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AnnoNXXIVNFasc.N1N-N2014
ISSNN1122-0147
EnricoNDebernardi
MilanoNNGiuffrNEditore
decidere il merito della lite (1). La vicenda sottoposta alla cognizione dei
giudici di legittimit trae origine da un procedimento arbitrale nel quale
gli arbitri, con un primo lodo del 4 luglio 2002, avevano rigettato leccezione dincompetenza sollevata da una delle parti, disponendo la prosecuzione del giudizio. Contro tale pronuncia non era stata intrapresa alcuna
iniziativa (non sappiamo se, nel corso del procedimento, le parti avessero
formulato una riserva dimpugnazione); il procedimento arbitrale era
quindi proseguito con lesame del merito della controversia ed era stato
poi definito con lodo del 22 dicembre 2003. Entrambe le decisioni erano
state impugnate dinanzi alla Corte dappello di Catania, la quale ne aveva
dichiarato la nullit.
La sentenza veniva impugnata con ricorso per cassazione. Essa veniva
censurata nella parte in cui i giudici catanesi, ritenendo tempestiva liniziativa intrapresa nei confronti della prima decisione, avevano ammesso
limpugnazione congiunta di entrambi i lodi. Al Supremo Collegio veniva
dunque richiesto di stabilire se il lodo con cui gli arbitri avevano risolto
positivamente la questione inerente alla loro competenza fosse o meno
suscettibile di impugnazione immediata.
Al quesito la Corte di cassazione d una risposta positiva. Nella
propria motivazione, i giudici di legittimit affermano, nellordine, che: a)
il disposto dellart. 827 c.p.c. rende inutilizzabile, nel procedimento arbitrale, listituto della riserva facoltativa dimpugnazione; b) il lodo con cui
gli arbitri decidono una questione di merito deve essere qualificato come
lodo parziale; c) la questione relativa alla sussistenza della potestas judicandi arbitrale questione sostanziale e pertanto il lodo che la decide deve
essere considerato come lodo parziale di merito.
Sulla scorta di tali argomentazioni, la Corte di cassazione accoglie il
ricorso, rilevando come il primo lodo dovesse essere impugnato immediatamente e non gi insieme al lodo definitivo e, pertanto, che allepoca in
cui era stata proposta limpugnazione per nullit, la statuizione sulla
competenza arbitrale era ormai passata in giudicato.
2. Nel proprio iter argomentativo la Corte di cassazione muove da
una premessa, ossia la non configurabilit, nel procedimento apud arbitros, dellistituto della riserva facoltativa dimpugnazione (sub a). Sul
punto, la pronuncia si pone in continuit con lorientamento giurispru(1) La pronuncia segue, di poche settimane, la sentenza n. 4790 del 26 marzo 2012
(consultabile in Juris data), con cui la stessa Sezione, chiamata a pronunciarsi sul medesimo
quesito, pervenuta a una conclusione diametralmente opposta, qualificando il lodo dichiarativo della competenza arbitrale come un lodo non definitivo su questione inerente allammissibilit della domanda, impugnabile solo unitamente al lodo definitivo. Nel medesimo senso, pi
recentemente, si espressa anche la Corte dappello di Roma, con la sentenza dell11 aprile
2013, edita in questa Rivista, 2013, 963, con nota di MARINUCCI, Note sul contrasto fra lodo non
definitivo e lodo definitivo nel giudizio di impugnazione per nullit.
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continua ad essere fra il lodo non definitivo su questione, la cui impugnazione automaticamente differita (8), e il lodo parziale di merito, la cui
immediata impugnazione non ammette riserve (9).
3. Compiuta tale premessa, la Corte si sofferma poi sulla nozione di
lodo che decide parzialmente il merito della controversia (sub b).
Nel contesto successivo alla novella del 1994, tale nozione, al pari di
quella di lodo che risolve alcune delle questioni insorte senza definire il
giudizio arbitrale , va individuata sulla base del combinato disposto
dellart. 827, 3 comma, c.p.c. e dellart. 816, ult. comma, c.p.c. (applicabile
ratione temporis), a mente del quale, fatta eccezione per lipotesi di cui
allart. 819 c.p.c., su tutte le questioni che si fossero presentate nel
corso del procedimento gli arbitri avrebbero dovuto provvedere con
ordinanza non soggetta a deposito e revocabile .
