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COP e prefazione.

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SECONDO RAPPORTO
SULLINNOVAZIONE NELLE
REGIONI DITALIA
2004

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Questa iniziativa editoriale stata realizzata nellambito del


Progetto CRC (Centri Regionali di Competenza per le-government
e la societ dellinformazione), promosso e finanziato dal Ministro per
lInnovazione e le Tecnologie (MIT).
Il Comitato di Direzione del Progetto CRC, presieduto da Giulio De
Petra del CNIPA, composto come segue: Carlo Buttari, Marco
Cinquegrani, Carlo Durante, Stefano Kluzer, Sandra Lotti, Lucia Pasetti,
Anna Picot, Luca Rigoni, Elena Tabet.
Il Formez, su incarico del MIT, il soggetto attuatore del Progetto
CRC. Responsabile dellattuazione Carlo Buttari.
Il Secondo Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia si compone
di 21 rapporti regionali contenuti nel cd-rom allegato, realizzati a cura
dei CRC, e del presente rapporto nazionale di sintesi strutturato
in tre parti.
Le Parti I e II del rapporto nazionale sono state prodotte in
collaborazione tra lArea innovazione per le Regioni ed Enti Locali,
AIREL del CNIPA e lo staff centrale Formez del Progetto CRC, con
contributi e supporto alla revisione da parte del Comitato Tecnico
della Commissione permanente per linnovazione e le tecnologie.
La Parte III stata realizzata grazie ai contributi di: Assinform per
lanalisi del mercato IT; Between per lanalisi della banda larga;
Unioncamere sullesperienza camerale nelle-government.
Il coordinamento della realizzazione dei rapporti regionali e del
rapporto nazionale stato curato dal responsabile dellOsservatorio
CRC Marco Ippolito, con la collaborazione di Giada Maio e Luigi Reggi
e la supervisione di Stefano Kluzer.
Per lAIREL, hanno fornito un contributo Giulio De Petra, Marco Gentili,
Anna Picot, Elena Tabet e Simone Taratufolo.
Per lo staff centrale Formez del Progetto CRC, hanno collaborato
Fabrizio Donzella, Milena Fasanella, Sandro Nardella e Nicola Recchia
della funzione animazione rete CRC e, per specifici capitoli, Nicola
Cracchi Bianchi, Antonella Lombardi, Walter Molino, Luca Rigoni,
Mauro Savini e Marco Schiaffini.

Impaginazione a cura di:


PrePress Group, Coordinamento: Mara Gallo
Via Breda, 120 - Milano
Stampa a cura di:
Arti Grafiche La Moderna
Via di Tor Cervara, 171 - Roma
Finito di stampare nel mese di aprile 2004.
Le informazioni contenute nel presente Rapporto sono aggiornate al mese di aprile 2004

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Indice
IX

INTRODUZIONE

1
1.1
1.2
1.3
1.4
2
2.1
2.2
2.3
2.4
3

PARTE I QUADRO GENERALE E LETTURA TRASVERSALE


DEI RAPPORTI REGIONALI

EVOLUZIONE DELLE POLITICHE NAZIONALI


PER LE-GOVERNMENT E LA SOCIET DELLINFORMAZIONE

Dalla visione condivisa alla fase 2 del piano


di e-government
I programmi MIT finanziati dal CIPE per linnovazione
nelle aree sottoutilizzate del Paese
Gli APQ per la societ dellinformazione
e le-government
La cooperazione inter-regionale per lo sviluppo
delle-government

3
15
24
33

LEVOLUZIONE DELLE POLITICHE E DEGLI ATTORI


DELLINNOVAZIONE NEI SISTEMI REGIONALI

37
37
43
46

Un quadro generale degli sviluppi recenti regionali


Le prime leggi regionali sulla SI
Le politiche settoriali per la SI
Gli attori dellinnovazione regionale
per le-government e la SI

50

LO SVILUPPO DEI PROGETTI DEL 1 AVVISO


DI E-GOVERNMENT

59

Caratterizzazione sintetica dei progetti 1 avviso


Preparazione e avvio del monitoraggio dei progetti
1 Avviso
Una stima sullavanzamento dei progetti 1 Avviso
La collaborazione tra i progetti di e-government del
1 Avviso

59

VERSO IL NUOVO SISTEMA PUBBLICO DI CONNETTIVIT

77

4.1
4.2

Le reti della PA: RUPA e RUPAR


Nuovi servizi on line, criticit delle reti e obiettivi
del SPC
La qualificazione SPC
L'infrastruttura di comunicazione
I servizi del SPC

77

3.1
3.2
3.3
3.4

4.3
4.4
4.5

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81
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LA FORMAZIONE PER LE-GOVERNMENT NELLE REGIONI


E NEGLI ENTI LOCALI

5.1
5.2
5.3
6

Il quadro delle iniziative a livello regionale


Il ruolo dei CRC nella formazione regionale
per le-government
Le iniziative nazionali di formazione sulle-government
per le PA locali
LO SVILUPPO DELLA RETE DEI CENTRI REGIONALI
DI COMPETENZA

6.1
6.2
6.3

90
92
93
97

Supporto e promozione del coordinamento


Regione/Enti Locali
La seconda fase del progetto CRC: modello
di governo e organizzazione
Articolazione del progetto e delle attivit CRC fase 2

100
102

PARTE II SCHEDE DI REGIONALI DI SINTESI

107

PREMESSA ALLA LETTURA DELLE SCHEDE


DI SINTESI REGIONALI

109

REGIONE ABRUZZO
REGIONE BASILICATA
REGIONE CALABRIA
REGIONE CAMPANIA
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
REGIONE AUTONOMA FRIULI-VENEZIA GIULIA
REGIONE LAZIO
REGIONE LIGURIA
REGIONE LOMBARDIA
REGIONE MARCHE
REGIONE MOLISE
REGIONE PIEMONTE
REGIONE PUGLIA
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
REGIONE SICILIANA
REGIONE TOSCANA
REGIONE UMBRIA
REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE DAOSTA
REGIONE VENETO
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

IV

89

98

110
113
117
120
125
129
132
135
137
141
144
147
150
153
156
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163
166
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171
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PARTE III CONTRIBUTI ESTERNI

177

IL MERCATO DELLIT NELLE REGIONI ITALIANE,


A CURA ASSINFORM

179

Premessa e obiettivi del contributo


Metodologia
La distribuzione della spesa IT per regione
Il digital divide tra le Regioni

179
180
182
191

ALLEGATO: INDICATORI DI SINTESI REGIONALE

194

LA BANDA LARGA NELLE REGIONI ITALIANE,


A CURA BETWEEN

215

Infrastrutture MAN in fibra ottica


I servizi di connettivit a banda larga
Il digital divide

216
216
221
222
226

LA RETE CAMERALE E LO SVILUPPO DELLE-GOVERNMENT,


A CURA UNIONCAMERE

233

Le infrastrutture in fibra ottica


Infrastrutture backbone in fibra ottica

Obiettivi e strumenti per lo sviluppo dell'e-government


nel mondo camerale
Stato di avanzamento dellinnovazione camerale:
smart card e pratiche telematiche
L'evoluzione normativa
Firma digitale e pratica telematica: una breve definizione
Distribuzione delle smart card e pratiche telematiche:
uno sguardo dinsieme
Camere di Commercio ed Enti locali: esperienze
di collaborazione per l'innovazione dei servizi
alle imprese

233
235
235
236
238

244
245
246

A2B (Piemonte)
Enterprise (Friuli Venezia Giulia)
L'impatto organizzativo dell'introduzione
della pratica digitale

247
250
252
252

Impatto organizzativo sulle procedure interne


Impatto sulle relazioni con l'utenza
Impatto sulle relazioni con gli altri enti della PA

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INDICE DELLE TABELLE


PARTE I
Tabella 1 - Linee di intervento e risorse per l'e-government fase 2
Tabella 2 - I progetti del programma "per il Sud e non solo"
Tabella 3 - Quadro risorse delibera CIPE n. 17, 9 maggio 2003 destinate
allo sviluppo della SI
Tabella 4 - Situazione della programmazione delle risorse destinate
agli APQ SI (dati al 30.04.2004)
Tabella 5 - Nuove policy regionali dedicate alle-government
e alla societ dellinformazione
Tabella 6 - Esempi di politiche settoriali per la SI
Tabella 7 - Province e Comuni capoluogo con responsabili politici
per le ICT
Tabella 8 - Societ/agenzie ICT partecipate dalle Regioni
Tabella 9 - Societ/Agenzie ICT partecipate dalle Province
Tabella 10 - Societ/Agenzie ICT partecipate dai Comuni capoluogo
Tabella 11 - Collaborazioni in atto fra progetti di e-government
Tabella 12 - Iniziative regionali in tema di formazione sulle-government
Tabella 13 - Coinvolgimento dei CRC nei piani formativi regionali
per le-government
Tabella 14 Il supporto dai CRC ai tavoli di coordinamento
e concertazione con gli EELL
Tabella 15 - Collana editoriale: pubblicazioni in corso

11
19
24
30
40
48
51
54
55
57
71
91
93
99
105

PARTE III - IL MERCATO IT NELLE REGIONI ITALIANE


Tabella 1 - Unit Locali delle Imprese in Italia (unit)
Tabella 2 - Dinamica della spesa IT per regione e macroregione,
2001-2003 (migliaia di Euro e %)
Tabella 3 - Classifica delle regioni italiane rispetto alla variazione
2002-2003 (valori %)

181
188
189

PARTE III - LA BANDA LARGA NELLE REGIONI ITALIANE


Tabella 1 Copertura regionale servizi di connettivit a banda larga
(dicembre 2003)
Tabella 2 - Situazione del digital divide (dicembre 2003)
Tabella 3 - La variazione del digital divide in Italia
(dicembre 2003/ottore 2002)

224
227
228

PARTE III - LA RETE CAMERALE E LO SVILUPPO


DELLE-GOVERNMENT
Tabella 1 - Prime dieci CCIAA per distribuzione di smart card
Tabella 2 - Prime dieci CCIAA per ricorso a trasmissione telematica
delle pratiche
Tabella 3 - Partecipazione del sistema camerale ai progetti
1 Avviso di e-government

VI

241
243
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INDICE DELLE FIGURE


PARTE I

53
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61
66
67
68

Figura 1 - Delega politica esplicita sulle ICT nelle Province


Figura 2 - Delega politica esplicita sulle ICT nei Comuni capoluogo
Figura 3 - Enti coordinatori dei progetti
Figura 4 - Aggregazioni di enti nei progetti 1 Avviso
Figura 5 - Dimensioni economiche dei progetti 1 Avviso
Figura 6 - Previsione di avanzamento lavori aprile 2004- aprile 2005
Figura 7 - Stima dello stato avanzamento lavori al 1 aprile 2004
Figura 8 - Proiezione del SAL dei progetti ad aprile 2005
Figura 9 - Stima avanzamento lavori e ritardi nei progetti
1 Avviso al 1 aprile 2004
Figura 10 - Architettura del Qualified eXchange Network
Figura 11 - Le entit organizzative del QXN
Figura 12 - Stato di attivazione dei CRC

69
81
85
97

PARTE III - IL MERCATO IT NELLE REGIONI ITALIANE


Figura 1- Il mercato dellIT in Italia (20012003 dati
in migliaia di euro e in %)
Figura 2- Il mercato dellIT in Italia per macroarea geografica
(20012003 dati in migliaia di euro e in %)
Figura 3 - Il mercato dellIT in Italia per settore economico
(20012003 dati in migliaia di euro e in %)
Figura 4 - Ripartizione del mercato IT per macroarea geografica,
2003 (valori in %)
Figura 5 - Ripartizione del mercato IT a livello regionale, 2003
(Valori in %)
Figura 6 - Classifica delle regioni italiane per quote di mercato, 2003
(valori in %)
Figura 7 - Spesa IT per Aziende e Consumer nelle regioni Italiane
(Valori in migliaia di Euro)
Figura 8 - Spesa IT per occupato, 2003 (valori in _)
Figura 9 - Spesa IT sul Valore Aggiunto regionale, 2003 (valori in %)

182
183
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191
192

PARTE III - LA BANDA LARGA NELLE REGIONI ITALIANE


Figura 1 Copertura regionale backbone in fibra ottica (dicembre 2003)
Figura 2 Competizione regionale backbone in fibra ottica
(dicembre 2003)
Figura 3 Copertura regionale MAN* in fibra ottica (dicembre 2003)
Figura 4 Competizione regionale MAN in fibra ottica (dicembre 2003)
Figura 5 La dinamica tecnologica in Italia
(dicembre 2003/ottobre 2002)
Figura 6 Competizione regionale ADSL (dicembre 2003)
Figura 7 - Il digital divide in Italia (dicembre 2003)
Figura 8 Il digital divide nelle regioni dItalia (dicembre 2003)
Figura 9 La dinamica della zona verde nelle regioni dItalia
(dicembre 2003/ottobre 2002)

217
218
220
221
225
226
227
229
230

PARTE III - LA RETE CAMERALE E LO SVILUPPO


DELLE-GOVERNMENT

238
239

Figura 1 - Iscrizioni al Registro Imprese per via telematica


Figura 2 - Distribuzione smart card vs. pratiche telematiche

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Figura 3 - Percentuale di imprese con smart card camerale per provincia


(fine gennaio 2004)
Figura 4 - Scostamento medio dei valori provinciali dalla media regionale
Figura 5 - Andamento pratiche telematiche durante il 2003
Figura 6 - Andamento mensile (quote %) delle diverse modalit
di trasmissione pratiche (2003)
Figura 7 - Rappresentazione di sintesi
Figura 8 - Richieste di certificati camerali 2000-2003 allo sportello
Figura 9 - Interrogazioni su archivi camerali da privati 8 (in mnl)
Figura 10 - Certificati richiesti per via telematica
Figura 11 - Interrogazioni su archivi camerali della PA (in mnl)

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Introduzione
di Giulio De Petra
Responsabile Area Innovazione per le Regioni e gli Enti locali del CNIPA

Nellaprile del 2003, quando fu pubblicato il primo Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia,
mettemmo in evidenza lutilit e la novit di questo strumento sia per le sue caratteristiche, sia
per il metodo con il quale era stato elaborato.
Tra le caratteristiche, la pi significativa era indagare i processi innovativi assumendo la
dimensione regionale come quella determinante per la comprensione e per il governo delle
trasformazioni basate sulle tecnologie dellinformazione e della comunicazione.
Per quanto riguarda il metodo, lelemento discriminante fu quello di affidare lindagine non
a societ specializzate, ma ai Centri Regionali di Competenza per le-government e la societ
dellinformazione (CRC), cio alle strutture di cooperazione costituite in ogni regione dal Ministro
per linnovazione e le tecnologie (MIT) e dalle Amministrazioni locali che svolgono per loro
missione una azione costante di monitoraggio e assistenza ai processi innovativi del territorio.
Queste caratteristiche e questo metodo sono stati rafforzati in un anno di lavoro comune e restano
elementi distintivi del secondo rapporto.
Il secondo Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia descrive in primo luogo con ricchezza
di informazioni e di elaborazioni il vasto, articolato, complesso e impetuoso processo di sviluppo
delle-government che in atto nelle amministrazioni locali del nostro paese. La trama strategica
che d ordine a questo processo appare con nitidezza dai contenuti del rapporto.
Da un lato, in modo diffuso sul territorio, coinvolgendo migliaia di amministrazioni, sono in piena
fase di attuazione i progetti di e-government avviati allinizio del 2003, mentre stata gi avviata
con determinazione lattivit di monitoraggio del loro avanzamento.
Dallaltro, in modo sistematico, viene approfondito il quadro di riferimento che aveva orientato i
progetti gi finanziati: sia da un punto di vista generale (come descritto nel documento di
visione condivisa), sia mediante contributi specifici, come descritto nei documenti relativi al
sistema pubblico di connettivit, SPC.
Parallelamente, viene avviata la seconda fase delle-government, con modalit complementari a
quelle che avevano caratterizzato la prima fase: non pi un bando nazionale, ma azioni mirate
che hanno come elementi di riferimento, tra gli altri, il riuso delle soluzioni, linclusione dei piccoli
comuni, il completamento delle infrastrutture regionali.
Infine, si rafforza e si struttura la funzione di indirizzo e di impulso delle amministrazioni
regionali sul loro territorio di riferimento, anche mediante la finalizzazione congiunta di risorse
regionali e risorse nazionali sui temi delle-government e della societ del informazione: questa
la funzione degli accordi di programma quadro che MIT, Ministero dellEconomia e delle Finanze e
Regioni stanno per la prima volta definendo su tutto il territorio nazionale.
Sempre pi, le-government si presenta come un punto di partenza, come la condizione abilitante
per lo sviluppo di strategie di innovazione a pi ampio raggio, che riguardano linsieme della

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societ e del sistema economico di una regione. Dopo il completamento delle strategie regionali
per lo sviluppo della societ dellinformazione, i processi di attuazione nei pi diversi settori
mutuano dallesperienza delle-government le pratiche di concertazione tra livello nazionale e
livello regionale e il metodo di un coinvolgimento attivo degli enti locali del territorio.
Particolarmente significativo limpegno in questa direzione delle regioni del Mezzogiorno che,
anche in ragione di consistenti risorse di fonte europea e nazionale destinate ai temi della societ
dellinformazione, vedono nelle tecnologie dellinformazione e della comunicazione e nelle
infrastrutture di banda larga la chiave innovativa per promuovere consistenti discontinuit nelle
aspettative di sviluppo economico e sociale.
In questo quadro complessivo il rapporto mette in evidenza tre elementi generali del modo in cui,
nelle regioni italiane, si sta sviluppando il processo di innovazione, che rappresentano a nostro
avviso la caratteristica distintiva dei fenomeni che abbiamo visto svilupparsi nellultimo anno.
1. Il ruolo di coordinamento, di indirizzo e di impulso che le amministrazioni regionali esercitano
sui temi dellinnovazione nei propri territori di riferimento supera definitivamente la
rivendicazione di attribuzione di competenze, per fondarsi invece su una effettiva capacit di
esercitare funzioni di governo sui temi dellinnovazione. La stessa elaborazione di primi esempi
di legislazione regionale su questi temi non precede, ma segue iniziative gi operative di
confronto con gli enti locali, di riconoscimento fattivo della loro autonomia nella gestione dei
processi innovativi, di efficace erogazione di servizi infrastrutturali, di generazione di giochi a
somma positiva tra i diversi livelli amministrativi. Il rapporto mette correttamente in evidenza
che questa capacit di governo si manifesta in modo assai diverso per quantit e qualit nelle
diverse regioni. Ma tale diversit non cambia la tendenza di fondo; stimola invece iniziative di
assistenza alle amministrazioni regionali pi deboli per potenziare la loro capacit di governo e
di realizzazione sui temi dellinnovazione.
2. La inedita capacit di cooperazione tra le diverse amministrazioni regionali, non solo su temi
circoscritti, ma mediante strutture stabili di coordinamento e di elaborazione. Di questa
capacit di cooperazione fra regioni si giova anche la cooperazione tra Regioni e Stato, che
spesso ha lopportunit di fare riferimento a pratiche ed esperienza maturate a livello locale,
ma facilmente e utilmente trasferibili a livello nazionale. Quella della cooperazione tra regioni
pu rappresentare una caratteristica specifica dellattuazione del federalismo, che si basa sulla
naturale vocazione alla cooperazione e al trasferimento delle esperienze, tipica delle comunit
professionali che si occupano di tecnologie dellinformazione e comunicazione e hanno
maturato la loro crescita professionale attraverso uso intenso della rete.
3. La maturazione e la piena operativit della rete dei Centri Regionali di Competenza per legovernment e la societ dellinformazione. Queste strutture, nate dalla percezione di una
necessit di operativa e flessibile collaborazione tra regioni e stato, articolata sulla specificit
dei singoli territori, hanno dimostrato, nel corso di questo anno, capacit realizzative e
significative potenzialit. Lattuazione delle politiche di innovazione in tutte le regioni italiane
pu oggi appoggiarsi, con le modalit proprie di ogni regione, a una rete di giovani
professionisti dellinnovazione, che definiscono nel concreto del loro lavoro quotidiano anche
le specificit del proprio statuto professionale. Ogni CRC ha oggi maturato la capacit non solo
di presidiare un territorio, ma anche di sviluppare competenze distintive da fornire agli altri
nodi della rete. Questa rete professionale lautore collettivo di questo secondo rapporto
sullinnovazione nelle regioni italiane.

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Entrando pi nel merito del Rapporto 2004, opportuno evidenziare gli elementi di novit rispetto
alla prima edizione. I rapporti regionali e quello nazionale di sintesi hanno subito in generale
unevoluzione nel senso di una maggiore articolazione e copertura tematica, da un lato, ampliando
lattenzione verticalmente su attori e iniziative di livello nazionale e sub-regionale, dallaltro,
considerando oltre alle-government in senso stretto gli altri processi di costruzione della societ
dellinformazione.
Nel caso dei Rapporti regionali, il rafforzamento della presenza dei CRC sul territorio ha consentito
di sviluppare una conoscenza pi precisa dei processi di innovazione in atto a livello locale. Oltre
allaggiornamento dellinformazione su aspetti gi trattati nella prima edizione - le politiche e gli
attori, lavanzamento dei progetti del 1 Avviso di e-government, lo sviluppo delle reti regionali e
relativi servizi infrastrutturali - stato quindi possibile aggiungere in modo pi o meno esaustivo a
secondo dei temi e delle regioni:
una prima rilevazione degli interventi sulle ICT e la societ dellinformazione anche allinterno
delle politiche settoriali regionali (attivit produttive, sanit ecc.);
gli attori dellinnovazione a livello di Amministrazioni provinciali e dei Comuni capoluogo
(referenti politici, strutture gestionali, eventuali societ di servizi partecipate);
gli interventi di formazione per le-government nelle Regioni ed Enti locali, di carattere non
sporadico, di matrice regionale e nazionale;
lampia progettualit sulle-government e soprattutto sulla societ dellinformazione maturata a
livello regionale, al di l dei finanziamenti nazionali, grazie a risorse proprie delle Regioni e
degli Enti locali, ai finanziamenti comunitari e altre fonti;
i primi casi osservabili di veri servizi di e-government locale, quelli cio con elevato grado di
interattivit, adeguate forme di autenticazione, eventuale integrazione inter-ente, se necessaria
ecc.;
le informazioni sui nuovi servizi telematici del sistema camerale, grazie al contributo di
Unioncamere;
la situazione del digital divide relativo alla banda larga nei territori regionali, ad integrazione
dei dati forniti come lo scorso anno dallOsservatorio sulla banda larga a cura di Between.
Al di l dellunitariet generale di impianto, che stata mantenuta, leffetto di questa maggiore
articolazione di temi inevitabilmente una maggiore variet dei Rapporti regionali stessi, fino
allintegrazione da parte di alcuni CRC di sezioni o capitoli aggiuntivi, nei quali sono inseriti i
risultati di rilevazioni e analisi effettuate ad hoc a livello locale.
Il Rapporto nazionale ha subito anchesso unevoluzione rispetto alla prima edizione, potendo
contare per la parte di sintesi e di lettura trasversale sulla gamma informativa ben pi ampia
offerta dai Rapporti regionali; da ci, i capitoli 2 sulle politiche e gli attori regionali e il capitolo 5
sulla formazione per le-government. Il Rapporto nazionale contiene per questanno anche tre
capitoli che illustrano, come si detto in precedenza, la notevole evoluzione e articolazione
maturata nel sistema di interventi e di attori che operano nella definizione e attuazione delle
politiche per le-government e la societ dellinformazione nei sistemi locali.
Il capitolo 1 presenta tale quadro generale; il capitolo 3 il processo avviato per il monitoraggio
nazionale dei progetti co-finanziati sul 1 Avviso di e-government; e il capitolo 4 i risultati

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condivisi sul SPC. Come nella precedente edizione, lultimo capitolo della parte I del Rapporto
nazionale presenta lo stato di avanzamento e i risultati conseguiti dalla rete dei CRC.
La parte II del Rapporto nazionale propone le schede di sintesi su tutte le regioni, come strumento
di agevole consultazione per avere una visione complessiva, seppur parziale, dei Rapporti regionali.
Nella parte III, vengono riproposti con dati ovviamente aggiornati i contributi esterni di Assinform
sul mercato IT nelle regioni e dellOsservatorio sulla banda larga curato da Between. Nel caso del
mercato IT a livello regionale, in particolare, sono stati apportati miglioramenti alla metodologia
di stima delle quote e dei trend. La responsabilit per i risultati quantitativi e lanalisi forniti in
questi contributi rimane comunque a carico degli autori.
Il terzo contributo esterno inserito nel presente rapporto fornito da Unioncamere e riguarda la
Rete Camerale e lo sviluppo delle-government. Questo contributo stato sollecitato
dallOsservatorio CRC per linteresse specifico del tema e per gli intrecci possibili, in molti casi gi
in fase di sperimentazione, con le iniziative degli Enti locali nello sviluppo dei servizi di egovernment alle imprese. Vuole essere comunque anche un segnale della volont di estendere
larea di attenzione e di relazione dellOsservatorio ad altri soggetti e tematiche che stanno
contribuendo allo sviluppo regionale e locale della societ dellinformazione.

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QUADRO GENERALE
E LETTURA TRASVERSALE
DEI RAPPORTI REGIONALI

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

RAPPORTO NAZIONALE 2004

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Evoluzione delle politiche


nazionali per le-government
e la societ dellinformazione

In questo primo capitolo del Rapporto nazionale si fornisce una ricostruzione generale dei principali sviluppi maturati tra la primavera 2003 e i primi mesi del 2004 nellambito delle politiche nazionali per le-government e la societ dellinformazione rivolte
ai sistemi regionali e locali.
Gli aspetti evidenziati sono:
il pieno avvio dei progetti co-finanziati sul 1 Avviso di e-government e il passaggio alla cosiddetta fase 2, consentito dallapprovazione lo scorso anno della visione
condivisa;
lapertura di un nuovo fronte di collaborazione e lavoro con le Regioni e i sistemi
locali su interventi di ampio respiro per la societ dellinformazione, grazie agli ingenti
finanziamenti stanziati dal CIPE in maggio 2003 e con lattuazione tramite Accordi
di Programma Quadro (APQ);
il forte sviluppo della collaborazione interregionale nellambito delle-government.

1.1 Dalla visione condivisa alla fase 2


del piano di e-government
Nel corso del 2003, la prima fase del piano di e-government entrata nel pieno del
processo di attuazione. Come illustrato nel capitolo 3, gli oltre 130 progetti delle Regioni
ed Enti Locali co-finanziati sul 1 Avviso sono partiti quasi tutti ed alcuni, tra fine 2003
e inizio 2004, hanno pure completato i lavori.
Attivati i 134 cantieri delle-government, stato possibile passare dallautunno
scorso alla preparazione della seconda fase del piano, che prevede in gran parte il potenziamento e lestensione territoriale dei risultati e delle esperienze in corso, e alcune nuove
iniziative. Per questo passaggio, stata determinante lapprovazione in Conferenza Unificata Stato-Regioni, Citt e Autonomie Locali, a luglio 2003, della cosiddetta visione
condivisa, che ha posto le basi per uno sviluppo coerente e sostenibile delle-government nella pubblica amministrazione italiana avviata verso un sistema federale. Sempre
lo scorso autunno, come si vedr fra breve, giunta a compimento, con la nascita del
CNIPA, anche la riorganizzazione avviata dal MIT degli attori nazionali che intervengono
nelle politiche per le-government e la societ dellinformazione.
Finalit e caratteristiche della visione condivisa
Il documento Le-government per un federalismo efficiente. Una visione condivisa,

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una realizzazione cooperativa, detto semplicemente la visione condivisa, definisce il


quadro di riferimento comune per le azioni di collaborazione tra Comunit montane, Comuni,
Province, Regioni e Amministrazioni Centrali nello sviluppo delle-government in Italia,
indicando gli obiettivi generali e le componenti, architetture e logiche di funzionamento
necessarie per ottenerli.
La visione condivisa intende anche dare un sostegno alla riorganizzazione dello Stato
in senso federale, esprimendo la convinzione che nellinnovazione a livello di PA centrale
e locale risieda la chiave per garantire non solo la sostenibilit economica della transizione al federalismo, ma anche la possibilit di cogliere lopportunit di migliorare lefficienza e la qualit della pubblica amministrazione stessa. Lattuazione del federalismo viene
vista come unopportunit unica per applicare in modo efficace le nuove tecnologie, in
quanto smuove gli assetti istituzionali e organizzativi esistenti, facilitando la semplificazione e reingegnerizzazione dei processi, lintroduzione di nuove modalit di interazione
con i cittadini e cos via. Sono questi i cambiamenti che determinano (o limitano) limpatto trasformativo delle tecnologie. Al contempo, si riconosce come le nuove ICT siano
indispensabili affinch lattuazione del federalismo risulti sostenibile in termini economici e avvenga aumentando e non riducendo lefficienza e la qualit dei servizi.
Per tradurre queste opportunit in fatti concreti, tuttavia, indispensabile che tutti
gli attori agiscano in modo coerente, secondo logiche comuni e costruendo sistemi tecnici funzionanti non solo singolarmente, ma nel loro insieme. Il rischio in mancanza di
regole, modelli e standard di riferimento condivisi e comuni quello della frammentazione delle reti, dei sistemi informativi e, in ultima istanza, dei servizi nuovi o innovati
che da essi dipendono, nonch di una moltiplicazione insostenibile dei costi.
Per questo motivo, e proprio perch lautonomia decisionale e gestionale degli Enti
locali uno dei presupposti del federalismo, stata elaborata la visione condivisa che
definisce il quadro comune, tecnico e organizzativo, per garantire che i progetti avviati
nella prima fase delle-government e tutte le nuove iniziative della fase 2 convergano in
un sistema di servizi pubblici digitali coerente, interoperabile, sicuro e accessibile in pi
modi da tutti i cittadini.
La visione condivisa, come tutti i documenti di riferimento che riguardano lattuazione del piano di e-government per le Regioni e gli Enti locali, scaturita dalla concertazione tra i rappresentanti di questi enti e del CNIPA AIREL allinterno del Tavolo Congiunto Permanente (si veda oltre), ed stata approvata dalla Conferenza Unificata il 24
luglio 2003 (il documento della visione condivisa disponibile nel Cd-Rom allegato al
Rapporto Nazionale). Per lo sviluppo ulteriore e la traduzione in specifiche pi operative
degli indirizzi forniti, la visione condivisa prevede lattivazione di tre gruppi di lavoro i
cui risultati devono essere sottoposti ad un analogo processo di approvazione. Come si
vedr fra breve, due gruppi sono gi stati attivati ed uno di essi ha concluso i propri lavori
in febbraio 2004.

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Entrando nel merito, la visione condivisa considera gli ingredienti ritenuti indispensabili per la costruzione delle-government nella prospettiva sopra indicata:
1. linterconnessione tra tutte le pubbliche amministrazioni
2. le modalit di erogazione dei servizi sul canale telematico
3. gli strumenti e le modalit di accesso ai servizi erogati sul canale telematico
4. i requisiti per garantire la sicurezza dei servizi on-line
5. le architetture per linteroperabilit dei servizi online sul territorio nazionale
6. i sistemi federati e il riuso delle soluzioni
7. le strutture di cooperazione per lattuazione delle-government
La interconnessione delle PA riguarda in sintesi il problema di garantire un sistema
di comunicazione sicuro e affidabile per tutte le amministrazioni. La visione condivisa prevede per questo la creazione del Sistema Pubblico di Connettivit (SPC). Il SPC rappresenta levoluzione della Rete Unitaria della PA (RUPA), che stata realizzata negli ultimi
anni principalmente a livello di PA centrale, ma con collegamenti anche in alcune regioni
a singoli enti o ad analoghe reti di livello regionale (RUPAR). Le caratteristiche del nuovo
SPC e le prospettive della sua realizzazione sono illustrati nel capitolo 4; nel box seguente
si presenta brevemente il gruppo di lavoro che le ha definite nel corso di nove mesi tra
lestate 2003 e linizio 2004.

IL GRUPPO DI LAVORO SPC


Il lavori per la definizione del SPC sono stati avviati nellestate 2003 e si sono conclusi a febbraio
2004. La supervisione generale dei lavori stata affidata a Giulio De Petra e Vittorio Pagani
(entrambi del CNIPA), il coordinamento tecnico a Maurizio Decina (Politecnico Milano) e il coordinamento operativo a Cesare Sinicorni (consulente MIT). I lavori sono stati organizzati in due
sottogruppi: servizi di connettivit (qualit/prestazioni) del SPC, gestito da Riccardo Melen
(Politecnico Milano) e servizi di sicurezza, gestito da Vittorio Trecordi. Ciascun sottogruppo ha poi
attivato alcuni sottogruppi di II livello su: (connettivit) Architettura, Migrazione, Qualit; (sicurezza) Organizzazione, Architettura, Servizi, VPN.

Ai lavori del gruppo hanno partecipato complessivamente 143 persone, esperti e rappresentanti
delle Regioni e degli Enti locali, dei fornitori, delle associazioni di categoria, del mondo accademico e del CNIPA stesso. I 12 documenti prodotti dai sottogruppi sono elencati di seguito:

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Titolo

Contenuto

Scenario introduttivo

Contiene una panoramica generale del SPC e rimanda a tutti gli altri documenti per gli specifici argomenti

Architettura del SPC

Architettura di base del SPC, modalit di interconnessione dei provider,


flussi di traffico, politiche di routing e tipologie di ISP qualificati

Qualit e prestazione
dei servizi SPCS

Servizi di connettivit e interoperabilit di base erogati, parametri di qualit che li caratterizzano,


modalit di misura e processi per la loro qualificazione SPC

Migrazione

Processi che dovranno essere attivati per minimizzare gli impatti della migrazione verso il SPC
sulle Amministrazioni aderenti alla RUPA

Architettura del QXN

Caratteristiche della Qualified eXchange Network (QXN) ovvero della rete di interconnessione
tra i provider qualificati SPC

CG-SPC

Caratteristiche del Centro di gestione del SPC, nelle sue funzioni di supporto
alla struttura di coordinamento

Community Networks

Modalit di interconnessione delle Community Networks al SPC e ruolo svolto in tale ambito

Qualificazione fornitori

Processi da attivare per gestire e ottenere la qualificazione SPC e suo ciclo di vita

Organizzazione della sicurezza

Organizzazione da realizzare per gestire la sicurezza in ambito SPC

Servizi di Sicurezza

Servizi di sicurezza erogati, parametri di qualit che li caratterizzano,


modalit di misura e processi per la loro qualificazione SPC

SVPN (VPN basate su IPSec)

Esplora le possibili modalit di realizzazione delle VPN sicure con particolare riferimento
alle tecnologie oggi presenti sul mercato e alla loro interoperabilit

Architettura di sicurezza

Misure di sicurezza che dovranno essere implementate in ambito SPC e le regole di comportamento da seguire

Fonte: Guida ai gruppi di lavoro per il SPC e alla documentazione prodotta, CNIPA 2004

Gli strumenti di accesso ai servizi telematici fanno riferimento principalmente alle


carte a microprocessore (smart card) necessarie per lautenticazione online degli utenti e
altre funzioni. La visione condivisa prevede che laccesso ai servizi pubblici online sia garantito indipendentemente dallo strumento di identificazione digitale utilizzato dallutente.
Al tempo stesso, essa punta ad evitare la proliferazione di tali strumenti proponendo la
convergenza delle diverse carte di accesso ai servizi in rete (carta sanitaria, tributaria,
carte regionali e cittadine dei servizi ecc.) verso uno standard unitario, che stato definito Carta Nazionale di accesso ai Servizi o Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Per quanto
riguarda laccesso ai servizi, questo standard ovviamente compatibile con quello della
Carta dIdentit Elettronica (CIE), che i Comuni stanno emettendo in sostituzione della
carta didentit tradizionale. Anche su questo tema, stato di recente completato il quadro di riferimento normativo che si attendeva per poter procedere alla piena attuazione
dellinnovazione, con il decreto ministeriale che ha promulgato le Linee guida per lemissione, la gestione e lutilizzo della Carta Nazionale dei Servizi.
Le modalit di erogazione dei servizi sul canale telematico riguardano la necessit di organizzare, coordinare e rendere coerente il sistema dei portali della pubblica amministrazione, sia nelle modalit con le quali si comunica e si interagisce con gli utenti dei
servizi, sia nelle modalit con le quali i sistemi delle diverse amministrazioni comunicano
tra loro, per rispondere in modo efficace alle richieste di servizi pi complessi o che comun-

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que richiedono la cooperazione tra pi enti. Queste ultime problematiche sono riprese e
approfondite nella linea 5 della visione condivisa, che riguarda le soluzioni per garantire
appunto la interoperabilit dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni.
Per specificare il sistema dei portali e i requisiti della interoperabilit, stato attivato in dicembre 2003 un secondo gruppo di lavoro sulla Cooperazione applicativa, coordinato da Roberto Benzi, Consigliere del Ministro Stanca. I tre sottogruppi nei quali stato
organizzato sino ad oggi il lavoro coinvolgono circa 40 persone e riguardano tre temi:
Analisi dellesistente; Analisi delle esigenze; e Interoperabilit e accesso (con riferimento
specifico al SPC). Al momento in cui si scrive, ciascun sottogruppo ha prodotto un documento preliminare di identificazione e analisi delle problematiche e dei requisiti nei rispettivi ambiti e attivato il processo di revisione interna e approvazione. Completata questa
fase, prevista la prosecuzione dei lavori con la definizione delle architetture, delle regole
e degli standard funzionali a soddisfare le esigenze e i requisiti delineati nei documenti
approvati.
Per quanto riguarda il quarto punto della visione condivisa -la sicurezza dei servizi on-line - il MIT ha emesso diverse direttive che sostanzialmente indicano le misure
pi importanti da adottare per affrontare questo problema. Come avviene in generale per
le direttive del MIT di potenziale interesse anche per le Regioni e gli Enti locali, stato
avviato un processo, coordinato dal Tavolo Congiunto Permanente, di verifica ed eventuale adattamento delle indicazioni fornite rispetto alle condizioni ed esigenze delle PA
locali, per arrivare eventualmente ad un atto di indirizzo condiviso approvato dalla Conferenza Unificata.
I cosiddetti sistemi federati riguardano quegli ambiti di servizio (e relativi sistemi
informativi) quali la sanit e il lavoro, dove sono pi avanzati i processi di trasferimento
di poteri dallo Stato alle Regione ed Enti locali, ma vanno anche garantite prestazioni e
condizioni di accesso coerenti a livello nazionale. Per ciascuna area tematica, si sta sviluppando una architettura che permetta a tali sistemi di colloquiare tra di loro. In particolare, proprio nei due casi citati si sono individuate le soluzioni per garantire la interoperabilit tra i sistemi di livello regionale e locale, su scala interregionale e con i sistemi
centrali. Queste attivit sono coordinate da CNIPA, in stretto rapporto con il gruppo di
lavoro sulla Cooperazione applicativa, con la Cabina di regia del Ministero della salute e
con il Ministero del lavoro e, ovviamente, con i rappresentanti delle Regioni ed Enti locali
(in particolare, il contributo delle Regioni, tramite il CISIS, in questo e negli altri campi
considerati, viene approfondito pi avanti nel capitolo 1.4).
Venendo allultimo punto, la visione condivisa indica chiaramente che la cooperazione per lattuazione delle-government, per essere efficace, non deve limitarsi al livello
della concertazione politica, gi alquanto sviluppata e articolata (si veda pi avanti), ma
deve trasferirsi nei processi di attuazione e di gestione, mediante la costituzione di specifiche strutture organizzative condivise per la gestione di risorse comuni. Esempi di tali

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risorse sono le funzioni che garantiscono la qualit e la sicurezza nel SPC; il canale di
gestione della interoperabilit dei sistemi informativi delle diverse amministrazioni; lo stesso
quadro di riferimento tecnico, organizzativo e normativo necessario per indirizzare e sostenere i processi innovativi, che deve essere costantemente aggiornato data la rapida evoluzione sia della tecnologia, sia della normativa nazionale ed europea.
Per identificare e avviare una soluzione in questa direzione, la visione condivisa prevede lattivazione di un terzo gruppo di lavoro. Unattivit istruttoria a tal fine stata
avviata nel mese di febbraio 2004 presso il CNIPA.

Il consolidamento degli attori nazionali e della cooperazione con Regioni


ed Enti locali
Nel corso del 2003, si completato il processo di riorganizzazione delle strutture
nazionali competenti sulle-government e la societ dellinformazione, avviato con la nomina
del MIT, grazie allistituzione il 30 giugno presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri
del Centro Nazionale per lInformatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA), che ha assorbito contestualmente le funzioni dellAIPA e successivamente, il 5 dicembre 2003, anche
quelle del Centro Tecnico, creato nel 1997 per seguire la realizzazione della RUPA1.

Listituzione del CNIPA stabilita dallart. 176, comma 3, del


dl 30 giugno 2003, n. 196, che
definisce come suo compito
operare con autonomia tecnica, funzionale, amministrativa,
contabile e finanziaria e con indipendenza di giudizio, quale struttura di supporto per lattuazione
delle politiche del MIT, sostituendo inoltre la preesistente
AIPA in tutte le sue funzioni. Il
trasferimento al CNIPA di compiti,
funzioni e attivit esercitati dal
Centro Tecnico, insieme alla
risorse finanziarie e strumentali,
nonch a quelle umane in servizio presso il medesimo centro,
stabilito dallart. 5 del dl 5 dicembre 2003, n. 343

A questo punto, lassetto organizzativo delle funzioni di governo sulle ICT attribuite
al MIT prevede due distinte strutture di supporto -il Dipartimento per linnovazione e le
tecnologie (DIT) e il CNIPA- le cui competenze sono state ulteriormente precisate come
segue nel decreto ministeriale 2 marzo 2004:
al DIT, ferme restando le funzioni di indirizzo e coordinamento delle politiche generali e le funzioni di elaborazione, monitoraggio e verifica complessiva dellattuazione dei piani di azione, assegnata lattuazione e la gestione operativa di tutti
i progetti concernenti lo sviluppo della societ dellinformazione, avendo come priorit i cittadini e le imprese e la loro piena partecipazione alla SI medesima;
al CNIPA, oltre alle funzioni ereditate dalle strutture che ha assorbito, affidata
lattuazione e la gestione operativa di tutti i progetti concernenti le-government,
la pubblica amministrazione centrale e locale, nonch la gestione delle strutture e
degli istituti di cooperazione con Regioni ed Enti locali. Per assicurare il massimo
raccordo nei rapporti con questi soggetti, il decreto (art. 6, comma 1) prevede che
questultima funzione venga esercitata dal CNIPA anche a beneficio delle attivit
istituzionali del DIT, assicurando il necessario supporto organizzativo e funzionale
attraverso le proprie strutture e la gestione degli organismi di cooperazione, quali
i Centri Regionali di Competenza (si veda pi avanti il cap. 7).
Il consolidamento del ruolo del CNIPA come snodo organizzativo e di supporto nei
rapporti con il sistema delle Autonomie locali sulle politiche per le-government e la SI
riflette anche uno stato di fatto che vede tale struttura, in particolare lArea Innovazione

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per le Regioni e gli Enti locali (AIREL), presiedere e supportare i diversi istituti di cooperazione che ha attivato con le Regioni e gli Enti locali, indicati nella seguente tabella:

Nome

Istituzione

Struttura e componenti

Commissione permanente
per lInnovazione
e le Tecnologie
(Regioni)

21 marzo 2002

Comitato strategico: MIT che presiede, Presidenti di tutte le Regioni e


Province Autonome, eventuali Assessori con delega sulle-government e SI.
Il Comitato strategico si riunisce 2 volte allanno.
Comitato tecnico: rappresentanti delle 21 Regioni e Province Autonome
(in genere, Responsabili dei sistemi informativi), rappresentante del MIT che
presiede e rappresentante del Ministro per gli Affari Regionali
Il Comitato tecnico si riunisce mediamente ogni 2 mesi.

Comitato permanente
per lInnovazione
e le Tecnologie
(Province)

12 novembre 2002

Rappresentante del MIT che presiede, dodici membri nominati da UPI


attualmente delle seguenti Province: Agrigento, Bologna, Brescia, Cagliari, Lecce,
Milano, Napoli, Roma,Torino e tre membri della rappresentanza nazionale UPI.
Il Comitato si riunisce almeno ogni 6 mesi.

Commissione permanente
per lInnovazione e
le Tecnologie nei Comuni

19 dicembre 2002

Comitato strategico: MIT che presiede, Presidente ANCI nazionale, un Sindaco o


Assessore in rappresentanza di ciascuno dei coordinamenti e-government di 18 ANCI
regionali e un rappresentante ciascuno per il Consorzio Enti locali della Valle dAosta,
Consorzio Comuni Trentini e Consorzio Comuni della Prov. Aut. di Bolzano.
Il Comitato strategico si riunisce 2 volte allanno.
Comitato tecnico: rappresentante del MIT che presiede, non pi di 22 esperti designati
dall'ANCI (espressione dei coordinamenti di e-government dell'ANCI nazionale e
delle ANCI regionali). Le rappresentanze nel Comitato tecnico sono analoghe a
quelle del Comitato strategico.
Il Comitato tecnico si riunisce 4 volte allanno.

Comitato permanente
per linnovazione
e le tecnologie
(Comunit Montane)

7 novembre 2003

Due rappresentanti del MIT (uno che presiede) e sei membri nominati dall'UNCEM
(ancora da identificare).
Il Comitato si riunisce almeno ogni 6 mesi.

Tavolo congiunto
permanente

Previsto dal
DPCM 14 febbraio 2002

Rappresentante del MIT che presiede, 5 rappresentanti delle Regioni


(attualmente Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia e Veneto),
tre rappresentanti di Province (attualmente Brescia e Lecce pi un rappresentante
UPI nazionale), un rappresentante ciascuno dei Comuni (ANCI nazionale) e Comunit
montane (UNCEM nazionale), tre rappresentanti delle Amministrazioni centrali
coinvolte nellattuazione del piano: Dipartimento della funzione pubblica,
Dipartimento per gli affari regionali, Ministero dellinterno.
Il Tavolo si riunisce mediamente ogni mese.

I comitati e le commissioni con le Regioni, Province, Comuni e Comunit Montane


hanno come obiettivi, da un lato, promuovere la partecipazione delle diverse tipologie di
enti ai processi di definizione e poi di attuazione delle politiche nazionali, degli standard
e dei principali progetti strategici per le-government e la SI, dallaltro, sostenere le iniziative degli enti sul territorio, favorire la partecipazione ai programmi comunitari, verificare lattuazione dei piani e i risultati che ne derivano, nonch interventi specifici in
funzione delle esigenze delle diverse categorie di enti.
Il Tavolo congiunto permanente (TCP) rappresenta invece la sede del confronto tra-

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sversale e della concertazione tra tutti i soggetti coinvolti nel piano di e-government locale,
dove vengono sviscerate e definite soluzioni per le diverse problematiche legate alla sua
impostazione e attuazione, portando i risultati allapprovazione della Conferenza Unificata, quando risulta opportuno o necessario validare sul piano politico le decisioni e gli
indirizzi emersi dai lavori del TCP.
La fase 2 del piano di e-government
Lapprovazione della visione condivisa ha aperto la strada alla definizione e allavvio degli interventi della cosiddetta fase 2 del piano di e-government. Questo processo
maturato nel corso del 2003, in particolare nella seconda met dellanno, arrivando a compimento il 26 novembre con lapprovazione da parte della Conferenza Unificata del documento Le-government nelle Regioni e negli Enti locali: II fase di attuazione.
Un contributo importante a tale processo venuto anche dalla delibera CIPE del 9
maggio 2003, n. 17, che ha destinato risorse ingenti per obiettivi legati alla SI nel Mezzogiorno (ma non solo), utilizzabili in parte anche per gli interventi della fase 2 dellegovernment. La delibera CIPE oggetto di uno specifico approfondimento nella prossima
sezione 1.2.
La seconda fase del piano di e-government per le Regioni e gli Enti locali prevede
cinque linee di intervento:
1. sviluppo dei servizi infrastrutturali locali (nella prospettiva del SPC)
2. diffusione territoriale dei servizi per cittadini ed imprese
3. inclusione dei comuni piccoli nellattuazione dell e-government
4. sviluppo della cittadinanza digitale (e-democracy)
5. promozione dellutilizzo dei nuovi servizi presso cittadini e imprese
In termini generali, lobiettivo arrivare alla massima copertura territoriale e di
popolazione (almeno il 50% entro il 2005) con lerogazione in rete di tutti gli 80 servizi
prioritari per cittadini e imprese, identificati dal 1 Avviso. Lidea di estendere, completare, integrare quanto si avviato nei progetti della prima fase, potenziando le reti
regionali e i servizi infrastrutturali e promuovendo il trasferimento e riuso di soluzioni e
servizi finali gi pronti o in via di approntamento.
In questa direzione si muovono le prime tre linee di azione e la quinta, che riguarda
la promozione dei nuovi servizi affinch vengano effettivamente utilizzati dai beneficiari
ai quali sono destinati. Linclusione dei piccoli comuni (sotto i 20.000 abitanti) tramite
la creazione di Centri Servizi Territoriali (CST) contribuisce anchessa allestensione/riuso,
perch rappresenta la modalit organizzativa con la quale si prevede di rendere concretamente accessibili a questa categoria di enti tutta una serie di servizi.
Liniziativa per lo sviluppo della cittadinanza digitale punta ad aprire un nuovo campo
di intervento e a promuovere o rafforzare anche in Italia sperimentazioni in questo ambito

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di grande importanza per il futuro (si veda pi avanti).


La Tabella 1 riassume le linee di intervento, le modalit di attuazione e le risorse
finanziarie disponibili. Queste ammontano ad oltre 200 M e comprendono i fondi del
DPCM 14 febbraio 2002 (UMTS), una quota di fondi stanziati dalla legge finanziaria 2003
per i piccoli Comuni e i fondi della delibera CIPE n. 17 del 2003.
Tabella 1 - Linee di intervento e risorse per le-government fase 2
RISORSE FINANZIARIE (M)
UMTS
CIPE 2003
Finanziaria
(Mezzogiorno)
2003

Linea di azione

Modalit di attuazione

1. Sviluppo SPC

Cofinanziamento
APQ

35

26 (BL)*

61

2. Diffusione territoriale servizi


per cittadini e imprese

Marketplace soluzioni di e-gov


Creazione catalogo
Anche APQ

60

26 (BL)*

86

3. Inclusione comuni piccoli (CST)

Cofinanziamento
APQ

26**

15

41

10

10

Gara europea per selezione fornitore 9


APQ

78

15

207

4. Cittadinanza digitale (e-democracy) Avviso nazionale


Cofinanziamento
5. Promozione utilizzo
dei nuovi servizi
Totale

114

* Risorse sottoposte allapprovazione CIPE, relative al programma Banda Larga


** Risorse assegnate dal CIPE al MIT per interventi in aree sottoutilizzate del Mezzogiorno
Fonte: AIREL-CNIPA

Come si pu intuire dalla gamma e natura degli interventi, la seconda fase dellegovernment rimanda e sollecita una forte capacit di governo del territorio; per questa
ragione, lapproccio attuativo prescelto per gran parte degli interventi la stipula di Accordi
di Programma Quadro (APQ), tramite la concertazione tra Regioni, MIT e Ministero dellEconomia e Finanze. La concertazione dovrebbe in particolare garantire ex-ante la coerenza
dei nuovi interventi che saranno finanziati con quanto gi esistente o in fase di realizzazione in un territorio e con le sue strategie di sviluppo. Lapprofondimento sul tema
degli APQ fornito nel successivo cap. 1.3.
Di seguito, si illustrano brevemente le finalit e le modalit di attuazione previste
attualmente per le cinque linee di intervento.
Sviluppo servizi infrastrutturali locali e SPC (linea 1)
Questa linea dazione intende conseguire in tutti i territori regionali la disponibilit di servizi infrastrutturali adeguati. I servizi infrastrutturali comprendono, in unaccezione estesa, tutti quei servizi che unamministrazione regionale o provinciale mette a disposizione degli Enti locali del proprio territorio e che sono necessari per realizzare i ser-

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Totale

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vizi di e-government finali. In questa categoria rientrano i servizi di connettivit delle


reti regionali e/o territoriali e le strutture per la loro gestione, i servizi per la sicurezza
di rete, i servizi per linteroperabilit dei protocolli e della gestione documentale, i servizi per lautenticazione degli utenti e di gestione delle smart card per laccesso ai servizi
a livello regionale, i servizi per garantire lintegrit e la riservatezza dei dati, i servizi per
la certificazione dei fornitori, i servizi applicativi di base.
I nuovi progetti dovranno puntare a due obiettivi: la copertura territoriale di tutto
il paese; ladeguamento dei servizi infrastrutturali in corso di attuazione presso le Regioni
e le Province alle specifiche del SPC (si veda il capitolo 4). Per i territori coperti dagli
interventi sulla larga banda della delibera CIPE, oppure per iniziative gi parzialmente realizzate alla data di stipula dellAPQ, vi anche lopportunit di potenziare appunto la banda
delle reti regionali e provinciali.
Lo sviluppo dei servizi infrastrutturali prevede lindividuazione di specifici progetti,
in continuit con le tematiche affrontate nel 1 Avviso e coerenti con lo sviluppo del SPC,
che saranno cofinanziati in base a criteri di opportunit quali:
non duplicazione in pi progetti di uno stesso ambito tematico;
priorit, nel caso di pi progetti che coprano lo stesso ambito tematico, al progetto con maggiori adesioni per la disponibilit al riuso;
suddivisione tematica dei progetti sulla base delle specificit di ogni territorio;
disponibilit al riuso delle soluzioni sviluppate in ambiti territoriali diversi da quello
dellAPQ di riferimento con relative risorse economiche.
Diffusione territoriale dei servizi a cittadini e imprese (linea 2)
Questa la linea di intervento principale della nuova fase e si propone di favorire
lallargamento al maggior numero di amministrazioni locali dei servizi per cittadini ed imprese
in via di realizzazione con i progetti di e-government finanziati dal 1 Avviso; questi coprono
infatti tutti gli 80 servizi prioritari identificati dal piano di e-government e si tratta quindi
di estenderne la disponibilit.
I progetti avviati, in particolare quelli pi rilevanti economicamente, prevedono gi
la partecipazione di numerose amministrazioni, molte delle quali riutilizzano le soluzioni
e applicazioni prodotte. Nella nuova fase, si intende valorizzare e moltiplicare queste modalit di riuso, realizzando cos economie di scala significative e promuovendo una relativa
standardizzazione delle soluzioni su tutto il territorio nazionale.
I progetti di riuso saranno definiti tramite un meccanismo di incrocio domandaofferta, basato su una sorta di catalogo delle offerte di riuso, che dovr consentire alle
amministrazioni interessate di individuare, tra le soluzione sviluppate nellambito del 1
Avviso, quella pi adeguata alle proprie caratteristiche tecniche ed organizzative. Anche
al fine di incentivare lofferta di riuso, lallargamento dei progetti ad altre amministrazioni potr prevedere il completamento dei progetti in corso in termini di servizi erogati,

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soluzioni tecnologiche adottate e miglioramento della accessibilit.


Inclusione dei piccoli Comuni (linea 3)
Questa linea di azione prevede esplicite attivit di sostegno verso i piccoli Comuni,
per garantirne la partecipazione piena ai processi dinnovazione delle-government. I Comuni
con meno di 5000 abitanti (definiti piccoli) sono oltre 5.800 (sugli oltre 8.000 complessivi in Italia), e in essi risiedono pi di 10 milioni di abitanti. Lintervento sar comunque esteso anche ai Comuni fino a 20.000 abitanti (medio piccoli), in quanto le condizioni di debolezza organizzativa, scarsit di risorse e competenze per linnovazione e
carenza dinfrastrutture tecnologiche, che la linea dazione intende contrastare, sono tipiche anche di Comuni di dimensione pi ampia.
Le criticit indicate rischiano di ritardare lo sviluppo delle-government nelle PA pi
piccole, aggravando i fenomeni negativi della marginalit territoriale. Al contempo, alcune
esperienze di eccellenza maturate proprio in piccoli Comuni, mostrano la possibilit e utilit della partecipazione ai processi di e-government per garantire uguali condizioni di
servizio a tutti i cittadini e per il rafforzamento operativo delle piccole amministrazioni.
Per affrontare queste sfide, la linea dazione sosterr i Centri di Servizio Territoriali
(CST) che sono strutture sovracomunali, basate sulla cooperazione e lassociazione tra piccoli Comuni, con il compito di avviare e sostenere i processi di e-government, garantendone la gestione e fornendo alle amministrazioni partecipanti le risorse umane e tecnologiche necessarie.
Lintervento di questa linea dazione in effetti differenziato in base alle aree territoriali interessate e alla fonte di finanziamento. I 26 M della delibera CIPE sono destinati alle
regioni del Mezzogiorno e finanzieranno la costituzione e realizzazione di 19 CST, tramite il programma per il Sud e non solo, con linserimento dei progetti in APQ. I 15 M stanziati in
Finanziaria 2003 sono destinati ai Comuni piccoli e medi dellintero territorio nazionale e serviranno a co-finanziare attivit propedeutiche per la realizzazione dei CST, inserite in progetti
selezionati tramite avviso nazionale. I progetti saranno definiti sulla base di linee guida predefinite e saranno realizzati sulla base di accordi regionali.
Particolarmente rilevante, in questa prospettiva, sar il ruolo che le Regioni, le Province e le Comunit montane svolgeranno nella promozione e nella realizzazione dei CST
tra gli Enti locali del loro territorio.
Sviluppo cittadinanza digitale - e-democracy (linea 4)
Questa linea dazione promuover e sosterr progetti di utilizzo delle ICT come strumento per aumentare e migliorare la partecipazione dei cittadini alla vita delle amministrazioni pubbliche e alle loro decisioni. In particolare, lattenzione dei progetti dovr concentrarsi sui processi di decisione pubblica, con lobbiettivo di migliorarne lefficacia, lefficienza e la condivisione da parte degli attori coinvolti. Risulta infatti sempre pi impor-

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tante, data la crescente complessit delle decisioni di politica pubblica, coinvolgere anche le
competenze e le esperienze diffuse nella societ.
I progetti potranno essere presentati da Enti locali (Comuni, Province, Comunit Montane, Regioni) individuali o in partenariato tra loro, con il coinvolgimento di attori locali quali:
associazioni di rappresentanza degli interessi produttivi e sociali;
cittadini, nei loro ruoli di soggetti socio-culturali e produttivi;
gruppi informali di cittadini.
I progetti dovranno fornire lanalisi del contesto organizzativo, sociale e culturale nel
quale si colloca lintervento, prevedere lutilizzo di tecnologie adeguate in termini di affidabilit e accessibilit, la promozione della partecipazione attiva dei cittadini, la garanzia del
coinvolgimento effettivo dei decisori pubblici, la valutazione dei risultati del processo di partecipazione. Le tecnologie utilizzate potranno prevedere anche forme di consultazione certificata tra i soggetti coinvolti, e potranno fare riferimento alle sperimentazioni gi avviate dal
Ministero dellInterno.
La linea dazione sar attuata mediante lemanazione di un avviso pubblico, su scala
nazionale, per la presentazione di progetti di cittadinanza digitale, che saranno valutati da un
apposita commissione e quindi cofinanziati.
Promozione dei nuovi servizi di e-government (linea 5)
Come mostra lesperienza di altri paesi avviatisi gi da qualche anno nella costruzione
delle-government, la realizzazione di servizi on-line condizione necessaria ma non sufficiente
perch gli stessi servizi siano utilizzati. Lo spostamento di fasce consistenti di utenza dalla
fruizione tradizionale alle nuove modalit di erogazione non avviene in modo automatico.
Questa linea di azione ha quindi come obiettivo la promozione delluso dei nuovi servizi presso cittadini e imprese, attivando una campagna ombrello nazionale affiancata da
iniziative coordinate a livello regionale. Ogni amministrazione dovr prevedere sul proprio territorio unazione di comunicazione verso la propria utenza, facendo riferimento a formati, strumenti e risorse di comunicazione definite per linsieme dei progetti di e-government. Questo
approccio intende comunicare non solo la disponibilit dei nuovi servizi, ma anche rendere
visibile e valorizzare lattuazione del vasto programma dinnovazione realizzato congiuntamente
da tutte le amministrazioni.
Dopo lanalisi delle necessit di comunicazione definite da parte degli attori locali, e
sulla base di requisiti condivisi con le Regioni e gli Enti locali, verr affidato a un fornitore
selezionato sul mercato la definizione dei formati, degli strumenti e delle modalit di realizzazione di attivit di comunicazione per i progetti. Le attivit di comunicazione territoriali
saranno attuate in stretta connessione e sinergia con le attivit di comunicazione effettuate
a livello nazionale dal fornitore stesso.

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1.2 I programmi MIT finanziati dal CIPE


per linnovazione nelle aree
sottoutilizzate del Paese2
La legge finanziaria stabilisce annualmente criteri e modalit di assegnazione delle
risorse aggiuntive disponibili per interventi diretti a favorire lo sviluppo sociale ed economico nelle aree sottoutilizzate del Paese.
Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ripartisce i
fondi disponibili tramite proprie delibere, tenendo conto delle priorit individuate dal Governo
e dalle Regioni e destinando le risorse a interventi che hanno particolare rilievo strategico per lo sviluppo ed il riequilibrio delle diverse aree del Paese.
I criteri concordati per il riparto delle risorse per il periodo 2003-2005 sono volti
a:
assicurare un forte riequilibrio a favore degli investimenti pubblici in infrastrutture
materiali e immateriali;
confermare la centralit delle Regioni come principale istituzione attuatrice degli
interventi;
assicurare forti interventi a favore della ricerca e della societ dellinformazione;
adottare metodi premiali in analogia alla programmazione comunitaria, anche per
le Amministrazioni centrali,
indirizzare lattuazione degli interventi nellambito delle Intese Istituzionali di Programma e dei relativi Accordi di Programma Quadro, APQ (si veda in seguito).
Con riferimento a tale periodo di programmazione, il Ministro per linnovazione e
le tecnologie (MIT) ha proposto di utilizzare parte dei fondi destinati alle aree sottoutilizzate per interventi volti a potenziare le azioni in corso per la societ dellinformazione
(SI) e le-government, tramite un insieme di programmi aggiuntivi per tali aree del Paese.
Accogliendo tale proposta, il CIPE con la delibera n. 17 del 9 maggio 2003 - e quelle
seguenti di finalizzazione delle somme accantonate - ha attribuito consistenti risorse alla
SI, in ragione dellurgenza di tali interventi volti alla modernizzazione e alla competitivit del sistema Paese.
La delibera esplicita anche un puntuale sistema di regole e i vincoli cui devono sottostare gli interventi previsti:
concentrare e dare unitariet programmatica e finanziaria allinsieme degli interventi;
assicurare flessibilit e tempestivit nelluso delle risorse;
finanziare in modo equilibrato i diversi strumenti di incentivazione;

15

2
I capitoli 1.2 e 1.3 sono stati
curati da Anna Picot del CNIPA
AIREL, con la collaborazione di
Simone Taratufolo e Milena Fasanella.

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assicurare un forte impatto di spesa nel 2003, anche in funzione anticongiunturale;


garantire uno stringente monitoraggio dei risultati, al cui esito legare meccanismi
premiali, con la finalit di accelerare la spesa e di migliorarne la qualit.
Le regole di utilizzo dei fondi per le aree sottoutilizzate pongono inoltre particolare accento sulla concertazione tra le amministrazioni centrali, competenti per le politiche di settore, destinatarie dei finanziamenti e le Regioni interessate, finalizzata a concordare le modalit di realizzazione degli interventi e la loro localizzazione.
A tal fine, le strutture del MIT (DIT e CNIPA) hanno organizzato, nel corso del 2003,
numerosi tavoli partenariali per approfondire e concordare con le Regioni programmi e relativi tempi e riparti di risorse. In quella sede, sono state anche concordate le date per la
stipula degli APQ in materia di SI, nellambito dei quali saranno attuati gran parte degli
interventi; queste attivit sono state svolte in stretto coordinamento con gli uffici della
Segreteria del CIPE.
I programmi del MIT, come gi detto, sono aggiuntivi rispetto a quelli gi finanziati con risorse ordinarie e riguardano progetti ricadenti in aree tematiche ampie, in grado
di sostenere, attraverso linnovazione, lo sviluppo economico e sociale nelle aree destinatarie degli interventi.
Tra le diverse alternative progettuali esaminate, sono state selezionate le iniziative
in possesso dei seguenti requisiti:
capacit di soddisfare una domanda potenziale di servizi da parte di cittadini e/o
imprese, la cui carenza costituisce un ostacolo allo sviluppo locale;
sostenibilit gestionale (finanziaria e organizzativa);
modularit ed esportabilit delle soluzioni;
utilizzo di infrastrutture a banda larga e sviluppo di servizi, contenuti e applicazioni che sostengano la domanda di banda larga.
Nelle pagine che seguono presentiamo i tre programmi approvati:
per il Sud e non solo, finanziato per 126 milioni di Euro;
ICT per leccellenza dei territori, finanziato per 100 milioni di Euro;
Sviluppo di servizi a Banda larga, finanziato per 150 milioni di Euro.
Gli interventi dei tre programmi definiti dal MIT rappresentano un insieme coerente,
in quanto rientrano nella direttrice strategica delle-government e di ammodernamento delle
amministrazioni, gi cofinanziata con i fondi UMTS; altri riguardano la direttrice strategica dello sviluppo della SI, e in particolare le aree tematiche dellalfabetizzazione digitale, del sostegno alle imprese dei distretti industriali, del miglioramento dei servizi nel
campo della salute, della conoscenza e della promozione della competitivit dei territori.

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Le attivit di concertazione e la destinazione delle risorse delle Regioni


Il percorso di concertazione del MIT con le Regioni, previsto per lutilizzazione delle
risorse CIPE, iniziato nel luglio del 2003, quando sono stati costituiti quattro Gruppi di
lavoro che hanno discusso sui progetti del programma per il Sud e non solo raccolti attorno
ai temi: sanit; distretti digitali; e-government e monitoraggio ambientale.
Obiettivo dei gruppi stato:
concordare sulle modalit di realizzazione;
localizzare gli investimenti;
definire i contenuti e pianificare i tempi di attuazione e di stipula degli APQ.
Ai quattro gruppi tematici hanno partecipato assiduamente tutte le Regioni del Mezzogiorno e alcune del Centro-Nord interessate a seguire levoluzione dei progetti in prospettiva di un loro riuso oppure ad apportare un contributo con esperienze ed esempi di
buone pratiche gi attive sulle tematiche in questione nei propri territori. Alle riunioni
hanno partecipato i referenti delle strutture di cui si avvale il MIT e i responsabili dei
sistemi informativi e della programmazione delle Regioni interessate.
Il risultato della concertazione svolta ha portato alla definizione di un format e di
un percorso di attuazione per ognuno dei progetti che compongono il programma, che
saranno poi sviluppati in base alle necessit di ciascun territorio regionale nellambito
degli APQ.
Analogo percorso stato seguito per concordare la finalizzazione delle risorse CIPE
destinate al MIT per il rafforzamento della societ dellinformazione da cui scaturito
il programma ICT per leccellenza dei territori.
La necessit di una definizione partenariale del programma stata stabilita dalla delibera CIPE 17/03 che ha previsto la partecipazione congiunta ai lavori dei rappresentanti del
MEF, del MIT, delle Regioni del Mezzogiorno e della Regione Lombardia, quale regione capofila sul tema della societ dellinformazione indicata della Conferenza dei Presidenti delle
Regioni e delle Province Autonome.
La concertazione iniziata a luglio si conclusa a dicembre 2003. Il tavolo partenariale
ha svolto il compito di individuare gli interventi da finanziare con il fondo. Il CIPE in data
29 gennaio 2004 ha approvato i risultati della concertazione contenuti in un documento redatto
e trasmesso dal MIT: il fondo sar utilizzato per far emergere i territori di eccellenza nelle
regioni, al fine di qualificare e integrare progettualit attive sul territorio.
Il tavolo partenariale sul programma Banda Larga sta ancora svolgendo la propria
attivit, seguendo un processo di concertazione analogo ai precedenti. Al tavolo di concertazione, composto dai responsabili dei sistemi informativi e della programmazione regionali e dal MIT, partecipano, per dare supporto su alcuni interventi, esperti della societ

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Innovazione Italia, nuovo soggetto operativo di cui si avvale il MIT.

INNOVAZIONE ITALIA S.p.A


Il Ministro per linnovazione e le tecnologie, al fine di favorire lo sviluppo delle infrastrutture telematiche e di ridurre il digital divide, ha siglato nel 2003 un memorandum dintesa con il Ministro
dellEconomia e delle Finanze e il Ministro delle Comunicazioni, da un lato, e con la societ Sviluppo Italia, dallaltro, per la realizzazione di un programma finalizzato a sviluppare una rete infrastrutturale a Banda Larga e implementare i nuovi servizi della SI nel Mezzogiorno.
Le proposte del Ministro per linnovazione e le tecnologie e del Ministro delle Comunicazioni, a
valere sul riparto dei fondi da destinare ad investimenti nelle aree sottoutilizzate del Paese, sono
state accolte dal CIPE, che con delibera del 13 novembre 2003 ha approvato uno stanziamento di
270 milioni di euro per:
lo sviluppo di servizi innovativi nel Mezzogiorno (150 milioni di euro)
lo sviluppo delle nuove reti a banda larga (150 milioni di euro).
A dicembre 2003 il MIT ha dato vita, a seguito di una convenzione stipulata con Sviluppo Italia,
alla societ Innovazione Italia SpA per fornire il Paese e soprattutto le regioni meridionali di tecnologie dellinformazione e della comunicazione con particolare riferimento allinnovazione digitale delle imprese ed al superamento del digital divide nelle aree sottoutilizzate.
Gli interventi di Innovazione Italia SpA andranno a sostenere lofferta di servizi della Pubblica Amministrazione, come la telemedicina, la teleformazine, il monitoraggio del territorio, la videoconferenza a media/alta qualit; ma anche di quelli delle imprese, come la formazione, le-business e la
logistica integrata.

