Documentos de Académico
Documentos de Profesional
Documentos de Cultura
org
www.arcipelagomilano.org
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
Un centinaio tra accolte e parzialmente accolte e poco meno di quattrocento non accolte. Si completa
cos, con la partecipazione dei cittadini - tecnici, unoperazione di aggiornamento e adeguamento dello
www.arcipelagomilano.org
costruttrice, che sono di conseguenza sollevati da ogni responsabilit, e deve essere segnalata negli
eventuali, successivi atti di compravendita, o affitto, o cessione a qualsiasi titolo, dellimmobile.
Del contrasto con alcune norme nazionali (e con il parere dellASL) si
era ben consapevoli. Losservazione sollecitava una scelta politica
da parte del Comune e la relazione
allosservazione indicava un principio giuridico di prevalenza, in base
al quale risolvere il contrasto. Si riporta uno stralcio: Le norme nazionali sono recepite dal Regolamento
Edilizio. Tuttavia con larticolo proposto il comune di Milano ne definisce meglio il campo di applicazione,
escludendo dallapplicazione generalizzata casi specifici per ragioni
dordine superiore alla finalit della
norma, in quanto attengono ai diritti
fondamentali dei cittadini..
Losservazione stata respinta con
due motivazioni: una risibile: respinta perch losservazione propone
un articolo aggiuntivo e non
unosservazione al testo adottato;
laltra burocratica: Larticolo contrasterebbe con ampie parti del regolamento (in realt non contrasterebbe con il Regolamento ma articolerebbe i campi di applicazione di alcune norme) e con la normativa nazionale e regionale;
Alla motivazione dellosservazione che il nocciolo politico dellosservazione - cio laffermazione di un
diritto, non data risposta. Se ne
deduce che il Comune o non
daccordo sul principio di libert affermato nellosservazione o non intende impegnarsi in unazione di
rinnovamento su tale materia, come
sta facendo in altri campi, per esempio in quello dei diritti civili, sui
quali ha aperto un deciso scontro
giuridico con lo Stato centrale.
Laccoglimento dellosservazione da
parte del Comune di Milano si sarebbe collocato in una pi ampia
prospettiva di riforma del rapporto
Stato cittadino, che vedrebbe ridurre
il controllo pubblico sulle prestazioni
edilizie, lasciando ai rapporti tra privati la verifica di qualit del prodotto
edilizio, come parte del sempre auspicato e poco praticato processo di
semplificazione normativa, anche
in previsione dellannunciato regolamento edilizio unico nazionale.
Una prospettiva di riforma che impegni lo Stato a perseguire i grandi
obbiettivi destinati a far migliorare le
condizioni generali della collettivit,
(per esempio a Milano a far funzionare bene la Citt metropolitana) e
daltra parte lo impegni a ridurre i
campi di regolamentazione di dettaglio
della
vita
dei
cittadini
(unosservazione chiedeva che il
Regolamento edilizio precisasse
meglio quale parte dellangolo cottura deve essere lavabile: stata accolta!).
Nota (*) Sarebbe stato meglio il proprietario o chi in possesso
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
www.arcipelagomilano.org
passato (che non ha certo portato a
buoni risultati), che ha visto dapprima affidare, con il Sindaco Albertini,
le case del Comune a un pool di tre
gestori privati (Edilnord, Gefi, Romeo); e poi, con il Sindaco Moratti,
ad ALER. I risultati di queste scelte
sono sotto gli occhi di tutti: a causa
della mancanza di comunicazione e
di uniformit di programmi (anche
informatici) di gestione, dapprima i
tre privati e poi ALER non hanno
potuto che soccombere al caos. A
questo si aggiunge la disastrosa
gestione di ALER che, come ha sottolineato giustamente anche Lucia
Castellano, ha totalmente abdicato
alla sua funzione sociale, a favore di
una politica da immobiliarista: in altre parole ALER, invece che investire nella ristrutturazione degli alloggi,
ha preferito dedicarsi alla costruzione di nuovi quartieri.
Ora sar il Comune stesso, con lo
strumento di una societ interamente partecipata, a amministrare i suoi
beni: ci si augura che, essendo la
propriet a gestire il proprio patrimonio, sia posta maggiore attenzione, pi oculatezza nelle scelte, pi
rigore e un interesse costante nella
gestione e nella manutenzione.
Questo lauspicio per il futuro.
