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Indice
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INTRODUZIONE
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REGIONE ABRUZZO
REGIONE BASILICATA
REGIONE CALABRIA
REGIONE CAMPANIA
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
REGIONE AUTONOMA FRIULI-VENEZIA GIULIA
REGIONE LAZIO
REGIONE LIGURIA
REGIONE LOMBARDIA
REGIONE MARCHE
REGIONE MOLISE
REGIONE PIEMONTE
REGIONE PUGLIA
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
REGIONE SICILIANA
REGIONE TOSCANA
REGIONE UMBRIA
REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE DAOSTA
REGIONE VENETO
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
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A2B (Piemonte)
Enterprise (Friuli Venezia Giulia)
L'impatto organizzativo dell'introduzione
della pratica digitale
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Introduzione
di Giulio De Petra
Responsabile Area Innovazione per le Regioni e gli Enti locali del CNIPA
Nellaprile del 2003, quando fu pubblicato il primo Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia,
mettemmo in evidenza lutilit e la novit di questo strumento sia per le sue caratteristiche, sia
per il metodo con il quale era stato elaborato.
Tra le caratteristiche, la pi significativa era indagare i processi innovativi assumendo la
dimensione regionale come quella determinante per la comprensione e per il governo delle
trasformazioni basate sulle tecnologie dellinformazione e della comunicazione.
Per quanto riguarda il metodo, lelemento discriminante fu quello di affidare lindagine non
a societ specializzate, ma ai Centri Regionali di Competenza per le-government e la societ
dellinformazione (CRC), cio alle strutture di cooperazione costituite in ogni regione dal Ministro
per linnovazione e le tecnologie (MIT) e dalle Amministrazioni locali che svolgono per loro
missione una azione costante di monitoraggio e assistenza ai processi innovativi del territorio.
Queste caratteristiche e questo metodo sono stati rafforzati in un anno di lavoro comune e restano
elementi distintivi del secondo rapporto.
Il secondo Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia descrive in primo luogo con ricchezza
di informazioni e di elaborazioni il vasto, articolato, complesso e impetuoso processo di sviluppo
delle-government che in atto nelle amministrazioni locali del nostro paese. La trama strategica
che d ordine a questo processo appare con nitidezza dai contenuti del rapporto.
Da un lato, in modo diffuso sul territorio, coinvolgendo migliaia di amministrazioni, sono in piena
fase di attuazione i progetti di e-government avviati allinizio del 2003, mentre stata gi avviata
con determinazione lattivit di monitoraggio del loro avanzamento.
Dallaltro, in modo sistematico, viene approfondito il quadro di riferimento che aveva orientato i
progetti gi finanziati: sia da un punto di vista generale (come descritto nel documento di
visione condivisa), sia mediante contributi specifici, come descritto nei documenti relativi al
sistema pubblico di connettivit, SPC.
Parallelamente, viene avviata la seconda fase delle-government, con modalit complementari a
quelle che avevano caratterizzato la prima fase: non pi un bando nazionale, ma azioni mirate
che hanno come elementi di riferimento, tra gli altri, il riuso delle soluzioni, linclusione dei piccoli
comuni, il completamento delle infrastrutture regionali.
Infine, si rafforza e si struttura la funzione di indirizzo e di impulso delle amministrazioni
regionali sul loro territorio di riferimento, anche mediante la finalizzazione congiunta di risorse
regionali e risorse nazionali sui temi delle-government e della societ del informazione: questa
la funzione degli accordi di programma quadro che MIT, Ministero dellEconomia e delle Finanze e
Regioni stanno per la prima volta definendo su tutto il territorio nazionale.
Sempre pi, le-government si presenta come un punto di partenza, come la condizione abilitante
per lo sviluppo di strategie di innovazione a pi ampio raggio, che riguardano linsieme della
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societ e del sistema economico di una regione. Dopo il completamento delle strategie regionali
per lo sviluppo della societ dellinformazione, i processi di attuazione nei pi diversi settori
mutuano dallesperienza delle-government le pratiche di concertazione tra livello nazionale e
livello regionale e il metodo di un coinvolgimento attivo degli enti locali del territorio.
Particolarmente significativo limpegno in questa direzione delle regioni del Mezzogiorno che,
anche in ragione di consistenti risorse di fonte europea e nazionale destinate ai temi della societ
dellinformazione, vedono nelle tecnologie dellinformazione e della comunicazione e nelle
infrastrutture di banda larga la chiave innovativa per promuovere consistenti discontinuit nelle
aspettative di sviluppo economico e sociale.
In questo quadro complessivo il rapporto mette in evidenza tre elementi generali del modo in cui,
nelle regioni italiane, si sta sviluppando il processo di innovazione, che rappresentano a nostro
avviso la caratteristica distintiva dei fenomeni che abbiamo visto svilupparsi nellultimo anno.
1. Il ruolo di coordinamento, di indirizzo e di impulso che le amministrazioni regionali esercitano
sui temi dellinnovazione nei propri territori di riferimento supera definitivamente la
rivendicazione di attribuzione di competenze, per fondarsi invece su una effettiva capacit di
esercitare funzioni di governo sui temi dellinnovazione. La stessa elaborazione di primi esempi
di legislazione regionale su questi temi non precede, ma segue iniziative gi operative di
confronto con gli enti locali, di riconoscimento fattivo della loro autonomia nella gestione dei
processi innovativi, di efficace erogazione di servizi infrastrutturali, di generazione di giochi a
somma positiva tra i diversi livelli amministrativi. Il rapporto mette correttamente in evidenza
che questa capacit di governo si manifesta in modo assai diverso per quantit e qualit nelle
diverse regioni. Ma tale diversit non cambia la tendenza di fondo; stimola invece iniziative di
assistenza alle amministrazioni regionali pi deboli per potenziare la loro capacit di governo e
di realizzazione sui temi dellinnovazione.
2. La inedita capacit di cooperazione tra le diverse amministrazioni regionali, non solo su temi
circoscritti, ma mediante strutture stabili di coordinamento e di elaborazione. Di questa
capacit di cooperazione fra regioni si giova anche la cooperazione tra Regioni e Stato, che
spesso ha lopportunit di fare riferimento a pratiche ed esperienza maturate a livello locale,
ma facilmente e utilmente trasferibili a livello nazionale. Quella della cooperazione tra regioni
pu rappresentare una caratteristica specifica dellattuazione del federalismo, che si basa sulla
naturale vocazione alla cooperazione e al trasferimento delle esperienze, tipica delle comunit
professionali che si occupano di tecnologie dellinformazione e comunicazione e hanno
maturato la loro crescita professionale attraverso uso intenso della rete.
3. La maturazione e la piena operativit della rete dei Centri Regionali di Competenza per legovernment e la societ dellinformazione. Queste strutture, nate dalla percezione di una
necessit di operativa e flessibile collaborazione tra regioni e stato, articolata sulla specificit
dei singoli territori, hanno dimostrato, nel corso di questo anno, capacit realizzative e
significative potenzialit. Lattuazione delle politiche di innovazione in tutte le regioni italiane
pu oggi appoggiarsi, con le modalit proprie di ogni regione, a una rete di giovani
professionisti dellinnovazione, che definiscono nel concreto del loro lavoro quotidiano anche
le specificit del proprio statuto professionale. Ogni CRC ha oggi maturato la capacit non solo
di presidiare un territorio, ma anche di sviluppare competenze distintive da fornire agli altri
nodi della rete. Questa rete professionale lautore collettivo di questo secondo rapporto
sullinnovazione nelle regioni italiane.
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Entrando pi nel merito del Rapporto 2004, opportuno evidenziare gli elementi di novit rispetto
alla prima edizione. I rapporti regionali e quello nazionale di sintesi hanno subito in generale
unevoluzione nel senso di una maggiore articolazione e copertura tematica, da un lato, ampliando
lattenzione verticalmente su attori e iniziative di livello nazionale e sub-regionale, dallaltro,
considerando oltre alle-government in senso stretto gli altri processi di costruzione della societ
dellinformazione.
Nel caso dei Rapporti regionali, il rafforzamento della presenza dei CRC sul territorio ha consentito
di sviluppare una conoscenza pi precisa dei processi di innovazione in atto a livello locale. Oltre
allaggiornamento dellinformazione su aspetti gi trattati nella prima edizione - le politiche e gli
attori, lavanzamento dei progetti del 1 Avviso di e-government, lo sviluppo delle reti regionali e
relativi servizi infrastrutturali - stato quindi possibile aggiungere in modo pi o meno esaustivo a
secondo dei temi e delle regioni:
una prima rilevazione degli interventi sulle ICT e la societ dellinformazione anche allinterno
delle politiche settoriali regionali (attivit produttive, sanit ecc.);
gli attori dellinnovazione a livello di Amministrazioni provinciali e dei Comuni capoluogo
(referenti politici, strutture gestionali, eventuali societ di servizi partecipate);
gli interventi di formazione per le-government nelle Regioni ed Enti locali, di carattere non
sporadico, di matrice regionale e nazionale;
lampia progettualit sulle-government e soprattutto sulla societ dellinformazione maturata a
livello regionale, al di l dei finanziamenti nazionali, grazie a risorse proprie delle Regioni e
degli Enti locali, ai finanziamenti comunitari e altre fonti;
i primi casi osservabili di veri servizi di e-government locale, quelli cio con elevato grado di
interattivit, adeguate forme di autenticazione, eventuale integrazione inter-ente, se necessaria
ecc.;
le informazioni sui nuovi servizi telematici del sistema camerale, grazie al contributo di
Unioncamere;
la situazione del digital divide relativo alla banda larga nei territori regionali, ad integrazione
dei dati forniti come lo scorso anno dallOsservatorio sulla banda larga a cura di Between.
Al di l dellunitariet generale di impianto, che stata mantenuta, leffetto di questa maggiore
articolazione di temi inevitabilmente una maggiore variet dei Rapporti regionali stessi, fino
allintegrazione da parte di alcuni CRC di sezioni o capitoli aggiuntivi, nei quali sono inseriti i
risultati di rilevazioni e analisi effettuate ad hoc a livello locale.
Il Rapporto nazionale ha subito anchesso unevoluzione rispetto alla prima edizione, potendo
contare per la parte di sintesi e di lettura trasversale sulla gamma informativa ben pi ampia
offerta dai Rapporti regionali; da ci, i capitoli 2 sulle politiche e gli attori regionali e il capitolo 5
sulla formazione per le-government. Il Rapporto nazionale contiene per questanno anche tre
capitoli che illustrano, come si detto in precedenza, la notevole evoluzione e articolazione
maturata nel sistema di interventi e di attori che operano nella definizione e attuazione delle
politiche per le-government e la societ dellinformazione nei sistemi locali.
Il capitolo 1 presenta tale quadro generale; il capitolo 3 il processo avviato per il monitoraggio
nazionale dei progetti co-finanziati sul 1 Avviso di e-government; e il capitolo 4 i risultati
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condivisi sul SPC. Come nella precedente edizione, lultimo capitolo della parte I del Rapporto
nazionale presenta lo stato di avanzamento e i risultati conseguiti dalla rete dei CRC.
La parte II del Rapporto nazionale propone le schede di sintesi su tutte le regioni, come strumento
di agevole consultazione per avere una visione complessiva, seppur parziale, dei Rapporti regionali.
Nella parte III, vengono riproposti con dati ovviamente aggiornati i contributi esterni di Assinform
sul mercato IT nelle regioni e dellOsservatorio sulla banda larga curato da Between. Nel caso del
mercato IT a livello regionale, in particolare, sono stati apportati miglioramenti alla metodologia
di stima delle quote e dei trend. La responsabilit per i risultati quantitativi e lanalisi forniti in
questi contributi rimane comunque a carico degli autori.
Il terzo contributo esterno inserito nel presente rapporto fornito da Unioncamere e riguarda la
Rete Camerale e lo sviluppo delle-government. Questo contributo stato sollecitato
dallOsservatorio CRC per linteresse specifico del tema e per gli intrecci possibili, in molti casi gi
in fase di sperimentazione, con le iniziative degli Enti locali nello sviluppo dei servizi di egovernment alle imprese. Vuole essere comunque anche un segnale della volont di estendere
larea di attenzione e di relazione dellOsservatorio ad altri soggetti e tematiche che stanno
contribuendo allo sviluppo regionale e locale della societ dellinformazione.
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QUADRO GENERALE
E LETTURA TRASVERSALE
DEI RAPPORTI REGIONALI
PARTE
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In questo primo capitolo del Rapporto nazionale si fornisce una ricostruzione generale dei principali sviluppi maturati tra la primavera 2003 e i primi mesi del 2004 nellambito delle politiche nazionali per le-government e la societ dellinformazione rivolte
ai sistemi regionali e locali.
Gli aspetti evidenziati sono:
il pieno avvio dei progetti co-finanziati sul 1 Avviso di e-government e il passaggio alla cosiddetta fase 2, consentito dallapprovazione lo scorso anno della visione
condivisa;
lapertura di un nuovo fronte di collaborazione e lavoro con le Regioni e i sistemi
locali su interventi di ampio respiro per la societ dellinformazione, grazie agli ingenti
finanziamenti stanziati dal CIPE in maggio 2003 e con lattuazione tramite Accordi
di Programma Quadro (APQ);
il forte sviluppo della collaborazione interregionale nellambito delle-government.
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Entrando nel merito, la visione condivisa considera gli ingredienti ritenuti indispensabili per la costruzione delle-government nella prospettiva sopra indicata:
1. linterconnessione tra tutte le pubbliche amministrazioni
2. le modalit di erogazione dei servizi sul canale telematico
3. gli strumenti e le modalit di accesso ai servizi erogati sul canale telematico
4. i requisiti per garantire la sicurezza dei servizi on-line
5. le architetture per linteroperabilit dei servizi online sul territorio nazionale
6. i sistemi federati e il riuso delle soluzioni
7. le strutture di cooperazione per lattuazione delle-government
La interconnessione delle PA riguarda in sintesi il problema di garantire un sistema
di comunicazione sicuro e affidabile per tutte le amministrazioni. La visione condivisa prevede per questo la creazione del Sistema Pubblico di Connettivit (SPC). Il SPC rappresenta levoluzione della Rete Unitaria della PA (RUPA), che stata realizzata negli ultimi
anni principalmente a livello di PA centrale, ma con collegamenti anche in alcune regioni
a singoli enti o ad analoghe reti di livello regionale (RUPAR). Le caratteristiche del nuovo
SPC e le prospettive della sua realizzazione sono illustrati nel capitolo 4; nel box seguente
si presenta brevemente il gruppo di lavoro che le ha definite nel corso di nove mesi tra
lestate 2003 e linizio 2004.
Ai lavori del gruppo hanno partecipato complessivamente 143 persone, esperti e rappresentanti
delle Regioni e degli Enti locali, dei fornitori, delle associazioni di categoria, del mondo accademico e del CNIPA stesso. I 12 documenti prodotti dai sottogruppi sono elencati di seguito:
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Titolo
Contenuto
Scenario introduttivo
Contiene una panoramica generale del SPC e rimanda a tutti gli altri documenti per gli specifici argomenti
Qualit e prestazione
dei servizi SPCS
Migrazione
Processi che dovranno essere attivati per minimizzare gli impatti della migrazione verso il SPC
sulle Amministrazioni aderenti alla RUPA
Caratteristiche della Qualified eXchange Network (QXN) ovvero della rete di interconnessione
tra i provider qualificati SPC
CG-SPC
Caratteristiche del Centro di gestione del SPC, nelle sue funzioni di supporto
alla struttura di coordinamento
Community Networks
Modalit di interconnessione delle Community Networks al SPC e ruolo svolto in tale ambito
Qualificazione fornitori
Processi da attivare per gestire e ottenere la qualificazione SPC e suo ciclo di vita
Servizi di Sicurezza
Esplora le possibili modalit di realizzazione delle VPN sicure con particolare riferimento
alle tecnologie oggi presenti sul mercato e alla loro interoperabilit
Architettura di sicurezza
Misure di sicurezza che dovranno essere implementate in ambito SPC e le regole di comportamento da seguire
Fonte: Guida ai gruppi di lavoro per il SPC e alla documentazione prodotta, CNIPA 2004
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que richiedono la cooperazione tra pi enti. Queste ultime problematiche sono riprese e
approfondite nella linea 5 della visione condivisa, che riguarda le soluzioni per garantire
appunto la interoperabilit dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni.
Per specificare il sistema dei portali e i requisiti della interoperabilit, stato attivato in dicembre 2003 un secondo gruppo di lavoro sulla Cooperazione applicativa, coordinato da Roberto Benzi, Consigliere del Ministro Stanca. I tre sottogruppi nei quali stato
organizzato sino ad oggi il lavoro coinvolgono circa 40 persone e riguardano tre temi:
Analisi dellesistente; Analisi delle esigenze; e Interoperabilit e accesso (con riferimento
specifico al SPC). Al momento in cui si scrive, ciascun sottogruppo ha prodotto un documento preliminare di identificazione e analisi delle problematiche e dei requisiti nei rispettivi ambiti e attivato il processo di revisione interna e approvazione. Completata questa
fase, prevista la prosecuzione dei lavori con la definizione delle architetture, delle regole
e degli standard funzionali a soddisfare le esigenze e i requisiti delineati nei documenti
approvati.
Per quanto riguarda il quarto punto della visione condivisa -la sicurezza dei servizi on-line - il MIT ha emesso diverse direttive che sostanzialmente indicano le misure
pi importanti da adottare per affrontare questo problema. Come avviene in generale per
le direttive del MIT di potenziale interesse anche per le Regioni e gli Enti locali, stato
avviato un processo, coordinato dal Tavolo Congiunto Permanente, di verifica ed eventuale adattamento delle indicazioni fornite rispetto alle condizioni ed esigenze delle PA
locali, per arrivare eventualmente ad un atto di indirizzo condiviso approvato dalla Conferenza Unificata.
I cosiddetti sistemi federati riguardano quegli ambiti di servizio (e relativi sistemi
informativi) quali la sanit e il lavoro, dove sono pi avanzati i processi di trasferimento
di poteri dallo Stato alle Regione ed Enti locali, ma vanno anche garantite prestazioni e
condizioni di accesso coerenti a livello nazionale. Per ciascuna area tematica, si sta sviluppando una architettura che permetta a tali sistemi di colloquiare tra di loro. In particolare, proprio nei due casi citati si sono individuate le soluzioni per garantire la interoperabilit tra i sistemi di livello regionale e locale, su scala interregionale e con i sistemi
centrali. Queste attivit sono coordinate da CNIPA, in stretto rapporto con il gruppo di
lavoro sulla Cooperazione applicativa, con la Cabina di regia del Ministero della salute e
con il Ministero del lavoro e, ovviamente, con i rappresentanti delle Regioni ed Enti locali
(in particolare, il contributo delle Regioni, tramite il CISIS, in questo e negli altri campi
considerati, viene approfondito pi avanti nel capitolo 1.4).
Venendo allultimo punto, la visione condivisa indica chiaramente che la cooperazione per lattuazione delle-government, per essere efficace, non deve limitarsi al livello
della concertazione politica, gi alquanto sviluppata e articolata (si veda pi avanti), ma
deve trasferirsi nei processi di attuazione e di gestione, mediante la costituzione di specifiche strutture organizzative condivise per la gestione di risorse comuni. Esempi di tali
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risorse sono le funzioni che garantiscono la qualit e la sicurezza nel SPC; il canale di
gestione della interoperabilit dei sistemi informativi delle diverse amministrazioni; lo stesso
quadro di riferimento tecnico, organizzativo e normativo necessario per indirizzare e sostenere i processi innovativi, che deve essere costantemente aggiornato data la rapida evoluzione sia della tecnologia, sia della normativa nazionale ed europea.
Per identificare e avviare una soluzione in questa direzione, la visione condivisa prevede lattivazione di un terzo gruppo di lavoro. Unattivit istruttoria a tal fine stata
avviata nel mese di febbraio 2004 presso il CNIPA.
A questo punto, lassetto organizzativo delle funzioni di governo sulle ICT attribuite
al MIT prevede due distinte strutture di supporto -il Dipartimento per linnovazione e le
tecnologie (DIT) e il CNIPA- le cui competenze sono state ulteriormente precisate come
segue nel decreto ministeriale 2 marzo 2004:
al DIT, ferme restando le funzioni di indirizzo e coordinamento delle politiche generali e le funzioni di elaborazione, monitoraggio e verifica complessiva dellattuazione dei piani di azione, assegnata lattuazione e la gestione operativa di tutti
i progetti concernenti lo sviluppo della societ dellinformazione, avendo come priorit i cittadini e le imprese e la loro piena partecipazione alla SI medesima;
al CNIPA, oltre alle funzioni ereditate dalle strutture che ha assorbito, affidata
lattuazione e la gestione operativa di tutti i progetti concernenti le-government,
la pubblica amministrazione centrale e locale, nonch la gestione delle strutture e
degli istituti di cooperazione con Regioni ed Enti locali. Per assicurare il massimo
raccordo nei rapporti con questi soggetti, il decreto (art. 6, comma 1) prevede che
questultima funzione venga esercitata dal CNIPA anche a beneficio delle attivit
istituzionali del DIT, assicurando il necessario supporto organizzativo e funzionale
attraverso le proprie strutture e la gestione degli organismi di cooperazione, quali
i Centri Regionali di Competenza (si veda pi avanti il cap. 7).
Il consolidamento del ruolo del CNIPA come snodo organizzativo e di supporto nei
rapporti con il sistema delle Autonomie locali sulle politiche per le-government e la SI
riflette anche uno stato di fatto che vede tale struttura, in particolare lArea Innovazione
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per le Regioni e gli Enti locali (AIREL), presiedere e supportare i diversi istituti di cooperazione che ha attivato con le Regioni e gli Enti locali, indicati nella seguente tabella:
Nome
Istituzione
Struttura e componenti
Commissione permanente
per lInnovazione
e le Tecnologie
(Regioni)
21 marzo 2002
Comitato permanente
per lInnovazione
e le Tecnologie
(Province)
12 novembre 2002
Commissione permanente
per lInnovazione e
le Tecnologie nei Comuni
19 dicembre 2002
Comitato permanente
per linnovazione
e le tecnologie
(Comunit Montane)
7 novembre 2003
Due rappresentanti del MIT (uno che presiede) e sei membri nominati dall'UNCEM
(ancora da identificare).
Il Comitato si riunisce almeno ogni 6 mesi.
Tavolo congiunto
permanente
Previsto dal
DPCM 14 febbraio 2002
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sversale e della concertazione tra tutti i soggetti coinvolti nel piano di e-government locale,
dove vengono sviscerate e definite soluzioni per le diverse problematiche legate alla sua
impostazione e attuazione, portando i risultati allapprovazione della Conferenza Unificata, quando risulta opportuno o necessario validare sul piano politico le decisioni e gli
indirizzi emersi dai lavori del TCP.
La fase 2 del piano di e-government
Lapprovazione della visione condivisa ha aperto la strada alla definizione e allavvio degli interventi della cosiddetta fase 2 del piano di e-government. Questo processo
maturato nel corso del 2003, in particolare nella seconda met dellanno, arrivando a compimento il 26 novembre con lapprovazione da parte della Conferenza Unificata del documento Le-government nelle Regioni e negli Enti locali: II fase di attuazione.
Un contributo importante a tale processo venuto anche dalla delibera CIPE del 9
maggio 2003, n. 17, che ha destinato risorse ingenti per obiettivi legati alla SI nel Mezzogiorno (ma non solo), utilizzabili in parte anche per gli interventi della fase 2 dellegovernment. La delibera CIPE oggetto di uno specifico approfondimento nella prossima
sezione 1.2.
La seconda fase del piano di e-government per le Regioni e gli Enti locali prevede
cinque linee di intervento:
1. sviluppo dei servizi infrastrutturali locali (nella prospettiva del SPC)
2. diffusione territoriale dei servizi per cittadini ed imprese
3. inclusione dei comuni piccoli nellattuazione dell e-government
4. sviluppo della cittadinanza digitale (e-democracy)
5. promozione dellutilizzo dei nuovi servizi presso cittadini e imprese
In termini generali, lobiettivo arrivare alla massima copertura territoriale e di
popolazione (almeno il 50% entro il 2005) con lerogazione in rete di tutti gli 80 servizi
prioritari per cittadini e imprese, identificati dal 1 Avviso. Lidea di estendere, completare, integrare quanto si avviato nei progetti della prima fase, potenziando le reti
regionali e i servizi infrastrutturali e promuovendo il trasferimento e riuso di soluzioni e
servizi finali gi pronti o in via di approntamento.
In questa direzione si muovono le prime tre linee di azione e la quinta, che riguarda
la promozione dei nuovi servizi affinch vengano effettivamente utilizzati dai beneficiari
ai quali sono destinati. Linclusione dei piccoli comuni (sotto i 20.000 abitanti) tramite
la creazione di Centri Servizi Territoriali (CST) contribuisce anchessa allestensione/riuso,
perch rappresenta la modalit organizzativa con la quale si prevede di rendere concretamente accessibili a questa categoria di enti tutta una serie di servizi.
Liniziativa per lo sviluppo della cittadinanza digitale punta ad aprire un nuovo campo
di intervento e a promuovere o rafforzare anche in Italia sperimentazioni in questo ambito
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Linea di azione
Modalit di attuazione
1. Sviluppo SPC
Cofinanziamento
APQ
35
26 (BL)*
61
60
26 (BL)*
86
Cofinanziamento
APQ
26**
15
41
10
10
78
15
207
114
Come si pu intuire dalla gamma e natura degli interventi, la seconda fase dellegovernment rimanda e sollecita una forte capacit di governo del territorio; per questa
ragione, lapproccio attuativo prescelto per gran parte degli interventi la stipula di Accordi
di Programma Quadro (APQ), tramite la concertazione tra Regioni, MIT e Ministero dellEconomia e Finanze. La concertazione dovrebbe in particolare garantire ex-ante la coerenza
dei nuovi interventi che saranno finanziati con quanto gi esistente o in fase di realizzazione in un territorio e con le sue strategie di sviluppo. Lapprofondimento sul tema
degli APQ fornito nel successivo cap. 1.3.
Di seguito, si illustrano brevemente le finalit e le modalit di attuazione previste
attualmente per le cinque linee di intervento.
Sviluppo servizi infrastrutturali locali e SPC (linea 1)
Questa linea dazione intende conseguire in tutti i territori regionali la disponibilit di servizi infrastrutturali adeguati. I servizi infrastrutturali comprendono, in unaccezione estesa, tutti quei servizi che unamministrazione regionale o provinciale mette a disposizione degli Enti locali del proprio territorio e che sono necessari per realizzare i ser-
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tante, data la crescente complessit delle decisioni di politica pubblica, coinvolgere anche le
competenze e le esperienze diffuse nella societ.
I progetti potranno essere presentati da Enti locali (Comuni, Province, Comunit Montane, Regioni) individuali o in partenariato tra loro, con il coinvolgimento di attori locali quali:
associazioni di rappresentanza degli interessi produttivi e sociali;
cittadini, nei loro ruoli di soggetti socio-culturali e produttivi;
gruppi informali di cittadini.
I progetti dovranno fornire lanalisi del contesto organizzativo, sociale e culturale nel
quale si colloca lintervento, prevedere lutilizzo di tecnologie adeguate in termini di affidabilit e accessibilit, la promozione della partecipazione attiva dei cittadini, la garanzia del
coinvolgimento effettivo dei decisori pubblici, la valutazione dei risultati del processo di partecipazione. Le tecnologie utilizzate potranno prevedere anche forme di consultazione certificata tra i soggetti coinvolti, e potranno fare riferimento alle sperimentazioni gi avviate dal
Ministero dellInterno.
La linea dazione sar attuata mediante lemanazione di un avviso pubblico, su scala
nazionale, per la presentazione di progetti di cittadinanza digitale, che saranno valutati da un
apposita commissione e quindi cofinanziati.
Promozione dei nuovi servizi di e-government (linea 5)
Come mostra lesperienza di altri paesi avviatisi gi da qualche anno nella costruzione
delle-government, la realizzazione di servizi on-line condizione necessaria ma non sufficiente
perch gli stessi servizi siano utilizzati. Lo spostamento di fasce consistenti di utenza dalla
fruizione tradizionale alle nuove modalit di erogazione non avviene in modo automatico.
Questa linea di azione ha quindi come obiettivo la promozione delluso dei nuovi servizi presso cittadini e imprese, attivando una campagna ombrello nazionale affiancata da
iniziative coordinate a livello regionale. Ogni amministrazione dovr prevedere sul proprio territorio unazione di comunicazione verso la propria utenza, facendo riferimento a formati, strumenti e risorse di comunicazione definite per linsieme dei progetti di e-government. Questo
approccio intende comunicare non solo la disponibilit dei nuovi servizi, ma anche rendere
visibile e valorizzare lattuazione del vasto programma dinnovazione realizzato congiuntamente
da tutte le amministrazioni.
Dopo lanalisi delle necessit di comunicazione definite da parte degli attori locali, e
sulla base di requisiti condivisi con le Regioni e gli Enti locali, verr affidato a un fornitore
selezionato sul mercato la definizione dei formati, degli strumenti e delle modalit di realizzazione di attivit di comunicazione per i progetti. Le attivit di comunicazione territoriali
saranno attuate in stretta connessione e sinergia con le attivit di comunicazione effettuate
a livello nazionale dal fornitore stesso.
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I capitoli 1.2 e 1.3 sono stati
curati da Anna Picot del CNIPA
AIREL, con la collaborazione di
Simone Taratufolo e Milena Fasanella.
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22.384.000
Servizi di telemedicina
4.320.000
25.829.000
Sistema di Vigilanza
Ambientale: Centro servizi
regionale per linterconnessione
delle funzioni di monitoraggio
3.000.000
13.700.000
Scrutinio elettorale
semiautomatico
12.072.000
Numero unico
delle emergenze
9.700.000
26.590.000
8.405.000
TOTALE
126.000.000
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prevede la delibera CIPE, ad azioni inerenti la SI e devono nel frattempo perseguire obiettivi di integrazione e di qualificazione attraverso le nuove ICT. Le tipologie di intervento,
riguarderanno le imprese, le persone, le istituzioni (pubblica amministrazione e istituzioni
di ricerca), le infrastrutture.
Il percorso di attuazione del programma prevede:
la costituzione di un Comitato dindirizzo, composto dal MEF, dal MIT e dalle Regioni,
con il compito di guidare lattuazione degli interventi oggetto del programma.
la costituzione di un gruppo tecnico presso il MIT, cui potranno partecipare anche
esperti indicati dalle Regioni, con il compito di svolgere la funzione di segreteria
tecnica del Comitato dindirizzo.
Le fasi ed i tempi per la realizzazione del programma sono i seguenti:
Fase
Attivit
Soggetti coinvolti
Tempi indicativi
Gruppo tecnico
Regioni
giugno 2004
Comitato di indirizzo
luglio 2004
Regioni - MIT
Monitoraggio
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Tabella 3 - Quadro risorse delibera CIPE n. 17, 9 maggio 2003 destinate allo sviluppo della SI
Programmi nazionali
del MIT
Programmi regionali
Programma
Risorse assegnate
(Meuro)
126
150
100
39
108
Totale
523
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Principalmente lallocazione
dei fondi CIPE diretta agli strumenti attuativi delle Intese Istituzionali di Programma stipulate
da ogni Regione e Provincia Autonoma con il Governo nazionale.
Lo strumento attuativo dellIntesa
lAccordo di Programma Quadro.
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Le attivit del MIT per la stipula degli APQ: rapporto tra strutture nazionali
e regionali
Il MIT, mediante le proprie strutture, svolge lattivit di preparazione e di supporto
alla definizione dellAPQ per la SI e di individuazione e definizione degli interventi che
ogni Regione intende realizzare. Questi compiti sono svolti dallUfficio Rapporti e Accordi
di programma con le regioni e gli enti locali che opera allinterno dellArea Innovazione
per le regioni e gli enti locali (AIREL) del CNIPA.
Le strutture del MIT operano pertanto in stretta collaborazione con le diverse strutture competenti del Ministero dellEconomia e delle Finanze e con i responsabili della SI
e della programmazione a livello regionale.
Il lavoro svolto dallAIREL a livello centrale con il MEF ha coinvolto, in particolare,
gli uffici del Servizio per le politiche di sviluppo territoriale e le intese, che svolge un
ruolo primario di impulso e verifica delle Intese e degli APQ, e con quelli della Segreteria del CIPE, per le fasi di programmazione e di partenariato con le Regioni.
