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Tecnologia

Carlo Giavarini*
Alessandro Samuelli Ferretti*
Antonello Vodret**

Domus Aurea: rilievo


e modelli strutturali
della Sala Ottagona
Grazie al rilievo plano-altimetrico di precisione e al metodo numerico degli elementi
finiti stato possibile aggiornare la conoscenza sul comportamento strutturale della
cupola e delle nicchie circostanti del pi
celebre padiglione del Colle Oppio, confermando la validit di un organismo articolato e sapientemente concepito, sotto laspetto architettonico e costruttivo, dai costruttori romani
Assonometria dallalto.

a Domus Aurea, fatta costruire da


Nerone tra il 64 e il 68 d. C., fu indubbiamente la pi estesa delle
dimore imperiali in Roma: essa andava
dal Palatino allEsquilino e includeva padiglioni, boschi con animali, tempietti,
portici e (al centro, dove pi tardi venne
edificato il Colosseo) un lago artificiale.
Di tutto questo enorme complesso resta
solo uno dei padiglioni, quello del colle
Oppio, avente dimensioni (per la parte
fino ad oggi scavata) di circa 250 per 60
metri. Esso sorgeva su un declivio naturale del colle Oppio e aveva due piani.
Il piano terra (oggi ipogeo), con le sue
grandi sale coperte a volta e riccamente
decorate, arrivato fino a noi quasi intatto nelle strutture murarie, con apprezzabili resti di decorazioni pittoriche;
deve la sua salvezza al suo inserimento
nelle fondazioni delle Terme di Traiano e
al conseguente interramento.
Gli scavi del padiglione del colle Oppio
cominciarono gi agli inizi dellOtto-

cento fino ad arrivare, tra puliture, sterri


e consolidamenti, alla attuale sistemazione del colle, opera del Muoz negli
anni Trenta. Oggi, dopo anni di chiusura
e dopo un lungo lavoro di restauro e
adeguamento, la Domus Aurea finalmente (anche se parzialmente) usufruibile dal pubblico.

La Sala Ottagona Lambiente pi interessante della parte nota della Domus


Aurea, sia dal punto di vista architettonico che estetico, indubbiamente la
cosiddetta Sala Ottagonale o Ottagona. Essa coperta da una cupola
che passa dallottagono di base alla sezione di sfera, senza uso di pennacchi.
Sulla sommit, la cupola presenta una
apertura circolare (occhio) che la mette
in contatto con lesterno. Il sapiente taglio delle pareti, praticamente ridotte a
pilastri perch aperte in vani rettangolari molto ampi, e la disposizione radiale degli ambienti circostanti fanno di

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CIL 78

questa struttura un caposaldo dellarchitettura romana.


Un recente rilievo e uno studio della
stabilit, fatto con il metodo numerico
degli elementi finiti, ha permesso di aggiungere nuovi dati e considerazioni
alle conoscenze fino ad ora acquisite.
La copertura della grande Sala Ottagona presenta, sia dal punto di vista
geometrico, sia strutturale, caratteristiche del tutto singolari, non riscontrabili
in altri monumenti, precedenti o successivi.
Il rilievo plano-altimetrico di precisione,
effettuato dal CISTEC con teodoliti e sistema a scansione Laser, oltre a fornire i
dati al modello per il calcolo strutturale,
ha permesso di definire le dimensioni
della sala, che testimoniano il grado di
precisione esecutiva dei costruttori del
tempo e la padronanza nelluso dei laterizi e del calcestruzzo.
I diametri medi dei cerchi circoscritti e
inscritti nellottagono di base sono ri-

Superfici dintradosso
della Sala Ottagona.
Sezioni orizzontali.

Domus Aurea. Planimetria del padiglione del colle


Oppio (in giallo i muri originari, in marrone i muri
di Traiano). La Sala Ottagona contrassegnata
dalla lettera F. Nella figura anche indicato
(pallini azzurri) lattuale percorso di visita.

spettivamente di m 14,65 e 13,55, con


varianze di 0,58 % e 0,52 %. Gli otto lati
hanno misura media di 5,62 m; in essi
si aprono otto grandi porte sostenute
da piattabande aventi ampiezza da 3,55
a 3,86 m. Queste piattabande sono costituite da un nocciolo di calcestruzzo
con allesterno semibipedali messi di
taglio e passanti solo in alcuni punti;
non esistono archi superiori di scarico e
quindi la soluzione adottata si presenta, data lampiezza, estremamente
coraggiosa per quei tempi. Laltezza
massima della sala di 9,70 metri.
Locchio centrale, bordato da una massiccia corona di laterizio (diametro medio pari a 5,92 m, con varianza di
0,18%), di grandi dimensioni rispetto
a quello di imposta della cupola: due
quinti (41%), da confrontare ad esempio con un sesto (16%) dellapertura del
Pantheon; precedentemente in diretta
comunicazione verso lesterno, stato
recentemente chiuso mediante lastre di

Nelle pagine successive:


vista dinsieme della
Sala Ottagona.

