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SAKITAMA DOJO
Febbraio 2008
AIKIDO ZASSHI
In questo numero:
La filosofia dellAikido
Lo Shintoismo
Arti marziali e
Zen
www.sakitamadojo.it
posta@sakitamadojo.it
Sakitama Zasshi n. 11
Febbraio 2008
Editoriale
LAikido unarte marziale profondamente intrisa di religione ed ha molti
aspetti filosofici. Il Fondatore Morihei Ueshiba, detto O-Sensei (Grande Maestro) era un devoto shintoista ed aveva studiato intensamente buddismo
da ragazzo. La sua profonda religiosit traspare nei concetti fondamentali
dellAikido da egli creato, quei concetti che nessuno spiega nelle palestre,
neanche in oriente. Essenzialmente il Fondatore vedeva la sua arte come
una forma di preghiera. Per questo in questo numero ho inserito un articolo tratto da un libro che si occupa delle fondamenta spirituali dellAikido, un
articolo sullo shintoismo, una religione che vede la divinit in ogni aspetto della natura. In essa il principio di compenetrazione degli opposti di yin e yang cos radicato che gli dei avrebbero di proposito nascosto i princpi spirituali ai popoli, in modo che potessero sviluppare lattuale societ materialista, solo allo scopo di poter sperimentare anche questo aspetto, senza il
quale lo spiritualismo non potrebbe esistere davvero. LAikido era visto da Ueshiba come un
mezzo per riportarci allo spiritualismo attraverso le sue tecniche divine.
Le arti marziali giapponesi, pi precisamente quelle che ricadono sotto la definizione di Budo
(via marziale), e cio Judo, Kendo, Kyudo, Iaido, Jodo, Karatedo e ovviamente Aikido, hanno strette
relazioni con la dottrina Zen. Il professor Suzuki, il pi illustre teorico giapponese dello Zen
tra i primi a diffonderlo in occidente, avendo conosciuto Ueshiba e lAikido dichiar che questo Zen in movimento. Vedremo di capire meglio le relazioni tra Zen e arti marziali in un
articolo estratto dallomonimo libro di Taisen Dashimaru. A completare il quadro abbiamo un
articolo sulla filosofia dellAikido tratto da un libro di John Stevens.
Non sar una lettura leggera, probabilmente, per chi pensa alle arti marziali come discipline
tecniche o per chi si recentemente avvicinato allAikido. Nelle parole di Philippe Gouttard,
lAikido non efficace a distruggere ma a costruire. La sua efficacia sta nel migliorare le persone che lo praticano, senza alcun bisogno di conoscerne le fondamenta spirituali e filosofiche.
Pensate a come siamo costretti a collaborare con il partner anche se ci sta antipatico, fate caso
alla metafora del cadere e rialzarsi pronti a ricominciare. Sono tutte cose che facciamo in allenamento con il nostro corpo, ma allenano anche la mente in qualche modo. Proprio perch
mente e corpo sono molto pi in relazione tra loro di quanto la nostra educazione occidentale
ci porti a comprendere. E come se eseguendo i movimenti delle tecniche dellAikido ci accadesse qualcosa di magico: muovendo il corpo secondo certe regole la nostra psiche ne trova
giovamento. Tanto magico non , si tratta del principio alla base della psicologia bioenergetica, quindi non poi un concetto cos lontano dalla cultura occidentale.
Insomma, praticare lAikido fa bene, pi lo pratichiamo, meglio ...
Sakitama Zasshi n. 11
Febbraio 2008
LA FILOSOFIA DELLAIKIDO
Tratto dallomonimo libro di John Stevens edito da Edizioni Mediterranee
Principi fondamentali
Come ogni sistema filosofico,
l'aikido definito da un insieme di principi fondamentali.
Innanzi tutto, esso sottolinea
l'importanza delle "quattro
gratitudini".
