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Sakitama Zasshi n.

11

SAKITAMA DOJO

Febbraio 2008

Sakitama Zasshi n. 11, febbraio 2008

AIKIDO ZASSHI

In questo numero:
La filosofia dellAikido
Lo Shintoismo
Arti marziali e
Zen

SPECIALE FILOSOFIA E SPIRITUALITA


1

www.sakitamadojo.it
posta@sakitamadojo.it

Sakitama Zasshi n. 11

Febbraio 2008

Editoriale
LAikido unarte marziale profondamente intrisa di religione ed ha molti
aspetti filosofici. Il Fondatore Morihei Ueshiba, detto O-Sensei (Grande Maestro) era un devoto shintoista ed aveva studiato intensamente buddismo
da ragazzo. La sua profonda religiosit traspare nei concetti fondamentali
dellAikido da egli creato, quei concetti che nessuno spiega nelle palestre,
neanche in oriente. Essenzialmente il Fondatore vedeva la sua arte come
una forma di preghiera. Per questo in questo numero ho inserito un articolo tratto da un libro che si occupa delle fondamenta spirituali dellAikido, un
articolo sullo shintoismo, una religione che vede la divinit in ogni aspetto della natura. In essa il principio di compenetrazione degli opposti di yin e yang cos radicato che gli dei avrebbero di proposito nascosto i princpi spirituali ai popoli, in modo che potessero sviluppare lattuale societ materialista, solo allo scopo di poter sperimentare anche questo aspetto, senza il
quale lo spiritualismo non potrebbe esistere davvero. LAikido era visto da Ueshiba come un
mezzo per riportarci allo spiritualismo attraverso le sue tecniche divine.
Le arti marziali giapponesi, pi precisamente quelle che ricadono sotto la definizione di Budo
(via marziale), e cio Judo, Kendo, Kyudo, Iaido, Jodo, Karatedo e ovviamente Aikido, hanno strette
relazioni con la dottrina Zen. Il professor Suzuki, il pi illustre teorico giapponese dello Zen
tra i primi a diffonderlo in occidente, avendo conosciuto Ueshiba e lAikido dichiar che questo Zen in movimento. Vedremo di capire meglio le relazioni tra Zen e arti marziali in un
articolo estratto dallomonimo libro di Taisen Dashimaru. A completare il quadro abbiamo un
articolo sulla filosofia dellAikido tratto da un libro di John Stevens.
Non sar una lettura leggera, probabilmente, per chi pensa alle arti marziali come discipline
tecniche o per chi si recentemente avvicinato allAikido. Nelle parole di Philippe Gouttard,
lAikido non efficace a distruggere ma a costruire. La sua efficacia sta nel migliorare le persone che lo praticano, senza alcun bisogno di conoscerne le fondamenta spirituali e filosofiche.
Pensate a come siamo costretti a collaborare con il partner anche se ci sta antipatico, fate caso
alla metafora del cadere e rialzarsi pronti a ricominciare. Sono tutte cose che facciamo in allenamento con il nostro corpo, ma allenano anche la mente in qualche modo. Proprio perch
mente e corpo sono molto pi in relazione tra loro di quanto la nostra educazione occidentale
ci porti a comprendere. E come se eseguendo i movimenti delle tecniche dellAikido ci accadesse qualcosa di magico: muovendo il corpo secondo certe regole la nostra psiche ne trova
giovamento. Tanto magico non , si tratta del principio alla base della psicologia bioenergetica, quindi non poi un concetto cos lontano dalla cultura occidentale.
Insomma, praticare lAikido fa bene, pi lo pratichiamo, meglio ...

Sakitama Zasshi n. 11

Febbraio 2008

LA FILOSOFIA DELLAIKIDO
Tratto dallomonimo libro di John Stevens edito da Edizioni Mediterranee

Principi fondamentali
Come ogni sistema filosofico,
l'aikido definito da un insieme di principi fondamentali.
Innanzi tutto, esso sottolinea
l'importanza delle "quattro
gratitudini".
1. Gratitudine verso l'universo
la gratitudine per il dono
della vita, uno stato dell'essere estremamente prezioso
e assai difficile da raggiungere. Secondo la dottrina buddhista, l'anima che trasmigra
ha le stesse probabilit di
reincarnarsi in forma umana
quante ne ha una tartaruga
cieca che emerge una volta
ogni cento anni di infilare la
testa nel foro di un tronco
che galleggia nel grande
oceano. E anche se gli di
godono di una situazione
migliore, la loro facile esistenza li pone in uno stato di
torpore, e soltanto gli esseri
umani possono diventare
Buddha, perch bisogna avere un corpo per conoscere le
sofferenze del samsara, pra-

Kyuzo Mifune

ticare il dharma e sperimentare il nirvana. La gratitudine per essere vivi sommamente importante, perch ci
dona la speranza. Come diceva il maestro Ueshiba:
I santi e i saggi hanno sempre venerato la sacralit del
cielo e della terra, dei monti,
dei fiumi, degli alberi e delle
erbe. Essi non mancavano
mai di ringraziare per i grandi doni della natura, rendendosi conto che lo scopo della
vita rinnovare continuamente il mondo, creare di
nuovo ogni giorno. Se comprenderete i principi dell'aikido, anche voi sarete felici
di essere vivi e accoglierete
ogni nuovo giorno con viva
gioia. Quando vi inchinate
profondamente all'universo,
anch'esso si inchina; quando invocate il nome di Dio,
esso echeggia dentro di voi.
Uno scrittore pellerossa della trib Assiniboin, cos descrive il rito di gratitudine
del nonno:
Egli non trascurava mai di
rendere grazie ogni mattina
al sorgere del sole, che
chiamava l'occhio del grande spirito. A mezzod, si
fermava alcuni istanti per
ringraziare e ricevere una
benedizione. Quando il sole
tramontava, rimaneva a
guardarlo con venerazione
fino a quando scompariva.
Nello stesso spirito, appena
alzato il maestro Ueshiba
andava ad inchinarsi di fronte al kamidana del dojo e salutava il sole del mattino. Se
gli capitava di imbattersi in
un tempio mentre era in
viaggio, si fermava a offrire
una preghiera alla divinit
locale, e ogni volta che si trovava ad ammirare un pano-

rama particolarmente bello


ringraziava gli di per avergli
concesso quel dono. Egli accoglieva una fresca brezza
che soffiava dolcemente nel
dojo con le parole: "Benvenuta, brezza. Come sei gentile a
venire qui per darci refrigerio!".
2. Gratitudine verso gli antenati
Dobbiamo essere grati alle
matriarche e ai patriarchi del
nostro particolare clan, e ai

Un cacciatore Assiniboin, una


trib imparentata con i Sioux
tanti straordinari leader,
maestri, innovatori, artisti e
pionieri che ci hanno preceduti e hanno creato la civilt
umana. Anche se i nostri genitori si sono opposti alla
nostra ricerca o l'hanno
ostacolata, dobbiamo essere
loro grati per il dono del corpo fisico. Il grande maestro
di judo Kyuzo Mifune (18831965) ripeteva spesso:

Sakitama Zasshi n. 11
Sono grato ai miei genitori
per avermi dato un corpo
cos piccolo, perch ho dovuto praticare due volte pi
duramente per battere quelli
che erano pi grandi di me, e
la mia tecnica diventata
assai efficace. Sono grato
anche per le ferite che ho
ricevuto, perch ho imparato
a usare abilmente le parti del
corpo non danneggiate.
3. Gratitudine verso i nostri
simili
Non possiamo vivere senza il
sostegno degli altri: le persone che costruiscono edifici,
citt e strade, che fanno funzionare le cose, che coltivano
e preparano il nostro cibo,
che pagano i nostri salari,
che ci amano, ci nutrono e ci
aiutano, le persone con cui ci
divertiamo, pratichiamo e ci
alleniamo. li maestro Ueshiba disse una volta ai suoi
allievi:
In realt, io non ho allievi:
voi siete miei amici, e io imparo da voi. Grazie al vostro
duro allenamento, anch'io
posso continuare a praticare.
Vi sono sempre grato per i
vostri sforzi e la collaborazione che mi offrite. Per definizione, aikido significa collaborare con tutti, collaborare con gli dei e le dee di ogni
religione.
Come il quattordicesimo Dalai Lama ha spesso sottolineato, dobbiamo essere grati
perfino per i nostri nemici,
poich affrontandoli rafforziamo lo spirito:
Oggi, il Tibet sta attraversando il periodo pi buio della sua storia. Considero un
grande onore e un privilegio
essere stato prescelto per
guidarlo attraverso queste
sofferenze. Se riusciremo,
forse non solo salveremo noi
stessi, ma diventeremo anche un importante esempio
per altre nazioni, dimostrando come la non violenza, la
pazienza e la fiducia nel potere della verit possano co-

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stituire gli strumenti pi efficaci
nelle relazioni
umane.
E il Mahatma
Gandhi (18691948) diceva:
"In ogni uomo, le
virt della compassione, della non
violenza, dell'amore e della verit
possono esser e
davvero verificate
soltanto quando
vengono contrapposte alla crudelt,
alla violenza, all'odio e alla menzogna".
4. Gratitudine verso le piante e gli
animali che sacrificano la loro vita per noi
Noi esistiamo a spese di altri
esseri appartenenti ai regni
vegetale e animale, e dobbiamo essere grati per ogni
boccone di cibo che mangiamo.
Come recita un proverbio
cinese: "Un dispiacere condiviso dimezzato; una gioia
condivisa raddoppiata".
Ogni sistema filosofico ha un
suo insieme di "leggi morali"
o virt.
Le virt dellAikido
Nell'aikido, le principali virt
sono quattro.
1. La virt del coraggio
quella dell'azione audace,
dell'impegno coraggioso e
dell'esistenza valorosa. Bisogna affrontare coraggiosamente tutte le sfide che la
vita ci riserva e combattere la
buona battaglia fino all'ultimo. Si deve avere il coraggio
di sacrificare se stessi quando necessario, di ammettere gli errori e di assumersene
la piena responsabilit. Questa virt genera forza di volont e determinazione. Per