Per la quasi totalit degli interpreti, il disposto dellart. 827 c.p.c.
confermava la distinzione fra i provvedimenti di carattere istruttorio o
ordinatorio, i quali avrebbero dovuto essere resi con lordinanza revocabile di cui allart. 816 c.p.c., e i provvedimenti resi su domande, su
questioni pregiudiziali di rito e su questioni preliminari di merito (cio
quei provvedimenti con cui fossero state decise questioni idonee, anche
astrattamente, a definire il giudizio, fra i quali rientrava la pronuncia
sulleccezione dincompetenza (10)), i quali avrebbero richiesto inderogabilmente la forma del lodo (11). E alla distinzione operata dal terzo
(8) Fermo restando che, nellipotesi in cui al lodo su questione faccia seguito un lodo
parziale non definitivo, la prima pronuncia deve essere necessariamente impugnata unitamente
alla seconda; cfr. CALIFANO, Le vicende del lodo: impugnazione e correzione, in Diritto dellarbitrato, a cura di Giovanni Verde, Torino, 2005, 480 e 481 e, pi recentemente, PUNZI, Disegno
sistematico dellarbitrato, II, 2 ed., Padova, 2012, 504.
(9) PUNZI, Disegno sistematico, cit., II, 2012, 503; ID., Il processo civile. Sistema e
problematiche, III, 2 ed., Torino, 2010, 224; CONSOLO, Le impugnazioni delle sentenze e dei lodi,
3 ed., Padova, 2012, 526; COMOGLIO, Lodo parziale e lodo non definitivo dopo lultima riforma,
in Riv. dir. proc., 2009, 610 ss. e 615 e, sia pur dubitativamente, VERDE, op. loc. ult. cit. Per
lapplicazione dellistituto della riserva dimpugnazione v. invece ZUCCONI GALLI FONSECA, Sub
art. 827 c.p.c., in Arbitrato. Titolo VIII libro IV codice di procedura civile - artt. 806 - 840, a cura
di Federico CARPI, 2 ed., Bologna 2007, 667 ss. Ora, non v dubbio che lultima riforma abbia
apportato un contributo non secondario al processo di giurisdizionalizzazione dellarbitrato
rituale; tuttavia, anche nel novellato contesto normativo sembra difficile assimilare pienamente
limpugnazione per nullit del lodo allappello o al ricorso per cassazione. Del resto, a fronte del
dibattito dottrinale sullargomento (cfr. nota 3), il legislatore del 2006 avrebbe ben potuto
intervenire sulla materia ed estendere listituto della riserva dimpugnazione al giudizio arbitrale; il fatto che egli abbia lasciato inalterato lart. 827 c.p.c. un dato che non pu essere
trascurato.
(10) Cfr. ACONE, Arbitrato e competenza, in questa Rivista, 1996, 243; SCHIZZEROTTO,
Dellarbitrato, 3 ed., Milano, 1988, 544; ANDRIOLI, Commento al codice di procedura civile, 3
ed., Napoli, 1964, 835. Per il carattere decisorio del provvedimento reso su tale eccezione v. la
risalente Cass., Sez. Un., 19 luglio 1957, n. 3050, in Giust. civ., 1957, I, 1460, in motivazione.
(11) PUNZI, Disegno sistematico, cit., II, 2000, 71; TARZIA, op. ult. cit., 155; RUFFINI, op. ult.
