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Capitolo 12 Il pregiudizio: cause e rimedi

1. Un fenomeno sociale onnipresente


Potrebbe sembrare che solo i gruppi minoritari siano oggetto di pregiudizio
da parte della maggioranza dominante. In realt il pregiudizio un
fenomeno onnipresente, che riguarda tutti e pu intercorrere in
entrambi i sensi, dal gruppo minoritario alla maggioranza e viceversa.
La nazionalit, l'identit etnica, il genere, le preferenze sessuali o la
religione, ma anche l'aspetto fisico, possono causare etichettamento e
discriminazione. La semplice antipatia nei confronti di un gruppo pu
diventare qualcosa di molto peggio e condurre alla svalutazione degli altri
come esseri umani, alla tortura, alla morte e al genocidio.
Chi vittima di pregiudizio in prima istanza soffre di una diminuzione
dell'autostima, che fondamentale nel condizionare il comportamento e
le aspirazioni. Chi ha bassa autostima ha alte probabilit di essere una
persona infelice e delusa.
Il

pregiudizio

causa

abbassamento

dell'autostima

ad

es.

negli

afroamericani e nelle donne nella societ USA, anche se in tempi recenti


le cose sembrano essere migliorate. Ma il problema del pregiudizio
ancora ben lungi dall'essere risolto.
2. Definizione di pregiudizio, di stereotipo e di discriminazione
Il pregiudizio un atteggiamento, e come tale comprende le tre
componenti affettiva, cognitiva e comportamentale.

2.1 Il pregiudizio: la componente affettiva

Il

temine

pregiudizio

si

riferisce

alla

struttura

generale

dell'atteggiamento e alla sua componente affettiva. Tecnicamente,


esistono pregiudizi positivi e negativi, ma gli psicologi sociali usano il
termine solamente per riferirsi ad atteggiamenti negativi. In particolare, il
pregiudizio si definisce come un atteggiamento ostile o negativo
nei

confronti

dei

membri

di

un

gruppo,

basato

solo

sull'appartenenza a quel gruppo. I tratti individuali o i comportamenti


del bersaglio del pregiudizio passano inosservati o vengono accantonati.

2.2 Gli stereotipi: la componente cognitiva


All'interno

di

una

data

cultura,

esistono

elementi

normativi

che

presentano una certa similarit, anche perch le immagini relative


vengono continuamente diffuse dai media. Lo stereotipo quindi una
generalizzazione condotta su un gruppo di persone, in cui
caratteristiche identiche vengono attribuite a tutti i membri del
gruppo,

senza

tenere

conto

delle

variazioni

individuali.

Gli

stereotipi, una volta formati, sono molto resistenti al cambiamento.


Gli stereotipi rispondono al bisogno della nostra mente di semplificare il
mondo. Concentriamo la nostra energia per costruire atteggiamenti
accurati solo verso le cose che pi ci interessano, mentre semplifichiamo
le credenze verso il resto.
Lo stereotipo pu quindi essere anche utile per affrontare gli eventi
complessi fino a quando si basa sull'esperienza ed accurato. Non cos se
lo usiamo per annullare le differenze all'interno di una classe di persone.
La stereotipizzazione particolarmente potente nelle differenze di genere.
Ad esempio la credenza generale che vede le donne maggiormente
portate alla cura degli altri (dei figli in particolare) e meno autoritarie. In

questo caso la psicologia evoluzionista suggerisce che la realt molto


vicina allo stereotipo culturale. In campo lavorativo ci si aspetta il
successo pi dagli uomini che dalle donne, e in conseguenza di queste
aspettative si giudicano pi severamente gli uomini se falliscono, mentre
se le donne hanno successo, si spiega la cosa con fattori quali la fortuna o
la costanza. E questo tipo di stereotipi agiscono anche nelle menti del
gruppo stereotipato.
Per quanto riguarda l'aspetto comportamentale, la combinazione delle
credenze stereotipate con una reazione emotiva negativa si traduce in
comportamento scorretto o violento:

la

discriminazione

(ovvero

l'azione ingiustificata negativa o dannosa verso i membri di un


gruppo

semplicemente

causa

dell'appartenenza

quel

determinato gruppo).
Una particolare forma di discriminazione in opera negli USA quella
contro gli omosessuali, che non sono protetti da leggi nazionali come le
donne, le minoranze etniche o gli handicappati.