1. Gratitudine verso l'universo
la gratitudine per il dono
della vita, uno stato dell'essere estremamente prezioso
e assai difficile da raggiungere. Secondo la dottrina buddhista, l'anima che trasmigra
ha le stesse probabilit di
reincarnarsi in forma umana
quante ne ha una tartaruga
cieca che emerge una volta
ogni cento anni di infilare la
testa nel foro di un tronco
che galleggia nel grande
oceano. E anche se gli di
godono di una situazione
migliore, la loro facile esistenza li pone in uno stato di
torpore, e soltanto gli esseri
umani possono diventare
Buddha, perch bisogna avere un corpo per conoscere le
sofferenze del samsara, pra-
Kyuzo Mifune
ticare il dharma e sperimentare il nirvana. La gratitudine per essere vivi sommamente importante, perch ci
dona la speranza. Come diceva il maestro Ueshiba:
I santi e i saggi hanno sempre venerato la sacralit del
cielo e della terra, dei monti,
dei fiumi, degli alberi e delle
erbe. Essi non mancavano
mai di ringraziare per i grandi doni della natura, rendendosi conto che lo scopo della
vita rinnovare continuamente il mondo, creare di
nuovo ogni giorno. Se comprenderete i principi dell'aikido, anche voi sarete felici
di essere vivi e accoglierete
ogni nuovo giorno con viva
gioia. Quando vi inchinate
profondamente all'universo,
anch'esso si inchina; quando invocate il nome di Dio,
esso echeggia dentro di voi.
Uno scrittore pellerossa della trib Assiniboin, cos descrive il rito di gratitudine
del nonno:
Egli non trascurava mai di
rendere grazie ogni mattina
al sorgere del sole, che
chiamava l'occhio del grande spirito. A mezzod, si
fermava alcuni istanti per
ringraziare e ricevere una
benedizione. Quando il sole
tramontava, rimaneva a
guardarlo con venerazione
fino a quando scompariva.
Nello stesso spirito, appena
alzato il maestro Ueshiba
andava ad inchinarsi di fronte al kamidana del dojo e salutava il sole del mattino. Se
gli capitava di imbattersi in
un tempio mentre era in
viaggio, si fermava a offrire
una preghiera alla divinit
locale, e ogni volta che si trovava ad ammirare un pano-
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Sono grato ai miei genitori
per avermi dato un corpo
cos piccolo, perch ho dovuto praticare due volte pi
duramente per battere quelli
che erano pi grandi di me, e
la mia tecnica diventata
assai efficace. Sono grato
anche per le ferite che ho
ricevuto, perch ho imparato
a usare abilmente le parti del
corpo non danneggiate.
3. Gratitudine verso i nostri
simili
Non possiamo vivere senza il
sostegno degli altri: le persone che costruiscono edifici,
citt e strade, che fanno funzionare le cose, che coltivano
e preparano il nostro cibo,
che pagano i nostri salari,
che ci amano, ci nutrono e ci
aiutano, le persone con cui ci
divertiamo, pratichiamo e ci
alleniamo. li maestro Ueshiba disse una volta ai suoi
allievi:
In realt, io non ho allievi:
voi siete miei amici, e io imparo da voi. Grazie al vostro
duro allenamento, anch'io
posso continuare a praticare.
Vi sono sempre grato per i
vostri sforzi e la collaborazione che mi offrite. Per definizione, aikido significa collaborare con tutti, collaborare con gli dei e le dee di ogni
religione.
Come il quattordicesimo Dalai Lama ha spesso sottolineato, dobbiamo essere grati
perfino per i nostri nemici,
poich affrontandoli rafforziamo lo spirito:
Oggi, il Tibet sta attraversando il periodo pi buio della sua storia. Considero un
grande onore e un privilegio
essere stato prescelto per
guidarlo attraverso queste
sofferenze. Se riusciremo,
forse non solo salveremo noi
stessi, ma diventeremo anche un importante esempio
per altre nazioni, dimostrando come la non violenza, la
pazienza e la fiducia nel potere della verit possano co-
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stituire gli strumenti pi efficaci
nelle relazioni
umane.
E il Mahatma
Gandhi (18691948) diceva:
"In ogni uomo, le
virt della compassione, della non
violenza, dell'amore e della verit
possono esser e
davvero verificate
soltanto quando
vengono contrapposte alla crudelt,
alla violenza, all'odio e alla menzogna".
4. Gratitudine verso le piante e gli
animali che sacrificano la loro vita per noi
Noi esistiamo a spese di altri
esseri appartenenti ai regni
vegetale e animale, e dobbiamo essere grati per ogni
boccone di cibo che mangiamo.
Come recita un proverbio
cinese: "Un dispiacere condiviso dimezzato; una gioia
condivisa raddoppiata".
Ogni sistema filosofico ha un
suo insieme di "leggi morali"
o virt.
