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Fedeli Mario
TEMPERAMENTI
CARATTERI
PERSONALITA'
Profilo medico e psicologico
Edizioni Paoline
PREFAZIONE
In passato mi sono occupato di vari argomenti di antropologia fisica. Nello studio dei tipi umani
avvertivo pero da tempo il desiderio di prendere in considerazione, accanto all'aspetto somatico, sia esso
morfologico, funzionale o endocrino, anche quello psicologico, in modo da completare a realt unitaria
psicofisica della persona umana. E nata cosi l'idea di riunire in un piccolo volume i concetti generali
riguardanti tre importanti aspetti psicologici differenziali: temperamento, caratteri, personalit.
La letteratura in questo campo, italiana e straniera, e molto ricca, ma i punti di vista e gli indirizzi
di pensiero, che hanno ispirato gi autori nello svolgere le varie tematiche, appaiono assai diversi e spesso
discordi tra di loro. Non poche sono state, perci, le difficolta da me incontrate nell'esporre, nel modo pi
chiaro e ordinato possibile, una materia assai vasta, composita e talvolta controversa. Queste difficolta mi
hanno indotto a mantenere la terminologia tradizionale fondata sulla tripartizione
temperamento-carattere-personalit, resistendo alla suggestione della tendenza dell'attuale letteratura
psicologica che mira a riunificare e coagulare il discorso su una sola dimensione, unica e onnicomprensiva:
la personalit. Desiderando fare una psicologia differenziale, ho pensato che la divisione in tre aree distinte,
ma interconnesse come gli anelli di una catena, riuscisse meglio a presentare la struttura della psiche
umana: la radice biologica (temperamento), Z'impronta differenziale (carattere), la sintesi unitaria e creativa
dell'individuo (personalit).
Non intendendo indirizzarmi esclusivamente a un pubblico qualificato e specializzato, ma
rivolgermi genericamente a chiunque sia sensibile ai problemi della psiche umana e comunque interessato
alla conoscenza dell'uomo, ho usato un linguaggio piano, accessibile, da tutti facilmente comprensibile. Ho
intenzionalmente evitato questioni dottrinarie troppo sottili e problemi di carattere filosofico e teoretico,
avendo quali obiettivi principali del mio lavoro la sintesi, la semplicit e la chiarezza.
Nello scrivere questo libro il mio intento e stato di fare qualcosa di utile e di pratico, qualcosa che
possa servire di stimolo e di introduzione a chi voglia addentrarsi nei grossi problemi della psiche e della
personalit, e questo senza risultare oscuro e noioso.
Spero vivamente di esservi riuscito.
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INTRODUZIONE
Immani difficolta si oppongono a chi voglia penetrare nella profondit della psiche umana. Mille
problemi rimasti insoluti, mille perch refrattari all'analisi anche pi accurata, vanificano ogni suo sforzo.
Lo studioso e colto da pessimismo circa la riuscita dell'impresa, quasi da un senso di sgomento, che
la penna di G. Bernanos ha espresso nel seguente passo del libro Sous le soleil de Saan: I sentimenti pi
elementari nascono e crescono in una insormontabile oscurit, vi si fondono e vi si respingono secondo
affinit arcane, simili a nubi gonfie di elettricit; e noi non percepiamo, ai margini delle tenebre, che i
bagliori della burrasca inaccessibile. E perci le ipotesi psicologiche, anche le meglio condotte, se
permettono talora di riconoscere il passato, non valgono mai a percepire il futuro. E, come tutte le altre,
servono soltanto a dissimulare al nostro sguardo un mistero, di cui basta l'idea per atterrire lo spirito
umano.
Se la domanda: Chi sei?, rivolta al profondo della persona umana, attende ancora una sicura
risposta, altre domande, tuttavia, possono essere poste con pi soddisfacente risultato: Come sei?, Come
ti comporti?.
Il riferimento e diretto a un campo di studio assai vasto, ma ricco di grandissimo interesse, sia
teorico che pratico: I'osservazione degli abituali e principali modi di pensare e di agire, di sentire e di
interpretare la realt, cui ricorrono gli uomini nel corso della loro esistenza. In base a questa ricerca e
possibile fare un po' d'ordine nella moltitudine apparentemente caotica dei dati, rintracciare alcune
caratteristiche comuni, alcune tipiche modalit comportamentali e, in base a esse, costruire raggruppamenti
e categorie tipologiche o, meglio, psicotipologiche.
Naturalmente, questo lavoro di categorizzazione non deve portare a una concezione frammentaria
del pensiero e della condotta umana, poich sarebbe sinonimo di disumanizzazione. Deve, in ogni caso,
essere salvaguardata la rappresentazione unitaria della psiche, secondo una concezione molare, anzich
molecolare, una visione totalizzante, pur nella variet degli aspetti parziali: una unitas multiplex.
Nell'organizzare la materia da svolgere abbiamo conservato la distinzione classica delle tre
dimensioni psichiche, temperamento-carattere-personalit, e questo non per omaggio alla tradizione, e
nemmeno per comodit espositiva e didattica, ma per la convinzione che effettivamente si tratta di entit
ben differenti fra loro, anche se esse, armonizzate e integrate, concorrono nel loro insieme a costruire la
complessa ma unitaria realt della psiche dell'uomo.
Il piano del presente libro, pertanto, si fonda sulla suddivisione in tre sezioni:
a) Temperamentologia. In questa parte si delineano alcune caratteristiche psicologiche in relazione o
all'aspetto morfologico (costituzione), o all'impostazione fisiologica, o all'equilibrio neuroendocrino
dell'individuo. Essa si avvale dei contributi della psicobiologia e delle neuroscienze in generale.
b) Caratterologia. E la sezione del libro rivolta all'individuazione del carattere, secondo criteri di
valutazione e di esame puramente psicologici.
c) Studio della personalit. Rappresenta la sintesi unitaria, I'organizzazione dinamica che caratterizza in
modo unico e irripetibile l'individualit.
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PARTE PRIMA
I TEMPERAMENTI
STRUTTURA E COMPONENTI
DEL TEMPERAMENTO
Tradizionalmente il temperamento viene inteso come una speciale combinazione di caratteri fisici
e funzionali, capace di imprimere una particolare reazione all'individuo di fronte all'ambiente. Esso
corrisponde alla parte pi innata e istintiva del nostro essere, quella che affonda le sue radici nella
componente biologica, e fa parte della struttura pi profonda e antica dell'apparato psichico, la
timopsiche.
Si pu anche dire che il temperamento e I'insieme delle inclinazioni psicofisiologiche e delle
disposizioni affettivoistintive, su cui l'individuo realizza le proprie operazioni mentali 1
Le basi teoriche sulle quali si fonda il concetto di temperamento traggono forza, sul piano scientifico,
da alcuni dati di fatto e considerazioni:
a) esistenza di strutture ben documentate nel sistema nervoso centrale, quali sedi di alcune
componenti del temperamento (centri nervosi dell'emotivit, dell'aggressivit? della sessualit, del
timismo);
b) correlazioni fra temperamento e alcuni dati somatici (forma corporea e costituzione,
atteggiamento fisiologico, assetto endocrino);
c) poca tendenza da parte del temperamento a subire l'influsso di fattori ambientali e culturali e a
modificarsi nel corso dell'esistenza.
Prendiamo qualche esempio in cui appaia evidente la connessione tra caratteri fisici e aspetti
psicologici.
Un individuo, nel quale il sistema ortosimpatico e iperattivo, presenta movimenti veloci, riflessi
rapidi, tempi di reazione brevi, un insieme di qualit, insomma, che lo rende particolarmente atto ad alcune
prestazioni di tipo sportivo, come la corsa e il salto in alto.
All'opposto, I'individuo vagotonico, spesso brevilineo e macrosplancnico, appare pi indicato per
tipi di sport che esigono vigore e resistenza muscolare, come il sollevamento pesi.
E evidente che, a sottolineare le differenze fra questi due soggetti, parleremo rispettivamente di
temperamento simpaticotonico e vagotonico le non di carattere).
Un altro esempio di correlazione fra psiche e soma: un soggetto che costituzionalmente ha una
tiroide ben attiva, presenta un'intelligenza pronta, vivace, brillante. Viceversa, quello che possiede una
tiroide alquanto pigra, appare rallentato nei suoi processi mentali.
Anche in questo caso si parler, rispettivamente, di temperamento ipertiroideo e ipotiroideo.
DEFINIZIONE E CONCETTO DI TEMPERAMENTO
Non si pu negare che la temperamentologia del passato offra al vaglio della critica odierna non
pochi punti deboli: non tutte le sue tesi e correlazioni trovano nella nostra epoca convalida su un piano
rigorosamente scientifico. Si e assistito a una specie di ridimensionamento, le cui ragioni sono facilmente
spiegabili.
E accaduto che, nella prima meta di questo secolo, in epoca costituzionalistica e di entusiasmo per
la ancora giovane scienza endocrinologica, si siano prospettati collegamenti fra versante somatico e
versante psichico che, suggestivi in apparenza, sono risultati non accettabili alla critica e al controllo
scientifico. All'entusiasmo dei primi tempi e subentrata una certa dose di freddezza e di scetticismo nei
confronti del settore temperamenti.
Vi e anche un'altra considerazione da fare. Il grande sviluppo dello studio del comportamento in
psicologia, verso gli anni Sessanta-Settanta, ha ridotto il peso dei fattori strettamente individuali, innati e
costituzionali, per concentrare interesse e conferire importanza ai processi di adattamento all'ambiente. Il
nuovo comportamentismo secondo B. F. Skinner, fondato sul cosiddetto comportamento operante, ha
esercitato un enorme influsso sulla psicologia contemporanea, americana ed europea, conferendole un
indirizzo rigorosamente positivistico.
In epoca recente, pur riconoscendo la fondatezza di alcune critiche volte alla dottrina dei
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temperamenti, alcuni autori considerano per lo meno eccessiva questa forma di ostracismo nei confronti
della temperamentologia che, a loro parere, conserva una sua intrinseca ragione di essere. Si sta assistendo
in questi ultimi anni a un rinnovato interesse per la dimensione temperamento ed e sorta una
neotemperamentologia che si avvale delle conquiste della psicobiologia. In effetti, la nuova neurofisiologia
e la nuova biochimica del sistema nervoso hanno enormemente ampliato e arricchito le conoscenze sulle
basi biologiche della psiche umana.
Gli esempi da addurre sarebbero numerosi. Qui baster citare i notevoli progressi sui
neurotrasmettitori e sui loro sistemi recettoriali: l'avanzamento scientifico e tale da poter ragionevolmente
ipotizzare che, almeno per alcune delle affezioni mentali, si possa raggiungere una soddisfacente
comprensione delle alterazioni biochimiche e funzionali che ne accompagnano l'insorgenza e il decorso.
Altrettanto promettenti appaiono, sul fronte del progresso delle scienze, le acquisizioni nel campo
della psichiatria genetica e della genetica comportamentale. La biologia molecolare punta all'analisi del
patrimonio genetico per individuare i soggetti che, pi degli altri, rischiano di essere colpiti dalla malattia,
sia somatica, sia psichica, come ad esempio la depressione.
N. Tallent, autorevole psicologo del Massachusetts, ha riconosciuto l'importanza del ruolo svolto
dal temperamento nella vita psichica dell'uomo. E un peccato -egli ha scritto- che non se ne sappia di pi
perch indubbiamente ha massima significazione pratica. Il temperamento appartiene alla natura
essenziale dell'individuo, ha una innata organizzazione neurofisiologica [...]. La grande (e io credo giusta)
importanza attribuita all'ambiente tende a oscurare troppo l'importanza del temperamento.
Altri autori si uniscono nel creare un nuovo clima di interesse per la temperamentologia. Secondo
A. Thomas e S. Chess, temperamento equivale a stile comportamentale e riflette le modalit del
comportamento, piuttosto che il contenuto e le cause. J. Strelau assegna al temperamento le caratteristiche
relativamente stabili e biologicamente determinate dell'organismo.
Ma quali sono i settori dello psichismo umano che possono rientrare nell'area di pertinenza del
temperamento? C'e una generale tendenza a devolvere al temperamento le cosiddette funzioni psichiche
inferiori.
Secondo F. Antonelli, il temperamento e depositario di alcune fondamentali propriet, quali
l'emotivit, il tono generale dell'umore e altre ancora. La vita del temperamento e essenzialmente pratica,
fatta di spinte irrazionali e inconsce, e si avvale di comportamenti che tendono ad ubbidire pi all'istinto
che alla ragione.
A. H. Buss e R. Plomin fanno rientrare nell'ambito temperamentale alcuni tratti di personalit, quale
emozionalit, attivit, sociabilit e impulsivit. Questi tratti sono ereditari e presenti gi nella prima
infanzia.
Qualche riserva nei confronti del concetto di temperamento e sorta in campo filosofico, morale e
sociologico. Il porre l'accento sulle componenti biologiche ed ereditarie, come fa la temperamentologia, non
pu significare -ci si e chiesto- I'affermazione di un innatismo fortemente condizionante e
deresponsabilizzante sul pensiero e sulla condotta dell'uomo? Il dubbio appare inconsistente se si tengono
presenti la struttura e l'organizzazione funzionale del cervello dell'uomo. La straordinaria estensione della
corteccia cerebrale (neopallio), in particolare delle aree frontali, lo sviluppo dei sistemi di direzione e
controllo superiori nei confronti dei centri inferiori pulsionali diencefalici escludono ogni rischio di
condizionamento e di limitazione di spazi di libert nel comportamento dell'uomo.
Nel presente libro abbiamo preso in considerazione alcune fondamentali componenti del
temperamento, che saranno esaminate nei capitoli sottoelencati:
-Emotivit: capitolo 6
-Aggressivit: capitolo 7
-Libido (sessualit): capitolo 8
-Tono dell'umore (timismo): capitolo 9.
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MORFOLOGIA E TEMPERAMENTO
LE COSTITUZIONI
ORIGINI DELLA SCIENZA DELLE COSTITUZIONI
Fin dai secoli passati medici e antropologi si sono avventurati nella ricerca di un nesso fra forma
corporea e un certo tipo di temperamento.
Nell'antichit domina la figura di Ippocrate, vissuto all'incirca fra il 460 e il 370 a.C., fondatore della
scuola medica di Coo e chiamato poi il padre della medicina: la sua teoria dei quattro umori servi di base
alla creazione di quattro fondamentali tipi umani: i sanguigni, i flemmatici, i collerici e i melanconici.
In epoca molto pi recente, a titolo di curiosit, va ricordato uno strano personaggio, il medico
tedesco F. J. Gall (1758-1828), il quale invento una particolare scienza, la frenologia, ossia lo studio della
disposizione topografica di varie aree del cervello, quali sedi di diverse e particolari facolt psichiche. Gall
era convinto che vi fosse una corrispondenza fra eventuali protuberanze della superficie. del cranio e
alcune tendenze della psiche (ad esempio, il bernoccolo ) del talento musicale).
Ma un pi serio e scientifico impulso fu impresso dai cultori di quella branca medica che fu detta
scienza della costituzione individuale; iniziatasi verso la fine del XIX secolo, ebbe il suo periodo di
massimo fulgore nella prima meta di questo secolo. In questo campo si possono riconoscere quattro diversi
indirizzi, cui corrispondono altrettante scuole: la scuola costituzionalistica italiana, quella tedesca, quella
francese e quella americana.
SCUOLA COSTITUZIONALISTICA ITALIANA
Questa scuola ha consacrato il trionfo del metodo antropometrico, fondato sull'accurato rilevamento
di misurazioni corporee e sul calcolo di correlazioni e rapporti di valori.
Il primo nome illustre da ricordare e quello di A. De Giovanni (1838-1916), clinico medico di Padova.
Risultato del metodo antropometrico di De Giovanni fu la creazione di tre tipi costituzionali, detti
combinazioni morfologiche: una prima combinazione formata da individui sottili e slanciati, una seconda
da soggetti di media corporatura, una terza de persone corpulente e pesanti.
Dopo De Giovanni, un altro nome famoso quello di G. Viola. Nel suo libro La costituzione
individuale (1933), egli ha riconosciuto la presenza di precisi rapporti fra psiche e forma corporea. La
scienza delle costituzioni -Viola ha precisato- lo studio di caratteri anatomici e funzionali (compresi
quelli psichici), che servono a distinguere nell'ambito dello stesso gruppo etnico un individuo dall'altro.
Gi nel 1905 Viola aveva distinto tre tipi costituzionali: Il normotipo, posto al centro, e ai due stremi
il longitipo microsplancnico, cio il tipo di corporatura snella e slanciata, e il brachitipo megalosplancnico,
cio il tipo tarchiato con addome prominente.
Ai due costituzionalisti citati va aggiunto un terzo, Castellino, il quale ebbe una geniale intuizione:
la diversa forma corporea, egli afferm, era il risultato del prevalere, durante lo sviluppo, di uno o di un
altro dei tre foglietti embrionali: o quello esterno (ectoderma) o quello intermedio (mesoderma) o quello
interno (entoderma). Concetto questo che sar ripresa in epoca pi recente dall'americano W.R. Sheldon.,
come si vedr pi avanti.
Se nella spinta evolutiva -osserv Castellino- prevale il foglietto antodermico, l'individuo evolver
verso il brachitipo megalosplancnico. Quando, viceversa, prevale lo sviluppo dell'ectoderma, l'organismo
evolver verso il longitipo microsplancnico.
Non solo a Castellino va riconosciuto il merito di aver intuito il rapporto fra costituzione e sistema
neurovegetativo, rapporto che sar sviluppato con maggiore ampiezza da N. Pende. I derivati entodermici,
ebbe a rilevare Castellino, si trovano sotto il dominio prevalente dell'innervazione vagale, condizioni che
chiam vagoestesia.
La breve rassegna della scuola italiana si conclude con N. Pende, il quale giunse a una concezione
unitaria della costituzione, quale sintesi di varie componenti: la morfologica, la dinamico-umorale,
l'intellettuale e l'affettiva. La sintesi si concreta nel biotipo.
Dopo questi cenni storici tentiamo un raffronto fra il tipo brevilineo e quello longilineo, raffronto
condotto sinteticamente sotto varie prospettive: fisiologica, bio-umorale e psicologica.
Il soggetto brevilineo appare morfologicamente un ipoevoluto. La sua forma corporea, corta e
arrotondata, fatta di linee curve, si avvicina a quella di un embrione, se non addirittura a quella dello
zigote. cio a una sfera. Possiede un'intensa capacit assimilativa, spiega la sua tendenza all'accumulo, alla
formazione di depositi e di cuscinetti di grasso. un ipervegetativo: assimila pi di quanto non consumi.
Dal punto di vista biochimico un alcalosico, da quello neurovegetativo un vagotonico.
Dal punto di vista psichico G. Dalla Nora considera il brevilineo un sub-corticale, pi che un
corticale, termine che non vuole esprimere un giudizio di minore potenzialit intellettiva, ma significare
il prevalere in questo soggetto di disposizioni rivolte all'apprendimento, alla ripetizione, all'imitazione e
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una minore efficienza di capacit dirette alla vigilanza e alla creazione. un individuo che tende a
trasmettere creativamente, i che lo espone ai pericoli di una spersonalizzazione.
Il soggetto longilineo , al contrario, tendenzialmente ipovegetativo, ipervolutivo e simpaticotonico.
Sul piano psichico caratterizzato dal prevalere dei processi ideativi volitivi (critici) corticali sui
subcorticali, automatici, subcoscienti.
SCUOLA COSTITUZIONALISTICA TEDESCA
La figura pi rappresentativa nella scienza delle costituzione E. Kretschmer, professore di
psichiatria e neurologia all'Universit di Tbingen. Nell'opera fondamentale Struttura corporea e carattere,
pubblicata nel 1921, egli tent di far luce sui rapporti fra psiche e morfologia corporea.
Kretschmer part da un'interessante osservazione clinica: costat che un'alta percentuale di malati
di psico maniaco-depressiva (il 68% in un gruppo di 85 soggetti) presentava una forma del corpo piuttosto
corta, tozza e tarchiata, e chiam picnico il tipo somatico corrispondente a questo aspetto morfologico.
D'altro canto, una elevata percentuale di schizofrenici (il 46% su un gruppo di 175 soggetti) offriva
una forma corporea opposta, cio sottile, snella, slanciata. Kretschmer defin leptosomico il tipo
morfologico corrispondente.
Il tipo picnico, oltre a essere di statura media e ricco di grasso, presentava un volto largo e flaccido
su un collo breve e tozzo, che appare come infossato sulle spalle. Il ventre prominente emerge al di sotto
di un torace ampio e profondo. Le spalle non sono larghe, ma arrotondate; gli arti sono corti; le mani brevi
e molli. I capelli in genere cadono precocemente. Nella donna si osserva accumulo di grasso al petto e ai
fianchi.
Un aspetto morfologico del tutto opposto presenta il tipo leptosomico: come se una gigantesca
forza di trazione operasse modificando in senso longitudinale il suo corpo: assottigliandolo e allungandolo.
Alto e magro, questo individuo presenta una gabbia toracica lunga e appiattita, le spalle strette, le braccia
magre, le mani delicate e sottili, le gambe lunghe e slanciate. Anche il viso appare allungato con il naso
affilato.
Accanto al tipo picnico e a quello leptosomico ne venne individuato un terzo, il tipo atletico,
caratterizzato da un notevole sviluppo muscolare e scheletrico, spalle larghe e potenti, mani e piedi grandi:
un tipo robusto e massico, che d l'impressione di un lottatore e di un pugile. Mentre nelle donne la
conformazione atletica conferisce un aspetto poco gradevole, nell'uomo si avvicina all'ideale di bellezza
virile.
Questi tre tipi raramente si riscontrano in modo ben deciso e netto: appena il 10% degli individui
rientra in una delle categorie descritte. La maggior parte costituita da tipi misti che si collocano in zona
intermedia.
Dopo la descrizione dei suoi tipi morfologici, Kretschmer comp un secondo passo non meno
importante: egli fece una scoperta che gli permise di colmare, almeno in parte, il fossato fino ad allora
esistente fra morfologia corporea e psiche.
Kretschmer pens che quello che avveniva gradi estremi, appartenenti al campo della psichiatria,
poteva essere trasferito alle forme cliniche pi tenui e sfumate e anche ai soggetti che rientravano
nell'ambito della normalit.
Nessuna frattura esiste, secondo, Kretschmer, fra normale e patologico: tutta una serie di forme
intermedie si frappone al colmare la distanza fra i due estremi. Dalla schizofrenia si passa a forme attenuate
o schizoidi e poi ancora, avvicinandosi sempre pi alla normalit, ai temperamenti schizotimici.
Lo stesso accade per un'altra malattia, la psicosi maniaco-depressiva. Anche qui, dalla forma clinica
conclamata si va alla forma leggera o cicloide e successivamente a quella paranormale, rappresentata dal
temperamento ciclotimico.
Le differenze sono soltanto questione di grado di intensit. Ad esempio, nel tipo cicloide le stranezze
del comportamento e dell'umore sono ancora evidenti e risalta la tipica alternanza di due polarit opposte:
una fase vicina a quella maniacale (l'individuo triste, depresso, vede tutto nero). Nel temperamento
ciclotimico si riscontrano le stesse caratteristiche, ma assai pi tenui. il quadro esce dalla patologia per
rientrare nella normalit, o quasi.
Nella tabella 1 vengono poste a raffronto le principali caratteristiche differenziali di ordine
morfologico, caratteriale, fisiologico e comportamentale, tra temperamento ciclotimico e quello
schizotimico secondo Kretschmer.
Come si pu rilevare, Kretschmer, nel porre a raffronto i due tipi, non si limitato al campo
morfologico ma ha esteso l'indagine anche agli aspetti fisiologici e psicologici. Nella sua clinica molte
ricerche sono state dirette alla misurazione del tempo psico-motorio, cio al tipo di ritmo che
accompagna il movimento volontario: su questo e su altri aspetti di ordine fisiologico e psicologico,
ciclotimici e schizotimici mostravano comportamenti e conseguivano risultati assai diversi.
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SCUOLA COSTITUZIONALISTICA FRANCESE
I costituzionalistici francesi hanno seguito vie e metodi che si differenziano dalle altre scuole,
privilegiando in modo particolare l'aspetto morfologico esteriore.
Mentre la scuola italiana, come si e visto, ha posto in primo piano il metodo antropometrico e la
valutazione dei dati quantitativi con elaborazione statistico-matematica, la scuola francese ha seguito un
indirizzo in prevalenza empirico, ottenendo tuttavia ugualmente interessanti risultati.
Tabella 1
TEMPERAMENTI SECONDO KRETSCHMER
CARATTERISTICHE TIPO CICLOTIMICO TIPO SCHIZOTIMICO
MORFOLOGICHE Corpulento, tarchiato Sottile, smilzo
FISIOLOGICHE:
Tempo personale
Tipo di lavoro
Forma-colore
Attenzione
Distraibilit
Lento
Irregolare
Osservazione del colore
Buona come quantit cattiva
come qualit Tendenza alla
sintesi, alla globalit
Facilmente distraibile
Veloce
Uniforme
Osservazione della forma
Cattiva come quantit,
buona come qualit.
Tendenza all'analisi,
concentramento sul
particolare
Difficilmente distraibiLe
PSICOLOGICHE:
Attivit di pensiero
Tono di umore
Rapporti interpersonali
Affettivit
Non ha tempo di
approfondire le sue idee,
riflessioni, impressioni
Umore vivace e di solito
allegro, ma mutevole
Estroverso, socievole e in
sintonia con l'ambiente
Cordiale ed espressivo
Portato alla riflessione alla
meditazione
Serio e taciturno
Introverso, riservato, tende
all'isolamento
Apparentemente freddo. Se
non e emotivo, tiene la gente
a distanza. Se e emotivo,
racchiude nella riservatezza
una vita affettiva intensa.
COMPORTAMENTALI:
Verso gli oggetti
Nell'eccitamento
Di fronte ai problemi
Oggettivazione veloce con
effetto postumo debole
Esplosivo
Inizia con il pi facile
Oggettivazione lenta con
effetto postumo intenso
Controllato
Inizia con il pi difficile
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Un posto di rilievo occupa C. Sigaud (1862-1921), un medico di Lione che, con i suoi allievi A.
Chaillou e L. Mac Auliffe, individuo quattro tipi morfologici: il tipo cerebrale con predominanza del
cranio, il tipo digestivo con predominanza dell'addome, il tipo respiratorio, con predominanza del
torace, il tipo muscolare con predominanza delle membra.
I dati pi interessanti vengono ricavati dall'esame della forma del capo e delle proporzioni delle
varie parti del viso. Due linee orizzontali servono a dividere il volto in tre parti: una linea superiore, che
passa per la radice del naso, separa il piano superiore da quello medio; la linea che passa per la base del
naso divide a sua volta il piano medio da quello inferiore.
Ecco cos delineati i quattro tipi morfologici cranici:
a) tipo cerebrale o intellettuale: e caratterizzato da larghezza della fronte e ampiezza del piano
superiore. Il volto assume una forma triangolare con la base in alto, cio la forma di un triangolo capovolto.
La frequenza di questo tipo nella popolazione europea si aggirerebbe sul 9 per cento. Si afferma che oltre
il 70 per cento delle persone dedite allo studio (professori, scienziati} presenta una simile morfologia;
b) tipo respiratorio: riconoscibile per la larghezza degli zigomi e il predominio del piano medio
facciale. Il volto assume una forma rotonda. La sua frequenza nella popolazione sarebbe del 30 per cento;
c) tipo digestivo o alimentare: questo tipo risalta all'occhio per la larghezza della mandibola e la
prevalenza del piano inferiore. Il volto assume la forma di un triangolo con la base in basso. La sua
frequenza sarebbe del 14 per cento; d) tipo muscolare: i tre piani sono ugualmente sviluppati. Il volto
ha una forma quadrata. Frequenza del 47 per cento. Dopo aver presentato i quattro tipi di Sigaud, appare
legittima la domanda: Qual e la loro implicazione nel campo psicologico?.
Per la scuola costituzionalistica francese non v'e dubbio: la diversa morfologia del capo e del volto
e collegata con vistose differenze caratterologiche.
Vediamo in quale maniera e in quale misura.
Il tipo cerebrale sarebbe pi portato ad attivit di livello superiore, come il pensiero, il ragionamento,
il calcolo. Volont e immaginazione sono altrettanto forti.
Il tipo respiratorio corrisponde all'antico tipo sanguigno . E un soggetto che ha bisogno di aria e
di movimento, e attivo, intraprendente, entusiasta, loquace. Come aspetti negativi di questo tipo si
segnalano Ia tendenza a esagerare ogni cosa e la mutevolezza dei gusti.
Il tipo muscolare e un soggetto lento, a posa-piano, ma costante e perseverante. E incline alla vita
attiva, agli esercizi sportivi, al lavoro materiale.
Il tipo digestivo mostra tendenza alla ricerca e alla captazione del cibo a dirla in breve, adora i
piaceri della tavola. Ha un atteggiamento realistico, una sana filosofia, sa adattarsi ad ogni situazione,
mantiene buoni rapporti con tutti.
La morfologia del viso e i suoi rapporti con alcuni aspetti della personalit sono stati al centro delle
indagini di un altro autore: L. Corman. Secondo la sua morfo-psicologia sono riconoscibili nel volto tre
zone: la zona inferiore, che rappresenta la vita istintiva; la zona media, che e sede della vita affettiva; la
zona superiore, che e connessa con la sfera del pensiero
Il punto pi originale della dottrina di Corman e la distinzione fra soggetti dilatati e soggetti
contratti.
Sul piano morfologico, il tipo dilatato si riconosce per il viso largo e bene in carne: le labbra sono piene,
la bocca ampia e spesso aperta a un sorriso. Il naso e carnoso con narici larghe. Gli occhi grandi e sporgenti.
All'opposto, il tipo contratto ha il viso ossuto, lungo e stretto, le labbra sottili, gli occhi piccoli,
infossati nelle orbite.
Alla diversit morfologica fra i due tipi corrisponde una contrapposizione psicologica.
Il tipo dilatato e persona ottimista, allegra, socievole, con ottima capacita di adattamento. Per il suo
realismo e senso pratico, ottiene buoni successi negli affari. E pero superficiale, povero di vita interiore, di
immaginazione, di senso creativo.
Il tipo contratto manifesta una forte sensibilit, qualit che gli conferisce vantaggi e svantaggi. Se
e vero che e favorito, a paragone del dilatato, nell'attivit mentale, soprattutto nella riflessione e
concentrazione, e infatti molti scienziati e ricercatori rientrano in questa categoria, e anche vero che il
contratto ha un carattere difficile, e insoddisfatto e inquieto, si adatta male all'ambiente per il suo
individualismo e per la forte selettivit nelle relazioni sociali.
SCUOLA COSTITUZIONALISTICA STATUNITENSE
L'importanza delle proporzioni corporee per lo studio del temperamento e stata negli Stati Uniti
sottolineata dallo psicologo e medico W. H. Sheldon, autore, insieme con i suoi collaboratori dell'Universit
di Harvard, di un piano di ricerche sulla costituzione fisica di 4000 studenti. Dopo una lunga serie di
misurazioni Sheldon ha costruito una tipologia che si fonda su ipotesi embriologiche.
Il punto cardine della sua dottrina e il seguente: la prevalenza, pi o meno grande, di un foglietto
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embrionale nel corso dello sviluppo e in grado di imprimere particolari caratteristiche a un individuo sul
piano morfologico, funzionale e psicologico.
Ai tre foglietti dell'embrione (entodermico o interno, mesodermico o intermedio, ectodermico o
esterno corrispondono altrettanti tipi morfologici, le cui caratteristiche sono in sintesi le seguenti.
Il tipo endomorfo e condizionato dal prevalente sviluppo del foglietto interno. Dal punto di vista
morfologico questo tipo presenta testa tonda, collo largo e corto, braccia e gambe corte, mani molli e grasse,
addome pi voluminoso del torace. Nell'aspetto generale il tronco domina sugli arti per lunghezza e
volume.
Il tipo mesomorfo ha una derivazione embrionale mesodermica. Caratteristiche morfologiche di
questo individuo sono la testa quadrata con ossatura appariscente, collo molto muscoloso, torace largo,
braccia massicce e gambe potenti, mani e dita robusto. L'aspetto generale e quadrato e sodo. Il torace e pi
sviluppato dell'addome: l'ossatura sporgente, la muscolatura ben visibile. In breve la prevalenza della
componente ossea e di quella muscolare conferisce a tutto l'insieme un'impronta di particolare robustezza
e di potenza fisica.
Il tipo ectomorfo e di derivazione embrionaria ectodermica. Morfologicamente questo tipo
presenta testa triangolare con cranio che prevale sul volto, collo lungo e sottile, torace corto e stretto,
braccia e gambe lunghe, mani sottili con dita delicate, addome piccolo e incavato. L'aspetto generale e
improntato a fragilit e delicatezza.
Col sostegno di numerosi dati emersi dalle sue ricerche, Sheldon compi un altro passo importante
sulla via del collegamento somato-psichico.
Tabella 2
TEMPERAMENTI SECONDO SHELDON
Caratteristiche Viscerotonico Somatotonico Cerebrotonico
STILE DI VITA
Ama le comodit e il
buon cibo
Ama l'avventura, il
rischio, l'esercizio
fisico
Ama l'intimit
OBIETTIVO
DI VITA
Soddisfazione
tranquilla
Il dominio e il potere La riflessione, il
pensiero
RAPPORTI
INTERPERSONALI
Estroverso.
socievole, cortese,
tollerante. Predilige i
bambini e le relazione
familiari
Estroverso. allegro
e spigliato, ma a volte
agressivo e
competitivo.
Predilige gli interessi
e le attivit dei
giovani
Introverso. Inibito
nelle relazione sociali.
Predilige le persone
mature.
AFFETTIVITA'
avido di affetto poco sensibile, pu
mancare di piet e
delicatezza
Controllato nelle
emozioni, rigido e
freddo in apparenza.
SISTEMA
NERVOSO
Reazioni lente Indifferenza spartana
al dolore.
Claustrofobia
Reazioni rapide.
Ipersensibilit al
dolore. Agorafobia.
Tensione mentale e
ansia
REAZIONE
ALL'ANGOSCIA
Ha bisogno degli altri Ha bisogno
dell'azione
Ha bisogno della
solitudine
EFFETTO
DELL'ALCOOL
Diviene espansivo e
rilassato
Diviene spavaldo e
aggressivo
Ripugnanza per
l'alcool
PORTAMENTO
E MOVIMENTO
Rilassato Deciso Rigido
L'autore associo a ciascuno dei tre tipi morfologici una ben precisa c componente psicologica e
precisamente assegno al tipo endomorfo la viscerotonia, a quello mesomorfo la somatotonia e, infine,
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a quello ectomorfo la cerebrotonia.
Sintetizzando al massimo, si pu dire che l'ectomorfismo (cerebrotonia) indica spinta e interesse
verso il mondo esterno; l'endomorfismo (viscerotonia) esprime il desiderio di nutrimento, tendenza ad
ingrassare, socievolezza, affettivit; il mesomorfismo (somatotonia) e connesso con forza ed energia fisica.
Ogni individuo in genere non e costituito da un solo tipo morfologico e da una sola componente
psicologica (n del resto ci sarebbe desiderabile) ma risulta formato dalla commistione, in varia
proporzione, di diversi tipi, anche se di solito uno di essi finisce col prevalere.
Nella tabella 2 sono poste a raffronto le note psicologiche e comportamentali dei tre classici tipi
secondo Sheldon.
FISIOLOGIA E TEMPERAMENTO
LA RELAZIONE FUNZIONALITA'-TEMPERAMENTO
Nel capitolo precedente abbiamo considerato la prima grande via di approccio al temperamento:
la via che si avvale di elementi tratti dalla morfologia corporea. Intendiamo ora percorrere un'altra via,
altrettanto importante, la via del rapporto funzionalit-temperamento.
Gi alla fine del secolo scorso vari autori rivolsero la loro attenzione sugli aspetti funzionali
differenziali dell'uomo. F. Kraus (187), paragonando l'organismo umano a una macchina da lavoro, cerco
nella funzione e nella forza muscolare una misura generale della costituzione. Il concetto di forza e quello
di debolezza divennero determinanti nella scienza delle costituzioni.
In epoca pi recente, si assiste a un rinnovato interesse per gli aspetti differenziali funzionali del
comportamento. In particolare, ha richiamato l'attenzione di pedopsichiatri, neonatologi, psicologi dello
sviluppo la precocit di comparsa di diversit temperamentali. Queste diversit investono soprattutto
l'aspetto fisiologico: il livello di attivit motoria, la ritmicit e la regolarit delle funzioni vitali, la natura
delle risposte agli stimoli ambientali, la soglia di responsivit in relazione all'intensit di stimolazione
necessaria per evocare una risposta, la qualit dell'umore, la distraibilit e cosi via.
A. Thomas e S. Chess agli inizi degli anni Sessanta, in base a ricerche su bambini piccoli, hanno
identificato tre costellazioni temperamentali corrispondenti alle caratteristiche di tre gruppi di bambini,
rispettivamente indicati come facili, difficili e lenti.
I temperamenti facili sono caratterizzati da ritmi regolari nelle diverse funzioni biologiche, da
reazioni positive di avvicinamento nei confronti dei nuovi stimoli, da facile adattamento ai cambiamenti,
da positivit dell'umore.
I temperamenti difficili presentano ritmi biologici irregolari, reagiscono negativamente di fronte
a nuovi stimoli, con comportamenti di ritiro, si adattano con difficolta ai cambiamenti, mostrano umore
instabile e si abbandonano a manifestazioni emotive negative.
I temperamenti lenti si distinguono per reazioni adattive improntate a grande lentezza e per il
continuo bisogno dell'azione facilitante dell'ambiente per poter gradualmente recuperare la normalit
reattiva.
Nella direttrice di ricerca iniziata da Thomas e Chess sono venuti confluendo studiosi di formazione
assai diversa, i quali hanno condiviso l'ipotesi di differenze fisiologiche individuali, rilevabili sin dalla
primissima infanzia: differenze che riguardano in modo particolare il livello ottimale di stimolazione che
ciascun organismo tende a perseguire nel rapporto con l'ambiente.
SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO
SIMPATICOTONICI E PARASIMPATICOTONICI
Nell'ambito delle ricerche sugli aspetti fisiologici differenziali che riguardano il temperamento, una
posizione preminente va assegnata al sistema autonomo o neurovegetativo.
Una data importante nella storia della scienza delle costituzioni e della fisiologia generale e il 1910,
anno in cui L. Hess ed H. Eppinger, della scuola di Vienna, dopo una serie di studi sul sistema nervoso
vegetativo, divisero le individualit umane in due grandi categorie, quella dei simpaticotonici e quella dei
parasimpaticotonici lo vagotonici), a seconda del prevalere dell'uno o dell'altro sistema di innervazione.
Non e qui il luogo per dettagli anatomici e fisiologici sul sistema nervoso vegetativo. Baster
accennare che esso consta di diramazioni nervose periferiche, di gangli nervosi e di centri nevrassiali. La
vastit del sistema va di pari passo con la sua importanza nell'economia generale dell'organismo. Qui vale
la pena di sottolineare che la distinzione fra le due categorie, simpaticotonici e vagotonici, ha acquistato
una rilevanza tutta particolare sotto il profilo psicotipologico.
Questo va affermato senza cadere in eccessivo schematismo. L'osservazione clinica raramente ci
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presenta tipi puri. Pi frequenti sono invece i tipi detti anfotonici, soggetti cio che sono eccitabili di
fronte a entrambe le sezioni del sistema nervoso vegetativo: fasi di simpaticotonia si alternano ad altre di
vagotonia, oppure la prevalenza funzionale del simpatico in alcuni territori contrasta con il predominio
del vago in altri, dello stesso organismo.
G. von Bergmann, per evitare i rischi di una troppo netta contrapposizione fra le due sezioni, ha
proposto (120) di usare in molti casi il termine pi generico di soggetti stigmatizzati neurovegetativi,
individui che presentano una labilit o instabilit dell'intero sistema, oscillante ora in un senso, ora
nell'altro.
Consideriamo ora nei loro pi classici aspetti fenomenologici i due opposti schieramenti. I principali
campi di azione da vagliare sono: i processi psichici generali, la Vui, la sfera istintivo-emotiva, il tono
dell'umore, la reattivit all'ambiente cosmico e climatico.
Processi psichici generali. La velocit dei processi mentali e rapida nei simpaticotonici
(tachipsichismo), lenta nei vagotonici (bradipsichismo), talch molte volte, a un giudizio affrettato e
superficiale, il simpaticotonico pu apparire pi intelligente del vagotonico.
Circa il grado di sensibilit, questa appare molto viva nei simpaticotonici, ed e per questo che essi
si presentano irascibili, irritabili, scattano per ogni contrasto. All'opposto, i soggetti vagotonici hanno una
psicoestesia ridotta, fino a giungere, nei casi estremi, all'apatia o all'indifferenza per quanto li circonda.
Volont. Il simpaticotonico, proteso a esercitare il dominio sull'ambiente esterno, ha impulsi di Vui
pi forti rispetto al vagotonico, pi portato alla quiete e all'inerzia.
Sfera istintivo-emotiva. Il soggetto simpaticotonico ha maggiormente sviluppato l'istinto di
offesa-difesa, ama la lotta e in generale presenta un'aggressivit pi pronta e vivace. Se la tiroide e il
direttore d'orchestra del sistema endocrino, il sistema simpatico da il tono della sinfonia! l, ha scritto
Laignel Levastine. Viceversa, il vagotonico tende maggiormente alla gratificazione dell'istinto della
conservazione e della nutrizione: in casi limite, va incontro all'accumulo del peso fino all'obesit. Dal punto
di vista del carattere, il simpaticotonico e aggressivo e combattivo; il agotonico e fondamentalmente un
individuo calmo, tranquillo, amante del quieto vivere, rifugge dalla lotta e, se costretto, cerca una via di
accomodamento.
Tono dell'umore. Una importante differenziazione fra i due gruppi, simpaticotonici e vagotonici,
riguarda la cenestesi, termine con il quale si intende l'insieme delle sensazioni interne di benessere e di
malessere che tutti i tessuti del corpo mandano ai centri superiori cerebrali, ove vengono ricevuti in forma
pi o meno cosciente.
Nel vagotonico la trasmissione ai centri superiori delle sensazioni provenienti dalla rete innervativa
viscerale, i cosiddetti messaggi interni, e pi pronta e rapida e supera con maggiore facilita la soglia della
coscienza. Accade pertanto di frequente che messaggi cenestetici negativi e conseguenti preoccupazioni
di salute minaccino la serenit dei tipi vagotonici, per altri versi soggetti tranquilli e fondamentalmente
ottimistici.
I simpaticotonici hanno comportamenti incostanti: vivaci e pieni di entusiasmo sotto lo stimolo
dell'azione e della lotta, possono, in caso di contrasti, presentare bruschi sbalzi di umore e del tono psichico.
Reattivit all'ambiente cosmico e climatico. Prende il nome di meteorolabilit una particolare
sensibilit che alcuni individui presentano nei confronti di perturbazioni atmosferiche, bariche,
igroscopiche, elettriche, caloriche, luminose.
Mentre i simpaticotonici risentono poco di queste variazioni, i vagotonici ne sono sensibilissimi,
tanto da sopportare vere e proprie sofferenze in coincidenza di temporali, passaggio di cicloni, oscillazioni
barometriche.
ATTITUDINI PSICOTECNICHE E TEMPERAMENTO
La psicotecnica pu dirsi il frutto della simbiosi fra fisiologia e psicologia. In considerazione del suo
indirizzo applicativo e stata chiamata la psicologia al servizio della pratica ). Uno degli scopi di questa
branca e la realizzazione dell'adattamento dell'uomo al lavoro e del lavoro all'uomo, con conseguenti
numerose applicazioni in campo industriale e lavorativo in genere. Altre forme di utilizzazione della
psicotecnica riguardano l'esame delle attitudini fisiche e psichiche alle varie specialit in campo sportivo,
militare ecc.
La valutazione psicotecnica di un individuo si fonda su un certo numero di prove standardizzate.
Di queste, alcune riguardano le capacita psicomotorie e rivestono non poco interesse ai fini dello studio
del temperamento e anche del carattere individuale. Gli aspetti attitudinali pi significativi a questo
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riguardo sono:
-rapidit o lentezza nell'esecuzione di un compito;
-abilita e precisione o goffagine, maldestrezza;
-attentivit o distraibilit.
In base ai risultati, i soggetti possono dividersi rispettivamente in rapidi o lenti, abili o maldestri, attenti
o distratti.