Sala Ottagona. Sezioni verticali al vertice e a mezzo lato.

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Reticolo di calcolo per gli elementi finiti.

Assonometria dal basso.

polimetilmetacrilato, sorrette da una apposita struttura.


Cosa singolare rispetto a strutture analoghe anche il fatto che la cupola mantiene pressoch costante uno spessore
molto piccolo (0,45 m), che circa un
trentesimo della luce netta.
Lestradosso della cupola collegato
con speroni o contrafforti esterni ai vertici dellottagono; radialmente, a partire
dai lati della sala, si estendono cinque
nicchie, le cui facce laterali sono il proseguimento dei contrafforti. Lintradosso della cupola, che conserva ancora
le impronte delle tavole su cui fu gettato
il conglomerato, parte da pianta ottagonale e si avvicina (a partire dal parallelo
a circa 35) allandamento sferico, per
con due raggi di curvatura diversi fra le
sezioni ai vertici e quelle al centro dei
lati. La cupola e le volte di copertura
delle nicchie sono costruite integralmente da opus caementicium, mentre
gli speroni sono parzialmente in lateri-

Il velario visto dallinterno della Sala Ottagona.

zio, presente anche nei pilastri, nei muri


delle nicchie e nelle larghe piattabande.
Le nicchie prendono direttamente luce
al di sopra delle cupola, con bocche di
lupo ad estradosso inclinato.

Il modello numerico e lo stato tensionale Larchitettura della Sala Ottagona molto complessa per una analisi
strutturale, pur approssimata. Si ricorsi quindi al metodo numerico degli
elementi finiti, estendendolo allintera
sala in tutti i suoi dettagli e dissimmetrie, nonch alle nicchie radiali. I tagli
sono stati operati alle estremit esterne
delle nicchie. Lo studio aveva come
scopo la conoscenza del comportamento strutturale della cupola, le cui caratteristiche sono, come detto, insolite.
Lo stato tensionale influenzato dai vincoli della cupola; con lestensione assunta nel modello, tuttavia, si garantita unottima approssimazione. Lanalisi
dello stato tensionale sotto lazione del
peso proprio stata condotta nellambito del comportamento elastico lineare.
I bassi valori delle tensioni ottenute, sia
di compressione, sia di trazione, confermano la validit dellipotesi.
La procedura di calcolo ha comportato la soluzione di ben 250.000
equazioni simultanee. Come peso del
conglomerato si preso il valore di
150 kN/m3; il modulo elastico stato
assunto pari a 3000 MPa; ci sulla
base di precedenti ed estese prove di

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CIL 78

laboratorio su murature analoghe.


Nella cupola le tensioni principali pi
elevate si riscontrano nel senso dei
meridiani, ma si mantengono comunque piccole: il valore massimo circa
0,12 N/mm2.
Osservando la cupola nel suo insieme,
le compressioni radiali (meridiane) si
concentrano presso i vertici dellottagono, fino a oltre 0,4 N/mm2; ci conferma limportanza del contributo degli
speroni.
Le tensioni circonferenziali (di compressione verso locchio e di trazione nella
zona inferiore) sono minori e anche esse
concentrate presso linnesto dei pilastri
(circa 0,19 N/mm2). I valori ottenuti sono
certamente inferiori alla resistenza a trazione del materiale.
Le strutture portanti (pareti, pilastri, fondazioni) risultano interamente sollecitate a compressione, con risultanti tutte
interne ai rispettivi noccioli centrali dinerzia; i valori esterni sono in genere inferiori a 0,07 N/mm2.

