148

gioue con gli orriafenti di Bacco,dife

Luna
$9
nome di Lua-

giuneicbi al carro della

giunone intefajotto

il

na

gioue creduto

il

maggior di tutti gli al-

tri Dei, detto I{e,e

uerfo,

&

Signor

ottimo

jo $

conferuator<Lj

gme fatto fen^a fulmine

I f

gioue port Bacco pn tempo attaccato


al fianco

parturiente

Labradeo

dell' vni-

e \Jfrlaffimo

150

gnato daVolicleto
gioue cufode, Hatore

Jfr*

gioue de' Leontni, e gli

altri

Dei an-

dati dall'Oceano a conuito

j f

gioue perche intendagli amichi\ fe-

gioue fatto in guifa di Viramide pref-

I f 8
fo a Sicionij
gioue in forma di Montone\Ammone

condo Seneca fiede fopra

loto

il

tutto intejo da Vlatonici per l'ani-

ma

dtl

mondo detto da' Latini per123


,

che gioui

gioite deferito

da Orfeo

fatto pri-

mo, f vltimo di tutte le cofe,fi p


tea chiamar Trouiden^a,^atura 9
125
e Mondo
gioue Liceo
gioue con
te

giano

le

corna di Montone feden -

137
37

come disegnato
alle

2f

porte del Cielo

gioue con due occhi nel tempio di Minerua prefo a gli jlrgiui co +.orec
chie,con

ve

14 2

occhi

Gioue detto marino da Orfeo


Efchilo detto f^e del

mare

da

ha

tre

giuftuia pofla prefio a gioue

142
143

giuramenti come dati

J\egm da guardare

giano con quattro faccie


gioue

43
146

Homo

gioue di che nutrito in Creta, adorato


pei che non nuocefe

informa di

fanciullo, con le corna in capo

&

con lefaette in mano,preffo ad vna

160

in Egitto

gioue

.Ammone

in gretta

disegnato

da Celti con vna quercia,ft moftr


ad tercole ve fitto d'vna pelle di
1 f 8
Montone
gioue con corona di Re fatto

roffo

gioue, e fu conuerfioni

60
16$
1

giunone detta Lucina,moglie di gioue


i6 5

giunone con

belle braccia

64.

giunone conl'haHa t creduta Dea delle


ricchezze

giunone

col

67

capo auolto in vn panno 9

168

mano
pomo granato

e con lo feettro in

171
1 77
giunone fpofa fdtgnata con gioue 1 7 7
giunone

col

giunone chiamata jpofa

Gioue come fi plac

in Beotia

con Giunone^

178
giunone Febmale , fofpita adorata in
180
Lanuuio
giunone con vna forbice in mano,
trouatrice del matrimonio
le

ri*

giuga-

i3

T A V ola:
jgugatno Do.

185

giunone iterduca, Domiduca, Vnxiay

i%

Cintia.

giunone Dea Vergmenfe.


gioue fcarge il feme in terra*
gioue nitrito d zi' Api
giafone ingrato a

tutto.

l^ettuno, e don dito caualli a Ca-

238

flore e ToUuc<lj.

citt

porte delle-j

delle

240

delle cofe

419
426

Immane.

come difegnata

giudicij, quali

gmftitia

giunone bebbe in dono due caualli da

giunone Signora

gouerno

196
202
2

apparfo a Cajfio l

T emefi fcacciato

giufitia

20

Medea

da

85

giardini S emiliani.

genio cattiuo rio

vede

>

il

430
427

hanno da e (fere.

e calunnia dipinta da

pelle.

A433

giuoco

494

germani non hebberofiatue y ne tem-

pi

gemelli come difegnati nelle cofe dei


Cielo

172

guidicij deli* Irferr.o, pei che falft.i 5 5

glauca forella di Vlutone .

3 I

ghirlande di Tluton<Lj.

glauco figliuolo di Minos

80

263

ghirlande di l^arcijjo fatte alle furitLj

264

gioue Hamonio

giunone commanda

157
69

alle furie.

gioue commanda alle furie figie,


infernali

giunone fligia, <& infernale-*

giuramento dell'acque

&

269
2 69

figie inuiola-

26'p

bil<Lj.

giogo del bue alta re d'Hercole.

3 2o

gioue /cacciatore di mofcbe,

323

giganti come deferini

>

&

ifj>oHi.

SS 6.

glauco tornato in vita da Efculapio,


80.

glauco Dio CMarino .

223

geometria trouata da Mercurio. 302.


greci facrifcauano a gli Deijen'^a no

minarli,

gratie nella deftra

mano d'apollo,

J2.
greci facrificati a Diana nella regioni

Taurica

9$

gratitudine de'B^pmani verfo l'oche,

169.
granmadre,

190

giunone come ingrauid di Ctlarte.

gran madre detta Berecintia


193
gran madre portata di Frigia a ^0-

gioue giacque con Vroferpina, cangia

gran Dee_j

giunone legata da Vulcano.

360

ma.
to in ftrpente.

ghirlande trouate da Bacco.


genio

nume doppio

di

388
^9

^dugufio

co'

Lari> del prencipe de luoghi.^.16.

9412.
genio del popolo I\pmano .

grifi con

Minerua

gorgone.

gorgone

3 51
i/ole,

gramigna (aerata a Marte


gratie con Veneree

418

196
232
331

354
379

501.^499

gratie di cui figliuole pi

glumette

T A V O
H ore

Cratie quattro

te dell'

f enere,

due

&

Buco

501 .& 502.


perche compagne di

e tre, con

Me.

turio.

apollo,

504

Cratie nude, e ve/Ut e.


Cratie nella detira

505.

tjiiortali infteme

Hi^yiUe

date

molte imagini de

a.

Ha fa premio de' vittoriofi

67.

occifo allafe-

poltura in jLtbenes.

167.

cima a Rjtma 175.

270.

Hafdruhale fuggia da Scipione con vn

mano*

d'olino in

292.
2 40.

arpocrate col perfico

Haja di UMinerua.
delle

donne

Harmonia moglie

3 50.

africa.

di

Cadmo,

Bercole nel foro Boario in

351.
488.

Roma deFo

cefi.

Dea

detta giouent,fen%a Statua

nel tempio, dedicato in

lek

Corimbo a

48.

Hecates,

105.^107.

Hecatombe.
Hecate adorata

105.
ne* crocicchi delle vie

triforme, adorai a pi che gli altri

DeiinEgina.

106.
Demonio maligno padrona^

dell'inferno Ce) ber

le-

261.

Bermi da

Hafla mandata con vn

H arpie.

aff

Herebo padre

in

tr

Dea Ro~
2ip.

gato.

166
in batta-

glia.

toccate

178.
nel tempio della

167.

gli Dei,

Hafte adorate.

HaHe col pileo

148.

Giunone.

Hebe molte
Hercole

H.

tebe

148.

nutrice di Gioue.

na.

509.

Habito

Hega
He lice

nutrice di Gioue.

1 y 5*
polita.
Hercole dopp Giunone, odiato da

509.

ramo

in.

uiercLj.

50?.
Colonna in Rap-

ina.
i

jen certo fantafma,eH capo diftar

Hercoledon ad Onfalela funediHip

in cafa

gratie tengono

Demoniyfacea "vedere a" mi-

rei

mano ad apol-

lo.

grane efyoHe

L A.

de

delle

Varchi

2 So.

chi prima fatti.

34

Herme ornamento commune a


l'vdcademie-j

tutte

3 4 *

Hercole poco differente da tJMercurio

come adorato da'Francefi.


Hercole eloquenti*[imo

313.
315.

bercole pi forte, e pi gagliardo'af-

Mi315

fai di Mercurio,fra le cJHufe,

nerua, e Mercurio.

Hercole, e Mercurio fopra gli effercitij

nel dromo de

Lacedemone

316.

Hercoli quanti

Hercole LMelampigo.

hercole armato.

6.
7.

bercole ferito da figliuoli bippocoon-

8.

bercole beuitore.

8.

hercole mangiatore.

8.

te.

bercole forte d'animo, per lo Sole, per

lotempo.
bercole

& apollo

Tripode.

bermatbena*

alle

321.
mani per lo
325.
3 ? 8,

He-

T A V o
becuba

efua oblatone a Minerua

355.
head a con [aerata a Bacco
bedera->penbe data Buco.
,

396
396.

bader pianta d'Ofiri

396
40 $

hermipoli citt d'Egitto


bercole

con UMercurio

e Cupido

457*
befpero ftella

500

quando cominci

biftoria

l a:

bimeneo

182

Dio

cbifofie,

bippopotamo, efua ingratitudine gr


empiet*
143
*,

84

bigera figlia d' Efculapio.

amaTgata da Hercole. 155


bippomene , e?" Malanta giacquero
infieme in vna ftlua consacrata alla Madre de gli Dei*
192
bippocoonte co*figliuoli veci[oda Her
bippolita

Ito/e

de' Beati

2?f

7'aurica regione , /<*Diana T aurica offer*


di
cerdotefja
ta in facrificio Diana , liberata)
da Diana *
9J

Ifigenia nella

Ifigenia libera Orefle

con

9$

Icaro padre di Venelopt

lmagine

della

di Saturno con tre capi *

figmficatrice de' tre

^3

36
62,

del

S~o'e.

delle

ria tutta d'oro a' [{omani.

373

2 Htftodo furono intorno a

4000.
fcore

ftni

da/i Herodoto.

co Giunone*

^owore
fcorttf

Dm.

/wre Stagioni dell'anno.

fowe defte

<fo

foro.

&oro cowe difegnato*


bore con Tenere

fiano

bore con

le

Tarthe

buomini marini

Dea Bona*

in Elefantino poli.

344

lmagine

347
40 j

140.
lmagine di tenere in Tafo de gli
Dr/ fen^ forma d'buomo altro ani

^01. 404.

40 1.404.
502

502
503
2

27

buomini [cacciati dalle cerimonie della

lmagine d'apollo
88.

82

lmagine dell'aurora in ditene.


lmagine di oiana.

&ore Dee alle porte del Cielo quante


.

Mufe*

7
171

402.404.

^oro.

27.

lmagine di Ciano.

della salute.

lmagine

lmagine

homero

tempi

lmagine

40

lmagine dell'anno.

lmagine

86

221
20

Dea Bona

lmagini viue de i Dei.

litto-

efe ne fugge

lui.

mand a donare vna

cole

bierone

402

1 fide pianfe Boro fuo figlio.

$%%

Cioue preffoa Martiano

di

male.

94
.

157

lmagine informa diombilico. 157.


lmagine di Giunone preffo a Mania-

no.
lmagine

169
deli* Concordia con la cor-

nacchia

182
186

lmagine

d' Himeneo

lmagine

di Saturno

lmagine

della

33

gran Madre

in

vna

meda-

r a v
200

medaglia di Fauflina.

Imagine

Nettuno in

di

certe

meda-

dello

23$

d*

Iftde

dedicata figliuoli di Cfrledea.

ti

Imagine
Imagine

di

Vulcano.

di

Marte

%6i
363

Imagine di Sileno

trottata in

vnfafio

in

fogno a Tektuja col

guerra

$
.

109
cognome di Giunone.
Iter adone Dio.

Iterduca

18$
i$6

Incantataci di Tenaglia

Ljimaluce de gli occhi del Gatto fee20


.

Laona

Infegne proprie di Clone.

Jnaco fiume.

Imballatori pacifici

246
291

Infegne de ternani alla guerra.

375

fo che di diuino

Ignoranza.

420

re

Inuidia

apparfa in fogno ad jlpulegio

414

Venati

de'

Inuentori de gl'arncft di

55

appare

388

rotto

21*

abrotano .

ciembalo in mano.
Iftde

349-

Imagine

poppe mutata In Vacca.


iti
nauigaoni coronata]

lfide jopra le

Spauento da Corin-

glie.

Imagine

OLA

Inuentrice cognome dato a tenere

485.

conuerfa in

Lupa

j5

Lauro d'apollo coronaua gli Toeti , e g' Imperatori , ha in f non


il

vero

atto a far vede-

n fogni

giouare alla fanit

,
,

creduto affai

ha certa vir-

t occulta di foco, fregato con l'he

Io amata da Gioue detta Jfide dagli


Egittij

312

Io figlia d'I naco.


Iride nuncia di Giunone.
Iride per voce d Giunone

165
mena vna
270

dera fa foco
rumore .

Lauro dato

alla

abbruciato fa gran

59
Luna.

107

Lafciuia deferitta da Filojfeno Eretrio

136

Lari Dei.

412

Iride nuncia di Giunone e di Gioue

Larentia

290.
Ira ha maggior forila

Lamie.
Lamia innamorata di Gioue .

218
273
273
278
37%

furia

ad Hercole

'

&

in noi di molti,

altri afletti.

Ifole delle Sirene.

364

Lacbef.

231

Lauro fegno di Vittoria .

Ifledoni, popoli della Scitbia,adora-

uano vn

le(e b io

Iftde moglie d'Oftri

64

Ijide genio dell' Egitt adorne difegva-

ta in Egitto, goduta da Gioue

tefaper la terra

>

col corpo

in-

pien di

Laro, folica vccello d' Hercole. ? 20.

Laocoonte , e fgliuoli 9 vccifi da f rpi.

3*iLari Dei

41 2

Larario., L&ratij dell* Imperatore

lejiandro,

i4H

41.2

Lacci

T A V
Lacci de gli dimori

455

tenere Egittie
Leuana Dea
Leoni e

lor

i5>o

natura

Zeowi perche

ciati

1 5?

rf*

Legumi

a Cibele nati irono

C ibtl(Lj

fg*

9a

209

ffK<ye

2 6
231

diflnbuiti da Cerere

Isvcofia Sirena

lettera de gli antipodi portata dal

vento

258

270
316
324
342

Lete fiume
LeucopigOjcbi ditto
Ltbtti
Lettera d "Pitagora

Lipre
fa

ji

cctfa

all'

e fuoi poderi

ornatijjimi di

12

Satue t puti.te

ad apollo
Lupo
Lupo ha buon occhio
Lupo di metallo dedicato ad
perche dai

lo in

Delfo feoperfe

il

S ?

5 J

o4 pol-

furto delle

cofejacri fatto nel tempio di Del'

fo

ff
62

Luna in forma di vacca


Luna aiuta il partorire

100

Lucina pi antica di Saturno, fecondo


che fojje fecondo alcuni

vna

delle

47 6

Luna quando creduta [under e tellri


ferm,penhe detta. Hecaie, e Tri-

del Leone

Libij non

hebbero ne* primi tempi

alcuna iatua

Luculby

Lucina incoronala

gkato.-

cornac

465

ad animale alcuno foffe Dio^affimi

le

384

Tanhe fecondo

Licurgo non yolea> che ad huomo

Lifimaco perche fatto con

Cruore% mangiato

la perjott a bt Ila

Leonia pi fet oce

OLA

tempio

od alta-

re^
Limemino Do
Lira in mano di apollo

27

o
Liburna naue adorala da Germani
5

chi
di

Dittamo

00

103.

10&

formoL?

Luna tirata in terra con incanti 1


Luna cagion del /tuffo, e rifiufj'o
mare

del

lunette portate a piedi da g* antichi

Bimani

8o

lotta figliuola di Mercurio'

00

556
346

luperei,

lupercali fefle

per fide
Lgia Sii en a

113

lucerna di Minerua

231

lupo colfilentio

Lione

23 %

lupo portato da t\omani, per infegnax

}\e delle Fere-

Lifia quarta Furia

269

Libitina era tenere

28

Lira da Mercurio donata

ad apollo

guerra

375;

lupo animai di Marte

378-'

alla

T arti

45? l

^Affili della

Francia adtvauano)

luno Dio de

287
Lingua confecrata a 'JMercurio
Licinio*
Eono cugin d'Henole
Lioni dati a Cullano

3
3

04
1

361

ItJanUro rinfe g/* ^itbenieft due^>

tronchi de gli albrri

T A V
Marcello porta

Ratueda Cucia a

le

1\oma
Marcello biafmato

prima

fi

vantaua d'bauer

d'ugni altro

Bimani d'ammirar

dtmoHrato
le.

belle coje d el

la Grecia

vnatma de fimulacri

ruppe \^4[d ubale

marco

lituo

marte

intejo

4f

per alcune ptopriet del

Sole

macchie della luna


magia dannata da Romani

marna
fi il

{{ornanti

parto

mi

o8

OLA
membri
I?2

genitali adorati in

mtlifja nutrice di Gioue

148

megera
mtnippo Cinico,efua pa'Sgia

164

merageta Dio

282
290
290
290
290

ventre dal fulminea

mtfja^gieri dell'i Dei

mercurio nuncio di

mc< tur io, t \uo

Gwue

vfjicio

me* curio come dtftgnato

mercurio mandato da Gioite a Cahp1 conduce Priamo mi campo de*


Greu,ad Enea, con pennese col ca-

pello alato

299

mercurio lnuentor di

watrimoniojntrodotto da chi>e come

18

dipinto

dell' Injet

no

Oliano confnrata alla Fede


Marte tenuto da' Romani fuor
citt

V enere

Marte,efna

dijpofitione,

36 j
come nacque

Marita, vn de*fatili minitri di Batto

302
298

mercurio di(egnato da Galeno

mercurio perche sbarbato,


pi>ha cura de pafiori

mercurio tntefo pet


mercurio

da

mercurio,

&

30$
305
con Ve ca*
309 310

lo Sole

gli

Egitti]

figliuola di tercole

440

maibinatrice cognome di Penerei


del Scie

Cy
2o

tercole fopra gli eferci*

ti]

314.

medafa

chi f"offe y

vna

dalle gorgon^,

35*554
facerdottfje di Bacco
hiua.

membro

lc_j

diche fi ve-

no

293

virile

apparfo in cafa di Tur

cjutn Trifco

41 %
amo*

mth
Piedag U de fantina

adorato

menade, Baj]are,e Baccefur dette

Marjia ^corticato da j'pollo\chi fof'391


fe

meni a

arti

le {eterei

eie leggi

mercurio col Gallo

aperta fu negli Stendardi T^omani


37?
Mirtf giacque con la madre
3 80

ntacana

mercurio miflt bagli Egitti]

298
della-

/'

302

mercurio Dio de mercatanti

Mano

39

tutte

288

Marte con

264

mali iheftanno alla porta

20$

fo

grauidafent vcader

manie nee

Egtt

o,e Timagora,fi dirup per

*p
mcuuYo^

447
tercole con

Cupido 45
CftUr- ...

T A V
Mercurio con

te

Gratie

Bacco

&

apollo.
500.
Minerua che fia fecondo Vorfirio. 6 7
^Mitridate affedi Ciuco.
1 o6
KMinaccie fatte a

tutti gli

Dei da gli

118

incantatoti

Miilerij tenuti occulti

Minerua fruga
del fulmine
Pleflenij

1 g

ti fulmine >

due giouani,ft

re, e Volluce

cedemonij

Miracoli

50.&

/infero

Cado-

per ingannare

1 5

La
172

Minerua Signora delle fortagf 34**


Minos giudice dell'inferno,
255
Miilerij Eleuftnij

211

Miracoli del Fulmine.

1 ?

Minos figurato da Dante informa


beiltay che ftgnificbi

Lfttincrua

fi

2
di

$6

valje dell'elmo d'oro.

OLA
Minerua con

la ciuetta

Magro

309

Miode Dio

delle

preffb a Greci

Miode Dio

mfche

323

mofche prefio a greci.

delle

323
Minerua Dea della prudenza. 328
Minerua come fatta, armata , per gli
gteci contra

Mattea

Minerua come nata


Minerua con la Sfinge

329
329

e co Grifi

331.
Minerua detta Tallade
Minerua detta Tntonia

efef to

che differenti

diinos

la

Minerua nume principale de gli


nieft.

Minerua frenatrice di cauatt .


Minerua, e

rubano pofii

Bfdi trata

ite

354
356

infteme

Vulcano nume d'itene.

356

Minerua detta vrbana d pinta fu


porte della citt.

le

Minotauro portato da Bimani per infegna alla guerra.

37$

Minerua fempre vergine

381

Mida

prefe

vn

Sileno con l'odor del

UWiflerijfe cerimonie di Bacco.

389
408

KjMinerua gitt via

391

vino.
la pina.

^Moltitudine

Modo
Slo

di

trouaio da
le

480
2

Dei

Terfi per mandar tu

nouetle delle coje

Moltitudine di pitture, di Slatue.

Montone dato al i ole.


Morte di Saturno

CMondo.

74
2 J

Montone riuerito dagli Egttif .155


Mogli de Sacerdoti , che portaffero
182.
Morta Varca.
278

09

33

Morfeo, miniflro de* fogni

Mojche non andauano ne l tempio di

e Bellona in

conocchia

351

co^

332

Minerua detta Bellona


Minerua con

onrfe

350

Minerua ft dilettaua ditre/lranijjin


beflie, come veftiu .
3 S I

iJMirto dato Venere.

Mimfiri de*fogni,

3 3 <>

Minerua con Talari.


Minerua con l'ali a piedi

33?
356

Ho

Hercole in t{oma

3 23.

Monete degli Mheniefi come fatte.


Motto di Catone contra Mbidio.}

Marno Dio.

6$

43 $
Morfo

T A V OLA.
(JMorfo

4570

Miije dette alcune

volte Sirene

chi figliuole* quante

M'*[e perche dipinte

che

53

al carro della

Luna.

99
98

animali nafea

di quali

mutino Dio.

302

muftea trouata da Mercurio

mufe

col

tengono

fi

per mano.

mulo
mula

di

fanno

tnufe fono fpeffj le

Hinfe.

20

305
me defi me con le
386.

tyflO /^
T^tttuno detto

del Sole

gli antichi

112
122
2 64
397
398

TS(aue d'Ifide.
Trarci/io fior grato morti

Trarciffo dato Bacco

T^aue

di

come rapprefentata da

TSfatura

Bacco

Ifealce dipinfe la guerra tra Verfu e

156
191

gliEgittif.

2{atura de Lioni.

T^atura de Fraudolenti.

458
8+
472

2>{atvra della Teiuggine

Tfafcimento di

f enere.

T^ettuno in cavallo.

Nettuno Dio dell'acque


Torride.

213
219
226
226

Tfereo.

T^ettuno primo domato'/ de CauaUi.

T^emefi detta jldraHia

428
428

T^emefi fendali

428

T^emeji la medefima che la Guflitia.

429
T^icagora port in Epidauro Efcula-

78
i6z

pio.
Tritone.

T^infe di Giunone

marine

l^ilo fiume

270

24

249
488

come difegnato.

Tyjnfe madri de gli amori .

Vomi

del Sole

15
80

TStouella d* Efculapio

184

T^pdod'Hercole.
TStouella della fatua di

T^icone

Teagene

<5

T^ettuno Signor delle mura

fondamenta

156

.
,

e de//e

della citt.

Dea.
Kecejftt madre

Heceffit

delle

Varche

l'buvmo nafeeme.

238
279
279
306

212

Wp'ZZ.e di Cerere
T^puella di Flora

213

T^oto vento.

244

3S(owi delle Varchef T^pnaparca.2y^.

280
282

T^otte madre delle Vare he


1{occhier

deW Inferno

l^otte nutrice della mortele delfonno

come difegnato

305

T^pme del ^ume cufiode di %pma da*


Romani occultato
37 j
T^ouella d'alcuni giouani ehi.

236.
T^ettuno detto Equeflre

T^ecflfit con

f{e.

'hjemefi thifofie.

Ts(infe

N4ue

p
358
358

T^ettuno con Mncrua.

T^uma non
darfi

volea

effigie

7{uma ordin
8.

eh' a

alcuna
in

Inumer pare,

Hpma

&

398

Dio potejje

la religione

diffare.

2tyme nio filofofo vide le Dee

77

Eleuft

T A V OLA.
ne

slarfi in publico

ci

T^ume

Oracolo di Mercurio

Gwue

Oracolo dato a

Ch'io di Gioite

Oca

64

a Giunone^,

confecrata

Oche perche tenute da l\pmani


tempio di Giunone

nel

68

Oceano padre de gli Dei


Occhi di Minerua
da
Occafione difegiata da Fidia

Occafton con la penitene

Olmo alboro di Minerua


Olmo J(gno di pace
Olmo dato a Minerua

416
430
430
$]6
293
6

3 ?8

Opinione

Opinione di Trifmegiso intorno a Simulacri de gli Dei

<y

291

$8
8

altre

confa-

perche non buone, per

6
far fmulairi di Dei
Orette capit mila Taurica regione
Orbe
la

della

Luna habitato non

rnen che

tena per opinion d'alcuni

flo-

Jofi
l.97}i
Ordine buono per giudicar /' anime
2s 8
Orco

O piouuto fopra

Tapauero

402

Indiani

263

4f

$6

lignifica le Citt, date alla

Luna

107

Tan Dio
Vamco terrore
Tan creduto effere

125
1 26
fiato

il

primo che

Juonajje la Comhiglia,da

Tritoni

i:

portata

Vanito creduto terrore ff^ Srenno


e Francefi in Grtcta

Tan promije ad v>o ambafciaiorCs


^Athemtje di

e*r

vccijo e

Tartenope

Cren

di fparuiere

partor Satur-

no

te materie

quel che Bacco i

401

forma

d* hauer fatto

Origine de gli Dei,de fimulacri 7.

64
,

Greci
Ofiri in

Ocriftaferua di Tanacpl fatta graui-

Oro,argen[o r auorio t

3 5

Tifonda *Api

sbranato da Tifone
240
2 40
T
328 PyAtulcio Giano

Oceano^ fua imagne

Ope
Ope mottr a Saturno
vn Caualio, quando

Ojiri veeijo dal fratello


il medefimo
Ojin a gli bgittij

dtt$

264
$16

mano

della

zi

occultato

*n

Orette forjemato fi mangi

come meretri201

cantra

tr

Quarti in

Terfi

ne*

amto

impi

127

yator.'vj

Tan djnitto da
tori le

de*

Ma-

SiUo italico, pecche

iorna,peuhe co

la

faccia ner

mtglia,perche (onta barba larga

mac4oja I 27
Tan ptrcheconla ve ga paftoratt^y
peti he con la pelle

pa che con la fiflula


128
Tan perche pelojo di Jotto, perche con
piedi di capra

intejo

per

lo Sole ,

perche mte\o da Macrobio

Tan

inte/o da Tlatone

nare

>

per

33

lo ragio-

or come dipinto da gli anti-

chi

Tan

'

T A V
Tanvnde gli otto
l'Egitto

Dei p rincipali del-

membro

fatti con

diritto

OL.
de' Fenici

palagio di

Marte

37 2,

papremo Citta

Tandem nipote di

Fidia

i
.

Tatto dato a Giunone d'oro dedicato

da Adriano
Tarole che

fi

Giunone

68

vfauano di dire ne' ma-

84
i8f
290

trimoni]

Txriunda Dea
Tautntia Dea

Taujania jpauentato dalle Dee Eleu2

Tarche mandate a Cerere

Tale Dea de Taiori

2 17

sine

Tan

vide Cerere tutta mefta

Tallitale Ha cheji fa a f{pma

tre

2$$
231
162

fa ritnope Sirena
pace ntl grembo a pluto

2~}6

franti

Turche preste a

feruitij d

dell'

Egitto doue era

adorato -JWarte

1J9
383

pantere perche con Bacco


pafii voleano che

mare, prima a

F enere

vfeta del

lor fojfe

apparfa

che ad altri

plutontu

274

500

pafttea

1
non hebbero ne primi tempi

perfi

tempio

alcuna fatua,

od aita-

rci

perpetuit

1
pecore non Sacrificate da

92

T ebani

penelope moglie d'ylifie

27

pai che cantanti con

le

Sirene da gli

280

orbi celtJi

parche credute cofa del cielo cancellie


re degli Dei
282
parche difegrute incerta lama antica

piombo
pace Dea
di

pace amica

di Cerere

paleflra figliuola di Mercurio

paleflratrouata da

Mtr curio

pallate vteifo da Minerua


pallade onde detta
palladio

196

gi

pen fate nome di Troferpina,


to

chi

peleo,e fuo voto fatto al fiume

f a UideT^a

adorata in

Hpma

peplo vesle di Minerua

3^5

penne perche date a Mercurio

pe^zp di ^en^adofu
Etmani

293
295
284
300
232
332

penitenza

221
S per-

perfe dato ad Harpocrate

penati Dei

par-

246
258
298
348

perfeo vecif Medufa

282

86

pejfinunte Citt principal detta Fri-

ch'io

di chi nate

di

i<So

Egitto

paahe

47 J

peftilen^a in patra,e perche

d di

Issatale

pxlemone Dio

parche

il

^l

pa tuia Dei

tra gliflendardi

37 f

4
420
430
1

penitene con Poccafwne


per i\ea mutata in vccello
pietre trenta quadre adorate

pietra diuorata da
volle cedere a

47$
6

Saturno, che non

Gioue

29

Mufe a cantare
conuerje in piche
52

pieride sfidanono le

T'itone

T A V o
Tltone vccfo da apollo.

5 3

Tietra prejjo a Fenici tenuta per la

imagine del
Tietra de*

62
nome di

Sole.

Mgaiefi folto il

60
118

\^d pollo
Tco Dio .
Tilunno Dio,

136

Tino dato a Tan.


T'iti amata da Tan, mutata

in pino.

L a;

V>.i4to

poio con la Fortuna,

Torte del Cielo due

4 6
36"

Tortane.

36

Vott torta

Torte dellt guerra

Toppa

Torco

Giunone

di

76

dagli Eghtij

[eterificato

44

Luna fola.

alla

105

Tortuno contra gli {pergiuri.

Tino confacrato alla gran Madre .


195.
Tietra del monte Sipilo tniracolofa .
201 .
261
T'ntoo vccfo da Cerbero,

Torco facrifcato a Cerere.

4j
271
290
213

Tomona moglie

T iramidi cC Egitto.

T,

Totluce

275
UMer-

Tiett e gittate alla fiat u di

310
322
378
393
394
425

curio

Tioppa albero d'Hercole


Tito vccello di Marte.
Tioppa albero infernale.

Tua

data a Bacco

Tino per

la

frande

Tito frale Gratie

da gli
Tlutone

pofia con Venere

Elei.

delle riccheige

Tlutone con che in mano

come

no

alla Fortuna, in quanti

fegnuto.

Tluto

in

mano

alla

Tace,

Tlatano dato al genio.

Tortuno chi fofe

235

detto Eridano con la faccia di

Toliftmo vecif <^4ti.

248
248

Tolmice mo> 1 per deflino.

278

Toro.

Torgere

altrui

herbafu fegno di con-

fefjarft vinto
292
Tomi granati fegno di concordia. 298
.

Torta

de'fogni nell'antro a" enfiar ao.

308.

in

alla guerra.

375

Trometeo adorato.

dife-

Treghiere defentte da Ramer come

258

Tinto Dio diuerfo da Tlutone

262
258
258

gnato nel tempio di Giunone in


Grecia

Verfmno.

Torco portato da Romani per infegna

le Sole.

Tlutone detto orco

di

Tolifemo innamorato di Galatea, 224

Torte de'fogni prejfo a yirgilio.308.

de morti.

Tlutone per

254
perche

Tot ina Dea

496

I{e dell'inferno.

Tluton Dio
I{e

ma-

modi di

262
262
4
1

Toeti coronati di lauro

e d'hedera

386

fatte

Io

$6

Trincipi viue imagine de gli Dei. 3 8


Trouerbio prefjo a Greci , odi colui
c'ha quattro orecchie

Trouerbio

60

Cangifi pi cb'Empufa*

104.
11

Trouidcm^a.

Triapo

T A V
*Prxpo-,e

'enere prpfiiemi alla con-

giuntion de gli jpoji.

>

185

prillo detto Muti'o

ptOportin decupla fra gli elementi


t

proferpina rapita da Tintone, che

fi

258.^210,

gnijchi.

21

proferpina Significante le biade. 2 2

proferpina, di chinata.

proteo cujfrde

pa flore

delle beiiB

eletto f{ dell'Egitto

>

'

dell'

per-

240

che di diuerfe forine.


proteo 'Ignor

fola Carpato, ia,t

258

proferpina con Plutone.

prometeo a mbafiatar e a Gioue. 304.

prometeo

ito in Cielo

toltolo il fuo->

co dal carro del Sole t diede al mori

do

356

l'arti.

pro temi era detto certo

Sacrificio. 3

proferpina pirtor Bacco informa d

Toro.

388

priapo nato di Bacco


che Bacco

il

medefimo

priapo Dio degli boni come ve ftto.

408
495

publio Uiunatio perche imprigio'

nato.

Rifuggiti al tempio d' Hebe in Corinto

t{icchi,e potenti fmili al pauone.

Romani

46
64

fletter

70. anni Jen^'al-

cun ftmulacro di Dei.

Uomini fimauano molto

l'opere de

Greche.

Romani curioj in

cercar molte flatue,

l'arti

e pitture

11

Bimani perche dauanf a Calende


Gennaio

a'

ne foglie di lauro

B^pmdo^e f{emo

Co

nutriti di'lupi.

Bimani , non teneano nella


numi,

di

nuoui magijrati alcu-

98

citt quei

quali penfauano effer pre-

posti alle co f nocenoli

358

come diuentate
vermiglie di bianche.
47 8
ij>o
Romina Dea

t{ofe date a

Venere

Saturno riceuuto da

Giano parte

393

Saturno con piedi legati


fcioglieua

Venie dorata
Quercia molto vtildj.

7
178

Q^efito d'Amore.

460

Saturno perche intefo da platonici.

3 3

16

lo

tempo.
in cauallo.

Sacerdotefja di Diana

vnfuo amante
na

in

nel

fi

2>5.

3$

giacque con

tempio di Dia-

$6

Tatra.

d'Hccate ne' crocicchi delle

106

vi<L->*

dell'inferno

fi

3 f

Saturno per

Sacrifci}

.Adamanto giudice

quando

Saturno cangiato

*"*'

f}6

del regno

proferpina prefa per la met della ter-

ra

40 8
408

come fojfe fatto.

priap

huomini

1\e Egittvjche portaffero in tefia

erano liberaci d'ogni jupplicio.

20.

marine

OLA
Rjligion perfettlon principale degli

Satiro menato a Siila

sintomo

>

veduto da S.
135-

.'

Satiri

T A V O
da

Satiri d'ifole veloci/fimi defcritti

Luciamole dafilojbato
Satiri non

andavano in cielo mai

3 5

fr

membro diritto t compa


Bacco
i$6

Satiri fatti col


,

gni di

Satiri

come

dipinti

1 76
182

Samo detta Vartenia


Sacrificio di

Giunon giugale

Sacerdoti delia gran


;.

3 f

Madre

caftra-

L A
moftro marino rape molti de
compagni d Vliffe
24*

Scilla

Stilla gelofa di Circe


Sciti fa esano

255

tempio y altare y eftmula-

marte folo
368
han careflia di legna grandifjma

cro a
Sciti

368
Seruch introduffe

il

culto de fimula-

cri
"

"

195

Sacerdoti della gran madre detti Cai


li

1 5?

Sagario fiume

95

Sacrifici} fetida fuoco

non ftfaceuano

mai

205

296

Sacrificij della Fede

Vulcano
de Sciti a marte

361

Sacrificio di
Sacrifcio

$68

Scarauaggio dato al Sole

9
59
j

S e arauaggio fiimato affai

Scauaraggi come riparino alla lorpro


genie jutti fon mafchi y non hanno
fra loro femine

58

Sciti fecero tempio^altare^ efiatua

marte folamente
Sca rauaggi fimil al Sole
Scettro po^a in

man

poHa

portata

tefo

EgittoJn

lo Sole in

71

per lodilo

Serpenti famigliari ad Efculapio

80

Serpenti fegno di fanit^fegno della fit


Iute nelle medaglie di

Unti.

Serpenti ftimati di natura

capo di fparuiere
Segno di nobilt

al Tileo,fegno di libert

1 3

Semirami nutrita da gli vccelli 202


Serpenti perche dati a Cerere di Sa^
lamina

Semirami da

chi partorita

Stuere Dee

/'

ejjempio dalle Statue da y

poeti

1 5

Scilla

Serpente di minerua
%
Set one T{e dell Egitto

innamorata di Glauco

Sennacherib

humano

#J

Seme

Sactificij di

(angue

64

Serpenti perche col caduceo

162
233

Scure chiamata in giudcio

209
1 q
24
261
2

Sefqfiri I{e dell'Egitto

Lidi

jpeffo

273

di libert

Serpente^ e non cane in inferno

155

82.

diurnali
141
168

guardata come cofafacra da'F{e de


Scultori^ dipntm antichi prendeano

8"

Serpente dato ad Efculapio

Segno

mano ad

72;

de fu detto
Serapi intefo per

Semi

da
140*

vn fimulacfo di Gioue,

facerdo ? Jlpi

9
34
cantra i
66

Serapi adorato in Egitto,e Serapi on

58

in

Seuerit vfata da Cambife

6
del Creatore

gli Egitti]

Scure d'Hippolita

S erapido

29 1

351
,

e facerdote di

358

Vulcano

Bf

degli

Mabi

contrai

358
Ss-

T A V
Sleuco Hjcanore perche fatto con

le

3&

corna

$eero /fe /r

fortune per gli

tf

43

figliuoli

Seleno fiume facea fcordare ogni


re

Sfinge in Etbiopia,e

il

amo

445>
Gatto maimo-

ne come difegnata

2,7 f

Sfinge con minerua

%$

Simulacri perche fatti in diuerfe

mo-

di

vn

tronco di pero

poHo

nei primo tempio di Giunone in

Argo

Simulacro in Aftria

che moflraua

6
il

poter del fole t e di Gioue ejer con-

6p

giunto infeme
fimulacri delle mufe in

Roma

5 3

Sirene vinte dalle mufe nel canto

fmulacro del Sole in Fenicia

6z

Apolio in Affina

Simulacro d*ftde

di leon

col

Siftro in

mano

120

faceuafi

Situano come dipinto

perche d gli

antichi creduto effere quel pefo che

talhorfente chi dorme

134

Donne diparta*

fituano moleflaua le

firinga

*37

net

fmulacro di gioue nel pireo


ne

76

1^6

tiranno di Corinto

198

Simulacro di Diana nell'Acaia,e nell'Arcadia

5>8

Simulacro di Diana rapito in

da

y erre ^e di Lue. in

Acaia

Sicil,
1

Simulacro di Diana nell'Arcad.

Simulacro

d' Hercole

01

98

di metallo

in

{^AgrigentOybafciato nella gola , e


nel

ftmulacro di Cerere
2.13
ftrene

10 i

neW

mento

106

Simulacro di legno d'Hccate fatto da


mirone^co vna faccia (ola
coire

&

fio del corpo gifa di tronco

e8

Simulacro dilla inaiar a trouato in

ftrene

209
Arcadi.zj

& 214

come fatte

fig

r;

"ole di

loOy e di Calliope

95

Ate140

fmulacro di giunonejn Argo


1 80
fimulacro della gran madre in Frigia

gratiffima a Cerere

Siringa lodata di bellc^a da Oudio

d'

fimulacro di gioue offerto da Cipfelo

monte in Frigia

Simulacro d'Efculapio

138

amata da pan,e mutata in can

ficilia

74

d'Ifide d che materia

Simulacro di Serapi in Alexandria in


citt dell'Egitti

vn

capo cinto di

fpilo

Tebe

ut

ferpente

69

ftmulacro d*

Bjma al tempo

Sileno ^efuo tempio in Grecia

Simulaci o di

OLA

come dipinte da gli

antichi\crti

deliypiaceuoliylodano Vlifje

ftmulacro

a"

226

Hercole prefio a gli Eri-

trei

325

ftmulacri di marte
fileno

Acbe-

2 1 9 <& 2 $ o

pedagogo

del vino difte

370

Bacco con l'odor


a mida, meglio c/Sere
di

all'huomo morir prefio che viucr

lungamente

Simulavo
marfi a

di

minerua

87

che batica

^o

Simulacro di legno

Da

fica

TAVOLA
Sica

mrfa, amata

da Bacco,

nota-

ta nel fico

396

ftmulairo ai T^tmi fi , fatto da fiata.

4'7

in

4; 8

&itto.

celi fu ni

He cof create.

che

foli ,efttlle di

fole era in Terja


ftfje adorato

vn lue

con

il

45

nutnjcano.

5 5

maggior Dio r che

dipinto

le

fi

cbetemfie

mani % cctiapo

ne,vtfito alia Terfiana

di lea

adorato

20

da Terfi in tuo antro.


Soro detta fu

la fepoltura

diSerapi.66

come fatto prejjo a Fenici . 158


fonno con le Mu[e
5e 5
fole

..

l'ale

fono prejjo

a\

306

egiouane.

imerij popoli in

infime.

82

{{emana tome andana a marito.

fpauento

t^mmone

Sole ba Maggior fov^a di tutti i tor-

fonno con

178

ffifi tgati

ilei.

493*
fmulacro diCioue

vna pelle di peco-

ra.

jjvja

'

fmulacro di Tenere prejjo a gli

pi

jjija pajjaha.fopra

Lenno,

prefjo a gli Etbiop,, in .Arabia

lei dui di portati

349:
da Tifato in Giudea;

con i\t agihedi Tiberio jecero tur

bare

Giudei

Statua di Sevniawi

5?

Statue, alle quali potean leuare,e


tei e le ti

met

he.

Statue battute in

gran

rj}etto,percbe

nude

Statue portate in volta, da cbi jfre

%ate

Statua di Giove in Topulonia

fatta

di vite , d'L^pollo dedicata da


DanaOy d'ijiulapio fatta di vitiet

Sa tue

16

predof, pafiate

dall'ics?fi a

in

Italia di diuetji metalli,e materie*

3<>9
1 4 5
fofipoli adorato da gli Elei
foldati di Mario vecifi da vn Gorge-

->

3
fonetto artificiojo,cbe deferiue che

fa

[ta

timore

ffxlunca della eternit

..

55
co.-

460
24

jfaruiere d'^4pollo, intefo da gli Igit


tijperOftri, cio per lo Sole, ditto

Statue col capo

>

e col petto folo.

40

Statua fatta da lS{i,ma a Giano.

Statue di Giano in l\oma 9 ouc pratti-

cauano gli v furai


statua

46
49

..

d'Oiof tfculapio..

Statua dilla

Dea

della giouent

Statua grandijjma confeci ata

45?'

ad *4-

polw

74.

daHomero veloce nudo di**poUo h

Statue fatte al Sole dagli Eghtij.j^.

gi port in Tebe dell'Egitto, aja

Statua

ter doti

vn

libro fermo a lettere ref

f intorno al culto de gli Dei*


faruiere dato a Giunone,
ffiofi

5
1

68

non s'accompagnauano,fe non di

otto*

176

a"'jl pollo

fatta da Truffitele

84Statua di ils?pollo col topo

d'Rnaiein ^pctiincpoli.
Statue da ibi jpre^ate

jatua

..

Statue portate in volta

84
i<?Oi

1$
1

{tatuai.

T A V O
/tatua d'IpJe in Egitto

fiatua di

Gwue

Elei molto

113

in Grecia prrffo a gli

uentofa

4j
fiatut Jen-^occbhe fen^a mani in Tebe .
143
fiatua di Gioite d'auorio fatta da Fidia

ff>q

fiatue di Gioite coronate in quercia

160.

L A.

fiatua di Seton

\e

nell'Egitto

statua di Marte lega a

372

emofiif

m> fa, amata da Bacco, e cangiata in vite


3 5? 8
fiatua della Fortuna falla da Bu-

fiatile

palo.
fufpuione

fuadela nel tempio di Venere


r

fiatue di Gioue coronate d oliuo.

7..

358

pnfio a Lace-

gara

..

410
420
in Ut484

fiatua d ifide coronata co penne di

jparuiere

r6&

fiatua di Giunone

fatta da Tolicltto

131

in Corinto.

TjLr quinio
ma

fiatua di ve fa fatta da Scopa. 203


fiatua di Cerere

213

fiatua di Cerere fatta daTrajJtcle

210..

fiatua di Cerere in Sicilia

210

fiatua di J^ettuno con l'aratrot, e col

carro p refs'a gli Elei

fiatue de burn -

fiatua del Ttbro d

ce in

B^ma

di

Vertunno

freghe nate deh" arpie.

23 2.
della
Tace
in
^4
tene
fiatua
293
fiatua di Uklercurio, guastata in JL..

302

tene.
fiatue di (^Mercurio

04

fiatua d'Hercole in Emonia.

ftimula Dea.

346

/?ar&a di
$67;

Minerua con

vwa

e^//e

Gorgone.

fofd di Per/co e/ tempio di

nerua

35o

l'bafla*

Marco

3 5

14

mano rna

ve-

bella
1

84

Tarrafippo Dio adorato in Grecia.


Talete Mitfio affegn aU'aqua ilprin

pio di tutte
Tagliarfi

le cofe

capelli per darli a

240.
Fiumi

246..

1 o

Talari di Mercurio.

Tacer

neceffario

Tarquino abbracci tarme


bini vinti in honor di

46

SaVulcano .
de'

351.
Teje due di ferro in Tergami)

favate a Bacco

Tempio

in

353
1 4

Tempio

dedicato in

certo

a Seruio Tulio fuo genero.

CMi-

J3ara di occulta fgmficatione*

mare

Tuliio y e perche

fco fece di Jua

270;

il

Talafwne chiamato da Bimani alle


ncTge chi fcffe.
183
Tanaquit moglie di Tarquinio Tri-

fia

249,

firofade Ijole

T arquniofece affogare in

246
24 8
tempio della pa-

Bimani

farfimulacri di Dei.

23 8

Bpma*

fiatua del i\ilo nel

Trifco dimoflr pri-

d'ogni altro a'

con1

F{pma alla Dea Cardinea

Boma

alla

Dea

iteli*

T A V OLA.
48
84

della giouent

Temperie dell'aria vien dal


Tefeo f [colpire

bue [opra

il

nete nel tempo fuo

Tetde bauea

il fole

Sole.
le

64

fui braccio defiro,

90

e fui finitilo la luce.

Tempio

di Diana in B^oma nel Vaia-

mo.
Tette

mo-

tre

Flecate.

Teffali grandi incantatori.

Tempio di
tutti

Dei

ejfere fiata la

19$
Tempio di Hercole in I\oma.
322
Tempio di Minerua in Corinto. 3 3 6
Tempio della virt dell' tionor e. 344
Terrore

come fatto dagli ^antichi*

548.349.
Terrore e

Fama

3 $ ?

caualli del carro di

Marte.

27
133
prima di

90
190
1

Hpma fatto d

Teano moglie ? Antenore.

Feronia.

Terra creduta

pace in

108

Tettuggini della felua Vartenia attif


lire.

della

Vejpafiano,

103

1 2 y
Tempio di Tan Dio di I{oma
Tempio fatto a Tan nella felua TartenitLj
127

fme per farcene

Tempio

Tempio

me

di

36$
Marte

faceuafi

prefo a gli Sciti co

re,

&

alle

368
Ho 386

Tempio potto da anfitrione


T^infc^

all'

Tempio della fortuna diVrenefle.^.22


Tempio dedicato a Venere in ByOma,
acciocbe ella riuoltafe gli animi
delle lor

Donne troppo

licentiofs

48 S

aWbonett.

Terra perche detta madre,


Terra gra madre, Madre degli Dei,

Tefludine, e fua natura

Ope, Cibele, I{ea,Vefla, Cerere. 1 1


Tempio della Terra in Grecia. 1 9

Tempi] della Dea Suadela .


45*0
Tempio delle Gratiepr'efio a gli Elei,

601
202

Terra adorata da Germani.


Telefo nutrito da cerui.

204
Tempio di Vetta
Tempi],& altari delle Sirene. 237
Tempio di T^ettuno in Corinto. 233
.

Terremoto da T^ettuno.
2^9
Tefiaglia afciugata da l^ettuno.} 3 9
Teti, efuoi partii e

cognomi

Yeti moglie dell'Oceano

Ttbro cornuto

Tempio

delle Furie nell'^icaia.

240
240
246
2

60

Tefeo lafciata ^iriadna,part con Fedra

'e

fifone furia

Tefcbio per fimulacro*

Tempio

di Giano

267
268
6
44

nel

me^o

alle

490

piagge

f 1

Tiberio fi cingeua

il

404

Tifone perfeguitaua gli Dei.

capo di lauro

quando vdiua tonare

per affku-

rarfi dal fulminea


Timpani perche dati a Vetta.

60
202

Tberiano

257

Ti fifone.

264

T'ideo ambafciatore

ad Eteocle per

ToliniuLj.

292

Timor non fempre noceuole


adorato da Lacedemoni]

Timor

poflo da

perche

249

Lacedemoni] preffo

alla cafa degli Efori.

Titani

fi

fiordiuano mirando

49

Ega

352.
Ti-

T A V O
Tigri tlran

398

Carro di Bacco

il

Tifone chi fofie,e come difegnatOtVin

Horo
40 5
Timagora fi dirup per ifdegno,e pie
to da

460

Topi hauuti

in

Tori perche

fi

veneratone
caflrino

00

Toro Egittio confacrato

alla

perche dato alla Luna

Luna ,
100

230

Tortore confeerate alle Furie

Topi mandati contra gli Arabi da


Vulcano
358

Topi

odiati da gli

Arabica gli

Etio-

da magi di perfta, quando ne*


campi multiplicauano
358
Tolomeo Filadelfia fuo fpetta. 576
pi t e

&

L A.

Vacca negra

facrificarfi

ni

vagitano Dio

15*0

vagire pianto de fanciulli

vaji di corno per bere

388

venere per

venere

la

priapo prendenti alla con-

giuntion de

li

col

roffi

mnio

Trinolemo mandato per

lo

Cerere

Tridente di T^cttuno

61

mondo da
2

che ftgnifichi

225
ganti

gi-

che combattevano con gli

216

Dei

8y

184

pio della fortuna


vefia

191 C? 202

l^uma

203

vefibulo confacrato a vefta

205

ogni altro

Dio in tutto

205
243

facrifcij

venti

anno

245*

verga in mano a pluto

257
280

vertuno Dio

veft delle

Tritone con la Buccina fpauent

fpoft

vefta di Seruio Tulio poja nel tem-

ve Ha chiamata prima

tutti

90
42

primauera

Trionfanti

faceuano

137

Vafi due auanti Cioue

Veniali introdutte da

fi

in Egit-

to

oracolo
8
Tre facete date ad Hecate d'Orfeo 1 07

Trofonio>e fuo antro,

Luna

vacca non potea

106
da osceni
106

vacca di pafla facrificata


alla

Luna

facrificata alla

Cinico

dell'

parche

venere dea della generazione

281

verbena fegno di pace

292
308
309
338
338

veHidelJonno

Troia perche irreparabile

Tripode che

Bacco

324
326

verit

Tritoni di palude

332

venere con Vulcano

363

veneri due

478

Tripode

di

fa

Trionfo ritrouato da Bacco


Tulio Hoftlio ordin che
;

il

fi

Bimani

di Febo
ferile

alla

Luna

5)4

3^0

y
Vacca

adorafte

timore incorna

V^yifi

74
facrificata

da

$8

verga del Sonno


verit

come dipinta

Venere Dea
naturali

%e

na

della libidine fecondo i

ha

Giunone
e

Luna

Diana vna fola

que^
Vede tutto

il

Sole

de 'le wo^-

la cura

la

proferpi-

come nac-

478
60
ve-

tavola.
Venere come fatta
fo,
Venere adorata

& adorata in Va

48 o
monte della

in Erice

Venere perche nuda, di Guido fatta


da Trafficete , che nuota pnffo a
,

484

Saffon.

485
488

Venere Callipiga, onde detta.


Venere detta .dpssrofia .

Venere celeste , come difegnata da


Scopa, fopra vna testuggine fat-

48 8

ta da Fidia

Venere con rJMer curio.


496
Venere inuentrice , e machinatrice a-

mata

prejfo a Lacedemoni], vinci-

come dipinta.
49 2
Vedere in vna medaglia di Faujina
prefo a Sicionij , come fatta, fatta
trice ,

da Tindaro copi
Venere adorata

496

dille giou ani honejle,

nume commune a
calua

legati

barbata

tutte le

Donne

e col pettino

4.3.^414.
Venere

la

Venere p'efa per

la

laL>ina.<\s>$

meta

della

Terra

499.
500

tichi nelle jiatue de gli

la fede de Cecropi

Virt Dea adorata


3

44 ?5

Dei

Vittoria con

iti

pldGglio

Vittoria come difegnata


Vittoria

Dea commune

3 76
368

Vittime date a Mmerua.

Vitello fquarciato nelle ceremonie di

400
230

Bieco.
Vliffe

(p-e^a

le sirene

V n xia cognome di Giunone.


Vfo de

S$

gli Dei antichi nel fepelire i

16 $

morti.

42

Vulcano per l'inuemo.

Vulcano perche

non pot mai

intefo

Minema

Vulcano chefa 'Zoppo


Vulcano con topi

357
358
358

Vulcano gettato gi dal Cielo .


Vulcano slega la madre Giunone. $
f\e.

Ipofi.

,8 4
199

Vittime perche' diuerfaj.

Vniuerfo depinto

1 1

le

7 i

373

5
60
360

Vulcano leg con vna


<J\iart<i-9

rete

Venere, e

362

camera de gli

Vttime della gran t^Madre

Vitelli marini fono

34

Vittoria fenale t in f\pma nelCa n~

Vulcano

80

:>

3 $

Mlnema

.120.
1

.7-

Virt mafchile

alla fucina

cofi fatta.

prima notte

in Scorna

Vulcano

yirginenfe Dea, portata con altri Dei


la

Via detta

an

Vfficio del Signore moflrato dagli

Via Lattea onde

a*9

ganti.

congiungerft a

medesima che

Venere i(poHa

26

Violenta Dea

483

Sicilia.

ludtLj

Vittoria infauor di Gioue contra G

Foche .

Vittoria figliuola della

sligia

Zampogna di

9
iqi
pa-

Van.

Zefiro marito di Flora.

Zefiro

vento,manto

IL

di Flora.

FINE.

f$j

244
244

LE IMAGINI DE

DEI
DE GLI ANTICHI,
I

Raccolte da M.Vicenzo Cartari Reggiano


Con la efpofitione allegoricafitto eia/cuna Imagine*
daltiHeJfo per

Cefare

Malfatti

Padottano

I tutte le perfettioni

mana

esfrata
.

date alla natura hu

che Za maggiore ,
n pi propria all'huomo della Relialtra

non

>

Wigtm

&

per

perci non fu gente alcuna fattone prina


gionei
'
mai, che di quella non participafle in P a e * '*

qualche modo . Et bench fi dca,che buomim


la ragione principalmente fa l'huomo differente da gli animali brutti}
nondimeno fi vede , che anco innanzi a l'vfo di quella, la religione fi morir in lui, come che naturalmente accompagni l'animo humano,fecodo che diceua Iamblico Filofofo Platonico , ilquale vuole, che certo lume diuino
venghi a ferire gli animi noftri, $c che in quelli nfuegli vn'appetito naturale di bene,fopra del quale Ci difeorre poi,
f ne
fa giudicio . Laqual cofa ftata pofta da alcuni fotto la fauola
di Prometheccome che quel fuoco diuino,col quale eghdkde
vita al primo huomo, tiri di continuo a s per certe vie occulte
l'anime humane , 6c che quelle parimente fen tendo donde fono venutc>& da cui hanno hauuto la loro prima origine, a quello naturalmente fi ruolghino Et da quefto anchora, dicono*
viene,che quando qualche gran cofa Ci prefenta di bene, di male,fubito,prima che farne altra confideratione,!* huomo alza gli
occhiai cielo,& fpeffo anco le mani infiemegiuntequafi che na
turalmente fenta, che di l sii viene ogni bene, &r ne voglia perci rendere gratie,& laude chi lo manda,& che di l parimente fi ha da afpettare aiuto contra ogni male> e perci lo diman-

&

di

i
di

Imagini de

humflmente

Dei

modo

j che fono tuttrefretti di religine, laquale fa amare, de temere Dio , che non fi pu fare per
fenza hauerne qualche cognitione . Adunque anchora innanzi

^Plutarco nel

dialogo
Grillo

detto

in quel

modo,conofce,& ri
hanno
ben voluto dire alcuni , che ha qualche cofa ragioneuole ma,
chi habbi dato loro lume alcuno di religione, non fi trouato
mai Et per quefta tutta,& folamentede gli huomini,& elfi
feorti da quefta hanno Iellato gli occhi al cielo & confederandola miracolofadifpofitione deJl'vnmeifo,hanno detto efferui
chi con infinito amore,&: potere,& con fomma prouidenza ordina tutte le cofe, legouerna,& ne ha continua cura. Etf quealdifcorfo della ragione, l'huomo, a certo

uerifee Dio, ilche lo fa differente dalle beftie,nelle quali

chiamato Dio,perche datore di tutti i beni, eterno,infinito,& inuifibile. Ma non fi attne per ogn'vno fempre quella verit , perche cominciando gli hnomini a confentire alla
x
dapocchezza fua,
dilettartene troppo ,non guardarono piar
oltre , che vedeffero con gli occhi del corpo ; & quindi prefero
occafone di credere, che le Stelle, il Sole, la Luna , &e il Cielo
fteffo foflero Dei,come fcriue Platone,che quelli furono i primi adorati cos da' Greci, come gi innanzi loro da molte nazioni barbare ; 8c vuole che dal continuo mouimento , chevedeuano loro fare,tirando il nome da certa voce Greca , gli chiamafTero Dei. Venne queflo inganno crefeendo dapoi in modo,
che molti huomini ancora furono giudicati Dei , de come Dei
furono adorate parimente alcune beftie , &c a tutti erano drizzati diuerf fmulacri , come fu anco fatto non folo alle virt ,
ma a gli viti) anchora , dando ciafeheduno di loro nome di
Dio ,
di Nume quelle perche foffero prefenti fempre, &c
llo

&

Moltitudine
<li

Dei*

&

.giouaflero

-,

quelli perche

non noceffero,

Ondefquaf

infinita la moltitudine

antichi; perche

non folamente le nationi

de

Se fleflero lontani

Dei apprefTo de gli

ma ciaicheduna citogni perfona f nefaceua modo


,

ogni iuoco, ogni cala, Se


non vi fu quaf alcuna delle attioni humane, dalla quale non fofTe nominato qualche Dio . Ne fu quefta moltitudine di Dei apprefTo de gli antichi nel volgo folamente , ma fra
quelli anchora , liquali erano flimati fapere affai. Perche queiii oltre certo primo , Se vnico bene, qual diceuano eifer caufa
t,

fuo, Se

di tutte le cofe

metteuano poi vn numero quafi

infinito di altra

De

gli Antichi.
3
ne domandano alcuni
adorauano pur'anche ,
a tutti dauano oficij loro
Dei,altri Demoni , altri Heroi ,
appropriari,& luochi diftinci fi come era anco difiinto il rao

&

tra gente.che

&

Herodoto ferme ,
che quelli di Egitto nominarono dodici Dei folamte da prin
cipio;& paruero imitarli i Pitagorici,perche l legge,che i Gre

do

del facrifcare gli vni

ci tollero quelle cole,

8c gli altri

Hcrodoto

Dei principali

dodeci.

& le altre fcienze ancora,dallo Egitto, o-

ue erano le tanto celebrate colonne di Mercurio, tutte piene di


profonda dottrina, e malli ma mente delle cofe del Cielo, fegna
te con dmer f figure di animali,di piante,e di altre cofe, le qua
li furono gi gli E-gittij in vece di lettere > Se eranno dichiaxatedai Sacerdoti ,chequiui ne erano dottisfimi, chi ne fof
'f fiato giudicato degno,come fu Pitagora, Platone, Democri
to,EudorTo,&: altri,liquali per quello andarono in Egitto. Di
celiano dunque i Pitagorici che , come fono nella prima sfeira dodici figure di animali, che fono i dodici fegni del Zodiaco,cofi vi fono altre tante anime,hauendo ciafcheduno la fua,
mouimento Se fono quelle i dodici
che danno loro vita
Dei jGioue,Giunone,Nettuno, Velia, Febo, Venere, Marte, Pai
Jade^ Mercurio, Diana, Volcano,& Cerere} dalli quali voleua
no, che venifseil gouerno delle cofe di qua gi. Quelli medefimi Dei furono polli etiandio da'Romani partiti in Cei mafchi, Se feifemine, detti Confen ti, perche erano configlieri del
Senato celefle,&: nulla fi deliberaua fenza loro, come fi vede

&

Titagoric.

-,

-.
:

rQn fp

"

&

Homero , degli altri Poeti , che quando vi era


cofa di qualche pefo, Giouefaceua chiamare il configlioperde

apprefso di

liberarne, bench ei deliberaua anco fouente

come

Poeti mede/ima mente ne

hanno

Se faceua da s

; Se Sene
oue difputa della natura del fulmine dice,che ve n' alcuno,
qual Gioue gittaua fopra de' mortali di fua teda , Se fenza il
configlio de gli altri Dd
Non habitarono poi vn luoco fo
lo tutti i Dei de gli antichi , ne Metter tutti in Cielo, ma , la
terra,
le acque de'fiumi , del mare l'inferno ne hebbero la
fua parte} ne tutti furono immortali , perche i Semidei marinano , di che fanno fede ( dice Paufania ) molte fepolture de'Sileni,le quali fi veggono Pergamo in Afia, Se le Ninfe pari- Taufania,
niente moriuano
Si che ve ne fu di ogni forte degli Dei appreso de gli antichi, come fi pu vedere appreflo di S. Ago 11.

folo

fcritto

ca,

&

Az

s.^fzoftino

nel

^^^pf^Ml^r

Slmaginc in aito de

adorare

ir

igrjitruinat)

a fi

De gli

Antichi

5
Vairo, li quali heb

liei libro della Citt di Dio, da quello che ei riferifce di

Ma con tutto ci Ci trouarono anco di quelli


bero certa buona opinione di D i o , tenendo che egli

ne.

folo,eterno,&: inuifibile,&: perci

fofle

wo " "*>*"

vn

non hauefTe figura alcuna jl a Z Hra

'

quale chi cerca , (dice Plinio) troppo eonfente aladapochezza


Onde Antigene capo della fetta Cinica diceua , come ri-
tferifce Teodorito Vefcouo Cirenfe,cheDjo non fi pu vede-*
re con gli occhi, perche nonfimilecofa alcuna vifibile) 8c
che perci non bifogna penfre di conofcerjo per imagine ,
ftatua , che di lui fi facci. Et Xenofonte imitatore di Socrate XwofoMZ-9
wiifle, che ben fi conofceua Dio ejffer grande , e potente , poi
che moueua tutto , e /lana egli femore immobile ? aa non d
poteua per fapere di che afpetto folle , n guai faccia c^li ha*uefle, Et quefto propofito Xenofanebeffandofi della vaniti Xwofancj
ti: %li h nominicene adorauano le itatue fatte da Fidia, da Poii~
i.cco, &: da altri fculton > diceua che f i caua.lli, i buoi , e gii
eleftihaueflero hauuto le mani>& le hauefifero fapute adopera
Tua,

*,

haurebbono

i Dei in forma di elefanti , di


hanno fatti gli huoraini di forma r
humana. Et il medefimo moftra Cicerone con alcune ragioni,oue difputando della natura de i Dei fa parlare Cotta eotra

re

bue, edicauallo

anch'elfi fatti

come

gli

*"*

Ja opinione de gli Epicurei, I Giudei, che tra gli antichi fegui Giudei,
jarono la vera Religione,adoraronoynfoJoDjo,& quello rif r . ri '-uL
guardauano , non nelle (tatue, nelle imagini con gli occhi del
fimalacA
'
corpo-, ma nella diuinit fua col lume della m?nte,quanto per
-

J'humana natura

lo

comporta, Et come

riferifce

Cornelio

Ta

cito,riputarono empij tutti quelli,li quali fingeuano laimagila formauano in diuerfe materie alla fimiglianne di Dio,

&

za de'corpi humanij& perci ne'rcmpij loro non haueuano Ila


tue,n fimulacro alcuno. Onde,perche Herode Re di Gierofolima haueua gi fatto mettere {opra la porta maggiore del t
pio yna grande aquila d'oro,fi leuarono alcuni giouani > come
a furore di populp,bauendointefo,che egli ftauaper morirei
la fpezzarono,&gittarono rerra,come recita GiofefFoi perche
de gli anliceuano, che era contra le leggi della religione ,
che non bifognaua afpettare altra occasione di
tichi loro j
vendicare l'honore di Dio . Ma la feontarono male i miferii

&

&

perche

H erode hebbe (antodi vita anchora>che gli fece piglia


re

&

..

rttlld
'

Giofejfe 1

T
*

.'

Suida

Imaglni de

Dei

re, &: abbruciare vini. Snida riferifce, che hauen do gi Pilato


portato in Giudea alcuni flendardi con laimaginc di Tiberio r
furono quelle genti tutte turbate , come ch'egli hauefe rotta

ch'erano di non hauereimagfne alcumedefimo fecero etiandio de gli altri , di non


volere fmulacro alcuno, come Trimegiflo , ilquale drceua, che
moflraua di non credere, chei Dei foffero in Cielo chi voleua
vederfene le fiatile dinanzi da gli occhi, di non fi fidare , che
gli ordini loro antichi,

na

Licurgo

Lattantio.

nella citt

Il

voti fuoi,& i fuoi preghi potefTero arriuare fin col fu,

per quello furono

fatti

doueflefare ftatoa

& chiamati Dei

& che

Leggefi
di LicurgOjch'ei non voleua,che ad huomo, n ad alcuno altra
animale fi potefTero aflmigliare i Dei, &; che perci non f ne

no

Simulacri

n fmulacro

Lattantio fcriue, che furo-

gi da principio adorati gli elemeuti da quelli di Egitto fen

za farne alcuna imagine

.Et Numa fecondo Re de' Roma ni

non voleua,che fi credefTe poterfi dare effigie alcuna Dio, come racconta Plutarco . Onde fletter i Romani da principia
cento fettanta anni fenza mai fare fmulacro alcuno de i loia
Dei, come che foffegraue errore tirare le cofe diuine,&: immor

Terpani.
Sciti

tali alla

fimilitudine delle mortali

mente

& quelli della Libia gi

& humane .Gli Perfi pari-

ne* primi tempi

non

riebbero

alcune flatoe, n altari, n tempi; . Degli Sciti fcriue


erodete, che3 benche adorafiero molti Dei,come Velia, Gioue,Apol-

altri,alli quali daUano nomiproprijialla lingua loro,non fecero per tempio,altare,n ftatoa ad altroch Marte,come Vedremo poi nella fua imagine, &pure facrificauana
Gli Iffedoni, gente medefima
tutti invn medefimo modo
Ifledoni .
mente della Scithia,non adorauano altro fmulacro, che vn teTefchhperft- fchio di morto,hauendo, Cotie recita il medefimo Herodoto
mulacrO
vn cofi fatto coftumefr loro,che cui moriua il padre porta uno tutti i parenti,& amici delle pecore, le quali ammazzauano
poi,& tagliauano tutte in pczzi,& il medefimo faceuano del cor
p del mortOjche lo mettetiano in pezzi,& di quefle carni tutte mefcolate infieme delle pecore, & del morto faceuano gran

lo,Marte,&:

&

conuito ,
f le mangiauano tutte indifferentemente . Dapoi
fcorticauano la tefla del morto guardata per quello, &c la purgauano ben dentro,& di fuori,fi che reflaua il tefchio folo tutto

mondo, & quello indora uano,

&

teneuano per fmulacro


cui

De

gli

Antichi.

anno folenne facrifcio Et Pomponio Me- Vomponio


2a Se Solino riferifeono, eliclo guardauano per tazza da bere-,
cJMela .
Se che era il maggiore honore, che fapefTero fare al morto A Solino ,

cui faceuano ogni

ci Cimile quello,chc riferifee Snida di cerca gente della

dea,laquale adora u vn tefehio di Afino d'oro

u ogni terzo anno vn'huomo

foreftiero

G iu-

Snida

e gli facrifica^

tagliandolo tutto in

minuti pezzi . Quelli di Marfilia nella Gallia Narbonefe adorauano ne i confecrati bofehi fenza firaulacro alcuno j f
non che talhora faceuano riuerenza gli alti tronchi , non altrimente che f in quelli haueflero creduto efTere i diuini Numi, come fcriue Lucano . Et ne i primi tempi dop il diluuio
gli huomini da bene, Se giuftihabitauano fotto lequercie , co*,
me fi legge appretto di Plinio , Se quelle haueuano in vece di
di facrati tempi; perche le quercie dauano loifanti Numi ,
Querele adero ghiande, onde viueuano , e gli copriuano dalle pioggie , Se
rate^ .
dalle altre ingiurie dei tempi. Defcriuendo Paulonia l'Acaia ,

&

-,

mette , che in certa parte di quel paefe furono da trenta pietre


altra figurale quali haueuano ciafeheduna il fuo
nome di diuerfi Dei,& erano guardate con molta venerationej
perche fu antico coftume de i Greci di adorare cofi fatte pietre non meno, che gli fmulacri de i Dei. Racconta Cornelio
Tacito,oue fcriue della Germania, che non hebbero i Germani ftatue,n tempi), perche penfarono,chefofTe gran male rinchiuder i Dei fra ie mura nel breue fpatio di vn tempio , Se che
difdicefTe troppo alla grandezza di quelli , tirarli alla piccola
forma del corpo humano- Ne metteuanonel numero de'loro
Dei, f non quelli, li quali poteuaoo vedere, Se dalli quali fentinano manifertogiouamento. Quefi erano*, il Sole, Volcano 9
&la Luna. De gli altri non ne conobbero alcuno, come fcriue
Cefare,n vdironne pure nominare . Herodoto fcriue , che gi

quadre fenza

da principio i Greci adorauano gli Dei , Se lcrificauano loro,


fenza nominarli , fin che ne hebbero poi gli nomi dallo g*t
jto . Ma donde fiano quefti Dei,& f ad vnoad vno,pure &*' Qrfoine
de i
no venuti tutti infieme , fiano frati tutti fempre , dice, che al ^{ m
ifuo tempo non fi fapeua anchora, f non che Hefiodo,& Ho- Hefiodo.
mero , li quali furono circa quattrocento anni innanzi lui > fater ,
introduflero fra i Greci la progenie de i Dei con molti cogno.

mi^ quelli diedero

diuerfearti,& varie forme.

Onde "potrebbe

Imagi dei Dei

trebbe quafi dire,che da coftoro haueffero imparato! Greci di


dichiamo pure infieme col
formare i Dei in diuerfi modi.

Ma

medefmo Herodoto, che lo

tolfero dagli Egitti), perche

que

furono i primi,che edificaffero tempi;, drizza fiero altari,&


mettcfiero ftatoe * Come dunque i Greci lo tolfero da quelli
di Egitto,cofi hebbero i Romani da i Greci l'vfo delle ftatoe >
quando Marcello prefe Siracufa , perche &. port RoMarcello porctt e trou quiui di bello,fi per farne fpettacolo nel fuo
ma
db
t le flatoe da
ili

&&

i Greci

ma

Rp* trionfo,!! anco per adornare la Citt,laquale fin' quel tempo


non haueua faputo anchora, che diletto porgere la pitturale
la fcultura. Etperci fu biafimato all'hora Marcello da molti,prima perche pareua che troppo fuperba mente haueffe voluto menare fino gli Dei prigioni,facendo veder i fimulacri di
quelli nella pompa dei fuo trionfo, poi perche haueua dato oc
cafoneal popolo di

Roma, auuezzo

folamente a

trauagli del

dapochezza,& ad vn'ocio difutile, pertempo in rifguardarele belle ftatoe, & le va-

le guerre, di dar/I alla

dendo fouente il
ghe pitture per marauigliarfi de l'arre,
Tlutarco*

timo

Tertulliano

fece

Quello fcriue Plutarcho

Se de l'artificio di chi le

& foggiun^e

che Marcello

nondimeno fi gloriatla di effer flato il primo,che haueffe moftrato a'Romani di ammirare le belle cofe della Grecia 5 & in
nanzialui haueua fcritto Liuioil medefimo dicendo,chequin
di cominciarono i Romani di ammirare le opere delle arti Gre
che,& che perci raccolfero dapoi con molta licenza le fpoglie
eoli delle (acre cofe , come ddle profane . Tertulliano dicendo, che la religione in Roma fu ordinata da Numa con poixere cerimonie ,
fenza fimulacri , perche non vi erano anco
andati Greci,n Tofcani a farli , parue volere , che Tarquinio

&

Prifco foffe

il

primo,che,

mo intendente della
Romani di

fare

come

Greco,ch'egli era,

vana religione de gli Etrufci

ma come cominciafTe in

Dd

Venne dunque l'vfo di

Greci pafs a'Romanij

Egitto troppo difficile da fapere,tan

to ne flato fcritto diuerfa mente

Origine de
fitouUcri,

& beniil-

moflraffe

mezo de

fimulacri de

quelli da gli Egitti;, cV per

Lattando dice, che molti

hanno creduto, chele prime flatoe foffero fatte per quelli R,


& huomini valotofi,ii quali con prudenza,^ giuflamente haueuano gouernato i popoli loro foggetti; volendo quelli
ftrar nelle flatoe la memoria, che teneuano de i giufli R,

mo

&

riuc-

Ift

De

gli

Antichi.

riuerente affettione , che feruauano anco


quelli.

Eufebio parimente ferme

9
,

dop la morte verfo

che foleuano

Gentili con-

Ettfebh,

memoria delle pili degne pedone , moquel modo quanto era amato>& in quanto rifpetto

feruare con le ftatoe la

ftrando in
hauuto,chi operaua virtuofamente. Leggefi appreflo di Suida
che vn Seruch difeefo della razza di Iaffet figliuolo di No

,
,

primo che introduce l'adorare i imulacri , & gli Idoli da


lui fatti per memoria de gli huomini valorofi , li quali ei facebenefattori del mondo. Vi furono anua adorare come Dei,
cho de i R,che viuendo fi fecero fare delle ftatoe,& adirarle,
come Seiniramijlaquale f non fu la prima, fu bene fra primi.
Quefta fi fece fcolpire in vna pietra grande diciefette ftadij , che
ordin , che cento huomini
fono pi di due miglia Italiane,
guila di Sacerdoti l'andafTero ad adorare con folenni cerimonie,offerendole diuerfi doni, come Nume diuino . Racconta

Serucb

fil

&

&

Eufebio

rimediare

Statoci mira-

bile-

che fu in Egitto vn'huomo ricchiffimo , ilquale, per


al dolore,che fentiua perla morte di vnfuo vnico fi-

, guardandola con la medefima


cheportaua al figliuolo-, onde quelli di cafa quando
fentiuano dihauerlo oftefo,& perci temeuano di qualche gra
u gaftigo correuano alla ftatoa , quella fi inchinauano, la
adorauano, & chiedeuano perdono,&: cofi era loro perdonato.
Da che venne che orFeriuano poi quefta ftatoa fiori ,
altri
diuerfi doni,come quella,che era fouente la faluezza di molti.
Ma veramente conuengono infieme la maggior parte de gli
fcrittori, che Nino R , 6c primo Monarca degli A Ari folle
^JinoR
quello, che primieramente fabncafle ftatoe ,
porgefTe occa- N
fione gli altri di fabricarne-, percioche tanto amore port egli
al padre Belo,che in memoria di lui fece drizzare vna ftatoa Cimile, &: a quelli che ad effa fuggiuano , de fi raccomandauano
volle, che fi perdonaffe ,
rimettefle qual fi voglia misfatto
da loro commeflo'} Ad eflempio di che forf lo iftefTo fece Egittio fopranarrato,comeanco lo feguirono molti altri, facendo ftatoe,alle quali poi,perche parue forf pi honefto, furono
dati nomi di diuerfi Dei,
con furono fatti fimulacn di quefti alia fimilitudine, per lo pi , de i corpi humani , non perche
fofTero gli antichi tutti cofi fciocchi, che credeflero , chei Dei
haueftero il capone mani^Sc i piedi, come gli huomini, ma perche
b

gliuolo,ne fece fare vna ftatoa


affettione,

&

&

&

&

io
Bei perche di

buma-

effigie

na

Torfirto

Imaglnidei Dei.

come ferme Varrone,

elfendo gli animi Immani limili


animi diuini, n potendo/i vedere quelli, ne quelli, vollero,
che i corpi facefTero fede di quella fimilitudine. Poifirio pari
mente dilTe ; comeriferifce Eufebio che furono i Dei fatti di
effigie humana per moflrare, che come Dio tutto mente , 8c
ragionej coli gli huomini anchora ne hanno la parte loro. Lattando vuole j che Prometheo fa flato il primo , che di terra
habbi fatto lmulacro dihuomo,
che Parte del fare le ftato
e cominciale da lui ,
l dice , che ammirando Minerua vna
coli bel(a opera, delderofa che hauelTeogni forte di perfettioV
che,

gli

-,

&

&

ne,li offer di concederle quello

addimandare,

che per ci

le

hauefe faputo

& che hauendolo a quello fine condotto nel cic-

che tutte le cofe prendeuano l'anima dalle


famme,& dal fuoco, accollata nafcofamte vna facellina,che
feco portaua,ad vna delle ruote del Sole, quella accefa riport
in terra,& accollatala al petto della formata figura la rel animatasi: viua, donde venne poi , che all'huomo imitatore della
opera diuina fu dato quello,che di Dio, dicendo, che Promc
theo hauelfe fatto il primo huomo. Per la quale cofa egli heb
beparimte tempij,& altari come Nume diuino,& vno ne fu
de gli altari aluiconfecrati nella Academia de gli Atheniel
lo,egli auueduto/

Trontetheo a-

come fcriue

dorato*

p ad-accendere alcuni lumi,con liquali in mano correuano l'


no dopo l'altro;
chi portaua il fuo accefo fino dentro la Cit

Paufania, u andauano gli huomini in certo

tem

&

t,haueua la palma della vittoria; cedendo femore quelli , che


erano dinanzi di mano in mano ( f i lumi loro l ellingueuano)a quelli che veniuano dietrojouero che porta uano vn lume
folo; 6c correndo f lo dauano l'vno all'altro fuccedendo fempre quello,che era pi vicino a chi andaua innanzi a lui. Ne fu
quella cerimonia, giuoco che fofse, fatto folamte in honore
di Prometheo, bench l legga , che da lui folfe ordinato ; ma
di

TUintj

"

Volcano ancora,& di Mineruam correuano femprea

ma ta ^ or anco a
*

Cauallo.

Onde Adimanto apprelTo di

ne voldo perfuadere a Socrate

pie,

Plato

di fermarli in certa cpagnia,


giuoco de caualli, li quali corredo l dauano l'accefa face l'vn l'altro i honore della Dea,chc
era Minerua. Et Herodoto raccontando il modo trouato da*
Perii
mdare prello le nouelle delle cofe, che era come quel
gli dice,

<fy

chevederfu

la fera

il

De gli Antichi.

ix

Io, che vfiamo hoggi delle polle,quando corre il pacchetto(fe


condo il Francefe) che di polla in polla fi rimette chi corre di
nuoiio-, dice che faceuano, come fanno i Greci,quando corren
do,e dandola/i l'vn l'altro, portano l'accefa face Volcano.Di

quello giuoco hanno detto alcuni, che rapprefenta quello,chc


lo port in
quando tolfe il fuoco di cielo ,
che perci fu cos ordinato
terra, come di (opra dicemmo,

&

fece Prometheo,

&

Et altri, che moftra il corfo del viuere humano,nel qua


che vanno innanzi, cedono la luce della vita a quelli s
che vengono dietrorcome dille Platone ordinando le fue leggi;
che gli huomini fi doueuano maritare per far figliuoli,acci che
la vita,che efl hanno hauuta da altri, quali ardente facella, rimettano ad altri-parimen te. Et Luc^tio parlando della fuccef
(ione de'mortali,dTe,che correndo fi dano l'vn all'altro il lume della vita. Appreflo de'Focefi fu anco certo piccolo tpietto dedicato a Prometheo con vna flatoa, laquale alcuni vacuano che folTe di Efculapio ma perche quiuiallo incontro erano certe grofle pietre di colore,comedi fabbia,& che rende
uano odore*fimile quello de i corpi humani,f creduto pi vda

lui.

le quelli,

LttCretia,

che fofTedi elfo Prometheo,& che quelle pietre


medefima materia , onde egli form quel
primo huomo, da cui venne pofcia tutta la generatione huma
na La qual cola pu ben isfimo Ilare , che Prometheo habbi
fatto il primo huomo,fe perluiintdiamo,comeitefe Platone,
la fuprema prouidzajdalia quale non folamente gli huomini,
ma tutte le altre cofedel mondo furono da principio create,6c
fatte. Et perci fu quella adorata da gli antichi come Dea, laquale guifa di ottima madre di famiglia gouernafTe l'vniuerfo,&era la fua imagine di dona attpata in habito di graue ma
trona. Vedefi poi quanto piacere pigliaflero gli tichi delle Ma
toc dal gran numero di quelle: perche fcriue Plinio,che inMo
done ne furono pi di tre milajn punto manco in Athene, in
Delfo
in altri luochi della Grecia. Et non furono i Romani
in quello manco ambitiofi de i Greci,percioche riebbero tate
datocch fu detto efsere in Roma vn*altro popolo di pietra: Et
faceuano gli tichi le conferue,n delle ftatoe folamente,ma del
le pitture chora, raccogliendone quante ne poteuano hauere.
fette da pittori,& fruitori eccellete
ne adornauano le cafe
nitierfalmte

foller teliate della

*,

*j

/0HWC'*\

*pl\niol

&

&

non

"*

Imagni de

Dei

noti folo nella Citt,ma fuori ancora in villa.il che fa giudica-

to hauere troppo delafciuo, Se

n cuenir alla

Jlomanii onde Marco Agrippa ne fece vna


Marco tdgrip do perfuadere,che

fi

mettefler in publico tutte

uole, che flauano per

pi*,

feuera vita de'-

bella

ornamto

orne,volen

le

ftatoe,& ta-

delle priuatecafe.Et farebbe,

come in bado alle


Varrone fcriue,che molti dauano a'poderi diLucullo fo
lamte per vedere le belle pitture,&: fculture,che ei vi haueua ,

dice Plinio,'flato meglio afTai,che mandarle


ville.

Alle quali faceuano luoghi a pofta,come ne fcriue Vitruuio,di

PtYUUOc

cendo, che hno da


.

efTer

grandi,&

gli antichi di fare le flatoe

m modo

Offeruarono poi
che poteuano ad ogni lor

fpatiofi.
,

piacere leuarne via le tefle,&:metteruene delle altre . Onde par


land Suetonio della vanagloria di Caligola dice, che parendo
coflui di effere andato Topra la grandezza di tutti gli altri Pri
cipi,e R cominci ad vfurparfi gli diami honori,<5ccomd,
che tutti i fimulacri de i Dei,che-per religione, &per arte era

Suetonio.

no niguardeuoli, come quelli di Gioue 01impio,& altri,foffe


ro leuate le tefte,& vi fi mettefiela fua. Et Lampridio medefl
inamente fcriue,che Cmodo Imperadore leu il capo del Co
vi pofe il fuol-. Oltre di ci erano le
lofTo,ch'era di Nerone,
Statoe battuta flatoe in public hauute in. rifpetto tale di chiunque ei fofTero,
in granrifpet che come cofa religiofa erano guardate,& non era lecito leuarto.
le 9 n offenderle in modo alcuno,come dice Cicerone parlando
ctta Verre,&: ne adduce l'efTempio di quelli di Rodo, li quali
ben che haueffero hauuto crudeliffima guerra con Mitridate,
perci l'odiafTero comegrauiilmo nimico,nondimenonon
moffero mai,n toccarono pure la (u ftatoa,ch'era appo loro
in vno Je'pi degni luochi della Citt. Et le flatoe de i Principi
haueuano quello priuilcgio,ch'era ficuro ogn'vno,che fuggiua
l*/tciK& Gi- quelle,n poteua efTer tratto indi a forza .'Ma ci non valfe
per al figliuolo di Marc' Antonio.-perche Auguflo,come fi ve
bronCv
de appreffo di Suetonio,lo fece trarre dalla flatoa di Cefare,al
lampridio.

&

&

la quale egli era fuggito per fua faluezza,&

comand,che fof

Et furono fatte veflite talhora,& talhora nude,&ne


fecero anco di tutte dorate,&: Acilio Glabrione fu il primo,cof vecifo.

*4leJ]andro
t/ifrodifeo.

me

fcriue Liuio,che in Italia facefle flatoa dorata

giudea.

laquale ei

Padre Glabrione. A lefTandro Afrodifeo fcriue,che anti


camente furono fpeffo fatte le flatoe de i Dei,8c de i R nude

Statoe perche pofe

al

per

De
toer

gli

Antichi

13

moftrare,che lapoftanza lor ad ogu'vno aperta,e manife

fta>& che fono, debbono effer d'animo lincer, 8c nudo,non


macchiato da vitij ,n coperto d'inganni. Et Plinio dice,che fu
tjuefta vfanza de

Greci di fare

le

ftatoe nude, perche folcano

Romani mettere loro indofTo le corazze almeno,cciofia che


non faceftero da principio ftatoe f nona chi per qualche fatto
i

Statoe da chi

fpre%$ate~>.
illuftre haueffe meritato,che di lui fofle tenuta memoria. Ilche

non fu ofTeruato poifempre-, 8c molti furono date ftatoe per altro,che per lo proprio valore Onde Catone non ne
fece maicoto,j& chi gli domand vn d perche ei non hauef
feftatoa fra tanti nobili pari fuoi, rifpofe,come recita Marcel

forf

".

linojche pi tofto voleua, che gli

MamUwo

huomini da benedubitaftero

perche ei non l'hauefse,ch'ei non ofaftero dire,perche l'hauef- tAgeflao.


fe. Et Agefilao parimente apprefso de 1 Greci rifiut l'honore
Xenofonfe*
delle ftatoe dicendo,come riferifee Xenofonte,che quelle por
tauano laude gli fcultori, & se l'operare virtuofamente *
Statoe portati
Erano portate in volta da gh antichi Romani alle pompe pu in volta*
l>liche, de folenni infiemecon quelle de i Dei quelle ftatoe de
, &de gli altri huomini illuftri,leuandole della piazza, oue ftauano tutte>da quella di Scipione in fuori,che era iellata del Campidoglio come ferine Appiano*, perche viuendo ^Appiano*

i Principi

,,

haueua gi dato ad intendere al mondo, che ogni fua ope


ratione veniua da configlio diuinoj 8c come che -Gioue gli mo
ftrafse tutto quello, che douea fare., il ferraua fouentenel fuo
perci quiuif
tempio,che era nel Campidoglio tutto folo:
^ritenuta anco la fifa (tatuai guardata poi fefnpre. Da quelle
ftatoe, &: imagini erano conofeiute le pi nobili farniglie,de
Mario, perche era di famiglia ignobiIe,dice apprefso di Saluticene ei non ha ftatoe, n imagini da moftrare de'fuoi mag
giori,ma che pu ben far v.ederein quella vece gli houorati pre
mij riportati delle vinte guerre. Ma ritorniamo gli fi mulacri dei Dei ,i quali furono a.ttiin diuerfi modi>fecondo che
diuerfi erano i coftumide ipopoli ., moftrando talhora in esfi
<juello, che erano pi inclinati. Onde Suida fcriue, che quelli
di Fenicia fecero gli fuoi Dei co facchi da denari in mano,pche
giudicauanojche chi fo/Te pi. ricco di oro,fofTe da pi de gli ai
tri.EtiGreci gli fecero armati,perche credettero,che co le armi
gli

&

principalmente

fi

teneflero le genti foggette. Oltre di ci

ma-

i&ava.*.

Sahflio*

Simolacv par-

che fatti in di*


uerfi

modi

Fenici,

am

ImaginideiDei

14

flrauano talhora gli antichi nelle ftatoe dei Dei, queIlo,cheda


loro defiderauano ottenere, che gi haueuano ottenuto j per-

che le faceuano fouenteper votojSc il mede/imo faceuano anco


maleprincili cognomi, che dauno loro

quafi fempre con

pali,&:piii proprie erano quelle,che fignificauano la natura lo-

Statoe di oecul

ro,

& gli effetti, che da quelli erano creduti venire N furono


.

Tempre in modo,che da tutti foffero intefe, hauendo

gi. la religione di quei tempi , ancora che foffe vana ,


falfa,
introdotto di tenere gran |>arte delle cofe fue occulte s , che
i Sacerdoti folamente le fapeuano,
da gli altri erano credute
femplicemente fenza cercarne pi oltre di quello , che a tutti
era permeilo di fapere Onde fi legge appretto di Liuio ,
di
molti altri , che eflendo flati trouati alcuni libri di Numa , liquali poteuano fare gran danno alla religione di que'tpi,fefof
fero andati in luce ( perche feopnuano forf le vanit di quella) furono d'ordine dei Senato bruciati in publico , acciocheil
volgo non ne fapelfe altro pi di quello , che gli era inoltrato
dal Pontefice,
da gli altri Sacerdoti , che di ci haueuano la
Tarqmnio^. cul a Et Tarquinio R fece affogare in mare > come riferifee
tafgnficatQ-

per

fatte

&

&

&

&

'

VderiixJltaf Valerio Maflmo , certo Marco Tullio, cui era (tato dato in
guardia il libro de i fecreti della religione, perche ne hCci tor
re copia a Petronio Sabino. Da che verr forfe,che rimanghi
talhora a dietro la ragione di qualche imagine, ch'io haur difegnata,percioche Herodoto,Paufania,Plutarco,& molti altri,

fimo

dalli quali

che

ne ho

tolto

il

la religione vieta

ritratto

loro dirla.

dicno

che quello che non ha voluto dire


raccoglie talhora da molti in pezzi ,

&

lattantio

che non vi

vno

tutto intieramente

& s ho fatto io pi

fi

che
n potuto Seguitando dunque perche fofTerofattii DeiindiUerfi modi, Eufebio referendo le parole di Porfirio dice, che gli
antichi per fare conofcerela diuerfit de 1 Dei , ne fecero alcuni mafchi,& alcuni femine,altrivergini,& altri accompagnati,
difordinatamente anchora perci veftirono le ftatoe loro.
^ C ^ r ote k dice, be gli antichi penfarono la vita de i Dei ef
fere fimile a quella de gli huomini , perche gli haueuano anco
^at "
effigie humana,& perci come e/l viueuano fotto R
coli diflro,che fra quelli ne era vno . Lattando pofeia che per
molti argomenti hprouato , che i Dei de gli antichi furono.
huo.

uriftotek

fpeffo,

Ma ci far ben di radeper-

De gli

Antichi

huomini,la memoria de i quali fu confecratadop morte,foggiunge,cheper ci furono di diuerfe et, chi fanciullo, chi gioche a ciafcheduno fu data certa, Se prouane,e chi vecchio ,
pria imagine,perche furono fatti i fmulacri loro,che rapprefn
taffero l'et,& l'habito che haueuano , quando morirono . Et

&

per quefto anco

fi

pu dire,che fano

fiate finte tante altre cofe,

raccontano dei Dei de gii antichi,come a punto f fofTero huomini Et io ne dir qualch'vna , fecondo che
mi verr a propofto in difegnando le particolari imagini di
molti, nelle quali metter mano, pofeia che haur detto di che
materia fofTero fatte. Percioche Eufebio togliendolo pur'anche
da Porfirio dice,che efTendo Dio vha lucepuriflma , che non
le quali cos

fi

pu effere comprefa

da'noflnfenfjf fatto di materia lucida,e

rifp!endente,come il finitima marmo,&: ilcriflallo:& d'oro pa

Materia

de'fi-

mukeri

rimente fu fatto per inoltrare l'eterno,Sc diuino fuoco,oue egli


riabita j& che molti facendolo di pietra negra voleuano dare ad
intendere la fua inuifbilit. Ma parl egli forf de'fuoi tempi :
conciofa che da'pi antichi fofTero fatti i Dei di legno* come fi
simulacri di
legge apprefTo Theofraflo,oue ei fcriue della natura delle pianlegno.
te; che foleuano farli di cedro, di cipreffo,di loto,& di buflb,&r
Theofraflo,
qualch'vno anco della radice dell' vliuo. Et Plinio fcriue che,per
che il legno del cedro dura quaf eternamente, gli antichi ne f
che in Roma ne fu vna di Apollo por
cero le ftatoe de i Dei}
tata di Seleucia. Plutarco ne ferine cos. Antichifsima cofa il TltitdYCO*
farefmulacri,& gli fecero gli antichi di legno, perche paruelo
r,chela pietra folle cofa troppo dura da farne li Dd 3 8c penfa
uano che l'oro,& l'argento fotte quaf fece della terra fterile,&
infeconda ,perche oue fono le minere di quelli metalli,di rado vi

&

xiafce altro*,& chiamauano gli antichi quella terra

inferma,& in

fclice,laqualc no produceua herbe, fori,e frutti^perche efl ,ne


petti de'quali

non haueua forza l'auaritia,non curauano pi

di

queUo,ondepotefferonodrirf,&: viuere. Platone parimente pa


TlatOtt*
re volere,che folo di legno fi facefferole ftatoe de i Dei,perche
cos fcriue. EfTendo la terra habitationeconfecrata alli Day no
fi dee fare di quella le loro imagini,n di oro,n di argento,per

che fono cofe,per lequali hauuta inuidia a chi le poflede. Et a


quefto proposto Lattando fcriue, che 4e ricche ftatoe de i Dei
moftrauano l'auaritia de gli huomini>quali fotto coperta di religio.

ji.

\6

Imagini de

ligione

fi

Dei

pigliattano piacere di hauere oro, auorio,

gemme, Se

hache
rapprefentauano. Seguita poi Platone in quello modo Littor
rio cofa,che haueua l'anima prima,&: l h polla gi poi,& per
altre cofepreciofe,facendo di quelle le facre imagini,lequali

ueuanocarepiuperla materia di che erano, che per

quelli^
:

ci

Tatijama

no

farne le flatoe de 1 Deijn il ferro a ci

bua

no,n gli altri metalli duri,perche Ci adoprano nelle guerre , 6c


fono in ftro menti delie veci fiotti. Reflaua dunque fecondo Pia
tone anchora folamente il legno da farne le facre imagmi . Ec
p au fan i a parimente dice,che ei crede, chene'primi tempi tutti
i fimulacri de i Dei foner di legno apprelTo de'GrecijCk: rnaflmamentequelli,liqualifolTero flati fatti da gli Egitti; , perche
era di legno vna ftatoa di Apollo in Argo dedicatagli da Danaojchefuantichiflmo Etpareua,che non fi trouaffe alcuno?
de'pi antichi fi mulacri fatto di altro,che dihebano,di cipreffo,di cedroni quercia,di hedera,o di loto^Ma di vliuo anchora
vene fu qualch'vno>& fatto pel configlio de vOracolb,che mo
(Iraua apunto , che in quei tempi amauano meglio i Dei efTere
fatti di

Epidaurij

buono da

ed

legnojche di altra materia. Percioche

legge appretto

H erodo to,che quelli di Epidauro mandarono a dimandare

all'Oracolo in Delfo
ftcrilitjck:

&

fi

il

modo

di rimediare ad

vna grandifsima

fu loro rifpofto>che facefTero doi iimulacri a

Damia

i Demonico Genij,come vogliamo didi


del
paefe
non
metallo,,
re
n di pietra, ma di legno di vliuo
)
non faluaticOrNel primo ttpio,che fu fatto a Giunone in Argo
le fu pollo vn fimulacro di vn tronco di pero: & in Roma,oue
ella era dimandata R.egina,hebbe doi fimulacri di ciprefFo, liquali erano portati con folenni cerimonie>corne fcriue Liiiio,a
certo facrificio,che fu ordinato la prima volta, che Hannibale
pafsin Italia. Etleggefi apprefTo di Plinio', che in Populonia
fu vna ftatoa molto antica di Gioue , fatta di vna vite fola . Et
non marauiglia , f per fu vero , che Ci trouaflero viti cos
grandi,
grofie , che ne fofTero fatte le colonne al tempio di
Giunone in Metaponto, come il medefimo Plinio ferine Et
del Vitiee anchora, che volgarmente fi dimanda Agno cado
fu fatta vna ftatoa ad Efculapio,come fcriue Paufania >in certa
parte delia Laconia , oue^gli dalla materia della ftatoa fu det*
to Agnite. De legno medefimamente furono fatti i Dei da'Ro-

Auxefia(quefli erano

&

mani

"

De

gli

Anticn?.

17

Onde
.
mani, mentre
*
parole*
Lari
dice
Deidomeftici
chiamati
>
Tibullcparlando
che quello Tuonano in noftra lingua.
ette alla

femplice pouert furono amici

2^ vergogna vi prenda

Tat

f ben fete^j

tronco

di [ecco

Fotte pur' anco ne

De' poueri noftri aui

La fede ,
^Meglio

la pietade

perche

felici
,

tali

tempi

quando furo
e la giuftitia

ofieruate affai , c'hoggi non fono


fur con grata pouert adorati
J^e le pouere cafe i Dei di legno.
Etpropertio fa dire in quello modoa Vertunno della fua (lato*

Fatto fen^a arte fui d'vn [ecco tronco

Et come

Inanimi al
7*le la

pouerello Dio di legno

tempo del buon T^uma

citt

che

fletti

mi fu fempre grata

Nelle Ifole feoperte gl'anni pafsati da Spagnoli, che hora fi


addimandano il Mondo Nouo,perc he a gli antichi furono incognite , fi trouato che quei popoli , adorauano alcuni Idoli
Ylimo.
fatti qual di creta , qual di legno, Se qual di pietra . Et Plinio

che bench il fare delle ftatoe fofse in Italia cofa molto


antica, come fi pu conofeere da 1*H ercole > che fu confecrato
fino da Euandro nel foro Boario,qual foleuano veftire con ornamenti trionfali fempre ne' tempi de'trionfi, non furono per
dati i Dei, n a* tempij loro fimulacri di altro ,che di legno,
prima che fo (Teda' Romani foggiogata l'Afia: dalla quale paffrono in Italia le preciofe ftatoe, perche non fi content fempre la Grecia del legno folo per farne gli fuoi Dei, ma gli fece
anco d'oro,& di altri diuerfi metalli ,
per moftrarfi pi fplen
magnifica verfo quelli ,dice Paufania, che ella fece
dida ,
jfpefso venire i'auorio fino d'India , Se da gli Ethiopi per farne
loro delle ftatoe:&che di ferro anchora ne fu fatta qualch'vna,
come l'H ercole che combatte l'Hidraappreflb dei Focefijma
che quello fu cos difficile, che poche ne erano fatte delle ftafcriue,

&

&

toe di ferro
ti

a vedere,

Onde in Pergamo citt dell'Alia andauano mol


come cofe marauigliofe,due tefte di ferro confecra
.

tea Bacco,!' vna di Lionc,l 'altra di Cinghiale. Coridone cantando con Tirfi appreflb di Vergilio promette a Diana far-

la

Vmndra

18
Seruio

Imagi ni de

la tutta di polito

nofpeflo
ino
li

alle flatoe

e plebei,

lo pi ne

marmo;

gli antichi rare

Une d'animali

Del

'.

& quiui Sermo auertifce che foJcua^


capo folamente, & pitto di mar5

il

il

Oltre di ci fecero quafi Tempre alcuni Dei viPriapo, 8c altri a lui limili , che ilauanoper

come

campi,&

allo feoperto, di

ra, di altra limile materia vile;

Dei in fimlitu

legno folamente

& gli altri pi nobili

,
,

di ter-

come i

Ne furono tutti Dei de


forma humana fempre,.rna fouente alla fimi
litudine di diuerfi animali , & di huonio > de di beftia infieme
giunti anco talhora*, onde i,come ferine Seneca^& lo riferifee
Santo Ago ftino,fo riero' flati viui,n ella forma, che erano fatti
ioroifmulacri , farebbono flati non come Numi adorati , ma
fuggiti come inoltri Et in Egitto pi che in arro paefe furono quefli moflruofi fimulacri, come fi vedr in molte imagini
Dei del Cielo,

di materia pi degna.

gli antichi fatti in

dar principio dalla Eternit perche f bene non


i Dei de gli antichi eterni, &: immortali., erano per tenuti talii pi degni;, tk perci fu creduto che la Eternit
gli accompagnafTe fempre : bench il Boccaccio oue racconta
ia Genealogia de i Dei,dica,che la diedero gli antichi per cora
pagna a Demorgogone folamente , quale ei mette - che fofie il
alle quali

erano

tutti

,.

Boccaccio,

primo dituttii Deis&: che

habitaffe nel

mezo

della terra tutto

pallido,e circondato di fcurifsima nebbia, coperto di certa Inu-

midita lanuginofa,come fono apunto quelle cofe,c!ie Hanno in,


luoco humido.Ma io non ho trouato ancora mai,ne villo fcrit
Eternit

tore antico,che parli di coflui

Per dico, che

la

Eternit flaua;

fempre con

Dei

che erano creduti immortali > laquale


chi ella forf dimoflra affai bene col nome folo, che viene a diquelli

re cofa,ehe in se contiene tutte le et,& tutti ifecoli>s che fpa-:

alcuno di tempo non la pu mifurare bench fi pofl dimodo , che ella fia parimente tempo ,.ma che non b
Platone differo,
mai fncEr perci Triinegi{lo,i Pitagorici,
che era il tempo la imagine della Eternit ^perche quello in f.
rio

re a certo

TrimegiHo.

&

fi ~riuolej& pare che non f ne veggia mai il fine. Ma que


pu dire pi torlo perpetuit >perche,ancnora che non riabmai fine,non pofsiedeper interamente tutta in vn medefi-

fleffo

Terpetuit

fla

bia

mo punto quella fua


Botila. I

Qhx

fecondo Boetio
il

mondo non

vita infinita

-,

che

proprio della Eterni-

ilqualcdice, che, f bene panie a Platone

libbi Umito principio

ne

fia

per hauer^

De gli Antichi.

Jmagn della pYdudenip

IP

& della eternit, con Vmag-

& del
l'anno
&

ne del Dio Demogorgone compagno della eternit,

ferpeme

Hy

{ita

che

fi

morde

la coda,

lignificante

reuolutontu

SSS^

*Cv

%?%

63 09
C

p!
\Q

20

Imagini de

Dei

ingannano per quelli, liquali feguitando qaefta opinionelo chiamano cocterno Dio > perche dare ilfuo pr
prio nome alle cofe,hanno da dire,cenendo anco la opinione di
Platone , che Dio Eterno,
il mondo perpetuo
Defcriue dunque Boetio la Eternit, che fia vn pofieffo prefentaneo
di tutti i tempi , & quella propria di D i o , perche lui non
pafla , n viene il tempo, come tutte le cofe create j anchora
che qualch'vna foffe per non hauere mai fine . Ma non la cerchiamo per hora tanto minuto, come forf non la cercarono
gli antichi, quando differo eterni li fuoi Dei,volendo perci in
tendercene foffero immortali,& per non hauere mai fine ,
che la Eternit forf quefta infinit di tempo. Onde Claudiano , che largamente la deferiue nelle laudi di Stilicene , fa che
vn ferpente circonda l'antro , oue ella ft , in modo che il caccia la coda in bocca , che viene inoltrare l'effetto del tempo, ilquale in f ftefso fi va girando fempre , hauendone tolto
'efsempio da quelli di Egitto,liquali moftrauano l'anno parimente col ferpente, che fi mordeua la coda-, perche fono i tem
pi giunti infieme cos , che il fine dei paffato e quafi principio
di quel che ha da venire* Vedefi la Eternit in vna medaglia
di Faufiina fatta in quefiaguifa.St vna donna veftita da matrona in pie con vna palla nella deftra mano,& ha fopra'l capo

inai line

fi

&

&

Claudiana

Jmagine

ell'-

amo.

^Medaglia di
Faufiina

vn largo velo diftefo , che lacuopre dall' vno nomer all'altro.


Ma vediamo tutto il difegno,che ne fClaudiano,da me ritrai
to in noftra lingua quefto modo.
in parte

da noi lunge

fecreta

Ch'alcun mortai vesligio non v'appare

Qua

l'humana mente

7^ vi ponno anco

Vna

gir

fi

vieta

tjtfadre

d'infiniti

UWanda,

Dei forf armare

fpelonca giace d'anni lieta

Zaqual con modo

Quefta

il

e d'et pare ,
,
cb'vnqua non vien mene,

anni
,

e richiama

tempi all'ampio

few*

col flejjuofo corpo cinge

Vn ferpe

pien di verdeggianti fquatne

Qual fio, che

trotta

aridamente ftringe

Cam

De

Cerne che diuorar

la

Antichi.

gli

brame

ei tutto

coda fi caccia in gola

ai
,

e finge

Voler mangiarla con auida fame,


V'affine in giro , e con l'vfate tempre

Onde part

*t

femprcs,

cheto ritorna

la porta, con faccia riuerenda 9

Et danni piena ft l'alma Tratterai


Come cujlode , che fedele attenda
Chi vien* ,
va con diligente cura ;
D'intorno volan l'anime , e che pend

&

Ciaf cuna par con debita figura

Da

le

membra

Siancon

J^e V antro poi

che piace {JMorte^

ne la felonca immenfa

Vn vecchio ,
,

ch' lei fon date in forte*

lei fino

c'h di bianca neue ajperfo

mento , e'I crine ili , fcriue , e di$enf$


Le ferme leggi date a Vvniuerfo .

il

mentre

eh' a difyorre

Con Vanmo

il

tutto penfa

al bell'ordine conuerjo p

Certi numeri parte tra le ilelle

Onde nappaion poi fi vaghe

e belle^l

Con ordine immutabile preferiue


\^A ciafeuna quando h abbia agir* , o slare
Da che quanto tra noi fi more o vue*
U vita a e morte . poi torna guardare
riueder come al fuo corfo arriue
Marte , qual , benclfaue^o camnan
Ter via certa , vi pur* certo fine g
.

Che

Come

cos voglion le leggi divine^ *

con certo paffo giri intorno

Gioue portando giouamento al monde

Come

la

tofto

Luna
muti

il

giorno ,
bel lume fecondo

fi

nafeonda

Come partendo fa

il

tardo al ritorna

mum

li

ImaglnideiDei
Saturno horrido , metto
(guanto tenere bella
.

Errando vada

quando

& infecondo

mefjaggier de

il

e dopo lei
i

Dei

a l'antro s'auuicina

"Febo

Subito ad incontrarlo la potente

Snatura viene ,e gli

ravs'nchinA

alti

il bianco Secchio humile

e riuerente^j

^Allora da s s'apre la diuinct

Spelonca

veggono potente^

albor fi

L'adamantine porte , e poco a poco


Tutti ifecreti appaion di quel loco .

Qulu i {ecoli fono di diuerfi


tMetatti fatti in variati

pare ciafebedun di

affretti

lor tenerfi

T^el feggio fuo con fuoi compagni

Queslo

di ferro

onde fouente

eletti l

ferf

1 mortali fra lor danni , e difetti \


tri rame quello, al cui gouerno slato
il

mondo

Vno ve ri

vn poco men turbato*

tutto

d'argento

che rff>knde

In bel feggio eleuato

Ma

di rada tra

d' ogn' intorno $

noi mortai difeende

A far di s bel lume il mondo adorno


Quello , che pi de gli altri in alto afeende

d'oro , e d'oro fon quei , ch'egli ha intorno])


Tutti pieni di fede , e di prudenza ,

Di bont

di giuslitia

fon gli anni beati

di

demen^Ls,

th' mortali

sAfporteran felmtade immenfa

lAWbor
Febo

Ch aura

modo fuo difpenfa


del piegando frali

che qucsli a

Et farai che

La

piet de' noslri mali

dal

bella K^dslvea

di

Di riueder il mondo
Verr fen^a pi mai

>

huouo amor' accenft


slar

fra

mi

partirne poi,

l&

De gli

Antichi

*$

Unm dell'Eternit
di Febo, della

9ft
'

con Vmagme del tempo a del


fato ,
natura,^ delli quattro fecoli,cbe fignifca-

no da Dio venir

fo,&la

il

tutto,& da quello

reuolutione delle cofe

|sr\

il

tutto effer

Immane^

eompre-

p^v

j w

*M

few fejfB fef

Imagini de

34
Tpftnone

La

dell'antro dell*

che

Eternit

cir la

ge,

la

&

deferittione

vogliamo

&

il

Dei

difegno di quefto antro

come l'efpone

q fpeJone^

Boccaccio?
tempi, 8c perci ella di funincognita non folamente mortali* ma quali ancora
dire, ci rrtoftra

Eternit va fopra tutti

il

, cio a quelle beate anirneche fono sane i Cieli Et dal gran feno manda a la fpelonca i tempi, &c quefti richia
ma pur'anco al medefimo^perche in hi hanno hauuto gi pria
eipio, Se riuolgetidof in f flesf paiono vfeire da quella ^ritornare anco alla medefima . Etfas/I quefto tacitamente, per
r
che rionceneaunedendonoipan ail tempo comedinafeoftor
Alla porta , oue ita fa Natura , vanno volando molte anime in
torno> perche feendono nei corpi mortali, d*onde vfeendo poi

Deicelefti

vanno in grembo alla Eternit , ilche tutto fi fa per opra della


Natura y & perci ella ft quiuialla porta Il Vecchio phepar
te per numero le ftelfe forf Dio , non perche et fia- vecchio
che in lui non fi pu dire, che Za termine alcuno di et, ma per
che fogliono parlare cos gli huominij che chiamano i molta'
et quelli etiandio, che non ponno morire,ilquale dando ordine al mouimento delle ftelle diftingue i tempi- Ma forf che
che il vecchio fofse il Fato, perche
che fi porrebbe torre per Dio , quart
do fi prefenta alla fpelonca , Altro non dice poi il Boccacio de
i Secoli,che fono quiui t come che fia cofa facile ad ogn'vao t
io parimente non ne dir pi , per venire alla
imagine di Saturno , perche lo tolfero gli
pi proprio farebbe dire

>

Febo

quello s'inchina a

&

tempo , & dei tempo


habbiamo gi cominciato

antichi pel

>

dire^ragionando del
la

La quale non
fta

Eternit.

ardifeo gi di desiderare a que-

mia fatica , ma prego bene , chi


pu fare , che voglia darle vita per

lo

qualche tempo.

Saturno

ttc gli Armeni*

aj

SATVRNO.
ti primo fa Saturno* che difeefo
Dall'alto Chi figgendo il figlio Giotto ,
Etforqt priuato de* fuoi regni*
Venne moHrar* gli huomin* cb'attbow
Come le fere andauano dijperfi
Ver gli ahi monti , il modo di ntecorfi
Infieme , e d'pbbidire certe leggi
Et il paefey oue a principio ei Rem

Latente

fa perci chiamato Latto e

Sotto'l gouetno di coftui fi dice


Che fa il felice fecolo del* oro ;

Cos reggetta ei giustamente

Topoli dando

lor ripofo

fuoi

e pace^t

In quefto modo canta Vcrgilio diSaturno,mettendoIahi- Virgdkl


ftoria con le fauole > conciona clic quella reciti che Saturno

and in Italia fcacciato di Grecia dal ngliuolo,& quefte habbino finto poich c^li era prima Signore del Cielo, & che Giouene Io {cacci , Se lo fece feendere al bado ; perche la Grecia

&

perci pi alta della Italia , che tende


e pi verfo l'Oriente,
verfo l'Occidente. Ritirato/ adunque Saturno in ItaIia,fu<U
Giano R diquel paefe,oue poi fmeffa Roma,che f neviueIla

con fuoi popoli quella rozza vita de pn\ antichi mortali,

tolto parte del regno, perche egli moftr la coltiua tione de

campi,& il fare gli denari di metallo, che prima erano di cuoio.


Et fu perci fatta su quefti poi dall' vno de lati vna naue, perche Saturno nauigando and in Italia , e dall'altro vna tefta
con due taccic, che tale era la imagine di Giano , come vedercmopoi . Edificarono quelli due Rcommunemente terre,

&

che dal loro nome i chiamarono*, come Saturnia


da Saturno,
Gianicolo da Giano . Onde tanto fu ftimato
Saturno da quelle genti, cheinfieme col R loro cominciarocartelli vicini,

&

no

a riueririo

quelli

come Dio

perche erano all'hora ftimati Dei


la infegnauano , qualche

liquah fapeuano trouare

&

arce

26

Imagi ni dei Dei

infingine d

Saturno o del tempo divoratore de fuo flgliuoVh

cio del tutto confumatore

eccettuati

7^ettuno,& Tlutone, imefi per


to i+s4tia9

li

quattro

U qua, & Terra, che non

fi

ftC
ehmemiVuo- R|

Girne

Giknone ,

diftwgono

De

gli

Antichi.

1J

irte che fofTevtile alla vita humana ; &c quella di coltiuare il


farlo con arte pi fecondo,che non di Tua narura,.
terreno,

&

vtiliflma-,

& per Sat'irno ne merit gli facri honori & fu


,

chiamato Sterculio dallo fiercorare i campi , cio dare loro il ^f yculbr


Per quello hanno voletame, onde diuengono poi pm fertili
.

luto alcuni,che la fua ftatoa hauefiela falce in mano , per dare


ad intendere, che la coltiuatione de i campi fu in legnata da lui
il
, conciona che con la falce il miete
Saturfacrificij
Ne'
coltiuati
campi.
da
ben
grano prodotto
nali poi anco fi adoprauano candele accefe: laqual cola dechia
rando Macrobio dice ,che era, perche fotto il reggimento di
piena di tenebre ,
Saturno gli huomini da vna incolta vita ,

gi da principio in Italia

&

parlarono

alla Incido.

& bella fcientia

di ci intefero gli antichi

delquale dilTero

il

tempo

delle

fotto

il

buone

nome

arti

di

'

Oltre

Saturno

*
,

Latini molte ragioni tutte confacentili al

tempo , ma non gi al proposito noftro Et i Greci parimente Io chiamarono Crono , che viene dire tempo , & quello
.

che

lignifica

il

Dio j perche

le

ftito,

altra

nome

fu

mo (Irato

fecero quali femore di

nella

imagine di quello

huomo

vecchio, mal ve-

lmaP ne $&
turno

lenza nulla in capo,con vna falce nell'vna mano, & nell'


haueua certa cola auil lippa ta in vn panno , quale pareua

come che

la volelTe diuorare ; e quattro picco


erano quiui apprefio Quelle cofe fono in-pfonfrane
in quello modo : Il tempo vecchio e mal veflito J\
terpretate
r
Saturno.
-^
i
a
cr
r
niieme
ouero comincio ad edere
con
perche o tempre e (tato,

cacciarli in gola,

li

fanciullini gli

'

,vr

il

mondo

cio

quando

fatta la feparatione del

Chaos

gli ele-

menti furono diltinti,& fu dato principio alla generatione delle cofe , cominciando alihora il Cielo ad aggirarfici intorno ,
dal mouimento delquale cominciarono parimente gli huomini di mifurare il tempo:
quindi fu,che le fauole apprefio dei
Greci difiero Saturno eflere fiato figliuolo di Vrano,che lignifica Cielo. Fu detto anco Saturno, Vitifatore,qua(i cultor delie viti,perche dicono , che eflendo pafiato nell'Italia, come s'
detto , 6r accettato da'Latini , ne hebbe della figlia di vno d'efli Enotria nominata , alcuni figliuoli , tra quali vien connumerato Giano a chi egli infegnil modo di piantar ,
coltiuar la vite,& di fare il vino; ilche hauendo efli operato, 6c guadagnatone per ci il nome di inuentori , auenne che vn gior-

&

&

no

2*
no

Imaglni de

Dei

alcuni,!! quali forf

haucano beuuto pi di quello , che loro


ii conucniua,fiaddormcntarono,&
fecero vn Ionghisfimo fon
no,daI quale poi iucgliati
accorti/i che quello era accaduto
per il beuuto vino , credendo che foffe
qualche cofa venenata,
Iapidarono,& occifero Giano, come inuentor di
quelloj perii
che quattro figliuole di lui rimafte, per
doglia con vna fune le
gatafi al collo fi Iettarono la
vita: ma da Saturno furono porte
nel Cielo in loco di Stelle , &
noi il dimoftranopoco auanti
lUempo della vendemia E/Tendo pofeia vn tempo i
Romani

&

fui tato

l*oraco

prima
Giano fuo figliuolo*
da che mofl i Romani gli edificarono vn tempio'fu'I
Monte
"* a r
Peio,& vi pofero Giano con quattro faccie dal numero

placar

per la morte di

-,

delle figliuole^ dalle quattro

Hiftom quan
do cominri.

Magioni dell'anno. Soleuano gli


cima del Tempio di Saturno vn Tritone

a ntichi porre su la
con la buccina alla bocca,

&

fepelir iui fotterra la coda dU quel


*o,vo!endo conci inoltrare, come dice Macrobio,che da Saturno cominci la hifloria a farfipalef,
ad efler conofeiuta
perche fenza dubbio , innanzi che foffero diflinti i temprila

&

non poteua effere f non routa>& incognita} il che fignificaua


nalconder la coda. Fu Saturno veflito cos vilmente* perche
in quel principio del mondo non cerca uano le perfone pompe

il

ma fi contentauano di effere coperte.

che quelle
meglio alla vec
chiezza di lui * ilquale haueua il capo nudo, perche in qne'pr
mi tempi, quando egli fu creduto gouernare tutto>& che cormanifefta a tutti,n6
reua la et dell*oro,la verit fu aperta4,
nafeofta , come fu dapoi fotto tante menzogne,& tanti ingaa
ni. Et per quello ancora gli antichi fcrificauano a Saturno
f lo copriuano in facrificando a gli altri
a capo icoperto
Dei. Moftra la falce in mano di Saturno, ehe*l tempo miete
e taglia tutte le cofe . Et quello, che ei fi mette alla bocca per
diuorarlo , che le cofe tutte nate in. tempo fono anco dal tempo diuorate,fopra di che finfcro gli antichi vna cos fatta fauola. Temendo Saturno di effere fcacciato di regno da vn fuo fi
gliuolo , come Fati gli haueuano predetto, comand ad Ope,
k^uale fu anco detta Rhea > fua moglie > che ogni volta*
che
nelle vefti,

moflrauano di

eflere tutte logore per contarli

&

&

_
!

wm

..

'I

De gli Antichi
che

19

partoritia, gli prefentafle fubito quello,

perche

non voleua

in

modo che folTe, che

fi

che haueffe facto


alleila/Te

alcun

fi-

glio mafchioife bene douefTe egli fteflb diuorarigli tutti. Par

OpeJa prima volta Gioue,& Giunone infieme*,ma prefer


fola al marito , fa pendo che per elfer femina non
Giunone
t
le farebbe male,& nafcof Gioue: di che elfendofi accorto Sa
turno cominci a gridar per hauerlo j la onde Ope gli prefent certa pietra auuolta in vn panno, dicendo quello elfere il figliuolo, che egli domandaua.EtegIi,fenza guardare altamentori

te che foiTe, f la caccia in gola, e diuoroflTela

boi, come faceua anco de

figliuoli, pofcia

che

mala

gli

rigitt

haueua di-

uorati, che gli rigittaua. Onde

fi legge appreffo di Paufania,chc


tempio
di
Apollo
era vna pietra non molto gran "Pietra dtuom
nel
Delfo
in
ta daSatwm*
grandissimo
rifpetto
guardata
con
de
, perche diceuano quelin
qual
la
pietra
diuorata
da
Saturno
era
fu
vece
che
genti,
le
,
ogni d , ma pi le fefte vi fpargeuano su de l'odi Gioue,
glio , poi le auuolgeuanno attorno lana non lauata. Et i Roma
ni la credettero eiTere quella , che nel Campidoglio non volle
fiu adorata pel Dio Termino.
Fu feruato
cedere a Gioue ,
parimente Nettuno dalla madre con rimile inganno , che fin
f di hauere partorito vn piccolo cauaIlino,& lo diede diuo- p - r ^
'
Paufania
rare al marito, come diceuano quelli di Arcadia ,
lo riferifee. Plutone medefimamentefi falu per effer nato ad
vn parto infieme con la fo iella Glauca , laquale fu fola prefen
tata al padre, che da quelli in fuori diuor tutti gli altri figliuoli, rigittandoli pur'anco dapoi , come ho detto Ma alcuni
altri, liquali anco pare a me, che meglio dechiarino la cagione

&

&

&

Che effendo Titano fratello di


volendo perci regnare, Sa
Saturno di maggior et di lui ,
turno a perfuafion della madre,& delle forelle non gli volf al
trimenti acconfentire , anzi che eglifi fece R. Daqueftoef.
fendo per nafecre difeordia tra effi fratelli , fi acquetarono finalmente con quella conditione > che douefle Saturno continuar nel Regno , ma che douefle far morire tutti i figliuoli , che gli nafcelfero mafcoli , acci che fofTe ficuro Tidel diuorarei figliuoli, dicono,

&

tano,che finalmente il Regno douefle ricader in Iui, ne* fuo i


per
figliuoli. Eflequ per vn tempo Saturno la conditione,
quello vien detto , che egli diuorafle i figliuoli > ma eflendoli

&

nati

Ioiagifii

de

Dei

gg Imagine di Saturno, deltempo & del armo, che

trifii effetti,

fignfica li

che vengono da quetto pianeta,& la renouatione dell'anno con la frede^a


, e tardit dei pianeti

ta di Saturno

S;

De

gli

Antichi

31

&

di Nettunati GQtie& Giunone in Yn parto, fegu di loro.,


no poi,&: cos anco di Plutone quanto fi difledi fopra laqual
:

da Titano affalt s d'i mprouifo il fratello di Saturcos li tenne fino a


,no , che lo fece con la moglie prigione ,
tanto,che da Gioue fuperato,furono quelli fciolti, Se liberati
Xequali co'fe vogliono inoltrare , come cominciai dire di fopra , che le cofe tutte prodotte dal tempo fono anco dal tem-

xofa

intefa

&

po
ti

confumate,ilquale le fa poi etiandio rmafcere,da gli elemen.


fono i quattro figliuoli, Gioue , Giunone , Plu-

in fuori,che

tone^ Nettuno,ciofuoco,aria,

terra,

& acqua,liquali non paf-

jfarono perla vorace gola, perche quelli durano fempre

Fin-

geuano quelli di Saffonia, volendo deferiuer Saturno, vn vee-


teneua vn vafo , &
_chio, che itaua ritto fopra ad vn peCce ,
vna ruota; Ma che cofa volefTe fignificare ftato fempre fecre
tOydc perci io ne anco =qulo dichiaro Marnano deferiuendo iMAgwe
Saturno lo fa che porge con la delira mano vn ferpente,quale turno.
morde la coda., moftrando in quella guifa , che per lui s'intende il tempo: & dice, che ei va con pa0o lento,e tardo, & ha

&

il

capo coperto di vnvelo,che verdeggiale chiome, de

la

di

bat-

ta fono tutte canute, & bench egli fia cos vecchio,pare nondimeno potere anco ritornare fanciullo Ilche fi pu dire e
fere il rinouamento,che fa il tempo di anno in anno & perci
il velo verde fopra la bianca chioma morir il principio dell'anno , quando nella primauera tutta la terra verdeggia , la.

jEfl>9[i&NP *

cuale nell'inuerno poi


torlo
ti

fi

fi

cuopre di bianchifsima neue

&

cosi

pafTa dall'vna ilagione all'altra,che paiono effere giun-

infieme

La .tardit

del paffo

fi

pu

riferire al

tardo riuol-

gimento,che fa la fperadi Sa.turno,iaquale delle fette de i Pianeti la maggiore, perche fopra a tutte le altre; Se per pi
.delle altre che in trenta anni, tarda a compire il fuo giro,Et perche da quello pianeta vengono trilli effetti , per lo pi >
Jo fecero vecchio, mcfto, fordido-,& col capo auolto, pigro,
lento per eiTer la natura fua fredda , fecca, e tutta maninconia, come fi pu vedere appreffo di chi fcriue di quelle cofe,..
:

Onde

il

medefimo Marnano

quando

nelle

nozze

di

Mercu-

che ella afeende di Cielo in Cielo , dice


xhe giunta a quello di Saturno .trou lui,chequiui f ne itaua
rio, e di Filologia fa

iuluoco freddo, tutto agghiacciato,

$0

&: coperto di brina ,.& di


.neue,

tfl>tarti(MQ.

Imaginl de

j*

9fc imgtie

di SaturnOiCheftgnifca

il

Dei

tempo prefente9 pa{fatot

& auenire,& mala natura di pianeta,& fua fredeTga, &


tempo tutto confumare & difirugere
la

il

tal

t)egli Antichi.

3$

&

die hancua per adornamento del capo talhora vn fer


iieite,
t>ente,talhora vn capo di Leone & talhora di Cinghiale, che
Lequali tre tefte potrebbono forf
modr.iua i terribili denti
ilche non affermo , perche non
tempo,
effetti
del
gli
inoltrare
di fede. Ma dir bene, che
degno
da
Autore
fcrifto
io trouo
fi
gnifcatr ice de i tre tempi >
quella
imagine
affai
"ci fi confa
haueua
parimente tre capi di
che
&c
allenire,
J>affito,prefente,
quelli
di Egitto con il fU
pofta
da
Lupo,
di
di
Cane,&
J-eofie
,

mulacrodi Serapideloro Dioprincipale,laqualedifegnar poi


lico fuo. Ora vediamo quello che Ci legge appreffo di Eu
febio de gli effetti del tempo mo/lrati con la imagine di Satur
,
. ,.
*/W
moglie
ho . Egli fcriue ,'che Aftarte figliuola di Celo,
lma Z me ' **
forella di Saturno infeme coli molte altre , che ei ne haueua ,
* HYm *
fece al marito vn'ornmento regale,che haueua quattro occhi,
due dinari: <3c due di dietro,dellj quali due fi chiudeuano,&dor
miuano vicenda > s che duene erano aperti fempre, 8c gli
homeri vi pofe parimente quattro ali > dellequali due ftauaraccolte, cono diftefe, come clie eivolaffe,& due riftrette,
me che fteffe fermo', Volendo lignificare , che f bene egli dor
me,vi vede pur*anche,
che mentre veggia dorme parimeli
te , 8c che fermando/i Vola > volando fi ferma j cofe tutte pr
prie del tempo
Et foggiunge poi , cfie la medefima Aftarte
pofe in capo Saturno due ali, volendo per I'vna inoltrare l'ec
cellcnza della mente,ck: l fenfo per l'altra. Impercche dicono,
i naturali , che l'anima humna , quando feende nel corpo
mortale, porta feco dalla sfera di Saturno la forza d'intender e>

al

&

&

&

&

& ildifeorfo

che ella mofrra poi tanto nelle Cofe, che cprer


de con la mente fola , quanto in queile,che conofee per gli ieri
fi. Potrei dire come i Platonici per Saturno intefero la mente
pura, chealla contemplatione ft tutta intenta quali fempre
delle cofe durine , onde ne nacque occafone di dire , che al
tempo fuo folle l et dell'oro 5 Se il viUere quieto > & felice*
elfendo tale punto
il

'

la vita di

pefo de gli affetti terreni

>

&

qualunque cerca di porre giti


di alzarli quanto pi pu alla

confideratione delle cofe del Cielo. Direi anchora, che Platone fpeflb lo metta per quella fuperna intelligenza ., laquale

&

prouede allo efsere , al viuere,


all'ordine di tutte le cofe
Ada ci ni ente fa alla imagine di quello Dio , per lo lafcio,

vengo

&

Tintone

Imagini de

34

Imagine di Saturno

Dei

& del tempo, che piedi legati


& caligo Dio
co"

di lana, [gnifca la vendetta

do

affrettando

di

efjer

fil

tar-

'emenda, dinota ancora la ragione del par

to con la produtione delie cofe in[teme andar conginte*

.'

De

gli

Antichi

$$

Vengo a dire, che lo fecero gli antichi , come ferme Macrobio


con i piedi legati con filo di lana,& Io teneuano cos tutto l'antio , le non che lo fcioglieuano poi di Dicembre in certi d ,
che erano confecrati a lui , volendo in quello modo nioitrare , che la creatura nel ventre della madre ft legata con nodi teneri &c molli , li quali fi fciogliono quando al decimo
Et quindi dimefe giunto gi il tempo del maturo parto
ce Macrobio efiere nato quel prouerbio appretto de i Latini ,
che i Dei hanno li piedi di lana. Ma l'hanno interpretato alcu-

Saturno con
piedi legati

modo anchora, che la Diuina bont noncorrein


ne con rumore caftigare chi erra , ma va tarda, & len
ta,6c cos tacitamente, che non prima f ne auede il peccatore,
che fenta la pena Dicefi anchora , che ftaua Saturno con i
piedi legati , perche tutte le co(e prodotte in quello mondo
paiono eflre infieme annodate(cos vengono l'vna dietro l'altra ) ouero perche la natura con certa , &c ordinata legge cos
tiene i tempi legati infieme, che non celiano mai di andare fuc
cedendo l'vno all'altro Etperche velocittmamente f ne corrono via, finfero forf le Fauole , che Saturno fi cangia/^ <**
cauallo animale velocittmo, quando hauen^~ ^uto di Filira bellifsima Ninfa, della quale quepoi Chitone Centauro dottifsimo , fu fopr3^nto fenza auuederfene , dalla mo-

ni in quello
fretta

glie

dalla qu^'-

corrend^Cne v * a
ualL, dice > che

xf

sbrig in quel

Onde

Virgilio

modo

Tale fu gi Saturno quando velfe ,


Cangiato in bel dettrier , fuggir

Onde

fatto cauallo

quando deferiue vn

la

moglie^

veloce and per gli alti monti

E fcuotendo

col

&

bel ca-

capo alto talbora

il duro crine* rifonar faceua

Col feroce anitrir

Ma

l'alte jpelonchc^f

quelle cofe toccherebbono pi

chi volefie efporre

Dei de gli antichi , che chi voglia difegnarne le Imagini , come faccio io per le lafcio n mi Tettando altro difegno da fare di Saturno , dir di Giano fuo comle fauole de'

pagno

rme
tauro

un "

Imagini de

l&

Dei

pagno; perche, come diffi gi , le hiilorie vogliono, cheamre na


ro vn tempo infiemen Italia , Se Macrobio feriS
G'ano chiama
ua
c
^ie Giano fu il primo
'
> chequiui cominciale a far facri
ta /#

tutti

fa

Tcmpij

crifitjj

in

honor de Dei
i

icare quelli

rato, Se

come

tere ca*

me tAtti'i**
*

Dio

Se che ordinale

il

fu poi parimente

ritrouatore de

monia , che non

Onde egli

facrificauano

modo di

facri-

come Dio ado-

dentici} vfauano quella ceri-

mai

gli antichi

Romani

qua!

che non chiamalfero lui prima E fu fatto


quello ancora , perche credettero che Giano iteffe del continuo a le porte del Cielo ,di modo che non poteuano i preghi de' mortali palla re gli altri Dei , s'egli non daua loro la
voglia

Et forf bifognaua, che didelfe anco mano,&aiutaf


/*
11
r
itt
r
le a caminare , perche le preghiere , che Homero le ra temine , fono zoppe fecondo che il medefimo le deferiue . L
onde auuiene che quando fi vuole pregare fi piegha le ginocchia , imperoche con animo dubbiofo il va. pregare, non
fapendo di ottenere quello , perche fi prega ^
Anno poi
la faccia nulla , &gli occhi ftorti , percioche pare , cha
entl atiU
*

,.

quuu

lmaglne di

, cnc g* u * ono c fteii


quando con preghi n. dimanda loro perdono .
Le
e { Cielo fono due , l'vna deL
l'Oriente , per la quale entra il $oi t . allanci viene dare
^ uce a * tnondo ; l'altra dell'Occidente, pei u
aua l e e^li elee

Giano*

quando d luoco

,.

p^4

per Giano,

come

alla

fa

notte

Macrobio,

Chi dunque
lo dice

intenti,

hauere

la

jj ^ Q [ Q
guardia ^ e

porte del Cielo perche l'entrare , Se vfeirne lui Ubero


Et per quello lo fecero con duefaccie ,
odiando xchenon

le

ha bifogno
l'altra

Sole di riuolgerfi indietro per vedere l'vna , Se


parte del mondo Et gli pofc.ro iri mano vna verga
il

vna chiaue j accioche per quella fi conofccfse che il Sogouerna , Se tempra il mondo , & per quella , che ei l'apre quando viene il d ad illuminarlo > Se lo. chiude quando?
partendo lafcia , che la notte l'adombri Ha u u anco dodici
altari fotto i piedi
che fignificauano. dodici colonie , che.
egli pofe , fecondo alcuni , che forze pi vero , i dodici meli dell'anno Da quello venne anco che Giano fu creSe

le

,,

Tortuno*

duto vn medefimo Nume con Portuno. , lqualc era {limato vn Dio guardiano , Se cuftede delle porte & perci ca*
:

De gli
s rnetteiiano gli antichi in

Antichi
37
mano ccilui vna chiane come
,

Nume de

C ardmi, o ganghe
ri, che vogliamo dirli, delle porte. Imperoche racconta Ouidio , che innamorato Giano di vna Ninfa delta Grane, tan-. Crane
to fece , he raccolfe gli amorofi frutti & in nccmpaifa le
d^n , che ella fofse fopra gangheri delle porte, & ne hauefse lo intero dominio , s che il apnfsero , ik. ferrafserf co
mepiacesfe lei . Et f don anco vna verga di fpino bianco detta la verga Gianale , con la quale cacciauanfi le Streghe da quelle cafe , oue erano i piccoli bambini in culla . Et
fu quella Ninfa chiamata dapoi la Dea Carna > ouero Car- Dea Cardi nea
dinea il cui potere oltre gangheri fi eflendeua anchora
le altre interiora deli'huomo .
fopra il cuore , il fegato ,
Et era coftume apprefso de' Romani di mangiar Calende
di Giugno in honore di quella Dea lardo di porco perche
penfafsero , che col fauore di lei giouaffe a conferuare l'huo
mo fano perche voleuano in quel modo rinouare la
memoria della parfimonia di que' buoni antichi , che fi OtildiOi
contentauano di iemplici viuande , come dice Ouidio .
A
coltei trouo bnej cheffattovn Tempio fu'l Monte Celio
in Roma da quel Bruto , che l fnie pazzo > fin che gli ven
ne la occafone di fcacciare l'empio R Tarquinio , come
che per lei gli fofse fuccefso felicemente il dissimulare quello , ch'egli haueua in cuore ; ma che ne ila flato fatto fmulacro "& quale eifoffe , nonhtrouato anchora. Per

Giano

E)a cui

venne vn'ultro

-,

&

ho raccontato

tutte quelle coCe di lei

pigliarli auttorit di farne

vno,habb

accioche chi volefse

di che comporlo.

Heb

bcroancoil Dio Forculo ,a cui erano raccomandate le porte DoTonulQ*


che voltandoli fopra de i gangheri fi aprono , de ferrano,dec
te da.' Latini Fores j 8c Lamantino Dio del limitare, foglia, Do Limanti*
che uoghamo dire, della porta. Onde Santo Agoftino beftan- 0
doli di loro dice , che vn portinaio folo huomof tutto quello , che esd fanno fare tre Dei infeme , quali fono la Dea
.
Cardinea, Forculo,& Limantino. Ora ritorno a Giano, che S '^tZ ^ m0 il Sole , ilqualcnon folamenre apre la mattina , 6c chiude la
fera il d , come dilli , ma fa il mede fimo di tutto l'anno anchora; perche l'apre quando di primauera fa, che la terra comincia a produrre herbe
n.ori,& tutta allegra dilata l'airi.

&

Imagni de
S*

SS

Dei

@ Ew SS-

De

Antichi.

gli

39

jnofno, Se ferralo poi d'inuerno allhofa , che ella prillata di


ogni fuo ornamento in f fteffa fi ristringe, Se flafiene coperta di neue ,
di ghiaccio .
offrano anchora le due fac-

&

cie

di

Giano

giouane

il

tempo

Se quello

Facete d Gfa-

che tuttauia viene : Se perci l'vna no che


che gi pafTato>&: l'altra di mag- cano

,
,

fgnif-

giore et

Romani

Se barbuta

Plinio ferme

Numa R

che

de'

Giano con le dita delle mani acconcie in modo , che moitrauano trecento fefTantacinque
acciochefi eonofcefle perci , che egli era il Dio dell'anno:
perche l'anno ha tanti d , quanti egli ne moftraua con le
mani
conciofla che gli antichi piegando le dita , ftendendole in diuerfimodi moftrafTero tutti i numeri , chevoleuano , come fi pu vedere apprefTo del Beato Beda , che ne fa
va libretto Et Suida parimente riferifee, die per moftra- Bedani
re Giano efTere il medefimo , che l'anno , gli pofero alcuni Suidtu *
fece

vna

ftatoa di

.,

mano

nella deftra

trecento

e fefTantacinque nella finiftra

Se che altri gli diedero Ja chiaue nella deftra per farlo


Tcere principio del

tempo

Se portinaio dell'anno

come fcriue Marco

conoQuelli

anco lM.TuUQ*
Microbio*, penfarono , che Giano forf il mondo j Se perci
quando voleuano fare la fua imagine faceuano il ferpente >
che fi morde la coda , Se f la diuora ; perche il mondo di f
Iteffo fi nodrifee , Se va riuolgendofi tuttauia in f mede/imo , come il nafeimento delle cofe ci dimoftra , Se la loro
morte , Se il rinouarfi pur'anco poi le medefime . Delle due
facciedi Giano Plutarco dice , che moftrauano, ch'egli , Facete di Gito
di Fenicia

fofTe

Genio

del paefe

fime genti , cangi


ciuile

il

ouero

Tullio., Se lo riferifee

apprefTo di quelle antichif-

viuere rozzo

Se ferino in domeftico, Se

tirando di vna in altra forma

Se l'ordine della vita

due faccie di Giano xnoftrino la prudenza de i faggi R , Se de gli accorti Principi ,


li qualijoltre clie fi fanno difporre delprefente con ottimo con
glio, hanno la faccia dauanti anchora , perche veggono d
lontano , Se fanno conofeere le cofe prima che fiano Se l'hanno parimente didietro perche tengono mente le pallate,
s che tutto veggono. Et queftof cos inoltrato de i Principi, perche , come dice Plutarco , efsi fono apprefib de i
anoxtali le viue imagini de i Dei . Et come adorauano gli a$

humana

Altri vogliono

che

le

"~

""

fichi

no

Tlutarco

Imagnidei Dei
Romani Antruorta

tieni
nit

dendo
lunarini f>lue
e/e

Dei *Ante

uort.)