Lazione propedeutica svolta ha consentito di:
costruire modalit comuni di lavoro MEF-MIT-Regioni per la predisposizione degli
APQ;
condividere una proposta di struttura tipo di articolato per gli APQ SI;
definire un percorso semplificato rispetto allaggiornamento delle Intese Istituzionali di Programma, nel caso, quasi generale, in cui non fosse gi previsto lAPQ
nel settore SI.
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Per quanto riguarda le attivit che le strutture del MIT svolgono con le Regioni,
queste sono riconducibili a tre macro tipologie di azioni:
incontri con i responsabili per la SI e la programmazione di ogni Regione per la
definizione dei contenuti, delle risorse, delle modalit e tempi di stipula degli accordi;
incontri con tutte le Regioni per la concertazione e lelaborazione in partenariato
delle iniziative di sviluppo di obiettivi di rafforzamento della SI;
assistenza tecnica alla presentazione degli interventi e di supporto tecnico nelle
relazioni con il MEF.
Il continuo raccordo tra strutture centrali e regionali consente lo sviluppo di una
governance multilivello che accresce le opportunit dinnovazione locale, poich le Regioni
possono accedere a un insieme di risorse cognitive e informative che rendono pi agevole superare eventuali debolezze interne di programmazione dellinnovazione.
Inoltre, la presenza di un referente a livello di Governo centrale, che sostenga la
partecipazione delle Regioni alla governance dei processi di innovazione locale consente
di accrescere le opportunit di cambiamento e di renderlo economicamente sostenibile.
E quanto avvenuto, per esempio, con i progetti di e-government presentati al primo
avviso, che hanno dimostrato un alto livello di maturit, realizzando ampie aggregazioni
tra enti anche di diverse regioni e dando vita a progetti le cui soluzioni saranno riusabili
allinterno dei processi di e-government che si stanno avviando con lattuale seconda fase.
4Anche
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Tabella 4- Situazione della programmazione delle risorse destinate agli APQ SI (al 30.04.2004)
Interventi
Beneficiari
Risorse
92,5 Meuro
Quota ancora da
ripartire
82 Meuro
108 Meuro
39 Meuro
35 Meuro
Quota APQ da
definire
Quota APQ da
definire
Programmi di interventi a valere sulle risorse MIT Linea di azione 1. Sviluppo dei servizi
per lattuazione della seconda fase di e-government
infrastrutturali locali (SPC)
Totale
356,5 meuro
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APQ Abruzzo
Il 15 luglio 2002 stato siglato dal MIT il primo APQ del settore SI con la Regione
Abruzzo; il costo complessivo degli interventi previsti di 27,5 milioni di Euro. La copertura finanziaria proviene per circa 8 milioni di Euro dai Fondi Strutturali comunitari del
DOCUP della Regione e per il rimanente da risorse nazionali per le aree sottoutilizzate (CIPE).
LAPQ Abruzzo prevede la realizzazione di 14 interventi tra loro integrati e in linea
con quanto definito nei documenti di programmazione nazionali e comunitari. Lobiettivo
dellAPQ quello di realizzare un insieme di servizi infrastrutturali e servizi di base e applicativi in grado di fornire servizi ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni
locali. Con lavvio delle linee di azione della seconda fase di e-government locale e le risorse
per le aree sottoutilizzate assegnate dal CIPE nel 2003, le strutture del MIT e la Regione
Abruzzo stanno individuando e definendo gli interventi che costituiranno latto integrativo dellAPQ, che terr conto dellevoluzione delle policies regionali, nazionali e comunitarie.
APQ Liguria
Il primo APQ in materia di societ dellinformazione stato siglato il 14 aprile del
2000 dal MEF e dalla Regione Liguria, in quanto allepoca non era presente il MIT, quale
amministrazione centrale di riferimento competente in materia. LAPQ, dal titolo Liguria
in rete, si compone di 4 interventi, per un costo complessivo di quasi 16 milioni di Euro,
volti a realizzare: le infrastrutture di comunicazione al servizio di tutti gli enti della pubblica amministrazione ligure, dei cittadini e delle imprese; un centro unificato di prenotazione delle prestazioni sanitarie; un sistema informatico per la gestione dei tributi di
competenza regionale; un sistema informatico a supporto del processo di decentramento
e di semplificazione delle procedure per i Comuni.
Integrativo I dellAPQ Liguria in Rete
La prima integrazione all APQ Liguria in rete stato siglato a Torino l8 aprile
2003 con il MIT e il MEF. Lintegrazione dellAPQ completa il processo gi avviato dalla
Regione Liguria per rafforzare le infrastrutture tecnologiche a servizio dei cittadini, con
particolare attenzione a quelli appartenenti ad una fascia di et avanzata, e prevede, attraverso il progetto Terza et e welfare nella Societ dellinformazione, la realizzazione di
tre interventi mirati alla formazione per la terza et, alla facilitazione dellaccesso ai servizi on-line per gli anziani e le loro famiglie, alla creazione di un Portale regionale dedicato esclusivamente allinformazione sui servizi disponibili per questa fascia di utenza e
per le persone diversamente abili.
Il costo complessivo del progetto ammonta a 17,537 milioni di euro, di cui 16,217
provenienti dai fondi assegnati con delibera CIPE 36/2002, ripartizione delle risorse per
interventi in aree depresse, 2002-2004 (legge finanziaria 2002) e i restanti 1,320 da fondi
regionali.
Integrativo II dellAPQ Liguria in Rete
Il secondo APQ Integrativo della Liguria, stipulato il 27 febbraio 2004, ha un valore
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complessivo di 5 milioni di Euro, finanziati per 3,5 milioni da risorse CIPE e per 1,5 milioni
da fondi regionali.
LAPQ prevede un solo significativo intervento, finalizzato alla realizzazione di una
carta regionale dei servizi per gli anziani e allo sviluppo di una rete di punti di accesso
per la fruizione dei servizi disponibili.
APQ Lombardia
Stipulato il 24 dicembre 2003, ha un costo complessivo di 8 milioni di Euro, di cui
4,5 a carico dello Stato, 1,2 provenienti da fondi europei, 2,3 da risorse regionali.
LAccordo costituito da 3 interventi finalizzati, fra laltro, allo sviluppo dei siti
web dei singoli Comuni, alla cablatura degli edifici pubblici (municipi, biblioteche, posti
di polizia, scuole, strutture sanitarie) e alla realizzazione di un sistema informativo territoriale integrato. E prevista, inoltre, la creazione di una rete telematica wireless che
consenta lintegrazione tecnologica delle Comunit montane dellArco Alpino.
APQ Basilicata
Stipulato il 25 marzo 2004, ha un costo complessivo di oltre 12 milioni di Euro, di
cui 9,7 provenienti dal CIPE e 2,7 da fondi privati.
Obiettivo dellAccordo la realizzazione del Progetto SAX, ritenuto prioritario dalla
Regione, che dar il via a una serie di azioni finalizzate allincremento e alla razionalizzazione della dotazione di personal computer a privati cittadini (sottoprogetto SAX-B),
in coerenza con gli interventi di alfabetizzazione informatica gi avviati dalla Regione.
SAX prevede, inoltre, la creazione di apposite postazioni per laccesso assistito dellutenza ai servizi disponibili sulle reti regionali (sottoprogetto SAX-P).
APQ Emilia-Romagna
Stipulato il 31 marzo 2004, ha un costo complessivo di 9,5 milioni di Euro, la cui
copertura finanziaria assicurata per 1,2 milioni dai fondi CIPE, per 3,2 dalla Regione
Emilia-Romagna, per 2 dalle risorse del patto territoriale per la Provincia di Ferrara, per
2,9 da altre risorse pubbliche.
Lintervento, che consiste nella creazione di infrastrutture a banda larga e nellattivazione di relativi servizi infrastrutturali per la pubblica amministrazione nella provincia di Ferrara, fa parte di un progetto pi ampio di potenziamento delle infrastrutture telematiche della regione, in accordo con quanto previsto dal Piano Telematico Regionale 20022005.
APQ Toscana
Stipulato il 2 aprile 2004, ha un valore complessivo di 5,6 milioni di Euro; la copertura finanziaria assicurata interamente dalle risorse CIPE della delibera 17/03.
LAccordo finalizzato alla realizzazione di servizi telematici a banda larga e alladeguamento tecnologico delle infrastrutture interne nei piccoli Comuni, singoli o associati, e nelle Comunit montane. Il programma degli interventi si inserisce nel quadro delle
iniziative avviate nellambito del Piano e-Toscana ed coerente sia con i piani nazionali
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per le-government e la SI, sia con gli indirizzi strategici del Piano Telematico Regionale
approvato nel 2002.
Il quadro delle attivit sintetizzato ci mostra come, le strutture nazionali e regionali abbiano dimostrato, gi a partire da questa prima fase di programmazione, di voler
cogliere a pieno le opportunit offerte dalla realizzazione degli interventi in APQ, che permette loro di:
- integrare e rendere coerenti le strategie definite nei piani e nei programmi nazionali e nei programmi e piani strategici regionali;
- raccordare le diverse forme di cofinanziamento e generare benefici sia nel volume
delle risorse sia negli impatti sul territorio;
- individuare e realizzare un insieme di azioni relative allattuazione o al riuso dei
principali sistemi federati di settore, secondo la logica di condivisione;
- raccogliere la partecipazione attiva degli enti locali del territorio;
- utilizzare adeguate strutture di accompagnamento dellattuazione e di coordinamento
delle azioni previste.
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Il capitolo 1.4 stato realizzato con il contributo del Comitato Direttivo CISIS.
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Vista la spinta propulsiva data dal MIT al tema delle-government e il forte ruolo
assegnato in questo ambito alle Regioni in termini di programmazione e coordinamento
delle iniziative regionali per la societ dellinformazione, si sono sviluppate collaborazioni
sempre pi intense tra le Regioni, maturate sostanzialmente proprio in sede CISIS, fino
alla costituzione di un organismo dedicato ad alimentare e sostenere tali iniziative, denominato Tecnostruttura Q3I (per la definizione del Quadro di Interoperabilit Informatica
Interregionale).
LA TECNOSTRUTTURA Q3I
Q3I nasce nel febbraio 2003 su impulso di alcuni membri del CISIS con lobiettivo, nel rispetto
degli standard definiti a livello nazionale, di svolgere un ruolo attivo per lidentificazione, la sperimentazione, la condivisione e il mantenimento di regole tecniche comuni per i sistemi informativi regionali, con particolare riferimento alle architetture informatiche dei dati e formati di interscambio. Tali regole sono oggi necessarie per garantire uno sviluppo omogeneo e integrato dei sistemi
informativi regionali, per aumentare lefficienza interna dei processi amministrativi e per creare le
premesse tecniche per la erogazione di servizi integrati di e-government, garantiti e sicuri, ai cittadini e alle imprese indipendentemente dalla loro collocazione territoriale.
Sul piano pratico, Q3I opera identificando annualmente un piano di attivit sulla base di temi segnalati da una o pi Regioni e attivando per ciascuna attivit un gruppo di lavoro specifico con il
compito di realizzare le analisi, le sperimentazioni e verifiche tecniche del caso. I gruppi di lavoro
sono normalmente composti da risorse professionali messe a disposizione dalle Regioni. Ogni gruppo
presieduto da un Coordinatore. I gruppi di lavoro sono affiancati da unapposita struttura esterna
che fornisce un qualificato supporto professionale e operativo integrativo. Il coordinamento di tutte
le attivit svolto da un direttore tecnico eletto nellambito del Gruppo di coordinamento Q3I
composto dai referenti delle Regioni aderenti alla tecnostruttura.
Nel corso del 2003 hanno operato i seguenti gruppi di lavoro Interoperabilit e cooperazione applicativa, Infrastruttura per laccesso e lautenticazione e Sicurezza Informatica. Accanto a questi gruppi stata attivato un apposito gruppo per la definizione e di servizi di supporto interno
e trasversale.
I risultati prodotti dai gruppi di lavoro, in genere relativi come si detto alla definizione di regole
di varia natura (regole tecniche, modelli logico-funzionali, architetture), vengono sottoposti allapprovazione del Gruppo di Coordinamento interregionale, che rappresenta lorgano direttivo e decisionale del Q3I. Le decisioni e le proposte di attivit maturate in sede Q3I sono ovviamente aperte
alla adozione e partecipazione anche da parte delle Regioni non socie nellambito del CPSI ed
alla validazione da parte del Consiglio Direttivo CISIS su proposta del coordinatore CPSI.
Ad oggi, hanno aderito al Q3I 10 Regioni mentre altre 7 hanno avviato la procedura di adesione.
Ladesione al Q3I avviene tramite la stipula di un apposito protocollo di intesa e comporta la sottoscrizione di una quota associativa annua riferita alle attivit previste nel piano di lavoro. Q3I
una struttura tecnica del CISIS che opera sotto il diretto coordinamento del medesimo.
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Nellambito del CISIS e in particolare del Q3I sono state affrontate recentemente le
problematiche connesse alla realizzazione di sistemi di cooperazione applicativa interregionale, che consentano da un lato, di rendere appunto possibili ed efficienti gli scambi
di dati necessari per lerogazione di servizi di e-government in un contesto federale come
quello che si sta definendo in Italia, dallaltro, di ottimizzare gli investimenti sui servizi
infrastrutturali dai quali dipende la cooperazione applicativa stessa.
In conclusione, come dimostrano queste attivit, la concertazione maturata in ambito
CISIS ha consentito, e consente, non solo la partecipazione reale di tutte le Regioni ai
processi di definizione di architetture, standard, ecc. nellambito dei vari tavoli tecnici
attivati per lo sviluppo della Visione Condivisa, ma anche leffettuazione di attivit di sperimentazione tecnica e la definizione di progetti per la realizzazione del nuovo Sistema
Pubblico di Connettivit (si veda il capitolo 4) e altri servizi infrastrutturali, col fine di
ottimizzare le risorse investite nelle-government e di garantire lunitariet e leffettiva
interoperabilit dei servizi applicativi in particolare nei cosiddetti sistemi federati (sanit,
lavoro, ecc.).
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sviluppi del quadro di policy a livello nazionale, con due direttrici fondamentali gi
illustrate nel capitolo 1:
- la delibera CIPE n. 17 2003, con recepimento regionale attraverso atti documentati in tutti i Rapporti regionali, che ha stanziato ingenti risorse da destinare ad
interventi sulla SI;
- a diffusione degli APQ come strumenti attuativi e di razionalizzazione delle risorse
e interventi nel campo della SI in chiave di programmazione negoziata e concertazione.
Le iniziative elencate nella Tabella 1 sono tutte riconducibili ad uno dei fattori sopra
elencati.
I nuovi piani dedicati alla societ dellinformazione e lattuazione
Ci che caratterizza in generale levoluzione delle politiche regionali nellultimo anno
(met 2003-inizio 2004) soprattutto lestensione dei piani sulle-government ad ambiti
settoriali pi ampi, nellottica della SI, e il passaggio -laddove gi presenti- alla fase di
attuazione delle politiche.
Lelaborazione di nuovi piani sulla SI e le-government stata di fatto limitata, dal
momento che la maggior parte delle Regioni se ne era gi dotata sul finire del 2002, anche
per rispondere ai requisiti di partecipazione alla presentazione dei progetti del 1 Avviso di
e-government. I casi di nuovi piani dedicati alla societ dellinformazione riguardano il Lazio,
le due Province Autonome di Trento e Bolzano, e lUmbria.
La Regione Lazio ha approvato nel luglio 2003 il Piano Regionale per lo sviluppo dellInnovazione e della Societ dellInformazione ad integrazione e arricchimento del precedente Piano di E-government, per fornire cornice di riferimento pi organica e un quadro
dettagliato delle strategie identificate, promosse e adottate nel campo della SI, dellinnovazione e del trasferimento tecnologico nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, dagli operatori economici ai cittadini e ne esamina gli strumenti operativi per realizzare gli obiettivi
pianificati. LUmbria, anchessa come il Lazio gi provvista di un Piano sulle-government,
ha esteso nel luglio 2003 il proprio riferimento di programmazione a tutto il settore della SI.
La Provincia autonoma di Trento ha invece approvato per la prima volta, il 17 ottobre
2003 con Delibera di Giunta Provinciale n. 2605, il suo Piano E-Society: linee guida per lo
sviluppo della Societ dellInformazione, che in quanto tale detta le condizioni per uno sviluppo armonico e in linea con le mutate esigenze della societ, descrivendo gli obiettivi da
raggiungere in termini di sviluppo di un sistema territoriale dotato di infrastrutture e di servizi in rete, per un target necessariamente esteso di imprese, sistema ricerca scientifica e
tecnologica, pubblica amministrazione, cittadini.
Una seconda categoria di sviluppi riguarda invece Regioni dove stato approvato, nellarco di tempo considerato, un Piano dAzione, ovvero uno strumento prettamente attuativo.
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Questo vero per la Lombardia che ha approvato nellestate 2003 il suo Piano dAzione societ dellinformazione, articolazione operativa del documento strategico eLomb@rdia.
Discorso simile vale per lEmilia-Romagna che nella pianificazione sulla SI ha approvato, come evoluzione/attuazione delle linee guida per il piano telematico 1999-2000 e
prosecuzione del piano telematico regionale (piano operativo 2002), il nuovo Piano Telematico 2003, non solo strumento annuale di verifica del gi fatto e riprogrammazione
degli interventi strategici, ma fonte primaria della politica telematica regionale. Da esso
scaturiscono infatti tutte le iniziative sia di programmazione sia operative in materia e
soprattutto frutto di un processo di co-decisione tra Regione ed Enti locali sia per la definizione dei progetti prioritari sia per la loro implementazione.
Anche la Valle DAosta ha in corso di approvazione il Piano Operativo annuale 2004
per modernizzare la PA e promuovere lo sviluppo della SI, ma contestuale dato anche il
cambio di governo politico della Regione, allelaborazione parallela del Piano pluriennale
per il triennio 2004-2006 nel settore informatica.
La Provincia autonoma di Bolzano, gi dotata di un Piano per le-government in
procinto di formalizzare il proprio Piano dAzione E-Sdtirol, per rispondere allesigenza
di disporre di uno strumento pi operativo.
Valenza ancora diversa hanno i nuovi piani approvati in Basilicata e Molise, entrambi
in corso di formalizzazione, basati sulla modifica e sul significativo aggiornamento di documenti precedenti. Nel caso di Basitel+ si tratta dellestensione del precedente piano Basitel, gi attuato in molte sue parti, con lintegrazione dei nuovi obiettivi di e-Europe, soprattutto verso la promozione e diffusione delle ICT nella societ e nelle imprese. La nuova
versione 4.1 del Piano Strategico di Attuazione Sistema Telematico Molise (STM) stata
invece prodotta ancora ai fini delladempimento richiesto dalla Commissione Europea sulle
strategie regionali per la SI per poter utilizzare pienamente i fondi strutturali nella programmazione 2000-2006.
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Data di approvazione
Ulteriori informazioni
Abruzzo
26.09.2003
Basilicata
Basitel +
02.03
27.05.2003
20.08.2003
Campania
23.12.2003
EmiliaRomagna
Calabria
2003
2003
20.02.04
01.07.2003
12.2003
21.02.2003
Lazio
Liguria
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Tabella 5 - Nuove policy regionali dedicate all'e-government e alla societ dell'informazione (segue)
Lombardia
Marche
Documento
Data di approvazione
Ulteriori informazioni
30.06.2003
28.02.2003
16.09.2003
28.08.2003
Molise
Piemonte
28.07.2003
04.03.2003
01.2004
26.09.2003
29.04.2003
Deliberazione n.13/28
Puglia
Sardegna
Sicilia
11.12.2003
Toscana
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Tabella 5 - Nuove policy regionali dedicate all'e-government e alla societ dell'informazione (segue)
Umbria
Documento
Data di approvazione
30.07.2003
20.06.2003
Ulteriori informazioni
18.09.2003
Sensibilizzazione, alfabetizzazione
ed ammodernamento della PA
11.04.2003
Pv. Bolzano
12.01.2004
Pv. Trento
17.10.2003
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sto 2003, le Linee guida per la realizzazione della rete urbana di accesso per la banda
larga. Le linee guida comprendono le specifiche sulle tecnologie di installazione e posa
della fibra ottica (dallo scavo ex-novo tradizionale o no-dig, alluso di infrastrutture cavidotti esistenti), sulle strategie di progettazione, pianificazione e gestione da parte degli
uffici comunali, sulla mappatura e descrizione delle aree territoriali della Provincia. In seguito,
negli ultimi mesi sono stati deliberati altri passaggi in questa direzione con laggiornamento dellAtto di indirizzo sui servizi ed infrastrutture di rete per la larga banda, approvato con Delibera della Giunta provinciale n. 2637 del 17 ottobre 2003; e la costituzione
del gruppo misto di progettazione per la progettazione definitiva dellinfrastruttura di rete
per la larga banda, avvenuta con delibera n. 3329 del 19 dicembre 2003.
Un orientamento ancora differente quello seguito dalla Regione Valle DAosta, per
la quale il tema della creazione di reti a banda larga, per la maggior parte degli interventi
inteso come infrastrutturazione di base, strettamente connesso, oltre al Piano pluriennale per il triennio 2004-2006 in corso di approvazione, alla programmazione regionale
delle risorse comunitarie. Infatti, misure per la realizzazione di reti a banda larga, soprattutto per il recupero delle zone montane, la riduzione dellisolamento della popolazione e
il sostegno alle PMI e alle aree produttive, sono contenute allinterno del Programma per
le Azioni Innovative Vinces e il Programma di iniziativa comunitaria Interreg III.
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Le finalit sono chiare fin dallapertura (art. 1) del testo, in cui si ribadisce che la
legge:
a. favorisce il processo di innovazione organizzativa e tecnologica delle pubbliche amministrazioni del territorio regionale in un contesto organizzato di cooperazione istituzionale;
b. promuove lo sviluppo della societ dellinformazione e della conoscenza in ambito
regionale a fini di progresso sociale e miglioramento della qualit della vita, favorendo la realizzazione personale e professionale nonch forme di cittadinanza attiva.
Il provvedimento contiene allinterno diversi punti essenziali diversi tra loro, ma
trattati in modo chiaro e ordinato: dalle garanzie in termini di uguaglianza tra i cittadini,
ai piani per lo sviluppo delle attivit dei soggetti operanti nella Regione (mediante ladozione di programmi specificamente rivolti a categorie di utenti o per mezzo dazioni di
sistema), nonch alladozione di misure per assicurare la fiducia, la riservatezza e la qualit dei dati pubblici (le c.d. trust and confidence). Si aggiungono a questi, altri tre aspetti
di rilievo: la promozione dellaccessibilit alle tecnologie (art. 4, comma 2E), lobbligo per
le amministrazioni (art. 4, comma 1C) di adottare formati aperti nella trasmissione dei
dati da rendere pubblici (dal nuovo testo di legge sembra essere lunica forma di trasmissione
possibile) ed, infine, il pieno sostegno (art. 4, comma 1I) da parte dei soggetti della
Rete alle politiche rivolte allacquisizione di strumenti con codice sorgente aperto.
La legge dedica inoltre nella seconda parte una particolare attenzione alla disciplina delle attivit della Rete Telematica, nucleo organizzativo che attua le finalit del
sistema regionale in tema di SI. I soggetti del territorio, che aderiscono mediante convenzione alla Rete, stabiliscono e mantengono con gli altri enti un rapporto di tipo paritetico, ricalcando con ci la metodologia di lavoro consolidata negli anni precedenti. In
tal senso, la legge non crea una struttura gerarchica tra Regione ed enti che aderiscono,
ma stabilisce i reciproci impegni e le modalit di co-decisione (nellambito dei propri ruoli),
sulla base di quadro comune condiviso. Attraverso la creazione di una rete di attori pubblici e privati che collaborano per la promozione della SI in un territorio regionale, mantenendo un collegamento costante con i tavoli nazionali, il sistema politico sostiene il
tessuto economico e promuove linfrastrutturazione del territorio e il finanziamento di progetti con partecipazione pubblica e privata, identifica lurgenza e la necessit di far partire i processi di innovazione dalle aree a maggior rischio di divario digitale, predisponendo una serie di strumenti complessi e coordinati per colmarlo.
Il disegno di legge della Regione Emilia-Romagna
Il disegno di legge dellEmilia-Romagna Sviluppo regionale della Societ dellInformazione, approvato dalla Giunta regionale nel dicembre 2003 e attualmente al vaglio
del Consiglio, ha diversi punti in comune con la legge toscana.
Le finalit della legge sono il progresso e la modernizzazione del territorio e della
popolazione regionale attraverso la societ dellinformazione, la promozione delle inizia-
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tive del sistema delle autonomie in ambito regionale per lo sviluppo delle infrastrutture,
dei servizi e dei sistemi informativi, e laccesso ai dati, patrimoni informativi regionali
attraverso sistemi e piattaforme a sorgente aperto, con il ruolo della Regione in quanto
facilitatore per il raggiungimento degli obiettivi. Diversamente da quella Toscana, la legge
dellEmilia-Romagna pone laccento maggiormente sul tema dellinfrastrutturazione (collegato al Piano Telematico in attuazione) e sul ruolo del governo regionale, che risulta
centrale nella pianificazione e realizzazione degli obiettivi previsti, laddove il punto di
riferimento della legge toscana rappresentato dalla Rete.
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In base alla prima rilevazione effettuata, i due ambiti di policy settoriale con maggiore attenzione ai temi ICT e SI sembrano essere, come accennato, quello per le attivit
produttive, e connesse politiche per la ricerca e linnovazione, e quello della sanit. La
Tabella 2 evidenzia la variet di livelli e strumenti di policy, in particolare nel primo campo.
Di particolare interesse sono anche le Azioni Innovative, programma di derivazione comunitaria, segnalate sia dalle Marche per quanto riguarda la creazione di un Digital Framework for Supply Chain Management, ovvero di un portale regionale per supportare i distretti
industriali marchigiani con vari servizi B2B, sia dal Veneto per accelerare lo sviluppo e
innalzare il grado di fiducia nei servizi on-line, con particolare riferimento al commercio
elettronico.
Lambito sanitario presenta un quadro di policy pi uniforme, dal momento che la
maggior parte delle Regioni ha elaborato un Piano socio-sanitario, allinterno del quale
sempre pi frequente trovare misure relative ai sistemi informativi, servizi online e telemedicina. Alcuni obiettivi riportati in Tabella 6 riflettono il diverso grado di maturit raggiunto nel settore: in alcuni casi, lesigenza di creare un sistema informativo sanitario
condiviso tra gli attori del territorio (es. della Calabria), in altri, come per la Lombardia,
si promuovono su infrastrutture gi esistenti servizi tecnologici avanzati per cittadini
e gli operatori sanitari.
Una considerazione a parte meritano i Piani integrati territoriali (PIT) a sostegno
dello sviluppo locale. I PIT riguardano un ambito di programmazione, in questo caso subregionale, che vede sempre pi la presenza di misure e iniziative coordinate di sviluppo
locale della SI, spesso sul settore imprenditoriale (distretti industriali), poich strettamente legati alla dimensione territoriale, e relativamente al turismo. Le informazioni relative ai PIT sono state omesse dalla tabella, ma sono presenti in alcuni Rapporti regionali,
come quello della Puglia, dove i 10 PIT prevedono numerosi iniziative su temi di e-government e SI collegate ad ambiti settoriali specifici, come le attivit produttive, lagricoltura, o ancora il turismo e la logistica/trasporti, di rilievo nei diversi contesti territoriali.
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Regione
Documento
Vigenza
Obiettivi
Attivit
produttive
EmiliaRomagna
2003-05
EmiliaRomagna
2003-05
Marche
2000-06
Lazio
dal 10.01
Lombardia
2002-04
Sardegna
2002-04
Delibera di Giunta Reg. n. 38/23 del 24.10.2003 Definire e promuovere servizi e modelli omogenei di
supporto agli sportelli unici per le imprese
Veneto
2000-06
Piemonte
dal
09.09.02
2000-06
FriuliVenezia
Giulia
dal
05.05.03
Lazio
DocUP Obiettivo 2
2000-06
Piemonte
dal
16.12.02
Pv.Trento
2000-06
Sicilia
2000-6
Innovazione Calabria
ricerca
e sviluppo
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Regione
Documento
Vigenza
Obiettivi
Sanit/
Welfare
Calabria
2004-06
EmiliaRomagna
1999-01
2002-03
Marche
dal
04.11.03
Umbria
2003-05
Lombardia
2002-04
Molise
24 mesi
Pv.Bolzano
Piano sanitario
2002-04
Abruzzo
2002-04
Liguria
2003-05
Piemonte
2002-03
Pv. Trento
Revisione
annuale
Sardegna
2004-07
Scuola/
Formazione
Lavoro
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Regione
Documento
Vigenza
Obiettivi
Turismo
Piemonte
dal
05.06.03
Emilia
Romagna
2004
dal
9.12.02
Emilia
Romagna
2002-04
Pv. Trento
Revisione
annuale
Valle
dAosta
2000-06
Emilia
Romagna
98-2010
dal 2003
Agricoltura/ Piemonte
Ambiente
Beni
culturali
Trasporti/
Logistica
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Valle d'Aosta
100%*
Piemonte
100%
100%
Lombardia
45%
91%
100%*
n.d.
100%*
100%*
Veneto
86%
86%
100%
100%
Liguria
100%
75%
Emilia Romagna
89%
89%
Toscana
100%
90%
Umbria
100%
100%
Marche
75%
100%
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Tabella 7 - Province e Comuni capoluogo con responsabili politici per le ICT (segue)
Regione/Provincia autonoma
Lazio
20%
60%
Molise
50%
50%
Abruzzo
50%
75%
Campania
60%
80%
Basilicata
50%
50%
Puglia
40%
60%
Calabria
60%
60%
Sicilia
67%
89%
Sardegna
50%
100%
Media Italia
72%
84%
In riferimento alla tipologia di deleghe interessante vedere quali incarichi vengono assegnati e come espressa la competenza sulla SI. In particolare, al di l della pi
diffusa e storica delega allinformatizzazione e ai sistemi informativi, gli assessorati di
pi recente formazione pi frequente che si vedano assegnati la delega per linnovazione tecnologica, la telematica o la new economy.
Si distinguono a livello provinciale Grosseto e Matera, con delega sulle-government e a livello di Comuni capoluogo:
Lecce, Lucca, Caserta, Cosenza e Cagliari con e-government e democrazia elettronica
Treviso con e-government e e-procurement
La Spezia e Modena con citt digitale o telematica
Forl con rete civica
Sono comunque rari gli assessori con delega sostanzialmente esclusiva su questi
temi, sia a livello provinciale (un caso quello della Provincia di Parma), che di Comune
capoluogo (Comune di Genova ha un assessore allinnovazione tecnologica e semplificazione amministrativa).
La visualizzazione della distribuzione territoriale dei dati della Tabella 7 offerta
nelle due mappe seguenti.
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mente servizi infrastrutturali di vecchio e nuovo genere, di scarso interesse per investitori privati.
Senza pretendere di fare chiarezza su tali aspetti e di fornire un quadro esaustivo
del fenomeno, questa sezione propone uno spaccato dello stesso che emerge dalle informazioni raccolte dai CRC sulle agenzie e societ miste o interamente pubbliche, partecipate da amministrazioni regionali, provinciali o del Comune capoluogo, nellambito della
rilevazione pi generale degli attori locali dellinnovazione.
Per quanto riguarda il livello regionale (Tabella 8), gi trattato nel Rapporto 2003,
con lunica eccezione di Brennercom che ha anche la licenza di operatore di telecomunicazioni, si segnala che gli altri soggetti sono di fatto societ/agenzie per lo sviluppo di
sistemi e servizi info-telematici, che partecipano e assumono un ruolo importante nellattuazione degli obiettivi previsti dalle diverse strategie e piani regionali.
Piemonte
Valle D'Aosta
IN.VA. S.p.A.
Liguria
Datasiel S.p.A
Lombardia
Lazio
Laziomatica S.p.A.
Abruzzo
Molise
Puglia
Tecnopolis CSATA
Sicilia
Il Consorzio per il Sistema Informativo presente in tutte le Province e Comuni capoluogo piemontesi.
2 La societ in via di costituzione, in attesa di identificare il
partner privato che partecipi
insieme alla Regione.
