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COMPLEMENTI DI MACCHINE
Michele Manno
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Universit`a degli Studi di Roma Tor Vergata
michele.manno@uniroma2.it
Indice
Introduzione
6
6
6
7
8
8
9
13
13
15
15
17
18
18
19
21
21
21
22
22
23
24
25
25
27
29
32
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di Mollier
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INDICE
3 Liquidi perfetti
3.1 Definizione . . . . . . . . .
3.2 Propriet`
a termofisiche . .
3.3 Equazioni di stato . . . .
3.4 Propriet`
a di liquidi reali .
4 Gas
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
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39
39
39
40
40
perfetti
Definizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Densit`
a e volume massico . . . . . . . . . . . .
Propriet`
a termofisiche . . . . . . . . . . . . . .
4.3.1 Comprimibilit`a e dilatazione termica
4.3.2 Calori specifici . . . . . . . . . . . . . .
4.3.3 Esponenti dellisoentropica . . . . . . .
4.3.4 Velocit`
a del suono . . . . . . . . . . . .
4.3.5 Coefficiente di Joule-Thomson . . . .
4.3.6 Viscosit`
a e conduttivit`a termica . . .
Entropia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Energia interna . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Entalpia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Propriet`
a di gas reali . . . . . . . . . . . . . .
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46
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56
56
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5 Miscele di gas
5.1 Composizione della miscela . . . . .
5.2 Pressione e volume parziale . . . . .
5.3 Equazione di stato e densit`a . . . .
5.4 Grandezze energetiche . . . . . . . .
5.5 Calori specifici . . . . . . . . . . . .
5.6 Propriet`
a dellaria secca . . . . . . .
5.7 Miscelamento adiabatico . . . . . .
5.8 Gas umidi . . . . . . . . . . . . . . .
5.8.1 Umidit`
a assoluta e relativa
5.8.2 Densit`
a e calori specifici . .
5.8.3 Aria umida . . . . . . . . . .
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68
70
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72
73
74
77
77
79
80
6 Combustibili e combustione
6.1 Generalit`
a . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.2 Potere calorifico . . . . . . . . . . . . .
6.3 Stechiometria della combustione . . . .
6.3.1 Rapporto stechiometrico . . . .
6.3.2 Eccesso daria . . . . . . . . . .
6.4 Composizione dei gas combusti . . . .
6.5 Tonalit`
a termica . . . . . . . . . . . . .
6.6 Temperatura adiabatica di fiamma . .
6.7 Rendimento di un generatore di calore
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83
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86
86
88
89
94
94
95
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INDICE
6.8
6.9
Emissioni di CO2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98
Propriet`
a dei combustibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100
Nomenclatura
104
Bibliografia
107
Introduzione
Il corso di Complementi di Macchine si pone lobiettivo di approfondire
e ampliare le conoscenze, gi`
a acquisite nel corso di Macchine, relative allamplissimo argomento delle macchine a fluido, nelle quali un fluido (pu`o
trattarsi indifferentemente di gas, vapore o liquido) interagisce con gli organi
mobili della macchina scambiando lavoro.
E evidente dunque che lo studio di tali macchine richiede preventivamente lanalisi delle propriet`
a termodinamiche dei fluidi di comune impiego,
argomento al quale la prima parte del corso (a cui questi appunti fanno
riferimento) `e pertanto dedicata.
I primi due capitoli discutono le propriet`a termofisiche fondamentali e le
equazioni di stato di fluidi omogenei rispettivamente monofase e bifase.
Seguono quindi tre capitoli in cui si prendono in considerazione casi
particolari di fluidi omogenei monofase, per i quali possono essere assunte
ipotesi particolarmente semplificative per la definizione delle relative equazioni di stato: si tratta dei fluidi incomprimibili (o liquidi perfetti), dei gas
perfetti, e delle miscele di gas perfetti. Nellambito di questultimo capitolo
sono trattati anche i gas umidi (miscele di gas e vapor dacqua), che hanno
una particolare rilevanza in molti sistemi energetici.
Infine, lultimo capitolo affronta largomento della combustione e delle
propriet`
a dei combustibili, concentrando lattenzione sugli aspetti energetici
ad essi correlati, e rimandando invece al corso di Tecnologie di Chimica
Applicata lanalisi delle caratteristiche chimico-fisiche e delle tecnologie di
estrazione, raffinazione e produzione.
Capitolo 1
Propriet`
a termofisiche
1.1.1
Qrev
)
T v
(1.1)
u
)
T v
(1.3)
cv = (
)
(1.4)
T v
Sfruttando il differenziale dellenergia interna 1.44, che per un processo
isocoro si riduce a (du)v = T (ds)v , si pu`o porre in relazione il calore specifico
con la variazione di entropia rispetto alla temperatura:
cv = T (
1.1.2
s
)
T v
(1.5)
Qrev
)
T p
(1.6)
(1.7)
h
)
T p
(1.10)
1.1.3
s
)
T p
(1.11)
Tramite lo stesso processo isobaro illustrato sopra a proposito della definizione di calore specifico a pressione costante, si pu`o definire il coefficiente
di dilatazione termica, che misura il rapporto tra la variazione di volume,
riferita al volume di partenza, e la variazione di temperatura:
=
1 v
(
)
v T p
(1.12)
1.1.4
(1.13)
Modulo di comprimibilit`
a
p
p
) = ( )
v T
T
(1.14)
Qualora invece il sistema sia isolato (assenza di scambio di calore con lesterno), si ottiene il modulo di comprimibilit`a adiabatico (e dunque, per
lipotesi di reversibilit`
a del processo, isoentropico):
Ks = v (
p
p
) = ( )
v s
s
(1.15)
1.1.5
Velocit`
a del suono
La velocit`
a del suono a di un fluido `e, per definizione, la velocit`a con cui piccole perturbazioni di pressione (tali sono infatti le onde sonore) si propagano
nel fluido stesso; di conseguenza, si tratta di una grandezza che dipende dalla
comprimibilit`
a del fluido, come dimostra la trattazione seguente, riferita per
semplicit`
a, ma senza perdita di generalit`a, ad un sistema monodimensionale, per il quale si individueranno le equazioni di conservazione della massa e
della quantit`
a di moto secondo un approccio euleriano.
Si consideri un condotto, di sezione , contenente il fluido in quiete per
il quale si vuole determinare la velocit`a del suono. Con riferimento ad un
volume di controllo dV = dx costituito da un tratto di condotto di lunghezza dx, posto ad una generica posizione x lungo il condotto, lequazione
di conservazione della massa impone che la variazione nellunit`a di tempo
della massa contenuta nel volume di controllo ( dV ) sia pari alla differenza
tra la portata entrante nel volume di controllo alla posizione x (data da c)
e la portata uscente dal bordo alla posizione x + dx, data da [c + d (c)].
Il bilancio risulta:
( dV ) = d (c)
(1.16)
t
e, dividendo ambo i membri per il volume dV :
(c)
+
=0
t
x
(1.17)
Lequazione qui ricavata mostra una struttura che `e tipica per unequazione di conservazione: la variazione nellunit`a di tempo della grandezza
conservata per unit`
a di volume (ovvero della densit`a della grandezza conservata), /t, sommata al flusso netto della grandezza conservata uscente dal
volume di controllo (il flusso netto per unit`a di volume `e dato dal gradiente
del prodotto della densit`
a della grandezza in questione per la velocit`a del fluido), deve essere uguale alle eventuali sorgenti per unit`a di volume, presenti
nel volume di controllo, della grandezza conservata (nel caso qui considerato non ci sono ovviamente sorgenti di massa da prendere in considerazione,
dunque il secondo membro dellequazione `e nullo).
Questa struttura permette di ricavare immediatamente lequazione di
conservazione della quantit`
a di moto: la grandezza conservata nel volume di
controllo `e dm c = c dV , cosicche la sua densit`a `e semplicemente c; il flusso
netto di quantit`
a di moto uscente dal volume di controllo sar`a dunque dato
da (c2 )/x; infine, le sorgenti di quantit`a di moto sono le forze applicate
al sistema. Nellipotesi di flusso ideale senza attriti, le uniche forze da tenere
in conto sono quelle di pressione: F (x) = +p(x) agente sulla superficie di
controllo alla posizione x, e F (x+ dx) = p(x+ dx) = (p(x) + p/x dx)
agente sulla superficie alla posizione x+ dx. La forza netta agente sul volume
di controllo vale dunque (p/x dx) : la sorgente di quantit`a di moto
10
per unit`
a di volume da inserire a secondo membro dellequazione `e pertanto
il gradiente di pressione cambiato di segno. Lequazione di conservazione
della quantit`
a di moto risulta dunque:
2
(c) (c )
p
+
=
t
x
x
(1.18)
(1.19)
(1.20)
=0
(1.21)
t2 x2
La variazione della densit`a del fluido nel tempo pu`o essere ricondotta
alla variazione di pressione per mezzo del modulo di comprimibilit`a; poiche
il processo allo studio `e adiabatico, e pu`o essere considerato reversibile (si
considerano infatti piccole perturbazioni rispetto allo stato di quiete iniziale
indotte dalla trasmissione delle onde sonore), si dovr`a far riferimento al
modulo di comprimibilit`
a isoentropico:
p
p
=( )
=
t
p s t Ks t
(1.22)
Ks p 2
=
+
(1
)( )
t2 Ks t2 Ks2
p
t
(1.23)
11
Considerando nuovamente lipotesi di piccole perturbazioni su fluido in quiete, lultimo termine a secondo membro, contenendo il quadrato della derivata della pressione, pu`
o essere trascurato; perci`o lequazione che regola
la trasmissione delle onde sonore in un fluido in quiete `e in definitiva la
seguente:
2 p Ks 2 p
(1.24)
=0
t2
x2
Questa equazione `e riconducibile alla canonica equazione di dAlembert:
2
2f
2 f
a
=0
t2
x2
(1.25)
Ks
a=
(1.26)
E interessante estendere le considerazioni sin qui svolte rimuovendo lipotesi di fluido in quiete e di piccole perturbazioni; a tal fine, `e opportuno
innanzitutto osservare che lequazione di dAlembert (del secondo ordine)
pu`
o essere scomposta in due equazioni del primo ordine:
p
p
+a
=0
t
x
p
p
a
=0
t
x
(1.27)
(1.28)
(1.29)
dp
p
p
)
=
a
=0
dx
dt dt =a t
x
(1.30)
12
si propagano sia verso valle sia verso monte, come illustrato dalla fig. 1.1
nel grafico in alto (si faccia attenzione al fatto che le pendenze delle linee
caratteristiche, nel piano considerato, sono pari allinverso della velocit`a di
propagazione dellonda: al crescere di tale velocit`a diminuisce la pendenza
delle linee caratteristiche).