RAPIDITA' E LENTEZZA NEGLI ATTI (tachiprafia e bradipragia)
Osservando il comportamento abituale delle persone, si nota una grande variet riguardante
l'impiego di tempo nel compiere le medesime operazioni; questo riguarda sia l'attivit lavorativa sia
qualunque atto o gesto usuale della vita quotidiana. Vi sono persone rapide nel vestirsi, nel mangiare, nello
scrivere, nel camminare. Nel breve spazio di tempo riescono a portare a compimento con incredibile
celerit moltissime faccende. Al contrario, altre persone per compiere le stesse cose impiegano un'eternit:
sembrano agire con il rallentatore.
Emergono quindi due tipi attitudinali diversi:
a) Temperamento rapido o tachipragico, che e caratterizzato dai seguenti dati fisiologici:
-viva sensibilit dei recettori sensoriali (fotorecettori e recettori dell'organo di Corti dell'orecchio
interno);
-velocit dei circuiti inter-neuronici cerebrali;
-velocit della trasmissione neuro-muscolare, cio del passaggio dell'impulso dalla fibra nervosa alla
fibra muscolare in corrispondenza della placca motrice.
b) Temperamento lento o bradipragico, con caratteristiche opposte al precedente.
probabile che alla base dei due diversi comportamenti si trovi una differente impostazione
neuro-endocrina: nel primo caso, ipertiroidismo e ipersimpaticotonismo; nel secondo caso, ipotiroidismo
e vagotonia.
Non e da escludere anche l'intervento di un'altra ghiandola a secrezione interna: le paratiroidi, che
rivestono particolare importanza nel regolare l'equilibrio calcio/fosforo nel sangue e quindi il grado di
eccitabilit neuromuscolare.
Anche fattori di ordine psico-emotivo (tensione nervosa, stato ansioso) interferiscono sulla rapidit
dei nostri atti e sulla velocit e prontezza delle risposte agli stimoli ambientali.
Uno strumento usato per la valutazione della modalit rapidit-lentezza e il tachistoscopio,
apparecchio che permette la presentazione in tempo molto breve (dell'ordine di decimi di secondo) di
materiale visivo: viene misurata in tal modo la rapidit di percezione delle immagini.
Una prova ancora pi diffusa e la valutazione dei tempi di reazione. Il concetto di base e assai
semplice: il tempo di reazione e il tempo che intercorre fra la produzione di uno stimolo sensoriale
(generalmente visivo o acustico) e il movimento della reazione del soggetto.
GRADO DI ADEGUATEZZA DELL'ESECUZIONE:
EUPRASSIA E DISPRASSIA
Un altro elemento valutativo va tenuto presente: la maggiore o minore scioltezza dei movimenti,
la loro adeguatezza allo scopo da raggiungere.
Osserviamo una persona mentre compie un lavoro o un compito qualsiasi, anche una delle pi
comuni attivit quotidiane. Avremo modo di rilevare differenze nella qualit delle esecuzioni da un
individuo all'altro.
Vi sono alcuni che dimostrano un uso ben misurato e adeguato dei gesti e dei movimenti delle mani.
Essi ottengono il massimo rendimento con il minimo sforzo grazie a una perfetta correlazione dei
movimenti. Lo scopo viene raggiunto con una sapiente economia dei gesti.
Questa attitudine potrebbe definirsi euprassia o eumetna, mutuando questi termini dal campo
medico e spogliandoli dello specifico significato che assumono nel campo della patologia.
Altri soggetti, invece, manifestano nei loro atti una inadeguatezza motoria. In italiano pu usarsi
la parola goffaggine, corrispondente al termine francese gaucherie.
Se uomo trover difficolta nel cimentarsi in lavori meccanici, specie in compiti manuali un po'
complessi, di precisione. Le sue mani sono legate, maldestre, impacciate. Il soggetto sbuffa durante
l'esecuzione e, di fronte all'insuccesso, finisce con lo spazientirsi. Se e donna avr molti problemi nel
muoversi con disinvoltura ed eleganza, nel gestire, nel danzare.
Non e facile trovare sul piano biologico una plausibile spiegazione a questa condizione di scarsa agilit
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motoria, che potremmo definire disprassia o dismetna. Forse e in gioco, nell'ambito del sistema nervoso
centrale, un particolare innato assetto funzionale del sistema miostatico che regola l'insieme delle attivit
semicoscienti e semiautomatiche; forse sussiste anche un particolare sottofondo neuroendocrino con
prevalenza vagale. In qualche caso e associata l'obesit.
Accanto all'incoordinazione motoria, per cosi dire, costituzionale, vanno segnalate altre due forme:
quella emotiva, in cui la disprassia compare in occasione di stati emotivi o ansiosi, e la forma nevrotica, che
si osserva nei soggetti ossessivi, la cui muscolatura come anche l'andatura e rigida, quasi legnosa.
ATTENTIVITA': IPERPROSEXIA E IPOPROSEXIA
E. Baudin considera l'attenzione come lo stato di maggiore intensit dell'attivit psichica. Per W.
Wundt l'attenzione e la percezione estremamente vivida di una piccola parte soltanto dell'intero contenuto
presente in un determinato momento alla coscienza.
Il grado di attentivita di un individuo e influenzato da diversi fattori e appare diverso in vari
momenti e situazioni. Si ammette tuttavia una disposizione personale, per cosi dire, naturale, a porgere una
vigile attenzione a eventi e oggetti del mondo esterno (iperprosexia) e, all'opposto, una tendenza alla
distrazione e alla dispersione (ipoprosexia).
Quali gli elementi che influiscono sulla capacita e sul grado di intensit dell'attenzione.
I fattori di attivazione del potere attentivo sono vari: rilevanza dello stimolo esterno, interesse e
motivazione di fondo, posizione emotiva di allarme, e cosi via.
Una condizione di ipertono simpatico e di ipertiroidismo agiscono in senso stimolante sul grado di
attentivita. Viceversa, un ipervagotonismo e un ipotiroidismo esercitano un effetto deprimente
sull'attenzione.
Il fondamento biologico dell'attenzione e costituito dal sistema reticolare, importante struttura
situata nel tronco dell'encefalo, che ha il compito di regolare il ritmo sonno-veglia e il grado di attentivita:
di esso torneremo a parlare pi diffusamente a proposito delle basi neurofisiologiche del temperamento.
L'orientamento tra i due poli antitetici (attentivit-dispersione) appare anche molto collegato con
il grado di timismo dell'individuo. La persona ipoforica presenta disturbi dell'attenzione: tutta
concentrata nei suoi pensieri malinconici, non sa staccarsene; e poco interessata a quanto avviene nel
mondo esterno.
Altri elementi capaci di influenzare il processo attentivo sono la Vui e le tendenze caratteriali. La
Vui ha una parte preminente nella messa in atto dello sforzo concentrativo. Circa il carattere, l'introverso
appare pi disposto alla concentrazione, a meno che non sia distolto da pressante problematica interiore.
L'estroverso invece e pi portato a distrarsi.
Il carattere isterico, con la sua superficialit e incostanza, appare anch'esso poco adatto ad
applicazioni mentali che richiedano persistente attenzione.
La patologia dell'attenzione pu manifestarsi in una morbosa concentrazione o focalizzazione del
campo di coscienza su alcuni oggetti o particolari (paraprosexia): in tal caso, come negli psiconeurastenici,
sopravvengono idee fisse, ossessioni intellettuali ed emotive, dubbi, scrupoli e paure.
La condizione opposta, la completa scomparsa di ogni capacita attentiva (aprosexia), si osserva nei
deboli di mente e nei soggetti affetti da deficienza psichica grave.
ENDOCRINOLOGIA E TEMPERAMENTO
LA BIOTIPOLOGIA SECONDO PENDE
Se l'atto di nascita della scienza delle ghiandole a secrezione interna si deve a Giovanni Muller nel
1830, e merito di Nicoa Pende aver dato un notevole impulso alla nuova scienza, cui nel 1912 assegnava
il nome di endocrinologia, nome che si e imposto poi in modo definitivo e universale. Gi direttore
dell'Istituto di Patologia e Metodologia clinica nell'ateneo romano, egli ebbe una visione unitaria e sintetica
cell'uomo, sotto il profilo biologico, fisiologico, costituzionale e psicologico, e giunse nel 1962 a concepire
una moderna neuroendocrinologia clinica correlativa.
Fra gli altri meriti, egli riun simpatico e parasimpatico da una parte e ghiandole endocrine dall'altra
sotto il comprensivo none di sistema endocrinosimpatico e chiamo endocrinosimpatosi i quadri
morbosi provocati da disturbi di detto sistema.
Il termine di conformazione morfologica venne sostituito da quello di biotipo individuale. Il biotipo
va inteso come unita psico-fisica composta di attributi morfologici, funzionali e psichici.
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Allo scopo di fornire una rappresentazione schematica alla sua concezione, Pende propose la figura
di una piramide avente quattro facce e una base: una faccia morfologica habitus), una faccia
dinamico-umorale (temperamento), una faccia intellettiva e una faccia che rappresenta la personalit
affettiva. La base della piramide e costituita dal patrimonio ereditario.
Dal punto di vista morfologico, Pende ha aggiunto alla classificazione in tipi longilinei e tipi
brevilinei la suddivisione in una variet astenica e una variet stenica o iperstenica: la rima
caratterizzata da debolezza muscolare e astenia di tutte le funzioni somatiche, la seconda dotata di
muscolatura possente e di funzioni somatiche esuberanti E una distinzione di grande importanza perch
fa si che la determinazione costituzionale individuale non sia circoscritta al semplice elemento morfologico,
ma sia arricchita e completata da considerazioni di ordine fisiologico ed endocrinologico.
Il biotipo brevilineo iperstenico corrisponde all'incirca al tipo sanguigno degli antichi. E un soggetto
piuttosto basso, tarchiato, con vigorose masse muscolari e robusto sviluppo scheletrico. Esiste un modico
irsutismo. Dal punto di vista endocrino vi sarebbe una iperattivit di alcuni settori dell'ipofisi, delle
surrenali e delle gonadi.
Il biotipo brevilineo ipostenico o astenico corrisponde al tipo pituitoso o flemmatico degli antichi.
Il peso e aumentato ed esiste adiposit. Gli arti sono corti, l'addome voluminoso, le spalle cadenti. Il corpo
si presenta rilasciato, la muscolatura flaccida. L'ipervagotonismo pu conferire alla facies una forma
piuttosto rotonda, con impronta puerile e bonacciona. E un soggetto piuttosto caldo con fame esagerata.
Come base endocrina vi sarebbe un'attivit insulinica esagerata, mentre poco efficienti risulterebbero la
tiroide, le surrenali e le gonadi.
Il biotipo longilineo iperstenico corrisponde al tipo bilioso degli antichi. Si riconosce per la linea
slanciata e, al tempo stesso, per la presenza di masse muscolari robuste. Le mani sono lunghe e sottili.
Notevole e lo sviluppo dei capelli. L e caratterizzata da prestazione muscolare energica e veloce, anche
scattante, mentre la resistenza allo sforzo prolungato appare meno valida. Dal punto di vista endocrino vi
sarebbe una condizione di generale eucrinia, ma con prevalenza della tiroide e dell'ipofisi.
Il biotipo longilineo ipostenico o astenico corrisponde al tipo atrobiliare o melanconico degli antichi.
E un soggetto alto, magro, con torace sottile e piatto, e struttura corporea gracile. Notevole e l'astenia del
sistema muscolare. Sotto il profilo endocrino, scarsamente efficienti sarebbero le surrenali e anche le
gonadi, il pancreas e le paratiroidi, mentre la tiroide mostrerebbe una facile eccitabilit.
GLI PSICOTIPI ENDOCRINI SECONDO PENDE
Accanto alla classificazione biotipologica, Pende propose la classificazione dei temperamenti su base
endocrinologica.
Numerosi sono i quadri psichici che, secondo questo autore, possono essere ascritti a una genesi endocrina.
Si tratta in genere di accostamenti interessanti e suggestivi, basati prevalentemente su elementi intuitivi
e dati di osservazione clinica.
Non ci e possibile passare in rassegna tutte le correlazioni fra sfera psichica e apparato endocrino
proposte e descritte da Pende. Abbiamo preferito focalizzare l'attenzione su alcune ghiandole (ipofisi,
tiroide, surreni, gonadi maschili e femminili) per le quali l'effetto psicotropo ci e parso all'evidenza clinica
pi manifesto
L'influsso di ciascuna ghiandola sull'attivit psichica pu manifestarsi in duplice senso: o verso una
iperfunzione o verso una ipofunzione.
a) Ipofisi
Temperamento iperpituitarico. Pende attribuisce a questo individuo un temperamento di tipo
istintivo-primitivo, cio egoista, freddo, flemmatico, ma con episodi di A e di ribellione. Le tendenze
altruistiche sono scarse. La Vui e ben sviluppata, cosi anche la memoria. L'intelligenza e di tipo ipercritico
e analitico, poco capace di sintesi e di astrazione.
Temperamento ipopituitarico. Il soggetto con debole funzione ipofisaria presenta un carattere
instabile, inquieto, capriccioso, ma soprattutto puerile e suggestionabile. La Vui e la memoria appaiono
deboli. Dal punto di vista intellettivo, l'attenzione e il potere di concentrazione sono scarsi, anche se
l'intelligenza di base pu risultare abbastanza buona.
b) Tiroide
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Temperamento ipertiroideo. In questo individuo, come rapidi sono i movimenti, altrettanto rapidi
risultano la parola tachilalia) e il pensiero (tachipsichismo). La fantasia e fervida; forti la Vui, l'attenzione
e la memoria. L'intelligenza e eccellente, di tipo sintetico, anche se le prestazioni mentali mostrano ai test
psicometrici un certo grado di esauribilit.
La tiroide e stata definita la ghiandola dell'intelligenza e i soggetti ipertiroidei hanno di conseguenza
una magnifica intelligenza, rapida, poliedrica intuitiva, generalmente sintetica. Essi hanno Vui, forte
temperamento da lottatori. Amano la lotta nel campo della materia, ma soprattutto nel campo dello
spirito. Dal punto di vista caratteriale, sono emotivi e irascibili, soffrono anche per piccole contrariet
della vita sociale, ma non rinunciano mai alla lotta, perch per loro la lotta e vita, superamento di se stessi
[...] La tiroide e la ghiandola dell'intelligenza e dell'infelicit.
Temperamento ipotiroideo. Elementi caratteristici di questo individuo sono la lentezza dei
movimenti e la riduzione di velocit dei circuiti mentali (bradipsichismo). L'intelligenza tuttavia non e del
tutto insufficiente, la memoria buona, la Vui discreta. L e senz'altro ridotta. L'ipotiroideo appare calmo,
pacato, sereno; nei casi pi evidenti si arriva all'apatia e al disinteresse per ogni attivit.
c) Surreni
Temperamento ipersurrenalico. In questo soggetto prevalgono la forza della Vui, il ricco spirito di
iniziativa, la tenacia. Il comportamento e iperattivo, l'atteggiamento fiducioso e ottimista: non per altro i
surreni sono stati chiamati la ghiandola dell'energia.
Se nell'ipersurrenalismo femminile predomina l'iperattivit della zona pi interna della ghiandola (zona
reticolare) si osserva la variet cosiddetta adreno-genitale, in cui l'aspetto fisico, talora a screzio mascolino,
si accompagna ad analoghe caratteristiche in campo psicologico: combattivit, forte Vui, energia virile,
competitivit.
Temperamento iposurrenalico. L'iposurrenalico e un soggetto debole sotto ogni punto di vista e
l'adinamia risulta evidente in particolari condizioni di emergenza, quando cio pi forti sono le richieste
energetiche (sforzi fisici, malattie, interventi chirurgici o stress di qualsiasi altro genere).
L'intelligenza e normale ma la Vui incostante. Carica aggressiva e spirito combattivo mancano del tutto.
L'umore e abitualmente depresso: prevale la tendenza alla malinconia e al pessimismo.
d) Ghiandole genitali maschili
Temperamento ipergenitale. Nei soggetti di questo tipo la statura risulta poco elevata e l'aspetto
generale e brevilineo con impalcatura muscolo-scheletrica robusta. Folta la barba e diffusa pelosit corporea
e sessuale. Calvizie precoce.
Dal punto di vista psicologico, l'intelligenza e buona, a tipo intuitivo e fantastico. Forte e la Vui, notevole
lo spirito aggressivo e combattivo.
Temperamento ipogenitale. Pende distingue due aspetti clinici del temperamento ipogenitale. Nella
prima forma si osserva una facies infanto-femminiloide con adipe distribuito in modo femmineo
(emminilismo eunucoide). La seconda forma e caratterizata invece da un'impronta generale seniloide per
decadenza di tutti i tessuti (senilismo precoce).
Dal punto di vista psicologico, l'intelligenza nell'ipogenitale e in genere buona, ma il carattere e debole,
depresso, un po' puerile, tutt'altro che combattivo: e un soggetto tranquillo e mite.
e) Ghiandole genitali femminili
Temperamento ipergenitale. Nella donna l'ipergenitalit pu rivestire diverso aspetto a seconda che
a prevalere siano gli ormoni estrogeni (estradiolo in primo luogo), chiamati ormoni della femminilit
erotica, o viceversa l'ormone del corpo luteo (progesterone), detto della femminilit materna. Alle due
situazioni ormonali corrispondono rispettivamente il temperamento iperestrogenico e il temperamento
iperluteinico.
Sul piano morfologico, la donna iperestrogenica presenta l'abito della iperfemmina, con aspetto
di Venere Callipigia (talvolta della Venere Ottentotta).
L'accrescimento somatico e rapido, ma la statura finale risulta nettamente inferiore a quella media
a causa della precoce saldatura delle cartilagini di accrescimento. Ne emerge un tipo morfologico di donna
di statura poco elevata e di aspetto rotondetto e curvilineo, sia per la lieve tendenza all'adiposit, sia
soprattutto per ritenzione idrica. I capelli sono lunghi e delicati; il loro impianto sulla fronte e basso, con
tipica linea a semiluna. Esiste una peluria fine sulle guance e sul labbro superiore; il naso e piuttosto
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corto, la bocca ampia con labbra carnose. I seni sono voluminosi, turgidi, tonici, con capezzolo erettile.
In et giovanile la donna iperestrogenica, detta anche iperfollicolinica, soffre di disturbi mestruali
(meno-metrorragie o, pi raramente, amenorrea) e di congestione mammaria spesso dolorosa, soprattutto
nella seconda meta del ciclo.
Per esaltata azione estrogenica sui recettori del sistema neurovegetativo, si hanno frequenti turbe
vasomotorie, facilita ad arrossire all'improvviso, per subitanei flussi al volto, spasmi intestinali e dolori
addominali, spesso interpretati come crampi uterini o dolori ovarici.
Accanto a questo tipo iperestrogenico a bassa statura, Pende ha descritto un tipo alto, giunonico,
con grosse mammelle e volume esagerato delle mani e dei piedi: questa variet deriverebbe da un
iperpituitarismo costituzionale, che agirebbe da primum movens dell'iperfollicolinismo.
Sul piano psicologico la donna iperestrogenica mostra uno stato di particolare instabilit
psicoemotiva, che si manifesta con variabilit dell'umore, volubilit, nervosismo, in relazione con le fasi
del ciclo mensile.
Pende ha arricchito il quadro psicologico di questo tipo di donna, aggiungendo le seguenti
connotazioni: Una tendenza mitomane e sognante, con predominio dell'inconscio sul conscio, la timidit,
la remissivit, il senso esagerato dello schema del proprio corpo, l'esagerata attivit orale, la facile tendenza
alla dissociazione della timopsiche e della sfera involontaria dalla noopsiche e dalla sfera volontaria;
l'intelligenza e di tipo intuitivo e concreto, pi che di tipo astratto, logico e creativo. Non eccezionali le
manifestazioni di tipo isterico, spasmofilo e di iperemotivit ansiosa.
La libido pu essere modicamente aumentata per uno stato congestizio della pelvi e anche per
attivazione dei centri diencefalici della sessualit. Si tratta pero di un ipererotismo del tutto particolare che,
come fa rilevare V. Patrono, si accompagna non a un'accentuazione ma a una diminuzione della capacita
di godere e di concludere l'amplesso con l'orgasmo vaginale. Ne consegue che questo tipo di donna pu
paradossalmente comportarsi da ipererotica e da frigida, sino a casi di avversione per il coniuge. Pare
accertato che la follicolina, di per s sola, senza cio l'ausilio degli androgeni, esplichi una assai debole
azione sulla libido.
Nel tipo iperluteinico, donna formosa e matronale, che ricorda le Veneri del Tiepolo e del Tiziano,
emerge dal punto di vista psichico un precoce e dominante sviluppo del sentimento materno. L'intelligenza
e normale. La libido subisce un incremento nella seconda parte del ciclo mestruale. Manca invece
l'ipereccitabilit della fase premestruale, fenomeno tipico della condizione iperestrogenica.
Temperamento ipogenitale o ipovarico. In generale, il temperamento ipogenitale femminile presenta
un'intelligenza normale, anzi, in alcuni casi, ipernormale. La caratterologia, secondo Pende, varia a seconda
dei casi. In una prima variante, definita femminile immatura, l'infantilismo del volto e delle forme
corporee si accompagna a timidezza e ad atteggiamenti puerili da eterna bambina. La variante, definita,
invece, intersessuale o viriloide presenta un carattere forte, volitivo e autoaffermativo. Una terza variante
detta eunucoide femminile si distingue per la riduzione o scomparsa del senso erotico.
DISORMONOSI DI INTERESSE PSICOLOGICO
Con il termine di disormonosi o stato disormonemico si intende ogni variazione patologica
dell'assetto ematico ormonale. Varie ne sono le cause: o alterata produzione ormonica (discrinia), o turbe
riguardanti il trasporto ematico, o alcune fasi del metabolismo degradativo extra-ghiandolare, o anche
(come nelle ormonopatie disrecettive) un'abnorme responsivit degli organi bersaglio.
Sotto il profilo psicologico pratico due forme disormonali rivestono interesse, particolarmente in
organismi femminili: l'iperandrogenismo e l'iperprolattinemia.
Il piccolo androgenismo femminile e di frequente osservazione. E una diagnosi essenzialmente
clinica che emerge di solito dal semplice esame ispettivo della giovane paziente, giacch le variazioni dei
livelli ormonali nel sangue risultano in simili casi assai lievi o irrilevanti. La turbe consiste, in genere, in
un iperandrogenismo relativo, derivante da deviazione in senso androgenico dell'equilibrio
estrogeni-androgeni, che si esplica con un delicato meccanismo di feed-back.
La genesi pu essere cosi riassunta: sotto l'intervento di fattori psico-emotivi, cosi frequenti in epoca
adolescenziale e primo-giovanile, nella quale e massima l'instabilit neuroendocrina, si stabilisce una
depressione nella produzione di estrogeni e quindi una minore efficienza dell'azione di controllo che questi
ormoni, tramite l'ipofisi, esercitano sulla secrezione di androgeni a livello gonadico e surrenale.
Le giovani donne, che ne sono affette, cadono in grave
afflizione per un notevole effluvio e diradamento dei capelli, specie nelle zone temporali del capo. Si
aggiungono stato untuoso seborroico della pelle, in particolare al volto, con produzioni acneiche e
comedoniche, e lieve ipertricosi, sotto forma di peluria generalizzata.
Dal punto di vista psichico, si instaura in queste ragazze una specie di circolo vizioso. C'e una
situazione di tensione psico-emotiva che si pone come punto di partenza della sindrome. D'altra parte il
danno estetico svalorizza l'immagine corporea e scatena sintomi ansiosi e depressivi, per cui le pazienti
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finiscono per trascorrere parte della giornata a osservare la propria immagine allo specchio, traendone
sentimenti di sconforto e di autorifiuto.
L'iperprolattinemia e un capitolo ancora oggi non ben definito e in via di espansione: merita tuttavia
attenzione per i suoi possibili sviluppi e implicazioni anche nel campo psicologico. E noto che la prolattina,
detta anche ormone luteotropo o lattogenico, fa parte del gruppo di ormoni elaborati dall'ipofisi anteriore
ed ha notevole peso nella fisiologia della donna.
L'interesse per questo ormone aumento in passato quando si constato che molti casi di anoressia
nervosa o mentale erano associati a iperprolattinemia. In epoca pi recente, l'attenzione di psicologi ed
endocrinologi si e rivolta, pi che sulla patologia conclamata, ormai ben acquisita, su talune forme cliniche
parziali o sfumate, caratterizzate da disordini psichici, amenorrea e livelli di prolattina lievemente superiori
alla norma nel sangue.
Oggi, accanto a forme patologiche, di natura organica o disfunzionale, si ammette una
iperprolattinemia idiopatica, in cui fattori psicogeni sono determinanti. L'effetto iperprolattinemico,
scatenato da situazioni di tensione emotiva e di frustrazione, costituisce un sintomo di disfunzioni che
interessano i circuiti serotoninergici e dopaminergici ipotalamici. In particolare, l'iperprolattinemia
esprimerebbe una condizione di iposessualit a livello psichico e trasferirebbe sul piano somatico
(amenorrea) particolari stati d'animo osservabili in alcune ragazze, quali le turbe dell'identit sessuale o
il rifiuto del ruolo femminile.
LA MODERNA PSICO-NEUROENDOCRINOLOGIA
In questi ultimi anni le neuroscienze hanno approfondito lo studio sulle correlazioni esistenti fra
sistema endocrino e sistema nervoso, la cui armonica integrazione e risultata di estrema importanza ai fini
dell'economia dell'organismo. In considerazione delle varie implicazioni e interferenze che i due sistemi
esercitano nei confronti della sfera psichica, il termine pi completo e aggiornato di questo settore della
scienza e quello di psico-neuroendocrinologia.
Patrono a stabilito tre tipi di correlazione tra sistema endocrino e sistema nervoso.
a) Influenza degli ormoni, e quindi delle ghiandole endocrine, sul sistema nervoso. Ecco due esempi
esplicativi di questo genere di rapporto. La tiroide agisce di rinforzo sull del simpatico e risulta
indispensabile per il normale sviluppo dell psichica. Il pancreas endocrino, invece, attraverso l'increzione
insulare, favorisce l'eccitabilit e il tono del parasimpatico.
b) Influenza del sistema nervoso sulle ghiandole endocrine e sul metabolismo ormonale. In linea
generale si pu affermare che il cervello regola il sistema endocrino attraverso messaggi in partenza
dall'ipotalamo.
Sino a mezzo secolo fa i medici assegnavano all'ipofisi una posizione del tutto privilegiata, al vertice
della scala endocrina, considerandola come un organo direttivo indipendente, una specie di centralino
autonomo, destinato a sopraintendere a tutte le ghiandole a secrezione interna. In seguito si e constatato
che l'ipofisi non rappresenta il leader incontrastato di tutto il sistema ma e un organo subordinato al
comando di centri nervosi situati in una struttura posta alla base dell'encefalo: l'ipotalamo.
L'ipotalamo viene oggi considerato come l'anello di congiunzione funzionale fra il sistema nervoso
centrale e il sistema endocrino. Particolari ormoni ipotalamici, o neuro-ormoni, controllano l secretoria
dell'ipofisi.
Con il termine di fattori di liberazione ipotalamica o fattori di rilascio (releasing factors) sono stati
indicati alcuni agenti che, prodotti nell'ipotalamo, vengono riversati, tramite un particolare circolo,
nell'adenoipofisi, regolandone la secrezione dei singoli ormoni e realizzando una specie di supercontrollo
umorale.
c) Produzione di ormoni e sostanze ormonosimili da parte del sistema nervoso. E questo un settore
che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni ed e in continua evoluzione. Una nuova scienza e sorta, la
psico-neuroendocrinologia, appartenente al gruppo delle neuroscienze, la quale, grazie a moderne
acquisizioni sulla biologia del cervello, ha dissipato parte dell'alone di mistero che avvolgeva la psicologia
e la psichiatria.
Straordinario e stato il progresso tecnologico nel settore dell'indagine cerebrale: baster far menzione
di alcune metodiche, quali la TAC (tomografia assiale computerizzata), la misurazione dei difetti circolatori
cerebrali con Xenon 133, la SPECT (tomografia a emissione monofotonica), la PET (tomografia a emissione
di positroni), la RMN (risonanza magnetica nucleare).
Punto focale e il riconoscimento della presenza nel sistema nervoso (ma anche in altri sistemi) di
cellule del tutto particolari, dette paraneuroni, dotate di propriet endocrine e coinvolte in diverse
funzioni. Le sostanze secrete si comportano da neuroregolatori e vengono distinte in due classi. i
neurotrasmettitori e i neuromodulatori.
I primi sono sostanze che, a livello delle sinapsi, consentono la trasmissione di un segnale
dall'elemento presinaptico a quello postsinaptico. La moderna neurofisiologia insegna che la membrana
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sinaptica non e un nastro magnetico in cui si iscrivono passivamente i messaggi, ma piuttosto una
macchina elettronica che traccia l'informazione, modificandola e decodificandola 3.
I NEUROTRASMETTITORI E I NEUROMODULATORI
Non perdendo d'i vista gli obiettivi eminentemente pratici del presente lavoro, ci limitiamo ad
alcune essenziali notizie sui neurotrasmettitori.
-Acetilcolina: entrando nel dinamismo intersinaptico e cronassico del sistema nervoso, esercita un
ruolo fondamentale nella trasmissione del messaggio. E coinvolta nel cervello in processi basilari, quali la
memoria, l'apprendimento e l'attenzione. Una ridotta trasmissione neuronale colinergica pu causare una
perdita progressiva della memoria, come si verifica nei deficit mentali degli anziani.
-Noradrenalina: e il mediatore chimico delle terminazioni postgangliari del simpatico; esercita
un'aione stimolante sulla formazione reticolare, sull'ipotalamo e sul sistema limbico.
-Dopamina: amina biogena attiva soprattutto in tre settori cerebrali: a) gangli della base (sistema
extrapiramidale nigrostriatale): controllo motorio automatico; b) sistema mesolimbico, che innerva
l'amigdala e l'area del setto: controllo dell emozionale e viscerale; c) zona tuberoinfundibolare: controllo
dei releasing factors, i quali regolano a loro volta la secrezione ormonale dell'ipofisi. In campo psichiatrico
Ia dopamina e alla base dell'ipotesi biologica e biochimica della schizofrenia.
-GABA (acido gamma-amino-butirrico): esercita una generica funzione sedativa neuronale. Forse
nella dinamica dell'ansia interviene una carenza o ipoattivit di questa sostanza o attraverso un'esaltazione
del sistema di allarme, o attraverso un abbassamento della soglia dell'ansia (teoria biologica dell'ansia.
-Serotonina: per l'importanza nella regolazione del comportamento umano questa amina e stata
definita l'anello di congiunzione fra mente e corpo. La sua presenza ad alte dosi a livello ipotalamico
mesencefalico sembra coinvolgere la serotonina nella regolazione di alcuni aspetti istintuali del
comportamento umano (fame, sete, sessualit, sonno). D'altra parte, i sistemi serotoninici ascendenti,
mesostriato e mesolimbico, sembrano esercitare un effetto inibitorio su alcune forme di A. A difetto
metabolico di serotonina sono state imputate turbe psichiche depressive e tendenze suicide.
I neuromodulatori sono sostanze in grado di regolare l'intensit del messaggio fra neurone e
neurone.
Questa azione di modulazione della trasmissione interneuronale si esplica interferendo sulla sintesi
sul rilascio, sul metabolismo e sulle interazioni recettoriali dei neurotrasmettitori tipici. Si pu dire che i
neuromodulatori costituiscono particolari neuropeptidi che operano come agenti omeostatici della
comunicazione nervosa.
Rivestono grande importanza in particolare in medicina psicosomatica perch attuano, per cosi dire,
una specie di biochimica della sofferenza. Le sostanze appartenenti a questo gruppo, dette anche
oppioidi o oppiati interni, di struttura chimica vicina alla morfina, costituiscono veri e propri
meccanismi biochimici di controllo del dolore, in occasione di stimoli nocicettivi e stress psichici in
generale.
Il sistema degli oppioidi interni e formato da alcune categorie di sostanze:
-Encefaline: sono mediatori sinaptici inibitori dei neuroni che trasmettono la sensibilit dolorosa;
hanno diverse sedi nel sistema nervoso, ma la loro azione analgesica e piuttosto debole.
-Beta-endorfine: sono polipeptidi come le encefaline anche se a composizione diversa), ma sono
presenti soltanto nell'ipotalamo e nell'ipofisi. La loro azione analgesica e potente e duratura.
-Dinorfina: molto attiva specie se somministrata intracerebralmente.
recente (1990) la scoperta da parte di V. Erspamer delle deltorfine, una nuova classe di
oppioido-simili naturali del sistema nervoso.
Ci siamo soffermati, sia pure in via estremamente sintetica, sul tema dei
neurotrasmettitori-neuromodulatori, in considerazione dell'interesse che esso riveste nella psicobiologia.
In particolare, il sistema dei neuromodulatori sembra interferire su alcune modalit temperamentali, quali
l'aggressivit e il tono dell'umore. In linea generale, si pu asserire che l'organismo dispone di un esteso
sistema analgesico, che probabilmente viene messo in azione con meccanismo di feed-back. Questo sistema
di protezione e difesa contro l'input algogeno si avvale di due meccanismi: un meccanismo neurogeno,
formato dai centri sovraspinali di controllo del dolore, e un meccanismo biochimico, che opera soprattutto
attraverso l'azione delle endorfine.
LE BASI NEURO-ANATOMICHE
DEL TEMPERAMENTO
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I TRE GRANDI SISTEMI DEL CERVELLO UMANO
Secondo la teoria di Mac Lean , il cervello umano, considerato secondo la concezione evoluzionistica,
e formato dal sovrapporsi di tre strutture base: il cervello dei rettili nella sua parte inferiore, il cervello del
paleomammiferi nella sua parte intermedia, il cervello dei neomammiferi nella sua parte superiore. Le tre
formazioni si integrano fra loro, creando una unita funzionale.
Il cervello dei rettili, costituito essenzialmente dai nuclei della base, rappresenta il cervello arcaico,
adibito alle funzioni primordiali dell'esistenza (procacciamento del cibo, difesa del territorio, riproduzione),
ed esplica comportamenti aggressivi, competitivi, di accoppiamento, sotto la guida di istinti ciechi e brutali
della polarita piacere-dolore.
Il cervello dei paleomammiferi e devoluto alla regolazione dei comportamenti correlati alla
sopravvivenza dell'individuo e della specie. Essendo al servizio dell'istinto della vita, prevalgono le
funzioni orali e di autoconservazione e l sessuale; il comportamento affettivo riveste anche notevole
importanza, onde la denominazione di cervello limbico a esso attribuita.
Il cervello dei mammiferi superiori, e in particolare quello umano, oltre a esercitare una funzione
di supervisione e controllo sui due cervelli precedenti, compie funzioni pi elevate, corrispondenti ai
meccanismi di difesa pi maturi.
Per rintracciare le tre strutture all'interno del cervello umano cercheremo di semplificare il discorso,
rendendolo comprensibile anche per chi e sprovvisto di nozioni di anatomia. A tal fine ci atterremo allo
schema dei tre piani sovrapposti, proposto da A. Delmas corrispondente a tre sistemi fra loro collegati,
comunicanti e perfettamente integrati:
-Piano superiore: Sistema della vita di relazione (intelligenza-coscienza-volont) .
-Piano intermedio: Sistema miostatico (attivit semicoscienti e semiautomatiche).
-Piano inferiore: Sistema nervoso vitale (sfera emotiva e istintiva).
SISTEMA DELLA VITA DI RELAZIONE
Immaginiamo di esaminare un cervello umano tolto dalla scatola cranica e deposto sul tavolo
anatomico.
Rileviamo anzitutto che esso ha l'aspetto di una massa ovoide, divisa da una spaccatura, o scissura,
in senso longitudinale, in due emisferi, destro e sinistro, simmetrici e strutturalmente uguali (salvo un
volume lievemente maggiore dell'emisfero sinistro nei soggetti destrimani).
Dal punto di vista fisiologico, invece, i due emisferi non sono identici, possedendo ognuno di essi
una certa individualit nazionale: ad esempio, i centri del linguaggio sono localizzati soltanto nella
corteccia dell'emisfero di sinistra.
Tuttavia, la presenza di fasci di fibre nervose di collegamento, o commissure interemisferiche,
disposti a ponte fra i due emisferi (corpo calloso, trigono, commisura bianca anteriore), assicura una piena
solidariet funzionale. Ogni punto della corteccia cerebrale di un lato e connesso a un punto simmetrico
della corteccia del lato opposto.
Lo svolgimento delle principali funzioni cerebrali si compie in virt di questo sinergismo: la sede
dei rispettivi meccanismi non si colloca unicamente in un emisfero, ma e bilaterale. Il deficit, ad esempio,
di alcune funzioni del lobo frontale (iniziativa, deliberazione) o del lobo temporale (memoria) si verifica
soltanto se la lesione e bilaterale.
In definitiva, il cervello umano si comporta come un insieme funzionalmente e anatomicamente
solidale, che rappresenta la fusione di due personalit diverse, che hanno sede nei due emisferi.
All'emisfero sinistro appartengono, oltre il linguaggio, le attivit analitiche, il calcolo, propriet tutte
che gli conferiscono la posizione di emisfero dominante.
Con immagine suggestiva e stato detto che il cervello di destra si comporta come un passeggero
taciturno, seduto a fianco dell'autista. Anche se non gli e consentito di parlare, di toccare i comandi di
manovra (data la sua posizione subordinata), il cervello di destra si manifesta pi abile in certe altre
prestazioni: ha maggiore sensibilit emotiva, poetica, musicale.
Un altro dato risalta alla nostra osservazione: la superficie degli emisferi cerebrali e divisa da
profonde scissure in lobi e, a loro volta, i lobi sono suddivisi da solchi pi superficiali in circonvoluzioni.
Non solo, ma la superficie del cervello, la corteccia, come e chiamata, ha un colorito leggermente pi
scuro degli strati sottostanti, i quali appaiono al taglio di un bel bianco latteo. E stato dato il nome di
sostanza grigia a questa parte corticale, la quale, come un mantello (detto pallium dal nome latino)
ricopre la restante massa cerebrale.
La corteccia rappresenta la parte pi recente del cervello nel suo cammino evolutivo. Per questa sua
caratteristica le e stato conferito il nome di neoencefalo, in contrapposizione a quello di paleoencefalo
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assegnato alla parte pi arretrata, pi antica, costituita da formazioni nucleari di sostanza grigia situate
nella profondit della sua compagine.
La neocorteccia e la sede dello psichismo superiore. Essa infatti presiede al linguaggio simbolico,
alle funzioni associative del leggere e dello scrivere; e il centro della Vui e dell'autodeterminazione; compie
le funzioni pi elevate del pensiero astratto e della valutazione critica.
Si pu affermare con certezza che la superiorit psichica dell'uomo nel regno animale e affidata
proprio alla vastit e complessit strutturale di questo mantello di sostanza grigia che avvolge il cervello.
Volendo semplificare al massimo, possiamo dividere la corteccia in due territori fondamentali: da
una parte, le circonvoluzioni motorie e sensoriali, dall'altra i lobi frontali e prefrontali. Entrambe le zone
rappresentano, nel loro insieme, la sede dell cosciente, volontaria e specificamente psichica dell'uomo, ma
sussiste fa le due una differenza funzionale, che vale la pena di sottolineare.
Le circonvoluzioni corticali sensoriali e motorie permettono lo svolgimento di fondamentali
funzioni: le percezioni differenziate, la conoscenza, le azioni consce.
Esse assicurano l umana a livello decisionale, comportamentale, relazionale e, sul piano
psicoanalitico, corrispondono all'Io conscio.
Sul versante sociale conferiscono all'uomo varie facolt di ordine direttivo, produttivo, comunicativo
linguaggio). Grazie al loro funzionamento si attua l'operosit caratteristica dell'homo faber.
In linea generale, i lobi frontali svolgono una funzione di integrazione delle attivit psichiche
superiori. Sono sede dell'intelligenza, della capacita critica e di sintesi, del pensiero creativo e costruttivo.
In particolare, nella parte pi anteriore di essi (lobi prefrontali) si concentrano le facolt pi evolute,
quali:
-la creazione artistica;
-la previsione, l'iniziativa, la programmazione quale sequenza ben organizzata di varie azioni;
-la rottura di precedenti equilibri e la ricerca di nuovi pi soddisfacenti;
-la ristrutturazione del campo cognitivo con rapida soluzione di problemi, operazione mentale
chiamata col termine inglese insight, paragonabile a quello italiano di intuizione.
In conclusione, la neocorteccia rappresenta il cervello relazionale. Grazie a esso l'uomo e in grado
di esplicare le sue potenzialit intellettive ed esercitare in pieno la sua posizione di dominio nella natura.
Senza di esso la vita umana sarebbe ben poca cosa.
In neuropatologia e conosciuta la sindrome apallica, una condizione di blocco del mantello
cerebrale generalmente conseguente a grandi traumi cranici. L'individuo sopravvive, e sveglio, e capace
persino di compiere qualche atto elementare istintivo per la propria conservazione, ma ogni processo
cosciente e spento.
Ad analoghe conclusioni conducono i risultati della psicochirurgia, che mira a curare alcuni stati
morbosi nel campo della psicopatologia, intervenendo su alcune zone cerebrali, mediante ablazione di
alcune parti o interruzione di vie nervose (lobotomia, leucotomia prefrontale bilaterale).
Prescindendo da ogni valutazione circa i risultati clinici pratici, immediati o a distanza, e al giudizio
morale, non si pu negare che la psicochirurgia costituisca un metodo che ha permesso di ampliare le
conoscenze sulle basi biologiche della psiche umana.
Come dunque si comporta un individuo cui e stata praticata una leucotomia?
Questo soggetto subisce una profonda trasformazione psichica: diviene euforico, ma superficiale,
in apparenza socievole, ma vuoto di Vui e di iniziativa. Vive nel presente e del presente 3. Il danno
psichico investe quelle capacita superiori che, nel loro complesso, costituiscono la personalit di un
individuo, e questo sia dal lato intellettivo che dal lato affettivo e morale.
Sul piano dell'intelligenza si rileva perdita del potere di astrazione e di capacita simbolica, di
concentrazione e di costanza per apprendere e assimilare. Sul piano affettivo, si osserva la perdita del
concetto astratto di morale. Questa si restringe a una semplice, piatta osservanza di norme e di precetti. Lo
stesso atteggiamento vale nel campo religioso, nel quale viene a mancare ogni interiorit. Se si avesse una
popolazione di leucotomizzati -osservano con arguzia R. Houdart e coll.- non diminuirebbe il numero di
individui solerti ad ascoltare la messa, ma non vi sarebbero pi messe per mancanza di vocazioni
sacerdotali4.
Insomma, il leucotomizzato si presenta come un individuo, almeno in parte, depersonalizzato per
sempre.
SISTEMA MIOSTATICO
Per prendere cognizione della parte pi profonda, filogeneticamente pi antica, del cervello, e cio
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del palencefalo, pratichiamo idealmente una sezione frontale dell'ovoide cerebrale, in modo da porre in
evidenza alcune importanti formazioni nucleari, i talami ottici, medialmente, ed i nuclei striati,
lateralmente.
Queste formazioni costituiscono, per cosi dire, il piano intermedio dell'edificio e si dispongono come
una barriera che si frappone fra la corteccia cerebrale e le strutture sottostanti.
I talami ottici sono centri sensitivi molto importanti: sono due, uno destro e l'altro sinistro, separati
da una cavit, la cavit del terzo ventricolo. Essi constano di nuclei di rel, di associazione e di attivazione
diffusa, posti lungo la via sensitiva, e interferiscono sulla soglia di percezione e tolleranza al dolore fisico.
A questo riguardo sussiste una grande variabilit individuale: da soggetti del tutto resistenti al dolore fisico
si va ad altri ipersensibili alla sofferenza.
In clinica neurologica e stata descritta una sindrome talamica (in genere su base circolatoria) che si
manifesta sia con anestesia per i diversi modi di sensibilit, sia con dolori spontanei e con una singolare
iperpatia, per cui uno stimolo anche lievissimo, come lo strofinio di una piuma sulla superficie cutanea,
viene dal paziente avvertito come qualcosa di estremamente doloroso e intollerabile.
I nuclei striati, formati dal nucleo caudato e dal nucleo lenticolare (putamem e globus pallidus)
rappresentano una specie di cervello intermedio, che si comporta come un insieme autonomo, avente
una propria individualit, anatomica e funzionale esso costituisce il sistema miostatico, che raggruppa le
attivit semicoscienti e semiautomatiche.
SISTEMA NERVOSO VITALE
CENTRI DELLA VITA ISTINTIVO-EMOTIVA E VEGETATIVA
Il piano inferiore della cavit del terzo ventricolo costituisce la regione ipotalamica, cosi detta perch
e appunto situata al di sotto dei talami ottici.
