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Alchimia
La Grande Opera
Ges disse: Colui che cerca non desista dal cercare fino a quando non avr trovato e quando
trover sar commosso e si stupir, e cos commosso contempler e regner sul Tutto
Il Vangelo di Tommaso, verso 2
LAlchimia rivela (cio vela due volte) nel simbolo della Grande Opera,
il processo con cui lUomo pu arrivare a Realizzarsi, ossia a divenire
cosciente della propria vera Realt Spirituale. In questo lavoro
spiegheremo le allegorie ed i simboli presenti nei testi alchemici,
illustrandone linsegnamento che essi velano.
Nel Medio Evo loccidente puritano considerava uneresia il solo pensare che lessere umano
potesse assurgere alla conoscenza della propria realt divina. Per questo gli Iniziati di allora
dovettero velare in simboli e allegorie i propri insegnamenti. Oggi questa necessit non sussiste
pi, ovviamente, ed particolarmente interessante comprendere i paralleli che legano
lInsegnamento Iniziatico Occidentale a quelli espressi in Oriente sotto tuttaltre forme, ma con
unidentica sostanza. La Tradizione Iniziatica dai tempi pi remoti tramanda la Conoscenza della
realt divina delluomo e lo fa in modi e maniere che si adattano nella forma ai diversi periodi
storici ed alle caratteristiche della societ dellepoca. E compito dellIniziato decodificare e
aprire le antiche forme e gli antichi simboli, portando cos alla propria coscienza, lunit degli
Insegnamenti tramite i quali sar in grado egli stesso di raggiungere la Meta alla quale destinato:
la Reintegrazione del S o, in altri termini, la Realizzazione. Dice un antico motto che lIniziato
in grado di parlare mille lingue. Ci non si realizza, naturalmente, studiando semplicemente gli
idiomi antichi e moderni, quanto invece comprendendo quei principi che sono lunica realt, al
di l del velo dellIllusione, e sapendo riconoscerli nelle mille lingue ossia nei mille modi in cui
sono stati trasmessi dalla Tradizione. Uno di questi modi per lappunto lAlchimia. Altri
possono essere lErmetismo, la Massoneria, le dottrine orientali, le religioni (anche le religioni
hanno una componente esoterica, bench di solito misconosciuta dai pi) e cos via. Vogliamo
allora tentare di aprire i significati del linguaggio alchemico, cos da dare perlomeno una prima
chiave per comprenderne gli Insegnamenti.
V.I.T.R.I.O.L.U.M.
II
...e fin quando non avrai la saggezza, muori per divenire, sarai soltanto un triste ospite su questa
terra oscura.
(Goethe)
Colui che vuole entrare nel regno divino, deve prima entrare nel corpo di sua madre, e
morirci.
(Paracelso)
Chi guarda in uno specchio dacqua, inizialmente vede la propria immagine. Chi guarda se
stesso, rischia di incontrare se stesso. Lo specchio non lusinga, mostra diligentemente ci che
riflette, cio quella faccia che non mostriamo mai al mondo perch la nascondiamo dietro il
personaggio, la maschera dellattore. Questa la prima prova di coraggio nel percorso interiore.
Una prova che basta a spaventare la maggior parte delle persone, perch lincontro con se stessi
appartiene a quelle cose spiacevoli che si evitano fino a quando si pu proiettare il negativo
sullambiente.
(Carl Gustav Jung)
Lacronimo
V.I.T.R.I.O.L.U.M.,
stelle il macrocosmo.
fanno parte dellessere umano. Non possiamo scartarli, ma possiamo controllarli, dominarli,
imparare da loro, e trasformarli in servitori del Divino. I mostri non sono mostri di per s. Sono
soltanto caratteristiche della natura umana che sono state distorte o che quantomeno non ci sono
pi utili. Noi possiamo rettificarle ed utilizzarle a nostro vantaggio, per ascendere alla
Consapevolezza del S.
Questo compito non per laspirante iniziato. soltanto per gli audaci che osano affrontare
loscurit dellanima. Il coraggio di molti fallir, ed essi torneranno a casa. Perci il pellegrino non
intraprende un sentiero facile, perch il mondo del piacere non pi suo. Egli ha scelto il
percorso di Arete (Dea della Virt), che lo porta verso molti pericoli e strade difficili, in
solitudine e con fatica, ma infine diverr immortale. Chi perder la vita, la otterr.
Se sei davvero deciso a trovare il Tao, puoi farlo anche quando sei in una citt e hai una posizione
di rilievo in faccende mondane. Questo non contraddittorio. Il lavoro semplice e vicino, il
segreto cos semplice, che, se fosse rivelato, vi sarebbero risate tuttintorno.