In altri termini, le informazioni relative ad eventuali variazioni di pressione (o di qualsiasi altra variabile) vengono trasmesse a tutto il dominio
considerato.
Il sistema delle equazioni di conservazione della massa e della quantit`a di
moto (1.17-1.20) pu`
o essere posto in forma matriciale analoga a quella che
contraddistingue le equazioni di propagazione delle onde del primo ordine:
[ ]+A
[ ]=0
q
t
x q
(1.31)
A =
p
q = [ 0 1]
p
a2 0
(1.32)
(1.35)
(1.36)
A = (p + c2 )
0
1
q
]
2 =[ 2
2
(p + c )
a
c
2c
(1.37)
13
La velocit`
a di propagazione delle onde `e data dagli autovalori di A:
A I = 2 2c (a2 c2 ) = 0
(1.38)
1,2 = c a
(1.39)
ovvero:
Si riconosce pertanto che, per un fluido non in quiete, assumendo la
velocit`
a del fluido positiva, una linea caratteristica avr`a sempre pendenza
positiva (1 = c + a), mentre la pendenza della seconda linea caratteristica
(2 = ca) sar`
a negativa nel caso di flusso subsonico (c < a) oppure anchessa
positiva nel caso di flusso supersonico (c > a), come illustrato dalla fig. 1.1
nel grafico in basso.
Il flusso subsonico non si distingue pertanto dalla situazione prima esaminata di fluido in quiete, in quanto da ogni punto del dominio x t passano
linee caratteristiche aventi pendenza opposta, cosicche le informazioni possono essere trasmesse a tutto il dominio (sia a monte sia a valle del punto
considerato). Se il flusso `e supersonico, invece, essendo la pendenza di entrambe le linee caratteristiche positiva, le informazioni possono propagarsi
soltanto a valle del punto considerato: per questo motivo, ad esempio, quando nella sezione di uscita di un ugello convergente si raggiungono le condizioni soniche, eventuali ulteriori riduzioni della pressione a valle dellugello
non possono influenzare il comportamento del fluido a monte, e pertanto la
portata massica elaborata si blocca al valore corrispondente alle condizioni
soniche.
1.1.6
Coefficiente di Joule-Thomson
Il coefficiente di Joule-Thomson misura la variazione della temperatura rispetto alla pressione in un processo ad entalpia costante (ad esempio, una
laminazione):
T
J = (
)
(1.40)
p h
Come si vedr`
a nei paragrafi successivi, il gas perfetto `e caratterizzato da
un coefficiente di Joule-Thomson identicamente nullo. Per un fluido reale,
invece, su un piano T p si potr`a tracciare una curva J = 0 (detta curva
di inversione) che identifica i punti in cui il fluido si comporta come gas
perfetto, e che separa una zona in cui il coefficiente di Joule-Thomson `e
positivo (dove pertanto una diminuzione di pressione `e accompagnata da
una diminuzione di temperatura) da una dove si ha J < 0.
1.1.7
Viscosit`
a
14
1 = +a
2 = a
1 = c + a
2 = c a
c<a
c=a
c>a
15
1.1.8
(1.42)
Conduttivit`
a termica
Si consideri una certa regione di fluido, delimitata da una superficie infinite ; se si considera
sima dS, e caratterizzata da un gradiente di temperatura T
come unico meccanismo attivo per la trasmissione del calore la conduzione
termica (ad esempio, se il fluido `e e rimane in quiete lo scambio termico convettivo `e impedito), il flusso termico per unit`a di superficie q che attraversa
la superficie risulta, secondo la legge di Fourier della conduzione termica,
proporzionale al gradiente di temperatura esistente nel punto considerato:
q = T
(1.43)
1.2
Potenziali termodinamici
16
(1.44)
dH = T dS + V dp
(1.45)
Lentalpia pu`
o essere ricavata dallenergia interna aggiungendo a questa il
prodotto di pressione e volume:
H = U + pV
(1.46)
(1.47)
dG = S dT + V dp
(1.48)
(1.49)
G = U + pV T S
(1.50)
Per unapprofondita discussione sul significato fisico dei potenziali termodinamici ora introdotti si rimanda ai testi di Termodinamica applicata
(ad esempio, [1]). Ci si limiter`a in questa sede ad osservare che essi sono
strettamente correlati al concetto di equilibrio termodinamico, nel senso che
un sistema isolato, fissati i valori di temperatura e pressione, raggiunge le
condizioni di equilibrio quando la propria energia libera di Gibbs `e minima
(da ci`
o deriva la grande importanza che tale potenziale riveste per lo studio di sistemi chimicamente reattivi); fissati invece i valori di temperatura e
volume del sistema, lequilibrio `e raggiunto in corrispondenza di un minimo
dellenergia libera di Helmholtz.
1.2.1
17
Relazioni di Maxwell
2u
T
=(
)
s v
v s
2u
p
= ( )
v s
s v
(1.51)
(1.52)
(1.53)
(1.54)
(1.55)
(1.56)
1.3
18
Equazioni di stato
Grazie alle definizioni delle propriet`a termofisiche dei fluidi illustrate nei
paragrafi precedenti, e alle relazioni di Maxwell (1.53-1.56), `e ora possibile esprimere le variabili di stato e le grandezze energetiche di interesse in
funzione di una coppia di variabili di stato prese come riferimento e delle propriet`
a termofisiche del fluido. Nel caso in cui ad esempio pressione
e temperatura siano assunte come variabili di riferimento, per determinare
volume massico ed entropia sar`a sufficiente infatti esprimere il differenziale
della grandezza f in esame in funzione di pressione e temperatura:
df = (
f
f
) dp + (
) dT
p T
T p
(1.57)
e quindi sviluppare le derivate parziali f /p e f /T riconducendole, eventualmente tramite alcune delle relazioni di Maxwell, ad opportune propriet`a
termofisiche; nel caso invece delle grandezze energetiche (u, h), sar`a sufficiente sostituire le espressioni individuate per le variazioni di entropia e
volume massico nelle equazioni 1.44 e 1.45.
In questo modo risulta per altro possibile assegnare concettualmente un
valore a quelle grandezze, come entropia, energia interna ed entalpia, che
non sono suscettibili di misura diretta, una volta stabilito (usualmente per
convenzione) un valore di riferimento in corrispondenza di una determinata
coppia di pressione e temperatura.
1.3.1
Densit`
a e volume massico
La variazione della densit`
a del fluido in esame si esprime come:
d = (
) dp + (
) dT
p T
T p
(1.58)
Le derivate parziali che compaiono nellespressione precedente sono chiaramente riconducibili al modulo di comprimibilit`a isotermo 1.14 e al coefficiente di dilatazione termica 1.12. Lequazione di stato della densit`a risulta
pertanto:
d
dp
=
dT
(1.59)
KT
Naturalmente, lequazione relativa al volume massico `e identica, ma con i
segni invertiti:
dv
dp
=
+ dT
(1.60)
v
KT
19
Entropia
La variazione dellentropia risulta:
ds = (
s
s
) dp + (
) dT
p T
T p
(1.61)
s
) = v
p T
(1.62)
La derivata parziale dellentropia rispetto alla temperatura a pressione costante `e invece legata al calore specifico a pressione costante (eq. 1.11):
(
cp
s
) =
T p T
(1.63)
dT
dp
+ cp
(1.64)
Energia interna
Combinando lequazione 1.44 (ovviamente riferita allunit`a di massa del
fluido) con le equazioni di stato 1.60 e 1.64, si ottiene:
du = (cp pv) dT + (
p
T ) v dp
KT
(1.65)
Entalpia
Procedendo in modo analogo per lentalpia, si ottiene:
dh = cp dT + (1 T ) v dp
1.3.2
(1.66)
Pressione
Per determinare la pressione in funzione di temperatura e volume massico `e
sufficiente risolvere lequazione di stato 1.60 in funzione della pressione:
dp
dv
=
+ dT
KT
v
(1.67)
20
Entropia
Per ottenere la relazione s (v,T ) `e sufficiente sostituire nellequazione 1.64 il
differenziale della pressione 1.67:
ds = KT dv + (cp KT v 2 T )
dT
T
(1.68)
dT
T
(1.69)
(1.71)
(1.72)
1.3.3
21
(1.74)
dT
cv 1 dp ds
= (1 )
+
T
cp T KT
cp
(1.75)
du = pv
cv dp
pv
) T ds
+ (1
cp KT
cp
dh = v dp + T ds
1.3.4
(1.77)
(1.78)
cp
dT
1 dv ds
= ( 1)
+
T
cv
T v
cv
(1.79)
du = p dv + T ds
(1.80)
dh =
1.4
(1.76)
cp
KT v
KT dv + (1 +
) T ds
cv
cv
(1.81)
1.4.1
22
Si supponga di conoscere i valori del modulo di comprimibilit`a, del coefficiente di dilatazione termica e del calore specifico a pressione costante di
un fluido, e di volerne desumere il calore specifico a volume costante: a tal
fine, occorre valutare come varia lenergia interna rispetto alla temperatura,
mantenendo il volume costante, utilizzando soltanto i parametri noti KT ,
e cp . Dalleq. 1.72 risulta:
cv = cp KT v 2 T
(1.82)
1.4.2
(1.83)
= cost.
(1.84)
Tp
=0
T
p
(1.85)
(1.86)
1 dv 1 dp
+
v
KT
(1.87)
ds = (
(1.88)
23
dove si `e fatto uso della relazione tra calore specifico a volume e a pressione
costante 1.82.
Poiche la trasformazione in esame `e isoentropica, ds = 0, e dunque si
ottiene lequazione:
cp KT dv
dp
+(
)
=0
(1.89)
p
cv p
v
Lesponente dellisoentropica k assume pertanto per un fluido generico lespressione:
cp KT
k=
(1.90)
cv p
Procedendo in modo analogo `e possibile individuare lespressione dellesponente . In questo caso `e sufficiente il ricorso allequazione di stato 1.64,
gi`a espressa in funzione delle variazioni di temperatura e pressione:
dT p dp
=0
T
cp p
(1.91)
1.4.3
p
cp
(1.92)
Velocit`
a del suono
cp KT
p
) =
v s
cv v
(1.93)
cp KT
a=
cv
(1.95)
p
a= k
(1.96)
1.4.4
24
Coefficiente di Joule-Thomson
T 1
cp
(1.97)
Capitolo 2
Generalit`
a
hv = hv (Tsat )
ul = ul (Tsat )
uv = uv (Tsat )
sl = sl (Tsat )
sv = sv (Tsat )
vl = vl (Tsat )
vv = vv (Tsat )
25
26
27
oppure:
hl = hl (psat )
hv = hv (psat )
ul = ul (psat )
uv = uv (psat )
sl = sl (psat )
sv = sv (psat )
vl = vl (psat )
vv = vv (psat )
2.2
Equazioni di stato
In condizioni di saturazione, `e noto dalla regola di Gibbs che lo stato termodinamico di ciascuna delle fasi presenti nel sistema `e individuato da una
sola variabile di stato, anziche da due, come del resto le osservazioni del
paragrafo precedente dimostrano (durante il passaggio di fase in una trasformazione isobara la temperatura rimane costante e pari alla temperatura
di saturazione).