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Tra le societ con competenze sulle reti telematiche, oltre che sui servizi, si segnalano: in Emilia-Romagna, LTT a Parma e SINTRA a Piacenza; nelle Marche, la societ Rete
Marche; in Toscana, ARTEL, nata ad Arezzo ma operante anche a Grosseto e Siena, e il
Consorzio Terre Cablate in provincia di Siena.
Lodi
SIL S.p.A.
La Provincia di Lodi ha costituito la Societ informatica lodigiana con partner tecnologici privati per
gestire i progetti di informatizzazione e e-government.
Mantova
E-polis S.p.A.
Costituita nel maggio 2001 per volont del Comune e dell'Azienda Servizi Municipalizzati (Asm) di
Pavia, dal maggio 2003 ha tra gli azionisti anche la Provincia di Pavia. E-polis gestisce i sistemi
informativi e guida lo sviluppo delle-government nella provincia.
Pavia
Azienda Servizi Informativi nata da una iniziativa del Comune di Mantova per creare un outsourcer
ASI S.p.A. Azienda Servizi Informativi e system integrator che gestisse le problematiche IT nella risoluzione delle sfide di governo del territorio. I principali soci sono: Comune di Mantova, Provincia di Mantova, CCIAA di Mantova, Tea
S.p.A., Apam S.p.A., Banca Agricola Mantovana e altri enti locali.
Parma
Laboratorio di Telematica
per il Territorio (LTT)
Fondata nel 1998 da Provincia e Comune di Parma, Comune di Fidenza, Comune di Fornovo di Taro,
So.Pr.I.P. Spa., le due Comunit Montane, Info.Mont S.p.A., Parma Turismi S.c.r.l. gestisce la rete e i
servizi telematici della Provincia e per la quasi totalit dei Comuni del territorio.
Piacenza
SINTRA S.p.A.
E una societ a capitale misto pubblico e privato costituita per realizzare e gestire la rete telematica territoriale e fornire servizi innovativi ICT ad enti locali e imprese. Per la parte pubblica (51%), i
soci di SINTRA sono la Provincia di Piacenza, lAUSL di Piacenza, 29 Comuni della provincia, le due
Comunit Montane. La parte privata (49%), rappresentata da GFI OIS, scelta dopo una selezione
pubblica nazionale.
Ancona
Rete Marche S.p.A partecipata anche dal Comune, dalla CCIA e dalla public utility Gorgovivo di
Ancona, dal Comune di Macerata e da una serie di soggetti pubblici e privati.
Macerata
Si veda sopra.
Task s.r.l. stata creata per la gestione e il monitoraggio dellaccesso alla rete provinciale e ai servizi Internet, oltre che per lo sviluppo del portale provinciale del territorio.
Arezzo
ARTEL s.r.l.
Societ presente anche in provincia di Grosseto e Siena per lo sviluppo e il supporto della PA di servizi informatici.
Grosseto
ARTEL s.r.l.
Societ presente anche in provincia di Arezzo e Siena per lo sviluppo e il supporto della PA di servizi informatici.
Siena
Terre Cablate
ARTEL s.r.l.
Etruria Telematica srl
Terre Cablate un consorzio operatore di telecomunicazioni posseduto al 20% dal Comune di Siena,
dal 20% dalla Provincia e per il restante 60% da altri 35 Comuni della provincia senese, nato per la
realizzazione di una rete a larga banda laddove il mercato non arriva.
Roma
E una societ consortile a prevalente capitale pubblico (75% pubblico, 25% privato) promossa dalla
Provincia di Roma per l'attuazione dei programmi di sviluppo del territorio tra cui anche le-government.
Messina
Feluca S.p.A
Societ mista (Comune e Provincia di Messina e societ cooperativa Intermedia a r.l.) costituita per
realizzare pacchetti di servizi e interventi pianificati di e-government, e-democracy, e-procurement,
e-learning e e-business.
A livello dei Comuni capoluogo (Tabella 10), si ritrovano situazioni analoghe a quelle
del livello provinciale (spesso infatti la partecipazione congiunta), con la particolarit
di una frequenza maggiore di operatori/societ nate per il cablaggio e lerogazione di servizi avanzati, con la partecipazione diretta dellente pubblico o indiretta tramite ad esempio la public utility locale.
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Piemonte
Torino
AEM2NET S.p.A. societ per il cablaggio e le telecomunicazioni costituita a Torino in joint venture tra la public
utility AEM e loperatore 2NET
Lombardia
Bergamo
Bas.Com societ ICT per il cablaggio e i servizi telecomunicazioni nata dalla ex-municipalizzata di Bergamo
BAS S.p.A.
Brescia
Selene S.p.A. societ per le reti e i servizi telematici nata dalla ex-municipalizzata di Brescia,
Asm S.p.A.
Cremona
Aemcom S.p.A. societ per le reti e i servizi telematici nata dalla public utility di Cremona, Aem S.p.A
Lodi
SIL S.p.A.
Mantova
Milano
Metroweb S.p.A - societ del gruppo della multiutility Aem S.p.A per la gestione delle reti di telecomunicazioni
e telematiche
Pavia
E-polis S.p.A.
PaviaNetwork S.p.A. societ di telecomunicazioni nata dalla ex-municipalizzata di Pavia
Brennercom S.p.A. operatore di telecomunicazioni partecipata da soggetti pubblici e privati per il cablaggio
di Bolzano e la gestione dei servizi ICT
Veneto
Padova
Rovigo
Verona
AGSM S.p.A.
Vicenza
AIM S.p.A., la multiutility a maggioranza comunale ha una divisione TLC-New Economy che ha avviato la cablatura in fibra ottica di Vicenza, utilizzando 60 chilometri di cavidotti gi disponibili. Si svilupperanno anche
servizi avanzati e a valore aggiunto: telemedicina, Ufficio Pubblico Virtuale, telebanking, Internet veloce,
videoconferenza, e altri.
Marche
Toscana
IT.CITY S.p.A.
Reggio Emilia
AGACTEL S.p.A. (fornitura di servizi di telecomunicazione in ambiente fisso e/o mobile, servizi di trasmissione
dati e servizi a valore aggiunto) e AGAC.IT (gestione di partecipazioni azionarie e accordi tecnico-commerciali
nel settore ICT) della public utility AGAC
Bologna
CUP 2000 S.p.A. Creata nel 1996 dal Comune e Provincia di Bologna, le ASL e A.O. dell'area metropolitana
bolognese, dai primi di aprile 2004 la Regione Emilia Romagna divenuta lazionista di maggioranza relativa.
Pesaro
Ancona
Arezzo
ARTEL s.r.l.
Firenze
S.I.T.I.MET S.p.A.
Pisa
Agestel S.p.A. societ per la gestione delle reti telematiche creata dalla ex-municipalizzata di Pisa AGES S.p.A.
Pistoia
Publinet e Publicom S.p.A. le due societ nate in joint venture tra la multiutility Publiservizi S.p.A. e un operatore di telecomunicazioni
Prato
Consiagnet S.p.A. societ nata per la gestione delle reti telematiche e il cablaggio dalla public utility Consiag
S.p.A.
Siena
Lazio
Roma
Abruzzo
LAquila
SED S.p.A., societ per la gestione dei servizi info-telematici al Comune di LAquila
Messina
Feluca S.p.A.
Palermo
Sicilia
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Questo capitolo descrive sotto diversi punti di vista lo sviluppo dei 134 progetti
co-finanziati nella prima fase del programma di e-government. Dopo una breve caratterizzazione iniziale dei progetti, si presentano le attivit espletate dal CNIPA in relazione
allavvio del loro monitoraggio, lapproccio con cui stato impostato questultimo e i principali prodotti che verranno rilasciati. Viene quindi fornita una prima immagine dello stato
di avanzamento dei progetti in base a quanto dichiarato nelle pianificazioni di dettaglio
rese disponibili nel periodo ottobre 2003 - febbraio 2004. Nella sezione 3.4 finale, si approfondisce su un piano pi qualitativo un aspetto specifico di grande interesse emerso nella
fase di attuazione: le dinamiche di collaborazione tecnica e/o istituzionale tra diversi progetti di e-government.
Ulteriori informazioni e approfondimenti sullo sviluppo dei progetti sono riportati
nei singoli rapporti regionali. In questi ultimi, al di l dei progetti del 1 Avviso, viene
fornito un quadro in genere ampio e articolato della progettualit regionale in atto sui
temi delle-government e della SI.
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Comunit Montana
2%
Comune
31%
44%
Regione
23%
Provincia
Fonte: CNIPA AIREL
n. Progetti
30
25
20
15
10
5
0
0-1
60
1 - 10 10 - 20 20 - 30 30 - 40 40 - 50 50 - 60 60 - 70 70 - 80 80 - 90
n. Enti aggregati
90 100
> 100
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Altrettanto ampia la distribuzione dei progetti per dimensione di costo complessivo illustrata dal seguente grafico dove le classi di costo sono espresse in milioni di euro.
Si tenga presente che il costo dei progetti varia da un minimo di 0,12 ad un massimo di
30,2 M. Il 25% dei progetti ha un costo allincirca inferiore al milione, un secondo 25 %
compreso tra 1 e 2 milioni circa, il terzo 25% compreso tra 2 e 4, mentre lultimo quarto
contempla progetti tra i 4 ed i 30 M.
Figura 5 - Dimensioni economiche dei progetti 1 Avviso
40
35
n. Progetti
30
25
20
15
10
5
0
<1
1-2
2-3
3-4
4-5
5-6
6-7
Costo totale progetti
7-8
8-9
> 10
Ulteriori dettagli sui progetti co-finanziati dal 1 Avviso, in particolare per quanto
riguarda la numerosit e distribuzione territoriale degli enti partecipanti, sono disponibili nel Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia dello scorso anno, nonch nei singoli rapporti regionali che compongono il Rapporto 2004.
61
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di monitoraggio. La pianificazione di dettaglio, contenuta nel modulo B1 esecutivo, rappresenta infatti il documento di riferimento utile al Monitore per verificare in sede di assessment leffettivo avanzamento delle attivit e i risultati realmente raggiunti. Lassessment
costituisce, come si vedr, il momento principale di verifica nel processo di monitoraggio.
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Avvio
Progetto
SAL
0%
Primo
Assessment
15%
30%
Secondo
Assessment
50%
Fine
Progetto
70%
85%
100%
Lo stato avanzamento lavori che risulta da queste ipotesi risente di una sistematica sovrastima derivante sia dallapproccio adottato per i progetti che si dichiarano disponibili al primo assessment (che spesso risulta associato ad una percentuale di avanzamento pi bassa del 30% indicato), sia da un diffuso ottimismo relativo ai progetti pi
avanzati, la cui fondatezza potr comunque essere verificata solo in fase di assessment.
La richiesta espressa da pi progetti in sede di kickoff meeting e nelle settimane successive di spostare in avanti gli assessment, per evidenti ritardi progettuali, rispetto a quanto
indicato nei B1 esecutivi, sembrerebbe confermare limpressione in molti casi sulleccessivo ottimismo di questi ultimi.
Il grafico successivo mostra la previsione dellandamento dello stato avanzamento
lavori (SAL) complessivo della prima fase del piano di e-government per i prossimi 12 mesi.
Figura 6 - Previsione di avanzamento lavori aprile 2004- aprile 2005
100%
90%
80%
SAL %
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
apr-04
SAL%
lug-04
ott-04
66
apr-05
01/04/2004
01/07/2004
01/10/2004
01/01/2005
01/04/2005
31%
52%
69%
79%
89%
Tempo
gen-05
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Un quadro della situazione al 1 aprile 2004 invece offerto dal seguente istogramma.
Figura 7 - Stima dello stato avanzamento lavori al 1 aprile 2004
90
80
70
n progetti
60
50
40
30
20
10
0
0%
15%
50%
85%
100%
% SAL
Completati
Coordinatore
Prossimi a completamento
Coordinatore
SUAPED
Regione Veneto
Si.Pro.Ci.
Provincia Macerata
CAT@HOSPITAL
Provincia Catanzaro
SAC
Comune Perugia
ENTERPRISE
Comune Pordenone
WEGE 2002
Siter@
Lombardia
GE.NE.S.I.
Sviluppo SIARL
Regione Lombardia
eGOS
Regione Sardegna
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N Progetti
60
50
40
30
20
10
apr-04
lug-04
ott-04
gen-05
apr-05
01/04/2004
01/07/2004
01/10/2004
01/01/2005
01/04/2005
15%
83
17
50%
36
79
54
23
85%
21
50
70
50
100%
12
22
36
72
Tempo
Tornando alla proiezione del SAL dei progetti sullarco dei prossimi 12 mesi, il grafico con le linee di tendenza ben evidenzia il comportamento complessivo dei progetti.
Allavanzare del tempo, nellarco dei prossimi 12 mesi lapice della onda dei progetti si sposta da un valore di stato avanzamento lavori pari al 50% (curva gialla) ad un
valore dell85% (curva verde chiaro). In altre parole a distanza di circa 12 mesi la maggioranza dei progetti, circa 70-80, passa dal 50% all85% di stato avanzamento lavori.
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Allo stesso tempo, i progetti in fase iniziale mostrano una diminuzione asintotica (curva
arancione) e quelli completati si incrementano progressivamente (linea verde).
Un quadro pi preciso della situazione si ha considerando come i progetti si distribuiscono oltre che rispetto allo stato avanzamento lavori anche rispetto al ritardo. Il diagramma successivo rappresenta i progetti come segue:
sullasse delle X riportato il ritardo percentuale dichiarato dal progetto, in termini di spostamenti degli assessment rispetto alle date iniziali, secondo quanto comunicato in sede di kickoff meeting o successivamente;
sullasse delle Y riportato lo stato avanzamento lavori (si vedano spiegazioni precedenti);
il diametro dei cerchi proporzionale alla dimensione economica dei progetti.
Figura 9 - Stima avanzamento lavori e ritardi nei progetti 1 Avviso al 1 aprile 2004
110%
100%
90%
80%
SAL %
70%
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Ritardo %
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50%
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Altre elaborazioni interessanti, che saranno effettuate con i risultati reali degli assessment, riguardano come si detto lavanzamento lavori dei progetti in base ai settori di
intervento, in base alla regione dellEnte coordinatore e cos via.
Nellambito dei 134 progetti co-finanziati dal 1 Avviso (e altri portati avanti comunque con risorse locali), sono emerse negli ultimi mesi numerose iniziative di collaborazione e scambio di varia natura, messe in atto in generale al fine di massimizzare i risultati, le risorse e gli obiettivi dei progetti stessi.
In questo capitolo, si fornisce una prima ricognizione di tale fenomeno, che meriterebbe certamente un maggiore approfondimento. In questa direzione, dopo la presentazione di alcuni dati generali e riflessioni iniziali, si descrive in maggior dettaglio una
iniziativa tra quelle che hanno raggiunto una maturit e unarticolazione pi significativa, allo scopo di esemplificare e far comprendere meglio possibili motivazioni e modalit operative con le quali si sviluppano le partnership fra progetti.
Nella Tabella 9, sono riportate solo le collaborazioni pi strutturate rilevate tramite la rete dei CRC, che hanno segnalato altre iniziative di verifica e contatto fra progetti diversi, di natura per pi estemporanea o ancora provvisoria. Il quadro offerto dalla
tabella va quindi interpretato come una fotografia parziale della situazione, che in forte
evoluzione anche in vista della seconda fase delle-government.
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Tipologia partnership
I+O
I+O
I+O
People - SERV VR
I+O
People - Studiare
I+O
Enterprise - PROTOINT
I+O
No RISK - SITAD
C3 AIDA - C4 Rete Suap - C5 Smart - G7 Sporvic
O
I+O
eFirenze - eToscana
ComOnline - Comon.Net
Bas-Refer PolBas Protocollo Bas Tri-Bas
SANIT@INRETE - SISS
INPA - IRIDE
O
I+O
O
O
I+O
I+O
I+O
IESS - SIRV-INTEROP
SUAPED - POLESINE-gov
IP-NET - CT-RVE
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delle-government, che prevede, come si visto, una forte enfasi sul riuso e quindi sulla
diffusione dei risultati dei progetti. Molte azioni che stanno maturando nella collaborazione tra progetti di fatto riguardano e anticipano logiche di riuso delle soluzioni.
La collaborazione tra i progetti Doc - Area (ex Panta Rei), People e SIGMA TER31
Il progetto Doc - Area (ex Panta Rei) affronta -in termini di analisi, progettazione
e sviluppo software- la realizzazione dellinfrastruttura di back-office per la circolazione
digitale, a norma, dei documenti allinterno degli Enti e fra gli Enti stessi, offrendo vantaggi alle imprese ed ai cittadini che possono contare su un accesso semplice e trasparente alla pubblica amministrazione e su uno scambio di documenti digitali a norma e in
sicurezza. Doc - Area coordinato dalla Provincia di Bologna e vede la partecipazione di
15 Province e 116 Comuni (appartenenti alle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Basilicata, Calabria e Sicilia) Regione Emilia-Romagna, Ministero per i Beni
e le Attivit culturali, Unioncamere Emilia-Romagna. Circa altri 100 Comuni sono gi candidati al riuso delle soluzioni realizzate.
31
Ulteriori informazioni sui progetti presentati si trovano sui
rispettivi siti web:
www.pantarei.provincia.bologna.it, www.progettopeople.it,
www.sigmater.it
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Dal punto di vista dell aggregazione proponente emergono chiaramente alcuni elementi:
ampiezza del numero di enti coinvolti e quindi della popolazione potenzialmente
interessata dai risultati dei progetti;
coinvolgimento attivo di diversi livelli istituzionali (Pubbliche Amministrazioni centrali, quali lAgenzia del territorio e il Ministero per i Beni e le Attivit culturali,
Regioni, Province, Comunit Montane, Associazioni ed Unioni di Comuni, Comuni);
partecipazione di uno stesso ente a pi progetti;
enti che partecipano anche soltanto ad uno dei tre progetti considerati, ma appartenenti ai medesimi territori;
elevato know how di molti dei partecipanti che hanno maturato notevole esperienza
in particolari ambiti tematici e in alcuni casi rappresentano veri e propri casi di
eccellenza a livello nazionale.
Considerando larchitettura tecnologica, tutti i progetti prevedono unarchitettura
a pi livelli e federata, che non richiede uniformit di soluzioni e tecnologie agli enti
partecipanti, ma orientata alla cooperazione applicativa e allinteroperabilit fra enti e
sistemi diversi (preservando quindi investimenti e scelte tecnologiche e organizzative di
ogni partecipante).
Questo tema strettamente collegato allattenzione rivolta alladozione e alla definizione di standard, sia per quanto attiene allanalisi e alla modellazione dei processi e
degli applicativi, sia per gli aspetti tecnologici e implementativi. Le architetture a pi
livelli e ladozione di tecnologie e strumenti standard pongono le basi anche per uno sviluppo modulare e espandibile nel corso del tempo.
Considerando il numero e la tipologia di servizi previsti, i tre progetti mirano a dare
risposta alle esigenze prioritarie non solo degli utenti esterni (cittadini, imprese, professionisti), ma anche agli utenti interni alle Pubbliche Amministrazioni, sia allinterno
del medesimo ente, sia nei numerosi casi nei quali si rende necessaria linterazione fra
enti diversi.
Per le caratteristiche delle aggregazioni e le motivazioni che hanno spinto alla loro
definizione, i progetti sono molto orientati alla riusabilit e alla diffusione delle soluzioni
realizzate (per quanto riguarda le componenti tecnologiche, organizzative, di processo,
formative). Non a caso, come vedremo, sono state poste le basi per il riuso fra i progetti
citati, ma anche nei confronti di enti che, al momento, non partecipano alla realizzazione
del progetto.
Alla luce delle caratteristiche comuni appena descritte e sulla base di un forte spirito collaborativo fra gli enti partecipanti, sono stati condivisi alcuni obiettivi da perseguire:
mantenimento dellautoconsistenza dei progetti, anche per rispettare gli impegni
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Per raggiungere questi obiettivi, molto impegnativi per progetti di elevata complessit
organizzativa e tecnologica, si sono seguite due tipologie di attivit, una di carattere istituzionale ed una di tipo tecnico-operativa.
La collaborazione istituzionale
Da un punto di vista formale e istituzionale, sono state stipulate dagli enti coordinatori dei progetti apposite convenzioni che hanno definito il quadro di riferimento e
gli obiettivi di alto livello che i progetti intendono raggiungere. Queste convenzioni sono
state sottoscritte, ovviamente, in nome e per conto delle aggregazioni e quindi dopo la
verifica e lapprovazione da parte degli enti partecipanti.
Questo passaggio, che pu sembrare scontato, un importante segnale della volont
di collaborazione e di condivisione di percorsi comuni dichiarati e sottoscritti con atti
ufficiali.
Nel caso specifico si verifica una triangolazione e una catena di convenzioni fra
Doc - Area e People, fra People e SIGMA TER e fra SIGMA TER e Doc - Area. A queste si
aggiungono altri atti con altri progetti: SIGMA TER e SICS, Studiare e People, People e
SERV VR.
La collaborazione tecnico - operativa
Oltre al livello strategico-istituzionale e al continuo allineamento e scambio informativo fra i progetti (facilitato anche dal fatto che alcuni enti partecipano a pi progetti),
per raggiungere gli obiettivi descritti in precedenza necessario ed stato attivato un
fondamentale coordinamento a livello tecnico e operativo.
Data la complessit degli argomenti trattati e degli obiettivi prefissati, ogni progetto ha attivato al proprio interno gruppi di lavoro per lanalisi di particolari ambiti tematici. In base al diverso livello di avanzamento dei lavori dei singoli progetti questi gruppi
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definizione di modelli di interscambio e interfacce delle applicazioni, documentate tramite metodologie e linguaggio standard, per lasciare autonomia agli enti sviluppatori per
quanto riguarda le soluzioni tecnologiche gi disponibili o da implementare, ma allo stesso
tempo garantire le possibilit di interazione fra enti e servizi diversi.
Per quanto riguarda il tema dellinteroperabilit, in corso una collaborazione relativa alle porte di dominio e alla busta di e-government, che rappresentano due elementi
cardini dellintera impostazione e architettura delle-government, cos come definito gi
dallAvviso del 2002. In attesa della pubblicazione dello standard definitivo, in SIGMA TER
stata realizzata uninterfaccia standard verso le porte di dominio, resa disponibile attraverso licenza GPL, quindi open source (www.openpdd.org). Questa interfaccia realizza uno
strato intermedio fra applicazioni e porte di dominio e permette di sviluppare applicazioni in grado di interagire con porte di dominio di fornitori diversi.
Prossimi passi
In base agli obiettivi e ai risultati (seppur parziali) raggiunti le prossime iniziative
previste possono essere sintetizzate in:
prosecuzione del lavoro anche in funzione degli avanzamenti e dei prodotti realizzati dai singoli progetti;
verifica dei prototipi e delle soluzioni tecnologiche rilasciate nellambito dei progetti, con particolare attenzione alle possibilit di integrazione fra i progetti;
estensione della collaborazione su altri ambiti tematici affrontati dai progetti;
valutazione delle opportunit di estensione dei progetti in termini di servizi e di
enti partecipanti anche alla luce di quanto previsto dalla fase 2 delle-government
sia per quanto riguarda il riuso che per gli aspetti relativi al Sistema Pubblico di
Connettivit (si veda il capitolo 4) e alla realizzazione dei centri servizi territoriali.
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La crescente domanda della pubblica amministrazione (PA) di servizi telematici avanzati, necessari per innovarsi e soddisfare meglio le attese dei cittadini e delle imprese,
assieme alla nascita a livello locale di una pluralit di soggetti idonei a fornire tali servizi, rendono datato lattuale impianto che ha portato alla creazione della Rete Unitaria
delle PA (RUPA) e impongono un adeguamento verso un nuovo approccio, il cosiddetto
Sistema Pubblico di Connettivit (SPC).
Il SPC coglie tutte le nuove opportunit che il mercato propone, salvaguardando i
principi basilari di autonomia delle amministrazioni e di rispetto dei necessari criteri di
sicurezza del sistema telematico a livello paese. Il SPC consente infatti di ritagliare sulla
grande Internet una Internet qualificata, caratterizzata dalla presenza di diversi operatori in competizione tra loro. Questi operatori garantiscono la sicurezza e la qualit dei
servizi erogati al cliente pubblica amministrazione, nel rispetto di regole comuni predeterminate. Tali regole sono definite congiuntamente tra rappresentanti della PA centrale
e locale, del mondo accademico, degli operatori di mercato e delle associazioni di categoria.
Questo capitolo descrive lambito nel quale nasce il Sistema Pubblico di Connettivit e fornisce unillustrazione della sua architettura funzionale, indicando quali sono i
soggetti che partecipano al sistema con i differenti ruoli che rivestono e i servizi che saranno
parte integrante del sistema stesso.
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del federalismo hanno condotto anche le amministrazioni locali a sviluppare sul proprio
territorio infrastrutture telematiche, che si sono caratterizzate come community network,
cio reti che collegano un insieme di soggetti che condividono regole, infrastrutture e
servizi e che insieme definiscono e attuano politiche di sviluppo.
Tali reti territoriali, di livello regionale, ma anche provinciale e comunale, svolgono
un importante ruolo istituzionale e rappresentano lossatura di trasporto di numerose PA
locali tra cui Comuni grandi e piccoli, Province e Regioni. La partecipazione di un insieme
di soggetti autonomi che hanno scelto liberamente e singolarmente di aderire ad una comunit di servizi ha rappresentato un forte elemento di stimolo per il mercato e di razionalizzazione della domanda di connettivit e servizi. Tali reti sono presenti attualmente con
differenti livelli di capillarit in molte regioni, circa il 50%, sono interconnesse fra di loro
e con altre reti di categoria.
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verso i NAP commerciali. Questi ultimi non dovranno costituire un collo di bottiglia per la fruizione da parte dei cittadini dei servizi esposti dalle amministrazioni;
fornire un infrastruttura condivisa di interscambio che consenta linteroperabilit
tra tutte le reti delle PA oggi esistenti, favorendone lo sviluppo omogeneo su tutto
il territorio, salvaguardando gli investimenti effettuati;
fornire alle amministrazioni che ne faranno richiesta servizi telematici (connettivit e applicazioni) per permettere linterconnessione delle proprie sedi e realizzare
cos anche linfrastruttura interna di comunicazione (dominio dellAmministrazione);
realizzare un modello di offerta dei servizi multifornitore coerente con lattuale situazione di mercato e le dimensioni del progetto stesso;
realizzare un sistema che, ancorch basato su Internet, permetta la definizione di
flussi di traffico con caratteristiche di disponibilit e prestazioni garantite tra soggetti serviti da operatori qualificati diversi;
garantire, tramite il mantenimento di un sistema di raccolta dei dati di prestazioni
e disponibilit, uno strumento di valutazione indipendente della qualit dei servizi
offerti dai provider qualificati;
implementare opportune misure di sicurezza atte a garantire una adeguata continuit dei propri servizi, in quanto lindisponibilit degli stessi potrebbe causare disservizi anche di grande impatto sui processi Government to Government (G2G) e
quindi sui servizi erogati ai cittadini;
La realizzazione del SPC si prefigura quindi come unazione abilitante, e per questo
prioritaria, allo sviluppo di servizi fra soggetti pubblici in una logica G2G, mentre la contemporanea interconnessione a Internet garantisce la fruibilit dei servizi stessi da parte
dei cittadini e delle imprese in una logica di Government to Citizen (G2C).
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vizi applicativi o di supporto allapplicazione: protocollo informatico, directory delle amministrazioni, posta certificata, web hosting, firma digitale ecc..
La qualificazione dei QISP avr una differente granularit nazionale, regionale e locale
in funzione della capacit dei soggetti che la richiedono, in modo da garantire alle amministrazioni una copertura compatibile con le proprie necessit. Tipicamente, le PA centrali necessitano per le proprie reti geografiche di una copertura nazionale, ma in alcuni
casi potrebbero trovare comunque pi conveniente rivolgersi ad un fornitore locale, per
la realizzazione di una rete metropolitana (MAN) in una specifica citt.
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La QXN, per quanto distribuita,
non intende supplire alla mancanza di connettivit geografica.
Essa infatti nasce per connettere,
con elevata affidabilit, tutti i
provider che si qualificheranno
come fornitori del SPC nei NAP in
cui si trovano. Pertanto, i nuovi
nodi del QXN saranno posti solo
in corrispondenza di NAP che
ospitino almeno gi 3 diversi
operatori di telecomunicazione
con circuiti sul territorio italiano
ed almeno 5 provider connessi al
proprio sito e non gi connessi
al QXN attraverso altri NAP. Le
candidature saranno valutate
dalla Struttura di Coordinamento
del SPC.
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In pratica, la QXN crea un canale separato allinterno del traffico degli operatori
che viene scambiato e ottimizzato nei NAP (secondo logiche commerciali proprie, a priori
non adeguate alle esigenze della PA), cos da garantire la qualit e sicurezza del traffico
dati della pubblica amministrazione, minimizzandone il rischio di paralisi.
Per soddisfare alcuni degli obiettivi del SPC, il QXN supporter dapprima diverse tipologie di traffico tra le PA e, in un secondo momento (per le particolari esigenze di sicurezza), anche il traffico tra le PA ed i cittadini afferenti ai diversi QISP.
I QISP e i QSSP forniranno anche servizi in grado di soddisfare tutte le esigenze
delle PA per la realizzazione dei propri domini interni. Si prevede in particolare anche che
la singola amministrazione (tipicamente di tipo centrale, ma il principio estendibile a
qualunque amministrazione lo richieda) faccia riferimento ai QISP per la realizzazione della
propria rete di interconnessione interna. Pertanto i servizi forniti dai vari QISP e QSSP
saranno definiti e qualificati anche relativamente a questa finalit. Il traffico allinterno
e tra le Amministrazioni potr, quando questo sar ritenuto necessario, utilizzare sistemi
crittografici per la realizzazione di reti private virtuali sicure.
Le Amministrazioni connesse al SPC avranno anche accesso ad altre reti, come la
rete interbancaria per lapplicazione del mandato informatico dei pagamenti o la rete della
ricerca, e pi in generale a Internet e quindi ai cittadini. Tali accessi delle Amministrazioni saranno realizzati garantendo comunque gli opportuni livelli di servizio definiti in
ambito SPC. Inoltre linfrastruttura del SPC operer in maniera tale da migliorare anche la
qualit dei servizi di accesso dei cittadini alle PA, particolarmente nel caso in cui i cittadini siano essi stessi utenti di QISP.
I NAP locali e il ruolo delle reti territoriali
Come gi accennato, le Regioni hanno da tempo concordato in sede istituzionale
con il Governo, e quindi attuato, un modello architetturale federato in conformit del quale
hanno realizzato le rispettive reti regionali secondo modalit organizzative differenti, ma
rispettando una architettura omogenea ed interoperabile. Per questo, alcune Regioni hanno
gi posto in essere linterconnessione delle rispettive reti regionali (tra queste, Piemonte,
Toscana e Basilicata ). Numerosi enti locali, spesso nellambito di strategie regionali, hanno
avviato a loro volta iniziative tese a migliorare i livelli di servizio delle infrastrutture di
rete dei propri territori.
Sul versante delle infrastrutture, la visione condivisa dalle reti regionali si pone lobiettivo di portare a sistema tutte le opportunit presenti nei territori offerte da operatori di mercato di livello nazionale o locale, per garantire uniformi livelli di servizio a tutti
i territori indipendentemente dalla loro densit di popolazione. A questo fine, sono di particolare importanza le iniziative di cablaggio delle citt o dei territori da parte degli Enti
locali, che debbono essere necessariamente incluse allinterno di una strategia provinciale
e regionale.
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Per disporre di una infrastruttura unitaria e con livelli di servizio di qualit e costanti,
occorrono inoltre punti di interconnessione delle reti, sia nazionali che locali, che possono, a seconda delle realt territoriali, essere di iniziativa pubblica o privata. Su questa
linea si sono mosse le realizzazioni del TOPIX in Piemonte e del TIX in Toscana, di iniziativa pubblica, che possono costituire realt sinergiche, pur nella diversit di ruoli e
funzioni, con quelle di iniziativa privata del MIX di Milano e del Namex di Roma. Infatti,
i primi dovrebbero offrire prioritariamente servizi di cooperazione applicativa e per laccesso sicuro e autenticato ai servizi della pubblica amministrazione; i secondi dovrebbero
migliorare le condizioni generali di connettivit e sicurezza di base della rete Internet per
tutti gli utenti.