Tofluor

ta>

e Pofluorta

quella perche lapeila l'auemre

>

compagne

quefta

il

perci che la Diuina fapienzas tutto

delia

p.ifTtto

>

Diuiinren-

cosi nella ima-

gmedi Giano con le due faccie mofirarono la prudenza del


R^, cui non delie elere occulra alcuna di quelle cofe che fan-
,

no & bifogno

al

buon gouerno de popoli


1

Hanno anchora

, che fu creduro da gli antichi Giano eli ere Ita t


che fu quella confufone di tutte le cofe , innanzi
che perci ha quella faccia barche foffe fatto il mondo >
buta, horrida, Se fcufa,& ha l'altra giouane, bella, 6c allegri*

detto alcuni
il

Chaos

&

che moltra

la bellezza

venuta dalla dillintione delle cofe , Se


, Se cheperci fu adora-

dal mirabile rdine dato all'vniuerfo

come Dio

cominciaaprendo
Vacete di Cct- quelli dell'intelletto conideriamo Vn poco la imagine di Giano nell'anima h^ con le due faccie nell'anima hiimana ben per pi breUemente s che fia pofsibile , ma in modo anco , che lo poffa in^Platonici
L'anima noflra , fecondo la opinione de*
tendere ogn'vno
Platonici , fubito che dalle mani di Dio vfeita ^ per certo
fuo naturale motiimento , a lui fi riuolge,quaf figliuola amo-*
reule- che pure defideri di riedere il padre * Et quello deto

dei principi), cui fo fiero confecrat

inenti delle cofe

Ma ferrando gli occhi del capo

Se

fderio cos proprio

accendere fempre

ne

il

>

nafeimento, Se

Se naturale a lei

come

alla

tirandola la natura fua verfo


il

principio fuo

Se perche

l,

il

fiamma di
donde Vie-

fuoco in ter-

ra accefo per Virt de i corpi fupriori,la fiamma,qUanto pu*


tende fempre Verfo quelli : cesi l'anima j che l lente creata

da Dio, a lui fi riuolge, Se lo dehdera Ma quefro defderio


lume, che lo vogliamo dire , in lei non dura fempre di VA
medefimo modo , perche quanto pi Ci vmfee con leu tanto diUenta meno rifplendente Se cos fi fa eguale a f medefima *
onde non Vede pi f non f flefla , Be le cofe di qua gi , ne
pi riguarda Dio , n le cofe diuine Ma da quelle non fi al*

lontana per in modo, che pi non le poffa Vedere


anzi quel
primo defderio , che apparile in lei,
fi nafeofe poi,fe gii fi
prefenta qualche poeo di lume diurno , fi fcUopre fubito,&: c6
quello ritorna alia confideratione delle cole del Cielo . L'anii

&

Animabdu
lumi

&

ma dunque ha doi lumi , l'vno naturale fuo proprio ,


nato
con kitSc con quello Vede s fleffa, Se conofee le cofe del mondo i

I5e

magini

&

ielle quattro

gli

Antichi.

Ragioni dell'annua dinotanti

eserciti} di quelle

ti

jy3

the pur dimofirno la natura della

li ejfet-

ton gli mimali loto [aerati

*->*

Ragiono

fej
*

^SSSSiSeSgSS 838*358^3

Imagini de

-41
s-do

-,

'altro

del quale

diuino

ella

fi

Dei

&infufo dalia bont di Dio

inalza al Cielo

con

la feorta

& quiui contemplale cofe d j-

uine . Queltidoi lumi fi conofeono nelle due ficcic di Giano :


nella vecchia ,
barbuta il naturail diuino nella giotiane,
Perche
le
core
qui
l
prodotte
dalla
natura
mutano,& iriuec
le.

&

&

chiano , de la confiderationeloro fatta col folo lume naturale


ha del fofco,& dell'ofeuro, per l'anima le vede,&: mira con la
faccia barbuta
E con l'altra poi, che giouane,& polita,l'anima noftra feorra dal Diuino lume tutto chiaro,& rifplenden
te va a rimirare Interno Dio delle anime beate,& gli celeitigiferuano femprela helri, Je quali cofe non il mutano mai ,
Jezza della loro giouinezza . Potrebbonfi dire delle altre cofe
affai delI*anima,tirandola a queita imagine dalle due faccierma
i prche hanno vn poco troppo dello feuro > le lafcio per fiora
'j& mi riferbo a ragionarne in altro luoco, f forf mi verr fac
z to mai di mettere infieme certa fauola dell*anima , che gi ha
raccolta in pi pezzi . Fecero anco gli antichi la imagine d
Gjano con quattro fiiccie ; perche ne fu gi. trouata vna cos
fatta
ftatoa in certo lugo della Tofcana . Et moltraua quella
;
1

&

mojto bene ,,che chi la fece t toie Giano per l'anno ,ilquale-ha
faccie > perche quattro fono le ftagioni, che gli fanno
quattro
t
ratinare vifo,& a/petto ; Primauera, Eitate, Autunno,& Inuer
no | Lequali dipinfero parimente gli antichi con vifi,
habidifegna breuemente Ouidio , quando deferiwdiuerfijcomele
Quidio*
uqI feggio regale di Febo, dicendo che vi era x

&

Coronata di

fior la

Trimattera

La nuda EU cinta di jpiche il trinca *


L'autunno tinto i pie d'vua fremuta

l'inuemo agghiacciato

Sono anchora
quefto

modo

le

borrido

e triffo

Magioni dell'anno mostrate

Mette!! Venere per la Primauera

alfe volte
,

Cerere per

per l'Autunno Bacco , e per l'Inuerno talhora Volfucina ardente , >c talhora i venti con Eolo
cano, che
quefti
fanno le tempefte,che nell'Inuerno fo-perche
R loro,
la Eftate

ft alla

ao pi

frequenti, che negli altri tempi

Furono anco

polli

t>e

Tempio

Antichi.

il

4*

Dio della pace^ della guerra qual Siam '//>


aperto nella guerra, intefo
tempo di pace,
Cielo qual agirandofi caufa , pi tojo inclina ,

di Giano

ferrato in

per

gli

&

bora alla pace bora alla guerra^

Imagni de

44

Dei

Giano
5 per li quali erano intel i
dodici meli dell'anno; ouero i dodici fegni del Zodiaco trafcor
fi dal Sole in tutto l'anno. Et in Roma fu. vn tempio di cortili,.
fptto ipiedi di

dodici altari

&

Tempio di Gi che haueua quattro porte

W
m

quattro colonne folteneuano il


,
volto di fopra, in ciafcheduna delle quali erano nicchi con fi-

Tatulcio

Torte

~i

Qlu-.

gure rapprefen tattici de i meli che fi partono nelle quattro


ftagioni dell'anno. E t due porte {blamente hebbe da principio,
P :
jc t>
X7
j
r
il luo tempio, quando fu ratto da Numa,, dinanzi del quale e-.
gli itaua aflfo in bel leggio regale
era chiamato quitti Pa.
tulcio,&: Clufio, da due voci Latine
che lignificano l'vna a-,
.

.,

,,

della,

guerra

&

>,

&

l'altro era creduto venire;


perche l'vno,
dalla fua mano,come ho gi detto,&chiamauanfi quelle le po

prire,l'altra ferrare*

Virgilio k

te della

guerra

delle quali Vergilio cos fcrilTe

Xi forte de-

t guerra

Co$l fur

% per

Tehgpn

Urne

che chiamate-}

gli antichi

religione

Qet fero
-.,

:.

,,

fona due

,,

per: ri]petto,

gi

[acre

,y.

e tremende

ferrate con mirabil for^a

v
r.

dinanzi vi Sa \ come cuftode^^,

Qiano che con due faccie amba le guarda


lAquetfe pofeia ch'era dal Senato,
i'

''

deliberata alcuna guerra % cinto


\4 l'vfan^a del popolo Sabino,
Il bel regal porporeo. manto,
:

3vn Confole

&

Qe, i cardini ficea

andaucb

aprendole fentire
il

graue

firidqrti

Hauendo dunque il Senato ftto deliberatione di moue*


re la guerra , l'vno dei Confoli apriua le porte gi dette >8c
finche duraua ,ftauano cosi fempre Se finita , che era x le fer
>,

&

Quido*.

olferuato poi
rauanno fubito* JJche fu ordinato da Numai
Tempre con certa legge % comeferiue Plutarco* Ondefudet*
tohauere la pace ,,&. la guerra in fu& mano x come Quidio fa.
dire a lui medeiImo>quando gli domanda, la ragione delle fuefc
fefte perche il fuo tempio, aperto moltraua quella ,.& ferrato*
quella.

Di che molte fono le ragioni ma per


tt
:

*"

hora, dichiamej

queiU.

"?

'

<|iie(ta

t)e gif Antichi i


G iano da molti fu, creduto eflere

(clamente, che

Marco Tullio)

lo (come anco vuole

no

cauta

de i congiungimenti de

(tioni delle ftelle

tioni

,.

,.

donde fiamo

che facciamo

tationi delle cole

pu mettere

>

de perci

fi

il

4J

Ciequale aggirandoli intor M.

gli afpetti,

inclinati

il

molte delle opera-

dice fouente, che molte

humane vengono

dal Cielo

mu-

fra le quali

fi

Et quefto fu forf il mifte


ferrare il tempio di Giario appreflo de i Romani di aprire,
no. Del quale fi legge ancora che furono alcune ftatoe in cer
|q luoco della Citt , oue fi trouauano di ordinario gli vfurai,
a. fare le fuefacende, perche egli, che era creduto ii Dio
4e i principi; , era. anco filmato il padrone delle Ca-/
iende, che fono i primi di de i m efi , onde ei fu.
chiamato etiandio Giunone,, perche que
fte, erano parimente confecrate a
Giunone ,
Calende folela

pace , oc

la

guerra

Tullio,

& delle altre po-

..

&

,,

'

&

*'

uano gli vfurai rifeuoterc


le loro vfure. Oltra
'

di ci erano,
anco*

fthiamati

G iani quelli

archi , che nelle

pompe de i

trionfi

Citt quattro faccie , alla fimilitudine del tempi,ch'ib disfi dalle quattro-

erano drizzati per

la

por te. Onde Suetonio parlando

della fu-

perbia& vanagloria di Domitiano

SUt9Jlfa

dicejche egli drizz per la Cit


t

molti Giani co gli or

namenti

trionfali*

Apollo

Imagini de

4<

imaghe del Sole Febo,

Dei

-.^ii is^ljij
i

apo tiMrlu:
da loro pittima

tir d Gioite

miti
del

perwamcdef^of^jMefi
mondy& il loro potere effer congonto

jp*

$&

infieme^

De gli

Antichi

47

APOLLO. FEBO
IL SOLE.
E

RC H

E furono

diuerfe le opinioni appreftan,

fo de gli antichi del principio delle cofe


to di che
fatte

^ e \ fa gH m *
tkhi-,

come ili"

chi fofTero fiate create, tradotti*


quali furono i primi, come di-

come da

Poeti i

, finfe, che fcriuefTero de i Dei


ro diuerfe fauole di q.uefti , facendo credere
allafciocca gente ,che fofTero molti , con ci folle che chia-

ce Ariiotele

mando Dei li
rie di quelle

Stelle,
,

uj

il

in osai luoco
& imulacri quzfi
a

altari,
....

che ben

,.

Ci

volta

a che

/-

..

gli Alsirij

fmula'cri quelli

modo , ma non

vedono ogni d : 8t
che leniamo gli occhi

fi

farne altre flatoe

come .ferme Luciano

douea^fire de

veduti in altro

perche

le principali

mateEt

varij pareri delle diuerfe fette

fauoleggiando fecero Dei gli Elementi , le


Sole, 8c la Luna . Onde furono pofcialoro datitem-

alcuni de

no

primi facitori delle cole ,.&


eiprimeflro

modo

in quefto

pi

,,

t-

li

Cielo

di

i-i-

Dei

gi al Sole

f e/l ftefl ci fi
al

non apprefTo

quali diceuano,

Luciano

che non eran alla Luna ,


inoltrano ogni
,

diceua quella gente

Nondimeno Macrobio

riferifce,

che UW&fl^

,,

l0 *

dell' A-flria, ouefu creduto il Sole,& Gioche inoltra l'anima del mondo , effere vna mede/ima cofa,
era vn fmuLicro dorato fenza barba , ilquale ftando con il

incerta altra parte


ire,

mano vna

sferza in g ni fa di
il'fulmine , ,&: alcune fpiche,

braccio alto tcneua nella delira

auriga

&

portaua nella fniftra

le quali cofe

moitrauano

infeme giunto
il

"Sole

stri

il

potere del So.le,& di Gioue effere


, che di tutti i corpi celeftf

Et perche pare

habbia maggior forza nelle cofe create,& in quelle

pi manifeitamente degli

altri gii eiFetti

fuoi

mo-

hanno vo-

che per tutti gli altri Dei fempre s'intenda di lui


fecondo che diuerfamente ei moftra le lue virt .
Et perci in diuerf modi ne fecero itatoe gli antichi,& fu chia-

luto alcuni

/blamente

mato con diuerf nomi non foio

dalle diuerfe nationi per la di-

t&t

-,

' -\'-.

Imagincki Dei
da quelli anchora, che erano d vn me
defima gente, come fi dir di alcuni,fecondo che verr in propolito b difegnando la Tua imagine. I Greci lo nomarono Apollo talhora che Vien detto da, a, particola priuauua, che l
pollo che vuol dire molti , eifendo ch'egli
gnifica fenza ,
talhora lo nominarono Febo , che tanto tra loro vuol
folo:
dire,quanto luce, & ulta, & cosi l'hanno dimandato anco i La
tini , non gli haendo dato altro nome nella lingua loro, che
Sole,come lo dimander io anchora. Quello Fecero gii antichi
onde volendo lAlciato ne'fuoi
giottne in vifo fenza barba
Emblemi porre la giouinezza,dipinfepollo,& Bacco, come
che a quefti due pi , che a gli altri fia tocco di flere gioant
femore, onde Tibullo dilTe,

ucrfit delle lingue,ma

-,

&

&

-,

XsiUat

Tibullo

the Bacco

folo

e Febo eternamente^

Giovani fono

K^imbi

&

di bella

fra che prele il

hanno

il

chioma

Tiranno

capo ornalo

rifplen dentea

di Siracufa Dionilo oecafion

t>lonfw tri-

di coprire con felteiiole motto

tanno*

ftatoa d*oro di Efculapio ne leUo la barb,dicehd che pareua

gli luoi facrilegi

quando dalla

&

jpadr fose fenza barba,


il fi
Perche n legge che Efcpio
apollo fem nacque di Apollo, cui fanno Vna bella chioma bionda , si che
pare d'oro,6c quefta moftraglirilplendenti raggi del Sole. La
fi e gioitane*
cui giouinezza ci d ad intendere, che la virt fua, Se quel calo
re,che da vita alle cofe create, fempre il medefim,&n inuec
Il che pare fsere jprprio
chia mai , s che diuenga debole
di tutti gli i tri Dei anchora , che non nccchin mai; onde
omero diffe , che Heb , la quale voce pprefso de i Greci
Hebe^ .
lignifica la prima lanugine,che
viene dire fiore della et ,
mettono igiouani, minftraua il vino, nettare chefolTe,&daa bere tutti gli altri Dei > fi come Ganimede Giouefolo .
bea della gi' PerciocheqUefta fu la Dea dlia giouent , adorata parimente
da gli antichi; &c la faceiian i Romani nel Tempio , che hi
iterila .
fu dedicato nel Circo Masim d Caio Licinio > votato Tedici anni prima da Marco Liuio il d che ruppe l'efferato di Af
drubale > come fcriue Liuio > in forma di bellissima giouinc

cofa troppo difdicuole, che

il

gliuolo Hiauefse cos lunga"

-.

&

-,

toii

De gli Antichi.

_
534

lmagine& tempio dVhehe dea

della gouentu

& pincet- ff&

na degli Dei* figliuola di Giunone fen^a Tadre,con vno I5&


the gli appende i voti , e i teppi di fua libert, ejjendo

o&

il fu*

tempio fianchiti* de colpevoli nella Grecia^

ft

Imagtni de I T) et

5
jco. Velli di

diuerfi colon

&

con ghirlande di

belfiori in cai
JM[a cbe. foffe fatta
'da^Grecinon fapreldire: perche P'aufariia ferine, che neltern'pi dedicatole nel paefe di Corinto in certo bofeherro di cu
,

Dea Pomosa,

|>o,poco.4|Perente,4an

non hebbe quella Dea fcitoa alcuna, che Ci moftrafle;&


itnco che flefTe occulta, per certa ragione miileriofa,la quale

-prffi

^fcgti

non ha per voluta dire. , ne io l'ho fiputa rrouare fcritta


Nondimeno l'adora uano.quelle genti , &: lefaceiu-

Altri

ntfgrandi honori,

&

il maggiore era,che chifuggiua col hit


milmente applicando la Dea , era liberato perrifpetto di lei
-d ogni caftigo ,
pena,che hauefse meritara per qual fi vb*
gita graue peccato , 8c quelli,che,efsendo cartiui, & co'ferr* al'

&

Im in mano
di

7*

f>iedi>

fi

liberauano, foleuano portare

-|>ieauano I gli alberi prefso al

apollo,

Tempio

i
.

ceppi quiui,

& gli ap

Haueua poi

Apollo-,

"inumano vna lira per motore la foauis fi ma armonia, che fan


10 i Cieli> mouendofi con quella proportione, che pi fi con.

.fa -a

ciafeheduno di loro ,

la

quale vkn.e dal Sole

perche que

#9 ilando nel mezo di quelli come nferifee Macrobio , & ftt


JDj>inione de* Platonici
,.i&-tardi,fecondo che

lADollo taba
delle

tMufe *
'

da

tutti d legge
lui

> s che vanno rollo,


hanno pi, manco vigore Et per

che ogni Cielo ha la fua Mufa fecondo i meo*efimi Platonica


chiamata anco alle volte da loro Sirena,percheibauil?mam
te canta ( che fi riferifee al dolce mono de gli Orbi Celefli >
quali fono noue 9 quante apunto fono le Mufe ) fu detto,.
^^ apollo & capo, & guida di quelle , 8c con loro fempre ,
i come dice Paufania > che fu nel tempio loro com mimemente dedicato , cio ad Apollo -& alle Mufe * Le quali da
principio non furono nominate pi di tre,
con nomi tali

&

, che nella noftra fignifieaiiano Meditatiojie,Memoria,&Canzone Ma Pierio 0*1 Macedonia, da cui heb
benome vn monte di quel paefe > ordin poi , come PaufamV

nella Grecaling.ua

&

* irae*

diede loro i nomi>chehan


ferme, chefosferonouele Mufe,
furono
anco da quel monte copofeia
fempre
Et
riceuuto
no
gnominate tutte infieme Pieridc , s come da diuerfi altri loro
confecrati hebbero diuerfi altri cognomi

uole di

G ione, & della Memoria

& della Mufica

furono dette figli

& propri Numide' Poeti


perche chi ha buono intelletto, & gran me.,
;

fiioiia facilmente diuenta dotto in

quello^ che applica l'animo^

De

gli

Antichi

&

5*

&

delle notte mufedee delle faenze


[eieda Dio venir mortali ogni bene
il
[ce
giovent
,
zipoline fignificami la
%a, con bacco
tempo
nel
Sele
denota
il gouerno del
tro con l'occhio

Imagini

d'\Apoline,

&

arti) dinotanti

&

''"

Hagon,

lui

illuminar

&

&

veder ogni cofaj.

JjK
-

Imaginidei Dei.

& facendone fpefso di belli & vaghi componimenti detto


,

hauere fauoreuoli le Mufe , fatte da


#

cia^c

Imagmi

delle

y'K
rirgliQ

molto

gli antichi

giouani di fac-

Vaghe Ninfe,con diiierfi


ftromentiin mano, fecondo le diuerfe inuentioni , chedauano a ciafeheduna di loro , come fi legge hauere fatto Virgilio,
ilquale in certi fijoi verfi fa, che la hiftoria fia di Clio , di Melpomene la Tragedia ,& la Comedia di Thalia,ad Euterpe d
belle, vellite a guifa di

&

gli ftro menti

da fiato,a Therpficorela cetra,


ad Erato la li
che da Calliope vengono i componimenti heroici , la AUrologia da Vrania,&da Polinnia la Retoricay& dice alla fine,

ra, fa

Corone delle
gtM r
t
Ut
*

&

C ^ e tUtta ^ a VIrtw ^ oro y l ene 9& Apollo ,


che ftando Febo in
di loro,abbraccia tutto. Furono cofi nominate le Mufe

mezo

&

fono di tanto numero anco,percio che noue propriet a pun


essere in ciafeuno , che defidera peruenire alla per,
fetta cognitione di alcuna feientia ; la prima , che detta Clio
fignifica Gloria , come che per la Gloria fi induca principalmente l'huomo a dar opera alle feientie ) la feconda che Eu
terpe vuol dire Gratia di P i o, il cui fauore bifogna a chi yuo
le perfettamente imparare j la rersa che Melpomene s s'inter-.
preta dilettationej perci che f la feientia non dilettale , mal
la quarta che Itafi affaticherebbe alcuno per acquietarla
lia, fignifica capacit , eflendo bifogno a colui che vuolinrparare, efler capace,& intelligente di quello che legge} la quinta
che Polinnia , tanto , quanto molta memoria, essendo
la memoria vna delle cofe principalmen te necefiarie per l'imparare; la fefta che Erato vuol dire inuentionedi cofefimili*
perche colui che impara , bifogna che babbi difeorfo diritto*
uar ancor egli cofe nuoue fimili-, la fettima,che Therpficore
fignifica giudiciofo , perche l'huomo dotto deue hauer buon
to

deuono

',

giudicio nell'elegger

le

cofe

buone

de regittar le catiue

la

ottaua che i Vrania,tato quanto cofi celefte,perche con l'


legger la miglior parte ( come s' detto ) fi vien ad acquila-
diuino ; la nona che Calliope, tan*
re il nome di celefte ,
ro importa quanto perfezione di feientia , &c la fuperio-

&

capo di tutte le altre , efsendo che quando l'huomo


non ha pi bifogno dell'altrui aiuto,ma egli il fuperiore a tutti
Le coronauano poi di uarij fiori , &: di diuerfe
ondh^c alleuolte anchora con ghirlande di palma, oueram$

re,&

il

perfetto

te

De gli
te che cingeuano loro
u{c

per

le Pieride,

il

Antichi

5$

capo con penne di diuerfi coIori, fof-

chele sfidarono a cantare

& yinte pofcia da

, come dicono le fauole , furono mutate in Piche, che


le Gaze , le quali hoggid ancora fanno imitare la voce

quelle
,10110

humana,ouero per le Sirene fuperate da loro mede/imamente


nel cantare. Et a' tempi noflri anchora veggonfi in Roma alcunj fimulacri delle Mufe antichiffimi > che hanno vna penna
piantata sla cima della tefta, <Sc credefi, che foife delle Sirene .. Et per moftrare gli antichi,che le arti liberali,6c le fcien.ze tutte il vanno dietro l'vna all'altra, 8c fono come annoda-

te irifieme,

la

danza in giro,

iume

le Mufe ritrouarrici di quelle s come


mano l'vna con l'altra, menauano bel-*

dipingeuano

dif, che tenendoli per

& Apollo, che o le guidaua, e/Tendo egli quel


ilquale illuflra

l'humano

ouero
che fla.ua loro nel mezo , Et dato il luoco di mezo ad Apoi
lo non folamente quiui, ma nell'vniuerfo anchora ,
perche
$gli diffonde per tutto la virt fiu i onde fu chiamato cuore
del Cielo ; &c per moftrare, ch'egli haueua porere quiui,
in
fuperiore

'

intelletto

> ft

"

'

&

&

terra anchora,

& fino in inferno

Gli antichi gli pofero in mar


no la Lira, intendendo per quella la celefle armonia j lo feudo a lato,che rapprefentaua il noflro hemifpero fatto in circo

&

&

gli diedero gli flrali,li quali,


rotondo come lo feudo;
perche penetrano con gran forza, quando fono feoffi dall'arco, inoltrano, che i fuoi raggi penetrano con la fua virt fino
nelle vifeere della terra, oue la pi balta parte del mondo, che
perci chiamata xnferno . Tutto quello riferifee Ser-

lo t

, chiamato Sole
Alcuni dicono , che fi chiama Apollo Dio d'Inferno , Se che
gli furono polle le faettein mano,perchefpeiTonuocono gran
demente a' mortali i troppo vehementi ardori del Sole, facendo peile,&: altre infermit j ma perche ci gioua poi anco il tern

uio togliendolo da certo libro di Porfirio

perato fuo calore,

ei

teneua

le

dir nella imagine di quelle,

Gratie nella delira

mano,come

& l'arco, & gliilrali nella ini-

flra: quali che afeiugando le humidit, che forgono dalla terra di continuo,egli renda l'aria purgata,& fana . Da che prefero occafione i Poeti di fingere,che Apollo hauefie vecifo cor

fuoi ftrali il gran ferpente Pithone,nato della terra fubito che Thhonc vecifurono celfatele acque del diluuio perche Pithone altro non fo da apollo,
vuol
:

Jmflgitii

Ifndgin d

de

Apllo& degli animali^ vccelli lui {aerati,

& apollo
& ha U gratie in Mano che

che fignificno gli effetti del Sole

Dio
cdno

dell' ndouinare,
il

ti che

!S

Dei

giou atnentOi che dal Sole babbuino,

noi pemkncj

effer flato

fignif^

& la vt

iti-

De
lipuol dire, clic

putredine

Antichi

gli
,

la

55,

quale fouente nafce dalla terra per

troppa humidita, fk fare.bjbe di grandinimi mali f non foCconfumata da i caldi raggi del Sole , che fono gli acuti ftra.La quale cola fu inoltrata parimente da chi a
Ji di Apollo
prin^tplo confecr ij L.upoa,que#o Dio.: perche co.meil.Lupo
rapifce, & diuora i greggi, cosi il Sole con fuoi raggi tira .a s ,
&: .confuma le numide efalationi della Terra, Etpercifu detSo anc'hora, che il S ole, la Luna , e tutte le altre .Stelle fi pafco-*
no,& no.drifcono delle humidit,che il mare, la terra manda
la

fe

Zm/>0 perche
</ato

spie, fi Stelle

&

loro,

come fcriue Marco Tullio

m *ApQ

/<>,

di che fi nodr

riferendo la opinione di Qsfe- feono

quando difputa della natura de i Pei . .Et quejfto


medefimo vuole intendere Homero, quando fnge, che Giouc
con gli altri Dei,cio il Sole con le .altre .Stelle, iTa andato dall'Oceano a conuito. .Dicefi anchora, che il Lupo ha cos buon
occhio,che vi vede di notte, cos come il Sole , quando appare

te Filofofo,

Onde in Delfo nel tempio

vince le tenebre della notte,

di A*

vno fatto di\m etallo perche Latona, come dico- Lutodi^pol


"-,
noie fa.uo'le, fatta gtauida da Ciou, 8c mutata pofeia in que g\
fta beftta, temendo non forf Giunone Io fapefie,& perdo tropollo vender

'

natala le fece

qualche male, cosi Lupa,

Ouero perche

come era,

partor

A-

che vn Lupofcoperfe il furto


fatto delle cofefacre di quel tempio in quello modo, che vecidapoi and tante volte
f il ladro trouatolo addormentato ,
vrlando, de gridando , che mone alcuni a fegui tarlo > &r ei gli
condufle,oue'haueua vifto riporrete cofe rubate,& pgr^quefto
&c dedicato quiui ad Apollo nel,
fu fatto il Lupo di metallo
fuo tempio, cos racconta Paufnia ; ilquale tendendo anco
pollo.

li

legge

&

ragione del tempio dedicato in Argo ad Apollo cognomi"


nato qului Liceo, che viene a dire in no.ftra lingua Lupino, di- apollo lh(V>
,ce, che Danao andato in Argo fu .contefa con Gelanore del
principato della Citt,& efTendo la caufa dinanzi del popolo 9
la

ciascheduno dille cos bene le fue ragioni,che tettarono fofpeft i giudici,& fu /imefTa la co fa aldi feguente,nel quale di buon
mattino fu vifto vn Lupo afTalire vn groflb armento di buoi,
de i vacche,chepafceuano intorno alle mura,& che auucnta-

Torro capo dell'armento, l'vccifc Da che prefero gli


Arguii argomento delgiudicio , che doueuano fare , raffimipiando Danao al Lupo, perche co me quella beftia non pun

jofi al

ImagnideiDei

$6
to domestica

cos egli venuto di fuori

non haueua

fin'

alino-

&

al Toro
ra hauuta domefticchezza alctuia con gli Argiui
Gelanore, perche era ftato in quel paefe Tempre t perci fa:

llendo

il

jperiore,

Lupo amazzato

il

Toro

fu giudicato

& gli fu dato l'imperio della Citt

doue

Danao

egli,

fu-

creden-

do, che Apollo hauefie mandato il Lupo, gli edific poi il tempio, ch'io dilli , Se chiamollo Liceo , cio Lupino , come ho
.

anco detto Et oltre alla ftatoa del Dio , che era nel Tempio *
fi vedeua vna gran bafe, nella quale erano fcolpiti il
Toro,& il Lupo, che pugnauano infieme , &c vna verginella ,
che getaua pietre contra il Toro,& diceuano , che era Diana .
Oltre al Lupo hebbe Apollo anco il coruo * Se Martiano dice
che fu per lo indouinare, di cui era creduto efiere egli il Dio,
conciona > cheil CorUo di fua natura indouina la pioggia , Se
la ferenit, Se a noi la predice con voce hora chiara,& ifpedita*
hora roca, Se interrotta, come fcrifife Virgilio , oue infegna di
conofeere quando habbi da mutarli il tempo Et fu creduto
.

di fuori vi

Corut di
follo

/f-

il

CorUo indouinare ancora

altre cofeafTai

8c predirle parj-

mente con diuerfe voci : onde gli antichi i'oflertiarono grandemente ne gli augurij Per maraiiiglia non , che fofle dato ad Apollo, di cui le fauole lo fecero anco miniftro *
ferui^ ore ' come racconta Ouidio * ilquale dice parimente , che Apollo fuggito con gli altri Dei in Egitto per afficurarfi dalle
mani di quel gran Tifone * che gli perfeguitaua tutti, fi mut
quiui in oruo. Con quello hanno poflo anco il Cigno per
.

&

Ouidio

moftrare , come dicono alcuni , che il Sole fa il d fimile alla


bianchezza del Cigno, quando viene a noi,
partendo da noi
fa parimentela notte negra, cornee il Coruo Et hanno voluto alcuni * che non folTe altro Vccello pi confacentefi ad ACigno,s per la candidezza fua * che pu rapprefenP^
sl
tare ^ * uce
^^ e>
P erc ^ie canta foauemcntc,anco perche indouina la morte fua , Se allhora * che pi foUemente
canta i perche fi allegra della morte per certo naturale incinto t onero perche quando per morire , gran copia di fangue gli va al cuore * dalla quale tutto rifcaldato > pare che di
dolcezza fi disfaccia ; &per ci canta cos dolcemente . Altri
hanno detto ,che il Cigno piagne , non canta , quando per
morire,perche gli crefeono unto adentro certe penne, ch'egli

&

Ckm d L^"
pollo

&

ha

De

$7

gli Antichi.'

ha nel capo che gli trafiggono il ceruello , donde Se le ne


muore Paufania fcriue che in G recia riueriuano il Gallo co.

Apollo,perche cantando annunciala mattina il


"ritorno del Sole Se forf anco indiumando fp^ffo gli antichi dalla fua voce le cofe , buone , rie che doueuano venire>fecondo che egli cantaua in tempo fuori di tempo. Coie vccellodi

Gatto d

K*d-

pollo.

in indiuinarono i Beotij quella nobile vittoria , che riebbero


contra 1 Lacedemoni; , cantando quafi tutta la notte i Galli :
perche quello vccello>qando vinto tace , Se fi nafeonde, Se

Beotj

cantando publi
Et Ho mero fa, che lo Sparuiere gli fia paconfecraro,&:
rimente
lo chiama veloce nuncio di Apollo,qudo fcriue che Telemaco ritornato a cafa in Itaca vide vn Spar-> Sparuiere di
uiere in aria fquarciare vna Colomba onde egli prefe buono
i^dpollo.
augurio di douere liberare la cafa iua da gl'innamorati di fua
madre. Et in Egitto fdtt la imagine dello Sparuiere iiitendeuano fpeflo Onrii ei il; Sole, s perche di acuti Aimo vedere quello vcccli , s anco , perche nel volare velocilmo.
Et lo adorammo ali Egittij, come fcriue Diodoro, racconran- Diodor
-do delle beitie ,ene da quelli. rano come Pei guardate , oltre
alle altre cagioni. per quefta'anclpra , che gi ne' primi tempi
venendo vno^ Sparuiere ('hi fi. fepp d'onde ) port ih Thebe
Citt dello Egitto a i Sacerdoti vn libro, fcritt lettere rof-

fi

inoltra poi. tutto Iieto,quando vincitore, Se

cala fua

vittoria;..

fe,nel quale era,

come , Se con

qual riuerenza

fi

doueuaado-

Dei . Da che nacque,che gli fcrittori delle facre cofe quiui portarono poi empre vn cappello rodo in capo con vna Capello roj]$
eia di Sparuiere Scriuendo Porfirio della attinenza de gli ancui dato .
tichi , dice , che di ftri buendq quelli di Egitto diuerfi animali Torfirio.
diuerfi Dei come loro propri j, diedero al Sole lo Sparuiere ,
lo Scarauaggio,il Montone,& il Crocodilo Et perci, come
riferifee Euiebio, i Theologi dello Egitto merteuano la indagine del Sole in vna naue,la quale faceuano portare da vn Cro- J^aue del Sfr
cedilo, volendo perla naue inoltrare il moto , che fi fa nello
/e_j,
humido allageneratione delle cofe, e per lo Crocodilo 'aqua
dolce, dalla quale il Sole lena ogni trilla qualit , Se la purga
con Tuoi temperati raggi Et Iamblico parlando de i mirtei ij lamblco
dello Egitto dice , che qiando pongono Dio su la naue , Se
al gouerno di quella , vo^licno intendere la prima caufa , che
gouerrare

Imagin* dei Dei

58

&C- l^ake

531

&

del Sole portata

da vn

Cocodrillo * cbeftgnifcA

primi caufa che gouerna hrniuerfo doppa Iddio efler la


con
forqt del S ole congionta nella generatione delle cofe
lu purgare le tnUe qualit di queUa.
l'bumidi>J
t

&

>

Degli Antichi.

59

goueria *vnmerf,& che quella d di (opra, fenz punto rnuo


iier fi lei; cos f,che le feconde caufe,& le altre di mano in mano muou Vno tutto , come il nocchiero tocando lieuemente
il

temone miioue

la natie

a fuo piacere

Martiano parimen- tJMartan l

che Filalogia entra nella sfera del Sole

te -quando fa ,
che ella quiu vide Vha natie
,

dice

> che da diuerfi Voleri gouernata


natura tlla plenari viuadella
Corfi
va fecondo,che fono i
merci, vi ftannO al gopretiofillme
porta
ciflme fiamme,&

verno fette fratelli, nell'albore dipinto vn lione , Se di fuori


ha di dentro poi vn fonte di
vn Crocodilo pure dipinto >

&

diuina luce , che per occulte vie Ci fparge nel mondo Dello
Scarafaggio fi legge appreilb di Eufebio, che quelli di Egitto Scarauaggh
lo riueriuano molto,credendo- limato affati
nefaceuano vn gran conto,
^'' "
loeflerela vera,&: viua imagine del Sole j perche gli Scrauag-

&

come ferine Eliano, & lo riferifee anco Suida > fono Sitano
mafehi, 8c non hanno femine fra loro . Onde era comanda- *#f
gi tutti,

m^

to quiui a gli huomin di guerra , che gli portaflero in


del continuo fcolpit ne gli anelli > per inoltrare che annetti

bifognaua haiere animo del tutto virile, Se non punto effeminato Riparano poi gli Scarauaggi la loro progenie in quello
modo Spargono il ieme nello fterco , -qual riuolgono pofei
co* piedi &c ne fanno pallottole , che vanno aggirando tutta*
tiia per ventiotto d , s che rfcaldate quanto fa loro di bifogno pigliano anma,& ne nafeono nuoui Scarauaggij& perci
fono limili al Sole , perche egli parimente fparge fopra la terra la virt feminale,& le fi volge intorno di continUo,& gira<lofi intorno al Cielo fa , che la Luna fi rinoua ogni mefe in
quanto tempo lo Scarauaggo rinuoua la fua prole Et perche
oltre a gli animali confecrarono anco gli Antichi arbori,
piante a gli Dei,fu dato il Lauro ad Apollo, c glie he facetia- Lauro alitino ghirlande, per la fauola, che fi racconta di Dafne da lui a- polio .
mutata in quello arbore , perche fu credute il Laumata,
ro hauere non so che di diurno in s, Se che per ci bruciandolo facci ftrepito moilrandolecofe a venire, delle quali faceua.

>

&

&

no

giudicio gli antichi

che doueffero fuccedere felicemente

>

Lauro bruciando faceua gran rumore , oc i contrario, f


f
non faceua ftrepito alcuno. Credeua anco qualch*vnodegli
antichi , che chi fi JegafTeie foglie del Lauro al capo , quahdo
va
il

Ha

Itnagin?

<!e

Del

va a dormire, vedelTe in fogn k venta di quello cne defideri


u fapere- Oltre di ci pare hauere il Lauro in se qualche vhf
tu occulta di fuoco
la

hedera fa fuoco

non

l'acciaio,&

perche

il

come

fi

Tuo legno fregato con quello de.


fa percotendo la pietra viua

chi meglio raprefenti

il

con

Sole del fuoco. Per-

che dunque il Lauro fu cos proprio di Apollo, ne furono poi Poeti lui tanto raccomandati, tk gli Imperadori parimente lo porrauano , forf parche dicono, che quefto
arbore non tocco mai dalla faeta del Cielo. Onde leggef di
Tiberio Impe- Tiberio Imperadorc,che ei fi cingeua il capo di Lauro Tempre
che vdiua tonare,per asficurarfi dal fulmine. Et Calende di
ratore.
Gennaio dauano i Romani nuoui magiftrati alcune foglie
di Lauro come che per quelle hauefsero da conferuarfi {ani
tutto l'anno , perche fu creduto il Lauro giouare afsai alla fa
nit,
della quale hebbe pur'ancocura Apollo, anzi k medicina
apollo padre
nacque
da lui, come vedremo nella imagine di E(culapio,con
della medicina
feia coronati

>

ciofia

chela temperie dell'aria conferuatrice de'corpi ImmaDel qual fi legge, che innanzi all'vfo del

ni venghi dal Sole.

Facele lettere quelli di Egitto lo notauano in quefto modo


feettro regale,& vi mctteuanovn'occhioin cima on
uano
vno
Occhio di Ci
de lo chiamarono anchora alle volte occhio di Gioue , come
ch'ei vedefse l'vniuerfo , &c lo gouernafse con fomma giuftitia,perche lo feettro moftra il gouerno. Et Homero dice fpef
Fede tutto il fodel Sole, che vede,& ode ogni cofa, Onde apprefso i LaceSoltLJ.
demoni fu vna ftatoa di Apollo con quattro orecchie > &z con
:

dpoilocon

jmttro orecchici.

altre tante

mani,& dicono

alcuni,che lo fecero tale, perche fu

forma combattere per loro . Ma


che voleuano moftrare in tal manierala prudenza , che
viene da quefto Dio , la quale tarda al parlare, ma bene ft
con le orecchie aperte fempre per vdire. Et per ci , diceua vn
prouerbio apprefso de'Greci Odi quello , che ha quattro ovifto gi

vna volta

in quella

forf,

volendo intendere di vn'huomo fauio , 8c accorto .


Apuleio fa fede , che il Sole veda ogni cofa , quando dice,che
in Thefsagiia erano incantatrici ,
donne malefiche, le quali
per mudare
rapire qualche cofa con le loro ftregarie , erttrauano ouefofse ftato alcun corpo morto cos di nafeofto
che non farebbono pure ftate vifteda gli occhi del Sole, qua/i
recchie

&

&

|he imposfibile

fia

fuor di modo

difficile fare

cofa

eoa

che

De

61

& del potere & che l'huomo fauio


& operar
ma parlar pocbo configniancora
Sole
Do tutto fentire & vedere

-v~j

prudenza,

SD

afcoltare
fica

gli Antichi

fS^Ji^r

debbia.

aflai,

il

cio

Imagini de

6l
non vggia
Jmagne del

il

Dei

Sole. Faceuano quelli di Fenicia

lacro del Sole fofie Vna pietra negra rotonda,

do, ma,che verfo

la

che

il

/irriti-

& larga nel fori-*

cima fi veniua a fio figliando, la quale, co*


Ci vantauano hauere hattuta di Cielo,

&

me fcriue Herodoto,

diceuano perci , che quella era il vero fimulacro del Sole fatto diurnamente , non per arte humana Ne da quella doueui
efiere difimiledi forma , non so di colore ( perche Paufania
.

tAlejJandro

T^apolitano
Lattantio

che lo fcriue,non ne fa mentione ) certa pietra limile ad vn


gran piramide, guardata da Megrefi fotto il nome di Apollo . Et in vn'altro luoco,fecondo che riferifce AlelTandro Napolitano, metteuano certa pietra fchiacciata , e tonda in capd
quella adoraUano per la effigia 8c imaad vna longa verga,
pine del Sole. Lattantio fopra,Statio fcriue , che in Perfia il
Sole era il maggiore Dio,chequiui foffe adorato,&: I'ado ratta-

&

ho

quelle genti in vrio aritro,uero fpelonca, Se haueua lafui

capo di Lione,& era veftita alla Perfiana co certo ornamento, che portauano in tefi:a le donne di Perfia, 6c teneua.
con ambe le mani a forza vii bile, o vacca ehefofie per le corna . Mo lira il capo del Lione , che il Sole ha maggiore forzi
nel fegno del Lione che in alcuno de gli altri del Zodiaco ;
ouer',ehtle- fra le ftelle il Sale, qUal' il Lione tra le fere *
Ei ita hell'ahtr , quando gli Ci mette dinanzi Ja Luna, s che
non vifto da noi al tempo della EccIiiTe * Et per le ragioni
che fi diranno poi nella Tua imagine > finta l Luna in-forma di Vacca , la quale il Sole laringe nelle crna,perche fpe fio
l sforza , cfiringendola a. ci anco la legge
le leua il lume,
della natura * fegui tarlo < Alcuni vogliono che quefto moftralTe pi tolto certo mifterio di quelle genti della Perfia, per
the rlon p teua alcuno efiere ammefib alle cofe facre di quel
Dio loro, f prima in certa fpelonca non daua manifefta prona della fortezza fua , de della fua patienZa * In Pietra Citt
dell'Achaia,come fcriue Paufania, fu Apollo di metallo tutto
nudo, f non che haueua i piedi veftiti , 6c ne teneua vno fu'I
telchio di vn bue il che dicono era , perche piacquero i buoi
ad Apollo, come canta Alceo in certo ninno , che fa Mercuad
omero an&: prima di lui lo difie
rio, il quale glieli rub
cora , mettendo che per certo premio Apollo guardane gli
ftatoa

il

',

&

"Bvoi cari

X^d pollo
Uomer,

Annienti di Laomedonte

>

egli fa coli dire

da Nettuno

^flH

De

gli

Antichi

Imaginedi k^Apollo apo de Terfiani fgnifcante la forqt


il
in tutte le cofe ,
effetti del Sole nella Luna
in
Sole efer fra le Belle come il Leone fra le fere ,
tal fegno qui da noi moHrar la [u maggior for^a

&

&

&
&

Imagmi de

Del

lo circondanti d'atte , e belle mura


la gran Citt di Troia * e tafea
Cb' for^a bumana mefpugnabil

Quando

tu,-

Guardaui a

la

Febo

tale

fofle

guija di paHore

campagna

yagbi armenti

Et il bue era la pia grata vittima r che fi delTe ad Apollo r


onde Garftij>& certi altri popoli della Grecia gliene dedicarono vno tutto di Metallo .Ma Paufania crede che volelleroinoltrare quelle genti in quel modo, che allhora hauendo gii

Taufani*

fcacciato'i Barbari,

poteuano liberamente coltiuare

la terra,

Se

raccoglierne i fiurti;cheil bue moftraua quello fouente.-Ondc


Ttutarcff.

Plutarco icriuendo, che Thefeo fece mettere il bue sii gli deBue perla ed nari del iu.tempo,ne rende alcuneragioni,frle quali quefta, che egli volle in quel modo ricordare a* fuoipopoli,&c eccitarli coltiuare l -terra . In Egitto adorarono vn bue in vecedi Ofiri, per cui intefero il Sole,perfuadcndon,che-ei folle apparfo loro in tale frma , dapoi che Tifone fuo fratello l'hebbe vecifo, inuidiofo de gli lionri , che gii faceuano quelli genti, adorandolo come Dio per le belle, e gin ueuoli arti.., che haC<fpi
ueua molliate lro ; 3c lo chiamarono Api , che vuole apunto
dire bue in lingua loro . Ma alcuni hanno detto, che fu adorato ii bue da gli; Egittij , perche Ofiri cos ordin con Ifide*
fua moglie , parendogli che quella beftk lo meritafTe per l'vtile grande > che ne anno i mortali alla coltiuatione della terra . N fi contentuano della effigie /olamente* ma voleuano
che la beilia foiTe vi a,alla quale non da uano per vita, f non
per alcuni pchi anni,&: pa fifa ti quelli la fommergeuano incer*
to loco, s che vi moriua. n Di c-hefaeeua il popolo poi vn corrotto il maggiore del mondo , piangendo ,
Itracciandci le
vefti, Se capelli; ne fi terteua'gmititia,frta che ne folle trouata vn'alrra, perche tuttn buoi, o vitelli (che vitello lo chiama.
Herodoto *
Herodoto ) non erano buoni per effereil Dio Api , ma brfognaua
, che quello folfe nato i vacca , la quale non hauclTe
Bue folennc-j
pi fatto , &c la fingcuano elTeri impregnata di certo fplendore, che le fo fie venuto fopra ; che eLfoile tutto negro , hauelfe
vna macchia bianca,& quadra in fronte,
s'l dofifo certo f*
-

&

&

gno

De eli Antichi.

Jmugine d'apollo nudo amatore de boni


dar vita

alle cofe dell'Apicoltura*

derato calore da forcai feme


tutto
|

turit

ali

>

fignifica

perche con

herbe

Sole

il

fuo
piante ,
il

mo-

& al

uccio peruenghino -alla [u debita perfettione t ma

& j(?o

6tf

ftnagini de

gno di Aquila

Ti

o nel palato va fegno hV


greche era forf come vn fcarauaggio,&: alfa coda i peli doppi.
Trouara dunque quella lor bellia gli Egitti) tutti fi rallegragli o,
ne faceuano grandiflma fela,& la dauano a guardare a li Sacerdoti con moka riverenza
con tutti quelli honori, che faceuano a* diuini Numi ; i quali prima la conducenano nella citt del Nilo, oue la nodriuano per quaranta giorni^ dop la introducevano in vna nauc dorata,& con" la portauano a Menfi , doue come Dio la collocauanomel tempio
<di Volcano . In quelli giorni folamentc era lecito alle donne
di vederlo , perche ne gli altri tempi era loro vietato . Da
fucilo poi pigliauano certi refponfi come dall'Oracolo in quello modo j Le porgeuano con mano, fieno, biada,& f ella la pigliauavolontieri,& raangiaua,Ie cofe haueuano dafuccedere felicemente,
doueua auenire il contrario f non voleua mangiare . Et in Menfi Citt principale dello Egitto
diceuano , che Api appariua alle volte onde per la fua appatfitione celebrauano alcuni di di fella con folenniflma alle*
f
Uf
4mtefe
% . g rezza d c h e Cambife R , non hauendo mai pi villo Znnie folennit, fu fdegnato vna volta,che rotto da gli A mmomj ritorn a Menfi, Se penfando, che quelle genti fi rallegraffero del fuo male, perche fapeua, che l'amauano poco, feceyc^
cidere alcuni de i principali , non volendo credere , come elfi
lo affermavano , che la fella fofle fatta per l'appantione del
Dio loro Api j & diceua , che non poteua elfere , che veniif
Dio alcuno in Egitto fenza fua faputa .Et perche gli Sacerdoti chiamati per quello confermauano queiiu , ^L. D u *u*i
haueuanu detto, comand loro che gli faceffero vedere quello Dio , &c e/l gliadduifero fubito con moka folennit il ritratta la
CamVtje 1*- uerito bue . Del quale Cambife fi diede a ridere ,
gli altri,
a
*4ph
Sacerdoti,
quelli
feimitarra io fcann , dicendo a
fi
huomini da niente
che haueuano accompagnato la bellia-,
:

hauefTe su

la

lingua

&

&

&

&
&

&

di fanche voi fete, adunque Tono cos fatti i Dei di carne,


gue? Se chefentano le battiture ,
le ferite ? Quello apunto
Dio degno di voi altri* ma non vi farete per burlati di me a
piacere. Et quello detto command , che i Sacerdoti folfero
molto ben frullati , Se fo/Te ammazzato ogn*vno , cheper la

&

Citt

fi

trouafTe andare fileggiando

Et cos fu

finita la f

t)c gli Antichi.'


come racconta Herodoto. Varrone fcriue, Scio

6?

V arroto.
Santo Agoftino,che Api fu vn R de gli Argiui; il quale and
in Egitto,& fu cos caro a quelle genti , che dop morte l'adorarono, Se lo tennero per fuo Dio principale,chiamandolo Se
rapi , per innanzi , che glifaceiTero tempio alcuno, l'adorarono nell'arca, ouero fepoltura,ouelo pofero fubito,chefu morto, laquale da loro detta Soro,onde mettendo quelle due voci iniieme, l'vna dell'arca , l'altra del morto , fu fatto il nome
Sorapj,che mutata poi la prima lettera fu detto Serapi. Et Api
folamente fudettoilbue,percheeraviuo,& adorato fenz'arca,
fuori della fepoltura . Et hebbero gli Egitti) in tanta venera tionc coftui, che non voleuano , che Ci fapeiTe,ch'ei foffe flaOnde in
to riuomo , Se era pena la vita a chi MiaueiTe detto
tutti i fuoi tempij era il simulacro di Arpocrate , per auertire
le pcrfone,che taceflero,n ofafTero dire, che Api, Serapi foffe vaqua ftato huomo . Oltre al bue adorarono anco in Egitto il Becco,comc fi legge appretto di Giofeffo, oue fcriue con- Giofeffb,
tra Appione,& quella beilia, cheefll chiamauano Cinocefalo,
della quale fi dir nella imagine di Mercurio , Se il Crocodilo
anco,al quale fu quafi fatto vn limile fcherzo,che fece Cambif al bue Api, da Cleomene vno de i principali Capitani di A- ClcomcntLj
ita,

riFcrifce

'

&

lelfandro

Magno

allhora pattando per quella parte dello

E-

&

oue il Crocodilo adorato come Dio;


hauendo intevn fuo ragazzo era ftato guaito da vna di quelle bcftie,
fece chiamare tutti gli Sacerdoti, lamentandoli del Dio lo
ro,che era venuto ad offenderlo , fenza che egli hauefTe penfato mai di fare a lui male alcuno,diiTe,che era deliberato di vendicar/i contra gli Crocodili, Se per quello comand,che II apprettante di rame vna gran caccia , la quale non fu per fatta
poi, perche Cleomene fi content di tirare vna grolla foni ma
di argento, che gli diedero que' Sacerdoti , accroche il Dio logitto,

fo,chc

&

ro nonfofle beffeggiato , Se diftrutto , come farebbe ftato , f


fi faceua . Quello mette Ariftotele, fcriuendo nella *driftQtele
Politica di quelli, li quali con nuoui modi fapcuano trouare denari Ma ritorniamo ad Apollo , il quale perle cofe gi dette,
per le fauole , che fi raccontano di lui ( come che egli guarda/Te gi gli armenti di Ammeto, Se altre fimih ) hebbe da gli
Ja caccia

&

antichi oltre a molti altri

cognomi quello ancorach fu detto


I

Pallore

Imagi de i Dei

Itnagine et%Apottine& detta terra ape detti *Afsirij ftgnifi- i


carne li effetti del Sole netta terra
in tutte le cofe, con

&

le

imagini detta natura

<TJ

te, hanno

nota

il

origine le cofe, il ferpente in che finifcono di

tonuofoviro del Soles

&

& della materia onde fono forma o


.

Cf^

\A

;De gli Antichi


p
Pallore, perete pafee & d nutrimento a tutte le cofe la rem- apollo patto
,

rerata virt del Sole Da.che venne forf la pazza fuperlrit'o-

he da

gli

Ethiopihabitanti l'Africa di verfo

il

mare

ti

(Ira le

Ccncioila che appreflo di cotloro erano certi prati, nelli quali fi trouaunno quafi fempre carni arroitite di ogni forte di animali,& vi andaua ogni vno a mangiarne a fuo piacerccredeii-

do

'(

bench

come

fcriue

Herodoto , ve

portafT^ro

le

'

;
;

magi-

& fccrctezza grande) the foiTero prodotte quiui dalla terra cos arrollite, & forf
flrati del

j<lj

paefe la notte con molta diligenza,

jj ero doto

per virt del Sole , perche quel luoco era dimandato la mcnla del Sole , molto celebrata dagli antichi . Donde nacque il Menfa del SQ~
prouerbio , che fono dimandate menfe del Sole quelle cafe de i
/e_j
potenti, oue i poueri ponno andare a mangiare a loi
ricchi,

&

Oltre di ci inoltrano

A Ari j

il potere , che
che
egli
vif, , con va
4i il
iimulcro di Apollo , che haueua la barba lunga , 8c aguzzai Simulacro
con certa cofa lu'l capo limile ad vna celta Et fcriue Lucia.;, apollo.
no , che alcuni de gli Aflrij folamente fecero Apollo con la Luciano,
riprendeuano gli altri , che lofaceuano fenza , quafi
barba,
che l'elfere tanto gioitine, motri qualche itnperfettione,la quar
le nondeue elTere nelle flatoe dei Dei ; Se perci. bifogna farle

xo piacere

Sole in quello

mondo, &

gli

gli effetti,

di

&

forma di huomo gi perfetto,come chi ha barba. Intorno


vna corazza ; con la delira mano tenett
vn'hafla, cui era in cima vna breue figuretta della Vittoria, Se
con la finiflra porgeua vn fiore; a gli homeri haueua vn panno

in
al

petto haueua poi

con il capo di Medufa circondato di Serpenti ja canto gli fladauanti ai piedi r


uano alcune Aquile, che pareuano volare;
vna imaginedi femina > che dali'vn lato , de dall'altro haueua
due altre imagini parimente di femina , le quali con flefTuofi
Cos deferiue Macrobio tJMacrohQ,
giri annodaua vn gran Serpente
La barba , che
quello fimulacro, &c coli l'interpret-a ancora
pende gi per lo petto , lignifica , che di Ciclo in lerra fparge Ejpofttons^
il Sole i fuoi raggi. La cella dorata, che forge in alto moilra il
L'halla, &c
celcile ruoco,dt cheli crede , che fia fatto il Sole
la corazza fi fa per Marte, perche dicono, che per lui fi moilra
Vuole ditela Vittoria; che tutil vehemente aidore del Soie

&

..

to foggetto alla virt del Sole

4ellccofe,

le

Il

fiore lignifica la bellezza

quali la occulta virt del Sole femina,

& fomenta.

'

..

Itnagint de

7^

Jmagini
fi

da

di

loro

Mad,
per

il

Del

& d'Margate Dei de gli


& per Terra, dinotante che taf
*AJjtrij inte-

Sole

la

to ci che nafte in tetra prouiene dalla

& da raggi

fol ari

rht

del Sole

>

Degli Antichi.

71

tail ho temperato calare fa nafeere, ^aCeCf e conferiia. La


'donnacheTrildauantiaij)bscli e la erra>la<quale il $oleilluilra Hai Cielo

con fuoi raggi

che moikauano

mede/nji

Macrebio ,cojtv
chiamauano Adad %

Affi ri j ancora, fecondo, che rifetilce pur'anco


Ja imaginexielloro maggior Dio, che

xui faceuano

eflere foggetta la

eil

Dea Adargate

quefti

t/f</d

due riattati

jdiceuano.quelle genti,che vbbidiuano .tutte le cofc,& per quello intendeuano iljSole, Ja terra per quella
s

Adad haueua i

Onde

raggicene ^uardauano in gi

il

fimulacro

perche il Sole
iparge ixaggi Copra Ia.rerra ,/k quello di Adargate mandaua.i
iuoi all'ins, moftranda, che ci , che nafee in terra , vi nafee
acciochc meglio s'intendeffe la
,per virt de'fqperni lumi ,
.terra per quella Dea,le pofero fotto i Lioni,perche rtnfero quel
di

>

&

, che la madre de i Dei creduta da loro. edere la termenata da'Lioni,comei vedr poi jiella Tua imaginc
L'altre due donne,che a.quella di mezoiono a laro, jnoftran
la materia,onde ibno fatte le cofe ,&ia .natura che le fa; *
quali pare*che infieme feruano alla .tctxa. icendo XjLn<-oj>cr ornamento fuo II (erpensc, che le annoda ci d ad intendere la.
torta via che fa il Sole. Le Aquile perche velociffimamente volano , de in alto , lignificano L'altezza , .& la velocita del
Fu poi aggiunto alle (palle il panno con il capo di Me^
Sole
dufa, chee infegnajjropria diMinerua,perche(comedice.Porr

iAi Frigia

ra, fofTe

r<

Mineruanon.altro,chc.quella virt del Sole., la quale


xifchiara gli humaniintellette manda la prudenza nelle men^
Et che y_oIe(Tero gli antichi per Marte anchcu
ri de i mortali
flrio)

ja intendere alcune propriet del Sole,oltre a quelIo,chene*h


detto,& ne dir nella Tua imagine, affai nterafede yna ftaroa grande non meno di trenta cubiti , la quale
dice Paufama, che era in certa parte della Laconia confecrara ad Apollo.
&c pareua molto antica x&: fatta in quel tempo,che non fapeuano anchora gli h uomini troppo ben fare le Itatoe j chefu infanzia Dedalo.; percheegli ili il primo , comcriferifee Sui_,

&h

da

, che.aprilTe gli occhi alle ftatoe ,


facefle co' piedi di- Suuia.l
itami hvn dall'altro .Quefta, dalla faccia , dalle mani, e da i
jpicdi'in fuori, nel reftopareua v-nacoIonna,& haueua vn'elmo
io capo,& nell'vna mano l'arco,
vn'hafta nell'altra che foiio infejme proprie di Marte,bencheIej)orti Mincruaparimeo.

&

se*

Tmagfnidei Dei

*ji
te

ma per diuerfii

pu vedere
SoIe,& vna

ragione per

come

nelle ima"gini loro


,;

ft

m^di fecero ftatoe al


capo mzo rafo,s che

Quelli di Egirto in diuerfi

che h*ueua

tra l*aitre era;

il

dalla delira parte folarnente reftaitano

capelli

>

che voleua

(come l'interpreta Macrobio) che il Sole alla Natura noti


ift occulto mai in modo che del continuo ella fente qualche
giouamento da' Tuoi raggi, Se i capelli tagliati lignificano , che
il Sole in quel tempo ancorach noi non lo vediamo > ha fordire

za, &c Virt di ritornare a noi di nuouo,s cornei capelli taglia^


ti

rinafeono, perche vi fono reftate

ra alcuni ,che

la

mede/ma

nno,che ha pochiflma luce


Via tutto

il

quando

crefeeredi quella,

ritornano lunghi, quando

le radici.

Vogliono anco*

ftatoa lignifichi quella parte dell*-

ella

come che

ia tagliato

giorni fono pi breui

li

quali

pare rinafeere, tk vn'altr vol-

Faceuano oltre di ci in Egitto gli fimiicon penne , ne rutti di vn colore , ma vn fofeo

ta ritorna a crelcere
Jacri del Sole

6c

c.C- llro , l*altro

&

chiaro,e lucido,
quello chiamauano celcperche il Sole detto ftarein Cielo quanfegni del Zodiaco , che fanno il tempo della

Tte,qiiello infernale:

do

va per

gli lei

Eft,& fono chiamati fuperiori 8c lo dicono fcehdere in Inferno, quando comincia a caminareper gli altri Cei delMnuerno, detti inferiori ) 8c le penne che dauano a quelli finiliacti
erano per inoltrare la Velocit dei Sole j che Macrobio cos
-,

t-Jl-fattobi

Leggefi ancora che fotto il home di Serap intefe-*


ro del Sole ili Egitto * bench lo metteiTero pur* anco alle volOnde faceliaho la fua ftatoa in forma di huote per Giolie

l'efpone

Serapi

-,

in capo vn moggio quafi , VolefTe inoltrare


che in tutte le cofe bifogna vfare la conuenetioie mifura . Et
Suida riferifee , che alcuni dilTero che egli era il Nilo, il quale
con certo battone >
con quel moggio , che haueu in capo ,
che fi adopera a mifurare , Voleua dire , che bifognaua che le
acque fue fi fpargeTcro con certa mifura,per fare fecondo l' EA canto a colini ftaua, cerne ferine Macrobio , vna figtto
gura con tre capi , che fi vniuano in vn corpo folo > intorno al
quale era a libito vn ferpenrein modo;, che lo n&fcondeua tutto
tk. porgeua la reit fotto la fua delira mano > come che egli fi
padrone di tutto il tempo moitrato per gli tre capi , ch'io dif
fi . Delfi quali l"vn,queldi mezo , che era di Leone j lgnifr
caua

mojche portaua

Suda

&

De g!

Antichi.

7J

363

re,& il

Sole andar con ordine f mifura ne

mai

deuiare.

fi*

&\

*VV

ImagnJ de

74
caua

tempo

il

u, che

il

pre

Et

il

Dei

, pollo fra il paiTato , Se


ha forza maggiore , che
L'altro dalla parte delira, di piaceuole cane,mcilratempo a venire con nuoue fperanze ci luinga lemterzo dalla finiftra di lupo ro pace, voieua dire , che

quello che ha da venire,


gli altri

prefente, perche quello

&

fatti,

in.

tempo padato rapifee tutte le cofe,& f le dmor in medo


che di molte non lafcia memoria alcuna . Hebbe. ancora quefio Dio in Alexandria Citt dello Egitto nel tempio a lui dedicato vn iImulacro,fatto di tutte le forti metalli, & legni, co
s grande , che /tendendo le mani toccaua ambi gli lari dei
tempio, &c eraui vna picciola finellretta fatta con tale arte* che
il Sole fempre al primo fuo apparire entrando per quella veniu ad illuflrare la faccia del gran fimulacro , il che vedendo
il

il

popolo cominci a, credere

na venkia a faiurare

& dire, che

Serapf, &c a baciarlo

il

Sole ogni matti-

Et in Thebc Cit,

parimente dell' Egitto* nel tempio pure di coftui ( come fcrifofeo , come
n *) ^u vna Hatoa di certo marto duro ,
il ferro, che fu creduta Mennone \ la quale ogni mattina tocca da' raggi del Sole, al fuo primo apparire faceua certo ilridore,
lieue mormorio, come volerle parlare A me pare che
t

ue

Plnia

&

&

Martiano meglio di

caicun' altro dipinge il Sole , allhora che


Mercurio,&;la Virt vanno a confultarefeco f doueua Mercurio prender moglie , d'onde moftra , che tutte le variet de*
tempi vengono da lui, fingendolo che fede in vn grande , de
alto tribunale , Se che ha dauanti quattro vali coperti , nelli
faftdi Febo* < uau guarda feoprendone vno folamente alla volta *; Quelli
erano tutti in diuerle forme , Se di diueri metalli fatti . Vna'

di duriflmo ferro, dal quale

Capo di Voieano .

Rif di Gioue

Morte di

Morte di Saturno, pieno

Sa-*

neue

..

Il

quarto

di lucido vetro,

Toppa di Gi- fopra


fiQm

vedeuano vfeire viue fiamme

{ifodi Goue*

turno*

fi

& era chiamato capo di Volcano L'altro di lucido argento *


& era pieno di fcrenit,& di aere temperato, & lo chiamauano

la terra,

Il

terzo di liuido piombo,&:


di pioggia, di freddo

il
,

fuo

nome

di brina,

era

& di

che ad elfo Febo flauapiu vicino, era fatta


se tutto il feme , chel'analparge

& teneua in

& era nominato Poppa di Giunone

Da

quelli

&

radall'vno,m dali*altro,Y quando da quello,


quando da quello , fecondo che gliene faceua dibifogno , pigliaua.
Febo cmello,ondehaueuano poi virai mortali, &c talhoraanca
vali,

morte

Degli Antichi.

magine del Sole


Ragioni,

ti

vaftoue Hanno la

po

di

& produttore
tempi*
vita & morte* & de quattro
variet de beni & mali nominati caGioue,mor
Saturno, & poppa

aviatore

& de tutte

fui canonifo di

di Giunone,

di tutti

le cofe

da quali prouene

te di

il

tutto

li

Imagni de

7^
<

Dei

morte. Perche quando voleua porgere al mondo la dolce aura


dello fpirito vitale, metteua parte dell'aria temperata , del vfo di argento con parte del feme , che ftau rinchiufo nel v4fo di vtro . Et quando poi minacciaua pelle,
mortevi aggiungeua le ardenti fiamme del vafo di ferro , veramente
sorrido freddo nafeofto nel fofco_ piombo . Vedefi qui

&

'

manife Imamente , che, come altre volte' ho. detto , la diuerfit


de i tempi viene dalla mano del Sole , & che le qualit dell'I
aria parimente fi cangiano per lui , dalle quali nafeono poi
diuerfi accidenti, quando Buoni j
,
quando trifti fra mortali ,
%ApoUo recde ^~ ^ er <l lle ^:o fi n ^ero i Poetii che Apollo vecidefle i Ciclopi ,
c ^ie f no ^ e neD i e >
le. altre trifte qualit dell'aria ,
che
i Ciclopi .
%/poUo padre f "^ P aa*re di Efculapio , del _quale nacque poi Higia , che
di Efculapio'. vu l ecUi:e Sanit. Conciofia che, come ferine Paufania^di hanere vdiro gi da vno di Fenicia , Eicuiapio non altro che
l'aria, la quale purgata dal Sole in modo,che porge la faiute
ai mortali , come fono creduti di fare etiandio i medici, con
/eruando i corpi fani , rifanando gli ammalati . Et per ci
dittero gli antichi , che Efculapio fu il Dio della: medicina *
Efculapio #
era principalmente adorato in Epidauro Citt della Gre4
eia , la quale pel tempio di cqftuifu molto iUmata(come fcriue Colino ) perche chi cercaua rimedio a qualche infirmiti
Solino.
andaua a dormire in quello , &c intendeua in fogno ci , che
gli bifognaua fare per guarire j 8c era quiui il fimulacro

&

&

'

&

'

&

Dio fatto di oro> &: di auorio affifo in vn


^egg^> come lo difegna Paufania che nelI*vna mano haueua vn barione ,
teneua l'altra fu*l capo di

di quefto

Taufania

&

vn

ferpente

&

piedi gli gia-

ceua

vn cane*

Di

tutto

,
tfr

Imagine

di Efculapo

t'officio del

Dio della

CMedkina

lui facrati fignificanti la diffcult della

fstnit

li

animali

Medicina^

buen Medica ,intefo ancora per

gata apportatrice di

w^S s

con

l'aria

&

pur-

Imagini de

78
TefloTopeO

Dei

Di tutto quello pare rendere la ragione Fello Pompei


quando dice-, Danno il ferpente ad Efculapio > perche egli
animale vigilanti/Timo come bifogna, che la il buon medic} gli danno il cane perche fu nodrito fanciullino di latte di
,

cane

Se

il

battone, che tutto nodofj, lignifica la difEcult

.
E vi aggiunge elfo Fello ( che non nel 1da Paufania) che gli fecero gli antichi ghirlande di lauro , perche gioua quello arbore a molte infermit*
Fu fatto Efculapio per lo pi con barba lunga, come, morir
quello , ch'io difl di Dioniiio nel principio di quella: imaginie; ma trouai fenza anco alle volte, come lo mette Pietro Appiano nel libro delle anticaglie da lui raccolte ,
ha indofb
certa velie in foggia di camifeia con vn'altra veilicciuola di
f<j>pra fuccinta , nella quale tenendone il lembo con la inirlra
n|ano pare hauere certi frutti} &con la delira tiene due Galli,
perche il Gallo era confecrato a lui , per la vigilanza > che ha
da elfere nel buon medico onde anco gli lo facrificauano gli
antichi
Et per quello Socrate apprelTo di Platone, quando
per morire, lafcia nel fuo tellamento vn Gallo ad Efculapio ,
volendo in quel modo moilrare il Cangio Filofofo , che rem
d^ua alla diuina bont curatrice di tutti i mali ( intefa per Efcrilapio ) Se perci figlia della diuina prouidenza ( inoltrata
per Apollo dalla quale l'haueua pur anco hauuta) la luce del
d? , della quale il Gallo nuncio , cio il lume della prefente
vita * Et i Phliasij ancora nel paefe di Corinto l'hebbero fenza barba:
apprefFodei Sicionij parimente era tale,come feri
Ue pur'aneo Paufania,fatto tutto d*orc, Se di auorio, che teneu nella delira mano vno fcettro>& nell'altra vna Pigna , che
il frutto del Pino . Et diceuano quelle genti di hauerlo haUuto.in quella guifa che lo port loro da Epidauro lopra vn
carro tirato da due muli vna donna detta Nicagora, non per
fatto come era la fua llatoa , ma mutato in Serpente , come
l'hebbero i Romani anchora , quando per rimediare ad vna
graue pestilenza (fecondo che riferifee Valerio Mafinio)man~.

della medicina

rriulacro pollo

&

.',

Callo di Efitt'

kpi

,,

&

Serpente di

Efculapio

darono mede/imamente In Epidauro a torre Efculapio per l'a


percioche hebberovna grande e bel-

uifo dei libri Sibillini


la bifeia

ra del

adorata quiui pel

tempio,

ne and

Nume di

tre d

per la

Efculapio

la

citt piacere

quale vfei-

con grande,

&

De

Antichi.
Q%
fc&

gli

ft^j^) (^*0 (&#*$'


fcr: Esfi?5 fe$k3

SBifi

*3jft

_^

Imagine di Efculapio Dio della medicina con li galli vcel// lui [aerati , fignificanti la vigilane necejfaria alti

$*

Medici,

<2j>

vita

& ilferpente (imbolo difanity e longhe^a di

fjf*

^g

che prouiene dalla cura de medici,.

'

ImaginideiDei
&

8o

entrata poi nella na-i.


marauiglia di ogn'vno ,
Efculapio co- de,& religiofa
luoco, ritorta in
honorato
pia
nel
poflafi
u de i Romani ,
tne portato a
oue enRoma
a
portare
,
Jafci
fi
quiete
b ei %P, con fomma
Roma .
Efcula,
ad
dedicata
fu
che
Ifola
nella
,
che

trata nel tempio ,

&

pio, fa adorata fecondo

me

rito,che portarono
.

Romani

infe-

con il fSerpente. Fu fatto anco tal

S che a ragione era

mulacro di Efculapio fempre il


bora auoto intorno al baitene, che ei teneua in mano j di che^ P Uo raccogliere molte ragioni da Filoftrato , da Igino , da
Eu ^eblo > aa P^'nio, da Macrobio,e da altri, delle quali non dir io per pi di vna, non gi perche quella na pi vera delle

Filofrato.

Jzim

il

col Serpente da Epidauro

'

ha della fauola ) ma perche mi pare pi piaceuole da


Era venuto in tanta ftima Efculapio per le miracocreduto non fo-.
lo 11 di E- ^ 0]k P ere > c ^ e f aceua ne ^ a medicina , che fu
ritornare gli
anco
potere
ma
male;
ogni
faper
guarire
iamente
/
l 'q
'
"
morti a vita Onde Minos R di Creta , fndogli morto il
uul Glauco , cui egli amaua fopra modo , lo fa chiama-;
tJWinos R di
l'amato figliuolo in vita , ma poi
re
P reS a ^' c ^ e ritornallc
Creta
che vide , che n preghi , npromefTe gli valeuano , perche
Efculapio, fapendo che ci era imponbile a lui , ricufaua la.
altre (che

leggere

%^

imprefa, voltatof
-

alla

forza lo fece rinchiudere in certo luo-

buoniil ma guardia

cocon

minacciandogli di non lafciame-

che haueffe refi la vita al morto figliuolo


Di quello Efculapio rimafe molto addolorato ,
il vedeua
mal partito > onde l diede a penfare , non come ritornare viuo

lo vfeire

mai

fin

&

il

&

morto, ma comepotefTe fuggir di l j


mentre andaua co-,
difeorrendo varie cole , gli venne veduto paflarf dauanti

vna bifeia, la quale hauendo egli vecifo col baffone , cui flauaappoggiato, indi a poco, ne vide vn'altra venire , che concerherbacheportaua in bocca , hauendo toccatala tefla delmorta, la ritorn fubito viua Efculapio , che quello vide
pigli fubito queli'herba , Se fattone il medefmo intorno al
corpo morto di Glauco,ntornlui in vita, & se in libert. Et.
per quello volle , che'l ferpente foffe dapoi fempre auolto al
ta

la

, ch'ei portaua in mano , come fi vede per lo pi nelle.


che fono fatte per lui . Ma per quefto, perche altro
che, come k detto , le ragioni di ci fono molte , fu-

barione
Serpenti fami
liari

lapio

flatoe,

ad Efcu- foffe
...

iono

,
i

ferpenti tanto famigliari

ad Efculapio

che non folo in


Epi-

t)e

gli

biaceuoli a gli

huomini ,

ma

8f

Antichi.

1*pdauro,che fu Tua fede propria,


fecrati tutti,& pi de gli altri certi,

& principale, gli erano conli

quali fono dimefliei

8c

a Corinto ancora erano nodriti

tempio , alli quali non ofaiiaper alcuno di


accoftarfi, ma metteuano quello, chcvoleuano dare loro su la
f ne andauano poi fenza hauerne altra
porta del tempio ,
cura. Et in vn'altra citt quindi poco lontana fra le altre imagini,che erano nel tempio di Efculapio vna ve ne fu , che fedeua fopra vn ferpente,la quale^diceuano eflere Hata la madre
ferpenti nel fuo

&

di Arato, che fu figliuolo di Elculapio

come recita

Paufania.

che in certa fpelonca della Beotia


donde nafee il fiume Erc.nio erano certi imulacri in pie con
bacchete come feettri in mano , intorno alle quali erano auol-

Il

quale ferme parimente

ti de i ferpenti ; Onde differo alcuni, che erano di Efculapio,


altri gii credettero elTeredi TrofoSe di Higeia fua figlia ;
nio,perche il bofeo , che era quui all'intorno, fu cognominato dalui,& da Ercna gi compagna di Proferpna,dalla quale h ebbe parimente nome il fiume , ch'io dilli ; conciofia che
non meno che ad Efculapio confecraffero gli antichi Serpen-

&

a Trofonio

credendo forf che quefti foller certi relatori


, che fu detta l'Antro di
Trofonio , perche egli fteflo flette vn tempo quiui rinchiuVi mor di fame,cnde nefuda poi
fo a predire le future cofe
maggiormente perche l'orafemprepiu flimato,& riuerto
ti

dell'Oracolo celebrato nella cauerna

^ntrodiTrOm

fottio

&

colo n ceCs per la morte di lui,ma che il Genio fuo vi reflaC


fe,come diceuano alcuni, che altro demonio fuo amico vi fuc_
i relponi nel mede/imo anEt per ci chiun que andana a quello Oracolo foleua pia- Oracolo d Tr
care prima con certi facnfilij l'ombra di Trofonio,e dop alcu forno
ne cerimonie lauatofi prima nel fiume Ercino , andaua bere
dei due fonti: l'vno era della obliuione,di quello beueua prima
perfeordarf tutto il paffatorl'altro della memoria, & ne beueua
dapo per meglio ricordar/! di ci,che riportale dall'or acolo,&
dop p fio l tutto in camifeia con le fcarpe in pie , & cintoci
capo con alcune bende all'vna delle bocche dcll'Antro,era tirato col dentro da certo fiato nella guifa,che farebbono le acue di vn rapidiffimo torrente, Se gli veniuano incontra certi
lerpenti , & altri fpiriti ,
fantafmi, alli quali ei daua alcune

cedefle,feguit tuttauia lo hauere

tro

&

JL

ichiac-

8z

Imaginidei Dei

fchiacciate fattecol mele

&

> dapoi
ne ftaua quiui
perche era andato m-

portate da lui per queflo

ranicchiatofi tutto col capo fra le ginocchia

fin che hauefTe vdto , villo quello ,


:
peroche queflo Oracolo alcuna volta diceua ,
alcim'altra
moflraua le cofe a venire . Et allhora nel medefimo modo ,
che fu tirato dentro, era rifpinto fuori , ma per vn'altra bocca
per della mede/ima fpelonca,
tanto imbalorditeci attoni-

&

&

to,che

non

fi

ricordaua pi di f Hello, ne di altri

cerdoti, che erano quiui per quello

gio, che

fi

dimandaua

la fede della

Ma gli Sa-

lo riraetteiiano in

memria ,

allhora tutto quello,che haueua vifto,

vnfeg-

&c gli rifoueniua

& vdito,& raccontaua-

che ne teneuano conto . Da poi a poco


a poco andaua ritornando in se ,
fi pu credere, che vi
hauefle buona ftretta , perche pochi furono quelli che rideffero mai pi , pofeia che erano ftati nell'antro di Trofonio.

lo a quei Sacerdoti

&

Racconta molte altre cofe Paufania , che fi faceuano per


andare a quello Oracolo ,
dice di efTerui flato egli (Ceffo ma io ne ho detto cos breuemente per moflrare iolo chi
fbfie coflui , cui erano non meno che ad Efculapio confecrati i ferpenri
Cicerone parlando della natura de i Dei dice, che
vi furono molti Mercurij j & che di qiefti vno Ila u fotterFurono i Serpenti apra,
era il medefimo che Trofonio
preso de gli antichi fegno di fanit , perche come il frpente
polla gi la vecchia fpoglia fi rinuoua , cos p^onoghhuomini rifanandofi efler rinouati. Et perci fu da queft fattala imaStaua vna donna ledere
gine della Salute in quello moclo
in alto feggio con vna tazza in mano,& hauea vn'altare appref

&

&

Segno d fallita.

Jmagine

della

SaluttLj

fo/opra del quale era vn ferpente tutto in f riuolto, f non che


pure alzaua il capo . Fall anco il fegno
Segno della Sa
della Salute* forma di Pentagono , come fi vede nelle medaglie antiche di Antiocho , del quale fi legge che facendo
trouanguerra gii con tra i Calati ,
^Medaglie di
dofi a mal partito , vide ( che per fa<Antm< .
re animo a ioldati finfe i hauere vi/lo )
Aleffandro Magncchegli porgeua que.
fto fegno , dicendogli, che lo douefle

&

dare

a'

SoIdati,& fare che lo portaiTero adofib,che refterrebbe


vinci-

De gli Antichi.

Imagine

*fel

X^

&|

$alute>& del [erpente lei facrabeuanda dtUe medicine fi purgatine

della dea della

$9 lignificante dalla

come confa u ti u pe me tur i noi lafanit perduta , la,


longbeTga
/labilit della vita ,
la- fanti jgnifitata per U/rpente-?

&

&

&4

Imagini de

vincitore,

torno
il

al

come fu poi,di

fegno

Dei

quella guerra.

Le

Latine dicono Salus, e

,le

medefimo,dicendo

le

lettere che

fono in-

Greche lignificano

H igeia. Lo cjual nome fu nome della figli-

uola di Efculapio,coine ho detto,adorata da gli antichi infieme


con il padre, con il quale pofro fpelTo la Statoadi coftei,co-

me dice Paufania
oncia /tatoa

che fu in certo luoco del paefe di Corinto

di Efculapio era veftita di

vna tonica di lana con


vn manto fopra,che lo coprua tutto, ne gli fi vedea altro, che
flgeL
la facciale mani, de i piedi
Et: H igeia parimente tutta coperta , parte con capelli , cjie fi haueuano tagliati le donne,& offerti alla Dea, parte con alcuni fottililTmi veli tutti fraftagliati
Ma ritorniamo al Sole, i cui raggi purgando l'aria fanno ,
che la terra ancora produce largamente come voler forf
inoltrare queli , li quali nel paefe Troiano fecero la ftaioa di
Apollo Sminthio, cos detto da Topi, perche ne calcaua vno
col piede, & fono detti Sminthi i topi in quelle parti
Et mi
pare che lo confermi la nouella, che fi racconta del Sacerdote
Apollo fprezzatore delle cofefacre \ cui perci guaftauano
ZfPollo Smin~m
i topi la ricolta ogni anno,! quali furono poi vecifi da quello
ku
Dio, ritornato che fn colui a far conto della religione . Perche! topi, e gli altrt animaletti, che forgono della terra, nfco.
no per l'aria male temperata, onde, quella non pu produrre le
cole vtili a' mortali,{non quando chei raggi del Sole leuando
ogni mala qualit, vecidono quelli,& alla terra danno forza di
produrre quelle Pi vn*altra ftatea fi legge appreflo di Plinio
fatta da PralTtele per Apollo, la quale fi potrebbe dire, che da
quella , ch'io difTi pur m de*topi , non fo (Te molto diilmile
di lignificato , perche {laua con. lo ftrale su l'arco , come in
aguarc per ammazzare vna Luccrrolaj^e gli era poco dal unge.. Trouafi ancora vn*al tra ragione , perche Apollo fofz
chiamato Sminthic,&. hauefie la Hatoa col topo,& e, che volendo quelli di Creta mandare fuori vnacoloma, hebbero pef
configlio dall'Oracolo di Apollo, di mettere la Citt, oue i figliuoli della terra delTero loro maggiore faflidio Et mandati quelli della colonia nei campi Troiani , in vna notte i topi
roter loro tutte le correggie de gli feudi , di che auedutifi la
mattina , intefero che quiui doueuano fermarfi pel configlio
.

..

ridi' Oracolo,perche erano nati que* topi della

tara,

& polla Jk
'4*&
;

De
citt

fecero

gif

Antichi

9$

rn tempio ad Apollo chiamandolo Sminthio

hebbe dapo fempre gli Sminthi , cio i top!


Et
Topi hauuti iti
veneratione
, Se ne haueuauo alcuni domeftici nodnmolta
in
a
canto
venerano*
cauernette
all'altaftau
certe
che
>no
in
,
publico
del
ti
pollo
vno,comeh
detto
anco
e
perci
ne
fu.
maggiore
,
,
re
con la ftatoadi Apollo , Onde l pu vedere , che le ftatoe de
i Dei,& le altre parmente che erano dedicate loro,moftrauano foueiate,come dilli gi r le cofe ottenute da quelli , Se le atitioni , che per loro con figlio, &: fa uore era no fuccedute felicemente, come fi vede anco appiedo di Paufania d tante, e tante , che furono in Delfo % delle, quali baller per hora porne
tlue . L' vna fu di vn. Opro di metallo, offerto ad Apollo da
leonei gente della Grecia , perche vna volta che erano mal Capro offerto
trattati dalla pelle , hebberaper configlio da quello Dio , di ad (apollo
quella gente

facrificare

vn Capro all'apparire del

Sole*

come fecero j

e cefs

pcftcSc perci mandarono poi ad offerire il Capro di metalL'altra fu d vno Alino per quella cagione,AC uerreggialo
tifino offerto
nano infieme gli. Ambraciot * Se. i Scionif tutti popoli della, ad 4 pollo
Grecia , Se hauendo quefti fatto vna imboicafa atjuelli , che
erano per vfeire della terra vna notte auenne^chevn* Afino
la

.-

cacciato dal Ibmaro con qualche: carcaaddbUTQ verlb la Citt,


fent per forte andar/r

guitare ragghiando
aiTai,che

il

innanzi vna alma

pi forte del

non haurehbe voluto

il

Sca,

cominci

mondo 8$ caminndo

foniaro

il

quale fi diede pei-

cia gridare parimente,e come che la beltajlua lo douelTe


glio intendere, alzana la
51

che

il

m e che

fe-

pi

me

voce ogni volta p;i afihelcamente

rumore fit grande,. dal qUalelpauentari i Siciohij,coi

nem ici gli liaucifero {coperr>vfciti dalle insdie

clero a fuggire, egli

Ambraciot

fi

die-

auertiti di ci- andarono loro-

mppero,& ratto dapoLvrtbellO' Afino di metallo lo mandarono ad offerire in. Delfo nel tempio di Apollo ,
per memoria del. beneficio >che pareua lbrohauere hauuto da

addolTo,&

gli

Se perche

voleuano pur*anco riconofeere quelRiferifce parimente AleiTandro Napolitano , che fu gi fatta a Napoli vna ftatoa di Apollo, lacuale oltre altre inlegne ,
ornamenti , che a quello Dio
il danno communemente , haueua vna colomba sii la fpalla ,
vi iUua vaa donna dammi, che la guardaua,& pareua adoquella beftia
la vittoria

da quel Dio

&

&

rarj*

sicionty jtffa

b ra(:jQtf,

ImaglniefeJIDei

>j>

cj

&

Carro del Sole Dio della luce con Immagine


ornamento fg*
di effo Sole , tirato da quattro cannili , figi
fgmficanti li feV*
quattro effetti fckndori del Sole del giorno
dell'anno,

&

la velocit del

motofuo y

&
& fuo corpo
.

t)e gli Antichi

87

lfrarla,8<: che quella era Partenope, che .adora u la colomba su


Colomba fu
la fpalla di Apollo, perche quello buono vccello , dal quale el- /palla di Jpty
la pigli buono augurio , lefufcorta , quando di Grecia and lo%

ne

campi Napolitani

Greci, pafTaredi

uano augurio

>

Hanno poi dato


io,

come

vno

e non-ne
i

Concio/la che non foleuano mai

in vn*altro luoco, f prima

dimandanano

dilli gi-t oltre alle altre

due folaraente faccia

alli

Dei

medefimo che A pol-

cofe,vn carro tirato da quat-r

Ouidio ancor che Mattia- CamUi ai corQuelli furon nomi- eo di Febo*


;

tro velocitimi deflrier?,come dice


110 di

con/iglio

Poeti Febo , qual* il

non nepiglia-

-,

men rione

nati,Piroo ilprimo,che dinota roiTeggiante^lTendo chela mat


quando & leua il Sole, pare a noi roiTo di colore-, il fecon-

tina,

do Eoo, che vuol dire riipIendente,efFendo che il Solealzatofi


il noftro Hemiipero Ci vede da noi rifplen
il terzo Eton
che ardente lignifica, poi
.che nel mezzo giorno fembrano i raggi folari ardere dominarne percuotono; il quarto Flegon, che vn colore tra il giallo*
te il nero , & vai quanto , amator della terra > poi che punto fembra il Sole, quando la fera f ne vper tramontare di vn
talcolore,& par che quali amante f ne corra velociffimoper
xipofare nel grembo dell'arrida .terra*,per quelle propriet dua
per alquanto fopra
dere chiaramente ;

<quc, &: per efTcre animali di

molta viuacit ,e velociflmi, fu-

rono poiti al fuo carro, quale Ouidio dice , che era tutto d'oro
ic non che i raggi delle ruote erano di argento, & che vi erano
con belIiHi rao ordine affi fli per tutto Crifoliti,& altre lucidhlime gemme, Je quai tocche dal lume di Febo xendeuano mirabile fplendore . Tutto quello , che Ouidio mette nel carro
li Febo, & altro dipi anchora pofe Martiano intoruo al corp ftelTo di lui,quando cos nefa ritratto Ha Febo vna Co-

Cam d fetta.

|uona in capo di dodici lucidifSme gemme , delle quali tre gli Corona d$&tanto riplendono,che abbagliano quaadorn ano la ftonte ,
fo #
Junque drizzi gli occhi verfo lui;&: fono quelle, Lichine, A Urite , e Cejrauno ; fei gliene danno da ambi i lati delle tempie 9
(tre per lato , che fono Smeraldo ^ Scythi, Dialpio , Giacinto ,
Dendrite, &c Helitropia , lequali certi tempi cosi dipingono
"a terra con fuoi colori,che tuttala fanno verdeggiare; & ere*
ed che la Primauera,e l'Autunno glie le habbino date , perda jei ritornando a fuoi tempi, f ne ferua . L'altre tre, chiama-

&

si

Itnsgin? de

Del

Sf Pagine del Sole detto anca ebo,& ^polline dio delgior


o lignificante li effetti fubt nelle Cagioni & ne fegni tetd
i$2)
ti>

&

&

nella Luna,
che la luna nel fegno d'ariete*
humidiffima effendo conginta ton il Sole>che tutto illu-

lejlt 9

mina ,c^ da

vittLs,

&g3S33@33g33

Ce gli
te

Hydatide

>

Diamante,

Antichi.

e Crirtilo

|i

generate dallo agghiac-

ciato inuerno fono nella parte di dietro della corona

ma

La chio-

La faccia al filo primo apbidhda , che par d'oro


parire fi moftra di tenero fanciullo , poi di feroce gioitane , Se
all'vltimo di freddo 'vcchio Pare il refto del corpo efFere tutto di fiamma: &c ha lepenne piedi ornati di ardenti/Timi cardi porpora
bonchi . Intorno ha vn manto tefiuto d'oro,
Conia finiftra mano tiene vn lucidiftmo feudo, 8c con la delira porge vna accefa face . Non mi fermo dire altro di quefta imagine , perche tale , che ogniuno da se l pu molto
vengo porne vn* altra , la quale fcriue
bene intendere
coli

&

.Ma

che era in Elefantinopoli Citt dello Egitto , fatta Eufebio *


in forma di huomo,che haueua il capo di Montone con le corera tutta di color ceruleo , che per efifere il colore del mana,
Eufebio

&

numidi t figniflca (comedefimo Eufebio)che la Luna, congiunta


Sie nel legno dello Ariete pi humida aliai, che ne gli alMa non voglio entrare in quefte cofe de gli Artro-
tri tempi
ogi , perche le imagini da loro porte poco fanno mio proAdunque porr fine homai a -quanto io haueua che
posito
dire del Sole , ma non prima per, che io habbia porto vn-fuo
re, qual ra pprefenta nello vniuerfo la

me

la

interpreta

il

anchora , che difegna Claudiano nella verte di Proierpina, ouc era difegna ta anco la Luna fua forella, la imagine
ritratto

Iella

quale far mefla. perci fubito

dunque Claudiano

dop quefta

il

Sole

Claudianol

e la forella

Finto ella Heffa hauea

Gi di fembianti

ma non

conformi

che diuerfo affai

Dolce cantando poi Tbetide in

piccioli

.,.,.

'

Del rolto era il color , j qui dal Cielo


*Al giorno , <& ala notte foffer duci .

culla,

bambini lufwgando

tAtqueta j e raddormenta , ver nel grembi


Grata gli tiene , f le paion trifti ,
Tiena d'amor li pafee ,
li confola .

&

Titan

col braccio deliro ella

Et

lem

al

/*

"

Cos dice

b no ftr a lingua.

guui ad vn parto

appoggia

>

foHiene

che di forT^j

........
Deboli*

...k

SO

Imagini de
Deboli

Epoco frmo

Dei

& anchor tenere

il

camino

emalficuro tenta .
Tale era finto il Sol ne gli anni primi ,
Sbando de* raggi le fiammelle anchora

l{on terna

CMa

al capo

e la corona ardente-

tepido calor fol da la bocca

&

CU

al fuo picchi gride


vfciua fuor t
Si vedea difplendor qualche [cintili a

Lafua

forella

da

poppa molle-

T^el lato manco fuor

il

latte

E de l'almo

liquor

K^i Thetide

pietofa afeiuga

Si leuan gonfie

da

fugge.

non ben fatolla

lei le

il

pett9

tempie alquanto

la fronte di color d'argento

Fuor fpuntan gi legiouanette eorna

Perche Thetide hauefl il Sole fr'l braccio de(tro,& la Lu


fu'l fini/lro, dice Seueriano autore Greco come riferilce
Iano Parrhafio , che l'eterno Dio facitore dello vniuerfo fece
prima il Sole,e dop la Luna , Se pofe quella a i confini dell*Occidente ,
quello allo incontro nell* Oriente &: feconda
.
ff^ww*
Higino dimanda/i in Cielo l'Oriente parte delira ,
fnillra
1* Occidente
riferi,
Tofcana,
benchegliindmini
della
come
a
fee il medefimo Higino >parriuano l'vniuerfo in quello modo j che faceuano euere la delira parte da Settentrione , Se da
Meriggie la finiflra . Potrebbe!! dure ancora > che mette/le
la Luna nel finiflro >
Claudiano il Sole nel braccio deliro
perche quello ha piuforza,& di maggior vigore aliai diqueisAuW&o fta,della quale dir fubito , che hauer dileguata l'Aurora , la
^~~
quale f ben in Cielo va innanzi al Sole , non credo per che
debba hauerfi a male di eflerii (lata polla dietro tra quelle mie;
imagini, perche ad ogni modo ella na (ce da lui, concioia, che
l'Aurora none altro > che il primo remeggiarcene fanno i raggi del Sole in Oriente, quando cominciano a fpuntare fopra il
noftro Hemifphero. Onde ne hanno finte i Poeti poi molte
fuole,e l'hanno delcritta in diuerfi modi, quali fanno piuak
perci
fai per chi fcriue , che per chi voglia farne imagine :
ia dir di tutti 9 ma ai alcuni pochi folamenCe * fecondo che

na

&

&

&

&

'U

De

gli

St

Antichi

m*zineeir*Aurora>& del tauallo pegafeo>che tira ilfuo


cirro , dinotante quell'hora fjjrt la pie comtnoda ,
di magjor profitto per
*.\-

rifatta l dotto

&

il

Hudiart

>

&

&

la gloria the ne

n'rlao/tf

dei

I magin i

9%

3DeI

paiono j)iu-CGii>modi a farne dipintura. Io non trpuoache^


f bene poter, gli Antichi 1? Aurora tr'a'h Dei de Cielo , le faceder per mai (La toa alcuna: f non, che come icriue Paula-

:tni

Taufama*

'

mia, ne fu

vna

dice per

come forTe fatta

che ne

lo*,

che rapiua C efilo , ma non


Adunque ne far ritratto da quelHomero. la fa con chiome bionde,-

di terra in Attiene

diflfero

Poeti

&c dorate,& che riabbia vn leggio parimente dorato

mani colorite

le

Caualo

dell'

pur del medelmo colore

& la ve-

con
Et Ouidio , che apre
le,ro(Tegian ti porte piene tutte di bellifsime rofe , quando Fbo vuole vfeire dall'Oriente Alcuni oltre di ci le mettono
in mano vna accefa facella,&: fanno ch'ella habbia vn Carro ti
rato dalcauallo Pegafo , chehaueua l'ali j &c dicono ,che ella
l'impetr da Gioue , poi che ne fu caduto gi Bellejofonte
La qualcofa ci d forf ad intendere, che quella horadel matfte

Virgilio dice ch'ella viene

a cacciare via le Stelle.

..

commoda,

pi

&

la migliore a chi poetando fcriueperchequel cauallo fu, chepercotencb co'l pie


fece fpicciare fuori l'acqua del fonte , per ci nominato anca

tino
<

fia la

tutte l'altre,

cabaliino

Marner

tanto frequentato dalle

fplendenti
*

rora

al

Mufe

Nondintno

Ho-

ma. due altri caualli le d, ambi heidi eriFingono ancora alcuni, che venga l'Au-

mro non quello

primo fuo apparire tutta

do per l'aria

colorita

fparjen-

caneftri'di fiori, Sedi rofegiallt

oc vermiglie

Et

in

fomma la

deferi-

ue ogn'vno come pi gli^iace,


moftrando pure lempre qiei
colore tra giallo

6c

rolfo,che fpar-

gono per
l'aria

primi raggi

,del Sole.

DIANA

rl>e gli Antichi

&

della caccia^uale s'inlmaginedi Diana dea deUefelue,


tende per k Luna di alcune caciatrici accompagnata ,
tpit ila

fu anco tenuta

la

dea delia pu.icitia

punitrice detti violatori di quelli *

&

cajta

Jjg

ut

Itnaglni de

94

Del

A N Ai

Comandarono

Diana

gli antichi

la

Dea

dell*

caccia^ diflero che le eranp raccomandate le


Felue,& i boFchi,perche ella quiui fi eflercita-

uaFouente nele caccie, fuggendola conuerfatione de gli hnomini > per meglio guardare
la virginit .^

Imazlne di
Diana .
Claudiano

Ninfa

Et perci fu

tutta Fuccinta con l'arco in

mano

>

fatta in hatJit di

& con

la Faretra pe-

quadrella al fianco,come la deFcriue Claudiano, ilcjual


difegnato che ha Pallade cos dice di lei
3na

<**

Menfera

affai

piana era

.<- ->

'

*Paren di Fiho

Sol chi

foffe

-'.t

pai leggiadra

e bella

occhi* e le

lei gli

guami&J

fojplendoreftfeffo

trfi^ertohaUreme^j

hV

te ignkde brattidfcandor teletcLj*


Spendeanle

>

#<*j[i te le jpalle

Schermando fc n.giano

aJen$;

capei fciolti

Vario allentato,^i?lt'quadretta al tergo


Tendeano , t da due cinti ben rifrctta

la

fotti

yeftevn minute falde s

r
<

fin fottefle gwcchia difcortea.3%

Compagne di
Diana

E * fc dauno in compagnia alcune poclie verginelle, le qua!


(omo parimente

deferitte

da Claudiano

in quefta guifa
la^

te braccia han nude, egli homert, da i quali


Tendon fawre di faette piene- t
te Man di lieui dardi fono rmatcj
Mi non hanno ornamento alcuno intorni
tatto con arte s n per men bello
K^dppaiono

mentre che *pan feguitand

te faticofe tacete > e difudore^


Bagnan tali/or le colorite guanaco
Sfa le quali a fatica

fi

conofctLj*

feto

De
S

elle

pan

gli

Antichi

P5

vagbcj
chiome^

Verginelle ardite

O pur feroci giouani , le


Sono annodate fernet ordine , efcioltc^
Bjtengon di fotti veHi duo cimi ,

cbevan

>

fol fin fattole ginocchia

mede/imo Claudiano dice che l'arco di Diana di


con
tra quello , che ne fcrifTe Ouidio , il quale lo fa do,
rato, Se di corno quello delle Ninfe , dicendo di Siringa > che
tanto era bella , che poteua efTere creduta Diana f flato nor*
bfTe,che quelta ha I*arco d'oro Se ella l'hauea di corno . Cosi
hanno fnto le fuole , perche come fbtto il nome di Apollo fu
adorato il Sole, cos fu adorata^ la Luna fbtto il nome di coftei chiamata Diana , quaf Deuianaj perche la Luna deuia nei
"Cielo dal dritto fender della Eclittica , che tiene fempre il
Sole > non altrimenti , che vadano i cacciatori fouenteper de"Et

il

eorno

uie ftradc feguitando le fere

Dea de i Cerui , come fi vide >


Agamenonne ammazzato vn Ceruo > ella
mente con tra i Greci, Se

non fu pi graquando per hauere

delie quali altra

ta a quefta

fece loro tanto di

fi fdegn s fattamale in Aulide, che

fu deliberato di placarla colfanguedi colui, che l'haueuao.


fefa

facrifcandoie Ifigenia fua figliuola

Se era

il

facrificio ia

punto , quando Diana moda a piet della giouane , la fece fubito fparire rimettendo vna cerua ih fuo luogo > con la quale
fecero i Greci l'ordinato facrificio,&: placarono la Dea. Et Ifigenia portata nella Taunca regione fu fatta quiu Sacerdote^fa di Diana, oue erano fcrificati i foreftieri,& maflmamente
Greci, che vicapitauano,dando loro di vna feure fu'l capo dop fatti alcuni preghi. Se il corpo era gittate da vn'alta rupe >
oue fu il tempio della Dea in mare , Se il capo reftaua quiui attaccato ad vn palo . Hauendo dunque Ifigenia la cura di queflo trifto fcrificio

era andato

m Coleo

auenne che Orette fu

fratello

a purgarf del peccato di hauere

& fu riconofeiuto da

zatola madre, vi capit,


ci , che fofle facrificato ,

come

gli altri

ma

lei,

il

quale

ammaz-

ne volle per

perche

la

gente

ne fugg via con


non volerlo fopportare ,
lui portando feco il fmulacro della Dea anolto in certi fuCci d
del paefepareua

bacchette* dalli quali

fc

ella

fu poi cognominata Diana FafceJ-

luu

Sacrifici} di

s%

gue hununOi

&$

fmagini de

Dei

&anda porlo ad Alicia lungi da Roma da dieci migli*


continuando quiui mederimam'ent l'empio facrificio dell'"
vittime humane , quale panie poi troppo crudele a' Romani *
bench fbfTero facrificati i fef ui fola mente Se per ci lafciaro1
Coflums de La n0 poffare quefta Dea con fuoi facrifeij a*Lacedemonij,li qu
1* ^ conuertirono all'vfo di tale ceremonia in quella maniera
cekmonf di
poftili su
battere i <no~' Scieglieilano a forte alcuni giouanetti della Citt ,
lina,

&

uam

l'altare della

Dea

batteuano in modo,che i

gli

miferelli-

fparge-

uano largamente il {ngue dalle tenere, Se delicate membra j


Di che non folamente non fi doleuano, maieggeil, che fouen-

te
i

contendeuano infieme, chi di loro foftenefle pi virilmeUjIn quefto- mezzo la SacerdotefTa andaua

te le agre battiture

col fimulacro della

Dea

Paufania

che

in braccio intorno all'altare

f celili, cui er?

ni, haueffe forf

hauuro pi

dato

,.

Se fcriu$

l'officio di battere

rispetto allVrio

che

all'

giouv
,

altro

perche foffe (tato pi bello , pi nbile , il fimulacro della


Dea,cheera affai picciolo,&: leggiero, diuentaua cos graue, Se
pefante,che la SacerdotefFa non lo poteua' foftenere a pena Se
perci , quando quefto aueniua, ella gridaua,che per colpa del
battitore fi fentiua opprimere dal graire pefo del fimulacro ,
che doueua pur' hauere tnttauia quelle bacchette intorno , core.
le quaiei Riportato via . Et bench paia , che cos crudele faerificio male fi confaeelfe ad ^na Dea vergine , Se piaceuole 9
:

qual* era Diana

che ella

fi

nondimeno alcuni de

dilettaffe di

guehumano , come
Taufamaf

gli antichi credettero

vedere fpargere su

fu fatto,fecondo che

gli fuoi altari


fi

il

fan-

legge appreffo del

medefimo Paufania, ancho in Patra Citt dell'Achaia , facrificandole ogni anno vn giouinetto , Se vna verginella,! pi beldella Citt per placare l'ira fua conceputa perla poca riuerenza hauutaleda vna fua Sacerdote/fa, la quale amorofamente flette pi volte con vn gioune fuo innamorato nel tempio

li

ftefTo della Dea , onde di l a poco morirono ambidue miferamente, Se ne feguit vna careftia, Se vna peftilcnza grandif.
fimaalla Citt , alla quale fu rimediato con il crudele facrif-

cio

ch'io difl

Ma

forf,

che

la

colpa di cos nefandi Sacrifi-

ci)

fu delle nationi,alle quali piacetta di efTercitare in quel

do

la fua crudelt,

molti

altri

Dei

come

alli

fi

pu vedere da quello, che fu

mofatto

quali furono date parimente le vittime

humane^

De

30
4r>cv

wa in
ce de

in

Antichi

&

97

&

d D'una dea della caccia


de bfcbi
amatn- ff&
cena lei [aerati , che dinotano ilpreflofuo corfo

zp.giorni,

do tolta per

gli

&

la

Z&

efler la illuminatrice della notte ejjn-

Luna^ [corta de viandanti nella notte.

3^S
N

(j&

$8

Imaglnl de

humane

perche Diana inoltr

affai

Dei

__

bene , che quelle non

erano grate, quando in luogo di Ifigenia rimette la cerua,dortde vogliono alcuni , che folTe introdotto di facrifixare la Cerua Diana^chef ofTeruato anco poi da* Romania certi tempi , de erano per ci appefe le corna de i Cerui in tutti i tempi;
di Diana

Fedi lluie,

, da vno in fuori,cheera fu'l monte Allentino, oue in


vece attaccamano le corna de i Buoi
Et fi legge efiTerne fiatala cagione,chcappreflo de i Sabini nacque gi vno bel
bue, vacca che fofTe, ad vno nomato Antronio,
fu

quella,

..

&

Mimo

da

che chi prima lo (crificafle a Diana fu'l


monte Allentino* guadagnarebbe alla patria fila l'Imperio del
l'Italia , Antronio allegr di ci andoffene Roma col bue
|>er farne il gran Sacrificio,, ma auerpto di nalcoltoil Sacerdote di Diana da vnleruo di coler, fece andare Antronio Iuarfi nel Tebro, dicendb,che altrimente et non poteua fare facri-

d'etto

gli indouini,

Dea

tcio,che fofT grato alla


crific

il

bue,& ne appic

perche egli era


la Italia

Romano

& cosi egli in quefto mezo

fa-

crni a U e pP| te del tempio: onde


, fu ac^utftato ;Roma.l'Imperio delle

& fu pofeia introdotta:

la.

ylizaidi mettere le corna,

de i buoi a quefto tempio fladi Diana,,clj era,. come dfit, fi*.


i*Auentino Et potrebbe anco frie e/Trfe i che ci fofleftat& fatto , perche quefto. animale Ecot. aitai Diana , meritrej
<;heper lei intendiamo la Euna ,,comedir polche horarioro a dire de i Cerui* li quali, furono creduti tanto grati a Diaria,, che veftirono talhora gli antichi iTuoi fimulcri delle pelli
di quelli come fi: legge apprefT di Paufnia- . Nell'Arcadia neera vno veftito di vna pelle di. Ceruo > da glihomeri del qualejendua vnafaretta piena di ftrali {fa haueua. nell' vna. delle:
.'.

r
Simulacro
di

Duma ^

wanivna facellaccefa,& nell'altra duo frpen ti,, Calatogli


ffaua; vii: cane da caccia
E t in certa parte dell! Achaia,comc:
..

Paufnia ( one fceuano flenniffi mo fiucrifici a Dina,ilcui fimulcro era d'oro>:& diauori infera
ma di cacciatrice ) il' d innanzi Y che (i facrificafie andua im

lifrifee il medfi

volta

mo

j.comediremmo noi, vna gran ptoceflone con

ma pompa,

bellifll*-

Vergine facerdbtefTa dellk


De& su. vn bel carro tirato da duo Cerui . Et i Poeti danno &
Carro d Dia- Diana il carro tirato parimente da bianchitimi Cerui*, corner
na
ft Claudiano>quando dice t
6c dietro

a.

tutti era la

Be gli Anticfii.
Scende la Dea

Da

[che de la caccia

gli alti monti

e ceti veloce carro

Tratto da bianch Ceruipafla

Et

dicefi

'jjjf

ha cura
il

tMare*

che pofero Diana Tu*! carro tirato da velocitimi

animali per moftrare la fua velocit , conciofia , che la Luna


. in pochiffimo tempo , che fon vntinoue giorni , de dodici
, il fuo giro > come quella, che ha l'orbe minore
de gli altri Et gli altri Dei parimente furono dati i carri CattaUi delta,
Luna.
per fegno del rotare 5 che fanno le Celefli sfere , allequali efl
fecondo le qualit loro cos hanno gli animafono fopra
li , che gli tirano . Et perci Propertio fa , che il carro della TroperUQ

hore in circa
.

-,

luna

ifia

&

tirato

da Oualli,quando dice:

^Bench gi occhi cadenti non calcajjk-t


Il pigro formo

e con gli puoi

Za Luname^o il Cielo

CauaUi

roj]eggiajJ<Lj

Di queflil'vno era negro

, cl'altro Bianco , dice il fioccaCappare di notte la Luna,ma fi vede


anco il d . Fello Pompeio fcriue > che vn Mulo tiraua il carco della Luna,& che la ragione di ci era,che ella da s fierile per efler fredda di fua natura, Se il Mulo parimente non genera . Ouero , che voleuano moftrare gli antichi con quello
animale,che non ha la Luna luce da se , ma rifplende con l'altrui lume , quafi che il Sole glie la pretti
s come il Mulo
non nafee di animali di fua razza,ma dall'altrui, che fono Afilli , e Caualle . Paufania , oue racconta e'gran cofe , che erano nel tempio di Gioue Olimpio appreflb de gli Elei in Grecia, dice , che vi era vna Diana, la quale pareua lui, che caccialTe vn Cauallo j bench foggunge poi , hauer detto alcuni >
che quella fia tirata non da caualli , ma da muli per certa vana
fauola,che fi racconta del mulo;
altro non ne dice. Prudentio contra Simmaco feriticene gli antichi R omani facrflcauano vna vacca flerilealla Luna,& che due vacche , le quali doueuano efTere parimente flerili , tirauano il fuo carro , Oltre
di ci fonoui flati di quelli, che hanno pofto al -carro della Lu-

Soccacio

ci; perche non folamente

Mulo
delia

al carr

Luna *

-,

&

W.

Ciouenchijcome Claudiano,quando

Tdufania

"prudentG*

Gouenchia
carro della

fnfe,ehe Cerere, per na

cercare

cercare
ti

Imagini de
la

perduta

figlia

Dei

piniidicendo:

nuggiorcj

%4cc tengano in s virt

Di quel

liquor >che Ftbo

In

quatti'

Paolino

delirier fuolt

fhoi Giouenchi

bicorne Luna

popolor fia gli ajj>erge>e bagna.

Et Aufonio Gallo

*AiifinioGall.o.

accendefle kx Mongibello gli tagfu

mede/Imo, quando, fcriuendo. al

feceil

diiTe i

Gi fea veder

la

Luna

Bei Guuenchi.

Di quelli fi legge la medesima ragione , che ho detto de i


Muli , cio y che moftrano la fterilit Imperoche , come ferine Xenofonte 8cS vede fareetiandio tutto d> IT caflrano.

,.

8c pi commodi a coltiuare il
chenonponno poi pi generare. Oueramenfu dato quefto animale aliar Luna , per la fimiglianza ,.ehe

tori

per

pi mansueti

farli

>..

terreno, donde
te

tra loro delle corna.

era di vaga Ninfa,

:.

eonciofia

come ho

che

al

fimulacro di quella,che
due piccole cor-

detto, mettetiano

.
Et in Egitto era confecrato alla Luna quel
bue , che qui ai haueuano in. tanta riuerenza , ii quale bilognaua,che hauefTe vna macchia bianca nel deliro fianco, & le corna picciole, come fono quelle della Lima , quando comincia
a crefeere , fecondo che fi legge appreflb di Plinio . Et glie ne;
facrificauano vno anchora di (ci mefi , dicono alcuni , il fettim0 <^' ^ alcuni altri j1 decimo dap il parto, che era quando
con ^ e ^ oro Gcr ^ m nie metteuano il nome a' figliuoli nati . Et.

nette in capo

hma aiutali
partoriremo

faceuano gli antichi quello allhora alla Luna forf ringratiandola* quafi che per lei il maturo parto fofTe venuto in luce ,
perche dicono ,chc la Luna per eflere pianeta h umido afFreu
tail

tempo calhora con il

Tolte

figliuoli

fu o influflo,

nelfettimo mefe

che

onde ne nafeono

alle

lei fottopofto ,.& fa.

.Et per quefto la chiamauapregauano nominandola Lucina , quafi che


follo ,.& fenza pencolo della madre facefl vfeire il parto gi
naturo in luce Ma lefuole hanno detto > che Diana era

quafi fempre

no allhora

&

parto pi facile

la

chia^

Qfc
*y&
e -

Luna

ejjendo la

facilitante la

preHc^a

Statua di Lucina dea de parti tolta per la

Luna pianeta hurmdo


del partOt

&

la

atto

&

verg9gna della donna partoriente^

Imagini<Jeiftei

io

ne i parti forco il nome di Lucina , pe


ella
del
ventre d Larona fua madre, e fi voi
fu
che
che vfcita
fnella
tutta
, e deftra l'aiut a partorire il fratello
t fubito,&
la
pregaffero
che
, che vfciffecol Nume fuo a
Apollo , come
gi alla madre con e proprie
ella
diede
<lare loro l'aiuto , che
Diana
folamente
fotto il nome di Lucimani N fu intefa
,come
fi
vede
nella fuaimagre Et
na, ma Giunone ancora
alcuni hanno dettoi che non fu quella , ne quella > ma che ftt
certa femina, la quale venne fin da gli Hiperborei monti in
Delo per aiutare Latona a partorire-, Se che quindi fi fparfe poi
hebbe
il nome fuo in modo, che fu adorata quaf per tutto,
fimulacri , come gli altri Dei : innanzi all
tempij , altari ,
quali bifogn , che ellafofTe , pofeia che .gli aiutauaanafcere.
Et cos pare, che l'intendefTe yn Licio poeta, ilquale, come ri
ferifee Paufania, in certi ninni, che ei fece a quella Dea, l diffe efTere fiata fino innanzi a Saturno,& le diede certi nom,per
li qUali fi potrebbe anco facilmnte credere , che ella fofTe fiata vna delle Parche perche quelle haueuano parimente che
fare affai nel nafeimento humano, come vederemo, quando fi

..chiamata dalle donne

&

&

-,

ragioner di loro.
Simulacri d

lucinn

Ma lafciando cercare ad altri,chi ella foffe

donde veniffe quella Dea Lucina, dichamo de'fuo fimulacri > n quah erano tenuti fempre tutti coperti dagli Atheniefi
per folamente, come fcriue Paufania Onde appreso di cofioro la flatoa di Lucina poteua cos efTere

di

altra materia fenza figura alcuna

yn pezzo

di legno

co me formato

in.

don-

na, in altra cofa, poi che flaua fempre coperta , ne fi vedeua


mai . In certa parte dell'Achaa fu vn tempio di quefla Dea

molto antico, con

vii

cia, la quale era tale,

Se

piedi erano di

marmo ,

& lo copritta tutto vn velo fottile

da quelle parti in fuori , che erano di marmo, le quali


ftauano feoperte . L'vna delle mani era diflefa, fenza alcuna
cofa,& vi haurebbono ben potuto mettere vna chiaue , perche
Fello fcriue, che la foleuano donare gli antichi alle donne,mo
ftrando con quefla(che flromento da aprire) che defiderauano loro vn parto facile, &: piaceuole, perche aprendofi bene la
via al bambino,quando ha da nafeere, egli f ne efee fenza dare tormento alla madre ma forf , che vollero inoltrare il mcdefmo
di lino

Ff/ifo

fmulacro tutto di legno,fuori chla fc-

chepoteua rapprefentare Diana* le mn>

De gli Antichi

Tmagnedi Diana
pardanela

io*

Cinthia Luna dea Caciatrice con vn


&Jba,&vn Leone netta fmitfrar cofi[colpi'

ta in cborintonel tempio; d Giunone- nell'arca di Cip fello tiranno.

Itttagtni

104-

dei.Dei

&

Facelaiti

aperta. L'altri!
defimo con quella mano di Lucina diltefa ,
ma' por'tua Vna facella ardente, la quale moflraua , ouero che Io
.

no di Diana

donne al

partorire fentono grauiflmi dolori, che

come il fuoco itringe tutto ci, a che fi


che quella Dea era l'apportatrice della luce a*
cos,

le

flringoho

appiglia

-,

ouero

nascenti fanciul-

perche porgeua loro aiuto ad vicire del ventre della madre


Per la qual cofa i Greci le iiietteiiano in capo ghirlande di Die
tamo, herba, che polla fotto alle donne, quando danno per fi-.
gliar, gioua loro affai. Leggcfi anchora, che, facendo gli antichi Diana con l'arco in mano , voleuano inoltrare le acute
puntUre dei dolori, che hanno le donne al partorire,
cos la
faceuano quafi fempre . Onde Marco Tullio fcriuendo contra Verre difegna vn fimulacro di Diana da luirapito nella Si-

li,
;

Diana

M. TUUb

&

quella foggia; era lto,& grande, convelle, che lo copria tutto fin gi a piedi, giouanedi faccia , &: di virginale
afpetto , che nella delira mano portaua vna facella ardente , e

cilia,in

&

le faette gli pendeuano da gli


teneua vn'arco nella finiftra ,
homeri. Pul'accefafacein mano di Diana (come ferine pur"

anco Paufania,che'ne fu vn fimulacro di metallo nell'Arcadia


alto forf fei piedi oltre a quello, che ho detto) -mollfare ancora, ch'ella

lucendo di notte fa

era chiamata

qumi Diana

nel tempio, che ella

luca

no

di Corinto.

Et hebbe

hebbe

iii'l

altri djuerfi

feorta a' viandanti,


,

6c ducey

sxome

&

perci

in

Roma

monte Palatino, fi detta Nottinomi ancora , delli quali fi dir

Paufania, quando deferiue l'arca di Cipfello Tiranno di


Corinto pofta quiui nel tempio di Giunone ,.dice; che vi era-

poi
Cipfello Tran

la

feorta

'

'

.,

no Scolpite,

& intagliate molte figure

d'oro

,sfk di

auono

&

che fra quelle vi era Diana con leali a gli homeri,la qualepor
vn Lione con la finiftra f
geua conia delira mano vn Pardo,
de che non sa renderne alcuna ragione : onde io non mi vergogner di dire il medefimo , non hauendo trouato fin qui
chi ne habbi fcritto . Lafcio dunque , che la interpreti ogni >
vengo a dire,che Virgilio ha pollo trefac j
vno a modo fuo,
Diana tnfor* CJ e a u a Vergine Diana,
che ella fu perci chiamata Triform<L
Trigemina,
e Triuia : n Diana folament> ma Hecatc
me,
?\
Quidio
ancora fu cos detta , onde Ouidio fertile .

&

&

&

Vedi

De
Vedi

>

gli

Antichi.

joj

che con tre facete Hecate guardai

Tre vie

che poi rie/con tutte in vna.

Bench fodero poi tutte vna medefima co fa , Se i nomi Gaiamente erano diuerfi , per inoltrare con quelli, come tante
volte ho gi detto le diuerfe potenze, Se qualit diuerfe , che
dauano gli antichi a* fuo Day Se i varij effetti, che da quelli
erano creduti venire . Et perci diflfero le fauole , che Hecate Hecatdj
nata di Gioue hebbe da lui autorit , e potere (opra tutti gli
clementi,& che fu cos nomata, perche appreifo de' Greci vna
limile voce viene a dire cento , che appo loro {perle volte tolto per numero infinito , come eh' ellafofTe di poffanza infini-

come ho detto la Luna, fiaElementi , Se quafi tutte le co f compolle di


quelli 3 Se che Ci mutino fecondo , che ella fi muta . O fu puTe cosi detta, perche, come dicono alcuni, le facrificauano con
cento altari fatti di verdi cefpugli , Se vccideuanle cento vittime , come porci , pecore*, ma , f il facrificio , il quale , perci fu dimandato Hecamtbe , era fatto in nome dello Impe- Hecatembcj,
ratore, levitarne erano cento Lioni, onero cento Aquile Ne
credo io per , che haueflfero fempre quelli animali veri , ma
pi tolto , chene fingdOferotalhora', perche vfarono fouen te
gh antichi n* facrificij loro di fingere di palla di qualche
altra materia,queTlo ani male che fi douea facrificare,n il trouaua ,fe non con grandifiima difficult 3 Se i pouer , che non
poteuano farcia fpefa dei veri animali, -come riferifee Snida
ipefib faceuano quello, che ne facrificauano dei lmulati, e
finti ,come fi* vede apprelTo di Herodoto anchora , ilquale di^lixiwe Unte*
ce,che -quelli di Egitto no facrificanano il porco ad altro Dio,
che alla Luna,& a fiacco, Se in quelle felle ancora folamentc ,
che faceuano a tempo di piena Luna guardandoli in tutte le
altre di toccare quella beftia , <lella quale rnangiauano quel d
folo, che fi facrificaua ,e non pi mai in tutto il rello dell'anno , Se quelli, che per pouert non poteuano facrificarc vii
Porco vero,ne fineeuano vno,cV quello facrificauano. Et Ap- *^^>
1i- j 11
e
u 1 Oziceni
r-i- appiano.
f*
piano icriue,
popoli
della Grecia , la Otta de 1
che
quali diceuano,che fu data da Gioue in dote a ProferpinajSc
ta;

perche pare, che da lei, quah,

no gouernati

gli

-,

-,

-,

&

it>#
adorammo

Imagini de

Di

Numi , facrifican Jovna vacca tutta-negra , efFendo gi afTediati dall' armata di


Mitridate , ne potendo trouare la vacca , che era neceflariaal
(bienne facrifcio della Dea loro, ne fecero vna di palla per fala

perci fopra tutti gli altri

le

ma in tanto , che appreflauano il facrifcio, ne venne vna di mezo il mare tutta negra , come haucua da eflere, la."
quale nuotando per di fotto le naui di Mitridate pafs nella
Citt,& andatali a porre dinanzi all'altare della Dea,fu facrifcata daquelpopolo,cheprefepcr ci buona fperanza di douer*
elfere liberato dall' aflfedio , come fuj perche non molto dapoi
Mitridate per molti incommodi , che gli auennero, fusforza
crificarJa

Didones.

to di andartene
crifcio

che

Didone appreflb

ella fa alla partita di

que d'Auernoj

di Virgilio nell' vltimo fa-

Enea, fparge

& quiui nota Seruio,chene

le

fimulate ac-

fingeuache non poteuano , f non con


difficult grande , hauere . Et in altro luogo ancora dice , che
per quello l'acqua,che fpargeuano nel tempio di Ilide,fe bene

no

fpelfo gli antichi le cofe

non

era, la

facrifici)

diceuano per uefe del Nilo . Et non folo le finte


, che non poteuano facrificare le ve-

vittime feufauano quelli


Baciar

U ma-

re,

ma l'andare humilmentea baciare la mano

haueua da

facrificare, fu fouente in

del

Dio

cui

fi

vece di facrifcio a chi non,

poteua fare altro . Sleuano anco gli antichi baciare per diuotione gliconfecratifimulacri, come fi raccoglie da Cicerone, quando parla contra Verre, oue dice y che in Agrigento

vn belliflmo Simulacro d metallo di


che haueua la bocca Si il mento quali logori, coli
(beffo era baciato da chi l'andana ad adorare. Et Prudentio
(criuendo , come folle adorato il Sole creduto Apollo,, mette
alla fine > che baciauano anco i piedi a* caualli , che tirauano il
ftio carro. Ma ritornando ad Hecate , ella fu adorata fui ero-;
quiui le facrificauano il cane , pregandola
cicchi delle vie ,
con grido ri per imitare quello, che
con parole incompofte,
gi fece Cerere > quando andana cercando la figliuola di Proferpina , che era la medesima , che Hecate > alla quale foleuanot
i ricchi appreflb degli antichi facrificare ogni mefe ne i crocicchi delle vie , lafciando quiui del pane , Se delle altre cofe
necefTarie al viuere, le quali erano pofeia leuate via dapoue* elli , Se dimandauaii quella la cena di Hecate , come riferifee
Citt della Sicilia era

H ercole

<Rrudtnt$.

&

&

Suida>

Degli Antichi.

107

quale dice anco,chela medefima fi moftraua talhora in forma horribile,&: fpauenteuole, che era di huomo mol-

Suida

, ,il

to grande col capo di ferpente

Ella fu detta

Se fatta trifor-

me

per guardare meglio quelle llrade , che lei eFano confettate, le quali venendoli congiungere iufieme faceuan o crocicchio

come hanno detto

alcuni-,

ma

altri

hanno voluto

Se

che il dare coftei tre faccie fofTero fintioni/di


Orfeo , volendo lui in quello modo inoltrare i variati afpetti,
che di s ci fa vedere la Luna Se che la virt fua ha forza non
iblamente in Cielo,oue la chiamano Luna, ma in terra anchorai oue la dicono Diana , Se fin gi nell' Inferno , oue Hectt
forf meglio

-,

la

dimandano

Se Proferpina

perch'

in Inferno tutto quel tempo, che noi

cofe da Eufebio fono cosefpfte

ella

creduta feender

U nafcofla

Le quali

<

E chiamata Luna.Hecate

e Triforme per le vane,figure, eh' ella moiira nel corpo fuo r Hecate trfor*
.
fecondo che piu,o meno- il troua effere difcoflo dal Sole; calde *
fono parimente tre le virt fue . L'vna , quando comincia a
moftrare il lume a* mortali, porgendo con quello accrefeimen
t alle cofe > Se quello primo, Se nuouo afpetto era da gli antichi mollrato con vedi bianche , Se dorate , che metteuano intornoal fuo fimulacro, Se con la faceaccefa ,'che il mede/imo
haueua in mano . L'altra , quando ha gi la met di tutto il
lume , Se fu quella mo (Irata con la^ cella , nella quale portauanole fue cofe facre: perche >; mentre che va crelcendo il lume
della Luna, ogni di pi (i maturano i frutti, quali fi raccogliono poi con le cede . .La terza , nello intero lume mollrato
con vedi che hanno del fofeo . A collei dauano il lauro an- i atiro a fi a rchora , il quale e proprio di Apollo ? perch' ella riceue il lume
r

WO

m con ecYa

dal Sole

che moflra tal'hora in vifo .V


papauero parimente per la moltitudine delle-

Se quel colore infocato

to

Et le dierono il
anime, le quali eranc> credute haBitare nel' fuo orbe , quali chequel folfevna gran Citt tutta piena-di numero fo popolo,concio/ia,cheil Papauero mollri, &: lignifichi le Citt, perche ha "papauero
cn
i capi cos intagliati in cima , come fono le mura di quelle , Se
furato allt
tiene in se raccolto vn numero grande di minuti granelli , coLuna .
megrannnmero diperfone Ila inficine vnito nelle Citt. Et
fu opinione di alcuni Filofofi , che cos fofic habitato col fiu
[orbe della Luna, come qua gi la terra , Se diceuano, che le;
5

Citt,

xo8

Imagini de

Dei

Imaglne

di Recate dea triforme detta anco Vroferpina

mo

Timone teina dell'Inferno ftgnificante l tre adella Luna ,& la poten"^a lunare nelle cofe eie-

glie di
fretti

mentali

W WW^3 few

WW

De
&

Antichi.

gli

iop

monti, che quiui fono ; fanno quelle macchie che ci par divedere n'elt" faccia diquella , ma Plinio vtioJe che fiano fitte per l'humidit, ch'ella tira dalla terra Senile Paufania,chein Egina Citt dei Corinthi, Hecateeraado- Taufanitt*
rata piti di tutti gli altri Dei
che quiui ella hebbevn iimulaciro di legno fatto da Mirone con vna faccia fola ,
il reit
del corpo era a guifa di tronco ; come che non foffe fatta fempr con tre facete , ma credefi, che Alcamene innanzi a tutti
Citt, le felue,

&

&

.glialtri la facefle talea gli

Atheniefi

Delle tre tette dunque

,,

che hebbe il fimulacro di Hecate , l'vna la delira era di cadilo, l'altra di cane,& la terza che era nel mezo di huomo ruftico,& rozo,come dicono alcuni,o come altri vogliono, di cinghiaie, che forf meglio fi confa a quello, che l dice della Luna, percioche confidsrata quando fparge il lume fopra di" noi ,
cacciatrice, ilchefi^u intendere per
vien chiamata Diana,
lo Cinghiale, perche ft quella beltia nelle felue fempre,e ne i
bolchi s come la tefta del Cauallo animale veloce ci fa vedere, eh* ella circonda velocflmaraenteil Cielojck: quella del
cane ci dinota , che la medefima > quando a noi fi nafeonde [ fu creduta la Dea dello Infern,&; chiamata Profrpin
}>erche fi da il Cane al Dio dli* Inferno come Cerbero , dale fauole tanto celebrato , n fa fede . Et Prudentio ; fcriuendo la vanit de Gentili in difefa di Simmaco s dice in quefio

'

&

modo della Luna

'

"~

'.'

Horful

bel carro da due vacche tratto


Candida va pel Ciel home l'Inferno
L'empie for elle con viperea sferra
:

Cafliga

Hor

e falle vfeir contra mortali

per

le felue

le'

veloci

dame-*

Fere, e trafile con gli acuti dardi,

E quindi
Con

vien t che in tre forme diuerfe^

tre diuerft

nomi

ella fi

mofra

Tercioebe Luna detta quando appare

Di bel lucido velo noi veflita-i ,


Quando fuccinta fffiega le quadretta a

la

vergine

quando in

figlia

di

Latonas

alto feggio ajfifa

legge

....
Dune

ructen "

no

j^f

y)
"~

maginideiDei

Simulacro della luna fignificante la Luna ritener il fuo lu


non hauer in f luce alcuna , an,ci efler
me dal Sole
corpo ofcuro

&
& ottenebrato fatto riftlendentc dal Sole

ftgnificat dal

capo di Jfarakiercj

G&&i8%miBSmi8s

De gli
1

Antichi

1 1 1

CMegera , e come lor regin*


Grida , e comanda a Camme perdute ,
E Tro/erpina moglie di Tintone^ .

tidtia

Seguita poi , che la verit , che quello vn tri/lo Demonio ilquale inganna i mortali , perfuadendo loro , che in tre
diuerfl Dei , in Cielo, in terra, e
dmer/i luoghi fiano molti ,
nell'Inferno . Porfirio , come riferifee Theodorito Vefcouo Tbeodorh$,
5

-,

&

Cirenfe, fcriuendo de' trilli Demoni) quello,chei"ene dir nelimagine di Plutone, mette , che Hecate fa padrona di quelli, de che gli tenga in tre elementi, nel!' aere, nell'acqua,6c nella

Oltre di ci dittero ancho gli antichi , che Hecate


.
faceua fouente vedere chi fi trouaua in qualche calamit gran
la terra

&

in qualche gran miferia, certa ombra,ouero fantafma


de ,
quali fubito di vna in vn'altra figuche fi mutaua tutta uia,
fi moftraua
ra, come Aristofane dice , &c lo riferifee Suida-,
t^driflofant
hora bue,hora mula, talhra pareua eiTere vna belliflma femi-

&

&

na ,

e tale altra

vn cane

& fu detta quella cos fatta cofa

pufa, perche pareua ,che andafle con

Em-

vn pie foloj& alcuni han-

no voluto , che ella fofie Hecate fteffa , la quale Ci moftrafle in


quella foggia di bel mezo d , quando con certe cerimonie R
placa uano le ombre de i morti Et per gli vanj , & diuerfi a.

che di se faceua altrui vedere quella beflia , fu tirato in


diceuano cangiar/I pi , che non
prouerbio da gli antichi ,

ipetti

&

faceua Empufa,chi moftraua di volere hora vna cofa,& tanto-

non

lafciaua mai conolcere quale eifi fof


Et Luciano parlando de' balli , difle che fanno mutare la
perfona in tanti modi , che fi pu dire,che rapprefenti Empuia , che fi cangia in mille forme . Era oltre di ci , come ferine Eufebio , in Apollinopoli Citt dello Egitto vnaftatoa di
collei , la quale moftraua pur' anco , che la Luna non ha luce
da se, ma la riceucdal Sole, percioche era fatta in forma di
huomo tutto bianco , che haueua il capo di Sparuierc. Significa la bianchezza , chela luna da se non ha luce , ma da altri
la riceue,cio dal Sole,che ledfpirito anchora,& forza:&ci
lignifica la tefla dello Sparuiere, perche quello vccello era confecrato al Sole , come ho detto nella 1 u imagine
Leseti
anchora,che in Egitto faceuano Ifide vellica di negro, per moito vn'alrra,& chi

fi

ftrare

lfide.j>

ttt

Imaglni de

Dei

&

da s corpo fofco,& ofcuro :


era quella put*
anco la Luna , come l conofceua dalla Tua flato fatta in forma di donna con due cornette di bue in tella,come ferme Herodoto,ondenonpoteuano gli Egitij facrificare le vacche> cerne che foller tutte di quella et, bench facrificaflero buoi
ftrare, ch'ella

&

vitelli . O forf era anco > perche le fauole dicono , che ella
mutata gi in quella beflia da Gioite, pofeia, che hebbe goduto di lei , accioche Giunone non le ne aucdelTe ,
che hacoli la chiamano i Greci , &c la dileueua nome allhora Io,
guano parimente con le corna in capo , ma paffata poi in Egitto fu chiamata quiui Ifide,& teneua il fuo lmulacro certo cibalo nella delira mano,& nella finiilra haueua vn vafo.Onde,

fij

&

&

come dice
l'Egitto

Seruio , credettero alcuni, ch'ella forf


quali che per

lei

fi

vedeffe la

il

Genio del-

Natura di quel paefe

il ciembalo quel rumore,che fa il Nilo,quando creche affonda tutti i campi , &:il vafo i laghi , che quiui

inoltrando
fee, s

Altri hanno detto, eh' ella la terra, come riferifee il


medelmo Seruio,& macrobio anchora, veramente la Natura delle cofe , che al Sole U fogetta , Se quindi viene chefaceuano il corpo di quella Dea tutto pieno,& carico di poppe ,

fono
Seruio

UW&

crobio

come ,
lettura..

, ouero dalla
perche fu rapprefentata etiandio

chel'vniuerfo pigli nutrimento dalla terra

virt occulta della

Natura

Et intendo, che
al tempo di
vn
Papa Lione decimo,& vederi quella medelma figura con tante poppe in vna medaglia antica di Adriano . In Egitto quando voleuano difegnar la Natura nelle loro facre figure, face-i
era la ragione di ci,dice Marcellino , peruano l'Auoltoio,
che tra gli Auoltoi non f ne troua alcuno di mafehio, ma tutti fono femine,come ferme Eliano anchora: & fu creduto, che
Euro vento di Leuante cos feruiife quelli vccelli in vece di
gli alberi
rnafchi , come pare , che Zefiro impregni la terra ,
Sono poi Man di quelli , Iiquali hanno pollo in
di Primauera
capo al fimulacrodi Ifide vna ghirlanda di Abrotano, 8c le han
no dato nella finiflra mano la medelma herba, &: nella delira
vna Nauicella , con la quale voleuano fori! inoltrare , che ella
pafs in Egitto > conciofia , chequiui foflc celebrata vna felli
la

Natura con quella imagine da gli antichi


cos fatto lmulacro fu gi trouato in

Medaglia

Adriano

d'.

Roma

&

lAuoltoio della T^atura.

Eliano

&

Lattanti*.

come

fcriue Lattantio > dedicata alla

Naue di

Ifide

perche

bene

it

Degli Antichi*

ffilmaglne (Tfide dea Egittia, che la Luna tenuta la dea de


nauiganti>& fu Io apo GrecUqual transformata in vacca da Gioue ejfendo Hata sluprata i

& ritornata fua


& quiuif da

<ffi\

propria forma fugg per mare in Egitto,

*vU

quelli 'popoli adorata

B6

per

benefici} riceuuti

?S!fc '*

nella

ff&
jS5s

1T4

Imaginidci Dei

bene le fauole finfero , eh* ella mutata in vacca nuotando pa


lalTeil mare,nondimeno la. hiftoria ha fcritto, chele pafs nauigando 8
per quefto gli Egittj la credettero edere fopra al-

&

U nauigationi & che potefTedare


.

ZuuaM 4

a* nauiganti

le

corfo

la facci

liide,

& la facci adorare, come Nume,il qua-

habbi potere di spargere

di conferuare li nauiganti
s parla della fua fefta

il
..

&

Nilo di fare {offiare i venti ,


Et Apuleio 0, che llide fteffa co,.

La mia.

religione comincier,

per durare poi eterna menre,/c. eflendo

ra

felice

mare in Egitto,& quiui

rio,che vadi a condurre Io per

e.

fuo

M ercu-

domandare poi
Apuleio

Nume

col

Onde Luciano fa,che G ioue comanda a

dell' Inuerno,&;

fattoi!

gi,

dimane

mitigate le tempe-

mare di turbatole tempoftofo quie-

to 5c nauigabile > i mki iacerdoti mi facrificheranno vna picciola nauicella a dimottratione del mio pa (faggio.. Alla quale co(a.

nia.,

li

hebbero anco forf mente alcuni popoli


quali

come

riferifee Aleflfandro

della

no vna Liburna che certa, forte di naiie picciola


,

&
ni,
.

ne

ouero

le fregate,,

Iide

, il

credehdjo

,,

Gnidio..

tufa

mano
,

O uidio, quando la fa

cosila dipinge

<fe i

Dei

>

il

haueua
medesimo legfi,

d parimente il ciemba^.
apparire in fogno a Thelele

mettendo con

lei

alcuni altri anchor*,

dello Egitto*.

Theletufa afneqt notte apparve


D'inaco, la figliuola accompagnata
Da be' mi&crifcon nari finte larucj*,

WtA due corna.

U fronte hauea fegnata r

La qual di bianche e di mature falche


Con vagher, mirabile era ornata
'

che con voci buoni amiche^ ..


