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Anno XXXVII n.

248 Novembre 2014

NOTIZIARIO

Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo


dei Frati Minori

San Giovanni Battista


Anonimo Lombardo
Sec XVII
Olio su tela
Convento S. Giovanni Battista alla Creta, Milano
La figura di San Giovanni Battista che accompagna tutti noi nel tempo di preparazione dellAvvento, condivide
quotidianamente il pasto con i frati che vivono al Convento della Creta mostrandosi dalla cornice del quadro
appeso nel refettorio.
Lopera rappresentante il patrono della Parrocchia venne donata ai frati dallArchitetto Giovanni Muzio,
progettista della stessa Chiesa parrocchiale. Il santo raffigurato secondo liconografia tradizionale anche se la
sua figura e il suo volto, discostandosi da altre raffigurazioni, non appaiono emaciati o consumati dalle penitenze
ma sono piuttosto vigorosi e rubizzi. Un drappo rosso, simbolo del martirio che lo attende, avvolge le gambe
distese a terra mentre i fianchi sono cinti da una pelle danimale simbolo della vita eremitica e penitenziale. Il
bastone in forma di croce e costituito da una semplice canna anchesso simbolo della vita eremitica. Da questa
croce pende un cartiglio che ricorda le parole di Giovanni alla vista di Ges: Ecco lAgnello di Dio (Gv 1,36).
Alle parole del cartiglio corrispondono altri due elementi della scena: la piccola figura di Ges che cammina solo
sulle rive del Giordano, nello sfondo; e lanimale che giace acquattato vicino al Battista, simbolo del sacrificio. Alle
stesse parole corrisponde il gesto di Giovanni che spalancandosi e accogliendo losservatore accompagna con la
mano destra lo sguardo verso lo sfondo sulla figura di Ges.
Seppur statica la scena ha in s un dinamismo interno favorito dalla sua composizione articolata su linee
diagonali. La drammaticit della luce, che non pu non ricordare il Caravaggio, accentua la vitalit della scena in
cui coinvolto lo spettatore che messo nei panni dei primi due discepoli a cui il Battista si rivolge. Cos nel buio
e boscoso deserto in cui si staglia la figura del Precursore, lo spettatore chiamato a contemplare la Luce vera
che Cristo, che viene nel mondo fra le tenebre.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perch tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo. (Gv 1,7-9)
Il Battista testimone della luce che Cristo, ne un riflesso. La luce che illumina la scena dallalto riverberandosi
sul corpo del Battista quella luce che egli stesso sembra indicare sulla cima del monte nello sfondo. Il monte ci
riporta al sacrificio di Isacco, prefigurazione del sacrificio di Cristo nella cena pasquale simbolicamente riproposta
ai nostri occhi nellagnello e che diviene paradigma di ogni pasto fraterno.
Il dono di Dio nel sacrificio pasquale d compimento alla sua venuta nel mondo, al suo farsi uomo. E cos quel
monte illuminato dal roveto ardente ci ricorda un Dio che si fa Incontro, Alleanza, Figlio, Dono, e scende dallalto
del monte per incontrarci sulle acque del fiume. La luce dallalto, in una cometa, viene ad illuminare la notte di
Betlemme posandosi proprio sopra una mangiatoia.
Fr. Carlo Cavallari

Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

Indice
Lettera Apostolica di Papa Francesco
A tutti i consacrati

Presentazione del Logo dellAnno della Vita consacrata

Consiglio di Cooperazione Provincie Nord Italia


Milano 13-14 novembre

11

Dalla Provincia
Omelia per la festa della Provincia

16
16

Testimonianze di Vita Fraterna


Commemorazione di Mons. Salvatore Colombo

19
19

FilmiAmo
Il giovane favoloso

20

LeggiAmo
Seme di eternit

22

Notizie di Casa

24

Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

LETTERA APOSTOLICA
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A TUTTI I CONSACRATI
IN OCCASIONE DELL'ANNO DELLA VITA CONSACRATA

Carissime consacrate e carissimi consacrati!


Scrivo a voi come Successore di Pietro, a cui il Signore Ges affid il compito di confermare
nella fede i fratelli (cfr Lc 22,32), e scrivo a voi come fratello vostro, consacrato a Dio come voi.
Ringraziamo insieme il Padre, che ci ha chiamati a seguire Ges nelladesione piena al suo
Vangelo e nel servizio della Chiesa, e ha riversato nei nostri cuori lo Spirito Santo che ci d gioia
e ci fa rendere testimonianza al mondo intero del suo amore e della sua misericordia.
Facendomi eco del sentire di molti di voi e della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata
e le Societ di vita apostolica, in occasione del 50 anniversario della Costituzione dogmatica
Lumen gentium sulla Chiesa, che nel cap. VI tratta dei religiosi, come pure del Decreto Perfectae
caritatis sul rinnovamento della vita religiosa, ho deciso di indire un Anno della Vita
Consacrata. Avr inizio il 30 novembre corrente, I Domenica di Avvento, e terminer con la
festa della Presentazione di Ges al tempio il 2 febbraio 2016.
Dopo aver ascoltato la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita
apostolica, ho indicato come obiettivi per questo Anno gli stessi che san Giovanni Paolo II aveva
proposto alla Chiesa all'inizio del terzo millennio, riprendendo, in certo modo, quanto aveva gi
indicato nellEsortazione post-sinodale Vita consecrata: Voi non avete solo una gloriosa storia
da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire! Guardate al futuro, nel quale lo
Spirito vi proietta per fare con voi ancora cose grandi(n. 110).
I Gli obiettivi per lAnno della Vita Consacrata
1. Il primo obiettivo guardare il passato con gratitudine. Ogni nostro Istituto viene da una ricca
storia carismatica. Alle sue origini presente lazione di Dio che, nel suo Spirito, chiama alcune
persone alla sequela ravvicinata di Cristo, a tradurre il Vangelo in una particolare forma di vita,
a leggere con gli occhi della fede i segni dei tempi, a rispondere con creativit alle necessit
della Chiesa. Lesperienza degli inizi poi cresciuta e si sviluppata, coinvolgendo altri membri
in nuovi contesti geografici e culturali, dando vita a modi nuovi di attuare il carisma, a nuove