Il Programma per il Sud e non solo


Con il programma per il Sud e non solo, finanziato con delibera CIPE 9 maggio 2003
n. 17, il MIT intende potenziare le azioni per lo sviluppo della SI nelle aree sottoutilizzate
del Paese.
Le direttrici strategiche del programma rientrano nelle Linee guida del Governo per lo
sviluppo della Societ dellInformazione nella legislatura approvate dal Consiglio dei Ministri del 30 maggio 2002 e pubblicate nel mese di giugno dello stesso anno. Tali direttrici
attengono alla trasformazione della pubblica amministrazione tramite le tecnologie dellinformazione e della comunicazione e alla realizzazione di interventi nel sistema Paese per
linnovazione e lo sviluppo della societ dellinformazione.
Obiettivo specifico del programma coniugare gli obiettivi di legislatura definiti
dalle citate Linee guida con le esigenze di sviluppo delle aree sottoutilizzate del Paese
attraverso azioni mirate in particolare a:

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sensibilizzazione ed alfabetizzazione digitale dei cittadini e delle imprese


ammodernamento della pubblica amministrazione
miglioramento dei servizi erogati ai cittadini dalla pubblica amministrazione
innovazione tecnologica nel settore delle attivit produttive

La concertazione con le Regioni del Mezzogiorno, destinatarie degli interventi del


programma, ha consentito di verificare la coerenza delle singole iniziative che compongono il programma nazionale con le linee programmatiche regionali.
Nella successiva tabella 2 sono brevemente descritti i nove progetti che compongono il programma per il Sud e non solo, per entit del finanziamento e risultato atteso.

Tabella 2 - I progetti del programma per il Sud e non solo


TITOLO DEL PROGETTO

Finanziamento/CIPE Consistenza del servizio da realizzare


(euro)

Centri di accesso pubblico


a servizi digitali avanzati

22.384.000

circa 2.500 postazioni per laccesso pubblico a Internet


in tutte le regioni del Mezzogiorno, Centri di telelavoro

Servizi di telemedicina

4.320.000

servizi di telemedicina nel settore oncologico in


ospedali delle regioni Sardegna e Calabria

Rete dei medici


di medicina generale

25.829.000

10.000 medici di medicina generale e 500 UTAP collegati


in rete con il territorio in tutte le regioni del Mezzogiorno

Sistema di Vigilanza
Ambientale: Centro servizi
regionale per linterconnessione
delle funzioni di monitoraggio

3.000.000

1 centro nella regione Molise

Distretti digitali a supporto


della filiera produttiva del
tessile abbigliamento nel
Mezzogiorno

13.700.000

promozione della cooperazione tra imprese appartenenti a distretti industriali


mediante il potenziamento di Centri Servizo e la diffusione di
applicazioni ICT condivise (regioni Campania, Puglia e Sicilia)

Scrutinio elettorale
semiautomatico

12.072.000

2600 sezioni elettorali in tutte le regioni del Mezzogiorno

Numero unico
delle emergenze

9.700.000

il numero e lubicazione delle province nelle quali verr realizzato


lintervento in corso di definizione

Centri Servizio Territoriali


per le-government nei
piccoli e medi comuni

26.590.000

19 Centri nelle regioni del Mezzogiorno

Centri territoriali per


laggregazione dei processi
di acquisto degli enti locali
delle regioni del Mezzogiorno

8.405.000

5 Centri nelle regioni Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

TOTALE

126.000.000

Fonte: CNIPA - AIREL

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La qualit dei progetti e la strategicit dei campi di intervento selezionati hanno


raccolto anche le esigenze di sviluppo della SI delle Regioni del Centro Nord, come testimoniano le diverse proposte avanzate da tali amministrazioni, finalizzate a realizzare in
ambito APQ alcuni interventi riconducibili a quelli del programma per il Sud e non solo.
Questo dato testimonia la valenza nazionale del programma e indica lopportunit
per le Regioni di utilizzare le strutture di cooperazione costituite con il MIT al fine di
generare economie di scala e una condivisione delle soluzioni e delle buone pratiche.
Il Programma ICT per leccellenza dei territori
Il programma ICT per leccellenza dei territori, che finalizza le risorse destinate
al rafforzamento della SI previste al punto 4.1.2.B della delibera CIPE n.17 del 9 maggio
2003, stato elaborato in partenariato fra le strutture di cui si avvale il MIT, le Regioni
del Mezzogiorno e il Ministero dellEconomia e delle Finanze. Il CIPE ha approvato il percorso di concertazione e la finalizzazione delle risorse a tale programma del MIT con deliberazione assunta nella seduta del 29 gennaio 2004.
Infatti, come indicato dalla stessa delibera, per finalizzare tali risorse, stato istituito un gruppo di lavoro dal quale sono emerse le indicazioni che hanno portato a definire il programma destinato a sviluppare progettualit ed azioni rivolte a favorire lemergere di territori di eccellenza nelle singole realt regionali, attraverso la valorizzazione
di aree a forte potenzialit, grazie allutilizzo delle nuove ICT.
Negli incontri con le Regioni stato approfondito il tema delleccellenza quale traguardo di una serie di interventi finalizzati a qualificare e integrare progettualit gi attive
sul territorio, anche al fine di:
garantire coerenza ed allineamento strategico;
sviluppare sinergie a livello territoriale in realt individuate in base a caratteristiche che identificano precise potenzialit. Queste sinergie sono rappresentate da circoli virtuosi capaci di consolidare dinamiche di sostegno della competitivit e eccellenza sui mercati internazionali.
Lemersione dei territori di eccellenza si espliciter attraverso la redazione di un
documento, Piano per leccellenza del territorio che rappresenter una risorsa gestionale significativa, nei singoli territori selezionati, anche per il coordinamento e la coerenza
tra le diverse linee dazione relative alla SI, previste dalla delibera CIPE 17/03 (programmi
per il Sud e non solo e Banda Larga).
I territori selezionati potranno accedere alle risorse disponibili attraverso una proposta di percorso che tenga conto di alcune pre-condizioni di eleggibilit e che venga
formalizzata dalla Regione di appartenenza del territorio che si candida.
E importante comunque sottolineare che le risorse devono essere destinate, come

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prevede la delibera CIPE, ad azioni inerenti la SI e devono nel frattempo perseguire obiettivi di integrazione e di qualificazione attraverso le nuove ICT. Le tipologie di intervento,
riguarderanno le imprese, le persone, le istituzioni (pubblica amministrazione e istituzioni
di ricerca), le infrastrutture.
Il percorso di attuazione del programma prevede:
la costituzione di un Comitato dindirizzo, composto dal MEF, dal MIT e dalle Regioni,
con il compito di guidare lattuazione degli interventi oggetto del programma.
la costituzione di un gruppo tecnico presso il MIT, cui potranno partecipare anche
esperti indicati dalle Regioni, con il compito di svolgere la funzione di segreteria
tecnica del Comitato dindirizzo.
Le fasi ed i tempi per la realizzazione del programma sono i seguenti:

Fase

Attivit

Soggetti coinvolti

Tempi indicativi

Definizione del piano di attuazione del


programma e dei relativi strumenti

Gruppo tecnico

aprile maggio 2004

Formalizzazione e presentazione dei Piani

Regioni

giugno 2004

Approvazione dei piani

Comitato di indirizzo

luglio 2004

Inserimento degli interventi indicati


nel Piano nellAPQ SI della singola Regione

Regioni - MIT - MEF

entro ottobre 2004

Attuazione delle iniziative del Piano

Regioni - MIT

Monitoraggio

Regioni - MIT MEF

Il programma si propone di integrare le diverse strategie regionali e nazionali e di


sviluppare le aree di criticit che precedenti programmazioni non hanno adeguatamente
sviluppato, generando un diffuso impatto, a livello locale, delle opportunit di sviluppo
connesse ai temi della societ dellinformazione.

Il Programma Sviluppo di Servizi a Banda Larga


Nellambito del processo di ammodernamento delle infrastrutture economiche, lo sviluppo della banda larga, dei servizi di accesso e dei servizi applicativi multimediali che
ne utilizzano le capacit di connessione (alle imprese, ai cittadini, alla pubblica amministrazione) rappresenta oggi una delle priorit del Paese e, allinterno di esso, del Mezzogiorno. Aggiornate analisi sulla diffusione dellinfrastruttura sul territorio e sulla disponibilit di servizi hanno infatti evidenziato un ritardo dellItalia nei confronti della maggior parte dei paesi europei ma, soprattutto, allinterno del Paese, una situazione di ritardo
delle regioni meridionali.

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Le ragioni di tale ritardo sono prevalentemente ascrivibili alle incertezze in termini


di ritorni degli investimenti, se posti a totale carico degli operatori privati gestori delle
reti di connessione (carrier).
Nella situazione attuale, mancando le infrastrutture vengono meno le condizioni per
sviluppare servizi applicativi multimediali disponibili a costi contenuti, e la relativa domanda
di connessione ad alta velocit. Sinnesca cos un circolo vizioso, che riduce sempre pi,
specie nelle regioni del Mezzogiorno, le opportunit di sviluppo delleconomia basate sulle
nuove tecnologie della comunicazione.
Obiettivo del programma di rompere il circolo vizioso, creando i presupposti per
rendere profittevoli gli investimenti, e avviare uno sviluppo equilibrato di infrastrutture
e servizi. Il programma operativo, agendo sia sul lato dellofferta di infrastrutture e dei
connessi servizi di accesso alla rete e di trasporto, sia della domanda di servizi applicativi multimediali, si suddivide in due sottoprogrammi, facenti capo, ciascuno, allamministrazione pubblica che detiene le competenze:
Programma operativo per lo sviluppo delle infrastrutture, che prevede a carico dello
Stato la realizzazione degli anelli urbani e di quelli a servizio degli agglomerati industriali (Metropolitan Area Network) per la parte cavidotto, da cedere con contratto
di locazione ai carrier, i quali potranno utilizzarli per il passaggio dei propri cavi
in fibra ottica (presentato dal Ministero delle Comunicazioni);
Programma operativo per lo sviluppo della domanda, promuovendo la realizzazione
di servizi applicativi che richiedono lutilizzo di infrastrutture a banda larga (presentato dal MIT).
Le azioni previste dal Programma del MIT per lo sviluppo di servizi a banda larga
risultano coerenti con le linee di indirizzo definite dai documenti programmatici comunitari e nazionali. I testi di riferimento sono:
il Documento finale del Sottogruppo Infrastrutture del Gruppo di lavoro Societ
dellinformazione del Comitato di Sorveglianza del QCS 2000-2006, che ha effettuato una ricognizione della disponibilit di servizi di rete nelle Regioni Obiettivo
1 ed unanalisi della domanda di servizi derivante dai programmi di sviluppo della
SI;
il Libro Bianco redatto dalla Task Force Larga Banda (Ministero delle Comunicazioni
- MIT), che considera la diffusione e lo sviluppo della banda larga quale condizione
essenziale per lo sviluppo economico del Paese e sottolinea lesigenza di uno sviluppo equilibrato di infrastrutture e servizi;
la Mappa della domanda di connettivit e servizi a larga banda nelle imprese italiane, redatta dallOsservatorio sulla larga banda, (istituito dai Ministri delle Comunicazioni e per lInnovazione e le tecnologie) che stima, attraverso unindagine campionaria, la diffusione delle ICT e la propensione allutilizzo dei servizi a banda larga
per linsieme delle oltre 3,5 milioni di imprese italiane;
il QCS 2000-2006 che individua nello sviluppo della SI uno dei principali fattori pro-

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pulsivi delleconomia del Mezzogiorno dItalia e del processo di ammodernamento


organizzativo e di potenziamento della qualit dei servizi pubblici al cittadino e
alle imprese.
Inoltre, il Parlamento italiano, nellapprovare il DPEF 2004-2007, paragrafo V, lettera a), ha impegnato il Governo a sostenere lo sviluppo e lammodernamento delle dotazioni infrastrutturali del Paese nel settore delle comunicazioni, in considerazione del loro
ruolo essenziale per la competitivit e linnovazione del sistema produttivo, e, in questo
ambito, a promuovere la realizzazione delle infrastrutture per laccesso alla banda larga.
I progetti presentati nel programma per i servizi a banda larga concorrono alla diffusione sul territorio, in taluni casi con grado di copertura pari al 100% della domanda
espressa nelle regioni del Mezzogiorno, dei seguenti servizi:
1. telemedicina specializzata e teleformazione su rete a banda larga;
2. interventi per la digitalizzazione delle imprese nel Mezzogiorno
3. sviluppo di servizi avanzati nelle scuole delle regioni del Sud
4. estensione dei servizi informativi integrati per la gestione del territorio
5. ampliamento dei servizi regionali a banda larga del Sistema Pubblico
di Connettivit
6. sistemi avanzati per la connettivit sociale (Progetto SAX)
Tutti i progetti generano benefici economici e sociali per effetto dellaccresciuta
disponibilit di servizi a cittadini/imprese/pubblica amministrazione sia sotto il profilo
quantitativo che qualitativo. Questi benefici giustificano linvestimento proposto con il
programma.
Entrambi i Programmi operativi, del MIT e del Ministero delle Comunicazioni, sono
stati approvati dal CIPE con la delibera 83 del 13 novembre 2003, che ha assegnato le
risorse inizialmente accantonate con la delibera 17/03 (900 Meuro, punto 1.1).
I fondi della delibera CIPE 17 del 9 maggio 2003 destinati alla SI
Le risorse assegnate per programmi di sviluppo della SI di competenza MIT ammontano, come abbiamo visto, a 376 milioni di Euro. A questi finanziamenti si aggiungono
39 milioni di Euro assegnati con la delibera CIPE 17/03 direttamente alle Regioni del Centro Nord , con il vincolo di destinazione a interventi per la SI da realizzare nellambito di
APQ SI con il MIT, come spiegheremo nel successivo capitolo sugli Accordi.
Infine, sulla consistente quota di risorse assegnate alle Regioni del Mezzogiorno,
una parte stata da queste destinata al settore SI, per un ammontare complessivo di 108
Meuro; la Tabella 2 riassume le destinazioni di finanziamenti a valere su detta delibera
per programmi per la SI.

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Tabella 3 - Quadro risorse delibera CIPE n. 17, 9 maggio 2003 destinate allo sviluppo della SI

Programmi nazionali
del MIT

Programmi regionali

Programma

Localizzazione degli interventi

Risorse assegnate
(Meuro)

per il Sud e non solo

Regioni del Mezzogiorno


ed enti locali del territorio regionale

126

Sviluppo di servizi a Banda Larga

Regioni del Mezzogiorno ed enti locali


del territorio regionale

150

Obiettivi di rafforzamento della societ


dellinformazione - Programma ICT per
leccellenza dei territori

Regioni del Mezzogiorno ed enti locali


del territorio regionale

100

Risorse assegnate alle Regioni del Centro


Nord per lo sviluppo della societ
dellinformazione

Regioni del Centro Nord ed enti locali


del territorio regionale

39

Risorse assegnate alle Regioni del


Mezzogiorno e da queste destinate
in parte al settore societ
dellinformazione

Regioni del Mezzogiorno ed enti locali


del territorio regionale

108

Totale

523

Fonte: CNIPA - AIREL

1.3 Gli APQ per la societ dellinformazione


e le-government
Nel contesto di riforma federale del Paese, lobiettivo di accelerazione e qualificazione del processo di sviluppo territoriale deve essere perseguito attraverso la pi stretta
cooperazione tra Governo e Regioni, in modo che il programma individuato congiuntamente sia concepito come un complesso unitario mediante il quale giungere ad una realizzazione coordinata e efficace.
La programmazione negoziata, disciplinata in Italia dalla legge 662/96, una risorsa
per lo sviluppo della collaborazione tra le istituzioni centrali e locali poich consente, tramite i suoi strumenti, lattuazione del principio di sussidiariet e il trasferimento dal livello
centrale a quello locale delle funzioni amministrative collegate agli investimenti.
Gli strumenti della programmazione negoziata si prefiggono, infatti, di valorizzare
le reti di conoscenze e competenze a livello locale, di garantire sempre la trasparenza e
la comunicazione delle iniziative promosse dallamministrazione pubblica verso i cittadini
e di promuovere la previsione di spesa per i nuovi investimenti e dunque il principio della
certezza e copertura della spesa prevista.
LAccordo di Programma Quadro (indicato con lacronimo APQ) uno degli strumenti
della programmazione negoziata, ed quello che, per le sue caratteristiche, ha maggiormente dimostrato di riuscire a coordinare la programmazione e lazione dei diversi livelli

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istituzionali coinvolti nellattuazione di processi di sviluppo economico territoriale.


La predisposizione, la sottoscrizione e la realizzazione dellAPQ coinvolgono le strutture amministrative di settore competenti nella materia degli interventi in esso compresi,
a livello centrale e regionale, nel nostro caso il MIT e le direzioni che hanno la responsabilit delle azioni per lo sviluppo delle-government e della SI, nonch i responsabili
della programmazione economica a livello centrale, il Ministero dellEconomia e delle Finanze
(MEF) e regionale.
Ad ogni intervento previsto in APQ possono concorrere finanziamenti di diversa natura:
risorse pubbliche ordinarie (provenienti dai bilanci statali e dai bilanci regionali e
degli enti locali);
risorse pubbliche aggiuntive (es. fondi per le aree sottoutilizzate, stanziati annualmente dalla Legge Finanziaria e allocati dal CIPE, fondi comunitari;
risorse private.
La crescita del ricorso a questo strumento testimoniata dai dati contenuti nel Rapporto Annuale 2003 del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo sugli interventi nelle
aree sottoutilizzate. Nel Rapporto si legge infatti che le risorse CIPE3 programmate in APQ
sono passate dal 32% del 2001 al 76% del 2003, e che dei 167 APQ stipulati al 31 dicembre 2003 il 70% stato firmato durante lo scorso anno.
Nato per interventi di sviluppo tradizionali, legati alle riforme nei settori dei trasporti, energia, rifiuti e risorse idriche, oggi lAPQ si candida a diventare uno strumento
di riferimento anche per i rapporti tra il MIT e le Regioni per il finanziamento e lattuazione degli interventi per le-government e lo sviluppo della SI in ogni singolo territorio
regionale. La normativa di riferimento sugli APQ per la SI contenuta nel Cd-Rom allegato nel Rapporto Nazionale.
Le opportunit per linnovazione offerte dagli APQ
Nel contesto attuale, gli APQ per la SI e le-government traggono forza dalle recenti
delibere CIPE n. 17 e n. 83 del 2003, che individuano la societ dellinformazione quale
obiettivo strategico prioritario per lo sviluppo del Paese e assegnano ad esso risorse significative. Infatti, lAPQ societ dellinformazione definisce un programma esecutivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati, rientranti nelle attribuzioni delle
diverse articolazioni dei poteri centrali dello Stato e del sistema dellautonomia regionale.
Le opportunit di stipulare un APQ specifico sui temi della SI e le-government nascono
dalle seguente considerazioni:
sulle regioni convergono molteplici iniziative e finanziamenti nazionali e comunitari destinati allinnovazione ed interesse delle Regioni, cos come delle amministrazioni centrali coinvolte, far convergere tali azioni in un quadro programmatico
strategico che garantisca una maggiore efficacia degli interventi;
la scelta del Governo, nel 2001, di assegnare la competenza nazionale di settore al

25

3
Principalmente lallocazione
dei fondi CIPE diretta agli strumenti attuativi delle Intese Istituzionali di Programma stipulate
da ogni Regione e Provincia Autonoma con il Governo nazionale.
Lo strumento attuativo dellIntesa
lAccordo di Programma Quadro.

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Ministro per lInnovazione e le tecnologie consente lindirizzo e il coordinamento


delle politiche per lo sviluppo della SI e le-government;
listituzione del MIT ha pertanto contribuito, tramite le strutture di cui si avvale,
a sviluppare un insieme di relazioni bilaterali e multilaterali tra Governo, Regioni
e Autonomie locali che permette di elaborare e condividere strategie e programmi
per linnovazione locale;
lattuazione dellinnovazione nel contesto di una profonda riorganizzazione dellamministrazione pubblica in senso federale, richiede necessariamente una intensa
ed efficace cooperazione fra i diversi livelli di amministrazione;
dal punto di vista operativo, il livello progettuale e di sostenibilit degli interventi
inseriti in un APQ risulta generalmente alto; infatti, lAPQ, definito e sottoscritto
dai responsabili amministrativi delle strutture competenti per settore, riporta in allegato le schede descrittive degli interventi, con lindicazione puntuale delle caratteristiche tecniche dei progetti, dei costi e dei tempi di attuazione.
Oltre a questi fattori di tipo strategico, lAPQ per la SI presenta anche altri vantaggi operativi e apporta alcune innovazioni per garantire la coerenza tecnica e strategica degli interventi, come spiegheremo nei successivi paragrafi.
Lattuazione dellinnovazione nei territori regionali tramite APQ
Nel documento della Visione condivisa (si veda il capitolo 1.1) previsto il ricorso
allAPQ per lattuazione dellinnovazione nei territori regionali. In tale contesto si auspica
che gli APQ da sottoscrivere con le Regioni siano finalizzati a realizzare:
un insieme di azioni relative allattuazione o al riuso dei principali sistemi federati di settore, secondo la logica di condivisione indicata, con lobiettivo del completamento dei processi innovativi avviati con i progetti di e-government, sia per
ci che riguarda la copertura dei servizi prioritari, sia per ci che riguarda le amministrazioni coinvolte;
la condivisione degli obiettivi e la partecipazione attiva degli enti locali del territorio: Comuni, Province, Comunit montane.
Si concorda inoltre che gli APQ dovranno prevedere forme di cofinanziamento e garantire adeguate strutture di attuazione e gestione degli interventi, anche mediante lutilizzo
dei Centri Regionali di Competenza per le-government e la societ dellinformazione.
Coerentemente con il quadro metodologico e organizzativo definito dalla Visione
condivisa, il successivo documento Le-government nelle regioni e negli enti locali: II
fase di attuazione, approvato dalla Conferenza Unificata nella seduta del 26 novembre
2003, definisce obiettivi, azioni e modalit di attuazione per lo sviluppo della seconda
fase di e-government locale.
Entrambi questi documenti proposti dal MIT e condivisi con le Regioni e gli Enti
locali individuano lAccordo di programma quadro per lo sviluppo della SI quale strumento

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di attuazione degli interventi compresi nella seconda fase di e-government locale e, pi


in generale, per lo sviluppo della SI in ogni singolo territorio regionale.

In sintesi , lo strumento APQ per la societ dellinformazione consente di:


costruire un processo costante di relazione tra le strutture del MIT e le Regioni in
grado di collocare le specificit dellazione locale nellambito delle strategie nazionali e comunitarie per linnovazione;
prevedere modalit di utilizzo di fondi nazionali esplicitamente collegati alle strategie regionali;
semplificare la programmazione strategica dellinsieme dinterventi per la SI attivati a seguito di programmi nazionali e comunitari e accedere rapidamente alle risorse
finanziarie disponibili;
utilizzare le competenze delle strutture di cui si avvale il MIT per favorire i processi
di riuso delle soluzioni innovative da parte delle amministrazioni regionali e locali
e proporre le proprie in una logica di cooperazione federale;
utilizzare le risorse di assistenza e supporto attivate sul territorio dal MIT, quali i
Centri Regionali di Competenza sulle-government e la societ dellinformazione (CRC).

Le attivit del MIT per la stipula degli APQ: rapporto tra strutture nazionali
e regionali
Il MIT, mediante le proprie strutture, svolge lattivit di preparazione e di supporto
alla definizione dellAPQ per la SI e di individuazione e definizione degli interventi che
ogni Regione intende realizzare. Questi compiti sono svolti dallUfficio Rapporti e Accordi
di programma con le regioni e gli enti locali che opera allinterno dellArea Innovazione
per le regioni e gli enti locali (AIREL) del CNIPA.
Le strutture del MIT operano pertanto in stretta collaborazione con le diverse strutture competenti del Ministero dellEconomia e delle Finanze e con i responsabili della SI
e della programmazione a livello regionale.
Il lavoro svolto dallAIREL a livello centrale con il MEF ha coinvolto, in particolare,
gli uffici del Servizio per le politiche di sviluppo territoriale e le intese, che svolge un
ruolo primario di impulso e verifica delle Intese e degli APQ, e con quelli della Segreteria del CIPE, per le fasi di programmazione e di partenariato con le Regioni.
Lazione propedeutica svolta ha consentito di:
costruire modalit comuni di lavoro MEF-MIT-Regioni per la predisposizione degli
APQ;
condividere una proposta di struttura tipo di articolato per gli APQ SI;
definire un percorso semplificato rispetto allaggiornamento delle Intese Istituzionali di Programma, nel caso, quasi generale, in cui non fosse gi previsto lAPQ
nel settore SI.

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Per quanto riguarda le attivit che le strutture del MIT svolgono con le Regioni,
queste sono riconducibili a tre macro tipologie di azioni:
incontri con i responsabili per la SI e la programmazione di ogni Regione per la
definizione dei contenuti, delle risorse, delle modalit e tempi di stipula degli accordi;
incontri con tutte le Regioni per la concertazione e lelaborazione in partenariato
delle iniziative di sviluppo di obiettivi di rafforzamento della SI;
assistenza tecnica alla presentazione degli interventi e di supporto tecnico nelle
relazioni con il MEF.
Il continuo raccordo tra strutture centrali e regionali consente lo sviluppo di una
governance multilivello che accresce le opportunit dinnovazione locale, poich le Regioni
possono accedere a un insieme di risorse cognitive e informative che rendono pi agevole superare eventuali debolezze interne di programmazione dellinnovazione.
Inoltre, la presenza di un referente a livello di Governo centrale, che sostenga la
partecipazione delle Regioni alla governance dei processi di innovazione locale consente
di accrescere le opportunit di cambiamento e di renderlo economicamente sostenibile.
E quanto avvenuto, per esempio, con i progetti di e-government presentati al primo
avviso, che hanno dimostrato un alto livello di maturit, realizzando ampie aggregazioni
tra enti anche di diverse regioni e dando vita a progetti le cui soluzioni saranno riusabili
allinterno dei processi di e-government che si stanno avviando con lattuale seconda fase.

4Anche

dal punto di vista dei


flussi finanziari, lAPQ rappresenta
un strumento efficiente di garanzia e di controllo della spesa pubblica poich:
lo stato di avanzamento dei
lavori e il monitoraggio della
spesa sono soggetti ad uno
stringente controllo;
il monitoraggio descrive lo
stato di attuazione dell'accordo
e degli interventi e segnala le
eventuali criticit di natura tecnica o finanziaria, utili a proporre
modifiche degli interventi in
caso di scostamenti e a proporre
soluzioni qualora sopravvengano
elementi di ostacolo alla realizzazione degli interventi;
le informazioni risultanti dal
monitoraggio consentono di premiare le amministrazioni che
sapranno programmare e monitorare meglio i propri interventi.

Le innovazioni introdotte dagli APQ societ dellinformazione


Formalmente, ogni APQ presenta dei contenuti comuni a qualsiasi settore:
le azioni che le parti, direttamente per quanto di loro competenza, o indirettamente
mediante interventi di indirizzo, vigilanza e controllo, si impegnano a svolgere per
accelerare le procedure di realizzazione degli interventi;
i tempi di realizzazione;
i soggetti, gli organi responsabili, le procedure di attuazione e tutti gli strumenti
amministrativi (conferenze di servizi o convenzioni) che facilitano lattivazione e
la realizzazione degli accordi;
gli eventuali accordi di programma ai sensi del D.L.gs 267/00;
i costi, il fabbisogno finanziario e sua articolazione, a valere sugli stanziamenti pubblici o anche tramite finanziamenti privati;
il soggetto a cui competono poteri sostitutivi in caso di inerzie, ritardi o inadempienze;
le procedure ed i soggetti responsabili per il monitoraggio e la verifica dei risultati4;
i procedimenti di conciliazione qualora sorgono conflitti tra i diversi soggetti che
partecipano allaccordo.
Le attivit tra il MIT e il MEF e le strutture amministrative regionali hanno comportato comunque anche lelaborazione di nuovi e inediti elementi. In particolare, lAPQ

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SI prevede la costituzione di un Comitato tecnico dellAccordo.


Questo Comitato istituito al fine garantire piena coerenza degli interventi previsti nellAccordo alle specifiche tecniche elaborate dal MIT, condivise nelle strutture di cooperazione operanti con le Regioni e gli Enti locali; la Regione si impegna ad adeguare i progetti alle suddette specifiche.
Il Comitato assicura una efficace cooperazione tra Regione e strutture di cui si avvale
il MIT nellattuazione degli interventi previsti, garantisce il necessario supporto tecnico
nelle fasi di pianificazione e realizzazione degli interventi e assolve a compiti di proposta e verifica tecnica dei risultati dellattivit dei progetti, per assicurarne leccellenza e
la compatibilit con gli indirizzi strategici nazionali e regionali.
Il Comitato tecnico presieduto dal responsabile dellAccordo ed composto da esperti
dei soggetti che attuano gli interventi e delle strutture di cui si avvale il MIT. Il CRC svolge
attivit di supporto e segreteria al Comitato tecnico.
NellAPQ tipo per la SI stato inoltre introdotto uno specifico articolo sugli impegni programmatici al fine di prefigurare linsieme di interventi che costituiranno successive integrazioni dellaccordo.
Infatti lAPQ si pone obiettivi di carattere generale di recepimento degli indirizzi
definiti nei piani di azione e strategici regionali e di coerenza con i piani e i documenti
nazionali per le-government e la societ dellinformazione (Linee guida, Visione condivisa, ecc., si veda il Cd-Rom allegato). Sulla base delle priorit delineate nei documenti
strategici di riferimento, nonch dellimplementazione e dello sviluppo dei programmi di
settore, le parti che stipulano lAPQ si impegnano a riportare ulteriori azioni di interesse
comune, elencate in tale articolo, attraverso la sottoscrizione di atti integrativi finalizzati allattuazione di specifici programmi. A tal fine la Regione e il MIT condividono nellAPQ le priorit dintervento successive, da sviluppare congiuntamente sulla base delle
disponibilit finanziarie che entrambe le parti si impegnano a reperire.
Le risorse destinate agli APQ SI
Nel corso del 2003, le strutture di cui si avvale il MIT hanno individuato e programmato
di destinare risorse agli APQ SI inizialmente su due fonti di finanziamento statali:
- fondi nazionali derivanti dalla vendita delle licenze UMTS per lattuazione della seconda
fase di e-government (DPCM del 14 febbraio 2002);
- fondi assegnati dalla delibera CIPE 17 del 9 maggio 2003 per lo sviluppo della societ
dellinformazione nelle aree sottoutilizzate del Paese (si veda il capitolo 1.2).
A valere sulle risorse nazionali e regionali prima citate, alla data del 30 marzo 2004
risultavano disponibili le seguenti risorse finanziare per la stipula di APQ:

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Tabella 4- Situazione della programmazione delle risorse destinate agli APQ SI (al 30.04.2004)

Programmi del MIT sulle risorse CIPE


per le aree sottoutilizzate

Programmi di interventi regionali sulle risorse


CIPE per le aree sottoutilizzate

Interventi

Beneficiari

Risorse

Programma per il Sud e non solo


progetti 1,2,3,4,5,8,9

Regioni del Mezzogiorno e enti


locali del territorio regionale

92,5 Meuro

Programma ICT per leccellenza dei


territori

Regioni del Mezzogiorno e enti


locali del territorio regionale

Quota ancora da
ripartire

Programma Sviluppo di servizi a


Banda Larga- progetti 4,5,6

Regioni del Mezzogiorno e enti


locali del territorio regionale

82 Meuro

Risorse assegnate alle Regioni del


Mezzogiorno e da queste destinate al
settore SI

Regioni del Mezzogiorno e enti


locali del territorio regionale

108 Meuro

Risorse assegnate alle Regioni Centro


Nord per la SI

Regioni del Centro Nord e enti


locali del territorio regionale

39 Meuro

Tutte le Regioni e enti locali del


territorio regionale

35 Meuro

Linea di azione 3. Inclusione dei


piccoli comuni nellattuazione
delle-government

Tutte le Regioni e enti locali del


territorio regionale

Quota APQ da
definire

Linea di azione 5. Promozione


dellutilizzo dei nuovi servizi presso
cittadini e imprese

Tutte le Regioni e enti locali del


territorio regionale

Quota APQ da
definire

Programmi di interventi a valere sulle risorse MIT Linea di azione 1. Sviluppo dei servizi
per lattuazione della seconda fase di e-government
infrastrutturali locali (SPC)

Totale

356,5 meuro

Fonte: CNIPA - AIREL

Il totale delle risorse in via di definizione, poich alcune fasi di concertazione


dei principali programmi MIT-Regioni sono ancora in corso, al momento della stampa del
Rapporto, e il valore complessivo degli interventi previsti da ogni Regione nel proprio APQ
pu essere oggetto di ricognizione certa solo per gli APQ gi stipulati.
Gli APQ SI stipulati
Alla data del 5 aprile 2004, gli APQ in materia di societ dellinformazione stipulati, per un valore complessivo di poco superiore ai 100 milioni di euro, riguardano le
regioni: Abruzzo, Liguria, Lombardia, Basilicata, Emilia-Romagna, Toscana.
Secondo gli impegni comunicati al MEF dalle Regioni per la stipula di APQ, si prevede che entro settembre 2004 tutte le amministrazioni regionali destinatarie di risorse
statali (CIPE e MIT) per la societ dellinformazione avranno siglato gli Accordi con il MIT.
Come si evidenzia dalla sintesi, che segue, sugli interventi finora inseriti negli APQ
stipulati, gli obiettivi concertati sono tutti riconducibili alle priorit programmatiche condivise dal MIT e dalle Regioni per la seconda fase di e-government e per lo sviluppo della
societ dellinformazione. gli articolati dei seguenti APQ sono contenuti nel Cd-Rom allegato al presente Rapporto.

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APQ Abruzzo
Il 15 luglio 2002 stato siglato dal MIT il primo APQ del settore SI con la Regione
Abruzzo; il costo complessivo degli interventi previsti di 27,5 milioni di Euro. La copertura finanziaria proviene per circa 8 milioni di Euro dai Fondi Strutturali comunitari del
DOCUP della Regione e per il rimanente da risorse nazionali per le aree sottoutilizzate (CIPE).
LAPQ Abruzzo prevede la realizzazione di 14 interventi tra loro integrati e in linea
con quanto definito nei documenti di programmazione nazionali e comunitari. Lobiettivo
dellAPQ quello di realizzare un insieme di servizi infrastrutturali e servizi di base e applicativi in grado di fornire servizi ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni
locali. Con lavvio delle linee di azione della seconda fase di e-government locale e le risorse
per le aree sottoutilizzate assegnate dal CIPE nel 2003, le strutture del MIT e la Regione
Abruzzo stanno individuando e definendo gli interventi che costituiranno latto integrativo dellAPQ, che terr conto dellevoluzione delle policies regionali, nazionali e comunitarie.
APQ Liguria
Il primo APQ in materia di societ dellinformazione stato siglato il 14 aprile del
2000 dal MEF e dalla Regione Liguria, in quanto allepoca non era presente il MIT, quale
amministrazione centrale di riferimento competente in materia. LAPQ, dal titolo Liguria
in rete, si compone di 4 interventi, per un costo complessivo di quasi 16 milioni di Euro,
volti a realizzare: le infrastrutture di comunicazione al servizio di tutti gli enti della pubblica amministrazione ligure, dei cittadini e delle imprese; un centro unificato di prenotazione delle prestazioni sanitarie; un sistema informatico per la gestione dei tributi di
competenza regionale; un sistema informatico a supporto del processo di decentramento
e di semplificazione delle procedure per i Comuni.
Integrativo I dellAPQ Liguria in Rete
La prima integrazione all APQ Liguria in rete stato siglato a Torino l8 aprile
2003 con il MIT e il MEF. Lintegrazione dellAPQ completa il processo gi avviato dalla
Regione Liguria per rafforzare le infrastrutture tecnologiche a servizio dei cittadini, con
particolare attenzione a quelli appartenenti ad una fascia di et avanzata, e prevede, attraverso il progetto Terza et e welfare nella Societ dellinformazione, la realizzazione di
tre interventi mirati alla formazione per la terza et, alla facilitazione dellaccesso ai servizi on-line per gli anziani e le loro famiglie, alla creazione di un Portale regionale dedicato esclusivamente allinformazione sui servizi disponibili per questa fascia di utenza e
per le persone diversamente abili.
Il costo complessivo del progetto ammonta a 17,537 milioni di euro, di cui 16,217
provenienti dai fondi assegnati con delibera CIPE 36/2002, ripartizione delle risorse per
interventi in aree depresse, 2002-2004 (legge finanziaria 2002) e i restanti 1,320 da fondi
regionali.
Integrativo II dellAPQ Liguria in Rete
Il secondo APQ Integrativo della Liguria, stipulato il 27 febbraio 2004, ha un valore

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complessivo di 5 milioni di Euro, finanziati per 3,5 milioni da risorse CIPE e per 1,5 milioni
da fondi regionali.
LAPQ prevede un solo significativo intervento, finalizzato alla realizzazione di una
carta regionale dei servizi per gli anziani e allo sviluppo di una rete di punti di accesso
per la fruizione dei servizi disponibili.
APQ Lombardia
Stipulato il 24 dicembre 2003, ha un costo complessivo di 8 milioni di Euro, di cui
4,5 a carico dello Stato, 1,2 provenienti da fondi europei, 2,3 da risorse regionali.
LAccordo costituito da 3 interventi finalizzati, fra laltro, allo sviluppo dei siti
web dei singoli Comuni, alla cablatura degli edifici pubblici (municipi, biblioteche, posti
di polizia, scuole, strutture sanitarie) e alla realizzazione di un sistema informativo territoriale integrato. E prevista, inoltre, la creazione di una rete telematica wireless che
consenta lintegrazione tecnologica delle Comunit montane dellArco Alpino.
APQ Basilicata
Stipulato il 25 marzo 2004, ha un costo complessivo di oltre 12 milioni di Euro, di
cui 9,7 provenienti dal CIPE e 2,7 da fondi privati.
Obiettivo dellAccordo la realizzazione del Progetto SAX, ritenuto prioritario dalla
Regione, che dar il via a una serie di azioni finalizzate allincremento e alla razionalizzazione della dotazione di personal computer a privati cittadini (sottoprogetto SAX-B),
in coerenza con gli interventi di alfabetizzazione informatica gi avviati dalla Regione.
SAX prevede, inoltre, la creazione di apposite postazioni per laccesso assistito dellutenza ai servizi disponibili sulle reti regionali (sottoprogetto SAX-P).
APQ Emilia-Romagna
Stipulato il 31 marzo 2004, ha un costo complessivo di 9,5 milioni di Euro, la cui
copertura finanziaria assicurata per 1,2 milioni dai fondi CIPE, per 3,2 dalla Regione
Emilia-Romagna, per 2 dalle risorse del patto territoriale per la Provincia di Ferrara, per
2,9 da altre risorse pubbliche.
Lintervento, che consiste nella creazione di infrastrutture a banda larga e nellattivazione di relativi servizi infrastrutturali per la pubblica amministrazione nella provincia di Ferrara, fa parte di un progetto pi ampio di potenziamento delle infrastrutture telematiche della regione, in accordo con quanto previsto dal Piano Telematico Regionale 20022005.
APQ Toscana
Stipulato il 2 aprile 2004, ha un valore complessivo di 5,6 milioni di Euro; la copertura finanziaria assicurata interamente dalle risorse CIPE della delibera 17/03.
LAccordo finalizzato alla realizzazione di servizi telematici a banda larga e alladeguamento tecnologico delle infrastrutture interne nei piccoli Comuni, singoli o associati, e nelle Comunit montane. Il programma degli interventi si inserisce nel quadro delle
iniziative avviate nellambito del Piano e-Toscana ed coerente sia con i piani nazionali

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per le-government e la SI, sia con gli indirizzi strategici del Piano Telematico Regionale
approvato nel 2002.
Il quadro delle attivit sintetizzato ci mostra come, le strutture nazionali e regionali abbiano dimostrato, gi a partire da questa prima fase di programmazione, di voler
cogliere a pieno le opportunit offerte dalla realizzazione degli interventi in APQ, che permette loro di:
- integrare e rendere coerenti le strategie definite nei piani e nei programmi nazionali e nei programmi e piani strategici regionali;
- raccordare le diverse forme di cofinanziamento e generare benefici sia nel volume
delle risorse sia negli impatti sul territorio;
- individuare e realizzare un insieme di azioni relative allattuazione o al riuso dei
principali sistemi federati di settore, secondo la logica di condivisione;
- raccogliere la partecipazione attiva degli enti locali del territorio;
- utilizzare adeguate strutture di accompagnamento dellattuazione e di coordinamento
delle azioni previste.

1.4 La cooperazione inter-regionale per lo


sviluppo delle-government5
Lattiva cooperazione interregionale, sviluppatasi negli ultimi anni intorno al CISIS
(Centro Interregionale per il Sistema Informatico ed il Sistema Statistico), ha apportato
un contributo significativo allo sviluppo delle-government nel pi ampio contesto nazionale.
Il CISIS nasce nel 1989 come associazione tra le Regioni e le Province autonome
ed lorgano tecnico della Conferenza dei Presidenti delle Regioni per tutto quanto attiene
ai sistemi informativi e allinformazione statistica. Rappresenta la struttura di coordinamento dei responsabili dei sistemi informativi e dei responsabili dei sistemi statistici delle
Regioni ed linterlocutore tecnico interregionale per gli organi centrali dello Stato (ISTAT,
CNIPA, Ministeri e altri) in materia di statistica e di sistemi informativi. In questa veste,
ad esempio, quasi tutti i componenti del Comitato tecnico della Commissione permanente
per linnovazione e le tecnologie, promossa dal MIT e dai presidenti delle Regioni (si veda
il capitolo 1.1), sono anche membri del CISIS.
Il CISIS strutturato in due Comitati permanenti (CP) -CPSI (composto dei responsabili dei sistemi informativi delle Regioni) e CPSS (composto dai responsabili dei sistemi
statistici delle Regioni)- che fanno capo al Consiglio Direttivo eletto nellambito dellassemblea dei soci. A queste strutture si affiancano i gruppi di lavoro tematici che affrontano specifiche problematiche in tema di servizi informativi e statistici delle regioni.

33

Il capitolo 1.4 stato realizzato con il contributo del Comitato Direttivo CISIS.

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Vista la spinta propulsiva data dal MIT al tema delle-government e il forte ruolo
assegnato in questo ambito alle Regioni in termini di programmazione e coordinamento
delle iniziative regionali per la societ dellinformazione, si sono sviluppate collaborazioni
sempre pi intense tra le Regioni, maturate sostanzialmente proprio in sede CISIS, fino
alla costituzione di un organismo dedicato ad alimentare e sostenere tali iniziative, denominato Tecnostruttura Q3I (per la definizione del Quadro di Interoperabilit Informatica
Interregionale).

LA TECNOSTRUTTURA Q3I
Q3I nasce nel febbraio 2003 su impulso di alcuni membri del CISIS con lobiettivo, nel rispetto
degli standard definiti a livello nazionale, di svolgere un ruolo attivo per lidentificazione, la sperimentazione, la condivisione e il mantenimento di regole tecniche comuni per i sistemi informativi regionali, con particolare riferimento alle architetture informatiche dei dati e formati di interscambio. Tali regole sono oggi necessarie per garantire uno sviluppo omogeneo e integrato dei sistemi
informativi regionali, per aumentare lefficienza interna dei processi amministrativi e per creare le
premesse tecniche per la erogazione di servizi integrati di e-government, garantiti e sicuri, ai cittadini e alle imprese indipendentemente dalla loro collocazione territoriale.
Sul piano pratico, Q3I opera identificando annualmente un piano di attivit sulla base di temi segnalati da una o pi Regioni e attivando per ciascuna attivit un gruppo di lavoro specifico con il
compito di realizzare le analisi, le sperimentazioni e verifiche tecniche del caso. I gruppi di lavoro
sono normalmente composti da risorse professionali messe a disposizione dalle Regioni. Ogni gruppo
presieduto da un Coordinatore. I gruppi di lavoro sono affiancati da unapposita struttura esterna
che fornisce un qualificato supporto professionale e operativo integrativo. Il coordinamento di tutte
le attivit svolto da un direttore tecnico eletto nellambito del Gruppo di coordinamento Q3I
composto dai referenti delle Regioni aderenti alla tecnostruttura.
Nel corso del 2003 hanno operato i seguenti gruppi di lavoro Interoperabilit e cooperazione applicativa, Infrastruttura per laccesso e lautenticazione e Sicurezza Informatica. Accanto a questi gruppi stata attivato un apposito gruppo per la definizione e di servizi di supporto interno
e trasversale.
I risultati prodotti dai gruppi di lavoro, in genere relativi come si detto alla definizione di regole
di varia natura (regole tecniche, modelli logico-funzionali, architetture), vengono sottoposti allapprovazione del Gruppo di Coordinamento interregionale, che rappresenta lorgano direttivo e decisionale del Q3I. Le decisioni e le proposte di attivit maturate in sede Q3I sono ovviamente aperte
alla adozione e partecipazione anche da parte delle Regioni non socie nellambito del CPSI ed
alla validazione da parte del Consiglio Direttivo CISIS su proposta del coordinatore CPSI.

Ad oggi, hanno aderito al Q3I 10 Regioni mentre altre 7 hanno avviato la procedura di adesione.
Ladesione al Q3I avviene tramite la stipula di un apposito protocollo di intesa e comporta la sottoscrizione di una quota associativa annua riferita alle attivit previste nel piano di lavoro. Q3I
una struttura tecnica del CISIS che opera sotto il diretto coordinamento del medesimo.

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Nellambito del CISIS e in particolare del Q3I sono state affrontate recentemente le
problematiche connesse alla realizzazione di sistemi di cooperazione applicativa interregionale, che consentano da un lato, di rendere appunto possibili ed efficienti gli scambi
di dati necessari per lerogazione di servizi di e-government in un contesto federale come
quello che si sta definendo in Italia, dallaltro, di ottimizzare gli investimenti sui servizi
infrastrutturali dai quali dipende la cooperazione applicativa stessa.
In conclusione, come dimostrano queste attivit, la concertazione maturata in ambito
CISIS ha consentito, e consente, non solo la partecipazione reale di tutte le Regioni ai
processi di definizione di architetture, standard, ecc. nellambito dei vari tavoli tecnici
attivati per lo sviluppo della Visione Condivisa, ma anche leffettuazione di attivit di sperimentazione tecnica e la definizione di progetti per la realizzazione del nuovo Sistema
Pubblico di Connettivit (si veda il capitolo 4) e altri servizi infrastrutturali, col fine di
ottimizzare le risorse investite nelle-government e di garantire lunitariet e leffettiva
interoperabilit dei servizi applicativi in particolare nei cosiddetti sistemi federati (sanit,
lavoro, ecc.).

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Levoluzione delle politiche e


degli attori dellinnovazione nei
sistemi regionali

2.1 Un quadro generale degli sviluppi


recenti regionali
Lavanzamento recente della programmazione regionale sulla societ dellinformazione e le-government pu essere ricondotto a due tipologie di fattori trainanti: endogeni, legati cio alla maturazione dei processi di policy nelle Amministrazioni regionali,
ed esogeni, dipendenti cio da sviluppi in atto a livello extra-regionale. Queste due dinamiche, tra loro chiaramente intrecciate, contribuiscono a spiegare i processi e gli atti di
policy documentati in estrema sintesi nei paragrafi successivi e presentati in modo pi
articolato e approfondito nei report regionali.
Levoluzione endogena delle policy riconducibile e si traduce sostanzialmente:
nella progressiva estensione, al di l delle Regioni che lhanno gi fatto nel recente
passato, dellapprovazione di piani e strategie generali dedicati alle-government e,
sempre pi, in realt, allambito della societ dellinformazione;
nel passaggio alla precisazione e attuazione della programmazione regionale maturata in molte realt negli scorsi anni;
nella crescente visibilit data ai temi della societ dellinformazione nelle politiche
regionali di alto livello (legge finanziaria, piano regionale di sviluppo ecc.), sino
ad arrivare ai primi casi di promulgazione di leggi regionali specifiche sulla SI, collegate alla opportunit derivanti dalla riforma del Titolo V della Costituzione.
Levoluzione trainata da fattori esogeni riguarda invece:
sviluppi legati in senso lato allEuropa e allutilizzo dei fondi comunitari, quali ladesione ai nuovi obiettivi di e-Europe 2005; la novit del regolamento FESR per luso
dei fondi a fini di infrastrutturazione per la banda larga; levoluzione del quadro
regolatorio sulle telecomunicazioni (rilevante, in effetti, pi a livello nazionale, che
regionale); il progresso delle Azioni innovative; e soprattutto, per le Regioni Obiettivo 1, la revisione di medio termine del Quadro Comunitario di Sostegno. Questultima,
avviata nel 2003, stata completata allinizio del 2004 e vedr una traduzione nei
POR e nei Complementi di programmazione nel corso del 2004 (un primo esempio
comunque offerto dalla Puglia e citato in Tabella 5);

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Il presente capitolo stato


curato da Stefano Kluzer e Giada
Maio dellOsservatorio Staff Centrale CRC.

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sviluppi del quadro di policy a livello nazionale, con due direttrici fondamentali gi
illustrate nel capitolo 1:
- la delibera CIPE n. 17 2003, con recepimento regionale attraverso atti documentati in tutti i Rapporti regionali, che ha stanziato ingenti risorse da destinare ad
interventi sulla SI;
- a diffusione degli APQ come strumenti attuativi e di razionalizzazione delle risorse
e interventi nel campo della SI in chiave di programmazione negoziata e concertazione.
Le iniziative elencate nella Tabella 1 sono tutte riconducibili ad uno dei fattori sopra
elencati.
I nuovi piani dedicati alla societ dellinformazione e lattuazione
Ci che caratterizza in generale levoluzione delle politiche regionali nellultimo anno
(met 2003-inizio 2004) soprattutto lestensione dei piani sulle-government ad ambiti
settoriali pi ampi, nellottica della SI, e il passaggio -laddove gi presenti- alla fase di
attuazione delle politiche.
Lelaborazione di nuovi piani sulla SI e le-government stata di fatto limitata, dal
momento che la maggior parte delle Regioni se ne era gi dotata sul finire del 2002, anche
per rispondere ai requisiti di partecipazione alla presentazione dei progetti del 1 Avviso di
e-government. I casi di nuovi piani dedicati alla societ dellinformazione riguardano il Lazio,
le due Province Autonome di Trento e Bolzano, e lUmbria.
La Regione Lazio ha approvato nel luglio 2003 il Piano Regionale per lo sviluppo dellInnovazione e della Societ dellInformazione ad integrazione e arricchimento del precedente Piano di E-government, per fornire cornice di riferimento pi organica e un quadro
dettagliato delle strategie identificate, promosse e adottate nel campo della SI, dellinnovazione e del trasferimento tecnologico nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, dagli operatori economici ai cittadini e ne esamina gli strumenti operativi per realizzare gli obiettivi
pianificati. LUmbria, anchessa come il Lazio gi provvista di un Piano sulle-government,
ha esteso nel luglio 2003 il proprio riferimento di programmazione a tutto il settore della SI.
La Provincia autonoma di Trento ha invece approvato per la prima volta, il 17 ottobre
2003 con Delibera di Giunta Provinciale n. 2605, il suo Piano E-Society: linee guida per lo
sviluppo della Societ dellInformazione, che in quanto tale detta le condizioni per uno sviluppo armonico e in linea con le mutate esigenze della societ, descrivendo gli obiettivi da
raggiungere in termini di sviluppo di un sistema territoriale dotato di infrastrutture e di servizi in rete, per un target necessariamente esteso di imprese, sistema ricerca scientifica e
tecnologica, pubblica amministrazione, cittadini.
Una seconda categoria di sviluppi riguarda invece Regioni dove stato approvato, nellarco di tempo considerato, un Piano dAzione, ovvero uno strumento prettamente attuativo.

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Questo vero per la Lombardia che ha approvato nellestate 2003 il suo Piano dAzione societ dellinformazione, articolazione operativa del documento strategico eLomb@rdia.
Discorso simile vale per lEmilia-Romagna che nella pianificazione sulla SI ha approvato, come evoluzione/attuazione delle linee guida per il piano telematico 1999-2000 e
prosecuzione del piano telematico regionale (piano operativo 2002), il nuovo Piano Telematico 2003, non solo strumento annuale di verifica del gi fatto e riprogrammazione
degli interventi strategici, ma fonte primaria della politica telematica regionale. Da esso
scaturiscono infatti tutte le iniziative sia di programmazione sia operative in materia e
soprattutto frutto di un processo di co-decisione tra Regione ed Enti locali sia per la definizione dei progetti prioritari sia per la loro implementazione.
Anche la Valle DAosta ha in corso di approvazione il Piano Operativo annuale 2004
per modernizzare la PA e promuovere lo sviluppo della SI, ma contestuale dato anche il
cambio di governo politico della Regione, allelaborazione parallela del Piano pluriennale
per il triennio 2004-2006 nel settore informatica.
La Provincia autonoma di Bolzano, gi dotata di un Piano per le-government in
procinto di formalizzare il proprio Piano dAzione E-Sdtirol, per rispondere allesigenza
di disporre di uno strumento pi operativo.
Valenza ancora diversa hanno i nuovi piani approvati in Basilicata e Molise, entrambi
in corso di formalizzazione, basati sulla modifica e sul significativo aggiornamento di documenti precedenti. Nel caso di Basitel+ si tratta dellestensione del precedente piano Basitel, gi attuato in molte sue parti, con lintegrazione dei nuovi obiettivi di e-Europe, soprattutto verso la promozione e diffusione delle ICT nella societ e nelle imprese. La nuova
versione 4.1 del Piano Strategico di Attuazione Sistema Telematico Molise (STM) stata
invece prodotta ancora ai fini delladempimento richiesto dalla Commissione Europea sulle
strategie regionali per la SI per poter utilizzare pienamente i fondi strutturali nella programmazione 2000-2006.

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Tabella 5 - Nuove policy regionali dedicate all'e-government e alla societ dell'informazione


Documento

Data di approvazione

Ulteriori informazioni

Abruzzo

Delibera di giunta regionale n.793/03

26.09.2003

Assegnazione risorse CIPE (17/03) destinate alle aree


sottoutilizzate per il 2003 riparto tra i settori regionali

Basilicata

Basitel +

Approvato con DGR n 1384 del 28 luglio 2003, in corso


di approvazione dal Consiglio regionale. Piano strategico
prosecuzione di Basitel diviso in sottoprogrammi:
Infratel+, Access, IntraPA, CittaServ, ImpreServ, Manage

Aggiornamento al CdP - POR 2000-2006

02.03

Aggiornamento al CdP - POR 2000-2006

27.05.2003

Piano di riorganizzazione della


misura 6.3 del POR

20.08.2003

Misura 6.3: societ dellinformazione

Campania

Adempimenti relativi al finanziamento


di interventi da inserire in APQ
in materia di ricerca ed innovazionereti e nodi di servizio-societ
dellinformazione

23.12.2003

DGR n 3847 sulla ripartizione dei fondi CIPE

EmiliaRomagna

Legge regionale Sviluppo regionale


della societ dellinformazione

Calabria

Piano telematico regionale -

Il disegno di legge stato approvato dalla Giunta


regionale sul finire del 2003 e ha iniziato liter consiliare,
con lanalisi in Commissione
07.2003

Evoluzione delle linee guida per il piano telematico


1999-2000 e prosecuzione del piano telematico
regionale (piano operativo 2002)

2003

Il cambiamento di governo regionale nel 2003 ha


portato a numerosi provvedimenti amministrativi
e programmatici
Documento di orientamento

Delibera di Giunta di generalit


n. 3681/03 sullinformatizzazione
di alcune procedure che si fondano
sullutilizzo della firma elettronica.

2003

Documento di orientamento dellamministrazione regionale


(ha valenza sulle decisioni di tutte le PAL della regione
sullargomento)

DGR n. 354 sulla definizione obiettivi


e programmi, individuazione risorse
e indicazione delle priorit nellattuazione
di interventi di e-government
per lanno 2004

20.02.04

In relazione con la DGR 24.11.03, n. 3701.


Strutture regionali e incarichi dirigenziali Primo
riordino del sistema organizzativo degli Uffici
dellAmministrazione regionale istituzione servizio
per le-government.

Piano Regionale per lo sviluppo


dellInnovazione e della Societ
dellInformazione

01.07.2003

Cornice di riferimento e quadro dettagliato delle strategie


identificate, promosse e adottate nel campo della SI,
dellinnovazione e del trasferimento tecnologico vs.
operatori economici e societ civile

Delibera di Giunta regionale n. 1348

12.2003

Definizione della quota di finanziamento destinato


alla Societ dellInformazione assegnata
dalla delibera CIPE 17/03

Terza et e welfare nella societ


dellinformazione in Liguria

21.02.2003

Integrazione dellAPQ Liguria in rete

FriuliDGR di generalit n. 2665 e 2752 Linee


Venezia Giulia guida per la seconda fase di e-government

DGR di generalit n. 2840 relativo


al finanziamento dello sviluppo di progetti
inerenti la SI in aree sottoutilizzate

Lazio

Liguria

D.G.R. n. 599 Introduzione Firma Digitale 30.05.2003

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Il documento attua la normativa di settore

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 5 - Nuove policy regionali dedicate all'e-government e alla societ dell'informazione (segue)

Lombardia

Marche

Documento

Data di approvazione

Ulteriori informazioni

Piano dAzione societ dellinformazione Decreto della DG Artigianato n.10681

30.06.2003

Pubblicato sul Burl n.29, 1supplemento straordinario del 15


luglio 2003 - articolazione operativa in attuazione
del documento strategico e-Lomb@rdia

Emendamenti al CdP - DocUP


Obiettivo 2- 2000-2006 DGR n. 7/12242

28.02.2003

Pubblicato sul Burl n.14, 3 suppl. straordinario del 4 aprile


2003
Misure 2.3 Realizzazione di sistemi informativi
sovracomunali di comunicazione e monitoraggio
ambientale e Misura 2.4 - Sviluppo della SI

DocUP Ob. 2 2000-2006 Delibera n. 1228

16.09.2003

SubMisura 3.4.1 Servizi per il cittadino

Framework Regionale COHESION

28.08.2003

SubMisura 3.4.2 Sportello unico per le attivit


produttive e marketing territoriale armonizzazione
delle modalit di interazione tra utenti e portali
della PA (interfaccia e multicanalit), nel rispetto
delle regole di usabilit

Molise

Piano Strategico di Attuazione


Sistema Telematico Molise (STM) - vers.4.1

Piemonte

D.G.R. n. 59 10117 Riparto


programmatico e indirizzi per
lattuazione della delibera CIPE
9 maggio 2003, n. 17

28.07.2003

Bilancio di previsione per


l'anno finanziario 2003 e bilancio
pluriennale per gli anni finanziari
2003-2005

04.03.2003

Art. 13: Contributo al Consorzio per il trattamento


automatico dellInformazione - Legge regionale
4 marzo 2003, n. 3

Documento di revisione di met


periodo POR Puglia 2000-2006

01.2004

Asse VI - Misure 6.2 societ dellinformazione, 6.3


Sostegno allinnovazione degli enti locali, 6.4 Risorse
umane e SI. La revisione del POR Puglia prevede
il trasferimento della Misura 3.13 (Ricerca e
sviluppo tecnologico) in una nuova misura
allinterno dellasse VI per ottimizzare lintegrazione
con gli altri interventi a sostegno delle reti immateriali
e della SI

Aggiornamento al CdP- POR 2000-2006

26.09.2003

Adattamenti approvati dal Comitato di Sorveglianza


del 26/9/2003

Rimodulazione della Strategia


per lo sviluppo della societ
dellinformazione in Sardegna

29.04.2003

Deliberazione n.13/28

Puglia

Sardegna

Approvato nel marzo 2004 dal Consiglio regionale e in


attesa di approvazione dalla Giunta - Piano sulla SI
e e-gov dal sostegno alle infrastrutture ai servizi
per PAL, cittadini e imprese

Aggiornamento al CdP- POR


2000-2006

In corso laggiornamento del CdP del POR per tutte le


Misure interessate dalla Strategia rimodulata
in particolare la misura 6.3 societ dellinformazione

Sicilia

Aggiornamento al CdP- POR 2000-2006

11.12.2003

Adottato dalla Giunta con deliberazione n.378

Toscana

Legge Regionale n.1/04 - Promozione


dellamministrazione elettronica,
della societ dellinformazione e
della conoscenza nel sistema regionale.
Disciplina della Rete telematica regionale
Toscana

26.01.2004

Pubblicata sul B.U.R. n.3 del 30/01/2004

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

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Tabella 5 - Nuove policy regionali dedicate all'e-government e alla societ dell'informazione (segue)

Umbria

Documento

Data di approvazione

Piano Regionale della Societ


dellinformazione DGR n. 1177

30.07.2003

CdP DocUP 2000-2006

20.06.2003

Valle DAosta Piano pluriennale per il triennio


2004-2006 (settore informatica)
Veneto

DGR n. 94/CR Delibera CIPE n. 17


del 09/05/2003: individuazione
dei settori prioritari, criteri di selezione
degli interventi e adempimenti
di attuazione

Ulteriori informazioni

1.4.2 Aiuti alle PMI per lutilizzo degli strumenti


ICT incentivi per accesso migliore a PA e PMI
Contestuale piano operativo annuale 2004 - modernizzare
la PA e promuovere lo sviluppo della SI.
In corso di approvazione

18.09.2003

DGR n. 3927 Delibera CIPE n. 17


19.12.2003
del 09/05/2003: risorse con
destinazione al settore della Societ
dellinformazione. Individuazione interventi
da comunicare al CIPE

Sensibilizzazione, alfabetizzazione
ed ammodernamento della PA

DGR n. 1070 ''Interventi regionali


per i patti territoriali. Modalit
di attuazione per l'anno 2003

11.04.2003

Diffusione di reti e sistemi informativi tra i sottoscrittori


e gli attuatori del patto territoriale

Pv. Bolzano

Bozza E-Sdtirol - Piano dAzione

12.01.2004

In corso lelaborazione definitiva del Piano E-Sdtirol

Pv. Trento

E-Society: linee guida per lo sviluppo


della Societ dellInformazione
DGP n. 2605

17.10.2003

Sviluppo di un sistema territoriale dotato di


infrastrutture e di servizi in rete - imprese, sistema
ricerca scientifica e tecnologica, PA e cittadini

IV Aggiornamento del Piano Pluriennale


degli Investimenti 2000-2003
per lo sviluppo del Sistema
Informativo Elettronico Provinciale

17.04.2003

Delibera della Giunta Provinciale n.908

Le iniziative per la banda larga


Per quanto riguarda il tema dellinfrastrutturazione a banda larga -obiettivo importante anche nella politica comunitaria- oltre ai riferimenti nel disegno di legge dellEmilia-Romagna discusso pi avanti, si possono identificare tre posizioni regionali con livelli
di intervento e caratteristiche diverse tra loro.
La Regione Lombardia ha approvato il 30 aprile 2003 la legge regionale n. 26/03
Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione
rifiuti, energia, utilizzo del sottosuolo e risorse idriche che ha delle correlazioni con le
strategie sulla banda larga, dal momento che norma lutilizzo del sottosuolo e le reti che
ne fanno parte, accomunando le telecomunicazioni e i servizi telematici a servizi locali di
interesse economico generale.
Lorientamento della Provincia autonoma di Trento in tema di banda larga diverso,
dal momento che ha approvato a partire dalla delibera di Giunta provinciale n. 1886 ago-

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sto 2003, le Linee guida per la realizzazione della rete urbana di accesso per la banda
larga. Le linee guida comprendono le specifiche sulle tecnologie di installazione e posa
della fibra ottica (dallo scavo ex-novo tradizionale o no-dig, alluso di infrastrutture cavidotti esistenti), sulle strategie di progettazione, pianificazione e gestione da parte degli
uffici comunali, sulla mappatura e descrizione delle aree territoriali della Provincia. In seguito,
negli ultimi mesi sono stati deliberati altri passaggi in questa direzione con laggiornamento dellAtto di indirizzo sui servizi ed infrastrutture di rete per la larga banda, approvato con Delibera della Giunta provinciale n. 2637 del 17 ottobre 2003; e la costituzione
del gruppo misto di progettazione per la progettazione definitiva dellinfrastruttura di rete
per la larga banda, avvenuta con delibera n. 3329 del 19 dicembre 2003.
Un orientamento ancora differente quello seguito dalla Regione Valle DAosta, per
la quale il tema della creazione di reti a banda larga, per la maggior parte degli interventi
inteso come infrastrutturazione di base, strettamente connesso, oltre al Piano pluriennale per il triennio 2004-2006 in corso di approvazione, alla programmazione regionale
delle risorse comunitarie. Infatti, misure per la realizzazione di reti a banda larga, soprattutto per il recupero delle zone montane, la riduzione dellisolamento della popolazione e
il sostegno alle PMI e alle aree produttive, sono contenute allinterno del Programma per
le Azioni Innovative Vinces e il Programma di iniziativa comunitaria Interreg III.

2.2 Le prime leggi regionali sulla SI


Una novit importante e recente illustrata in questa sezione sono le leggi sulla SI
e le-government con cui due prime Regioni hanno scelto di normare e regolamentare il
settore. In particolare, si presentano la legge approvata in Toscana e il disegno di legge
in corso di approvazione in Emilia-Romagna (il disegno stato approvato dalla Giunta
regionale sul finire del 2003 e ha iniziato liter consiliare con lanalisi in Commissione).
La legge della Regione Toscana
La legge regionale approvata il 26 gennaio 2004 in Toscana n. 1/2004, Promozione dellamministrazione elettronica e della societ dellinformazione e della conoscenza
nel sistema regionale. Disciplina della Rete telematica regionale toscana, il primo atto
in Italia a disciplinare tale tema a livello regionale e a programmare in modo organico gli
interventi futuri in raccordo e sulla base degli altri strumenti strategici regionali.
La legge definisce una tappa importante nellindividuazione degli strumenti e delle
modalit utili alla promozione degli interventi regionali sui temi della SI, sancisce linteresse dei soggetti di RTRT -Rete telematica regionale toscana- sulle dinamiche di sviluppo
del territorio, dando ulteriore sistematicit alle policy con le quali in precedenza si programmavano le azioni per la SI; riflette infatti, con laggiunta di nuovi, gli orientamenti
maturati nel corso degli anni precedenti.

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Le finalit sono chiare fin dallapertura (art. 1) del testo, in cui si ribadisce che la
legge:
a. favorisce il processo di innovazione organizzativa e tecnologica delle pubbliche amministrazioni del territorio regionale in un contesto organizzato di cooperazione istituzionale;
b. promuove lo sviluppo della societ dellinformazione e della conoscenza in ambito
regionale a fini di progresso sociale e miglioramento della qualit della vita, favorendo la realizzazione personale e professionale nonch forme di cittadinanza attiva.
Il provvedimento contiene allinterno diversi punti essenziali diversi tra loro, ma
trattati in modo chiaro e ordinato: dalle garanzie in termini di uguaglianza tra i cittadini,
ai piani per lo sviluppo delle attivit dei soggetti operanti nella Regione (mediante ladozione di programmi specificamente rivolti a categorie di utenti o per mezzo dazioni di
sistema), nonch alladozione di misure per assicurare la fiducia, la riservatezza e la qualit dei dati pubblici (le c.d. trust and confidence). Si aggiungono a questi, altri tre aspetti
di rilievo: la promozione dellaccessibilit alle tecnologie (art. 4, comma 2E), lobbligo per
le amministrazioni (art. 4, comma 1C) di adottare formati aperti nella trasmissione dei
dati da rendere pubblici (dal nuovo testo di legge sembra essere lunica forma di trasmissione
possibile) ed, infine, il pieno sostegno (art. 4, comma 1I) da parte dei soggetti della
Rete alle politiche rivolte allacquisizione di strumenti con codice sorgente aperto.
La legge dedica inoltre nella seconda parte una particolare attenzione alla disciplina delle attivit della Rete Telematica, nucleo organizzativo che attua le finalit del
sistema regionale in tema di SI. I soggetti del territorio, che aderiscono mediante convenzione alla Rete, stabiliscono e mantengono con gli altri enti un rapporto di tipo paritetico, ricalcando con ci la metodologia di lavoro consolidata negli anni precedenti. In
tal senso, la legge non crea una struttura gerarchica tra Regione ed enti che aderiscono,
ma stabilisce i reciproci impegni e le modalit di co-decisione (nellambito dei propri ruoli),
sulla base di quadro comune condiviso. Attraverso la creazione di una rete di attori pubblici e privati che collaborano per la promozione della SI in un territorio regionale, mantenendo un collegamento costante con i tavoli nazionali, il sistema politico sostiene il
tessuto economico e promuove linfrastrutturazione del territorio e il finanziamento di progetti con partecipazione pubblica e privata, identifica lurgenza e la necessit di far partire i processi di innovazione dalle aree a maggior rischio di divario digitale, predisponendo una serie di strumenti complessi e coordinati per colmarlo.
Il disegno di legge della Regione Emilia-Romagna
Il disegno di legge dellEmilia-Romagna Sviluppo regionale della Societ dellInformazione, approvato dalla Giunta regionale nel dicembre 2003 e attualmente al vaglio
del Consiglio, ha diversi punti in comune con la legge toscana.
Le finalit della legge sono il progresso e la modernizzazione del territorio e della
popolazione regionale attraverso la societ dellinformazione, la promozione delle inizia-

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tive del sistema delle autonomie in ambito regionale per lo sviluppo delle infrastrutture,
dei servizi e dei sistemi informativi, e laccesso ai dati, patrimoni informativi regionali
attraverso sistemi e piattaforme a sorgente aperto, con il ruolo della Regione in quanto
facilitatore per il raggiungimento degli obiettivi. Diversamente da quella Toscana, la legge
dellEmilia-Romagna pone laccento maggiormente sul tema dellinfrastrutturazione (collegato al Piano Telematico in attuazione) e sul ruolo del governo regionale, che risulta
centrale nella pianificazione e realizzazione degli obiettivi previsti, laddove il punto di
riferimento della legge toscana rappresentato dalla Rete.