In questa logica, attorno ad un punto di interconnessione che svolge anche funzioni di centro di erogazione di servizi per la PA, si viene a costituire una community network, di livello regionale o sovraregionale caratterizzata, oltre che da una infrastruttura
di connettivit, da infrastrutture comuni anche per la cooperazione applicativa e per i
sistemi di sicurezza e accesso.
Sul versante delle infrastrutture per la cooperazione applicativa il livello nel quale
si coniugano al meglio esigenze di economia di scala e di gestione organizzativa sicuramente quello regionale o provinciale in assenza del primo. Anche in questo caso, territori diversi di regioni diverse possono ottenere indubbi benefici dallutilizzo di servizi gi
disponibili nella logica delle community network.
Laddove presenti, le reti regionali e territoriali, aggregate in community network,
hanno un ruolo fondamentale di raccolta, diretta o tramite ISP qualificati localmente, e
di coordinamento delle reti della PA locale sui temi della sicurezza e della cooperazione
applicativa. Nel SPC si introduce quindi il concetto di Qualified Community Network, che
svolge un ruolo analogo a quello dei QISP in rapporto alla QXN e fornisce funzioni di qualificazione nei confronti dei Service Provider nell ambito del territorio di competenza, comunque nel rispetto di regole generali condivise.
Domini e porte di Rete
Nella definizione delle caratteristiche del SPC si fa riferimento al concetto fondamentale di dominio di rete, con il quale si intende linsieme degli elementi fisici e logici
di rete riconducibili ad una stessa entit che consentono di connettersi al Servizio Pubblico di Connettivit.
Si distinguono domini di tre tipi:
1. Dominio dellAmministrazione, che raccoglie i flussi dati di tutte le sedi dellAmministrazione.
2. Dominio del QISP o della QCN, che raccoglie i flussi di dati provenienti da tutte le
Amministrazioni afferenti al QISP o alla QCN.
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La formazione
per le-government nelle
Regioni e negli Enti Locali15
Premessa
La formazione rappresenta certamente uno strumento di rilievo strategico e imprescindibile per avviare i processi di innovazione, supportare gli enti impegnati nei progetti
di e-government, sviluppare le competenze necessarie a governare e gestire limpatto organizzativo degli investimenti tecnologici.
La formazione per le-government rappresenta una sfida difficile, per almeno tre motivi:
la numerosit dei soggetti da coinvolgere, in quanto con intensit e modalit diverse
la quasi totalit dei dipendenti pubblici che lavorano sia allo sportello, sia nel cosiddetto back office, o sar interessata da cambiamenti ed esigenze di riqualificazione legati alla diffusione capillare delle nuove ICT nella pubblica amministrazione
(PA);
la novit e lincertezza degli interventi formativi da realizzare, in quanto in molti
casi ancora poco chiaro come cambieranno realmente con luso delle nuove ICT i
sistemi e processi di lavoro, le modalit di relazione con i cittadini e le altre PA,
quindi in quale direzione orientare le attivit di formazione e riqualificazione. In
pi, scelte organizzative diverse possono portare ad esiti radicalmente diversi
riguardo alle risorse umane necessarie e ai loro compiti (si pensi alla scelta di esternalizzare o meno la gestione di determinati servizi tecnologici), aumentando cos
la complessit del quadro di intervento;
infine, anche rispetto alla componente formativa, le-government solleva la necessit di uno sforzo in molti casi inedito di collaborazione intra e inter-organizzativa
tra le PA. Cos come i sistemi informativi dei diversi enti devono essere messi in
comunicazione tra loro, altrettanto e forse di pi devono imparare a conoscersi,
dialogare e collaborare in modo nuovo tra loro gli operatori pubblici che utilizzano
tali sistemi e dai quali dipende la qualit finale del servizio erogato. Ci va contemplato e gestito nellintervento formativo, che pu addirittura diventare una prima
occasione diretta per facilitare tale incontro. Sotto il profilo pratico e organizzativo, tuttavia, questo obiettivo complica certamente le cose.
Il presente capitolo fornisce una fotografia sintetica della prima rilevazione delle
iniziative regionali di formazione per le-government contenuta questanno nei report regionali, seguita da una breve rassegna del ruolo che i CRC stanno assumendo a supporto di
queste iniziative e, infine, dai principali interventi nazionali di formazione per le-govern-
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Abruzzo
La misura D/2 del POR Abruzzo 2000-20006 prevede azioni di formazione mirate ad accrescere lutilizzazione di procedure
informatizzate e di strumenti telematici e a favorire lammodernamento degli scambi informativi tra le amministrazioni.
Il Piano di azione per lo sviluppo della Societ dellInformazione e-government, individua tre misure specifiche di formazione; in particolare la misura formazione sulle tematiche dellinnovazione rivolte ai dipendenti pubblici prevede:
- azioni di sensibilizzazione di dirigenti e funzionari coinvolti nei processi di riorganizzazione amministrativa
allinterno degli enti;
- azioni specialistiche su tematiche collegate alle modalit di interazione in ambito web;
- azioni rivolte alla creazione di learning community sulla reingegnerizzazione dei processi;
- azioni sullinteroperabilit applicativa con specifico riferimento agli utenti finali.
Basilicata
La formazione sul tema rientra nellambito del piano BASITEL+ e si sta realizzando attraverso una serie di avvisi pubblici
destinati alle diverse categorie di soggetti presenti sul territorio, compreso il personale della PA.
Si segnala la Convenzione tra Regione, Universit ARDSU ed ANCI, UPI, UNCEM, per rafforzare, tra laltro, il legame tra
le istituzioni e i giovani cittadini lucani, promuovendo linserimento degli stessi nei piccoli comuni, con stage funzionali a dare supporto allattuazione dei progetti di e-government.
Calabria
Le attivit formative sono state organizzate avvalendosi prevalentemente di avvisi e bandi a valere sulla misura 3.10 del
POR 2000-2006. Sono state aggiudicate azioni formative nel campo dellE-government sanitario e socio assistenziale
con lobiettivo di attualizzare le conoscenze e competenze dei quadri della PA.
Emilia-Romagna
Sono state attivate tre azioni formative per lAdeguamento delle competenze della Pubblica Amministrazione rivolte al
personale degli EE.LL. (Dirigenti Quadri) ed ai componenti dei Tavoli di concertazione dei P.I.T.
Dal 2000 al 2002 e parte del 2003, sono stati organizzati dalla Regione 82 interventi formativi in tema di e-gov; 249
dalle Province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Forl-Cesena, Parma e Ravenna e 112 dai Comuni capoluogo
e altri Comuni, destinati in totale a circa 26.000 utenti.
Con le attivit dellOsservatorio delle-government e della societ dellinformazione della Regione, al quale collabora il
CRC Emilia-Romagna, ed in particolare con le banche dati Progetti ed Attivit Formative si avviato un processo di
rilevazione sistematica di informazioni nellarea e-government sulle azioni/attivit/processi di innovazione nella PA
locale e le iniziative formative messe in campo per accompagnare tali azioni con nuove competenze e conoscenze
Friuli-Venezia Giulia
Iniziative formative sul tema sono ricomprese allinterno del P.O.R. FSE Obiettivo 3 2000-2006:
- Misura D.1 - Sviluppo della formazione continua, della flessibilit del mercato del lavoro e della competitivit delle
imprese pubbliche e private con priorit alle PMI
- Misura D. 2 - Adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione
- Misura D.4 - Miglioramento delle risorse umane nel settore della Ricerca e Sviluppo tecnologico
- Misura E. 1 - Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Lombardia
- Nellambito del Progetto Quadro n168949, sono in fase di realizzazione corsi di formazione atti a favorire
l'informatizzazione degli enti locali e permettere agli enti pubblici di utilizzare in modo rapido e sicuro i servizi
telematici (programma regionale di Lombardia Integrata).
Molise
Nel Piano Strategico di Attuazione del Sistema Telematico Molise (STM) sono indicate le seguenti azioni:
1. Finanziamento della formazione informatica specialistica
2. Addestramento ed aggiornamento del personale della PAL
3. Centro di supporto scientifico e di sperimentazione nel settore ICT
Marche
E stato approvato il programma formativo 2003/2005 rivolto ai dipendenti degli Enti locali, predisposto dalla Scuola
di Formazione del Personale Regionale in collaborazione con il Servizio Informatica della Regione ed il Comitato
dIntesa delle Autonomie Locali della Regione Marche.
Il programma, finanziato dal POR Obiettivo 3 misura D/2, prevede:
- A - attivit formativa a sostegno delle-government regionale;
- B - attivit formativa su problemi di interesse generale.
Piemonte
I principali interventi formativi in fase di realizzazione sulle-government, promossi di recente dalla Regione Piemonte,
verranno affidati al Centro di Coordinamento per la formazione dei dipendenti della PA. Gli interventi riguardano i
seguenti temi:
- utilizzo della RUPAR da parte dei Dirigenti Generali dei Servizi Amministrativi;
- formazione a distanza in RUPAR: modulo Protocollo (gestione flussi documentali);
- alfabetizzazione telematica e formazione alluso dei servizi disponibili su RUPAR Piemonte;
- formazione per lutilizzo della piattaforma di e-procurement.
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Nel 2003 sono stati realizzati interventi formativi destinati ai dirigenti e funzionari dellamministrazione provinciale su
vari temi della societ dellinformazione, per complessive 5000 giornate uomo. Tra questi, di particolare rilevanza le
sperimentazioni di FAD per lECDL, SAP. Nellambito del progetto cofinanziato SPO.T il consorzio dei comuni trentini ha
poi realizzato circa 200 giornate uomo per il personale degli enti locali coinvolti nel progetto.
Sardegna
Lattivit formativa della misura 6.4 del POR 2000-2006 rivolta ai dipendenti pubblici riguarda principalmente:
- la realizzazione di infrastrutture e servizi per la RUPAR:
- linformatizzazione dei sistemi di archiviazione e protocollo della PA al fine di favorire la trasparenza e laccesso agli
atti amministrativi:
- la diffusione dellinnovazione tecnologica e dei servizi multimediali nella PA con particolare riferimento alle aree
svantaggiate della Sardegna.
Nello specifico, nellambito del progetto Rupar formazione sono stati realizzati 23 interventi formativi rivolti a dipendenti degli EELL e ASL su nozioni di base sulle-government, la gestione delle reti, sicurezza, protocolli, internet.
Sicilia
Nel corso del 2003 sono stati finanziati 7 interventi formativi a valere sulla misura 3.10 Adeguamento competenze PA
del POR Sicilia concernenti laggiornamento professionale dei dipendenti pubblici nel settore dellinformatizzazione della
Pubblica Amministrazione.
Toscana
La formazione sul tema delle-government strettamente legata con eToscana, il piano del sistema regionale per lamministrazione elettronica. Nel 2003 le attivit realizzate sono state quelle di tipo informativo di condivisione con gli enti
degli obiettivi di progetto ed i piani di lavoro, che verranno terminate nel 2004.
Umbria
La Regione Umbria sta intervenendo concretamente con azioni formative nelle pubbliche amministrazioni attraverso un
percorso che prevede unofferta formativa per il periodo 2000-2006 pari a 4.134.870 milioni di Euro utilizzando il FSE.
La Regione ha gi avviato 17 progetti formativi a favore dei dipendenti della Regione che riguardano 136 Corsi, per una
spesa di 1.038.689 Euro e che coinvolgeranno 3.065 persone su varie aree tematiche.
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Tabella 13 - Coinvolgimento dei CRC nei piani formativi regionali per le-government
Regione
Basilicata
E strettamente integrato con gli uffici regionali ed direttamente coinvolto nellorganizzazione della formazione sul
territorio relativa alle tematiche connesse alle-government. In particolare, segue tutte le iniziative formative del progetto entiloc@li in rete, che coinvolge la quasi totalit dei Comuni lucani.
Emilia-Romagna
Non coinvolto nel dare supporto alla Regione per il montaggio e/o gestione in generale di piani regionali di formazione sulle-government, ma coinvolto nella progettazione locale di attivit formative riguardanti le-government.
Friuli Venezia-Giulia
Partecipa con la Direzione Regionale per le Relazioni Internazionali e per le Autonomie Locali e con la Direzione
Generale del Lavoro, Formazione, Universit e Ricerca della Regione alla ricognizione di tutte le iniziative formative
aventi per oggetto le-government.
Liguria
Organizzer eventi formativi/informativi per il personale regionale in accordo con il piano formativo regionale.
Lombardia
Contribuisce alla realizzazione delle attivit formative nellambito delle collaborazioni gi esistenti con Comuni e
Province del territorio lombardo e con la Regione, per lassistenza ai progetti in corso o in fase di avvio.
Piemonte
Supporta la Regione nellavvio del Centro di coordinamento per la formazione dei dipendenti della PA.
Puglia
Supporta la progettazione esecutiva dei corsi di formazione e lindividuazione di azioni formative da cofinanziare nellambito dei progetti a coordinamento pugliese sul 1 Avviso e-gov (Misura 6.4 POR).
Sardegna
Coadiuva la Regione alla definizione di attivit formative da inserire allinterno della Misura 6.4 POR. In particolare, fornisce consulenza per la progettazione degli interventi formativi a valere sulla misura, in accordo con lAssessorato del
Lavoro e per il monitoraggio di interventi di formazione.
Sicilia
Sar coinvolto in un apposito tavolo regionale, di prossima istituzione, avente ad oggetto la previsione di un piano formativo da inserire nel Programma Integrato Regionale Societ dellInformazione.
Toscana
Si occuper della progettazione del modulo sulla societ dellinformazione nellambito del master regionale rivolto allo
sviluppo economico.
Umbria
Supporta la Regione nel montaggio e/o gestione di piani regionali di formazione sulle-government di ampio respiro.
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La formazione stata organizzata in quattro lotti, corrispondenti alle divisioni territoriali Nord-Ovest, Nord-Est, Centro e Sud, assegnati a tre Raggruppamenti Temporanei
dImpresa aggiudicatari di apposito bando (lo stesso RTI ha vinto sia il Nord-Est che il
Sud), per un valore complessivo di circa 5 M.
Per procedere nei limiti del possibile alla personalizzazione degli interventi, si prevede di collaborare con le Regioni per definire le priorit locali, identificare le PA piccole verso le quali indirizzare la proposta nello specifico territorio, definire i criteri preventivi relativi ai potenziali partecipanti, sui quali focalizzare le attivit promozionali del
progetto.
Il corso di Comunicazione interattiva e di rete
Promosso sempre dal Dipartimento della Funzione Pubblica, Ufficio per la formazione del personale della PA, il corso mira a formare due profili di competenza: Internet
Communication Manager, esperto di processi di comunicazione interattiva e di rete e Portal Manager, esperto di tecnologie di rete. Il progetto formativo stato ideato in modo
da creare unarea di competenze comune per entrambe le figure e approfondimenti specifici per ruolo.
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di 4 mesi e mezzo. La formazione sar erogata parte in presenza (in aula) e in parte on
line ed rivolta ad un massimo di 25 persone per edizione. Lavvio della prima edizione
fissato per il 24 maggio 2004.
Le iniziative di formazione del CNIPA per le-government nellambito
del programma Scuola virtuale della PA
Il CNIPA ha lanciato il progetto Scuola virtuale della PA che si articola in quattro diversi filoni che si trovano in stadi diversi di attuazione.
1) Predisposizione di una Direttiva, di Linee guida e di un Vademecum sui progetti di formazione in modalit e-learning:
la Direttiva allesame degli uffici legislativi dei Ministri Stanca e Mazzella;
le Linee guida sono state approvate dal CNIPA e saranno emanate in concomitanza
con la Direttiva;
il Vademecum sar presentato al Forum PA 2004.
2) Organizzazione di Master universitari in modalit mista (in presenza e a distanza) in
collaborazione con la SSPA (Scuola Superiore della PA) e con universit statali:
sono state gi attivate 2 classi (nello scorso e nel corrente anno accademico) di
un Master universitario di primo livello in Gestione dellinnovazione tecnologica
presso lUniversit di Bologna;
nellautunno 2004 sar attivata una nuova classe dello stesso Master per i dirigenti
delle amministrazioni locali.
3) Creazione di un portale della formazione pubblica dotato di:
un repository di materiali didattici portabili validati da esperti delle varie discipline;
un sistema di ricerca e indicizzazione dei materiali didattici delle pubbliche amministrazioni centrali e locali;
una piattaforma per lerogazione di percorsi formativi a distanza, a disposizione di
tutte le amministrazioni che intendano fare delle sperimentazioni o che ritengano
di volersi appoggiare su una struttura comune.
4) Cofinanziamento di progetti formativi in modalit e-learning presentati dalle PA locali:
il bando verr emesso non appena sar disponibile il finanziamento;
i progetti dovranno prevedere percorsi formativi manageriali o specialistici;
i materiali prodotti dovranno rispettare gli standard internazionali di portabilit e
le indicazioni delle Linee Guida;
i materiali dovranno essere resi disponibili nel repository del portale di cui al punto
precedente.
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A fine luglio 2003 si conclusa la prima fase del progetto CRC18 orientata allattivazione della rete e allattuazione degli interventi previsti dalla convenzione di avvio, stipulata dintesa tra il Dipartimento della Funzione pubblica (DFP) e il Dipartimento Innovazione e Tecnologie (DIT).
Il CRC il centro regionale di competenza per le-government e la societ dellinformazione del sistema della pubblica amministrazione locale, e rappresenta il nodo regionale di una rete nazionale.
Attualmente sono attivi 19 Centri; lunica regione ancora priva di un CRC il Molise,
e nella Provincia Autonoma di Bolzano deve ancora essere attivato operativamente il gruppo
di lavoro.
17
Regione
Stato di attivazione
Abruzzo
Operativo
Basilicata
Operativo
Calabria
Operativo
Campania
Operativo
Emilia-Romagna
Operativo
Friuli-Venezia Giulia
Operativo
Lazio
Operativo
Liguria
Operativo
Lombardia
Operativo
Marche
Operativo
Molise
In via di definizione
Piemonte
Operativo
Puglia
Operativo
Sardegna
Operativo
Sicilia
Operativo
Toscana
Operativo
Umbria
Operativo
Valle d'Aosta
Operativo
Veneto
Operativo
Operativo
In via di definizione
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Le attivit sono state organizzate secondo tre macro aree di lavoro: assistenza tecnica e progettuale; osservatorio e comunicazione; formazione e informazione. Coerentemente con gli obiettivi generali del progetto e con le specificit regionali, i diversi CRC
hanno definito ed elaborato piani di lavoro comuni. Lattivit di progettazione ha permesso di realizzare interventi territoriali mirati, tesi ad ampliare le competenze degli Enti
Locali nello sviluppo delle-government e della SI, grazie alla diffusione di modelli e strumenti utili ad affrontare gli aspetti critici dei processi di innovazione. Una quota significativa dellimpegno dei CRC sui propri territori di riferimento stata dedicata al coordinamento tra i sistemi regionali e lamministrazione centrale e a favorire la cooperazione
tra i diversi livelli amministrativi su scala regionale e interregionale; un tale impegno ha
permesso ai CRC di accreditarsi come interlocutori capaci di far dialogare e collaborare i
soggetti coinvolti nei processi di innovazione dei sistemi regionali.
In totale, nel corso della fase 1 del progetto, nei CRC sono state impegnate oltre
3.800 giornate/uomo. Circa il 60% di queste sono riconducibili ad attivit di assistenza
alle Regioni e agli Enti locali a livello locale, le quali possono essere identificate in tre
ambiti principali: assistenza alle policy regionali (44%); assistenza ai progetti per le-government e la SI (36%); supporto ai tavoli di coordinamento e concertazione tra Regione ed
Enti Locali (20%).
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Tabella 14 Il supporto dei CRC ai tavoli di coordinamento e concertazione con gli EELL
CRC
Nome Tavolo
Attivit
Abruzzo
Basilicata
Tavolo entiloc@linrete
Calabria
Steering Committee
(Comitato di pilotaggio) misura 6.3
Organizzazione e coordinamento
Emilia-Romagna
Friuli-Venezia Giulia
Coordinamento e promozione
Liguria
Lombardia
Tavolo Tecnico Convenzione Regione Lombardia Partecipazione al tavolo e azioni di supporto ai progetti
Prov. di Pavia per la Societ dellInformazione
Puglia
Segreteria e coordinamento
Toscana
Reticolo informativo
Umbria
Supporto tecnico-amministrativo
Veneto
Sardegna
Sicilia
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130 persone; vi sono inoltre altri 100 interlocutori stabili dei CRC (presso la Regione, rappresentanti di Enti locali, universit ecc.) che costituiscono gruppi di lavoro e strutture
consultive definite come CRC allargati.
Funzioni e organizzazione dello Staff centrale
Lo Staff centrale (SC) si configura come il nodo nazionale di servizi per lo sviluppo
della rete CRC. Ha il compito di garantire lattuazione del progetto secondo le indicazioni
del Comitato di Direzione, coordinando le azioni di sistema, curando il consolidamento e
la crescita della rete e il project management.
Lo SC, insieme ad AIREL-CNIPA, impegnato in unattivit costante di relazioni a
livello regionale per verificare le convenzioni istitutive dei CRC, promuoverne lampliamento,
garantire un confronto sui piani di attivit. Funzione precipua dello SC inoltre quella di
valutare e gestire opportunit di collaborazione proposte da soggetti esterni, sia istituzionali che di mercato, come aziende e associazioni del settore ICT. Lo sforzo sul project
management si traduce nella collaborazione partecipativa con le strutture di governo del
progetto e nella comunicazione verso lesterno attraverso la produzione e distribuzione di
documentazione sullo stato di avanzamento del progetto.
Lo SC organizzato in linee o gruppi operativi, corrispondenti alle aree di attivit
del progetto e ai relativi servizi di supporto. La gestione delle diverse linee affidata a
coordinatori-responsabili affiancati, in alcuni casi, da un supervisore, con funzione di supporto soprattutto nello sviluppo e gestione dei rapporti con la rete CRC e con AIREL-CNIPA.
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rio, rappresentato ovunque dal settore della Regione con competenza sui sistemi
informativi. Pur essendo a carico prevalente dei singoli CRC, le azioni locali beneficiano spesso di servizi e supporto specifici messi a disposizione dallo SC.
Gli indirizzi condivisi e raccolti nella fase di programmazione sono sviluppati in una
logica di collaborazione tra il nodo centrale di servizi, i singoli CRC e lintera rete dei CRC
e sono tradotti in attivit specifiche allinterno di macro aree di intervento: assistenza
alle politiche e ai progetti di innovazione, formazione, comunicazione, osservatorio, servizi redazionali web, servizi di community e knowledge management.
Assistenza a politiche e progetti di innovazione
La rete dei CRC nasce per accompagnare i processi di innovazione connessi al piano nazionale di e-government, ad altre iniziative per la SI sostenute dal MIT, nonch alle iniziative proprie di Regioni ed Enti locali in questo campo, nel quadro dei piani regionali, POR, Docup ecc.
Il progetto CRC ha quindi il compito primario di facilitare questi processi affiancando le
strutture di cui si avvale il MIT, in particolare il CNIPA, le Regioni e il sistema degli Enti locali,
con azioni di supporto per lattuazione delle politiche, laccompagnamento dei progetti, la verifica dei risultati, lidentificazione e soluzione di problematiche comuni e trasversali, la diffusione di conoscenze maturate allinterno degli stessi processi di innovazione sul territorio. In
funzione di tale obiettivo, come si visto, il progetto CRC ha anche il compito di promuovere
e sostenere iniziative di coordinamento, collaborazione e scambio nei sistemi regionali, tra diverse
realt regionali e tra PA locali, il MIT e altre amministrazioni centrali. Le attivit del progetto
CRC in questarea riflettono i diversi livelli e fasi di sviluppo delle politiche di innovazione nel
campo delle-government e della SI in Italia, e possono essere raggruppate come segue:
Attivit
Descrizione
Assistenza ad altre iniziative del programma e-government fase 2 Promozione, presso le PA locali, delle linee sul riuso dei progetti
e sulle-democracy, e accompagnamento e supporto
ai progetti che ne deriveranno.
Supporto ai processi di concertazione e coordinamento
per le politiche di innovazione
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Formazione
In questa area sono sviluppate le attivit di formazione e aggiornamento rivolte ai
membri stessi dei CRC, le attivit formative-informative indirizzate agli EELL, costruite
con il riutilizzo di proposte a catalogo (moduli elementari o giornate formative complete) a disposizione di tutti i CRC e il supporto fornito dalla rete CRC alle iniziative nazionali di formazione per le-government a cura del progetto Cantieri (DFP) e del CNIPA (si
veda anche il capitolo 5).
Rientrano invece tra le azioni locali le attivit di formazione specifiche identificate
dai CRC in risposta ad esigenze particolari degli EELL del proprio territorio e il supporto
alla definizione e gestione di piani di formazione per le-government in via di definizione
in alcune regioni.
Per quanto riguarda la formazione rivolta ai componenti della rete CRC, nel periodo
che va da giugno 2002 a dicembre 2003 sono state erogate 52 giornate daula su temi e
strumenti utili allo svolgimento delle attivit sul territorio.
A livello locale, sono state invece erogate 180 giornate di formazione che hanno
coinvolto 6.500 dirigenti e funzionari di Regioni ed Enti locali sulle seguenti tematiche:
progetti/processi per servizi ai cittadini e imprese
>
49 giornate
politiche e piani di azione
>
50 giornate
strumenti e servizi tecnologici
>
70 giornate
normativa
>
7 giornate
risorse finanziarie
>
4 giornate
Comunicazione
La seconda fase del progetto CRC considera la comunicazione unarea di attivit strategica, al fine di migliorare la conoscenza del piano nazionale e dei progetti di e-government e di valorizzare i risultati delle diverse realt locali. Questo ambito di attivit comprende il coordinamento delle azioni riguardanti lidentit della rete CRC, dallimmagine,
alla produzione di materiali di comunicazione, alla Collana Editoriale di progetto, alla gestione
delle relazioni pubbliche. Inoltre, prevista unintensa attivit di organizzazione diretta
e partecipazione a convegni, fiere di settore, seminari specialistici e altri eventi pubblici.
In questa attivit, in particolare gli eventi di carattere regionale, sono coinvolti tutti i
CRC, mentre lo Staff centrale ha il compito di realizzare un programma annuale di eventi
legati alla vita del progetto CRC e alle tappe fondamentali nellattuazione delle politiche
di innovazione per le Regioni e gli Enti Locali.
Elemento caratterizzante la Collana Editoriale, articolata su quattro linee di pubblicazioni.
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Descrizione
Titoli
Ricerche e studi
Strumenti e materiali
Rapporti regionali
Documenti
Osservatorio
LOsservatorio CRC stato avviato per monitorare levoluzione delle-government e
della SI nei contesti regionali, con uno specifico interesse per la PA locale. Lobiettivo
migliorare la conoscenza di questi processi, componendo scenari informativi utili per la
definizione e lattuazione delle politiche pubbliche. In linea con il modello organizzativo
del progetto, le attivit dellOsservatorio sono realizzate nei CRC a livello regionale, sia
in risposta ad esigenze locali, sia in funzione di obiettivi di raccolta e analisi dellinformazione definiti per tutta la rete nazionale.
Oltre alle azioni finalizzate a rafforzare e sviluppare le collaborazioni con soggetti
terzi su aspetti metodologici e su rilevazioni dati di interesse comune di respiro nazionale ed europeo, le attivit sono organizzate nei seguenti ambiti:
archivi informativi minimi condivisi della rete CRC, modalit e strumenti comuni
della gestione di informazioni, raccolte in gran parte dai CRC nella loro attivit ordinaria, cos da garantirne laggiornamento continuo, limmediata disponibilit e il
facile scambio allinterno e allesterno della rete CRC;
rapporti dellOsservatorio CRC, oltre al Rapporto annuale sullinnovazione nelle regioni
dItalia, prevista la produzione di analisi e rapporti a carattere monografico, per
valorizzare al massimo le informazioni raccolte;
osservatori locali, sono comprese le attivit intraprese da singoli CRC per indagare
specifici temi e fenomeni locali, collegati in genere alle politiche regionali di inno105
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vazione. In alcuni casi, tali attivit assumono anche un valore pilota, per testare
possibili sviluppi dellosservatorio da estendere a livello nazionale. Si tratta di temi
quali politiche e progetti di e-government, formazione sulle-government, infrastrutture
regionali, dotazioni infrastrutturali, informatizzazione delle procedure, servizi a cittadini e imprese, societ dellinformazione e mercato ICT del territorio.
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SCHEDE REGIONALI
DI SINTESI
PARTE
II
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Sezione
Contenuti nuovi
I progetti di innovazione
I servizi di egovernment
In funzione dei diversi sviluppi territoriali e della diversa copertura degli stessi presente nei Report regionali, le schede sintetiche non riportano necessariamente tutte le
sezioni indicate.
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Abruzzo
Titolo documento
Vigenza
3 anni
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Assessorato informatica, risorse umane e strumentali, enti locali e riforme istituzionali, politiche per lo sviluppo montano, sport e tempo libero, diritto allo studio, politiche del credito
Per quanto riguarda la situazione a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,
della SI e dellICT:
Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia
Comune capoluogo
LAquila
Pescara
Chieti
Teramo
I progetti di innovazione
I progetti di innovazione considerati riguardano le iniziative messe in campo per
lo sviluppo delle-government e della societ dellinformazione promosse dalla Regione Abruzzo
nellambito delle strategie regionali.
Oltre allavanzamento dei progetti di e-government finanziati dal 1 Avviso DIT (cfr.
approfondimenti nel Report regionale), la Regione ha sviluppato numerosi progetti che
rientrano nelle seguenti linee programmatiche:
DocUP 2000-2006 - misura 1.3 Sviluppo della societ dellinformazione
PASI - Piano dazione per lo sviluppo della societ dellinformazione e delle-government approvato nel 2001
Accordo di Programma Quadro n. 13 Sviluppo della societ dellinformazione nella
Regione Abruzzo - 15 aprile 2002
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In dettaglio:
Progetti di e-government e SI della Regione Abruzzo
Progetti
stato di avanzamento
Infrastruttura Centro Tecnico ComNet - RA e Poli di Erogazione servizi provinciali sulla ComNet - RA
Sistema di gestione dei servizi Centro Tecnico e Poli di erogazione servizi provinciali sulla ComNet - RA Pubblicato lavviso di gara
Servizi applicativi avanzati erogati sulla ComNet - RA
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Basilicata
2000-2006
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per lo sviluppo della SI. LAPQ SI prevede interventi rivolti alla diffusione di accesso ai
servizi erogati dalla pubblica amministrazione e ai servizi socialmente rilevanti. E composto da pi interventi, rivolti essenzialmente ai cittadini, e riconducibili ad un unico
progetto integrato denominato SAX (Sistemi Avanzati per la Connettivit Sociale). In particolare si prevede la realizzazione dei seguenti interventi:
SAX-B (corrispondente al progetto E.C. - Cittadinanza elettronica del Piano Basitel+) finalizzato ad incrementare e razionalizzare la dotazione di personal computer in ambito privato presso le famiglie, quale logica estensione di azioni di alfabetizzazione informatica, gi attuate dalla Regione nellambito del progetto un computer in ogni casa;
SAX-P (corrispondente al progetto I.S.P. - Internet Social Point del Piano Basitel+) finalizzato a realizzare, presso organizzazione no-profit, presenti sul territorio o riconducibili ad esso, postazioni per laccesso assistito dei cittadini ai servizi
disponibili sulle reti regionali e pi in generale attraverso il sistema pubblico di
connettivit (SPC);
SAX-I finalizzato a realizzare un supporto infrastrutturale allattuazione delle azioni
progettuali sopra descritte che prevede in particolare servizi di Certification Autority con emissione e consegna delle Smart card CNS e firma elettronica.
Lintero programma prevede un costo di 12,5 milioni di euro provenienti dalle risorse
per le aree sottoutilizzate ripartite dal CIPE con delibera n. 17/2003, da fondi regionali
e fondi privati.
LAPQ SI sar opportunamente integrato in coerenza con gli interventi previsti nel
piano Basitel+ e con levoluzione delle strategie nazionali in materia di SI, in particolar
modo le linee attuative della seconda fase di e-government e i programmi relativi alla SI
previsti nella delibera CIPE n. 17/03, prevedendo interventi di potenziamento sia dellinfrastruttura di Banda Larga, sia dei servizi di e-government.
