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sommario a pagina 3
Anno XV - N. 5 Settembre/Ottobre 2006 - 5 euro
Reg. Trib. Cremona n. 355 12.4.2000
Sped. A.P. D.L. 353/2003
(con. in L. 27/02/2004 n46) art. 1 c.1 DCB-CR
L'Unione
alla prova
di governo
Brasile:
lotta
alla povert
di Gianluigi Pegolo
segue a pag. 2
segue a pag. 7
Editoriale
C A R AT T E R E
CONTRADDITTORIO
DELLA MANOVRA FINANZIARIA
litiche per lo sviluppo si concentrano su tre assi: la riduzione del cuneo fiscale, gli incentivi per il
Mezzogiorno, il sostegno ad alcuni
investimenti (credito dimposta,
ecc.). A nessuno pu sfuggire che
lelemento guida dellintervento sia
la riduzione del costo del lavoro. Ci
vale sia nel caso delle politiche settoriali, sia nel caso di quelle territoriali. Vi sono moltissimi dubbi sul
fatto che tale operazione possa dare
risultati tangibili in termini di sviluppo. La prima ragione sta nel fatto
che - come ormai si da molte parti
sostenuto - le difficolt del sistema
produttivo italiano discendono
dalla scarsa innovativit (specie nel
prodotto), da un assetto basato sulla
piccola impresa, dalla scarsa competitivit sul piano dellexport.
Limiti che ben difficilmente possono essere superati riducendo il
costo del lavoro. Vale semmai il contrario, nel senso che un intervento
a ci mirato rischia di favorire un atteggiamento conservatore delle imprese spingendole a indugiare in
una strategia competitiva tradizionale. Se poi spostiamo la nostra attenzione sul Mezzogiorno, anche
qui si ripropone una ricetta che appare assai poco credibile. Infatti, un
intervento di defiscalizzazione al
sud presupporrebbe che il fattore
chiave per la promozione dello sviluppo di quellarea fosse il sostegno
alla capitalizzazione dellimpresa e
labbattimento del costo del lavoro.
Nel sud, tuttavia, come dimostrano
gli episodi di vera e propria truffa
che si sono consumati nellutilizzo
dei fondi strutturali europei, i limiti
del sistema produttivo locale riguardano anche linsufficienza manageriale, oltre che lassenza di favorevoli condizioni infrastrutturali.
Gli attori locali, per condizioni soggettive e oggettive, non sono in
grado, nella maggior parte dei casi,
di sostenere unattivit imprenditoriale. Per converso, le imprese che
intendono delocalizzare le proprie
attivit non trovano particolari vantaggi nel riposizionarsi in unarea
che, oltre ad avere i deficit infrastrutturali prima richiamati, non si
presenta - anche in presenza di incentivi particolarmente favorevole in termini di costo del lavoro,
se paragonata ad altre in Europa e
nel mondo. La manovra si annuncia, quindi, poco efficace in tema di
sviluppo.
Infine, su un terzo aspetto si possono esprimere riserve. Si tratta degli effetti della manovra sul piano
dello stato sociale. Gi si scritto dei
tagli alla sanit o della sofferenza in
cui vengono a trovarsi gli enti locali,
ma non si tratta solo di questo. Basti
pensare alla scuola, alluniversit,
alla ricerca. Vi sono poi altri provvedimenti che fanno parte della manovra (attraverso allegati) o che ne
sono stati solo provvisoriamente
esclusi per ragioni politiche ma che
verranno riproposti in seguito. Ci
vale per il disegno di legge
Lanzillotta, che sopprime laffidamento in house dei servizi pubblici
locali, che verranno liberalizzati e
quindi (almeno in parte) privatizzati. E ci vale anche per il sistema
previdenziale, sul quale grava la
spada di Damocle di un ulteriore allungamento dellet pensionabile.
Alla fin fine, dalla legge finanziaria
arriva un primo segnale, inequivocabile, di ridimensionamento dello
stato sociale. Si tratta di interventi
che vengono spacciati per razionalizzatori, ma che in realt rispondono esclusivamente allesigenza di comprimere la spesa. A
tale proposito, giova ricordare che
la spesa sanitaria italiana nella media dei maggiori paesi europei.
Ancora, che gli enti locali - e nella
fattispecie i comuni - hanno avuto
nel corso degli ultimi anni comportamenti finanziariamente virtuosi, rispettando nella sostanza le
norme (draconiane) delle varie finanziarie; che non vi sono riscontri
empirici tali da giustificare un provvedimento di generalizzazione
delle liberalizzazioni nel campo dei
s e rvizi; che, infine, sulla previdenza, lincidenza della spesa per
lassistenza stata trascurata, in difformit dalle indicazioni espresse
nella mozione di approvazione del
Editoriale
SOMMARIO
Finanziaria: la scelta del rigore
non giova allo sviluppo
10
R. Realfonzo
13
P. Cicalese
18
F. R. Pizzuti
21
A. M. Palermo
24
Politica
27
M. Sinopoli
Internazionale
32
Repubblica Ceca (F. Giannini) - Afghanistan
(Intervista a M. Bulgarelli a cura di F. Maringi)
- Iraq (S. Pisa) - Cuba (G. Carotenuto) - Incontro
Internazionale di Lisbona (M. Graziosi) USA/Russia (M. Gemma)
La Stanza dellArte
48
R. Gramiccia
56
B. Steri
61
S. Cararo
66
S. Di Stefano
Sinistra Europea/Dibattito
69
Cultura
86
Recensioni
93
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4
D I U N A S V O LTA
Editoriale
tico, inoltre, la propensione moderata delle maggiori forze dellUnione. In tal senso non c da illudersi
sul segno che avrebbe un allargamento dellattuale maggioranza, n
si pu escludere che nellUnione
forze significative comincino ad accarezzare lidea di passare ad un governo di larghe intese per superare linstabilit del quadro politico. Rifondazione Comunista non
ha di fronte a s molte possibilit
per fronteggiare simili rischi. Le
scelte si riducono a due: consolidare uno schieramento di sinistra
alternativa, con il PdCI, i Verdi, la
sinistra DS, i movimenti, in grado di
mantenere aperta una dialettica
nella maggioranza, di impedire derive moderate e di alimentare una
mobilitazione sociale che coinvolga
altri soggetti, oltre alle confederazioni sindacali. Fino ad ora nessuna
di queste strade stata percorsa e la
ragione molto semplice: pesa su
Rifondazione il vincolo che il
gruppo dirigente si imposto - e
cio difendere lesperienza di governo in tutti i modi, evitando qualsiasi azione che possa incrinare i
rapporti con le altre forze della coalizione. Purtroppo difficile fare
una frittata senza rompere qualche
uovo e il rischio che ci si avvii verso
un piano inclinato alla fine del
quale potrebbe esserci lespulsione
dalla maggioranza o la perdita di
consenso sociale. Gli effetti negativi
di un eccessivo appiattimento sul
governo sono gi riscontrabili.
Senza sottovalutare le oggettive difficolt che incontra la partecipazione al governo, tuttavia non si possono passare sotto silenzio alcune vicende. Nel dibattito sulla finanziaria stato costruito un rapporto privilegiato con le confederazioni sindacali che ha permesso di avvalersi
di una pressione esterna per vincere
le resistenze presenti nel governo.
E tuttavia quest approccio ha assunto il carattere di unautolimitazione programmatica, avendo dichiarato fin dallinizio che il metro
di misura per giudicare la manovra
sarebbe stato il consenso accordato
dalle principali organizzazioni sin-
Editoriale
versi, si pu sostenere che, nonostante le diffuse perplessit presenti anche nella maggioranza di
Rifondazione Comunista sugli
scarsi riscontri che fino ad ora ha ottenuto la proposta, stia prevalendo
uninerzia che spinge a proseguire
su questa via. Probabilmente vi la
consapevolezza che se si riconoscesse il fallimento del processo costituente vi sarebbero enormi contraccolpi sullo stesso gruppo dirigente. Daltronde, almeno da
sette anni (allindomani della scissione di Cossutta) che si parla di dar
vita a un nuovo soggetto politico ed
difficile prolungare questa estenuante attesa. Nondimeno, il progetto resta pericoloso e va accantonato. Innanzitutto, esso sostenuto
sulla base di argomentazioni ambigue ed elusive dei veri problemi. Si
sostiene che occorre costruire un
soggetto pi ampio di Rifondazione
Comunista e che ci possibile in
virt della crescita dei movimenti.
Ma evidente che in questa fase
siamo in presenza di una riduzione
della conflittualit sociale e di un ripiegamento, anzich di unestensione dei movimenti. N si coglie
una particolare domanda, a livello
sociale, di un nuovo soggetto politico, prova ne sia che le adesioni alla
Sinistra Europea fino ad ora hanno
coinvolto prevalentemente ceti politici, molto spesso gi gravitanti, a
diverso titolo, intorno a
Rifondazione Comunista. Talvolta
si sostiene che tale sbocco necessario, dato che si deve reggere la
competizione con la parte moderata del centro sinistra, ma a tale
proposito non pu sfuggire levidente paradosso di una proposta
che esclude a priori alcune forze
che con tutti i limiti hanno condiviso le principali battaglie condotte dalla sinistra di alternativa. Ci
si giustifica, poi, sostenendo che
non si vuole un rapporto fra stati
maggiori dei partiti ma che si vuole
promuovere un processo che coinvolga realt di movimento, come se
le due cose fossero fra di loro in contraddizione. La verit che a fondamento del progetto della Sinistra
Brasile
IL FUTURO
VERSO
IL POPOLO BRASILIANO
PER RAGGIUNGERE
IL CAMBIAMENTO
quelle misure volte a costruire uneconomia con una base solidale, favorendo la cooperazione, le iniziative autonome di sviluppo locale,
lautogoverno, il micro-credito e incoraggiando una crescente partecipazione dei lavoratori nelleconomia. Lamministrazione Lula, riconoscendo nei giovani soggetti con
dei diritti, assicurer la continuit di
politiche che possano garantire
loro laccesso a un sistema educativo di qualit a tutti i livelli, alla cultura, agli sports, al tempo libero e a
lavori decenti. Saranno rafforzati
quelle politiche e quei meccanismi
in grado di favorire luguaglianza
per le donne, combattendo la violenza e stimolando la loro partecipazione alla vita pubblica ().
Brasile
mercato di massa dei beni di consumo, legando tra loro indissolubilmente crescita e redditi. Questa
prospettiva richiede una direzione
assolutamente prioritaria da parte
del governo, in grado di determinare una crescita sostanziale degli
investimenti, principalmente pubblici e nazionali, ma anche privati e
stranieri.
Questo implica un potenziamento
delle iniziative statali, delle aziende
controllate dallo stato e del sistema
finanziario pubblico, a partire dalla
Comunisti in Brasile
Sorto nel febbraio 1962, sullonda del contrasto cino-sovietico, da una scissione interna al Partito Comunista
Brasiliano (PCB, fondato nel 1922), il Partido Comunista do Brasil ha elaborato da allora un proprio percorso
politico e teorico segnato da grande originalit e autonomia, pur se allinterno di unimpostazione marxista e
leninista, un p come nel caso del Partito Comunista Indiano (Marxista). Protagonista dal 1964 della guerriglia
in Amazzonia contro le diverse giunte militari, il PCdoB rientrato nella legalit a partire 1985, sostenendo,
pur senza successo, la candidatura di Lula alla presidenza del Brasile (1989) contro il liberista Collor de Mello.
Dopo un decennio di politiche neoliberali senza freni (dollarizzazione delleconomia e successiva crisi del real,
privatizzazioni su vasta scala, drastici tagli al gi debole stato sociale, totale dipendenza dal capitale straniero),
perseguite anche dal successore di Collor, Cardoso, alle presidenziali del 2002 si imposto Lula, sostenuto da
unampia coalizione comprendente anche il PCdoB. Con lXI Congresso (Brasilia, 20 23 ottobre 2005) ma,
soprattutto, con la Conferenza Nazionale del giugno 2006, il partito ha confermato il proprio sostegno a Lula,
pur non senza elementi di forte criticit, soprattutto sul piano della politica economica e sociale.