Essa fa parte di quella porzione del sistema nervoso centrale la quale, in riferimento all'evoluzione
ontogenetica del tubo neurale primitivo, viene chiamata diencefalo, e precisamente corrisponde alla parte
ventrale o lamina basale di questo.
W. R. Hess distinse un ipotalamo anteriore, definito trofotropo perch la sua stimolazione e seguita
dal rallentamento del ritmo respiratorio e del polso e dall'abbassamento della pressione arteriosa, e un
ipotalamo posteriore o ergotropo, il quale provoca effetti ipertensivi e di stimolazione sul circolo e sul
respiro.
Sulla base di ricerche anatomo-fisiologiche su animali e di osservazioni anatomo-cliniche sull'uomo
si pu affermare con sufficiente sicurezza che l'ipotalamo rappresenta il vero centro superiore di tutto il
sistema della vita istintivo-emotiva e della vita vegetativa.
Quale centro della vita vegetativa, l'ipotalamo ha Ia funzione di regolare gli equilibri vitali interni,
attraverso un duplice meccanismo nervoso e umorale. Quale centro della vita istintiva ed emotiva,
l'ipotalamo e la sede delle istanze biologiche primordiali e delle emozioni fondamentali dell'uomo (paura,
A, rabbia). Da esso dipendono anche le manifestazioni vegetative che accompagnano gli stati emotivi, come
sudorazione, tachicardia, variazioni della pressione sanguigna, aumento della diuresi ecc.
Sotto il profilo psicoanalitico, l'ipotalamo potrebbe corrispondere alla parte pi profonda della
psiche: all'Es e all'Inconscio.
L'ipotalamo non agisce in modo autonomo e isolato: sulla sua attivit interferiscono importanti
meccanismi di regolazione e di controllo.
Una condizione di incontrollato e assoluto predominio dell'ipotalamo, sede delle funzioni timiche
e delle pulsioni pi primitive, imprimerebbe a tutta la condotta dell'uomo caratteristiche abnormi, come
quelle riscontrabili nel campo della psicopatologia e della criminologia (individui impulsivi, emarginati
sociali, delinquenti psicopatici). La clinica insegna che nelle affezioni del diencefalo, tumori ad esempio,
si verificano manifestazioni di A e di collera fino a stati maniacali.
Vie nervose di collegamento uniscono l'ipotalamo alla corteccia prefrontale e in modo particolare
ai centri del sistema limbico. L'importanza di questo sistema, ai fini delle caratteristiche del temperamento
e-delle modalit comportamentali dell'individuo, e cosi grande da meritare una trattazione in un paragrafo
a parte.
SISTEMA LIMBICO
Il termine limbico e fra i pi felici del linguaggio anatomico: esso deriva da limbus, che in latino
significa confine, margine. In effetti il sistema limbico costituisce un vero sistema di confine, che permette
l'integrazione tra le parti del cervello antiche dal punto di vista evolutivo e le parti nuove.
22
Gi nel 1937 J.Papez individu un sistema di formazioni nervose strettamente connesse con la nostra
vita affettiva. Nel suo famoso scritto l'idea apparve come una semplice proposta (A proposal mechanism
of emotion) ma in seguito i fatti diedero piena ragione allo scopritore.
Papez intu l'importanza del circuito che da lui prese nome, e che era costituito dal giro limbico
e da altre formazioni nervose, e affermo che esso ricopre un ruolo determinante nelle esperienze affettive,
nell'elaborazione delle emozioni e nella espressione emotiva.
In questi ultimi decenni gli studi sul circuito di Papez si sono moltiplicati da parte di neurofisiologi,
patologi e psichiatri. Al primitivo termine si e preferito quello di sistema limbico, riconosciuto come
importante mediatore fra sfera razionale e sfera istintiva e come centro di raccordo fra conscio e inconscio.
Pi di qualsiasi altra struttura nervosa, il sistema limbico e parso costituire il substrato biologico nel
quale possa svolgersi il drammatico e tuttora misterioso salto dallo psichico al somatico.
Ma altri compiti spettano al sistema limbico. Anzitutto la funzione complessiva di controllo, di
moderazione delle spinte pulsionali ed emotive, di nulla osta a procedere, cui va aggiunta anche la
funzione di archivio (P. L. Lando ha definito il sistema limbico cervello cultura o burocratico) 5.
L'espletamento di questi compiti ha fatto ravvicinare il sistema limbico alla funzione del super-lo
del modello psicoanalitico, struttura della psiche, come e noto, vigilante e giudicante, vera censura interna,
in gran parte inconscia.
La posizione centrale del sistema e occupata dalla circonvoluzione limbica cingolare, che e situata
nella faccia interna di ogni emisfero ed e disposta come n cerchio intorno alle formazioni interemisferiche
e al corpo calloso.
L'area limbica costituisce il substrato della soggettivit dell'emozione e svolge, come si e detto,
una funzione di mediazione. Essa, infatti, riceve afferenze soppressore dalla corteccia cerebrale e dal
sistema dell'ippocampo. A sua volta, ha azione inibitrice sulle attivit motrici, agendo sul nucleo caudato
e sulla sostanza reticolare del tronco dell'encefalo.
L'area limbica interviene poi nei fenomeni vegetativi connessi con le emozioni e si rende
responsabile delle manifestazioni esteriori che accompagnano gli stati emozionali interni 6 Per questa sua
funzione essa fa parte, insieme con altre formazioni, di un sistema chiamato da P. Gloor cervello viscerale.
Un dato di ordine anatomico conferma la posizione di c mediazione esercitata dall'area limbica.
La struttura istologica di questa zona cerebrale presenta caratteri misti (onde il nome di mesocortex) che
offrono aspetti sia dell'isocortex, cio della parte corticale filogeneticamente pi evoluta, sia dell'anocortex,
che e la parte con caratteristiche strutturali primitive ed elementari (archipallium).
Fanno parte del sistema limbico, perch funzionalmente a esso connesse, altre tre formazioni:
l'amigdala, l'ippocampo e l'area settale.
L'amigdala riveste una grande importanza perch appare implicata in tre fondamentali dimensioni
psichiche: l, l'ansia e la sessualit.
un piccolo nucleo a forma di mandorla onde il nome), situato medialmente rispetto al lobo
temporale e vicino alla superficie ventre del cervello, a contatto con l'estremit anteriore di un'altra
formazione, il nucleo caudato.
fornito di ricchi collegamenti con l'ipotalamo e con la corteccia cerebrale e invia proiezioni anche
al tronco dell'encefalo. Grazie a queste connessioni, l'amigdala attiva il sistema motivazionale (formazioni
reticolari), realizzando nei suoi confronti un feed-back positivo.
Importante sede della reattivit emozionale, l'amigdala occupa un posto rilevante nell'espressione
dell negli animali, specie nella sua fase conclusiva o fase di attacco.
Nell'uomo il grande sviluppo del neopallium ha comportato una modificazione delle funzioni
dell'amigdala, che appaioni ridotte a compiti di modulazione delle spinte aggressive. Nei loro confronti
l'amigdala viene oggi considerata come un pilota automatico a funzione regolatrice. Sembra, infatti, che
il nucleo non sia univoco nella sua funzionalita: la parte mediale di esso eserciterebbe funzioni ergotrope,
di tipo aggressivo, la parte laterale svolgerebbe una funzione inibitrice.
L'amigdala costituisce, inoltre, un'importante stazione dell'ansia. P. Gloor e coll. hanno dimostrato
che la stimolazione delle strutture del lobo temporale medio, in particolare dell'amigdala, suscita sintomi
ansiosi.
Ma i compiti del nucleo appaiono ancora pi vasti. Esso sarebbe infatti implicato in alcuni aspetti
emotivi legati al comportamento sessuale e interverrebbe in sentimenti pi complessi, quali quelli legati
al gioco dominanza-sottomissione nelle relazioni sociali.
L'amigdala, infine, collaborerebbe con l'ippocampo nei processi fondamentali dell'apprendimento
e della memoria.
L'ippocampo e costituito da una specie di anello di sostanza grigia e di fasci di fibre che circonda
l'ilo dell'emisfero. Per la sua singolare forma e stato paragonato a un cavalluccio marino. Il significato
funzionale dell'ippocampo e alquanto complesso. Ha certamente una funzione cognitiva: studi recenti
sull'animale e sull'uomo hanno legato l'ippocampo ai meccanismi dell'apprendimento, dell'elaborazione
dell'informazione, in particolare, della memoria.
Nel campo della sfera emozionale, l'ippocampo e al centro di un sistema di inibizione
comportamentale /feed-back negativo), che si manifesta con impulsi inibitori nei confronti del sistema
reticolare di attivazione ascendente.
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L'area settale e costituita da un insieme di piccole formazioni nervose -i nuclei del setto- che sono
situati davanti alla commisura anteriore del cervello e inferiormente al corpo calloso.
L'area riveste un altissimo interesse nella neurofisiologia della vita emotiva, perch costituisce una
stazione di collegamento o relais tra una serie di formazioni ippocampo, amigdala, corteccia prefrontale,
bulbo olfattorio) da una parte. e l'ipotalamo dall'altra. Le motivazioni, che stanno alla base di molti
comportamenti emotivo-istintivi degli animali, trovano il fondamento neuro-fisiologico nell'intima
correlazione che unisce l'area settale con l'ipotalamo laterale.
Manca una completa documentazione del funzionamento di quest'area nell'uomo. Si ritiene tuttavia
che i nuclei del setto possano essere implicati in comportamenti di tipo sessuale e aggressivo.
L'insieme dei dati esposti ci induce a ritenere che il sistema limbico, a seconda del suo grado di
attivazione e del suo modo di funzionare, sia in grado di influenzare in varia misura il comportamento di
un individuo.
Secondo H. I. Eysenck, nel neuroticismo si avrebbe una bassa soglia di attivazione del sistema
limbico.
SISTEMA MOTIVAZIONALE
Il sistema motivazionale e costituito dalla formazione reticolare, importante struttura nervosa che
va dal tronco cerebrale al talamo e all'ipotalamo.
Non e possibile anche in una trattazione necessariamente succinta come la presente, tralasciare di
menzionare questo sistema che rappresenta il dispositivo fondamentale primitivo che assicura l di base di
tutto il sistema nervoso centrale.
Deve il suo nome alla caratteristica struttura a rete: e costituito infatti da un denso intreccio di
fibre orientate trasversalmente e longitudinalmente, comprendenti gruppi di cellule come una rete che
imprigiona dei pesci nelle sue maglie 7.
Il suo compito e quello di selezionare i segnali secondo la loro significativit e di attivare il sistema
analizzatore (neocorteccia e talamo).
Il sistema reticolare dirige il traffico dei messaggi verso le varie aree cerebrali, controlla l'immensa
moltitudine degli stimoli che tempestano gli organi di senso, ci dice, di volta in volta, quello che e
importante e quello che e insignificante per noi, ci suggerisce il momento in cui dobbiamo agire e
intervenire, da la spinta iniziale all'azione. Dall'integrazione fra sistema motivazionale e sistema
analizzatore scaturisce quell'operazione di ordine selettivo e focalizzante, da cui dipende il grado di
attenzione.
La psicologia sperimentale fornisce dati interessanti. Gli animali, la cui formazione reticolare e stata
sezionata, possono sopravvivere, ma diventano estremamente pigri. D'altro canto, la stimolazione di
elettrodi impiantati sulla stessa struttura produce comportamenti di risveglio, vigilanza e attenzione.
Possiamo paragonare la formazione reticolare a una specie di orologio interno o di meccanismo
regolatore e attivatore della vita psichica. Dal punto di vista neurofisiologico questo sistema risulta
implicato in alcune funzioni quali il ciclo veglia-sonno, i ritmi circadiani e, forse, l'esperienza del tempo.
Dal punto di vista psicologico dallo stesso sistema dipendono alcune caratteristiche e facolt, variabili da
individuo a individuo, e quindi di interesse anche temperamentologico, quali la prontezza mentale,
l'attentivit, il livello di interesse e di motivazione, la spinta all'azione, il grado di rapidit nelle risposte
agli stimoli del mondo esterno.
EMOTIVITA'
CONCETTO GENERALE DI E
Nel capitolo precedente abbiamo accennato alle basi biologiche dell, identificandole in alcuni centri
del cervello (ipotalamo soprattutto e nel sistema nervoso simpatico.
Ora ci domandiamo: che cosa e l? Quale il suo valore nell'economia umana? Quale la sua patologia
e quali pi comuni meccanismi di difesa?
L rappresenta il terreno di recezione delle impressioni provenienti dal mondo esterno e dal mondo
interno e, si potrebbe dire, la loro cassa armonica l Un certo grado di E, cio di responsivit emotiva agli
stimoli, esiste in tutti gli individui, ma e assai variabile da caso a caso. Ci sono persone poco o niente
emotive, e altre che lo sono in grado estremo. A queste ultime andrebbe riservata la qualifica di
iperemotivi; tuttavia, nel linguaggio corrente, il termine di tipo emotivo implica di per se stesso l'idea
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di un plus, di un eccesso di questa qualit.
L, contenuta nei limiti fisiologici, e componente temperamentale essenziale. Essa agisce come motore
che mette in azione forze biologiche e aumenta l'interesse per l'azione da eseguire, a cui fornisce la
necessaria motivazione.
Anche l'intelligenza, specie quella intuitiva, e la capacita di penetrazione traggono vantaggio da un
certo livello emotivo. Va aggiunto anche un altro indiscusso merito: l conferisce calore e colore alla vita ed
e quindi fonte di continue gratificazioni.
Nella nostra societ si assiste alla tendenza a scoraggiare l'espressione emotiva in generale. A questo
proposito Fromm cos ha scritto:
La gamma di emozioni spontanee che vengono soppresse e sostituite da pseudosentimenti e assai
ampia. Bench senza dubbio il pensiero creativo -come ogni altra attivit creativa- sia inseparabilmente
legato a emozioni, e diventato un ideale pensare e vivere senza emozioni. Essere "emotivo" e diventato
sinonimo di instabile e di squilibrato. Nell'accettare questa regola, l'individuo si e molto indebolito; il suo
pensiero si e impoverito e appiattito2
Nell'ambito della normalit si contrappongono due tipi temperamentali: quello a tendenza emotiva
e, nel versante opposto, quello a tendenza non emotiva, che si potrebbe anche chiamare temperamento
freddo.
Il primo di essi e ricco di sentimenti ma e instabile e alquanto volubile, alterna entusiasmo e
abbattimento; e cordiale ed espansivo ma anche impulsivo e intollerante.
Il tipo freddo e pi costante di umore, coerente, padrone di s, calmo, prudente ma poco
espansivo, allora anche scostante; prova non di rado sensazione di solitudine e di vuoto.
A. Adler, psicologo molto sensibile agli aspetti sociali, da differente giudizio sugli stati emotivi a
seconda dell'effetto che producono nel processo di adattamento dell'individuo alla societ. Vi sono stati
emotivi positivi e sono quelli
che tendono ad unire e facilitano la comunicazione; e vi
sono stati emotivi che tendono a separare e che vanno giudicati negativamente. Fra i primi si annoverano
la gioia e la compassione, fra gli altri la tristezza, l'ira, l'angoscia.
Passiamo ora a considerare la patologia dell. Una condizione di costante ed elevato livello emotivo
(iperemotivit costituisce un elemento di disturbo nella condotta dell'individuo. Essa restringe il campo
percettivo della coscienza, ostacola l'obiettivit del giudizio e della critica, diminuisce la capacita di sintesi
e di astrazione.
L'iperemotivit e all'origine di stati psichici negativi quali la collera, l'odio, la rabbia, l'invidia, il
dolore distruttivo. F. Caprio, per definire questi stati d'animo, ha usato l'espressione di intossicazione
emozionale.
Il tipo eccessivamente emotivo appare meno adatto alla lotta, pi debole rispetto agli altri: egli stesso
e consapevole di questa sua vulnerabilit.
FENOMENOLOGIA DEL TEMPERAMENTO IPEREMOTIVO
L'individuo dotato di eccessiva emotivit caratterizzato da una serie di caratteri psicologici.
a) Abnorme sensibilit emotiva agli stimoli ambientali:
-si angustia per un nonnulla, e sconvolto da eventi di piccola importanza;
-si agita di fronte a compiti e azioni di scarso rilievo, in particolare se si tratta di situazioni nuove.
b) Reattivit emotiva spropositata:
-si indigna (o, al contrario, si entusiasma) con estrema facilita;
-perde subito la calma di fronte a qualche contrariet;
-in situazioni di emergenza perde completamente il controllo di se stesso, cade in preda al panico.
c) Imperfetto controllo o incontinenza emotiva:
-si commuove fino alle lacrime di fronte a una scena dolorosa o anche nell'ascoltare una notizia o
un racconto;
-manifesta ed esprime con molto calore e vivacit i propri sentimenti, nel parlare e nei gesti.
d) Intensa compartecipazione neurovegetativa:
-nei momenti difficili si sente la gola secca, avverte i battiti del cuore;
-arrossisce e impallidisce facilmente;
-quando e teso interiormente, e costretto ad asciugarsi il sudore alla fronte e al palmo delle mani;
-sotto l'impatto di cattive notizie, perde del tutto l'appetito, ha disturbi digestivi e intestinali.
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IL CONTROLLO DELLE EMOZIONI. I MECCANISMI DI DIFESA
La strada pi proficua per gestire l e per evitare gli effetti di un eccessivo suo accumulo sarebbe
senza dubbio quella di superare l'immobilismo e l'inerzia e di passare all'azione. Nello sforzo di affrontare
responsabilmente la realt, l'Io troverebbe la possibilit di consumare l'energia parassitaria imprigionata
nel blocco emotivo, di bruciarla e di impedirne un ingorgo improduttivo.
Purtroppo, Vui ed energie dell'individuo non sempre consentono la messa in opera della strategia
della lotta.
Ecco quindi la necessita di ricorrere ad alcuni meccanismi di difesa, che N. Tallent, psicologo clinico
del Massachusetts, ha riunito in un sistema che ha chiamato di sicurezza emozionale 5, appunto perch
serve a proteggere gli individui dai rischi somatici e psichici di un eccesso di E.
I meccanismi di controllo descritti da Tallent corrispondono in parte a quelli psicoanalitici di difesa
dell'Io. Loro caratteristica comune e quella di svolgersi generalmente in modo inconsapevole: il soggetto
li pone in atto senza prenderne coscienza, in perfetta buona fede.
Il seguente elenco contiene i principali di questi meccanismi:
-Meccanismo di fuga: eludere fuggendo difficolta e responsabilit: e la cosiddetta tattica
dell'evasore della realt.
-Proiezione: liberarsi della tensione emotiva, riversando e attribuendo ad altri i sentimenti penosi.
-Negazione o rifiuto della realt: respingere con energia l'evidenza di fatti spiacevoli che possono
scatenare forti scariche emotive.
-Formazione reattiva: porre in atto comportamenti e atteggiamenti che sono assolutamente opposti
alle tendenze esistenti nel profondo della personalit.
-Regressione: ritornare a comportamenti e atteggiamenti del periodo infantile.
-Razionalizzazione: accampare ragioni, in apparenza valide, ma in sostanza futili e capziose, allo
scopo di coprire la ragione vera che non si vuole accettare.
-Il non sapere: eliminare dal livello della coscienza una rappresentazione o un ricordo spiacevole
e non accettabile (equivale al concetto freudiano di rimozione).
-Intellettualizzazione: cercare di comprendere la realt umana unicamente con l'intelletto,
trascurando l'apporto del sentimento e dell'emozione.
-Appropriazione dell'ambiente: conquistare l'ambiente sociale con modalit aggressive, dirette o
indirette.
-Rivolta contro il s: difendersi svalutando se stessi, ingigantendo i propri difetti (tattica paradossa
del masochista).
-Compensazione: supplire a una inferiorit o frustrazione con comportamenti attivi di lotta e
compensazione.
-Ipercompensazione: cercare di eccellere proprio nel campo in cui si avverte la propria insufficienza
(complesso di Demostene).
-Identificazione: assimilare aspetti, propriet e attributi di un'altra persona e trasformarsi sul
modello di questa.
-Sostituzione: trasformare le proprie tendenze, che non si accettano, indirizzandole verso altri fini
(corrisponde al concetto freudiano di sublimazione ).
RAPPORTO FRA EMOTIVITA E ANSIA
Quanto finora detto sull'emotivit serve di introduzione a un breve discorso dedicato a un altro stato
d'animo: l'ansia.
I due concetti -emotivita e ansia- vengono spesso confusi nel linguaggio comune. Si tratta invece di
categorie ben distinte e non sempre interscambiabili: il soggetto ansioso ha di solito una forte emotivita,
ma il soggetto emotivo pu essere semplicemente tale, senza essere ansioso.
L'ansia deve essere considerata un attributo dell'esistenza umana, anche se comportamenti
lontanamente ragguagliabili a quelli ansiosi dell'uomo sono presenti in alcune specie animali. Essa e
un'emozione che ha per contenuto la percezione oscura di un pericolo imminente, verso il quale ci sentiamo
indifesi. Questa sensazione penosa pu oscillare da uno stato di attesa con leggera tensione ad uno stato
di vero terrore e panico.
Varie forme di ansia. L'ansia si manifesta prevalentemente in due forme: gli attacchi acuti (crisi di
panico) e l'ansia protratta generalizzata. Con il termine di angoscia molti intendono un tipo di ansia
26
accompagnato da una notevole componente cenesopatica (tachicardia, sudorazione, costrizione alla gola
ecc.).
Fondamentale e la distinzione fra ansia ff neurotica e ansia esistenziale. L'ansia neurotica pu
assumere due aspetti: quello di ansia fluttuante, penosa e vaga condizione di paura, immotivata e
irragionevole, e quello di ansia somatizzata, che si accompagna a un quadro somatico, generalmente
vegetativo. L'ansia esistenziale e l'ansia legata a un terrore di carattere misterioso e metafisico, che pu
essere la morte, la distruzione, il nulla.
Esistono poi altre forme particolari di ansia, che si riferiscono a speciali situazioni (ansia di
separazione, di evirazione, da complesso di colpa ecc.).
L'ansia e oggi un sintomo largamente diffuso: alcuni sostengono che un certo livello di ansia nella vita
umana sia un fatto normale in epoca moderna e parlano di ansiatensione o di ansia fisiologica o reattiva.
Oltre al tipo di ansia che interessa il singolo individuo esistono forme ansiose a diffusione collettiva, che
possono scatenare esplosioni di violenza in gruppi umani.
Differenze fra emotivit e ansiet. Michaux, pur riconoscendo che stato emotivo e stato ansioso
hanno un comune substrato, costituito da iperestesia neurovegetativa ed eretismo affettivo, afferma che
alcune differenze sostanziali esistono fra di esse.
C'e anzitutto una differenza quantitativa. Nell'emotivo la tensione del substrato interno e meno forte
e, per evidenziarsi, richiede la presenza di un evento scatenante. Nell'ansioso, invece, le due condizioni di
fondo sono ben pi forti e condizionano uno stato di disagio psichico quasi permanente. Si pu affermare
che, in sintesi: l'emotivo ha un quadro intermittente e condizionato da fattori esogeni. L'ansioso presenta
un quadro continuativo e legato maggiormente a fattori interni.
C'e anche una differenza di tipo qualitativo. L'ansioso mostra un caratteristico atematismo : e tale
senza saperne il perch. Una donna confesso a Michaux: Ho tutto per essere felice, non ho preoccupazioni;
eppure ho sempre paura, senza motivo. E come se questa paura mi rodesse.
Un terzo criterio discriminativo riguarda il diverso comportamento tra soggetto emotivo e soggetto
ansioso, posti di fronte al pericolo. Che cosa fa l'emotivo di fronte a una situazione minacciosa? Un soggetto
di questo tipo o scappa, oppure, se proprio e costretto, affronta con apprensione e riluttanza l'ostacolo.
L'ansioso si comporta in modo del tutto differente: affronta il pericolo con entusiasmo, quasi con piacere,
e ci perch ha la certezza che questa sua determinazione lo solleva dai tormenti del dubbio.
Mentre l'emotivo e come bloccato dalla paura, l'ansioso ha il suo acme di sofferenza nell'attesa,
e il pericolo ha per lui un effetto liberatorio. Michaux ha rilevato la non rara presenza di soggetti ansiosi
fra gli aviatori acrobatici o fra i volontari per azioni ardimentose in guerra.
L'ansia secondo la teoria psicoanalitica. Nel libro Inibizione, sintomo e angoscia (1926) S. Freud ha
fatto il punto sul significato da attribuire all'ansia nell'ambito della sua dottrina.
Anzitutto egli ha tenuto l'ansia ben distinta dalla paura. La paura (Realangst) e la reazione dell'Io
di fronte a un pericolo rappresentato da qualche cosa di reale, concreto ed esterno. L'ansia, invece, e la
reazione a un pericolo che non e concreto ed e situato all'interno dell'individuo stesso: e una paura senza
oggetto cosciente.
Ora, questo pericolo, secondo S. Freud, pu avere duplice provenienza. Pu derivare da esigenze
istintuali, sentite troppo forti e minacciose, oppure pu derivare da esigenze di tipo moralistico, da cui teme
una qualche punizione.
Il primo tipo di ansia proviene dalla pressione dell'Es, sede degli istinti; il secondo tipo deriva dalla
pressione del Super-Io, ossia da un'istanza internalizzata, spesso eccessivamente punitiva, erede distorta
delle lontane autorit dell'infanzia. La prima di queste modalit si pu paragonare a un fiume limaccioso
che minaccia di infrangere le dighe e travolgere tutto. La seconda pu ragguagliarsi alla figura di Minosse
della Divina Commedia o al tribunale giudicante del celebre romanzo di Kafka.
Temperamento o costituzione ansiosa. Alcuni autori inseriscono l'ansia in un contesto costituzionale
o temperamentale. L'ansioso e tale per un'innata tendenza all'inquietudine e alla paura e per una continua
richiesta di protezione, sentimenti che egli trascina sin dall'infanzia: Tutta la sua vita e dentro l'angoscia.
Il guasto originario della personalit in questo soggetto risiede in una perturbata affettivita di base
(cosiddetta timopsiche). Altri autori, invece, di orientamento cognitivistico, fanno derivare l'ansia da un
modo erroneo di percepire gli eventi della vita, da una menomazione della capacita previsionale 7.
L'ansioso vive sotto la continua minaccia di assistere all'invalidazione dei suoi costrutti.
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AGGRESSIVIT
CONCETTO DI AGGRESSIVIT: ISTINTO O NON ISTINTO
Il concetto di aggressivit in psicologia ha avuto, e ha tuttora, un cammino contrastato. Gli psicologi
-ha scritto P. Griger- non sono sempre d'accordo circa il senso da dare a questa parola. Alcuni la riservano
per le attivit di carattere ostile distruttivo e demolitorio, altri l'applicano a tutte le tendenze attive rivolte
al mondo esterno, all'affermazione di s, possessive e costruttive l
Dove la battaglia e stata, e continua a essere, pi accesa e sul fronte della gestione inattivit o non
inattivit delle tendenze aggressive. Nell'uomo, specie nel loro aspetto di distruzione e di violenza. Non
pochi autori trovano una certa riluttanza ad ammettere che l'uomo porti con s, sin dalla nascita, il gene
del male e che la malvagit sia dentro di lui. Per conservare una posizione imparziale e anche per
consentire un certo ordine di esposizione, tratteremo separatamente i vari punti di vista.
In linea estremamente sintetica, l'aggressivit pu essere considerata secondo due visuali:
-aggressivit come istinto;
-aggressivit come apprendimento.
AGGRESSIVIT COME ISTINTO
Fin dall'inizio della psicologia scientifica, l nell'uomo e stata considerata un istinto strettamente
collegato alla nutrizione e alla sopravvivenza dell'individuo: istinto primordiale al pari di quello della
riproduzione, collegato invece alla sopravvivenza della specie.
Alcuni psicologi del passato (W. Wundt, W. James, W. Mc Dougall) mantennero una posizione
nettamente istintivistica.
Adler, ancor prima di Freud, sostenne l'esistenza di una pulsione aggressiva originaria che non pu
spiegarsi come semplice conseguenza di una frustrazione libidica. Gi nel 1908 egli si era opposto al
concetto della libido come principale fonte dinamica della vita fisica e aveva affermato che l ha una
funzione non meno importante della libido, sia nella vita normale che nella nevrosi.
Freud inizialmente parlo soltanto di istinti sessuali e solo nel 1915 opero la separazione fra tendenze
aggressive e quelle libidiche. Nel 1920 scopri una forza primordiale che chiamo pulsione di morte 2, Le
forze dell'Es vennero cosi divise in due grandi territori: da una parte I'eros o istinto sessuale o istinto di
vita, dall'altra thnatos o istinto aggressivodistruttivo o istinto di morte.
noto che Freud manifest sempre una visione chiaramente pessimistica sull'intima natura
dell'uomo. Anche noi -scrisse- considerati in base ai nostri inconsci moti di desiderio, altro non siamo,
come gli uomini primordiali, che una masnada di assassini3.
E scrisse in seguito: Purtroppo ci che la storia ci trasmette e che noi spesso abbiamo sperimentato
giustifica il giudizio che la fede nella bont dell'umana natura e una di quelle tristi illusioni, da cui gli
uomini si aspettano che la loro vita risulti abbellita e alleviata, mentre in realt non provocano che danni.
Una concezione istintivistica dell'aggressivit e sostenuta dalla moderna scuola etologica (K. Lorenz,
N. Timbergen.
Gli etologi, che hanno come oggetto di studio l'animale inserito nel suo ambiente naturale,
riconoscono in esso comportamenti stereotipi (come se fossero programmati sul piano ereditario) che
definiscono istinti. E tutta una costellazione di comportamenti (aggressione, difesa del territorio,
meccanismi di fuga ecc.) che rientrano nel sistema di adattamento all'ambiente.
Sono questi comportamenti trasferibili all'Homo sapiens? Gli anti-istintivisti lo negano, affermando
che si tratta di sommarie estrapolazioni applicate all'uomo di quanto gli etologi osservano nelle specie
animali. La discussione e accesa
Sul problema dell' aggressivit, l' insigne neurobiologa R. Levi Montalcini ritiene potenzialmente
pericolosa una particolare condizione dell'uomo: la disparita o disarmonia evolutiva che sussiste fra le
facolt intellettive e quelle emotive Mentre il sistema delle circonvoluzioni neocorticali, con il progressivo
sviluppo e accumulo del patrimonio culturale, e notevolmente avanzato nel processo evolutivo, il sistema
limbico in base alle funzioni stereotipate che svolge oggi, come nei nostri lontani progenitori e i
mammiferi vissuti in altre epoche o in quella attuale, non ha subito l'impatto dell'evoluzione culturale.
In altri termini, il sistema limbico, intricato complesso di centri bidirezionali, costituito da strutture corticali
arcaiche e da una costellazione di nuclei subcorticali, intimamente interconnessi, e rimasto in uno stadio
evolutivo pi arretrato rispetto al sistema neocorticale.
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AGGRESSIVIT COME APPRENDIMENTO
Mentre nella classica teoria freudiana non c'e spazio per motivazioni che non siano pulsionali, il
gruppo americano degli psicologi dell'Io ha spostato l'accento sulla realt inter personale e sui problemi
dell'adattamento sociale.
H. Hartman soprattutto ha affrontato in chiave diverse il problema dell. Egli ha cercato di liberare
lo sviluppo psichico individuale dall'ipoteca delle pulsioni, sviluppando la teoria degli apparati di
autonomia primaria dell'Io. L'apprendimento, con Hartman, si pone in primo pino, come mediatore fra
pulsione e ambiente.
La maggioranza delle correnti del pensiero psicologico moderno assume una posizione contraria
all'ammissione nell'uomo di istinti, in particolare di quelli aggressivi, e si rifiuta di considerare gli esseri
umani alla stregua di pacchi compressi di energia aggressiva. Secondo molti autori, il concetto di
aggressivit innata rivela una inconsistenza scientifica.
R. S. Lazarus deplora l'uso del concetto di istinto quando esso viene inserito nel suo senso peggiore,
di essere cio una etichetta per fenomeni di cui non abbiamo spiegazione. Per esempio, dire che gli uomini
combattono tra di loro a causa dell'istinto di aggressivit vuol dire impegnarsi in un ragionamento
circolare, piuttosto che spiegarne il comportamento distruttivo , 6,
Molti affermano che l nell'uomo riveste carattere strumentale: e un meccanismo attraverso cui egli
cerca di ottenere la sua parte di risorse vitali. Essa rivela la sua origine sociale, quale risposta alle necessita
e alle frustrazioni della vita.
L. Berlowitz ha distinto tre tipi di aggressivit:
-aggressivit strumentale: e quella diretta ad ottenere uno scopo ben preciso, non propriamente a
fare del male;
-aggressivit difensiva: viene messa in atto per proteggere la propria vita e i propri averi, in risposta
a situazioni di pericolo e di minaccia;
-aggressivit ostile: e l vera e propria, che ha come precisO scopo quello di nuocere e che assume
significato di violenza. Ma ci solo in apparenza, perch, anche in questo caso, gli individui hanno
appreso qualcosa: hanno cio sperimentato che pu essere gratificante fare del male, tanto pi
quando l'eventuale successo dell'azione agisce da rinforzo e da incoraggiamento del
comportamento aggressivo.
Circa la modalit della risposta aggressiva, oltre al grado di intensit, differenze individuali possono
riscontrarsi secondo un criterio cronologico. Alcuni soggetti, infatti, col passare del tempo, mantengono
o addirittura incrementano l'istigazione ad aggredire, covando in se stessi l'astio e meditando propositi di
vendetta (fenomeno della ruminazione). Altri, invece, tendono a disperdere o a estinguere col tempo le loro
spinte aggressive, per un processo opposto al precedente (fenomeno della dissipazione).
L'APPROCCIO BIOLOGICO: L'AGGRESSIVIT
NELL'AMBITO DELLA TEORIA DELLO STRESS
Alcuni psicobiologi moderni, basandosi sulla teoria generale dell'adattamento del patologo N. Selye,
interpretano molti comportamenti umani quali reazioni da stress, intendendo per stress la profonda
modificazione, vera e propria tempesta biologica, scatenata sia dagli eventi catastrofici sia dal conflitto
delle passioni. Di fronte a un'aggressione psichica o fisica, che minaccia l'equilibrio interno dell'organismo,
quest'ultimo sferra una controreazione volta a ristabilire l'equilibrio alterato.
Si tratta di una reazione aspecifica e al tempo stesso molto complessa, in quanto si avvale di varie
strategie di aggiustamento. Lazarus, psicologo dell'Universit della California e uno dei pi autorevoli
capiscuola di questa corrente teorica, ha definito col termine aggiustamento l'insieme degli sforzi
compiuti nel tentativo di risolvere i problemi suscitati dalle richieste esterne o interne, che si esercitano
sull'organismo e che il soggetto percepisce come altrettante minacce potenziali al proprio benessere9.
La concezione dello stress permette, secondo Dante, di compiere una suddivisione di tipi umani che
si fonda sulla valutazione del modo e della misura con cui ogni organismo reagisce all'aggressione: essa
ha il merito di evitare l'arbitrariet e l'evanescenza dei metodi di approccio psicologico.
Seguendo il modello di J. P. Henry, dell di Los Angeles, D ha proposto una classificazione che si
fonda sulla dicotomia di due differenti strategie elementari e che conduce all'identificazione di due tipi
contrapposti: il tipo attivo e il tipo passivo.
L'attivo e un individuo che reagisce all'aggressione, cercando soprattutto di controllare la situazione,
invece che di subirla. Se gioco una partita a tennis con un avversario che sia al mio livello e riesco a
mandare le palline esattamente dove voglio, provo una soddisfazione molto maggiore che se, dominato
dal mio avversario, devo passare tutto il mio tempo a parare i suoi tiri, senza riuscire a prendere
l'iniziativa.
Il comportamento di tipo attivo, che si concretizza nello sforzo, ha come base biologica
29
l'attivazione del sistema simpatico e della midollare della ghiandola surrenalica.
Il soggetto passivo, invece, persegue la strategia della rassegnazione e, sul piano biologico,
dell'attivazione ipofisocorticosurrenalica. Rinunciando allo sforzo, va incontro a sensazioni di
insoddisfazione, fastidio, impazienza (angoscia, nel senso di dystress, secondo Selye).
La differenziazione fra attivi e passivi non basta a caratterizzare in modo completo ed esauriente
la maniera di reagire di un individuo. Essa va integrata con un altro criterio classificativo: la variabilit
della strategia. E possibile cosi distinguere due altri tipi: quello rigido e quello versatile. Il primo rimane,
anche in futuro, aderente alla strategia G adottata; il secondo non esita a cambiarla in seguito, anche se
finora si e dimostrata efficace.
TIPOLOGIA PSICOLOGICA DELL'AGGRESSIVIT
Le classificazioni puramente psicologiche dell sono state accusate di scarsa obiettivit e affidabilit.
Tuttavia, tipologie di questo genere, anche se vulnerabili sul piano rigorosamente scientifico, hanno meriti
di utilit pratica ai fini di una rapida e intuitiva identificazione di un soggetto.
Accantonate questioni di ordine teorico, quali innatismoambientalismo e istintivit-apprendimento,
e ricorrendo a un approccio puramente fenomenologico, ci siamo proposti di considerare l quale essa
appare in realt: come una generica forza psichica, originariamente n buona n cattiva, operante all'interno
dell'uomo e diretta alla sua conservazione.
Essa costituisce un capitale energetico di cui l'uomo dispone per intraprendere il cammino della
vita.
L'uomo pu lasciare questo capitale inutilizzato in una inattivit inoperosa, dissiparlo in atti
insignificanti e futili, distorcerlo in azioni distruttive. Pu, invece, utilizzarlo per compiti importanti, utili,
costruttivi; pu infine impiegarlo per imprese di alto valore sociale e morale.
La connotazione, positiva o negativa, dell dipende dall'uso che noi ne facciamo e dalla direzione che
le imprimiamo, in un senso o nell'altro.
L'adozione del concetto energetico evita di identificare necessariamente l con la violenza. Nei casi in cui
questa identificazione si verifica, si parla di aggressivit distruttiva. Nei casi, invece, in cui questa forza e
priva di contenuti distruttivi, ma anzi e diretta al conseguimento di valori positivi, si parla di aggressivit
costruttiva.
La tabella 3 presenta un modello di classificazione di tipi umani in relazione al loro abituale stile
comportamentale riguardante la gestione dell'energia aggressiva. La classificazione proposta contempla
la divisione in cinque diverse forme di aggressivit, considerate secondo un'ottica essenzialmente
psicodinamica. Nei successivi paragrafi verranno esaminate le caratteristiche comportamentali delle varie
forme e le variet tipologiche, cui esse danno luogo.
30
Tabella 3
TIPOLOGIA DELL'AGGRESSIVIT
FORMA DI AGGRESSIVITFONDAMENTO DI TIPO
DINAMICO
TIPO PSICOLOGICO
INAPPARENTE Deficit energetico
Deficit evolutivo
Inibizione nevrotica
Repressione
ASTENICO
ABULICO
PSICASTENICO
REPRESSO
INDIRETTA Copertura degli impulsi
ostili
MALEVOLO
INVIDIOSO
PASSIVO-AGGRESSIVO
DEVIATA Proiezione SETTARIO
DISTRUTTIVA Movimento contro gli altri
Movimento contro se stesso
VIOLENTO
COMPETITIVO
SADICO
AUTODISTRUTTIVO
OPERATIVA Trasformazione
(affermazione in campo
materiale)
Sublimazione (affermazione
in campo sociale, scientifico,
ideale)
ASSERTIVO O
COSTRUTTIVO
PASSIONALE
TEMPERAMENTI AD AGGRESSIVIT NON APPARENTE
In questa categoria rientrano i soggetti che, nella loro abituale condotta di vita, hanno modalit
comportamentali povere o del tutto prive di aggressivit.
Si prospettano quattro situazioni, alle quali corrispondono altrettanti diversi temperamenti:
-l non si manifesta per difetto originario energetico. C'e mancanza (o estrema penuria) di capitale.
E il tipo astenico;
-l non si manifesta per insufficiente impulso volitivo. Il capitale esiste ma non c'e la forza di volont
di tirarlo fuori e di impiegarlo. E il tipo abulico;
-l non si manifesta perch trattenuta da inibizione nevrotica. L'individuo dispone di autentico
capitale ma lo dissipa in attivit fatue e improduttive. E il tipo psicastenico;
-l non si manifesta, non si esteriorizza, perch frenata o imprigionata all'interno dell'individuo.
E il tipo aggressivo-represso.
a) Tipo astenico
Il tipo astenico, magistralmente descritto da P. Janet, e caratterizzato da insufficienza di forza
psichica, da povert di carica energetica. Tipicamente l'astenia aumenta dopo uno sforzo e diminuisce dopo
il riposo. Il soggetto di questo tipo non e combattivo, anzi rinunziatario. Le difficolta non vengono
affrontate con decisione, gli ostacoli vengono rifiutati o schivati, possibilmente aggirati.
31
Nella letteratura la figura manzoniana di Don Abbondio riassume alcuni aspetti di questa tipologia:
...Il suo sistema consisteva principalmente nello scansare tutti i contrasti e nel cedere in quelli che
non poteva scansare. Neutralit disarmata in tutte le guerre che scoppiavano intorno a lui.
evidente che un individuo cosi congegnato, consapevole della propria povert in fatto di
potenziale aggressivo o, se si vuole, di energia psichica, ha spesso una concezione minacciosa del mondo
esterno e adotta un atteggiamento di diffidenza. Di fronte alla realt soverchiante del mondo esterno, prova
sentimenti di impotenza, di insicurezza, di insignificanza. Ricorre allora per proteggersi a meccanismi
psicologici di fuga, fra i quali due, secondo E. Fromm, rivestono una particolare importanza sociale: la
sottomissione a un capo e il conformismo da automi.
Assai vicino al tipo conformista di Fromm e quello convenzionale di Tallent: anch'esso e privo di
individualit, e un rinunziatario, un debole, perch essere se stessi costa fatica e necessita di quella
energia di cui egli e privo.
La costante tendenza a evitare grane a ogni costo fa si che il temperamento astenico, nonostante
la sua naturale diffidenza, assuma nei confronti degli altri, specie se potenti, un atteggiamento molto
conciliante e umile. Ed ecco il tipo compiacente, che effonde sorrisi a dritta e a manca, non certo per
benevolenza e amore verso il prossimo, ma solo per paura e per la sua difesa.
Un quadro simile richiama alla memoria i due personaggi oscuri del convito di don Rodrigo: de'
quali -annota il Manzoni- la nostra storia dice soltanto che non facevano altro che mangiare, chinare il capo,
sorridere e approvare ogni cosa che dicesse il commensale, e a cui un altro non contraddicesse.
L'atteggiamento di dipendenza e pero vario, come fa rilevare Tallent. C'e la dipendenza semplice,
per cui l'individuo accetta passivamente, e come inevitabili, i suoi atteggiamenti e comportamenti di
sottomissione, e c'e una dipendenza ostile, nella quale si inseriscono spunti di risentimento e di rivolta.
Torniamo alla figura di don Abondio. Di lui cosi scrive il Manzoni:
...Non e pero che non avesse anche lui un po' di fiele in corpo; e quel continuo esercitare la
pazienza quel dare cosi spesso ragione agli altri, quei tanti bocconi amari, inghiottiti in silenzio,
glielo avevano esacerbato a segno che, se non avesse, di tanto in tanto, potuto dargli un po' di sfogo,
la sua salute n'avrebbe certamente sofferto.
b) Tipo abulico
Nel tipo abulico la turba riguarda la sfera della volont: c'e uno svuotamento di ogni spinta
motivazionale, una grossa inerzia o pigrizia mentale.
L'abulico, abbandonato a se stesso, si lascia andare all'inerzia pi assoluta, fino a non aver pi
nemmeno la forza di muoversi e di agire; va incontro a una specie di paralisi o inibizione decisionale.
Il quadro pu trarre in inganno quando esso costituisce, come spesso accade, la maschera di una
sottostante condizione di depressione. L'abulia e, in altre parole, l'equivalente di uno stato depressivo
larvato.
Un'altra condizione va tenuta presente: la sostituzione di una pseudovolont alla volont genuina
del soggetto. Per effetto di conformismo, un gran numero di decisioni che prendiamo non sono davvero
nostre, ma ci vengono suggerite dall'esterno; siamo riusciti a persuaderci che siamo stati noi a prendere la
decisione, mentre in realt ci siamo uniformati alle aspettative degli altri, spinti dalla paura dell'isolamento
e da minacce pi dirette alla nostra vita, alla nostra libert e al nostro benessere.