cit., 439. Secondo CALIFANO, Il sistema dimpugnazione dei lodi, cit., 39, la riprova di tale
distinzione sarebbe stata rinvenibile nella diversit di formulazione fra gli artt. 816 e 827 c.p.c.:
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comma dellart. 827 c.p.c. fra lodo parziale di merito e lodo non definitivo
su questione sarebbe corrisposta la distinzione fra domanda e questione,
nel senso che la prima qualifica avrebbe dovuto essere riferita ai lodi con
cui gli arbitri avessero deciso una o pi domande o uno o pi capi di
domanda (dunque a lodi attributivi di un bene della vita, produttivi di
effetti giuridici nella sfera giuridica dei litiganti e idonei ad essere portati
in esecuzione nei confronti della parte soccombente (12)), mentre la
seconda sarebbe stata attribuibile alle pronunce con cui gli arbitri
avessero risolto in senso non ostativo alla prosecuzione del giudizio una o
pi questioni pregiudiziali di rito o preliminari di merito (ossia a lodi la
cui emanazione, pur non esaurendo il potere decisorio degli arbitri
rispetto alla controversia, avrebbe loro impedito loro di ripensare
quanto deciso (13)) (14). Nella nozione di lodo parziale di merito sarebbero quindi ricadute le pronunce rese ai sensi degli artt. 277, 2 comma e
la prima norma, nel riferirsi alle questioni postesi nel corso del procedimento , conteneva,
infatti, un implicito riferimento alla fase istruttoria, mentre la seconda, nel prevedere la forma
del lodo in relazione alle questioni insorte nel giudizio arbitrale , presupponeva il passaggio
alla fase di decisione. Cos anche ZUCCONI GALLI FONSECA, Sub art. 827 c.p.c., in Arbitrato.
Commento al titolo VIII del libro IV del codice di procedura civile - artt. 806 - 840, a cura di
Federico CARPI, Bologna, 2001, 538 e RASCIO, La decisione, in Diritto dellarbitrato a cura di
Giovanni VERDE, Torino, 2005, 403, 404 e 405, secondo il quale la non fungibilit fra ordinanza
e lodo non definitivo sarebbe stata suffragata dal tenore dello stesso art. 816 c.p.c., che, vietando
il ricorso allordinanza per le questioni pregiudiziali non compromettibili, escludeva tale forma
proprio con riferimento a questioni idonee, per eccellenza, a definire il giudizio. Tale circostanza, secondo lA., avrebbe circoscritto lambito di applicazione delle ordinanze ex art. 816
c.p.c. alle sole questioni che non fossero state idonee, neppure astrattamente, a chiudere il
procedimento. Sul punto anche CIPRIANI, op. ult. cit., 248 e 249. In senso difforme v. per LA
CHINA, op. ult. cit., 140 e 141, per il quale il grado di stabilit della decisione conseguente
alladozione del lodo o dellordinanza sarebbe dipeso unicamente della volont degli arbitri
(cio da una loro valutazione di opportunit) e non gi dal tipo di questione risolta, nonch
CAVALLINI, Questioni preliminari di merito e lodo non definitivo nelle riforma dellarbitrato, in
Riv. dir. proc., 1995, 1151, per il quale sarebbe stata invece determinante la volont delle parti,
nel senso che gli arbitri avrebbero dovuto risolvere ogni questione adottando la forma
dellordinanza revocabile, salvo che le parti non li avessero autorizzati, ai sensi dellart. 816, 2
comma, c.p.c., a decidere con lodo interlocutorio.
(12) LUISO, op. ult. cit., 20; CALIFANO, Il sistema dimpugnazione dei lodi, cit., 41; ID., Le
vicende del lodo: impugnazione e correzione, cit., 468; RASCIO, op. ult. cit., 401.
(13) Tali lodi sono infatti vincolanti nella prosieguo del giudizio arbitrale, nel senso che
con il lodo parziale o il lodo definitivo che vengano resi successivamente gli arbitri non possono
disattendere la loro precedente statuizione; cfr. LUISO, op. ult. cit., 13; ID., Intorno agli effetti dei
lodi non definitivi o parzialmente definitivi (nota ad Arbitro unico Vercelli, 20 febbraio 1997), in
questa Rivista, 1998, 594; CAVALLINI, op. ult. cit., 1159 e, da ultimo, DALFINO, op. ult. cit., 318.
Inoltre, laddove essi non siano impugnati unitamente alla pronuncia definitiva (o laddove
limpugnazione venga rigettata), il giudice, quandanche pronunci la nullit del lodo definitivo
per vizi suoi propri, non potrebbe compiere un nuovo esame delle questioni decise con la
pronuncia non definitiva, la cui efficacia conformativa rimane estesa anche alleventuale fase
rescissoria; cfr. RUFFINI, op. ult. cit., 443 e, pi recentemente, ZUCCONI GALLI FONSECA, Sub art.
827 c.p.c., in Arbitrato, cit., 2007, 670.