Canin amente latra , et [cerno porta

tAnubi

,,

Che gli pofero in man. le genti,


Eubajc fant*

& ^ipi

Le perone

al'

>.

,,

amiche^*

e chi conforta

fdentio era con

lei

Wrf bel imi con man facend* fiotta

"

berganti-.

che foiTe quella la vera imagi-,

ge appreffo di Valerio. Fiacco :, che


lo in

& veloce
i

cui ilmulacro,dice Eliano,,che in Egitto

iteapo cinto,6c coronato di yn fetpente,&


yalcriTtaccO)

>

potremo forf dire ,;che fofle,,^ome hoggi fono


di.

Germa-

Napolitano adora u-,

Blue*

t)e gli Antichi.'

K> magine d'Ifide dea dell'i Egitttj* che


mano denotanti la tintura del T^ilo

{$

t< J

clifii

cofe

lunari,&

dementali

alri effetfnoifi
t

la

Luna, con cof in

&

dell' Egitto ,

CE- Lnelle
nelle acqui, come
(5&

Imagin de i De!

E
~

Voi da

Eie fono i
r

che -pan con dolorofi bomei


Cercando fempre9 finche fu potto

quei

Dei

la moglie fra gli eterni

Serpenti

ei Siftri accoSo

..-

Apuleio mede/imamente fnge di hauerla viffe in fogrf


quando egli era Afino,
cos la defenue che molto ben
fi pu vedere, ch'ella era la Luna,Ia quale quelli di Egitto coi*
adombrati mifteri) adora uano . Onde Martiano,fa che Filologia entrata nell' orbe della Luna vede quiuii ciembali , che

&

gi

Martiano

tante volte ho gi

no minatile

facelle di Cerere, l'arco di

& quella figura

Dia-

quale
ho detto gi,che haueua pur'anco le corna in capo,& vna Cet
u qua fi che tutte querce cofe infieme ,
ciafeheduna da .|>e

na,; timpani di Cibele

triforme

della

&

s fignificarTe la
r

Luna

Ma ritornando ad

Apuleio , ei dice ?
che dormendo li parue vedere quella Dea , la quale con riue
tenda faccia vfciua del Mare( perche firifero i Poetiche il So-
fe, la

Luna,

tuffar nel

e tutte l'altre flelle

tramontando fi andafielo a
al primo loro appar ire. }

mare>&: che quindi vfcifTero

& a poco a

poco moftr poi tutto il lucido corpo . E Ila .hacapo ornato dilunga , &c folta chioma lieuemen te ere-.
fpa ,
che per Io collo fi fpargeua , cinta da bella ghirlanda,
di diuerfi fiori,&: nel mezo della fronte portaua certa cofa ro-

ueua

il

&

& lifcia,che rifplendeua come fpecchio $c


& dall' altra le ftauano alcuni ferpenti fqpra

tonda, fchiacciata,
dall'

vna parte,

grano La velie di dihora bianca, ho r gialla ,


dorata , hora infiammata ,.& rolfa pareua eflfere
E e vn'aU
tra ne haueua anco poi tutta negra , ma ben perachiara,& lu-

de' quali erano alcune

poche fpiche

di

uerfi colori eradi fottiliftmo velo, de

&

cida,

& coperta quali tutta di rifplenden

ti

flelle

nel

mezadel-

&

qualicra vna Luna tutta rifplendente ,


erano intorno al
frutti di ogni
lembo attaccati con belliflmo ordine fiori ,
le

&

forte.

Portaua poi

la

Dea

nella deflra

mano

cerca cofa di ra.

che fcuotendo il braccio face.


ua affai gran fuono, 8c le pendeua dalla finitila vn dotato vat.
fo , cui faeeua manico vn ferpente, che di veneno pareua tutto
mefatta- in-guifa di ciembalo

>

, Se piedi haueua certo ornamento fatto di foglie dj


palma. Cosi fa Apuleio ritratto di Ifide, alla quale per cer^

gonfio
j

ragion

B gii
Xgion haturaled

Antichi

fj

la velie bianca, gialla, erofla,

perche la Lu;
na fpefTo fi muta di colore j da che indiuinano molti la quali*
t del tempo , che poi ha da feguitare , perche la rolTezza in
lei lignifica, che faranno venti, il color fofco pioggie,& il lucido,
chiaro dimoflra che debba eflere l'aere fereno ; come

&

anco cant Virgilio > dicendo :

Virgilio

Quando la Luna, racquietar comincia


La gi perduta luce , f con fofche
Corna viene abbracciando
Gli agricoltori

&

l'aer

nocchieri

negro

hauranno

Gran pioggi<Lj ima, f di roflre bonetti


Sparge le belle guancie ,fzr vento ;
Che morir vento fempre che

La Luna

rojjeggia

apparir (cb'vnqua

e f nel quarto

Quefto non falle) andr bella , e ferena


Con le lucide corna per lo Cielo ,

Quel giorno , e gli


Ter tutto il mefe ,

altri

che verranno a dietro

fiano afeiutti

e queti

moftra,che la Luna , come ho gi


non ha lume da s,ma da altri lo riceue Han-

L'altra vefte tutta negra

petto pi volte,

no poi detto alcuni, che Apuleio mette quel ciembalo


no quella Dea,per inoltrare la vfanza de gli antichi ,

in
li

ma-

quali

faceuano certo flrepito,& rumore con vali


rame , & di ferro , penfando di giouare in quel modo alla
Luna , allhora ch'e la perde il lume per intraporfi la terra fra
lei , & il Sole, che nel tempo della EcclifTe , della quale non
fapendo la caufa , diceuano , che la Luna era tirata in terra per
forza d'incanti , perche all'hora alcuni Incantatori haueuano
vfeiti allo feoperto

di

dato ad intendere al
ra

Onde

mondo

di potere fare quello, e pi

Virgilio dille in perfona di certa

ancho-

maga , che gli in-

la Luna gi dal Cielo : Se


faceua
difeendere la Luna a
ella
che
di Medea fi legge'fpeflo ,
della Thefgl'incantatori
de
parlando
Lucano
fuo difpetto
forza alle
faceflero
i
primi
che
furono
,
etti
faglia dice , che
allofeura
negra
Luna
diuentar
la
,
faceuano
che
(Ielle,
la
tenepi
pi
lucida,&
chiara,e
edere
hora , che ella doueua
---y..uano

cantati verfi

hanno forza di ritirare

&

&

&

i8

e f
Torfino*

tnagni

eie i

!Dei

che ella fotte venuta in terra a fare quello , che


voleuano . Et appretto di Apuleio vna di quefte incartatrici
l vanta di potereiare ogni gran male alli Dei,&: di potere ofctl
Tare a fuo piacere la luce delle iteli e , perche la forza di que'diabolici incanti valeua non folamente contra la Luna, macntra il Sole ancora > e tutte le Rette , e contra tutti gli altri Dei
cos del Cielo, co me dell'Inferno ; alli quali oltre a tutte le altre maladette cerimonie foleuano minacciare (come ferme Por
g r j cert0 g rail Sacerdote dell'Egitto, Se lo riferifee Theodo
rito) di rompere,e ipezzare il Cielo ( forf perche cadelfet tutti baffo) di riuelare gli occulti mifterij i Iide,& di pubhcare
tutte le cofe lue pi fecrete, di fare che la barca di Caronte non
patter pi nime,di dare le membra di Ofir Tifone , che le
parga per tutto ,
altre fimil pazzie* mettendo
iquarci,
fempre innanzi quello > che penfatiano > che pi diCpiaceffe
quel Dio , cui voeuali fare forza , perche veni (Te ad vbbidire
loro . Et forf che qefto fu firn ile quello che tt legge apdi Pico Numi , ouero Demonij
pretto di Ouidio di Fauno,
habitatori del monte Auentno , che tiraflero per arte magica
a forza d'incanti Gioue di Cielo a venire rifpondere loro
bench dannatter poi Romani quella diablica rte,nlavo
Ietter in modo alcuno, comef vede per Apuleio,chenefuaccufato
ne furono riputati maeftri quelli di Thettaglia; perche , come riferife Suida , Medea pattando per la sii Vers la
celta de'fuoi Velen>& delle fue malie . Et perci quando i poeti fanno qualche preghi alla Luna fotto quale nome che fi tta ,
di Diana > di Hecate, o di altra per renderla pi facile ad

ano

tale fin

&

&

-,

&

&

&

esaudirli le deidefano,che ella pofla hauereil Aio

lume puro

>

de chiaro, e che gl'incanti di Thettaglia non pottano mai trar


Ja di Cielo, come fa la nutrice di Fedra nella Tragedia di Hip*
Seit'C

polito appretto di Seneca, dicendo


regina de bofchi

De

hat tanice

gli ahi monti

O gran

Dea de

que adorata Jet

lume
[cura bumida notte

le felue > o thiaro

Del ticU , de
Vero ornamento ,

la cui face

vtiwna

mondo

luce al

la

>

dona

Dea

trformoj

HectU

Degli
ttecate [anta.

porgi

%A l'opra cominciata

Et poco dapoi foggiunge


Cos lucida,

La

il*

Antichi.
il

tua

fum

,.

& pura appaia femprt

tua faccia

n pojja alcuna, nube-

T^afconder* vnqua a

noi le belle corna *

Cos non babbin gl'incantati verft

Di

Theffaglia in s for^a alcuna

Che

del notturno?

mentre-

lume i freni reggi ;

T^ paslor fa mai pi, che gloria alcuna

Topa hauer del tuo amor ,

e girne altero

.'.

Quello dice

>

perche

le

fauole finfero

chela,

Luna

s'in-

amorail di Endimione paftore,& l'addormentafTe fopracer


Ma , come riferito monte folo per baciarlo a fo piacere
,

..

Enditttiontj*.

, che baci; fra loro* perche dicono alcuni * che ei ne hebbe cinquanta, figliuole.. Et legge/I anchora , che non per amore fola mente fece la Luna copia di se ad
Endimione ouero a Pan>Dio dell* Arcadia,come canta Virgilio , ma per hausre da lui vn gregge di belle pecore bianche
Et tutte fono fauole , ma che hanno per qualche fentim^nto
<li verit, perche Plinio fcriue,.che Endimione fu il primo, che
intendefl la natura: della.Luna,&: che perci fu finto , che foffero innamorati infieme.. Et AlefTandro Afrodifeo dice ne'- ^/tleffandrO)
fuoi problemi,, che Endimione fu hiiomo molto ftudiofo del- ^frodifeo,.
Je cole del Cielo .
che cerc con diligenza grande d'intendere il corfo delia Luna , 8c le cagioni de i diuerfi afpetti , che

(ce Paufania , altro vi fu

,.

&

ella ci

moft'ra,,& perche

fu detto

,.

chela.

dormiua il d

Luna pigliaua

& vegghiaua la notte,

piacere di lui

..

Et cos

fi

po-

trebbe dire di quelli di Theflagfia anchora,che per haucre vol natura della Luna,fofle fiato finche l tirauano di cielo in terra , all'hora che'l
volgo cred'cua , che ella patifTeaflai,
fopportafTe grauifima

luto inueftigare ilcorfo,&:


to poi i loro

fatica*

&
& che quel'fuono,.rapprefentato

per lo Ciembalo po-

mano adi Ifide alleggeiifie molto la pena della violenta che le. era fatta , come cantano fouentei Poeti A' ne fcriue
lio in

stncoi

Itfagfnidb i Dei
anco Plinio,quaf che quel rumore non lafciafle paflare il mormorio de gl'incanti alle orecchie della Luna , & perci non
haueffero poi forza contra di lei
Onde Propertio dice, ct\e
gl'incanti tirerebbono la Luna giudei carro,fei rifonanti mta ^ u non vi rimedia ffero
Et dimenale parlando di certa femina loquaciflmadic che non accade pi fare romdrecoh
tfixs

Guttenalcj

rame, n con altri metalli , perche ella fola col cicalare


, che pu difendere la Luna da gl'incanti
Scriuefi di alcuni popoli che adorauano il Sole,c\: la Luna,cremoglie, &c che digiunauano neldendo che foffero marito

Vafi di

fa tanto ftrepit

&

l'Eccli/I

no

fpecialmente

6c graffiuano

le

donnei

Oc le maritate

& le donzelle

fi

il

fcapigliaua-

falaffauano con fpine di

pefce,& cauaolano ilfangtie , penfandod effe che la Luna alihora foffe ferita dal Sole per qualche difpiacere , che gj.i hauefle fatto . Altrihanno voluto , che il Ciembalo , chiamato
^ a 8 U antichi Siftro, in mano di Ifide , moftri il fuono, che fa
la Luna nel girare de gli Orbi celefti . Ne di rame folamcnt
lo faceuano, ma di argento anchora,& d'oro, come dice Apuleio, quando ragiona de i miftri] di Ifide,
( come riferifee
^ e ^ Calcagnino ) vi erano quattro raccie , che fi moueuano
"

SHr.

&

Celio Calcaun'ino

, le quali fignificauano, che la parte del


fi corrompe , fotto il globo della
che fi genera ,
Luffe , oue le cofe tutte fi mutano fecondo il mouimento de
Di dentro , nella
gli Elementi moftrati per le quattro faccie
parte pure di fopra , vi intagliauano vn Gatto con faccia di
huomo, Se vi erano due altre tefte, che fi moueuano fotto alle

P e^

c * rcu ' t0 di-fopra

&

mondo ,

quattro,ch'io

di/l:

l'vna era di Ifide, l'altra di

Nephthia,&

fi-

gnificauano quelle il nafei mento, &c la morte delie cofe , che


vengono dalle mutationi de gli Elementi . Il Gatto fignifi-

caua la Luna, onde le faulefngendojcome racconta Ouidioi


che i Dei fuggifTero dalla furia di Tifone fino in Egitto , n
quiui G tenefTero ficuri,fe non fi cangiauano in dhierfi animai
li, differ, che Diana fi mut in Gatto , perche animale molto vario,& che vi vede la notte,& cui fi mutano gli occhi crefeendo , di minuendo fi la luce fecondo che cala , crefceil
lume della Luna, Se lo faceuano con faccia humana , per dfmoftrare che i mouimenti della Luna non feno fenza fupc,

tiore intelligenza

Quelli erano

miflerij contenuti nel

Uro

Su

De gli

ftro tanto celebrato nelle cerimonie

in

mano alla Tua imagine come ho gi.


,

lo pofe nella delira

Et dal vafo,che

ut

Antichidi Ifide

le

Se pofto fouentc

detto, che Apuleio glie

pendeua dalla finiiha

pu fiho
dalla
h
umida
gonfiate
nadelle
acque
mouimento
gnificare il
alcuni
il
voluto
che
hanno
,
che
Onde ,
tura della Luna
oltre a quello, che ne

gi detto,

fi

legge ancora, che

&

decrefeimento di quefta fia cagione del Rufcrefeimento >


rinuflo, che fanno le acque del mare . Et accrochc quefo,
fta imagine della Luna , oltre allecofe naturali, che in effa fono moftrate , ce ne infegni qualche altra ancora pi vtile alla

&

a quello , che dice il Beato Am- s .Ambrogio.


di quefta il cui lume d pu
l'efempio
con
quale
brogio
incerto
ragioneuolmente
, perche mutandoli tuttachiamare
feema
ci
aramonifee
hora
, che fra le coCq
Se
,
crefee
uia hor
vita

humana , rifguardiamo
, il

humane non fermezza

alcuna , Se che tutte col tempo

fi

dif-

fanno Et per quefto diceuano alcuni , che ^i antichi Romani di famiglia nobile portauano ne i piedi certe Lunette , per
.

eflerecon quelle fpeflo ammoniti della inamabilit delle co f


humane > accioche non infuperbiffro , ancora che fodero di
molti beni copiofi, Se abondanti , perche le ricchezze, de altre
cofe tanto (limate da' mortali fanno apunto , come la Luna
la quale hora tutta luminofa , e rifplendente , hora a flottiglia in modo il lume, che di se moftra pi poco , Se all'vJtimo

che pi non vi pare elfere Per non didi quella vfanza de i Romani di portare le Lunette nelle fcarpe , perche alcuni altri la tirano da
gli Arcadi, dicendo , che quelli fra tutti i popoli della Grecia
perci pi nobili , perche von tenero di enferei pi antichi,
leuano edere (lati fino innanzi , che nafeeife , foflTe fatta la
Luna . Et a credere quefto fi erano indotti , perche l'Arcadia nel mezo per lo lungo del Peloponnefo , alta pi di tutti
gli altri paefi della Grecia , Se montilo fa , onde fu detto , che
nel tempo del diluuio gli Arcadi foli fi faluarono , ritirano"
alle fonimi t de i monti , fin che le acque furono abbaflate
vedendo la Luna, coOndeallhora vfcendodellecauerne,
me che quella , che era innanzi al Diluuio , fcife perita infieme con le altre cofe , Se folle quella vn'altra , la credettero efI fere (lata fatta , nata allhora (blamente > Se cos dopo loro ,
che
<-Q_
cos diuenta ofeura

chiamo pi di

lei

ma s

&

,<

i,

&

Imgini de

I2i

che erano nati gran tempo innazi


gomento dieflerei pi antichi ,
tri Greci, poi che erano (tati prima

&

prefero

Romani

Dei
& quindi

f
:

pigliauano arpi nobili di tutti gli al-

della

Luna

Et da quello

l'vfanza di p-jrtare le Lunette nelle (carpe

& di nobilt della famiglia

come che
Arcadi nati innanzi alla Luna . Et
gli Athenieli parimente volendo moftrare che innanzi a loro non erano Itati altri huomini , ma che efl erano- nati
delia terra , portauano alcune cicale d'ero in capo

per fegno di antichit


folTe pari a quella de

,.

gli

acconcie in diuerfe foggiefra gli capelli

,,
MPP!

me

-,

riferifee

uendo
JS >

Snida

delle delitie

mette

che

co-,

Et Atheneo fcr
de gli Athenie..

faceflfero

fto per lafciuia

ni

que-

gioua-

che pi delicatamente

a vo~
1

Ieuano adornare, di metterfi alcune:


cicalette d'oro intrno alla fronte i

Giove

Degli Antichi.

.0

r**fc* **

123

$&TX&-

E-

Anta rputationeacquift Giouc appreflb de


cacciato che egli hebbe Saturno
gli antichi

*j

padre dal regno del Cielo , come raccontano le fattole ; che da tutti fu in grandi/lima riuerenza hauuto,6c creduto il maggiore di tutti gli altri Dei . Per la qual co(ilo

la

gli

pofero molti tempi;

chiamandolo

Re

&ne

& Signore

dell'

fecero diuerfi fimulacri

vniuerfo

Cme che

tut-

ancora Ottimo , e Maffimo , con ci folle che a tutti per la fua bont voleffe gioiare,&: far bene, e lo potelTe anco fare per la maggioranza
!ua , -che andaua fopra tutti gli altri Et dal giouare dicefi ,
to foffe in fuo potere

Et lo

difTero

che

ei

fu chiamato

vita a tutte le cofe

te

del

Mondo

do

Et perci

& lo

che ha prodotto

rouhemente

da' Latini

vn nome , qual moftraua

Greci hebbe

ma

Gioue

pofero

lo

come

appreflo de' 'Gtottu,

che da m venilTela
Platonici per l' ani-

credettero alcuni quella diurna

men-

&

&

che conigouerna l'vniuerfo ,


chiamato Dio^ Di quefto , Iamblico parlan-

delli milterij dello

Egitto

cos elice

lawibliCQ.

Perche, Dio va fo-

come feparato da quelle > & focamina per di fu l'vniuerfo , Quelli di Egitto lo pofero a federe fopra il Loto arbore acquatico , volendo Gioite (edefoperci dare ad intendere che-la materia del mondo e foget- pra il Loto
ta lui , il quale la regge , de gouerna fenz toccarla , perche
il gouerno fuo tutto intellettuale , come lignifica il Loto, nel
quale le foglie , Se i frutti fono rotondi , perche la mente diurna fi nuolge in se fteffa, &c ad vn medefimo modo intendendo fempre gouerna Donde viene quel fommo principato , che regge il tutto, & feparato da tutte le cole del
niondo fa , che fi muouono tutte ftando lui in se tefTo quieto fempre , rpofato , & immobile ; Il che moftrauano gli
Egittij mettendolo (edere , come ho detto
Et <]ueito laniero gli antichi per quel gran Gioue R del Cielo , che ha- Clone tutto,
pra tutte le cofe

rifplende

lo tutto in se ftefTb

-,

4>aua nella pi fublime parte

dell'

vniuerfo

Q^

il

quale confiderato

rmagini de i Dei ?

^fj\ Imagini di Gioite

SM

SO
*X\

dio detti dei

& di Vcm ftgnifcanti t*vmuerj

celefli, l'altro

dio de

te per ftgnificar l'immutabilit di dio

%a

y&

moto

queflo ileorfo del


.

Vvno

VaHori% quello [eden-

mondi

& fua provider

S and in piedi ? fTj

,.

De gli Antichi l

125

dcrato poi fecondo le cofe, che tutte procedono da lui,difcenr


de pi ban o,& fouente pretta iinonie Tuo alle caufe inferiori ,

&

medefme . Onde Seneca nelle queftioni naturali


Seneca.
che non hanno creduto gli antichi pi faggi , che Gl'onegli altri tempi; ,
lle rofTe, quale fi vede nel Campidoglio,
col fulmine in mano , macheper lui inteferOvn'animo,& vno
{pirito cuftode, Se rettore dell' vniuerfo, che habbi fatto quella
la gouerni a modo f uo 8c che
gran machina del mondo ,
perci gli fi confaceua ogni nome , s che fi poteua dimandal'ordine Ciotte Fato,
re Fato , come che da lui dipendeffero tutte le cofe ,
delle caufe , che fono I'vna fopra l'altra , tutto veniffe da lui
Si poteua chiamare Prouidenza , percioche prouedeua , che il TrouidenTa.
Mondo andaffe del continuo al fuo ordinato corfo , Lo potcuano dire Natura , perche da lui nafceuano tutte le cofe, per
Tintura .
Jui viueua ci , che ha vita . Et mondo parimente poteuano
Uiiondo
chiamarlo , perche ci che fi vede tutto lui , che di fua virt
cos era creduto efTere in tutti i luoghi >
propria fi foflicne ,
empire di se ogni cofa,come dice Virgilio.
Virgilio ,
alle cofe

tariffe

&

&

&

&

&

Delfommo Gioite /' vniuerfo e

pieno

&

Et Orfeo dfbeua parimente , che Gioue

vltim
primo,
tempi , che vnqua fono Itati ,
far dopo tutti quelli , che veranno ,
che tiene la pi
tocca la pi bafTa anchora ,
alta parte del Mondo ,
tutto in tutti i luoghi . Et facendone vna imagine poi > perche
ha detto gi , che in lui fono tutte le cofe , la Terra, l'Acqua*
la notte, lo dipinge in forma
l'Aria,
il Fuoco , il giorno ,
di tutto il Mondo , facendo, che'l capo con la dorata chioma
fia il lucido Cielo , ornato di rifplendenti ftelle , dal quale fi
veggono due corna vfeire parimente dorate , che lignificano ,
l'altro l'occidente
gli occhi fono il Sole
l'vno l'Oriente,
di tutte le cofe , fu innanzi a tutti

&

&

&

&

&

&

&

6c

la

Luna-, l'aria

il

hanno due grandi

& gli homeri fpatiof quali


perla velocit de venti, & perche Id-

largo petto
ali

li

dio fi fa prefliflmo a tutte le cofe, l'ampio ventre la gran


i piedi fono la bi bafla
Terra cinta dalle acque del Mare j
parte del Mondo, la quale fanno efTere nel centro della Terra .
Quella imagine di Gioue fatta da Orfeo in forma deli' vniuer-

&

fo

Tmagni de

ia
'TLs

io mi

tira

tra loro

Del

a porre quella di Pan, per la fimihtudine,che

hanno

& perche mo Ararono pure ancho gli antichi fotto la

di quello' Dio l'vniuerfo

Oltrech Gioue Liceo apmedefimo,cheera Pan,comelo moftrail fuo


fimulacro , il quale era tutto nudo , f non che haueua intorno vna pelle di Capra de hebbequefto, comefcriueGiuftino
Leggevn tempio in Roma alle radici del monte Palatino
fi dunque di coftui , che fu vno di que^ Dei , che hahitauano i
monti, le felue, Se i bofehi /perche non poteuano ilare tutti
Dei de gli antichi in Cielo,ma bifognaua che ne ftefTero moll'adorauano pi de gli altri i Pallori, come ch'e
ti in terra,
haueflepiu de gli altri la guardia
fbiTe lor Dio particolare ,
j e j greggi,come dille Vergilio:

forma

preso quelli fu

il

&

&

Vi rgilto

Za

cura

ha Tan de greggi,

e de

pajor

perche talhora pare , che nelle felue fi fpauentino


, ne fi p Afa vedere donde la ragione proceda di tale fpauento , differo gli antichi , che veniua da Pan,& dimandauano
Panico terrore ogni jpaUra , che venilfe d' improuifo , n fapeffero dirne la cagione , o per qefto , che ho detto , ouero perTt

greggi
"Panico

Tore-?

ter-

che Pan fu creduto ilprimo,che trouaffejii fonate quella gran


cochiglia , che portano i Tritoni , con la quale ei fece s gran

rumore nella guerra contra i Titani , che gli mife tutti in fuga fpauentati di modo , che non fapcuano doue fi andaffero T

come

fi

legge appretto di Paufania,cheintrauenneancoa'Fran

guerra , che hebbero guidati da firenno contra GreImperoche , hauendo hauuta il d vna gran rotta , la notte
feguente furono afialiti da quello Panico terrore , & parfe da
prima ad alcuni pochi, dapoi tutto il campo di vdirevn gran
cefi nella

ci.

, Se di vedere, che i nemici veniffero loro..


contra con impeto grandiflmio,ondc prefero tutti le armi , n

calpeftio di caualli

ficonoicendo punto l'vn

(cos gli hauea tratti di fenparendo ad ogni vno , che tutti gli
altri i habito,& di lingua foifero Greci,cominciarono a combattere fra loro , Se fuggire chi qua , chi l di che auertiti
Greci furono loro adollo , de ne ammazzarono quanti vollero Quella forte dunque di paura pazza , che par' effere fenza
cagione

no quel pazzo fpauento

l'altro

De

gli

Antichf.

cagione, era creduta venire da Pan,

127

quale fu adorato princitenuto padre tutti gli altri pi poil

palmente nell'Arcadia, &


onde fu guardato il fuoco perpetuo nel fuo tempio,
ouediceuano, che fu anticamente vn' Oracolo, che rifpondeua per bocca di yna Ninfa nomata Erato
Gli Atheniefi parimente cominciarono ad hauerlo in riipctto grande , dapoi
eh' egli apparite ad vno mandato da loro dimandare aiuto a*
Lacedemoni) contra gli Per/ , & diflegli ch'.ei fi treuerebbe
in loro aiuto ne' campi Maratonij
Ma come pofeia lo faccffe non fi fegge,fe non che in quella battaglia fu villo vn'huomo di vilo ik. di habito contadino, ilquale, dopo hauere amT
mazzato con vn aratro gran numero de' Perfi , fparue via , ne
fu poi pi veduto Etoue Pan incontr colui prima i ch'io
dilli , che fu nella felua Partenia , gli fu fatto vn tempio nella
qual felua leggeri , che fono teftuggini buoniffime da farne lire , ma che quelli del paefe non ofano pigliarle , 6c manco le
lafciano pigliare flranieri perche tengono , che fiano tutte
conlvxrate a Pan . Et per quello f ne porr vna pie della fua
imagine ,
vi fi porr anco la cochiglia perfegno del Panico,
terrore.. Viene quelli deferitto da Silio Italico con le corna *
con le orecchie di capra jSc eoa la coda in quella guifa
tenti Deij

-,

,.

&

Lieta de le fue fette Tati

dimenai

picciol

coda

& ha d'acuto pino

Le tempie

cinte

e da la rubiconda

La

Fronte efeono due breui corna

e fono

V orecchie qualdi Capra lunghe^ hirte-y


V bifida barba feendefopra petto
il

Bai duro mento

e porta quefto Dio

mano *

Sempre vna verga pa florale

in

Cui cinge

Dama

fianchi di timida

La maculofa pelle jl petto Jl

Et feguita poi

>jch' ei

dofo

camina per l'erte

rupi,

& fiano quan-

to vogliono ruinofe , de che nel correre velociffmo ,. fi come il Mondo parimente con fomma velocit fi gira , moftra-.
tirato
ito nella imagine di quello Dio , il cui nome greco ,
Seruio
dice
perci

lingua
fignifica
.
l'vniuerfo
Et
lianoftra

&

"

che

Siilo Italico

ImaginideiDe

-il 8

corna > volendo inoltrare in lui per quelle gli


che
Et il BoccacAntichi i raggi del Sole,& le corna del^a Luna
dalla
tendono
quali
cleono
fronte,
quelle,
le
cio vuole, che
celefi,
riabbiamo
i
quali
co*
corpi
de*
il
CieIo,moftrino
verfo
glriftro*
l'arte
la
quale
modi
I'vno
con
con
due
,
gnitione in
menti aftronomicimifura il corfo delle ftelle,&: lediftanzeloroj l'altro con gli effetti, quali vediamo da quelli produrli neL
infocata ,
La faccia corporea , rofTa >
le cole di qua gi
puro
tale
a
Pan
lignifica
quel
fuoco
dipingono
chela
, che
(
(
gli fecero le

Boccaccio

&

&

(opra
re

tutti gii altri

clementi

ita in

La barba lunga , che va gi per

Elementi fuperiori, cio l'Aria,


forza Mafehile, e

mandano le

di natura Feminile

cuopre

il

&

il

celefti sfe-

inoltra che

due

Fuoco, fono di natura, $c

loro impreffionijnegli altri

Ci rapprefenta

confine delle

lo petto

la

due

maculofa pelle , che gir

, l'Ottaua Sfera tutta dipinta di fulquale parimente cuopre tutto quello , che ap-

petto, e le /palle

genti Stelle

la

La verga paftorale, che ha nel.


fecondo il Boccaccio ilgouerno , che ha
la natura delle cofe tutte , la quale cos le regge , che preferiue
loro etiandio il fine determinato delle loro operationi , lafciandone per fuori gli animali ragioneuoli 6c Seruio dice, che,
perche quefta verga era ritorta, moftraua l'anno,che fi ritorce in se ftefTo . Nell'altra mano ha poi la fiftula delie fette canne , perche fu Pan il primo , che trouafTe il modo di compor
pi canne nfieme con cera,e'l primo ancor , che le fonafTe,come dice Virgilio :
quella ci dimoftra l'armonia celefte , la
quale ha fette fuoni ,
fette voci differenti , cos come fono
fette i Cieli, che le fanno. Et quefta vuole Macrobio che s'intenda anchora per Echoja quale fnfero gli antichi effere ftapartiene alla natura delle cofe
'vna

mano ,

lignifica

&

&

tJWactobo.

ta molto amata daj Dio Pan


Diche rende la ragione Aleffandro Afrodifeo,dicendo,che fu errore del volgo di credere ,
c ^ c E cno &lfe J-* ea
amata da Pan perche quella non fu
altro mai,che quel rimbombo,che fanno le voci fparfe per luo
ghi alti , e concaui
queiti fu vn' huomo dotto , che cerc
.

Ecbo

&

-,

&

con grandifli moftudio d'intendere perche rifonauano le voci in quel modoj & non potendo talhora trouarlo , ne pigiiaua quel dispiacere , che fpeilb fi piglia chi non pu godere l'amata fua
Raccontano poi le fauole , come riferire
,

Ouidio>

De

Antichi.

gli

129

che fu Echo vna Ninfa innamorata di Narcifo bel- Oudol


liflmo giouane , la quale non potendo godere dell'amor fuo
fi cacci di vergogna negli Antri, Se nelle caue fpelonche>
Se quiui fi confum di affanno 6z di dolore in modo > che il
corpo diuent faffo , ne vi rimafe di lei altro , che la voce , la
quale Lucretio fcriue di hauere vdito replicare in certi luofette volte . Et Paufania recita yche fu in Grecia
ghi (ci ,

Ouidio

-,

&

appretto de
cate da
di

vn portico

gli Elei

Echo

Dea ,

coftei, che ella fu

perci

de chi

oue

fi

vdiuano

fina fette volte, e pi ancora

figliuola dell'aria

Onde Aufonio

inuifi bile.

cerca di dipingerla

le

voci repli-

Leggefi poi anco


,

Gallo fa

8c della lingua
,

ch'ella ripren-

facendone vno Epigramma

che

jfu fotto

G Ai-

quello vuol dire*

XA che cerchi tu pur /ciocco Vittore.?


Di far di me Tttura f che fon tate
Che non mi vide mai occhio mortale ^
E non ho forma , corpo , n colore^-*

De

Varia

de

la

lngua tutte l'hore

e fon madre poi di cofa , quale


Trulla vuol dir, per che nulla vale

"tyafco

La voce che gridando i mando foresi *


Quando fon per perir , gli vltimi accenti
,

B^inouo

Seguo

e con le mie

,
,

che

van per

V altrui parole
l'aria

poi co

venti,

Sto ne le voHre orecchie , e comefuole


Chi quel , che far non pu , purfempre tenti*
Dipinga ilfuon chi me dipnger vuoici .

Il

chea

me non d gi l'animo di rare,ma porr oenelaima

gine, che ne fece gii

Monfignor Barbaro

gia, in due flanze quello

Echo

figlia

de

Ignudo

bofch

jpirto

modo
,

eletto di

e de le valli ,

e voce errante

Aquileg- Lfrfonf. Barbaro

-,

e fciolta ,

Eremo efiempio d'amorofi falli ,


Che tanto altrui ridice , quanto afcolta

13

Imagint de

Q>

S'jiwor

ti

renda la tua forma tolta

che

Fuor

ti

tome 4 fttqji pi

e fole 9

miei dubbi in [empiici paiole^.

d'amore

x cbe cofa il fin

fempre

ella

Debbo fuggir
Chi dar fine

duras
T

hor<Lj

f
Dunque l'inganno ad amor piacer

g l* ra-

Che

pace

d"eJ]o

fin

chi pergiura

guerra

more^j*

dura

gran dolore

Com'h da vincer

wr&i

pur fen more

la forte

al

i^fmorcj.

men ftana

Chi fa fua flrada

yiue

lieti falli ,

abbandonate

d'efe valli

Sciogli

Echo

Dei

piacer

pacchi l

In quello loco mi pare , che non fia fuor di proposto , ma


anzi che debba recare a' leggenti difetto grand'iTimo , il porui
quello di Echo, che leggiadramente ferine vn noter moderna
poeta, cauandone dalla fua voce rifpoftecorrifpondenti. a celiato egli va da
Valli

Saffi

lei

richiedendo

^Montagne

Dica adunque

^fntrl 9 Herbe

& Tiagge

&

Fere
S elite , Fontane , ^ugelli ,
Satiri , Fauni ,
voi K(infe leggiadre
Odite per piet la pena mias Vdite come ^Amor mi mena tjtforte-j
Colli

&

Legato in duro

Voce odo

Deh

yA l'amaro
Tyirfa

& dolente pianger

f T^infa fei
che di queHa voce formi

Ch'io fappia chi


fi

Bora poi eh* Echo


Odimi , f

fei

io

duolti

fuono

nome
mone pianger meco

piet

fono

Echo.

l'vdir non ti difpiace

Deh mouati

me

il

il

porgimi orecchio

vedi com'io piango


di

mio

fei forf d

Tu

$e

do

che ridondi

T^jnfa fei dunque ? deh dimmi anco

Tu

nodo

e indifiolubil

chi fei tu

piace-?.

amaramente >
del

doglio

mio cordoglio ?

vuoi porger configlio ,

profondo penfcr

in cui rnUnuoglio

voglio

,. .

Degli Antichi.
tjtfa che premio

fta'l

tuo

fe'l

In qualche parte almen per te


1* ti ringratio

ji

mio tormento
fi

a nuuia

Hor dunque mi coniglia

Ch'io corro morie

Che mi

configli

chiedi.

Strugga 5

pena

e a

nulla

"Poich pi altro premio non richiedi

Ttt vedi \infa coni jimcr mi

me

veggio

n'atteggio $

che far perei)' io

Amor mi chiamai

Troui pivt la dou

Vorrei faper che cofa ques' AmoreL*

ama.

uefioy che tutto m'arde* e die m'infiammai


quefta , come non fimfc<LJ
Di confumar f mai non mi rallenta ?

fiamma

Che fiamma

.,

in che

Che parte quella ou arde a mio difetto


entra dimmi ? oue troua la via ,
Tercl? ella dentro al petto

fi

mch

trabocchi

Entra per gli occhi parmi hauer intefo ,


Che molti per vdir s' innamo yaro ?

Dimmi

che cibo el fuo

dotte

Che par che di continuo


Se m'

arde'l cor

Al

giogo

,
,

(i

ella

pafee

varo

ou

io

io
,

mia
Hia

toro

libert perdei

dei

fta affilino

e fianco

f pur talhoraj
il dolor mi far tremante infermo
che faro , s'egli coj mi flruggc- ,

io la

temprer

anco

ferui.

tenta.

poi.

fermo

}i diHempra
Jtmor non cefla

Ch' in pianto la mia vita

Com'

"pano.

Voffa alcun piemia riportarne poi*

dewo

e nulla gioua i

il pianto in vanno 2
Che far dunque acci al mio caflo ardire ,
Che m'arde , honeHo premio fi nferui
Credi* che l'Amor mio le far grato ^
Et eh' ella fia del mio feruir contenta
Ogni via tentar , f credi , ch'io

Ma

penjiero

farebbe forft

effer

m'accorciti

mi mio

bench

Tante lagrime fpargo

Hor qaal

debbo durare ancora^

^Adunque vuoi , eh?


Colante ancor

Dimmi

petto*

.,

Coni

lenta

oue foggiorn/Lj

loco t'annida

Di faettarmi da

jf

la

ttr^a fperas

tempra

ffera

Dunque

ija

Indgini de

Dunque tynfa

E
Qual

gentil lo jperar gioua

Dei
,

mortale pajjon raffrena ?

la

mia

la vita

frena.

f fen^a f]>eme
Terrammi prefo Amor con mari accorta
fia

torta*.

?.

Se pano corti i giorni di mia vitcu


T^on faran lieti almen benChor m'attriili
Che fperer mi lice jperar forfeit
Che far mi debba vn giorno, Amor felice

trifti*.

Uce

,,

Vorrei fa per chi mi dar

fperar la tua ragion m'inulta >


Vita hattr dunque l haur poi altro s'io
l\on mi lafcio giamai mancar di [pene l

Voi

'Pene

Ahi

eh'

mi gioua

fperando adunque, che

Ma
Tema

chi

jk

caufa % che di pene

la caufa fia

Deh dimmi

i'

fior quefto

dunque

tema *
dico*

mio piacer conturba

il

pene.

tema l

vero

il

empio timore

ahi difeortefe

sita

Dunque tema potr farmi mendico


laffo y

.,

fperanno. >

turba

Tuommi

far peggio dimmi f pu peggio


Seguir a quesle membra afflitte , e fmorte l

iMovte

?.

f dunque

Tal'hor

Come

pur

dici ch'io fperi

Credi.

teucra tutto
Lafio

Adunque

,.

'

l'alma

vuole

lo,

firugge^ x
piange, e fi

mare *

fi

,
,

fperai

f}sra*

fpeme forf

che fola fia , eh' altri confola


parte del tormento

fola*

mi confuma ,

che

mi parte l

e'I cor

parte*.

la fperando. per f fola

Beato non potr farmi giamai

Ma oltre Amore

feruitute

mau

fpeme %

Che ci vuol ? dimmi 'l tutta a parte a parte %


Chi mi dar quesT arte forfi Amore 5
Altri chi

fia l f

non

Amor >
Amor del vero Amor
gratta

Amor

arte.

efio*

ifieffo ?

dunque a gli amanti

Infegna dunque

Dimmi di

morte*

timor paffa'l fegno,

more per fouerchio Amore l

fi

lo fcaccier.

Che non

Tu

il

Jcoprir la

l'arte

dimofra

fiamma

O mi configli y ch'io non la

moslra*

dfeopri l

fjeepri *

A sui

Degli Antichi
Za cui

debbo fcoprirla
bafler

ad ogrvn forf

che fol l'intenda alcuno

Vuoi che ad vn fol amico


Celato gli altri

Sapremo

foli tre

fta palese

fai corpo

dunque

il

Aa dimmi quale deue

mortale

*A

efftr colui

cui l'ardor fecreto

Trouerans' in jlmor

uno*

mio ardore

Se vuoi, che con vnfolo mi

tjj

tale.

confoli h

folti

mio confido

fido,:

fedeli, amici,

Chabbin riguardo poi d amico al grado:

Come dunque far


Che

s'io lo

fia fdel

perche lo troui

radol

,,

s come fi ricerca

cercai

trouo, che potr giouarmi,

Forft taVhor la paffion rileutu l

lena.

Hot quesloy che mi dettk dimmii modo


Fero d' Umor,, dimmi di gratta l vero
Se queslo il vero moda, i' fon felice
nomai non temo , ch'I dolor m' atterri
Tercb* erro

forfi

ancor, altro ci

Terche fendale
\Alt ro ci vuol ancor

il

vuole

erri

miopenfter non vole l

vole

.,

hor altro ci vuol accioche in fine


Foglia, efpeme in van nfar in forte

certo.
'

forte *

Tnfomma

forte*

di fopra tutto che giouay,

Terche non fai

Boy

non hafta quello ?


Deh dimmii ver non mi lafciar incerto l
Che ci vuol dunque d per cortefiet. y
Terche di gioia fia l'alma conforte ?
Sorte

yerol

iefir

pace 1\infa

refta in

indarno, e forte

forte

viu

io ti ringratio

Che coi tuo ragiona rpar che mi auuiui

ritorno a Pan , le cui parti di fotto fono pelofe Se _ *..*


r
**Tarn mferiej- j r>
r
*
'
con 1 rpiedi di
Capra
,.
, perche ci rappreientano la terra ,
r
r
r
ridiTan
jjr
i^j
ir
i
u
la quale e dura,
aiprajC tutta diluguale, coperta di arbon,di
infinite piante , e di molta nerba.. Alcuni , volendo per quello
Dio intenderli il Sole , Padre , e Signore di tutte le cofe ( fra li
7 e /
*
eguali Macrobio)dicono, che le corna in lui inoltrano la efgie della nuoua Luna i la faccia rubiconda > il roflbre > che nel-

Hora

alpre

or
&

..

*,

l'ariai.

ImaginideiDe

34

vede all'apparire, oc al tramontare del So!e,i cui raggf


che feendono fin gi in terra fono intefi per la prolifica barba la pelle inaculofa rriolfcraleflelle, che appaiono al dipartire del Sole , Ja verga la potenza , eh' e^i ha (opra le cole j e
la fittola l'armonia dei Cieli,la quale vogliono, che dal mouil'aria

fi

mentodel Sole fia fiata cono feiuta Ma quello, altro, che


Dio Pan ( perche Platone vuole , che per lui s fintenda il ragionare , e fia biforme cio hiiomo, e Capra , perche fi ragiona il vero talhora,c talhora il falfo:e perci la parte di fopra inoltra il vero, ilquate accompagnato dalia ragione^ come leggiero,e cofa dmina tende femprc in altoje quella di fotto ilfafo , che tutto beiliale, duro , cafpero, n altroue habita,chc qua gi tra mortali ) ma lignifichi, che fi voglia , come dilli, quello Dio egli fu cesi dipinto da gli antichi j huomo dal mezo in su con due corna in capo , con faccia
fgrignuta , tutra rubiconda , &c con vna pelle di Pantera , di
Pardo, che gli cinge ilpetto, & le fpal'e, con l'vna mano tiene
vna verga pailoraie, & con l'altra vna zampogna di fette canne , Dal mezo in gi poi Capra , con cofcie, gambe, e piedi',
Furono nel medefimo modo ancora fatti Fauno ,
D quefti Dei di Capra
vedi la prima Slittano , & i Satiri, li quali perci paiono elitre di vna medea cxru 4. fima natura, tutti hanno cera picelo ia, e brerecoda, &a tutti
.

fignificaffe il

fig.

diedero gli antichi ghirlande t gigli , <k di canne; Se leggefi


che talhora furono coronati ancora di pioppa , e di finocchi
Onde Virgilio nella vltima Egloga fa Situano ornato rozzamente il capo di ferole fiorite, di gran gigli Et in altro luogo gli d a portare in mano vna renera pianta di CiprefTcperche, come quiui difehiara Seruio , fu mutato in quell'arbore

Virgilio

&

CiparTo bellillmo giuane amato da


Situano

(limato Siluano da

ma de

gli antichi

lui

grandemente. Fu

Dio non folamente delle

felue

campi ancora, oc che la cura hauciTe della coltiuatione


di quefli,alla quale lo prouocauan con certa cerimonia, quando le donne erano in letto di parco,accioche occupato in quelImperoche egli
la non andafTe la notte a dar noia a quelle
i

era creduto edere quella certa cofa graue, e pelante, qual pa-

S Sgottino*

rerne fi fenta talhora venire addofio chi dorme. Perche dunoue Siluano non andafTe a molellare le donne di parto, vfaua110 gli antichi, come fcriue Varrone,& lo riferifce Santo Agollino

De gli
ftio nella

cafa,

li

Citt di

Dio

di

Antichi

mandare

tr

135

giuani intorno

alla

quali arriuari alia porta percoteuano quiui la terra

chiamando Intercidone Dio del tagliare gli


alberi l'altro con vn perielio , perche lenza quello non fi pteua ben mondare il farro , e chiamaua il Do Pilunno , che la
l'vno con vna fcure

intercidono

^q

&

Tilunrio
il terzo vi fcopaua, perche fcopancura haueua delpeiare-,
Deuerra
fi raccogliono le biade inleme , e chiamaua Deuerra Dea
dello fcopare , accioche Siluano f ne andalTe con quelli tr

do

Day

non en traile nella cafa ou'era la donna di parr De*


Luciano ferme, che hanno le orecchie acute, come quel- Satiri .
le delle Capre,e fono calui,con due cornette in capo:& aggiunge Filoirato , che hanno la faccia rofla di effigie humanacon rilq/lrat9
Onde fono velocitimi, come riferifee Plinio,
piedi di Capra
e trouanfene ne'monti della India ma per la loro velocit non
polli bile pigliarli f non vecchi, ouero infermi j come racconta Plutarco, che ne fu menato vno a Silla,quando ritorna- Plutarco,
Paufania ferine elfer- -paufania
u dalla guerra fatta con tra Mitridate
,
jgh ftato riferito da vno , che fu gi fpinto dal vento a certe
ilfole deferte nel mare Oceano , chiamate Satiride, che quiui
jhabitauano huomini feluatici, roflcci tutti con la coda poco
minore di quella di vn cauallo , li quali correuano al lito , fubiro che vedeuano qualche naue, e f vi erano femine, li auen|;auano loro addollo con la maggiore furia del mondo , vfandone tutte le vie il che li conf molto bene a quello , che li
legge della natura dei Satiri. Etil Beato Gieronimo recita nel- S ^Girolamo
la vita di Santo Antonio , che ne gli heremi dello Egitto queIfto fanto huomo vide vn'homicciuolo, che haueua le corna fu- Satiro yio
a fronte,& il nafo fgrignuto,& era dai mento in gi nelle coeie, e ne i piedi limile alle capre ; e fattori il legno della croce
jli dimand chi ei fo (f; &c egli riipofe , che era mortale , habivno di quelli, cuila Gentilit ingannata
iatore delle Selue,
iendeua diuini honori dimandando Fauni , e Satiri
E quelli
on andauano in Cielo mai , ma llauano fempre in terra in,.eme con le Nmfe,& altri boicherecci Dei, come dice apunto
ioue, che vuole, che iliano , quando appreifo di Ouidio dihiara al Concilio de i Dei di volere roiunareil mondo con il
iluuio. Et erano chiamati Semidei , perche, f ben erano
eduti potere giouare , e nuocere > e fapere anco molte delie
e

Satiri

&

cole

Imagn de Del
cofe a venire, moriuano per. Ma ritornando a
13 9

THtrodoto.

to fcriue,che egli era

to: perche

vno de gii otto Dei

come difl gi

Pan,HerocfoI|

principali dello Egit-I?

credettero gli Egitti;, che

i priml^
che n'erano flati altri otto||o
innanzi a quelli, e di quelli Pan tu vno, come ho detto , il cui
fimulacro era limile a quello , che ne faceunno Greci , non
perche non lo credefTero limile a gli altri Dei* Ma perche Io
facelTcro tale, foggiunge Herodoto , che vuole pi tolto tacere, che dirlo i donde fi vede quanto fi guardafTero allhora d

Dei

'(Jlslifterj te-

nuti occulti.

Captavi molto
filmati*

folfero dodici

ma difTero p 3,

riuelaregli miflerij della loro religione

chi, e

che

feguita poi

le

Capre

&

cui

che
Bec-

ma

morte il pae-

grandini mo corrotto, e quello tutto ra per la riueal Dio Pan.


in Grecia per altra ca-

Ma

renza, che portaUano


Capretti veri-

Caprari erano hauuti in grandiflmo rifpetto

vno principalmente fopra tutti gli altri, per la


fe faceua

riebbero quelle genti in molta venerarione

gione era fatto honore alla Capra , come recita Paufania dicendo , che all'apparire della Capra celefle, che fono alcune
flelle,lequali,eome dice Ouidio, cominciano a inoltrarli a Ca-

Maggio, era folito di venire <jua/ fempre qualche


gran maleaddoflb alle vigne, 8c che perci prefero partito certe genti di Corinto di fare vna bella Capra -di metallo, e metl'aterla in piazza, 8c quella ficeuano poi molti honori ,
dorauano certi tempi quali tutta , accioche quella del Cielo
ufcbio .
non faceire danno alcuno alle vigne Scriuendo Eufebio de
gli animali j li quali erano adorati in Egitto , poi che ha detto
de' membri genitali qit'iui borati parimente, perche fi conferua per quelli la generatione bumana , foggiunge , che perci
i Satiri erano hauuti in molta riuerenza, quali che efif
Pani,
anchora gioualfcro aliai all'accrefeimento dell'human genere, come appare per gli loro fi mulacri polli ne'tempij in forma di Becco,con il membro dritto fempre, perche dicono , che
quello animale apparecchiato fempre al coito Se elli erano
creduti libidinofi fuor di modo j onde furono dati compagni a
Bacco, perche il vino rifcalda la virai naturale, v accende l'huo
compaSatiri
mo alla libidine Per volendo gi Filoilene E retrio dipinBacco,
gni di
lende di

&

&

Lafciuia

Filojfene Eretrio,

gere

con

la

Lafciuia,

vali in

bere l'vn

come

fcriuc Plinio

mano beeuano

l'altro.

largamente,

fece tre Satiri,

&

li

quali

pareuanoinuitarfi-a

A che mi pare che fia limile

quello

ohe ieri
!ue

t>e

gli

Antichi.

&

Imagini del Dio creatore de gli Egitti]


di Gioite dio del
li dei degli antichi E tnici, che dinotano la natura di
Dioy

&

la

fua prouiden^a, bont t comunicatione

louerno di tutte

le

cf^j

&

K'

i$8

imagini de

Dei

u Paufania di Sileno , il quale era parimente del numero tali Dei Silueflri,& , che nel tempio di coltili in Grecia
ppreil

Sileno.,

fo degli Ejei era il Tuo firnulacro, al quale la vbbnachczza por


geua vn vafo con vino
Porfirio vuole, che i Greci imitando
gli Egitti) habbino non adorato le beilie
come elfi faceuano , ma compolto gli fimulacri de i Dei di beilia , e di huomo, e che per ci hauelle Gioue talhora le corna di Montone ,.
e Bacco di Toro j e di huomo e di capra folTe fatto Pan al
q ua k hanno gli antichi dato il. Pino , mettendoglielo in ma..

,.

Tino dato &

Tan

no tam ora

dicono

ne detta.

e talhora facendogliene

ghirlande

fauole,che in quello arbore fu mutata

le

Piti

La cagione
vna gioua-

amata grandemente., Come dicono di'Si-.


quale diueiit. canna , &. egli che. l'haueua

da. lui

ringa ancora

la

amata prima , Ce ne fece poi la Zampogna, e per amore d lei la


port Tmpre
Hora rirorno a G ioue riputato , come dilli , il
maggiore di tutti i Dei da gli antichi , 8c che per ci hauelfe il
gouerno dell'vniuerf &: fecondo che l'hanno deferitta Por-.
.,

^ r '>

Porfirio

Snida

Eufebio, S uida, e de

gli altri

anchora ,

polla federe per inoltrare, che quella virt


*

imagine fua fu

la
,

la

quale regge

il

mondo, & lo. con.ferua, . ilabile, &; ferma , n il m uta mai


Le parti-di (pra, erano nude,ck' aperte* per darci acUn tendere^
..

che Iddio

f\

manifefta alle diuine intelligenze r &c erano coper, perche non lo potiamo vedere nof >,

te,e veflite quelle di fotto

Mondo

mentre che habitiamo quello balla


feettro nella fini/Ira
te del

corpo

vengono gli

il

mano, perche dicono

membro

fpiriti,

che il cuore , dal quale,


fpargono per tutto il corpo
Et;

principale

che poi l

Teneua vno,
che da quella par-.

Mondo ha la vita da Dio il quale: come Re la difpenPorgeua poi con la delira hora vn'"
fa,e gouerna a. modo fuo

cos

il

Aquila,& hora vna breue imagine della Vittoria , moftrando


ih quel modo , che Gioue cos fuperiore a tutta la gente del.
Cielo, com' l'Aquila a tutti gli vccelli e che egli cos ha fog-;

,.

come

per ragione di vittoria f le hauef-.


gette tutte le cofe >

egouernate
modo fuo Donde viene , che per
feacquillate,
f

..

io pi non fanno intendere gli huomini la caufa delle mutationi di quelle, ne del bene, e del male ,che fra mortali l canHOtntO:

a cfa Homero fnfe, che Gioue ha* a s * f uente - P er ^ a qu


uelTe tuttauia dinanzi duo vali grandi come botti , pieni l'vno

t)e

Antichi.

gli

i$j>

&

riuoltaua a fuo
i bene, l'altro di male, li quali egli voltau ,
piacerei dapoi tiraua hor dell' vno, hor dell'altro quello, che
parcua lui, che meritaffe il Mondo , che gli foiTe mandato .
Etvn'altro Poeta molto antico diiTe , che Gioue fa difendete la bilancia hor d'vna, hor d'altra parte, fecondo che a quelli , a quelli gli piace di far bene ; Che fu pur'anco fittione
di
omero-, percioche egli fa , che Gioue tenendo la bilancia
'd'ora in mano,pefa i fatti de'Greci, 8c de'Troiani per vedere
a quali doueua dare la vittoria . Egli fu parimente in Pireo

Atheniefi,come ferme Paufania,vn fimulacro con 'paufania


mano lo fcettro, Se la Vittoria.
Et quelli di Egitto , haueuano le loro facre cofe tutte piene di
marauigliofi mifterij,
quelle teneuano occulte il pi chepO-

porto de

gli

fecrato a Gioue, che teneua in

&

&

pofero
teuano, con alcune cerimonie , e condiuerfe ftatoe,
parimente lo fcettro in mano a quel Dio , oh'ef chiamarono

Creatore, il quale perci mi pare che affai fi confaccia con il


Gioue de i Giudei . Onde non marauiglia , che io metta inficine gli loro imulacri j perche f ben furono di nome diuerfi ,
non fatti in vn medefmo modo , nientedimeno credo
che fi polla dire , che fignificaflero vna cofa medefma , poco differente l'vna dall'altra . Era dunque il Creatore de gli
Egitti; fatto in forma di huomoj, di color ceruleo , che tenera vn circolo nell'vna mano,
nell'altra vna verga regale, 8c
ir. cima al capo liaueua vna penna,la quale moftraua che difficilmente fi pu trouare il Creatore delle cofe, che Re , come
ilo inoltra lo fcettro , perche 'ila in fua "mano dare vita all'vniuerfo, il che fa egli , mentre che.intendendo in s fttiTo fi araggita , '& qiiefto figaifca il circolo, che tiene in mano. Manda

&

&

poi fuori della bocca vn'vouo

chiamano Voltano . L'vouo

ignifica-il

dal quale na fee quel

Mondo,

Dio , che

& Volcano

quefcalor naturale, che in elio da vira alle cofe . Bench moftrauanoin Egitto il inondo con vn'altro fimulacro anchora >

&

diiiuomo con piedi infieme ritorti


annodati \ haueoa intorno vna verte-, che io copriua gi inhno piedi, tutta vjria,& di colori diuerfi ;
folteneua con il cr.po vna gran
palla dorata. Le quali cofe figni'fcauano, cht'l Mondo roVniucrfo dtondo.n muta luogo mai,&: che varia la natura delle ftelle. finto*
quai'era

-,

&

Tutto creilo dice Porfirio a fecondo che

riferifee

S.

Eufebio
-^uale

il

140

Invagini de

Imagine di Gioite dio degli dei


la,

delli

potenza &prouiden%a di dio

& mantenitore

del tutto,

Dei

.'

^Antichi lignificante

&

lui eflere ilfator e

& da luiprouenire l'armoni a

deli orbi celeffi

&k&m

De gli
^nale ferine pur^ anco che fu

Antichi

141

Vniuerfo dipinto da quelli di

Egirto in quefta guifa . Faceuano due circoli l'vno fopra l'altro^ qneLi attrauerfiuanocon vn ferpente , che haueua il capo di Sparuiere. Moftrauano i circoli la grandezza, &c lafoiv

&

il ferpente il buon Demone conferuatore


vniuerfo comprende con la virt fua , cio
quello fpirito,chelo vinifica. Se nodrifee* perche tennero i Fefccl,& gli Egitti} , che foller di natura diurna i ferpenti , ve- Serpenti film'et

ina del

di tutto

Mondo

Se che

dendo che

1*

queiti,

non con

l'aiuto delle

membra

citeriori

co-

me fanno gli altri animali ma folo dallo fpirito , Se viuack


loro moi, vanno velociffimamente,& con preftezza mirabile torcono, Se ritorcono il corpo in diuerfe maniere j oltre che
viuono lunghiiTimo tempo , perche depongono la vecchiaia

ti

di natura di

uiniLj

con la fpoglta, che mutano Se cos fatti giouani di


nuouo paiono non potere mai morire da loro flefi, f forf no LMartiano.
fono vecifi Et vi aggiunfero il capo dello Sparuiere pa-rimen
Imagine di
:te per la fua preftezza,& agilit grande. Martiano, quando nelGiona *
le nozze di- Mercurio & di Filologia finge, che Gioue chiami
inficine

-,

Dei , cos lo deferiue - Egli ha in cavna corona regale tutta rifplendente , Se fiammeggiante
gli cuopre la nuca vn lucido v.eo tefluto gi per mano di Palladi, tutto veftito diiwanco, f nonch di fopra ha vn man-

a concilio

ruttigli altri

po

to,

qual pare di vetro

mano

stra

tiene

dipinto fcintillanti Stelle

due rotonde

nella de-

palle, l'vna d'oro, l'altra d'oro

vna Lira con none cordelle fcarpe fono di vrde Smeraldo, Se fiede fopra vn panno fatto,e tefluto di penne di Pauone j e co' piedi calca vn tridente . Furono ancora fatte ftatoe Gioue in modo tale , che non folamente fignificauano chi ei foiTe, Se quel che potefle, ma da uno etiandio . conofeere quel , che gli huoinini danno da fare
tra loro,& mafimamente i Re, & 1 Principi verfo gli fudditi :
Se di argento j Se nella finiftra

perche quelli ( come mi ricordo di hauere detto altra volta )


in terra quali imagine di Dio, Se perci debbono, quanto fi pu pi per loro, rapprefentar parimente >!a Trouidenza ,
Scriue dunque Plutarco , che
la. giuftitia, Se la bont diuina .

tono

in Creta fu gi

vn fimulacro

di

Gioue,

il

quale

orecchie, per moftrare, che chi fopra gli altri

uernargli

non deue afcoltare

ci

>

che

non haueua
Se

"Plutarco.

Gioue fenici

ha da goorecchie^
, ne pi

gli vieti detto

quefto

Imaglni de

142

Dei

ma ilare cos ferm*


mai per l'altrui parole Et
all'incontro lo fecero i Lacedemoni) con quattro orecchie,co
Cloue co quat me che Gioue oda tutto, & tutto intenda , pure che due orectro orecchie . chie debba hauere da giudicar per intender vna parte & due
quefto, che quello, n quello, che quefto,

&

faldo, che dal dritto

l'altra

Taufania,

ilche

& del Principe,

occhi

parta

parimente fi riferifce alla prudenza del R*


quale ha da vdire, Se intendere tutti,
tutto quello , che i fuoi popoli fanno . Et forf che il mede/imo
volle inoltrare chi gii fece Gioue con tre occhi quali che ei
veggia ogni co fa, e niente lui ila occulto : come anco non ha
da eiTere chi ha la cura ,
il gouerno delle Citt . Da che
venne , che differo gli antichi , che la giuftitia vede ogni cofa>
come appare nella fua imagine . Ma Paufania ne rende altra,
ragione , fcriuendo cheappreffo de gli rgiui nel tempio di
per

Gioite con tre

non

&

il

&

Mineruafu vn fmulacroci Gioue, chehaueua due occhi, come li vede, che hanno gli huomini &c vn'altro poi ne haueua
\

mezo

Se dice poteri! penfare , che quefto fignificafTe,che Gioue ha tre regni da guardare : l'vno del Cielo >
perche communementeJo riputatia ciafcuno R del Cielo-:
l'altro dello Inferno, cio della Terra, perche la Terra, nauuomero perci G io
to rifpetto al Cielo, Inferno>& -chiamalo
ueinfernale ; il terzo del mare , perche lo chiama Efchilo R
nel

della fronte

-,

Efchilo.

& Marnano
piedi &

come ho detto difopra ) gli mette il


Orfeo in certo hinno prega fa giuftitia , che voglia hauere cura di tutti i viuenti, che fono nodrit
da Gioue Marino Moftrano dunque
dalla madre Terra,
fecondo Paufania, i tre occhi in Gioue, che lui fono Soggetquali dicono le fauole , che
ti quelli tre aregni dell'vniuerfo
partirono con lui,gli altri due fratelli , toccandone quel del
,Mare Nettuno,& Plutone quel dell'Inferno. Che nelle ftatoedelii Dei moftraiTero gli Antichi per l'occhio <jual'er
dei

Mare

tridente fotto

&

-,

l'officio del

Signore,

fi

vede, dicepur'anco Plutarcho,da quel-

lo,che faceuano gii Egitti;

>

li

quali tra le facre loro dipinture

quando voleiiano rapprefentare il R faceuano vno feettro


che dipingeuano
coti vn 'occhio in cima , come ho gi detto
il Sole anchora,&: faceuano Gioue parimente con la medefima
-,

-,

figura

perche

volendo perci intendere , che come il


^maggioranza ,

lo feettro fegno della

R pu

affai

& della potenza*

De

gli Antichi.

14^

ha d eflere vigilante al
Tempre in ogni fuo afgiufto
gouerno de'popoii, moftrandofi
ftata di Gioue folealla

Iato
fi
legge
anchoraVche
Et
fare
che'l R non facome
gi
quella
della
Giuftitia
porre
uano
>
Giuftitia non
dalia
che
doueffemai
maijnon
fare,
cofa,
cefTe
za-

che

ha fopra

fi

gli altri", cos egli

fofTe

accompagnata

Onde foleuano ancho gli antichi , come

&

Suida, fare gli feettri vna Cicogna nella cima ,


Snidai
volendo quefto modo moftrare
'nel calce l'H ippopotamo
che il R ha. da efire pio , Se giufto , 6c deue opprimere quelImli, che con vioIenza,& ingiuftamente fanno male altrui .
peroche fi legge,& Ariftotele lo conferma, che fa Cicogna, no- {^rHotclc*
la. madre pofeia. che fono diuentati vecchi,,
arifee il padre ,
nel medefimo modo jicne ella da quelli, ftata gi nodrita , 8c
alleuata , opera pij Mimale*: giuftiflimaje I'Hippopotamo tan
to empio, 6c ingiuftoiCdme ferme. Plutarco, che fa violenza al
padre,
l'ammazza, $c vf dapoi con la madre , Oltre di ci,
che: in Thebe erano
fi legge appretto del medefimo Plutarco
>plut<trCQ%
alcune ftatoe fenza mani,Ie quali moftrauanoi giudici , 6c ^li
amminiftratori della giuftitia perche quelli hanno da efTere
lenza mani, cio , che non debbono in alcun modo accettare
premio, n doni, per li quali habbino poi da. far torto ad alcuriferifee

-,

&

&

,.

,\

no, dando ragione chi non- l'ha

Et

tra quefte

n'era fenza occhi, la quale rappreferitaua


dici fopra,perche egli

ha da

il

efTere libero

vn 'altra ve

Signoresche a giu-

da ogni paffione, 8c

di odio, &: di amore,confiderando (blamente in se quello, che


fia giufto

fenza hauererifguardo pi a quefto, che a quello


, come fono tenuti tanto i

nel tare amminiftrare l giuftitia

R, 8c i Principi, quanto gli ofriciali,& i magiftrati,non folamente per legge di natura , ma per loro proprio giuramento
anchora Et facendo altrimenti, & glivni , &c gli altri hanno
da afpettare di douerneeffer puniti da Gioue caftigatore dello
fpergiuro come nelle fue ftatoe moftrarono pur'anco gli antichi perche fi legge , che appretto degli Elei, gente della Grecia,ne fu vna,la quale era molto fpauenteuole>& temuta grandemente da gli h uomini perfidi, e fpergiuri Quella teneua
il fulmine con ambi le mani , quafi che fteffe prefta a punire
lo fpergiuro
Come di cert' acqua ancora racconta Ariftote-*
...

-,

fefcfcriuendo delle cofe miracolofe del

mondo, che era

in

Cap^

pador-

Imaglni de

Dei

Imagne di Gioue folgorante contro li {pergiuri nominato


Gioue horcio cuftode del giuramento
feuero caftiga
F
'

tor
li

& diHrugitore di

&

quelli giurar*

erano facili al giurarci

ilfalfo,& de quel

Begli Antichi.

145;

padocia apprefTo a Tiana Metropoli di quel paefe, la quale nel;


Tuo fte era freddi fl ma, ma quui pareua bollire;& f a quefta
era menato alcuno, del quale fi dubitale , che hauelTe giurato
il falfo hauendo colui detta la verit , ella fi moftraua quic- x^fqua d Gio

c,&

neandaua con vn corfo lento,

giurato hauelTe quel tale

la

contradilui, che gonfiataci

bugia
gli

fi

&

piaceuole

ma

u {pergiuro.

cos moftraua di adirarci

lanciaua

alii

piedi

ma-

alle

ni,& alla faccia ancora,quafi lo volerle punire dello fpergiuro,


ne lo lafciaua mai infino a tanto, ch'egli hauefie confefTito
apertamente il fuo peccato, & piangendo dimandatone perdono , ochc( (e pur ftaua oftinato )quiui diuentafte hidoprico ,

& rigittaiTe per bocca gran copia di fangue tutto corrotto

&C

chiamauano quefta l'acqua di Gicue fpergiuro


Et appretto de' Cormthi ferme Paulania , che fu riel
tempio di Nettuno vna fecreta cella con vn' adito, che arda u
.foterra, oue diceuano,che ftaua Portuno, & chi quim haueft
gi u ra r-L fa lfo, qualunque eifolTe., non poteua fuggire di eCfcrne fbito punito. Et gli Elei parimente andauano a giu->
rare all'altare di Soli p li lro Dio con r inerenza grande Non
guaftojor.de i Greci
.

racconta elfo Paufania^a cerimonia, che quiui vfauano


dice bene in vn'altro luogo quella

ma

Cerimonia di

gmrartLj

che faceuano ne' tanto celebrati giuochi Olimpici, oue conueniuano perfene da ogni
banda,chi a correre a pi,chi a fare correre caualli,chi alla lotchi ad altre cole; perche chi ne rperraua la vittoria era
ta ,
(rimato affai; onde bifognaua hauer ben mente , che non vi
,

&

Et perci non (blamente quelli.


fi facclTe inganno alcuno
che andauano per interuenire in alcuno de ell giuochi, ma
maeftn,che gli haueuano eiferpadri loro ancora,! fratelli,
citati , li quali tutti andauano ad accompagnarli , giurauano
terricoli di vn porco , che
con certe parole folenni fipra
per quefto erano qukii.tagliati allhoradilennemenre , che non
irebbono fraude alcuna . Eri giuocatori giur. liane, di pi
.

&

di

elTerfi eflercitati dieci

care delL vittoria

mefi continui in quella (erre di giuo-

Et quelli , li quali haueuano da giudigiurauano parimente di ncn torre dono alcuno da'giuocatori>n da' fuo,& di non fauorirepiu vno,che
vn' altro in modo alcuno, & di nonpalelare, perche a pprouafEt perche quefto
iero nprouaflbro pi qiitfto , che quello
co, a che erano venuti

'

era'

I4*

Imagini de

Dei

&

fedelt di Gio~
fc Imaginc del dio Fidio cufode della fede
castigatore di Ciotte
u detto Pelone cio noceuole
jjsf

&

della capra

amali he a che diede

il

latte

&

il fuo nume
Gioued'vno de

con Vhabito di Bacco cui attribuito

corni della quale fu fatto il corno di diuitk cornu copia.

ra qua/I in

mangiare
sa , che
le

fi

T47
Degli Antichi^
facrifcio & ne' facrifici; era coftumc di

forma di

carni

le facrifcate

haueuano

fatto

il

ma,

fopra

la

fopra

foJenne giuramento,

la religione antica vietauail

che non
quache ben fa , che

(bggiunfe Paufania

faceflero di quefto porco

mangiare

le

tefticoli del

li

ma

carni di quella vitti-

quale era ftato giurato folennemente*,

come

fi

ve-

de appreso di H omero , quando dice , che il Sacerdote gitt


nel mare quel porco, fopra gli tefticoli del quale Agamennone giur di non hauer tocco Brifeida Etera quafi limile la
cerimonia, che vfauano

Romani

nel fare le tregue,pcrche gi

rauano,& faceuano certe imprecationi fopra vn porco,che qui


ui haueuano , prefenti i Sacerdoti a ci deputati . Ma lafciando le cerimonie, ritorniamo al Dio cuftode del giuramento ,
chiamato da* Gteci Gioue Horcio , & rapprefentato nella ita- clone Horco.
Quefti da' Romani fu
toa , che teneua il fulminea due mani
fatto in altro modo , & altrimenti nomato ancora , bench il
Nume folle il medefimo , come hanno detto alcuni di Gioue
Horcio,& del Dio Fidio de'Romani,perche come quello guar j)'l0 fjjfo J
dauailgiuramento,chefoffe vero,& giufto, cos quefto era fopra al feruar la fde,& per quefto era adorato, Se tremali frale
Egli vn pezzo
cofe antiche di Roma >*** fa quelta guifa
imagliatcTa
di
feneftra
ouefono
,
fcolpite tre
modo
di marmo
figure dalmezo in su , delle quali l'vna , che dalla banda delira, di huomo in habito pacifico > & ha lettere a canto , che
l^altra dalla finiftra parte di donna nel
dicono
mede/ mo habito, con vna corona di Lauro in capo,& con lettecene dicono V E R I T A S Queftedue figure fi danno la
mano tleftra l'vna con l'altra , tra le quali la terza di fanciul.

HONOR;

lo, che ha la faccia bella

&

honefta, cui fono intagliate fopra


,
capo queftedue parole
FIDlVS.Et per punire
Gioue lo fpergiuro,come hdetto,mi viene a mente, ch'ei non
fu fempre adorato, perche giouafleyma perche non noccfTe ancora alle volte,
io chiamarono Veioue allhora:come che p- Veouc^a
teffe nocerc folamente : 11 che mo tirarono pur anco nella liu
ftacoa , perche k fecero , fecondo che fi legge appreflb di Gel- Celilo .
lio ,
che riferifee Ale'flandro Napolitano informa di fanciullo con le corna in capo
con le faette in mano in guifa
di ferire^ haueua canto vna Capra
Perche differo le fauo-

DIVS

il

&

&

*,

-,

&

le,

M&

ImagmideiDi*

foche hauendafo gi la madre,per camparlo dalla vo race gotk


di Saturno , dar in guardia a due Ninfe in Creta
, nomate
l'vna

Amalthea,&

ftc Io

nudrirono di

Ffega,& Hcliee* quei


vna loro capra , che
amauano affai Alla quale eflendo alienato vn giorno , che
per diigratia fi ruppe vn corno ad vn'arbore con grrtdjfitfo
difpiacere
delle Ninfe, che nefurono dolenti oltra modo j elDole non potendo farne altro , lo empirono di diuerfi fiori, Se
l'altra Mcfifl^, onero
riiele

V di latte di

Corno d
utia

frutti

&

adornatolo tutto di belle frondi lo prefentarono


molto caro , Se volle , che per honore
della fua nutrice ei foffe fempre* fegno di abondanza y. onde
lo chiamiamo anchora corno didiuitia ,
di-Amalthea anca
talhora,dl quale dine Ferecide , come riferifee Apolloclero,
la virt effere tale ,. che d copiofamente tutto quello , che
l*huomo sa defderare per cibo,& ttjbere Si legge anchora*
che quefto corno non fu di Capraia; di bue,& du.]uel bue,ncl
quale fi
li muto
mut Acheloo, quando |p^om batt
batte con Hercole
Hercole per
,

Gioug

if quale l'hebbe

&
.

pfom

Deianira

che era

promeffa1|p padre ad a mbido imperch


Hercole,cme dicono le fauole^ielo ruppe , de lo gitt via r
,

ftata

male N'aiade ninfe desumi


ri) fiori,

lo

^colfero,& empiutolo

diva-,

& frutti, & adornatolojl verdi frondi lo confecraro^

Copia,che s*intende per la Dea dellaabondanza,& per


il Corno della Copia, & di dbutia
eEa quale^
eofa(lafciand
d
parte le hiftorie,che fono fotto quella favofua fpofitione ^
la Jdicono alcuni,che moftra la forza della fortuna,pei che mol
ti animali hanno tutta la forza nelle corna,6c con quelle offenha la fortuna la copra per fua miniftra, perdono fouente
ella

ricehiflma
che
, Se fra come, in fua mano di dare, Se i

no

Cornucopia*

alla

ci fu chiamato

-,

&

& gli beni temporali.

La copia dunque de
i fiori, & dei frutti ft nel comodi diurna , di capra r di bue
che ei foffe, perche le ricchezze, Se gli afoi beni mondani paiatorre le ricchezze

no effer in potere della fortuna, Se che vadiiio,

yenghino co^
me a quella piace Pottrebefi anco dire,che corno di douitia venifle dalla Capra che diede il latte G ione, perche da lui
.

Se

il

erano creduti venire tutti i beni >come ho gi detto Onde gli


ludato il medefimo potereanchora , che ha il Sole Se perci
voleuano , eh* egli hauefle le flette in mano nella ftata , eh' io
flifegnai poco fa . Et alcuni gli diedero parimente il nume di-<
Bacco
:

;'.j

De gli

20

Antichi

l'aquila nell'altra fignificante l'afllw dominio di Dio,


tutto eflr lui [ottopofto.

&

t&Q Q*y

28
J.**V

J50

Imaglni de

Bacco , facendone fimulacro con

Del

ornamenti di Bacco c^
me recita Paufania,che Policleto ne fece vno in Arcadia, che
haueua gli coturni in pie , Se con l'vna mano teneua \ n vafo
da bere,
con l'altra vn Thirfo , al quale era vn' A q ili la in cima. Et doueuaefTere gouane quello parimente , come fi fa
Bacco & come fu il Gioue adorato Terracina , cui diedero

Gioite con or-

lamenti di
Bacio.

gli

&

'

vn cognome, che lignifica

fenza rafoio , perche erafenza barba, ne haueuano bifogno di limile coltello Poche fono poi
aquila di Ci
quelle Ita toc di Gioue, alle quali non fia aggiunta l'Aquila in.
qualche modo, fome vccello proprio d lui. Et perci dalle
Aquile tirato fempre il carro di Gioue, fia perche fecondo
che riferifee Lattando , ei figli buono augurio di vittoria
dall' Aquila , che gli apparue gi , mentre che andaua a certa
guerra ( &c dicono alcuni , che fu contra Saturno ) dalla quale ritorn vincitore, onde fu dapoi finto, che nella guerra contrai Giganti , l'Aquila miniftraua le arme a Gioue ,. & perci
Ja dipingono iouente con lui , che porta il fulmine con gli artiaquila Regi- gli, ouero perche fi legge, che di tutti gli vccelli l'Aquila fona de gli ~c~ la fi cura dalla faetta del Cielo , 8c che ella fola parimente afcelli .
fila gli occhi al Sole-, s che ragione ella detta la Regina
Trodegli vccelli ,
data ioUe Re parimente de i Dei
Ciotte in feguafi anchora Gioue (come lo fece Fidia gli Elei, &c lo de%10.
ferire Paufania ) d'oro, &diauorio, che fiede in bel feggio'
regale con vna corona in capo fatta foglie di Vlio , ha nella
nella finideftra mano vna vittoria coronata parimente,
fica vno feettro fatto di diuerii metalli , che nella cima ha vn'
,

&

&

Aquila ; il manto , che egli ha intorno ,,i d'oro fatto a diuerii


animali ,
a fiori di tutte le forti * ma per lo pili di gigli , &: le
fcarpe parimente fono dorare - NeJ feggic poi, tutto rilucente
ebano l d'oro,
dipreriofe gemme , fatto di auorio ..*
fono dall'-.
che
Gratie,
no intagliati molti animali , oltre le tre
altra ,
dall'
ore
tre
vna banda fopra la te fia del fimulacro ,
icftengopiedi
lo
di
vece
in
quattro ima'gni della Vittoria

&

&

&

&

me

Siede parimente Gioue fepra vn'alto leggio in vna


ha nella defila il fu 'mine 5 Se vna
da^lia antica di Nerone
cuftede .
h*5fca nella fni.ftr con lettere , ehe dicono Gxue
nel
che
mette,
tempio
Siria
Dea
,
Bt Lucano fervendo della
iio

&

Ciouftufcde.

Luuano

di cofti -felle

il

fimulacro d. Gioue pollo federe

sii

due Tori.

De
iti .

Ma all'incontro

gli Antichi.

15

poi in alcune medaglie pure antiche di

Antonino Pio, &di Gordiano fri Gioue nud, 8c incedi, &


ha l'hafta nella delira, tk il ful-arne nella finiftra, con lettere*
che dicono Gioue Statore j che ei fu cofi chiamato in certo Gioue /latore*
Tempio a lui fatto da Romulo , perche a fuoi preghrferm i
:

foldati

& fattigli voltar fronte gli fece flar faldi

Romani^

vna volta

gi

che combattendo con gli Sabini fi erano mcffi in


fuga
Da quello non molto dilli mile Gioue conferuatore Gioue conferche fi vede nelle antiche medaglie di Diocletiano ilqualc ila
uatore .
parimente dritto ,
ha nella deftra due faette in guila, che fi
ponno pigliare anco per dus fulmini 6c vna hafta nella finiftra . Et in vn'altra medaglia del medefimo Diocletiano
chiamato Gioue conferuatore dello vniuerfo >
tiene la nafta con la fini lira
con la delira porge vna breue imagine

&

&

&

Ne

altra inlgna pareche fia propria

della vittoria

del fulmine

bench

lo delTero

Dio Sumano ancora,

? Gioue

Romani, comelcriue

Plinio

medefimo, che Plutone Fulmine d


ma quello per foIamente,che vernala notte, perche il fulmi- Sumano .
ne del d era di Gioue . Gli Etrufd , antichiffimi ofleruatori Fulmine data
d quelle cole, vollero,che anco Volcano& Minerua parimen
pia Dei .
te fpiegafTe il fulmine, col quale H legge che ella abbruci gi Minerua fpie~

al

il

quale era

il

Onde Virgilio fa cos dire a Giunone ga il fulmine*


i Greci .
fdegnata fra s medefima per non potere fare il male che vole Virgilio .
a gli altri Troiani} quando dop la rouina di
u ad Enea ,

l'armata de

&

Troia andauano in

HA

Italia

Vallade potuto vendicarp


Be' Greci

& abbruciar

le

naui loro

Spiegando [opra quelle di fua man*

Da
Et

l'alte

io

Etdiceuano

nubi

il fulmine

di Girne-*

ere,

dei

fulmini fpiegati da

cos interpretaremo per hora quello

Manubie erano bianchi,

negri:

che

ma rollo

Dei che
'^nm ditti
dimandauano

gli altri

elfi

era quello

mano di Gioue, come riferifee Acrone,oue H oratocco le


, che'l fommo padre con l'ardente delira ha

nula dalla
rio dice

&cre torri.

che ve-

Da che ~vengono a farfi


le tre forti dei fulmini pfte

Nerone-

fulmine ditte
forti

Miracoli dei

fulmine

darti(u *

Imagini de

De!

da Ariirptele, delle qua i i'widcoiichiara,& penetrante ?


che fagli miracoli, che fi leggono troppo grandi , coin che
paffancrofi bee il' vino tutto di vna botte j knza. lafciare fegno
di hauere tocco la botte ; che fonde l'argento , & ogni altro
metallo che troua nelle caff , fenza punto offendere quefte *
chea Martia feniina Romana eftinfe il parto , chehaueua ncora nel ventre & a lei non fece alcun male che ammazza.
le perfone , ne fi vede che habbi tocco le velli , che hanno intorno , Se altri fini ili Se quefta forte di fulmine viene da Minenia, che nacque del capo di Gioue, & perci la pi purgata , Se pi fotti parte del fuoco , Se far la bianca . L'alt; a
abbrucia ci che troua. Se quefta ha iaroffa , mandata dalla
mano di Gioue . La terza, che ha pi dell'hit mido,& del gref
fo non abbrucia , ma tigne fola mente , Se perci la dittero nela diedero a Volcano mmiftro di quefto notti o fuoco
gra j
tutto fumofo Per le quali cefe hanno i Poeti chiamato il fulIle

-,

&

mine tufulco, come che ferifea in tre modi Se dipinger! parimente con ere punte , Se tre furono i (Ciclopi , che lo fabncaliano, come fi dice nella imame di Volcano: in cui non trouo
per che felle dato mai , ne in ftatoa , ne in pitturai! fulmine , Se manco a Minerua bench f ne legga quefto che ne
-,

hferitto
quello

hora con

fcolpito, Se dipinto

mine,

natura , Se gli duiern effetti di


a Gii^ue folamcnte i'hanno porto , Se tai volta in
la

apprdfo
modi Irato
Seneca dice , cheli dare a Gioue il fulfpauenta fruente il Mondo , fu finto da

Se tal altra appiedi, hora l'Aquila glielo porta

coi becco

SttltM

ma

mano

per dimoftrare

gli artigli

col quale e^ii

Se

m altri v^rij

gli antichi per frenare la temerit de' fuperbi ignoranti,/!

quaiarebbono dadlicentfolamente ad ogni forre di maluagit , fenon hauefTero temuto alcuno,che eccederle ogni nubiana forza . Per impaurire dunque quelli , li quali non fapeuano far bene f non per timore, fu detto , che Gioue fupremo
li fi

giudice delle attioni humaneftaua loro fojDracon

mata

dei fulmine

lere folamentc:
gli altri

Ne lo

ma come
,

dilli

ar-

gi, IpefTo col con figlio de

De) , Se era grauilTmo allhora,

come

la deitra

laetcaua egli per fempredi fuo vo-

apportatore di mol, che l'ira di Gio

ti

mali

fi

poteua placare facilmente, quando non v'intrauemua

, fi

era leggiero

Se

moftraiu

confi-

Degli Antichi.

JJ

di pioggie & nem& quelle caHiga, &

magine d Gioite folgorante apportator


bi,

che ferine

premia

le

anioni de mortali

& Nmagine diGioue labradeo de

<JC*

te eff'er iddio

yj

la

apparecbiato a caligare

prouidew^a diurna^

lidi ftgnfcan

li rfialfattori

Imagini de i Dei
Da quefto Seneca forma vn documento
bello dicendo che come G ione (uprem $ R

154
Documento

configlio celefte.,

rr|rle molto
di Deigioua& manda del bene ammortali fenza dimanda*:
ne l'altrui configlio de gli altri Dei ; cos fra noi i R > gli
altri Signori dourebbono prima >che far male altrui, *jif
caftigo , per quale altra h voglia cagione, penlarui molto fopra,& hauerne buon configlio > ricordando fi ,che Gioue nn
fi fida del filo giudicio fc>lo , quando ha da mandare qualche
graue male al mon4o >
che non per altro fu. detto > che de \
fulmem mandati da Gioue alcuni erano graui , 6c. perniciosi >
alcuni liui, & di poco male* f non per dare ad intenderei
cui tocca di caftigare gli humani errori > che non ha da fulminare contra tutti ad vn medefima modo n moftrarfi egualmente terribile ad ogni vno * Leggeri ancora che Gioue , por tana fu'lfiniftro braccio la pelle della. Capra , qhe 16
Egida portata nutr quando egli era anco bambino * detta Egida ,
chic
da Gquiljio.
con quella * (cuotendola, faceua le pioggie* s come con la de*
(tra (piegaua il fulmine x fecondo che nota Seruio appred,
Virgilio*
fo di Virgiho ^ oue ei dice y che gli Arcadi credettero di hai.
uere vifto gi da principio intorno $1 Monte Tarpio la
.*.-*"
fteflb, Gioue*

momlcj

>,

&

&

,.

&

'''-

Quando l'Egida negra fpejo ftuottL*


mone conia defra o[ui nembi %

w^vDiphtneraci
:

Et che

Dipbtera libro
di Gioue->.

nella

mede Urna

Icriueua tutto quello

che

pelle
fi.

chiamata anco

feua per l'vniuerfo

per noi*

cola, alcuna > quando voleua riuedere il conto delle


a trioni humani * Onde diceuano gli antichi per prouerbio .
che Gioue liaueua pure guardato vna volta nella Diphther.
fi

(cordare

quando v edeuano qualche maluagio huomo> dop l'efTere ita,


vn tempo febee , eflere caftigato alla, fine x & punito delle

to

fue maluagie operationi


Oltre di ci, Gioue fu fatto inza fulmine ancora * come &
egge,ehe ne fu vn fimulacro nella Caria regione dell'Alia mi-

nore

> il

y ne altra cofa
j
folamenicure
vna
ma
raccontando s che Hercoragione Plutarco
.._._

quale non haueua fulmine

,.

ne

feettro

di quelle ,che fin qui fono ftate dette


fiutanti

fc*a
,...

& ne rende la
r

j^

T)
le

gii

Afttcii ]

5 j

ammazzato che egli hcbbe Hippolit Regina

zoni,

co! f l fcure ch'ella

don ad hfle

prtaua >tr

delle

lue

l'altre

Amaz-

arme

fua, la dolale fu di Lidia, Se perci

& la

R della

Lidia Vlarono poi di portarla^&cmcofalacra la guardauaQuella per mano di molti K vrme Candauie, che
.

no

t>oi nli fi degn di poftariaVma la ra'cua portare ad vno,che


tempre era con lui,il quale inlm con Candaulefu vecifo da
tra
Cige vincitore della gurra che gi gli haueua mofla.
l'altre (poglie che i n riport in Caria , fu la feure anchora >
la "quale pofe in mano poi ad vn fimulacro di Gioue quiui perche fu chiamato Labradeo , perche dicono quelli di
'ci fatto
Ma Lattando tiene , che folfe coli detLidi labra la fcire
\o da vno, il qUale nominato Labradeo porfe a Gioue foccoraiOtoll in vna guerra grandiflma * A quello Hmulafo >
xr> dice liano , che llaua appefo vn coltello anchora chia-

randaut^j

"

&

>>

Gioite taira-

eo

&

mato Cario

Caria furono

ho

alla

8c fu riuerito affai
i

perche dicono >che quelli di

primi>che facelfero quelle cofe

>

le

quali feruo- Inuentor 4e

guerra jche combattelTero per premio, che acconciai gli rnfi di


modo che l potelTero imbracciare j &che guettiu

fero gli feudi i

mettelTero
i

cimieri

sii gli

elmi

Et perche

dipintori le fauole dipingendole cosi

bene

fpelfo
,

mollrano

come

fcriuen-

hauendo vn difcepolo di Apelle


vdito gi dire , letto forf , che Gioue partor Bacco lo di*
pinfe, fecondo che fcriue Plinio,con certi ornamenti che portauano in capo le donne di Lidia , in mezo di alcune feminc * Oioue parto*
che lo aiutauano partorire > & egli guifa di donna , che nel MMtej

do ehabbn

fnte

Poeti

>

pait fen^a gran dolore, pareua lamentarli

& erano

quiui

maggiore bisbiglio del mondo . Non racconto di Bacc> come Gioue lo portalfe vn tempoateaccato al fianco > infin'a tanto xhe venne l'hora del maturo parto , perche quelle fauole perletrasformationidi Ouimolte Dee

le

quali faceuano

il

ogni vno homai . Hanno


molte volte l'eflempio
delle llatoe che hanno fatte,da' Poeti . Onde Paufania feriU che alcuni Leontini , gente della Grecia, fecero loro priUate fpefe vn Gioue alto fette cubiti , il quale haueua vn' Aquila nella lnillra mano ,
Con la delira portaua vn dardo
perche i'haueuano gi veduto coli deferitto da alcuni Poeti ?
dio iono gi cos volgari , che

gli fcultori

Je sa

antichi parimente tolto

&

Stra-

*
'

Imagini de i

i'5^
Strabene*}

Dd

Stratone , oue racconta del tempio di Gioue Olimpio > il


quale per l'oracolo , che eraquiui , fu gi vn tempo celebrato
in modo, che da ogni parte della Grecia vi concorreuano perfone portare di molti ,
ricchi doni , come fece Cipfello ti
ranno di Corinto , che vi ofTerfe vn fimulacro di Gioue tutta
d*oro maficcio, dice , che in elfo fu vna flatoa pure di Gioue
fatta di auorio da Fidia Atheniefe tanto grande > che bench
fofTe il tempro grandidmo , era piccolo nondimeno alla grandezza della fiatai ,
per ci parue l'artefice di hauer male o
feruato la proportione del luogo , perche fece quella , che fedendo toccaua col capoJo alto tetto onde f l. fofle drizzata
bifognaua romperlo conciona eh* ella veniua ad elTer pi alta,
affai del tempio r mane per quello fu ella men, lodata, che me*
rifarle la bellezza fua , imperoche Quintiano fcriuej, che quella parue aggiugnere non so che alla religione, quella riuerenza ,. eh* era portata G ione , tanto rapprefentaua bene \%
maeft Diurna , della quale telfe Fidia ( come ei dirle Pan^
denno fuo nipote , che gliene dimand) l'eiTempio da Home-

&

&

,,

Hometo
'

ro,ouc coir dice

\JMoHro

col grane

e merendo

il figlio di Saturno

il

cenw

fuo volere* r

Mouendo

il capo che d'ambrofia fparfo


Fece mouerfi infieme l'vmuerfor

Et hanno finto i dipinto rr afte volte anchor alcuna col*,


caloro rcefl ,come fece pellej-quando fu acculato della congiura V fecondo che n" pu vedere nella imagine della calunnia Et Plinio fcriue, che Nealce dipintore di grande ingegn
haueua dipinto vna guerra Nauale de gli Egirij ,
dei Per/i
ne potendo con la fola dipintura dei luoghi inoltrarcene qul
la fofTe itatafaeta fu'l Nilo , come egli voleua T che s'intendef.

&

fe

imagjnofl* di moftrare ci in quefto

Alino , che beeua su

la ripa,

per fargli male, pereioche

modovEi dipinfe vn%

& vn Croeodilo ftaua in agguati*

Croeodilo animale proprio dello


Per le qual cofe
.
voglio dire,che furitrotiamento forf delittori anchora,oue-ro de Scultori il fare le imagini dei Dei fenza forma alcuna
"* "~
l
.
Ut

Egitto, &: in Perfia copia grande di Afiri

d'huomo

De gli Antichi t

lmagme dell'oracolo
unificante

>

di Gioite

bifogna riguardare
telletto

Hammonio de

ofcurit& vilt

&

delle cofe

Trogloditi fi'
che

mondane,

&

inal^arf con L'accMerga dell'in-

all'alteri delle Dittine^*

Trnagin? de Bei
come di Venere

d'huDmo,

d altro animale,

lane hebbevna
Sicionij

Paf

in

fi

fegge, che et*

Sole parimente fu cos fatto ap-

il

&

i Fenici:
i Sicioni) gente de la Mrea hebbeio Giu fatto in gufi di Piramide come ferme Paufana Il che
creder che voglia lignificare quel medefimo , che fignifcli
facoa pur di doue ( della quale ho gi detto ) nuda dal hiezd

pretto de

in fu

& veftita nel reilo

Perche la bafe di quelle imagini

ci

per le quali caminiamo tii


che tenendo Inanimo applicato alle cofhu-

rapprefenta lo feuro delle tenebre

>

mondo > s
mane non potiamo

quefto

hauere alcuna cognitine delle diuine,net


bifogna guardare con l'acutezza della mente , mftr*
ti per l'acuta cima della Piramide* Eto pu fare l'anim t-

le quali

ftro

quando

ouefo

porea mole,&: tutto fcarco

&

crpo ,
fi flotttmette gi l corSi leggiero f ne nuola godere

taglia via tutti gli affetti del

glias che penetra gli Cieli

qumdo

*
Et perci , queft , od altro
che ne roife la cagione,fcru Quinto Curtio,che appretto de i
Trogloditi in Egitto,oue fu vn bofeo eohlecrato al Dio Ham
monio che era Gioue, nel mezb dd quale fofgeiia vii fonte

la beata villa delle cofe eterne

Q.

Curtio.

Ciane Bum-'

monto
fonte del Sole*

dimandato Pacqua del Sole


nio Mela

al

che,

cme nferifee anco Pompoal mez gior-

cominciare del giorno era tiepida $

fi tifcaldaua vn pco,& alla mezza no


che bolliua,& andando Verfo il giorno vcniUa intiepidendoli ) fu adorata certa cofajchenn era , come
fi fogliono fare i fimulacridgli Dei > ma in forma di ombeliIntanine in fot
ma di mbi* co compollo di fmeraldi , di altre gemme, largo di fotto > 8c
rotndo, che Ci va alfottigtiando verfo la cima 8c che quando
lieo
da qUefto voleuaiio intendere alcuna cofa, lo portauano i Sacerdoti in volta fopra vii nUicella dorata , alla quale erano
attaccate intrno molte tazze di afgettos devi andauano dentro dnne , de donzelle cantando Certi inCompofti Verfi, perii
quali penlauaiio di fare, che Giue dette poi loro certi refpottfi di ci, clic defiderauanoiapere . Sotto Immagine di Vn Montone fu adorato anchora quello Gioue Hammonio,
dicono
Gou in fot
alcuni e {Terne (lata la cagione , perche caminando gi Bacco
mx di CMon
per i deferti della Libia , era per perirfene di lete con tutto il
toncj
ino etterato, f dopo l'hauere fatto diuote orationial Padrc>n
veniua vn Montone j il quale andandogli fempre dauanti lo
con*

no fredda,verfo
te

la fera

tanto era calda

&

&

De gli

-
.

tufi

Imctgne d Goue

'

jW

%&

Antichi
* *^T\

Hammmo de gli

***! /

Arcadii

& del montone

&

iK

cawtt iddio effr autore della vita

della quercia >

viuere

$5

gr

&

delli Egttf ,

lui [aerati , fignfi-

& mantenitore

delle ribotte dubit del detto oracolo

del

Ham-

f[3>

ff*

4 $ m

Imagni de

ro

condu(Te,oue rfou d'abbeuerare tutto 1'eflercito: fk credendo*


che in quello animale fofTe Vrtuto Giu mftrrgli le defect il fuo (mulasiderate acque * gli pofe quiui vn'altare ,
ero in forma diMonfone . Ouidio, feguitandole fauole, Vuole , che ci fofle, perche, quando i Dei del cielo fuggirono dalla furia de' Giganti in Egitto > Gioue .per maggiore fua ffcurezza fi cangi quiui in Montone . Et Herodofo, rendendo
la ragione , per la quale era vietato Tebani in- Egitto di far
crificarele pecore , fcriue, che no volendo 0iqifen er ydu-

&

Herodoto

(Jttontone
ucrto

yU g a n coltr veff ito


P*
rone

.
1

il

E^iiefta beftia appo loj'iriuerjta molto

mazzano mai per farne

$c>non

Monl'ani*

facriniife non l d della fella di

Gi

e, nel quale ogni anno tagliano il capo ad vn Montone 6C


lo fcorticano j yeftendo di quella pelle il fmiilacro di Gioue,
fi*
al quale portano poi quello di Herode, perche lo yeggia ,
nalmente tutti quelli, che fono quiui, Varano battere lo fcOrti-

',

&

:
1

&

portolo in vna vrna iacrta io fepelifcond


cato Montone,
con grandi/lima rkif ehzav N^u in Egitto flamente quello Gioite Hammonio * ma^in Grecia anchora, Sc^npreflo dei

<

gli

Arcadi ( come recita Paufania;) era fatto in forn^ quadraHermi^ftatoe di Mercurio , Se lueua in

taalla foggia de gli

capo
il

le

corna di

Montone

capodi Montone,

fpoft,

come il capo

, ,& alcuni anco gli faceuano tutto


ci,perche erano cos dubbie le fue ri-

del

Montone inuolto

in quella fua pel-

Oltre di ci troua/I , come riferifee AJefTandro Napoliiano , che i Celti gente della Francia , metteuano per la imagtftatoa di Gioue vna altiflma Qurcia,& per lui l'adorane,
uario Yfotfe" perche fapetfa ilo, "che ff'glffbri la Quercia era
le

tAltffandro

T^apoUtanO

&

pelle*!* Montone :
l
fimulaci di.Giou in forma di

vna

di

tolfero gli Egitti;

&

"

Gioue, come quella , del frutto della quale viffehuomini gi nt* primi tempi, Se lui ftaua di pafeer,, Se

cnfecrata

ro

gli

nodrir quelli

mondo

li

quali egli era creduto di hatiere prodotti al

& di hauern'vniuerfal

gouern .Per la qual cofa


Quercia quaf tutte le ftatodi Gioue , come che quatta fofle legno di vita , la quale era creduta
Onde ioleuano i Romani dare la
t.eflcrc data da lui a' mortali
corona
,

gli antichi

coronauano

di

. ,

Desi Antichi.

i6t

corona della Quercia chi haueiTe in guerra difefo da morte


, volendo colui dare la infegna della
Ma di Vliuo anchora fevita che fu cagione altrui di viuere
cero ghirlande alle volte Gioue, perche quello ~fempre verpaiono le lue foglie edere quade, di molto vtile a* mortali
fi
tenghi pi torto eflfere albocolore
Cielo
del
, bench
fi del
medefima , come nella fua
la
Palade,
di
Minerua,ch*
re di
Paufania
fcriue, che in certa parte "paufantu
fi
pu
vedere
Et
imagine
.
della Grecia fu vn fimulacro di Gioue , che teneua vn'vcello
con l'vna delle mani,&: con l'altra il fulmine,& haueua in caHebb
po vna bella ghirlanda di diuerfi fiori di primauera
ancho Gioue fouente la corona di R, fecondo che di fopra lo
deferiue Marciano, perche,comela dipinfe Pallade contendentjfyUniano
do con Aragne appreflb di Ouidio , Regale la imagine di
Gioue,concio foffe che egli era creduto R de i Dei, de gli huojnini ,
Et Seruio fopra la decima Egloga di
dell'vniuerfo

Vn Cittadino Romano

&

&

>

che

Vergilio dice

uano portare

quelli,

le

Seruio

proprie infegne di Gioue

le

che trionfauano,erano lo fcettro,&la toverte di porpora grande,& ampla,nel


la quale hanno detto alcuni , che era tefiuta la palma per denaltri che era dipinta a gran bolle d'oro . Lo hauere ditro,
pinta la faccia di roflb,fupercioche,come fcriue ancho Plinio, Tlinio
foleuano i Romani ogni fefta tingere la faccia a Gioue di minio^ era vna delle principali co f, che faceuano i Cenfori,da
rea miniar Gioue. Et quelli , che trionfauano , parimente fi
faceuano tutti rolli col minio
Donde tolfero le donne la
vfanza,che poi paftata fin'a i tempi noftri , di farfi colorite
rofle , parendo di diuentarne pi belle oue molte fi fanno
fouente fpauenteuoh da vedere . Et nella Ethiopia vfauano
parimente i grandi huominidi dipingerfi non foo la faccia ,
ma tutto il corpo col minio , dauano il medefimo colore
tutti i fimulacri de i loro Dei . Furono poi vittime di Gioue
Vittime d
(crifcategli da'Romani per diuerfe cagioni in diuerfi tempi
G0U(LJ .
fotto diuerfi cognomi , la capra , l'agnella di due anni , &c
vn toro bianco con le corna dorate , anchor che facnficafTe-

ga palmata, che era vna

&

-,

&

&

&

ro ancho
;

quali fole-

alle volte

fenza vittima con farro

file

&

incenfo

Preflo gli Atheniefi le gli facrificaua vn bue, con cerimonia


forte ridicolofa,

& era tale,come racconta

Paufania. Metteua-*

no

161

Imagin de

no vn poco di
tare di

Cerimnia

farro 6e di

Gioue > de

il

Dei

frumento mcfcolto in/emeiu I*aU

bue deftinata

al facrificio

accollandomi!

l'andaua a mangiare: allhora veniua vno dei Sacerdoti chiamato da'Greci per officio che haueua Bufono % che viene

&

direinnoftra lingua percuflb re del bue


dato di vna feure
fu'l %cap quella beltia f ne fuggala via di fubito lafciata
iui la {cure,, la quale era chiamata pofeia in giudicio da quelli
che erano quiui alHntorno. ,come che non haueflro villo chi
altri haueile ferito il bue che la {cure * Quella vfnza , come {criue Suida^ venne da quello che fucceffe gi in certa fetta da Gioue * nella quale vn bue mangio le fchiaceiate * che
erano prefle al fcrincio % di che fdegnato vno x che quiui era.
prefente, parendogli che quella beftia folle fiata troppo profontuof diede di piglio ad vna feure
l'vccife,& le ne fugvia
* La {cure che refl, fu chiamata
giudicio , &haueng
Scure chiama.
i giudici vdite le ragioni dk parti la: affoller , & fu., dado
ta ingiwiicQ%
poi ofltuato di fare ogni anno il medefmo Et non gran*
marauiglia che folle vna {cure chiamata in giudicio appo, gli
Atleniefi , percioche fra le prime leggi % che furono loro date:
daDraconcfujchele col, ancora inanimate come riferifeo-,
no Paufania, 8c Siuida, quando non l trouall la perfona s,che
Sud(U
haueffe fatto il male fofiero condannate in giudicio bandiOnde
tele gittate fuori della citt {condo gli demeriti loro
fi legge appreflo de*medefi mi vna medelima nouella
bench
inomi fano diuerf perche Paufania fcriuedi Tlieagene, Se
Suida di Nicone * Quelli ( qualunque nomeche eglibaueff )
fu. h uomo tanto valorofo
che dalle vittorie hauute in diuer/
gli fin
luoghi haueua riportato pi di quattrocento corone
anco perci^drizzata vna bella ftatoa alla quale pofeia che
egli fu morto vno> che era flato fempreinuidiofo de'fuoihonori andaua la notte, te con vna sferza la batteua hen. bene f
de tanto f ne contentaua* come f hauefl offfo Theagene,
Nicone ancora viuo * Auenne che la flatoa cadde all'improUifo addofso a colui che la batteua, te Pvccife, onde i fgliuo*
li la chiamarono in giudicio Se tanto differo contra di lei, che
la fecero coidannarecome colpeuole della morte del padre loro, te fu perci gittata in mare
Perla qua! cofa indi poco
venne vna fterilit grande x che guaito tutto il paefe > che fu
-
timo-

&
m

fc

..

,.

,,

&

,,

I>

gli

Antichi^

tei

rimediato per configlio dell'oracolo , rimettendo al luogo fuo


poi ritrtiata da alcuni pefcatori *
la ftatoa gittata in mare ,
i diuinihonori ,
come Nume Varie trasfot
dati
ancho
pofcia
le
furono
&:
falutare fu adorata . Danno le molte fauole anchora , che fi matwnidiGit
leggono di Gioue > argomento di farlo in molti modi; perci- #_,

&

&

che raccontano, cheeifi cangiaua fouenten diuerfe forme per


godere de*fuoi amori t come quando mut in toro bianco
per portarfene via Europa, in Aquila per rapir Ganimede,&
r>er hauere ancho Arteria * in pioggia d'oro per panare a Da*
nae ; in Cigno per itarfi con Leda \ in fuoco per in
gannare Egina
in Anfitrione per giacer /i
con Alcmena j in Diana per godere
*,

di Caifto

6c in altre ligure

aflai,tanto beftiali,quan

to

humane

mali io

non

delle

dir altro
perche non trouo, che gli antichi habb*
no tlto eflempiodaqueftema
per fare alcuna imagi*

nediGiouc
* *

Givnon

Imagini de

* <?4

G
Sorella di

Ch

Dei

V N ONE.

V E LL

li

nome di

quali diflero

che

gli antichi fot-

Dei adorarono gli Elementi pofero Giunone per l'aria ,


la fecero perci le fauole poi iorella diGioue per
cui intefero lo Elemento del fuoco
Et come lui R y cos chiamarono lei Regina, del Cielo , perche
l'aria fono i due Elementi di fopra , che hanno
il fuoco j
maggior forza affai nelle cofe create de gli altri due . Et tal*
hora ancho la duTero elfer la Terra >&: perci moglie di Gioto

il

diuerfi

&

,.

&

LMOglie

al

Giou^j,

Virgilio

perche vogliono, che da i corpi fuperiori cada in terra cer, che le d forza di produrre tutto quello,che
produce; come Spargendo il marito il feme nel ventre della
moglie la fa concipere quello, che partorifce poi al tempo fuo*

ue

ta v j rt {minale

Per

la

qual cofa Virgilio

dille, 1

Difcefe con feconde pioggie^

Il gran Gioite a la lieta moglie in Jena

Et alcuni volendo porre quella Dea pi in aho,I'hanno fatvna medefima con la Luna, &c le hanno dati alcuni de
i cognomi di quella , come che la chiamarono Lucina , quali
che ella foffe, che aiutando le donne nel parto , delle la luce a
ta effere

Ciglia
te

nafeenti

figli

Da che venne, che

p humano, &: dandone

.,

guarda

da Giunone

]e

ciafeun

partendo

Dio

gli antichi

la parte fua

il

cor-

della qtia-

haiieUe cura, pofero le ciglia fotto la cuftodia di Giunone ,


, per li quali godiamo

p erc h e quelle ftanno fopra gli occhi

&

,che da lei ci vien data ,


paiono difendergli da ci che cadendo potrebbe venire noiargli Bench l legge anchora, che le braccia parimen tea lei furono confecrate. Onde
la luce

Homero

quale ciafeun Dio d vn membro pi bello de


bianche .
che Giunone habbia le braccia belle,
Et quindi venne , che la fecero alcuni de gli antichi di corpo
mondo,
puro, hauendo forf riguardo al corpo della Luna.
ieScriue Luciano che , f bene la Dea Siria tanto riuerita in
, il

gli altri, fa

&

&

*Hchm*

ropoli

Degli Antichi.

&

^C\ imagini di Giunone Lucina


della Dea Siria de bieropol^A
li nell'^djjria , che vrifteffa con Giunone ,
de Ili
rcelli lei [aerati , fignifcante Giunone effer regina del
$)
O-

?S

ChlOdominatrice dell'aria tftgnora de regni ,


ricbc7ge 9 qtteja fu intefa ancora per la virt

&

&

delle

ff,

p
>

l$

Imagini de

Del

ropoli citt della Affina folte Giunone nientedimeno la fui


ftatoa,che quiuiera nel fuo tempio > la moftrauaefTerencn v-

ma

, con ci fofe che fi vedefein quella alcuna


alcuna di Venere, di Diana, di Nemefi, delle
Parche, 3c di altre Dee} percioche ella ftaua fedendo fopradue

na

fola,

molte

cofa di Pallade

>

&

Lioni,
nell'vna mano teneua vno fcettro,& vn fufo nell'aitra,& in capo haueua alcuni raggi,& alcune altre cofe,ehe d
uerfe magini fono propriate
Onde viene inoltrare Lucia
no,ehela Dea Siria, cio Giunone,f vn Nume diuerfamenre
adorato lotto diuerfi nomi . Et perci none marauaglia f ella fu creduta Lucina anchora ,
la chiamauano le donne al
partorire in loro aiuto , come fa appretto di Terentio Gl'icria quando grida Giunone Lucina aiutami >
guardami ti
prego da morte
Et volendone fare ftatoe, vero dipingerla,
la fecero gli antichi , come fi vede nelle medaglie antiche di
.

3)ea Siria**

&

&

forma di donna di et gi perfetta , veftita guifa di matrona , che nella delira mano tiene vna tazza , 8c vn
nafta nella finiftra Et poche fono quelle imagini delli Dei >
alle quali non habbiano datele nafte gli antichi , come fi vede
Fauftin

>

in

nelle gi dette

-,

&

fi

Vedr anchora in quelle, che reftano da di-

re^ per pi non mi pare da differire di dirne la ragione

La

quale , bench in altro luogo forf farebbe ftato meglio j pure


ne qui anco far male il dirla, oue facilmente fi potrebbe marauigliare alcuno,ehe fia data l'hafta

&

Ma non fu per

Giunone Dea

fempre tale

pacifica

fi
moftfat molto terribile,
feroce> come quando tutte fue
forze voleua aiutare Greci contra lTroiani>
hebbe ardire
di andare in battaglia inficme con Mnerita , come conta Ho*
merojil quale cos dipinge il fuo Carro , perche que* tempi i
Capitani , &c le pi fegnalate perfonecmbatteuano in carro
Era di ferro quel Jegno,che a traiierfo lo fofteneua le ruote

quieta

anzi alle volte

&

&

Homero

-,

erano di rame,& haueiano otto raggi fimili > ma i cerchi, che


era
lor vanno d'intorno,erano d'oro cinti di fopra di rame ,
circondato di argento quel corpo , onde vfeiuano efl raggi *
Di fopra poi, oue ftaua la Dea , era vna fede fatta con correggie d'oro., Se di argentoni temone era di argentoni giogo d'o-

&

ro

che

&
f

parimente di oro erano gli ornamenti dei caualli , perbene altre volte fi faceua tirare Giunone da gli vccelli $
ullho-

De

Antichi.

gli

1^7

kUfiorale faceuano dibifognoi caualii . Et Virgilio medeiil'arme quando dice,ch'ella coinamente a coftei d il carro,

&

voleua bene Cartilagine, che quiui teneuail Tuo carro,

l'armi

Adunque non ha da

&

parer male ad alcuno , che a Giu-

none anchora deflero gli antichi l'hafta n che io ragionando di lei dica perche fodero datele halle alle ftatoe dei Dei
,

fecondo che Giuftno ne rende la ragione, il quale dice , che


R portauano vna nafta in vece del Diadella
infegna
regale i &c che alihora nel principio dei
dema , 6c
gli
huomini
, non haueuano altre ftatoe d^ Dei che
mondo ,
haftc,&
perci
quefte l inchinauano,&; le adora uano riuele
.
Ma
rentemente
poi che in forma humana cominciarono a
pi
nondiDei,
le nafte , ma le ftatoe adorarono
non
fare gli
gi ne* primi tempii

-,

meno

per feruare pur'ancho la

memoria

della religione anti-

ca; aggiunfero poi le nafte alli diuini fimulacr

Quando

An->-

Enea la fua progenie ,


venire
ha
da
,
comincia
davngiouane,
che ft appoggiache
quiui
hafta,&
Seruio
vna
nota,
che
l'hafta
ad
appo gli antito
chi fu honorato premio a que* giouanUi quali vincendo il nemico in battaglia , haueuano cominciato a moftrare il fuo va-

chife apprelfo di Virgilio nioftra ad

Et parimente dice , che l'hafta da gli antichi fu ftimata


le altre arme ,
che fu legno di maggioranza , 6c
d'impero, onde per ci era donata a gli huomini valorof , che
le'cofe vendute in publico erano vendute all'hafta ,
chei
Carthaginefi volendo la guerra con i Romani madorono loro
vna hafta . Riferisce Suida eflere ftata vna vfanza in Athene *M
che quando era portato alla fepoltura vno,che fbffe ftato ammazzato,! parenti,che I'accompagnauano,fceuano portar con
lui vn'hafta, che vela piantauano capo della (poltura, facdo a quefto modo certo colui,che l'haueua ammazzato, che
lore

&

pi di tutte

&

non
da

la pallerebbe fenza vendetta

gli antichi aliai

Onde non
toe

mcro

marauiglia,che

che lignifichi

talhorai

ma vuole il

Siche

l'hafta fu ftimata

& appo quelli fu inlegna molto notabile


la defTero

Potrebbe/i dire del carro di


>

fouente

Giunone

alle (aerate fta-

delcritto

gli vari; colori , chenell*aria

da

Ho-

veggono

Boccacio alttmente,&: dice, che quello Boccctto*


dette rifa
, perche ella era creduta la Dea delle Dea

fatto tanto riccamente

rigjjgjjftft che l'arme

lei

date /gnificano>che per

le

rcchez

3&

cbtttfeLJ*

ImagnideiDet

i8

combattono infeme gli huomini per lo


dipinfero con lo fcttroin mano , come che

sse

di dare le ricchezze, &c

regni

Come

pi;.

Et perci

fi

in Tuo potere fofT

ella

promife di fare a

quando volua da lui fTere giudicatala pi bella di


,
Il che dicono degli altri nchora effe*
quelle due altre Dee
Paride

re pur troppo vero

per

lei

intendiamo

quale dipinge Giunone con

la terra,

come

fcriu

capo auolto in vii


pno,& che tiene lo fcettro in mano>moftrdo per quefto che
ii dominare altro non , che pffedete paef ; 3C per quello, che
le ricchezze Hanno coperte ,
nafcofte nella terra, perche ella ha in s le vene di tutti i metalli,& in effa fi trouano le pretiofe gemme - Fu dato il pauone a quefta Dea , come VcCello
fuo proprio,
confecrato li
Onde Paufania defcriuendo
le cofe* che erano nel tempio di Giunone in certa parte della
Grecia * dice , che vi fu vn Pauone fatto tutto d'oro, de di lucidiffime gemme, offerto ,
dedicato alla Dea da Adriano Imperadore, come vccello iti confecrato, di che, oltre alla fauola che fi racconta di Argo,dicono effere la caufa, perche le ricchezze tirano cos loro gli animi noftri , come ii Pauone per
la bellezza fua tira s gli occhi de* riguardanti . Et il Boccaccio y oue racconta la progenie dti Dei , fa vna lunga diceria , volendo moftrare, che i ricchi,& potenti quaf in ogni loFulgentio

, il

ii

&

&

Tauone dato
Giunone^*

&

ro affare raffimiglino il Pauone,come che parlino fuperbamen


te,fanoarrogantij& voglinofempre ilare fopra gli alt-*,pia-

eendo loro di
cofe

le

effere laudati

quali come al

tempo

bench falfamente, 5c nitri fmili


del Boccacio , cos hoggi potreb-

be efl ere, che fi trouafferoin molti. N fu dato Giunone


y cecili dati A Pauone folamente , ma degli altri veedii anchora le confecrarono gli antichi , tra ii quali fu certa forte di Sparuiere , Se
Giunonzj.
l*auoltoio ancho , come dice Eliano, fecondo quelli di Egitto ,
li quali per ci ctrortauano la ftatoa di Ifde con le penne di
le
quefta vccello 5 perche Ifde appo loro era la medefmaj
riferifee
metteuano anchora intorno all'entrare delle cafe
Aleffandro Napolitano , che in Egitto faceuano quefto per feSegno d no
gno di nobilt,& di antichit del cafato . L*oca parimente fu
ne teneuano i Romani alcune nel
confecrata a Giunone ,
bitta*
fuo tempio, he furono buoniilma guardia del Campidoglio ,
quando i Francef l'aifediauano ,
vi farebbono entrati den-

&

&

&

&

'

tr

De gli

\6$

Antichi*

fc$DVna ntte di nafcofto,fe quelle


ho dapoi hodrite quiui del public*

non gridauano tonde furo-

&

Cenfori principalmen-

te he haueuano la cura,& ne fu fatta vna di argento nel medefimo tempio di Giunone. "Et per moilrarfi ben grati i Romani a quella befha,che haueua fatto loro tanto feruitio , or<inaronO,che ogni anno a certo tpo fe,iTe portata in volta vna.
\pcaco moka ceteraonia fopra vn bello , '& bene adorato le&'ticciuolo i & che nel medefimo tpo fofife meflo in palo vn cane, elTendo il palo di Sambuco* per punirlo della mala guardia, che ei fece i Campidoglio difefo dalla Oca, come ho det-

'

ltre di ci dittero

Poeti

Iridcj

che Iride , che lignifica l'arco

>

Celefte,fu nuncia,& mefiaggieradiGiunOnejk: chefufidiuo


la di Thaumante, che lignifica ammiratine,perche nello apparire pare maraUiglofa per i colori

che moitra,fi

come le rie

ne
vediamo Iparire l'Iride. Quella dagli
antichi fu parimente detta Dea , & fatta in habito di donna
con velie di colori diuerfi,Sc talhora giall,tiitta- fucinta , per

chezze fanno marauigliare

vanno poi

come

feiocchi

le

quali cos tolto f

toft

cferello andare jpiu prefla ogni volta

chele folle

comman-

dato dalla fua Dea,& con l'ali medefimamente di dhrer fi colori,come dice Virgilio,oue fa che Giunone la manda tagliare
il crin fatale a Didone . Hiteua poi quattordici Ninfe ancho- T^infe di Gufa
noncj*
ra Giunone a' Tuoi feruigij > come Virgilio, la fa dired Eolo
'

promettendogli Deiopea la pi bella moglie , f feioglieua i


venti, de' quali era creduto R,& gli manda u turbare il ma
te

, fi

fi,che

che non potelfe Enea giungere in Italia

mofrarono

gli varij

Quelle dice-

mutationi dell'aria intefeper Giunone,&:


accidenti , che appaiono in quella > come ferenit, imle

Venti, Pioggie,Neui,Lampi,Tuoni,Nebbie,&: altri CiLe quali cole moftra parimente Marnano quando fin- (JMartianol
ge,che Giunone (ii a federe fotto di Gioue, Se in queita guifa
Ella ha il capo coperto con vn certo velo lucido , Jmagine di
la defcriue
bianco, cui fopra vna corona ornata di pretiofe gemme,
Gqucj
Cornee il verde ScVthide, l'affocato Cerauno , & il biancheggiante Gi.icintcpoflaui da Iride* la faccia quali fempre riluce ,
& aliai fi aumiglia al fratello , f non ch'egli allegro fempre
n fi turba mai,ma Giunone fi muta in vifo,& moftra alle vol-

peto
mili

de-

&

te la faccia

nubilofa.La Yefle>che

ella

ha di fotto,pare di vetro
.

thia-

Indagini de

170

Dei

Imaginedi Giunone Bigina degli ei, moglie di Gioue

in-

Cimagine dell' Iride fua meffaggiera


Vmaginedi Giunone Corintbiaca^ZS del Cucco vcello nel quale fi mut Gioue quan
do da prima giaque con la detta Dea Giunone fua forea
tefa peri*aria

intefa per Parco

C elette,

&

&$

20\

De eli
chiara delucida,

ma

il

Antichi.

manto

171

di fopra ofcuro,&: caliginofo

modo,che Te da qualche lume rocco rifplcnde, Se


ginocchia
vna fafeia di colori diuerli , che talhora
le cinge le
mirabile & talhora cos fi a (Torciglia
vaghezza
rifplende con

bea per

in

de i colori > che pia non appare . Sono le 1 carpe pur


anco di colore o(curo,& hanno le fuole cos negre,che rapprientano le tenebre della notte: bench Hcfodo finge effere Hefiodo
"doratccV cos fanno gli altri Poeti ancora . Tiene poi quella
la variet

mano il fulminei & vn rifonante Timpano


Et moftra -quefta imagine le qualit dell'aria coapertamente,& quello che da lei viene,che no fa di bifogno

Dea nella

delira

nella liniftra
s

Statoa di Giti*

UQKLJ)

dirne altro, Se perci vengo a porre v na gran ftata di G maone, la quale forme Paufania, che fu nel paefe di Cormth ratta

U oro,5c di auorio da Policleto con vna corona in capo, nella


male con mirabile artificio erano intagliatele Hore,&: le Gra
nell' altra
tiej
ncll' vna mano teneua vn pomo granato ,
vno fcettrocui ftaua fopra vn Cuccorperche dicono le fauole

&

&

che Gioue innamorato ^ia. di Giunone li cangi in quello vcella da fcherzo * come fanno le giovinette ^ io pigli
ceUo
onde egli hebbe commodit poi di giacerli con lei Era quello foggiugne Paufania, che , bench egli non creda corai cofe, ne delle altre limili , che Ci raccontano de 1 Dei , non penfa,
per che lano dafprezzarcqual vngha direi che fono mifte*
riofe, Se altro inoltrano, chequello, che fuoaano le parolejma
che (lenificato habbino non lo dice, onde 10 parimente non lo
dico, perche gi pi volte ho detto di non voler porre cola , del*
la quale non habbiano fentto gli antichi ; Se bench polla ef.,

&

-,

fere,che di quello habbia fcritto gi forf qualche vno,io nientedimeno non l'ho trouato ancora: ma poi Apuleio, quando fa- \^4puleQ .
rapprelcntare in feena il giudicio di Paride dice , che vici fuori vna giouine che fimigliaua Giunone, di faccia honella,con
il capo cinto di bianco diadema,c con io icettroin mano, accompagnata da Cailore,& da Polluce,li quali haueuano in ca- CaHore Telpo vn'eimo con cimiero di vna Stella Se cos fatti l veggono'
quelli in alcune medaglie antiche
Si legge > che furono figli-'
uoli di Gioue,cos inieme amoreuoli l'vn ali' altro , che , come fnfcrolefauole,partendola vira tra loro,viucuano,& mofiuano a vicenda,per il che meritarono di efiere polli in Ciclo,
Y 1
ouc
:

171

Imagni de

oue fanno

il

fegno dei Gemelli

, li

Di

quali hoggid ancorala gli

modo, chei
Lacedemoni) gi fecero Joro vn fmulacro,
fu in quella giucche pofero due legni egualmente difcofli l'vno da l'altro ,
attrauerfati parimente da due altri legni,come che quella foffcimagine,f confacele al pari amore delli due fratelli,de* qua-

difegnatori delie cofe del Cielo fono figurati nel

&

li

l'vno fu gagliardiflmo alla lotta

furono

& l'altro caiiallo

onde

ancora fatti sii due bianchi caualli , Se erano


quelli forf ,li quali dicono che Giunone don loro, Se ella gli
haueua prima hauuti da Nettuno, nomati vno Xanto , l'altro
Cillaro . Et cos cauallo erano apprefTo de gli Athenief ia
certo loro tempio molto antico . In queflo modo ancora apparuero Vitinio , come fcriue Tullio, quando da Rieti tornau a Roma,6c gli difTero,che quel d il R Perfeo era flato fat-

CMino
Locreft

alle volte

to prigione
.

CrotoniatL

Leggef anco , oc lo fcriue Giuftino

che in certa

battaglia, nella quale quindicimila Locref furono vincitori

contra centouentimila Crotoniati , apparuero duo giani


grandi, Se belli fu due caualli bianchi, armati diuerfamente da
tutti gli altri , con panni porpore! intorno , li quali combatterono valorofmcnte dinanzi a tutti gli altri per gli Locref

Se difparuero fubito

dop

la vittoria

Quelli furono creduti

perche non hauendo

i Locref potudi
jhaueuano
mandato
to hauerloda' Lacedemoni)
loro aiuto
Polluce
moflrarono
Et comefofTero fatti Caflore,
ancora
,
due giouani Meffenij , fecondo che racconta Paufania , quando con afiuta fintione vollero ingannarci Lacedemoni) vnd,
che nel campo celebrauano folemiemeniela feda loro . Imperoche veflitif due toniche bianche con mantelli porporei di
fopra , Se con halle in mano su due belleffimi cauaUi, ti fecero
vedere d'improuifo . Penfarono i Lacedemoni) che fofTero
gli
Caflore,
Polluce, venuti alla fella celebrata per loro,
andarono incontra tutti difarmati, adorandogli Se pregandocene volefTero fermar/i fra loro con fuoreuole nume, quando idue giouani cacciatili tra loro , ferendo con le halle hor
<juefli,hor quelli, ne ammazzarono molti, Se fatta non picciola flrage de' nimici f ne ritornarono fenza efTer punto offefi

elfere Caflore, e Polluce,

&

&

&

da loro

Oltre di ci haueuano Caflore.& Polluce

liin capo, come dice Fefto

gli

capeL

Pompeo, perche ruroao di Laco

De
hta

Antichi.

gli

oue fbJeinno andare

in battaglia

{>erci Catullo in certo fuo

co

epigramma

17$
i

capelli in tefta

gli

chiama

Et

fratelli

Pi-

pati,perche Pileo, che voce Latina, lignifica cappello in vol-

gare. Paufani i parimente fcriue,che

in certo

luogo della La-

"PaufitnitU*

conia erano alcune figurette Pileate > le quali ci non sa troppo


bene f foller fatte per gli Caftori ( che fotto il nome dell'-

ambi i fratelli )ma ben lo penfa . Ne


hora didircche'l Pileo appreflo i Romani fu la infegna della libert , perci che fu loro vfanza, che quando volevano dare la libert ad vn feruo,glifaceuano radere il capo , segno di
gli dauano portare vn capello . La quale ceremonia era
berta
latta nel tempio di Feronia,perche quella fu la Dea di quelli
alli quali era donatala libert,& erano detti Libertini . Onde 'Plauto *
Plauto fa cos dire vn feruo de/derofo della libert , Deh voglia Dio , eh' io poiTa hoggico'l capo rafo pigliare il capello
Et legger] che in Roma ammazzato che fu Giulio Cefare,furono piantate in su le piazze halle con il Pileo in cima,volendo
in quel modo chiamare il popolo ,
tutta la citt alla libert

vno

intefero gli antichi

lafcier

&

di

prima

Quando i Romani haueuano bifogno

di foldari

pure che voleua allhora qualche vno leuare tumulto,& feditio


ne, chiamauano gli ferui al Pileo , intendendoli perci > che
tutti dauano la libert,accioche per quella hauelTeroda combattere . Da che viene ancora , che su certe medaglie antiche
di Bruto fi vede vn cappello polio fopra due pugnali, mondando perci , ch'egli vccile il Tiranno , 8c refe la libert alla patria.Morto che fu Nerone>la plebe in Roma,come ferine Suetonio

& per

le

Prouincie ancora

cappelli in capo,volendo in quel

rata da graue>

&

crudel ferui tu

andaua feileggiando con

modo
.

Et

fi

moflrare,che era libelegge apprefTo di Plu-

che Lucio Terentio nobili/fimo Romano and dietro


Scipione con il cappello in tefta,come f fofle flato fuo liberro , c quello perche era flato per lui liberato da i

tarco

al trionfo di

Carthaginefi,chei'haueano gi fatto prigione iSci medefimo


fecero molti

Romani nel trionfo di Tito Quintio

rifeattati

da

Maccdonia,come,oltrc Plutarco 9
fcriue anco Liuio . Oltre di ci il cappello fu fegno di virt
di gran fapere,& per quello lo danno hoggidi ancora infiee col ucoKdel Dottore
del Maeflro . Et metteuano an-

lui,pofcia c'hebbe vintala

&

&

co

li*

Imagini de i Del

74

K)
y&i
5
'

Imagtr di Caflore "Polluce detti i duoi gemelli dei de 7^a ff>


mganti, lignificami al lor apparire bonaccia^ qualifono sa

amo

protettori de camll{

corfo lor 9

eflendo flette velocijjme nel

& yno te dodeci

fegtii del

duci gemelli figliuoli di Gioue

Zodiaco

& di Ledete

detti

O&
Qf

De gli

Antichi

175

io tamoraglt antichi i feruiin vendita 'col cappello

me rifrifce GelJio,

in tefra,co

non haueano
no poteuail c-

ina per quelli {blamente che

difetto alcuno*,ondc volea dire

il

ca ppellojche

pratore ingannari,& che perci il venditore veniuaad efTer li


bero,& non era tenuto poi a cofa alcuna,come che quello foC
.

f certo fegno delia integrit,& bont del feruo venduto . Mi


ritornando all'i Caitori , perche come drfl , fono quefto nome
fi intende di Polluce anchora j onde Bibulo, che fu Confoe
infierne con Cefare, ne fece il motto , quando vide , che il Tuo
collega fi haueua cos vfurpata tutta la auttorit del ConfolatOytk che ci che eil tutti doi fceuano , era derto fatto da
farefolamente dicendo, che scraintrauenuto come a Polal fratello non ha]uce,il quale nel tempio dedicato lui,
era
dimandato
perche
tempio
di
Caftore folamenueanome ,
Quefti
fi
Caitori.
dunque
fceuano
, come dice Elia*e> de i

Co

&

no,&lo

riferifee

jnili,

con vette

fte in

mano,

Sida,giouanigran<ii,fenzabarba,tr loro

militari, intorno,'con le fpade al lato,con le

& in

vece delle

itelle,

EliatUI

'

il

na-

eh' io dilli, fceuano loro in

capo alcune riammette ancora alle volte . Perche leggeri ,


che eflendo gi gli Argonauti flxanamente trauagliati da vna
graue fortuna di mare,s che temenano rutti di perire,& haudo Orfeo fatto voti per la falute di tutti, apparuero due Stelle, ouero fiamme fopra il Capo delli Caitori, che lorodierono
fegno di (luezza , 8c quindi venne poi , che foiTer-o chiamati
gli Caitori da i nocchieri nelli loro pericoli Onde Paufania
Cadimi b&c
fcriuendo di certa iratoa di Nettuno,qual'era appretto de i Qp- u\* i a
c
m(
tinti , dice , che nella bafe di quella erano {colpiti gli Caitori ,
j^ ccc hjer ;
come quelli , che erano creduti Numi (lutari allenaui>& a* ^
nocchieri. Furono anco creduti eiTere certe ftellc, ouero lumi
li quali, co me feri u Seneca,& Plinio,fogliono apparire in madanno fegno di bonaccia. Et perche
renelle gran fortune ,
moirano quelli in aria, l'aria moftrata per Giunone , fu
rono ragioneuol mente i due fratelli Cadore, oc Polluce mell
in compagnia di quefta Dea*, Alla quale fingono le fa uo le, come recita Theopompo,& Hellanico,cheGioue,legaifegIi pie- _, mm laj^ut
di gi vna volta con catene di oro , agguuigenaoui grauiiiimi
t n
*
peli di ferro, onde ella f ne ftaua pendolon in aria ; Volendo
con ci lignificare, che quella parte di fotte dell'aria , che pi

&

&

lon-

TmagJnt de

\j

fontana dallo elemento del fuoco


fi

fanno

nuuolij

le

nebbie *

Dei

& perci piudenfa

& le altre limili cofe

oiie

facilmente

Ir
I

fono elementi graui, Se


apprelTS
di Paufani,che ili cer
fempre
Leggefi
fceadono
che
a Giunone * nel
vn
confecrato
Beotiafu
tempio
della
ta pane
finmlacro
che
molto
grande
ftaua in pie , Se
vnfuo
era
quale
,
ella quiui era chiamata fpofa * Ma pare a me,chepiU di ragione w
ella hauefie quello nome nella ifola di Samo j perche fcriue
yanoncj Varrone,& lo rifer ifee Lattantio che quella fu chiamata prima Parthenia da Giunone che quiui flette * mentre che eri
vi fi maf ito anchofa a Gioue; onde nel
vergine,
fanciulla*
bel
fi
mulacro
fatto in forma di fpof,che dofu
vn
fuo tempio
colorito
quel
velo
hauere
ueua
, col quale le nuoue pfe fi Cdera dimandato Flammeo , dal colore fbrflatliitteo veto priuano la faccia-,
delle fj>of<Lj * le della fiamma,perche era roffo,& moflraua, che arroffiua di
vergogna la giouane ,che fi doueua con giungere li*huomo i
che cos hanno detto alcuni di quello velo bench alcuni altri vogliano, che fi intenda altrimenti, come dir poi difegnaado Himeneo. Et perci fcriue Varrone,che fu bfleriiato da gli
antichi di non accompagnarfi infieme i notielli fpfi f nott
di notte, come che le honefle giouani haUefTero da Vergognarli manco al buio della notte * Et andaiiano le fpfe al marito
di notte portate in lettica da muli, oda buoi, come fcriue Sui-*
/
da: & et la lettic fatta in modo che l fpofa fedeua nel mepi
ssolo fpofo dalPvn de*lati:& dall'altro il pi honorato s
ca/ amico,o parente,chehaue(Te,da cui forf hoggidr venuto l*vfo tra noi di troUatfi il fpofo Vno de fuoi pi cari amici
che affi flendo feco alle nozze vieti poi chiamato Compare dall'anello. Etportauano loto da Uan ti , fecondo che fi raccoglie da
TtutanQ.
Plutarco ne i fuoi problemi t cinque fanciulli aitretante facelle
Taccile nariTi accefe di teda, ouero di (pino bianco ; le quali oltre al feruirio ,
atte Ij^ofc^*
che faceuano, fcacciando il buio della notte, daaano anco ccn
la luce loto fegnoj Se buono augurio della generatione , che fi
fpettaUa di quel maritaggio j concio fia che il generare altro
non che produrre in luce Ne poteuano effere pi di cinque,
petcne fecondo aldini fu creduto j che la donna ad vn parto
poteffe far fin' a cinque figliuoli* e non pi Ma ccnfiderando
alcuni altri la cofa pi fottilmente , hanno detto } che vfauan
fi

vnifceall'acqua,& alia terra

leqtlali

&

&

&

&

<

Degli Antichi.

177

numero difpare >cmedimoltratore punter pare


non fi pu dmidere in due parti e difarc-j
perche
vnione
di
,
<Ii pace , &
vno di mezo, che le pu raggiTempre
refti
vi
non
eguali , che
ad ambedue y onde
comecommune
infieme
,
poi
ungere anco
efTere
grato
alli Dei del Cielo
pare
non
numero
fa creduto il
gli antichi nelle nozzeil

& pare quelli dell' infer& difunione, come numero

&

di quiete
auttori di pace
difeordia,
viene
quali
-no,dalIi

pare

fi

parti eguali

il

fi

pu difunire facendone due

fenza che ne

mezo che le habbi da riunire Et tolfero


quello
il primo numero , che nafehi dalla
cinque, perche

refti alcuna cofa di


il

il

vnione de i doi primi numeri pare , 6c difpare, che fono tre , Se


doi ; perche l'vno non enumero, ma principio,dal quale fi co
mincia di numerare . Et chiamauano cinque Dei parimente ,
Quelli erano Gioue ,
con diuoti prieghi gliadorauano
pi
fanciulli-,
Venere,Suadela,& Dianon
Giunone adulti,cio
gli
antichi
metteuano
dauanti alla nuoua
ci
na . Oltre di

&

&

fpofa il fuoco,& l'acqua,ouero per moftrarIe,che come il fuaco da s non pu produrre cola acuna,n nodrirla,per non hadi humidit,

do

fi

uare

generatione de

alla

generatione

& la donna

gli

prodotte dalia natura il caldo

congiungano infieme jcosj


la

&

tt-

re enta ^
H ua P f

&a

JfoJ&j.

& meno l'acqua, per efTere rutta fred-

werepunto
da, per il che bifogna che
di tutte le altre cofe

FwWO

humana

fi

fa di mefliere,

animali 8c
, 8c l'humi-

che per confer-

giungano infieme Thiiomo

ouero per darle ad intendere col fuoco , che purpuro dal non puro,& co l'acqua,che laua le macil
parte
ga^
via le lordure; che ella ha da conferuarfi pudica ,
leua
chie , &c
guardarli da tutto quello, che pu^ macchiare
netta,
pura,
Le faceuano anco portare il fufo , 8c
matrimonio
del
le leggi
Scpaffare
pelle di pecora con tutta la
fopravna
conocchia
,
la
entraua
prima,volta,che
in
cafa
del marito,
vfauano
la
lana
affai
balli
hora
ceremonie
ma
per
quelle
poche
altre
di
delle
fi
come
habbi
da
far
Giunone
forma
vedere
in

d
dare
per
:

&

&

&

-,

fpofa,poi che

Varronenon

fimulacro cosi fatto

lo

difTe,quando dilfe,che fu vn fuo

nell' Ifola di

Samo.