He
H2
CH4
H2 O
N2
O2
CO2
C 3 H8
C4 H10
28
M
[g/mol]
pcr
[MPa]
Tcr
[K]
4,003
2,016
16,04
18,02
28,01
32,00
44,01
44,10
58,12
0,227
1,293
4,61
22,06
3,398
5,043
7,380
4,25
3,80
5,19
32,97
190,6
647,1
126,2
154,6
304,2
369,9
425,0
Lo stato termodinamico del sistema nel suo complesso (miscela liquidovapore) `e pertanto individuato quando si conosca il rapporto tra le masse
delle due fasi presenti nel sistema. Tale rapporto `e individuato nel titolo
del vapore x, che rappresenta il rapporto tra la massa di vapore e la massa
complessiva di fluido:
mv
x=
(2.1)
m
Noti il titolo e la temperatura del sistema, i valori specifici massici dellentalpia, dellenergia interna, dellentropia e del volume si ottengono come
semplici medie pesate dei valori corrispondenti alle due fasi:
h(T,x) = hl (T ) + x [hv (T ) hl (T )] = hl (T ) + xr(T )
(2.2)
u(T,x) = ul (T ) + x [uv (T ) ul (T )]
(2.3)
s(T,x) = sl (T ) + x [sv (T ) sl (T )]
(2.4)
v(T,x) = vl (T ) + x [vv (T ) vl (T )]
(2.5)
29
2.3
Equazione di Clausius-Clapeyron
(2.7)
dove gl e gv individuano il valore dellenergia libera di Gibbs specifica corrispondenti rispettivamente al liquido saturo e al vapore saturo. Supponendo
di fornire calore al sistema a pressione costante, si determina levaporazione
di una quantit`
a di liquido dm a parit`a di temperatura. Trattandosi di un
processo isotermo e isobaro, lenergia libera di Gibbs deve rimanere costante sia per il sistema sia per le due fasi (v. eq. 1.48), il che comporta, come
la seguente equazione dimostra, che lenergia libera di Gibbs deve essere la
medesima per entrambe le fasi:
dG = dm gl + dm gv = 0 gl = gv
(2.8)
30
2500
r [kJ/kg]
2000
1500
1000
500
0
0.01
0.1
10
100
1000
p [bar]
2500
r [kJ/kg]
2000
1500
1000
500
50
100
150
200
T [o C]
250
300
350
400
31
(2.9)
sl dT + vl dp = sv dT + vv dp
(2.10)
dp sv sl
=
dT vv vl
(2.11)
da cui si ottiene:
ovvero:
(2.12)
(2.13)
(2.14)
Questa espressione suggerisce un legame lineare tra il logaritmo della pressione di saturazione e linverso della temperatura di saturazione: trascurando la variazione del calore latente rispetto alla temperatura, integrando
lequazione di Clausius-Clapeyron semplificata si ottiene:
log
p
r0 1
1
= ( )
p0
R T T0
(2.15)
32
2.4
1000
33
psat
lin. intorno a p0 = 1 atm
psat [bar]
100
10
0.1
0.01
1.5
0.1
2.5
3
1
1/T [K ]
3.5
4
3
x 10
psat [bar]
psat
lin. intorno a T0 = 25o C
0.01
3.1
3.2
3.3
3.4
1
1/T [K ]
3.5
3.6
3
x 10
34
psat [bar]
10
C3 H8
C4 H10
0.1
2.2
2.4
2.6
2.8
3
1/T [K1 ]
3.2
3.4
3.6
3
x 10
Nel campo del vapor saturo, sulla base della 2.4 il titolo pu`o essere espresso
in funzione di entropia e temperatura:
x(s,T ) =
s sl (T )
sv (T ) sl (T )
(2.17)
s sl (T )
sv (T ) sl (T )
(2.18)
Poiche in questo caso trasformazioni isobare ed isoterme coincidono, la variazione dellentalpia rispetto allentropia per una trasformazione isobara
risulta, nel campo del vapore saturo:
(
h
r(T )
h
) =( ) =
=T
s p
s T sv (T ) sl (T )
(2.19)
35
della pressione); inoltre, nellattraversare la curva limite superiore la pendenza risulta la stessa sia nel campo del vapore saturo sia in quello del vapore surriscaldato (e analogamente per lattraversamento della curva limite
inferiore).
Lo stesso non vale invece per le linee isoterme. Infatti, mentre per quanto
concerne il campo del vapor saturo la variazione di entalpia rispetto allentropia a temperatura costante coincide con la temperatura stessa (eq. 2.19),
per il liquido sottorafrreddato e il vapore surriscaldato si ottiene, a partire
dalla 1.77:
h
p
( ) = T +v( )
(2.20)
s T
s T
La variazione della pressione con lentropia pu`o essere ricondotta, facendo
uso di una delle relazioni di Maxwell (eq. 1.56), al coefficiente di dilatazione
termica:
v
s
) = v
(2.21)
( ) = (
p T
T p
La pendenza delle linee isoterme nel diagramma di Mollier, al di fuori del
campo del vapor saturo, `e pertanto fornita dallequazione:
(
h
1
) =T
s T
(2.22)
36
bar
600
100
10
550
500
450
0.05
400
T [o C]
350
300
250
200
150
100
50
4
6
s [kJ/(kg K)]
10
Figura 2.5. Diagramma di Gibbs del vapor dacqua con indicazione di alcune
isobare.
37
bar
4000
100
10
3500
0.05
3000
h [kJ/kg]
2500
2000
1500
1000
500
4
6
s [kJ/(kg K)]
10
Figura 2.6. Diagramma di Mollier del vapor dacqua con indicazione di alcune
isobare.
38
4000
3500
300 o C
3000
200 o C
100 o C
35 o C
h [kJ/kg]
2500
2000
1500
1000
500
4
6
s [kJ/(kg K)]
10
Figura 2.7. Diagramma di Mollier del vapor dacqua con indicazione di alcune
isoterme.
Capitolo 3
Liquidi perfetti
3.1
Definizione
Un fluido risponde alla definizione di liquido perfetto, o di fluido incomprimibile, quando la sua densit`
a `e costante rispetto a qualsiasi trasformazione:
= cost.
3.2
(3.1)
Propriet`
a termofisiche
(3.2)
(3.3)
(3.4)
(3.5)
39
(3.6)
3. Liquidi perfetti
3.3
40
Equazioni di stato
Facendo uso delle relazioni sopra ottenute, dalleq. 1.66 si ricava che lentalpia di un liquido perfetto `e una funzione lineare della temperatura e della
pressione:
p p0
h h0 = cl (T T0 ) +
(3.7)
(3.8)
Infine, dalleq. 1.64 si ottiene che anche lentropia, come lenergia interna,
`e funzione della sola temperatura:
s s0 = cl log
T
T0
(3.9)
Di conseguenza, una trasformazione adiabatica reversibile, ovvero isoentropica, che rappresenta la trasformazione ideale di riferimento per lo scambio
di lavoro nelle turbomacchine, non determina variazioni di temperatura in
un fluido incomprimibile.
3.4
Propriet`
a di liquidi reali
Le figure 3.1-3.3 mostrano gli andamenti delle propriet`a di tre fluidi (acqua,
ottano, dodecano) al variare della temperatura (in un range 300-500 K),
parametrizzati rispetto a tre valori di pressione (1, 10, 100 bar)1 . Le curve
si interrompono nel punto in cui si raggiunge la temperatura di saturazione
(curva limite inferiore), ovviamente variabile con la pressione considerata.
Lottano e il dodecano sono alcani le cui propriet`a possono essere considerate in qualche modo rappresentative rispettivamente di combustibili
quali benzina (ottano) e diesel o kerosene (dodecano), in quanto presentano
un rapporto carbonio/idrogeno simile a quello che caratterizza i combustibili di riferimento. Naturalmente, questi combustibili, essendo derivati dalla
distillazione del petrolio, sono caratterizzati da una composizione piuttosto
complessa e pertanto le loro propriet`a non potranno coincidere esattamente
con quelle di una singola sostanza.
I grafici mostrano in particolare landamento della densit`a, del calore
specifico a pressione costante, della velocit`a del suono, del termine T 1
1
3. Liquidi perfetti
41
3. Liquidi perfetti
42
H2 O
1.1
4.8
cp [kJ kg1 K1 ]
1
[kg/l]
0.9
0.8
0.7
p = 1 bar
p = 10 bar
0.6
4.6
4.4
4.2
p = 100 bar
0.5
300
350
400
T [K]
450
4
300
500
350
400
T [K]
450
500
350
400
T [K]
450
500
350
400
T [K]
450
500
1.6
x 10
4
1.2
T 1
a 103 [m/s]
1.4
0.8
8
0.6
0.4
300
350
400
T [K]
450
10
300
500
0.7
1.5
[W/(m K)]
103 [Pa s]
0.68
0.5
0.66
0.64
0.62
0
300
350
400
T [K]
450
500
0.6
300
3. Liquidi perfetti
43
C8 H18
1.1
1
cp [kJ kg1 K1 ]
p = 1 bar
p = 10 bar
0.9
[kg/l]
3.5
p = 100 bar
0.8
0.7
2.5
0.6
0.5
300
350
400
T [K]
450
2
300
500
350
400
T [K]
450
500
350
400
T [K]
450
500
350
400
T [K]
450
500
1.6
x 10
0.5
1.2
T 1
a 103 [m/s]
1.4
0.8
0.5
0.6
0.4
300
350
400
T [K]
450
1
300
500
1.5
0.13
[W/(m K)]
103 [Pa s]
0.12
0.5
0.11
0.1
0.09
0.08
0
300
350
400
T [K]
450
500
300
3. Liquidi perfetti
44
C12H26
1.1
1
p = 1 bar
cp [kJ kg1 K1 ]
p = 10 bar
0.9
[kg/l]
3.2
p = 100 bar
0.8
0.7
2.6
2.4
0.6
0.5
300
2.8
350
400
T [K]
450
2.2
300
500
350
400
T [K]
450
500
350
400
T [K]
450
500
350
400
T [K]
450
500
1.6
x 10
2
1.2
T 1
a 103 [m/s]
1.4
0.8
6
0.6
0.4
300
350
400
T [K]
450
8
300
500
1.5
0.15
[W/(m K)]
103 [Pa s]
0.14
0.5
0.13
0.12
0.11
0.1
0
300
350
400
T [K]
450
500
0.09
300
Capitolo 4
Gas perfetti
4.1
Definizione
Un fluido risponde alla definizione di gas perfetto se il prodotto di pressione, volume molare e temperatura `e costante per qualsiasi trasformazione
e indipendente dal gas considerato; tale costante viene indicata costante
= 8,3145 kJ/(kmol K):
universale dei gas perfetti e vale R
p
v
=R
T
(4.1)
E utile osservare che il volume molare non dipende dal tipo di gas ma
soltanto da pressione e temperatura.