Il Mahatma Gandhi
divenire padroni di un'arte,
bisogna dedicarsi completamente alla pratica. Ci addestriamo perch difficile,
non perch facile. Ma se
pratichiamo duramente, ne
usciremo vittoriosi: "Il duro
allenamento permette di vincere senza difficolt". Nell'aikido, ci viene insegnato a
combattere ai massimi livelli,
giungendo al punto di lasciare che l'avversario colpisca
per primo ed evitando di attaccare bersagli facili. L'individuo valoroso vuole vincere
lealmente, e non a spese di
altri. Il maestro Ueshiba
spiegava:
La vittoria che cerchiamo
consiste nel superare tutte le
sfide e combattere fino in
fondo per raggiungere i nostri obiettivi. Nell'aikido, non
attacchiamo mai. Se colpite
per primi per guadagnare un
vantaggio su qualcuno, dimostrate che il vostro addestramento insufficiente e
che in realt gli sconfitti siete
voi.
Un altro aspetto del coraggio
la mancanza di paura. I
maestri del budo parlano
spesso del "dono dell'intrepidezza, l'assenza di paura che
proviene dalla conoscenza

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praticate, e poi riflettete sui
vostri progressi. L'aikido
l'arte di apprendere a fondo
le cose, l'arte di conoscere
se stessi.

Pitagora
onnicomprensiva, dall'annullamento dell'illusione,
dall'eliminazione dei dubbi,
dalla vera comprensione della natura del dolore, l'assenza di paura di fronte al nemico ultimo, la morte". I
buddhisti zen affermano:
"Chi completamente desto
non ha paura". Il dono dell'intrepidezza anche quello
della fiducia in se stessi, che
rende valorosi, arditi, perfino
audaci.
La virt del coraggio simboleggiata dal fuoco, una
fiamma perenne che non pu
essere spenta.
2. La virt della saggezza
I filosofi asiatici incoraggiavano i loro discepoli ad approfondire la conoscenza del
cielo e della terra "leggendo
diecimila libri e viaggiando
per diecimila miglia". Un corollario a questa esortazione
costituito dal precetto:
"Non smettere mai di imparare". li maestro Ueshiba diceva:
L'universo il nostro pi
grande maestro. Guardate
come un torrente si fa strada
attraverso una valle tra i
monti, adattandosi armoniosamente mentre scorre sopra
e intorno alle rocce. La saggezza del mondo contenuta
nei libri, e studiandoli possibile creare innumerevoli
nuove tecniche. Studiate e

terra rappresenta la calda,


concreta realt dell'amore.
Gandhi ha detto: "La spada
di un guerriero per la pace
l'amore e l'incrollabile fermezza che lo accompagna".

Questa virt rappresentata dal cielo, simbolo di co- 4. La virt dell'empatia


noscenza infinita.
la dimensione sociale dell'aikido. La filosofia non pu
3. La virt dell'amore
esistere in uno spazio vuoto,
Il termine filosofia significa e noi dobbiamo sempre chie"amore per la saggezza" e in derci: "Quale effetto hanno le
origine non indicava astratti nostre azioni sul mondo in
sistemi di pensiero. Pitagora generale e sugli altri in parti(circa VI secolo a.C.), il pa- colare?". Se i princpi dell'aidre della filosofia occidenta- kido non vengono applicati
le, definiva filosofo un indi- nel campo delle relazioni
viduo che osserva, rispetta e umane, dell'ecologia, delcontempla l'ordine, la bellez- l'economia e della politica,
za e lo scopo di quanto av- hanno scarso valore. Il maeviene, e cerca il filo d'oro del- stro Ueshiba consigliava:
la saggezza essenziale che Prima di tutto, dovete metunisce tutte le cose. Alla do- tere ordine nella vostra vita,
manda: "Sei un saggio?", Pi- quindi imparare come mantagora rispondeva: "No, ma tenere rapporti ideali con la
sono amante della saggezza". vostra famiglia; poi, dovete
L'amore deve essere diretto sforzarvi di migliorare le
alle cose e alle idee. Il filoso- condizioni nel vostro Paese, e
fo, alchimista e medico taoi- infine cercare di vivere arsta Ko Hung (circa 284-364) moniosamente con tutto il
affermava che il segreto del- mondo.
l'immortalit consiste "nell'estendere l'amore a tutte le A proposito delle sue opere
cose, fino all'estremo confine di misericordia, Madre Teredell'universo, e nel conside- sa (1910-1998) diceva: "Non
rare tutti gli altri come noi facciamo grandi cose, solo
stessi".
piccole cose con grande amoA proposito dell'amore, il re". Quando le chiedevano
maestro Ueshiba diceva:
come fosse possibile miglioNel vero budo non vi sono rare la situazione mondiale,
nemici, perch esso in fun- ella rispondeva semplicezione dell'amore. La via del mente: "Accogliete chiunque
guerriero non distruggere e uccidere, ma incoraggiare la vita e creare continuamente.
L'amore una divinit
che pu realmente proteggerci. Senza amore,
nulla fiorisce. Se non vi
amore tra gli esseri
umani, sar la fine del
nostro mondo. L'amore
genera il calore e la luce
che sostengono il mondo.
Nella
do, il
gia la
"luce"

filosofia dell'aiki"calore" simbolegcompassione e la


la "saggezza". La

Il medico taoista Ko Hung

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Madre Teresa di Calcutta


con un sorriso". La virt dell'empatia simboleggiata
dall'acqua, l'elemento che
nutre costantemente il mondo.
A titolo di confronto, per la
filosofia greca le virt cardinali sono giustizia, prudenza, forza d'animo e modestia;
per i taoisti, compassione,
frugalit e modestia; per i
buddhisti, generosit, disciplina, perseveranza, saggezza, pazienza, meditazione,
flessibilit, fermezza, benevolenza e imparzialit; per il
tantrismo, amore, compassione, gioia per il successo
degli altri e imparzialit verso gli esseri senzienti; per gli
gnostici, disponibilit, reciprocit, affetto e simpatia;
per i sufi, sincerit verso Dio,
severit verso se stessi, equit verso tutti, assistenza agli
anziani, gentilezza verso i
giovani, generosit verso i
poveri, disponibilit a consigliare gli amici, tolleranza
verso i nemici, indifferenza
per gli sciocchi e rispetto per
gli eruditi; per i nativi americani, altruismo, pazienza e
comprensione; per i cristiani,
infine, le virt teologali sono
fede, speranza e carit.
Le "quattro virt" dell'aikido
ci aiutano ad affrontare le
"quattro sfide": vecchiaia,
malattia, morte e separazione dalle persone amate. La
vita non perfetta n facile,
e tutti soffriamo quando in-

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vecchiamo, ci ammaliamo,
moriamo e, peggio ancora,
quando perdiamo i nostri
cari. una realt universale
e invariabile. Lo stesso maestro Ueshiba ebbe un'esistenza difficile: perse temporaneamente la memoria sul
campo di battaglia durante
la guerra russo-giapponese,
e in seguito combattendo
corpo a corpo con alcuni
banditi in Manciuria; nel giro
di sei mesi vide morire due
figli a causa di una malattia;
fu minacciato di arresto dal
governo militare per essersi
unito ai pacifisti della setta
Omoto-kyo; molti dei suoi
amici e dei discepoli preferiti
morirono durante la seconda
guerra mondiale; vide il proprio Paese devastato e conquistato dal nemico, nonostante gli sforzi compiuti per
evitare la guerra; cadde gravemente ammalato in diversi
periodi della sua esistenza; e
divenne vecchio (ma non debole) prima di soccombere
infine al cancro. Egli affermava:
Ogni giorno della vita umana porta serenit e cruccio,
sofferenza e piacere, tenebre
e luce, crescita e declino.
Ogni singolo momento fa
parte del grande disegno della natura; non respingete, n
ostacolate l'ordine cosmico
delle cose. Attendete con
gioia il giorno che viene, accettando qualsiasi evento
rechi con s.
La vita sempre un processo, e tutti noi siamo soggetti
alla ruota della fortuna: un
eterno alternarsi di buona e
cattiva sorte, prosperit e
povert, salute e malattia,
stabilit e cambiamento.
Stimolandoci a essere pi
coraggiosi, saggi, benevoli ed
empatici, la filosofia dell'aikido ci fornisce i mezzi per
affrontare le sfide dolorose e
difficili.
Non guardate a questo mondo con timore e avversione.
Affrontate con coraggio tutto
ci che gli di vi mandano.

In situazioni estreme, l'intero


universo diventa nostro nemico; in simili tempi di crisi,
l'unit di mente e tecnica
fondamentale: non lasciate
che il vostro cuore vacilli!
L'etica dell'aikido si impernia
su un unico principio: makoto. Tale termine significa letteralmente "atti sinceri" e
denota "sincerit naturale e
spontanea, priva di doppiezza e artificio". Secondo la
prospettiva dell'aikido, gli
esseri umani sono fondamentalmente buoni, naturalmente puri, gioiosi, retti e
benevoli. George Catlin
(1796-1872), che studi quasi cinquanta trib indiane,
scriveva: "Amo le persone
che seguono i comandamenti
senza averli mai letti, n sentiti predicare". Questa ottemperanza naturale makoto. Il bene formato dalle
cose piacevoli della vita; il
male, invece, causa infelicit,
sventura, disarmonia.
I tre prinicpi e i 9 pilastri dellAikido
Il maestro Ueshiba sottolineava i tre principi filosofici
dell'unit:

Lo studioso degli indiani


dAmerica George Catlin

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livello superiore di
comprensione. Il
maestro Ueshiba affermava:
Le tecniche dell'aikido cambiano continuamente; ogni incontro unico, e la
corretta reazione deve emergere spontaneamente. Le tecniche di oggi saranno
diverse domani. Non
lasciatevi coinvolgere
dalla forma e dall'apparenza. Il vostro
obiettivo finale deve
essere quello di dimenticare la tecnica.

altrettanto e dategli il benvenuto". A volte, finiamo rivolti


nella stessa direzione dell'attaccante, a stretto contatto
con lui, al punto che difficile distinguerci. Spesso, il
modo migliore di affrontare
un attacco andare direttamente alla sua fonte e fondersi con esso, rendendo impossibili ulteriori offensive.
3. Kaiten, "apertura e cambiamento"
A volte, meglio evitare un
attacco effettuando un'apertura laterale, per poi ridirigerlo verso l'aggressore. Nell'aikido, il concetto di "apertura" fondamentale e vuoi
dire essere pronti a cogliere
le possibilit, nonch avere
mente e cuore aperti. Il maestro Ueshiba spiegava:
Ognuno di noi deve aprirsi
la strada, aprire la porta alla
verit. L'universo come un
libro aperto che possiamo
leggere, e noi dovremmo considerare il mondo come
realmente .