Il Drago
III
Opera al Nero
IV
Cauda Pavonis
"Ci che impedisce agli uomini di vedere e udire Dio il loro udito, la loro vista, la loro volont.
Con la loro propria volont essi si separano dalla volont di Dio. Vedono e sentono con i propri
desideri, i quali impediscono loro di vedere e sentire Dio. Cose terrestri e materiali li tengono
alloscuro e non riescono a vedere al di l della loro natura umana. Se stessero fermi, desistessero
dal pensare e dal sentire con i propri egoismi, se vincessero la loro volont, entrassero in uno stato
di abbandono, in una divina unione con Cristo che vede Dio, ode Dio e parla con Lui, che
conosce il mondo e la volont di Dio, allora leterno udire, vedere e parlare sarebbe loro rivelato.
Jacob Boehme (1575-1624 C.E.)
La Cauda Pavonis, la coda del pavone, o il pavone stesso, simboleggia una fase in cui appaiono
molti colori. La maggior parte degli alchimisti collocano questa fase prima dellAlbedo, la
bianchezza. Solo pochi la situano dopo. Gerhard Dorn (XVI secolo) ebbe a dire: Questo
uccello vola durante la notte senza ali. Alla prima rugiada del cielo, dopo un ininterrotto processo
di cottura, ascendendo e discendendo, dapprima prende la forma di una testa di corvo, poi di una
coda di pavone; le sue piume diventano bianchissime e profumate, e finalmente diviene rosso
fuoco, mostrando il suo carattere focoso. I colori si riferiscono ai tre stadi della Grande Opera,
con la Rubedo, o rossezza, per ultima.
Il simbolo della coda del pavone fu scelto a causa dei suoi tanti colori e dei brillanti occhi. Si
narra che originariamente questi fossero gli occhi del greco Argus, il cui nome significa colui che
vede tutto. Argus era un gigante fortissimo con cento occhi. In ogni momento cinquanta di essi
erano aperti e cinquanta dormivano. Fu decapitato da Hermes. Hera, la dea madre, pose i suoi
occhi sulla coda del suo uccello preferito, il pavone.
La fase dei tanti colori era anche simboleggiata dallarcobaleno, o dalla dea dellarcobaleno, Iris, la
messaggera degli dei, che in particolare faceva da tramite tra Zeus e i mortali. Nella Grande
Opera la coda di pavone pu avere due significati. Pu essere la raccolta e la totalit di tutti i
colori nella luce bianca. Ricordiamo che la luce bianca si riferisce al secondo stadio, lAlbedo, o
bianchezza. In questo senso, in tempi antichi, il pavone era considerato un uccello reale e
corrispondeva alla fenice.
Il secondo significato che rappresenti il fallimento del processo alchemico. Secondo un testo
cinese sugli esercizi yoga, quando il conscio penetra linconscio ogni parte di un pensiero pu
prendere forma e diventare visibile in colore e aspetto. Si inizia vedendo tanti tipi di forme che
sembrano reali e paiono avere una vita autonoma. Ma non si pu indagare perch porta al
disaccordo della mente e addirittura alla schizofrenia. Lalchimista cerca lunit, espressa dalla
luce bianca. noto che durante la meditazione possono verificarsi sentimenti di esaltazione e
osservazioni inusuali. In sostanza vi sono due tipi di osservazioni. La prima tenta di rifuggire la
disciplina della meditazione, cosa che i praticanti Zen chiamano makyo. Makyo costituito dalle
illusioni che proiettiamo sulla realt allo scopo di evadere dalle linee guida della meditazione. Ad
esempio, loggetto della meditazione comincia a irradiare meravigliose luci e colori, o si espande e
contrae ritmicamente. Ci si comincia a sentire pi leggeri o pi pesanti, o si sentono energie
piacevoli passare nel corpo. Possono verificarsi tutti i tipi di sensazioni. Molti meditatori
vengono facilmente distratti da questi fenomeni e addirittura se ne interessano molto,
trascurando cos il vero scopo della loro meditazione. Di questo necessario essere consapevoli.
Una seconda causa di distrazione un cambio di coscienza in cui guardiamo il mondo in un
modo diverso da come facevamo in passato. Pu essere uno shock che riverbera a livello psichico
o fisico. I sentimenti coinvolti possono essere davvero meravigliosi, ma il consiglio : goditeli,
non prenderli sul serio e continua a meditare. Anche le visioni distraggono. Molti saggi e mistici
hanno segnalato questo tipo di pericolo. Non dovremmo desiderare o aspettarci delle visioni.