Ma ritornando a quel

lo che dicemmo per relanone di Paulonia, che

Giunone

in

Boe

chiamata la fpofa, vediamone la cagione, fecondo che ei


Giunone adiratali con Gioue
la mette ,ilquale cosi ne (ernie
givna volta partida lui, Oc fen'andinEubea , che Negro-

tia fu

Z,

ponte,

Giunone $ofa*

Imagini de

17

Da l
&

ponte,&: egli che .pure la volea placare ,


fark ritornare,ma
noa fapea in die modo, ne dimand configlio a Citherone al-

Inora quiui Signore*

il

qual gli ricord

>

che faceffe fare vna

ftatoa di qUercia,&: la portane in volta coperta s che


f villa

fingendola yna giouanc

>

che di nuouo

egli

noa foi*
Ci

hauefTe

Cos fece Groue,& gi u conduceua d'intorno hi


nuoua (pola quando Giunone,, che ci hauea intefo r
le ne
era molto rincresciuto ,vfcita di fuori &: accollatali al carro
ouecredeua, che. folle nafeofta la nuoua fpofa , tutta piena di
gelo/a , & di fdegno fquarci gli panni che la copriuano , Se
trouandola vna ftatoa di legno le ne allegr alTai ,
rappacifico/l con Gioue & con lui (lette come nuoua. Onde furono poi celebrati da gli antichi alcuni di d fefta per memoria
di quella fauola,.la quak>comenferifce E ufebio interpreta Pi
fatta fpofa

&

&

tarco in quefto

non

modo

Lachicordia nata tra Giunonce Gioue

ftemperamento de gli elementi , dal quale,


viene la deftruttione delle cofe \ s comeper la temperie, per

altro

che. lo

certa proportione,che lia tra .quell'iena (cono le mede/ime , & &


conleruano Se Giunone adunque ,cio la natura numida ,.&.
ventofa a Gioue^che la virt calda
fecca,& lo iprezza>taiL
te faranno le pioggie^cne allagarannoJa terra , quante furona
gi vna volta nel paefe della Beotia che and tutto fotto alle
acque,onde quando furono poi quelle date gi,& rimafe la tei
ra feoperta finfero le fauole* che folfero rappacificati infeme
GioHe,.& Giunone,& coliche fi fquarcialTero i veli,& livedeC-

&

,.

,.

perche dicono , che il primo, arbo


Quercia la quale ,,co'
mc ce e ^ oclo,.fu a'mortali di doppio giouamento,eoncioa ched ira mi ne raccolfeto le ghiande , onde viueuano prile la ftatoa della

#sem* mot
to

vtiltL-

c^ e

re

ma

tichi
2$pfe di

%QtCj ,

Cm*

%
H

Quercia

"

UIltau e fuori della terra,fn la

,.

&

del tronco f ne fecero tetri A Giunone fecero gli anghirlande di bianchi gigli , li quali chiamauano le rofe

Giunone, perche tintidel fuo

cimentarono bianchi, co, dicendo, che Gioue mentre che ella.


dormiua,le artace Hercole ancor faneiullino alle mammelle >
accioche nodrendolo dei fuo latte non hauelfe in odio poi
quelli poppando troppo aurda mente fece s > che la Dea fi
r

"^ racconta ^o

latte

le fauole

fc

Ma

deftj,& riconosciutolo da t lo ributto Cubito in


illattc *

che ancora vfciua, per lo pi

fparfe per

modo
il

Cielo

quiui

che
,

Se

Degli Antichi.

flmagini di Giunone

Mgiua^d Giunone faluatrice in

& d Giunone regina degli Dei


matrigna ?
Bacco,
mondatrice
&
proprio
^g
**&$,

odiatrice di

trite

delie cofe

air

dell'aria

di Hercole

laui-

patrona,
,

purga-

effetto dell'aria .

Imagni de

So

quiui fece quella certa

V\a

lilla

bianca

LDeL
,

che vi

fi

vede ncora

Ia-

&

il redante caddc[
quale ,chiamanogli A-ftrof ogi la via lattea,
gi Ei terra (opra i gigli , onde rimafero cos tinti di bianco ,
che poi nati fono fempre bianchi. Tertulliano fcnue s che in Argo Cittadella Grecia fu vii fimulacro di Giunone cinto con

lattea*

Tertulliano

rami

di vite,& che

haueua fotto i piedi vna

pelle di

Lione,qua

! ch'ella votene hauer* quelli perdifpregio di Bacco,& quefta


?
parimente a djshonore di HercoIe,che I ?n,& l'altro da M(t*

odiato grandemente

come

di quella

che ad ambifu madre-

gna, fecondo lefauole In Lanuuio citt di Latio era adorata


Giunone Sofpita la quale noi potiamo chiamare fluatrice
come principal Nume di quel luoco , fecondo che recita Tito*
"Xmio; 6c haueua quiui la Tua flatoa j come fcriue Marco Tul- \
lioVvna pelle di Capra intorno,& in vna man l*haflai& vn bre-'
ne feudo nell'altra Et Fello parlando di Giunone Februale >
perche ella haueffe quello nome > dice > che le facrificauano i
chele felle Lupercali celebraRomani il mefe di Febraio ,
te in quello mefe, erano confecrate lei , nelle quali andauano
.

-,

..

Tito Limo

Marco

Tullio

Giunone

Fe<-

hrual^j
WeSlo*.

'

&

Luperci feorrendo per la Citt , &c purgauano le donne , che


per quello porgettano loro la mano>& efl le batteuano co quel
lo,diche fi fail farfetto d Giunone che fono le pelli delle capre . Oltre dfci fi troua r che fecero gli antichi la flatoa di
Giunone alle volte anchora con vna forbice in mano come
ne rende la ragione > dicendo, che l'aria in*
riferifee Suida,
i

,,

&

tefa per Giunone,purga

do

peli fa

corpi politi

& mondiflca, come la forbice taglian& mondi Et in vna medaglia anti-

ca di Nerua Imperadore fi vede vna matrona coronata di rag


gi , che fiede in alto (eggio , e tiene con la finiflra mano vna
cori l drtra vna frbice ; Quella giudicarono*
icettito ,
molti effere Giunone , nientedimeno le lettere, die ineffa

&

dicono la Fortuna del popolo Romano


Ne mi ricordo di hauere veduto, letto di altra imagine, ila
toa di Giunone, f non che alcuni,perche fanno, che la differo.
gli antichi la ritrouatrice del matrimonio,^: che haueua la cu
medaglia fono

Virgilio l

la

onde Bidone appi-elfo di Virgilio, quando ha


difegnato di farfi marito Enea , facrifica ad alcuni Dei >
inanzi tutti Giunone .
ra delie nozze

Che

>

tien del

nodo maritai la

w<u

L'hanno

De

gli

Antichi.

181

Imagine di Giunone inucntrce protetrice del matrimonio,


detta Giunone giugale,& del giogo
retili leifacrathftgnifcanti l'vffitio de maritatit
le che

&
&

la fucejpone

ne viene dal matrimonio concorde^

pro-

\%t

Imagini de

Dei
-.

con capi di papaueroja mano *


&con vrt giogo a* piedi , volendo per quefto moftrare come
hanno da (tare il marito , Se la moglie congiunti infieme , Se
per quelli la numerofa prole , che poi viene fuccedendo . Di
che non trouo per fatta mentione da alcuno de gli antichi
ma fi bene che in Roma fu chiamato certo luoco Vico giuPico giugario.
gario , perche Giunone detta Giugalc , quafi che col fauorfi
Giunone gi*
del fuo Nume fi giungefTero infieme l'huomo , Se la donna j
gaio.
hebbequiui vn*altare,onde andauano inouelli fpofi ,
erano
Spoft legati
loro
facerdotelegati
perci
dal
infieme con certi nodi , dando
legati^
intendere
che cos doueano eflere gli animi loro
,
ad
poi Tempre in vn medefimo volere , come erano i corpi allhora da quelli nodi. Onde venuto , ebe togliendo alcuni poi
forf l'eflem pio da quefto, Se quello , che fi pu vedere nella
imagine di Venere ratta in ceppi , hanno dipinto il matrimoMatrimonio.
nio con il giogo in collo ,
con gli ceppi a i piedi Quello
hanno voluto alcuni, chefofie introdotto prima da Giunone
Himenco.
come ho detto , alcuni da Venere , Se alcuni altri da HirneneOjil quale fu perci adorato come Diodeile nozze,nelle quali lo chiamauano con certi folenni prieghi , accioche quelle

L'hanno

fatta in pie veftita

&

&

Nume fuo felice fucceflo . Ma


che moftrando gli antichi con molte cerimo-*
nicla pace, Se vnione,che doueua elTere fra marito,& moglie ,
desiderando quelli ogni bene : Se con fla tioncnon nomi-

fofle fauoreuole, Se delle col

leggefi

anchora

&

nauano

in celebrando le nozze , f non quelle cofe , le quali


poteuano dare buono augurio, Se legno di felicit. Onde
chiamauano anco fouente la Cornacchia , come fi vede nella
imagine della Concordia Se facrificando a Giunone Giugalc
cauauano il fele alla vittima,& lo gittauano dietro ali* altare,
per moftrare , che fra marito , Se moglie non deue eftere a marezza di odio, ndifdegno alcuno
Et per quefto vogliono
alcuni ,che Himeneo parimente foffe chiamato , non perche
haueflfe ordinato il matrimonio,ma perche dop molti traua-,

Vele gittate

via.

gli

Se graui pericoli egli ottenne le desiderate nozze con femo faccetto Se lanouella tale . Himeneo fu vngioua-

licif

Quella
nteneo

di

Hi

-,

nettoin Athenc figliuolo di Apolline, Sedi Calliope vna delle nuoue Mufe , tanto bello,& di faccia cos delicata , che da
molti era {limato femina , il quale fi innamor ardentiffima*

mente

Degli Antichi.

i$V

vna bella , ik nobiliilma giouane , cfnza fperare di


poter mai godere dell' amor Tuo perche egli era di famiglia
quella della giouane troppo inferiore di fangue, & di ricchezze , andaua come poteua il meglio nodrendofi dell' amata vifta & quella feguitaua fempre,ckouunquelui fofle lecito,
concedo di andare,& trouauafi fpeiTo (aiutandolo in ci molto, la pulita guancia ) fra le altre giouani accod in modo,che
vna di quelle era creduto facilmente . Or mentre che il mifeircllo in quella guifa inganna altruiima pi f fte(Tb , auenne ,
!ehe ei fu turbato con l'amata fua, Oc con molte altre nobiliflme gicuanidi Attiene, andate di compagnia fuori della citIttcntc di

&

n per

i facrificij di Cerere Eleufina , da' Corfari arriuati quiui


improuifo . Li quali , pofeia che furono lungi da Athena
per molte miglia , lieti della preda fi riduiTero in terra,c ritira,ri/ in certo luogo,ouefi teneuano ficuri, fianchi gi per il continuo , & lungo nauigare,fi addormentarono. Allhora Hime-

ali'

meo,prefa
tife tutti
ItitfTe

la

occafionedi liberare s,ck

prima chealcun

di loro

h*

le

rapite giouani,gli vc-

fuegliafl

&

hauendo ri, & promi-

quelle in-luoco ficuro,fe ne ritorn alla citt

ne gli Atheniefi di reftituir loro le gi perdute fgliuole,fe voleuxLno dare lui per moglie quella , che egli amaua ccranto .

fiche gli fu accordato volontieri , parendo ad ogniuno , che


imeneo
l'hauefle molto bene meritata . Et cos hebbe

gli

&

liete nozp tanto da lui defiderata giouane. Fattele folenm>


Perche
le , vilfe poi con quella felicemente tutta la fua vita .

unque da coftui furono ricuperate quelli Vergini , de il mamonio, che fi defider tanto, hebbe felice fuccelfo, replicaano fouentc gli antichi il nomefuo nelle nozze per buono
igurio , come the defiderafTero a quelli, che fi maritauano
felicit d'Himencr.Et quefta fu cofa dei Grecasi come fu
i Romani di chiamare TalafTone per buono augurio pariente nelle nozze . Perche , come fcribe Liuio,quando furor
rapite dai Remani le donne Sabine , venne alle mani di
>

pouero foIdato,vna belliilma giouane la quale ei difle , a


dimandaua , di condurre Talaione,perche hauegi vifto , chequalch* vnolehaueua gittato l'occhio addofper leuargiiela.Era Talaflone allhora vn Capitano di gran
-,

gliene

ore

>

& hauuto per ci in

molto

rifpetto

onde vdite

il

no-

me

t84

Joiagm dei Del

me fuo non fu. chi

pur di toccare la gio uane ; anzi che


facendo fedele compagnia colui , che l'haueua , andarono^
Taafjonechla gridando tutti infieme Talaflone, TalafIone,il quale hebrnatn.ntUe no ^ be moko cara la bella giouane,&: con liete nozze f la fece mrf
^c_;.
glie,& viflero dapoi felicemente fempreinfeme
Chiamauano dunque Talaflonejdeiderando a'nuoui fpof la buona veri
tura, che pel nome di lui hebbe quella rapita giouane. Ouero
che quefto era,perche Talaffione fgnirlca certa ceita,nella qua
volele teneuano le donne la lana , &c le altrecofe da filare ,
ofaffe

&

yarrones

nano

gli

antichi,fecondo Varrone,repIicando fpelTo quella vd

ce nelle nozze

ricordare alla fpofa ; quale hauea da eflere l'of-

ficio fuojp che era maritata-.il che Plutarco ancora conferma

ne i fuoi prblemijrferendo pur anco quello,che ho detto poeodifopra, che la fpofa entrando in cafa del marito la prima

vfcta,portaiaa feco la conocchia,


pelle di

vna pecora, che

&

il

fufo

vi fedeua su,

8c paffaua fopra li

come ferme

Fefto; per-

che da quella fi trahea la lana,che fi acconcia poi ad vfo di filare,& diceua quefte parole j Oue tu Cei Caio,io fono Caia , che!
veniuano inoltrare , che tutto haueua da eflere commune
fra il marito,&la moglie,& che in cafa doueuano eflere egualmente padroni Et hanno voluto alcuni , che in tale cerimonia folte vfato quefto nome di Caia per rifpetto di Caia
Cecilia , che fu Tanaquille moglie di Tarquino Prifco Re de*
Romani,donna faggia , .& virtuofa,che gouern beniflmo la!
cafa fua.Onde Varrone fcriue,& lo riferifee Plinio,che in certo tempio fu guardato come cofa degna di riuerenza il fufo,&
la conocchia di cofteij 6c vi giungono alcuni anco le pianelle;
quindi dicono , che venne I'vfanza di portar (eco la fpofa la
conocchia con la lana , tk il fufo , per ricordar/i di imitare la
virt di quella gran donna,la quale fil, Se fece di.fua mano vna
bella verte regale Seruio Tullio fuo genero , che fucceffeal
marito nelregno,-Ia quale fu pofta poi nel tempio della FortuAndauaancO knuoua Ipofa cinto di certa fafcia di lana
na
.

'Nodo d'HercoI<lj

yirvinenfe

Dmj

fletta su la-camifcia col


1

fpofo

r *o di

la

doucre

H creole
fuo aiuto

eflere cos felice in

chene laido
la

nodo d'Hercole,quale,

prima notte , che itaua con

Dea

fettanta

lei

era fciolto dai-

pigliandone augtt

ha nere figliuoli, come. fi

Et quefto

Virgin enf e, perche

ella era

fare

chiamaua

ir

creduta hauer cu
ra

De

i8j

gli Antichi-.

fa, clic la fafcia virginale portata dalle giouan tutto

che

(lattano vergini

maritate

Et vfarono

tempo

il

>

erano
Santo Agofti-

foffe fciolta felicemente fubito,che


g'

antch,come riferifee

no da Varrone, di portar quella Dea infieme con

alcuni altri

ouedoueuano Ilare la prima notte inficine i nofpof,accioche con lo aiuto di quelli lo fpofo pi facilme-

nella camera,
uclli

teraccogliefleildefiderato fiore

fpofa

pofea che

fortauano ci

fi

vedetta tanti

Se

manco

folle difefo dalla

Dei attorno, che tutti

& ciafeheduno fecondo

conperche
nel quale

fuo officio

il

-erano partiti gli offici fra loro in quello negoclo

la

pareuano efTere i generuli prefidenti Venere, Se Priapo , cui fu


lo chiamarono allhora
pur anco dato particolare officio ^
Dio Mutino , perche defle forza allo fpofo di trauagliare* ga- xjliutno.
gliardamente ,
di mettere in core alla fpofa di non fare alcuna residenza . Vi erano poi il Dio Giugatino per giungere iu Giugatino
moglie: il Dio Subigo,che procuraua,che 1'feme marito ,

&

&

&

vno

fottomettelTe,

te: la

Dea Prema *

&

l'altra il lafciafTe

fottomettere facilmen- Subigo

cheinduceuala fpofa a

lafciarfi

ben preme- Trema

rei la Dea Partunda,che non lafciaua punto temere di


to

che hauefTe da venire

Et credo che ve ne

foller

ancho

altri,

particolari

thia,che nelle cerimonie de' maritaggi le furono dati


& dice
A ragione hanno da chiamarti di core le giouinette fpofe per
che tu habbi cura di loro in andando: perche m le meni ficure
:

nelle desiderate cafe de

loro fpofi,perche tu facci

chel'vnge-

con buono augurio,& perche ru iion le abbando


ni,quando pngono gi il cinto Virginale
E t quello fa , che
GiunonefofTeancolaDea Virgin enfe. Ma lafciando tanti De y

re

le

porte

fia

delli quali

non ho

trouato

mai gii fimulacri, ritorno

qualcu-

na ci quelle cerimonie,che ponno feruire alla imgine di Hime


neo. Vfarono dunque gli antichi di cingere anco le porte
Iella cafacon certe bende , fila di lana, vngendo gli gangheri di quelle con fungia di porco ,con graffo di becco , per n'iriedicdi tutti ^i meantefmi, che feuente erano fatti a' nouel-

Aa

par- Tartftnda

perche, come dilli da principio,diedero gli antichi


Dei a tutto quel!o,che faceuano , che con diuer/
cognmi. daUano ad vn foio la cura di diuerfe cofe , conje a
quello propolto parlando Marxiano a Giunone efprime quelli quattro cognomi , Iterduca , Domiduca , Vnxia , Cin-

degli

li

ite

Imagini de

Imagine d'Himeneo dio del matrimonio

io, ihofir virginale

&

delle norsge, con


,

& indiffolubUit del matrimo-

^.

rimugini d'alcuni fanciulli


fignificante la perpetuit

Del

\&

che raccolgono noci ftarfe

che bifogna chi ha carico di

cafa lafciar le cofefanciulefch&j>

Begli Antichi.
de i gangheri era vdito,aprendofi> fei>
fi
rande fi le porte. Spargeua ancho per queito,come hanno detto alami > lo fpofo delle noci , accioche non fofle vdito altro
cheil rumore,che quelle faceuano cadendo in terra, Se lo flrefpofi,fe lo folclore

pito dei fanciulli, chele raccoglieuano>quando gridaua la fpodilli, perche alai, &doleuafi nello fciogierla fafeia, ch'io
na ve ne era, che fi fortemente gridaua , chefaceua alle volte

'

i
'

|grandiflnia compaflone chi l'vdiua

Altri

hanno detto

che Thuomo maritandofogono i fanciulfi lafciaua tutte le cofe fan ciuliefche, perche
ci fi
li giuocare fouente con le noci v Varronc ha voluto , che
i&cefle per tirare buono augurio da Gioue , oii le noci erano
che lo fpargere delle noci moftraua

Et Plinio parimente l'interpreta ad vn' altro itoquello , Se delle altre cerimonie vfete nelle nozze

Tttio

confecrat,.

!do.

Ma di

ho detto , per vefiire disegnare il. Dio


Imagine d
che fu carne diffi, H imeneo Quefti da gli antichi,
Uimeneo.
fu fatto in forma di bel giouane coronato di diuerfi fiori,
di verde perfa, che tenm vnafacella,accefa nella delira mano* &. nella fini lira haueua quel velo rollo, giallo che foife ,.
col quale ficopriuano ilc-apo^c*: la facciale nuouefpofe la prima volta,che andauano marito . Et la ragione , che poco di

ibafla quella, che-ine

di quelle

&

fopra promii dire di ci, tale, chele moglier de i Sacerdoti


appreflb degli antichi Romani, vfauano di portare quafi fenipre

vn

fimile velo

Se perche quefti

di fare vnqua diuortio

non

a*a concerto

come

coprendo la fpofa con quel


lvelo,fi veniua a inoltrare di defiderare , con quel matrimonio
non hauelTe da fciolgerfi mai , Ma quello non vieta per, che
il medefimo non moflrafTe anco la honefta vergogna della
fpofa, come ho detto la quale, potiamo dire> che folfe vna coita fletta con il Pudore, hauuto in tanto rifpettoda gli antichi >
TudoreDh.
a

gli altri

bhe fu come Dio adorato . Onde gli Atheniefi gli confecraroIro vn'altare,& appreflb de' Lacedemoni; gli fu fatto vn fimu-

da Paufania. Haueua Ica- Icaro


, con animo, che ei
Tenelodj 2
bon glie la leuafle dicafa , mai ma doueflero habitarc fempre yliti^j .
rutti infieme , come ne lo preg molte volte dapoi
ma nulla
giouandogii , perche Vlifle haueua deliberato di ritirarfi con
b moglie caia fusy^.volt il buon vecchio pregare la figli-

Lacro per quella cagione raccontata

CO maritatola figliuola Penelope ad VlifTe

Aa

noia

Imagini de

r3tf

De?

&

bench ella foife gi in camino


uola , che non lo lafciafTe :
per andarfene col marito,nonlafciaua egli per accompagnandola di pregarla, che

reftaflfe

l'importunit del Cuocer

fi

feco

VlifTe all'vltimo vinto dal-

volt alla moglie

& le diede libe-

che voleua , andare feco , reftarc col


padre A quefto ella altro non rilpofe , f non che tiratoi! va
velo in capo, fi coperfe con quello la fccia \ Da che parue al
padre d'intender beniflmo , che l'animo della figliuola era df
andare col marito; per fenza pi dire altro la lafci andare, Se
ra licenza di fare ci

p f vn fimulacro al Pudore,
, di con
doueua efTere fattradire al padre per non lafciare il marito ;
to in fimile foggia con la faccia coperta . Si che moftrandofi la vergogna in quefto modo 5 fi pu ben dire , che perci fi
copriua la nuoua fpofa col velo, qual diffi,che portaua H imeneo nella finiftra mano Et, ritornando a mettere quello, che
refta di lui , egli haueua due focchi gialli a piedi ; quelli erano
certa forte di lcarpe,che vfauano alle comedie , & le donne pa-.
rimente gli portauano . Et tutto il difegno, che ho fatto di co
&w decritto da Catullo in quefto modo ;
quiui, oue ella

coperfe

fi

il

vifo,

cio a quella honefta vergogna, che moftr Penelope

&

CatuHi

de l'alto HelicoruLs

Habitator felice^

d'Urania celefte-f
Lieto

e giocondo figlio

Che ne le forti braccia


Del diftofo amante^
Con legittimo nodo
tJMetti la delicata verginella

Cnge Himeneo

Di

De

belli

le

tempie

e vaghi fiori

l'odorata perfa

tenendo con

mano

Il colorito velo

iJMoue

lieto

per nei

Il bianco pie veUito

Et adorno

del bel dorato

fotti*

In

De

gli Antichi.

Jn quctto d giocondo

yien con foaue voce


Cantando

a* notti jpofi

allegre canzonette- -

Con pie proser mena


Cli fefleuoli balli

con felice delira

La rivendente face porta innanzi.


Seneca parimente cos ne dice:

Tu ,

che la notte con felice aufptk


Scacci

La

lieta

portando ne la defra
,

efanta face

Tutto languido,

Di

& ebbro

be' fiori, e di rofe

mano

bor yien* noi


;

ma pria cingi

ambe le tempii

Claudiano in certo Epitalamio deferire Himeneo


llo

modo

Dagli

in.

Que-

occhi

vn foauijjmo fplendorc^
%

Efce

cb rimirarlo altrui contenta

caldi rai del Sole

Cb' ogn*animo pudico tocca

Spargon

e quel roflorzj >


,

e tenta

di bel porporeo colore^

Le bianche gote , a iequai

s'apprefento

La

lanugine prima accompagnata

Da

bella

chioma crefa ,

& indorato

'i

dei Dei

Indgini

LA GRAN MADRE*
A

Terra fu creduta da gli antichi efTere ftat$


prima di tutti i Dei ,
perci la chiamarono la gran Madre t e Madre di quefti Et fecondo che di quella videso la natura efTere
diuerf ,
molte le propriet , cos molti no-

&

la

&

mi le dierono
dorarono

& diueri & in


,

8c ne fecero ftatoe

vari)

modi J'a-*

Onde hauendo io gi detto

come di lei intendefTero per Giunone alle volte ,

8c ne faceiTero imagine , hora dir delle altre , cheapprefTo de gli antichi


furono tutte Dee fgnificatrici della Terra . Alla quale fola-,
mente di tutteJe par ti dell' vniuerfo fcriue Plinio , che mefite-

ttolmente fu dato

cognome

che nati che fono

gli antichi

Terra perche
detta madre,

Leuana Dea.

>

ventre della

quale era di porre

madre, in terra

Tauentiaj
Totn&j*
Edufa-a,

imperode

>

il

fanciullo

fubito vfcito del

come nelle braccia della generale

Nume, che

quel fanciullino allhora

nato folTe felicemente leuato di terra : si come ne hebbero


ancho vna , che Ijaueua la guardia delle Culle de i medefimi
Vagitano fu
fanciullini , chiamata da loro la Dea Cunina ;
il Dio del piangere de i fanciulli , che da Latini detto VagiLa Dea Pauentia era fopra al pauore,cio timore de i mere
defmi,& Rumina fopra il lattare , perche Ruma diceuano gli
antichi alla mammella Potina fu la Dea della potione , cio
Edufa dell'efea, cio del mangiare. Hauendel loro bere
do dunque la Terra riceuuto gli mortali , fubito che fono na-

&

agitanti

materna riuerenza

madre S. tutti & Jenarnefo anco poi fubito, & hebbero perci
vna Dea chiamata Leuana * la quale credeuano che quello
folTe fopra, di fare col fuo

Cimino,

di

mortali, ella gli riceue fecondo l'vfanza

&

comeamoreuole madre ,gli nodrifee anco poi, & foltenta ;


quando alla fine fono da tutti abbandonati , ella gli raccoEt non
glie nell'ampio fuo feno 6c in s medefima gli ferra
gli huomini folamente, egli altri animali, ma tutte le altre coti,

&

fe

da

anchora paiono hauer

& eflere

Perlequaii cofe a rafu detta gran Madre, de Madre de i Dei parimente ,


perche

lei fo (tenute,

gione ella

vita qui fra noi dalla terra

nodrite, &c conferuate

Degli Antichi.
perche erano

vn tempo di

mortali

ri gli altri

le,

Rhea

flati

Dei degli antichi mortali,

quello,chela terra produce

Et fu quella

Verta, Se Cerere

le diuerfe virt della

Terra

la

Se altre
.

91

& erano vi unti

come ne viuono

tut-

mede(Ima,che Ope, Cibe- Op^j


anchora dimoftratrici del-

Delle quali efporr gli

nomi

in

&

fecondo che mi torner bene,


ne racconter le fauole , od altro che Za , f verrano propolico . Imperoche come i dipintori adornano le lro tauole con
tutti quelli ornamenti, che fanno migliori , accioche a' riguarT
danti paiano pi vaghe, coslh cercato io di fare mentre che
Percioche efpongo tal-.
difegno quelle imagini con la penna
di alhora alcuni nomi , talhra interpreto qualche fauola ,
cuni ne racconto alle volte femplicemente , Se alle volte ancho
ra tocco qualche hiflori, fecondo che mi pare pi confarf a,
quello , di che haur gi detto, mi redi da dire, parendomi d
duere eflere quello modo , f non dilettevole chi legge ,
almeno non troppo noiofo , conciofia che la variet delle cofe
foglia Ieuare gran parte di noia i lettori . Venendo dunque
dire della gran Madre , ella fu chiamata-Ope da gli antichi
perche quella voce lignifica aiuto , Se non chi pi aiuti la viomero la chiama dona tri- HomeYO ,
onde
ra dei mortali della terra
ce della vita,perche ella ci d otte commodamente potiamo ha
bitare, Se ci porge onde riabbiamo da nodrirci , Se in molti alIsn&Ttotntt
tri modi ci gioua guifa dipietofa madre . Et perci Martiaella
di molta et Se ha vn gran
no defcriuendola , dice, eh'
corpo, che l confa quello , che ferme Paufania , che in certa
parte della Grecia apprelfo il fiume Crafide fu vn tempietto
della Terra oueella fu chiamata la Dea dal largo petto
Se f
ben partorifee fpeflTo , Se habbi intorno moiri figliuoli , nondimeno ha pur anco vna velie tutta dipinta fiori di color diuerfi,& vn manto teflutodi verdi herbe, nel quale paiono elfe
re tutte quelle cofe,che pi fono prezzate da' mortali come le
pretiofe gemme , Se i metalli tutti , Se vi fi vedeua anchora copia grande di tutti frutti , Se vna abondanza mirabile di tutdifegnando

le

imagini loro

&

>

te le cofe

Tetra

Ora

chi

che in quello ritratto non riconofea

la

La quale Varrone,fecondo che riferifee Santo AgoftiJio nel libro della Citt di Dio, vuole, che fia chiamata Ope>
perche per l'opera fiumana diuenta migliore , Se quanto pi
?

colti-

1$%

Imagini de

Dei

f
<^j> magine della dea

SM
S
C^
f
$gj

Ope

Dei interpretata per


zwti

detta anco Berecintbia

la terra ,? li

madre de gli

animali <& alberi

lignificati la frutuofa voltiuatione del terrenot

uno ejjer fottopoflo

alla

lei fa

& ogni

natura bench grade^i anco l'ima

&* ne de fucl Sacerdoti detti Choribanti, the

dimoiano che

ogn'vno debba esercitarfi virtuofamente non ilare miofo.

Degli Antichi*
19}
& che fia nomata Proferpina per

lK>tiuata,tanto pi ferule

da hi vanno come ferpendo le biade , che ne nache fia detta Verta > perche di verdi herbe fi vefte.
scono ,
Oltre di ci la dipinge anch, S>c infieme efpone tutta la pittu
ra,il Boccacio , quando fcriue della progenie de i )ei , Se diceche ella ha in capo vna corona fatta torti,perche il circu- ^fbofitione del
to della terraguifa di corona tutto pieno di Citt, di Ca- fa i ma qi
fa
La velie teffuta di Verdi ^)p mJ ,
ftella, di Villaggi , di altri edifici)
herbe,& circondata da fronzuti rami,moitra gli arbor,lepian
Hlofcettro in mano
te,& le herbe,che cuoproho la terra
che fignifca,che in terra fono i regni tutti> Se tutte le ricchezze humane,& moftra la potenza nchora dei Signori terreni.
Per gli timpani , che ella parimente ha , fi intende la rotondit della terra partita in due meze sfere, delle quali l'vna chiamata l'Hemiipetofuperore,& quella che habitiamnoij Se
l'altra inferiore,oue fono gli Antipodi . Ha poi vn carro con
quattro ruote > petche le bene ella ft ferma Se e* immobile,
l'opere nohdimeno,che in quella fi fanno* fono con certo ordine variate per le quattro ftagini dell'anno, &: f ne Vanno uccedendo l'vna all'altra . Lo tirano i Lihi,ouero per inoltrare
quello,che fanno i Contadini feminand il grano , i quali fu-

'che vfcendo

&

, ccioche gli auidi vccelli non ne facciano


come fanno i Lioni,qnando caminano per lochi poluerofi , che, come'fcriue Solino,leuano via con la coda le lue pedate , ccioche per quelle non habbiano da Ipiare i Cacciatori
doue vanno , ouero perche non terra alcuna, fia quanto vuo-

bito Io ciloprono

preda

le afpera > Se

dura, the coltiuandolanon diuenti molle,& faci, pur' , per moftrare , mettendo fotto al gio-

le al produrre

^o della Dea tDpe il Lione R de gii altri animali,che


ti del

mondo parimente fono

Se che cosi

Signo ^^tura

foggtti alle leggi della natii-

hanno

elfi bibgno dell'aiuto della terra,come


dicono, che (degnata la Madrede i Dei contra Hippomcne,&: Atlanta, perche fenza ri/petto del fuo Nume giacquero infieme in Vna felua lei confecrata, gli fece di-

ra

gli altri. Le fauole

uentar Lioni,i& volle che dapoi tiraflero fempre il fuo Carro .


Moilrano le fedi,che quella Dea "Iranno di intortio,che,fe ben
le altte cofe tutte

fi

iftucwjono,ella ft

ramente perche fono Vote

ci

ferma per fempre,o ve-

danno ad intendere 3 che noa

ok>

^Qn

^ #

Iniagihi de

94

Di

(blo le cafc,ma ic Citt anchora,&: per peftilenza

& per gur*

votano fpeflo , oaero che fopra la terra


fono molti luochi disliabitati
Gli Sacerdoti dimandati Coribanti , li quali quiui ftanno dritti,& armati,vogliono moftra
re, che non Solamente icoltiuatori della terra , mai Sacerdoti
anco, Se quelli che alle citt,& a'Regni fono fopra, non doue-,
riano federe, ne darli in otio , ma che deue ciafeheduno piglia-;
re le fue armi,chi per coltiuare la terra, chi per pregar i Dei, Se
chi per difendere la parria
La imagine , che fa Varrone della
Dea Opedi tal maniera. Mettefi fopra vn carro tirato da Lia
ni vna donna , che ha il capo cinto di torri a guifa di corona .

re, Se per altri difagi

fi

tiene lo feettro in

iftdoro

mano y

Se veftita di

vn manto

tutto cari-,

co di rami, di herbe, Se di fiori, intorno le Hanno alcuni feggi


voti,& vi fono ancoi rifonanti timpani , Se l'accompagnanor
certi facerdoti con gli elmi in tefla , con gli feudi al braccio *
Se con le hafte in mano Scriue Ifidoro, che fu data altre vol-

Madre vna chiaue , per inoltrare che,


tempo dei'inuerno fi ferra,& in f nafeonde il fernet
fparfo , qual germogliando vien fuori poi al tempo

Chiaue data al te all'imagine della gran


la gra Madre*

|a

terra al

fopra

lei

Primauera, Se allhora detta la terra aprirfi, s come riferifeeancho Alefifandro Napolitano. Faceuano anchora gli
antichi ghirlande quella Dea talhora di quercia , perche cos viueuano gi i mortali delle ghiande prodotte da dx come
viuono hoggid del grano, Se de gli altri frutti, che la medefima produce Et di Pino talhora , che quello arbore a lei era
confecrato,, folTe per la gran copia de* Pini, che era nella Frigia, oue ella fu prima adora ta,& fu perci detta ancorala Dea
Frigia, come che quel paefe foffe fua propria patria , oue furono prima celebrate le fue facre cerimonie , onde da Berecinto
monte di quel paefe ella fu parimente chiamata Berecinthia $

della

Bea Fri$i<u
Berecintbia

Virgilio

& cofi la noma Virgilio, quando a ki raflimiglia Roma, & la


difegna anco in gran parte j dicendo

Qual

Berecintbia

madre de

gli Dei

Coronata di Torri fopra

Sen va per

De

le citt

la diurna

fua,

il

carro

di Frigia altera

mie ,

onde lentQ

'

e gli Antichi.

t&j

Nipoti tutti habitator del Cielo


Si vede intorno , e quei fouente abbmcca .

Ouerofu il Pino dato qUefta Dea , perche A ti belliflmo


Giouane,& amato gi grandemente da lei morendo fu cangia
to in quefto arbore. t la fauola,chefe nelegge, che innamorata la Dea di puro,& cafto amore di quefto giouane, f lo tolfe,& diedegli

la

cura delle fue facre cofe,con patto,che egli do

, Se pudico fempre,come egli promicon giuramento f ne oblig . Ma non l'offeru


poi il mifero, percioche innamorato* di vna bella ninfa figli*
noia di Sangario fiume di quel paefe,fi feord la promeffa fatta
alla Dea,& god fouente dell'amore fuo * Di che quella fu s
forte fdegnata^che fece Cubito morire la ninfa,& fcacci il gioIl quale rauedutofi del peccato
uane da s,Se dal fuo feruitio
commeflo, venne in tanto furore,eheandaua come pazeo correndo per gli alti monti gridando , Se vlulando fempre, Peonie forfennato batteua il capo di qu,& di l,e con acutiilme
pietre ftracciaua fpeftb il delicato corpo, Se tagliatoli anco con
quelle il membrojche tanto haueua orfefo la Dea, lo gitt lontano da sj& era per veciderfi affatto, f non che quella all'vltimo mofTa piet di lui lo fece cimentate vn Pino , & per moftrare , che riteneuapur' anco memoria dell' amato giouane >
volle effer coronata poi dei rami di quefto arbore ; Se ordin
che all' auenire i fuoi Sacerdoti folfero caftrati con l'acuta pie*
tra nel modo,che il mifero giouane fi caftr da s,& anda itero
nelle fue fefte cos aggirando > & dibattendoli capo, 8c ferendoli le braccia, Se lefpalle Se fpargendo il proprio fangue,come il medefmo fece egli correndo gi forfennato per gli alti monti. Et furono oltre gli altri nomi che hebbero, detti anco Galli quefti Sacerdoti, da vn fiume della Frigia di quefto
nome, delle acque del quale chi beeua impazziua fubito , Se era buono all'hora da feruire alla Dea, perche arditamente face*.
u tutte le pazzie-, che ho dette Paufania fcriue , che in certa
parte della Grecia fu vn tempio dedicato alle Dea ,
ad A ti
infieme , che alcuni dilfero , che ei fu ammazzato da vn Cangiale mandato per quefto da Gioue , che fi hebbe male , che
egli fofle tanto domeftico della Dea,& ranto amato da leij &
B b i
racconta

\ie(Te

conferuarfi vergine

*p; w0
\a

fa t0 a fm

q mn <jj/ia.

^J
*

<

* ua

no "

tieUa->,

f di fare Se

&

Sacerdoti cairati

f magmi de

$6

De!

$\Ai* racconta poi vn'altra fauola del medefi mo , la quale e tanto faJ
uola apunto, che mi pare, che meriti diefler riferita , & , che
del feme fparfo in terra da Gioue , ( che fognaua di efferefor-.
f con qualche bella giouane ) nacque vn Genio
Demone,
che vogliamo dirlo,in forma di huomo ma che haueua per,
l'vno,& l'altro feflo,6c fu chiamato Agdifte Di che/pauentat~4gdift(Lj<.
ti gli altri Dei^come di cofa moftruof,gli furono fubito attor

Fattole

,.

j,

no,&

gli tagliarono, la

parte mafehile*

& la gittarono via

Di

quella da india poco nacque vn' arbore di pomo granato, de^


frutti del quale la figliuola di Sangario fiume pafTando di l fe
n* empi
fi

il

grembo

per mangiarfeli

Cubito,, &; ella reftVgrauida

ma quelli fparuero qua-

& al fuo tempo partor vn bel

bambino,qual per vergogna nafeofe hx certa felua,. oue vna capra and fempre dargli il latte, s che non per ; ma fatto gi
grande funomato Ati , &era tanto bello ^ che pi tolto col.,
diuina, che humana pareua eifere: onde il Genio Agdifte ne
Auenne,ch.c il belgioua-.
fu ardentiflmamente innamorato
..

ne mandato da i Cuoi and a Peflnunte


Frigia,oue il

dei paefe.

fe.

citt principale della.

lo fecero genero^dandogi per

ma

glie la figliuola; Se ^ik era tutto in- punto per celebrarli le noz,-.

ze,quando

Agdifte,.

che andaua

dietro, all'amato

giouane ,ar~

riu quiui \ tutto pieno d'irai di rabbia, vedendo che altrui


era per godere la col da lui tanto amata , caccia fubito eoa
fuoi incanti, comefifacefle,, vna cos fatta pazzia. nel capo,
di Ati ,& del R fuo fuocero* che furiofa mente fi tagliarono*
am bi con le proprie mani il membro genitale Ma pentito da
..

poi Agdifte di ci, che haueua fatto,perche l'amore che porta*


u ad Ati non fe ne era anco del tutto andato,preg Gioue, Se
l'ottene

che. le altre parti del

corpo

dell'

amato giouane non

potefiero corromperli x ne infracidirfi pi. mai * Et altro noi*


Kjit che /?- no letto di quello Ati fenon che per lui voleuano gli antichi
intender quei fiori alli quali non iuccede mai frutto alcuno %
fichi *

gm

ne producono feme come riferifee Eufebio x &c per cifinferc


Je fauole,che ei H caftrafl^ come ho detto * Ma ritorniamo alla gran Madre > la quale con folenni cerimonie fu porcata di

Frigia Roma da huomini mandati col a polla * fecondo che,


haueuano intei i Romanida i verfi della Sibilla douerfi fare to
die bifogaaua>che&flcriceuutadacafta mano*Qudefi fer-- - ?
**
y

&

De
io l naue

che la portaua

.taquafi tutta

Roma

IP7

gli Antichi.
,

alla

foce del Tetro, ouc era anda-

ad incontrarla

n era p ffi bile mouer-

la quindi, bench molti , &. molti fi sForzaflero di tirarla sii


per i*acque del fiume Allhora Claudia vergine. Vertale, della
.,

Claudia Fefa,

perche andaua pi vagamcnteornata,& conuerfu.a>& patlaua pi liberamente, che


non le farebbe forf conuenuto , inginocchiatali su la riua del
fiume, e ftendendo le mani giunte verfo la Dea: Tu fai, difTe ,

iudicitia della quale molti dubitauano

/e_j

alma Dea, che io fono filmata poco, caflayfe cos' , ti prego ,


fanne fegno che condennata da te mi confelfer meriteuole
della mor tey ma f anco altrimente, tu, che cada fei
pura
facendo fede della integrit, mia, Seguitala mia pudica mano..
Et quello detto,, diede di piglio ad vna picciola fune , e tir la
:

,.

&

Dea di feguitarla volontierr


con non poco fhipore di chi vide* Etnonfu dapoi pi chi ofaf

tiaue a fuo piacere

inoltrando

la

male di Claudia, della quale ho. ci raccontato,

f penfare

per-,

che quello fatto potrebbe fruirea. chi volelfe dipingere la Pa.


diaria

bench

fi

polla fare in motti altri

potr chi ne vorr la fatica


tlifegnate

modi ancora , come

raccogliere da molte imagini gi

Se che reftano a difegnare., Il fimulacro di quella

Dea portato allhora dalla. Frigia, fu vna gran pietra negra,che


il nome, della Madre de i Dei,
La quale arriuata oue Aimone piccolo fiume entra nel Tebro

era adorata da quelle genti fotto


fu quiui lauata da. vno de

vn carro,

fuoi Sacerdoti

j,

& polla poi fopra

da due vacche,fu portata nella Citt con grande allegrezza del popolo, onde fu ofleruaxo di portarla pofei.
ogni anno con folenne pompa nelmedefjmojmodo,&al mede-*
fimo luoco a farla lauare da i fuoi Sacerdoti li quali lauauano se (lefll ancora,& le fue coltella * come, fi vede appretto d
Ouidio,,oucdic#t
Qudtil
tirato

r luoco

doue lfiumhello K^dlmont**


Entra nel Tebro y e lafcia il proprio nomej,
Quiui l'antico Sacerdote ornato,

Di porpora con molta rueremp


Laua ne l'acque di quel piccol fiume
L'alma [u Dea con te fue (acre co/cj

*i

i$8

ImaginictelDi

&

il carro do^
Simulacro della Dea Cbele, che la terra ,
u era condotto proceffionalmente tirato da due Vacche
la vtlit che da
dinotanti la fertilit della terra ,

&

fft

quella ne "viene mortali

Degli Antichi.

ip$

cerimonia andauano innanzi al carro molti co


i piedi fcalzi , come dice Pr udendo , &c canrauano le pi dishoTrudenti".
nelle cofe, che fapeuano dire di quella Dea, de di Ad Tuo innamorato . Onde Santo Agoflino dannando quelle diaboliche S.K^goHiw.
feiledice, che non fi vergognauano quelle pazze genti di gri.

-Ut a quella

dare dinanzi alla Madre de i Dei cofe , che le madri loro fi fariano vergognate di ascoltare . Et Herodiano fcriue , che andauano gridando allhora in quel modo non (blamente perfone vili,8c plebeie, ma molti nobili ancora , Se huomini di conto , li quali fi mutauano di habito per non eflere conofeiud
andauano poi dicendo,& facendo tutte le pi dishonefteco-

&

fe,che fapeuano

Furono anco ofTeruate molte felle, fatti mol

tigiuochi,e celebrate molte cerimonie in honore di quella Dea:

ma, perche di nulla feruirebbono al propoli tonoltro , meglio


il lafciarle,& dire pi tofto,che bench habbino voluto alcu-*
ni,

che lo fpargere del fangue proprio,qual faceuano

cerdoti,comediffi, a

lei

folle in vece di facrifcio,

Ci

fuoi Sa-

tro u

non-

Porca, confacendofi mol- pittime della


to quella bellia per la numerofa prole, che di hi nafee, con la gran Madre,
fertilit della terra . Et Ouidio dice , che quando ella arriu a
Ottidio
Roma, le fu facrificata vna giouenca indomita , hauendo forf

dimeno, che

le

fu faenficataanco

la

imparato i Romani da quelli di Egitto che quello animale fof


f conforme alla terra, poi che quelli,come riferifee Macrobio,
volendo con loro mifteriofi fegni moiirare la terra , faceuano
vn bue , vacca che fofle . Appreflb di Cornelio Tacito fi leg- Cornelio Ta
ge,che alcuni popoli della Germania adorauano la Madre Ter
c lt0
ra> come quella, che ellx penfauano, che interucnTe in tutte le Terra adorati
cofe de i mortali , ma perche quelli non haueuano , come dilli
fa Qermcmi,
gi, tempi j, n fi mu! acri , faceuano le facre cerimonie di cortei
in vn bofeo con vn carro coperto tutto di panni, il quale non
poteua toccare altroch il Sacerdotccome che egli Colo fapelTe,
che la Dea era quiui
perci gli andaua appretto con molta
riuerenza , facendola tirare da due vacche per condurre quella
come a fpaflb pel paefe . Allhora erano 1 giorni tutti allegri >
giocondi > non fi poteua guerreggiare in modo alcuno,, fia'

&

&

tano

tutti i ferri ferrati

ra tutto pieno di pace,

&

&

coperti

>

Se

il

paefe era all'ho-

diquiete,& in ogni luoco, otie andaua

U Dea,era guardato con rifpetco grande. Ma fatia,che ella era


pi

Tmagni de

Dei

__

andare attorno, 8e quando ella non voleua pi conile!*


fare fra i mortali, arida nano lauare in certo laco il carro,ch&
la portaua, le velli, che la copriuano, Jk: lei flefla anchora , come credeuano alcuni. Et iferui,che quello faceuano rano inghiottiti dal medefimo laco, n l vedeuanomaipijilche accrefceua la religione , Se faceua che la Dea era fempre pi te-

^poi di

muta La quale, comefcriue il medefimo Tacito * adorauanO


parimente alcuni altri popoli della Germania , pure fenza hauerne fimulacro alcuno ma la infegna della lor religione era
quella a. loro era in vece
portare la imagine di vn cinghiale,
di arma,&penfauanodi douere eflere moflrandofi in quello
modo adoratori della Dea, ficuri da tutti i pericoli, dai ni*
XjMeaglia d mici anchora Ricordomi di hauer villo in vna medaglia anfarina.
tica di Fauilina, la imagine della gran Madre , che fi conf afelpofi dianzi percioche vna
fai a quella, che io difegnai,
il
ha
capo
cinto
di
tcfrrij
ficde , 8c U con il braccio
donna che
alla
appoggiato
fede
Se
con
la finilra mano follien
deliro
>
fopra
fermato
il
ginocchio*
Se da ciafcheduno de
vno feudo
Lione.
Fu
poi
chiamata
lati ha vn
quella Dea Cibele da cerZibetti
nella
Frigia
di
che
,
dice Diodoro Ciciliano Cha
to monte
fu vn' antico R in Frigia nominato Meone , 'quaje hebbe iti
moglie vna chiamata Dindimene j Di che effendo nata vna
fanciulla, Se non volendo la madre alleUarla> la pofe nel mnte Cibele, doue fu nodritadel late delle fiere filueflre. Ma effendo capitata quiui vna gioitane che mi d'intorno fi andau
pafeendo la gregge,
vedutala fanciulla > tutta llupefatta*
la prefe , Se port feco nominandola col "nome del monte > SC
cofi la -alleu fin che fatta grande riufei di (ingoiar bellezza
&: d'ingegno mirabile mperoche non pur trouella prima
la Fillola fatta di cannelle, infieme giunte 5
il Ciembalo, ma
anco diuerfi rimedi alle malarie d'greggi. Se quelle de* fanciulli, per il che meritamente fi guadagn ella il nome di MaDiedoYO
idre, cofi dice Diodoro; ma noi con Fello Pompeo 4iremo,che
fefio Tompeo* ella cos folle detta da certa figura geometrica fatta punto >
come vn dado chiamata Cubo> lacuale da gli antichi fu put
Cubo.
anche a lei confecrata> per mollrate la fermezza della Ter^a*
perche gettili Vn dado , ei fi ferma fempre , Se cafehi in che laio fi voglia* E t - laimagine di Cibele Va medelma con
.

&

-,

&

&

-,

&

&

T)e

U della gran madre

Antichi.

gli

nicome Lucretio parlando .di lei,dice

tetta le ci tifer

alta,

20

perche ha parimente

Di corona

&

mitrale

il

^cretiol

ornar o

per moflrare

capo cinto di to^

>

Cb'eUafoftien Citt, Ville*,* Caftella*

Impera- Corona muratore chi prima fo Afe montato per forza sii le mura de i ni- ** tut fi dotta.
mici Ha il carro medefimamente tirato da i Lioni, che mo
ftra , fecondo alcuni, chela terr ft nell'aria pendolon ,
foftenuta dalle ruote , perche le fi aggirano intorno le celefti
sfere del continuo , come moftrano i Leoni animali feroci, Se

La qual

forte d

corona era data anticamente

dall'

&

impetuosi

perche tale

l'aere foftenitore della

anche cos

ii

QueHa

legge

la

terra

natura del Cielo


;

onde appretto

che circonda

di Lucretio pur'

fecer feder gli antichi Greci

be- poetando

fcrijfero

Sopra vn carro

Due feroci Leoni

al cui giogo

di lei,

vanno infame

che dimoHra

Che ne l'aereo campo la gran terra


Tendendo f ne U per s medefma

Dicel anchora chei Leoni ngniflcafo non effere fierezza a


cuna tanto crudele,che non la vinca la r
piet materna,& perci
,
r
,
- -,
Ornato*
a y>,
cosi dice Ouidio di quelta Dea:

Ver

lei fi

creda

Vinta

che fta la fereiga

e fatta piaceuole

Onde vien

che

fi

& burnite

giungono humilmente

I fuperbi Leoni al fuo bel carro

il

<

Da che non molto dilli mile quello * che ferule riftotec, ^rHotelc-s.
quale raccontando deUecofemiracolofe del mondo mette

:he in Sipilo
lunga,

monte

della Frigia nafceua certa pietra piccola

& rotonda, la quale chi hauefle trouato & portata nel


,

ceni-

fmagini de

2o

Dei

tempio di Cibele,diuentaua amoreuoliffimo al padre,& alla

dre,&: vbidiua loro con ogni riuerenza,etiandio che flato fof-

prima nimico quelli , & con empie mani gli hauefTe perPenfarono anchora alcuni , fecondo che riferisce Diodoro , che a Cibele foffero dati i Leoni , perche ella da quelli
fofle nodnta, Se alleuata gi. nel monte Cibelo , come l decfe

coli

Tlatoncj

tOjdal quale vogliono, che ella hauefTe pofeia il nome : perche


raccontano gli antichi anco di molti altri , che furono nodriti
da beftie , come fu Efculapio, Se Ciro da Cani , Romulo col
fratello da Lupi, Telefo da Cerui , da glivccelli Semirami, Se
dalle pecchie Gioue , con l'aiuto di vna capra : il che f ben pare hauere del fauolofo, nondimeno per hiftoria flato fcritto
Quelli , li quali fcriuono delle cofe naturali, vogliono , che gli
Elementi habbino fra loro vna tale communanza , che facilmente l'vno fi muti nell* altro fecondo che pi raro diuenta
ouero pi denfo . Onde Platone difTe,che fra quelli era la decupla proportione Per chi mette mente queflo,non fi ma.

Dei de gli antichi tanto intricati infieme, Se che vn medefimo Dio moflri fouente diuerfe cofe , Se
che diuerf nomi fgnifichino talhora vna medefma cofa j come Gioue,fe ben moflra per lo pi l'Elemento del fuoco, mo(Ira per quello dell'aria anch alle volte : Se Giunone parimente tolta per l'aria , ma non s per, che non moflri la terpura anco talhoraril Sole vn folo,& la Luna parimente^
re ciafeheduno di loro ha diuerf nomici' Acqua ancor ella hebbe molti Dei , Se la Terra ancora , dalla quale, per l'humido
che fugge del continuo , furgono efalationi , che ingroflatefi
nella pi bafTa parte dell' aria fanno le nuuolc , onde icendono>
poi le pioggie . Et per quello vuole Fornuto y che la Terta fi
dimandi Rhea , quaf che ella fa cagione , che la pioggia
feendaj ouero che non la Terra , ma fia che fi voglia y chiama egli Rhea la cagione delle pioggie , Se dice , che quella
Dea futono dati i timpani , i ciembali , le facelle Se le lamrauiglier di vedere gli

&

t\Jji]

padi , perche i tuoni, i folgori , Se i baleni fogliono andare innanzi alle pioggie, Se accompagnarle anco fouente . Alcuni
Vogliono che i timpani fgnifichino , che la Terra contiene j
se gli venti , Se cos l'intende AlefTandro , il quale dice che ft

Fcfiu *

danno Vcfta anchorache fu


...
.

._

dipinta

donna di virginale a fpet

Degli
'feVrche

eli

la terra

Antichi."
come fcriue

che fiede

-,

20$
Plinio',

che la

&

fu lodata affai nei giardini


Scopa (cultore eccellente ,
con mano Dice Fornuto
timpano
tiene
vn
^emiliani, &che
quali rotonda tutta , cogli
antichi
fare
anco
chela foleuano
la corouauano di
raccolte,
ftrette,
{palle
le
s le faceuano
rotonda
circonparimente
terra
,
perche
la

bianchi fiori-,
l'aria
Ma
che
fia

.
elemento
che
,
pi
bianco
,
dal
data tutta
de
gli
appretto
antichi
Vette
furono
due
che
auertire,
egli da
&per l'vna, che fu madre di Saturno , inteferola terra , della
quale ditti pur m per l'altra , che fu figliuola del medefimo
il fuoco, cio quel viuifico calore, che fparfo per le vifeere delEt di queia terra d vita alle cofe tutte , che di lei nafeono
imagine,
perche
antichi
alcuna
credeuanoi
gli
fecero
lla non
che, come dice Ouidio, Vetta non fotte altro,chela pura fiamma de dittero per ci , che ella fu vergine fempre tutta pura ,
intatta , s come la fiamma non genera alcuna cofa di s,nc
per quefto le cofe fue fariceue bruttura, macchia alcuna:
cre non erano cuftodite , n maneggiate f non da purittme
verginelle chiamate per ci le vergini Vertali > 8c furono , coordinate da Numa
me fi raccoglie da Liuio , introdotte,
Gellio riferifee , che la prima , che entr al feruitio di Vetta ,
che perci tutte le altre dapoi furono
hebbe nome Amata ,
dette parimente Amate , &c erano prefe dal Sommo Sacerdote
non minori di (ei anni , n maggiori di dieci,& bifognaua che
non hauettero difetto alcuno di lingua, n di occhi, n di orecche n il padre,n la machie , ne di altra parte del corpo ,
dre fottero mai ftati ferui , ne hauettero ratto officio 5 meftiero fordido,& vile . Da principio furono quattro folamente ,
dapoi furouo fei , perche in (d parti era prima diuifa la citeraprohibito glihuominidi andare oue elle pofauano
t,
f non di notte . Quelle ftauano trenta anni obligate al feruitio in quefto modo , che ne i primi dieci imparauano le facre
f?.ce

&

&

&

*,

-,

&

&

&

Liuio

&

Gelilo

cimata prima
vergine
flaltLj

&

&

&

cerimonie,&: tutto quello,che apparteneua alloro officio, qual'


era principalmente di guardare , che non fi estinguette mai

fiamma,perche quando quefto ueniua era di malifta' Romani,


augurio
la vergine , che ne haueua la colpa ,
mo
gaftigata
dal
Pontefice
era
con agre battiture , de raccenne

l'accefa

&

derli poi quel facro fuoco non da

altro fuoco materiale

ma

da

Veldu

Ve-

^04

tmagini de

da

come

raggi del Sole

come

fi

DcJ

fa cori certi caui fpeccii

fcriue Fefto tanto batteUano

cne

e ftropicciaano certa ta~

uola>chc gittaua fuoco, qual raccoglieuano in certi vari di melo rimctteuano ai kioco del gi eftinto
,
ne gli altri
dieci anni faceuano elle l'officio , de nelli dieci y Itimi infognatallo

&

uanoallegiouani, che veniuno dinouo . Paffato quefto tempo poi erano in libert di maritare : ma pochifl me furono
quelle, che fi maritafep mai-, perche pareua, che maritandofi

am'uaiTero poi fempixmiferabile

& infelice fine

;Nelli

trenta anni,ehe ftauano alferuirio, bifognaua, che foriero calte

interamente

oc pudiche,perche la vergine Vertale trtiata.

impudica era porta viua fu'l cataletto , & portata nella guifa
che fono portati i morti alla fepoltura , V la feguitauanoli parenti , & gli amici piangendo fino appretta le mura della Citt , oue era vna gran caua in guifa di camera lotto terra , con
vn lettojk vna lucerna accefa,.& con certo poco pane,acqua,
latte che vi metteuano , aecioche non parefle^che vna vergine
confecrata forf fatta morire difame . Poi fatti quiui alcuni
fegrti preghi , il Pontefice man da u la infelice giuan gi
per vna (cala nella fotterraneacaua , riuolgendo la faccia adietro , &c quelli , chea ci erano deputati, vigitrauano fubito k.
terra fopra,& la fotterrauano quiui, oue la pouerella f ne moriua miferabilmente per hauerevioLualapromerTa carit;: &r

ild,che quello fifaceua era metto,

Ogni anno

fi

ioletia in

picciar dalle medefi me Vertali

d via

& funebre a tutta la Citt..

vn giorno detcrminato
il

fuoco

sii

l'altare

di
,

nuono apcome anco-

Troual poi , che fi


.
Vertacene fu la Terra,,
appreifo degli antiehi,quando fcriuono della natura, de i nenivPer non fia
delle altre fue cerimonie
pij 3 deiiacrifieij ,
marauiglia , f io parimente ragionando dell' vna , dir talhora delle co f , che parrano proprie dell' altra , conciofia che di
virt della terra , che
rado Ci ragioni , ferina delle nature ,
fono come anima di queiia,fenza incendere di lei ancora t cio
Difle dunque Ouidio , che il tempio di Vedi tutto il corpo
rta in Roma , che fu prima cafa legale di N uma^era tutto con-.
Tempio dlyc do,perrapprefenrareil globo della terra , dentro del quale cos fi conferuaua il fuoco , come era coaicruatc in qud tempio
ft a m
hoe.gid

tra

noi ne'

cerij paichali

confonde fpeflo quella Dea con

l'altra

&

&

ineftui-

De gli

*2V,

Tempio

in

Hpma

VeSa dea
e

dil

vinifico calore, che

no inuifxbile

'j^

della

fuoco,

perpetuo

&

VeUamadn

degli Dei,

nm fi

da vita

alle cofe,

eftingueffo

2Tf

& d

della Virginit ftgnificante quel

onero l'animo diui-

con le due ve fiali cufieditrici

k^o
^?Q
(W
wfnJ ww
C*g

Dea

Antichi

tbl fuoco

'

Imagni de

io6

Dei

ineftwguibilmente . Et Fefto Tenue, che Nurria confecr


Vefta vn tempio rotondo , perche la credette elfere la terra
perche ella fatta coche foftenta la vita de gli huomini
j

&

me vna palla
gura

, volle che il tempio fuo hauefle la medefima fiEt il tempio folo fu fouente la imagine di quella onde
:

che per lej fi intendere l'animo diuino , al


quale non potiamo arrmare con gli occhi del corpo > ma bene
fu fatto in quevediamo quelle cofe, che gli fono d'intorno-,
Aleffandro volle

&

Landino

difegnail Landino fopra Virgilio, quando


le
egli fa che Hettore in fogno raccomanda ad Enea Vefta,
llo

modo come lo

&

Era grande, largo, &:. fpatio(o~& nel mezo ha


ueua vn'altare col fuoco accefo dall'vna banda , e dall'altra ,
su la cima
alla guardia del quale era vna Vergine per lato,
del tempio era parimente vna Vergine, che teneua vn picciolo
altre facre cofe.

&

braccio perche dlffero gli antichi, che Vefta inoVergine nodr Gioue, che il bambino . Oltre di
ci confecrarono gli antichi Vefta quel luocho nel primo
en t rare delle eafe, oue faceuano fuoco, qual era per ci, come
ha* creduto Ouidio , dimandato Veftibulo . Quiui mangiaua-

bambino in

ltrata per la

.'.-

VeRbtdo,

no anco fouente inuitando gli Dei alle menfe loro , le quali


vfauano in vece di altari in adorando gli
confecrauano poi,
conuitati Dei . Perche dunque non fi faceua facrificio quafi
mi fenza fuoco,& quefto fu moftrato per Vefta, meritamente erano confecrati lei quei luochi , oue era pi fouente accefo il fuoco, li quali erano chiamati Lari propriamente, perche
quiui erano adorati parimente i Lari , che erano certi Dei domeftici di caia Onde pare che fia venuto fin' a i tempi no ftri
anchoradi dire Focolare, quafi che Lare,& Foco,ch il luoco ftefTo , oue fi accende il fuoco fia vn medefimo, bench ne
faceflero gli antichi l'vno il Dio, de l'altro la^cofa al Dio conN fi ha da credere , che Vefta forf tolta pel fuoco
fecrata
per ogni forte di fuoco J perche fecondo che
generalmente ,
Tono diuerfe le cofe,chedi quello fi considerano, cos f ne fecero gli antichi diuerfi Dei: ma che fi pigliarle per quello che ft*
rinchiufo nelle vifeere della terra , ilquale per ci perpetuo ,
ne fi eftingiie mai, &c d vita tutte le cofe quiui create
Et
in tutti gli facrifcij di qualunque Dio , che folfe, era chiama.
ca Velia innanzi tutti ^li altri , come difl anco di Giano,

&

Lari

focolare

&

yefla in tutti
gli facrifcij

Di

De
fri

che

la

ragione fu

prime entrate

delle cafe

i7

gli Antichi.

oltre quella

che dice Ouidio

oue da principio

fi

che

le

facrificaua fouen-

erano confecrate lei,& oltre alla fauola anchora, la quale


, che ella ottenne da Gioue, dop la vittoria contra i Tiranni, la virginit perpetua , Se le primitie di tutti i facrificij )
perche tutte le cofe create, con le quali gli antichi adorauano
gli Dei, hanno effere ,
vita dal calore, che le produce , e fa
te,

dice

&

nafeere, che viene dal fuoco gi detto

N pareua

cofa, la quale meglio rapprefentafle la purit

re

Se

il

chefofle

non moriperci non

mai degli Dei, della pura , Se viuace fiamma; e


mai facrificio fenza 'fuoco , Se che non folte chiama-

era fatto

ta Velta nel principio

mi particolari
che moftra

Oltre

alla

quale furono poi

adorati da gli antichi per

la terra in diuerfe parti

>

altri

le particolari

perche

Nu-

virt

come ha cantato

quemeglio il grano , ili quella gli arbori producono meglio*, in vna fono pi all'egri i fioriti prati, Se in vn'altra fono
jpi abondanti di herbofi pafehi : onde hebbero nome le Dee
Cerere, Se Proferpina, Se la Dea Bona, Flora, Pale , Se altre >
ideile quali fi dir poi Hora dichiamo di Cerere,chefu ftima- Cererai
Ita laprima,chemoftraiTe di feminare ilgrano>raccoglierlo,ma
^cinarlo,& farne pane a* mortali che per lo innanzi viueanodi
iberbe, Se di ghiande : Onde Virgilio dice :
Virgilio
Virgilio, Se che fcriuono gli auttori della Coltiuatione, in

fta viene

Cerere fu la prima

iA mortali

di

che moftraflL*
rompere il terreno

Col duro ferro, e che lo feminajjkj.

Et Ouidio parimente cos ne canta 5


La prima

9m4h 4

che fi>e%%afle con l'aratro


e che fpargefle il grano

le dure glebe ,
Sopra quelle
1 mortali

onde haueffer da nodrirfi

fu Cerere

che infteme

diottro con que Ho ancor

le

Jante leggi

Et perci tanto fu riuerita>& come Dea adorata,&


iluta di

hauere dato

le leg^i

innanzi

<a

tutti gli altri ,

filerei

percht

io8

Ifflginidelef

Imagine di Cerere Sciciliana inuentrice 1

& del fuo carro

fruttifera^

la

tirato

& dea

delle biade,

da Draghi ftgnificante

fua coltura* eflndo chele biade nonmol

to iinalcino parino qttafi ferpire


torti falchi della terra aratiti

(
t

la terra

# dinota ancora

li

De

gli

209

Antichi.

huomini
rozza,& quafi

poi che fa tremato l'vfo del grano* lanciarono gli

fieme con
rina,

le

ghiande quella prima vita tutta

& ragunataf inlieme fecero le

Citt

&

vitfero

infe-

pofeia ci-

Et per quello fu anco detto , che il Nume di Cere- Leggi da Ce-*


fi pu coltiuare,
rerej.
che produce largamente il grano . Onde fu la fua ftatoa fatta in forma di matrona con ghirlande di fpiche in capo & teneua vn mazzetto di papaueri in mano, perche quello fegno
due fieri Draghi tirauauo il fuo carro,come fcrifdi fertilit-,
fe Orfeo . Onde Claudiano, quando la fa ritornare di Sicilia > Claudiano*
u ella haueua ripoila la figliuola,cos dice :
uilmeute

&

re moltraua la virc di quella terra, che

&

\J[fconde

il

Dd%*

carro

e a le

materne cafe-j

dt* Draghiti volo

Spejjo penuote

&

e Hi

a cui le membri

per le nubi

Ondeggiati toni juffUndo

^Placidamente leccano

il freno

the molles

De r amico velen la fchinma rende.


Quefii coperta la fuperba fronte^

&

Tengon d'altere crefte\


hanno il tergo
Di nodi tutto , e di rotelle afperfo .

le lor

Taion

fquamme lunghe

< oro

rifplendendo

gettar fautlie

e fuoco

perche non fi ergono troppo in alto le biade , ma pare serpenti


per*
che vadino ferpendo per terra ; ouero perche i fleilufi corpi the dati Cedei ferpenti inoltrano i torti folcili > che fanno buoi > mentre rertLJ
t
arano la ferrato veramente fu Cos finto , perche > come dice
Hefiodo, nella Ifoia Salamia era vn ferpente gi difmifurata
grandezza > il quale difertaua tutto quel paefe ,
fcaccato pofeia quindi da Euncolo , f ne pals in Eleul ( 8c quafi che
per fua faluezza folTe fuggito Cerere ) quiui dop le ne flette fempre nel fuo tempio come fuo miniftro ,
{'cruente
Et
the Cerere lignifichi la terra piana, larga produttrice di grano lomollra,dice Porfirio come riferi fee Eufebio>laimagine lua > elfendo Coronata di fpiche, Se hauendo intorno alcune
piante di papauero , che moftra la fertilit
Perla quale cola Sicilia di Ccleggcii anchora , che la Sicilia le fu molto grata perche pae- rere

&

&

&

-,

le

Vo

Imagini de

molto

ferrile

& ne fu

douclTe hauereil pofTeflb


re
-

Da

lire

ma

Dei

con Volcano

la

qual di lord

che venne foricene vna fua ftatoa,qnal'era qifiui

to grande,

come

rie

Tentenna fu data fuo fauo-

mot

dice Cicerone parlando centra Verre, teneua

mano vna piccola figura della Vittoria f Sz quefto>


moftrala fertilit di quella Ifola , donde finfero lefauole , che
T?ofe.rpna ra Plutone rap Proferpina inteia fpeiTo per la fertilit y perche
pita da, Tilt- auenne forte vn tempo, che i campi Siciliani dauano poca risu

la defera

colta.

flftO

Ouero perche Proferpina

roita

anco

per

alle volte

che ha il feme di germogliare , fu fnto?


che Plutone, intendendo per lui il Sole, la rap , Se porroiTela
in Inferno 5 perche il calore del Sole nodrifee , ccnlerua fotquella occulta virt

tempo dell'inuerno il fem ina to grano }.& Cerecon le ardenti faceile in mano , perche al
tempo della eftate, quando pi ardono raggi del Sole,i Contadini vanno cercando le mature biade, &c f raccogliono
Et
to terra tutto

il

re la va cercando por

quindi fu che

da

come

ferine Paufanra

Piallitele, fecondo che

la ftaroa di

Cerere fatta

rnoftrauano alcune lettere quiui

intagliate, in certo fuo tempio neli' Attica regione

mano

haueua le

Dea andauano parimente con le faceile accefe correndo , quando celebravano le fefte Eleufine , cos dette da Eleuii Citt- non molto
accefe faceile in

Et

Sacerdoti di quefta

lontana da thene

x oue furono prima ordina te: nelle quali alcune giouinette confecrate alla Dea porrauano caneftretti di
fiori per Iaprimauera,& di fpicheper la eftate
Et di queftefece mentioneancho Marco Tullio parlando contra Verre
Ec
erana parimente portate nelle medehme cerimonie le miagini di quelli Dei,come riferi fee E ufebio,deI Creatore , la quale portaua il Hierofante, che era il Sacerdote principale dei
Sole, porrata da colui, che portaua anco la face accefarchi fer.

. .

uiua all'altare portaua quella della Luna


TkcodotitOr
1

Se quella di

Mercu-

Theodrito fcriHe che quefta pompa folenne portauano anche per cofa degna di gran riuerenza il fello f minile , fi come portauano il
malchile nelle eeremonie di Bacco . Ma ali* incontro Sefoftri,

*i

^ banditore, trombetta dei

facrifici;:&

antichillmo

R dell' Egitto, come

fi

legge apprelTo di

Hero-

Imperoche
doto , l'vs per cofa vile , Se degna di diipregio
ne ipaefi > che ei foggiogaua con gran fatica , per difenderfi i
.

Degli Antichi.

itt

popoli gagliardamente, drizzaua alre,& belle colonne col nome fuo,&: delia patria , &: come egli hauefle vinto quel paefe :

ma

ouc non trouaua alcuno Te non poco contralto,drizzale medesime colonne con le medefime lettere , ma
vi aggiungeua di pi la natura feminile , volendo in tal modappocaggine di quelle genti Erano
do inoltrare la vilt ,
le facrecofedi Cerere con tanta religione
poi le ceremonie ,
cosi tenute fecrcte, che Tempre che erano celebraguardate
te ,il Sacerdote gridaua prima > Vadino via tutti gli huomini M'Herij Ektt

.uapur anco

&

&

&

profani

quelle,
git

maluagie perfonejperche non


come diremo noi, ordinato
folle ben purgato da ogni malua-

feoftinfi quinci tutte le

vi poteua entrare f

non

& bifognaua

Onde

fi

chi era

che

legge di

ei

Nerone

che

ei

non os mai

maiEt Antonio per testimonio della bont fui


volle elTere fatto vno di quelli , che intraueniuano gli miiterij Eleufini . N tacer gi quella feiocca vfanza anchora
che chi era ammetto quelli mifterij fi veftiua ii d ,. che pgliaua l'ordine , vna bella camikia nucua , tutta monda , ne
le la fpogliaua poi mai pi , fin che non era tutta logora ,
(tracciata
dicono alcuni , che guardauano ancho que' cenci
dafarnedelle fafeieperi fanciulli, mentre cheltauano in culOltre di ci non fi poteua fapere,chefo fiero quelle millela
,

& empio

di tro- Ts^erone^

uarfi a quelle cerimcnie,fetitendofi forf di edere troppo

uagio

fini

&

&

fi feruano \ tanto erano teche ini fi faceuano ,


le
nute occulte, che
bene erano portate in volta certi tempi
da puriffime verginelle , ci faceuano in certe piccole celle ,
caneltretti,
molto ben ferrate, &: benifimo coperte,& pareua , che fotte peccato grande cercaredi intenderne la ragione
di fapere che folTero . Onde Macrobio recita di Numenio
flofofo , il quale come troppo curiofo inueligatore de i lac-

riofe cofe

&

&

vide in fogno le
, hauendo diuolgato quelle cofe ,
DeediEleufi itarfi come meretrici in luogo publieo , efpof e
qualunque di loro hauclfe voluto pigliarli piacere di che egli

eri mifterij

&

cflendone marauigliato grandemente ,


hauendo dimandato la cagione di tanta impudicina , gli fu da quelle Dee tutte adirate rifpofto , checi era venuto per lui
ilqualeiehauea tolte per forza da gli occulti , fecretiluochi , Oc mette in.
-,

publieo

in

mano al

volgo

Et Paufania

fcriuc

che hauendo Txufani/u


'
4cli.

212

ImagnI de

Dei

deliberato di parlare largamente de iicri mifterij del tempio


di Eleufi , vide certa imagine in fogno , che ne lo fpauent .
dice altro s f non che dinanzi dal tempia
Trittolemo,& vna vacca di bronzo inghirlandata di fori,con le corna indorate,come erano le vitti me,quaa
do fi doueuano acrifcare Et Trittolemo doueua effere. vn
giouane fopra vn carro tirato da duoi ferpenti, che era il carro
di Cerere perche fi legge,che ci fu mandato da lei col fua carro pel mondo moftrarecome fi hauea da coltiuare la terra
feminare il grano , raccogliere le biade , & vfarlepoi
Et per
k DeVEleufine fi intende fempredi Cerere, de di Proferpma
le quali furono etiandio chiamate le gran Dee appretto de i
quelli d'Arcadia le adorauano fopra tutte le altre
Greci
tenendo in certo loro tempio il fuoco fempreaccefo con grandine ma religione, & fecero loro due ftatoe , come recita Pau-

Et per
fu vna

ci

non ne

ftatoa di

Dee

Eteufine*

&

quella di Cerere era tutta di mar more , &c dell' altra di


Proferpina quel di fopra , che faceua la vette , era di legno, OC

fania

erano quindeci piedi di grandezza . Dinanzi da quefte ftauano due verginelle con le velli lungue fin' a i piedi, che portaeruano fu'l capo caneftri di fiori , & i piedi di Cerere era
Ernui anco due Hore, Se
cole non pi grande di vn cubito
eraui Pan,che fonauala fi Itola, ck Apollo la cetra , come quelli
che erano due de i principali Dzi dell'Arcadia, fecondo che vi
era fcritto, 8c vi erano poi alcune Ninfe,delle quali vna Naiade haueua in braccio G io u piccolo fanriuliino , le altre erano

ninfe dell'Arcadia,&: tra

*r

*\

<

r rL~

^ 4^^ k

^ ett0
%fi

>

efle

vna portaua innanzi vna

a
P ercnc ^^ e data Cerere

faceila

vn'alcra te-

neua ^ UQ diuerfi vafi d'acqua,vno per mano,&: due altre por'^


tauano parimente due hidric, che verfauano acqua; il che moftrauano forf, che in alcuni faenfieij chiamati le nozze di Cerere non vfauano il vino , come faceuano in quelli di tutti gli
altri Dei : donde quella vecchia ne qcc il motto appretto .di
Plauto , quando vide che andauano cafa fua per apprettare vn ccnuito da nozze , de non portauano vino . Volete voi
forf , dille ella , fare quefte nozze a Cerere perche non veggio j che portiate vino . Si pu mettere con Cerere il porco
Vttime per~ perche lo fcrificauano lei gli antichi come vittima fua provittime appretto de gli antichi^ cio
tbe di Gioite. P&a Et la ragione delle
*
-

'

""-

*"

-;

per-

De
1>erche
c

>

fi

fcrificafTe

%i$

Antiche

gli

quello

&c quel

Dio pi Vn' anima-

che va' altro , fu come ferme Seruio , tanto la contrarieche la conformit , la quale era creduta hauere la beftia co

Dio , cui era facrificata , Et per ci dicono , che fu dato Torco dato
porco Cerere , come chea quella piacefle di vederli moriCerere^
re dinanzi il fuo nimico , il quale non folam ente guada le gi
nafcitite biade , ma riuol'tando archora col grifo glifemmaquel
il

caaipi va trouare fin fotterra

il grano,&; lo diuora . Et per


che fu facrificato il Capro a
Eaccb , come animale grandemente neeuole alle viti. Hanno viuto. anchora alcuni -\ che fotte grato il facrificio del porco perete p?r la cortj^rmit ,*& fimiglianzai' che fra lro e
Imp|roche ella Nnme'JT;fe(tre > pofeia che per lei fi intende

ti

Ja njedefima ragione diflero

la te|ra

&:

il

porco Ita pi d'ogni altro animale inuolto nella


pi negro > come la terra di fua natura pari-

terrai de per Io

mente

la fertilit della terrea

.
Oltre d ci muVa' quella beftia
,onde era facrificata ncho talhdra a Ce-

rere la porca pregna

*,

negra,- &: tenebrosa

:i

perche

fi

legge

che fa

alle volte

ad vn

a venti porcelli'.* & trenta ne haueua fatto quelaporca,cheapparuead nea su la ripa del Tebroj <^me canta Virgilio . Vn' altro fimulaero di Cerere fu ancho nel!' Arcadia , il quale teneua con la delira mano vna facella &: acco>arto folo fin
i

ftauala finiflraad vn' altro fimulaero di certa

che da

tutti gli altri

gliuola,

da gli Arcadi

Dea adorata pi

& da loro detta Hera

fi-

tertu

come hanno voluto alcuni,di Nettuno, & di Cerere,


nome Hera , come dice Pauiania > fu parimen-

bench quello

&

dato a Cerere in Arcadia,


Giunone anchora appreflb de
Greci fu chiamata Hera . Teneua la ilatoadi coftei fedendo

te
i

vno feettro su le ginocchia de vna celta Et in Arcadia pur


anco y comeferiue il medefimo Pauiania, Cerere fu chiamata Cererei
ErinntLj.
Erinne , che viene dire Furia ,
la cagione di ci fu quella.
Mentre che Cerere andaua cercando la figliuola rapita da Pi cerere in Cd
tone , Nettuno innamoratofi di lei faceua ogni sforzo digouaUtu *
derla ,
ella per leuarielo d'attorno, penfando di poterlo ingannare , mutatafi in Caualla fi cacci fra certi armenti di caualle ma troppo difficile ingannare chi ama, che dell'inganno almeno non fi aueggia . Nettuno dunque, che di ci fiacT^ettunoinC*

&

&

coife, diuent anch' egli fubito

vn Cauallo

& in quel modo


god

2?4

ImaginideiDef

Statua di Cerere mgra


<urv

Sii

tita in cauatia

tt

.Arcadia dea delle biade corner-

ferma fatta grauida da 7s{ettuuo dio iti Oliare transformato in cauallo , della quale
ne nacque poi il cauallo >drione-j
in tal

Degli Antichi.
ode

dell'

amor Tao

quale

afa

tanto

aff

onde ne nacque il cauallo Arione La


hebbea male Cerei- e, che rirata quali fuori

fi

pazza , &: perci le dierono al


Et bench fi placale pur
poi, Se che lauatafi in certo fiume lafciaflequiui tutti la fua
lira , nondimeno ne refr meda anchora per affai lungo tem,po . Da che venne, *che ella fu chiamata Cerere Negra ap-.
Cerere new*.
Ipreffodi certo antro lei confecrato pure neil' Arcadia j. perfioche quiui era verrina di negro , parte dicono per dolore della
capita figliuola , parte per lo {'degno , che ella hebbe della forza fattale da Nettuno , onde naicoftafi nell* antro che io dilli
di s dalla ira fu per diuentarne

nome

Inora gli Arcadi

di Furia-

come pi non voltile vedere la luce del Cielo , vi flette aflai


buontempo , il perche nonproduceua pi la terra frutto alcu-

& ne nacque vna peftilenza grande ,che molle piet tut-

no ,
ti

gii

Dei

li

non poteuano per prouedere

quali

humana , non fapendo onero (T Cerere


Dio Pan rrandojcome era fuo coftume
l

per quei

tta

alla miferia

Maauenne, che

& andando qua

monti cacciando,capit l<loue

ella

liaua tutta

il

Se

me-

onde elio olleal bene dei mortaii,fenza punto indugiare,mand le Par


e trouatala fubito nediedeuifo Gioiie,

cito

modo

che ella deporta ogni meftitia, Se tutta placata vfc finalmente dell' antro , Se cominci allhora la
terra a produrre gh vfati frutti mediando infieme la pestilenza . Defla qual cofa, perche ne reftafTe memoria , le genti di
che pregarla in

con vna ftatoadi legno , che ftaua federe fopra vn falFo,& era donna in tutto il
reftojfe non che haueua capo,&: collo con crini di cauallo , in;orno al quale andauano icherzando alcuni lerpenri. Se altre
quel paefe confecrarono l'antro Cerere,

fere

la

copriua tutta vna vette lunga fino terra

Se nell'vna

mano teneua vn Delfino , Se vna Colomba nell'altra . TrouaS anchora,che in certa altra parte del medefimo paefe dell' Ar:adia erano dinanzi al tempio della Eleufina duo gran pietre
icconcie in

modo

^eniifimo infieme

enni

iacrifcij

che l'vna fopra

& quando

fi congiungeuano
tempo di fare gli Co-

l'altra

veniua

il

leuauano l'vna di su l'altra, perchequiui troua, chedichiaraua tutto quello , che fi doueua

ano certo fcritto


are circa

le

facre cerimonie

gentemente i facerdoti ,

Quetto faccuano leggere

& ripoftolo poi al luoco fuo

dili-

rimet-

teuano

****** * Ct
sr<Lj *

Imagini de

Dei

teuano quelle pietre infieme . Et quando haiieuan da gi


rare quelle genti di qualche g<"an cofa andauano a fare il
giuramento fu la congiuntura di quelle due pietre: doue sd
la cima di quella era certo coperchio rotondo , che co
prua quiui nella pietra la emgie di Cerere . Quella fi mettenti il Sacerdote come mafenera al volto il d folenne della fe/la ,
quello modo con certe poche verghe > che
pictaua in mano per vna cotale vfanza > batteua gli pop
lani Quiui dicono che flette gi Cerere mentre che
che a quelli li quali la
andaua cercando la figliuola ,
gratiofa
mente
diftribu
alloggiarono
tutte le forti de i le
Zevurni diBr gumi v dalle fatte in fuori > come legume impuro : ne ha voglia itz.Ccre- luto Paufania , che racconta tutto quefta > dire perche le faue

&

&

foller

*v_J

fe, le

legume impuro, elfendo

quali

re, che

Tn*f legume
mtp*ro

le

non

ci forf d;lle coCe mifterio-

era lecito diuolgare

faue erano giudicate

tali

Ma

perche

patrebbe forf
le

di-^

adopraiianoalle*'

cerimonie de morti , parendo a chi prima ntroduffe quello r'


c ^e a c* nuno altro grano Ci confacefle meglio , prche su le
foglie de i fuoi fiori paiono eflfere certe lettere , che rapprefenper quetano pianto, Se fono fegno di dolore,& di meflitia,
llo fu detto che le anime de* morti ndauano foitente a cacciarli nelle faue* Onde il Sacerdote di Gioue non poteUa non

&

&

Titxgoraj

ne pure nofolamente non mangiarne, mane anco toccarle,


n 'arle * Et Pitagora COmandaUa ad ognuno, che fi afleneffe dalie faue * forf perche fi and ila a pencolo di mangiare
con quelle l'anima di qualchUno > la quale ei pens forf , che
folTe in quel piccolo animaletto > che nafee delle faite*, percioche fua opinione fu > che le anime andalfero Come in circo*
lo di vno in vn'altro Corpo j oc pafiaiTero fpefio di huomo in

O pure
.
mangiare le faue , volendo perci intendere, che bifogna lafciare da banda le cofe melle Se lugubri , le
quali Ariano la mente dalla confideratione delie virt, ideile
cofe dtuine ouero per ricordare a gli hltomini, che fi guardino da efler limili a' morti, mentre che fono anco in vita,per*
che al.ro f lo facelfe > bafta>ch*egli parimente (lim le fauelegiinedaguardarfene,come fecero anco Cerere, quando n6 voi
le diitribuirle inficine con gli altri legumi Ma perche > come

beftia,

come

dir poi vn*altr volta pi diffufamente

vietaua Pitagora

il

gi

De gli

217

Antichi.

ho dettele diuerfe virt della terra furono mostrate da gli


antichi co diuerfi Numi,quella che produce i lieti pafchi,fu in
gi

tefa fotto il

nome di

Pale,che fu perci

Dea

particolare de' pa-

Vale Dea de

appreso i Romani . Di cortei non ho trouato ftatoa , ne


imagine alcuna: onde in vece di dipingerla dir quelle poche
cerimonie , che furono fatte in celebrando le fue fefte,Ie quali
dal nome fuo erano dette Palilia, come alcuni vogliono Pa-

TaSlori*

fiori

rilia

perche ifuoi

faceuano per il parto delle pecoNatale di Roma, che fu il


ammazzaua in quelle vittima alcuna, co-

facrifici)

fi

re^ erano fatte il d medefimo del


alio. d'Aprile,n

fi

'Palilicu

me che folle male dare la morte


to della Citt

migi

fatti di

ma

Ci

a chi il fia nel di del nafeimen


purgauano prima gli huommi con fuffu-

fanguedi cauallo: del cenere del

vitello tratto del

ventre della vacca gi offerta in certi altri facrifici j>& di quel-

&

dapoi purgauano i greggi col fumettendoui anco l*vliuo,la tediala fauina, il lauro>& il rofmarinorpoi faltand:> paflTauano psr m?zo la fiamma
iccefa con certo poco fieno,
indi offeriuano alla Dea latte >
formagio, fapa , alcuni vafetti pieni di miglio,
certe fchiacciate pur anco di miglio , cibi tutti vfati da Paftori,&: con fole

della ftoppia della faua,

mo

del zolfo,

&

&

lenni preghi finiuano


:e

il

quello,che fu fatto

facriHcio

Dal quale non era differendegli altri


de i pomi,

TUtti,de i quali facrifcandole le offcriu


lere la

cUra degli horti

&

Pomona Dea
,

mo

O uidio la fa ha-

fp

nmn

Omdio

& che ftTe moglie di

:rano parimente raccomandati gli horti, &c

le

Vertuno , cui
d in mano vna

ccola falce da tagliarci rami fuperflui de gli alberi fruttife-

&da inneftare. Onde chi voleue ancor meglio ornare la fua


magine,potrebbe farla con tutti quelli rei-omenti , che vfano
Igiardinieri intorno gli alberi , alla quali ella era creduta dap virt di produrre gli maturi fructi,s com2 Flora gli faceua FloM ,
Irima fiorirete era perci la Dea de i fiori,&: non degli arbofolamente,madituttele piante , 5c de i verdi prati ancora ;
Ila imagine di coirei dir,poi quando verr dileguare Zef
, che fu fuo mari co, fecondo le fauole
perche le hiftorie d
pno,che ella fu vna meretricio qulla,che diede li latte Ro
mlo,& Remo, pure vn'altra,la quale lafci vna grolla he;edit al popolo Romano
Et leggell di cedei vna cofi fatta JOouela
i,

-,

rouella

Trottandoli vn d vn Sacerdote di

K ercole fpaflgEe

giare

flora

di

X
21

Imagini

giare nel

d'e i

Dei

tempio tutto ociofo , Se fpenfierato riuoltofi al


Tuo Dio lo inmt giuocare feco a dadi con quella conditione , che reftindo il Dio perditore gli hauelTe a dar qualche regnale di douere far per lui cofa degna della grandezza di Hei
colej ma f. vinceua, ch'egli farebbe apprettar lui vna belliffima cena,&. fareb begli anco venire vna delle pi belle donne
che potette trouare,a qual fi ttarebbe vna notte con lui Dapoi comininci a giuocare tirandogli dadi con i'vna mano
per se ,
con. l'altra per Hercole
auenn.e,che il Dio reftd
vincitore
onde il Sacerdote fecondo il patto che. egli fletto
hauea proporlo* apparecchi la cena domita 5 con vn letto beniflimo ornato e fatto venire vna belli/lima donna detta pei
filo

&

,.

&

,.

>,

,.

nome Larentia,
re altrui,la ferr

la

quale fegtetamente faceua. volontieri piacela Iafci quiui tut-

neltempiocon HercolcSe

norte,come che hauette da cenare con quel Dio ,


poi con lui . Dicono che Hercole inoltr di
hauerla hauuta cara,&: che perci le apparue,& le difle,che douefTe moftrarfi facile ,/ &c piaceuole al prima > che trouatte la
mattina, andando in piazza, su la Aurora come. ella, fece onde

ta fola quella

& giacerli anco

Ta.ttAmti.0-.

venne ad innamorarfi di lei vn Tartarutio ricchi/fimo rinomo.,


ilquale l'am tanto-, che venendo morte la lafci herede, della maggior parte delle, fue facolt , si che ella in poco tempo
diuenne molto ricca; & morendo poi fece fu.o herede il popolo
Ro manosi quale,come dice Plutarco, che racconta tutto quev
fio , la hebbe perci ingrandiffirna veneratione fempre ma
perche fi. vergogn forf di fare tanto honore ad vna meretri*
ce,Ie cangi il nome,&: chimoHa Flora,& furonle. ordinate!?
facre ceremonie, &: certi giuochi, li quali con grandiilma lajfciuia erano celebrati dalle meretrici, &c faceuano anco gli an-,

tichi nelle fette di cofteicaccie di timide lepri >

& di fugaci ca-

perche quelli fono animali guardati fouente ne i giardini,


che erano (otto la cura di quella Dea, come, ella fletta dice appretto di Ouidio
Quelle cofe fi. operauano a*z8". d' Aprile,&

pri,

..

primo giorno di Maggio, onde poi evenuto l'vfanza fino al


d d'hoggi ottruata tra noi* che il primo giorno di. Maggio
fi fogliono adornare per le Citt molti luoghi con fiori, & con
fiondi di diuerfe. forti
Oltre alle gi. dette Deevifula. Dea
Bona ancora, Numeparimente della terra jperche Porfirio vuo.
il

Dea? Bona:
Torfirio

..

..

le

De gli

li p

Antichi.

tycome riferi/ce Eufebio, che quella virt della terraja quale abbraccia lo fparfo feme,& in s lo tiene,& nodrifce,foflfe in
lefa da gli antichi per la Dea fiona:& dice , che di ci fa fegno
la Tua ftatoa,la quale porge con mano alcune verdi piante,qua
fi pur m germogliate. Etla vittima ancora, che le facrificauano, qual' era vna porca pregna, moftraua, che gli antichi ntendcuano della terra per quella Dea j la quale fu chiamata

come ho

, perche dalla terra ci vengono


ancora Fauna, perche fatioreUole a Fauna
tutti i bifogni de i viucnti oltre a molti altri nomi , che le d
Plutarcojoue racconta ci che auenne , quando Clodio , inna- Tlutarco.
morato della moglie di Cerere, entr veftito da donna alle cerimonie di coirei . Si legge , che ella fu gi donna di cait ,
che non vide mai, ne vd pure nominare altro huomo, che fuo
marito,& non fu veduta mai vfcireaella fua f|anza-,da che ven
ine, che non poteua huomo alcuno entrare nel fuo tempio , ne
Cerimonie del
jtrouarfi i fuoi facrifcij, n alle fue cerimonie,ma erano fatte
la Dea Bona,
louente in cafa del Pontefice Ma/lmo , dell'vno de i Confoli, di qualche Pretore * Scall'horapartiua no tutti gHhuomili di quella cafa , &vi fi congrega uano le donne folamerite*
fuoni trapafauano tutta la notte j che di
Ie quali con canti ,
pone fi faceuano quelle felle. Et moftraua la Dea Bona haue(re tanto fchifo il fefTo mafehile , che nelle fue cerimonie colmano tutto quello , che folTe flato nella cafa dipinto di macchio . Nel tempio di cortei erano herbe di quafi tutte le forcelle quali da u ipe(To,chi ne haueua la cura, molti per medicina di diuerfe infermit ;
per quello hanno voluto dire
ilcuni,che ella fu Medea , la quale non voleua vedere gli huonini^per la ingratitudine vfatale da Giafone.Ma le fauole narano,che quella Dea Bona, Fauna,cos anco detta,perche fa-

Bona

beni

infiniti

-,

gi detto

&c fu detta

&

&

vfo commUnediciafcuno, fu figliuola di Fauno j il


maleinnamoratofene cerc pi volte con parole di trarla alle
u voglie , ma fempre invano , flando quella tuttauia ferma

lorifceall'

iel

fuo callo penfiero

Ha difendendoli,

Il

perche

egli

fi

volt farle forza

&:

&

capo con vna verga di mirto ,


ibuttolloda s- 'onde fu efiematodapoidi non portare il mirto nel fuo tempio ,
chi ve l'haueffe portato peccaua grandemente Ma n per quello l'innamorato padre fi ritir dall' a-,
lo fer fu'l

&

2.

more

220

Imaeini de

Dei

^Tj Imagine della dea Troferpina figliuola d Cerere htefa per


3x%
imagine della dea buona intefa per la terra,
le biade
C*J
? per quella virt che conferua liftarft femij& del Jer9

<?ft

pente

s<Sl

&

& ocba a

lor [aerati

S5SSS

Degli Antichi.
more fuo , ma con inganno cerc

221

di imbriaca-e l'amata figlia,

penfando di potere dapoi fare di lei il Tuo piacere ; che non


gli venne per fatto. Et per memoria di ci vna vite fpandeua
ne dimandauanoil vino ,
i rami fopra il capo di quella Dea
cheadeprauano nelle fue cerimonie, vino, ma latte. Vedendo
dunque Fauno di non hauere potuto in tanti modi da lui tendesiderandolo pure ogni volta pi ,
tati godere della figlia,
fi cangi alla fine in ferpente , Se in quel modo giacque con
perci nel fuo tempio appannano feuente delle bifcie y le
lei,
<pali ne temeuano di altri,n porgeuano eife altrui alcuna tma . Per le quali cofe la ilatea della Dea Bona ,alla quale fu JWtfgme deM
Dea Bona,
pollo anco talhora vno feettro nella finiflta mano, perche la
credettero alcuni di auttorita eguale a Giunone , hebbe fopra
il capo vn ramo di vite} & a lato vn ferpente,con vna bacchetA quella Dea fu molto limile di potere Profer- Tro&rptut
ta di mirto
pina , hauendo intefo parimente gli antichi per lei quella virf ne legge
t della terra, che conferua il feminato grano ,
anco vna fauola, che quali la medefima con quella, che ho
detta pur hora , riferita da Eufebio, quando ferine delle facre
cerimonie di Cerere, celebrate in Egitto . Lafauola ,che Cerere hauendo partorito di Gioue Proferpin i , la quale fu anco
detta da alcuni Perefate,& eiTendo ella creiciuta, di lei s'innamor il padre , che l'hauea generata , Se fi cangi in ferpente,
-quindi fu,
per goderfela maggiore commodit,comefece:
chei Sauarij popolo di Egitto voleuano, che come cofa milleriofa foife prefente (mpre alli loro facrificij vn gran ferpen;

&

&

&

&

te tutto in se riuolto

Se raggirato

Perefate fatta granida dal

padre partor vn figliuolo in forma di toro , onde cantano fistiente i Poeti le laudi del ferpente padre del toro . Leggefi anchora, che Prolrpina fignifica le biade, le quali nafeono del<pyQfap\na
la terra,che e Cerere, ma non lnza il temprato calore, che in
per lebjade*
quella infonde il Cielo, inoltrato per Gioue , Se fono rapite da
Plutone , onero perche talhora feminate non rinafeono , onde
ila terra pare attriftarfi , Se flarne mella, perche non fi vede adorna di quelle, hora verdi,& hora tutte biancheggianti, quan'do fono mature ; ouero perche il calor naturale rapifceil femi'nato grano , l'abbraccia , Se lo fomenta fino al maturire delle
Buone biade. Significa parimente la Luna alle volte, Se perci

'

k
\

Imaglni.de

^222

Troferpina co
pto! ocas.

Dei

He ne pu fare imagine in tutti quei modi , che gli antichi fecero la Luna,come credo di hauere detto gi,quando la difegnai,
Fall anchora alle volte Proferpina con vna Oca in mano, co-

me
te

Paufania fcriuendo della Beotia racconta, che in certa par,


di quel paefe nel bofeo dx Trofonio giuocando vna gioua-

ne detta Ercina con


derf

la figliuola di

Cerere Proferpina, filafei

vna oca, laquale and a nafeonmano


cauernetta
quindi
poco lontana fotto alcuni fall.
in vna

vfeire di

difpetto fuo

Proferpina correndole fubito appreffo

la

trou

8c prefela, le-

laquale ftaua nafeofta l'oca


uando
fubito acque viue ?
fpicciarono
d'onde
la pietra, fotto

che fecero poi il fiume chiamato Ercino,Iun-

go

la ripa

del
quale era vn piccolo tempio con la ftar~*

vna giouane , che teneua vna


oca con la mano, Se era que-

di

lla Proferpina

figli-

uola di Cerere.
,

Nettvno

De gli

Antichi

2.2J

NETTVNO
v

rp^r-^r V Nettuno

al

3 itegli

Kg Enfili

j2 t$f?X*j

--

de i ere fratelli quello ,


co per forte il regno delle Acque

Dio

detto

chi

del

mare

m diuer/i modi

,.

quale toc-

8c perci fu

&c lo dipinfero gli anti-

':

facendolo hora tranquil

""
'

lo , quieto, de pacifico , 6c hora tutto turbato ,."


vede appreffo di Homero, &" di Vergirio , perche tale
'

come

fi

moftra parimente

(1

il

mare fecondo

l'hanno raeflo alle volte gli antichi

variet de' tempi

la

con

il

tridente in

mano

Et

&

vna gran conca, marina, la quale lui Za in vce di carro , tirato da caualli, che dal mezo indietro erano jpe
Tei, come fono deferirti da Statio, quando cos dice
dritto in pie in

Statio

Varcando

il

mar* Egeo Nettuno in porto

CMena

gli affaticati fuoi detlrieri

Che'l capo,

Ban

E
Et

il

petto, el'vgne prime

l'hanno

vefliito

cileftre,

:~|\

anchora, mettendogli intorno--

come

dice Fornuto

color del mare.. Et Luciano ne

che rappr-;

fuoi facrificij lo fin- LuciauO


'

&

fon nel retto poi guizzanti pefei *

alle volte

il

di cannilo, cb'vbbidifce al freno-,

jtn panno di colore


Bfbnta

collo

il

..

negri anchora bng hauere i capegli parimente cileftri,


:he Seruio dica , cheapprefTo degli antichi tutti i Deidei mare

erano

i|:hi ,

fatti

con capegli canuti , e bianchi

& per lo pi vec-

conciofia chei capi loro biancheggino per la

{puma

del

mare
Onde Filoftrato dipingendo Glauco , che fu pari- FiloflratO*.
mente Dio marino, dice , che egli ha la barba bianca tutta ba- Glauco .
innata, e molle, &: le chiome medefimamente bagnate fi. fpargonc fopra gli homeri Je ciglia fonc fpdfe , folte , 2 raggiun:e inficme
& le braccia guifa di chi volendo nuotare con.
.

]iulle raglia l'onde


'carico di
|(.

poco

fi

&

al

verde lanugine
vicn

mutando

nuotare
e di alga

in

modo

le fa facili

il

petto tutto

&

il ventre a poco
marina,
che il refto del corpo , le
,

colcie>,

Imagini de

224

Dei

lmagine di Glauco dio marino dinotante


tna del

ancora

mare&li
li effetti

il

colore

pefci viuer lunga vita

della burnitila delle

& ft>um-

/ani, dinota

acquea

Degli Antichi.
Cofcie,& le

gambe cimentano

^25

moftra con la co,


Et Ouidio>quando lo fa racconta- QnidQ
qual

pefce

fi

dell* acqua
innamorata , come di pefcatore diuentafle Dio?
imarino,poi che vide il pefce da lui prefo non l tolto mefio sii
il'hcrba,che torn gittarfi in mare,onde lui hauendo parimen

da alzata fuor

re i Scilla Tua

herba,fu fpento gittarfi dietro a quello,/*

te guftato di quella

;che ei difegna infieme la figura fua in quella guifa

*AUhor fubito vidi quesla barbai* ,


Equefla chioma tutta verdeggiante^
Coprirmi

petto

il

e l'ampie terga

& vidi

Verdeggiar quefe braccia parimente

Eje

cofcie

e le

gambe

farfi pefce^

mede/imo Filoftrato dice poi di Nettuno > che ei y


mare tranquillo , 6c quieto fopra vna gran conca tirata
ida Balene , e Caualli marini , hauendo in mano il tridente ,
I qual dicono alcuni, che fignifica gli tre golfi del mare Mediterraneojche vengono dall' Oceano, & fecondo altri dimorer
le tre nature delle acque j perche quelle de i fonti, & de fiumi
fono dolci le marine fono falfe,&: amare, & quelle de i laghi
non fono amare,ma ne anco grate al gufto . Sei da parimenIl

Iper lo

Xridente che
ftanificbi.

Buccina,che quella conchiglia (onora^, la quale portano


Li quali anchora da gli antichi furono pi Tritoni .

Itela

[fempre
1

fti

tra

pre

li ,

Dei

Onde

dicendo

del

mare ,

Statio fa

& accompagnano

Nettuno quali femche gliene vadino due a' freni de' caual-

Vienfene il t{f del mar alto , e fitblime^j


Tratto da ferocissimi deslrieri ,

ji

gli ftumofi fren

1 Titoni nuotando

K*A

/'

onde che

fi

de
,

quali

vanno

e fanno fegno

debbano quetartL^

Et dicono le fauole , che i Tritoni fono i trombefti, e gli


Araldi del mare, perche portano in mano quella conchiglia
in s ritorta , con la quale fanno tcrribile.fuono
Onde fenile Higino, che quando combattcuano i Giganti con gli Dei
.

Ti

dd

tritone

statiti

%i6

Imagini de

Imagini de Tritoni
rine fecondo
altri Antichi

Dei

& delle Torride huomini& donne ma*

Meandro T^apoUtano^Tbeodoro Ga^a^

& modern^con l'imagine

di Gulatea

nereU

fft

p
sii

de principale ? fuo carro fignificante la doppia virt ^f


deUe acqui.

'v:

^^

il?

Degli Antichi!

pur dianzi
idei Cielo, venne vn Tritone con la Buccina > che
terribile,
e
tanto
Tuono
fece
vn
quella
con
&
trouara
,
hauea
fpauenteuole , che non lo potendo fopportare i Giganti, f
Et erano quelli anima luche mi pal'andarono in fuga tutti
chiamare Tritoni, che
ragioneuolmcnte
pi
cos
douerfi
t
di
Dei , ouero huomini,U met di fopra di forma humana ,
.

&

befee quella di

fotto,come dice Virgilio

Chei primo

afpetto d'hitomo

Virgilio

>

e pefee

il

reHo

Laquale doppia forma, co me dicno alcuni,

figniflcaiia la

oppia virt dell'acqui, perche quella gioua talhora,e talhonuoce. Ne f per cola in tutto finta da' Poeti quella de*

Huomini marini

ritoni i imperocne raccontano le hillorie , che veramente fi


Et
ouano huomini marini, li quali fono la met pefee
riue Plinio > che al tempo di Tiberio Imperatore vennero Tlinio,
orna ambafeiatori polla di Lisbona , terra principale di
ortogallo,per dire,che ne i loro liti era (lato vdito vn Tritoveduto anchora da molti.Et Alefe fonare la Buccina,
ndro Napolitano racconta di vn gentilhuomo di fua terra
K^dleffandm
qualedicetia di hauere vflo vn' huorno marino, condito nel
Napolitano*
demandato in Hifpagna fin dalle vltime parti dell' Africa >
.

&

moftruofa , & lo dipingeua in queflo modo . Egli


ueua la faccia di h uomo vecchio , icapegli, &labarba hor*
di,& afpri,il colore cileflre, oc era di flatura grande,&: magore di huomo , haueua alcune aii,come hanno i pefci,& era
perto d vn cuoio tutto lucido,&: quali trafpirente . Et fogunge il medefmo AlefTandro,che Theodoro Gaza afferma- TheodoYO Gadi hauere veduto , eflendo nel Pelopponellb , vna Nereide,
ttata fullito del mare per fortuna grande, di faccia huma- ^ereide*?*
in gi tutta di dure fraghe
, ck afi'ai bella, coperta dal collo
fin' alle cofeie , le quali raggiunte infieme diuenraua pefee .
nde non marauiglia , che i Poeti fii^effero poi , le Nereieuere bclliffime Ninfe , le quali accompagnauano gli loro
ei, come l'Oceano , Nereo lor padre, Nettuno, Tetidc,Doia,v altri molti i li quali moflrano le diuerfe qualit, &c i va& furono adorati da gli antichi , come
j efFecti delle acque
loro potdl'er giouarc ,
nuocere affai . Et bench ia~

me cofa

&

ff

no

22,8

Tmagtrii

no Aratele Nereide
Galateo^,

le

nomina

tutte

molte

eie i

Del

che Hefiodo

nondimeno

Je

conta cinquanta,

&

dir di vna folamente che e G>

latea, la quale fu coli

chiamata daila bianchezza che rappre


dell'acqua , per meglio dire da
nome Gala , che latte lignifica ; onde H-efi odo le fa haUeri
chiome bianche,
la faccia limile al latte. Polifemo innamo
rato di lei, volendola laudare appreffo di Otiidio, la chiama
p
rimente pi bianca de i bianchi/limi Ligulari. Et Filoftratc
-fenta in lei

forf la

{puma

&

Tilolrato

in vna tauoa , ch'eifa del Ciclope, mette Galatea andarfen


per lo quieto mare fopra vn carro tirato da Delfni , li qua)
fono gouernati,e retti da alcune figliuole di Tritone, che ftan

&

no intorno alk

bella Ninfa , prette fempre a feruirla ,


ella
alzando le belle braccia ftendealla dolce aura di Zefiro vn por
poreo panno, per fare coperta al carro,
a s ombra , ?jf ha 1
chiome file non fparfeal vento , ma che bagnate Manno ftef
parte per la candida faccia ,
parte per i bianchi humeri
Non iafeier di dire qnefto ancora , che per cofa vera rifer
fee il medefmo AlefTandro accaduta gi nell'Albania
eh
vn Tritone , dichiamolo huomo marino , f cos ne pare, d
certa cauerna, nel lito del mare hauendo vifto vna donna and
re per acqua indi non molto lontano , tanto flette in agguati
che d'mprouifo le fu alle fpalle , che ella non f neauide , i

&

&

onde , Per lo eh
che lo prefero : ni
Vattfaniaju tratto
chei fu fuor delle acque, non camp guari. Paufi
Tritoni.
riia fcriuendo della Beotia cos dipinge i Tritoni . Hanno
chietine Umili all'apio paluftre di colore , come che non fi d
feerne l'vn capei dall'altro , ma fono confetti infemeagui
delle foglie del petrofello ,.& il corpo tutto coperto di mini
a fcaglia afpera ,
dura . Hanno le branche fotto le ore
chie , il nafo di huomo , la bocca piiarga affai della human
gli denti come quelli delle Panthere , e gli occhi di colore
deggiante, le dita delle mani , e le vgne fono come il gufeio
fopra delle gongole,
hanno nel petto , Se nel ventre , com
pigliatala, 8c fattale forza feco la traffe nelle

tanto lo (piarono le genti di quel paefe

&

&

lirene-y

&

dalle h
alcune alette in vece di piedi . Da quefti,
reide non fono dirimili molto le Sirene,perche di loro racco

Delfini

tano le fauole

do del corpo
-

il vifo di donna,& il
non che dai mezoin gidmen

che hanno parimente

anchora

, f

peft

Degli Antichi*

HIP

& ligia Sirene dee ma


Caliopemufajmagini
&
ss ancora
Sirene vceU^tute
imagini
e
&
biadine & alettamenti .dinotano anco K
jfo
alcuni fcogli,&
nv
eloquenti
r~
&
Imaginidi Tartenope,Leucofi4 i
re figliuole di^cheleo fiume
delle

le meretrici

del

di

quali

fignifcano

loro
li

lodatori,

&m%%mmm{g3

gli adulatori.

'$
pelei

Imaglni de

&

le

fanno alcuni con

le ali

Del

e vi

aggiungono

gli piedi

Ec dicono , che furono tre figliuole di Acheloo > Sii


di Calliope Mula : delle quali l'vna cantaua; l'altra fonaua dilfl
pi u, di flauto cm 2 vogliam dire la terza di lira > e tuttcf
interne fucilano vn cosi foaue concento > che facilmente ti|

di gallo

raujno
iia

if e

rompere in

mif*ri nauiganti

ouj-eile
il

habitmano

Ma

quale palTando per

certi fcogli della Sicu

che vedendoli fprezzareda

fecelegrc s all'albero della!

compagni fuoifecc clrudere le orecchie con cerai


iuxioche. noi le vdilTero, fi gittarono in mare difperate , &c fu'
-all'hora forf ch^diuehnrono pefee dal mezo in gi
Si dui
ra i.v

&: ai

che oio era conceflfo viuere (ino a tanto > che venirle , chi
non ottante illor canto , con che conduceuauo ciafeuno alla
morte li partifTe libero da loro 8c che perci alia partenza

ce,

-,

-,

Seruo

d'Vlilfe

il

moriffero

come

s'

detto

Seruio

non

pefee

ma

vccdlo le fa in quella parte, che non di donna, come fa Ouidio pur anche, quando racconta , che quelle erano compagne
di Proferpina, le quali , dopo ch'ella fu rapita da Plutone , fii
il petmutarono in cos fatti animali, che haueuano il vifo,
era vcello poi il rimanente . Suida parimene
to di donna,
te riferifee, che le fauole greche finfero , le Sirene efiere vcel*l
li con bella ficcia di donna, checantauano foauiffmamente.
Ma, che in vero furono certi fcogli , tra gli quali le onde del
mare faceuano vn cos foaue mormorio , che i nauiganti tratti dalla dolcezza del fuono volontieri palfauano per l,oue mfci
{bramente periuano poi E Plinio sparlando de gli vcelli fa*
uolof , dice , che furono creduti efTere in India gli vcelli SireS-'
ne , li quali con la foauit del canto addormcntauano altrui
poi lo diuorauano . Ma pefei , come diffi , vcelli che (o-\
fero le Sirene, baita, che fono cofi in tutto finta: onde voglio-

&

&

'Plinio

&

no

alcuni, che per loro fia intefa la bellezza

allettamenti dele meretrici


ci,

la lafciuia

anzi chefofTero le

& che folte fintocene cantando addormentafero

ti>& che accollateli

alle

naui

gii

egli

iflefTe meretri-'

vecideflero poi

n.iuigan*;

perche

cos!

mifen , li quali vinti dalle piaceuolezzedel-'


le rapaci donne , chiudono gli occhi dell'intelletto s , che elPer la
quali f gli diuorano
le poi ne fanno ricca preda ,
qual cofa riferifee il Boccaccio , che gli amichi dipingono le
intrattiene a quelli

&

Sirent

i$i

T)e gli Antichi.


Sirene in verdi prati fparfi

tutti di offa di

voleflero perci inoltrare la rouina

pagna

ouero vien dietro a

lafciui

morti

come che

morte , che accomEt appreflb di


peti/ieri
8c la

Virgilio gli fcogli delle Sirene fono parimente deferita co- Virgilio*

qua fi tutti di
molto pericolofi .

ti.|perti
ci.

le

olii di

Ma

morti

Se

Xenofonte

grandemente difLcili , Se
contrario ha volutecene XenofontCj

al

Sirene fiano cofa piaceuole Se virtuofa

percioche, narran-

Socrate , fcriue, che elle cantauano fola


Je vere lodi di coloro , che erano degni , cflaltando in quelle le
ill/irt , Se che perci apprclTo di Homero cantarono di VlifCe ,
:!lido
fj

gli detti Se fatti di

dilrhe egli

era

degno

di eflere lodato

'ornamento grande

ali

ii,&

ila

luofi-,

foaui accenti,

tutti

con

li

fommamente , perche

Grec',& che quelli erano

quali tirauano s gli

gli

era

incan-

huomini

vir-

maio,

perche quefti, vdendo lodare la virt, che amauano tan


cercano di accoftarfi ogni vlta pi quella , Se facilmen-

te

& volontieri

vanno

dietro al dolce canto del lodatore

Mter quello forf fu, che,

mondo

come

fcriue Ariftotele nelle cofe

Et

ma-

chiamate delie Sirene


pe^ofte fra i termini della Italia , elle hebbero tempij , Se altari .
to furono da quelle genti adorate conjmolta folennit. Se erano
ra|nomi loro Partenope,Leucofia, Se Ligia. Hora ritorniamo
Nettuno, perche, f ben nel mare fono de gli altri moliti af,edi> Se veri,&: finti anchora da' Poeti , come finge Homero di
traodila, la quale ftaua in vno antro ofeuro , Se fpauenteuole, Se
eniilpn terribile latrato faceua rifonare il mare, Se chehaueua que
\\Mo moftro dodici piedi,& (d colli, con altrettanti capi, Se ciascheduna bocca haueua tre ordini di denti , dalli quali pareua
Itmijjie ftillaie del continuo mortifero veleno , Se fuori della fjpei>nca horrenda poi geua {peflb in mare le fpauenteuoli tefte
!<h!l
J guardando f naue alcuna paflalTe
di l , per fare miferabile
I teda de' nauiganti,come gi fece de i compagni di VliiTe , che
;nti ne rap,& crudelmente f gli diuor,quante erano levobocche-, Se quando Virgilio fa , che Heieno inoltra ad E;pa il corfo,cheha da tenere, per nauigare ficuro iti Italia , gli
,; dire, che fi guardi da duo inoltri crudeli, Se fpauenteuoli
;,ljauigliofe del

in certe Ifole

t-rfrijlotelcj,
.

:nte|

ScilcLsl

ci palla lo ftretto della Sicilia


|

jrbe
jf|el

de' quali l'vno Cariddi,qual

Se inghiottisce mifcrabil mente le naui

profondo, Se

le

regitta

Se le tira quali

anco poi fpinteda furiofe onde che


le

Carddi

ImaginidiDef

AJ>

lmagini

delti

monHri C ariddi

Scilla [cogli Sciali ani detti

da Poeti atrocjjmi monftri marini ,& ftgnificano li peri


coli

quali fono fottopoSi

gliifcccbe, eorjrit

rar

li

nauiganti di fortune^ fio-

& mille grani & mortali mali.


gj

ij?

Degli Antichi,

Di cui le fauole contano , chefit


ivnafcmina rapaciflma , che rubb gli buoi di Hercok, onde
fu fulminata da Gioue, & gittata nel mare diuent lo fcoglio,
:luano quali fino i Cielo.

Icheh feruata dapoi Tempre la rapace fua natura di prima


L'altro Scilla che ft naicofta in vna horribile fpelonca c
mette fpeffo fuori il capo, per vedere f naue paffada poterne
"ire preda crudele
Ha quefto inoltro afpetto di belia giouajne fin fottOsb cintura , oue fono poi le altre membra lupi ,
:ani giunti infiemecn code di delfini, che fanno rifonare
.*
juiuiper tutto di horribili latrati. Et diuent tale la mi fera

&

[Scilla,che fu gi beliiflma ninfa

lorata di

Glauco

, il

quale

>

per

la

gelo fi a di Circe inna-

amaua non lei , ma

Scilla-,

terribile incartatrice fparle fuoi incantati fucchi

onde la

'

oiie la bel- 4

Ninfa andaua foucntelauarfi , &c la fece diuentare quale


Scilla foppor- \
j s che non potendo la infelice
tare lo fpauento degli animali, che le erano nati d' intorno
indo gittarfi in mare , & reft quiui l'horrendo moftro , che
o difl fecondo lefauole, le quali quefto modo hanno voluo con qualche vaghezza efprimere la natura di quefti pericpol fcogli. Se ben dunque , come ho detto , fono nel mare de
li altri moftri anchora , me non tocca per dire di tutti, ma
i qualch* vno folamente, che da gli antichi folTe pollo fra gli
ei , ouero aggiunto a quelli per compagnia , come furono
e Ninfe marine , &^ Tritoni delli quali ho gi detto, perche
juefti accompagnauano Nettuno. Et delle Nereide Icriue
Nereid(Lj
Platone , che gliene erano cento , che fedeuano sii altrettanti
Delfini, quando difegna quel gran tempio ,
niiracolofo,ilfilale era appreffo de gli Atlantici confecrato quefto Dio ,
:he quiui ftaua fopra vn carro, tenendo con mano le briglie
ie i caualli alati, &c era cosi-grande , che toccaua con il capo il
tetto dell' alto tempio
Vedeuafi anco buona parte della com-,
pagnia di Nettuno in vn fuo tempio nel paefc di Corintho,copercioche egli con Anfitrite fua moglie me recita Paufania ,
ftaua su vn carro , oue era anco Palemone fanciullo appog*iato ad vn Delfino
erano tirati da quattro cailalli, & hatte|a

l'ho difegnata

&

j
|

lano lato duo Tritoni Nel mezo della, bafe , che foftehela il carro , era intagliato il marc>& Vena-celie nevfciuafuoi

accompagnata da

bclliilime

Nereidy

fu Palemone api Talemona

G g

prcilo

Imagini de

234

Dei

^ft lmaginidi Tettano dio del mare ,


*jf>7

l~

%4
fc

? di ^tnfitrite fua mo~ rTK


glie>& di Vortuno Talentone fanciullo dio de porticij
notanti la fyumma del mare^gr le tre qualit dell'acqua
marina* de fiurm\& de laghi, [alata* dolce*
neutrale', ff
con il veloce
frequente moto de U acqui .
hfe

&

J&

&

ai

^!3

De

1$ j
ntchi
gli
Greci quello.che chiamarono i Latini Portuno,Dio
de i porti , al quale facrificauano i nauiganti ritornati faluamento in porto perci va con Nettuno Dio vniuerfale del
mare Nel tempio del quale in Egitto fu anco adorato CaMeflfo de

nopo nocchiero gii di Menelao ,

Se riporto poi fra le

flelle.

Canopo

La

&

quali tutta rotonimaginedi coftui era quiuigrofTa , corta,


da , con collo torto & con breuiffime gambe La cagione di
tale figura fu, che i Periani andauano in volta col Dio Fuodisfaceuano tutti gli
co da loro principalmente adorato ,
altri Dei di qualunque materia che fofiero, alli quali l'accoftauano,per vedere.chi di loro hauelTe maggiore forza,& il Sa
.

&

cerdotedi

Canopo per non lafciare distruggere il fuo Dio

toi

quale purgauano l'acqua del Nilo

, Se
con
vi
d'in
i
fori,che
erano
ben
bene
con
tutti
cera
hauendo turato
di
Canopo
d'acqua,
Se
poftoui
fopra
capo
,
la
empi
il
torno
>
la dipinfe , Se acconci in modo, chepareua eflereil fimulacro
di quel Dio,& cos lo pofealla proua col Dio Fuoco,nella qua
le hauendo il fuoco disfatto la cera , gli fori fi aperfero , Se
ne vfei l'acqua con" in abbondanza, che eftinfe il fuoco , Se per
ci il Dio Canopo reil vincitore del Dio de i Perfiani , come
riferifee Suida, Se fu poi fempre per quefto fatto il fuo fimulacro nella forma , che io dilli , Se come pu vedere in vna medaglia antica di Antonino Pio Leggeri ancho, che furono
cari i Delfini pi di tutti gli altri pefci Nettuno nde Higino fcriue > che tutte le fue itaroe ne metteuano vno in mano , ouero fotto vn piede , come ancho fi vede quella polla
su in cima lafcala, che va nel palagio Venetia al par di
quella di Marte, forf perche fecondo Eliano,cos fono i Delfini R de i pefei , come fono i Lioni delle fere, Se le aquile de
gli vccelli . Fa Marnano nelle nozze di Filologia , che vi fia
fmr Nettuno, Se lo deferiue nudo , tutto verdeggiante come
'acqua del mare , con vna corona bianca in capo , che rappre-,
fenta la fpuma > la qual fanno le agitate onde marine. E t quando Pallade temendo contende con Arachne apprelTo di Ouidio,
Se mette in tela la lite , che hebbe con Nettuno della Citt,
di Arhene dauanti dodici Dei

f quella hidria,

la

Gg

Fi

Delfini cari

T^ettuno

Eliano.

UUartiant..

^ m<* t0

Magmi de

aj^
U*

t>ei

che T^ettuno nel Sembiante

altero

Col indente percuote vn duro

Onde vn
yirgirw*

ce
~

fajfo t

dtftrier vien fuor fupetbo,e fiero,

Virgilio parimente nel princpio della Aia agricoltura diterra col tridente ne fece vfc, che Nertuio percotendo la

re vn feroce
to

Cimilo

Il

che vuole Seruio

p;r aioir-ire con quello animale

ino co delie acque del mare .


fere eamdio fitto la guardia
le loro itelle fono velocill ;ue

Nettuno

to

il

Onde furono
Caflore,.

di
.

che

Za flato fin-

&

detti

che vuole hauere luochi piani , aperti ,


niflruo rapprefen tati dal mare. Et

frequente
caualli

& Polluce

hanno detto

Altri

troua mento del cauallo

il ri

veloce

ek

perche
che fu da,

perche animale ,
&c fpatiof , che fon be,

il medefmo
Seruio,oue
che Turno mtte fuori gli flendardi della guerra
centra Enea, dice, che i Romani parimente ne nietteuano fuori duo certi tempi, &: che l'vno era vermiglio della gente di
pij'altro ceruleo di quella da cauallo,perche quello il colore del mare,
che il Dio del mare fu il rtrouatore delcauaL

Virgilio fa

&

Jo

.Diodoro fcf iucche Nettuno fu

il

ua>li,6c infegnaffe l'arte del caualcare,

Taufaicu. .minato Equeitre

come

primo, che domane cache perci fu cogno-

&

anco Paufania,6c dice,crrs perci H omero deferiuendo il giuoco del correre de i caualli introduce Menelao,che fa giurar pei N urne di Nettuno, che non
vi il vier fraude alcuno. Ecioggiunge , che il cognome di E,

fcriue

Dio pi

queflre in quello

perche
fu anco forf, che appref-

notabile di tutti gii aitri

commune tutte lenationi Donde


Romani i giuochi Circenfi,oue correuano
.

fo de'

fero celebrati in

honore

di

Nettuno, Se

fuale,nel cui giorno ceffauano


fi
.

la

do

come

fcriue

caualli

feda fi chiamaua

caualli dalle fatiche

vedeuano inghirlanda ti il capo di vane

quella

&

forti di fiori,

fof-

Co

muli
che fu
i

Limo , che fece celebrare Romulo,quan-

rapi ie donne Sabine; perche

, fecondo che rifenice Plutarhaueua gi trouato quiui fotto terra vn' altare, oue fu
vn ^ io Ramato Confo , perche foife creduto dare conliConto DO.
glio altrui ,ouero perche bifgna, che'l coniglio dei grandi
affari fa fecrero: ck occulto ; & perci non Ci apriua mai quello altare, f non alla fetta, che io dilli, deigiuochi Curcenii , il

co

egli

De gli

W,

Ima&ne

di

Nettuno

Antichi

dio del mare

appo

F ilo flrato,con l'ima

gine di Taraftppo fpauentatore de Caualli tolto per


inno, la

prima imagine dinota per

te le co f neceflarie al vitto

aWvfo fiumano deSinatcu

y
.

il

Net

ma>eondnrfi tut-

ogni forte di mercantia

5=
*

Imagini de

$8

De!

che fece credere * che il Dio Confo forte Nettuno , del quafe
baller di hauere fatto quello poco, fchizzo perche non ne
htrouato anchora fmulacro alcuno. Ma,che icaualli appartenertelo Nettuno,lo mofira anchora quello, che fcriue Paufania,che in Grecia in certo luoco , oue correuano caualli, era
dall' vna delle bande del corfo vno altare tutto rotondo ,
oueadorauano Tarali ppo , cos detto dal mettere paura a i caualli i perche quelli arnuati quello altare fubito l fpauentauano cos forte , che faceuano le maggiori ftranezze del mondo, con grauiflmo danno di chi gli guidaua . Da che ne nacque , che andauano fempre , prima che l mettertero al corfo
a detto altare , &jpregauano quel Dio con certe cerimonie, e
voti,chevolerte eflerloro,& loro caualli benigno,
piaceSeguita poi Paufania , e recita molte opinioni di cofluif
uole
che ei forte: ma di tutte fi rifolue credere, che la pi vera fra
che quel Tarafppo forte cognome di Nettuno Equeflre, perche la origine prima de i caualli venne da lui j dal quale l legge ancho , che Giunone hebbe duo caualli in dono , donati
pofeia da lei parimente a Ca flore ,
Polluce. Et a tutto ci
accorda, che Ope moflraiTe Saturno i hauere fatto vn cauallino , quando partor Nettuno il che Feflo mette fra le ragioni, che ei rende,perche Nettuno forte detto Equeflre:&: dice , che per quello nella Illina di noue in noue anni gittauanp
quattro caualli in mare a Nettuno Et hanno anchora voluto
alcuni, che lcauallof confaccia a coftui, perche cos ci porta
il mare da ogni parte le cofe necefTarie,come fanno i caualli I
Onde Filoftrato dipingendo due Ifolette , le quali haueuano
vna piazza fola tra loro commune , oue l'vnaportaua quello ,
che coglieuada' coltiuati campi,l'altra quello , che andaua depredando per il mare dice, che quiui fu drizzata vna flatoa di
col carro, come dicoltiuatore di terNettuno con l'aratro,
ra ? volendo moftrare chi la fece , che da lui riconofceuano le
genti di quelle Ifole etiandio ci, che dalla terra viene^ ma per
che non parertb poi , che terreflre lo hauefTe fatto folamente
aggiunfe ali' aratro vna prora di naue, s che pareua che NetEt apprefTo degli Elei in G rcturio nauigando araife la terra
cia fu certa flatoa,come fcriue Paufaniajdi giouane fenza bar
ba,che.f teneual'vn piede fopra l'altro, e flaua con ambe le
,

&

&

filoftratO

&

mani

De

'23*

gli Antichi.

inani appoggiate ad vna hafl:a,quefl:a

veftiuapoicerti tem-

pi hora con velie di lino,& hora di lana-, Et fu ella cteduta ef-

Nettuno , che portato quiui di certo altro luoco della


Grecia, fu poi hauuto in grandiflma riuerenza da tutti del
paefe,benche non Nettuno, ma Satrape folTe nominato . Veggono" anchora due medaglie antiche, l'vna di Vefpefano , 6c
l'altra di Adriano, nelle quali la imagine di Nettuno fatta
guifa di huomo,che fl in pie tutto nudo , f non che dal fniha nella delira mano vna
ftro ho mero gli pende vn panno ,
sferza di tre correggie, tenendo il tridente in alto con la finilira. Et in certa altra medaglia pure antica. Nettuno ben fatdritto in pi,ma che ha la fniflra alta appoggiata
to nudo ,
al tridente , porge vn Delfino con la delira, e tiene l'vno dei
piedi fopra vna prora di naue . Oltre di ci voleuano gli antichi, che delle Citt le porte foller date Giunone, le rocche , Fondamenti
di t^ettuno
le fortezze Minerua,& Nettuno le mura,Sc i fondamen
ti', come nota Seruio , oue Virgilio fa , che Venere mofira ad Virgilio
Enea la rouina di Troia non efTere repara bile , perche quelli
Dei vi fi affaticavano metterla in terra , rouiuando ciafche
Fere di

&

&

&

duno

quello,che era fuo,& cos gli dice;

Qui

doue vedi

Hftti

Con

che gli alti

edifici

e disfatti in terra

vanno

miso ondeggia

fin' al

polite

T^ettun col gran tridente fcnote

Le mura
Le fttelle

e da* profondi

e la

e'I

Cielo
,

fumi
.

e abbatte

fondamenti

Citt tutta roina

Et per quello egli fu chiamato da Greci Enno/geo,che vi>- Ennofigee,


ne dire concufTore della terra, volendo : che lo fpauenteuolc
Terremoto venifTe da lui ,
fofTe fatto dal mouimento delle Terremoto da,
acque . Per la quale cofa quelli di TefTaglia difTero,che Nettu- * a lifttiitlto
no haueua dato efto all' acque , che allagauano prima tutto
quel paefe circondato da alti monti, perche fcuotendo la terra
aperte fra quelli vna affai larga via ai fiume Peneo, come recita Herodoto , & dice , che lui pare , che la feparatione di quei
monti non fia venuta da altro,che dal terremoto,^ che diranno femprc , che l'habbi fatta Nettuno tutti quelli , li quali vo-

&

gliono

ImaginJeiDcf
gliono, che

&

venghilo Scuotimento della terra*


ferdP
Dti vedi mila, uincchene feguono QueftohdetcOjnon perche frU molprima figura to alla imagine di Nettuno , rtia perche moftra, che egli ferue
enne 4.
affai difegnareil terremoto. Da coftui non fu molto di/limiOceano r
le l imagine dell' Oceano : qual diflero gir antichi padre di
tutti i Jy?bdc intefero per lui oltre al mare di fuori, che circonda tutta la terra , l'vniuerfal potere ancho dell' acqua,. l quaf
voleua Thalete Milefio , che folfe ftata principio d tutte f
eofe , da che prefero le fauoic occafione di chiamare l'Oceano
padre de* Dei , Se gli diedero perci moglie , che fu Thetide
Tfetfajr
Sii tutti quefti

(fa lai

Dea parimente,Ia

quale partor vn

numero grande

di

ti

Dei ma-

rinici Fiumi,di Fonti,& di Ninfe.Era vecchia , tutta canutay


bianea,onde i Poeti la chiamano fouente madre,&: venerar*

&

pu mettere colmarito che fu^ come rrvn carro tirato eia Balene
per l'ampio mare,& gli andauanoi Tritoni duanti con le bue

da,&

di tal afpetto

frifee

il

Boccaccio

C\

dipinto fopra

&

cine in mano > i quali hauetano la parte di fopra humana ,


quella d fotto di Delfino o di Falena y coin vuole Fornuto

&

Tram*

lo feguitaua
Se d'intorno l'accompagna\iano molte Ninfe ,
poi vn numerofo gregge di beftie marine fotto la cuftedi
di Proteo > che ne era il pallore , de fu parimente vno de i Dei

dei mare che predicelauentc altrui le cofe venire , ma non


lo faeeua'pero f non sforzato-, c cercaua ancho- di ingannare chi voleua fargli forza,miltandofi in diuerfe forme per vfeir

&

tenerlo frretto
marso $ perche bifognaua legarlo ,
che foffe ritornato allafua prima figura, che allhora poi
rifpondeua di cicche era dimandato". Di coftui ferme Diodoro, che egli fu gi eletto Re ih Egitto, come il pi fauioy.che

gli d

fin

Doctero*

"Proteo perche

fi

trottafle allhora in quel paefe

le

quaH

ei

fi

& perito in tutte

le arti

>

con

cangia u f Uo piacere in diuerfe forme, che veni-

u forf a dire a'ppreflfbdi quelle genti , che egli fapeua con la


Et i Gremolta fna prudenza accommodarfi a tutte le cofe
ci vollero che ci fofTe detto di Proteo r/r la vfanza, che ha*
ueuano i Re in Egitto di portare,quando fi moftrauano in publico j fu'l capo come per infegna di R , quando il dinanzi

in diuerfe for-

vn Lione , quando di vn toro, di ferpente,&: alle volte vnO


arbore , qualche pianta , Se altre vna fiamma di fuoco, come
che in quel modo foller pi rifguardeuoli . Finfero dun-

di

que

De

gli Antichi

241

&

di decreto dee marine Vvna figli- Kfr


Jjft imagin diEurinome,
mia di Trofeo l'altra madre di Semirami, lignificanti la JJ^J
propriet dell'acqui^ li effetti,& accidenti che
Sii
vegfi

op

yj?

SS
li?

gono di quelle^

^^^

3f~

Hh

2.4 z

que

Imagni de
Grcc,crie Protheo cos

Di

cangiaife in ducrfe forme, cS


la infogna reale. Leggefi anchora , che egli

me eil cangia uano

fi

fu Signore in Carpato Ifola, dalla quale cognominato il ma


re Carpano, di verfo l* Egitto:
, perche quello mare ha gran

&

numero di Foche chiama te alrrimcn te Vitelli marini, perche


hanno le parti dinanzi con cuoio, & pelo di viteilo,& di altre fi
mili beftie, fu finto che Protheo folfe , come dilli , pallore, &
,

Tzflore digre

g* marini.

cullodede

greggi dell'Oceano

Del quale fu anco detta

fi-

Eurinome $ perche H omero fa , che ella accompagna


Tetide, quando va a trouate Volcano , f bene qualchuno ha
voluto crederla pi tolto Diana, come dice Paufaniajche non
quale era in forma di ffi conf per punto al fuo fimulacro
mina il di fopra,Sc il di fotto di pefee legato attrauerfo con catene d'oro. Quella fu certo Nume adorato nell'Arcadia da
Figalefi in vn tempio a loro iantiTmo,qual non apriuano,fuof
chevn certo d deli'anno,& allhora celebrauano folenne fella,
Sz faceuano molti facrificij in publico, Se in prmato . E mi riduce a mente certa altra Deafauolofa, come la chiama Plinio,
nomata Decreto da gli antichi , che fu parimente tutta pefee ,
dal capo infuori, che era di donna . Di cofleifcriue Diodoro,
che ella fu prima Ninfa Se che fatta grauida fenza faperfi mai
da cui, partor Semirami con grauillrao fdegno di hauere pergliuola

Decreti.

Pudore.

duta la virginit , perilche gittatafi in certo laco della Siria ,


fu poi come Dea adorata nella forma, che iodi/Ti , da quelle
genti 9 le quali non hauerebbono pofeia mangiato pi per co
fa del mondo pefee alcuno di quel laco j perche (limarono 1
che tutti foller confecrati a lei . Ma ritornando all'Ocea*
no, per dichiarare il redo della fua imaginc j il carro inoltra j
che egli va intorno alla terra , la rotondit della quale inoltrata per le ruote, Se lo tirano le Balene; perche quelle cosi

feorrono tutto

il

mare,come le acquedel mare circondano tutoccupano la mag

ta la terra, Se fparfeui per dentro anchora,ne

gior parte.

Le Ninfe poi vogliono

&

fignificare le propriet del-

, che fpeflb l veggono di


furono inteie non folamente fotto il nome dell'Oceano, di Nettuno* di Tetide, di Dorida , di
Amphitxite, Se i altri Dei del mare, ma di Acheloo ancora^
Bench vogliono alcuni , che quelli fignificafTero la nani

le

acque

quelle

gli diuerf accidenti

le quali

da

^i antichi

Mie
I

De gli Antichi.
& per coftui

24$

intendere delle dolci , come


fono quelle de i fiumi , li quali dagli stntichi furono parimenMa prima che io dica di
te adorati,^ fatti in forma haitiana
itUt acque fatate

fi

loro

difegner i venti, perche hauendo detto

dd mare,oue

ef.

franti

(imoftrano meglio fori e,che in altro luoco le forze loro^ parmi che fa ragioneuole mettergli qui . Et bench n ancho fa-

rebbono

ftati

male con Giunone dimoftfatrice dell' aria, per-

fa altro il vento, che aria mofcon impeto \ onde Eolo R de i venti cos rifpofe Giunone , quando ella lo preg appreffo di Virgilio , che turbafTe il
mare con grandiflma tempefta danno de' Troiani > che nauigauano in Italia

che vogliono inaturali,che non


(a

qualunque
l\

tu

E dn
J

fieri

mi

il

mio regno pa

rendi

te vien

venti

Virgilio ,

mi fai
,
fommo Gioue amico

che fono in mio poterci

il

nembi e

le

tempefes

Nondimeno nhora far fuori di proposto dirne quel poho trouato fcritto, hauendo gli antichi adorati que-

C,che ne

anchoracome Dei s 6c

fatto loro facrifcio , perche fodero


perche haueflfero ad effere fauoreuoli all' allenire j
gli dipinfero con leali,con il capo tutto rabbuffato , & con
le guancie gonfie in guifa di chi foffia con gran forza,& fecon*
do poi che diuerfi fono gli effetti , che effi operano col foffiar
loro ; perche alcuni raccogliono le nuuole infeme,& fanno le

fti

gi (lati,

&

pioggie, alcuni le fcacciano


i

& in molti altri modi inoltrano

poter loro, cosi furono da' Poeti deferittidiuerfarnente.

il

E ben

Venti princi*

che di molti fi legga , quattro per folamente fono i pr;ncipapali


'li,che foffiano dalle quattro porti del niondo>ciafcheduno dalla fua , come fono difegnati da Ouidio nel paramento primo Quidh*
;dell'rniuerfo . Ma vi fono itati anchora feconde Straberne alcuni,che hanno voluto,che non fofTero pi di due L'vno detto AquiIone,&: chiamato Borea ancora,
da' marinari de' no- Borau*
(tri tempi Tramontana , che foffia da Settentrione ,
quefto
;

&

&

da vn iato dell'arca di Cipfello nel tempio di Giunone appreflo de gli Elei in Grecia , che
rapiua Orithia , co me fngono le fauole, ne dice, come ei foffe
fcriue Paufania, che era feoipito

fatto

Imagini de

244

Imagini di Borea, K^duHro, Euro,


principali,

Dei

& Zefiro quattro venti

& di Orithia & Flora l'vna moglie di Borea,

l'altra di Zefiro,

mentre fojfiano %

topoHi al

che dimoHrano

& dominano

li effetti

nelle

de detti venti

flagwni (3 paeftfot-

lor foffiare-;

Kl^p fe^5

De
non che in vece

fatto, Te

gli Antichi.
di piedi

145

haueua code di ferpenti

:
(

ma

perche ei fa col fuo Comare freddo grande,porta le neui,86 JnVali tutte coduriiceil ghiaccio , gli fi fa la barba, i capegli,

&

perte di neue. L'altro l'Auftro detto etiandio

Noto,& Olir

$frj,

da* marinari,ch"Viene dalle parti di mezzo, d: d doue perche

quello con

il

fuo foffiare adduce per lo pi pioggie, cosilo de-

fcriue'Ouidio.