3. Le cause del pregiudizio


Gli psicologi evoluzionisti sostengono che tutti gli organismi tendono ad
essere pi amichevoli nei confronti dei loro simili, e a mostrare paura e
avversione verso i differenti. Ma il pregiudizio non si verifica solamente in
base ad aspetti biologicamente ovvi dell'apparenza umana, ma anche tra
persone che nutrono credenze diverse. C' sicuramente quindi anche
un'influenza culturale sul formarsi dei pregiudizi. E questi si
possono formare anche a partire da differenze insignificanti come il colore
degli occhi, la lunghezza dei capelli e il modo di vestirsi (vedi
l'esperimento Elliot).

3.1 Il modo in cui pensiamo: la cognizione sociale


Il pregiudizio si potrebbe definire come il lato oscuro della cognizione
sociale umana. La tendenza a categorizzare e a raggruppare le
informazioni per formare degli schemi e utilizzarli per interpretare le
informazioni nuove, ad affidarsi ad euristiche potenzialmente inaccurate e
a dipendere da processi erronei della memoria, sono aspetti cognitivi che
possono portare agli stereotipi negativi e alla discriminazione.
Il

primo

gradino

del

pregiudizio

la

formazione

dei

gruppi,

la

categorizzazione delle persone secondo certe caratteristiche. In


questo modo ordiniamo il mondo e ci prepariamo a rispondere agli stimoli
nuovi. La categorizzazione quindi utile e necessaria e possiede
implicazioni profonde.
Gli individui tendono a costituire un ingroup, ovvero un gruppo in cui si
identificano

di

cui

si

sentono

membri.

Gli

altri

fanno

parte

dell'outgroup.
Ma qual' il meccanismo che produce atteggiamenti positivi verso i
membri dell'ingroup e negativi verso l'outgroup (che viene detto
ingroup bias)?
Una delle possibili spiegazioni, confermata peraltro sperimentalmente,
che l'identificazione in un gruppo, e la credenza nella superiorit del
proprio gruppo rispetto agli altri, produca un aumento dell'autostima.
Un'altra

delle

conseguenze

della

categorizzazione

sociale

la

percezione dell'omogeneit dell'outgroup: i membri dell'ingroup


tendono a percepire i membri dell'outgroup come pi omogenei di quanto
siano in realt, e anche pi dell'ingroup stesso.
Cambiare i pregiudizi con argomentazioni logiche e razionali
molto difficile. Questo perch, in primis, forte l'influenza della

componente affettiva dell'atteggiamento, che come si sa non


minimamente

influenzata

dalle

spiegazioni

logiche.

Inoltre,

l'atteggiamento tende a organizzare il modo in cui si elaborano le


informazioni rilevanti rispetto all'oggetto dell'atteggiamento stesso. Pi
specificamente, se abbiamo opinioni o schemi su certi gruppi, faremo pi
attenzione

alle

informazioni

coerenti

con

le

nostre

opinioni,

le

richiameremo spesso alla mente e le ricorderemo meglio rispetto alle


informazioni che non sono coerenti. Questo ovviamente render sempre
pi forte il nostro stereotipo.
Gli stereotipi riflettono le credenze culturali: in ogni cultura esistono
descrizioni facilmente riconoscibili che riguardano i membri di un
particolare gruppo. Anche se non ci crediamo, li conosciamo sicuramente.
E paradossalmente, alcuni esperimenti hanno dimostrato che influenzano
anche i nostri giudizi. Si tratta del fenomeno dell'attivazione del
pregiudizio.
L'attivazione del pregiudizio agisce a livello automatico, precedendo
l'elaborazione controllata dell'informazione. Se quindi siamo distratti,
impegnati o poco attenti, lo stereotipo pu sfuggire al controllo e spingerci
a dare valutazioni che vanno contro le nostre opinioni consce.
Il meccanismo del pregiudizio automatico per sembra agire in maniera
molto diversa a seconda delle caratteristiche individuali.
Un altro modo in cui viene perpetuato il pensiero stereotipico il
fenomeno

della

correlazione

illusoria,

ovvero

il

caso

in

cui,

aspettandoci che due cose siano collegate, inganniamo noi stessi fino a
credere che davvero lo siano, nonostante la realt mostri il contrario.
E' pi probabile che si verifichi correlazione illusoria quando gli eventi o le
persone sono caratteristici e visibili, cio quando sono diversi dalla nostra
quotidianit. I membri di un gruppo minoritario sono per definizione
distinti, cos come individui che hanno una professione o capacit non

corrispondente allo stereotipo.