Indicando con M la massa molare (o anche peso molecolare) del gas
preso in considerazione, la relazione tra volume massico e volume molare `e:
v = M v
4.2
(4.2)
Densit`
a e volume massico
Lequazione di stato dei gas perfetti che fornisce il volume massico in funzione di pressione e temperatura risulta pertanto:
v=
RT
p
(4.3)
p
RT
(4.4)
La costante del gas R `e data dal rapporto tra la costante universale dei gas
e la massa molare M del gas considerato:
perfetti R
R=
R
M
45
(4.5)
4. Gas perfetti
46
M
pn
=
RT
n
RTn
pn
da cui si ottiene:
M
vn
Il volume molare in condizioni normali di un gas perfetto vale:
n =
vn =
n
RT
= 22,4141 m3 /kmol
pn
(4.6)
(4.7)
La densit`
a risulta quindi, espressa in funzione della densit`a normale:
= n
4.3
4.3.1
p Tn
pn T
(4.8)
Propriet`
a termofisiche
Comprimibilit`
a e dilatazione termica
p
T
(4.9)
4.3.2
(4.10)
(4.11)
Calori specifici
Per quanto concerne invece i calori specifici, si deve fare ricorso alla teoria
cinetica dei gas perfetti. In estrema sintesi, la teoria permette di collegare
grandezze macroscopiche, quali pressione e temperatura, che definiscono lo
stato termodinamico del gas alle caratteristiche microscopiche del gas stesso,
e precisamente allenergia cinetica posseduta dalle molecole. In particolare,
sulla base del teorema di equipartizione dellenergia, ad ogni grado di libert`a
posseduto da una molecola `e associata unenergia cinetica media pari a [3]:
1
kB T
2
(4.12)
4. Gas perfetti
47
(4.13)
(4.14)
(4.15)
Ricordando leq. 1.82, la differenza tra calore specifico a pressione costante e calore specifico a volume costante `e pari a KT v 2 T , che per un gas
perfetto risulta semplicemente uguale a pv/T , ovvero alla costante del gas:
cp cv = R
(4.16)
cp cv = R
(4.17)
Dunque il calore specifico a pressione costante di un gas ideale `e pari a:
cp =
l+2
R
2
(4.18)
5
cp = R
2
(4.19)
4. Gas perfetti
48
Per una molecola biatomica, i moti rotazionali relativi ai due assi diversi
da quello che congiunge i due atomi della molecola sono caratterizzati da
energie non pi`
u trascurabili rispetto ai moti traslazionali. In pi`
u, in questo
tipo di molecola `e possibile un altro tipo di accumulo energetico, relativo
ai moti vibrazionali che possono aver luogo lungo lasse che congiunge i
due atomi: questo tipo di moto comporta due gradi di libert`a aggiuntivi,
in quanto oltre al contributo di energia cinetica si deve tener conto della
variazione di energia potenziale associata a questo meccanismo (si pensi
allanalogia con un sistema costituito da due masse collegate da una molla).
Pertanto, i gradi di libert`
a teoricamente attivi in una molecola biatomica
sono l = 7; in realt`
a, a temperature non troppo discoste da quella ambiente,
lenergia associata ai moti vibrazionali `e modesta, e i gradi di libert`a si
riducono in pratica a l = 51 ; i calori specifici risultano pertanto, per un gas
biatomico a temperature prossime a quella ambiente:
5
cv = R
2
7
cp = R
2
(4.20)
67
R
2
cp =
89
R
2
(4.21)
4. Gas perfetti
49
La tabella 4.1 riassume quanto sopra osservato riguardo al calore specifico a pressione costante di gas ideali per gas monoatomici, biatomici e
triatomici, intendendo che per questi ultimi due i valori sono da considerarsi
corretti in un opportuno intorno della temperatura ambiente.
cp /R
Molecola
cp
[kJ/(kmol K)]
monoatomica
biatomica
triatomica
2,5
3,5
4 4,5
20,79
29,10
33,26 37,41
Tabella 4.1. Calore specifico a pressione costante per gas ideali a temperature
sufficientemente prossime alla temperatura ambiente.
Sebbene le dizioni di gas perfetto e gas ideale spesso siano utilizzate come
sinonimi, pu`
o essere utile effettuare una distinzione, considerando gas ideale
il gas che, oltre ad obbedire allequazione di stato 4.1, `e caratterizzato da
calori specifici costanti al variare della temperatura (secondo la tabella 4.1),
mentre il gas perfetto, pur rispondendo alla medesima equazione di stato 4.1,
`e caratterizzato da calori specifici variabili con la temperatura (ma invarianti
rispetto alla pressione):
cp = cp (T )
(4.22)
cv = cv (T )
(4.23)
cp (T ) cv (T ) = R
(4.24)
4. Gas perfetti
50
He
Ar
H2
N2
O2
CO2
NO2
cp
cp
[kg/kmol]
[kJ/(kmol K)]
[kJ/(kg K)]
4,003
39,95
2,016
28,01
32,00
44,01
46,01
20,79
20,79
29,10
29,10
29,10
37,41
37,41
5,193
0,520
14,44
1,039
0,909
0,850
0,813
4.3.3
Esponenti dellisoentropica
4.3.4
Velocit`
a del suono
(4.28)
a = kRT
4. Gas perfetti
4.3.5
51
Coefficiente di Joule-Thomson
4.3.6
(4.29)
Viscosit`
a e conduttivit`
a termica
La teoria cinetica dei gas pu`o essere impiegata anche per spiegare il comportamento della viscosit`
a e della conduttivit`a termica di un gas perfetto.
Infatti entrambe le propriet`
a entrano in gioco in un processo di trasporto
di una grandezza allinterno di un volume di fluido: nel caso della conduttivit`
a termica, si tratta del trasporto di calore attraverso una superficie di
controllo, mentre la viscosit`
a interessa il trasporto di quantit`a di moto da
un filetto fluido ad uno adiacente. Sulla base di questa considerazione, la
teoria cinetica dei gas, che fornisce un modello in grado di descrivere su base
statistica il comportamento a livello molecolare del gas, pu`o essere impiegata per dedurre il legame tra viscosit`a e conduttivit`a termica e le propriet`a
fondamentali del gas in esame.
Tralasciando una trattazione approfondita dellargomento, ci si limita in
questa sede ad osservare che sia la viscosit`a sia la conduttivit`a termica di un
gas perfetto aumentano con la temperatura, mentre non sono influenzati dalla pressione. Infatti, per quanto concerne la viscosit`a, laumento di temperatura determina un aumento delle collisioni intermolecolari e dellinterazione
fra diverse regioni del fluido, e dunque della resistenza opposta a variazioni
relative di velocit`
a; la conduttivit`a termica cresce con la temperatura perche
la maggior velocit`
a media delle molecole determina un maggior trasporto di
energia nellunit`
a di tempo. In particolare, laumento risulta essere, a livello
teorico, proporzionale alla radice quadrata della temperatura:
, T
(4.30)
Inoltre, si pu`
o anche osservare che il peso molecolare e il calore specifico
del gas, essendo grandezze legate alla quantit`a di moto e allenergia termica
trasportate da una mole di gas, devono giocare un ruolo nella teoria che
permette di valutare la viscosit`a e la conduttivit`a termica di un gas perfetto;
in effetti, si pu`
o ricavare la seguente relazione:
cv
=
M
(4.31)
Poiche la viscosit`
a risulta poco sensibile rispetto alla variazione di peso
molecolare, la relazione sopra evidenziata mostra che per la conduttivit`a
termica ci si deve attendere una diminuzione allaumentare del peso molecolare: in effetti, le figure 4.7-4.13 confermano questo dato, mostrando in
particolare valori di conduttivit`a termica molto elevati per lidrogeno.
4. Gas perfetti
52
He
Ar
H2
N2
O2
CO 2
NO2
CH 4
7.5
7
6.5
cp /R
6
5.5
5
4.5
4
3.5
3
2.5
2
300
400
500
600
700
T [K]
800
900
1000
Figura 4.1. Andamento del calore specifico (molare) di alcuni gas rapportato
in funzione della temperatura.
alla costante universale dei gas perfetti R
4. Gas perfetti
53
1.5
1.4
He
Ar
H2
N2
O2
CO 2
NO2
CH 4
1.3
1.2
cp [kJ/(kg K)]
1.1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
300
400
500
600
700
T [K]
800
900
1000
Figura 4.2. Andamento del calore specifico (massico) di alcuni gas in funzione
della temperatura (1/2).
4. Gas perfetti
54
15
14
He
13
Ar
H2
12
N2
11
O2
CO 2
10
NO2
CH 4
cp [kJ/(kg K)]
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
300
400
500
600
700
T [K]
800
900
1000
Figura 4.3. Andamento del calore specifico (massico) di alcuni gas in funzione
della temperatura (2/2).
4. Gas perfetti
4.4
55
Entropia
dp
dT
+ cp (T )
p
T
(4.32)
isobara
(4.34)
isocora
(4.35)
4.5
Energia interna
(4.36)
T
T0
cv (T ) dT = h0 + [cv ]TT0 (T T0 )
(4.37)
4. Gas perfetti
4.6
56
Entalpia
Per un gas perfetto, anche lentalpia, come lenergia interna, dipende soltanto dalla temperatura, essendo il coefficiente 1T , che compare nelleq. 1.66,
identicamente nullo:
dh = cp (T ) dT
(4.38)
Il valore di entalpia che corrisponde ad una particolare temperatura pu`o
dunque essere calcolato a meno di una costante, che rappresenta il valore di
entalpia corrispondente a una data temperatura di riferimento:
h(T ) = h0 +
T
T0
cp (T ) dT = h0 + [cp ]TT0 (T T0 )
(4.39)
(4.40)
La figura 4.4 mostra landamento dellentalpia sensibile molare in funzione della temperatura, mentre le figure 4.5 e 4.6 riguardano lentalpia
sensibile massica.