Ornilo

Spiega V

ali guaigpfe !{oto , e -piene-*


Con vifo ofeuro , e carco di fpauento .
Le bianche chiome fon di pioggia piene,
E di nembi il barbuto borrido mento .

La

fronte cinge denfa nebbia

e tiene-j

grane al iempeHofo vento ,


y
Cui bagnan l' acque ogni borie piume , e l petto

il ciglio

7% mai ferena al nubilofo

Et de quattro he

io difl,il terzo detto

da' n$ftri,che foffia dalle parti

affretto

Euro, Leuante Euro


negro

dell' Oriente,& fifa tutto

per gli Etiopiche fono nel Leuante,d'onde egli viene}

pinge con vn fole infocato fui capo

&

fi

di-

per che, f il Sole,


quando tramonta , rollo, moftra,che quello vento ha da foffiare il d, che vien dietro,come fcriffe Virgilio . Il quarto , il
cui lieue fpira're fi fente con vna aura temprata , e foaue dall'Occidente, Zefiro, Ponente fecondo i moderni , il quale Zefiro l
perci diprimatiera velie la terra di verdi herbe,
fa fiorire
verdeggianti prati. Onde venne,che le fauole lo finfero marito di Fiora , che gi dicemmo adorata da gli antichi come Flora
Dea de i fiori , la imagine della quale fu di bella ninfa: onde el,

&

la ftefla

quando racconta adOuidio

le ragioni delle fue felle

cos gli dice della bellezza fua

per modefia non


Foffi bella

ma

ti

dico

s*h

che fui tale.


Che vn Dio non ifdegno , fol per bauermi
:

bafla

Venire farfi genero mia madre-t

Pro~

14^

^g
\AOf
~fc

IffligimdeiDe!

Imagini di Cefifo,& del T fiumi quello di Grecia quello


,
d 'Italia >& d vn gtoutnetto che tagliatifi li capelli a quel
'

lo

li

con

ogerifce
il

& dinotano

lor mormorio,

la natura

& tortmfo

& impeto de fiumi SS

cor/e

De gli Antichi

247

fcorraua ghirlanda in capo di diuerfi fionV&veftc parimente tutta dipinta

chi Tono
jrifce

Et

di Zefiro

po

vna ghirlanda di

ti,

ma ritorno

e fornati Dei

con

quali

hellij.e

Ita le ali

vaghi

fiori

da

fium.i,li quali

fi

& delicata,

Numi

folenni vati

non

J-iloftrato

fi

lianeAii tccia nftfle,

vperchcdicooo, che p
adorni la terra, quando fio
vn difegno tale . Egli gio,.

fiori di colori diuerfi

colori, de

gli

..bomerij& in ca

N pi dico<dei ver>.
furono parimene

gli antichi

cornei! vogliadire, de

& iaceuano Joro

facrifcio

gli

pregauano

non meno che

gli altri* de foleuano offerirgli de.icapegli tagliatili .perci

certa cerimonia, de lo faceuano tutti

eoa

Greci per antico coftome, come dice Eaufania , che Ci pu raccogliere da :H omero TaufanU
quando mette-, che Peleo fa voto al fiume Sperchio di tagliare FiloUrat,
i capegli, &c darli a lui, f Achille ritorna fino , j&faluo dalla
guerra di Troia. Et nel paefe di ,Athene appreso, a Cefifo fiume era certa ftatoa di vn .giouinecto , chea tagliaua i capegU
per dargli a quello Erano i fiumi fatti in forma di huomo co
lurba , e con capelli lunghi , che ftia giacendo , .& appoggiato
fopra I'vn braccio , come dice filoftrato , quando dipinge la
i

J>

Theffaglia., perche

non

fi

lieuano

sdc volte anchora, de per io pi,

vrna che verfa acqua,& pero


che palfa per la Gjecia *
Juachv ornato

il

fi

fiumi mai dritti in alto

.,

Se

appoggia fopra vna grande

Sta.tip cosi jdice di

Inaco jfiume> nacho a


Starno

capo d due coma

Sedendo appoggia la JiniHra aWvrna*


Che prona largamente l'acque verft* ,

Ut fanf con le corna i .fiumi 9 dice Ser.uio , ouero porche U


mormorio dell'onde rapprefenta il jnuggiare de i buoi , ouero

Ten$

perche veggiamo fpeflo le ripe dei iLumi incuruate aguifa d


corna. Onde Virgilio, cue chiama il Tebro Re siftumideU Virgilio j,
Ja I talia -, lo chia ma cornuto ancora ^ Jk cosi lo dipinge quan-

do fa j

cheiid Enea,,

Tra

te

populee froniti par mflrarft

Gi vecchio

Di

homeri

cinto gli

verdeggiante velo

Choj>Hi e circonda

le

&

il

peti9

ombrofa canna

bagnate chiome^*

1$

Imagini de

248
T

Trcbo,

Del
in vn'altro'hio-

co,che ha la faccia di Toro con ambe le corna dorate. Oue Pro


bo efpone fngerli il P con faccia di Toro , perche il fuono ,

che fa lcorfo fuo Umile


ElianO

Et del P chiamato Eridano anchora dice

fiume

^ no tor te

come corna,

muggito de i T041 , &c le rip^fuc


Eliano parimente criue , che le Ita-

al

&

toede'fiumi, le quali da prima erano fatte fenza alcuna forma,


furono pofeia fatte in forma di Bue. Come fi legge ancho appreso di Fefto Pompeo,ouedice,chei fimulacri de i fiumierano fatti in forma di Tori,cio con le corna, perche fono fieri ,
atroci come i Tori . Oltre di ci coronauano gli antichi *
fiumi di canne, perche la canna nafee,
crefee meglio ne i luo
quindi venne che Virgilio fece, cochi acquofi,che altroue
me dilli pur m, il Tcbro hauere il capo coperto di canna. Et
Ouidio raccontandola fauola di Acigi mutato in fiume,qua^ P^emo S^ hebbe gittato quel fafTo addotto, che lo fchiac
ci tutto, fa cos dire Galatea di lui

&

&

Mei fiume

Ouidio

&

Subito [opra, l'acque tutto apparve


il giouinetto fin alla cintura

Et

in altro

Se

non-> ch'era d'afiai

>

mutato non mi parue

>

maggior datura

Et il color di prima anco dijparut


Onde la faccia gi lucida , e pura

Verdeggia
il

, e ornato d'vno , e d'altro corno


capo ^ctii va verde canna intorno

Vede/I per

Roma in

non ha le corna,n il capo

&

^?f*

'

la fertilit,

Vaticano vna ftatoa del Tebro, che


cinto di canne, ma di diuerfe foglie ,

vo ^ en ^ forf in quel modo inoltrare chi

la fece ,

& l'abondanza, che fa quefto fiume in quel paefe,

n
t>sfchd00.

lafci pci coftui in tutto la fittione


de i Poeti , perche gli
pofe vna canna in mano . Quando
apprelfo di Ouidio Acheloo racconta Thefeo il rumore, che
ei fece con Hercoleper
Deianira , dice, che Ita appoggiato fopra
delle braccia

l'vno

8c ha cinto

capo di verde canna,& con vn manto pur verde intorno , k non ha due corna come gli altri, ma vno folamente, perche l'altro gli fu rotto da Hercole
, fecondo le fauole,

il

il

quale pieno di diuerfi

fiori

& frutti fu poi donato quelli

Degli Antichi.

x^q

H Imagine del dio Peritino dio tic penfier bumaniideU'annOy F{j


jg <teg/i /7orf/, mutatorede diuerfe facete, iatefo anco per il fu
me Tebro,
imagine del fiume Issilo fedente [opra vn'Hip U
popotamo .Animale proprio di quelfnme con molti fanditi }

&

gradi del ere/cere del detto fiume )


fKt fono fino fc deci abiti per ordinario

_Jf

tf,

cta dinotano

li

I3@!$ *2j^

& che

89 &9 ^S^j
li

li

Imagn de

i$6
ComodwU
"a

Dei

chelochiamorono corno di douitia


Etfu cosi
fnto,come recita Diodoro,perehe Hercolecon non poca fatica
torfe vn ramo di quel fiume dal Tuo primo corfo , Se lo riuolt in altra parteja quale,oue era da prima arida,& non fruttadi Etolia,

li

ua,diuenne per l'acque,che

vi

fpargeua fopra

alle volte

quello

fiume con riuoltato ramo,fruttifera fopra modo. Et perci fono 1 fiumi deferirti diuerla mente da' Poeti , rifguardando elfi
talhora alla qualit delle acque,
la natura delpaefe,per lo quale

do Paufania

&

al corfo loro,

padano.

& talhora al

Onde , che

fcriuen

che in certa parte di quelpaefe


fono alcune ftatoedei pi nobili fiumi , Se celebrati da gli antichi , tutte di bianchiJilmo marmo , eccetto pero quella del
2V//0 filane^*

dell'Arcadia dice

clie * a h * ^ i
'
P ietra negra Et fqggiunge poi,che ragioneuolmente fu fatta la ftatoa del Nilo di pietra negra , perche

correndo al mare pafia per gli Ethiopi gente, tutta negra


Luciano fcriue,che dipingendo quelli di Egitt^ Nxlo,lo mettetiano a federe fopra vn Crocodilo,ouerofu vn cauallo Fluuia
tile ,qual' certa beftia da quattro piedi.come la deferme Heha la tefta corodoto , della grandezza di vn gran Toro ,
ei

&

llie

buoi , ilnafo fchiacciato,

come le capre,

cauaIlo,^c la vpcejgli denti in fuori, Se incerti,

da,

&

il

la

crine

come

di

coda fplenc

&

duro, che quando fecco,ne fa


cuoio cos grolfo,
ippopotamo,
detto quello animale da' Greci

no dardi j& fu
gli

le

faceuano intorno alcuni fanciullini,

li

quali tutti lieti ferie

zauano , come fi legge anco appreifo di Plinio, il quale le


uendo ,i certa forte di marmo duro, rozzo come il ferco, d
ce , che Vefpafiano pofe nel gran Tempio della Pace vna fi
toa del iSTilo la maggiore, che folle mai villa , con fedeci
gliuolini , che gli fcherzauano intorno. Oc lignifica uano , e
le acque di quel fiume al maggior crefeere, che facciTero,ar
u uano fino all' altezza di ledici cubiti
Leggefi anchcra,c
^ ftatoa di Vertuno p ita nel foro Romano rapprefenra
il Tebro , che prima paifaua quindi, ma fu poi riuoltato in a,
.

Vtrtunnd*

tra parte, Se era adornata di fiori,&: di frutti per moftrare,co-

me dilli pur dianzi , la fertilit de i campi fui vicini , Bench


fu Vertuno anchora creduto vn Dio , che folle fopra a gli
humanipcnfieri,& che fi imita lfe in diuerfeforme,perche fped
fo

mutano

gli

huo mini penficro

Et alcuni

lo dillero

il

Di

dell'-

t)e
dell'anno

il

>

Antichi.

gli

quale fecondo

25

Sragioni piglia diuerfe faccie, &c

le

a "li huomini porge oecafione di fare quando vna , 6c quando


altra co (a , come dice Propertio , il quale rende la ragione del

che non dando


meglio,
Colo
pi
quello che ci ne
n
porr
dirne
,
di
l'animo
me
fuoi
alcuni
verfi
in
quello
modo
volgare
ai
dice,tirando

fcome fuo

&infiemelo deferiue

V
laiche

ti

K.

cos bene

2^

vedere
vn corpo ?

marauigli di

0.

X.

Tante forme in
f m'afcolti
Che fin Vertuno tu poti ai fapercLj*

dui

venni di Tofcana > ou da molti


yifnat non fon n mi dier mai

Tempi i con
Di che punto non

archi

con foperbi volti

perche affai
(Jii bala di veder il I{oman Foro ,
Et vnqua d'altri honor non mi curai
curo

Tajfauan di qua via col corfo loro


acque del Tebr gi > come fi dice^s

Che

in altra parte poi voltate foro

Terchc'l bel Tebro con lieto

, e felice^
Suueffo al popol fuo volfe dar loco

>

fu del mio nome la radice^ .


fanno
qual a poco a poco
da
che
,
volgendo
va
* fui Certuno
detto*
Si
ci

E confecrato
Quafi che per

anchora in quello loco

me

fotto

Vhumil

tetto

Riponga il contad no la ricolta *


Che pofeia gode , e per cotal rifpetto

Vedi che circondato fon

Vua che
E tutta di
,

di molta

porporeggia

e la

\
mia

tefta

mature fpiche auolta .


Et par cheH tempo ogni anno mi riueHa
Secondo la Ragion di dolci frutti >
Che mi porge la mano al mio honor prefla
Vero qui vedi i pomi gi produtti

Dal pero a fuo

dijpetto

nferitor m'ojferfe

che l'accorto

n di tutti

Hi

cu

Vropertio l

i]i

Imaginidei Dei.

Gli altri ti vo

dir bora, perche [corto


mendace fama altra ragione
D nouo del mio nome anco t'apporto

Da

ijtta tu

la

non quel

>

Dime

ma

che

d'icori

peifone

le

qutl eh* io slefjo dico credit

Clfalvcr non fon tutte le lingue buone*


La mia natura atta > come vedi
^4 trasformarli, in tuite

Tommi

in carro

lo mi confacelo, a tutto

figure

ie

cavallo

Buom /ar
E faro

je

di fien

sA

fonte coronata.

la

b merita

quelle

buom

tutti ch'io fojf

mi

chi l'arme d'intorno poi

E mi

non poco honorem

dl'arme gi

Tir

Et

la

con la falce vn mentore ,

ybaur

yesilio

monde , e pure
toga mi fa data ,

feminil vest

e f tu cure~t

P'edermi giouinetta dtlicaias

Dammi

>

fammi piedi

patena

4i gran valore %
lena

>

vesle da gvaue litigante^

>

Taio nato a le lui , e Je Vaggreua


Vedermi s jeuero , conuiuantes
Qua/t ebbro mi vedrai ,fe'l capo m'orni
Di

rofe

che gioconde

TParrotti Bacco poi

De

la

mitra

,
,

porta

cb' ei

Che veduto non bai vnqua a

Che pi Febo
Varco,

afomigli
e la cetra

>
,

&

e lieto tante

mi adorni

je tu

giurerai

tuoi giorni

mi dai
vngran cacciatori

mi crederai .
%JMi dir ogn' vno vago vcceUattore^
Simile a Fauno,cbe mi vtggia in mane
la lieue canna ; e che ? non mi d il cortLj
D mot ir armiti aucor mano mano
S'haur

le reti

P n dotto auriga

tu

inule a chi

1 correnti deUrier ton forte

Infomma non b

Mcum

il

termino

regger

mano

n legge

mio cangiami in varie forme*

Q*i

De gli
Qurif

ben

Antichi
mai

ch'alcun

*53

noi corregge^

S'h vorr , far fimile chi l'orniti


Guarda de i vdgbi greggi e de gli armenti ,
Ouer fAromm a, vn pefcafor conforme^
che fa pi forf che mi fenti
quel
>
E
TfomnaY jpefic , e che de i ben colti hort
l.bei frutti mi fon fempre prefenti .
>

Come

la

Zucci

ti cauol <on

Giunchi legato
1 cocomeri

Et

ti

me

mah

itti

fon porti.

concludo che qua/ito orna


1 lieti

prati

tutto

ritorti

notano ancora

e infiora,

mi vien dato

Et perche mi riuolto adhora adhort


informe affai, venunno fui chiamato

PlVTO NB

Imaglni de

t$4

Dei

PLVTONL
ww

ENCHE

che fecero fra laSaturno , tocregno del Cielo , all'altro , quel-

nella partigione

ro dell'vniuerfo

cale all'vno
lo delle

il

Acque

di

figliuoli

Se al terzo quello dell'Infer-

fecondo lefauole , che viene a dire, come


lo raccontano le hiftorie , che Gioue hebbe
le parti dell'Oriente, Plutone dell'Occidente , e Nettuno le
Ifole del mare: nondimeno pare, che ciafeheduno diloro riabbi che fare per tutto , onde Nettuno appreifo di Virgilio mi-

no

naccia

Venti,perche fenza intendere il fuo volere hanno hauil


il Cielo,& la terra; Se Gioue fouente met-

to ardire di turbare

alza il
; Se Plutone parimente
da che vien detto che GioUehil fulNettuno il tridente j la imagine di co-

te ordine alle coCe dell'Inferno

fuo potere fino in Cielo

mine con tre punte ,


limi, lo porremo talhora di potere pare al Sole,&; taihor limile alla

terra,ma far egli per

il

R dell'Inferno, come che qui-

il fuo potere , tie gouernau


anime vfeite gi de'corpi de'mortali* Et, accioche ciafcheduna folfe datoluoc,&: pena fecondo i meriti,haueua tregiuftifll mi giudici a ci deputati * Eacol'vno , l'altra Radaman-

ui pitt, che in altra parte valerle


le

Giudici

dW
6

Inferno.

te,

Se

il

terzo

Minos , che , come

fi

altroue detto, furono fi-

Gioue , Se d Europa I'vnoj & li due di Ada Delli


quali dir prima quello* che f ne hgg appretto di Platone
Se dapoi verr alla imagine di Plutone , perche mi pare , ci
debba effere cofa affai bella , e dilettcUole , & dalla quale a
pu vedere come quelli tre fi riabbiano a dipingere ; oltre che
vi fi impara anco quali debbano edere i Giudici. Cos dunque
Fu gi al tempo di Saturno vna legge tale, I
dice Plutone
gliuoli di

*Platone-j

quale hoggi ancora apprefl dei Dei,&: vi fu feiiipre, che tut


ti quelli huomini, li quali viuendo erano itati giudi , Se buoni

morendo

poi ne andaifero alle Ifole de i beati, &c all'incontro


Mitene operato male in vita , doppo morte in luoco a ci
deputato fofle meriteuolmcnte punito
Et al tempo di Saquando cominci Gioue a regnare parimente erano
turno >

chi

&

giudi-

De

gli

257

Antichi.

&

da Giudici pur anche villi neld medefimo, che doneuano morire} ondeauueniua , che
molti erano inguaila mente giudicati . La quale cofa intendendo Gioueda Plutone,&da quclli,che al goucrno ftauano delgiudicati gii buoni ini vuj ancora,

Beatcperche molti fenza meritarlo ahdauano loro,


Ben proueder io a quello difordine,po.iche conofeo, che Giudici perck*
di elfo la cagione , che gli huomini hcra fono giudicati prima
falfi .
che moiano , cVeffendo anco vediti del corpo mortale, dotte
perci molte anihanno chi dice bene, tk. chi male di loro:
me empie, 6c maluagie hanno ardire di prelentarfi a i Giudile

I fole

diflc",

&

ci

come buone

bellezza del corpo

perche cuopronola maluagit loro conia


>

con

la

nobilt del calato

& con Jafplen-

didezza delle ricchezze 5 n mancano loro teftimomj, quali dicano , che in tutta la loro vita furono fempre buoni, 8c giufti7

Onde

i Giudici veftiti parimente delle membra ter renelle quafono quali ofeuro velo intorno all'anima, non potino f non
marauigliarfi della bont di quelli &: giudicarli perci degni
di ogni bene . Bifogna dunque fare prima , che gli huomini
non (appiano, quando hanno da morire, come hora fanno(Et
cos fi fu comandato Prometheo, che doueflefare) Dapoi
che fpogliati di tutte le cole terrene ,
gi morti vadino di
jianzi gli Giudici s li quali fiano parimente nudi , &: morti,
s che veggiano con Inanimo folo gli animi .(blamente nudi,

li

&

&

aperti

& coli riufeir facilmente,che (a giufto ilgiudicio,che

far di loro . Per la qual cofa voglio, come gi tra me medefimo ho deliberato * che i miei figliuoli, due nati in Alia , cio
Minos.e Radamanto , Se vno di Europa, il quale Eaco , pfeia che faranno morti , Itando in certo prato( quello era chiamato il campo della verit)oue la ftrada in due parti l dmide,

fi

l'vna delle quali va

all'

Inferno, l'altra alle Jfole dei Beati

fia-

no Giudici delle anime dei mortali Se giudicher Radamanto tutti gli Aliatici , & Eaco quelli , che vertano di Europa, &c
f qualche dubio vi far talhora toccher a Minos di conofcerlo, accioche fenza inganno alcuno fiano mandate le anime meritati luochi Quello fu l'ordine pofto da Gioue ,
perche le anime foller giuibm c nte giudicate. Il perche ftan\Xo Radamanto, & Eaco quando gmdicano,ciafcheduno di loxo con vna verga in mano j ,dc Minos feparato da quelli (ede
;

Ordine buono

P er & lt4 dicare


"mime-?*

iblo,

PadantantO*

g aco
(JWinot*

1$6

Imagini

cfe i

De!

folo,& confider, tenendo anche egli in mano vno (cettrodo^


rato , che cos dice VlifTe appreflb di Homero di hauerlo veduto in inferno rendere ragione a i morti le anime de i quaft
portano fopra di sfegnati,
impreff tutti gif affetti, che
&:
ci,
che
hebbcro ,
operarono mentre, che furono congiunDi
corpi
modo
i
che i giufti Giudici quando f le veggote
dauanti
non
dimandano
,
no
, n vogliono iapere chi furono
guardano
quel
ma
, che fecero
mentre, che fletter al Mortfecondo
quello
le
elo ,
giudicano
mandano al meritato
delle
pene
luoco ,
, dei piaceri . Qui feguita Platone dicendo qual iano le anime, che per lo pi vanno al luoco de i dannati, 6c quali quello de i Beati: ma non lo riferir gi io, che
mi balta di quefto che ho detto,per far vn poco di difegn'o dei
tre Giudici dell'inferno; de i quali Dante pare hauere figuralo
Minos in forma di beftia , percioche nel fuo inferno ei lo mette
conia coda,& lo fa ringhiare,come fanno a punto icani>quan:

&

&

Dantes

do

dice

&

Stami Mnos

horrihlmente erlnghia

Efamina

le colpe

ne Ventrata

Giudica , e manda fecondo , cb'auwghia*


Dico, che quando l'anima mal nata
Gli vien dinanzi

tutta fi

confefla ,

quel conofeitor delle peccata^

Vede qual

luoco d* Inferno da efia

C ignefi con la coda tante volteu*


Quantunque gradi vuol, che gi fia mefla.

UHnos

Et per co flu vogliono alcuni intdereil rimordimen to, che


ha ciafeheduno nell'animo dei propri) errori,ilquale de! conti-

che

ftgmfichi

nuo lo trauagliajo accufa,fe non ad altri, alla confeienza propria^ li moftra il fupplicic,& lepene, di che lo fan meriteuole commell peccati. Et quindi viene,chefono, come difl, tre
i

giudici in inferno, per lo quale flato in tefo quefto noftro

mondo oue regna


Tlutone
th
fnorti

per-

Rj de

Plutone, che dalle ricchezze fu cos nomi,


naco appreflo dei Greci , con ci folle che per lui intendeffero
la terra , dalla quale traggono i mortali tutto quello, che hogEt l'hanno dimandato Dice i Latini per la
g pi fi apprezza
.

mede-

t)egli Antichi.
ftie'defima ragione, cio,

perche da

lui

257

vengliino

le

ricchezze,

lequali latinamente fono dette con voce quella mclto fimi.


le,come vuole Quintiliano, fu cos detto per contrario fenfo,
<quafi che egli non pofTa eflTer ricco , eiTendo che i morti fono
Ma lafciamo quelle fpofitioni
creduti priui di ogni ricchezza
da parte,et quello anchora,che nedice,che Plutone fu Dio, R
.

morti,perche trou

intorno a

&

tutto quello, che


le pompe funerali,
morti fi fa, Se facciamo ritratto di lui fecondo lefanoie, le quali lo fanno Ilare in inferno fedendo come Re {opra
Vn'alto feeeio 8c cos lo deferiue Claudiano, quando raccon- r i_
ta,che egli manda Mercurio a Gioue a dimandargli moglie,co-

de

ne lo haueuano pregato a fare le Parche.

Sopra de Vinfernal borrendo feggo

Con maeH Dite fedeaft


torrido

Lo

e d'atra nebbia

Scettro rugginofo in

tutto

il

capo cinto ,
tene a,

man

Martiano parimente gli d la corona , come Re , quando


lo deferiue infieme con il fratello Nettuno , dicendo , che egli
di colore fofco,& hin capo vna corona dinegro hebeno tin
ta della fctirezza della omhrofa notte. Lo fcettro,che tiene in
mano,medefimamenteIo moftra Re,& piccolo, perche inoltra

rio,

Comedi Tlu* one->t

il Regno di quello ball mondo , che cos l'efpone Porficome rifenfee Eufebio , & intende fotto nome di Plutone

moftra noi nel Coro "*di Tlu


ina ftafleneper lo pi con quelle genti , le ton(L-> *
quali fono nella parte di fotto del mondo , f pur vero , che
noi fiamo in quella di lopra,perche efte l'hanno intefa altrimen
Scettro d Tlu
te.come riferifee Seruio , che Tiberiano fcrifTe elfere gi venutonCt
la vna lettera da gli Antipodi portata dai vento , laquale incominciaua cos. Noi che fiamo di fopra,iiutiamo voi,che ci fe>
tedi fotto
Et Ariftotele parimente moftra con ragione ; che T ^one per #
fiamo noi quelli di fotto Ma quello niente ferue al propofito So
il

Sole,detto

tempo

dell'

Re

dell'inferii o,perehe

inuerno

poco

fi

noftro-, balla,

che Plutone, intendendo

to ilare fotterra tutti

il

Soie per

lui, credit*

tempo, che non appare fopra

il noftro
orizonte,& tiene fecola rapita Proferpina , che moftra la virt del feme , perche quello allhora U ferrato nel ventre
delia

il

K.

terra

m%

Tro[erp'

1 mag ini di

Vintone do dtilttferno, vii Proferpina [u mo


dette carni de mortici Cerbero

glieli Eurimone diuoratore

cane trifaueecufode dell'Inferno, tolto per

il

Sole nel lepo

del verno, nel quale la virt della terra fta in ferifiretta^

tjdj Trofcrpina intefa perla terrari cane per le tre co/e nece
[arie al feme,

il

nafcere, crefcere y

&

perfetionarf

|
>5&

De

ifj

glTAnticBI.

ha vn'elmo,come di(Te Homero* P!arotic>& Hij/no,perche la fommit del Sole a- noi occulta. E fecondo le role l'elmo di Plutone, di Occo,che Plutone fu detto anchora Orco,rendeua inurbile chiunque lo portaua in modo che
fedendo liu gli altri,ei non era punto veduto Etdicono>chc
perfeo l'bauea>quando tagli il- capo , Medufa,&: che con qu
o fi nalcofe dalie forelle di lei , che gli furono fubkO dietro^.
& lo hauerebbono trattato male,fc non era lo elmo di Orco ,
datogli da Minerai la quale appretto di Homtro fc ne feruti
parimente per non efTcre villa da Marce a combattere contra
TnianiV II cane Cerbero con tre capi,chegli ita a 'piedi, come
fcriie etiandio FuJgentio,ilqual chiama Plutone prefidey& cu(lode delia terra , Se loia eircdato diofeurc tenebre con vno
erra. Egli

Fulgenti^,

fcet;ro in. mano > lignifica la inuidia ne i mortali nafeere di tre


jmaniercciojper natura, per caio, per accidente,ouero anello come vogliono altri , che tre- cofe fanno dibifogno al felice, te debe produrre il frutto : prima , che fia fparfo in terra,
pi chequiui ila coperto , Se vltimamente che 2> mogli Pii*Lro tnge , che Plutone habbia in mano vna verga , &c dice*
faeegli con quella conduce le anime in inferno . Et alcuni
poiro vna chiane , come che cglr cos tenga ferrato il reto dello inferno , chele anime col gi diiceie vna volta non
fano vfeirne pi mai . Onde legge fi appr elfo di Paufania ,
enei tempio di Giunone in certa parte della Grecia fu pila T

,.

W* WWv

nacauola
t

nella quale erano intagliate molte cofe ,- ck erai


,
Kaitre Plutone, &z Proferpina con due Ninfe delle quali
-,

-eneui l'vna

ioggunge

con uiano vna palla , hiJtra vna chiane


elio Paiifania)

>

perche

chiane einfeena di Plurone>cem-

.ioi:acheei tenga ferrata la cala infernale in

Chl ue

m Wa

medo, cheqmn- "*^" f0,w?

limino pu- vlcire. Ilche diede occafiobe alle fauoie di hrWe,ci:.- Cerbero ftia
alla porta dello inferno,n latri f non a eh
r
:nta

1
1

partire/pauenlaado

quitti le

anime perdute, come dice


Seneca

enecstidcriuendoio in quella aiodo*


il orribile

cene

che

hi

guardia

Sta del perduto tiggno + e can tre bocche


La fa d' bombii: vece rifonar c_^,
Porgendo grmt Mina a le trijo ombre r

K&

:%

Ti

.'

*$&

Imagn de
il capo

Et

coda

la

et

collo

vn

ha

cinto di jet penti

Drago

fero

Fifcbia, s'aggina* e tutto

UpoUodoro.

Datiti

&ei
,

fi

ilquala
dibatte^*

Cos io deforme anco Apollodoro ; Te non che dice d piJ


che i peli del dotto fono tutti ferpentelli.

Et Pante

cos dice dei

medenmo

Cerbero fera crudele

, e diuerfc*
gole carinamente latrtu
la gente che quiui e [ommerfa

li occhi ha vermigliti* barba vnta y &atra,


Il ventre largo ,
onghiate le mani

>

Con

tre

Soma

&

Graffa gli fimi , glingoia

Hepodo

Hefiodo

Io fece

& ifauatra

con cento tefte,&

difTe,che era

il

portinaio

m Plutone & che faceua carezze tutti quelli, che entra uan
,

ma a chi voleua vfeirne fauuentaua fbito,& lo d


uoraua . Il che fi confa molto bene al fuo riome,perche tira
dolo dal Greco, Cerbero viene dire,che diuora la carne .
per quello hanno detto alcuni , che per lui l intende la terra
la quale diuora gli corpi morti Et vn fmile fu fra gli Dei
de/l'inferno in Delfo,chiamato da quelle genti Eurinomo ,ilqia~
le era creduto mangiare la carne de 7 morti in modo,che ne lafeiaua l'offa tutte nude, come recita Paufnia , che Io defcjiudj
in inferno,

Euri/tomo*

tutto negriccio,& del colore delle

mofche ftar

federe svn;

auoltoio,& inoltrare gli denti Hanno anco voluo alcuni , che per Cerbero fi intenda quefto nofiro corpo,iIpaIe
fi moflra piaceuole chi entrain inferno , cio fi dona l i vi-

pelle di

tij ,

6c a' lafciui piaceri,

& grida poi a chi ne vuole

lafciare quefti,& darf alla virt.

quando

fece, chequefta beftia

vfcire,<io

Et cos h'ntefe forf Virilio,

leualTe contra

Enea arcante 1
, eh di lei

in inferno,!! che f ben pare effer contrario a quello


ferrifero

noie
re,

all'

che

dicendo che ella fi moftr piacer


non pero ; perche bifogna uuertiquelli,Iiquali fono andati in inferno , noi vi fono

Hefiodo, &:

gli altri,

entrata a chi va,

tutti

andati per vna

medehma

cagione, ne ad vn medefno fine,

perci ne fono anco auenuti diueru* fucceil

Imp* oche chi


VA

16

&eg!i Antichi.
Va

che altro nti vuole hora dire , che difcendere Discendere al


fra la perduta turba de viti;) per flarfene Tempre fra vitiofi pia l'inferno , che
ceri, troua all' entrata Cerbero piaceucle.perche quello corpo pgnifchi
in inferno

gode contentando gli fuoi iafciui,c* difordinati appetiquando vede , cliei'huomo vuoltornarf in-

tace, Se

tami

grida poi

dietro,

&

partire da quelli per feguitar la ragione

Onde

chi

andare alla confider tiene de i viti) , accioche fippi,comc egli ha da fuggire ,


fai fi perci pi fped
to alle operationi virtuofe, come fece Enea , troua Cerbero,
che gli fi leua contra , che vien a dire, che l'appetito fenfuale
grida,perche vede di non potere godere quelli piaceri , che pi
fa quello viaggio per

&

Et per quello ancora fu fnto, che H ercole andafTc


&c quindi netrahefTe Cerbero legato , come figura
dell'huomo prudente, il quale lega , & flringe quelli fenfi del
corpo in modo,che facilmente f gli tira dietro fuori dell'inferche Piritoo
no dei vitij gli guida per la luce della virt ,
all'incontro andato a leuare la moglie a Plutone, per contentare l'apppetito lafciuo,vi reflaHe morto da Cerbero, perche chi
defidera

in inferno

&

tutto

fi

immerge ne'

brutti piaceri

& vitiofi

ma fra

non torna poi

.,,,,

ne muore. Hecateo fcrifTe,come riferifee Paufania , che non vi fu cane alcuno di inferno, ma che ci fu finto,perche in certa cauerna , per

pi ad operare virtuofamente,

quelli f

laquale fu creduto poterli difcendere in inferno,flaua

vn

terri-

&

che faceuafubito morire chi vi Ci accoflaua,


beflia , che traile Hercolead Eurifleo d'inferla
quella
fu
che
no,alla quale Homero diede nome di cane folamente,ma altri
doppo lui Io chiamarono Cerbero,& lo finfero haueretre tefle:

bile ferpen te

diche,&

di mgli'e altre cofe,che rellano di quella beflia,non di

co pi per horajperche far pi a propo fi to metterlepoi in certa fcrittura,che ho gi difegnata dell'anima? ma ritorno a Plutone, del quale Seneca fa ritratro in quella guifa dicendo nella Seneca
tragedia di

H ercole furiofo.

Con maefl

terribile

Siede Vinto penero

e crudele^
,

e tri fio in fronte

CMa non tanto per, che non fi moftri


Tur anco

in parte firmile

nato del telette [eme

a fratelli
.

il

volto

Tat

tti

Imagini de
T'ar e/Sere

Spiega l'ardente fulmine


l{egno copi non ha

Sia

d'ejjb

Tltt'

De?
s

ci)

egli

e ofcuYo

che pi tremenda

poi ch'ai [ho tremendo afuto

Tauentaci,che

Carro d

di Gioue attbra

alti uifyauento

A co (lui dettero gli antichi vn carro

porgo .-

da quattro feroi
Orfneo a
nominati
,
Tone,Nitteo, Se Ala(tore,che tanti ne mette Claudia no,ben~
che'l carrc^
che dica il Boccacio-,. che erano tre (blamente,
iiv
moftrare
parimente non haueua pi di tre ruote , volendo
tirato

ciflimi caualli negri, che fpirauano fuoco

&

quello

modo chi lo

fece^quale

loro, che cercano arricchire,

Dio

delle rie-

Za la

fatica,&

il

pericolo di co--

& la incertitudinedeMecofe

ven-

ture j perche lo lolfero anco per lo Dio delle ricchezze . Ben


che ne haueflro vn'altro ancora i Greci de i Dei delle ricchez-

, il quale bene hebbe quafi vn medefimo nome con que(to>


perche lo chiamarono Plato fu per diuerfo da lui , almeno-

za

-,

Tinto.

imagine j perche Ari&ofane lo deferiue huomo cieco, & dice , che Gioitegli cau gli- occhi , accioche ei non poterle co-"
nofeere gli huomini da bene, dotti, &. mode(ti,perche mo(tra~
u fin da fanciullo di amargli tanto , che andaua dicendo per
Luciano* parimente-'
tutto di volere (tare fempre con quelli
lofanonfolo cieco , ma anco zoppo , k che vadicon lettica'^
di

*4#i8of(ine.

Luciano

talhora,e talhora ehefia tutto fpedito,

& veloce nel caminare,-

Percioche dicen\che nel dare le ricchezze a'maluagi r egli '


prefto ,.&- veloce , ma che quando le porta a' buoni va a parli
tardi, &; lenti', che proprio anco della Fortuna. Et per (criue Paufania ,che fu vn'aocorto con figlio di ali ? che appreffa de i Thebani pofeil -Dio Plato in mano dew Fortuna, come che ella fia di lu madre ,. & nutrice Er foggiunge poi
che non meno accortamente fece Cerforo, (cultore eccellenle pte , il quale fece gli Atheniefi vna ihtoa della pace
f in grembo il Dio Piuto , perche la pace conferuatrice delle ricchezze, oc le guerre le difhpano
Sto beo nella eemparation , che funaio di s mede/imi inficine quello Fiuto , ik. la.:
Virt, fa che egli fi gloria di- condurai defiato fine'i defiderij,'.
de gli huomini, 8c dei na/cere dio dice Hcfiodo y che e (fendo
vii certo Iafio amata daija, Pea Cerere , del loro ^ongiungi-

&

Stolta

merit

De

gli

hticM.

1.63

amento' netiacque PIuto,chefu:poi totalmentefelice in ogni>ftio


affare

che ad

altri .anco falena, applicar

quefta fua'fclicit

Ce-

Quello interpretando alcuni,, dicono


dere congiunta con Iafio , che lignifica lo agricoltore , ne naEffcndo
.{ce quello Pluto,, che vien interpretato ricchezza
col ben
fi
fa
veramente
dlia
fertilit
laquale
del
terreno
che
.,
della terra in tefa per

..coltiuarlo

thuomo

acquifta ricchezze,,

fi

&

beni

.-Plutarco

Lacedemoni) erail'Dio Pluto cieco,&:


che Ila u giacendo fempre Et quelli di Rhodo l'haueuano
era con l'ali.e dorato , come fi raccoglie da Fiche vedeua,

icriue,che apprefib de

&

loflrato,
.di

il

quale dice

..

'

QWafQ*

che Pluto Itauaalla guardia della rocca

quella Citt, dipinto con le aij,comequelIo, chedalle nu-uo-

le era difeefo dorato , perche oro fu la materia, in che egli appanie prima,. de con gli occhi perche venne dalla diuina prConciofia che .dica, chenelnafcimento di Minerua
inidenza.
ipiouue oro fopra glrRhodi),
ci fi legge apprelfa di Clau,;

&

idiano ancora,oue egli lauda Srilicone

Laqualcofa,fu'fecon- OropWUktV*

doilmedefimo Filollrato, perche ben conobbero quelli di


jRhodo-Minerua , & la adorarono, ancora,, ma non come fi
poueua fare,percioche fenza foco lefacrificauano,&: per con-r
pile loro Gioue la pioggia dell' oro .Ma a quelli di Athene
Fu data la Dea come a pi iaggi,.&: che ne' fuor facrifici) vfaroho il fuoco. Fu poi dato al Dio deli' inferno Plutone il Ci.

r
prefi

b,&: dei rami

, L

& delle foglie gliene fecero ghirlande gli


& niella & che nei funerali era

fntichi,. comedi arbore- trilla,

come vn& volta taglia to,pf nonrigermoglia, ouero^rche, come diceVVarrone , circondauano Vanont.

|:idoperata } foire,perche
i

rami ilti^m che abbxuciauai corpi morti, accioche il


non ofrendefTe quelli , che
luiui flauano d'intorno , eflendo vfanza*de gli antichi , che i
arenti,, egliamiciandauanoad accompagnare il mortofin
l luoco apprettato
per abbruciarlo., oue gli fi metteuano poi
itti all' intorno , &: con alcune la mentcuoli voci rifpondeualo a.certa.fcmiria,Ia quale coadotta a prezzo per quello pianando gridaua,.&: fi lamentaua quanto poteua,
diceua ancoIhora qualche bene dd morto ne partiuano fin che folTero
ccolte le ceneri,. Scripoile, hauendoalihora la femina lafeia1 di piangere, detto, le vltime parole, , chetane valeuano;a
guanto
le' fuoi

;raue odore de girabbruciati corpi

&

-,

&

Imagini de

^4

Dei

quanto farebbe a dire: Hors, potete andarueiie Et ai Aaiarro herba che volgarmente fi charma Capeluenere, fu inghirkndato anco alle volte Plutone. Et m fono flati di quelli
t| an dio, c hc gli hanno pollo intorno al capo di Narcifo, facen.

R
Ttymjo pere

'

creduto effe, perche quefto fiore era


morti,forfe per lo infelice fine del gioitane gi mtt

dogliene pure ghirlanda


re grato

onde ne faceuano ghirlande parimente, come diQuelle erano feruenti , 8c


alle Furie infernali
ueniuano fpeflb a punirei mortali deli
miniflre di Plutone,
le loro empie , Se maluagie opere , che a farne delle altre gli
tato in elio

ce Fornuto

&

& erano tre,

nomi

fono Aletto, Tififoadorate pi perche noli


facefTcro male, che perche hauefTero da fare alcun bene, come
furono ancho adorati i Dei Auerrunci , perche rimouefTer,

tirauano
ne,e

Megera

Furono da

delle quali

gli antichi

& per quello {blamente dice Pau-

de difcacciafTero ogni male,

fania,che facrificauano loro anco

Greci. Et il nome ilefTo

mo

Dio Auerrunco, perche auerruncarc


gi apprefTodei Latini era il medefimo > che rimouere, & dt>
H ebbero dunque le Furie tempi; , & altari conw
fcacciare
gli altri Dei,& apprefTb de i Greci gli Athenief le dimandatano le Dee Seuere,& i Sicionij le chiamarono Eumenide,& facrificauano loro ognianno in certo dia ci declinato, alcuni
flra

apunto

la

forza del

pecore pregne, 6c oltre

alle altre

certe ghirlandette di fiori

cerimonie

le ofFeriuano ance

Neil' Achaia ancora hebbero

Furie un tempio con fimulacri di legno affai piccoli, nel qua*


le f alcuno macchiato di qualche graue fcelcraggine folte andato, ancor che per ueder folamente,
bito foi fermato

{pauento del

com^ fa,diuentaua

fu-

le
, che gli entra^Pb cuore tutto
&" perci non ui lafciauno andare per-

6c pareua

mondo

fona,come nota Paufania il quale deferiuendo I*Arcadia racconta anco , che in certa parte di quel paefe fu vn tempio , &
:

un campo confecrato

alle

Dee Manie,

foffero le Furie, perche diceuafi

le quali ei penfa chi


che quiui Orefle perdei

&

fenno ,
diuent furiofo hauendo ammazzato la madre > &
che indi non molto lungi fu certo poggetto chiamato il Dito
perche iui fi uedeua un gran Dito tagliato in pietra per memo
ria, che Orefle forfennato fi mangi in quel luoco un dit<
della

mano

D'onde pafs poi su certo

altro piccolo colle p

co

Degli Antichi.

265

co lontano, ouetrou rimedio al Tuo furore,&" in vn'altro tempio delle Furie, le quali* come ci le haueua vifte tutte nere gi ,
quando incominci ad impazzire , cos le vide allhora bianche , onde ritorn fubito ih Tuo fenno . Et fu perci ofTeruato poi dagli habitatori delpaefdifare facrificio alle Dee bian
che , 8c alle Grafie infiememente . Cicerone feri u, che i Romani parimente riebbero certo bofehetto confecrato alla Dea
Furina, ouecon folenniccrimonieadorauano le Furie , i fimulacri delle quali haueuano ferpenti fui capo in vece di capegli, che cos le finfe Efchilo innanzi tutti gli altri chel'han,
mo feguitato poi, come riferifee Paufana . Onde Seneca finiencca *
;ge, che Giunone cos dica , quando vuol far T che Hercoledinotiti fot fennato #
<

Hor cominciate voi

ferue di Tinto f
genite via con adirata mano

Scotend l'empie faci

Capo

e guida di voi

In vece di capegli

La metta

4 ^Megera >

su

c'borrendi Serpi

h'auete

> letti

face dal funereo rogo

>

con quella ne venga apportatrice

Di

lagrimofi affanni

e di

dolore^.

Dante*,
.Uante dice, che troundon" egli nel profondo infernale driz
ih gli occhi certa torre
:

Oue

in

vn punto

vide dritte ratto

>

Tre furie infernal di fangue tinte ,


Che rhmbra feminl baueano,
atto

&

con Hidre verdiffime eran cnte

Serpentelli

Onde

e cerasle

le fiere

Ma quali elle

hautan per

crine

tempie erano auinte^

pu

da
vna
color fofeo, vediti con

foriero pofeia nel refto

'fi

raccoglier

5trabone,il quale fcriuendo delle Ifole Caffi teride dice, che

habinta da huomini tutti di


che vanno lorinfin'a i piedi, e cinti attrauerfo il petcon baftoni in mano , fimili apunto a quelle Furie > che

di quelle

toniche
to

LI

ino-

ff imagini

tti

eletto

Tefifone,

male

&

Megera

tr furie inferna-

di quello anco apportatricijnte-

li

lipuntrici del

yt)

pajjioni dell'animo, Ira, \^4u<tr\tia


f per tre

K\

dine, con la pecora nera loro [aerata ,

M.

fcgnodimeftititL.

& con

&

Libi-

%>g

.06

le tortore

&.}

*>$rb

*4

De

i<T7

Anticfif.

gl'i

Tragedie su le feerie. Et Strida riferendo di


.MenippO'Cinico(eui era entrato in capo vna tale pazzia di farli
che i Dei di l gi l'haueflcro
credere officiale d'Inferno ,
mandato per veder il male,che faceuano gli huomini ,
riferirlo poi loro)che egli viaual'hahito delle Furie,& lo deferiue
quello modo dicendo, con vede negra , lunga fn' terra, ne
molto larga,
cinto attrauerfo ben tiretto con vna grolla falcia, haueua vn capello in capo,nel quale erano difegnate le dodici figure del Zodiaco, tk lefue fcarpe erano r quali vfjuanoi
recitatoli delle Tragedie,portando vn grolb barione di fraMbo in mano; & hauendo la barba (che era fua propria ) come
di Filofofo,anchor che quella hauelTe niente da fare coirle Furie , come ancho fi pu dire del cappello
onde la velie negra
folamente lunga, 8c cinta attrauerfo,
il barione che haueua
in mano faranno in Menippo, fecondo Suida , la imaginedelhabito furiale, come lo defcrilfe anco S tra bone
Quando fu *3B00C^i
lafciata Ariadna fullito del mare da Thefeo, che f n'and via
eon Fedra , oue doppo l'elTerfi lamentata la mifera affai, vol-

moftrano

fpeflo le

&

&

&

&

tatali

pregar vendetta di chi l'hauea tradita, chiam

cosi dicendo appretTo- di Catullo

Voi Furie

ch mortai de

Catullo*

male opre

le

Solete dar le meritate pene

*A

quale

le

la trika

vipereo

il

fronte

Furie

le

et ine

cuopre

che fegnato tiene

&

In s l'empio furor y
apre, e [cuopre
Vira arrabbiata , che dal petto viene

Qua

qua venite vdir

Contra queslo maluagio

Quafi che

altri non-fofl

della fua impiet

le

mie querele

empio , e crudele^

che meglio

Conciofia che

lo

p te lTe punire

gli affetti lefi

dell'animo

fiano quelli, che pi ci trauagliano di qual'altrafi voglia cofa*

quando torcono dal


tro
ti
i

fono in noi

fotto

il

nome

le

dritto

Se diuentano difordinati

Furie infernali

di quelle

Onde

Poeti, che tre fclTero le Furie

menti immane

perche

tre

fono

che

ne alPoe-

di quelli inteieroi

Lattanzio cos dice: Finlero Lattantio,


quali veniiTero turbare le Furie perche

le

gli affetti,

che tirancrgli huoi


mini
1

tr<Ls

ad 8

Imagini de

Del

mini a fare ogni male , fenza pnrehaucr alcun minimo ri/petro,n alia propria fama, ne alia famiglia, da che fi fccnde , n
alla propria vita j La Ira, che cerca vendetta j la Cupidigia, che
brama ricchezze ,
la Libidine,che il d in preda dis noneiti piaceri
Bench ci furono quelli affetti dati da Dio,perche
a ben viuere ci aiutaiTero , Se perci pofe loro la diuina prouidenza certi termini , oltre alli quali non pi ci giouano, ma ci
nuocono) perche mutano la natura loro, & di virt, che erano
prima, diuentano viti) Imperoche il defiderar di hauer fu aggiunto all'animo noitro , accioche fi procacciale ciafeheduno

&

di confeguir quello,che alla vita nece/Tario

Fugli dato l'ap-

petito lafciuo, perche folamente generar figliuoli l'adopraife,

Se cos per la continua fucceiTone forf conferuata la fiuma-

na prole, Se ordinato fu,che quando

voleua,i poterle adirare,

accioche meglio caftigafTe gli altrui errori

e metterle freno a

fono infuo potere , Se fi pigliano ogni libert di


far male Quefti arretri dun.que,& pafoni dell'animo noitro,
mentre che itanno nella natura loro , ri pi oltre paiTano di
quello, a che furono ordinati, ci danno vita quieta,&: tranquil-

quelli,li quali
..

la

ma f altrimentefanno,tutta

cela rurbano,&

ci travaglia-

dauano gli antichi ac-:


cefe facelle in mano , per moftrare gli ardori , che nel petto ci
pongono gli afFetti,che io dilli, come i vedr meglio anchoxa
nella imaginedi Tiffone, della quale,quando ella vperfemixiare G ^ 0j ^ difeordia tra gli empi fratelli Etheocle,&: Polini
ce, Statio moitrando la letitia, che ella fentiua per lo andare ad

no guifa di Furie infernali * Alle

quali

Stt'

operare cofa imile, fa ritratto in quefta guifa

T^pn ya pia

lieta altroue ,

pia veloce*

2{ sa meglio di quesla alcuna via ,


7{e la' ve l'alme peccatrici noce ,
y' bolgia tal 9 ch'i lei pi grata fta*
Mille Cerasle da la fronte atroce

Fanno ombra

al volto

fyauemofa>& ria*

Sotto duo cigli in fuor pendenti

Torti

&

nel capo $inti

Tinta ha fa faccia di

ha

e caui

gli occhi

color fangmgno 3

prato*

De gli
Qval

>

269

Antichi

tra le nebbie. l'incantata Luna-,

Jl rimanente pallido, or ferrigno,

&

Spayfo di fanie congelata ,


Di bocca efce vn vapor groffo

Che nonpurl'berba

7{ da

bruna ,
maligno

&

attofca->($ l'aria

mortai con

tjftla fparge tra

fame

fiera

fete, mpietadi, borrori

&

s flrano
l'b abito

furtes

& morte,j

>

imbruna^

fpauentofo a/petto

cbe porta

differente^

Sdrufcito a tergo f l'allaccia al petto


Con le fibbie \ ogni fbbia d' vn ferpente

&

atropo ,
Troferpina per diletto
La fogliono adornar s vagamente^*
D'Hidre

la deslra

man

ruota

vna sferra

L'altra col foco borribdmence fcberTg

Etquando Giunone la manda


te,

Ouidio

la

ite di ferpenti,che le

na

il

fenno ad

Athaman

chiome canute, mi-

feendeno gi per la faccia, veftita di gon-

tutta lparfa di fangue,

infieme

Ieuare

defedile di turbata vifta,con

& la fa cinta a rrauerfo.con ferpenti


mano

parimen
lofpauento.
Non feruiuano dunque Plutone folamente le Furie , bench
foriero di fua famiglia,ma Giunone ancora,6c a Gioue parimenterli quali paruero hauer che fare anco in nferno,onde fu
chiamato louente l'vno,
l'altro infernale,& Stigio dalla otigi Palude , che cinge l'inferno intorno intorno , come cantai
no i Poeti j dicendo anco , che giurauano fempre i Dei perle
acque di xmefta con pena qualunque di loro hauefTe giuraritorti,&:

tedi fangue,

che habbi in

& che

lei

fen ya di la

yjna facella tinta

tema,

&

&

to
di

il

falfo di elTere fubito priuato della dignit

non bere nettare,

per vn' anno ,


Et fu dato

& non mangiare ambroia

quel priuilegio alla Palude Stigia, che i Dei giuraflTero per lei
in conideratione della Vittoria fua figliuola, che fu con Gio-

Ma leggei anco , che ci fu


perche Stige lignifica merore, e triftezza , dalla quale
fono fempre lontan Dei, che godono perpetua allegrezza \
ue nella guerra contra Giganti

into

c gioia

come che giuraflero

per quello

da che fono in tutto

^^jjjj^

S70

Itnagini de

to alieni. Circonda quefla Palude

Dei

l ? inferno,perche

altroe nli
troua meittia maggiore ,
per ci vi fu anco il fiume Lete, Acheronte , Flegetonte, Cocito,& altri fiumi,che lignificano pianto, dolore ,triftzza, ramarico, 6c altri fi ili pa filo-

&

fi

Viatoria

Lete fiume.

Acheronte.

che fentono del continuo i dannati Le quali i Platonici


vogliono intendere ,che (lanoinquefto modo , dicendo , che
l'anima allhora Va in Inferno,quando difcertde nel corpo mortale , oue troua il fiume Lete , che induce obliuione , da quello palla ali' Acheronte, che vuol dire priuatione di allegrezza , perche fcordataf l'anima lecofe del Ciclo , perde tutta lagioia, che fentiua dalle cognizione di queIle,onde fl tutta trif ne
perci circondata dalla Palude Stigia,
fta,e melta,
fare
il fiume Cociramarica fouente,&; ne piange , che viene
to , le cui acque fono tutte di lagrime* &: di piantoci! come Fledi fiammejche moflrano l'ardore delgetontele ha di fuoco,
altri
afFetti,che
ci tormentano, mentre che fiamo
l'ira,e de gli
quefto
di
corpo,
come riabbiamo detto , che facenell' inferno
Furie;
alle
Virgilio aggiunge leali , 3c dile
quali
uano ancho
prede
fempre
dinanzi
Gicucqualunque voi
fono
ce,cheelle
mortali
qualche
fpauento grande di
egli
vuole
mandare
a'
ta
di
i
guerra,
pefle
grauiilmomale.
altro
morte,
o di
Et Eliano fcriue, chele Tortorelle furono confecrateda gli antichi a]
le Furieui trouo, che altro animale forte proprio loro,fe nor
che Virgilio ne fa cangiare vna in emetta , gufo che fofTe.

ni

&

&

Cocito

flegetonte

ltano*

&

quando G-iouela manda fpauentare Turno,mentrechecoa


batte con Enea
Sono flati di quelli poi,li quali alie tre Fu<
gi dette aggiungono la quarta , che chiamano Lifla
Queffe
.

t$(>\*

lignifica

appo noi rabbia,

&c perci vogliono, che ella fia,ch(

Onde Euripidi
il f enno .
nge,che Iride comandata da Giunone menacoflei ad Herco
le,perche lo faccia diuentar furiofo,& arrabbiato. Ella ha il ca
p cinto di ferpenti , & porta vno flimolo, ouero vna ferza i
mano . Alle Furie potiamo aggiungere le Arpie , perche cee
deuano gli antichi,che mandaffero Dei quelle parimente tal
hora punirei mortali del loro maluagio operarcele quali fla
uano pure in inferno, quantunque Virgilio le facefl'c vna voi
ta habitare le Ifole Strofade nel mare Ionio
ma quiui, od
troue che fleflero > non importa me nel dipingerle , & men
chi

faccia arrabiare i mortali y e perdere

%*4rpic

a!;

De

gli

Anridhi

Imagini dell'arpie, Streghe,& Lamie, punitrici,


tattici di

male,&

gnifcanti la fnta

meretrici,&

& appor

monflri ancora fpauenteuoli di tibiali

&

artifciofa

le

adulazioni de maluaggi adulatori

beler,

& alettamenti

5]^

delle

'Xjl

che apportan prima diletto poi danno, all'anima

Wr

corpo, aWhonore,

& alla vita.

Cf al

172

Imagini de

Dei

chi vorr fapere comefoflTero fatte . Haueuano quefte adi

que la faccia

s le

fi

ma magra

affai S'ella*

&:

il

con adunchi

redo

del coi

artiglierie ce

deicriue VirgiIio,q"ual dall' Ariofto ftato molto bene

tato,& qua fi
cAyqHo

donna

di

era di vccelo,con ali grandi, &:

di Virgilio,e

pongo

cono dell'Arpie
Erano

ima

tradotto in quella parte;l che fa,che io lafcio i ver


quelli folamente deli'Anoitojche cofi di

fette in

Volto

di

vna

fchiera e tutitu

donna hauean

pallide

Vr lunga fame attenuate


Horribili veder pi

efmoYtet

e afeiutte,

che la mortiti *

Valacce grandi hauean deformi ,e brutte 9


Le man rapaci , e Vvgneincurue , e torte_j

Grande

Come

e fetido

di Serpe

il

ventre

e lunga coda f

che s'aggira, efnoda-.

Et Dante parimen te, tallendone pur* iUitratfb da Vigilio


ne fece vno fchzzo,dieendonel fuo inferno*

Dante

.",

Quiui

te brutte Jbtpie

Che
Con

tornidi fanno \

cacciar de le Strofade

Troiani

danno

irislo annncio di futuro

'pyC^f hanno late* i cotti vifi hmani*


Ti con artigli , e pennuto il gran ventre
Vanno lamenti in sa sii alberi Urani *

Streghiti

Gnidio

Italie

erano

Arpie ice uidio che ncquero

certi vccellacc

le Streghe , le quali'
grandi,fpauenteuoli>& auidTmi del fan

gue humano,& cos le deferiue

Han grande

il

capo

Delcommun

egli occhi fono fuori

vfogrojji,

& eminenti

Tieni di brutto, e di crudele honorem


Gli artigli incurui,

x^Adunco

il

& ia preda

roslro

intenti *

e di color canuto

le pennese par che ognun

di lo punenti*
r

AndaaaflO

Degli Antlchf.
Andauan

qu*(le volando la notte

27J

Se cacciate/i nelle caf, oue fofTero teneri fanciulli fucchiauano lou il dolce fangue ,
Bnde ne ormano i miferelli.Statio le fa nate in inferno, Se con
,

fccia, collo, e petto di

donna

Se che

S tatto*

habbino alcuni ferpen-

Bji,che lccndono dal capo su la fronte

, Se fui vifo; dice parinotte nelle cafe pafeerf del fangue de i


piccoli fanciulli. Et per rimediare a quefto male adorauan

mente , che vanno

\\

Dea Carna,ouero

antichi quella

ili

la

nella itnaginedi

Cardinea,della quale dif-

Giano - Penfa Phnio,che

S dice ielle Streghe, Se

fia fattola ci chfc

Tlinio

che gli antichi vf affer quella voce fot-

in fare onta, Se dire villania altrui: come hoggi anchor noi


rhiamiamo Streghe le malefiche vecchie , e tutte le donne in;anratrici,le quali fono prette femp re a fare malealtrui. Hani10 poi voluto alcuni , che le Lamie fofTero il medefmo ap- tamiz^>
pi-elfo de i Greci, chele Streghe appreffo de i Latini. Ma FilqFilo^ratO,
Strato nella vira di Apollonio dice,che le Lamie fono fpiriti, j
rogliam dire denoni) maluagi,& crudeli, IibidinofIoltra>mo
fu, Se audi delle Immane carni. Scriue $uid.a,& Fauorinoanchora , che Lamia fu vna bella donna, della quale s'innamor
Gioue , Se ne hebbe vn figliuolo , che la gelofa Giunone fecs
mi mala mente perire, ondela mifera madre tanto pianfe, che
:u:t 11 disfece , ce a vendetta del fuo andata fempre fcenA Itri dicono , che furono le Leo male agli altrui figliuoli
io

faie

animali, che

Ma Dione

haueumo

appetto di

donna ,

e piedi di caual-

modo

Dioneo.
, Se perche
ha detto pi di tutti gli altri , voglio riferire tutto quello
bhe egli ne ferme . Leggef dunque appreffo di coftui , che in
berti Juochi deferti della Libia fono alcune crudelifli me fere,
e quali hanno il vifo , Se il petto di donna bello in modo, che
rneglio non fi potrebbe dipingere, e fi vede loro nel!* afpetto ,
l ne gli occhi tanta gratia, Se vna vaghezza tale, che chi le mia, le giudica tutte maiifucte, Se piaceuoli . Il reflo del corpo
>oi copertodi dunfme fcagiie , & va dmenrando ferpente,
che
finifcein capo di ferpente terribile , Se fpauenteuole .
ST on hanno quelle beflie ali,n parlano ;Se non hanno altra voe, f nonch frfchiano,& fono canto velocitile non animae alcuno,che da loro polla fuggire,& fanno caccia degli huo.

hiflorico

le

deferiue in altro

;ie

niniiu quefto

modo.Moflrano

il

bel petto,

come duTe Gieremia

Mm

Gieremiaj.

*74

Imagini de

Dei

&

<t*

della
Itnagine della sfinge Thebana ftiperata da Edipo,
da
Beller9fonte,qualfwifnon
Chimera Licia [operata

te della Licia pieno di feroci

>

rofonte ridotto

coltura,

animali,& difertoJa BeUc-

& babitabil&j.

>

De

gli

A n tfcfi

27f

ancora bench Volelfe incendere d'altro , che di


quefte befhe,oue fcriiTe.Ec haueuano le Lamie fcoperti i bianchi petti. De' quali chicli' vede cos diuenta vago, che defidera
di eflfere con quelle, 8c da cotaldefiderio sforzaro,a loro ne va,
cornea beliiiime donne , le' quali non-fi muouono punto , ma
quali vergognofe chinano gli occhitpefTb a terra , n inoltra-

mia

PrdfelSX

no per" maigli adunchi

artigli

non quando

chi

and a

lo-

ro e benappreflo, perche io pigliano allltora con quelli, n Io


lafciano prima che il Serpentesche di Ioto fine, de quafi coda,con veienati morii Miabbia vceifo,che all'ho ra poi f lo di-

Et pi non dico delle Lamie , ma vengo a difgnar


quali fono moftri non molto diffimili da quelle ,
feuolofi inparte,& in parte veri. Percioche ferme Plinio , che
fono quefte beftie nella E thiopia di pelo fo (co, con due poppe
al petto yi fccia moftruofa. Et Alberto magno fcriuendo de.
gli animali le mette tra le Simie , 8c per q uello, che ei ne dice >
fono quafi quelli, che noi dichiamo Gatti Mammoni Ma ne
Icriuono i Poeti in altro modo, dalli quali ne hanno tolto il ri-

uorano

le Sfinge,

le

Sfingi
ICJ

*4lo&ttQ

Ma

gn0

tratto poi gli Scoltori tutti


le

&

Dipintorij perche quelli

co-

dice Eliano , fanno la Sfinge la met donna, e fa met Lio- Eliano

che cosila deferine l'afauofa , qual racconta di Thebe


u ella ftaua sii certa rupe proponendo dubbiofi detti qualunche pafiaua diy&c chi non fapena fcioglierli, da lei reitva miferamehte vecifo , ediuorato II dubbio era , qual folle
in fine (
luell'animateche prima di quattro, pofeia di due ,
dicono, che hauendolo dichiarato Edicruiua di tre piedi
po dfcendo,cheef^ l'htrorh , il qwale nell^intantia adopra caminando lemann& ' piedi,& cofi f ne va in quattro,fatto poi
grande, va con dnefolattiente & in fine quando da gli anni aggrauato va con tre , adoprando vn baftone per fuo foftee

fi"

&

&

gno,ella di dolor ripiena da f ftefla

fi

precipit gi della det-

rupe>& cos rimfe prhia i vita. La vera imagine di quefta,


fecondo le fauole che ha bbia la faccia ,
il petto di donna
con grandi ali , Se il refto fia di Lione , come fi raccoglie pur
anche da certi ver di Airfonio Gallo. Leggefi appretto di Pliniojche in^ftto, oue erano quelle grndtffme Piramidi fu
vna Sfinge, la oliale riueriuano le genti dt paefe, come Nume
faluatico,fatta ai pietra viua, &cos grandeche il capo hauez
L *
u
ta

&

fi.

Mm

.->

^76

Invagini de

Dei

u di circuito cento due piedi, & cento quarantatre di lunghezza,


dal ventre &n* alla cima della tefta, erano cento feffanta
duo piedi. Non tacer la Chimera anchora .Moftro in tutto fauoloioj&iintO'da i Poeti,ilquaJe,fecondo che lo'defcriue Homero,
dop lui Lucretio,haueua il caponi Lione,il ventre
di Capta, &Ja coda. di fiero Drago,
gitta.ua ardenti fiamme
dalla bocca,come dice Virgilio ancbore,che la mette nella pri

&

Chimera

&

&

ma

con alcuni altri terribili mefiti. Ma Ja


Chimera non vna btfria,ma era vn monte nel

entrata dell'inferno

verit fu,che la
Ja Licia

che-dalia fua pi alta

fpargeua vfue fiamme,


al

mezo

cima

guifa di

Mongibello

& quiui d'intrno ftaunno Lioni affai*

poi haueua de gli arbori .,,&' affai

uerfe pian te,& alle radici era da

lieti pafehi con diognintorno pieno -di Serpen-

ti , in modo che non ardiua alcuno ci h:\ bita ui .


che tre u
rimedio Bellerofonre,mandatouida Gicbate,pcrche vi rima*.,
neffe morto in vendetta del' oltraggio fatto ( come ei crede*,;
u ) Stenbea fua igliuola,mogliediPleto^ il quale fece s,
che fu pofeia tutto il monte ha bita to 'i diramente. Perla qua!
cofa diflero le faiiole, che la Chimera fu vccif da. Belleronfon
te. uAndarebbono con qUefii moftriidifegni di molti mali
1

che tutti fono della famiglia infernale ma perche torner


pi commodo dirne in qualche altro luoco, come ho gi delinon cofa,che e u rileui molto,gli lafcio,
berato di fare,
-vengo a deferiuere Je Parche , che furono parimente pofre da
gli antichi fra il numero de i Dei Sederne gli altri, .riebbero

&

Tarcke-i*

&

-,

Chudiano*

tempij,&

altari cronfecra ti. Queftefiiro.no tante, -quante erano!

le Furie

&

feruiuano parimente Plutone , come vna di loro,


Claudiano , quando lo prega , che non voglia^

^ Jce a ppreflodi

muouere guerra Gio.ue,&


3)eTonbre 9 e de

le

la notte

fiero rettore

fue parole fono

eterno ,

-e

tali..

grande

e giudice onde jemprej

Cli Itami noi volgendo infieme tanto

<i ajatkbiam ftr


) a cui dipende

il

te

fin

aggradir del tutto

vtimo

e ilfemtLj*

Che il viuer., el morir reggi , che feria


.4*U Immani corp eternamente vghalu

Et

Degli Antichi.

ft Imagini di doto, Lachefi y

W
fc

dcllequali diceuano

morte de
le quali

li

&

^Atropo , dette le tre parche


anticU efler nelle mani la vita

&

tutti, fignifcanti le alierationi della vita.dal-

nafce la lungbeiga <& breuit fita

per tifato

& dettino

..

>

intefe anco

Imagin?

78
Et no

cfe

Dei

-marautglia ,'che le Parche feruano a Plurone,pe!%

che elle furono credute filare la vita humana , la quale poco


dura molto, fecondo- che il corpo frale di natura fuaatto .
viuere pi, 'menoi 8c quello nell' huomola materia rappr<rfentajta da Plutone* v Dalle mutationi< dimque,che riceue in s
la materia , viene la mortetela vi ta,quale allamifuta di quelbreue . Et perci finfero gli anla fajino le Parche lunga ,

&

tichilche foner tr,|srj*vna hauefle la cura- del nafeere, l'altra


del v|iuere,la terza dtl morite . Onde ,che ftando tutte tr in*
ficmfe a filare le vite de ^mortali, teneiia>vn. Gioco la pi gio-

irne,

w*o

la

conocchia y-e'tirau

il

filo l'ajtra

ILachetf di

maggior

ctl'auolgeua intorno avfufo,e la ter za\A tropo gi vecchia lo.


tagliaua . Pero Virgilio* 5esi: parla di IDante chi fi marau
1

gliaua di vederlo tanto oltre in Pifcgatx>ri6>.vIendo dire,ch'ei

non

era anco niotio

UKa
.,

perch: lei

y che: d i je.ntpe.ffaj r
tratta ancora lalcvnoccbia ,

T^nglibauea

Che Cisto impone

'

&

Fj&^n^o dice; ch^iono le


toni^p^thpislaffrza lotfr

cafenno

e compila.

Parclfe fteffe a i fruidj di Plt*r

cTolmntefopra

habpiamo..gi dett >|i^Ke:anco per Plujcgn

le

epfe

terrenfe,

terra f
col* fiano;det-

iu'riten<fe la

tjiu parte de'fcritt^rtt^nclt^es^hei^ Parche


Parco voce latina- ><clte volgarmente fignifica perdonare
d^
tt
per quf& figura Ich loro addimandano Ahrifrafiycio che ci

La

dinota il contrario di quelf,che la parola lignifica jquafi vglifio dire 1 che per ci hanno elfe quello nome, perche non per.
Ma Varrone vuole , come riferifee
che fano fiate dette dal partorire , cornea quelle ne
toccale la cura donde venne ,dice egli, chei Latini ne chiamarono vna Decima , l'altra Nona, perche il tempo del maturo parto quafi fempre l'vno di quelli duo meli, nono, e
decimo . Ma perche chi ci nafee ha pur anco da morire , fir
detta la terza delle Parche morta dalla morte , con Ja quale

donano giamar ad alcuno

Vanom-*

Gellio

Decima*

tJWoYtaj

era creduta mettere fine al viuere

Taufania

humamo

Et quefTa

dife-

da Paufania , quando racconta le cofe fcolpite nell' are*


di Cipfelloin quefto medo. Quiuiera, dice egli, Polinice ca-

griata

duto

"De

lwdgie

ctefla

Dm T^ec^ftJ, tf

<fe/

della T^eceffit
li

tre

te, venturo

.38

anticbL

//& adamantine tra-

& imagini
Tarche
nominate C
strepo Lacbefudeno- $\
"
tempi &

uerfante ti mondo*

Unti

ijf

gli Antictii.

delle tre

loto

figliuole

tre fiati della vita, paffatoiprefen-

>

dinotano ancora

il

delfino fecondo gli

Imaginidei Dei

a8o
duco

andaua il fratello Etneo


vna femina con denti , Se

in ginocchione, fopra del quale

eie per reciderlo

de vi era tergo

vgne adunche,& che pareua

in vifta pi crudele di qual

quefta,come le
Morta vna delle Parche

glia crudeliilmafera; Se era

moftrauano

vo-

fi

lettere quiui inta-r

,-e voleua lignifi,


che Polinice moriua per delirino , ma Etheocle per fua>
colpa,
per merito Tuo . Et perche molti de i Filofoii anti*
chi, vollero, che la diuina prouidenza habbi difpoft-o vna volta tutte le co f, di modo che non fi pollano pi mutare, come
creile caufedi quelle fian cos ordinate inieme , che da loro
AefTe venghino a produrle , d'onde ira Tee la forza del Fato ;

gliate

care

&

fatff

ajcuni

hanno dettochei Poeti

intefero

il

medefimo

lotto la

fic

tibne delle Parche,& chele fecero tre, perche ogni cofa eomin-r
eia

da vn principio

rriua al desinato

ma

feparatione

Se

fiore;

laminando pel fuo appropriato mezo

nacquero del Chaos,perche nella

chefir fatta

pri

fororio a tutte le cofe aflTegnatff

le Parche nate dell' Herebo,che fu il profondo,^ ojfcuro luoco della Terra,&: della No|t
te, volendo con la feurezza del; padre. &. della madre inoltra*
f , quanto fianq occulte le caiilb delle:cfe Platone le fa

le

T^cejJitaDea*

proprie caufe

Altri

hanno fatpo

gran fufo di diarrante,che tiene dall'vii polo all'


Hanno a federe a canto alla madre
egualmente difcoftel'vna dall'altra, in. alto Se eleuato leggio
cantano irifiem con le Sirene, che fono fopra gli orbicelelH
Lajphefi delpaflatb , Cloto del orefente,, &; Atropo di quello,
che ha da venire > e mettono parimenter mano al fufo inieme
con la Dea NecefSt loro madre in quello modo jCloto vi mct
te ^ delira, tropo la finiftra , e Lachefi con ambe le mani lo
tocca di qua, e di l: Se fono vertice di panni bianchi , Se hanno il capo cinto di corona * Seguita poi Platone , dicendo
come le forti della vita humana vengono da Lachefi , Se alcune altre cofe s le quali contengono alti lenii , e mifterij grandi, come dichiarer, quando fcriuer dell'anima, fecondo che
altre volte ho promefTo di fare , che hora non viene a propofito; ma balta fapere, che le Parche erano veftite di bianco,& co
ronate a guifa di regine ftauano fedendo, eporgeuano chi l'vna
biette quel

altro,&: che le Parche, che

mano

chi tutte dneal fufo> che era fra le ginocchia della

Ne*

celli ci

De

gli

Antichi.

2 Si

quale fu parimente detta De.V& fu dedicato vn tempio a ki,<k alla Dea Violenza come fcriue Paufaniaappreflo dei Corinchi , oue diceuano , che non enlecito

madre

ccfltloro

la

ad alcuno
che

di entrare

Hanno

di bianchi Narcii,&: altri

alcuni fatto ghirlande alle Par-

hanno

cinto loro

il

capo di bian

:ca fafcia,come Catullo,il quale facendole vecchie di facciamosi

aiH^

Je deferiue

Hanno

le

Che

"Parche intorno bianca vette ,


le

tremanti membra citjpre

Circondata di porpora

Han bianca benda

la

man fempre

In varvj modi

Viene

e cinge >

fon per prefte

che lo

Rame

finge

onde l'humana vita

e vafiene

vltima partita

ali'

nelle laudi, cheei canta

Parche fono

le tfft<L^

ihe'C annodale Siringe*

bench vecchie fian

Con

Homero

tre lorelle vergini

Mercurio dice, chele


il capo
le ali ,

&

che hanno

fpaifodi bianchilTma farina . Et appretto di Paufania fi legraaf


e,che Venere fu polla da i Greci per vna delle Parche,
j
r
1
iij- a
if
riime da quelh di Attiene, li quali haueuano in certo tempio de

&

Dea vn fi muiacro fatto in forma quadra,come


Hermijchefi faceuano per Mercurio, con vno epigramma
che lonomaua Venere cele Ile vna delle Parche,& la pi vecIl
chia di loro , ne vi era perfona che ne fapefle dire altro
che mi riduce mente quello che faceuano i Romani che te;iieuanoneI tempio di Libkina quelle co fe,che feruiuano portarci morti alla (epe ltura. Diche rendendola ragione Plutarco , dice che Libitina era Venere, & che rie! fuo tempio
erano guardati gli ornamenti dei morti, per ammonirci del.cacato quella
gli

la

fragilit delia vita

humana

il

principio

6c fine della

quale era in potere di vna medefima. Dea. Perche, come


{vn' altra volta riabbiamo detto , Venere fu la Dea della generatione , &c il farla la pi vecchia delle Parche volcua
punto dire, cheellaera, che metteua lineai viuerc huma~
no . Ma potremmo forf ancho dire, che quello nioflraua ,
che le Parche erano credute cofa dal cielo, bench fo n'ero det!

te

r enere
,

r M i
fra le

i? a

Imagini de

principio

Dei

di vita, i^4tropo\ew%a ordine , cio nccefft


della morte

& variet

tutte le cofe del mondo comune-

Kj

Degli Antichi.

& io

a8

habbi mefTe con lui per le ragioni , che ne ho detto . Onde fi troua , che in certa parte della Grecia fu vn' altare dedicato al Dio Meragete, che CMeYagctt
Dio .
viene adire Capo , Seduce delle Parche , Se dice Paufania ,
he fi ha da tener per certo , che quello folle cognome di
Gioue,perche egli foloh le Parchein Tuo potere,& fa egli foio quello , che ordinano i Fati . Da che venne anco forf, che
ilcuni le chiamarono cancellieri de i Dei , come che fofie loro Cancellieri de
te feruire a Plutone

jfficio
;o il

>oi

intendere

Senato

il

le

volere di

Gioue

Se le deliberationi di tilt-

celefle >e metterle inifcritto

(tendere al

terpretando

il

tempo di mandarle ad

nome

accioche

fi

effecutione. Fulgentio in-

di quelle dice,che Cloro, che

Dei

poteitero
Fulgentio

nome gre-

no ftra lingua lignifica euocarione , Lachefi uol dire


Atropo dinota fenza ordine , quafi che la prima fia
:he ne chiami alla uita, la feconda ne dimoflri il modo,che dob
Marno ufare,mentre uiuiamo,& la terza, la cdition della mor

co, nella

rte

Se

e,chefuol uenire fenza ordine, legge di forte alcuna . Ricorlomihauergi uifto nel libro dalle anticaglie raccolte da Piero Appiano le Parche difegnate in quella guifa , come egli di- Tietro *4pp4
no *
:e,che erano in certa lama di piombo , che fu trouata gi nella
Stiria nell'anno i f oo.Egli tirato un fegno in circolo,& denro di quello fiede fopra un piccolo poggetto un giouine nuha
lo, che con ambe le mani fi cuoprela faccia, e gli occhi,
critto fopra ilcapoClotOjifuoi piedi giace un fanciullo con
'ali, nudo pure , che tiene la mano delira fui deliro ginocchio f
ft col finiflro braccio appoggiato fopra un tefehio humaal fanciulSto,che tiene in bocca uno llincopcr Io trauerfo,
o era fcritto fopra Lachefi,& al tefehio A troppo . Pareua poi
fhe dalla delira del fanciullo poco lontano da lui folle una ar-

&

&

fiamma,

Se di dietro quafi uerfo

il giouine, che fedeua ,


alcuni
herba
fiori
in cefpuglietto di
con
,
Se era tutto il redo
irido terreno con alcuni falTi fparfi quiui difordjnatamente.

dente

pra per mettere

ome fofie

fine alla famiglia dello inferno

uegghumo

nocchiero , che alla ripa del fiume Achcron


e flaua , perpaflar l'anime, che di tutto il mondo ufeendo da
ortali corpi col fi traheuano, quando per moriuano in ira
fatto

Dio,come

fa

il

Dante

dire se da Virgilio in quella guifa.

Na

fim

Dantzj

de

Iroaeirri
r*gi

i>0'

wo

Quelli

Tut

Maquefta
voleuano

a jjc

Dei

,..-*niu LOittj(^>

che muoiono

ne l'u di Do r
conuevgon qua d'ogni paefc_j
,

..

non faceuano

gli antichi

, imperocheche l'anime tutte viandaiTero dop morte, bench

drftintionc

vnmodojcome (t raccoglie da Virgilio>quando ra andare Enea in inferno , che in arriuando pa.


lauano quelle (olamente , i corpi de i quali erano gi itaci fejion foriero tutte piffate ad

, che non haueuano anchor hauuto fepoltura at


corpo, andauano errando cento anni, prima che poteffero en-

poltirma quelle
Ck&OtttCJ...

trare nella piccola barca di Charonte,cheleportaua all'altra ri-

pa, C harem

Senu&**

Dimoniocon

gli

occhi di bragia. Ilquale da Seneca

quando nella Tragedie di Hercolefuriofo,fa,che Thefeo racconta ad Anfitrione cicche egli ha vii
e descritto in quefta guifa,
ilo gi in inferno..

Guarda quel fiume vn vecchio horrido


2Se l'afpetto r e

etrfa

ne l'habito, e da l'vna

idt'ahraripa porta le mesle ombre-


Con la piccola barca , al cui gouern
'

K^idopra folamente vn lungo palo

Le guancie hi caue T e
Tutte piene

La

,,e dal vecchio

rabbuffata barba e

Che cuopre

^ r ^^ ^ a

il

mento- pende

negro panno

pur lefo^e membra


nodofen^ ordiner arte-? -

in parte

Raccoglie vn

JFtwtfol.

9.

di brutto fqualore-

cre<^ erc> cne ei

BC

quale buon tempo prima di

togfieffe

il

ritratto

lui cosi lo dipinfe..

Ottime la Hrada r che per

l'aria nera*
ad Acheronte ci conduca^ r
laTalude >ch'ogn'bor pi s'annera

Diritto

E
E

calda arena entro Cotito adduce-*

K^4

l'entrar de

Staffi

l'

ho

ribile riuiet

Caron per traghetter

> e

a*

duccj .

cjg.

Virgilio

De

gli Antichi*

Imagine di Charonte nochiero infernale nel fiume nero di


\^4cheronte con vna fua barca
remo , intefoper il
tempo confumatore della vita deflrugitore di tutte le co-

&

f,

&

altri effetti Juoi y dinota

licit della vita

human*

ancora la miferia& infe-

Imagini de

2%$

Gii occhi ha di foco

Bianca

la

"pefta

la

barba

Dei

e pallido in afpettos

e lunga inftno al petto

>

gi da gli homeri gli pendei

Legata vn nodo

di

lorder carca

Efio al gouerno di continuo attender


Con remo , e vela d' vna lieue barca

La qual de talme , onde gran


Ciane

/'

copia fcende

Inferno ,ogn*bor,non d'altro carca

Gi vecchio >epen d 'orgogliose pien d'afpreoga

^Ma d'vna cruda


Et
Taufanitu

Boccaccio

Spofttione di

Charontcj

e verde in lui vecchietta

cos l'haueua dipinto anco Polignoto in certe tauolc

cheei ne fece nel tempio di Apollo appreso dei Focefi,hauen


fai
tolto il difegno da i Poeti antichi , come riferifce Paufa
crefi
pu
nia,il quale dice,chc ui era anco certa acqua, laquale
dere , che foiTe il fiume Acheronte pel nocchiero, che la pafTaua,& vi era per dentro molta canne paluftre,& alcuni, che pa-

done

reuano pi tolto ombre di pefci,chc pefci veri. Volendo il Boc


caccio efporre quella imagne, diceche per Charonte s'intende
il tempo, come l'intefe Seruio anchora ,il quale figliuolo di
Herebo,che H piglia per lo fecreto configho della Diuina men
tempo,e tutte l'altre cole fono create > Se la ma^ re ^u ^a n ottes iniperoche prima che folle il tempo,non fi vedeua anchora alcuna luce , Se perci fu egli fatto nelle tenebre^ dalle tenebre panie nafeere Fu pollo in Inferno poi ,
perche quelli,che fono in Cielo, non hanno di tempo bifogno >
fe,dal quale

il

come noi mortaIi,che habitiamo


onde , f riguardiamo

la

pi

parte del

baflfa

mondo,

pu dire a ragione , che noi fiamo in inferno Porta Charonte i mortali dall'vna ripa all' altra,perchejnati che fiamo, il tempo ne porta alla morte,& ci fa
pafTare il fiume Acheronte che vuole dire fenza allegrezza ,
come appunto ne auiene trafeorrendo quella vita frale, cadua loro, fi

ca, e tutta piena di miierie

Egli vecchio

ma

per ro bullo,

Tempo non

perde con gli armile fueforze-,& ha d'intorno vn panno negro, efordido, perche, mentre
noi fiamo (oggetti al tempo,poco curiamo akro,chele cole ter
rene,le quali proueremo vili, Se fordide, f vogliamo paragoSe feroce,ondeperil

narle

Degli Antichi^
harle a quelle del Cielo

con ogni noftro

difo intenti

Ma

287

noi doueremo ftare Tempre


quefta frale fpoglia del cor-

aile quali

po mortale,che habbiamo intorno, cos ci cuopre il lume della


che quaf ciechi ne andiamo per l'inferno di quefto
ragione
dal fcnfo folamente, &c da mille difordinatiapfcorti
mondo,
da marauigliar/I , f da infiniti mali famo
Onde
non
petiti.
,

{>oi

circondati fempre

liquali ci

rapprefentano fubito che

fi

mondo,& fi cac
,che
fi
mortali
cos
pu
efporre
corpi
Virgilio,quan
ciano ne
do dice de i mali, che ftanno alle porte dell'inferno , 1 cui ver/i
anime fcendono nell'inferno di quefto noftro
i

j.

tirati

in noftra lingua fono tali.

Det

cieco l{egno fiero

Sa
Sa

l'alma

Y babita

la

il

vecchiaia

in

da prefio

la

lei

Fame

languida la

La Touert
La UWorte

E
E

e con

pianto

il

petto

vn medefmo
paura

al furto

letto

amica

che d'iwnor poco cura

Ipeffo lo rislora*

fanno

triili

Col petto

e lo nutrica

che piente de la

CMorte

Gaudi] de le menti torte.*

V*hauea luogo a

bombii forme ) e la fatica


quel che l'Intorno s medefmo fura ,

Il

lugubre manto

pie [offende

giace di dolor ripiena

Con

il

ch'a la vendetta intender

Con faccia /morta ,


Quiui l'infermitade

ha feggio

la primiera entrata

E'I rio penfier

bombii) quanto

che la gi dannata fcende

l'incontro l'empia guerra

e con le

S come quella

Spejfo foffopra

man

tinte di

fangue

che volge la terra


ond'ella plora

Ungue->

",

Toi di ferrigne mura vn tetto ferra


le tr Furie , ch'ai crine han pi dvn^ingue^
%An? in vece di crin , di rabbia ardenti
Cingon

le

tempie

lor

mille fcrpenti*

Sta

Vvtg\\\Q

Imaglni de

a88
Sta feco

La
Di

Dei

n giamai da quelle bande

rea pa'jga Difcordia arretra

sul

cui pender

collo copia

D'auelenatc bifcie anco

fi

il

piede j

grande

ved^jt

me%p amor ^antiche braccia jpande


grand' Olmo , sul qual tengon lor fede

2ye/

Vn

accolti tra

le foglie i folli

Che fan, che

fpejj

fogni ,

L'buom vegliando agogni

'&&

Mbrcvrio

Degli Antichi.

~~

ivtagine di Mercurio meflaggiero de dei do della eUoquen- Fjj


de mercami>queto dinota lafauella efler mefjag3?j

&

$2j

giera (3 difcopritrice della mente

jftjj

ceo poi fegno d concordia ,

fe

animali

\a

lui [aerati

del core

il

cadu-

vnione,& pace t con alcuni

dinotanti la induflria

& vigilan-

nel contraltare, n'negotij

Oo

K
N
^*

Imagim de

%$<*

CVR IO.

Aueuano

Bei

fauolof Dei de gli antichi cos partiti

gli orlici fra

loro

che duo {blamente fu dato

carico di portare le diuine imbafeiate. L'vno


Us

era

i tisi e

Mercurio Nuncio

di

Gioue,&

l'altra Iride

che feruiua a Giunone; > ma n per si che Gioue non le comandali";: ancora alle yoH? Bene, vero , che, d
quella egli non fi feruiua,fe non quando volerla* che foiTe an
Blindata ai mortali guerra, pe(W,,rame, qualche altro graa

male-,& per

le

parola lignifica
altri

le

cofe pi piaceuoii
*

DeiancKorafununcia

le

poimundiua Mercurio,che*

quale parimente,ncfn iblo di Gioue

il

meffaggiero

fecond

ma" di.

le faiiD.-

quali fottp l fetione di cofui intefero l'interprete dei

Dei , efTendo'xhela

favella fra noi efpone quello- che l'animo*


ilqualedi n$i $prteA&ttina,,h gi coaceputo M^JafciaJ
.

UfrfeYeuno
tik officio

et

db quelle

fpofitiotfi per

come la vana creden-j


bruendolo per lo Dio iibn folamenwti

boia, veggiaroo

za de gli antichi lo. fece,


de i Nuncij,. ma che al guadagno anch0r^fft;{e(ppra,.fecoada|
che eglidi si me&eljmo dice appreflb di Pla^tb.y:^

*
Manno me

gli

ha, cura

Nel

de

nlmetitcotice/a
i

tmffaggi

e del

libro delle anticaglie raccolte

e d'aia

guadagno

da Pietro Appiano

fJvefc

che fu gi fatto per Mercurio,vn giouane fenza barba,con:


due alette {pra le orecchie , tutto nudo fe non che da gli homeriglipendeua di dietro vn panno non troppo grande , e te
dje,

,.

Caduceo

..

neua con la delira mano vna borfa appoggiata fopra il capo d


vn capro > che gli gkceua i piedi inficine con vn Gallo &
nella fiaiftra haueua il Caduceo
Quello era infegna propria
di Mercurio,co.!ne i'hauere anco l'ali in capo, &c a piedi: onde
Poeti quali tutti lo di legnano in quello modo , facendo, che
egli ha obi le pene a i piedi, le quali chiamano Talari,. & in mafie il Caduceo da loro detto verga,paxhe da principio fu fera.

|>lCjS.

Bc
jplce

don

ra,che
le

19

Antichi*

gli

e l'hebbe da Appollo in iicamnio delia L


lu,come raccontino le fauole , allhora die dop

verg,quanco

rubbate vacche

fi

rappacificorono infieme

Onde

H orner

Mercurio,narrando quali cucca

;iell'hinno,cht canta i

la

fauo-

fa cos dire da Apollo.

jla>gli

poi dirotti la dorata vergte

De

la felicit

de

k ricche^ %

A quella furono dapoi aggiunti

ferpft

ttt perche

Serpenti

*&

Mercurio trouato duo combattere che col


Cadufubito furono rappacificati, oue- ceo*
infieme la gitt fra quelli,
ro perche, come dice amblico, hauendo Mercurio infegnato

legge

cli

hauendone

gi

&

noi la Dialettica

fu per dato per infegna quella verga

li

punt lignificano i due ferpi , che fi rifguarda[ino l*vno Con l'altro j eneramente pure per quello , che mette
tiPlinio,il q'Uale pofcia,che ha detto, Come fi annodano infieme
[liferpenti la estate, foggiunge Et quello, che moftra concordia
[poi che tanto

litra

crudeliflmi ferpi,par

Caduceo con

eflTere la

cagione

ferpenti intorno

per

la

perche

quale Arato

legge , che
furono ferie primi a farlo, lo fecero in quella
Iguifa. Stalla vna verga drirta, bacchetta, che vogliamo dirla $
con duo ferpi intorno, lVno mafehio, l'altro fmita,annodati
fenfiemenel meio, Se faceuano quafi vn^arco della parte di fo*
pra del corpo , si che veniano ad aggiungere le fere bocche
l'a cima della bacchettarle code fi auuoigeuano intorno afe
Illa medefima di ft'to , onde vfenano fuori due piccole ali
Et
lo chiamarono i Latini 'Caduceo perche al fuo apparire face-i
',

fatto

gli

il

Egitti], che

*,

fi

*?

ftta

cadere tutte ledifcordie*

& fu perci

la

infegna della pace

Onde lo porta uano gli amba fciadori cheandauano


,

per quel- jfnhafchtOY

furono anco poi chiamati Caduceatori Bench tre- pacifici


1' vliuo parimente apprefio de gli antichi
,
yi'm0 femo
gli Ambalciadorijcheandauano come amici, fecondo che Virfi pacc t
gilio dice, quando fa, che Enea ne manda cento al Re Latino
Jaji quali

che portaUano

Uafi

&

chequando egli va ad Euan,


moftra Pallante , ilquale prima gli viene incontra che
iva come amico , (tendendo la mano con vn ramo di pacific
i?liuo . Scado medefi inamente, quando l andar Tideo c\ii&- Stath
Oo i
der
tutti

dro

coronati di uerde vliuo

.'

*#*

Imaginl Je

Del

derper nome di Polinice il regno di Thebead Etheocle , gli


mette in mano vn ramo di u!iuo,per inoltrarcene andaua co-

me ambafciatore pacifiche glielo fa gittate via poi,quando no


pu ottenere quello, che dimanda onde heboe principio la
fcelcrata guerra
Et Appiano recitarne vedendo Hafdrubale
di ncn poter pi tenere ia rocca di Cartagine espugnata gi>&
prefa quafichein tutto dai Romani, lafcia ti quuii figliuoli
& la moglie nel tempio di Efculapio con molti altri , Jiquaii
:

abbruciarono poi

tutti infitme di
dinafeofto Scipione,portando in.

1**^

*jj

Virmin&C

.i

ccmmtm uoJere.fenefugs

mano alcuni rami di vliuc


con li quali moftraua i andare fola mente per ha nere pace.
che haueuauo fatto parimente molti de* fuoi innanzi lui
che era no fuggiti Scipione per ottenere , come fecero , che
chivoleuajpotcfTeYfcirefaluo della rocca,& andarfene,hauen
do pottata per quefti in mano non Nliuo s ma
uolgarmcnte detta Verminaca
dere per

le

parole di Appiano

ma di tutte le altre herbe

non

bench

(i

la

Verbena.chjr

pofla anco intei&i

di quella herba folamente

& foglie, delle quali

era adornato

tempio di Efculapio,che fu in quella rocca molto;


che fotto il nome delia Verbena cffo*l
frendi , delle quali e*;
* anticamente intefe tutte le herbe*
^no adornati gli altari il d della fefta Et era anco il porgerci
altrui herba con mano legno appiedo de gli antichi di confeC
di offerirli lui, co]
farli uinto da colui, cui fi porgeua >
me (oggetto La quale cofa fcriue Fefto , che fa introdotta
ne i primi tempi da'paftori , perche quando quefti faceuano I
correre infieme, contendeuano in qualche altro modo fra lo
rechi era. vinto, fi chinaua terra,& pigliando herba con mano la porgeua al uincitore . Nondimeno fu pur anco la vera!
Verbena legno di pace,come fcriue Plinio,ckdi quefta (1 coro,
nauano gli lmbafciadori , cheandauano per tregua, per pacq
maffimamente de' Romani perche altre genti ufarono forlc
l'altare. Se

il

bello, e ricco 5. conciofia

Tergere herba.
th moSlru

&

&

qualche altra cofa

come fi legge apprefib di Appiano

di alcu.
j

ni popoli della Spagna,li quali mandarono ambafciadori Mafl


quefti fi portauanfl'l
cello per ottenere da lui perdono,c pace,

&

innanzi una pelle di Lupo in ucce del Caduceo, de i rami del-]


I'viuo,& della Verbena,che furono per quali vniuerfalmenl
tei pia adopwti negli affari della pace,&
~ "

fokuaap anco gli

'

ucha

Degli Antichi

29$

tich auuotgcre loro intorno alcune picce le pende , fafi :e di"


lana,chefign;icau~no la debolezza, &: numjlt i chi Jo porta u, perche la lana fi trahe della pecora animai debole, &c hu-

miIe,come dichiara Seruio (opra il primo ragionamento , che Seruio l


Er perci il Caclufa Enea ad Euandro appreflb di Virgilio
ceo talhora fola mente talhora i! ramo deli? Vliuo folo (tato
fatto per la Pace. Lacuale fu Dea parimente apprefibdegli 3W t)tt%
coantichi & hebbe in Roma vn gran tempio tanto bello,
fola

Roma
andatiano
mente
molti
per
vederla
ricco,che
s
Queito fu fatto da Vefpafiano > efiendo per gi principiato
da Claudio , Vdopo la vittoria hauuta della Giudea ui port
tutti gli ornamenti del tempio Hierofohmitano , & (i pu credere , che vi fo iTe anco qualche bel firn tifa ero della Pace , ma
non ho trouato per fin qui fittane mentione ad alcuno J
'

'

&

Vediamo dunque come

altroue

ella fia (tata fattalo

difegnata

_y

& fecondo lui -Jj


Paufania fcriuc che la *

la deferiue tutta bella nell* afpetto,

Ari ito fan


j

(Compagna di Vcnere,.& delle Gratie .


jfua ftatoa in Athene era di donna, che teneua

ho

Lltra volta

dett

fanciullo Pitico

il

roerche quefte meglio

Dio

,*i#

in

mano come
,

delle ricchezze >

fi conferuano nella pace


conciona che alihora non fi pofla
attendere coltiuare i campi . Et per difTero gliantichi,eh la Tace amica di
jpaceifu amica grande di Cerere,&: a lei molto cara>& Tibullo
Cererei*

[che al

tempo

G.

acquiftano,e

della guerra

j,

jjcosdice..

Tibullo*

la Tace fu

che prima gunfe buoi

Sotto l'incumo giogo

Fu

il

bel frutto d

Ter

Ch
Et

le

coltiuato

la

ella

pace

e l

onde

il terreno)

gran produce poi

doke fucco pieno


fi

coglie dalla vite-) $

la terra gi ripofein [eno

guerre fono cagione del contrario

Onde

Claudia-

no finge , che Cerere non volle maritar la figliuola Proferpila Marte , n Febo , che ambi la di manda nano , perche i
/ehementi ardori del Sole, f troppo durano, cos nuocono
die biade
rolce

per

>

la

come

le

guerre

pace > come

fi

Il

perche fecero

gli antichi alle

vede in alcune medaglie antiche

vn*

>

Ciffldiatttt

Imagittf de

3ei

&

Imagine

delia Tate,
de Geroglifici fegni che quella di
moflrno, cio il fanciullo Tinto che ha
mano dio del

le riccheige moltiplicanti nella

patetiche di grano, che \

dinotano la coltiuatione decampi nella pact& lorfer(


tilitforonata di lauro hattendo fotto li piedi l'vliuofe*
\

gni di trionfo ,

&

di quiete^)

iP^f^i C^C^'^si

C&fQ C*3r*3 Cly C2T*

De

gli

yna donna^qual teneua con mar.o vna


bullo perci

Et

di bei frutti

mano

la (pica

in

pieno

bianco Jeno

il

Et la coronauano talhora di vliuo

fermento. E Ti-

%
.

Lauro *
con ghir&c ne fofTc-

&c alle volte di

vedef ancora in alcune medaglie antiche la pace

landa di rofe
iro

fpica di

difTe.

Vieni alma pace con

^5

Anrichf;

ancora

fritte

Ma bench

& la Concordia fano

jPace,

j;na,e l'altra

Jquieta

lanata

i nomi diuerf
nondimeno mi pare che U
vna mede/ima cofa,& furono l'v-

fano

d.uerfe magini

adorate da

gli antichi

Sar dunque bene

de ripofata.

che hauendo dife-

quella io difegni quella ancoraja quale era fatta in for-

&

con la deftra mano vna tazza,


nelcorno della copia , ondecosdiflfe Sene^

toiadi donna> che teneua

Hafniftra haueua
ea di

il

colei

Tregua

UWarte
man porgendo

che pu del fiero

Stringer

le
,

fanguinofe

e ripofo

(tco porta

il

guerre^?

le noiofe

corno della copi*

Faccift faenfcio tutto mite-*

p Aro uno Scettro in mano alla Con*


pareuano nafeere alcuni frutti Ariftide in;
tccrtafuaoratioue deferiue la Concordia,che ila di afpetto belio , & graue ycomprella di corpo , e ben fatta , di buoniflmc
;olore,e tutta uaga,& non habbiain se cofa,che punto difeordi dalla bellezza fua Et dice , che ella fcefe gi per bont de i
Oddi Cielo interra, accioche le cofe dei mortali andaiTero
:on certo ordine, imperoche per cortei fono coltiuati i carnEt

alle
,

Seneca l

Et a

Icordia

Concordi* .

accioche deliro loro vita

volte ancora fu

dal quale

:.

:\

ai,
tei
t

&

ciafeheduno iicuramentepoilede quel^chc fuoj.da cofono gouernate le Citt , fono fate , e conferuate le liete

tozze,

& nodriti erano*& ammaendati

figliuoli poi

Fu mo-

Concordia qualche uolta ancora con due mani nfiee giunte-, il che fi uede in certa medaglia antica di Nerone :
vome faceuano eciandio delia Fede gli antichi, la quale teb-

irata la
;

>

fede Dea

Tmagni de

ip<5
$$Q

Italico

Del

&

bero parimente p^r Dea ,


la fa Siio Italico habitare nella
pi {ecreta parte del Cielo, frgli altri Pei, quando finge,cho
Hercole Ja va a trouare per la difefa di Sagunto,
le ceraia-

&

eia parlare in quefto

O [anta

Ti

c&e innanzi al

Fotti creata

Ttr

modo -

fommo Cloue

e adorni

te lutte le cofe

buomini

han pace

Deh

&

cue

Tahow per difetto buvia non fei ,


Vi rado , che Gi finta vi fi troue*,
i

Tercbe tu fempre vai par con

lei ,

Et habit ne i cj$ , e giutli petti ,


One fanti fenjier fono ritirati.

Percioche la Fede ha da ilare fecreta, cio le cofe,che altrui


fono credute in ede,&c ha da elTere pura,& monda da ogni in
FedcjA ganno . Perii quale cofa fu ordinato da Numa fecondo Ri
de i Romani , che il Sacerdote facrifcando alla Fede hauefle

Colore proprio
delia

mano coperta di vn velo bianco , come recita Liuio , p


dare ad intendere, che fi ha Riguardare la fede con ogni un
cerr ,
che ella era confecrata nella deftra mano , perche I
la

&

dobbiamo difendere con ogni prontezza, &

&

Morao

cora,

K^inoto.

forza. Virgilio p

rimcnte chiam la Fede bianca ,


canuta, il che Seruio inter
preta detto anchora , perche pare che fi troui pi fede ne gli
huomini gi. canuti, Se vecchi . Et Horatio dolendoti* de i fuoi;
tempi dice, che la Fede veftita di bianco poco adorata j oue
Acrone nota , che in facrifcando alla Fede il facerdotc fi co*
pfiua non folo la deftra mano con bianco velo, mail capo an

&

quali tutta laperfona a di moftratione della candidezza dell'animo , che ha da accompagnare fempre la Fede , il
la quale cofa dille l'Ariofto

T^on par che da gli antichi ft dipinga


La fanta F veftita in altro modo
Che d'vn vel bianco, che la cuopre tutta

Che vn

fol

punto , vnjol neo

la

pu far brutta*

tpcr c/Ter creduto chela fedepropria della Fedefo$e ne


la

DeglfAtitcM^

'

H3

magine

delia Concordia

la concordia, con

crete^a

laimagme

della fede*

,& hierogliftci denotanti la fede &


della

Vede lignificanti

la f

& la fua purit, & che per la con&

jj
l'a- fui

cordia moltiplica t'abondan^a delle cofe le gente,


grkoltura y con gli vcelli agognai Cornice alla concor-

j*

dia [aerati

cbt dinotano

l'ifteffi effetti

Pp'

Imagini de
tanoconfecra
t a alla

Fede.

Dei

k delira mano & che queia perci le fofle contecrata


,

di0

come

anco fouente moftrata con due deftre infieme


giunte,& alle volte ancora erano fatte due figurette,ehe fi diu
uano la mano l*vna ali* altra . Onde gli antichi hebbero la
delira mano in gran rifpetto , come cofa facra . Da che venuto , come dicono alcuni , che quando vogliamo racquetare
vn rumore fubito nato moftriamo quella leuandola in alto |
porgendola aperta lignifichiamo i apportare pace . Et
perci Ci vede,che molte ftatoedi Principi,
di Capitani lluflri furono gi fatte a cauallo ,
pie , che ftendono la mano
delira . Et Giofffo fcriuendo le antichit de i Giudei , mettei
che fri Barbari era fegno certiffimo di hauerfi a fidare l'vnodell* altro quando fi porgeuanola deflra mano ,
che fatto
queflojnonnpoteua pi nl*vno ingannare > ne hiltro non fi
darfi . Et quindi forf anco venne l'vfanza di baciare la mano
a i Signori,& ad altri Superiori che fu cosi bene apprelfo d#j
gli antichijcome hoggi fra noi , come fi vede appretto di PIuu!
tareojoue Popiho Lena, pofeia che hebbe parlato affai Cefiuj
ira, andante in Senato il d medefimo,che fu vecifo, gli bacci;
mano,& f ne and .Et Maciobio facendo parlare Prete*
flato fauore de i ferui dice > che molti di loro fono * che per
che allo incora
grandezza di animo fprezzano le ricchezze,
padroni per la ingord"^
tro fi vede fpeflb che moki Uberi ,
,

ella fu

&

&

&

GiofefiQ.

&

Baciare la

ma

no.
Tintore**

&

&

gi del guadagno vanno vilmente a baciar

le

mania gli

al
"

ferui:& quello atto moftrauachechi lo faceua,fi raccoman

alla fede di colui,cui

baciaua

la

mano

& perci lo ricon

&

Signore L Et venuta parimen


fin* a' tempi noftri Wfanza di dare la delira mano in fgno
fede la quale fumo (Irata anco alle volte con vn cane tut
bianco perche fi leggono i miracoli della fedelt de i cani
fceu per fuo fuperiore

Ma ritornando alla Concordia , dalla quale mih fuiato il


{gno delle due mani a lei communc con la Fede , le confecra
Cicogna /aera rono gli antichi la Cicogna ; onde erano perci nel fuo remACotiorda* pio molte. Cicogne bench vuole il Politiano che non la Cicogna, ma la Cornice fofTe data alla Concordia,& diciochi^
ma in teftimonio alcune medaglie antiche Eliano > il quale,
dice , che foleuano gli antichi dopo l'haucre inuocato Hime.
^

-,

&

neo

nelle

nozze chiamare

~"v.~

la

'--:

per augurio
Cornacchia ancora
"

199

Degli Antichi.
concordia, che douefle dfere poi tra quelli
terare figliuoli fi conguhgeuano infieme.

li

quali per g-

Ma quello

era e-

Ctirnkivcefo

mo dellaCocordig,
deono
che
le
fono
raccontando,
Eliano,
medefimo
glie, come dice il
fi
di
che
fiano
che
due
modo
Cornacchie tra loro fedeli di
,
tacco mpagnate yna volta , morendone vna , l'altra fc ne ft ve
bua Tempre . Erano oltre di ci i pomi granati anchora f- *p om i panati
gno di Concordia appretto de gli antichi , come dicono gli perlaCmcor*(fcrittori de gli Hbrci, Se perci gli metteuano intorno alle ve* tffa
fti de i loro facerdoti. Ma gi tempo,che ritorniamo Mercurio difegnato con l'ali a i piedi , Se con la verga in mano da
Homero, quando Gioue lo manda a Calipfo, perche ella laici
partiredas Vliffe, & acortdurre Priamo nel campo de* Greci /^jyjTJfiV
bene imitaI per dimandare il corpo di Hettore > qua! fu cos
quafi
tradotto
lui
quella parVirgilio
da
in
da
poi,ehe.pare
to
te, quando egli fa parimente * che Mercurio comandato da
Gioue va ad Enea,mnti:e che fi trouaua appre/To di Didone^
:iandio per la Fede,che

feruare infieme marito,&

(I

licosa

dicendo:

%Jtte) curie
2vj?

ad ohedbr

Vadre intent

il

dorati Talari i piedi afeonde

I quai con
*Alto

il

ali

prette

ad ogni vento
I

pertan da terra

e [opra l'onde*

Ttende la verga , con cui in vn momento


Vanirne trahe da le Tartaree fponde

Et

altre vi ripone

l fonni

e dona

e toglie

e molti ancor di vita fcioglizj.

Potrei porre de gli altri Poeti anchora

, li quali nel medefil'hanno decritto: ma parmi,che quelli due fiano di


tanta auttorit , che quando elfi fanno fede di vna cofa , non
fene debba cercare altro poi > f forf non folte per dare me-

modo

too

ad intendere quello,che da loro fu detto,il che non fa hodibifogno . Furono poi date le penne a Mercurio,come ho

glio

ra

decto

perche nel parlare

ficaua fc rfc

di

che

egli era

Tenne perche
che figni- date Menu*
ne volano per l'aria rio

il

Dio

anco la cofa felfa ) le parole f


ti , che f haueifero l'ali . Onde Homero chiaquafi fempre le parole veloci , alate ,
che hanno penne

pon

ma

>

altrime,

&

Pp

Che

ftriagrat

de

I>ei

lmagine di Lftfercuw'inttentore delle lettere


delie buone arti y
ca, della geometria ,

della

mu fi-

& imagine di

Tale Ara fua


.

vn ramo

figliuola dea de Lotta, the tiene in

di vliuo

ejkndo vfo de

J*8

rnn

filiti

ff&
pps

grembo

lottatori di. vngerfi

ff

&&

;De

gli Antichi
jof
in
capo;fi
penne
vede
appref
Che Mercurio haueffe Tempre le
Co di Plauto,quando per poco di facra,ch'ej fi traueft, non ne
volle effere fenza, bench dicerie di farloy perche gli fpettatori

conofeeffero

&

'

lui

dal feruo di Anftrione,nel eguale

fi

"Plauto*

era mutato,,

quelle fono Tue parole

perche riconofeere

mi

poffono *>

Quefte penne haur fempre nel capello*


*

"-

&

quello
Perche haueua Mercurio il cappello anchora ,
erano ancho attaccate l'alijquantunque Apuleio lo moitri feh- (Apuleio*
za, quando racconta il giudicio di Paride rapprefentato in fcp- .Ii3i facendo che per Mercurio comparifee vngiouane tutto
bello, e vago nell'afpetto, con biondi de crefpi crini, fra li quaIterano alcune dorate penne poco da quelle differenti , che in
forma d'ali fpuntauano fuori, haueua intorno vn panno fola
mente, che annodato al collo glipendeua gi dali'homero fiiftro,& il Caduceo in mano
Marriano lo deferiue giouine Mattianal
di bel corpo , grande , e fodo , cui comincino fpuntare alcuni
peluzzidalle pulite guancie,come dice ancho Lucianoj
mezo,nudo perche vna breue veflicciola gli copre gli homeri folamentej& non fa egli mentione d'ali, ne di Caduceo, ma ben '

&

&

<hce,che inoltra di effere fpedito


re,cv nella Lotta

$c esercitato afTai nel corre-

La quale hor mi riduce

mente quel!o,che

ho letto appreffo di Filoflrato & che Paleflra , la quale f"*"d*0


pociamo chiamare Lotta,fu figliuola di Mercurio ,& era tale , Talestra Lot*
che rnalagcuol mente fi poteuaconofcere,fefoffe mafchio,fe- *a *
mina ,conciofa che al vifo tutto polito, & vago pareua effere
non meno fanciullo, che fanciulla le bionde chiome erano
ben lunghe , ma non s per che poteffero annodarli, il petto
era di pura virginella y n pi rilcua nano le belle poppe in lei
che rileuino in vn delicato giouine jn erano le braccia bianche-,

gi

>

'folamentjcma colorite anchora, ck ledendo ella teneua in feno


vn ramo di verde Yliuo , imperoch' ella amarla quella pianta
affai, forf perche fi vngeuano prima con olio quelli , li quali
lottauano
Cos dipinge Filoftrato la Paldtra , &c la dice
.

figliuola di
fia.

Mercurio, perche

forte di cflercitio

,,

egli

fu

il

come cant anco

ritrouatore dique-

H erario

in certo* Havato

binne,

Jmagini de 1 Dei

301

*H Statoe di ^Mercurio dette Hermi per effer lui Siato Vinuen


tote di tutte le buone arti* qnali non temono ne colpi di

tempo di fortuna,
J
n

ro ingiuria
veridico

>

&

li

virtmft non temono niuna lo-

fignificano ancora la

^\

jalde^a

del parlar

Degli Antichi.
ninno

ftra* mortali

il

30 J

& mo-

Mercurortra

ma

uatoredi tutte

Er non ritrou Mercurio,


modo di esercitare il corpo fola mente

ch'ei fece a coftui

>

l'animo anchora , e Iamblico dice , che lui dettero quelli di


che perci gli
Egitto il ritrouimentodi tutte le buoni arti ,
quello,
fcriueuano.
tutto
che
Tempre
Cicerone >
dedicauano

le arti,

&

&

Mercurio moitrin Egitto le lettere, & le Leggi,


quelle genti Thoit , ouero Tlieut , come fi Thoit 1
Et altri hanno detto che, oltre alle Tbeut*
Platone.
di
rilegge appretto
Mercurio
la mufica,Ia geometria,
anco
da
ritrouata
lettercfu
quali
quattro
eofe
le
foleuano
fare anticamen
paleftra,per
e la
figura
quadrata,
porla
di
nelle
fcuole,come
imagine
ce la fui
^"*5S
]F7J
Mertum
ifcriue, che

bche ei fu nomato da

&

ra in certa parte dell'Arcadia, fecondo che recita Pufania>ilrauale lo deferiuc fatto in guifa, che pareua veftirfi vn manto >

di fotto gambe,n piedi,ma era come vna piccor * *


Galeno
quando
efTorta
quadra.
i
giouani
alle
Ila colonetta
che
die
furono
tutte
ritrouate
dice
da
,
Mercurio>
,
arti
:>uone
5c lo difegna giouine, bello, non per arte > ma per propria nache
tura , allegro in vifta , con occhi lucidi , e rivendenti ,
bafe:perche
chi
quadrata
feguita
la
virt
fi
leua
vna
Lilia fopra
ili mano alla Fortuna, e col ftar fermo,& faldo non teme di alLuna fia ingiuria. E Suida fcriue, che la figura quadra data Snida
5c

non hauea

&

mercurio per rifpetto

del parlare veriteuole

>

il

qual cos ft

Ifermo fempre,e fldocontra chi fi fa,co me il bugiardo,& men


jllace torto Ci muta& fouente fi volge hor qu,horf.Maper

ucftoj per altro chefofTe, riferi fcc anco AlefTandro Napotttanojche i Greci faceuano fpeflb la ftatoa di Mercurio in for
5
con filiaa quadra col capo folo fenza alcun altro membroi

&

Ibili ftatoe

honorauano

fpeflb

grandi

& valorofi

Capitani

& ne

metteuano anco molte dinanzi


Ile priuate cafe , come riferifee Suida . Et Thucidide ancora Tbmdidcj*
:nue , & lo replica Plutarco , che in A thene era gran numero
quefte ftatoe,le quali vna notte furono quafi tutte guafte,alor fubito , che gli Athcniefi hebbero deliberato dimandare
I na grolla armata addoffo a Siracura,di che Alci biade,che era
ne haueua egli guaite alcune , fu
no ds i capi dell'armata ,
auagliato grandemente, come che hauefTe dato fegno di muflettendole in publico

&

.rione di ftato della republica,alrerando quelle flatoe,

lequa-

erano dette Hermi,pcrche Mercurio fuparimcnto detto

Hcr Homi l

me
il

me

& erano polle, cmedifl fopra

, per ornamnto
Acadmie Onde Cicerone rifpondendo
ad^ Attico chiama Henne ornamento co mm un e a tutte Je Academie.Etvn*altra volta rifponde al medefimoj che gi gli piac-J
ciono,fe bene non gli ha anco veduti, gli Herrni di marmo con

da'Greci,

'

nelle

Cicerone-).

feritole

&c nelle

metallo> ch'ei fcriue di hauergli comprati ; S lopreg raccoglierne quante pi n pu hauere , Se lo follecita
mandarle predo per adornarne la fua Academia , libraria ,
che la vogliamo dire Leggef, che gli Atheniefi furono i primi, che faceflTero limili flatoe . Et non folamente in quelle di
Mercurio > ma in quelle anco di molti altri Dei vfarono pari- 1
Hermidtt cui
gli altri Greci tale figura quadra; Se pi di tutti forf gip
mente
prima fatti.
Arcadi, come fcriue Paufania, perche appo loro eravn'altarededicato Gioite con vna ftatoa fatta in umile forma. Et ben-'
che molti fermano che Mercurio fu chiamato Cillenio di
.
Cittenfo
vn monte dell'Arcadia di quello nome , oue ei nacque nondimeno vi fono (lati anco di quelli , che hanno voluto , ch'e&i
foife cos cognominato da quelle imagini quadrerie quali li?
poteuano dire, tronche,e mOzze,non hauendo altro membro >
che il capo , perche i Greci chiamano CilH quelli, afli quali Za
par
For%<t del
mozzo alcun membro Se moflrauano la forza del parlare , il-'
lare .
quale non ha bifogno dell'aiuto delle mani , come fcriue Fello, per fare ciche vuole, ma quando beneordinato,&: fi &'
vdire conucneuoli tempi , tanto pu , che facilmente piegiJ
gli animi humani , come gli piace, Se fouente fa forza altrui '
Fuo piacere Onde Horatio canta di Mercurio,che egli da prin*
Borano*
.cipio perfuafe a' mortali di lafciare le felue , e i monti , per li
quali anrfauano in que' primi tempi difperfi,comc le fere,& vIlche tolfe egli forf da cernirr viuerc mieme ciuilmente
la
quale
racconta che Prometheo and
ta fauo-la dei Oreci
le tette di

II

imkalciadore Gioue pregarlo

ch'ei volciTeprouedere, che

lafciafTero homai gii huomini quella vita rozza , Se beftiale,


che-nscnauano gi dal co mine lamento del mondo Onde egli
anandconlui Mercurio con commiffionedi infegnare quel.

modo

ben parlare, col quale effi


, che era neceilario fapoti lieto persuadere
Lngua confeciuile. Et per que
honeila,&
domenica,
re per viuere vna vita
irata MerMercurio
lingua

, Se oltre a
fio confecrarono gli antichi
li

"che pi riputale dsgai,

il

di

gii altri quello

"

curio

~
"

tutti

De
tatti gli altri facrificij

gli

}o$

Antichi.

, quefto era

lui

proprio,

& particolare

>

beendo certo poco vino , le lingue delle vittiMercurio il primo, che moftrafle il mocreduto
anco
Fu
me.
do di guadagnarci perci era Dio de'mercatanti Anzi dico- &od <JWeT~
ao,che folle detto Mercurio dalla cura , che egli ha delle mereanf
:ij onde Suida ferme , che per quefto metteuano vna borfa in
mano al Tuo fi mulacro Fulgentio vuolc,che l'aliapi di Merdi facrificargii

curio lignifichino

il

veloce

quelli,che trafficano,

li

fernpre hor qur hor l

li

moui mento di
vanno qua-

&: quali continuo

quali follecitinc'loro affari


.

Ondeicriue Celare

adorauano Mercurio pi di

tutti gli altri

chei Francefi

c rar .

"

Dei, &: ne haueuano

molti fimulacri ; perche, oltre che lo dicelTero effere ftato ritrouatore di quafi tutte le arti,credeuano, che particolarmente
si

potelfe alfai giouare altrui ne' guadagni,

quanto habbino da

Nelle quali

& nelle mercantici

effere vigilanti gli

huomim

moitra il Gallo porto a canto quefto Dio,come dilli gi,ben:he vogliano alcuni , che lignifichi pi tofto la vigilanza , che
leono vfaregli h uomini (3.g^-> edotti, perche quelli bruto

modo dormendo confumar tutta la notte Concioper quella luce ,


mettendo Mercurio per la ragione,

fuor di

la-che

-,

j,

canto
^

curio,

&

:heci feorge alla cogli itione delle cole ,ei

non vuole che

flia-

nelfonno,mapofcia che fono rinfranalle vfate opere. Perche non ponritorniamo


fpirti,che
ca gli
in
continua
attione n del corpo, ne del- L
Ilare
huomini
.
10 gli
FaHJama-t
necelfario
quel
breue ripofo,che apporta

loro
a mente,onde
Ifonnojcome moilranoi Filofofi Et Paufania fcriuendo del
>aefe di Corinto mette , che quiui era vn'altare , oue fi ficeua

no lungamente

fepolti

&

Sonno infieme , come che folfero Sonno con le


Imper che tennero gli antichi il (JMufc^
Sonno parimeli teDio,& gli ne fecero flato e, come degli altri
Dei, credendolo,come dice He/odo, &c Homcro, fratello del- Hefwdo,
acrificio alle

pen

Mufe,

al

grandi amici tra loro

che mollrauano eriandio le imagini fcolpitenel- Hcmero.


, oue era vna femina, che teneua fu'l fniflro
traccio vn fanciullo bianco, che donnina, Sz vii negro fu'l de- J^otte dife~
lllro, che medefimamentedormiua, v hauetia gli piedi Morti ,
guata, ,
a morte

Il

'Arca di Cipfelo

per quello lignificando la Morte, & per queilo il Sonno & la


la Notte nutrice di amendui. Fu queltada gli antichi fatta in forma di donna con due grandi ali die fpalle ne,

Iremina era

Q-9

g^

Imgini de

ffi\

compagnano la Tratte

ripoffoy

&

&

il

Sonno,

la variet de' fogni

Dei

&

il

corno dinota

il

Degli Antichi.
,&

ffre

367

che p troia v^hrc,

diflefe in guifi,

& abbracciare con

Terra , come diffe Virgilio . Ouidio le d vna ghiriaa;da di papauero , che le cings la fronte , ik mand.i con lei vna
gran compagnia di negri fogni . Gli altri Po-ti poi la rln^3j'no hauere vn carro da quattro ruote, che lignificano-, comedi
(effe la

le quattro parti della notte, cosi diuife da'f elnelle guardie bro
da'nocchien
Ella tutta di colore
idati,
intorno
vefte,cheh
rifplende
la
ma
qualche poco,
flfbfco,

rapprefenta
l'ornamento
dipinta,
che
del
Cielo . Tibullo
ijcos

te

il

Ouidio

Boccaccio,

&

&

fc,

che con co (tei vanno

fogni

quando

cos dice

f".o(

fue figliuole,

Hele di

vaga

Seguono

llde

Et

il

.'

Co

c'homai la notte

hi giunti infame

defitier

e viene

Correndo noi dille Cimmerie grotte^

E le

Sonno,&

il

Tibullo

Dateui pur piacer


1

le Stelle

luce piene

carro de la

il

madre

quali

in bel d'appello accolte tietHLj

fonno /piegando le negri ali

y lor

dietro

van

e vi

Con pie non fermo

>

gl'incerti fogni

e pajji disuguali

conofee , che'l Sonao parimente ha- Sono contali


anchora, quando fi duole, che gi Statio .
lo prega,che a se voono tanti d, ch'ei non pu dormire ,
glia venire homai,e fcuotergli fopra il capo le lieui penne,&: il
Dalle quali parole

neua

l'ali,

U che

fi

difle Statio

&

medefimo diffe Silio Italico Oltre di ci il'Sonno giouine ,


che il medefimo Statio lo fa tale chiamalo piaceuoliimo di
tutti i Dei, come che non fia cofa pi grata, ne che piaccia pi
a* mortali dop le fatiche dd ripoio
che ci apporta il piaceuole fonno, onde Seneca diffe cos di lui
.

gtffy Italico

Sonno almo

ripiovo

De'mortali

del viuer

le

fatiche

de l'animo quiete

human

la miglior parte

de la bella ^yi^rea veloce figlio

>

CLq

de

Seneca

Imagimdei Dei

308
E

de la Morte languido fratello

Chi*

infame mejci

E quel

il

vero

&

>

la

bugia

che dee venir chiaro ci mcftri

Con certo >efpeffo ( ohim ) con triUo mneio %


Tare d tutto porto de la vittu ,
JRjpofo de la luce

lido compagno
41 RJ

Ts^otte^

tu non pia riguardi

eh' alferuo

e de la

>

Jl l'vno ^el* altro

ma
,

ne

vieni egualmente
le

slanchewembra

Tlacido entrando la Hanche2ga [cacci

quel

che tanto temono

Gliauue^zJ s

eh'

imparano

il

mortali

morirci

.
1

Filo ftrato nella tauola

Anfarao , nell'antro del


quale dice , che era la porta dei fogni , perche dormendo quitti il vedeua,
vdiuafi in fogno quelIo,che fi cerca u di intenVefli del Son- dere , dipinge il Senno tutto languido con due vefti , l'vna di
no*
fopra bianca, l'altra di fotto negra , intendendo per quella il
di,
per quefta la notte,& gli mette in mano vn Corno , come fanno anco quali tutti i Poeti, dal quale par , che fparga il
ripofo fopra de' mortali. Il che dicono elfere flato finto,perche
il corno aflottigliato trafpare , Se cos ci moftra le cofe , come
le veggiamo in Sogno,quando per fono i fogni veri,ma quaai
Sogni..
do fono fall, il Sonno non porta il corno, ma vn dente di Elefante, perche aflottiglifi l'auorio quanto fi vuole , non traipere mai s,che per quello pafl la villa humana . Per Virgilio
iHffoato-l

ch'ei fa di

&

&

Torte de fu*

gni.

Toifim

finfe jche

due folTero

le

porte , per

l'vna di corno, l'altra di auorio,


-

& per quefta

Sopra

le

quali ci vengono

fogni

& che per quella palTanoi ve-

che Porfirio cos difcorre,co-.


, quando
l'huomo dorme in buona parte da gli orficij, del corpo , le bene drizza gli occhi alla verit,non la pu vedere per mai dri&
ri,

falfi

di

me riferifee Macrobio,dicendo che l'anima ritiratali

tamente,per
fta

fi

la

feurezza dell'

afibttiglia in

modo

humana naturamia

che l'occhio

dell'

animo

pure qu
pe

ci palli

ma f ita den, vede fogni ueri per la porta del corno


che l'animo non la polla penetrare con la uifta , uengono*
perla porta dell' auorio i falfi logni . Et il medefimo Virgilio

dentro
fa

j,

s,

hk fiato ancao ra

che al mezzo della entrata

deli'

inferno fia

De gH
rngnnde olmo

che fparga

Antichi.
gli

foglie di quelli itiaino attaccati

309

fronzuti rami
i

fogni vani Se

Se che fotco le

falfi

La quale Sogni

cofa uuoledirccomel'efponeSeruio, chealla ftagione,che ca- Struio

van*

dono lo foglie gli a alberai fogni Cono fempre uani Et altri


haano detto>che l'olmo arbore iterile Se che non fa frutto, ef.

prime da
antichi,

se la uanit de' fogni, quali

furono

come ferine Suida, perche fono

detti ciechi

da gli

fallaci,ouero perche

parlano fempre con chi ha gli occhi ferrati . Oltre di ci porta


il Sonno anco talhora una uerga in mano , con laquale tocca i
Verga
mortali, &: gli fa dormire. Onde StatiounauoIta,chenonporiQ .

dormire

lopregaua

del

Son

che veniffe toccarlo con quella,


, ouehabita il Sonno >
qual fa,che ila appreiTo de' Cimmeri} popoli , che hanno quali
omero, ifola nel
fempre notte,anchor che in Lenno lo mette
mare Egeo, Se Statio appreffo de gli Ethiopi,& l'Ariofto vltimamente l'ha pofto nell'Arabia Ouidio, dico,defcritta ch'egli ha la cafadel Sonno : mette lui dormire fopra un letto di
Bhebeno , coperto tutto di panni negri , intorno alquale iranno
iteua

Ouidio,pofcia che ha deferitto illuoco

linnumerabili fogni in diuerfe forme figurati


lio

de' quali tre fo-

forma hu
dimanda Morfeo l'altroj detto Fobetore, che inoltra

miniftri pi degni}l'vno,che rapprefenta folola

|mana,{I

[pgni forte di beftiajc


ltrbori

il

terzo, che fa uedere terra, acqua,fafl>

Minifri de

Sogni,

monte piano , Se ogni altra cofa inanimata , ha nome

N pi

dicodiIoro,ma ritorno alla imaginedi Mei*


forma quadra , come li legge apprefo di
ij?au{ania,quando ei deferiue l' Acrisia , che era in certa parte di
Luel paefe iu la via , con la barba , Se con il capello in capo .
iberni ricordo di hauere letto di altra ftatoa di Mercurio > che Mercurio per"
4-li quella, laquale hauefTe la barba , elTendo che i Poeti tutti lo
che sbarbato
Irantafo

Iturio fatta pure in

eferiuono fenza,ilche,dicono, voler inoltrar che'lparlar,quan

non inuecchia mai. Ma fanno ben pegh cominci dare fuori la prima lanugine , co-

o bello,uago, epuro,
I molti, che

de gi ho detto di

Marnano

Se

come

di

Luciano pollo dire

con
prima barba , che gli corn*nciauano
d apparire fu'l vifo. Ho mero parimente fa , che Viiile lo uede
|i!e,quando lui va, e gli porta quella herba con laquale ei fi

medefimo

poi che ne' luoi lacrificij deferiue Mercurio

leuni pochi peluzzi della

ifefc

poi da gli incanti di Circe . Legge/i oltre di ci, che alle

" omer^

Immagini de

j io
alla

Hatoa

(JHercurio

Dei

ftatoe di Mercurio,!e qua li erano su le publiche vie,gittaua pie

Tietre gittate

treognuno,che paffaua di l, fecondo chele trouaua a cafo, in


modo che vi f ne vedcuano i monti raccolti intorno , folle
per inoltrarcene fi debbe far' honore alli Dei con offerire quel
lo, che primo f ne apprefenra ,
fi ha alla mano, ou^rop-rche pareflero in quel modo purgare le publiche ftrade, si che
non trouaffero poi gli altri , che patta uano di l, Se i corrieri
raccomandati a quello Dio , cofa, che gli p oteffe offendere > t
veramente ci era per dare ad intendere , che cos tutto il ragionare comporto di piccole particelle, come quei monti di pie
cole pietre raccolte infieme . Suida fcriue, che quefti cumuli
monticelli di pietre, erano confecrati a Mercurio nelle vie incerte , forf perche non deuiaffe dal buon camino, chi paflau*
Et che fu anco vfanzadegii antichi di porre su le ftraper l
de publiche dinanzi alle ftatoe di Mercurio le primitie de i frut
ti a feruitio de'paffaggieri, li quali fecondo il btlogno ne mangiauano. Leggef anchora,che Me*curio alle volte fu fatto con
tre ca pi> 9 per morttare la gran forza, che ha l'ornato parlare
perche a coftui feorta de paffaggieri non baftaua vn capo per
moftrare altrui le diuerfe ftrade, Se fpecialmente ne'triuij,cio
doue erano trevie,& perci in ciafeheduno de'tre era fegnato>
oue quefta, quella, quell'altra via andante.
Voleuanopoi gli antichi anchora, che Mercurio hauefTecura de' Partorii Di che fa Homero fede, quando dice, che infra
Troiani Phorba fu ricchiftmo di armenti,^ d: greggi, perche
Mercurio, cui egli fu grato pi di tutti gli al ri , cos J'haueua
arricchito , forf perche ne'primi rempi non conofceuano gli
Huofnini altro guadagno ,chequeilo , che traheano da i greg
u armenti .Et perci fcriue Paufania , che nel paefe
>'> <^-^ a- g
di Corinto su certa via era vna ftatoa di Mercurio fatta di bron
zo, che fedeua,& haueua vn'agnelo alato. Di che ei tace la rache non fi pofTa, n fi
gione a porta, come cofa mifteriofa ,
vn'altra
ne
era
de'Tanagrei
gente deldire.
Et
appreffo
debba
dicefi che
cheportaua
montone
collo
perche
Beotia,
vn
in
la
,
Mercurio andando gi in quel modo intorno alle mura della
Onde fu ofCitta , fece celiare vna grauiftma peftilenza
quiui
la
fefta
poi,
li
celebraua
fua
quando
che
, andaferuato
in
vn'agnelo
citt
con
ua vn bellifTuno giouane intorno alla

&

Snida

Mercurio con
tre capi,

tomero

,-

;'

"

"

ffiaufania
..'

."''

&

collo

Degli Antichi.

imaginc di tJMercuno dio

della elloquen^a, [corta depaffaggini, dio de pafori, intefo anco per la for^a del Sole ,
imagine del dio innubi dio della fagacit appo gli

&

Egitti]

6*

che vn

qui fignifca

re,&

S>

il

Sole

jleffo

&

la necejjt che

s^sa^

con Cfrter curio

&

il

caduceo

?Z

$
fty
~S

Luna il demone la fortuna J amo


vanno coH nafcimente bumano.
j|Q

la

c^ra

^s s^S <&&

jti
collo

Imagini de

Macrobio

Soles

il

medefimo Paufania

&

dell*-

offerta al

tem-

&

veftipio di Gioue Olimpio, armata con vn'elmo in capo,


tadi vna tonica, con vna breue vefticciuola di fopra da folda-

& portaua vn montone fotto

il braccio. Macrobio, il qual


Dei fiano intefe le molte virt
ad Sole, quelle tua parimente la imagine di Mercurio , dicendo , che l'ali m offrano la velocit dei Sole , oc che il finger

t0 >

vuole
Mercurio pel

Dei

Vn*altra ftatoa fu pur anche di Mercurio portata

A rcadia,come recita
,

che per

tutti gli altri

che vccidefTe Argo guardiano della figlia di Inaco


mutata in vacca, onde pofero alle volte ancora vna feimitarra.
in mano alla fua ftatoai, fu, perche Argo con tanti occhi il
Cielo pieno di (ielle , che guarda la terra , la quale faceuanp
quelli di Egitto nelle loro facre lettere informa di vacca ; ma

le fauole,

lo vecide Mercurio, cio


flelie,

gare

quando

Sole, comequello,che fa fparirelc'

il

Oltre di ci le fii
d comincia a moftrarfi
Mercurio , che haueuano il capo folo , Se il

il

quadrate di

membro

virile,moitranoche'l Sole capo dei

natoredi

tutte le cofe, Se quattro lati fignificano quello

cio le quattro parti del

Mondo

ftagioni dell'anno, che due equinotti;

chi

medefimamente

fgnifica la cetra dalle quattro corde data

Mercurio

mondo, &: femi-

ouero

Se due

le

quattro

folftitij

ven-

gono a fare quattro parti di tutto iJ Zodiaco Et fu ritroua-


mento proprio de i.Greci, come fcriue Herodoto, de gli Ath&

niefi

furono i primi, che facefTero, 8c moftraiflfero gli altri di


col membro genitale
, leftatoedi Mercurio

fare parimente

dritro, Se quello fecero effi forf.

lo riferifee

quel

modo per

volta

Caduceo fecon

Marco

la

voglia

chela vide

ftra tauola

76

car.3

che

come

fta guifa

gli

pu vedere

fi

il

difegno nella no-

oi.Accomniodafi poi

do in nafeimen mento dell'huomo, come


tQ dell'huomo.

&

perche differo le fauole ,


fi gonfi , Se drizzoft in
venne di Proferpina la prima
>

Tullio* che lui

il Caduceo alnafei
medefimo Macrobio, in queEgitto. Sono con l'huomo, quando

dice

fecondo quelli di

il

il Demone, la Fortuna ,1'Amorej


due primi fignificano il Sole , Se la
Luna, cos detto quello, perche da lui vengono.- Se fono con-

ci

nafee quelli quattro Dei,

Se la Neceffit

De'quali

feruati lo fpirito

il

perci egli creduto

quefta detta

la

ca-lore

Se

Demone

Fortuna

il

lume della humana vita


Dio di chi ci nafee

cio

perche tutta

la

forza fua

fi

&
El

ftende

fopra

De
>pra

corpi

, li

g!

A ntictii

L'amore inoltrato da
giungono infieme, come che

enti

per quel nodo

:fa

quili fono fogetti molti


i

fi

due capi de
bafeino*,

,
i

& diuerfi
ferpenti

& la

, li

accid-

quali

Neceffit in-

che quefti fanno di se nel mezo. Mattia* Martand


fecondo Cielo uide u-

(criue ,-che Philologia entrata nel


irfi

incontra vna uerginecon una tauolain mano, nella quaintagliate queftecofe tutte dimoftratrici di Mercurio,

drano

mezo

Cicogna
un capo di beliiilma faccia , coperto di
Sotto ui era
n cappello , che hauea d'intorno due ferpenti
na bella uerga dorata nella cima , nel mezo verdeggiaua,
tuntaui negra nel calce. Dalla de/tra ni era una te tingine >
e uno fcorpione,& dalla finiftra un capro con certo uccello 5 \
Quefte cofequafi tutte fono tolte da i
Irte allo fparuiere
(initcrij de gli Egittj , appretto de i quali fi crede , che foflc
fiorato Mercurio fotto il nome di quel Dio che da loro fu
Liiamato Anubi . Perche lo faceuano con il Caduceo in mafc> , come lo defermc Apuleio , il quale raccontando di quelli ,
Iquali andauano con Ifide dice cos Eraui Anubi,qual di/Te- Lsfnubi,
hot dorata,alzal> elfer Mercurio, con la faccia hor negra,
iiil collodi cane , & nella finiftra portaua il Caduceo , oue
Ipn ladeftra fcuoteua un ramo d/ uerde palma . Fu fatto quello Dio in Egitto con capo di cane , per moftrare la fagacit ,
lieda Mercurio ci viene , concio fia che altro animale non fi
pure lofeceuano cosi, perlouiquafi pi fagacedei cane
iie, come recita Diodoro Siculo, fu Anubi figliuolo di Ofiri- DiodoYO Slotlei

ie

era quello uccello dello Egitto fimile alla

./chiamano ibis,

&

&

&

le,
li)

&

feguitando

il

padre in tutte

fempre onde come Dio


,

le

guerre moftrofi valoro-

fu riuerito

lo

doppo morte, & perche

iiuendo ci nort per cimiero un canefopra i'armi,fu poi fitta


1 fua imagine con capo di cane j uolendo pur' anco perqudto
Intendere, che egli fu lempre fagace cuftode , \k fedele del pal:e, difendendolo curtau'a da qualunque h a uefTe tentato di
irgli male . Oltre di ci, f non fu Hercole il medefimo che HeYcole^.*
ben fuda lui poco differenre > come ne fa fede la
j'iercurio
iiiagine fua fatta da' Francefi, chel'adorauano per lo Diodclprudenzaj ik della cloouenza, in quefta guifi,comeracconEia un uetchioquafiali' ultima uecchiaia, turto Luciano,
1 Luciano
'iluo, f non che haueua alcuni pochi capegli in capo , di
,

R
li

j:

colore

Imagin dei Dei

JTj

im*gw* di Her cole appo


eUoquenTp

e^

anco per Mercurio


la elloquen-^ay

Capitani 3

SS

&

Franceft da loro tenuto dio della

delTefsercitio

&

&

,qualfu da alcuni tenuto

quefta imagine dinota la for^a del

disciplina militare, mafjime ne vecchi

confumati oratori.