Con tutte le nostre forze dovremmo astenercene e sospettare di loro (Ignazio da Loyola). Essi
sottolineano che visioni di luce, di angeli, s, anche di grandi maestri, dovrebbero essere
trascurate, poich bloccano il progresso interiore.
Opera al Bianco
VI
cambi significato al termine Lucifero, quando lesse una frase da Isaia 14.12 (Isaia parla con un
vizioso re di Babilonia): Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora?
Come mai sei atterrato, signore dei popoli?. Ieronimo us questa frase per identificare Lucifero
con il drago scacciato dal paradiso da Michele. Con linterpretazione di un sol uomo, quindi,
Lucifero fu trasformato da essere di luce splendente nel pi diabolico e oscuro essere al mondo.
Nellalchimia troviamo Lucifero associato ai metalli impuri, inquinati dallo zolfo grezzo, a
rappresentare che la luce dentro di noi oscurata da ci che gli alchimisti chiamano superfluo,
le scorie emotive, psichiche e mentali causate dalluomo stesso. Mercurio e Lucifero sono uno, la
stessa identit. Si parla di Mercurio quando puro: zolfo bianco, fuoco in cielo. Come spiritus,
egli dona la vita, come spiritus sapiens insegna la
Grande Opera allalchimista. Lucifero invece
Mercurio impuro. Lucifero la stella del mattino
caduta dal cielo (dorato). Discese sulla terra ed ora
presente in tutti gli esseri umani. Lucifero Mercurio
misto a elementi impuri. Egli si dissolve in zolfo e
sale, " avvolto da corde, annerito da fango nero.
Teniamo presente che stiamo sempre parlando della
nostra coscienza. Tutti i nostri complessi psicologici e
di altra natura hanno offuscato la nostra coscienza
pura, il nostro Mercurio.
La luce di Mercurio che ci appare come Lucifero a
causa della distorsione prodotta dalle impurit, d
limpressione di ci che gli alchimisti chiamano
zolfo rosso. Lo zolfo rosso di Lucifero, come diavolo
tradizionale, in effetti unillusione. Non esiste di per
s, perch soltanto unimmagine, unimmagine
distorta di Mercurio. Noi stessi abbiamo causato le
impurit, loscurit che vela il nostro vero essere di
luce. Lo zolfo rosso lo stesso concetto che le
filosofie orientali esprimono col termine di Maya.
Maya il mondo delle illusioni, il velo che ci
impedisce di vedere e provare la realt in cui risiede la
luce eterna. Per mezzo delle impurit di Maya,
luomo divenuto ignorante. Ha dimenticato le sue
origini e pensa di essere in un mondo che, in verit,
non che unillusione, unapparenza.
Come gi accennato sopra, Afrodite/Venere, sotto
forma di stella mattutina, unimmagine
fondamentale della fase dellAlbedo della Grande
Opera. Afrodite nacque dalla schiuma che scatur quando gli organi genitali di Urano (tagliati da
Chronos per odio e gelosia) caddero nel mare. Il taglio dei genitali rappresenta lamore represso e
tormentato. Il mare, simbolo dellanima, tuttavia dar vita alla dea dellamore. La liberazione
avverr quando saremo di nuovo coscienti dei contenuti dellanima. Afrodite nasce dal mare; lei
quindi la guida dello spaventoso mondo dellinconscio (il mare, o gli inferi).
Lalchimista scende in questi abissi per trovare la materia prima, chiamata anche Leone Verde.
Il colore verde fa riferimento alle forze vitali primitive. Anche Venere ha il colore verde. Una
caratteristica importante di Afrodite che ci aiuta nelle nostre manchevolezze. Ci d ideali e
sogni da realizzare. Ma ci d anche immagini spaventose per rendere luomo consapevole della sua
natura inferiore.
Con la sua bellezza Venere attrae i metalli imperfetti e d origine ai desideri, e li spinge alla
perfezione e alla maturit
(Basilio Valentino, 1679).
La liberazione pu avvenire soltanto divenendo coscienti della natura inferiore e di come si
trasmuta.
Nella psicologia junghiana, Venere/Afrodite larchetipo dellanima (in alchimia viene
rappresentata anche come soror o moglie dellalchimista). Lanima limmagine collettiva
della donna nelluomo. unimmagine particolarmente influenzata dal primo contatto con la
madre. Lanima rappresenta tutte le tendenze femminili nella psiche delluomo, come i
sentimenti, le emozioni, gli umori, lintuizione, la ricettivit per lirrazionale, lamore personale e
laffinit con la natura. la detentrice dello spirituale. A seconda dello sviluppo delluomo, pu
essere la seduttrice che lo attira verso lamore sensuale, la disperazione, la fine e addirittura la
distruzione. Ulteriori immagini alchemiche che rappresentano lAlbedo sono il battesimo e la
colomba bianca, entrambe derivanti dal Cristianesimo. Il battesimo rappresenta la purificazione
di corpo e anima con lacqua viva. L acqua viva era considerata la forza creativa del divino.