Le tecniche dell'aikido sono veicoli di


trasformazione, e
Morihei Ueshiba, il Fondatore dellAikido presentano quattro
aspetti: educativo,
storico, pratico e filo1. La mente deve essere in sofico. Esse sono sostenute
armonia con l'attivit del- da nove pilastri, che si posl'universo
sono interpretare anche come altrettanti accessi filoso2. Il corpo deve essere in sin- fici alla saggezza, con ampie
tonia con il movimento del- possibilit di applicazione.
l'universo
Tali pilastri sono:
Una massima hassidica recita: "Dio ovunque gli sia
3. Corpo e mente devono es- 1. Shiho, "universalit"
permesso di entrare. Egli
sere una cosa sola, coerente Letteralmente, shiho significa nel nostro cuore, se non Lo
con l'opera dell'universo
"quattro direzioni". Nell'aiki- chiudiamo fuori". Alcuni dedo classico, la pratica inizia voti ebrei hassidici vanno in
In altre parole, non bisogna con shiho-giri, ovvero "taglio giro con il petto scoperto per
fare nulla che sia contrario in quattro direzioni", che indicare che il loro cuore
alla natura. Se la nostra pra- simboleggiano le quattro gra- sempre "aperto" a Dio.
tica fosse realmente makoto, titudini, le quattro virt e le La parola "universo" significa
niente di ci che facciamo quattro sfide. Shiho vuoI dire letteralmente "una rotaziosarebbe in contrasto con le anche esaminare il mondo in ne": esso ruota tutt'intorno e
leggi naturali; molti di noi, tutti i suoi aspetti, conside- dentro di noi; sostanzialmeninvece, devono affidarsi al rare le cose da ogni angola- te, noi siamo il perno del
nen, ovvero alla "concentra- zione ed essere in grado, al- mondo. Abbiamo un detto:
zione su principi ideali", per l'occorrenza, di muoversi in "dare una svolta alla propria
mantenersi armonizzati a qualsiasi direzione. Simboli- vita" (per migliorare le cose),
tutti i livelli.
camente, le quattro direzioni e ci coincide con un altro
rappresentano altrettante importante aspetto di kaiten.
La forma fisica delle tecniche virt: l'est conoscenza, il Il maestro Ueshiba diceva ai
dell'aikido non nulla di sud crescita, l'ovest libera- suoi allievi: "Il segreto dei
speciale. Il maestro Ueshiba zione e il nord forza.
movimenti kaiten nella vostudi diversi tipi di arti
stra mente, non nel vostro
marziali, integrando nel suo 2. Irimi, "entrata e fusione"
corpo".
metodo una variet di tecni- Davanti a un attacco, nell'aiche. Molti dei movimenti si kido di solito si reagisce non 4. Kokyu, "respirazione corriscontrano nelle arti marzia- arretrando o deviando l'ag- retta e buon tempismo"
li occidentali, ad esempio nel gressione, ma entrando di- Il respiro vita, e di solito
wrestling e nella scherma. Le rettamente in essa: "Quando una respirazione difficoltosa
tecniche sono veicoli fisici un avversario avanza, fate segno di stress, malattia o
impiegati per raggiungere un

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timore. Nell'aikido, vi sono


vari esercizi che ci insegnano
a stimolare una respirazione
profonda ed efficace attingendo al respiro dell'universo. Il maestro Ueshiba affermava:
Tutte le cose che sono in
cielo e in terra respirano. Il
respiro il filo che lega insieme la creazione. Quando
si giunge a percepire le innumerevoli variazioni nel
respiro universale, nascono
le singole tecniche dell'aikido.
Molti dei suoi allievi osservavano che, pur riuscendo ad
eseguire abbastanza bene le
tecniche quando egli era nel
dojo, appena se ne andava
cominciavano ad avere difficolt. "Ci avviene", spiegava
il maestro Ueshiba, "perch
quando sono presente metto
insieme i nostri kokyu, e pertanto tutti noi operiamo come una unit".
Un altro significato di kokyu
"buon tempismo". Ci
comporta la comprensione
dei ritmi vitali e l'essere in
sintonia con le circostanze e
le cose che ci circondano.
5. Osae, "padronanza di s e
controllo della situazione"
Le tecniche dell'aikido comprendono una serie di prese
e immobilizzazioni usate per
controllare un attacco. Esse
implicano che bisogna "mantenere una salda presa sugli
avvenimenti", "tenere la situazione sotto controllo prima che ci sfugga di mano" e
"porre un freno alle cose
quando si infiammano". Come scritto nel Tao-TeChing, "Ferma le cose prima
che avvengano: coltiva la pace e l'ordine per sconfiggere
il caos".
6. Ushiro-waza, "affrontare
l'ignoto"
Nell'aikido, ci alleniamo ad
essere attaccati alle spalle
per stimolare un sesto senso
che ci permetta di percepire
un'aggressione prima che

venga messa in atto. Nella


vita di tutti i giorni, ci si
traduce nel concetto "aspettarsi l'imprevisto", soprattutto da parte di anime traviate
che cercano di pugnalarci
alla schiena o di avvicinarsi
a noi di soppiatto.
7. Tenchi, "mantenersi saldamente tra cielo e terra"
Il nostro universo composto di cielo (vacuit), terra
(forma) ed esseri umani (una
combinazione di entrambi gli
elementi). La nostra vita si
svolge in congiunzione con i
movimenti del cielo e della
terra, e noi dobbiamo cercare
di conservare l'equilibrio tra
questi due poli. Il maestro
Ueshiba ha detto:
Cercate sempre di rimanere
in comunione con il cielo e la
terra; allora l'universo vi apparir nella sua vera luce. Se

saprete percepire la reale


forma del cielo e della terra,
riceverete l'illuminazione necessaria per comprendere la
vostra.
8. Aikiken e aikijo, "la spada
della fermezza e il bastone
dell'intuizione"
Nell'aikido, le tecniche sono
definite dai movimenti risoluti, diretti e precisi della spada. Analogamente, per avere
successo nella vita dobbiamo
agire con decisione, fermezza
e lealt. Tuttavia, abbiamo
anche bisogno di un buon
intuito per sapere quando
evitare un attacco. Pertanto,
dobbiamo essere capaci di
agire con la flessibilit del
bastone usato nell'aikido,
che si muove agevolmente
verso l'alto o verso il basso,
verso destra o verso sinistra,
a seconda delle circostanze.

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Muteiko, ovvero "non resi- discorso in cui condann la


stenza".
diffusa violenza verso i bimbi
L'aikido il principio della non nati: "Il pi grande flanon resistenza. Chi non resi- gello per la pace l'aborto.
ste fin dall'inizio il vincito- Se una madre pu uccidere il
re. Coloro che hanno inten- proprio figlio, cosa rimane?".
zioni malvagie o pensieri ma- A Gandhi non piaceva che il
levoli vengono immediata- termine ahimsa venisse tramente sconfitti. Un vero dotto con "resistenza passiguerriero invincibile perch va", perch riteneva che
non si oppone a nulla.
avrebbe conferito ad esso un
Muteiko un concetto molto inopportuno significato di
Lao Tzu, autore del tao Te Ching simile al taoista wu wei, debolezza o impotenza. Egli
"non azione" o "non affer- preferiva la traduzione "non
mazione". Nel Tao-Te-Ching violenza", considerandolo un
concetto assai pi positivo.
9. Ukemi, "sette volte gi, scritto:
Dal momento che predicava
otto volte su"
Un
buon
soldato
non