4.7
Propriet`
a di gas reali
4. Gas perfetti
57
40
35
He
Ar
H2
N2
O2
CO 2
NO2
CH 4
30
s [MJ/kmol]
h
25
20
15
10
0
300
400
500
600
700
T [K]
800
900
1000
4. Gas perfetti
58
1000
900
He
Ar
H2
800
N2
O2
700
CO 2
NO2
CH 4
hs [kJ/kg]
600
500
400
300
200
100
0
300
400
500
600
700
T [K]
800
900
1000
4. Gas perfetti
59
12000
10000
He
Ar
H2
N2
O2
CO 2
NO2
CH 4
hs [kJ/kg]
8000
6000
4000
2000
0
300
400
500
600
700
T [K]
800
900
1000
4. Gas perfetti
60
4. Gas perfetti
61
He
2.8
1.8
2.6
1.6
cp /cv
cp /R
2.4
2.2
2
400
1.4
1.2
600
800
1
400
1000
T [K]
600
5
1.1
800
1000
T [K]
x 10
T 1
KT /p
0.2
0.4
0.6
p/p c = 0.1
p/p c = 1
0.8
p/p c = 10
0.9
400
600
800
1
400
1000
600
50
0.4
45
0.35
40
35
30
1000
800
1000
0.3
0.25
0.2
25
20
400
800
T [K]
[W/(m K)]
106 [Pa s]
T [K]
600
800
T [K]
1000
400
600
T [K]
4. Gas perfetti
62
H2
3.7
cp /cv
cp /R
1.8
3.6
1.6
1.4
1.2
3.5
400
600
800
1
400
1000
T [K]
0
x 10
T 1
800
1000
T [K]
1.1
KT /p
600
p/p c = 0.1
p/p c = 1
p/p c = 10
3
4
0.9
400
600
800
5
400
1000
600
22
0.7
20
0.6
18
16
14
1000
800
1000
0.5
0.4
0.3
12
10
400
800
T [K]
[W/(m K)]
106 [Pa s]
T [K]
600
800
T [K]
1000
0.2
400
600
T [K]
4. Gas perfetti
63
N2
4.2
2
1.8
cp /cv
cp /R
4
3.8
3.6
3.4
400
1.6
1.4
1.2
600
800
1
400
1000
T [K]
600
5
1.4
800
1000
T [K]
x 10
1.3
T 1
KT /p
0
1.2
p/p c = 0.1
p/p c = 1
5
1.1
1
400
p/p c = 10
600
800
10
400
1000
600
45
0.08
40
0.07
35
30
25
20
400
800
1000
800
1000
T [K]
[W/(m K)]
106 [Pa s]
T [K]
0.06
0.05
0.04
600
800
T [K]
1000
0.03
400
600
T [K]
4. Gas perfetti
64
O2
4.4
1.8
4.2
1.6
cp /cv
cp /R
4.6
4
3.8
3.6
400
1.4
1.2
600
800
1
400
1000
T [K]
1
1.2
T 1
KT /p
x 10
p/p c = 0.1
0.5
1.1
p/p c = 10
0
0.5
1
600
800
1
400
1000
600
T [K]
800
1000
800
1000
T [K]
55
0.09
50
0.08
45
0.07
[W/(m K)]
106 [Pa s]
1000
p/p c = 1
1.3
40
35
30
25
400
800
T [K]
1.4
0.9
400
600
0.06
0.05
0.04
600
800
T [K]
1000
0.03
400
600
T [K]
4. Gas perfetti
65
CO2
1.8
1.6
cp /cv
cp /R
6
5
4
400
1.4
1.2
600
800
1
400
1000
T [K]
8
T 1
KT /p
x 10
2
1.5
4
2
0
1
600
800
2
400
1000
600
T [K]
800
1000
800
1000
T [K]
100
0.12
80
0.1
[W/(m K)]
106 [Pa s]
1000
p/p c = 0.1
p/p c = 1
p/p c = 10
2.5
60
40
20
0
400
800
T [K]
3.5
0.5
400
600
0.08
0.06
0.04
600
800
T [K]
1000
0.02
400
600
T [K]
4. Gas perfetti
66
CH4
6.5
1.8
cp /cv
cp /R
6
5.5
5
1.4
1.2
4.5
4
300
1.6
400
500
1
300
600
T [K]
400
4
2.5
500
x 10
p/p c = 0.1
p/p c = 1
T 1
KT /p
2
1.5
600
T [K]
p/p c = 10
2
1
1
0
0.5
300
400
500
1
300
600
400
35
0.12
30
0.1
25
20
15
10
300
500
600
500
600
T [K]
[W/(m K)]
106 [Pa s]
T [K]
0.08
0.06
0.04
400
500
T [K]
600
0.02
300
400
T [K]
4. Gas perfetti
H2 O
14
12
1.8
10
1.6
cp /cv
cp /R
67
8
6
4
1.4
1.2
200
400
T [o C]
600
T 1
KT /p
0.7
p = 10 bar
p = 100 bar
2
1
0.6
0
200
400
T [o C]
600
35
200
400
T [o C]
600
200
400
T [o C]
600
0.1
30
0.08
[W/(m K)]
106 [Pa s]
600
p = 0.1 bar
0.8
25
20
0.06
0.04
15
10
x 10
200
400
T [o C]
p = 1 bar
0.9
0.5
200
400
T [o C]
600
0.02
Capitolo 5
Miscele di gas
5.1
mi
m
(5.2)
La miscela nel suo complesso potr`a essere daltro canto caratterizzata mediante la massa molare media, o peso molecolare medio, che `e per
definizione il rapporto tra massa m e numero di moli totale n della miscela:
M=
m
n
(5.3)
68
(5.4)
5. Miscele di gas
69
Lequazione precedente mostra come, trattandosi di una propriet`a molare, il peso molecolare medio debba essere calcolato come media ponderata,
attraverso le frazioni molari, dei pesi molecolari di ciascun componente della
miscela.
Nel caso invece in cui fosse nota la composizione massica della miscela,
si proceder`
a come segue:
M=
m
m
1
=
=
m
i
mi
1
n
i i i
Mi i Mi m
da cui si ottiene:
M=
1
xi
i
Mi
(5.5)
Lespressione ottenuta trova immediata giustificazione considerando che linverso del peso molecolare 1/M `e una grandezza massica (si misura infatti
in kmol/kg), cosicche il suo valor medio pu`o essere ottenuto come media
pesata dellinverso dei pesi molecolari di ciascun componente, utilizzando
come pesi le frazioni massiche.
Noto il peso molecolare medio della miscela, `e possibile convertire la
composizione molare in massica e viceversa. Partendo dalla definizione di
frazione massica (eq. 5.2) e di peso molecolare medio (eq. 5.3), si ottiene:
xi =
Mi n i
M n
ovvero:
xi = x
i
Mi
M
(5.6)
E poi del tutto evidente che per il caso opposto in cui si debba calcolare la
frazione molare di un componente a partire da quella massica, `e sufficiente
invertire lequazione precedente:
x
i = xi
M
Mi
(5.7)
5. Miscele di gas
5.2
70
RT
p i = ni
(5.8)
V
La pressione complessivamente misurabile sulla superficie del volume di
controllo per effetto della somma dei contributi di ciascun componente `e definita pressione totale e, per quanto sopra affermato, corrisponder`a alla semplice somma algebrica di tutte le pressioni parziali (legge di Gibbs-Dalton):
p = pi
(5.9)
Daltra parte, trattandosi di una miscela di gas perfetti, anche la pressione totale dipender`
a esclusivamente dal numero (complessivo) di moli e dalla
temperatura, come del resto `e possibile ricavare inserendo nellequazione
precedente la definizione 5.8 di pressione parziale:
p=n
RT
V
(5.10)
Il rapporto tra pressione parziale e pressione totale corrisponde al rapporto tra numero di moli del componente e numero di moli della miscela, e
dunque alla frazione molare del componente:
pi
=x
i
p
(5.11)
5. Miscele di gas
71
RT
V i = ni
(5.12)
p
La somma dei volumi parziali coincide con il volume complessivo V (legge
di Amagat):
(5.13)
Vi = V
i
Cos` come per le pressioni, anche nel caso dei volumi il rapporto tra
il volume parziale e il volume totale coincide con la frazione molare del
componente:
Vi
=x
i
(5.14)
V
e per questo motivo le composizioni molari sono anche indicate come composizioni volumetriche (o composizioni in volume).
5.3
(5.15)
R
M
(5.16)
Pertanto, sono valide anche per una miscela di gas le correlazioni che
definiscono la densit`
a normale n (eq. 4.6) e la densit`a in funzione della
densit`
a normale (eq. 4.8).
5. Miscele di gas
5.4
72
Grandezze energetiche
(5.18)
(5.19)
(5.20)
u
(T,
xi ) = x
i u
i (T )
(5.21)
s(T, p,
xi ) = x
i si (T, pi )
(5.22)
5.5
Calori specifici
h
)
T p
(5.23)
5. Miscele di gas
73
(5.24)
cp (T,
xi ) = x
i cpi (T )
(5.25)
u
)
T v
(5.26)
(5.27)
cv (T,
xi ) = x
i cvi (T )
(5.28)
Per quanto concerne gli esponenti k = cp /cv e = R/cp caratteristici delle trasformazioni isoentropiche di gas ideali, il loro valore per una miscela
di gas dovr`
a essere calcolato applicando la rispettiva definizione una volta
determinati i calori specifici tramite le equazioni sopra illustrate; non potranno invece essere calcolati come media pesata degli esponenti ki e i dei
singoli componenti.
5.6
Propriet`
a dellaria secca
Laria secca (ovvero priva di vapor dacqua) `e una miscela di gas prevalentemente costituita da azoto e ossigeno, con una presenza relativamente
significativa di argon e anidride carbonica, e tracce di altri gas rari, idrogeno e metano. Una composizione di riferimento, utile per determinare le
propriet`
a termodinamica dellaria secca, `e indicata in tabella 5.1.
Dai dati di tabella 5.1 risultano i valori medi di peso molecolare, costante
del gas e calore specifico a pressione costante riportati in tabella 5.2.
Per calcoli di prima approssimazione `e possibile semplificare ulteriormente la composizione di tab. 5.1, considerando esclusivamente la presenza di
N2 e O2 , e mantenendo invariata la frazione, molare e massica, dellossigeno:
si ottiene in tal modo la composizione riportata in tab. 5.3.