Le virt dellAikido
Nell'aikido, le principali virt
sono quattro.
1. La virt del coraggio
quella dell'azione audace,
dell'impegno coraggioso e
dell'esistenza valorosa. Bisogna affrontare coraggiosamente tutte le sfide che la
vita ci riserva e combattere la
buona battaglia fino all'ultimo. Si deve avere il coraggio
di sacrificare se stessi quando necessario, di ammettere gli errori e di assumersene
la piena responsabilit. Questa virt genera forza di volont e determinazione. Per
Il Mahatma Gandhi
divenire padroni di un'arte,
bisogna dedicarsi completamente alla pratica. Ci addestriamo perch difficile,
non perch facile. Ma se
pratichiamo duramente, ne
usciremo vittoriosi: "Il duro
allenamento permette di vincere senza difficolt". Nell'aikido, ci viene insegnato a
combattere ai massimi livelli,
giungendo al punto di lasciare che l'avversario colpisca
per primo ed evitando di attaccare bersagli facili. L'individuo valoroso vuole vincere
lealmente, e non a spese di
altri. Il maestro Ueshiba
spiegava:
La vittoria che cerchiamo
consiste nel superare tutte le
sfide e combattere fino in
fondo per raggiungere i nostri obiettivi. Nell'aikido, non
attacchiamo mai. Se colpite
per primi per guadagnare un
vantaggio su qualcuno, dimostrate che il vostro addestramento insufficiente e
che in realt gli sconfitti siete
voi.
Un altro aspetto del coraggio
la mancanza di paura. I
maestri del budo parlano
spesso del "dono dell'intrepidezza, l'assenza di paura che
proviene dalla conoscenza
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praticate, e poi riflettete sui
vostri progressi. L'aikido
l'arte di apprendere a fondo
le cose, l'arte di conoscere
se stessi.
Pitagora
onnicomprensiva, dall'annullamento dell'illusione,
dall'eliminazione dei dubbi,
dalla vera comprensione della natura del dolore, l'assenza di paura di fronte al nemico ultimo, la morte". I
buddhisti zen affermano:
"Chi completamente desto
non ha paura". Il dono dell'intrepidezza anche quello
della fiducia in se stessi, che
rende valorosi, arditi, perfino
audaci.
La virt del coraggio simboleggiata dal fuoco, una
fiamma perenne che non pu
essere spenta.
2. La virt della saggezza
I filosofi asiatici incoraggiavano i loro discepoli ad approfondire la conoscenza del
cielo e della terra "leggendo
diecimila libri e viaggiando
per diecimila miglia". Un corollario a questa esortazione
costituito dal precetto:
"Non smettere mai di imparare". li maestro Ueshiba diceva:
L'universo il nostro pi
grande maestro. Guardate
come un torrente si fa strada
attraverso una valle tra i
monti, adattandosi armoniosamente mentre scorre sopra
e intorno alle rocce. La saggezza del mondo contenuta
nei libri, e studiandoli possibile creare innumerevoli
nuove tecniche. Studiate e
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vecchiamo, ci ammaliamo,
moriamo e, peggio ancora,
quando perdiamo i nostri
cari. una realt universale
e invariabile. Lo stesso maestro Ueshiba ebbe un'esistenza difficile: perse temporaneamente la memoria sul
campo di battaglia durante
la guerra russo-giapponese,
e in seguito combattendo
corpo a corpo con alcuni
banditi in Manciuria; nel giro
di sei mesi vide morire due
figli a causa di una malattia;
fu minacciato di arresto dal
governo militare per essersi
unito ai pacifisti della setta
Omoto-kyo; molti dei suoi
amici e dei discepoli preferiti
morirono durante la seconda
guerra mondiale; vide il proprio Paese devastato e conquistato dal nemico, nonostante gli sforzi compiuti per
evitare la guerra; cadde gravemente ammalato in diversi
periodi della sua esistenza; e
divenne vecchio (ma non debole) prima di soccombere
infine al cancro. Egli affermava:
Ogni giorno della vita umana porta serenit e cruccio,
sofferenza e piacere, tenebre
e luce, crescita e declino.
Ogni singolo momento fa
parte del grande disegno della natura; non respingete, n
ostacolate l'ordine cosmico
delle cose. Attendete con
gioia il giorno che viene, accettando qualsiasi evento
rechi con s.