In queste settimane ho partecipato
ad alcuni incontri, dapprima con
lAssessorato al Demanio e con MM
e quindi con gli inquilini delle case
popolari del Comune, lAssessora
Benelli, i funzionari del settore, i dirigenti di MM, incontri organizzati
sia dai Consigli di Zona che dal
Comitato Milano Civica.
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
www.arcipelagomilano.org
dire se la cosa andr in porto e pronosticare come.
Se una di queste condizioni non si
avvereranno, la norma transitoria
prevede che il Sindaco della Citt
metropolitana rimanga il Sindaco
del Comune Capoluogo e che
lelezione del Consiglio, come oggi,
resti di secondo livello (i consiglieri
dei Comuni votano i propri rappresentanti).
In questo quadro, la domanda da
porsi la seguente: per la scadenza
del 2016 (inizio nuovo mandato
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
ciamo ledilizia e facilitiamo labbattimento dei costi per chi cerca casa.
Detta cos, una proposta interessante, soprattutto dove propone di
www.arcipelagomilano.org
distinguere lintervento in aree gi
edificate e in aree libere (brownfields e greenfields, insomma).
Ho paura per che i problemi siano
pi complessi, e quindi anche le relative soluzioni. C insomma anche
un problema culturale, di corretta
impostazione dei problemi.
Non dimentichiamoci infatti che gli
oneri non servono solo a puntellare i
bilanci dei Comuni (anzi questa funzione dovrebbe del tutto sparire).
Servono invece a realizzare e a
manutenere le infrastrutture e i servizi della citt, soprattutto dove non
c capacit sufficiente a reggere
utilizzi pi intensi (spesso infatti si
d per scontato che la citt assorba
tutto, un po come una volta si buttava la spazzatura nel mare: ma
non cos, le infrastrutture, se pur
sovradimensionate un tempo dai
nostri previdenti antenati, hanno dei
limiti).
Ma il tema diventa anche pi complesso quando si sente dire: un operatore, una volta che ha pagato il
terreno, le bonifiche, gli oneri, la costruzione con quello che ha speso per quella casa, alla fine costa di
pi di quel che disposto a pagare
il mercato. E quindi abbassare gli
oneri sarebbe una maniera di recuperare fattibilit. Bisognerebbe invece chiedersi: non che invece
un cattivo imprenditore? Non che
ha pagato troppo l'area e sottostimato i costi? Purtroppo molti operatori immobiliari si sono abituati a
guadagnare non tanto nelloffrire un
buon prodotto, quanto a scremare
dal delta regole: compro unarea
con una destinazione, poi ne ottengo unaltra pi remunerativa, poi indici pi alti; e cos il valore cresce
guato, e chi screma sul delta regole. E su questo bisogna dire che i
tempi dellurbanistica gallina dalle
uova doro sono probabilmente finiti: in tanti hanno capito il meccanismo della valorizzazione, e il presupposto della situazione urbanistica bloccata non c pi; c piuttosto
linverso, leccesso di offerta (non ci
sar mai domanda per i 180mila e
passa nuovi abitanti stimati dal PGT
di Milano, n per il milione di abitanti
in pi per la Lombardia previsti dalla
somma dei vari piani regolatori). E
quindi bisogna iniziare a pensare
che piano piano i prezzi delle aree
di trasformazione dovrebbero essere destinati a scendere e a sgonfiarsi (per qualcuno certo sar doloroso, almeno quanto stato piacevole
a suo tempo vederli alzarsi!)
Sulla prima, credo che se ci fossero
regole semplici, chiare e tempi certi,
leffetto positivo sul settore immobiliare sarebbe superiore a quello della riduzione indiscriminata degli oneri. In generale, servirebbe poi
pianificazione urbanistica pi realista e pi attenta alle caratteristiche
reali del territorio e delle sue necessit di trasformazione (e un po meno agli slogan del momento perch mai ad esempio una maggiore
densit dovrebbe essere sempre e
comunque un valore positivo?
lerrore simmetrico e inverso di
quanto si diceva un tempo, quando
bastava che i volumi fossero bassi
per giudicare bene un intervento.
Da uno slogan al suo opposto, si
tratta pur sempre di un errore). (*)
(*) sintesi con precisazioni dellintervento al seminario del 17 novembre Recuperiamo terreno
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
www.arcipelagomilano.org
Questa notazione ha per un riscontro ancor pi grave quando si
passa dalle scelte del singolo, che
hanno come abbiamo visto un retroterra antropologico, a coloro che
fanno scelte pubbliche, i quali un po
di conti dovrebbero farli dimostrando di avere a cuore il bene comune.
