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IL FOGLIO

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 - MILANO

ANNO II NUMERO 1

Mi hanno sb(i)ancato

Perch limputato
Pacini si scusa con il
suo inquisitore Borrelli
Lettera da Bientina: Non ho detto la
verit, sapevo di essere intercettato.
Calvi (Pds): Bugiardo? E indagato...

Il paradosso del mentitore


Milano. E stato reso noto il testo di una
lettera che Francesco Pacini Battaglia ha
inviato al procuratore capo di Milano, Francesco Saverio Borrelli: Ho letto pi volte
sui giornali il contenuto di alcune intercettazioni, purtroppo sono molte le volte in cui
non dico la verit. Mi rendo conto che spesso ho anche millantato rapporti di amicizia
mai avuti; non voglio giustificarmi, ho sbagliato, per, nel caso Suo specifico il mio
modo di sparlare era dovuto al fatto che sospettavo di essere intercettato da qualche
Suo sostituto. Inoltre non posso escludere di
aver sparlato anche di qualche Suo sostituto. Anche in questo caso non voglio giustificarmi per i termini forse anche volgari da
me usati. Infatti sono stato oggetto, subito
dopo il difficile intervento chirurgico da me
subito, di una euforia incontrollata eccedendo spesso nei termini anche volgari e
inopportuni.
Nessuna procedura, forse, regola la diffusione di lettere personali di un indagato al
procuratore capo di un ufficio che lo inquisisce, ma questa pubblicit che il procuratore di Milano - o chi
gli sta vicino - ha voluto dare alla lettera
di Pacini Battaglia,
quantomeno, incuriosisce. Anche perch qualcuno ricorda come allindomani dellormai famoso
Ho pagato per uscire da Mani pulite,
Borrelli dichiar al
Giorno che S, vero tutto sommato
Pacini se l cavata
fin troppo bene nelle FRANCESCO PACINI BATTAGLIA
inchieste milanesi, il
suo trattamento stato meno duro rispetto
a imputati di minore importanza. Nel merito, la lettera non aggiunge molto alle smentite seguite alla pubblicazione della frase intercettata in cui - riferendosi ad Antonio Di
Pietro e Giuseppe Lucibello - il banchiere
italo-svizzero diceva: Mi hanno sbancato.
I giorni immediatamente successivi gli avvocati difensori di Pacini Battaglia fecero
gi circolare una o pi versioni corrette: Mi
hanno stangato o Mi hanno stancato. Ma
il pm di La Spezia Alberto Cardino, ribadiva: La registrazione non lascia dubbi: il
suono hi-fi. Il 20 dicembre, intervistato da
Enzo Biagi, Pacini Battaglia ha fornito unaltra versione. La frase sarebbe stata: Mi
hanno sbiancato. Con la lettera a Borrelli,
il banchiere smentisce altri passaggi delle
intercettazioni. Parlando con Emo Danesi,
egli disse di essere stato chiamato da Borrelli, tramite Antonio Di Pietro, e di potere
contare a Palazzo di giustizia su un colonnello che lo informava sullo sviluppo delle
inchieste. Tutto questo sarebbe solo il frutto di uneuforia incontrollata conseguente un difficile intervento chirurgico. Dalla
lettera risulta difficile capire se il Pacini intercettato abbia mentito sempre o solo
quando parlava di Borrelli o dei suoi sostituti. Ancora pi problematico valutare
quel sono molte le volte in cui non dico la
verit: quando lo ha scritto stava ancora
mentendo oppure no? In unintervista a Repubblica, poi, Pacini dice di essere convinto che ascoltassero le telefonate ma anche
che non sapeva di avere un microfono nello studio. Quindi, almeno nel caso delle intercettazioni ambientali, la letterina di scuse non dovrebbe valere.
Filippo Mancuso: Forse un atto negoziato
Lex Guardasigilli Filippo Mancuso commenta cos la lettera: Probabilmente un
atto negoziato, conseguente a un do ut des
o imposto per conseguire vantaggi processuali. Qualsiasi sia la ragione, denota semplicemente come certi uffici e certi personaggi non temano pi nemmeno il ridicolo
e quanta poca fiducia abbiano nellintelligenza dellopinione pubblica. Lavvocato
Guido Calvi, senatore del Pds, di ben altro
parere: Quando sento i sarcastici commenti su Pacini bugiardo, sulle sue smentite, le
sue precisazioni mi viene da pensare che
ancora una volta prevale una cultura giuridica approssimativa. E assolutamente improprio chiedersi se Pacini mentiva e soprattutto se mente oggi. Va invece ricordato
che Pacini Battaglia un imputato che
quando si rivolge agli inquirenti legittimato a difendersi anche non dicendo cose
vere o addirittura rifiutando di rispondere.
Non un bugiardo, semplicemente un imputato che esercita un suo diritto. Sar poi
compito dei giudici accertare se, quando e
perch mente. Per Michele Saponara (FI),
invece, evidente il tentativo di condizionare le indagini bresciane, a cominciare
dallallontanamento di Salamone e del colonnello del Gico di Firenze, Autuori, fino
alla goffa lettera di Pacini a Borrelli: un
eventuale coinvolgimento di Di Pietro, infatti, suonerebbe come una condanna anche
dellintero pool, il che - come ha ammonito
Giancarlo Caselli - costituirebbe delegittimazione della classe politica.

quotidiano

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DIRETTORE EDITORIALE GIULIANO FERRARA

La Giornata
* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

SCALFARO AUSPICA UN DIALOGO


NELLA PACATEZZA tra la maggioranza e lopposizione: La politica non
pu esprimersi in insinuazioni e calunnie. Riconoscendo che gli affari leciti hanno il diritto di essere condotti nello spazio necessario, il presidente della Repubblica esorta a evitare il peggiore degli intrecci, quello tra affari e
politica.
Per Massimo DAlema stato un
discorso tranquillo che riflette un momento pi sereno della vita politica italiana. Secondo Marco Pannella Scalfaro ha fatto un passo indietro, salutato da un monito di DAlema che gli ha
fatto capire: non ti permettere con noi
quello che hai fatto con altri . Pierferdinando Casini (Ccd) apprezza linvito al dialogo. Un discorso vago ed
elusivo commenta Beppe Pisanu (FI).
Per Armando Cossutta (Prc) si sentita la consueta retorica, improntata a
un buonismo di maniera e priva di
contenuti.

UN MILITARE ISRAELIANO HA
FERITO SETTE PALESTINESI a Hebron, sparando sulla folla nella zona
del mercato. Luomo stato poi bloccato da alcuni suoi commilitoni e portato
via. Benjamin Netanyahu ha subito telefonato a Yasser Arafat definendo lepisodio un atto criminale e impegnandosi a favore di una intensificazione dei colloqui di pace.
Dura la reazione degli Stati Uniti:
Condanniamo questa follia nel modo
pi duro possibile, ha detto linviato di
Washington in Medio Oriente, Dennis
Ross.

* * *

Mancuso chiede al capo dello Stato


perch non voglia o non possa rispondere alla domanda se egli o non il
deputato di Novara cui sarebbe intitolato un fascicolo presso la procura di
Milano come percettore di illeciti finanziamenti.
Per Gerardo DAmbrosio, pm aggiunto di Milano, le parole di Filippo
Mancuso si commentano da sole.

* * *

La Svimez prevede una crescita del pil


intorno all1% nel 97. Laumento dovrebbe essere dell1,1% al centro-nord
e dello 0,7% al sud. Loccupazione dovrebbe crescere rispettivamente dello
0,4% e dello 0,2%.

* * *

Il cardinale Giordano parla ai pentiti


e rivolge loro un ammonimento: Il
pentimento non pu limitarsi, come
fanno alcuni collaboratori di giustizia,
ad accusare gli altri.

* * *

Cresce linteresse per le aziende italiane. La Kpmg, societ di revisione


contabile, rileva nei primi nove mesi
del 96 una sensibile ripresa delle
operazioni di acquisizione e fusione,
anche con partner stranieri: sono state
quasi 500, pari a un aumento di circa il
29% rispetto allo stesso periodo dellanno precedente.
Nellanno appena conclusosi lindice Comit ha segnato un rialzo complessivo del 13%. La lira ha guadagnato
3,41 punti percentuali sul dollaro e
11,10 sul marco.

* * *

Capodanno sotto la neve in tutta Italia,


ma le condizioni metereologiche stanno leggermente migliorando. Il maltempo ha provocato numerosi incidenti stradali nei quali hanno perso la vita
tre persone. Nessuna vittima per i tradizionali fuochi dartificio della notte
di San Silvestro (in Calabria ne sono
stati sequestrati due quintali); i feriti
sono stati 833 (160 a Napoli). Tre gemelli sardi i primi nati dellanno nuovo.

* * *

Metalmeccanici, per laccordo manca


ancora qualche settimana. Lo sostiene il ministro del Lavoro, Tiziano Treu,
precisando che la proposta del governo
pu essere modificata dalle parti.

* * *

Entrati in vigore gli aumenti delle tariffe per le autostrade e dei bolli auto.
Lincremento, a partire dall1 gennaio,
, rispettivamente, del 2,79% e del 3,5%.
Saranno operativi dal 7 gennaio gli
incentivi per favorire lacquisto di auto
nuove decisi dal governo nel decreto fiscale di fine 96.

* * *

Franco Volpi morto, stroncato da un


male incurabile, allet di 75 anni. Di
origine milanese, lattore era diventato
famoso per linterpretazione dei caroselli tv negli anni 60.

* * *

Ancora dimostrazioni a Belgrado contro Slobodan Milosevic. Circa 250 mila


manifestanti hanno sfilato per le strade
della capitale serba chiedendo il rispetto della democrazia.
Gli ambasciatori dei paesi dellUe a
Belgrado hanno presentato una richiesta formale al ministero degli Esteri
serbo perch Milosevic risponda al pi
presto alle raccomandazioni Osce sui
risultati delle elezioni.

* * *

Scontri in Corea del Sud tra la polizia


e cinquemila dimostranti che protestavano contro la legge sul lavoro approvata gioved dal parlamento di Seul.
I sindacati, intanto, hanno minacciato
nuovi scioperi per i prossimi giorni.
Nel suo discorso di fine anno, il presidente sudcoreano, Kim Young Sam,
ha detto che il 1997 sar lanno della
riconciliazione con la Corea del Nord.

* * *

Aerei turchi hanno bombardato le basi


dei guerriglieri curdi del Pkk nel nord
dellIraq. Tre campi sono stati distrutti.

* * *

Algeria, 15 islamici condannati a morte


in due distinti processi per appartenenza a gruppi terroristici.

* * *

Una rivoluzione in Russia potrebbe


esplodere da un momento allaltro, proprio come accadde nel 1917. Lo ha sostenuto il leader dellopposizione comunista, Gennady Zyuganov, in unintervista alla Reuters.

* * *

Il Papa invita al perdono: E lunica


via contro vendette e violenze, ha dichiarato il Pontefice nel corso della
messa da lui celebrata in occasione
della giornata mondiale della pace.

* * *

Offensiva nello Sri Lanka dellesercito


di Colombo. Venti guerriglieri Tamil sono stati uccisi e una base dei ribelli
stata occupata.