La vita sempre un processo, e tutti noi siamo soggetti
alla ruota della fortuna: un
eterno alternarsi di buona e
cattiva sorte, prosperit e
povert, salute e malattia,
stabilit e cambiamento.
Stimolandoci a essere pi
coraggiosi, saggi, benevoli ed
empatici, la filosofia dell'aikido ci fornisce i mezzi per
affrontare le sfide dolorose e
difficili.
Non guardate a questo mondo con timore e avversione.
Affrontate con coraggio tutto
ci che gli di vi mandano.
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livello superiore di
comprensione. Il
maestro Ueshiba affermava:
Le tecniche dell'aikido cambiano continuamente; ogni incontro unico, e la
corretta reazione deve emergere spontaneamente. Le tecniche di oggi saranno
diverse domani. Non
lasciatevi coinvolgere
dalla forma e dall'apparenza. Il vostro
obiettivo finale deve
essere quello di dimenticare la tecnica.
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de deboli e destinati alla
sconfitta.
In ambito cristiano, ricordiamo queste parole pronunciate da Ges:
Avete inteso che fu detto:
"Occhio per occhio e dente
per dente"; ma io vi dico di
non opporvi al malvagio;
anzi, se uno ti percuote la
guancia destra, tu porgigli
anche l'altra.
Busto di Aristofane
sua strategia di ahimsa, una
volta dichiar: "Ogni volta
che tratto con un avido proprietario terriero, non discuto, ma cerco piuttosto di trovare il modo di accedere al
suo cuore per convincerlo".
Martin Luther King (19291968), un altro sostenitore
della non violenza, affermava:
Tutta la vita interconnessa, tutta l'umanit coinvolta in un unico processo, e il
torto che faccio a mio fratello
lo faccio a me stesso.
Analogamente, il
Ueshiba diceva:
maestro
Il Dalai Lama
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Abraham Lincoln
che il vincitore nominale
spesso il vero perdente: in
parcelle, spese e spreco di
tempo. Come conciliatore,
l'avvocato ha maggiori possibilit di essere un uomo
buono.
Nel Dhammapada si legge:
"Egli mi ha insultato, mi ha
percosso, mi ha sconfitto, mi
ha derubato". In coloro che
nutrono simili rancori, l'odio
non ha mai fine.
L'odio non cessa mai con
l'odio. Solo l'amore pu liberarcene; questa una verit
eterna.
Il Tao-Te-Ching dice:
Se attacchi con compassione,
vincerai.
Se ti difendi con compassione, resisterai saldamente.
E un'altra poesia taoista recita:
Alla mente immobile
Tutto il mondo si arrender.
Masakatsu pu essere interpretato anche cos: "Se il tuo
operato sincero, avr successo e durer nel tempo".
Questo aspetto si rivela prezioso quando si oggetto di
critiche. Molti eruditi islamici
espressero pareri di carattere
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Il sufi Rumi
tempo e lo spazio.
A livello di liberazione, le parole significano:
La verit ti liberer dal timore e dall'insicurezza, e ogni
istante apparir vitale e luminoso.
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S H I N T O
Le radici spirituali dellAikido
Tratto da The Spiritual Foundtions of Aikido
di William Gleason
Traduzione ed adattamento di Pasquale Robustini
La mitologia shintosista narra di unepoca, prima dellalba della storia, in cui tutti gli
esseri umani erano tuttuno
con la legge universale ed
avevano piena coscienza degli
dei. Questepoca nota come
Kannagara, o flusso della coscienza divina, una coscienza
pura e non toccata dalla razionalit o dalla teoria. In
questo stato di coscienza la
divinit non messa in dubbio; la stessa nostra esistenza prova della natura divina
di tutte le cose. Kannagara
no michi levoluzione della
coscienza della mente umana. Nelle parole dello studioso di shintoismo James Mason: luomo primitivo era un
bambino cosciente di se stesso, e le sue risposte alla conoscenza intuitiva erano pi
mature di quelle delluomo
moderno.
Lattitudine originaria degli
esseri umani aveva due
aspetti: se da un lato si era
coscienti di essere tuttuno
con lo spirito universale, dallaltro si comprendeva che
luniverso fatto di opposti
che si compenetrano: i poteri
dello yin e yang. I giapponesi
antichi infatti vedevano la
vita e la morte come una di-
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cetto shintoista di Paradiso
non ha a che fare con una
porzione di spazio dell'universo, ma con lassenza di
spazio e con la soggettivit....