Nella scorsa legislatura il PCdoB poteva contare su 12 deputati (sui 513 complessivi), tra i quali il presidente
del parlamento federale Rabelo. Nel 2005, secondo i dati diffusi in occasione dellXI Congresso, il PCdoB poteva fare affidamento su 69.658 iscritti (la maggioranza dei quali militanti), contro i 33.948 del 2001; sul piano
sindacale, poi, i comunisti animano la Corrente Sindical Classista (CSC), che agisce dentro la Central Unica dos
Trabalhadores (CUT), il sindacato di Lula. La CSC dirige la CUT in stati di grande rilevanza quali Bahia, Minas
Gerais e Rio de Janeiro.
Alle elezioni del 1 ottobre 2006, il PCdoB ha eletto, per la prima volta dal 1945, un senatore (rinnovo 1/3)
nello stato di Cear, ottenendo 6.364.019 voti, pari al 7,53%. Alla Camera Federale sono stati eletti 13 deputati in dodici stati, dal momento che il partito, pur non avendo superato lo sbarramento previsto del 5%, ha superato il 2% in nove stati, dove ha ottenuto una media del 4,36%. Nelle diverse assemblee legislative dei singoli stati, invece, si registra un arretramento: sono 12 i rappresentanti eletti, contro i 17 del 2002.
Lorganizzazione giovanile del partito, la UJS, molto attiva tra gli studenti e i giovani lavoratori, con un gran
numero di militanti, attivissima in tutte le edizioni dei Forum Sociali Mondiali (Porto Alegre e non solo), ed
esprime anche il vice-presidente del consiglio internazionale del WFDY.
In Brasile attivo anche il Partito Comunista Brasileiro, ricostituitosi sulle ceneri del PCB, dopo che, in occasione
del X Congresso (1992), la maggioranza dei delegati aveva deliberato la costituzione del Partido Popular
Socialista, oggi allopposizione rispetto a Lula (insieme ai Verdi). Il PC Brasileiro, privo di una reale base di
massa, ha costituito insieme ad altri soggetti il Fronte di Sinistra e sostenuto la candidatura di Heloisa Helena.
Ma. Gra.
Brasile
UN
PA E S E S O V R A N O
NELLO SCACCHIERE
INTERNAZIONALE
Sudamericane e il rafforzamento
delle relazioni sud-sud, con particolare enfasi rispetto ai paesi del
continente africano, pur tentando
contemporaneamente di guadagnare maggiore accessibilit ai maggiori mercati europeo, nordamericano e asiatico e mantenendo con i
paesi sviluppati relazioni positive e
sovrane.
Economia
Finanziaria:
la scelta del rigore
non giova
allo sviluppo
di Riccardo Realfonzo
Universit del Sannio
LA
Economia
11
Economia
Tabella 1
Tabella 2
Tabella 3
12
debito consentirebbe una riduzione dellavanzo primario crescente e molto significativa. Addirittura a fine legislatura le risorse
che si libererebbero con una politica di stabilizzazione superebbero i
cinquanta miliardi di euro. Si tratta
di cifre importanti che chiariscono
ulteriormente quanto sia aggressiva
la linea di abbattimento del debito
prevista dal governo.
insomma del tutto evidente che la
stabilizzazione del debito consentirebbe un piano delle finanze pubbliche molto meno gravoso e libererebbe importanti risorse da destinare alle politiche di rilancio del sistema economico e sociale.
Non si tratta di una utopia o un
piano puramente astratto: si tratta
piuttosto dellunica strada perseguibile per rilanciare il Paese ed evitare di preparare il campo a una riscossa delle destre.
Economia
Capitalisti
per caso
re d d i t i e r i
per convenienza
di Pasquale Cicalese
Professore Ordinario, Dipartimento Economia Pubblica
Universit La Sapienza Roma
DI
TELECOM
E C A P I TA L I S M O
D E C A D E N T E I TA L I A N O :
A L L O R I G I N E D E L L A C R I S I
13
Economia
5 anni, implicano rimborsi alle banche e agli obbligazionisti per 10 miliardi di euro lanno5.
Lesito dellOfferta pubblica di acquisto (Opa) di Colaninno (e scalatori lombardi) si era rivelato ben
differente da quello di Tronchetti:
il mantovano ha pagato cash (denaro sonante) anche gli azionisti di
minoranza, in una scalata borsistica
che, con tutte le partecipazioni societarie del gruppo oggetto di Opa,
paradossalmente aveva da un
punto di vista capitalistico e se paragonato alla non Opa di Tronchetti
una sostenibilit finanziaria mag giore di quella del patron di Pirelli,
visto che ora Rossi ci propina la favola della sostenibilit di Telecom
targata 2006. I guai sono derivati
14
trollo stato fatto in barba alle regole del mercato e ai diritti dei piccoli azionisti, in linea con le fregnacce che ci propinano in questi
giorni i cantori si pensi allo stesso
Rossi - dello Stato visto nellunica veste di regolatore del mercato,
giammai come attore principale,
come avviene invece nei principali
paesi a capitalismo avanzato, delle
politiche industriali. La furia devastatrice del duo Tronchetti - Benetton si abbattuta sul gruppo, con
vendite di controllate estere e di
partecipazioni per un ammontare
di circa 16 miliardi di euro, in aggiunta ad una feroce opera di esternalizzazione di fasi produttive che
ha causato la fuoriuscita di decine
di migliaia di dipendenti, strategia
adottata avendo come unica prospettiva la svalorizzazione della
forza-lavoro, lintensificazione dei
ritmi produttivi e la precarizzazione, interna ed esterna, della
forza-lavoro pi giovane. Tutto ci
senza che si assistesse ad una significativa diminuzione del debito, acciocch i profitti erano per lo pi
destinati ai dividendi, utili per finanziare, a loro volta, i debiti - e i dividendi - delle scatole cinesi a
monte.
Il delirio dellassetto di controllo,
volto a non diluire la quota di partecipazione, ha trasformato il gruppo,
a seguito della fusione di Tim con
Telecom (per un ammontare di circa
14 miliardi di euro), in unincontrollabile societ zavorrata di debiti,
i cui oneri finanziari, a valle, ma soprattutto a monte, erano destinati ad
incidere pesantemente sulle prospettive di sviluppo della societ di
telecomunicazioni, nel mentre i debiti dei colossi francesi e tedeschi
smaltite parzialmente le scorie delle
follie borsistiche pre-bolla - venivano
in questi anni contratti per politiche
di investimento finalizzate ad afferrare la rivoluzione tecnologica della
banda larga di ultima generazione,
linfrastruttura strategica di qualsiasi
paese che voglia definirsi a capitalismo avanzato.
E dunque un grosso errore parlare
di f i n a n z i a r i z z a z i o n e come causa
C R I S I AT T U A L E
E I L D I B AT T I T O P O L I T I C O
Economia
15
Economia
16
U N U LT E R I O R E
S V E N D I TA D E L PAT R I M O N I O
PUBBLICO?
Economia
Note
17
Diritti
L i n c e rto futuro
del sistema
p re v i d e n z i a l e
pubblico
IL NODO-PENSIONI E LA FINANZIARIA.
GLI INTERESSI CHE SI NASCONDONO DIETRO I FONDI PRIVATI
18
Diritti
decimazione.
Unaltra posizione presente tra le
forze di governo, la cui razionalit
economica scarsamente comprensibile, quella di chi continua
a pensare che la preoccupante inadeguatezza del nostro sistema pensionistico possa essere risolta puntando sulla previdenza a capitalizzazione, ovvero trasferendo tutto o
buona parte del Trattamento di
Fine Rapporto (Tfr) ai fondi privati,
la cui funzione diventerebbe sostitutiva e non complementare rispetto al sistema pubblico.
Questa scelta, tanto per cominciare,
determinerebbe un sensibile aggravio per il bilancio pubblico che arriverebbe fino allo 0,3% del Pil.
La copertura pensionistica diventerebbe meno sicura e anche il reddito della vecchiaia verrebbe legato agli
altalenanti rendimenti borsistici.
Pensando alle pi complessive esigenze di rinnovamento del nostro
sistema economico importante tener conto che, dal punto di vista finanziario, il trasferimento di tutto
il Tfr ai fondi privati determinerebbe il dirottamento allestero di
una consistente quota del risparmio
nazionale, che in 5-6 anni arriverebbe a circa 100 miliardi di euro.
Gi oggi i Fondi pensione, che pure
gestiscono risorse dieci volte pi
piccole, solo per il 2,3% le investono
in titoli azionari nazionali poich le
nostre piccole imprese hanno difficolt a quotarsi in Borsa. Ben il 77%
di quel risparmio previdenziale
viene investito allestero dove si finanziano i nostri concorrenti.
Se non si abbagliati da pregiudiziali ideologiche contro la previdenza pubblica, proprio a questa
che si deve far ricorso se si vuole risollevare nel modo pi sicuro la
bassa copertura pensionistica che si
prospetta con il sistema attuale; e lo
si pu fare attuando una proposta
gi presente nel Programma dellUnione, una proposta che avrebbe
anche il grande pregio di contribuire a migliorare, e non a peggiorare, il nostro bilancio pubblico, generando e non assorbendo risorse
per il finanziamento delle politiche
19
Diritti
di sviluppo.
Il provvedimento consiste nellintrodurre la facolt per i singoli lavoratori di aumentare la loro contribuzione al pi affidabile sistema
pubblico.
Attualmente, i lavoratori dipendenti, contando sugli accantonamenti per il Tfr e sullapporto delle
imprese, dispongono di risorse da
versare ai fondi privati pari a quasi
il 10% del costo del lavoro. Tuttavia,
essi non possono impiegare queste
disponibilit, nemmeno parzialmente, per aumentare la propria
posizione contributiva e la corrispondente pensione maturata
presso il sistema pubblico.
E una discriminazione assurda, penalizzante per i lavoratori e controproducente per leconomia.
Simulazioni svolte nel Rapporto sullo
stato sociale 2006 (Utet) indicano
che se la libert di scelta desse luogo
ad una contribuzione aggiuntiva del
5% (e ne rimarrebbero altrettanti
da distribuire tra il finanziamento
del Tfr e dei fondi privati), le pensioni salirebbero dal 48 al 64% del-
materia previdenziale ad un disegno di legge sul quale avviare il dibattito nella maggioranza e con le
parti sociali.
Il Governo ha di fronte problemi,
specialmente quelli economici, obiettivamente complessi; la sua azione ha finora manifestato segni
dincertezza che riflettono anche il
non ancora definito assestamento
degli equilibri tra le forze politiche
che lo sostengono. Questa instabilit, da un lato, ostacola lesigenza d
interventi omogenei in tempi rapidi;
dallaltro, lascia ancora aperta alle
forze della sinistra la possibilit dincidere maggiormente sulle scelte.
Un coordinamento delle loro rappresentanze parlamentari e al governo che dovrebbero dotarsi di
una corrispondente struttura tecnica per operare efficacemente anche nella fase della concertazione
interministeriale sarebbe un passo
estremamente utile per ribaltare la
condizione di marginalit relativa
che attualmente limita la capacit
dazione di ciascuna di esse singolarmente prese.
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20
Diritti
Il futuro della
scuola italiana
dopo la Moratti
nale o, infine, dai 15 anni, formarsi nellApprendistato. E evidente che questa impostazione si
basa su un utilizzo quantomeno ambiguo della parola formazione che,
anzich essere usata nella sua accezione pi elevata (maturazione delle
facolt psichiche e intellettuali della
persona), spesso significa forma zione professionale (cio acquisizione
di nozioni operative per limmediato eser cizio di attivit tecnico-pratiche, come
recita la sentenza n. 89 del 1977
della Corte Costituzionale).
Secondo lo spirito costituzionale, la
Scuola il luogo deputato alla for mazione della persona e del cittadino
e ciascuno obbligato a dotarsi degli strumenti culturali che gli consentano di essere parte attiva della societ in cui vive. Nel modello morattiano, evidentemente, gli strumenti
culturali per essere persone mature
e cittadini consapevoli sono gi tutti
acquisiti a poco pi di 13 anni, cosicch a questa et chi vorr potr
continuare ad andare a scuola, gli altri (probabilmente quelli che oggi si
iscrivono agli Istituti Tecnici o ai
Professionali di Stato) saranno costretti a seguire corsi regionali di for-
21
Diritti
22
linterno delle istituzioni scolastiche, anche se, secondo il regolamento attuativo della gi citata legge 9/99,
precisamente lart. 6 del D . M .