maragli ind, per i quali ahimsa


Una delle prime cose che un
era gi pratica comune, a
praticante di aikido appren- ziale.
volte Gandhi riconosceva che
de ukemi, ovvero la "caduta
con appoggio", che gli con- Un buon combattente non si la non violenza del leader
musulmano Abdul Hamid
sente di cadere in sicurezza e lascia prendere dall'ira.
di risollevarsi senza difficolt. Analogamente, anche se Il modo migliore per sconfigle vicissitudini della vita ci gere un nemico quello di
atterrano con pesanti colpi, non impegnarlo in battaglia.
dobbiamo ogni volta rialzar- Non ostacolando il flusso naci. Ukemi significa anche ri- turale delle cose e non tenprendersi da un errore. Co- tando di interferire nello
me sosteneva il maestro svolgersi degli eventi, ragUeshiba, "il fallimento la giungiamo l'armonia con il
chiave del successo"; ogni nostro ambiente. Vi un noerrore ci impartisce una le- to racconto riguardante un
zione preziosa". Ukemi pu macellaio taoista, il cui colaltres essere considerato tello non perdeva mai il filo
una sorta di "prosternazio- perch la lama trovava semne", una pratica di umilt, pre gli spazi liberi tra le artideterminazione e fiducia per colazioni, e la carne del bue
indicare che non vi sentite finiva per dividersi da sola.
troppo fieri per essere stati Quando vengono eseguite da
atterrati e siete decisi a risol- un maestro, le tecniche dell'aikido sembrano altrettan- Il sultano turco Abdul Ahmid Khan
levarvi.
Un altro principio fondamen- to naturali, ovvero sono wu
tale della filosofia dell'aikido wei, movimenti agili e sottili, Khan (1880-1976) era di
ma straordinariamente pene- gran lunga superiore alla
tranti ed efficaci.
sua, poich Khan "insegna la
Un'altra possibile traduzione non violenza a gente che
di muteiko "non violenza", sempre stata armata fino ai
in sanscrito ahimsa. Al pari denti". Uno dei pi famosi
di Gandhi, il maestro Ueshi- discepoli del Mahatma, Viba era convinto che la causa noba Bhave (1895-1982),
di tutti i mali fosse la violen- non disput mai verbalmente
za: violenza verso se stessi, con i suoi principali nemici,
verso gli altri o verso l'am- ricchi proprietari terrieri che
biente. "Rompere, danneg- egli cercava di convincere a
giare o distruggere", sostene- donare terra ai senzatetto.
va, " il peggior peccato che Bhave era convinto che la
un essere umano possa stessa opposizione fosse una
commettere". Quando le forma di violenza, poich gevenne conferito il premio nera insicurezza e spesso
Nobel per la pace, Madre Te- rende una persona pi inVinoba Bhave, discepolo di Gandhi resa di Calcutta tenne un transigente. A proposito della

Sakitama Zasshi n. 11

Febbraio 2008
de deboli e destinati alla
sconfitta.
In ambito cristiano, ricordiamo queste parole pronunciate da Ges:
Avete inteso che fu detto:
"Occhio per occhio e dente
per dente"; ma io vi dico di
non opporvi al malvagio;
anzi, se uno ti percuote la
guancia destra, tu porgigli
anche l'altra.

Busto di Aristofane
sua strategia di ahimsa, una
volta dichiar: "Ogni volta
che tratto con un avido proprietario terriero, non discuto, ma cerco piuttosto di trovare il modo di accedere al
suo cuore per convincerlo".
Martin Luther King (19291968), un altro sostenitore
della non violenza, affermava:
Tutta la vita interconnessa, tutta l'umanit coinvolta in un unico processo, e il
torto che faccio a mio fratello
lo faccio a me stesso.
Analogamente, il
Ueshiba diceva:

maestro

Martin Luther King


Non appena cominciate a
preoccuparvi di distinguere il
"bene" e il "male" nei vostri
simili, aprite nel vostro cuore
una porta per farvi entrare la
malizia. Competere con altri,
esaminarli e criticarli vi ren-

L'aikido ha il termine kaiten,


"avvolgere l'attacco e lasciarlo proseguire".
Un altro modo ingegnoso di
usare la non violenza descritto nell'opera Lisistrata di
Aristofane (circa 448-385
a.c.). Lisistrata progettava di
porre termine alla guerra tra
Atene e Sparta convincendo
le donne greche a non concedersi agli uomini fino a
quando il conflitto non fosse
finito. Quando lo spartano
Lampito venne a sapere di
questo piano, comment:
"Probabilmente funzioner.
Dicono che Menelao gett via
la sua spada, quando vide il
seno di Elena di Troia".
L'ultimo principio fondamentale della filosofia dell'aikido
masakatsu agatsu katsu
hayabi. Il carattere masa significa "sincero,
vero corretto,
leale", mentre
katsu vuol dire
"vittoria, trionfo, successo".
Cos il Dalai
Lama ha spiegato il termine
masakatsu, o
"vera vittoria":
La nostra
una civilt che
per migliaia di
anni ha praticato la non violenza, la compassione e il
perdono; di conseguenza, ci battiamo per i
diritti del nostro popolo nei
parametri di tali principi. Se
li abbandonassimo e ci riprendessimo la nostra terra
con l'odio e la violenza, la

Lo spartano Lampito, protagonista di Lisistrata di Aristofane


perdita sarebbe assai pi
grande del guadagno. Il Tibet
che riconquisteremmo non
sarebbe pi il Tibet per cui
stiamo lottando. Otterremmo
una vittoria esteriore, ma
una sconfitta interiore.
Ecco qualche altro esempio
di masakatsu.
Quando era solo un avvocato, Abraham Lincoln (18091865) disse ai suoi colleghi:
Ogni volta che potete, convincete i vostri clienti a venire a patti. Fate loro notare

Il Dalai Lama

10

Sakitama Zasshi n. 11

Abraham Lincoln
che il vincitore nominale
spesso il vero perdente: in
parcelle, spese e spreco di
tempo. Come conciliatore,
l'avvocato ha maggiori possibilit di essere un uomo
buono.
Nel Dhammapada si legge:
"Egli mi ha insultato, mi ha
percosso, mi ha sconfitto, mi
ha derubato". In coloro che
nutrono simili rancori, l'odio
non ha mai fine.
L'odio non cessa mai con
l'odio. Solo l'amore pu liberarcene; questa una verit
eterna.
Il Tao-Te-Ching dice:
Se attacchi con compassione,
vincerai.
Se ti difendi con compassione, resisterai saldamente.
E un'altra poesia taoista recita:
Alla mente immobile
Tutto il mondo si arrender.
Masakatsu pu essere interpretato anche cos: "Se il tuo
operato sincero, avr successo e durer nel tempo".
Questo aspetto si rivela prezioso quando si oggetto di
critiche. Molti eruditi islamici
espressero pareri di carattere

Febbraio 2008

teologico e giuridico contro


l'uso innovativo della musica
e della danza introdotto dal
maestro sufi Rumi (circa
1201-1270) nella sua scuola.
Ma, "scegliendo un atteggiamento di benevolenza e generosa comprensione", ovvero
mantenendo un'attitudine di
masakatsu, Rumi non replic
alle critiche. Gli attacchi diminuirono, e oggi i suoi critici e le loro opinioni sono
completamente dimenticati.
Il maestro Ueshiba defin una
volta masakatsu come "il
conseguimento in terra del
proprio obiettivo".
A significa "se stessi" e gatsu
(katsu) "vittoria"; quindi,
agatsu vuoi dire "vittoria su
se stessi", trionfo sui propri
demoni interiori, gli istinti
peggiori. L'aikido un'occasione per correggere se stessi, non altre persone. Il maestro Ueshiba diceva:
L'aikido comincia con voi.
Lavorate su voi stessi e
l'obiettivo che vi stato assegnato. Ognuno ha uno spirito
che pu essere perfezionato,
un corpo che pu essere addestrato in qualche maniera,
una via adatta da seguire.
Incoraggiate la pace nella
vostra vita e applicate l'aikido
a tutte le cose che incontrate.
Haya significa "rapido, scattante, dinamico", mentre bi
(hi) vuoi dire "sole, giorno,
luce, tempo"; pertanto, katsu
hayabi "vittoria rapida e
immediata". Una traduzione
abbastanza fedele dell'intera
frase masakatsu agatsu katsu hayabi potrebbe essere:
"La vera vittoria la vittoria
su se stessi qui e ora'''. Erano queste le parole con cui
pi spesso il maestro Ueshiba rispondeva alla domanda:
"Cos' laikido?".
A livello di pratica, masakalsu agatsu katsu hayabi
pu essere interpretato cos:
Coraggio incrollabile unito a
impegno costante fino a raggiungere improvvisamente
tutti gli obiettivi.

In termini tecnici, la frase


vuol dire:
Se la tua mente chiara e i
tuoi movimenti sono corretti,
la tecnica si manifesta immediatamente.
A livello pi profondo e filosofico, la frase suggerisce:
Otterrai la vittoria soggiogando la tua natura pi bassa e raggiungendo quello stato dell'essere che trascende il

Il sufi Rumi
tempo e lo spazio.
A livello di liberazione, le parole significano:
La verit ti liberer dal timore e dall'insicurezza, e ogni
istante apparir vitale e luminoso.

11

Sakitama Zasshi n. 11

Febbraio 2008

S H I N T O
Le radici spirituali dellAikido
Tratto da The Spiritual Foundtions of Aikido
di William Gleason
Traduzione ed adattamento di Pasquale Robustini

La mitologia shintosista narra di unepoca, prima dellalba della storia, in cui tutti gli
esseri umani erano tuttuno
con la legge universale ed
avevano piena coscienza degli
dei. Questepoca nota come
Kannagara, o flusso della coscienza divina, una coscienza
pura e non toccata dalla razionalit o dalla teoria. In
questo stato di coscienza la
divinit non messa in dubbio; la stessa nostra esistenza prova della natura divina
di tutte le cose. Kannagara
no michi levoluzione della
coscienza della mente umana. Nelle parole dello studioso di shintoismo James Mason: luomo primitivo era un
bambino cosciente di se stesso, e le sue risposte alla conoscenza intuitiva erano pi
mature di quelle delluomo
moderno.
Lattitudine originaria degli
esseri umani aveva due
aspetti: se da un lato si era
coscienti di essere tuttuno
con lo spirito universale, dallaltro si comprendeva che
luniverso fatto di opposti
che si compenetrano: i poteri
dello yin e yang. I giapponesi
antichi infatti vedevano la
vita e la morte come una di-