In questo senso, la storia del
mondo iniziata in Paradiso, il centro originario dello
spirito creativo divino (la volont di vita) che si espande
allinfinito.
Fin dai tempi antichi, tra i
cosiddetti uomini primitivi
c sempre stata la sensazione istintiva, lintuizione,
che tutta la natura fosse integramente radicata e basata su forze sia complementari che antagoniste. Queste
forze erano comprese come
unit. Questa misteriosa
funzione della dinamica tra
yin e yang il principio dellaiki.
Non se ne pu afferrare il
concetto come un qualcosa
di relativo rispetto a qualcosaltro, come tra chi osserva
e chi osservato. Cercare di
afferrare la realt soltanto
tramite concetti come un
gruppo di ciechi che cercano
di descrivere un elefante:
uno parla della coda, un altro della gamba e cos via,
mentre il tutto non viene
notato. Quindi impossibile
fissare un punto dove lo yin
finisce e lo yang comincia. Il
principio dellaiki pu essere
conosciuto solo attraverso
lesperienza, attraverso leliminazione degli opposti.
LA MITOLOGIA SHINTOISTA
In quanto creazione del subconscio umano, lo shintoismo completamente soggettivo ed intuitivo. La mitologia shintoista sostiene che
il Kanagara esisteva nelle
alte pianure del Paradiso
fino a circa quindicimila anni fa, e che il mondo era governato dalla dea del Sole,
Amaterasu. La discendenza
del Sole aveva visto la prima
civilt del mondo, il tempo
degli uomini-dei, quando la
gente ignorava il possesso,
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la brama o il desiderio individuale.
La leggenda racconta che gli
dei discesero la prima volta
in Giappone negli altopiani
di Hida no Takayama, il che
potrebbe indicare una migrazione dal continente alle
isole giapponesi. Il primo dio
a discendere fu Ninigi no
Mikoto, il nipote di Amaterasu. A lui dovuta lapplicazione del principio spirituale
del kototama nella societ.
Poi fece seguito la dinastia
Hikohodoemy, let doro della propriet privata, contemporanea delle grandi civilt dellantico Egitto e dei
Sumeri. Poi fu il turno dellera di Ugayafukiaezu, in
cui gli antichi imperatori giravano il mondo insegnando
i principi del kototama. Alla
fine, comunque allincirca al
tempo di Jinmu Tenno (anche il tempo di Mos), ebbe
inizio una nuova influenza
celeste. Era giunto il tempo
per il dio del Sole di discendere e per il dio della Luna
(filosofia e materialismo) di
andare al potere. Ebbe cos
luogo una grande battaglia
tra Jinmu Tenno e Nigihayahi no Mikoto. Fu linizio
della guerra tra lo spiritualismo ed il materialismo, che
cre un karma che dur per
centinaia di generazioni future.
Al tempo di questa grande
transizione i capi discussero
tra loro su come il passaggio
di poteri tra spiritualismo e
materialismo dovesse venire
usato per la creazione della
futura et delloro. Convennero che, per pulire il karma
che la razza umana avrebbe
dovuto affrontare, sarebbe
stato necessario nascondere
i princpi dello spiritualismo.
Finch la gente fosse stata a
conoscenza di questi princpi, non avrebbe mai sviluppato il senso di competizione
necessario per creare una
societ materialista e la filosofia e la scienza non si sarebbero mai sviluppate abbastanza da provare la verit
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titivit per stabilire una
societ fondata sul materialismo and oltre le migliori previsioni. Gli uomini
divennero cos competitivi
ed egocentrici che scoppiarono guerre e cominciarono
ad uccidersi lun laltro. I
governanti diventarono cos superstiziosi e cos spaventati dal potere spirituale
che molti arrivarono al
punto di ordinare massacri
di neonati pur di scongiurare la nascita di santi o
capi spirituali. Tracce di
queste leggende si ritrovano nelle storie di Mos e di
Ges di Nazareth.
La tendenza alla violenza
anti-spirituale ebbe uno
slancio tale da far temere
lauto-distruzione della
razza umana. Di fronte ad
una tale minaccia, santi e
filosofi come il Buddha storico Shakyamuni, Ges,
Lao-Tsu e Confucio emersero per andare incontro ai
bisogni di tempi cos turbolenti. Riconoscendo la
grande difficolt dellafferrare le verit spirituali, essi
insegnavano attraverso parabole e simboli, nel tentativo di ristabilire la direzione spirituale dellumanit.