323/99, le istituzioni scolastiche pro gettano e realizzano, nel corso del primo
anno di istruzione secondaria superiore,
interventi formativi da svolgersi anche
in convenzione con i centri di formazione
professionale riconosciuti. Dunque, a
14 anni con il precedente ordinamento, e a 13 anni a riforma
Berlinguer attuata, per alcuni
alunni si sarebbero costruiti percorsi
integrati di istruzione e formazione pro fessionale che, se pur pi debolmente rispetto alla Riforma Moratti, lasciano presupporre lidea di
una separazione tra i bravi, che
proseguiranno in un percorso scolastico normale, e gli altri, che dovranno barcamenarsi tra nozioni di
cultura generale e acquisizione di no zioni operative per limmediato esercizio
di attivit tecnico-pratiche. Anche in
questo caso, quindi possiamo rilevare un atteggiamento di rinuncia
ad una scuola di qualit per tutte e
tutti e laccettazione dellidea di
fondo che i ragazzi con maggiori capacit intellettuali (guarda caso
sempre quelli delle classi pi agiate)
debbano percorrere la strada dello
studio, mentre gli altri debbano precocemente essere avviati al lavoro.
Entrambi i modelli dichiaravano il
proponimento di risolvere il problema della dispersione scolastica e
la dualit del nostro sistema formativo (da una parte listruzione, finalizzata alla cultura e alla cittadinanza, dallaltra la formazione professionale o lapprendistato, volti ad
avviare ad un mestiere i ragazzi pi
svantaggiati), consentendo a tutti i
ragazzi di conseguire il successo
formativo. Ma davvero in questo
modo si d risposta a queste due importantissime questioni (sulle quali
gli insegnanti sinceramente democratici hanno investito anni e anni
di lavoro, riflessione, proposte, speranze)? Laffermazione di principio
che, per un ragazzo di 13/14 anni,
un corso di formazione professionale o lattivit lavorativa hanno la
stessa validit formativa rispetto allo
studio, significa davvero consentire parit di opportunit per tutti?
Diritti
tutta la societ italiana, alla fine degli anni 90 stata travolta da quei
processi di depotenziamento delle
funzioni dello Stato a tutto vantaggio di una visione privatistica che
rende persino le istituzioni su cui si
fonda funzionali e subordinate agli
interessi del mercato. Come non ricordare a questo proposito laccordo
per il lavoro del settembre 96, il cosiddetto accordo Treu, che recepiva
le indicazioni emerse nei documenti europei sulle questioni di lavoro, istruzione e formazione. Vi si
legge: Lassenza di unofferta suffi cientemente dimensionata e articolata di
professionalizzazione per un verso, la ri gidit e impermeabilit della scuola dal laltro, hanno determinato una grande
dispersione di risorse umane, una frat tura tra sistema formativo e lavoro che
rischia di avere ricadute negative sul no stro sistema produttivo.
A tal fine, necessario interconnettere gli
interventi formativi e di ricerca attra verso un forte rinnovamento anche isti tuzionale dei sistemi di istruzione e for mazione. () Questo implica una ride finizione organica dellimpianto com plessivo del sistema di istruzione e for mazione, delle funzioni dei vari soggetti
pubblici e privati, statali, regionali,de gli enti locali. () Da tali innovazioni,
che affermano il ruolo centrale delle ri sorse umane nel processo produttivo, ci
si attende un contributo significativo al lelevamento della qualit dellofferta di
lavoro, delle capacit competitive del si stema delle imprese ed un incremento del loccupazione. () Occorre riordinare
lassetto complessivo del sistema scola stico. Rivedere e riqualificare i pro grammi scolastici anche attraverso lin troduzione di metodologie didattiche ido nee ad attivare abilit e a valorizzare pro pensioni in un rapporto costruttivo e di namico con il mondo del lavoro.
E necessario cambiare rotta, anche rispetto alle politiche del precedente
governo di centro-sinistra e la proposta di legge di iniziativa popolare
Per una Buona Scuola per la Repub blica, presentata a settembre alla
Camera dei Deputati, forte delle
sue oltre 100 mila firme, unottima piattaforma per la costruzione
non solo di unaltra idea di scuola,
ma di un altro mondo possibile.
23
Meridione
Calabria:
quando illegalit
fa rima
con pre c a r i e t
di Mario Sinopoli
Segretario Generale FIOM Calabria
ennesima bufera giudiziaria abbattutasi in queste settimane sulla classe politica calabrese con lavviso di
garanzia inviato al Vice-Presidente
della Giunta Regionale, a cui si contestano reati gravissimi quali lassociazione a delinquere e la truffa, interviene su uno scenario politico regionale gi drammaticamente provato da vicende sconvolgenti.
Questo episodio, al momento, lultimo di una catena di scandali che ha
coinvolto trasversalmente i vertici
politici e istituzionali di centro-destra e di centro-sinistra, ha ancora
una volta proiettato la Calabria sul
palcoscenico nazionale dando di
essa unimmagine devastante, di una
terra ormai perduta rispetto ad ogni
possibilit di riscatto e di rinascita.
Sono successe in cos poco tempo
tante e tali vicende inquietanti, la pi
grave delle quali rimane sicuramente quella dellomicidio politicomafioso del Vice-Presidente del
Consiglio regionale Fortugno, da
farci affermare che c oggi in Calabria una vera e propria Emergenza
Democratica.
Perch sono partito da vicende giudiziarie per ragionare sulle grandi
emergenze sociali di questa Regione?
24
verso: da un lato impedisce lo sviluppo, dallaltro ha provocato e provoca lo smantellamento del poco apparato produttivo esistente. E un
caso che tutte le aziende oggetto di
finanziamenti pubblici finiti nel mirino della magistratura sono fallite
o sono in prossimit di chiusura?
Perch lintervento straordinario
prima e quello comunitario poi, in
Calabria, ha solo provocato desertificazione industriale e un apparato
produttivo in pezzi?
Ecco, io credo che occorra ripartire
da questi interrogativi e segnare
una svolta nella storia produttiva e
industriale di questa regione. Sono
convinto che in una terra devastata
dalla pervasivit della criminalit
organizzata, che detiene tutti i record negativi possibili in tema di disoccupazione, lavoro nero, precariet e indici di povert, le grandi
questioni di fondo che bisogna affrontare rimangono legalit, sviluppo, lavoro.
POLITICA
ECONOMICA
E SVILUPPO PRODUTTIVO
Ragionare sulle questioni dello sviluppo, soprattutto dello sviluppo industriale e del lavoro in questa regione, non possibile prescindendo
dalla situazione generale del paese,
dalla sua crisi economica e dal suo
declino industriale. La situazione
economica del paese quella che
tutti conosciamo. La devastazione di
cinque anni di politiche economiche e sociali neoliberiste realizzate
dal governo Berlusconi ha portato
lItalia in una situazione di crisi profonda in cui il Mezzogiorno, e la
Calabria al suo interno, ha pagato il
prezzo pi pesante.
Su questo occorre:
- una politica economica radicalmente alternativa al modello neoliberista. Una politica in cui programmazione e intervento pubblico cessino di essere una bestemmia;
- perseguire il risanamento accompagnandolo con lequit. Non pi
riproponibile la cosiddetta politica
dei due tempi: su questo terreno i
Meridione
IL
QUADRO CALABRESE
25
Meridione
fondazione De Mauro);
i) una presenza della criminalit organizzata soffocante, capillare, diffusa in tutto il territorio regionale.
Omicidi, attentati, intimidazioni,
estorsioni, racket, infiltrazioni nel
tessuto economico e nella pubblica
amministrazione sono cronaca quotidiana nella nostra regione.
Questi sono, purtroppo, elementi
incontestabili della nostra realt.
Non c provincia o territorio della
nostra regione che non sia stato investito da una crisi che non sembra
avere fine. Migliaia di posti di lavoro
cancellati o a rischio di chiusura in
tutti i settori. Nel tessile come nella
chimica, nel settore delle calzature
come nellagro-alimentare, oltre
che nel meccanico. E dove non si
chiude si va in Cassa Integrazione e
Mobilit. Sono dati che fanno della
Calabria un caso limite nel panorama europeo, nazionale e dello
stesso Mezzogiorno. Siamo una regione che assomma arretratezze
storiche a moderne emarginazioni causate da un modello distorto
di sviluppo, un modello liberista
delleconomia che espunge tutti i
Mezzogiorni del mondo da ogni
possibilit di sviluppo. Una regione
che non produce, che non esporta,
che non crea valore aggiunto una
regione senza futuro. Qui sta il
nodo della nostra crisi. Qui dobbiamo ricercare le nostre risposte e
le nostre proposte per la fuoriuscita
da essa. Sapendo che la Calabria
cos com da sola non ce la far mai
a riprendersi.
Ci vogliono politiche europee e nazionali indirizzate alla qualit dello
26
sviluppo e alla crescita di occupazione, allaumento delloccupazione stabile, reale, non sulla base
di statistiche fuorvianti (se non manipolate) che ti dicono che la disoccupazione diminuita solo perch la gente, sfiduciata, non si iscrive nemmeno pi alle liste di collocamento.
Uno sviluppo di qualit passa, nel
Mezzogiorno in generale ed in Calabria in particolare, attraverso un in tervento pubblico in economia ed una
seria programmazione di settore.
La Calabria ha bisogno sicuramente
di tante cose:
1) una moderna rete di infrastrutture materiali e immateriali;
2) un sistema viario e di trasporti degno di questo nome;
3) un sistema di telecomunicazioni
efficiente e veloce;
4) un sistema energetico moderno;
5) una riforma radicale del sistema
creditizio;
6) il recupero e uso dei beni comuni;
7) la valorizzazione delle sue risorse
ambientali a cominciare dallacqua;
8) una pubblica amministrazione
efficiente.
Se tutti questi aspetti, ed altri ancora
che si potrebbero ricordare, sono
necessari ma non sufficienti, il nodo
centrale della nostra crisi e rimane
la questione produttiva. E necessario
un grande piano di interventi pubblici e privati che rilanci lindustria
come elemento decisivo dello sviluppo calabrese.
Occorre un intervento pubblico caratterizzato per capacit di concentrazione delle risorse, selezione del-
Politica
La Finanziaria
si cambia
da sinistra!
INTERVISTA
L OREDANA DE PETRIS,
SENATRICE VERDE
27
Politica
28
Politica
Legge Finanziaria
e sinistra
di altern a t i v a
di Dino Tibaldi
Senatore PdCI
NO
F INANZIARIA 2007
29
Politica
30
che in atto.
Lesito delle elezioni, che ci consegnano al Senato una risicatissima
maggioranza, favoriscono, allinterno dellunione il disegno sia della
costruzione del partito democratico, sia i continui tentativi in atto di
allargamento della maggioranza
con lobiettivo evidente di uno spostamento a destra, che comporterebbe senza dubbio una minore capacit di condizionamento da parte
delle forze della sinistra, se non addirittura il cosiddetto taglio delle ali.
Lattuale frantumazione della sinistra, oggettivamente, indebolisce il
nostro potere complessivo di contrasto contrattazione - condizionamento. Da queste considerazioni
non si pu prescindere se si vuole
evitare il rischio di diventare assolutamente ininfluenti e consegnare
nuovamente il paese alle destre.
Lobiettivo dei comunisti e della sinistra non comunque quello di
stare al governo a tutti i costi, ma il
governo lo strumento per il cambiamento dello stato reale delle
cose a favore delle classi pi deboli
e dei lavoratori e per imprimere alla
maggioranza, dopo anni di liberismo sfrenato, scelte politiche di
chiaro segno opposto che siano
chiaramente percepibili dal nostro
popolo (operai, pensionati, donne,
giovani, disoccupati). Per questo
continuo a ritenere che oggi, per i
comunisti, questa alleanza e questa
maggioranza siano strategiche e vadano difese. E sulla base di queste
analisi e considerazioni che va
espresso il nostro giudizio sulla finanziaria in discussione e calibrate
le nostre iniziative, individuate le alleanze e le azioni necessarie per evitare un ulteriore stravolgimento in
senso negativo e apportati i necessari miglioramenti, per rendere la
manvra pi coerente alle scelte del
programma. A mio giudizio la finanziaria coerente con il programma
in materia di fisco, di lotta allevasione fiscale e contributiva e contiene i primi segnali concreti di tutela dei redditi pi bassi (non una
finanziaria bolscevica: la reazione
della destra, della confindustria, del
Politica
WWW.lernesto.it
31
Internazionale
La Giovent
Comunista della
Repubblica Ceca
fuorilegge!
di Fosco Giannini
IN R EPUBBLICA CECA
32
M ACCARTISMO
come punto di partenza una inaccettabile revisione storica dellintero 900. La prima conseguenza di
questa campagna, contro la quale si
sono mobilitate e coordinate la
grande maggioranza delle forze comuniste, di sinistra e democratiche
in Europa e nel mondo, si vista a
Praga. Poco importa, da questo
punto di vista, che la decisione sia
stata assunta dal governo di centrodestra guidato da Topolnek, dal
momento che sono stati i precedenti
governi a guida socialdemocratica
(Paroubek) ad iniziare la brillante
operazione. Poco importa, evidentemente, che il Partito Comunista di
Boemia e Moravia la struttura alla
quale fa riferimento la KSM come organizzazione giovanile abbia ottenuto, nonostante una violenta campagna demonizzatrice e il cappio del
voto utile, 685.328 voti, pari al 12,8%
e 26 seggi, alle elezioni legislative di
giugno 2006.