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iniziative ed espressioni di carit apostolica. come il seme che diventa albero espandendo i
suoi rami.
In questo Anno sar opportuno che ogni famiglia carismatica ricordi i suoi inizi e il suo
sviluppo storico, per ringraziare Dio che ha offerto alla Chiesa cos tanti doni che la rendono
bella e attrezzata per ogni opera buona (cfr Lumen gentium, 12).
Raccontare la propria storia indispensabile per tenere viva lidentit, cos come per rinsaldare
lunit della famiglia e il senso di appartenenza dei suoi membri. Non si tratta di fare
dellarcheologia o di coltivare inutili nostalgie, quanto piuttosto di ripercorrere il cammino delle
generazioni passate per cogliere in esso la scintilla ispiratrice, le idealit, i progetti, i valori che
le hanno mosse, a iniziare dai Fondatori, dalle Fondatrici e dalle prime comunit. un modo
anche per prendere coscienza di come stato vissuto il carisma lungo la storia, quale creativit
ha sprigionato, quali difficolt ha dovuto affrontare e come sono state superate. Si potranno
scoprire incoerenze, frutto delle debolezze umane, a volte forse anche loblio di alcuni aspetti
essenziali del carisma. Tutto istruttivo e insieme diventa appello alla conversione. Narrare la
propria storia rendere lode a Dio e ringraziarlo per tutti i suoi doni.
Lo ringraziamo in modo particolare per questi ultimi 50 anni seguiti al Concilio Vaticano II, che
ha rappresentato una ventata di Spirito Santo per tutta la Chiesa. Grazie ad esso la vita
consacrata ha attuato un fecondo cammino di rinnovamento che, con le sue luci e le sue ombre,
stato un tempo di grazia, segnato dalla presenza dello Spirito.
Sia questAnno della Vita Consacrata unoccasione anche per confessare con umilt, e insieme
con grande confidenza in Dio Amore (cfr 1 Gv 4,8), la propria fragilit e per viverla come
esperienza dellamore misericordioso del Signore; unoccasione per gridare al mondo con forza
e per testimoniare con gioia la santit e la vitalit presenti nella gran parte di coloro che sono
stati chiamati a seguire Cristo nella vita consacrata.
2. QuestAnno ci chiama inoltre a vivere il presente con passione. La grata memoria del passato ci
spinge, in ascolto attento di ci che oggi lo Spirito dice alla Chiesa, ad attuare in maniera
sempre pi profonda gli aspetti costitutivi della nostra vita consacrata.
Dagli inizi del primo monachesimo, fino alle odierne nuove comunit, ogni forma di vita
consacrata nata dalla chiamata dello Spirito a seguire Cristo come viene insegnato dal Vangelo
(cfr Perfectae caritatis, 2). Per i Fondatori e le Fondatrici la regola in assoluto stata il Vangelo,
ogni altra regola voleva essere soltanto espressione del Vangelo e strumento per viverlo in
pienezza. Il loro ideale era Cristo, aderire a lui interamente, fino a poter dire con Paolo: Per me
il vivere Cristo (Fil 1,21); i voti avevano senso soltanto per attuare questo loro appassionato
amore.
La domanda che siamo chiamati a rivolgerci in questo Anno se e come anche noi ci lasciamo
interpellare dal Vangelo; se esso davvero il vademecum per la vita di ogni giorno e per le
scelte che siamo chiamati ad operare. Esso esigente e domanda di essere vissuto con radicalit
e sincerit. Non basta leggerlo (eppure lettura e studio rimangono di estrema importanza), non
basta meditarlo (e lo facciamo con gioia ogni giorno). Ges ci chiede di attuarlo, di vivere le sue
parole.
Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

Ges, dobbiamo domandarci ancora, davvero il primo e lunico amore, come ci siamo prefissi
quando abbiamo professato i nostri voti? Soltanto se tale, possiamo e dobbiamo amare nella
verit e nella misericordia ogni persona che incontriamo sul nostro cammino, perch avremo
appreso da Lui che cos lamore e come amare: sapremo amare perch avremo il suo stesso
cuore.
I nostri Fondatori e Fondatrici hanno sentito in s la compassione che prendeva Ges quando
vedeva le folle come pecore sbandate senza pastore. Come Ges, mosso da questa compassione,
ha donato la sua parola, ha sanato gli ammalati, ha dato il pane da mangiare, ha offerto la sua
stessa vita, cos anche i Fondatori si sono posti al servizio dellumanit a cui lo Spirito li
mandava, nei modi pi diversi: lintercessione, la predicazione del Vangelo, la catechesi,
listruzione, il servizio ai poveri, agli ammalati La fantasia della carit non ha conosciuto
limiti e ha saputo aprire innumerevoli strade per portare il soffio del Vangelo nelle culture e nei
pi diversi ambiti sociali.
LAnno della Vita Consacrata ci interroga sulla fedelt alla missione che ci stata affidata. I
nostri ministeri, le nostre opere, le nostre presenze, rispondono a quanto lo Spirito ha chiesto ai
nostri Fondatori, sono adeguati a perseguirne le finalit nella societ e nella Chiesa di oggi? C
qualcosa che dobbiamo cambiare? Abbiamo la stessa passione per la nostra gente, siamo ad essa
vicini fino a condividerne le gioie e i dolori, cos da comprendere veramente le necessit e poter
offrire il nostro contributo per rispondervi? La stessa generosit e abnegazione che spinsero i
Fondatori chiedeva gi san Giovanni Paolo II devono muovere voi, loro figli spirituali, a
mantenere vivi i carismi che, con la stessa forza dello Spirito che li ha suscitati, continuano ad
arricchirsi e ad adattarsi, senza perdere il loro carattere genuino, per porsi al servizio della
Chiesa e portare a pienezza linstaurazione del suo Regno[1].
Nel fare memoria delle origini viene in luce una ulteriore componente del progetto di vita
consacrata. Fondatori e fondatrici erano affascinati dallunit dei Dodici attorno a Ges, dalla
comunione che contraddistingueva la prima comunit di Gerusalemme. Dando vita alla propria
comunit ognuno di loro ha inteso riprodurre quei modelli evangelici, essere con un cuore solo
e unanima sola, godere della presenza del Signore (cfr Perfectae caritatis,15).
Vivere il presente con passione significa diventare esperti di comunione, testimoni e artefici
di quel progetto di comunione che sta al vertice della storia delluomo secondo Dio[2]. In
una societ dello scontro, della difficile convivenza tra culture diverse, della sopraffazione sui
pi deboli, delle disuguaglianze, siamo chiamati ad offrire un modello concreto di comunit
che, attraverso il riconoscimento della dignit di ogni persona e della condivisione del dono di
cui ognuno portatore, permetta di vivere rapporti fraterni.
Siate dunque donne e uomini di comunione, rendetevi presenti con coraggio l dove vi sono
differenze e tensioni, e siate segno credibile della presenza dello Spirito che infonde nei cuori la
passione perch tutti siano una sola cosa (cfr Gv 17,21). Vivete la mistica dellincontro: la
capacit di sentire, di ascolto delle altre persone. La capacit di cercare insieme la strada, il
metodo[3], lasciandovi illuminare dalla relazione di amore che passa fra le tre Divine Persone
(cfr 1 Gv 4,8) quale modello di ogni rapporto interpersonale.