E' possibile modificare le credenze stereotipiche? Sono state proposte tre
teorie:
1. Il modello di contabilit, in cui ogni informazione che contraddice lo
stereotipo porterebbe alla sua modificazione
2. il modello di conversione, secondo cui lo stereotipo cambia a seguito
di un'informazione particolarmente saliente e forte
3. il modello di sottotipizzazione, secondo cui si crea un nuovo
sottotipo

sottocategoria

di

steteotipi

che

si

adattano

all'informazione discordante.
In realt si visto che gli stereotipi cambiano soprattutto in accordo con i
modelli 1 e 3, mentre il modello di conversione non ha avuto conferme
sperimentali.

3.2 I biases attribuzionali


Facciamo delle attribuzioni per comprendere il comportamento di una
persona quanto di un gruppo. Come si legano queste attribuzioni al
pregiudizio e alla discriminazione?
Il noto errore fondamentale di attribuzione una delle cause
principali della persistenza degli stereotipi. Se l'errore viene rivolto ad un
intero gruppo di persone o ad un outgroup, si trasforma in stereotipo
(errore ultimo di attribuzione). Ogni informazione situazionale o
sociale

che

possa

spiegare

il

comportamento

del

gruppo

viene

sistematicamente ignorata o accantonata, entre si trae velocemente la


conclusione che il comportamento di una persona dovuto ad aspetti
della sua personalit.

Negli USA presente un fenomeno (curva di Bell) secondo cui le


prestazioni scolastiche di alcuni gruppi etnici risultano gerarchicamente
classificate secondo l'ordine asiatici-angloamericani-afroamericani. Un
fattore che chiaramente influenza questo fenomeno la minaccia dello
stereotipo:

gli

afroamericani,

in

situazioni

valutative,

sentono

l'apprensione di confermare con il loro comportamento lo stereotipo


negativo

dell'inferiorit

intellettuale.

Questo

condiziona

la

loro

prestazione, confermando alla fine lo stereotipo. Lo stesso meccanismo si


verifica con gli stereotipi di genere.
Quando

un

membro

dell'outgroup

non

si

comporta

come

ci

si

aspetterebbe secondo lo stereotipo, paradossalmente si tende ad


attribuire

questo

comportamento

anomalo

fattori

situazionali,

mantenendo cos l'attribuzione disposizionale di gruppo intatta.


Le persone che non sono mai state oggetti di pregiudizio trovano difficile
capire cosa significa essere bersagli. Essi cadono cos spesso nella
trappola di biasimare la vittima, attribuendo i loro guai a mancanza di
carattere e capacit. Tutto ci rientra nella visione del mondo giusto,
secondo cui nel mondo alla fine opera un principio di giustizia per cui
ognuno ha quello che si merita. Questo ci rassicura perch pensiamo che
non ci capiter mai niente di brutto se ci comportiamo in maniera corretta.
E per rafforzare la nostra convinzione siamo anche disposti a distorcere i
fatti e le ricostruzioni retrospettive.

3.3 La teoria del conflitto realistico


Ogni genere di problema inerente il fenomeno ingroup-outgroup viene in
realt aggravato dalla reale competizione economica, politica o di
stato. La teoria del conflitto realistico sostiene che un conflitto reale fra
gruppi si instaura quando le risorse sono limitate. La competizione si
genera dai sentimenti negativi sviluppati nei confronti del gruppo contro