Questa decisione, motivata ufficialmente dal fatto che nel Programma
dellorganizzazione contenuta la
prospettiva di superare la propriet
privata dei mezzi di produzione con
la propriet collettiva, costituisce
una sorta di specchio della condizione in cui versano da una parte
lUE e, dallaltra, la grande maggioranza dei paesi dellEuropa
Orientale, dove si vive una grande
disillusione di massa tanto nei confronti delle istituzioni europee
IN
EUROPA
quanto nei confronti della transizione verso il capitalismo, che insieme alla democrazia formale ha
portato crisi economica, disoccupazione di massa, drastici tagli allo
stato sociale, recupero di una condizione di inferiorit quasi coloniale (nella cosiddetta divisione internazionale del lavoro come nelle
relazioni interne alla UE). Fino a
quando le classi dirigenti al potere,
per la maggior parte espressione di
un nazionalismo razzista, bigotto ed
escludente e saldamente legate a
Washington pi che a Bruxelles, saranno in grado di coprire la contraddizione che avanza, contraddizione che i comunisti dove esistono si impegnano invece a far
emergere? La decisione del
Ministero degli Interni avvenuta
alla vigila di un importante incontro internazionale che la KSM stava
organizzando proprio a Praga e che
avrebbe coinvolto tutte le organizzazioni giovanili comuniste del continente, nel contesto di quella che
si configura come una ricerca di
maggiore confronto e coordinamento tra le forze comuniste e anticapitaliste su scala internazionale
come europea. Largomento di
questo incontro emblematico: La
lotta della giovent europea contro
gli attacchi ai diritti sociali e democratici Offensiva militante contro
lanticomunismo! Per una vita decente e un futuro socialista. Un in-
Internazionale
I Senatori
Fosco Giannini - Giovanni Russo Spena - Jos Luiz Del Roio
33
Internazionale
L'Afghanistan
e la necessit
del movimento
per la pace
movimento a riprendere liniziativa. Inutile nascondere che ci troviamo di fronte ad una fase di rifondazione del movimento, e il
silenzio sul Libano pu rappresentare anche questo. La prima
urgenza , da questo punto di vista, la ricerca dellunit.
Facile a dirsi, ma nel concreto
Assai meno facile, anche se io partirei, per prima cosa, da una
chiara e netta distinzione tra movimento e istituzioni, dallindividuazione di terreni di reciproca
autonomia. Al movimento spetta
la mobilitazione, la pressione
esterna, la chiarezza e la radicalit
delle posizioni (senza se e senza
ma, se vogliamo tradurre cos il
concetto), mentre alle istituzioni
spetta decidere, spetta trovare le
necessarie mediazioni. Pi il movimento forte, pi la mediazione
istituzionale potr essere avanzata. Il governo amico rende il
quadro pi complesso, anche se
per innegabile che la situazione sul campo in Afghanistan
volge al peggio, come da noi pi
volte denunciato, e sul Libano si
intrecciano forti aspettative, da
una parte, ma anche forti elementi di ambiguit e rischi di involuzione e degenerazione dallaltra.
To r niamo alla situazione in
Afghanistan, dove lestensione
della missione ISAF ha provocato
una drammatica ripresa del conflitto militare su vasta scala
Abbiamo cominciato a contare i
morti, arrivano le bare. La missione in Afghanistan non diversa
rispetto a quella in Iraq, con la differenza che nel primo caso vi in
Italia un forte e sospetto deficit informativo. Quello che avviene in
Afghanistan lo sappiamo attraverso le agenzie di stampa straniere, lo ribadisco, oppure attraverso Emergency, che costituisce
una rara eccezione. Gino Strada
per me una sorta di ambasciatore
Internazionale
Non forse il caso, in conclusione, di ridiscutere a fondo le relazioni tra Italia e Stati Uniti?
S, e ripartiamo proprio dal tema
delle basi militari straniere sul territorio italiano, ma anche alla dinamica secondo la quale la guerra
globale e permanente si combatte
su diversi piani, inclusa la logistica
e le stesse relazioni culturali tra i
popoli. Gli italiani si sono espressi
attraverso un referendum, massima espressione di democrazia
diretta, sulla non opportunit
della scelta del nucleare per usi civili, elemento che implicitamente
ha riguardato anche il nucleare
per uso militare, tanto che il nostro paese ha sottoscritto tutti i
trattati in materia di denuclearizzazione. Ebbene, nonostante questo, in Italia vi sono 90 bombe atomiche, e questo inaccettabile.
Lo stato delle relazioni tra Italia e
USA rappresentato plasticamente dal caso di Abu Omar, cittadino regolarmente residente,
rapito a Milano da agenti della
CIA e successivamente torturato
una prima volta nella base di
Aviano. Abu Omar poi stato trasferito su un aereo privo di insegne prima in Germania, dove
stato di nuovo torturato, e poi,
sempre nellillegalit pi assoluta,
portato in un paese con minori garanzie democratiche. Scomparso,
insomma.
La guerra globale e permanente
si combatte anche attraverso la criminalizzazione del diverso.
La scommessa che tutti abbiamo
di fronte quella di pensare e
agire globale, pensare e agire locale. Anche per questo sabato 30
settembre ho preso parte alla manifestazione contro il Muro di Padova, perch resto convinto che
anche cos ci si possa opporre alla
guerra.
Lo sforzo senza dubbio immane,
ma a volte basta un granello di sabbia per far inceppare i meccanismi pi perfetti e sofisticati
Cerchiamo insieme di essere questo granello di sabbia.
35
Internazionale
Iraq: la fine di
Antica Babilonia
non cancella
le soff e renze
di un popolo
di Silvana Pisa
Senatrice DS - Commissione Difesa del Senato
LE
36
B AGHDAD
E GLI INSORTI
Internazionale
37
Internazionale
Rivoluzione
e giovani
generazioni
di Gennaro Carotenuto
Professore di Storia del Giornalismo. Facolt di Scienza
della Comunicazione Universit di Macerata
38
Internazionale
L'alternativa a Cuba,
in America Latina, stata
il fondamentalismo neoliberale,
il latifondismo persistente,
il colonialismo che non passa,
il Fondo Monetario Internazionale
che intima di chiudere
scuole ed ospedali
CIASCUNO
39
Internazionale
non sono necessariamente sinonimo di consumismo) sono talmente compressi da fare la vita materiale difficilissima. Purtroppo,
per, per un guatemalteco o un peruviano, vivere a Cuba sarebbe trasferirsi nel giardino dellEden.
Proviamo a calcolare, dal punto di
vista della vita materiale, quanto varrebbero in un paese latinoamericano i servizi che lo stato cubano d
gratuitamente a tutti i cittadini. A
Cuba ci sono problemi abitativi a
volte drammatici, ma un tetto sulla
testa c. Uno svedese inorridirebbe
a vivere in alcuni condomini
d e l l Avana, ma nelle mille favelas
del continente un padre farebbe
carte false per una casa popolare cubana, perch risolverebbe il suo
problema abitativo qui ed ora, non
in astratto, o in Svezia.
L'accordo commerciale
firmato tra Cuba e il Mercosur
non solo il primo accordo
economico firmato da Cuba
dalla dissoluzione del Comecon,
ma anche la sconfitta
di quasi mezzo secolo
di strategia statunitense
per isolare Cuba
dal resto del continente
Poi c la salute, leducazione e il
non avere bisogno che i figli lavorino. Un europeo, se ha mal di pancia, va dal medico. Neanche riesce
a pensare cosa significa non avere
alcun accesso a cure mediche opportune. Ma non avere accesso a
cure mediche la realt per circa
un quarto della popolazione latinoamericana. Al Maciel, lo storico
ospedale pubblico della citt vecchia di Montevideo, nei primi anni
90 chi scrive ha assistito una persona ricoverata in condizioni infraumane. Aveva avuto la sfortuna
40
F I N E D E L L I S O L A M E N T O
straordinario il fatto che Cuba, negli ultimi 17 anni, sia uscita dalla
schiavit della monocoltura, problema che non aveva neanche iniziato a risolvere al tempo del rapporto privilegiato con lUnione Sovietica. Dal punto di vista macroe-
Internazionale
ndo un sonante successo economico. Laccordo commerciale firmato tra Cuba e il Mercosur non
solo il primo accordo economico firmato da Cuba dalla dissoluzione del
Comecon, ma anche la sconfitta di
quasi mezzo secolo di strategia statunitense per isolare Cuba dal resto
del continente. Fin dal 1962 infatti
gli Stati Uniti avevano preteso di isolare riuscendoci in grande misura
- Cuba dal proprio contesto latinoamericano. Cuba era stata espulsa
dallOrganizzazione degli Stati
Americani, e praticamente tutti i
paesi avevano rotto le relazioni diplomatiche e commerciali con lisola. Oggi Cuba torna a far parte di
un accordo commerciale, sia pur
parziale, stante lappoggio aperto di
Hugo Chvez, Evo Morales, Nestor
Kirchner e anche di Lula da Silva e
con la sola titubanza di Ta b a r
Vzquez e del paraguayano Nicanor
Duarte. E un risultato politico ed
economico straordinario che, dopo
quasi mezzo secolo di embargo statunitense allisola, volta davvero pagina nella storia di Cuba e dellinte-
grazione latinoamericana.
Glenda Alfonso Castillo, medico cubana di Barrio Adentro in Venezuela, raccontava a chi scrive dellesperienza in Guatemala, dove rimasta
per mesi con i superstiti delluragano che, nel 2005, ha fatto decine
di migliaia di morti nel silenzio dei
media mondiali, attenti solo a Nuova Orleans.
I suoi assistiti erano tutti analfabeti
e perfino i latifondisti del posto non
avevano pi della seconda o terza
elementare. Confrontava tale esperienza con la propria, discendente
di schiavi, nipote di tagliatori di
canna. Oggi, nella sua famiglia,
sono tutti laureati. La difficolt materiale di vivere a Cuba grande e
lei ne cosciente. Ma sa che non
con il tenore di vita di una dottoressa Glenda di Stoccolma con la
quale deve confrontare il proprio
tenore di vita. Deve confrontare il
suo tenore di vita, quello della discendente di schiavi, con quello che
avrebbe avuto senza la Rivoluzione
e quello che ha con la Rivoluzione.
E non ha dubbi.
WWW.lernesto.it
41
Internazionale
F o rze comuniste
e di sinistra
a confro n t o
s u l l E u ro p a
D ALLA NATO
ALLA
B OLKESTEIN ,
DEL
42
E UROPA
Internazionale
- Partito Comunista
di Gran Bretagna
- Partito Comunista di Grecia
- Partito Comunista
Operaio Ungherese
- Partito Operaio dIrlanda
- Partito Comunista dIrlanda
- Partito della
Rifondazione Comunista
- Partito Comunista
del Lussemburgo
43
Internazionale
I N T E RV E N T O D I A P E RT U R A
DI ALBANO NUNES
Compagni e amici,
in ciascuno dei nostri paesi, in Europa e nel mondo, si sono verificati
di recente avvenimenti e processi
con diversi elementi di novit. La
loro comprensione richiede, oltre
ad un normale flusso di informazioni, anche un frequente scambio
di opinioni. Questo il primo obiettivo che ci proponiamo di raggiungere con questo incontro, obiettivo
che pu apparire modesto ma a cui
il Partito Comunista Portoghese
continua ad attribuire grande importanza.