5. Miscele di gas
74
componente
Mi [kg/kmol]
x
i
xi
28,01
32,00
39,95
44,01
0,7809
0,2095
0,0093
0,0003
0,7552
0,2315
0,0128
0,0005
N2
O2
Ar
CO2
propriet`a
M
R
cp
cp
n
valore
28,96
287,1
29,03
1,002
1,292
kg/kmol
J/(kg K)
kJ/(kmol K)
kJ/(kg K)
kg/m3
N2
O2
x
i
xi
79%
21%
77%
23%
5.7
Miscelamento adiabatico
Si consideri un processo in cui un certo numero N di condotti, percorsi ciascuno da una portata molare n i (o massica, m
i ) di un gas (monocomponente) di peso molecolare Mi , si riuniscono in un unico condotto, che
sar`
a quindi percorso da una miscela di gas in cui ciascun componente avr`a
frazione molare x
i = n i /n e massica xi = m
i /m,
dove n e m
rappresentano rispettivamente la portata complessiva, molare e massica, della miscela,
come risulta dallapplicazione del principio di conservazione della massa al
sistema in esame:
m
= m
i
(5.29)
i
n = n i
(5.30)
5. Miscele di gas
75
Lapplicazione del I principio della Termodinamica permette di individuare la temperatura T della miscela risultante. Infatti, individuato un
opportuno volume di controllo che comprenda tutti i condotti in esame,
poiche il processo `e stazionario, adiabatico e senza scambio di lavoro lentalpia complessiva uscente dal volume di controllo (che coincide con quella
posseduta dalla miscela) `e pari a quella entrante:
mh(T
) = m
i hi (Ti )
(5.31)
(5.32)
i xi cpi Ti
i xi cpi
(5.34)
i cpi Ti
i x
i cpi
i x
(5.35)
(5.36)
Lentropia dei componenti entranti nel volume di controllo deve essere valutata alla pressione p comune a tutti i condotti presi in esame, mentre lentropia della miscela dipende dalle pressioni parziali dei singoli componenti
ed `e data dallequazione 5.19:
S irr = n x
i [
si (T, pi ) si (Ti , p)]
i
(5.37)
5. Miscele di gas
76
(5.38)
(5.39)
(5.40)
(5.41)
1
1
irr /m
+x
N2 log
) = 43,99 kJ/kg
W
a = Ra T0 (
xO2 log
x
O2
x
N2
(5.42)
5. Miscele di gas
77
1800
1600
irr /n [kJ/km ol]
W
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
0.2
0.4
0.6
x1 = 1 x2
0.8
Figura 5.1. Energia dissipata per irreversibilit`a nella miscelazione di due gas.
5.8
5.8.1
Gas umidi
Umidit`
a assoluta e relativa
Si intende con gas umido una miscela di gas in cui uno dei componenti sia
costituito dal vapor dacqua. Poiche il comportamento di questultimo per
basse pressioni parziali `e assimilabile con buona approssimazione a quello
di gas perfetto (si vedano le figure 2.7 e 4.13), i gas umidi possono in molti
casi pratici essere considerati come miscele di gas perfetti, in cui uno dei
componenti, il vapor dacqua, abbia peso molecolare M = 18 kg/kmol: sono
perci`
o applicabili tutte le correlazioni individuate nelle sezioni precedenti.
Tuttavia, `e spesso utile considerare una miscela umida come costituita da un lato da una componente secca, in cui rientrano tutte le sostanze
gassose diverse dal vapor dacqua, e dallaltro dal contenuto di vapor dacqua. In questo modo si riconosce la peculiarit`a del vapor dacqua, che in
molte circostanze, diversamente dagli altri componenti gassosi, si trova a
temperature inferiori alla propria temperatura critica, e pertanto in condizioni termodinamiche tali da poter subire un processo di condensazione
qualora la relativa pressione parziale raggiunga il valore della pressione di
saturazione corrispondente alla temperatura della miscela, per effetto di un
raffreddamento o di unespansione della miscela.
Inoltre, poiche per un gas umido la massa pu`o variare per effetto di una
condensazione, parziale o totale, del vapor dacqua in esso presente, la sua
composizione `e solitamente caratterizzata in relazione non alla massa totale
5. Miscele di gas
78
di miscela, come avviene per le normali miscele gassose, ma alla massa della
componente secca. Si definisce pertanto lumidit`
a assoluta del gas umido
come il rapporto tra massa di vapor dacqua e massa di gas secco:
X=
mv
mgs
(5.43)
pv
psat (T )
(5.46)
5. Miscele di gas
79
Mv u psat (T )
Mgs p u psat (T )
(5.48)
Ponendo u = 100% nellequazione ottenuta, si ottiene il massimo valore di vapor dacqua che una miscela di gas pu`o contenere prima di giungere a condizioni di saturazione per determinate condizioni di pressione e
temperatura.
5.8.2
Densit`
a e calori specifici
La densit`
a del gas umido pu`
o essere ricavata in funzione dellumidit`a assoluta
come segue:
mgs
m mgs mv
=
=
+
= (1 + X)
V
V
V
V
e quindi, in definitiva:
= (1 + X) gs
(5.49)
dove la densit`
a della componente secca deve essere valutata alla pressione
parziale pgs di questultima. Questa annotazione `e importante perche, se
la componente secca ha un peso molecolare maggiore del vapor dacqua, la
densit`
a della miscela umida deve necessariamente essere inferiore a quella
della componente secca valutata alla pressione totale: in altri termini, lintroduzione di una quantit`
a di vapor dacqua in un gas pi`
u pesante dellacqua
ovviamente comporta un alleggerimento della miscela risultante rispetto al
gas secco. Unapplicazione erronea delleq. 5.49, in cui si consideri la densit`a
del gas secco valutata alla pressione totale, potrebbe invece indurre a ritenere che la densit`
a del gas umido debba sempre essere maggiore di quella
del gas secco, cosa evidentemente non vera.
La costante R del gas umido e il calore specifico cp , essendo entrambe
grandezze massiche, possono essere calcolate come medie pesate rispetto ai
valori relativi alla componente secca e al vapor dacqua, tenendo presente la
composizione massica 5.44-5.45:
1
X
Rgs +
Rv
(5.50)
1+X
1+X
X
1
cpgs +
cp
(5.51)
cp =
1+X
1+X v
Nel caso del calore specifico massico lumidificazione di una certa quantit`a di
gas secco porta, contrariamente a quanto accade alla densit`a (questultima
`e infatti una grandezza volumetrica), ad un valore superiore per la miscela
umida rispetto alla componente secca quando il peso molecolare dellacqua
`e inferiore rispetto a quello del gas secco, e viceversa.
R=
5. Miscele di gas
5.8.3
80
Aria umida
Particolare importanza e interesse pratico riveste naturalmente il comportamento dellaria umida, poiche nella grande maggioranza delle situazioni
pratiche laria ambiente, che `e impiegata come fluido tecnico in molteplici
applicazioni, ha un contenuto di vapor dacqua significativo e deve pertanto
essere considerata come un gas umido.
Si `e visto nella sezione 5.6 come la componente secca dellaria sia sostanzialmente riconducibile ad un gas perfetto di peso molecolare Ma =
28,96 kg/kmol, con costante Ra = 287,1 J/(kg K) e calore specifico a pressione costante cpa = 1,00 kJ/(kg K). Poiche il peso molecolare `e maggiore
di quello dellacqua, laria umida risulter`a pi`
u leggera (ovvero meno densa)
e caratterizzata da un calore specifico maggiore rispetto allaria secca; la
differenza sar`
a tanto pi`
u marcata quanto maggiore sar`a la quantit`a di vapor
dacqua presente, ovvero quanto maggiore sar`a lumidit`a assoluta.
A titolo di esempio, la tabella 5.4 mostra il valore di umidit`a assoluta,
pressione parziale del vapor dacqua, peso molecolare, densit`a, costante del
gas e calore specifico massico per laria umida a tre diverse temperature, in
condizioni di umidit`
a relativa pari al 60% e pressione p = 1 atm.
T [ C]
X
pv
M
R
cp
[gv /kga ]
[kPa]
[kg/kmol]
[kg/m3 ]
[J/(kg K)]
[kJ/(kg K)]
10
20
30
4,553
0,737
28,88
1,240
287,9
1,010
8,730
1,404
28,81
1,191
288,6
1,014
16,03
2,549
28,68
1,142
289,9
1,022
5. Miscele di gas
81
80
70
X [gv /kga ]
60
50
40
30
20
10
0
10
20
30
40
50
T [o C]
Figura 5.2. Umidit`
a assoluta dellaria a pressione p = 1 atm al variare di
temperatura e umidit`
a relativa.
5. Miscele di gas
82
psat2
50
psat1
pv1
T [o C]
40
30
20
10
0
8.4
50
8.5
8.6
8.7
8.8
8.9
s [kJ/(kg K)]
9.1
psat2
psat1
9.2
pv2 pv1
T [o C]
40
30
20
10
0
8.4
p = cost.
v = cost.
8.5
8.6
8.7
8.8
8.9
s [kJ/(kg K)]
9.1
9.2
Figura 5.3. Riscaldamento isobaro (in alto) e isocoro (in basso) di aria
umida (u1 = 80%) a pressione p1 = 1 atm da 10 C a 30 C: trasformazione
termodinamica relativa al vapor dacqua.
Capitolo 6
Combustibili e combustione
6.1
Generalit`
a
(6.2)
Lo zolfo non viene considerato in questa sede, sebbene sia anchesso un elemento facilmente ossidabile che sviluppa una significativa quantit`a di calore
nel corso della combustione, in quanto il prodotto dellossidazione dello zolfo (SO2 ) conduce alla formazione di acido solforico e conseguentemente al
fenomeno delle piogge acide, cosicche si rende necessario pre-trattare i combustibili impiegati negli impianti in modo da ridurre il contenuto di zolfo
entro livelli ammessi dalle vigenti normative ambientali.
Il comburente pressoche universalmente impiegato `e laria atmosferica,
contenente ossigeno nella misura di circa il 23% in massa: per calcoli di prima approssimazione si considera usualmente laria comburente come un gas
perfetto (secco) costituito dai soli componenti ossigeno ed azoto (tab. 5.3).
Con riferimento allo schema generale di fig. 6.1, si pu`o definire generatore
di calore un sistema in cui si sfrutta lenergia chimica di un combustibile per
produrre un flusso termico da impiegare in un sistema energetico; il flusso
termico potr`
a essere sfruttato come tale o per fornire lenergia in ingresso ad una macchina termica, dove sar`a trasformato in potenza meccanica
o elettrica. In generale, la camera di combustione del generatore di calore
rappresentato in fig. 6.1 `e alimentata con una portata di combustibile m
c
83
6. Combustibili e combustione
84
m
c
Tc
m
a
Ta
m
f
Tf
Q
Figura 6.1. Schema di un generatore di calore.