La mancanza di spinte motivazionali, delle quali l e l'elemento energetico propulsivo, la carenza di
ideali o, almeno, di validi obiettivi e traguardi da raggiungere, i cosiddetti vuoti esistenziali, non rari
nell'epoca contemporanea, conducono l'abulico alla pigrizia e all'indolenza. Quando questi stadi d'animo
si colorano di tristezza, di stizza, di malcontento e insoddisfazione, l'abulico si tramuta pi propriamente
in accidioso. L'essenza dell'accidia non risiede semplicemente nella rinuncia alla lotta e all'operosit sul
fronte della vita, quanto nel rifiuto della gioia: e uno stato non lontano dalla disperazione.
c) Tipo psicastenico
Nelle categorie precedenti, come si e visto, il soggetto non e in grado di mobilitare l o per deficit di
energia psichica o per carenza della sfera volitiva.
Nello psicastenico la situazione e alquanto diversa: la possibilit di comportamenti costruttivi viene
intralciata da dubbi e da scrupoli. Il soggetto e un indeciso, che vive sempre nell'incertezza sul come
investire e come impiegare le sue possibilit energetiche.
Il blocco nevrotico dipende, secondo Janet, da insufficiente tensione psicologica, che impedisce
di compiere atti di sintesi psichica a un certo livello di attivit. La forza nervosa male investita, viene
sciupata in azioni e in comportamenti non produttivi. La persona vive vittima di pensieri ossessivi e
32
parassitari ed e incapace di prendere una decisione e di affrontare un ostacolo. Tipicamente nella
psicastenia la stanchezza e aumentata dal riposo e spesso diminuisce con lo sforzo (elemento differenziale
con l'astenia).
d) Tipo aggressivo represso
La repressione e un atto di cosciente e forzato controllo di una tendenza emotiva, generalmente di
ordine aggressivo. Questa azione di freno pu rivelarsi utile in vari momenti della vita, in quanto protegge
l'individuo da manifestazioni impulsive di collera e di violenza e gli permette di non varcare i confini
stabiliti dalla normativa civile e sociale.
Un uso saggio e appropriato di questo meccanismo va senz'altro approvato come normale mezzo
di protezione dai nostri pi violenti moti emozionali. Il filosofo H. Spencer affermo in una sua massima:
Nella supremazia del governo di se stessi sta una delle perfezioni dell'uomo 18
In un certo senso, la repressione, intesa come forma di autocontrollo, e civilt. La sua totale
abolizione aprirebbe la porta alla barbarie.
C'e pero un tipo di repressione contraria a un sano sviluppo della personalit e, come tale,
meritevole di essere combattuta e respinta. E la repressione continua, indiscriminata, protratta, portata a
sistema abituale di gestione della nostra vita emotiva. E quella -come ha scritto Mc Dougall- che consiste
nel nascondere a noi stessi la natura dei nostri impulsi e moventi emozionali: ad esempio, pretendere di
essere incapaci di collera, oppure rifiutarsi di riconoscere di essere gelosi. Se queste tendenze sono
veramente in noi- ha continuato I'autore citato -allora pratichiamo una repressione nel modo peggiore. Una
repressione di questo genere e l'opposto dell'onesto autocontrollo e della franca autocritica.
Una simile repressione, seguendo una visione dinamica del pensare e dell'agire umano, pu
condurre a una condizione di ostacolato deflusso e di ingorgo bioenergetico 20
AGGRESSIVIT INDIRETTA
Pu darsi che il soggetto, per ragioni di convenienza, di opportunit o di calcolo, preferisca non
esporsi in prima persona eviti di attaccare direttamente l'individuo o il gruppo di individui che egli
avversa. Ricorre allora a una modalit indiretta di aggressivit.
Soggetti che abitualmente si comportano in questa maniera sono il tipo malevolo, il tipo invidioso
e il tipo passivoaggressivo.
a) Tipo malevolo e tipo invidioso
Il tipo malevolo aggredisce in via indiretta, senza rischio, attraverso l'arma insidiosa della calunnia
e della maldicenza. E un assassino a tradimento, omicida che non lascia impronte digitali , 21
Una posizione vicina ha il tipo invidioso, il quale suole attaccare con tattica diversa: mettendo in atto una
fantasia aggressiva.
Se il maldicente o il calunniatore guasta parlando, l'invidioso guasta guardando. Secondo Ia
radice latina, invideo significa guardare con sospetto, guardare malignamente con odio, gettare il
malocchio. L'uso degli occhi viene fatto in senso distruttivo 22,
L'invidia si fonda su un meccanismo proiettivo M. Klein) e, per questa sua caratteristica, va separata
dall'avidit o bramosia, che mostra invece una dinamica introspettiva.
L'attacco di invidia -ha scritto Fagioli- va inteso come aggressivit di fantasia. Esso mira a guastare
l'affettivit, la possibilit dell'oggetto di avere un rapporto di libido genitale 23 Potrebbe definirsi un
attacco sadico-visivo, ma pi propriamente costituisce un c( mettere il cattivo, l fuori di s.
La figura di Jago, personaggio del dramma Otello di Shakespeare, esprime un conflitto intrapsichico:
da una parte, un rancoroso accumulo di rabbia, di odio e di propositi di vendetta; dall'altra, la
consapevolezza della propria insufficienza e inferiorit nei confronti del proprio avversario.
Personificazione del tipo invidioso, per poter dare sfogo alle proprie cariche aggressive e desideri di
vendetta, Jago rinuncia alla lotta aperta e leale e fa ricorso a mezzi occulti e insidiosi: insinuando dubbi
sulla fedelt della moglie di Otello, Desdemona, egli riesce ad alimentare nell'animo semplice di lui la folle
e spietata gelosia.
b) Tipo passivo-aggressivo
Un altro tipo mette in atto un'aggressivit sottile, subdola, simulata: e il soggetto passivo-aggressivo.
Secondo G. Lowe, costui e un soggetto infantile, regredito, che esprime la sua avversione verso gli altri,
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non in modo violento ed esplosivo, ma in modo astioso e pungente. E come se tentasse di tendere
un'imboscata a chiunque gli stia accanto24.
Pignolo, meticoloso, esercita un costante controllo sugli altri. Incapace di risolvere i problemi per
proprio conto, non si fida pero degli altri.
Una variante e il tipo passivo-dipendente che domina l'ambiente attraverso la sua apparente
debolezza. Si aggrappa agli altri, li sfrutta, li ricatta in vario modo.
Se questi si arrabbiano, fa appello alla vulnerabilit, riuscendo in questo modo a ostacolarli
doppiamente 25, Con questa strategia il passivo-dipendente evita sempre di agire in primo piano.
Classico esempio letterario di aggressivit passivodipendente e il personaggio di Uriah Heep nel
David Coppeield di Dickens.
AGGRESSIVIT DEVIATA
a) Tipo settario
Questo tipo fa largo uso nella sua condotta di vita del meccanismo di proiezione: egli, infatti,
manipola le proprie cariche aggressive, deviandole e scaricandole su gruppi di persone estranee, alle quali
attribuisce tutto ci che e male
A questo procedimento e connesso il fenomeno del capro espiatorio, ben noto in psicologia sociale.
c I maniaci del capro espiatorio, come qualcuno ha definito le persone ossessionate da pregiudizio,
dividono nettamente l'amore dall'odio: e, mediante l'attribuzione di tutto ci che e male al membro del
gruppo estraneo, essi giungono a glorificare se stessi e coloro che proteggono nella loro comunit.
L'estraneit pu essere di vario genere: si parte da differenze di composizione sociale, di fede
religiosa o politica, per arrivare a differenze pi minute e sottili, come l'appartenenza a una diversa citt,
quartiere, squadra di calcio: ed ecco il settario rivestire i panni del fanatico religioso o politico, dello
xenofobo o, pi comunemente, dell'acceso tifoso.
AGGRESSIVIT DISTRUTTIVA
Janet chiam milionari psicologici gli individui ricchi di forza e di tensione psicologica.
L'attivazione del sistema di allarme (da stress psichico, frustrazione o altro) e la conseguente mobilitazione
dell portano a un sovraccarico energetico che attende di essere smaltito e utilizzato. Purtroppo, non tutti
questi milionari sanno bene come impiegare la loro massa di denaro e come fare, nel modo e nei tempi
giusti, i loro investimenti.
Si impone, quindi, la necessita di distinguere tra aggressivit distruttiva o negativa e aggressivit
costruttiva o positiva: la prima si verifica quando l'energia e male investita la seconda quando il capitale
energetico e bene impiegato.
La prima modalit pu esprimersi in due forme: o estrinsecandosi nel mondo esterno o riversandosi
sulla stessa persona (eteroaggressivit) in un caso. autoaggressivit nell'altro).
a) Tipo eteroaggressivo distruttivo
Questo soggetto presenta grossi problemi nel gestire la sua aggressivit di fondo e ci si riflette
negativamente nei rapporti interpersonali.
Vi sono vari gradi di questa tipologia. In posizione estrema si colloca il tipo affettivamente arido,
cinico asociale crudele, che tende a distruggere ogni valore etico: talora, vera personalit psicopatica, egli
rientra nell'ambito della psichiatria e della criminologia. Il tipo di relazione che persegue con i suoi simili
e il rapporto contro l'altro o reazione di Caino.
C' poi un genere di ostilit minore, meno pericolosa socialmente, tuttavia in grado di inquinare
la serenit del rapporto comunitario, ovunque esso si stabilisca (famiglia, scuola, ambiente di lavoro): e il
tipo litigioso, il cosiddetto brutto carattere, sempre sospinto da un non ben controllata, globale e non
selettiva, non proporzionata cio all'effettiva rilevanza degli stimoli, al valore della posta messa in gioco.
b) Tipo competitivo
Gli psicologi sociali hanno chiamato il comportamento competitivo adattamento mediante
competizione. Per gli psicologi vicini alle correnti etologichee questo comportamento avrebbe un'origine
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filogenetica assai lontana e sarebbe imparentato con l e la difesa del territorio. Come avviene nel campo
animale, l'introduzione di un estraneo all'interno del gruppo mette in pericolo i rapporti di dominanza e
determina una diminuzione di spazio e di risorse disponibili per l'individuo. Tallent enumera tre tipi di
persona competitiva nella societ di oggi: il narcisista, l'autoritario, il paranoide.
Il competitivo narcisista e un individuo che gonfia la sua autoimmagine, cercando di compiere gesta
che richiamino l'attenzione sulle sue capacita. E un esibizionista alla ricerca di ammirazione.
Il competitivo autoritario e l'individuo che ricerca il potere allo scopo di esercitare il comando e il
dominio sugli altri.
Il competitivo paranoide e l'individuo che considera i suoi simili come potenziali nemici che deve
combattere ed eliminare per non essere, a sua volta, sopraffatto. Questo tipo ha una visione del tutto
negativa del mondo, come luogo freddo e ostile.
In Francia ha incontrato consenso la distinzione di G. Berger, professore di filosofia all'Universit
di Aix-en-Provence, fra il tipo Marte e il tipo Venere. Il primo e un tipo rivolto alla lotta, alla
competizione e alla violenza; il secondo mostra propensione verso la ricerca di accordo e atteggiamenti
concilianti.
Alla classificazione di 13erger fa riscontro negli Stati Uniti quella di M. Friedman e R. H. Rosenman,
fondata ugualmente su due caratterologie opposte: il tipo A e il tipo B.
Il tipo A indica una persona fortemente aggressiva e competitiva, con forte tendenza alla sfida e alla lotta,
talvolta anche per moventi poco importanti e addirittura futili: costui e un duro hard dnving, deciso ad
affrontare la realt con grinta. Il suo contrario, il tipo B, presenta invece una competitivit selettiva e
proporzionata alla reale importanza della posta in gioco.
Altro tratto che contraddistingue il tipo A e la sua insofferenza, la sua difficolta ad adeguarsi alle
varie situazioni, a tollerare le diversit degli altri. Il tipo pi paziente e conciliante ha una migliore capacita
di adattamento.
E ancora, il tipo A vuol fare mille cose in breve tempo, e impaziente, vuol sempre avere sotto controllo la
situazione. Il tipo B sa meglio predisporre i suoi programmi, proporzionarli al tempo a sua disposizione.
Nei confronti degli oggetti e dei beni, il tipo A e sempre proiettato alla loro conquista e al loro
consumo. L'altro tipo, quello B, e meno tormentato da desideri possessivi e consumistici, mostra un certo
distacco o indifferenza, specie verso le cose inutili.
Un altro aspetto differenziale riguarda le abitudini di vita. Il tipo A ha sempre bisogno di
stimolanti vino, alcool, caff), svolge poca attivit fisica, ha scarsi interessi alternativi, si alimenta in modo
irregolare o eccessivo. Il tipo B, pi sobrio e metodico, presenta un ritmo di vita pi controllato .
Scendendo al piano psicosomatico, la personalit di tipo A e maggiormente predisposta alla malattia
coronarica, a causa dell'aumento della stimolazione alfaadrenergica periferica, e quindi della maggiore
suscettibilit a spasmi coronarici e, col passare del tempo, a vere ostruzioni aterosclerotiche. Ricerche di
R. A. Micks e J. Campbell, hanno anche evidenziato nei soggetti di tipo A una pi elevata incidenza di
emicrania di tipo tensivo.
c) Tipo sadico
Il sadismo occupa una posizione, per cosi dire, ambigua, trovandosi a meta strada fra aggressivit
e libido: e una singolare commistione fra le due pulsioni.
Seguendo la definizione classica, esso e la tendenza a procurarsi piacere infliggendo dolore e
umiliazione ad altri, in un contesto che pu essere sessuale o meno.
Nell'ambito della dottrina psicoanalitica, Freud concep il sadismo come derivante da una pulsione
aggressiva e distruttiva, espressione dell'istinto di morte. Il masochismo veniva considerato come un
sadismo rivolto all'interno.
Ipotesi pi recenti negano l'esistenza di un sadismo allo stato puro: esso sarebbe una difesa contro
fantasie e desideri masochistici oppure insorgerebbe quando, in fondo all'individuo, sussiste una paura
di comportamenti aggressivi da parte del sesso opposto.
Diversa e l'interpretazione fornita dagli etologi. Essi segnalano che spesso il corteggiamento animale
comporta aggressivit e dolore, sotto forma di graffi e di morsi, che il patner mostra di apprezzare. Il
sadismo, in campo umano, potrebbe costituire una ripetizione esasperata di modalit ancestrali di
approccio sessuale e rientrerebbe nei cosiddetti preliminari del sesso, una specie di gioco erotico.
Circa l'aspetto fenomenologico, accanto al grande sadismo, che rientra nella psicopatologia
sessuale e non sessuale, va tenuto presente il piccolo sadismo che costituisce una componente non rara,
spesso inconsapevole e ignorata, di molti comportamenti della vita quotidiana. Segnali di piccolo
sadismo sono reperibili in vari settori: nella famiglia, nella scuola, nel posto di lavoro, nei rapporti sociali.
L'autorit costituisce non raramente una copertura per sfogare cariche aggressive fino allora represse
come anche frustrazioni varie: il superiore tiranneggia l'inferiore. In varie situazioni, ammantato dalle
migliori intenzioni, affiora, pi o meno consapevolmente, il gusto di umiliare, dominare, ridurre al
silenzio altri esseri umani. Esiste, tra l'altro, un sadismo morale non meno crudele di quello fisico. In
che cosa il soggetto aggressivo-distruttivo si differenzia da quello sadico? La risposta a questo quesito viene
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fornita da Fromm. La persona aggressiva vuole annientare l'oggetto, cio eliminarlo e sbarazzarsene,
distruggendolo. La persona sadica vuole rendersi padrona di un'altra, dominarla, anche farla soffrire, ma
non vuole distruggerla, perch, se l'oggetto scompare, egli subisce una perdita. Anzi, il sadico -e questa e
la singolarit di questo particolare legame- giunge ad amare la sua vittima, ma la ama unicamente perch
la domina. Pu dimostrarsi pieno di sollecitudine e di premure verso di lei, pronto a concederle tutto,
tutto tranne una cosa: il diritto di essere libera e indipendente.
d) Tipo autodistruttivo
Non sempre e possibile per l'individuo esprimere in modo manifesto la propria rabbia, scaricandola
sugli altri. Talvolta la libera manifestazione esterna dell appare poco vantaggiosa, inopportuna, poco
economica; d'altra parte, lo stesso individuo non ha la capacita o la volont di nascondere, soffocare,
reprimere la pulsione aggressiva.
Se per una qualche ragione -ha scritto Fromm- gli altri non possono diventare l'oggetto della
distruttivit di un individuo, facilmente sar il suo Io a diventarlo. Quando ci accade in modo
rimarchevole, il risultato e spesso una malattia fisica e talvolta pu essere tentato il suicidio.
La dinamica psichica che sottende questo strano processo e la seguente: a un certo punto, l'originaria
aggressivit cambia direzione, inverte la marcia e si rivolge verso lo stesso individuo. E quanto
comunemente accade quando ci mordiamo le mani per la rabbia o, colti da una sgradevole notizia, ci
colpiamo la fronte col palmo della mano in gesto espressivo di malcontento e di disappunto.
La modalit autoaggressiva richiama alla memoria l'episodio dantesco dell'iracondo Filippo Argenti
(Inferno, Canto VII), il quale, al colmo della collera, sfoga su se stesso la rabbia che non ha potuto
manifestare contro Dante.
Tutti gridavano: A Filippo Argenti! il fiorentino spirito bizzarro. In se medesimo si volvea co'
denti.
AGGRESSIVIT COSTRUTTIVA O OPERATIVA
Una aggressivit di questo tipo non distrugge, ma opera . Ci implica l'esistenza di una ricchezza
ed esuberanza energetica, cui si associa il desiderio di agire in senso produttivo e di realizzarsi. Da forza
primordiale, brutale, potenzialmente anche distruttiva, l si trasforma e si incanala verso obiettivi, che
corrispondono agli interessi dell'individuo e della societ in cui vive.
a) Tipo assertivo (o costruttivo) e sue varianti
Gli psicologi americani fanno la distinzione fra aggression e assertion. L'aggression, corrispondente
all'aggressivit distruttiva, di cui abbiamo parlato, e un processo reattivo a una situazione di minaccia e
di stress ed e associato a sentimenti di rabbia, paura e angoscia; esso fa parte del sistema di autoprotezione.
L'assertion, equivalente al nostro concetto di energia operativa, fa parte di un altro sistema, il sistema di
autoattivazione; comprende la tendenza dell'uomo a essere attivo, a formulare progetti e a porli in atto 31,
Il tipo assertivo o costruttivo riesce a far coincidere, come si e detto, il proprio interesse con quello
connettivo. L'Io e il Sociale sono fra loro armonizzati.
Fromm ha considerato il lavoro come componente essenziale dell'attivit spontanea dell'uomo: il lavoro
come creazione, in cui l'uomo diventa uno con la natura nell'atto della creazione. L'Io e tanto forte quanto
e attivo " 32,
Tallent ha distinto alcune variet di personalit attiva e costruttiva: il tipo cooperativo e il tipo
responsabile e, circa la strategia impiegata per il conseguimento degli obbietti, il tipo metodico e
programmatore e il tipo combattivo. Di questi ultimi due il primo disdegna l'approccio violento al
problema ma affida le sue probabilit di successo all'organizzazione e al metodico impiego dei suoi mezzi.
L'altro, la persona combattiva, dispiega mentalit e comportamento tipici di un militare, di un guerriero
nell'affrontare problemi e difficolta.
In una collocazione diversa va posto il tipo carrierista. Il fenomeno del carrierismo ha stimolato
l'interesse della psicologia sociale: esso costituisce una riedizione in chiave moderna e burocratizzata dell
competitiva e, come questa, pu contenere germi di dominio, di sopraffazione e di autoritarismo.
L'americano M. Maccoby, della Harvard University, ha studiato il comportamento di 250 manager
di dodici grandi societ statunitensi. In base ai risultati di numerose indagini, anche arricchite dall'ausilio
di test proiettivi, i soggetti sono stati suddivisi in alcune categorie.
La prima categoria comprende i cosiddetti direttori artigiani, individui disinteressati, idealisti,
innamorati del proprio lavoro e immuni dal contagio carrieristico.
La seconda categoria, quella degli uomini della ditta, e composta da individui insicuri, pavidi,
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burocratizzati.
La terza categoria, i cosiddetti gmesmen o giocatori, e composta da persone un po' infantili, che
considerano la lotta per il potere come la partecipazione a una partita di calcio: non hanno altro obiettivo
che quello di segnare un goal, di conquistare un punto a loro favore.
L'ultima categoria, i cosiddetti combattenti della giungla, e formata da persone aggressive?
ambiziose, che provano il gusto e l'ebbrezza del comando, del prestigio e del potere. Essi rappresentano
la forma degenerativa e deteriore del fenomeno del carrierismo 33.
b) Tipo passionale
Varie volte nel linguaggio comune si ascoltano frasi come queste: Quel tale ha la passione per lo
studio oppure e appassionato per la ricerca scientifica e cosi via. La parola passione indica in questi
casi la spinta, l'anelito a conoscere, la tensione conoscitiva, che anima queste persone. E una forza interiore
che rappresenta un importante incentivo per la realizzazione nell'ambito culturale e sociale. Chiameremo
passionale l'individuo dotato di una energia, potenzialmente aggressiva, ma mobilitata e indirizzata a scopi
ideali, posti su un piano superiore nella scala dei valori umani 34.
Nella terminologia psicoanalitica prende il nome di sublimazione un particolare meccanismo di
difesa, in base al quale forze pulsionali subiscono una trasformazione cosi radicale da perdere, almeno in
apparenza, le caratteristiche di partenza. Questa trasformazione o metamorfosi pu interessare vari campi:
da quello gnoseologico o scientifico a quello ideologico e politico, da quello militare (ricerca di gloria nel
campo d battaglia) a quello religioso (spirito missionario, propagazione di una fede e cosi via. Per la
dottrina psicoanalitica tutta la cultura e manifestazione di un processo di sublimazione.
La trasformazione nel tipo passionale pu rappresentare il trionfo di una concezione eroica che si
oppone a quella di una vita senza scopi e senza ideali, opaca e grigia. L'aspirazione a questo modello e data
dal mito dell'eroe, che e fiorito nella mitologia classica di Grecia e di Roma con la creazione di figure come
Ercole, Teseo, Perseo. Secondo Jung, la figura dell'eroe e un archetipo che e esistito sin da tempi
immemorabili. La battaglia dell'eroe e del dragone mostra il tema archetipico del trionfo dell'Io sulle
tendenze regressive.
Sulla stessa linea si pone l'episodio dell'Ulisse dantesco, l'eroe insaziabile di sapere: Fatti non foste
a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza (Iferno, XXVI).
LIBIDO
(sessualit)
EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI LIBIDO
La sessualit, dal primitivo concetto di bruto istinto biologico, ha ricevuto con l'assunzione del
termine libido un significato pi estensivo che supera i confini del puro e semplice aspetto fisico.
Freud nelle sue prime opere limito il concetto della libido al solo contenuto sessuale: nel pensiero
psicoanalitico classico la libido rappresenta 'aspetto psichico della pulsione sessuale.
Al XVIII congresso internazionale di Medicina, tenutosi a Londra nel 1913, Jung fece un'importante
affermazione, nella quale erano G chiare le premesse del suo dissenso e del suo futuro distacco da Freud;
lo psicanalista svizzero affermo: Propongo di liberare la teoria psicoanalitica dalla sua concezione
puramente sessuale. Al posto di tale concezione vorrei introdurre nella psicologia della nevrosi un punto
di vista energetico.
Con questo intervento prendeva avvio una considerazione pi estensiva del concetto di libido, quale
impulso generico vitale, forza universale e plastica della vita, qualcosa che potrebbe equipararsi all'lan
vital di H. Bergson. Per Musatti la libido e l'istinto sessuale concepito dinamicamente.
DINAMICA DELLA LIBIDO
Applichiamo ora sul piano della psicologia pratica alcuni concetti mutuati dal campo della fisica.
Se la libido e un'energia plastica, dinamica, alla ricerca sempre di nuovi oggetti investimenti) e
suscettibile di trasformazioni, e evidente che pu aprirsi un discorso economico della libido ed essere
preso in considerazione un suo bilancio ). Nel bilancio poi distingueremo la parte riservata al dare e
quella riservata all'avere.
Questo modo di ragionare, in apparenza un po' banale, in realt risulta utile perch ci permette
l'individuazione di alcuni tipi psicologici.
Nel settore del dare sono riconoscibili due comportamenti completamente opposti riguardo la
gestione della libido: il tipo oblativo o deitivo e il tipo narcisista.
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Il primo e l'individuo tutto-dare, generoso, disinteressato, pronto sempre a investire nuove energie
nell'oggetto. Non pensa a se stesso ma si preoccupa unicamente del bene della persona amata, per la quale
e pronto a sacrificarsi.
Il tipo narcisista ha, invece tutta Ia libido concentrata e trattenuta nel proprio Io: e un individuo
arido sentimentalmente, restio a comunicare con gli altri, a espandere la libido nell'ambiente. La sua vita
affettiva e superficiale, senza capacita di empatia; la relazione con gli altri e a tipo parassitario e ha per
scopo lo sfruttamento.
Nel settore dell'avere un soggetto attira la nostra attenzione: e il tipo abbandonico. Costui vive
sempre in continua carestia libidica, ha sempre l'idea fissa di essere abbandonato e di non essere amato
a sufficienza, avverte un estremo bisogno di protezione e di aiuto. Alla base di questa ingordigia e
incolmabile esigenza libidica sussistono grossi guasti psicologici: insicurezza, svalorizzazione e regressione
infantile.
Desiderando fornire un'idea sintetica della libido alla luce dei concetti dinamici sopra esposti, non
troviamo di meglio che tracciare idealmente una figura geometrica formata da tre cerchi concentrici,
ognuno dei quali corrisponde a un particolare aspetto in cui pu esprimersi nell'uomo l'energia libidica.
Questa tripartizione e resa necessaria dalla molteplicit di significati che la psicologia moderna
attribuisce.
Aspetto biologico. Un primo cerchio, quello pi interno, simboleggia la libido-sessualit, intesa quale
bisogno appartenente alla pura sfera fisica.
Aspetto affettivo. Il cerchio intermedio esprime l'aspetto amore-comunicazione, che si esplica in
campo relazionale, sia interpersonale che sociale. La libido e un atto emotivo (affetto, tenerezza) e, al tempo
stesso, un atto conoscitivo, quale unica via per afferrare il nucleo pi riposto della personalit di un nostro
simile.
Aspetto creativo. Il terzo cerchio, quello pi periferico, indica la libido sublimata nella creazione
(l'arte, la conquista scientifica, lo slancio umanitario o mistico).
LA LIBIDO COME SESSUALIT: TIPOLOGIA
In via estremamente sintetica si pu affermare che i temperamenti umani dimostrano nei confronti
della sessualit modalit comportamentali eterogenee, variando tra due opposti versanti: quello sessuale
iperattivo e quello iposessuale o asessuato.
a) Comportamento sessuale iperattivo
Freud, nel 1931, studiando la variet dei comportamenti umani nella gestione della libido, elaboro
un concetto di tipoerotico ), caratterizzato da intensa vita amorosa. Costui e un soggetto animato da
grandi passioni, un individuo che vuole amare ed essere amato, e che orienta la sua vita all'insegna del
piacere e dell'eros. Tormentato da due grosse paure: quella di non essere amato a sufficienza e quella di
perdere l'oggetto di amore. Questa impostazione psichica fa s che egli tenda a legarsi a doppio filo con
la persona amata e stringa con lei un vincolo tenace, fino a un rapporto di vera dipendenza.
Punte pi elevate di ipererotismo si osservano nel dongiovannismo nell'uomo e nella ninfomania
nella donna. Nonostante tutte le apparenze, queste due condizioni non rappresentano stati di intensa
potenzialit libidica: tutt'altro. Il soggetto, maschio o femmina che sia, attraverso nuove esperienze sessuali
con soggetti diversi, cerca di giungere alla piena gratificazione che non riesce a ottenere con modalit
matura in un singolo rapporto. Si pu dire che il soggetto cerca di supplire all'incapacit di amare,
moltiplicando le prestazioni erotiche.
Sia in un caso che nell'altro, come ha fatto osservare Feniche, il plus apparente e in realt un
minus. Nell'uomo si associano narcisismo e sentimenti di inferiorit che egli tenta di contraddire
portando le prove dei propri "successi" erotici; nella donna la ninfomania costituisce una
pseudoipersessualit, che talvolta nasconde una frigidit.
Altre forme di ipererotismo (erotomania e satirismo) sono di pertinenza della psicopatologia.
Va notato che l'ipererotismo e l'enfatizzazione psicologica del sesso, oggi artificialmente creata nella
nostra cultura dai mass media, non sempre forniscono con generosit gioie e gratificazioni: spesso, anzi,
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creando troppe attese, sono fonti di insoddisfazione e di delusione. D'altro canto, Freud ha affermato che
un certo grado di repressione in campo sessuale e elemento potenziante dell'efficienza.
b) Comportamento iposessuale o asessuato
Nel campo femminile possono verificarsi comportamenti iposessuali, talvolta addirittura asessuati
o sessuofobici: e allora una vera e propria fuga dal sesso, in genere caratteristica di personalita immature.
L. J. Friedman 5 ha segnalato tre tipi di donna che impersonano questa condizione.
Il primo, detto la bea addormentata nel bosco, e rappresentato da una donna psicologicamente
infantile, la quale intreccia con il compagno una relazione di tipo fraterno. Ne emerge una coppia del tutto
particolare, di eterni studenti, spesso dipendente dai genitori sia dal punto di vista economico che
psicologico.
Il secondo tipo e quello dell'ape regina. Qui il rifiuto del sesso e legato a un insanabile conflitto: la
donna vuole un figlio, ma respinge la sessualita, considerandola come qualcosa di sporco e di degradante.
Il compagno viene relegato in una posizione del tutto marginale nella casa. Tutta l'attenzione della donna
e rivolta e concentrata verso la prole, per la quale essa ha compiuto il sacrificio di sottostare al sesso.
Il terzo tipo e impersonato dalla varieta detta Bruntlde. Qui, piu che di vera ostilita verso il sesso,
si ha un'invincibile antipatia verso la figura maschile, della quale la donna teme un'eventuale posizione
di dominio. Nella convinzione che la femminilita, e lo stesso atto sessuale, siano segni di debolezza e di
passivita, la Brunilde rifiuta l'incontro e ingaggia col maschio una vera e propria battaglia dei sessi.
Ci occuperemo ancora di questo tipo quando si affrontera il tema della mascolinita nella donna.
Ai tre tipi di Friedman se ne puo aggiungere un altro, anch'esso caratterizzato da poverta di vis
sessuale: e la donna bambina o moglie bambina, immatura, passiva ma al tempo stesso possessiva. Si
e detto che questo tipo femminile cha sposato il padre, perch le faccia da madre. Possiede una sessualita
immatura, che si appaga di carezze extragenitali? ed e del tutto impreparata a un rapporto completo.
Nel campo maschile l'evenienza piu frequente e data da una sessualita, piu che psicologicamente
carente, inibita e disfunzionale nel suo espletamento (impotenza, eiaculatio praecox ecc.). Sullorigine delle
turbe maschili della sfera genitale si e attribuita, piu o meno a ragione, la colpa a difetti educativi (eccessivo
rigorismo morale) che hanno generato ansieta e complessi di colpa verso il sesso.
In genere, il terreno nevrotico rappresenta il pabulum piu fertile per l'impianto di disfunzioni
sessuali. Il soggetto nevrotico non raggiunge rnai la piena maturita psichica e sessuale e non riesce ad
affermare il pieno significato dell'amore, inteso quale perfetta sintesi di affetto e di sesso. In particolare, il
nevrotico ossessivo, individuo permanentemente tormentato dalla propria coscienza, sembra costituire il
tipo maggiormente inibito sul piano sessuale.
LA LIBIDO COME AMORE E COMUNICAIONE
Nel rapporto interumano la libido, quale espressione di amore e di comunicazione, si identifica nel
movimento verso gli altri secondo Horney 6, La sua importanza nello sviluppo della personalita umana
e cosi grande che si e affermato, crediamo con ragione, che una parte dei mali del mondo non deriva tanto
dalla paura e dall'odio, quanto dalla mancanza di amore 7.
Il nucleo piu importante del rapporto di amore e la componente deditiva: sotto questo aspetto la
libido diventa superamento del proprio egocentrismo, negazione del narcisismo, che invece significa
ripiegamento e ritiro in se stessi.
c Cio che conta -ha scritto Bargellini- e dunque amare, non essere amati. Invece, noi uomini riconosciamo
la legge dell'amore, ma la intendiamo tutta e soltanto a nostro vantaggio. Ammesso che il centro di gravita
universale sia l amore, noi ci mettiamo nella posizione di chi riceve, senza mai dare o, per lo meno, lando
in misura minore di quanto si riceva. In una parola noivogliamo, prima di tutto e soprattutto, essere
amatiE. AIbert Camus fa dire a un suo personaggio: Non essere aati e una sfortuna; la vera disgrazia e
quella di non amare 9.
L'espansione libidica presenta vari gradi di intensita: si va dalla semplice simpatia, prima forma di
approccio superficiale e incostante, all'amiciia, al cameratismo, fino ad arrivare al vero affetto e alla
tenerezza. Una tipologia dell'affettivita e estremarnente difficile perch le modalita di trasmissione
comunicativa interumana sono svariate, come le tonalita e le sfumature di colore nella tavolozza di un
pittore.
F. Antonini e M. T. Pancora l0 hanno distinto tre forme dell'amore, come tre gradini, che senano un
crescendo di maturita nel rapporto:
-amore assorbente: e laforma piu primitiva e rudimentale del sentimento amoroso, cioe quella che
tende unicamente ad incorporare, assorbire, possedere l'oggetto desiderato;
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-amore identificazione: forma intermedia, in cui il soggetto supera i limiti della sua individualita in
quanto vi include l'oggetto che ama;
-amore sacrificio: e la forma piu matura ed elevata, in cui il soggetto si pone a totale disposizione
dell'essere amato trascurando completamente se stesso.
D. Origlia ha richiamato l'attenzione su talune modalita di amore che contraddistinguono particolari
relazioni di coppia:
Amore di tipo amministrativo. In questo tipo di relazione i soggetti, fortemente egocentrici e
narcisisti, non comunicano fra loro, rimangono in posizione di distacco. Il rapporto rimane su di un piano
urocratico, circoscritto ai problemi della vita quotidiana, e non riesce a colmare le fondamentali esigenze
affettive.
Amore di tipo assistezia,'e. 'na delle due parti assume nei confronti dell'altra un atteggiamento
spiccatamente protettivo. La componente deditiva e molto forte, i sentimenti sono nobili e generosi. Origlia
ha portato l'esempio della ragazza bella e colta, la quale, consapevolmente, stabilisce un rapporto
sentimentale con un giovane paraplegico, paralizzato nella meta inferiore del corpo. Con questa scelta la
ragazza fa atto di rinuncia a ogni gratificazione sul piano sessuale e sociale, per divenire schiava
dell'infermita del suo compagno. E un tipo di amore oblativo (con qualche venatura di masochismo), che
sfocia nel sublime.
Amore di tipo patero (o materno). In questa modalita uno dei membri della coppia non si pone su
un piano di parita con l'altro, rna assume modelli comportamentali di tipo paterno o di tipo materno. Il
soggetto che instaura questo tipo di rapporto, uomo o donna che sia, e pieno di buone intenzioni, generoso
e premuroso nei confronti dell'altro, ma il suo sentimento, fatto anche di possessivita e di gelosia, finisce
col dimostrarsi soffocante, non lascia spazio alla realizzazione della personalita altrui.
Amore di tipo filiale. E la condizione inversa alla precedente ma, al pari di questa, crea una
non-parita, uno stato di dipendenza. Qui il soggetto identifica nel compagno (o nella compagna) il genitore
che ha lasciato: la madre (nel caso di un uomo), il padre (nel caso di una donna). La modalita rispecchia
un arresto nell'evoluzione psicologica: una fissazione a uno stadio infantile.
LA LIBIDO COME CREAZIONE
Nella terminologia psicoanalitica la libido trsformata ed elevata viene detta sublimata e
sublimazione viene chiamato il relativo processo di cambiamento ed elaborazione. Vediamo ora, in
rapida rassegna, le superiori dimensioni che l'uomo puo raggiungere in virtu di questa processo di
metamorfosi libidica.
Creativit e arte. La libido e slancio verso la crativita Nell'arte l'impulso creativo e trasformazione
li6idica: e una forza vitale che, come afferma Jung, vive e cresce nell'inconscio dell'uomo, come un albero
cresce sul suolo in ui assorbe il suo nutrimento. E stato dato a questa forza cretiva il nome di complesso
autonomo, proprio per sOttoli1leare questa caratteristica di rappresentare qualcosa che ha una propria
vita ed e piantata sul fondo delltanimo dell'umo.
Senso estetico. Il cosiddetto senso estetico, I'apprezzamento del bello, e emanazione libidica. La
capacita di trasferire parte della propria potenzialita libidica in campE estetico e stata chiamata
atteggiamento o suggestione stetica. E. Wood 12 ha definito uomo della bellezza l'individuo dotato
di gusto del bello e capace di apprezzare il valore estetico deli oggetti.
Spirito amanitariO e altruismo. Nell'altruismo e l'esistenza o la personalita dell'altro che diventa un
motivo di agire e qualche volta per sacrificare se stessi con piena consapevolezza del sacrificio.
La storia, antica e moderna, offre vari esempi di personaggi che hanno dedicato la loro vita al
servizio di elevati ideali umanitari.
Fra gli innumerevoli esempi, citiamo quello del medico francese Albert Schweitzer, premio Nobel
per la Pace (1952), che fondo l'ospedale e lebbrosario di Lambarn nel Gabon, e quello di Florence
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Nightingale, che porto durante la guerra di Crimea la sua Opera instancabile di infermiera negli ospedali
a favore dei soldati feriti.
Non sempre per l'altruismo e genuino. Accanto a esso va posto un altro tipo di altruismo, che
chiameremmo spurio. Esso e rappresentato da due tipi di soggetti che non seguOnE un ideale di pura
e sincera dedizione: sono gli altruist camuffati e quelli narcisisti.
I primi sono persone che pongono alla base della loro offerta di aiuto una quota di interesse
personale, piu o meno cOnsapevole piu o meno nascosto. Ce qui parat gnrosit -scriveva La
Rochefoucauld- n'est souvent qu'une ambition dguise, qui mprise de petits intrts pour aller de plus
grands.
Gli altruisti narcisisti sono individui che traggono gratificaZjoni nel sentirsi buoni e generosi e
nell'esporsi, come tali, allammirazione e al plauso dell'opinione pubblica. Un immenSo autocompiacimento
si accompagna ad una grande vanit interiore
Misticismo. Secondo la teoria psicoanalitica la religione rappresenta una forma particolare di
sublimazione o trasformazione di originrie tendenze libidiche o aggressive.
Secondo una concezione spirituale, l'esperienza religiosa, e miSica in particolare, costituisce una vera
conversione, cio uno spostamento degli obiettivi esistenziali verso valori che, superando le apparenze
fenomeniche del mondo, servano ad appagare l'ansia di eterno e di assoluto che e nell'uomo.
Passione del sapere. La passione scientifica non e altro che esaltazione del comune interesse
gnoseologico, che e proprio del'uomo (anche se in embrione e presente negli animali superiori) 15, L'uomo
puo puntare alla conquista scientifica come affermazione propria, o anche come ricerca di potere, ma puo
essere animato anche da puro amore, da passione disinteressata. Scienza e arte sono idealmente
collegate. Boris Chain, premio Nobel 1945, ha cosi affermato Io credo che la sciena creativa e le attivita
artistiche siano strettamente collegate. Secondo il mio parere, la scienza e un'occupaZione artistica.
TONO DELL'UMORE: TIMISMO
CONCETTO DI TIMISMO
Ogni modalita di azione, ogni momento dell'esperienza racchiude una tonalita affettiva che e vissuta
dall'individuo, a seconda dei casi, nel registro del piacere o in quello del dolore, della letizia o dell'angoscia.
Le modalita, con le quali viene effettuata questa registrazione, variano sensibilmente da individuo a
individuo.
Supponiamo che a un colloquio psicologico si presentino due soggetti. Il primo di essi ha
un'espressione del viso soddisfatta, dichiara di avere buon appetito, di svegliarsi fresco e riposato tutte le
mattine, di essere sempre, o quasi sempre, contento e di essere interiormente convinto che la vita e in
generale un'esperienza decisamente positiva, che merita di essere vissuta.
Il secondo soggetto, invece, ha il volto soffuso di sconforto e di sfiducia, si lamenta di non avere
appetito, di svegliarsi al mattino piu prostrato e piu stanco che alla sera, di essere intimamente
insoddisfatto, e dichiara di essere privo di interessi e di gratificazioni: per lui la vita e un'esperienza del
tutto negativa.
Va notato che nessuno dei due soggetti presenta nella propria storia, recente o passata, awenimenti
n particolarmente esaltanti n eccezionalmente catastrofici tali da giustificare i rispettivi opposti
atteggiamenti.
Di fronte a simile evidenza non esiteremmo a chiamare il primo individuo un cuor contento e a
definire il secondo uno sfiduciato e, al limite, un depresso. Siamo cosi entrati in contatto con un nuovo
aspetto del temperamento -il tono dell'umore- che e solo in parte influenzato da fattori esterni, gli eventi
della vita, ma e soprattutto connesso con il grado di sensibilita e con la direzione della risposta emotiva
propri del singolo soggetto.
La sensazione interna di benessere o di malessere riceve diversa terminologia a seconda della
natura e dell'origine del messaggio che pervengono all'individuo.
Prende il nome di cenestesi la sensazione di benessere o di malessere che interessa il piano
puramente fisico dell'individuo.
Il tono dell'umore e un'entita che riguarda la nostra psiche e precisamente la parte inferiore di essa,
quella che fa parte del temperamento ed e piu vicina alle radici biologiche del nostro essere.
Vi possono essere tre posizioni circa l'orientamento del tono dell'umore:
a) orientamento verso l'alto, verso il benessere psichico: persona ipertimica o iperforica;
b) orientamento verso il basso, verso il malessere psichico: persona ipotimica o ipoforica;
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c) orientamento oscillante fra i due poli: persona distimica o disforica.
Il tono dell'umore fa da supporto a un'altra dimensione che appartiene alla sfera psichica piu elevata
e che condiziona la visione e l'interpretazione, piu o meno ratificante, delle cose e degli avvenimenti. In
base a questa dimensione, non piu temperamentale, ma caratteriale, gli individui si dividono in ottimisti
e pessimisti.
I tre settori {fisico, temperamentale e caratteriale) non costituiscono compartimenti stagni ma
situazioni intimamente comunicanti: impossibile praticare una separazione netta fra di loro.
Facciamo un esempio. Una persona in perfetta forma sul piano fisico ha molte ragioni per esser ben
disposta e di buon umore (livello del temperamento) e questa stessa persona e portata a intrecciare rapporti
con gli altri, a vedere le cose tinte in rosa, a essere fiduciosa e ottimista (livello del carattere. L'inverso
avviene se l'individuo e pieno di malattie e di acciacchi fisici: costui avra una posizione ipoforica di fondo,
che a sua volta condiziona la sua visione del mondo, sospingendolo in direzione pessimistica. Tutto questo,
naturalmente non in senso assoluto, ma come generale linea tendenziale.
Esiste in ogni individuo un delicato meccanismo regolatore, in virtu del quale si stabilisce una
propria tonalita interiore nei confronti dell'umore che costituisce il grado di ottimismo (dalla parola greca
thffos). (uesto puo paragonarsi alla lancetta di un barometro, che puo essere orientata ,erso le alte pressioni
e indicare bel tempo, oppure essere orientata verso le basse pressioni ed essere foriera di maltempo e di
temporale.
La regolazione della funzione timica sembra avere il suo centro nella regione ipotalamo-diencefalica.
I gradi estremi delle turbe del timismo (ebbrezza maniacale, depressione melanconica, psicosi
maniaco-depressiva) rientrano nella psichiatria ed esulano dagli scopi del presente lavoro. Siamo qui invece
interessati alle piccole alterazioni, in base alle quali e possibile distinguere tre modalita di temperamento:
-iperforico
-ipoforico
-disforico o alternante.
TEMPERAMENTO IPERFORICO
Un individuo di tal genere, posto di fronte a eventi fortunati o favorevoli, ha esplosive reazioni di
gioia. In situazioni avverse ha un enorme potere di recupero e difficilmente si scoraggia: finisce per
trovare qualche appiglio buono, qualche risvolto favorevole, qualche lato piacevole.
gradevole incontrare nella vita un individuo simile, e difatti egli di solito diviene il beniamino
delle riunioni conviviali, delle comitive, in seno alle quali porta una nota di invincibile allegria e fiducia.
Inutile aggiungere che egli si sente sempre in gran forma: pieno di prospettive allettanti, ha sempre bisogno
di fare qualcosa, di esternare la sua innata gioia di vivere.