Ebbene cos non sembrerebbe,
perch le loro scelte si limitano a
considerare l'alternativa tra il riscaldamento convenzionale e il teleriscaldamento, con una preferenza
attribuita a questultimo per linnegabile vantaggio della concentrazione
nella produzione di energia termica,
oltre che di controllo delle emissioni.
Nei nostri sistemi di teleriscaldamento sin qui sperimentati, il caldo
viene distribuito in alta temperatura
nellipotesi, lunica evidentemente
ritenuta plausibile, di doverlo comunque fornire secondo le esigenze
dellutenza finale, indipendentemente dal suo grado di efficienza.
Daltra parte dal camino di un termovalorizzatore lacqua esce a
temperature ben superiori ai 100,
tanto che viene prima impiegata per
produrre energia elettrica sfruttando
la forza del vapore e solo quando
arriva attorno al punto di ebollizione
viene distribuita in rete. Ci permette pertanto di effettuare la distribuzione allutenza finale in modo da
consentire a questa di scambiare
lenergia termica richiesta in forma
diretta, e dunque di alimentare impianti di tipo tradizionale senza alcuna necessit di integrazione.
Non potendo o non volendo modificare queste condizioni di scambio
diretto, non vi sono al momento alternative nel distribuire in rete
lacqua di riscaldamento a temperature prossime al punto di ebollizione
e ci comporta scelte tecnologiche
sui materiali componenti la rete assai gravose e, quel che pi conta,
una serie di costi elevati proprio per
mantenere in temperatura la rete
stessa, esposta cos a un grande
costo di esercizio che riduce fortemente i vantaggi ottenuti con le economie di scala derivanti dalla
concentrazione della produzione.
La stessa quantit di energia potrebbe, ad esempio, sostentare una
massa dacqua doppia con temperatura di 65 ma, a questo punto,
pur essendo la gestione della rete
assolutamente pi efficiente e meno
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
www.arcipelagomilano.org
* FINALITA GENERALI (articolo 1).
La definizione di suolo come bene
comune riprende quanto gi affermato dalla LR 31/2008, ma ampliandolo anche al suolo non agricolo. Potrebbe aprirsi una strada per
rimettere almeno formalmente la
finalit pubblica al centro della pianificazione. Per ora il resto della legge
contraddice questo principio privilegiano palesemente liniziativa privata e marginalizzando la finalit pubblica. Il nuovo comma 4, che richiama al traguardo di consumo zero al 2050 fissato dalla Commissione Europea, appare fuori luogo nel
contesto di una norma che punta
prima di tale data ad accelerare il
consumo di tutto l urbanizzabile
(circa 550 milioni di m2 !).
* DEFINIZIONI (articolo 2). Alcune
delle definizioni sono state leggermente modificate ma nella sostanza
rimangono i due punti controversi
gi sottolineati in precedenza:
- Il suolo urbanizzabile (ossia le
previsioni dei piani non attuate) viene equiparato a quello urbanizzato
e questo potrebbe fare venire meno
la natura non conformativa degli
ambiti di trasformazione del Documento di Piano, uno dei pilastri su
cui era stata costruita la LR
12/2005, con le conseguenze che si
possono immaginare, anche ai fini
fiscali.
- Il meccanismo del bilancio ecologico del suolo innesca situazioni paradossali, al limite del grottesco. Per
esempio: se 10 ettari oggi programmati a residenziale ma di fatto
coltivati ad agricolo vengono trasferiti in altra localizzazione agricola
per costruire, supponiamo, un centro commerciale di 10 ettari, il consumo di suolo pari a zero (citato
da art 2 c.1 lett d) della legge). Se
dei 10 ettari solo 8 vengono trasferiti
per altri usi e 10 ritornano ad agricolo si realizza addirittura un bilancio
negativo, ossia per la legge ho re-
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
www.arcipelagomilano.org
con lapprovazione delle tabelle di
risarcimento dei danni biologici, definire linee guida mediche, anche
per contrastare il fenomeno della
medicina difensiva che pesa per oltre l11,8% sulla spesa sanitaria.