Per lo sviluppo delle ICT e delle-government, la legge prevede:


una programmazione integrata che vede la partecipazione degli Enti locali alla pianificazione della Regione in apposite sedi di concertazione (Capi II e V);
listituzione di una rete regionale destinata a collegare tutti i soggetti pubblici della
regione, mediante la realizzazione di una infrastruttura di comunicazione a banda
larga aperta allintegrazione delle reti locali e completata da un sistema radio-mobile
per le emergenze e le urgenze dei servizi essenziali (Capo III);
la riforma del Sistema Informativo Regionale, costituito dal complesso delle basi di
dati, servizi e procedure, per lesercizio delle funzioni della Regione e per il loro
coordinamento con gli Enti pubblici, informazioni da considerarsi patrimonio della
comunit (Capo IV);
listituzione del sistema regionale di negoziazione telematica (cd. e-procurement),
strutturato su tre strumenti: convenzioni-quadro, gare telematiche e mercato elettronico, per il cui impianto e gestione si prevede la costituzione di una societ per
azioni pubblica o comunque a maggioranza pubblica (Capo VI);
una attenzione particolare alla ricerca e allo sviluppo in ambito regionale, allo stimolo di domanda e offerta ICT, alla formazione e al trasferimento delle conoscenze,
con il coinvolgimento sempre pi attivo di Universit, Enti e centri di ricerca.

In collegamento con il Piano Telematico, si segnala unaltra legge la n.125/2004,


approvata il 15 gennaio 2004, Legge per la montagna, che mirata allo sviluppo dellarea appenninica in ogni sua declinazione e in particolare norma con lart. 15 lo Sviluppo dellinformatizzazione e dei collegamenti telematici, promovendo:
la diffusione delle telecomunicazioni a banda larga nelle aree montane e lorganizzazione e localizzazione di sportelli telematici, al fine di garantire laccesso dei cittadini e delle imprese ai servizi on line e di favorire linsediamento di nuove attivit imprenditoriali e lo sviluppo del telelavoro;
attraverso accordi tra i Comuni e i gestori delle reti, progetti specifici tesi a portare la copertura dei segnali televisivi e di telefonia mobile delle zone di montagna ancora scoperte.

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

RAPPORTO NAZIONALE 2004

2.3 Le politiche settoriali per la SI


Nellultimo anno, le attivit di osservatorio curate dai CRC sono state estese per
prendere in considerazione gli interventi attinenti ai temi delle-government e soprattutto
della societ dellinformazione anche allinterno delle politiche settoriali.
La pervasivit delle ICT da un lato, e lutilizzo anche specialistico che ne viene fatto
in diversi campi, dallaltro, fanno s che oramai ogni ambito di politica pubblica sia investito in qualche modo dalle problematiche della societ dellinformazione. Sempre pi spesso,
lentit degli investimenti in gioco sulle ICT e sui processi di innovazione connessi, il valore
strategico che assumono rispetto agli obiettivi di policy settoriale, e lesigenza di regolarli e gestirli in modo coerente rispetto a logiche pi generali (contenute in politiche
regionali, nazionali o europee), portano a strutturare e mettere in evidenza tali iniziative,
allinterno appunto di politiche di settore pi ampie.
In alcuni casi, obiettivamente ancora poco diffusi e comunque in genere poco consolidati, tutte le iniziative di innovazione collegate alle ICT (o quasi) vengono ricondotte
in un quadro di policy omogeneo e/o integrato, rappresentato dai piani e dalle strategie
regionali per la societ dellinformazione; talvolta, le iniziative settoriali mantengono una
loro autonomia, ma si richiamano e coordinano pi o meno strettamente al quadro di riferimento generale.
La Tabella 6 pi avanti offre un quadro esemplificativo delle iniziative riportate nei
Rapporti regionali secondo la logica appena esplicitata. In quanto risultato di una prima
rilevazione esplorativa sulle politiche settoriali, il quadro alquanto disomogeneo, presentando insieme livelli diversi di programmazione, e non esaustivo, ma consente comunque di fare alcune osservazioni.
In primo luogo, va precisato che non sono state riportate nella tabella le linee di
intervento settoriale -per la sanit, per il welfare e il lavoro, le imprese- presenti allinterno di alcune strategie regionali per la SI molto articolate e integrate, come quelle della
Regione Veneto e della Basilicata. Sono stati invece segnalati, a titolo esemplificativo, i
Piani regionali per linnovazione e la ricerca di Calabria e Sicilia, che declinano in questa
direzione la strategia pi generale sulla SI, con ricadute importanti sul settore produttivo. Analogamente, si scelto di citare per il Lazio un documento di programmazione
generale quale il DocUP Ob.2, per la massiccia presenza di interventi a favore della ricerca
e dellinnovazione, diretti in primo luogo ai distretti dellICT laziali e ai poli tecnologici.
Tali interventi sono coerenti con tutta la strategia della Regione Lazio: dalla legge regionale n.10/2001 sul sostegno ai processi di innovazione nellarea romana nei settori ICT e
listituzione di un fondo per linnovazione, al nuovo Piano Regionale per lo sviluppo dellInnovazione e della Societ dellInformazione (si veda la Tabella 5).

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

In base alla prima rilevazione effettuata, i due ambiti di policy settoriale con maggiore attenzione ai temi ICT e SI sembrano essere, come accennato, quello per le attivit
produttive, e connesse politiche per la ricerca e linnovazione, e quello della sanit. La
Tabella 2 evidenzia la variet di livelli e strumenti di policy, in particolare nel primo campo.
Di particolare interesse sono anche le Azioni Innovative, programma di derivazione comunitaria, segnalate sia dalle Marche per quanto riguarda la creazione di un Digital Framework for Supply Chain Management, ovvero di un portale regionale per supportare i distretti
industriali marchigiani con vari servizi B2B, sia dal Veneto per accelerare lo sviluppo e
innalzare il grado di fiducia nei servizi on-line, con particolare riferimento al commercio
elettronico.
Lambito sanitario presenta un quadro di policy pi uniforme, dal momento che la
maggior parte delle Regioni ha elaborato un Piano socio-sanitario, allinterno del quale
sempre pi frequente trovare misure relative ai sistemi informativi, servizi online e telemedicina. Alcuni obiettivi riportati in Tabella 6 riflettono il diverso grado di maturit raggiunto nel settore: in alcuni casi, lesigenza di creare un sistema informativo sanitario
condiviso tra gli attori del territorio (es. della Calabria), in altri, come per la Lombardia,
si promuovono su infrastrutture gi esistenti servizi tecnologici avanzati per cittadini
e gli operatori sanitari.
Una considerazione a parte meritano i Piani integrati territoriali (PIT) a sostegno
dello sviluppo locale. I PIT riguardano un ambito di programmazione, in questo caso subregionale, che vede sempre pi la presenza di misure e iniziative coordinate di sviluppo
locale della SI, spesso sul settore imprenditoriale (distretti industriali), poich strettamente legati alla dimensione territoriale, e relativamente al turismo. Le informazioni relative ai PIT sono state omesse dalla tabella, ma sono presenti in alcuni Rapporti regionali,
come quello della Puglia, dove i 10 PIT prevedono numerosi iniziative su temi di e-government e SI collegate ad ambiti settoriali specifici, come le attivit produttive, lagricoltura, o ancora il turismo e la logistica/trasporti, di rilievo nei diversi contesti territoriali.

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Tabella 6 - Esempi di politiche "settoriali" per la SI


Settore

Regione

Documento

Vigenza

Obiettivi

Attivit
produttive

EmiliaRomagna

Piano triennale delle attivit produttive

2003-05

Infrastrutture innovative nei sistemi produttivi


locali e messa in rete servizi

EmiliaRomagna

Programma regionale per ricerca industriale,


innovazione e trasferimento tecnologico
PRRIITT

2003-05

Ricerca applicata, sviluppo precompetitivo e


innovazione; aumentare contenuto tecnologico delle
produzioni; sviluppo economia della conoscenza

Marche

Programma Regionale Azioni Innovative


Decreto DG servizio informatica n.144/SIF

2000-06

Azione 7.2 - Digital Framework for Supply Chain


Management, portale regionale per servizi B2B ai
distretti

Lazio

Legge regionale 10/2001

dal 10.01

Sostegno ai processi di innovazione nellarea


romana nei settori ICT

Lombardia

Programma pluriennale promozione e


coordinamento sportelli unici imprese in
Lombardia

2002-04

Sistema di comunicazione in rete tra enti coinvolti


dallo SU. Gestione in rete della comunicazione fra
cittadino-impresa e PA

Sardegna

Programma di promozione e coordinamento degli


sportelli unici imprese in Sardegna

2002-04

Delibera di Giunta Reg. n. 38/23 del 24.10.2003 Definire e promuovere servizi e modelli omogenei di
supporto agli sportelli unici per le imprese

Veneto

Azioni innovative FESR (DGR n. 1239 del 17


maggio 2001)

2000-06

Accelerare lo sviluppo integrato di forme di garanzia


e quindi di fiducia nei servizi on-line, con
particolare riferimento al commercio elettronico in
Internet

Piemonte

Protocollo dintesa tra Unione delle Province


Piemontesi e Unioncamere Piemonte

dal
09.09.02

Comunicazioni tra il sistema informativo di ciascuna


Provincia e le imprese del relativo territorio sempre
pi tramite utilizzo della Firma Digitale: Province e
Camere di Commercio impegnate a promuovere,
presso le proprie associate, il riconoscimento
reciproco della validit degli applicativi informatici
per l'autenticazione digitale utente

Piano Regionale per lInnovazione e la Ricerca

2000-06

Approvato il 16 ottobre 2003, collegato alla Misura


3.16 del POR: prevede il potenziamento del sistema
regionale e dei progetti sulla ricerca e tecnologia

FriuliVenezia
Giulia

Legge regionale n. 11/03 Disciplina generale in


materia di innovazione

dal
05.05.03

Promozione dellinnovazione tecnologica fondata su


concertazione e trasferimento conoscenze con
imprese, centri di ricerca e innovazione tecnologica
e societ civile

Lazio

DocUP Obiettivo 2

2000-06

Sottomisura II.4.reti telematiche per le aree


industriali e attrezzate per il sistema dei Poli e dei
Parchi tecnologici
Misura II.5 -Innovazione Tecnologica:
Sottomisura II.5.2: Ricerca e trasferimento
tecnologico nei Poli deccellenza

Piemonte

Accordo di programmazione negoziata in materia


di ricerca, alta formazione e sviluppo industriale
nel settore delle nuove ICT

dal
16.12.02

Iniziativa pilota a livello nazionale, per dare


sviluppo allarea torinese nellambito dellICT e
raggiungere la visibilit internazionale

Pv.Trento

Documento di attuazione del Programma di


sviluppo provinciale 2004-2006

2000-06

Progetto e-society individuazione delle aree di


intervento prioritarie, ambiti applicativi, e
revisione e/o integrazione delle normative
provinciali sulle politiche industriali e sociali

Sicilia

SRI Sicilia - Strategia Regionale per lInnovazione


in Sicilia

2000-6

Promozione e sostegno al sistema regionale per la


ricerca e linnovazione

Innovazione Calabria
ricerca
e sviluppo

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tabella 6 - Esempi di politiche "settoriali" per la SI (segue)


Settore

Regione

Documento

Vigenza

Obiettivi

Sanit/
Welfare

Calabria

Piano Regionale per la Salute (approvato il 31


maggio 2003)

2004-06

Sistema di rete per ASL e ospedali; innovazione;


miglioramento servizi.

EmiliaRomagna

Piano Sanitario Regionale PSR

1999-01

Sistema informativo sanitario regionale supporto


alloperato interno delle strutture pubbliche
(Dipartimento di prevenzione, aziende ospedaliere,
ecc.)

Salute, scienze della vita ed innovazione


tecnologica regionale (approvato il 29/05/2001)
PRAI

2002-03

Azione 2.2 SI e servizi sanitari innovativi:


supporto a progetti pilota per servizi innovativi in
campo medico-sanitario e nuove applicazioni
telematiche per servizi medico-sanitari espletabili a
distanza

Marche

DGR n.1505 linee guida e-Market

dal
04.11.03

Linee guida per progetto implementazione di


procedure telematiche di approvvigionamento beni
e servizi da parte di aziende sanitarie

Umbria

Piano sanitario regionale

2003-05

Sviluppo ed innovazione del Piano Sanitario


integrato regionale (Sistemi di interfaccia e
accesso, portale sanit, interscambio informazioni
tra presidi, CNS)

Lombardia

PSSR, Piano Socio-Sanitario Regionale

2002-04

Sviluppo sistema informativo per condivisione


informazioni relative a diagnosi, cura e assistenza
da operatori diversi e in strutture organizzative
differenti. Accesso ai cittadini, prenotazione e
informazione on-line

Molise

Programma regionale di Azioni Innovative


(Rete eHealth)

24 mesi

Mappatura del sistema sanitario e sviluppo rete


della salute (rete eHealth), servizi innovativi e
osservatorio regionale

Pv.Bolzano

Piano sanitario

2002-04

Realizzazione di un sistema informativo sanitario


per semplificare e ottimizzare laccesso a dati di
natura sanitaria da parte dei diversi attori del
sistema sanitario altoatesino

Abruzzo

Piano Sociale Regionale

2002-04

Sistema informativo sociale - integrazione sanitaria


carta cittadinanza sociale

Liguria

Accordo di programma quadro Terza et e


welfare nella societ dellinformazione in Liguria

2003-05

Alfabetizzazione della terza et per lutilizzo delle


tecnologie telematiche
Accesso ai servizi on-line tramite Call center a
tecnologia avanzata e servizi integrati del Portale
regionale e rete di accesso

Piemonte

Accordo di Programmazione Negoziata sulla


diffusione delle ICT e sullo sviluppo del loro uso
nel sistema scolastico del Piemonte

2002-03

Programma biennale dinterventi, per la diffusione


delle ICT nel sistema scolastico piemontese nel
rispetto della sua autonomia

Pv. Trento

Aggiornamento del Piano pluriennale degli


investimenti 2000-2003 per lo sviluppo del
Sistema Informativo elettronico Provinciale

Revisione
annuale

Realizzazione del portale della scuola trentina


sviluppo e messa in rete dei sistemi informativi con
finalit: alfabetizzazione digitale, anagrafi unificate,
sistema informativo segreterie scolastiche, sviluppo
community network

Sardegna

Parte II - Accordo di programma tra Governo e


Regione per lutilizzo delle tecnologie
telematiche per la connessione in rete delle
scuole medie e superiori della Sardegna

2004-07

Realizzare o potenziare le infrastrutture e i servizi


delle reti darea regionale, secondo il modello della
RUPAR o Community Network per facilitare il
trasferimento di informazioni e applicazioni
didattiche

Scuola/
Formazione
Lavoro

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

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Tabella 6 - Esempi di politiche "settoriali" per la SI (segue)


Settore

Regione

Documento

Vigenza

Obiettivi

Turismo

Piemonte

Regolamento regionale, n. 8/R


Disposizioni attuative della legge regionale 3009-02, n. 22

dal
05.06.03

Stabilisce che le Aziende Turistiche Locali svolgano


raccolta e archivio dati statistici di alloggi vacanze
e rilevazione mensile clienti in sistemi informatici,
trasmissione a Provincia e Regione -promozione
turistica con strumenti informatici

Emilia
Romagna

Piano annuale delle azioni di carattere generale


di promozione turistica per l'anno 2004

2004

Valorizzazione dei siti turistici (pubblici e privati)


esistenti in Regione che facciano attivit di ecommerce

Prime linee guida per la revisione del Sistema


Informativo Agricolo del Piemonte

dal
9.12.02

Adeguamento del back-office del SIAR alla logica


cooperativa e sviluppo di servizi on-line

Emilia
Romagna

Piano regionale di educazione ambientale

2002-04

Qualificazione sito web INFEA e valorizzazione e


potenziamento portale
http://www.ermesambiente.it

Pv. Trento

Aggiornamento del Piano pluriennale degli


investimenti 2000-2003 per lo sviluppo del
Sistema Informativo elettronico Provinciale

Revisione
annuale

Realizzazione portale trentino della cultura:


sviluppo e messa in rete dei sistemi informativi, per
finalit: comunicazione e gestionali del settore
museale, bibliotecario, archivistico storico, sviluppo
di community network

Valle
dAosta

PIC InterregIII (Italia-Svizzera) e Complemento


di Programmazione

2000-06

ASSE II - azioni di cooperazione per la gestione del


territorio e la salvaguardia del patrimonio
ambientale e culturale
ASSE III - rafforzare la cooperazione negli ambiti
culturale, sociale e istituzionale
Misura 2.2 - valorizzazione del patrimonio artistico,
culturale ed edilizio comune

Emilia
Romagna

Piano Regionale Integrato dei Trasporti - PRIT

98-2010

Introduzione di sistemi tecnologici innovativi di


city logistic

Accordo di programma sulla qualit dellaria

dal 2003

Realizzazione - allestimento strutture fisiche per


razionalizzare i carichi di merci destinati ai centri
urbani, con dotazione di sistemi ICT per la gestione
e lo scambio di informazioni mobilit sostenibile

Agricoltura/ Piemonte
Ambiente

Beni
culturali

Trasporti/
Logistica

2.4 Gli attori dellinnovazione regionale per


le-government e la SI
Dopo la mappatura presentata nel Rapporto 2003 degli attori dellinnovazione a
livello di Amministrazione regionali (aggiornato anche questanno), nei Rapporti regionali 2004 sono riportati i risultati di una analoga rilevazione degli attori a livello di Province e Comuni capoluogo. In particolare, sono stati identificati per queste amministrazioni gli eventuali responsabili politici con delega esplicita sui temi ICT, e-government e
simili; le strutture gestionali interne di sistemi informativi e reti; le eventuali societ o
agenzie esterne di servizi ICT partecipate dagli Enti locali.

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Nel Rapporto nazionale di sintesi riportiamo in forma sinottica i risultati di questa


rilevazione, specificamente per quanto riguarda i responsabili politici e le societ esterne.
Le strutture gestionali interne, infatti, sono come prevedibile presenti praticamente ovunque, con qualche rara eccezione.
I responsabili politici nelle Province e Comuni capoluogo
Come evidenzia la Tabella 7, la presenza di responsabili politici con delega esplicita sui temi ICT, e-government e simili oramai alquanto generalizzata, in particolare
per quanto riguarda i grandi Comuni (84% come media nazionale). Questo fatto riflette
chiaramente limportanza non pi solo tecnica assunta dai processi di innovazione, in particolare quelli connessi alla realizzazione delle-government, che interessano in modo particolare i Comuni nel rapporto diretto con i cittadini, quindi con un grado crescente di
visibilit pubblica e conseguente esposizione politica.
Il ruolo delle Province in questi processi probabilmente ancora meno definito, o
comunque non fatto proprio fino in fondo da molte amministrazioni, con leffetto di una
minore diffusione di presidio politico esplicito del tema.
opportuno precisare che la messa in evidenza dellinsieme ristretto di deleghe politiche esplicite sui temi ICT non sta a significare lassenza assoluta di competenze e di
interesse in questo campo. Nella generalit dei casi dove non viene individuata una figura
referenziale ad hoc o viene assegnata dichiaratamente la delega a un assessore con settori gi circoscritti o al presidente/sindaco, come previsto dal Testo unico degli EELL, la
delega pu essere presa in carico dal presidente/sindaco stesso (che esercita altre funzioni attribuitegli quale autorit locale nelle materie previste da specifiche disposizioni
di legge), o dallunit gestionale con funzioni di staff.
Tabella 7 - Province e Comuni capoluogo con responsabili politici per le ICT
Regione/Provincia autonoma

% Province con delega


esplicita sul totale regionale

% Comuni capoluogo con


delega esplicita sul totale regionale

Valle d'Aosta

100%*

Piemonte

100%

100%

Lombardia

45%

91%

Provincia aut. di Trento

100%*

n.d.

Provincia aut. di Bolzano

100%*

100%*

Veneto

86%

86%

Friuli -Venezia Giulia

100%

100%

Liguria

100%

75%

Emilia Romagna

89%

89%

Toscana

100%

90%

Umbria

100%

100%

Marche

75%

100%

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Tabella 7 - Province e Comuni capoluogo con responsabili politici per le ICT (segue)
Regione/Provincia autonoma

% Province con delega


esplicita sul totale regionale

% Comuni capoluogo con


delega esplicita sul totale regionale

Lazio

20%

60%

Molise

50%

50%

Abruzzo

50%

75%

Campania

60%

80%

Basilicata

50%

50%

Puglia

40%

60%

Calabria

60%

60%

Sicilia

67%

89%

Sardegna

50%

100%

Media Italia

72%

84%

* presenza di un solo Ente provinciale o Comune capoluogo

In riferimento alla tipologia di deleghe interessante vedere quali incarichi vengono assegnati e come espressa la competenza sulla SI. In particolare, al di l della pi
diffusa e storica delega allinformatizzazione e ai sistemi informativi, gli assessorati di
pi recente formazione pi frequente che si vedano assegnati la delega per linnovazione tecnologica, la telematica o la new economy.
Si distinguono a livello provinciale Grosseto e Matera, con delega sulle-government e a livello di Comuni capoluogo:
Lecce, Lucca, Caserta, Cosenza e Cagliari con e-government e democrazia elettronica
Treviso con e-government e e-procurement
La Spezia e Modena con citt digitale o telematica
Forl con rete civica
Sono comunque rari gli assessori con delega sostanzialmente esclusiva su questi
temi, sia a livello provinciale (un caso quello della Provincia di Parma), che di Comune
capoluogo (Comune di Genova ha un assessore allinnovazione tecnologica e semplificazione amministrativa).
La visualizzazione della distribuzione territoriale dei dati della Tabella 7 offerta
nelle due mappe seguenti.

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Figura 1 - Delega politica esplicita sulle ICT nelle Province

Figura 2 - Delega politica esplicita sulle ICT nei Comuni capoluogo

Fonte: Elaborazione Osservatorio CRC

Le societ ICT partecipate da Regioni, Province e Comuni capoluogo


La creazione e lesistenza di societ partecipate dalle PA locali, che offrono allente
proprietario e spesso a un insieme pi ampio di enti del proprio territorio servizi ICT di
varia natura, un fenomeno non recentissimo (i primi casi risalgono a fine anni 70 e
anni 80), ma comunque interessante e destinato ad estendersi, certamente ancora poco
noto e studiato. La prospettiva della creazione e/o del consolidamento di strutture dedicate alla gestione dei nuovi servizi di e-government, si pensi allo sviluppo dei Centri Servizi Territoriali per i piccoli Comuni previsto nella seconda fase del piano di e-government,
rende questo fenomeno meritevole di particolare attenzione.
Le motivazioni che hanno portato e portano a costituire tali strutture, spesso in
partnership con altri soggetti pubblici, ma anche con privati, sono molteplici e riflettono:
valutazioni organizzativo-strategiche relative ai costi e benefici del make or buy nella
gestione dei servizi informatici e oggi anche telematici; logiche di sostegno e promozione
di nuova imprenditoria locale, pur non sempre totalmente razionali sotto il profilo economico; la volont di cogliere opportunit derivanti dallevoluzione del mercato e della
tecnologia, anticipando o compensando carenze pi o meno temporanee o strutturali dellofferta privata (ad esempio in aree marginali e rurali); la necessit di produrre e gestire
con la flessibilit ed efficienza di strutture imprenditoriali beni pubblici, fondamental-

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

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mente servizi infrastrutturali di vecchio e nuovo genere, di scarso interesse per investitori privati.
Senza pretendere di fare chiarezza su tali aspetti e di fornire un quadro esaustivo
del fenomeno, questa sezione propone uno spaccato dello stesso che emerge dalle informazioni raccolte dai CRC sulle agenzie e societ miste o interamente pubbliche, partecipate da amministrazioni regionali, provinciali o del Comune capoluogo, nellambito della
rilevazione pi generale degli attori locali dellinnovazione.
Per quanto riguarda il livello regionale (Tabella 8), gi trattato nel Rapporto 2003,
con lunica eccezione di Brennercom che ha anche la licenza di operatore di telecomunicazioni, si segnala che gli altri soggetti sono di fatto societ/agenzie per lo sviluppo di
sistemi e servizi info-telematici, che partecipano e assumono un ruolo importante nellattuazione degli obiettivi previsti dalle diverse strategie e piani regionali.

Tabella 8 - Societ/agenzie ICT partecipate dalle Regioni

Piemonte

CSI Piemonte - Consorzio per il Sistema Informativo1

Valle D'Aosta

IN.VA. S.p.A.

Liguria

Datasiel S.p.A

Lombardia

Lombardia Informatica S.p.A.

Pv. aut. Bolzano

Informatica Alto Adige S.p.A. - Brennercom S.p.A.

Pv. aut. Trento

Informatica trentina S.p.A. - Agenzia per lo Sviluppo S.p.A Rovereto

Friuli Venezia Giulia

Insiel S.p.A. concessionaria regionale per i sistemi informativi

Lazio

Laziomatica S.p.A.

Abruzzo

ARIT - Agenzia Regionale per l'Informatica e la Telematica

Molise

Molise Dati S.p.A.

Puglia

Tecnopolis CSATA

Sicilia

Societ mista servizi info-telematici2

Il Consorzio per il Sistema Informativo presente in tutte le Province e Comuni capoluogo piemontesi.
2 La societ in via di costituzione, in attesa di identificare il
partner privato che partecipi
insieme alla Regione.

Rispetto alle societ segnalate a livello provinciale Tabella 9, possiamo distinguere


un primo e pi numeroso gruppo di societ deputate a gestire servizi informatici e telematici e progetti di e-government e un secondo gruppo con una responsabilit anche nella
gestione di reti territoriali.
Al primo gruppo appartengono: in Lombardia, SIL S.p.A., E-polis S.p.A., ASI S.p.A.,
tutte partecipate dalla rispettiva Provincia e/o ex-municipalizzate e/o il Comune capoluogo e da partner tecnologici privati; nelle Marche, la societ Task S.r.l. di Macerata; in
Lazio, il consorzio ASP; in Sicilia, Feluca S.p.A..

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Tra le societ con competenze sulle reti telematiche, oltre che sui servizi, si segnalano: in Emilia-Romagna, LTT a Parma e SINTRA a Piacenza; nelle Marche, la societ Rete
Marche; in Toscana, ARTEL, nata ad Arezzo ma operante anche a Grosseto e Siena, e il
Consorzio Terre Cablate in provincia di Siena.

Tabella 9 - Societ/Agenzie ICT partecipate dalle Province

Lodi

SIL S.p.A.

La Provincia di Lodi ha costituito la Societ informatica lodigiana con partner tecnologici privati per
gestire i progetti di informatizzazione e e-government.

Mantova

E-polis S.p.A.

Costituita nel maggio 2001 per volont del Comune e dell'Azienda Servizi Municipalizzati (Asm) di
Pavia, dal maggio 2003 ha tra gli azionisti anche la Provincia di Pavia. E-polis gestisce i sistemi
informativi e guida lo sviluppo delle-government nella provincia.

Pavia

Azienda Servizi Informativi nata da una iniziativa del Comune di Mantova per creare un outsourcer
ASI S.p.A. Azienda Servizi Informativi e system integrator che gestisse le problematiche IT nella risoluzione delle sfide di governo del territorio. I principali soci sono: Comune di Mantova, Provincia di Mantova, CCIAA di Mantova, Tea
S.p.A., Apam S.p.A., Banca Agricola Mantovana e altri enti locali.

Parma

Laboratorio di Telematica
per il Territorio (LTT)

Fondata nel 1998 da Provincia e Comune di Parma, Comune di Fidenza, Comune di Fornovo di Taro,
So.Pr.I.P. Spa., le due Comunit Montane, Info.Mont S.p.A., Parma Turismi S.c.r.l. gestisce la rete e i
servizi telematici della Provincia e per la quasi totalit dei Comuni del territorio.

Piacenza

SINTRA S.p.A.

E una societ a capitale misto pubblico e privato costituita per realizzare e gestire la rete telematica territoriale e fornire servizi innovativi ICT ad enti locali e imprese. Per la parte pubblica (51%), i
soci di SINTRA sono la Provincia di Piacenza, lAUSL di Piacenza, 29 Comuni della provincia, le due
Comunit Montane. La parte privata (49%), rappresentata da GFI OIS, scelta dopo una selezione
pubblica nazionale.

Ancona

Rete Marche S.p.A.

Rete Marche S.p.A partecipata anche dal Comune, dalla CCIA e dalla public utility Gorgovivo di
Ancona, dal Comune di Macerata e da una serie di soggetti pubblici e privati.

Macerata

Rete Marche S.p.A.


Task s.r.l

Si veda sopra.
Task s.r.l. stata creata per la gestione e il monitoraggio dellaccesso alla rete provinciale e ai servizi Internet, oltre che per lo sviluppo del portale provinciale del territorio.

Arezzo

ARTEL s.r.l.

Societ presente anche in provincia di Grosseto e Siena per lo sviluppo e il supporto della PA di servizi informatici.

Grosseto

ARTEL s.r.l.

Societ presente anche in provincia di Arezzo e Siena per lo sviluppo e il supporto della PA di servizi informatici.

Siena

Terre Cablate
ARTEL s.r.l.
Etruria Telematica srl

Terre Cablate un consorzio operatore di telecomunicazioni posseduto al 20% dal Comune di Siena,
dal 20% dalla Provincia e per il restante 60% da altri 35 Comuni della provincia senese, nato per la
realizzazione di una rete a larga banda laddove il mercato non arriva.

Roma

ASP - Agenzia Sviluppo


Provincia

E una societ consortile a prevalente capitale pubblico (75% pubblico, 25% privato) promossa dalla
Provincia di Roma per l'attuazione dei programmi di sviluppo del territorio tra cui anche le-government.

Messina

Feluca S.p.A

Societ mista (Comune e Provincia di Messina e societ cooperativa Intermedia a r.l.) costituita per
realizzare pacchetti di servizi e interventi pianificati di e-government, e-democracy, e-procurement,
e-learning e e-business.

A livello dei Comuni capoluogo (Tabella 10), si ritrovano situazioni analoghe a quelle
del livello provinciale (spesso infatti la partecipazione congiunta), con la particolarit
di una frequenza maggiore di operatori/societ nate per il cablaggio e lerogazione di servizi avanzati, con la partecipazione diretta dellente pubblico o indiretta tramite ad esempio la public utility locale.

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Tra le societ partecipate direttamente dallente locale (oltre ad alcune gi citate


in precedenza) troviamo: Brennercom S.p.A., ASM Rovigo S.p.A. (che elabora e gestisce
su Rovigo i sistemi informativi territoriali), lAIM S.p.A. multiutility di Vicenza che ha lobiettivo di cablare e fornire servizi telematici innovativi su banda larga, IT.CITY S.p.A.
societ di servizi informatici del Comune di Parma, partecipata dalla public utility AMPS,
dal Comune di Parma, da Engineering S.p.A. e da Monte dei Paschi di Siena S.p.A.. Le altre
societ che si occupano sia della gestione delle reti e del cablaggio in banda larga, sia
della fornitura di servizi avanzati, sono partecipate indirettamente tramite la societ di
servizi pubblici locali, per lo pi una multiutility.
Nella categoria delle societ che si occupano solo di servizi telematici e non presenti a livello provinciale rientra unampia casistica della quale si citano alcuni esempi
(maggiori dettagli sulle societ si trovano nei Rapporti regionali): a Pesaro, Markanet S.p.A.
la societ di servizi per la gestione del portale comunale; a Firenze, S.I.T.I.MET S.p.A.
ha come obiettivo la creazione, gestione, aggiornamento e distribuzione di banche dati
contenenti informazioni territoriali integrate non solo di pubblico interesse e lo sviluppo
di sistemi di cooperazione tra Enti diversi. Sempre in Toscana, segnaliamo Siena Innovazione S.p.A. societ partecipata dal Comune per la gestione del progetto Siena Citt Cablata.
A Roma sono presenti due societ partecipate dal Comune che gestiscono servizi informatici. La prima, Roma Multiservizi S.p.A., nata nel 1994, si occupa della realizzazione di
banche dati e sistemi informativi territoriali; sono soci il Comune di Roma (15%), lAMA,
Azienda Municipale Ambiente (36%) e altri soggetti privati. La seconda, Gemma S.p.A.,
(Gestione, Elaborazioni, Misurazioni, Monitoraggi per lAmministrazione), costituita nel 1999,
una societ mista partecipata per il 20% dal Comune di Roma e per l80% da partner
privati, affiancando la PA e gli Enti Locali per riorganizzare e informatizzare la gestione
delle entrate tributarie e la gestione del territorio. Altre due societ nate specificamente
per la gestione dei servizi info-telematici dellente comunale sono le due realt, SED S.p.A.
di LAquila e SISPI, Sistema Informatica Palermo S.p.A.

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Tabella 10 - Societ/Agenzie ICT partecipate dai Comuni capoluogo

Piemonte

Torino

AEM2NET S.p.A. societ per il cablaggio e le telecomunicazioni costituita a Torino in joint venture tra la public
utility AEM e loperatore 2NET

Lombardia

Bergamo

Bas.Com societ ICT per il cablaggio e i servizi telecomunicazioni nata dalla ex-municipalizzata di Bergamo
BAS S.p.A.

Brescia

Selene S.p.A. societ per le reti e i servizi telematici nata dalla ex-municipalizzata di Brescia,
Asm S.p.A.

Cremona

Aemcom S.p.A. societ per le reti e i servizi telematici nata dalla public utility di Cremona, Aem S.p.A

Lodi

SIL S.p.A.

Mantova

ASI S.p.A.- Azienda Servizi Informativi

Milano

Metroweb S.p.A - societ del gruppo della multiutility Aem S.p.A per la gestione delle reti di telecomunicazioni
e telematiche

Pavia

E-polis S.p.A.
PaviaNetwork S.p.A. societ di telecomunicazioni nata dalla ex-municipalizzata di Pavia

Pv. autonoma Bolzano


Bolzano

Brennercom S.p.A. operatore di telecomunicazioni partecipata da soggetti pubblici e privati per il cablaggio
di Bolzano e la gestione dei servizi ICT

Veneto

Padova

Telerete Nordest (APS S.p.A.)

Rovigo

ASM Rovigo S.p.A.

Verona

AGSM S.p.A.

Vicenza

AIM S.p.A., la multiutility a maggioranza comunale ha una divisione TLC-New Economy che ha avviato la cablatura in fibra ottica di Vicenza, utilizzando 60 chilometri di cavidotti gi disponibili. Si svilupperanno anche
servizi avanzati e a valore aggiunto: telemedicina, Ufficio Pubblico Virtuale, telebanking, Internet veloce,
videoconferenza, e altri.

Emilia Romagna Parma

Marche

Toscana

IT.CITY S.p.A.

Reggio Emilia

AGACTEL S.p.A. (fornitura di servizi di telecomunicazione in ambiente fisso e/o mobile, servizi di trasmissione
dati e servizi a valore aggiunto) e AGAC.IT (gestione di partecipazioni azionarie e accordi tecnico-commerciali
nel settore ICT) della public utility AGAC

Bologna

CUP 2000 S.p.A. Creata nel 1996 dal Comune e Provincia di Bologna, le ASL e A.O. dell'area metropolitana
bolognese, dai primi di aprile 2004 la Regione Emilia Romagna divenuta lazionista di maggioranza relativa.

Pesaro

Markanet S.p.A., societ di servizi per la gestione del portale comunale

Ancona

Rete Marche S.p.A.

Arezzo

ARTEL s.r.l.

Firenze

S.I.T.I.MET S.p.A.

Pisa

Agestel S.p.A. societ per la gestione delle reti telematiche creata dalla ex-municipalizzata di Pisa AGES S.p.A.

Pistoia

Publinet e Publicom S.p.A. le due societ nate in joint venture tra la multiutility Publiservizi S.p.A. e un operatore di telecomunicazioni

Prato

Consiagnet S.p.A. societ nata per la gestione delle reti telematiche e il cablaggio dalla public utility Consiag
S.p.A.

Siena

Siena Innovazione S.p.A.

Lazio

Roma

EurNetCity S.p.A, GEMMA S.p.A e Roma Multiservizi S.p.A

Abruzzo

LAquila

SED S.p.A., societ per la gestione dei servizi info-telematici al Comune di LAquila

Messina

Feluca S.p.A.

Palermo

SISPI Sistema Informatica Palermo S.p.A.

Sicilia

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Lo sviluppo dei progetti


del 1 Avviso di e-government

Questo capitolo descrive sotto diversi punti di vista lo sviluppo dei 134 progetti
co-finanziati nella prima fase del programma di e-government. Dopo una breve caratterizzazione iniziale dei progetti, si presentano le attivit espletate dal CNIPA in relazione
allavvio del loro monitoraggio, lapproccio con cui stato impostato questultimo e i principali prodotti che verranno rilasciati. Viene quindi fornita una prima immagine dello stato
di avanzamento dei progetti in base a quanto dichiarato nelle pianificazioni di dettaglio
rese disponibili nel periodo ottobre 2003 - febbraio 2004. Nella sezione 3.4 finale, si approfondisce su un piano pi qualitativo un aspetto specifico di grande interesse emerso nella
fase di attuazione: le dinamiche di collaborazione tecnica e/o istituzionale tra diversi progetti di e-government.
Ulteriori informazioni e approfondimenti sullo sviluppo dei progetti sono riportati
nei singoli rapporti regionali. In questi ultimi, al di l dei progetti del 1 Avviso, viene
fornito un quadro in genere ampio e articolato della progettualit regionale in atto sui
temi delle-government e della SI.

3.1 Caratterizzazione sintetica


dei progetti 1 avviso28
I progetti co-finanziati e per questo soggetti al monitoraggio sono 134. Ogni progetto posto sotto la responsabilit di una specifica amministrazione, o Ente coordinatore, al progetto possono poi aggregarsi altre amministrazioni interessate, o Enti aggregati. Il grafico seguente mostra la tipologia dei diversi Enti coordinatori; come evidente
dominano le Regioni, 58 progetti, seguite dai Comuni, 42 progetti e dalle Province 31
progetti, mentre le Comunit montane coordinano solo 3 progetti.

59

28 Le sezioni da 3.1 a 3.3 di questo capitolo sono state curate da


Marco Gentili, responsabile ufficio monitoraggio dellAIREL
CNIPA.

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Figura 3 - Enti coordinatori dei progetti

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Comunit Montana

2%

Comune

31%

44%

Regione

23%

Provincia
Fonte: CNIPA AIREL

Listogramma seguente mostra la distribuzione dei progetti rispetto al numero di


soggetti coinvolti. La variabilit di enti aggregati estremamente ampia con progetti monoente (direttamente gestiti dalle Regioni) fino a progetti con oltre 600 enti aggregati. Il
50% dei progetti aggrega 18 (valore della mediana) soggetti o meno, un altro 25% ne
aggrega tra 19 e 68, lultimo quarto ne aggrega tra 69 e 605.

Figura 4 - Aggregazioni di enti nei progetti 1 Avviso


40
35

n. Progetti

30
25
20
15
10
5
0
0-1

Fonte: CNIPA AIREL

60

1 - 10 10 - 20 20 - 30 30 - 40 40 - 50 50 - 60 60 - 70 70 - 80 80 - 90
n. Enti aggregati

90 100

> 100

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Altrettanto ampia la distribuzione dei progetti per dimensione di costo complessivo illustrata dal seguente grafico dove le classi di costo sono espresse in milioni di euro.
Si tenga presente che il costo dei progetti varia da un minimo di 0,12 ad un massimo di
30,2 M. Il 25% dei progetti ha un costo allincirca inferiore al milione, un secondo 25 %
compreso tra 1 e 2 milioni circa, il terzo 25% compreso tra 2 e 4, mentre lultimo quarto
contempla progetti tra i 4 ed i 30 M.
Figura 5 - Dimensioni economiche dei progetti 1 Avviso
40
35

n. Progetti

30
25
20
15
10
5
0
<1

1-2

2-3

3-4

4-5
5-6
6-7
Costo totale progetti

7-8

8-9

> 10

Fonte: CNIPA AIREL

Ulteriori dettagli sui progetti co-finanziati dal 1 Avviso, in particolare per quanto
riguarda la numerosit e distribuzione territoriale degli enti partecipanti, sono disponibili nel Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia dello scorso anno, nonch nei singoli rapporti regionali che compongono il Rapporto 2004.

3.2 Preparazione e avvio del monitoraggio


dei progetti 1 Avviso
Nel periodo febbraio - maggio 2003, il CNIPA si attivato innanzitutto per la firma
delle convenzioni tra il Dipartimento per linnovazione e le tecnologie (DIT) e i singoli
progetti selezionati.
Successivamente, da giugno 2003 a febbraio 2004, con lausilio di personale dellistituto CINI, il CNIPA ha fornito consulenza ai progetti nella loro eventuale rimodulazione
(resasi necessaria, in alcuni casi, a seguito di un cofinanziamento inferiore a quanto previsto inizialmente) e nella pianificazione di dettaglio dei lavori, propedeutica allazione

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di monitoraggio. La pianificazione di dettaglio, contenuta nel modulo B1 esecutivo, rappresenta infatti il documento di riferimento utile al Monitore per verificare in sede di assessment leffettivo avanzamento delle attivit e i risultati realmente raggiunti. Lassessment
costituisce, come si vedr, il momento principale di verifica nel processo di monitoraggio.

29

LUfficio monitoraggio del


CNIPA rappresenta anche un centro di competenza in grado di
offrire consulenza pi in generale
sul governo dei progetti ICT
(appalto pubblico di servizi e
contrattualistica ICT, project
management e quality assurance,
customer satisfaction, verifica dei
risultati raggiunti, ecc.). LUfficio si dato una organizzazione
territoriale identificando nominativamente un proprio referente
per ciascuna regione e relativo
Centro Regionale di Competenza
(CRC), oltre che per ogni progetto
che ricade sotto il controllo di un
Ente coordinatore appartenente
al territorio della regione.

Parallelamente, nel corso del 2003, stato compiutamente definito il progetto di


monitoraggio dei 134 progetti. Le principali attivit espletate dal CNIPA sono servite a:
concertare, allinterno del Tavolo congiunto permanente (TCP), le logiche da adottare per il monitoraggio (linee guida approvate in data 23/1/2003);
predisporre gli atti di gara necessari per lappalto dei servizi di monitoraggio, successivamente trasmessi al DIT per bandire la gara (11/03/2003); istituire la Commissione per la valutazione delle offerte (11/07/2003); valutare le offerte ricevute
(graduatoria finale trasmessa al DIT il 27/10/2003);
costituire, in data 1 gennaio 2004, nellambito dellArea Innovazione per le regioni
e gli enti locali (AIREL) del CNIPA, lUfficio monitoraggio e gestione progetti delle
Regioni e degli Enti locali, con il compito di curare lavanzamento dei progetti cofinanziati dal MIT e i rapporti amministrativi con i responsabili di progetto e i referenti istituzionali delle rispettive PA29;
stipulare, in data 12 febbraio 2004, il contratto tra il DIT e il Monitore, costituito
dal raggruppamento temporaneo dimpresa formato dalle societ Ambrosetti Srl, Between Spa, e PRS Planning Ricerche e Studi Srl.
A partire da gennaio 2004 lUfficio monitoraggio assieme al personale del Monitore
ha avviato una intensa attivit di definizione degli approcci e delle metodiche da applicare in sede di assessment.
I risultati di questo sforzo sono stati oggetto di un incontro della durata di una
giornata rivolto ai coordinatori e ai referenti tecnici dei progetti che dovranno interagire
con il Monitore. Per motivi logistici, lincontro stato replicato quattro volte, con gruppi
di progetti diversi, dall8 marzo all11 marzo 2004. Lincontro ha avuto lo scopo di illustrare in dettaglio:
lorganizzazione ed i compiti dellUfficio monitoraggio presso lAIREL;
gli obiettivi del monitoraggio e le attivit previste;
lapproccio e la metodologia che verr applicata (dati da rilevare, strumenti utilizzati);
le modalit di interazione con il Monitore e la sua organizzazione;
i rapporti di assessment e gli indicatori che verranno prodotti;
la pianificazione del primo assessment.
Alle quattro giornate di kickoff hanno partecipato circa 280 persone, rappresentanti
di 126 progetti su 134 (il 94%) e 14 CRC. Si consideri che a fine marzo 2004, erano state
completate e approvate le pianificazioni di dettaglio (B1 esecutivi) di 130 (97%) progetti

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ed rispetto a questi progetti che di seguito vengono proposte alcune elaborazioni


Nellarco di validit del contratto con il Monitore, della durata di 3 anni, sui 134
progetti sottoposti a monitoraggio si prevede di svolgere:
402 assessment in corso desecuzione del progetto;
134 verifiche successive allandata in esercizio dei sistemi/servizi realizzati dal progetto;
almeno 1.500 interventi di assistenza telefonica o via e-mail;
interventi di consulenza ai progetti per complessivi 450 giorni persona.
Ad ogni assessment o verifica condotta su un progetto si associa lemissione di uno
specifico rapporto per un totale di 536 documenti. A questi documenti di dettaglio, utili
principalmente al progetto, si aggiungono 6 rapporti di sintesi, prodotti a cadenza semestrale, con lavanzamento delle attivit di progetto (stato avanzamento lavori o SAL), gli
eventuali ritardi e le stime a finire, riportando una valutazione sulla situazione complessiva dei progetti ed eventuali suggerimenti per gli Enti.
In pratica, non potendo effettuare questa cospicua massa di assessment in cos poco
tempo, si proceder privilegiando i progetti che dichiarano di aver completato tutte le
attivit; quelli che sono in fase avanzata di realizzazione e quelli che hanno consegnato
per primi la pianificazione di dettaglio. Lobiettivo realistico effettuare entro luglio 2004
quasi 100 assessment e produrre il primo rapporto di sintesi che ne riepilogher gli esiti.
In generale, rispetto alla pianificazione iniziale di un assessment ogni 8 mesi per
progetto, si prevede di operare su distanze pi ravvicinate, in media con un assessment
ogni 4-5 mesi.
La rappresentazione di sintesi del progetto, derivante da ciascun assessment, prevede il ricorso agli indicatori elencati nel box seguente. Da notare che per ogni progetto
si cercher anche di rilevare una stima delle ricadute sulle PA coinvolte e sui cittadini:
risparmio di tempo dei dipendenti delle amministrazioni; risparmio di tempo di cittadini
e imprese conseguente allusufrutto dei servizi on line; risparmio di costi di gestione conseguente alle infrastrutture realizzate.

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Indicatori di sintesi sui progetti 1 Avviso di e-government


Sono indicati in grassetto gli indicatori principali
1. Conduzione progetto
Costo pianificato (funzione del tempo trascorso)
Costo maturato (funzione dellavanzamento lavori reale)
Costo consuntivato (situazione reale)
Ritardo alla data (calcolato sul cammino critico)
Ritardo medio attivit (media sulle attivit ponderata sulla durata delle attivit)
Ritardo della fine del progetto (calcolato sul cammino critico)
Stato di avanzamento progetto, o SAL (costo consuntivato / costo totale)
Efficienza rispetto costi (costo maturato / costo consuntivato)
Efficienza rispetto tempi (costo maturato / costo previsto)
2. Rischio progetto
Rischio strutturale (legato a tecnologia, organizzazione, dimensioni del progetto)
Attuazione contromisure (azioni giudicate necessarie effettivamente attuate)
Performance costi (costo maturato / costo consuntivato)
Performance tempi (costo maturato / costo previsto)
3. Raggiungimento degli obiettivi progettuali (output) e stima delle ricadute (outcome)
Servizi on line rilasciati (n servizi rilasciati / n servizi previsti)
Interattivit dei servizi on line (informativi, interattivi, bidirezionali, transazionali)
Infrastrutture realizzate (n installate / n previste per tipologia)
Risparmio di tempo dei dipendenti (Giorni/Persona anno calcolati sullintero bacino dutenza)
Risparmio di tempo di cittadini e imprese (Giorni/Persona anno calcolati sullintero bacino dutenza)
Risparmio di costi di gestione (risparmio reale anno)

I rapporti di sintesi mostreranno una vista complessiva dellattuazione della prima


fase del piano di e-government, aggiornata con cadenza semestrale, effettuando sui precedenti indicatori:
aggregazioni dei risultati per territori e tipologia dellEnte Coordinatore (Regione,
Provincia, Comune), per tipologia e dimensione del progetto, ecc.;
correlazioni tra indicatori che facciano emergere fenomeni interessanti; ad esempio, una correlazione tra SAL e rischio potrebbe evidenziare una carenza strutturale
del governo dei progetti rispetto alla loro complessit tecnologica, organizzativa e
dimensionale;
analisi dei trend degli indicatori nel tempo; utili ad esempio per verificare lattenuarsi o lenfatizzarsi di possibili ritardi o lo sforamento dei budget progettuali.

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3.3 Una stima sullavanzamento dei


progetti 1 Avviso
In attesa dei primi 100 assessment e del primo rapporto di sintesi previsto per fine
luglio 2004, pu essere utile considerare la rappresentazione dei progetti che emerge da
quanto dichiarato allinterno delle pianificazioni di dettaglio disponibili al 19 marzo 2004,
integrate dalle informazioni rese per le vie brevi in sede di kickoff meeting del monitoraggio.
Linsieme di dati e di grafici successivamente presentati, oltre che rappresentare la
situazione dichiarata dai progetti al primo aprile 2004, vuole costituire un primo esempio delluso degli indicatori progettuali che saranno utilizzati nei futuri rapporti di sintesi. Quanto di seguito riportato si riferisce principalmente a quanto dichiarato nella pianificazione di dettaglio (modulo B1 esecutivo) da un insieme di 128 progetti, che rappresentano oltre il 96% dei progetti e il 98% del costo complessivo della prima fase.
Poich le pianificazioni sono state effettuate richiedendo che le date del primo e
del secondo assessment cadessero rispettivamente al 30% ed al 70% dello stato avanzamento lavori possibile (assumendo come ipotesi che questo sia stato effettivamente fatto)
stimare macroscopicamente la situazione in cui attualmente versano i progetti analizzati:
i progetti che non hanno inviato la pianificazione, escludendo quelli che dichiarano
di aver completato o di essere prossimi a completare il progetto, sono stati assunti
essere in una fase iniziale rappresentata da uno stato avanzamento lavori (SAL) pari
allo 0%;
i progetti che si dichiarano avviati, che hanno pianificato la data del primo assessment successivamente al primo aprile 2004, sono stati assunti essere in una fase
rappresentata da uno stato avanzamento lavori (SAL) pari al 15%;
i progetti che si dichiarano avviati, che hanno pianificato la data del primo assessment prima del primo aprile 2004 e quella del secondo assessment dopo, sono stati
assunti essere in una fase intermedia rappresentata da uno stato avanzamento lavori
(SAL) pari al 50%;
i progetti che si dichiarano avviati, che hanno pianificato la data del secondo assessment precedentemente al primo aprile 2004, sono stati assunti essere in una fase
avanzata rappresentata da uno stato avanzamento lavori (SAL) pari all85%;
i progetti che si dichiarano avviati, che hanno pianificato la data di fine progetto
precedentemente al primo aprile 2004, sono stati assunti essere completati, quindi
con uno stato avanzamento lavori (SAL) pari al 100%.

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La tabella seguente riepiloga lapprossimazione adottata per lo stato avanzamento


lavori (SAL) appena descritta.

Avvio
Progetto
SAL

0%

Primo
Assessment
15%

30%

Secondo
Assessment
50%

Fine
Progetto

70%

85%

100%

Lo stato avanzamento lavori che risulta da queste ipotesi risente di una sistematica sovrastima derivante sia dallapproccio adottato per i progetti che si dichiarano disponibili al primo assessment (che spesso risulta associato ad una percentuale di avanzamento pi bassa del 30% indicato), sia da un diffuso ottimismo relativo ai progetti pi
avanzati, la cui fondatezza potr comunque essere verificata solo in fase di assessment.
La richiesta espressa da pi progetti in sede di kickoff meeting e nelle settimane successive di spostare in avanti gli assessment, per evidenti ritardi progettuali, rispetto a quanto
indicato nei B1 esecutivi, sembrerebbe confermare limpressione in molti casi sulleccessivo ottimismo di questi ultimi.
Il grafico successivo mostra la previsione dellandamento dello stato avanzamento
lavori (SAL) complessivo della prima fase del piano di e-government per i prossimi 12 mesi.
Figura 6 - Previsione di avanzamento lavori aprile 2004- aprile 2005
100%
90%
80%

SAL %

70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
apr-04

SAL%

lug-04

ott-04

66

apr-05

01/04/2004

01/07/2004

01/10/2004

01/01/2005

01/04/2005

31%

52%

69%

79%

89%

Tempo

Fonte: CNIPA AIREL

gen-05

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

Un quadro della situazione al 1 aprile 2004 invece offerto dal seguente istogramma.
Figura 7 - Stima dello stato avanzamento lavori al 1 aprile 2004
90
80
70

n progetti

60
50
40
30
20
10
0
0%

15%

50%

85%

100%

% SAL

Fonte: CNIPA AIREL

Come si pu vedere, 5 progetti si dichiaravano conclusi e altri 5 potevano essere


considerati in uno stato di avanzata esecuzione. Essendo passato circa un anno dalla stipula delle convenzioni e coerentemente con lindicazione di massima di terminare i progetti entro 24 mesi, 36 progetti erano stimati a circa il 50% delle attivit, 83 progetti in
una fase iniziale e 5, non avendo ancora pianificato, probabilmente si attardavano in fasi
preoperative (quali la predisposizione di gare).
I progetti menzionati prima, che in base ai B1 esecutivi risultavano conclusi o in
fase avanzata di completamento al 1 aprile 2004, sono riepilogati nella seguente tabella:

Completati

Coordinatore

Prossimi a completamento

Coordinatore

SUAPED

Regione Veneto

Si.Pro.Ci.

Provincia Macerata

CAT@HOSPITAL

Provincia Catanzaro

SAC

Comune Perugia

ENTERPRISE

Comune Pordenone

WEGE 2002

Prov. Aut. Bolzano

Siter@

Lombardia

GE.NE.S.I.

Provincia Massa Carrara

Sviluppo SIARL

Regione Lombardia

eGOS

Regione Sardegna

Fonte: CNIPA AIREL

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

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E opportuno ripetere che leffettivo avanzamento/completamento di questi progetti


deve essere ancora confermato dal Monitore. Occorre comunque evidenziare che in gran
parte dei casi questi progetti prevedevano interventi di estensione, completamento o arricchimento di sistemi e servizi gi esistenti o in fase di realizzazione, il che spiega la possibilit effettivamente di portarli a termine in tempi relativamente brevi. Va detto, infine,
che altri progetti non riportati nellelenco risultano a loro volta prossimi alla conclusione,
avendo anticipato la data di completamento rispetto alla pianificazione del B1 esecutivo.
Maggiori informazioni sullandamento dei progetti si trovano attualmente nei rapporti regionali che compongono questo Rapporto, mentre un quadro pi completo e sistematico sar disponibile, come annunciato, con il primo rapporto semestrale di monitoraggio a fine luglio.
Figura 8 - Proiezione del SAL dei progetti ad aprile 2005
90
80
70

N Progetti

60
50
40
30
20
10
apr-04

lug-04

ott-04

gen-05

apr-05

01/04/2004

01/07/2004

01/10/2004

01/01/2005

01/04/2005

15%

83

17

50%

36

79

54

23

85%

21

50

70

50

100%

12

22

36

72

Tempo

Fonte: CNIPA AIREL

Tornando alla proiezione del SAL dei progetti sullarco dei prossimi 12 mesi, il grafico con le linee di tendenza ben evidenzia il comportamento complessivo dei progetti.
Allavanzare del tempo, nellarco dei prossimi 12 mesi lapice della onda dei progetti si sposta da un valore di stato avanzamento lavori pari al 50% (curva gialla) ad un
valore dell85% (curva verde chiaro). In altre parole a distanza di circa 12 mesi la maggioranza dei progetti, circa 70-80, passa dal 50% all85% di stato avanzamento lavori.

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Allo stesso tempo, i progetti in fase iniziale mostrano una diminuzione asintotica (curva
arancione) e quelli completati si incrementano progressivamente (linea verde).
Un quadro pi preciso della situazione si ha considerando come i progetti si distribuiscono oltre che rispetto allo stato avanzamento lavori anche rispetto al ritardo. Il diagramma successivo rappresenta i progetti come segue:
sullasse delle X riportato il ritardo percentuale dichiarato dal progetto, in termini di spostamenti degli assessment rispetto alle date iniziali, secondo quanto comunicato in sede di kickoff meeting o successivamente;
sullasse delle Y riportato lo stato avanzamento lavori (si vedano spiegazioni precedenti);
il diametro dei cerchi proporzionale alla dimensione economica dei progetti.

Figura 9 - Stima avanzamento lavori e ritardi nei progetti 1 Avviso al 1 aprile 2004

110%
100%
90%
80%

SAL %

70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
-10%
-10%

0%

10%

20%
Ritardo %

30%

40%

50%

Fonte: CNIPA AIREL

Langolo in alto a sinistra (verde) quello ottimale in cui si trovano progetti in


stato avanzato privi di ritardo. Langolo in basso a destra (rosso) quello peggiore in cui
si collocano progetti ancora in fase iniziale e gi in ritardo. Si osserva come i progetti di
maggiori dimensioni non dichiarano ritardi collocandosi prevalentemente su SAL inferiori
o uguali al 50%. Alcuni dei progetti pi piccoli mostrano ritardi solo in pochi casi compensati da elevati stati avanzamento lavori.

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Altre elaborazioni interessanti, che saranno effettuate con i risultati reali degli assessment, riguardano come si detto lavanzamento lavori dei progetti in base ai settori di
intervento, in base alla regione dellEnte coordinatore e cos via.

3.4 La collaborazione tra i progetti


di e-government del 1 Avviso30
30
Questa sezione del capitolo 3
stata curata dallo staff centrale
dellOsservatorio CRC con la collaborazione di Nicola Cracchi
Bianchi, che ha curato in particolare la descrizione dellesperienza Sigma Ter People Panta
Rei.

Nellambito dei 134 progetti co-finanziati dal 1 Avviso (e altri portati avanti comunque con risorse locali), sono emerse negli ultimi mesi numerose iniziative di collaborazione e scambio di varia natura, messe in atto in generale al fine di massimizzare i risultati, le risorse e gli obiettivi dei progetti stessi.
In questo capitolo, si fornisce una prima ricognizione di tale fenomeno, che meriterebbe certamente un maggiore approfondimento. In questa direzione, dopo la presentazione di alcuni dati generali e riflessioni iniziali, si descrive in maggior dettaglio una
iniziativa tra quelle che hanno raggiunto una maturit e unarticolazione pi significativa, allo scopo di esemplificare e far comprendere meglio possibili motivazioni e modalit operative con le quali si sviluppano le partnership fra progetti.
Nella Tabella 9, sono riportate solo le collaborazioni pi strutturate rilevate tramite la rete dei CRC, che hanno segnalato altre iniziative di verifica e contatto fra progetti diversi, di natura per pi estemporanea o ancora provvisoria. Il quadro offerto dalla
tabella va quindi interpretato come una fotografia parziale della situazione, che in forte
evoluzione anche in vista della seconda fase delle-government.

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Oltre ai nomi dei progetti interessati, si proceduto a una classificazione generale


delle partnership, distinte tra quelle che hanno una valenza sostanzialmente solo tecnicooperativa e quelle che sono state inserite in un quadro di accordo istituzionale, che in
genere motiva e fa da cornice alla collaborazione tecnica.
Tabella 11 - Collaborazioni in atto fra progetti di e-government
Progetti coinvolti

Tipologia partnership

SIGMA TER - Doc-Area (ex Panta Rei)

I+O

SIGMA TER - People

I+O

SIGMA TER - SICS

I+O

People - SERV VR

I+O

People - Studiare

I+O

Enterprise - PROTOINT

I+O

No RISK - SITAD
C3 AIDA - C4 Rete Suap - C5 Smart - G7 Sporvic

O
I+O

C1 Suap - C2 Cadi nella rete

eFirenze - eToscana

ComOnline - Comon.Net
Bas-Refer PolBas Protocollo Bas Tri-Bas
SANIT@INRETE - SISS
INPA - IRIDE

O
I+O
O
O

RA RCT - AtoC - IRIDE

I+O

SILP - IRIDE - AAEP - SI.RE.NA

I+O

AtoC IRIDE People

I+O

IESS - SIRV-INTEROP

SIRV - INTEROP - IESS - SIPA

SUAPED - POLESINE-gov

IP-NET - CT-RVE

FROM-CI-SC IP-NET, CiTEL, Etweb

Fonte: Elaborazione Osservatorio CRC


Legenda:
I : collaborazione di tipo istituzionale O: collaborazione di tipo operativo I+O: collaborazione sia istituzionale che operativa

Le principali motivazioni e logiche di collaborazione riscontrate nei casi esaminati


sono in genere di tre tipi:
complementariet di attivit e obiettivi nello stesso ambito tematico;
complementariet o anche sovrapposizioni fra progetti che coinvolgono enti di ambiti
territoriali diversi;
opportunit di integrazione di servizi o soluzioni gi diffuse o in esercizio in enti
partecipanti a progetti diversi.
Il tema della collaborazione tra progetti interessante anche in vista della fase 2

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delle-government, che prevede, come si visto, una forte enfasi sul riuso e quindi sulla
diffusione dei risultati dei progetti. Molte azioni che stanno maturando nella collaborazione tra progetti di fatto riguardano e anticipano logiche di riuso delle soluzioni.
La collaborazione tra i progetti Doc - Area (ex Panta Rei), People e SIGMA TER31
Il progetto Doc - Area (ex Panta Rei) affronta -in termini di analisi, progettazione
e sviluppo software- la realizzazione dellinfrastruttura di back-office per la circolazione
digitale, a norma, dei documenti allinterno degli Enti e fra gli Enti stessi, offrendo vantaggi alle imprese ed ai cittadini che possono contare su un accesso semplice e trasparente alla pubblica amministrazione e su uno scambio di documenti digitali a norma e in
sicurezza. Doc - Area coordinato dalla Provincia di Bologna e vede la partecipazione di
15 Province e 116 Comuni (appartenenti alle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Basilicata, Calabria e Sicilia) Regione Emilia-Romagna, Ministero per i Beni
e le Attivit culturali, Unioncamere Emilia-Romagna. Circa altri 100 Comuni sono gi candidati al riuso delle soluzioni realizzate.

31
Ulteriori informazioni sui progetti presentati si trovano sui
rispettivi siti web:
www.pantarei.provincia.bologna.it, www.progettopeople.it,
www.sigmater.it

Scopo principale del Progetto People quello di semplificare e innovare i rapporti


tra le PA locali e gli utenti, attraverso la realizzazione di sistemi di accesso multicanale
per oltre 200 servizi da erogare a cittadini ed imprese. Il progetto, coordinato dal Comune
di Firenze, vede la partecipazione di 55 enti di 12 regioni (Lombardia, Marche, EmiliaRomagna, Toscana, Trentino-Alto Adige, Puglia, Lazio, Liguria, Sicilia, Calabria, Campania,
Veneto), molto eterogenei per dimensioni e ambito territoriale, per un bacino di utenza
di circa 7,5 milioni di cittadini.
Il progetto SIGMA TER, coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, vede la partecipazione come sviluppatori dellAgenzia del Territorio, le Regioni Abruzzo, Liguria, Toscana,
Valle dAosta, le Province di Bologna, Genova, Parma, Piacenza, Pisa, le Comunit Montane Alta Val Polcevera e della Garfagnana, i comuni di Bologna, Cesena, Collesalvetti,
Faenza, Ferrara, Genova, La Spezia, Livorno, Lugo, Modena, Reggio Emilia e Rimini, per
un bacino di utenza di oltre 10 milioni di abitanti. Oltre a questi enti hanno dato la loro
adesione sin dalla fase di presentazione del progetto, circa 150 enti in veste di riusatori
e sono stati attivati contatti con numerosi enti.
I principali obiettivi del progetto SIGMA TER possono essere sintetizzati nella realizzazione di uninfrastruttura per linterscambio di informazioni catastali e territoriali fra
Agenzia del Territorio e Regioni e fra queste e gli Enti Locali e nello sviluppo in ampio
numero di servizi rivolti a cittadini, imprese e professionisti, erogati sulla base dellintegrazione fra dati catastali e territoriali.
Le motivazioni della collaborazione
I progetti in esame hanno alcune caratteristiche fondamentali che li accomunano
e li rendono intrinsecamente orientati alla collaborazione. Per motivi di sintesi si riportano le principali attraverso alcune chiavi di lettura.

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Dal punto di vista dell aggregazione proponente emergono chiaramente alcuni elementi:
ampiezza del numero di enti coinvolti e quindi della popolazione potenzialmente
interessata dai risultati dei progetti;
coinvolgimento attivo di diversi livelli istituzionali (Pubbliche Amministrazioni centrali, quali lAgenzia del territorio e il Ministero per i Beni e le Attivit culturali,
Regioni, Province, Comunit Montane, Associazioni ed Unioni di Comuni, Comuni);
partecipazione di uno stesso ente a pi progetti;
enti che partecipano anche soltanto ad uno dei tre progetti considerati, ma appartenenti ai medesimi territori;
elevato know how di molti dei partecipanti che hanno maturato notevole esperienza
in particolari ambiti tematici e in alcuni casi rappresentano veri e propri casi di
eccellenza a livello nazionale.
Considerando larchitettura tecnologica, tutti i progetti prevedono unarchitettura
a pi livelli e federata, che non richiede uniformit di soluzioni e tecnologie agli enti
partecipanti, ma orientata alla cooperazione applicativa e allinteroperabilit fra enti e
sistemi diversi (preservando quindi investimenti e scelte tecnologiche e organizzative di
ogni partecipante).
Questo tema strettamente collegato allattenzione rivolta alladozione e alla definizione di standard, sia per quanto attiene allanalisi e alla modellazione dei processi e
degli applicativi, sia per gli aspetti tecnologici e implementativi. Le architetture a pi
livelli e ladozione di tecnologie e strumenti standard pongono le basi anche per uno sviluppo modulare e espandibile nel corso del tempo.
Considerando il numero e la tipologia di servizi previsti, i tre progetti mirano a dare
risposta alle esigenze prioritarie non solo degli utenti esterni (cittadini, imprese, professionisti), ma anche agli utenti interni alle Pubbliche Amministrazioni, sia allinterno
del medesimo ente, sia nei numerosi casi nei quali si rende necessaria linterazione fra
enti diversi.
Per le caratteristiche delle aggregazioni e le motivazioni che hanno spinto alla loro
definizione, i progetti sono molto orientati alla riusabilit e alla diffusione delle soluzioni
realizzate (per quanto riguarda le componenti tecnologiche, organizzative, di processo,
formative). Non a caso, come vedremo, sono state poste le basi per il riuso fra i progetti
citati, ma anche nei confronti di enti che, al momento, non partecipano alla realizzazione
del progetto.
Alla luce delle caratteristiche comuni appena descritte e sulla base di un forte spirito collaborativo fra gli enti partecipanti, sono stati condivisi alcuni obiettivi da perseguire:
mantenimento dellautoconsistenza dei progetti, anche per rispettare gli impegni

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sottoscritti con il Dipartimento per lInnovazione e le Tecnologie;


analisi e identificazione di ogni possibile collaborazione tesa alla massimizzazione
dei risultati;
evitare, laddove possibile, di duplicare attivit o addirittura progettare e realizzare
soluzioni tra loro incompatibili;
collaborare nellanalisi e definizione di modelli, tecnologie e modalit per favorire
linteroperabilit e la cooperazione applicativa;
favorire il pi possibile lo scambio di informazioni e delle analisi realizzate nellambito
dei progetti;
estendere ai progetti vantaggi dal punto di vista dei rapporti particolarmente favorevoli posti in essere con fornitori di riferimento, resi possibili dalle dimensioni delle
aggregazioni;
porre le basi per le possibili estensioni (territoriali, ma anche tematiche) dei progetti.

Per raggiungere questi obiettivi, molto impegnativi per progetti di elevata complessit
organizzativa e tecnologica, si sono seguite due tipologie di attivit, una di carattere istituzionale ed una di tipo tecnico-operativa.
La collaborazione istituzionale
Da un punto di vista formale e istituzionale, sono state stipulate dagli enti coordinatori dei progetti apposite convenzioni che hanno definito il quadro di riferimento e
gli obiettivi di alto livello che i progetti intendono raggiungere. Queste convenzioni sono
state sottoscritte, ovviamente, in nome e per conto delle aggregazioni e quindi dopo la
verifica e lapprovazione da parte degli enti partecipanti.
Questo passaggio, che pu sembrare scontato, un importante segnale della volont
di collaborazione e di condivisione di percorsi comuni dichiarati e sottoscritti con atti
ufficiali.
Nel caso specifico si verifica una triangolazione e una catena di convenzioni fra
Doc - Area e People, fra People e SIGMA TER e fra SIGMA TER e Doc - Area. A queste si
aggiungono altri atti con altri progetti: SIGMA TER e SICS, Studiare e People, People e
SERV VR.
La collaborazione tecnico - operativa
Oltre al livello strategico-istituzionale e al continuo allineamento e scambio informativo fra i progetti (facilitato anche dal fatto che alcuni enti partecipano a pi progetti),
per raggiungere gli obiettivi descritti in precedenza necessario ed stato attivato un
fondamentale coordinamento a livello tecnico e operativo.
Data la complessit degli argomenti trattati e degli obiettivi prefissati, ogni progetto ha attivato al proprio interno gruppi di lavoro per lanalisi di particolari ambiti tematici. In base al diverso livello di avanzamento dei lavori dei singoli progetti questi gruppi

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di lavoro possono prevedere o meno anche la partecipazione dei fornitori.