Un secondo obiettivo, di cui si sente
forse ancora di pi il bisogno,
quello di raccogliere idee e suggerimenti utili per costruire possibili
percorsi di attivit e iniziative comuni. In una fase nella quale i
grandi gruppi dinteresse e le
grandi potenze (seppure in un contesto di rivalit e contraddizioni che
si fanno sempre pi acute) stanno
coordinando con sempre maggiore
profondit la loro offensiva di sfruttamento, oppressione e guerra
opinione del PCP che questo elemento costituisca caratteristica saliente e fattore pericoloso dellattuale situazione internazionale -,
ogni passo in avanti che saremo in
grado di produrre nella direzione
sopra indicata sar destinato ad assumere un valore straordinario.
In Portogallo sullo sfondo di un
contesto segnato, da un lato, da una
continua e violenta offensiva da
parte del grande capitale e dei governi al suo servizio (formati tanto
dal Partito Socialista, PS, come dalle
forze di destra, Partito Socialdemocratico, PSD, e Centro Democratico e Sociale Partito Popolare,
CDS), e, dallaltro, da una persistente resistenza e lotta dei lavoratori e degli altri strati antimonopolisti sono state intraprese impor-
44
Internazionale
45
Internazionale
46
Internazionale
Note
1 Il documento, Portogallo, a venti anni dalladesione alla CEE, si trova tra i materiali
dellincontro di Lisbona sul sito del PCP.
segue a pag. 50
47
La Stanza
IL LUNGO CAMMINO
dsellArte
Adele Lotito
49
Internazionale
UNA DISCUSSIONE
A P E RTA
Gli spunti emersi sono stati diversi
e di grande interesse, a dimostrazione della grande attualit dellargomento trattato e della conseguente necessit di tenere aperto il
confronto tra le forze comuniste e
di sinistra, a partire dalla piena autonomia e dal reciproco riconoscimento delle diverse posizioni in
campo. La prospettiva dellintegrazione europea pi generalmente intesa e della riformabilit dellattuale modello, colta anche in diversi
dei suoi aspetti (dalla collocazione
geopolitica alle relazioni con gli
USA; dalla NATO alle politiche di
difesa e sicurezza; dallesercito europeo alla bozza di trattato costituzionale, allattuale predominio di
politiche rigidamente neoliberali),
costituiscono argomenti di straordinaria complessit. Quando si ragiona, allinterno dei diversi paesi e
delle diverse soggettivit politiche,
di un altra Europa, a cosa si intende fare riferimento? Il modello
Unione Europea, che si configurato come lestensione della
parte del continente uscita vittoriosa dalla Guerra Fredda, saldamente ancorato, pur se non senza
contraddizioni, agli Stati Uniti e alla
NATO da una parte ed alle esigenze
dei grandi gruppi economici e finanziari dallaltro, davvero riformabile? Quale altra ipotesi potrebbe rimanere sulla scena? Quale
il significato della vittoria dei No
in Francia e Olanda sulla bozza di
trattato costituzionale? Dal 1 maggio
2004 lUnione Europea si allargata
a 25 paesi, mentre sono in corso negoziati per un ulteriore espansione
(dalla Turchia alla Croazia, a
Bulgaria e Romania), elemento questo che ha finito per modificare la
struttura e gli orientamenti della
vecchia Eruopa e creare elementi
di forte tensione con Mosca sul
piano economico e geopolitico.
Difficile non ricordare, nel pieno
delle divisioni emerse in occasione
dellaggressione unilaterale anglostatunitense contro lIraq del 2003,
50
sintonia con USA e NATO, costituisce un elemento destinato ad accrescere la dipendenza sullo scacchiere internazionale di Bruxelles
nei confronti di Wa s h i n g t o n .
Osservazione condivisa dal rappresentante del P a rtito Comunista di
Spagna, Jos Luis Centella Gmez,
che ha sottolineato come la
Dottrina Solana per la militarizzazione dellUE volta a costruire una
forza di intervento, dipendente
dalla NATO sul piano della logistica
e dei servizi di intelligence, che permetta a Bruxelles di intervenire laddove non siano intenzionati a farlo
gli Stati Uniti, come in Africa o nei
Balcani. Allo stesso tempo, il trattato
costituzionale prevede una politica
comune per sviluppare lindustria
degli armamenti in Europa. Se lalleanza atlantica, rifondata nei suoi
obiettivi strategici a partire dal 1999,
definisce come priorit il riarmo, la
creazione di forze di intervento immediato disposte ad agire in qualsiasi parte del mondo, ponendo le
basi di ci che abbiamo definito
guerra preventiva, le linee della
Strategia per la Sicurezza Europea
elaborate nel 2003, lungi dallessere unalternativa alla politica
estera nordamericana, costituiscono il modo europeo (pi blando,
raffinato, politicamente corretto) di
integrarsi allinterno della strategia
di Washington. Quadro che, secondo Marina Pilaeva, P a rt i t o
Comunista Operaio Unghere s e, ha subito unulteriore involuzione dopo
la vittoria della Merkel e la creazione
in Germania di un governo di larga
coalizione. Le forze del capitalismo
sembrano pronte a sostenere le richieste statunitensi in Medio
Oriente ed Asia Centrale. La politica
aggressiva contro lIran costituisce
una parte importante della strategia
imperialista per proseguire la cosiddetta democratizzazione.
Particolarmente sensibile ai progetti
di espansione della NATO ad est
stato, a nome del Partito Comunista
Ucraino, Nikolay Alekssandrovitch
Chulg, che si soffermato a lungo
sul tentativo da parte del governo
arancione di integrare lUcraina
Internazionale
51
Internazionale
52
Ancora Toussas (KKE): Vi sono certamente segnali incoraggianti di ripresa nelle lotte e nei movimenti
popolari, favoriti dal fatto che la legittimazione dellUE in declino
agli occhi dei popoli; che la cosiddettavisione europea si affievolisce e che lUE incontra difficolt
sempre maggiori cos come trovano confutazione alcuni argomenti quali: a) la possibilit che
lUE del capitale e della guerra, costruita sulla base dello sfruttamento
e degli interventi militari, possa essere trasformata in una supposta
Europa sociale; b) che nella fase
attuale sia possibile una migliore ridistribuzione della ricchezza allinterno della struttura dellunificazione capitalistica, senza intaccare il
dominio dei monopoli sui mezzi di
produzione e il potere del capitale;
c) che eventuali soluzioni o sviluppi
positivi per i popoli possano provenire dalla partecipazione dei partiti
comunisti e radicali a governi di
Internazionale
centro-sinistra.
Il Partito Comunista Greco ritiene
che latteggiamento nei confronti
della UE costituisca un criterio fondamentale per il carattere di ciascun partito. Lallineamento rispetto ad una sola ipotesi di integrazione possibile verso lUE destinato a cancellare ogni prospettiva
di politiche a favore del popolo
Oggi laura mitica che ha circondato lUE si appannata. E caduto
il mito che essa potesse determinare
una riduzione delle disparit e maggiore convergenza tra i paesi, ad
esempio, o che potesse condurre ad
un miglioramento delle condizioni
di vita e dei diritti democratici, con
riferimento particolare ai nuovi
paesi membri; come le affermazioni
secondo cui lUE costituisce una
tendenza naturalmente progressiva, o peggio una realt che siamo
costretti ad accettare, e che il suo futuro sar una via senza scossoni e intralci verso un ulteriore allarga-
Elezioni Europa
Svezia: le elezioni legislative del 17 settembre hanno segnato un vero e proprio terremoto politico, con la sconfitta del blocco guidato
dai socialdemocratici, al governo da 75 anni (46,2%, -6,8 rispetto al settembre 2002), e la vittoria dellAlleanza per la Svezia, coalizione costituita da quattro partiti di orientamento centrista e liberal-conservatore. Allinterno della coalizione sconfitta, solo i verdi
hanno tenuto (5,2%, +0,6), mentre sono arretrati tanto i socialdemocratici (35,2%, -4,8%), quanto il Partito della Sinistra Vnsterpartiet
(5,8% e 317.228 voti, -2,6% rispetto al 2002), che ha sostenuto dallesterno il governo uscente. Lattuale risultato per il partito il
peggiore degli ultimi dodici anni (1994, 6,2%; 1998, 12%; 2002, 8,4%) e non si discosta molto da quanto otteneva il Partito Comunista
prima del 1989, a dimostrazione di quanto sia complessa e non riducibile a schemi preconfezionati - la situazione per tutte le forze
che in Europa agiscono a sinistra delle socialdemocrazie.
Germania: domenica 17 settembre si sono tenute le elezioni in due importanti stati federali orientali, Meclemburgo Pomerania
Occidentale e Berlino, entrambi governati da una coalizione tra socialdemocratici e sinistra socialista (Die Linke-Pds, la nuova formazione politica sorta dallalleanza tra la WASG di Lafontaine e il Partito del Socialismo Democratico, tra i soggetti promotori della
Sinistra Europea). Se nel primo caso la Linke ha tenuto rispetto alle precedenti elezioni statali, ottenendo il 16,8% dei consensi e 13
seggi nel parlamento regionale, non pu non destare preoccupazione il risultato di Berlino, dove il partito si fermato al 13,4% dei
consensi (-9,2% rispetto alle precedenti elezioni statali), ottenendo 24 seggi contro i precedenti 33, a tutto vantaggio dei Verdi. Il calo
maggiore della Linke-Pds si registrato a Berlino Est, storica roccaforte rossa, dove il partito ha dimezzato i voti, passando da oltre il 40 a poco pi del 20%, segno che la crisi di consenso si registra proprio in quello che sempre stato considerato lo zoccolo
duro per gli eredi della Sed.
Crisi dei partiti di nuova sinistra socialista? Dopo la crisi di Izquierda Unida, oggi al minimo storico sul piano del consenso elettorale (5,3% alle ultime politiche del marzo 2004, un risultato analogo al quello raggiunto dal PCE di Santiago Carrillo nella prima
met degli anni 80), le attuali difficolt registrate tanto dalla Die Linke Pds quanto dal Vnsterpartiet, con un ritorno a percentuali
elettorali simili a quelle ottenute dai comunisti alla fine degli anni 80 del secolo scorso, segnalano quanto non sia scontato il successo
per ipotesi di diluizione dei comunisti (pi o meno profonde sul piano organizzativo) in formazioni pi ampie di orientamento socialista di sinistra.
Lettonia: le elezioni di domenica 8 ottobre hanno confermato la vittoria del governo di centro-destra uscente. Il blocco elettorale Per
i diritti umani in una Lettonia unita, che aveva ottenuto alle precedenti elezioni il 19% dei consensi e 25 seggi, ha ottenuto, senza il
pi grande tra i soggetti politici che lo componevano, un dignitoso 6,02% e 6 seggi. Allinterno del blocco agisce il Partito Socialista
Lettone, che comprende anche i comunisti, costretti di fatto ancora ad agire nella semi-illegalit causa la presenza di leggi repressive
e liberticide.
53
Internazionale
USA - Russia:
relazioni
s e m p re pi diff i c i l i
di Mauro Gemma
WASHINGTON
DI M OSCA . L E
54
SOVRANIT
ENERGETICA
CONTROMOSSE RUSSE
Ucraina.
E cos prevedibile che non cessino
i tentativi di promuovere rivolgimenti nelle strutture di potere dei
paesi che fanno parte della
Confederazione degli Stati
Indipendenti (CSI), e che venga rafforzato il sostegno materiale e propagandistico alle forze filo-occidentali fautrici di nuove rivoluzioni colorate, puntando, in tal modo, direttamente alla destabilizzazione
della stessa Federazione Russa, mediante lisolamento dei suoi dirigenti e lazione delle forze di opposizione della destra neoliberista presenti nel paese.
Per quanto riguarda il programmato
attacco alla cosiddetta sovranit
energetica, secondo gli estensori
del documento, si dovrebbe assistere
ad unintensificazione delle pressioni dellamministrazione USA allo
scopo di ottenere la privatizzazione
del settore dellenergia, oggi in larga
parte tornato sotto controllo statale,
pretendendo la partecipazione obbligatoria delle compagnie multinazionali occidentali ai pacchetti azionari. Allo stesso tempo, sempre in
merito al settore strategico dellenergia, il lavoro redatto da Falin e
Jestafiev accenna a iniziative ten-
Internazionale
tenti eversivi.
Di pi. Il documento viene significativamente diffuso mentre in
Russia e in altri paesi della CSI si sta
assistendo ad una fase di particolare
vivacit del vasto movimento di opinione (testimoniato da tutti i sondaggi) che intende opporsi alle ingerenze e alle pressioni degli USA e
della NATO negli affari interni dellex URSS, pretendendo dalle autorit locali una pi energica politica
di contrapposizione ai piani delle
potenze imperialiste.