Maastricht
Polemiche di Capodanno sullunione monetaria in Germania. E non solo. Nel messaggio di fine 1996, il ministro degli Esteri
tedesco Klaus Kinkel ha invitato gli elettori
del Regno Unito a fare una scelta chiara
per i candidati a favore della moneta unica
quando a maggio andranno alle urne. La dichiarazione ha innescato un putiferio in
Gran Bretagna; tanto i conservatori quanto
i laburisti lhanno letta come una interferenza indebita di leader politici tedeschi in
pure questioni interne. In un editoriale, il
compassato Time ha chiamato Kinkel un
gaffeur inesperto. La stampa francese ha
dato ampio rilievo al mini-scontro tra Germania e Inghilterra anche perch in Francia si annuncia un allentamento dei freni
monetari, non certo gradito alla Bundesbank. In unintervista Wilhelm Hankel, un
economista noto anche in Italia perch ha
insegnato alla Johns Hopkins University a
Bologna, ha definito leuro come la miccia
che potrebbe fare esplodere lEuropa sul
piano regionale e su quello politico-sociale. Professore a Francoforte e consulente
della Banca mondiale, Hankel ha raggiunto
fama internazionale negli anni 70, quando
ha pubblicato lopera ancora giudicata pi
completa sulla nascita e la fine dellunione
monetaria pi importante e pi duratura quella dellImpero romano - in un libro dal
titolo Caesars Money.
Questo numero stato chiuso in redazione alle 19,30

GIOVED 2 GENNAIO 1997 - L.1500

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

Taccuino tedesco

Il premier ancora sotto tiro

UNO STATO VUOTO,


MUTO E PROLISSO

Annata pessima per Kohl


e ottima per i liberali. Lavori
pubblici per Berlino capitale

Gli spari di Hebron


possono far vacillare
il governo Netanyahu

IL MESSAGGIO DI FINE ANNO del

presidente della Repubblica, un


esempio di diseducazione linguistica per il paese (editoriale pagina 3)

I TUPAC AMARU sognano la Rus-

sia. I terroristi chiedono la mediazione di Eltsin, lui vuole mandare i


reparti speciali (editoriale pagina 3)

POPOLO DEI FAX, la fine di un mito. Migliaia di messaggi di appoggio


alleurotassa, la bugia di un ministro tra le Bufale del 96 (pagina 3)
Capodanno con Slobo

Il partito filoserbo italiano


non brinda a Washington
Gli Usa fanno pressioni su Milosevic,
ma Roma teme la destabilizzazione
A tracciare un doppio viale del tramonto,
ricco di singolari coincidenze, per il presidente serbo Slobodan Milosevic e quello
croato Franjo Tudjman stanno lavorando
alacremente in molti. Ma mentre nelle capitali europee ci si interroga preoccupati
sul futuro del processo di pace in un anno,
il 1997, che vede il ridimensionamento della missione internazionale in Bosnia, al dipartimento di Stato americano c chi
stanco delle due prime donne dei Balcani e
favorevole a un pi veloce passaggio di poFARNESINA

teri. Scelta politica, quella americana, ma


non solo: si pensi per esempio alla presenza
nei media croati e serbi del finanziere
newyorchese George Soros. Luomo daffari
statunitense ha infatti tentato di acquistare
il quotidiano Veisnik di Zagabria ( stato
bloccato dal governo), finanzia il Borda di
Belgrado e le radio indipendenti pi vicine
al blocco di opposizione. Non sorprende la
posizione Usa in merito alla Croazia: non a
caso Tudjman infuriato con chi, negli Stati Uniti, ha divulgato la notizia secondo cui
sarebbe affetto da cancro al pancreas, scatenando a Zagabria unanticipata guerra di
successione. Per quanto riguarda la Serbia,
in sintonia con Washington si sono mosse
Germania ed Olanda, condannando loperato di Slobo. Molto pi prudenti Roma, Parigi e Londra. Della visita di Lamberto Dini
a Belgrado e dei suoi battibecchi con Vuk
Draskovic si ampiamente discusso. E per
interessante notare che Dini abbia dovuto
fare parziale marcia indietro, allindomani
della presentazione del rapporto della missione Osce guidata da Felipe Gonzalez, ribadendo limportanza di un tavolo di concertazione tra governo e opposizione e auspicando (in fortuita sintonia con Soros) del
libero funzionamento dei media.
A Roma la preoccupazione rimane. Seppure, da qualche giorno, non ci si facciano pi
illusioni sul futuro di Milosevic. Luscita di
scena del presidente serbo, come quella di
Tudjman, rischia di destabilizzare lintera
regione e la destra serba non meno pericolosa della sinistra di Milosevic. Biljana
Plavsic, leader dei serbo-bosniaci, ha dichiarato aperte simpatie per lopposizione.
E il singolare fenomeno del crescente scollamento fra Milosevic e vasti settori dellesercito, tradizionalmente revanscisti, promette poco di buono. Un discorso analogo si
fa, alla Farnesina, a proposito di uneventuale presa di potere, a Zagabria, da parte di
Goijoko Susak, attuale ministro della Difesa
e super-falco del governo croato.
Le simpatie italiane verso Belgrado poggiano su diversi fattori. La famiglia politica
filoserba trasversale, agisce in maniera disomogenea e con risultati non sempre eclatanti. Non va dunque sopravvalutata, anche
se trova buone radici a sinistra (nonostante
i freddini rapporti con Belgrado di Pds e
Ppi) e se ha qualche voce nel Polo, da Mirko
Tremaglia a Livio Caputo. I quali in verit,
pi che amici della Serbia, sono piuttosto
ipersensibili nei confronti di Croazia e Slovenia sulla questione dei confini orientali. I nostri recenti ministri degli Esteri si sono di volta in volta appostati su posizioni filojugoslave (Gianni De Michelis), equidistanti (Emilio Colombo, Antonio Martino e
Dini), filocroate (Beniamino Andreatta), e filoserbe (Susanna Agnelli). Decisamente pi
continuativi e solidi sono invece gli interessi economici che legano Roma a Belgrado:
si va dal settore automobilistico a quello ferroviario, dallenergetico al turistico. Tanto
che lItalia vanta oggi un prezioso primato
commerciale con la Federazione jugoslava.

IL 1996 BIFRONTE DEL CANCELLERE,


successi allestero e sconfitte in patria
I successi di Helmut Kohl in politica estera e comunitaria non trovano riscontri in casa. Anzi, per quanto riguarda la politica interna, lanno passato da dimenticare e
quello nuovo non presenta prospettive entusiasmanti: nonostante una congiuntura favorevole (la crescita del pil nel 96 stata di
circa l1,5%, la previsione per il 97 al 2,2%)
nel 96 stato superato il record negativo di
disoccupazione (4 milioni di disoccupati, il
10,3%) e tutte le previsioni ne annunciano
una crescita per il 97. Lobiettivo del governo di dimezzare la disoccupazione entro il
2000 non sembra a portata di mano. Il paese
ha vissuto inoltre per sei mesi un durissimo
scontro fra i partner sociali, e Kohl non ne
uscito vincitore. Il rilancio economico dellex Ddr non decolla e sulla moneta unica
europea rimangono forti perplessit nella
popolazione. La stabilit della maggioranza
garantita, ma i sondaggi la danno in calo e
da qui alle prossime elezioni politiche il governo deve affrontare problemi scottanti e
impopolari: la riforma pensionistica e dello
Stato sociale e la grande riforma fiscale.
Oltre ovviamente alla lotta alla disoccupazione. Il Cancelliere non ha ancora sciolto
le riserve sulla sua ricandidatura; ma dagli
osservatori la cosa data per scontata.
LE GRANDI MANOVRE ELETTORALI sono
gi iniziate. Anche se si voter solo nel 1998
Il 1997 si presenta come lanno delle grandi manovre preelettorali. Il Bundestag
verr rinnovato solamente nellautunno del
1998, ma il dibattito sulle possibili future alleanze di governo continua a tormentare
lopposizione: questa volta a causa delle
esplicite offerte della Pds ad appoggiare, a
livello regionale e federale, eventuali maggioranze di sinistra. Si tratta di unipotesi
gi sperimentata con successo nel Land di
Sachsen-Anhalt, dove Spd e Verdi governano grazie allastensione della Pds. La sinistra divisa: un accordo regionale con gli
eredi di Honecker le permetterebbe di governare in quasi tutti i Lnder orientali, ma
la pregiudicherebbe pesantemente a livello federale. Il segretario della Spd, Oskar
Lafontaine, si affrettato ad escludere future collaborazioni con la Pds al Bundestag,
ma senza convincere tutti. Denunciando il
pericolo, a dicembre alcuni ex dissidenti
della Ddr hanno abbandonato con clamore
Spd e Verdi per passare alla Cdu. Con il loro gesto iniziata quella che gi stata definita dalla stampa tedesca la pi dura
campagna elettorale nella storia della Repubblica federale.
IL PARTITO ABBASSA-IMPOSTE, vera
novit politica del panorama tedesco
Si chiuso molto positivamente il bilancio politico 1996 dei liberali, il partito che
dopo Hans-Dietrich Genscher per lungo
tempo non ha avuto modo di distinguersi in
modo particolare nel panorama tedesco.
Contrariamente ad ogni previsione, la Fdp
riuscita nel marzo scorso a superare la soglia del 5% nelle tre elezioni politiche regionali. Il presidente della formazione, Wolfang Gerhardt, il capogruppo al Bundestag,
Hermann Otto Sloms, e il giovane segretario
generale, Guido Westerwelle, sono riusciti a
rilanciare il partito grazie a unefficace e
popolare politica di riduzione della pressione fiscale. La recente abolizione della
imposta patrimoniale , sia pure indirettamente, attribuibile proprio allazione della
Fdp. Come pure la riduzione dellimposta
di solidariet per il rilancio economico dellex Ddr, confermata dal governo poco prima di Natale. Per ottenere questa riduzione
la Fdp a novembre si imposta nella maggioranza fino a sfiorare una crisi di governo.
Con successo: nellimmaginario collettivo la
Fdp ormai considerata il partito abbassa-imposte. Un dato incoraggiante per i liberali in vista della grande riforma fiscale da varare nel 1999.
LE ARCHITETTURE DI UN PASSATO un
po ingombrante per la nuova Germania
Il trasferimento del governo e del Parlamento da Bonn a Berlino, che dal 1999 sar
la nuova capitale tedesca, entrer nel 1997
in una fase operativa e si concluder, come
previsto, entro il 2000. Secondo il ministro
dei Lavori pubblici, Klaus Toepfer, responsabile del trasferimento, la fase progettuale
si ormai conclusa e il budget complessivo
di 20 miliardi di marchi approvato dal Bundestag, compresi i 4 miliardi di risarcimento per la citt di Bonn, sar rispettato. Il
Parlamento ritorner nellantico Reichstag,
sua sede dal 1894, e le sedute plenarie vi si
terranno a partire dal 1999. La sede del Cancelliere sar posta in un nuovo edificio gi
in costruzione, mentre il presidente della
Repubblica risiede a Berlino gi dal 94, nel
piccolo castello di Bellevue. I ministeri che
si trasferiranno nella nuova capitale (alcuni infatti rimarranno a Bonn) verranno tutti ubicati in edifici gi esistenti nel centro
della citt, alcuni dei quali sono importanti
testimonianze della storia pi recente della
Germania: il ministero degli Esteri si stabilir nellex sede del Comitato centrale del
Sed; quello dei Lavori pubblici risieder
nelledificio dellex ministero della Propaganda di Goebbels. Anche gli uffici della Difesa avranno il loro distaccamento a Berlino, nel palazzo che gi fu sede dellOberkommando della Wehrmacht.