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3. Abbracciare il futuro con speranza vuol essere il terzo obiettivo di questo Anno. Conosciamo le
difficolt cui va incontro la vita consacrata nelle sue varie forme: la diminuzione delle vocazioni
e linvecchiamento, soprattutto nel mondo occidentale, i problemi economici a seguito della
grave crisi finanziaria mondiale, le sfide dellinternazionalit e della globalizzazione, le insidie
del relativismo, lemarginazione e lirrilevanza sociale... Proprio in queste incertezze, che
condividiamo con tanti nostri contemporanei, si attua la nostra speranza, frutto della fede nel
Signore della storia che continua a ripeterci: Non aver paura ... perch io sono con te (Ger 1,8).
La speranza di cui parliamo non si fonda sui numeri o sulle opere, ma su Colui nel quale
abbiamo posto la nostra fiducia (cfr 2 Tm 1,12) e per il quale nulla impossibile (Lc 1,37).
questa la speranza che non delude e che permetter alla vita consacrata di continuare a scrivere
una grande storia nel futuro, al quale dobbiamo tenere rivolto lo sguardo, coscienti che verso
di esso che ci spinge lo Spirito Santo per continuare a fare con noi grandi cose.
Non cedete alla tentazione dei numeri e dellefficienza, meno ancora a quella di confidare nelle
proprie forze. Scrutate gli orizzonti della vostra vita e del momento attuale in vigile veglia. Con
Benedetto XVI vi ripeto: Non unitevi ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non
senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Ges Cristo e
indossate le armi della luce come esorta san Paolo (cfr Rm 13,11-14) restando svegli e
vigilanti[4]. Continuiamo e riprendiamo sempre il nostro cammino con la fiducia nel Signore.
Mi rivolgo soprattutto a voi giovani. Siete il presente perch gi vivete attivamente in seno ai
vostri Istituti, offrendo un contributo determinante con la freschezza e la generosit della vostra
scelta. Nello stesso tempo ne siete il futuro perch presto sarete chiamati a prendere nelle vostre
mani la guida dellanimazione, della formazione, del servizio, della missione. Questo Anno vi
vedr protagonisti nel dialogo con la generazione che davanti a voi. In fraterna comunione
potrete arricchirvi della sua esperienza e sapienza, e nello stesso tempo potrete riproporre ad
essa lidealit che ha conosciuto al suo inizio, offrire lo slancio e la freschezza del vostro
entusiasmo, cos da elaborare insieme modi nuovi di vivere il Vangelo e risposte sempre pi
adeguate alle esigenze di testimonianza e di annuncio.
Sono contento di sapere che avrete occasioni per radunarvi insieme tra voi giovani di differenti
Istituti. Che lincontro diventi abituale via di comunione, di mutuo sostegno, di unit.

Fine prima parte

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Vita consecrata in Ecclesia hodie


Evangelium, Prophetia, Spes
Presentazione del
Logo dellAnno della Vita consacrata

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Il Logo
Vita consecrata in Ecclesia hodie Evangelium, Prophetia, Spes
Una colomba sostiene sulla sua ala un globo poliedrico, mentre si adagia sulle acque da cui si
levano tre stelle, custodite dall'altra ala.
Il Logo per l'anno della vita consacrata, esprime per simboli i valori fondamentali della vita
consacrata. In essa si riconosce l' opera incessante dello Spirito Santo, che nel corso dei secoli
dispiega le ricchezze della pratica dei consigli evangelici attraverso i molteplici carismi, e anche
per questa via rende perennemente presente nella Chiesa e nel mondo, nel tempo e nello spazio,
il mistero di Cristo (VC 5).
Nel segno grafico che profila la colomba sintuisce larabo Pace: un richiamo alla vocazione della
vita consacrata ad essere esempio di riconciliazione universale in Cristo.
I simboli nel Logo
La colomba sulle acque
La colomba appartiene alla simbologia classica per raffigurare l'azione dello Spirito Santo fonte
di vita e ispiratore di creativit. il richiamo agli inizi della storia: in principio lo Spirito di Dio
aleggiava sulle acque (cf Gen 1,2). La colomba, planando su un mare gonfio di vita inespressa,
richiama la fecondit paziente e fiduciosa, mentre i segni che la circondano rivelano l'azione
creatrice e rinnovatrice dello Spirito. La colomba evoca altres la consacrazione dellumanit di
Cristo nel battesimo.

Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

Le acque formate da tessere di mosaico, indicano la complessit e larmonia degli elementi


umani e cosmici che lo Spirito fa "gemere" secondo i misteriosi disegni di Dio (cf Rom 8, 26-27)
perch convergano nell'incontro ospitale e fecondo che porta a nuova creazione. Tra i flutti della
storia la colomba vola sulle acque del diluvio (cf Gn 8, 8-14). I consacrati e le consacrate nel
segno del Vangelo da sempre pellegrini tra i popoli vivono la loro variet carismatica e
diaconale come "buoni amministratori della multiforme grazia di Dio" (1Pt 4,10); segnati dalla
Croce di Cristo fino al martirio, abitano la storia con la sapienza del Vangelo, Chiesa che
abbraccia e risana tutto l'umano in Cristo.
Le tre stelle
Ricordano lidentit della vita consacrata nel mondo come confessio Trinitatis, signum fraternitatis
e servitium caritatis. Esprimono la circolarit e la relazionalit dellamore trinitario che la vita
consacrata cerca di vivere quotidianamente nel mondo. Le stelle richiamano anche il trino
sigillo aureo con cui liconografia bizantina onora Maria, la tutta Santa, Madre di Dio, prima
Discepola di Cristo, modello e patrona di ogni vita consacrata.
Il globo poliedrico
Il piccolo globo poliedrico significa il mondo con la variet dei popoli e delle culture, come
afferma Papa Francesco (cf EG 236). Il soffio dello Spirito lo sostiene e lo conduce verso il
futuro: invito ai consacrati e alle consacrate a diventare portatori dello Spirito (pneumatophroi),
uomini e donne autenticamente spirituali, capaci di fecondare segretamente la storia (VC 6).
Il Lemma
Vita consecrata in Ecclesia hodie Evangelium, Prophetia, Spes
Il lemma dona ulteriore risalto a identit e orizzonti, esperienza e ideali, grazia e cammino che
la vita consacrata ha vissuto e continua a vivere nella Chiesa come popolo di Dio, nel
pellegrinare delle genti e delle culture, verso il futuro.
Evangelium: indica la norma fondamentale della vita consacrata che la sequela Christi come
viene insegnata dal Vangelo (PC 2a). Prima come memoria vivente del modo di esistere e di
agire di Ges (VC 22), poi come sapienza di vita nella luce dei molteplici consigli proposti dal
Maestro ai discepoli (cf LG 42). Il Vangelo dona sapienza orientatrice e gioia (cf EG 1).
Prophetia: richiama il carattere profetico della vita consacrata che si configura come una
speciale forma di partecipazione alla funzione profetica di Cristo, comunicata dallo Spirito a
tutto il Popolo di Dio (VC 84). Si pu parlare di un autentico ministero profetico, che nasce
dalla Parola e si nutre della Parola di Dio, accolta e vissuta nelle varie circostanze della vita. La
funzione si esplicita nella denuncia coraggiosa, nell'annuncio di nuove visite di Dio e con
l'esplorazione di vie nuove per attuare il Vangelo nella storia, in vista del Regno di Dio (ib.).
Spes: ricorda il compimento ultimo del mistero cristiano. Viviamo in tempi di incertezze diffuse
e di scarsit di progetti ad ampio orizzonte: la speranza mostra la sua fragilit culturale e sociale,
l'orizzonte oscuro perch sembrano spesso smarrite le tracce di Dio (VC 85).
Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