Quindi la diretta comprensione spirituale dellera degli dei lasci il posto alla
filosofia e alla cosmologia,
seguite a loro volta dalle
religioni organizzate, che
deviarono la direzione della
societ per migliaia di anni. Oggi la nuova religione
la scienza, il suo dio il
benessere ed il potere.
Quando latomo fu diviso
ed inizi lera atomica la
scienza entr in contatto
per la prima volta con il
mondo dellinvisibile, ma il
cattivo uso di questa potenza una minaccia per
lesistenza della vita sulla
Terra. E giunta lora di rivelare i princpi spirituali
del kototama.
LO SHINTOISMO OGGI
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Gli insegnamenti tenuti in
serbo da Amaterasu sono
stati tramandati di generazione in generazione attraverso leducazione degli
imperatori e le tradizioni
popolari. Lo shintoismo in
questo modo si arricchito
di rituali, ma esso oggi non
una religione in senso
stretto. Non ha canoni o
severe regole di comportamento. La sua filosofia e la
sua pratica sono basate su
tradizioni tramandate dallantichit. Lo shintoismo
non predica la salvezza,
non ha un credo religioso a
cui ci si possa convertire,
n dogmi su ci che giusto o sbagliato. Lo shintoismo non predica la moralit e non condanna le anime per mancanza di essa.
Ci nonostante i giapponesi sono persone di profonda sensibilit religiosa.
Tutti gli aspetti della loro
vita tradizionale prevedono
la preghiera ed il rituale.
Moralit e giudizio, considerati inseparabili, vengono insegnati tramite il budo
(la via marziale, n.d.t.) e la
vita di tutti i giorni. Tutto
ci viene esemplificato nel
codice del bushido (la via
del guerriero, o bushi,
n.d.t.), la tradizionale forma di educazione della
classe aristocratica dei samurai. Il samurai si sentiva
responsabile dei dettagli
allapparenza pi insignificanti della vita. Il fallimento di una azione individuale poteva risultare nella
morte. Essi non vivevano
secondo una rigida classificazione di giusto e sbagliato, piuttosto secondo un
senso di responsabilit per
il proprio giudizio. Avevano
poco rispetto per le teorie
astratte.
Lo shintoismo si manifesta
in tutti gli aspetti della vita
giapponese. La mentalit
giapponese sinonimo di
mentalit shintoista. Per la
mentalit shintoista il divino in ogni cosa. E una
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Il tempio di Ise
Yata, lo spirito di Amaterasu, la dea del Sole. La vera
divinit dietro lo specchio,
comunque, Naobi, il nostro spirito unico, secondo
lo shintoismo (che si divide
in 4 anime, o tama: aratama, kushi-tama, nigi-tama e saki-tama; per i dettagli vedi Sakitama Zasshi
n. 1 - n.d.t.).
Le arti marziali del Giappone esprimono il kannagara, il tao. Lo spirito invisibile la realt di base, il
mondo fisicamente manifesto solo un riflesso dellinvisibile. Qualunque cosa
accada nel regno della
mente (la quarta dimensione) si manifesta inevitabilmente nel mondo reale. Il
genio della mente primitiva
ricerca la verit della realt
andando in profondit nellesperienza del momento
presente. Questo palese
in tutti gli aspetti della societ e dellarte giapponese,
inclusi la cerimonia del t
(chado), larrangiamento
dei fiori (ikebana) e laikido.
Il maestro spirituale di OSensei, Onisaburo Deguchi
insegnava esplicitamente
che in Giappone sia le arti
marziali che le arti in senso
stretto sono un modo di
unirsi alla coscienza divina. Manifestare la perfe-
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Sakitama Zasshi n. 11
trambi. Siamo passati attraverso let dello spiritualismo e della filosofia e ci
avviciniamo alla fine dellet del materialismo. Lattesa dellet doro finita,
la sua nascita prossima.
Dobbiamo sforzarci di accogliere nel migliore dei
modi il nuovo bambino in
questo mondo.
La nuova era richiede la
purificazione (misogi) della
terra e dellumanit. Opporsi alla grande misogi
equivale ad opporsi al michi, la via, e servir solo ad
intensificare la difficolt
nella purificazione.