&

t>egl! Antichi,
poWerofco

in vf>, e turco Cfefp

&

fcjf

rugofo

ueflit di v u a

nella delira ceti ella una mazza , & vn'pendeua vna faretra da gli horneri > Oc
laueua allo diremo del a Hngua attaccate molte carene di
di argento fortililTme , con le quali ei fi trancila d/c>fo>
ro perle Orecchie una moltitudine grande di gente > che lo
eguttaua per uolontier
Facile cola da uedere,che quella
magine lignifica la forza della eloquenza , la quale -dauano fifotfwW^a ?
quelle genti ad Hercole > perche , come dice il medeimo Lujm.fv'\i->*
ielle di

Lione, ckehe

irco nella finiflra

*,

gli

&

H ercole creduto pi forre affai, &

pi gagliardo di
facevano ueccho , perche ne 1 uecchi la elojuenza pi perfetta affai , che ne* giouani, come
omero ci
moler per Neftore dalia cui bocca . quando parlaua, pareu
:he flillaffe dolciffmo mele. Et per quello hebbero aned
:iano

fu

Mercurio

&

lo

duo Dei un tempio

rfe quelli

folo fra ioro

commune nell'-

che ha ueuano nella loro Academia


iltari delle Mufe
di Mercurio, uollero h. iterdi Minerua,
ile uno parimente di Hercole, come che il Nume di coilui
lon meno > che de gli altri pptefle giouare a chi quitti l efferctauajk Paulania (criue.chenon folarhentei Greci, ma molte
>arb re ninoni ancora credettero che Mercurio,
Hercole
fodero fopra allo elT rcitarfi , de che erano principalmente
tdorati ne' luothi , oue fi faceua quello
Onde appretto de i
Arcadia

gii

Atheniefi

&

&

<

Lacedemoni) nel

Dromo

luoco oue fi effercitauapo giouani nelle correrie , fu vn'antichillmo fimulacro di Hercole , al Bei detl^Jfer
quale andauano a facrificare quelli , che erano gi di maggio*,
cito*
re et . Et in certa parte del paefe di Corinto diceuano quelle

genti, che Hercole haueua gi quiui offerto

Mercurio

la

lua

mazza cheera
,

ik dedicato

di uliuo laluatico

creduta hauere dapoi fatto

le

radici

nentata un grande arbore

Non

&

dico

la

quale fu

eflerecreftiuta
f fia (lato

&

di-

vn Hercole

Varronene mette quaranta-*


h uomini di grande , ck mirabilualore k quelli, che haueffero luperaro qualche feroce Moftro, erano detti Hcrcoli
ne de i molti , qual forte ripollo nel
numero de i Dei , perche quello non tocca a chi Vuole fola*
niente fai ritratto dei fi mulacri,ck delle ftatoe , che ne fecero
gli antichi
Li quali adorarono come Dio vn Hercole , k

folo,

molti} bencrT

quattro,

&

dice,

io fappi,che

che gi

tutti gli

-,

Rr

lui

Imagint de

lui fecero di quelli


li

fttfW/o

honori,che faceuano

di Egitto lo pofero nel

numero de

gli altri

Dei;& qu

dedici

come

fcritu

che furono prima da loro adorati . Ma f ben 1<


molte cofe , che fi leggono di
ercole , lano fiate fatte da diuerfe perfone di quefto nome, fono attribuite nondimeno

Herodoto

Simulacro d*

Del

tutte ad vn folo ,che fu fatto Dio . Il cui firn ulacro era gran*
de per lo pi
che moflraua forza, & robuflezza, per la qua
Je viuendo fu cognominato Melampigo , che viene dire
dal negro culo ^perche cof chiamarono i Greci gli huemini forti, e robufli: Se ali* incontro diceuano Leucopigo , cio
che ha bianco culo , a chi era molle, Se effeminato Et queT^puela pia- ftopropofto leggcf vnacotal nouelleta > Furono due frate!
li maluagi ,e trilli quanto il poffa dire > nominati l'vno Pallafenoli
io , & l'altro Alcmone , ma erano detti Cercopi * Se furono fi.
gliuoli di Mennone quelli pi volte furono riprefi dalla ma
dre ,
pregati mutar vna cof peflma loro natura , ma pofeia che vide di non poterli ritirare dalle loro opere malua<
gie , li preg che fi guardafTero aimeno di non dare fra piedi
Melampigo . Hor'auenne , che eflendof vn di H ercole pollo
ripofar fotta vn'arbore,al quale haueua appoggiato l'arco,
la mazza, quefti gli fopragiunfero,& vedendolo dormire,dife
gnarono di farli qualche ftrano fcherzo , & erano gii in punto, quando Hrcole fi deft ; il quale leuatof non fece loro
altro male , f non che gli prefe , Se legatigli infeme per j pie-

&

&

&

di,

come fofTero

pofealle fpalle,

flati

le

lepri

modo ,

natiche negre

detto

go

Cercopi

f gli

mentre ftauano

H ercole haueua

il

culo

Se pelofe , onde cominciarono ragiona-

H ercole,

hauendo

mondo ,
andare , ma furono poi

giore piacere del

CtTWpL

mazza

che tante volte haueua loro


madre, Se diceuano , che certo quegli era il Melampi-

Diche

fciolli

videro che

re pian pian fra loro di quello


la

attaccatigli alla

& andofTene via

pendolon quel
Se

duo

intefo

il

tutto

prefe

il

Se perci ridendo gli fciolfe

trasformati in Gatti

magSe la-

Mammo-

ni,come fcriue Suida,perche vollero ingannare Gioue . Onde


P er S^ Cercopi furono fouente intefi fraudolenti , Oc adulatori , come fi vede apprefTo di Plutarco , il quale parlando della
differenza , che da veri amici a gli adulatori dice , che cofi fi
dilettano i Principi di quelli

come

riercole

ii

dilettaua de

Ce*-

De

gli

Antichi.

ij

Ccrcop. De' quale fece a ne ho menticne Herodoto , deferuendoii camino,che fece Xer f apata re con i'eflercito i monti della Grecia , &: dice ; che and a pattare il fiume Afopo per
certa via, che fu dimandata la fede de i Cercopi,cio de' malitiofi,oue era anco vii fallo, che fu detto Me'ampigo,. cio negro fon te, eh e quella voce tanto pu lignificare quello, quanto quello ch'io dilli di
ercole Al fimulacro del quale ritorno,che fu di huomo forte,& robulo,e fu parimente tutto nu-

, f nonchehaueua una pelle di Lione intorno il cui capo


con la bocca aperta gli faceua celata , e teneua la mazza nell'vna mano, e l'arco nell* altra,
la faretra gli pendeua dalle

do

&

Spalle

come ho

gi detto

Yn

limile tutto di

metallo alto

Olimpia cittadella Grecia da alcuni andati col figliuolo di Agenore a cercare Europa , come li
legge appretto di Paufania,il quale fcriue ancoracene 1 Lacedemoni riebbero vn fimulacro di Hercole, con pelle del Lione Hercole ar*
intorno, oc tutto armatola ragione di che attenne , perche ef- -filato
fendo gi andato Hercole per certi fuoi affari a Sparta citt
principale de' Lacedemoni j,haueua menato feco vn giouinetto
Tuo cugino nomato Eono, ouero Licinnio ( come dice Apollo- i^pollodOYO*
doro raccontando il medefimo fatto ) il quale andando tutto
chece cubiti fu dedicato in

*.

<ii

folo a fuo piacere per vedere la citt

arriu dinanzi alla cala

Hippocoonte,che era allhora quiui Signore,& R,oue fu fu


I bito affalito da vn terribile cane , cui egli fer di vna pietra,5c
ma i figliuoli di Hippocoonte,chc
lo qcc ritornare in cafa
.quello intefero,vfciti fi aumentarono addotto di Eono con badi

-,

floni,

&

l'vccifero

tgno,e dal dolore

del:

Hercole, rifaputalacofa,tratto dallo fde-

morto cugino

n'and tinto Colo lenza,

&

alcun indugio contra gli homicidi ,


con quelli fu vn pezzo
alle manall'vltimo Hercole ferito in vna cofeia fi ritir,e tol
fefi di fotto per nllhora non potendo refiilere alla gran moltitudine delle perfone,che
I

gli

veniuano addotto:

ma poco

dapoi

mettine egli parimente infieme molti,tanto fece,che ammazz


jnon folamente i figliuoli , ma il padre Hippocoonte ancora %
:

Et per quello lo fecero armato i Lacedemoni E gli Arcadi fecero dapoi al fuo fimulacro vna cicatrice nella colcia per memoria della ferita,ch'io ditti per laqua EfculapiQ Co*
le,uanco che egli fu , dedic vu tempio ad E fculapio Co tiro couUq.
gnomeSe roin tutta quella cafa.
.

$ *$
gnome di

tmagJnicei De!
Coti!eo,perche Cotile appreso de'Greci e

mo,che appo noi

cofcia,

come che per

lui fu (Te

rita,chehebbe nella cofeia Apollodorofcriue

il

medeU-

guarito deila
,

che

fe-

H ercole fu

parimentearmato, quando per la difefa di Thebc combatt


contra gli Minei,& che Minerua gli diede le armi, & foggiunge,che hauendo Hercole imparaco di tirar l'arco da Eunto>heb
be dapoi li ftrali da Apollo, da Mercurio la fpada,da Volcano
la corazza, & da Minerua il manto j& che la mazza f la tagli
fece egli da s dello nella felua Nemea.
Plinio, riferendo alcune delle pi degne ftaroe di menilo
che foriero appreflo de gli antichi , dice , che in Roma ne fu
vna di Hercole terribile nell'afpetto , Scredita di vna tonica
alla Greca
Che forte terribile da vedere , lo morir quello ,
che fi leggedi vno,ilqualene hebbetta paura,chediuent tut-

&

Tlinio.

to fiiTo,vedendolo pafTareper l,oue ei

fpelonca

&

huomo
\4tento.
Scfo

vafo di

Hercole^.

fi

era nafeofto in certa

come rifenfee Suida informa di


capo per vedere. Hanno poi detto

era quel fallo,

che mette fuori il


lefauole, chcil Sole don vn gran vafo da bere ad Hercole,
col quale egli pas< il mare, come riferifee Atheneo . Macrobio l'interpreta, eh e folle vna forte di nauc detta Scifo,cheta-.
era anco il nome dei vafo
oc fi potrebbe accorarne dare a

le

Butello, onde non vfarono poi altro vafo mai ne'fi;o: facrjfcij :& Virgilio parlando
Hercole betti- delle ceremonie di Hercole celebrate ad Eumdro* quando E-*
nea and a lui dice,<he il furo Scifo in *ombrauale mani ad
toro-9 .
elfo Euandro,che m. lira la grandezza di quello vafo,coI qua
le in mano fu fatto Hercole alle volte,per la fauola,ch'io dif.
l,ouero per moftrare, che Hercole fu gran beuitore, come recita Atheneo; il che vollero forf anco moftrare quelli, che nel
paefe di Corinto in certa (u cappella fecero vn giouinetto ,
che gli porgeua bere bench Paulania fcriuc, che^ Hercole cenando quiui appreflo di vnfuo fuoceio diede vn s fatto erica
Chtovccfoda su la teilaa Ciato giouinerto,che li daua bere, che l'vccile,parendogli , che non facetfe queil* vrhtio garbatamente , & che
Hercole^ .
per memoria di quello furono poi fatte quelle flatoe . Leggefi
ancora appreflo di Apollcdoro,di Atheneo, oc di altroch Her
tercole man- cole fu gran mangiatore, & vorace fuor di medo^s che mangiai fpelfo eglifolo vn bue tutto intiero ,
che per quello
giatQt-.

quello,chenoi

dichamo Schifo,ouero

&

gii

De gli

^TJ

Antichi

&

Imaginid'Hercole armatOyd'Hercole mangiatore


beuito
re> Qf deWvcello Folica lui [aerato per lafua voracit,
(3
la

dell* altare

[aeratogli detto

[u grata na'ura

il

ro piopa, efiendo tolto anco per

ra

& conjumtLj

giogo del bue 9 [egnodel

& benignh coronaw poi


t

il

tempo t che

dell'albe-

tutto ditto-

g>J

.Imagi ni de

J2
frceVo dHer
coltLJ

gli

fu confettato d

De?

gli antichi quel!' vccello,

che da' Grecfc

detto Laro,& da' noftri Folica; petche , come fcriue anco Sui
da,cgli di Tua natura grandemente vorace ,
ingordo . Da

&

quella voracit d

alcuni fuoi facnficij

ne'

vna buona parola perche come


riferifce Lattantio,&: (1 legge apprelTo di Apollodoro,vn djch'
ei patTauaperl'Ifola di Rhodo,& haueua vna gran fame, tolfe
per forza ad vn contadino,che non volle vendergliene vnoiant
hi li buoi, con li quali araua allhpra il terreno , de f gli mangi con alcuni fuoi compagni. Il pouero huomo difperato
per la perdita de' buoi,non potendo farne altra vendetta,/! volt beftemmiare; &c maledire Hercole, de dire tutti i mali
del mondo di lui /Se di tutti i fuoi , di che egli rife fempre,
dice , che non mangi mai, che pi gli diletta (Te, che vedendo
colui dirgli tanto male . Onde pofcia che fu fatto Dio,le genti dei paefe gli confettarono vn'altare detto il Giogo del bue
Se quii gli facrificaUano certo tempo vn paio di buoi poi
giogo fu'l collo; d fentiuan in quello mentre il Sacerdote
con tutti gli altri, che vfi trouauano a beftemmiar, &: dir tutmalipofTibili , perche credeuano in quel modo di rinouare
ti
ad Hercole il piacere,ch'ei hebbdifentirfi beftemmiare,
maledire dal cntadinojcui mangi gli buoi. Et quello proquali

Zattantio

H ercole nacquero

x^sfpoliodoYQ.

non

era lecito dire pur

*,

&

^';

'

&

"

polito

non

tacer vn'altro facrificio

non meno pazzo,&

feioc-

&

nefando quelIo,che ho detto nato parimente dal piacere,che prefe Hercole di vedercene alcuni Con
tadini , come riferifce Suida , per non ritardare il facrifcio apco,che

fi

o(fe trillo,

, eifendofene fuggito il bue , che fi doueua faenficare ,


ne fecero vno fubito di vn pomo, flccandoui quattro bacchette in vece,di pied',e due al luoco delle corna Ouer fu la cofa, come Giulio Polluce la racconta, che non hauendo potuto
parlare il nume Aiopo,queUi,che portauano la vittima ( quarera vn Montone ) a certa feda di Hercole, de elfendogi i'ho-

pretta to

* v

deftinata,al facrificio,alcuni fanciulli, ch'erano quiui, piantarono quattro finniche in loco de' piedi, de due per le corna in
-vn pomo, lo quale fingendo il moncone, che fi douea faenficare , fecero come per giuoco tutte le cerimonie , che vi andauano. La quale cola fu di fi gran piacere,e tanto cara ad Hetcora,

hfchc

lell i'vfanzapoi appreflo de' Thebani. di faciificar-

II

De

gli

321

Antichi."

che gli fu facrificato quel pomo


'li de'
Ma
non fu minore il valor di
.
perche
vittima
?er difetto di
pi
gloriosi
Fatti,che fofTe in man
pi
degni,&
altri
Hercole in
molte ftatoe , Se
fattegli
perci
anco
furono
bere,
yiare, Se in

pomi nella maniera

dipinture, Se quelle dedicategli coli ne' fuoi,

Dei
pii de
con
ftrozzafTe
\ no
gli altri

5c fatto
\

le

come

nelli

Tem-

Tra quefte fi vedeua che piccolo bambile mani duo ferpenti andatigli alla culla j

poi grande,tagliaire

le

tefte,che rinafceuano all'Hidra, fatiche i Hef

abbrufcialfe, che prendeffe correndo la cerna

Lia gli piedi di mettallo

>

qual' haUe-

*o/ej

& le corna d'oro, & fquarciaffe le ma-

ad vn terribile Lione,ouero l'afFogafTerche fterTe a vede> che mangiauano vn Re pofto loro dinanti j
|j:he fene portaflfe in collo vn fero cinghiale 3 cheferhTe con
certi vccellacci tanto grandi , che fendendo
file faette in aria
che menarle legato
l'ali toglieuano la luce del Sole al Mondo
livno fpauenteuoletoro, che fpiraua fuoco jche l ftringefTe fopra il petto vn gigante , e lo faceflfe morire , che ammazzale
vnfero drago , e lcualTe di certi horti gli pomi d'oro, che da
I

"celle

tte alcuui caualli

quello erano guardati

che metteffe

le paJle

foftenere

il

ce-

che ammazzafTe vn R, che haueua tre corpi,& ne menaff vn grofTo armento di buoi ; che occdeffe dinanzi ad vna.
fpelonca vn terribil ladrone che fpiraua fumo, Se fiamma dallo,

la

bocca

che

fi

Cerbero con

tralfe dietro

vtre tefte

da

lui

in-

ammazzale l'aquila che diuorafegato Prometheo legato ad vn"alto monte; Se che am-

catenato

>

che tirando l'arco

u il
.mazzaffe parimente molti ladroni} Se molti tiranniche trop
a dire tutti gloriof fitti > che fi racconta
| p lungo farebbe
\i

danno materia di farne diuerfe imagni , perii


chiamato domatore de' moftri ; ma perche non fono

i'no di coftui,&
J

iquali fu

pi brutti,

ri

de

fra mortali

la fortezza di

pi fpauentoli moftri , n tiranni pi crudeli


vitij

hanno voluto dire alcuni che


animo , non del corpo , con la

dell'animo,

Hercole fu

deli"

quale ei fuper tutti quelli appetiti difordinati > li quali ribelli


alla ragione,come ferociflrai moftri turbano l'huomo del con
tinuo,& lo trauagliano.Et quefto propoli toSuida fcriue,che

Se di virt

ne,che lignifica la

eYCO le

jj

fQY i^

animo.

che Hercole fu grande amatore di Spofnione <fi


vna pelle di LioHertolc^ .
grandezza,^: genero/ita dell'animo, gli po-

per dimoftrare gliantichi

prudenza

v^

lo dipinfero veftito di

fero

3-i
fero la

Imagni de i Del
mvjM nella delira, che mollra defiderio de prudenza

& di Uperc & coneiTafmferolefauales che egli ammazzai


fero draga, & portalTe via tre pomi d*oro,ch
teneua nella
,

il?

fini lira

ei

mano,&: erano prima guardati da quell,perche fupe-

x l'appetito fenfuale, & da quello liber le tre potenze dell'anima ornandole di virt, & di opere giufte, & honefte Macrobio,il quale come ho gi detto, pi volte d vna intelligen
.

Lftt&robio.

2a gli altri Dei,vuole intender di Hercole,ch^ei fia il Sole,&


che iglorioli fuoi fatti , che fono dodici i pili celebrati , fiano i
dodici fegni del Zodiaco fuperati dal Sole , perche (corre per
quelli in tutta l'anno > Altri hanno voluto , che Hercole fra il
Heroole pel
tempojilquale vince,
doma ogni cofa,& perci gli metteua
tempo
Piopp&arbonf no in capo ghirlande de i rami della pioppa , che quello l'arbore, che * lui diedero gli antichi j onde Virgilio,f,che Euan&terQUu
dro facrifcandogli f ne cinge il capo ,
la chiama H erculea
frde,perche quella con due colorche ha, mollra le due parti
del tempo,l*vno bianeo,che mollra il di,& l'altro fofco,che it
gniflca la notte y delli quali dicono le fauole edere Hata la cagione,che quando Hercole and in Inferno, per trarne quindi
Cerbero^fi auolfe intorno al capo alcuni rami di pioppa,
che

Hercole peti

Sok^j^

&

&

&

foglie di quelli diuentarono bianche di fotto dalla parte

&

di fo
che toccaua le carni tutte bagnate, e molli di fudore ,
pra verfo l'aere infernale fofche ,
affumicate ,
che perci
egli volle dapoi,che tutte foEero fempre tali , Se a molle pofeia,
fempre , perche gli difefero il capo dal noiofo fumo delia cafa
infernale
Et quello , che Hercole folfe tolto pel tempo, li
confaceuano alcune cerimonie de*fuoi facrificij , le quali,okre
all' v(o olTeruato in quelle de gli altri Dei , erano celebrate a
capo feoperto , comeferiue Macrobio,& f ne pu rendere la
illel ragione,che fu detta nella imagine di Saturno, cui facrificauano parimente capo feoperto . Leggefi anchora appre
fo di Plinio , che non andauano cani,n mofchenel tempio di
Hercole, eh* era a Roma nel foro Boario: quelli, perehefenCerimonie d tiuano nafo la mazza , che flaiia appoggiata quiui di fuori
HtUQi>->
ouero perche furono da collui odiati per le caule , che fcriue
Plutarcojoue rende la ragione, perche nonandaflero i cani nel
fuo tempio Quelle , perche facrifcando vna volta Hercole

&

&

Gioue>& hauendolo prega to,chc ei gli leualTe d'attorno

le

mo-

fche,

Degli Antichi.
modo,& per

fche,chc lonoiauanofuor di

32$
quefto

ammazzat-

una vittima di pi , quelleie ne volarono via Cubito tutte


Et perci iti
, ne vennero poi mai pi a' fuo facrificij
quella parte della Grecia, oue quello attenne, fu dato cognome Gioue di fcacciatore di mofche Bench alcuni hanno detto , che non fu Gioue , che difcacciaffe le mofche alihora,ma Miagro Dio proprio delle mofche,il quale nomato an
cora da alcuni altri MiodejEt quando faceuano facrifcio a co
ftui in certa parte della Grecia , tutte le mofche volauano fuor
Adorauano parimente i Cirenei gente delia Libia
del paefe
il Dio delle mofche da loro detto Achoro , e gli facriflcauano
per fare ceffare la pelle caufata talhora dalla gran moltitudtnedi quelle E gli Accaroni nella Giudea hebbcro mede/imaniente l'Idolo delle mofche Belzeb, che cos l'interpreta il
Beato Gieronimo Et come le mofche andauano alli facrificij
di Hercole, cos le donne ne eranno (cacciatele gli poteuano
pure vedere , il che dicono fu ordinato da lui mede/i mo per lo
fdegno , che egli hebbe gi vna volta, che vna donna non voile dargli bere,icufandoli,che all'horaera la fella della Dea Bona, tempo, nel qu,ale non poteuano le donne apprettare, n dare cofa alcuna a gli huomini Onde fu oiferuato dapoi,.che come gli huomini erano fcacciati da quelli della Dea Bona , cos le donne non poteuano vedere gli facrificij , n entrare ne*
tempij di Hercole,fe non alcune appo gli Eritrei,li quali hebbcro vn imulacro di Hercole,fecondo che recita Paufania, in

igli
!

infieme

Giove [caccia*
Tore di mofche.

Miagro onero
Miode , Dio
delle mofibe.

K^dchoro

Belzeb

Donne

[caccia

te dalle

cerimo

niedi Hercole*

tralciato

informa

de

come

intefliito fra certi legni attaccati

di Zattera, l quale portata dal

infieme

mare Ionio dicono

mezo fra gli Entrei,&


Chioj &c che gli vni,6c gli altri cercarono di hauer.-la.,haiiendo
gi villo il !imulacro,ma per quanta forza vi metteiTero , non
fii mai poffibile leuarla quindi , fin che vn pouero huomo

;che prefe terra ad vna Ifoletta,che nel

Eritreo, qual'eragi flato pefeatore,

quando

vi vedeua,cheall-

hora era cieco, diiTe, parendogli di eiTre flato auuertito in fogno, che con vna fune de
|

capelli delle

donne

fi

potrebbe

tira-

voIeffe.Ma non hauen


do mai voluto le donne della Citt dare gli fuoi capelli per
fare quefto,alcunc femine di Tracia , le quali , bench fodero Donne riuinatelibere,nondimeno,perche non haueuano allhora altro arleviate^.

re la Zettera col fimulacro otuinque

fi

Sii

gomcn-

324

Imagini de

Dei

fjpas

& d'hercoe contendono

lmagim d'ampolline,
mpoide,& diLatona y

Mimma

^g
-Yv-

fieme del

ir,

(fi

& Diana parifica apollo,. & de fj|

the pacifica Hercole, lignificanti l'ira d Herco-

&
d^ polline per non batterne bautta rijpo X>
Ra&iitigata poi battendola bauuta &
tripoide \c- A
le con l'oracolo

il

gr>od*bonore % di Rima, e virt beroica, di verit

De

gli Antichi.

$if

gomentod' viuere,quiui feruiuanoalnui,ofFerfero ipontaneamente , &; diedero gli loro , onde fu fatta la func,.con la quale

&

&

perriebbero, il fi mula ero ,


Tra*
ne
di
che
alle
donne
fecero editto publico,
i
da follmente fo ife lecito, appo, loro di entrare nel tempio d
ercole , Serale anchora il medefimo Paufan Li % che delle
molte ilatoe, che erana in Delfo ve ne furono due l'vna di
gli Eritrei tifarono la Zattera,

ci vollero

&

,,

d^pollojche tene u no ambe il Tripode,come che le lo vqleflero. torre l'vn l'altro , perche furono gi
per venirne alle mani ftranamente come fi
^ZZ C a PP reur di
Cicerone,ma che Latona,<5c Diana, che erano quiu: parimente,pareuano mitigare l'ira di Apollo,^ Minerua quella di Her
cole Fu quello cos finto,percne adirato Hercolegi vna voltagli' ei non puote ha nere certa rifpofta dall'Oracoto tolfe il
Tripode , Se f lo port via; ma tornato in buona poi lo rel
hebbe perci dall' Oracolo quello , che dimandaua Chia*
marono gli antichi Tripodi certi vafi di metallo da tre piedi
che erano a loro icome hoggi fono a noi i paiuoli Se altri vafi
da cucinagli quali H omero fa che iano di due forti s &: nechia
ma vna come diremo noi da fuocoj'aitra fenza fuoco, perche

HercolcSc

l'altra

,.

Hmole&\Apollo alle

ma

ni

,.

,.

&

..

Tripode: ebe
fta *

,.

quelli erano tenuti nelle cafe


to, &c

,,

e ne* tempi} folo per ornamen-

erano perci offerti alh Dei ,

&alleperfone degne

Onde Virgilio gli mette

come dono di molto

& di valore erano parimente

ftima

donati

honorati doni

,.

e premij

,,

che
Enea apparecchia ne* giuochi da lui fatti in honore del padre
Anchife, 5c furono quelli forf, che gli haueua gi donati Helenoinfieme con altri prelnti di gran valore, quando part
da lui.'benche Virgilio gli chiami quiui Lebeticon voce Greca,,
et Seruiovoglia,che quelli foflero come bacini da dare acqua
alle mani, dicendo, che non pareua conueniente donare a tale
perfonaggio , quale era Enea, vafi da cucina
Ma Atheneo,
come
riferendo ia didintione de i Tripodi fatta da Homero
ho detto , dice, chel'vfo hottenuto,che frano chiamati Lebeti gli vni , e gli altri , Se vuole che quelli da fuoco folTero per
fcaldare acqua , e gli altri come tazze, Se altri valida vino.
Ma fjlTLr i come Ci volelf , che ci non ferue molto al proposto noftro , ma Ci bene che il Tripode era certa tauola confeciata,perche vi ledwfle su quella giouane, che da u gli facri ri
fra gli

fponfia

Letteti

16

Imagin de

Dei

A>onfi ,pofcia che era ripiena dello fbirito di Apollo

> il

quale

&

perci vollero
leandaua cacciarein corpo per eli fotto
alcuni che'l Tripode fufle vno (canno pertugiato nel mezzo ,
accioche lo fpirito bauefl per doue entrare in corpo alla femina , che vi fedeua fopra E lo potremmo porre per legno
Vaiti,
y
di Verit y perche l Oracolo,che veniua da quello, era creduto
dire Tempre il vero . OnderiferiiceAtheneo,che diceuano gli
antichi parlare dal Tripode ogni vno , che diceffe cole vere
Tripode di
E che per quefto Bacco parimente hebbe il Tripode , che era
Bacco
come vna tazza , o altro vaio da vino , conciofa che il vino
fcuopra fouente la verit delle col non meno, che gli Oracoli de i Dei,pcrche quafl tutti i Dei hebbero Oracoli jciafcheduno il fuo r E ben che poteffe eflfere , eh* io fcriue/fi vn d di
tutti , nondimeno hora non lafcier di dire di vno , che fu di
Oracolo dMer
Mercurio , per finire con quefto la Tua imagine Scriue Pau
curio*
fania , che in certa parte dell' Achaianel mezzo di vna gran
piazza fu vn fimulacro di Mercurio tutto di Marmo , con la
barba leuato fopra vna quadrata bafe non molto grande , dinanzi dei quale ne era vn' altro della Dea Velia parimente di
che canto a quefto erano alcune lucernette di memarmo,
tallo , le quali accendeua chiandauaperconfiglio Mercurio,
hauendo prima abbruciato certo poco incenfo , indi ofFeriu su l'altare dalia delira parte certo denaro,che haueua allora
quella gente in commune vfo, e dimandato poi quello, che vote

&

leua> accoftauala orecchia al fimulacro di Mercurio , e Italia ad vdire per vnpoco,poileuatof quindi fi metteua

fubitoambe le mani alle orecchie, tenendole fi ben chiufe fin , che fofTe fuori
, che allhora le apriua, e la prima voce , chp
vdiua gli era in ve-

della piazza

ce della rifpofta
dell*

Ora-

colo

MINER.

De gli

imaginidi ^Mercurio

&

elloquen^a, queft* della

uentrke, dinotante

tt

prudenza

effer

Antichi

di

CMinema

prudenza,

parole alle operationi

infierite

humanzj

8&g?3gS$

quello dio detta

delle arti

bone in-

&

la

f deuono giouare

le

effer necejjario la

congionte

3*7

elloquen^a

Imagtni de

Dei

MIN E R V Ai
CES

Dio
.

che fra

le

marauigliofe cote date da


, dou fono gran-

Natura humana

alla

demente mirabili , l'vna il parlare , l'altra


Imperoche quello efprimenl'vfo delle mani
con marauigliofa
gli
concetti
dell'animo
do
(

'"
-

forza perfuade altrui ci , che vuole ; quefte


molta
induftria mette in opera tutto quello , che pu concon
la
vita
feruare
de gli huomini , Se difenderla, come fono tutteEt pergi
arti
rtrouate
le
, che fi troueranno all'auuenire
male
fa
Se
il
pi
nuoce
non
bel
gioua
ma
tofto
che
parlare
>
,
qual volta non fia accompagnato da buon volere,&:da pruder
za , ne la prudenza pu efleredi vtle al mondo , quando nonfappi perfuadere altrui a fuggire il male , Se feguitareil bene >
Se fare quelle cofe, che alla vita cuile fanno di meflicre , gli
antichi lo moftrarono accoppiando infieme Mercurio , del
quale ho detto gi , e Minerua > della quale dir hora, {limata
Dea della prudenza 5 Se nuentrce di tutte le arti Et perci;
delle Itatoe di ambi quelli Dei, giungendole infieme ,ne fecero vna, ia chiamarono con voce Greca Hermathena > perche
chiamano i Greci Mercurio Herme , e Minerua A thena, e la
.

tennero nelle Academie

ua , che

per inoltrare chi quiui

fi

elTercita-

eloquenza , Se la prudenza hanno da effre infieme


giunte , come quella da se poco giolii * e quella da se parimente nuoca fpeflb , e forf fempre, fecondo che affai lungamen*'
tenedifeorre Marco Tullio nel principio della inuentione
il quale fcriueancho ad Attico fuo della ftatoa, ch'io dilli in
Betmatbena,
quello modo. La tua Hermathena mi piace aliai , Se cos
ben polla nella Academia > che la pare tener tutta . Volencfttimrua todo dunque fare Minerua fola, ouero accompagnata con Mer
me fata *
curio

la

faccifi di faccia

quali virile

Se affai feuera nell'afpet-

Occhi d Mi-

con occhi di color cileftre, che quello leda fempre Homero, come fuo proprio. Et Paufania doppo hauer fcritto di certo fimulacro di Minerua,cheera in Athene nel tempio di Vol-

mma

tano

to,

foggiunge di hauer trouato certa fauola

che

la fa fi-

gliuola

De

gli

Antichi.

$i<)

Nettuno , & che ella haueua gli cchi cileitr , perche tali erano anco quelli del padre ^* a Cicerone , oue parla della natura de i i3ei , dice , che gli occhi di Minerua erano
cefij , r cerulei quelli di Nettuno , che potrebbe dliuoftr^te
igliuok i

qualche differenza fra loro > ma non credo io per che fotte
molta, perche l'vma, e l'altra voce appreffode* Latini fignifca
vn colore verdiccio ben chiaro quale l vede ne gli occhi de
-,

gatti,

& delle dilette

non vorranno forf dire > che

in

que^

Minerua folle vno fplendorepiu' infocato a fmiglianza


di quello, che moftrano gli occhi de i Lioni Faccifi parimenXJMnerM arte armata con vna lunga hafta in mano > e con lo feudo di criftidi

<

(tallo ai

braccio,come

fegna da se

(tetti

Omdio fa,che ella medefi inamente

quando lauora

di

mata

fi

di-

ricamo proua con ra-

Ouidio

ne,e dice feguitando quel difegno

s con

Le quali
i

>

l'

hafta

e con

cago d'elmo

il

>

lo feudo

e di

e s'arma

corata tipetto*

cofe inoltrano la natura del'humo prudente, 'co*

*ie dir poi

hanno deferitt Mi* ZlmodOMU


nerua.
togliendone forf , come hanno

Claudiano anchora,&

nenia nel medefimo modo ,


fatto fouente di molte altre > cofe

il

altri

ritratto

da

Homero *

il

Claudiano %

quale > quando la, fa andare' perfua fa da Giunone ad aiutare i


Greci contra Marte, che cmbatteua allhora per gli Troiani >
la deferiue in forma di valorofa guerriera , e le d vn^ elmo in
capo tutto dorato.., perchel'iri^egno'dell' huomo accorto ar;maro di faggi configlt,fiidImen te fi difende da ci, che fia per
fargli male e tutto riiplendei nelle Wll4''84egtie opere che
fa E l*oro su l'elmo di cinema anco vuol dire , che ella fouente tolta per lo diuino fplendor > che rifehiara gli huma*
ni intelletti , Se d'onde viene ogni prudenza > Se ogni fapere>
Fu ancho finto , che Minerua nafcelTedel Capo di Gioue,co- ^a(cimento di
me fcriue Paufania s che ne fu vn fimulacro nella rocca UMi nerua*
d'Athenqhauendoglielo aperto Volcancon vna tagliarne feu
re didiamante,(cnza il feruitio della moghe,pcrche la virt in*
-,

-,

tellectiua dell'

anima

Ita

nelceruello,

& difcendeella, e tuttala

fuacognitionedalfupremo intelletto che e Giouetconciofi


che ogni fapienza venghida Dio > e nafea dalla bocca dello
,

Ti

Altiffi*

Imagni de

33

Dei

imagne di rubano* che con vna fecure di Diamante apre


il capo Gioue, dal quale ne nafte Mnerua dea della fa.
pientia* che dinota ogni fapere venir da

Dio,& &ar

nel jj

cerueliola virt mteUettiua^ (ignifca ancora nelle don-

ne non

efier

ne conftglio ne [aperta

Degli Antichi.
Altiflmo

non da quefte

cofe baffe

||if

e tefrn

inoltrate pt

Giunone. Et quella miglior difpofitionedi queliachclia fatto Marnano difprego delle donne , il quale perche non fu
forf troppo loro amico dice, fingerli Mincrua efTere nata feet
za madre , perche le donne non hanno coniglio ,n pruder*- Contro, le don forf, che diflTe cos per andare dietro ad Arido- cj.
|;2a alcuna
tele, il quale fcriue nelle fue morali , che le donne non hanno
Cui non ardifco gi di oppormi , ma.
Ij punto buon configlio
dico bene,che molte donne a tempi noftri fi moftrano cos pru
accorti , che lo fanno mentire
Et f non che il vadenti ,
lor loro , le fa affai note al mondo , mettendo gli nomi porrei
anco infiniti eflempi del fenno,& della prudenza loro,mollrai
I do quello , che altri forf non ha voluto vedere : 8c ,chc f be Donne <diff
I ne Minerua nacque fenza il feruitio della femina , nacque ella
r per femina , e vuole perci ildouere, che fi confacci pi alle
donne.che gli huomini . Oltre di ci coperfero coftei ii capo di elmo , per darci ad intendere che l'fmomo prudente n
II ifcuopre fempre tutto quello,chc s,non manifefta ad ognuno
il fuo configlio , ne parla fempre in modo , che fia intefo da
1 ognuno, ma da chi folamente limile lui, fecondo che gli affi fari lo ricercano! Ci che le fue parole gli altri poi paiono (i mi-,

&

'

I li gl'intricati detti della

Sfinge

Donde

fu forfe,che ni cer-

tempio di Minerua ,
1 che fu adorata quiui, e creduta Ifide , la Sfinge, bench fi legI ga anco , che ci fu fatto per inoltrare , che le cofe della reliI; gione hanno da ftarnafcoflefotto facri mifterij in modo , che
li non fiano intefe dal volgo , pi che fofTero inrefi gli entrami
Paufania fcriue, che in Athene fu vn fimulacro Sfinge con Mi
Ij della Sfinge
di Minerua, qual' haueua su l'elmo nel mezo, Come Ci direbbe
neritcU .
per cimiero la Sfnge,e di qua, cadila erano due Grifi , li qua- Grifi
J;
di quelle, e di
II li non fono beftie, ne vcccelli , ma participano
quelli , perche hanno il capo di Aquila, eie ali , Se fono Lioiii
Trouanfi quelli animali fieri-, e terribili ( fc pure f
nel retto
perche
Plinio gli crede fauolof ) nella Scithia , ode
troua
ne
,
j|
guardano le minere dell' oro , come fcriue Dionifio Afro, s
che gli Arimafpi gente di quel paefe che hanno vn'occhio fo- ^yirimafbi
ca parte dello Egitto pofero innanzi al

li

lo in fronte,non lo ponno raccogliere lenza gran pericolo* lk


perci guerra quali continua fra loro . Onde fi pu conofec-

re

3$i

Imagini de

Dei

re quale guardia

debba haiiere ciafcheduno del proprio inget


gno , accioche non venghino gli Arimafpi ad inuolargliele.
Pofero anco il Gallo gli antichi alle volte fu' l'elmo Minerva , come mo (traila certa fua ftatoa fatta da Fidia gli Elei
d'oro ediauorio

> il che Paufania par credere > che fclTe perche il Gallo ardito , e feroce % come biiogna e (fere- nelle
guerre : ma aggiungiamo noi ancho a che ci inoltra u la vigilanza j che ha da edere ne' faggi , & valorofi Capitani . Imperoche credettero , che Minerua hauede la cura non mena
per la fecero armadelle arti della guerra , che della pace ,
ta , come dilli Et le fauole fin fero che ella vecidede di fua

&

mano
TaUade^)

Pallante gigante feroci/lmo-, dal quale vollero alcuni


che ella foffe detta poi Pallade * Et alcuni altri dicono ch'elche lignifica mollela fu cosi chiamata da certa voce Greca
,.

,.

perche la fua ftatoa era fatta in guifa,che paretaa


alla lmiiitudine del Pal, che teneua in mano
Dea
Jl quale veramente la
quella
legno
fimulacro
di
^ a ^
di
moueua gli occhi,& fu creduto edere difeecrollaua da s ,
fo di Cieioj.come diffi nella imagine di Veda , nel tempio della
remo crollare

crollar l'hafta

Talladio

..

,.

&

quale egli era guardato cosi fecretamen teche non toccarlo,m;


ne anco poteua vederlo altroch quella delle Vergini Veda!"
quale era data quefta cura.. E fu cognominata Miner
da principio Tritonia y luffe da certa Palude della Libia
quelto. nome , della quale alcuni l'hanno poi fatta figlia for
alla

Trtonia

..

,.

perche ella fu prima veduta quiui y ouero perche fono le pai


ti della fpienza
conoscere le coCc prelenti , preuedere quelle
,.

&

che hanno da venire


ricordarli delle pallate t ouerament
perche tre. cofe ha da fare l'huomo faggio principalmente
operare con giudiconsigliare bene, giudicare drittamente,

&

tia

Lafcio

le altre

ragioni

che

leggono diquedo nomei


che ho da dire, s come pofi

perche di nulla fruono a quello ,


co ferua ancho riferircene Minerua fod detta, dallo ammonirli , perche la fpienza inoltrata per lei ci d fempre buone
ammonitioni, dal minuire,& (cremare le forze di coloro , che
adi continui dudij fono fempre intenti, onero dal minaccia-

re,perchecome Dea della guerra, & armata,femprepareua

ter-

ribile , Se minaccieuole . Nondimeno quello vltimo viene aneiioraadai miopropofto > perche alcuni hanno, voluto , che

Minerua.

De
Mfnerua
te

Antichi.

gli

3$$

medeiima , che Bellona, la quale fu parimen- LMineYU&J.


adorata come Dea delie guerre. E e Ce'fare fcriue,che in Cap Cefare^s .
fo(Ce la

Judociala hebberom rerenza s grande , che volfero quelle


genti, che il Tuo Sacerdote fo(Cc il primo dop il R di autorit, &: di potere, parendo loro, che la maeft della Dea Io meritarle . Ma per quello i che ne inoltrano le i magmi, d pu dire
che fra Minerua,& Bellona folle tale difFerenza,che quella mo Bellona*
lira (Te l'accorto prouedimento , il buon gouerno ,
il faggio
configlio, che vfano i prudenti,
valorofi Capitani nel guerreggiarci: quella le vecifioni, il furore, la ftrage, 8c la roina >
che ne i fatti d'arme fi veggono,perche la fingono i Poeti auriga di Marte, come Statio, quando dice :
Stath
.

&

&

mdm

Con fanguinofa

Bellona regge

J feroci deicri

Et fparfa per

e batte

lo piiudi {ngue,

"re feorrendo per le

e sferT^u

onde

armate {quadre, 8c cos

Scuote Vaccefa face

la

deicnue

&

va feorrendo
,
La gran BeUn&.per l'armate fquadrej'"*
di molto fangue

Sparfo

..

Nientedimeno $#ti<? d| pur ranco. la medefima forza a Minerua,& la &S^^j^^nienJtopJi^\>^ violenta di Bellona, quando mette che Tideo^re^nddl, cos dice^
Dea

feroce del gran padre honore >

De

le

guerre terribile padrona

Cui orna
il forte

il

&

fparfa

il

petto la Gorgona

de la qual maggiore^

For^a non haue LMarte


T*(e le battaglie

vn vago honorem

capo con

elmo

Di fangue

silio Italie*

biondo crineJ>

e?7

anda-

Silio Italico la fa

n Bellona

accetta bor

Ch'io porgo bumile al tuo

il

mio voto ,

T^ume

dinoto,

Fi dunque Bellona appreflo de gli antichi vna Dea tutta


piena d'ira, tk di furore,
alla quale credettero> che dilettata

&

affai

statio*

IttiaginideiDei

534

lmagine
te,

di Bellona

&defuoi

dea della guerra

Sacerdoti, che

da f

& carettiera d Marferifcono


&
fleffift

del pino

lei facratOy'queSa vie intefa petVapportatrie delle vccifwni , rame , Hrage , effetti pioprij della guerra .

esj^s

De gli

Antichi

335

fangue humano, onde

che ne'fuoi Sangue fparfo


facrifcij in vece di vittima
Sacerdoti fefT fi pungeuano con
Bellona,
la placauano col proprio
le coltella le braccia , e le fpalle ,

veder fpargere

aflai di

il

f.15

&

fangue

no, con

Quella fu fatta alcuna volta con vna sferza in mala

quale attaccaua

no anco con vna tromba

le fere

alla

battaglici talhora

bocca

come che

faceua-

la

deffe

il

fegno

con vna ardente face in


Percioche fi legge appretto di Licofrone , che foleua- LMjWRGmf
;
antichi , prima che foifero trouate le trombe , quando

del fatto d'arme, e -alle volte la fecero

mano
no

gli

cran per fare battaglia

con accefe
parte
glia.

faci in

& dall'altra

Di che

mano
,

mandare dauanti
le

quali

fi

gli etterati alcuni

gittauano contra

cominciuano poi

intefe Statio

la

dall' vna

fanguinofa batta-

quando dine , che

al

cominciare di

-.

vn fatto d'arme Bellona fu fa prima,che moftrafle l'ardente faEt.Claudia.no parimente parl fecondo quella vfanza Claudtano*
cella
xiegli antichi dicendo ,

Tififone l'accefo pino fcuotcj

Con mano , che miferia fempre apporta ;


Et le trifte infegne fa raccorre
Le pallide ombre la battaglia prefica

Legge!! anchora , che dauanti al tempio di Bellona fu certa


colonna non molto grande , la quale i Romani chiamauano
la colonna Bellica, perche deliberato che haucuano di fare alc lonna beU
cuna guerra, quella aiidaua l'vno de i Confoli,pofcia che haHcoj
ueua aperto il tempio di Giano , oc quindi lanciaua vn'ha/ta
verfo la parte, oue era il popolo nimico,& intendeua fi , che ali
hora fotte , come diremmo noi, gridata la guerra. Ma innanzi i che haueflero i Romani tanto dilaratfii confini , cosdiehiarauano la guerra . Mandauano qlieiti vn Sacerdote
ci deputato , il quale quiuj narraua le giufte cagioni, che etti
haueuano di mouere la guerra , dapoi fpiegaua vn'hafta ne'
campi de'ncmici . Fu anco in altre maniere gridata , 6c dichiarata la guerra appretto de gli antichi , come ho gi detto
nella imagine di Giano ,
dir in quella di Marte , f verr
propoiito Et concludendo di Bellona, dico, ch'ella fu differente almeno di imagine da Minerua , alla quale^ per ritornare al
fuo

&

Imagmi de

33*

Dei

Imagine dMinerua inuentrice del filare,


altri donefcbi efjcrcitij

lungo

^J
^M
&J

&

emetta

teiere* cucirei

&

inuentrice dell' vliuo [imbolo del

necejfario Sudio, con gli vcelli leifacrati t la

il configlio del prudente il gallo la vig'ian^a del {aggio*- l'ardire de faldati, vi anco l'ima
gine della verit .

3S*

fignifica

^&k ^S
Q*r)

i^FQ

?ffS>

gi <X

Degli Antichi.

337

difegno Apuleio mette (opra l'elmo vna ghiri n da di \ii, che quello arbore fu dato come proprio leidaglianrichf
erch'clla ne fu ritrouacrice,come la chiama anco Virgilio, Se
lei , 8c Nctiume fjerodotol
Herodotofcriucchefuil
10 Copra il pofTello di Attiene; oue
che
abali'hor.i
Se
Minerua
nafeere
fece
,
iefimo vliuo , che
yimo data
bruci infieme con la Citt abbruciata gi da' Perii , ma che
c^Minerua
lo fteffo d anco rigermogli,& crebbe all'altezza di due cubiti
Et dicono alcuni ,che fu cos finto , perche Mineruafu la
prima, che moilralfe il modo di Cpremere l'ogho dalle vlmc

|j:ome racconta la fauola della contefa,che fu tra

& anco perche non

fi

pu acquiflare

le

Onde fi

Ccienze fenza frequen-

, che pur anco in


Athene fu dedicata quella Dea vna lucerna d'oro , la quale
ardeua di continuo, n vi metteuano per olio pi di vna voi-

te fludio

Se lunghe vigilie

legge

tttterna di i{$

WttM

l'anno,& quefto era , dice Paulania , perche il lucignolo era


;di certa Corte lino , che non fi lafcia consumare dal fuoco . Et
il medefimoracconta,che appreso de* Co rinthihauendo Epopeo per certa vittoria fatto vn tempio Minerua,la preg, che
jmoftrafTe qualche fegno di hauerlo caro , &che fubito quiui
dinanzi al dedicato tempio fpicc fuori della terra vn rampollo di oglio D'onde fi pu vedere , chea ragione fu dato coflei l'vliuo,nper lo Audio iolamente del fapere,ma per l'elTercitioanchora delle arti da lei trouate ,come filare, cucire, teC- K-Att
fere, Se fare delle altre cole, che fono proprie alle donne . Per
MM
le quali i Greci riebbero vna grande ftatoa di legno , di quella
Dea, che fedeua fopra vnalto leggio , e teneua vna conocchia
con ambe le mani Et i Romani in certo d delie felle celebrate di Marzo Minerua, facciano, che le padrone con ui ramno le fanti, Se le feruiuano di loro mano , quali che voleiTero moilrare di riconofeereda quella l'vtile, clic traheuano dal-

ta

Mi"

le fcrue col

ella era

fi

Hata

lare, teffere, cucire. Se fare l'altre cofe, delle


la inuentrice; Se

ueflero quello

premio

che

ie

ferue parimente per

quali

tjl4ne?lit Cli

ha-

la conocchia,

lei

delle fatiche tolerate tutto l'anno nelie

da lei . La Ciuetta anchora fu polla alle volte su Ciuettaton


l'elmo Minerua,come vccelio fuo proprio 5 e da lai amato di
tmua .
modo, che oliale lui capo, onero piedi, ella l'ha quali fempre
arri trouate

Ceco

di

che vogliono alcuni elTce

citt cara a qucltu

Dea (opra

la

ragione

tutte l'altre

che in Athene

come moiira

il

me

not

Mi

Imagini de

338
me,che

ella

Dei

hebbecommune con quefta,&lo fludio

buone arci

delle fciefi

che quiui fiorirono tutre gi gran tempo,fu copia grande di quelli vccelli . Onde nacque il prouerbio di portare ciuette ad Attiene per quelli , li quali vogliono
dare altrui quello,di che egli ha grande abondanza . Ma lefuoledicono.cheMinerua aniaua prima la Cornacchia, hauendola fatta duientare vccello di bella giouane,chefu prima, per
difenderla dalla forza di Nettuno,che innamorato di lei le correua dietro fui lito del mare,& la tenne al fuo feruitio fin , che
accus le figliuole di Cecrope perche fdegnata allhora la Dea
del trillo vfKcio fatto da co (tei, la fece fu bito di bianca, che fu
prima,diuentare negra,come hora,
difcacciolladas,
iti
fuo Iuoco tolfe la Ciuetta,onde fu poi fempre,& dura tuttauia
grauiilma nimift fra quefti duo vccelli. Et lignifica la Cize, e delle

&

&

uetta
Giuflino

fi

Civetta cbeftgnifich

Hieroncj

il

faggio

buon configlio

legge appreso di

G rullino

dell*

huomo

prudente

come

'che eflndo volata vna Ciuetta

l'hafla Hierone la prima volta,che egli ancora giouinetto


and alla guerra , fu interpretato , eh' ei farebbe di con figlia
molto accorto-, & fu vero perche diuento Re di Siracuf, bea
che fofTe nato di baffo luoco. Et perche gli occhi di Mineru fono d vn medefimo colore con quelli della Ciuetta * la
quale vi vede benifimo la notte intender! che l'huomo
faggio vede , & conofee le cofe quantunque fiano difficili, 8C
occulte , e cheleuatofi dall' animo il velo delle menzogne pe-

su

netra alla Verit con la villa dell'intelletto

perche quella fl

n fi lafcia vedere ad ognuno : onde Democrito la pofe nel profondo di vn pozzo dicendo eh' ella quindi non vici
u mai, f il tempo , ouero Saturno fuo padre ( come dice Plutarco ) non ne la traheua fuori alle volte . Et Hippocrate crihlppotratcj.
uendo ad vn fuo amico difegna la Vcrir in forma di donna
.
Democrito.

occulta,

Verit

bella,grande,honeflamente ornata,c tutta Iucida,5c rifplendca

Opinionejt

Epifanio*

ma

ne gli occhi pi affai , perche quefli paiono due lucidili


.
Et fbggiunge poi della Opinionc,ch*ella mede/ifime
mamente donna ma non cos bella,n brutta per nia ch
fi moftra tutta audacie prefla ad appigliarci cicche le fi ap
prefenta. Apprelfo di E pifanio fi legge che dipingeuano 1*
eretici con lettere Greche in quello modo
Verit alcuni
la
ij
la * fofTe il capo ,
Mecteuaao che t * >
fi , e
te

flelle

&

&

De

gli

Antichi.

$$

venendo giformauano tutto il corpo > mettendo


fempre quelle due lettere > che di mano in mano fono pi vicine alia prima, 6c all'vltima . E Filoftrato>diccndo che la Vecolta c cos

rit era dipinta nel facrp antro di Anfiarao,la fa veftita di

chiflmi panni

Virt

Se in altro luogo la

>

La quale fu dagli

chiama poi madre

antichi parimente creduta

bian
della

Dea ,

Se flirta

Dei pofero i Romani vn temadorata, & a lei come


|chc di vno votato quelli Honorem l
quello
onore,
dell'
pio dauanti a
Valerio
Maflmo bifognfarne
riferifee
da Marcello > come
diifero;
che
la
religione
non comporta- Palerio Maf*
Pontefici
due, perche i
dedicato!
duo
Numi
folo
furie
fimo
tempio
conciofia
u, che vn
Ci
prodigio
quello
qualche
non
poteuafapein
,
cheauuenendo
re cui di loro fi hauefe da lcriflcare . Si che alia Virt,&: all'IP onore fu dato il ilio parte > & qucflp non poteua entrare
Te non chi p.ffaua penquella, volendo perci moitrare,che no
gli altri

vi altra via da acqiftarfi honore, che quella della virt, co-

me che
ta

quello (a il vero premio di quella , che fu perci fatcon dueali,conipfiachej'honore, cla gloria quafi legge-

rillmeali folleuino da'terra le pcrfonevirtpfe

Se le portino

con non poca merigiiia di ogniuno Il che non era


nel tempio di Luciano forf, come ne gli altri tempi anchora
non fiato , per non diredi quello di hoggidi > che pur trppo
f lo vede gni vno come ria j imperoche egli deferiue in cera volo

to fuo dialogo la virt tutta mefta, addolora ta,veftita cori cr-

pochi (tracci intorriiSc-riiolto malamente trattata dalla Fortuna,^ modo , che le era tolto di andare etiandio a farfi vedeEt dir quello poco pur* anche de' noftri tempi ,
re a Gioue
che alcuni hanno dipintala Virt in forma di Pellegrino', comech'ellanon trotii qui ltan2a,& perci f ne camini via. Ritrouafi ancorach gli antichi la fecero a guifa di matrona, che
&c in certa medaglia antica fi vefiede fopra vn fallo quadro
de la virt fatta in modo , che fi vede vna Donna appoggiata
col finiflro braccio ad vna colna,& che co la delira mano tie
ne vn ferpente . Fu poi la Virt mafchile,come vna medaglia PMUttiafcbu
*-*
di Gordiano Imperatore,formatacome huomo vecchio, barbuto, tutto nudo, appoggiato ad vna mazza ,& che ha la pelle Mtdaglia. di
GQtdtano,
dei Lione inuolta ali'vno delle braccia, cui fono lettereintorAlla virt di Auguilo
Et ha vna medaglia
che dicono
fio
V u 2.
ancoti

TMagini de

34

Dei.

V5

^ Magni

della

feolpiti in

&

Virt

& delt'Honore, che

fi

riguardano cofi

ma medaglia di ViteUio,dinotante dilla vir-

&

attieni virtuofe prouenir l ybonore,


cm l'honore
l'abondan^a del tutto*
ogni human* felicit.

&

De gli Antichi
la virt in

telilo

con elmo

341

medefima figura Ma in vna di Vi- Medaglia di


forma di Giouane veftito. incanta mente Ts^tmcriano,

incora di Numeriano

la

in tefta,&: cimiro di alcune penne,tien la finiftra al- Medaglia di

&

ad vn' nafta dritta in terra ,


la delira con lo
appoggia al deliro ginocchio pi eleuato dell7 altro ,
perche ha fotto il piede vna teftuggine ,
ha gli ftiualetti in
gamba, e ita dntto,e guarda filo ad vna giouene , che gli dirimpetto fatta per l'Honore, aqualealzando il deliro braccio
tiene l'hafta,come l'altro, & da quella parte nuda fin fotto la
mammellamclla finiftra il corno di douitia,
vn' elmo fotto
'1 capo adorno di belle treccie bionde, checon,vail piede,
go modo gli fono auolte d'intorno Prodico Filofofo come Ci
lo riferifee Marco Tullio, finlegge appretto di Xenofonte,
fe>che H ercole , mentre ch'egli eragiouincando non so come
in certo luoco diferto , oue trou due vie, che andavano in 4iuerfe parti,
non fapendo a quale fi douefTe appigliare,meritre ch'ei itaua ifpefo,e. tutto penfofo fopra di ci,gli apparuero due femine, l'vna delle quali era la Volutt bella in vilt ,
tutta lafciua,& vaga, per gli artificio/i ornamenti, chehauewa d'intorno,la quale lo perfuadeua a caminare per la via de i
ta appoggiata

VittliQ,

fcettro

&

&

&

&

&

piana
& facile, piena di verdi
& di coloriti fiori ma ftretta poi al fine fafTofa &

piaceri larga al principio

herbe

piena di acuti/lime' fpine

L'altra pi fuera

to , femplicemente veftita
moftraua prima ftretta,

nello afpet-

era la Virt, che l fua via gli

& erta Se difficile, ma che dop


& in ameniftlmi campi pieni di foa,

menaua in fioriti prati ,


Etperchea quella fi
uift mi frutti
.

cos glor iofo

di hauer villo in

balba

che

con

& di

accoll Herco.le, hebbe


Dante fingendo nei fuo Purgatorio
fogno la Volutt , la deferiue vna fernina

nome

gli

occhi guerci

re fpeditamente

fi

& co ipi ftorti &

man mon-

la

amor vuoIe,cofi lo coloraua,& haurebbe tratto


dolci parole,fe

quale cominciaua poi a parladrizzaua tutta , e lo fmarrito volto, come

colore fcialba

lui s

con fue

non che apparue vna donna fanta,& honefta, la DantCj

quale dice egli.

l'altra

34*

Tmaglni

<gj 1 magmi del Dio hono re

Del

<3e

&

*tf$
3C4

Cupido,
della Dea Virt ftgnifranti che L'amore che portiamo alla virt ne inula al
camino d'abbraciar quella guidati
/corti dall'ho fiore*

5fc

figliuolo di detta Virt,

viali fuoi jeguaci

&
& coronante

prmiante

*3$39 &&$% !& gm

d glo-

De
L'altra prendeva

ftendendo
Quel mi

gli Antichi.

345

dinanzi l'apriua

-Qf

drappi

e molrauami

fuegl col

pt*^o

il

ventre.

che n'vfciua

conranno molto bene alle vie de' piaceri viMa chi voleflein altro modo anchora
.
,
per
:r inoltrare quefte due vie potrebbe far la lettera di Pithago-

Le quali

tiofi

cofe

& della

fi

virt

ra ,fopra della quale (criffe Virgilio que' pochi vcrfi,moftrando


ch'ella ci flguraua la vita

humana,

li

quali vengono dire que-

fto in noftra lingua.

La

lettera

Ttbagora gi data'

Moftra la forma dell' bumana viti *


Conleduecornajncbeellafeparata,

Terch'

De

la delira
la

vi

l'erta fatila

virtude cori anguflo calice

Difficile

principio

e mal gradita.

,'.""/'
Ida poi facile cbi la via non falle ,
Tercb* afeendendo giugne , otte s'oblia

La

&a

fatiche lafciatefi le frallcj

la fmiftra

va

pi larga via

Tacile , e piana

Que

fil pianto

ma

,
,

mena
/w

che poi l'huom

e pentimento

VtT%

VvtQM

Imagini de

la

vira

tionali

folo dati

ad ogni

-JW

Dei

forte di vifio quaft ina-

--Y.

De gli Antichi.'
*Pcyq qualunque

il

fuo defir affretta ^

van piacerei

lo lafcia fegufr il

Cb* princpio par gioia

yirt fegue con

Di

patir

Cui meno

fa foUere^<

cbe poi

pi,

j?

chiara

chefaria Hata bruna

bi'fwo t>iue
fi gli

d'vna

e illuHre

chi fot Vocio, e la lafciuia

Con
Che

.'

che fortuna

Et netien memoria

tJMa
I

ella douria-

Sua fama fa

alfiy pena

fermo volerai

difagi

acchitta tanto bonor


<

|jj

ha cara %/

e quella yifaalfin^f

paru dolce

ferite- amara > l

trafingoli il'cor pungenti fpin

Perche non danno i mondani piaceri all'vltimo atro> che


pentimento , e vergogna ma le virt, oltre , che in noi rteffi.
ci acquetano l'animo , apprcflo de gli altri anco poi ci acquietano gloria , &c honore . La imagine del quale faceuano gli HonOYiU
.

antichi

>

come

la

defcriucl'Alciato

di fanciullo veftito di

panno porporeo , con ghirlanda di lauro in capo 5 cui daua


mano Dio Cupido, & lopareua menare alla Dea Virt, che
andaua innanzi
Adorarono gli antichi vna Dea anchora
Volupia^
de piaceri, la quale chiamarono Volupia, come fcriue
Varrone & era la lua fbtoa vna donna pal'

'

, la quale a guifa di Regine ftaua in alto feggio , oc


pareua tenerli la Virt (t-

lida in faccia

na

to

piedi.

X%

Nel

Imagni de

Itf

Jmagine
eere

Dei

^Angernada attutii tenuta dea del pia


humane operatimi ,
anco [opta il viale'

detta dea

&

delle

&

della gola t delfilentio,

& del foportate, & imaginedel

Dio flenth detto Ravpocrate fgittatore,


gine dinotante detto dio delftlentio.

05

^ vna ima-

Begli Antichi.
Nel tempio

547

di cortei era polla fopra vn' attare

Angerona

^tfgerfld

creduta parimenta Dea del piacere, ouero ( come rifenfcc S.


Agoftino da Varrone ) del Fare , che i Latini dicono agere
Onde ella hebbe il nome , perche pareua , che ella mouefle gli
huomini alle attionU come la Dea S ti mula gli iti mula u, &c Stimala,
Hortagli efTorraua . Et, come Plutarco ferme , il tempio di Horla ,

fmprc aperto , accioche quella, che efTorraua tuthuomini a qualche degna opera foffe villa fempre
da ogni vno Di Angerona hanno anco detto alcuni , che ella fu cos nomata dallo Angore , ci affanno , Se trauaglio,
ch'ella leu via fubito, che a lei non meno , che a gli altri Dei
furono ordinate le facre ceremonie , facendone celiare il male

coflei flaua

tavia gli

della fquilantia chiamata angina da' Latini , che ammazzaua


Et per quello forf il fuo
gran numero di perfone in Roma
fimulacro haueua qualche panno intorno al collo , che gli leMa Macrohio vuoicene Angerona con
gaua anco la bocca
fuggellata moflrarfe , che chi sa patire,e ta- Tacere
la bocca legata,
nuef.

&

ccre diflmulando gli affanni

de poi

vita lieta

quella

Dea fu

& piaceuole

,
.

al fine, & f ne go~


& Solino fcriuono che

vince quelli
Plinio

cos fatta per dar a vedere,che

non bifogna par-

lare de' fecreti mifterij della religione per diuulgarli

rolleanco

Numa far

conofecre

Cario*

come

quando introduce di adora- Tacitai

Dea da lui nomata Tacita , fecondo che Plutarco fcritacere le cofe de i Dei Per la quale co fa adobifogna
che
ue,
rarono parimente quelli di Egitto il Dio del flentio,& loten
Il nome di colini
nero in compagnia de i loro Dei principali
appo loro fu Harpocrate, e Sigaleone apprefib dei Greci , Se HarpOCratCjl
Martiano , era di giouinetla Tua flatoa , fecondo Apuleio ,
to , che fi teneua il dito alla bocca , come fi fa quando fi inoltra altrui con cenno che taccia . Egli fu ancho talhor fatto
pel Dio del llentio vna figura fenza faccia con vn piccolo cappelletto in capo, Se con vna pelle di Lupo intorno,
era qua-

re certa

&

&

fi

&

tutta coperta di occhi,

vdire afn

ma

&

di orecchie,pcrche bifogna vedere,

parlar poco

Et pu ogniuno fempre che

tacere,ma non pu fempre di ci , che vuole: il che


moitra il cappello, che fegno di libert , comealtroue flato detto , Et del Lupo fi legge , che fa dmentare'roeo qualun Lupo
col filenque ei veggia prima , che fia veduto , Se che quando ha rapito

gli piace

tio

Xx

alcuna

Itnagim de

3^3
alcuna cofa

Dei

ne fugge via cos tacitamente , che non ardifce


Terfico dittar pena di fiatare
Ad Hirpocrate fu dedicato il perfico , perpocrate-;.
che quello arbore ha le foglie fi mili alla lingua humana , 8c
f

fuoi frutti raffimiglano

fti

quello, che nel core,

il

core

come che

la

lingua rnanife-

ma non lo debba per

fare-,fe vi contempi virt, coCornarcha cac


se la Cornacchia vccello'
data da Mi- garrulo, de loquace ; perche non dee l'huomo prudente perde-.
mrua
re tempo in molte parole , oc vane > ma tacendo ha da confiderare le cofe molto bene prima,cheneragion,& dirne poi quel
lo , che bifogna ("blamente . Il che voleua forf inoltrare la
ftatoa di quella Dea , che fu appreflo de' Melfenijjk quale feCornacchia in condo che Paufania la deferiue , teneua vna Cornacchia con
wanodiUlii* mano, come che'l parlare habbidaelfer cos in mano dell*

ben fopra Ecperci il tacere


me. moftr Minerua cacciando da

fider

nerua

&

huomo

faggio , ch'ei lo polTa allentare,


flringere, fecondo
che fi prefenta la occafione , de che ricerca il bifogno . Hebbe
poi Minerua vnalunga haflain mano, comediiljcheledan-,
no tutti i Poeti j &c Apuleio parimente la deferiue , che crolli
quella con mano , &c che leuando il braccio alzi lo feudo, 8c
fa che vanno con hi duo fimili a* fanciulli , i quali con le nude coltella in mano paiono andare minacciando: de' quali vno
lo Spauento, l^ltroil Timore,perchenon fono le guerre mai
fenza quelli . Per fingendo Statio, che Marte comandato da
Gioue vada metter guerra fra gli Argiui,eiThebani,dice ch'ei
tolfe lo SpauentOje'l Terrore,& (ci fece andare auanti,
lo
difegna in parte., & in par te, deferi u gli affetti, che da lui ven-

Staffo

a* fuoi

&

gono in quello modo.

Terrore-i

&e

la

plebe crudel
Il

ha

intorno

Terror, e deHrier

lo

K^dl cui poter non chi

il

elegge

manda innanzi
fuo paregge.
%

In far temer altrui non che l auanti .


Ter cofiui par , che limonio il -per difpregge,
Se nel timido petto auien che SlanTg
il

yoci
, Cha
mal prefle ,

morivo borrendo

mani

fempre

al

infinite t

& ardite

ry*

De
Vna

non

fola

Che

fi

gli Antichi.

fempre

iJMa molte ,

la faccia

49

e tutte in variati

afpett

cangiano ogni hor,pur eh' a lui piaccia

D'accordar quei co

Quali ne

cori

pauentofi detti

human

forte caccia 9

Ci? dar loro ogni fede fono aHretti

con tanto fpauento Jpejfo ajjalo

Le

citt

Crederan

che poi credono ogni malesi

che non pi fia fol

E parr

lor quel

vn Solo >

che non

vedere

Se i miferi mortali a le parole^


Del tremendo Terror di rado vere ,
Tongon l'orecchie , e che le Helle inuole
Vn nembo , ond* hahhiam poi tutti a cadere,
Che la terra pauenti , e tutta trkme

fi

fcuotan con

lei

le felue

infieme

Paufania mette il terrore fatto in due modi da gli antichi : Taufama .


l'vno con capo di Lione , che tale era intagliato come ei di.
.
y
ce,appreflo de gli Elei nello feudo di Agamennonerl'altro con Scudo d J.g*>
mennone^j*
faccia,
habito di femina ma fpauenteuole pi che fi pofTa
,

&

Et vna cos

imagine dello Spauento dedicarono i


Medea , da loro vecih gi. per gli perniciofi doni , ch'elfi portarono alla figliuola di Creonte, onde
ella ne per con tutta la cafa regale . Ma non fu per creduto Tempre il Timore noceuole,perche Plutarco fcriue,che que- Timore
*M9.
fto fu adorato da' Lacedemoni; , non perche haueflero paura
di lui come di alcuui altri Demoni > li quali voleuano > che
foifero lontani dalla citt , ma perche penfarono , che la Repubblica fi conferuaffe per lui , quando le leggi ,
i Magiftradire

Corinthi

fatta

alli figliuoli

di

&

ti.

erano temuti

mo magillrato,

D'onde fu , che

&

vno

barba,

efii

tagliafie la

non

lo

che erano

(come dice

il

fom-

Ariftote-

faceuano gridare perla citt,che ogn'-

& fofTe vbidientealle legge>accioche

da fir male perfona,& faceuano quegiouani ad vbidire anco nelle cofe leggiere
Oltre

ro fiero sforzati

fto per vfure

Efori

entrati in vffcio,fubito

le)comandauano,
fi

gli

(tdO*

Imigini

S50
Fortezza vera.

c!e

Dei

Oltre di ci non credettero gli antichi , che forte vera forrezza il non temere di cofa alcuna , ma si l'hauere paura di jktire cofa indegna

8c

Mimarono, che haueffeda

effere

tempre

nimici chi temeua di offendere le leggi*


che chi non ne faceua conto alcuno :
che la tema di acquifere trillo nome , facefle gli huomini pi gagliardi a fopportare ogni fatica ,
ogni pericolo . Et quella la paura , che

pi ardito centra

gli

&

&

debbono hauere i popoli ; & per quello pofero Lacedemoni;


il tempio del Timore a canto alla cafa de gli Efori
Et di quello intefe forf ancho Tulio Hoflilio, R de' Romani, quando ordin ( come riferifee Lattando ) che fiadorafTe il Timoi

Tutto

Botti-

Ho,

&

la Pallidezza infieme > perche di rado auuiene , che non


impallidita chi teme- Et meritaua bene egli che trouato gli
haueua cofi belli , come dice elfo Lattando , di hauere i fuoi

re,

Dei fempre feco,& che non fcibbandonafTro mai Ma ritornando Minerua, ella moftra , mentre che crolla l'ha Ila , 3c
Mi- alza lo feudo con la compagnia , che le d Apuleio , le minac.

Scudo

mma

di

ele delia guerra;

& f la confideriamo in pace ,lo fcudo,ch'era

il corpo da ci , che fofle venuto per offenderlo , moflraua, che l'animo dell'huomo pru-

di lucidiffimo criflallo,e copriua

dente coperto dalle membra terrene Colo per guardarlo , e


cuflodirlo,& non perche da quelle gli fia ofeurata la villa in
modo, che non poiFa pi vedere la verit delle cofe . Et perche gli feudi communemente fono di forma orbiculare , ben-

Mattianol

ch quello di Minerua fi veggia talhora fatto altrimenti. Marnano fcriffe , che lo feudo nel braccio di Minerua fignifcaua , che il Mondo , qual' parimente di forma rotonda , gouernato con fomma,
infinita prudenza, 8c non a cafo,come
vollero Democrito , Se l'Epicuro . E l'hafla vuol dire che
l'huomo prudente pu far male altrui etiandio di lontano
oUefo che la forza della prudenza tanta , che penetra ogni
durezza di tutte le pi difficili cofe , e fouentc fi leua tanto
aIto,che va fin' al Cielo . Onde Claudiano fece l'hafla di Minerua tanto lunga,& alta, che paffaua le nuuole . Et Hom
ro , forf per efprimere ancor meglio quello, fnge,che Minerua , volendo andare a Telemaco , per mettergli in animo , che
vadi a cercare VlifTe fuo padre , fi mette a' piedi gli dorati talari, di quella forte che nella imagine di Mercurio riabbia-

&

Uafia di

mrua

Mi

Claudiana.

Minerua
Talari

ce

mo

Degli Antichi.

55

Ttoino detto che iano , ne porta Ceco altro , che l'hafta


uafi ancora appreflb di Marco Tullio , oue ei ferine della natura de i Dei , che vi fu vna Minerua (concio/la che egli racconti di cinque ) la quale era finta hauere le ali a' piedi
Paulonia parimente fcriue , che fu vna lunga nafta in ma- 'Paufania
no a quel ilmulacro di Minerua , il quale haueua su l'elmo ,
.

come ho

&

feguita deferigi detto , la Sfinge , e gli Grifi


uendolo, che ftaua dritto con certa tonica, che lo copriua tutto fin'a terra,
era fotto la corazza ( che le giaceua a'piedi )
Io feudo,
vi aggiungono anco la Ciuetta, e che al calce del}

&

&

che prefe argomento Demofthene, emofbene.


quando fu forzato andarfene in bando, di dire, che Minerua,
la quale era proprio nume di Athene ,f dilettaua troppo di tre

l'hafta era

vn

ferpente.

Da

ftrane beftie, che erano, la Ciuetta,

perche nella republica

polo^

di

il

Serpente, 8c

Athene haueua che

il

Popolo:

fare affai

il

po-

pigliaua egli le cofe al peggio all'hora,chef fentiua of-

detto della Ciuetta,cos dico del Serpen Serpente di Mi


nenia .
te,che fu dato a Minerua per fegno di accortezza,& di pruden

ifo

Ma,comehgi

za
Onde in Roma dinanzi al gran fimulacro di Minerua
gi a' piedi ftaua il Serpente tutto in se riuolto , f non che alzaua la tefta su dietro allo fcudo,ch'ella teneua al braccio, co-

me dice

di Minei ua,& quiui

fi

do

Seruio
i due ferpenti, quali vene andarono dritto al tempio

Seruio, oue Virgilio le fa, che

cifero Laocoonte, e

figliuoli, f

pofero a i piedi della

Dea,& fotto lo feu-

Della tonica, che cortei porta con la corazza fopra, fcriue

H erodo to,che

i Greci tolfero quefto modo di veftire dalle don


che habitano intorno alla Tritonide palude , ne
vi altra differenza, f non chela tonica di fotto di quefte di

ne di Africa
pelli,

& le tmbrico frangie, che vogliamo dire, delfarfetto

fopra non fono di ferpentelli,

ma

di

H abito di Minerua

di cuoio tagliato a minute li-

vfauano fare quelle donne di Africa pariCapra , & perci lo chiamarono i Greci E- EgidiU
gida, perche Ega appo loro lignifica Capra , 5c quefto, che
noi riabbiamo detta corazza,che hebbe forf le fimbrie all'intorno di minuti ferpenti , come pare voIelTe intendere Herodoto, quando pofe la differenza,come ho detto, che fra il veftire delle donne d'Africa , & l'habito di Minerua Alla quale
fecero di p:u gli antichi nel petto la Gorgone> che fu il capo di Gorgone-i
fte, ilquaie farfetto

mente

di cuoio di

Medufa

Imaglni de iDci

35Z
Medufa

crinito di ferpenti,che cacciaua fuori la lingua

;
e glie-

pofero anco alle volte nello feudo , che fu pari mefite chiamato Egida da alcuni, perche Diodoro Tcriue, che Gioue lo co
perfe della pelle delia capra A maidica, e lo don poi Miner-

le

Diodoro

ua

Ega

figliuola

ini Soie
Jritgino

Ma pi fouente

per

la

Egida

fi

intende dell'armatura del

non da Ega, tol


tper la Capra , ma da vna figliuola dd Sole di quefto nome,
che fu, come raccontano le fa noie, di marauigliofa bianchezza
con vho fplendore it apendo, ma non bella per,anzi tanto hor
ribile a vedere, che fubito che l moftraua i Titani nimici di

petto, la quale fcriue Higino,che fu cos detta


-

#.

Gioue

reftauano

tutti fpauenrati, e (lorditi.

Onde la

terra,pre

gata da quelli di leuarla loro dinanzi da gli occhi , la nafeofe


in Creta in certa fpelonca , oue /lette fin che Gioue ne la len, quando volle hauere anco il capo di Medufa, perche l'Oracolo haueua detto, che fenza quefto egli non poteua vincere
i Titani, come gli vinfe poi, e doppo la vittoria don la Egida, fatta della pelle di Ega col capo di Medufa a Minerua,che
la port poi fempre . Virgilio , quando fa , che Volcano va a
mettere in opera i Ciclopi per fare le armi ad Enea,come l'ha-

ueua pregato Venere, e racconta i lauon , che quelli haueuano


allhora fra le mani,ehe erano i fulmini di Gioue,il carro di Mar
te, e l'armatura di Minerua,che la medefima,che Pallade,coVrgiUo

s dice di

quella

Et dorate fcaglie d Serpente


Componean con induHria la tremenda
Egida

de la qual Tallade irata

Souente s'arma

la

e gli atticciati ferpi ,

Gorgonea tetta

ch'anche tronca

V.olgeua gli occhi in vifta /cura

K^ddattawno

Cordone

per

la

e fera

al petto de la Ditta

G orgone s'intende fempre

vifto folamente vecideua altrui

il capo di Medufa, cne


ancora che fcriue Athenco 9

che apprelTo de' Nomadi nella Libia fu certa beftia di quello


nome,fimilc alle pecore, o come altri vogliono,a' Vitellini cos pemitiofo fiatOjcheammazzaua con quefto folamente tutte i'altre belile, che le fraccoftauano > e con la villa parimente
veci-

Degli Antichi.

3?/

qual volta fcuotendo il capo fi lcuaua dinanzi certo crine,che difendendo gi per la fronte, Iecopriua gli

Vccdeua altrui

, comeprouarono alcuni foldati di Mario , quando egli


andcontra Giugurta,li quali cacciando quefta beftia caddeE quelli del paefe ne
ro morti, fubito che da lei furono vifti
contarono poi la natura ad elfo Mario , e glie la fecero anco

occhi

hauere morta,perche elfi fapeuano,come,ftando in agguato, fi


poteua ammazzarla di lontano
La pelle era di cos mirabile
variet di colore,che mandata a Roma, non vi fu alcuno , che

'

'
'

ecomecofa marauigliofa fu porta


Hercole Proclo Cartaginefe fcrifle , come rife-

fapefle di che beftia folte,

nel tempio di

rifce Paufania,

che fra

le

molte,e diuerle

beffcie,

che erano nei

furono anco h uomini , e femine feluag,


gie e beftiali , ech'ei ne vide gi vno portato a Roma, e vole- Medufa
u credere>che Medufa folfe fiata vna di quelle femine,la quale andata alla Tritonide palude hauefTe fatto quiui di molto
male a gli habitatori del paefe , fin che fu vccifa da Perfeo
con l'aiuto di Minerua , perch' ella fu proprio Nume di quel dIq^qyq "
Diodoro fcriue , che le Gorgone furono femine belli
Juoco
cofe nell'Africa, le quali furono fuperate da Perfeo , che yccife
anco Medufa loro regina > e quello potrebbe effere hiftoria .
Ma le fauole dicono , come Ci legge apprefTo di Apollodoro ,
che le Gorgone furono tre foreIle,delle quale Medufa folamen
*
te potua morire le altre due nomate Euriale,e Steno , erano
immortali, oc haueuano tutte il capo inwolto di fcagliofi fer{)i, haueuano 1 denti grandi come di porco , le mani di rame
'ali d'oro , con le quali volauano a loro piacere , emutauano
in fallo qualunque era villo da loro s e che Perfeo , hauendole
trouate, che dormiuano, ragliil capo a Medufa,lo port via ,
e donollo poi a Minerua, dalia quaile fu aiutato all'ai a quello
fare,perche da lei hebbe lo laido, fi come da Mercurio hebbe
la fcimitarra,e i Talari,l'elmo di Orco, che faceua altrui inuifibile,e certa bifeaccia, nella quale port il terribile capo, da alcune ninfe, che gli furono infegnate da tre altre ioreJJe delle
Gorgone, per rihauere l'occhio, & il dente rubato loro da lui ;
percioche di quelle fi legge, eh' elle nacquero vecchie, ck riebbero vn' occhio fojamente ,& vn dente lolo fra loro , e f ne
deferti dell' Africa

vi

fcruiuano a vicenda

m l'vna, m l'altra

fu perci in cer-

Imagnt de

,54

Pei

MU

Grecia,come ferine Paufania,nel tempio di


llatoa
di Perfeo,alla quale,comech' ci folle per
nerua vna
ta parte della

ari-,

Medufa alcune Ninfediuano


i
vn' elmo &; attaccauano Talari a' piedi
Dicono ancora,e
quella . la faiiola pi commuti e che di tre bellilTme forelle %
chiamate le Gorgone da certe Ifoledi fi.mil nome,, oueelle ha.
bitauano , Medufa fu la pi bella &c haueua i capelli d'orodare all'hora

in.

Africa contra

..

Medufa

,.

Onde innamoratofene Ne.tuno

giacque con

nel tempio

lei

&

adirata grandemente
di Minerua,. la quale perci fdegnata ,
fece cimentare Medufa di bella, e piaceuole ch'ella era prima,
,.

da vedere, tutta

terribile, e

fpauenreuole, cangiandole

dorati

mutato fu.bito in fa
pi
guardalTe
ma
chiunque
la
non
fa
,
potendo il mondo apportare cos Urano moltro,Perfeo l'vccife con l'aiuto,, ch'io dif
fi,e ne diede il capo a Minerua che lo port poi fempre nello,
fcudoj nel petto della corazza .Laqual H omero, quando fa,
c ^c cl ue ^:a ^ ea s arma P er andare contra gli Troiani dice, che
circondata di horribile fpauento , e che, oltre al capo di Me*
duia, vi e,dentro anchora l'animo lo ardire,, & la licura rortez~

crini in brutti ferpenti :e volle, che folTe


-,

,,

'

Corarra T
\a: JS

m*.. r

*,;

Trafilatila,.

z.a,&

le

fpauenteuoli minaccie, cofe tutte proprie alla Dea delr


*
,
.,..
,.
v
r
Pa ulama.diQnde n
, si come e la Vittoria anchora
.

le

guerre

..

ce, che gli Atheniefi glielo pofero nel petto infiemeco! capa
che apprett de gli Elei le ftaua acanto fenza.
di Medufa ,
inoltrano la forza del fapere , e. della pruLe
quali
cofe
ali

&

..

denza:perche quella, con l'opere marauigliofe,e co' faggi configli fa llupire altrui

,,

immobile di mara-

e rellare quali fatto,

che facilmente ottiene poi , ci ,,che vuole, pure che


lo fippi acconciamente efporre , che per quello horribile capo*

uiglia

moftra la lingua.. Etera. coperto,

ta lh.ora

manto, che

dal bel

TPepl&vtjle di mett.euano intorno alla Dea,chiamat.o da gli antichi Peplo , 8C;


era vna forte di velte,vfata. intorno i fimulacri de i Dei, fenMinerua..
LattantiO:

za m.aniche r come dice Lattantio fopra Stano, bianca


chiata tutta di bolle dorate,, la quale ficeuano

le.

mac-

matrone di.
Ma perche

fua mano, e la. ofteriuano, poi ogni terzo anno


quella fu inuentione.de gli AthsnLde qiia]iMii3er:fl^ fu
..

,,

me principale

era tolto pi fuente

velico manto che fotte

Dea

il

Nu-

Peplo per quella gran,

con fccrato a quella.


di cinque in cinque anni con folenniunna cerimonia fc
,

quapofferto

,.

ancora.

T>e
|

gli

Antichi.

355

Incora che Suida dica, che era non veft> ma la vela di cerca
naue,che quel tempo, che ho dcttoyera apprettata con belifl
mi ornamenti in honore di Minerua certe fue fede , Se vfaro
Ho anco gli antichi di Offerire il Peplo,quando in qualche gra

He pericolo Voleur.no impetrare il fauore delia Dea .Onde Ho HomerQmero fa,che H ecuba per con figlio di Helcno tuo figliuolo,&
indiuino,quando vede 1 Troiani effer cacciati da* Greci fin dea
tro le mura,mette in ordine con le Tue pia belle , Se pi pretio
{evefti vn grande Se ricco Peplo , Se accompagnata da tutte le pi nobili matrne lo "porta al tempio di Pallade , Se quiui lo fa offerire da Thana moglie di Antenore, femna all'ho
r fra le Troiane di grandisfima veneratione , e cucce infieme
pregano la Dea, che voglia efTere loro fauoreuole. La cofa fu
imitata da Virgilio,quando dipinge la guerra di Tria a Car* P'tffywjt
pagine nel tempio di Giunone,dicendo

Giumo

in

tanto con le chiome

Le donne
Tallade

d'ilio al

&

>

Tortuano

CU

fparfk^
tempio dell'ingiujta

humilmente tutte

il

Tepfo

Dea Jempre con mano

alla

addolorati petti percotendo

Et in quefto foenn manto vfarono gli chenef di ref, qual altro fi foffe Gi^.
canee , che fu vecifo da Minera olere che alle Voice vi fecero

fere,ricamare, dipingere Encelado

Ot&fflt*)

ancho

queli,li

quali erano

Itaci

pi valrof in baccagliale tne-

ticauano per ci gloria maggiore * Era quel gigante huom


dal mezo in s,& ferpenel reito,che cos fono deferitti da' poeti tutti

lire

il

que* Giganti, li qUali riebbero ardire di andare ad affa-

cielo.

Onde

Sudariferifcedi

infoiente, e crudclfur di

Hercole, Se

figliuolo di

modo > eh'

Gioue

fi

Commodo

mperadore Commodo era

per efTere chiamato dele , &info*


veftiua fouenre la pelle dei Unteci,
egli

Lione,e porcaua la mazza in mano > con la quale- mmazzaua


per fuo piacere molci huomin * Se come eh' ei voleffe parere
ai combaccere allhora per gli Dei,faceua loro prima acconcia
te le co(cie,& le gambe in forma di bifcia, di ferpcnte,accioch rapprefentaffero i Giganti Quali Apollodoto fcriue > K^pollodorQ^
che erano di faccia horribiie > e fpauentole con capelli lun-

Yy

ghi,

Imagini de

3$
Spo(itone

ghi,e differ fino su

d?

Giganti^

fopra

gli

le fpalle

horridi petti

&

Dei

con barba

Et intende!! per

huomini empij,

prolifla difcendenK*
io di fo tto di co (to-

Dio non fanno cone giufla, n honefla,ma tutto il con traperci ra ili migliano il Serpente , che non pu afzarfl
rio ,
da terra , ncaminareper lo dritto , ma bifogna che andando
tutto il torca . Et a quelli Minerua d la morte , perche danno

rtene

gli

e fprezzatori di

fa mai,chefia dritta,

&

(empre

no

gli

nelle tenebre della

ignoranza humana, n vnqua ieua-

occhi quel diuino lume che Icorge altrui gloriola

& eterna vita,& l'aiuto &c

,-

fauore>ched Minerua chi va


k lei,come fi legge di Perfeo,& ne ho gi detto E di Bellerofonte,che veciiero la Chimera, hauendo hauuto da lei il cauafil

-,

KJnimrmfrt
UOtfttC^

Pega fo do mo,.&:

commodo a

caualcarc. Onde quelli di

Co-

rinto,come fcriue Paufaniajhebbero vn flmulacro tutto di legno ( eccetto che la faccia,le mani,&" i piedi,ch rerano di bianco marmo )di Minerua , da loro chiamata Frenatrice , perchd
diceano , che ella fu la prima , che frenaffe il Cauallo Pegafo
lo defTe a Bellerofonte . Prometheo parimente con l'aiuto
dicofkci and in Cielo
muoio il fuoco del carro del Sole >
col quale diede poi le arti al mondo, che fono perci dette eCfer venute da Minerua , perche l'ingegno fiumano ha trouato>
ci , che tra noi fi fa e troua anco tutto di ,
fallo con il mezo del fuoco , concio fia che inflittele arti due co Ce faccino
dibifogno, L'vna l Tinduftria,& l'inuentione, l'altra il porre
in opera,&: far queIioche l'ingegno ha difegnato - Quella s'intende per Minerua,^ quello per Volcano,cio pel fuoco Per
che fotto il nome di Volcano intefo il fuoco, il quale ci inflrumenro a fare tutte le cofe, perche il fuoco fcalda e rifplende,& mancandola luee,& il calore,nulla fi pu fare. Egli ben
vero , che ion pu fempre l'arte porre in effetto tutto quello
che l'ingegno troua , perche quella ff legata al corpo > e non
pu da lui partire y n fare pi di quanto egli pu > ma quello
lo lafcia fouente, edifeorre a fuo piacere confiderando l'opere
della natura,& quello che fa Dio,& imagina talhora di fare an
ch'egli cofe limili, di che non fi vede per mai effetto alcuno ,
perche fono imaginationi vane . Onde fu fnto dalle fauole ,
che non potelfe mai Volcano congiunger fi a Minerua , bench ne faceiTe ogni fuo sforzo , fluendogliele concelTo G io-

&

&

&

falcano

;..

ne,

tje

Ma

non

De gli

Antichi

perci Iafciarono gli antichi di mttere fpeiTo

57
i

(i-

amenduiin vn medefimo tempio. Et Piatone pari- Tlatone^l

niulacri di

gli mette infieme, dicendo nel fuo Atlantico, che ambi


egualmente
Numidi Amene; percioche quiui non mefono
erano
eflercitate
a que' tempi tutte le arti, che vi fionife lo
no
ftudio delle fcienze. Cme fi legge anche di Nettuno,edi Mi- T^ettuno coti
nera,che per ordine di Gioue hebbcro ambi infiemeilgouer
UMitlcnuL
Perlaquale cofa (la mpauano gli Atheniefi
no di Athene
sii le loro monete il capo di Minerua dali'vn lato
&c dall'altro
i Tridente infegna di Nettuno , qual
chiamauano etiandio
R, a Minerua dauano nome di ciuile, &c di vrbana , come
chebifogni gouernar le citt pacificamente , e con prudenza .
Il che non meno fa di bifogno nelle prillate cafe, & perci co-

mente

&

s sii le

porte di quelle

come

sii

quelle della Citt foleuano

<JMinwn*

ftt

dipngeuano Marte fuori


le porttLj
alle Ville,moilrando in cota!guifa,che Ci ha da tenere la guerra lontana Tempre pi che fi puj& perche (i guardauano i Ro
mani di tenere nella citt que' Numi>qualipeniauano, chehauelTcro cura di cofenoceoli,hebbero di fuori il tempio di Bellona^ quel di Marte anchoj-a . Ma dicofluinefu pur'anche
vno nella Citt,ouefu come paciico ador^t,^ chiamato Qui
rino, come gi (crill nel Flauio , Oc refi la ragione dell'vno,&:
dell' altro
-Et di lui dir come ffle fatto , pofeia che haur
detto di Volcano , del quale cos fi legge appreiTo di Eufebio.
Dicono Volcano eflr Ja virt * '& il potere del fuoco , e gli folcano
tanno vna fiatoa in forma di huomo con vn cappello in capo
di color diedre perfeghodel riuolgimento de'cieli,& apprelfo
de' quali fi troua il vero fuoco,puro, e fincero : cofa che non fi
pu dire di quello , che riabbiamo noi-^perche non fi mantiene da se , ma di continuo ha bifogno djnuoua mareria,che lo
nudrifea, e foftenti . Et fu finto Volcano zoppo , perche le pa- folcano %ppreciTerc la fiamma, conciofia che ardendo non va su per lo
p,

gli antichi

dipingere Minerua

&

ma torce, & dibatte di qu,e di l,perche non pu& leggiera, come le farebbe di bifogno per afeendere drit-

dritto,
ra,

fi

fi

&

ta al luoco fuo . Riferisce AlelTandro Napolitano ,


credo ,
che l'habbi tolto da Hctodoto,benchel'vno dica di Volcano,
l'altro di Setone Re , che in Egitto fu vna ftatoa , che teneua
con le mani vn topo, de che la fecero tale quelle genti , perche

ere-

Tmagini de

Dei

2Tj- tmagine di Vulcano dio del fuvco> ti Titone1{ dlT Egitto


Sacerdote di Vulcano liberato dalli topi delti jirabi fui
-

nemichcbe erano venuti ad aflalir lo.haUendo

li

topira-

Degli

Antichi.

31$

Volcano h.mefle gi mandato vna copia gran- Folcano co*


de di topi contra gli Arabi in tempo,che erano in groilflmo
topi .
numero per occupare il lor paefe, perci furono sforza ti ritornacene Herodoto narra la cofa in quello modo Setone Sa- Setone R*
cerdote di Volcano,. & interne Redi Egitto, ritrouandofi abbandonato da tutti gli huomini da guerra , perche non fi era
mai fatto conto di loro,, &c elfendogli andato addoflTo Senecarib R de gli Arabi con groilllmo eflercitomon fapeuainco
de doleuafi.
s Mirano partito , che fi fare onde Ci ramaricaua
In tanto auuenne Ache addormentatoli iadella fua mifena
io al fimulacrodi Volcano,gli parue veder in fogno quel Dio,,
Credettero> che

,.

,,

&

dicefTeglijche aa
che lo confortale a (lare di buona voglia,
arditamente
gli
rumici
pure
contra
,
n
dubitaire di non
dafle

cacciargli via con l'aiuto, ch'egli gli mandarebbe


Hauenda -j>op manda*
dunque Setone perci pigliata ardire , vfei fuori con la. poca fida folcano,
gente , che haueua, & and ad accamparli poco lontano da gli
Arabi ,nel campo de* quali la notte feguente apparue s graa
moltitudine di Topi, che rofe.ro loro gli archi gli feudi, e.
de gli sforzarono a fuggirli nello. tutti gli arnfi di cuoio
Et perci nel tempio di Volcano ftaua. elfo R. Setogitto
ne fatto di pietra con vn topo in mano e con vn motto che diDa me fi imparidi ifere pio, de. religiofo Et forf p- ynb' d' t*
ceua
*
fero allhpra gli Arabi tanto odio a' Topi che vollero, poi loro.
..

,,

,,

,.

..

,,

fempre niale,"perche Plutarco fcriue,che vecideuano tutti quelli , chepotcuan.Hauere , come faceuanogli Ethiopi anchora*
de i. Magi della Perfi,dicendo che'l roefccex che.fceuano que{li animaletti era troppo noiofo,&: molefto aJli Dei. N mi ricordo di hauere letto per quale ragione crede/fero gli antichi
in Egitto che Volcano hauefle mandato i Topi ma potrebbefi forf intendere per lui la ficcit della, (lagione,. 6c del pae*,,

,,

Topi diquando
i
ca y che quelli moltiplicano grandemente ne' campi
appanon
tempi vanno afeiutti, e fecchi,,onde che l'inuerno
iono poi pi,n Ci pu fapere, che diuenga di loro, perche noa
Le fauone. morti, n fopra , n. (otto terra
fi trouano viui
tutte
ponno Folcano gltts
Ci
molte
e
che
leggono
poi
Volcano
di
,,fono
,
le
darci argomento di farne dipinture in diuerfi modi, co min- to di Cielo,

>

conciofia che Plinio fcriuendo della fecondit de'

ciando dalnafcimento fuo

perche

fi

legge,, che ei

nacque di

Giuno-

Imagini de i Dei

Imagine

di

Ciclopi

Dei

&

&

Vulcano dio del fuoco con


che fabricauano
gli beroi,

mal' igneo

la Jua fucina
Arali Cioue
l'ami

& del leone

tolto

rale C? generatiuo

li

ali

lui [aerato,

come ani-

Vulcano ancora per


.

li

&

il

calore natu-

t)c

G mone &

onde

piccolo via,

gli

il

Io fdegn, e

Antichi.

$l

che quella , vedendolo cof brutto

mi fero and

a cadere in

Lcnno

Ilola nel

che fu poi femli che viene a dire, come l'efpongono i naturali


che il fulmine, quale non altro, che vapore infocato, difeende dalla parte difetto dell'aere , che la pi groffa, pi denfa ,

mare Egeo,
ore zoppo

e dalla caduta refl feiancato

& caliginofa

Volcano

fatto

grande

e ricordeuole della in-

giuria fattagli dalla madre, per vendicar fen e


dirla,

che non facefle,come

fi

>

oilcro per

impe-

appreilaua di fare,malead

Her-

cheSuida riferiiceda Pindaro, e da Epicarmo,


mand a donare vn bel feggio dorato fatto con tale arte

cole, fecondo
Je

su a federe, vi refl legata in modo, che pofne anco a tutti gli Dei del Cielo , di fcioglierIiela,onde effi cercarono di tirare lui col su difopra per liberare Giunone, cui rincrefceua troppo di Ilare cos legata, ma Giunone lega
taj
egli, che di niuno di loro l fdaua , non volle mai andarui .
Pure allVltimo fi fid d Bacco folo , che gli diede forf ben
da bere, Se con lui and in Cielo a liberare Giunone dall'artiCos riferi fee Paufania delie fauole de i Grefcio fo feggio
dice, che fra l'altre pitture, ch'erano apprefTo degli Aci,
theniefi, vi fu quella di Bacco, cherimenaua Volcano in Cielo fciogliere Giunone, de che appretto de i Lacedemoni nel
tempio di Minerua era Volcano parimente, che slegaua la ma- Folcano aU&
dre. Fall anco coftui in vna fpelonca grande > come ila con
fucina,
gli Ciclopi alla fucina a fabricare quando vna cofa
quando l'altra , perche ogni volta che i Dei haueuano bifogno di
qual f folfe forte d'arme per loro fle/Ti, per altri, andauano
lui i quaf al fabro loro j.c.ome vi and Thetide perle arme

che poflauifi

ibile

non

era

ella
,

&

&

di Achille fuo figliuolo ,'& cos fu fatto su l'arcadi Cipfelo

fecondo che racconta Paufania , il quale non d altro fegno


che colui , che dalia le arme a Thetide fofTe Volcano , f non
ch'egli era zoppo, & haueua dietro vn,de' fuoi con vna gran te
raglia in mano : &c Venere parimente hebbe da lui le arme >
ch'ella diede pofeta ad Enea
Et quando vogliono i Poeti dcfcriuerc qualche gran cofa fatta con molta arte ,
con indUria grande, la dicono fatta da Volcano, da Ciclopi alla fu
.

&

cina di Volcano

Ltquali cofe

fi

ponno accommodare

che come hiiloria racconta Suida di coflui,ch'cgli fu

a ci

R in Eguio

folcano

Ri

Imagini de

fS %

& fu

Dei

Dio perche fapeua tutti gli fecreti delF^


religione fu bellicofo molto , onde ferito in battaglia rimafe fciancato e zoppo, oc fu il primo , che adoprafTeil ferro a
farne le arme da guerra , e gli flromenti da coltiuare i campi *
Oltre di ci fin fero le fauole , che Volcano legaffe con vna re-"

gicco.,

flimato

Terr da cui

prima
prato

aio.

te fottiliflma di acciaio

Venere

fa mente follazzauano infcme

nerua,&

altre

fi

nuli cofe

contare, perche

Jmagine

le

di

to fono

Fabri

do, ne velli to

Marte, mentre che amoro-,

quali hora

non

fa

Mi

bifogno di rac-

non feruono allaimaginefua, che

mo zoppo, negro nel vifo, brutto

Folcano

checercaffe di fare forza a

6c affumicato

era di

huo-

come apun-

Nudo lo fanno alcuni, & alcuni altri ne numa con certi pochi cenci folamente attorno
.

con cappello in capo , come dilli Et appreflo di HerodoK*


legge, che in Menfi Citt dello Egitto , il fimulacro di VoU
cano era fimile certi Dei, detti Pataici da quelli di Fenicia .
che gli por fauano sii le prore delle Naui, &c erano alla forma
de'Pigmei , delli quali Cambile R entrato nel fuo tempio il
fece beffe grandemente . A coftui furono confecrati dagli.
e

fi

lonidati d
Folcano .

Cani cuHodi
di Folcano.

Egitti)

Folcano,

come
,

fcriue Eliano

, i

Lioni

perche fono di natura,

& focofa, onde che per l'ardore>che hanno di

dentro temono affai quando veggono il fuoco , e fuggono Aleflandro Napolitano fcriue, che in Roma ftauano i Canial
tempio di Volcano come cuflodi , e guardiani , n Iatrauano

maijfenon chi fotte andato per inuolare quindi alcuna cofa .


Etappreffo Mongibelloin Sicilia guardauano medefimamente i Cani il tempio di VoIcano,e la facra felua,che vi era intor-

no
Sacrificio di

>

molto calda

Oltre di ci chi reftaua vincitore di alcuna guerra

&

Troteruia faorificio

fole-

ua raccogliere in fierne gli feudi , e le altre arme de i nemici in


abbruciandole farne facrifcio Volcano, come
vn monte,
fa dire Virgilio ad Euandro di hauere fatto di lui, quando anchora giouinetto fu vincitore fotto Prenefte Ilche dice Seruio , tolto dall'hiftoria , la qual narra, che Tarquinio Prifco
hauendo vinto gli Sabini abbruci tutte le loro arme in honoredi Volcano, &: che gli altri hanno dapoi fempre fatto il
medefmo, nafeendo l'vfanzadi bruciare tutto quello, che era
offerto ne' fcrificij di Volcano . Et in certa altra forte di facrifcio chiamato Proteruia, come fcriue Macrobio, foleuano
anco gli antichi bruciare tutto quello che reflaua , pofeia che
iSa-

&
Degli Antichi.
i'Sacerdot, e gli altri

ce

il

$6$

haueuano mangiato, d'onde Catone fe-

motto' contra certo Albidio,cui era brucciata la cafa veiixvn grolTo , 8c ricco patrimonio , che ei fi haucua.---

ta^li fola di

mangiato tutto
Tatto

dunque Catone , che Albidio haueua


Hanno poi le fauole accompaVolcano, Se fattigli amendui inleme marito , genere
ditte

facriflcio

il

Proteruia

con
gnata Venere
e moglie > perche la generatione delle cole inoltrata per Vene-, folcano,
re non fenza calorcquale non chi lignifichi meglio del fuo
co intefo per Volcano. Et per quefto anchora pofero Marte pa (-Marte con
Penercj
rimente con Venere , volendo intendere per lui l'ardor del So-

che fuco buona ragione fnto


huomini di guerra fono forte inclinati alla libidine.Onde gli Acitani gente della Spagna, faceuano, come riferi fee Macrobio,il fi mulacio di,
Marte ornato di raggi , come quello del Sole, e con riuereriza
grande l'adorauano. Et cofanaturale,loggiunge ilmedcfmo

lejoltre quefto,dice Aditotele,

quelli due efTer congiunti infiemeperche ^i

Macrobio , che gli

di nome,percioche

autori del caler celeite fiano differenti folo

fu creduto

Marte

viene dal Sole,& accede in noi

fono

feia

facili all' ire,a

egli fu detto
la

Dea

de

il

Dio da

come

il

furori

che tJWartej*
che p

efTere quello ardore,

fngue,&:

gli /piritici

&c alle guerre; delle quali cos

gii antichi

come Miherua ne fu

quella nacque fenza

il

detta

moglie,
Perche dicono le fauofruitio della

cos quello fenza l'vfhcio del marito .


le , che Giunone inuidiofa , che Gioue hauefTe fatto figliuoli

fenza

lei,

volle ella parimente farne fenza lui

cerco fiore moitratole da Flora

come

&

per virt di

racconta uidio, co-

me alcuni altri hanno


ingrauid di

oue

la

detto , battendoli la natura con mano ,


Marte, e l'and a partorire poi col nella Tracia (Marte
come

modo

gente fuor di

terribile

& facile

alle

guerre

nacque^.

La quale cofa viene a mollrarcijche le guerre per lo pi nascono daldefidenodi hauere regni,& ricchezze inoltrate per Giti
none. Fu Marte fatto da gli antichi feroce, e terribile nell'afpetto

armato

tutto,

con

l'hafa in

*iano, e con

la

sferza,

vn carro, e malli ma- rauaU d


mente i Poeti quali tutti,cominciando da H omero, il qual ditMavtes "
ce che il carro di collui era tirato da due cauaili , che fono il
i ma q[ n fa
Terrore,c la Tema
Et in altro luoco finge poi, che quelli
Martcj
ano non pi cauaUi. rna perfone, le quali vadano fempre con

lo pofero a cauallo talhora,talhora fopra

Marce

Imagini de

3*4

Dei

lmagine di blatte dio della guerra, del fuo carro,&

Fama fua

mefligriera f anticipatrice

quello in effetto,
,

& per Marte


[angue &

del Sole^ che acende


ire,

guerre,

il

& furori

vieti intefo
li

della

che pi dice di

queU'ardor

giriti poi facili alle }

De

gli Antichi,

36$

Marte, e che l'accompagnino pirimpnxs l'Impeto il Furore ,


la Violenza. Laquale cofa imitando Statio quando fa an- StatiO.
j
dare Marte metter guerra fra gli duo fratelli Eteocle, &c Polinice nel regno di Thebe
pofcia che ha defcritte le arme di fermature di
Marted .
queito Dio ; che erano, i*clnio lucido s, che moftraua di ardecorazza
dore, qua fi haueffe l'ardente fulmine per cimiero,la
rata,e tutta piena di terribili , e fpaucnto fi moftri,&'lo'fcudori
fplendente di luce fanguinofa, dice,che gli Manno in torn ador
nandogli il capo il Furore , &c l'Ira , e che il Terrore gouerna i freni de' caualli,e che dinanzi a quefti va fcuotendo l'ali la
* i
Fama apportatrice non meno del falfo,che del vero . Perche
quella certo rumore,che d leua da piccolo principio,
crefce tanto poi,che di s riempie le Citt de i paefijonde da Ho
mero chiamata nuncia ,
mefTaggiera di Gioue . Fecero gli

&

&

&

antichi

la

veftita di

fama ancora Dea


vn panno lottile

rere via velocemente

8c la dipinferoin

forma

di

donna

e tutta uccinta,che inoltra di cor-

con vna flrideuole tromba alla bocca.

Et per meglio inoltrare

la

fua valocit,

fecero tutta carica di occhi

le

aggiunfero

,comela deferiue

l'ali

e la

Virgilio ,ilquale

la chiama horribile inoltro , Se la finge tutta pennuta , e che


quante ha penne, habbia tanti occhi ancora vigilanti^ fempre
delti , e tante bocche con altrettanti lingue , che non tacciono
mai,
altrettante orecchie, che ftanno ad vdire fempre in tente-,e dice, ch'ella va volando la notte fempre,n mai dorme , 8c
il d poi fi mette (pra le alte torri , onde fpauta i mifen mor
tali , apportando loro per lo pi rie nouelle
Nientedimeno
perche alle volte ne apporta di buone ancora,fu detto che la fa
ma non era vna fola,ma due-,& chiamauafi buona quella, che
ria quella,che portaua il male ; e quella a
nunciaua il bene,
differenza dell' altra hauea l'ali ncgrc,onde Claudiano fcriuendo contra Alarco , dice , che la fama ftefe lenegre ali , le quali
fanno alcuni alle volte di vipiltreilo . Va la Fama dinanzi al
carro di Marte, perche al cominciare delle guerre pi f ne dite fpelTo di quello,chefenefeguitapoi , ben che fiano gli animi dall'vna parte,& dall'altra accefi di grauiffima ira j concioia che di rado fi venga alle fere battaglie lenza quella , laquale , come ferme Seneca , pare hauere maggior forza in noi
dimoiti altri effetti, che ci turbano : perche non (blamente

&

Fama doppia.

&

fuia

Claudiana*

Seneca

lr<u,

."

Imagi dei De!

$66

mafpeflo mucorpo ancora Et per dice Ouidio, e Seneca parimente


che la faccia de gli adirati tutta il gonfia , e quafi auuampa, gli
occhi fono infiammar,
cos diuenta la perfona adirata terribile, che non meno qua/i fpaiienteuole fi moftra della horribile faccia di Medufa
Quello breue difegno ho fatto della
perfona adirara , perche non trouo , che gli antichi
habbiano fatta imagine alcuna dell'ira , acciocheda quello chi vuole, pcfla fare
ritratto di quella , che
chiamata Furore ancora , il qua-

fuia gli animi dal dritto fentiero della ragione,

QudQ

ta

il

&

rwroro

le

altro che

non

ira

quanto pu

efiere accefa,&: in-

fiammata

Lo

De gli
fori!

^^ S^ M

&

fc Jagine del Furore,

~K\

Antichi

dell'

lra,& de

SJfcr? fe:

fuo

mali

effetti,

che

&

fono (predar ogni pericolo bench manifefto di morte

perdita d'honore,non riguardando ned Dione gl'kuo- j|


miniane ad amici confanguinei, ne pur al proprio intere

(f

rore

perdendo

il

& nelTinu

furiofo

& iracondo

la

ragione nel fu-

Tmagni de

$68

Lo dipingeuano

gii

Dei

antichi terribile

nella fccia' qtiafi

fanguinolente,che mofcri di fremere Mando a federe fopra corazze, elmi , feudi , fpade , Se altre arme con le mani legate alle

fpallecon falde catene: che lo deferirle cos Virgilio) Se lo finge effere dentro dalle porte della guerra , le quali erano quelle

come gi ho detto > che Italiano chiuf al


tempo della pace, Se in tempo di guerra erano aperte. Et fciolto lo hanno fatto ancora, come fi vede effere (tato deferirto da
del tempio di Iano

Tetromo

*,

p e r roni0) oue cominci a fcriuere della guerra ciuile Ma ritornando Marte, pofer alcuni al fuo carro quattro Caualli

tanto

terribili,

Se feroci,che fpirauano fuoco.

fcriue Ifidoro,

che fu fatto talhora per Marte col petto nudo,perche qualunque


va in battaglia dee andarui con animo di douer/ francamenUerodcto, te efporre tutti 1 pericoli . Legge!! appreffo di
erodo to >
che gli Scithi adorauano molti D , ma non fecero per temSacrficio nota p: j , n altari, ne fmulacri ad altri, che a Marte, bench facrjfu
bile-;
caffero poi tutti ad vn medefmo modo* qual mi pare, che
merti di effere riferito,6c era tale . Stau la vittima co'piedi dinanzi legati, Se il facrilcatore le veniua di dietro,
dauale su,!
la re(ta,& cadendo lei, egli chiamaua quel Dio, cui la facrifcau , poi le metteua vn laccio al collo col quale intortigliando*
lo con certo barione la flrangolaua, e fcorticatala poi, la metteua cuocere al fuoco fatto delle offa della belila medefma
hauendone leuata prima tuttala carne,perche la Scithia hcareftia grande di legna Se f talhora anco non haueua certi lo*
ro vpaiuoli ^ metteua la carne tutta con acqua nel medefmo
ventrino della beftia, 6e quiui la faceua bollire , onde la fteffa

&

'"

vittima

Ci

faceua fuoco di

il

Vlttm d

Mattea*

Marte

il

Se cuoceuaf

anco

Sacerdote ofreriua poi

fra. l'altre

quelle genti,

medefima,

le

mede/ma Fatto quello


Et
ci al Diodi cui era

beftie

in f

facrif-

che facrificauano

cauailo era vittima principale

cui tempio perche le pioggie

il

mi/fimamen-

mala tempeguaflauano preflo , rifaceuano ogni anno in quello modo RaccogJieuano infeme cento cinquanta carra di farmcnti , e ne faceuano come vn gran legnaio
in quanto, che da tre lati era alto,& il quarto veniua abballandoli in modo , che per l fi poteua co mmoda mente andare di
fopra, oue mecteuano eerto coltello da loro vfato>& detto A ci*
"
nace
te di

, il

rie dell'aria di quel paefe lo


.

"

Se la

De

gli

Antichi*

><?<>

00- magine del Tempio d tJMart dio dt ila guerra,cke era co rJC*
5^ J'fato a p h Scithi* della figura di Marte a\ quel ^r*

&

li

oc-

d'Arabia petrea

intejo per il Sole ancora

4i quello in tutte le attioni

bum'tarici

lafor?*

L
Ti.

Aaa

>

3 jo
Stmukcvo di
Miii<~

Imagi ni

dfc

Dei

naie, che forf era, come vaa feimitarra-, e fu coltello propria


d-'Periiani
Quatto loro era il vero firn ulacro di Marre ,
.

<juert:o

adorauano

& quefto

cij,che ad alcun'akro

Dio

faceuano pi frequenti facrifi-

Come

faceuano quelli dell'Ara-

bia Petreia,fecondo che nferifee Suida> a certa pitra

negra,&
uadra fenza altra figuratila <juartro,& larga duo piedi, che
a u su vna bafe d'oro perche l'haueuano perii vero fi mulaero di Marte,cbe da lo roera principafmente adorato. Defcri*
ucn<^ erario fa eaf di Martella finge eflere in Thracia
ouc
Marte
egli anco nacque, come ho detto , perche le genti di quel pae.

i;

,.

all'ai lagucrra,che Ha tutta di frro non Jucido*e tts^


fplendentenaneo rugginofo>efolco,maqiiafi arTocato,&che
a riguardarla folamente fpauenta,& attrifta.Quiuifono lfimv
petuof Furore, l'Ira arrabbiata h Impiet crudele,il pallido'
Timore: le occulte Insidie * che vanno di' nafcoi;on laiciano
vedere altrui gli aeut|cpltelli r che tengono coperti , &la Di~
feordia armata ambe le mani d tagliente ferro ~ Quella faida gli antichi polla fra que'Etei che adorauano j>non perche
potfleroigiouarerma acciochnoh noceMcro^percioche ouunq u ella fi trotta, non ic mai pace,. ne ripofo,&: Gioue per que-ito la cacci di Cielo > ne fu*, chiamata alle nozze di Tetide r
&di Peleo , u erano ejuail tutti gli alsri Deridi che lla:
fdegnata'gitroira quelli il pomo ,, donde nacque la rouina di
Troia pel giudicio > che ne fece Paride Era la Difcordia fat*-

f ariano

.*

ijc retta

r"^-

.^

n forma ^jj Furia infernale


quanao dice
ta

%u$wutfa\

e Siringe

afa

>_

come

la deferiue Virgilio ,

Difcor dia pa.'zgp

ti crin vipereo ftngiiinoja-

bendai L

Et irmedefimo ne dffe Petronio . Ariffidla fnge vna


dnna, che ha ir capo alto, le labbra h'uide , e fmorte,gk occht
1

biechi, guaiti
le pallide

gote

&
-,

pregni di lagrime che del contimi rigano

non tiene

mouerle, porta vh
torte:

-,

..

faufama-

&

a se

le

mani mai

piedi rottili

& preftiflma al
& ha le gambe
,

& intorno vna tenebro fa,& ofeura neh

bla, che a guifa d rete la circonda tutta

^ yQ

coltello cacciato nel petto

Paulonia ferine, che

ato dell'arca di O'pfelo erano intagliati Aiace,& Hettore >

tv

Degli Antichi

irt/5

~~

lmagine
mali

della difcorda fecondo t^rfriflide,quale

effetti 'fi caciai*

per

li

dal Cielo ne fu imitata con li

fuoi
alti i

noTge di Teleo Tetide genitori d'^icbile, acnon le tur b ajk pur le turb co'lget
tat del pomo d'oro fortificante, che alti macbtnanU non
mancano occafioni di difcordio
Dei

alle

cio con ftwt veneri

*$&
338 3S& &m 33 &?J3Aaa
i

Imagini de

Sjz

Dei

:i

combatteuanoinfieme alla prefenza della Difcordia I


ch'era quii loro apprefTo,& era vna donna di fccia bruttiffma.N* altro ne dice,e meno come la facelfe Califonte Samio,
il quale, com'ei foggiunge , ad efTempio di quella la dipinfe nel
tempio di Diana Efefa, oue fece la guerra , che fu poco lungi

rr, quali

dalle naui de' Greci

Ma chi da gli antichi non

sa fare ritrae*

to della Difcordia, lo faccia da quello che n'hanno detto i

derni

e tra quelli ancora contentili dell'Anodo folo

bnifTimo

la

dipinge

quando

ei fa

mo-

ilquale

che l'Angelo Michaele

la

\ a "tro.ua re 3 e dice cos

La

conobbe al vefiir di color cento


fatto a USe ineguali

&

infinite-,

C'hor la cuoprono ., boy n

Le gieno aprendo

che

;'

i pafl> e'I

cbfzrano jfdnfcito

vento

1 crini bauea qual d'oro ^ejfjual d'argento

neri

>

>

Ule^i

e bigi* e battei \p\eano

filtri in treccia \ altri in fittro eran raccolti y

Molti a

le

jpaUe alcmi spetto

fciolti

"Palagio d

Mart&j 4

'

'

Rifonaua poi

il

palagio di

Marte

tutto di minaccieui

&

e vi ftauaneTtnezo la Virt meita v addolorata,& al


incontro l moftraua lieto il Furo/e . Quiui fedeua la

Voci

Mo

con

il-vifo

nfanguinato

& era

su

gli altari

il

(angue fpa

nelle crudeli battaglie ,del quale era fatto faenficio al terri

Dio con il fuoco tolto dalle abbruciate Citt . Et intor


intorno ftauano appefe le ipoglie riportate quali da ogni par
te del mondo,e per le mura, e sii le porte erano intagliate veci
{ioni, abbruciamene, Se altre roine , che portano feco legu
le

Statoci d

Mar

teletta.

pei legati.

re Qdefto tutto ildifegno, che fa Sratio della caladi


te, la ftatoa del quale teneuano legata i Lacedemoni j, come
cita Paufania,ccn feretri nodi , pendendo di tenere inquel m\

do lui anchora , s che da loro non par riffe mai ,*e gli hauel
da fare poi col fauor fuo vincitori in ogni guerra: &. il medi
mofecero molte altre nationi anchora, tk i Romani parim
te legauano alcuni fmulacri,& mafTmamcnte di que'Dei ,al
Imperoche di tanti De
li quali era raccomandata la Citt .
adorati da gli antichi vno,

due nehaueua aalchiduna


?

-'.'"^

"

citt

che

De

gli .Antichi;

373

cheta guardamano pi degli altri > e temeuanofino i nemici


Da che venne la vfnza di chiamare fuo- Del chiamati
di offendere quefti
fuori delle
ti , & inuitare se con certe parole ci ordinate , e dette dal
citt
Sacerdote , gli Deicuftodi di quella citt ,alla quale fi faceua
la guerra, moftrando in quefta guifa di non volere la gara co* T^ume occulDi E perci non vollero i Romani , che vnqua fi fapefle il tato .
vero'nomedel Dio , cui era data la Citt in gurdia particolare,' accioche chiamato da'nimici non f n'andafTe. Et oue Vir.

'

giho^noma

la

Serlo nota che ci detto


fe

il

Tebr & di Roma ,


poeticamente, non che quel fof-

madre Verta cuftode

del

''.

nome proprio d4 vero Nume di Roma, perche: foggiun-

non voleuano che fi fapefle %


Tribuno della ple& fu fatto morire per m'no
ardire
di
dunque non fono
hebbe
nomarlo
Perche
be, che

ge

egli, le leggi della religione

di giuftitia vii
.

oflruate fempre interamente da ogni vrra

nevano

roda

gli antichi legati alcuni

loro,

come recit^^ujhto

la Fenicia legarono

vno de i
cole

con catene

Dei

le facre leggi

.'acCyioche

non

Cur.ti^ che quelli di


d*oro. /il

fi

muiacr

cui era raccomandata la Citt


,

come

te-

Tiro nel- QMntoCfflttO


Apollo , ^poUolezato'

di

faoi Dei principali, e l'attaccaf oiid-, all'altare di

da ritenere

partirTe-

Hr-

'

ch'ei l'haufte

che non ferie andfiV, perche ve Cittadino dif-

fogno ; che.abbandqnaua la citt , e f ne


vna volta che Akflandrq_v:i era intorno per efpugnarla . A che mi pare , che fi confarci quello , che faceuano
gli Athemefi tenendo la Vittoria fenza ali>t:ome fi legge ap- j/'
ft
preifo di Paufania, accioch'ella non fece volane via,ck haue-*

u quefta, come dice Heliodoro , nella de (tra vn melagrano , '

f d'hauerlo vifto in

andaua

via

Ya

fenrA

r'odoro

&

vn'elmo nella finiftra . Et i Romani , accioch'ella fteife


pi volentieri con loro , le dierono per fuo feggio il Campidoglio (come fcriue Liuio) 8:

le dedicarono il tempio di Gioue Ottimo MafTimo , quando Gierone , dop la rotta , che
hebbero da' Carthaginefi a Canne , ne mand loro donare
vna tutto d'oro con altri doni di molto prezzo , li quali eifi ri-

mandarono tutti, ik. ritennero fola il fimulacro della Vittoria


per buono augurio
Quefta fu fatta per lo pi da gli antichi
.

con l'ali in forma di beila Vergine , che le ne voli per l'aria ,


con l'vna mano porga vna corona di Lauro, ouero dlbianco Vliuo , e nell'altra tenga vn ramo di Palina , come nelle

&

antiche

VittorlfLs

ImagnidelDe

374

I maghe della Vittoria con

ma
li,

>&

&

di

il

lauro

buono augurio ,

& ne da parte
con
&

la

del vitto,

i tocco dal folgore


la virt

le [u infegne l'aquila, la pal-

effendo l'aquila regina degli

cofi

reila

il

il

palma

refi

vceU

head ognifor^a

lauro fempre verdeggia, ne

vittoriofo fupma le difficolt

immortale^

.'

Degli Antichi
antiche medaglie

fi

&

375

&

ne' marmi antichi ,


vede,
talhora.
talhora col folo ramo delcorona fola ,

&
veggiamo con la
Palma . La fecero fouente i Romani col ramo del Lauro Lauro fegno di
in mano , perche riebbero anco quello folo per fegno di Vitlittoria +
toria , & lo metteuano con quelle lettere , che ne portauano
andale nouellc > e facendoli allegrezza di qualche Vittoria
grembo
di
Ottimo
alcune
foglie
nel
Gioue
uano a porne
trionfando fc ne faceuaMa Mimo ,
i pi degni Capitani
Quelli
di
loro
facre lettere mollraEgitto
nelle
corona.
no
uano la Vittoria con l'Aquila , perche quella vince di valore aquila fegna
Da che venne forf , che fra tutte l'ai- di Pittorici.
tutti gli altri vccelli
le

la

&

tre infegne

re

che

che portauano

l'Aquila fu la principale
fi

Romani alia guerra nelle


oc la pi frequente

legge, che portauano ancho

il

bandie- jnfegne de'Ro

Impero-

Lupo , perche

mani.

era bercia

Marte

$ portauano il Minotauro, per inoltrare, che'l confiogni fuo difegno cosi ha da Ilare occulCapitano ,
to, come ftaUa quella beftia nel Labirinto;& il Porco portauano anchora perche fenza quello non Ci faceua mai tregua,n (i
fermauala pace , &c vi vfauano cosi fatta cerimonia Troua- Cerimonie del

di

&

glio del

uanfi infieme alcuni ci deputati dall'vna

&

dall'altra par- fa tregua

&

il Sacerdoche erano per fare pace , tregua ,


pace~j
chiamauafi Feciale , dote , cui era dato quello vfEcio ,
d'hauer recitato ie conuentiop alcune folenni parole ,

te di coloro

&

&

&

&

con certa pietra ,


yc, pregando
Gioue , che cos volerle ferire qualunque di loro hauelfe primo rotto la tregua , pace che fofTe . Oltre di ci lafciando
hora di dire del mazzetto del fieno in capo ad vna lunga pertica, che fu la prima infegnade' Romani, & della mano aperdi certo velo , Zendado che era , come punto d
ta ,
rioftri vediamo la cornetta del generale, dir (olamente , che'l
Cauallo anchora fu ne gli ilendardi Romani ,
il Bue
ni,

patti fra loro accordati

cideua vn porco

feriua

ch'era quiui prefente per quello

&

&

Ma gli
ti

na

che quelli duo


flauano quali fempre ne gli
vero

(leccati,

&

che ho detl'Aquila fola anda-

e gli altri tre

in battaglia,perchellimauano,comedice Giofeifo,

cheque-

ciofeffo

vera infegna del principato , e che portall (eco


contra nimici buono augurio di Vittoria
Onde rilegge, &c

(la foire la

lo riferifee Giuflino

>

che per yna Aquila

che vol su lo (cu- Giufino

do

Tmaglni de De?

$76

Cier^ne > quando anchora giouinetto cominci andare


a'iagu ira > fu detto i ch'egli doueua edere Re, e molto vaiare o, come fu , bench fotte di cafa bafTa, e vile, Cironchera
^q't'la infe- port vn' Aquila d'oro con l'ali aperte, come fcriue XenofongnadePerfh te, in capo i vna lunga hata , e gli altri R de* Perii la portarono paiimente poi fempre Paufania dice,che nel tempio di
Gioue appretto de' Lacedemoni erano due Aquile , che portaUano due Vittorie , ciafeheduna la fua le quali haueua offerto
quitti Lifandro per memoria di hauer due volte vinto gli Athe
tAtbeneo*
niefi. Nel grande lpettacolo, che fu rapprefentatoda Tolomeo

do

Filadelfo

Atheneoper cofa miracolofajernO''

ilche racconta

alcune Vittorie con leali

che iiaueuno

velli teffute a diuerfi

animali , con molti ornamenti d'oro attorno , e portauano in


marno tribuli d'oro fatti foglie di hedera s forf perche fermile; rio allhora Baccho * andauano dinanzi di vn'altare ornato
Claudiano

parimente di rami di hedera fatti d'ero Claudiano, quando


lauda Stilicone, defeditela Vittoria veflita di trofei con la verde palma iti mano , e con le ali a gli homeri > le quali morirno gl'incerti {uccelli delle guerre * ciiciofia chfouente la Vie
.

toriapare elTere dall'vna parte, e

fi

volta poi fubito dall'altra

& al vincitore accrefee forza & fallo


,

la

memoria

ogni pefo

come gli
Vittoria,

Dea perche

communcL^

il

che

altri

le

&C

come

viuere lungamente nel-

Palma fi rinforza contri


*
Za porto fopra , ne fi corrompe il fuo legno*
le fue foglie Hanno Verdi lungo tempo
Et

de' pofteri

fi

la

dubiofo

fine delle guerre

Deacorhmune,come che

ella ila

nel

fu chiamata

mezo *

&

fi

la

Vittoria

accorti chi

meglio la sa tirare se. Et Marte per quella parimente fu det*


to Dio'commtine, perche fra nimici commune il vincere, 8C

Hanno

l'^lfer

vinto

legni,

& gioconda ncli'afpetto ma tutta piena di polue

anello fatta alcuni la Vittoriattrmata* al*

fudore, Oc che porge con


prigioni

Tmdenth *

a* vincitori

Di

le

coflei

& di

rio

e vero

Dio

Se di

fpogke , e gli
chi 1 -adoraUaj penfandb
fa beffe Prudentio Poe-

da Va!ere,fi
Chrifliano, oc dice che fi ha da cercare

che'i fauor fuo gli hatieffe


ta

mani infangtunare

e dalla virt propria

le

la Vittoria dall'etef*

non

Degli

Antcli?.

&

di ^Marte detti dei com


*?ft Itnagine delia littoria armata
i^$
mun, che fi accoftano chi meglio fa tirarli* cio chi

eD

&

"valor militare sfotte \


meglio fa vfare l Hratagemmi
nendoli di/aggi della guerra per gloria, trionfo , &im-

mortalit del juo

nome-.

tffy

Bbb

Imagni de i Dei

S?8

non da quella

che le [ciocche genti

l'infero bella , gioitane,


.,,

Con biondi

crini bor

&

Cinta attrauerfo al petto

Che layefe

ardita

annodati

ficaio

^* manco <&

^e

il fotti

fi

^ a ^^> come fceuano

f acr *fi canclogliquel

hor [ciotti %

panno

e da tiene venta moffa,

Ondeggia s x che'L bianco pie

CauaUo tacrL

,.

fcuopra

gli antichi

Romani^

che nel corfo folle flato vincitore, voleuano mofirare di riconofcere da lui la vittoria^heni
che dicano alcuni che quello fi fceua per punire la velocit, della quale altra cof non che meglio aiuti chi fugge , &

cauallo

>,

,.

per^dare ad intender , che non bifogna fperare nel fuggire


Qltre dici furono dati . Marte quando in facrifieio , e quan-

..

%*dnmali d
tJMartt-j*.

do in compagnia folamente diuerfi animali,, co me. il Cane, &


Lupo, che fi ponno aggiugnere alla fua imagine:. quello per-

il

&

che feroce -,, come fcriue Paufania,


ili pi forte degli altri
animali,, che Hanno con l'huomo ; quello ouero perche , come
egli ha tanto buono occhio che vi vede di notte
cos- hanno
da vedere affai gli accorti Capitaniiaccioche non cafehino rielle occulte infidje de' rumici onero perche di natura fua rapace ,
volentieri vecide,
fa fangue,cofe tutte confacentifi
al quale fu dato fra gli vccelli il Gallo.,
al Dio delle guerre
per moftrare la vigilanza,,che ha da effere ne'foldari,oueramen
te, perche , come raccontano le fauole ,,& che ferme Luciano
Alettrione foldato aliai ben caro a Marte fu mutato da lui in
quello vccell, perche nonfece la buona guardia ,che ei gli haueua comandato la notte che ftaua in letto con Venere > ji
de fenza,che ei f ne auedefreentr Volcano nella camera , &
gittata loro fopra la belliilma rete gli prefe cos abbracciati
r___
k^fuoltoofam. infeme come erano
L'A uoltoio ancora fu dato Martcpep
CMfO Marte, che di lui fi legge , che fegnita con auidita grandiffima i corpi
mortile perci, va dietro agli efferati * come che la natura gli
,.

,.

&

&

:.

'

,,

,,

..

habbia infegnato > che quelli fi mettono infeme per fare delle
vecifoni.. Anzi gli ha infegnato di pi anchora,ch.'ei sa,, come
^ fqriue. Plinio ,, di tre^ e di quattro
alcuni dicono di fette di
,,

&

jprmii

De
>rima,che

fi

gli

Antichi.

facca,oue ha da cflere

il

579

fatto

d'arme,& conofc-

&

a quella va guarda qual parte ne habbia da morire pi,


all'atra>come che quindi gli Ci apparecDaehevenne> che foleuno anticamenhi preda maggiore
e i Re mandare, quando Ci metteuan all'ordine con-.gliefTer
iti per fare fatto d'arme , a fpiare olle guardauano pi gli Aloltoi , da ci facendo giudicio poi da qual parte douefleefTee la vittoria . Dipinge/! con Marte il Pico ancora alle vol- Vico vctUo
xJHartc-i
e , onde fu chiamato Pico Martio, tome che proprio fofl di
vlarte, fia perche,come quello vccello percotendo col forte
)ecco il duro rouere lo caua,coscon le fpefTe batterie i falda
che fi fanno flr&da per
li tanW battono le mura delle Citt
orza da poterui entrare dentro , ouero perche quello vccel*
era ofTeruato molto ne gli auguri) , alli quali p#re, che i follati pongano mente affai} anzi cos vi attendeua ogni vno an*
che non pareuano fapere fare cofa alcuna peica mente
ptica, prillata f non ne pigliauano prima augurio in qual*
;:he modo , come io diff gi nel Flauto, oue raccontai ancho
je

endo pi Tempre, che


.

di

-,

-,

modo,che vfauano gli antichi nel pigliare gli auguri; De


gli alberi non ho trouato fin qu,che nefoffe confecrato Mar
ie,come fuo proprio > ma della Gramigna ho ben letto > che

dieronogliantichi,forfeperche>comelcriueil Boccaccio,

la

'ui

Boccaccio*

Quella nafce per lo pi ne'luochi fpatiofi,& perti>

oue foglioio qua fi fempre accamparli gli efferati E non hbbero i Ro


Inani corona pi>U degna, ne di maggiore hqnore di quella dela Gramigna che dauano quelli folamente, che in qualche Gramigna da
ta Marte*
udremo pericolo haueffero faluat tutto l'efercito fi hauef.

-,

-,

d'attorno

*ero leUato 1'affedio

Ne mi

reit dire altro di

Marte , f non ch'io non Voglio tacere la folenne fella, che a


uo honore Sfatta in Papremo citt dello Egitto, perche mi
Dare, che la cerimonia raccontata da Herodoto meriti di effere riferita. Era venuto it-iyrwp*-^^ feffcujl^jjpftkaijtdauaa.
10 quafi tutte le genti del paefe alla citt > ch'io dilli , alcuni
Sochi Sacerdoti ftauan nel tempio intorno gli altari fare
!>!i
ri

cofe appartenenti quelli, e gli altri 'miporte dei medefimo tempio con buone

facrificij, e l'altre

fi

metteuan

alle

mazze di legno in mano contra li quali andaUano da mille


huomini de' ftranieri venuti di fuori alla fefta con grotti ba*.
,

Bbb

fton

terodoto

Fefta di

re-?.

Mar*

IrnaginiciiiDei.

$$<*

Cmwvih

yU

ttculojaj,

floiii

parimente

recchiato

in

mano. Quelli haUendo

vngran tabernacolo

il

d innanzi appa*

di legno tutto dorato

con den-

fimulacro di Marte* e poftolo su vn carro da quattro ruo


te tirato da cet ti pochi di loro , voleuano entrare con elfo nel
tempio,
i Sacerdoti, che erano alle porte, lo viefauano loro
tro

il

&

onde cominciauano

non volendo
zandoli
...

gli altri

E bench fi dettero di

fconcie mazzate su la teila,e mol


ne reflaiTero malamente feriti , non ne moriuaper
alcuno mai. Et fu la cofa ordinata in quello modo, perche.
diiTero gli antichi , che habitando la madre di Marte in quel
tempio, egli fatto gi. grande vi and per giacerli con lei, ma
i Sacerdoti accortili di ci , nfapendo per chi ei folle , noii
lo lafciarono entrare, onde fu sforzato di andarfene ma non
dopo molto hauendo raccolto feco gente di certa citt quindi
poco lontana , ritorn , e date di buone bulTe a' Sacerdoti en-.
tr difpetto loro fare il fuo piacere della madre
Quefto
e il facto rapprefentato nella cerimonia, ch'io ho dettola quale non e dubbio, che contiene in f qualche mifterio j ma poiche
eroder non l'ha detto , ne io io inferi feo, & lafcio cercario chi curiofo di (aperlo
Et in quella vece dir di certa altra cerimonia fcritta parimente da H erodo to, che in parte limile alla gi detta, Se era futa in honore di Minerua ,
accioche col nome d.i co (lei l metta fine alla imagine , che dal
nome fuo fu cominciata Clebrauafi quella ogni anno in
certa arte dell'Africa intorno alla Palude Tritonide , oueal
P
tempo deputato alla fella fi congregauano quali tutte le giouam pulzelle del paefe , &c quiui partiteli come in due ordinanze di foldati combatteuano fieramente infieme con pietre, e con bailoni,
quella , che per commune giudicio fi fo.
f inoltrata pi valorofa, Se haueiie menato meglio le mani
era tolta da tutte l'altre , e portata in difparte l'armauano tutta con vn bello elmo in capo , Se pollala fopra vn carro la
fine

batterli quiui flranamente con bafloni r


che quel Dio eufralie nel tempio, Se sford farglielo entrare, come faceuano pur'alk

gli vni,

ti

di loro

-,

:
-

"

JFela di Ai/-

tterutu

&

'n

menauano tutte all'intorno della palude , e tutte l'accompagnauano con folenne pompa. Etquelle , cherellauano morte in quella zuffa , perche fouente ve ne moriuano molte
etano credute non eilere Hate veramente vergini , & che Mi.
'

ti.

nerua

De gli

Antichi

381

nenia le hiuefFe la (eia te perire. Impero ch'ella fu vergine MneYutVtY*>


Tempre, concio (la che la vera fipienza moftrata ralhora per gintLj,
Jei non (ente macchia alcuna delle cofe mortali , e fia Temmonda . Et fu ofTeruato anco ne'fapre in s tutta pura ,

&

Minerua di darle vittime pure , che erano


talhora vna Agnella', talhora vn Toro bianco , e talhora vna giouenca indomita con le corna dorate >

rijt cij

di

per ni o (tra re
la

che

Verginit

non
Soggetta al giogo della
bidine

pura,
.

&

li"

tutta

&can,

dida.