La medicina difensiva grande causa
dellaumento dei costi, consiste nella pratica di diagnostiche o di misure terapeutiche condotte principalmente, non tanto per assicurare la
salute del paziente, quanto come
garanzia delle responsabilit medico legale seguente alle cure mediche prestate. Evitare la possibilit di
un contenzioso legale la motivazione principale del porre in atto
pratiche di medicina difensiva. Viene praticata specialmente nella medicina di emergenza, nei reparti di
ostetricia e in altri interventi specialistici ad alto rischio.
Il comportamento cautelativo si esplica nel ricorso a servizi aggiuntivi
non necessari (analisi, visite e trattamenti) atti a: diminuire la possibilit che si verifichino risultati negativi;
dissuadere i pazienti dalla possibilit di presentare ricorsi;redigere documentazione che attesti che il medico ha operato secondo gli standard di cura previsti, in modo da
cautelarsi da eventuali future azioni
legali. Si manifesta nel caso in cui il
medico eviti di occuparsi di determinati pazienti o dall'eseguire interventi ritenuti ad alto rischio.
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
www.arcipelagomilano.org
pi dati di tutti sulla telefonia mobile,
il rischio aumenta anche se luso
inizia prima dei 20 anni.
Nella popolazione pi giovane (dai
9-10 anni ai 30-35) sta dilagando
una dipendenza molto forte. Ci sono
centinaia di studi in proposito. Si
stimano essere centinaia le persone
che non si alzano dal letto se non
hanno controllato il cellulare, che
durante la notte mandano decine di
messaggi, si collegano in rete scaricando, caricando musica , interrompono il sonno con effetti psicologici notevoli, manifestando poi difficolt attentive (anche a causa della radiazione) ecc. Troppe ragazze
tengono il cellulare sotto il cuscino.
Anche quando il cellulare nella
posizione off line (posizione aereo)
emette, a volte anche di pi. Nelle
scuole vediamo ragazzini imbambolati gi di primo mattino e incapaci di
reggere una lezione oltre le 10 del
mattino. Questo succede anche ai
trentenni. A questa situazione ha
molto contribuito la pressione dei
messaggi pubblicitari, dei produttori
delle reti. Ci dovrebbe essere una
informazione deterrente alle lunghe
telefonate, alluso dei cellulari sui
mezzi pubblici (con la lamiera e
lagganciarsi a diverse stazioni nel
percorso la radiazione cresce), al
telefonare se non c pieno campo,
all'utilizzare sistemi diversi che aggravano lesposizione entrando in
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
10
www.arcipelagomilano.org
compiti della Citt Metropolitana?
Meglio tenersi lontani: l'Expo basta
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
Siamo disposti a riconsiderare quello stile di vita che induce nelle proprie abitazioni come nelle universit,
nelle biblioteche moltissima gente a
stare in Gennaio in maglietta e/o
shorts come se si fosse in un telefilm di Miami vice per poi coprirsi
d'estate dal condizionamento "sparato a palla"? Il combinato di questi
due atteggiamenti quanti altri mai
"energivoro" ancorch demenziale.
Sotto questo aspetto Milano un
osservatorio sociale formidabile di
11
www.arcipelagomilano.org
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
rubriche@arcipelagomilano.org
Fidelio alla Scala
Come tutte le prime settimane di
dicembre la citt entra in fibrillazione per la serata inaugurale della
Scala e per lopera che viene prescelta. Per non andar troppo lontano, limitandoci allera Barenboim,
successo nel 2007 con Tristano e
Isolda, lanno successivo con Don
Carlo, poi con Carmen, la Valchiria,
il Don Giovanni e il Lohengrin fino al
delirio dellanno scorso con La Traviata. Tranne il Don Carlo che fu
diretto da Daniele Gatti e La Traviata da Dmitri Tcherniakov, tutte le
altre inaugurazioni hanno portato la
firma di Barennboim, e non senza
polemiche. Ricordiamo le aspre critiche al Lohengrin (con quel povero
eroe, depresso, costretto a cantare
a bagnomaria in uno stagno) e al
Don Giovanni (con il fallito tentativo
di stupro di donnAnna inopinatamente trasformato in un felice e
condiviso amplesso!).
Tutto per cominci molto bene,
con quellindimenticabile Tristano
(2007) in cui Barenboim sembr finalmente luomo giusto, arrivato al
momento giusto al posto giusto, nel
senso di un grande e generoso direttore consapevole di salire sul podio di uno dei pi importanti teatri al
mondo e determinato a lavorare alacremente alla sua ricostruzione
morale e artistica.