C' un'altra caratteristica da segnalare: la proprieta, per cosi dire, contagiante e proiettiva del suo
buon umore. Non solo egli permea la sua vita di allegria, ma la irradia all'esterno, creando all'intorno
una piacevole atmosfera.
Se questo e l'aspetto fenomenico, qual e la dinamica posta in atto da questo soggetto? Quale il
segreto che gli consente di avere una visione cosi gratificante della realta e di se stesso?
Anzitutto il soggetto iperforico usa una strategia capace di allontanare da s ogni conflittualita. In
secondo luogo egli esprime liberamente all'esterno le proprie emozioni e ricorre il meno possibile a
meccanismi repressivi; non si fa scrupoli di mostrare agli altri quello che sente, non indossa alcuna
mascera. In terzo luogo, si espande liberamente nel campo dell'immaginazione, della fantasia, del sogno,
non si rinchiude in un realismo coartante, non accetta una visione obiettiva, ma squalificante della realta.
In quarto luogo, mostra una eccezionale tolleranza agli insuccessi, e questo perch meno degli altri e legato
al bisogno di approvazione sociale e di autostima: e, infatti, poco suscettibile e poco sensibile alle critiche
e ai rimproveri. Infine, egli offre minore resistenza alle tentazioni regressive infantili, non disdegna di
tornare spiritualmente bambino con tutta la sua carica di gioiosita, ingenua e spensierata.
Il quadro cambia completamente quando l'iperforico degenera nello psicopatico ipertimico. In
questo caso l'allegria diviene smodata e i problemi etici si dissolvono: la condotta sociale e irriflessiva,
talvolta scorretta, frequenti i litigi.
Gli argini stanno crollando e viene varcata la linea di confine che separa il normale o il paranormale
dal patologico.
TEMPERAMENTO IPOFORICO
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Siamo sul versante opposto. Col prevalere del sentimento di paura su quello di speranza, e del
sentimento di diffidenza su quello di fiducia, si instaura quello stato psichico che si chiama ipoforico o
depresso.
Non l'abbattimento momentaneo che caratterizza questo temperamento, ma la sfiducia elevata a
sistema di vita: e l'atteggiamento avvilito e sconfortato, che e diventato cronico e che accompagna ogni
atto e manifestazione della vita.
Non raramente questo stato d'animo assume un linguaggio corporeo: e come se il timismo deflesso,
il cattivo umore, si trasferisse dalla psiche al corpo e assumesse, come suol dirsi, una maschera somatica.
E la depressione latente (ndelying depression degli autori americani) che si presenta con vari quadri clinici,
tra i quali l'astenia fisica mattutina, la dorsolombalgia persistente, la cefalea tardiva cronica.
In qualche caso la depressione puo addirittura confluire in una vera ipocondria, termine con il quale
si intende la tendenza a prestare continua attenzione allo stato di salute e ad attribuirsi malattie sulla base
di segni insignificanti, o anche in assenza di questi: l'insoddisfazione si accompagna a lamentazioni
riguardanti la propria salute, fino a cadere in uno stato di invalidismo cronico, querulo e lamentoso.
Non c'e organo, si puo dire, n apparato, che non possa dare il suo contributo nell'arricchire l'elenco
dei sintomi che tormentano l'ipocondriaco: palpitazioni di cuore, turbe della digestione, dolori colici,
vertigini, e altri ancora. Di solito questo individuo e assiduo lettore di riviste mediche, compra enciclopedie
di medicina, si sottopone a cento esami. E riconoscibile nella sala di attesa del medico perch porta con s
voluminosi incartamenti contenenti ricerche, analisi, lastre radiografiche. Si stabilisce una specie di
simbiosi fra lui e la malattia, per cui si pub dire che l'ipocondriaco vive per essere malato, sino al
paradosso di provare una specie di masochistica compiacenza nell'essere o nel dimostrarsi tale.
TEMPERAMENTO ALTERNANTE O CICLOIDE
Nella sua manifestazione piu clamorosa, l'alternanza delle due polarita timiche costituisce la psicosi
maniacodepressiva. Occupandosi di tipologia umana nell'ambito della normalita limitiamo il nostro esame
alla forma lieve di distimismo, che corrisponde alla comune dizione di umore instabile.
Le Gall scrive in proposito: Rassicuriamoci. I cicloidi leggeri sono legione attorno a noi. Si potrebbe
anzi dire, senza arrischiare troppo, che gli spiriti normali non sfuggono quasi a queste alternative di fasi
di allegrezza, di attivita un po' agitata, e di disperazione di preoccupazione e di umore stanco l
Nelle persone piu chiaramente cicloidi questi sbalzi di alterna polarita si verificano con piu
intensita e frequenza. In genere, una di queste fasi coincide con qualche avvenimento esterno (o positivo
o negativo) che la provoca. Cio e favorito dal fatto che il temperamento cicloide e al tempo stesso un tipo
nervoso e ipersensibile. Basta poco per scatenare vistosi mutanenti di umore. Non sempre una notizia
grave a precipitarlo nell'abbattimento, mentre po essere sufficiente una giornata di pioggia.
Fra le varie diagnosi di ordine medico e psicologico assegnate al poeta e scrittore francese Alfred
de Musset (18I0-1857), quella di costituzione cicloide sembra la piu attendibile. Nella sua biografia si puo
rilevare un succedersi di periodi di febbrile eccitazione e di intensa produttivita artistica che si alternano
a lunghe pause depressive, nelle quali prevalevano la sfiducia e lo scoraggiamento. Nell'ultima parte della
vita si aggiunsero turbe psichiche complesse, forse crisi allucinatorie da etilismo cronico, ma
l'atteggiamento temperamentale di tipo cicloide accompagno l'artista per tutta la sua esistenza. La maniera
con cui furono composte le ultime poesie, stando al racconto del fratello Paul, rivela il carattere periodico
del tono umorale delo scrittore. Dopo due giorni e due notti di ininterrotto lavorol senza aucun signe de
fatigue sur son visage, subentro una brusca caduta del livello timico con polarizzazione del pensiero su
temi di tristezza, noia e disgusto.
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PARTE SECONDA
I CARATTERI
I FONDAMENTI DELLA CARATTEROLOGIA
DEFINIZIONE E CONCETTO DI CARATTERE
Il carattere e il modo abituale, costante e globale, proprio di un individuo di reagire all'ambiente
sociale in cui si trova inserito. Per la costanza dei suoi tratti, il carattere permette di differenziare un
individuo e di distinguerlo dagli altri come un marchio o un segno inciso nella sua personalita, e di qui trae
appunto origine il termine.
Sfogliando la letteratura sul tema carattere, si rimane colpiti dal gran numero e dalla grande
varieta di definizioni. La piu sintetica e laconica e quella di A. Niceforo: Carattere e l'io in societa. Ma altre
si distinguono anche per la loro semplicit:
F. R. Paulhan: il carattere e cio che fa che una persona sia se stessa e non un'altra.
Ey, Bernard, Brisset: E la fisionomia originale dell'individualita psichica.
K. Arduin: E il modo costante ed abituale con il quale si reagisce ad uno stimolo esterno o
interiore5.
Altre definizioni sono un po' piu complesse e rispecchiano concezioni personali dell'autore sul piano
psicologico e filosofico. Per L. Klages, ad esempio, il carattere e dato, oltre che da una sua particolare
natura e struttura di eIementi, nella differente proporzione dell'istinto di affermazione e dell'istinto di
abnegazione all'interno delle singole personalit. Mentre per E. Spranger il carattere e la diversa tipica
attitudine assunta dalla persona, di fronte a valori, quali quello estetico, economico, politico, sociale,
religioso 7.
Il carattere si struttura gradualmente nel corso della vita sotto l'influsso di fattori ambientali
(famiglia, educazione, stato sociale ecc.) i quali operano in modo vario modificando le tendenze iniziali di
partenza: esso non e propriamente un fattore biologico, ereditario o culturale, bensi la risultante di essi.
Il mistero della persona: cosi P. Mounier, intesta il primo capitolo del suo classico Trattato del
carattere 9. Il titolo ben sottolinea l'estrema drfficolta dell'approccio caratterologico.
L'autore fissa poi alcune regole fondamentali, che stabiliscono i limiti delLa caratterologia:
-non esiste un tipo caratteriale puro. L'orgoglioso, il paranoico, l' ipocrita e cosi via, sono figure
teoriche, astratte. La realta della psiche umana e ben piu profonda e complessa;
-i tipi sono realta di ordine statistico. Essi indicano una media e non valgono per tutti i soggetti
della categoria presi individualmente;
-i tipi non sono cristallizzazioni stabili. Pur godendo il carattere di una certa stabilita, si tratta di una
stabilita plastica e non rigida: e una struttura non ragguagliabile a un blocco di granito, n a un
impasto di molle cera, bensi a una costruzione solida e, al tempo stesso, modificabile.
Se, in ragione di questi limiti, siamo costretti a rinunciare a una caratterologia perfetta e ideale, non
dobbiamo scoraggiarci e abbandonare il nostro intento.
Esiste una caratterologia piu accessibile, piu a portata di mano, che indaga gli aspetti
comportamentali piu usuali di un individuo, gli stili di vita piu abituali. Essa, pur avendo finalita meno
ambiziose, ha una sua intrinseca validita, perch consente il conseguimento di tre obiettivi:
a) anzitutto la caratteriologia e incentivo all'introspezione, stimola una migliore conoscenza dei
nostri bisogni fondamentali, delle nostre tendenze e delle nostre aspettative:
in poche parole, aiuta a conquistare una consapevolezza di noi stessi. Il carattere e lo stampo o impronta
dell'animo espressa neIla vita, ha affermato E. Wood, aggiungendo: il carattere e l'uomo, e la sola cosa
per lui, che puo essere definita progresso, consiste nel suo sviluppo.
b) La caratterologia ci permette una piu chiara conoscenza delle nostre possibilita e attitudini ai fini
occupazionali e di un proficuo inserimento in campo professionale.
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c) La caratterologia ci porta a una migliore comprensione degli altri, permette un piu valido
adattamento sociale.
LE ORIGINI DEL CARATTERE: LA CARATTEROLOGIA GENETICA
Si ammette nel carattere la coesistenza di due componenti: la costante genotipica, in certo qual
modo collegata alla costituzione, e la variante fenotipica.
Le variazioni del carattere sono dovute sia a cause agent nell'ambiente esterno, sia a mutamento
del substrato interiore dell'individuo.
Il concetto di interazione tra genotipo e fenotipo rappresenta il compromesso piu accettabile e
stabilisce una posizione di equilibrio e di equidistanza fra due opposti estremismi: un innatismo troppo
rigido e un ambientalismo troppo condizionante.
Nonostante la generale tendenza a una conciliazione fra i due versanti, e tuttavia possibile
riconoscere, sfogliando la letteratura mondiale contemporanea, psicologi maggiormente orientati in senso
genetico e altri piu decisamente attestati su posizioni ambientalistiche.
Fra i primi non possiamo tralasciare di menzionare due nomi: R. Meili e L. Szondi.
Meili, direttore dell'Istituto di Psicologia dell'Universita di Berna, grazie alla sua impostazione
sperimentale, ha dato un importante contributo alla caratterologia genetica. Egli ha dimostrato che, gia nei
primi mesi di vita, esistono nel bambino proprieta individuali, costanti e di preciso significato
caratterologico. L'autore, attraverso periodiche e sistematiche osservazioni (in gran parte con riprese
cinematografiche), in situazioni controllate e standardizzate in bambini al primo anno di vita, ha posto in
evidenza significative differenze di carattere fra i singoli soggetti. Le differenze riguardavano alcuni aspetti
dell'attivita del bambino (cosiddetta attivita primaria), comprendente i processi percettivi, l'attivita motoria,
le prime reazioni di fronte al mondo esterno.
In base a queste ricerche si puo affermare che gia questa prima e rudimentale organizzazione
psichica infantile presenta aspetti differenziali. Certo, non si puo ancora parlare di carattere vero e proprio,
perch il nucleo dell'Io non si e ancora costituito e non e avvenuta la fondamentale separazione fra sistema
soggettivo e sistema oggettivo.
al secondo anno di vita che, avvenuta la completa scissione fra i due sistemi, il bambino forma il
vero nucleo del suo carattere che, naturalmente, sara suscettibile di mutamenti col passare del tempo,
in rapporto a particolari esperienze ambientali: mutamenti, peraltro, relativi, perch le basi che sostengono
il carattere, cioe le disposizioni naturali, rimangono le stesse. Varia soltanto il modo di manifestarsi
del carattere.
Si giunge alla constatazione, basata sull'osservazione genetica, che il carattere muta durante la
crescita dell'individuo, anche se, in certo senso, rimane sostanzialmente il medesimo ll
Una caratterologia prevalentemente impostata su fattori ereditari e quella propugnata dallo
psichiatra ungherese Szondi, il quale ha tentato una sintesi fra genetica psichica e psicoanalisi.
Secondo questo autore, la formazione del carattere di un individuo e determinata da unita
disposizionali, create da coppie di geni istintivi, uno di provenienza paterna, l'altro di provenienza
materna. Sono state ipotizzate otto coppie di disposizioni base, in ognuna delle quali i due elementi, posti
in tensione dialettica, tendono a un equilibrio, a una specie di sintesi finale.
Ogni uomo viene al mondo, secondo Szondi, con un bagaglio di predisposizioni biologiche latenti
(Anl4gett) che appartengono al genotipo: questo patrimonio ereditario rappresenta il suo regno del
destino, perch dalla composizione delle varie disposizioni dipendono le scelte piu importanti della vita
(la professione, l'amore, l'amicizia).
Il libro di Szondi Schicksalanlyse (Analisi del destino) 12 del 144 suscito sin dall'inizio entusiasmi
e consensi, ma anche critiche, fra le quali quella di determinismo. L'opera dello psicologo ungherese e stata
pero spesso fraintesa: egli, infatti, ha affermato che l'uomo, grazie al suo potere di critica e di giudizio, e
in grado in ogni occasione di decidere e fare le sue scelte, e di agire liberamente, superando il determinismo
fisiologico degli istinti.
AMBIENTE E CARATTERE. IL RUOLO E IL PERSONAGGIO
Il carattere, come si e detto, e sensibile agli influssi ambientali, e plastico. Fattori modificatori sono:
l'educazione familiare e scolastica, la professione, la classe sociale, le esperienze di vita ecc.
La struttura della famiglia e il clima psicologico dominante all'interno di questa hanno notevole
rilevanza nella formazione del carattere del bambino. La perdita di uno o di entrambi i genitori incide
negativamente sulla struttura dell'Io e sull'impostazione caratteriale. Il rango del bambino nela famiglia
e stato oggetto di numerosi studi (Adler): la posizione di fratello maggiore, di ultimo nato, di figlio unico
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conferisce alcuni tipici aspetti caratteriali.
Circa il tipo educativo, si e osservato che i bambini sottoposti a educazione di stampo autoritario
assumono caratteri passivi, paterno o maternodipendenti, con aggressivita rimossa e turbe psichiche di tipo
ansioso e ossessivo. Draltro lato, un'educazione troppo gratificante favorisce lo sviluppo di tratti caratteriali
improntati a egoismo, eccessiva sicurezza di s, opposizione e turbolenza.
Oltre al carattere individuale, E. Fromm ha attribuito grande importanza al carattere sociale, quale
nucleo essenziale della struttura del carattere della maggior parte dei membri di un gruppo, sviluppatosi
per effetto delle esperienze fondamentali e del modo di vita comune a tale gruppo.
L'importanza dell'ambiente sociale nella formazione del carattere e dello stile comportamentale di
un individuo e cosi grande che si parla oggi di una vera e propria ecologia psicologica e psichiatrica, che
riguarda l'area geografica in cui il soggetto trascorre la propria esistenza. Si puo fare un esempio: i grandi
agglomerati urbani creano alti livelli di tensione nervosa e di ansieta che non possono non riflettersi sul
carattere, impedendo l'osmosi e creando isolamento e vuoto sociale.
Nel discorso sul rapporto societa-carattere individuale si inserisce il concetto di ruolo, definito
come ( un modello organizzato di condotte relative a una certa posizione dell'individuo in un insieme
interagente 14
Il ruolo sociale e professionale e quello che riveste maggiore importanza nel conferire un'impronta
particolare al carattere di una persona, al punto da formare veri e propri tipi professionali. La realta
ambientale e, pero, cosi complessa e multivalente da comportare l'assunzione di svariati altri ruoli. Si
stabiliscono quindi divisioni e gerarchie di ruoli: primari e secondari, dominanti e occasionali, marginali,
prescritti e di libera scelta.
nell'assunzione di tutti questi ruoli che l'adulto, se non ha raggiunto una sufficiente maturita,
sicurezza e autonomia, rischia di degradarsi da persona a personaggio, sotto la spinta dell'abitudine e del
conformismo 15 Alla costruzione e consolidamento di questo fantoccio (o falso Io), questo adulto, troppo
prono alle richieste sociali, finisce col dedicare gran parte del suo tempo e delle sue energie.
Non ci contentiamo della vita che e in noi e nel nostro essere -ha scritto Pascal nei suoi Pensieri-
ma vogliamo vivere nella mente degli altri una vita immaginaria e per questo ci sforziamo di comparire.
Lavoriamo senza posa a conservare e abbellire questo nostro ritratto immaginario, trascurando, percio,
l'originale.
ARMONIA E DISARMONIA CARATTERIALE NEL RAPPORTO DI COPPIA
Si e gia parlato dell'importanza dello studio del carattere sotto il profilo dell'adattamento
all'ambiente sociale. Un settore particolare della caratterologia, che merita di essere considerato, e quello
che si riferisce all'armonia o disarmonia in seno al rapporto di coppia.
evidente che una stabile e soddisfacente unione uomodonna e favorita da una buona intesa sul
piano caratteriale. Sarebbe pero riduttivo e semplicistico restringere tutto il discorso a un solo lato del
problema -l'accordo o disaccordo fra i caratteri dei due partecipanti- e trascurare tutto l'apporto del
momento emotivo e irrazionale che, sul piano fisico, condiziona fortemente la scelta. Per un proficuo
approccio alla totalita del problema, e opportuno dividere l'esposizione nei suoi due aspetti: quello fisico
(attrazione erotica) e quello psicologico (affinita caratteriale e sentimentale).
a) La scelta sul piano fisico (libidico)
Questo aspetto trova il suo epicentro nel drammatico processo dell'innamoramento, la cui dinamica
si svolge nel settore irrazionale. Gli amanti e i pazzi -sentenzia Teseo nel Sogt?o di una notte d mezza
estate di Shakespeare (atto V, scena 1)- hanno cervelli bollenti, hanno fantasie fervide in larve che
concepiscono oltre quanto la fredda ragione puo comprendere. Il pazzo, l'amante e il poeta hanno
immaginazioni smili. Come dire che un fitto mistero avvolge le imponderabili e imprevedibili vie
delI'Eros.
Freud ha tracciato un'analogia tra essere innamorati ed essere ammalati: Questa sopravvalutazione
(dell'oggetto d'amore) e l'origine del particolare stato dell'essere innamorati, uno stato che suggerisce una
"coazione nevrotica"17 L'innamorarsi e, dunque, per il padre della psicoanalisi questione in gran parte
irrazionale, come le nevrosi.
Ma quali sono gli oscuri elementi, alla base dell'attrazione fisica? Le supposizioni sono varie.
Per O. Weiniger, l'attrazione sessuale e, quasi senza eccezioni, come la gravitazione, un fenomeno
reciproco che si fonda sulla ricerca del proprio complemento; sicch, l'uomo virile cercherebbe le donne
molto femminili, mentre l'uomo con forte componente femminile, dovrebbe cercare una donna piuttosto
mascolina. E un po' la teoria dell'attrazione dei poli opposti.
Szondi ha dato importanza alla presenza inconscia in ogni persona di desideri fortemente rimossi,
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i quali condizionerebbero la scelta sessuale: L'individuo cerca nell'altro l'esistenza di quelle spinte
pulsionali, che egli possiede, ma ha fortemente represse 19, Lo stesso autore, nel libro Analysis of
mamages, ponendo a confronto, in un certo numero di matrimoni, il patrimonio ereditario del marito e
della moglie, e giunto alla conclusione che la scelta matrimoniale era determinata inconsciamente dal
quadro genetico ereditato. A questo fenomeno Szondi ha dato il nome di ff genotropismo.
Altri autori per dare un nome alle forze e motivazioni irrazionali che sostengono la scelta, hanno
usato il termine di simpatia inconscia . Secondo gli psicoanalisti questa simpatia sarebbe strettamente
legata a lontane esperienze edipiche nell'infanzia. Dall'adolescenza in poi si tratta di tentativi di
ripetizione dell'amore per la madre.
b) La scelta sul piano caratteriale
Indubbiamente l'armonica corrispondenza o compenetrazione dei caratteri nell'unione di coppia
rappresenta un presupposto favorevole per una buona riuscita futura. lari studi di psicologi e caratterologi
si sono diretti in questa direzione: fra gli altri citiamo la pregevole pubblicazione di A. Le Gall e S. Simon,
fondata sul modello classificativo di Heymans e Le Senne 21
In linea generale, si puo affermare che per l'intesa caratteriale domina la legge della
complementarita e della compensazione. Facciamo al riguardo qualche esempio.
Secondo Diana, i soggetti inquieti tenderebbero ad appoggiarsi a quelli sicuri di se: viene cosi a
spiegarsi la felice intesa fra il carattere passionale e quello nervoso con il carattere flemmatico. In
ossequio alla stessa legge, il carattere debole astenico e non attivo, va alla ricerca del carattere stenico
e attivo.
Altri esempi di complementarita sono i seguenti abbinamenti di carattere: uomo femmineo-donna
mascolina, uomo infantile-donna materna, uomo paterno-donna bambina.
Caratteri complementari, reciprocamente integrantisi, sembrano dunque costituire le condizioni
migliori. Lo stesso non puo dirsi per caratteri eccessivamente contrastanti o divergenti. Ilna opposizione
caratteriale troppo stridente funge da fattore repulsivo: i due finiscono per sfuggirsi l'un l'altro.
Ilsentimentale, che ha una visione romantica e poetica della vita, non trova accordo con l'attivo,
soggetto pratico che lascia ben poco spazio a fantasticherie. Il passionale , animato da grandi ideali e nobili
progetti, non puo condividere la vita con un soggetto apatico, glacialmente indifferente .
Nella Psicologia dell'uomo Jung ha posto un'eccezione alla regola: il perfetto accordo che molte volte
sembra riscontrarsi nell'unione fra un uomo introverso e una donna estroversa.
L'identita caratteriale, assoluta e perfetta, tra i due membri della coppia (le cosiddette anime
gemelle) non costituisce, d'altro lato, una condizione ideale. A fondamento dell'apparente identita opera
un meccanismo di proiezione, per cui uno dei due partner, di solito una personalita forte, riveste di una
parte di se stesso il compagno (o la compagna). L'altro perde la sua effettiva personalita, diviene un
manichino che fa da puro portatore di abiti altrui (...), non e una vera anima gemella, ma uno
"sdoppiamento" o "gemmazione gemellare"22 L'altro pericolo e la noia: l'identita, anche se solo apparente,
di idee, di gusti, di desideri, porta alla monotonia e all'usura del rapporto.
La compatibilita del carattere non rappresenta pero l'unico ed esclusivo requisito per un armonico
rapporto di coppia. Talvolta questo e turbato e messo in pericolo dall'intervento di motivazioni, in gran
parte irrazionali e inconsce, che si rendono responsabili dei cosiddetti matrimoni ostili e sulle quali ha
indagato T. Lidz, psicologo dell'Universita di Yale.
Il matrimonio ostile -egli ha scritto- di solito e altrettanto distruttivo per la persona ostile, quanto
per il partner innocente che ne e coinvolto. Le persone ostili usano se stesse come armi per ottenere la
vendetta, desiderno che gli altri soffrano, perch soffrono loro. Nel processo diventano il bersaglio della
loro stessa animosita.
Fra gli esempi riportati da Lidz a dimostrazione di questi tipi di unioni, i seguenti ci sembrano i piu
significativi:
Matrimonio per reazione o per dispetto. E il caso del giovane (o della giovane) che si sposano dopo
che il partner lo ha tradito, unendosi a qualche altro. Il passo affrettato -secondo l'interpretazione
psicologica profonda fornita da Lidz- puo essere compiuto per riattivare l'autostima e contiene la fantasia
che il vero amore si rendera conto del proprio errore e si precipitera all'ultimo momento per insistere che
non potra vivere senza di lui (o di lei) 24
Matrimonio da fantasia di salvataggio. E il caso di un uomo che si sente spinto a salvare una ragazza
da una famiglia resa infelice da un padre alcolizzato. Anche qui il vero motivo della scelta e inconscio:
all'origine di esso si troverebbe in genere una mancanza di sicurezza circa le proprie attrattive o capacita
sessuali, accompagnata dal sentimento di aver diritto a sposarsi solo se sara un sacrificio per salvare il
coniuge.
Matrimonio sadomasochistico. Caratterizza un'unione che potrebbe chiamarsi piu propriamente
pseudo-ostile, perch presenta aspetti di complementarita e di durata. Possono discutere, litigare, ferire
la propria autostima ma, a causa della loro complementarita patologica, non potrebbero vivere
intimamente in nessun altro tipo di rapporto; si potrebbe quasi dire: non possono essere felici in nessun
altro tipo di matrimonio.
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LE CLASSIFICAIONI DEI CARATTERI
CARATTEROLOGIA SECONDO HEYMANS E LE SENNE
Lo spazio dedicato a questa caratterologia non significa preferenza o scelta rispetto alle altre, ma e
un riconoscimento alla diffusione che essa ha raggiunto e ai suoi meriti: essa, infatti, costituisce uno schema
pratico e facilmente utilizzabile, e usa un linguaggio semplice e accessibile.
G. Heymans, professore di filosofia a Groninga, e stato uno studioso assai sensibile ai problemi
dell'uomo. Insieme con il suo amico, lo psichiatra E. Wiersma, ha condotto una vastissima inchiesta
statistica e biografica estesa su un gran numero di soggetti e ne ha ricavato un elenco di 80-0 tratti
psicologici di piu facile riscontro e in grado di servire da base per una classificazione dei caratteri.
La caratterologia di Heymans si e poi trasferita daIl'Olanda in Franca, dove ha trovato un
autorevole interprete e sostenitore nel filosofo Ren Le Senne, il quale ha avuto il merito di aver fornito una
base psicologica, sistematica e organica, sia sul piano della teoria che delle risultanze dell'inchiesta.
L'impalcatura teorica del metodo si sorregge su tre colonne portanti, su tre princlpi fondamentali
che sono alla base del carattere: l'emotivita, l'attivita e la risonanza.
L'emotivit e la disposizione a essere piu o meno turbati o impressionati da cause di origine sia
esterna che interna: si puo anche dire che l'emotivita rappresenta il grado di suscettibilita o turbamento
manifestato in una persona nelle circostanze ordinarie della vita. Sono infatti le piccole disavventure, i
micro-traumi quotidiani, gli elementi piu adatti a scoprire una persona emotiva. Mounier ha scritto che
l'emotivita consiste nel prendere a cuore, piu degli altri cose da niente.
L'attivit e la disponibilit di energia per l'azione, cioe il quantum di energia che il soggetto e
disposto a elargire per fini utili.
La risonanza o ripercussione e la durata della reazione dell'individuo di fronte a fattori che
impressionano la sua psiche. Quando la reazione risulta rapida e caduca si parla di risonanza primaria.
Quando la reazione e lenta, durevole o differita, si ha una risonanza secondaria o postuma. Nel primo caso
la risonanza si esaurisce nel presente, nel secondo prepara l'avvenire.
Ne deriva la divisione fra tipi primari e tipi secondari. I tipi primari sono persone dalle reazioni che
durano solamente per iL primo momento, effimere e fugaci. La tendenza primaria, come osserva Le Senne,
e sorgente di instabilit generale ma e, al tempo stesso, fonte di giovinezza. I tipi secondari, invece,
risentono a lungo delle impressioni ricevute: gli eventi lasciano strascichi, non tendono a dissolversi,
scavano profondi solchi e lasciano impronte incancellabili.
La valutazione delle tre proprieta fondamentali non esaurisce l'esame del carattere. Possono esservi
soggetti che appartengono aLLo stesso tipo e che nondimeno si diversificano totalmente fra di loro. E sorta
quindi la necessita di tener conto di altre proprieta, le cosiddette proprieta sussidiarie o fattori
complementari, che ci permettono di ottenere ritratti piu precisi e piu aderenti al modelo reale e che
conferiscono l'impronta personale di un individuo.
La considerazione delle proprieta fondamentali, che rappresentano il fulcro deLla caratterologia di
Heymans e Le Senne, consente la formazione di tre coppie di qualita:
Emotivita-non Emotivita
Attivita-non Attivita
Primarieta-Secondarieta.
Dalla combinazione delle coppie di elementi antitetici si passa aLLa costruzione di otto tipi caratterologici,
ciascuno dei quaLi e formato da una triade di elementi fondamentali diversi. Essi appaiono elencati nelLa
tabella di pag. 130 e successivamente descritti.
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Tabella 4
CLASSIFICAZIONE DEI CARATTERI SECONDO HEYMANS E LE SENNE
TIPO DI
CARATTERE
ELEMENTI
COSTITUTIVI
FONDAMENILI
FORMULA
VALORE
DOMINANTE
PERSEGUITO (Da
Falorni)
COLLERICO
PASSIONALE
NERVOSO
SENTIMENTALE
SANGUIGNO
FLEMMATICO
AMORFO
APATICO
Emotivo + attivo +
primario
Emotivo + attivo +
secondario
Emotivo + non
attivo + priario
Emotivo + non attivo
+ secondario
Non emotivo + attivo
+ primario
Non emotivo+ attivo
+ secondario
Non emotivo + non
attivo + primario
Non emotivo + non
attivo + secondario
EAP
EAS
EnAP
EnAS
nEAP
nEAS
nEnAP
nEnAS
L'AZIONE
IL COMPIMENTO
DELL'OPERA
IL DIVERTIMENTO
L'INTIMIT
IL SUCESSO
SOCIALE
LA LEGGE
IL PIACERE
LA TRANQUILIT
Tipo collerico (o attivo esuberante). Questo tipo e simpatico, piacevole, cordiaLe, gaio, pieno di
vivacita, generoso e disposto ad aiutare gli altri: ha una grande capacita di lavoro, dinamismo entusiasmo
nel fare le cose. Estremamente socievole, desidera comunicare, chiacchierare, comandare; ama sentirsi
importante. Si interessa di politica, crede nel progresso: trasmette agli altri il suo entusiasmo ed e ottimo
oratore, impetuoso e trascinatore. Fondamentalmente ottimista, ha il gusto della tavola, ama il sesso e il
divertimento. E insomma il tipo caratteriale che meglio di ogni altro sa assaporare la felicita di questa vita.
Alcuni aspetti del carattere sono meno positivi: e impulsivo, volubiLe, suscettibile ed eccitabiLe.
TalvoLta, trascinato dalla sua naturale esuberanza, viene a mancare di misura, di gusto, di tatto. Nel lavoro
mostra spesso incostanza e dispersione. Fra gli esempi iUustri appartenenti a questa categoria annoveriamo
Carducci, Danton, Cellini, Victor Hugo.
Tipo passionale. Questo tipo e stato chiamato l'uomo della tensione o l'ambizioso che realizza.
li e una tensione estrema che anima e sospinge la sua persona: l'attivita e concentrara a un fine unico. La
filosofia dello Sturm und Drang e quella che meglio rispecchia il modo di pensare e di agire del
passionale. La figura di Prometeo cosi come fu concepita da Goethe e da Shelley, potrebbe impersonare
il suo ideale. Il passionale ha un profondo senso della grandezza ed e capace di rinunciare ai bisogni
materiali, sacrificare ogni bene all'altare del suo ideale.
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Numerose sono le figure illustri della storia che si possono ascrivere fra i passionali. Nel campo
della letteratura citiamo Dante Alighieri e Lev Tolstoj; nel campo dell'arte creativa Michelangelo Buonarroti
e Ludwig van Beethoven; nel campo filosofico Blaise Pascal e Ren Descartes; nel campo militare
Napoleone Bonaparte e il Principe di Cond; nel campo politico il cardinale Richelieu e Luigi XIV.
Tipo nervoso. Gli aspetti tipici di questo carattere sono la volubilita, la ricerca della novita, del
piacere, del divertimento. E un soggetto instabile, egocentrico, vanitoso, ha sempre bisogno di far mostra
di s, di far colpo ed e alla continua ricerca di nuove emozioni. Non puo sopportare la vita senza
avvenimenti, piatta e monotona. Non amando l'oggettivita delle cose, ha bisogno di abbellire la realta
che lo circonda, e questo lo ottiene con la fuga nel sogno, nell'immaginario.
Non ama il lavoro metodico e assiduo, tanto piu se questo gli viene imposto. Lavora irregolarmente
e soltanto a quello che gli piace, spesso nelle ore notturne. Qualche volta, per fuggire all'inattivita e alla
noia, sua mortale nemica, fa ricorso a eccitanti.
Il punto saliente del carattere nervoso e la sua interiorita, che si manifesta con delicatezza,
sensibilita intuizione artistica, amore della natura. Il nervoso e attratto dal bello, e portato all'attivita
artistica (letteratura, poesia, belle arti, musica). Esempi: Byron, Chopin, Gauguin.
Tipo sentimentale. Le Gall ha definito il sentimentale un emotivo introvertito. E infatti un
individuo meditativo, introverso, chiuso, malinconico; davanti alle difficolta della vita si rifugia nel passato,
estraniandosi dal mondo in cui vive. Le sue qualita morali sono lodevoli: e molto retto, onesto fino allo
scrupolo, niente affatto ambizioso. Sa anche comprendere gli altri.
Aspetti negativi non mancano in questo carattere. L'eccessiva sensibilita lo rende suscettibile,
ombroso, scontroso permaloso; talvolta riesce difficile andare d'accordo con lui: puo anche perdonare, ma
non riesce a dimenticare.
Si rimprovera anche al sentimentale un certo conservatorismo, come regola di vita: contrario alle novita
e ai cambiamenti, e testardo nelle sue idee. E incline alla malinconia, facile a scoraggiarsi ed eternamente
scontento di s; soggetto a dubbi e scrupoli, puo essere vittima di una nevrosi ossessiva.
Girolamo Savonarola (1452-1498) e stato annoverato nella categoria dei sentimentali.
Tipo sangigno (o estroverso freddo). E un tipo estroverso, dotato di grande spirito pratico, chiarezza
e senso organizzativo; e acuto, vivace, spiritoso, scettico: si adatta meravigliosamente alle circostanze, alla
realta e sa manovrare gli uomini, rivelandosi un abile diplomatico.
Detesta i grandi sistemi e rivolge l'interesse a problemi di ordine pratico. E portato nel campo del
lavoro all'iniziativa e all'intraprendenza, grazie alle sue doti di sano realismo e anche di coraggio. Ha
successo in campo sociale, apprezza la vita mondana; in politica appare tollerante e liberale.
Aspetti negativi di questo carattere sono il grande opportunismo, l'abilita nello speculare sugli
altri, la tendenza ad approfittare delle circostanze, lo scetticismo, il cinismo.
Charles Maurice de Talleyrand-Prigord, famoso politico e diplomatico francese (1754-1838), fu
personaggio acuto e vivace, abilissimo nel manovrare gli uomini e nel barcamenarsi anche nei
frangenti piu difficili. G. Giusti ne fece la personificazione dei voltagabbana e degli opportunisti,
dedicandogIi la famosa poesia Il brindisi di Girella.
Tipo flemmatico. Questo tipo si caratterizza per il suo comportamento regolare, il suo umore sempre
uguale, la sua riservatezza.
preciso, obiettivo, puntuale, equilibrato, paziente, di solito freddo e impassibile. Il forte umorismo
serve a vivacizzare la sua figura che e stata elevata a etnotipo del popolo inglese.
L'elemento che predomina e la capacita razionalizzante. Nei confronti della legge ha un
comportamento estremamene rispettoso; la sua religione ha un valore essenzialmente morale. Calmo,
sempre padrone di s, perseverante e tenace, ottiene buoni risultati nel campo del lavoro.
La carenza di emotivita nella composizione caratteriale esercita pero effetti negativi in campo
sentimentale. Il flemmatico e decisamente poco affettuoso e poco espansivo nel rapporto con gli altri,
poco sensib;le e poco comprensivo. Quali figure illustri di tipo flemmatico si annoverano Franklin, Kant,
Washington, Darwin.
Tipo amorfo o indolete. Sprovvisto dei due elementi propulsori della vita umana, l'emotivita e
l'attivita, questo tipo ha sempre bisogno di un appoggio esterno, e pigro per natura, non chiede di meglio
che ( farsi rimorchiare e rischia alla fine di diventare un dipendente. Non essendo scosso da grandi ideali,
n da profondi sentimenti, prova un grande vuoto interiore.
Natura assopita piu che povera, l'indolente, se abbandonato a se stesso, non puo che bighellonare
nella vita e non si appassiona che alle soddisfazioni piu quotidiane e piu elementari; trova cosi una felicita
piatta, ma tranquilla 2, Non ha personalita, n prende iniziative personali; nel rapporto con gli altri appare
docile, conciliante per indifferenza, passivo. I suoi sentimenti non sono profondi, non si accende a grandi
ideali, n rimpiange di non averne.
L'epitaffio cheJean de La Fontaine (1621-1695) detto per la sua tomba sintetizza in chiave umoristica
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questo carattere: Jean se ne ando com'era venuto avendo consumato tutto cio che aveva guadagnato,
perch ai beni non pensava affatto. Quanto al suo tempo lo dissipo ben bene: ne fece due parti, di cui l'una
destino a dormire, l'altra a non far
niente.
Tipo apatico. Mentre l'indolente e un essere immerso nella vita istintiva e dotato di una parvenza
di vitalita, anche se passiva, l'apatico e inerte, chiuso, vive in disparte come separato da un muro. E un
soggetto raggomitolato su se stesso, senza vita interiore, triste e taciturno: conduce una vita senza gioia,
senza luce, senza entusiasmo. Ama la solitudine ed e del tutto indifferente alla vita sociale, in preda alla
pigrizia e alla passivita.
Luigi XVI, nato a Versailles nel 1754, re di Francia nel 1774, ghigliottinato nel 1793, viene inserito
nella categoria dei caratteri apatici. Fu persona armata di buone inenzioni e non priva di dignita ma,
debole e vittima delle sue esitazioni e contraddizioni, non fu all'altezza del drammatico momento storico
in cui visse.
CARATTEROLOGIA SECONDO CARL GUSTAV JUNG (1875-1961)
Nel 1921 Jung pubblico un'opera, Tipi psicologici, che sviluppo una nuova caratterologia fondata
su concetti di psicologia dinamica.
Alla sua base vi e la dicotomia estroversione-introversione, cui si aggiungono altre dimensioni,
riunite in due coppie opposte, che nel loro insieme costituiscono il sistema delle quattro funzioni
fondamentali della psiche.
Due funzioni sono dette razionali, perch servono a dare una valutazione della realt: esse sono
il pensiero e il sentimento. Il pensiero e un processo concettuale che permette di capire e dare significato
alle cose: esso valuta la realta secondo il parametro vero-falso. Il sentimento e un processo soggettivo di
valutazione, che si svolge secondo il parametro piacevole-spiacevole.
Per fare un esempio pratico, l'affermazione di Pascal: Il cuore ha ragioni che la ragione non
conosce 3, troverebbe il tipo intellettuale e il tipo sentimentale in completo disaccordo, su trincee opposte.
Il primo e pronto a giurare che, in ogni caso, la ragione deve sempre manifestare la sua supremazia; il
secondo e convinto che molte volte le migliori ragioni sono quelle del cuore.
Un altro esempio: in una vertenza o in un dibattito la decisione di chi ha il compito di giudicare sara
diversa a seconda che l'arbitro sia un intellettuale oppure un sentimentale. I1 primo cerchera di
stabilire la verita seguendo il filo di un ragionamento logico; il sentimentale si affidera a elementi diversi,
quali la propria sensibilita e un'intima e soggettiva valutazione delle persone.
Le altre due funzioni sono dette irrazionali, perch dipendono da stimoli esterni concreti e
irrazionali e forniscono soltanto una percezione della realta: esse sono la sensazione e l'intuizione.
La sensazione corrisponde alla percezione cosciente. L'intuizione e una percezione inconscia. Ne
deriva la distinzione fra individui sensoriali e individui intuitivi. I sensoriali hanno bisogno, per
comprendere cose e fatti, di analizzarli nei loro particolari. Gli intuitivi, avvalendosi di un approccio
inconscio alla realta, riescono a trovare la soluzione anche in situazioni vaghe, confuse e indeterminate. E
loro sufficiente cogliere il problema nel suo insieme per trovare la soluzione. Meno vincolati ai dati della
percezione cosciente, dimostrano maggiore capacita inventiva e creativa.
Un esempio varra a chiarire meglio il concetto. Supponiamo che una persona sia adibita a una
ricerca scientifica. Se egli e un sensoriale preferira essere assegnato alla realizzazione pratica o al
perfezionamento di un modello gia scoperto. Se invece e un intuitivo, sara portato all'invenzione e alla
creazione di idee nuove.
Le quattro funzioni individuate daJung si ritrovano in ogni individuo, pero in ciascuno esiste una
funzione che predomina e che pone la funzione opposta in condizioni di inferiorita. Per esempio, quando
il pensiero sovrasta, il sentimento e in posizione subalterna.
In base alla nozione estroversione-introversione e alla teoria delle quattro funzioni della psiche, Jung
ha costruito un sistema di otto tipi psicologici, dei quali quattro sono estroversi e quattro introversi.
a) Categoria dei tipi estroversi
Tipo intellettuale estroverso. Questo tipo e piu frequente nel sesso maschile. E un soggetto metodico,
obiettivo, aderente alla realta, dogmatico, che si fonda sul giudizio e sul ensiero pratico e reprime ogni
espressione del sentimento. E poco sensibile a manifestazioni artistiche e a esperienze religiose. La sua
morale e severa, rigida, prevalentemente formale: piu che l'amore per il prossimo, prevale l'ossequio alle
regole, alle norme.
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Il suo particolare carattere (spirito obiettivo accoppiato a scarso sentimento) rende questo tipo molto
adatto per l'applicazione scientifica: e infatti un preciso e acuto osservatore del mondo esterno, ed e
immune da qualsiasi considerazione soggettiva o influsso sentimentale.
Darwin e stato il prototipo illustre di questo tipo di uomo del penslero estrovertito.
Tipo sentimenale estroverso. E un tipo pre7alente fra le donne. Soggetto molto emotivo, il
sentimento e la norma della sua vita, anche se talora represso. Ama le relazioni sociali, rispetta le
convenzioni. Socie7olezza, cordialita, simpatia, affabilita sono le sue prerogative.
Volendo ricercare nella storia un esempio illustre di questo tipo, lo si puo individuare in Madame
de Stael, donna piacente assai colta e intelligente, che occupo un posto di rilievo nell'alta societa parigina
del primo Ottocento.
Tipo sensoriale estroverso. E definito il piu realista degli estroversi. Prevale fra i maschi. E attratto
dall'aspetto immediato e pratico della vita e dall'appagamento dei sensi. E quindi un soggetto che ama i
piaceri ed e socievole, si adatta facilmente alle persone, alle circostanze, in virtu del proprio realismo. In
genere vive la giornata senza eccessive preoccupazioni, tutto teso al godimento della vita.
Un tipo simile puo essere impersonato da vari individui: puo essere il gaudente, il sensuale, colui
che acconsente ai piaceri della tavola e del sesso, ma puo essere anche l'esteta raffinato.
Tipo intuitivo estroverso. Nei suoi rapporti con il mondo esterno questo tipo si affida, piu che al
raziocinio e alle leggi della logica, a una specie di sesto senso, da cui si lascia guidare. Piu che l'analisi
dei singoli fatti concreti, conta per lui la visione d'insieme e intuitiva della realta.
Grazie a questa impostazione mentale, egli riesce talvolta, prima e meglio degli altri, a raggiungere
una buona comprensione delle situazioni della vita, intravede possibilita e occasioni che sfuggono ad altre
persone. Commercianti, affaristi, finanzieri, politici, spesso appartengono a questo genere di carattere.
La morale in genere, non e rigida: poco ligia alle convenzioni, e piuttosto oti tipo personale.
6) Gruppo dei tipi introversi
Tipo intellettuale introverso. E un tipo che cerca la teoria per amore della teoria. Il suo sistema e
deduttivo: e quindi l'opposto dell'intellettuale estroverso che applica il classico pensiero induttivo. Per
l'intellettuale introverso conta poco il linguaggio dei fatti, domina invece un modo del tutto soggettivo di
vedere e di interpretare.