cotomia monistica: entrambe


esistono nel momento presente. Il Kannagara la forza
vitale che si evolve allinfinito.
E come il mondo del bambino che coinvolge ogni cosa ed
esiste solo in questo preciso
istante, qui ed ora. Il Maestro
Ueshiba spiegava cos:
In antichit, allepoca degli
dei, gli esseri umani erano
tuttuno con lo spirito universale. Erano uomini-dio manifesti. A quel tempo erano
consci della loro natura di
spiriti separati dellunico spirito universale.
Nei primi secoli della nostra
epoca, la fede giapponese per
i kami divenne nota come
Shinto, la via degli dei.
Lideogramma cinese shin in
giapponese si legge kami. Entrambe le parole significano
Dio o divinit, ma differiscono dallidea del Dio antropomorfo che troviamo nelle religioni occidentali. Ka significa
fuoco, lenergia della spiritualizzazione (yang); mi significa
acqua, lenergia della materializzazione (yin). Kami (o
shin) la scintilla vitale originale, la torre di controllo
spirituale della coscienza. To
la versione abbreviata del
cinese Tao, la via (do, in
giapponese - n.d.t.). In altre
parole, le fondamenta dello
shintoismo sono costituite
dallenergia creativa delluniverso, che viene chiamata
kototama.
Il kototama, energia vitale
creativa, funziona allinterno
del principio di dualismo
monistico di yin e yang. E
uno sbaglio vedere yin e yang
come forze separate; piutto-

sto sono due manifestazioni


di una singola forza. Yin e
yang insieme sono pura polarit, sono allinterno di ogni
cosa, e allo stesso tempo non
esistono di per se stessi. Yin
e yang sono linfinito stesso.
Linfinito la sorgente del
potere assoluto, ma senza yin
e yang, la mano destra e sinistra di Dio, neanche la pi
piccola particella di energia al
mondo pu essere mossa.
Attraverso le leggi del funzionamento di yin e yang, il kototama (il ki universale) manifesta il mondo materiale.
Lao Tsu scrisse nel Tao Te
Ching: Il Tao genera uno.
Uno genera due. Due genera
il tre. Il tre genera tutto. Ci
pu anche essere espresso
come segue: lunicit ha due
aspetti, un avanti e un dietro.
Linterscambio dinamico e
costante tra i due poli opposti
il continuo divenire della
triplice realt di ogni cosa.
Yin e yang, in continuo nascere dallunicit delluniverso, attingono la forza vitale
da questa sorgente misteriosa. Il loro costante interscambio governa lenergia
creativa delluniverso e crea il
principio del kototama: il
principio dellaiki, o armonia
universale.
Questo il principio che armonizza tutte le manifestazioni, visibili ed invisibili. Entra in gioco in tutti i problemi
ideologici e spirituali, cos
come nella vita di tutti i giorni. E lunica cosa che non
cambia: il principio stesso
del cambiamento. Il movimento, la coscienza, la vita e
Dio sono diverse espressioni
della stessa realt. James
Mason scrisse: Il vero con-

12

Sakitama Zasshi n. 11
cetto shintoista di Paradiso
non ha a che fare con una
porzione di spazio dell'universo, ma con lassenza di
spazio e con la soggettivit....
In questo senso, la storia del
mondo iniziata in Paradiso, il centro originario dello
spirito creativo divino (la volont di vita) che si espande
allinfinito.
Fin dai tempi antichi, tra i
cosiddetti uomini primitivi
c sempre stata la sensazione istintiva, lintuizione,
che tutta la natura fosse integramente radicata e basata su forze sia complementari che antagoniste. Queste
forze erano comprese come
unit. Questa misteriosa
funzione della dinamica tra
yin e yang il principio dellaiki.
Non se ne pu afferrare il
concetto come un qualcosa
di relativo rispetto a qualcosaltro, come tra chi osserva
e chi osservato. Cercare di
afferrare la realt soltanto
tramite concetti come un
gruppo di ciechi che cercano
di descrivere un elefante:
uno parla della coda, un altro della gamba e cos via,
mentre il tutto non viene
notato. Quindi impossibile
fissare un punto dove lo yin
finisce e lo yang comincia. Il
principio dellaiki pu essere
conosciuto solo attraverso
lesperienza, attraverso leliminazione degli opposti.
LA MITOLOGIA SHINTOISTA
In quanto creazione del subconscio umano, lo shintoismo completamente soggettivo ed intuitivo. La mitologia shintoista sostiene che
il Kanagara esisteva nelle
alte pianure del Paradiso
fino a circa quindicimila anni fa, e che il mondo era governato dalla dea del Sole,
Amaterasu. La discendenza
del Sole aveva visto la prima
civilt del mondo, il tempo
degli uomini-dei, quando la
gente ignorava il possesso,

Febbraio 2008
la brama o il desiderio individuale.
La leggenda racconta che gli
dei discesero la prima volta
in Giappone negli altopiani
di Hida no Takayama, il che
potrebbe indicare una migrazione dal continente alle
isole giapponesi. Il primo dio
a discendere fu Ninigi no
Mikoto, il nipote di Amaterasu. A lui dovuta lapplicazione del principio spirituale
del kototama nella societ.
Poi fece seguito la dinastia
Hikohodoemy, let doro della propriet privata, contemporanea delle grandi civilt dellantico Egitto e dei
Sumeri. Poi fu il turno dellera di Ugayafukiaezu, in
cui gli antichi imperatori giravano il mondo insegnando
i principi del kototama. Alla
fine, comunque allincirca al
tempo di Jinmu Tenno (anche il tempo di Mos), ebbe
inizio una nuova influenza
celeste. Era giunto il tempo
per il dio del Sole di discendere e per il dio della Luna
(filosofia e materialismo) di
andare al potere. Ebbe cos
luogo una grande battaglia
tra Jinmu Tenno e Nigihayahi no Mikoto. Fu linizio
della guerra tra lo spiritualismo ed il materialismo, che
cre un karma che dur per
centinaia di generazioni future.
Al tempo di questa grande
transizione i capi discussero
tra loro su come il passaggio
di poteri tra spiritualismo e
materialismo dovesse venire
usato per la creazione della
futura et delloro. Convennero che, per pulire il karma
che la razza umana avrebbe
dovuto affrontare, sarebbe
stato necessario nascondere
i princpi dello spiritualismo.
Finch la gente fosse stata a
conoscenza di questi princpi, non avrebbe mai sviluppato il senso di competizione
necessario per creare una
societ materialista e la filosofia e la scienza non si sarebbero mai sviluppate abbastanza da provare la verit

dei princpi spirituali. Senza il


progresso
materiale,
lo scopo di
creare una
societ
b a s a t a
sullo spiritualismo
pieno sarebbe stato impossibile da
raggiungere. LImperatore Suijin (sei secoli dopo
la restaurazione di
J i n m u )
comprese
ci molto
bene e na- Kannagara no
scose
i michi: Il flusso
p r i n c p i della coscienza
spirituali
del kototama nel grande tempio di
Ise. Questo evento fu chiamato seconda chiusura della porta del paradiso.
Di conseguenza, da quando
migliaia di anni fa il principio del kototama venne nascosto, lo shintoismo prese
la forma ed i rituali di una
religione. LImperatrice Amaterasu divenne la dea del
Sole, con la missione di preservare gli antichi insegnamenti per la costruzione della futura et delloro. Il fratello di Amaterasu, Tsuki
Yomi fu deificato per governare larea che sarebbe diventata poi la Cina. Come
sua bandiera prese limmagine della Luna, a simboleggiare filosofia e religione.
L'immagine delle stelle simboleggiava lo sviluppo della
scienza e del materialismo,
una responsabilit che nessuno voleva, e che solo dopo
molte discussioni fu accettata da Susa no Wo, il fratello
pi piccolo di Amaterasu.
Il progetto divino di creare
persone con voglia di compe-

13

Sakitama Zasshi n. 11
titivit per stabilire una
societ fondata sul materialismo and oltre le migliori previsioni. Gli uomini
divennero cos competitivi
ed egocentrici che scoppiarono guerre e cominciarono
ad uccidersi lun laltro. I
governanti diventarono cos superstiziosi e cos spaventati dal potere spirituale
che molti arrivarono al
punto di ordinare massacri
di neonati pur di scongiurare la nascita di santi o
capi spirituali. Tracce di
queste leggende si ritrovano nelle storie di Mos e di
Ges di Nazareth.
La tendenza alla violenza
anti-spirituale ebbe uno
slancio tale da far temere
lauto-distruzione della
razza umana. Di fronte ad
una tale minaccia, santi e
filosofi come il Buddha storico Shakyamuni, Ges,
Lao-Tsu e Confucio emersero per andare incontro ai
bisogni di tempi cos turbolenti. Riconoscendo la
grande difficolt dellafferrare le verit spirituali, essi
insegnavano attraverso parabole e simboli, nel tentativo di ristabilire la direzione spirituale dellumanit.
Quindi la diretta comprensione spirituale dellera degli dei lasci il posto alla
filosofia e alla cosmologia,
seguite a loro volta dalle
religioni organizzate, che
deviarono la direzione della
societ per migliaia di anni. Oggi la nuova religione
la scienza, il suo dio il
benessere ed il potere.
Quando latomo fu diviso
ed inizi lera atomica la
scienza entr in contatto
per la prima volta con il
mondo dellinvisibile, ma il
cattivo uso di questa potenza una minaccia per
lesistenza della vita sulla
Terra. E giunta lora di rivelare i princpi spirituali
del kototama.
LO SHINTOISMO OGGI

Febbraio 2008
Gli insegnamenti tenuti in
serbo da Amaterasu sono
stati tramandati di generazione in generazione attraverso leducazione degli
imperatori e le tradizioni
popolari. Lo shintoismo in
questo modo si arricchito
di rituali, ma esso oggi non
una religione in senso
stretto. Non ha canoni o
severe regole di comportamento. La sua filosofia e la
sua pratica sono basate su
tradizioni tramandate dallantichit. Lo shintoismo
non predica la salvezza,
non ha un credo religioso a
cui ci si possa convertire,
n dogmi su ci che giusto o sbagliato. Lo shintoismo non predica la moralit e non condanna le anime per mancanza di essa.
Ci nonostante i giapponesi sono persone di profonda sensibilit religiosa.
Tutti gli aspetti della loro
vita tradizionale prevedono
la preghiera ed il rituale.
Moralit e giudizio, considerati inseparabili, vengono insegnati tramite il budo
(la via marziale, n.d.t.) e la
vita di tutti i giorni. Tutto
ci viene esemplificato nel
codice del bushido (la via
del guerriero, o bushi,
n.d.t.), la tradizionale forma di educazione della
classe aristocratica dei samurai. Il samurai si sentiva
responsabile dei dettagli
allapparenza pi insignificanti della vita. Il fallimento di una azione individuale poteva risultare nella
morte. Essi non vivevano
secondo una rigida classificazione di giusto e sbagliato, piuttosto secondo un
senso di responsabilit per
il proprio giudizio. Avevano
poco rispetto per le teorie
astratte.
Lo shintoismo si manifesta
in tutti gli aspetti della vita
giapponese. La mentalit
giapponese sinonimo di
mentalit shintoista. Per la
mentalit shintoista il divino in ogni cosa. E una