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mento delle attivit di progettazione e realizzazione delle infrastrutture informative; lattuazione del Piano Basitel; la gestione il monitoraggio e il controllo tecnico tramite il CTR
della RUPAR; il raccordo con le PA centrali. LUfficio autonomie locali, invece, svolge la
fondamentale funzione di raccordo tra la Regione e gli EELL del territorio, mentre lUfficio SIR si occupa principalmente della gestione dei Sistemi Informativi interni dellEnte
Regione.
A queste strutture interne della Regione si affianca la Conferenza Permanente delle
Autonomie Locali, quale organismo rappresentativo del sistema regionale delle Autonomie Locali istituito con legge regionale 28/03/1996, n. 17, che rappresenta lo strumento
permanente di cooperazione interistituzionale e di concertazione tra la Regione Basilicata
ed il sistema delle Autonomie Locali.
I soggetti politici a livello provinciale e di Comune capoluogo con delega specifica
per le tematiche relative alla societ dellinformazione e alle - government sono:
Provincia di Matera: Presidenza della Giunta
Comune di Potenza: Assessorato new economy (Assessorato e politiche attive del
lavoro).
I progetti di innovazione
In sinergia con il percorso intrapreso con Un Computer in ogni casa, che ha facilitato lacquisto di circa 40.000 computer nelle famiglie lucane ed ha attivato un servizio di alfabetizzazione informatica e di accesso alle opportunit applicative offerte sul
portale regionale Basilicatanet.it, e con i progetti del primo avviso di e-government, la
Regione sta attuando il progetto entiloc@linrete. Attraverso tale iniziativa si finanziano
progetti proposti dagli enti locali per realizzare le condizioni minimali per il concreto sviluppo delle-government nel territorio lucano.
Oltre tale progetto, sono attivi in Regione altri progetti dinnovazione di servizi ai
cittadini ed alle imprese. La tabella seguente riporta un elenco delle pi significative iniziative in corso.
Ente Coordinatore
N. Soggetti Aderenti
Entiloc@linrete
Regione Basilicata
Regione Basilicata
Centro servizi
Regione Basilicata
Regione Basilicata
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Le iniziative di formazione
della Regione
La formazione svolta in regione fa riferimento agli interventi previsti in tal senso
nel Piano Basitel+ e si sta realizzando attraverso una serie di Avvisi Pubblici destinati alle
diverse categorie di soggetti presenti sul territorio regionale.
Interventi Formativi previsti nel Piano Basitel+ della Regione Basilicata
Interventi formativi
Finalit
A.P. n. 04/2003
A.P. n. 07/2003
A.P. n. 08/2003
A.P. n. 09/2003
A.P. n. 06/2004
PASTAGE: Convenzione
Regione e Universit
della Basilicata
Convenzione
Realizzazione di tirocini formativi e di orientamento,
tra Regione, Universit, presso la PA locale
ARDSU ed ANCI,
UPI e UNCEM
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network delle regioni; linterconnessione a reti per laccesso a servizi erogati da soggetti
esterni; la diffusione degli accessi periferici e polifunzionali dellutenza esterna (cittadini
e imprese) per la fruizione territoriale di servizi finali per fini sia informativi che transazionali (certificazioni, autorizzazioni, autenticazioni, prenotazioni, pagamenti, ecc.).
Come tutti gli altri interventi previsti nel piano Basitel, la realizzazione della RUPAR
ha visto la piena partecipazione di tutte le realt locali presenti sul territorio ed il coinvolgimento delle rispettive associazioni di categoria.
La RUPAR, intesa come insieme di nodi ed apparati di rete, una risorsa proprietaria della Regione che la gestisce direttamente per il tramite del C.T.R. Per quanto riguarda,
invece, i servizi di telecomunicazioni e accesso ad Internet (attualmente pari a 24 Mbps)
necessari per le esigenze di funzionamento della RUPAR, questi sono acquisiti sul libero
mercato da operatori pubblici di telecomunicazioni.
Calabria
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Documento
Vigenza
Generale
2003-2006
Settoriale
2000-2006
2004-2006
Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia
Comune capoluogo
Catanzaro
Assessorato allinformatizzazione
Cosenza
Vibo Valentia
Assessorato allinformatizzazione
I progetti di innovazione
Per ci che riguarda le iniziative progettuali messe in campo per lo sviluppo dellegovernment e della societ dellinformazione nella regione Calabria, una parte sono state
promosse direttamente dallAmministrazione regionale, altre sono frutto della partecipazione di enti calabresi al 1 Avviso nazionale per le-government. Questultime sono state
cofinanziate dalla Regione Calabria in base alle linee guida recepite dallAmministrazione
regionale attraverso il Piano dazione territoriale (PAT) che insiste sulla specifica misura
6.3 societ dellinformazione del POR Calabria 2000-2006.
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A supporto della realizzazione dei progetti concorrono una serie di attivit trasversali
attivate dalla Regione, tra cui: lavvio di unindagine conoscitiva sullo sviluppo della SI
in Calabria, lavvio operativo del CRC, la creazione di un albo di professionisti per la realizzazione di interventi relativi alla societ dellinformazione, lattivazione di uno specifico Piano di riorganizzazione della misura 6.3, limplementazione ed attivazione di un
sistema di monitoraggio degli stati di avanzamento dei progetti.
I servizi di e-government
I progetti di e-government in corso nella Regione Calabria renderanno fruibili a cittadini ed imprese, nel corso dei prossimi mesi, tutta una serie di servizi innovativi. Il 2004
sar quindi lanno in cui ci si attende una maggiore incidenza della crescita di servizi innovati e, allo stesso tempo, di cognizione da parte dellutenza dei benefici derivanti dalla
fruizione degli stessi.
Di seguito due casi di servizi gi disponibili, attivati rispettivamente dal Comune
di Reggio Calabria e dalla CCIAA di Catanzaro.
Servizi ai cittadini
Il progetto Reggio City Card del Comune di Reggio Calabria uno dei progetti
dinnovazione dei servizi al cittadino pi significativi tra quelli intrapresi da un ente pubblico calabrese.
Un sistema dinformatizzazione dei servizi pubblici comunali basato sulla distribuzione a 1200 famiglie di una smart card, un supporto informatico contenente il Certificato di Firma Digitale. Grazie alla Reggio City Card gli utenti possono gi compiere, in via
telematica, operazioni complete relative ad alcuni servizi comunali resi disponibili on line
dallamministrazione:
servizi anagrafici (accesso allArchivio Anagrafico della Popolazione, richieste di Cer-
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Campania
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2000 2006
Approvato il 21/12/2001
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Soggetto responsabile
Napoli
A.G.C. Direzione informatica ed informatizzazione, Direzione Generale della Provincia di Napoli Citt Metropolitana
Salerno
Caserta
Benevento
Avellino
Per quanto riguarda il Comune di Napoli la delega alle politiche relative alla societ
dellinformazione affidata all Assessorato ai servizi interni, provveditorato, economato,
gestione reti.
I progetti di innovazione
Sul territorio sono attualmente attivi sia progetti relativi al Piano di e-government
nazionale, sia quelli relativi al Piano della SI della regione Campania. In dettaglio, i progetti cofinanziati dal DIT al 1 Avviso sono descritti nella seguente tabella :
Nome esteso
Coordinatore
ET.NET
Provincia di Salerno
PMM
Comune di Napoli
ASME.NET
SIMEL
Comune di Salerno
SISDOC
Comune di Napoli
CIVITAS.NET
Comune di Avellino
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Per quanto riguarda i progetti avviati nellambito del Piano regionale della societ
dellinformazione questi possono essere riassunti nella seguente tabella
Progetti di e-government e SI avviati nellambito del Piano Regionale della SI
Beneficiari
Tipologia di intervento
N Prog.
Finanziamenti
Provincie
13
21.087.284,00
Enti locali
38
30.692.284,00
Socio- Sanitari
50.525.100,63
Regione Campania
12.717.993,51
Regione Campania
6.121.060,40
Regione Campania
15.704.839,70
136.848.562,24
Totale
Tra i progetti di innovazione va sicuramente segnalato quello del back office della
Regione Campania. Tale progetto si articola in due elementi: il Protocollo informatico
e la Gestione delle delibere di giunta, dei decreti dirigenziali e delle determine.
Il Protocollo Informatico conforme alla normativa vigente, integrato con la gestione
dei flussi documentali e proiettato verso la creazione di un vero e proprio archivio informatico.
E in uso unapplicazione per la gestione dei documenti che in grado di decentrare le attivit di protocollazione con numerazione unica; collegare i documenti (flusso
documentale); registrare e segnare il protocollo; classificare i dati a livello archivistico;
ricercare e individuare le informazioni e i relativi spostamenti. Tale procedura rappresenta
una reale innovazione per lEnte Regione in quanto permette una organizzazione pi semplice ed una gestione omogenea tra aree, settori, uffici e da o verso lesterno.
Per quanto riguarda la gestione delle delibere, delle determine e dei decreti, sono
stati automatizzati i flussi per la loro produzione, con unapplicazione di workflow, che
garantisce: la gestione di tutte le fasi delliter previsto (proposta, pareri, sedute, ...); la
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pubblicazione sul B.U.R.C. presente sul portale; il monitoraggio di tutte le fasi dei processi;la possibilit di scambi informatizzati tra i diversi soggetti coinvolti. Da un punto
di vista tecnico, ci implica ununica procedura automatica e trasparente che permette di
gestire tutti i meccanismi dellEnte Regione: tutti i passaggi diventano procedure elettroniche, facilmente maneggiabili e verificabili in ogni momento.
I servizi di e-government
Servizi ai cittadini
Le politiche sociali hanno un ruolo centrale nella vita socio-istituzionale della comunit e per questo il progetto Social Force Automation (SFA) si concentra sulle politiche
socio-sanitarie e attraverso lutilizzo delle nuove tecnologie della societ dellinformazione
mira a fornire nuovi servizi e ad attivare la rete di relazioni tra gli operatori del settore.
Il progetto SFA, che vede impegnati 116 comuni, 5 ASL ed altri Enti territoriali,
prevede la realizzazione di un Centro Servizi Territoriale dedicato, in particolare, alla
gestione dei servizi sociali on line. Molti i temi oggetto del progetto (assistenza ad anziani
e disabili, minori, immigrati, contrasto alla povert, responsabilit familiari, pari opportunit, servizio sociale di base, salute mentale) che realizza il Sistema unitario dei servizi sociali dei Piani di zona di 6 Ambiti territoriali, primo passo verso la creazione di un
Portale dei servizi sociali della Regione Campania.
I moduli che costituiscono il Centro Servizi sono:
Web Contact Center che, integrando le funzionalit tipiche dei Call Center alle funzionalit di un portale dei servizi multicanale, consente la gestione del contatto
con gli utenti, siano essi cittadini od operatori del settore;
Modulo applicativo SFA che gestisce la memorizzazione della domanda di servizi del
territorio, contribuendo a creare una base informatica per la gestione dellemergenza
sociale;
Data WareHouse e Knowledge Management che rende disponibili ai gestori delliniziativa uno strumento di supporto alle decisioni per il trattamento innovativo delle
problematiche.
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GRP (gestione cartografica degli impegni e delle autorizzazioni relative a tagli stradali e
occupazioni del suolo pubblico) che pu essere fornito solo in modalit service in quanto
necessita di un ambiente tecnologico dedicato.
Le funzionalit applicative dello sportello possono essere fornite secondo due modalit: Stand Alone (installazione presso la sede del cliente) e Application Service Provider
(accesso via Internet allapplicazione residente presso Server Farm)
Il modulo gestionale non si configura come un tradizionale software applicativo,
bens come servizio di sportello unico agganciato alla cartografia. Infatti, esso consente
di visualizzare le zone (strade, piazze) interessate da richieste per loccupazione del suolo
pubblico (cantieri, tagli stradali, manifestazioni ecc.) e di innescare la procedura delle
suddette richieste via Internet.
Emilia - Romagna
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Documento
Vigenza
Generale
2003
Generale
2004-2006
Generale
//
Settoriale
2003-2005
Settoriale
2003-2005
Settoriale
2002-2003
//
Settoriale
I progetti di innovazione
Nel rapporto sono illustrati i progetti regionali in materia di e-government, realizzati dagli enti locali nellambito delle diverse policy di riferimento. Linformazione fornita direttamente dagli enti attraverso la banca dati dellosservatorio sulle-government e
la societ dellinformazione, realizzata dal Centro Regionale di Competenza. Di seguito sono
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elencati i principali progetti innovativi coordinati dalla Regione nellambito del Piano Telematico, alcuni dei quali cofinanziati con il 1 Avviso. Per la descrizione di tutti questi
progetti, il loro stato di avanzamento, ecc. si rinvia al Report complessivo della regione
Emilia - Romagna.
Principali progetti coordinati della Regione Emilia Romagna nellambito del Piano Telematico
Acronimo e Nome del Progetto
coinvolti
21.547.500,00
4.899.000,00
Lavoro
AGRISERVIZI
8.156.996,00
Attivit Produttive
1.897.500,00
5.148.900,00
3.600.000,00
Sanit e sociale
Monitoraggio e Benchmarking
del Piano Telematico Regionale
400.000,00
25.000.000,00
22.500.000,00
I servizi di e-government
In Emilia - Romagna esistono gi servizi pubblici on line. Nel Report se ne descrivono alcuni esempi, particolarmente significativi per le diverse forme organizzative che
ne consentono lerogazione.
Cittadini
Prenotazione del prestito dei libri nelle biblioteche della Provincia di Ravenna: tutte
le biblioteche in provincia di Ravenna consentono di prenotare il prestito del libro da casa,
utilizzando user id e password per lautenticazione.
Cambio di residenza nel Comune di Cesena: il Comune lunico a fornire il servizio
on line. Il servizio consente di inviare le pratiche on line, via mail, grazie ad un servizio,
denominato Comuni on line che, a seguito di registrazione (rilascio di user id e password)
da parte del cittadino, consente di attivare una casella di posta elettronica identificata,
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Imprese
Pagamento dellICI on line in Emilia - Romagna: ben 107 Comuni su 341 consentono a cittadini e imprese di pagare lICI on line, grazie ad un sistema che si fa sempre
pi largo tra le amministrazioni comunali e che consiste nel dare in concessione il servizio di riscossione tributi ad enti terzi. Con riferimento alle province con le percentuali pi
elevate le societ concessionarie sono la S.E.I.T S.p.A. in provincia di Parma, la CORIT S.p.A.
nelle province di Forl - Cesena e Rimini e la SORI S.p.A. per quella di Ravenna. Queste
societ dietro stipula di convenzioni e tramite il loro sito web mettono a disposizione dei
Comuni software in grado di calcolare lICI on line, riempire dei form, di inviarli e di effettuare il pagamento on line con carta di credito e garantito da sistemi di sicurezza.
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finanziamenti della Protezione Civile, della Sanit e della Sicurezza Urbana, il coordinamento
dei Sistemi informativi e il supporto del Gruppo di indirizzo delle telecomunicazioni.
Nuove
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Comune capoluogo
Trieste
Gorizia
Pordenone
Udine
I progetti di innovazione
Per quanto riguarda le iniziative promosse dallAmministrazione regionale, sono in
fase di realizzazione i progetti cofinanziati col 1 Avviso di e-government (ADELINE, IDO,
riguardanti il sistema informativo lavoro; INTRAEELL, portale degli Enti locali, PROTOINT,
riguardante il protocollo informatico), quelli svolti nellambito del Programma Regionale
di Azioni Innovative FESR FReNeSys (Azione e-Services, Azione e-C. Business, Azione e
Welfare, Azione e-Health, Reti interregionali), nonch le iniziative contenute nel DocUP
ob. 2. Significativi progetti di innovazione messi in campo dalla Regione autonoma FVG
presentati nel Report regionale sono:
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Ambito
Attivit infrastrutturali
Istruzione
Statistica
Attivit istituzionale
Attivit istituzionale
e-Democracy
Attivit infrastrutturali
Nellambito dei progetti di innovazione a cura degli Enti locali, merita segnalare il
completamento del progetto ENTERPRISE coordinato dal Comune di Pordenone e cofinanziato dal 1 Avviso, che ha realizzato un sistema di Sportello Unico per le Attivit Produttive (SUAP) integrato sotto il profilo organizzativo, dei sistemi, delle tecnologie e dei
servizi. ENTERPRISE stato premiato a e-Europe Awards 2003 tra le 15 best practice di
soluzioni e-government a livello europeo. E prevista lintegrazione applicativa, promossa
dallAmministrazione regionale, di ENTERPRISE con PROTOINT, creando cos le basi per listituzione del Portale Unico dei Servizi alle Imprese per tutto il territorio della regione.
Si ricordano inoltre, i progetti:
Ambito
Coordinatore
Cittadini ed imprese
Comune di Udine
Comune di Trieste
Attivit istituzionali
Comune di Trieste
Comune di Udine
Comune di Tavagnacco
I servizi di e-government
Nel report regionale sono trattati, tra gli altri, due casi di servizi innovati nella regione
Friuli - Venezia Giulia riguardanti i servizi sanitari integrati e lo sportello unico per le imprese.
Il progetto SISRCR fornisce un sistema di servizi integrati per la continuit della
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cura. Rivolto ai cittadini e agli operatori delle strutture sanitarie regionali. Ai cittadini si
garantisce laccesso ai servizi clinici e sanitari mediante la prenotazione/accettazione delle
prestazioni, informazioni sui temi della salute pubblica e servizi personalizzati. Allutenza
specialistica, invece, si permette lutilizzo di una rete cooperativa di diagnosi e di cura
tra le diverse strutture, la condivisione di dati e documenti, la fruizione di servizi on line
a supporto delle attivit formative e di aggiornamento.
Il progetto ENTERPRISE grazie ad un sistema informatico di Front-End permette allutente di utilizzare in modo facile e diretto, senza la necessit di recarsi presso gli uffici
del Comune, tutte le informazioni e la documentazione per presentare listanza dei procedimenti di Sportello Unico e ottenere le autorizzazioni da parte del Comune e delle altre
Amministrazioni interessate. Lutente ha la possibilit di inoltrare in formato elettronico
(dopo averla firmata digitalmente) mediante posta elettronica certificata la propria domanda
al SUAP competente, di effettuare on-line i relativi pagamenti e di richiedere la consegna del provvedimento unico in formato elettronico.
Lazio
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Documento
Vigenza
Generale
Luglio 2003
Generale
DGR n. 1348
Dicembre 2003
Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT dei Comuni capoluogo
Comune capoluogo
Competenza politica
Latina
Rieti
Roma
Assessore alle politiche economiche, finanziarie e di bilancio, politiche dell'industria e dell'innovazione tecnologica.
I progetti di innovazione
Il Lazio ai primi posti per il numero di progetti cofinanziati da parte del Dipartimento per linnovazione e le tecnologie. Nella regione si affermata una progettualit
diffusa che ha visto - in occasione della selezione dei progetti del 1 Avviso - la presentazione di 37 progetti e la contestuale apertura dei relativi cantieri con lattribuzione di
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Nome esteso
Ente Coordinatore
CARTALAZIO
Regione Lazio
CIOCIARIA ONLINE
Provincia di Frosinone
CiviNET
Comune di Civitavecchia
COAPLAZIO
Regione Lazio
COMNET
Provincia di Roma
Comunica
Comunicazione bi-direzionale
Comune di Ventotene
E-ANAGNI
Comune di Anagni
e-GIS PRO
Provincia di Latina
E-LAZIO
Regione Lazio
eMountain
XII Comunicazione
del Lazio Monti Ernici
e-SULP
Comune di Roma
GP&D
Comune di Roma
MULTICAN
Regione Lazio
PORTICI
Comune di Viterbo
PROTOCERT
Regione Lazio
RUPARLAZIO
Regione Lazio
SISTERLAZIO
Regione Lazio
SUSILAZIO
Regione Lazio
TURISLAZIO
Regione Lazio
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Liguria
Durata
Accordo di programma quadro Carta regionale dei servizi per la terza et (delibera CIPE n. 36/2002)
2004-2005
2003-2005
2003-2005
dal 30-05-03
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Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia
Comune capoluogo
Genova
Assessorato allinformatica
Imperia
La Spezia
Savona
I progetti di innovazione
Le politiche e le linee di azione definite nei documenti di policy di cui sopra trovano attuazione in una molteplicit di progetti attualmente in atto presso la Regione Liguria. Tra le principali iniziative indicate nel rapporto regionale, accanto ai progetti del 1
Avviso, si evidenziano i seguenti progetti:
Liguria in Rete
Alfabetizzazione della terza et per lutilizzo delle tecnologie informatiche
Accesso ai servizi on-line tramite Call center a tecnologia avanzata
Servizi integrati del Portale Unificato Regionale
Sviluppo e Integrazione della rete regionale
Progetto Net Learning & Net Management.
Firma digitale.
Progetti ICT per la Sanit.
La rete dei siti e dei portali tematici della Regione Liguria (agricoltura, scuola, lavoro,
turismo, ecc.).
Il Sistema di Gestione Progetti eLiguria.
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Essa basata sullinterconnessione e la cooperazione tra gli Enti pubblici locali e centrali,
e aperta al contributo di tutti i soggetti istituzionali che partecipano allo sviluppo socioeconomico della Liguria, quali enti, associazioni imprenditoriali, Universit, Ricerca, Terzo
Settore.
Dati i caratteri fisici e socioeconomici del territorio regionale che tendono a consolidare un divide fisico e digitale, si ritiene strategico nel prossimo triennio rafforzare le
potenzialit della RUPARL, in termini dinterconnettivit, interoperabilit, sicurezza e capacit trasmissiva (banda larga), in modo coerente con il nuovo Sistema Pubblico di Connettivit.
Un ulteriore ambito di sviluppo quello connesso allinteroperabilit interregionale
di contiguit geografica nel comparto del nord ovest e - in prospettiva - nel contesto transnazionale italofrancese della zona delle Alpi marittime. Lipotesi generale di lavoro basata
su di un backbone di interscambio a banda larga che connetta le amministrazioni secondo
la logica dellInternet Exchange Point e sulla base di un protocollo di interoperabilit di
base e applicativa.
Lombardia
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barda.
Per quanto concerne il livello di programmazione settoriale va segnalata limportante
legge regionale Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche (LR 12/12/2003,
n. 26) che disciplina lutilizzo del sottosuolo e, conseguentemente, regoler la diffusione della
Banda Larga sul territorio lombardo: secondo il modello regionale il cablatore un operatore
che realizza linfrastruttura posando i cavi e ne detiene la propriet, riconosce un beneficio
al Comune che predispone i condotti in cui far passare i cavi, affitta la banda a tutti i gestori
di servizi telematici che ne facciano richiesta
Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia
Comune capoluogo
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Assessorato Informatica
Lodi
Mantova
Milano
Pavia
Sondrio
Varese
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Comune capoluogo
Bergamo
Bas.Com
Brescia
Cremona
Lodi
SIL S.p.A.
SIL S.p.A.
Mantova
Milano
Pavia
Metroweb S.p.A.
E-polis S.p.A.
I progetti di innovazione
La Regione Lombardia e gli EELL del territorio lombardo hanno sviluppato negli ultimi
anni una serie di iniziative atte allo sviluppo delle - government e della societ dellinformazione.
Un ruolo importante sicuramente ricoperto dai 18 progetti cofinanziati dal DIT
per il 1 Avviso di e - government (cfr. approfondimenti allinterno del Report regionale),
ma anche altri progetti hanno contribuito ad accrescere il processo di innovazione della
PA locale.
Di seguito sono evidenziati alcuni dei progetti elencati e commentati allinterno del
Report regionale che hanno come soggetto promotore/coordinatore la Regione Lombardia, le Province e i Comuni capoluogo.
I progetti sono raggruppati secondo le categorie indicate nei piani e - Lomb@rdia,
e Piano dazione societ dellinformazione, secondo le categorie evidenziate in quei documenti:
Alcuni progetti di e-gov e SI della Regione Lombardia
Responsabile
Sistema della
pubblica amministrazione
Rapporto
tra pubblica amministrazione e utenti
DG Artigianato, NERIT
Famiglie on line
DG Presidenza
Protocollo Federato:
sviluppo del sistema informativo
DG Risorse e bilancio
e DG Sanit
E - procurement: la piattaforma
tecnologica
DG Industria PMI
cooperazione e turismo
DG Formazione, istruzione
e lavoro
DG Risorse servizi di pubblica utilit
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Provincia di Brescia
Comune di Milano
Provincia di Milano
Provincia di Lodi
Comune di Mantova
Comune di Pavia
Comune di Cremona
Provincia di Cremona
I servizi di e-government
Il caso di servizio innovativo rivolto ai cittadini preso in esame nel Report regionale quello relativo alle prescrizioni farmaceutiche con Carta regionale dei servizi, sviluppato dal Progetto CRS - SISS.
Il Progetto Carta Regionale dei Servizi - Sistema Informativo Socio Sanitario offre
ai cittadini un unico strumento di accesso ai servizi informatici erogati da pubbliche amministrazioni locali e regionali, semplificando: il rapporto tra cittadini e amministrazioni,
tramite la connessione in rete di tutti gli operatori e le aziende sanitarie per aumentare
lintegrazione fra i processi di diagnosi e cura; il quadro tecnologico di riferimento, con
la definizione di standard tecnologici validi per la sanit coerenti con il resto della PA Il
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servizio prescrizioni farmaceutiche con Carta regionale dei servizi, illustrato con altri servizi previsti dal progetto CRS SISS in modo pi dettagliato nel Report regionale, consiste
nellimpiego della smart card come strumento per emettere prescrizioni farmaceutiche, ambulatoriali, di ricovero e per la loro gestione successiva: registrazione della avvenuta accettazione, prenotazione, erogazione, refertazione e rendicontazione.
Ciascun operatore (medico generico, farmacista, impiegato di ASL) dotato di una
stazione di lavoro e di una smartcard operatore.
Il cittadino a sua volta dotato di una smartcard cittadino, utilizzata per la fruizione dei servizi.
Lesempio di caso studio relativo ai servizi alle imprese quello domanda di finanziamento on line per le imprese agricole nellambito del Progetto SIARL.
Il servizio consiste nel rendere disponibili on line alle imprese agricole gli applicativi per la presentazione di domande di finanziamento alle amministrazioni pubbliche
competenti: gli applicativi sono collegati allanagrafe delle imprese agricole, al fascicolo
aziendale e al sistema integrato di controllo e gestione, che guida e supporta le imprese
nella compilazione delle domande medesime e le amministrazioni pubbliche nella gestione
delle istruttorie e dei controlli. Tutti i procedimenti vengono gestiti attraverso il SIARL
(Sistema Informativo Agricolo della Regione Lombardia), a partire dallanagrafe delle imprese:
le domande sono presentate in forma elettronica mediante il Modello unico di domanda
(strutturato in base ai dati del fascicolo aziendale), al quale collegata una scheda per
ogni procedimento, con dati e informazioni aggiuntive, oltre a quelle di carattere generale, specifiche del procedimento attivato.
II beneficiario tenuto poi a comunicare, attraverso questo sistema, solo le variazioni intervenute nella realt aziendale dopo lultima validazione operata dalla pubblica
amministrazione.
Marche
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iniziative proposte con gli obiettivi regionali e nazionali. Il valore complessivo stimato
dellintervento di oltre 10 milioni di euro.
Altri strumenti di programmazione attualmente vigenti sono
Altre Policy e strumenti di programmazione
Piano di azione regionale per le-government 2002-2004
DocUP Ob. 2 Marche - 2000/2006
misura 3.4 - Sviluppo della societ dellinformazione a livello locale
Submisura 3.4.1 Servizi per il cittadino
Submisura 3.4.2 Sportello unico per le attivit produttive e marketing territoriale
Programma operativo Regione Marche Ob. 3 (POR- FSE) - 2000-2006
misura A.1 - Organizzazione dei servizi per limpiego (e-welfare/lavoro)
DGR 04/11/2003, n. 1505
Approvazione delle linee guida per lo sviluppo di un progetto destinato allimplementazione di procedure telematiche di approvvigionamento di beni e
servizi da parte delle aziende sanitarie (e-Market)
Programma regionale azioni innovative (FESR) 2000-2006
Azione 7.2 - Digital Framework for Supply Chain Management
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Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia
Comune capoluogo
Pesaro
Urbino
Ancona
Macerata
Ascoli - Piceno
Societ partecipate:
Provincia di Macerata > Task s.r.l.
Comune di Pesaro
> Markanet S.p.A.
Comune di Ancona
> Rete Marche S.p.A.
I progetti di innovazione
I principali progetti dinnovazione intrapresi sui temi della societ dellinformazione
coordinati dalla Regione e dalle Amministrazioni provinciali, illustrati nel Rapporto regionale, sono i seguenti
Il rapporto regionale contiene inoltre dati aggiornati su sviluppo e stato di avanzamento lavori dei progetti 1 Avviso in atto nel territorio.
Principali progetti di innovazione di e-gov. e SI della Regione Marche e delle Amministrazioni Provinciali
Regione Marche
Completamento del Sistema di accesso multicanale
Realizzazione del sistema di posta certificata
Regional Enterprises Clusters Advanced Services and Technologies (RECAST)
Province della regione Marche
Servizi in rete per le Aree interne (Provincia di Pesaro Urbino)
Progetto per lo sviluppo del Telelavoro (Provincia di Ascoli Piceno)
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I servizi di e-government
Il progetto Job Agency, illustrato nel Report regionale, risponde alle esigenze dei
cittadini e delle imprese marchigiane stimolando lincrocio di domanda e offerta di lavoro
attraverso la messa in rete dei tredici Centri per limpiego (CpI) delle province di Ancona,
Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro - Urbino e le rispettive sedi decentrate. Job Agency
parte del pi ampio progetto eWelfare, messo a punto dalla Regione Marche per gestire
con un approccio integrato e coerente tutti i servizi sociali di competenza (scuola, formazione, sanit, lavoro ecc.) fornendo a cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche
un unico punto di accesso alle informazioni e ai servizi mediante luso di tecnologie e
interfacce standard, basate su Internet, Intranet e Web.
Molise
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Il piano rappresenta sia la sintesi dello studio a sostegno delle-government e della societ
dellinformazione, sia la strategia attuativa nellambito territoriale molisano; si articola
sostanzialmente in due linee di intervento: linee di intervento abilitanti che rappresentano il prerequisito per la realizzazione delle linee di intervento attuative che vedono come
destinatari soggetti ben identificati (cittadini, imprese, PAL) con priorit determinate dal
contesto e dalle varie policy.
Per la realizzazione del piano la Regione Molise ha aperto un ampio confronto con
i soggetti locali, in primo luogo, le autonomie locali, le associazioni, le parti sociali oltre
che il mondo delle imprese e del volontariato, al fine di completare un quadro organico
di proposte condivise.
Vigenza
2004 - 2008
2003 - 2006
Comune capoluogo
Campobasso
Isernia
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I progetti di innovazione
La strategia della Regione Molise in materia di e-government e della SI racchiusa
nel documento programmatico ed attuativo Piano strategico di attuazione del sistema telematico Molise (STM). Nel piano si concentra anche tutta la progettualit maturata in ambito
regionale.
In tabella sono citate le iniziative progettuali contemplate dal piano ed in corso
di attuazione.
Progetti di innovazione di e-government e SI previsti dal Piano strategico in corso di attuazione della Regione Molise
Acronimo e nome progetto Costo totale del progetto ()
Finanziamento regionale ()
8.200,00
171,00
1.140,00
210,00
Regione, PAL
2.000,00
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Piemonte
Vigenza
2003-2004
2003-2004
2004-2006
2004-2006
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Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia
Comune capoluogo
Alessandria
Asti
Assessorato Lavori pubblici, viabilit, pianificazione territoriale, Assessorato Attivit economiche e produttive, lavoro,
sistema informativo
sportello unico, sistemi informativi e statistici
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Verbano
Cusio - Ossola
Vercelli
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I progetti di innovazione
Nel Report regionale si trova una panoramica significativa sulle iniziative che hanno
come coordinatore la Regione Piemonte, oltre a tutti i progetti di e - government cofinanziati dal 1 Avviso DIT del territorio.