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
tato fin dalla nascita da mille problemi. Il povero Beethoven, che tanto lo amava ( di tutte le mie creature, il Fidelio quella la cui nascita
mi costata i pi aspri dolori, quella
che mi ha procurato i maggiori dispiaceri ) stato suo malgrado
costretto a scriverlo tre volte (nel
1804, nel 1806 e ancora nel 1814)
per renderlo accettabile al suo pubblico (che pure non gli ha mai fatto
mancare affetto e ammirazione).
Unopera di cui si detto tutto e il
contrario di tutto, probabilmente
perch non era nelle corde di Beethoven scrivere un Singspiel (o una
Pice de sauvetage, come si vuole:
prematuramente finiti gli anni di Mozart, Beethoven - come Rossini era alla ricerca di una forma teatrale
nuova) e tantomeno esaltare
lamore coniugale (lui, che questo
amore lo ha forse desiderato ma
mai conosciuto). Si detto che il
Fidelio un inno alla libert, figlio
della rivoluzione francese e delle
illusioni di Ludwig nei confronti dei
Lumi vincenti (Fidelio coevo della
terza Sinfonia, lEroica, inizialmente
dedicata proprio a Napoleone primo console di Francia); ma si anche scritto che una anticipazione
dellInno alla Gioia della Nona Sinfonia. In realt lopera ha una struttura drammatica molto debole, comincia come una commediola leg-
12
www.arcipelagomilano.org
gera, vira poco a poco in tragedia e
si risolve in un classico arrivano i
nostri (il sauvetage, appunto).
Eppure quanto bella!
Ho avuto la ventura di assistere
domenica sera alla prova generale:
una Scala gremita di gente attenta e
interessata, un bel pubblico con
molti giovani e in particolare molte
ragazze che si destreggiavano bene
con la trama non sempre chiara,
cantata e raccontata in tedesco.
Sar sicuramente vero che lopera
sostanzialmente ingenua, poco avvincente e affetta da un eccessivo
moralismo (il titolo dellopera originale di Bouilly da cui il Fidelio tratto - Leonore ou lamour conjugal la dice lunga sulla pasta di cui fatto), ma la musica di Beethoven
struggente e ha il peso e lo spessore delle sue opere pi famose, quelle che tutti conosciamo, e si capisce
molto bene lamore di cui lautore la
gratificava. Una musica che prendeva le distanze dal classicismo di
Mozart e di Haydn e cominciava ad
che
nelloccasione del suo addio alla
Scala (che sar sicuramente un arrivederci) con questo Fidelio Daniel
Barenboim riscatta lo scarso impegno dedicato al Teatro nel suo settennato, sfodera le armi migliori,
sfoggia una accurata concertazione
con un ottimo cast di cantanti: soprattutto rivela una grande intesa
con i due veri grandi protagonisti
dellopera, la strepitosa soprano austriaca, quasi italiana Anja Kampe
nei difficili panni ( proprio il caso di
dirlo!) di Leonora/Fidelio, e con il
basso sudcoreano Kwangchul Youn
nei pi facili eppur delicatissimi
panni del capo carceriere Rocco.
Curiosa e molto raffinata, infine, la
regia di Deborah Warner che aveva
gi realizzato un Fidelio nel 2001 al
Festival di Glyndebourne e che in
questa occasione si giovata delle
semplici e belle scene di Chloe
ARTE
questa rubrica a cura di Benedetta Marchesi
rubriche@arcipelagomilano.org
Nel Blu di Klein e Fontana al Museo del Novecento
Uno straordinario racconto di un
dopoguerra animato da artisti, collezionisti, intellettuali e mercanti lo
scenario che si immagina faccia da
sfondo alla relazione di amicizia tra
Yves Klein e Lucio Fontana raccontata nella mostra in corso al Museo
del Novecento e che immergono chi
vi coinvolto con stimoli visivi e
suggestioni intellettuali.