Permetteva allanima di essere accolta nella comunit dello Spirito Santo. Perci il battesimo
permette allanima purificata di far sorgere in s la resurrezione di Cristo. questo lo hieros
gamos, il matrimonio sacro tra anima e Cristo. Cristo rappresenta la nostra stessa essenza
divina interiore. Vi sono molti altri simboli alchemici per la seconda fase, o Albedo: il cigno
bianco, la rosa, la regina bianca, eccetera. Come il piombo il metallo della Nigredo, largento il
metallo dellAlbedo, trasmutato dal piombo. E dato che largento il metallo della luna, anche la
luna simbolo dellAlbedo. Gli alchimisti parlano anche di pietra bianca o smalto bianco.
Significano tutti fondamentalmente la stessa cosa, anche se bisogna capirli nel contesto in cui
furono scritti.
Opera al Rosso
VII
Il processo alchemico un metodo di autoconoscenza che lanima attraversa ben al di l del suo
regno desistenza.
(Mary Anne Atwood)
Il gioiello andato perduto nella materia e tutti lo cercano. Alcuni lo cercano a est, alcuni a ovest,
alcuni nellacqua e alcuni tra le pietre. Ma il servo Kabir ha trovato il suo valore e lo ha accuratamente avvolto nel lembo del mantello del suo cuore.
(R. Tagore, Kabir 72 )
LAlbedo una fase il cui significato venne tenuto segreto per molti secoli. Il significato della
terza fase alchemica, Rubedo o rossezza, ancor pi segreto e non semplice da spiegare o capire.
La Rubedo la fase successiva allAlbedo. Questo il motivo per cui sono spesso rappresentati in
Oro
VIII
Actorum Laboratoriichici
Monacensis, seu
Subterraneae, Johann
Joachim Nercher,
Frankfurt, 1669.
Lalchimista rinato
come Sole, che eguale
allOro. Egli stato
illuminato, lui stesso
divenuto luce, e ora
domina i tre regni della
natura.
A Tahiti Oro, figlio del dio Tangaroa, il dio della guerra, al posto del precedente dio Tu.
Vi nel cielo una fontana capovolta. In essa una fiamma brucia giorno e notte. Questa fiamma
brucia eternamente e non necessita stoppino o olio. Giorno e notte la fiamma brucia, tutto
lanno, ogni stagione, e non conosce cambiamenti.
(Paltu Sahib)
Il conseguimento della Rubedo, o rossore, simbolizzato dalla trasmutazione in Oro. Gli
alchimisti parlano spesso di oro vivente. Loro vivente dei filosofi il fuoco puro dentro la
pietra filosofale, o nellargento vivo, o nellumidit base della natura che completamente
penetrata dal fuoco. Loro vivente il seme stabile che vivifica largento vivo del filosofo e la
materia della pietra, ossia lumidit base dei metalli. una luce vestita di un perfetto, puro corpo
etereo. Tutto ci sembra misterioso, ma leggilo ancora e sappi che loro vivente pura coscienza,
pura consapevolezza.
Una descrizione di ci che gli alchimisti intendevano col termine oro si trova in un manoscritto
intitolato La Lumiere sortant des Tenebres (La Luce che viene dal Buio). Ricordiamoci che lo
zolfo e loro rappresentano sempre la coscienza, la consapevolezza.
Non per niente i filosofi hanno dato allo zolfo, o fuoco, il nome oro, poich davvero oro sia in
essenza che in sostanza, ma molto pi perfetto delloro comune. un oro che completamente
zolfo, o piuttosto un vero zolfo doro, un oro che totalmente fuoco, o il vero fuoco delloro che
cresce nelle caverne e nelle miniere filosofiche; un oro che non pu essere cambiato o superato da
alcun altro elemento; un oro assai stabile in cui vi soltanto stabilit; un oro assai puro perch
la purezza stessa; un oro assai potente poich senza di esso tutto il resto languisce; un oro
balsamico poich preserva i corpi dalla decomposizione; un oro animale poich lanima degli
elementi dellintera natura inferiore; un oro minerale poich di zolfo, di argento vivo, di sale; un
oro etereo poich la sua natura celeste ed un vero cielo terreno velato da un altro cielo; infine
un oro solare, poich il figlio legittimo del Sole e il vero Sole della Natura; il suo potere dona
forza agli elementi il cui calore vivifica le anime e il cui movimento porta la Natura intera al
movimento; dalla sua influenza si eleva il potere delle cose, poich linfluenza della luce, una
parte dei cieli, il sole inferiore e la Luce della Natura, senza cui persino la scienza sarebbe cieca;
senza il suo calore la ragione sarebbe stupida; senza i suoi raggi limmaginazione sarebbe morta;
senza le sue influenze lo spirito sterile; e senza la sua luce lintelletto rimarrebbe nel buio eterno.
