Tab. I. Condizioni associate che m odificano la prognosi.
a) Em aturia senza infezione b) Infezioni urinarie ricorrenti c) D isuria persistente d) Precedenti interventi di chirurgia anti-incontinenza o di chirurgia pelvica radicale e) Prolasso sintom atico oltre lim ene f) N odulo o asim m etria della prostata o altre condizioni sospette per carcinom a g) Abnorm e residuo post-m inzionale h) M alattie neurologiche quali sclerosi m ultipla e patologie m idollari GIO RN GERO N TO L 2000; 48: 208-215 Linee Guida al trattamento della incontinenza urinaria nel paziente anziano F. BENVENUTI U.O. di Geriatria, Ospedale I.N.R.C.A. I Fraticini, Firenze Introduzione Lalta prevalenza dincontinenza urinaria (IU) nella po- polazione anziana rende poco realistico lapproccio dia- gnostico-terapeutico utilizzato in altre classi det basa- to essenzialmente sulla consulenza di specialisti urologi e ginecologi. Per ovviare a questo problema sono state proposte metodologie strutturate di valutazione basate su informazioni derivate da: anamnesi, esame obiettivo, residuo postminzionale (RPM) ed esame urine. Laccu- ratezza di queste metodologie cliniche, valutata in studi retrospettivi e prospettici, molto buona ma non ottima- le in quanto presente un rischio non trascurabile der- rore. Per minimizzare questo rischio stato proposto un approccio alla IU in due tempi: una valutazione di base ed una di secondo livello. Meno del 50% delle persone anziane che soffrono di IU si rivolge a un medico nonostante la ricerca abbia di- mostrato l'efficacia di numerosi interventi comporta- mentali, farmacologici e chirurgici. Le ragioni includo- no limbarazzo, lidea che il disturbo sia incurabile o conseguenza normale dell'invecchiamento, e lignoran- za di molti operatori sanitari. La non identificazione dellIU porta a scelte costose di tipo palliativo. Questo lavoro si propone di indicare al medico non spe- cialista una strategia per: lidentificazione dei pazienti con IU; la valutazione di base dei pazienti identificati. Il riconoscimento delle condizioni che necessitano una valutazione di secondo livello, basata su consulenze specialistiche (urologica, ginecologica, etc.) ed indagi- ni strumentali (radiologiche, ecografiche, strumentali, laboratoristiche). Viene proposto infine un algoritmo che utilizza le infor- mazioni ottenute con la valutazione di base per aiutare nellinquadramento e trattamento dei pazienti con IU. Per il mantenimento della continenza urinaria (capacit di mingere in tempi e luoghi socialmente ed igienica- mente accettabili) non sufficiente lintegrit anatomica delle basse vie urinarie e dei meccanismi di controllo neurologico. necessaria anche una adeguata capacit cognitiva, mobilit, destrezza manuale e motivazione per trovare ed utilizzare servizi igienici, per togliere ed in- dossare indumenti e per adattarsi alle convenienze socia- li. Ciascuno di questi aspetti funzionali, da solo o in as- sociazione, pu essere bersaglio di condizioni patologi- che ad alta prevalenza nella popolazione anziana. Pertan- to, a differenza di quanto avviene nelladulto, la scelta del trattamento richiede non solo lidentificazione dal ti- po di disfunzione delle basse vie urinarie ma anche la va- lutazione del livello funzionale e cognitivo, dello stato emozionale e delle caratteristiche dellambiente di vita. Valutazione RACCOMANDAZIONI PER LIDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI INCONTINENTI porre domande dirette (es.: le capita di bagnarsi?) a tutti i pazienti anziani residenti a domicilio senza defi- cit cognitivi; in presenza di deficit cognitivi informa- zioni attendibili possono essere ottenute dai familiari; osservare il comportamento minzionale o le perdite nei reparti di degenza ospedaliera o nelle residenze sa- nitarie assistite; identificare i pazienti con catetere a dimora o con as- sorbenti e valutare la presenza di appropriate indicazio- ni alluso cronico di questi dispositivi. LA VALUTAZIONE DI BASE La valutazione