La Knesset ha confermato ieri la fiducia


ma cerano significative assenze
tra i parlamentari della maggioranza

Arafat mina la coalizione


Gerusalemme. A Benjamin Netanyahu
non gliene va bene una. Dopo mesi di faticosi negoziati con i palestinesi per levacuazione di Hebron, dopo essersi alienato
le simpatie internazionali e aver contribuito, con le sue dichiarazioni, a ricostruire il
fronte arabo contro Israele che la guerra
del Golfo e la politica di Rabin avevano
sbriciolato; dopo aver inoltre, di fatto, abbandonato quasi tutte le posizioni che intendeva riconquistare allinterno del trattato di Oslo, si trova oggi nellobbligo di accettare il ritiro delle truppe israeliane dalla Citt dei Patriarchi alle condizioni e nel
momento che far pi comodo ad Arafat.
A metterlo in questa poco piacevole situazione non sono stati i suoi oppositori, ma
uno di quei coloni, Noam Fridman, che
hanno ardentemente sostenuto la sua candidatura alla guida del paese nelle elezioni del maggio scorso. Disilluso da Netanyahu, il giovane ha dichiarato di aver
sparato ieri sui civili arabi che andavano al
mercato per impedire laccordo su Hebron.
Se Netanyahu fosse giunto al potere in
base alla vecchia
legge elettorale, sarebbe gi probabilmente caduto tre
giorni fa, quando la
legge
finanziaria
per il 1997 stata
bocciata con il concorso dellopposizione e di met dei deputati della coalizione che si sono astenuti. Per sua fortuna, la nuova legge
costituzionale rende
BENJAMIN NETANYAHU
difficile riunire una
maggioranza assoluta al Parlamento di Gerusalemme contro di
lui. Ma il militare di leva che ieri mattina
ha sparato senza motivo, o provocazione, a
Hebron - ferendo mortalmente un palestinese e gravemente altri sette - ha messo il
primo ministro in condizioni difficili.
Anzitutto lo ha obbligato a denunciare
pubblicamente questo nuovo eccidio perpetrato da un israeliano, a sangue freddo
(come quello di tre anni fa di un colono di
Hebron che spar contro arabi in preghiera nella moschea dei patriarchi) scusandosi con i palestinesi e ribadendo, in una conversazione telefonica con Arafat, la sua ferma intenzione di onorare gli impegni del
trattato di Oslo. In secondo luogo lattentato ha fortemente indebolito la posizione negoziale israeliana, dimostrando limpossibilit del cavilloso accordo che Netanyahu
ha cercato di imporre ai palestinesi, per garantire la sicurezza dei coloni a Hebron.
Cosa succeder se nel prossimo futuro uno
di loro o un estremista palestinese aprir il
fuoco sui civili delle due parti o far brillare una carica di dinamite nella strada che
divide linsediamento ebraico dalle abitazioni arabe? Lesercito ricever lordine di
rioccupare Hebron e la polizia palestinese
interverr contro o in difesa dei coloni?
Guerra con la Siria: allarme e smentite
E ovvio che laccordo su Hebron, come
stato concepito senza una qualsiasi base di
fiducia reciproca, una bomba a scoppio ritardato che Netanyahu sa di non poter controllare. Sette dei suoi ministri su diciotto,
guidati da Ariel Sharon e dai nazional-religiosi, sono decisi a votare contro laccordo
su Hebron se verr presentato al consiglio
dei ministri. Dopo leccidio di ieri, diventa
possibile, anche se improbabile, che Netanyahu sia messo in minoranza allinterno
della coalizione. In effetti la mozione di sfiducia presentata dallestrema destra stata
ieri respinta dalla Knesset, il Parlamento
israeliano, ma nella maggioranza cerano
significative assenze al momento del voto.
Una situazione, notava un commentatore,
pi appropriata ai fratelli Marx che a un governo civile e democratico. E ieri il vice capo di stato maggiore dellesercito, Matan
Vilnai, ha dichiarato che sono aumentate le
possibilit di guerra con la Siria, subito
per smentito dal suo superiore.
Imbarazzante per il premier israeliano
anche il fatto che luomo da lui snobbato
sei mesi fa, Arafat, si trasformato - col sostegno dellEgitto - nel fattore diplomatico
determinante delle politica israelo-araba.
E lui che stabilir se e quando gli accordi
verranno conclusi; lui che in gran parte
garantisce, attraverso la collaborazione dei
suoi servizi di informazione con quelli
israeliani, la sicurezza dello stato di Israele nei confronti dei terroristi palestinesi. E
lui a decidere le azioni di protesta araba a
Gerusalemme, protesta che ha recentemente bloccato il programma di costruzione di immobili ebraici nella zona araba
della citt. E ancora Arafat che con sagacia
diplomatica e cinismo politico sta cercando
di isolare Netanyahu nella sua coalizione
al punto di rendere la creazione di un governo di unit nazionale, con i laburisti,
possibile anche se, per il momento, improbabile.

ANNO II NUMERO 1 - PAG 2

Signor direttore

Perch una sinistra europea


deve rappresentare il centro
Per Ranieri (Pds), la sfida decisiva dei
prossimi anni quella sul Welfare State
E singolare la sorpresa e la diffidenza con
cui stato accolto il proposito espresso dal
segretario del Pds di collocare il proprio partito tra le forze che competono a pieno titolo
nella rappresentanza di interessi, esigenze e
opinioni che si definiscono di centro. Passi la
scolastica e scontata polemica di Rifondazione. Ci che difficilmente spiegabile la reazione di forze che si definiscono moderate e
si collocano per natura e cultura in quel luogo spaziale della lotta politica che il centro.
Forze, a quanto pare, che avvertono il disegno del Pds come unillegittima concorrenza,
una sorta di invasione di campo.
Le cose stanno in modo esattamente opposto. Il problema posto da DAlema tipico di
un sistema politico in cui, cancellato ogni residuo di antagonismo estremo, tutte le formazioni, di destra e di sinistra, competono sullarena elettorale fidando non su risorse ideologiche ma su programmi e affidabilit. I moderati autentici dovrebbero augurarsi un tale approdo pi che contrastarlo o temerlo giocando, un po goffamente, alla fondazione di
improbabili partiti e partitini.
Il problema decisivo della sinistra in Europa, diventato in questi anni quello della
saldatura, che si fatta pi problematica, tra
linsediamento sociale tradizionale delle forze socialiste e questarea sociale centrale che
si va, in misura crescente, estendendo e allargando. Mi sarei aspettato unaltra e pi
produttiva polemica verso il proposito delineato da DAlema: veramente pronta la sinistra a impegnarsi nella sfida per il consenso dei ceti e delle opinioni moderate? Questo
il problema vero. Esiste ancora uno scarto
tra la consapevolezza che il futuro della sinistra dipende dalla capacit di insediarsi in
unarea sociale decisiva del sistema di consenso delle societ avanzate che (con una certa approssimazione) viene definita il centro e
la maturazione conseguente sul terreno culturale e programmatico. E su questo che forse sarebbe stato utile incalzare la riflessione
nella sinistra di governo. Invitarla a superare, come scrive Giuliano Amato, le lentezze
nellabbandonare i propri errori.
Liberarsi dalle ossessioni del passato
Prendiamo la vicenda del contratto dei
metalmeccanici. Fuori discussione linsopportabile chiusura della Confindustria il cui
disegno appare, a questo punto, di difficile
comprensione. E altrettanto evidente, tuttavia, che si consumato un corredo di filosofie contrattuali e di modelli rivendicativi su
cui si costruito il radicamento del sindacato italiano. Appare fastidioso il richiamo nostalgico di Bertinotti ai bei tempi in cui una
mediazione del governo riusciva a comporre
tutti i conflitti. E unaltra prova dellincapacit di una certa sinistra a liberarsi dellossessione del passato e del vezzo conservatore
di specchiarsi nei propri miti. Quella del sindacato che rischia di restare prigioniero nella ripetizione di un modello rivendicativo che
non riesce neppure pi a garantire una difesa delle condizioni di reddito dei lavoratori,
mi sembra una metafora eloquente dei problemi irrisolti della sinistra. E evidente la
lentezza con cui esso stenta a tradurre, non
solo in Italia, le novit radicali di un sistema
industriale moderno in modelli contrattuali
nuovi. Non si impone ormai una riflessione
sui problemi irrisolti e sui ritardi dellazione
sindacale come aspetto non secondario dei limiti da rimuovere per una sinistra che non
senta il futuro come un maleficio? Questo
tema coincide con quello indicato da Giuliano Amato come spartiacque per una sinistra
che non accetti di suicidarsi dinanzi alle
sfide di fine secolo. Come intendere la continuit della rappresentanza degli interessi su
cui la sinistra ha fondato il proprio consenso
- il lavoro dipendente - in uneconomia competitiva? Come farlo estendendo la rappresentanza a mondi che non vi ragione che
siano lontani da una sinistra moderna come i
giovani o il lavoro autonomo? La risposta cui
Amato allude quella di un nuovo modello
di relazioni e di sistemi di sicurezza sociale
in cui il funzionamento di istituzioni collettive e solidaristiche possa convivere con uno
spazio nuovo e consistente della dimensione
privata. E lintero spettro degli istituti del
Welfare che va interessato da una riforma
ispirata alla ricerca di un tale equilibrio. Ci
vale per i sistemi previdenziali e di sicurezza
sociale come per i modelli di partecipazione
e di democrazia economica, per gli istituti
contrattuali come per gli schemi salariali e
retributivi. Il problema su cui riflettere la
difficolt evidente per la sinistra riformista,
che pure si dice da tempo consapevole della
necessit di una innovazione radicale dellarchitettura sociale del Welfare esistente, a
passare dalle parole ai fatti. A tradurre i propositi in progetti di riforma. E singolare: la sinistra appare pi disinvolta e coraggiosa su
tematiche lontane dalla sua sensibilit tradizionale come quelle istituzionali che sul terreno classico della propria identit culturale, quello sociale. Eppure qui che, nelle democrazie delloccidente, si giocher la partita decisiva del consenso nei prossimi anni. Se
queste considerazioni hanno un senso lorizzonte proposto alla riflessione congressuale
del Pds - la costruzione di una nuova e moderna formazione socialdemocratica - acquista un significato logico e politico evidente.
Per due ragioni sostanziali. La prima: esso
proietta la riflessione della sinistra italiana
in una dimensione sovranazionale ed europea che lunica in cui possibile immaginare la riforma del Welfare. La seconda: lorizzonte socialdemocratico pu contribuire a
rifamiliarizzare la sinistra con i temi dellinnovazione sociale che diventeranno centrali
nellagenda di governo di questo fine secolo.
Insomma il contrario di ci che alcuni temono: la costruzione in Italia di una formazione socialista europea estende la portata
innovativa dei cambiamenti programmatici
che si richiedono a una sinistra che voglia entrare da protagonista nel secolo che viene.
Umberto Ranieri,
responsabile esteri del Pds