Il metodo di lavoro che si scelto di seguire prevede:
la costituzione di un gruppo di lavoro inter-progetto che ha il compito di perseguire gli obiettivi della collaborazione;
la definizione di un piano di lavoro condiviso che mantiene e ribadisce lautoconsistenza dei progetti, e definisce risultati concreti e verificabili da raggiungere;
condivisione di documentazione, anche attraverso laccesso reciproco ai repository
dei progetti;
riunioni periodiche di coordinamento per l impostazione e la verifica del lavoro;
partecipazione attiva di consulenti e referenti dei progetti ai gruppi tematici di altri
progetti;
attivazione di fornitori e/o consulenti di progetto per affrontare temi specifici.
Oltre agli obiettivi ricordati sopra, il gruppo di lavoro congiunto pone particolare
attenzione allassicurare la cooperazione applicativa tra le soluzioni sviluppate dai progetti e al riuso di queste, intervenendo sin dalla fase di progettazione.
Nei limiti del possibile, si cerca quindi di mettere in atto una vera e propria coprogettazione delle soluzioni, nella convinzione che questa scelta rappresenti una delle
strade principali per il raggiungimento effettivo non solo degli obiettivi del gruppo di lavoro,
ma anche di effetti positivi nella realizzazione di servizi di e-government per gli enti locali.
Questo metodo di lavoro, basato sullo scambio di informazioni e sul confronto congiunto su alcuni temi specifici, ha anche altri importanti effetti rappresentati dalla possibilit di condividere le esperienze maturate, di aumentare il know how tecnico delle persone e degli enti coinvolti, nonch di attuare modalit di lavoro cooperativo che permettono
di trovare e condividere strumenti, linguaggi e modalit di interazione non solo di tipo
tecnico-tecnologico.
Il gruppo di lavoro congiunto ha gi raggiunto alcuni risultati tangibili, in particolare per quanto riguarda gli aspetti di analisi e di modellazione di alcune tipologie di
informazioni e processi, ricorrendo a formati e metodologie standard quali UML e XMLSchema.
A titolo di esempio si pu citare la condivisione di entit elementari (catastali e
non) elaborate in SIGMA TER e People nellottica di creare una libreria di entit condivise non solo a livello di modello dati, ma anche per quanto riguarda la loro rappresentazione e gestione tramite XMLSchema, spingendosi quindi a un elevato livello di dettaglio, ma senza vincolare la loro implementazione tecnica. Esempi di queste entit possono essere il soggetto intestatario di un bene, il cittadino che richiede un certificato, un determinato set di dati, ecc.
Un altro tema strettamente collegato a quello appena descritto rappresentato dalla

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definizione di modelli di interscambio e interfacce delle applicazioni, documentate tramite metodologie e linguaggio standard, per lasciare autonomia agli enti sviluppatori per
quanto riguarda le soluzioni tecnologiche gi disponibili o da implementare, ma allo stesso
tempo garantire le possibilit di interazione fra enti e servizi diversi.
Per quanto riguarda il tema dellinteroperabilit, in corso una collaborazione relativa alle porte di dominio e alla busta di e-government, che rappresentano due elementi
cardini dellintera impostazione e architettura delle-government, cos come definito gi
dallAvviso del 2002. In attesa della pubblicazione dello standard definitivo, in SIGMA TER
stata realizzata uninterfaccia standard verso le porte di dominio, resa disponibile attraverso licenza GPL, quindi open source (www.openpdd.org). Questa interfaccia realizza uno
strato intermedio fra applicazioni e porte di dominio e permette di sviluppare applicazioni in grado di interagire con porte di dominio di fornitori diversi.
Prossimi passi
In base agli obiettivi e ai risultati (seppur parziali) raggiunti le prossime iniziative
previste possono essere sintetizzate in:
prosecuzione del lavoro anche in funzione degli avanzamenti e dei prodotti realizzati dai singoli progetti;
verifica dei prototipi e delle soluzioni tecnologiche rilasciate nellambito dei progetti, con particolare attenzione alle possibilit di integrazione fra i progetti;
estensione della collaborazione su altri ambiti tematici affrontati dai progetti;
valutazione delle opportunit di estensione dei progetti in termini di servizi e di
enti partecipanti anche alla luce di quanto previsto dalla fase 2 delle-government
sia per quanto riguarda il riuso che per gli aspetti relativi al Sistema Pubblico di
Connettivit (si veda il capitolo 4) e alla realizzazione dei centri servizi territoriali.

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Verso il nuovo Sistema Pubblico


di Connettivit12

La crescente domanda della pubblica amministrazione (PA) di servizi telematici avanzati, necessari per innovarsi e soddisfare meglio le attese dei cittadini e delle imprese,
assieme alla nascita a livello locale di una pluralit di soggetti idonei a fornire tali servizi, rendono datato lattuale impianto che ha portato alla creazione della Rete Unitaria
delle PA (RUPA) e impongono un adeguamento verso un nuovo approccio, il cosiddetto
Sistema Pubblico di Connettivit (SPC).
Il SPC coglie tutte le nuove opportunit che il mercato propone, salvaguardando i
principi basilari di autonomia delle amministrazioni e di rispetto dei necessari criteri di
sicurezza del sistema telematico a livello paese. Il SPC consente infatti di ritagliare sulla
grande Internet una Internet qualificata, caratterizzata dalla presenza di diversi operatori in competizione tra loro. Questi operatori garantiscono la sicurezza e la qualit dei
servizi erogati al cliente pubblica amministrazione, nel rispetto di regole comuni predeterminate. Tali regole sono definite congiuntamente tra rappresentanti della PA centrale
e locale, del mondo accademico, degli operatori di mercato e delle associazioni di categoria.
Questo capitolo descrive lambito nel quale nasce il Sistema Pubblico di Connettivit e fornisce unillustrazione della sua architettura funzionale, indicando quali sono i
soggetti che partecipano al sistema con i differenti ruoli che rivestono e i servizi che saranno
parte integrante del sistema stesso.

4.1 Le reti della PA: RUPA e RUPAR


Allinizio degli anni 90, anche per la mancanza di un organismo che armonizzasse
questi sistemi nelle pubbliche amministrazioni, esistevano una pluralit di reti di trasmissioni
dati nate dalle differenti esigenze che nel corso degli anni si erano presentate. Con la
legge n. 59 del 15 marzo 1997 si proceduto a razionalizzare tale scenario, prevedendo
ununica rete (la RUPA), omogenea per qualit, sicurezza e costi. Sotto il profilo tecnologico le precedenti reti, realizzate con CDN e accessi X.25, si sono evolute in reti IP che
hanno favorito lutilizzo della posta elettronica e del web.
La Rete unitaria della PA oggi collega con circa 17.000 accessi la quasi totalit delle
sedi delle PA centrali. Al backbone della RUPA sono collegate anche 15 reti di Regioni per
un totale complessivo di pi di 80 Enti interconnesi tra PA Centrali e PA Locali.
In parallelo alla creazione della RUPA, la crescita del fenomeno Internet e la spinta

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12

Il presente capitolo nasce da


una rielaborazione effettuata
dallo staff dellOsservatorio CRC
(Stefano Kluzer e Adriano Pizzi)
del documento Sistema Pubblico
di Connettivit Scenario introduttivo, rev. del 1.12.2003, a cura
del GdL SPC, sotto il coordinamento dellIng. Francesco Pirro,
CNIPA. La responsabilit delle
variazioni (soprattutto omissioni) rispetto al testo originale
interamente a carico dellOsservatorio CRC.

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del federalismo hanno condotto anche le amministrazioni locali a sviluppare sul proprio
territorio infrastrutture telematiche, che si sono caratterizzate come community network,
cio reti che collegano un insieme di soggetti che condividono regole, infrastrutture e
servizi e che insieme definiscono e attuano politiche di sviluppo.
Tali reti territoriali, di livello regionale, ma anche provinciale e comunale, svolgono
un importante ruolo istituzionale e rappresentano lossatura di trasporto di numerose PA
locali tra cui Comuni grandi e piccoli, Province e Regioni. La partecipazione di un insieme
di soggetti autonomi che hanno scelto liberamente e singolarmente di aderire ad una comunit di servizi ha rappresentato un forte elemento di stimolo per il mercato e di razionalizzazione della domanda di connettivit e servizi. Tali reti sono presenti attualmente con
differenti livelli di capillarit in molte regioni, circa il 50%, sono interconnesse fra di loro
e con altre reti di categoria.

4.2 Nuovi servizi on line, criticit


delle reti e obiettivi del SPC
In questo contesto la macchina amministrativa, notoriamente lenta nelle trasformazioni, sta in questi ultimi anni subendo un profondo processo di rinnovamento, sia nellorganizzazione interna del cosiddetto back office e nei rapporti tra le diverse PA, sia nelle
modalit di comunicazione con i cittadini e le imprese. La trasformazione in una amministrazione efficiente, caratterizzata dal decentramento di funzioni e competenze dove i
processi siano il pi possibile esenti dallutilizzo del mezzo cartaceo, la firma autografa
che diventa digitale, larchivio che si trasforma da scaffali a dischi, il protocollo che diventa
informatico, costituiscono solo un piccolo sottoinsieme dei processi che stanno per essere
automatizzati. Questo, se da un lato rappresenta un plus in termini di efficienza, dallaltro implica una stretta dipendenza degli stessi processi operativi dal mezzo informatico.
La disponibilit quindi dei sistemi informatici gi rappresenta e rappresenter sempre pi un bisogno primario dellamministrazione, costituendone lelemento portante. Il
sistema paese, pertanto, dovr necessariamente potenziare la resilienza dei propri sistemi
informativi, per garantire la continuit di tutti i processi burocratici ad essi collegati e
di conseguenza dei servizi al cittadino.
In questo scenario, lapproccio mono-fornitore con cui venne impostata la RUPA non
ha pi senso, anche perch levoluzione del mercato consente di impostare il modello architetturale del SPC come un sistema realmente multi-provider, cos che ciascuna PA possa
scegliere autonomamente, nel rispetto della legge 59/97, il proprio provider tra un insieme
di soggetti in concorrenza tra loro.
Tali soggetti devono per essere qualificati, in grado cio di garantire servizi inte-

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roperabili e con un livello di qualit e sicurezza conforme allelevato standard di servizio


che si intende raggiungere nellambito delle iniziative di e-government. In particolare, se
la presenza di pi fornitori rende meno critica una eventuale situazione di temporanea
caduta di servizio di uno di essi, il funzionamento del sistema di interscambio diventa
invece assolutamente critico, chiamando in causa come si dir pi avanti il ruolo dei soggetti che gestiscono linterconnessione tra operatori, nei cosiddetti NAP.
Larchitettura del SPC e le modalit della sua realizzazione devono rispecchiare anche
levoluzione federale della organizzazione istituzionale ed amministrativa dello Stato. Le
PA locali assumono sempre maggiore autonomia e giocano un ruolo fondamentale nelle
politiche di sviluppo dei propri territori, che oggi riguardano anche la societ dellinformazione e le infrastrutture necessarie per realizzarla, compresa la banda larga. Larchitettura del SPC dovr quindi preservare la natura federata, policentrica e non gerarchica
e gli investimenti gi attuati per linterconnessione delle reti territoriali e regionali, e per
linteroperabilit dei rispettivi centri servizi.
Linsieme di politiche e regole che nel loro complesso definiscono la natura del SPC
il risultato di un processo di definizione basato sul consenso fra tutte le PA coinvolte,
centrali e locali. A sua volta, il controllo stesso della attuazione concreta di queste regole
sar demandato ad un organismo di supervisione, la Struttura di Coordinamento del SPC
(descritta di seguito), che vedr coinvolte e rappresentate queste amministrazioni. In vari
casi, e segnatamente per le problematiche di qualificazione dei provider, previsto che
la responsabilit dei controlli venga delegata anche, per quanto di loro competenza, a
quelle entit territoriali che abbiano i necessari requisiti e intendano assumere questo
ruolo. Ovviamente, lesigenza di interoperabilit e i comuni livelli di qualit del servizio
(QoS) e sicurezza propri del SPC richiedono che tale qualificazione si basi su regole e procedure comuni e abbia comunque validit nazionale.
La presenza di alcune entit operative centralizzate riguarda funzioni e informazioni che conveniente concentrare in un unico punto per ragioni di efficienza: a titolo
di esempio, il coordinamento delle entit periferiche responsabili della sicurezza, a cura
del CERT, e la misurazione delle performance dei vari provider, a cura del Centro di Gestione
per la qualit del servizio.
Ci premesso, i principali obiettivi del SPC sono:
1. fornire un insieme di servizi di connettivit condivisi dagli enti interconnessi, definiti negli aspetti di omogeneit, qualit e sicurezza, ampiamente graduabili in maniera
tale da poter essere ritagliati al meglio sulle esigenze delle diverse amministrazioni;
2. garantire linterazione della PA centrale e locale con tutti gli altri soggetti connessi
a Internet, nonch con le reti di altri Enti che debbano interagire con la PA, facilitando lerogazione di servizi di qualit e la fruibilit degli stessi da parte dei cittadini e delle imprese. Tale operazione non potr prescindere, in fase di qualificazione, anche da requisiti circa la connettivit degli ISP (Internet service provider)

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verso i NAP commerciali. Questi ultimi non dovranno costituire un collo di bottiglia per la fruizione da parte dei cittadini dei servizi esposti dalle amministrazioni;
fornire un infrastruttura condivisa di interscambio che consenta linteroperabilit
tra tutte le reti delle PA oggi esistenti, favorendone lo sviluppo omogeneo su tutto
il territorio, salvaguardando gli investimenti effettuati;
fornire alle amministrazioni che ne faranno richiesta servizi telematici (connettivit e applicazioni) per permettere linterconnessione delle proprie sedi e realizzare
cos anche linfrastruttura interna di comunicazione (dominio dellAmministrazione);
realizzare un modello di offerta dei servizi multifornitore coerente con lattuale situazione di mercato e le dimensioni del progetto stesso;
realizzare un sistema che, ancorch basato su Internet, permetta la definizione di
flussi di traffico con caratteristiche di disponibilit e prestazioni garantite tra soggetti serviti da operatori qualificati diversi;
garantire, tramite il mantenimento di un sistema di raccolta dei dati di prestazioni
e disponibilit, uno strumento di valutazione indipendente della qualit dei servizi
offerti dai provider qualificati;
implementare opportune misure di sicurezza atte a garantire una adeguata continuit dei propri servizi, in quanto lindisponibilit degli stessi potrebbe causare disservizi anche di grande impatto sui processi Government to Government (G2G) e
quindi sui servizi erogati ai cittadini;

La realizzazione del SPC si prefigura quindi come unazione abilitante, e per questo
prioritaria, allo sviluppo di servizi fra soggetti pubblici in una logica G2G, mentre la contemporanea interconnessione a Internet garantisce la fruibilit dei servizi stessi da parte
dei cittadini e delle imprese in una logica di Government to Citizen (G2C).

4.3 La qualificazione SPC


Come gi indicato, i servizi del SPC saranno erogati esclusivamente da soggetti espressamente abilitati tramite una procedura detta di qualificazione SPC secondo regole prestabilite e concordate. Gli Internet Service Provider (ISP) e le Community Network (CN)
che otterranno la suddetta qualificazione assumeranno la denominazione di QISP (Qualified ISP) e QCN (Qualified CN).
I servizi di sicurezza saranno forniti da operatori, anchessi qualificati, denominati
Qualified Security Service Provider (QSSP). Uno stesso provider potr essere qualificato
per pi ruoli, ad esempio nel ruolo di QISP potr offrire servizi di connettivit IP per la
realizzazione di reti private virtuali (VPN) e di connettivit Internet e, come QSSP, servizi di sicurezza alle pubbliche amministrazioni aderenti.
Ai QISP potranno essere interconnessi, attraverso opportune regole, soggetti definibili come ASP (Application Service Provider), che forniscono alle amministrazioni ser-

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vizi applicativi o di supporto allapplicazione: protocollo informatico, directory delle amministrazioni, posta certificata, web hosting, firma digitale ecc..
La qualificazione dei QISP avr una differente granularit nazionale, regionale e locale
in funzione della capacit dei soggetti che la richiedono, in modo da garantire alle amministrazioni una copertura compatibile con le proprie necessit. Tipicamente, le PA centrali necessitano per le proprie reti geografiche di una copertura nazionale, ma in alcuni
casi potrebbero trovare comunque pi conveniente rivolgersi ad un fornitore locale, per
la realizzazione di una rete metropolitana (MAN) in una specifica citt.

4.4 Linfrastruttura di comunicazione


Architettura generale
Linfrastruttura di comunicazione alla base dellintero sistema non parte da zero, ma
pu contare ad oggi su una rete delle PA centrali che consta di circa 7.500 uffici periferici e 7 reti regionali attive tra le 15 interconnesse, per un totale di oltre 2500 Comuni
collegati.
Larchitettura del SPC si basa su una rete IP denominata QXN (Qualified eXchange
Network) realizzata per interconnettere tutti i QISP e le QCN. I nodi della QXN sono collocati nei pressi di punti neutri di interconnessione (NAP) opportunamente individuati in
modo da abbattere i vantaggi competitivi tra QISP dovuti alla loro diversa distribuzione
territoriale13.

Figura 10 - Architettura del Qualified eXchange Network

81

13
La QXN, per quanto distribuita,
non intende supplire alla mancanza di connettivit geografica.
Essa infatti nasce per connettere,
con elevata affidabilit, tutti i
provider che si qualificheranno
come fornitori del SPC nei NAP in
cui si trovano. Pertanto, i nuovi
nodi del QXN saranno posti solo
in corrispondenza di NAP che
ospitino almeno gi 3 diversi
operatori di telecomunicazione
con circuiti sul territorio italiano
ed almeno 5 provider connessi al
proprio sito e non gi connessi
al QXN attraverso altri NAP. Le
candidature saranno valutate
dalla Struttura di Coordinamento
del SPC.

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In pratica, la QXN crea un canale separato allinterno del traffico degli operatori
che viene scambiato e ottimizzato nei NAP (secondo logiche commerciali proprie, a priori
non adeguate alle esigenze della PA), cos da garantire la qualit e sicurezza del traffico
dati della pubblica amministrazione, minimizzandone il rischio di paralisi.
Per soddisfare alcuni degli obiettivi del SPC, il QXN supporter dapprima diverse tipologie di traffico tra le PA e, in un secondo momento (per le particolari esigenze di sicurezza), anche il traffico tra le PA ed i cittadini afferenti ai diversi QISP.
I QISP e i QSSP forniranno anche servizi in grado di soddisfare tutte le esigenze
delle PA per la realizzazione dei propri domini interni. Si prevede in particolare anche che
la singola amministrazione (tipicamente di tipo centrale, ma il principio estendibile a
qualunque amministrazione lo richieda) faccia riferimento ai QISP per la realizzazione della
propria rete di interconnessione interna. Pertanto i servizi forniti dai vari QISP e QSSP
saranno definiti e qualificati anche relativamente a questa finalit. Il traffico allinterno
e tra le Amministrazioni potr, quando questo sar ritenuto necessario, utilizzare sistemi
crittografici per la realizzazione di reti private virtuali sicure.
Le Amministrazioni connesse al SPC avranno anche accesso ad altre reti, come la
rete interbancaria per lapplicazione del mandato informatico dei pagamenti o la rete della
ricerca, e pi in generale a Internet e quindi ai cittadini. Tali accessi delle Amministrazioni saranno realizzati garantendo comunque gli opportuni livelli di servizio definiti in
ambito SPC. Inoltre linfrastruttura del SPC operer in maniera tale da migliorare anche la
qualit dei servizi di accesso dei cittadini alle PA, particolarmente nel caso in cui i cittadini siano essi stessi utenti di QISP.
I NAP locali e il ruolo delle reti territoriali
Come gi accennato, le Regioni hanno da tempo concordato in sede istituzionale
con il Governo, e quindi attuato, un modello architetturale federato in conformit del quale
hanno realizzato le rispettive reti regionali secondo modalit organizzative differenti, ma
rispettando una architettura omogenea ed interoperabile. Per questo, alcune Regioni hanno
gi posto in essere linterconnessione delle rispettive reti regionali (tra queste, Piemonte,
Toscana e Basilicata ). Numerosi enti locali, spesso nellambito di strategie regionali, hanno
avviato a loro volta iniziative tese a migliorare i livelli di servizio delle infrastrutture di
rete dei propri territori.
Sul versante delle infrastrutture, la visione condivisa dalle reti regionali si pone lobiettivo di portare a sistema tutte le opportunit presenti nei territori offerte da operatori di mercato di livello nazionale o locale, per garantire uniformi livelli di servizio a tutti
i territori indipendentemente dalla loro densit di popolazione. A questo fine, sono di particolare importanza le iniziative di cablaggio delle citt o dei territori da parte degli Enti
locali, che debbono essere necessariamente incluse allinterno di una strategia provinciale
e regionale.

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Per disporre di una infrastruttura unitaria e con livelli di servizio di qualit e costanti,
occorrono inoltre punti di interconnessione delle reti, sia nazionali che locali, che possono, a seconda delle realt territoriali, essere di iniziativa pubblica o privata. Su questa
linea si sono mosse le realizzazioni del TOPIX in Piemonte e del TIX in Toscana, di iniziativa pubblica, che possono costituire realt sinergiche, pur nella diversit di ruoli e
funzioni, con quelle di iniziativa privata del MIX di Milano e del Namex di Roma. Infatti,
i primi dovrebbero offrire prioritariamente servizi di cooperazione applicativa e per laccesso sicuro e autenticato ai servizi della pubblica amministrazione; i secondi dovrebbero
migliorare le condizioni generali di connettivit e sicurezza di base della rete Internet per
tutti gli utenti.
In questa logica, attorno ad un punto di interconnessione che svolge anche funzioni di centro di erogazione di servizi per la PA, si viene a costituire una community network, di livello regionale o sovraregionale caratterizzata, oltre che da una infrastruttura
di connettivit, da infrastrutture comuni anche per la cooperazione applicativa e per i
sistemi di sicurezza e accesso.
Sul versante delle infrastrutture per la cooperazione applicativa il livello nel quale
si coniugano al meglio esigenze di economia di scala e di gestione organizzativa sicuramente quello regionale o provinciale in assenza del primo. Anche in questo caso, territori diversi di regioni diverse possono ottenere indubbi benefici dallutilizzo di servizi gi
disponibili nella logica delle community network.
Laddove presenti, le reti regionali e territoriali, aggregate in community network,
hanno un ruolo fondamentale di raccolta, diretta o tramite ISP qualificati localmente, e
di coordinamento delle reti della PA locale sui temi della sicurezza e della cooperazione
applicativa. Nel SPC si introduce quindi il concetto di Qualified Community Network, che
svolge un ruolo analogo a quello dei QISP in rapporto alla QXN e fornisce funzioni di qualificazione nei confronti dei Service Provider nell ambito del territorio di competenza, comunque nel rispetto di regole generali condivise.
Domini e porte di Rete
Nella definizione delle caratteristiche del SPC si fa riferimento al concetto fondamentale di dominio di rete, con il quale si intende linsieme degli elementi fisici e logici
di rete riconducibili ad una stessa entit che consentono di connettersi al Servizio Pubblico di Connettivit.
Si distinguono domini di tre tipi:
1. Dominio dellAmministrazione, che raccoglie i flussi dati di tutte le sedi dellAmministrazione.
2. Dominio del QISP o della QCN, che raccoglie i flussi di dati provenienti da tutte le
Amministrazioni afferenti al QISP o alla QCN.

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3. Dominio di interconnessione, ovvero il dominio che interconnette tutti i QISP/QCN


alla QXN, e consente linterscambio fra i domini delle Amministrazioni afferenti ai
QISP/QCN.
Se unamministrazione ha sedi suddivise tra pi QISP, ogni gruppo di sedi afferente
a un QISP considerato, ai fini dellarchitettura, un dominio dellAmministrazione a se
stante.
Accesso e comunicazione fra domini avvengono attraverso porte di rete, che sono
appunto lelemento logico attraverso il quale si accede ai servizi del SPC con garanzia di
alta qualit e di sicurezza. La porta di rete avr caratteristiche prestazionali e implementer funzioni di sicurezza differenti a seconda della funzione assunta nel dominio.
Si distinguono in particolare tre differenti tipologie funzionali di porte di rete (porte
logiche):
1. Porta di rete intra-dominio, che collega la singola sede dellAmministrazione ad altre
sedi nellambito del Dominio interno e attraverso questo ai servizi di SPC;
2. Porta di rete inter-dominio, che collega il dominio interno di una amministrazione
con il dominio del QISP/QCN, e attraverso questo ai servizi di SPC;
3. Porta di accesso al QXN, che collega i singoli QISP/QCN al QXN che ha la funzione
di punto di misura della qualit di servizio
Evidentemente un singolo apparato fisico o insieme di apparati pu assolvere le funzioni di pi di una porta di rete logica (inter- e intra-dominio), a seconda dei vari flussi
di traffico che lo attraversano.
Modello organizzativo
Il SPC prevede un organizzazione pubblica di supervisione (denominata Struttura di
Coordinamento del SPC) che vedr la presenza di personale tecnico sia delle amministrazioni centrali che locali, con il ruolo di gestire lintero sistema: verificare le procedure di
qualificazione dei fornitori, verificare le prestazioni relative ai servizi erogati e controllare il rispetto delle regole da parte di questi ultimi. La Struttura di Coordinamento potr
anche fornire alle amministrazioni interessate una variet di servizi per lo sviluppo di applicazioni trasversali, cambi di configurazioni, supporto per problematiche di sicurezza e controllo prestazioni. Tale organismo sar coadiuvato nei propri compiti da due strutture operative di gestione per la sicurezza e qualit (al momento identificate come unica struttura denominata CG-SPC, Centro di gestione della QoS e della Sicurezza del SPC) che opereranno in base alle indicazioni che verranno fornite loro direttamente dallorganismo pubblico sopra citato.
Data la natura delle QCN, anchesse dovranno prevedere un centro di gestione (CGQCN) con funzioni analoghe.

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Figura 11 - Le entit organizzative del QXN

Il Centro di Gestione SPC ha il compito di effettuare misurazioni e raccolta di dati


relativi a prestazioni, disponibilit e sicurezza del SPC; fornire servizi informativi di tipo
tecnico sia ai vari attori del SPC sia verso lesterno; realizzare una PKI per i certificati di
sicurezza utilizzati nella infrastruttura del SPC.
In particolare, nel campo della sicurezza il CG-SPC dovr anche:
definire le procedure operative per limplementazione delle direttive emesse dalla
struttura di coordinamento;
individuare e attuare le misure di prevenzione e protezione organizzative, operative e tecnologiche per garantire la riservatezza, lintegrit e la disponibilit delle
informazioni/applicazioni e la continuit del servizio.
Il NOC QXN (Network Operation Center) ha lo scopo di realizzare tutte le funzioni
di gestione della rete strettamente legate al QXN in senso stretto; costituire un punto di
coordinamento in tempo reale per tutti i provider coinvolti nel SPC, allo scopo di risolvere in modo cooperativo guasti e incidenti di sicurezza.
La sicurezza del SPC
La garanzia della sicurezza, insieme con la garanzia della qualit del servizio, lelemento caratterizzante del SPC. Larchitettura distribuita del sistema impone un organizzazione per la sicurezza articolata in modo tale da costituire virtualmente un unica struttura operativa. E previsto perci un livello centrale, con compiti di armonizzazione, indirizzo generale e coordinamento, e un livello locale, con funzioni di gestione e monitoraggio.

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La realizzazione di una infrastruttura per la sicurezza non pu che basarsi su una


federazione di domini di sicurezza, in cui soggetti diversi: grandi comuni, province, regioni,
e amministrazioni centrali, insieme con le strutture che erogano i servizi, siano esse provider privati o community network, si impegnano reciprocamente, nellambito di un accordo
per la sicurezza, alla attuazione di tecniche e metodiche atte a garantire i livelli di sicurezza necessari allintero sistema.
Dal punto di vista organizzativo, una struttura in cui saranno rappresentate le amministrazioni e i fornitori dei servizi, avr il compito di raccogliere ed armonizzare le esigenze dei partecipanti al sistema, definendo le regole e le raccomandazioni che governano il suo funzionamento. Tale organismo sar coadiuvato da opportuni organi tecnici a
supporto dei provider locali; questi ultimi avranno la responsabilit dellerogazione dei
servizi di sicurezza agli utenti finali e della corretta applicazione nello specifico contesto
operativo delle direttive e delle raccomandazioni del SPC.

della

14

Public Key Infrastructure,


infrastruttura che gestisce sistemi
di crittografia a chiave pubblica
(asimmetrici).

86

In questo contesto si individuano le seguenti strutture responsabili della gestione


sicurezza:
il Comitato strategico sicurezza SPC che si occupa dellindirizzo strategico generale della sicurezza SPC, ne fanno parte esperti di sicurezza e di telecomunicazioni,
nonch rappresentanti del Ministro per linnovazione e le tecnologie e degli utenti;
la Struttura di Coordinamento del SPC (SC-SPC), il principale responsabile della
sicurezza SPC, che definisce in base delle esigenze degli utenti e degli erogatori
dei servizi, le politiche di sicurezza, emanando le direttive e le raccomandazioni
riguardanti sia la sicurezza del sistema di interconnessione che quella delle reti ad
esso collegate;
il Centro di Gestione della Sicurezza nel SPC (CG-SPC), gi citato, le cui funzioni
sono di individuare le linee guida per la stesura del piano della sicurezza di tutti i
soggetti del SPC, secondo le indicazioni della Struttura di coordinamento del SPC;
il Computer Emergency Response Team SPC (CERT SPC) sostanzialmente un gruppo
di esperti delle problematiche della sicurezza informatica che in primo luogo assolve
il compito di raccogliere e diffondere allinterno del sistema tutte le informazioni
utili per garantire il pi elevato livello di sicurezza possibile. Esso perci svolge un
ruolo fondamentale nella prevenzione degli incidenti di sicurezza, mettendo a disposizione delle altre strutture avvisi, linee-guida, check-list e quantaltro possa essere
utile per la corretta gestione dei sistemi.
la PKI14 del SPC ha il compito gestire in modo corretto e coerente la molteplicit
di tipologie di certificati, necessari per la realizzazione delle connessioni IPSec ed
SSL, emessi da differenti Certification Authority allinterno di SPC. La PKI del SPC
gestita dalla SC-SPC tramite un opportuno gestore tecnico.

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4.5 I servizi del SPC


In conclusione, un elenco indicativo dei servizi offerti dal SPC il seguente.
Servizi di connettivit
servizio di tipo best effort tipico dei protocolli IP nativi, soggetto ai livelli minimi
di qualit di servizio definiti nellambito dellSPC;
servizi con QoS garantita e opzionalmente servizi IP addizionali quali Multicast;
realizzazione di VPN allinterno dei domini delle amministrazioni;
La connettivit IP potr essere assicurata attraverso varie tipologie di accesso fisico
tra le quali: accessi permanenti, accessi commutati, accessi xDSL, accessi SDH, CDN, fibra
ottica, con differenti livelli di qualit e prestazioni. Gli accessi commutati richiedono specifiche particolari dal punto di vista sia della qualit sia della sicurezza.
Servizi di sicurezza
Gestione di reti private virtuali basate su protocollo IPSec, di apparati e sistemi di
sicurezza; di un sistema di comunicazione sicuro per gli operatori della sicurezza presenti
nel sistema; di un sistema di correlazione degli eventi per la gestione e la prevenzione
degli attacchi e degli abusi.
Servizi di interoperabilit di base
Collegamento a Internet, posta elettronica, DNS, NTP, trasferimento di file FTP.
Servizi di supporto
Network management, call centre, eventuali funzioni di fatturazione, controllo prestazioni, formazione per il personale tecnico dellAmministrazione, ecc..
Servizi applicativi
Collegamenti a banche dati, firma digitale, protocollo informatico, directory delle
PA, posta certificata, web hosting ecc..

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La formazione
per le-government nelle
Regioni e negli Enti Locali15

Premessa
La formazione rappresenta certamente uno strumento di rilievo strategico e imprescindibile per avviare i processi di innovazione, supportare gli enti impegnati nei progetti
di e-government, sviluppare le competenze necessarie a governare e gestire limpatto organizzativo degli investimenti tecnologici.
La formazione per le-government rappresenta una sfida difficile, per almeno tre motivi:
la numerosit dei soggetti da coinvolgere, in quanto con intensit e modalit diverse
la quasi totalit dei dipendenti pubblici che lavorano sia allo sportello, sia nel cosiddetto back office, o sar interessata da cambiamenti ed esigenze di riqualificazione legati alla diffusione capillare delle nuove ICT nella pubblica amministrazione
(PA);
la novit e lincertezza degli interventi formativi da realizzare, in quanto in molti
casi ancora poco chiaro come cambieranno realmente con luso delle nuove ICT i
sistemi e processi di lavoro, le modalit di relazione con i cittadini e le altre PA,
quindi in quale direzione orientare le attivit di formazione e riqualificazione. In
pi, scelte organizzative diverse possono portare ad esiti radicalmente diversi
riguardo alle risorse umane necessarie e ai loro compiti (si pensi alla scelta di esternalizzare o meno la gestione di determinati servizi tecnologici), aumentando cos
la complessit del quadro di intervento;
infine, anche rispetto alla componente formativa, le-government solleva la necessit di uno sforzo in molti casi inedito di collaborazione intra e inter-organizzativa
tra le PA. Cos come i sistemi informativi dei diversi enti devono essere messi in
comunicazione tra loro, altrettanto e forse di pi devono imparare a conoscersi,
dialogare e collaborare in modo nuovo tra loro gli operatori pubblici che utilizzano
tali sistemi e dai quali dipende la qualit finale del servizio erogato. Ci va contemplato e gestito nellintervento formativo, che pu addirittura diventare una prima
occasione diretta per facilitare tale incontro. Sotto il profilo pratico e organizzativo, tuttavia, questo obiettivo complica certamente le cose.
Il presente capitolo fornisce una fotografia sintetica della prima rilevazione delle
iniziative regionali di formazione per le-government contenuta questanno nei report regionali, seguita da una breve rassegna del ruolo che i CRC stanno assumendo a supporto di
queste iniziative e, infine, dai principali interventi nazionali di formazione per le-govern-

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15

Il capitolo 5 stato curato in


particolare da Antonella Lombardi
e Marco Schiaffini del Gruppo Formazione.

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ment, di recente o prossima attuazione, rivolti alle Regioni ed Enti locali.

5.1 Il quadro delle iniziative


a livello regionale
La lettura dei report regionali evidenzia come la formazione per le-government rientri principalmente nelle misure dedicate pi in generale alla formazione delle risorse umane
della PA, nellambito dei Programmi Operativi Regionali per lutilizzo dei fondi strutturali
e, in specifico, del Fondo Sociale Europeo (FSE).
Nellambito dei POR Obiettivo 1, gli assi e le misure di riferimento per la formazione per le-government, sui quali diverse Regioni hanno gi attivato bandi per finanziare progetti o singoli interventi formativi rivolti ai dipendenti della PA, sono lasse III
- Risorse umane, misura 3.10, Adeguamento delle competenze della Pubblica Amministrazione in Sicilia e Calabria e lasse VI - Reti e nodi di servizio, misura 6.4, Formazione/Risorse umane per la societ dellinformazione in Sardegna e Puglia.
Per quanto riguarda le aree ad Obiettivo 3, lasse di riferimento il D, misura D2
Adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione.
In generale, nella maggioranza delle regioni non risultano ancora esservi piani strutturati di ampio respiro per la formazione sulle-government, n strutture di supporto specificatamente dedicate. Una eccezione interessante a tal proposito offerta dalla Regione
Piemonte, dove stato creato un Centro di Coordinamento per la formazione dei dipendenti della PA con il compito specifico di supportare lo sviluppo delle professionalit del
personale della PA regionale, richiesto dalle dinamiche indotte dallintroduzione delle-government.
Tra gli interventi formativi descritti nei report regionali, tralasciando le attivit di
alfabetizzazione informatica, si pu rilevare come siano state erogate o programmate attivit formative in particolare sulle tematiche delle reti (architettura, gestione e sicurezza),
sulle tecnologie a supporto (protocollo informatico e strumenti per la gestione documentale)
e su nozioni generali sulluso di internet e extranet.
La tabella seguente fornisce una ricognizione sintetica degli interventi formativi
programmati, dove riportati nei report regionali, sulle tematiche delle-government, destinati ai dipendenti pubblici, nelle diverse regioni.

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Tabella 12 - Iniziative regionali in tema di formazione sulle-government


Regione

Formazione regionale per le-government

Abruzzo

La misura D/2 del POR Abruzzo 2000-20006 prevede azioni di formazione mirate ad accrescere lutilizzazione di procedure
informatizzate e di strumenti telematici e a favorire lammodernamento degli scambi informativi tra le amministrazioni.
Il Piano di azione per lo sviluppo della Societ dellInformazione e-government, individua tre misure specifiche di formazione; in particolare la misura formazione sulle tematiche dellinnovazione rivolte ai dipendenti pubblici prevede:
- azioni di sensibilizzazione di dirigenti e funzionari coinvolti nei processi di riorganizzazione amministrativa
allinterno degli enti;
- azioni specialistiche su tematiche collegate alle modalit di interazione in ambito web;
- azioni rivolte alla creazione di learning community sulla reingegnerizzazione dei processi;
- azioni sullinteroperabilit applicativa con specifico riferimento agli utenti finali.

Basilicata

La formazione sul tema rientra nellambito del piano BASITEL+ e si sta realizzando attraverso una serie di avvisi pubblici
destinati alle diverse categorie di soggetti presenti sul territorio, compreso il personale della PA.
Si segnala la Convenzione tra Regione, Universit ARDSU ed ANCI, UPI, UNCEM, per rafforzare, tra laltro, il legame tra
le istituzioni e i giovani cittadini lucani, promuovendo linserimento degli stessi nei piccoli comuni, con stage funzionali a dare supporto allattuazione dei progetti di e-government.

Calabria

Le attivit formative sono state organizzate avvalendosi prevalentemente di avvisi e bandi a valere sulla misura 3.10 del
POR 2000-2006. Sono state aggiudicate azioni formative nel campo dellE-government sanitario e socio assistenziale
con lobiettivo di attualizzare le conoscenze e competenze dei quadri della PA.

Emilia-Romagna

Sono state attivate tre azioni formative per lAdeguamento delle competenze della Pubblica Amministrazione rivolte al
personale degli EE.LL. (Dirigenti Quadri) ed ai componenti dei Tavoli di concertazione dei P.I.T.
Dal 2000 al 2002 e parte del 2003, sono stati organizzati dalla Regione 82 interventi formativi in tema di e-gov; 249
dalle Province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Forl-Cesena, Parma e Ravenna e 112 dai Comuni capoluogo
e altri Comuni, destinati in totale a circa 26.000 utenti.
Con le attivit dellOsservatorio delle-government e della societ dellinformazione della Regione, al quale collabora il
CRC Emilia-Romagna, ed in particolare con le banche dati Progetti ed Attivit Formative si avviato un processo di
rilevazione sistematica di informazioni nellarea e-government sulle azioni/attivit/processi di innovazione nella PA
locale e le iniziative formative messe in campo per accompagnare tali azioni con nuove competenze e conoscenze

Friuli-Venezia Giulia

Iniziative formative sul tema sono ricomprese allinterno del P.O.R. FSE Obiettivo 3 2000-2006:
- Misura D.1 - Sviluppo della formazione continua, della flessibilit del mercato del lavoro e della competitivit delle
imprese pubbliche e private con priorit alle PMI
- Misura D. 2 - Adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione
- Misura D.4 - Miglioramento delle risorse umane nel settore della Ricerca e Sviluppo tecnologico
- Misura E. 1 - Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro.

Lombardia

- Nellambito del Progetto Quadro n168949, sono in fase di realizzazione corsi di formazione atti a favorire
l'informatizzazione degli enti locali e permettere agli enti pubblici di utilizzare in modo rapido e sicuro i servizi
telematici (programma regionale di Lombardia Integrata).

Molise

Nel Piano Strategico di Attuazione del Sistema Telematico Molise (STM) sono indicate le seguenti azioni:
1. Finanziamento della formazione informatica specialistica
2. Addestramento ed aggiornamento del personale della PAL
3. Centro di supporto scientifico e di sperimentazione nel settore ICT

Marche

E stato approvato il programma formativo 2003/2005 rivolto ai dipendenti degli Enti locali, predisposto dalla Scuola
di Formazione del Personale Regionale in collaborazione con il Servizio Informatica della Regione ed il Comitato
dIntesa delle Autonomie Locali della Regione Marche.
Il programma, finanziato dal POR Obiettivo 3 misura D/2, prevede:
- A - attivit formativa a sostegno delle-government regionale;
- B - attivit formativa su problemi di interesse generale.

Piemonte

I principali interventi formativi in fase di realizzazione sulle-government, promossi di recente dalla Regione Piemonte,
verranno affidati al Centro di Coordinamento per la formazione dei dipendenti della PA. Gli interventi riguardano i
seguenti temi:
- utilizzo della RUPAR da parte dei Dirigenti Generali dei Servizi Amministrativi;
- formazione a distanza in RUPAR: modulo Protocollo (gestione flussi documentali);
- alfabetizzazione telematica e formazione alluso dei servizi disponibili su RUPAR Piemonte;
- formazione per lutilizzo della piattaforma di e-procurement.

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Tabella 12 - Iniziative regionali in tema di formazione sulle-government (segue)


Regione

Formazione regionale per le-government

Prov. Auton. Trento

Nel 2003 sono stati realizzati interventi formativi destinati ai dirigenti e funzionari dellamministrazione provinciale su
vari temi della societ dellinformazione, per complessive 5000 giornate uomo. Tra questi, di particolare rilevanza le
sperimentazioni di FAD per lECDL, SAP. Nellambito del progetto cofinanziato SPO.T il consorzio dei comuni trentini ha
poi realizzato circa 200 giornate uomo per il personale degli enti locali coinvolti nel progetto.

Sardegna

Lattivit formativa della misura 6.4 del POR 2000-2006 rivolta ai dipendenti pubblici riguarda principalmente:
- la realizzazione di infrastrutture e servizi per la RUPAR:
- linformatizzazione dei sistemi di archiviazione e protocollo della PA al fine di favorire la trasparenza e laccesso agli
atti amministrativi:
- la diffusione dellinnovazione tecnologica e dei servizi multimediali nella PA con particolare riferimento alle aree
svantaggiate della Sardegna.
Nello specifico, nellambito del progetto Rupar formazione sono stati realizzati 23 interventi formativi rivolti a dipendenti degli EELL e ASL su nozioni di base sulle-government, la gestione delle reti, sicurezza, protocolli, internet.

Sicilia

Nel corso del 2003 sono stati finanziati 7 interventi formativi a valere sulla misura 3.10 Adeguamento competenze PA
del POR Sicilia concernenti laggiornamento professionale dei dipendenti pubblici nel settore dellinformatizzazione della
Pubblica Amministrazione.

Toscana

La formazione sul tema delle-government strettamente legata con eToscana, il piano del sistema regionale per lamministrazione elettronica. Nel 2003 le attivit realizzate sono state quelle di tipo informativo di condivisione con gli enti
degli obiettivi di progetto ed i piani di lavoro, che verranno terminate nel 2004.

Umbria

La Regione Umbria sta intervenendo concretamente con azioni formative nelle pubbliche amministrazioni attraverso un
percorso che prevede unofferta formativa per il periodo 2000-2006 pari a 4.134.870 milioni di Euro utilizzando il FSE.
La Regione ha gi avviato 17 progetti formativi a favore dei dipendenti della Regione che riguardano 136 Corsi, per una
spesa di 1.038.689 Euro e che coinvolgeranno 3.065 persone su varie aree tematiche.

5.2 Il ruolo dei CRC nella formazione


regionale per le-government
A completamento del quadro informativo illustrato sino ad ora, interessante considerare il ruolo che i CRC hanno assunto, o sono chiamati ad assumere nel prossimo futuro,
a sostegno delle iniziative regionali di formazione per le-government. La Tabella 13 illustra sinteticamente questa situazione, mentre gli interventi formativi organizzati direttamente dai CRC a beneficio degli Enti Locali sono illustrati brevemente pi avanti nel capitolo 6.
Nella diversit delle situazioni regionali e delleffettivo grado di coinvolgimento in
questo campo di attivit, i CRC hanno talvolta acquisito un ruolo ben definito di collaborazione con la Regione e gli Enti Locali nella individuazione e definizione di attivit
formative, fino ad arrivare a dare un contributo alla vera e propria progettazione esecutiva di corsi di formazione. In alcuni casi, il ruolo del CRC destinato ad assumere maggior rilievo proprio in funzione di una maggiore strutturazione dei piani formativi regionali per le-government.

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Tabella 13 - Coinvolgimento dei CRC nei piani formativi regionali per le-government
Regione

Ruolo/attivit svolte dal CRC

Basilicata

E strettamente integrato con gli uffici regionali ed direttamente coinvolto nellorganizzazione della formazione sul
territorio relativa alle tematiche connesse alle-government. In particolare, segue tutte le iniziative formative del progetto entiloc@li in rete, che coinvolge la quasi totalit dei Comuni lucani.

Emilia-Romagna

Non coinvolto nel dare supporto alla Regione per il montaggio e/o gestione in generale di piani regionali di formazione sulle-government, ma coinvolto nella progettazione locale di attivit formative riguardanti le-government.

Friuli Venezia-Giulia

Partecipa con la Direzione Regionale per le Relazioni Internazionali e per le Autonomie Locali e con la Direzione
Generale del Lavoro, Formazione, Universit e Ricerca della Regione alla ricognizione di tutte le iniziative formative
aventi per oggetto le-government.

Liguria

Organizzer eventi formativi/informativi per il personale regionale in accordo con il piano formativo regionale.

Lombardia

Contribuisce alla realizzazione delle attivit formative nellambito delle collaborazioni gi esistenti con Comuni e
Province del territorio lombardo e con la Regione, per lassistenza ai progetti in corso o in fase di avvio.

Piemonte

Supporta la Regione nellavvio del Centro di coordinamento per la formazione dei dipendenti della PA.

Puglia

Supporta la progettazione esecutiva dei corsi di formazione e lindividuazione di azioni formative da cofinanziare nellambito dei progetti a coordinamento pugliese sul 1 Avviso e-gov (Misura 6.4 POR).

Sardegna

Coadiuva la Regione alla definizione di attivit formative da inserire allinterno della Misura 6.4 POR. In particolare, fornisce consulenza per la progettazione degli interventi formativi a valere sulla misura, in accordo con lAssessorato del
Lavoro e per il monitoraggio di interventi di formazione.

Sicilia

Sar coinvolto in un apposito tavolo regionale, di prossima istituzione, avente ad oggetto la previsione di un piano formativo da inserire nel Programma Integrato Regionale Societ dellInformazione.

Toscana

Si occuper della progettazione del modulo sulla societ dellinformazione nellambito del master regionale rivolto allo
sviluppo economico.

Umbria

Supporta la Regione nel montaggio e/o gestione di piani regionali di formazione sulle-government di ampio respiro.

5.3 Le iniziative nazionali di formazione


sulle-government per le PA locali
Il Progetto Pilota di Alfabetizzazione e Formazione Informatica
Il Progetto Pilota un programma del Dipartimento della Funzione Pubblica, che
ne ha affidato al Formez la realizzazione. Lobiettivo del Progetto era quello di assistere
e affiancare le amministrazioni, nella costruzione di quelle competenze e conoscenze (informatiche ed organizzative) che sono alla base di qualsiasi intervento di e-government. Il
Progetto, destinato alle aree Obiettivo 1 e 2, prevedeva azioni di assistenza e formazione
del personale delle amministrazioni che sono state realizzate nel biennio 2002-2003.
Per erogare i Piani Integrati di Sviluppo Intensivo e Pervasivo delle Competenze
Informatiche sono stati selezionati e coinvolti tramite Avviso pubblico del Dipartimento
della Funzione Pubblica i dipendenti pubblici dei seguenti raggruppamenti:
Provincia di Potenza, capofila di unaggregazione di 57 Comuni con un organico complessivo di 2910 dipendenti;
Provincia Regionale di Agrigento, capofila di unaggregazione di 22 Comuni con un
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organico complessivo di 2769 dipendenti;


Comunit Montana Feltrina (BL), capofila di unaggregazione di 30 Comuni con un
organico complessivo di 485 dipendenti.
Tra le azioni realizzate si segnalano i percorsi formativi che hanno riguardato le Amministrazioni di Agrigento, Potenza e Feltre, sui seguenti temi:
formazione per 75 specialisti in architetture e gestione di reti e per programmatori
e gestori di applicazioni (160 ore);
formazione di 40 formatori finalizzata ad attivare un nucleo di operatori della formazione informatica per sostenere e garantire attivit di formazione a cascata presso
le amministrazioni (250 ore);
formazione di 235 dirigenti e funzionari apicali, finalizzata a stimolare i partecipanti al governo dei processi di innovazione organizzativa che accompagnano linnovazione informatica e dei servizi (60 ore).
Sono stati anche realizzati dei corsi di formazione informatica di base (livello ECDL
Start) e di base evoluta (Patente Europea del computer) che hanno coinvolto un totale
di circa 2100 dipendenti. In questo ambito stata portata a termine con successo la progettazione e lo sviluppo di pacchetti formativi16 che preparano lutente al conseguimento
della Certificazione ECDL rilasciata da AICA (lAssociazione Italiana per il Calcolo Automatico).
16

I pacchetti realizzati per il Progetto Pilota sono disponibili a


titolo gratuito, essendo di propriet del Dipartimento della Funzione Pubblica, tramite il canale
tematico
sulle-government
http://egov.formez.it.

Il progetto di formazione per le-government del programma Cantieri


Nellambito del programma Cantieri del Dipartimento Funzione Pubblica stato promosso, allinizio del 2004, un progetto di formazione per le-government rivolto a circa
1.000 manager, 2000 middle-manager e 700 top manager, appartenenti complessivamente
a 500 PA locali.
I temi previsti sono connessi alla questione, critica per il successo delle-government, dellallineamento tra processi di innovazione tecnologica e processi di cambiamento
pi complessivi nei sistemi di gestione, nellorganizzazione e nei servizi, sia allinterno
dei singoli enti interessati, sia in chiave inter-istituzionale. Si sottolinea che questa tematica risulta particolarmente significativa e utile da affrontare, con lapproccio proposto da
Cantieri, in Enti Locali di una certa dimensione e articolazione organizzativa e operativa
(soglia minima per i Comuni attorno ai 15.000 abitanti).
La formazione prevede in tutti i casi giornate formative in presenza, inserite in unazione pi ampia di affiancamento e animazione dei partecipanti, basata anche su strumenti internet. Le PA ammesse di diritto a partecipare sono circa 250 e comprendono le
Regioni, le Province e i Comuni capoluogo, altri soggetti che non ricadano in queste prime
categorie, ma siano coordinatori di progetti di e-government co-finanziati sul 1 avviso,
ovvero che siano coinvolti nei Successi di Cantieri.

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La formazione stata organizzata in quattro lotti, corrispondenti alle divisioni territoriali Nord-Ovest, Nord-Est, Centro e Sud, assegnati a tre Raggruppamenti Temporanei
dImpresa aggiudicatari di apposito bando (lo stesso RTI ha vinto sia il Nord-Est che il
Sud), per un valore complessivo di circa 5 M.
Per procedere nei limiti del possibile alla personalizzazione degli interventi, si prevede di collaborare con le Regioni per definire le priorit locali, identificare le PA piccole verso le quali indirizzare la proposta nello specifico territorio, definire i criteri preventivi relativi ai potenziali partecipanti, sui quali focalizzare le attivit promozionali del
progetto.
Il corso di Comunicazione interattiva e di rete
Promosso sempre dal Dipartimento della Funzione Pubblica, Ufficio per la formazione del personale della PA, il corso mira a formare due profili di competenza: Internet
Communication Manager, esperto di processi di comunicazione interattiva e di rete e Portal Manager, esperto di tecnologie di rete. Il progetto formativo stato ideato in modo
da creare unarea di competenze comune per entrambe le figure e approfondimenti specifici per ruolo.

Il progetto si propone di contribuire al raggiungimento dei seguenti obiettivi:


innalzare il livello della comunicazione e dei servizi erogati via web dalla pubblica
amministrazione attraverso la creazione di uno standard di qualit per la comunicazione pubblica di rete;
sperimentare un modello di formazione che possa essere trasferito ad altre amministrazioni come best-practice;
consolidare una metodologia e una tematica di insegnamento, eventualmente riproponibile e aggiornabile dinamicamente;
trasferire ai partecipanti conoscenze, tecniche e metodologie che consentano loro
di disegnare e gestire progetti di comunicazione integrata, del proprio ente, con i
livelli di autonomia decisionale adeguati alle mansioni previste;
creare una comunit di lavoro composta da Comunicatori Pubblici Internet capace,
nel tempo, di condividere idee, proposte innovative e processi di apprendimento
continui.

I destinatari del progetto formativo sono i dirigenti e i funzionari della PA locale


gi impegnati o da impegnare nella comunicazione pubblica e nella comunicazione interna,
interattiva e di rete. In particolare, si tratta di attribuire nuove competenze al personale
coinvolto, in modo che questultimo possa acquisire, migliorare e completare le proprie
capacit progettuali e gestionali sia delle infrastrutture hardware e software, sia dei programmi di sviluppo della comunicazione pubblica, operando da interfaccia tra il web e
tutte le strutture di comunicazione (URP, uffici stampa... ).
Ciascuna edizione del corso, per un totale di quattro, avr complessivamente la durata

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di 4 mesi e mezzo. La formazione sar erogata parte in presenza (in aula) e in parte on
line ed rivolta ad un massimo di 25 persone per edizione. Lavvio della prima edizione
fissato per il 24 maggio 2004.
Le iniziative di formazione del CNIPA per le-government nellambito
del programma Scuola virtuale della PA
Il CNIPA ha lanciato il progetto Scuola virtuale della PA che si articola in quattro diversi filoni che si trovano in stadi diversi di attuazione.
1) Predisposizione di una Direttiva, di Linee guida e di un Vademecum sui progetti di formazione in modalit e-learning:
la Direttiva allesame degli uffici legislativi dei Ministri Stanca e Mazzella;
le Linee guida sono state approvate dal CNIPA e saranno emanate in concomitanza
con la Direttiva;
il Vademecum sar presentato al Forum PA 2004.
2) Organizzazione di Master universitari in modalit mista (in presenza e a distanza) in
collaborazione con la SSPA (Scuola Superiore della PA) e con universit statali:
sono state gi attivate 2 classi (nello scorso e nel corrente anno accademico) di
un Master universitario di primo livello in Gestione dellinnovazione tecnologica
presso lUniversit di Bologna;
nellautunno 2004 sar attivata una nuova classe dello stesso Master per i dirigenti
delle amministrazioni locali.
3) Creazione di un portale della formazione pubblica dotato di:
un repository di materiali didattici portabili validati da esperti delle varie discipline;
un sistema di ricerca e indicizzazione dei materiali didattici delle pubbliche amministrazioni centrali e locali;
una piattaforma per lerogazione di percorsi formativi a distanza, a disposizione di
tutte le amministrazioni che intendano fare delle sperimentazioni o che ritengano
di volersi appoggiare su una struttura comune.
4) Cofinanziamento di progetti formativi in modalit e-learning presentati dalle PA locali:
il bando verr emesso non appena sar disponibile il finanziamento;
i progetti dovranno prevedere percorsi formativi manageriali o specialistici;
i materiali prodotti dovranno rispettare gli standard internazionali di portabilit e
le indicazioni delle Linee Guida;
i materiali dovranno essere resi disponibili nel repository del portale di cui al punto
precedente.

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Lo sviluppo della rete


dei Centri Regionali di
Competenza17

A fine luglio 2003 si conclusa la prima fase del progetto CRC18 orientata allattivazione della rete e allattuazione degli interventi previsti dalla convenzione di avvio, stipulata dintesa tra il Dipartimento della Funzione pubblica (DFP) e il Dipartimento Innovazione e Tecnologie (DIT).
Il CRC il centro regionale di competenza per le-government e la societ dellinformazione del sistema della pubblica amministrazione locale, e rappresenta il nodo regionale di una rete nazionale.
Attualmente sono attivi 19 Centri; lunica regione ancora priva di un CRC il Molise,
e nella Provincia Autonoma di Bolzano deve ancora essere attivato operativamente il gruppo
di lavoro.

Figura 12 - Stato di attivazione dei CRC

17

Il capitolo 6 stato curato da


Walter Molino, Luca Rigoni e
Mauro Savini della funzione
comunicazione, staff centrale
CRC.
18 La convenzione tra il Dipartimento della Funzione Pubblica e
il Formez, tramite la quale stata
finanziata la prima fase del progetto, ha ottenuto in realt una
proroga fino al 31.12.2003 per
consentire il completamento di
alcune attivit residue.

Regione

Stato di attivazione

Abruzzo

Operativo

Basilicata

Operativo

Calabria

Operativo

Campania

Operativo

Emilia-Romagna

Operativo

Friuli-Venezia Giulia

Operativo

Lazio

Operativo

Liguria

Operativo

Lombardia

Operativo

Marche

Operativo

Molise

In via di definizione

Piemonte

Operativo

Puglia

Operativo

Sardegna

Operativo

Sicilia

Operativo

Toscana

Operativo

Umbria

Operativo

Valle d'Aosta

Operativo

Veneto

Operativo

Provincia Autonoma di Trento

Operativo

Provincia Autonoma di Bolzano

In via di definizione

Fonte: Progetto CRC

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Le attivit sono state organizzate secondo tre macro aree di lavoro: assistenza tecnica e progettuale; osservatorio e comunicazione; formazione e informazione. Coerentemente con gli obiettivi generali del progetto e con le specificit regionali, i diversi CRC
hanno definito ed elaborato piani di lavoro comuni. Lattivit di progettazione ha permesso di realizzare interventi territoriali mirati, tesi ad ampliare le competenze degli Enti
Locali nello sviluppo delle-government e della SI, grazie alla diffusione di modelli e strumenti utili ad affrontare gli aspetti critici dei processi di innovazione. Una quota significativa dellimpegno dei CRC sui propri territori di riferimento stata dedicata al coordinamento tra i sistemi regionali e lamministrazione centrale e a favorire la cooperazione
tra i diversi livelli amministrativi su scala regionale e interregionale; un tale impegno ha
permesso ai CRC di accreditarsi come interlocutori capaci di far dialogare e collaborare i
soggetti coinvolti nei processi di innovazione dei sistemi regionali.
In totale, nel corso della fase 1 del progetto, nei CRC sono state impegnate oltre
3.800 giornate/uomo. Circa il 60% di queste sono riconducibili ad attivit di assistenza
alle Regioni e agli Enti locali a livello locale, le quali possono essere identificate in tre
ambiti principali: assistenza alle policy regionali (44%); assistenza ai progetti per le-government e la SI (36%); supporto ai tavoli di coordinamento e concertazione tra Regione ed
Enti Locali (20%).

6.1 Supporto e promozione


del coordinamento Regione/Enti Locali
La capacit di fare sistema nel contesto regionale; la concertazione tra i diversi livelli
di governo e con le parti sociali nella definizione delle politiche di innovazione; il coordinamento su aspetti tecnico-operativi in fase di attuazione degli interventi: sono questi gli elementi determinanti per il successo e la sostenibilit delle iniziative per le-government e la
SI. In tal senso, promuovere e supportare azioni di questo tipo nelle realt territoriali uno
degli obiettivi prioritari del progetto CRC.
Tra queste azioni di stimolo e animazione gioca un ruolo chiave la collaborazione con
ANCI, UPI e UNCEM, rappresentanze degli Enti Locali determinanti ai fini di un ampio coinvolgimento delle istituzioni del territorio nei processi di innovazione.
Come delineato precedentemente, i CRC svolgono, inoltre, unazione di supporto a tavoli
tecnici di lavoro e ad altri organismi stabili di coordinamento tra gli EELL, istituiti ad hoc
per accompagnare i processi di innovazione. Il supporto si concretizza in attivit di segretariato, istruttoria di incontri, comunicazione dei risultati e, in alcune realt, promozione della
nascita stessa e/o del rafforzamento di tali strutture.
La Tabella 14 illustra un quadro indicativo degli organismi appena descritti rispetto ai
quali, a diverso titolo, intervengono i CRC, con una breve descrizione del supporto fornito.

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Tabella 14 Il supporto dei CRC ai tavoli di coordinamento e concertazione con gli EELL
CRC

Nome Tavolo

Attivit

Abruzzo

CRIT Comitato Regionale per l'informatica


e la telematica, istituito con L. R. 25/2000

Supporto al coordinamento con il compito di fornire elementi


sullo stato di avanzamento delle linee di indirizzo in materia
di e-gov e SI.

Basilicata

Tavolo entiloc@linrete

Assistenza allindividuazione di progetti di innovazione

Calabria

Steering Committee
(Comitato di pilotaggio) misura 6.3

Organizzazione e coordinamento

Emilia-Romagna

Tavolo Tecnico Regionale di e-government

Supporto operativo e coordinamento dei gruppi di lavoro


su Formazione e Osservatorio; sviluppo e presidio
delle attivit di comunicazione.

Friuli-Venezia Giulia

Tavolo di confronto con operatori


delle-government degli EELL

Coordinamento e promozione

Liguria

Tavolo Tecnico eLiguria

Organizzazione, pianificazione eventi formativi,


gestione stanze di lavoro online (www.eliguria.liguriainrete.it)

Comitato Tecnico eLiguria

Coordinamento, segreteria operativa, gestione relazioni istituzionali

Lombardia

Tavolo Tecnico Convenzione Regione Lombardia Partecipazione al tavolo e azioni di supporto ai progetti
Prov. di Pavia per la Societ dellInformazione

Puglia

Tavolo Tecnico CRC Puglia / UPI Puglia

Coordinamento e segreteria organizzativa

Tavolo Tecnico regionale UPI/ANCI/UNCEM

Coordinamento e segreteria organizzativa

Gruppo di Lavoro Societ dellinformazione

Partecipazione al gruppo di lavoro

Nucleo Allargato CRC

Segreteria e coordinamento

Incontri fra Regione e rappresentanze ANCI, UPI


e UNCEM

Coordinamento e azioni di supporto

Gruppo allargato del CRC

Coordinamento e azioni di supporto

Incontro annuale con il partenariato economico


e sociale

Coordinamento e azioni di supporto

Toscana

Direzione operativa della Rete Telematica


Regione Toscana

Azioni di supporto operativo

Prov. Aut. Trento

Comitato E-society (Comitato Tecnico di esperti


a supporto della Giunta provinciale)

Segreteria organizzativa e coordinamento operativo

Comitato E-government provinciale

Gestione relazioni con il comitato E-society

Comitato per le Telecomunicazioni della PAT


(cablatura)

Reticolo informativo

Umbria

Tavoli tecnici prima fase di e-government

Supporto tecnico-amministrativo

Veneto

CRC strategico, allargato alla partecipazione


di ANCI, UPI, UNCEM

Coordinamento e promozione delle policy regionali e nazionali

Sardegna
Sicilia

I processi di collaborazione inter-istituzionale e supporto operativo al CNIPA-AIREL nella


gestione dei tavoli di concertazione istituiti con le Regioni e con le rappresentanze nazionali
degli Enti Locali (si veda il capitolo 1.1) sono supportati, invece, prevalentemente dallo Staff
centrale del progetto CRC. Tale attivit orientata ad assicurare la comunicazione e linformazione alla rete e agli altri soggetti interessati sulle tematiche affrontate, deliberazioni e documentazione prodotta.

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6.2 La seconda fase del progetto CRC:


modello di governo e organizzazione
La Conferenza Unificata Stato-Regioni, Citt e Autonomie Locali, nel documento Una
visione condivisa, una realizzazione cooperativa, ha riconosciuto ai CRC il ruolo svolto
nella fase iniziale e assegnato loro la funzione di supporto alla cooperazione avviata a
pi livelli dellamministrazione pubblica, con lobiettivo di agevolare lintervento delle autonomie locali nei processi di innovazione. La nuova fase del progetto si basa su un ampio
piano di attivit, finanziato dal Ministro per lInnovazione e le Tecnologie (MIT) con 10
M, e dai contributi delle Amministrazioni regionali, che forniscono proprio personale,
supporto logistico e, in alcuni casi, anche un budget integrativo di quello nazionale.
Tramite apposita convenzione firmata il 30 luglio 2003, il Dipartimento per lInnovazione e le tecnologie (DIT) ha rinnovato al Formez lincarico di proseguire nellattuazione della seconda fase del progetto, fornendo supporto e servizi alla rete CRC. La definizione degli obiettivi operativi e degli indirizzi del progetto stata affidata dal DIT stesso
al Responsabile di AIREL-CNIPA, e sar gestita secondo il modello di governance condiviso dai soggetti coinvolti.
La fase 2 del progetto ha preso il via nel mese di settembre 2003 e, fino a febbraio
2004, oltre a proseguire con le numerose attivit sul territorio della rete (che in dicembre si ampliata con la nascita del CRC Lazio), ha sviluppato il processo di programmazione e concertazione delle nuove attivit per il 2004-2005, confluite e raccolte nel Piano
delle azioni di sistema e nei Piani di Attivit dei singoli CRC (si veda in seguito).
Il sistema di governo della rete CRC
Levoluzione del progetto ha fatto emergere la necessit di un quadro di riferimento
organizzativo complessivo, capace di rendere visibile e condiviso il sistema di regole gestionali e di interazione tra i soggetti istituzionali coinvolti. In particolare, emersa lesigenza che a partire dalla seconda fase del Progetto CRC venisse definito un sistema di
governance in grado di rappresentare un modello di gestione condivisa. Un passaggio che,
vista la sostanziale continuit delle attivit di progetto, costituisce la principale sfida della
seconda fase.
Il governo del progetto CRC, concordato a fine 2003 allinterno del Comitato Tecnico della Commissione permanente per linnovazione e le tecnologie MIT - Regioni, vede
coinvolti a vario titolo i seguenti attori:
i singoli CRC a livello regionale;
lo Staff centrale di progetto;
lAssemblea dei CRC, composta dai coordinatori dei CRC e dai referenti per la formazione, per la comunicazione e per losservatorio;
il Comitato di Direzione con i rappresentanti dei CRC e di CNIPA-AIREL e la parte-

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cipazione dei responsabili di progetto;


lAIREL-CNIPA e il Comitato Tecnico della Commissione permanente per linnovazione
e le tecnologie, in quanto strutture rappresentative dei soggetti promotori delliniziativa CRC, cio il Ministro per lInnovazione e le Tecnologie e i Presidenti delle
Regioni e Province Autonome.
Il Comitato di Direzione, presieduto dal responsabile di AIREL-CNIPA (al quale stata
affidata dal DIT la definizione degli obiettivi operativi e degli indirizzi del progetto)
composto da tre rappresentanti dellAssemblea dei CRC e altrettanti di AIREL- CNIPA. Partecipano ai lavori del Comitato i responsabili del progetto CRC per il Formez, con funzioni
di coordinamento operativo e di segreteria organizzativa.
Il Comitato di Direzione, istituito il 3 marzo 2004, assume su base consensuale tutte
le decisioni sullimpostazione e lo sviluppo delle attivit del progetto, sovrintende lattuazione e definisce indirizzi, modalit realizzative e risorse.
Organizzazione dei singoli CRC
I CRC sono strutture snelle e operative, attivate da gruppi locali (detti Team di Progetto, TP) di funzionari e dirigenti di diversi livelli di governo, affiancati da personale
messo a disposizione dal Formez su incarico del MIT e da eventuali societ convenzionate
su incarico delle Regioni.
I consulenti MIT-Formez presso i CRC sono generalmente una figura senior e due
junior, con background professionale eterogeneo, il cui apporto formalizzato contrattualmente dallo Staff Centrale in accordo con lAmministrazione regionale.
Il CRC, e in specifico il TP, diretto da un coordinatore o coordinatrice indicato/a
di norma dallAmministrazione regionale in accordo con il MIT. Allinterno del TP sono indicati inoltre un referente per la formazione, uno per la comunicazione e uno per losservatorio, al fine di valorizzare e ottimizzare la gestione di attivit da coordinare con lo
Staff centrale e con la rete nazionale dei CRC. In alcuni casi, la stessa persona copre pi
di una di queste funzioni. Al di l di questa struttura organizzativa base, comune a tutti
i CRC, vi sono poi articolazioni diverse in funzione di condizioni specifiche locali, collocazione del CRC nella struttura regionale, coinvolgimento di altri soggetti ecc.
I coordinatori dei CRC, i referenti formazione, comunicazione e osservatorio di ciascun centro, compongono lAssemblea dei CRC, che nomina tre suoi rappresentanti al Comitato di Direzione, in carica per un anno e con il limite di due mandati consecutivi. LAssemblea ha il compito di fornire contributi e indicazioni al Comitato di Direzione per lo
sviluppo della rete CRC; di verificarne periodicamente lo stato di avanzamento proponendo
modifiche o integrazioni alle azioni di sistema.
A febbraio 2004 sono coinvolte, fra consulenti MIT-Formez e personale messo a disposizione dalle Regioni nei Team di Progetto, e personale presso lo Staff centrale, circa

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130 persone; vi sono inoltre altri 100 interlocutori stabili dei CRC (presso la Regione, rappresentanti di Enti locali, universit ecc.) che costituiscono gruppi di lavoro e strutture
consultive definite come CRC allargati.
Funzioni e organizzazione dello Staff centrale
Lo Staff centrale (SC) si configura come il nodo nazionale di servizi per lo sviluppo
della rete CRC. Ha il compito di garantire lattuazione del progetto secondo le indicazioni
del Comitato di Direzione, coordinando le azioni di sistema, curando il consolidamento e
la crescita della rete e il project management.
Lo SC, insieme ad AIREL-CNIPA, impegnato in unattivit costante di relazioni a
livello regionale per verificare le convenzioni istitutive dei CRC, promuoverne lampliamento,
garantire un confronto sui piani di attivit. Funzione precipua dello SC inoltre quella di
valutare e gestire opportunit di collaborazione proposte da soggetti esterni, sia istituzionali che di mercato, come aziende e associazioni del settore ICT. Lo sforzo sul project
management si traduce nella collaborazione partecipativa con le strutture di governo del
progetto e nella comunicazione verso lesterno attraverso la produzione e distribuzione di
documentazione sullo stato di avanzamento del progetto.
Lo SC organizzato in linee o gruppi operativi, corrispondenti alle aree di attivit
del progetto e ai relativi servizi di supporto. La gestione delle diverse linee affidata a
coordinatori-responsabili affiancati, in alcuni casi, da un supervisore, con funzione di supporto soprattutto nello sviluppo e gestione dei rapporti con la rete CRC e con AIREL-CNIPA.