(14) FAZZALARI, op. loc. ult. cit.; PUNZI, Disegno sistematico, cit., II, 2000, 72; LUISO, Le
impugnazioni del lodo, cit., 18; CIPRIANI, op. ult. cit., 239; RUFFINI, op. ult. cit., 437; RASCIO, op.
ult. cit., 402; CALIFANO, Il sistema dimpugnazione dei lodi, cit., 40; ID., Le vicende del lodo:
impugnazione e correzione, cit., 468.
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279, 2 comma, n. 5, c.p.c. (15), mentre nella nozione di lodo non definitivo
su questioni quelle riconducibili allart. 279, 2 comma, n. 4, c.p.c. (16).
Nel provvedimento che qui si annota, la Corte di cassazione si
discosta da tale orientamento. Richiamandosi ad alcuni propri precedenti,
il Supremo Collegio afferma, infatti, che nel procedimento arbitrale ...
limpugnabilit immediata viene circoscritta, per volont del legislatore
della riforma, alle ipotesi di decisione non totale del merito, cio alle ipotesi
corrispondenti alla previsione dellart. 279 c.p.c., comma 2, nn. 3 e 4 .
Nella nozione di lodo parziale di merito vengono quindi ricondotte non
solo le pronunce rese ai sensi degli artt. 277, 2 comma e 279, 2 comma,
n. 5, c.p.c. (ossia le decisioni su domande oggettivamente o soggettivamente connesse), ma anche le decisioni rese ai sensi dellart. 279, 2
comma, n. 4, c.p.c., pi precisamente quelle aventi ad oggetto questioni
preliminari di merito di cui allart. 279, 2 comma, n. 2, c.p.c.; decisioni
che, se rese in sede ordinaria, sarebbero sottoposte al regime delle
pronunce non definitive (17). Tale conclusione appare come il portato
della formulazione dellart. 827 c.p.c., che, nel riferirsi alle decisioni
parziali di merito, sembrerebbe non consentire alcuna distinzione fra lodo
su domanda e lodo su questione.
La decisione in commento evidenzia una sensibile differenza rispetto
alla disciplina del processo ordinario, nella quale il regime dellimpugnazione della sentenza non definitiva prescinde dal suo contenuto (18);
(15) E ci indipendentemente dal provvedimento di liquidazione delle spese e di separazione del giudizio che gli arbitri avessero emesso contestualmente alla decisione: nessuna
distinzione sarebbe stata infatti configurabile fra lodi parziali non definitivi e lodi parziali
definitivi; cfr. PUNZI, Disegno sistematico, cit., II, 2000, 73 e 74; MONTESANO, op. ult. cit., 249 e,
dopo lultima riforma, ZUCCONI GALLI FONSECA, Sub art. 827 c.p.c., in Arbitrato, cit., 2007, 660 e
661. Ai fini dellimpugnazione, il lodo parziale di merito non sarebbe stato diverso, quindi, dal
lodo con cui gli arbitri avessero deciso una o pi domande non connesse fra loro bench
rientranti nella medesima convezione arbitrale, il quale di norma considerato come pronuncia
definitiva (Cass., 18 aprile 2000, n. 4992, in Rep. Giur. it., 2000, voce Arbitrato , n. 166). Ci
contrariamente a quanto accade in sede ordinaria, dove le sentenze parziali vengono qualificate
come definitive o non definitive a seconda che il giudice disponga la separazione delle cause e
provveda alla liquidazione delle spese; cfr. Id., Sez. Un., 1 marzo 1990, n. 1577, in Foro it., 1990,
I, 836. Sul punto v. COMOGLIO, op. ult. cit., 607 e 608.
(16) PUNZI, Disegno sistematico, cit., II, 2000, 74; LUISO, Le impugnazioni del lodo, cit., 18;
CALIFANO, Il sistema dimpugnazione dei lodi, cit., 40 e 41; RASCIO, op. loc. ult. cit.