Un seppur limitato risalto hanno ricevuto in Occidente le manifestazioni di massa in Crimea e nel resto
dellUcraina contro la presenza
delle truppe USA sul territorio nazionale, che hanno certamente
avuto un ruolo non secondario
nella sconfitta della rivoluzione
arancione, nel mutamento degli
assetti di governo a Kiev (con lingresso di due ministri proposti dai
comunisti nellesecutivo) e nel conseguente congelamento di una
WWW.lernesto.it
55
Libano/Dibattito
La missione
Unifil
tra luci e ombre
di Bruno Steri
LE
DIFFICOLT DI
USA E I SRAELE
H EZBOLLAH .
IN
M EDIO O RIENTE
E LA RESISTENZA DI
LA
PRESENZA INTERNAZIONALE IN
L IBANO :
RISCHI E POTENZIALIT
56
che ha caratterizzato sin qui latteggiamento della cosiddetta comunit internazionale nei confronti
dei principali attori mediorientali.
3. In merito alla condanna della politica coloniale di Israele occorre essere chiari. Questa ennesima aggressione al Libano non un evento
imprevedibile e determinato da circostanze contingenti. Esso si inquadra nella logica della guerra preventiva e permanente, resa operativa allindomani dell11 settembre
2001 ma concepita ben prima di tale
data, in sintonia con i vitali interessi economici e geopolitici degli
Usa: lespansionismo neocoloniale
israeliano, in cui nei fatti si traduce
la costante mobilitazione dellopinione pubblica attorno alluso della
forza e al fantasma della sicurezza
nazionale, costituisce il caposaldo
mediorientale di tale politica globale. Anche in riferimento a questultimo massacro bellico, non vi
alcuna giustificazione etico-politica
che possa attenuare le responsabilit di Israele. Con rarissime eccezioni, la stampa occidentale ha mischiato le carte, individuando nel 24
giugno scorso - giorno della cattura
Libano/Dibattito
57
Libano/Dibattito
s. Ma va detto che, lungi dall avallare laggressione israeliana, la risoluzione 1701 stata - nonostante
tutto - manifestamente subita da
Israele. Sino ad ora, questultimo
non aveva mai accettato la presenza
di truppe Onu a dirimere controversie che lo riguardassero o comunque in funzione di interposizione. Israele ha acconsentito alla
tregua perch stato fermato sul
piano militare. Possiamo dire quin-
58
Libano/Dibattito
59
Libano/Dibattito
WWW.lernesto.it
60
Libano/Dibattito
di Sergio Cararo
direttore di Contropiano
IL
CESSATE IL FUOCO IN
L IBANO
LA
VA L U TA Z I O N E N E G AT I VA D E L L E F O R Z E C O M U N I S T E E D I
1701
61
Libano/Dibattito
IL
D I B AT T I T O S U L L A
M I S S I O N E M I L I TA R E
UNIFIL 2
Da alcune settimane un dibattito talvolta aspro in corso nel movimento contro la guerra e nei partiti
della sinistra sulle finalit e la natura
della missione militare ONU in
Libano e sul ruolo che in essa viene
svolto dallItalia. Su vari siti sono
stati ospitati interventi e valutazioni
divergenti. In particolare tra lautore e il compagno Steri, responsabile
della politica internazionale dei
compagni dellarea de l E rn e s t o.
Questo dibattito attiene sia allanalisi della situazione in Libano e della
62
Al momento lopposizione alla missione militare in Libano appare limitata ad una minoranza del movimento che il 30 settembre ha dato
vita ad una prima manifestazione
nazionale in cui tra i punti della
piattaforma che chiedeva il ritiro
delle truppe dallAfghanistan e da
tutti i teatri di guerra vi era laperta opposizione alloperazione Unifil 2. In questa minoranza sono
compresi i Cobas, il Forum Palestina, il Comitato per il ritiro dei militari italiani, i comitati Iraq Libero,
il collettivo Red Link, organizzazioni politiche come la Rete dei
Comunisti e il Partito Comunista
dei Lavoratori e individualit come
Stefano Chiarini, Lucio Manisco,
Gino Strada, Joseph Halevi. Il tentativo di liquidare sbrigativamente
le posizioni di questa attuale minoranza come pregiudiziali o ideologiche (cosa del tutto possibile ma
non necessariamente ed esclusivamente negativa) si infrange per davanti ad alcune argomentazioni
strettamente connesse alla realt sul
campo (in Libano), alle valutazioni
prevalenti nei movimenti e nei partiti di sinistra a livello internazionale
e ad analisi del tutto in coerenza e
non in discontinuit con quelle
sulle quali si dato vita ad un forte
movimento contro la guerra.
LA TREGUA
LI B A N O
V I S TA D A L
Il ritorno dei compagni della delegazione per ricordare Sabra, Chatila e Cana ha consentito di raccogliere ed elaborare le informazioni
raccolte in decine di incontri e colloqui con tutte le forze politiche
presenti sullo scenario libanese.
Attualmente i compagni stanno tenendo decine di incontri di resoconto un p in tutta Italia. Lindagine sul campo ci dice che la missione militare ONU non stata accolta a braccia aperte n dagli Hezbollah, n dal Partito Comunista Libanese, n dalle organizzazioni palestinesi (su questo vedi anche alcune corrispondenze su El Pais). I
Libano/Dibattito
COMUNISTI E I MOVIMENTI
DANNO UN GIUDIZIO
N E G AT I V O S U L L A M I S S I O N E
UNIFIL
Ad una discussione sulla risoluzione
1701 dellONU che ha previsto linvio di una forza militare multinazionale in Libano, e alla luce delle
considerazioni sopra esposte, occorre anteporre una domanda:
giusto o sbagliato il disarmo di
Hezbollah e dei campi profughi palestinesi in Libano? Dalla risposta a
questa domanda e la nostra chiaramente no discendono le valutazioni nel merito della questione.
Anche perch i precedenti della
missione internazionale del 1982 in
Libano hanno avuto conseguenze
tragiche come i massacri di Sabra e
Chatila, e questo non un dettaglio.
La risoluzione dellONU consente ad
Israele di ottenere quello che non ri uscita ad ottenere con la guerra. Le parole di Sadlallah Mazraani, vice segretario del Partito Comunista
Libanese che abbiamo incontrato
63
Libano/Dibattito
IL RUOLO
D E L L I TA L I A ?
soprattutto nellattuazione delle risolu zioni dellONU: vincolanti per gli arabi,
non vincolanti per Israele. Perm e t t e
quindi ad Israele di pianificare con or dine assieme agli USA la nuova guerra
in cui lItalia si trover coinvolta in
pieno.
Insomma il fronte di coloro che
nelle forze della sinistra, nei movimenti, negli stessi partiti comunisti
danno una valutazione negativa e
preoccupata della risoluzione 1701
dellONU ampiamente maggiori-
64
Alcuni ritengono che questo attivismo multilaterale dellItalia sia lelemento di novit. Altri, meno lieti
di sentirsi appiattiti sul governo, sottolineano come a rendere possibile
questo nuovo scenario sia stata la
sconfitta militare e morale israeliana in Libano ad opera di Hezbollah. In questo secondo caso una do-
manda sorge spontanea: ma se a riaprire lo scenario politico e diplomatico mediorientale sono le resistenze (oggi quella libanese, ieri
quella irachena e palestinese) perch mai dovremmo sintonizzare la
nostra iniziativa politica sulla linea
del governo italiano e non su quella
delle resistenze popolari che hanno
riaperto politicamente la situazione
in tutta larea? Sta qui il nodo gordiano. Lindipendenza dei movimenti dalle politiche dei governi
non solo una garanzia e una ragione sociale naturale ma deve essere la piena consapevolezza della
propria funzione indipendente e
non subalterna. Riconoscere come
una fotografia i dati oggettivi, anche
e soprattutto quelli che aprono in
positivo nuovi scenari, non pu significare la rinuncia alla propria autonomia di elaborazione ed iniziativa politica. I movimenti, i partiti,
le associazioni non sono dei fotografi ma dei soggetti politicamente
attivi che hanno la funzione di
orientare lopinione pubblica, di incalzare i governi, di indebolire le
forze militariste e le ambizioni imperialiste anche del proprio paese
in sintonia con le forze che agiscono
sulla linea del fronte.
In Italia stiamo assistendo allesatto
contrario. Sulla base di un pudore
politico inspiegabile ci si nega e si
nega il confronto con le forze che
animano la resistenza in Libano, in
Palestina, in Iraq, finanche in Afghanistan e ci si adegua a convivere
negli interstizi della politica estera
del nostro governo, limitando la
propria azione ad una serie di au-
Libano/Dibattito
65
Dibattito
Mao
e una generazione
di ribelli
di Salvatore Distefano
Docente di Filosofia - Catania
LA
66
FIGURA DEL
Dibattito
67
Dibattito
WWW.lernesto.it
68
Sinistra Europea/Dibattito
Una rinnovata
p rospettiva
anticapitalista
che viva
nella societ
di Franco Turigliatto
Senatore Gruppo PRC - Sinistra Europea
LE
E IL RILANCIO DEL
E UROPA , I NODI DI
S INISTRA E UROPEA
P RC
difficolt agli attacchi sociali ed economici, trova anche la capacit di ottenere importanti successi come il
NO francese e olandese alla costituzione neoliberale decisa dalle elites, ma resta continuamente sulla
difensiva, vede erodere lo stato sociale e i livelli salariali, viene indebolita dal generalizzarsi della precariet e dalla rimessa in discussione dello stesso diritto del lavoro.
Non si riesce ancora a rispondere
agli attacchi dei padroni con iniziative adeguatamente coordinate su
scala europea e a dotarsi di strumenti sindacali che se ne facciano portatori.
E non ancora stato posto allordine del giorno la costruzione di
una forza politica anticapitalista di
massa che sia punto di riferimento
per un progetto alternativo a quello
della borghesia.
In realt un approccio internazionalista sarebbe stato necessario da
molto tempo, ma le forze principali
della sinistra hanno sempre avuto
una visione abbastanza nazionalista,
un rapporto tra loro segnato da un
puro approccio diplomatico e, una
esperienza come quella delleurocomunismo, al di l dei giudizi sul
suo contenuto, vissuta il breve spazio di una congiuntura politica particolare.
IL
PROGETTO INIZIALE
69
Sinistra Europea/Dibattito
NODI DI FONDO
70
DI UNA ESPERIENZA
VICENDA ITALIANA
Sinistra Europea/Dibattito
ABBANDONARE
LA RIFONDAZIONE
Sinistra Europea/Dibattito
72
Sinistra Euro p e a :
nuovi metodi
e nuove culture
F EMMINISMO ,
ECOLOGIA , PACE ,
E UROPA , ONU:
I NUOVI ORIZZONTI
lEuropa politica che stato proprio della sinistra nel nostro paese
e non solo, lasciando con ci che
la fase preparatoria della formazione dellEuropa politica fosse in
mano alle destre e ai partiti moderati. Il risultato anche un percorso gi predisposto a una formazione liberista, come si vede anche dallimpianto del Trattato per
la Costituzione, per fortuna fermato da Francia e Olanda.
Inoltre la Sinistra europea anche
loccasione per sottoporre a critica
precisa e profonda, ma non distruttiva, limpianto analitico della
sinistra e affrontare i terreni politici che tradizionalmente le formazioni storiche della sinistra di
tradizione marxista non hanno
considerato adeguatamente, cio
il femminismo, lecologia, la pace
come problema politico specifico
e non solo come aspirazione.
Vediamo brevemente i punti citati:
per poter combinare una sinistra
che non sia esposta in ogni momento a scissioni bisogna trovare
metodi di assunzione delle decisioni che lo consentano; non serve
o non basta lappello alla solidariet. Per questo sono tanto coinvolta nel sostenere il metodo detto
Sinistra Europea/Dibattito
73
Sinistra Europea/Dibattito
Da nani a giganti
di Leonardo Masella
Comitato Politico Nazionale del PRC
74
A P E RTA
Sinistra Europea/Dibattito
COMUNISTI
E LA SINISTRA EUROPEA
75
Sinistra Europea/Dibattito
76
lerrore, che sento spesso fare, di assimilare il processo in corso nel Prc
con quello avvenuto nel Pci, parlando per esempio di Bolognina 2 o
cose simili. Il Prc completamente
diverso dal Pci, la situazione (italiana, internazionale, del partito)
totalmente diversa da allora ed ogni
parallelismo rischia di portare ad errori clamorosi e disastrosi.