La vita consacrata ha una permanente proiezione escatologica: testimonia nella storia che ogni
speranza avr l'accoglienza definitiva e converte l'attesa in missione, affinch il Regno si
affermi in modo crescente qui e ora (VC 27). Segno di speranza la vita consacrata si fa
vicinanza e misericordia, parabola di futuro e libert da ogni idolatria.
Animati dalla carit che lo Spirito Santo infonde nei cuori (Rm 5,5) i consacrati e le consacrate
abbracciano perci l'universo e diventano memoria dellamore trinitario, mediatori di
comunione e di unit, sentinelle oranti sul crinale della storia, solidali con lumanit nei suoi
affanni e nella ricerca silenziosa dello Spirito.

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Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia


Iniziamo alle 10.25 rispetto al previsto orario di 9.30 per ritardo dei
treni a causa del maltempo: per questo motivo risultano assenti fr.
Antonio Scabio e fr. Francesco Patton. Iniziamo con il momento di
preghiera. Sono presenti fr. Massimo Fusarelli, i rimanenti 4 Ministri,
fr. Guido Ravaglia, fr. Roberto Ranieri, fr. Stefano Cavalli. Dopo il
momento di preghiera iniziale, fr. Massimo Fusarelli introduce la
prima unit di lavoro che prevede lincontro del CdC con i Presidi dei

Milano
13-14
Novembre
2014

3 Centri di Studio.
Incontro con i Presidi dei tre Centri di Studio:
I Presidi dei 3 centri di Studio (fr. Guido Ravaglia per Bologna s.
Antonio, fr. Lorenzo Raniero per Verona s. Bernardino, fr. Stefano
Cavalli per Venezia ISE) relazionano sulla situazione attuale delle
rispettive scuole, in riferimento al numero degli studenti e alla loro
composizione, ai docenti, al bilancio economico ed alle prospettive
future ipotizzate. Per ciascuna scuola, al termine della esposizione,
viene riservato uno spazio di dialogo e di confronto, nel quale emerge
prima di tutto la consapevolezza di dovere a questo punto del
cammino operare delle decisioni, anche se difficili, per non gravare la
nuova Provincia di troppi pesi.
Fr. Lorenzo Raniero giunge alle ore 10.58 insieme a fr. Antonio Scabio
e a fr. Francesco Patton per il ritardo nei treni.
Alle ore 12.55 la sessione viene sospesa per il pranzo e vengono
congedati fr. Guido, fr. Lorenzo, fr. Roberto e fr. Stefano.
Riprendiamo alle ore 15.00
Nella ripresa pomeridiana dellincontro con i Presidi presente solo
il CdC viene innanzitutto formalizzata la decisione di coinvolgere
nel discernimento i 6 Definitri provinciali, ai quali verranno inviate
le relazioni riguardanti le 3 scuole e le prospettive emerse, in modo da
poter operare un discernimento adeguato nel CdC del mese di
gennaio 2015.

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Economia:
Si passa quindi al tema della Economia: fr. Mario Vaccari riferisce di come gli Economi stanno
lavorando dopo lincontro a Bologna Osservanza del 22 settembre, che ha preso in esame i
numerosi punti ad essi affidati dalla Assemblea Definitri di Bardonecchia.
Viene riferito che gli Economi si sono divisi in 3 sottogruppi, fissando il prossimo
appuntamento per il 16-17 gennaio a Torino: un sottogruppo per il Fondo comune, un
sottogruppo per Bilancio e Formazione, che comporta il preventivo per le singole fraternit, ed i
bilanci provinciali, ed un sottogruppo sugli Uffici.
Preparazione al Capitolo Unitario - 16-19 maggio 2016:
Viene discussa e formalizzata la scelta di anticipare una prima fase del Capitolo provinciale nei
giorni dal 16 al 19 maggio 2016. Si riprender : placet omnibus.
Tale scelta verr comunicata ai frati con una lettera che fr. Massimo scriver a breve, in modo
che questi mesi che ci separano dal Capitolo tappa storica del nostro cammino siano di
preparazione e di impegno per tutti.
Il 16 maggio 2016, luned di Pentecoste, nel corso di una celebrazione nella Basilica di S.
Antonio a Padova, sar data lettura del Decreto del Ministro generale per lerezione canonica
della nuova Provincia, e contestualmente sar proclamato il Ministro provinciale e il Definitorio
eletto dal Governo generale dellOrdine. Questo momento vorr essere di festa e partecipato dal
maggior numero possibile di frati e di ospiti. Il 16 maggio pomeriggio sar insediato il Capitolo
provinciale presso la Casa di Spiritualit in Camposampiero (PD). I lavori proseguiranno fino
al pranzo del 19 maggio: in questa prima fase i fratelli capitolari potranno ascoltare le relazioni
fondamentali, in modo da aprire la seconda fase il 19 giugno gi orientati al discernimento e alle
decisioni necessarie per il primo triennio di vita della nuova Provincia.
I lavori per questa giornata terminano alle ore 18.00 per la concelebrazione delle 18.30 nella
cappellina della Curia provinciale.
Venerd 14 novembre
I lavori riprendono alle 8.30 con la formulazione delle Norme transitorie per il Capitolo
provinciale e di una prima ipotesi riguardo alla Commissione preparatoria del Capitolo: nel
prossimo incontro CdC si formalizzeranno le decisioni.
Assemblea dei Guardiani a Castelletto di Brenzone:
I riscontri sono positivi e rispecchiano quelli degli stessi Guardiani inviati al CdC da fr. Fabio
Piasentin. Unico rilievo non del tutto positivo: la relazione della dr.ssa Colasanti sembrata
troppo scolastica e lintervento del dr. Becciu un po improvvisato