cui si compete, e da qui al pregiudizio e alla discriminazione il passo


breve.
Quando le risorse scarseggiano, i membri dell'ingroup si sentono pi
minacciati da quelli dell'outgroup, e quindi vi maggiore possibilit che si
sviluppino pregiudizi, discriminazione e violenza. Le ricerche correlazionali
condotte sui fenomeni violenti durante le situazioni di crisi confermano
questa ipotesi.
In situazioni in cui non esiste un outgroup identificabile contro cui
rivolgere le proprie rivendicazioni, si fa strada la possibilit che si crei un
capro espiatorio. Il caso degli ebrei nella Germania nazista esemplare.
Tuttavia non sempre cos facile separare il pregiudizio causato dalla
competizione da quello dovuto al fenomeno del capro espiatorio.
In ogni caso gli individui, quando sono frustrati o infelici, tendono a
mostrare pi aggressivit nei confronti dei gruppi che sono non graditi,
visibili, e relativamente privi di potere. Le forme in cui si manifesta
l'aggressivit dipendono da quanto permesso o approvato dall'ingroup in
questione.

3.4 Le regole normative


Un comportamento sociale innocuo come il conformismo pu diventare
particolarmente pericoloso quando entra in gioco il pregiudizio. Se viviamo
in una societ in cui le informazioni stereotipiche abbondano e il
comportamento discriminatorio la regola, la maggior parte di noi
svilupper atteggiamenti ostili e pregiudizi. In questo caso si parla di
razzismo o sessismo istituzionalizzato.
Il conformismo normativo opera nel senso di indurre atteggiamenti
pregiudiziali e comportamenti discriminatori nelle persone che vogliono
conformarsi ed adattarsi alle posizioni prevalenti della maggioranza. E

questa molto spesso la causa principale del pregiudizio.


In tempi recenti i cambiamenti normativi negli USA hanno fatto diminuire i
comportamenti discriminatori. Ci non significa per che il pregiudizio sia
stato eliminato: in realt molti mantengono i propri stereotipi, ma sono
diventati pi attenti a non mostrarli in pubblico. Questo fenomeno viene
chiamato pregiudizio moderno.
La conseguenza che il razzismo e il sessismo devono essere studiati
attraverso misure indirette e non intrusive. Recenti ricerche effettuate
anche in Europa hanno dimostrato che il pregiudizio nascosto ha
un'influenza importante sulle opinioni delle persone circa le politiche di
immigrazione: non si parla di rimandare gli immigrati a casa loro, ma
neanche ci si d da fare per migliorare le relazioni e i diritti civili degli
stessi immigrati.
Nel caso del pregiudizio contro le donne, sono presenti le stesse forme
latenti, che per in questo caso si traducono in atteggiamenti ambivalenti,
che fanno parlare di sessismo ostile e sessismo benevolente. In ogni caso
il sessismo, di qualunque valenza sia, serve a giustificare i ruoli sociali
tradizionali e stereotipati delle donne.

4. Come si pu ridurre il pregiudizio?


Se il pregiudizio non si riesce a combattere su basi razionali, in quanto
comporta anche aspetti emotivi e cognitivi, pu essere importante
favorire le occasioni di contatto tra ingroup e outgroup. Ma il semplice
contatto non sufficiente.

4.1 L'ipotesi del contatto


Diversi esperimenti sociali di integrazione che comportavano il contatto

tra etnie diverse al fine di ridurre il pregiudizio reciproco non hanno dato i
risultati sperati, specialmente tra i bambini.
Sembra invece che il contatto abbia effetti positivi quando le persone
hanno status uguale e perseguono gli stessi scopi.

4.2 Quando il contatto riduce il pregiudizio: le condizioni


Come hanno dimostrato diversi studi sperimentali, il contatto tra gruppi
diversi, per avere un'utilit nella riduzione del pregiudizio, deve basarsi su
alcune condizioni:
1. I due gruppi devono essere in situazione di interdipendenza,
ovvero

devono

cooperare

per

raggiungere

uno

scopo

comune
2. i membri del gruppo devono essere uguali in termini di status e
di potere
3. il contatto deve avvenire in condizioni amichevoli e informali,
con contatti personali
4. gli individui devono percepire i membri dell'outgroup come tipici
del loro gruppo
5. devono esserci regole sociali che promuovono e sostengono
l'uguaglianza tra i gruppi
Se tutte queste condizioni vengono rispettate, ci si pu attendere una
riduzione

dei

discriminatori.

pregiudizi,

degli

stereotipi

dei

comportamenti

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