di base non specialistica basata sulla- namnesi, lesame obiettivo, la valutazione del RPM e lesame urine. finalizzata a: LINEE GUIDA 209 IN CO N TIN EN ZA U RIN ARIA N ELLAN ZIAN O Tab. II. Identificazione e gestione delle principali cause di incontinenza transitoria. Condizione Ge stione Condizioni che interessano le basse vie urinarie Infezione delle vie urinarie sintom atiche Antibiotico-terapia Atrofia vaginale/uretriti Estrogeni per via locale o generale Stasi fecale Clistere, uso di sostanze em ollienti, sostanze che aum entano la m assa fecale, lassativi. Aum entare lintroito di fibre e liquidi, stim olare la m obilit Effetto di farmaci - diuretici : causano poliuria, m inzioni frequenti e urgenza Interrom pere luso della sostanza, ridurre la posologia m inzionale o sostituire il farm aco - bevande contenenti caffeina aggravano e precipitano lincontinenza urinaria - anticolinergici: causano ritenzione urinaria, incontinenza da rigurgito, stipsi - farm aci psicotropi - antidepressivi: effetti anti-colinergici e sedativi - antipsicotici: effetti anticolinergici e sedativi, causano rigidit e im m obit - sedativi, ipnotici: causano sedazione, confusione m entale, im m obilit, debolezza m uscolare - oppiacei: causano ritenzione urinaria, stipsi, sedazione e confusione m entale - alfa-bloccanti: causano rilasciam ento dello sfintere uretrale - agonisti alfa-adrenergici: causano ritenzione urinaria (sostanze presenti in preparazioni di banco per raffreddore o dim agrire) - agonisti beta adrenergici : causano ritenzione urinaria - calcio antagonisti : causano ritenzione urinaria - alcool: causa poliuria, pollachiuria, urgenza, sedazione, confusione m entale, im m obilit Aumento produzione di urina Cause m etaboliche (iperglicem ia, ipercalcem ia) M iglior controllo del diabete m ellito Terapia per lipercalcem ia e trattam ento delle cause Eccessiva introduzione di liquidi Ridurre lapporto di liquidi ed in particolare delle bevande contenenti sostanze diuretiche (es. caffeina) Ritenzione di liquidi D renaggio posturale, calze elastiche, restrizione Insufficienza venosa con edem a di sodio nella dieta, diuretici Scom penso congestizio Terapia m edica adeguata Disabilit o mancanza di volont nelluso del gabinetto Stato confusionale acuto D iagnosi e trattam ento delle cause di stato confusionale acuto M alattie croniche o lim itazioni che interferiscono con la Assistenza inferm ieristica regolare m obilit Sostituti del gabinetto M odificazioni dellam biente e del vestiario Cause psicologiche Rim uovere contenzione Trattam ento farm acologico e/o non-farm acologico F. BEN VEN U TI 210 Tab. III. Incontinenze urinarie persistenti. Tipo di Sintomi principali Me ccanismi fisiopatologici incontine nza U rgenza U rgenza m inzionale con incontinenza da urgenza; - Iperattivit detrusoriale con m eccanism i sfinterici perdite di solito abbondanti; pollachiuria, coordinati nicturia; residuo post-m inzionale norm ale a - Iperattivit detrusoriale con alterata contrattilit m eno che non coesita una ostruzione o una - Alterazione delle caratteristiche di parete per alterazione della capacit contrattile del detrusore flogosi, ipertrofia Sforzo Piccole perdite contem poranee con lo sforzo; - D ifetto di trasm issione della pressione addom inale talora pollachiuria; nicturia assente; residuo alluretra prossim ale post-m inzionale assente - Incom petenza del m eccanism o sfinterico uretrale Rigurgito Pollachiuria e perdite frequenti; abbondante - O struzione uretrale residuo post-m inzionale - D eficit contrattile detrusoriale Funzionale Incapacit a raggiungere, riconoscere o - N orm ale funzionam ento delle basse vie urinarie utilizzare i servizi igienici - Alterata m obilit, destrezza m anuale, dem enza escludere patologie associate che modificano la pro- gnosi (Tab. I); identificare la presenza di cause di IU transitoria (Tab. II); porre una diagnosi presuntiva del tipo di IU persi- stente in base alla quale iniziare il