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Mappatura:
Viene riservato un congruo spazio di tempo per laggiornamento sullo stato della Mappatura
delle Case di ciascuna Provincia, nella coscienza di esser di fronte a situazioni molto
differenziate nelle varie zone, che richiedono da un lato prudenza e saggezza, dallaltro lato
audacia e discernimento, per non caricare la nuova Provincia di troppi pesi, e soprattutto per
prepararci a dar vita ad una realt che ha davanti a s un progetto da costruire. E necessario
quindi pensare non solo a quale Casa mantenere, ma soprattutto a come rilanciare con progetti
rinnovati le nostre presenze...
Verbale Incontro fraternit nuove:
Viene letto e commentato il Verbale dellincontro che i responsabili delle fraternit di GenovaCEP, Roncajette e Varazze hanno tenuto a Milano s. Antonio il 22 ottobre scorso. Vengono
sottolineate alcune suggestioni e suggerimenti presenti nel Verbale stesso, da cui emerge la
consapevolezza che lo spirito di ricerca e di sperimentazione che anima queste nuove esperienze
parte essenziale del cammino che riguarda tutti, e pu ispirare quel rinnovamento nei progetti
e nei modi di evangelizzare e di vivere che caratteristico della nostra vita francescana.
Varie ed eventuali:
Fr. Antonio Scabio comunica le dimissioni di fr. Antonio Furlato, Guardiano di Chiampo, per
motivi di salute. Fr. Giuseppe Bonato stato eletto Guardiano al suo posto. Il Definitorio veneto
ha nominato fr. Alessio Delle Cave Animatore vocazionale al posto di fr. Giuseppe; fr. Alessio
continuer a risiedere a Lonigo. Fr. Antonio Furlato si trasferir a s. Pancrazio al posto di fr.
Giuseppe.
Fr. Francesco Patton comunica che fr. Aldo Pancheri stato eletto Guardiano di
Mezzolombardo dopo la improvvisa scomparsa di fr. Tarcisio Bortoli.
Verifica ed approvazione Programmi di Formazione:
Il CdC ha preso il esame i Programmi formativi inviati da fr. Devis Rutigliano, fr. Lorenzo
Roncareggi e fr. Andrea Contini, rispettivamente Maestri di Postulato, Noviziato e
Postnoviziato. Lapprovazione dei Programmi e Progetti di formazione occasione per prendere
atto del cammino che si sta facendo e per fornire indicazioni concrete che possano aiutare le tre
Case di Arco, Baccanello e Verona nel loro cammino prezioso di formazione dei nostri giovani
frati. Laccompagnamento del Ministro del luogo sar poi il mezzo concreto di vicinanza e di
cura da parte del CdC alle Case di formazione. Si prende atto che ogni Progetto frutto di
lavoro, che ha comportato un certo numero di incontri ed uno sforzo comune delle singole
fraternit di formazione, tutte modificate nella composizione dopo gli ultimi trasferimenti:
questo pensare e progettare insieme che sa ogni anno rimettersi in discussione certo la cosa
pi preziosa, ed indica a tutti uno stile di itineranza che ci appartiene e del quale ci dobbiamo
sempre di nuovo riappropriare.
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Si sospende alle 12.55 per il pranzo. Riprendiamo alle 14.30.


Lettera di Natale:
Fr. Massimo Fusarelli ricorda la decisione - gi approvata - di scrivere per le prossime feste di
Natale e Pasqua una lettera di auguri ai frati redatta insieme dai 6 Ministri. Si concorda su un
breve testo che verr pubblicato il 17 dicembre, inizio della Novena.
Software Database:
La futura Segreteria della nuova Provincia dovr unificare i dati ed i documenti dei frati. Si sa
pensando a come iniziare questo lavoro per tempo in modo che non ricada tutto sul futuro
Segretario. Ci si interessati su quale possa essere la soluzione migliore anche per
informatizzare questo Database. Fr. Maggiorino Stoppa riferisce sugli ultimi sviluppi: per il
momento la soluzione pi adatta e pi economica sembra essere un semplice Database condiviso
tra i Segretari provinciali. Pi avanti si potr pensare ad un Software studiato ad hoc ed
eventualmente integrato nel Server che ospita i dati economici.
Incontro Commissari di Terra Santa:
Fr. Bruno Bartolini relaziona sullincontro dei Commissari TS a Maiori, a cui ha partecipato. I
Commissari hanno deciso di riprendere i loro incontri con maggiore frequenza; il prossimo
incontro fissato per il 13 dicembre a Bologna.
Incontro sulla Pastorale dei Santuari:
Viene riferita da fr. Mario Vaccari la disponibilit di fr. Massimo Tedoldi, Segretario generale
Missioni, ad organizzare per i nostri Santuaristi un incontro analogo a quello organizzato
recentemente a Calvaria in Polonia. Verr contattato fr. Alberto Tosini perch il Segretariato
Evangelizzazione e Missione studi questa possibilit.
Vicepostulatori cause santi:
Fr. Francesco Bravi riferisce che con fr. Francesco Metelli si aveva cominciato a fare un elenco
delle cause in corso. Dopo breve confronto, si concorda di continuare la raccolta e di pensare ad
un Vicepostulatore o anche a pi di uno
Missioni al popolo:
E necessario fare nomi concreti di frati per il livello 3 del progetto. Vengono ipotizzati alcuni
nomi che saranno contattati personalmente dal rispettivo Ministro; per il prossimo CdC di
dicembre si approver lelenco definitivo.
Calendario liturgico:
Pensando alla realt della nuova Provincia e al calendario liturgico, dopo uno spazio di
confronto si concorda su quella che pare la scelta migliore, cio che ogni Regione ecclesiastica
adotti la agenda liturgica propria.
Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

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Verr inoltre redatto un calendario del Nord Italia che tenga conto del Calendario liturgico
italiano delle Famiglie francescane e del proprio delle 6 Province, sul quale previa
approvazione degli organismi competenti verr predisposto un libretto ad uso delle sacrestie
per regolare la nostra vita liturgica.
Carta di Intenti rivista:
Viene presa in esame la Carta di Intenti nella sua versione estesa, integrando i suggerimenti
emersi nella Assemblea Definitri di Bardonecchia. Mancando per il tempo necessario, ci si
aggiorna al prossimo CdC per la approvazione definitiva.
Si conclude alle 16.21 con lAgimus tibi gratias

fr. Stefano Dallarda ofm

Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

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Dalla Provincia
OMELIA DI S. CARLO
FESTA DELLA PROVINCIA LOMBARDA