Talvolta gli alchimisti parlano di tre tipi di oro. Il primo un oro astrale, il cui centro nel Sole.
Trasferisce questo oro con i suoi raggi contemporaneamente a tutti i pianeti inferiori con la sua
luce. una sostanza infuocata ed unemanazione costante dei corpi stellari che permea
luniverso intero. Lo spazio, latmosfera dei pianeti e gli stessi pianeti ne sono colmi. Assorbiamo
costantemente questo oro astrale col nostro respiro. Le particelle astrali delloro si spargono allora
su tutto il nostro corpo. Questa descrizione alchemica corrisponde accuratamente a ci che nelle
filosofie orientali viene chiamato prana. Il secondo tipo loro elementare. la parte pi pura e
pi fissa degli elementi e di tutte le sostanze composte. Tutti gli esseri viventi dei tre regni naturali
hanno questo prezioso oro elementare dentro di loro. Viene anche detto fuoco centrale della
terra. Il terzo tipo il comune metallo, loro.
Gli alchimisti dicono anche che loro elementare (coscienza pura) la pietra filosofale resa pura e
perfetta dalla Grande Opera. Gerhard Dorn (XVI secolo) descrive loro alchemico come
linfluenza divina e creativa presente in tutta la materia. Loro la medicina che nel suo funzionamento originale temprato dallarte dellalchimia, e quindi pu influenzare tutte le altre cose
terrene e materiali in maniera positiva... Loro la forma che stata separata o portata via dal suo
corpo esteriore, ed cos penetrante che con la sua forma celeste influenza ogni cosa esteriore.
Loro il seme divino nascosto in tutte le cose, non soltanto nei metalli, ma in tutte le cose
materiali, e pu essere reso visibile col calore. E proprio come allinizio, quando Dio cre il
mondo ed ebbe uninfluenza creativa sulla materia, con questo oro (che hai ottenuto dalla
materia) hai ci che ripete il lavoro creativo di Dio - con quello, ne hai una piccola porzione tra le
mani. Con questo, col potere derivato da Dio, si possono creare e trasformare le cose. Loro ha la
sua potenza perch ha la virt di essere uno. Anche i vegetali possono far scaturire una medicina
che si pu usare in questo modo.
Pietra Filosofale
IX
Dal XII secolo in poi, gli alchimisti parlarono di un agens necessario alla trasmutazione. Questo
agens aveva molti nomi, ma il pi conosciuto Pietra Filosofale. Altri nomi sono: polvere
filosofale, grande elisir, quintessenza. La pietra filosofale poteva trasmutare i metalli in oro. Nella
Grande Opera, la pietra filosofale l'uomo stesso, essendo egli all'inizio della Grande Opera e alla
fine. In generale, la pietra lo spirito universale, presente in tutto ci che stato creato, e quindi
anche nello stesso alchimista.
Le descrizioni sono molte e non sempre simili. Paracelso la descriveva come fissa e rosso scuro;
Berigard da Pisa diceva che il suo colore era quello dei papaveri; Raimondo Lullo diceva che il
suo colore assomigliava a quello del rubino; Helvetius sosteneva che fosse di un giallo brillante.
Molti alchimisti diedero le loro descrizioni, spesso contraddicendosi lun laltro. Khalid lo
riassunse cos: La pietra unifica in s tutti i colori. bianca, rossa, gialla, blu cielo e verde. La
trasmutazione un processo altamente personale, e quindi ogni alchimista ne ha unopinione
diversa. Alcuni di loro parlavano di una sostanza fisica.
La pietra filosofale il simbolo delluomo perfetto, il risultato finale del lavoro filosofico. Anche
se viene spesso associata ad argento vivo e zolfo, la pietra filosofale difficile da spiegare a parole.
Semplicemente, non abbiamo il linguaggio per farlo.