(17) Ad esempio, il lodo con cui gli arbitri rigettino uneccezione di prescrizione. In
giurisprudenza v. Cass., 7 febbraio 2007, n. 2715, in questa Rivista, 2007, 581, con nota di
OCCHIPINTI, La cassazione conferma i propri orientamenti in tema di impugnazione del lodo per
nullit e Id., 16 maggio 2000, n. 6522, in Giur. it., 2001, 254. In dottrina, sia pur limitatamente
alle eccezioni di merito in senso proprio, la tesi sostenuta da MONTESANO, op. ult. cit., 250 e
253, da TARZIA, op. loc. ult. cit. e da LA CHINA, op. loc. ult. cit. Contra v. gli autori citati alla nota
14 e, in particolare, RASCIO, op. loc. ult. cit., per il quale il tenore letterale dellart. 827 c.p.c. non
legittimerebbe alcuna distinzione fra eccezioni in senso stretto ed eccezioni in senso lato, posto
che entrambi i tipi di eccezione danno origine a questioni astrattamente idonee a definire il
giudizio.
(18) ZUCCONI GALLI FONSECA, Sub art. 827 c.p.c., in Arbitrato, cit., 2007, 656. Come
ricordato pocanzi (cfr. nota 15), nel giudizio ordinario il regime dimpugnazione delle decisioni
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comma, c.p.c. (32). Donde la tardivit, nel caso di specie, dellimpugnazione proposta nei confronti del primo lodo ed il conseguente passaggio
in giudicato della decisione resa sulleccezione dincompetenza.
Su questo punto, non possiamo non dare evidenza di quanto statuito
dalla sentenza n. 4790 del 26 marzo 2012, con cui la stessa Sezione,
qualificando la questione inerente alla sussistenza della potestas judicandi
arbitrale come questione pregiudiziale attinente allammissibilit della
domanda, ha opinato nel senso della impugnabilit del lodo dichiarativo
della competenza arbitrale solo unitamente al lodo definitivo (33). A fronte
(32) Nel medesimo senso, sia pur con riferimento ad una vicenda parzialmente diversa,
App. Milano, 9 giugno 1998, in questa Rivista, 2000, con nota di DANOVI, Lodi non definitivi e
limiti soggettivi di efficacia del patto compromissorio. Non sembra, invece invocabile Cass., Sez.
Un., 19 luglio 1957, n. 2050, cit., 1460, con cui i giudici di legittimit avevano ritenuto
suscettibile di impugnazione immediata il lodo con cui gli arbitri si erano dichiarati competenti
a conoscere della domanda proposta in via principale, disponendo la sospensione del procedimento a fronte di uneccezione di nullit di un brevetto. Tale ultimo precedente risulta infatti
emesso allindomani della novella del 1950, in un momento in cui parte della dottrina e della
giurisprudenza di merito avevano ritenuto che, di fronte allintervento riformatore, la regola
dellimpugnabilit immediata delle sentenze dovesse trovare applicazione anche in sede
arbitrale. Come noto, tale orientamento stato poi sconfessato dalla Corte di cassazione nelle
celebre sentenza n. 4020 del 12 luglio 1979, con cui la Corte, argomentando sulla base
dellinapplicabilit allarbitrato degli artt. 340 e 361 c.p.c., conferm loperativit in sede
arbitrale del principio di concentrazione delle impugnazioni e dunque linammissibilit dellimpugnazione immediata nei confronti dei lodi parziali; cfr. Id., 12 luglio 1979, n. 4020, cit., 1707
e 1708.
(33) Cass., 26 marzo 2012, n. 4790, cit. La fattispecie era pressoch identica a quella
decisa nel provvedimento in esame. Anche in questo caso, infatti, il collegio arbitrale aveva reso
un primo lodo con cui si era dichiarato regolarmente costituito nonch competente a conoscere
la controversia, al quale era seguita la decisione sul merito della lite ed entrambe le decisioni
erano state impugnate congiuntamente dinanzi alla Corte dappello. Va tuttavia precisato che,
dallesame della motivazione, non chiaro se la conclusione cui pervengono i giudici di
legittimit sia il frutto della natura processuale attribuita alla questione di competenza, piuttosto
che di una rimeditazione della nozione di lodo su questione e di lodo parziale (su cui ci siamo
intrattenuti pocanzi), anche se il richiamo alle categoria dellammissibilit e della procedibilit
induce a privilegiare la prima lettura.