Fr. Francesco
Bravi

Carissimi fratelli, rendiamo grazie a Dio per il dono di questa


giornata, rendiamo grazie a Dio per il dono di San Carlo Borromeo e
di Mons. Salvatore. Per i pastori la realizzazione della vocazione
cristiana inseparabile dal ministero che sono chiamati a svolgere per
il popolo di Dio; nella Lumen Gentium si legge infatti: I pastori del
gregge di Cristo devono, ad immagine del sommo ed eterno
sacerdote, pastore e vescovo delle nostre anime, compiere con santit
e slancio, umilt e forza il proprio ministero; esso, cos adempiuto,
sar anche per loro un eccellente mezzo di santificazione. Chiamati
per ricevere la pienezza del sacerdozio, loro data la grazia
sacramentale affinch, mediante la preghiera, il sacrificio e la
predicazione, mediante ogni forma di cura e di servizio episcopale,
esercitino un perfetto ufficio di carit pastorale, non temano di dare la
propria vita per le pecorelle e, fattisi modello del gregge, aiutino
infine con l'esempio la Chiesa ad avanzare verso una santit ogni
giorno pi grande ( LG 41 ). E' la descrizione della vita e del servizio
pastorale di S. Carlo e di Mons. Colombo che, in tempi diversi e in
modi diversi, hanno consegnato loro stessi al popolo di Dio
divenendo per noi una trasparente e stupenda concretizzazione della
Parola di Dio che abbiamo appena proclamato.

Chiesa
S. Antonio
Milano
5 Novembre 2014

Chi presiede ci ha ricordato l'apostolo chiamato a svolgere


questo ministero con diligenza, diligenza che, secondo la parola di
Ges e a sua imitazione, arriva fino al dono della vita per il bene dei
fratelli: Il buon pastore d la propria vita per le pecore. San Carlo
Borromeo e Mons. Salvatore sono per noi icone viventi di una Parola
che accolta nella fede si fatta carne nell'esistenza di questi fratelli e in
loro diventa Parola che interpella le nostre vite. La memoria
provvidenziale dei due pastori ci chiede dunque l'umile coraggio
come ci ha detto la lettera ai Romani di valutarci in modo saggio e
giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.
Ciascuno di noi, nelle diverse vocazioni che il Signore ci ha donato,
chiamato a prendersi cura dei fratelli con i quali vive, dei fratelli che
incontra nel ministero, dei fratelli che ci incontrano e che accogliamo
nelle nostre molteplici attivit.

Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

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Nella leggenda maggiore di S. Bonaventura in due passaggi Francesco viene definito


premuroso e pietoso pastore ( cf.FF 1080.1095 ), offrendo cura e attenzione, facendosi
carico della situazione dei fratelli e dimostrando nella concretezza della vita, di accogliere ogni
giorno quel dono cos li chiama nel Testamento - che sono i fratelli stessi. La nostra lode al
Signore canter in eterno l'amore del Signore ci ha fatto dire il salmo responsoriale
diventa cos desiderio di imitazione di coloro che stiamo ricordando nell'orizzonte pi ampio di
quella spiritualit francescana che connota non solo il nostro vivere ma anche quello dei due
pastori di cui facciamo memoria.
Farsi carico del fratello nel servizio della comunit ecclesiale e nella benevola accoglienza della
nostra storia con le sue contraddizioni, prima di tutto diventare sempre pi consapevoli che
siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri.
Abbiamo continuamente bisogno di ricuperare questo sguardo di fede per accogliere e far
fruttificare la ricchezza della diversit, per non aver paura di essa, per comprendere che pur
essendo molti, siamo un corpo solo e che le diverse membra non hanno tutte la medesima
funzione.
Farsi carico del fratello anche non assumere l'atteggiamento del mercenario, che di fronte alle
fatiche, alle difficolt fugge e abbandona il gregge. Certo oggi il lupo che rapisce e disperde
viene a noi sotto tante vesti, anche allettanti, ma ci viene chiesto di essere vigilanti, perseveranti
e di non essere pigri nel fare il bene. Se di fronte alle difficolt e alla complessit della vita ci
viene la voglia di fuggire ricordiamoci delle parole di un altro grande pastore, San Giovanni
Crisostomo: C' ancora qualcuno che abbandona citt e luoghi pubblici e cessa di vivere in
mezzo agli uomini e di guidare altri, raggiunge le montagne. Qual' il motivo di questo suo
ritiro? Se lo si chiede, si inventa un pretesto imperdonabile: Me ne vado per non perdermi si
dice per non diventare meno forte nella virt. Ebbene, non sarebbe meglio per te diventare
meno forte, ma conquistare gli altri, piuttosto che restare sulle montagne e guardare con
indifferenza i tuoi fratelli che si perdono? ( PG 61, 53-54 ). San Giovanni Paolo II, alcuni anni fa
concludendo a Milano le celebrazioni del IV centenario della morte del Borromeo, disse: San
Carlo Borromeo fu grande pastore della Chiesa, prima di tutto perch egli stesso segu CristoBuon pastore. Lo segu con costanza, ascoltando la sue parole e attuandole in modo eroico. Il
Vangelo divenne per lui la vera parola di vita, plasmandone i pensieri e il cuore, le decisioni e il
comportamento. Ecco cosa siamo chiamati a vivere, semplicemente quello che abbiamo
promesso: il Vangelo di nostro Signore Ges Cristo. Ecco cosa ci consegnano San Carlo e Mons.
Salvatore.
Per farci carico del fratello e non fuggire di fronte alle nostre responsabilit noi ci affidiamo,
come diremo nella preghiera sulle offerte, alla potenza del sacrificio eucaristico perch sia
concesso anche a noi di produrre nella...Chiesa frutti genuini di vita cristiana. Si tratta infatti
secondo S. Carlo nell'omelia per la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria di
accogliere continuamente la visita del Signore per gustare e vivere del suo gratuito amore: Il
Figlio glorioso di Dio, Cristo stesso, viene a noi nel santissimo sacramento dell'Eucaristia. Se
sapessimo entrare in estasi davanti a tale mistero! Quando Ges si avvicin a Pietro, questi
grid: Signore, allontanati da me che sono un peccatore (Lc 5, 8). Anche il centurione esclam:
Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto (Mt 8, 8). Ci nonostante, Cristo sal
sulla barca dell'Apostolo ed entr nella casa dell'ufficiale.
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Che vi rimane da dire, figli miei, quando il Signore viene nella vostra anima e nel vostro corpo e
si fa per voi banchetto spirituale? Senza dubbio esclamerete: A che debbo che venga a me?
Quale il mio merito, dato che seppi soltanto fare il male e nulla di buono? Com' possibile che
tu venga a nutrire me povero peccatore, per unirmi a te? Perch tu vieni verso di me non
soltanto per tramite dei tuoi ministri, non soltanto con la tua grazia, ma con il dono di tutto te
stesso. Com' possibile che tu, Dio, Re del cielo e della terra, possa volerti unire a me, che sono
cenere, polvere e indegno peccatore? Io, che ti offendo ogni giorno e ti provoco di continuo?
L'unica spiegazione sta nel tuo amore infinito. Fu l'amore a guidarti dal cielo in terra e ti spinse
a soffrire e a morire per me ( cf. Homilia 43. Mediolani 1747, t. 1, 322-327.330-332. ).
I santi pastori, il nostro patrono San Carlo, il nostro confratello Salvatore, nel consegnare la vita
per i propri fratelli, credo si possano ritrovare nelle splendide parole del beato Paolo VI, che nel
testo Pensiero alla morte, esprime la fiducia che l'ultima ora della vita permetta finalmente alla
Chiesa di comprendere l'animo del pastore e al pastore la misteriosa complessit della Chiesa
stessa che ha voluto servire con tutte le forze. Sono le parole che personalmente vorrei avere
sempre sulle labbra e nel cuore pensando alla fraternit provinciale; sono le parole, piene di
amore, che vorrei fossero sulla bocca e nel cuore di ognuno di noi, parole di fratelli che servono
tutti solo per amore: Vorrei dice papa Montini - finalmente comprenderla tutta nella sua
storia, nel suo disegno divino, nel suo destino finale, nella sua complessa, totale e unitaria
composizione, nella sua umana e imperfetta consistenza, nelle sue sciagure e nelle sue
sofferenze, nelle debolezze e nelle miserie di tanti suoi figli, nei suoi aspetti meno simpatici e
nel suo sforzo perenne di fedelt, di amore, di perfezione e di carit. Che S. Carlo e Mons.
Salvatore intercedano per noi e la partecipazione a questo sacramento ci comunichi lo spirito
di fortezza che li anim e li rese fedeli alla loro missione rendendo anche noi pronti a donare
la vita per i fratelli ( cf orazione dopo la comunione ).