Non si mai capito cosa intendessero i filosofi antichi per pietra filosofale. Non si pu rispondere a questa domanda prima di aver capito che gli alchimisti ponevano la loro attenzione su
qualcosa di inconscio. Solo la psicologia dellinconscio pu spiegare il segreto. La teoria
dellinconscio ci insegna che fino a quando questa proiezione diretta su quel qualcosa, rimarr
inaccessibile. Quindi il lavoro degli antichi alchimisti rivela molto poco del segreto dellalchimia
(Carl Gustav Jung).
Bisognerebbe anche considerare il fatto che gli alchimisti spesso usavano un linguaggio
simbolico. I simboli sono un mezzo per trasmettere informazioni, ma questo mezzo richiede un
approccio totalmente diverso di comprensione, qualcosa che nella societ moderna troviamo
difficile.
Quasi tutti coloro che hanno sentito parlare della pietra filosofale e del suo potere, chiedono
dove si possa trovare. Il filosofo d sempre una duplice risposta. Prima dice che Adamo ha preso la
pietra filosofale dal Paradiso e che ora presente dentro di te, dentro di me e dentro tutti, e che
gli uccelli di terre lontane la hanno portata con loro. Poi il filosofo risponde che si pu trovare
nella terra, nelle montagne, nellaria e nel fiume. Allora in che modo bisogna cercare? Per me, in
entrambi i modi, ma ogni modo ha il suo modo.
(Michael Maier, 1617).
La pietra filosofale innanzitutto la creazione delluomo da parte di se stesso, vale a dire lintera
conquista del proprio potenziale e del proprio futuro; in particolare la completa liberazione
della propria volont, che dar il dominio assoluto sullAzoth e sul regno del magnetismo, vale a
dire il potere assoluto sulla forza magnetica universale.
(Eliphas Levi, 19 secolo).
La pietra filosofale presente anche nelle leggende del Graal. In quel caso si tratta del calice
colmo di azioni cavalleresche e buone, che ridoner fertilit al regno del Re. Il Re in queste
leggende il nostro S superiore, il nostro S divino, lo Spirito, lUomo Celeste o Adamo
Kadmon, che stato relegato gi nel mondo terreno. Trovare questa pietra, o il divino interiore, e
lavorare su se stessi per portarlo alla superficie, doner successo al Palazzo del Re. Wolfram von
Eschenbach diceva che il Graal era una pietra preziosa, portatrice di ricchi frutti di Saggezza e
Purezza.
La pietra filosofale spesso messa in relazione alla forza vitale. In alcune incisioni alchemiche,
lacqua scorre da una pietra. La pietra la pietra filosofale, fonte dellelisir della vita: ci che
come il fuoco ma scorre come lacqua. Tutti lo abbiamo dentro di noi.
Una volta Meister Eckhart incontr un bel giovane.
Gli chiese da dove venisse. Da Dio, gli rispose.
Dove lo hai lasciato?. In cuori virtuosi. Dove vuoi
andare?. Da Dio. Dove lo trovi?. Dove ho
lasciato tutte le creazioni. Cosa sei?. Un Re.
Dov il tuo regno?. Nel mio cuore. Sappi che
nessuno condivide questo con te. Lo so. Allora
Meister Echkart lo port nella sua cella: Prendi
qualsiasi abito tu voglia. Cos non sarei pi un Re.
E scomparve. Era Dio stesso. E gli aveva fatto uno
scherzo.
Elisir
Rosarium philosophorum,
Frankfurt, 1550.
La tintura o elisir talvolta
rappresentata anche come
acqua della vita che sgorga
da una fontana, la fontana
della giovinezza.
Colui che beve dallacqua che io gli dar non soffrir mai pi la sete poich lacqua che proviene
dal divino diverr come una sorgente in loro innalzandosi alla vita eterna.
(Vangelo dei dodici apostoli, 28:10)
In termini alchemici, il corpo viene ridotto a acqua dargento vivo da cui successivamente viene
prodotto lelisir. Altrimenti detto, viene creato uno spirito vivificante. Lelisir un sinonimo della
pietra filosofale, ma lalchimista usa il termine elisir quando si riferisce innanzitutto alle sue
propriet energetiche e guaritrici.
Secondo alcuni alchimisti, lelisir la seconda fase della Grande Opera, mentre la tintura la
terza fase. Dato che la seconda fase lAlbedo, o bianchezza, anche la tintura viene detta: tintura
bianca. lo stato di materia cotta o digerita che assume un colore bianco. Quando proiettata
sui metalli, li trasforma in argento. una medicina per piante e minerali. Parliamo di uno spirito
purificato (delluomo) che, anche se soltanto alla seconda fase, sta gi guarendo il corpo e
lanima.