IL FOGLIO QUOTIDIANO

GIOVED 2 GENNAIO 1997

PIGNOLERIE

Teatro

Ladri, serial killer, terroristi, libertadores e limmancabile Veltroni


E sempre interessante (e piena di sorprese) la lettura dei brevi riassunti che Repubblica dedica alle trame dei film in programmazione sugli schermi televisivi. Pu capitare di scoprire che esistono due film con lo
stesso titolo visto che lo svolgimento descritto diverge spesso da quello che ci suggerisce
la memoria (della quale, per altro, sempre ci
fidiamo). Lultimo caso riguarda Come rubare un milione di dollari e vivere felici - la
bella commedia del 1966 di William Wyler
con Audrey Hepburn, Peter OToole e uno
stuolo di ottimi caratteristi. A tale proposito,
Repubblica (31 dicembre) scrive: Nicole organizza un piano quasi perfetto per rubare
una preziosa statuetta custodita in un museo
di Parigi, esattamente lopposto di quanto effettivamente accade, perch, in realt, Nicole - che deve recuperare la statua fatta dal
nonno alla nonna e spacciata per un Canova
- non saprebbe assolutamente come cavarsela se non fosse per laiuto di Simon Dermott
(OToole), che lei (ovviamente Hepburn) crede un ladro e che, invece, un esperto darte/investigatore sulle tracce del padre falsario, il quale studia e realizza - con la sua, a
volte ingombrante, partecipazione - il piano,

perfetto, che porta al furto della statuetta in


questione.
Sempre lo stesso giornale, il medesimo
giorno, nellansia di citare il pi possibile lalto operato di Walter Veltroni, nelle Brevi in
pagina spettacoli, ne riporta due volte la stessa dichiarazione e per di pi in due pezzi
collocati luno sotto laltro. Il primo intitolato Teatro in carcere s di Veltroni e il secondo Veltroni difende il teatro in carcere.
Ambedue riferiscono testualmente le identiche parole del ministro che qui non ripetiamo anche noi per non tediare i lettori oltre
misura. Rammentando che non c due senza tre, abbiamo, invano cercato una terza citazione nella stessa pagina. Mancava, sarebbe stato un errore perfetto, peccato.
Due giorni prima (29 dicembre) Repubblica dedicava un interessante articolo, opera di
Laura Laurenzi, a Barbabl e, ricordando
i vari personaggi storici, letterari e cinematografici assimilabili al mitico e primo serial
killer immaginato dal grande Charles Perrault, fra laltro, scrive: A Landru (celebre
assassino ghigliottinato nel 22 in Francia e
spesso paragonato a Barbabl) si ispira Charlie Chaplin nel tratteggiare la figura del suo

Monsieur Verdoux. In verit, lidea base,


anzi - potremmo tranquillamente dire - il soggetto del famoso film di Chaplin in questione
non era dellattore-regista inglese, ma dellaltrettanto grande Orson Welles, che, ispirato da un cartellone pubblicitario, visto di
sfuggita nella metropolitana (si trattava della
rclame di un prodotto antiforfora), and a
trovare Chaplin proponendogli di interpretare il film. Dopo qualche tempo, per, questultimo prefer comprare il copione che
Welles aveva gi scritto e modificarlo secondo le proprie esigenze, dirigendolo personalmente. In seguito, cosa della quale Orson
Welles si rammarica notevolmente, cerc
sempre e in ogni modo di disconoscere la paternit wellesiana dellopera.
A proposito, invece, del Per - che per altre questioni (terroristi e non serial killer) fa
parlare di s in questi giorni - il Corriere della Sera del 22 dicembre, a sigla S. Gan., pubblicava un articolo che, fin dal titolo (Persino Bolivar voleva farsi dittatore nellantico
impero del Sole), costellato di imprecisioni. In specie per quel che riguarda il breve
capitolo dedicato ai due grandi libertadores
Jos di San Martin e Simon Bolivar. Del primo larticolista scrive: Finch il 28 luglio

1821 il generale argentino Jos di San Martin


entra a Lima insorta e proclama lindipendenza. Nella realt storica il generale entr
a Lima il 9 luglio 1821 mentre il successivo citato 28 proclam lindipendenza del paese.
Del secondo viene dapprima affermato: La
definitiva vittoria sulle truppe spagnole
per merito del venezuelano Simon Bolivar
che le costringe alla resa ad Ayacucho il 9 dicembre 1824. In effetti, le truppe degli insorti nella citata decisiva battaglia erano guidate da Jos Antonio de Sucre, luogotenente
di Bolivar, mentre questultimo, invece, aveva sconfitto in precedenza (nellagosto di
quello stesso anno) un altro esercito nemico
a Junin. Subito dopo leggiamo: Anche al libertador, autoproclamatosi dittatore..., in
contrasto sia con il ricordato titolo del pezzo
che recitava voleva farsi dittatore, sia, soprattutto, con la storia perch gli altisonanti
titoli di libertador e di dittatore supremo
furono concessi a Bolivar dal Congresso del
Per al suo arrivo a Lima nel 1823 senza alcuna sua sollecitazione e, inoltre, senza che
minimamente ne abusasse.
Mauro della Porta Raffo

PROTAGONISTI DI FINE SECOLO

Quel giovane prete di Cracovia che il cardinal Wyszynski non voleva


vescovo perch pensava che il regime potesse manipolarlo facilmente
Vescovo a soli 38 anni, cardinale a 47 e
Papa a 58: non si pu dire che le doti di
Wojtyla non siano state riconosciute dai
suoi superiori ha osservato il regista polacco Krzysztof Zanussi, autore del filmbiografia Un uomo venuto da lontano. In
effetti la nomina vescovile del giovane e
brillante sacerdote di Wadowice, specializzato nelleducazione dei giovani uniSECONDO DI QUATTRO ARTICOLI

versitari e specialmente delle giovani coppie, arriva inaspettata anche per lui. Nonostante il nuovo incarico, il futuro Papa
continua le sue attivit e due anni dopo,
nel 1960, pubblica il dramma La bottega
dellorefice e il saggio Amore e responsabilit. Luscita di questultimo provoca
un certo scalpore: per la prima volta un vescovo della Chiesa cattolica si cimenta a
scrivere e ad analizzare argomenti quali
leccitazione sessuale o linsoddisfazione
della donna che finge lorgasmo. Wojtyla ha
studiato le opinioni dei sessuologi, ma soprattutto confessa molti giovani e ascolta i
loro problemi. Parla cos apertamente dellimportanza della sessualit nella vita di
coppia, scendendo nei particolari: Bisogna tener conto, scrive il futuro Papa in
Amore e responsabilit, del fatto che, in
questi rapporti, la donna prova una natu-

rale difficolt ad adattarsi alluomo, il che


dovuto alla divergenza del loro ritmo fisico e psichico. E quindi necessaria unarmonizzazione, che non pu aver luogo senza uno sforzo di volont, soprattutto da parte delluomo, senza unattenta osservazione
della donna. Quando essa non trova nei
rapporti sessuali la naturale soddisfazione,
legata allacme delleccitazione sessuale...,
c da temere che essa non senta pienamente latto coniugale, che non vimpegni
la propria personalit totale, il che la rende particolarmente soggetta alla nevrosi e
determina una frigidit sessuale. Questa
attenta considerazione del valore della sessualit umana si accompagnava a una convinta adesione allinsegnamento della
Chiesa circa il divieto assoluto di qualsiasi
mezzo contraccettivo. E proprio su questo
punto nascer la sintonia fra il futuro Giovanni Paolo II e Papa Paolo VI.
Ma torniamo al momento della nomina a
vescovo ausiliare di Cracovia. Il trentottenne sacerdote viene raggiunto da un telegramma, datato 4 luglio 1958, che lo convoca a Varsavia nella residenza del primate
di Polonia, il cardinale Stefan Wyszynski. Il
cardinale, che non aveva inserito il nome di
Wojtyla nella rosa dei preti da promuovere
allepiscopato, gli comunica che Pio XII
lha nominato vescovo su richiesta dellar-

civescovo Baziak (il successore di Sapieha


alla guida della diocesi di Cracovia). Wyszynski si ferma per osservare attentamente la reazione del neoeletto che quella sera
stessa descrive nel suo diario privato. Lepisodio riportato nel libro Sua Santit
recentemente pubblicato da Carl Bernstein
e Marco Politi. A volte un candidato intimidito, trovandosi a decidere se accettare
un incarico pastorale come quello offerto a
Wojtyla, si limitava a balbettare: Devo consultarmi con il mio
padre spirituale prima di prendere una
simile decisione. Allora il primate rispondeva: Se lei
una persona matura,
dovrebbe
sapere
quello che vuole. Altri preti cercavano di
guadagnare tempo dicendo: Devo chiederlo a Ges nelle mie preghiere. Al che il primate indicava una porta: C una cappella
proprio l dietro. Si accomodi, dica le sue
preghiere. Ma per piacere non ci metta pi
di quindici minuti perch non ho tempo e
non ne ha nemmeno Ges. Wyszynski chiese a Wojtyla: Accetta lincarico?. Dove devo firmare? rispose il prete senza esitare.

Quellotto luglio rimane impresso nella memoria del primate: era la prima volta che
veniva scavalcato nella nomina di un vescovo polacco. Questo episodio, che descrive la forte personalit del futuro Papa,
stato confermato nel marzo del 1993 dallarcivescovo emerito di Madrid Vicente
Enrique y Tarancon, oggi scomparso. In
unintervista al mensile Trentagiorni il
porporato spagnolo, che aveva partecipato
ai due conclavi del 1978, raccontava latteggiamento profondamente diverso del cardinale Albino Luciani e del cardinale Karol Wojtyla di fronte allelezione papale. Il
primo era sconvolto, si era lasciato sprofondare sulla sedia e si lasciava docilmente
guidare dal cerimoniere pontificio e dai
suoi ordini. Il secondo, non appena pronunciato il fatidico accetto, era apparso
perfettamente padrone di s e della situazione. Non si era sottoposto alle regole del
cerimoniale, ma le aveva in un certo senso
stravolte, decidendo di pronunciare un breve saluto alla folla anche durante la prima
apparizione dal balcone di San Pietro.
Nellottobre del 1962 si apriva a Roma il
Concilio ecumenico Vaticano II. Il vescovo
Wojtyla non ebbe un ruolo significativo durante i lavori: come tutti i presuli polacchi
era rimasto un po ai margini. Venne inserito nel gruppo di lavoro per il cosiddetto
Schema XIII che diventer poi la costituzione pastorale Gaudium et spes. Ma la
sua partecipazione al Concilio si riveler
fondamentale per gli sviluppi futuri della
sua missione. A Roma infatti abita un amico di lunga data del vescovo Wojtyla, il
monsignore polacco Adrej Deskur (oggi
cardinale), suo compagno di seminario negli anni di Sapieha: lui che presenta il futuro Papa ai personaggi pi importanti e
pi influenti della Curia. Ogni luned gli
chiedevo chi volesse conoscere, e Karol mi
dava un elenco ricorda Deskur. In questo
periodo si saldano amicizie destinate a pesare in un futuro non tanto lontano. Come
quella con il vescovo
polacco-americano
John Krol e con il rettore del Collegio polacco a Roma Wladyslaw Rubin.
Nel giugno del 62
era morto larcivescovo di Cracovia Eugeniusz Baziak e Wojtyla, in qualit di vescovo ausiliare, reggeva la diocesi in attesa che il Papa nominasse un successore. Invano il primate di
Varsavia Stefan Wyszynski aveva proposto
numerosi candidati, tutti bocciati dal regime comunista, che invece sperava nella designazione del giovane Wojtyla, considerato pi aperto e disponibile al dialogo con
il regime. Ovviamente quello che per i comunisti polacchi era considerato un pregio,
per Wyszynski un difetto: il regime pensa
di poter manipolare senza problemi Wojtyla, il cardinale teme che ci riescano. La storia dimostrer che si sbagliavano entrambi.
Alla fine, nel dicembre del 1963, Wyszynski
cede e Karol Wojtyla viene nominato arcivescovo di Cracovia, allet di soli 43 anni.
E gi il giorno del suo ingresso trionfale in
diocesi, scegliendo di indossare paramenti
antichissimi, appartenuti ai predecessori
medioevali, il nuovo arcivescovo ricorda a
tutti (ma soprattutto al potere comunista)
che senza la Chiesa la Polonia non sarebbe
esistita.
Karol Wojtyla viene creato cardinale da
Papa Paolo VI nel 1967. Ma gi da qualche
anno larcivescovo di Cracovia diventato
il punto di riferimento del Vaticano in Polonia. In particolare Papa Montini apprezzer il contributo del giovane cardinale in
occasione degli studi sulla contraccezione,
culminati nella pubblicazione, nel giugno
del 1969, dellenciclica Humanae vitae,
con la quale il pontefice dichiara illecito
qualsiasi mezzo contraccettivo, facendo sua
la posizione espressa dalla minoranza della commissione di studio, alla quale aveva
partecipato anche Wojtyla, battendosi contro ogni cambiamento della dottrina tradizionale. E curioso notare come un altro giovane vescovo, quel monsignor Albino Luciani di Vittorio Veneto, che regner sulla
cattedra di Pietro per soli 33 giorni prima
di Giovanni Paolo II, avesse inviato a Papa
Montini unapprezzata relazione di segno
opposto, dichiarandosi possibilista circa
luso della pillola.