La tabella seguente elenca la numerosit dei progetti maggiormente rappresentativi per i settori dintervento della Regione
Progetti della Regione Piemonte per settoe e numerosit
Settori
N progetti
Agricoltura
Ambiente
Attivit istituzionali
Autenticazione
Connettivit
Formazione e Lavoro
10
Pianificazione e Qualit
Sanit
Scuola
Territorio
Trasporti e mobilit
Turismo
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I servizi di egovernment
Il caso di servizio innovativo rivolto ai cittadini preso in esame nel Report regionale quello relativo al sistema di pagamento dei parcheggi tramite Sms e IVR (Interactive Voice Responder) del Comune di Ivrea, tramite Ivrea parcheggi.
Il Comune ha sperimentato e offre (a regime dalla fine del 2003) un servizio di pagamento della sosta denominato EPS che permette di usare il telefono cellulare come canale
di pagamento aggiuntivo a quelli disponibili. La sosta pu essere attivata attraverso la
messaggistica sms o il canale IVR (risponditore automatico).
Il servizio consente al momento la gestione di 1000 posti auto.
I casi di servizi innovativi per le imprese evidenziati nel Report regionale sono due.
Il primo riguarda il prospetto informativo disabili on line messo a disposizione dalla
Provincia di Torino, nellambito del progetto cofinanziato dal 1 Avviso di e-government
AtoB.
Le imprese sono tenute a compilare ogni anno, entro il 31 gennaio, un modulo relativo allassunzione dei dipendenti disabili ai sensi della legge 68/99, disponibile sul sito
web della Provincia. Sono circa 4000 le imprese e gli enti pubblici interessati potenzialmente dal servizio e nel gennaio 2004 sono pervenute, tramite lapplicazione web, 1041
dichiarazioni.
Sempre nellambito del progetto AtoB sviluppato il secondo servizio preso in esame
dal Report regionale: il servizio on line U. M. A. (Utenti Motori Agricoli).
Attivo dal 1 gennaio 2004, il servizio realizza la trasmissione in via telematica delle
istanze relative alla richiesta di assegnazione di quantitativi di carburante a prezzo agevolato e il rilascio delle attestazioni di propriet della macchine agricole presso la Provincia competente. Il bacino potenziale degli utenti del servizio, le Imprese Agricole, supera
le 120.000 unit su scala regionale.
Puglia
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in tema di SI ed nel corso del 2002 che vengono approvati il Primo programma di attuazione del Piano della societ dellinformazione e il Piano di azione territoriale per le-government della Regione Puglia, che forniscono un dettaglio sulle scelte attuative operate dalla
Regione.
A partire dal 2003, si procede alla revisione delle misure del POR relative alla SI (in
particolare 6.2 societ dellinformazione e 6.3 Sostegno allinnovazione degli enti locali)
consentendo il recepimento di diverse importanti iniziative regionali, nazionali ed europee quali: la territorializzazione degli interventi in ambito SI nei progetti integrati e nei
sistemi urbani, il supporto regionale ai progetti cofinanziati dal 1 Avviso di e-government, la definizione degli interventi sulla SI previsti nellambito della delibera CIPE n.
17/2003 e quelli previsti nellambito della fase 2 del Piano di e - government ed i nuovi
indirizzi del Programma eEurope 2005.
Il Comitato di Sorveglianza del POR Puglia, durante la riunione del 26 settembre
2003, ha approvato rilevanti adattamenti al Complemento di Programmazione (CdP). Coerentemente, nei primi mesi del 2004, nellambito della riprogrammazione di medio termine
del POR, si avviata la revisione dellAsse VI relativo alla SI.
E importante rilevare che la Regione Puglia assegna un ruolo strategico alla SI nella
realizzazione dei Progetti integrati territoriali (Pit), previsti nellambito del Por Puglia 20002006 e del relativo Complemento di Programmazione, al fine di favorire e supportare la
crescita del territorio.
Tutti i 10 Pit, infatti, prevedono lattivazione di interventi a valere sulla misura 6.2
societ dellinformazione e sulla 6.4 Risorse umane e societ dellinformazione, dedicati ai diversi distretti e sistemi produttivi pugliesi.
Proprio per questo i Pit sono il punto di riferimento per la stesura dellAccordo di
Programma Quadro SI che la Regione Puglia sta elaborando di concerto con le PA centrali
di competenza.
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Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Bari
Provincia
Comune capoluogo
Brindisi
Foggia
Lecce
Taranto
I progetti di innovazione
Nel territorio pugliese, oltre alla progettazione derivante dal 1 Avviso di e-government (cfr. approfondimenti sul Report regionale) emersa la progettualit in risposta ai
due bandi a valere sulla misura 6.2 societ dellinformazione.
Il primo riguarda il sistema delle autonomie locali con lobiettivo di rafforzare le
condizioni di contesto necessarie allo sviluppo della SI presso le PA, i cittadini e le imprese.
Il secondo mira al sostenere lassociazionismo e i consorzi di imprese, per favorire
la creazione di reti telematiche ed incidere positivamente sui livelli di innovazione e competitivit dellintero sistema socioeconomico regionale.
La seguente tabella offre un riepilogo della progettualit emersa in risposta ai bandi
sopra descritti (cfr. approfondimenti sul Report regionale):
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Quadro riassuntivo dei bandi della misura 6.2 del POR Puglia 2000-2006
Bando
n progetti
pervenuti
n. progetti
ammessi a
graduatoria
provvisoria
Enti partecipanti
Linee
dintervento/tematiche
prevalenti
Iniziative a sostegno
del sistema delle
autonomie locali
31
18
aggregati di Comuni
e/o Comunit montane
Sistema Imprese
e Professioni
51
29
Associazioni di categoria
in forma singola o aggregata
con loro Enti e/o strutture
economiche;
Sardegna
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Documento
Vigenza
Generale
2004-2007
Settoriale
Settoriale
2004-2007
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Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia
Comune capoluogo
Cagliari
Sassari
Assessorato Servizi Civici - Statistica Centro Elaborazione Dati - Decentramento Affari Generali
Nuoro
Oristano
Assessorato al Personale - Affari Generali Servizi Informatici - Polizia Amministrativa Problematiche del lavoro.
I progetti di innovazione
Il quadro progettuale regionale si compone di varie iniziative legate a diverse linee
di finanziamento previste a vari livelli: fondi strutturali, nazionali, e regionali. Nella tabella
che segue sono riassunte le principali iniziative in atto. Per un approfondimento delle stesse
si rimanda al report regionale.
Nome
Ente coordinatore
1Avviso
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Nome
Ente coordinatore
misura 6.3
POR 00-06
Ass.to EELL
Ass.to AAGG
Ass.to EELL
Ass.to EELL
Azioni
DIESIS - Driving Innovatives Exploits for Sardinian Information Society
Innovative FESR
Ancinet
Sicilia
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al ruolo delle ICT nella crescita socio-economica del territorio siciliano. Tale documento
di policy riconosce un ruolo strategico per lo sviluppo della SI in Sicilia al Progetto Integrato Regionale PA regionale e societ dellinformazione (in corso di definizione) il cui
obiettivo coordinare e monitorare tutte le azioni di informatizzazione rivolte alla PA regionale inserite nel Complemento di Programmazione, al fine di garantire la coerenza complessiva e massimizzare lefficacia degli interventi.
Documento
Data di pubblicazione
Generale
Generale
Settoriale
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Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia
Comune capoluogo
Agrigento
Caltanissetta
Catania
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Siracusa
Trapani
I progetti di innovazione
I progetti di innovazione qui considerati riguardano le iniziative in fase di attuazione nel 2004 per lo sviluppo delle-government e della societ dellinformazione che hanno
come soggetto coordinatore o partecipante la Regione Siciliana.
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Ambito Prioritario
Settori PA coinvolti
S.I.C.S.
Servizi di e-government
Servizi di e-government
Servizi di e-government
Servizi di e-government
Servizi di e-government
Il cablaggio
Infrastrutture
Servizi di e-government
Progettazione ed organizzazione
del Sistema Informativo Regionale
ed Ambientale (SIRA)
Servizi di e-government
Territorio ed Ambiente
Servizi di e-government
Territorio ed Ambiente
Toscana
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mente sia i progetti del 1 Avviso sia quelli finanziati dalla Regione con risorse proprie,
con interventi infrastrutturali e di tipo applicativo. Nella seconda fase delle-government,
previsto lulteriore potenziamento della rete regionale ed il riuso delle soluzioni toscane.
Per quanto riguarda altri interventi significativi per la SI, si segnalano il Piano sanitario, con vigenza il 2002-2004, il sistema regionale di web-learning Trio, il Portale per la
Toscana, ed infine le iniziative del DocUP. Nel 2005 larga parte di essi avr terminato il
rilascio dei prodotti e delle soluzioni, dando cos una copertura significativa di servizi nellintera regione. Le risorse finanziarie investite in questo sforzo ammontano a circa 128
milioni di , dei quali circa il 40% coperto dalla Regione Toscana.
Nuove policy e strumenti di attuazione
Livello
Documento
Data di pubblicazione
Generale
LR 26 gennaio 2004, n 1
Promozione dellamministrazione elettronica
e della societ dellinformazione e della conoscenza
nel sistema regionale. Disciplina della Rete telematica
regionale toscana
Settoriale
Al fine di consolidare le numerose iniziative indicate e dar loro un chiaro inquadramento politico - strategico, si segnala lapprovazione della legge regionale n. 01/04
per la Promozione dellamministrazione elettronica e della societ dellinformazione e della
conoscenza nel sistema regionale. Questo il primo atto del genere in Italia a disciplinare tale tema a livello regionale, definendo in modo organico le azioni future e sancendo
linteresse dei soggetti della Rete Telematica Regione Toscana (RTRT) sulle dinamiche di
sviluppo del territorio. Altro importante sviluppo la costituzione del Centro Regionale
sul tema dellopen source, promosso dai soggetti aderenti ad RTRT finalizzato allanalisi
delle ripercussioni organizzative, di costo, di efficienza nonch degli aspetti contrattualistici inerenti al software a codice sorgente aperto.
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Comune capoluogo
Arezzo
ARTEL S.r.L.
ARTEL S.r.L.
Grosseto
ARTEL S.r.L.
Lucca
Lucense S.p.A.
Pisa
Firenze
Pistoia
Prato
PIN Scrl- Servizi Didattici e Scientifici per l'Universit di Firenze - ASEL Ricerche
Consiagnet
Siena
Siena Innovazione
I progetti di innovazione
Linsieme dei progetti promossi dagli enti locali che insistono sulla Toscana, facenti
parte di eToscana e finanziati da DIT e/o Regione vedono un investimento complessivo
di oltre 12 milioni di ed entreranno a regime entro la fine del 2005. Accanto a tutti i
progetti ammessi a cofinanziamento sul 1 Avviso, le iniziative progettuali regionali si
completano con laggiunta di C2 - Cadi nella rete, che ha ricevuto un finanziamento di
pi di 500 mila euro sulla azione 2.8.4. del DocUP, e di quelle azioni degli enti locali sul
tema delle-government che, pur non ammesse a cofinanziamento sul primo avviso, hanno
continuato il loro percorso nel rilascio dei risultati (A8-Pobanda e B3-Reform della Provincia di Pisa, C1-SUAPC della Provincia di Firenze, D6-Multipay del Comune di Prato,
H1-MetaBC del Comune di Livorno, H2 - Prestito Bibliotecario on-line - della Provincia di Prato, Pfa del Comune di Sesto Fiorentino). Per quanto riguarda i progetti promossi
dalla Regione Toscana, sono in corso di realizzazione anche alcuni dei progetti coordinati
dalla Regione non ammessi al cofinanziamento sul primo avviso (A6, C6 e F1), per
il cui dettaglio si rimanda al Report regionale.
I servizi di e-government
Tra i progetti di innovazione che si segnalano nel panorama toscano, ve sono due
di sicuro interesse implementati dal Comune di Livorno: il MetaBC ed il sistema di e-procurement.
Il Progetto MetaBC, attualmente attivo pur non nella diffusione territoriale prevista nel piano mandato al DIT, consente di consultare on-line diverse tipologie di beni culturali, sopperendo in tal modo alla carenza di informazioni strutturate che spesso rende
difficile la loro ricerca. Il Metaopac del Comune di Livorno realizza un OPAC di un OPAC,
ossia crea una infrastruttura dati che consente di ricercare informazioni nei cataloghi di
diverso tipo presenti su Internet, mediante lo standard de facto z39.50. Si tratta di una
soluzione ampliamente riusabile per la pubbliche amministrazioni ed tra le pi impor-
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tanti nei campo dei servizi ai cittadini riferiti al turismo ed ai beni culturali. Consente
infatti di ottenere informazioni partecipate e non cumulate e d la ubicazione esatta degli
stessi. Sar cos possibile, a regime, inserire nome di un autore e fare un viaggio nella
citt alla ricerca di tutti i beni che lo riguardano, guidati dalla mappa e dalle informazioni avute su Internet.
Il secondo progetto, inerente le-procurement, offre vari spunti di interesse sia dal
punto di vista dei risparmi che consente nel campo degli acquisti di beni e servizi da parte
delle PA, sia da quello dello snellimento delle procedure. Il sistema di gare on line di Livorno
disciplinato da un regolamento del Comune che ne dispone il funzionamento, in stretta
connessione con il DPR n. 101/2002 (recante le norme per lacquisto di beni e servizi mediante
procedure telematiche). Il sistema implementato consente di fare gare on-line, nei limiti
consentiti dalla normativa, nonch di acquistare sul mercato elettronico (in fase sperimentale) e di scegliere il fornitore con il quale stipulare una convenzione. Tra gli aspetti
pi interessanti di tale iniziativa vi la possibilit offerta di creare nel prossimo futuro
un centro dacquisto, in cui ogni ente potr comprare beni e servizi. Potr essere un esempio utile da replicare su scala regionale.
Nel Report regionale poi rappresentata lanalisi condotta sui siti degli enti locali
toscani. Lindagine, condotta tra novembre e gennaio 2004, intende essere uno strumento
per riflettere sullo stato di attivazione e sui servizi offerti da questi sportelli telematici,
soffermandosi su set minimo di informazioni, valido sia per i piccoli comuni sia per i grandi.
Per i risultati di tale studio si rimanda al Report.
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per il sistema toscana, ossia la realizzazione di una rete regionale estesa, mediante gli
ISP accreditati, che garantisce oggi alle amministrazioni di poter disporre di una rete pi
capillare e veloce. La messa in esercizio del TIX inoltre d alla Toscana un NAP/EPO che
anche nodo cruciale, oltre che nel sistema Regione, per il futuro SPC. Il TIX come noto
poi anche un Centro Servizi che garantisce il mantenimento di adeguati livelli di qualit, mediante il monitoraggio della parte NAP, dellinfrastruttura di trasporto di RTRT, nonch dei servizi erogati. Il complesso di soluzioni attivate, aggiunte al sistema di cooperazione applicativa del Progetto A3, pone la Toscana gi in linea con il quadro nazionale in tema di rete unitaria e d altres agli enti del territorio la possibilit di interconnettersi col mondo delle PA nazionali, senza ulteriori aggravi e potendo contare su un
supporto tecnologico di alta competenza (le caratteristiche di RTRT sono poi in linea con
il Q3I).
Altra peculiarit del sistema di sviluppo toscano, la volont di dirigere gli investimenti pubblici anche per sollecitare il mercato privato degli operatori ICT, favorendo
cos lo sviluppo delleconomia del territorio (una logica, questa, che il filo conduttore
del Piano eToscana). La parte che appare pi problematica per lo sviluppo della SI rimane
quella della fornitura di connettivit in larga banda ai cittadini residenti nei territori attualmente non coperti. Essendo il mercato toscano non ricco di un alto numero di operatori
di telecomunicazioni, appare evidente che su certe zone occorrer sollecitare investimenti
pubblici atti a creare le condizioni affinch un operatore privato abbia convenienza ad
investire. La possibilit, attualmente allo studio in Regione, potrebbe passare anche tramite la costituzione di societ partecipate dagli enti locali o bandi di progetto.
Umbria
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lanno 2003; oltre allavanzamento dei programmi in corso e descritti nel precedente report,
sono stati sviluppati importanti strumenti di programmazione e di definizione delle politiche di sviluppo della SI. Il principale fra tutti il Piano per la SI, documento di indirizzo di tutte le iniziative per la costruzione di un quadro unitario delle azioni previste
nelle diverse materie e dai diversi strumenti di programmazione attivi sul territorio, ad
esso si affianca il Piano di e-government della Regione Umbria 2002 che si inserisce nel
pi ampio governo del territorio definito dal DocUP ob. 2 (2000-2006).
Documento
Data di pubblicazione
Generale
Settoriale
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Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Perugia
Provincia
Comune capoluogo
I progetti di innovazione
Il territorio umbro ha risposto al 1 Avviso di e-government con il multiprogetto
e-gov Umbria composto da 7 progetti e con i due progetti Comuni dEuropa e Borghi
pi Belli. Sono stati ammessi al finanziamento DIT, solo quattro dei progetti di e-gov
Umbria, e i progetti CE e Borghi pi Belli. Si ritenuto importante realizzare lintero Multiprogetto, anche al di l del cofinanziamento DIT attraverso lutilizzo di risorse regionali
destinate alla realizzazione dei tre progetti non ammessi. Il Consorzio Sir Umbria ha coordinato le fasi di elaborazione del multiprogetto e-gov Umbria e ne supporta la fase esecutiva.
Nella tabella sottostante si evidenziano i tre progetti inclusi nel multiprogetto non
cofinanziati ed altre iniziative regionali che completano la strategia progettuale del territorio.
Coordinamento
INTERPA
Provincia di Terni
C-C
Pits
Regione Umbria
INA /SAIA
Umbri@in.action
Regione Umbria
Sens@alternato
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Valle dAosta
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I progetti di innovazione
La Regione autonoma Valle dAosta partecipa ai progetti 1 Avviso INPA (capofila
Regione Piemonte) e SIGMA-TER (capofila Regione Emilia Romagna).
Il progetto SIGMA-TER, condotto in collaborazione con le regioni Emilia - Romagna, Liguria, Abruzzo, Toscana ed il Ministero delle Finanze, prevede la creazione di una
replica ufficiale degli archivi del catasto presso le Regioni allo scopo di erogare servizi
innovativi. Le informazioni verranno veicolate attraverso un centro servizi dedicato, appositamente creato nellambito del progetto. Le attivit e gli sviluppi previsti saranno di
supporto alla fase di decentramento delle funzioni catastali verso i comuni e costituiranno
di fatto uno dei cardini del futuro Sistema Informativo Territoriale basato sulla condivisione e scambio di informazioni tra i diversi attori operanti sul territorio.
Per quanto riguarda il progetto INPA, il coinvolgimento connesso alle fasi di definizione dei requisiti del sistema e di svolgimento del test di integrazione, nonch alle
attivit di revisione dei documenti, di analisi e di rilascio.
Il Programma regionale di Azioni Innovative VINCES, in scadenza il 31/12/2003,
stato prorogato fino al 31/12/2004 per consentire il completamento della sperimenta-
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zione in corso di modalit innovative di accesso alla rete per cittadini ed imprese. Gli
interventi previsti dal programma si muovono su tre direttrici strategiche (infrastruttura
telematiche per le PMI, progetti pilota nelle scuole, aree prive di infrastrutture di base)
trasversali allambito settoriale della formazione e del lavoro (mediante iniziative di telelavoro e teledidattica) e allincremento di dotazione e accesso infrastrutturale generale
sia della PA che del settore produttivo/imprenditoriale.
Veneto
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Titolo Documento
Vigenza
2003-2005
2003-2005
2003
Comune capoluogo
Belluno
Padova
Rovigo
Treviso
Venezia
Verona
Vicenza
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Comune
Padova
Rovigo
Verona
Vicenza
I progetti di innovazione
Il Report regionale considera le iniziative messe in campo per lo sviluppo dellegovernment e della SI che hanno come soggetto coordinatore o partecipante la Regione
del Veneto, oltre a tutti i progetti di e-government cofinanziati dal 1 Avviso DIT.
In particolare la Regione ha sviluppato alcuni progetti nellambito dei seguenti documenti di programmazione:
S.A.F.E. Commerce
e commerce
Unioncamere Veneto
terminato a dicembre 2003
Lobiettivo del progetto era quello di accelerare lo sviluppo integrato di forme di garanzia e di fiducia nei
servizi on line, con particolare riferimento al commercio elettronico in Internet. Il focus principale del progetto
stato quindi quello di sviluppare un forte modello di generazione della fiducia collegato alla sicurezza
informatica, da confrontare con alcune best practices a livello nazionale ed internazionale da proporre alle PMI.
Progetto
ambito prioritario
altri enti partecipanti
stato di avanzamento
Note descrittive
Progetto
ambito prioritario
altri enti partecipanti
stato di avanzamento
Note descrittive
My Portal
e-government
Comunit Montana Feltrina
terminato a dicembre 2003
Il progetto prevede la realizzazione di un portale innovativo che rappresenti il punto di contatto unico tra
cittadini, imprese e PA locali per lerogazione di servizi on line verso cittadini e imprese.
My Portal utilizza tecnologie avanzate che forniscono un sistema di autenticazione attraverso il quale vengono
messi a disposizione servizi e informazioni, personalizzabili dallutente stesso in funzione delle proprie
necessit. Una volta entrati nel sistema, i cittadini e le imprese trovano contenuti di carattere informativo,
servizi applicativi (pagamento tributi, monitoraggio pratiche, presentazioni di domande) e spazi di
partecipazione.
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Terregov
e-government
Consorzio di 16 istituzioni europee (tra cui la Regione del Veneto)
Il progetto nella fase iniziale e prevede una durata di 4 anni (2004-2007)
Il progetto si presenta come punto di riferimento tecnologico in Europa per la realizzazione di servizi di egovernment, da parte delle amministrazioni, secondo due dimensioni:
Web - services integrati, con sistemi di workflow e processi, in grado di riconfigurarsi grazie allintroduzione
della semantica
Realizzazione di strumenti di supporto per i pubblici dipendenti, il cui ruolo diventa sempre pi quello di
citizen advisor (consulenti ai cittadini)
Bolzano
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catasto.
Fra gli altri soggetti territoriali che partecipano attivamente alle dinamiche relative allattuazione delle-government, va segnalato il Comune di Bolzano, dove la competenza in carico allAssessorato ai lavori pubblici e informatica.
Oltre a quelli istituzionali, agiscono attivamente nei processi relativi ai temi di innovazione due societ ICT compartecipate da enti provinciali
Societ di servizi ICT partecipata di Enti provinciali
Titolo Documento
Informatica Alto Adige S.p.A.
La societ, composta per 2/3 dalla Provincia autonoma di Bolzano e per 1/3 dal Consorzio dei Comuni dellAlto Adige
Brennercom S.p.A.
Societ di telecomunicazioni, il cui azionista di maggioranza la Provincia autonoma di Bolzano, persegue
lobiettivo di promuovere la diffusione delle reti telematiche
I progetti di innovazione
Nel territorio altoatesino sono attualmente in campo le seguenti iniziative progettuali coordinate o promosse direttamente dalla Provincia autonoma di Bolzano:
Sister - Sistema Informativo Sanitario Territoriale
Egov - Services
Bandi di gara e Osservatorio Lavori Pubblici
Pagamento ordine Tassa provinciale per il diritto allo studio universitario
Borsa lavoro
Notifiche assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro con firma digitale
Tassa automobilistica
La Provincia autonoma di Bolzano coordina, inoltre, due progetti cofinanziati al 1
Avviso e-government del DIT (cfr. approfondimenti nel Report regionale):
- Wege2002, il cui obiettivo la realizzazione di un sistema informativo territoriale
dedicato alla gestione del catasto delle strade, e la cui conclusione prevista entro
il 2004;
- BorStudio, che gi dal novembre 2003 consente agli studenti universitari della provincia di Bolzano di presentare on line la domanda per ottenere una borsa di studio.
Infine, i progetti approvati sulla misura 2.2 del DocUP ob. 2 2000-2006, entrambi
sulla seconda linea di intervento (cooperazione fra imprese e processi innovativi nelle PMI),
sono i seguenti:
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Trento
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I progetti di innovazione
La Provincia autonoma di Trento coordina o partecipa ai maggiori progetti di innovazione presenti sul territorio provinciale. Oltre a Spo.T - SPOrtello unico Trentino per le
attivit produttive, cofinanziato al 1 Avviso per le-government del DIT e attualmente
in fase di implementazione, i principali progetti in cui lente Provincia a vario titolo
coinvolto sono
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Descrizione
Obiettivo creare un sistema di archivio con specifiche regole di gestione, che garantisca stabilit, integrit
e correttezza della memoria documentaria nel tempo e quindi anche autenticit, leggibilit e intelligibilit.
Tramite laggregazione dei diversi centri di costo, ci si propone di: generare risparmi complessivi per la PA e
altri benefici.
Il progetto intende sviluppare lutilizzo delle ICT per offrire nuove opportunit di sviluppo economico nelle
aree geograficamente svantaggiate.
Sviluppare uno strumento efficace e professionale per il trasferimento interregionale di buone pratiche su
base monetaria, adottando e migliorando metodologie testate, approcci e toolkit che riguardano
loccupazione locale.
Tramite lapplicazione e lutilizzo di mezzi tecnologici e informatici nei settori del commercio, dei servizi e
delloccupazione si punta a:
- migliorare la qualit della vita degli anziani, sia in termini di innovazione che socio-assistenziali
- facilitare linserimento professionale delle donne;
- ridurre il rischio di spopolamento delle zone periferiche svantaggiate
I servizi di e-government
Fra i servizi innovativi rivolti ai cittadini, nel Report provinciale viene segnalata
lesperienza di tre portali tematici accessibili da quello istituzionale della Provincia. Grazie a Vivoscuola, portale dellistruzione del Trentino, le scuole del territorio hanno a disposizione, gratuitamente: connessione a Internet, spazi web, caselle di posta elettronica,
aree di lavoro riservate, servizi informativi e un software dedicato allautovalutazione distituto.
Trentinocultura invece lo spazio dove un cittadino, tra gli altri servizi pu, per
esempio, consultare il catalogo bibliografico trentino e prenotare un libro in tutte le biblioteche che aderiscono al progetto e/o ritirarlo nella sede a lui pi vicina.
Il portale del Servizio sanitario del Trentino Trentinosalute.net, infine, offre a cittadini e operatori del settore servizi per la tempestiva circolazione di informazioni di pubblica utilit e laggiornamento del personale sanitario.
Tra i servizi innovativi dedicati al mondo delle imprese si segnalano fra gli altri il
Progetto di collaborazione interassociativa Nordimpresa.com e il Portale Associazione
Artigiani: sono spazi web, gestiti rispettivamente dallAssociazione Industriali e dallAssociazione Artigiani e piccole imprese della Provincia di Trento, che offrono agli associati
servizi informativi, consulenziali e formativi. Nel campo del turismo, si segnala la recente
nascita di TrentinoTIS S.p.A., societ di marketing territoriale che mira allattivazione
e gestione di un sistema finalizzato a promuovere, commercializzare e mettere in comunicazione, tramite le pi aggiornate tecnologie, lofferta turistica del territorio, e il pro-
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getto Harmonise, in cui si affrontano temi relativi allinteroperabilit dei sistemi informativi nel campo del turismo elettronico. Sul sito istituzionale della Provincia, si segnala
infine lo sportello informativo e di consulenza a servizio dei giovani imprenditori, grazie al quale si possono trasmettere, in formato elettronico e certificato allo sportello telematico dei CPI, tutte le comunicazioni inerenti alle assunzioni, trasformazioni e cessazioni di rapporti di lavoro.
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Contributi esterni
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Contributi esterni
Questo aspetto risulta essenziale per valutare le potenzialit di successo dei piani
di e-government allinterno di ciascuna regione, tenendo conto che un buon livello di penetrazione e di utilizzo dellIT e una buona dotazione infrastrutturale sono presupposti necessari per il successo dei piani di incentivo allutilizzo di Internet e dellinformatica, sia presso
la PA che lutenza locale.
Metodologia
Assinform, in collaborazione con NetConsulting, anche in base ai feedback raccolti
dalle Amministrazioni Regionali, ha strutturato una metodologia che, in assenza di analisi sistematiche relative alla domanda IT a livello regionale, prevede lelaborazione e lintegrazione di numerosi dati provenienti da svariate fonti:
1. rilevazioni sul mercato IT effettuate in concomitanza con lelaborazione dei dati nazionali pubblicati annualmente nel Rapporto Assinform sullInformatica e le Telecomunicazioni, nonch altre informazioni presenti presso i database di Assinform e
di NetConsulting;
2. ricerche effettuate a livello locale, provinciale o regionale;
3. fonti ufficiali disponibili attraverso i database di Unioncamere, ISTAT, ecc.
E opportuno sottolineare che questa seconda edizione del Rapporto sullinnovazione
nelle regioni dItalia presenta sostanziali differenze a livello metodologico rispetto alla
precedente edizione. Gli affinamenti apportati rendono poco significativo il confronto tra
i dati del presente Rapporto e i dati del Rapporto 2003, dal momento che non possibile separare gli effetti dovuti ad un effettivo cambiamento del mercato IT, da quelli derivanti dal cambiamento di metodologia.
La principale variazione sulla metodologia riguarda lutilizzo delle Unit Locali come
variabile che ha concorso insieme ad altre, ma in via prioritaria allallocazione della
spesa IT presso le regioni. Nella prima edizione del Rapporto, invece delle Unit Locali erano
state considerate le imprese e i centri di spesa; partendo da tale logica, la spesa IT delle
imprese plurisede era stata interamente allocata presso la sede principale (ad es. Direzione
Generale), anzich essere distribuita presso le singole unit dislocate sul territorio.
Tale impostazione aveva inevitabilmente portato a sovrastimare la spesa IT di alcune
regioni, come ad esempio il Lazio, che, sia per la presenza di primarie aziende delle telecomunicazioni e della finanza, oltre che per laccentramento della spesa IT presso la PA
Centrale (in particolar modo, per quanto riguarda la difesa e listruzione), aveva assorbito
una quota significativa di giro daffari di competenza di altre regioni.
Grazie al criterio della suddivisione per Unit Locali, invece, la spesa IT viene allocata nella regione in cui effettivamente stata sostenuta, portando quindi ad una ripartizione pi equilibrata in relazione alla presenza territoriale di imprese e istituzioni.
Nella metodologia adottata nel presente Rapporto si provveduto inoltre a ripartire la spesa IT complessiva in Business e Consumer.
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Contributi esterni
<50
50-249
250+
TOTALE
INDUSTRIA
COMMERCIO
SETTORI
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
1.152.118
1.600.530
1.064.024
116.572
777.579
4.710.823
14.372
3.179
6.735
1.114
14.712
40.112
1.634
250
1.012
160
1.645
4.701
1.168.124
1.603.959
1.071.771
117.846
793.936
4.755.636
La spesa stata quindi allocata tenendo conto sia della numerosit delle aziende,
per ogni combinazione settore economico/classe dimensionale, sia della diversa propensione agli investimenti in IT delle aziende, in funzione del settore di appartenenza
e della dimensione.
La spesa consumer stata ripartita tra le regioni italiane in base a indicatori come la
popolazione residente, i consumi non alimentari pro-capite e il reddito disponibile pro-capite.
181
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Pagina 182
Contributi esterni
20.478.000
-2.2%
20.000.000
20.035.800
-1.8%
Legenda
Consumer
-3.2%
19.396.000
-3.2%
15.000.000
10.000.000
19.572.044
19.215.808
18.600.764
Aziende
5.000.000
-9.5%
-3.0%
905.956
819.992
795.236
2001
2002
2003
Fonte: Assinform/NetConsulting
Le aziende hanno speso 18.600 milioni di Euro per hardware, software e servizi,
mentre i restanti 795 milioni derivano dal segmento Consumer.
La flessione del mercato IT in Italia stata molto marcata ed stata determinata
da un concorso di fattori:
landamento delleconomia e degli investimenti che hanno segnato un 4%;
latteggiamento prudente delle imprese verso nuovi investimenti in IT e nuovi progetti, e una propensione ad una razionalizzazione nelluso delle risorse esistenti;
il downpricing competitivo sulle tariffe professionali nella vendita di servizi a cui
sono stati costretti i fornitori, che ne ha penalizzato la crescita.
La dinamica negativa della spesa IT stata pi accentuata al Nord, con un calo del
3,6%, rispetto al 2,5% del Centro e al 2,8% del Sud (Fig. 2).