Due citt, Milano e Parigi, e due artisti, distanti per et anagrafica, provenienza, formazione e stile ma con
in comune la ricerca artistica che si
articola verso nuove dimensioni
spaziali e concettuali. Ripercorrendo
il tradizionale allestimento cronologico del Museo ci si accosta progressivamente al rapporto tra i due:
pi questo si fa intenso e pi aumenta la densit di opere che si incontrano dei due artisti. Lapice del
sodalizio si raggiunge quando si
spalanca la vetrata sopra piazza del
Duomo con la Struttura al neon di
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
lazzo Reale cos come i grandi musei del centro sono gi in procinto di
chiudere. Una per attira lattenzione, sar per la posizione cos
13
www.arcipelagomilano.org
continua espansione che periodicamente si arricchisce di nuovi elementi frutto delle ricerche dal Centro
Studi Leonardo3, ideatore e organizzatore della mostra nonch
gruppo attento di studiosi. Se Leonardo produsse durante la sua vita
uninfinit di disegni e schizzi, L3 si
pone come obiettivo quello di studiare a fondo la produzione del genio tostano e renderla fruibile a tutte
le tipologie di pubblico con linguaggi
comprensibile e divulgativi offrendo
un momento ludico di intrattenimento educativo, adatto sia per bambini
che per adulti.
Quasi 500 mq ricchi di modelli tridimensionali e pannelli multimediali
che permettono realmente di scoprire le molteplici sfaccettature del
pensiero e delloperato leonardesco:
macchine volanti o articolati stru-
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
14
www.arcipelagomilano.org
re profondit e pregnanza di significato.
Limmediato godimento della mostra, che potrebbe essere ostacolata dalla lunghezza e dal corpus cos
importante di opere, dato anche
dalla capacit didattica della audioguida e dei pannelli di mediare tra il
pensiero e il valore pittorico dellartista e locchio poco allenato del visitatore. I supporti presenti in mostra contestualizzano in maniera
chiara il periodo e i lavori del pittore,
offrendo tal volta una descrizione,
tal volta un approfondimento nelle
voci della curatrice Claudia Zevi o
dellerede dellartista, Meret Meyer.
La mostra racconta anche la poliedricit dellartista: attraverso i costumi, i decori e le grandi scenografie che lartista ha realizzato per il
Teatro Ebraico Kamerny di Mosca
emerge lo Chagall sostenitore entusiasta e attivo protagonista in ambito culturale della Rivoluzione dottobre; nelle illustrazioni per le Favole di La Fontaine e nelle incisioni
per Ma vie (la sua autobiografia) si
incontra un altro Chagall ancora,
che non teme in nessun modo il
mettersi alla prova con qualcosa di
nuovo e diverso.
Uomo e artista che si fondono in
una personalit quasi magica che al
sesti ripetuti a giorni alterni. Al fianco delle proiezioni vengono presentate una selezione di opere di artisti
che hanno scelto il video come
mezzo espressivo ma che si avvalgono anche delloggetto come concretizzazione tangibile dellidea artistica.
Tra le opere di maggiore impatto:
Mastequoia Op. 09-013, una lunga
striscia di frame selezionati da un
girato di 54 ore su un viaggio compiuto dai tre artisti tra Rotterdam,
Fs e Tokyo (vero e proprio film,
vincitore del premio Lo schermo
dellarte 2013); attraverso luso del
VHS come supporto la qualit perde
molta definizione acquisendo per
un velo quasi melanconico e onirico,
oltre che di ricordo che si va lentamente sbiadendo.
Per rendere pi esaustivo il tema
stato presentato poi un fitto palinsesto di proiezioni e performance che
vanno ad ampliare ancora di pi la
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
15
www.arcipelagomilano.org
colori, che ha reso Segantini il maggiore esponente del divisionismo
italiano. una delle poche occasioni dove le scelte curatoriali e allestitive consentono al visitatore di unire
la vita e il lavoro dellartista creando
un percorso omogeneo dal quale
emerge la complessit del carattere
dellartista, composto, come tutti gli
uomini, da vari ruoli: figlio, padre,
uomo, artista. Qualsiasi modalit si
sia scelta per la fruizione della mostra se ne uscir con appagata la
necessit di bellezza e colore, ma
pi vivida quella di percorrere le
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
rubriche@arcipelagomilano.org
Patrick Modiano
L'orizzonte
Einaudi 2014 pp. 154, euro 14
"Modiano, chi era costui". Novello
Carneade, questo si saranno chiesti
i bookmakers internazionali a Stoccolma all'attribuzione del Premio
Nobel 2014 per la letteratura a Patrick Modiano, invece che a Murakami o a Roth.