trattamento (Tab. III); identificare i pazienti che necessitano di una valuta- zione di secondo livello. Lanamnesi dove indagare: a) durata, frequenza, entit e caratteristiche dellIU; b) sintomi riferibili a disordini del basso tratto urinario come urgenza, pollachiuria, nicturia, disuria, ematuria, dolore sovrapubico o peri- neale; c) modificazioni dello stato di continenza asso- ciate alla comparsa e/o aggravamento di alterazioni del- lo stato cognitivo e della mobilit, cambiamenti socio- ambientali; d) uso dassorbenti o altri dispositivi; e) al- terazioni della sessualit e dellalvo; f) abitudini nel- lassunzione di liquidi e bevande contenenti caffeina; g) farmaci; h) precedenti trattamenti medici o chirurgici per lIU; i) attese per gli esiti del trattamento. Come completamento allanamnesi sono di fondamentale im- portanza i diari minzionali, mantenuti di solito per 2-3 giorni. In pazienti istituzionalizzati e/o con gravi deficit cognitivi la frequenza delle perdite pu essere valutata controllando lassorbente ad intervalli regolari di 2-3 ore. Lesame obiettivo deve ricercare non solo le condizioni patologiche che possono causare IU e influenzare la prognosi, ma anche valutare lo stato generale di salute, cognitivo e funzionale. Devono essere valutati in parti- colare: a) fattori generali (edemi declivi, piaghe da de- cubito, obesit e tosse); b) addome (masse, ernie o glo- bo vescicale); c) organi genitali (prolassi degli organi pelvici, alterazioni neoplastiche, flogistiche o distrofi- che); d) sfintere anale e retto (alterazioni della sensibi- lit, contrattilit sfinteriale e della muscolatura pelvica, stasi fecale o masse rettali e, nel maschio, dimensioni, forma e consistenza della prostata); e) sistema nervoso centrale e periferico (ictus cerebrale, sclerosi multipla, lesioni midollari, neuropatie periferiche); f) presenza di perdite al test del colpo di tosse; g) stato cognitivo; h) stato funzionale. Il test del colpo di tosse fondamentale nella donna per orientare la diagnosi. A vescica ragionevolmente piena (almeno 200 ml), sinvita la paziente (rilassata e in po- sizione supina) a compiere un colpo di tosse singolo e vigoroso. La perdita che avviene simultaneamente al colpo di tosse indica IU da sforzo. La perdita che si pro- lunga o inizia dopo il colpo di tosse indica che una IU da urgenza pi verosimile. Se negativa la prova ri- petuta in piedi. Per la valutazione dello stato cognitivo, il test pi uti- lizzato il Mini Mental State Evaluation (MMSE). Lo stato funzionale pu essere valutato in modo informale osservando la capacit di camminare, alzarsi e sedersi su una sedia, di vestirsi e spogliarsi. In presenza dalte- razioni vanno sempre considerati interventi sullam- biente e sullabbigliamento. Una valutazione pi for- male pu essere eseguita per mezzo dellindice di Barthel. Per i pazienti residenti a domicilio viene inco- raggiata una valutazione dellaccessibilit del paziente ai servizi igienici. Il RPM che deve essere misurato entro 5 minuti dalla minzione. Valori 50 ml sono considerati normali. Va- lori 200 ml sono considerati patologici. Valori inter- medi richiedono il giudizio del clinico per interpretarne il significato. La misurazione pu essere effettuata con cateterismo o, meglio, con ecografia. I risultati possono essere influenzati dal grado di stimolo avvertito dal pa- ziente, se lambiente non confortevole, o se il catete- re rimosso troppo presto. Spesso necessario effet- tuare pi di una valutazione del RPM per minimizzare la probabilit derrore. La cateterizzazione controin- dicata nei maschi con sospetta importante ostruzione al flusso per rischio dinfezione urinaria. Lesame urine utile per escludere patologie associate di natura flogistica, metabolica o tumorale. Se si sospetta uninfezione urinaria indicata unurinocoltura. Unuri- nocoltura senza un contemporaneo esame urine che di- mostri segni di flogosi pu portare a conclusioni errate. 