`E un tipo orgoglioso che desidera andare in fondo alle cose e mostra un grande coraggio delle
proprie idee. Spesso, pero, dopo esperienze negative, si isola e allora diviene inavvicinabile e anche acido.
Altre volte e ostacolato da esitazioni e da scrupoli.
Prototipo illustre del pensiero introvertito e Kant.
Tipo sentimentale introverso. E un carattere prevalente fra le donne. Tipo ipersensibile, non si lascia
facilmente capire dagli altri, silenzioso, enigmatico, riservato, malinconico: emana dall'insieme un'aria di
mistero. La donna sentimentale introversa esercita una speciale attrazione sugli uomini estroversi. `E un
tipo pero che tende a essere meno frequente in epoca moderna: costituiva, invece, il modello classico della
donna fatale di tipo romantico del tardo Ottocento.
Tipo sensoriale introuerso. E una persona alquanto riservata, un po' chiusa in se stessa, sensibile
all'aspetto estetico delle cose e che guarda il mondo con atteggiamento benevolo, ma piuttosto distaccato.
E l'immagine di un tranquillo gentiluomo, collezionista ed esperto di pittura antica4.
Tipo intuitivo introverso. Questo tipo e un originale, un sognatore a occhi aperti e talvolta, al
giudizio altrui, passa per uno stravagante e persino un visionario: in effetti, non persegue la realta, ma
l'immagine della realta. Egli pero riesce, meglio di altri, a cogliere gli aspetti universali, gli archetipi di
avvenimenti e di cose, ed e aperto a esperienze spirituali dell'umanita, come l'arte e il messaggio religioso.
Franz Liszt e un nobile esempio di questo tipo. L'inquieto musicista ungherese ebbe uno spirito
portato alle piu alte fantasie, all'esaltazione, all'entusiasmo volto alla espressione del Bello; sensuale e, al
tempo stesso, sensibile al richiamo mistico.
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CARATTEROLOGIA SECONDO ALFRED ADLER (1870-1937)
Il carattere nella dottrina di Adler. Si intende normalmente per carattere -ha scritto Adler- la
manifestazione di una certa forma espressiva dell'anima umana, che tenta di assumere una posizione di
fronte alla vita. Ed ha aggiunto: Le manifestazioni del carattere, a differenza di una opinione corrente,
non sono innate (...). La dottrina dell'ereditarieta nel campo dei fenomeni psichici, e soprattutto per quanto
riguarda il carattere, non ha alcun valore 5.
C' una linea direttiva nella formazione del carattere, cui l'individuo aderisce come a uno schema
traendone le possibilita di palesare liberamente a ogni occasione gli aspetti originali della sua personalita.
Tali espressioni sono acquisite molto precocemente, anche se non sono innate6.
Guardate il bambino pigro, ha osservato Adler: egli non e nato con quella caratteristica, ma ha
trovato nella pigrizia un mezzo per rendere la propria esistenza piu facile e per poter porre in atto i propri
desideri.
La relazione uomo-ambiente e elemento di valutazione essenziale nello studio del carattere. E del
tutto superfluo conoscere il carattere di un Robinson, cioe di un individuo isolato e avulso dal contesto
sociale 7.
In sintesi, per questo autore, i tratti del carattere sono acquisiti e sono plastici, si formano con il contatto,
con gli altri e perseguono finalita direttive. Le scelte di vita e di azione di un uomo e la sua posizione di
fronte all'esistenza sono collegati al fine ultimo che egli si prefigge.
La teoria dell'ittferiorita nei s?oi riflessi caratterologici. Per Adler una situazione di inferiorita,
organica o non organica, e di stimolo alla formazione del carattere. Infatti, e proprio dal sentimento di
inferioria, d'insufficienza, d'insicurezza che deriva l'impulso a costruirsi un fine per la propria esistenza.
I bambini affetti da deficit visivo, ad esempio, costretti a lottare contro questa limitazione, sviluppano in
modo caratteristico la curiosita, appunto per il desiderio di prendere un contatto piu fine con la realta.
Lo sviluppo del carattere si forma al servizio della necessita. La tendenza a valorizzarsi e il senso
sociale sono elementi indispensabili per la formazione del carattere.
Onertamenti evolutivi nella forazione del carattere. Gia nel bambino piccolo sono discernibili due
strategie fondamentali per la formazione del carattere:
a) Ricerca diretta: puo essere rappresentata da una linea retta. L'individuo cerca di raggiungere
la superiorita sugli altri affrontando direttamente la lotta. Mostrera, a seconda dei casi, forza e
coraggio, oppure anche ambizione, arroganza, gelosia, odio. Questa via, che e quella di regola scelta,
non sempre conduce al successo, ed ecco che l'indiJiduo ripiega sulla seconda strategia.
b) Rtcerca indiretto:: con questa strategia, che assomiglia a una linea curva, l'individuo cerchera
riparo nascondendosi dietro la debolezza, l'ansia e, per evitare la sconfitta, ricorrera a due tecniche:
l'allontanamento e l'accomodamento. La tecnica dell'allontanamento consiste nel ritirarsi
improvvisamente quando si e in vista della meta. Il soggetto si fermera poco prima di raggiungerla,
adottando un atteggiamento estremamente prudente ed esitante. Giungera persino a cotruirsi con
astuzia artificiosi ostacoli e pretesti pur di rinunciare all'impresa. L'altra tecnica, quella
dell'accomodamentoj consiste nel rifugio nella nevrosi, nelle sue varie manifestazioni, quali fobie,
angoscia, depressione.
Tipologi di Adler dell'aggressivita. Adler, anche prima di Freud, appoggio nel 1908 l'idea di una
pulsione aggressivaautonoma. E in seguito l0 distinse due categorie generali: l'indole aggressiva e
l'indole non aggressiva e, nell'ambito di quest'ultima, pose una forma aggressiva mascherata. In seguito,
opero la distinzione fra aggressivita diretta e aggressivita indiretta; a lato pose la forma, per cosi dire,
deviata che trova rifugio nella tossicodipendenza o nella psicosi.
Circa la sua intima essenza, l'uomo, secondo Adler, non e n buono, n malvagio: la sua natura
dpende dall'evoluzione del senso di comunita. Queso senso accompagna [...] in modo piu o meno
marcato tutto il corso della sua vita e, se le occasioni si prospettano favorevoli, trascende l'ambiente
familiare, per estendersi alla tribu, al popolo, all'intera umanita ll Per Adler, insomma, il male e un errore
dello stile di vita.
CARATTEROLOGIA S!ECONDO WILLIAM MC DOUGALL
(1871-1938)
Lo psicologo Mc Dougall e stato tenace assettore della teoria innatista. Resta famoso neUa storia
della psicologia il suo scontro con il comportamentista Watson, che invece aveva respinto ogni concetto
di istinto nel comportamento dell'uomo.
Il carattere, per Mc Dougall, e costituito da una particolare disposzione che contraddistingue
l'individuo, disposizione che, a sua volta, e formata dalla riunione, in diversa misura e proporzione, di
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diverse tendenze emozionali innate presenti nello stesso individuo.
Le tendenze emozionali sono comuni agli uomini di tutti i tempi e di tutte le razze.
Quand'e che l'uomo puo dirsi equilibrato? La risposta e semplice. Equilibrato, secondo Mc
Dougall, e l'uomo le cui tendenze emozionali sono di vigore moderato, vale a dire non lo tiranneggiano,
non lo tormentano, facendogli per di piu fare cattiva figura.
Negli animali li chiamo istinti -ha precisato Mc Dougall- e non v'e alcuna ragione perch tendenze
simili innate nella specie umana non debbano chiamarsi con il medesimo nome. Ma, al fine di non
offendere la sensibilita di quei lettori che non amano riconoscere le affinita che li legano ai loro piu umili
parenti, potremo chiamarle tendenze emozionali li
I prototipi di queste tendenze sono quella legata al sesso e quella diretta all'autoconservazione. Ma,
oltre a queste, ve ne sono numerose altre che possono dar luogo a svariate composizioni caratterologiche.
Eccole in rapido elenco: tendenza al timore, all'angoscia, alla tenerezza, alla curiosita, alla
compagnia, alla dominanza, alla sottomissione, all'appagamento estetico, alla ricerca di aiuto e di
protezione, all'attivita costruttiva, al possesso.
Mc Dougall segnala, infine, nell'uomo una singolare tendenza innata che lo fa apparire in alcune
occasioni inopportuno e anche crudele: quella di sorridere o addirittura scoppiare in una risata quando egli
vede un suo simile in difficolta o scivolare o incepparsi o agire stupidamente o goffamente.
CARATTEROLOGIA SECONDO EDWARD SPRANGER (1882-193)
Spranger, filosofo, pedagogista e psicologo tedesco, professore a Lipsia, Berlino, Tubinga, ha creato
una tipologia che e essenzialmente una caratterologia dei valori.
Ogni valore rappresenta un fine che l'uomo cerca di raggiungere e costituisce i1
criterio personale, in base al quale egli imposta la sua condotta di vita e fa le sue scelte.
A ogni valore culturale Spranger ha stabilito un corrispondente tipo umano. Ne e derivata una serie
di tipi del tutto teorici e astratti, ben lontani da soggetti esistenti nella societa.
I tipi piu importanti sono:
Uomo sociale. E l'individuo altruista, armato di amore verso il prossimo, pronto a prodigarsi per
il bene degli altri, portato al sacrificio e alla generosita.
Uomo econotnico. E l'uomo che in ogni circostanza antepone il valore economico. La sua massima
di vita e ottenere il massimo rendimento con il minimo dispendio di energia. Puo coltivare interessi
nel campo del sapere ma non per amore della verita, bensi per il desiderio di utilizzare il sapere,
per trarne vantaggi pratici. Gli uomini non gli interessano come tali, ma solo per l'utile che e
possibile ricavarne. La sua filosofia e il pragmatismo. Il suo dio e Iammona. La vera potenza e la
ricchezza.
Uomo esteta. Questo tipo ha l'animo dell'artista: e molto sensibile alla forma, all'ideale di perfezione,
di bellezza. Ha sentimenti fini e delicati, disdegna le cose materiali; non e attratto dal'attivita
scientifica e, ancor meno, da quella pratica economica. Gode nella contemplazione, piu che nella
riflessione teorica. La sua religione e l'armonia del tutto, la contemplazione dello spirito e della
divinita nella natura intera, una concezione quasi panteistica.
Uomo teoretico. E l'uomo prevalentemente intellettuale con tendenza verso l'astrazione. Ha una sola
passione: la conoscenza oggettiva. Non conosce che una sola sofferenza: quella dei problemi non
risolti. La scienza rappresenta il suo valore supremo. Vivendo solo per le sue idee, inevitabilmente
tende verso l'individualismo: scarso e il suo senso sociale.
Uomo avido di potere. E l'uomo proteso verso l'affermazione in campo sociale, verso la conquista
di una posizione di prestigio, di potenza, di dominio, di comando. Non ha amore verso gli uomini,
anzi li disprezza e li considera solo come mezzi per conseguire i suoi fini. Il suo dio e la potenza, il
dominio.
Uomo religioso. Questo tipo ha un'impostazione mentale che privilegia il sovrannaturale, la ricerca
dell'assoluto e dell'eterno. Considera i fenomeni e la realta stessa sotto un'ottica spirituale.
Oltre a questi sei tipi principali, Spranger ha creato altri tipi minori. Ne citiamo due: il tipo tecnico,
un individuo un po' eclettico e possibilista, aperto a tutti i valori, e il giurista, amante delle relazioni
puramente formali negli scambi sociali.
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CARATTEROLOGIA PSICOANALITICA
IL CARATTERE SECONDO LA DOTTRINA PSICOANALITICA
Il dedicare alla caratterologia psicoanalitica un capitolo a s stante non vuole affatto stabilire un
criterio di preminenza di questa rispetto alle altre caratterologie che abbiamo in precedenza esaminato.
Significa il riconoscimento di qualcosa di profondamente diverso che il sistema psicoanalitico rappresenta.
Il termine carattere, inteso sotto l'ottica psicoanalitica, implica tutta una concezione dinamica che
manca negli altri sistemi, in quanto fa - riferimento a impulsi inconsci che mot1vano il comportamento
umano.
Mentre, in genere, gli altri sistemi considerano il carattere alla stregua di comportamenti e
atteggiamenti rilevabili esteriormente in una persona, la psicoanalisi condiziona la formazione del carattere
al gioco dinamico di forze di pulsioni interne, non necessariamente presenti al livello della coscienza, e
all'intervento dei meccanismi di difesa.
Il seguente esempio ci sembra chiarire bene questo concetto. Una persona puo essere dominata da
impulsi sadici e non esserne consapevole, anzi ritenere di essere spinta unicamente dal suo senso del
dovere. Spesso infatti -come osserva Fromm- le tendenze sadiche sono totalmente mascherate da
formazioni reattive di sovrabonta e di eccessiva sollecitudine per gli altri l
Musatti ha tenuto ben netta la distinzione fra le psicologie obiettiviste, le quali per il fatto di
considerare inessenziale e trascurabile quello che accade dentro e scientificamente rilevabile solo gli aspetti
esterni del comportamento, possono essere qualificate quali psicologie della facciata, e la psicoanalisi, che
egli ha chiamato psicologia del profondo, poich indaga cio che sta sotto: nella profondita dell'inconscio.
Dopo questa premessa, cerchiamo di capire qual e il significato del carattere secondo la dottrina
psicoanalitica. L'argomento puo essere svolto seguendo due linee direttive: una evolutiva e l'altra
strutturale.
Secondo il criterio evolutivo la formazione del carattere e collegata al raggiungimento di alcune
tappe dello sviluppo (orale, anale, fallica) e all'eventuale fissazione a una di esse. Questo modo di vedere
ha la sua base teorica nella seconda parte del libro di Freud: Tre saggi sulla teora sessuzle3.
La seconda linea persegue una concezione strutturale della psiche e si attiene al modello presentato
da Freud nel 1923 con il libro L'Io e l'Es4, secondo cui la vita psichica viene considerata come il prodotto
dell'interazione di tre istanze: l'Io? l'Es, il Super-Io.
L'Io rappresenta l'organizzazione coordinata dei processi mentali di una persona, deputata ad
armonizzare, dal punto di vista dinamico ed economico, le richieste istintuali del mondo interno Idell'Es)
e quelle del mondo esterno, mirando a raggiungere un equilibrato adattamento. Al di sopra dell'Io si pone
il Super-Io, che e un'istanza vigilante giudicante e punitiva dell'individuo, sede di sentimenti morali sociali
e religiosi.
Orbene, il carattere, inteso in senso psicoanalitico, non e altro se non la particolare modalita di
reazione e di adattamento dell'Io all'Es, al Super-Io e al mondo esterno.
Si pu anche dire -il che e praticamente lo stesso- che il carattere rappresenta lo stile affatto
personale con cui l'individuo riesce o tenta di amalgamare, armonizzare le tre istanze intra-psichiche e di
sintonizzare l'Io con l'ambiente.
L'originaria concezione psicoanalitica a riguardo del carattere ha subito qualche modificazione da
parte degli psicologi postfreudiani. Fra di essi va citato W. Reich, che ha visto nel carattere una
cristallizzazione intra-psichica delle rimozioni e inibizioni che l'ordinamento sociale impone all'individuo.
Fondamentale importanza assumono per la formazione del carattere i processi di reazione e di difesa
dell'Io. Questi meccanismi, dietro le continue minacce del mondo esterno e la pressione degli istinti, non
possono mai rallentare, n smobilitare: essi anzi, seconclo Reich, si cronicizzano, si irrigidiscono, dando
luogo alla formazione di
una corazza caratteriale.
TIPO ORALE
Il tipo orale e il primo da prendere in considerazione. In esso, nei primissimi tempi dello sviluppo
infantile, si e avuta un'intensa capacita di godimento a livello orale. La forte gratificazione della suzione
e dell'incorporazione del latte hanno determinato un particolare attaccamento a questo stadio di sviluppo
(fissazione orale). Tanta e la tenacia di questo attaccamento in questi soggetti che lo svezzamento costituisce
un vero e proprio trauma.
Il tipo orale puo suddividersi in due varianti principali: quella orale captativa o incorporativa e
quella sadico-orale.
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a) Tipo orale captativo o incorporativo
Non e difficile con un semplice sguardo riconoscere nell'adulto il tipo orale captativo: lo vediamo
compiere continui movimenti delle labbra, succhiare un dito o la matita, mangiare fra un pasto e l'altro,
piluccare di continuo, preoccuparsi esageratamente del proprio regime alimentare. Nei casi piu conclamati
puo arrivare all'appetito insaziabile (bulimia) o al bisogno continuo di bere (dipsomania).
Due caratteristiche psicologiche contraddistinguono il complesso orale: la passivita e il bisogno
di soccorso.
L'individuo orale captativo desidera ricevere amore, anzi sembra avere avidita, fame di affetto, ma
da parte sua e poco propenso a elargire ed effondere amore. E cosi anche esige protezione e sostegno da
parte degli altri, ma e in minore misura disposto a concendere aiuto e soccorso. Per queste ragioni spesso
va a ingrossare le file dei soggetti immaturi.
Il complesso orale e alla base di non pochi casi di obesita psicogena, che puo ricevere una duplice
spiegazione:
-costituisce un meccanismo compensatorio o sostitutivo, per cui il cibo viene ingerito come fonte di
soddisfazione in se stesso, quando l'individuo viene a mancare di altre sorgenti di gratificazione;
-acquista valore di copertura o di maschera, e questo per vari scopi: nascondere emozioni interne,
proteggersi conltro un mondo ostile o ritenuto tale, costruirsi un alibi per la propria pigrizia,
sottrarsi dai propri compiti sociali e, se donna, dal proprio ruolo femminile.
b) Tipo sadico orale
A differenza del tipo orale incorporativo, che mira soltanto a rimpinzarsi ed e in sostanza un
goloso pacioccone, pigro ed egoista, il tipo sadico orale e aggressivo e vendicativo, se non viene appagato
a sufficienza nell'introduzione del cibo: avviene allora che al succhiamento sussegue e alterna l'atto di
mordere.
L'individuo di questo tipo, quando e lattante, giunge a mordere il capezzolo della madre; da
bambino si morde, se contrariato, il pollice e la mano; da adulto, se innamorato, puo mordere il corpo della
donna durante il rapporto sessuale.
Piccoli atti inconsapevoli della vita quotidiana rivelano talvolta questo tipo (automatismi orali):
mordicchiare gli oggetti, rosicchiare le unghie, stridere dei denti durante il sonno.
Nel rapporto di coppia, il sadico orale, uomo o donna che sia, e libidicamente avido, ha estremo
bisogno di amore e di tenerezza ma, se non e pienamente appagato secondo le sue esigenze, passa con
estrema facilita a comportamenti nettamente aggressivi. Molte volte l'aggressivita si manifesta anche con
semplici comportamenti verbali: critica, insulto, sarcasmo mordace ) e cosi via.
Dopo l'atto aggressivo (il morso) subentrano, nel soggetto sadico orale, rimpianto dell'oggetto
distrutto, senso di colpa, depressione. Questa sequela -amore-litigiopentimento- si ripete, nella precisa
successione delle fasi, in varie occasioni e costituisce un modello comportamentale di varie coppie di
amanti.
TIPO ANALE
Lo stadio anale costituisce una tappa importante nel cammino verso la sessualita matura e un punto
critico per il formarsi della personalita dell'adulto.
In seguito a fissazione, primitiva o secondaria, puo costituirsi nell'adulto il tipo anale ritentivo, le
cui caratteristiche psichiche fondamentali sono: l'ordine, la parsimonia, l'ostinazione. L'ordine comprende
tanto la nettezza personale, quanto la scrupolosita e l'accuratezza nell'eseguire atti di minor conto. La
parsimonia puo essere cosi accentuata da rasentare l'avarizia. L'ostinazione puo spingersi fino alla
caparbieta, alla quale puo associarsi una propensione per la collera e la vendicativita (varieta sadico anale).
Si ammette che la prima componente, l'ordine e la pulizia, non rappresenti un elemento originario,
ma sia una formazione reattiva verso una tendenza diametralmente opposta. Nel soggetto anale, cioe,
sarebbe vivissimo l'interesse verso tutto quanto e sudicio, e contro questa tendenza innata egli reagirebbe,
trasformandosi, tramite il meccanismo di difesa, in una persona, almeno in apparenza, amante della pulizia
e dell'ordine.
Da bambino, il soggetto anale si rifiutava di svuotare l'intestino perch, quando era sul vasetto,
ritraeva dal trattenimento delle feci un piacere accessorio. Non solo, ma le feci -e questo e l'elemento
economico che si inserisce nel contesto strutturale del carattere- assumevano il ruolo di merce di
scambio, alla quale il bambino ricorreva per ottenere, in contropartita, al momento della loro emissione,
segni di affetto e attestati di elogio e di consenso.
Col volgere degli anni, il bisogno di ordine subisce una stabile organizzazione che dara luogo a una
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persona precisa, puntuale, seria, economa, accurata nel lavoro, persino meticolosa. La sua grafia e ordinata.
Nelle ore libere ama collezionare oggetti.
Basta dare uno sguardo -ha osservato Mounier- per riconoscere questo personaggio: Quando egli
si avvicina a una scrivania, istintivamente le sue dita corrono ad allineare matite e carte, e altrettanto
istintivamente e portato a raddrizzare i quadri che pendono sui muri.
Nelle donne si osservano bisogno di pulizia nella casa, mania di lucidare mobili, maniglie,
pavimenti. La mania igienica puo condurre il soggetto a vere forme nevrotiche, fobiche e ossessive. La
parsimonia lo spinge ad accumulare i suoi averi: e taccagno, poco generoso e restio a fare prestiti e regali.
L'ostinazione puo manifestarsi anche come strenuo attaccamento alle proprie idee e convinzioni, nella
stessa misura con cui e attaccato al denaro.
Nell'amore dominano possessivita e gelosia.
Nei rapporti interpersonali si dimostra riservato e difensore della propria autonomia e della propria
privacy: tende a isolarsi e tiene gli altri a rispettosa distanza.
TIPO URETRALE
Accanto a un erotismo orale e a un erotismo anale, alcuni psicoanalisti ammettono anche l'esistenza
di un erotismo uretrale, caratterizzato da un investimento libidico nel fuoco.
Le origini risalgono all'infanzia: il bambino prova piacere nell'esercizio della funzione urinaria e
tende a riprodurre questo piacere autostimolandosi (masturbazione).
S. Fereczi ha osservato che nei bambini, ma anche negli adulti nevrotici, e frequente uno spiccato
gusto per gli incendi, associato al piacere di scherzare con il fuoco: molti piromani sono enuretiCi.
Secondo H. A. Murray, connesso con l'erotismo uretrale e derivante da repressione di tendenze
all'esibizionismo e alla piromania, e il complesso di Icaro, caratterizzato da forte ambizione e da
inclinazione verso imprese rischiose e spericolate.
FASE FALLICA. COMPLESSO DI EDIPO
Dopo la fase orale e la fase anale, verso il quarto-quinto anno di vita, subentra un'altra fase, che e
stata chiamata fallica e rappresenta una fase genitale parziale e immatura: essa e l'ultima tappa della
pregenitalita. E uno stadio di sviluppo importante secondo la dottrina psicoanalitica, perch in esso Freud
ha collocato il complesso di Edipo, dal nome del protagonista di un mito greco, Edipo, che, senza saperlo,
uccise il padre e sposo la madre.
Durante questa fase il bambino sviluppa una forte attrazione affettiva verso il genitore del sesso
opposto e un atteggiamento di paura verso il genitore dello stesso sesso, da lui percepito come un rivale.
Nell'ambito del complesso edipico Freud ha poi distinto due forme: la forma positiva e quella
negativa. Nella forma positiva il maschietto effettua una scelta affettuosa verso la madre; nella forma
negativa egli si comporta come una bimba, rivelando un atteggiamento di femminea tenerezza verso il
padre e di gelosia-ostilita verso la madre.
Poich il complesso si verifica sia nei bambini sia nelle bambine, pur con qualche differenza di
modalita, va distinto un complesso edipico maschile e un complesso edipico femminile.
a) Complesso edipico nel maschio
Normele superamento dell cnsi edipica. a maturita, sessuale e fisica, in eta adulta non si configura
come un dono funzionale, come un quieto approdo dopo una traversata di un calmo lago. Tutt'altro: si
tratta di una navigazione in un mare burrascoso e agitato.
Il bambino, partito da una sessualita caratterizzata da egocentrismo e legata al principio del piacere,
nel corso dello sviluppo deve passare a un altro tipo di sessualita che viene definita adulta, matura, in
quanto tiene anche conto del principio di realta e del riconoscimento dei bisogni e dei desideri dell'altro
in quanto oggetto indipendente.
Perch questo si verifichi nel modo piu favorevole, si hanno tre importanti passaggi che aprono la porta
di accesso alla libido matura:
-dalla pregenitalita alla genitalita;
-dal piacere preliminare al piacere finale;
-dall'erotismo ludico alla sessualita responsabile.
Patologia edipica 7el maschio. Quando il nodo edipico non viene sciolto come di norma, si entra
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in una condizione che non esiteremmo a chiamare di patologia edipica in quanto capace di influenzare
negativamente il cammino verso la maturita sessuale e l'assetto futuro della personalita.
Ci limiteremo a considerare solamente tre situazioni abnormi maschili: la fissazione edipica materna,
la maternodipendenza, la posizione edipica negativa.
Tabella 5
MODALITA EDIPICHE NEL BAMBINO: QUADRO SCHEMATICO
CARATTERISTICHE
DINAMICA CONSEGUENZE
FUTURE
COMPLESSO EDIPICO
NORMALE (POSITIVO)
odio amore Normale rapporto di
coppia
COMPLESSO EDIPICO
ANORMALE
(NEGATIVO)
tenereza ostilit Difficolt nell'assunzione
del ruolo maschile.
Eventuale orientamento
omosessuale.
FISSAZIONE EDIPICA
(Abnorme accentuazione
del legame edipico con la
madre)
odio idealizzazione Difficolt nel rapporto di
coppia: gelosia,
possesivit oppure
dipendenza
Fissazine edipica materna. E il caso del bambino che manifesta un profondo e tenace attaccamento
amoroso alla madre durante il periodo edipico e che, anche negli anni successivi continua inconsciamente
a dimostrarsi innamorato di lei.
In virtu di questa fissazione, anche in eta adulta, sentimenti di amore, di devozione e di
ammirazione verso la madre colmeranno la vita di questo individuo fino a una idealizzazione della figura
di lei. Se si**DEF**
avvicinera a un'altra donna, lo fara solo perch questa, ai suoi occhi, rappresentara un barlume, un riflesso
della primitiva immagine maerna. L'altra -qualunque sia la sua posizione e il suo ruolo (amica,
compagna, fidanzata, moglie)- non riuscira mai, anche se perfetta, a elevarsi all'altezza della madre, restera
una copia sbiadita di lei.
Maternodipendenza. La maternodipendenza e una variante della condizione precedente. Quando
la fissazione materna e troppo tenace, il rapporto edipico troppo fortemente vissuto crea un legame
figlio-madre assai vincolante. L'influenza che una madre dominante esercita sullo sviluppo della
personalita del figlio, ritardandone l'evoluzione maturativa e notevole ed e tanto piu pericolosa perch
agisce in modo sottile con le armi della dolcezza, gentilezza e premura esageratamente materne.
inevitabile che i figli, cresciuti in questo clima di dolce dipendenza, siano riluttanti ad
abbandonare il paradiso della loro infanzia, quell'Eden fatto di comodita, conforto, protezione e tenerezza.
Essi finiscono per accettare passivamente il dominio materno rinunciando a conquistare aree di
indipendenza e il pieno sviluppo della propria personalita.
Posizione edipica negativa. Questa evenienza puo verificarsi quando i genitori, avendo desiderato
una femmina anzich un maschio, lasciano capire al bambino il loro disappunto. Puo avvenire allora che
questi provi il desiderio di appartenere all'altro sesso e faccia di tutto per venire incontro alle aspettative
genitoriali, soprattutto paterne. Cerca, quindi, piu o meno inconsciamente di comportarsi come una
bambina e assume atteggiamenti e comportamenti di tipo femminile, caratterizzati da dolcezza, docilita,
timidezza, eccessiva affettuosita, specie nei confronti del padre. Come conseguenza di questo edipismo
negativo puo accadere in epoca adolescenziale, che spinte omosessuali, ?ia di norma potenziali in questo
periodo, emergano con maggiore vigore e durata.
b) Complesso edipico nella femmina
Norrnale superamento della crisi edipica. Anche nella bambina, verso i 4-5 anni, si erifica una
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situazione del tutto simile a quella descritta nel maschietto, che viene parimenti chiamata complesso di
Edipo o, se si preferisce il termine proposto da Jung, complesso di Elettra.
Nel modello tradizionale freudiano, durante la fase fallica dello sviluppo sessuale, la bambina
compie l'importante cambiamento circa l'oggetto d'amore: dalla madre passa al padre. Il distacco dalla
madre avviene all'insegna dell'ostilita, l'attaccamento alla madre diventa odio: un odio che puo diventare
molto evidente e puo durare tutta la vita, ed e dovuto al fatto che la bambina ritiene la madre responsabile
della mancanza dei genitali maschili e non le perdona questo svantaggio.
Nella bambina, oltre al desiderio dell'organo maschile, che la madre non le ha concesso e che ora
si aspetta dal padre, si aggiunge anche il desiderio di avere un bambino da lui; e questo il significato del
gioco della bambola: il bambinobambola diventa il bambino avuto dal padre.
Tutta la dinamica edipica non meriterebbe tanto interesse, se non rivestisse, secondo la teoria
psicoanalitica, enorme importanza: dal suo normale svolgimento e superamento dipenderebbero
l'assunzione in avvenire del corretto ruolo sessuale (eterosessuale) e il completo strutturarsi di tutta la
personalita. Gli psicanalisti affermano che i rapporti amorosi dell'adulto derivano, per transfert o
traslazione, dagli originari rapporti stabiliti nel corso dell'infanzia nell'ambito del nucleo familiare. Vari
psicoanalisti ritengono che in linea di massima la donna che ha una risposta sessuale piu soddisfacente e
quella che ha potuto disporre di un'immagine paterna ben delineata, sentita come forte. Al contrario,
un'anomala impostazione della dinamica edipica e valido motivo per provocare turbe sessuali e deviazioni
caratteriali.
PATOLOIA EDIPICA NELLA FEMMINA
Analogamente a quanto fatto nel caso del bambino vediamo di considerare lcune condizioni di
disturbata dinamica edipica che possono intervenire nella femmina.
Per esemplificare al massimo, proponiamo tre tipi femminili: quello di Diana, quello di Brunilde e
quello di Elettra. Ognuna di queste figure personifica una modalita patologica edipica. Diana rappresenta
la rinuncia della ricerca del padre e la fuga dalla sessualita. Brunilde personifica il complesso di mascolinita
a un assetto edipico negativo. Elettra esemplifica il massimo grado di trasporto edipico amoroso verso il
padre.
Tipo Diana. C. Baudouin descrisse nel 1929 il complesso di Diana, la dea vergine e cacciatrice, per
indicare la particolare condizione psicologica della donna che rifiuta il ruolo femminile.
Anzich indice di mascolinita, che e propria del tipo Brunilde, il complesso di Diana rappresenta
quella deviazione dello sviluppo femminile che Freud chiamo abbandono totale della sessualita. La
bambina -scrisse Freud in Sessualit fenminile (1932)- riconosce come un fatto la propria evirazione e con
cio la scoperta della superiorita del maschio e la propria inferiorita, ma oppone una resistenza a questa
realta sgradita.
Il tipo Diana non vuole diventare maschio e comportarsi da maschio (come fara Brunilde), non imita
gli uomini, ma aspira a una condizione di asessualita e di liberta dal sesso.
Alla radice di questa anomala impostazione psicosessuale si rinviene un arresto di tutta la dinamica
edipica, conseguente alla rinuncia della ricerca del padre. La bambina ha formato nel suo interno, per
introiezione della figura materna, un precoce Super-Io, particolarmente punitivo e vendicativo, e ha paura
di affrontare la rivalita con la madre. D'altro canto, l'organo virile paterno appare oggetto troppo
terrificante per potere instaurare con esso un rapporto di amore.
In eta adulta, la donna affetta dal complesso di Diana sara presa da angoscia e paura del rapporto
eterosessuale. Qualche volta puo aversi passaggio all'omosessualita, in concomitana delle spinte ormonali
del periodo puberale: la giovinetta trovera sollievo alla propria ansia rifugiandosi nell'amica del cuore.
Tipo Brunilde. Nel capitolo sull'equilibrio mascolinitafemminilita torneremo piu diffusamente su
questo tipo. Qui ci basta sottolineare la sua possibile origine edipica: la bambina, in questo caso, giunta alla
fase fallica, rimane fedele all'attaccamento materno e non effettua, come le altre bambine, il cambiamemo
di oggetto dalla madre al padre. Ne consegue un'inversione della dinamica edipica (Edipo negativo), per
cui questo tipo di bambina vuole, come se fosse un maschietto, conquistare la madre ed eliminare il padre.
Tipo Elettra. In questo caso si verifica una condizione di estremismo edipico, in cui la bambina
mostra il massimo grado di inclinazione e di attaccamento verso il padre e prova pure, al massimo grado,
awersione e gelosia verso la madre.
Si tratta di solito di bambine, figlie uniche o ultimo-nate di una serie di figli, adorate e un po' viziate,
che stabiliscono un rapporto privilegiato con il padre, fatto di amore e di ammirazione. Il padre, ai loro
occhi, viene visto su un piedistallo, ben al di sopra delle altre figure familiari, ma anche extrafamiliari. Nel
periodo di latenza fino all'eta adolescenziale, sono le qualita intellettuali paterne, e soprattutto le affinita
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spirituali (comunanza di gusti, amore per il bello, la poesia, l'arte) ad alimentare l'attrazione della bambina
verso il padre. Sono ben noti i complessi di Elettra nelle figlie dei grandi uomini della storia, in campo
musicale, politico e cos via.
Questa situazione di massimo legame affettivo, di massima intesa padre-figlia, reciprocamente
vissuta, contiene un'insidia nel suo interno: divenuta adolescente e poi giovane donna, la figura paterna
le apparira troppo grande e perfetta, e difficilmente potra essere ragguagliata ad altra figura maschile. Per
un processo di idealizzazione, nessun altro uomo, nella considerazione della ragazza, potra collocarsi alla
stessa altezza del padre. La sopravvalutazione di questo -ha osservato H. Deutsch-puo inaridire tutte le
sorgenti affettive che altrimenti sarebbero state riversate su obiettivi eterosessuali, quando la ragazza fosse
giunta a maturita " 8,
In generale, le ragazze del tipo Elettra rivolgono la scelta verso un uomo forte e dominante che, in
certo qual modo, rinnovi la prestigiosa (ai loro occhi) figura paterna. Verso questo tipo di uomo sono
pronte a ripetere l'antico rapporto, infantile e filiale, di amore misto a devozione e sottomissione: esse,
nell'unione di coppia, finiscono per comportarsi piu come figlie che come vere e proprie mogli.
Tabella 6
MODALIT EDIPICHE NELLA BAMBINA: QUADRO SCHEMATICO
CARATTERISTICHE DINAMICA
CONSEGUENZE
FUTURE
COMPLESSO EDIPICO
NORMALE (POSITIVO)
tenerezza gelosia
Normale rapporto di
coppia
COMPLESSO DI DIANA
(rifiuto della sessualit)
dipendenza
indifferenza
allontanamento
Paura e fuga dal rapporto
sessuale.
Eventuale passaggio
all'omosessualit
COMPLESSO DI
BRUNILDE
(Edipo negativo)
odio idealizzazione
Complesso di mascolinit
e rifiuto del ruolo
femminile.
Eventuale passaggio
all'omosessualit
COMPLESSO DI
ELETTRA (Abnorme
accettazione edipica)
amore e odio
seduzione
Difficolt nella scelta
eterosessuale per
sopravalutazione
dell'immagine paterna
PERIODO DI LATENA
Nella terminologia psicoanalitica il periodo di latenza rappresenta il lasso di tempo che intercede
fra la fine della fase edipica e l'inizio dell'adolescenza: pressappoco fra i 6 e i 12 anni.
Contrariamente all'opinione corrente che considera questa fase come tempo di attesa e di
assestamento, e quindi secondaria e poco rilevante, dobbiamo invece valutare la latenza come un periodo
essenziale nella storia evolutiva individuale. E proprio in corrispondenza di esso che e dato cogliere il
nucleo del carattere, l'abbozzo del personale stile di comportamento; a esso possono essere a ragione riferite
le parole di W. Stekel: Il nostro destino e deciso nei primi anni di vita. Tutto quello che impariamo piu
tardi non e che una sovrastruttura costruita sulle prime impressioni e le prime esperienze 9.
La posizione di rilievo che il periodo di latenza detiene in campo caratterologico proviene dal fatto
che proprio durante questo periodo, come afferma Freud, si struturano e si consolidano fondamentali
meccanismi di difesa, quali la rimozione e le formazioni reattive, che si ergono come dighe contro la
spinta delle forze pulsionali.
Altro punto da chiarire e il seguente. Il periodo di latenza viene classicamente considerato come il
ritiro e la recessione dell'attivita sessuale: sul sesso, infatti, sembra allora stendersi una coltre che ricopre
ogni desiderio, ogni spinta, ogni problema. La situazione psicologica che si viene a creare sembra porsi in
contrasto con quanto Pende ha affermato in campo endocrinologico: Verso i cinque anni il bambino
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subisce una metamorfosi. In questo periodo si ha il primo risveglio deIl'istinto sessuale; tuttavia esso viene
coperto, per cosi dire, soffocato dal bagaglio morale che l'uomo civile si e imposto. Tale periodo va sotto
il nome di piccola puberta.
La contraddizione e solo apparente. Ci sono abbondanti prove -ha scritto P. Blos- del fatto che per
tutto il corso della fanciulle2za continuano a sussistere? in una forma o nell'altra, attivita e fantasie sessuali
11 E piu esatto quindi considerare la latenza come un periodo di copertura o, al massimo, di letargo
dell'attivita sessuale, ma non certo di sospensione d1 essa.
Circa questa proto-sessualita infantile in periodo di latenza si rileva una forte variabilita
individuale, a dimostrazione che i fanciulli di questa eta non sono fatti in serie, ma rivelano fin da allora
nuclei caratteriali in formazione, abbastanza bene riconoscibili.
C', ad esempio, il tipo di fanciullo tardo-edipico , nel quale si osserva il protrarsi di tendenze della
fase precedente: e un comportamento regressivo che puo compromettere il futuro sviluppo psicosessuale.
Blos ricorda il caso di un ragazzo di dieci anni che alternava richieste di abbracci e baci col desiderio di
farsi prendere in braccio come un bambino piccolo e di sedersi in grembo alla madre. Questa, da parte sua,
tendeva ad accondiscendere ai desideri del figlio. C'e, poi, il tipo classico della latenza, sessualmente
indifferente, nel quale agiscono con la massima efficienza i meccanismi di difesa, rimozione in particolare
contro le pulsioni sessuali. Sotto l'influsso del modello educativo, il bambino diviene un ometto serio e
responsabile, la bambina si trasforma nella brava donnina di casa. Nei casi in cui la rimozione e piu forte,
possono comparire precoci manifestazioni nevrotiche, in genere spunti ossessivi e ansiosi, quali eccessiva
preoccupazione per la scuola, scrupoli, controlli continui dell'esattezza dei compiti, e cosi via.
Altre volte, per insufficiente vigore della rimozione, possono risvegliarsi precoci interessi
eterosessuali: il bambino sente attrazione verso la bambina e viceversa. Ovviamente, data la condizione
prepuberale e pregenitale, si tratta di manifestazioni timide, confuse e imbarazzate, di solito a
predominanza sentimentale: l'approccio assume una tonalita delicata, appassionata, romantica.
C' anche la possibilita di comportamenti aggressivi o competitivi fra i due sessi, che fungono da
copertura e allontanamento di problematiche legate al sesso. La bambina si comporta in modo ostile verso
i maschietti, cerca di emularli e superarli nei giochi e nelI'attivita scolastica: e un vero maschiaccio. Da
parte sua il bambino fa altrettanto verso la femmina: la svalorizza e cerca di evitarla; in sua presenza la
prende in giro, fa il gradasso, si da arie.
Altre volte il bisogno di tenerezza e di comprensione favorisce il formarsi di un legame affettivo
molto intenso verso un coetaneo dello stesso sesso: e l'amichetto o ltamichetta del cuore. E un rapporto di
amicizia molto stretto, intimo, esclusivo, fatto di confidenze reciproche e di segreti, ma anche di malintesi,
gelosie, bisticci.
ADOLESCENZA
L'adolescenza e una fase critica dell'eta evolutiva che inizia nella puberta (13 anni) e termina con il
raggiungimento (verso i 18-0 anni) di alcuni fondamentali obiettivi per lo sviluppo della personalita
dell'adulto, tra i quali in primo luogo la completa maturazione affettiva, sessuale, sociale.
L'Io elabora nella propria struttura una organizzazione gerarchica delle funzioni egoiche e delle
modalita difensive: entrambe assumono alla fine dell'adolescenza una fissita irreversibile, chiamata
carattere 13
Il consolidamento della personalita, favorito dall'istituirsi della sintesi dell'Io e dall'assunzione in
forma definitiva dell'identita sessuale, consente una maggiore stabilita e regolarita della vita sentimentale
e di tutta l'attivita comportamentale del giovane.
Se le mete principali dell'adolescenza non vengono raggiunte, si sviluppano condotte disadattive
e atteggiamenti di rifiuto. Senza soffermarci sulla psicologia dell'adolescenza, argomento molto
interessante, ma eccessivamente vasto, ci limitiamo ad alcune deformazioni caratteriali, o forme atipiche,
fra le piu comuni, secondo Blos in questa fase evolutiva.
Adolescenza abbrevata Il ragazzo, o la ragazza, bruciano le tappe del cammino evolutivo per
giungere ad acquisire modalita di comportamento e di vita che sono caratteristiche del periodo adulto.
Questa fretta di diventar grandi impedisce di raggiungere con pienezza gIi obiettivi finali
dell'adolescenza. Ne fa le spese la formazione della personalita che conserva stigmate di immaturita
(instabiLita, incoerenza).
Adolescenza protratla. L'aspetto deviante in questa forma consiste in un abnorme prolungamento
della situazione adolescenziaLe, provocato da influssi cuLturali ed educativi: le cause risiedono, in genere,
in un'atmosfera eccessivamente ovattata familiare e in un atteggiamento iperprotettivo da parte dei
genitori.
L'adolescenza, per questi giovani troppo viziati e coccolati, esercita una particolare attrazione, un
dolce richiamo che invita a soffermarsi, il piu a lungo possibiLe, nei suoi fioriti giardini. Come il navigante
61
ammaliato dal canto delle sirene, l'adolescente e riLuttante a procedere nel cammino, perch questo
comporta assunzione di doveri e di responsabiLita. Il processo maturativo subisce, quanto meno, un
ritardo.
Adolescenza prolungata. E una forma piu grave della precedente. Il danno maturativo non e piu
transitorio, ma tende a perpetuarsi indefinitivamente nel tempo. Questa perseveraziome statica della
posizione adolescenziale diviene una modaLita di vita 14 a tempo indeterminato.
In genere si tratta di giovani dotati e intelligenti, ma fragili, i quali non riescono ad affrontare
responsabiLmente la realta e non trovano altro rimedio che tenere ancora aperta la crisi adolescenziale.
Questo stratagemma li protegge da alternative pericolose, quali la regressione e la rottura con realta
(soluzione psicotica) oppure la rimozione e la formazione dei sintomi (soluzione nevrotica).
I PRINCIPALI TRATTI DEL CARATTERE
UNITA E MOLTEPLICITA DEL CARATTERE:
I TRATTI PIU SIGNIFICATIII
Dopo la breve rassegna delle classificazioni caratterologiche, procediamo a una specie di anatomia
del carattere, cercando di indagare quali siano le componenti o i tratti piu importanti.
Si gi detto che il carattere e una struttura psichica composita: e come un cristallo di minerale
formato da numerose facce e non suscettibiLe di essere inquadrato in una forma geometrica semplice e ben
definita. La varieta e molteplicita di aspetti sono grandi. Anche se nell'insieme si riconosce un'impronta
unitaria, si tratta di una unita nel molteplice.
La complessita strutturale del carattere rende inattuabile nella pratica il ricorso al metodo deL tratto
unico: il poter disporre, cioe, di un'unica chiave o criterio ideale che, come un magico passe-partout valga
ad aprire la porta del carattere di qualsiasi individuo. Dobbiamo contentarci, invece, di una serie di tratti
di riconosciuta validita (i cosiddetti tratti maggiori) i quali, nel loro insieme, consentono di raggiungere una
visione abbastanza esauriente e attendibile del carattere di un individuo.