Lelisir rosso corrisponde alla terza fase: la Rubedo o rossore. Esso indica la pietra perfetta. Gli
alchimisti arabi lo chiamavano semplicemente elisir, che significava lievito. Il lievito fa lievitare
limpasto, ci che nel senso filosofico indica una moltiplicazione. In relazione allelisir, fa
moltiplicare lenergia spirituale e quindi negli esseri viventi ha una funzione guaritrice. Lelisir
cura tutti i mali e rende perfetti (cio di nuovo sani) tutti i metalli imperfetti (come gli organi e le
cellule).
Il termine tintura viene usato per la sua qualit penetrante. La tintura lultimo grado di
trasmutazione dei corpi naturali. Porta tutte le cose imperfette alla perfezione. Paracelso si
riferisce alla tintura come a una sostanza assai nobile che colora tutti corpi metallici e umani, e li
cambia in unessenza superiore. Essa penetra tutti i corpi e li fa ascendere come fa il lievito.
Artephius (XII secolo) scrisse nel suo Libro Segreto di essere in vita da duemila anni grazie al
suo elisir. Simili dichiarazioni furono fatte da altri alchimisti. Si dice che il noto Conte di
Saint-German (XVII-XVIII secolo) non invecchiasse per merito dellelisir. Ricordiamoci che
non si tratta di una sostanza fisica, ma dellenergia divina interiore dellalchimista che stata
portata avanti e che mantiene giovane il corpo.
Si sempre creduto che ci fosse qualche tipo di liquido, o di bevanda, che potesse prolungare la
vita e dare al corpo una quasi immortalit. Sfortunatamente luomo comune spesso prese questo
concetto alla lettera e tent di creare un liquido. Questo liquido, o acqua della vita, invece un
termine simbolico per ci che presente nelluomo stesso.
Nelle antiche scritture Ind (i Veda e i Purana) si trova il concetto di Amrita. LAmrita la
bevanda o il cibo degli dei. lalimento che dona limmortalit, ed creato dalloceano di latte.
Gli dei greci bevevano lAmbrosia o il Nettare, che avevano le stesse caratteristiche.
Gli alchimisti e i cabalisti parlano dellacqua della vita in termini ad esempio di Ab-e-Hyat, o
essenza pungente, infuocata. Pi comunemente viene denominata alkahest o solvente
comune. Lalchimista produce la sua tintura purificando il suo corpo, le sue emozioni e i suoi
pensieri, finch non si identifica con la sua essenza divina. Quando lessenza divina realizzata,
lacqua della vita sgorga e porta via tutte le rimanenti scorie, lasciando loro puro. Lelisir o tintura
fa dellalchimista un uomo nuovo. Egli rinasce ed immortale, partecipa della saggezza divina e
dellunit con la Sorgente di tutto. divenuto un Re del cielo.
Opera Unica
XI
Non si dovrebbe abbandonare il dovere per il quale si nati, anche se ha qualche imperfezione;
perch tutto ci che si fa avvolto dall'imperfezione, proprio come il fuoco avvolto dal fumo.
(Bhagavad-gita 18:48)
Lalchimista ripete spesso che lintera opera alchemica un processo unico, che richiede ununica,
semplice azione. Questa azione ha nomi diversi, a seconda del proprio punto di vista. Pu
chiamarsi purificazione, lavaggio, pulizia, riscaldamento, cottura, distillazione eccetera. Alcuni
alchimisti mettono questi termini in un ordine apparentemente cronologico.
Allinizio, lopera si chiama dissoluzione, poich il fuoco centrale, che stato attizzato, trasforma
la terra in acqua. La dissoluzione la riduzione di ci che fisso e asciutto in essenza dacqua.
Il fisso reso fluido. Il fluido viene anche chiamato argento vivo o materia prima. Dice sulla
dissoluzione, Pernety (1858): La soluzione filosofica la trasformazione dellumidit base fissa
in un corpo acquoso. Lorigine di questa dissoluzione lo spirito volatile racchiuso nella prima
acqua. Si potrebbe dire che la propria coscienza, che sempre presente ma in qualche modo
nascosta in s, lavora con lazione della volont, per portare la coscienza quotidiana (il fisso)
nellinconscio (acqua). Si potrebbe anche dire che si diventa pi consapevoli di ci che accade
interiormente, in particolar modo dei sentimenti e delle energie sottili, cose entrambe spesso
paragonate allacqua.
Per mezzo di questo continuo riscaldamento, o cottura, avviene la distillazione. I vapori si
raffreddano e si condensano. Lacqua condensata scende e penetra la terra. Il processo viene
ripetuto ancora e ancora.