211 IN CO N TIN EN ZA U RIN ARIA N ELLAN ZIAN O ALGORITMO Per facilitare il processo decisionale viene riportato un algoritmo (Fig. 1) che utilizza le informazioni ottenute con la valutazione di base per aiutare il medico nello in- quadramento dei pazienti con IU. Il primo passo quel- lo di escludere condizioni che possono causare IU tran- sitoria o modificare la prognosi. Il passo successivo lidentificazione di pazienti con ritenzione urinaria si- gnificativa (RPM 200 ml), poich tale evenienza rap- presenta una condizione potenzialmente pericolosa per la vita in cui sono necessarie pertanto indagini di se- condo livello. Nel restante 90-95% dei casi limpostazione diagnosti- ca dipende dal sesso. Nelle donne la patogenesi ostrut- tiva rara e pertanto la diagnosi differenziale va posta tra lIU da sforzo, da urgenza o mista (stress ed urgen- za) a meno che non vi sia storia di un precedente inter- vento chirurgico di sospensione del collo vescicale, si rilevi un importante cistocele, o vi sia unanamnesi po- sitiva per diabete. Generalmente la sintomatologia rife- rita e lesecuzione dello stress test bastano per orienta- re la diagnosi. Nel maschio lIU da sforzo rara ed di solito secon- daria a prostatectomia. Particolare attenzione va invece posta nel differenziare lIU da urgenza causata da ipe- rattivit detrusoriale da quella dovuta ad ostruzione. In generale un RPM < 50 ml, in assenza di segni o sinto- mi di svuotamento difficoltoso, escludono la presenza dostruzione. Luroflussometria pu essere daiuto, ma solo se il flusso massimo normale (> 15 ml/s per una emissione durina > 200 ml). Se il RPM 50-200 ml consigliabile ripetere pi volte la valutazione in quan- to il suo valore pu essere influenzato dalle circostan- ze in cui effettuato. Se fosse confermata la presenza di un elevato RPM necessario escludere la presenza didronefrosi per mezzo della ecografia. Se questa presente necessario prendere in considerazione inter- venti per ridurre la pressione nelle vie urinarie. INDAGINI DI SECONDO LIVELLO La valutazione di secondo livello, basata su consulenze specialistiche ed indagini strumentali, indicata: in presenza o sospetto di una delle condizioni elenca- te in Tabella I; Fig. 1. Algoritm o clinico-diagnostico. Le caselle con linea tratteggiata indicano le condizioni potenzialm ente pericolose in cui necessario procedere ad indagini di secondo livello. Le caselle con bordo con linea continua in grassetto indicano le condizioni in cui auspicabile che il m edico non specialista inizi direttam ente il trattam ento. F. BEN VEN U TI 212 nei pazienti quando la terapia basata sulla valutazione di base non si dimostri efficace; in mancanza di correlazione tra sintomatologia e obiettivit clinica; in previsione di un intervento chirurgico. Indagini di secondo livello non sono invece indicate: se le condizioni del paziente non le rendono attuabili; se le condizioni generali del paziente controindicano un eventuale intervento terapeutico specialistico (es. in- tervento chirurgico); nei casi in cui non desiderato alcun trattamento. Trattamento delle incontinenze persistenti QUANDO INIZIARE IL TRATTAMENTO Nella donna il trattamento dovrebbe essere subito ini- ziato in pazienti con IU da sforzo, da urgenza o mista in assenza di residuo post-minzionale e/o di complicazio- ni. Nel maschio con IU da urgenza senza significativo re- siduo post-minzionale si pu iniziare il trattamento con farmaci anticolinergici se i pazienti sono: 1) collabo- ranti e possono riconoscere i segni di una eventuale ri- tenzione urinaria; 2) con decadimento cognitivo, rico- verati in istituzione o con ambiente familiare attento. PROGNOSI E SCELTA DEL PROGRAMMA DI TRATTAMENTO La scelta dipende non solo dal tipo di disfunzione delle basse vie urinarie ma anche dal livello funzionale e co- gnitivo, dallo stato emozionale e dalle caratteristiche dellambiente di vita. La continenza pu essere classifi- cata in indipendente, dipendente e sociale. La continen- za indipendente la capacit di espletare la funzione