La volont vitale che si espande


come intuizione

mentalit che onora tutto


ci che vita ed espressa
attraverso il rispetto per lo
spirito divino, per gli antenati, per il cibo che mangiamo. Considera la Terra e
la natura intera come divinit vive e coscienti. Prima
che si cominciasse ad innalzare templi, la gente
venerava rocce, alberi,
montagne e qualunque
elemento naturale, come
dimostrano i molti ritrovamenti di templi nelle caverne.
Il Sole, la sorgente dellesistenza, venerato come
manifestazione dello spirito
universale. Il calore e la
luce di questa divinit fondamentale rappresentano
la compassione e la saggezza (ai) del creatore. In
tempi antichi un prete stava dritto davanti ad una
grande roccia rotonda
muovendo un ramo di sakaki recitando canti shintoisti. La roccia simboleggiava lo specchio sacro di

14

Sakitama Zasshi n. 11

Febbraio 2008

Il tempio di Ise
Yata, lo spirito di Amaterasu, la dea del Sole. La vera
divinit dietro lo specchio,
comunque, Naobi, il nostro spirito unico, secondo
lo shintoismo (che si divide
in 4 anime, o tama: aratama, kushi-tama, nigi-tama e saki-tama; per i dettagli vedi Sakitama Zasshi
n. 1 - n.d.t.).
Le arti marziali del Giappone esprimono il kannagara, il tao. Lo spirito invisibile la realt di base, il
mondo fisicamente manifesto solo un riflesso dellinvisibile. Qualunque cosa
accada nel regno della
mente (la quarta dimensione) si manifesta inevitabilmente nel mondo reale. Il
genio della mente primitiva
ricerca la verit della realt
andando in profondit nellesperienza del momento
presente. Questo palese
in tutti gli aspetti della societ e dellarte giapponese,
inclusi la cerimonia del t
(chado), larrangiamento
dei fiori (ikebana) e laikido.
Il maestro spirituale di OSensei, Onisaburo Deguchi
insegnava esplicitamente
che in Giappone sia le arti
marziali che le arti in senso
stretto sono un modo di
unirsi alla coscienza divina. Manifestare la perfe-

zione del kototama nel


mondo materiale si chiama
kamiwaza, letteralmente
tecnica divina, un termine che veniva anche usato
per descrivere le tecniche
di O-Sensei.
Il Kannagara il flusso della natura, delle stagioni
dellanno, il dispiegarsi del
destino dellumanit. E
levoluzione delluniverso
sia come materia che come
coscienza. Non c un inizio
assoluto.
Questo sentimento celebrato nelle festivit annuali
giapponesi. Con il Nuovo
Anno in Giappone si onora
il passato e ci si prepara
per il futuro. E il tempo
della condivisione e della
riunione delle famiglie. E
un sentimento che richiama quello del Natale del
mondo cristiano e la festa
anche simile nei simboli.
Il dio giapponese del benessere e della felicit spirituale O-Kuni Tama O-Kuni
Nushi assomiglia al San
Nicola della comunit cristiana (santo di origine
turca, poi patrono di Bari,
che gli olandesi emigrati in
America chiamavano Siinte
Niklas = Santa Claus n.d.t.). Porta doni alla gente a simboleggiare la distribuzione della prosperit

spirituale e della felicit.


Sebbene non si vedano veri
e propri alberi di Natale in
Giappone, i giapponesi
danno un significato simile
allabete. Rami e corone
dabete vengono esposti
sulle porte delle case e a
volte anche davanti alle
automobili come augurio
per il nuovo anno. Labete
in giapponese si chiama
matsu, attendere. Il Natale celebra lavverarsi di una
profezia, la nascita di Cristo. Labete simboleggia
unaltra profezia: lavvento
di unet doro per lumanit. In Giappone il Nuovo
Anno tempo di purificazione dei sentimenti in
modo da invitare lo spirito
divino a manifestarsi sulla
Terra.
La cosmologia e la mitologia shintoiste ci dicono che
oggi stiamo soffrendo le
difficolt della nascita di
unet doro. Le ultime migliaia di anni sono state
tempo di materialismo. Nel
processo di
creazione delle
scienze fisiche
e dellinnalzamento dellabilit intellettuale
lumanit ha
dovuto sopportare una grande povert di
spirito. Moltissime persone
sono morte nelle guerre o
hanno sperimentato paure
e superstizioni.
Il karma del
passato deve
essere spazzato
via ed i popoli
di tutte le razze
devono di nuovo
riunirsi come
ununica famiglia.
Lo spirito governa la vita, la
mente lo segue
ed il corpo il Ise Shingu
tempio di en-

15

Sakitama Zasshi n. 11
trambi. Siamo passati attraverso let dello spiritualismo e della filosofia e ci
avviciniamo alla fine dellet del materialismo. Lattesa dellet doro finita,
la sua nascita prossima.
Dobbiamo sforzarci di accogliere nel migliore dei
modi il nuovo bambino in
questo mondo.
La nuova era richiede la
purificazione (misogi) della
terra e dellumanit. Opporsi alla grande misogi
equivale ad opporsi al michi, la via, e servir solo ad
intensificare la difficolt
nella purificazione.
La potenza
di questa
purificazione
viene da una
divinit
chiamata
Murakumo,
il dio drago
che recide la
delusione ed
elimina il
karma accumulato
nelle varie
Kado matsu:
Lattesa per lo epoche. La
spada di
spirito divino
Murakumo
chiamata
kusanagi; kusa sta per erba, erbacce, ci che non
ha importanza; la nagi la
lunga spada o falce che
taglia il karma, scagliandolo al vento nelle otto
direzioni. Questa missione
di purificazione portata
da Take Haya Susa, che
noto nella mitologia shintoista come un dio stravagante, geloso e ribelle, il
dio del budo.
O-Sensei sentiva che la
missione di Susa no Wo, il
fratellino di Amaterasu,
fosse la sua missione personale e che laikido fosse
il mezzo per portare alla
grande purificazione. Egli
si riferiva a questa missione con le parole:
Aiki la spada di Susa o
Wo, il corpo del ki.

Febbraio 2008
LA LEGGENDA DELLA DEA
DEL SOLE
Per comprendere pienamente il pensiero di O-Sensei bisogna apprezzare la
storia dellapertura della
porta di pietra del Paradiso.
Susa no Wo era stato insignito della missione di sviluppare il materialismo e
purificare il karma che si
sarebbe creato nel processo, ma egli rifiut e fu bandito dal Paradiso. Si arrabbi cos tanto che scuoi
vivo un cavallo e gett la
sua pelle insanguinata nella casa di Amaterasu, tra le
donne che cucivano i kimono. Amaterasu ne fu cos sconvolta che scapp in
una grotta chiudendosi
dentro con una grossa pietra. Ci fece sparire il sole
sia dal mondo terreno che
dal Paradiso, nascondendo
i princpi della spiritualit
di cui Amaterasu era portatrice. Sul mondo cal cos
il buio dell'assenza di spiritualit, della supremazia
del materialismo, che port
al caos. Per rimediare a
ci, gli dei decisero di organizzare una festa. Chiesero alla dea Ame no Uzume di esibirsi in una danza
erotica. Tutti gli dei gioivano tanto rumorosamente
che Amaterasu, nella grot-

ta, fu incuriosita da tanta


felicit nel mondo senza la
sua luce e si avvicin alla
porta per chiedere cosa
stesse succedendo. Le fu
detto che che c'era una dea
pi grande di lei ed ingelosita si affacci alla porta
per vederla, solo per essere
accecata dalla sua stessa
luce riflessa in uno specchio appositamente posizionato. Ame no Uzume approfitt del momento per
prendere Amaterasu e trascinarla di nuovo fuori dalla grotta ad illuminare il
mondo.
O-Sensei si riferiva a questa storia dicendo:
Aikido la seconda apertura della porta di pietra
del Paradiso
Siccome il mondo attuale
non ancora una famiglia
unita in pace, il lavoro di
Susa no Wo non ancora
completato. La violenza nel
mondo offusca ancora la
luce dellamore e della saggezza tenendola prigioniera
nella grotta dietro la porta
di pietra della coscienza
umana. Ora il tempo della danza degli dei, laikido,
di portare alla seconda
apertura della porta di Ame
no Wato. Quando l'oriente
vedr il suo potere spirituale riflesso nell'occidente,

Torii: la porta dingresso tra spirito e materia

16

Sakitama Zasshi n. 11

Febbraio 2008

esso riemerger come il potere della pace.