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Testimonianze di vita fraterna


Commemorazione Mons. Salvatore Colombo

DIOCESE OF MOGADISCIO
c/o Evch de Djibouti
BP 94 - Djibouti
Rpublique de DJIBOUTI
Tel (253) 21350140 -Fax (253)21354831
bertingiorgio@yahoo.fr

Djibouti
30 ottobre
2014

Cari confratelli,
Mi dispiace non essere con voi in questo giorno della Provincia Lombarda
che avete voluto dedicare al ricordo di un nostro caro confratello, Mons.
Salvatore Colombo, ucciso 25 anni f dopo 42 anni di servizio missionario.
Il 9 luglio scorso, data del suo martirio, ero presente a Carate Brianza, suo
luogo natale, per celebrare appunto la ricorrenza di questo venticinquesimo
anniversario. Non mi possible fare altrettanto ora. Queste brevi parole siano
il segno della mia presenza, oltre alla comunione nella preghiera e nellaffetto
fraterno.
Mons. Salvatore ha donato la sua vita per la missione in Somalia, che
continua a restare una periferia del mondo, per usare unespressione cara
a Papa Francesco.
Ricordo Mons. Salvatore come un frate che amava la sua vocazione
francescana, che amava la missione, che amava i poveri, per i quali si fece
tutto a tutti soprattutto negli ultimi 10 anni di vita. Noi che abbiamo vissuto
con lui, stentavamo a seguirlo nei suoi continui progetti a favore della
popolazione somala che tanto amava.
In questa occasione chiedo anche a voi, cari confratelli, di continuare a
lasciarvi ispirare dal nostro beato Padre, S. Francesco, e nello stesso tempo da
santi frati come Mons. Salvatore, che hanno dedicato la loro vita per
testimoniare in umilt tra i Saraceni quellamore che ci rende fratelli di
tutti, anche di persone o popoli che ci possono sembrare difficili.
A tutti voi un caro a fraterno saluto.

Mons.
Giorgio
Bertin ofm

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FilmiAmo
Il giovane favoloso
La vita di Giacomo Leopardi rivelata dalle sue poesie, dai luoghi odiati
e amati, dai legami familiari conflittuali con i genitori e complici con i
fratelli, dalle amicizie gratificanti e fedeli con pochi amici e letterati.
Dalle incomprensioni di chi non ha saputo vedere oltre un fisico
minuto e contorno, la grandezza di un animo nobile, sensibile, dolente
e vitale in ricerca del senso dellessere e del vivere umano.

Mario Martone rivela ancora una volta la sua attitudine nellaffrontare


personaggi e vicende storiche dopo Noi credevamo - che offrono
sempre una sfida avvincente e complessa. Dare un volto e un corpo a
figure che hanno segnato il nostro passato, abitato la nostra
immaginazione, non impresa semplice, vuol dire correre il rischio di
rappresentare personalit difformi dallimmagine che ciascuno ha
elaborato nella propria mente e cuore. Pi che mai con un personaggio
come Giacomo Leopardi che tutti hanno conosciuto leggendo le sue
poesie, ascoltando le sue vicende biografiche, immedesimandosi nelle
sue declamazioni, nei suoi afflati amorosi, nelle sue note dolenti.
Il regista ci restituisce un poeta formatosi in una Recanati angusta per
il suo sguardo ampio e per gli spazi infiniti che desidera, in una casa
nobile, ampia, ricca di preziosi libri eppur cos vuota, povera di affetti,
austera. Dentro la biblioteca, mai accessibile fino in fondo, Giacomo
Elio Germano - sta sulle sudate carte, in uno studio folle, ostinato ed
esigito dal severo padre Monaldo Massimo Popolizio - , vicino a una
finestra sempre aperta dove entra laria, altre vite, la visione di una
bella popolana che fa sperare al giovane Giacomo consolazioni pi
umane. Speranza stroncata da una natura avversa che spezza la vita
della giovane.
La madre appare come una donna dalla religiosit bigotta e
soprattutto glaciale, grigia come i suoi abiti, senza compassione. Qui
nel natio borgo gli di conforto la comprensione dei fratelli e la
vicinanza e la stima del letterato Pietro Giordani.
Questo mondo familiare incide nellanimo del poeta e alimenta il
desiderio di percorre altre strade, vivere in altri luoghi.
Il secondo atto del film si svolge a Firenze, dove con lamico Antonio
Ranieri Michele Riondino - assapora la bellezza della citt e
dellaffascinante Fanny Anna Mouglalis -, amata nel segreto dei suoi
agitati sentimenti e lasciata nelle braccia del prestante amico.