Nella melassa dei cartoni


animati Paolo Poli distilla gocce
di veleno swiftiano
I VIAGGI DI GULLIVER da Jonathan Swift,
regia di Paolo Poli (Teatro di Porta Romana,
Milano dal 7 gennaio al 9 febbraio)
Salpato da Bristol il 4 maggio 1699, il chirurgo Lemuel Gulliver compie uno dei pi
straordinari viaggi letterari mai concepiti.
Durante otto anni di vagabondaggio nelle
terre pi lontane, visita i miti culturali che
affascinarono il secolo dei Lumi. Nei primi
due viaggi lesotismo antropologico, sotto forma dellinfinitamente piccolo (il paese di Lilliput) e infinitamente grande (i giganti dellisola di Brobdingnang). Nel terzo lavvenirismo, sotto forma di una scienza tanto evoluta da essere inutilizzabile (la Grande Accademia degli immortali nellisola di Balnibarbi). Il quarto viaggio rovescia lapologia
del progresso con una provocatoria invenzione satirica, tratta dalla tradizione della favola antica. I cavalli saggi dellimpronunciabile isola di Houyhnhnm, si rivelano come i
depositari di valori razionali superiori. La
sede della virt il mondo animale, cio la
natura. Il primo criterio delladattamento
teatrale di Paolo Poli e Ida Omboni, si basa
sulla fortuna storica del romanzo, per cui I
viaggi di Gulliver si sono trasformati da libello filosofico in classico della letteratura
infantile. Di qui la loro apparentabilit allimmaginario creato dai cartoni animati. Rispetto a quello che definisce mercato internazionale della melassa disneyana, Poli mescola ai buoni sentimenti e al fasto scenografico di siparietti, pupazzi e maschere,
unabbondante dose di veleno. La seconda
chiave di lettura costituita dalle corrispondenze con lattualit. Negli scienziati impazziti di Jonathan Swift si possono riconoscere
quei ricercatori atomici che sparivano con i
loro misteri e la disputa lillipuziana sul giusto modo di rompere le uova sembra presa
direttamente da una guerra integralista di
oggi (scene di Emanuele Luzzati, costumi di
Santuzza Cal).
ESULI di James Joyce, regia di Nanni Garella (Teatro S. Chiara, Brescia, poi in tourne)
In una celebre conferenza su James Joyce
tenuta nel 1927 al Convegno di Milano, Italo Svevo parla anche di questo unico testo
teatrale dellautore di Ulisse, iniziato a
Trieste verso il 1915 e pubblicato a Londra
nel 18. Esiliati? domandai io quando assistetti alla sua rappresentazione. Esiliati coloro che ritornano in patria? E il Joyce mi
disse: Ma lei non ricorda come il figliol prodigo fu ricevuto dal fratello nella casa paterna? E pericoloso abbandonare la propria
patria, ma anche pi pericoloso ritornarci
perch allora i vostri compagni se possono vi
cacciano il coltello nel cuore. Il torbido intreccio che lega i personaggi dello scrittore
Richard Rowan e della moglie Berta, di Robert e Beatrice (due amici ritrovati dopo nove anni di assenza dallIrlanda e di esilio
dai sentimenti), una raffigurazione esplicitamente autobiografica. Nelle parole di Svevo, Joyce mostrava tuttavia di considerare tema nazionale (il ritorno in patria) e sfondo
religioso (il figliol prodigo) come motivi centrali e non semplici contesti della commedia. Invece prevalse la sua considerazione
quale un complicato problema di passione
e di sesso (...), acutissima penetrazione delle
realt pi delicate dello spirito, specie quando esse sono materiate di tutta la malinconia
del mondo moderno, come la present Carlo Linati, primo traduttore italiano (1920). La
lettura di Esuli in chiave di problema morale e intellettuale condivisa da Nanni Garella, attirato dallandamento di seduta psicanalitica del racconto, dal progetto scandaloso che racchiude i personaggi in una
gabbia logica, dalla sfida romantica insita
nei rapporti damore vissuti nella verit
(allestimento del Centro Teatrale Bresciano,
scene e costumi di Antonio Fiorentino).
LA CRISI DEL PICCOLO TEATRO di Milano
(notizie e voci sulla successione a Giorgio
Strehler / 2)
Per il Piccolo Teatro di Milano infine uscito il nome di Jack Lang, la star politico-mediatica degli anni 80. La candidatura di Peter Stein decaduta occultamente come era
nata: un affare tra privati. La soluzione Lang,
a parte il metodo palese ma non per questo
trasparente, appare insensata e intelligente.
Insensata, perch da tutti intesa come un
consolato di sei mesi per assicurare che, doverosamente, sia Strehler a celebrare i 50 anni del Piccolo e trovargli un successore che
non scontenti troppi. Un garante, come si vede. Quello che non si vede il bisogno di andarlo a cercare in Francia. E qui subentra il
lato intelligente. Lang non un regista e
perci non usurper aspettative altrui, ha
molti impegni e perci non disturber i manovratori del nuovo assetto del Piccolo,
amico di Walter Veltroni e perci non incontrer ostacoli e non ne creer a Roma.

OGGI - Al nord e sullalta Toscana


iniziali condizioni di cielo nuvoloso
con locali e sporadiche precipitazioni, nevose anche a quote basse.
Sul resto del paese cielo parzialmente nuvoloso. Intensificazione
delle precipitazioni sul nord-ovest e
loro estensione al centro nel corso
della notte.
DOMANI - Cielo nuvoloso su tutto il
paese con precipitazioni sparse. La
neve torner soprattutto sulle zone
collinari e montuose delle regioni
nordoccidentali.

ANNO II NUMERO 1 - PAG 3

EDDIITTOORRIIAALLII
Uno Stato vuoto, muto e prolisso
V

uoto di politica, muto di significati


civili e anche prolisso, cio lungo e
noioso. Cos il Capo dello Stato, Oscar
Luigi Scalfaro, ci si presentato a fine
anno con il suo fervorino televisivo dalla sintassi affaticata e dallaggettivazione ridondante (il quinto dallelezione).
Il peggiore inciampo su cui scivol il
92, anno bisesto predecessore del 96,
fu appunto lelezione al vertice dello
Stato di una persona, per carit, degnissima e rispettabilissima, epper incapace di trasmettere altro, nella fatidica funzione di garante delle istituzioni, che non siano arsenici protodemocristiani e vecchi merletti clericali, ampollose ciarle e scampoli di fiacca retorica senza bellezza, senza patriottismo,
senza verit.
In confronto a quel che dice e a come
lo dice, le opere di Scalfaro, che pure
come politico un notaio arcigno della
conservazione e un maestro di inganni
pubblici e privati, brillano di luce sublime. E talmente povero il suo lessico,
cos scontata e prevedibile e sciatta
laggettivazione, tanto improbabili sono
i suoi ritmi, la metrica, le assonanze e
le finzioni di pensiero, che al confronto
le mene di Palazzo, le giravolte e altre
meschinerie da tappeto rosso appaiono
capolavori dellarte di governo. Se Scalfaro promettesse di non parlare mai
pi in pubblico, di non diseducare mai
pi linguisticamente questo paese gi
prostrato dallabuso sintattico e grammaticale, saremmo pronti a rivotarlo
per un secondo mandato, al quale si dice segretamente aspiri, nonostante le

false promesse di elezioni, il tradimento del maggioritario, le gaffe diplomatiche e la vocazione a difendere i diritti
del cittadino solo e soltanto quando si
tratta dei suoi interessi di potenziale
indagato nel caso Sisde.
Sa quanto sia importante un buon discorso, lucido nelle forme e pensato, argomentato secondo una misura alta di
cultura storica e politica, chi ha per
esempio ascoltato Jacques Chirac, il
quale pure non ha alcuna vocazione alla buona retorica politica come il suo
predecessore Franois Mitterrand, parlare di Andr Malraux davanti al
Pantheon; lo sa chi guardi su Sky-news
i dibattiti tra John Major e Tony Blair
ai Comuni, chi ricordi il passo da hidalgo di un Adolfo Suarez alle Cortes, e
persino la biascicata e domestica semplicit di un Helmut Kohl, per non parlare della letteratura politica mitteleuropea di Vaclav Havel. Ma Scalfaro fa
rimpiangere caldamente anche gli arcaismi professorali di Palmiro Togliatti, il trito ma vivo vernacolo fanfaniano,
le fumisterie levantine di Aldo Moro,
gli ossimori di Enrico Berlinguer, la fluvialit dei grandi tribuni logorroici alla Pannella e alla Cossiga. E una questione decisiva di professionalit e di
buongusto politico saper parlare al
paese, dargli una mano a tirarsi su, reggere lo Stato mediante il puntiglio della parola. Per il sesto e il settimo messaggio di Capodanno auguriamo a Scalfaro di trovarsi un ghost writer e di leggere, senza recitare, il discorso di un altro. Nellinteresse della nazione.