Nelle parole di O-Sensei:
Lapertura della porta
creare una societ in cui il
corpo sia usato come strumento per realizzare la missione dellanima e dello spirito, disciplinando il nostro
respiro, mettendo il ki sotto il
nostro controllo e mettendo i
piedi fermamente sulla via
della auto-realizzazione. Con
queste fondamenta, praticate
delle tecniche di takemusu
aiki e portate il vero corpo
delluniverso nel vostro respiro.
LATTESA DELLO SPIRITO
DIVINO
Quando i giapponesi mettono
le corone di rami dabete sulle loro porte per il Nuovo Anno il periodo di kado matsu
(kado: porta; matsu: abete). Il
kototama Ka significa spirito; do (derivato da to)
significa fermarsi o riusci-

re nella la comprensione spirituale. Ma la sincerit


o la realt; tsu avvicinarsi a cicli alla materializzazione. Quindi matsu la vibrazione dello spirito umano che
si spinge contro ogni difficolt per manifestare pace e felicit su questa terra. E
aspettare levoluzione spirituale e la riunificazione dei
popoli del mondo. Quindi
kado matsu significa aspettare che lo spirito divino si
fermi alla casa dove appesa
la corona di rami.
Nella stazione di Shibuya a
Tokyo, c un punto dincontro famoso segnato dalla statua di un cane chiamato Hachiko. Hachiko incontrava l
ogni giorno il suo padrone,
un colonnello in pensione.
Quando il suo padrone mor,
Hachiko, ignaro, continuava
ad andare l ad aspettarlo. La
gente cercava di dargli da
mangiare, ma Hachiko non
accettava cibo da nessuno,

voleva solo il suo padrone.


Cos alla fine mor di fame.
La gente del posto fu cos
commossa dalla dedizione di
Hachiko che gli eressero una
statua. Oggi diventato un
punto dincontro nel cuore
della metropoli di Tokyo.
Questo il significato di makoto: attendere con forte determinazione che il sogno
dellumanit si avveri. E nutrire qualcosa dentro di noi
che stata quasi completamente dimenticata: il nostro
inizio, la nostra origine spirituale.
I buddisti giapponesi dicono:
il flusso del fiume ancora
costante, i cambiamenti della
vita (il flusso) sono costanti,
la nostra vera natura (il fiume) sempre presente.
Nel cambiare, c sempre
qualcosa che rimane costante. Questa ferma volont, il
nutrire il proprio scopo unico, attendere che si materializzi, lo spirito dello Shinto.
Viene espresso nella frase
ripetuta alla fine di quasi tutte le preghiere shintoiste:
Kannagara tamahi chihaimase: Possa lo spirito divino
delluniverso fiorire nel mondo.
Morihei Ueshiba espresse
questo desiderio attraverso la
creazione dellaikido. Come
manifestazione del kototama,
il principio originale di ordine
universale, esso incarna ai,
amore e saggezza, ed uno
strumento per la creazione di
un mondo di pace.

Il libro da cui tratto il testo del maestro americano William Gleason, che
ha vissuto 11 anni in Giappone studiandone la cultura.
E edito in italiano da Edizioni Mediterranee con il titolo: I Fondamenti
Spirituali della Via dellArmonia

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Sakitama Zasshi n. 11

Febbraio 2008

ARTI MARZIALI E ZEN


In quale modo si pu diventare forti e saggi allo stesso tempo?
In Giappone si tenta di farlo attraverso la pratica delle arti marziali, o Budo, e attraverso la via dello Zen.
Un estratto dal libro di Taisen Dashimaru Lo Zen delle Arti Marziali.
Adattamento a cura di Pasquale Robustini
Questo insegnamento tradizionale si
mantenuto, sebbene il Budo
giapponese tenda attualmente
a diventare dualista: si vuole
imparare ad esser forti piuttosto che divenire saggi.
Il Budo, la Via del Guerriero,
designa linsieme delle arti
marziali giapponesi. Il Budo
ha approfondito in maniera
diretta le relazioni esistenti tra
etica, religione e filosofia. Il
suo rapporto con le discipline
sportive decisamente recente. I testi antichi che lo riguardano trattano essenzialmente della cultura mentale e
della riflessione sulla natura
dellego.
In giapponese Do significa la
Via. Come praticare questa
via? Attraverso quale metodo
la si pu percorrere? Il Budo
non soltanto una tecnica, un
waza, e ancor meno una competizione sportiva. Include arti
come il kendo, il judo, laikido
e il kyudo, ossia il tiro con
larco. Eppure il kanji (lideogramma) bu significa anche
interrompere, arrestare la
lotta. Poich nel budo non si
tratta soltanto di competere,
ma di trovare la pace e il dominio di se stessi.
Lo Zen la via per giungere al
dominio del pensiero al di l di
ogni discriminazione, al di l
di tutte le categorie, e che ingloba tutte le espressioni del
linguaggio. Questa dimensione
pu essere raggiunta attraverso la pratica di zazen e del
Bushido.
La fusione del Buddhismo e
dello Shintoismo ha permesso
la nascita del Bushido, la via
del samurai, che pu esser

sintetizzata in sette punti fondamentali:


1.Gi: la decisione giusta ed
equanime, latteggiamento
giusto, la verit. Quando si
deve morire, bisogna morire.
2.Yu: labilit, il coraggio tinto
deroismo.
3.Jin: lamore universale, la
benevolenza verso lumanit.
4.Rei: il retto comportamento.
5.Makoto: la sincerit totale
6.Melyo: lonore e la gloria.
7.Chugi: la devozione, la lealt.
Sono i sette princpi dello spirito del Bushido (Bu: arti marziali; shi: guerriero; do: via).
La via del samurai imperativa e assoluta. In essa fondamentale la pratica che si
manifesta attraverso il corpo e
nasce dallinconscio. Di qui la
grande importanza conferita
alleducazione del giusto comportamento.
Linfluenza tra Bushido e
Buddhismo stata reciproca,
ma questultimo ha determinato i primo tra cinque aspetti:
1.Lacquietamento dei sentimenti.
2.Laccettazione serena di
fronte allinevitabile.
3.La padronanza di s in qualsiasi circostanza.
4.La maggiore intimit con
lidea della morte, sia con
quella della vita.
5.La pura povert.
Shojin la prima tappa,
budo come nello Zen; un
riodo di pratica, che dura
tre ai cinque anni, con la
lont e la coscienza.

nel
pedai
vo-

Zen
la seconda tappa, nello Zen
come nel Budo, quella della
concentrazione senza coscienza, e a inizio dopo lo shiho. Il
discepolo in pace, e pu diventare un vero assistente del
suo maestro.
Durante il terzo periodo, lo
spirito attinge ala vera libert.
Il discepolo diventa un maestro autentico, completo.
Queste tre tappe sono comuni
allo Zen e al Budo.
Lintuizione
Lintuizione e lazione devono
scaturire nel medesimo istante; non permesso pensare
nella pratica del Budo. Come il
riflesso della Luna che non
rimane mai fermo sullacqua
fluente, mentre lastro splende

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alto nel cielo, immobile. Questa la coscienza hishiryo.
Durante un combattimento, il
nostro spirito non deve lasciarsi influenzare da nessun
movimento dellavversario, da
nessuna azione del suo corpo
e della sua mente. Il nostro

spirito deve sempre muoversi


liberamente. Si deve essere
totalmente concentrati, istante dopo istante. Nella vita
quotidiana la stessa cosa.
Non dovete distrarvi durante
zazen, n durante lallenamento alle arti marziali. Bisogna praticarli a fondo, concentrandosi, impegnandosi
totalmente. Non bisogna serbare una parte di energia come riserva. Concentrarsi significa esprimerla, scaricarla
totalmente. Se durante un
combattimento ci si risparmia
non si pu vincere. E un segreto delle arti marziali, e di
ogni azione della nostra vita.
Nel mondo moderno assistiamo esattamente al contrario; persino i giovani vivono a
met e sono morti a met. E
poich hanno, ad esempio,
una sessualit incompleta,

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durante il lavoro o durante
zazen pensano al sesso e viceversa: lo stesso accade in
ogni manifestazione della vita.
Se si scarica totalmente la
propria energia, si pu assorbirne di fresca, che fluisce
come la corrente di un fiume.
Non dobbiamo
dipendere sul
waza, dalla tecnica. Bisogna
creare. Se un
ricco d del danaro al figlio costui non imparer mai a guadagnarselo. Inversamente, il figlio
di un uomo povero ha la possibilit di crearsi il
mezzo, il metodo
per procurarselo.
Le arti marziali
non sono teatro,
n sport, n
spettacolo. Il loro
segreto, diceva
sempre Kodo
Sawaki, che in
esse non esiste
n vittoria e n
sconfitta. Non si
pu vincere, n
esser vinti! Negli
sport diverso
perch in essi c
il tempo, lazione non si realizza nellistante. C il tempo
per pensare, per decidere, per
agire, mentre nelle arti marziali non c che listante. La
vittoria o la non vittoria, la
vita o la non vita si decidono
nellistante.
Nei tempi antichi la posta in
gioco era la vita: allora lintuizione era decisiva, in ultima
istanza. Si dovrebbe ritrovare
questo spirito, comportarsi
sempre come se la vita stessa
fosse in gioco, anche quando
si combatte con una spada di
legno. Le arti marziali allora
ritroverebbero il loro vero
senso: la pratica della Via.
I dettagli della tecnica, gli artifici, i trucchi, sono in effetti
secondari rispetto alla concentrazione. Se si adegua-

tamente concentrati, un gesto, uno solo, sufficiente.


Cos laddestramento era
completato: tre anni per il
corpo, un anno per concentrarsi su una tecnica e un
istante per lo spirito di fronte
al burrone, di fronte alla morte.
Ma come scegliere la tecnica
con cui attaccare? Non un
problema di scelta. Si deve
agire inconsciamente, automaticamente, naturalmente.
Il pensiero non pu intervenire, altrimenti ci sarebbe tempo dattesa e quindi debolezza.
Nellintuizione corpo, tecnica
e coscienza si fondono: si
pensa con lintero corpo, ci si
concentra totalmente nellazione. Per questo difficile
stabilire una gerarchia tra
shin, lo spirito, waza, la tecnica e tai, il corpo.
La coscienza non deve agire,
bisogna abbandonarsi a ci
che accade. E necessario
concentrarsi intensamente
sulla respirazione, soprattutto
sulla espirazione, che deve
essere lenta, lunga, possente,
e scendere il pi profondamente possibile nelladdome,
sino a quel punto decisivo
chiamato hara, poco sotto
lombelico. E gli non devono
lasciare un solo istante quelli
dellavversario: cos possibile seguire il suo movimento
interiore.
Coloro che non vogliono seguire linsegnamento Zen,
lautentica base del Budo,
non sono tenuti a farlo. Ma
cos riducono le arti marziali
a semplici discipline sportive.
Quelli invece che vogliono cogliere una dimensione pi
elevata del proprio essere,
della propria vita, non devono
imitarli. Si potrebbe dire che i
primi sono come bambini che
giocano con le macchinine, gli
altri ne guidano di vere. Non
c niente di sbagliato negli
sport: esercitano il corpo, accrescono la resistenza fisica.