in modo autonomo senza assistenza. La continenza dipen- dente si riferisce a persone con alterazioni fisiche o psi- chiche ma capaci di mantenere la continenza grazie al- laiuto pi o meno regolare degli altri. Infine la conti- nenza sociale si riferisce a persone cos compromesse da un punto di vista sociale e mentale da non poter es- sere mantenute asciutte con lintervento regolare di chi fa assistenza ma solo per mezzo di ausili applicati sulla persona. Questa classificazione rappresenta una valida cornice concettuale con cui impostare in modo realisti- co la prognosi e quindi il trattamento (Tab. IV). I tre differenti livelli di continenza vanno visti in modo dinamico. In pazienti anziani con un buono stato cogni- tivo e funzionale lobiettivo del ritorno ad una conti- nenza indipendente pu essere realistico. In altri lo- biettivo immediato di una continenza indipendente pu essere problematico. Pertanto sono spesso desiderabili fasi intermedie di continenza dipendente e sociale. In altri ancora il massimo livello raggiungibile la conti- nenza dipendente o sociale. INTERVENTI PER LA CONTINENZA INDIPENDENTE Se si ritiene possibile il ritorno alla continenza indipen- dente lintervento specifico per il tipo di disfunzione delle basse vie urinarie. Gli interventi riabilitativi sono considerati di prima scelta nella IU da sforzo e da urgenza non associata ad ostruzione. Tuttavia i pazienti possono avere beneficio da questi interventi, che richiedono capacit dappren- dimento e memoria solo se motivati e non affetti da de- cadimento cognitivo (MMSE > 24). Quando viene preso in considerazione un intervento farmacologico necessaria molta cautela a causa della suscettibilit delle persone anziane agli effetti indeside- rati dei farmaci. Prima di prescrivere un farmaco co- munque sempre necessario rivedere la terapia in atto per valutare luso di sostanze che direttamente o indi- rettamente possono contribuire alla IU. buona regola iniziare con basse dosi e aumentare la posologia lenta- mente. Nessun intervento chirurgico per migliorare la conti- nenza controindicato nel paziente anziano. Tuttavia speciale attenzione deve essere prestata alla valutazione pre-operatoria per minimizzare la possibilit di compli- cazioni durante e dopo lintervento. spesso necessario considerare interventi rivolti al re- cupero dellautonomia (fisioterapia, terapia occupazio- nale), includendo la rimozione delle barriere architet- toniche e la correzione del vestiario. INTERVENTI PER LA CONTINENZA DIPENDENTE Gli interventi comportamentali per la continenza dipen- dente hanno lo scopo di ridurre gli episodi di IU preve- nendo le perdite, pi che ripristinare un normale com- portamento minzionale. La loro efficacia dipende dalla regolarit dellintervento delle persone che assistono il paziente. Preliminarmente registrato il pattern min- zionale per tre giorni per mezzo di un diario minziona- le. Dai risultati si stabilisce un intervallo interminziona- le regolare entro il quale portare il paziente in un luogo adeguato per mingere (scheduled voiding), oppure si chiede al paziente se ha bisogno di urinare e solo se la risposta positiva sar accompagnato alla toilette (prompted voiding). L'intervallo costante a meno che il paziente non chieda di mingere. In questo caso aiutato e da quel momento si ricalcola l'orario dell'in- tervento previsto. Sono dati rinforzi positivi, se al mo- mento del controllo il paziente asciutto, e neutri se ba- gnato. Per non disturbare il riposo notturno, sono indica- ti nelle ore di veglia ma non nelle ore di sonno, in cui si utilizzano di solito assorbenti. Gli interventi comportamentali, per quanto efficaci, ri- chiedono un notevole sforzo da un punto di vista assi- stenziale. Pertanto una volta indicati ne deve essere sempre verificata lefficacia con periodi di prova di 3 giorni (diari minzionali). Se inefficaci necessario ri- cercare nuovamente condizioni trattabili che riducano la frequenza minzionale o provare ad introdurre farma- ci anticolinegici se presente iperattivit del detrusore e quindi ripetere un nuovo ciclo di prova di 3 giorni. Se anche questo tentativo fallisce sono indicati interventi per la continenza sociale. 