6.3 Articolazione del progetto


e delle attivit CRC fase 2
Le attivit del progetto CRC sono riconducibili a due macro tipologie:
le azioni di sistema, cos definite in quanto coinvolgono lintera rete dei CRC.
Frutto di ampia concertazione, sono sottoposte allapprovazione del Comitato di Direzione e nascono in risposta a tre tipi di impulsi: esigenze e attivit trasversali dal
basso, comuni a tutti o molti CRC; indicazioni ed esigenze relative allattuazione
delle politiche nazionali di innovazione, che investono tutto il territorio o sue parti
significative (es. interventi per il Mezzogiorno); opportunit identificate dal soggetto attuatore del progetto per rafforzare e sviluppare la rete CRC e le sue attivit;
le azioni locali, identificate dai CRC in risposta a condizioni, richieste e iniziative specifiche del proprio territorio, sono concordate e approvate con gli interlocutori a livello locale. Costituisce un obiettivo della nuova fase del progetto una
maggiore apertura dei CRC rispetto alle esigenze dellintera gamma degli Enti Locali
e di settori dellAmministrazione regionale, al di l del nucleo fondatore origina-

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rio, rappresentato ovunque dal settore della Regione con competenza sui sistemi
informativi. Pur essendo a carico prevalente dei singoli CRC, le azioni locali beneficiano spesso di servizi e supporto specifici messi a disposizione dallo SC.
Gli indirizzi condivisi e raccolti nella fase di programmazione sono sviluppati in una
logica di collaborazione tra il nodo centrale di servizi, i singoli CRC e lintera rete dei CRC
e sono tradotti in attivit specifiche allinterno di macro aree di intervento: assistenza
alle politiche e ai progetti di innovazione, formazione, comunicazione, osservatorio, servizi redazionali web, servizi di community e knowledge management.
Assistenza a politiche e progetti di innovazione
La rete dei CRC nasce per accompagnare i processi di innovazione connessi al piano nazionale di e-government, ad altre iniziative per la SI sostenute dal MIT, nonch alle iniziative proprie di Regioni ed Enti locali in questo campo, nel quadro dei piani regionali, POR, Docup ecc.
Il progetto CRC ha quindi il compito primario di facilitare questi processi affiancando le
strutture di cui si avvale il MIT, in particolare il CNIPA, le Regioni e il sistema degli Enti locali,
con azioni di supporto per lattuazione delle politiche, laccompagnamento dei progetti, la verifica dei risultati, lidentificazione e soluzione di problematiche comuni e trasversali, la diffusione di conoscenze maturate allinterno degli stessi processi di innovazione sul territorio. In
funzione di tale obiettivo, come si visto, il progetto CRC ha anche il compito di promuovere
e sostenere iniziative di coordinamento, collaborazione e scambio nei sistemi regionali, tra diverse
realt regionali e tra PA locali, il MIT e altre amministrazioni centrali. Le attivit del progetto
CRC in questarea riflettono i diversi livelli e fasi di sviluppo delle politiche di innovazione nel
campo delle-government e della SI in Italia, e possono essere raggruppate come segue:

Attivit

Descrizione

Assistenza a politiche e iniziative regionali

Assistenza alle Regioni e agli EELL nellattuazione delle proprie politiche


e dei progetti per le-government e la SI.

Assistenza ai progetti del 1 Avviso di e-government

Accompagnamento e supporto, in stretto coordinamento


con le strutture del MIT, alle amministrazioni coinvolte nei 134 progetti
co-finanziati da1 Avviso.

Assistenza agli Accordi di Programma Quadro (APQ)


per la Societ dellInformazione

Assistenza e supporto, sul piano del program management, ai processi


di definizione, gestione e aggiornamento degli APQ, in particolare
per gli interventi riguardanti alcune delle linee della fase 2
di e-government.

Assistenza agli interventi-progetti degli APQ

Accompagnamento e supporto ai progetti con i quali si attuano gli APQ.

Assistenza ad altre iniziative del programma e-government fase 2 Promozione, presso le PA locali, delle linee sul riuso dei progetti
e sulle-democracy, e accompagnamento e supporto
ai progetti che ne deriveranno.
Supporto ai processi di concertazione e coordinamento
per le politiche di innovazione

Assistenza -in termini di supporto organizzativo, attivit istruttorie,


segreteria, comunicazione, ecc.- fornita alle iniziative di coordinamento
e concertazione tra Regione ed Enti Locali. Supporto, da parte dello SC,
dei diversi tavoli di concertazione attivati dal MIT con le rappresentanze
di Regioni, Province, Comuni e Comunit Montane.

Organizzazione e diffusione delle conoscenze

Messa a disposizione della rete CRC e dei suoi interlocutori


sul territorio di strumenti, materiali e conoscenze appositamente
sviluppati su temi di grande interesse e urgenza.

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Formazione
In questa area sono sviluppate le attivit di formazione e aggiornamento rivolte ai
membri stessi dei CRC, le attivit formative-informative indirizzate agli EELL, costruite
con il riutilizzo di proposte a catalogo (moduli elementari o giornate formative complete) a disposizione di tutti i CRC e il supporto fornito dalla rete CRC alle iniziative nazionali di formazione per le-government a cura del progetto Cantieri (DFP) e del CNIPA (si
veda anche il capitolo 5).
Rientrano invece tra le azioni locali le attivit di formazione specifiche identificate
dai CRC in risposta ad esigenze particolari degli EELL del proprio territorio e il supporto
alla definizione e gestione di piani di formazione per le-government in via di definizione
in alcune regioni.
Per quanto riguarda la formazione rivolta ai componenti della rete CRC, nel periodo
che va da giugno 2002 a dicembre 2003 sono state erogate 52 giornate daula su temi e
strumenti utili allo svolgimento delle attivit sul territorio.
A livello locale, sono state invece erogate 180 giornate di formazione che hanno
coinvolto 6.500 dirigenti e funzionari di Regioni ed Enti locali sulle seguenti tematiche:
progetti/processi per servizi ai cittadini e imprese
>
49 giornate
politiche e piani di azione
>
50 giornate
strumenti e servizi tecnologici
>
70 giornate
normativa
>
7 giornate
risorse finanziarie
>
4 giornate
Comunicazione
La seconda fase del progetto CRC considera la comunicazione unarea di attivit strategica, al fine di migliorare la conoscenza del piano nazionale e dei progetti di e-government e di valorizzare i risultati delle diverse realt locali. Questo ambito di attivit comprende il coordinamento delle azioni riguardanti lidentit della rete CRC, dallimmagine,
alla produzione di materiali di comunicazione, alla Collana Editoriale di progetto, alla gestione
delle relazioni pubbliche. Inoltre, prevista unintensa attivit di organizzazione diretta
e partecipazione a convegni, fiere di settore, seminari specialistici e altri eventi pubblici.
In questa attivit, in particolare gli eventi di carattere regionale, sono coinvolti tutti i
CRC, mentre lo Staff centrale ha il compito di realizzare un programma annuale di eventi
legati alla vita del progetto CRC e alle tappe fondamentali nellattuazione delle politiche
di innovazione per le Regioni e gli Enti Locali.
Elemento caratterizzante la Collana Editoriale, articolata su quattro linee di pubblicazioni.

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Tabella 15 - Collana editoriale: pubblicazioni in corso


Linea editoriale

Descrizione

Titoli

Ricerche e studi

Rapporti di indagine e analisi scientifiche in


grado di offrire una visione di scenario a
tutta la comunit degli innovatori pubblici

Rapporto 2003 sullinnovazione nelle regioni dItalia39


E-democracy modelli e strumenti delle forme di
partecipazione emergenti nel panorama italiano
Lorientamento allutenza nei servizi di e-government.
Unanalisi dei progetti del 1 Avviso
Secondo Rapporto sullinnovazione nelle Regioni dItalia 2004
Il coordinamento e la collaborazione tra governi centrali e
locali nello sviluppo delle-government (a cura SDA Bocconi)

Strumenti e materiali

Documenti operativi a disposizione di chi


impegnato nellattuazione delle politiche
pubbliche in tema di e-government

La banda larga. Politiche, utilizzi e modelli di sviluppo


La banda larga. Architetture e scenari tecnologici
Linee guida per la promozione della cittadinanza digitale
(e-democracy)
I Centri Servizi Territoriali: orientamenti e proposte
per lattuazione di progetti dei piccoli Comuni

Rapporti regionali

Rapporti e analisi di ambito territoriale


pensati come strumento di supporto alle
politiche locali

Modelli e strumenti per un approccio innovativo al riuso


(a cura del CRC Veneto)
Indagine sulla diffusione dellICT nela Pubblica
Amministrazione delle Marche
Le imprese ICT in Umbria. Indagine sulluniverso dellofferta
regionale di servizi di ICT

Documenti

Raccolta e lettura ragionata di programmi e


linee di azione pubbliche e regionali,
nazionali e internazionali

Una visione condivisa, una realizzazione cooperativa

Osservatorio
LOsservatorio CRC stato avviato per monitorare levoluzione delle-government e
della SI nei contesti regionali, con uno specifico interesse per la PA locale. Lobiettivo
migliorare la conoscenza di questi processi, componendo scenari informativi utili per la
definizione e lattuazione delle politiche pubbliche. In linea con il modello organizzativo
del progetto, le attivit dellOsservatorio sono realizzate nei CRC a livello regionale, sia
in risposta ad esigenze locali, sia in funzione di obiettivi di raccolta e analisi dellinformazione definiti per tutta la rete nazionale.
Oltre alle azioni finalizzate a rafforzare e sviluppare le collaborazioni con soggetti
terzi su aspetti metodologici e su rilevazioni dati di interesse comune di respiro nazionale ed europeo, le attivit sono organizzate nei seguenti ambiti:
archivi informativi minimi condivisi della rete CRC, modalit e strumenti comuni
della gestione di informazioni, raccolte in gran parte dai CRC nella loro attivit ordinaria, cos da garantirne laggiornamento continuo, limmediata disponibilit e il
facile scambio allinterno e allesterno della rete CRC;
rapporti dellOsservatorio CRC, oltre al Rapporto annuale sullinnovazione nelle regioni
dItalia, prevista la produzione di analisi e rapporti a carattere monografico, per
valorizzare al massimo le informazioni raccolte;
osservatori locali, sono comprese le attivit intraprese da singoli CRC per indagare
specifici temi e fenomeni locali, collegati in genere alle politiche regionali di inno105

19

Primo Rapporto sullinnovazione nelle regioni dItalia stato


pubblicato in effetti nella primavera del 2003, prima che
maturasse lidea di realizzare
una vera e propria collana. Viene
inserito, analogamente alla
Visione condivisa, per completezza di riferimento alle pubblicazioni del progetto CRC.

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Quadro generale e lettura trasversale dei rapporti regionali

RAPPORTO NAZIONALE 2004

vazione. In alcuni casi, tali attivit assumono anche un valore pilota, per testare
possibili sviluppi dellosservatorio da estendere a livello nazionale. Si tratta di temi
quali politiche e progetti di e-government, formazione sulle-government, infrastrutture
regionali, dotazioni infrastrutturali, informatizzazione delle procedure, servizi a cittadini e imprese, societ dellinformazione e mercato ICT del territorio.

20

Le liste di smistamento sono


indirizzi di posta pubblici sul
dominio crcitalia.it che smistano
le mail in arrivo ad un elenco di
destinatari. Sono usate, ad esempio, per gli help desk, per la redazione del sito, ecc.

Servizi redazionali web, di community e knowledge management


In questarea sono comprese le attivit redazionali su notizie, eventi, progetti -locali,
nazionali e internazionali - per il sito web crcitalia.it e per i siti regionali curati da diversi
CRC, nonch la gestione di strumenti e servizi su Internet per la comunicazione, la collaborazione e lo scambio di conoscenze nella rete CRC e nelle diverse comunit di interlocutori coinvolti nei processi di innovazione. Il knowledge management consente di sviluppare dinamiche di rete e mobilitare le competenze disponibili per supportare lattivit
professionale quotidiana di chi lavora nel progetto, oltre che di rispondere in modo tempestivo ed efficace alle richieste di supporto poste dagli interlocutori istituzionali. Le funzionalit e i servizi web-based di comunicazione e cooperazione collegati al dominio crcitalia.it - posta elettronica, mailing list, liste di distribuzione, stanze di lavoro - costituiscono i principali strumenti a disposizione della rete. Lutilizzo di questi strumenti da
parte della rete CRC molto intensivo, come illustrato dai seguenti dati:
100 indirizzi di posta individuale sul dominio crcitalia.it
15 mailing list attive
36 liste smistamento20
24 stanze di lavoro (10 pi attive, le altre soprattutto in funzione di repository on
line)
Le attivit redazionali volte alla copertura informativa degli sviluppi delle-government e della SI coinvolgono sia i singoli CRC sia lo Staff centrale. I flussi informativi risultanti da questa attivit sono destinati al sito crcitalia.it e a canali sulle-government dei
siti regionali.
Diversi CRC, infatti, hanno la possibilit di utilizzare e alimentare siti regionali, come
strumenti di lavoro per la diffusione dellinformazione e la gestione di relazioni sul proprio territorio. Si tratta in genere di canali tematici allinterno del sito della Regione o di
canali relativamente autonomi. Laddove stata data al CRC la possibilit di gestire un
canale locale, la tendenza osservata lo sviluppo di attivit che vanno oltre la semplice
attivit informativa, per gestire anche ambienti di interazione online (stanze di lavoro,
forum) e servizi di supporto agli interventi del CRC sul territorio, quali la registrazione ad
eventi, convegni, seminari formativi, la realizzazione di indagini e sondaggi via web
funzionali allOsservatorio e cos via.

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SCHEDE REGIONALI
DI SINTESI

PARTE

II

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Schede regionali di sintesi

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Premessa alla lettura


delle schede di sintesi
regionali
Le schede di sintesi regionali vogliono offrire uno strumento di agevole consultazione per avere una visione complessiva, seppur parziale, dei Report regionali, ai quali si
rifanno come unica fonte di informazioni e rimandano per una lettura pi completa e approfondita.
La scelta operata nellestrazione di materiali dai Report regionali riflette il criterio
principale che ha ispirato la redazione degli stessi, cio evidenziare gli elementi di cambiamento e di novit, nel campo e-government e societ dellinformazione a livello regionale, rispetto al contenuto del Rapporto 2003 (quindi nel periodo febbraio 2003 - marzo
2004), nonch aspetti presi in considerazione questanno per la prima volta dallOsservatorio CRC.
In dettaglio, le novit evidenziate allinterno delle sezioni delle schede sono:

Sezione

Contenuti nuovi

Levoluzione delle policy per le-government e la SI

Nuove policy e strumenti di attuazione approvati,


nel 2003 e inizio 2004 di livello generale e settoriale.

Gli attori dellinnovazione per le-government e la SI

Soggetti politici con delega specifica sulle materie e-government,


SI e ICT a livello di Province e Comuni capoluogo
Societ di servizi ICT partecipate
da Province e Comuni capoluogo

I progetti di innovazione

Progetti delle PA locali al di l di quelli co-finanziati dal 1 Avviso di e-government

I servizi di egovernment

Primi casi di servizi innovati per i cittadini e per le imprese

Reti regionali e servizi infrastrutturali

Sviluppi nel corso dellultimo anno

In funzione dei diversi sviluppi territoriali e della diversa copertura degli stessi presente nei Report regionali, le schede sintetiche non riportano necessariamente tutte le
sezioni indicate.

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Abruzzo

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Lo sviluppo della societ dellinformazione nel territorio abruzzese riveste un ruolo
importante fra gli obiettivi strategici delle politiche della Regione Abruzzo. La Regione
inizia il percorso verso un proficuo sviluppo della SI sul territorio nel 2000 con lapprovazione della legge regionale n. 25 con la quale si riorganizza il settore Sistemi informativi e telematici regionale al fine di promuovere lo sviluppo della societ dellinformazione
nella regione. Gli obiettivi strategici previsti dal PASI, dal DocUP 2000-2006 misura 1.3
Sviluppo della societ dellinformazionee dallAPQ n. 13 Sviluppo della societ dellinformazione nella Regione Abruzzo sono in corso di realizzazione. Con specifico riferimento
allintero anno 2003 ed al primo trimestre del 2004 si sono raggiunti importanti risultati
nellavanzamento delle iniziative progettuali relative alla misura 1.3 del DocUP 2000-2006
(collaudo positivo dellarchitettura di base di quattro interventi) e dellAPQ13 (pubblicati
i bandi di gara di sei progetti). Importante iniziativa in completa sinergia con quelle in
corso di attuazione il programma per lintegrazione dellAPQ n.13, a completamento della
strategia regionale, previsto dalla delibera di giunta regionale 26 settembre 2003, n. 793,
a valere sulle risorse destinate alle aree sottoutilizzate affidate al CIPE per il 2003. La
Regione ha previsto di siglare lintegrazione allAPQ entro il 30 aprile 2004. Tale integrazione in corso di concertazione con il MIT e comprender circa sette interventi da realizzare con le risorse derivanti dalla delibera CIPE n. 17/03 e da altri interventi in fase di
definizione, programmati con i fondi DocUP 2000-2006 per le annualit 2003 -2004.

Titolo documento

Vigenza

Delibera di giunta regionale n. 793 (Assegnazione risorse destinate alle aree


sottoutilizzate per il 2003 riparto tra i settori regionali) del 26/09/2003
Piano Sociale regionale 26/06/2002

3 anni

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
I soggetti politico - istituzionali con competenza diretta che concorrono allo sviluppo delle tematiche e-government e SI nellambito della Regione dellAbruzzo sono:

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Assessorato informatica, risorse umane e strumentali, enti locali e riforme istituzionali, politiche per lo sviluppo montano, sport e tempo libero, diritto allo studio, politiche del credito
Per quanto riguarda la situazione a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,
della SI e dellICT:

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

LAquila

Assessorato alle politiche


del lavoro e finanziamenti

Assessorato ambiente ed ecologia, qualit della vita, trattamento delle acque,


parchi e giardini, arredo urbano, informatizzazione e innovazione tecnologica,
attivit per la riduzione e la gestione dellinquinamento acustico,
atmosferico, idrico e dei suoli

Pescara

Assessorato alle politiche europee


decentramento sanit, sistemi
informativi, politiche giovanili

Assessorato finanze, bilancio, politiche per il personale, contenzioso,


CED e informatizzazione

Chieti

Assessorato bilancio, finanze e informatica

Teramo

Assessorato bilancio e finanze

I progetti di innovazione
I progetti di innovazione considerati riguardano le iniziative messe in campo per
lo sviluppo delle-government e della societ dellinformazione promosse dalla Regione Abruzzo
nellambito delle strategie regionali.
Oltre allavanzamento dei progetti di e-government finanziati dal 1 Avviso DIT (cfr.
approfondimenti nel Report regionale), la Regione ha sviluppato numerosi progetti che
rientrano nelle seguenti linee programmatiche:
DocUP 2000-2006 - misura 1.3 Sviluppo della societ dellinformazione
PASI - Piano dazione per lo sviluppo della societ dellinformazione e delle-government approvato nel 2001
Accordo di Programma Quadro n. 13 Sviluppo della societ dellinformazione nella
Regione Abruzzo - 15 aprile 2002

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

In dettaglio:
Progetti di e-government e SI della Regione Abruzzo
Progetti

stato di avanzamento

Centri servizi territoriali

Collaudo delle infrastrutture di base

Portale Integrato della pubblica amministrazione nella Regione Abruzzo

Collaudo delle infrastrutture di base

Centro Servizi sul turismo culturale

Collaudo delle infrastrutture di base

Sportello Unico delle Attivit Produttive

Collaudo delle infrastrutture di base

Ristrutturazione sede Centro Tecnico della ComNet - RA

Pubblicato lavviso di gara

Infrastruttura Centro Tecnico ComNet - RA e Poli di Erogazione servizi provinciali sulla ComNet - RA

Pubblicato lavviso di gara

Intranet della Regione Abruzzo

Pubblicato lavviso di gara

Infrastruttura di comunicazione Enti Locali della Regione Abruzzo

Pubblicato lavviso di gara

Sistema di gestione dei servizi Centro Tecnico e Poli di erogazione servizi provinciali sulla ComNet - RA Pubblicato lavviso di gara
Servizi applicativi avanzati erogati sulla ComNet - RA

In fase di pubblicazione di gara

Servizi di interoperabilit amministrativa erogati sulla ComNet - RA

In fase di pubblicazione di gara

Servizi di cooperazione applicativa ed integrazione anagrafi erogati sulla ComNet - RA

In fase di pubblicazione di gara

Carta servizi generali per i cittadini della Regione Abruzzo

In fase di pubblicazione di gara

Servizi Integrati catastali e Geografici per il Monitoraggio Amministrativo del Territorio

Pubblicato lavviso di gara

Tra le Province e i Comuni capoluogo, il Comune dellAquila ha costituito una societ


partecipata: SED - Servizi Elaborazione Dati S.p.A.

Reti regionali e servizi infrastrutturali


Il progetto di realizzazione della rete regionale ComNet - RA prevede il collegamento
di tutte le amministrazioni locali (regionali, provinciali, montane e comunali) e tutti gli
enti del territorio sia per laccesso, sia per la fruizione dei servizi ed in pieno svolgimento. Attualmente la Regione Abruzzo dotata di una rete che interconnette le sedi
regionali (circa 50 sedi fra centrali e periferiche) in banda larga per consentire e garantire il supporto ai servizi telematici per gli uffici regionali. Oltre alle sedi regionali sono
connesse alla rete: 8 aziende sanitarie locali, 4 centri per limpiego e 1 altro ente/azienda.
La struttura topologica della rete di trasmissione dati della Regione Abruzzo in produzione gode di una riprogettazione completa su base sistemistica - economica che tiene
conto delle esigenze espresse dallAmministrazione regionale riguardo la velocit di trasmissione dei dati, il numero di sedi connesse ed il rinnovo degli apparati di instradamento dei pacchetti (router).

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Basilicata

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Nel corso del 2003 la Regione Basilicata approva il piano Basitel+ aggiornando la
Strategia Regionale per la societ dellinformazione in Basilicata per il periodo 2003-2006
ed il precedente Piano Basitel. Il Piano Basitel+, in coerenza e continuit con il precedente, racchiude le nuove linee programmatiche per lo sviluppo della SI sul territorio lucano
allo scopo di incrementare lefficacia della funzione strategica delle azioni per lo sviluppo
della societ dellinformazione nel piano complessivo dello sviluppo regionale. E composto, infatti, da diversi sottoprogrammi (elencati nella tabella) che sinergicamente concorrono allo sviluppo e rafforzamento della SI e al perseguimento degli assi strategici di
Programma del Piano Regionale di Sviluppo (PRS) e del Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF 2004). Il Piano viene attuato utilizzando essenzialmente i finanziamenti di cui al POR 2000-2006 della Basilicata.
Di seguito sono descritte le nuove policy in vigore in Regione Basilicata.

Nuove policy e strumenti di attuazione


Titolo Documento

Provv. Approvazione Durata

Piano regionale telematico per lo sviluppo della societ dellinformazione BASITEL+


DGR 28 luglio 2003, n. 1384
INFRATEL+: Infrastrutture e servizi di base centrali della rete
ACCESS: Accesso periferico alla rete
INTRA-PA: Innovazione dellorganizzazione e dei servizi di back office della pubblica amministrazione regionale
FORMA: Formazione professionale e continua per i diversi soggetti regionali della rete
CITTASERV: Servizi finali al cittadino
IMPRESERV: Servizi per le imprese
TRASFERIC: Ricerca scientifica e trasferimento di tecnologie
MANAGE: Indirizzo, promozione, coordinamento e gestione del piano
Complemento di Programmazione del Programma Operativo Regionale (POR)

2000-2006

Documento annuale di programmazione economico finanziaria (DAPEF)

2004

Ultima novit in tema di sviluppo della SI lAccordo di Programma Quadro SI (APQ


SI) a valere su fondi della delibera CIPE n. 17/03 sottoscritto tra il Ministero dellEconomia e delle Finanze, il Ministro per lInnovazione e le Tecnologie - Centro nazionale per
linformatica nella PA e la Regione Basilicata in data 25 marzo 2004. LAPQ SI merita, in
questa sezione, un breve approfondimento per limportanza strategica che riveste e per lo
stretto legame al piano Basitel+, quindi alle strategie regionali, e alle strategie nazionali

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

per lo sviluppo della SI. LAPQ SI prevede interventi rivolti alla diffusione di accesso ai
servizi erogati dalla pubblica amministrazione e ai servizi socialmente rilevanti. E composto da pi interventi, rivolti essenzialmente ai cittadini, e riconducibili ad un unico
progetto integrato denominato SAX (Sistemi Avanzati per la Connettivit Sociale). In particolare si prevede la realizzazione dei seguenti interventi:
SAX-B (corrispondente al progetto E.C. - Cittadinanza elettronica del Piano Basitel+) finalizzato ad incrementare e razionalizzare la dotazione di personal computer in ambito privato presso le famiglie, quale logica estensione di azioni di alfabetizzazione informatica, gi attuate dalla Regione nellambito del progetto un computer in ogni casa;
SAX-P (corrispondente al progetto I.S.P. - Internet Social Point del Piano Basitel+) finalizzato a realizzare, presso organizzazione no-profit, presenti sul territorio o riconducibili ad esso, postazioni per laccesso assistito dei cittadini ai servizi
disponibili sulle reti regionali e pi in generale attraverso il sistema pubblico di
connettivit (SPC);
SAX-I finalizzato a realizzare un supporto infrastrutturale allattuazione delle azioni
progettuali sopra descritte che prevede in particolare servizi di Certification Autority con emissione e consegna delle Smart card CNS e firma elettronica.
Lintero programma prevede un costo di 12,5 milioni di euro provenienti dalle risorse
per le aree sottoutilizzate ripartite dal CIPE con delibera n. 17/2003, da fondi regionali
e fondi privati.
LAPQ SI sar opportunamente integrato in coerenza con gli interventi previsti nel
piano Basitel+ e con levoluzione delle strategie nazionali in materia di SI, in particolar
modo le linee attuative della seconda fase di e-government e i programmi relativi alla SI
previsti nella delibera CIPE n. 17/03, prevedendo interventi di potenziamento sia dellinfrastruttura di Banda Larga, sia dei servizi di e-government.

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Le competenze in materia di societ dellinformazione in Regione spettano alla Presidenza della Giunta regionale che opera attraverso tre strutture interne al Dipartimento
della Presidenza della Giunta regionale:
lUfficio societ dellinformazione
lUfficio autonomie locali
lUfficio sistemi informativi regionali.
AllUfficio societ dellinformazione e coordinamento sistemi informativi (SI) spetta
il supporto ai processi di innovazione di processi organizzativi e decisionali; il coordina-

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

mento delle attivit di progettazione e realizzazione delle infrastrutture informative; lattuazione del Piano Basitel; la gestione il monitoraggio e il controllo tecnico tramite il CTR
della RUPAR; il raccordo con le PA centrali. LUfficio autonomie locali, invece, svolge la
fondamentale funzione di raccordo tra la Regione e gli EELL del territorio, mentre lUfficio SIR si occupa principalmente della gestione dei Sistemi Informativi interni dellEnte
Regione.
A queste strutture interne della Regione si affianca la Conferenza Permanente delle
Autonomie Locali, quale organismo rappresentativo del sistema regionale delle Autonomie Locali istituito con legge regionale 28/03/1996, n. 17, che rappresenta lo strumento
permanente di cooperazione interistituzionale e di concertazione tra la Regione Basilicata
ed il sistema delle Autonomie Locali.
I soggetti politici a livello provinciale e di Comune capoluogo con delega specifica
per le tematiche relative alla societ dellinformazione e alle - government sono:
Provincia di Matera: Presidenza della Giunta
Comune di Potenza: Assessorato new economy (Assessorato e politiche attive del
lavoro).

I progetti di innovazione
In sinergia con il percorso intrapreso con Un Computer in ogni casa, che ha facilitato lacquisto di circa 40.000 computer nelle famiglie lucane ed ha attivato un servizio di alfabetizzazione informatica e di accesso alle opportunit applicative offerte sul
portale regionale Basilicatanet.it, e con i progetti del primo avviso di e-government, la
Regione sta attuando il progetto entiloc@linrete. Attraverso tale iniziativa si finanziano
progetti proposti dagli enti locali per realizzare le condizioni minimali per il concreto sviluppo delle-government nel territorio lucano.
Oltre tale progetto, sono attivi in Regione altri progetti dinnovazione di servizi ai
cittadini ed alle imprese. La tabella seguente riporta un elenco delle pi significative iniziative in corso.

Principali progetti di e-government e SI della Regione Basilicata


Titolo Progetto

Ente Coordinatore

N. Soggetti Aderenti

Entiloc@linrete

Regione Basilicata

131 Comuni, 14 Comunit Montane, 2 Province

Sportello Regionale Attivit Produttive (SRAP)

Regione Basilicata

Centro servizi

Regione Basilicata

Ampliamento servizi diretti a cittadini


e imprese sul portale Basicatanet

Regione Basilicata

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Le iniziative di formazione
della Regione
La formazione svolta in regione fa riferimento agli interventi previsti in tal senso
nel Piano Basitel+ e si sta realizzando attraverso una serie di Avvisi Pubblici destinati alle
diverse categorie di soggetti presenti sul territorio regionale.
Interventi Formativi previsti nel Piano Basitel+ della Regione Basilicata
Interventi formativi

Finalit

Destinatari degli interventi

A.P. n. 04/2003

obiettivo dei corsi fornire ai dipendenti degli enti pubblici


conoscenze di base e avanzate nel settore informatico

Personale della pubblica amministrazione

A.P. n. 07/2003

interventi formativi diretti a sviluppare le capacit professionali


volte a migliorare l'attivit lavorativa.

Imprenditori, lavoratori autonomi, liberi professionisti


e tirocinanti iscritti nell'albo dei praticanti tenuto
dagli Ordini di appartenenza.

A.P. n. 08/2003

Attivazione di una serie di misure finalizzate


ad accompagnare e rafforzare gli enti formativi
nel percorso sperimentale di accreditamento.

LAvviso rivolto agli Organismi di


formazione e di orientamento

A.P. n. 09/2003

Azioni di sistema di accompagnamento delle


aree Pit (Progetti integrati territoriali)

Aree Pit, intese come aggregazioni


territoriali, e personale degli Enti

A.P. n. 06/2004

erogazione di borse per la frequenza di corsi base o specialistici


legati ai nuovi saperi nel settore delle tecnologie dell'informazione,
realizzati presso Organismi di formazione accreditati

Lavviso riservato ai cittadini della Basilicata


di et compresa dai 25 ai 65

PASTAGE: Convenzione
Regione e Universit
della Basilicata

attivazione di stage presso la pubblica amministrazione


regionale indirizzati a studi e ricerche, sperimentazioni,
training on the job sulle reti di telecomunicazioni,
sulle tematiche WEB, sui sistemi informativi
e applicativi cooperativi della PA, sulla gestione
dei progetti di e-governement in stretta
connessione con il CRC della Basilicata

Riservato a giovani in formazione in campo telematico.

Convenzione
Realizzazione di tirocini formativi e di orientamento,
tra Regione, Universit, presso la PA locale
ARDSU ed ANCI,
UPI e UNCEM

La convenzione rivolta agli studenti dei


corsi di laurea in Informatica e Scienze della
Comunicazione

Reti regionali e servizi infrastrutturali


Gli indirizzi e le politiche locali per lo sviluppo della rete della Regione Basilicata
discendono direttamente dalla legge regionale n. 53/96 sullo sviluppo della societ dellInformazione in Basilicata e dal connesso piano Basitel.
Coerentemente con tali indirizzi, nel 1999 nasce la RUPAR della Basilicata come infrastruttura di base, che connette tutta la pubblica amministrazione territoriale, per lerogazione di servizi ritenuti strategici per lo sviluppo della SI. Attraverso tale intervento
infrastrutturale sono stati realizzati: la rete di telecomunicazioni per la interconnessione
delle pubbliche amministrazioni presenti sul territorio regionale; le funzioni di base per
la loro interoperabilit; linterconnessione alle reti nazionali della PA e alla community

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

network delle regioni; linterconnessione a reti per laccesso a servizi erogati da soggetti
esterni; la diffusione degli accessi periferici e polifunzionali dellutenza esterna (cittadini
e imprese) per la fruizione territoriale di servizi finali per fini sia informativi che transazionali (certificazioni, autorizzazioni, autenticazioni, prenotazioni, pagamenti, ecc.).
Come tutti gli altri interventi previsti nel piano Basitel, la realizzazione della RUPAR
ha visto la piena partecipazione di tutte le realt locali presenti sul territorio ed il coinvolgimento delle rispettive associazioni di categoria.
La RUPAR, intesa come insieme di nodi ed apparati di rete, una risorsa proprietaria della Regione che la gestisce direttamente per il tramite del C.T.R. Per quanto riguarda,
invece, i servizi di telecomunicazioni e accesso ad Internet (attualmente pari a 24 Mbps)
necessari per le esigenze di funzionamento della RUPAR, questi sono acquisiti sul libero
mercato da operatori pubblici di telecomunicazioni.

Calabria

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Le politiche regionali sulle-government e la societ dellinformazione vedono come
principale strumento di programmazione il CdP del POR Calabria 2000-2006 che recepisce
quanto emerso dai progetti RISI e RISI+. La specifica misura 6.3 societ dellinformazione prevede interventi essenzialmente centrati sul fronte della domanda che promuovono e sostengono ladozione delle TIC a supporto delle attivit sia del settore pubblico
sia di quello privato; essi mirano alla realizzazione di progetti che possano creare sinergia fra lo sviluppo dei servizi di ICT e lo sviluppo locale.
Gi dal 2002 con lapprovazione del PAT, la Regione Calabria ha adottato uno strumento che si propone di specializzare gli obiettivi e la tipologia delle iniziative di sviluppo delle-government sul territorio calabrese, al fine di garantire complementariet e
sinergia tra il Piano strategico per la diffusione della societ dellinformazione nelle pubbliche amministrazioni locali calabresi, del POR Calabria 2000-2006, ed il Piano di e-government nazionale.
Per rafforzare il sistema attuativo degli strumenti di policy vigenti, la Regione Calabria ha previsto una specifica struttura di gestione per le operazioni di attuazione della
misura, alla quale stata data attuazione con lapprovazione di un apposito Piano di riorganizzazione.
Come si evince dalla seguente tabella, interventi legati ai temi dellICT sono contenuti, inoltre, in specifici strumenti programmatici di settore (Sanit, RS&T).

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Nuove policy e strumenti di attuazione


Livello

Documento

Vigenza

Generale

Piano di riorganizzazione della misura 6.3 del POR Calabria 2000-2006

2003-2006

Settoriale

Piano regionale per linnovazione e la ricerca in Calabria

2000-2006

Piano regionale per la salute

2004-2006

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Figura di riferimento politico sulle-government e la societ dellinformazione per
la Regione Calabria il Presidente della Giunta regionale, mentre la struttura gestionale
interna costituita dal Dipartimento obiettivi strategici.
Di seguito il quadro degli attori politici, con specifica delega, che concorrono allo
sviluppo della societ dellinformazione, delle-government e dellICT nellambito delle amministrazioni provinciali e dei Comuni capoluogo

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Catanzaro

Assessorato ai servizi e progetti informatici e telematici

Assessorato allinformatizzazione

Cosenza

Assessorato affari generali ed amministrativi, innovazione

Assessorato innovazione tecnologica


e democrazie elettronica

Vibo Valentia

Assessorato al bilancio e allinformatizzazione

Assessorato allinformatizzazione

I progetti di innovazione
Per ci che riguarda le iniziative progettuali messe in campo per lo sviluppo dellegovernment e della societ dellinformazione nella regione Calabria, una parte sono state
promosse direttamente dallAmministrazione regionale, altre sono frutto della partecipazione di enti calabresi al 1 Avviso nazionale per le-government. Questultime sono state
cofinanziate dalla Regione Calabria in base alle linee guida recepite dallAmministrazione
regionale attraverso il Piano dazione territoriale (PAT) che insiste sulla specifica misura
6.3 societ dellinformazione del POR Calabria 2000-2006.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Progetti 1 Avviso nazionale e-government


Piano dazione territoriale (PAT):
GOLEM, ST@RT, CAT@HOSPITAL, CE, PANTAREI, PEOPLE, ASMENET, SINTESI, TECUT, EDOC
Altre iniziative avviate dalla Regione Calabria
Progetto Piccoli comuni: Soveria.it, Crucoli.it
Realizzazione di strumenti di supporto alle decisioni per la gestione della conoscenza: DSS-SCOPRO
Interventi di promozione ed incentivazione delle TIC presso le PMI per la transizione verso il commercio elettronico:
Progetto per le Applicazioni di commercio elettronico
Interventi afferenti allinnovazione e alle ICT in sinergia con altre misure del POR:
Portale Integrato della Regione Calabria, PSU, PIT, INFEA, PIS-RER, Adeguamento delle competenze della PA, SBR
Sistema bibliotecario regionale Rete delle biblioteche calabresi
Promozione e diffusione della SI:
Progetto Diffusione della societ dellinformazione

A supporto della realizzazione dei progetti concorrono una serie di attivit trasversali
attivate dalla Regione, tra cui: lavvio di unindagine conoscitiva sullo sviluppo della SI
in Calabria, lavvio operativo del CRC, la creazione di un albo di professionisti per la realizzazione di interventi relativi alla societ dellinformazione, lattivazione di uno specifico Piano di riorganizzazione della misura 6.3, limplementazione ed attivazione di un
sistema di monitoraggio degli stati di avanzamento dei progetti.

I servizi di e-government
I progetti di e-government in corso nella Regione Calabria renderanno fruibili a cittadini ed imprese, nel corso dei prossimi mesi, tutta una serie di servizi innovativi. Il 2004
sar quindi lanno in cui ci si attende una maggiore incidenza della crescita di servizi innovati e, allo stesso tempo, di cognizione da parte dellutenza dei benefici derivanti dalla
fruizione degli stessi.
Di seguito due casi di servizi gi disponibili, attivati rispettivamente dal Comune
di Reggio Calabria e dalla CCIAA di Catanzaro.

Servizi ai cittadini
Il progetto Reggio City Card del Comune di Reggio Calabria uno dei progetti
dinnovazione dei servizi al cittadino pi significativi tra quelli intrapresi da un ente pubblico calabrese.
Un sistema dinformatizzazione dei servizi pubblici comunali basato sulla distribuzione a 1200 famiglie di una smart card, un supporto informatico contenente il Certificato di Firma Digitale. Grazie alla Reggio City Card gli utenti possono gi compiere, in via
telematica, operazioni complete relative ad alcuni servizi comunali resi disponibili on line
dallamministrazione:
servizi anagrafici (accesso allArchivio Anagrafico della Popolazione, richieste di Cer-

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

tificato Storico, visita a domicilio di un pubblico funzionario, costituzione di un


nuovo nucleo familiare, variazioni anagrafiche),
iscrizione scolastica (Scuola Materna Statale),
comunicare le date dinizio e fine lavori relative a pratiche edilizie.
Il Comune di Reggio Calabria uno tra i pochi comuni italiani a svolgere direttamente funzioni di Registration Authority, servizio solitamente delegato ad imprese private.

Servizi alle imprese


La CCIAA di Catanzaro, nellambito del processo dinnovazione dei propri servizi avviato
da qualche anno da Unioncamere, si dimostrata molto attiva in termini di adozione di
soluzioni tecnologiche, sia nella ri-organizzazione interna (adozione software di protocollo
informatico), sia nella interfaccia con lutenza (sito internet). Grazie alladozione di strumenti di certificazione digitale, della Firma e della Posta elettronica, dispone, nel proprio
sito Internet, di una serie di servizi telematici rivolti ad imprese e liberi professionisti
grazie ai quali possibile scaricare ed inviare on line i tradizionali moduli necessari allespletamento delle ordinarie operazioni intercorrenti tra lEnte ed i suoi utenti specifici.
In tal modo la CCIAA di Catanzaro avvia un processo di modernizzazione dei servizi
pubblici al mondo delle imprese, fondamentale per favorire la competitivit dellimpresa
calabrese sul mercato internazionale.

Campania

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Limpegno della Regione Campania nello sviluppo di strategie e infrastrutture per
le-government e della SI manifestato sia dal livello di risorse destinate nellambito del
Programma Operativo Regionale 2000-2006 per tale settore (circa 297 milioni di Euro come
risorse pubbliche disponibili), sia in termini di governance dalle deleghe relative a tali
politiche settoriali concentrate unicamente nellAssessorato alluniversit, e ricerca scientifica, innovazione tecnologica e nuova economia, sistemi informativi e statistica.
In termini di documenti di policy, con delibera 4/7/2000, n. 3747 (Atto di indirizzo per lo sviluppo del settore dellInformation e Communication Technology della Regione
Campania finalizzato alla realizzazione di un sistema di e-government del territorio regionale - Adesione alla rete unitaria della pubblica amministrazione (RUPA) al fine dellac-

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

quisizione dei servizi trasmissivi di trasporto informatico a livello di territorio regionale)


la Regione ha definito la cornice in cui inserire i primi provvedimenti necessari allo sviluppo della SI. Successivamente, coerentemente con quanto previsto dal POR, la Regione
Campania ha approvato nel dicembre 2001 il Piano strategico sulla societ dellinformazione.
Nel corso del 2003, oltre allavanzamento delle iniziative derivanti dal Piano strategico regionale e dalle iniziative finanziate dal 1 Avviso di e-government, stata sviluppata ulteriore progettualit per quanto riguarda le risorse previste dalla delibera CIPE
9/5/2003, n 17. In particolare la Regione Campania, partecipando attivamente al parternariato promosso dal MIT, ha condiviso alcuni progetti su cui realizzare un Accordo di Programma Quadro, cofinanziando parte degli stessi mediante una propria quota a valere sulla
medesima delibera CIPE (DGR 23/12/2003, n. 3847) Le iniziative di policy regionale per
le-government e della SI sono riassunte nella tabella seguente.
Quadro di sintesi degli strumenti di programmazione vigenti
Titolo del documento ed eventuali misure di riferimento

Provv. Approvazione e durata del progetto

Programma Operativo Regionale della Regione Campania


misura 6.2; misura 6.3; misura 6.4

2000 2006

Atto dindirizzo per lo sviluppo del settore dellInformation


& Communication Tecnology della Regione Campania

DGR 14/07/2000, n. 3747

Piano strategico sulla societ


dellinformazione nella regione Campania

Approvato il 21/12/2001

Adempimenti conseguenti relativi al finanziamento


di interventi da inserire in APQ in materia di ricerca
ed innovazione- reti di nodi e
di servizio-societ dellinformazione.

DGR 23/12/2003, n. 3847

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Il soggetto politico - istituzionale che concorre allo sviluppo delle tematiche ICT nellambito dell Ente Regione Campania , come precedentemente sottolineato, lAssessorato
alluniversit, e ricerca scientifica, innovazione tecnologica e nuova economia, sistemi informativi e statistica che opera amministrativamente attraverso lArea generale di coordinamento 06. La Regione Campania si avvale per la predisposizione e limplementazione del
Piano strategico della SI di un Comitato tecnico istituito con DGR 19/10/2001, n. 5297.
Di seguito si riporta lelenco dei soggetti che allinterno delle Amministrazioni provinciali hanno una delega specifica per le tematiche relative alle-government, alla societ
dellinformazione e allICT

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province


Provincia

Soggetto responsabile

Napoli

A.G.C. Direzione informatica ed informatizzazione, Direzione Generale della Provincia di Napoli Citt Metropolitana

Salerno

Assessorato alle politiche comunitarie

Caserta

Gabinetto della Presidenza

Benevento

Assessorato alle infrastrutture, viabilit, patrimonio ed edilizia scolastica

Avellino

Assessorato al bilancio, programmazione, economato ed informatizzazione

Per quanto riguarda il Comune di Napoli la delega alle politiche relative alla societ
dellinformazione affidata all Assessorato ai servizi interni, provveditorato, economato,
gestione reti.

I progetti di innovazione
Sul territorio sono attualmente attivi sia progetti relativi al Piano di e-government
nazionale, sia quelli relativi al Piano della SI della regione Campania. In dettaglio, i progetti cofinanziati dal DIT al 1 Avviso sono descritti nella seguente tabella :

Progetti di e-government cofinanziati dal 1 Avviso DIT


Acronimo

Nome esteso

Coordinatore

ET.NET

Centri provinciali di gestione dati territoriali

Provincia di Salerno

PMM

Portale Metropolitano Multicanale per laccesso


ai servizi erogati da Enti locali e territoriali

Comune di Napoli

ASME.NET

Servizi ai cittadini ed alle imprese erogati con modalit multicanale

Comunit Montana Zona del Tanagro

SIMEL

Sistema Informativo Multicanale per gli Enti Locali

Comune di Salerno

SISDOC

Sistema Documentale Metropolitano

Comune di Napoli

CIVITAS.NET

Sistema integrato di servizi per cittadini ed imprese

Comune di Avellino

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Per quanto riguarda i progetti avviati nellambito del Piano regionale della societ
dellinformazione questi possono essere riassunti nella seguente tabella
Progetti di e-government e SI avviati nellambito del Piano Regionale della SI
Beneficiari

Tipologia di intervento

N Prog.

Finanziamenti

Provincie

Cluster Idee-Progetto ( E-Gov, Servizi alle imprese)

13

21.087.284,00

Enti locali

Cluster Idee-Progetto ( E-Gov, Servizi alle imprese)

38

30.692.284,00

Enti pubblici - ASL

Socio- Sanitari

50.525.100,63

Regione Campania

Back Office e portale generalista

12.717.993,51

Regione Campania

Potenziamento infrastrutture di rete e sistemi di calcolo

6.121.060,40

Regione Campania

Portali tematici e progetti di E-learning

15.704.839,70
136.848.562,24

Totale

Tra i progetti di innovazione va sicuramente segnalato quello del back office della
Regione Campania. Tale progetto si articola in due elementi: il Protocollo informatico
e la Gestione delle delibere di giunta, dei decreti dirigenziali e delle determine.
Il Protocollo Informatico conforme alla normativa vigente, integrato con la gestione
dei flussi documentali e proiettato verso la creazione di un vero e proprio archivio informatico.
E in uso unapplicazione per la gestione dei documenti che in grado di decentrare le attivit di protocollazione con numerazione unica; collegare i documenti (flusso
documentale); registrare e segnare il protocollo; classificare i dati a livello archivistico;
ricercare e individuare le informazioni e i relativi spostamenti. Tale procedura rappresenta
una reale innovazione per lEnte Regione in quanto permette una organizzazione pi semplice ed una gestione omogenea tra aree, settori, uffici e da o verso lesterno.
Per quanto riguarda la gestione delle delibere, delle determine e dei decreti, sono
stati automatizzati i flussi per la loro produzione, con unapplicazione di workflow, che
garantisce: la gestione di tutte le fasi delliter previsto (proposta, pareri, sedute, ...); la

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

pubblicazione sul B.U.R.C. presente sul portale; il monitoraggio di tutte le fasi dei processi;la possibilit di scambi informatizzati tra i diversi soggetti coinvolti. Da un punto
di vista tecnico, ci implica ununica procedura automatica e trasparente che permette di
gestire tutti i meccanismi dellEnte Regione: tutti i passaggi diventano procedure elettroniche, facilmente maneggiabili e verificabili in ogni momento.

I servizi di e-government

Servizi ai cittadini
Le politiche sociali hanno un ruolo centrale nella vita socio-istituzionale della comunit e per questo il progetto Social Force Automation (SFA) si concentra sulle politiche
socio-sanitarie e attraverso lutilizzo delle nuove tecnologie della societ dellinformazione
mira a fornire nuovi servizi e ad attivare la rete di relazioni tra gli operatori del settore.
Il progetto SFA, che vede impegnati 116 comuni, 5 ASL ed altri Enti territoriali,
prevede la realizzazione di un Centro Servizi Territoriale dedicato, in particolare, alla
gestione dei servizi sociali on line. Molti i temi oggetto del progetto (assistenza ad anziani
e disabili, minori, immigrati, contrasto alla povert, responsabilit familiari, pari opportunit, servizio sociale di base, salute mentale) che realizza il Sistema unitario dei servizi sociali dei Piani di zona di 6 Ambiti territoriali, primo passo verso la creazione di un
Portale dei servizi sociali della Regione Campania.
I moduli che costituiscono il Centro Servizi sono:
Web Contact Center che, integrando le funzionalit tipiche dei Call Center alle funzionalit di un portale dei servizi multicanale, consente la gestione del contatto
con gli utenti, siano essi cittadini od operatori del settore;
Modulo applicativo SFA che gestisce la memorizzazione della domanda di servizi del
territorio, contribuendo a creare una base informatica per la gestione dellemergenza
sociale;
Data WareHouse e Knowledge Management che rende disponibili ai gestori delliniziativa uno strumento di supporto alle decisioni per il trattamento innovativo delle
problematiche.

Servizi alle imprese


Il progetto di Sportello unico per le Attivit produttive prevede la creazione di
un portale, relativo al bacino di utenza dei 12 Comuni dellArea Caserta Sud, per facilitare
e snellire i rapporti imprese-istituzioni. Il Software applicativo dello Sportello Unico, che
gestisce i procedimenti amministrativi e i flussi documentali (comprendente in bundle la
versione leggera della gestione protocollo), si compone dei seguenti moduli applicativi:
PR Archivio e protocollo; CA Gestione cassa (vedi DPR 440/2000); PE Pratiche edilizie;

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

GRP (gestione cartografica degli impegni e delle autorizzazioni relative a tagli stradali e
occupazioni del suolo pubblico) che pu essere fornito solo in modalit service in quanto
necessita di un ambiente tecnologico dedicato.
Le funzionalit applicative dello sportello possono essere fornite secondo due modalit: Stand Alone (installazione presso la sede del cliente) e Application Service Provider
(accesso via Internet allapplicazione residente presso Server Farm)
Il modulo gestionale non si configura come un tradizionale software applicativo,
bens come servizio di sportello unico agganciato alla cartografia. Infatti, esso consente
di visualizzare le zone (strade, piazze) interessate da richieste per loccupazione del suolo
pubblico (cantieri, tagli stradali, manifestazioni ecc.) e di innescare la procedura delle
suddette richieste via Internet.

Emilia - Romagna

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Il tema della societ dellinformazione e il suo declinarsi in servizi, competenze e
nuovi processi organizzativi uno dei terreni in cui maggiormente la Regione e gli Enti
locali si sono misurati per la riorganizzazione interna e i rapporti con i cittadini. Lo strumento elaborato a questo fine, sin dal 2002, il Piano telematico regionale (preceduto
nel 1999 dalle linee guida), frutto di un processo di codecisione tra Regione ed Enti locali
sia per la definizione dei progetti prioritari che per la loro implementazione. Questo piano
strategico rappresenta la fonte primaria della politica telematica della Regione Emilia Romagna, da cui scaturiscono tutte le iniziative di programmazione, operative e normative in materia.
Rispetto al 2003 le novit pi significative riguardano lelaborazione del nuovo piano
operativo annuale 2003 del Piano telematico regionale e la legge regionale sullo sviluppo
della societ dellinformazione. Anche a livello settoriale sono identificabili numerose iniziative contenute in piani regionali di particolare respiro, tendenti tutte ad un miglioramento complessivo della qualit dei servizi pubblici e delle infrastrutture nellottica della
piena realizzazione della societ dellinformazione regionale.

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Nuove policy e strumenti di attuazione


Tipologia

Documento

Vigenza

Generale

Piano telematico regionale 2002-2005 - Piano operativo 2003

2003

Generale

Documento di politica economico-finanziaria 2004-2006

2004-2006

Generale

legge regionale Sviluppo regionale della societ dellinformazione

//

Settoriale

Piano triennale delle attivit produttive 2003-2005

2003-2005

Settoriale

Programma regionale per la ricerca industriale,


linnovazione e il trasferimento tecnologico PRRIITT

2003-2005

Settoriale

Salute, scienze della vita ed innovazione tecnologica regionale


PRAI

2002-2003

legge regionale 2/2004 Legge per la montagna

//

Settoriale

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
A livello di amministrazione regionale, esistono due assessorati di riferimento sul
tema della societ dellinformazione: esso viene, infatti, trattato con una connotazione
maggiormente legata allo sviluppo economico-produttivo del territorio regionale dallAssessorato alle attivit produttive, sviluppo economico e Piano Telematico e con una caratterizzazione principalmente di trasformazione interna allente dallAssessorato alle finanze,
organizzazione, sistemi informativi e controllo. In tale ambito si inserisce la Direzione
Generale organizzazione, sistemi informativi e telematica che gestisce e coordina le attivit connesse al Piano telematico regionale e ad esso correlate.
A livello locale, possibile notare come la grande maggioranza delle amministrazioni provinciali e dei Comuni capoluogo abbia un assessorato con delega esplicita ai sistemi
informativi, anche se non esistono assessorati esclusivamente dedicati al tema. Solo a
Parma, Comune e Provincia hanno un assessorato che prioritariamente si occupa di sistemi
informativi. Gli stessi enti inoltre sono fra i pochi in regione ad aver creato due strutture
esterne a partecipazione pubblica per gestire i servizi ICT.
La concertazione lapproccio fondante allelaborazione delle politiche: a livello regionale con il Tavolo tecnico sulle-government che coinvolge Regione e autonomie locali; a
livello provinciale con tavoli di coordinamento tenuti con regolarit fra Province, Comuni
e Comunit Montane.

I progetti di innovazione
Nel rapporto sono illustrati i progetti regionali in materia di e-government, realizzati dagli enti locali nellambito delle diverse policy di riferimento. Linformazione fornita direttamente dagli enti attraverso la banca dati dellosservatorio sulle-government e
la societ dellinformazione, realizzata dal Centro Regionale di Competenza. Di seguito sono

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

elencati i principali progetti innovativi coordinati dalla Regione nellambito del Piano Telematico, alcuni dei quali cofinanziati con il 1 Avviso. Per la descrizione di tutti questi
progetti, il loro stato di avanzamento, ecc. si rinvia al Report complessivo della regione
Emilia - Romagna.
Principali progetti coordinati della Regione Emilia Romagna nellambito del Piano Telematico
Acronimo e Nome del Progetto
coinvolti

Budget totale Progetto ()

SIGMA TER - Servizi Integrati catastali


e Geografici per il Monitoraggio
Amministrativo del Territorio

21.547.500,00

Macrosettori della Pubblica Amministrazione

Ambiente e Territorio; Imposte, tasse e tributi;


Attivit interne alla
PA e di supporto

SIL - Realizzazione del


sistema informativo lavoro regionale

4.899.000,00

Lavoro

AGRISERVIZI

8.156.996,00

Attivit Produttive

RILFEDEUR - Rilevazione dei Fenomeni


di Degrado Urbano

1.897.500,00

Attivit interne della PA e di supporto

INTERCENT-ER - Creazione di un sistema


d'intermediazione digitale
a supporto del territorio
della regione Emilia-Romagna

5.148.900,00

Attivit interne della PA e di supporto

SOLE - Sanit on line

3.600.000,00

Sanit e sociale

Monitoraggio e Benchmarking
del Piano Telematico Regionale

400.000,00

Attivit interne della PA e di supporto

R3 - Rete Radiomobile digitale Regionale

25.000.000,00

Attivit interne della PA e di supporto

Rete Privata a Banda Larga


delle Pubbliche Amministrazioni

22.500.000,00

Attivit interne della PA e di supporto

I servizi di e-government
In Emilia - Romagna esistono gi servizi pubblici on line. Nel Report se ne descrivono alcuni esempi, particolarmente significativi per le diverse forme organizzative che
ne consentono lerogazione.

Cittadini
Prenotazione del prestito dei libri nelle biblioteche della Provincia di Ravenna: tutte
le biblioteche in provincia di Ravenna consentono di prenotare il prestito del libro da casa,
utilizzando user id e password per lautenticazione.
Cambio di residenza nel Comune di Cesena: il Comune lunico a fornire il servizio
on line. Il servizio consente di inviare le pratiche on line, via mail, grazie ad un servizio,
denominato Comuni on line che, a seguito di registrazione (rilascio di user id e password)
da parte del cittadino, consente di attivare una casella di posta elettronica identificata,

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

tramite la quale avviare il procedimento di cambio di residenza.

Imprese
Pagamento dellICI on line in Emilia - Romagna: ben 107 Comuni su 341 consentono a cittadini e imprese di pagare lICI on line, grazie ad un sistema che si fa sempre
pi largo tra le amministrazioni comunali e che consiste nel dare in concessione il servizio di riscossione tributi ad enti terzi. Con riferimento alle province con le percentuali pi
elevate le societ concessionarie sono la S.E.I.T S.p.A. in provincia di Parma, la CORIT S.p.A.
nelle province di Forl - Cesena e Rimini e la SORI S.p.A. per quella di Ravenna. Queste
societ dietro stipula di convenzioni e tramite il loro sito web mettono a disposizione dei
Comuni software in grado di calcolare lICI on line, riempire dei form, di inviarli e di effettuare il pagamento on line con carta di credito e garantito da sistemi di sicurezza.

Reti regionali e servizi infrastrutturali


La Regione Emilia - Romagna ha vissuto nel biennio 2002/2003 un significativo cambiamento politico/strategico negli indirizzi della rete regionale.
Fino ad oggi la rete regionale dellEmilia Romagna stata una rete darea della pubblica amministrazione locale sul territorio regionale.
Con il Piano telematico regionale 2002-2005 stato elaborata una nuova prospettiva
strategica per la rete regionale, partendo dalla constatazione che gli operatori di mercato non
offrono una infrastruttura di rete a banda larga con caratteristiche di universalit territoriale.
Lobiettivo perseguito dallintervento regionale duplice: da un lato, intende fornire alla pubblica amministrazione regionale linfrastruttura necessaria allo sviluppo di servizi innovativi
su tutto il territorio, interrompendo il circolo vizioso assenza di infrastrutture - assenza di
servizi - assenza di infrastrutture; dallaltro, incoraggiare la competizione fra gli operatori
di telecomunicazione, e quindi il miglioramento delle prestazioni e labbassamento dei prezzi
a vantaggio di tutto il sistema regionale.
Lintervento regionale, attuato in maniera concertata con la pubblica amministrazione
locale, collegher la gran parte del territorio a fibra ottica e le zone montane via HDSL o
satellite. Per ogni territorio comunale sar a carico della Regione un solo collegamento, oltre
alle strutture sanitarie; sar invece a carico degli Enti locali la connessione delle sedi di enti,
istituzioni e scuole presenti sul territorio.
Attraverso questo investimento, la Regione Emilia - Romagna diverr proprietaria della
rete privata della pubblica amministrazione, ma lascer agli operatori lerogazione dei servizi
di connettivit e trasporto.
Nellambito dei progetti infrastrutturali si segnala anche il progetto R3 che prevede la
costruzione di una rete radiomobile digitale che supera, in una visione unitaria e integrata,
le reti radiomobili attuali suddivise per utilizzatori (il 118, la protezione civile, le polizie urbane),
sottolinea la centralit dei servizi, rappresenta, dal punto di vista scientifico, quanto di meglio
il mercato mette a disposizione. Lidea generale che la Regione realizzi le infrastrutture, con

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

finanziamenti della Protezione Civile, della Sanit e della Sicurezza Urbana, il coordinamento
dei Sistemi informativi e il supporto del Gruppo di indirizzo delle telecomunicazioni.

Friuli - Venezia Giulia

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Le novit relative allattuazione della politica regionale per le-government e la societ
dellinformazione emerse nellultimo anno, nonch alcune iniziative su questi temi nellambito delle politiche settoriali sono elencate nella seguente tabella. Tra queste si sottolinea il Piano regionale di sviluppo 2004-2006, contenente importanti linee di intervento relative a politiche di promozione e diffusione dellinnovazione informatica e tecnologica attraverso lincremento degli investimenti per ricerca e sviluppo.

Nuove

Policy e strumenti di attuazione

DGR di generalit n. 2665/03 e 2752/03


Documento di orientamento Linee guida per la seconda fase di e-government
DGR di generalit n. 2840/03
Documento di orientamento relativo al finanziamento dello sviluppo di progetti inerenti la SI in aree sottoutilizzate
DGR di generalit n. 3681/03
Documento di orientamento sullinformatizzazione di alcune procedure che si fondano sullutilizzo della firma elettronica.
DGR 24/11/2003, n. 3701 (Suppl. straord. BUR 05/12/03, n. 16)
Strutture regionali e incarichi dirigenziali. Modifiche alla deliberazione n. 1282/2001.
Primo riordino del sistema organizzativo degli Uffici dellAmm.ne regionale.
Piano regionale di sviluppo 2004-2006
(approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 19/12/2003).
DGR 20/02/04, n. 354
sulla definizione obiettivi e programmi, individuazione risorse e indicazione delle priorit
nellattuazione di interventi di e-government previsti per lanno 2004.
LR 30/04/2003, n. 11 (Suppl. Straord. B.U.R. 05/05/03, n. 3)
Disciplina generale in materia di innovazione
DGR di generalit n. 4151/03
Documento di orientamento sullintegrazione tra i progetti Protoint e Enterprise
DGR 06/02/2004, n. 256
CdP al DocUP Ob. 2 2000-06

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Nel novembre scorso la giunta regionale ha approvato la riorganizzazione dellapparato amministrativo, che ha comportato una redistribuzione delle competenze delle esistenti direzioni regionali e dei Servizi autonomi nelle nuove direzioni centrali. Nel quadro di tale operazione stato istituito il Servizio per le-government, presso la Direzione
Centrale del Segretariato generale e per le riforme istituzionali, con la funzione di garantire uno sviluppo coerente di tutte le iniziative di e-government in campo a livello regionale.
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,
della SI e dellICT.
Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Trieste

Assessorato cultura, informatizzazione, politiche del lavoro

Assessorato polizia municipale, sicurezza,


protezione civile, grandi eventi,
innovazione tecnologica, osservatorio e statistica

Gorizia

Assessorato istruzione e organizzazione scolastica,


edilizia pubblica, scolastica ed attrezzature, promozione e sviluppo
dell'universit, innovazioni tecnologiche, attivit formative
ed informative di avviamento all'occupazione

Assessorato segreteria generale, decentramento, servizi


demografici, polizia municipale, statistica, sistemi
informativi

Pordenone

Presidenza della Giunta provinciale

Assessorato servizi informativi e di coordinamento civico

Udine

Assessorato attivit economiche, innovazioni tecnologiche,


pari opportunit

Sindaco con delega ai sistemi informativi e innovazione

I progetti di innovazione
Per quanto riguarda le iniziative promosse dallAmministrazione regionale, sono in
fase di realizzazione i progetti cofinanziati col 1 Avviso di e-government (ADELINE, IDO,
riguardanti il sistema informativo lavoro; INTRAEELL, portale degli Enti locali, PROTOINT,
riguardante il protocollo informatico), quelli svolti nellambito del Programma Regionale
di Azioni Innovative FESR FReNeSys (Azione e-Services, Azione e-C. Business, Azione e
Welfare, Azione e-Health, Reti interregionali), nonch le iniziative contenute nel DocUP
ob. 2. Significativi progetti di innovazione messi in campo dalla Regione autonoma FVG
presentati nel Report regionale sono:

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Alcuni progetti di e-government e SI della Regione autonoma FVG


Acronimo/ nome progetto

Ambito

Montagna in rete - Sviluppo del sistema di comunicazione e informazione

Attivit infrastrutturali

SCR/CIM - Catasto in rete Il sistema catastale regionale

Catasto Immobiliare Montano

SCUOLA - Portale della scuola

Istruzione

ENTRA - Entrate on line

Imposte, tasse e tributi

STATLINE - Interoperabilit statistica regionale

Statistica

PTRS - Progetto portale territoriale regionale

Attivit istituzionale

Sperimentazione Voto elettronico

Attivit istituzionale

FVG-TV - Web-tv regionale

e-Democracy

IPRTA9 - Integrazione anagrafi

Attivit interne alla PA

SSA - Sistema sicurezza ed autenticazione

Attivit infrastrutturali

Nellambito dei progetti di innovazione a cura degli Enti locali, merita segnalare il
completamento del progetto ENTERPRISE coordinato dal Comune di Pordenone e cofinanziato dal 1 Avviso, che ha realizzato un sistema di Sportello Unico per le Attivit Produttive (SUAP) integrato sotto il profilo organizzativo, dei sistemi, delle tecnologie e dei
servizi. ENTERPRISE stato premiato a e-Europe Awards 2003 tra le 15 best practice di
soluzioni e-government a livello europeo. E prevista lintegrazione applicativa, promossa
dallAmministrazione regionale, di ENTERPRISE con PROTOINT, creando cos le basi per listituzione del Portale Unico dei Servizi alle Imprese per tutto il territorio della regione.
Si ricordano inoltre, i progetti:

Alcuni progetti di e-government e SI sviluppati dagli Enti Locali


Acronimo/ nome progetto

Ambito

Coordinatore

E-FRIULI - Portale dei servizi in rete e cittadini ed imprese del Friuli*

Cittadini ed imprese

Comune di Udine

EMOUNSCH - E-mountain school*

Formazione professionale, istruzione

Comunit montana del Pordenonese

CITAX2002 - Interazione cittadino-PA nel pagamento delle tasse*

Imposte, tasse e tributi

Comune di Trieste

SVE-TS - Sperimentazione voto elettronico*

Attivit istituzionali

Comune di Trieste

ICI on line - Piattaforma per la compilazione e pagamento dellICI

Imposte, tasse e tributi

Comune di Udine

ICI Web - Piattaforma per la compilazione e pagamento dellICI

Imposte, tasse e tributi

Comune di Tavagnacco

*sono stati presentati in occasione del 1 Avviso di e-government

I servizi di e-government
Nel report regionale sono trattati, tra gli altri, due casi di servizi innovati nella regione
Friuli - Venezia Giulia riguardanti i servizi sanitari integrati e lo sportello unico per le imprese.
Il progetto SISRCR fornisce un sistema di servizi integrati per la continuit della

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

cura. Rivolto ai cittadini e agli operatori delle strutture sanitarie regionali. Ai cittadini si
garantisce laccesso ai servizi clinici e sanitari mediante la prenotazione/accettazione delle
prestazioni, informazioni sui temi della salute pubblica e servizi personalizzati. Allutenza
specialistica, invece, si permette lutilizzo di una rete cooperativa di diagnosi e di cura
tra le diverse strutture, la condivisione di dati e documenti, la fruizione di servizi on line
a supporto delle attivit formative e di aggiornamento.
Il progetto ENTERPRISE grazie ad un sistema informatico di Front-End permette allutente di utilizzare in modo facile e diretto, senza la necessit di recarsi presso gli uffici
del Comune, tutte le informazioni e la documentazione per presentare listanza dei procedimenti di Sportello Unico e ottenere le autorizzazioni da parte del Comune e delle altre
Amministrazioni interessate. Lutente ha la possibilit di inoltrare in formato elettronico
(dopo averla firmata digitalmente) mediante posta elettronica certificata la propria domanda
al SUAP competente, di effettuare on-line i relativi pagamenti e di richiedere la consegna del provvedimento unico in formato elettronico.

Lazio

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
La Regione Lazio ha messo a punto un complesso quadro di riferimento per le politiche dellinnovazione e le strategie di e-government. In particolare, il 2003 ha visto la
definizione del Piano regionale per lo sviluppo dellinnovazione e della societ dellinformazione.
Il piano, approvato con delibera della giunta regionale dell1 luglio 2003, rappresenta levoluzione concettuale e strategica del Piano regionale di e-government e definisce gli strumenti programmatici, normativi e la rete di enti strumentali necessari alla sua
implementazione. Il piano, insieme al quadro normativo vigente, mira a stimolare nelle
amministrazioni locali il consolidamento e lampliamento delle specifiche esigenze di innovazione e informazione. Con il piano la Regione Lazio intende acquisire, anche attraverso
la collaborazione pubblico - privato, un adeguato posizionamento competitivo nei settori
ad alta intensit di conoscenza.
Inoltre la Regione Lazio, con la delibera della giunta regionale (DGR) 19 dicembre
2003, n. 1348, ha definito i finanziamenti destinati alla societ dellinformazione. Nella
DGR stato allegato uno stralcio di Accordo di Programma Quadro (APQ 6), nel quale sono
riportati i possibili interventi su cui far confluire le risorse messe a disposizione dalla delibera CIPE n. 17/03. Si prevede, infine che lAPQ venga stipulato, tra la Regione Lazio ed
il Ministero per lInnovazione e Tecnologie, entro il 2004.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Nuove policy e strumenti di attuazione


Livello

Documento

Vigenza

Generale

Piano regionale per lo sviluppo dellinnovazione e della societ dellinformazione 2003-2006

Luglio 2003

Generale

DGR n. 1348

Dicembre 2003

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
La responsabilit politica nellambito dellAmministrazione regionale fa capo allAssessorato al personale, demanio, patrimonio e informatica. Per lattuazione degli interventi di e-government, stata creata la Societ per linformatica e la telematica regionale, denominata Laziomatica, che ha lo scopo, tra laltro, di promuovere e sostenere la
cooperazione necessaria tra gli Enti pubblici del territorio laziale.
Per quanto riguarda gli attori a livello provinciale, stata rilevata nella Provincia
di Roma una competenza specifica sui temi delle-government e della SI facente capo allAssessorato alle politiche culturali, della comunicazione e dei sistemi informativi.
Le Competenze specifiche sui temi delle-government, della SI e dellICT a livello di
Comuni capoluogo sono illustrate nella tabella che segue

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT dei Comuni capoluogo
Comune capoluogo

Competenza politica

Latina

Sindaco con delega allInformatizzazione

Rieti

Assessorato alla scuola, politiche giovanili, Information Technology

Roma

Assessore alle politiche economiche, finanziarie e di bilancio, politiche dell'industria e dell'innovazione tecnologica.

Si segnala, infine, lattivit di societ a partecipazione pubblica nel Comune di Roma


(EurNetCity S.p.A., GEMMA S.p.A. e Roma Multiservizi S.p.A.) e nella Provincia di Roma
(ASP-Agenzia Sviluppo Provincia).

I progetti di innovazione
Il Lazio ai primi posti per il numero di progetti cofinanziati da parte del Dipartimento per linnovazione e le tecnologie. Nella regione si affermata una progettualit
diffusa che ha visto - in occasione della selezione dei progetti del 1 Avviso - la presentazione di 37 progetti e la contestuale apertura dei relativi cantieri con lattribuzione di

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

un cofinanziamento di 10.319.000 per 19 progetti.


Tutte e cinque le province della regione hanno presentato propri progetti e ben 346
comuni su 378 sono stati coinvolti, in varia misura, nello sviluppo di progetti di e-government.