E lo stesso Modiano si stupito
all'annuncio, che ha considerato
bizzarro, quando finalmente la figlia
l'ha trovato per comunicargli la notizia, mentre lui ignaro passeggiava
per il Luxembourg a Parigi. Tra i
120 scrittori in lizza, di cui 36 per la
prima volta, i giurati svedesi hanno
scelto proprio Modiano, scrittore ebreo francese, di origine italiana, di
madre belga, con la motivazione
"per l'arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani pi inafferrabili e scoperto il mondo
dell'occupazione (nazista)".
In realt, nonostante nel 1978 Modiano abbia vinto il Premio Goncourt
con "Via delle Botteghe oscure"
(stampato solo ora, in prima edizione, da Bompiani ), e abbia al suo
attivo una trentina di romanzi, 4 film
tratti dai suoi libri, abbia lavorato
con il regista Ponti, sia il paroliere di
Franois Hardy, pochi lo conoscono
in Italia. Forse anche per la sua indole schiva. Singolare il numero diverso di case editrici presso le quali
egli ha pubblicato le sue opere,
Guanda, Lantana, Einaudi. Questo
editore ha dato alle stampe nel
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
16
www.arcipelagomilano.org
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org
CRT da 40 anni a Milano. L'archivio fa spettacolo
"40x40x10, un titolo che sembra
una sciarada, invece la celebrazione di un compleanno, i 40 anni
del CRT, con la programmazione di
una selezione in video di 10 spettacoli che raccontano i protagonisti di
stagioni spesso indimenticabili.
Un compleanno sempre occasione di riflessioni e di aspettative, di
ricordi e di progetti per il futuro. E
quale occasione migliore dei 40 anni per guardare in avanti partendo
dai ricordi di spettacoli a volte eccezionali e sempre significativi? Per
evitare il pericolo di una retorica autocelebrazione, hanno collaborato
con noi quaranta theatre-addicted,
critici, operatori, studiosi, che ci
hanno seguito in questi anni. A loro
abbiamo chiesto di indicare gli spettacoli che pi hanno lasciato il segno, che hanno emozionato sino a
lasciare una traccia che supera cos
lusura del tempo. I primi dieci spettacoli, indicati attraverso questa
consultazione complice e informale,
sono quelli che sar possibile rivedere, attraverso documentazioni
5 > 21 dicembre
Primo atto // Tadeusz Kantor
Videoregistrazioni:
La Classe morta
Wielopole Wielopole
Candid Kantor
8 > 25 gennaio 2015
Secondo atto // Jerzy Grotowsky
Apocalypsis cum figuris nella videoregistrazione di Ermanno Olmi
29 gennaio > 15 febbraio 2015
Terzo atto // i Dervisci Rotanti
con le musiche di Kudsi Erguner
19 febbraio > 8 marzo 2015
Quarto atto // Thierry Salmon
Le Troiane
12 > 29 marzo 2015
Quinto atto // Teatro No e Teatro
Kabuki
Hideo Kanze e Ennosuke III
http://www.crtmilano.it/project/40x40
x1020-novembre-24-dicembre/
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
rubriche@arcipelagomilano.org
Ritorno allAvana
di Laurent Cantet [Francia, 2014, 90']
con Jorge Perugorra, Isabel Santos, Fernando Hechevarria, Nestor Jimenez
Amedeo dopo sedici anni di Spagna
torna allAvana, lo accolgono i suoi
amici di giovent. Erano rivoluzionari, sostenitori di Castro. Non lo sono
pi, hanno pi di 50 anni, sono
cambiati e spesso hanno pagato un
prezzo salato per le loro libere opinioni coerenti. Rafa pittore non riesce pi a dipingere se non croste
per il mercato; Aldo, ingegnere, fa
loperaio e ha le mani bruciate dagli
acidi delle batterie che prepara abusivamente; Tania, oculista, che lavora per un compenso minimo e
rimpiange i figli emigrati a Miami.
Lunico che se la cava economicamente parlando Eddy, che si
piegato, diventato un funzionario
del partito, ha conti allestero ma
con gli amici se ne vergogna. Il festeggiato Amedeo, uno scrittore
fuggito in Spagna nei giorni seguiti
al crollo dellUrss, nel momento tragico in cui i cubani privati degli aiuti
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
www.arcipelagomilano.org
Il film intenso e ha un finale eccessivamente drammatico e inutile,
poich il messaggio era gi forte e
chiaro e ogni eccesso rende meno
credibile la vicenda. Ultima informazione: il film, nonostante il suo contenuto critico sul regime, stato
n. 42 VI - 3 dicembre 2014
18