Lombra lunga di Lenin su Lima


I

terroristi Tupac Amaru che hanno


sequestrato centinaia di persone nellambasciata giapponese di Lima il 17
dicembre mostrano una elevata capacit propagandistica. Per giorni e giorni gli organi di informazione hanno dato conto dei corsi di cucina che si svolgono nellambasciata occupata grazie
allo spirito umanitario dei sequestratori, mentre viene stigmatizzata la decisione del malvagio governo peruviano
che li priva dellelettricit. A coronamento della sua strategia dellimmagine, Nestor Cespa Cartolini, capo presunto del commando, ha tenuto una
conferenza stampa nel corso della quale, dopo la consueta litania di banalit
rivoluzionarie, ha chiesto la mediazione del presidente cubano o di quello
russo. Che guerriglieri di origine guevarista (anche se poi dedicatisi principalmente a reati comuni) si attendano
comprensione da Fidel Castro scontato, mentre lappello a Boris Eltsin
sembra incomprensibile. Il presidente
russo, infatti, si era espresso con estrema durezza nei confronti dei terroristi
peruviani, arrivando a proporre unazione concertata delle forze di sicurezza dei paesi pi industrializzati per liberare gli ostaggi con le buone o con le

cattive. La propensione di Eltsin, che


non ha connazionali fra i sequestrati,
per luso delle teste di cuoio significativa di un atteggiamento di assoluto
rigore, lontanissimo dallequidistanza
richiesta a un mediatore.
Al fondo della proposta dei terroristi
non ci pu essere la ragionevole aspettativa di una qualche indulgenza delle
autorit russe: resta quindi soltanto la
forza irresistibile del mito rivoluzionario sovietico, cui ci si appella anche al
di l della realt politica concreta. In effetti elementi simbolici e mitologici (a
cominciare dal richiamo alla resistenza
degli indios alla colonizzazione) fanno
parte, insieme alla spregiudicatezza tattica, alla contiguit con la malavita e
con il traffico e la coltivazione della
droga, dellimpasto politico ideologico
del nuovo terrorismo dellAmerica latina. Linteresse allinternazionalizzazione del conflitto, sottolineata dalla scelta di un obiettivo extraterritoriale come
una residenza diplomatica e confermata dalla ricerca di mediatori stranieri,
ha levidente scopo di delegittimare il
governo peruviano. Si tratta di una politica sottile, che si accompagna per a
richiami mitici, come quello alla Russia, che rivoluzionaria non pi.

Lasciateli soli
A

lessandro Galante Garrone, che la


pensa come Oscar Luigi Scalfaro,
ma almeno sa pensare e scrivere, ha dato laddio al 96 sulla Stampa di Torino
con un articolo fervoroso e sentito, dal
titolo: Giudici sempre pi soli. La sua
tesi che in molti lavorino, tra unopinione pubblica che d segni di stanchezza e vilt, per isolare i magistrati e
giudici coraggiosi i quali combattono il
malaffare. Ne sarebbe testimonianza lo
spazio che ha conquistato per s nellanno appena trascorso la definizione
spregiativa di un certo modo di fare giustizia, inteso appunto come giustizialismo. Una formula nata storicamente
per il regime argentino di Juan Pern,
impasto di cruda politica e grottesca
commedia, sarebbe ora applicata, per liberarsi dellimperio della legge, agli
eroi di Mani pulite e ai loro colleghi.
Sicch limperativo della gente perbene
sarebbe quello di affollarsi intorno ai

giudici, tutti equiparati moralmente allalto esempio dei martiri nella lotta al
terrorismo e alla mafia, per non lasciarli soli.
Se si trattasse di mezzi e procedure
da mettere a disposizione del sistema
della giustizia, mediante leggi e stanziamenti di bilancio adeguati a un paese
civile, non ci sarebbe nulla da eccepire.
Se stare dalla parte dei giudici volesse
dire proteggerli, come non si stati capaci di fare in cento occasioni, tutti daccordo. Ma la folla che circonda i giudici
e toglie loro il privilegio di quella che
Piero Calamandrei chiamava la solitudine del giudice, garanzia della sua imparzialit e del suo essere bocca della
legge, altra cosa. E una folla di suggeritori e registi politici e tifosi di cui i magistrati pi capaci e pi onesti farebbero volentieri a meno. In questo senso
lappello di Galante Garrone va specularmente rovesciato: Lasciateli soli.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

GIOVED 2 GENNAIO 1997

Guardando lAmerica, qualche istruzione per luso del 1997


New York. Un anno ricco di nuove iniziative allestero e di trepidazioni allinterno.
Queste le due grandi linee che la chiromanzia politologica americana legge per il
1997 sulla palma della nazione. La politica
estera sar ispirata ad alcuni grandi obbiettivi che lamministrazione Clinton perseguir su una chiave il pi possibile bipartitica. Il rilancio della collaborazione
con la Russia, con particolare attenzione alla riduzione delle incognite nucleari e in
equilibristico parallelismo con lampliamento della Nato; il raggiungimento con la
Cina di un modus vivendi che contemperi
gli interessi economici con il rispetto dei diritti umani (due i banchi di prova: il trasferimento di Hong Kong sotto la gestione cinese il 1 luglio e lesportazione di tecnologia militare). Ci saranno poi interventi per
la riforma dellOnu e spinte per il raffreddamento degli hot spot mondiali: Medio
Oriente, Balcani, Africa. In tutti questi settori, Washington promette sotto la direzione
della tenace Madeleine Albright una linea
aggressive, parola che peraltro significa

semplicemente intraprendente.
Oltre a queste direttrici strategiche sono
allo studio nuove iniziative. Una formazione
militare internazionale, ma in gran parte
americana, per la cattura dei criminali di
guerra in Bosnia; un tentativo in grande stile di risolvere il problema di Cipro; uno sforzo di ravvicinamento alla Turchia, estremamente complesso perch si lega strettamente al problema curdo e iracheno. Se su Baghdad tutto segreto, non viene invece fatto
mistero della nuova volont distensiva nei
confronti di Teheran, dove il 1997 sar lanno in cui si decider la successione al presidente Ali Akbar Hashemi Rafsanjani. Per
quanto riguarda lEuropa, Bill Clinton sembra intenzionato a sospendere nuovamente
le punizioni per i rapporti con Cuba, e il
problema potrebbe trovare soluzione gi in
questo mese. Infine a Washington si intensificano gli studi per unalternativa al canale
di Panama (esistono tre progetti, due dei
quali per il trasporto di containers via terra)
in vista del trasferimento totale della sua gestione al governo panamense, nel 1999.

Tutto questo ricco carnet di buoni propositi sar per condizionato dai travagli interni e dalle vicende anche personali dei
protagonisti. Per Clinton, in particolare, il
1997 dovrebbe portare la conclusione dei vari scandali che hanno afflitto il suo primo
mandato presidenziale. Nel campo dellopposizione, si decider la sorte politica di
Newt Gingrich, vulnerabile anchegli sul
fronte giudiziario per una storia di piccole
trasgressioni fiscali e conflitti dinteresse. La
sua rielezione a Speaker della Camera, tra
qualche giorno, considerata probabile, ma
non certa. Un personaggio di cui invece attesa la resurrezione lex stratega elettorale di Clinton, Dick Morris, a suo tempo allontanato per una storiella a sfondo sessuale: pare che verr arruolato nella campagna
di Rudolph Giuliani, il cui mandato di sindaco di New York scade a novembre.
Ma i grandi temi che appassioneranno
lopinione pubblica americana e che inevitabilmente si ripercuoteranno su quella
internazionale non usciranno dal Congresso e, nel caso, troveranno come propria

sede specifica la Corte suprema, da cui si


attendono per il 97 importanti verdetti. Dalla affirmative action alla depenalizzazione della marijuana (che ha tra gli sponsor il
finanziere George Soros), al matrimonio dei
gay innovazioni legislative approvate localmente nei referendum del novembre
scorso i problemi sono molti e forieri di
grandi dibattiti. Nel confronto politico in
senso stretto, invece, c aria di compromesso. Ci vale per il completamento della
riforma del welfare, per la progettata revisione delle norme sul lobbismo e il finanziamento delle campagne elettorali, per la
ristrutturazione dei fondi nazionali per le
pensioni e lassistenza medica. Vale persino
per il bilancio, che questanno dovrebbe
procurare meno polemiche che negli anni
scorsi, anche in vista del traguardo convenuto in linea di principio dalle due parti
del pareggio nel 2002. La temperatura del
dibattito sar naturalmente influenzata dallandamento delleconomia, che la maggioranza degli economisti continua a prevedere benigno, anche se non esaltante.

Quando il ministro Visco affoss per sempre il popolo dei fax


LA FINE DEL RUOLO POLITICO E ISTITUZIONALE DI QUEL ROTOLO DI CARTA CHE PIACE TANTO AL PRESIDENTE SCALFARO
Roma. Esiste una punizione per chi distrugge un mito? Pu la mente umana concepire una pena, un contrappasso, una tortura, una dichiarazione dei redditi che suggelli sulla carne del colpevole il disprezzo
della collettivit? Per la fortuna di Vincenzo Visco, ministro delle Finanze, non esiste
nulla di simile: il delitto cos inimmaginabile che non stato coniato neppure il termine per definirlo. Cos il suo delitto rester impunito: ha distrutto un mito, ancora
peggio, un mito rivoluzionario e pu ancora
agire indisturbato. Lha distrutto con cattiveria, senza ragione, con nonchalance, con
crudelt; ha eliminato dalla scena, nel modo peggiore, coprendolo di ridicolo, il soggetto rivoluzionario, e nessuno gli far pagare il fio.
I fatti: il 22 novembre scorso viene recapitato a tutte le redazioni dei giornali un comunicato su carta intestata del ministero
delle Finanze, una dura dichiarazione autografa di Vincenzo Visco contro le polemiche montanti sullEurotassa: Ho notizia di
migliaia di fax, lettere, telefonate di cittadini a medio reddito, operai, impiegati, pensionati che si dichiarano molto soddisfatti.
Addirittura c gente che, esonerata perch
a basso reddito, chiede di poter offrire un
contributo volontario, sia pure di proporzioni ridotte. Io credo che la maggioranza
degli italiani sia fatta di questa gente che,
davanti a misure fiscali palesemente eque
e oneste, trova lorgoglio di partecipare allo
sforzo collettivo per il risanamento del paese. Lo sconcerto generale: cosa pu avere spinto una persona sana di mente a sostenere che c chi lamenta di non dover pagare lEurotassa - perch povero - ed quindi costretto a offrire un contributo volontario? Quale demone, sfuggito a frotte di
romanzieri russi, pu agitare linconscio di
un ministro delle Finanze che scrive - su
carta intestata - una boiata cos pazzesca?
La domanda cos drammatica, cos piena
di implicazioni politiche - e umane, purtroppo - che va a finire che i quotidiani, anche quelli dellopposizione, vanno in soccorso al ministro e si mettono a cercare i
fax. A dire il vero c un giornale che si ribella, veementemente, un giornale di partito, il Popolo, che il quotidiano ufficiale del
Ppi, che ha ben tre ministri colleghi di Vincenzo Visco: Il ministro delle Finanze ha
fatto ridere mezza Italia. Vincenzo Visco
non ha il senso del grottesco e agita i suoi
Eurofax come gli agit-prop agitavano i loro
cartelli propagandistici nellUrss di Breznev. Gli altri quotidiani, pietosamente, si
mettono dunque alla ricerca dei fax. Al ministero delle Finanze fanno finta di nulla: i
fax non li hanno ricevuti. I cronisti non si
perdono danimo e alla fine scovano ben
quindici fax, di tenore tiepidino, peraltro,
inviati a Italia Radio o a sezioni del Pds dei
Castelli romani e di Parma.
Come si compiuto il delitto
Cos si compiuto il delitto, cos si infranto il mito. Da quel lugubre 22 di novembre, dopo quel comunicato con carta intestata dal ministero delle Finanze, nessuno
potr mai pi parlare di popolo dei fax sennche i dittatori hanno una mamma, e
A
quella di Stalin era una donna semplice e schiva, discendente da una famiglia di servi della gleba osseti, che per tutta la vita osserv da lontano la singolare
carriera del figlio, senza mai comprendere esattamente in cosa consistesse il lavoro del suo Josif, segretario del comitato
centrale del partito comunista. Mamma,
te lo ricordi il nostro zar? cerc di spiegarle Stalin in una delle sue rare visite in
Georgia, nel 1935. Certamente. Ecco, io
sono in un certo senso lo zar. E quando
alla fine cap cosa ci significava, la pia
donna concluse con rammarico: In fin dei
conti, era meglio che ti fossi fatto prete.
Per tutta la vita, Stalin raccont divertito questa storia, che diverte anche noi, a dimostrazione che pure sullo sfondo di una
vicenda tra le pi tragiche del secolo si
pu tranquillamente indulgere alla leggerezza del sorriso. Del resto, non affatto disdicevole guardare ai grandi eventi dal
buco della serratura, ovvero, come si diceva una volta, in epoche meno democratiche, con gli occhi disincantati del maggiordomo. La nostra curiosit attorno alla vita
dei protagonisti di rango inesauribile, e
nel caso di Stalin perfino accentuata dal
sostanziale mistero che circonda la sua
persona, non gi perch egli la abbia sottratta agli sguardi, ma perch ad essa fu
sempre sovrapposta laura del mito.
Lilly Marcou, che una studiosa seria
del movimento comunista, non vuole de-