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Ma lo spirito di competizione
e di potenza che essi esaltano
infausto e testimonia una
visione distorta della vita.
Anche nelle arti marziali bisogna essere mushotoku, ossia senza scopo, n spirito di
profitto.
Gli educatori odierni sono
responsabili di questo stato
di cose: allenano il corpo, la
tecnica, ma non la coscienza.
I loro allievi si battono per
vincere, giocano alla guerra
come bambini. Non c alcuna saggezza in tutto ci. Non
aiuta a dirigere la propria
vita! Nello spirito dello Zen e
del Budo, la vita quotidiana
diventa il luogo di combattimento Bisogna essere coscienti in ogni istante: alzandosi, lavorando, mangiando,
coricandosi. In questo consiste la vera padronanza di s.
La respirazione
La cosa pi importante nella
pratica delle arti marziali la
respirazione. E attraverso la
giusta respirazione che possiamo sviluppare la potenza
dello hara, raccogliervi tutta
lenergia.
I maestri della tra dizione
non insegnavano mai la respirazione. Solo quando la
postura giusta la respirazione si stabilisce naturalmente. Per insegnarla ci si
dovrebbe spogliare per far
capire attraverso il corpo.
Uninspirazione naturale,
breve, a partire dal plesso
solare, poi una profonda
espirazione che spinge sugli
intestini, sullo hara. Lespirazione pu durare fino a uno,
due, tre, quattro e anche cinque minuti. E attraverso
lespirazione che il Buddha
ha colto lilluminazione sotto
lalbero della Bodhi.
Il kiai, il grido la cui forza vibratoria paralizza lavversario, va lanciato in modo che
salga dallo hara, dal basso
degli intestini, da quella zona
chiamata in Giappone kikai,
loceano dellenergia. Per far
questo bisogna imparare la
respirazione dello Zen, che

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la stessa utilizzata nel Budo.
Alla fine dellespirazione
lenergia al suo punto culminante.
Il suono non deve partire dalla gola. Osservate come miagola un gatto o ruggisce un
leone: quello kiai. Quindi
bisogna allenarsi alla respirazione ma senza cercare do
ottenere poteri magici dal
kiai:nella via del Budo, come
in quella Zen,
bisogna non
aver n scopo,
n profitto. Nella maggior parte dei casi si
vuol sempre
acquisire qualcosa, ci si sforza di avere, non
di essere.
La respirazione
nelle arti marziali si stabilisce in modo
naturale solo a
partire dal secondo o terzo
dan. Si forti
quando si espira, mentre durante linspirazione ci si indebolisce. Si
deve attaccare
lavversario
mentre inspira.
In quel momento si pu uccidere un uomo
con un semplice colpo, senza
bisogno di coltelli o di armi.
La fine dellinspirazione il
momento della massima vulnerabilit. Al termine dellespirazione, invece, si forti
come una tigre, saldi come
una pietra.
Se avete paura, se vi sentite
angosciati, espirate lungamente. Vi calmer e vi dar
forza, sicurezza: lenergia e la
coscienza in tal modo si concentrano.
Il modo migliore per imparare
a respirare assumendo la
posizione di zazen. Anticamente, ai tempi dei samurai,
si conferiva un decisivo valore: alla meditazione prima

dellazione ci si concentrava
in zazen.
Oggi questo accade, nel migliore dei casi, nella brevissima cerimonia che precede il
combattimento. In zazen si
possono raccogliere le proprie
energie, lasciar trascorrere i
pensieri come nuvole nel cielo, allentare le proprie tensione nervose e muscolari,
concentrandosi sulla postura

e praticare la corretta respirazione.


Il Ki: lenergia
Nelle arti marziali coltivare la
tecnica indispensabile per
numerosi anni. Ma alla fine
lo spirito, shin, a dominare:
questo particolarmente evidente nel tiro con larco. Fra
spirito e corpo, spirito e postura, spirito e tecnica, la
meditazione a stabilire il legame. Alla fine, postura e
meditazione si armonizzano,
si fondono in unit. La respirazione diventa ki (lenergia, il
vigore), come il ki dellaikido.
Allinizio conviene esercitare
la postura coscientemente,
con pazienza. Si fanno sforzi,
si tende al nuca, ci si concen-

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Sakitama Zasshi n. 11

tra sullespirazione attraverso la volont, e solo dopo


qualche anno di pratica si
giunge a farlo naturalmente,
istintivamente. In zazen la
postura esercita uninfluenza
assai rapida, mentre nel Budo solo dopo quattro o cinque anni, oltre il terzo dan,
che ci si pu concentrare su
qualcosa che non sia la tecnica. In zazen la postura influenza la coscienza fin dallinizio.
Perseverando in zazen, istintivamente, naturalmente,
potrete cogliere il segreto del
Budo. Allora non sar pi
necessario utilizzare una
tecnica, praticare judo, aikido, karate, o la spada. Gli
altri non oseranno avvicinarsi a voi. Non sar necessario
combattere. La vera via del
Budo non competizione, n
conflitto: al di l della vita e
della morte, al di l della vittoria e della sconfitta.
Il segreto dellarte della spada consiste nel non sguainarla. Non bisogna estrarre
la spada, poich chi desidera
uccidere deve prima morire.
Tutti i samurai e i maestri
giapponesi sapevano che
prima di esser degni di uccidere l'avversario dovevano
innanzitutto saper uccidere
se stessi, fare a pezzi con la

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spada la propria coscienza.


I caso contrario non sarebbero riusciti a vincere. Bisogna uccidere se stessi,
solo allora gli altri avranno
paura e non oseranno
neppure avvicinarsi a voi.
Il riflesso della luna sullacqua del fiume non si
muove, non scorre. E solamente lacqua che passa. Durante zazen lasciate
scorrere i pensieri. Potrete
trovare cos la sostanza
dellego. Se allinizio la vostra coscienza personale
vigile, lasciate che i pensieri passino. Pi tardi apparir il subconscio. Lasciate
che anchesso passi. Ben
presto si esaurir. Alla fine
lo spirito sar puro come la
luna, come il suo riflesso che
rimane fermo sullacqua del
fiume. Se si vogliono comprendere le relazioni tra spirito, coscienza e vero ego,
particolarmente significative
sono le relazioni tra la luna,
il suo riflesso e lacqua del
fiume.
Si pu dire che in Oriente la
tecnica del combattimento a
mani nude sia derivata dal
fatto che i monaci itineranti
erano spesso assaliti, depredati e persino uccisi da soldati o briganti. Non potendo
servirsi di armi, poich i loro
precetti lo proibivano, in Cina allepoca di Bodhidharma,
si sviluppo unarte di combattimento senzarmi, che si
differenzi pi tardi in karate, judo, tai-chi, e che permise ai monaci di difendersi in
ogni circostanza. I gesti precisi ed efficaci del karate, le
sottili mosse del judo che
utilizzano la forza dellavversario per rivolgerla contro di
lui, le difese lente, guardinghe, feline del tai-chi, discendono da quella tradizione;
ciascun monaco poteva cos
disporre di mezzi difensivi
naturali, proporzionati alla
propria forza. A quel tempo
queste arti marziali per cos
dire dolci non erano suddi-

vise in categorie distinte, ma


si presentavano semplicemente come come una serie
di movimenti, di colpi, di
stratagemmi che ci si insegava a vicenda.
I monaci erranti provenienti
dalla Cina introdussero questarte in Giappone, dovessa
conobbe, a partire dalla regione di Okinawa, una diffusione enorme. Si svilupparono principalmente il karate e
il judo, mentre il tai-chi rimase pi specificamente cinese.
Si giunti anche a chiamarlo
Zen in piedi, mentre allaikdo
ci si riferiti come Zen in
movimento, ma il Kendo,
larte della spada, la pi nobile, la pi vicina allo spirito
Zen. Esso si incessantemente posto la domanda
come vivere e come morire?. Anche il tiro con larco,
il kyudo, una pratica altamente spirituale. Nel suo libro Lo Zen del Tiro con lArco l dottor Herrigel ne ha
parlato in modo chiaro e
suggestivo. Quando coscienza e corpo non sono che
ununit, in perfetto distacco
da se stessi e dal mondo, solo allora la freccia vola libera
verso il bersaglio. La posizione essenziale. Se perfetta,
tutto il movimento che la segue lo diviene. Una bella posizione, la solitudine interiore, lo spirito libero, lenergia
(ki) equilibrata fra il cosmo,
lessere e la potenza del corpo, una respirazione corretta
e concentrata nello hara, la
coscienza attenta, chiara.
Lombra dei pini dipende
dalla luminosit della luna:
lo spirito zanshin: lo spirito
che permane, senza legarsi a
nulla, vigile, attento allistante presente e a quello successivo.
Le tecniche di combattimento differiscono tra loro, ma se
waza (la tecnica), ki (lenergia) e shin (la coscienza) non
sono fusi in ununit, non
pu esserci azione giusta.

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Sakitama Dojo
Heaven Due Sporting Club
Via Francesco Paolo Bonifacio
Torraccia di San Basilio, Roma
Marted e Gioved, 19.00 - 20.30

www.sakitamadojo.it
posta@sakitamadojo.it

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