`E come se, per illuminare da lontano un paesaggio frastagliato e confuso, si ricorresse, anzich a
una sola sorgente luminosa, all'impiego di tutta una batteria di riflettori che, situati in diverse posizioni
strategiche e centrati sullo stesso obiettivo, fossero in grado di fornire una soddisfacente illuminazione
dello scenario che si vuole porre in risalto.
Il metodo che si avvale di una molteplicita di tratti ci sembra, insomma, il piu valido e il piu fertile
di risultati per lo studio del carattere.
Per realizzare questo approccio composito alla dimensione caratteriale, sono stati scelti alcuni tratti
fondamentaLi che esamineremo singolarmente nei prossimi capitoli. Per ora ci limitiamo a elencarli:
Grado di sesibilit morale. Questo aspetto o tratto e di grande importanza ai fini della vaLutazione
della personalita deLL'individuo, specie nei suoi riflessi relazionaLi e sociaLi. Nell'ottica
psicoanalitica fornisce un elemento di giudizio sull'efficienza, maggiore o minore, della struttura
superegoica, gerarchicamente sovrastante all'Io e depositaria delle istanze morali del soggetto.
Grado di apertura verso il mondo esterno. Questa valutazione da un criterio di giudizio circa la
direzione delle motivazioni dell'individuo, le quali possono essere racchiuse nel mondo interiore
(tipo introverso) oppure essere orientate verso il mondo esterno (tipo estroverso). E un parametro
di particolare rilievo nella caratterologia di Jung.
Grado di autostima. La sua valutazione ci introduce a un'immagine sulla struttura del S, quale
nucleo centrale dell'Io e centro essenziale della personalita. Permette anche l'identificazione di due
posizioni contrapposte, quella di inferiorita e quella di superiorita, la cui dinamica, con i processi
di superamento e di compensazione, costituisce, secondo Adler, l'essenza stessa della vita umana.
Forza dell'immaginario. La valutazione della dimensione fantasia e della sua importanza nella vita
di un individuo ci offre un'indicazione sulla capacita immaginativa, come sorgente di pensiero e di
creazione.
Equilibrio mascolinita-femminilita. La considerazione del ruolo, piu o meno rilevante, degli
archetipi junghiani di Animus (mascolinita) e di Anima (femminilita) nella psiche di un soggetto
fornisce elementi importanti di giudizio sulla sua personalita e di comprensione di alcune modalita
comportamentali.
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Antiomia ottimismo-pessimismo. Questo tratto caratteriale indaga l'abituale atteggiamento, di
accettazione o di rifiuto, che l'individuo assume nei confronti della realta presente e delle esperienze
passate, come anche la valutazione, positiva o negativa, circa la prospettive future.
Antinomia dominanza-sudditana. E un aspetto caratterologico che ha un notevole interesse per
tratteggiare lo stile preferito da un individuo nei suoi rapporti interpersonali e nel suo vivere sociale.
SENSO MORALE
ORIGINI DEL SENSO MORALE
La seguente situazione viene tratta da un questionario contenuto in un libro dello psichiatra De
Sanctis e ci da subito una chiara idea del tratto caratteriale che vorremmo ora prendere in considerazione:
c Che cosa fareste se, avendo bisogno immediato di denaro per ragioni moralissime, potreste averne
facilmente adoperando un deposito che vi e stato affidato come impiegato o come avvocato e del quale
deposito dovreste rispondere tra qualche anno?.
Se una domanda del genere venisse indirizzata a un gruppo di persone, si creerebbero tre diverse
categorie di risposta:
a) Non toccherei mai il denaro;
b) Adopererei il denaro, ma subito mi preoccuperei di rifonderlo;
c) Incasserei il denaro, senza pensarci due volte.
Un'altra situazione, sempre del De Sanctis, pone un quesito ancor piu delicato e imbarazzante: Che
cosa fareste se foste temporaneamente incaricato della sorveglianza di una ragazza che vi piace assai e
sapeste che essa non vi puo offrire resistenza, anche perch le piacete?.
Al solito si verifica, in base alle risposte ricevute, la divisione in tre gruppi di individui. Alcuni, quasi
scandalizzati, dichiarano che non approfitterebbero mai della situazione. Altri, piu possibilisti, tenuto conto
che l'attrazione e il sentimento di simpatia fra i due e reciproco, pensano di corrispondere per ora solo
sentimentalmente alla ragazza, rimandando un eventuale approccio amoroso. Altri, infine affermano di
non aver alcun dubbio e di approfittare subito della situazione.
Il contenuto delle risposte permette di riconoscere tre categorie di individui: gli scrupolosi o
coscienziosi da una parte, i concilianti nel mezzo, e i profittatori, disinvolti e senza scrupoli, dall'altra
parte.
A che cosa dovuto questo quid esistente dentro di noi, il quale, in chi piu e in chi meno, si erge a
giudice, a censore, ed esprime l'aspetto o tonalita morale dei nostri pensieri e delle nostre azioni Perch
l'uomo ha questa voce interna, che guida le sue azioni e, se egli viola certi limiti, si vendica dandogli
angosciosi sensi di colpa?
Il concetto di coscienza morale e molto complesso e investe la filosofia, l'etica e la religione. Come
introduzione al problema deU'origine e del'essenza di questo misterioso sentimento, puo essere utile un
richiamo letterario.
Nella tragedia di Shakespeare Riccardo III due sicari, inviati dal duca di Gloucester ad assassinare
il fratello di questo, il duca di Clarence, intavolano un colloquio rozzo e cinico sulla natura della coscienza
morale:
1E sicario: Dove la tua coscienza?.
2E sicario: Oh, nella borsa del duca di Gloucester (...). La coscienza rende un uomo codardo: un
uomo non puo rubare che essa lo accusa; un uomo non puo giacersi con la moglie del suo vicino, che essa
lo denuncia. E uno spirito verecondo, incline al rossore, che si ribella nel petto di ogni uomo; assiepa un
uomo d'ostacoli: mi fece una volta restituire una borsa d'oro che avevo trovata per caso; riduce alla
mendicita chiunque la serba; e cacciata dai paesi e dalle citta come una cosa pericolosa; e ogni uomo che
vuol vivere bene, cerca di fidarsi di se stesso e di vivere senza di lei (atto I, scena 4.)
Vari autori sostengono che la coscienza morale abbia una derivazione culturale e sia storicamente
condizionata.
Gli psicologi behavioristi considerano il comportamento etico come la capacita di resistenza alla
tentazione di infrangere una norma o una regola, anche in condizioni di obiettiva impunita, anche quando
cioe c'e una grande probabilita di non essere n scoperti, n puniti. Secondo questa corrente psicologica,
il comportmento morale e frutto di un apprendimento che si stabilisce attraverso la trafila di
condizionamenti e di addestramenti educativi, sotto il gioco alterno di premi e di punizioni.
Diversa e la concezione, che si potrebbe definire antropologica, del senso morale, la quale si
riallaccia al passato antichissimo della storia dell'umanita; lo stesso puo dirsi per il senso di colpa, che
appare connesso alla violazione di tab e alla trasgressione di divieti arcaici.
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Jung ha fatto riferimento alla presenza di un inconscio collettivo, che giace nell'interno di ciascuno
di noi e affonda le sue radici in un passato assai lontano.
V. Marcozzi, antropologo ed etnologo dell'universita Gregonana, a dimostrazione che il senso
morale e connaturale all'uomo, ha fatto rilevare che tutti i popoli conoscono alcuni principi morali a cui
regolare la propria coscienza: anzi, i piu primitivi di essi, intendendo con questo termine i popoli che piu
degli altri si sono attardati nel progresso materiale, non soltanto conoscono i primi principi della morale,
ma hanno spesso di questa un concetto piu puro ed elevato di quello di molti popoli materialmente piu
evoluti l
La dottrina psicoanalitica ha fornito un suo modello circa l'origine e la struttura del senso morale.
Punto di partenza e la natura del bambino: questi, all'inizio? e un essere amorale dominato dal principio
del piacere e preda della sua istintualita. Col volgere degli anni, l'essere umano, grazie al progressivo
strutturarsi dell'Io e alla formazione del SuperIo, e in grado di adeguarsi al principio di realta e di
controllare le originarie cariche istintuali amorali.
Socializzazione e moralita trovano il loro fondamento nella repressione degli istinti. La punizione,
che il Super-Io infligge all'individuo, quando questi commette qualche infrazione alla normativa morale,
si identifica con il senso di colpa. Questo puo creare sofferenze angosciose nell'uomo.
Altre volte il senso di colpa cerca inconsciamente le vie dell'espiazione in direzione del corpo: in
questo senso vanno interpretate alcune manifestazioni morbose di tipo psicosomatico.
Caprio riferisce il caso di un individuo che, trovato un portamonete contenente trecento dollari,
decide, a dispetto della coscienza, di tenersi la somma, ma paga il fio della propria disonesta: il senso di
colpa si manifesta sotto forma di misteriose e terribili emicranie per le quali l'infelice finisce con lo spendere
in medici e medicine gran parte della somma trovata. La malattia dell'anima si e, per cosi dire, trasformata
in malattia del corpo.
Il bisogno di punizione, che consegue al senso di colpa, esprime la necessita di saldare il debito
con la propria coscienza. La punizione e la maniera fondamentale di elaborare la colpa stessa.
Il bisogno puo essere talmente pressante e insistente che alcuni individui, se nella loro vita hanno
troppa fortuna, cominciano a sentirsi inquieti, a provare uno strano malessere interno, una specie di oscura
insoddisfazione. E stato chiamato complesso di Policrate 2 questo singolare stato psichico di disagio,
provocato dalla coscienza morale, che impedisce all'individuo di godere pienamente di eventi fortunati
della propria esistenza: egli, in altri termini, non riesce a sopportare la propria felicita3.
Desiderando ora tracciare una tipologia del senso morale, possiamo considerare, secondo un criterio
eminentemente pratico, alcune categorie.
La prima comprende i soggetti dotati di senso morale molto vigile. In posizione estrema, nella stessa
categoria, vanno posti gli oltranzisti del dovere, della morale o di qualsiasi ideologia, i fanatici, insomma.
La seconda categoria, posta in posizione antitetica, comprende i soggetti lassisti in campo morale,
molto indulgenti verso gli altri e verso se stessi: la voce della coscienza appare fioca e lontana.
In posizione centrale si inserisce la categoria ideale, che ha per caratteristica la saggezza, preziosa
qualita che permette comportamenti equilibrati: rifuggono dagli eccessi sia di un intransigente rigorismo
sia di un degradante cedimento o compromesso morale.
Tipo coscienzioso. L'acuta sensibilita fa di questo individuo una persona moralmente piu che
raccomandabile: onesta, precisa, puntuale, responsabile. E il Virgilio della Divina Commedia, il quale, dopo
il rimprovero del severo Catone, e tormentato dal morso della coscienza e fa esclamare a Dante, ammirato
da tanta sensibilita morale: O dignitosa coscienza e netta, / come t'e picciol fallo amaro morso! (Purg.
III, vv. 8-9).
C'e, tuttavia, una condizione caratterizzata da un eccesso di scrupolosita, continui rimorsi e
autorimproveri, che Caprio ha definito malattia della coscienza4.
I soggetti che ne soffrono appaiono sempre preoccupati, accigliati, angustiati da mille dubbi e sensi
di colpa. Non solo vivono male, ma lavorano anche male, perch non riescono a dare il meglio delle loro
capacita e possibilita. Alla ricerca di un'irraggiungibile perfezione rimangono irretiti in ripensamenti e
perplessita, fanno e disfanno, perennemente insoddisfatti del loro operato. Sono le vittime di una coscienza
morale esageratamente esigente e rigorosa.
Le persone che subiscono questa tirannia del Super-Io sono rintracciabili nelle piu svariate categorie
dell'attivita umana. Talvolta sono studenti, ragazzi o ragazze, che sentono l'obbligo di farsi onore nella
scuola, d ottenere successo nello studio e, quindi, di non deludere le aspettative dei genitori, del padre in
particolare; appartengono spesso a famiglie spinte da forte ambizione di scalata sociale, nelle quali il figlio
diviene il depositario delle aspirazioni paterne, uno strumento del riscatto e della rivincita. Segni di nevrosi
superegoica si rilevano anche nei posti di lavoro, nella lotta per affermarsi e far carriera.
C' il rischio che il soggetto troppo coscienzioso, se non riuscira a liberarsi dal ricatto tesogli da
un malinteso senso del dovere e della morale, finira per condannarsi a una vita di ansia e tensione nervosa:
in sostanza, a una vita infelice.
Tipo fanaico. La patologia del senso morale e del dovere offre un altro aspetto da considerare: c'e
la possibilita che il rigorista da vittima del suo stesso carattere) si tramuti in persecutore e in carnefice.
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Questo avviene quando egli, pur animato dalle migliori intenzioni, desidera, anzi esige, dagli altri lo stesso
livello di perfezione, lo stesso scrupolo e rigore morale che anima le sue azioni. Eccolo quindi tramutato
in funzionario modello, mai soddisfatto dei suoi dipendenti e collaboratori, in inflessibile tutore della
legge e della morale, in insegnante esigente e pedante, in ideologo purista e intransigente. Probabilmente
Torquemada e Robespierre sono usciti dalla schiera di questi patiti della morale, del dovere, dell'onesta,
della giustizia.
Nella versione piu estrema il coscienzioso tirannico diventa una vera personalita psicopatica: lo
psicopatico fanatico, nel quale possono riconoscersi dinamiche aggressive e sadiche. Non raramente
pulsioni meno nobili e meno accettabili non aspettano ltro per uscire allo scoperto, che camuffarsi e porsi
al servizio di lodevoli ideali.
Nel dramma La morte di Danon, di Georg Bchner, le parole di Danton rivolte a Robespierre sono
la voce della saggezza e della moderazione contro l'estremo del rigorismo e fanatismo: La parola "punire"
io non la capisco. Non fai che ripetere la parola "lirtu", Robespierre! Non hai rubato denaro, non hai
contratto debiti, non hai posseduto una donna, hai sempre portato un abito in ordine, non ti sei mai
ubriacato Robespierre, sei onesto al punto che dai ai nervi. Io mi vergognerei di volteggiare trent'anni fra
cielo e terra sempre con la stessa fisionomia morale, solo per il misero gusto di trovar gli altri peggiori di
me. Non hai dentro di te una voce che qualche volta ti mcrmora, piano, di nascosto: "Menzogna,
menzogna?".
Tipo lassisa. Questo tipo non pratica una vera anestesia in campo morale, non infrange
apertamente la legge e, quindi, non incorre nei suci rigori: ha, piuttosto, una a ipoestesia, una specie di
intorpidimento della coscienza morale, una vigilanza meno attenta e piu rilassata della sua sensibilita. Di
norme, regole e leggi fa un uso molto elastico e personale, le volge cioe a suo uso e consumo, con
accomodamenti, limature, aggiustamenti nell'applicazione: a suo vantaggio, naturalmente.
Un tipo di tal genere, cosi possibilista e accomodante con la propria coscienza, non conosce cosa
siano gli scrupoli e tanto meno i rimorsi, e riesce ad adattarsi, meglio di qualunque altro, alle vicende della
realta esterna. Qualunque rivolgimento di ordine sociale, politico, economico non lo coglie impreparato
e, grazie alla plasticita morale, riuscira sempre a mantenersi in sella.
Il carattere venale descritto da Fromm gli e somigliante, ma solo in parte. Esso indica piu
propriamente l'aspetto commerciale, l'estrema disponibilita dell'individuo alle richieste del mercato
della vita. E, infatti, un individuo che non va tanto per il sottile circa la fermezza e integrita di carattere
ed e capace di assumere all'occorrenza tutta una gamma di ruoli, purch socialmente accetti. Si preoccupa
di vendere bene, piuttosto che attenersi a una coerenza di stile nella sua vita. Regola del suo
comportamento verso gli altri e il motto: Sono come voi mi volete.
APERTURA VERSO IL MONDO ESTERNO
(estroversione-introversione)
CONCETTO DI ESTROVERSIONE E DI INTROVERSIONE
La psiche umana deve di necessita comunicare con il mondo esterno. L'uomo, nell'interesse suo e
della comunita in cui vive, ha bisogno di tenere aperte le finestre sul mondo, ai fini di una adeguata
comunicazione e integrazione. Egli e si una individualita, ma questa si attua e si realizza nella societa e
pertanto deve soddisfare entrambe le esigenze, quella di essere se stesso e quella di essere con gli altri.
Si osserva, pero, una notevole varieta comportamentale. C'e l'individuo che costruisce attorno a s
un confine valicabile e pervio all'osmosi con l'esterno (tipo estroverso), e c'e il soggetto che innalza un
muro, una barriera, che lo separa dagli altri, e talvolta lo isola e lo rende quasi prigioniero di se stesso (tipo
introverso).
La dicotomia estroversione-introversione occupa un posto di rilievo in psicologia. Jung, che e stato
al tempo stesso insigne psicologo e psichiatra, ha rilevato che il contrasto extratensione-intratensione,
osservabile nell'ambito della normalita, non e che un aspetto di una piu ampia e profonda
contrapposizione, esistente in patologia, fra schizofrenia, quale espressione estrema di introversione, e
isteria, quale sindrome a massima impronta extratensiva.
Per N. J. Eysenck la dimensione estroversione-introversione e cosi importante da imprimere diverso
carattere e diverso destino alla sindrome nevrotica. Il nevrotico, che sia al tempo stesso introverso, appare
emotivamente instabile e facilmente condizionabile: e suscettibile di sviluppare reazioni ansiose, risposte
fobiche e turbe distimiche. Il nevrotico estroverso presenta un'imperfetta acquisizione delle norme di
comportamento socialmente accettate: questo soggetto puo correre il rischio di diventare una personalita
psicopatica con comportamenti antisociali, irresponsabili ed egocentrici.
Un alro aspetto va tenuto presente: l'ancoraggio al substrato biologico. Secondo l'ipotesi di Eysenck,
il soggetto introverso e quello estroverso presenterebbero due modi completamente diversi di
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funzionamento cerebrale. In particolare, un alto livello di eccitazione della corteccia cerebrale, a sua volta
mediato dalla formazione reticolare, provocherebbe un forte effetto inibitorio sui centri inferiori e, di
conseguenza, comportamenti di tipo introverso.
La condizione opposta si verificherebbe nel soggetto estroverso: in questo individuo un minore
livello di eccitazione della corteccia produrrebbe un piu labile controllo sui centri inferiori del cervello,
onde la possibilita di comportamenti meno inibiti e piu aperti.
La psichiatria moderna tende a considerare le forme di accentuata estroversione o introversione
come tratti di carettere premorbosi. Il grande introverso ha buone probabilita di evolvere in un quadro
di depressione primaria non bipolare. Il grande estroverso, a temperamento distimico o ciclotimico, e un
precursore di disordini bipolari l
Rimanendo nel campo della normalita , si puo dire che ogni individuo presenta, nel suo stile
abituale di vita, un grado, maggiore o minore, di estroversione o di introversione. Esistono soggetti che,
nel corso della vita, mostrano fasi alterne, ora in una direzione, ora nell'altra. In generale, pero, un certo
atteggiamento finisce col prevalere e diventare caratteristico di una persona in modo stabile: in tal caso si
puo parlare di carattere veramente estroverso o introverso.
Qualche volta la difficolta diagnostica e accresciuta dall'intervento di processi compensativi, messi
inconsapevolmente in atto a opera dell'atteggiamento dominante. Il falso estroverso e rappresentato, ad
esempio, da un individuo originariamente introverso che, in via compensativa, manifesta comportamenti
improntati a estroversione. Nel versante opposto, il falso introverso e una persona che, nel suo interno,
prova bisogno di attivita e di gioia ma che, in seguito a eventi frustranti, mette in opera, come
compensazione, una condotta prudente, riservata e controIlata.
Non c'e regola precisa e ogni classificazione rigida serve a poco. Come ebbe a dire lo stesso Jung:
Ogni individuo e una eccezione alla regola.
TIPO ESTROVERSO
Il soggetto estroverso porta tutto il suo interesse, i suoi obiettivi di vita, al di fuori del suo essere;
tiene ben aperti tutti i canali di comunicazione con il mondo esterno, intreccia tutta una serie di relazioni
di ario tipo (economiche, cognitive, affettive) con i suoi simili.
Esistono pero gradi e sfumature nell'ambito di questa stessa tipologia: dal tipo (cui un tocco di
estroversione dona un impronta di gradevolezza a tutta la persona) di socievolezza e di affabilita a forme
in cui la tendenze estroversive si esprimono in grado estremo, fino a una vera e propria patologia
dell'estroversione.
Un tipo di estroversione, dinamica e centrifuga, costituisce il nucleo del complesso di evasione
3, i CUi elementi sono: incontenibile bisogno di liberta, di movimento, di novita. li individui, che
personificano questo complesso, detestano di restare confinati in casa e sentono la necesssita di vivere in
luoghi aperti; odiano lo star fermi e prediligono i continui viaggi, le grandi distese, il mare o gli ampi
panorami delle montagne; awersano la monotonia e cercano sempre esperienze nuove, nuove conoscenze
e nuovi ambienti sociali.
Un'altra forma di accesa estroversione, intrisa pero di spunti aggressivi e utilitaristici, e data
dall'estroverso invadente o disinibito, individuo abile nell'insinuarsi in ogni ambiente, del tutto irrispettoso
dell'altrui privacy, perennemente alla ricerca di occasioni e di utili incontri. Una buona dose di sfrontatezza
e un po' di prepotenza sono anche ingredienti che entrano nella composizione di questo carattere, che si
avvicina al tipo di grimpeur sociale.
Dobbiamo aUa penna dello scrittore francese J. de la Bruyere (1645-1696), autore di un arguto
trattato sui caratteri umani, la descrizione del tipo che oggi chiameremmo estroverso-invadente: Io
conosco Mopso da una visita che lui mi ha fatto senza affatto conoscermi. Egli e solito pregare delle persone
che non conosce di condurlo presso altre da cui non e conosciuto; scrive a donne che non conosce nemmeno
di vista; si insinua in una cerchia di persone rispettabili che non sanno chi egli sia, e la, senza aspettare che
Io si interroghi, n senza avvedersi che interrompe, prende la parola, per dire spesso cose ridicole. Entra
un'altra volta in un'assemblea, si mette dove si trova, senza porre attenzione agli altri, n a se stesso; lo si
toglie da un posto destinato a un ministro, ed ecco che si siede in quello di un duca o pari. Guarda il mondo
indifferentemente, senza imbarazzo e senza pudore; non ha, al pari dello sciocco, di che arrossire 4.
Mentre il scggetto introverso riesce a confidarsi soltanto in un diario segreto, che tiene gelosamente
nascosto, quello estroverso, sospinto da un insopprimibile bisogno di espandersi nel mondo esterno e di
comunicare con altri, e versato nel racconto autobiografico, destinato a un pubblico numeroso.
Lo scultore e orafo fiorentino Benvenuto Cellini (1500-157i) nella sua Via ha messo a nudo il suo carattere
di uomo istintivo, vanaglorioso, aggressivo e facile all'ira. Nell'esordio della sua storia, con queste parole
egli ha espresso bene l'innato bisogno di comunicare, tipico del soggetto estroverso: Tutti gli uomini
d'ogni sorte, che hanno fatto qualche cosa che sia virtuosa, o s1 veramente che le virtu somigli, doverieno,
essendo veritieri e da bene, di lor propria mano descrivere la loro vita; non si doverebbe cominciare una
tal bella impresa prima che passato l'eta de' quaranta anni.
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Tabella 7
RAFFRONTO FRA TIPO ESTROVERSO E TIPO INTROVERSO
TRATTI CARATTERIALI ESTROVERSO INTROVERSO
COMPORTAMENTO
GENERALE
RAPPORTI SOCIALI:
Socializzazione
Reazione di fronte all'offesa
SFERA SENTIMENTALE
SFERA INTELLETTIVA:
Riflessione
Introspezione
DIFETTI CARATTERIALI
PATOLOGIA
CARATTERIALI
`E un uomo di azione
Entra facilmente in contatto e
in rapporto emozionale con
gli altri
Se insultano, reagisce
vivacemente con parole ed
eventuali azioni
Affettuoso, espansivo.
Scrive sonetti sulle ciglia
dell'amante e li recita dinanzi
a tutta la citt, si arrampica
sul balcone di lei, senza
calcolare le conseguenze
(Mc Dougall)
Non tende alla riflesione
Non conosce se stesso, n i
motivi delle sue azioni.
Eccesiva rapidit,
sconsideratezza,
comportamenti ingenui e
poca riflessione
Impulsivit, perdita di
controllo. Posibili crisi
isteriche
`E un uomo di pensiero
`E riservato, chiuso, non
esprime facilmente le sue
emozioni
Si ritira per riflettere
a lungo e in silenzio, in
preda a conflitto
Non riesce a
communicare. Se le
scriver un soneto, il suo
esecutore testamentario si
meravigler di ritrovarlo
fra le carte private di un
uomo che veniva creduto
misogino (Mc Dougall)
La riflessione una cosa
per lui naturale
`E perfetto conoscitore di
se stesso
Inibizione da eccesso di
riflessione, cattivo umore,
broncio
Fantasticherie e sogni ad
occhi aperti. Conflitti
interni
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TIPO INTROVERSO
L'introverso e un tipo racchiuso in se stesso, che riduce al massimo la sua esperienza verso il mondo
esterno e che concentra la sua attenzione e il suo interesse verso il mondo interiore; nelle sue relazioni
interpersonali e soggetto riservato, schivo, talvolta un po' diffidente.
C' oggi una generale tendenza a svalorizzare questo tipo a tutto favore dell'altro, il tipo estroverso:
cio avviene in sintonia con il prevalente orientamento culturale che esalta il valore positivo della
comunicazione e degli scambi interpersonali.
Anche nel campo educativo e scolastico e presente una maggiore simpatia verso gli studenti
estroversi, anche se rumorosi e turbolenti, che non per gli introversi, chiusi e contemplativi, che vengono
guardati con freddezza, se non con sospetto. Vi e la tendenza a considerare poco intelligente lo studente
lento e riflessivo, non tenendo conto che costui spesso procede lentamente per prudenza e per evitare
situazioni potenzialmente frustranti.
Recentemente, tuttavia, si e levata qualche voce contraria, diretta a valorizzare la ricerca delIa
solitudine, del ritorno a se stessi e, in definitiva, a favore delI'atteggiamento introverso. Seguendo questa
linea, A. Storr, autorevole psicologo inglese, ha passato in rassegna alcuni personaggi, quali Beethoven,
Francis Bacon, Freud, Jung, Goya, Keats, Lorentz, i quali nella solitudine hanno toccato le vette piu elevate
dell'arte, della scienza e del pensiero creativo.
In effetti, non bisogna negare all'introverso grossi meriti: soprattutto, la capacita di riflessione e di
introspezione, che sono sconosciute al tipo opposto, l'estroverso. A parita di potenziale intellettivo, il
soggetto introverso e in grado di raggiungere una maggiore profondita di pensiero, essendo meno distratto
da sollecitazioni e richiami esterni.
La patologia dell'introversione confluisce nel complesso claustrale.
Il claustrale e un tipo che, nel desiderio di isolamento, ama appartarsi in luoghi sicuri,
preferibilmente piccoli, che in certo modo richiamino il ricordo del grembo materno. E infatti, nel suo
inconscio domina la figura materna, da cui richiede protezione e soccorso. E in genere un conservatore:
vive nei ricordi dell'infanzia, ha nostalgia dei luoghi dei primi anni di vita, sogna di tornare alla vecchia
casa e di vivere in epoche antiche, precedenti alla sua nascita.
Vi ancora un grado piu avanzato di introversione, che si colora di aspetti antisociali e di sentimenti
misantropici, e che asseconda una strana antica tendenza o aspirazione, esistente nell'animo infantile e
persistente talora in eta adulta: e la tentazione di un mondo senza uomini, che e il motivo dominante del
complesso di Prospero 6,
Le tracce originarie di questa forma di estrema introversione si perdono nell'infanzia. Fra le varie
fantasticherie del bambino puo verificarsi anche quella di isolarsi, di nascondersi in un angolo remoto del
giardino, in soffitta, di giocare a fare il Robinson Crusoe, di andare in un'isola deserta dove non c'e
nessuno. Tutto cio esprime difficolta iniziali dei meccanismi di adattamento.
Una forma ancora piu aberrante di introversione, fino al completo isolamento e fuga dai contatti
sociali, e la sindrome di Diogene 7.
Come tardivi seguaci del filosofo greco del IV secolo a. C., dispregiatore delle ricchezze e delle
convenzioni sociali, i soggetti affetti da questa sindrome {in genere persone anziane) portano abiti
trasandati e sudici, non usano lavarsi, hanno i capelli lunghi e incolti. Di solito non sono affatto poveri,
sono proprietari della casa, dispongono di un discreto conto in banca, ma continuano a risparmiare e a
mettere da parte. Talvolta la tendenza ad accumulare si manifesta nel collezionare oggetti strani e di nessun
valore, come stracci, giornali, scatole (silligomania). Pur dimostrando ai test mentali quozienti di
intelligenza persino superiori alla media, questi individui presentano una inadeguatezza alla convivenza
sociale, cui si associa una distorta valutazione critica della realta: e rarissimo, infatti, che si preoccupino del
loro modo di vita e si scusino della loro condizione personale.
AUTOSTIMA
CONCETTO DI AUTOSTIMA
L'efficienza dell'autostima in un indiiduo e di grande importanza ai fini della sua armonia psichica.
Da essa dipendono vari elementi, quali la piu o meno capacita di sostenere determinati ruoli sia nell'ambito
familiare sia in quello sociale, la ricchezza o meno del tessuto relazionale, l'entita e la direzione degli
investimenti oggettuali, l'efficienza della funzione produttiva, persino il grado di autonomia personale.
L'autostima e quel processo interno in cui noi ci erigiamo a giudici di noi stessi.
Il consenso sociale e pure molto importante, ma abbiamo bisogno che la valutazione che facciamo
della nostra persona, nella sua totalita psicofisica, sia favorevole.
La prova dello specchio, intesa in senso metaforico, deve risultare positiva: l'immagine che viene
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riflessa agli occhi della nostra coscienza deve conferirci un sentimento di soddisfazione, di fiducia e di
sicurezza.
Dal momento che il bisogno dell'individuo di avere fiducia in se stesso e cosi fondamentale e sta
alla base degli obiettivi verso i quali esso tende, la mancata soddisfazione di questo bisogno genera estreme
tensioni l
C' una prima embrionale sensazione di fiducia che proviene dal profondo della psiche e che risale
alla prima infanzia. Potrebbe essere chiamata l'alba dell'autostima. Ci riferiamo alla fiducia di base, studiata
da Erikson. Essa aiuta il bambino, assicurandogli il controllo dell'ambiente. Il bambino e confortato da
questo sentimento che lo assicura che la tenslone interna, di cui egli soffre, verra alleviata e che Vl e un
oggetto buono nel mondo esterno, sulla cui presenza puo contare in ogni momento di disperazione. E
un sentimento essenziale per lo sviluppo psicologico del bambino e andra a costituire il nucleo della stima
di s o amor proprio, fattori essenziali per la formazione dell'Io.
Mentre la fiducia di base e un primordiale e oscuro sentimento dei primi anni di vita, la
concettualizzazione di se stesso " 2 costituisce un giudizio critico e cosciente della nostra persona e del
nostro operato: essa appare nello sviluppo mentale piu tardivamente, una volta che si e superato lo
psichismo infantile, e appare intimamente connessa al sentimento di autostima. Si puo aggiungere che la
capacita di formarsi un concetto, piu o meno veritiero, della propria realta interna varia a seconda degli
individui e, pertanto, costituisce un importante tratto del carattere.
In generale, si puo dire che questa capacita aumenta con l'eta, l'intelligenza, l'istruzione, il livello
culturale. Il bambino, pur precocemente dotato di amor proprio, e poco abile nell'autoconcettualizzarsi.
L'adolescente forma un concetto di s socialmente accettabile, ma piuttosto stereotipato e convenzionale.
Soltanto raggiunta la maturita, l'uomo forma un concetto di s differenziato e realistico: egli accetta se
stesso per quello che e in realta.
Concetto di s (detto altrimenti immagine di s) e autostima sono fattori condizionanti nella
formazione del carattere di un individuo. Il punto centrale di riferimento sta nel confronto fra l'Io ideale
e l'Io rea]e. Soltanto nel caso di coincidenza di queste due immagini l'individuo puo raggiungere una
gratificante esperienza del proprio valore. In caso contrario, si formano le basi per l'insorgenza di una
nevrosi e, in particolare, se l'immagine reale risulta inferiore a quella ideale, i presupposti per sentimenti
di disvalore e di inferiorita.
L'ipertrofizzazione della considerazione di se stessi conduce a una fuorviante sensazione di
eccessiva sicurezza e di superiorita. D'altro canto, quando vengono a crollare immagine di s e autostima,
la persona inevitabilmente cade in crisi: Sono peggiore di quello che credevo; egli constata e comprende
amaramente che deve cambiare ogni cosa nella sua vita, deve ristrutturare tutti gli impegni presi con il
mondo esterno. `E una specie di morte psicologica, una situazione molto sofferta a livello d'ansia.
La perdita dell'autostima e cosi dolorosa per l'uomo che questi, per sfuggire alla situazione di scacco
in cui si trova, ricorre spesso a un singolare meccanismo di difesa, una specie di inconscio autoinganno,
una sorta di razionalizzazione che viene chiamata fenomeno della falsa coscienza. Questo consiste nel
modificare e deformare la realta, facendo finta che sia del tutto diversa, in modo da annullare il senso di
frustrazione: un po' come nella favola della volpe e dell'uva. Naturalmente tutto si svolge in modo
automatico, senza che l'individuo se ne renda conto: egli rimane convinto di essere il vinctore della
situazione, e soddisfatto di se stesso e dela propria posizione. Con lo stratagemma la sua autostima e
salvaguardata.
Al concetto di perdita dell'autostima si collega quello di sentimento di inferiorita.
Nel 1933 Adler fece la fondamentale distinzione tra sentimento di inferiorita e complesso di
inferiorita. Il primo corrisponde a uno stato d'animo connesso alla svalorizzazione delle proprie capacita
e possibilita: esso si limita al riconoscimento o consapevolezza della effettiva situazione, non abbandona
mai l'individuo, ma rimane dentro di lui, in una condizione di latenza.
Il complesso di inferiorit, invece, implica la messa in atto di un meccanismo nevrotico e viene
a verificarsi quando l'individuo, posto di fronte a situazioni difficili che comportano senso di responsabilita,
si sente incapace di risolvere problemi di natura sociale e va incontro a uno scacco. Il senso di inferiorita,
originario e latente, si e trasformato in una struttura piu stabile, ovvero nel complesso, condizione
negativa che paralizza ogni tentativo diretto a superare con decisione e coraggio l'inferiorita medesima.
Scendendo sul piano pratico, come si comporta un individuo quando svolge la funzione di giudice
di se stesso?
Qualche volta il giudizio e ben centrato, ponderato ed equilibrato, n svalorizzante n esaltante.
Altre volte esso e deformato da una visione non obiettiva della realta.
Useremo, per distinguere i soggetti con diverso atteggiamento verso l'autostima, la terminologia
proposta da E. Kahn 3, che ha denominato ipovalutativo dell'Io e ipervalutativo dell'Io le due posizioni
antitetiche di questo tratto del carattere.
La distorta valutazione di noi stessi e alla radice di non poche disfunzioni che si verificano nei
rapporti interumani. L'affermazione puo trovare sostegno dalle seguenti parole di Giuseppe Giusti
(1809-1850), che riportiamo dal suo Epistolano e che, pur riferentisi agli awenimenti dell'epoca, hanno un
significato universale: Due cose ci hanno nociuto principalmente: la poca e la soverchia fede in noi stessi.
L'una ci fece lenti e l'altra avventati. La prima alimento e mantenne tra noi il gregge infinito degli increduli,
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dei titubanti, degli uomini che a forza di retrocedere cascarono all'indietro: la seconda scateno la furia matta
e scomposta dei presuntuosi, degli armeggioni, dei guasta mestiere, i quali, senza prima accertare il corso,
s'ingolfano in un mare burrascoso e incognito, senza scandaglio e astrolabio4.
TIPO IPOVALUTATIVO
E l'individuo che guarda attraverso lenti di ingrandimento il mondo circostante, traendone una
visione ingigantita e deformata, che fara risaltare, per contrasto, la piccolezza della sua persona. La
concezione che avra di se stesso sara del tutto svalorizzata.
Oltre a timidezza e insicurezza delle proprie azioni, sovrasta in primo piano il senso di inferiorita,
che consiste nella consapevolezza o nella paura di essere inferiore alle altre persone. Anche se puo apparire
strano, nel profondo di questo sentimento intervengono altri aspetti caratteriali: ambizione e desiderio di
essere oggetto di ammirazione.
Facciamo un esempio. Uno studente poco brillante, il quale accetti, senza drammatizzare, i propri
insuccessi scolastici e rinunci a ogni sforzo di volonta per superare la propria mediocrita, non corre alcun
rischio di provare un senso di inferiorita. Questo sentimento insorgerebbe inevitabilmente, se lo stesso
studente, consapevole delle proprie deficienze, nutrisse, al tempo stesso, forti ambizioni di farsi avanti e
di emergere.
Oltre al senso di inferiorit di natura fisica -e in tal caso e stato proposto il nome di complesso di
Tersie- vanno considerate le cause psicologiche, che possono risalire all'infanzia o all'adolescenza: invidia
per i fratelli maggiori che godono plU forte prestigio in famiglia, gelosia per i fratelli minori sospettati di
ricevere maggiori premure, insuccessi scolastici, delusioni nelle amicizie o nei rapporti sentimentali.
Il nome di complesso di Gulliver va riservato all'aspetto, per cosi dire, esistenziale del senso di
inferiorita. Tutti noi siamo dei Gulliver, delle minuscole creature poste in una terra di giganti e soffriamo
talvolta per la sensazione della nostra debolezza e impotenza di fronte a problemi che soltanto dei giganti
saprebbero risolvere: la paura e l'insicurezza di fronte all'immensita dell'universo costituiscono il
sentimento gulliveriano dell'esistenza.
E ora si impongono alcune domande. Come si comporta l'uomo di fronte a una condizione di
inferiorita? Come reagisce a essa? Quali i piu comuni meccanismi di difesa?
Michaux ha prospettato alcuni tipi di comportamento. Alcune volte l'individuo, scoraggiato,
rinuncia alla lotta e accetta la sua inferiorita. Altre volte rifiuta di accogliere sentimenti di inferiorita,
stimandoli contrari alla propria autostima: e la reazione di opposizione. Un altro comportamento e la
reazione di compensazione, attraverso la quale l'individuo riesce a trovare consolazione in una superiorita
in un altro campo.
La vita di Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847) offre un esempio di meccanismi compensativi
posti a sostegno di fronte a una situazione di originaria inferiorita fisica. Felix fu il brutto figlio di un
banchiere ebreo di Lipsia; era deforme per la presenza di una vistosa gobba e aveva una salute cagionevole
(mori a soli 38 anni). Nella sua vita pero vari elementi favorevoli intervennero a effetto compensativo. Oltre
al conforto derivante dal successo della sua feconda produzione musicale, Mendelssohn ebbe una vita
familiare molto densa e calda di affetti. La madre e la sorelIa Fanny ebbero un'influenza determinante nella
vita spirituale del musicista. L'unione con Cecilia CarlottaJeanrenaud, che fu anche ispiratrice dell'opera
dell'artista, fu un ulteriore elemento che agi in via di supporto egosintonico e di compensazione.
Un altro meccanismo e la reazione di supercompensazione. L'individuo non si accontenta della
semplice consolazione: punta invece sulla negazione dell'infermita. E il misconoscirneno, sovente eroico,
di una disgrazia o di una infermit.
Il poeta inglese George Gordon Byron 1788-1824) da bambino era bellissimo, ma zoppicaJa per
un'anomalia congenita dei tendini della caviglia. Questa infermita, che lo rendeva diverso dagli altri, umilio
George per tutta la vita. Il carattere divenne schivo, ombroso e ribelle; l'innata timidezza veniva mascherata
da atteggiamenti di disprezzo per il mondo intero. Anche molti aspetti del carattere di Byron adulto, come
sarcasmo, spregiudicatezza e anticonformismo, possono essere fatti risalire al primitivo sentimento di
inferiorita. Michaux ha attribuito l'instabilita della vita amorosa di Byron e il suo dongiovannismo a
fenomeni di ipercompensazione.
Alcune volte lo sforzo verso la superiorita, quale risposta a una condizione di preesistente inferiorita,
puo caricarsi di componenti aggressive e rivendicative verso il mondo esterno. L'individuo allora chiede
la riparazione che lo indennizzi lo ripaghi delle passate mortificazioni e nutre odio e rancore verso la natura
e il destino per le menomazioni congenite e infantili. In questo consiste il complesso di Riccardo III.
Questo personaggio storico, re di Inghilterra dal 1483 al 1485, domino col terrore e si copri di orribili
misfatti. La sua caratterologia, quale risulta dal dramma di Shakespeare, fu indagata in chiave
psicoanalitica da Freud nel 116.
Riccardo, gia duca di Gloucester, presentava un corpo deforme per malformazioni congenite e
provava senl:imenti di vendetta e di rivalsa. Il succo del suo ragionamento, secondo Freud, e il seguente:
La natura mi ha fatto un grande torto nel momento in cui mi ha negato la bellezza esteriore capace di
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aspirare l'amore umano. La vita per questo mi deve un risarcimento che io faro in modo da ottenere. Posso
arrecare torti perch io stesso ne ho ricevuti.
Resta da considerare un ultimo meccanismo reattivo al sentimento di inferiorita: e il comportamento
di imitazione /, mediante il quale si adottano le idee e gli atteggiamenti di un'altra persona che si segnala
per prestigio e forza. Secondo Anna Freud, alla base di questo procedimento che puo riassumersi nella
frase vivere della vita degli altri e non della propria, risiede un forte meccanismo di identificazione. A
titolo di esempio, puo essere riportato in sintesi il caso descritto dalla stessa psicologa:
Una giovane istitutrice racconto nel corso della sua analisi che quando era una bambina era
ossessionata da due idee: possedere bei vestiti e avere tanti bambini. Una volta divenuta adulta, cio che
colpiva in lei era la modestia del suo carattere, una persona senza pretese, che esigeva poco dalla vita.
Quando inizio il trattamento analitico era nubile, senza figli e i suoi vestiti erano frusti e poco appariscenti.
Il suo rifiuto della sessualita non le impediva di interessarsi affettuosamente alla vita amorosa delle sue
amiche e colleghe. Adorava combinare matrimoni e riceveva una quantita di confidenze di carattere
amoroso. Analogamente, nonostante il suo comportamento schivo e riservato, si dimostrava piena di
ambizione per gli uomini che amava e seguiva nella loro carriera con il massimo interesse. Nel mondo
esterno essa trovo dei sostituti che divennero i depositari ognuno dei suoi desideri e si identificava con
essi.
La cessione degli impulsi istintuali agli altri mediante identificazione costituisce il fondamento del
cosidetto complesso di Cyrano, L'eroe dell'opera di Edmond Rostand, conscio della propria bruttezza,
rinuncia alle proprie aspirazioni amorose in favore di un uomo piu prestante identificandosi con lui, fino
a prendere il suo posto nel cercare di conquistare la donna amata.
Dal senso di inferiorita va differenziato, per genesi e per contenuto, uno stato psichico che V.
Rondelli ha chiamato sindrome dell'angelo caduto. Il punto nodale di essa risiede nel contrasto fra una
condizione precedente (gratificante) e una attuale (frustrante): e percio un complesso che potrebbe definirsi
di caduta e di umiliazione.
La sindrome puo osservarsi in diverse eta della vita e Rondelli ne ha prospettato alcune tipiche
situazioni nell'infanzia e in eta adulta.
Nel bambino essa puo verificarsi:
-quando questi cambia scuola e trova un ambiente sfavorevole nei compagni o un insegnante
severo;
-quando per necessita economica familiare e costretto ad abbandonare gli studi e avviarsi a un
lavoro;
-quando viene messo in coUegio;
-quando, dopo essere stato allevato dai nonni affettuosi, rientra in famiglia ove incontra dure
esigenze familiari e fratelli che lo opprimono;
-quando da una posizione privilegiata di piccolo re si vede spodestato dall'arrivo di un frateUo
piu piccolo, oppure dall'arrivo della matrigna.
Nel bambino il danno psichico si manifesta con turbe caratteriali Idisforia, turbolenza, fino a nevrosi di
carattere).