6.2
Potere calorifico
(6.4)
6. Combustibili e combustione
85
m
c
T0
m
a
m
f
T0
T0
Q = m
c Hs
Figura 6.2.
calorifico.
Q
m
c
(6.5)
Tale potere calorifico `e indicato come superiore in quanto il raffreddamento dei prodotti della combustione fino a temperatura ambiente rende
disponibile anche il calore latente di condensazione dellacqua in essi presente, vuoi perche generata dalla combustione dellidrogeno elementare, vuoi
perche gi`
a presente nel combustibile. Poiche normalmente non risulta possibile procedere con il raffreddamento dei gas combusti fino ad ottenere la
condensazione del vapor dacqua, si `e soliti fare riferimento al potere calorifico inferiore Hi di un combustibile, che differisce dal potere calorifico
superiore proprio per il flusso termico associato alla condensazione dellacqua
presente nei gas combusti:
Hi = Hs
m
H2 O,f
m
c
(6.6)
La quantit`
a di acqua sviluppata nel corso della combustione `e pari a:
m
H2 O,f = (9xH +
X
)m
c
1+X
(6.7)
32 kg
36 kg
6. Combustibili e combustione
86
X
)r
1+X
(6.9)
Per quanto riguarda il carbonio e lidrogeno elementare, il potere calorifico (inferiore) vale rispettivamente 32,8 MJ/kg e 120,0 MJ/kg: sebbene per
un combustibile qualsiasi il potere calorifico non si ottenga semplicemente
come media pesata di questi due valori rispetto alle frazioni di carbonio e
idrogeno elementare in esso contenuto, in quanto giocano un ruolo fondamentale anche la tipologia di molecole costituenti il combustibile e leventuale
ossidazione parziale di parte del carbonio o dellidrogeno (si pensi al monossido di carbonio CO, o alletanolo C2 H5 OH), tuttavia alla luce di questi dati
si comprende come il potere calorifico di un combustibile risulti crescente
al crescere della frazione in massa di idrogeno, come attestato dalle tabelle
riportate al paragrafo 6.9.
6.3
6.3.1
32 kg
44 kg
4 H + O2 2 H2 O
4 kg
32 kg
36 kg
(6.11)
6. Combustibili e combustione
87
(6.12)
m
a,st =
8
( xC + 8xH xO ) m
c
3
xO2 ,a
(6.13)
1
8
( xC + 8xH xO )
xO2 ,a 3
(6.15)
32 kg
36 kg
8
= 34,78
0,23
64 kg
44 kg
36 kg
4
64/16
=
= 17,39
0,23
0,23
Allo stesso risultato si giunge passando attraverso la composizione elementare del metano (xC = 75%; xH = 25%) e leq. 6.15:
st =
6. Combustibili e combustione
88
96 kg
88 kg
54 kg
6.3.2
Eccesso daria
Nella realt`
a occorre sempre fornire un congruo eccesso daria comburente,
per assicurare che tutto il combustibile sia effettivamente bruciato ed evitare
sacche di incombusti, che, oltre ad essere sostanze inquinanti, rappresentano una perdita energetica (si perde infatti il flusso termico che avrebbero
reso disponibile in caso di ossidazione). Inoltre, in alcune circostanze si deve assicurare unelevata quantit`a di aria in eccesso al fine di controllare la
temperatura raggiunta dai gas combusti (si veda il paragrafo 6.6).
Si definisce quindi leccesso daria come il rapporto tra la quantit`a di
aria in eccesso e la quantit`
a di aria stechiometrica:
e=
m
am
a,st
m
a,st
(6.16)
m
a
m
c
(6.17)
Combinando le due equazioni precedenti con la definizione di rapporto stechiometrico si ottiene la seguente relazione tra rapporto effettivo aria/combustibile,
eccesso daria e rapporto stechiometrico:
= (1 + e) st
(6.18)
6. Combustibili e combustione
6.4
89
La portata complessiva di gas combusti, risultante dal principio di conservazione della massa applicato alla camera di combustione (eq. 6.4 se si trascurano le ceneri sviluppate nella combustione), pu`o anchessa essere espressa
in funzione della portata di combustibile:
m
f = ( + 1) m
c
(6.20)
2 NOx risulta
di norma completamente spostato a sinistra, alle elevate temperature
determinate dal processo di combustione lequilibrio della reazione si
sposta, anche se leggermente, verso destra, determinando la presenza
nei gas combusti di tracce di ossidi di azoto, i quali sono dannosi per
lambiente principalmente per il contributo fornito al fenomeno delle
piogge acide;
6. Combustibili e combustione
90
(6.21)
m
O2 ,f = xO2 ,a (m
am
a,st ) = xO2 ,a e m
a,st
(6.22)
m
CO2 ,f = 11/3 xC m
c
(6.23)
m
H2 O,f = [9xH + X/(1 + X)] m
c
(6.24)
1
(xN2 ,a + xN )
+1
(6.25)
xO2 ,f =
1
(est xO2 ,a )
+1
(6.26)
xCO2 ,f =
1
(11/3 xC )
+1
(6.27)
xH2 O,f =
1
[9xH + X/(1 + X)]
+1
(6.28)
6. Combustibili e combustione
91
(6.29)
La composizione molto simile rende anche il calore specifico dei gas combusti
prossimo, ma superiore, a quello dellaria comburente (cpa = 1,00 kJ/(kg K));
si ha normalmente cpf > cpa per due motivi:
lelevata temperatura dei gas combusti rispetto a quella dellaria comburente;
la significativa presenza di vapor dacqua.
Lapprossimazione 6.29 permette di ricavare una relazione diretta tra
leccesso daria e la frazione molare di ossigeno nei gas combusti, spesso indicata come tenore di ossigeno nei fumi, che `e facilmente misurabile allo
scarico. Lutilit`
a di tale relazione risiede nella possibilit`a di determinare
direttamente il valore delleccesso daria effettivamente impiegato, e dunque
di controllare che il processo di combustione avvenga correttamente, effettuando la sola misura del tenore di ossigeno (e non di tutta la composizione
dei gas combusti) senza la necessit`a di conoscere la composizione esatta del
combustibile utilizzato. Per ricavare tale relazione, `e sufficiente risolvere
leq. 6.26 rispetto alleccesso daria:
(xO2 ,a xO2 ,f ) st e = xO2 ,f (st + 1)
(6.30)
MO 2
Mf
x
O2 ,f
MO2
Ma
(6.32)
x
O2 ,f
x
O2 ,a x
O2 ,f
(1 +
1
)
st
(6.33)
6. Combustibili e combustione
92
H2
CH4
CO
N2
70%
15%
10%
5%
Hi
120,0 MJ/kg
50,0 MJ/kg
10,1 MJ/kg
-
La densit`
a normale e la portata massica del combustibile valgono dunque:
nc =
M
8,0
kg/m3n = 0,357 kg/m3n
=
vn 22,4141
m
c = nc V nc = 107,1 kg/h
32 kg
36 kg
CH4 + 2 O2 CO2 + 2 H2 O
16 kg
64 kg
44 kg
36 kg
6. Combustibili e combustione
93
2 CO + O2 2 CO2
56 kg
32 kg
88 kg
La quantit`
a di ossigeno stechiometrico vale pertanto:
m
O2 ,st
m
c
2,8
= 12,17
0,23
1
+ xN2 ,c
+1
+1
e st
xO2 ,f = xO2 ,a
+1
11/4 xCH4 ,c + 11/7 xCO,c
xCO2 ,f =
+1
9 xH2 ,c + 9/4 xCH4 ,c +
xCO2 ,f =
+1
xN2 ,f = xN2 ,a
= 73,33%
= 4,32%
= 8,48%
= 13,87%
Il calcolo del rapporto stechiometrico e della composizione dei gas combusti avrebbe potuto sfruttare, in alternativa, le eq. 6.15 e 6.25-6.28, una volta determinata la composizione elementare del combustibile. Questultima
risulta:
xH =
xC =
(2
xH2 ,c + 4
xCH4 ,c ) 1
8,0
(
xCH4 ,c + x
CO,c ) 12
= 25,0%
= 37,5%
8,0
(
xCO,c ) 16
xO =
= 20,0%
8,0
(2
xN2 ,c ) 14
xN =
= 17,5%
8,0
6. Combustibili e combustione
6.5
94
Tonalit`
a termica
6.6
Se si considera un processo di combustione adiabatico, nel quale cio`e tutto il calore sviluppato dalla combustione sia assorbito dai prodotti della
combustione, lapplicazione del bilancio energetico alla camera di combustione permette di calcolare la temperatura a cui si portano i gas combusti,
che viene definita temperatura adiabatica di fiamma o temperatura teorica
di combustione. Laggettivo teorica si riferisce al fatto che non si considerano in questa definizione le reazioni di dissociazione (ad esempio della
CO2 , dellacqua, dellossigeno e dellazoto) che, ad alta temperatura, possono assorbire parte del calore sviluppato e, conseguentemente, abbassare la
temperatura effettivamente raggiunta dai prodotti della combustione.
Lapplicazione del I Principio della Termodinamica alla camera di combustione porta alla seguente equazione (trascurando lentalpia sensibile del
combustibile rispetto al potere calorifico):
T
m
f [cpf ]Tad (Tad T0 ) = m
a [cpa ]TTa0 (Ta T0 ) + m
c Hi
0
(6.35)
dove i termini [cp ]TT21 rappresentano i valori medi del calore specifico tra le
temperature T1 e T2 .
6. Combustibili e combustione
95
Se laria comburente non `e preriscaldata, ma si trova in condizioni ambiente, lespressione si semplifica come segue:
Tad = T0 +
1
T
[cpf ]Tad
0
Hi
+1
(6.37)
In realt`
a, se si considerano aria comburente e combustibile alla temperatura di riferimento T0 = 25 C, la temperatura adiabatica di fiamma risulta
influenzata in maniera significativa soltanto dalleccesso daria, e non dal
tipo di combustibile impiegato, come si pu`o osservare dalla fig. 6.3.
Infatti, sulla base della definizione della tonalit`a termica, a parit`a di eccesso daria laumento di temperatura dei gas combusti conseguente a un
processo di combustione adiabatico non pu`o che essere correlato alla tonalit`
a termica stessa, piuttosto che al solo potere calorifico del combustibile.
Avendo gi`
a osservato nel paragrafo precedente come la tonalit`a termica sia
poco variabile rispetto alla tipologia di combustibile, risultano giustificati
gli andamenti mostrati in fig. 6.3.