za essere sommerso di pernacchie. Vincenzo Visco ha distrutto - forse in un accesso di


lucida follia, forse senza accorgersene, speriamo senza volerlo - il popolo dei fax. Questa la tragica realt a cui il popolo italiano deve ormai abituarsi: quella sua rara,
unica etnia che ci invidiava tutto il mondo
stata inghiottita dal cratere della pi gran-

lintera Dc e dellintero Psi, la conseguenza


sarebbe stata di grande rilievo. Lazione della magistratura avrebbe potuto continuare,
quanto a contrasto della corruzione, ma senza poter decapitare violentemente e rapidamente unintera classe politica.
Ma non appena il Decreto Conso fu reso
pubblico, la procura di Milano si ribell:

Il 22 novembre il responsabile delle Finanze ha chiuso unera. Dicendo


di aver ricevuto migliaia di fogli teletrasmessi di cittadini soddisfatti delle
nuove tasse, ha distrutto un mito rivoluzionario che dal Decreto Conso
a quello Biondi fino al ribaltone ha segnato la recente storia patria
de castroneria ministeriale della storia patria. Il popolo dei fax non abita pi in Italia.
Pure, quel popolo, aveva segnato la recente storia patria, non solo: aveva ricoperto un tale ruolo che il Quirinale, in pi occasioni, gli aveva riconosciuto un ruolo istituzionale addirittura preminente a quello
dellesecutivo e del Parlamento. Adesso che
il popolo dei fax stato inghiottito dal nul-

la delle parole di Vincenzo Visco ora di


rendergli onore e di ricostituirne le gesta.
Dopo un periodo di esistenza sotterranea
e grama, di uscite in pubblico solo in occasione di fatti calamitosi e degni dellumana
piet, il popolo dei fax si scopr uno e potente nel marzo del 93. Per settimane tra il
Quirinale, Via Arenula e Palazzo Chigi si era
intessuto un fitto scambio di abboccamenti,
riunioni, visite, testi scritti. Alla fine, corretto, limato, soppesato era venuto a formarsi
un decreto talmente bello che il presidente
della Repubblica non perdeva occasione
per vantarsene e magnificarne le doti salvifiche a chiunque lo andasse a trovare al Quirinale. Oscar Luigi Scalfaro aveva ragione di
mostrare quella sua creatura con orgoglio:
anche se si sarebbe chiamato Decreto Conso, era stata sua, del presidente, limpronta. Quel provvedimento si limitava a disporre poca cosa, in apparenza, a depenalizzare
il reato di finanziamento illegale dei partiti,
ma essendo quel reato - unico al mondo - il
baricentro su cui il pool Mani Pulite di Milano stava costruendo leliminazione del-

LIIBBRRII
L
Lilly Marcou
STALIN. VITA PRIVATA
256 pp. Editori Riuniti, Lire 25.000
monizzare Stalin n divinizzarlo, e neppure intende istruire nuovamente il processo agli anni del terrore. Pi modestamente, attratta dallidea di ricostruire
il percorso della sua vita privata. E per
farlo ha approfittato dellapertura, a Mosca, di nuovi archivi e delle sue conversazioni con i (pochi) sopravvissuti che fecero
parte degli intimi del dittatore.
Certo, ci si potrebbe domandare che cosa mai la vita privata di un uomo che
ha avuto per tanti anni nelle proprie mani
il destino della sua gente e che su quel destino ha cos potentemente inciso. Gi la
biografia, come genere storiografico, soprattutto nel caso di un grande leader,
conserva una sua ambiguit. Figuriamoci
la vita privata, cio la trama degli affetti
pi intimi e personali, che viene evidenziata proprio lasciando sullo sfondo tutto
ci che riempiva di bruciante passione lesistenza presa in esame.
Eppure il libro della Marcou , a suo
modo, avvincente, proprio perch la gran-

Francesco Saverio Borrelli, Gerardo DAmbrosio, Antonio Di Pietro e gli altri pm insorsero. Il colpo era gi grave, ma fu il popolo dei fax a decidere la partita. I quotidiani ebbero i centralini intasati e cos i telegiornali e il ministero di Grazia e Giustizia e forsanche il Quirinale: Quel decreto
non sha da fare. I venditori di carta da fax
ingrassarono e lindignazione popolare
trov finalmente il suo strumento. Oscar
Luigi Scalfaro reag da par suo, con lo stile
che tutti gli riconoscono: neg levidenza, fece finta di non saperne nulla, guard dallalto in basso Giuliano Amato e il Guardasigilli Giovanni Conso che avevano osato
proporgli tanta bassezza e si rifiut di firmare. Sdegnosamente.
Fu uno spettacolo esaltante di democrazia, di rispetto delle regole, di divisione dei
ruoli, di coraggio personale della pi alta
carica dello Stato. Il decreto Conso fin nella pattumiera della Storia. Il popolo dei fax
inizi il suo regno. Alcuni pignoli tentarono
di obiettare, furono messi a tacere: era una
rivoluzione, che si adeguassero o tacessero.
Cos il fax divenne strumento principe
del potere popolare e ci fu qualche esteta
che trov delizioso il fatto che il popolo moralizzatore usasse a sbafo questo strumento,
senza pagare, scroccando la telefonata; mirabile che ogni messaggio via fax contro i ladri, fosse il frutto di un piccolo furto. Era la
statistica a spiegarlo: tutti i messaggi moralizzatori arrivavano in ore dufficio - anche
quando si paga la sovrattassa - segno che i
popolani del fax usavano di bollette altrui anche quelle degli uffici pubblici - per
esprimere la loro condanna. Unapoteosi
della moralit.
La grande prova del 93 ebbe una replica
quasi identica nel 94, nel luglio. Il Decreto Biondi aveva provocato un nuovo proclama dei pm milanesi; per dare un senso
ancora pi rivoluzionario Antonio Di Pietro
si era presentato davanti alle telecamere
con la barba lunga. Il Guardasigilli Alfredo
Biondi aveva osato tentare di limitare la
carcerazione preventiva. Con voce roca Di
Pietro spieg che senza schiaffare i sospetti in galera, il Pool non sarebbe riuscito a
farli confessare. Il popolo dei fax reag allora come un sol uomo. Il consumo di carta fu
tale che da quel momento inizi una crisi di
approvvigionamento che dura tuttora. Scalfaro ripet lexploit dellanno precedente,
Roberto Maroni, ministro dellInterno, si
de storia al centro della quale Stalin troneggia, finisce per riaffiorare in ogni pagina, e non ci si stancherebbe mai di leggere e rileggere quelle vicende attraverso le
quali il giovane seminarista caucasico arriv ai vertici dello Stato e mise sottosopra
il proprio paese. E poi, probabilmente,
batte in ognuno di noi un poco del cuore
di quellimmaginario maggiordomo, che ci
spinge a curiosare nei rapporti con la prima moglie, Ekaterina, morta giovanissima,
e soprattutto in quelli con la seconda,
Nadja Allilueva, morta suicida nel 1932, in
seguito a una violenta crisi depressiva, accentuata da un vero e proprio attacco di
gelosia. E poi nei rapporti con lamatissima figlia Svetlana, che a lungo intrattenne
col padre un gioco affettuoso e surreale:
lui si rivolgeva a lei, anche per iscritto,
chiamandola mia padrona e lei lo trattava da mio segretario.
Ma la galleria della Marcou arricchita
da tutti i personaggi, familiari e amici, che
entrarono nella sua cerchia pi intima, e
spesso ne uscirono tragicamente. Dal figlio
Jakov, catturato dai tedeschi e morto in prigionia, allumile contadina Valentina, ufficialmente sua assistente e che in realt lo
am negli ultimi anni. E non furono certo
anni allegri. Da vero uomo del Caucaso,
Stalin aveva sempre amato sedere a capotavola circondato da amici e parenti. Ma
giunto alla fine della sua vita, ne aveva
sterminati una gran parte, aveva rotto con
gli altri, e quella tavola era ormai vuota.

esib in una fantastica replica delle pices


dei fratelli De Rege e le istituzioni si inchinarono... al fax. Dalle redazioni della Voce
di Indro Montanelli, di Micromega e di Repubblica fu dettato anche il protocollo procedurale della nuova democrazia e si teorizz da pi parti che solo il popolo dei fax
avrebbe potuto contrastare la deriva plebiscitaria su cui il governo Berlusconi voleva trascinare il paese.
Lapoteosi e linizio del declino
Ma fu nei giorni del ribaltone che il fax
diede il meglio di s; fu allora che entr nel
sancta sanctorum della vita istituzionale; fu
Oscar Luigi Scalfaro, ancora lui, a farlo entrare nei riti delle Costituzione materiale. Il
quesito politico era semplice: quanti parlamentari avevano i gruppi di Camera e Senato che chiedevano - con il Polo - elezioni
immediate, e quanti - con i partiti del ribaltone - speravano in un rinvio il pi lungo
possibile? In pratica, quanti deputati aveva
dietro di s Umberto Bossi dopo il ribaltone? Sulla carta ne aveva 107. Ma era in atto
una diaspora consistente, tanto consistente
che di l a pochi giorni il gruppo parlamentare della Lega, alla Camera, avrebbe registrato, ufficialmente, solo 77 deputati. Quei
trenta parlamentari da una parte o dallaltra facevano la differenza. Umberto Bossi
ebbe unidea: i fax, naturalmente. Oscar
Luigi Scalfaro accett cos per buoni i cento e pi fax di adesione alla linea del segretario della Lega, e spieg a un attonito
Gianfranco Fini - che rese pubblico il colloquio - che la conta dei fax non lasciava alternative. Fu cos che il presidente della
Repubblica pot rivolgersi al paese, nel discorso di fine anno, annunciando che la
maggioranza dei parlamentari si opponeva
allo scioglimento delle Camere.
Ma lapoteosi del fax segn anche linizio
del declino. Il popolo che lo serviva parve
essersi dedicato ad altre divinit. Vi fu una
fiammata, effimera, quando Italo Moretti,
direttore del Tg3, decise di chiamare a raccolta quel popolo prediletto dalla sinistra,
per protestare contro il blasfemo pm di Brescia Fabio Salamone, che aveva osato chiedere il rinvio a giudizio (per ben cinque reati) per Antonio Di Pietro. Ma per misteriose
strade, il popolo dei fax era forse stato avvisato che la giustizia con Di Pietro segue regole tutte sue, e forse, saggiamente, aveva
capito che il fax in televisione non ha lo
stesso senso che ha sui quotidiani. Fatto sta
che dopo due o tre ore di Tg3 passati a leggere fax, Italo Moretti si dovette arrendere
allevidenza, e allaudience. Vita sotterranea dunque, ma pur sempre in grado di costituire una minaccia per molti. Era una
delle poche certezze del paese quella che vi
fosse una sorta di fiume carsico da cui
emergeva di tanto in tanto una marea di foglietti di carta traslucida a cui il Quirinale
avrebbe comunque obbedito. Una certezza
granitica. Almeno fino a quando il colle pi
alto fosse stato abitato da Oscar Luigi Scalfaro, lunico uomo al mondo che ha paura di
un fax. Ma poi, sul calar dellimpeto rivoluzionario, arrivato Vincenzo Visco. E non