Progetti di e-government e SI nella Regione Lazio


Acronimo

Nome esteso

Ente Coordinatore

CARTALAZIO

Sistema unificato di accesso ai servizi interattivi

Regione Lazio

CIOCIARIA ONLINE

Portale di servizi erogabili on line

Provincia di Frosinone

CiviNET

Sistema informatico per la gestione di singoli procedimenti nei servizi ai cittadini

Comune di Civitavecchia

COAPLAZIO

Piattaforma di cooperazione applicativa

Regione Lazio

COMNET

Creazione di una rete territoriale

Provincia di Roma

Comunica

Comunicazione bi-direzionale

Comune di Ventotene

E-ANAGNI

Governi locali protagonisti dello sviluppo socio-economico del territorio

Comune di Anagni

e-GIS PRO

Sistema di gestione del territorio

Provincia di Latina

E-LAZIO

Portale regionale di accesso ai servizi di e-gov

Regione Lazio

eMountain

Estensione dellaccesso dei comuni al SIM nel contesto


dello Sportello Unico della montagna

XII Comunicazione
del Lazio Monti Ernici

e-SULP

Sistema di controllo urbanistico e lavori pubblici

Comune di Roma

GP&D

Gestione precessi e documentazione

Comune di Roma

MULTICAN

Sistemi di accesso multicanale dei servizi online

Regione Lazio

PORTICI

Portale territoriale di servizi e informazione per cittadini e imprese

Comune di Viterbo

PROTOCERT

Sistema di protocollo e gestione di flussi documentali


e sistemi di gestione di posta certificata

Regione Lazio

RUPARLAZIO

Rete regionale per la PA del Lazio

Regione Lazio

SISTERLAZIO

Sistema Informativo Territoriale Regionale

Regione Lazio

SUSILAZIO

Sistemi unificato servizi alle imprese

Regione Lazio

TURISLAZIO

Sistema informativo per il turismo della regione Lazio

Regione Lazio

Reti regionali e servizi infrastrutturali


La RUPAR rappresenta lestensione logica della Rete Unitaria della PA nel Lazio e
ha lobiettivo di interconnettere gli Enti della PA con le strutture sanitarie e gli Enti locali.
Il progetto costituisce il nucleo infrastrutturale dellintero programma di azione delle-government predisposto dalla Regione Lazio. In particolare, la RUPAR provvede allinterconnessione delle strutture Sanitarie (12 Aziende Sanitarie Locali, 16 Aziende Ospedaliere ed altre entit rilevanti per il Sistema Sanitario Regionale), degli Enti locali della
regione (5 province con i 25 Uffici per limpiego, 22 Comunit Montane e, a tendere, tutti
i 378 comuni).

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Schede regionali di sintesi

Liguria

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Il piano di e-governement della Regione Liguria inizia nel 1999 con lesperienza maturata nella costituzione della Extranet Liguria in rete, una comunit composta da Regione,
Enti locali, uffici decentrati della PA centrale, enti e associazioni che fanno sistema. Lesperienza dellAccordo di Programma Quadro (APQ) Liguria in rete del 2000 ha portato
nel 2003 alla sigla di un primo accordo integrativo allAPQ dal titolo Terza et e welfare
nella societ dellinformazione per linserimento delle fasce deboli nella SI. In particolare, il 27 febbraio 2004, stata definita la seconda integrazione allAPQ Liguria in rete
dal titolo Carta regionale dei servizi per la terza et finanziato con risorse ripartite dal
CIPE con delibera n. 17/2003 e da risorse regionali, per accedere ai servizi forniti dal portale unificato regionale.
Ulteriori interventi da inserire in APQ e relativi alle linee di azione delle-Government II fase sono da definirsi. Ad esempio, sono stati avviati tavoli di concertazione con
URPL, UNCEM e ANCI per concordare un insieme di iniziative territoriali tese a massimizzare le risorse e gli impatti sul territorio, e introdotti gruppi di lavoro, coordinati dal Tavolo
Tecnico e dal CRC Liguria, al fine di approfondire le linee di azioni della seconda fase.

Nuove policy e strumenti di attuazione


Documento

Durata

Accordo di programma quadro Carta regionale dei servizi per la terza et (delibera CIPE n. 36/2002)

2004-2005

Piano operativo triennale di Informatizzazione 2003-2005

2003-2005

Accordo di programma quadro Terza et e welfare nella societ dellinformazione in Liguria

2003-2005

Introduzione Firma Digitale (DGR n. 599 del 2003)

dal 30-05-03

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Il referente politico con delega specifica sui temi delle-government e della societ
dellinformazione per lAmministrazione regionale lAssessore alle finanze ed organizzazione.
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

della societ dellinformazione e dellICT

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Genova

Assessorato alla innovazione tecnologica


e alla semplificazione amministrativa

Assessorato allinformatica

Imperia

Assessorato al sistema informativo

Ass. rapporti EELL, programmi comunitari e


Interreg, reti infrastrutturali

La Spezia

Assessorato politiche finanziarie, bilancio,


controllo di gestione, politiche organizzative,
nuove tecnologie informatiche e al personale

Assessore al progetto La citt digitale

Savona

Assessorato affari finanziari e del personale

I progetti di innovazione
Le politiche e le linee di azione definite nei documenti di policy di cui sopra trovano attuazione in una molteplicit di progetti attualmente in atto presso la Regione Liguria. Tra le principali iniziative indicate nel rapporto regionale, accanto ai progetti del 1
Avviso, si evidenziano i seguenti progetti:

Liguria in Rete
Alfabetizzazione della terza et per lutilizzo delle tecnologie informatiche
Accesso ai servizi on-line tramite Call center a tecnologia avanzata
Servizi integrati del Portale Unificato Regionale
Sviluppo e Integrazione della rete regionale
Progetto Net Learning & Net Management.
Firma digitale.
Progetti ICT per la Sanit.
La rete dei siti e dei portali tematici della Regione Liguria (agricoltura, scuola, lavoro,
turismo, ecc.).
Il Sistema di Gestione Progetti eLiguria.

Reti regionali e servizi infrastrutturali


Fin dalla prima attuazione delle politiche territoriali dellICT in Liguria, la Regione
ha costituito e poi rafforzato il massimo dispiegamento di strumenti tecnologici di community network geografico, attestato sui poli della PA locale e in generale dellutenza istituzionale, con funzioni base di connettivit ed accesso sicuro. Ci ha consentito la realizzazione della Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione della Regione Liguria (RUPARL),
sviluppata secondo gli standard della Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione (RUPA).

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Essa basata sullinterconnessione e la cooperazione tra gli Enti pubblici locali e centrali,
e aperta al contributo di tutti i soggetti istituzionali che partecipano allo sviluppo socioeconomico della Liguria, quali enti, associazioni imprenditoriali, Universit, Ricerca, Terzo
Settore.
Dati i caratteri fisici e socioeconomici del territorio regionale che tendono a consolidare un divide fisico e digitale, si ritiene strategico nel prossimo triennio rafforzare le
potenzialit della RUPARL, in termini dinterconnettivit, interoperabilit, sicurezza e capacit trasmissiva (banda larga), in modo coerente con il nuovo Sistema Pubblico di Connettivit.
Un ulteriore ambito di sviluppo quello connesso allinteroperabilit interregionale
di contiguit geografica nel comparto del nord ovest e - in prospettiva - nel contesto transnazionale italofrancese della zona delle Alpi marittime. Lipotesi generale di lavoro basata
su di un backbone di interscambio a banda larga che connetta le amministrazioni secondo
la logica dellInternet Exchange Point e sulla base di un protocollo di interoperabilit di
base e applicativa.

Lombardia

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Per dare attuazione al documento strategico e-Lomb@rdia dalle-government allegovernance, varato nel 2002, nel corso del 2003 la Regione Lombardia ha approvato i seguenti
documenti:
il Piano dazione societ dellinformazione in Lombardia 2002-2005 (decreto della
DG Artigianato nuova economia, ricerca e innovazione tecnologica 30/6/2003,
n.10681), che individua gli interventi prioritari di tutte le Direzioni generali nel
campo della SI, fornisce un quadro riassuntivo delle risorse stanziate, aggiornato
con periodicit annuale per monitorare le fasi di sviluppo di ciascun progetto;
lAccordo di Programma Quadro societ dellinformazione nella Regione Lombardia,
stipulato il 24/12/2003 con le Amministrazioni Centrali competenti (MIT e MEF),
che realizza una convergenza tra le politiche nazionali e regionali e individua azioni
e iniziative atte al potenziamento delle infrastrutture di rete;
gli Emendamenti al testo del Complemento di Programmazione al DocUP obiettivo
2 2000-2006 (DGR 28/2/2003, n. 7/12242) documento che, per quanto riguarda la
SI, punta ad accrescere la qualificazione e la dotazione del territorio e ad ammodernare e potenziare la rete infrastrutturale per facilitare lo sviluppo economico locale
per riequilibrare le situazioni di ritardo rispetto alle parti forti delleconomia lom-

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

barda.
Per quanto concerne il livello di programmazione settoriale va segnalata limportante
legge regionale Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche (LR 12/12/2003,
n. 26) che disciplina lutilizzo del sottosuolo e, conseguentemente, regoler la diffusione della
Banda Larga sul territorio lombardo: secondo il modello regionale il cablatore un operatore
che realizza linfrastruttura posando i cavi e ne detiene la propriet, riconosce un beneficio
al Comune che predispone i condotti in cui far passare i cavi, affitta la banda a tutti i gestori
di servizi telematici che ne facciano richiesta

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
I referenti politici per lAmministrazione regionale sono:
Presidenza della Giunta regionale
Assessore artigianato, nuova economia, ricerca e innovazione tecnologica
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,
della SI e dellICT e le societ di servizi ICT partecipate (in alcuni casi congiuntamente)

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Bergamo
Brescia

Assessorato Personale, sistemi informativi,


controllo di gestione e marketing del Comune
Assessorato Gestione finanziaria, sistemi informativi
e polizia provinciale

Assessorato Personale ed informatica

Como

Assessorato Pubblica istruzione ed educazione universit,


decentramento, new economy e informatica, pari
opportunit

Cremona

Vice Sindaco con delega al Sistema informativo

Lecco

Assessorato Informatica

Lodi

Assessorato Bilancio e sistemi informativi


Assessorato Programmazione economica e finanziaria,
sviluppo economico, universit, informatica

Mantova

Assessorato Personale e sistemi informativi

Milano

Assessorato Sistema informativo, provveditorato ed economato

Pavia

Assessorato Sviluppo competitivo, bilancio, demanio,


organizzazione, formazione e innovazione tecnologica,
rapporti con le aziende partecipate (ASI),
servizi demografici e URP, sviluppo e pianificazione
territoriale
Assessorato Servizi civici ed innovazione tecnologica
Assessorato Bilancio, economato e mense scolastiche,
demanio, innovazione tecnologica

Sondrio
Varese

Assessorato Bilancio, affari generali, informatica

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Assessorato Sviluppo sistemi informatici territoriali,


attivit produttive e commerciali, politiche del lavoro

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Societ ICT partecipate da Province e Comuni capoluogo


Provincia

Comune capoluogo

Bergamo

Bas.Com

Brescia

Selene S.p.A. (Asm S.p.A.)

Cremona

Aemcom S.p.A. (Aem S.p.A.)

Lodi

SIL S.p.A.

SIL S.p.A.

Mantova

ASI Mantova S.p.A.

ASI Mantova S.p.A.

Milano
Pavia

Metroweb S.p.A.
E-polis S.p.A.

E-polis S.p.A. Pavianetwork S.p.A. (Asm Pavia S.p.A.)

I progetti di innovazione
La Regione Lombardia e gli EELL del territorio lombardo hanno sviluppato negli ultimi
anni una serie di iniziative atte allo sviluppo delle - government e della societ dellinformazione.
Un ruolo importante sicuramente ricoperto dai 18 progetti cofinanziati dal DIT
per il 1 Avviso di e - government (cfr. approfondimenti allinterno del Report regionale),
ma anche altri progetti hanno contribuito ad accrescere il processo di innovazione della
PA locale.
Di seguito sono evidenziati alcuni dei progetti elencati e commentati allinterno del
Report regionale che hanno come soggetto promotore/coordinatore la Regione Lombardia, le Province e i Comuni capoluogo.
I progetti sono raggruppati secondo le categorie indicate nei piani e - Lomb@rdia,
e Piano dazione societ dellinformazione, secondo le categorie evidenziate in quei documenti:
Alcuni progetti di e-gov e SI della Regione Lombardia
Responsabile

Sistema della
pubblica amministrazione

Rapporto
tra pubblica amministrazione e utenti

DG Artigianato, NERIT

Osservatorio regionale sulla


societ dellinformazione: NES

Famiglie on line

DG Presidenza

Protocollo Federato:
sviluppo del sistema informativo

DG Risorse e bilancio
e DG Sanit

E - procurement: la piattaforma
tecnologica

DG Industria PMI
cooperazione e turismo

Portale Sportello Unico


Virtuale delle imprese

DG Formazione, istruzione
e lavoro
DG Risorse servizi di pubblica utilit

Servizi propri del mercato

Portale del Lavoro. Lincontro on line tra


domanda e offerta di lavoro
Banda Larga

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Alcuni progetti di e-gov e SI sviluppati da Province e Comuni capoluogo


Responsabile

Progetti che favoriscono accessi


semplificati

Progetti che comportano


una riorganizzazione dei processi

Provincia di Brescia

Rete scolastica bresciana RSB

Rete Telematica bresciana RTB

Progetti relativi alla gestione


del territorio

Osservatorio sui bilanci comunali


Peg on line
E-leaders forum club
Comune di Bergamo

Nuovi Servizi Demografici (Sicra)


Portale Orobico dei Servizi Anagrafici Qualificati
(Posaq)

Comune di Milano
Provincia di Milano

Gestione Protocollo Informatico (PG Services)


Sir (licenze caccia e pesca on line,
pagamento on line)
Pink card on line

Provincia di Lodi
Comune di Mantova

Wege Sistema Informativo


Territoriale delle Infrastrutture Stradali
e-Urbis - Sistema integrato per
la fiscalit locale

Marketing insediativo sito web


del MKT Territoriale Insediativo
del Comune

Progetto di sperimentazione CIE


Seconda fase della Carta
dIdentit Elettronica
Provincia di Mantova

Acquisti on line Servizio di gestione


telematica per le procedure dacquisto
per lapprovvigionamento di beni e servizi

Comune di Pavia
Comune di Cremona

Sistema Informativo Territoriale (SIT)


della Provincia disponibile su Internet

Visure certificate (Progetto A9)


Nuovo sito servizi.cremona.it
(pagamenti, autocertificazione
precompilata)

Provincia di Cremona

Rete unitaria della Provincia (RUP)

Green public procurement (Gpp.Net)

I servizi di e-government
Il caso di servizio innovativo rivolto ai cittadini preso in esame nel Report regionale quello relativo alle prescrizioni farmaceutiche con Carta regionale dei servizi, sviluppato dal Progetto CRS - SISS.
Il Progetto Carta Regionale dei Servizi - Sistema Informativo Socio Sanitario offre
ai cittadini un unico strumento di accesso ai servizi informatici erogati da pubbliche amministrazioni locali e regionali, semplificando: il rapporto tra cittadini e amministrazioni,
tramite la connessione in rete di tutti gli operatori e le aziende sanitarie per aumentare
lintegrazione fra i processi di diagnosi e cura; il quadro tecnologico di riferimento, con
la definizione di standard tecnologici validi per la sanit coerenti con il resto della PA Il

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

servizio prescrizioni farmaceutiche con Carta regionale dei servizi, illustrato con altri servizi previsti dal progetto CRS SISS in modo pi dettagliato nel Report regionale, consiste
nellimpiego della smart card come strumento per emettere prescrizioni farmaceutiche, ambulatoriali, di ricovero e per la loro gestione successiva: registrazione della avvenuta accettazione, prenotazione, erogazione, refertazione e rendicontazione.
Ciascun operatore (medico generico, farmacista, impiegato di ASL) dotato di una
stazione di lavoro e di una smartcard operatore.
Il cittadino a sua volta dotato di una smartcard cittadino, utilizzata per la fruizione dei servizi.
Lesempio di caso studio relativo ai servizi alle imprese quello domanda di finanziamento on line per le imprese agricole nellambito del Progetto SIARL.
Il servizio consiste nel rendere disponibili on line alle imprese agricole gli applicativi per la presentazione di domande di finanziamento alle amministrazioni pubbliche
competenti: gli applicativi sono collegati allanagrafe delle imprese agricole, al fascicolo
aziendale e al sistema integrato di controllo e gestione, che guida e supporta le imprese
nella compilazione delle domande medesime e le amministrazioni pubbliche nella gestione
delle istruttorie e dei controlli. Tutti i procedimenti vengono gestiti attraverso il SIARL
(Sistema Informativo Agricolo della Regione Lombardia), a partire dallanagrafe delle imprese:
le domande sono presentate in forma elettronica mediante il Modello unico di domanda
(strutturato in base ai dati del fascicolo aziendale), al quale collegata una scheda per
ogni procedimento, con dati e informazioni aggiuntive, oltre a quelle di carattere generale, specifiche del procedimento attivato.
II beneficiario tenuto poi a comunicare, attraverso questo sistema, solo le variazioni intervenute nella realt aziendale dopo lultima validazione operata dalla pubblica
amministrazione.

Marche

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Il quadro gi evoluto delle politiche per linnovazione delle Marche in fase di arricchimento attraverso un importante strumento di programmazione negoziata: lAccordo di
Programma Quadro sulla societ dellinformazione della Regione Marche (APQ - SI - Regione
Marche). LAPQ - SI - Regione Marche si basa sulle conclusioni cui pervenuto il Comitato Interistituzionale appositamente istituito dalla giunta regionale, per elaborare il Piano
di azione regionale per la societ dellinformazione e della conoscenza (PARSIC), infatti
lAPQ che verr siglato entro il primo semestre 2004 si ispira ai risultati del lavoro di programmazione svolto dalla Regione Marche in materia di SI, assicurando la coerenza delle
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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

iniziative proposte con gli obiettivi regionali e nazionali. Il valore complessivo stimato
dellintervento di oltre 10 milioni di euro.
Altri strumenti di programmazione attualmente vigenti sono
Altre Policy e strumenti di programmazione
Piano di azione regionale per le-government 2002-2004
DocUP Ob. 2 Marche - 2000/2006
misura 3.4 - Sviluppo della societ dellinformazione a livello locale
Submisura 3.4.1 Servizi per il cittadino
Submisura 3.4.2 Sportello unico per le attivit produttive e marketing territoriale
Programma operativo Regione Marche Ob. 3 (POR- FSE) - 2000-2006
misura A.1 - Organizzazione dei servizi per limpiego (e-welfare/lavoro)
DGR 04/11/2003, n. 1505
Approvazione delle linee guida per lo sviluppo di un progetto destinato allimplementazione di procedure telematiche di approvvigionamento di beni e
servizi da parte delle aziende sanitarie (e-Market)
Programma regionale azioni innovative (FESR) 2000-2006
Azione 7.2 - Digital Framework for Supply Chain Management

Il 2 e 3 aprile 2004 si svolto ad Ancona il 1 Forum Regionale sulla SI che ha


rappresentato loccasione per fare il punto sullo stato di attuazione dellInformation Society
nelle Marche, definire le linee direttrici del PARSIC e le opportunit della seconda fase
nazionale di e-government.

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Il referente politico per lAmministrazione regionale lAssessorato Informatica.
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,
della SI e dellICT e le societ di servizi ICT partecipate

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Pesaro
Urbino

Pesaro: Assessorato alle Politiche per il cittadino e


lInformazione.

Ancona

Ass.bilancio e finanze, organizzazione amministrativa,


informatizzazione e rete telematica, patrimonio

Sindaco (delega Innovazione)


Ass.organizzazione e strutture,informatizzazione,servizi
demografici,statistica e pubblica istruzione

Macerata

Presidenza delega in affari generali,gemellaggio,


politiche comunitarie,prevenzione e protezione civile,
rapporti con EELL,servizi informatici,servizio informativo

Ass.risorse finanziarie,partecipazione cittadini, nuovo


statuto,innovazione tecnologica e ammodernamento della
Amministrazione comunale

Ascoli - Piceno

Ass. Informatizzazione e progetti multimediali,


comunicazione,sport tempo libero, progetti
per distretti abbigliamento/calzatura

Ass. ambiente, risorse umane e riorganizzazione comunale,


igiene pubblica, URP, gestione rete informatica

Societ partecipate:
Provincia di Macerata > Task s.r.l.
Comune di Pesaro
> Markanet S.p.A.
Comune di Ancona
> Rete Marche S.p.A.

I progetti di innovazione
I principali progetti dinnovazione intrapresi sui temi della societ dellinformazione
coordinati dalla Regione e dalle Amministrazioni provinciali, illustrati nel Rapporto regionale, sono i seguenti
Il rapporto regionale contiene inoltre dati aggiornati su sviluppo e stato di avanzamento lavori dei progetti 1 Avviso in atto nel territorio.
Principali progetti di innovazione di e-gov. e SI della Regione Marche e delle Amministrazioni Provinciali
Regione Marche
Completamento del Sistema di accesso multicanale
Realizzazione del sistema di posta certificata
Regional Enterprises Clusters Advanced Services and Technologies (RECAST)
Province della regione Marche
Servizi in rete per le Aree interne (Provincia di Pesaro Urbino)
Progetto per lo sviluppo del Telelavoro (Provincia di Ascoli Piceno)

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

I servizi di e-government
Il progetto Job Agency, illustrato nel Report regionale, risponde alle esigenze dei
cittadini e delle imprese marchigiane stimolando lincrocio di domanda e offerta di lavoro
attraverso la messa in rete dei tredici Centri per limpiego (CpI) delle province di Ancona,
Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro - Urbino e le rispettive sedi decentrate. Job Agency
parte del pi ampio progetto eWelfare, messo a punto dalla Regione Marche per gestire
con un approccio integrato e coerente tutti i servizi sociali di competenza (scuola, formazione, sanit, lavoro ecc.) fornendo a cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche
un unico punto di accesso alle informazioni e ai servizi mediante luso di tecnologie e
interfacce standard, basate su Internet, Intranet e Web.

Reti regionali e servizi infrastrutturali


La Rete Telematica Regionale consente oggi al sistema Marche di organizzare e gestire
le relazioni tra enti pubblici in modo efficiente e innovativo. Su questa rete vengono distribuiti, adottando standard di sicurezza adeguati, tutti i servizi web-oriented fruibili da
Internet, compresi quelli che abilitano allaccesso alle banche dati delle attivit gestionali. In tema di cooperazione applicativa la Rete Telematica Regionale rappresenta un importante supporto per tre progetti specifici: SUT (Sportello Unico del Territorio), FDRM (Flussi
Documentali Regione Marche) e il Framewok regionale Cohesion.

Molise

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Lo sviluppo della SI nella regione Molise rappresenta un obiettivo strategico previsto nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2003-2006 della Regione
Molise:
il sostegno e la diffusione della SI, sia come strumento della pubblica amministrazione per lerogazione dei propri servizi che come supporto alle imprese ed ai cittadini molisani, un impegno che la regione persegue come carattere prioritario.
La novit principale, nellambito delle policy relative ai temi delle-government e la
SI, da evidenziare il Piano strategico di attuazione del sistema telematico Molise (STM).
La Regione Molise nel corso dellanno 2003 ha lavorato per laggiornamento del Piano strategico Molise (STM) attualmente in corso di approvazione da parte della giunta regionale.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Il piano rappresenta sia la sintesi dello studio a sostegno delle-government e della societ
dellinformazione, sia la strategia attuativa nellambito territoriale molisano; si articola
sostanzialmente in due linee di intervento: linee di intervento abilitanti che rappresentano il prerequisito per la realizzazione delle linee di intervento attuative che vedono come
destinatari soggetti ben identificati (cittadini, imprese, PAL) con priorit determinate dal
contesto e dalle varie policy.
Per la realizzazione del piano la Regione Molise ha aperto un ampio confronto con
i soggetti locali, in primo luogo, le autonomie locali, le associazioni, le parti sociali oltre
che il mondo delle imprese e del volontariato, al fine di completare un quadro organico
di proposte condivise.

Nuove policy e strumenti di attuazione


Documento

Vigenza

Piano strategico di attuazione sistema telematico Molise (STM) - vers.4.1

2004 - 2008

Documento di programmazione economica e finanziaria 2004

2003 - 2006

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Le competenze in materia di SI in Regione spettano alla Presidenza della Giunta
regionale che opera attraverso strutture gestionali, di supporto e di coordinamento.
Per quanto riguarda la situazione a livello delle Province e dei Comuni capoluogo
sono stati rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government, della SI e dellICT
Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Campobasso

Presidenza della Provincia (deleghe: Programmazione,


Rapporti con gli Enti Locali, Politiche delle Risorse Umane)
Assessorato ai - Trasporti, Protezione Civile, Informatica,
Sistema Informativo Territoriale

Assessorato al Bilancio, Finanze, Ragioneria, Patrimonio

Isernia

Assessorato al Bilancio e Finanze

Assessorato Bilancio, Finanze, Tributi e Personale

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

I progetti di innovazione
La strategia della Regione Molise in materia di e-government e della SI racchiusa
nel documento programmatico ed attuativo Piano strategico di attuazione del sistema telematico Molise (STM). Nel piano si concentra anche tutta la progettualit maturata in ambito
regionale.
In tabella sono citate le iniziative progettuali contemplate dal piano ed in corso
di attuazione.
Progetti di innovazione di e-government e SI previsti dal Piano strategico in corso di attuazione della Regione Molise
Acronimo e nome progetto Costo totale del progetto ()

Finanziamento regionale ()

Tipologia enti partecipanti

Rete Wireless in banda larga

8.200,00

171,00

Regione, imprese, PAL

Carta Elettronica del Cittadino

1.140,00

210,00

Regione, PAL

Sistema di Vigilanza Ambientale (C.S.R.M.)

2.000,00

Regione; PAL, PAC

Per ci che concerne i progetti di e-government in risposta al 1 Avviso gli enti


locali del territorio molisano hanno presentato diversi progetti di cui due cofinanziati:
Comuni Molisani, coordinato dal Comune di Campobasso e Rete Regione Molise coordinato dalla Regione.
Ambedue i progetti sono in corso di realizzazione.

Reti regionali e servizi infrastrutturali


La nuova Rete della Regione Molise (RRM), prevista nel Piano strategico di attuazione
- STM, costituisce la base della modernizzazione dellEnte Regione e rappresenta lespansione in termini di diffusione territoriale, di funzioni, di servizi e di capacit trasmissiva
della Rete STR, attualmente operativa. Con il progetto Rete Regione Molise (RRM), la Regione
intende dare seguito agli sforzi gi intrapresi negli ultimi tre anni con la realizzazione della
attuale Rete IP che interconnette gli uffici della Regione distribuiti sul territorio, le Aziende
sanitarie, gli ospedali ed altri soggetti pubblici e privati.
Con la Linea di Intervento del Piano strategico di attuazione - STM Sostenere lo sviluppo delle infrastrutture ICT su tutto il territorio regionale, la Regione Molise fissa lobiettivo di dotarsi il di una rete telematica che colleghi tutti i comuni in banda larga per
consentire lerogazione di servizi ai cittadini ed alle imprese. La rete deve, inoltre, necessariamente rappresentare una rete di servizi a valore aggiunto capace di dare impulso allo
sviluppo ed alleconomia del paese. Strettamente collegata a questa linea di intervento c
lAzione Rete wireless WLL/Wifi (nei comuni minori) che prevede, date le caratteristiche
del territorio molisano, la realizzazione di reti locali radio, a banda larga, basate su tecnologia Wifi che garantiranno ai Comuni il cablaggio dei propri centri urbani a costi ridotti
dando lopportunit ai propri cittadini un prezzo politico per la connettivit alla rete.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Piemonte

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Il Piano di e-government piemontese (aprile 2001) costituisce il principale strumento di policy sul tema e sottolinea la logica di sistema in cui operano e intendono operare gli Enti Pubblici piemontesi (Sistema Piemonte). Il piano si inserisce negli indirizzi
e nelle strategie suggerite dai documenti di programmazione regionale pi generali.
In particolare il DPEFR 2004-2006, conferma lattenzione delle PA locali e la vocazione del territorio piemontese allo sviluppo della SI, ponendo, in tale ottica, un particolare impegno alla riduzione del digital divide: la diffusione di collegamenti telematici
efficienti e veloci (banda larga, linee e nodi di smistamento) e la capacit di utilizzo dell
ICT (alfabetizzazione informatica). Le schede di sintesi di accompagnamento al DPEFR 20042006 riportano inoltre i programmi settoriali delle direzioni regionali che comprendono
allinterno dei propri obiettivi lo sviluppo della societ dellinformazione.
Da sottolineare, infine, lapprovazione degli indirizzi per lattuazione della delibera
CIPE n. 17/2003, dai quali scaturiranno le iniziative progettuali che saranno inserite nellAPQ per lo sviluppo della SI che sar stipulato entro il primo semestre del 2004.

Nuove Policy e strumenti di attuazione


Titolo documento

Vigenza

Legge regionale 4/3/2003, n. 2


Legge finanziaria per l'anno 2003

2003-2004

Legge regionale 4/3/2003, n. 3


Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2003-2005

2003-2004

DGR 14/7/2003, n. 2-9910


Documento di programmazione economico finanziaria regionale 2004-2006
Schede di sintesi delle politiche settoriali e repertorio regionale dei progetti

2004-2006
2004-2006

DGR 28/7/2003, n. 59 10117


Riparto programmatico e indirizzi per lattuazione della delibera CIPE 9/5/2003, n. 17
Regolamento regionale 5 giugno 2003, n. 8/R
Disposizioni attuative della legge regionale 30/9/2002, n. 22

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Il referente politico per lAmministrazione regionale lAssessorato allindustria, lavoro
e bilancio.
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government della
SI e dellICT

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Alessandria

Assessorato Bilancio, finanze e programmazione


finanziaria, provveditorato ed economato,
patrimonio, informatizzazione

Assessorato Viabilit e trasporti, arredo urbano, cimiteri,


provveditorato, servizi informatici e territoriali

Asti

Assessorato Lavori pubblici, viabilit, pianificazione territoriale, Assessorato Attivit economiche e produttive, lavoro,
sistema informativo
sportello unico, sistemi informativi e statistici

Biella

Assessorato Lavori pubblici, informatizzazione,


patrimonio, protezione civile

Assessorato C.E.D., attivit economiche e produttive,


finanze, personale, patrimonio

Cuneo

Vicepresidenza con delega alla rete civica informatica

Assessorato Ecologia, ambiente e politica energetica,


protezione civile, politiche del lavoro, informatica,
politiche comunitarie

Novara

Assessorato Gestione programmazione risorse economiche,


sviluppo economico del territorio, sviluppo
scientifico-tecnologico, distretti industriali,
affari speciali, politiche comunitarie, universit,
informatizzazione.

Assessorato ambiente, servizi di pubblica utilit, aziende,


politiche per lavoro e occupazione, servizi informativi,
innovazione e qualit dell'ente locale, marketing urbano,
protezione civile

Torino

Assessorato Organizzazione e personale, patrimonio


e decentramento con delega per i sistemi informativi

Assessorato sistemi informativi, telecomunicazioni e


controllo di gestione, edifici municipali e attivit
amministrativa relativa al patrimonio immobiliare,
aspetti gestionali delle aziende pubblici servizi,
bilancio e programmazione partecipazioni societarie
del Comune ed aspetti finanziari di aziende/consorzi

Verbano
Cusio - Ossola

Assessorato ai Trasporti le politiche urbanistiche


con delega per linformatizzazione

Assessorato alla Qualit della vita, con delega allinformatica


(Comune di Verbania)

Vercelli

Assessorato Agricoltura, rapporti con i Comuni,


programmazione delle linee ferroviarie Alta Velocit,
personale e organizzazione, progetti speciali e fondi UE,
grandi opere e rapporti con lEnte Regione e lUnione Europea,
attivit economiche, caccia e pesca, gestione applicazione
"legge Galli", valutazione impatto ambientale (V.I.A.)
con delega ai sistemi informativi

Assessorato Progetto controllo di gestione, politiche degli


approvvigionamenti e ottimizzazione degli acquisti e delle
forniture di servizi, supervisione politiche del personale,
informatizzazione

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Le Province e alcuni Comuni capoluogo piemontesi sono supportati dalla societ


partecipata CSI Piemonte (Consorzio per i Sistemi Informativi). Si tratta di una holding
informatica regionale che fin dalla sua fondazione svolge il ruolo di ente strumentale delle
PA locali in ambito informatico e telematico, favorendo lo sviluppo e la gestione di soluzioni tecnologiche innovative e gestendo la RUPAR. In particolare CSI Piemonte gestisce
linterscambio dati e lintegrazione dei sistemi informativi delle diverse amministrazioni
ed elabora prodotti e servizi specifici. Il consorzio coordina lazione di societ a partecipazione pubblica create negli ultimi anni OpeNNet e CSP.
Il Comune di Torino, oltre alla collaborazione con il CSI Piemonte, ha costituito,
tramite lazienda di servizi pubblici locali AEM Torino, una societ ICT partecipata (AEM2NET),
a cui ha affidato la gestione della rete in joint venture con loperatore 2Net

I progetti di innovazione
Nel Report regionale si trova una panoramica significativa sulle iniziative che hanno
come coordinatore la Regione Piemonte, oltre a tutti i progetti di e - government cofinanziati dal 1 Avviso DIT del territorio.
La tabella seguente elenca la numerosit dei progetti maggiormente rappresentativi per i settori dintervento della Regione
Progetti della Regione Piemonte per settoe e numerosit
Settori

N progetti

Attivit interne alla PA

Agricoltura

Ambiente

Anagrafe e Servizi demografici

Attivit istituzionali

Autenticazione

Connettivit

Cultura e beni culturali

Formazione e Lavoro

Industria, Commercio e Artigianato

10

Pianificazione e Qualit

Sanit

Scuola

Sociale e fasce deboli

Territorio

Trasporti e mobilit

Turismo

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

I servizi di egovernment
Il caso di servizio innovativo rivolto ai cittadini preso in esame nel Report regionale quello relativo al sistema di pagamento dei parcheggi tramite Sms e IVR (Interactive Voice Responder) del Comune di Ivrea, tramite Ivrea parcheggi.
Il Comune ha sperimentato e offre (a regime dalla fine del 2003) un servizio di pagamento della sosta denominato EPS che permette di usare il telefono cellulare come canale
di pagamento aggiuntivo a quelli disponibili. La sosta pu essere attivata attraverso la
messaggistica sms o il canale IVR (risponditore automatico).
Il servizio consente al momento la gestione di 1000 posti auto.
I casi di servizi innovativi per le imprese evidenziati nel Report regionale sono due.
Il primo riguarda il prospetto informativo disabili on line messo a disposizione dalla
Provincia di Torino, nellambito del progetto cofinanziato dal 1 Avviso di e-government
AtoB.
Le imprese sono tenute a compilare ogni anno, entro il 31 gennaio, un modulo relativo allassunzione dei dipendenti disabili ai sensi della legge 68/99, disponibile sul sito
web della Provincia. Sono circa 4000 le imprese e gli enti pubblici interessati potenzialmente dal servizio e nel gennaio 2004 sono pervenute, tramite lapplicazione web, 1041
dichiarazioni.
Sempre nellambito del progetto AtoB sviluppato il secondo servizio preso in esame
dal Report regionale: il servizio on line U. M. A. (Utenti Motori Agricoli).
Attivo dal 1 gennaio 2004, il servizio realizza la trasmissione in via telematica delle
istanze relative alla richiesta di assegnazione di quantitativi di carburante a prezzo agevolato e il rilascio delle attestazioni di propriet della macchine agricole presso la Provincia competente. Il bacino potenziale degli utenti del servizio, le Imprese Agricole, supera
le 120.000 unit su scala regionale.

Puglia

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
La Regione Puglia ha avviato la politica per linnovazione approvando negli anni
scorsi i documenti legati alla programmazione comunitaria (POR Puglia e Complemento di
Programmazione 2000-2006).
Risale al 2001 lapprovazione del Piano regionale per la societ dellinformazione
della Regione Puglia, documento essenziale per il riconoscimento delle strategie regionali

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

in tema di SI ed nel corso del 2002 che vengono approvati il Primo programma di attuazione del Piano della societ dellinformazione e il Piano di azione territoriale per le-government della Regione Puglia, che forniscono un dettaglio sulle scelte attuative operate dalla
Regione.
A partire dal 2003, si procede alla revisione delle misure del POR relative alla SI (in
particolare 6.2 societ dellinformazione e 6.3 Sostegno allinnovazione degli enti locali)
consentendo il recepimento di diverse importanti iniziative regionali, nazionali ed europee quali: la territorializzazione degli interventi in ambito SI nei progetti integrati e nei
sistemi urbani, il supporto regionale ai progetti cofinanziati dal 1 Avviso di e-government, la definizione degli interventi sulla SI previsti nellambito della delibera CIPE n.
17/2003 e quelli previsti nellambito della fase 2 del Piano di e - government ed i nuovi
indirizzi del Programma eEurope 2005.
Il Comitato di Sorveglianza del POR Puglia, durante la riunione del 26 settembre
2003, ha approvato rilevanti adattamenti al Complemento di Programmazione (CdP). Coerentemente, nei primi mesi del 2004, nellambito della riprogrammazione di medio termine
del POR, si avviata la revisione dellAsse VI relativo alla SI.

Nuove policy e strumenti di attuazione


Titolo documento
Documento di revisione di met periodo del Por Puglia 2000-2006
Complemento di Programmazione POR Puglia 2000-2006
(versione con adattamenti approvati dal Comitato di Sorveglianza del 26/9/2003)

E importante rilevare che la Regione Puglia assegna un ruolo strategico alla SI nella
realizzazione dei Progetti integrati territoriali (Pit), previsti nellambito del Por Puglia 20002006 e del relativo Complemento di Programmazione, al fine di favorire e supportare la
crescita del territorio.
Tutti i 10 Pit, infatti, prevedono lattivazione di interventi a valere sulla misura 6.2
societ dellinformazione e sulla 6.4 Risorse umane e societ dellinformazione, dedicati ai diversi distretti e sistemi produttivi pugliesi.
Proprio per questo i Pit sono il punto di riferimento per la stesura dellAccordo di
Programma Quadro SI che la Regione Puglia sta elaborando di concerto con le PA centrali
di competenza.

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Il referente politico per lAmministrazione regionale la Presidenza della Giunta regionale.
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,
della SI e dellICT

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo

Bari

Provincia

Comune capoluogo

Assessorato Turismo, Commercio, Industria,


Artigianato, Innovazione Tecnologica, Viabilit

Gabinetto del Sindaco

Brindisi

Gabinetto del Sindaco

Foggia

Presidenza della Giunta provinciale

Lecce

Assessorato Assistenza Tecnica agli Enti Locali


e Servizi Informatici

Taranto

Assessorato Pianificazione e sviluppo del territorio


e eccellenza con delega al Piano di e-government
Assessorato Marketing del territorio, Innovazione
tecnologica, Politiche del Lavoro

I progetti di innovazione
Nel territorio pugliese, oltre alla progettazione derivante dal 1 Avviso di e-government (cfr. approfondimenti sul Report regionale) emersa la progettualit in risposta ai
due bandi a valere sulla misura 6.2 societ dellinformazione.
Il primo riguarda il sistema delle autonomie locali con lobiettivo di rafforzare le
condizioni di contesto necessarie allo sviluppo della SI presso le PA, i cittadini e le imprese.
Il secondo mira al sostenere lassociazionismo e i consorzi di imprese, per favorire
la creazione di reti telematiche ed incidere positivamente sui livelli di innovazione e competitivit dellintero sistema socioeconomico regionale.
La seguente tabella offre un riepilogo della progettualit emersa in risposta ai bandi
sopra descritti (cfr. approfondimenti sul Report regionale):

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Quadro riassuntivo dei bandi della misura 6.2 del POR Puglia 2000-2006
Bando

n progetti
pervenuti

n. progetti
ammessi a
graduatoria
provvisoria

Enti partecipanti

Linee
dintervento/tematiche
prevalenti

Iniziative a sostegno
del sistema delle
autonomie locali

31

18

aggregati di Comuni
e/o Comunit montane

Diffusione della Conoscenza nella


Comunit dei Cittadini
Innovazione della pubblica
amministrazione
Sostegno delle identit
e dei sistemi d'impresa locali

Sistema Imprese
e Professioni

51

29

Associazioni di categoria
in forma singola o aggregata
con loro Enti e/o strutture
economiche;

Diffusione della SI attraverso la


creazione di specifiche business
net-community

Consorzi con almeno 50 imprese


associate e loro aggregazioni;
Ordini e Collegi di singole
professioni e loro aggregazioni

Sardegna

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
La Regione Sardegna, con deliberazione 29 aprile 2003, n. 13/28, ha adottato la
Strategia per lo Sviluppo della societ dellinformazione in Sardegna. La Strategia, elaborata tramite un processo aperto e partenariale con gli attori del territorio e conformemente alle linee guida stabilite dal Gruppo di lavoro per la SI, riporta in un quadro unitario gli interventi gi avviati, definisce i fabbisogni locali e stabilisce le priorit di intervento.
Contestualmente allapprovazione della Strategia, la giunta regionale ha affidato allAssessore della Programmazione il compito di aggiornare il Complemento di Programmazione
del POR per tutte le Misure interessate alla Strategia stessa.
In particolare, la misura 6.3 - societ dellinformazione prevede tre ambiti prioritari di intervento:
sviluppo delle infrastrutture di comunicazione:
- realizzazione della Rete Telematica Regionale;
- realizzazione della RUPAR

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

ammodernamento della macchina amministrativa regionale:


- realizzazione della Regione digitale
sviluppo dei servizi pubblici a favore dei cittadini, delle imprese e degli enti locali:
- realizzazione dellIsola digitale;
- creazione del sistema informativo territoriale e cartografico della Sardegna (SITR);
- potenziamento e la riqualificazione dei servizi bibliotecari e archivistici.
Per quanto riguarda le politiche in ambito settoriale, si segnala la delibera GR
24/10/2003, n. 38/23 che istituisce il Coordinamento Regionale per lo Sportello unico
per le imprese. Infine, il 4 settembre 2003 stata avviata la seconda fase del progetto
M@rte che prevede lutilizzo delle tecnologie telematiche per la connessione in rete delle
scuole medie e superiori della Sardegna, al fine di facilitare il trasferimento di informazioni e applicazioni didattiche.

Nuove policy e strumenti di attuazione


Livello

Documento

Vigenza

Generale

Aggiornamento al CdP- POR 2000-2006

2004-2007

Settoriale

delibera GR 24/10/2003, n. 38/23 Programma di promozione e coordinamento


degli sportelli unici imprese - Assessorato allIndustria

Settoriale

M.A.R.T.E. (Moduli di Apprendimento su Rete Tecno-Educativa)

2004-2007

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
La Regione Sardegna vede una ripartizione delle competenze tra giunta, presidenza
ed assessorati definita dalla LR n. 1/77. Le attivit e gli obiettivi di ciascun attore sono
specificati nellallegato 3a del DPEF 2003-2005 nel quale sono sintetizzati i Programmi
Operativi 2003-2005 dei singoli Assessorati. Le competenze generali sui temi in oggetto
fanno capo a:
Assessorato agli affari generali, personale, riforma e metodo - misura 6.3 societ
dellinformazione POR 2000-2006, Piano telematico, RUPAR. misura 3.9 Formazione
per i dipendenti dellAmministrazione regionale
Assessorato della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio Centro regionale di programmazione - Coordinamento e vigilanza in tema di spesa
dei fondi comunitari
Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica - Sistema Informativo Territoriale Regionale (SITR), Sistema di interscambio Catasto-Comuni, Rete Telema-

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

tica dellAmministrazione regionale


A livello di governo provinciale, presenta una notevole vitalit la Provincia di Nuoro,
Amministrazione capofila del progetto NEXT.
Nei Comuni capoluogo la ripartizione in materia di innovazione ancora legata al
settore dei Servizi informatici o dei Sistemi Informativi ed comunque vista in chiave
eminentemente tecnica.
In sintesi, al livello locale sono stati rilevati i seguenti responsabili politici con
delega specifica sui temi delle-government, della SI e dellICT:

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Cagliari

Assessorato al Personale, Affari Generali,


Formazione Professionale e Centro Elaborazione Dati

Assessorato alle Politiche giovanili e informatica


Assessorato Programmazione e Finanze (delega
e-government)

Sassari

Assessorato Trasporti, provveditorato e informatica

Assessorato Servizi Civici - Statistica Centro Elaborazione Dati - Decentramento Affari Generali

Nuoro

Assessorato Affari Generali - Personale e Riforma

Assessorato Reti Tecnologiche

Oristano

Assessorato al Personale - Affari Generali Servizi Informatici - Polizia Amministrativa Problematiche del lavoro.

I progetti di innovazione
Il quadro progettuale regionale si compone di varie iniziative legate a diverse linee
di finanziamento previste a vari livelli: fondi strutturali, nazionali, e regionali. Nella tabella
che segue sono riassunte le principali iniziative in atto. Per un approfondimento delle stesse
si rimanda al report regionale.

Principali progetti di e-gov e SI presenti sul territorio della Sardegna


Settore
di riferimento

Nome

Ente coordinatore

1Avviso

EGOS - e-government Sardegna

Ass.to AAGG RAS

NEXT - Network EXtentions for Territories

Amm.ne Prov.le Nuoro

eMOUNSAR - eMOUNtain SARdegna

C.M n9 del Nuorese

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Principali progetti di e-gov e SI presenti sul territorio della Sardegna (segue)


Settore
di riferimento

Nome

Ente coordinatore

misura 6.3
POR 00-06

e-government regionale (Finanziamento di progetti di diffusione dellinnovazione tecnologica


e dei servizi multimediali nella PA)

Ass.to AAGG RAS - SIR

SITR - Sistema Informativo Territoriale Regionale

Ass.to EELL

Marte II - Moduli di Apprendimento su Reti Tecno-Educative (Connettivit)

Ass.to AAGG RAS - SIR

Regione Digitale (Sistema integrato informatico/telematico che coinvolge


lintera struttura dellAmministrazione regionale)

Ass.to AAGG

Ampliamento della Rete Telematica dellAmministraz. Regionale

Ass.to EELL

Convergenza della telefonia nella Rete Telematica Regionale

Ass.to EELL

Azioni
DIESIS - Driving Innovatives Exploits for Sardinian Information Society
Innovative FESR

Ancinet

Sicilia

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Durante il periodo 2003-2004 la Regione Siciliana stata impegnata nellimplementazione delle politiche per le-government e la societ dellinformazione nonch nellaggiornamento di quelle gi in vigore. Dopo aver definito nel 2002 le politiche ICT per
la PA nel febbraio del 2003 la Regione si dotata della Strategia Regionale per lInnovazione per la Sicilia (SRI Sicilia) concernente le PMI e la ricerca scientifica. Tale documento
di policy ha i seguenti obiettivi:
a) potenziare le capacit dinnovazione del tessuto economico siciliano.
b) sostenere nuovi percorsi di sviluppo attraverso la valorizzazione della conoscenza
prodotta in Sicilia e la nascita di nuove imprese basate sulle tecnologie.
Due obiettivi con diversa caratterizzazione in termini di risorse, di beneficiari, di
impatto. Obiettivi che da un lato vogliono superare la debolezza della Sicilia nei confronti
dellinnovazione dallaltro valorizzano le potenzialit migliori della Sicilia, con unazione
mirata, selettiva, che rafforza quelle iniziative e quelle aree di eccellenza (anche attraverso la creazione di impresa basata sulle tecnologie) gi visibili ed in grado di competere sul mercato internazionale.
Nel medesimo anno stato approvato il Documento di Programmazione EconomicoFinanziaria (DPEF) che nel Capitolo II - la politica economica - dedica il paragrafo 2.4.12

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

al ruolo delle ICT nella crescita socio-economica del territorio siciliano. Tale documento
di policy riconosce un ruolo strategico per lo sviluppo della SI in Sicilia al Progetto Integrato Regionale PA regionale e societ dellinformazione (in corso di definizione) il cui
obiettivo coordinare e monitorare tutte le azioni di informatizzazione rivolte alla PA regionale inserite nel Complemento di Programmazione, al fine di garantire la coerenza complessiva e massimizzare lefficacia degli interventi.

Nuove policy e strumenti di attuazione


Livello

Documento

Data di pubblicazione

Generale

Documento di programmazione economico finanziaria


regionale (DPEFR 2004 2006)

Approvato dallARS nella seduta del 28 ottobre


2003 con Ordine del Giorno n. 295

Generale

Complemento di Programmazione del


POR Sicilia 2000 - 2006

Adottato dalla giunta di Governo con deliberazione


11/12/2003, n.378

Settoriale

SRI Sicilia - Strategia Regionale per lInnovazione


per la Sicilia (2002-2006)

Approvato dalla giunta regionale con deliberazione


27/01/2003, n.21 del Comitato
di Sorveglianza del POR Sicilia del 19/02/2003

Infine la giunta di Governo con deliberazione 11/12/2003, n.378, ha modificato il


Complemento di Programmazione al POR SICILIA 2000-2006.

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Attore centrale delle politiche di innovazione per le-government e la societ dellinformazione amministrazione regionale lAssessorato bilancio e finanze. Tale Assessorato oltre ad avere la delega per linformatizzazione della PA sede dellAISI e del CSIR.
LAssessorato regionale bilancio e finanze attua le politiche ICT attraverso la misura 6.05
del POR Sicilia 2000-2006.
La legge regionale 3 maggio 2001, n.6 prevede inoltre la creazione della Societ
mista di servizi info - telematici (in fase di realizzazione).
Allinterno degli Enti provinciali e dei Comuni capoluogo questo il quadro degli
attori politici che hanno una delega specifica per le tematiche relative alle-government,
alla SI e allICT

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Agrigento

Assessorato servizi informatici, SIT, trasporti e personale

Sindaco con deleghe: urbanistica, sport, informazione,


immagine, patti territoriali, informatica,
pianificazione del territorio

Caltanissetta

Assessorato bilancio e finanze, patrimonio e provveditorato,


servizi informatici, promozione dellEnte e politiche
di decentramento

Assessore con deleghe: risorse umane, politiche giovanili,


trasparenza, affari legali, URP informatizzazione,
decentramento

Catania

Assessorato provveditorato, economato e servizi informatici

Assessore con deleghe: politiche scolastiche,


pubblica istruzione, informatizzazione,
edilizia scolastica, formazione, commercio estero

Enna

Messina

Assessorato al bilancio e programmazione,


controllo di gestione, informatizzazione, gestione e
valorizzazione del patrimonio, pari opportunit

Assessore con delega: centro elettronico, censimento,


statistica, toponomastica

Palermo

Assessorato al patrimonio, demanio, provveditorato


e allinformatizzazione

Assessore con deleghe: contabilit e bilancio, risorse e


finanza innovativa, servizi tributari, controllo di gestione,
sistemi informativi.

Ragusa

Assessore con deleghe: gestione e sviluppo, risorse umane,


pari opportunit, riorganizzazione dei servizi,
informatizzazione, polizia municipale e sicurezza
pubblica, mobilit e trasporti

Siracusa

Assessorato a protezione civile, Pianificazione territoriale,


Trasporti ed Informatizzazione

Assessore con deleghe: informatizzazione, metano, sogeas,


servizi demografici, personale

Trapani

Sindaco con deleghe: statistica, informatizzazione,


innovazione tecnologica

Alcune Province e Comuni capoluogo hanno costituito societ esterne partecipate


in tema di ICT, al riguardo si segnalano:
FELUCA S.p.A. Societ mista a partecipazione pubblica (nei soggetti del Comune e
della Provincia regionale di Messina) e privata (nella persona giuridica della societ
cooperativa Intermedia a r.l.) costituita ai sensi del D.lgs 468/97
SISPI Sistema Palermo Informatica S.p.A. La SISPI una S.p.A. il cui pacchetto azionario detenuto da due soli azionisti:- Comune di Palermo, che possiede il 51%
delle azioni;- Finsiel, che possiede il 49% delle azioni. Costituita nellanno 1988 a
norma dellart. 18 della L.R. 9/86

I progetti di innovazione
I progetti di innovazione qui considerati riguardano le iniziative in fase di attuazione nel 2004 per lo sviluppo delle-government e della societ dellinformazione che hanno
come soggetto coordinatore o partecipante la Regione Siciliana.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Alcuni progetti di e-gov e SI coordinati e partecipati dalla Regione Siciliana


Progetto

Ambito Prioritario

Settori PA coinvolti

S.I.C.S.

Servizi di e-government

Assessorato territorio ed ambiente, dipartimento urbanistica

Azioni di implementazione del sistema


dei servizi pubblici impiegati

Servizi di e-government

Agenzia per limpiego

S.B.R. Sistema Bibliotecario regionale

Servizi di e-government

Dipartimento beni culturali ed ambientali

Catalogo Unico dei Beni Culturali

Servizi di e-government

Dipartimento beni culturali ed ambientali

Gestione delle informazioni relative


alle tematiche Paesaggistiche
ed elaborazioni Gis-Web

Servizi di e-government

Dipartimento beni culturali ed ambientali

Il cablaggio

Infrastrutture

Dipartimento Bilancio e Tesoro

Realizzazione del sistema informativo


sulla qualit delle acque

Servizi di e-government

Servizo Tecnico idrografico

Progettazione ed organizzazione
del Sistema Informativo Regionale
ed Ambientale (SIRA)

Servizi di e-government

Territorio ed Ambiente

Sistema informativo e di monitoraggio


acque e servizi idrici

Servizi di e-government

Territorio ed Ambiente

Reti regionali e servizi infrastrutturali


La Regione Siciliana ha concluso durante il 2003 uno studio di fattibilit sulla rete
regionale della pubblica amministrazione. A seguito di tale studio stata avviata la procedura per la realizzazione della rete e dei servizi abilitanti. Sono altres in corso di valutazione i progetti presentati da Comuni e da Province che riguardano la realizzazione di
reti civiche, allinterno delle quali sono previsti anche interventi di tipo infrastrutturale.
Allo stato attuale attiva solo la rete a larga banda che interconnette gli uffici centrali
della pubblica amministrazione regionale, basata su connettivit IP.

Toscana

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Per la Toscana il 2003 stato dedicato alla messa in cantiere dellinsieme dei progetti rivolti alla societ dellinformazione, rispettando i tempi previsti. Il Piano eToscana,
che terminer i lavori con il 2005, per quanto riguarda le-government comprende attual159

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

mente sia i progetti del 1 Avviso sia quelli finanziati dalla Regione con risorse proprie,
con interventi infrastrutturali e di tipo applicativo. Nella seconda fase delle-government,
previsto lulteriore potenziamento della rete regionale ed il riuso delle soluzioni toscane.
Per quanto riguarda altri interventi significativi per la SI, si segnalano il Piano sanitario, con vigenza il 2002-2004, il sistema regionale di web-learning Trio, il Portale per la
Toscana, ed infine le iniziative del DocUP. Nel 2005 larga parte di essi avr terminato il
rilascio dei prodotti e delle soluzioni, dando cos una copertura significativa di servizi nellintera regione. Le risorse finanziarie investite in questo sforzo ammontano a circa 128
milioni di , dei quali circa il 40% coperto dalla Regione Toscana.
Nuove policy e strumenti di attuazione
Livello

Documento

Data di pubblicazione

Generale

LR 26 gennaio 2004, n 1
Promozione dellamministrazione elettronica
e della societ dellinformazione e della conoscenza
nel sistema regionale. Disciplina della Rete telematica
regionale toscana

BURT 30/01/2004, n 3. Entrata in vigore il giorno


successivo

Settoriale

Costituzione di un Centro Open Source della Toscana

Piano di attivit della Rete per il 2004

Al fine di consolidare le numerose iniziative indicate e dar loro un chiaro inquadramento politico - strategico, si segnala lapprovazione della legge regionale n. 01/04
per la Promozione dellamministrazione elettronica e della societ dellinformazione e della
conoscenza nel sistema regionale. Questo il primo atto del genere in Italia a disciplinare tale tema a livello regionale, definendo in modo organico le azioni future e sancendo
linteresse dei soggetti della Rete Telematica Regione Toscana (RTRT) sulle dinamiche di
sviluppo del territorio. Altro importante sviluppo la costituzione del Centro Regionale
sul tema dellopen source, promosso dai soggetti aderenti ad RTRT finalizzato allanalisi
delle ripercussioni organizzative, di costo, di efficienza nonch degli aspetti contrattualistici inerenti al software a codice sorgente aperto.

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Il referente politico per lAmministrazione regionale lAssessorato organizzazione,
sistema informativo regionale e infrastrutture tecnologiche
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo stato rilevato che tutti gli Enti provinciali e dei Comuni capoluogo della Toscana hanno responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government, della SI e dellICT. Le societ
di servizi ICT partecipate da Province e Comuni capoluogo rilevate sono

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Servizi ICT partecipante da province, Comuni e Capoluoghi


Provincia

Comune capoluogo

Arezzo

ARTEL S.r.L.

ARTEL S.r.L.

Grosseto

ARTEL S.r.L.

Lucca

Lucense S.p.A.

Pisa

Polo scientifico e tecnologico rete per PMI

Firenze

AGESTEL S.p.A. (AGES S.p.A.)


S.I.T.I.MET S.p.A.

Pistoia

Publinet e Publicom S.p.A.

Prato

PIN Scrl- Servizi Didattici e Scientifici per l'Universit di Firenze - ASEL Ricerche

Consiagnet

Siena

Terre Cablate, ARTEL, Etruria Telematica S.r.L.

Siena Innovazione

I progetti di innovazione
Linsieme dei progetti promossi dagli enti locali che insistono sulla Toscana, facenti
parte di eToscana e finanziati da DIT e/o Regione vedono un investimento complessivo
di oltre 12 milioni di ed entreranno a regime entro la fine del 2005. Accanto a tutti i
progetti ammessi a cofinanziamento sul 1 Avviso, le iniziative progettuali regionali si
completano con laggiunta di C2 - Cadi nella rete, che ha ricevuto un finanziamento di
pi di 500 mila euro sulla azione 2.8.4. del DocUP, e di quelle azioni degli enti locali sul
tema delle-government che, pur non ammesse a cofinanziamento sul primo avviso, hanno
continuato il loro percorso nel rilascio dei risultati (A8-Pobanda e B3-Reform della Provincia di Pisa, C1-SUAPC della Provincia di Firenze, D6-Multipay del Comune di Prato,
H1-MetaBC del Comune di Livorno, H2 - Prestito Bibliotecario on-line - della Provincia di Prato, Pfa del Comune di Sesto Fiorentino). Per quanto riguarda i progetti promossi
dalla Regione Toscana, sono in corso di realizzazione anche alcuni dei progetti coordinati
dalla Regione non ammessi al cofinanziamento sul primo avviso (A6, C6 e F1), per
il cui dettaglio si rimanda al Report regionale.

I servizi di e-government
Tra i progetti di innovazione che si segnalano nel panorama toscano, ve sono due
di sicuro interesse implementati dal Comune di Livorno: il MetaBC ed il sistema di e-procurement.
Il Progetto MetaBC, attualmente attivo pur non nella diffusione territoriale prevista nel piano mandato al DIT, consente di consultare on-line diverse tipologie di beni culturali, sopperendo in tal modo alla carenza di informazioni strutturate che spesso rende
difficile la loro ricerca. Il Metaopac del Comune di Livorno realizza un OPAC di un OPAC,
ossia crea una infrastruttura dati che consente di ricercare informazioni nei cataloghi di
diverso tipo presenti su Internet, mediante lo standard de facto z39.50. Si tratta di una
soluzione ampliamente riusabile per la pubbliche amministrazioni ed tra le pi impor-

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

tanti nei campo dei servizi ai cittadini riferiti al turismo ed ai beni culturali. Consente
infatti di ottenere informazioni partecipate e non cumulate e d la ubicazione esatta degli
stessi. Sar cos possibile, a regime, inserire nome di un autore e fare un viaggio nella
citt alla ricerca di tutti i beni che lo riguardano, guidati dalla mappa e dalle informazioni avute su Internet.
Il secondo progetto, inerente le-procurement, offre vari spunti di interesse sia dal
punto di vista dei risparmi che consente nel campo degli acquisti di beni e servizi da parte
delle PA, sia da quello dello snellimento delle procedure. Il sistema di gare on line di Livorno
disciplinato da un regolamento del Comune che ne dispone il funzionamento, in stretta
connessione con il DPR n. 101/2002 (recante le norme per lacquisto di beni e servizi mediante
procedure telematiche). Il sistema implementato consente di fare gare on-line, nei limiti
consentiti dalla normativa, nonch di acquistare sul mercato elettronico (in fase sperimentale) e di scegliere il fornitore con il quale stipulare una convenzione. Tra gli aspetti
pi interessanti di tale iniziativa vi la possibilit offerta di creare nel prossimo futuro
un centro dacquisto, in cui ogni ente potr comprare beni e servizi. Potr essere un esempio utile da replicare su scala regionale.
Nel Report regionale poi rappresentata lanalisi condotta sui siti degli enti locali
toscani. Lindagine, condotta tra novembre e gennaio 2004, intende essere uno strumento
per riflettere sullo stato di attivazione e sui servizi offerti da questi sportelli telematici,
soffermandosi su set minimo di informazioni, valido sia per i piccoli comuni sia per i grandi.
Per i risultati di tale studio si rimanda al Report.

Reti regionali e servizi infrastrutturali


Esiste un filo rosso assai visibile nel percorso degli ultimi dieci anni che ha portato alla evoluzione della Rete Telematica: lo stretto senso di partecipazione degli enti
toscani e la sussidiariet dei ruoli. anche il corpus della LR 01/04 dalla quale si evince
la stretta partecipazione dei soggetti alla evoluzione della Rete. Gli organi individuati infatti
sono chiamati, ognuno in base alle proprie competenze, a indirizzare o ad attuare limplementazione della RTRT. La Regione in questo ambito, secondo quanto prescritto dallart. 9, ha compiti di promozione, cofinanziamento e gestione dellinfrastruttura tecnologica della Rete, ivi compresi i servizi di base e per la cooperazione applicativa. Rimane
fermo cio il ruolo di soggetto chiamato a mettere in campo tutte le azioni affinch gli
enti toscani possano dialogare tra loro in un quadro condiviso. Proprio per sostenere un
armonico sviluppo in questa direzione stata redatta una direttiva volta a definire le politiche regionali per un armonico sviluppo del sistema telematico. Tale atto, approvato l8
settembre 2003, prende significativamente il nome di Le infrastrutture per la societ dellinformazione e per le-government; esso definisce la cornice allinterno della quale si
svilupperanno le architetture infrastrutturali di Regione, enti ed aziende della Regione.
noto che nel potenziamento della RTRT agiscono tre progetti: A1, A3, A7. A
questi si aggiunto il Progetto A2 per la sicurezza, la validazione e laccesso sicuro ai
servizi della PA. Il progetto A1 ha al momento realizzato uno dei passi pi importanti

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

per il sistema toscana, ossia la realizzazione di una rete regionale estesa, mediante gli
ISP accreditati, che garantisce oggi alle amministrazioni di poter disporre di una rete pi
capillare e veloce. La messa in esercizio del TIX inoltre d alla Toscana un NAP/EPO che
anche nodo cruciale, oltre che nel sistema Regione, per il futuro SPC. Il TIX come noto
poi anche un Centro Servizi che garantisce il mantenimento di adeguati livelli di qualit, mediante il monitoraggio della parte NAP, dellinfrastruttura di trasporto di RTRT, nonch dei servizi erogati. Il complesso di soluzioni attivate, aggiunte al sistema di cooperazione applicativa del Progetto A3, pone la Toscana gi in linea con il quadro nazionale in tema di rete unitaria e d altres agli enti del territorio la possibilit di interconnettersi col mondo delle PA nazionali, senza ulteriori aggravi e potendo contare su un
supporto tecnologico di alta competenza (le caratteristiche di RTRT sono poi in linea con
il Q3I).
Altra peculiarit del sistema di sviluppo toscano, la volont di dirigere gli investimenti pubblici anche per sollecitare il mercato privato degli operatori ICT, favorendo
cos lo sviluppo delleconomia del territorio (una logica, questa, che il filo conduttore
del Piano eToscana). La parte che appare pi problematica per lo sviluppo della SI rimane
quella della fornitura di connettivit in larga banda ai cittadini residenti nei territori attualmente non coperti. Essendo il mercato toscano non ricco di un alto numero di operatori
di telecomunicazioni, appare evidente che su certe zone occorrer sollecitare investimenti
pubblici atti a creare le condizioni affinch un operatore privato abbia convenienza ad
investire. La possibilit, attualmente allo studio in Regione, potrebbe passare anche tramite la costituzione di societ partecipate dagli enti locali o bandi di progetto.

Umbria

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Gli interventi per lattuazione delle politiche di sviluppo della SI si basano principalmente sulla condivisione delle strategie e delle attivit con lintero territorio. In tale
ottica con LR 31 luglio 1998, n. 27, si istituisce il Consorzio Sir Umbria quale luogo equiordinato dove il sistema istituzionale umbro concorda e realizza progetti ed azioni condivise per lo sviluppo della societ dellinformazione. Lambito di intervento dunque lo
sviluppo della societ dellinformazione e lintroduzione di processi innovativi nella pubblica amministrazione con lo scopo prioritario di favorire la partecipazione di tutti gli enti
al complessivo processo di sviluppo della societ regionale della informazione in Umbria.
Il percorso comune del territorio umbro verso lo sviluppo della SI continuato durante

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

lanno 2003; oltre allavanzamento dei programmi in corso e descritti nel precedente report,
sono stati sviluppati importanti strumenti di programmazione e di definizione delle politiche di sviluppo della SI. Il principale fra tutti il Piano per la SI, documento di indirizzo di tutte le iniziative per la costruzione di un quadro unitario delle azioni previste
nelle diverse materie e dai diversi strumenti di programmazione attivi sul territorio, ad
esso si affianca il Piano di e-government della Regione Umbria 2002 che si inserisce nel
pi ampio governo del territorio definito dal DocUP ob. 2 (2000-2006).

Nuove policy e strumenti di attuazione


Livello

Documento

Data di pubblicazione

Generale

Piano regionale della societ dellinformazione

Approvato con DGR 30 luglio 2003, n. 1177

Complemento di programma al DocUP 2000-2006

Approvato dal Comitato di sorveglianza


il 20 giugno 2003, versione 4

Documento annuale di programma DAP 2003-2005

Approvato con deliberazione del Consiglio regionale


18 febbraio 2003, n. 279 pubblicato sul
supplemento straordinario del BUR 5 marzo 2003, n.10

Piano sanitario regionale 2003-2005

Approvato con DCR 23 luglio 2003, n. 314


Pubblicato sul Supplemento ordinario al BUR
serie generale 7 agosto 2003, n.36

Settoriale

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
I referenti politici per lAmministrazione regionale sono:
Assessorato alle risorse finanziarie, organizzazione e riforma della pubblica amministrazione, sistema informativo, ricostruzione; responsabilit di coordinamento di
azioni e programmi integrati per il Piano integrato di sviluppo dellarea del terremoto
Assessorato alla mobilit e infrastrutture, urbanistica, nuove tecnologie
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,
della SI e dellICT:

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Schede regionali di sintesi

Soggetti politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo

Perugia

Provincia

Comune capoluogo

Assessorato alla gestione del personale, organizzazione,


formazione del personale, servizi sul territorio, scuola
di pubblica amministrazione, sistema informativo,
servizi sociali, sviluppo economico, turismo, artigianato
e commercio, progetto giovani, accesso alle risorse della
Unione europea e nazionali, LR n. 33/94 motorizzazione civile,
programmazione negoziata.

Assessorato alle risorse umane e organizzazione, con delega


a informatizzazione del comune e delle circoscrizioni
e a politica delle qualit dei servizi e
dello sportello del cittadino

Assessorato alle infrastrutture e reti, sport professionistico


con delega per impianti tecnologici
Terni

Assessorato alla riforma procedimento amministrativo,


urbanistica, turismo, affari generali, rapporti con il consiglio

Assessorato alla macchina comunale e politiche dello sviluppo,


riforma macchina comunale

Assessorato al personale, attivit produttive (industria,


artigianato, commercio, agricoltura, cooperazione),
informatizzazione, statistica

Assessorato alle politiche per l'innovazione e politiche comunitarie

I progetti di innovazione
Il territorio umbro ha risposto al 1 Avviso di e-government con il multiprogetto
e-gov Umbria composto da 7 progetti e con i due progetti Comuni dEuropa e Borghi
pi Belli. Sono stati ammessi al finanziamento DIT, solo quattro dei progetti di e-gov
Umbria, e i progetti CE e Borghi pi Belli. Si ritenuto importante realizzare lintero Multiprogetto, anche al di l del cofinanziamento DIT attraverso lutilizzo di risorse regionali
destinate alla realizzazione dei tre progetti non ammessi. Il Consorzio Sir Umbria ha coordinato le fasi di elaborazione del multiprogetto e-gov Umbria e ne supporta la fase esecutiva.
Nella tabella sottostante si evidenziano i tre progetti inclusi nel multiprogetto non
cofinanziati ed altre iniziative regionali che completano la strategia progettuale del territorio.

Alcuni progetti di e-gov e SI del territorio umbro


Progetti

Coordinamento

INTERPA

Provincia di Terni

C-C

Comunit Montana monte Peglia

Pits

Regione Umbria

INA /SAIA

Consorzio SIR Umbria - Comune di Perugia

Umbri@in.action

Regione Umbria

Sens@alternato

Consiglio Regionale dellUmbria

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Schede regionali di sintesi

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Reti regionali e servizi infrastrutturali


La Rete regionale umbra (denominata ComNet Umbria) che implementa il modello
del Sistema Pubblico di Connettivit (SPC) definito dal CNIPA. La rete ad oggi installata e perfettamente funzionante, interconnette la totalit degli enti locali (113 enti). La
ComNet Umbria nasce con lobiettivo di creare uninfrastruttura per linterconnessione di
tutte le pubbliche amministrazioni, caratterizzata da livelli di servizio, relativi al trasporto
delle informazioni e alla sicurezza di queste, con caratteristiche di prestazioni e qualit
omogenee e misurate su tutto il territorio nazionale.