182
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Pagina 183
Contributi esterni
Figura 2- Il mercato dellIT in Italia per macroarea geografica (20012003 dati in migliaia di euro e in %)
Legenda
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Fonte: Assinform/NetConsulting
Una migliore comprensione di questa dinamica del mercato possibile grazie allanalisi scomposta per settori di attivit economica. La flessione degli investimenti in IT,
infatti, non stata omogenea tra aziende operanti in diversi settori di attivit.
Il settore che ha mostrato una flessione maggiore stato lIndustria, con una flessione del 6,3% rispetto al 2002, seguita dalla Finanza, la cui diminuzione degli investimenti stata del 4,6%.
Il Commercio e i Servizi hanno invece mostrato una dinamica positiva, 1,3% e 1,5%
rispettivamente. Anche la spesa IT nelle Istituzioni ha segno positivo (0,1%), grazie a
numerosi progetti di e-government messi in atto nelle regioni (fig 3 ).
183
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Pagina 184
Contributi esterni
Figura 3 - Il mercato dellIT in Italia per settore economico (20012003 dati in migliaia di euro e in %)
20.000
Legenda
15.000
905,9
-9,5%
3.032
-1,5%
5.559
Industria
Commercio
10.000
1.993
+1,7%
+0,5%
2.019
Servizi
+0,8%
Finanza
820
-3,5%
2.987
791
+0,1%
2.990
5.651
-4,6%
5.390
2.003
+1,5%
2.032
+1,3%
2.063
2.036
5.000
6.970
Istituzioni
Consumer
-6,2%
6.539
-6,3%
6.130
0
2001
2002
2003
Fonte: Assinform/NetConsulting
Dai dati relativi alle Unit Locali nelle regioni e osservandone la distribuzione tra
settori economici e fasce di addetti, si rileva come al Centro e al Sud le imprese industriali e finanziarie siano presenti in una proporzione minore rispetto al Nord.
Per quanto riguarda le aziende del commercio e le istituzioni, emergono valutazioni
diametralmente opposte, con una maggior presenza al Sud.
Levidenza della differenza strutturale esistente tra le regioni italiane ben sintetizzata dal dato relativo alle imprese commerciali che al Sud rappresentano il 40% delle
Unit Locali, mentre al Nord Ovest questa percentuale pari al 30%.
Sul fronte delle istituzioni, mentre al Nord esse rappresentano il 15,9% delle Unit
Locali, al Sud questo valore raggiunge il 17,8%.
Tenuto conto di tale composizione per settori economici, si rileva come al Sud siano
maggiormente presenti aziende operanti nei settori che hanno evidenziato performance
migliori in termini di spesa IT e questo fa s che la spesa totale delle regioni del Sud abbia
subito una flessione pi limitata rispetto alle regioni del Nord Italia.
Analizzando i mercati per macro-regioni, si osserva che nel Nord Ovest si concentra il 39% della spesa IT nazionale (fig 4), soprattutto grazie al peso rilevante di Piemonte e Lombardia; questultima, in particolare rappresenta il 69% della spesa IT del nord
Ovest (fig. 5).
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Pagina 185
Contributi esterni
20,95%
38,70%
24,08%
16,27%
Fonte: Assinform/NetConsulting
185
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Pagina 186
Contributi esterni
Bolzano;
4,5%
Trento;
3,6%
Piemonte;
24,5%
Liguria;
5,4%
EmiliaRomagna;
42,4%
Veneto;
38,6%
Valle
D'Aosta;
0,5%
Lombardia;
69,5%
Friuli-V.G.;
10,9%
Toscana;
23,3%
Sardegna;
6,5%
Sicilia;
21,7%
Lazio; 65,1%
Abruzzo;
7,2%
Molise;
1,6%
Umbria; 3,8%
Campania;
31,8%
Marche;
7,8%
Calabria;
8,1%
Basilicata;
3,1%
Puglia;
19,9%
Fonte: Assinform/NetConsulting
Dopo il Nord, la quota pi consistente del mercato IT detenuta dal Centro, con il
24% del totale nazionale, grazie soprattutto alla Toscana e al Lazio, che pesa sul Centro
per il 65%.
Poco distante da questo dato il Nord Est, con una quota del 21% dovuta principalmente a Emilia-Romagna e Veneto.
Il Sud e le Isole, invece, contribuiscono solamente per il 16% della spesa IT in Italia.
186
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Pagina 187
Contributi esterni
Figura 6 - Classifica delle regioni italiane per quote di mercato, 2003 (valori in %)
Fonte: Assinform/NetConsulting
187
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Pagina 188
Contributi esterni
Tabella 2 - Dinamica della spesa IT per regione e macroregione, 2001-2003 (migliaia di Euro e %)
Regioni /
Province autonome
Piemonte
Valle D'Aosta
1.909.279
2003
2001
1.842.840
9,66%
Quote di Spesa IT
2002
9,53%
2003
9,50%
Variazione %
2002/ 2001 2003/ 2002
-3,4%
-3,5%
38.915
38.468
37.443
0,19%
0,19%
0,19%
-1,1%
-2,7%
Lombardia
5.539.282
5.423.883
5.217.495
27,05%
27,07%
26,90%
-2,1%
-3,8%
Liguria
Nord Ovest
435.792
7.991.170
419.409
7.791.039
409.068
7.506.846
2,13%
39,02%
2,09%
38,89%
2,11%
38,70%
-3,8%
-2,5%
-2,5%
-3,6%
Provincia di Trento
153.142
150.301
145.604
0,75%
0,75%
0,75%
-1,9%
-3,1%
Provincia di Bolzano
191.889
189.510
183.188
0,94%
0,95%
0,94%
-1,2%
-3,3%
1.658.556
1.625.940
1.566.928
8,10%
8,12%
8,08%
-2,0%
-3,6%
460.675
450.781
442.775
2,25%
2,25%
2,28%
-2,1%
-1,8%
1.845.321
4.309.582
1.793.587
4.210.120
1.724.701
4.063.196
9,01%
21,04%
8,95%
21,01%
8,89%
20,95%
-2,8%
-2,3%
-3,8%
-3,5%
Toscana
1.135.055
1.115.058
1.087.240
5,54%
5,57%
5,61%
-1,8%
-2,5%
Umbria
187.910
183.502
178.404
0,92%
0,92%
0,92%
-2,3%
-2,8%
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna
Nord Est
Marche
390.177
376.992
362.668
1,91%
1,88%
1,87%
-3,4%
-3,8%
Lazio
Centro
3.129.758
4.842.900
3.114.278
4.789.830
3.042.865
4.671.177
15,28%
23,65%
15,54%
23,91%
15,69%
24,08%
-0,5%
-1,1%
-2,3%
-2,5%
253.127
239.621
227.149
1,24%
1,20%
1,17%
-5,3%
-5,2%
54.271
52.300
50.640
0,27%
0,26%
0,26%
-3,6%
-3,2%
1.034.341
1.026.702
1.003.899
5,05%
5,12%
5,18%
-0,7%
-2,2%
Puglia
658.454
644.613
629.132
3,22%
3,22%
3,24%
-2,1%
-2,4%
Basilicata
106.552
102.241
99.191
0,52%
0,51%
0,51%
-4,0%
-3,0%
Calabria
271.974
262.193
256.741
1,33%
1,31%
1,32%
-3,6%
-2,1%
Sicilia
726.054
699.914
684.337
3,55%
3,49%
3,53%
-3,6%
-2,2%
229.574
3.334.348
217.226
3.244.811
203.693
3.154.782
1,12%
16,28%
1,08%
16,20%
1,05%
16,27%
-5,4%
-2,7%
-6,2%
-2,8%
20.478.000
20.035.800
19.396.000
100%
100%
100%
-2,2%
-3,2%
Abruzzo
Molise
Campania
Sardegna
Sud e Isole
ITALIA
Unanalisi di ulteriore dettaglio dei dati relativi alla Lombardia evidenzia una spesa
IT molto elevata per i settori finanza e industria, che in Lombardia contano un numero
molto significativo di Unit Locali. Unaltra notazione relativa al fatto che, oltre ad essere
pi numerose, le aziende industriali lombarde hanno una spesa IT unitaria superiore a quelle
localizzate nelle altre regioni.
Discorso analogo pu essere fatto anche per le aziende lombarde della finanza, che
spendono mediamente di pi rispetto alle aziende di altre regioni, ad eccezione di quelle
del Lazio che, grazie soprattutto alla presenza di numerose realt di grandi dimensioni in
termini di addetti, hanno una spesa media superiore.
Dal punto di vista della dinamica della spesa IT, da evidenziare che mentre tra il
2001 e il 2002 la flessione era stata (seppur lievemente) inferiore alla media nazionale,
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14:27
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Contributi esterni
nel 2003 la Lombardia ha mostrato una diminuzione del 3,8%, elevata se confrontata con
il dato nazionale (-3,2%). Come detto sopra, questo dato dovuto in larga misura alla
composizione settoriale del tessuto imprenditoriale lombardo, composto in larga parte da
aziende industriali e finanziarie, ovvero proprio dalle aziende che hanno evidenziato nellultimo anno una contrazione pi marcata degli investimenti in IT (Tab 3).
Tabella 3 - Classifica delle regioni italiane rispetto alla variazione 2002-2003 (valori %)
Regioni / Province autonome
-1,8%
Calabria
-2,1%
Campania
-2,2%
Sicilia
-2,2%
Lazio
-2,3%
Puglia
-2,4%
Liguria
-2,5%
Toscana
-2,5%
Valle D'Aosta
-2,7%
Umbria
-2,8%
Basilicata
-3,0%
Provincia di Trento
-3,1%
Molise
-3,2%
ITALIA
-3,2%
Provincia di Bolzano
-3,3%
Piemonte
-3,5%
Veneto
-3,6%
Marche
-3,8%
Lombardia
-3,8%
Emilia Romagna
-3,8%
Abruzzo
-5,2%
Sardegna
-6,2%
Fonte: Assinform/NetConsulting
Il Lazio, con una spesa di 3.043 milioni di Euro, si posiziona al secondo posto in
Italia per dimensione del mercato IT. Un ruolo fondamentale nel buon posizionamento del
Lazio nella classifica della spesa IT legato alla forte presenza delle Istituzioni in questa regione. Per quanto riguarda la dinamica da evidenziare che sia nel 2002 che nel
2003 il Lazio ha riportato una flessione inferiore al dato nazionale, aumentando quindi la
propria quota di spesa IT.
Si osserva che nel Lazio il numero di Unit Locali di grandi dimensioni nei settori industria e commercio largamente inferiore ai corrispettivi dati della Lombardia. Questo in parte
spiega la differenza in termini di spesa IT tra il Lazio e la Lombardia, anche se da evidenziare che il Lazio registra una spesa IT maggiore per quanto riguarda le Istituzioni.
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Contributi esterni
Nella classifica delle regioni per quote di mercato IT, il Lazio seguito dal Piemonte,
con un volume del mercato pari a 1.843 milioni di Euro, equivalente al 9,5% della spesa
IT nazionale. La spesa IT piemontese prevalentemente dovuta al grande numero di UL
operanti nellindustria, mentre negli altri settori la spesa pi o meno in linea con altre
grandi Regioni. Il Piemonte tuttavia ha evidenziato sia nel 2002 che nel 2003 una dinamica peggiore rispetto alla media nazionale.
Alle spalle del Piemonte si trovano Veneto ed Emilia-Romagna con rispettivamente
l8,9% e l8,1% del mercato nazionale.
Affrontando unanalisi della quota della spesa IT di competenza del comparto Consumer, la Lombardia si rivela a maggior ragione il punto di riferimento per lIT nel nostro
Paese. Con una spesa pari ad oltre 168 milioni di Euro, la Lombardia evidenzia un mercato IT Consumer circa due volte pi grande rispetto al Lazio (85 milioni di Euro, fig. 7).
Figura 7 - Spesa IT per Aziende e Consumer nelle regioni Italiane (Valori in migliaia di Euro)
Consumer
Aziende
168.683
5.048.812
Lombardia
85.311
2.957.555
Lazio
72.198
1.770.642
Piemonte
83.351
1.641.350
Emilia-R.
72.366
1.494.562
Veneto
60.363
1.026.877
Toscana
38.726
965.174
Campania
35.246
Sicilia
29.484
Puglia
19.407
31.551
20.409
Friuli-V.G.
649.090
599.648
423.368
Liguria
377.517
Marche
342.259
14.127
Calabria
242.614
12.586
Abruzzo
214.563
13.627
Sardegna
190.067
9.382
Bolzano
173.806
10.672
Umbria
167.733
Trento
137.437
8.167
3.859
Basilicata
95.332
2.817
Molise
47.822
2.905
Valle D'Aosta
34.538
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Contributi esterni
Lazio
Lombardia
Piemonte
Emilia-Romagna
ITALIA
Friuli-Venezia Giulia
Provincia di Bolzano
Veneto
Toscana
Provincia di Trento
Valle D'Aosta
Liguria
Campania
Marche
Basilicata
Umbria
Puglia
Sicilia
Abruzzo
Molise
Calabria
Sardegna
1.479 +62%
1.284 +41%
1.006 +10%
933 +2%
880,1 0%
-3%
880
803 -12%
782 -14%
733 -20%
724 -20%
681 -25%
658 -28%
607 -33%
581 -36%
542 -41%
541 -41%
505 -45%
487 -47%
475 -48%
465 -49%
445 -51%
372 -59%
Scostamento
del valore Italia
Sebbene la Lombardia abbia una spesa IT totale maggiore rispetto a quella del Lazio,
questultimo presenta una popolazione residente, un numero di aziende e quindi un numero
di occupati nettamente inferiore rispetto alla Lombardia e questo fa s che riguardo a questo indicatore il Lazio presenti una migliore posizione.
191
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Contributi esterni
La Lombardia fa segnare una spesa IT per occupato pari a 1.284, di circa il 13%
inferiore rispetto al Lazio.
La spesa media nazionale di 880 euro per occupato ed significativo che le uniche altre regioni che riportano un valore superiore rispetto a tale media nazionale siano
il Piemonte e lEmilia-Romagna, con rispettivamente 1.006 e 933 euro per addetto.
Al lato opposto, tra le regioni con un rapporto spesa IT/occupato minore, si trovano
il Molise, la Calabria e infine la Sardegna, con un spesa pari a 372 per ogni occupato.
Dal confronto con questi dati si pu capire quanto sia importante e ampio il digital divide tra le regioni italiane, soprattutto alla luce del fatto che le cinque regioni con
una spesa IT per occupato inferiore sono localizzate tutte al Sud. Unanalisi di questo tipo
si rivela molto importante per identificare le aree del Paese che maggiormente necessitano di un sostegno di tipo infrastrutturale per lo sviluppo della competitivit e della crescita delle imprese.
Risultati molto simili si ottengono dallanalisi dellindicatore della spesa IT sul Valore
Aggiunto regionale. Anche in questo caso il Lazio ottiene la migliore performance a livello
nazionale, con una spesa IT pari al 2,52% del valore aggiunto regionale, seguito dalla
Lombardia con il 2,15% (Fig. 9).
Lazio
Lombardia
Piemonte
Emilia-Romagna
Friuli-Venezia Giulia
Veneto
Toscana
Bolzano
Campania
Valle D'Aosta
Marche
Trento
Liguria
Puglia
Basilicata
Umbria
Abruzzo
Sicilia
Calabria
Molise
Sardegna
2,52%
2,15%
1,85%
1,67%
1,61%
1,47%
1,36%
1,34%
1,29%
1,25%
1,21%
1,20%
1,17%
1,16%
1,15%
1,06%
1,04%
1,03%
1,01%
0,97%
0,80%
Fonte: elaborazione Assinform/NetConsulting su dati Istat (Conti economici regionali, dati analitici anni 1995-2002)
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Contributi esterni
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Appendice Assinform.qxd
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Contributi esterni
Abruzzo
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
25.737
37.344
19.367
2.285
19.267
104.000
50-249
381
34
112
15
301
843
250+
38
10
35
85
TOTALE
26.156
37.380
19.489
2.300
19.603
104.928
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
101.308
77.105
41.598
7.024
53.494
280.529
50-249
35.982
3.523
11.928
1.450
28.766
81.649
250+
25.476
646
3.285
19.867
49.274
TOTALE
162.766
81.274
56.811
8.474
102.127
411.452
194
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 195
Contributi esterni
Basilicata
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
9.327
14.319
7.966
780
7.180
39.572
50-249
107
36
159
315
250+
11
18
36
TOTALE
9.445
14.327
8.009
785
7.357
39.923
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
33.372
26.536
15.867
2.436
25.165
103.376
50-249
11.082
837
3.725
515
14.539
30.698
250+
9.140
2.442
7.748
19.330
TOTALE
53.594
27.373
22.034
2.951
47.452
153.404
195
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 196
Contributi esterni
Calabria
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
23.131
48.782
21.209
2.092
22.092
117.306
50-249
101
26
102
12
557
798
250+
18
14
45
81
TOTALE
23.250
48.811
21.325
2.105
22.694
118.185
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
69.686
85.281
41.515
6.759
77.388
280.629
50-249
8.813
2.175
9.997
989
51.962
73.936
250+
12.327
882
7.454
464
23.738
44.865
TOTALE
90.826
88.338
58.966
8.212
153.088
399.430
196
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 197
Contributi esterni
Campania
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
67.680
142.596
64.967
7.184
54.551
336.978
50-249
584
105
399
48
1.557
2.693
250+
78
84
164
338
TOTALE
68.342
142.708
65.450
7.237
56.272
340.009
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
243.389
256.879
133.193
21.343
173.001
827.805
50-249
51.730
8.788
41.574
4.680
143.944
250.716
250+
44.925
2.200
41.631
2.538
99.106
190.400
TOTALE
340.044
267.867
216.398
28.561
416.051
1.268.921
197
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 198
Contributi esterni
Emilia-Romagna
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
109.129
127.824
100.845
10.668
65.642
414.108
50-249
1.592
322
565
85
1.012
3.576
250+
210
23
75
13
97
418
TOTALE
110.931
128.169
101.485
10.766
66.751
418.102
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
451.207
326.833
215.769
36.033
176.511
1.206.353
50-249
156.324
27.866
56.236
8.430
95.400
344.256
250+
93.989
8.283
38.186
5.385
61.891
207.734
TOTALE
701.520
362.982
310.191
49.848
333.802
1.758.343
198
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 199
Contributi esterni
Friuli-Venezia Giulia
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
25.790
33.961
23.154
2.794
19.333
105.032
50-249
447
70
159
33
303
1.012
250+
50
19
38
112
TOTALE
26.287
34.033
23.332
2.830
19.674
106.156
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
109.141
87.371
56.050
9.717
52.478
314.757
50-249
42.545
5.666
16.271
3.435
29.169
97.086
250+
26.741
542
7.563
3.385
20.948
59.179
TOTALE
178.427
93.579
79.884
16.537
102.595
471.022
199
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 200
Contributi esterni
Lazio
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
73.481
140.272
104.762
11.256
72.932
402.703
50-249
645
361
806
110
1.576
3.498
250+
89
34
211
41
252
627
TOTALE
74.215
140.667
105.779
11.407
74.760
406.828
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
228.226
310.749
219.379
36.977
186.835
982.166
50-249
62.223
34.395
82.201
12.182
152.764
343.765
250+
53.325
15.964
138.313
25.259
187.437
420.298
TOTALE
343.774
361.108
439.893
74.418
527.036
1.746.229
200
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 201
Contributi esterni
Liguria
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
28.997
52.997
33.931
3.922
25.382
145.229
50-249
181
71
265
34
405
956
250+
32
31
48
118
TOTALE
29.210
53.073
34.227
3.958
25.835
146.303
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
90.531
124.512
75.614
13.303
67.671
371.631
50-249
17.053
6.192
26.375
3.668
38.250
91.538
250+
22.742
1.886
12.652
3.792
34.085
75.157
TOTALE
130.326
132.590
114.641
20.763
140.006
538.326
201
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 202
Contributi esterni
Lombardia
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
226.626
243.559
230.827
23.044
125.175
849.231
50-249
3.830
918
1.623
357
1.885
8.613
250+
408
94
233
48
241
1.024
TOTALE
230.864
244.571
232.683
23.449
127.301
858.868
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
967.968
625.800
506.913
83.856
338.783
2.523.320
50-249
367.847
83.933
157.413
36.771
177.852
823.816
250+
202.249
43.228
116.342
22.931
166.450
551.200
TOTALE
1.538.064
752.961
780.668
143.558
683.085
3.898.336
202
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 203
Contributi esterni
Marche
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
41.496
46.991
28.900
3.547
23.581
144.515
50-249
590
51
146
19
338
1.144
250+
51
41
106
TOTALE
42.137
47.046
29.054
3.568
23.960
145.765
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
182.973
105.656
61.058
11.181
64.957
425.825
50-249
52.182
4.770
13.096
1.929
32.472
104.449
250+
21.662
1.217
2.988
813
21.319
47.999
TOTALE
256.817
111.643
77.142
13.923
118.748
578.273
203
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 204
Contributi esterni
Molise
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
5.576
8.512
4.445
506
4.494
23.533
50-249
62
19
87
177
250+
16
TOTALE
5.644
8.520
4.466
507
4.589
23.726
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
20.741
15.856
9.096
1.587
14.735
62.015
50-249
5.354
619
1.811
92
8.040
15.916
250+
4.563
615
4.114
9.292
TOTALE
30.658
16.475
11.522
1.679
26.889
87.223
204
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 205
Contributi esterni
Piemonte
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
99.777
120.662
86.144
10.465
66.074
383.122
50-249
1.518
234
692
83
972
3.499
250+
237
18
97
17
109
478
TOTALE
101.532
120.914
86.933
10.565
67.155
387.099
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
375.177
277.696
197.380
34.775
171.527
1.056.555
50-249
147.958
21.316
67.191
7.432
87.915
331.812
250+
137.936
6.536
46.292
9.268
71.434
271.466
TOTALE
661.071
305.548
310.863
51.475
330.876
1.659.833
205
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 206
Contributi esterni
Puglia
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
59.240
104.270
47.472
5.481
41.054
257.517
50-249
486
81
263
35
1.122
1.987
250+
55
43
108
215
TOTALE
59.781
104.358
47.778
5.518
42.284
259.719
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
218.940
192.577
97.027
17.468
114.104
640.116
50-249
43.079
7.382
25.898
3.083
97.887
177.329
250+
41.300
2.442
19.245
839
60.446
124.272
TOTALE
303.319
202.401
142.170
21.390
272.437
941.717
206
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 207
Contributi esterni
Sardegna
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
25.413
44.543
22.784
2.255
22.617
117.612
50-249
170
55
146
19
438
828
250+
22
13
38
81
TOTALE
25.605
44.605
22.943
2.275
23.093
118.521
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
84.404
94.739
49.065
7.081
73.525
308.814
50-249
15.478
4.790
14.977
1.976
41.534
78.755
250+
10.315
2.506
5.633
330
23.719
42.503
TOTALE
110.197
102.035
69.675
9.387
138.778
430.072
207
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 208
Contributi esterni
Sicilia
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
58.799
116.945
52.527
6.223
53.418
287.912
50-249
344
131
231
56
1.560
2.322
250+
30
41
142
220
TOTALE
59.173
117.081
52.799
6.281
55.120
290.454
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
178.718
222.993
104.899
19.893
170.983
697.486
50-249
31.609
10.689
23.103
5.216
140.295
210.912
250+
20.610
1.850
21.168
797
82.126
126.551
TOTALE
230.937
235.532
149.170
25.906
393.404
1.034.949
208
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27.4.2004
14:29
Pagina 209
Contributi esterni
Toscana
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
100.493
116.857
79.322
8.670
56.192
361.534
50-249
786
223
426
85
868
2.388
250+
68
13
43
12
89
225
TOTALE
101.347
117.093
79.791
8.767
57.149
364.147
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
390.813
285.274
166.302
29.200
149.093
1.020.682
50-249
72.857
18.921
40.669
8.908
81.776
223.131
250+
38.870
5.821
17.846
5.576
55.950
124.063
TOTALE
502.540
310.016
224.817
43.684
286.819
1.367.876
209
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 210
Contributi esterni
Umbria
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
19.689
25.112
15.667
2.113
13.528
76.109
50-249
209
29
74
11
253
576
250+
15
23
48
TOTALE
19.913
25.141
15.750
2.125
13.804
76.733
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
78.721
60.334
33.307
5.965
36.675
215.002
50-249
19.862
2.903
6.410
1.027
23.914
54.116
250+
9.985
3.992
302
11.999
26.278
TOTALE
108.568
63.237
43.709
7.294
72.588
295.396
210
Appendice Assinform.qxd
27.4.2004
14:29
Pagina 211
Contributi esterni
Valle dAosta
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
3.357
4.394
2.923
366
2.762
13.802
50-249
25
17
44
94
250+
11
TOTALE
3.387
4.400
2.941
368
2.811
13.907
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
11.191
10.932
6.700
1.102
7.253
37.178
50-249
2.454
977
1.286
131
3.944
8.792
250+
1.900
325
2.908
5.133
TOTALE
15.545
11.909
8.311
1.233
14.105
51.103
211
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14:29
Pagina 212
Contributi esterni
Veneto
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
126.431
135.479
97.728
10.741
61.871
432.250
50-249
2.035
373
546
75
961
3.990
250+
186
23
55
116
389
TOTALE
128.652
135.875
98.329
10.825
62.948
436.629
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
560.766
342.306
219.025
36.923
179.561
1.338.581
50-249
189.327
32.162
52.332
6.679
89.816
370.316
250+
94.728
8.799
24.961
5.547
72.621
206.656
TOTALE
844.821
383.267
296.318
49.149
341.998
1.915.553
212
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14:29
Pagina 213
Contributi esterni
Bolzano
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
10.371
19.941
9.256
957
10.273
50.798
50-249
116
43
49
14
153
375
250+
13
13
34
TOTALE
10.500
19.986
9.310
972
10.439
51.207
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
40.903
58.353
22.083
4.267
27.416
153.022
50-249
11.262
3.361
5.042
1.125
14.368
35.158
250+
7.723
813
1.989
465
8.210
19.200
TOTALE
59.888
62.527
29.114
5.857
49.994
207.380
213
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27.4.2004
14:29
Pagina 214
Contributi esterni
Trento
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %
Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
11.578
15.170
9.828
1.223
10.161
47.960
50-249
163
30
59
15
161
428
250+
12
11
15
39
TOTALE
10.960
15.201
9.898
1.238
10.337
48.427
Addetti
INDUSTRIA
COMMERCIO
SERVIZI
FINANZA
ISTITUZIONI
TOTALE
<50
43.596
40.286
22.014
4.360
28.136
138.392
50-249
14.916
2.401
5.505
1.567
15.273
39.662
250+
5.132
310
4.635
7.587
17.664
TOTALE
63.644
42.997
32.154
5.927
50.996
195.718
214
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Pagina 215
Contributi esterni
Il Consiglio europeo ad ottobre 20031 ha sottolineato limportanza di un rapido sviluppo di reti europee dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni, tra gli elementi
fondamentali per promuovere la crescita, favorire l'integrazione dell'Europa ampliata e migliorare la produttivit e la competitivit delle imprese europee sui mercati mondiali.
In linea con questa prospettiva, la Commissione delle Comunit Europee, ha successivamente (novembre 2003) proposto una Iniziativa europea per la crescita, promovendo
il Programma Quick-start per progetti concreti da far partire al pi presto, al fine di rendere immediatamente operativa la prima fase dellIniziativa stessa. In particolare, per quanto
riguarda le comunicazioni a larga banda, strumento ritenuto fondamentale per diffondere in
tutta lUnione leconomia basata sulla conoscenza, lobiettivo del Programma di accelerare
laccesso e luso della comunicazione veloce in ogni regione europea entro il 2005.
LUnione Europea impegnata per garantire a tutti i cittadini la possibilit di partecipare alla Societ dellInformazione globale promuovendo servizi, applicazioni e contenuti sicuri basati su uninfrastruttura a banda larga ampiamente disponibile (cfr. piano
di azione eEurope 2005).
Se da un lato la banda larga rappresenta unoccasione per lo sviluppo di nuovi servizi ed applicazioni, dallaltro va sottolineato che questa infrastrutturazione avviene, contrariamente a quelle del passato, in regime non di monopolio, ma di competizione guidata da logiche di mercato. In tal modo, inevitabile che si venga a creare una disparit
tra zone del paese che gi incominciano a disporre della banda larga, zone che ne disporranno progressivamente nel prossimo futuro, realt territoriali che ne potranno disporre nel medio periodo ed infine zone alle quali la logica economica negher questa opportunit. E quindi evidente come anche allinterno di un paese industrializzato abbia preso
sempre pi spessore politico il problema del digital divide e lItalia, come del resto anche
altri importanti paesi industrializzati, ha gi avviato interventi tesi a ridurre il divario esistente tra le diverse aree del paese.
Il presente capitolo contiene unanalisi dello stato di diffusione sul territorio nazionale
delle infrastrutture e dei servizi di connettivit a banda larga a fine 2003, basata sui risultati
del monitoraggio continuo dellOsservatorio Banda Larga condotto dalla societ Between.
I temi trattati sono relativi a:
disponibilit di infrastrutture in fibra ottica, che rappresentano attualmente la
soluzione tecnologica che garantisce le prestazioni pi avanzate;
disponibilit di servizi di connettivit a banda larga in tecnologie abilitanti quali:
xDSL (ADSL, HDSL, SHDSL), offerti sia come rivendita del servizio wholesale di Telecom Italia sia in modalit ULL-Unbundling Local Loop, e fibra ottica;
lo stato del digital divide sul territorio, che mira a monitorare il gap territoriale
215
1
Conclusioni della Presidenza,
Consiglio Europeo, 16-17 ottobre
2003, SN 300/03
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Contributi esterni
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Pagina 217
Contributi esterni
Legenda
minore di 9
compreso tra 9 e 15
(estremi compresi)
Abruzzo
Molise
Basilicata
Piemonte
Calabria
Puglia
Campania
Sardegna
Emilia-Romagna
Sicilia
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Lazio
Trentino-Alto Adige
Liguria
Umbria
Lombardia
Valle dAosta
Marche
Veneto
Valore Italia: 7%
Rapporto tra fibra (in km)
e superficie (in km2)
compreso tra 15 e 30
(estremi compresi)
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Pagina 218
Contributi esterni
giata. I valori pi bassi si riscontrano nelle regioni: Valle dAosta, Molise, Abruzzo e Sardegna. In termini di variazione rispetto al 2002 sono le regioni Lombardia, Marche e Molise
a mostrare il tasso di crescita pi alto della quantit di fibra ottica (lelevato incremento
per le ultime due Regioni legato sia al basso valore del 2002 sia al completamento,
nel 2003, della dorsale adriatica in fibra ottica da parte di alcuni operatori), mentre le
regioni Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Valle dAosta sono rimaste stazionarie.
Figura 2 Competizione regionale backbone in fibra ottica (dicembre 2003)
Competizione backbone dicembre 2003 (numero operatori)
Molise
Basilicata
Piemonte
Calabria
Puglia
Campania
Sardegna
Emilia-Romagna
Sicilia
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Lazio
Trentino-Alto Adige
Liguria
Umbria
Lombardia
Valle dAosta
Marche
Veneto
Valore Italia: -1
Numero di operatori
Legenda
Abruzzo
minore di 5
compreso tra 5 e 9
compreso tra 10 e 15
(estremi compresi)
A: 1 o 2 operatori
B: nessuna variazione
C: riduzione di 1 unit
(estremi compresi)
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Contributi esterni
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Contributi esterni
Legenda
minore o uguale a 4
compreso tra 5 e 14
(estremi compresi)
Abruzzo
Molise
Basilicata
Piemonte
Calabria
Puglia
Campania
Sardegna
Emilia-Romagna
Sicilia
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Lazio
Trentino-Alto Adige
Liguria
Umbria
Lombardia
Valle dAosta
Marche
Veneto
Valore Italia: 7%
Rapporto tra fibra (in km)
2
e superficie (in km )
compreso tra 15 e 29
(estremi compresi)
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Contributi esterni
Molise
Basilicata
Piemonte
Calabria
Puglia
Campania
Sardegna
Emilia-Romagna
Sicilia
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Lazio
Trentino-Alto Adige
Liguria
Umbria
Lombardia
Valle dAosta
Marche
Veneto
Valore Italia: -4
Numero di operatori
Legenda
Abruzzo
compreso tra 2 e 4
compreso tra 5 e 9
compreso tra 10 e 17
(estremi compresi)
A: aumento di 1 unit
B: nessuna variazione
C: riduzione di 1 unit
(estremi compresi)
221
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Contributi esterni
Sardegna, Toscana, Trentino Alto Adige e Valle dAosta la competizione rimasta invariata
e le altre regioni hanno registrato una riduzione del numero di operatori, soprattutto la
Lombardia (-4 unit).