213 IN CO N TIN EN ZA U RIN ARIA N ELLAN ZIAN O In pazienti residenti al proprio domicilio la scelta di questo tipo dinterventi dipende non solo dalle condi- zioni del paziente ma anche da una attenta valutazione dellambiente di vita. Spesso i familiari conviventi di pazienti anziani sono anziani con problemi funzionali e/o di salute non trascurabili per cui il carico assisten- ziale pu essere insostenibile. Conviventi pi giovani possono vedere la propria vita di relazione limitata e il riposo notturno disturbato dalla necessit di dare assi- stenza al congiunto. Nelle pazienti anziane con ritenzione urinaria cronica, come alternativa al catetere, va sempre ricercata la pos- sibilit di ottenere uno svuotamento efficace per mezzo delluso del torchio addominale e/o della manovra di Cred. infatti frequente la coesistenza di una incom- petenza dei meccanismi sfinterici che permette lo svuo- tamento con queste manovre. Va inoltre associato un programma di svuotamenti ad intervalli fissi (es. 4 ore) data la frequente associazione di disturbi della sensibi- lit vescicale. Lefficacia dei programmi per la continenza dipendente influenzata dal set ambientale in cui il paziente vive o fatto vivere. Utile, infine, associare gli interventi sul vestiario o sullambiente di vita che facilitino la gestio- ne del problema. INTERVENTI PER LA CONTINENZA SOCIALE Nei pazienti in cui possibile solo una continenza so- ciale, la specificit dintervento molto bassa ed in lar- ga parte basata sulla presenza o meno di un significati- vo RPM. Quando presente invece un significativo RPM indi- cato il catetere a dimora (Tab. V). Nei pazienti senza residuo post-minzionale significati- Tab. IV. O pzioni di trattam ento per le incontinenze persistenti a seconda della prognosi CO N TIN EN ZA IN D IPEN D EN TE Sforzo Riabilitazione (esercizi di rafforzam ento della m uscolatura pelvica, bladder training, biofeedback m uscolare, elettrostim olazione) Farm aci (estrogeni, antidepressivi triciclici) Chirurgia (correzione della iperm obilit uretrale o della insufficienza sfinterica intrinseca) U rgenza Riabilitazione (bladder training, biofeedback vescicale, esercizi di rafforzam ento della m uscolatura pelvica, elettrostim olazione) Farm aci (ossibutinina, tolterodina) Regolare apporto idrico Rigurgito Cateterism o ad interm ittenza Esercizi di rinforzo della m uscolatura addom inale per facilitare torchio addom inale e m anovra di Cred Biofeedback m uscolare Chirurgia (correzione di ostruzione) Funzionale Interventi per m igliorare la m obilit Interventi per m igliorare lorientam ento spaziale. Interventi su am biente Interventi su vestiario Sostituti del gabinetto CO N TIN EN ZA D IPEN D EN TE Senza RPM Intervento com portam entale (prom pted voiding, scheduled voiding) Interventi su am biente Interventi su vestiario Sostituti del gabinetto Farm aci anticolinergici (se presente m arcata iperattivit del detrusore) Con RPM Esercizi di rinforzo della m uscolatura addom inale per facilitare torchio addom inale e m anovra di Cred Scheduled voiding Interventi su am biente Interventi su vestiario Sostituti del gabinetto CO N TIN EN ZA SO CIALE Senza RPM Assorbenti Condom Catetere a perm anenza (casi particolari) Con RPM Catetere a perm anenza F. BEN VEN U TI 214 Tab. V. Raccom andazioni per inserim ento, gestione, trattam ento delle com plicanze e rim ozione del catetere a dim ora. Raccomandazioni Inserimento Catetere Tipo Foley di silicone o latice siliconato, calibro 14-16 Ch Inserim ento Procedura sterile. Ricercare sem pre la collaborazione del paziente. Lubrificazione Abbondante. N el m aschio applicare il gel lubrificante direttam ente in uretra (alm eno 10 cc). Palloncino di contenzione Gonfiare con 7-8 m l di soluzione fisiologica. Sistem