Valle dAosta

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
La Regione Valle dAosta, come previsto della legge regionale 12 luglio 1996 n.16,
ha elaborato il Piano triennale 2004-2006 per lo sviluppo della societ dellinformazione
e per le-government.
Il piano pone particolare attenzione alla realizzazione della RUPAR, allidentificazione in rete attraverso levoluzione degli strumenti gi in uso (Carte Valle, Carta Infocamere) nonch la sperimentazione di nuovi strumenti (Carta dIdentit Elettronica). La
cooperazione applicativa trova il suo naturale sviluppo nel completamento di progetti quali
il Centro Smistamento Informazioni Anagrafiche (CSIA), lo Sportello Unico delle Attivit
Produttive (SUAP), il progetto SIGMA-TER e il progetto di interscambio documentale INPA.
Per quanto riguarda lofferta dei servizi on-line, si prevede la realizzazione dellUfficio relazioni con il pubblico on line e la realizzazione di portali tematici/verticali nei
settori del turismo e del lavoro. La qualit sar assicurata mediante lintroduzione di una
carta dei servizi.
Coerentemente con il Piano triennale, ogni anno adottato un Piano operativo annuale
(POA).
A livello locale, la principale novit rappresentata dal Piano triennale 2003 - 2005
per lo sviluppo del sistema informativo del Comune di Aosta. Il piano, perfettamente integrato con gli indirizzi regionali, assume particolare rilevanza per la ricaduta che alcune
soluzioni sullintegrazione e cooperazione applicativa con altre PAL/PAC hanno a livello
regionale.
Per quanto riguarda le novit di policy in ambito settoriale, la legge regionale
31/03/2003, n. 7 prevede disposizioni in materia di politiche regionali del lavoro, formazione professionale e di riorganizzazione dei servizi per limpiego.

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Schede regionali di sintesi

Nuove policy e strumenti di attuazione


Documento
Piano pluriennale per il triennio 2004-2006 (settore informatica)
Piano operativo annuale (settore informatica) Riprende e contestualizza al 2004 la programmazione triennale
Piano triennale Servizio sistemi informativi - Comune di Aosta
Legge regionale 31/03/2003 n. 7 Disposizioni in materia di politiche regionali del lavoro, formazione professionale
e di riorganizzazione dei servizi per limpiego

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Allinterno dellamministrazione regionale la responsabilit politica spetta allAssessorato
bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali. Le societ di servizi ICT partecipate dalla Regione sono IN.VA. S.p.A. e Centro Sviluppo S.p.A.
Per quanto riguarda il comune di Aosta, la competenza specifica sui temi dellegovernment e della SI fa capo allAssessore ai servizi informatici comunali.
Con deliberazione di giunta 22 aprile 2003, n.1621 stato ricostituito il comitato
misto Regione ed Enti locali sul sistema informativo regionale, con il compito di garantire la cooperazione tra lente Regione e gli enti locali del territorio per lattuazione delle-government e per lo sviluppo della societ dellinformazione in Valle dAosta, nonch
funzione propositiva e consultiva sul sistema informativo regionale.

I progetti di innovazione
La Regione autonoma Valle dAosta partecipa ai progetti 1 Avviso INPA (capofila
Regione Piemonte) e SIGMA-TER (capofila Regione Emilia Romagna).
Il progetto SIGMA-TER, condotto in collaborazione con le regioni Emilia - Romagna, Liguria, Abruzzo, Toscana ed il Ministero delle Finanze, prevede la creazione di una
replica ufficiale degli archivi del catasto presso le Regioni allo scopo di erogare servizi
innovativi. Le informazioni verranno veicolate attraverso un centro servizi dedicato, appositamente creato nellambito del progetto. Le attivit e gli sviluppi previsti saranno di
supporto alla fase di decentramento delle funzioni catastali verso i comuni e costituiranno
di fatto uno dei cardini del futuro Sistema Informativo Territoriale basato sulla condivisione e scambio di informazioni tra i diversi attori operanti sul territorio.
Per quanto riguarda il progetto INPA, il coinvolgimento connesso alle fasi di definizione dei requisiti del sistema e di svolgimento del test di integrazione, nonch alle
attivit di revisione dei documenti, di analisi e di rilascio.
Il Programma regionale di Azioni Innovative VINCES, in scadenza il 31/12/2003,
stato prorogato fino al 31/12/2004 per consentire il completamento della sperimenta-

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zione in corso di modalit innovative di accesso alla rete per cittadini ed imprese. Gli
interventi previsti dal programma si muovono su tre direttrici strategiche (infrastruttura
telematiche per le PMI, progetti pilota nelle scuole, aree prive di infrastrutture di base)
trasversali allambito settoriale della formazione e del lavoro (mediante iniziative di telelavoro e teledidattica) e allincremento di dotazione e accesso infrastrutturale generale
sia della PA che del settore produttivo/imprenditoriale.

Veneto

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
La Regione del Veneto ha impostato in tema di SI e di e-government, gi a partire
dal 2002, una dettagliata pianificazione tramite lapprovazione del Piano di sviluppo informatico e telematico del Veneto (DGR 18/1/2002, n. 56) e del Piano di sviluppo della societ
dellinformazione (DGR 9/8/2002, n. 2386), che stabiliscono le linee guida per levoluzione del SIRV (Sistema informativo regionale del Veneto) a net - SIRV, il sistema in rete
dei veneti per i veneti, volto a conseguire sia obiettivi di ammodernamento e semplificazione dei rapporti tra il cittadino e lamministrazione pubblica, che a stimolare e muovere tutta la societ veneta nel suo complesso.
Nel corso del 2003, oltre allavanzamento delle iniziative derivanti dai due Piani
sopra menzionati e da altri gi esistenti (come ad esempio il DocUP 2000-2006 - misura
2.5), sono stati esplicitati altri indirizzi programmatici: in particolare la Regione del Veneto
ha dato seguito alle indicazioni che scaturiscono dalla delibera CIPE 9/5/2003, n. 17, individuando i settori di maggior interesse e le conseguenti iniziative da sviluppare allinterno dellAccordo di Programma Quadro sulla societ dellinformazione che sar stipulato
entro il 2004.
Da sottolineare, infine, lindividuazione degli interventi regionali a favore dei Patti
territoriali, finalizzati alla diffusione di reti e sistemi informativi.
In dettaglio le policy relative al 2003 sono

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Schede regionali di sintesi

Titolo Documento

Vigenza

DGR 18/9/2003, n. 94/CR


delibera CIPE 09/05/2003, n. 17:
Individuazione dei settori prioritari, criteri di selezione degli interventi e adempimenti di attuazione

2003-2005

DGR 19/12/2003, n. 3927


delibera CIPE 09/05/2003, n. 17 Risorse con destinazione al settore della societ dellinformazione.
Individuazione interventi da comunicare al CIPE

2003-2005

DGR 11/4/2003, n. 1070


Interventi regionali per i patti territoriali. Modalit di attuazione per l'anno 2003

2003

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Il referente politico per lAmministrazione regionale lAssessorato alle politiche delloccupazione, della formazione, dellorganizzazione e delle autonomie locali.
Per quanto riguarda gli attori a livello di Province e Comuni capoluogo sono stati
rilevati i seguenti responsabili politici con delega specifica sui temi delle-government,
della SI e dellICT e le societ di servizi ICT partecipate
Attori politici con delega specifica su e-gov, SI e ICT delle Province e dei Comuni capoluogo
Provincia

Comune capoluogo

Belluno

Assessorato a bilancio, programmazione, personale,


organizzazione generale, informatica, politiche del territorio

Assessorato a servizi informatici, politiche ambientali,


servizi manutentivi al territorio

Padova

Assessorato a servizio informatico CED, sistema


informativo territoriale, statistica, gestione servizi tecnologici
e telefonici, caccia e pesca, polizia provinciale di concerto
con il presidente, protezione civile

Assessorato a decentramento, rapporti con il Consiglio comunale,


edilizia comunale, istanze dei cittadini, arredo urbano,
servizi informatici e telematici

Rovigo

Direzione e Segreteria Generale della giunta provinciale

Assessorato a personale, bilancio e tributi, informatizzazione,


qualit, URP

Treviso

Assessorato a assistenza, Centro Elaborazione Dati (CED),


emigrazione, immigrazione, pari opportunit, politiche
per la famiglia, politiche sociali, sanit, sistema
informativo territoriale integrato, volontariato

Assessorato a politiche per le pari opportunit, per l'organizzazione


e relativa logistica, per l'e - governement e l'e procurement,
politiche per la cultura, politiche per la scuola di competenza
comunale (asili nido, materne, elementari, medie) ed i giovani

Venezia

Assessorato a bilancio e finanza provinciale,


informatizzazione e delega speciale al PRUSST
della riviera del Brenta

Verona

Vicenza

Assessorato a lavoro, politiche per l'occupazione, programmazione


delle politiche del lavoro, risorse umane del Comune,
new economy, formazione professionale e continua,
innovazione amministrativa
Assessorato a personale e organizzazione logistica

Assessorato a personale, all'organizzazione, ai servizi


statistico - demografici

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Comune
Padova
Rovigo
Verona
Vicenza

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Societ esterna partecipata


> APS S.p.A./Telerete Nordest
> ASM Rovigo S.p.A.
> AGSM S.p.A.
> AIM S.p.A.

I progetti di innovazione
Il Report regionale considera le iniziative messe in campo per lo sviluppo dellegovernment e della SI che hanno come soggetto coordinatore o partecipante la Regione
del Veneto, oltre a tutti i progetti di e-government cofinanziati dal 1 Avviso DIT.
In particolare la Regione ha sviluppato alcuni progetti nellambito dei seguenti documenti di programmazione:

Programma regionale di Azioni Innovative FESR


Accelerare lo sviluppo e la diffusione dei servizi on line nella Regione Veneto
Progetto
Progetto
Ambito prioritario
Altri enti partecipanti
Stato di avanzamento
Note descrittive

S.A.F.E. Commerce
e commerce
Unioncamere Veneto
terminato a dicembre 2003
Lobiettivo del progetto era quello di accelerare lo sviluppo integrato di forme di garanzia e di fiducia nei
servizi on line, con particolare riferimento al commercio elettronico in Internet. Il focus principale del progetto
stato quindi quello di sviluppare un forte modello di generazione della fiducia collegato alla sicurezza
informatica, da confrontare con alcune best practices a livello nazionale ed internazionale da proporre alle PMI.

Progetto
ambito prioritario
altri enti partecipanti
stato di avanzamento
Note descrittive

Veneto Net ELTW


telelavoro
Veneto Innovazione S.p.A.
terminato a dicembre 2003
Lobiettivo di riprogettare e testare forme innovative di organizzazione del lavoro attraverso lo sviluppo del
telelavoro in alcune specifiche filiere produttive e di aumentare quindi la competitivit di tutte le aziende
coinvolte nella filiera stessa, oltre che incentivarne il decentramento territoriale.

Progetto
ambito prioritario
altri enti partecipanti
stato di avanzamento
Note descrittive

My Portal
e-government
Comunit Montana Feltrina
terminato a dicembre 2003
Il progetto prevede la realizzazione di un portale innovativo che rappresenti il punto di contatto unico tra
cittadini, imprese e PA locali per lerogazione di servizi on line verso cittadini e imprese.
My Portal utilizza tecnologie avanzate che forniscono un sistema di autenticazione attraverso il quale vengono
messi a disposizione servizi e informazioni, personalizzabili dallutente stesso in funzione delle proprie
necessit. Una volta entrati nel sistema, i cittadini e le imprese trovano contenuti di carattere informativo,
servizi applicativi (pagamento tributi, monitoraggio pratiche, presentazioni di domande) e spazi di
partecipazione.

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Schede regionali di sintesi

Programma regionale di Azioni Innovative FESR


6 programma quadro IST (Information Society Technologies)
Progetto
Progetto
Ambito prioritario
Altri enti partecipanti
Stato di avanzamento
Note descrittive

Terregov
e-government
Consorzio di 16 istituzioni europee (tra cui la Regione del Veneto)
Il progetto nella fase iniziale e prevede una durata di 4 anni (2004-2007)
Il progetto si presenta come punto di riferimento tecnologico in Europa per la realizzazione di servizi di egovernment, da parte delle amministrazioni, secondo due dimensioni:
Web - services integrati, con sistemi di workflow e processi, in grado di riconfigurarsi grazie allintroduzione
della semantica
Realizzazione di strumenti di supporto per i pubblici dipendenti, il cui ruolo diventa sempre pi quello di
citizen advisor (consulenti ai cittadini)

Bolzano

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Il quadro delle politiche di innovazione nella provincia di Bolzano attualmente
incentrato sullelaborazione del Piano dazione per lo sviluppo della societ dellinformazione (E-Sudtirol). Lelemento di maggiore novit rispetto allo scorso anno, infatti, rappresentato dalla delibera 12 gennaio 2004, n. 8, con la quale la giunta provinciale ha stabilito i tempi e le modalit per giungere allapprovazione di un Piano dazione condiviso
dallintera societ altoatesina. Per far questo, associazioni di categoria, sindacati, mondo
della scuola e della ricerca saranno coinvolti e potranno apportare le proprie osservazioni
e integrazioni. Lobiettivo quello di giungere allapprovazione del Piano da parte della
giunta entro lautunno del 2004.
Il piano E-Sudtirol andr ad integrarsi con quanto indicato nella misura 2.2 del DocUP
2000-2006, che ispira le politiche della Provincia autonoma di Bolzano sulle-government
e la SI.

Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Allinterno della Provincia autonoma di Bolzano, la competenza diretta sui temi dellinnovazione tecnologica dellAssessorato allinformatica, agricoltura, libro fondiario e

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catasto.
Fra gli altri soggetti territoriali che partecipano attivamente alle dinamiche relative allattuazione delle-government, va segnalato il Comune di Bolzano, dove la competenza in carico allAssessorato ai lavori pubblici e informatica.
Oltre a quelli istituzionali, agiscono attivamente nei processi relativi ai temi di innovazione due societ ICT compartecipate da enti provinciali
Societ di servizi ICT partecipata di Enti provinciali
Titolo Documento
Informatica Alto Adige S.p.A.
La societ, composta per 2/3 dalla Provincia autonoma di Bolzano e per 1/3 dal Consorzio dei Comuni dellAlto Adige
Brennercom S.p.A.
Societ di telecomunicazioni, il cui azionista di maggioranza la Provincia autonoma di Bolzano, persegue
lobiettivo di promuovere la diffusione delle reti telematiche

I progetti di innovazione
Nel territorio altoatesino sono attualmente in campo le seguenti iniziative progettuali coordinate o promosse direttamente dalla Provincia autonoma di Bolzano:
Sister - Sistema Informativo Sanitario Territoriale
Egov - Services
Bandi di gara e Osservatorio Lavori Pubblici
Pagamento ordine Tassa provinciale per il diritto allo studio universitario
Borsa lavoro
Notifiche assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro con firma digitale
Tassa automobilistica
La Provincia autonoma di Bolzano coordina, inoltre, due progetti cofinanziati al 1
Avviso e-government del DIT (cfr. approfondimenti nel Report regionale):
- Wege2002, il cui obiettivo la realizzazione di un sistema informativo territoriale
dedicato alla gestione del catasto delle strade, e la cui conclusione prevista entro
il 2004;
- BorStudio, che gi dal novembre 2003 consente agli studenti universitari della provincia di Bolzano di presentare on line la domanda per ottenere una borsa di studio.
Infine, i progetti approvati sulla misura 2.2 del DocUP ob. 2 2000-2006, entrambi
sulla seconda linea di intervento (cooperazione fra imprese e processi innovativi nelle PMI),
sono i seguenti:

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Destinations Management System, progetto pilota per il settore turistico;


TeleFit, progetto per il sostegno delle PMI attraverso lutilizzo delle tecnologie informatiche.
Entrambi questi progetti risultano ultimati e se ne sta studiando lestensione ad altre
realt.

Trento

Levoluzione delle policy


per le-government e la SI
Per le politiche di innovazione della Provincia autonoma di Trento, il 2003 ha rappresentato lanno della definizione e del consolidamento del quadro delle attivit gi intraprese nel 2002.
Lelemento di maggiore novit rispetto al 2002, per quanto riguarda il processo di
definizione delle strategie generali, lapprovazione, il 17 ottobre 2003, del documento
E-Society: linee guida per lo sviluppo della societ dellinformazione.
Le linee guida definiscono le direzioni e gli ambiti di intervento previsti dal Programma di Sviluppo Provinciale per la XII Legislatura nel progetto societ dellinformazione (E-Society).
Per quanto riguarda gli interventi operativi, questi sono stati gli strumenti di programmazione settoriale emanati nel 2003 che hanno avuto maggiori ricadute sullattivit
generale della Provincia:
- il Piano pluriennale degli investimenti 2000-2003 per lo Sviluppo del Sistema Informativo Elettronico Provinciale (SIEP), delibera della giunta provinciale 17/04/2003,
n. 908, che pianifica annualmente gli investimenti per le azioni delle-government
provinciale e pi trasversalmente tutte le attivit delle strutture provinciali le cui
competenze, per effetto della speciale autonomia, sono particolarmente ampie;
- le Linee guida per la realizzazione della rete urbana di accesso per la banda larga,
approvate con delibera della giunta provinciale 01/08/2003, n. 1886, seguite dallaggiornamento dellAtto di indirizzo sui servizi ed infrastrutture di rete per la larga
banda, approvato con delibera della giunta provinciale 17/10/2003, n. 2637 e quindi
dalla costituzione del gruppo misto di progettazione per la progettazione definitiva dellinfrastruttura di rete per la larga banda, avvenuta con delibera 19 dicembre 2003, n. 3329.

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Gli attori dellinnovazione


per le-government e la SI
Allinterno della Provincia autonoma di Trento, le competenze relative alle-government nellAmministrazione provinciale e pi in generale allo sviluppo della societ dellinformazione nel 2003 facevano capo direttamente alla Presidenza della Giunta da un
lato e ad uno specifico comitato individuato in attuazione del Programma di Sviluppo Provinciale per la XII legislatura per la parte relativa al progetto E-Society da esso individuato. Gli attori di questo processo quindi sono da individuare per il 2003 nel:
Comitato per la formulazione dei progetti e dei piani di intervento della Provincia
per la XIII legislatura;
Comitato tecnico di esperti a supporto della giunta provinciale per il progetto eSociety, istituito con delibera GP 9/5/2003, n. 1022, che ha curato la stesura delle
linee guida per lo sviluppo della societ dellinformazione in Trentino;
A seguito della consultazione elettorale dellautunno del 2003, si segnalano rilevanti novit derivate dalla nomina dellAssessore alla programmazione, ricerca e innovazione e da una conseguente nuova visione del ruolo dellinnovazione e ricerca per lo sviluppo della comunit locale.

I progetti di innovazione
La Provincia autonoma di Trento coordina o partecipa ai maggiori progetti di innovazione presenti sul territorio provinciale. Oltre a Spo.T - SPOrtello unico Trentino per le
attivit produttive, cofinanziato al 1 Avviso per le-government del DIT e attualmente
in fase di implementazione, i principali progetti in cui lente Provincia a vario titolo
coinvolto sono

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Schede regionali di sintesi

I principali progetti di innovazione della Provincia Autonoma di Trento


Acronimo e Nome Progetto
PI-TRE Protocollo
Informatico Trentino
Centrale acquisti
(e-procurement)
ANT Alpinetwork
S-MART Success Marketing
and Rseau Transfre
Programma europeo di
azioni innovative "Gabriele":
Telecentro,
Negozio Virtuale, Anziano
ben servito e Vivibilit
delle piccole comunit
periferiche

Descrizione

Obiettivo creare un sistema di archivio con specifiche regole di gestione, che garantisca stabilit, integrit
e correttezza della memoria documentaria nel tempo e quindi anche autenticit, leggibilit e intelligibilit.
Tramite laggregazione dei diversi centri di costo, ci si propone di: generare risparmi complessivi per la PA e
altri benefici.
Il progetto intende sviluppare lutilizzo delle ICT per offrire nuove opportunit di sviluppo economico nelle
aree geograficamente svantaggiate.
Sviluppare uno strumento efficace e professionale per il trasferimento interregionale di buone pratiche su
base monetaria, adottando e migliorando metodologie testate, approcci e toolkit che riguardano
loccupazione locale.
Tramite lapplicazione e lutilizzo di mezzi tecnologici e informatici nei settori del commercio, dei servizi e
delloccupazione si punta a:
- migliorare la qualit della vita degli anziani, sia in termini di innovazione che socio-assistenziali
- facilitare linserimento professionale delle donne;
- ridurre il rischio di spopolamento delle zone periferiche svantaggiate

I servizi di e-government
Fra i servizi innovativi rivolti ai cittadini, nel Report provinciale viene segnalata
lesperienza di tre portali tematici accessibili da quello istituzionale della Provincia. Grazie a Vivoscuola, portale dellistruzione del Trentino, le scuole del territorio hanno a disposizione, gratuitamente: connessione a Internet, spazi web, caselle di posta elettronica,
aree di lavoro riservate, servizi informativi e un software dedicato allautovalutazione distituto.
Trentinocultura invece lo spazio dove un cittadino, tra gli altri servizi pu, per
esempio, consultare il catalogo bibliografico trentino e prenotare un libro in tutte le biblioteche che aderiscono al progetto e/o ritirarlo nella sede a lui pi vicina.
Il portale del Servizio sanitario del Trentino Trentinosalute.net, infine, offre a cittadini e operatori del settore servizi per la tempestiva circolazione di informazioni di pubblica utilit e laggiornamento del personale sanitario.
Tra i servizi innovativi dedicati al mondo delle imprese si segnalano fra gli altri il
Progetto di collaborazione interassociativa Nordimpresa.com e il Portale Associazione
Artigiani: sono spazi web, gestiti rispettivamente dallAssociazione Industriali e dallAssociazione Artigiani e piccole imprese della Provincia di Trento, che offrono agli associati
servizi informativi, consulenziali e formativi. Nel campo del turismo, si segnala la recente
nascita di TrentinoTIS S.p.A., societ di marketing territoriale che mira allattivazione
e gestione di un sistema finalizzato a promuovere, commercializzare e mettere in comunicazione, tramite le pi aggiornate tecnologie, lofferta turistica del territorio, e il pro-

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getto Harmonise, in cui si affrontano temi relativi allinteroperabilit dei sistemi informativi nel campo del turismo elettronico. Sul sito istituzionale della Provincia, si segnala
infine lo sportello informativo e di consulenza a servizio dei giovani imprenditori, grazie al quale si possono trasmettere, in formato elettronico e certificato allo sportello telematico dei CPI, tutte le comunicazioni inerenti alle assunzioni, trasformazioni e cessazioni di rapporti di lavoro.

Reti regionali e servizi infrastrutturali


Preso atto degli scarsi investimenti promossi da soggetti privati, la Provincia autonoma di Trento ha deciso di intervenire direttamente nella realizzazione di infrastrutture,
anche al fine di arrestare lampliamento del digital divide sul proprio territorio.
Per raggiungere gli obiettivi sopra elencati, nellultimo anno e mezzo sono state
portate a termine le seguenti attivit connesse con unidea di sviluppo delle infrastrutture:
predisposizione del progetto definitivo dellinfrastruttura di rete per la larga banda
provinciale, redatto da un gruppo misto di progettazione in base alla normativa provinciale in materia di lavori pubblici;
studio dei modelli di business e verifica delle potenziali partnership nella realizzazione del progetto;
studio di fattibilit della rete di accesso in relazione alle tecnologie disponibili ed
ai costi connessi;
attivazione del progetto e-society per la parte relativa ai servizi e alle applicazioni.
A rafforzare e accompagnare questi interventi, sono stati estesi i benefici della legge
provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, ai progetti che prevedono lo sviluppo di servizi per
la larga banda, e sono stati finanziati due progetti di ricerca nel settore: WILMA e CREATENET.

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Contributi esterni

Il mercato IT nelle regioni


italiane
a cura di Assinform

Premessa e obiettivi del contributo


Il presente contributo contiene la seconda edizione del Rapporto sullIT nelle Regioni
Italiane, curato da Assinform - Associazione nazionale produttori contenuti, tecnologie e servizi per l'informazione e la comunicazione - e derivato dal Rapporto ASSINFORM sul mercato
dell'Informatica e delle Telecomunicazioni, pubblicato da ben 35 anni (www.assinform.it).
Il Rapporto ASSINFORM contiene dati molto puntuali sul mercato ICT italiano, con
analisi che riguardano sia l'andamento del settore nel suo complesso, sia gli impatti che
questo comparto ha sui principali settori della domanda di nuove tecnologie. Il focus sugli
andamenti dei mercati regionali si concentra sul comparto dell'informatica, quello pi vicino
alle realt imprenditoriali presenti sul territorio, siano esse pubbliche o private.
La prima edizione del Rapporto sull'IT nelle Regioni Italiane (2003) ha consentito
di avviare un'analisi mai condotta precedentemente a livello locale. Esso ha prodotto un
interesse elevato e generalizzato, soprattutto presso coloro che operano sul territorio, siano
essi interlocutori istituzionali (Regioni ed Enti locali) o di mercato (imprese, associazioni
ecc.) avviando, tra l'altro, un ampio dibattito sulla tematica e stimolando alcune Amministrazioni Regionali a proporre proprie valutazioni/analisi locali, a partire dal Rapporto
di Assinform. Il confronto sui dati pubblicati nel Rapporto del 2003 con i rappresentanti
delle Regioni e dellOsservatorio CRC ha consentito, come si dir pi avanti, di rivedere e
affinare la metodologia utilizzata per ledizione 2004.
Obiettivo generale del contributo determinare il valore della spesa in prodotti,
programmi e servizi informatici nelle regioni italiane, anche alla luce delle iniziative governative e delle Amministrazioni Regionali. Pi in specifico, gli obiettivo sono:
1. effettuare unanalisi complessiva dei mercati locali e della domanda di IT, attraverso
indicatori macroeconomici e indicatori di penetrazione;
2. quantificare la spesa IT regionale e per macro-aree geografiche, evidenziandone il trend
dellultimo triennio e, partendo da tali dati, illustrare i driver che guidano il dimensionamento della domanda a livello locale. Questo aspetto cruciale, in quanto lo
sviluppo del mercato IT risulta sempre pi guidato dalle esigenze della domanda piuttosto che dalle politiche di marketing dellofferta. A questo proposito sono state introdotte due novit: una la scomposizione della spesa IT regionale nelle componenti
Business e Consumer; laltra ha visto lanalisi del Trentino Alto Adige, non pi nel suo
complesso, ma suddiviso nelle due Province Autonome di Trento e Bolzano;
3. analizzare le differenti condizioni della domanda locale di IT e valutare levoluzione
nel tempo del digital divide presente tra le regioni italiane.

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Contributi esterni

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Questo aspetto risulta essenziale per valutare le potenzialit di successo dei piani
di e-government allinterno di ciascuna regione, tenendo conto che un buon livello di penetrazione e di utilizzo dellIT e una buona dotazione infrastrutturale sono presupposti necessari per il successo dei piani di incentivo allutilizzo di Internet e dellinformatica, sia presso
la PA che lutenza locale.

Metodologia
Assinform, in collaborazione con NetConsulting, anche in base ai feedback raccolti
dalle Amministrazioni Regionali, ha strutturato una metodologia che, in assenza di analisi sistematiche relative alla domanda IT a livello regionale, prevede lelaborazione e lintegrazione di numerosi dati provenienti da svariate fonti:
1. rilevazioni sul mercato IT effettuate in concomitanza con lelaborazione dei dati nazionali pubblicati annualmente nel Rapporto Assinform sullInformatica e le Telecomunicazioni, nonch altre informazioni presenti presso i database di Assinform e
di NetConsulting;
2. ricerche effettuate a livello locale, provinciale o regionale;
3. fonti ufficiali disponibili attraverso i database di Unioncamere, ISTAT, ecc.
E opportuno sottolineare che questa seconda edizione del Rapporto sullinnovazione
nelle regioni dItalia presenta sostanziali differenze a livello metodologico rispetto alla
precedente edizione. Gli affinamenti apportati rendono poco significativo il confronto tra
i dati del presente Rapporto e i dati del Rapporto 2003, dal momento che non possibile separare gli effetti dovuti ad un effettivo cambiamento del mercato IT, da quelli derivanti dal cambiamento di metodologia.
La principale variazione sulla metodologia riguarda lutilizzo delle Unit Locali come
variabile che ha concorso insieme ad altre, ma in via prioritaria allallocazione della
spesa IT presso le regioni. Nella prima edizione del Rapporto, invece delle Unit Locali erano
state considerate le imprese e i centri di spesa; partendo da tale logica, la spesa IT delle
imprese plurisede era stata interamente allocata presso la sede principale (ad es. Direzione
Generale), anzich essere distribuita presso le singole unit dislocate sul territorio.
Tale impostazione aveva inevitabilmente portato a sovrastimare la spesa IT di alcune
regioni, come ad esempio il Lazio, che, sia per la presenza di primarie aziende delle telecomunicazioni e della finanza, oltre che per laccentramento della spesa IT presso la PA
Centrale (in particolar modo, per quanto riguarda la difesa e listruzione), aveva assorbito
una quota significativa di giro daffari di competenza di altre regioni.
Grazie al criterio della suddivisione per Unit Locali, invece, la spesa IT viene allocata nella regione in cui effettivamente stata sostenuta, portando quindi ad una ripartizione pi equilibrata in relazione alla presenza territoriale di imprese e istituzioni.
Nella metodologia adottata nel presente Rapporto si provveduto inoltre a ripartire la spesa IT complessiva in Business e Consumer.

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Contributi esterni

La spesa IT delle aziende stata determinata in funzione di una serie di indicatori


macroeconomici quali:
il valore aggiunto regionale (preferito al PIL, rispetto al quale depurato dallIVA,
e in quanto tale pi rappresentativo nei confronti delle spese delle PA);
il numero di Unit Locali nelle regioni, tenendo conto della struttura del tessuto
economico locale in relazione alle dimensioni delle Unit Locali dImpresa, distinguendo tra: grandi (250 dipendenti e oltre), medie (tra 50 e 249) e piccole (sotto
i 50 dipendenti);
la consistenza delle Unit Locali di ciascun settore (industria, commercio, finanza,
servizi, istituzioni) nelleconomia regionale.
La distribuzione delle Unit Locali dImpresa in Italia, in relazione al settore di attivit e alla classe dimensionale, riportata in Tabella 1.

Tabella 1 - Unit Locali delle Imprese in Italia (unit)


Classi di addetti

<50
50-249
250+
TOTALE

INDUSTRIA

COMMERCIO

SETTORI
SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

1.152.118

1.600.530

1.064.024

116.572

777.579

4.710.823

14.372

3.179

6.735

1.114

14.712

40.112

1.634

250

1.012

160

1.645

4.701

1.168.124

1.603.959

1.071.771

117.846

793.936

4.755.636

Fonte: elaborazione Assinform/NetConsulting su dati Istat

La spesa stata quindi allocata tenendo conto sia della numerosit delle aziende,
per ogni combinazione settore economico/classe dimensionale, sia della diversa propensione agli investimenti in IT delle aziende, in funzione del settore di appartenenza
e della dimensione.
La spesa consumer stata ripartita tra le regioni italiane in base a indicatori come la
popolazione residente, i consumi non alimentari pro-capite e il reddito disponibile pro-capite.

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Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

La distribuzione della spesa IT per


regione
Nel 2003 la spesa italiana in Information Technology stata pari a circa 19,4 miliardi
di Euro, con una flessione di circa il 3,2% rispetto al 2002, confermando il trend negativo gi registrato lanno precedente (Fig. 1).
Figura 1- Il mercato dellIT in Italia (20012003 dati in migliaia di euro e in %)
25.000.000

20.478.000

-2.2%

20.000.000

20.035.800

-1.8%

Legenda
Consumer

-3.2%

19.396.000
-3.2%

15.000.000

10.000.000

19.572.044

19.215.808

18.600.764

Aziende

5.000.000
-9.5%

-3.0%

905.956

819.992

795.236

2001

2002

2003

Fonte: Assinform/NetConsulting

Le aziende hanno speso 18.600 milioni di Euro per hardware, software e servizi,
mentre i restanti 795 milioni derivano dal segmento Consumer.
La flessione del mercato IT in Italia stata molto marcata ed stata determinata
da un concorso di fattori:
landamento delleconomia e degli investimenti che hanno segnato un 4%;
latteggiamento prudente delle imprese verso nuovi investimenti in IT e nuovi progetti, e una propensione ad una razionalizzazione nelluso delle risorse esistenti;
il downpricing competitivo sulle tariffe professionali nella vendita di servizi a cui
sono stati costretti i fornitori, che ne ha penalizzato la crescita.
La dinamica negativa della spesa IT stata pi accentuata al Nord, con un calo del
3,6%, rispetto al 2,5% del Centro e al 2,8% del Sud (Fig. 2).

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

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Contributi esterni

Figura 2- Il mercato dellIT in Italia per macroarea geografica (20012003 dati in migliaia di euro e in %)

Legenda
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud

Fonte: Assinform/NetConsulting

Una migliore comprensione di questa dinamica del mercato possibile grazie allanalisi scomposta per settori di attivit economica. La flessione degli investimenti in IT,
infatti, non stata omogenea tra aziende operanti in diversi settori di attivit.
Il settore che ha mostrato una flessione maggiore stato lIndustria, con una flessione del 6,3% rispetto al 2002, seguita dalla Finanza, la cui diminuzione degli investimenti stata del 4,6%.
Il Commercio e i Servizi hanno invece mostrato una dinamica positiva, 1,3% e 1,5%
rispettivamente. Anche la spesa IT nelle Istituzioni ha segno positivo (0,1%), grazie a
numerosi progetti di e-government messi in atto nelle regioni (fig 3 ).

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Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Figura 3 - Il mercato dellIT in Italia per settore economico (20012003 dati in migliaia di euro e in %)

20.000

Legenda
15.000

905,9

-9,5%

3.032

-1,5%

5.559

Industria
Commercio

10.000

1.993

+1,7%
+0,5%

2.019

Servizi

+0,8%
Finanza

820

-3,5%

2.987

791

+0,1%

2.990

5.651

-4,6%

5.390

2.003

+1,5%

2.032

+1,3%

2.063

2.036

5.000
6.970

Istituzioni
Consumer

-6,2%

6.539

-6,3%

6.130

0
2001

2002

2003

Fonte: Assinform/NetConsulting

Dai dati relativi alle Unit Locali nelle regioni e osservandone la distribuzione tra
settori economici e fasce di addetti, si rileva come al Centro e al Sud le imprese industriali e finanziarie siano presenti in una proporzione minore rispetto al Nord.
Per quanto riguarda le aziende del commercio e le istituzioni, emergono valutazioni
diametralmente opposte, con una maggior presenza al Sud.
Levidenza della differenza strutturale esistente tra le regioni italiane ben sintetizzata dal dato relativo alle imprese commerciali che al Sud rappresentano il 40% delle
Unit Locali, mentre al Nord Ovest questa percentuale pari al 30%.
Sul fronte delle istituzioni, mentre al Nord esse rappresentano il 15,9% delle Unit
Locali, al Sud questo valore raggiunge il 17,8%.
Tenuto conto di tale composizione per settori economici, si rileva come al Sud siano
maggiormente presenti aziende operanti nei settori che hanno evidenziato performance
migliori in termini di spesa IT e questo fa s che la spesa totale delle regioni del Sud abbia
subito una flessione pi limitata rispetto alle regioni del Nord Italia.
Analizzando i mercati per macro-regioni, si osserva che nel Nord Ovest si concentra il 39% della spesa IT nazionale (fig 4), soprattutto grazie al peso rilevante di Piemonte e Lombardia; questultima, in particolare rappresenta il 69% della spesa IT del nord
Ovest (fig. 5).

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Figura 4 - Ripartizione del mercato IT per macroarea geografica, 2003 (valori in %)

20,95%

38,70%

24,08%

16,27%

Fonte: Assinform/NetConsulting

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Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Figura 5 - Ripartizione del mercato IT a livello regionale, 2003 (Valori in %)

Bolzano;
4,5%

Trento;
3,6%

Piemonte;
24,5%

Liguria;
5,4%

EmiliaRomagna;
42,4%

Veneto;
38,6%

Valle
D'Aosta;
0,5%

Lombardia;
69,5%

Friuli-V.G.;
10,9%

Toscana;
23,3%

Sardegna;
6,5%
Sicilia;
21,7%

Lazio; 65,1%

Abruzzo;
7,2%

Molise;
1,6%

Umbria; 3,8%

Campania;
31,8%
Marche;
7,8%

Calabria;
8,1%
Basilicata;
3,1%

Puglia;
19,9%

Fonte: Assinform/NetConsulting

Dopo il Nord, la quota pi consistente del mercato IT detenuta dal Centro, con il
24% del totale nazionale, grazie soprattutto alla Toscana e al Lazio, che pesa sul Centro
per il 65%.
Poco distante da questo dato il Nord Est, con una quota del 21% dovuta principalmente a Emilia-Romagna e Veneto.
Il Sud e le Isole, invece, contribuiscono solamente per il 16% della spesa IT in Italia.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Figura 6 - Classifica delle regioni italiane per quote di mercato, 2003 (valori in %)

Fonte: Assinform/NetConsulting

Lanalisi regionale della spesa IT evidenzia che la Lombardia detiene la quota pi


rilevante, pari a quasi il 27% del totale (Fig 6 e Tab. 2), seguita dal Lazio (15,7%) e dal
Piemonte (9,5%).
Le regioni con una quota percentuale della spesa IT minore sono la Basilicata, il
Molise e infine la Valle DAosta.
La Lombardia si conferma quindi come la regione che investe maggiormente in IT.
Questo risultato frutto di un insieme di motivazioni, tra cui lelevato numero di aziende,
la grande popolosit della Lombardia, ma anche una elevata propensione agli investimenti
nelle tecnologie dellinformazione.

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Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Tabella 2 - Dinamica della spesa IT per regione e macroregione, 2001-2003 (migliaia di Euro e %)
Regioni /
Province autonome
Piemonte
Valle D'Aosta

Spesa IT in migliaia di Euro


2001
2002
1.977.182

1.909.279

2003

2001

1.842.840

9,66%

Quote di Spesa IT
2002
9,53%

2003
9,50%

Variazione %
2002/ 2001 2003/ 2002
-3,4%

-3,5%

38.915

38.468

37.443

0,19%

0,19%

0,19%

-1,1%

-2,7%

Lombardia

5.539.282

5.423.883

5.217.495

27,05%

27,07%

26,90%

-2,1%

-3,8%

Liguria
Nord Ovest

435.792
7.991.170

419.409
7.791.039

409.068
7.506.846

2,13%
39,02%

2,09%
38,89%

2,11%
38,70%

-3,8%
-2,5%

-2,5%
-3,6%

Provincia di Trento

153.142

150.301

145.604

0,75%

0,75%

0,75%

-1,9%

-3,1%

Provincia di Bolzano

191.889

189.510

183.188

0,94%

0,95%

0,94%

-1,2%

-3,3%

1.658.556

1.625.940

1.566.928

8,10%

8,12%

8,08%

-2,0%

-3,6%

460.675

450.781

442.775

2,25%

2,25%

2,28%

-2,1%

-1,8%

1.845.321
4.309.582

1.793.587
4.210.120

1.724.701
4.063.196

9,01%
21,04%

8,95%
21,01%

8,89%
20,95%

-2,8%
-2,3%

-3,8%
-3,5%

Toscana

1.135.055

1.115.058

1.087.240

5,54%

5,57%

5,61%

-1,8%

-2,5%

Umbria

187.910

183.502

178.404

0,92%

0,92%

0,92%

-2,3%

-2,8%

Veneto
Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna
Nord Est

Marche

390.177

376.992

362.668

1,91%

1,88%

1,87%

-3,4%

-3,8%

Lazio
Centro

3.129.758
4.842.900

3.114.278
4.789.830

3.042.865
4.671.177

15,28%
23,65%

15,54%
23,91%

15,69%
24,08%

-0,5%
-1,1%

-2,3%
-2,5%

253.127

239.621

227.149

1,24%

1,20%

1,17%

-5,3%

-5,2%

54.271

52.300

50.640

0,27%

0,26%

0,26%

-3,6%

-3,2%

1.034.341

1.026.702

1.003.899

5,05%

5,12%

5,18%

-0,7%

-2,2%

Puglia

658.454

644.613

629.132

3,22%

3,22%

3,24%

-2,1%

-2,4%

Basilicata

106.552

102.241

99.191

0,52%

0,51%

0,51%

-4,0%

-3,0%

Calabria

271.974

262.193

256.741

1,33%

1,31%

1,32%

-3,6%

-2,1%

Sicilia

726.054

699.914

684.337

3,55%

3,49%

3,53%

-3,6%

-2,2%

229.574
3.334.348

217.226
3.244.811

203.693
3.154.782

1,12%
16,28%

1,08%
16,20%

1,05%
16,27%

-5,4%
-2,7%

-6,2%
-2,8%

20.478.000

20.035.800

19.396.000

100%

100%

100%

-2,2%

-3,2%

Abruzzo
Molise
Campania

Sardegna
Sud e Isole
ITALIA

Fonte: Assinform /NetConsulting

Unanalisi di ulteriore dettaglio dei dati relativi alla Lombardia evidenzia una spesa
IT molto elevata per i settori finanza e industria, che in Lombardia contano un numero
molto significativo di Unit Locali. Unaltra notazione relativa al fatto che, oltre ad essere
pi numerose, le aziende industriali lombarde hanno una spesa IT unitaria superiore a quelle
localizzate nelle altre regioni.
Discorso analogo pu essere fatto anche per le aziende lombarde della finanza, che
spendono mediamente di pi rispetto alle aziende di altre regioni, ad eccezione di quelle
del Lazio che, grazie soprattutto alla presenza di numerose realt di grandi dimensioni in
termini di addetti, hanno una spesa media superiore.
Dal punto di vista della dinamica della spesa IT, da evidenziare che mentre tra il
2001 e il 2002 la flessione era stata (seppur lievemente) inferiore alla media nazionale,

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

nel 2003 la Lombardia ha mostrato una diminuzione del 3,8%, elevata se confrontata con
il dato nazionale (-3,2%). Come detto sopra, questo dato dovuto in larga misura alla
composizione settoriale del tessuto imprenditoriale lombardo, composto in larga parte da
aziende industriali e finanziarie, ovvero proprio dalle aziende che hanno evidenziato nellultimo anno una contrazione pi marcata degli investimenti in IT (Tab 3).

Tabella 3 - Classifica delle regioni italiane rispetto alla variazione 2002-2003 (valori %)
Regioni / Province autonome

Variazione % 2003/ 2002

Friuli Venezia Giulia

-1,8%

Calabria

-2,1%

Campania

-2,2%

Sicilia

-2,2%

Lazio

-2,3%

Puglia

-2,4%

Liguria

-2,5%

Toscana

-2,5%

Valle D'Aosta

-2,7%

Umbria

-2,8%

Basilicata

-3,0%

Provincia di Trento

-3,1%

Molise

-3,2%

ITALIA

-3,2%

Provincia di Bolzano

-3,3%

Piemonte

-3,5%

Veneto

-3,6%

Marche

-3,8%

Lombardia

-3,8%

Emilia Romagna

-3,8%

Abruzzo

-5,2%

Sardegna

-6,2%

Fonte: Assinform/NetConsulting

Il Lazio, con una spesa di 3.043 milioni di Euro, si posiziona al secondo posto in
Italia per dimensione del mercato IT. Un ruolo fondamentale nel buon posizionamento del
Lazio nella classifica della spesa IT legato alla forte presenza delle Istituzioni in questa regione. Per quanto riguarda la dinamica da evidenziare che sia nel 2002 che nel
2003 il Lazio ha riportato una flessione inferiore al dato nazionale, aumentando quindi la
propria quota di spesa IT.
Si osserva che nel Lazio il numero di Unit Locali di grandi dimensioni nei settori industria e commercio largamente inferiore ai corrispettivi dati della Lombardia. Questo in parte
spiega la differenza in termini di spesa IT tra il Lazio e la Lombardia, anche se da evidenziare che il Lazio registra una spesa IT maggiore per quanto riguarda le Istituzioni.

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Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Nella classifica delle regioni per quote di mercato IT, il Lazio seguito dal Piemonte,
con un volume del mercato pari a 1.843 milioni di Euro, equivalente al 9,5% della spesa
IT nazionale. La spesa IT piemontese prevalentemente dovuta al grande numero di UL
operanti nellindustria, mentre negli altri settori la spesa pi o meno in linea con altre
grandi Regioni. Il Piemonte tuttavia ha evidenziato sia nel 2002 che nel 2003 una dinamica peggiore rispetto alla media nazionale.
Alle spalle del Piemonte si trovano Veneto ed Emilia-Romagna con rispettivamente
l8,9% e l8,1% del mercato nazionale.
Affrontando unanalisi della quota della spesa IT di competenza del comparto Consumer, la Lombardia si rivela a maggior ragione il punto di riferimento per lIT nel nostro
Paese. Con una spesa pari ad oltre 168 milioni di Euro, la Lombardia evidenzia un mercato IT Consumer circa due volte pi grande rispetto al Lazio (85 milioni di Euro, fig. 7).

Figura 7 - Spesa IT per Aziende e Consumer nelle regioni Italiane (Valori in migliaia di Euro)

Consumer

Aziende

168.683

5.048.812

Lombardia
85.311

2.957.555

Lazio

72.198

1.770.642

Piemonte

83.351

1.641.350

Emilia-R.

72.366

1.494.562

Veneto

60.363

1.026.877

Toscana

38.726

965.174

Campania

35.246

Sicilia

29.484

Puglia

19.407
31.551
20.409

Friuli-V.G.

649.090
599.648
423.368

Liguria

377.517

Marche

342.259

14.127

Calabria

242.614

12.586

Abruzzo

214.563

13.627

Sardegna

190.067

9.382

Bolzano

173.806

10.672

Umbria

167.733

Trento

137.437

8.167
3.859

Basilicata

95.332

2.817

Molise

47.822

2.905

Valle D'Aosta

34.538

Fonte: Assinform /NetConsulting

Un buon livello degli investimenti Consumer stato ottenuto dallEmilia-Romagna,


con un valore leggermente inferiore al Lazio, ottenuto in parte grazie a politiche di incentivazione degli investimenti IT. Il Piemonte, invece, occupa in questa classifica solamente
la quinta posizione, dietro al Veneto. Le ultime regioni in termini di spesa IT sono Basilicata, Valle dAosta e Molise.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Il digital divide tra le Regioni


Dai dati analizzati fino a questo punto emerge una sostanziale diversit tra le regioni
italiane in termini di investimenti in Information Technology. Certamente le differenze
nel valore monetario del mercato IT delle regioni sono determinate da variabili strutturali quali il numero di aziende e la popolazione residente, tuttavia il digital divide non si
esaurisce con questa osservazione e lanalisi di alcuni indicatori lo dimostra.
A questo proposito un indicatore significativo rappresentato dalla spesa IT per
occupato.
Il dato pi evidente riguardo alla spesa IT per occupato il primo posto occupato
dal Lazio, con un valore pari a 1.479 (Fig. 8).

Figura 8 - Spesa IT per occupato, 2003 (valori in )

Lazio
Lombardia
Piemonte
Emilia-Romagna
ITALIA
Friuli-Venezia Giulia
Provincia di Bolzano
Veneto
Toscana
Provincia di Trento
Valle D'Aosta
Liguria
Campania
Marche
Basilicata
Umbria
Puglia
Sicilia
Abruzzo
Molise
Calabria
Sardegna

1.479 +62%
1.284 +41%
1.006 +10%
933 +2%
880,1 0%
-3%
880
803 -12%
782 -14%
733 -20%
724 -20%
681 -25%
658 -28%
607 -33%
581 -36%
542 -41%
541 -41%
505 -45%
487 -47%
475 -48%
465 -49%
445 -51%
372 -59%

Scostamento
del valore Italia

Fonte: Elaborazione Assinform/NetConsulting su dati Istat (Forze di Lavoro: media 2003)

Sebbene la Lombardia abbia una spesa IT totale maggiore rispetto a quella del Lazio,
questultimo presenta una popolazione residente, un numero di aziende e quindi un numero
di occupati nettamente inferiore rispetto alla Lombardia e questo fa s che riguardo a questo indicatore il Lazio presenti una migliore posizione.

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Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

La Lombardia fa segnare una spesa IT per occupato pari a 1.284, di circa il 13%
inferiore rispetto al Lazio.
La spesa media nazionale di 880 euro per occupato ed significativo che le uniche altre regioni che riportano un valore superiore rispetto a tale media nazionale siano
il Piemonte e lEmilia-Romagna, con rispettivamente 1.006 e 933 euro per addetto.
Al lato opposto, tra le regioni con un rapporto spesa IT/occupato minore, si trovano
il Molise, la Calabria e infine la Sardegna, con un spesa pari a 372 per ogni occupato.
Dal confronto con questi dati si pu capire quanto sia importante e ampio il digital divide tra le regioni italiane, soprattutto alla luce del fatto che le cinque regioni con
una spesa IT per occupato inferiore sono localizzate tutte al Sud. Unanalisi di questo tipo
si rivela molto importante per identificare le aree del Paese che maggiormente necessitano di un sostegno di tipo infrastrutturale per lo sviluppo della competitivit e della crescita delle imprese.
Risultati molto simili si ottengono dallanalisi dellindicatore della spesa IT sul Valore
Aggiunto regionale. Anche in questo caso il Lazio ottiene la migliore performance a livello
nazionale, con una spesa IT pari al 2,52% del valore aggiunto regionale, seguito dalla
Lombardia con il 2,15% (Fig. 9).

Figura 9 - Spesa IT sul Valore Aggiunto regionale, 2003 (valori in %)

Lazio
Lombardia
Piemonte
Emilia-Romagna
Friuli-Venezia Giulia
Veneto
Toscana
Bolzano
Campania
Valle D'Aosta
Marche
Trento
Liguria
Puglia
Basilicata
Umbria
Abruzzo
Sicilia
Calabria
Molise
Sardegna

2,52%
2,15%
1,85%
1,67%
1,61%
1,47%
1,36%
1,34%
1,29%
1,25%
1,21%
1,20%
1,17%
1,16%
1,15%
1,06%
1,04%
1,03%
1,01%
0,97%
0,80%

Fonte: elaborazione Assinform/NetConsulting su dati Istat (Conti economici regionali, dati analitici anni 1995-2002)

192

NAZION_Assinform.qxd

27.4.2004

RAPPORTO NAZIONALE 2004

14:27

Pagina 193

Contributi esterni

Insieme a queste due regioni, solamente il Piemonte (1,85%) e lEmilia-Romagna


(1,67%) si posizionano sopra la media nazionale (1,65%).
Anche riguardo a questo indicatore le regioni del Sud si dimostrano maggiormente
arretrate rispetto a quelle del Nord Italia. Uneccezione per rappresentata dalla Campania (1,29%), con un valore poco inferiore a Bolzano e alla Toscana. La Campania dunque la regione del Sud con un livello degli investimenti IT maggiore, che con una spesa
pari al 5% del dato nazionale si colloca alla settima posizione tra le regioni con maggiori
investimenti in Information Technology.
Tra le regioni con una spesa IT sul Valore Aggiunto inferiore si trovano la Sicilia,
la Calabria, il Molise e la Sardegna.

193

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 194

Contributi esterni

Abruzzo
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

25.737

37.344

19.367

2.285

19.267

104.000

50-249

381

34

112

15

301

843

250+

38

10

35

85

TOTALE

26.156

37.380

19.489

2.300

19.603

104.928

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

101.308

77.105

41.598

7.024

53.494

280.529

50-249

35.982

3.523

11.928

1.450

28.766

81.649

250+

25.476

646

3.285

19.867

49.274

TOTALE

162.766

81.274

56.811

8.474

102.127

411.452

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

194

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27.4.2004

14:29

Pagina 195

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Basilicata
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

9.327

14.319

7.966

780

7.180

39.572

50-249

107

36

159

315

250+

11

18

36

TOTALE

9.445

14.327

8.009

785

7.357

39.923

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

33.372

26.536

15.867

2.436

25.165

103.376

50-249

11.082

837

3.725

515

14.539

30.698

250+

9.140

2.442

7.748

19.330

TOTALE

53.594

27.373

22.034

2.951

47.452

153.404

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

195

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27.4.2004

14:29

Pagina 196

Contributi esterni

Calabria
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

23.131

48.782

21.209

2.092

22.092

117.306

50-249

101

26

102

12

557

798

250+

18

14

45

81

TOTALE

23.250

48.811

21.325

2.105

22.694

118.185

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

69.686

85.281

41.515

6.759

77.388

280.629

50-249

8.813

2.175

9.997

989

51.962

73.936

250+

12.327

882

7.454

464

23.738

44.865

TOTALE

90.826

88.338

58.966

8.212

153.088

399.430

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

196

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27.4.2004

14:29

Pagina 197

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Campania
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

67.680

142.596

64.967

7.184

54.551

336.978

50-249

584

105

399

48

1.557

2.693

250+

78

84

164

338

TOTALE

68.342

142.708

65.450

7.237

56.272

340.009

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

243.389

256.879

133.193

21.343

173.001

827.805

50-249

51.730

8.788

41.574

4.680

143.944

250.716

250+

44.925

2.200

41.631

2.538

99.106

190.400

TOTALE

340.044

267.867

216.398

28.561

416.051

1.268.921

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

197

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 198

Contributi esterni

Emilia-Romagna
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

109.129

127.824

100.845

10.668

65.642

414.108

50-249

1.592

322

565

85

1.012

3.576

250+

210

23

75

13

97

418

TOTALE

110.931

128.169

101.485

10.766

66.751

418.102

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

451.207

326.833

215.769

36.033

176.511

1.206.353

50-249

156.324

27.866

56.236

8.430

95.400

344.256

250+

93.989

8.283

38.186

5.385

61.891

207.734

TOTALE

701.520

362.982

310.191

49.848

333.802

1.758.343

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

198

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27.4.2004

14:29

Pagina 199

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Friuli-Venezia Giulia
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

25.790

33.961

23.154

2.794

19.333

105.032

50-249

447

70

159

33

303

1.012

250+

50

19

38

112

TOTALE

26.287

34.033

23.332

2.830

19.674

106.156

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

109.141

87.371

56.050

9.717

52.478

314.757

50-249

42.545

5.666

16.271

3.435

29.169

97.086

250+

26.741

542

7.563

3.385

20.948

59.179

TOTALE

178.427

93.579

79.884

16.537

102.595

471.022

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

199

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27.4.2004

14:29

Pagina 200

Contributi esterni

Lazio
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

73.481

140.272

104.762

11.256

72.932

402.703

50-249

645

361

806

110

1.576

3.498

250+

89

34

211

41

252

627

TOTALE

74.215

140.667

105.779

11.407

74.760

406.828

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

228.226

310.749

219.379

36.977

186.835

982.166

50-249

62.223

34.395

82.201

12.182

152.764

343.765

250+

53.325

15.964

138.313

25.259

187.437

420.298

TOTALE

343.774

361.108

439.893

74.418

527.036

1.746.229

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

200

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 201

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Liguria
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

28.997

52.997

33.931

3.922

25.382

145.229

50-249

181

71

265

34

405

956

250+

32

31

48

118

TOTALE

29.210

53.073

34.227

3.958

25.835

146.303

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

90.531

124.512

75.614

13.303

67.671

371.631

50-249

17.053

6.192

26.375

3.668

38.250

91.538

250+

22.742

1.886

12.652

3.792

34.085

75.157

TOTALE

130.326

132.590

114.641

20.763

140.006

538.326

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

201

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 202

Contributi esterni

Lombardia
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

226.626

243.559

230.827

23.044

125.175

849.231

50-249

3.830

918

1.623

357

1.885

8.613

250+

408

94

233

48

241

1.024

TOTALE

230.864

244.571

232.683

23.449

127.301

858.868

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

967.968

625.800

506.913

83.856

338.783

2.523.320

50-249

367.847

83.933

157.413

36.771

177.852

823.816

250+

202.249

43.228

116.342

22.931

166.450

551.200

TOTALE

1.538.064

752.961

780.668

143.558

683.085

3.898.336

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

202

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27.4.2004

14:29

Pagina 203

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Marche
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

41.496

46.991

28.900

3.547

23.581

144.515

50-249

590

51

146

19

338

1.144

250+

51

41

106

TOTALE

42.137

47.046

29.054

3.568

23.960

145.765

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

182.973

105.656

61.058

11.181

64.957

425.825

50-249

52.182

4.770

13.096

1.929

32.472

104.449

250+

21.662

1.217

2.988

813

21.319

47.999

TOTALE

256.817

111.643

77.142

13.923

118.748

578.273

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

203

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27.4.2004

14:29

Pagina 204

Contributi esterni

Molise
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

5.576

8.512

4.445

506

4.494

23.533

50-249

62

19

87

177

250+

16

TOTALE

5.644

8.520

4.466

507

4.589

23.726

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

20.741

15.856

9.096

1.587

14.735

62.015

50-249

5.354

619

1.811

92

8.040

15.916

250+

4.563

615

4.114

9.292

TOTALE

30.658

16.475

11.522

1.679

26.889

87.223

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

204

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 205

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Piemonte
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

99.777

120.662

86.144

10.465

66.074

383.122

50-249

1.518

234

692

83

972

3.499

250+

237

18

97

17

109

478

TOTALE

101.532

120.914

86.933

10.565

67.155

387.099

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

375.177

277.696

197.380

34.775

171.527

1.056.555

50-249

147.958

21.316

67.191

7.432

87.915

331.812

250+

137.936

6.536

46.292

9.268

71.434

271.466

TOTALE

661.071

305.548

310.863

51.475

330.876

1.659.833

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

205

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 206

Contributi esterni

Puglia
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

59.240

104.270

47.472

5.481

41.054

257.517

50-249

486

81

263

35

1.122

1.987

250+

55

43

108

215

TOTALE

59.781

104.358

47.778

5.518

42.284

259.719

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

218.940

192.577

97.027

17.468

114.104

640.116

50-249

43.079

7.382

25.898

3.083

97.887

177.329

250+

41.300

2.442

19.245

839

60.446

124.272

TOTALE

303.319

202.401

142.170

21.390

272.437

941.717

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

206

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 207

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Sardegna
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

25.413

44.543

22.784

2.255

22.617

117.612

50-249

170

55

146

19

438

828

250+

22

13

38

81

TOTALE

25.605

44.605

22.943

2.275

23.093

118.521

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

84.404

94.739

49.065

7.081

73.525

308.814

50-249

15.478

4.790

14.977

1.976

41.534

78.755

250+

10.315

2.506

5.633

330

23.719

42.503

TOTALE

110.197

102.035

69.675

9.387

138.778

430.072

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

207

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 208

Contributi esterni

Sicilia
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

58.799

116.945

52.527

6.223

53.418

287.912

50-249

344

131

231

56

1.560

2.322

250+

30

41

142

220

TOTALE

59.173

117.081

52.799

6.281

55.120

290.454

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

178.718

222.993

104.899

19.893

170.983

697.486

50-249

31.609

10.689

23.103

5.216

140.295

210.912

250+

20.610

1.850

21.168

797

82.126

126.551

TOTALE

230.937

235.532

149.170

25.906

393.404

1.034.949

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

208

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 209

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Toscana
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

100.493

116.857

79.322

8.670

56.192

361.534

50-249

786

223

426

85

868

2.388

250+

68

13

43

12

89

225

TOTALE

101.347

117.093

79.791

8.767

57.149

364.147

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

390.813

285.274

166.302

29.200

149.093

1.020.682

50-249

72.857

18.921

40.669

8.908

81.776

223.131

250+

38.870

5.821

17.846

5.576

55.950

124.063

TOTALE

502.540

310.016

224.817

43.684

286.819

1.367.876

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

209

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 210

Contributi esterni

Umbria
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

19.689

25.112

15.667

2.113

13.528

76.109

50-249

209

29

74

11

253

576

250+

15

23

48

TOTALE

19.913

25.141

15.750

2.125

13.804

76.733

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

78.721

60.334

33.307

5.965

36.675

215.002

50-249

19.862

2.903

6.410

1.027

23.914

54.116

250+

9.985

3.992

302

11.999

26.278

TOTALE

108.568

63.237

43.709

7.294

72.588

295.396

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

210

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 211

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Valle dAosta
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

3.357

4.394

2.923

366

2.762

13.802

50-249

25

17

44

94

250+

11

TOTALE

3.387

4.400

2.941

368

2.811

13.907

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

11.191

10.932

6.700

1.102

7.253

37.178

50-249

2.454

977

1.286

131

3.944

8.792

250+

1.900

325

2.908

5.133

TOTALE

15.545

11.909

8.311

1.233

14.105

51.103

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

211

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 212

Contributi esterni

Veneto
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

126.431

135.479

97.728

10.741

61.871

432.250

50-249

2.035

373

546

75

961

3.990

250+

186

23

55

116

389

TOTALE

128.652

135.875

98.329

10.825

62.948

436.629

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

560.766

342.306

219.025

36.923

179.561

1.338.581

50-249

189.327

32.162

52.332

6.679

89.816

370.316

250+

94.728

8.799

24.961

5.547

72.621

206.656

TOTALE

844.821

383.267

296.318

49.149

341.998

1.915.553

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

212

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 213

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Bolzano
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

10.371

19.941

9.256

957

10.273

50.798

50-249

116

43

49

14

153

375

250+

13

13

34

TOTALE

10.500

19.986

9.310

972

10.439

51.207

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

40.903

58.353

22.083

4.267

27.416

153.022

50-249

11.262

3.361

5.042

1.125

14.368

35.158

250+

7.723

813

1.989

465

8.210

19.200

TOTALE

59.888

62.527

29.114

5.857

49.994

207.380

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

213

Appendice Assinform.qxd

27.4.2004

14:29

Pagina 214

Contributi esterni

Trento
Il mercato IT
Valori in Mln e variazioni %

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % sul totale Italia (2003)

Fonte: Assinform / NetConsulting

Quota % della spesa sul totale


per tipologia di domanda

Fonte: Assinform / NetConsulting

La spesa IT per occupato

Fonte: Assinform / NetConsulting

Consistenza delle unit locali e degli addetti per settore e classe dimensionale
Unit locali

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

11.578

15.170

9.828

1.223

10.161

47.960

50-249

163

30

59

15

161

428

250+

12

11

15

39

TOTALE

10.960

15.201

9.898

1.238

10.337

48.427

Addetti

INDUSTRIA

COMMERCIO

SERVIZI

FINANZA

ISTITUZIONI

TOTALE

<50

43.596

40.286

22.014

4.360

28.136

138.392

50-249

14.916

2.401

5.505

1.567

15.273

39.662

250+

5.132

310

4.635

7.587

17.664

TOTALE

63.644

42.997

32.154

5.927

50.996

195.718

Fonte: Assinform/NetConsulting su dati ISTAT

214

NAZION_Between.qxd

28.4.2004

RAPPORTO NAZIONALE 2004

12:10

Pagina 215

Contributi esterni

La banda larga nelle regioni


italiane
a cura di Osservatorio Banda Larga, Between

Il Consiglio europeo ad ottobre 20031 ha sottolineato limportanza di un rapido sviluppo di reti europee dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni, tra gli elementi
fondamentali per promuovere la crescita, favorire l'integrazione dell'Europa ampliata e migliorare la produttivit e la competitivit delle imprese europee sui mercati mondiali.
In linea con questa prospettiva, la Commissione delle Comunit Europee, ha successivamente (novembre 2003) proposto una Iniziativa europea per la crescita, promovendo
il Programma Quick-start per progetti concreti da far partire al pi presto, al fine di rendere immediatamente operativa la prima fase dellIniziativa stessa. In particolare, per quanto
riguarda le comunicazioni a larga banda, strumento ritenuto fondamentale per diffondere in
tutta lUnione leconomia basata sulla conoscenza, lobiettivo del Programma di accelerare
laccesso e luso della comunicazione veloce in ogni regione europea entro il 2005.
LUnione Europea impegnata per garantire a tutti i cittadini la possibilit di partecipare alla Societ dellInformazione globale promuovendo servizi, applicazioni e contenuti sicuri basati su uninfrastruttura a banda larga ampiamente disponibile (cfr. piano
di azione eEurope 2005).
Se da un lato la banda larga rappresenta unoccasione per lo sviluppo di nuovi servizi ed applicazioni, dallaltro va sottolineato che questa infrastrutturazione avviene, contrariamente a quelle del passato, in regime non di monopolio, ma di competizione guidata da logiche di mercato. In tal modo, inevitabile che si venga a creare una disparit
tra zone del paese che gi incominciano a disporre della banda larga, zone che ne disporranno progressivamente nel prossimo futuro, realt territoriali che ne potranno disporre nel medio periodo ed infine zone alle quali la logica economica negher questa opportunit. E quindi evidente come anche allinterno di un paese industrializzato abbia preso
sempre pi spessore politico il problema del digital divide e lItalia, come del resto anche
altri importanti paesi industrializzati, ha gi avviato interventi tesi a ridurre il divario esistente tra le diverse aree del paese.
Il presente capitolo contiene unanalisi dello stato di diffusione sul territorio nazionale
delle infrastrutture e dei servizi di connettivit a banda larga a fine 2003, basata sui risultati
del monitoraggio continuo dellOsservatorio Banda Larga condotto dalla societ Between.
I temi trattati sono relativi a:
disponibilit di infrastrutture in fibra ottica, che rappresentano attualmente la
soluzione tecnologica che garantisce le prestazioni pi avanzate;
disponibilit di servizi di connettivit a banda larga in tecnologie abilitanti quali:
xDSL (ADSL, HDSL, SHDSL), offerti sia come rivendita del servizio wholesale di Telecom Italia sia in modalit ULL-Unbundling Local Loop, e fibra ottica;
lo stato del digital divide sul territorio, che mira a monitorare il gap territoriale

215

1
Conclusioni della Presidenza,
Consiglio Europeo, 16-17 ottobre
2003, SN 300/03

NAZION_Between.qxd

28.4.2004

12:10

Pagina 216

Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

in relazione alla disponibilit di infrastrutture e servizi a banda larga nelle diverse


regioni.
Lanalisi della disponibilit di infrastrutture e servizi sul territorio svolta dal punto
di vista della copertura (in termini rispettivamente di km-fibra ottica posata e % di popolazione che pu usufruire dei servizi) e della competizione (numero di soggetti che offrono
i servizi) ed infine fornisce indicazioni circa le variazioni registrate sul territorio a fine
2003 rispetto alla situazione rilevata a fine 2002. I dati sulle infrastrutture sono ancora
provvisori e potranno subire qualche leggera variazione.

Le infrastrutture in fibra ottica


Lanalisi delle infrastrutture (aggiornata a dicembre 2003, dati provvisori) si concentra sulle infrastrutture in fibra ottica di backbone e MAN-Metropolitan Area Network,
con le seguenti definizioni:
backbone, reti in fibra ottica a lunga distanza che collegano le citt o i grandi
centri urbani;
MAN, reti in fibra ottica realizzate nelle citt per consentire lofferta di servizi di
trasporto e accesso al cliente finale.
La copertura espressa in termini di km di fibra ottica posata calcolati come prodotto tra: km di percorso lungo il quale sono posati i cavi in fibra ottica, numero di cavi
posati, numero di fibre ottiche contenute nei cavi. Per confrontare la disponibilit di fibra
nelle diverse regioni, si fa riferimento alla densit di fibra ottica per superficie (km fibra
ottica/km2 superficie della regione).
Per quanto riguarda, la variazione del livello di competizione rispetto alla fine del
2002, si precisa che in alcuni territori la riduzione del numero di operatori legata allinterruzione delle attivit da parte di alcune aziende operatori TLC e/o alla fusione tra alcune
di queste aziende.

Infrastrutture backbone in fibra ottica


Lanalisi dei backbone (aggiornata a dicembre 2003, dati provvisori) riguarda le infrastrutture in fibra ottica di 27 soggetti monitorati dallOsservatorio Banda Larga articolati
in diverse tipologie. In particolare, 19 sono operatori con licenza per servizi di telecomunicazioni-TLC (alcuni dei quali sono operatori il cui business focalizzato sulla vendita di infrastrutture ad altri operatori, come nel caso di eVia ed Interoute/Eurostrada),
mentre altri sono operatori che offrono servizi a banda larga anche al cliente finale ed
infine soggetti, quali concessionarie autostradali e societ ferroviarie, che, pur non avendo
una licenza TLC, dispongono di infrastrutture a banda larga a livello locale e/o nazionale,
al momento in parte date in affitto ad operatori TLC ed in parte utilizzate per scopi di
comunicazione interna. Ai fini dellanalisi di competizione sono considerati solo gli operatori con licenza che possono effettivamente concorrere nellofferta di infrastrutture.

216

NAZION_Between.qxd

28.4.2004

12:10

Pagina 217

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Figura 1 Copertura regionale backbone in fibra ottica (dicembre 2003)


Copertura backbone dicembre 2003 (densit fibra ottica per superficie)

Valore Italia: 12 Km fibra/Km2 superficie

Legenda

minore di 9
compreso tra 9 e 15
(estremi compresi)

Tasso di crescita km fibra ottica 2003/2002

Abruzzo

Molise

Basilicata

Piemonte

Calabria

Puglia

Campania

Sardegna

Emilia-Romagna

Sicilia

Friuli-Venezia Giulia

Toscana

Lazio

Trentino-Alto Adige

Liguria

Umbria

Lombardia

Valle dAosta

Marche

Veneto

Valore Italia: 7%
Rapporto tra fibra (in km)
e superficie (in km2)
compreso tra 15 e 30

A: variazione tra il 10 e il 20%


B: variazione tra il 5 e il 10%
C: variazione inferiore al 5%

(estremi compresi)

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between, 2003 (Dati provvisori)

A dicembre 2003, la copertura delle infrastrutture in fibra ottica posate a livello


di backbone in Italia presenta una densit di fibra ottica per superficie pari a 12 Km
fibra/Km2 superficie, registrando un tasso di crescita della quantit di fibra ottica posata
pari a circa il 7% rispetto al dato di fine 2002.
La densit di fibra nel Nord Ovest superiore al dato nazionale di oltre il 40%, mentre le infrastrutture realizzate nel Mezzogiorno sono pari a circa il 29% del totale nazionale (a fronte di unestensione del territorio pari a oltre il 40% della superficie nazionale). Nel periodo 2003/2002 i tassi di crescita pi alti della quantit di fibra ottica posata
sono stati registrati nel Nord Ovest e Nord Est.
A livello regionale, i valori pi alti di densit di fibra per superficie si registrano
in Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Lombardia e Veneto. La Liguria presenta una densit
di fibra cos elevata a causa di una conformazione geografica stretta e della collocazione
al confine con il sud della Francia che ne fa una direttrice di attraversamento privile-

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Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

giata. I valori pi bassi si riscontrano nelle regioni: Valle dAosta, Molise, Abruzzo e Sardegna. In termini di variazione rispetto al 2002 sono le regioni Lombardia, Marche e Molise
a mostrare il tasso di crescita pi alto della quantit di fibra ottica (lelevato incremento
per le ultime due Regioni legato sia al basso valore del 2002 sia al completamento,
nel 2003, della dorsale adriatica in fibra ottica da parte di alcuni operatori), mentre le
regioni Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Valle dAosta sono rimaste stazionarie.
Figura 2 Competizione regionale backbone in fibra ottica (dicembre 2003)
Competizione backbone dicembre 2003 (numero operatori)

Variazione numero operatori 2003/2002

Valore Italia: 19 operatori

Molise

Basilicata

Piemonte

Calabria

Puglia

Campania

Sardegna

Emilia-Romagna

Sicilia

Friuli-Venezia Giulia

Toscana

Lazio

Trentino-Alto Adige

Liguria

Umbria

Lombardia

Valle dAosta

Marche

Veneto

Valore Italia: -1

Numero di operatori

Legenda

Abruzzo

minore di 5
compreso tra 5 e 9

compreso tra 10 e 15

(estremi compresi)

A: 1 o 2 operatori
B: nessuna variazione
C: riduzione di 1 unit

(estremi compresi)

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between, 2003 (Dati provvisori)

A dicembre 2003, la competizione nellofferta di infrastrutture in fibra ottica posate


a livello di backbone in Italia pi alta lungo le direttrici a maggiore traffico e potenziale, nel Nord dItalia vi un numero di operatori pari a circa il doppio di quello presente
nel Sud. Rispetto a dicembre 2002 il numero di operatori si ridotto da 20 unit a 19, a
causa di unoperazione di fusione tra aziende (Autostrade TLC/Serenissima Infracom).