Nello stesso senso e sempre con riferimento alla disciplina anteriore alla riforma del 2006,
v. App. Roma, 11 aprile 2013, cit. Da segnalare anche Cass., 19 agosto 2004, n. 16205, in Arch.
giur. oo. pp., 2004, 265. Questa pronuncia trae origine da una fattispecie nella quale gli arbitri
avevano reso un lodo con cui avevano rigettato leccezione di nullit della clausola compromissoria e, al contempo, pronunciato la risoluzione del contratto sul quale era sorta la
controversia. Per la Corte di cassazione, tale decisione costituiva un lodo parziale di merito (in
forza del capo risolutorio), con la conseguenza che, data limpossibilit di scindere in momenti
diversi limpugnazione di un unico provvedimento (sullimpugnazione dei lodi a contenuto
misto v. COMOGLIO, op. ult. cit., 614), essa avrebbe dovuto ritenersi impugnabile immediatamente anche nella parte con cui gli arbitri avevano rigettato leccezione dincompetenza. Nella
propria motivazione, la Corte ha per specificato che detto lodo non sarebbe stato suscettibile
di impugnazione immediata laddove si fosse limitato a rigettare leccezione di nullit,
dal momento che, in tal caso, esso non avrebbe inciso sul merito della lite. Per linammissibilit
dellimpugnazione proposta nei confronti del lodo dichiarativo della competenza arbitrale
v. anche Cass., 9 agosto 1983, n. 5311, in Rass. avv. Stato, 1983, I, 702, la cui motivazione
risulta per fondata sul principio di indivisibilit del lodo (cfr. nota 2). In dottrina la natura
non definitiva del lodo dichiarativo della competenza arbitrale sostenuta da TARZIA, op. loc.
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problema legato allefficacia della pronuncia sul patto compromissorio (41). Qui ci limitiamo a osservare soltanto che le modifiche apportate
allart. 817 c.p.c., unitamente alla novellazione dellart. 819 ter c.p.c.,
hanno indotto molti interpreti a ritenere che la questione inerente alla
sussistenza di un valido patto compromissorio sia oggi restituita allambito
delle questioni processuali, ancorch rimanga poi dubbio se essa vada
qualificata come questione di giurisdizione, di competenza o di ammissibilit della domanda. Il che dovrebbe indurre a confermare il pregresso
orientamento giurisprudenziale circa la presunta inefficacia della pronuncia sul patto compromissorio al di fuori del giudizio in cui questa venga
resa (42), ad opinare nel senso che essa possa essere emessa indifferentemente con la forma dellordinanza o con quella del lodo e, infine, a
ritenere che, ove resa sotto forma di lodo, essa possa essere impugnata
solo unitamente alla pronuncia definitiva (43).
Sennonch, a fianco delle disposizioni volte a rafforzare il carattere
processuale della questione in parola ve ne sono altre di segno opposto,
che sembrano invece attribuirle il rango di autonomo bene della vita (44);
intendiamo riferirci alla disposizione contenuta nellart. 819 ter, ult.
comma, c.p.c., che, ammettendo la proposizione di domande aventi ad
(41) Sul punto v. BOCCAGNA, Sub artt. 817 e 819 ter c.p.c., in Commentario breve al diritto
dellarbitrato nazionale ed internazionale, a cura di Massimo BENEDETTELLI, Claudio CONSOLO e
Luca Radicati di BROZOLO, Padova, 2010, 255 ss. e 276 ss.; ACONE, Arbitrato e translatio iudicii:
un parere eretico, in AA. VV., Sullarbitrato, cit., 1 ss.; RUFFINI, Sub artt. 817 e 819 ter c.p.c., in La
nuova disciplina dellarbitrato, a cura di Sergio MENCHINI, Padova, 2010, 281 ss. e 364 ss.;
PELLEGRINELLI, Sub art. 817 c.p.c., in Commentario alle riforme del processo civile, a cura di
Antonio BRIGUGLIO e Bruno CAPPONI, III, 2 tomo, Padova, 2009, 817; CAPPONI, Sub art. 819 ter
c.p.c., in Commentario alle riforme del processo civile, a cura di Antonio BRIGUGLIO e Bruno
CAPPONI, III, 2 tomo, Padova, 2009, 873; ID., Modestino Acone, la competenza e larbitrato, in
Il giusto processo civile, 2009, 391; G.F. RICCI, Sub artt. 817 e 819 ter c.p.c., in Arbitrato.