Bacco

38i

gft
3fifl

Imaglni dei Dei

Imagini di Bacco fignficanti li -varij egetti del


-pino del qua
(f
.,,
H, MHVrF
*n *!>re>&
cua venera)
f* .l[im
bedera* er aeua
,^ Udella
della pantera a

y. ri

&

lai [aerati

^g
-^

&

quali hieroglifci ancora fono


lu fgnificano conlieffetti delwno.quefio co Hercoleambi
Theba

n^

>

figliuoli di

Gioue di gloria

tutti li antichifuper orno*

Gii

%&
^%
5&
Qf^

b*

De gli

Antichi

A c c h

NCHE
to

fi troui,che Baccho foffe vn'ardiCapitano,& di gran valore,&che foggio

gaffe diuerfe nationi j

nondimeno non can-

il nome fuo appref


quanto perche fu creduto
ritrouatore del vino
che innanzi tutti
r
gli altri ne hauefle moflrato l vfb a.' mortali onde come Dio
Indorarono poi, ne Baccho {blamente, ma Dionifio anchora ,* Baccho ha
cognomi
Lieo lo diffro,
Leneo,,
Libero Padre lo chiamarono,
efprimendo in lui con diuer fi cognomi gli efftti che fa in
noi il vino , come moftrer , fecondo che verr a propofito in
dileguando la fua imagine> che fu da gli antichi rapprefentata in molti fimulacriy Se in diuerfe ftatoe , quando ad vn modo, e quando ad vn'altro percioche la fecero talhora in for-

to per queflo fu celebre

fo de gli antichi

,,

&

&

&

&

piti
.

ma di tenero

fanciullo

talhora di frocesgiouane

& talhora,

volte,& alle vlte veftita,& quanfenza


.
quando
Onde Filotrato fcriue nella FiloftratO
do con carro , e
Ariadna*
che
molti
fono i modi d far codi
fa
tauola , che ei
dipinge,
chi
lo
fcolpifce^
per
Perche vna ghir- Baccho di
nofeer Baccho

di debole

vecchio,nuda

alle

&

&

-,

di-

uerfe et,.
landa di hedera conte fue coccole morir , che egli Baccho
parimente
{puntino
che
dalle
cornette
tempie

due piccole
,
vna Pantera anchora , che gli fi metfanno il medefimo ,
Vino' ntefo
ta appreffo Le quali cofe per lo pi fono tirate dalla natura
perBacchfK
del vino , del quale intendono fpeffo i Poeti fotto il nome di
Baccho, perche, come dirli, ei ne fu creduto il rkrouatoreitnoftrando a' mortali gi da principio, come fi haueuano daraccoglier l'vue dalle viti , e fpremere il dolce fueco tanto grato ,
vtilc anchora chi temperatamente l'vfa , s come gli
il che moftradifordinati beui tori apporta grauifilmi danni
rono gli antichi nelle imagini di Baccho . Imperoche facenla vbriachezza fpefdolo nudo voleuano dire , che'l vino
fo f'cuopre quello , che tenuto fu prima occulto con non poca; diligenza : onde ne nacque il prouerbio . Che la verit ft
nel vino x come ha detto io anchora altra..volta gi parlando
dei
.

..

&

igini elei

Imagme

di

cantiche

dio de conuiuij fecondo filo/irato fignifi-

^5

tonuiti modelli alegrano

libnomim cr Juefanno diuemr arditi,& che all'incon


tro l' immoderato cibo fa l'buowo fonolente, inetto^otiutf

gliando

Como

Dei

ti

liftiriti

fo d'ingegno,

&

<&

li

debile di corpo

vJSfr

^^ ^^ S ^^ m
twy

De gli Antichi*

$$?

Tripode. Et il medefimo fignifi calia la ftatoa di coftui


quafi tutto pela- Baccbo per*
fatta in forma di vecchio con il capo calilo,
troppo
bere affretta la vecchio .
che'l
anchora
moftraUa
,
to i oltre che
gli
affai
huomini
. Perbeono
quefta
et
che
in
vecchiaia >
perche
l'hum
id
f
non
mo,
o nainuecchia
altro
cioche non per
il
rporcelo
con
vino;
ma
di
cerchiamo
in
noi,
manca
turale
il
fatti
vino
in
humido
bene"
>
ma
fpeffo
perche
gabbiamo
ci
afeiuga
in potete , che fecca ,
tanto caldo poi di virt ,
molto pi , che non accrefee humidit , come dice Galeno de*
igran beuitori , che pi accendono la Iete,& la fanno maggioleuarla
Ire, mentre che pi beendo cercano di estinguerla ,
Ivia. Onde perche il vino lifcalda , dicef che fu fatta la imagi<el

&

&

&

>,

&

&

&

Bacco per lo pi di giouine fenza barba, allegro, Se gioCui fi raflmiglia molto Como , che fu appreffo de gli
antichi il Dio de i conuiuij , percioche la imagine fua era parimente di giouane, cui cominci apparire la prima lanugine
come lo deferiuc Piloftrato in vna tauola, ch^ei fa folo per lui,
mettendolo alla porta di vria camera,oue era flato celebrato vn
lieto ,ebelconuiuioperdue fpof, liquali gi frauano in letto

ine di

condo

Cmo *

amoron

Egli era delicato, e tutto molle


perche haueua beuuto troppo, s che
imbriaeatof non poteua tenere gli occhi aperti , ma cos in
a.

goderf gli

& rubicondo nel vifo

frutti

pie in pie dormiua, lafciandof cadere la colorita faccia fu'l petto,

& la fniftra mano, con la quale ei ftaua appoggiato ad vna

hafta,pareua cadere parimente, come pareuapoi, che dalla deifra gli cadefTe pur' anco vna facella ardente , ch'ei teneua con

che gli haurebbe bruciata


.
Era poi
quiui intorno pieno ognicofa di fior ,
efTo Dio parimente
ne haueua vna ghirlanda in eapo,perche i fiori fono fegni di le
quella, 6c gi era andata cos gi

la

gamba

f piegata

non

l'hauefTe in diuerfa parte

&

titia,& di fpenferatezza,per dire cos,


jantichi

hanno da efTere gli huomini lieti &c


non foJamente nefaceuano ghirlande loro ftefvafanchora,onde beeuano:per la qualecofa non me

ne

fpenfierati

ifi,maa

& perci gli vfauano gli

conuiuij, oue

i fiori Baccho,che Como, come moftrer


bora
che
ritorno
poi:
dire, ch'egli era giouine, allegro,^ giocondo , perche beendo gli huomini temperatamente fueglia-

p conueniuano

ino gli fpiriti, e

pi arditi diuentano

&

pi lieti

Ccc

fono etiandio

'

mn"f

*t

*'*?'

S*'

anilc " i

386

Imagini

<te

Dei

dio creduti effere di migliore ingegno allhora . Da che vtS


ne, che fecero gli antichi cos Bacco, capo
guida delle Mtffe , come Apollo. E non meno furono gi coronati i Poeti eh"
hedera confecrata Baccho che di Lauro pianta di Apollo.

&

Bacche capo
delle Mufe*

Onde

finfero le fauole, che folte alleuato

Nifa

luocopiaceuoliffmo dell'Arabia dal quale fu poi detto

Bacco

dalle

Mufe in

Dioniso . Da coftui, come rifrifee Ateneo, impar Anftnoi.


ne Re de gli Athenieii innanzi tutti gfi altri di porre acqua
perricatta poHa ne^ vino,chefudigrandiflmo giouamento a' mortali,
ne
tem
pi
delle
H
^
ore
gli
drizz
vn'altare,
perche
quefte^
^
se/ vino .
che fono le Magioni dell'anno , come nella loro imagrne fta^
to detto, fanno che la vita crefee, & produce il frutto Et ap.

&

preilb ve ne pofe vn'altro alle Ninfe

douefle vlareil vino temperato

come per ricordo, che fi

concio ila che per quelle

s'in-

tendono fuente f acque de i fonti,c dei fiumi,che fono buo.


ne berej& perche anchora le Mufe, le quali fono fpeff le me
deime con le Ninfe furono ( comediffi ) le nutrierdiDioni^ y ^ come Sileno ne fu il pedagogo , onde va con lui fempre
poria to da vn'afno , s per la et , perche gfi era molto vecchio x s perche era anco vbbriaco per Io pi, come morir chi
fece la vbbriachezza , cheglidaua bere appreflo de gfi Elei in
certo filo tempio, che fu di lui folo,fecondo che fcriue PaufaOIa ' non eom mune con Baccho,eome erano tutti gir altri , per
mofrare forf, che pari era la virt d'ambi loro. Onde Sileno
fi fa gran configlieredi Bacco appreflo di Plauto,erTendo comparfo in feena a cauallo in vn'au'no a recitare il prologo delle
Bacchiade e dice x che fono fempre amendui di vn medefmo*
volere : & fall anco Dio della Natura,de f prrncipij della quai
le Vergiho lo fa cantare sforzato da duo Satirerti , &c da vna
bella Ninfa, li quali , hauendolo trouato dormire in certo antro bene vbbriaco con vn gran vafo da bere a canto, lo fegarow
no con le fuc ghirlande proprie teflute di vari; fiori,chegh erasno cadute di capo, 8c la bella Ninfa gli tinfela faccia,che baueua le vene tutte gonfie di vino con fnguigne more , di che
egli rifce moftr di hauerne piacere ,pofciachefu fuegriatov
Et pareua,che quelle beflienon voleflcro dire quello, che fape.
nano f non sforzatamente . Onde fi legge, che Mida R del
la Frigia volendo gi intendere alcuna col non troppo manii

Sileno,

VaufaniaLs

^ldaEJ.

feda.

Degli Antichi.

Imagim di Bacco fignifi canti


l'tnuentore,

Qf
*K>.

5^7

4P

effe ndo

da

lui

per

gion dell'anno,
e er

li effetti

& fecondo Macrobio


il

del vino del quale

li

Sole intefo cio la variet delle

& animali lui facrati

&at0 M primo

fu

varij effetti del Sole

babbi poflo all'aratro

Ha-

fignificanti lui
li

boui

<& il

beccho molto danegiar le vili

'3S &m a^ gs

mm Cess m
ce

$8$
<

rmagfiu

fella a gli

Sileni

huomini yfecc

cfe

la caccia

Dei

va pezzo ad vno

& lo prefe all'vltimo all'odore del vino

mente fparfe in

di quelli

ch'egli larga-

i che a'fuoi
tempi ancora era moirrato per quello
E Plutarco riferifce,
che quel R intefe da Sileno , che meglio affai era all'huomo
f
morir preflo , che viuer lungamente. Halli appreffo diPlii^j.
?rnio , che nell'Ifola di Paro , donde veniua quel bellifllrao
marmo* bianco , fpezzandone alcuni vn gran pezzo , yi
trouarono dentro la imagine di Sileno . La qual facilmente
lpr come foffe fatta , chi oltre a quello , che ne ho detto hora, vedr quello, che difegnand la imagine di Pan > io dilli
gi de'Satiri: perche Pufania fcriue, che quelli erano detti Sileni, p feia. che erano vecchi y concio fia che inuecchiuano,&
,.',..
moriuano, f bene, erano (limati Dei. Leggefi apprefl di Dio
DlQdOrO:
{foro , che in due modi furono fatte le ftatoe di Baccho,
era,
l'vna aliai feuera con barba Unga,e l'altra bella, di faccia algiouine , intendendo per quella che'l vino
Baccho in due 'fegrajdlcata,
'beuuto
fuori
di
mifura
fa gli huomini; terribili , Se iracondi,e
modiper quella , che gli flieti , e giocondi beuuto temperatamente; lafciando hora d parte,, che non fia flato vn Baccho, folo,
ma due forf anco tre y perche ci farebbe pi to fio volerefcriuere hiflori di lui, che dipingerlo.
acro bio,ilqualeieomeho gi detto altre volte,vuole che per tutti i Dei fiano intefe le:
BZCC del Sola virt del Sole*. intendendo pur'nco il medefmo di Bacco, di'
cecche farla: fa imagine fatta alle volte di fanciullo, alle voli
te di giouine,hora di huomo con barba yehe fia giunto gi alla:

certo fonte >. qual Paufania fcriue

TlutMOo.

,.

&

&

,,

,,

&

et perfetta,& hora di vecchio

perche tutte quelle diuerfe

eti

Conciona,. che al tempo del Solflitio deli


l'inuerno,quand gi cominciano i giorni a crefeere fi poffa di
fi

veggono nei

Sole;-

rejch'egli fia piccolo fanciullo, Se all'equino trio della Primaue:

ra

ha gii pigliato affai

di frza

Se fatto giouine

Se giunto,

al folflitio della efl allhora che non pi ponno crefeere i giornee hUomo di etinteraj& ha la barba ma perche
d indi in poi comincia la fua luce a venirci mancando , quali
con quella manchino le fue foze ancora , fatto pofeia come.
vecchio Eteifendcr alle ftatoe di Baccho aggiunto le corna.
ch'egli

,,

,.

Corna di, Jftt&

??*

..

quelle i raggi del!


s hanno voluto alcuni intendere per
Ma. Didoro lcriue3 che eia era?erchc Baccho fu il prW

ancora
Soli-

ino,

De
Ilio

gli

AnticM.

che moftrafTe a'mortali

$gg

come haueuano da giugnere

Buoi infleme,mettergli all aratro, e con quelli coltiuare i ca


Onde Martiano gli mette nella delira mano vna falce,cht
inoltra u fa coltiuatione de i campi,come ho gi detto nella imagine'di Saturro,perche bifogna con quella purgare le vitis
volendo che produchiho vua largamente , Se nella fniflra
Vn vafo da bere, e fodeferiue poi tutto giocondo , e piaceuoh nello afpetto . Intendono alcuni per le corna l'audacia, co
meche'l bere affai facciagli huomini arditi , audaci, Se infoienti ancora molte volte, che cos dice Filoltrato , Fello, e
CMartiano,
Porfirione ^ Ma Atheneo meglio di tutti rao lira con l'autoatheneo
rit di molti de gli antichi gli effetti diuerf che fa il vino in,
noi, quando bcuuto temperatamente , e quando ne beuiamo
da al Terfw*
fuori di mifuraj Se da Per/io fi raccoglicela Catullo,
Et
tri Poetiche ne i facrificij di quello Dio vfauano i corni
pi

&

Mufonio a quello propofto cos fcriue. Non fola mente furono date le corna Baccho, ma fu egli anchora da alcuni Poeti
chiamato Toro perche fin fero lefauole , che Gioue mutato

Catullo,

in ferpente giacefle
j

con Proferpina fua

figliuola

laqual per-

ci fatta grauida partor poi Bacco in forma di Toro,onde ap


preflfo de i Ciziceni la imagine fua fu con faccia di Tro;, forf

beeuano con le corna de i buoi , ouero con


ivaf fatti di corno , concio fa che Theopompo fcriue , che in.
Epiro erano buoi con le corna tanto grandi , che f ne faceuaino i vafi intieri da Bere, a 1 quali accommodauano dfopra all'
.intorno della bocca chi vn cerchio d'oro , Se chi d'argento: e
jfguita prouando poi per lo teflimonio di molti , che vfarono
Igli antichi le corna de i buoi in vece di vali per bere, onde gli
A teniefl ancora beeuano con certi va fi di argento fatti in foggia di corni. Hanno oltre di ci voluto alcuni,che per le corna:
intendiamo certi pochi capelli,che da ambe le parti del capo
feendeuano gi , come a d noflri veggiamo hauere i Sacerdoti Armeni , li quali poi fono ra fi. fopra la fronte,& alla nuE cos vogliono intender, che fofse fatta la flatoa di
ca
E dicono,,
Bacco , Se non che veramente hauefse le corna
che Lifmaco Re fu perci parimente fatto con le corna, come
A vede in alcune fue medaglie antiche . Et alla flatoa di Seleuco > che fu cognominato Nicnore 3 furono ancho fatte le
1

perche

{JMfonio*

Baccho in forma, d

Toro*

gli antichi

fafi

di corno

perberzj.

Theopompo.

Lifimacho Bf..

corna,,

Statua di St~
lento*

}$a

Imagini de

Dei

Suida , non gi per quefto, ma perche ed


corna,come
Toro
da Alefsandro, che era pofto per facri
fuggito
vn
fendo
io tenne fermo . Che Bacficarlo i ei io prefe per le corna,
riferifcc

&

Scnecal

cho poi hauene

le chiome

lunghe lo moftra Seneca

quando

cos dice

Sen^n vergogna /farge i lunghi crini


Baccho lafciuo s e molle y t licui Tbirfi
Torta fcuotendo con tremante mano,
T^ fi vergogna andar con lento pafl*

E traifi dietro
Ornata tutta

Choro di *4riadna

l'ampia^ lunga vette,

di barbarico oro.

Percioche Io veftirono alcuna volta di habito feminile, co*

me * ^

^iloftrato nella

gerne vada

lei

coronato di rofe

con
.

Tauola

bella vefte,

di

Ariadna

quando

lo dipin-

porporea, lunga, e grande

N bifognaua farlo

S>C

in altra guifa in quello!

amoro fo,perch'egli andaua per congiungerfi amorolam-:


con Ariadna,quando fu abbandonata da Thefeo,onde que-i
fti tutti, che quafi fempre erano con lui , come femine ardite, t
feroci,diuerfe vaghe Ninfe, Sileni, Satiri , Siluani , & altri fimili (i quali , comefcriue Strabone, erano miniftri,& fegua
ci di Baccho,& chiamauanfi il choro,e la compagnia di Ariadna , intagliata gi in marmo bianco da Dedalo in Creta)lo f-'
guitauano gridando con voci liete , come fi legge appreflb di

atto
te

Catullo.

Catullo.

lAndauano [cotendo

verdi Tbirfi

tAlcun'halcuni lefquarciate

membra

Del vitello portauano,vna parte


Con ritorti ferpenti fi cingeua ,
Et vna parte ne le caue cette

Tonando

celebrano,

bei miSeri,

J miseri da. gli empi indarno cerchi.

Chi percoteua con

le

1 rijonanti timpani

Di rame facea

aperte palmeti
,

con verghe

lieue^e piccol fuorto.

chi faceua l'aria

rimbombarci

Cm

De gli

39*

pompa, feHe,& cerimonie, bamenadi fue (eguacifignificante che li facrificij bachanali purgauan gl'animi
dalle colpe, come il vino li purga d a penfteri .

lmagini di Bacco,
cbanali,

9ft

&

Antichi

&

della

l'habito delle bache

5g
5g

3$i

Imagini de
Con

Dei

Hrideuoli cornice facean molti

J)e le ftraniere tbie

vanii

canto.

&

Quelli erano quafi tutti mi/Ieri di Baccho ,


cerimonie,
che vfauano nelle fue felle, le quali da principio furono celebra
te con pompa tale. Era portata innanzi vn'anfora di vino c6
rami di vite,& la feguitaua chi fi traheua dietro vn capro : poi
veniua chi portaua vna cella di noci,&: in vltimo era il Phallo,
che fu la imagine del membro virile , Cos la racconta PluTarco , oue parla della cupidigia delle ricchezze , la quale
cominci a (prezzare quelle pouere cofe etiandio ne'Baccha-J
nali,& introdufTe duo vafi d'oro , pretiofe vedi , e carri con
mafcherate fontuofe , come pu vedere chi vuole , appretto
J
di Atheneo> che defcriue vna di quelle pompe Bacchanali ara-

sballo

Bitiofisfma

raprefen tata gi per

me non

Tolomeo

Filadelfo

perche

che di perdere temCribro di B(tC p . Vfarono anco di portare il cribro dato a Baccho, ^e potho
fio tra le fue cofe facre ; perche , come dice Seruio , credeano
gli antichi , che giouaflero molto i facramenti di Baccho alla
purgatione de gli animi ,
che per gli fuoi facri miflerij cosi
foller quelli purgati , come fi purga il grano col cribro. Et,.
Vbbnacbe"^- il Boccaccio riferifce, che credettero alcuni, che folle fatta quc
%a faci amento Ita purgatione negli huomini con la vbbriachezza, la quale
il Sacramento di Baccho, perche pattata , che fia poi quella
di Baccho.
il

riferirla

hor'a

feruirebbe altro

&

&

rafTettatofi il ceruello , pare


vomito, in altro modo,
fi habbia fcordato ogni trauaglio, oc fpogliatoli
tutti i noiofi penfieri rimanghi lieto , e tranquillo , come di
ee Seneca ancora , oue ferme della tranquillit dell'animo
Et hanno detto alcuni , che Baccho fu chiamato Libero Pa4
libera da' penfieri
^
p Cr( ie beendo largamente l'huomo fi

con

il

"che l'animo

.,

Lwero Taa

faftidiofi,& parla pi liberamente affai ,che

quando

fobrio.

Ma

fono flati altri , li quali hanno voluto, ch'ei foffe pi tofio chiamato cos dalla Libert , della quale fu creduto Dio,
perche , comeferiue Plutarco , ei combatt gi affai perquefla . Da che venne , che vfarono gli antichi , come dice Ser.
uio fopra Virgiho,di mettere nelle Citt libere, per fegno certo di libert ., il fimulacro di Marfia che fu vno de'Satiri mi-,

niftri di
'

'

Bacco
~-

E e tile^e
-'

appretto
di Plinio
'

che fu pollo
in

De

gli

Antichi.

jpj

in prigione Publio Munatio, perche leu dalla ftatoa di Mar- p. iMunt*


tio.
Za vna ghirlanda di fiori,& a s la pofe in capo Di Mattia
feorticato
Apollo,
ch'ei
fu
da
fauole,
per*
xJUarfKtM
le
detto
anco
hanno
che lo sfid a fonare, hauendo trouata la piua , che fu gittata

da Minerua di che pianfero tanto le Ninfee gli altri Satiche fecero con le lagrime loro quel fiume , che dal nome di
lui fu detto Marfia . Ma la verit fu ,che quello era vn'eccel-

via
ri,

lente

mufico,

come

tore della piua,

il

Atheneoda Metrodoro> rtrouacome fcriue Suida , vfcitodiceruello

riferifee

quale,

SudA*

> che fu pofeia dal nome fuo


Marfia> Et Paufania fcriue , che nella rocca d*Athenc
fu vn fi mulacro di Minerua che baiteua Marfia , perche haaeua tolto su la piua gittata via da lei Ma ritornando alla vele di Baccho , dicono elvella era di donna , perche il troppo
eneruato, come
fa l'huomo molle,
Dere debilita le forze,
^mina Onde Paufania fcriue che appretto de gli tei nell* Ttitifama
,irca di Cipfelo era intagliato Baccho con la barba > con vefte
lunga gi infimo a terra , e che ftando a giacere in certo an-

gitt nel fiume, Se quiui affog

ietto

&

&

-,

circondato da viti, Se da altri arbori fruttiferi,porgeua vna


azza con mano . Leggefi ancora , che fu detto Baccho Ba. Baflareo
"areoda certa forte di vefte lunga, ertegli vfaua>& che vfaro.

iro

parimente i Sacerdoti poine'fuoi facrificij detta Baflara >


la certo luoco della Lidia, oue fi faceua , oUero dalle pelli delVolpi chiamate ballare in Thracia , che fi mefteuano ntorl';
10 le Bacche file feguaci, le quali perci furono parimente detc BafTare . Menade etiandio furono chiamate , che lignifica
furiofe , perche nelle fue fette andauano con capei
azze ,
con Thirfi in mano, facendo atti da forfennate, per
parfi,
apprefentare ci > che fecero quelle fteffe , quando andarono
bn Baccho gi da princpio , allhoraehe moftrandofi tutto
fciuo, egli hebbe (eco quali vi^efTercito di valorofe femine
er opra delle quali, mentre che feorreua tutto il mondo , op*
refle alcuni R
Ne fola mente delle pelli delle Volpi , fi vegliano queJIe femine, ma delle Pantere ancora per lo pi , Se
elle Tigri , portando in mano il Thirfo,e fpargendo le chioie al vento > le quali cingeuano alle volte con ghirlande di
l edera, Se alle volte di bianca Pioppa,perche fu quefta credu- *Pioppa arboarbore infernale , Se che nata folle su le ripe di Acheronte i re irtfmtal^h
io

&
&

li

Ddd

&

Imagini

394
oc perci

la

Dei

dettero gli antichi alle miniftre di Baccho

pe

parimente per Dio dell'Inferno


Onde , come ho detto gi, finfero le fuole, ch'ei fofTe nato di Proferpi.
na, ilche vero, ogni volta che fotto il nome di coftui s*intn
da il Sole del quale dilli nella Tua imaginc, come falhora ei fi
piglia per Dio infernale . nel medeflmo modo,ch'io ho di.
degnato le Bacche, fi fa fpeflb Baccho anchora>come lo defer,
u Claudiano dicendo ;-...

che tennero

Ctmdcm

cfe

Vkn

lui

Baccho allegro

D'Hedera

coronato

trionfai

e cnto

cui le

jpaUcj

Cuopre d'tircana Tigre torrida pelte-j *


Egli di viri poi madido col Tbirfo

ferma

Et

piante

nel gir s*ait<Ls,

che qui dice Claudiano del Thirfo, hanno deti


che Baccho con efla fi va foftenend ii
pi,6c l'hanno po$a in mano a tutti quelli, che vanno con lui
Di. che rende Eulebio la ragione tolta da Diodoro , dicendo
che concio fof co fa che gi da principio beend affai ff i
briacaflero gli huomini, & perci come forfennari,e pazzi
niffero fpeflo ' rumore infieme,
con baflbni grof,e duri
ieriflro ftrana mente, onde ne moriuano molti, Baccho
p

Fnda data* to
Baccho .

le

qjieffo

altri della

Ferola

,,

Eufebio

D iodurow

&

fuafe loro r che in vece de 1 duri legni portaflero le lieui fer


perche f bene con quelle fi dauano , poi non ne fegiiita

le,

male alcuno, perche la ferola vna pianta affai fimile alla ca


na &: perche hfoglie di efla fono gratinarne gli Afini, fu dai
to, come ferme Plinio, anco l' A fino quel Dio
di cui e
,.

DiodorOo

ferola

Oltre di ci ferine Diodoro

nelle guerre

che Baccho

fi

arma

& vfaua alle volte anchora di metterfi intorn

gtli delle Pantere, percioche non fu egli fempre vbbriae


jna combatt fpeffo e tanto valorofamente , che fiiper mi
fi R, come Licurgo , Pentheo
altri e foggiog tutta
fopraad vn' Elefante
India
ritornandofene
vincitore
donde

Trionfo ritro
fi legge, che dinanzi lui aleun'aitro
men
trionfo
N
bel
nato da Bacperci a Baccho
hauefTe trionfato mai delle vinte guerre,
cho.

&

&

fica data

Sauh,

come

a primo trionfatore fu confecrata la Pica vccello gar

rulo> e loquace, perche ne i trionfi gridaua

ogniuno 3

& ad ogniuno

Degli Antichi.

&
&

Ep

K
^X

lmagin di Bacco trionfatore ,


inuentore del trionfo dop
hauer
l'India,
del
fuperata
fuo Carro tirato da tip
J?l
gri-,
pantere
da
con
lui facrati,& mot
alberi
diuerfi
pi]

^^

9p

ti

T*'

<,<

vino

&

animali ancora che [ignifilano la natura 2

& ebriet

<:>

fiSfet^.r

effetti del

T~

Imagfnr de

ip
uno

era lecito

improuenre a

Def

chi trionfaua gli fuoi viti;

poteua dire ogni male, come ferine Suetoni


di Cefare . Hanno ancora gii antichi dato a quello Dio la in
Ghirlande tro uentione delle ghirlande , fecondo Plinio , il qual dice , ch'c
uate da Bac- fu il primo, che f ne facefledi Hedera . Onde Aleflandrc
Magno volendolo imitare quando ritorn vincitore dell'In
cho .

gridando

gli

fi

efiTercito tutto fi coron di Hedera. Quelli


a Baccho per molte ragioni * come ne hanno
Fello vuole , che ci folle; , perche egli cosi

Hedera perche- dia, fece che'l fuo


data Baccho. pianta fu data
fetitto molti

gioitane fempre,. come quella, fempre verde

quero perche >

come ella lega tutto ci che (i appiglia cos il vino lega le


humane menti Plutarco dice che l'Hedera ha in se certa
virt, e forza occulta , la quale muoue l'humane menti di
,,

luoco,

pfeia gli

di dire

Thirfo

& quafi le empiedi furore, s che fenza bere vino paio-

huomini vbbriachi. .-La Hedera da i Grecie


chiamata Oflo j Cifiare , tirando le loro parole alnoftro vfo

no
CiJJt

,.

lignifica eflere dato alla libidine, 8c per quello fcri-

ue Eullachi che fu data la Hedera a Baccho per lgno di libidine, alla quale fon gli hiiommi incitati affai dai vino > onde
perprouerbio antiche, che nulla pu Venere fenza Baccho*
Quando rende Macrobio la ragione del Thirfo dato a Baccho,
qual'era vna nafta con vrio acuto ferro in cima- ,.attorniatadi
Hedera, dice, che moflraua la Hedera douere gli huomini co
8c 'i furori , onde fono tani
i lcci della- patienza legare l'ire
quella pianta cinge, e lega
perche
to facili a fare male altrui ,
Diodoro
, che chiamauano quelli di
euunque nafee- Scrie
Ofiride
di
, e gliele eoniecrarono coEgitto la Hedera pianta
,.

Diodoro,

me da lui ritrouata
to della

Hedera

e nelle facre

perche tutte

cerimonie faceuano pi

le

(lagioni

ha

cona-

le foglie verdi

Che della, vite,.la quale al tempo dello inuerno. la perde . E ftt


quello da gli antichi oflruato ne gli altri arbori anchora*
che ftanno, verdi fempre, &: perci Venere con fecrarono il
Ne fu per Baccho coronata
il Lauro ad Apollo
Mirto,
con le foglie del fico ancori
ma
folamente,
fempre di Hedera
la quaJehebbe nome SyNinfa,
vna
di
memoria
alle volte per
medefimo
che fico appo noi
il
vale
de'Greci
ca, cheappreff
fuole,,
mutata poiin quele
dicono
come
lui,
gi
da
amata
da lui pur'CTo
fanciullo
di
anco
fi
legge
,*comc
fe arbore

&

..

&

amata

De

g! Antichi.
397
amato, che ciment poi Hedera, & di Staphile Ninfa, che me-.
de/Imamente fu cangiata in vite , quando egli i'amatia , onde
non marauiglia, f gli furono poicia grate tutte queife piante.cs: Ce voleua fpeflo hauerne ghirlande in capo: oltre che delle medefime gliadornauano gli antichi il carro Jo feudo* le hafte, e gli altari: &c gli fceuano anco poighirlandecol Narciflo

"

con molti altri diuerfi fiori, come lo defcriuono i Poeti; & Diodoro fcriue^che al tempo della pace ne
rgiorni folenni Baccho portaua belle velti, molli , delicate , e
alle

vo!te,&

alle volte

Et a ragione fu fia pianta la vite , come


confa
con lui di alcuna altra ; perche f Bacquella che pi fi
{premuto
dalle vue,. chenafeono dalle viti
dio moler il vino
dare

pu
cotiu'r
che phVgli ila proprio della vite.?
che altro d
il fuo carro coperto, e circonda*
cofa
Statio
finge
quale
Per la
Slatto
tutte dipinte a fiori

to, tutto di vite

quando

Gi fauuicha

te

dice

materne mura

Baccho col carro tatto circondato*

coperto di intt^t

Da l'vn lato > da


E leccano le briglie ,

l'

Di vtno

le "Pantere
'altro

van con

lu

e gli altri urnefi

aferfi le veloci

Tigri

Del carro dato Baccho rende. il Boccaccio quella ragione>


che il troppo vino fa fpefto cosLaggirre il ceruello a gli huox
mini, come G aggirano le ruote de carri, di che oltre alk prou, che le ne vede tutto d , fa anco fede certa nouelletta affai
riferita da Timeo Tauro*
piaceuole fcrirta gi da Timeo Tauronimitano ,
Atheneo nelle fue cene, di alcuni giouani di Agrigento Citt nomitano .
1

&

della Sicilia,

li

quali ragunatici a banchettare infieme

Galea andaffe fondo, gittarono fuori dalle

la

uole, banche,cafle>&: ci che

in.

certa J^pmla, piace

cala vna fera,tanto beuero > &imbriacaronfi di s fatta manie


uolc-j
ra , che cominci loro parere di eftere su vna Galea > la qua- Vbbriacchi ft
le folle ftranamente agitata dalle turbate ondedel mare; e coUnni,
s fi volt loro il ceruello > che anco il d feguente penfauano
tutti di effere in gran fortuna di mare : e temendo non forf

fi

fincftre letti, ta-

trottarono della mafieritia di ca

Sparendo loroiche'l nocchiero lo comandale per

alleggerirla.

Onde

Imagn de Dei

398

imagine

della

T^aue de Bacco del monte Timallo de Lidia

delle bacche per quello fiorenti

captori di bacco

misfatti

buomo

&

de corfari thireni

da quella tramutati in

ftgwficanti

virijy

delfini

per loro

& peccati far perder aW

la ragione-?.

r.F2im

Degli
Onde

$9$

Antichi.'

Sergenti della giuftitia

non fapendo che


,

ci foffe en-

trarono col dentro, e trottarono tutti que' giouani trattisi! chi


qua, chi l per terra, che niente fentiuano j &c hauendogli tanto fcofT, che paruero dettarli pur'vn poco,dimandarono loro,

&

efl rifpofero , che'l trauaglio del mare


che voleuano fare j
haueua s forte ftancati,che non poteuano pi,giunta la faticatile haueuano fatta di mettere fuori di Natie le tante rob-

gli

vn di loro,per la gran
qua fotto coperta Quel-

be, che la caricauano troppo: &c io, ditte


f>aura, che
i

ho hauuta,mi fono

tirato

Sergenti voleuano pure fargli rauuedere della loro follia,

ma

perdeuano tempo, f ne andarono,hauendo detto loro, che fi guardaflero all'auuenire di bere pi di quello , che haueffero bi fogno
Et i gouani ftupidi pur'anco i Vi ringratiaf mai potiamo vfeire di tanta fortuna , feguimo, dittero,
t vn di loro,& arriuare faluamento in porto, viporremo,po
feia che faremo ritornati alla patria, fra gli altri Dei del mare,
riconofeendo la falute no (tra da voi
Et dur la buona vbbriachezza molti d
onde quella cafa fu chiamata fempre la Cafa detta Ga
letu
Galea
Era tirato il carro di Baccho da Tigri, &c da Pantere,
gli
"Pantere
perche il vino fa
huomini feroci , e terribili, come la natuperFiloftrato dice, che vanno le Pantere con
che con Bacla, di quelli animali
Baccho, perche fono animali calidiflmi , 8c che leggiermente cho .
faltano, come faceuanole Bacche ,
come fono gli huomini
fouente rifcaldati dal vino pi affai, che non di lor natura .
Et defenue la Tua Naue,che haueffela prora in forma di Pan- 'H&ue di Bacvitto, che

&

&

tera,& che
ciembali

le

foller appefi all'intorno di fuori molti rifonan-

mezo

era piantato

cho

vn lungo Tirfoin vece di


arbore,alla cui cima erano attaccate le porporee,& rifplendenti vele, oue era telfuto con oro Timolo monte della Lidia,
le Bacche, che quiui andauano feorrendo. Era quella Naue di
fopra tutta coperta di verde H edera , & di Vite con belliflme
vuc, che pendeuano da verdi rami,& di fotto dal pi baffo fon
do fpieciaua fuori vn fonte di foauiflmo vino,del quale beeuti

nel

&

no largamente rutti quelli che erano quiui Cos dipinge FiNaue di Baccho nella tauola ch'ei fa de' Corfali
,

loftrato la

Tirrheni quali penfando di hauer fatta vna buona preda di


quello Dio giouinetto anchora,
quafi fanciullo , furono da
:

&

lui

mutati in tanti Delfini

mentre che

lo

voleuano condurre
in

TloflratO.

4&

Ttnagrii

de

in parte diuerfa da quella, o u egli

Dei

dimandaua

di andare, come
ne racconta Ouidio la faula interamente , dicendo che Bac
cho auuedutofi dell'inganno d coloro fece (libito fermare la
Naue,& veniua la Hedera in copia fi grande , erte leg tutti
,

remi,

&

fi

diftefe per l'arbore, per l'amene e per le vele,

&

capo di verdi rami di vite con l'vue attacate , e tenendo il Thrfo in mano moftrotf accompagnato da Tigri
da Pantere,& da Liopardi, di che que'perfidi Corfali hebbero
s gran paura > che fi gittarono in mare, oue furono poi Delfini,comeh detto Vedefi tempi notri anchora quafi la medefima Naue Fatta belliffime figure di mofaico in Roma nel.
Ja Chiefa di Santa Agnefe , che fu gi tempio di Bacco . Hanno detto Je fauole anco di coftui , che quando egli era fanciullino , le Parche lo cinfero con ferocifsimi ferpenti , che fenza
offenderlo punto gli andauano per lo petto, e per la faccia.
D'onde venne poi , che le Bacche celebrando le fue cerimonie
se cinfe

il

maneggiauano

T utarto*

gli ferpenti fenza fentirne

ferine Plutarco nella vita di Alefiandro

alcuna offefa

quando

-,

come

O.

parla di

limpia (u madre, alla quale panie di eTere ftata fatta grauida


da vn ferpente : il che fii creduto anco dalla madre di Scipio-

medefimo Plutarco , perche fu vicamera . Della cerimonia.eh'io difl di maneggiarci Serpenti, intele Catullo, quando de i minftri, e feguaci di Bacca difle, che alcuni fi cingeua

ne

lt

fecondo che nferifee

vna gran

no con

il

bifeia entrarle fouente in

ferpenti

come moftr

vn'altra mifterofa cerimo-

dicendo che portauano alcuni le membra dello


fquartato giouenco . Imperochc fi legge, che Pentheo Re di
ViteUofqua.it- Thebe fu fprezzatore di Baccho,&: delle fue cerimoniere vocilo nelle ieri j eua c ^ e foffcro celebrate in modo alcuno , di che egli cos fi
monie di Bac~ venc{ic, che alla madre di lui,& alle altre femine, che celebratbo
vano le ftfte bacchanah, lo fece parere vn giouenco, ouero vn
nia anchora

cinghiale*

come dice Ouidio , che venuto fofle a

turbare

le fi-

&

lo
furono intorno fubito tutte ,
fquarciarono in pezzi, li quali portarono poi in mano, mentre
che furiofa niente andarono feorendo liete della vendetta &
per memoria di qUefto foleuanole Bacche alle volte nelle fe-

ere cerimonie

onde

gli

lle del lor

Dio

(tracciare vn vitello

vno de'itracciati membri

"

eportarfeneciafeheduna

La quale cofa

fi

potrebbe forf dire.

De

g?

Antichi.

401

che raccontano le
compagni
di Ofiri, perche Opri,
coni
fece
Tifone
fauole , che
Baccho
appreflb
fu
de i Greci:on
Egitto
queKche
quefti era in
forte fatta per rapprefen tare quello

TC, che

<le

Tibullo a

lu

d tutto quello

> 'che

>

gi riabbiamo detto di Tibullo!

Jteccho,& lo deferiue cosi>dicendo:

primo

-,

Oliti

Come

coin

che 'aratro

fu

il

vnqua facffejf

primo che moftrafiejf

la terra a

colmar vbamffe*

quella poi ft feminafse

(JWoftw

pur*anco, e quando

Tsle l'arbor fconofcuto

impararono gi da

dolci frutti

Vbuom rouajfej

co fini tutti

Gli alni di maritar la debil vite

*4l palo

accioche meglio pofeia frutti*

i tagliar que'rami

onde impedite

Son le for^e la pianta di produrrei


L'vue cotanto da mortai g*adit<Lj*

Terchedi quee al tempo [no mature


Spremono i roigi piedi il dolce jucc9

Come nfegn

di fare ftri pure

E dop per alcuni verfi feguita cos


n

te

mai non ft vede fegno Ofiri

Di

meSitia

penfter

Ma

>

e da te flan

triti, il piatito

Unge fempvt2

& ijofpiri.

lei eboro cantando in liete

tempre^

Tuttauia t'accompagna ouunque vai,

S tb'amor

gioco ve ijo ieco [emprej$l

..

Eee

401

Imagini'dei Dei-

Tu

fei ornato di bei fiori

La

&

fronte cinta a'Hedera

hai
,

e dorata

Vese yCi terra va, dietro

ti

trahi*

D porpora taVhor ancho t' data ,


E Vaccompagva con fvaue fuorto
La caua. Tibia \ e U CeHa ingombrataBe' miftrij v cb'ouulti fempre

Ofiri in forma
di jf>aruieremj+

TrouafI

ma di

quello Offri fatto

fparuiere

[o/.q.

alle volte

dagli gittij in fot

, che vi vede benissimo,, e vola velociffi ma meiite,co me fa anco il Sojs, di cui egli. era imagine. Oi\
depili Co uente anco la fecero pur' in Egitto, comjefcriue Pitarco,in forma di huomo , che ha il membro naturale d litro
Se vn panno rollo intorno . Di che renderla- ragione poco
,

vccello

quando metter mano a Priapo, che fu parte, e membro di Ofiri. Perche di co dui- fi leggetene Tifone luo fratello,
hauendo fatto vna congiura di molti ctra di lui,I'vccile,c fattolo in molti pezzi, lo diflribu tutto fra' congiurati , dal
d fotto,

membro

virilein fuori,che non volle alcun di loro, Se fu per-

ci gittate nel Nilo

Ofiri vecif<> , e

sbranato*.

fua moglie
, che f lo port uia > Ifide
addolorata per la perdita del marito, di cui non fjpeuache di~
uenuto foife y& l'haueiia cercato gi buona pezza , fubiro che

&

quello intefe, and lontra Tifone ,


lo vinfe , e ricuper da'
congiuratile membra partite ninfea di loro, le quali ripe f tutte

infeme ordinatamente, e non vi trottando quello,che fu guta


to nel Nilo, ne fu dolente fuor di modo,& orditf,che nell'aure

&

imagine fuafofTe riuer'ta,


adorata con molte cenino
E per mefu poi fempre fotto il nome di Priapo
moria di tutto quello ordin anco, che ogni anno a certo tem
p con (bienne cerimonia piangendo & lamenta ndofi fi andaffe cercando Ofiri,& indi poco fi facefle poi fella , con aliegrezza grande , portando in volta con fblennit vn bel fanciullo, che rappreientafse Ofiri gi trouato. Onde, perche que

4iire,la

nie

Cerimonie di
di Ofiri.

come

cerimonia

lucano,

fla

tino.

ch'ei

non

fi

tino u u ogni anno , Lucano dille d coflui


mai tanto , che baflafTe . Et di Horo
:

era cercato

autinne qtiafi anco

il

medefimo,, che Ifide fua madre lo piau


f<*

De gli

$g]

lrragini di Tifone fratei


ri,

j"

fone

Sis

cTOfm

che Bieco a p Greci

5^ N
9JJ

Antichi.*

>

bench

il

40$

& di Horo

figliuolo d' 0(i-

qual H>ro fu pero

Cocodrillo t'aiutato

male,&ib

detto Ti

con l'Hippopota-

Tw, (f jparauiere bieoglifiii der.otanti'ia

tente&refiflente al

il

virt cornba-

alfine lo [upera eiaculici.

Uff
^pr

*
fty
fe

8$ gp g$ ^:^ $ 13
f
te

44

fmagini de

Dei

vn pezzo penfandodi hauerlo perduto ma pure loritrau


n poi,& funne molto allegra
Per coltili , che fu parimente
adorato in Egitto^lcunijcome Macrobio,hanno. voluta intei|
dere il Sole
che da lui nano Hate dette Hore quelle piecole parti del tempo , che miiurano il d. Et alcuni altri hanno intefo il mond . Era il fuo flmulacro di giouane^che teneua con l'vna mano, le parti vergognose di Tifone , perche fi
legge , ch'ei lo vinf ri io. vecif gi'* ma ben refe vano ogni
fuo potere , ancora che murato iti Crocodilo ftiggiiTe da lui .
f

,.

&

Onde

fu vna legge in Apoilinopoli Citt dello Egitto , la qui


comandaua , che non folle bauuto rifpetto alcuno a Crocodili,ma gli caccia/Te ognuno , & ne ammazzale pi che poteJe

Tfoncj.

ua

xe

tum ^ ue^* efe'eran* p re fi e morti>erano pofti dinanzi


Horo Di Tifone finfero le fauole, come recita.
>

del tempio di

Apollodoro >chye folle generato cjella Terra vendetta de'Giganti ammazza ti giada i Dei del Cielo ^ Egli era di due na.
Tlatones

Onde Platone parimente nel Feuire;, inumana,, e beftiale


dro lo chiama beftia di molte nature,ardente, e fuiiofoj&auzauadi grandezza di corpo,& di forza quanti foftero mai nati dalla terra
Il di fopra era in forma di huomo tutto. coperto.
di penne,, tanto grande,
alto x che andaua fopra a tutti i pi
alti monti,etoccauafuente col capo le fteltei
difendendo.
le braccia arriuaua con l'una\mano all'Occidentei e con l'altra
all'Oriente,
da quella,& da' qufta viciuano cento ferpen ti,,
che porgeuano le tette innanzi v Le gambe erano ferpen ti,chc
nehauuano de gli altri attorno,, quali andauano auuolgendo
fi su pel terribile corpo tantoch arritiauano. all'alto capo,qua
le copriuano horridi* e fquallidi crini che pendeuano gi per
lo colloj.cV: per le fpalle,.e tale era anco la barba* che difcende
ua dal gran mento fpra l'ampio petto: gli occhi erano terribi
la larga bocca
li,e sfauillauanojCme fodero flati di fuoco
Di coftui liebbero.
verfaua parimente ardentisfime fiamme
tanta paura i dei C eletti , perch*ei fi era voltato contra di loro,
gittando pietre infocate verfo il Cielo * che fuggirono in Egitto , ne qui fi tennero fcuri prima ,che foffero mutati in diuerfi animali, come di molti ho- gi detto nelle imagini fi
qui fegnate . Mapurefuuinto alla fine da Gioue,fecondo A
pollodoro i ouero ? come altri hanno voluto >
ch'io, dilli p
...

&

&

&

,,

&

..

&

De

gli

Antichi.

405

co di fopra,da Horo,iIquale f bene hebbe

nome

diuerfo,f pe

.
Onde in Hermipoli Citt dello l'Hipp
-potamo
con vno Sparuiere , che lo cgitto faceuano
batteua flandogli (opra, e per quello intendeuano Tifone] imaper quello la virginedi tutto il male>che_vienc dalla terra,
t che gli refi He , e rende vano ogni Tuo furiof impeto | mo-

il

medefimo che Ofiri

&

ftrata per Ofiri xoueraHoro :%cjf

per altre ragioni furono Bacca

fono perci

>. iper

le

quali

il

Sole,

come

fi

come

di Olri fu

detto in Egitto y'che Tifone lo

tagli,

in^pezzi x cofidiiTero

medefimo di Baccho

Et quello Baccho sbrana


era ch'io disfixcneirapprelntauahd frfe. le Bacche co le; mem fQt
bra dello fquarciat'o vitello . ..Ma che Baccho fotte vecifo da*
Greci, che i Titarii^fecero

il

Titani, fatto in pzzi, cotto, Scji

nuouo poi

fc

ritornato infie

perche pi norifo iTe conofeiuto, come ri


lignifica , che le vue fono pefte,e tutte rotte da*
ferifee Suida
Contadini che ne fpremono il vino , il quale bolle purgandoli

me,e tinto

di golfo

,.

ine'gran vali

non

fola niente di

legno

,.

ma di pietra, ancora

cuocono ancho aicuni,comeche coli pofeia fi conferui meglio-, & fono dop ribolle infieme le ilraccidte membra,perche la vite al tempo fuoriproduce le vue intere Oltre di ci, perche Baccho era anco

kalhora di gelTo,& pare quali cuocerlo

e lo

..

creduto da alcuni de gli antichi elfere quella virt; occulta ,,


bfae tutte le piante dforza di produrre gli maturi fruttiferi
ae

Herodoto, che

egli

fu

Nume

famigliare alle

Dee

Eleufi-

che andaua fpelTo con loro . Quelle erano,come. dilli ?acc"*GOR te


Dee Eleulme
\ih, Cerere, &c Proferpina , le quali erano credute fare,che lo
P rr" '^
"parfo feme gennogliaffe. Et leg^eCi apprendo di Faufa.nia pari
ile

,.

&

nente
;li

altri

;on

che

gli

Atheniefi haueuanonel tempio di Cerere fra

fimulacri

mano

quel di Bacchoanchora >il q^ualeporgeua

vn'ardente face

..

Onde

Porfirio diceua

,,

fecondo

chea Baccho erano fatte le corna ,


lic lo velliuano dafemina , per inoltrar , che nelle piante
ono ambe le virt di mafehio & difemina:. e bench fileg
a della Palma , che ha l'vno
e l*altra &c che malamente
nondimeno
reduce > f non fono ambe accollo infieme
the

riferiice

Eufebio

,.

,.

,.

',

vede, che generalmente ogni pianta produce le foglie a ei


da se , lenza che. altra le congiunga,il che non de gli airnali , perche quelli non ponno generare f non fi con-

utti

giuri

*.

406

^\

TmagnI de

Indagine cfhtoro dio

ancora

dell'i

'*jff?

per

il

Egitti]

ilquale viene intejo

Sole

con

il

Dei

&

Bieco A
, che Vrapo ,
*'
perla vut jemmale ,

&

difegno del Pifco lignificante la

tondit del mondo, che viene dal Sole illuminato,


cui

il

Sole influi/e la virt Jt<a^

Hi

ro-

&

^S^

*^

v,T

De gli
giungono
forf
;

infierne

che

le

mafchio

&c

la

407

femina

Da

che veniie

fauole fingeffero Priapo edere nato di Baccho

>

per moftrare
, che piglia fua forza dal
nelle altre cofe pr
nelle
piante,e
animali,come
negli
Solc,cos
dotte dalla terra . La quale cola fu anco intefa nella imagila

che

ile di Ofiri,
1

il

Antichi

intera virt feminale

io difegnai

poco

di fopra

inoltrando

il

pan

, quel celelte calore, qualdforSnida


Et Suida fcriue , che
f m e ln nelle vifcere della terra

no roifo,chehaueua intorno
2a al
Priapo
to

medefimo che Bacco,il quale in Egitto era chiama Triapo.


imagine era in forma di Giouane , che tiene

il

Horo

la cui

vno fcettro con la

come

Signore di ci, che


il membro natura
Je dritto , e dirtelo , perche la occulta virt feminale viene da
lui:h le ali,per inoltrare quanto ei fia veloce , e gli Ita canto
il diico , che era certa cola larga , fchiacciata , e rotonda fatta
di pietra, di metallo , con la quale fi efTercitauano gli antichi
gittandola in alto , e moftra u quitti la rotondit del'vniuerfo perche il Sole , che di lui s'intende , per gli tre , ch'io diffi , circonda il mondo
Et per moftrare quanto foller Baccho ,
Priapo conformi infierne , forf ancho vna medci]
macofa , vfarono gli antichi nelle felle Bacchanali di portare Cerimonia de
al collo la figura del membro virile fatta del legno del fico ,
Bacchanali,
-chiamata da loro Phallo , la quale fecero anco dapoi di cuoio
rcfio, come riferifce Suida ,
at taccata Tela dinanzi tra lecolcicandauanocon quella (aitando in honore di Baccho , &erano dimandati alihora Phallofcri. Si copriuano ancho la fac Thalloferi.
eia con iottilisfime feorze di arbore , con qualche pelle,
fi
cingcuano il capo di Hedera, di viole . Herodoto fcriue,che roaoto '
in vece di quello fu tremato da gli Egitti; di fare alcune picco
le Itatce, lunghe vn cubito (blamente, col membro naturale di
fteio , e grande quafi pi di tutto il corpo , le quali porta uano
ci

nafce in quello

delira

mondo,

&

ch'ei fia

con

la finiftra

-,

&

&

&

&

le

donne

in volta certi

caretti fatti a polla

in

ne

honore

monie

le

gli Villaggi

su certi piccoli

innanzi cantando

le pitie

Baccho. Etil medefimo fecero poi ancho le donquello membro in volta con
, che portarono

pompa

(bienne

la

di

Romane

tempi per

per quello con

Oc per lui

furono ordinate

quali taccio per degni nfpctti

leruono a disegnare

la

>

molte ceri-

oltre che di nul1

imagine di Pria polche fu

di fanciul-

lo

TmP*

Tmagini de

408
Io grolTo,brutto,e

to turro

il

ma]

Dei

facto ceri la infegna virile

refto del corpo,

fi

mile alle piccole

grande quai

ila toe,

ch'io

diffi

pur m , come le deicriue anco Suida,il quale diccene G uno


ne Toccando il ventre a Venere lo fece nafeere tale per difpefc.
to di Gioue Tuo manto >cbe tre l'hauetmin^auickta, bench!
fi legga anchora,che Baccho fu padre di Priapo, come ho dee
to di (opra, & che riferifee Theodorito il quale di ci rende
la ragione dicendo, che per Venere s'intende il piacere lafcuo*
che
per Baccho il calore del vino beuuto fenza mifura ,
quando quelli diuerfi fi congiungono infeme, ne nafee Pria*
fi fvedere,chegiaceuaprim,nu
p, perche tale fi leua,
apeua forf che vi foiTe . Simile a coftui , anzi pure il medelno ' ^u ^ ^*
ut no c^ e ftando aflfo moftraua parimente
dutno Do
il gran membro,& andauano le nouelle fpofe prima, che accopagnarfi con lo pofc federgli in grembo con folenne cerimd
nia,volendo moftfrein quel modo di darercolu il primo fio
yarroves
ie della virginit , come fcrilTe Garrone >
i'h riferito Latlattanuo .
tantio , e Santo gottino nella Citt di Dio Fu nfco Pria
S-K^igo^ino. p detto da gli antichi Dio de gli horti , e fatto perci in for
Dio de gli bor m a di huomo con barba,e chioma rabbuffata > tutto nudo, 8c
ti
che nella delira habbia vna torta falce > tome lo deicriue Ti*
bullo , fngendo dimandargli , onde fia >che i gioUanetti bel
!

-,

&

&

&

&

^ a m no * ul non P1111110 kello> n


*

Tibullo

ornato a

& dice cos tirando i

fuoi ver li in lingua noflra

Debjetu posft batter almoTrap


Ombro fi ietti s che neue^
J^on venga vnqua

$immontbe arte fai

tu

Ogni bel giouinett

quanto pu

Ttynfeigi

bello

>

ti

&

toccarti

fi

il

Sole-?

nndocapfa

the ti volej
gran bene- *

riuertjce

e cole-i

bai d fcfuaUor pieiu

Cinndte chiome , e barba rabbuffata


Che terni otyvno dunque donde yieno^

De gli

Antichi.

e!

18

/agra

&

Prw^o

dell ajinoy

per

la

d'i

&

dio detti

mti

dr

&/ membro

del becco lui /aerati

vi tu [evincile gcheratiui,

virilo

eflendu intefo

aio punitre de la-

dei furto fignipcato nella falce

legno di fraterne genrathmcJi',

,&

ti

ammali fono

Sfc

Imagin! dei Dei

410
T

nudo vai l'aggiaccata

cos

Stagioni del freddo inuerno coniai Sole

De

larouente Siate inarfuciattL

tutte quelle

Wurono

mi

mie parole^,

riftofe con la falce in

mano

Cos di Baccho la ruilica protei

Lo vestirono

alle volte

neua raccolto con mano


gni forte

anchora con vn panno

Se portaua nel

E gli fecero ghirlande di

grembo

ch'ef tei

frutti di o-

tutto quello, che nafceua

ne gli horti , alla guardia de' quali fi ftaua con vna lunga canna siila tefta per ifpauentare gli vccelli , s come minac'eiaua col gran Menchione , che teneua con mano , chi folli
andato per mudare alcuna di quelle cofe > che da lui erano
Horatio

guardate

Onde

fa dire di f

Vn
Vi

Horatio, quando vuole defcriuerlo

medefimo

>

cos lo

tronco fui di fico, eh* a niente^

Totea feruir gi quando il fabro m'hebbe


Che dubbiofo lo fece slar foutntt^.

Terche

fiori

'svebe

farne

>

& hor vorrebbe

Vederne fatto qualche fcanno , penfa


Che far Triapo affai meglio farebbe:

\^d quetto fi rifolue


Voi

Teroche

La

e fi dijpenfa

me fa , chel Dio fon slato


i ladri ,egli augei di tema immenfu

Vopra fua ,

che

de la incurua falce armato

deslra
col

porgo

ladri affai fpauento*

membro , onde ognun

di voi nato

la

De

gli

La canna poi, ch'in


piantata

fugge da

fa

Antichi.
hauer mifento

tetta

ch'ogni importuno augello

boni ratto come vento

gli

41 r

anco talhora l'Alino con Priapo, perche glieper


cha
onero per l'odio ,che porta u colui queriferifce Lattando
fta beflia , perche l'Alino di Sileno con l'importuno fuo raggiare gli diftur b il piacere , eh' ei fi apparecchiaua di cogliere
di Velta gi vna volta, chela trou addormentata in certa fella della gran Madre, come racconta la fauola riferita da Ouijdio ouero perche ,come pongono quelli , che fcriuono delle
.ftellc del Cielo , fra le quali due nel fegno del Granchio furono dette A Tinelli , vn' Alino infuperbito gi per la fauella huimana , datagli da Baccho in premio di hauerlo portato oltre
l certo fiume , venne contefa con Priapo della grandezza
lo vinfe , ma con fuo grauiflmo dandel membro naturale,
fdegnato
di ci l'vccife: 8c forf che imitaPriapo
no perche
gli
antichi,
dapoi
facrificandogli l'Alino. In
qrteflo
rono
Egitto,quando voleuano moitrare quello Dio ne'loro. facri fejgni , faceuano vn Becco , perche fi legge di quello animale , Becco petTria
che nato di fette d folamente comincia montare, & appar- P 9 *
onde non marauiglia , che
recchiato al coito quafi fempre
per lui fofTe mollraro il membro , che Ci adopra al generare
adorato da gli antichi fotto il nome di Priapo
E col medefimo animale fu ancho inoltrato Baccho alle volte perche
rrouafi eh' egli fi cangiar in quello, quando con gii altri Dei
t^liomm
*
raggi dalle mani di Tifone in Egitto
Apollodoro feri u ,
:he Gioue mut Baccho ancor fanciullino in capretto p;rnaifcondcrlo da Giunone, & che lo mand per Mercurio alle
& perci fu il Capro poi fempre vittima Capro dato
(Ninfe nudrire
Baubo
(molto grata a Baccho
pur fu forle perche quella belila
Oltre di ci fi legge , che
grandemente noceiloli aiie viri
hi porlo talhora m mano Baccho vno fccttro col membro
virile in cima ,che morir u forf il comrnune potere, che haaeua Priapo con lui, bench ne rendono alcuni certa altra
F ii i
ragione
PotrafT fare

lo facrificarono gli Antichi , come vittima a lui propria,


la fimiglianza , ch'era fra loro del gran membro , fecondo
:

&

qo%

1 magmi

de 1 Dei

ragione cosi poco honefta , che non mi pare di douerfadt.


re f bene la riferisce l'interprete della prima oratione di Gi-e.
Gregorio T^a- gork> Nazianzeno* contra Giuliano Apo fiata
>
l'accenaa
%tanqgno+
anco Thcodorito Vefcouo Cirenfe * Ma dir pi tofto chela
>.

&

forma

del

membro

detto gii tante volte apparile in cafe

di

Tarquinio- Prisco fui focolare, come recitano le hiftorie, d*ot*J


de vna fer.ua della Tua moglie detta Qcrifia,. die quiui era Hata affi fa

poi

,-

ne

Iett

tempo

grauida di vn figliuolo

&

eh' ella partor

con diligenza grande-, co.


me ch'ei fofte flato conceputo del fme del Lare Dio domeiij;
co,e perci hauefle d efifere grande huomo , come fu r che fi'
R de' Romani- detto- Scrino? Tulio Era H Lare ouero i LariJ
perch erana' molti, certi Bei , pi tofto Demoni),., adorati]

Zaw^r*.

ai ilio

fu. allettato-

..

dagli antichi nelle proprie cafe , come cuftodi; di quelle, ncec-]


to iuoco-quefto Reputato oltre al focolare* del quale, dift gi}
Mattigrido>>r

che perci era detto- Larario , ou' erano anco delle altre imagi.
ni,come fr legge appreSb di. Lampridiojche Aleflandro Impeperadored-i Roma hebbe due Larari). Neli'vno,cheerail,maggiore>teneua Apollonio, Abramo,:&; Orfeo,&. haueua nell'ai*
tro,che era il minore,Gicerone,& Virgilio- Ne erano Lari cirftodi delle prillate cafe folamenre

chora,
T&mIo

& de

ma

di tutta la Gittade

an-j;

campi etiandio fuori alla. Villa^comemoftia Ti!

bullo,quando dice*

Et voi tari cuHod gi de ricchi


Hor de'poueri campi Ivofri doni
,

guatate

figure

offerte

&i Lari

v c'humil vi porgo

, e

facm*

Onde furono' adorati ouente su i crocicchi delle vie T oro


appendeuano loro in certi d alcune palle , & figurette di lou quelle erano per gli ferui , quefte per gli altri j & tan te ne
metceua ciascheduno delle vne,& delle altre,quanti erano tuta
di caf,accioche venendo i Lari fi appigliaffero a quefte, ne facelfero poi male alle perfone^per che credettero alcuni, eh.' egir-;
no foftero Demoni) d'inferno, li quali venuti fopra terra allho-|
ra,che erano celebrati alcuni d per loro , haurebbono fatto;
del male alle perfone Ce tcouato non haueflero da traftullarfit
-,

intorno

De gli

Imagini

delti dei

Lari

Antichi

407

cio cuflodi delle priuate cafe

le particolari Citt ,

& inuettigatori

onero dei noceuoli , gr indagine delti dei penati


roglifico loro

& del

de fatti immani
,

& bie-

dinotanti ancora loro dei familiari,^'*-

Rodi delle Citt

w/e rft- /waafi

Imaginf de

41
intorno

o da

alfe figufette, eh* io dilli

gli antichi,

leanime noftre

perche alcuni

Del
veramente fu fatto oue^
,chei Lareran3
veniuano

altri diflero

vfeite gi de'corpi mortali,le quali

quelle fr.{Te,& bifognaua, che trouaiTero qualche corpo

, ous
Ma
per
b
che
i'vno,e
l'altro,
fi
Fefto
.
da
raccoglie
,
pi erano fhmati i Lari certi Demoni cuftodi priuati delle caerano perci fatti in forma di giouanetti vefliti con pelle
ie s
di cane,che habbino a' piedi pur anco il cane; volendo gli antichi inoltrare per quefto animale,ch'eglino erano fdeli,e dili-

ripolare

lAlt

&

Cane

co' Lari.

genti guardiani delle cafe,formidabili a gli ftranieri,& piaceuo


li

a'

domeftici,

riferifee

come apunto fono i cani, fecondo che Plutarco


il meddimo

& Ouidio parimente haueua gifcritto

rendendo la ragione, perche il cane folle co i Lari . Li quali


riuolti foerano anco alle volte veiriti con panni fuccinti ,
pra la fpalla fini lira , in modo che vengono fotto la delira, per
effere pi fpediti aljoro vfricio , qual' era,come dice il medefi-

&

Tenari;

mo Plutarco , di andare cercando tutto quello, che faceua ciafcheduno,&: di fpiare con diligenza tutte le opere humane, accioche per loro foller poi ga (rigati gli empij,&: maluagihuominide' misfatti loro
A quelli Lari furono limili i Penati
.

almeno

Cicerone-3

buona cultodia:& alcuni vollero, che appreiTode' Romani foller Gioue, Giunone, e Miherua; altri dilfero , che furono Apollo ,e Nettuno, H,
quali fecero le mura Tjoia . Cicerone fcriiTe , che i Penati
nel guardare le citt,&: hauerne

erano

Numi nati nelle

certi

fecreti parti d quelle


tio dice di

priuate cale

Onde Demofonte

volere andare a cala a falutare

re da poi alla piazza allefacende:

etiandio
f;

non meno de

& la imagineloro

& quindi

&: adorati nelle

pitt

appretto di Teren-

Penati
fi

per ritorna-

vede, che quelli

Lari Italiano dimeilicamente nelle ca*

come

fcriue

Timeo

Hillorico

furono

due verghe di ferro lunghe , & intorte, come quelle, che teneuano gl'indiuini in mano , quando pigliauano augurio , eoo
certo vaio di terra
facri
Dionifo,

mi iteri j

teneuano

gli antichi

Romano

Giouani che fedeuano, &c hauea

Pilo

in

che era certa haila vfata giada'

lettere,

che in certo picfurono due figure

Leggef apprelTo di Dioniiio

colo tempio poco lunge dal foro


di

quelle cole fra loro

che diceuano

Dei Penati?

mano cialcun di loro vn


Romani in guerra con
,

& che in molti altri antichi


tempi'

De %u
'mpij

li

vedeuano

rnamento

militare, e

ned.iglie antiche.

vJume domeftico
ti,

veggonfene anco

Oltre di queft fu

di cos fatte in

il

8c

alcune

Genio parimente vn Genio

e proprio di ciafchcdimo,qual vollero aleu-

Dio

ii

natura

fi

i,ma chegli fa torto, chi fa


Giulio
e

4-1 y

gioimni con habito

di

della hofpitaht, del piacere & bon tempo


& perci detto di accordar/i col Genio chi
bel tempo, & fa tutto quello che la natura gli mette innan-

che fofTe

della
l

Antichi.

imagini

Cimili

il

contrario

Horatio fcriuendo a

Floro difeorre fopra la inamabilit delle cofe del mondo,


de gli huominirpoi fa vn quefito,d'onde viene,

varij voleri

he di due

fratelli

:o di trauagliarfi

Safjelo

il

vno

diletter di ftare

Dio de

Genio

Che tempra

Di

fi

ciafeheduno

Hor

la

lettura

e regge la (Iella natia


,

e l'accompagna

cangia fouente

fi

iempre-a piacere,l'al-

fempre,e rifponde anco cosi

bianco t e bellot

onde

fi

fempre

>

mofra

& bora brutto

,e

negro.

Alcuni altri, come Cenforino, hanno detto,che il Genio fu


Borato da gli antichi come Dio della genera tione, perch' egli
H quefta hauefle la cura , perche fofte generato infieme
[

Cenforinfr

&

con noi ftefie poi fempre, come noftro cuftode ,


, che tanti fo fiero i Genij , quanti erano gli
k.uomini , come che a ciafeheduno fofie dato il fuo ys che puche ciafeuno n'hauelTedue , vn
Ir fofiero due volte tanti ,
inanimifee fempre al bene ,
iuono,& vn rio:quello elTorta,
fcuefto al male , come diciamo apunto noi Chriftiani de gli
ngelinoftri cuftodi,& dei Demoni) folleciti tentatori, fc non
fie quefti non nafeono con noi , come intendeuano gli antiil medefimo difjni,chei Genij nafeeflero con ciafeheduno
ero anco dei Larirs che furono quefti fra loro poco differenlon noi

roleuano perci

&

&

:.

t,

& perci pofero

Romani sii

&

crocicchi delle ftrade , e per

Augufto co' Lari,e gli adorarono infieme


tenche adoraua anco ciafeuno il fuo Genio da s celebrando Genio
ifuo d Natale allegramente , e con molto piacere, ma quel
d Principe era riuento da ogn' vno pi di tutti gli altri

fi

ville

il

Genio

di

Onde

doppio,

Imagni de J Dei

406

Qfc Imagini
v5?,

del

Genio buono

della generat ione

Citt

& cattiuo cufodi &

bumana

& luoghi pi iuati

tm ss gs&s

delle loto

ofleruatori

fi

& delle

j&j*

anioni

Oo

m m% m &&

15e

gli

Amichi.

4fc9

Onde chi hauefle giurato il fallo per lo Genio 'del Principe Genio del Trti
farebbe ilato fubito punito, perche quello :ippreflb de gli an* eipcj .
chi era giuramento grauilfiro

Et

perci Caligala Principe

molto crudele facendo morire molti per ieggenlTnve cauf,


come recita Suetomo> fokua dire quello di aicunUche gH facd-

a morire , perche non liaueuano giurato mai per lo Tuo Genio>

come che perci lo iprezzaflTero,e moilralTero di giudicarlo non


'iegoo di elfere adorato. Era dunque il Genio certo Nume,che
inno dal loro primo nafcimento accompagnaua gli huomim
Tempre Et Uuochi ancora erano dati alle volte queftiNumi*,

rome dice Iambiico Fil9f<;fo,moflrando>che a quelli Dei,li qua Jamhlko.


fono particolari cuftodi, e guardiani di alcun luoco, fi ha d
?0
"
ibre facrificio di quelle cole , che afconoquun,percrielecofe
c" 1
*
rouernate fono pi carenile altre a chi le gouerna . E Virgin
^ YZ lil
o,quando fa che ad Enea, mentre cherinoua leefTequie al pa\\i

Ire

A nchife,appare v n
Il

cut

g ra n ferpcn te.

dovaej*

tergo "verdeggia d

Maubie

dipinto* e lo

fquammofo

dojfo

splendendo rajjimbra ti celere arco ,


Che tra le nubi al Sole oppoflo moUrn
Con gran vagher

ajjii

color duerfi *

il Genio
del luoco , che
che viene, che alcuni hanno fatto il Genio iti
ma di ferpente,alcuni altri di fanciullo , altri di giouane , 8c
ridi vecchio, come Cebete nella fua tauola. Paiifania fcriue,
||lp gli Elei adorarono c?rto Dio fotro il nome di Sofipoli
ifcvicnea dire Saluatoie della Citt, come Genio loro pro-^
frodel paefe. Quefliera nelteanpiodi Lucina,egli facrircamo ogni anno con certecerimonie j d che fu la ragione , che
,bndo andati gi gli Arcadi addcfl a gli Elei per certa guerpj'era fra loro,vna femina,chchaueua vn piccolo fanciullifn braccio,che poppaua, dille a' Capitani tic gli EieirSignoWquelto mio figliuolo , <5<: quando io i< partor , the non
kmolto , mi fu comandato in iogno , che ve lo doueili dare
compagno
di guerra ,
perci ecccuelo , ch'io ve Io d .
"

Lafciain dubbio f quello folfe

ro folle

Da

&

Cgg

Gii

Softpoli

""

4! o

Tmagni de

Dei

non ifdegnarono puntola buona f mina , anzi dai


a credercene ci non bfTe fenza qualche gran mifteric

Gli Elei

do fi

tolfero

il

manimolino , 8c lo pofero tutto nudo alla fronte d


oue gli Arcadi andati indi a poco ad affetta

toro eflreito
gli

>

lo videro cangiarli fubito in granferpenre: di che reftarc

no tutti fpauentati in modo, che non ofarono pi di andate


nanzi *
eile

ma

voltando

le fpalle,,

fi

diedero a fuggire,

agli Eleicauarli de' loro confini

chiamarono quel bambino Sofipoli


u do ne della citt da lui ,il quale cos

li

il

che fu

si

quali perci* vittorie

riconoscendo

ferpente,

la

conCe

come era, pan

cacciarli fotterra in certa cauerna,oue gli Eleidrizzzaronopi

vn tempio a. no me di Lucina,& vi fecero anco,eome diremn


noi,vna cappella a Sofipoli^ ordinando quiui honorive cerimi
nie proprie all'vna,& all'altro , perche credettero , che quel
hauefie fatto nafcerequeflioj&l'hauefie mandato per

za loro

::&.

fu

la

ferpente,, come

magine drcoftui

bench' egli

fi

la flue:

cangiafle

con vette intorno di vi


rij colori,e carica di ftel le x che porgeua con mano il corno die
la copia , perche tale apparue gi, come dice Paufania , 2
Vedefi in alcune medaglie antiche
tMedAVc-x vno * c ^ e * r ^er * P*
-Adriano , 8c di altri Imperadori ancora il Genio fatto in gui.
d'Adfianodi huomo, che porge conia delira mano vn vafoda bere , qu;
le moftra di verfare fopra vn' altare tutto ornato di fiori, eg
pende dalla banda finiftra vna sferza Et in altre medagl
pure di Adriano la i magine di vn' huomo di guerra con vi
fe attorno inuolta gi fino a meza gamba, che nella deftra ti<
ne come vna tazza a modo di chifaerifica, & ha il Corno de
h copia nella finiftra,e fononi lettere intorno , che dicono i
Genio del Popolo Romano, che doueua forf mofirare qui

ho detto,di

fanciullo

Nume tenuto tanto

fecreto da'

Romani che non

voleuano

modo* alcuno y che f ne fapefle il nome come altra volta h


detto . Faceuano oltre di ci gli antichi.ghirlande al G eu io de
Pltano,le cui foglie fono poco diflmili da quelle del
Ttatant dato r?m *
,

al Genio*

Tibullo

la vitc,,& alle volte

&

ancora di diueri fiori>come

fi.

legge appref

di Tibullo>oue cos fcriue*

De gli Antichi.
Hot

il

Genio veder quel,

facciamo celebrando

le

chiome^

cinto di bei fior le fante

Venga

il

411
eh*

fuo bonore

nom^j.

lieto

Ma, perche ho detto gi , che due erano i Geni), come vuoEuclide Socratico,fecondo che riferifee Cenforkio, hora ve-

Euclide Socra,

qq

<liamo l'altro,cio il rio, comefoffe Fatto, che il buono quelDi quefto non ho troualo che fin qui habbiamo difegnato
.

to

ma

che

ben

habbino fatto ftatoa , n imagine alcuna j


io cos lo rieh' egli apparue gi a molti ,

gli antichi
fi

legge

&

che ci hanno
alScriuono Plutarco, Appiano, Floro,
tri , che ritiratofi di notte Bruto in camera tutto folo, ma ben
col lume,a pefare tra s,come egli era vfato di fare,vide apparir
fi dauanti vna imagine di huomo tutta negra , Se fpauenteuole,Ia quale diffea lui,che gliene dimand, che era il Tuo mal G
nio , &c Cubito fparuepoi, Valerio Maftmo anchora fcriue ,
chc apparue parimente il trifto Genio -a certo Caffio parimente , qua! fu della fattione di Marco Antonio , pochi di prima,
che Ccfare gli faceffe tagliare la tefta, &c era quefto in forma di
huomo molto grande di colore fofeo con capelli lunghi, 8c
con barba horrida, inculta , e tutta rabbuffata
Etappreflb
de' Temefi gi popolo d'Italia nel!' Abruzzo,fu vn genio moltrar

feruato

come
le

fl lo

videro fecondo l'efTempio

-,

&

hiftorie.

^Plutarco.

\^4ppiano

Gemo

cattiuo
%

Valerio ^iaf-

fimo.

to cattato

e trifto,

il

quale era di colore fofeo

formidabile da vedere

tanto male a quelle genti

veftito di
,

che

vna

come

pelle di

&ofcuro

Lupo,&

tutto

faceua

taccnta Paufania,

&

lo

ancho Suida , haurebbono abbandonato il paefe , Ce


l'Oracolo non moftraua loro il modo di placare l'ombra di
vn compagnodi Vliife, che fu quiui ammazzato , perche v"bbriaco fece violenza ad vna giouane
che quefto era il trifto
Genio che andaua facendo la vendetta , della quale VlifTe
paflando via non li fece alcun conto
Drizzarono dunque
i Temefi pel configiio dell'
o r:l <-olo vn tempio a colui , tk votarono di lacnficargli ogni aniio vna delle pi belle giouaGem0
ni della Cittj 6: cosi facendo quel diabolico Genio non dieriferifee

de loro pi moleftia alcuna

ma

fltte nel

crudele iucnicio', fin che ne fu cacciato da

tempie

a riceuereil

Eutimo huomo
z
molto

Ggg

di

tri

"9

jc&cciato.

Imaglni de 1 l>el

41
mmttl valore,

i!qt:r!lecjpicaco quiul nel

tempo apunto

che

fidoueua fare, Se intclnela cagione ,


fu molTo a pier della miferia di .quel popolo, ma pi della bella giouane de- Iti naca al crudele (acrificio , per la quale fi fenti

il

miferabile facrin

Cubito acfcefo di ardenti/lmo atr.ore,ck free percicefTare rur(0! di i-he {degnata quella befha crudele gli

venne coner cor


g^anduTtmo furore ma cosi bene la foftenne Eutimo , chei
dop l'hauere combattuto buon pezzo infieme, ne reft vint

, & la cacci tanto * che la fpinfe ad andarli a


Sommergere in mare * & liber quel popolo
da cosi grande calamit il quale per-

citore

ci gli diede la liberata gioitene per moglie, eh*


egli

non

volle

hauerne
altro

premio. Se con grandiflma fella

>.

Se

allegrezza eec celebrare le


liete

nozze.

FORTTH

t)e

gli

Antichi

FORTVNA

QueHa

colei

Tur da

che tanto posla in crocce

color

che

le

deurian dar lode

Dandole biafmo a torto

e mala vocila

413

Dante*

Cos dice Dante della Fortuna , da chehp voluto corninla Tua imagine, concio/la che coei danno i mortali colpa di tutto quello , che intrauiene fuori
eiloropcnfamento, recandoli a malefpelTo quello,che pi to-

iare,douendo gi proporre

benedourebbono giudicare. E par,che voghono,che


honori,& delle ricchezze venghi dalFortuna , &c il nuolgimento di tutte le cofe mondane. OnTetrarca
: il Petrarca nella Canzone
Tacer non poffo e temo , &c.
ograr

acquiftojla perdita de gli

,che ella cos gli dice di se ftelfa:

io fon

d* altro poter

so far lieti

che tu non credi

e triti in

Ti leggera che vento

reggo

e voluo

vn momento ;
:

quanto al mondo vedi

biafmi , eh' ella di se ode poi


quelle
cofe , le quali dimandiache
,
j
te beni di Fortuna, vadinoperlo pi a chin' men degno , F rtuna perc " e biafmata*
i che ne refli miferamente priuato chi pi gli meriterebbe

Et quindi nafcono

Itto

il

gli infiniti

percioche pare

lafcio confiderarea chi pu vedere


, male,
tanti noiofi penfieri , quanti trauagli , e quanti pericoli portio feco i beni di quello mondo
imperoche pochi fono , che
tettano mente a quello j ma ricerchiamo quali tutti fempre
chauerne j e perche non potiamo fatiare il difordinatonoftro
p0Y(UtJa n zy
dfderio, ci lamentiamo poi della Fortunata quale fecondo la Q;
uuena re
- cinione di molti non jonde Giuuenale cos ne dilTej

]:he f fa

bene

Oue prudenza fta , non ha


alcuno la Fortuna ,

potere-*

&

il

fuo

nume

tutto

4M
Lattanto

M*

Dei

vano : ma noi [ciocchi , e flotti


Tur vogliam farla Dea , coabiti in Ciclo.
Lattando parimente dice , che la Fortuna none altro

Imagini de
E

tutto

che vn nome vano , che dimo lira il poco fapere de glihuomini, accordando fi con Marco Tullio , il quale prima di lui haueua fcritto , che fu introdotto il nome della Fortuna per coprire la ignoranza humana , la quale d colpa a cortei di tutto
ci ch'ella non fa renderne ragione . Ma non meno fi ingannarono gli antichi in quella , che ne gli altri Dei ,
perci la
adorarono come Dea difpenfatnce di tutti i beni mondani, e
penfarono, che da lei venifTe anchora il male
Per la qual cofa
due erano credute le Fortune , vna buona , l'altra ria i da quella veniuano i beni ,
le felicit ,
da quella le defauenturc

Tullio.

&

fortune due*

&

Tndaro

&

mal?. Onde viene > che hanno talhora alcu-^


ni fatta la Fortuna con duefaccie , l'vnaera bianca , che moftraua la buona , l'altra era negra , che fignifcaua la cattiua
Et Prenefte , oue ella hebbevn tempio molto celebrato per
gli certi rifponfi, che quindi fi riportauano > fu adorata , fecondo che riferifee Aleflandro Napolitano , fotto la imagine di
dueforelle . Et perla medefima ragione forf ancho Pindaro > com e riferifee Plutarco , la fece Volgere due temoni con
mano Nientedimeno perlopi fi tiene , che vna folamente
fia la Fortuna , la quale verr dipingendo fecondo i vari) difegnilafciatici da gli Scrittori, cominciando da quello,che mette Paufania , oue icriue , che tra le memorie de gli antichi non
fi troua flatoa alcuna della Fortuna pi antica di quella , che
fece Bupalo architeto
e fcultore eccellente gli Smirnei, gente della Grecia,m forma di donna , che fui capo haueua vn polo ,
con l'vna delle maniteneua il corno della copia . Moftraua quella ftatoa qual foffe l'vfficio della Fortuna,che dare , e torre le ricchezaerapprefentate per lo corno di douitia ,
le quali cofe fi aggirano del continuo , come fi aggira il Cielo
intorno i due poli
Et hanno inoltrato il medei ni o poi fempre tuttiqueili , h quali hanno dipinto la Fortuna , e ne hanno
fatte flatoein qual fi voglia modo , volendoci dare ad intendech'ella ha boia il gouerno delle cofe di qua gi , & chela
re
tutte

e gli altri

&

come vuole Il che fi legge apprelfo


tanno anchora, il quale deferiue, che gli antichi iinfero

polla difpenfire

di Lat-i
la

For-

tuna

De

gli

Antichi.

4J

C^i'-?S (j*}?*S B*l

Maghe
-

della

fortuna autrice,

na delle riche7ge&
cofe di

qua gi

& difenfatrice & patro& gouernatrice


,

beni humaniy

nelle quali

pu

dire babbi

^J>

alcuna pi di quello

J^J

*>fl/tlU'n.Y/it> *M/VftJ/ .
te nelle inSiabiV onde marine-)

invitilo

Croata

fi

delle

non fermer labilit

vna naue fluttttan

..

&$

V e

4 16

ImagJni de

Dei

&

tuna con il corno della copia ,


le pofero canto vn temone
da naue,conie che lei ftefTe il dare le ricchezze,
fofTe in fua
Gommo delle mano il gouerno delle ninnane co f/,
de i beni temporali
cojc human?*
perche in quelli non fi troua ferme/zza alcuna , ne paiono ragioneuolmente partiti , conciofia che i buoni per lo pi ne

&

&

&

patifeono difagi grandi,


ne abondano co,
i rei huomini
pioiamente . Et perci fu detta la Fortuna effere inconftan*
te > cieca , pazza , 8c amica molto pi a* maluagi, che anioni*

come fi

Virgilio.

nano

legge in certi verfi creduti di Virgilio,li quali cosi

in volgare.

polente Fortuna come fpejfo


Ti cangi , e quanta for^a. , ohim
T'vjurpi i tu da te difeacci

chiami

Ksf

quefti

E pi

fempre

tu fai

mena meno

a chi

crudele

buoni

n*

degno

che conceda

de' tuoi doni

e s dif'poni

Le co/e tue che trifla pouertade


Opprime i giufli con graui difagi
godono

Ogni tuo ben

n Hai per fedele

rei

Triuando chi

Akk

maluagi
,

tu ne la verde etde

%~rf gli huomini dai morte acerba

e alhorn

Che d'armi carchi annoia lor la vita ,


(Verche difpenfi i tempi con volere
2jon giufio ) gli vuoi pur qui
*A gli empi va ci , che per

fa
.

Con

da' migliori
queft

fi

fragile , incerta

Ter

ti
,

ritenere

te patitai

n per far dimora

muti in poco d'hora %


perfida

cui non (empre l'huom

fi

e fugace
leua

giace

Per le qual cofe i Thebani pofero Pluto , come io dilli nelimsgine , in mano della Fortuna , cuafi che quel Dio ,

la fua

quale era creduto hauere in fuo potere tucte le ricchezze , le


f le ripigliafle fecondo che pareua ce Mei , la quale
deforme Marnano nelle nozze di Philologia in quello modo .
il

defTe,

iJrfartMIIQ*

&

Eraui dice

egli

vna giuinetta pi loquace

aflfai

di tutte

l'ar.'

De eli

Antichi.

4*7

SiSiSSS&gses&is*

9T; Jmagni della

lieta

& mila fortuna

ouero della fortuna

ftV

9p

prefente^ ventura , giudicata da gl'antichi , Vjr


bench su folo vn nome imaginato , maggiore de tutti li \^m
loro dei falfu& patrona delle cof di qua gi,& quefo

M*

nume li

$5

\eloro.

*l*7

o)

paflata,

antichi sHmaginorono per [cui a dtU'tmpruden-

j^

vftT

Hhh

fmagni de

4?

che non pareua ipere

Dei

ferma mai , tutta leggiera


(nella
cui
offiando
il vento femore faceua da
di
e
dietro

\
uanti tremolare la gonfiata verte . Era il fuo nome Sorte , fecondo alcuni >
alcuni la chiamauana Fortuna > alcuni altri Nemefi ,
portaua nell'ampio e largo grembo tutti gli ornamenti del mondo liquali ella porgeua ad alcuni con veloci/lima mano ad alcuni poi quafi fanciullescamente fcher 7 a (Te x fuelleua i capelli
ad alcuni altri
Stranamente percuoteua il capo con vna verga. Et quelli ftefl x alli quali ella fi era moftrata prima tanto piaceuole
#c amica , da u su. la terta dop, con la mano quali che di loro
fi ixf&fTe* Et creduta cosi fare apunto la Fortuna di noi
tre

ftar

&

&

&

quando lla. fi

ritoglie i fuoi beni falciandoci fconfiatiY ilchc

fon aurrebbe

che di cortei noi non lacerti ma


t concio fia che le ricchez-j
virt noftre,, e noi mettiamo fem-j

f di quello

,,

maggiore cnto affacene

del noftro

ze fiano. della Fortuna, Se le


prequefte dietro quelle,, comedice Horatio, quando, fdegnfc
temente cos grida.

UmattQc

..

'

O Cittadini

Cittadini [chiocchi

B^cercate put prima le

JL le virtk lafiiaie. dietro

Fot**
9ta>

e,

Mo Ararono poi gliantchi la

tto*.

tia

%.

riaheige
a.

quelle

buona ^

& lieta Fortuna

che

&

(confi la^ quando, ella noi porge de'fuoi bcnii& la metta,


ta come fiamo noi % quando di quelli rertiamo piiuati^amea.

due infieme in quello mi do y bench la ifrir rione dica alla


buona Fortuna follmente comefpifio fi vede ne gli antichi
marmi de* Greci Sta federe vna donna honeftamente veftita in habito di matrona meUain villa, & fconfolataal)a qua,.

..

le
la

no

dauanti vnagiouine bella

deftramano,&

di dietro

appoggiata, alla

icde della

& vaga nello a (petto

che

le

d S

vna fanciulla ,che ftcon vna mamatrona la quale moftra la pa


,.

Fortuna e perci ft mefta i la giouane che le d la m


fi moftra lieta, ia Fortuna prefente, & la fanciulla >c
no,,
di dietro, ft appoggiata alla, fede quella ^che v tener ero. ha
4a venire . Ma prima eh' io vada pi oltre parlando della Fo
fata

,.

,,

&

,.

"

"7

'T

luna

l>e gif Antichi."

5ft Imagine della


*X]f7

tMJ
^J>

*if

dea ^emeft dimofratrce delle buone opere.

f$ feucra punitwe de fuperbi

& maluaggi &


,

cortefe,

&4arga donatrice >&

premiati ice delle buone operationy tflendo tenuta la tono/anice de tutte figliuola della

nryi

Xfoflti che ti amaefta

tx)

furaefenno.

mUt anioni

^%
o&

fif

duueji vfare mi- &fc>j

H hh

410
tuua,VOgiio

t^emefit

to

lire

Del

chi folle Nemefi, perche fono quefte

mili tra loro, e

fi

de

Trttgini

unto che

le hanno

due mol-

credute alcuni vna

me*

ma cofa, come da quello fi vede che pur dianzi ho riferito' di Marnano: nondimeno fu pure ad >rata ciafeheduna da,
de fi

s,

& hebbero quella, & quefta irnagini tra loro

me

apparir p^r lo

Dea

la

gliitflebenea fare

Marcellino

Quefta

la

Ammiano

Oc

gi figliuola della Giuftitia,

Marcellino cos dicedi

la

perbia,&

alla

yfanza fua

dre di ogni altro

.
Macrocome vendicatrice delia fu-

iu

ne

potere del Sole

Perciche'l

douunque appare, ofeura

& fa Ipeffo

apparire

>

&

lo fplen-

rifplender.c-

. Cosi fa Nemefi parimente che opprime i troppo fnperbi , ik folfeua gh


riumili,
ben viuere gli aiuta . Et in iorama era creduta
quefta Dea punire tutti quelli, li quali treppo fi in fnperbi uaho del bene, che ha nettario
la chiamarono fpefioi Pbt
Rhannufia da certo luoco nel paefcd Athene, ouc ella hebbe vh belliiii mo fi mulacro di marmo . Fu detta anebora aff
volte Adraftia da Adrafto R,perch'ei fu il primo,chc metteif tempio a cofteirla quale fu da gli antichi fatta con leali , perche redeuano , ch'ella fo fi e con mirabile velocit prefta ad
ognuno,& acanto lepofero vn" temone da naue ,
vna ruota
fotto"! piedi . Fu fatta Nemefi alle volte anchora che nell'vna
mano tiene vn freno , 6c nell'altra vn legno, conche fi milk.
Fa, volendo perci inoltrare , che debbono gli huorninipoire
freno alla lingua , & fare tutto con mi fura , come dicono due
verfi Greci, li quali furono gi fatti fopra quefta ftatoa , &.a

quello,che prima ftaua occulto, ik pareua ofeuro

&a

&

,.

AdraUia

Theoloparte della E-

fnfero gli antichi

che da certa fecreta

la tira al

Sole di quefta natura, che

**. n~

lei.

ternit f ne ftefTe a riguardare le opere de* mortali

hio dice di cofteijch'ela fu adorata

ir't,

co-

Dea ,che pnnifeei malua^i, oc d premo a* bu^ni

cnofeitrice dituttte lecofeonde

Mactohio*

differenti

Fu dunque Nemefi vna

quale era creduta moftrarea ciafeheduno quello, che

K^fmmian
.

mio difegno

&

volgare il fenfo loro tale

Con

fieno

tjuefto

e con quefta mifura

jo itemeli dimoer

Debba
foja

che frenare

eiajcun la lingua
je

pnnu

ben non

n
la

mai fare*9

mtjunu

Scriof

Degli Antichi.
Scriue Paufania

4 %

che Ncmtrfi fu vna Dea nimica c'tra moio a gli huomini infoienti , e tr*>p:>o fuherb
fcguiti cos
poi
E furono puniti gi dalla ira di colici i Barbari li quali
(prezzando gli Atheniefi ,c venuti ne' paefi loro, come che gi
,

TaufanfMS

&

haueffero fuperati affatto

gli

marmo

tno

trrio

perche

pi di uel

vi fecero

dop fuperbo

p?r farne

r citarono vincitori gli

marmo

condurre vn

trofeo

Atheniefi

condotto da' Barbari, vn

Neniefijdel quale fa

ma
fi

Aufonio vn* epigramma

bellifl-

tutto fu
,

il

con-

e Phidia fece

mula ero

alla

Dea

fingendo che la
ftiu Dea dica eflere Mata fatta per fegno della vittoria de i
Greci, tk per ni olir re , eh* ella non lafci impunita la vana fuperbia de i Perfi
Haueua quello fimulacro vna corona in caa breui imagini della vittoria , etcneua
p (colpita cerni ,
,

KsfuJmUl

&

vii

ramo di

fra Hi no nel!a fimflra

mano

con alcuni Ethiopi fcolpiti dentro

non

,enella delira

(felle

quali cofe

vn

vafi

ce Paufa-

ragionane che penfarne pure ,


Soggiunge poi il medefimo Paufania, che
le fbtoe di Nemefi non haueuano da principio le ali , come le
hebbero pofeia appreflo de gli Smirnei , che quelli furono i
primi, che lafaceljfcro alata alla fimiglianza di Cupido : perche
credeuano ch'ella hautfle che fare a({ai. con gli innamora ti, come che pimi (Te quelli, li quali andana n ideila fua bellezza trop
p alteri, e fuperbi , come Ouidio moftra nella fauoladi Nar
nia,cne

sa renderne alcuna

6c*i '.manco lo

so

_
e
J er
f!

<_

'

Et Catullo parimente,pofcia che ha pregato aflai Liei- C4*Uu9


tiio bel'ilTimo giouine,che venga lui , dice alla fine
Guarda
che tu non ti facci poco conto de' miei prieghi,e mi difprezzi ,
cilTo

non te ne gaftighi poi Nemefi Dea terribile .


Perche dunque puniua quella Dea i mortali* delle loro opere
fuperbe ,
ingmlle , la credettero alcuni eflere la medefima
con la Giuft'tia
Della quale d'eferitta la imagine da Chn- p' n'
l
u
t la
jfippo, fecondo che riferifee Aulo Gelho, in forma di bella veraccioche taihora

&

gme, terribile nello afpetto, non fuperba, ne humile ; ma tale


che con honeft feuenc fi moft.n degna di ogni riuerenza ;
con occhi di acuti Ili ma vifla onde Platone dille, che la Gifliiia vede tutto, e che da gli antichi facerdot fu chiamata
:

vendicatrice di tutte

meno

di quello

Ciuflitia
il

vedp

tutto.

Et Apuleio'giura per l'occhio K^ipukity*


, come che non vegga queLe quali cofe habbiamo noi da intendele

cofe

del Soie, k della Gitittitia infieme


llo

celiio

re,

Tmagini de

magtne

De!

delIaCufiitia cufloditrice de buoni

& punirne

&

e de

*y$?

ret*& magine dtUa Giuditta conculcante

V ingiuria
bieroglifico denotante detta gi titiat
quale deue efore apparere,
operare .

*f

&

&

tafiigame

&
S&

3SS33333e3339

Degli

Antichi.

42$

che cleono eflere ne i miniftri della giuflitia


perche bifogna, che quelli con acutifli jio vedere penetrino in fino alla naocculta verit ,& fi ino come le calle Vergini puri,s
icofta,
che n pretiofi doni , ne fACe lufinghe , u altra cofa gli polla.
corrompere : ma con fernii/firna (euerit giudichino fempre
re

'f

Giudici quali

deono

&

per

la

ragioner:

fi

moftrinaa* rei,&

uenteuoli, ck a'bmni

no

poi poftjin

&

mano

benigm.Han-

vna bilancia alle volte, 8c


verghe legate con le feure , che porta-

Littori dauanti a' Confoli

raaluagi terribili,e fpa-

alla Giuflitia

alle volte quel fafeio di

vano

innocenti piaceuoli,&

Romani. E

talhora fu la

da gli antichi fatta in quella guifa ancora. Staua


vna Vergine nuda federe fopra vn fallo quadro,e teneua ci\
l'vna mano vna bilancia, 6c con l'altra vna fpada nuda Scriue
Diodoro , che in certn parte deli* Egitto > oue erano le porte
della' Verit , fu la ftatoa anchora della Guiftitia : l quale non
haueua capo:& non ne rende alcuna ragione , come far anche
io, venendo dire : che in Egitto pure faceuano la Giuftitia i.i
quello modo ancora Dipingeuano la finiftra mano diitefa >
Se aperta: perche quefta naturalmente pi fredda, e pi pigra
Giuflitia

della delira

>

& perci meno atta fare ingiuria

altrui

Onde,

erano fcolpite, fenue


donna, la quale vn'altra lene tira-

tra l'altre cole, che nell'arca di Cipfello

Paufania, che

ma

vi

fu vna he

la

con la Imiftra
con vn legno
che quella era la Giuftitia,& quefta lu Ingiuria . lmperochc
i giudi giudi.i deono tenere opp re fTa fempre la ingiuria , si
che non ria ratto mai torto ad alcuno , come hanno da vedc~e
bene,onde la verit non fia loro occulta mai>& cos hanno da

dietro,

brutta, tenendola ilretta nel collo

mano v e con la

delira percotendola ftranamente

&

cufatori

&

non
che ciascuno dice fua diffa ,
per le parole (blamente de gli acnon vogliono edere fimiii quel giudice *

vdire tutto quello

condannare

gli accufati
f

, come recita Luciano oc dop ch'ei f u


Tolomeo Re dello Egitto > che fu per farlo mori-

qualdipinfegi A pelle
liberato da
re

hauendo creduto troppo fcioccamentc ad Andfilo

iper inuidia l*haueua acculato

, il

come confapeuoledi certa

ribel-

lione : ma fu (ccperta la verit poi da vno de icongiurati : &C


l'inganno liber Apelle , gli don cento
[il R conofeiuto
che Antifilo t il quale i'haueua accufato a
volle
aleuti
,

&

qual

JT

ejjere.

Titigini

de

Dei

della Calumma dipinta d'optile, nella quale Vi e ti Ci


d'ce con le orecchie d'sSfino d'notante I Ignoratila, e due donne li
f-uellano all' orecchte,vnae t* Ignoranza, l'altra la Svjjrtttone , il
Vecihio the precede U Calumnta l'ir.utdtofo.aueHo ikcper capei

TaueU

le due Donne the accotnpu


It tiene la Calumma ti calttmntat
furia la Calumnta l'vn* la Fr*ude
l'altra l'injidta , ledue donne .ibcjjo vna e la penitenza riguardante la verna tfletto
del calumnt ttore, che la Vergogna,
Verro pa, ti danr>o
danno *y>
f*>* ti Vituperio
,

&

<t

s&^*ismg&tts$&

2^K2

De

gli

Antichi

425

Tempre Tuo fchiauo . Apelle dunque 5 Volendo dimotlrareil pericolo , che era (lato , dipinfe vna belliflma tauola , che fu chiamata poi la Calunnia di Apelle , in que* Dipintura di
Staua fedendo a guifa di Giudice vno > che hauefto modo
C/ipeUes*
come fi
u le orecchie lunghe limili quelle dell' Alino,
legge , che le hebbe il R Mida , cui due donne , vna per lato , moftrauano di dire non so che pian piano all'orecchie, era,
l'vna di quelle la Ignoranza , l'altra la Sofpitione , 8c porgeua
la mano alla Calunnia , che veniua a lui in forma di donna Calunnia^.
ornata ma che nello afpetto moftraua di elTere tutta
bella ,
hauea nella finillra mano vna fapiena di ira , e difdegno ,
cella accefa,& con la delira tiraua dietro per gli capelli vn giouine nudo , qual miferabiimete fi doleua alzando le giunte mani al Cielo. Andaua innanzi a co Ilei il Liuorq, cio la Inuidia, eh' era vn'huomo vccchio,magro, e pallido, come chi fia
dietro le veniuano due donne ,
(lato lungamente infermo ,
le quagli pareuano lusingarla facendo feda della bellezza fua ,
adornandola tuttauia il pi che poteuano , &c dimandauafi
torto >

(offe poi

'

&

&

&

&

&

I'vna Fraude,&

il

nome

dell'altra era Infidia

Dietro a quelle

feguitaua poi vna altra donna chiamata Penitenza con certi

Tenitentfc.

pochi panni intorno tutti logori , e fquarciat , che largamente


piangendo fi affliggeua oltra modo, 8c pareua volerfene morite della vergogna,perche vedeua venire la Verit. Cosdeicriue Luciano la Calunnia gi dipinta da Apelle , onde ne raccoglie poi , che quella non altro , che vna falfa accufatione creduta dal giudice di chi non fia prefente dire il fatto fuo \ laquale per lopi.caufata da la Inuidia,
perci gliela mefie Inuidia

&

&

dauanti Apelle,
quella vn morbo dell'animo humano il
peggiore , che polla elTere , perche non follmente fa male altrui

ma

Italico

gl'inuidi

mette tra

con ambe le
Horatio > che

Inuidia, che
ditte

nuoce grandemente Onde Silio


i mollri, che fono in inferno , la
perci ben
mani fi ftnngelagola

llell

Siilo Italico,,

le pefti,e tra

2^0 feppero

&

HomQ

Tiranni di Sicilia

Trottar maggior tormento della inuidia

iit

Con*

Tmagini de i Dei

Imagine

dell' lnuda->

ptidiofo fi

20

t&t

y sdendo

che afe fefia nuoce, efendo che firn

Siruge vedendo

V orecchie l'altrui
esaltate

l altrui prof^erit

lodi,&

&

fi

ottura

gola per foffoc*rft t quelle


quejo

il pejfimo de vitij.
($
la

De gli

Antichi.

Conciona che , come dicono alcuni


lio> e tirati in

quefta guifa al volgare

Vn veneno

la

lnuidia

vera* creduti di Virgi-

Sofpira

&

KjHoftrando

e come Leon rugge.

Chi

D'odio crudel

la

A veder l'altrui ben con occhio tono


Ter dentro fi fa ghiaccio , e di fuore
Bagnafi di fudorc->,
Ch'altrui pu far del fuo dolore accorto ;
E con la lingua di veleno armata
Morde > e biaftma\ fempre ci the guatai

Vn

pallido color tinge la faccia

>

Ter fugge

la luce

Gli torna

e con vguale^j
il

E fempre

il

e disdegno

e tutto

male

cibo, annoia

Vnqua non dorme

Da

eftdfacci&j.

Ci che vede gli porge odio

diuien tale

Che par che fi distrugga

ifpiacer feifa

interno crto Jegno

mifera alma piena

chel meni

Qual d del duolo


Et il mifero corpo

l'altrui forte t'accora

freme

y'%

>

diuora

e he

417

il (angue tutto fugge


Le midolle ,
Onde tumido n'ha debita pena ;

Terche mentre

il

bere

mai non ha

ripofq

cor gli rofo

quella inuida rabbia

&

>

quathauere

graue male
l^pn pu mai fine ;
acun
Rimedio
di medico non valevi

Et Ouidio facendola

cemmo poco fa

mo

forma

di

donna

perche

come

nella dipintura di pelle,i Greci la fecero

cos la dei'criue
Tallido ha

in

al cui

il

huo-

volto

il

corpo

magro ,

Gli echi fon biechi, e ruginofo

e afeiutto
il

dentea

il petto arde d'amaro fele , e brutto

Hi

di-

y cleri

ouidio*

Imagini deiftei

4&3

Imagne di Utomo do delta reprenfone +& maledken%a 9


della ?{ptte Significa*
del bafmo, figliuolo del Sonno
fiSi
yfi te li detrattori non ejjer da niente^ ne mai oprar nuli** Job
K\ biafmare le operationi altruiy non riguardando mai f non
* al riprenftbile y non mai al lodeuolerfmili * tdpey che no> ri

&

guardando

il

Sole ne

il

giorno* foto,

te

tenebre

&

hofcurit

Q&
j&S

o&

fce gli Antichi.


Velen colma

lngua

429

n mai lente
tutto

l'altrui
, f non de
jtlbot vide la lnuidia , ch'attrimente
Si moSlra ogni hot addolorata , e metta

Tiacey alcun

Efempre altrui mal

vigile > e

ttefite >

Et defcriuendo prima la fua cafa trifta, fredda, Se caliginofa,haueua detto, ch'ella quiui f ne ftaua mangiando ferpentt
il gran BaPlutarco fcriffe affai lungamente della lnuidia ,

&

facendone vna oratione,dice,che gI*inuidioii fono fimili a


gli auoltoi,& alle mofche: perche, come quelli volando padana*
lopra lieti campi,& fopra fioriti prati,n ( calano, f non otteveggono qualche puzzolente corpo,e di quefto ancora fafeian-

flio

do

le

guade ; coli
che diflmulano di vedere
efiere lodato,& a quello folo pon-

intereparti vanno ricercando le corrotte, 8c

gli inuidion

non guardano mai

quello,che in altrui meriti di

gono mente,che

poffa eftere biafimato in qualche

modo. Co-

UMomo

Momo

fra gli Dei , ilquale fu parimente


in fu creduto fare
Dio appreffo de gli antichi , 8c nacque fecondo He/lodo del

Sonno,e della Notte: n faceua egli cofa alcuna mai > ma girardaua quello , che gli altri Dei faceuano > e riprendeua liberabialmaua ci, che non era fatto modo fuo . Onmente,
de Efopo fcriffe, e lo riferifee Arinotele , che Momo biafima- Efo^i
rchi fece: il bue , dicendo che fu male auifato farli le cor*
fu'l capo , perche doueua fargliele su le fpalle > accioche con
forza maggiore poteffe ferire . Etdell'huomo diceua,comc
w racconta Luciano j che err grandemente chi lo fece a non,
nel petto, accioche fi poteffe ageuolmenjj irgli vna fineftretta
vedere ci, che egli hauefle in cuore . A Venere non trouc*

&

he dire, come Filoftrato fcriue , f non che le pianelle faceuatroppo rumore, quando ella ca-minaua . La imagine di co*
^ui deferitta da certi Epigrammi Greci informa di vecchia
tagro, e fecco, tutto pallido, con bocca aperta,e chinato verterra,la quale ei vpercotendo con vnbaftone,che ha in mao,forfe perche tutti i Dei de gli antichi furono detti figlinoli
io

&

Ila terra . Fra gli quali Momo Dio della ripren (ione ,
del'
per-ci
afimo faceua l'vffcio , che fanno alcuni fra noi ,
,0 parimente detti Momi
li quali nioffi foLo da vaghezza

&

di

Imaglni de i Dei

43

fft

&

Imagine

delia- fraude fecondo

fraudolenti
cernii*

*JTj

& ingannatori

Dante

fotta il

modeSii^ amoreuoli

qml

manto

dinota che

li

& tolto de pia

cercano di petuenire io*

ro rei dfegnU efiendo nelTintrinfeco auelenati d'ogni vifio,

fraude,

& inganna.

Q&
j

De gli

Anticfn

di dire male d'altrui loro piacere

43

& fenza

i*

ragione alcuna
Jfcian'mano ci che veggono j il che viene per lo pi , come ho
gi detto, dalla Inuidia, qual', come diceua Euripide,& lori- Euripidea,
ferifee Eliano, cofa fuor di modo trifla,maluagia,& vergogno- Eliano .
,

fa
la

i
:

& iilegge,che gli antichi la difegnauano,facendo l'anguilperche quella

come dice il medefimo Eliano ,

ne

ila

da

La Fraude poi , quale fece A- Fraudcj*


}ielle in forma di donna , fu difegnata da Dante con faccia Co- Dante.* .
amente di huomo d bene , & giudo , ma che habbia il reflo
s,n va con gli

altri pefei

mai

&

corpo tutto di ferpente macchiato di diuerfi colori,


che termini ,
fnifeaincoda di Scorpione. Le parole fuc
fono quelle.

|del

&

quella foTga imagine d froda


Seri'

Ma
La

verme
in su

& arriu

la te ila

non

ritta

eHbuflo

traffe la

coda

d'huom guflo ,
Tanto benigna hauea di fuor la pelle,

faccia fua era faccia

d'

vn

Due branche hauea


Lo

doffo

fvno

jerpente

il

e l'altro fu/io.

pelofe infin l'afcelle,

petto

&

amendue

le coile

Dipinte hauea di nodi, e di rotella^*

Con pi

color fornirnefie

e foprapofleij

l^on fur mai drappi Tartari , n Turchi


2y fur tal tele per siragne impofta^ .

',

La
lini
:

fpofitione di quella imagine

ingannatori

fi

che

la

natura degli huo- T^aura

Se fraudolenti di moftrarfi nell' afpetto,

in parole benigni,piaceuoIi,e

in Fatti poi

-/

che tutte

le

de^

fraudolenti.

modelli, ma di e/Tcre al tnmen-

loro opere alla fine

mofirano

Per la quale cofa pofero gli anfibi il l'ino anchora alle volte volendo difegnare la Fraude:per Tino per la
perche
Fraudcj
loche quello arbore,& per l'altezza^ drittura Tua ,
impre verde, bellb,e vago a vedere,ma dannofo poi fouenSene di mortifero veleno.

&

chi ripofaall'

ombra

fua,

Cenza altro riguardo

vi palla

fotta

Tmagini de

432

fotto,perche cadendo

mi 5 da

rami

gli alti

frutti fuoi gii

maturi , e perci

danno per

f gli

Bei

durifli-

forte fu'l capo,cos fera.

nicnte lo percuotono,che l'vccidono, gli fanno fentire alm-

no grauiflmo dolore , f pur in altra parte del corpo lo vengo,


no a ferire Ma ritorniamo alla imagine dh Fortuna , dalla
quale mi fui Nemefi 5 Se io poj paflando di vna in altra cofi
non mi fono ricordato di ritornare a d prima di hora,che pii
non mi refta che dire della dipintura di Apelle il quale dipin.

gendo anco la Fortunata polca federe


ci hauefTe fatto
re

rifpofe

& apprefTo de

&

dimandato perei*
ch'einon I'haueua mai veduta fta

Latini ftare lignifica

non folamente effe,

fermo , ma in piedi anchora, e quindi ne fece egli motto, per


che la fortuna detta volubiie,& inftablie.il che volendo mo,
fua imagine > la fecero, come fcriue Eu
vna gran palla , eie aggiunfero l'ali, che ve
lodili ma mente la portano m da quefto, m da quello ; ond
H ora ti o cos canta di ki tirando i ver il fuoi in no (Ira lingua

Arare

gli antichi nella

febio, federe fopra

Hovatio

V infialile

Fortuna

*A vn

crude l gioco

attendo

feberya fempre danno de* mortali,

Sen^a regola alcuna

Muta le
Honor

-;<

cofe, e rende

queslo

pofeia

'*'
'

quelli

quel d grani mali*

,
,

quali

Eran pel fuo f&uawLj


Trima lieti , e contenti.

Ed

mi/eri

e /contenti

mutandofi quafi tutte l'bore

*d l'vn d

Cui pan benigne

Ter

l'altro toglie,
,

auerfe

le

fre voglie*

ringratio lei

Quando per me fi ferma.


Et i fuoi beni godo volontieri

Ma

non

T^on mi

ebe de' miei

ricordi e

ferma

Speme non v'babbino ambo i miti penfierL


rV
Dunque s'ella i leggiei
ranni

De

gli

Antichi.

Van [piegando vola ,


Ci ch'ella vnqua mi
Rifiuto

mio

Virt

che lo contenta

ficuro

maggior

ricchezza,

diede

V animo
,

43

ne riedes

e f

quella [old
,

non tenta

batter

Cebete in quella tauola , nella quale dipinfe tutta la vita no- tbtte~> .
fa la Fortuna ma donna cieca , & pazza , che ft con i
ipiedi fopra vn rotondo fallo . Et Artemidoro Mia polla alie \sivttmidovo*
la fa talhora bella
|volte a ledere fopra vna diftefa colonna ,
ornata , e talhora fozza, e mal veftita , Se che tenga la mano
a vn temone di nauc Et in quefta guifala vediamo fpelFo
su le medaglie antiche , & ne gli antichi marmi. Galeno pa- Galeno
rimente,quando cflorra i giouani allo ftudio delle lettere
cos
dice i cofei . Volendoci gli antichi porre dauanti gli occhi
con ftatoe Je maluagir della Fortuna, non bacon pitture ,
ilo loro farla in forma di femina , che quefto ben doueua clfereatai per moftrare, eh' ella foffe pazza , e rnaluagia , & che
non ideile in vn proposto mai : ra le aggienfero vna rotonda pilla (otto i piedi facendola fenza occhi , oc dandole poi vn
fenza prouidenza altemone in mano , come che alla cieca ,
cuna gouerni Je cofe del mondo . Difegnano ancora molto
bene la Fortuna , 8c efpongono parimente il filo difegno alcu- p^ W 9
ni vedi di Pacuuio , che fi leggono ne i libri della Retorica di
Cicerone,& in volgare cos fuonano

mina

&

-,

&

&

&

Valga

deca, e befiale

-,

Secondo che

la

Quai [opta vn fSo


L'hanno pefla
Si piega

>

ella

Fortuna *

hanno detto

Filofofi

>

che s'aggira

e volue

'per d<Htnnqut quello

va ptefta

non sa doue

vede

onde a ragion fu detta cieca


;
E perche troppo fp'jjo ella fi muta ,

L'homo chiamata pa7ga

({ita

Qual

delia

jta

pache non

e bestiale

conofee

degno, qual no, qual

buon, qual

KKK

rie

Oltre

Imagini de

Dei

^?T, HerogUSca denotante la buona Fortuna quafi fempre an-

*S<|

&

<& con la dottrina ,


l'imagine z~
dell' Occa(ione y &. oport unit da Greci detta il Db Cero y \fo
qual chi non prende quando fi apprefenta in vano poi fi f^p
dare con l'elloquen^a

cerca fi pentifie^

&

T^e

Antichi.

gli

'43.5

Caduceo con vn cappello


\re di do fu ficco alle volte
ah,vni
per lato,& con due cor
due
piccole
in :i ri ch~ h lueui
abbracciauano
e(F^
mina
quali
Caduceo, & lignificani di d
,
li! quelli pittura fecondo alcuni, chela buona Fortuna va quail

fi

fempreinfieraecon

ma

la

eloquenza,

& conia dottrina*,& in Tom

fu creduta quella effere di tanta forza

chi dicefTe, che valeffe poco la virt fenza

j$uona

tund

che non vi manc


Se che, f bene

lei

nome , non mai


viarriuere
le
malageuoimente
quella
no
non ci ac
,
,
compagna mettendo pure, come credeuanogli antichi, che
la Fortuna fia qmlche Nume , il quale nelle cole mondane
p iTa affai Et che noi medelmi liamo a noi flell la buona
Fv. ^una , la ria, feconda che bene male ci lappiamo gouernare,& appigliarci a ci>che di buono ci l rapprden tatueOnde Seneca Icnuea Lucilio luo ,che li ingan- Seneci*
r lafciarlo
nano quelli, li quali giudicano , che bene male alcuno ci
Venga dalla Fortuna perche f bene ella d materia di quello ,
quella

ci

feorge ad alte imprefe

Se a glorioio

per

*,

cheponno dapji riunondimeno l' animo nollro pu molto


cofe file come vuole, di modo che egli flef-

e di quello, oc alcuni pnncip.'j alle cofe

bene, male

feire a

pi di

lei

e tira le

medelimo caufa di felice, di milera vita


Et perci, quando al male ciappighamo di tutte le difauenture,che
ci intrauengonopoi , habbiamo da dolerci della dappochezza
noflra , Se del nollro poco vedere, non della Fortuna come
moilrarono pur'anche gli antichi nella imagine della Occasione, la quale fanno alcuni eflere vna medefima con la Formale non fono vna mede lima cola quelle due ben fotuna
no tra loro molto limili come dal ritratto di quella li potr
vedere ,la quale fu fatta Dea da gli antichi , furie accioche dalla imagine Tua riuerita, Se fpeflo guardata impaiaffe ognuno
di pigliare le cofe in tempo perche quelle con quello l mutano, Cv vanno via , falciando poi chi non lefeppe torre pieno di
mcflitia. Se di pentimento
Fu adunque la imagine della Occafone cos fatta: Staua vna donna nuda con piedi iopra vna
ruota , ouero su vna rotonda palla , Se hnueua ilunghi cnpei
lo a

nitri riuolu

fepra

come pelata
rio^ era con

ia

Se a

lei

, li che ne reftaua la nuca (coperta >


haueua l'ali , comedi dipinge Mercu-

fronte
piedi

vna

altra

donna

tutta addolorata

K K K

lAicfla nel

lo

FoY-

Imagi ni

4J*

fft

?
3j$
*Jfc

tUS

cfe

Dei

Imaffnedetla Fortuna apolli Seitbijgnificanie la (u ve


locit

& inflabiln

nette cofe

mondane

&

che bifogna

&

fecondare Toccaftone > perche velocemente f ne vola


in vana poi fi fegue r
* vano fi pente delle accafiorii jgg*
perdute
tralafciate^
?&

&

&

few^ 5^^ GRw cltfS G^ C^w5 fef^

De gli

Antichi,

457

lo lupetto. Se piena di pentimento


Vn fimulacro tale fu gi
facto da Phdia, -Se le ne l'gge vno epigramma di Aufonio,ncl <^tfomo*
qaaleei delcriue la Occafione cosi com3 ho detto,e mette con
Penitenza per compagna
Imperoche chi Jafcia paflar
[ilei la
.

la

buoni occafione, che

fi

mn ha poich pentirfi

tro
fta

eh: chiam irono

uer irono

come Dca,fu

apprefenta in quii
,

oc lignarfi di s

fi

voglia cofa,al-

medefimo

Latini Occafione, Se opportunit,


d-i'Greci detta

Que-

&

Tpo opportuno,^

ri-

Occafone^f

per-

&

ci d loro fatto Dio , non Dea ,


era il fuo nome Cero,che
musila voce appi-effo de i Greci lignifica, opportunit di tepo ,
[come fcriue Paulonia ancora, oue mette , che a coftei fu confeIcrato vn' altare appretto de gli Eiei,& che certo Poeta antico in
lirn' hinno fatto per lui lo chiama il pi gioitine di tutti i figl1

Saturno . Fu dunque il Dio Cero de i Greci,il medefi- CeY0 Dfa>


|rao,che eraia Occafione de i Latini, del quale Pofidrppo fece
luoli di

epigramma deferiuendo

la fua imagine ; onde Antonio tolfuo,qiundo dipinfela Occafione, peri


f non che Pofidippo mette di pi vn T fdipp9,
flche fono in tutto fimili
Aufonio alla fua d /a Penitenza di ^tfoniQ
Ira foia in mano al fuo ,
Calliflrato
parimente nobile fc ulto re f
Id per compagna

Ivn*

Ife forf l'argomento del

&

e il Dio Cero forma di giouine Snella fua pi fiorita et ,


vago con i crini al vento fparfi,& in tutto il reflo coftdlo
dine lodefcriueapunto Pofidippo Bifogna dunque (lare con gli
ilcchi aperti , e con le mani pronte per dare di piglio alle coe , quando la Occafione ce le moftra, perche ella tolto gira,
volta la nuca pelara poi a chi non feppe cacciare le mani ne i
unghi crini ,che ha (opra la fronte,6c via f ne camina con ve
Moflrarono quafi il medefi aio gli Scithi anociifimi piedi
della loro Fortuna , imperoche , come ri- fortuna de gli
imagine
bora nella
ma sritbh
Curtio
Quinto
, quelli la fecero bene fenza piedi,
snfee
intorno
alle
mani
ella
porge
poi
le
perche
d
ah
,
&
pofero
,
on quelle beni > ma con tanta velocit , che appena altri ha
in

&

Oltre di
la mano per pigliarli , che ella gi volata via
mano
mano
giunga
la
Fortuna
noi

con
bench
talhora
io
lonper mai ci lafcia pigliar le penne, eh' ella vi ha d'intorperche vuole poterfene riuolarea fuo piacere Et nuotarle lenza fare troppo indugio , perche non sa fermarli, v podurano le felicit , che vengono da lei . Onde fu, che alcu,.
.

i:efa

Imagini c!eil>ei

4$8
fortuna di V- ni gi

come

Napolitano , la fecero cf
fi (pezza ad ogni lieue mto
5
p, cos tolto vanno a terrai fatiori della Fortuna. Mani

VO*

perche

tro

ferine AleFindro

come quefto fu biro

perci Iafcarono di crederle gli antichi, anzi inoltrarono

chela vollero Tempre hauere con loro, ma


, e gli Imperadon ; perche quelli nella loro pi tecreta danza teneuano Tempre vn dorato fmulacro
della Fortuna, i come cola facra l'adorauano,&: voleuano ari.
chor che folle con loro ogni volta , che vfciuanoin publico.
Simulacro ari Onde Spatriano fcriue, che Seuero Impedarore giunto allo
la Fortuna con e (Iremo della vita , volle fare , che vi foifero due di quefte fafidarli tanto in

ma mente

lei

Principi

>

gli

Irt.peta

crate flatoe della

don

ch'erano due,ne hauefle vna, che Pacco mpagiiafTe, e

Spantano

figliuoli

flefTe coni

u ^em p re: ma non vi potendo attendere , perche troppo Paggrauaua il male , comand morendo , che a vicenda , folle
pollo il facrato fmulacro della Fortuna nella fecreta danza a

'

figliuoli

xArtonmOTio
Jmperadore

Fortuna, accioche ciafeuno dei

(t<j^

Pvndi

all'Vno,&: Paltffo all'altro

quali fofTe quefte

Imperio tra loro egualmente Et Antoni.


no p JO imperadore , fecondo che dice il medefmo Spartiano.,
fentendofi vicino al morire,comand che la dorata flatoa della Fortuna forf portata nella danza di Marco Antonino, ch<
fu certi (lmo fegno dello Imperio trasferito iirlui , come ch<
Plmperadore, il quale monna, fenza dire altro, lo di(egna(T<
in quello modo fuo fuccelTore
Alcuni, ite beni/lmo nanne
dipintala Fortuna fopra vn grande Arboro con vn lungo ba<
del partito

itone in

mano

co'l

,.

quale va battendo gi

frutti di quello

che fono feettridi R, mitre, borfe , naui, aratri, & altre cofe
Di fono p
che dinotano le dignit , & tutte le arti humane
fi vede a dare gran moltitudine di pcrfone,& d'ogni forte gra
do , quali allettano di cogli r il frutto che loro vien fopra.
Et fi vede che ad alcuno di ftitpe regale Toccando vn'aratro g|
bifognadi Principe, che era gi, diuenirepeuero agricoltore;
ouead vn contadino cadendo fopra vno feertro alcuna bor.

fa di uenta
fi

P'au [anta

in

egli

Principe,

buon loco,

&

&

ricco

si

che

bi fogna acconciar*

che prosperandola Fortuna venghi a toc

care qua L he. buona ventura

Senne Paulonia, chela Forni;


na in Grecia arpreffo degli Elei hebbe vn tempio , oue era vi
Tuo fmulacro di legno molto grande , e tutto dorato , fuor qm
.

De

Imagine

gli Antichi.

della Fortuna, in

lerui buona fortuna


fi

ottiene lo

lla

come

alcuna,

ST**

Egira ftgnifcante nell'amore vo

& ricchezze altrimenti fen^a non

bramate defideno>

ma io crcdo>che fi

in que-

in tutte le anioni bifogni hauer delle virt^che f*

quelle fanno la

SS

439

ma

buona fortuna

nome imaginato

,
.

perche non

ci

fortuna

&

le mani >
i piedi, quali erano di marmo .
Et dice anco poi
di alcune altre flatoe della Fortuna fatte da^Greci in diuerl

luochi , ma non le riferifce perche niente hanno di notabile


pi di queiio , che gi flato detto . Dir bene di quella , che
fu in Egira citt dell'Achaia , ben che ne dtcefi pacando gi
nella imaginc di Amore la quale era fatta in cocal gmfa. Dall' vn lato hauea il corno della copia ,
lo teneua con mano ,
:

&

Dio Cupido . Et fignificaua queiio , come lo interpreta Paufania , che poco vale a gKnnamorati eifere belli ,
vaghi , e gentili, quando non riabbiano la For ima con loro >
che pare voler dire, che bifogna in amore non meno, che neU
l'altre cofe hauer ventura, Oc buona fortere pur troppo lo vuo

dall'altro

il

ma quello vi R ha da aggiungere ancora , che bifogna,


Fortuna feco porti il corno di douitia , perche fenza fa,
fortuna gioue r di poco giouamento ad amore , merc dello auaro animo
noie adjMO* femimle , che ne belt riguarda , ne virt , n gentilez-!
**->
za,ma folo fi piega a' pretioi d mi. Onde fi pu dire ficuramen
te,che far bene auen; uro fo, ite (dice fempre in amore qualunque habbia oro,*argento, & pretiofe gemme, doni tutti di Fortunale*: morir ti per il corno della copia . Perdonatemi don*AUe Donne,
ne , che il zelo del volito. honore mi sforza hora ragionare
con voi in quello modo , pi zlTii del danno , che per gii auax
^fmmonitione veltri defidenj ho feri tiro gi pi volte . Non vi vergognate'
voi,& quelle dico folamence, che lo fanno,di dare voi mede-'
firne prezzo non altamente , che come l vendono le beiti ?
anchor che non come quelle reftate in libero potere di chi
compra,ma ritornate pure anchora ss che d ne vipotetequ^i
do a.d vno , e quando ad altro , fecondo che maggior prezzc
vi viene offerto: ma ben rimane la honert voler 6c il voftrc
buon nome in preda lempre alia infamia, al biafimo , & ali
Vergogna . Et le mi diceile forle , che importa pi, che uu
famo impudiche per prezzo , che per amore loia mente? axi|
gni triodo cosi per quello , come pei quello perdiamo ia
honert nflra la quale voi huomiui hs liete nilretta. era brqi
le dire;

che

la

in Hi mi

termini, in

modo

far pei noi amore: v

Contra

don-

.,.*>

Ci

mettiamo

ne op.ie

che

ic

i,cheper

amnij

Vi nlpondcrei,che aicuquali bench in se iurie non -hano molto

a fare gii piaceri volili

Wo

quelli voi remo itarcnoa'

f tra

come volete dunque p

buone

>

De
buon

gli A ntichi
mezzo della

ridotte per al Tuo fine pel

ff >

441
Virt, concaio

&

cano chi le fa, &, Cono ancho per lo pi Iodate ,


all'incontro
, n contenta se dtto ftando occulto ,

chi vitiofamen te opera


u)

quando

virt,

&

fi

manifcfta, troua alcuno

e vitio

che

lo laudi

L'amore

Adunque quello, che fate per amonon turba l'animo confapeuole di ha-

i'auaritia.

ref oltre che a voi fteflc

> e lodato anchora da qualunque


che l'auaro desiderio vi tira , vi itimula,
fempre,nonvid ripofo mai, onde Tempre fentitevn cotale ri
mordimento che vi dice j A che pure facefti male . Et quando da altri e rifaputo poi, di gentili , honorate diuentate viinfami , e fouente fi cangia il nome di gentildonna honeli,

nere operato virtuofamente

Io sa

Ma quello

&

&

fta in impudica meretrice, il che non fia mai di chi per amore
compiaccia chi l'ama perche fole quelle, che fanno ci per
mercede fono dimandate meretrici. N fono i termini porti
alla honeft voftra cos riftretti , come penfano forf alcune
ti voi che vi fia vietato l'amore, anzi vi fi d come voftro pro>

da voi (ole fenza l'huomo poco valete:& coamendui , f


hon vi fi intrapone amore , che vi leghi infieme Adunque
non vi fi toglie amore ma fapete voi , che vi fi toglie ? il fa.,
re ingiuria ad amore, come fanno molte , venendo a mercati
di quello, che per lui folo dourebbono fare . Si che non per
amore, ne perche , vinte dalla fragilit humana, non poflano
refiftere alle carnali pafloni, cofe che molto bencuoprono Se
prio, eflndo che

me vi

accoftarete voi all'huomo con piacere di

ifcufanogli noftri errori,

no

amare,

fi

danno

nelle braccia a cui inoltra-

ma perche troppo fono auide,e rapaci,

&

par loco dando fi a molti, per hauere da molti , di potere meglio empire le loro auare , k ingorde voglie . Et perci di loro pu
fcilmente godere ognuno, ii quale habbia che dare . l J cr quei

dunque Amore

ita congiunto alla Fortuna, che tiene il cor


moftra pur anche la loro poca fermezza, perche non meno fono mutabili in amore Je auare femine, che fia
la Fortuna : alla imagine della quale ritorno,
lafcio voi d( li-

llo

ino della copia, e

ne, che viuetc re'voftri verge gnofi errori

mo lontane
toro

conto

&
.

in

pi

ometto

modo

Adunque

tale
,

di dire
,

vn

di tutti

&
& a quelle,che To-

beni del

mondo

di

ne faranno qualche
diicgni Tatti fin qui deila For-

che fctTe anco

oltre aili

le

L1

una

Itoagini de

44*

Dei

magine detta Fortuna a cavallo che velocemente core* dai


fato

& dal

&
m&ga
quella

dettino [egutata

dinotante la velocit d

dotte quefli fono quella

alcuna^

non hauerpoffa fer-

.
i

De

gli

Antichi.

441

che alcuni l'hanno dipinta in mare

ch^fa vela
tra le turbate onde jicunii'hanno polla su l'acuta cima d'vn'aU
to fallo, ouerodi vn monte, si che ogai pico di vento , che
-lpiri , la fa voltare . Et credo , che quelle lano Hate dipinture moderne , perche non ne trouo tt^. mmtione da gli anttchi , come tata quella pirimente,che riferirc il Giraldi (cri*
uendodei Gentili , oue cos dice: Hanno alcuni a' tempi noftriconalTai bella inuentione fattola Fortuna a cauallo e che
[Velociflmimeitcfe ne corre via, Se il Fato, ouero Dettino, co*

ina,tfOUO

>

ft

la feguita tenendo l'arco con la faetta di ar-,


Moftra quella dipintura la velocit della
Fortuna > come eh' ella non ripofi mai , ma corra via Tempre
cacciata dal Faro , perche oue il Deftino , non vi ha luoco la
7
artuna Quella fa Apuleio elTere vna medefima con Ifide > ^yfpuleio.
Jtwndo finge, ches di Alino ritornato huomo cosi dice il

-me

ci

pare di dire

i.cicrc per ferirla

Saceido te della Dea : Hora tu fei fotto la cullodia della Fortuna, non di quella,che cieca,ma di quella che vede,& da luce ancora agii altri Dei con il (uo fplendore . E potiamo dire , eh' egli perci volelTe intendere della buona Fortuna
to

il

nome della

quale in tefe Macrobio

la

fot-

fortuna per la

Luna moflrata per

luna,

come gi ilato detto nella fua imagine perche que-f


fta pu affa ne i corpi di qua gi
li quali fono foggetti vrij cali di Fortuna, e vannofi mutando del continuo.
Mettendo dunqu? la Luna , Se la Fortuna infieme , come che fia
no vna medefima Dea , dalla quale venga il nafeimento , & la
Ifide

morte

delle cofe ,

na/Te

quando

potremo dire, che Paufania niente

dille

che facilmente

gli

fi

ingan-

farebbe creder Pinda-

Fortuna folte vna delle Parche , & che potetfepiu


Bench mi pare , chele Parche li accordine,
.
molto pi con il Fato, Deftino , che vogliamo dirlo, e he con
la Fortuna,perche quello rflo , e certo, s come elle fono immutabili parimente > mentre che filando la vita de i mortali a
ciafeheduno aflegnano il determinato tempo del morire . Ma
quello , che alle imagini ? niente
Lafciamol dunque , Si
dichiamo del buono Euento, cioprofpero fucceftb , Oc felice BuonvEuent**fine delle imprefe , perche il fimulacro d coftui appretto de*

ro, che

la

aliai delle forelle

Romani fu nel Campidoglio con


come fcriue Plinio , in forma di

quello della

buona Fortuna

Gioitane allegro

Lll

Ss

ben vefato

Imagini de

444

Wj

Imagine del buono mento

b|

bile, UeueyO

SP

ftingono*

ffi>

&

Dei

felice fuccefl del fattore infia

caduco dell'ttdulatione^

& accompagnano

dell' Inuidia^

detto fattore

&

the

imagine

della ruota volubile della fortuna fopra laqualeil detto


fauore ne poffa i piedi cafca alfuo girare >e 'fatto fi vede

per ordinario neUe

corti nel

mondo

De

gli Antichi.

44f

che teneua nella delira vna tazza, e nella /ini/Ira vna fpica,
vn papaucro . Et con la Fortuna va anco il Fauore, che FauorcS.
fu adorato parimente da gli antiehijprchepareicbe da ici venga per lo piubcnche nafcecgli dalla bellezza ancora molte voi
te , e fouente dalla virt ,
in Toma da tutte quelle cofe , che
ci fanno grati altrui,
ci acquietano fauore, il quale ci fa fpeffo infuperbirej perche quanto pi fuccedono a gli huomini
le cofe felicemente , tanto pi fi inalzano ,
poggiando con
l'ali de fauore humano montano fopra gli altri , fin tanto che
Ja ruota giri , onde cadendo traboccheuolmente fono fprezzati pqi non meno , che fofTero riueriti prima
Per guardili
ognuno di fidarli troppo in quello frale , lieue Fauore > perche rollo palla , come la fua imagine ci dimoftra la quale era
di giouine con le ali : fia perche per le cofe profpere,& liete
fi leuainalto tanto, che non degna pi di guardare a baflo
onde perci fu anco dipinto cieco, perche pare, che gli huomi*
ni non guardino pi a perfona, ben poco , pofeia che a gran
di honori fono inalzati : ouero perche poco fi ferma con noi
perci ftaua co* piedi fopra vna ruota*
ma tofto pafla via
conciona eh* egli inuiu la Fortuna \
s come quella gira
cos ei gira parimente , e va fempre ouunque ella porta de' fuoi
beni,mo(lrandofi per tuttauia timido , perche vuole ogni ho- F<*M0lJf timid$
ra falire pi su, che non gli conuiene, fpmto dall' Aduiatione>
che l'accompagna fempre . Gli va dietro etiandio la Inuidia ,
ma con palli tardi , e lenti , la quale guarda fempre con occhio
torto l'altrui Felicit , ma ella s' beata ci lei punto non teme . Perche quella fu da gli antichi adorata parimente, ehia- %dtdr d
mata Macaria da' Greci , e fu , come fi raccoglie da Euripide
acquiilolfi
&cheriferifcePaufania, figliuola di Hercolc,
gli diuini honori, perche hauendo l'Oracolo rifpofto a gli A*
theniefi , che poteuano elTer vincitori di certa guerra molla lo(rito,

&

&

&

&

&

*,

&

&

&

&

to da'

Ladedemonij per

di quelli

gli figliuoli di

occidendo fi da s fifolTe offerto

no, ella fubito che quelle intefe

, fi

alli

tagli la

la

mi fera bile offerta, acquiilandone

fi

,4

BO

H ercole

Dei

gola

la vittoria

qualchuno
dell'

Infer-

& fece di s

agli Athenie

come quelli , che per lei era


La imagine di co (lei , cio della

quali perci l'adorarono poi,

itati

Felicit

vittoriofia

&

che quello

il

felici

nome

Latino,

&

Macaria il Grcco,co

me

^g

9
*-

jy

lmagine

della dea

cole con

il

Macaria

caduceo*

&

ftgnificante la virt

il

dea felicita figliuola d'Her*


torno di douitia in mano, quello

ejutfo le riccheige , necejjane

i'vn' l'altre alla felicit burna kaj

i^mmmmmm&m

De gli
tweho aetto,fu da

Antichi

antichi fatta

come

447

vede inalarne me- Medaglie di


daghe, di Giulia Maramea , vita donna fopra vn bello feggio , Giulia Mani'
che tiene nella delira il Caduceo ,
ha nella finiftra vn corno
mea
di douita . Si pu di re, che quello lignifichi la virju , quello
le ricchezze, come che , n le virt da s,n le riechSzze per 1q~
romedefirae polTono fare qui l'huoin felice, che fu opinione
di Andotele . Imperochc quale felicit pu elTere di vn virruofo,che fi troui in tanta poucrt,che patifea difagio non fola
mente di molte cofe, che gli /arebbono commode, ma di quelle anchora, che gli fono neceflarie 2 E t allo incontro chi fi frolla priuo di ogni virt , f bene haue/Te tutre le ricchezze del
mondo, non fi potr mai chiamare felice , anzi far infelicifimo,non hauendopunto di quello ,che proprio del huomo .
Potran fi dunque chiamare felici qui fra noi fecondo il parere
di Arinotele 8c comeci moflra laimagne delia Felicit pur
m dilegnata , folo quelli , che fono virtuofi , e ricchi , cio che
tanno tanti de' beni della Forcina , che ponno prouedere a>gli

Ci

&

(uoidifagi,

& alle fuecommodit

la Felicit vna

donna, chefiede

feggo, bei e ornata,

di bellini mi

&

Cebete

all'

fQfi

nella fua cauola fa

entrare di eerta rocca in bel

ma non per con

vaghi

'

molta arte,

& coronata

Alla quale ben pare che voglia

andare ogr>*&no, ma non vi arriuano per f non quelli, ehe calcinano con la feorta della virt , lafciandofi alle Ipalle tutte
, come di molti altri
che la virt fola potefTe farei' huomo
lce Jl che dobbiamo noi dire anchora parlando chrifliaintendendo non della Felicit , che qui brama almente
la cieca ogniuno in quello mondo, perche non , f bene pare a
Felicit , ma di quella , che nelle celcfti fedi godono le anime
eterna . Alla quale ha da fperarc
>eate , vera , immutabile ,

l'altre

cofe

-,

perche fu opinione di coftui

anchora innanzi a

lui

&

&

di giugnere fenr 2 mente ogniuno

, che (corto da' lucidinomi raggi della diurna bont camini tut-

to

il

viaggio di quello

mondo

pagnia della Fede

do

l'arido

in

com-

calcan-

& Iterile

terreno co'
piedi
della

Carit.

Cupido

Imagini de i Dei

443

CVPI

O:

de gli animi no (tri non vi il pia


, n che hahbia maggior
forza di quello che non folo in noi fi vede effere , ma nello eterno Iddio anchora ( bench in
in lui Za pura foflanza (blamente non r fretto
ne paflone ) ne gh Angeli Se in tutti gli ordini de* Beati , in ciafeheduno de gli elementi >
nelle co f tutte che
dimanda
di quelli fono create .Si
quello coir.munemente
Amore , il qual leua ogni bruttura da gii animi humani
coli gli fa diuenire beili che hanno poi ardire di andarfi porre dauanti alla bellezza eterna , oue ripieni tutti di
I tutti gli affetti

commune

il

pi bello
,

&

IdmortLj.