a di drenaggio Chiuso e continuo con sacca da gam ba o da letto a seconda delle circostanze. Sostituzione del catetere O gni 15-30 giorni. Abbreviare lintervallo se sulla punta del catetere si trovano concrezioni. Gestione quotidiana Sacca di drenaggio D isconnettere la sacca di drenaggio solo per sostituirla. N on usare m ai tappi. Apertura e chiusura del M antenere il sistem a di drenaggio in posizione declive sem pre aperto. La cosiddetta sistem a di drenaggio ginnastica vescicale non solo inutile m a anche potenzialm ente dannosa. Se necessario chiudere tem poraneam ente il sistem a di drenaggio (es. per raccogliere un cam pione di urine) applicare una pinza sul tubo della sacca (non sul catetere per la possibilit di lesionare il sistem a di sgonfiam ento del palloncino di contenzione) Liquidi per os In m odo da avere una diuresi di circa 1500 m l. Antibiotici N on indicati. Lavaggi vescicali. N on indicati. Potenzialm ente pericoloso luso di routine. Complicanze pi frequenti O struzione Sostituire il catetere e aum entare lapporto idrico. U tili lavaggi vescicali con abbondanti quantit di soluzione fisiologica per rim uovere m ateriale m ucopurulento, detriti fibrinosi e coaguli. Fuoriuscita di urina fra Pu essere causato da: parete esterna del 1) occlusione del lum e del catetere: vedi sopra; catetere e uretra 2) iperrefessia detrusoriale (per stim olazione abnorm e delle term inazioni sensitive detrusoriali da parte del catetere e della flogosi della parete): ridurre (m ai aum entare!) il calibro del catetere e il volum e del palloncino; se non sufficiente terapia antibiotica e/o farm aci anticolinergici. Infezione urinaria Trattare solo se sintom atica con terapia antibiotica. Se un episodio febbrile tende a ripetersi al m om ento del cam bio del catetere indicato luso di antibiotici nelle 24 ore precedenti e successive. Prim a di effettuare unurinocultura, sostituire sem pre il catetere per evitare leffetto di confondim ento dovuto ai batteri saprofiti colonizzanti la parte interna o esterna di questo. Calcoli e concrezioni di Alcuni batteri causano scissione dell'urea, con form azione di radicali am m onio e m agnesio-am m onnio- conseguente alcalinit delle urine. In am biente alcalino, in presenza di detriti flogistici e fostato batterici, i m icrocristalli di m agnesio-am m onio-fosfato tendono a precipitare. Trattare con VitC e/o m etenam ina m andelato. Linibizione della ferm entazione am m oniacale con queste sostanze m igliora anche il cattivo odore. Lesioni uretrali Accurata pulizia alm eno quotidiana da incrostazioni e secrezioni della parte esterna del catetere e del m eato uretrale esterno. Lesioni legate alla trazione esercitata dal sistem a di drenaggio sono evitabili fissando il catetere alla parete anteriore dell'addom e nell'uom o o alla superficie interna della coscia nella donna. M ancato sgonfiam ento del Provare a tagliare la valvola e/o la parte distale del catetere. Se inefficace richiedere palloncino di contenzione consulenza urologica. Rimozione definitiva del catetere a permanenza Controllo svuotam ento Sgonfiare il palloncino e sfilare il catetere. Controllare dopo 4-6 ore la presenza di RPM . vescicale Se RPM presente passare a cateterism o ad interm ittenza. Eradicazione della Terapia antibiotica m irata sulla base dellurinocoltura. Se linfezione persiste ripetere infezione urinaria urinocoltura e trattam ento. Linfezione eradicata dopo tre urinoculture consecutive negative. 215 IN CO N TIN EN ZA U RIN ARIA N ELLAN ZIAN O vo i dispositivi esterni (assorbenti, condom) sono di re- gola sufficienti ed efficaci. Tuttavia in specifici casi se- lezionati il catetere a dimora pu essere necessario: presenza di piaghe da decubito; dolore alla mobilizzazione; paziente residente a domicilio che non pu avere las- sistenza necessaria per essere assistito per la minzione o per essere cambiato pi volte nel corso della giornata. 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