6.7
(6.38)
ai quali sarebbe associato un flusso termico costituito dal calore latente in essi
contenuti.
6. Combustibili e combustione
96
2600
H2
CH4
C2 H6
C3 H8
C4 H10
C2 H5 OH
2400
2200
Tad [K]
2000
1800
1600
1400
1200
1000
0.5
1
e
1.5
6. Combustibili e combustione
97
m
c
T0
m
a
T0
m
f
Tf
Q u
Q u
m
c Hi
(6.39)
6. Combustibili e combustione
98
[cpf ]Tf Tf T0
0
=1
Tad T T
0
ad
[cp ]
f
(6.42)
T0
Trascurando inoltre la differenza tra i calori specifici dei gas combusti nei
due diversi intervalli di temperatura considerati, si ottiene infine:
6.8
Tad Tf
Tad T0
(6.43)
Emissioni di CO2
(6.45)
e pu`
o essere espressa in kg/kWh, ovvero in kg di combustibile da impiegare
per produrre 1 kWh di potenza elettrica.
La portata di CO2 contenuta nei gas combusti dipende dalla frazione
di carbonio contenuto nel combustibile, secondo leq. 6.23; le emissioni di
CO2 conseguenti alla produzione dellunit`a di potenza elettrica risultano
pertanto:
xC
m
CO2 ,f 11
CO2 =
= 3
(6.46)
Pel
g Hi
Lequazione ottenuta mostra come le emissioni specifiche di CO2 , anchesse esprimibili in [kg/kWh], dipendano dalla composizione del combustibile impiegato (ovviamente, le emissioni crescono al crescere della frazione
di carbonio), e in particolare dalla quantit`a di carbonio riferita al potere calorifico del combustibile (xC /Hi ), e dal rendimento globale della centrale
termoelettrica.
In particolare, nelleq. 6.46 si possono distinguere due grandezze fondamentali: da un lato il rendimento della centrale g , e dallaltro la quantit`a:
CO2 ,c =
11
3 xC
Hi
(6.47)
6. Combustibili e combustione
99
m
c
T0
m
a
T0
m
f
Tf
Pel
Figura 6.5. Schema di riferimento per il calcolo delle emissioni di CO2 in una
centrale termoelettrica.
CO2 ,c
g
(6.48)
6. Combustibili e combustione
100
1400
C a rbo ne
1200
O lio com b.
C O2 [g/kWh el ]
G as nat.
1000
800
600
400
200
0.2
0.25
0.3
0.35
0.4
g
0.45
0.5
0.55
0.6
6.9
Propriet`
a dei combustibili
Le tabelle 6.1, 6.2 e 6.3 illustrano le principali propriet`a di alcuni combustibili (rispettivamente solidi, liquidi e gassosi) di uso comune; i dati sono
ripresi da [3], tranne nei casi espressamente segnalati.
I combustibili di gran lunga pi`
u diffusi sono quelli di origine fossile:
carbone (antraciti, litantraci, coke) tra i combustibili solidi, derivati del
petrolio (benzina, kerosene, gasolio, olio combustibile) tra quelli liquidi, gas
naturale tra quelli gassosi.
Le tabelle confermano quanto gi`a accennato nei riguardi dellamplissima variabilit`
a del potere calorifico e del rapporto stechiometrico, mentre la
tonalit`
a termica si mantiene in un range di variazione molto pi`
u ristretto
(indicativamente 2,7-3,2 MJ/kg).
Si rimanda ai corsi di Chimica Applicata per una discussione pi`
u approfondita delle caratteristiche chimico-fisiche, nonche delle tecnologie di
estrazione, raffinazione e produzione, di ciascun combustibile.
Antraciti
Litantraci a lunga fiamma
Coke da litantrace
Carbone Douglas Premium [4]
Ligniti picee
Ligniti xiloidi
Torba
Legna
Potere calorifico
[MJ/kg]
Ton. term.
[MJ/kg]
O+N
H2 O
ceneri
Hs
Hi
st
Hi /(st + 1)
84,5%
76,0%
85,0%
66,5%
55,0%
40,0%
34,0%
37,0%
2,0%
5,0%
1,0%
3,8%
4,5%
4,0%
5,5%
4,5%
3,5%
8,0%
3,0%
7,1%
16,0%
15,0%
24,5%
32,0%
1,0%
1,0%
1,0%
0,5%
2,0%
1,0%
1,0%
0,5%
3,0%
3,0%
2,5%
8,0%
10,0%
25,0%
25,0%
25,0%
6,0%
7,0%
7,5%
14,2%
12,5%
15,0%
10,0%
1,0%
31,5
31,1
30,5
26,2
22,2
15,9
14,2
13,8
31,0
29,9
30,2
25,2
20,9
14,4
12,3
10,7
10,4
10,2
10,1
8,79
7,42
5,48
4,85
4,60
2,72
2,67
2,72
2,57
2,48
2,22
2,10
1,91
6. Combustibili e combustione
Composizione elementare
[kg/kgc ]
101
Benzina
Kerosene
Gasolio
Olio combustibile BTZ
Olio vegetale
Alcol metilico
Alcol etilico
Densit`a a 15 C
[kg/m3 ]
Potere calorifico
[MJ/kg]
Ton. term.
[MJ/kg]
O+N
Hs
Hi
st
Hi /(st + 1)
85,5%
86,3%
86,3%
87,0%
77,2%
37,5%
52,1%
14,4%
13,6%
12,7%
11,0%
12,0%
12,6%
13,1%
0,3%
1,0%
10,7%
49,9%
34,8%
0,1%
0,1%
0,7%
1,0%
0,1%
-
740
790
880
950
910
790
790
47,2
46,5
45,7
43,5
41,2
22,6
29,7
44,0
43,5
42,9
41,1
38,5
19,9
26,8
14,8
14,6
14,3
13,8
12,7
6,51
9,01
2,78
2,79
2,80
2,78
2,81
2,65
2,68
6. Combustibili e combustione
Composizione elementare
[kg/kgc ]
102
H2
Gas naturale
Gas illuminante
Gas dacqua
H2
CO
CH4
C 2 H6
C 3 H8
47,0%
50,0%
100%
-
CO
7,0%
38,0%
100%
-
CO2
0,6%
2,0%
4,0%
-
N2
0,8%
5,0%
4,0%
-
CH4
89,0%
35,0%
100%
-
H2 O
2,0%
-
Dens.
[kg/m3n ]
O2
1,0%
-
altri
9,6%
3,0%
2,0%
100%
100%
Pot. cal.
[MJ/kg]
Ton. term.
[MJ/kg]
Hs
Hi
st
Hi /(st + 1)
0,81
0,55
0,70
0,09
1,25
0,72
2,02
2,70
53,6
40,5
17,4
142
10,1
55,5
50,4
49,6
46,6
35,1
15,8
120
10,1
50,0
46,3
45,8
13,5
12,2
4,60
34,2
2,46
17,2
15,5
15,4
3,21
2,66
2,82
3,41
2,92
2,75
2,81
2,79
6. Combustibili e combustione
Composizione volumetrica
[mol/molc ], [m3 /m3c ]
103
Nomenclatura
a
c
c
c
f
F
g
G
h
h
H
Hi
Hs
k
K
m
m
M
p
q
Q
Q
R
s
s
S
t
tt
T
u
u
u
velocit`
a del suono
velocit`
a
calore specifico massico
calore specifico molare
energia libera di Helmholtz specifica
energia libera di Helmholtz
energia libera di Gibbs specifica
energia libera di Gibbs
entalpia specifica massica
entalpia specifica molare
entalpia
potere calorifico inferiore
potere calorifico superiore
esponente dellisoentropica
modulo di comprimibilit`a
massa
portata massica
massa molare
pressione
flusso termico per unit`a di superficie
calore
flusso termico
costante specifica gas perfetto
entropia specifica massica
entropia specifica molare
flusso di entropia
tempo
tonalit`
a termica
temperatura
umidit`
a relativa
energia interna specifica massica
energia interna specifica molare
energia interna
104
m/s
m/s
J kg1 K1
J kmol1 K1
J/kg
J
J/kg
J
J/kg
J kmol1 K1
J
J/kg
J/kg
Pa
kg
kg/s
kg/kmol
Pa
W/m2
J
W
J kg1 K1
J kg1 K1
J kmol1 K1
W/K
s
J/kg
K
J/kg
J kmol1 K1
J
Nomenclatura
v
V
V
x
x
x
X
y
volume massico
volume
portata volumetrica
coordinata spaziale
frazione massica, titolo del vapore
frazione molare
umidit`
a assoluta
coordinata spaziale
potenza meccanica
Lettere
greche
rapporto aria/combustibile
coefficiente di dilatazione termica
esponente dellisoentropica
emissioni
rendimento
conduttivit`
a termica
viscosit`
a dinamica
viscosit`
a cinematica
densit`
a
sforzo tangenziale
superficie
Pedici,
a
ad
c
f
id
is
irr
l
n
p
s
sat
st
T
v
v
abbreviazioni
aria; aspirazione
adiabatico
combustibile
fumi (gas combusti)
ideale
isoentropico
irreversibile
liquido
riferito a condizioni normali
a pressione costante
sonico; saturo; superiore
condizioni di saturazione
condizioni stechiometriche
isotermo
a volume costante
vapore
105
m3 /kg
m3
m3 /s
m
m
W
K1
g/kWh
W m1 K1
Pa s
m2 /s
kg/m3
Pa
m2
Nomenclatura
Costanti
kB
costante di Boltzmann
NA
numero di Avogadro
pn
pressione normale
R
costante universale gas perfetto
Tn
temperatura normale
vn
volume specifico molare normale
106
Bibliografia
[1] A. Bejan, Advanced engineering thermodynamics, John Wiley And Sons
Ltd, New York, 3a edizione, 2006, ISBN-13: 9780471677635.
[2] C. Bonacina, A. Cavallini, L. Mattarolo, Trasmissione del calore,
CLEUP, Padova, 1989, ISBN-13: 9788871789200.
[3] A. Cavallini, L. Mattarolo, Termodinamica applicata, CLEUP, Padova,
1988, ISBN-13: 9788871789255.
[4] M. Gazzani, E. Macchi, G. Manzolini, CO2 capture in integrated gasification combined cycle with SEWGS - Part A: Thermodynamic performances, Fuel, Available online 4 August 2012, ISSN 0016-2361,
10.1016/j.fuel.2012.07.048.
[5] NIST Standard Reference Database 69: NIST Chemistry WebBook.
http://webbook.nist.gov/chemistry/
107