&

gioia

e d'infinito piacere

ro amori

Quello

godono

defiderati frutti de* lo-

fa diuentare huraili gli fuperbi

gli adi-

a pace , rallegra > Se riconforta gli afflitti ,


fconfolati , porge ardire a chi teme Se apre le chiufe mani all'ingorda auaritia . Quello ha forza fopra tutti i pi potenti
in fomma fi fa vbbidire t
R, fupera 1 grandi Imperadori,
tutte le perfone . Per le quali cofe non maratiiglia le fra i
loro Dello pofero gli antichi , li quali non hauendo villa an-

rati riduce

&

chora

la luce della verit


,

onde le virt

antere non

quel

cheli douetia dare al Creato-

Se come che non fapeffero


molte ne adorarono come Dei
Se pofero loro diuerfe flatoe , Se in varie imagini le dipinfero
fecondo operano ne gli animi humani > come in altro luoco ho
inoltrato gi,per non replicare il medeimohora, che di Amore folamente voglio dire , fecondo che da gli antichi fu dipinto : Se ben par' e fiere hoggimai cos manifeilo ad ognuno
che non habbia bifogno , che ne fia fcritto per infegnarlo j pef
che vedendo vn fanciullo con la benda a gli occhi , con l'arco
in mano , e con vn turcaflfo pieno di ftrali al fianco , ognuno
sa due quelli Amore , ma non fipr dire per ognuno poi a
Et
chi gliene dimafifli , la ragione per la quale fia cesi fatto
io in quelle mie imagini ho voluto inoltrare non folo come
lo facc.il ro gli antichi , ina itndune le ragioni anchora , Te*
re del tutto

dauano alle creature ,

veniflero in noi

concio

t)e

gli

440

Antichi.

concio che da' pi degni fcattor le n potuto rfrrouarc, li


tonali ragionando di Amore in diuerfe maniere, *& in tfouerfi

modi l'hanno con foderato perche hanno vifto , che diuirfe


che hanno detto non clferc
fono le virt Tue . Donde viene
vn folo Anidre, ma molti > & dueptincipalmenrefurono pL' vna
fti da Platone > s come ipofe due Venere parimente
ru piWt'
della quale nacque il celefte Cupido , e quel dm.telette
-no amore , che folleua l'animo ninnano alla contemplano- ^/ik disamore
ne di Dio delle menti 1 epa rate, che noi chiamiamo Angeli
delle cofe del Cielo , Et habita quello ne i Cieli, come Ierine Fioftrato , dicendo che l'Amore celefte ^ il qu ile vno
i

-,

-,

&

ie ne

ft in

Ito puro

>

Cielo

& quiui ha cura delle coe celeft

mondo > fincerimm

&

-,

perci

-,

&

tu e-

corpo

fail di

&

gli fi danno l'ali per niqual fanno gli animi humani m^ifi
-dallo amoroio defiderio ai Cielo ,
a quelle cofe > che quiui

giouine tutto lucido

latrare

il

riuolgimento

e bello

&

foni',

pra

come Tanno

etiandio quelle pure menti,

bano quinto pi ponno


fonte eterno
dilla

le

quali Co-

Cieli fono ordinate tutte fecondo irradi loro> che

pi

alta

e provocare

di tutta la bellezza

cofe tutte,perche

lei

la

-,

manda

parte del Cieio

le

fi

alla vifta dique<la beata faccia

fi

qinle in diuerfi

inal,

che

modi

raggi luoi ad irritare


riuolghm >>& qiuiti to-

no le faette 9 -e gli acuti ftrali che fluente feoeca Amore


Chi dunque nella imagine di Cupido confider 1' Amore di,

Strali diurno
c_,

nino , vede la purit di xjuefto nel lucido corpo di quello . Et \^ili d <_/per l'ali ( l>or}icio dede quali - alzare in alto > e portare per
mortai,
l'aria que' corpi > li quali per loro fte/Ii non fi potrebbono leuare di terra) vede il folleuamento che fa Amore d^gli animi noftri alle diurne bellezze Si come per le faette pu coln^ * tra " " l **w
.

prendere .gli raggi della diurna luce > la quale in mille medi ti
muaghiti della
Viene a ferire, perche ci riuoitiamo alci-,
bellezza fua, non pi ftimiamo lecofedi qua gi , che quantoelle ci fono fcala da laiireai Cielo, come ben dille Amore

rc"*5

&

di s rcflb

quando

in

vna fua Canzone

lo

chiamali Petrarca

in giudicio

y^imar , e

qutfto quel

La vuUt jopia d

che tutto auan^ s

Ciel

&h banca

att ali

M mm

Per

Tetrarca

Imagni dei Dei

4JO

Terie coje mortali ,


Che fon [cala al FAttor

chi ben l'efjtimt.

E per non entrare pi adentro nelle cofe dell'Amore


nino, perche tanto vi farebbe da dire % che troppo mi feofterej
dal proposto mio quello folamente vi aggiungo , ch*eglij|
ih
come il Soie: il quale Iparge i fuoi raggi per l'vniuerfo,

&

5 riflette altri raggi ancora


+Ant6re>

tocca per forte corpi lucidi

&

&

Et come il Sole rifcalda ouunque tocca cos Amoreaccende quelle anime alle quali fi accorta , onde con infiammato desiderio fi riuolgono alle cofe del Cielo * Il che ha fatto ,
che fia data alla imaginedi Amore l'accefa face ancora : per
dimcftrare l'ardente affetto , con che fguitiamo le col amate , trahendone piacere del continuo > parlando per folo delle diuine Nelle quali confideriamo della face di Amorcquel,

pmile puri

#( Jf/c? .

gioche luce folamente,


che rifplende come diletteuole,
eondo da vedere non quello che arde abbrucia, perche fa
male , & noiofo , e quello pi fi conf all*Araorc delle cofe
terrene, il quale non porge diletto mai ,n piacere alcuno intero ,
che fia fenza tormento , ma cos aggiunge l*vno al*
l'altro , come nella face fono infieme lo fplendore che diletta
la fiamma , che tormenta ardendo * E fu quella poi opinione di Plutarco, il quale Icriue chei Poeti gli Scultori,

&

&

&

Dipintori finfero, che Cupido portafle in mano la face acce


perche del fuoco, quel che luce, diletceuoliflmo ,ma quel ci
abbrucia poi, fuor di modo molefto , Il che tolfe egli con g
altri forf da Platone, il quale fcriue nel Timeo,che Amore
noi miflo di piacerete di dolore . Nacque quello Amore
Volcano,e dell'altra Venere , la quale chiama Platone volga*

denteato.

re mondana, e terrena volgare parimente terreno,,e pieno di


lafciuiahumana, fecondo che finfero le fauoje . Onde Scnecfjt
nella Tragedia di Ottauia defluendolo, dice cos

fctrror de 'ciechi
"Per coprire

Finge
S par

,.

il

mifer mortale
(no Gioito e vati difia

cH^imor
,

In yifa

(in

Dio

che del fho inganno


afidi

piaceuok

>

fi diltte

ma. ria

T)e

Antichi.

gli

Tanto che gode jol de gli


'

C'babbia a gli bomtri

te mani armare

l'ale^

d'arco

e di faette

in b*eue fate afttettj>

Torti

Va

fiamme

le

the per l*vniuerfo

poi largendo

che del fuo ardore*

{efa aceejo ogni ro*e_

E che da

l'vfo

bum in

poco diuerfo
e di Ceneie fta nato

Di folcano ,
del del tenga il pi fubhme

K^/fmor

de la mense infana

vtio

Quando
l

4Jt

altrui mali >

fi

Siato

tnoue dal fuo proprio loco

he di piaceuol foco

L'animo [calda

\^4

l'et

Vtw

nodrifee

il

e nafte ne* verdi anni

ch'aliai

pu

ma

vede poco

e la lafciuia

bumana*

UMentre che va lontana


la ria Fortuna co* fuoi graui danni
Spiegando

triti

e felice

la

buona

Volgendo
il

Jl fuoco

Ha

prefentc^

che tien nel ricco jeno*

meno
mal confente^
eh' at dea pria tutto s*ammor%4 t

quea vien

Xjltla f

0<tde

ci

vanni

cieco defr al
,

tqfio pe> de

^yjmor vgnifua fot^a .

Pofe Ouidio parimente due Amori

quando

iJMadre d^amb gli K^dmor porgimi aita

e*difTe

'

>

OuidTtT

Percoche noi amiamo in due modi, bene quando alle cobuone applichiamo l'animo, male, quando feguitiamo quelo, che rio
Et come quello fi dimanda amore dishonefto t
,

le

brutto, cosi quello detto bello,

&

honefto. Alcuni voglio-

no, che di queft due nati di Venete vno (blamente fia Amote , lquaie accenda , & infiammi gli animi noftri a fegu tare
picuna cola , & l'aitro fi dimandi Amcrote, che noi potiamo ^interOtCJi
due contra amore perche faccia quello effetti tutti contrari
Minili 1
a quelJ

Imaginid

4 $f

Dei

che per h fuggiamo. te-,cote le dj&nuamo, &fe


habbiamoin odto *
fi inganna dt gran lunga qualunque
ii cofa crede
percioche. Anterote fu adorato % non perche facefle dilaniare ina perche punTe chi nonaruaeflendo; amato come fx legge apprefl' S ttida> il quale racconta yna n ouetf^oueUailMe letta tale, Huo Athcnevno chiamato Meuto,,ilquale ardendo, e efr r*7tf& tilmamen.te amaua vn belljffimo. giouane nobile*
ricco*
cui
il

molto
fu.
,
nome
.
Queft
Tmiagora
altero
non
meno
gora
fc
a quello

>,

Ma

>,

*.

,,

&

che bello* moftraua non farfi conto di Melito


altro , eheuv
co m mandargli co/g: di grauiffimo pericolo* le quali tutte fcena ilmiferello con animp ficunflimo,, credendo di douere iti
quello modo aeqttiitaru la. grada delio amato, gioitane y ma
tutto gli auenne il contrario % percioahe Tiraagora guanto
pi il fentiua eflereamata v fermio da lui rantolo fprezzau pi frapre j nde Wn felice Melito non potendo pi foppor,.

>,

tare le

amorofe^ne >

Se vinto dalla, difperatione

fi gitt.

gi:

cima della tocca,, e tutto, Irruppe: ,& cedo morto ; di che paruev-eherveniife poi piet fi grande aTimagora
quando l'intefe, non volendo forf la giufiria d'amre, che r
fafle la morte di Mlito inuediieata , che egli f n'and ratt
a gittarfidi l,,onde s/era gtttato Melito prima, e crudelmente ne mor * Et quiui perci fu pofto vn fimulacro di vn beL
Kflmo giouanetto'ttto nudo ; il quale haueua in mano due;
galli , e mola belli * de gittauafi a bailo coi capo allungai *
Quello dunque potiamo dire vche fette eaftjgo,. il quale ve-*
iiiile da Anterote , come pi apertamente dice Paufania , rac-^
contando qualril medefi'rao in quelito modo Era in Atlientf
vn'altareconfecratoad Anterote per voto,, come, dicono , de*
per cagione tale * Melete gtoUane Atheniefe
forestieri
niun conto facendoli di Timagora huomo freftiero % che l'a-|
raaua grandemente , gli diffe vn di tutto fdegnofetto x che gli
fi leuafle dattorno >& andateli a fiaccare il collo * Timago-i
fa non emendo pi di viure , & volendo in tutte le cole com-

dalla pi. alta

"

'"

&

piacere cui egli amaua tanto,, fi la fci cadere dall'alta eira*


di vna certa rupe, &c morimiferamente i diche Melete pentito della lua iuperbia fent tanto difpiacere,,che furiofamente
'

"

;
"'

noco dapoi fece il m eden mo fine * chei*amantefuo hauea fatto j onde fu. detto che Anterote haueua fatta la vendetta di

lima-

Degli Antichi.

4$$

$3 &&&&&

Jta*

& .Anterote
&
mare ouero l'amor
& imagine dell'amor
Letbeo che fa dipanare
& dimenticare perfona

Imagine degli Dei sAmore*

fratelli

noli di Venere^ intefi i*vno per l'amare l'altro per

reciproco
,

amata-i

l'

la

figli-

il

ria-

Imaglni de

454

De!

Timagora, & gli fu perci confecrato l'altare ch'io d;fli . Pi


?
dunque Anterote vn nume, il quale pun ni chi non araaua efiendo amato , Se non ch'ei ficefTe diramare e potiamo dre
che quello altro non fia che l'amore reciproco, come a ned
vien confermato da Porfirio fcriuendodi coflui in quello mo*
do . Haueui Venere partorito Cupido gidi alcuni d > qinn
doella fi auuide , che ci non crefceua punto , ma tuttauiu Ma:

, come-era nato , onaenon fapendo a ci co-*


prouedere > ne dimand configlio all'Oracolo > il quale rU*
fpofe, che Cupido Mando folo non crederebbe mai , ma bifo-

lia

cos piccolino

me

vn fratello, accoche lo amore foffe tra loto fcamcheallhora Cupido crcperebbe quanto fofTedi bifo*
d
gno / Venere predando fede alle parole dell'Oracolo
indi a poco partor Anterote il quale non fu cos tfto nato

gnaua

fargli

bieuole

",,

che al par di Cupido cominci a crefeere > mettere l'ali, & caulinare gagliardamente',
di quelli due fiata poi la forte ta*'
f vede Cule, che di rado, non mai IVno fenza l'altro,
pido che Anterote crefea, e fi faccia grande, ei vuole moflrarf
maggiore, 8c f lo vedepiccolo , diueiita egli parimente picco-'
Io i bench quello faccia fpeffo a fuo difpetto v Adunque'
l'amore crefee, quando pollo in perfoii, che medefiiuamai-*
j tirate ami , & chi am^to dee parimente amare, & quello
rono gli antichi per Cupido, e per A nrerote* Per la quale co-fagli Elei, gente della Grcia > in certa parte dd.e ljro fcuole
5

&

&

tnetteuanol'vnoj Oc
di

non efiere

l'altro

aecioche

fi

ricordaff.j ro

ingrati contra chi gli- amaua

>

ma

giouani"

ncambiaflero

lo amore, cos amandoaltri j Come da altri fi fentiuano elTere


amati Stauan dunque due imagini, ouero ftatoe de'fahiiulJi, de'quali l'vno era Cupido , che teneua in mano vn ramo'
di palma, & l'altro Anterote > il quale fi sforzaua d legarglielo , e moflrauadi affaticarli affai , ne poteua per > qliafi che
debba con ogni fuo sforzo inoltrare chi risponde in amore di
non amarepunto meno d colui * che ama prima & perci fi'
sforza Anterote di lctiare la palma di mano di Amore
Del
quale parlando Marco Tullio per adulare Attico fuo, come riferifee Lattanti >e quo fi per motteggiarlo , difTe , che furono
i Greci di gran coniglio,& di parere molto aiidacea porred*
Mandagli gechi dei giouani > oue fi doueuauo eflucitare nel.

<,

UW.

Tullio,

le

De
f cofe virtuofe>la

con quella non meno fi

&

Antichi.

gli

455

&

qua fi credente egli , che Mercurio >


potelfe fuegliare ne gli animi gioueni- Hercole con

imagine

Cupido

di

li quali diceuano gli anti- Cupido*


,
che accendergli alla virt . A che
volendo forf rimediare i Romani, non metteuano Amore folamente nelle loro Academie 8c oue Ci eirercitauana i giouani ma inficine con quello anco Mercurio, Se Hercole , s che
la ftatoa di Cupido era nel mezo di quelle due , per moftrare
che foire 6c ragioneuole, &c virtuofo, perche moftraua JH ercole la virt , Oc Mercurio la ragione* . Et Atheneo ferine , che
gli antichi Filofoh* Mimarono Amoreelfere vn Dio molto gialle , 6c alieno da ogni bruttezza , dicendo che ci fi poteua conoscere da quefto , che pofero la fua ftatoa con quelle di Mercurio-, e di Hercolejche fono fopra,quello alla eloquenza,que-

Ji le

lafciue

dishonefti piaceri

chi tutti venire da

Cupido

&

dalla compagnia di coftoro nafee Amicitia


econcordia. Hcbbero ben poi gli antichi l'Amore anchora ,
che faceua difamare , e mettere in oblio tutto il bene, che fi
voleua altrui , e fu chiamato Amore Letheo , la Itatoa del qua- dimore letheo*
quiui le eftinguele, che chinaua le ardenti faci nel fiume ,
u , era nel tempio di Venere Ericina , del quale fece mentione
Ouidio , e difle , che col andauano a porgere gli diuoti preghi
li quali defiderauano di feordarfi le loro innatutti i giouani
leg'ouani
parimente che
accorgeuano di hauere
morate, Se
amori
che
loro
.
hebbero
i Greci vn pi bel riA
mal porto i
fenza
pregare
altrui
,
lauandofi
folamente nel
perche
medio
lungi
Patra
feordapoco
da
citt
dell'
Achaia,fi
Seleno,
fiume
huomini,
quali
e
ledonnetutti
quelli
delli
gli
amori
,
uano
pi
ricordarfi,che
cos
teneuano,
voleuano
chefofTcquelnon
fto alla fortezza,

&

>

f.

-,

li

Ma Paufania che quefto racconta , dice che fa- "Paufania*


.
che f fofle vero , le acque di quel fiume (arebbono Mi-

del paefe

uola

niate pi di tutte le ricchezze del

mondo

&

Plinio fa

men-

Plinio

tione di certo fonte chiamato di Cupido appreflb de'Ciziceni % del quale chi heeua feordauafi fubito ogni amorofo affetto . Male Cupido altro non , chel'affettuofo defideno da
noi porto intorno

anzi molti,

mono

alle

cofe

come pongono

fpeffo le

1*

Amore non

far

vno

n due

Poeti , quali fauoleggiando efpri- tJUolti fono


r
forze de gli animi noftri , le diuerfe pan ioni,& g dimori

i vari] loro affetti >

&

perci differo che

moki erano gli A moti >

Kj4mwe_j

Imagni cte 5 Dei

45 ^

ri>come ancho (erme Aleifandro ne' fuoi problerai,perche non


amiamo tutti vna cofa medesima , n in vn medefimo modo
ma di uer fa mente ama ciafchedunoj&fpeffb ancora diuerfecof il che non Ci potrebbe fare > f A more fofle vno folamente
Finfero dunque gli antichi, che foffer molti > li quali faceuana
tutti fanciullini belli filmi

chi facellette ardenti


lacciuoli

TroperttO %

con

l'ali

&

dettano loro in

chi ftrali acuti fl mi

come beniflmo moftra

mano

& chi faldiflmi

Propertio fcriuendo a Cin-

thia fua,che cos dice in noftra lingua

l'altra notte Vita mia ,


Errando me ne vado dpo cena ,

%JMentre che
'

Scrda pur* batter* pu in compagnia,

.'.

, n so gi cerne , mi mena
Doue vno ituol mi vitri ad incontrare
Di fanciulli > che paion nati a pt /.tu*

la forte

Quanti

non so

foffer

7<(ot

che numerarci

gli po'ti per la urna

^atd

ih* ul fatto

ch'ai covj

mio mi f pcnjaic^

T^ bifognaua non haucr tmoit^j


Vi loro , Je btn'tian piu olirti}
Ch*

affai

tjMoBrauan

Jon grandi in aar altrui dolore-**

tutti

Cos vaghi

Che mai non

nudi corpiccin
s belli

e ben fornati'l

vidi piu he* fanciullini

alcuni di loro erano armati

Di viue fiamme in facellette accolteci


Onde ogni d he fon molti abbiadati
Infilimi con

le braccia fnelle

e /ciotte

Epresle al faettar portan gli frali %


Che me nel cor /trito ban gi pia volita

Ut

De
Et alcuni

altri

tetri

KMoHraron

Ucci

sa

fui

diffe

che

>

Lo

conofcete pure

Mi

furo intorno

457

quali

tibiuer

'Pac' vn di lor
Vigliate coftui

Antichi*

gli

me

per

parole

Siate

legare

tali

fare

quelli pretto

n potei [campare >

man

Si che per lor legato in tua

retto

filoHrato,

che gli Ampi fono


molti, egli fa efTere figliuoli delle Ninfe , come fa
Saudiano anchora,quando fcriue delle nozze di Honorio ,
i Maria, li quali gouerruno i mortali: perche molte pirimenne dipinge vna bella ta2 fono le cole, che quelli amano :
ola,Ia quale ft cosi fecondo il ritratto, ch'io ne ho fuputo caTritura de glt
are . Euui vn giardino belhiTmo con vaghi arbufcclli pian
**
iti con tal' ordiac , che da ogni banda a' riguardanti moftrano
di
freichiftma nerba tanto
na affai fpatiofa via coperta tutta
lolle , e delicata , che fopri qual altra il voglia cofa non fi peFiloftrato parimente nelle Tue dipinture dice

&

&

mm

rebbe giacere pi delicatamente.

pendono pomi

&

Dai rami

delle belle pian-

che paiono d* oro alli


uali gli Amori tutti nudi i riuolgono, vi volano intorno
^ggenfimi , hauendo gi attaccate a gli arbori le dorate farealcuni panni di diuerfi colori
re piene di pungenti irrali
rmogittati qumi perl'herbe piene di varij fiori. Le dorate
hiomea gli Amori fono m vece di ghirlande: n fono lepcn:

gialli,

e delie ali tutte di

&

ane gialle,
i beili

uido

fi

fi

lucidi si,

&

fono

gettano

ma

vn medefimo colere ,

alcune di color
feditati

pomia

da

Et

cilcftre

gli altri

>

deili

vicenda l'vn con

alcune roiTe
di

al-

loro quattro!

quali due

gmo-

l'altro, e glialtri

due

faettano l'vnocon i'altro,non moftrandofi per in viio di ef:re punto adirati, anzi ciafeheduno di le io porge il nudopugli ftraliin vano , ma ferifeono l,
Le quali cofe moftrano il cominciamendelio Amore & la conferniationedcl medefimo, perche gli
ie, che giuocano coi pomi danno principio all' Amore;
lde fi vede > .chequefto baciailpomo,&. lo getta, e quello ft
Nnn
con

>

accioche

non vengano

3Ue fonomdrizzati

Irnagini de

4'5i8

Dei

pig!iarlo,acccnnando che lo bader anch'


gli,quando l'haur pigliato, Se lo rimandare parimente > E e

con

mani

le

alte per

quello forf. talk Suida quello,ch'ei fcriue,che gittare


FrgilQ

altrui'

pomo lignifica inuitarlo ad amare. Onde Virgilio ancora in vi


ina paftorale,f cos dire a Da meta

La vaga

feti

Fra verdi
'

Gli

'.,.
.

altri

mi

Galatea

poi

due poi

falci

che

cominciato, qualche

fi

vn pomo*

getta

fugge

ma

pria

vuol pur

Y afeonda
veggia

eh' io la

flettano

che

confermano l'Amore

facciano penetrare al cuore

effi lo

Qm

li dunque giuocano per cominciare ad amare, quelli faectam


perche I' Amore fi confermi ,
perfeueri . Vn Lepre
p
che Ita fotto vn' arbore mangiando de i pomi gi caduti a t<
ra , al quale gli Amori danno la caccia ,
lo fpauentano, qu
(io battendo le mani in Meme
quello gridando , e quell' alt
fcuotendo la velie , eh' era in terra . Alcuni vi volano fopr

&

&

,.

cv lo

gridano

de alcuni

ma

fi

l'animale

in agguato

alcuni pian piano

lanciano
fi

qua fi

gli

vanno

Ci

volta in altra parte

dietro alla fua

orm

vogliano gittare addoili


,

oue vno de

gli

Amori

credendo/! di pigliarlo con le mani per vn pied

de vn' altro, che

Miueua gi qua fi pigliatele

lo vede vfeire,

mano: di che ridono poi tutti s fattamente,che per le rifa ni


fi ponno tenere in pie , ma fi lafciano cadere terra,chi di ti
uerfo

chi boccone, e chi rifguardando con la faccia al Ciel

Ne vuole per alcuno di loro adoperare gli pungenti lira,


ma tutti vorrebbono pigliare quello animale viuo per far
,

lepre con far^


(

Venere

poi gratiilmo facrificioa Venere,

ocnQ a k*

fi

mo al coito

confaccia
,

>

come che

perche dicono

onde mentre che

,.

'1

Lepre mol

eh' egli frequenti!

latta gli figliuoli gi fatti,

, e tuttauia fi impregna
s che parto
Lepre tutti i tempi, come ferme Plinio , n Ci conofee
mafehio dalla femina , ma fi crede , che in cucci fi* te me"
ma virt cos del malchio , come della femina Oltre di
dice il medefimo Plinio , che credettero alcuni * che la e
del Lepre facefle pi bello afilli, de pi gratiofo , che

fa

de

fee

era

gli altri tuttauia

prima

chi ne

mangiaua per

gh crede bene, che fia cofa

**

,.

il

lette d

vana,,
-

ma che

foggiunge ,
pu per peni I

fi

re*

De

gli

Antichi.

4JP

re, che vi fia pure qualche ragione > poi che tanto vniuerfalDa quello tolte argomento Martiale di iMartiaU^.
mente fi crede cos
motteggiare vna fua amica nomata Gellia fcriuendoie que.

Epigramma

llo

Quando -mi mandi Gellia mia talbora


v^i donar Lepre , mi mandi anco adire*
Ch'in fette d vedrommi (e d'bora in bora)
Tilt bel quella

Se vero

Ver

anco, e

Giurare

mangiando diuenircLj*

vita mia
fi

cotesto

fora.

potria fen%a mentirai

che non babbi mai mangiata

Carne di Lepre tu } da chefei nata

perche Aleflandro Seuero vfaua di mangiare temente

Lepre

fu chi con aldini vera" lo motteggijcomefcriue

il

Lam-

dleflandf
StltetQ

bench'ei fofic Siro di razza , non era


, dicendo s che
gratiofo , perche la carne dei
marauiglia , che fofle bello >
Lepre, ch'ei mangiaua volontieri lo faceua tale Di pi

gridio

&

Vi flato ancho chi ha detto > che fia nella Lepre certo non so
che con il quale fi poffano fare de gl'incantefmi amorofi > la
quale cofa non dice gi Filoftrato, chela riferifee, che non fia
ma bene danna chi la fa , giudica non degni di effere amati quelli li quali vogliono farfi amare sforzatamente in quefla guifa,& qui fnifee la fua tauola . Nella quale mi pare , che

&

fano molto bene dipinti


te l'ho ritratta
ti,

con

&

tutti

l'ali

mano
tra

con

di diuerfi colori

& quando n &


le

&

& io per quello fidamen-

gli Amori fono molcon i crini crefpi , e biondi , Se


quando hanno le accefe facci in

veggia

fi

fancmllini nudi

Amori

gli

accioche

hanno

che

& la fare-

Onde

Silio Ita-

l'arco alle volte

faette,& alle volte ne fono fenza

lieo deferiuendo come gli Amori accompagna fiero Venere,


quando ki and con Pallade , &c con Giunone in giudicio
dinanzi Paride ad vno folamente d l'arco & le faettc , e
,

fa che gli altri le ftanno d'intorno

tati

al

volgare fono

adornandola,

tali

&

verfi fuoi
I

Nnn

^illbora

...

..

SlltoItall9,

ImaginidciDci.

4^o
^

iAilrtra

il

bel Cupido

ch'affettato

Haueua il tempo gi de la gran lite~>,


Reggea con dejira mano i bianchi Cigni

Ch'ai carro de la madre erano giunti ,

Cui egli moHra

Da gli

homeri

Sol per

lei

la vittoria

gli altri
Le fono

che gli pende

e la piccola faretra

piena di pungenti tirali,

accennandole

De

l'arco

che per ci non tema

ma

ne va di certa

dimori ve^ofetti

intorno

e lieti

e chi raccoglie

e Siringe

1 biondi crini da la bianca fronte

^Apuleio*
ta
li

In vaghi nodi

V&fieUa >ecbi

la cinge

chi la fotti veSle

oue ha bifogno

Apuleio, quando fa comparir Venere in (cena accompagna


da gli Amori , dice, che quefti fono fanciulli bianchi/lmi
quali fcendono di Cielo , oueramente efcono del mare eoa

le ali alle fpalle,con le faetteal fianco

con

lefacelle in

ma-

no. Et, per inoltrare la moltitudine di quefti, dice in altro luoco, che vn popolo d'A mori accompagnaua Venere , perciochc
fonoquafi infiniti i defiderij fiumani, e quanto fi defidera,tan
to fi ama , di rado eonfiderando f bene fia > male, ma fola
mettendo mente contentare ogni noftro defiderio, bench
,

la

quale

Amor non prez-

za, mentre che lafciui piaceri tutto

fi

volge

fia difordinato,. e

fateti de

tAfflwi*

gli

centra

la

ragione

& perci noi

le

ga s, che reftiamo in fuo potere : & quello moftrano i lacci


che glifi danno Ma non pi di molti , ma ragioniamo hoi
di vno Amore folamentcfacendont ritratto fecondo che ce

hanno gli Antichi lafciato effempio . Platone > facendo


fuo eonuiuio, che Agathone laudi Are ore, e inoltri come
gli fatto* cosi dice . A more bellifimo , perche il pi gic
di tutti i Dei, & che fia vero,, Io reoftra ch'ei fugge la vec
nane
oAmore pi
fpefib venfempre , bench quefta fia aliai veloce ,
chiezza
giouine degli
natura l'ha
farebbe
dibifogno
di
fua
pii
tofc>,chenon
ghi
,
altri Deh
dice,
giouani,
prouerbio,qual
(taflene
tra
fecondo
e
odic>
ir*

&

&

il

chele cofe tra loro limili volontieri ftanno infieme

Egli e

''

poi

De gli Antichi

4^1

poi tenero, e molle,& prouafi ci nel

modo, che Homero pr- jtmore tencmolli


Atee voce Greca , & ro^e molle.

ua Ate hauere i piedi teneri e


la potiamo dire calamit j ma Homero la finge eflere vna ^yitiLj
Dea figliuola di Gioue, la quale turba le menti dei mortali , e
mette loro male in cuore , &c dice , ch'ella camina su per le tefte de gli huomini , ne calca mai la terra co
piedi , ik perci
gli ha molli,e teneri cofi dunque Amore renero parimente
c molle, perche non camina mai ne per terra , ne per farli , ne
per luoco alcuno , che fia duro , Se a/pero fi caccia tra le pi
,

noi

& delicate cofe del

molli,

no gli animi humani ne

mondo

in tutti

e ftail quiui

per habita

Quelle fo-

ma in

quelfedamente, che fono piaceuoli , e gentili ,


fugge i rozzi , e
duri, e tanto da lui lontana ognidurezza,che quafi liquido,
:

&

li

come

egli

perche f ci non fofTe

ei non potrebbe ann entrarui di nafeofto, & vfeirne quando vuole . Oltre di ci Amore di corpo
beniflmo fatto,& in ognifua parte cosi bene comporto, che
la bellezza fua auanza tutte l'altre, per la quale tra la bruttezza^ lui difeordia grande, & ha in tutta la perfona vn colore cos bello e cos vago , che meglio non fi pu vedere , di

dare,

l'acqna

come

va, ricercando tutto l'animo,

che fa fede il vederlo fpeflo habitarej& quafi fempretra fiori, dimore


anzi oue non fono fiori, non habita egli mai, de per ci di lui fiori .
rimangono prillati tutti gli animi, &c i corpi , li quali fono fen
za fiori di giouinezza, e di bellezza, ch'Amore non vuole Ilare altroue

che in luochi

belli

floridi,

odorati , e

lieti

Molte

ancora fi potrebbon dire della bellezza d'Amore ,


ma pi non ne dice per hora Platone , dal quale potiamo raccorre, che Amore giouine , tenero , molle, e delicato, di cordi buoniflmo colore . Pi minutamente lo
po ben fatto,
nella nouella di Pliche , quando racconta,
Apuleio
dipinfe
il
da lui hauuto ft con la lucomandamento
ch'ella contra
vede tale , che ha la dorata
rimirarlo
lo
a
mano
,
cerna in
altre cofe

&

&

chioma

tutta molle per l'ambrofia fparfaui fopra, il collo bian-

chirli mo, le guanae colorite s,che

paiono

di

porpora

&

bei

o crefpi , pendono parte per gli hoparte fi fpargono fopra la bella faccia ,
rneri bianchitimi ,
e fono cos lucidi , e tanto rifplendono , che non lafciano apparire il lume della lucerna, che ft loro fopra a gli homcri
crini in varie guilc ritorti

&

ha

tra

4^i
*

'

..

..

Imagirii de

Dei

n dtie ali fparfe di frefchiffi ma rugiada, le lieui piume delle ql


li , benehe ftiano ferme , quan* da foauiflmo vento tocche
muouono lieuemente, &c poi tutto il corpo cos pulito, & liW
cido,che non ha Venere da pentirti di hauerlo partorito-, l'arco
le faette fono quiui in terra dauanti al letto
la faretra,
Notigli lega Apuleio gli occhi perche non bifognaua forf , ch'et
dormiua all'hora , perche tenne con quelli , li quali non lo:

'

&

Tetrarca

fanno cieco, come il Petrarca


ne gli occhi della fua donna,
Cieco non gi

ma

quando ferme

e dice

faretrato

veggio

il

di hauerlo vinto-

>

'Nudo , [e non quanto vergogna il vela


Car^on con l'ali non pinto , ma viuo .

dofeo*

E Moico poeta Greco lo fa parimente con gli occhi lucidi^ infiammati, quando finge, che Venere lo vada cercando,

la

quale interamente lo dipinge

riconofea, lo pigli, e lo rimeni


feio poi

accioche chi Io troua

cui ella promette di dare

maggior premio anchora

8c

latina dal Politiano

Fu quefta

le

ba-

cola fatti

e tirata in volgare poi da molti

vn

ma me-

che habbia fatto M. Luigi Alamanni , voltandola in certi verri pari , che vanno a due a due &c
perci oltre, ch'io non haurei faputo, n ancho ho voluto pto\Amore fug- uare (jj fare meglio di lui , tk per fare peggio , mi fono feruit
'

;.

glio de gli altri

mi pare

gitiuo

luigi *Ala-

marni.

della,

fua tradottione

Mofco
dallo

Amore

Quello dunque

nome a*

che cos pofe e^li

fuoi vera*

>

fuggi tiuo di
fatti

volgari

Alamanni
Venere

il

Lsfmor cercando giua

figlio

chiamando dicea per ogni riua .


JL chi m'infogna ^Amor da me fuggito

Dono vn

Di

rhnenarlo

Ha

tal fegni

bacio in mercede

me

prometto

e a chi fi ardito

e giuro

Cfrafiai pi gli dar d'vn bacio puro

Ci)'' al

7<{pn

il

fanciullo

e tali atnefi

fuo primo apparir faran

pahfi

color

ma fembta

foco

Gli occhi ardenti

mouenti

pien di gioco

ha bianco

il

>

*.

Dolce

De
Dolce voce ,

gli

e parlar

Antichi.

crudele

7{ quel dentro vorria

Mentkor

disleale

Furor
Traditor

fiamma

Sempre

in

/V/te

danno

che mojra fiorai

efcher^a

e /ero

i7

po/f o

sferra

Acheronte

Ha

velato

il

penjier

il

in braccio Vluto

corpo nudo

'

<7e/Zo

e/

/ <pe//o

we^o de i cori

dritti

j/

vo/o

alloggia [oh

'
'

>

f /j/cco/' arco ta j ww n ,four'effo fempre


Vn pungente
Ben' breue

quadrel d'amare tmprcj*

lo slral

Vna faretra

ma il

cui offende

d'oro a gli

E fon l'empie faette ,

bomer pendei >

ond'io talhora

Impiagata ne fui dolente ancora .


t/ijpro a tutti , ecrudel , ma com'io veggio
il disleal' a* fuoi

Breue facella ha in

man

fa fempre peggio
,

ch'io vidi jfefio

Far nell'acque auuampar T^ettuno

slejjo

mena
E non hauer piet fe'l vedi in pena
Lagrimando reHar , pon mente fifo
Ch' et non ti fugga in quel, f moue rifoy
Se tu

Ma

il

puoi ripigliare a for%a

tu lo siringi alhor

Fuggi

Son

perche

di tojco ripiene

le

s'ei diceffe

Fiamma,

toccar

labra in ogni parte

Trendi quesle armp mie


\i\oti l'ardir di

il

Se vuol baciar te-)

rifiuta

il

vatten con
dono ,

efe

pcsle, tormento, e morte fono

i
*

odiato come auge Ilo, ardito, e crudo*

Hor' ?

> V?

P/cco/ &raco, c/m7, ra /e//o , e/o/fo


Ond'ei lunge auuentar pu vn dardo acuto
F/'w ne/ ta/J

d'altrui con laccio


,

^s$

veleno , e rabbia jpira

/ /rof e

/;,i

cortLj

e s'ti s'adira

gar^oncel

Crinita eg/i

il

Tocca quefto difegno buona parte della forza , e de gli


A more , oc perci lo fa di color rollo, de quafi accelo

effe tri <!'

per

ImaginidciDci

j?T Ti tonfo

SM

(timore

& da diri

*dmoY<Lj

, dal Tetranba, FZff


iiyufa+n* i~ /v

defcrhto da Filofrato

antichi

&

moderni

^2

8wr*

Degli
per tutto

kjuando

il

lo

Antichi.

4^5

onde torfe ne tolte l'cflempio il


Petra a , TctTtrcA* "
pofe fopra vno affocato carro > facendolo trionfa-

corpo

re, oue dice

Vidi vn

efommo duce

vittoriofo

Tur com' vn

d color

ebe'a Campidoglio

Trionfai carro gran gloria

conduca

Quattro deHrier via pi che neue bianchi

Sopr'vn carro di foco vn gavzon crudo

Con arco

Contra

le

mano

in

e conjaette a' fianchi

qua' non vai elmo

ne feudo:

Sopra gli homeri hauea

Li

color mille

e tutto

jol

due grandmali

altro ignudo

Dintorno innumerabili mortali,


Tarte prej in battaglia , parte
Tarte

Che

feriti

debb'io dir

>

da pungenti

in

vecift ,

il, ali .

vnpa(fo men* varco

Tutti fon qui prigion gli Dei di l'ano ;


E d lacciuoli inuumerabil cario

yien catenato Cioue man^i

al carro

Queft colui , cke'l mondo ihiama .Amore ;


tAmaro come vedi er vedrai miglio,
com' noHro Signor^:
Qitandofa tuo
,

Lftlanjueto fanciullo, e fiero viglio:

Ei naque

d'oto

&di

lafiiuia

bumana

T^iidrito

Imagin de

fi$

Dei

%{utrto di penjter dolci e fatui

Fatto fignor e Dio da gente vancu

Quale morto da

lui ;

qnal con pi gvaui

Leggi mena [u vita afpra

& acerba

Sotto mille catene e mille chiatti

Che moftra
accompagnato
Quefito

l'ardente defiderio
dalla fperanza

de gl'innamorati ,

raccende

fi

il

quafe

e s'infiamma pi

come dice AlerTandro

fempre,

in vn Tuo quelito , ch'ei fa perche l'eftreme parti del corpo de gl'innamorati lno
fredde talhora, e talhora calde
vuole, che di tutto quello
fia cagione la tema , Se la fperanza
Perche eflendo il cuore

che

fia

-,

&

&

manda per tutto il corche gli danno forza , Se viuacit j ogni volta eh1
egli da qualche dolore oppreflo , non folamente non pu
mandare pi vigore alle parti lontani , ma riuoca etiandio a,

la fede,

po

gli fpiriti

il

gi

di

roche

ne gli

amanti.

Ma

quale

elTere

pi forte a foftenere

il

chi fente maggiore dolore di colui

che tanto brama

Onde non

dolore,che
>

che teme

8c perci

marauigiia

eitreme del corpo fuo fono fredde talhora. 'Diucntano

calde poi,

quando

ei

fpera di hauere ci

che derider , mpefi apre quali, e

core per l'allegrezza, che fente all'hora

il

dilata, 8c alle parti lontane

fi

il

non potere confeguire quello


non douere edere mai lieto

le parti

J\pjsore

mandato per

l'opprime.
di

fonte della vita

il

manda

fegni dell'allegrezza fua

che fono viuaciflmi fpiriti, li quali rif caldano tutto ii corpo ,


Se lo fanno colorito , come pur dianzi dicemmo di Amore . }
Bench vogliono alcuni , che la rofTezza ne gli amanti venga
6*
to ft dalla vergogna , quafi che l'animo confapcuole a se
p
di feoftarfi dalla honeft, quando alii piaceri del corpo atten
Se quelli derder folamente, voglia naiconderfi e perci e
me che cuopra con vn colori co velo quella parte, oue ei pi
moltra fparge la faccia di roflore , ma benifsimo pare a me %
che feopri il potere, S: l natura di Amore, quel Poeta altri;
che Ci folle, il quale in vn (emetto va deferiuendo che cola egli
fi la
in line concludendo, che egli imponibile dicauarneliv
Il fonettopcr elfer artinciofo > Se vago
vera interpretatione

nii fpinge a porlo

qui fotto, Se dice cosi

t^tmor

De
K^dwor

vn non so che

Antichi.

gli

^6j

vien non so d'onde

Ubtandollonon so chi , non sa in cbe modo


T^accjue non so dir come , con cjual frodo

Ver
Quitti

fi

s slefio confufo

pafee

nodnjce altronde

fi

Viue non so

di che

Si gloria nel dolur


so come bor

"b{

Ferifce non sa

come

'hip ferita

fet ito

E'I

Col cor non con

(i

in

no>i

/copre

rne^o

il

core

najcondcj

fi

o (angue

modo

in f

hor

,.

non pretta lodo

,
,

n fe%no

appare^

da lui viuendo nora^s.


la

lingua fa parlare

tace dentro,

Hor

confonder

e altri

<&

chi sa queslo

pon

ftlentio fuor e

pa^p interpretare^

Cupido con tutti i Tuoi amen* fono cos inl doue Virgilio fa , che Venere lo prega
a. trasformare in Afcanio , quando ha da edere condotto a Di
done. Dipingef Amore fanciullo perche non altro che vn
pazzo deriderlo, mentreche alla libidine folamente inten to

Le

parti poi di

terpretate da Seruio,

-,

Spofitione di

%4more_j.

gli innamorati cos mozzo , ik imperperche


fetto , coin quello de'fanciulli , la quale cofa inoltra Virgilio Virgilio .
il

in

ragionare de

Didoncj quando dice>


Incomincia talhor* a ragionarci

Ha
li

poi

nel

l'ali

meTg

[affa

per moftrare

a mutarli di volere

vedere

del dir

la

come

s'arrfltLa

leggierezza de gli amanti pre-

nella

medefma Bidone

fi

pu

quale apprefTo di Virgilio pur' anche penfa di d.ire morte a colui, che prima annua cotanto* E Tcrentio benifsimo moftr la poca fermezza de g, 'innamorati , quando
,

la

difTe rQuefti mali tutti

micitie

tregua

fono

in

Amore,

ingiurie, fofpetc, ini-

guerra, e pace anco poi

pofeia che ha raccontati varij

Terentio

Onde

e diuer/ affetti

il

Petrarca

amoro/

conclude,

Ooo

cos

Tetrarca,

Imagini dei-Dei*
Injomm*

sa

come incorante

Timida

Che poco
Porti
veloci

,.

vaga*

molto amaro appaga

Amore le laette,ouero perche que.de parimente

nfempre vanno a

habbiamo

ferire

,.

Tno

oue fono indrizzate , come

dstto.de gl'innamorati, che fono prefti^mi a

mu~

nfempre ponno artiuare,a queJlo,che pi bra-.


mauano,oueramente,percheconie elle fono acute,e pungono
cosi le punture della confcienza dop l'ha nere peccato, ci trafiggono l'animo , che dop il fatto conolce di hauer operata
tarli di

dolce

de gli amanti ,

ardita vita

male.

volere

O pure s'intende per le flette d'Amore la preftezza,con


Percioche ad vno fguar-

ch*eg!i fctnde nel'caore de* mortali..

do folam-ente,renzaquafi

auerderenejrefta

to acccfo dalla bellezza altrui

che

gli

l'huomo talhora

tart

pare eiTere gi tutto di

fuoco
fece

La quale cofa>credo io,che voleffe moftrare colui, che


.
Cupido con il fulmine in mano-,, che- non li sa ehi e'fofTey

come ferine
Vn

Plinio

che

tale n'era -pa rimte in

lo

&

portana Alcibiade nello feudo ,


nella Curia di Qttauia,jl qua^.

Roma

p feia eh' egli


raodcmofrarela
bellezza di lui, che fa beliiffi ino, qua fiche come Gioue,dicui
proprio il fulmine, il maggiore di tutti gli altri Dei,cosL d'i
bellezza andaflfe fopra a tutti gli altri di gran funga. Ma fi pu

le

diceuano alcuni

che fu fatto per Alcibiade

,.

cos lo portaua nello fcudo,volendo in quel

dire anclora ,,& forf meglio, che colui fa parutoreiie


F&r^t- t *&-

more -

face

non

moHd intieramente la forza dello amosofo

& che perei pol in mano a Cupido


quello

il

fulmine

>

vna

ardore >

eonciofia che

non

folo arde le eofe r che facilmente abbruciano , mai


quelle anchora fubito incende r alle quali al tra fuoco non cos

toflo

attaccherebbe

>

rompe,

e fpezza ci

che troua, che f

pure quanto voglia faldo>e duro,& penetra


con mirabile prestezza in ogni luoco Le quali co f molto bene fi confanno alla forzaci A more , il quale in gentil cor ratto s'^ppiglia,egli dun,& opinati rompe,e fpezza, e con miragli

opponga,^

fia

..

Tropertio,

Girolamo Be
niuiem

bile pretlezza ouunque vuole penetra , come dice Propertio in


vna Elegia , nella qualeci dipinge Amote,fattagi volgare da
Girolamo Beniuieniin terza rima,& quella.

2^0

De gli Antichi

4*9

5g

&

potenza
?TJ imagini dimore fignificanti li varij effetti
d'amore , </<:/ e cuori nobili
gentili facilmente ha

&

M*

&

e-

luogo, ey

ffi\
-

cora quanto facilmente

'

lafciui

&

li

duri

ojinati
fi

jpe^a

& rompe, dinota an-

lanciamo adefeare da gl'affetti

libidinof muffirne in giouent

Imaglni dei Di

47^

7{pn fw' al tuo parer maraugliof(Lj

Le man di quel ,
Qualunque e' fofe

QueHi

la natura

e come fuor d'ogni ragione

Verdon

x^dmor piangendo pofe

amanti

de* ciechi

Conobbe

eh' in gouenil figura

lor

primi ben per leggier cura.

7{ ha Vali gli homer fuoi fen^a cagione


Che da quefo ,, e quel cor lo fan volare,

Terche

quelle dirne' >

in cui fuo nido

poo,

Mentre per queslo tempefofo mare


Corrati*

Son

dall'onde alterne ributtate

csi

che giamj

'

fermare^.

-fon
.

"*

'

arcyfitoi incttru ,

Che

ila

le faette

'

'

hafnaie

gli homeri fuqi fofpefe pendono

Ond^^t ha jeMpte

>

fi

""

''

le

fue mani armate

Certo nut'aUrt? noftrtlufr pretendono,


f

'f

Cufido con
orthna

la

SMpckeyVpfz

l vent fcojse

in

eh''alcun

mt^o ai

di lor s'accorga ,

<?

cor fuo feendono

Trouo Cupido alle volte anchora fatto in altra guifa , e


con l'arco, come appreflo di Paufania, il quale fcriuendo
Corinco dice , che quiui fopra il tempio di Efculapio in cere
cappelletta tonda di bianco marmo era Cupido,fatto da Pai
fa dipintore, chehaueua gettato l'arco , Se le faette,& tenei:
vna lira in mano. Et il medelmo ragionando dell' Achaiad
ce , che in Egira Citt di quel paele era certo piccolo tempi
oue ei vide Cupido ilare lato alla Fortuna,volendo moltrare cne quefta anchora nelle cofe d'Amore pu affai benchegli da s tanto polla , che vince tutte le pili oftinate voglie
{pezza ogni indurato cuore, egli animi pi fuperbi , e pi feroci fa dincntare humili , &c manfueri in modo, che volentieri
poi porgono le mani gii amoroli lacci E putito forf volle
:

>

iiiOlra-

'

De

gli Antichi.

47 1

inoltrare Archefilao laudato perci da Vairone affli

come

bench dicono alcuni,chelo laud non per questo , ma per la bella arre , e per lo gran giudicio , eh* ci moftr
nella fcultura , quando di vn folo pezzo di marmo fece vna
Leonza , con la quale fcherzauano i pargoletti Amori , de d
loro alcuni la teneuano legata , alcuni leporgeuano vn corno?
Sc voleuano, ch'ella vi beeffe dentro,e la sforzauano a farlo, Se
alcuni altri moftrauano di volerla calciare Tra tutti gli animali il Lione fericillmo > ma dicono poi chela Leonza
<i pi feroce animo ancora , e pi crudele affai ,
perci quefa fece Archefilao per efprimere meglio la forza de gli affetti amorof
Li quali furono molto bene ancho moftrati da'Poeti,quando fnfero Marte ftarfene follazzando in braccio
Venere la imagine della quale infeme con quella delle Gratile delle hore , che andauano con cortei fempre , aggiunger quella di Cupido , accioche non /la il figlio fenza la madre,thabbia la madre cos tra quefte mieimaginichel'accom
|>agni come hebbe appreflo de gli antichi
Adunque perche
tanto pu Amore, fu detto vincere tutto come che nullo alfcriue Plinio

&

tro lui fa pare di forza

ceffegi pur' anche il


Il

che tirato

alle

e fnfero perci le fauole, eh' ci vin-

Dio Pan,che l'haueuaprouocato prima

cofe naturali, lignifica, che la natura vniucr-

fale facitrice di tutto inoltrata per Jo

Dio Pan,quando comin-

ci da principio ad operare,cominci parimente dilettarli di


quelle cofe,che faceua,e feguitando pei quali inuaghita di quel
le,h cercato fempre, etuttauia cerca di adornarle pi, eh* ella

dunque ,che prende la Natura delle


venne comeprouocare Amore: il quale pot tanto pi di lei , che f la fece foggetta in modo , ch'ella fa
Da chenafee la concordia de
folamente quanto piace lui
E le
gli Elementi tra loro diuerf allageneratione delle cofe
anime, come vogliono i Platonici, Icendono parimente per
Amore di Cielo qua gi ne' corpi mortali, hauendo gi per lui
contratto certa aftcttione,& dcfiderio di quelli, s come rimontou

Per

la dilettatione

cofe da s fatte

tano poi in cielo , quando fpogliatef in tutto l'amore terreno , l riuolconoad amare lecolecelcfti folamente Et perche
diilerogli confidcratori delle cole del Cielo ,che vi erano due
porte , per le quali paflauano le anime humane fccndendo di
.

cielo

Cupido vnci,

f QJ e

fi -pan

ImaginideiDet

47 4

& era detta quefl*

cielo in terra, e ritornando di terra al cielo*

de

gli

Dei, quella de

gli

huomini

lui

& perci chi lo

voleua Orfeo, che

Amore

che non vi fi poteUe pallore


dipingere ancho con le chiaui in ma-

tenefle lechiaui di quefle porte,

fenza

no , potrebbe rendere la ragione , perche cosi l'haucile fatto


Ma non ftato Amore di tanto potere pero Tempre > che altri
non habbia potuto pi di lui ancora alcuna volra,come Ausonio moftra in certa Aia fittione , la quale io voglio porre folo
per dare con gli fchernij co i tormentile ccn la croce di Amore fine alla fua imagine, vendicatomi a quefto modo , poi che
altro non gli porTo fare,di mille ingiurie,ch'egli mi ha gi fat*
te , e mi fa tutto d . Perche non poca la vendetta, che fi piglia di chi fa male, raccontare le pene fue>
i fuoi difpregi, 8c
pare che confoli affai ricordarfi,che quelli parimente fiano flati in grauiffimi pericolali quali furono gi, e tuttauia fono cagione altrui di penofa vira . Fa dunque Aufonio,che Cupido
non feneauuedendo vola/Te l,dcue Manno quelle anime,le qua
li per Amore vfcirono di quella vita miferamte, eche pigliate

&

j,~~+~
^tmonormen
-

tato

d loro folfelegaroje
6 , porto come in.croce (opra vn'alto mirto,
,
r
v
e mentre che quelte li propongono ameni tormenti, viene Vele
di
mitigare
adirate
nere > la quale non iolamenre non cerca
alme contra fuo figlio , ma fi melra aduata rnch' ffa centra
,

..

<

firanamen
pregano
perdonar
te s,che moue quelle piet ,
lciogliono
lafcianeio
gli , & effe parimente gli perdonano ,
io:
ma
poi
che
tuthauereigi
fatta
dolo andare, cofa che non
f
ne
potepigliarono
altro
non
,
te erano donne quelle,che lo
Ua afpeftare . La cofa nel Latino , molto bella , non so che
di lui,e fatte alcune sferze di rcfe,e di fiori ir batte

quali

le

ria di lei

nel volgare

gua,echi n

fi

ma chi sa

Latino

Contenti di quelta

re per hora,fin che

3^c

venga chi la

la

ch'io

ritiri

leggala nella lua

ho

lira

ridotta al volgare

in miglior

forma

metti campi , dotte i verdi UMirti


Fanno lajdua ombroj eh* in f chiude
G* innamorati

&

infelici jpirti

E*an l'alme , eh' in s fur empie , e crude


Ter troppo amar altrui , fi ch'anni tempo
De lafpoglia mortai relUro ignuda .

EU

De gli
Bla memoria

del paffuto

Antichi.

47

tempo

Bjnouando mof,raua ciafeheduna

Come

e perche

Ha la granfelua poca

mor

per tempo

cos

lucere bruna,

Come ialhor , cb'ofcuro vel nafeonde


K^A noi le bianca faccia della Luna ,
Taciti Lacbi

>

che le torbide onde

T^pn moftran mai\e fiumi lentia cheti.

Che

Vaer

slretti

caliginofo

van tra le fiorite fponde

par che vieti

Ogni allegrer i fiori,che fon quui,


S ch*vnqua nonftponno moftrar lieti}
I quali furon, mentre ch'eranviui,

Giouani tutti difomma belleT^a,

Che ne
Tfarciffo

reslar miseramente priui.

chi

di s tanta

vagher,

Vercheft crede vrtaltro,

e'I

Cui morte d chi pi l'ama,

bel Hacintd,

& appresa.

Croco da laurea chioma, adiate vinto

Dafdegno
Lafcia

fedone ,

il

s,

che dandoft nel petto

terren delfanguefuo dipinto

che gi tante volte slretto

Da la madre d'amor fu

nel bel Jena

Cogliendone piaceuole diletto,

Et bora fatto

fior

Diporporeo

orna

il

terreno

color con altri affai

Ond' di varjfior quel luoco pieno,


rimembrando i gi paffatiguai ,

Le lagrime, i fofpir,i me sii amori*


I dolor ofi accenti,e i trifli

Bjnouano con

quelli anco

lai,

dolori

C hanno fentiti all'vltima partita,


Quando lafciar morendo primi ardori.
Tra quesli.e le verdi bcrbe,ond gradita
La denfa felua,van le donne antiche ,
i

Ch'amar mistamente in quefta

E fanno

vita.

prona allhor quanto nimichi

*A ssleffe fur gii, mentre che fino

Ppp

Me

Imagini de

474

Dei

ji le voglie d'amor gi troppo amiche*


K\Moflra piangendo Sem de, a che duro

Vanito [offe quando fulminata


Troduffe al mondo

vorrebbe poter non

Compiaciuta

il

parto non maturo*

efier fiata

di

queUche

chiefe

Gioue

tAlbor che da Giunone fu ingannata*

Onde fi fcuote,e con

la

mano moue

Spefio la vette ,e faffi vento, e finge

Che la fulminea fiamma fi

rinoue^?

Iraydifdegno^e graue duolo attringe

Cenidapoi che femina fi vede

Di nuouo,e

in vifo l'animo dipinge*

Trocri vicina morte in terra [tede,

Le piaghe afciuga,& alfuo feritore.

Sema pur'anco Vamorofa fede*


Col lume in mano vinta dal dolore ,
Salta nel marlagiouane di Setto

Oue affogato vede

ilfuo

amatore^

%
,

3^ di lei mottra hauere il pie men pretta


Sapho falire fopra il duro fafio
Ter gittarfi ne Ponderi dishonetta
*/4mor,ch' infam Cret t lento pajfa

jLndarfa

l 'infelice\che fi

Chefifia pojo

il

duole

corfuo cos baffo y

Emo/Ira vn bianco Toros e dop vuole*


Che non meri delfuo error fi vegga quello*.
Che per *Amofhan fatto le figliuole,

Ter le quali

Da

refl

morto

il

fratello

chi lafci di lor l'altra fu*l lito,

Efecotraffe l'altra,che del bello

Uippolito hebbe

il

cor gi s inuaghito;

UHa non potendo poi

trarlo

afue voglie%

Tanto l'odio, quanto l'hauea gradito.


Tarche Laodamia s'allegri^ deglie
De* falfifogniin dop la morte
Del juo protefilao pi viuer voglie*

Et

altre poi,le quai con braccio forte,

^infelici

De

.'

gli

Antichi

Vnfelc alme traforo de

^7j

petti,

OWofiranoi duri ferri, onde fon morte,


Tisbe quel del fuo fpofo,i cui diletti
Stmoroji da forte troppo fera,

Quando menft douea,furo intercetti,


Canace l'hebbe dal fratello,
era

&

De l'hofpite quelli'altro,t'hauea Dido,


Che gi noHafcia

accio, ch'ella ne pera*

E com'b detto gi il publico grido,


Quiui mostra

la

Luna,

ch'ella fpefio

D'EndimionJcefe a l'amato nido.

Ti

di mille altre poi ventano apprejfo

Mostrando ciafcheduna quel, c'baueua


Gi per jlmorcontra di s commejfo*

E mentre che ciafcuna fi doleua


De'fuoi antichi danni dolcemente

CheH lamentarft
Ecco che

vieri*

in parte

il

duol

riletta

inauedutamente

Battendo l'ali per

la felua

ombrofa

tAmor tra quesla addolorata gente^j*


La mal, bench fta quafi come afcoja
L'ardente face,e la faretra d'oro

Varco, e

li

[irai

per

Lo riconofce nondimeno,

l'aria nebulofa 9

e foro

Subito quelle donne tutte inftem

Ver

tenere

ilcommun nemico

lor*

Cui Varia humida t e graue cos preme


L'aUi,cbeH ?niferello,che fi sforZ*

Tur

di fuggir, e de

In vano s' affatica,

fi

nimici teme>

rinforza

V impeto femmle in modo tale,


Che vinto f ne

resla in altrui for^a

Era ne la gran felua vn Mirto, quale


Era il tormento di chifofe slato
Ingiuslamente altrui cagion dimalcj

Oue gi da Troferpina

legato

.Adone fu punito dell'hauere


Ter y enere l'amor di lei fpre^ato.
Ppp x

K^iqueflo

fmagini de

476
vi quefo vengon

Dei

tutte le j tuie*

E wefle dentice
Qual fanno a

>' lor tranno

L^Smore%

l'alto tronca /ottenere*

Gli hanno legati e mani, e piedi e fuor e

D'ogni vfo di piet cercan di fare


T^el mi/ero contento

lor furore,

il

Vaccufan tutte, n pero trouare


Sanno giufla cagion di dargli

Ma giujlo falche fia


Ond'ei

fi

penti

quanto lor pare,

andar per ogni vena

[ente

yn timor freddo, che l'agghiacciale turba


gidferena,

il mefto duci la faccia

Toi che fi vede

La

in

mano

a l'empia turba,

qual'incolpa lui de

propri errori*

Et ogni legge,& ordine conturba

*A

lui ciafeuna

improuera

dolori

De la pajfata morte,e poi gli

dice,

Com'io gi,cosl voglio,c'hor tu mor,

Epenjano

di far lieto 3 e felice

Tutte loflatojorfefan vendetta

Di lui,come lor par,f ben non lice,


Ter moflrano quel,ond'inteicetta
Fu lor la vita, e nel medefmo modo
Che fi tormenti ^Amor

ciafeuna affretta.

Torta queHo vn eoltetto,e grida Hodo,


Che fia quello ad 4mor tormentone morte,
Quella moflra d'vn laccio il fado nodo
Quella altra par>ch*afiai

fi riconforte

Moflrando i caui fiumi,perche fperai


Veder'in altrui l'vltimajua

Chi

l'erte rupi,chi l'irata,e

Onda

del

forte*.

fera

macchi moflra il mar quieto,


ch'amor pera,,

Secondo che pi brama,

^Alcuna dice -Mora far pur lieto


il mio cor con la morte di quefio empio,

Se

la vendetta

me flefja non

vieto*

ucfte fiamme faranno il crudo feempio


fcuoundo l'ardenti fiamme vuole,

Ch'Ernst

'Degli Antichi.
Ch\4mor

del fuo

KJMrba fsoprendo

la

..iorir

477

fu nuouo eflempio

matura prole

Squarcia il bel ventre t e piglia poi con marti


Le lagrime >ondemef* ancborfi duole*

quelle arditamente di lontano

Ve) fo lui /piega\che di s pauenta,


Vedendoft a partito troppo Jlr ano,
^Alcuna di fchernirlo fi contenta,

Moftrando perdonargli^ che quell'ira


Chebbe gi contra lui tutta fta /penta

Ma lo fcberno ben tacche ne fofpira


^imor non men,che

Ch

s ajpett<ifie morte,

Tercbegraue tormento feco tir y


UH pungente ,e forte

da far vno

Spicciar fuor de
Il

fangue,cbe

le

membra

le rofe

delicate

hebbero infort<Lj

Oueramente cbeftano infiammate

Con lumi accefi quelle belle parte ,


Onde fon le perfone generate
.

La bella Citberea^ch'era in difparte,


Quando intende del figlio Jieta vuole
jlncb'cffa hauer ne'fuoi tormenti parte

idluifubito vienine come fuole

Tiaceuol parla,ma turbata in vija


Gli accrefce duolo ,e tema con parole

Chiamandolo cagion d'ogni fua

trifa

Fama,e li grida, ahi federato fai


Ben turche per tejol biafmo s'acquisiti
Toigli improuera quanto fece mai ,
Gli adulteri] di Marte , ebefeoperfe

*Al del Febo con fuoi lucidi


il

rat,

membruto Triapo, che te aperfe


il ventre configura dishonesla t

Di che non poco feorno gi fofferfe,


Vter mafroditori cui nome anco resla

JL chi d'huomo>e di donna babbia l'infegna


T^ veramente fta poi quel t n quefia.
empio Erke x del qual'ellafi degna

Ter

tmagini de

47*

Dei

Te r

la fua crudeltade , e c'habbafatto


Ch'a slar con huom mortai pi volte vegna

N del dir

ft

contenta

ma

con atto

chi gailigar voglia

Di

il

proprio errore

cb'ad errar gi Vhabbia tratto %


Raccoglie infteme vno , G? vn'altro fiore

In colui

le

vermiglie rofe

con le quali

Voi batte il meHo , e fconfolato dimore


tanto gli n d , che de'fuoi mali
Quelle donne diuennero pielofe ,

Che pria gli minacciar pene mortali


Ter

la

pregar tanto, che depofe

La

bella

Che mal

madre
contra

l'ira
il

>

il

graue [degno

figlimi gi la diftofe.j

ciafcheduna dice ejfere indegno

x^dmor di tante pene, e che per lui


T^on giunfe alcuna mai al trisofegno
D darfi morte ma che furo ifui
fati cagon del miferabl fine

Che desinar cos , difef , di nui,


Tlacata dunque Vener le meschine
ringratia del petofo offitio 9
Donne
IIH
Toifcoglie il figlio con le man diuineJl
Quel gi fcuro dal crudele efttio,
Che gli fu apparecchiato , via fen* vola .
Cos fofs'egli andato in precipito

T$ pm

di lui sydiffe

mai parolai

Vener

De

Antichi.

gli

47

VENERE.
RIMA

che difegnare la imagine di Venere


voglio fare vno fchizzo della natura fua, per
che fava di non poco giouamenco conotce-

re la ragione di diuerfe cofe

r poi
le

me

ch'ella

rij, e gli
il

la

Fu dunque Venere
Dea della libidine e

mandaife nel cuore de

chea

appetiti lalciui, e

defiderato

compimento

mortali

quelli

con

4
,

che in quella difecondo le fauo-

della Iafciuia
i

co-

Dea

l'aiuto fuo

Onde la fecero madre

fi

della Ubi

din,Cj

libidinosi defidc-

dette

Amore

di

perche non pare, che fi congiunga quafi mai huomo, e donna


infieme, f quello non v'intrauiene
a coirei dettero pari:

mente

gli antichi

oltra

giungimento
figliuoli

re

s ch'ella

delle

noz

fanno , acciochene feguiri il carnale coonde ne habbia da feguitare poi lagcneratione

ze,percioche quelle

dei

&

Himeneo,e Giunoneja cura

Fu

fi

la bellezza

ancho.ra data in guardia

potette darla, e torre cime pareua

lei

Vene-

Ma fc-

, "le
quali fotto il nome di quefono in diuerfi modi lignificate , ella inoltra quella virt occulta , per laquale gli animali tutti fono tirati al
derderlo di generare . Onde quelli , li quali vogliono , che
l'anima humana di Cielo feenda ne l'corpi noflri, e pattando
di sfera in sfera tragga da ciafeheduna di quelle affetti particolari, dicono, che da Venere ella piglia l'appetita concupifcibile, che la moue alla libidine,& i lafciui defiderij, e firmo
ancora alcuni , tirando pure le fauole alle cote naturali , che
Venere, Giunone, la Luna,Proferpina, Diana, St alcuncaltrc
fano vna Dea fola , ma fiano tanti i nomi, e cos diuerfi, perche tante fono le diuerfe virt , che da quella vengono, come
fi vedr anchora per diuerfi difegni della lua imagine , comin-

condo
fta

le

Dea

cofe della natura poi

eco *'
,

'

naturali

ci

ciando da quello, che riferifee il fuo primo nafcimcnto;pcrcioche raccontano le fauole, ch'ella nacque della (puma del ma- +j r
a c ; ntCnt0
,V
re, hauendoui Saturno gittato dentro i tetticoli, ch'ei tagli
L"J *
Celo fuo padre La qual cofa hanno cipolla molti,cpiu chiaramente forf di tutti Leone Hcbreo ne i fuoi dialoghi di A ino
.

re

Imagni de

Dei

Jmgine di tenere nata dalla fpumma del mate deUabele^ ff


^a dea della libidine, madre d'amore, coronata di ro- e&&

QC\

f a lei jacrate, [imbolo della lafciuia,qualf anco tentita dea delle hotge
del matrimonio., inteja per il pia-

Yfdn

nela di tenere, detta ancor Lucifero,

&

duce

la virt

generatiua nelle cofe

&

becero, che in-

Oo
ff

h&
06

Re
fre

.Volendo dunque

ta del

mare,

la

g!

Antichi.

481

moftrarc, che Venere fotte na


dipingeUano,che ella quindi vfciua fuori dando
gli antichi

jn vna gran conca rnarma,giouane, e bella, quanto era poflbile di farla, e tutta nuda, eia faceuano anchora ch'ella f n'anda-

Ua

Tuo diletto

lo qucfto U

nuotando

mare Onde Ouidio nfguardan OudU,


Nettuno

pel

Fa cos dire

Et ho che far'* anch'io pur qualche cofa


Tra qucHe onde , [e vero, ch'io fia Slot
T^el mar gi denfa jpuma , dalla quale
Ho hauuto il nome > c'hoggi ancora fetbo .

Perche Aphrodire la chiamarono i Greci dalla fptima , la ***) r,


Q
^uale efl noniinano con voce da qSLiefco- poco diilmile. Virg- y; nir
r
Q
lip parimente fa, che Nettuno cosrifponde.a lei , quando ella
Io prega che voglia acquetare nomai la rempefta del mare,

hde

il

fuo JigliuoloILnea era gi tanto--trauagliato.

GhHisfimo

Onde

che tu

Ti fidi

n* regni miei

vnd' torigine tua prim<u

fra gli altri fimulacr

che furono nel tempio di Gio-

fceappreflo de gli Elei in Grecia ,come ferine Paufania,ve ne fu

vno

Venere che forgendo del mare era raccolta da CuAlcuna volta poi fu per Venere fatta vna belliflma
donna con vna conca manna in mano , e con vna ghirlanda conca mirini
di rofe in capo , perche le rote fono proprie di quella Dea , ^ aia tenere
come dir poi rendendone la ragione , e la conca marina moftra femprc , che fia Venere nata del mare
in mano ch'ella l'habbia , o pure che vi fia dentro co i pie
Bench vogliono alcuni , che perche la conca marina nel coito tutta
s'apre, e tutta fi moftra , fia data Venere per dimoferarc
quello , che nei Venerei congiungimenti fi fa > e ne i piaceri
Alli quali , fia perche quella parte del Ciclo cui
amorofi
pido

di
.

>

foggetta

coli volefl

tanti per altro folle tale

dita oitra

modo

,
,

o pure che

pareua che

natura de

l'Itola di

e perci diceuano quelli di

gli

habi-

Cipro

folfc de-

Papho

Citt di

quella Ilbla, che vfeendo Venere del mare app.iruc prima appreflb
Qjj

Imagini de J Dei

^8

Tempie di

V enere in Tbafo Citt di Cipro co bierogtifico lei

&

Cf fua natura dimofrate,carro di renere tirato da Cigni


dacoldbe lei [aeratilo la fua imagine jopra dette carro nu
grafie [econome

da co

le tre

pomi

d'oro in

li

Saffoni la dipingeuano>e tre

vna mano,& vna palla

toro farci via alla lafcima,dinota


rio carnale

per generarci

il

nell'altra

tutto

il

dimoHra

naturai deside-

t)e

gli

'48$

Antichi.

onde l'adorauano con grandiffima ruercnza ,


Se era appo coftoro vn tempio dedicato a lei , nel quale la Tua
ftatoa non era come l'altre fatta con figura humana , ma certa cofa rotonda, e larga nel fondo , che verfo la cima fi vernila ftringendo a poco a poco . Della quale , come riferifee
Cornelio Tacito > non pare > che fi fappia alcuna ragione. Crneli T*oPure io mi ricordo di hauerc letto , che quefta figura rappre- cito .
fenta l'ombilico del cor p humano, & data a Venercperche
fi crede, che la libidine alle donne Mia, e cominci in quella
parte . Ma quando anco quello folle vero , che diremo poi del
fimulacro di Gioue Ammonio , il quale in certa parte di E- cioue Jlmm*
gitto era medefimamente fatto in quefta guifa , come nella
w j 0#
fua imagine fi pu vedere. Io voglio credere, che qualche mifterio conteneflfe in f quefta figura , quale non vollero dire
forf i primi , che la fecero , per dare da penfarui fopra a
quelli , che veniuano dop loro , perche quefta fu fempre la

prffo di loro

opinione de' pi antichi , che ben fatto folle nafeondere le


cofe della religione , moftrarle in modo , che non potefTero efTer conofeiute , f non da chi vi metreua grande ftu quelle folamente attendeua , parendo lodio intorno ,

&

ro , che in quefto modo doueffero eftre pi riguardate affai da tutti , Se hauute in maggiore rifpctto , come ho detto
altroue. Egli fu poi dato parimente a Venere cornea gli ai-

Dei vn carro , fopra del quale oltre alla conca marina elandaua e per l'aria , e per lo mare , & ouunquc pareua
lei. Bench Claudiano , quando la fnge andare alle nozze
di Honorio e di Maria , fa che Tritone la porti fu la lubriE perche ciaca fchiena facendole ombra con l'alzata coda
fcun Dio ha animali a f propri) , e he tirano il fuo Carro, quel
di Venere tirato da candidiflime colombe come dice Apucri

la

Carri dati

Dei

alt

perche quefti vccelli pi di akun'aitro paiono eifere cona lei, e fono perci chiamati anchora gli vccclli di Venere , imperoche fono oltra modo lafciili ne tempo alcuno dell'anno , nel quale non illiano inleme e diecfi , che Colombe, *c-

leio

formi

non monta mai il colombo la colomba clic non la baci prima come apunto fanno 'gl'innamorati. Eie fauolc raccontano che full colombo tanto caro a Venere, perche l'criltc,

la,

Ninfa gi molto amata da ki fu mutata

QjJ q

in quello vcccl-

io

celli

di

Ve*

nertLs.
fattola di

riflera*

Ve-

Jmagini dei Bei

484
MUal

. Oltre di ci Eliano moftra , che le colombe fodero confi


crate a Venere da quello , che in Frice mnte della Sicilia e

lo

rano

celebrati alcuni d di fella

a li

quali chia marnano tutti

Siciliani giorni di pallaggio

che in qu
, perche diceuano
Venere palTaua nella Libia * e perci, in tutto quel paef
non l vedeua allhora pure vna colomba come che tutte fot
fera andate ad accompagnare la Dea loro Da indi poi a no^tnacreontcj ne di f ne vedeua riuolare vna dal mare della Libia bellifl
ma enon fatta come l'altre , ma roda, come dice Anacreon*
te che Venere * oue ei la chiama porporea dietro quella ne veniuano poi le torme delle altre colombe Onde cclebrauano quelli del monte Erice allhora , per efere quelle
gi ritornate 3 li giorni del ritorno % facendo quelli che erano,
ricchi s belli % e copiofi conuiuij ; come riferifee Atheneo
Tirauano etiandio i Cigni il carro di Venere che HoraCigni dada.
o (a perche quella
tio x Quidio e Statio cos lo mettono
Venera*
mo
che
a
ninno
innocentini
male o la pure;
e
fa
vccello
,,

ili

,.

3.

,,

,,

&

a gli amoper la foauit del Tuo canto , perche alle lafciue


gioui
affai
quella
pare
che'l
canto

Dea fatpiaceri
Fu
ro l
3
>.

Venete pente

nuda per inoltrare , cerne vogliono alcuni x quello a che;


fempre ella apparecchiata che fono i lafciui abbracciamenta

3,

nudai
ti ,

e perche quelli

perche chi va

pnuo

godiamo meglio nudi che


>,

veftiti

oliera

dietro fempre a'iafciui piaceri,rimane fpeflo fpo

ogni bene,percioche perde le ricchezez , che


donne diuorate , debilita il corpose macchia
tono
Obruttura
, che niente le rella pi di bello .
tale
l'anima di
ueramente l faceua Venere nuda per dare a conofeere che:
i furti amorol non ponno Ilare occulti % e f pure vi Hanno,
e fpeflb. auuiene ,che:
qualche poco , l fcuoprono anco poi
fi
vi
meno
penfaje
f ne dubita meche
allhora
>
mollrino
u

che
altro
hauefl
Praftea
quello
mentre

,
no * Onde
a
fece
quelli
Gnido
Venere
di
vna
tutfcultore
nobile
quel
le
bianchifmo
tanto
molti
bella
che
namarmo

di
>
nuda
ta
uigauano in Cipro tratti dal defderio folo di vedere quella Ila
gliatoj.e

di.

dalle lafciue

,.

>,

toa

della quale

legge

cheli

innamor vno

stAmmimco

s fattamen-.'

che non hauendo rifguardo pericolo alcuno ne adaL


cun male che gliene poteife intrauenire , fi nafeofe vna not^
abbraciandola ftringeate nel tempio > otte ella ftaua .
te

,.

,,

lofa*

&

'

'"-

dola*

De

gli

Antichi.

4$y

dola. e baciandola, e facendole tutti que' vezzi,

che

alle

quando fon ben care , diede


compimento al fuo desiderio amorofo,donde rimale poi Tempre certa macchia in vn fianco della bella ftatoa
Va nuotando Venere pel mare dicono > per dare ad intendere
quanto Za amara la vita degli huomini laiciui , agitata del
continuo dalle tempeftofe onde de' penferi incerti , e da
pi. delicate

giouani

Ci

fanno

fanno i dilegni loro . Leggefi nelle hiche quefta Dea appo loro ftaua dritta fo- Hiftone di
pra vn carro tirato da due Cigni , e da altrettante Colombe Safsonu
nuda, col capo cinto di mortine, Se haueua nel petto vna fafpeflb naufragi, che

de

ftorie

cella

Saflbni

ardente , nella

forme dei mondo


di dietro

le

ftauano

mano delira teneua certa

palla

e nella fniftra portaua tre

rotonda

iti

pomi d'oro ,

Gratie tutte tre con le braccia infeme


appar nel fopra notato difegno Quello

le

ammicchiate come
che quefta imagine ,o ftatoa lignifichi , non farebbe troppo
diffcile da dire ma poi che il Giraldo, che l riferiice o u feri Graldl
u de i Dei de' Gentili , nonne ha detto altro , io lafcio che
f la interpreti ognuno a modo fuo . Dir bene che fi leg~
*~M,vt dat<>
g del Mirto , che foffe dato a Venere , perche era creduto
t~J%
hauere in f forza di far nafeere amorefra leperfoue,e di conE Plutarco dice , che pianta fgnifcatricedi paferuarlo
ce , donde era , che appreffo de' Romani, quelli, li quali menauano certo piccolo trionfo , per hauer vinto i nemici con
pochiffimafaticha, e lenza vcciione , erano coronati di mirto , pianta propria di Venere, perche ella ha in odio grande:

violenza, le guerre , e le difcordie \ de altri hanno


che quello fu pi tofto , perche il mirto felicemente
nafee , e crefee nelle maremme , &c intorno a i liti del marq,
oue riabbiamo gi detto , che nacque Venere . Alla quale
furono date le rofe parimente , perche quelle hanno foaueodore , che rapprefenta la foauit de i piaceri a moro l ouero perche come le rofe fono colorite , e malagcuolmentc l

mente

detto

la

pofono cogliere fenza fentire le punture delle acute ipinc >


cos pare, che la libidinefeco porti il farci arrofire ogni voi- 1\ofe date Vt
ta , che della brute zza di quella ci ricordiamo > onde la con- cre-j
feienza de i gi commetti errori ci punge, e ci trafigge in modo, che ne Tentiamo grauiMmo dolore . Oltre di ci la bellezza

Tmagini de

Dei

'

lezza della rofa,oride porge diletto

aiflmo tempo

e tolto langue

a*

riguardanti

come fanno

dura br6-

etiandio gli ~*

rnorofi piaceri , e perci metteitano in capo a Venete le ghir-

fyfe

colorite*

lande di quefte . Le quali non furono per fempre colorite ,anzi da principio erano tutte , bianche , ma furono tinte poi
del fangue di quefta Dea vna volta che ella correndo per
dare aiuto all' Amato Adone , volendolo vecidere Marte, che
n'era diuentato gelbfo , pofe i piedi fopra le acute fpinc delle

bienche rofe

che nevfc

e ne fu punta grauementc

fu cagione

,/

onde

fangue',

il

che da indi in poi nafeeflero le rofe


colorite . E bench quefto ch'io fono hora per dircpoco faccia a dipingere Venere , nientedimeno j perche mipareefFe\Athene*.
r cofa gratiofa, e difetteuofe, la dir come la racconta Atheneo,dicendo chegliantichi di que'tempi furono grandemenUpuella pia- te dati ala feiui piaceri, onde dedicarono vn tempio a Venere, chiamandola CaJlfpiga , che vuole proprio dire > che hk
ceuok,
belle natiche, per quefta cagione. Due figliuole di vn Contadino , gioinette , belle &: gratiofe , vennero a contefa inficine, qualdi loro hauefle pi belle natiche, npotendofi
accordare infra di loro , perch non voleua l'vna cedere all'yencre Calli*
altra , f n'andar su la via publica , e trouato quiui vn giofiga.
uine acafo non conofeiuto da alcuna di loro , gli fi moftrarono, acci eh* egli ne faceffe giudici'o , promettendo ciafeheduna di ftare a quello , eh' ei giudicane , Il gicuine guardata
molto bene quella parte , fopra della quale era nata la contefa , e fattane tra se diligente confi deratione /giudic , chela
,

maggiore hauefle pi beile natiche : Se innamorato perci f


la men a cafa , oue egli haue vn fratello , cui raccont il
A coftui venne voglia di vedere ci ,
fatto come erapaffato
che forf , & arida cofene l , deue gli haueua inoltrato il frache feneftaua tutta me
tello , trou l'altre delle due foreile
.

fta

perche fu giudicata- hauer

men

belle natiche

le

quali e

paruero belle che f ne innamor


iiibitOj e conferendo la gicuane la preg ftare di buona voglia , come che hauefle cos beile natiche , che nonfcfTe po/Ibile , che altra le hauefle pi belle, che ne hauefle giudi-

fi

fece moflrart, e tanto

cato iuo fratello,

che

r"'

&

la

ella fece volentieri

li

perfuafe poi ad andarfene con lui

&

cos

due

fratelli tollero

per

il

mo-

g^e

De gli

Antichi

4*7

Jmagine di Venete dea de piaceri madre d'amore accompagnata da gl'amorini , dalle bore,
dalle tre grafie f~
gnificanti le dilitie amorofe

^J>

vM

&

&

il

faceuano gl'antichi con tale imagini


concorde matrimonio,

buono augurio , che


alle nouelleffrofe di

& di ardente amore^t.

?Z
"r~

m&%gm 3$&3333g%

Imagini de

4$

De!

due Corolle dalle belle natiche , le quali in breue rem*


ne l legge per come, rnaTap diuennero molto ricche
cilmente Te lo pu da s imag_!nareogn'vno,& fecero vn tempio poi Venere chiamandola Callipiga, che noi diremo dalle belle natiche
perche tutta la loro ventura venne da queIta parte
La quale f in quelle giouani fu bella-, & ama*
t > penfl ogn' vno, che habbia qualche poco di giudicio
qjualedoueu iTcre*iri Venere, che in tuttj il corpo fu belliffima, come-iadefcriue molto bene Apuleio quando la fa

glie le

,"

4)?*kg0i

;.-;

rappraientaie'in (cena dicendogli 'ella era di beiiiilimo afpet-

&

giocondo, e qua/ tutta nuda moitra-]


interamente l Tiijperfetta -bellezza , percioche non hauc
uaintorn-o diro chevn fottiii (fimo velo , il quale non ce
pri'ua^ tna fla mnte adombraua quelle belle parti tanto foal ys quali llando con elfo nafpofte quali fempte, auueniua
to, d colore foaue,-

Ila

|;

alle volte che il foaue ventp leggiermente fofiiando lo alzauaj


y^poc'gohftandojlo , perche fi vedcCCel bel fiore della giouiyln^za,, tlHorlo riftringeiia, 8c accoftaua alle belle mem-

bra, in
r/a

modo

bianco,

C.iel>

che

qua'fi pi/nli

appariua

Il

bei corpo tutto

chafacilmente/f poteuadire, cheifolTe fcefodi

Sq fsot$l& velo

era ceruleo, che tale

il

colore del

ma-

onde vici prima quefta DeaMlJmanzi gli andavano vezzofi Amri con ardente raclftte in mano,come era la vfanza de ,.lt aiitchi , che cinque fanciulli con le faci ccefe in
manondauano dinanzi alla nuuaTpbfa'la prima volta , che
alla cafa andaua dello fpofo , de dall' vn lato haueua le Gratie
dall' altro le belliflme Hore , le quali con belle ghirlande di
fiori in mille vaghi modi pareuono adornare la Dea de i piaceQuefto il ritratto , che fa Apuleio di Venere > alla quari

re,

fanno alcuni altri, che vadino dietro le Gratie, oue egli


gliele mette dali'vnde'lati , Oc chedall* vna mano poi habbii
Cupido, & Anterote dall' altra H orario cantando di lei
fa ailegra , <S: ridente, e dice che'l Giuoco che lignifica fcherzo con motti allegri & piaceuoli , & fu da gli antichi pur
anco fatto informa humana ) le va volando all' intorno ir
fieme con Cupido
Et Homcro la chiama quali fempre am;
tl-j cc del r j{
perche il rifo fegno di allegrezza, cheac
,

le

Uoratio

*,

H\.me

compagna

la lakiuia

Onde

fra le cole antiche raccolte

Tietro

De gli

Antichi.

489

Invagini di Venere ,d Cupido,de\ giuoco,

SE

& del Capro,qua

f]&

e^ l'imagine della whudi- >/$


we- biercglifico che dinota il pericolo delle donne maritatc, pari unititi
qual deve efjere il loro rfficio mila 7fc>
li jigr, iftano

la gencratione

o&

&

cura familiare <& aleuar


ce[far io allf

figliuoli,

donne /opra ogni virt

<&

il jletitio ifier

ne-

fe fe.R$ crfe ferfe fer^

py5

O^

Rrr

4^

Dei

Indgini -dei

Vietrojpph Pietro Appiano fi troua , che faa quefto proposto


vn fanZ
no.
C1U ^ nlldo con b ali , e coronato di Mirto
, che fiede in terra, e fuona vna Harpa, che tiene fra Je gambe & ft
,
ferir-

VENVS,

lo su la tefta ,
dinanzi del quale ne ft vn' altro
limile alni dritto in pie, e io guarda
tenendo con ambe le
mani diftefe in alto vna di due treccie, incapo alle quali
vn bel vifo di donna ornato di vn panno , che discende gi.
fin* al

mezzo

delle treccie

O C V S, e fopra

il

fopra quefto capo fcritto

fanciullo,

CYPIDO. E co me che da

Ventre venghino non meno gli honftipenfieri , che le lafciue voglie, le votarono gii Romani pel configlio de i libri

VertUordA,

Sibillini vn tempio, accioch' ella riuoltafl gli animi


delle
donne loro ( le quali fi erano date in preda alla libidine troppo licentiofamente ) a pi honefte voglie, & la chiamarono

Verticordia poi , perche volt i cuori di quelle lafciue femine, come fcriuc Ouidio, a pi honefta vita. Et fu queftoil Tempio forf, che fece Marcello , pofciach'egli hebbe,vin~
ta la Sicilia
fteflTe

ogni

fuori d*

la fciuia

lo era lontano dalle

andauano
fatte

le

Roma

quali

lungi dalle

mura

di

vn miglio

accioche cosi

Donne Romane , come quel-

Roma

Al quale le^eiy che

giouinette gi grandi ad offerire certe fgurette

di ftracci, con le quali {ogliono fcherzaEt era quefta Venere de' Romani
che da' Greci fu chiamata Apoftrofia , che

diftucco

re nella loro fanciullezza.


jfimile quella

noi potiamo dire Auerfatrice, perche era contraria a' dishonefti defiderij ,
rimoueua dalle menti humane le libidinofe voglie
che cos la nom Harmonia moglie di Cadmo a*
Thebani , come ferme Faufania Appreftb di coftoro fuan-

&

,.

Ventvt Cele

chovna Venere
cero
corpi

puro ,e &n<*
che in tutto alieno dal congiungimento de f
coramune , che.
vn' altra ve ne fu detta popolare ,

Amore
:

&

celefte

dalla qnale veniua quel

fceua l'Amore

&

,.

d'onde viene

la

generatione

humana

fatta gi da Scopa eccellente fcultore in quefta guifa

;
.

& fu.
Ella,

ftaua federe fopra vn capro,econ l'vn pie calcaua vna teftug*


haueua gi.
gine,. come riferifee Alelfandro Napolitano,

&

fcritto Plutarco negli ammaeftrarnenti , ch'ei d a' mariti , e


refane ancho la ragione , dicendo , che Phidia fece gi gli
Elei vna Venere j che ftaua con vnpi fopra Yna teftwggine *
jper.

t)e
v

&

gli

49 r

, che toccaua loro di hauere la cura


di ragionare manco , che folTe potbile , per-

de la cala
che in vna Donna il tacere
:

Antichi.

Donne

ef moftrarealle

Et efvolendo cfporre quello che


lignifichi quella imagme , della quale fa. mennone parimente Paufania > dice , chele giouani , mentre che fono vergini >
hanno da Ilare folto l'altrui cuftodia \ ma poi , che fono maritate , hifogna che habbiano la cura del gcuerno della cafa ,
chele ne itiano chete, qua/i che i mariti habbiano da parlare per loro . Iuiperochefcriue Plinio , che la tellugginenon
ha lingua Et leggendo appretto delmedcfimo , oc di Elian ancora la natura di quello animale trouo che gli antidhi (cultori dettero vna beila, e tanta ammonitione ralle donne-, mettendo la teituggine (otto il pie di Venere ; perciche quefta sa il pericolo , a che va, quando fi congiunge con
il maichio , conciofia , che le bifogni riuerfarfi con la panil mafehio, compiuto che ha il fatto fuo , iene
eia ins >
va via > OC laida quella , che da se non pu ridrizzarfi , in
Par la
preda a gli altri animali , ma (opra tutti al' Aquila
quale cofa elTa con (omnia continenza fi aftiene dal coito , e
fuggendo il mafehio prepone la falute al libidinofo piacere >
al quale sforzata pure di confentire poi tocca da certa nerba, che tutta l'accende di libidine , si che pi non teme pofcia di cofa alcuna
Adunque le donne parimente hanno da
confiderareche pericolo fi metteno quando perdono la hoheft , &; perci deono fuggire
piaceri lafciui & i libidi giudicato belli/lima cofa.

(o Plutarco in vn* altro luoco

>

'Plutarco

\,
*s

&

nofi appetiti

non quando

matrimonio per

la

Gratie,

Amori

tk.

a gli

le

sforza a queft

fuccefone della

il

nuoua prole

fcriue Plutarco

debito del

Olrre alle

che foleuano

gli

antichi mettere con la ftatea di Venere quella di Mercurio

ancora , volendo in quclta guifa dare ad intendere, che gli


amorofi congiungimenti hanno bifogno di trattenimenti
dolci, e foaui : di parole piaceuoli
perche quelle tanno
fpefio nafeere
&c con(eruano Amore fra le pedone
l perche metteuano anche tra le Grane, che andauano con Vequella che da' Greci fu chiamata Pirho
nere
e Suadela da'
era la Dea del perfuadere
Latini,
Qik ira nei tempio di
Gioue appreflo degli Elei in Grecia prctentaua vna corona
,

Mercurio

&

Cenere con

Rrr

2.

a Ve-

p, */,

'4*4-.

fmginldeificil,

a Venere
tjtiegcwefi

che forger del mare &: ra raccolta da Cupi&jJ


come ditti di lbpra; ci Megaref parimente pofero il Urnalacr della Suade rie! tempio di Venere:
imprimo che
facefle adorare l'vna ,
l'altra appreso de gli Attienici! fu
*

&

&

Thefeo , come recita Paufani&^polcia ch'egli hebbc raccolteci yna Citt opz geniti* che ternano prima fparfeper gli
campi. Et. a aj'cjfi luochi ancora della Grecia furono tempi|

Dea Suadclajonde ilvedje,ch*ella pari men te fi* adorata da


antiche poftaibucn.ce ia compagnia di Venercpereheco

della
gli

Gnidio*

me dice Oaidio

Venete fu la prima, che facefle


>i ro'ig

cb'eran ygii huominigentiUi*

Et la prima eloquenza fu de g* innamorati* qtiafi cercai


fono di persuadere alle amate giouara r che fodero facili a'de*
fiderij

loro

%*A%t*iu

& per piacere anch'eil a quelle trouarono

mil-

che prima non erano conosciute - Onde gli


Arcadi adorando Venere la ehiamauano
achina.tr ice,.& Inuentrice-y
ragione dice Paufania concil*a che per gli
piaceri, che vengono da Venere gli buomini hanno trouata
diuerfi. modi da porer tirare alle voglie loro le belle giouani *
menando poi conducile vita gjoksf , perche pare che Venere
habbi cura folo delie cofe liete,e piaceuoIi,& perci Giouc appreflo di Ho mro l r ammonisce * che Ha lontana dalle trilte
le belle col

,.

&

guerrejallbora cb' ella voTeua. aiutare Enea contra

Diomede

che la feri in vna mano perche quelle (ono proprie di Marte %


di
merua , non di lei , cu* appartiene la cura de i piaceri
amorol . Ma? n per qnefto lafciarono gli antichi di fare Vecagione y come ferine Lattanti , che
erearraata>dicbe %
mentre! Lacedeinoni^alfediuano MeiTenc, 1 MefTenij vici
li dtnafeofto andarono per Taccheggiare Lacedmone , & per
depredare tutto il paefeaU* intorno credendo di poterlo fare
fcilmente pof che tutri gli huommi di gnerta del Jnoco era
>.

& M

Zattmfoc

jionme

no andati ail*alFedk> . Ma non fuccefleloro il diftgno; Imperochc le donne Lacedemcnie che quello intefero armateli
tutte quelle,cbe a ci erano
ci

i-i

&

li

buone,

oc

andate contra

gli

mini-

non folamente difefero la e.,& il paefe dai fecco>ma quel


ancora mandarono in rotta,t sforzarono ricomarfene In

tanto

Lacedemoni; auuedutin* dell'inganno dei nimicianda"

ono

Degli Antichi

Ifc

Imagini di
re in

maritati
#

&

V enere armataci Venere

Ceppi dinotante

lore delle

& amanti

la

fermer

>ittricei

493

&

di

rene-

che deue efiere

Witti

queHa imagine il va
Donne lactde.nome contro mecenei>cbe andaua

no fachegar la

\dinot'a ancora

lor Citt >da laro valor ofamente diffa.

><*

Iris gi ni

494

de

Di

fono per incontrarli , ma perche quelli ri tornaan. fuggendo


per altra via,non poterono trOuarli,onde vennero ad incontra
re le Donne loro tutte armatele quali credendo effer i nemici fi metteuanoin ordinanza per combattere,quando quelle (i
fcoperfero,.e fecerfi vedere da gli h uomini loro,che le conobbero incontinente,& andarono fubito ad abbracciar/i tutti infieme^e perche non vi era tempo allhora da rrouareciafcheduV
no lafua,cos come erano armati amorofamente fi Col ajzarorio vn pezzo infieme ciafeuno con quella,che a cafo gli abbatt
ec
ua fi Coffe il pi caro, e pi grato guiderdone,
^ are
P* ^ > q

tAufonio

che poteflero dare a quelle valorofe guerriere delle fatiche lodella bella imprefa
ro . Onde per memoria di quello fatto ,
fatta dalle donne polero vn tempoi Venere con vna fua fra*
toa armata, della quale fa Aufonio vn bello Epigramma , 8c
f]nge,che Pallade,vedendo Venere armata,come ella panmen
teandaua fempre, voglia di nuouo venire a contefa conleiecian
dio fotto il gtudicio di Pari,ma Venere la fchernifeeeometemeraria,hauendo ardire di prouocark hora,che la vede armatale da lei fu vinta gi mentre,che era nuda. Lo Epigramma
facto volgare tale.

&

Fedendo Sparta Valladela

bella

Venere armata guifa di guerriera,


Hor, difj'ey tempo da terminar quella
Lite Mandar tifa cotanto altiera,

E ftane pur giudice Tari\& ella


Bjfpofe&b temerariaidunque fiera
animo tuo di -pincer'bor me armata,

Che nuda gi ti vinfi,e difarmata?


Et per quefto , perche altro fofTe , fu chiamata Venere*
anco talhora Vittrice
e trouafi , che in certa parte del paefe
di Corinto fu vna ftatoa,che porgeua vna Vittoria con la ma* no >&: era perci detta Nicofora con Voce Greca,che vienea
dire appo hoi,che porta la Vittoria. Et fcriue Paufania,cheque
fta.fu dedicata da Hpermefira, pofeia che fu liberata dal giudicio,che Jehaueua mofib con tra Danao fuo padre,perche ella
non le haueua voluto vbbidire di ammazzare il marito, come
haueuano fatto tutte le altre lue forelle Eri Romani faceua- no Venere Vittricein quefto modo,come Ci vede in vna meda
:

..

f<o

<

glia

Degli

Antichi.

49$

Ntfmeriano Imperadore.Dipingeuano, che fcolpiua-;


no vna donna bellifljma con verte lunga fino a terra , la quale
con la mano delira p rgeua vna breueimagne della Vittoria., e nella finirtra haueua certa cofa fatta in quefta guifa o

glia di

Jaquale.voleuano alcuni,che rapprefentafTe

adormano

la

imagine, che

Papho fotto il nome di Venere, come ha


alcuni altri hanno voluto ,che pi torto fiavno

quelli di

gi detto-, Se

eh' ei fa de
Amorijche le Ninfe pofero vna ftatoaa Venere, perch'ella
le fece madri di cos bella prole,come^bno gli Amori,& le de.
dicarono vno fpecchio di argento,con alcuni adornamenti cja
i piedi dorati . In altro modo ancora fi vede Venere in vna Medaglia
medaglia antica di Fauftina Augufta , la quale con la finirtra Fauftina.
mano tiene vno feudo appoggiato in terra,che ha due piccole
fgurette fcolpite nel mezo,e con la dertra porge vna Vittoria,
ha le lettere intorno, che dicono, Venere Vittrice. Ricordomi di hauere veduta vn' altra medaglia ancora antica pure
di Fauftina, oue erano lettere, che diceuano, Venere, con vna
donna in pie veftita, la quale con la finirtra mano da vna parte teneua il lembo della vefte>& lo tiraua sjcon l'altra porge
u certo non so che, che pareua vn pomo , forf per memoria
di quello, che le fu dato da Pari, quando la Giudic pi bella
di Giunone, edi Pallade . Onde Paufania le mette parimen- Taufania
te vn pomo in mano>quando riferifee da certa rtatoa di Venere , la quale era appretto de i Sicionij in Grecia , dicendo , che
quiui era vn Tempio dedicato quefta Dea, nel quale non pteua entrare mai pi di due Donne & di quefte l'vna,che ne
haueua la guardia, ftaua carta fempre, ne giaceuacon il marito mai,mentreche era querto officio jl'altra bifognaua, che
n
foffe vergine perche maneggaua Iecofe de gli facrifici,
ftaua quefta cura pi di vn'anno . E tutti gli altroch a quefto tempio andauanoper pregare la Dea di alcuna cofa,ftauano fuori dinanzi alle porte La rtatoa Tua era d'oro^he ft.iua
a federe, & con l'vna mano teneua alcuni capi di Papauero, e
con l'altra vn pomo, &c haueua su la cima della tefta certa cofa, che rapprefenta vn polo , vogliamo dire ganghero . E
quella, che fu fatta da Tindareo,vi haueua certo velo,che vrfauanodi portare per adornamento le Donne di que* tempi

(pecchio, perche fcriue Filoftrato nella dipintura

gli

&

Delia

di

49f

Imagini de

De!

medesimo Paufania dice che appreflo i tacedemoni; fopra il tempio di Venerearmata era,come diremo noi,
mm
L
rb
ye
vna ^PP6^* oue eu*a ^ aua a federe, chiamata quiui Morpho,
nere eoi t le
.
*
con certo velo in capo, comediff,c con Iacci,o ceppi che fotDella quale

'

il

haueua legati, per inoltrare, coche hanno da etTere le donne di fermiffi ma


fede verfo quelli, aflt quali di nodo maritale fi fono gi legateMa alcuni altri hanno detto,clie Tindareo fece Venere cos in
Ceppi per vendicarli de gli adulteri; commeff dalle figliuole ,
qaa.il che per Tua colpa ci foffe attenuto. Della quale eofa Pau
fonia l fa beffe, ne la vuole credere, dicendo, che troppo feiocca cofTarbbe penfare , che fi facefie male alcuno Venere
per fare vna fua ftatoa di cedro, come era quefta,della quale ra
gioniamo, Se metterle i ceppi a i piedi . E parmi,ch'ei dica mol
to bene , perche n per difpregio faceuano gli antichi le ftatoedei Dei,nper vendetta , che di quelli voleflfero pigliare, ma
perla riuerenza, che portauano loro, -per l'aiuto,& fauore, che
da quelli afpettauano in tutte le col, 1k alle volte anchora per
mftrare nelle ftatoe di quelli, chi non lo fapeua , le diuerfe
lro virt .- Onde , come in lcunealtre imagini anchora fi
ptivedere, non folo Venere, ma gli altri Dei anchora peler gli aprichi i ceppi i piedi,enon perdiipregio,nper vendetta, ma per altre cagioni , le quali so di hauere dette altroue
c perci non le replico . Ma dico, che f bene Venere parue
fero, a* piedi} bafta ch'ella gli

me dicono alcuni

effere

Nume

principale delle meretrici

come ch'ella

haueflc

gi trotta ta,e mefTain vfo l'arte ioro,onde elle celebrauano fo-

che deffe loro grafia, belamate con loro vtile,


nondimeno
fu
adorata con non miguadagno
pure
anche
j
&c
nore affetto dalle hontfte giouani , le quali penfauano, ch'ella
cos buona torma,che folle lopotefie dar loro tale venuft,

lehemente

lezza^

la fua fella

pregandola

leggiadria, s che da tutti foffero

&

ro agc uole poi il maritarli, perche, come altre volte ho detto ,


diedero gli antichi ancho Venere la cura del matrimonio
Etapprcifo de' Greci , fu certa fpelonca, oue Paufania fcriue ,
che per molte caufe
che erano dati i facri honori Venere ,
andauano col leperfene , ma pareua pei che fofTe proprio

&

delle

vcdoUe di andarui, come faceuano , pregare la Dea, che


con felicitale feconde nozze* Etle maritate parimen

delie loro

":''

tc

De
t la pregauano,&:

tempij

tri fuoi

che

muneamore,&

gli Antichi.

non folamente quiui


le

497
ma ancho

ne gli aitcnefle vnite fempre co'manti di cotri:

nuoua prole

Je faceflfe liete di

&

di bella fuc-

Vnere nume coni mune tutte le qualit


di Donne,Ie quali,come che foller forf pi de gli altri obligate quella Dea, rie onofceuano da lei quali tutto ci che
fuccedeua loro felicemente, e gli h uomini anchora la rngraOnde
tiauano di ogni ben fatto , che da quella folf venuto
ceflone

Si che fu

perche

da
i

le

donne

tirare le

tutte

fi

tagliarono

capelli per farne le funi

machine, che vfauano allhofa

Romani attediati

da' Francefi nel

alia

^ueira,*quanda

Campidoglio etano

ali'e-

quelli liberati dall'allodio de-

co f ,
ftremo bifogno
dicarcno,ccme ninfee Lattantio,vn tempio Venere,ouela
di tutte le

CajUi,& cos la chiamarono rer memoria di ci,che le


donne haueuano fatto a beneficio publico,cenciofia che altrimenti fi faccia Venere fempre con beiiiJlmi capelli , come la Claudiana*
fecero

dvfcriue Claudiano,diccndo:
:
tenere allho>a in bel dorato Jfgg o
Stando a campo, le vaghete bionde chiome

Hiuca

le

G*atie inW no,de

Sparge frvna

dorati capegli y e qialh

Diit^nde^e (doglie con

La

leviga

le

quali

di l^et'are fo.iu^>

V altra
l'i

burneo dente*

con bel ordine gli annoda

Con bianca mano,ein vaghe treccie accoglie.


Ne. folamente con le chiome la fecero gli antichi , ma con
la barba anchora , che vna cos fatta flatoa era adorata m Ci
pr per Vencre,come rifenice AlefTandro Napolitano, la qua- tenere con
le di faccia , e di afpetto'pareua huotno , ma poi hauena ntcrfa baita
no vefti di donna. Et Sudalcriue,che fu fatta la flatoa di Venere con vn pettine in mano,e con la barba al vi(o,perche gi
venne alle donne Romane certo male,che cadeuano loro tutti
ipeli, come fpelfo anchora intfauiene a' tempi noftn , onde
il perche Je donpi non era loro bifognc di adoprar pettine
ne da cosi brutto male trauagliate fi votarono Vernice con
infiniti votila pregarono,che voldlcpn u edere alia loro niileria
ik ella, che benigna fu tempre* accettando gli dinoti preghi, fece s.che alle donne pi non caddero capcili,& igia ca:

s s

cinti

59*

Imagini dei Dei

<Aj Imagini
^fift

di

Venere mafchio

femina

fignifcante quea ef-

ffg

Jerjopra Vvniuerjat gener adone delle coj eflendo tolta l&S}


per l'aria^ ne Ut dei non efler differenza di jefi come !j&
ne mortaliycr

imagme di r enere adolorata per

\Adone morto
niip

</(?

ftp/ir/t

la

morte

dal cwgialet intefa per la Stagione hie

Qf

Wa
*f i?.

De
<uti

rinacquero

fe

gli

poi vna ftatoa,chetencua in

ma

fecero

la

barba

Antichi.

499

quefte per fegno di gratitudine

mano vn pettine

le

pofero

Et alla medefi-

accioche quefta DeahauefTei'infegna di

mafehio, &di femina, come quella,che alla vniuerfal gneratione de gli animali era fopra,& perci dal mezzo in sii la face
dal redo in gi era di femina. Ne
uano in forma d mafehio,
di Venere {blamente dilfero quello gli antichi, ma di tutti gli

&

" e \ tH *!**"
y
iW* e emn
'

Dei anchora , dando a ciafeheduno nome di mafehio, &c


di femina,come che fra quelli non fia la differenza di fcflb,che
tra mortali Et leggefi che apprefTo de i Carreni,gente dell'
Arabia,fu oiTeruato quello , che italiano fotto alle donne,&: V}<M'K* notarerano obligati di feruire alle loro mogliere tutti quelli,li quali bilcj*
credeuano la luna effere femina, con nome di femina la chia
mauano,& all'incontro chi la credeua mafchio,& cos la nomi
uano, non era ingannato dalle donne mai,& la moglie lo vbbi
diua,& gli flaua foggetta,come parejche voglia il doucre.Quel
li di Egitto bench communemente chiama/fero la Luna con
nomedifemina, nondimeno ne' miflerij loro la diceuanopoi
non Dea,ma Dio. Et perci fu per ki adorato il vitello tanto Limo Do *
celebrato da quelli. Et i Parthi adorauano il Dio Luno,e PhiIocoro,ilquale tiene,che Venere Za vna medeiima con la Luna,come ancho credettero alcuni dello Egirtoji quali perci
faceuano le corna alia ina flatoa ( perche fi fi la Luna con le
corna, come nella fua imagme Ci pu vedere) diccene foleuano
anticamente farle facrifao gli huomini in habito feminile ,
ledonne veflite da huomo Ne da quella difeorda molto
quello, che fcriflfe Seneca nelle fue quefbon naturali,oue mette , che gli Egitij di ciafeheduno de i quattro elementi da loro
pofli ne faceuano due, l'vn mafehio, & l'altra femina. Imperoche diceuano,che dell'aere il vento il mafehio, 6c la femina
quello,che non pare mouerfi,& quali spre caIiginofo:che'l
mare il mafehio dell'acqua, de l'acqua dolce tutta la femina:
che del fuoco quello,che abbrucia mafehio, 6c femina quello,che luce,&: non fi male alcuno:e\: che della cetra mafehio
il pi duro,comei fall, gli fcogli , &: femina quella , che pi
molle & fi pu coltiuare. Faceuafi oltre di ci vn fimulacro
di Venere fimile a quello che nel monte Libano fi vedeua ,il
quale haucua vn manto d'intorno , che cominciando dal capo
io
S ss z

altri

&

&

5 00

Imagini de

io coprini tutto, 6v

Del-

pareua Ilare tutto meilo,lconfolato>&:cofc

mano pure auuolta nel manto fcfteneua la cadente faccia >& co


me dice Macrobio, credeua ogii'vno,che lo vedeua,che le lagrime

Etquiui fi moftraua Venemorte di Adone vecifo da vn cinghia,


le. Per la qiul cola furono guardati alcuni di come l'acri chiaailhora le donne vniuerfalrnenteper
Ttje Adorne* nia ti le felle Adonie,
le Citt mctteuano alcune imagmi limili a' corpi morti scer
ti letticciueli fatti a p Ita,
quelle come foller per fo ne pur
dianzi morte, piangendo portauano allelepolturc; quello, dice PIutarco,factnano in Attiene per la rimembranza delia lagrime fparle da Venere alla mcrre di Adone fuo innamorato.
Et appreffu de gli Argiui le donne,comefcriue Paufania,anda
tiano a piangere Adone in certa cappella poco lontana dal tpio di Gioue Seruatore,La quale cola, tirandola alle cofe della
Venere perla. Natura, cos irerprerata da Macrobio;Che di tutta la terra
met (itila ter quella met di lopra, la quale noi riabbiamo , fu intefa da gli
W
antichi lotto il nomediVenere,& chiamarono Prolerpina l'ai
tra met di fotto Oltre di ci de i dodict legni del Zodiaco
c ^ e ^ clrcon da,lei lono detti luperiori,&: inferiori altri fei, que
Adone ti l
*
flidelo inuerno quelli della ella
Quando dunque il Sole* il
,/
qual lignificato per Adone > va nel tempo deila ella per gli
fifegni di fopra, Venere ha leco l'innamorato fuo , e Ita tutta
gli

cadclTero da gli occhi

re cosi addolorata per la

&

&

Adone vecifo

lieta

ma

poi creduta piangere,

dal cinghiale. Io vede feendere al


li

ch'ei f

tempo

&

li

moflra niella

quando

dello inuerno nei legni di fotto, qua

ne muoia alIhora,&

f lo

tenga Prolerpina per se. Et

diflerolefauole,chevn Cinghiale l'vccile,perchepare,che que-

animale rappreienti molto bene l'in uei no , conciona eh*


coperto tutto di peliduri,& afpri,ll volon rieri nei luo
ghi fangoli,& pafcefi,cii ^hiande,le quali fono fiuttidello inuerno : i'inuerno quali ferita moitaleal Sole , percioche
f,che pochiMimo tempo luce noi>& ci d poco del ino calor . Le quali due cofe la la morte,che priua di luce,c di calore.
Adonque laimgine di Venere, che piange fotto il manto
ci rapprelenta l terra al tempo dell' inuerno , quando per lo
pi coperta di niiuoii &. pare tutta afflitta, perche non vede il
iole . Aiihora i fonti, che fono gli occhi della terra,fpargono
JarghTime acque ,
i campi priua ti di ogni adornamento fi
llo

egli

&

inoltrano

Degli Antichi.

50

C
Et parlando natii tal mente pur* anche
Eufebio di Venere dice, che da lei viene la virt dei generare, Spofitonedl
eh' ella> che al leme d forza: & la fanno in forma di don Penere.
na,per mofltare, che la genera tione procede da lei sia fingono
bella, perche quella lteila,cliedi tuctel'altre,che fono in Cielo
pareelfere la pi bella, chiamata Helperola fera, come dice
Marco Tulli.?, & la mattina Lucifero; Cupido le fra a lato per (^M. Tullio*
fegno, che da lei nalce ogni laiciuo defiderio,&: ogni cupidit
libidinofa , ha le poppe , ex: membri genitali coperti perche
dentro da quelli ita rmchiufo il feme,& in quelle il nutrimento di chi del conceputo feme gi ila natoj& la dicono nata del

moftrano

tutti

mefti

&

inare,perche l'acqua fua creduta elfere calda

& numida

Se

che fpello fi muoue,&: agitata forte fa di moka fpuma,le quali cole Iona tutte nel leme , perch' egli bianco parimente, &c
fpumofo,&: di natura fua humido,e caldo.Molte altre cofeanchora fi potrebbono dire di Venere per chi voleife ragionare
di lei comedi Pianeta, & de gli effetti, che vengono dalla lua
ilella,che adorna il terzo Cielo onde fi potrebbe etiandio conolcere per quale cagione fingeilero gli antichi , che Marte
Dio tanco terribile , ck feroce cos piaccuolmente f ne il effe
con ei t ma perche quello mi fuierebbe troppo dal mio proponimento di ragionare delle imagini de i Dei , non della natura
loro , pi non dir di lei , pofeia che non mi ricordo dihauer
Et poletto , che in altro modo l'habbiano fatta gli antichi
trebbe beneancho eiTercchel'hawerTero fatta, ma non lo sio>
nferiuendo fi pu mettere cos interamente tutto , che non
vi rimanga qualche cofa fempte, & bene il douere,accioche
ogn' vno habbia che dire . Baila che leggendo quello poco ,
-,

ch'io fcriuo

non mancher

affai

buono effempio di dipinge-

re, fcolpire gli Dei degli antichi chi lo vorr fare; & fapr
anchora perche faccia cesi . PalTer dunque a dire della compagnia di Venere, che fono le Gratie,& le Hore,comehproiitllo , mettendo prima per quello , che Martedice , mentre

che tiene quella Dea

in braccio, hauendoi di

lei

pigliato

amo

Lzzo quando gli comanda Gioue,che vada a muouer


gurra per lo regno di Thebe tra Etheocle ik. Polinice,ccme
fante Sta tb:da che,fenza altro dirne,fi potr cprcndere mol
rofo

fi

to bcne,a uale,&
i

quanta fiala forza

di

Vcntre:ondenonhaue-
ta

Tmagwi dei Dei

501

r da marauigliarfi pi alcuno , quando vedr talhora gli pia


{aldi animi> oc le pi ferme menti effere vinte da hi , in modo

che

gli

amorofi

piaceri

fi

fiano pofeia date in preda

Quelle

dunque fono le parole di Marte tratte al \olgare > con leq.ua*


li pongo fine alla imagine di Venere;

mio dolce ripofo almo pracerej,


ytra pace de C animo turbato

Tu mi ti
Vnqua

puoi'

di

me

>

oppor ferrea temere-*


,

f ben fono adirato

Tu fola puoi frenare

e ritenerci

Quefti deslrier dal lor corfo sfrenato


2vj? le fere battaglie

Tu fola

quesa

e feti para.)

man puoi difarmarej

Le Gratis

De

gli Antichi.

5<>3

LE G R A T

Ofcia che riabbiamo difegnata Venere madre di Amore gi da noi ritratto parimente

hora

ben honefto , che diciamo delle Grafie^ delle H ore infieme, le quali con quella vanno {empre in compagnia , Percioche
come Venere , & Amore fono cagione , che
venga fuccendo tuttauia nuoua ptole, &: che perci fi conferui la humana generatone , cos le Gratie tengono i morta-

infieme raccolti, perche

i benefici) , che vicenda fi fanno


huomini l'vno con l'altro , fono cagione,chel'vno ali'aitro
caro , & grato , onde ftanno congiunti infieme del bel nodo
fenza la quale non dubbio alcuno che gli
della amicicia
huomini farebbono inferiori di gran lunga gli altri animali, & le citt diuerrebbono fpelonche,anzi pure non farebbo-

li

gli

no

Per

quale cofa potrebbefi quafi dire

la

fiato a' mortali

non

che meglio (offe

efTete,che eflendo,viuere fenza le Gratie

Ma la

prouidenza diuina,che dello vniuerfo ha cura, volle che


Le quali fecondo alcuni nacquero di Ve;
t
\
habitarono tra mortali 3 il chefinferole Grdtiedi CtilJ*
nere:& di Baccho,
fauole,perche non pare quafi che altra cofa fia pi grata gli guuule .
huomini di quclle,che da quelli Dei vengono, le quali non reAlcuni altri
plico,perche nelle loro imagini fi ponno vedere
le fanno effere nate in altro modo : ma quefto hora non rocca noi di dire , ma lolamente che ftatoe habbiano hauuto da
quefte pure foffero

&

come fiano

Et bench fiano i nomedefima cofa le


Gratie, ck le Hore ma che pur'anche habbiano diuerfi ofhcij Chifippo
Et diccua Chrifippo , chele Gratie erano vn poco
tra loro
che perci
pi giouinette delle Hore,&. pili belle anchora ,
Scriue Homele dauanogli antichi per compagne a Venere
ro, chele Hore fono Dee, le qua li ftanno alle porte del Ciclo, Hore Dee*
Se quiui fanno la guardia, e che quelle ft di mandare fopra Slatto.
gli antichi

mi loro

fiate dipinte

diuerfi,fono per credute efiere vna


,

&

gli

mortali

la

denfa nebbia 9 S: di Iettamela anchora. Statiode-

icriuendoil tramontare del Sole,fa,che

elle

vengono

prefte a
leu. .;l e

Imagini de

504
leuare le briglie

Dei

velociflnu deftrieri

cosi dicendo in nou*

ftralingna.

Tofcia che fcefo Thebo l'Occidente

*4

gli ardenti de Rrier rallenta ilcorft

T^afiondendof fono l'Oceano,

Le

belle, e

vaghe

figlie di

^ereo

Habitatrici dei profondo mare

CU fono intorno\e csn veloci paff


%d lui fubito vengon l'Hore preie
K^i feiorre ifren* da le Jpumojt bocche
Dei feroci cauai,vh* le verdi herbe
iJWartdano poi, aicioche

le

fatiche

Infiorino del corfgi pajjato,

Et alcune di lor fpoglian la chioma,


Qual d la lucerai mondttde bei raggi,
Che l'adornano in frma di cotona.

Ne altro Tono le

Hore,chc

Cagioni de i tempi', da che vie


l come quattro fonoie parti
dell' annoco3i diftinte dai Sole,& nominate parimente da Itti;
petthe apptefTo de gli Egittij il Sole , oltre molti altri nomi,
che hebbe quiui, fu detto etiandio Horo
Onde fcriue di loro
Eufcbio in quello modo. Le Hore,le quali dicono eflere i quat
tro tempi dell'anno, &: apnre,e ferrar ie porte del Cielo , fono
date taihora al Sole,e tale altra a Cerere,&' perci portano due
ceftej'vna di fiori, per la quale i moflrra la Primauera, l'altra
.piena di fpiche,che lignifica L Efta Et Ouidio parimente dice ne Falti , che quelle danno in compagnia di Giano alla
guardia delle porre del Cielo:
quando poi racconta di Flora, in potere della quale fono fioriti prari,dice che le Hore verie

che

le

fanno

le

effere quattro

Eufibio

l\oxe quante

Jono*

QudiO,

&

ftiredi fottiliflrni veli

vengono

in quelli talhoraa raccoglie-

re diuerifiori da farfenc belle ghirlande.

Taufania

E Paufania ferme,

che gli antichi le mctteuano lui capo a Gioue inficine con le


Parche,volendo moftrare inquelta guifa fod,che'l Iato ahro
non , che'l volere di Dio,dal quale vengono anchora le muta
tieni

De

Imagini

gli

delle bore dette

50*

Antichi.

&

di o</deUanno>que r>

anco da alcuni grafie,

poUine% intefc quelle per le quattro Ragioni

il fole che varia le Cagioni , tenute ancora per


amabilit , dee rjR
dee deU'amicitia y belt\%a, venufta,
piacer e, dinota ancora la ndtU'alltgrelga, giuoco

io per

&

&

Jeruordia di Dio verjo

li

colpeuolt.

fe^ fe(^! fef^ V^l

C^V

Imagni de

Dq,

de i tempi . Ma pi ho detto ho mai della natura delle*


Hore,che quanto fa bilognoper faperecome fi habbiano da dipingere. Venendo quello dunque,io ne far vn ritratto folo,'
lecond 3 che ne dipinge Filoftrato vna bella tau ?la , dicendo g..
che le Hore CceCe in terra vanno riuolgendo l'anno ( il qual'^
in forma di certa cofa rotonda) con le mani , d il qual riu jlgiy
mento viene , che la. terra produce poi di anno in annoruttaf
quello, chenafce,
fono bionde , veltite di veli fottihlThit, e
camminano fopra le aride fpiche tanto leggicrmenteche non ne
rompono o torcono pure vna : fono diafpetto foaue , e gio^
condo : cantano dolciiiimamente, nel riuolgerequedo orbe,
palla, circolo che fia,pare che porgano mirabile diletto a'rif
v
guardanti,e vanno come fallando quafi fempre, leuando IpeC
spioni

&

-,

lo in alto

le belle braccia,hanno i biondi crini fparfi alle i palguancie colorite, come chi dal corfo gi fi fente rifcaldatoegh occhi lucenti, al mouerfi predi. Perche quelle d*uique fanno che la terr ci rende il feminto grano , e ^i altri
frutti con vfura grande,come ch'ella moftrandofi grata di quf I
lo, che diamo a lei,ci rimuneri in quello modo,fu detto,cht le 4
'

le, le

&

fratte

qttat-

Grane erano quattro , perche tante fono le ilagioni dell anno


chiamate Hore, come ho detto, volendo intendercene quelle
le Gratie fiano le medefiine.i-e quali perci furono fatte corj
ghirlande in capo,
vna l'haueua di fiori , l'altra di fpichejJa

&

&

terza di
:

vue,& pampani,i'vltima

t>i<xtoro.

elle:
ti

Gratie perche

compagne

Venera.

E
di vliua
man delira
.

liniero gii

ami*

perche dal Sole


viene la diuerfit delle (lagioni . Et conciofiache , come dice
Diodoro, fo fiero adorate da g{i antichi, perche penfauano,ch'

chi , che Apollo

di

le hauefle. nella

potefiero dare la bellezza della faccia, e di tutte l'altre par-

del corpo

con quella vaghezza , che tanto diletta talhora a


mede in compagnia di Venere. Et

chi le mira,Airono perci

a quelle toccaua etrandio di fare, che


infra di loro ingrati

non

ma che ricambino

fiano gli-huomini

core allegro

animo

gli

quale cofa djftero alcuni,che le GraGrafe ducs.


tie erano due,& appretto de i Lacedemoni; due ne'adorauan.o
folamente, fecondo che fcriue Paufania, perchepare, chefolo
riceuut benefici)

Per

la

due parimente fiano

gli enetti,che

fare beneficio altrui

l'altro

Ma dice poi ancho

il

da quelle vengono

ricambiare

mede fimo

L'vn

gli benefici] riceuut

jpaufiinia ,

che tutu quelli


quali

<f

De

gli

Antichi.

507

&

grafia dee
delle tre grafie dee di Ha bellezza,
ancora della gratitudine $ del beneficio, nominate Eu-

lmagini

ss

frofma giucondit^glaia veuutla, Tbalia piaceuoleTga dee dilla conuer lattone, fociabilit,& amicitia,

&

di quella allegra

riuertLj

vitalbe

^^

W|
Ki

gli bkdflini defidcranodi

1$

te

*o8

Imagini de

Dei

con leiiatoedi Mercurio i Baccfit, S


di Apollo le Gratis , le fecero re Che tre parimente erano allo
entrare della rocca di Athene
Onde communemente flauquali p-Mero

Crattc frj.

in.

E>elo

to tenuto poi fempre,che lano tre,perche

non

'beneficio tale, quale l'habbiamo riceuuto,

fi

dee rendere

il

ma maggrore aliai,

&: molte volt? duplicato


Da che viene, che di loro vna ft
con le fpalle verfo noi & due ci guardano, dandoci perci ad
intendere , che nel ricambiare il bene fattoci habbiamo da e(fere pi liberali aftai % che quando flamo noi i primi a fare beneficio altrui , qual non fi dee per fireafpettandone mime.

'

'

ratione, perche

ro

hi quefto fa

c ^ e ^ lDera ' e benefattore

v furaio pi to Ito

pu

efiere det-

Dice fi che le Gratie forro vergiCrate verzini


^
l ,ete & ridenti, per inoltrare, che chi fa beneficio non ha
ne
e
lietzj .
da vfare alcuno inganno, ma farlo con animo lincer, & allegro
Il che meglio conofeera anchora chi porr mentech'effe?
furono fatte ignude,& fciolteda ogni modo,come di loro c
t Horatio, pliche hanno da eflete gli huominiinfieme l*vnat
con l'altro di animo I>bero,e fciolto da ogni inganno, ignudo
tk aperto . Bench Paufania feri u di non hauere trcuato mai
chi folle il-primo a fare le Gratie ignude,percioche giada pria
cipio le fateua ogn'vno veftite , & eh' ei non saper qual cagione fia pofeia ILto mutato l'ornamento loro,si che tutti le ha a
<eo fatte ignude,& i pitto ri>e gli fcultori Oltre di ci mette,.
che Eteocle di Beotia.fofie il primo che ordinafie* che fofiTeEtheect<LJ*
ro adorate le Gratie,& fofiro tre,ma non sa per quali nomi
.ei merteffe loro ^ Onde le nominiamo hora fecondo
che da
Hcfiodo furono nominateci quale ne chiam vna Eufrofina x
Nomi delie en v uole dire allegrezza , ik giocondit > l'altra Aglaiache
Grane, Enfio* $#if lignifica , & ve nulla, la terza Thalia ,che viene adire
'

S/

Homero ne chiam vna Pafithea , quella la


quale Giunone promette di dare per moglie al Sonno , s'ei va

una, ^Aglaiay piaceuoJezza. Et

Tbulia

Talithea*

Gioue,& l'addormenta,& ne chiama anchora vna Gratiaper

la quale,dice che fu moglie di Volcano, & che


fempre Quella con bei veli in capo viene adincentrare Thetide,qucndo ella va a pregare Yolcano,che le vo-

nome proprio,
:

flette

con

iui

fuo figliuolo . In Grecia appreflo


degli Eieih.ueuano le Grane va 6mpio,ncl qualele ftatoe lo
haueuano la facciale
fo erano di legno con le velli dorate ,
glia dare'arnii per Achille

&

mani

De gli

509

Antichi

S3&3 8S3&&

maghi delle Grane guidate


g,ouare&

da Mercurio dinotante che

con
la beneficenza deue effer fatta

il

ragiono

con
meriteudt,fen7p(peran%i di premio,
t
occafione
con
deue
beneficiato
che il
lincer,

tempo^
animo
.

-.

dtril beneficio

&
& /e non infatti almen con

le

parola

^-,

Invagini de iDei
5 io
mani,&: piedi di bianco Auorio.L'vna di loro hauea vna rofo
in mano, l'altra certa cofa fatta come vn dado : la terza vn ra,
modi mirto Et di quelle cofe rendono quella ragione. La ro
/a,
il mirto fon di Venere , & perci furono date quelle
che per lo pi fono con lei ,
quella cofa quadra lignifica L
giuochi, che tra loro fanno le splici verginelle con piacer fuo,
ik di chi le vede il che non auuiene delle donne di maggiore
i

&

&

et, alle quali

conuengono

to quello dice P?ufania

le

cofe pi fcuere,non giuochi.

Ma delle tre infegne

Tut-

delle Gratie al-

tri rendono altra ragione,& dicono,che la. rofa lignifica la pia


ceuolezza di quellepil dado, che hanno ad andare,
ritornare-*
vicenda, come vanno 1 dadi, quando fi giucca con effi
il

&

mirteche bifogna,che fiano fempre


^tkffandro

H a politalo,
*4riHo;el<Lj

verdi, ne

fi

&

fecchino mai

come quella pianta verde fempre. Et come riferifee AlefTandr Napolitano,^ lo fcrifle innanzi lui Ariitotele nelle Morali ,foeuano gli antichi fare il tempio delle Gratie nel mezer
delle piazze

accioche fofle dauanti gli occhi adogniuno

il

fare volentieri feruitio altrui,& ricambiare gli riceuuti benefi-

perche quelto proprio officio delle Grane. La quale cofa


fi dee per fare lenza buona confideratione , perche cos
male dare a chi non merita,non ne ha bifogno,come fegno

cij

non
di

nimo da poco, & auaro non porgere cui fa di bifogno, & me


come ci in legnarono gli antichi parimen-

rita,chegli fia dato

imagine delle Gratie, facendo, che fofle loro icona 8c


duce Mercurio, il quale mofira la ragione,& il fano difeorfo ,
accioche feguitando le veiligie di quello fappiano gli huemimVcome, 6c quando, cui hanno da dare,& fare beneficio, imitando, quanto per loro fi pu,la bont diuina,la quale al farci
bene femp're prefla. Da che viene, dice Macrobio, chepofel'arco
ro ad Apollo gli antichi le Gratie nella delira mano ,
molto
pi
ad
intendercene
con le faette nella finiftra, per dare
mentre
che
pronta la diuina mano farci bene , che male , e
pu (che non fia sforzata dal noflro maluagio operare, perche
allhora ella adopra quel, che tienenella finiftra mano,per galli
Et quello
garci) larga donatrice a' mortali delle gratie fue
altnmen
huominiparimente,imparandolo,fe
hanno da fare gli
dichiarala
quale
delie
Gratie,
imrgine
te non lo fanno , dalla
$eneca molto bene , oue eifcriue del fare beneficio altrui , dicendo,
te nella

tfflacrobio

&

De

gli Antichi.
5 1
cendo,chequefl:efono tre, parche vna fa i! beneficio, !'a!tra lo
riceue,& la terza ne rende il cambio . Ouer > che vna fa , l'alf,& renderne vengono ad eflere tre manieStanno con le mani , & braccia inficine
.
giunte perche l'ordine del far bene altrui cheoaiT di mano
in nuno,e ritorni put'anchead vrile di eh? lo fece prima , & iti
tra rende, !a trza

re di fare beneficio

qu:fto

modo

il

nodo

gra'to

dell'ai .'icirm ti^ne gli

huomini

in*

feme giunti . Sono allcgre,& gioconde nello afpetto, perciche tale fi ha da moflrare chi fa beneficio altrui ,
tali fono
per Io pi quelli, che lo riceuono . Sono giouani, perche non

&

dee inuecchiarfi mai la memoria de'riceuuti benefici; . Sono


Vergini, perche facendo bene altrui bifogna farlo con animo
puro, & finceroie fenza nodo alcuno di obligoicome moftraanchorale vedi fcinte,& fciolte, lequali fono lucide,, e rra-

perch? tale ha da effere di dentro l'animo di chi, fa benefcio, quale fi moftra fuori nelle opere ;
perche chi riceue
fparenti-,

&

il

beneficio

non lo dnafcondere,ma

farlo vedere

Imperoche quella vna gratitudine quando


biare con l'opre

il

riceuuto beneficio

da ogniuno

non fi pu ricam-

confeffarfo

almeno

cor*

le parole,& fare s, che tutti fa palefela liberalit del bene-

imagine delle Gratie con vna feul*


fi vede in cafa Colonna converfi
quali in volgare vogliono cos dire.

Et qui

fattore.

lia finita la

tura di quelle, che in


latini,

li

Roma

fon le Gratie gnttde , che gi furo


Fatte di bianco marmo , terjo , T belio i
Han tutte ire fra lor face a limile ,

Onde
Tutte

le

pu

tre

conojeere forele,

fon d'et pati*

Tur' anco pari

Sta conia faccia

Thalia y

Con

&

le loro

le
,

& bellezza

in tutte tre
alle

[i

ved<L^

fonile volta

(u braccia

aggiugne

che fono a la jinifita

annoda

Et a la defra rifguatdando a hai .


QutSa fufrofwa , quella ^glaia , ha nome
Con grati nodi de le belle braccia

*A

la

Ur^a fonila

injieme auint(L->

Gioite

Imaginidi Dei

padre > e del celeHe Jtme


furconctpute da la madre Eunomia ,
Cb al mondo pofeia con felice parto

Ciouc

lor

le produce miniSre liete* e grate


K^f l'alma Citherea, s che per loro
Ella fouente con

CU

il

bel

Cupido

amoroft piacevi accrejeein

Cbogm mimo gentil ne

modo*

refi* vinto*

Catalogo

LO

C A T A
De cento pi famofi
loro natura ,

G O

Dei de gl'Antichi

& propriet

Canato dal Cartari tf altri ^Autori, eh*


trattano di tal materia.

Per

C efare Malfatti.
Tornita dea della fempiternita,&della immortalit.

Natura dea della produzione, & pr


creatrice di tutte le cofe

Adad & Adargate

aprefso

dei della produttione

ne del

li

Ailrij

& generatio-

tutto.

Vriano Padre vniuerfale delli Dei Dio del Cielo,

& del

firmamento.
Cibele ouer Ope detta la gran madre vniuerfale delli
Dei
de gl'huomini.
Saturno dio de poueri,& del tempo padre di gk>ue,giunone,plutone>& nettuno.
Gioue dio de gli Dei degl'antichi fulgurante tonan-

&

&

te

fopra

ofpitio.

&

Marte dio della guerra , del valore,


della braura
Apolline fole dio della luce,& del gio no,de poeti, del
P p p predire

predire,& del l'Indouin a re*

Venere dea della Bellezza, della libidine,

& della te-

fuuia.
Mercurio melTaggiero de Dei dio della clloquenza , de
tit reami.
ladri ,

&

Diana dea de bofebi, de caciatori , della caftit

& vir-

ginit.

Verta dea dell'elemento dei fuoco,& delle Sacre Vergine ve itali


forella di giouedea de
Giunone dea dell'aria moglie
regni, de matrimonij,& de -.parti.
Nettuno
Anfitrice Tua moglie dei del mare
Tethyde dea marina la prima deppe Nettuno,& Anfi-

&

&

trice bcllisilma

doppo Venere

Glauco dio Marino d'augufto afpettoil primo de dei


marini doppo Nettuno.
Portuno detto anco Palemone Dio de porti, & del giunger faluocafa Cadore.
Poluce fratelli , figli j di Gioue dei de nauiganti , & de
caualli.

dea de nauiganti.
Plutone dio de l'Inferno, de danati, de tormenti,& del-

Ifide detta io appoli Greci

le ricchezze.
Proferpina moglie di Plutone dea de l'inferno

& della

fertilit della terra.

Nemei dea del cafbgcde catiui,& dimoilratrice del be


ne buoni.
Furie infernali tre Aledo,Tififone, Megera,quelre fono
le tre Dee vendicatrici, ehe incitano alle fceleragi
ni,& li federati punifeano.

Caronte dio barcarolo dell'inferno fopra il fiume Acheronte.

Giudici infernali treminos efamina l'anime, Eacco


fcriue legge li proceifi > Radamanto nota le fentenze

tcnze > quefti tre giudicano le anime delle lro ope


rationi dandoli il premio, la pena.

Parche tre Cloto fila il filo della vira, lachefs Io inafpa,


quelle fono dee della vita
Atropo lo taglia ,
della morte .
de
Giuftitia dea del premio, e dell a pena de buoni,

&

&

&

cariui.

Concordiadea

della pace, vnione,amore,& del buon'ef-

fere di tutte le cofe.

Pace dea della quiete,&delf abundanza,

& multiplica-

tione di tutte le cofe.


Vittoria dea del vincere,&fuperare,e della gloria.

Honore dio

della

fama

& della gloria & dell'immor,

talit.

&

generofe operationi datrice d'Virt dea delle buone,


ogni bene.
Fama dea apportatrice de buoni &catiui faccetti conferuatrice delle humane a&ioni.
Macaria figliuola d'Hercole dea della felicit
Terminio dio della {labilit.
Anubi detto ancor ferapi dio del tempo, della produttio
ne,fagacit,cu(todia,& fedelt.
Anteuorta,& Pofteuorta dee che fanno il paflfato,&l'auenire.

Fortuna dea delle anioni humane, fignora ,& patrona


del tutto potentiflma de tutti li dd.
Genij dei delli animi, & della quiete oflferuatori del genere humano
Lari dei cuftodi delle Citt, cafe
.

luoghi

inueftigatori

de fatti humani.
Penati dei familiari cuftodi delle Citt, cafe,& luoghi

come li lari.
-Pomino dio delle.porti,chiaue,&

fermigli.

Fidio dio della fcde,& delle olfcruationi, de patti,

Ppp

&pro

mifloni.

miftloni-

1'%,

Silentio detto ancora Arpocrate dio della fecretezza,


taciturnit

Vulcano dio del fuoco materiale & terreno

fabricator

de fulgori gioue.
Ma tutta onero Aurora dea deH'alba,& dell'albore.
Eolo dio de venti,e delle tempefte.
Neceflir dea del fato, & del dettino.
Hebbe figliuola di giunone pincerna degli dei, dea del
la giouent,& della liberta.
Pallade dea della fapienza , inuentrke delle buone arti
dea anco della guerra.
Maia madre di mercurio dea derefponfi, &caitigatrice
delle battaglie

Bellona dea dt Ila guerra,& carettiera di marte il bellico


fodio.

Hercoledio della Fortezza domatore de moftri

&de

tiranni.

Paleftra figliuola di mercurio dea de lottatori.


Phito dea della lingua,e dell'elloquenza.
Iride dea meflaggiera de gli dei>& in particolare di Gi

none
Efculapio figlio d'ApoIine dio della medicina
Salute dea della fanit,liberatrice delle infermit
Iano dio bifronte dio della pace,ciuilt,protettore de g*
Italiani.'

Momo dio della maldicenza, & della reprenfone.


Pluto fanciullo dio delle ricchezze , et de thefori.
Priapodiodegl'horti,
della natura generatrice ,

&

&

del feme.

Volturno dio de glhorti,& de

giardini,

& anco de pen-

der humani.

Pomona moglie di Vulturno dea de glhorti ,

dini coltiuatrice delle piante

& de giar

Flora

Flora dea de n"ori, vaghezze,

& della ftagionedella'pr

ma vera.
Pane dio de paftori,& de greggi inuentore

del flauto.

Cerere dea eleufina inuentrice delle bade,& della colti


uatione de campi.
Tuo inuentore,
Bacco thebanodiodel vino
de fpaf-

&

fifolazzi,

&

&deltriompho.

Buona dea conferuatrice de

femi,

& della fertilit di tut

te le cofe.

Difcordia dea delle rilTe,maIiupIenze,odij,maIi euenti,

& ruine.
Cupidine amore dio dell'amare,diodelben vo!ere,&
della propagatione
Anterote fratello d'amore dio del riamare,& del recipr
co amore.
Grafie tre tufrofina fpra l'allegrezza,
giocondit Q.

&

il

beneftio.

Aglia foprala mael,

et

venufta riceue

benc-

il

fitio.

Talia foprala piaceuolezza rende il benen*tio,et quefte


delle ftafono dee della bellezza , gratitudine ,

&

goni.

Himeneo Dio del matrimonio, et delle Nozze.


Sonno dio del ripofl della quiete>& delle ombre.
,

Partenope.
Leucafia tre dee firene del mare alletatrici alla lafciuia

& quella punienti.


Ligia.

Volupia dea de piaceri,et della volupta.

Angerona dea de piaceri,et delle humane

operationi, et

ancor dea della gola.

Mufe noue elio fopra l'hiftoria affegnata alla luna,


tuterpe fopra tutte
Mercurio.

le

faenze in vniuerfale aflegnata


Thalia

i^iiJI^f^f^l^c^driiiMfieha,^^ memoria aAegtult


ta a Venere

Melpemone fopra le tragedie

& l'armonia

aflegnat

al Sole.

Terficore fopra

il

furor poetico ritrouatrice del falteroaf

fegnata marte.

Grato fopra lecofe amorofe


Gioue.

& la

geometria affegnata

J:

Pollinia fopra la rettorica,arte oratora,&il verfoaiTq-- gnata Saturno.

tl

V rama fopra l'Aftrologia & di quella


,

inuentrice

aflfe*

gnat ad Vranio ouer'al Cielo.


Caiope fopra il veifo eroico afTegnata fuperiore a tutte

v-~

come la pi nobile , quefte noue mufe cori


Apolineloro maeftrofono dette patrone, & ritrq-

le aitre

uatrici della mufica,

Quefti fono

li

& di tutte le fcienze & arti.

cento dei,che erano di pi nome>& famofi

- a-pp gl'antichi.
:

E.

Con Licenza de'Superiori.


5
h
1 fcSS4 ie&& M& fe^S* &&

IN

PADOVA,

Nella Scampana de Lorenzo Pafquati.

M.

Ad

inftantia di

C.

VII.

Pietro Paolo

Libraro in

Tozzi

Padova,

AllmfegnadclCIESV.

También podría gustarte