N O A L PA RT I T O
SINISTRA EUROPEA.
DELLA
AL MOVIMENTO DELLA
S I N I S T R A D I A LT E R N AT I VA
DELLE LOTTE
SUI CONTENUTI
Nel contestare lipotesi della sinistra di alternativa intesa come coordinamento di Prc, Pdci e Verdi, si
agita lo spauracchio dellassemblaggio di ceto politico. Proprio ci
che si sta facendo con la Sinistra
Europea, che mette assieme gruppi
e gruppetti di ceto politico. Per evitare lassemblaggio di ceto politico
il problema da porsi quale obbiettivo Rifondazione si pone.
Perch se lobbiettivo quello di
fare un nuovo partito, oppure di
presentarsi come Sinistra europea
alle prossime elezioni, inevitabilmente sar un assemblaggio politicista con una logica organizzativista
e burocratica. Se invece lobbiettivo
quello di ricostruire e rilanciare
un forte movimento nel paese su
precisi contenuti coerenti con il NO
alla guerra e al liberismo, per evitare di uscire a pezzi dallesperienza
di governo in corso, interessa poco
se vi partecipano partiti, componenti di partiti, sindacati o componenti di sindacati. Il politicismo si
Sinistra Europea/Dibattito
77
Sinistra Europea/Dibattito
78
CIRCOLI TERRITORIALI
D E L L E R E A LT
M E T R O P O L I TA N E
un profondo rinnovamento (o meglio un rivoluzionamento) dei circoli e del partito di massa, si sono
gradualmente rinsecchiti, hanno
perso del tutto i gi pochi giovani
che li frequentavano ed oggi spesso
non fanno pi neanche n la propaganda n il tesseramento. I circoli
territoriali esistono spesso solo sulla
carta, hanno perso del tutto anche
quella funzione propulsiva che ebbero nei primi anni di
Rifondazione. La maggioranza dei
circoli non fa pi iniziative, assemblee, non riunisce mai gli iscritti e
persino neanche i direttivi. A volte
mi si risponde: colpa del gruppo
dirigente nazionale del Prc che ha
abbandonato i circoli e la concezione del partito di massa.
Certamente questo vero, il gruppo
dirigente ha abbandonato lorganizzazione dei circoli e pi in generale il modello del partito di massa
per abbracciare un modello di partito di opinione basato sul leaderismo, sui mass-media, fortemente
schiacciato sulle istituzioni. Ha cio
sciolto a destra la crisi del partito di
massa e dei circoli. Ma la crisi del
partito di massa e dei circoli esisteva
davvero e noi non siamo stati capaci
di proporre e di praticare un superamento a sinistra della crisi, una innovazione da sinistra, in senso comunista, dellorganizzazione del
partito. Spesso abbiamo proposto e
praticato una conservazione dellesistente, difendendo come si suol
dire il bidone vuoto.
Io non sostengo ovviamente che
vanno chiusi tutti i circoli territoriali. Per esempio nei piccoli comuni i circoli territoriali svolgono
sempre meno a dire il vero una
funzione utile di aggregazione dei
militanti del Prc. Certamente anche
qui sarebbe opportuna una riflessione su come rafforzare, rilanciare
e rinnovare queste strutture per
renderle attrattive ai lavoratori ed ai
giovani che risiedono nei comuni.
Altra cosa sono i circoli nelle grandi
citt, assolutamente inadeguati ormai persino ad aggregare i militanti.
Nelle grandi citt, e in particolare
in quella decina di realt metropo-
Sinistra Europea/Dibattito
litane (che sono i luoghi dove vivono le grandi e stridenti contraddizioni sociali del capitalismo e che
sono destinate a produrre i principali movimenti di lotta e di opinione e a trascinare il conflitto sociale su tutto il territorio nazionale),
bisogna concentrare lo sforzo innovativo per dotare il partito e i comunisti in queste realt di nuovi
strumenti forti, efficaci, di elaborazione e di azione, in grado di trascinare il conflitto sociale su tutto il
territorio nazionale.
Certamente per affrontare con rigore la discussione sulla crisi del
partito di massa e sulle alternative,
bisognerebbe fare una profonda riflessione sulla societ italiana, su com cambiato il proletariato, su qual
oggi il blocco sociale alternativo al
capitale, e di conseguenza sul tipo
di organizzazione di cui ci sarebbe
bisogno e che sarebbe possibile costruire, dopo la fine definitiva del
partito di massa. Questo il vero argomento strategico, perch attiene alla stessa esistenza di un partito comunista in Italia: quale partito comunista nella societ di oggi?
La domanda divisa in due parti, la
prima: quale partito comunista; la
seconda: nella societ di oggi.
Quale partito comunista, quindi
quale organizzazione comunista,
cio in grado di essere la parte pi
avanzata della lotta il capitalismo, in
grado di fare non del folclore (come
ha detto Prodi riferendosi sia al Prc
che al Pdci) ma di fare un po di
male al capitalismo; la seconda
parte: nella societ di oggi, cio in
Italia, cio in una societ con una
struttura economica complessa ed
una sovrastruttura giuridica e culturale ancora pi complessa.
COME
FA C C I A M O A R A D I C A R C I
T R A I L AV O R AT O R I ?
CIRCOLI
G I O VA N I L I
79
Sinistra Europea/Dibattito
80
RAZZISMO,
ISLAMOFOBIA
Sinistra Europea/Dibattito
nubio fra lestremismo laico-liberista e lestremismo cattolico (PeraRatzinger). Queste nuove tendenze
stanno raccogliendo e presentando
in forme nuove (e quindi molto pi
pericolose di quelle che si presentano con la simbologia del passato)
leredit del nazismo e del fascismo
(ricordiamo il manifesto per la difesa della civilt occidentale e quali
e quante firme vi sono state raccolte?). Del resto il fascismo,
quando arriv, lo fece in forme inedite rispetto a come la reazione borghese si era presentata fino ad allora. Anche per questo non fu riconosciuta subito come pericolosa dal
movimento operaio.
Siamo di fronte ad una spirale per-
Il fenomeno dell'immigrazione
pu essere la dimostrazione
concreta, palpabile,
della categoria dell'imperialismo
e non per pochi addetti ai lavori
ma per ampi settori
di militanti di sinistra
versa e pericolosissima: guerra sul
fronte esterno - razzismo sul fronte
interno. Guerra dellimperialismo
contro lIraq, lAfghanistan, lIran,
le nuove crociate contro lIslam del
fondamentalista cristiano che governa gli Usa e contemporaneamente razzismo dilagante contro gli
immigrati musulmani che vivono e
lavorano nel nostro Paese. Si pensi
alla campagna di stampa criminalizzante che ha dovuto subire
lUcoii, una delle associazioni musulmane italiane, per aver prodotto
quel manifesto che a mio parere, al
fine di tentare di sensibilizzare lopinione pubblica italiana addormentata e indifferente di fronte al
massacro dei palestinesi e dei libanesi, diceva una verit incontrovertibile: che i bombardamenti, le
81
Sinistra Europea/Dibattito
RADICARE
I COMUNISTI
F R A G L I I M M I G R ATI
UNASSOCIAZIONE
Noi dellarea de lernesto dovremmo
dunque essere alla testa sia delle
lotte, classiste, civili, democratiche,
antirazziste, a fianco degli immigrati, sia nella battaglia contro la
guerra allIslam intrapresa dalloccidente capitalistico. E invece non
cos. Perch? Io non credo vi sia solo
una sottovalutazione politica del fenomeno. Non basta correggere lerrore (si, giusto, occupiamoci di im-
82
A N T I R A Z Z I S TA
Dobbiamo o no radicarci e organizzarci allora nel mondo dellimmigrazione? Anche qui, come per i giovani, propongo una discussone ed
un lavoro politico ed organizzativo
con alcune sperimentazioni concrete. Io credo che sarebbe limitativo affrontare il problema solo dal
lato classe - lavoro. Propongo di af-
IL LENINISMO
DAL MAUSOLEO
Sinistra Europea/Dibattito
F U G G I R E A L L E S T E R O
83
Sinistra Europea/Dibattito
84
soprattutto fra le giovani generazioni, di una societ senza il dominio del dio denaro, del profitto e
delle merci, senza lo sfruttamento
delluomo sulluomo, senza classi,
senza propriet privata dei mezzi di
produzione, dove siano socializzati
(cio di tutti) almeno i principali
mezzi di produzione, i principali
settori delleconomia e della societ. Tuttavia, per la prospettiva
strategica fondamentale la via che
si imbocca qui ed ora. Se per esempio noi fossimo andati con Cossutta
nel governo DAlema nel 1998
avremmo intrapreso pur proclamando ad alta voce la nostra identit comunista, la nostra storia comunista e la nostra volont di costruzione del socialismo una
strada che andava in una direzione
totalmente contraria. La tattica pu
e deve essere flessibile e deve modificarsi con il modificarsi delle situazioni ma non pu entrare in contrasto con la strategia, deve anzi essere funzionale al perseguimento
dellobbiettivo strategico.
DA
NANI A GIGANTI
Altro approccio culturalmente influenzato dal cossuttismo il rifugiarsi nel passato. La storia grandiosa dei comunisti del Novecento
a cui apparteniamo invece di darci
lo slancio per il presente, come potrebbe, spesso paradossalmente il
nostro freno. Paradossalmente pi
grande la consapevolezza della imponenza della nostra storia, delle
nostre radici, pi abbiamo difficolt
ad immergerci da comunisti nella
realt di oggi. Pi difficile essere
comunisti oggi, pi tendiamo spontaneamente a fuggire dalla realt rifugiandoci nel passato. Bertinotti in
una famosa intervista a Il Manifesto
di alcuni anni fa, in occasione dellanniversario della nascita del Pci,
afferm pressappoco (cito a memoria) che tutti i principali maestri
del socialismo del novecento erano
morti e non solo fisicamente.
Affermazione gravemente liquidatoria di tutto il patrimonio storico
Sinistra Europea/Dibattito
Note
1 Peraltro sarebbe lora di fare una discussione approfondita su quale posizione dobbiamo avere nei confronti dellUnione Europea. Perch vero che anche
lUE capitalismo e imperialismo, ma anche vero che
fra Usa e UE esiste ancora (anche se sembra sopita)
quella che abbiamo chiamato al 4 Congresso del Prc
una contraddizione interimperialistica ed indiscutibile che limperialismo americano dellattuale amministrazione Bush rappresenta con la guerra preventiva e permanente e a causa della forza militare
sproporzionatamente superiore la minaccia principale per il mondo intero, un po comera la Germania
nazista nei primi anni 40 rispetto alle altre potenze
imperialiste di allora, come Francia, Gran Bretagna e
Usa.
2 E un po come per la Costituzione italiana. Il pericolo principale, perch pi insidioso, non viene dalla
destra che punta esplicitamente a liquidare la
Costituzione come si visto con le recenti controriforme,
ma dal centro-sinistra ulivista che con la mano sinistra difende spesso in modo roboante e demagogico la
Costituzione, ma la difende solo come storia, come
icona, come involucro vuoto, la santifica, la ritualizza,
e contemporaneamente con la mano destra la stravolge
nella sostanza, violandone i contenuti pi avanzati,
come larticolo 1 (sul lavoro) e larticolo 11 (sul ripudio della guerra), per non parlare degli articoli 42 e
43, sui rapporti fra pubblico e privato, totalmente dimenticati e cancellati dalle politiche liberiste e privatistiche della sinistra moderata. Chi si fa ingannare
dallo specchietto per le allodole della simbologia e dal
nominalismo comunista, fa un errore simile a chi si fa
i n g a n n a re dalla santificazione formale della
Costituzione e non vede la liquidazione di fatto che gi
vi stata. E un po come avvenuto per la Resistenza,
che stata tradita negli anni proprio celebrandola e ricordandola storicamente, come qualcosa del passato,
invece di metterne in pratica i suoi contenuti che invece venivano calpestati gi a cominciare dal primo
dopoguerra (per esempio con ladesione dellItalia alla
Nato).