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Contributi esterni
ratore ha emesso almeno un ordinativo di servizi ULL per un cliente su quel sito).
A fine 2003, dal punto di vista della disponibilit dei diversi servizi di connettivit a banda larga, la situazione nazionale caratterizzata da una copertura WLL ancora
marginale e dalla presenza di servizi di accesso diffuso (residenziale e affari) in fibra ottica
solo in una trentina di comuni (Milano e hinterland milanese, Torino, Roma, Bologna, Genova,
Napoli, Reggio Emilia), dove circa il 15% della popolazione potenzialmente raggiungibile dal servizio, grazie alloperatore Fastweb che sta portando avanti un progetto di cablaggio diffuso con soluzioni di accesso miste fibra ottica/xDSL.
Passando alle tecnologie xDSL (offerte tramite rivendita del servizio wholesale di
Telecom Italia), le soluzioni ADSL sono disponibili, a fine 2003, in poco pi di 2.000 comuni
e la popolazione coperta pari al 75%, mentre le soluzioni HDSL raggiungono circa 3.600
comuni (pari all85% della popolazione) e quelle SHDSL circa 1.000 comuni (60% della
popolazione). La modalit xDSL tramite ULL invece disponibile in poco pi di 200 comuni
(25% della popolazione).
A livello regionale, la situazione a fine 2003 la seguente:
per quanto riguarda la copertura dellADSL, 5 regioni (Liguria, Emilia-Romagna, Toscana,
Umbria, Lazio) hanno valori di copertura della popolazione in fascia alta (oltre l80%
della popolazione), 7 regioni (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche,
Puglia, Sicilia e Veneto) hanno valori di copertura della popolazione intorno alla
media nazionale (tra il 70% e l80% della popolazione), le restanti 8 regioni (Piemonte, Valle dAosta, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna) hanno valori in fascia bassa (tra il 41% ed il 69% della popolazione);
per quanto riguarda la copertura dellHDSL, 4 regioni (Emilia Romagna, Toscana, Lazio,
Puglia) hanno valori di copertura della popolazione in fascia alta (oltre il 90% della
popolazione), 8 regioni (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto) hanno valori di copertura della popolazione intorno
alla media nazionale (tra l80% ed il 90% della popolazione), 6 regioni (Piemonte,
Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Calabria, Sardegna) hanno valori di copertura della popolazione compresi tra il 70% ed il 79% della popolazione, mentre Basilicata e Molise hanno valori compresi tra il 54% ed il 70%;
per quanto riguarda la copertura dellSHDSL, 5 regioni (Liguria, Emilia Romagna,
Toscana, Umbria, Lazio) hanno valori di copertura della popolazione in fascia alta
(oltre 66% della popolazione), 8 regioni (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia e Trentino Alto Adige) hanno valori di copertura della popolazione intorno alla media nazionale (tra il 55% ed il 65% della popolazione), 3 regioni (Veneto, Abruzzo, Sardegna) hanno valori di copertura della popolazione compresi tra il 35% ed il 55% della popolazione, mentre le restanti regioni
(Valle d'Aosta, Molise, Basilicata, Calabria) hanno valori compresi tra il 28% ed il
35% della popolazione;
per quanto riguarda la copertura dellULL, 5 regioni (Piemonte, Lombardia, Liguria,
Emilia Romagna, Lazio) hanno valori di copertura della popolazione in fascia alta
(oltre il 30% della popolazione), 2 regioni (Campania e Friuli-Venezia Giulia) hanno
valori di copertura della popolazione intorno alla media nazionale (tra il 20% ed il
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Contributi esterni
39% della popolazione), 9 regioni (Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana, Umbria,
Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna) hanno valori di copertura della popolazione compresi tra il 5% ed il 20%, mentre le restanti regioni (Valle d'Aosta, Abruzzo,
Basilicata, Calabria) non sono ancora interessate dal servizio.
ADSL
HDSL
SHDSL
ULL*
A= oltre 80%
B= da 70% a 80%
C= tra 41% e 70%
A= oltre 80%
B= da 80% a 90%
C= tra 54% e 80%
A= oltre 65%
B= da 55% a 65%
C= tra 28% e 54%
A= oltre 30%
B= da 20% a 30%
C= fino a 20%
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia-Romagna
Friuli-Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Umbria
Valle dAosta
Veneto
ITALIA
75%
85%
60%
25%
224
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Contributi esterni
vizi che richiede di valutare molto attentamente quale sia leffettiva soglia di copertura
raggiungibile in tempi brevi e con quale livello di concorrenza sul mercato, a maggior ragione
a seguito degli annunci fatti in altri paesi riguardo agli obiettivi di completa copertura
del territorio.
HDSL
ADSL
SHDSL
ULL
FO
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Passando ad analizzare il livello di competizione nellofferta di servizi di connettivit ADSL, tra i 33 soggetti (operatori TLC e Internet Service Provider) monitorati a livello
nazionale dallOsservatorio Banda Larga, in tutte le regioni si registra a fine 2003 un numero
di soggetti superiore a 12 con valori che vanno dalle 13 unit nel Molise alle oltre 25
unit presenti in Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto. Lanalisi della dinamica
temporale evidenzia che il numero complessivo di operatori si ridotto da 39 a 33 a causa
della cessata attivit di alcune aziende ed a livello regionale sono comunque 3 le regioni
che hanno mostrato un incremento del numero di operatori (Piemonte, Valle dAosta, Trentino Alto Adige).
Per quanto riguarda lULL, a fine 2003 il numero di operatori che offrono il servizio pari a 15 con forti differenze nel livello di competizione tra le 16 regioni dove il
servizio disponibile. In quattro regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte)
presente un numero di operatori compreso tra 6 e 9 unit, mentre in altre 6 regioni
(Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Puglia, Sardegna, Umbria) il numero
di operatori inferiore a 3.
225
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Contributi esterni
Abruzzo
Molise
Basilicata
Piemonte
Calabria
Puglia
Campania
Sardegna
Emilia-Romagna
Sicilia
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Lazio
Trentino-Alto Adige
Liguria
Umbria
Lombardia
Valle dAosta
Marche
Veneto
Valore Italia: -6
Numero di operatori
Legenda
compreso tra 13 e 17
compreso tra 18 e 25
(estremi compresi)
compreso tra 26 e 30
A: aumento di 1 o pi unit
B: riduzione tra 1 e 6 unit
C: riduzione superiore a 6 unit
(estremi compresi)
Il digital divide
Il digital divide rispetto alla disponibilit dei servizi di connettivit a banda larga
in Italia, pu essere analizzato suddividendo il territorio nazionale in tre fasce di copertura dei servizi. Le tre fasce si differenziano per la numerosit delle tecnologie disponibili e le prestazioni associate alle diverse tecnologie, nonch per il livello di competizione (tra tecnologie, ma di fatto anche in termini di operatori presenti):
la prima (fascia verde), nella quale sono presenti diverse offerte tecnologiche in
un contesto altamente competitivo. In particolare, il livello competitivo e di innovazione di servizio viene innalzato dalla presenza di offerte basate sullULL (Unbundling Local Loop), che si aggiungono alle offerte xDSL (delloperatore Telecom Italia e degli altri operatori che utilizzano il servizio wholesale fornito da Telecom Ita-
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Contributi esterni
Legenda
SAT
SAT + ADSL
SAT + ADSL + ULL
ZONA VERDE
ZONA GIALLA
ZONA ROSSA
Numero Comuni
208
1.866
6.027
% Popolazione
25%
50%
25%
% Imprese
29%
50%
21%
% Superficie
3%
35%
62%
227
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Contributi esterni
A fine 2003 in Italia la fascia verde copre il 25% della popolazione (circa 200
comuni), la fascia gialla il 50% della popolazione (poco meno di 1.900 comuni) e
quella rossa il 25% della popolazione (circa 6.000 comuni).
Lanalisi della dinamica temporale evidenzia che in poco pi di un anno (dicembre
2003/ottobre 2002) il digital divide a livello nazionale si ridotto, infatti la fascia rossa
passata dal 37% della popolazione al 25% e la zona verde dal 13% al 25%, ma, permane
una situazione ancora a macchia di leopardo con marcati squilibri che riguardano non solo
le differenza Nord-Sud, ma soprattutto il divario tra aree metropolitane e zone rurali.
Infatti, nonostante la fascia rossa si sia ridotta al 25% della popolazione anche
vero che a questo valore corrispondono circa 6.000 comuni italiani che possono accedere
solo alla banda larga via satellite.
ZONA VERDE
ZONA GIALLA
ZONA ROSSA
Numero Comuni
+138
+788
-926
% Popolazione
+12
-12
% Imprese
+13
-2
-11
% Superficie
+1
+10
-11
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Legenda
Piemonte
Molise
Marche
Zona rossa
Lombardia
Liguria
Zona gialla
Lazio
Zona verde
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
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Contributi esterni
Figura 9 La dinamica della zona verde nelle regioni dItalia (dicembre 2003/ottobre 2002)
Copertura zona verde 2003
Variazione 2003/2002*
Molise
Basilicata
Piemonte
Calabria
Puglia
Campania
Sardegna
Emilia-Romagna
Sicilia
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Lazio
Trentino-Alto Adige
Liguria
Umbria
Lombardia
Valle dAosta
Marche
Veneto
Legenda
Abruzzo
Zona verde
A: oltre 14
B: da 8 a 14
C: fino a 8
Le regioni pi dinamiche nel periodo preso in esame, per quanto riguarda la zona
verde, sono state Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia.
In conclusione, la copertura dei servizi di connettivit a banda larga tra la fine del
2002 e la prima met del 2003 ha mostrato una forte accelerazione, ma permane il divario territoriale ed il rallentamento del processo di ampliamento della copertura nella seconda
parte del 2003 suggerisce di valutare molto attentamente quale sia leffettiva soglia di
copertura raggiungibile in tempi brevi e con quale livello di concorrenza sul mercato, a
maggior ragione a seguito degli annunci fatti in altri paesi riguardo agli obiettivi di completa copertura del territorio.
Di fatto, il completamento della copertura territoriale pu difficilmente avvenire in
pura logica di mercato e richiede quindi una crescente concertazione tra i diversi attori
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L'evoluzione normativa
Il legislatore ha influito in maniera determinante sullevoluzione in senso digitale
del rapporto tra imprese e Camere di Commercio. Come noto, il complesso percorso normativo relativo al processo di digitalizzazione e di innovazione telematica della pubblica
amministrazione ha avuto inizio con la legge n. 59/97 (prima legge Bassanini) che al
secondo comma dell'art. 15 stabiliva che: gli atti, dati e documenti formati dalla pubblica
amministrazione e dai privati con strumenti informatici o telematici, i contratti stipulati
nelle medesime forme, nonch la loro archiviazione e trasmissione con strumenti informatici sono validi e rilevanti a tutti gli effetti di legge, introducendo un principio generale
destinato a modificare radicalmente i rapporti tra le pubbliche amministrazioni e tra gli
uffici pubblici e i cittadini. Un principio anche fin troppo avanzato, rispetto ai tempi, che
ha dato luogo a non poche problematiche applicative derivanti dalla eterogeneit dei sistemi
hardware e software utilizzati dai diversi enti, da cui la necessit di prevedere procedure
uniformi e in armonia con le normative comunitarie.
Nellambito del Registro Imprese stata la legge n. 340/2000 che ha previsto lapplicazione del principio generale introdotto dalla legge Bassanini: allart. 31, 2 comma
essa stabiliva che, decorso un anno dalla sua entrata in vigore, le domande, le denunce
e gli atti che le accompagnano, ad esclusione di quelle degli imprenditori individuali e
dei soggetti iscritti solo nel REA, dovevano essere inviate al Registro Imprese per via telematica oppure su supporto informatico7. Le difficolt attuative di tale procedura hanno
indotto il legislatore a prorogarne varie volte lentrata in vigore8, fissandola definitivamente al 01.11.2003 (DL n. 236 del 28.10.2002, gi convertito in legge).
Nelle more di emanazione del suddetto decreto, il Ministero delle Attivit Produttive ha provveduto a inviare una nuova circolare che, al fine di introdurre gradualmente
la nuova procedura, ha concesso in via provvisoria, per un periodo comunque non superiore a sette mesi di presentare i documenti su dischetto anche senza firma digitale (cosiddetto floppy non firmato) purch il floppy disk contenente il modulo informatico sia
accompagnato da una distinta sulla quale siano apposte le firme richieste e siano contemporaneamente presentati gli atti previsti in cartaceo.
Di rilievo anche il DL del 23.01.2002 n. 10 per lattuazione della direttiva 1999/93/CE
relativa alle firme elettroniche, di cui si segnala in particolare la modifica apportata allart.
109 del DPR 445/2000 nella parte in cui stabilisce che il documento informatico qualora
sia sottoscritto con firma digitale o con altro tipo di firma elettronica avanzata fa piena
prova fino a querela di falso.
In tale contesto normativo si inseriscono i Decreti del 21 marzo 2001 (successivamente reiterato) e 19 marzo 2002 del Ministero delle Attivit Produttive che hanno pre-
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visto la sperimentazione rispettivamente del deposito dei bilanci per via telematica e delliscrizione degli atti di conversione del capitale sociale in euro.
Sono quindi sottoposte alla nuova normativa (a partire dall11 novembre 2003):
le societ semplici;
le societ in nome collettivo;
le societ in accomandita semplice;
le societ per azioni;
le societ a responsabilit limitata;
le societ in accomandita per azioni;
le societ cooperative e di mutuo soccorso;
societ consortili;
consorzi;
i GEIE;
societ estere aventi sedi secondarie in Italia;
gli enti pubblici economici;
le societ fra avvocati.
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2001
2002
2003
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Contributi esterni
Legenda
50%
40%
30%
20%
10%
pratiche telematiche
sul totale
Pr
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B
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0%
L'immagine seguente mostra lo stato dell'arte della distribuzione delle smart card
alle imprese disaggregata su base provinciale.
Figura 3 - Percentuale di imprese con smart card camerale per provincia (fine gennaio 2004)
Legenda
Percentuale di imprese
dotate di Smart Card
minore del 20%
dal 21 a 30%
dal 31 a 40%
da 41 a 50%
maggiore del 51%
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Contributi esterni
Tra le variabili di cui tener conto a spiegazione del diverso grado di copertura nella
distribuzione delle smart card alle imprese, possiamo citare:
la numerosit delle imprese soggette allobbligo di gestione telematica delle pratiche nellambito dei diversi tessuti economici locali; questa variabile si fa in particolare sentire in alcune grandi citt (Bologna, Genova, Roma, Firenze) che hanno
affrontato difficolt organizzative simili a fronte della numerosit delle imprese a
cui fornire la smart card, il che inevitabilmente ha inciso nella percentuale di copertura aggregata a livello regionale (cfr. Figura 4);
il diverso grado di maturit della problematica della digitalizzazione dei servizi nelle
Camere di Commercio, sia in termini di maggiore o minore infrastrutturazione (disponibilit di risorse umane e informatiche), sia pi in generale in termini di investimento politico-organizzativo nella complessa revisione delle procedure interne
(back office);
il coinvolgimento pi o meno attivo degli intermediari (notai, commercialisti, ragionieri, associazioni di categoria), sia dal punto di vista della loro capacit di supportare tecnologicamente le imprese al momento della trasmissione delle comunicazioni (attraverso l'utilizzo della propria smart card in regime di procura speciale),
sia del diverso grado di priorit data alla promozione dellutilizzo dello strumento.
Legenda
6
4
Fr
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Contributi esterni
% di imprese raggiunte
Milano
84.016
43,8
Roma
36.787
21,7
Torino
29.665
33,8
Brescia
29.439
61,8
Bologna
23.106
58,7
Bergamo
21.042
58,1
Treviso
20.630
61,0
Verona
20.571
61,8
Vicenza
20.507
61,0
Firenze
20.293
47,6
Modena
18.809
61,0
Passando pi specificamente allanalisi della progressione delle pratiche telematiche ricevute e gestite dagli uffici camerali nel corso del 2003, i risultati raggiunti paiono
sicuramente positivi, sia in termini di numero assoluto di pratiche (681.000), sia disaggregando la parte relativa ai bilanci da quella relativa al resto delle comunicazioni obbligatorie (considerando societ e imprese individuali e tutti gli invii, anche quelli ancora
da protocollare)10.
241
10
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Contributi esterni
Legenda
150000
100000
bilanci
altre pratiche
50000
O
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N
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Figura 6 - Andamento mensile (quote %) delle diverse modalit di trasmissione pratiche (2003)
100%
80%
Legenda
floppy non firmati
60%
40%
cartacee
20%
telematiche
242
O
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0%
floppy firmati
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Contributi esterni
Tabella 2 - Prime dieci CCIAA per ricorso a trasmissione telematica delle pratiche
Valore assoluto
107.173
89,4
Brescia
51.008
91,5
Roma
47.362
88,7
Bergamo
24.710
83
Bologna
23.327
87,3
Napoli
23.237
79,5
Treviso
18.705
82,8
Milano
Torino
18.241
68
Vicenza
17.573
88,6
Modena
15.466
94,3
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Contributi esterni
13
100%
Basilicata
90%
Valle d'Aosta
Bolzano
80%
70%
Umbria
Calabria
60%
50%
40%
Trento
Campania
30%
Legenda
20%
10%
Toscana
Emilia Romagna
0%
% pratiche
telematiche
% imprese con
smart card
Friuli
Sicilia
Sardegna
Lazio
Liguria
Puglia
Piemonte
Lombardia
Molise
Marche
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Contributi esterni
Camera partecipante
AIDA
Toscana
CCIAA di Lucca
Comune di Livorno
AIDA
Toscana
Unioncamere Toscana
Comune di Livorno
AtoB Piemonte
Piemonte
CCIAA di Torino
Provincia di Torino
CARE
Puglia
CCIAA Foggia
Provincia di Foggia
e-GIS PRO
Lazio
CCIAA di Latina
Provincia di Latina
ENTERPRISE
CCIAA di Prodenone
Comune di Pordenone
GOLEM
Calabria
CCIAA di Catanzaro
Comune di Catanzaro
NEXT
Sardegna
CCIAA di Nuoro
Provincia di Nuoro
NUVOLA
Lombardia
Comune di Milano
POLESINE-gov
Veneto
CCIAA di Rovigo
Provincia di Rovigo
PO.LI.S.
Liguria
Unioncamere Liguria
Regione Liguria
SIMEL
Campania
CCIAA di Salerno
Comune di Salerno
WEGE 2002
Lombardia
CCIAA di Lodi
A2B (Piemonte)
Il Progetto AtoB Piemonte ha per obiettivo lo sviluppo di servizi di front-line rivolti
al mondo imprenditoriale. In questo ambito, la Camera di Commercio di Torino e la Provincia di Torino distribuiscono le smart card per laccesso ai servizi previsti dalla Camera
di Commercio e ai servizi di AtoB. La smart card consente altres di avere accesso ai servizi ai cittadini, quindi a tutti i servizi comunali accessibili con la carta Torino Facile e
consente la partecipazione alle aste comunali.
La prima smart card assegnata al rappresentante legale delle societ con obbligo
di invio telematico (ad esclusione delle societ semplici) distribuita gratuitamente dalla
Camera di Commercio e altri soggetti abilitati. Eventuali smart card aggiuntive, oppure
quelle richieste da altri soggetti (societ semplici, ditte individuali, professionisti e privati) sono a pagamento.
Per quanto riguarda i servizi offerti dalla Camera di Commercio, con la smart card
possibile trasmettere le pratiche al Registro Imprese via Internet, trasmettere gli elenchi dei protesti, inviare le dichiarazioni ambientali MUD e INES, trasmettere le dichiarazioni di conformit impianti e inviare le denunce allAlbo Vigneti.
245
14
I due casi qui proposti sono
stati curati dallOsservatorio CRC,
tramite la rielaborazione dei
contenuti informativi dei Rapporti
regionali.
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La Provincia di Torino a sua volta ha acquistato da Infocamere circa 500 smart card
che sono state personalizzate con il logo della Provincia e 200 lettori. Queste smart card
sono distribuite gratuitamente alle associazioni di categoria e a intermediari (ad es. consulenti del lavoro) e attualmente esse consentono laccesso ai servizi di AtoB gi operativi (il loro uso sar esteso via via agli altri servizi rilasciati):
comunicazioni on line (servizio previsto dal Sottoprogetto Lavoro di AtoB), che consente di comunicare via Internet il numero e le caratteristiche dei propri dipendenti
ai Centri per limpiego provinciali;
gestione del prospetto disabili.
Quando lutente accede ai servizi di AtoB, viene unicamente verificata la validit
del certificato digitale per lautenticazione, mentre quando si accede ai servizi della Camera
di Commercio, il sistema verifica anche leffettiva qualifica di rappresentante legale, poich come si detto la distribuzione delle carte non limitata unicamente ai rappresentanti legali.
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Contributi esterni
utenti (non necessariamente alla sola CCIAA), per poi inoltrarli entro 24 ore agli
enti destinatari del denaro.
La Camera di Pordenone ha inoltre promosso e gestisce gli organi di governo del
progetto, stabiliti e normati dalla convenzione siglata con i Comuni: il Comitato Strategico con funzioni di indirizzo e controllo e il Comitato Esecutivo, eletto dal Comitato Strategico, che lorgano di governo vero e proprio.
L'impatto organizzativo
dell'introduzione della pratica digitale
stato talvolta osservato che l'introduzione della pratica telematica non modificher il lavoro degli uffici camerali, trattandosi in sostanza dell'introduzione di una diversa
e pi efficiente modalit di gestione delle stesse procedure, in particolare quelle relative
al Registro Imprese; a ben vedere, le cose non stanno cos. Un indizio quantitativo dellimpatto dei cambiamenti in atto, emerge osservando landamento della richiesta di certificati e di interrogazioni agli archivi camerali negli anni pi recenti.
Il progressivo utilizzo dellautocertificazione da parte dei cittadini-imprenditori ha
fatto diminuire sensibilmente in termini assoluti la richiesta di certificati, evidenziando
al tempo stesso un aumento delle richieste per via telematica, legato alla crescente possibilit di accedere on line agli archivi: a livello nazionale, i certificati richiesti allo sportello nel 2003 risultano diminuiti del 19,7 % rispetto al 2002, a conferma di un trend
consolidato che vede contrarsi limportanza di questo canale del 40% nel periodo 20002003 (si veda la Figura 8).
Sempre nel 2003, risulta parallelamente essersi consolidato di un ulteriore 5 % il
trend di crescita della percentuale di certificati ottenuti dallutenza direttamente per via
telematica (+61% nel periodo 2000 - 2003), con evidenti risparmi di tempo e costi a favore
delle imprese.
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Contributi esterni
2.939.198
2.536.528
2.500.000
2.194.658
2.000.000
1.761.909
1.500.000
1.000.000
500.000
0
2000
2001
2002
2003
Semplificazione normativa e facilit di accesso alle informazioni sono alla base dellevoluzione subita negli anni scorsi anche dalle interrogazioni on line agli archivi delle
Camere. Infatti, pur rimanendo lutente principale delle informazioni camerali, lutenza privata ha ridotto fortemente la sua domanda (diminuita del 31,4% nellultimo anno), mentre esplosa quella originata dalla PA, triplicata a cavallo tra il 2002 e il 2003.
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70,0
60,0
54,3
50,0
43,5
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
2000
2001
2002
2003
362.500
380.199,0
350.000
298.093
300.000
250.000
236.020
200.000
150.000
100.000
50.000
0
2000
2001
2002
2003
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25,0
20,0
15,0
10,0
6,7
7,5
7,4
2001
2002
5,0
0,0
2000
2003
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Contributi esterni
definitiva nella gestione della pratica telematica non avr pi senso che ci siano addetti
specializzati nella fase di avvio del procedimento (accettazione della pratica con assolvimento dei relativi obblighi di pagamento) oppure deputati a curarne unicamente la conclusione (la digitazione dei dati, con o senza validazione finale).
Il flusso del procedimento telematico si caratterizza dunque per la sua unitariet: non
vi pi la fisica traslazione di fascicoli da un addetto all'altro o da un grado all'altro della
gerarchia. Al contrario, il personale coinvolto nel procedimento accede direttamente e in
ogni momento alle pratiche pervenute, che rimangono registrate nel server di rete fino alla
loro evasione. Lo stesso addetto riceve la pratica; ne valuta l'ammissibilit e procede alla
protocollazione; esperisce le verifiche istruttorie e, in funzione dell'esito di queste ultime,
contestualmente procede all'immissione dei dati o alla contestazione dei rilievi all'utente.
I vantaggi dell'attribuzione dell'intero procedimento ad un unico operatore sono di
immediata comprensibilit: un notevole risparmio di tempo derivante dalla ininterrotta
successione di tutte le fasi esecutive da parte di un medesimo incaricato; e un importante effetto di personalizzazione e quindi di responsabilizzazione nella gestione del procedimento (semplicemente leggendo la ricevuta di protocollo, l'utente interessato e il responsabile del procedimento sono in grado di conoscere quale degli incaricati sta curando la
pratica). L'intera struttura dell'Ufficio diviene pi flessibile, disponendo di addetti quasi
interamente intercambiabili tra loro, e tende ad evitare i fenomeni di imbuto che invece
con la divisione del lavoro per specializzazioni si manifestavano al prodursi di vacanze
nella dotazione di personale destinata a una determinata fase.
Le variabili organizzative in gioco con questo tipo di impostazione delle procedure
attengono essenzialmente a tre aspetti principali:
la professionalit del personale impiegato, sotto i profili dell'inquadramento contrattuale, delle esigenze di riqualificazione delle competenze, del coinvolgimento e
responsabilizzazione individuale;
la ripartizione di competenze tra le funzioni dell'Ufficio, in specie per quanto riguarda
l'armonizzazione dell'attivit di tutti gli addetti e l'imputazione delle responsabilit;
l'istituzione di un efficace sistema di controlli di qualit relativo alle nuove modalit di servizio.
Infine, uno degli aspetti sicuramente emersi come pi critici (e costosi) quello
della sicurezza: per garantire lintegrit e la disponibilit dei dati camerali, le Camere di
Commercio si sono dotate di un sistema di difesa integrato. Da un lato, le smart card adottate rispondono ai requisiti di sicurezza pi stringenti. In particolare sono conformi alle
norme ISO 7816 per le carte con microprocessori e sono dotate di certificazione di sicurezza secondo la normativa europea CWA 14169.
Dallaltra, sono stati adottati firewall strutturati su pi livelli - sempre pi selettivi
man mano che si procede dallesterno verso i sistemi database, ridondati in configurazione di alta affidabilit - sistemi di intrusion detection, per finire con un ambiente integrato di antivirus che va dal server di posta alle singole stazioni di lavoro delle Camere.
Per le operazioni che vanno a modificare i dati contenuti nei database i sistemi di autenticazione prevedono modalit sicure come la crittografia e lautenticazione forte basata
su smart card.
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Contributi esterni
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15
Da una recente indagine condotta dalla CCIAA di Rimini, in
collaborazione con la locale Universit, emerge come solo il 30%
delle imprese locali faccia della
rete un uso quotidiano e una
delle leve della propria capacit
competitiva.
16
Lo sforzo per la diffusione della
smart card sostenuto dal sistema
camerale stato sicuramente
importante, non soltanto in termini di investimenti economici
diretti, comunque rilevanti (la
sola Infocamere ha investito
negli ultimi anni oltre 35 milioni
di euro nello sviluppo dell'applicativo di firma digitale). Decisiva
poi risultata la strategia di
coinvolgimento degli intermediari
istituzionali.
Unattenzione particolare stata
messa nel coinvolgimento della
struttura organizzativa delle
CCIAA: nel periodo 2001 - 2003
la rete camerale ha investito oltre
4.400.000 euro (di cui 3.939.000
euro risorse proprie delle Camere,
pi 1.491.000 euro dal Fondo di
Perequazione camerale) nella diffusione gratuita delle smart-card
alle imprese e in progetti (95 in
92 Camere) volti alla formazione
ed aggiornamento del personale
e alla promozione della smart card
presso gli intermediari e le
imprese.
Dall'esperienza avviata dalle Camere di Commercio, emerge con chiarezza come lintroduzione di nuove tecnologie crei sempre apprensione e diffidenza in chi abituato a
strumenti di uso consolidato, e questo sia dal lato di chi chiamato a riorganizzare le
proprie procedure di servizio (siano essi enti della PA o intermediari professionali), sia dal
lato dell'utenza finale. Non deve sorprendere, quindi, che anche per le imprese si debba
parlare di un vero e proprio digital divide, una sorta di rifiuto che ancora moltissime
PMI italiane mostrano nei confronti delle tecnologie ICT, delluso della rete per l'accesso
ai servizi, e del loro scetticismo sulla banda larga15.
A quello della definizione dell'utenza potenziale dei servizi on line, si affianca poi
un ulteriore passaggio critico: quello della perdit di visibilit legata al virtuale.
Strumenti che per loro natura disintermediano il rapporto tra ente erogatore e
utente finale, infatti, possono facilmente comportare una perdita di titolarit dei servizi forniti, proprio in danno di quegli enti che pi virtuosamente investono in procedure
ad alto valore aggiunto (in termini di utilit, ma anche di impatto organizzativo e costi)16
quali quelle telematiche.
Per contrastare e ridurre l'indubbio fenomeno di allontanamento tra Camera di Commercio e utenza, inevitabilmente connesso alla piena operativit della pratica telematica,
il sistema camerale ha avviato nel corso del 2003 la sperimentazione di una politica integrata di Customer Relationship Management (CRM).
Conoscere i propri clienti il primo passo per riuscire a fornire loro proattivamente soltanto i servizi e le informazioni di cui essi hanno realmente bisogno, in linea
ideale ancor prima che essi acquistino coscienza del bisogno stesso.
Si tratta di adottare percorsi di comunicazione e servizio personalizzati che intensifichino la relazione con i propri utenti, moltiplicando i canali di contatto e consentendo
a ciascuna impresa e/o intermediario (nel caso delle Camere di Commercio) di utilizzare
gli strumenti di comunicazione preferiti per relazionarsi con la Camera (sportello fisico,
sito internet, e-mail, fax, posta, telefono) mediante una gestione integrata dei diversi
canali. Obbiettivo la costruzione di relazioni di fiducia volte a fidelizzare un'utenza
che, agendo in una rete per definizione sempre pi aperta, rischia appunto di perdersi.
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Contributi esterni
l'altro, debbono saper proporre servizi alle imprese in grado di sfruttare le opportunit
derivanti da questa eccezionale diffusione della firma digitale in Italia17.
Ad esempio, la firma digitale consente di effettuare comunicazioni ufficiali con le
amministrazioni pubbliche; rispondere a bandi e gare; inviare moduli di richiesta di vario
genere; trasmettere documenti con valore legale; concludere rapporti contrattuali su reti
aperte quali Internet; effettuare transazioni finanziarie e stipulare contratti assicurativi
on line.
importante che anche altre Pubbliche Amministrazioni utilizzino la firma digitale
camerale per la gestione di servizi, di atti e di comunicazioni che riguardano i cittadini
e non solo per atti relativi al rapporto tra PA ed imprese.
Esistono gi interessanti esempi di riuso della smart card: il Ministero delle Attivit Produttive, in collaborazione con le Camere di Commercio, consente linvio di domande
di brevetto e di marchio per via telematica con firma digitale; il Ministero della Giustizia
sta dando (purtroppo con risorse insufficienti) la possibilit di consultare i fascicoli delle
cause civili agli avvocati in possesso della firma digitale; le Regioni cominciano a permettere linvio telematico agli uffici dellimpiego delle dichiarazioni firmate digitalmente
relative allinstaurazione e alla cessazione dei rapporti di lavoro (come nel caso del gi
citato progetto A2B della Provincia di Torino).
La speranza che le esperienze maturate in seno al sistema camerale in tema di
telematizzazione di procedure e servizi possano venire sempre pi arricchite e valorizzate
anche in collaborazione con le pubbliche amministrazioni a livello locale.
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