50 ANNI FA
2 GENNAIO 1947
Gli Stati Uniti dEuropa: questo deve
essere lobiettivo dei paesi dellEuropa
occidentale se vogliono in futuro trattare alla pari con gli Usa e contrapporsi alla potenza sovietica che, attraverso gli
Stati a regime comunista, sta allungando
i suoi tentacoli sul cuore del vecchio
continente. Lo afferma lex primo ministro britannico, Winston Churchill, in un
articolo per una rivista americana.
I socialisti verso la scissione: non c
ormai alcuna possibilit di composizione dei dissensi tra Pietro Nenni e Giuseppe Saragat, che si troveranno di fronte, faccia a faccia, su sponde contrapposte, al congresso del Psiup (Partito socialista italiano di unit proletaria), che
aprir i suoi lavori a Roma il 9 gennaio.
In un articolo Saragat scrive: Chi vuole
lunit della classe lavoratrice deve combattere ogni forma di degradazione totalitaria e denunciare i fautori di metodi
che sono unoffesa alla democrazia. Destinatario del messaggio: Nenni. Ma, indirettamente anche il segretario comunista, Palmiro Togliatti, accusato da Saragat di voler esercitare unegemonia
nefasta sulla sinistra. A questo punto ci
si chiede soltanto quali saranno i risultati della scissione del Psiup nel gruppo
parlamentare e nellelettorato.

ANNO II NUMERO 1 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

GIOVED 2 GENNAIO 1997

Il Foglio mosca cocchiera? No, vogliamo che governo e opposizione siano seri
Signor direttore Il teatrino continua. Di
quanti atti composta lopera? Tre atti, per
qualsiasi copione sarebbero sufficienti a addormentare lo spettatore in poltrona e finanche
quello sul loggione, ma qui si esagera e copioni
gi recitati vengono replicati e controreplicati
come se fossero novit di stagione. Bisogna dare atto a Silvio Berlusconi (sar per il mestiere
gi svolto) che ha ben definito gli accadimenti
passati, presenti e futuri: teatrino della politica.
Andiamo, Geronimo, non vorr farci credere che ormai, a saper fare di politica, sia rimasto solo lei? Anche perch, le sue manipolazioni genetiche, nei laboratori della politica, non
hanno mai dato risultati, e non c neanche il
timore che qualche virus transgenico sia sfuggito dalla provetta perch nella sua provetta

cera solo acqua calda, buona per impressionare i gonzi di allora e, forse, anche quelli di oggi.
Insomma, questa non neanche fantapolitica, questa filosofia del nulla. E, detta tra di
noi, non mi piace neanche lautorevolezza con
la quale Lei vuole influenzare le indecisioni del
Polo. La Sua posizione non divenga come quella del tanto stigmatizzato Scalfari, n tenti con
il Foglio di divenire Partito nel Partito.
Per carit, ce lo risparmi. Le prometto che
per il nuovo anno saremo pi buoni.
Con molta cordialit.
Celestino Ferraro, Calvizzano (Napoli)
Fa bene a dare sfogo ai malumori di inizio anno, signor Ferraro; cos che ci si libera dagli incubi susseguenti le feste, con il

carico calorico e alcolico in sovrappi da integrare, smaltire e convertire in nuova energia. Con Geronimo ha avuto parole dure, ma
lombra del sospetto si estende anche al Foglio, giornale che lei ama e al quale scrive
di tanto in tanto, con nostro infinito piacere.
Ora lei domanda: Non che vorrete diventare la mosca cocchiera del centrodestra,
per guidare quel magnifico destriero dove
voi, giornale irresponsabile di fronte agli
elettori e partito nel partito, vorrete? Non
sarete inconsapevolmente scalfariani?. La
risposta : No. Noi vogliamo un paese libero e stabile, parte integrante dellUnione
europea (anche di quella monetaria); un
paese in cui il conformismo sia una eventuale libera scelta, non un obbligo sociale, e

il peso dei magistrati e dei giudici non sia


superiore, in modo per di pi schiacciante,
a quello dei diritti civili universali, eguali
per tutti. Vogliamo uno Stato pi piccolo,
una classe dirigente competente, vivace ma
consapevole dei suoi limiti, e un sistema politico in cui lesecutivo sia direttamente
eletto dal popolo, allo scopo di garantire definitivamente lalternanza di forze diverse
alla guida della cosa pubblica e una forte
capacit di controllo del Parlamento. Il programma minimo e ambizioso, con una
punta di velleitarismo sognatore come si addice a un giornale (che si limita a raccontare e commentare quel che gli altri fanno);
ma soprattutto un programma n di destra
n di sinistra. Critichiamo il governo e in-

calziamo lopposizione perch facciano bene il loro mestiere. Non parliamo a nome
del pubblico, ma a nome nostro.
Signor direttore Gli estemporanei giornalisti della Rai ci hanno informato che il freddo
polare di questi giorni dovuto al noto vento
siberiano Burian. Tutti gli altri tromboni di
casa nostra sono loro corsi dietro ripetendo
pappagallescamente il Burian, il Burian.
Io fino a ieri sapevo che Burian significa erbaccia o malaerba. Non sar uno strafalcione Rai?
Alberto Foderaro, Sori (Genova)
Giro la domanda a Mauro della
Porta Raffo, il Gran Pignolo che
tanto ci piace e diverte. E un lavo-

Mercato on line
Il momento magico
della telefonia pubblica spagnola
e di British Telecom
TELEFONICA DE ESPAA PRIVATIZZA,
vince in Brasile e raddoppia in Borsa
Momento magico per Telefonica, loperatore pubblico spagnolo. Alla vigilia di Natale il governo ha deciso di cedere tra gennaio
e febbraio il 21% di capitale ancora in suo
possesso (manterr una golden share valida
10 anni). Loperazione si chiuder prima
dellarrivo sul mercato di France Tlcom
e di Stet/Telecom e dovrebbe fruttare quasi
4 miliardi di dollari. Il 60% dei titoli sar riservato ai piccoli investitori iberici, il 40%
agli istituti finanziari. Intanto la Sociedad
del Patrimonio del Estado, la holding che
detiene le partecipazioni pubbliche, ha
messo in vendita la sua quota (23,7%) di Telefonica International (Tisa); Telefonica spera di poterla acquistare aumentando i profitti e migliorando lattrattiva finanziaria. Tisa molto forte in America Latina: principale operatore in Cile e Per, gestisce attivit di rilievo in Argentina, Venezuela e
Portorico. Proprio poco prima di Natale ha
vinto la gara per aggiudicarsi il 35% della
Companhia Riograndense de Telecomunicaoes, operatore pubblico regionale brasiliano. Alla guida di un consorzio formato
dal gruppo locale Rede Brasil do Sul (tv via
cavo, radio, periodici), dalle controllate Ctc
(Cile) e Telefonica de Argentina e da Citicorp (Usa), che ha offerto 681 milioni di reales (circa 660 milioni di dollari), 4 in pi di
un consorzio guidato da Stet, Tisa si pone
come una delle grandi dorsali di comunicazione del Mercosur (la zona di libero scambio sudamericana). La buona congiuntura
ha dato grande spinta in Borsa al titolo Telefonica, giunto alla soglia record di 3.045
pesetas, con un incremento dell86% in 15
mesi. Nel 96 la societ ha ridotto del 25% le
tariffe per le chiamate internazionali e annunciato il taglio di 11.000 dipendenti (su
poco pi di 70.000) per il 2000; ha deciso
inoltre di impegnarsi nella tv digitale: pensa di lanciare per marzo una piattaforma di
almeno 15 canali in concorrenza con Sogecable (Canal Plus e Prisa) che parte a gennaio con 20 canali. Telefonica sar lazionista leader con il 36% del capitale (pari a 20
miliardi di pesetas); gli altri soci (tutti al
17%) sono Rtve (la tv pubblica con molti debiti), Antena 3 (privata) e la messicana Televisa; 4 tv regionali si dividono il restante
13%. Telecinco ha preferito restare fuori
(Mediaset, il socio che la gestisce, ha come
azionista Canal Plus).
BATTAGLIA IN FRANCIA SULLA TV digitale, tre i competitori
Il 17 dicembre ha debuttato in Francia la
seconda tv digitale via satellite: Tlvision
Par Satellite (Tps), unalleanza composita di
ex nemici (Clt, con la sua filiale M6 ha il
40%; Tf1 il 25%; France Tlcom il 16,7%;
France Tlvision, che raggruppa le due reti terrestri pubbliche, controlla l8,3% e
Lyonnaise Communications ha il restante
10%) che mira a sottrarre mercato a Canal
Satellite, la tv digitale del comune avversario Canal Plus. La strategia di marketing
punta su prezzi pi bassi di quelli del concorrente: 90 franchi per il pacchetto basic
(20 canali) contro 98 di Canal Satellite (15
canali), 34 franchi contro 50 per una partita
di calcio. Tps ha per lesclusiva solo per le
partite di coppa e i film Mgm e Paramount,
mentre Canal Plus detiene i diritti di tutte
le altre majors e degli incontri di campionato. Inoltre Tps, diffuso da Eutelsat, pare
avere problemi con i decoder (tecnologia
Viaccess di France Tlcom, noleggiabili a
45 franchi): incompatibili con quelli di Canal Satellite, che viaggia su Astra, saranno
nei 3.500 punti vendita convenzionati solo a
gennaio. Allinizio del 97 partir su Eutelsat una terza piattaforma digitale, Ab Sat,
alleata di Canal Satellite (i loro decoder sono compatibili): senza calcio, punta su prezzi inferiori anche a quelli di Tps.
BT VINCE LA CONCORRENZA battendo
francesi e tedeschi in Svizzera
Sul mercato svizzero British Telecom e
TeleDanmark hanno battuto la coppia Deutsche Telekom-France Tlcom (favorita per
motivi geografici) e hanno acquisito per 450
milioni di franchi rispettivamente il 20% e
il 29% di Newtelco, societ che punta a competere con loperatore telefonico pubblico
sfruttando la rete tlc delle ferrovie (che, con
Ubs e Migros, grande distribuzione, controllano il restante 51%).
INTERNET COL TELECOMANDO sulle reti via cavo di Time-Warner
Time-Warner ha ordinato un milione di
speciali decoder digitali che consentiranno
alle sue reti via cavo in Usa (12 milioni di
utenti) di portare lofferta di canali da 50 a
175 e navigare su Internet col telecomando.
Nel 97 un terzo delle reti TW sar modernizzato per sopportare laumento di traffico.

IL FOGLIO quotidiano
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