Le piattabande Interessante lo studio delle larghe piattabande (luce netta


superiore a 3,50 m), analizzate dapprima col modello dinsieme come facenti parte della struttura generale, poi
con un modello parziale, limitato allelemento strutturale ed a poche porzioni limitrofe. Il primo modello ipotizza un materiale a comportamento elastico lineare: i risultati che se ne ottengono

Tensioni radiali allintradosso della cupola.

non possono quindi descrivere in dettaglio ci che avviene nelle piattabande,


specie verso il collasso. La tensione
massima di trazione risulta ancora una
volta sopportabile dal conglomerato,
anche senza invocare leffetto arco, pur
presente e favorevole. Infatti le tensioni
raggiungono il valore massimo di
0,4 N/mm2, vicino ma probabilmente
inferiore alla resistenza. da segnalare leffetto della spinta della volta
centrale che, agendo verso lesterno,
provoca una flessione deviata con tensioni allintradosso delle piattabande
che sono maggiori sulle facce prospicienti le nicchie, fino al valore massimo
di cui sopra.
Esaminando in dettaglio le piattabande,
si constata che sono costituite da un
nocciolo di calcestruzzo spesso 0,30 m,
affiancato da due paramenti di bipedali
segati allo spessore di 0,15 m ciascuno,
disposti secondo lo schema classico
con inclinazioni crescenti dal centro agli
appoggi. Questi sono formati da due
blocchi di travertino con una faccia inclinata, larghi quanto lintera piattabanda
ed incastrati nei piloni. Questo interessante ed articolato elemento strutturale
stato oggetto di uno studio approfondito che si avvalso di un codice non lineare, comprendente le resistenze a
trazione e a compressione, sia della
malta interposta tra i mattoni, sia del
conglomerato del nucleo (assunte rispettivamente pari a 0,5 e 5,0 N/mm2).

Tensioni su una delle piattabande.

I moduli elastici sono differenziati per i


tre materiali presi in considerazione:
conglomerato e malta 3000 N/mm2,
mattoni 15000 e travertino 25000.
Sono stati valutati due modelli: il primo
comprende esclusivamente la piattabanda vera e propria, ed ha quindi una
altezza di 0,60 metri.
Nel secondo modello stata inglobata
una porzione della parete superiore,
fino ad una altezza totale di 1,40 metri.
Una tale struttura, composita e caratterizzata da elementi a bassa resistenza a
trazione, ha un comportamento essenzialmente fragile.
A valori del carico applicato che sono
largamente inferiori a quello di esercizio (circa 33% in entrambi i casi) si ha la
fessurazione del lembo inferiore nella
sezione di mezzo, innescata nei paramenti dalla maggiore rigidezza degli
stessi. Si stabilisce pertanto il classico
comportamento ad arco molto ribassato, con lasse neutro a circa 0,18 metri
dal lembo superiore, nel caso di piattabande isolate, ed a circa 0,14 metri nel
secondo caso. Questi valori si mantengono quasi costanti fino al valore massimo che si raggiunto nelle analisi
(140% del carico), mentre le fessurazioni si estendono al lembo superiore
della zona dincastro, al contatto maltatravertino e poi allallettamento del
blocco di travertino sul sottostante pilastro, con tendenza allo scorrimento per
effetto della forte spinta.

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TECNOLOGIA

Conclusioni Le precedenti considerazioni mostrano con grande evidenza che


il complesso della Sala Ottagona e delle
nicchie circostanti forma un organismo
articolato e genialmente concepito sotto
i tre aspetti complementari ed inseparabili della utilitas, della venustas (la sala
centrale si estende con naturalezza
nelle nicchie circostanti, grazie anche e
soprattutto alla brillante soluzione di illuminare queste ultime con le finestre ricavate al disopra della cupola centrale),
nonch della firmitas in quanto lanalisi
strutturale ha messo in evidenza il modesto valore delle sollecitazioni nel materiale ed il loro regolare flusso verso le
fondazioni. Viene evidenziata anche la
maestria con cui i Romani usavano il laterizio e lopus caementicium.
Bibliografia
1. I. Iacopi, Domus Aurea, Electa, Roma 1999.
2. E. Segala, I. Sciortino, Domus Aurea,
Electa, Roma 1999.
3. C. Giavarini, A. Samuelli Ferretti, A. Vodret,
La chiusura dellocchio della Sala Ottagona
nella Domus Aurea, Materiali e Strutture,
Roma (in stampa).
4. A. Samuelli Ferretti, Proposte per lo studio
teorico-sperimentale della statica dei monumenti in opus caementicium, Materiali e
Strutture, VII, 2-3, 63 (1997).

* CISTEC, Centro Interdipartimentale di


Scienza e Tecnica per la Conservazione del
Patrimonio Storico-Architettonico, Universit
di Roma La Sapienza
** Soprintendenza Archeologica di Roma

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