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Contributi esterni

Le regioni a maggior densit di fibra presentano in generale anche un maggior livello


di competizione. Il maggior numero di operatori presente in Lombardia (15), Piemonte
(14) ed Emilia-Romagna (12). La regione con il pi basso numero di operatori la Sardegna (2 soli operatori). In termini di variazione rispetto al 2002 la Campania a mostrare
la variazione pi alta in termini di competizione (+2 operatori), seguita da Basilicata, Calabria e Molise (+1 operatori), mentre in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto si registrata
una diminuzione di un unit e nelle altre regioni la competizione rimasta invariata.

Infrastrutture MAN in fibra ottica


Lanalisi delle MAN (aggiornata a dicembre 2003, dati provvisori) riguarda le infrastrutture in fibra ottica di 33 operatori monitorati dallOsservatorio Banda Larga che operano a livello nazionale e/o locale, oltre a pochi altri soggetti che, pur non avendo licenza
di operatore TLC, dispongono di infrastrutture a banda larga utilizzate/bili per scopi di
comunicazione. Ai fini dellanalisi di competizione sono considerati solo gli operatori con
licenza che possono effettivamente concorrere nellofferta di infrastrutture. Come gi detto
tali infrastrutture sono realizzate nelle citt per consentire lofferta di servizi di trasporto
e accesso in fibra ottica al cliente finale. Per confrontare la disponibilit di fibra nelle
diverse regioni, si fa sempre riferimento alla densit di fibra ottica per superficie (km fibra
ottica posata per le MAN nei comuni2 della regione/km2 superficie della regione).

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Nel Rapporto dellanno scorso


i dati si riferivano ai soli capoluoghi di provincia, mentre questanno i dati si riferiscono a tutti
i comuni

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Figura 3 Copertura regionale MAN* in fibra ottica (dicembre 2003)


Copertura MAN* dicembre 2003 (densit fibra ottica per superficie)

Valore Italia: 10 Km fibra/Km2 superficie

Legenda

minore o uguale a 4
compreso tra 5 e 14
(estremi compresi)

Tasso di crescita km fibra ottica 2003/2002

Abruzzo

Molise

Basilicata

Piemonte

Calabria

Puglia

Campania

Sardegna

Emilia-Romagna

Sicilia

Friuli-Venezia Giulia

Toscana

Lazio

Trentino-Alto Adige

Liguria

Umbria

Lombardia

Valle dAosta

Marche

Veneto

Valore Italia: 7%
Rapporto tra fibra (in km)
2
e superficie (in km )
compreso tra 15 e 29

A: compreso tra 10 e 20%


B: compreso tra 5 e 10%
C: minore di 5%

(estremi compresi)

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between, 2003 (Dati provvisori)

A dicembre 2003, la copertura delle infrastrutture in fibra ottica posate a livello


di MAN in Italia presenta una densit di fibra ottica per superficie pari a 10 Km fibra/Km2
superficie, registrando un tasso di crescita della quantit di fibra ottica posata pari a circa
il 7% rispetto al dato di fine 2002.
La densit di fibra nel Nord Ovest quasi il doppio del dato nazionale e quasi quattro volte
quello del Mezzogiorno (a fronte di unestensione del Mezzogiorno pari a oltre il 40% della superficie nazionale). A livello regionale, i valori pi alti di densit di fibra per superficie si registrano
in Lombardia (prevalentemente nella citt di Milano e nellhinterland milanese), Liguria, Lazio
ed Emilia-Romagna. In termini di variazione rispetto al 2002 sono le regioni Emilia-Romagna,
Campania e Piemonte a mostrare i tassi di crescita pi alti della densit di fibra ottica (in particolare nelle citt dove loperatore Fastweb sta portando avanti un progetto di cablaggio diffuso
del territorio e laddove le Regioni si sono impegnate direttamente in progetti infrastrutturali) e
le regioni Basilicata e Calabria quella pi bassa, mentre la Valle dAosta rimasta stazionaria.

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Contributi esterni

Figura 4 Competizione regionale MAN in fibra ottica (dicembre 2003)


Competizione MAN dicembre 2003 (numero operatori)

Variazione numero operatori 2003/2002

Valore Italia: 33 operatori

Molise

Basilicata

Piemonte

Calabria

Puglia

Campania

Sardegna

Emilia-Romagna

Sicilia

Friuli-Venezia Giulia

Toscana

Lazio

Trentino-Alto Adige

Liguria

Umbria

Lombardia

Valle dAosta

Marche

Veneto

Valore Italia: -4

Numero di operatori

Legenda

Abruzzo

compreso tra 2 e 4
compreso tra 5 e 9

compreso tra 10 e 17

(estremi compresi)

A: aumento di 1 unit
B: nessuna variazione
C: riduzione di 1 unit

(estremi compresi)

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between, 2003 (Dati provvisori)

A dicembre 2003, la competizione nellofferta di infrastrutture in fibra ottica


posate a livello di MAN in Italia pi alta nelle regioni del Nord dItalia dove vi un
numero di operatori fino a circa cinque volte superiore a quello presente nel Sud. Rispetto
a dicembre 2002 il numero di operatori si ridotto da 37 a 33, a causa del perfezionamento di operazioni di fusione tra aziende, della cessata attivit nel settore TLC di alcuni
operatori o della cessione di asset infrastrutturali.
Le regioni a maggior densit di fibra presentano in generale anche un maggior livello
di competizione. Il maggior numero di soggetti presente in Lombardia (17), Emilia-Romagna (15), Piemonte (13). Le regioni con il pi basso numero di soggetti (2 soli operatori)
sono la Valle dAosta, il Molise, la Sardegna, il Friuli-Venezia Giulia, la Calabria e la Basilicata. In termini di variazione rispetto al 2002 sono le regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sicilia ed Umbria a mostrare un aumento del livello di competizione
(1 operatore in pi), mentre in Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche,

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Sardegna, Toscana, Trentino Alto Adige e Valle dAosta la competizione rimasta invariata
e le altre regioni hanno registrato una riduzione del numero di operatori, soprattutto la
Lombardia (-4 unit).

I servizi di connettivit a banda larga

Per maggiori approfondimenti si


rimanda ai due volumi della collana CRC sulla banda larga (Politiche, utilizzi e modelli di sviluppo, Architetture e scenari
tecnologici) scaricabili dal sito
web www.crcitalia

I servizi di connettivit a banda larga si basano sullutilizzo di differenti tecnologie


per laccesso al cliente finale. Le tecnologie maggiormente diffuse ed utilizzate sono quelle
denominate xDSL, tale acronimo indica la famiglia Digital Subscriber Line, ossia linsieme
delle tecnologie sviluppate a partire dagli anni 70 per permettere la trasmissione digitale
sulla rete in rame. Allinterno della famiglia, la x viene sostituita da una o pi lettere che
caratterizzano le singole tecnologie (ADSL, HDSL, SHDSL, VDSL, ecc.). La tecnologia ADSL
orientata prevalentemente al cliente residenziale, mentre le altre al cliente affari.
Attualmente gli OLOs-Other Licensed Operators per offrire servizi xDSL hanno tre alternative:
utilizzare lofferta wholesale di Telecom Italia e poi rivendere il servizio;
prendere in affitto da Telecom Italia linfrastruttura in rame (in modalit cosiddetta
di accesso disaggregato alla rete locale, o Unbundling Local Loop ULL) e realizzare su tale infrastruttura i propri servizi;
realizzare una propria infrastruttura in rame, ma attualmente lunico operatore che
ha fatto una scelta di questo tipo Brennercom (Alto Adige).
Soluzioni alternative, ma spesso complementari, sono rappresentate dalla fibra ottica,
dal collegamento satellitare e la tecnologia radio (Wireless Local Loop - WLL). Tuttavia, il
satellite rappresenta una soluzione relativamente costosa al problema dellaccesso a banda
larga limitando il suo utilizzo come soluzione di massa per le zone altamente popolate
e/o gi raggiunte da servizi a banda larga terrestri. Daltra parte, le caratteristiche tecniche del WLL ne fanno allo stato attuale una soluzione adatta per applicazioni di nicchia, quali la copertura in tempi rapidi di aree limitate di utenze affari, soprattutto in
localit difficilmente raggiungibili da sistemi xDSL su rete in rame (ad es. aree produttive extraurbane) o per la realizzazione di collegamenti interni alle reti degli operatori
mobili (in particolare raccolta del traffico dalle stazioni radio base delle reti GSM e UMTS)3.
Per la presente analisi sulla disponibilit dei servizi xDSL si fa riferimento allofferta di Telecom Italia e a quella degli OLO che utilizzano lofferta wholesale di Telecom
Italia e la copertura valutata in termini di popolazione che pu usufruire di tali servizi,
sulla base dellelenco dei comuni coperti pubblicato da Telecom Italia. Lanalisi della disponibilit di servizi di connettivit xDSL sul territorio svolta dal punto di vista della
copertura (% popolazione che pu potenzialmente usufruire dei servizi) e della competizione, in termini di numero di soggetti che offrono i servizi.
Un indicatore circa la diffusione, ma soprattutto leffettiva competizione, nellofferta di servizi a banda larga xDSL rappresentato dallULL, in quanto tale modalit, come
suesposto, consente agli OLO di prendere in affitto da Telecom Italia linfrastruttura in
rame e realizzare su tale infrastruttura i propri servizi. La copertura dellULL stata valutata in termini di popolazione dei comuni dove sono presenti siti con ULL attivo (lope-

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Contributi esterni

ratore ha emesso almeno un ordinativo di servizi ULL per un cliente su quel sito).
A fine 2003, dal punto di vista della disponibilit dei diversi servizi di connettivit a banda larga, la situazione nazionale caratterizzata da una copertura WLL ancora
marginale e dalla presenza di servizi di accesso diffuso (residenziale e affari) in fibra ottica
solo in una trentina di comuni (Milano e hinterland milanese, Torino, Roma, Bologna, Genova,
Napoli, Reggio Emilia), dove circa il 15% della popolazione potenzialmente raggiungibile dal servizio, grazie alloperatore Fastweb che sta portando avanti un progetto di cablaggio diffuso con soluzioni di accesso miste fibra ottica/xDSL.
Passando alle tecnologie xDSL (offerte tramite rivendita del servizio wholesale di
Telecom Italia), le soluzioni ADSL sono disponibili, a fine 2003, in poco pi di 2.000 comuni
e la popolazione coperta pari al 75%, mentre le soluzioni HDSL raggiungono circa 3.600
comuni (pari all85% della popolazione) e quelle SHDSL circa 1.000 comuni (60% della
popolazione). La modalit xDSL tramite ULL invece disponibile in poco pi di 200 comuni
(25% della popolazione).
A livello regionale, la situazione a fine 2003 la seguente:
per quanto riguarda la copertura dellADSL, 5 regioni (Liguria, Emilia-Romagna, Toscana,
Umbria, Lazio) hanno valori di copertura della popolazione in fascia alta (oltre l80%
della popolazione), 7 regioni (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche,
Puglia, Sicilia e Veneto) hanno valori di copertura della popolazione intorno alla
media nazionale (tra il 70% e l80% della popolazione), le restanti 8 regioni (Piemonte, Valle dAosta, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna) hanno valori in fascia bassa (tra il 41% ed il 69% della popolazione);
per quanto riguarda la copertura dellHDSL, 4 regioni (Emilia Romagna, Toscana, Lazio,
Puglia) hanno valori di copertura della popolazione in fascia alta (oltre il 90% della
popolazione), 8 regioni (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto) hanno valori di copertura della popolazione intorno
alla media nazionale (tra l80% ed il 90% della popolazione), 6 regioni (Piemonte,
Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Calabria, Sardegna) hanno valori di copertura della popolazione compresi tra il 70% ed il 79% della popolazione, mentre Basilicata e Molise hanno valori compresi tra il 54% ed il 70%;
per quanto riguarda la copertura dellSHDSL, 5 regioni (Liguria, Emilia Romagna,
Toscana, Umbria, Lazio) hanno valori di copertura della popolazione in fascia alta
(oltre 66% della popolazione), 8 regioni (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia e Trentino Alto Adige) hanno valori di copertura della popolazione intorno alla media nazionale (tra il 55% ed il 65% della popolazione), 3 regioni (Veneto, Abruzzo, Sardegna) hanno valori di copertura della popolazione compresi tra il 35% ed il 55% della popolazione, mentre le restanti regioni
(Valle d'Aosta, Molise, Basilicata, Calabria) hanno valori compresi tra il 28% ed il
35% della popolazione;
per quanto riguarda la copertura dellULL, 5 regioni (Piemonte, Lombardia, Liguria,
Emilia Romagna, Lazio) hanno valori di copertura della popolazione in fascia alta
(oltre il 30% della popolazione), 2 regioni (Campania e Friuli-Venezia Giulia) hanno
valori di copertura della popolazione intorno alla media nazionale (tra il 20% ed il

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39% della popolazione), 9 regioni (Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana, Umbria,
Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna) hanno valori di copertura della popolazione compresi tra il 5% ed il 20%, mentre le restanti regioni (Valle d'Aosta, Abruzzo,
Basilicata, Calabria) non sono ancora interessate dal servizio.

Tabella 1 Copertura regionale servizi di connettivit a banda larga (dicembre 2003)


Copertura popolazione (%)

ADSL

HDSL

SHDSL

ULL*

A= oltre 80%
B= da 70% a 80%
C= tra 41% e 70%

A= oltre 80%
B= da 80% a 90%
C= tra 54% e 80%

A= oltre 65%
B= da 55% a 65%
C= tra 28% e 54%

A= oltre 30%
B= da 20% a 30%
C= fino a 20%

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Emilia-Romagna

Friuli-Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Trentino Alto Adige

Umbria

Valle dAosta

Veneto

ITALIA

75%

85%

60%

25%

*Aggiornamento ad ottobre 2003


Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between 2003

Lanalisi della dinamica temporale evidenzia che complessivamente in poco pi di


un anno (dicembre 2003/ottobre 2002) la disponibilit delle diverse tecnologie sul territorio ha avuto una forte accelerazione della copertura dei servizi DSL ed in particolare
delle nuove tecnologie simmetriche SHDSL orientate alle imprese (+39 punti di copertura
della popolazione rispetto al 2002), seguite dallHDSL, sempre orientate alle imprese, e
dalla fibra ottica (+15), dallADSL (+12) ed infine dallULL (+12). Tuttavia, lultima parte
del 2003 ha visto un rallentamento del processo di ampliamento della copertura dei ser-

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Contributi esterni

vizi che richiede di valutare molto attentamente quale sia leffettiva soglia di copertura
raggiungibile in tempi brevi e con quale livello di concorrenza sul mercato, a maggior ragione
a seguito degli annunci fatti in altri paesi riguardo agli obiettivi di completa copertura
del territorio.

Figura 5 La dinamica tecnologica in Italia (dicembre 2003/ottobre 2002)

HDSL

ADSL

SHDSL

ULL

FO
0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

*Aggiornamento ad ottobre 2003


Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between 2003

Passando ad analizzare il livello di competizione nellofferta di servizi di connettivit ADSL, tra i 33 soggetti (operatori TLC e Internet Service Provider) monitorati a livello
nazionale dallOsservatorio Banda Larga, in tutte le regioni si registra a fine 2003 un numero
di soggetti superiore a 12 con valori che vanno dalle 13 unit nel Molise alle oltre 25
unit presenti in Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto. Lanalisi della dinamica
temporale evidenzia che il numero complessivo di operatori si ridotto da 39 a 33 a causa
della cessata attivit di alcune aziende ed a livello regionale sono comunque 3 le regioni
che hanno mostrato un incremento del numero di operatori (Piemonte, Valle dAosta, Trentino Alto Adige).
Per quanto riguarda lULL, a fine 2003 il numero di operatori che offrono il servizio pari a 15 con forti differenze nel livello di competizione tra le 16 regioni dove il
servizio disponibile. In quattro regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte)
presente un numero di operatori compreso tra 6 e 9 unit, mentre in altre 6 regioni
(Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Puglia, Sardegna, Umbria) il numero
di operatori inferiore a 3.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Figura 6 Competizione regionale ADSL (dicembre 2003)


Competizione ADSL dicembre 2003 (numero operatori)

Variazione numero operatori 2003/2002

Valore Italia: 33 operatori

Abruzzo

Molise

Basilicata

Piemonte

Calabria

Puglia

Campania

Sardegna

Emilia-Romagna

Sicilia

Friuli-Venezia Giulia

Toscana

Lazio

Trentino-Alto Adige

Liguria

Umbria

Lombardia

Valle dAosta

Marche

Veneto

Valore Italia: -6

Numero di operatori

Legenda

compreso tra 13 e 17
compreso tra 18 e 25
(estremi compresi)

compreso tra 26 e 30

A: aumento di 1 o pi unit
B: riduzione tra 1 e 6 unit
C: riduzione superiore a 6 unit

(estremi compresi)

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between, 2003

Il digital divide
Il digital divide rispetto alla disponibilit dei servizi di connettivit a banda larga
in Italia, pu essere analizzato suddividendo il territorio nazionale in tre fasce di copertura dei servizi. Le tre fasce si differenziano per la numerosit delle tecnologie disponibili e le prestazioni associate alle diverse tecnologie, nonch per il livello di competizione (tra tecnologie, ma di fatto anche in termini di operatori presenti):
la prima (fascia verde), nella quale sono presenti diverse offerte tecnologiche in
un contesto altamente competitivo. In particolare, il livello competitivo e di innovazione di servizio viene innalzato dalla presenza di offerte basate sullULL (Unbundling Local Loop), che si aggiungono alle offerte xDSL (delloperatore Telecom Italia e degli altri operatori che utilizzano il servizio wholesale fornito da Telecom Ita-

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Contributi esterni

lia), alle offerte satellitari e, su territori pi ristretti, alle modalit di accesso in


fibra ottica o WLL (Wireless Local Loop);
la seconda (fascia gialla), costituita dai territori dove di fatto non sono ancora
presenti offerte ADSL di altri Operatori alternative allofferta ADSL delloperatore Telecom Italia (e degli altri operatori che utilizzano le modalit wholesale), oltre alla
copertura satellitare. Ad oggi vi sono una cinquantina di operatori che configurano
la propria offerta sulla base dellofferta wholesale di Telecom Italia;
la terza (fascia rossa) si contraddistingue per una copertura del territorio che si limita
alle tecnologie satellitari, che come gi detto presenta una soluzione per laccesso a
banda larga relativamente costosa, e un livello di competizione relativamente limitato.
Figura 7 - Il digital divide in Italia (dicembre 2003)

Legenda
SAT
SAT + ADSL
SAT + ADSL + ULL

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between, 2003

Tabella 2 - Situazione del digital divide (dicembre 2003)


Copertura

ZONA VERDE

ZONA GIALLA

ZONA ROSSA

Numero Comuni

208

1.866

6.027

% Popolazione

25%

50%

25%

% Imprese

29%

50%

21%

% Superficie

3%

35%

62%

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between 2003

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

A fine 2003 in Italia la fascia verde copre il 25% della popolazione (circa 200
comuni), la fascia gialla il 50% della popolazione (poco meno di 1.900 comuni) e
quella rossa il 25% della popolazione (circa 6.000 comuni).
Lanalisi della dinamica temporale evidenzia che in poco pi di un anno (dicembre
2003/ottobre 2002) il digital divide a livello nazionale si ridotto, infatti la fascia rossa
passata dal 37% della popolazione al 25% e la zona verde dal 13% al 25%, ma, permane
una situazione ancora a macchia di leopardo con marcati squilibri che riguardano non solo
le differenza Nord-Sud, ma soprattutto il divario tra aree metropolitane e zone rurali.
Infatti, nonostante la fascia rossa si sia ridotta al 25% della popolazione anche
vero che a questo valore corrispondono circa 6.000 comuni italiani che possono accedere
solo alla banda larga via satellite.

Tabella 3 - La variazione del digital divide in Italia (dicembre 2003/ottore 2002)


Copertura

ZONA VERDE

ZONA GIALLA

ZONA ROSSA

Numero Comuni

+138

+788

-926

% Popolazione

+12

-12

% Imprese

+13

-2

-11

% Superficie

+1

+10

-11

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between 2003

A livello regionale il divario consistente, in quanto si passa da regioni, quali Lazio,


Liguria, Lombardia e Piemonte con valori della zona verde tra il 30% ed il 50% di copertura della popolazione, a quattro regioni (3 del Sud: Basilicata, Calabria, Molise ed 1 del
Nord-Ovest: Valle dAosta) dove non vi ancora alcun comune che si possa considerare
appartenente alla zona verde. La situazione a livello provinciale appare pi problematica,
in quanto 55 province sono ancora escluse dalla zona verde.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Figura 8 Il digital divide nelle regioni dItalia (dicembre 2003)


Veneto
Valle d'Aosta
Umbria
Trentino Alto Adige
Toscana
Sicilia
Sardegna
Puglia

Legenda

Piemonte
Molise
Marche

Zona rossa

Lombardia
Liguria

Zona gialla

Lazio

Zona verde

Friuli Venezia Giulia


Emilia Romagna
Campania
Calabria
Basilicata
Abruzzo
0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Fonte: Osservatorio Banda Larga - Between 2003

Lanalisi della dinamica regionale evidenzia che in poco pi di un anno (dicembre


2003/ottobre 2002) la zona rossa si ridotta in tutte le regioni (ad eccezione della Liguria) ed alcune regioni sono entrate nella zona verde (Puglia, Sardegna, Umbria e FriuliVenezia Giulia). Tuttavia in 11 regioni (Valle dAosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana,
Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna) pur in presenza di un aumento
della copertura, il gap con lItalia (scostamento dal valore medio nazionale) aumentato,
evidenziando che il territorio nazionale, rispetto alla disponibilit di banda larga, evolve
a velocit molto diverse.

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Contributi esterni

RAPPORTO NAZIONALE 2004

Figura 9 La dinamica della zona verde nelle regioni dItalia (dicembre 2003/ottobre 2002)
Copertura zona verde 2003

Variazione 2003/2002*

Valore Italia: 25% popolazione

Molise

Basilicata

Piemonte

Calabria

Puglia

Campania

Sardegna

Emilia-Romagna

Sicilia

Friuli-Venezia Giulia

Toscana

Lazio

Trentino-Alto Adige

Liguria

Umbria

Lombardia

Valle dAosta

Marche

Veneto

Valore Italia: +12

Copertura zona verde 2003

Legenda

Abruzzo

Zona verde

A: oltre 14
B: da 8 a 14
C: fino a 8

*Quota aggiuntiva di popolazione (in %) che pu usufruire del servizio


Fonte: Osservatorio Banda Larga Between, 2003

Le regioni pi dinamiche nel periodo preso in esame, per quanto riguarda la zona
verde, sono state Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia.
In conclusione, la copertura dei servizi di connettivit a banda larga tra la fine del
2002 e la prima met del 2003 ha mostrato una forte accelerazione, ma permane il divario territoriale ed il rallentamento del processo di ampliamento della copertura nella seconda
parte del 2003 suggerisce di valutare molto attentamente quale sia leffettiva soglia di
copertura raggiungibile in tempi brevi e con quale livello di concorrenza sul mercato, a
maggior ragione a seguito degli annunci fatti in altri paesi riguardo agli obiettivi di completa copertura del territorio.
Di fatto, il completamento della copertura territoriale pu difficilmente avvenire in
pura logica di mercato e richiede quindi una crescente concertazione tra i diversi attori

230

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Contributi esterni

coinvolti (Stato, Enti locali, operatori di telecomunicazione) per la pianificazione degli


interventi territoriali. In questo senso alcuni segnali positivi vengono sia da progetti nazionali (Innovazione Italia/Infratel), sia da quelle Regioni che gi si sono attivate in tale
direzione.

231

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

La Rete Camerale e lo sviluppo


delle-government
a cura di Unioncamere1

Obiettivi e strumenti per lo sviluppo


dell'e-government nel mondo camerale2
L'attenzione del sistema camerale al tema dell'e-government legata essenzialmente
a due obiettivi: supportare e accelerare i processi di semplificazione amministrativa diretti
a ridurre i costi reali che le imprese sostengono per adempiere agli obblighi previsti dalla
legge3; offrire, attraverso lo sviluppo di servizi integrati on line e ladozione su larga scala
di tecnologie informatiche e processi organizzativi allavanguardia, una leva importante
per migliorare la competitivit del nostro sistema produttivo.
Per conseguire questi obiettivi la rete camerale ha da tempo avviato una strategia
basata, da un lato, sullestensione delle possibilit di accedere in modalit remota ai servizi, sfruttando al massimo le tecnologie web-based e il concetto di multicanalit. Dallaltro, ha investito sullintegrazione intelligente delle informazioni in suo possesso in
ambienti virtuali (siti, portali e vortali), caratterizzati da una forte vocazione allinteroperabilit con il resto della pubblica amministrazione (PA).
I risultati del 2003 sono lultima tappa di un percorso ormai trentennale dallintroduzione delle ICT nelle Camere di Commercio, un percorso di cui pu essere utile ricordare alcuni passaggi chiave:
nel 1974 la costituzione di Cerved, societ per azioni - creata ad hoc dalle Camere di
commercio del Veneto e da partner privati - per gestire attraverso banche dati elettroniche lorganizzazione delle informazioni in possesso delle Camere e garantire lerogazione dei servizi anagrafici e amministrativi attraverso strumenti informatici;
nella seconda met degli anni Ottanta, con il collegamento alla rete telematica di
tutte le Camere di Commercio, cambia la stessa identit di questi enti, in qualche
modo trasformati dallessere in rete tra loro: le imprese possono ora acquisire visure
e informazioni commerciali su qualunque altra impresa, da qualsiasi nodo della rete
nazionale attraverso migliaia di terminali; i tempi di rilascio delle informazioni diventano uguali a Milano come a Palermo; lautomazione delle procedure in ogni Camera
elimina gli elementi discrezionali che troppo spesso caratterizzano lerogazione dei
servizi amministrativi nella PA;
nel 1995 da Cerved nasce InfoCamere, societ consortile interamente partecipata
dalle Camere di Commercio e dedicata a sviluppare servizi ICT per la rete camerale;
nella prima met degli anni novanta, lavvio delle prime esperienze di certificazione
a distanza, con laccesso on line al Registro delle imprese (istituito dalla legge di
riforma del sistema camerale del 1993) per il deposito informatico degli atti.

233

1 Il presente contributo stato


curato dal dott. Paolo Bulleri,
funzionario area Organizzazione
ed e-government, e dal dott.
Carlo De Vincentiis, ufficio
stampa, con la collaborazione del
dott. Pierluigi Sodini. Per i dati
relativi alle smart card e alle pratiche telematiche della rete
camerale, si ringrazia il dott.
Antonio Tonini, Infocamere.
Siti di riferimento per ulteriori
informazioni sono:
www.unioncamere.it
www.cameradicommercio.it
www.starnet.unioncamere.it
www.lavoropa.it
2
Per rete camerale o sistema
camerale si intende un insieme
estremamente ampio e differenziato di istituzioni, agenzie,
consorzi, centri di ricerca costituiti e gestiti direttamente o indirettamente dalle 103 Camere di
Commercio esistenti sul territorio (una per ogni provincia) e da
Unioncamere, che funge da
organo di indirizzo e di riferimento per la rappresentanza
degli interessi del sistema.
3
Questo problema molto sentito in diversi paesi europei. In
Italia, secondo le stime dellUnioncamere, gli oneri burocratici
che ogni anno gravano sulle
imprese ammontano a oltre 9
miliardi di euro, quasi lo 0,8% del
PIL. I costi dei rapporti con la PA
sono in proporzione pi elevati
nelle piccole imprese: in quelle
da 3 a 9 addetti, per esempio,
raggiungono il valore di 1.390
euro pro-capite.

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Contributi esterni

Sul totale di oltre 2 milioni di


pratiche inviate al Registro nel
2003, circa 1,6 milioni sono
intermediate dai professionisti
5
Se vero che nel caso delle
Camere si tratta del cittadinoimprenditore, non dobbiamo tuttavia dimenticare che ognuno di
noi esprime molteplici valenze
nella societ e che la familiarit
con una tecnologia utilizzata nel
campo professionale fa di noi cittadini pi evoluti e portatori di
esigenze pi qualificate in tutti
gli altri campi del vivere quotidiano.
6
Il servizio attivo in via sperimentale nelle province di Catanzaro, Milano e Verona.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Negli anni pi recenti, strumento trasversale per il successo di questa strategia


stata la decisione di puntare fortemente sulla diffusione della firma digitale a tutte le
societ per laccesso al Registro delle Imprese. La valenza di questo approccio stata pienamente condivisa dal legislatore e, successivamente, dagli intermediari professionali e
dai loro ordini. A questi ultimi si deve, infatti, la gestione della maggior parte delle comunicazioni tra imprese e Camere di Commercio4, e il loro contributo operativo si sta rivelando decisivo per la diffusione di un nuovo modo di rapportare il cittadino alla PA e al
mercato5.
Tra laltro, la configurazione del Registro delle Imprese come registro telematico (cio
alimentato in tempo reale attraverso canali di comunicazione non fisici, in cui il supporto
cartaceo non pi richiesto) ha posto le basi per una circolazione pi ampia e pi flessibile delle informazioni in esso contenute, rendendo cos praticabile lobiettivo dellintegrazione non solo tra i database ma anche e soprattutto tra i servizi di PA diverse. Lo
sforzo fatto in questa prospettiva mira cos a realizzare una aspettativa sempre pi diffusa nellutenza dei servizi pubblici: riservare sempre meno tempo e risorse a seguire cosa
accade nel back office (lo spazio al di l dello sportello fisico o virtuale su web) e sempre pi attenzione alla velocit e semplicit con cui si accede e ottiene il servizio.
Per la natura delle informazioni che contiene, il Registro delle imprese costituisce
una fonte di dati per molte PA. La sua architettura telematica rappresenta, pertanto, una
leva potente per favorire lintegrazione delle procedure burocratiche relative alle imprese,
comuni tra molti enti della PA. Anche per questo al centro del progetto che ha portato
alla creazione del portale www.impresa.gov.it, grazie al quale -sulla base del riallineamento
degli archivi amministrativi delle Camere di commercio con quelli dellINPS e dellINAIL e
lintegrazione delle loro operazioni di back office- ogni impresa pu comunicare tutte le
informazioni che la riguardano a uno solo degli organismi sopra citati, con la certezza che
tali atti saranno automaticamente trasmessi anche agli altri6.
Una particolare applicazione in questa logica di interoperabilit introdotta dalla
legge n. 326/2003 che allart. 44, comma 8, ha indicato nelle Camere di Commercio lunico soggetto tenuto a ricevere le informazioni comunicate dalle imprese ai fini previdenziali e a trasferirle agli enti competenti (INPS e INAIL).
Un ulteriore, importante traguardo del processo di integrazione tra gli archivi della
PA in unottica di interoperabilit costituito dal Registro informatico degli adempimenti
amministrativi delle imprese, previsto dalla legge n.229/2003, che il Ministero delle Attivit Produttive e il Dipartimento per lInnovazione e le Tecnologie stanno realizzando avvalendosi del sistema informativo delle Camere di Commercio.

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Stato di avanzamento dellinnovazione


camerale: smart card e pratiche
telematiche
7

L'evoluzione normativa
Il legislatore ha influito in maniera determinante sullevoluzione in senso digitale
del rapporto tra imprese e Camere di Commercio. Come noto, il complesso percorso normativo relativo al processo di digitalizzazione e di innovazione telematica della pubblica
amministrazione ha avuto inizio con la legge n. 59/97 (prima legge Bassanini) che al
secondo comma dell'art. 15 stabiliva che: gli atti, dati e documenti formati dalla pubblica
amministrazione e dai privati con strumenti informatici o telematici, i contratti stipulati
nelle medesime forme, nonch la loro archiviazione e trasmissione con strumenti informatici sono validi e rilevanti a tutti gli effetti di legge, introducendo un principio generale
destinato a modificare radicalmente i rapporti tra le pubbliche amministrazioni e tra gli
uffici pubblici e i cittadini. Un principio anche fin troppo avanzato, rispetto ai tempi, che
ha dato luogo a non poche problematiche applicative derivanti dalla eterogeneit dei sistemi
hardware e software utilizzati dai diversi enti, da cui la necessit di prevedere procedure
uniformi e in armonia con le normative comunitarie.
Nellambito del Registro Imprese stata la legge n. 340/2000 che ha previsto lapplicazione del principio generale introdotto dalla legge Bassanini: allart. 31, 2 comma
essa stabiliva che, decorso un anno dalla sua entrata in vigore, le domande, le denunce
e gli atti che le accompagnano, ad esclusione di quelle degli imprenditori individuali e
dei soggetti iscritti solo nel REA, dovevano essere inviate al Registro Imprese per via telematica oppure su supporto informatico7. Le difficolt attuative di tale procedura hanno
indotto il legislatore a prorogarne varie volte lentrata in vigore8, fissandola definitivamente al 01.11.2003 (DL n. 236 del 28.10.2002, gi convertito in legge).
Nelle more di emanazione del suddetto decreto, il Ministero delle Attivit Produttive ha provveduto a inviare una nuova circolare che, al fine di introdurre gradualmente
la nuova procedura, ha concesso in via provvisoria, per un periodo comunque non superiore a sette mesi di presentare i documenti su dischetto anche senza firma digitale (cosiddetto floppy non firmato) purch il floppy disk contenente il modulo informatico sia
accompagnato da una distinta sulla quale siano apposte le firme richieste e siano contemporaneamente presentati gli atti previsti in cartaceo.
Di rilievo anche il DL del 23.01.2002 n. 10 per lattuazione della direttiva 1999/93/CE
relativa alle firme elettroniche, di cui si segnala in particolare la modifica apportata allart.
109 del DPR 445/2000 nella parte in cui stabilisce che il documento informatico qualora
sia sottoscritto con firma digitale o con altro tipo di firma elettronica avanzata fa piena
prova fino a querela di falso.
In tale contesto normativo si inseriscono i Decreti del 21 marzo 2001 (successivamente reiterato) e 19 marzo 2002 del Ministero delle Attivit Produttive che hanno pre-

235

Le modalit applicative erano


contenute nelle Circolari del
Ministero delle Attivit Produttive
n. 3529/c 30/10/2001 e n. 3532/c
del 15/11/2001.
8 Lart. 3 comma 13 della legge
n. 448/2001 aveva gi prorogato
al 09.12.2002 il nuovo termine
di scadenza.
9
Articolo 10 DPR 445/200: Forma
ed efficacia del documento informatico.
1. Il documento informatico ha
l'efficacia probatoria prevista
dall'articolo 2712 del codice
civile, riguardo ai fatti ed alle
cose rappresentate.
2. Il documento informatico, sottoscritto con firma elettronica,
soddisfa il requisito legale della
forma scritta. Sul piano probatorio il documento stesso liberamente valutabile, tenuto conto
delle sue caratteristiche oggettive
di qualit e sicurezza. Esso inoltre soddisfa l'obbligo previsto
dagli articoli 2214 e seguenti del
codice civile e da ogni altra analoga disposizione legislativa o
regolamentare.
3. Il documento informatico,
quando sottoscritto con firma
digitale o con un altro tipo di
firma elettronica avanzata, e la
firma basata su di un certificato qualificato ed generata
mediante un dispositivo per la
creazione di una firma sicura, fa
inoltre piena prova, fino a querela di falso, della provenienza
delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritto.
4. Al documento informatico, sottoscritto con firma elettronica, in
ogni caso non pu essere negata
rilevanza giuridica n ammissibilit come mezzo di prova unicamente a causa del fatto che
sottoscritto in forma elettronica
ovvero in quanto la firma non
basata su di un certificato qualificato oppure non basata su
di un certificato qualificato rilasciato da un certificatore accreditato o, infine, perch la firma
non stata apposta avvalendosi
di un dispositivo per la creazione
di una firma sicura.

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visto la sperimentazione rispettivamente del deposito dei bilanci per via telematica e delliscrizione degli atti di conversione del capitale sociale in euro.
Sono quindi sottoposte alla nuova normativa (a partire dall11 novembre 2003):
le societ semplici;
le societ in nome collettivo;
le societ in accomandita semplice;
le societ per azioni;
le societ a responsabilit limitata;
le societ in accomandita per azioni;
le societ cooperative e di mutuo soccorso;
societ consortili;
consorzi;
i GEIE;
societ estere aventi sedi secondarie in Italia;
gli enti pubblici economici;
le societ fra avvocati.

Firma digitale e pratica telematica: una breve


definizione
LItalia stata uno dei primi paesi europei ad introdurre una disciplina della firma
digitale. Il Testo Unico sulla documentazione amministrativa (D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000) regola i vari tipi di firme elettroniche e i loro effetti giuridici. Lunica utilizzabile nei rapporti con la pubblica amministrazione (art. 38 del Testo Unico), e idonea a
fornire ai documenti unefficacia probatoria equivalente a quella delle scritture private autenticate delle quali riconosciuta la sottoscrizione (art. 10 del Testo Unico e art. 2702 del
codice civile), la firma digitale. Le altre tipologie di firme elettroniche si distinguono
per lassenza di alcune specifiche caratteristiche presenti nella firma digitale, ovvero per
i minori controlli cui sono soggetti gli enti che sono abilitati a certificarle.
Ma cosa la firma digitale? Si tratta di una procedura basata su un sistema di cifratura dei dati: ad un soggetto vengono assegnate due chiavi informatiche; una privata,
che consente di cifrare i documenti; e una pubblica, univocamente collegata alla prima,
che consente a chiunque di decifrarli, garantendo in tal modo la provenienza del documento dal soggetto titolare della chiave privata.
Lo scopo principale della firma digitale quello di attribuire con sicurezza e certezza la paternit di un documento informatico al soggetto che lo sottoscrive. Tale requisito diventa fondamentale in un mondo in cui assumono sempre pi rilevanza le transazioni telematiche e linvio di messaggi, proposte contrattuali, ordini e altri documenti
attraverso le reti di telecomunicazione. Il professionista e lazienda, quindi, possono utilizzare la firma digitale per molteplici esigenze, non solo inerenti le comunicazioni obbli-

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gatorie alla Camera di Commercio.


Bisogna poi sapere che allinterno delle smart card che le Camere di Commercio stanno
rilasciando ai legali rappresentanti delle aziende iscritte al Registro delle Imprese contenuto un ulteriore tipo di firma elettronica, tramite il cosiddetto certificato di autenticazione, aggiuntivo a quello previsto dalle norme di legge. Mentre questultimo, infatti,
serve principalmente a sottoscrivere dei documenti, il certificato di autenticazione risponde
alle esigenze di identificazione dinamica di un soggetto (la funzione simile a quella
dellinserimento della user-id e password al momento dellaccensione di un computer, ovvero
per entrare in determinate aree protette di una rete o di un sito Internet) e assicura la
provenienza dei messaggi di posta elettronica.
Dagli esempi sopra citati si pu ben comprendere come la firma digitale sia destinata a diventare un prezioso strumento nellambito dellattivit professionale e imprenditoriale. Molte delle pratiche amministrative che oggi richiedono lo spostamento fisico possono finalmente essere compiute per via telematica, in tutta sicurezza e con identica validit legale dalla propria sede di lavoro.
In Italia ad oggi sono presenti 14 enti certificatori (InfoCamere lo dallaprile 2000)
a cui possibile rivolgersi per ottenere la propria firma digitale.
Come accennato precedentemente, per preparare le imprese all'entrata in vigore dellobbligo di trasmissione informatica dei documenti al Registro delle Imprese, le Camere di
Commercio hanno avviato una vasta campagna di rilascio dei dispositivi di firma digitale,
mettendo gratuitamente a disposizione una smart card per i rappresentanti legali delle aziende
iscritte nel Registro e fornendo un apposito kit in distribuzione presso le Camere stesse.
Hanno poi stipulato intese e convenzioni con gran parte delle associazioni di categoria,
gli ordini professionali e i singoli professionisti e, pertanto, anche presso questi soggetti
possibile ottenere il proprio dispositivo di firma digitale. E' sufficiente recarsi in uno di
detti uffici, muniti di un documento di identit, e presentare la richiesta.

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Distribuzione delle smart card e pratiche


telematiche: uno sguardo dinsieme
Lentrata in vigore dellobbligo di presentazione per via telematica delle pratiche a carico
delle societ (per quanto rimandato pi volte ed entrato pienamente a regime soltanto negli
ultimi due mesi dellanno), ha fatto s che il 2003 si sia caratterizzato come lanno del salto
di qualit per la gestione on line degli adempimenti legati al Registro Imprese delle Camere
di Commercio. Il 2003 si anche caratterizzato per la svolta nelle iscrizioni per via telematica al Registro di imprese di nuova costituzione, che risultano sestuplicate.
Figura 1 - Iscrizioni al Registro Imprese per via telematica
90000
80000
70000
60000
50000
40000
30000
20000
10000
0
2000

2001

2002

2003

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

Fondamentale presupposto organizzativo del passaggio alla pratica telematica, stato


lo sforzo messo in atto dalla rete camerale per la distribuzione delle smart card (con il
dispositivo di firma digitale) alle societ soggette all'obbligo di trasmissione telematica
di atti e bilanci a partire dal 1 novembre 2003. Nella valutazione dei risultati ottenuti,
emerge una "regionalit" piuttosto marcata e in particolare (dati a fine gennaio 2004):
Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna presentano percentuali di distribuzione di smart
card pari a circa al 20% delle imprese;
Molise, Basilicata e Puglia si segnalano tra le regioni meridionali con percentuali
di copertura elevate, tra il 30 ed il 35%;
tra le regioni del Centro, Toscana, Marche ed Umbria (percentuali rispettivamente
da poco meno del 50 al 35%) paiono nel complesso pi avanti di quanto non accada
con lAbruzzo (30%) e, soprattutto, il Lazio (attorno al 25%);
il Nord della penisola, con la parziale eccezione della Liguria, presenta percentuali
di copertura ragguardevoli (superiori o comunque attorno al 50% e oltre di Veneto,
Friuli, Emilia Romagna e Lombardia), anche in considerazione della numerosit delle
imprese cui fornire la smart card.

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Figura 2 - Distribuzione smart card vs. pratiche telematiche


100%
90%
80%
70%
60%

Legenda

50%
40%
30%
20%

imprese con smart card

10%

pratiche telematiche
sul totale

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0%

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

L'immagine seguente mostra lo stato dell'arte della distribuzione delle smart card
alle imprese disaggregata su base provinciale.
Figura 3 - Percentuale di imprese con smart card camerale per provincia (fine gennaio 2004)

Legenda
Percentuale di imprese
dotate di Smart Card
minore del 20%
dal 21 a 30%
dal 31 a 40%
da 41 a 50%
maggiore del 51%

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

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Tra le variabili di cui tener conto a spiegazione del diverso grado di copertura nella
distribuzione delle smart card alle imprese, possiamo citare:
la numerosit delle imprese soggette allobbligo di gestione telematica delle pratiche nellambito dei diversi tessuti economici locali; questa variabile si fa in particolare sentire in alcune grandi citt (Bologna, Genova, Roma, Firenze) che hanno
affrontato difficolt organizzative simili a fronte della numerosit delle imprese a
cui fornire la smart card, il che inevitabilmente ha inciso nella percentuale di copertura aggregata a livello regionale (cfr. Figura 4);
il diverso grado di maturit della problematica della digitalizzazione dei servizi nelle
Camere di Commercio, sia in termini di maggiore o minore infrastrutturazione (disponibilit di risorse umane e informatiche), sia pi in generale in termini di investimento politico-organizzativo nella complessa revisione delle procedure interne
(back office);
il coinvolgimento pi o meno attivo degli intermediari (notai, commercialisti, ragionieri, associazioni di categoria), sia dal punto di vista della loro capacit di supportare tecnologicamente le imprese al momento della trasmissione delle comunicazioni (attraverso l'utilizzo della propria smart card in regime di procura speciale),
sia del diverso grado di priorit data alla promozione dellutilizzo dello strumento.

Figura 4 - Scostamento medio dei valori provinciali dalla media regionale


12
10
8

Legenda

6
4

ST DEV smart card (%)


ST DEV pratiche (%)

Fr
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Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

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La Tabella 1 riporta le 10 Camere di Commercio che tra gennaio 2003 - febbraio


2004 hanno distribuito direttamente il maggior numero di firme digitali alle imprese (in
assoluto ed in percentuale rispetto al totale delle imprese soggette alla pratica telematica iscritte nel Registro Imprese).

Tabella 1 - Prime dieci CCIAA per distribuzione di smart card


n. smart card distribuite

% di imprese raggiunte

Milano

84.016

43,8

Roma

36.787

21,7

Torino

29.665

33,8

Brescia

29.439

61,8

Bologna

23.106

58,7

Bergamo

21.042

58,1

Treviso

20.630

61,0

Verona

20.571

61,8

Vicenza

20.507

61,0

Firenze

20.293

47,6

Modena

18.809

61,0

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

Passando pi specificamente allanalisi della progressione delle pratiche telematiche ricevute e gestite dagli uffici camerali nel corso del 2003, i risultati raggiunti paiono
sicuramente positivi, sia in termini di numero assoluto di pratiche (681.000), sia disaggregando la parte relativa ai bilanci da quella relativa al resto delle comunicazioni obbligatorie (considerando societ e imprese individuali e tutti gli invii, anche quelli ancora
da protocollare)10.

241

10

Il picco evidenziato dal grafico


dovuto alla naturale stagionalit nella ricezione delle pratiche, legata alla scadenza dei termini di deposito dei bilanci
societari (e di altri atti a questi
legate, tipo la comunicazione dell'elenco dei soci).

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Contributi esterni

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Figura 5 - Andamento pratiche telematiche durante il 2003


250000
200000

Legenda

150000
100000

bilanci
altre pratiche

50000

O
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G
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io

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

11 Per floppy firmato, si intende


una pratica presentata su supporto magnetico e ufficializzata
da una firma digitale dell'impresa
o di un intermediario autorizzato.

evidente nel corso dellanno un aumento percentuale, pi consistente negli ultimi


mesi, delle pratiche telematiche/floppy firmate11 e una riduzione dei floppy non firmati
accanto ad una porzione, oramai contenuta, di pratiche cartacee. Dalla valutazione di tali
andamenti, possiamo affermare che la pratica digitale si caratterizza oramai quale modalit standard di trasmissione degli atti alla Camera di Commercio.

Figura 6 - Andamento mensile (quote %) delle diverse modalit di trasmissione pratiche (2003)
100%
80%

Legenda
floppy non firmati

60%
40%

cartacee

20%

telematiche

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

242

O
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0%

floppy firmati

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

La tabella successiva riporta le 10 Camere di Commercio che, nel periodo gennaio


2003 - febbraio 2004, hanno gestito il maggior numero di pratiche telematiche12 (in assoluto ed in percentuale rispetto al totale delle pratiche destinate al Registro Imprese).

12 Il numero dato dalla somma


di pratiche telematiche e floppy
firmati.

Tabella 2 - Prime dieci CCIAA per ricorso a trasmissione telematica delle pratiche
Valore assoluto

% pratiche telematiche sul totale

107.173

89,4

Brescia

51.008

91,5

Roma

47.362

88,7

Bergamo

24.710

83

Bologna

23.327

87,3

Napoli

23.237

79,5

Treviso

18.705

82,8

Milano

Torino

18.241

68

Vicenza

17.573

88,6

Modena

15.466

94,3

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

243

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Contributi esterni

13

Per il Trentino Alto Adige si


preferito fornire il dato disaggregato delle due Province autonome.

RAPPORTO NAZIONALE 2004

La figura seguente fornisce per concludere un quadro sintetico del posizionamento


delle diverse Regioni13 relativamente ai fenomeni finora descritti.

Figura 7 - Rappresentazione di sintesi


Abruzzo
Veneto

100%

Basilicata

90%

Valle d'Aosta

Bolzano

80%
70%

Umbria

Calabria

60%
50%
40%

Trento

Campania

30%

Legenda

20%
10%

Toscana

Emilia Romagna

0%

% pratiche
telematiche
% imprese con
smart card

Friuli

Sicilia

Sardegna

Lazio

Liguria

Puglia
Piemonte

Lombardia
Molise

Marche

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

Camere di Commercio ed Enti locali:


esperienze di collaborazione per
l'innovazione dei servizi alle imprese
Pur non rientrando formalmente tra i soggetti che potevano essere titolari di progetti, le Camere di Commercio hanno massicciamente partecipato nei partenariati locali
creati per rispondere al 1 Avviso per le-government, attualmente in via di realizzazione.
Come risulta nella Tabella 3, la rete camerale partecipa in 13 dei progetti approvati
e cofinanziati dal DIT; in particolare, la partecipazione della rete camerale cos articolata:
2 Lombardia, 2 Toscana, 1 Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Lazio, Campania, Puglia,
Calabria, Sicilia, Sardegna.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Contributi esterni

Tabella 3 - Partecipazione del sistema camerale ai progetti 1 Avviso di e-government


Acronimo Progetto

Regione della CCIAA

Camera partecipante

Ente Coordinatore del Progetto

AIDA

Toscana

CCIAA di Lucca

Comune di Livorno

AIDA

Toscana

Unioncamere Toscana

Comune di Livorno

AtoB Piemonte

Piemonte

CCIAA di Torino

Provincia di Torino

CARE

Puglia

CCIAA Foggia

Provincia di Foggia

e-GIS PRO

Lazio

CCIAA di Latina

Provincia di Latina

ENTERPRISE

Friuli Venezia Giulia

CCIAA di Prodenone

Comune di Pordenone

GOLEM

Calabria

CCIAA di Catanzaro

Comune di Catanzaro

NEXT

Sardegna

CCIAA di Nuoro

Provincia di Nuoro

NUVOLA

Lombardia

CCIAA di Milano - Azienda Speciale CedCamera

Comune di Milano

POLESINE-gov

Veneto

CCIAA di Rovigo

Provincia di Rovigo

PO.LI.S.

Liguria

Unioncamere Liguria

Regione Liguria

SIMEL

Campania

CCIAA di Salerno

Comune di Salerno

WEGE 2002

Lombardia

CCIAA di Lodi

Provincia Autonoma di Bolzano

Fonte: Elaborazione Osservatorio CRC su dati Progetti 1 Avviso

Nel seguito, a titolo esemplificativo, si illustrano brevemente i termini di questa


collaborazione in due progetti di e-government tra quelli citati, rimandando ai rispettivi
Rapporti regionali per un approfondimento dei progetti stessi14. Al di l delle esperienze
nei progetti di e-government co-finanziati sul 1 Avviso, sono comunque numerose le iniziative di questa natura.

A2B (Piemonte)
Il Progetto AtoB Piemonte ha per obiettivo lo sviluppo di servizi di front-line rivolti
al mondo imprenditoriale. In questo ambito, la Camera di Commercio di Torino e la Provincia di Torino distribuiscono le smart card per laccesso ai servizi previsti dalla Camera
di Commercio e ai servizi di AtoB. La smart card consente altres di avere accesso ai servizi ai cittadini, quindi a tutti i servizi comunali accessibili con la carta Torino Facile e
consente la partecipazione alle aste comunali.
La prima smart card assegnata al rappresentante legale delle societ con obbligo
di invio telematico (ad esclusione delle societ semplici) distribuita gratuitamente dalla
Camera di Commercio e altri soggetti abilitati. Eventuali smart card aggiuntive, oppure
quelle richieste da altri soggetti (societ semplici, ditte individuali, professionisti e privati) sono a pagamento.
Per quanto riguarda i servizi offerti dalla Camera di Commercio, con la smart card
possibile trasmettere le pratiche al Registro Imprese via Internet, trasmettere gli elenchi dei protesti, inviare le dichiarazioni ambientali MUD e INES, trasmettere le dichiarazioni di conformit impianti e inviare le denunce allAlbo Vigneti.

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14
I due casi qui proposti sono
stati curati dallOsservatorio CRC,
tramite la rielaborazione dei
contenuti informativi dei Rapporti
regionali.

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La Provincia di Torino a sua volta ha acquistato da Infocamere circa 500 smart card
che sono state personalizzate con il logo della Provincia e 200 lettori. Queste smart card
sono distribuite gratuitamente alle associazioni di categoria e a intermediari (ad es. consulenti del lavoro) e attualmente esse consentono laccesso ai servizi di AtoB gi operativi (il loro uso sar esteso via via agli altri servizi rilasciati):
comunicazioni on line (servizio previsto dal Sottoprogetto Lavoro di AtoB), che consente di comunicare via Internet il numero e le caratteristiche dei propri dipendenti
ai Centri per limpiego provinciali;
gestione del prospetto disabili.
Quando lutente accede ai servizi di AtoB, viene unicamente verificata la validit
del certificato digitale per lautenticazione, mentre quando si accede ai servizi della Camera
di Commercio, il sistema verifica anche leffettiva qualifica di rappresentante legale, poich come si detto la distribuzione delle carte non limitata unicamente ai rappresentanti legali.

Enterprise (Friuli Venezia Giulia)


Il progetto Enterprise ha realizzato una soluzione di Sportello Unico per le Attivit
Produttive e il marketing territoriale che coinvolge tutti i 51 Comuni della provincia di
Pordenone (oltre 280.000 abitanti) e rende disponibili alle imprese del territorio, tramite
il modello di sportello virtuale on line, oltre 430 procedimenti (classificati secondo gli
eventi della vita) e la possibilit di gestire una transazione completa, inclusi i pagamenti
connessi alle pratiche amministrative.
La Camera di Commercio di Pordenone ha avuto il ruolo primario di cogliere il bisogno delle aziende e di proporre il progetto Enterprise ai Comuni del territorio, curando
direttamente, tramite il proprio Centro di Competenza, diversi aspetti tecnologici, organizzativi e formativi.
In particolare, la Camera:
nel 2001, ha distribuito gratuitamente circa 60 smart card ai Comuni e agli enti
terzi convenzionati. Dal 2001 a tutto il 2003 sono anche state distribuite alle imprese
quasi 6000 smart card;
nel 2002, ha dotato i Comuni di 15 accessi gratuiti a Jorba, sistema per ottenere
direttamente on line le visure camerali. Dal 2004, il servizio viene garantito dal sistema
Telemaco, per accedere al quale i Comuni hanno ricevuto in totale 57 password;
nel 2003, ha messo a disposizione dei Comuni gratuitamente gli indirizzi di posta
elettronica certificata, tramite la quale si pu inviare e ricevere posta elettronica
con pieno valore legale del messaggio e delleventuale documento allegato;
eroga corsi di formazione ai soggetti coinvolti sulluso del portale e sulla gestione
dei procedimenti unici. In totale dal 2001 al 2003, la CCIAA ha erogato 10 corsi,
preparando alluso di Enterprise circa 300 operatori tra funzionari pubblici e utenti
privilegiati, come i professionisti e membri di associazioni di categoria;
svolge la funzione di deposito temporaneo e controllo dei pagamenti effettuati dagli

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utenti (non necessariamente alla sola CCIAA), per poi inoltrarli entro 24 ore agli
enti destinatari del denaro.
La Camera di Pordenone ha inoltre promosso e gestisce gli organi di governo del
progetto, stabiliti e normati dalla convenzione siglata con i Comuni: il Comitato Strategico con funzioni di indirizzo e controllo e il Comitato Esecutivo, eletto dal Comitato Strategico, che lorgano di governo vero e proprio.

L'impatto organizzativo
dell'introduzione della pratica digitale
stato talvolta osservato che l'introduzione della pratica telematica non modificher il lavoro degli uffici camerali, trattandosi in sostanza dell'introduzione di una diversa
e pi efficiente modalit di gestione delle stesse procedure, in particolare quelle relative
al Registro Imprese; a ben vedere, le cose non stanno cos. Un indizio quantitativo dellimpatto dei cambiamenti in atto, emerge osservando landamento della richiesta di certificati e di interrogazioni agli archivi camerali negli anni pi recenti.
Il progressivo utilizzo dellautocertificazione da parte dei cittadini-imprenditori ha
fatto diminuire sensibilmente in termini assoluti la richiesta di certificati, evidenziando
al tempo stesso un aumento delle richieste per via telematica, legato alla crescente possibilit di accedere on line agli archivi: a livello nazionale, i certificati richiesti allo sportello nel 2003 risultano diminuiti del 19,7 % rispetto al 2002, a conferma di un trend
consolidato che vede contrarsi limportanza di questo canale del 40% nel periodo 20002003 (si veda la Figura 8).
Sempre nel 2003, risulta parallelamente essersi consolidato di un ulteriore 5 % il
trend di crescita della percentuale di certificati ottenuti dallutenza direttamente per via
telematica (+61% nel periodo 2000 - 2003), con evidenti risparmi di tempo e costi a favore
delle imprese.

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RAPPORTO NAZIONALE 2004

Figura 8 - Richieste di certificati camerali 2000-2003 allo sportello


3.500.000
3.000.000

2.939.198
2.536.528

2.500.000

2.194.658

2.000.000

1.761.909

1.500.000
1.000.000
500.000
0
2000

2001

2002

2003

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

Semplificazione normativa e facilit di accesso alle informazioni sono alla base dellevoluzione subita negli anni scorsi anche dalle interrogazioni on line agli archivi delle
Camere. Infatti, pur rimanendo lutente principale delle informazioni camerali, lutenza privata ha ridotto fortemente la sua domanda (diminuita del 31,4% nellultimo anno), mentre esplosa quella originata dalla PA, triplicata a cavallo tra il 2002 e il 2003.

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Figura 9 - Interrogazioni su archivi camerali da privati (in mnl)


90,0
79,2
80,0
67,5

70,0
60,0

54,3

50,0

43,5

40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
2000

2001

2002

2003

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

Figura 10 - Certificati richiesti per via telematica


450.000
400.000

362.500

380.199,0

350.000
298.093
300.000
250.000

236.020

200.000
150.000
100.000
50.000
0
2000

2001

2002

2003

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

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Figura 11 - Interrogazioni su archivi camerali della PA (in mnl)


30,0
23,9

25,0
20,0
15,0
10,0
6,7

7,5

7,4

2001

2002

5,0
0,0
2000

2003

Fonte: Elaborazione Unioncamere su dati Infocamere

I cambiamenti organizzativi che si stanno originando a seguito dellintroduzione della


pratica digitale sono in realt molto pi pervasivi, impattando su aspetti fondamentali
quali la gestione del procedimento, la produzione dei documenti, la riqualificazione delle
professionalit coinvolte, il rapporto con l'utenza e, non ultimo, quello con le altre amministrazioni pubbliche.

Impatto organizzativo sulle procedure interne


L'obbligo di presentazione delle pratiche per via telematica, senza incidere direttamente sull'impianto normativo di riferimento e senza alterare radicalmente la funzione istituzionale del Registro Imprese, dal punto di vista del back office camerale, propone anzitutto l'esasperazione di ci che in piccolo gi si potuto osservare con la diffusione degli
strumenti informatici in tutte le pieghe dell'organizzazione: la progressiva scomparsa degli
addetti all'inserimento dei dati.
Questa funzione tende infatti a diventare inutile nel Registro Imprese, visto che
non esistono pi grandi volumi di dati da digitare; le uniche pratiche a rimanere escluse
dalla rivoluzione telematica sono quelle delle imprese individuali, caratterizzate da una
quantit di dati da inserire indiscutibilmente inferiore rispetto a quelle delle societ.
Contestualmente tende a ridursi drasticamente il ruolo del front-office; l'addetto allo
sportello, impegnato per tutta la durata del turno, esauriva il suo compito in alcuni controlli
fondamentali e nell'esecuzione, davanti all'utente, delle operazioni di avvio del procedimento.
A questo proposito vale la pena sottolineare che, anche se in linea di principio il
canale dello sportello fisico dovr restare aperto, posto che la legge consente ancora di
consegnare a mano le domande e le denunce interamente formate in modo elettronico,
verosimile attendersi che, a regime, l'alternativa telematica sar largamente preferita. In

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definitiva nella gestione della pratica telematica non avr pi senso che ci siano addetti
specializzati nella fase di avvio del procedimento (accettazione della pratica con assolvimento dei relativi obblighi di pagamento) oppure deputati a curarne unicamente la conclusione (la digitazione dei dati, con o senza validazione finale).
Il flusso del procedimento telematico si caratterizza dunque per la sua unitariet: non
vi pi la fisica traslazione di fascicoli da un addetto all'altro o da un grado all'altro della
gerarchia. Al contrario, il personale coinvolto nel procedimento accede direttamente e in
ogni momento alle pratiche pervenute, che rimangono registrate nel server di rete fino alla
loro evasione. Lo stesso addetto riceve la pratica; ne valuta l'ammissibilit e procede alla
protocollazione; esperisce le verifiche istruttorie e, in funzione dell'esito di queste ultime,
contestualmente procede all'immissione dei dati o alla contestazione dei rilievi all'utente.
I vantaggi dell'attribuzione dell'intero procedimento ad un unico operatore sono di
immediata comprensibilit: un notevole risparmio di tempo derivante dalla ininterrotta
successione di tutte le fasi esecutive da parte di un medesimo incaricato; e un importante effetto di personalizzazione e quindi di responsabilizzazione nella gestione del procedimento (semplicemente leggendo la ricevuta di protocollo, l'utente interessato e il responsabile del procedimento sono in grado di conoscere quale degli incaricati sta curando la
pratica). L'intera struttura dell'Ufficio diviene pi flessibile, disponendo di addetti quasi
interamente intercambiabili tra loro, e tende ad evitare i fenomeni di imbuto che invece
con la divisione del lavoro per specializzazioni si manifestavano al prodursi di vacanze
nella dotazione di personale destinata a una determinata fase.
Le variabili organizzative in gioco con questo tipo di impostazione delle procedure
attengono essenzialmente a tre aspetti principali:
la professionalit del personale impiegato, sotto i profili dell'inquadramento contrattuale, delle esigenze di riqualificazione delle competenze, del coinvolgimento e
responsabilizzazione individuale;
la ripartizione di competenze tra le funzioni dell'Ufficio, in specie per quanto riguarda
l'armonizzazione dell'attivit di tutti gli addetti e l'imputazione delle responsabilit;
l'istituzione di un efficace sistema di controlli di qualit relativo alle nuove modalit di servizio.
Infine, uno degli aspetti sicuramente emersi come pi critici (e costosi) quello
della sicurezza: per garantire lintegrit e la disponibilit dei dati camerali, le Camere di
Commercio si sono dotate di un sistema di difesa integrato. Da un lato, le smart card adottate rispondono ai requisiti di sicurezza pi stringenti. In particolare sono conformi alle
norme ISO 7816 per le carte con microprocessori e sono dotate di certificazione di sicurezza secondo la normativa europea CWA 14169.
Dallaltra, sono stati adottati firewall strutturati su pi livelli - sempre pi selettivi
man mano che si procede dallesterno verso i sistemi database, ridondati in configurazione di alta affidabilit - sistemi di intrusion detection, per finire con un ambiente integrato di antivirus che va dal server di posta alle singole stazioni di lavoro delle Camere.
Per le operazioni che vanno a modificare i dati contenuti nei database i sistemi di autenticazione prevedono modalit sicure come la crittografia e lautenticazione forte basata
su smart card.

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Impatto sulle relazioni con l'utenza

15
Da una recente indagine condotta dalla CCIAA di Rimini, in
collaborazione con la locale Universit, emerge come solo il 30%
delle imprese locali faccia della
rete un uso quotidiano e una
delle leve della propria capacit
competitiva.
16
Lo sforzo per la diffusione della
smart card sostenuto dal sistema
camerale stato sicuramente
importante, non soltanto in termini di investimenti economici
diretti, comunque rilevanti (la
sola Infocamere ha investito
negli ultimi anni oltre 35 milioni
di euro nello sviluppo dell'applicativo di firma digitale). Decisiva
poi risultata la strategia di
coinvolgimento degli intermediari
istituzionali.
Unattenzione particolare stata
messa nel coinvolgimento della
struttura organizzativa delle
CCIAA: nel periodo 2001 - 2003
la rete camerale ha investito oltre
4.400.000 euro (di cui 3.939.000
euro risorse proprie delle Camere,
pi 1.491.000 euro dal Fondo di
Perequazione camerale) nella diffusione gratuita delle smart-card
alle imprese e in progetti (95 in
92 Camere) volti alla formazione
ed aggiornamento del personale
e alla promozione della smart card
presso gli intermediari e le
imprese.

Dall'esperienza avviata dalle Camere di Commercio, emerge con chiarezza come lintroduzione di nuove tecnologie crei sempre apprensione e diffidenza in chi abituato a
strumenti di uso consolidato, e questo sia dal lato di chi chiamato a riorganizzare le
proprie procedure di servizio (siano essi enti della PA o intermediari professionali), sia dal
lato dell'utenza finale. Non deve sorprendere, quindi, che anche per le imprese si debba
parlare di un vero e proprio digital divide, una sorta di rifiuto che ancora moltissime
PMI italiane mostrano nei confronti delle tecnologie ICT, delluso della rete per l'accesso
ai servizi, e del loro scetticismo sulla banda larga15.
A quello della definizione dell'utenza potenziale dei servizi on line, si affianca poi
un ulteriore passaggio critico: quello della perdit di visibilit legata al virtuale.
Strumenti che per loro natura disintermediano il rapporto tra ente erogatore e
utente finale, infatti, possono facilmente comportare una perdita di titolarit dei servizi forniti, proprio in danno di quegli enti che pi virtuosamente investono in procedure
ad alto valore aggiunto (in termini di utilit, ma anche di impatto organizzativo e costi)16
quali quelle telematiche.
Per contrastare e ridurre l'indubbio fenomeno di allontanamento tra Camera di Commercio e utenza, inevitabilmente connesso alla piena operativit della pratica telematica,
il sistema camerale ha avviato nel corso del 2003 la sperimentazione di una politica integrata di Customer Relationship Management (CRM).
Conoscere i propri clienti il primo passo per riuscire a fornire loro proattivamente soltanto i servizi e le informazioni di cui essi hanno realmente bisogno, in linea
ideale ancor prima che essi acquistino coscienza del bisogno stesso.
Si tratta di adottare percorsi di comunicazione e servizio personalizzati che intensifichino la relazione con i propri utenti, moltiplicando i canali di contatto e consentendo
a ciascuna impresa e/o intermediario (nel caso delle Camere di Commercio) di utilizzare
gli strumenti di comunicazione preferiti per relazionarsi con la Camera (sportello fisico,
sito internet, e-mail, fax, posta, telefono) mediante una gestione integrata dei diversi
canali. Obbiettivo la costruzione di relazioni di fiducia volte a fidelizzare un'utenza
che, agendo in una rete per definizione sempre pi aperta, rischia appunto di perdersi.

Impatto sulle relazioni con gli altri enti della PA


Lesperienza delle Camere di Commercio dimostra che la firma digitale sta contribuendo
concretamente alla progressiva virtualizzazione del rapporto tra PA e cittadino-imprenditore, contribuendo a una maggiore trasparenza e tempestivit nella messa a disposizione delle
informazioni sulle imprese (tutti gli atti firmati digitalmente, infatti, sono rintracciabili il
giorno successivo alla loro protocollazione elettronica nel Registro delle imprese).
Il traino alla diffusione della firma digitale stato chiaramente lobbligo di legge
di utilizzarla per gli adempimenti verso il Registro delle Imprese.
Tuttavia risulta altrettanto evidente come lintroduzione di questo obbligo sia stato
determinante all'apertura di un mercato in cui tutta la PA da un lato, ed i privati dal-

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l'altro, debbono saper proporre servizi alle imprese in grado di sfruttare le opportunit
derivanti da questa eccezionale diffusione della firma digitale in Italia17.
Ad esempio, la firma digitale consente di effettuare comunicazioni ufficiali con le
amministrazioni pubbliche; rispondere a bandi e gare; inviare moduli di richiesta di vario
genere; trasmettere documenti con valore legale; concludere rapporti contrattuali su reti
aperte quali Internet; effettuare transazioni finanziarie e stipulare contratti assicurativi
on line.
importante che anche altre Pubbliche Amministrazioni utilizzino la firma digitale
camerale per la gestione di servizi, di atti e di comunicazioni che riguardano i cittadini
e non solo per atti relativi al rapporto tra PA ed imprese.
Esistono gi interessanti esempi di riuso della smart card: il Ministero delle Attivit Produttive, in collaborazione con le Camere di Commercio, consente linvio di domande
di brevetto e di marchio per via telematica con firma digitale; il Ministero della Giustizia
sta dando (purtroppo con risorse insufficienti) la possibilit di consultare i fascicoli delle
cause civili agli avvocati in possesso della firma digitale; le Regioni cominciano a permettere linvio telematico agli uffici dellimpiego delle dichiarazioni firmate digitalmente
relative allinstaurazione e alla cessazione dei rapporti di lavoro (come nel caso del gi
citato progetto A2B della Provincia di Torino).
La speranza che le esperienze maturate in seno al sistema camerale in tema di
telematizzazione di procedure e servizi possano venire sempre pi arricchite e valorizzate
anche in collaborazione con le pubbliche amministrazioni a livello locale.

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17

La realt italiana rappresenta


una eccezione positiva rispetto al
resto dellEuropa. Uno studio commissionato a ICRI Universit Cattolica di Lovanio dallUnione Europea mostra infatti che allottobre
2003 su un milione di titolari di
dispositivo di firma digitale presenti nellUnione Europea, circa
800.000 erano italiani.

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