La potenza
di questa
purificazione
viene da una
divinit
chiamata
Murakumo,
il dio drago
che recide la
delusione ed
elimina il
karma accumulato
nelle varie
Kado matsu:
Lattesa per lo epoche. La
spada di
spirito divino
Murakumo
chiamata
kusanagi; kusa sta per erba, erbacce, ci che non
ha importanza; la nagi la
lunga spada o falce che
taglia il karma, scagliandolo al vento nelle otto
direzioni. Questa missione
di purificazione portata
da Take Haya Susa, che
noto nella mitologia shintoista come un dio stravagante, geloso e ribelle, il
dio del budo.
O-Sensei sentiva che la
missione di Susa no Wo, il
fratellino di Amaterasu,
fosse la sua missione personale e che laikido fosse
il mezzo per portare alla
grande purificazione. Egli
si riferiva a questa missione con le parole:
Aiki la spada di Susa o
Wo, il corpo del ki.
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LA LEGGENDA DELLA DEA
DEL SOLE
Per comprendere pienamente il pensiero di O-Sensei bisogna apprezzare la
storia dellapertura della
porta di pietra del Paradiso.
Susa no Wo era stato insignito della missione di sviluppare il materialismo e
purificare il karma che si
sarebbe creato nel processo, ma egli rifiut e fu bandito dal Paradiso. Si arrabbi cos tanto che scuoi
vivo un cavallo e gett la
sua pelle insanguinata nella casa di Amaterasu, tra le
donne che cucivano i kimono. Amaterasu ne fu cos sconvolta che scapp in
una grotta chiudendosi
dentro con una grossa pietra. Ci fece sparire il sole
sia dal mondo terreno che
dal Paradiso, nascondendo
i princpi della spiritualit
di cui Amaterasu era portatrice. Sul mondo cal cos
il buio dell'assenza di spiritualit, della supremazia
del materialismo, che port
al caos. Per rimediare a
ci, gli dei decisero di organizzare una festa. Chiesero alla dea Ame no Uzume di esibirsi in una danza
erotica. Tutti gli dei gioivano tanto rumorosamente
che Amaterasu, nella grot-
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Il libro da cui tratto il testo del maestro americano William Gleason, che
ha vissuto 11 anni in Giappone studiandone la cultura.
E edito in italiano da Edizioni Mediterranee con il titolo: I Fondamenti
Spirituali della Via dellArmonia
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nel
pedai
vo-
Zen
la seconda tappa, nello Zen
come nel Budo, quella della
concentrazione senza coscienza, e a inizio dopo lo shiho. Il
discepolo in pace, e pu diventare un vero assistente del
suo maestro.
Durante il terzo periodo, lo
spirito attinge ala vera libert.
Il discepolo diventa un maestro autentico, completo.
Queste tre tappe sono comuni
allo Zen e al Budo.
Lintuizione
Lintuizione e lazione devono
scaturire nel medesimo istante; non permesso pensare
nella pratica del Budo. Come il
riflesso della Luna che non
rimane mai fermo sullacqua
fluente, mentre lastro splende
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alto nel cielo, immobile. Questa la coscienza hishiryo.
Durante un combattimento, il
nostro spirito non deve lasciarsi influenzare da nessun
movimento dellavversario, da
nessuna azione del suo corpo
e della sua mente. Il nostro
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durante il lavoro o durante
zazen pensano al sesso e viceversa: lo stesso accade in
ogni manifestazione della vita.
Se si scarica totalmente la
propria energia, si pu assorbirne di fresca, che fluisce
come la corrente di un fiume.
Non dobbiamo
dipendere sul
waza, dalla tecnica. Bisogna
creare. Se un
ricco d del danaro al figlio costui non imparer mai a guadagnarselo. Inversamente, il figlio
di un uomo povero ha la possibilit di crearsi il
mezzo, il metodo
per procurarselo.
Le arti marziali
non sono teatro,
n sport, n
spettacolo. Il loro
segreto, diceva
sempre Kodo
Sawaki, che in
esse non esiste
n vittoria e n
sconfitta. Non si
pu vincere, n
esser vinti! Negli
sport diverso
perch in essi c
il tempo, lazione non si realizza nellistante. C il tempo
per pensare, per decidere, per
agire, mentre nelle arti marziali non c che listante. La
vittoria o la non vittoria, la
vita o la non vita si decidono
nellistante.