Dopo la distillazione, avviene il fissaggio, o coagulazione. Il fissaggio linseparabile unione del
fisso col volatile, o zolfo e argento vivo, in una materia talmente durevole che inattaccabile dal
fuoco. Mentre avviene tutto ci, il riscaldamento della materia continua. Lintero processo non
altro che riscaldamento. Il fuoco deve essere mantenuto (cio la propria attenzione deve essere
mantenuta focalizzata).
La distillazione, o purificazione, effettivamente il continuo miglioramento di se stessi allo scopo
di estirpare ogni azione egoistica o emozione negativa. Per questo necessario mantenere
continua vigilanza e diligenza. Alcuni alchimisti associano un pianeta a ogni successivo stadio
della Grande Opera. Anche se la distillazione rimane la stessa durante lintero processo, in
termini simbolici lalchimista ascende dal pianeta Saturno verso il pianeta Mercurio. Inizia da
Saturno, il pianeta pi freddo e pesante, il malfattore, il dio del tempo e della morte. Mercurio il
pianeta pi leggero, situato accanto al sole, immerso nella luce e nel calore di quella stella. qui
che lalchimista scopre la giovinezza eterna. Quando in tal modo lalchimista ascende attraverso i
pianeti, trasforma le proprie caratteristiche. Ogni pianeta corrisponde a determinate caratteristiche psicologiche.
Il processo della Grande Opera, come dicemmo allinizio del presente lavoro, non espresso
soltanto nel simbolismo alchemico, ma in molte altre Tradizioni, sia orientali che occidentali.
Sar interessante, a questo punto, esaminare come esso fosse presente gi nellAntico Egitto, nel
mito di Osiride. Osiride era un re-dio che fu chiuso in un baule da suo fratello Seth, simbolo del
potere di decomposizione, del fuoco che causa la putrefazione. Il baule rappresenta il vaso
alchemico, il recipiente, ed significativo che venga chiuso con chiodi e piombo (essendo il
piombo il metallo della Nigredo, lOpera al Nero). Seth gett il baule nelloceano e, dopo aver a
lungo viaggiato, esso infine si aren sotto un tamarindo. Ritroviamo qui numerosi simboli che
indicano la seconda fase della Grande Opera: lOpera al Bianco che, come abbiamo detto,
rappresenta lacqua alchemica, la fase in cui la terra ridotta ad acqua. Loceano stesso il simbolo
della materia prima a cui la materia viene ridotta, cos come il Tamarindo simbolo del secondo
stadio, lAlbedo, a causa dei suoi fiori bianchi.
Iside, la sposa di Osiride, trov il baule e lo riport in Egitto. Viene cos rappresentata la fase della
coagulazione, della condensazione. Con i suoi poteri magici riusc poi a ricevere il seme di
Osiride ed a partorire Horus; bellissima rappresentazione della nascita della coscienza pura
(Horus il dio Sole), dopo che lIniziato ha trovato il seme alchemico della materia.
In seguito anche Seth ritrov il baule col cadavere di Osiride, ne tagli il corpo in quattordici
pezzi e li nascose in diversi punti del territorio Egizio. In tal modo vengono rappresentate le fasi
della decomposizione e della sublimazione che devono essere ripetute pi volte, fino a quando
tutto non sar puro e le emozioni ed i sentimenti dellIniziato non saranno del tutto purificate da
ogni istanza egoistica e passionale. Iside va in cerca di tutti i pezzi e li seppellisce sul posto (il
fissaggio). Lunico pezzo che non riesce a trovare il fallo di Osiride, in quanto esso stato
ingoiato da un pesce ossirinco. Ci sta a significare che i poteri sessuali sono stati trasformati in
unenergia superiore e non verranno mai pi espressi a un livello inferiore. Si dice che lespressione
inferiore dellimpulso sessuale leghi luomo al mondo fisico, o al mondo delloscurit. Il fallo non
pi necessario perch Horus ormai stato concepito. Horus rappresenta luomo rinato. Nelle
sue manifestazioni infantili, viene chiamato Arpocrate, e corrisponde al Mercurio bambino.
Horus anche Osiride risorto. In termini alchemici, il vecchio Re morto e il giovane Re nato.
Osiride anche il principio universale della vita. il seme, come il chicco di frumento. Gli egizi
piantavano chicchi di frumento sulle mummie, in modo che germogliassero, a simboleggiare la
resurrezione dei morti. Osiride era anche il dio della fertilit, e cos venne denominato Il Grande
Verde. La sua pelle era spesso raffigurata in verde. Gli alchimisti parlano del seme verde in
natura, cio la materia prima, o drago verde, lenergia fertile della vita che tutto penetra.