Scheda
a cura di
Fr. Davide
Sironi

Il giovane
favoloso
di Mario
Martone

Biografico
Durata 137 min.
Italia
2014

Anno XXXVII n. 248 Novembre 2014

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Qui entra in contatto con il circolo di letterati pi in vista con i quali per non condivide la
stessa tensione artistica e politica. Si sente giudicato, avverte come il suo pensiero e la sua
infelicit siano valutate come conseguenza della sua sofferenza fisica.
Lultimo atto del racconto filmico si svolge a Napoli dove con lamico Ranieri si trasferisce
sperando che il clima mite possa giovare alla sua salute sempre pi compromessa. Qui
mostrato un inedito Leopardi in cerca di vita, ramingo di notte nei vicoli della citt disposto ad
avere di un po di piacer umano. Qui si chiude la sua vita breve, intensa nelle emozioni e nei
desideri, nei conflitti con la natura madre e matrigna con un volto dalle fattezze della madre
carnale, in lotta con il destino misterioso e con lamore sfuggente. Una vita espressa dai versi
della Ginestra che ascoltiamo sgorgare dal cuore del poeta.
La sfida di portare sullo schermo un personaggio cos noto e complesso stata affrontata da
Martone con perizia, con una regia attenta, sapendo restituire la bellezza della lirica leopardiana
inserendola nel contesto naturale e affettivo del poeta, facendola ascoltare in un sapiente
intreccio di immagini evocative e di emozioni intime restituite dal volto e dal corpo di uno
straordinario Elio Germano. La sfida stata superata anche se il film presenta forse una
lunghezza eccessiva, alcuni momenti si dilatano troppo, la lentezza non sempre a servizio
dellempatia dello spettatore con il personaggio. Alcune interpretazioni e rappresentazioni
biografiche credo che risultino appunto estranee allimmaginario che ciascuno ha costruito su
Leopardi: forse in pochi hanno immaginato un uomo cos debilitato fisicamente, cos storpio e
ingobbito. Ma certamente questo film ha il pregio di dare una densit affettiva alle parole del
poeta, ha il merito di aver fatto riscoprire a un pubblico numeroso un favoloso giovane, un
geniale letterato che con il suo romanticismo dolente ci ha donato poesie memorabili e continua
ad interrogarci sul senso del vivere.

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LeggiAmo
Seme di eternit
... Poche ore prima del suo ritorno alla casa del Padre,
nonostante la stretta della morte, Giacomo parlava del futuro, della
speranza che Dio nutre per il mondo, tendendo in alto il suo braccio
destro, verso lalto, verso il paradiso, ripetendo: La vita continua!.
Michael A. Perry, Min. gen. OFM
Omelia al funerale di frate Giacomo
UNA MEMORIA VIVIFICANTE...
Sono passati pi di sei mesi dalla morte di frate Giacomo Bini. Il
desiderio di tenere viva la sua memoria, e di condividere la
gratitudine al Signore per il dono di un fratello cos, sono alla base del
libro, di cui frate Giacomo autore, pubblicato dalle nostre Edizioni
Biblioteca Francescana dal titolo Seme di eternit. Biografia e scritti
inediti.
Lidea del libro nata quando, subito dopo la morte di fra Giacomo,
sono stati trovati nella sua cella a Palestrina dieci quaderni pieni di
sue annotazioni, di cui nessuno aveva mai saputo nulla: dal 1982,
anno della partenza per lAfrica, sino alla morte Giacomo aveva
fedelmente scritto questa sorta di diario prendendosi del tempo per
riflettere su quanto stava vivendo, per ragionare sulle situazioni, per
confrontarsi con la Parola, per dare corpo ai propri sentimenti di gioia
o di delusione, di gratitudine o di sofferenza...
stato subito evidente che non era possibile pubblicare integralmente
il materiale ritrovato; ma stato altrettanto evidente che quelle pagine
erano un ultimo regalo di Giacomo a quanti lo avevano conosciuto,
stimato e amato in vita.
Da qui la nascita e la struttura di questo libro: la prima parte una
biografia di frate Giacomo, biografia composta in gran parte dalle
testimonianze di tante persone che gli sono state vicine nei diversi
momenti della sua vita.
Una seconda parte composta da brani dei quaderni ordinati
cronologicamente, dalle primissime esperienze in Africa sino agli
ultimi mesi di vita a Palestrina.

Scheda
a cura di
Fr. Paolo
Canali

Seme di
eternit

Biografia
e scritti inediti
di Giacomo
Bini OFM

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Una terza e ultima parte raccoglie invece testi di Giacomo riuniti intorno a nove tematiche
particolarmente importanti per la sua esperienza e la sua visione della vita francescana
(comunione fraterna, missione, appartenenza, itineranza...).
Per concludere, lascio volentieri la parola al nostro Ministro generale Michael Perry che, nella
presentazione del libro, cos riassume il suo significato:
Attraverso questi quaderni, il nostro fratello continua ad esserci desempio: nonostante
gli impegni, i tanti viaggi e le mille occupazioni, Giacomo stato capace di ritagliarsi
del tempo per mettersi alla presenza di Dio, lasciando da parte tutto il resto.
Non erano solo parole quelle che indirizzava agli altri: la capacit di colpire, di
interrogare, di affascinare era frutto del tempo perso davanti a Dio, degli spazi di
riflessione e di preghiera ricavati allinterno delle sue giornate.
Dallesempio di Giacomo possiamo capire che il modo migliore di prendersi cura di noi
stessi quello di lasciare spazio a Dio; e il volto migliore da mostrare agli altri quello
purificato, pacificato e illuminato dalla presenza di Dio...

Lultima parola
un semplice augurio: a me
ha fatto davvero molto
bene lavorare su queste
pagine, scoprire questo
lato cos intimo e
personale di un fratello
che pensavo di conoscere
bene, poter quasi toccare
con mano quanto la
relazione con Dio era
presente e operante nella
sue scelte. Laugurio
quello che tutti noi che
leggiamo queste pagine
possiamo constatare che
si pu, che una vita con
Dio autentica non un
affare per pochi mistici e
privilegiati,
ma
che
dovrebbe riguardarci tutti.

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Notizie di Casa
Novembre
4 novembre S. Carlo Borromeo M
Milano S. Antonio
Commemorazione di Mons. Salvatore Colombo nel XXV anniversario
del martirio

19 novembre Monza
Esondazione del Lambro
con allagamento della zona ex-Filanda del
Convento di s. Maria delle grazie

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