Nei tempi antichi la posta in
gioco era la vita: allora lintuizione era decisiva, in ultima
istanza. Si dovrebbe ritrovare
questo spirito, comportarsi
sempre come se la vita stessa
fosse in gioco, anche quando
si combatte con una spada di
legno. Le arti marziali allora
ritroverebbero il loro vero
senso: la pratica della Via.
I dettagli della tecnica, gli artifici, i trucchi, sono in effetti
secondari rispetto alla concentrazione. Se si adegua-
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Ma lo spirito di competizione
e di potenza che essi esaltano
infausto e testimonia una
visione distorta della vita.
Anche nelle arti marziali bisogna essere mushotoku, ossia senza scopo, n spirito di
profitto.
Gli educatori odierni sono
responsabili di questo stato
di cose: allenano il corpo, la
tecnica, ma non la coscienza.
I loro allievi si battono per
vincere, giocano alla guerra
come bambini. Non c alcuna saggezza in tutto ci. Non
aiuta a dirigere la propria
vita! Nello spirito dello Zen e
del Budo, la vita quotidiana
diventa il luogo di combattimento Bisogna essere coscienti in ogni istante: alzandosi, lavorando, mangiando,
coricandosi. In questo consiste la vera padronanza di s.
La respirazione
La cosa pi importante nella
pratica delle arti marziali la
respirazione. E attraverso la
giusta respirazione che possiamo sviluppare la potenza
dello hara, raccogliervi tutta
lenergia.
I maestri della tra dizione
non insegnavano mai la respirazione. Solo quando la
postura giusta la respirazione si stabilisce naturalmente. Per insegnarla ci si
dovrebbe spogliare per far
capire attraverso il corpo.
Uninspirazione naturale,
breve, a partire dal plesso
solare, poi una profonda
espirazione che spinge sugli
intestini, sullo hara. Lespirazione pu durare fino a uno,
due, tre, quattro e anche cinque minuti. E attraverso
lespirazione che il Buddha
ha colto lilluminazione sotto
lalbero della Bodhi.
Il kiai, il grido la cui forza vibratoria paralizza lavversario, va lanciato in modo che
salga dallo hara, dal basso
degli intestini, da quella zona
chiamata in Giappone kikai,
loceano dellenergia. Per far
questo bisogna imparare la
respirazione dello Zen, che
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la stessa utilizzata nel Budo.
Alla fine dellespirazione
lenergia al suo punto culminante.
Il suono non deve partire dalla gola. Osservate come miagola un gatto o ruggisce un
leone: quello kiai. Quindi
bisogna allenarsi alla respirazione ma senza cercare do
ottenere poteri magici dal
kiai:nella via del Budo, come
in quella Zen,
bisogna non
aver n scopo,
n profitto. Nella maggior parte dei casi si
vuol sempre
acquisire qualcosa, ci si sforza di avere, non
di essere.
La respirazione
nelle arti marziali si stabilisce in modo
naturale solo a
partire dal secondo o terzo
dan. Si forti
quando si espira, mentre durante linspirazione ci si indebolisce. Si
deve attaccare
lavversario
mentre inspira.
In quel momento si pu uccidere un uomo
con un semplice colpo, senza
bisogno di coltelli o di armi.
La fine dellinspirazione il
momento della massima vulnerabilit. Al termine dellespirazione, invece, si forti
come una tigre, saldi come
una pietra.
Se avete paura, se vi sentite
angosciati, espirate lungamente. Vi calmer e vi dar
forza, sicurezza: lenergia e la
coscienza in tal modo si concentrano.
Il modo migliore per imparare
a respirare assumendo la
posizione di zazen. Anticamente, ai tempi dei samurai,
si conferiva un decisivo valore: alla meditazione prima
dellazione ci si concentrava
in zazen.
Oggi questo accade, nel migliore dei casi, nella brevissima cerimonia che precede il
combattimento. In zazen si
possono raccogliere le proprie
energie, lasciar trascorrere i
pensieri come nuvole nel cielo, allentare le proprie tensione nervose e muscolari,
concentrandosi sulla postura
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Sakitama Dojo
Heaven Due Sporting Club
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Torraccia di San Basilio, Roma
Marted e Gioved, 19.00 - 20.30
www.sakitamadojo.it
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