Commento al titolo VIII del libro IV del codice di procedura civile artt. 806 840, a cura di
Federico CARPI, Bologna, 2007, 467 ss. e 500 ss.; LUISO, Rapporti fra arbitro e giudice, in questa
Rivista, 2005, 776; NELA, Sub artt. 817 e 819 ter c.p.c., in Le recenti riforme del processo civile,
a cura di Sergio CHIARLONI, 2 tomo, Bologna, 2006, 1768 ss. e 1809 ss.; BOVE, Ancora sui rapporti
tra arbitro e giudice statale, in questa Rivista, 2007, 361; ID., Ricadute sulla disciplina dellarbitrato della legge n. 69/2009, in AA. VV., Sullarbitrato. Studi offerti a Giovanni Verde, Napoli,
2010, 81 ss.; IZZO, Appunti sulleccezione di compromesso e sulla sentenza che la decide, in AA.
VV., Sullarbitrato, cit., 451 ss. Pi di recente v. PUNZI, Disegno sistematico, cit., I, 2012, 155 ss.
e MENCHINI, Il controllo e la tutela della convenzione arbitrale, in questa Rivista, 2013, 363 ss.
(42) In tal senso CAPPONI, Sub art. 819 ter c.p.c., in Commentario alle riforme, cit., 880;
NELA, Sub art. 817 c.p.c., in Le recenti riforme, cit., 1771; G.F. RICCI, Sub art. 819 ter c.p.c., in
Arbitrato, cit., 2007, 506 ss., i quali, argomentando sulla base del carattere processuale attribuito
alla questione in parola e del principio di Kompetenz-Kompetenz di cui allart. 817 c.p.c.
(principio che del resto si pone in perfetta sintonia con la soluzione delle vie parallele adottata
dal legislatore allart. 819 ter c.p.c.), ritengono che laccertamento compiuto dagli arbitri o dal
giudice ordinario in ordine alla propria competenza non sia in grado di esplicare effetti al di
fuori della sede in cui viene reso.
(43) Cos DE ZANETTI, Il lodo, in AA.VV., Arbitrato, a cura di Bonelli Erede Pappalardo,
Milano, 2012, 191, nonch MARINUCCI, op. ult. cit., 967.
(44) ZUCCONI GALLI FONSECA, Sub art. 827 c.p.c., in Arbitrato, cit., 2007, 658.
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(49) Il legislatore della riforma ha infatti modificato lart. 820 c.p.c., rendendo automatica
la proroga del termine per la pronuncia del lodo definitivo ed estendendo la previsione anche
al caso in cui venga reso un lodo parziale .
(50) TARZIA, op. ult. cit., 157 e 158. Non sembra invece possibile applicare analogicamente
il disposto dellart. 279, 4 comma, c.p.c. Tale norma, infatti, potrebbe essere trasposta nel
procedimento arbitrale solo in presenza di unesplicita indicazione delle parti; cfr. PUNZI,
Disegno sistematico, cit., II, 2012, 502; ZUCCONI GALLI FONSECA, Sub art. 827 c.p.c., in Arbitrato,
cit., 2007, 665 e 666.
(51) PUNZI, Disegno sistematico, cit., 2012, II, 503; CONSOLO, Le impugnazioni delle
sentenze, cit., 527; cos gi TARZIA, op. loc. ult. cit. e MONTESANO, op. loc. ult. cit. Il lodo definitivo
sar dunque travolto per effetto della dichiarazione di nullit del lodo parziale anche laddove
il primo non sia stato impugnato e sia nel frattempo divenuto incontrovertibile.
(52) TEDOLDI, Sub art. 336 c.p.c., in Codice di procedura civile commentato, a cura di
Claudio CONSOLO, 4 ed., 2010, 524.
(53) Con riferimento al procedimento ordinario v. CONSOLO, Sub art. 336 c.p.c., in
Commentario alla riforma del processo civile, a cura di Claudio CONSOLO, Francesco Paolo LUISO
e Bruno SASSANI, Milano, 1996, 358.
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annullato prima della conclusione del giudizio arbitrale, gli arbitri dovranno conformarsi alla statuizione della Corte dappello e respingere la
domanda, prendendo atto della propria incompetenza (54).
ENRICO DEBERNARDI
(54) RUFFINI, BOCCAGNA, Sub art. 827 c.p.c., in Codice di procedura civile commentato, a
cura di Claudio CONSOLO, 4 ed., 2010, 1193.
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