3 Peraltro, dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia
e ancora di pi nellera della guerra permanente lanciata dai fondamentalisti di destra che governano alla
Casa Bianca, anacronistico oltre che complice dei crimini di guerra che si stanno perpetrando in Iraq ed
Afghanistan, ogni atteggiamento di sudditanza agli
Usa. Un programma delle sinistre di alternativa non
pu non porsi lobbiettivo di far uscire lItalia dal patto
di acciaio con gli Usa rappresentato dalla Nato. Invece,
guarda un po, questo obbiettivo viene sempre rimosso
da tutti i luoghi di discussione dei ceti politici e sindacali di sinistra, camera di consultazione e sinistra
europea compresa.
4 Si pensi anche a quella sorta di dittatura di fatto che
esiste nel nostro Paese, determinata dai mezzi di informazione del pensiero unico. Si scatenata una vandea sui giornali contro una libera manifestazione del
pensiero e nessuna voce significativa, di giornalista,
di intellettuale, di politico, si levata a difendere lUcoii
o almeno la sua libert di opinione e di espressione.
Sommario: Il fine non di ritornare a Lenin (operazione antistorica) ma di analizzare leninisticamente la
realt di oggi, profondamente diversa dai primi del
900, cio tentare di analizzare lattualit come lavrebbe analizzata Lenin se fosse vissuto ai nostri giorni.
Questa , secondo me, la grande operazione da fare.
85
Cultura
Oriana Fallaci
e l'antisemitismo
dei giorni nostri
di Domenico Losurdo
1. G L I
ISLAMICI
86
Cultura
consapevole, vi svolgono banchieri, Papi, capi di Stato, politici e intellettuali vari. Il risultato catastrofico: LEuropa vendutasi come una sgualdrina ai sultani, ai califfi, ai visir, ai lanzichenecchi del nuovo Impero
Ottomano. Insomma lEurabia. S,
lEuropa diventa sempre pi una
provincia dellislam, una colonia
dellislam. N il complotto si ferma
qui: se si tiene presente il ruolo della
filoislamica Onu e le manovre per
la Rivoluzione Mondiale Islamica,
evidente la minaccia terribile che
incombe sul mondo intero. Ecco finalmente rivelata la verit che i responsabili hanno sempre taciuto
anzi nascosto come un segreto di
Stato. La cospirazione per il conseguimento del dominio planetario
vede come protagonisti non pi gli
ebrei bens gli islamici.
Un tempo a far pesare una minaccia globale sulla civilt era il complotto ebraico-bolscevico; oggi invece lOccidente costretto a fronteggiare, stando a quanto afferma
Huntington (lautore dello Scontro
delle civilt), lasse islamico-confuciano. Come si vede, lislam ha
preso il posto dellebraismo e la
Cina ha sostituito lUnione Sovietica. Per il resto, il motivo ideologico caro ai giudefobi e agli antisemiti tradizionali rivela una sorprendente vitalit.
2. S U L
BANCO
D E G L I I M P U TAT I
ALLAH
JAHV
PRENDE IL POSTO DI
87
Cultura
meno informata del patriarca dellantisemitismo: la legge del taglione il Corano la desume, in
forma forse indebolita, da un testo
sacro allOccidente ebraico-cristiano, e cio dallAntico Te s t amento, dovessa ricorre insistentemente: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per
mano, piede per piede, ustione per
ustione, ferita per ferita, lividura
per lividura (Esodo, XXI, 23-5; cfr.
anche Levitico, XXIV, 19-20;
Deuteronomio, XIX, 21).
Cos anche per la guerra santa.
LAntico Testamento celebra le
guerre di Jahv (1 Sam. XVIII, 17;
XXV, 28; Num., XXI, 14). Il motivo,
che oggi viene spesso evocato per
mettere in stato daccusa il mondo
arabo e islamico, stato a lungo agitato contro gli ebrei ad opera dellantisemitismo propriamente
detto. Riportando e sottoscrivendo
il testo di un altro esponente di
primo piano dellantisemitismo tedesco (Adolf Wa h r m u n d ) ,
Theodor Fritsch vede nellebraismo
collocato in Occidente un esercito
nemico pronto a condurre la
guerra santa contro gli stessi popoli
che lo ospitano.
La religione impedisce ai seguaci di
Maometto di accettare lo Stato laico
e moderno: il cavallo di battaglia
dellodierna islamofobia; lo ritroviamo, con qualche variante, nei
classici dellantisemitismo. In
Dhring possiamo leggere: come
pu lo Stato moderno, fondato sul
principio delluguaglianza, essere
accettato lealmente da coloro che si
considerano gli eletti, ovvero laristocrazia dellumanit voluta da
Dio? Come possono i fedeli di una
religione tutta attraversata dalla dicotomia popolo eletto/gentili obbedire con lealt e sincerit alle au-
88
torit del paese in cui vivono e riconoscere realmente come loro concittadini i suoi abitanti?
Ovvero, per dirla con Marr: lebraismo ha il torto di rivendicare la
partecipazione politica egualitaria
alla legislazione e amministrazione
di quello Stato che esso nega teocra ticamente. Questultimo termine ci
fa sobbalzare. Ai giorni nostri non
si contano le denunce contro la funesta teocrazia, che impedirebbe ad
arabi ed islamici di comprendere le
ragioni della modernit e della laicit. E di nuovo obbligata la lettura di Dhring: per gli ebrei la religione tutto, ed essi sono ossessionati dal culto della teocrazia,
dallidolo di una teocrazia. S incalza Marr a caratterizzare il giudaismo il fanatismo teocratico ovvero il fanatismo veterotestamentario della religione di Jahv.
A farci ora sobbalzare il sostantivo
da me riportato in corsivo. Oggi,
divenuto una sorta di sport popolare denunciare lintolleranza e il fanatismo del mondo arabo e islamico.
Nulla di nuovo sotto il sole! Oltre a
Marr conviene rileggere Dhring:
il maomettanesimo, e ancor pi il
giudaismo, deve opprimere o essere
oppresso, non c una terza possibilit; solo se rinnegassero se
stesse, le due religioni potrebbero
essere tolleranti sul serio. Ed ora
diamo la parola a Chamberlain
(lautore antisemita a cui pi direttamente si richiamato il nazismo):
estranei alla modernit, i semiti
(ebrei ed arabi) non sono in grado
di apprezzare lidea di tolleranza
cara ai popoli indo-europei; dove
incontriamo il divieto della libert
di pensiero, il principio dellintolleranza nei confronti delle altre religioni, il fanatismo infuocato, pos-
Cultura
La Cina vicina
GIANNI AMELIO
luomo non pu non ripartire proprio l dove la ferocia del capitalismo, tutto teso a recuperare gli spazi
che il socialismo reale gli aveva sottratto o messo in discussione (ovviamente non dimentichiamo i fallimenti che pure ci sono stati del socialismo reale), ha interrotto la lotta
di liberazione dei popoli. Vetero
quindi non tanto colui che in
grado di svolgere questo ragionamento, caratterizzato da una sua
precisa profondit, quanto piuttosto colui che soffermandosi con superficialit sullesistente, lattuale
societ capitalistica e globalizzata,
tende a ritenerlo eterno e immutabile. In questo caso vetero assume
il corretto significato di vecchio:
proprio dei vecchi infatti non possedere pi la plasticit mentale dei
giovani e quindi non rendersi conto
delle trasformazioni in atto.
Rossana Rossanda, noto e arcinoto non solo per limportanza della
ragazza del secolo scorso, ma soprattutto per lo scomposto canaio
da lei scatenato nelle ben costrutte
menti e ben affilate penne di tanti
che le si sono opposti, ha scritto un
articolo su Il Manifesto che pretende
di osservare con serenit, a trentanni dalla morte di Mao, leredit
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Cultura
blema di tutte le rivoluzioni proprio quello di saper resistere al ritorno dei rapporti economici e politici precedenti, il cui fascino potente. La continua ricerca da parte
di Mao di evitare queste secche ci
che lo porta a tentare di scongiurare
in tutti i modi la burocratizzazione
del partito e lingessamento della rivoluzione. E La Rivoluzione culturale nasce proprio di qui, da questa
precisa intenzione di portare la rivoluzione a esiti sempre pi alti. Oggi
sappiamo che lesito non fu quello
sperato, tanto che Mao e Zhou Enlai
fecero di tutto per liquidare ben presto quellesperienza.
Ma, si sa, in Occidente la Rivoluzio-
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Tra De Gasperi
e Togliatti
di Gianluigi Pegolo
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pevolezza che gli consentir di frenare le spinte pi integraliste presenti nella DC: dai contrasti con
Gedda e i Comitati Civici, al rifiuto
di espellere il PCI e la sinistra dalla
dialettica istituzionale, alla differenziazione da Fanfani e dalla sua impostazione liberista e modernista.
Unesperienza - quella della Resistenza - dalla quale emergono nel
mondo cattolico figure di primo
piano, come quella di Rossetti, che
cos grande spazio occupa nel dibattito dellepoca. Il suo ruolo decisivo in quegli anni per influenzare
le prime esperienze di governo.
Vanoni e Mattei ne sono influenzati.
Lo stesso programma di governo ne
assume alcuni orientamenti. Dalla
riforma agraria, allistituzione della
Cassa per il Mezzogiorno, allavvio
dellintervento pubblico in economia con il rafforzamento dellindustria siderurgica e con lENI. Si
tratta di unesperienza tutto sommato breve - dato che Dossetti assume la carica di vicesegretario nel
1950 e gi lanno successivo lascia la
DC, per limpossibilit dimporre al
governo un orientamento pi decisamente riformatore ma che segna la fase. Sia in positivo che in negativo. Perch, da un lato, mostra la
permeabilit sul piano culturale che
comunque mantenne la DC anche
in una fase contrassegnata dalla rottura dellUnit nazionale ma, dallaltro, dimostra anche la difficolt
che un pensiero democratico e riformatore incontr nel momento
in cui la DC venne sempre di pi
strutturandosi su alcuni centri di
potere e assunse una collocazione
spiccatamente atlantica in politica
estera. E tuttavia il lascito di
Dossetti fu notevole, se vero che
da l trae ispirazione la Sinistra di
Base, e con essa numerosi intellettuali e dirigenti (anche fra quanti
pi tardi diedero vita alla corrente
di Iniziativa Sociale).
Il gruppo di Bergamo che crebbe intorno alla figura di Chiarante e di
altri giovani intellettuali, come lo
stesso Magri, si collocarono da subito nellarea dossettiana ma costituiscono, in quella stessa vicenda,
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Festa de lernesto:
un grande successo!
La quinta edizione della festa de
lernesto approdata a Quarrata
(Pistoia), graziosa cittadina dalle
cento piazze che deve il suo nome
alla centuriazione, al modo in cui
gli antichi romani nel tardo I secolo a.C. dividevano la terra in appezzamenti, solitamente di forma
quadrata. Oggi Quarrata un importante polo industriale tessile e
di produzione di mobili legato
alla citt di Prato: proprio qui,
dove la classe operaia fortemente diffusa, lernesto ha voluto
organizzare la sua festa. Grazie soprattutto allaiuto dei compagni
della federazione di Pistoia che,
con una capacit organizzativa
particolarmente efficace, hanno
totalmente gestito il ristorante garantendo sia il pranzo che la cena con centinaia di coperti al giorno.
Grazie alla presenza di diverse associazioni, dallANPI
alla CGIL, da Libera allARCI, da Emergency alla cooperativa sociale Don Chisciotte, la festa stata
grande, bella, accogliente, colorata, partecipata e divertente: un successo che andato oltre ogni aspettativa.
Gi allapertura, effettuata dal direttore della rivista,
Fosco Giannini, dal segretario della federazione di
Pistoia, Ugo Bazzani, e dal saluto del sindaco di Pistoia,
Renzo Berti - questultimo ha fatto un accorato discorso
contro i tagli della finanziaria che andranno a colpire
i Comuni, accogliendo molti applausi e consensi -, vi
era un grande pubblico che andato via via crescendo
durante tutti i dibattiti. Un pubblico attento, curioso,
con molta voglia di sapere, capire, discutere.
Tante le iniziative politiche (da Cuba alla politica internazionale, dallinformazione alla precariet, dal
ruolo dei comunisti nel governo Prodi alla politica economica), tutte riuscite, tanti gli ospiti (da Ugo Intini a
Maria Luisa Boccia e ad un rappresentante dellambasciata cubana, da Cesare Salvi a Giulietto Chiesa, da
Valentino Parlato a Renato Curcio, da Giorgio
Cremaschi ad Albertina Soliani, da Don Gallo al
Sindaco di Quarrata, i concerti, tutti bellissimi da Cisco
ex Modena city ramblers, che presenta il suo ultimo al-