Tipiche situazioni dell'eta adulta sono:
-contrasto tra uno stato di benessere passato e la degradazione attuale, ad esempio dopo un crollo
finanziario;
-contrasto tra la visione del mondo e la realta attuale frustrante: illusioni perdute, fallimenti
sentimentali.
Il soggetto si sente tradito e si reputa un fallito. Di fronte a una realta dura e umiliante egli
reagisce o con un quadro psichico (angoscia, nevrosi, depressione) o con una patologia psicosomatica.
TIPO IPERVALUTATIVO
La tendenza all'ipervalutazione della propria persona, o sentimento di superiorita, puo essere
considerata come un residuo del senso di onnipotenza che e comune nel bambino piccolo.
In effetti, il bambino vive in uno stato di megalomania; riconosce un unico metro, un'unica unita di
misura: il proprio Io, gonfiato oltre il lecito. Questo narcisismo ipertrofico infantile viene favorito anche dal
comportamento degli adulti, i quali, spinti dall'affetto e animati dai migliori propositi, finiscono con
alimentare questa sensazione di onnipotenza. Nella maggior parte dei bambini il graduale sviluppo del
potere critico dell'Io, col volgere degli anni, il prevalere del principio di realta su quello del piacere
determinano lm ridimensionamento dapprima, e l'annullamento poi, di questa paradisiaca onnipotenza.
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In alcuni soggetti, tuttavia, l'antica fantasia di grandezza non muore mai del tutto e i suoi residui
interferiscono nella ormazione del carattere del futuro adulto, conferendogli sicurezza e piena fiducia sulle
proprie capacita e possibilita.
questa la prima forma di senso di superiorita, per cosi die, primitivo, legato alla persistenza di nuclei
residuali inantili di onnipotenza: e un rigonfiamento dell'Io egocentrico e arbitrario.
Un'altra forma di senso di superiorita e propria, secondo ersch, di persone molto dotate che
avvertono uno straordinario sentimento del proprio valore, quasi la consapevolezza di un demone, di
una potenza soprannaturale che sostenga e guidi le loro azioni e tracci il solco del loro destino. In episodi
narrati da Plutarco (ita degli eroi romani) sembra che Cesare manifestasse questo straordinario sentimento.
Lersch ha identificato anche altre due forme di superiorita: il sentimento di valore aristocratico, che
proviene dal consape-
Aole possesso di una personalita ricca di cultura e di senso estetico, di dignita e di eleganza di tratto, e la
forma di superiOrita etico-morale, che si fonda, piu che su valori personali, sulla consapevolezza di essere
al servizio di una nobile causa.
Ben diversa dalle precedenti e la forma di superiorita che potrebbe chiamarsi reattiva o di difesa:
essa si struttura corne ipercompensazione a sentimenti di inferiorita e, come tale, e una
pseudosuperiorita o una inferiorita camuffata.
Sentimenti di superiorita fanno parte di alcuni complessi. Oltre al complesso di Icaro, di cui si e gia
fatto cenno e che e simbolo della spinta verso l'alto presente in alcune personalita ambiziose, va ricordato
il complesso di Prometeo (C. Baudouin, G. Bachelard, H. Marcuse). Quest'ultimo costituirebbe il
complesso di Edipo della vita inteIlettuale e accoglierebbe tutte le tendenze che ci spingono a sapere
come i nostri padri, piu dei nostri padri, come i nostri maestri, piu dei nostri maestri.
Vicino al sentimento prometeico si colloca il sentimento faustiano dell'esistenza umana.
Faust, nel dramma di Goethe, esprime il problema angoscioso dell'uomo insoddisfatto dei propri
limiti, anelante alla perfezione e al superamento dei confini intellettuali che gli sono imposti. Uguale
inesausta sete di conoscenza, di divenire del mondo esperto e degli umani vizi e del valore, mostra
l'episodio di Ulisse nell'inferno dantesco.
L' IMMAGINARIO
LA DIMENSIONE DELL'IMMAGINARIO NELLA PSICHE Ur.IANA
Il bambino vive in un mondo meraviglioso e incantato, neI quale egli e signore incontrastato e nel
quale il principio del piacere trova la sua piena gratificazione.
Questo Eden e purtroppo destinato a scomparire a poco a poco, col passare degli anni, a favore del
principio di realta che finira per dominare per tutto il resto della vita. Oggi noi viviamo nell'era della logica
e del trionfo della razionalita e spazio sempre piu angusto viene riservato all'immaginario e all'irrazionale
.
Tuttavia la fantasia, elemento prevalente nel bambino, non e destinata a morire del tutto nell'adulto.
La creativita artistica e uno dei tentativi per riattivare processi irrazionali. Allo stesso modo agiscono il
sogno, l'umorismo, la ricerca del bizzarro nella moda, il gusto del paradossale e tante altre manifestazioni
della vita umana.
Tutte queste evasioni si comportano da follie transitorie, che non compromettono il rapporto con
il reale e il razionale ma servono a mantenere ancora accesa la fiaccola del fantastico .
Freud prese in considerazione il contributo della fantasia nell'opera poetica Il poet e la fantasia:
Sono desideri insoddisfatti -egli scrisse- le forze promotrici della fantasia, e ogni singola fantasia e un
appagamento di un desiderio, una correzione della realta che ci lascia insoddisfatti. I desideri promotori
sono vari, secondo il sesso, il carattere e le condizioni di vita della persona che alla fantasia si abbandona,
si lasciano tuttavia raggruppare senza sforzo secondo due direzioni fondamentali: o sono sogni ambiziosi
che servono a elevare la personalita, o sono desideri erotici.
A Freud non sfuggi quindi il grande valore compensativo o sostitutivo delle fantasie, come anche
le loro relazioni con i sogni. Il ricorso alle fantasie costituisce un momento economico per Ia psiche
umana, una via di sfogo e di liberazione che ci ripaga, in certa misura, di tante sconfitte, delusioni e
amarezze.
L'uomo felice -osservo Freud- non fantastica, solo l'insoddisfatto lo fa2. In effetti, l'individuo
ricorre alla fantasia quando non riesce ad accettare il principio di realta, quando trova troppo pesante,
oppressiva? dolorosa l'esistenza. E allora cerca di compensare le rinunce a cui ha dovuto sottostare,
attuando una particolare strategia che suona come una curiosa protesta: si dissocia, si estrania dal mondo
e si costruisce un mondo nuovo, tutto proprio, estremamente graficante per i suoi desideri e le sue
aspirazioni.
72
La formazione della fantasia e una funzione dell'Io. M. Klein, estendendo il concetto freudiano di
fantasia, ha sottolineato un'altra importante funzione: la funzione attiva e creativa della fantasia
immaginativa. Persino il pensiero e basato sulla fantasia e su essa stessa prodotto. La ricchezza, la
profondita e l'acutezza del pensiero dell'individuo -ha scritto H. Segal interpretando la concezione
kleiniana- dipendono proprio dalla qualita e dalla malleabilita della sua vita fantastica inconscia e dalla
sua capacita di assoggettarla alla prova di realta 3.
L'IMMAGINARIO NELLA COMPOSIZIONE DEL CARATTERE
Partendo da quanto si e detto e scendendo sul piano pratico, si puo affermare che una certa dose di
fantasia nella psiche umana non solo e elemento favorevole per la sua omeostasi, ma e necessario stimolo
per la produzione del pensiero.
Prendiamo ora in considerazione, a scopo dimostrativo, le due situazioni caratteriale estrem: da una
parte, il soggetto pragmatico, dotato di realismo e del tutto privo di fantasi, e, in posizione antitetica,
l'individuo fantasioso, fornito di esuberanza di immaginario nella sua vita pratica.
Tipo pragmatico. Con questo termine vogliamo indicare l'individuo che, permeato di forte realismo,
privilgia nella sua condotta abituale in modo esclusivo la sfera razionale, dando l'ostracismo a ogni
partecipazione dell'elemento fantasioso.
Possiamo dire che questo tale persegue un modello di vita che, alla resa dei conti, non risulta affatto
favorevole alla sua igiene mentale. La messa in atto del suo stile comportamentale, infatti, si compie a caro
prezzo, e cio attraverso il continuo e forzoso ricorso a meccanismi inconsci di controllo e di difesa. Non
pochi di questi soggetti sono destinati, a lungo andare, a pagare lo scotto sotto forma di manifestazione
ansiose e nevrotiche.
Un altro rischio che incombe sui medesimi individui la psicosomatizzazione.
Alcuni psicoanalisti francesi, P. Mart, M. de M'Uzan e C. David, hanno messo in relazione la povert
dell'immaginario con lo svilupo della malattia psicosomatica. Si tratta di pazienti che utilizzano un tipo di
pensiero particolare, detto opperativo, un pensiero cio rivolto al concreto e al presente, del tutto privo
di fantasia e di capacit di simbolizazione.
Questo atteggiamento mentale stato definito dagli americani J.C. Nerniah e P.E. Sifneos
alessitimico, intendendo alessitimia o alessia della timia l'incapacit di leggere nel libro delle proprie
emozioni. La psiche di questi individui , per cos dire, mutilata, appare privata di importanti funzzioni
(fantasia, insight, pensiero simbolico) e allora la somatizzazione rappresenta una via di scampo, un vero
meccanisnmo di difesa.
In linea generale si pu affermare che il tipo umano capace di riuscire ad armonizzare sapiamente
le due componenti, quella realistica e quella fantasiosa, pi favorito ai fini dell'adattamento e del
raggiungimento di un soddisfacente equilibrio interiore.
Ci non toglie che alcune personlit costituzionalmente non emotive, e flematiche di natura, riescano
a ben adatarsi e ad avere successo, pur attuando un programma e uno stile di vita super-realistici, che poco
concedono all'immaginario.
Fra i personaggi della storia che seppero valorizzare doti di spirito realistico e mentalia pratica, sono
da segnalare Federico di Prussia (1712-1786) e Oliver Cromwell (1599-1658).
Su Federico il Grande cosi ha scritto P. Gaxotte:
Il campo di azione sono i fatti, desiderati o conquistati gli interesi, la prattica costante degli uomini,
della guerra e degli affari. Il suo pensiero concreto; la sua facolt di attenzione tale che egli pu scorrere
venti lettere di seguito e poi rispondere a ciascuna di esse, nello stesso ordine e senza rileggerle. Ha
l'immaginazione positiva, in certo qual modo visiva, l'intuito topografico sviluppatissimo, la memoria dei
luoghi straordinariamente precisa. Per conto ha orrore a tutto ci che astratto
Anche C,romwell fu personaggio ricco di forte realismo. `E rimasta famosa la frase: Trust God, but
keep your powder dry (Credete in Dio, ma tenete ben asciutta la vostra polvere da sparo).
Tipo fantasioso. Attestato su posizioni diametralmente opposte rispetto al tipo precedente,
l'individuo che lascia troppo spazio alla fantasia corre rischi di altro genere.
L'eccesso di effusione e di intensita della fantasia -ha scritto Freud- contiene le condizioni per la
caduta nella nevrosi e nella psicosi5. Vi e, infatti, il pericolo che la troppo impetuosa onda della fantasia
finisca per travolgere l'individuo, strappando i legami che ancora lo tengono unito alla realta. A. Miotto,
osservando che il predominio della funzione immaginativa riveste il significato di una regressione
all'infanzia, ha rilevato che questa funzione e la meno adatta per aiutare l'individuo nello sforzo per
giungere a un comportamento sociale maturo e integrale; essa risponde a esigenze affettive profonde
dell'individuo e non alle esigenze dell'adattamento sociale 6,
73
Il mondo del cinema ha fatto rivivere sullo schermo la condizione dell'individuo troppo fantasioso,
ora su base comica (come il film The secret life of Walter Mitty, tradotto in italiano con Sogni proibiti, del
quale Danny Kaye fu interprete), ora con intenti piu seri di approfondimento psicologico. In modo
particolare va segnalato Billy il bugiardo, regia di John Schlesinger, lungometraggio nel quale un impiegato
di pompe funebri tenta di rimediare al grigiore della vita quotidiana, rifugiandosi nella fantasticheria.
Insuccessi, delusioni, incresciose figure hanno solo per breve tempo il potere di deprimere e rattristare
Billy: a un certo punto giunge, come un angelo consolatore, un nuovo bellissimo sogno, un'incantevole
fantasia, che lo risolleva e lo trascina nei giardini incantati dei suoi desideri.
In alcuni casi l'esuberante fantasia si unisce con altrettanto forte narcisismo e desiderio di gloria, e
il soggetto dedica tutto se stesso alla ricerca di irraggiungibili obiettivi.
`E quanto avviene nel complesso di Don Chisciotte (F. O. Brachfeld, H. Deutsch). Gli individui
che rientrano in questa tipologia, trascinati da eccessivo idealismo e animati da fervida fantasia, portano
una maschera che falsa la realta circostante e fuorvia totalmente il loro giudizio. Sordi alle necessita di
rinnovamento del mondo, questi fantasiosi idealisti fuori del tempo non si rassegnano ad abbandonare
concezioni di vita ormai superate e lottano per cause ormai perdute per sempre.
Meno irretito da scopi ideali, ma piu soffuso di vanita e spacconeria e il tartarinismo 7, versione in
chiave moderna dell'immortale personaggio di Cervantes.
Il tartarinismo simboleggia il bisogno di forti emozioni, spirito di avventura, fuga dalla noia e dalla
piatta vita di tutti i giorni che nulla concede alla novita e all'imprevisto: e l'antidoto contro il formalismo
e l'organizzazione, monotona e ripetitiva, dei tempi moderni.
Molti individui, un po' esibizionisti, un po' vanitosi, si comportano come altrettanti Tartarini: solo
cosi possono mantenere nella loro esistenza una fascia di ignoto, per essi indispensabile, perch e in grado
di conferire carica vitale e spinta motivazionale.
Tartarino -come lo descrive Daudet- invano si infarciva di letture romanzesche, cercando, come
l'immortale Don Chisciotte, di strapparsi con la forza del suo sogno alla morsa dell'impietosa realta. Tutto
quello che faceva per placare la sua sete di avventure non serviva che aumentarla.
EQUILIBRI O MASCOLINIT`A-FEMMINILIT`A
ESISTE UNA DIFFERENA PSICOLOGICA FRA I DUE SESSI?
Nella psiche umana viene generalmente ammessa una bivalenza sessuale. Accanto al sesso vero,
reale, geneticamente determinato, esiste una componente psichica che presenta caratteri dell'altro sesso.
Si potrebbe anche dire che ogni essere umano e, in certa misura, un ermafrodito psicologico, una
combinazione di elementi maschili e femminili.
Questa potenzialita bisessuale viene espressa dalla presenza di particolari tendenze che G. Berger
ha chiamato tendenza Marte? e tendenza Venere, rispettivamente maschile e femminile; tendenze che
sono puramente di ordine psicologico e che non hanno alcun rapporto con il sesso reale. Vi sono uomini
di tipo Venere, come vi sono donne di tipo Marte.
Jung ha parlato di un archetipo che nell'uomo prende la forma di un'ideale figura femminile
(Anima) e nella donna di una figura maschile (Animus).
La presenza nell'uomo e nella donna di caratteristiche psicologiche dell'altro sesso viene giudicata
positivamente ai fini dell'armonia di coppia. Infatti, uomo e donna sarebbero attratti dalla parte
complementare della personalita che ciascuno trova nella controparte. Ne risulterebbe una specie di
diversita compensatoria, condizione favorevole ai fini della reciproca integrazione.
L'ambivalenza psicologica sessuale nell'uomo e nella donna ha posto in crisi la legittimita di una
reale psicologia differenziale.
Esiste -ci si chiede- un modo di pensare, di sentire e interpretare le cose che e particolare dell'uomo,
ed esiste un altro modo che e proprio della donna? E ancora: ammesso che differenze esistano, sono innate
oppure determinate dall'ambiente?
Le domande toccano punti molto controversi sui quali non poche sono le perplessita. Vediamo di
esporre le idee di alcuni autori al riguardo.
M. Mead, famosa antropologa, nella sua opera Sesso e temperamento if tre societ primitive si e
dimostrata contraria ad ammettere una differenziazione psicologica fra i due sessi. Secondo il suo parere,
quello che conta nell'imprimere caratteristiche che noi chiamiamo maschili o femminili e soprattutto il
condizionamento culturale e sociale.
Sulla stessa linea di pensiero molte correnti della psicologia contemporanea ritengono ormai
superata e artificiosa la dicotomia maschile-femminile in campo psicologico.
Ricerche cliniche sono state condotte alla facolta di psicologia di Roma, con l'ausilio di test
psicologici proiettivi, allo scopo di indagare sull'esistenza o meno di differenze psicologiche fra i due sessi.
G. V. Caprara, autore insieme ad altri collaboratori delle ricerche, ha affermato di non pensare a una
differenza "in natura" tra la normalita dell'uomo e della donna, quanto a una differenza nella storia, data
74
la differenza tra i ruoli, tra le prestazioni attese, tra il quotidiano esame di realta dell'uomo-della donna
nell'organizzazione del lavoro, nell'organizzazione familiare, nell'organizzazione sociale.
In posizione concettuale completamente diversa, altri psicologi si dichiarano favorevoli al
riconoscimento di reali differenze psicologiche fra uomo e donna. er quanto la struttura fondamentale sia
identica (negli uomini e nelle donne) e per quanto grande possa essere la plasticita sociale della natura
umana, non si puo negare che la personalita maschile differisce radicalmente da quella femminile 3.
Altri autori, infine, assumono una posizione intermedia. Pur ammettendo l'importanza di fattori
culturali condizionanti e pur riconoscendo che, in epoca moderna, il divario psicologico tra la popolazione
maschile e quella femminile si faccia sempre meno profondo, affermano che ci sia tuttora spazio sufficiente
per una differenziazione psicologica tra i due sessi.
ASPETTI PSICOLOGICI DIFFERENIALI
Il primo punto di differenziazione concerne il rapporto fra livello razionale e livello emotio. Si
ammette che l'uomo abia una impostazione psichica piu raziocinante e che la donna sia piu influenzata e
condizionata dall'emotivita. Quando si parla di maggiore emotirita della donna non si vuole intendere che
la donna sia piu ricca di sentimento dell'uomo, ma si vuole dire che i sentimenti hanno nella sua vita, nelle
sue decisioni, un peso maggiore. Per l'uomo il sentimento non e mai, come lo e invece nella donna, una
istanza di giustificazione, ma richiede costantemente la sanzione della ragione 4.
Il secondo, assai vicino al primo, riguarda il grado di impulsivita. La donna appare piu instabile e
discontinua nel suo comportamento, piu pronta a decisioni rapide, improvise, inaspettate. Il controllo della
volonta risulta in genere meno rigoroso.
Il terzo punto riguarda l'aspetto intellettivo. Il riconoscimento di una parita intellettiva fra uomo e
donna, intesa come capacita e potenzialita generica, non implica necessariamente un giudizio di perfetta
uguaglianza sulla qualita dell'intelligenza. La donna ha, n linea di massima, un'intelligenza piu analitica
dell'uomo: ama cogliere i particolari, i singoli elementi di una situazione, di un problema; riesce con minore
efficacia a conseguire, tramite ragionamento, la sintesi, la visione unitaria. In compenso, essa e dotata di
una capacita intuitiva ben maggiore: e in grado, piu rapidamente dell'uomo, di centrare una situazione,
specie nei rapporti interpersonali. L'intuizione puo ben dirsi la vera fonte del genio femminile.
Nell'antica mitologia greca si puo rintracciare una rappresentazione simbolica del carattere
composito della psiche femminile. A una intelligenza intuitiva, piu tipica della donna e adombrata dalla
mitica figura di Autonoe, saggia e comprensiva, si contrappone una intelligenza razionale simile a quella
maschile, rappresentata da PalIade-Atena, la dea che nacque dalla testa di Giove. Demetra, invece, la dea
attiJa e materna personificazione della Terra, simboleggia l'intelligenza istintiva e primordiale della donna.
Altri aspetti caratterologici sono stati attribuiti alla donna. Questa, secondo indagini psicologiche
condotte da Heymans, si dimostrerebbe piu vanitosa dell'uomo, ma piu coraggiosa, paziente, perseverante,
premurosa nel lavoro, pronta a prestare soccorso.
LA CARATTEROLOGIA FEMMINILE SECONDO HELEN DEUTSCH
L'opera di H. Deutsch costituisce un importante modello di interpretazione della psiche femminile.
Alla base del carattere della donna la psicologa ha posto tre componenti: narcisismo, passivita,
masochismo, le quali devono essere fra loro fuse e integrate per fornire una femminilita veramente
armonica.
Le donne femminili hanno come tratto preminente l'erotismo. Esse sono facili a eccitarsi e
raramente frigide; ma, proprio nel campo sessuale, impongono condizioni narcisistiche che devono essere
assolutamente adempiute. Esigono amore e un'ardente passione e in cio trovano un compenso
soddisfacente alla rinuncia delle proprie tendenze attive.
Sul piano dell'intesa di coppia, esse rappresentano ideali compagne di vita. si adattano al loro uomo,
lo comprendono, talvolta sono sue collaboratrici e ispiratrici. Molto accentuate sono in loro la capacita
deditiva e lo spirito di sacrificio.
Il tipo femminile-materno rappresenta l'esemplare perfetto. In esso la parte femminile si completa
con quella materna. I tratti contenuti e controllati della donna normale, e adeguatamente soddisfatti
nell'unione sessuale, si modificano ulteriormente nella donna materna, vero coronamento olitivo della
donna femminile.
La donna e la madre si equilibrano perfettamente e la prima in funzione della seconda.
Dal tipo femminile-materno la Deutsch ha distinto un tipo super-materno e un tipo
pseudo-materno. Nel primo dei due si assiste a una esaltazione della dimensione materna. E un tipo di
donna che adora i bambini, aspira a unioni sentimental stabili con il miraggio del matrimonio e,
soprattutto, di avere una prole.
75
In qualche caso il sentimento materno non si riversa sui propri figli, ma su queUi di un'altra donna
o anche su persone adulte, che essa prende sotto la protezione materna. Per dare sfogo ai sentimenti
ultra-materni questo tipo femminile sceglie professioni che sembrano fatte apposta per assecondare i suoi
desideri. Una paziente della Deutsch aveva scelto la professione d ostetrica per avere bambini, molti,
molti bambini e piu essi erano deboli e avevano bisogno di cure e pi lei li amava. Talvolta il desiderio
di maternita si stacca dalla sessualita, si scinde da questa per andare alla ricerca di un ideale di maternita
asessuale.
Dal tipo super-materno si distacca il tipo pseudo-materno. In genere e rappresentato da donne
sterili, le quali si consolano della ferita inferta alla loro vanita narcisistica, dela mancanza di figli cioe,
dedicandosi a occupazioni che hanno caratteristiche materne: ecco che allora si mettono ad assistere, curare
malati, specialmente bambini, si offrono per lavorare nei giardini di infanzia o negli asili-nido; tutto cio,
in certa misura, colma la loro sete di maternita. Ma a esse manca calore e vero spirito materno. Recitano
una parte che non corrisponde con la loro natura; le loro intenzioni sono sempre egoistiche, ispirate da
desiderio di dimostrare che sono materne. Nell'intimo non soffrono di non avere figli, sono unicamente
ferite dal trauma della loro inferiorita fisica, dllo shock che provano pensando: "Sono un ramo secco"8,
Altro carattere femminile studiato dalla Deutsch e il tipo passivo, che ha come fondamento un
vivissimo desiderio di essere amato e, soprattutto di essere protetto. Una donna di questo genere ama
essere al centro dell'attenzione, si appaga di sentirsi oggetto di cure e di premure: vuole intorno a s
persone che pensino per lei? e che la scarichino di ogni preoccupazione e responsabilita; e alla ricerca
dell'uomo forte e protettivo che le dia garanzia di sicurezza. Rinunciando alla propria identita, finisce con
assumere un atteggiamento passivo e recettivo di fronte al compagno, del quale, per un processo di
identificazione, accetta le idee, le opinioni, i gusti.
Per la Deutsch le origini della passivita si connettono con quelle del masochismo: Entrambe
provengono dalla costituzione femminile e da un meccanismo di inversione degli istinti, legato ad essa.
Si puo dire -conclude la psicologa tedesca- che il meccanismo della conversione dall'attivo al passivo
domina tutta la vita istintiva della donna9.
Accanto a una passivita femminile, per cosi dire, primitiva o costituzionale, legata a un'inerzia
volitiva e operativa e a debole struttura dell'Io, esiste una passivita non di natura caratteriale, ma
dipendente da abitudine e da ossequio a certe regole, norme, consuetudini sociali e morali.
Questa seconda forma di passivismo comportamentale puo bruscamente infrangersi in conseguenza
di eventi traumatici, di solito shock affettivi che mettono in crisi tutto un sistema di vita e una serie di criteri
di giudizio fino allora osservati. E allora che il tipo femminile passivo, o meglio apparentemente tale, va
incontro a un improvviso cambiamento di atteggiamenti e comportamenti, a una revisione critica del suo
stile di vita e del suo passato.
Henrik Ibsen (1828-190), drammaturgo norvegese, e stato l'autore che, penetrando nell'animo
femminile, ha indagato i conflitti che possono stabilirsi fra i doveri familiari e sociali e le istanze di
indipendenza e di liberta. Molta della sua opera e rivolta al superamento della posizione di passivita
della donna e a un incitamento alla rivolta contro la piatta accettazione di schemi di vita e criteri di giudizio
fissati dalla consuetudine. Nel dramma Casa d bambola Nora, la giovane sposa, la dolce bambolina, in
apparenza superficiale e frivola, abbandona la casa quando si accorge che il marito si rivela un essere
mediocre e meschino, del tutto diverso da quello che aveva fino allora stimato e amato, e che ora e divenuto
nient'altro che un estraneo ai suoi occhi. Rompendo una consuetudine di inerzia e di sottomissione, Nora
non e piu adesso un essere passivo, ma una donna consapevole, capace di essere se stessa.
Sul narcisismo, altra importante componente femminile, occorre una precisazione. Esso puo
compiere una funzione positiva quando agisce da sostegno e da rinforzo dell'Io, conferisce sicurezza e
fiducia, protegge la donna dal cadere in uno stato passivo-masochistico. Il supporto del narcisismo e
necessario per mantenere l'autostima.
Diversamente awiene quando il narcisismo impregna tutta la personalita della donna. In simile caso
si verificano, usando la terminologia psicoanalitica, ritiro dell'investimento oggettuale e ipervalutazione
del S. Ne deriva un estremo egocentrismo .
La donna narcisista e poco disposta a donare un affetto vero, generoso, deditivo, tanto meno a
sacrificarsi per il marito. Di lui apprezza la posizione economica e sociale, il prestigio professionale: ma non
lo ama veramente: non raramente si dimostra infedele. Si preoccupa solamente di se stessa, della sua
bellezza, della sua eleganza o anche della sua salute fisica. L'eventuale maternita viene vissuta
negativamente. La gratificazione derivante dall'aumentato prestigio in seno alla famiglia e alla societa,
come mamma, non riesce a compensare perdite per lei molto gravi: la diminuzione della liberta e il
danno estetico.
Di personaggi femminili che spiccano per il loro narcisismo vi e un ricco campionario in letteratura.
Fra i tanti, si puo portare ad esempio la figura di Irina Arkadina nella commedia Il gabbiano di Anton
Cechov.
Irina e una vedova, attrice di teatro, che vive chiusa nel suo egocentrismo narcisistico, nel rimpianto delle
sue glorie artistiche e della sua passata gioventu. E incapace di riversare sul figlio Konstantin 7ero amore
materno, fatto di intimita, calore, comprensione, sentimento del quale egli, giovane infelice e solitario, ha
invece enorme bisogno.
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Il vuoto esistenziale della donna narcisistica ed egocentrica puo esprimersi nel cosiddetto
bovarismo, termine che e stato erroneamente assimilato a ipererotismo femminile, a lussuria, a VlZlO.
Nel romanzo Madame Bovary di Gustave Flaubert viene creato uno dei ritratti femminili piu riusciti
dal punto di vista artistico e piu acuti da quello psicologico nella letteratura di tutti i tempi. E un forte
narcisismo predominante, cui si associano altri aspetti caratteriali, quali egocentrismo, vanita, amore per
il lusso, disgusto per la vita mediocre e monotona di tutti i tempi. La sua vita era fredda come un granaio
con la finestra esposta a nord e in essa la noia, simile a un ragno silenzioso, filava ragnatele nell'ombra in
tutti gli angoli del suo cuore. In fondo al cuore continuava a sperare che accadesse qualche cosa di diverso.
Come i marinai in pericolo, volgeva sguardi disperati sulla solitudine della sua vita, cercando di scorgere
una vela bianca fra le brume deIl'orizzonte l0
Il masochismo e, dopo passivita e narcisismo, la terza componente del carattere femminile:
componente non trascurabile se la Deutsch cosi ha scritto al riguardo: Tutta la psicologia della donna fa
pensare che questa associazione fra piacere e dolore si sia formata durante la filogenesi e abbia per cosi dire
creato in ogni donna una disposizione costituzionale qualcosa che potremmo chiamare riflesso
masochistico.
Molte volte le tendenze masochistiche sono inconsce o subconsce. Altre volte sono consapevoli, ma
dissimulate. Anche le donne il cui masochismo supera quantitativamente il limite di normalita, non si
rendono conto che esse provocano una situazione masochistica a causa (e non nonostante) la sofferenza
che gliene deriva.
A illustrare questa contraddittorieta e apparente insincerita di alcune donne masochistiche, la
Deutsch nel suo libro porta esempi di appagamento e, al tempo stesso, di reticenza: la piccola stenografa
che adora il suo principale, chiunque egli sia, e sopporta i suoi peggiori momenti di cattivo umore, dicendo
che lo fa per non perdere il posto, oppure la donna sensibile che non puo separarsi dal marito brutale,
perch lo ama nonostante (in verita per) le brutalita, e altri casi ancora.
Esiste per anche un aspetto deditivo e, per cosi dire nobile del masochismo femminile, che si
identifica con l'amore per il sacrificio e con la disponibilita a soffrire per gli altri. La donna, nelle sofferenze
della maternita e pur tuttavia felice della sua condizione, oltrepassa i limiti normali del masochismo
femminile, sublimando la funzione materna nella
figura della mater dolorosa.
LA MASCOLINIT`A NELLA DONNA
Esiste una condizione di androginia psicologica dell'essere umano, piu e meno evidente a seconda
degli individui. a maggior parte di noi si rende conto -ha scritto J. M. Bardwick- di essere piu complessa
e differenziata rispetto agli stereotipi "maschile" e "femminile". Non pochi tratti della nostra personalita,
come molte azioni, non hanno alcun rapporto con il nostro sesso 14, {li individui, infatti, possiedono un
insieme di capacita, tratti e interessi, tanto di tipo espressivo (tradizionalmente femminili) quanto di tipo
strumentale (tradizionalmente maschili).
Recenti studi hanno dimostrato la presenza contemporanea di caratteristiche femminili e maschili
in uno stesso soggetto Icondizione favorevole per il raggiungimento di una relazione sessuale
soddisfacente, la cosl detta sex adequacy). Il soggetto androgino dimostrerebbe maggiori doti di flessibilita
e adattabilita che non quello rigidamente ancorato alla mentalita tipica propria del sesso, il sex typed
individual.
Per quanto riguarda in particolare il maschile in seno alla psiche femminile, c'e un concorde
consenso nella cultura moderna. Le modificazioni caratterologiche e comportamentali da cio indotte, quali
prestanza e vigore fisico, coraggio, competitivita, intraprendenza, spirito di iniziativa ecc., vengono oggi
valutate positivamente in una donna. Si aggiunga un maggiore intellettualismo, cioe una maggiore
utilizzazione dell'intelletto di fronte ai problemi della vita, piuttosto che il ricorso all'intuizione o a reazioni
emotive, e la perdita di quel pizzico di infantilismo psichico che un tempo veniva attribuito alla donna.
Si asseriva infatti che, come nel campo fisico il corpo della donna si avvicina di piu a quello del fanciullo,
altrettanto poteva dirsi, sotto alcuni aspetti, del suo modo di pensare.
La tendenza verso l'acquisizione di caratteristiche psichiche maschili nella donna, particolarmente
evidente nelle aree urbane e industriali, va di pari passo con la convinzione che il rifiuto di tratti
tradizionalmente femminili sia inscindibile dalle conquiste femminili nel campo della famiglia, del lavoro
e della societa in genere.
Quale esempio di tipo femminile a impronta psichica viriloide puo essere menzionato il tipo
BruniIde, del quaIe in precedenza abbiamo fatto cenno. Secondo A. Lowen, la formazione di un carattere
simile, che egli chiama aggressivo maschile, dipende da un conflitto dominante con il padre
nel!l'infanzia.
In una sua paziente il padre, nel suo atteggiamento verso di lei, ne ignorava la femminilita. La sua
approvazione dipendeva dal compimento di certi obiettivi da lui stabiliti, buoni voti a scuola, progressi
nella musica ecc. E le prestazioni della paziente non riuscivano mai a essere all'altezza dei modelli 15. Di
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conseguenza in simili casi si stabilisce un conflitto fra l'Io e la sessualita, in cui l'Io e il vincitore. I
sentimenti teneri vengono immobilizzati, mentre sono favoriti l'aggressivita e la determinazione.
Queste ragazze -ha commentato Lowen- sviluppano fortissimi sentimenti di orgoglio che nella vita
rendono difficile la sottomissione al maschio. Esse competono e cercano di dominare, e se dimostrano di
essere piu forti del loro partner, diventano molto sprezzanti e castranti. Il maschio e il recipiente di tutto
l'odio derivante dall'antica frustrazione a livello genitale 16,
Il tipo Brunilde pu rimanere sterile, ma non sempre. Come fa osservare la Deutsch, talvolta, contro
tutte le aspettative il suo impeto si afferma anche nel campo della maternita, e spesso ha molti figli. Riesce
a trovare sfogo alla sua aggressivita nelle gravidanze e nella maternita.
Una variet del tipo descritto e quello matriarcae attivo, che tende ad affermare il suo predominio
in seno alla familia e fa parte degli aspetti etnologici di alcune popolazioni. E diffusissimo, ad esempio,
negli Stati Uniti, ove ha radici storiche e si e affermato da quando le donne, all'inizio del XIX secolo, furono
obbligate a svolgere, al fianco degli uomini, una aspra lotta per la sopravvivenza e l'adattamento a dure
condizioni ambientali.
In epoca moderna puo accadere che nella donna l'identificazione con aspirazioni maschili, apprese
a scuola o all'universita, si svolga a spese di una massiccia rimozione di sentimenti che proengono da
antichi strati mentali e che pur sempre sono tendenzialmente femminili. Ne consegue inevitabilmente un
conflitto, dal quale la donna puo soltanto liberarsi riscoprendo la propria sepolta femminilita.
Mentre per l'uomo (o per la mente della donna educata con impronta maschile) -ha annotato Jung-
la vita e qualcosa che va presa d'assalto, in un atto di volonta eroica, per la donna, a pensarci bene, la vita
deve costituire un processo di risveglio 18 E qui Jung fa riferimento a un mito universale, in cui questo
tipo di risveglio viene espresso in via simbolica: la fiaba della Bella e della Bestia.
Imparando ad amare la Bestia e infrangendo l'incantesimo del principe in questa imprigionato, la
donna si desta alla potenza dell'amore, riesce a concepire l'uomo nella sua accezione animale e scopre,
come essere femminile, la propria risposta genuina nei suoi riguardi. Riscattandosi dalle forze della
rimozione, essa diventa consapevolmente capace di credere all'amore come a qualcosa che combina in s
spirito e natura, nel senso migliore dei termini 19,
Quale esempio di femminilita rimossa, Jung ha riportato il caso di una giovane sposata, diplomata
brillantemente presso un buon college, la quale non aveva ancora avuto bambini e conduceva una vita
molto ricca di interessi intellettuali e sociali. La paziente, oltre ad avere una risposta sessuale
insoddisfacente, andava soggetta a esplosioni di collera occasionali e a comportamenti aggressivi che le
alienavano gli amici e i familiari. Essa sogno di trovarsi in fila, insieme con altre giovani donne simili a lei,
in attesa di essere decapitata da una ghigliottina.
Le spiegai -ha riferito Jung- che cio significava che essa era matura per rinunciare all'abitudine di
"vivere solo con la testa"; essa doveva imparare a far scoprire al proprio corpo le sue naturali risposte
sessuali e l'assolvimento del suo ruolo biologico attraverso la maternita. Il sogno aveva espresso tutto cio
come bisogno di operare un cambiamento drastico: essa doveva sacrificare il proprio ruolo eroico
"maschile".
LA FEMMINILITA NELL'UOMO
Nietzsche scrisse: Ogni uomo ha in s un'immagine della donna che deriva dalla propria madre
e, in conformita di questa immagine, egli sara propenso a rispettare e a disprezzare le donne E.
La componente femminile, trascurabile in alcuni individui, e invece considerevole in altri e da segno
della sua presenza conferendo alcuni aspetti del carattere, come sensibilita, delicatezza dei sentimenti,
amore per il bello nelle sue varie manifestazioni (fiori, musica, spettacoli naturali), facilita alla commozione,
partecipaione e pieta verso le disgrazie altrui, coloritura romantica della vita, e cosi via.
Alcuni poeti, come Virgilio, Petrarca, Pascoli si distinguono nelle loro opere per una delicatezza e
una sensibilita che potremmo definire femminili. Una particolare capacita di penetrazione dell'animo
femminile dimostra Rainer Maria Rilke (1875-1927). Come fanno rilevare i critici, la donna, che legge i versi
di questo poeta, riconosce come riflessa in uno specchio la propria immagine piu segreta e ha l'impressione
di ascoltare l'eco della propria voce piu intima.
Come valutare il femminile nell'uomo? Positivamente o negativamente?
`E accertato che quote di femminilita psicologica nell'uomo possono fungere da elementi di
attrazione, armonia e coesione nell'ambito della coppia.
Una femminilizzazione troppo intensa, invece, non e da giudicare altrettante positivamente: oltre
che a distorcere e deformare per fenomeni proiettiTi la reale figura della donna, essa conduce a regressione
e fissazione a modelli edipici abnormi che possono dare l'avvio a dinamiche misogine ed eventualmente
omosessuali.
Il maschio, nel quale forti tratti femminili improntano tutta la personalita, costituisce il tipo passivo
femminile.
Reich cosi lo ha descritto: Il suo modo di fare era sempre caratterizzato da estrema gentilezza e da umilt;
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continuava a scusarsi delle cose piu insignificanti. Inoltre era maldestro, timido e cerimonioso.
La pi importante caratteristica fisica che contraddistingue questo tipo -ha aggiunto Lowen- e la
voce dolce ed effeminata, effeminata nel senso che e priva di risonanze profonde e di asprezza.
L'espressione del viso tende anch'essa a essere dolce e plastica. I movimenti non sono mai bruschi e
arroganti. Le mani sono caratteristicamente morbide e piuttosto deboli 22,
Possono coesistere in questo carattere tratti masochistici. Anche se il soggetto raggiunge nella sua
evoluzione la fase genitale, la funzione sessuale e debole.
Le tendenze femminili originano da due fattori: da una parte, il fallimento del normale sviluppo
maschile, dall'altra una successiva identificazione con la donna. Un paziente di questo tipo, studiato da A.
Lowen, era succube di un padre autoritario di cui aveva paura, ed era geloso e invidioso della sorella che,
al tempo stesso, amava e ammirava.
Il conflitto con il padre autoritario si trasferi in seguito alla sorella e sulle altre figure femminili. La
donna divenne la sua rivale e nemica, ed ebbe luogo l'identificazione con lei su questa base. In sintesi, il
maschio passivo femminile vuole essere donna.
ANTINOMIA OTTIMISMO-PESSIMIShlO
GLI APOCALITTICI E I TRIONFALISTI
Nella prima parte di questo libro si e parlato del tono dell'umore e delle sue basi biologiche. Il tono
dell'umore, si e detto, e una qualita temperamentale, legata all'assetto neuroumorale e neuro-vegetativo
del soggetto, in base al quale gli individui possono suddividersi in alcune categorie: iperforici, ipoforici,
disforici o cicloidi. Ottimismo e pessimismo rappresentano, invece, due opposti orientamenti psichici che
rientrano nella struttura del carattere e, come tali, risentono molto meno del condizionamento biologico.
Anche se spesso le turbe del timismo possono interferire sull'orientamento del carattere, in senso
ottimistico o pessimistico, si tratta di dimensioni da tenere nettamente distinte. Non sempre, infatti, il tipo
iperforico coincide con quello ottimista e, d'altro canto, il tipo ipoforico si identifica tout court con quello
pessimista.
La dicotomia ottimismo-pessimismo implica un'indicazione sull'orientamento o concezione di vita
di un individuo, sotto un profilo vario, che puo essere morale, filosofico, esistenziale, sociale.
Per fare un esempio, nei confronti dell'epoca moderna e delle prospettive future vengono emessi
giudizi assai diversi, anzi contrastanti, al punto di potersi riconoscere una letteratura della crisi
contrapposta a una letteratura dell'ottimismo. A questo riguardo S. Cotta ha distinto gli individui in due
gruppi: gli apocalittic e i trionfalisti.
I primi sono pieni di timore e di rimpianti, vedono soltanto male e pericoli nella societa moderna
sono in sostanza dei conservatori. I secondi, colmi di baldanza e di fiducia, giudicano positivamente il
mondo d'oggi, sottolineandone gli aspetti favorevoli, le promesse e le speranze. Se crisi c'e -questi uItimi
dicono- crisi di cio che e vecchio, superato, infecondo, che appare venerando solo per abitudine, se non
per conformismo.
La divergenza fra apocalittici e trionfalisti e insanabile: essa e una nuova forma dell'antica "querelle
des anciens et des modernes", del perenne contrasto tra sfiducia e speranza che alberga nell'intimo di ogni
uomo
TIPO OTTIMISTA
Sul carattere ottimista occorre una precisazione. C'e l'ottimista vuoto e superficiale, che Voltaire
attacco ferocemente parodiando nel (andido il sistema filosofico di Leibniz: che tutto e bene quel che finisce
bene e che ogni cosa e preordinata per il meglio in questo mondo che e il migliore dei mondi possibile.
C', invece, l'ottimista consapevole che, per felice disposizione di carattere, non drammatizza le
situazioni della vita, riesce a vedere il lato buono deUe cose e dimostra un invidiabile spirito di
adattamento. Questo soggetto, dotato di una salda struttura dell'Io, ha fiducia nelle proprie capacita e
stabilisce rapporti interpersonali cordiali e costrutti
Ottimismo in questo caso si identifica con buona autovalutazone, equilibrato senso critico, maturita.
Adler ha affermato che costui nel suo stile comportamentale persegue una linea retta, anzich un
tracciato tortuoso: tende cioe a raggiungere direttamente i fini ultimi che si e proposto.
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TIPO PESSIMISTA
Pessimista e l'individuo che tende a reazioni catastrofiche di fronte a eventi sfavorevoli e non trova
sufficienti motivi di incoraggiamento e di sostegno in caso di avvenimenti positivi. In lui il sentimento di
paura prevale su quello di speranza, il sentimento di diffidenza su quello di fiducia.
Qualunque cosa egli faccia, la sventura lo incombe; nulla di buono potra mai essere per lui.
Come si puo ben comprendere, e un tipo senz'altro infelice: forse puo confortarlo il sapere che
personaggi famosi della storia, quali Isaac Newton, Ludwig van Beethoven, Edgar Allan Poe, furono nella
vita simili a lui e pure compirono opere immortali.
Come fa rilevare Lersch, nel pessimismo vero si stabilisce qualcosa che e piu di un semplice
sentimento: e una professione di fede, un giudizio sfavorevole che investe il passato, presente e futuro, non
solo cioe gli avvenimenti trascorsi e presenti, ma anche cio che dobbiamo attenderci dall' awenire.
C' un pessimismo personale, che si stabilisce quando la sfiducia della vita riguarda la singola
persona e la sua condizione di vita. C'e un pessimismo universale quando questo diviene visione del
mondo, quale espressa nel sistema filosofico di Schopenhauer.
Il destino del tipo pessimista e alle volte sconfortante. Allontanandosi dal consorzio umano, finisce
per condurre una esistenza solitaria. Raramente e rassegnato, piu spesso e infelice e insoddisfatto, se la
prende allora con il continuo inganno del destino ma ancle con se stesso, per cui sono frequenti gli
autorimproveri e le autoaccuse.
Pessimisti -ha scritto Adler- sono individui che hanno acquistato daIla vita e dalle impressioni
infanti]i un sentimento di inferiorita. Tendono a guardare le ombre e non le luci dell'esistenza.
Per porre rimedio alla propria scarsa attivita vitale, il pessimista, secondo Adler, mette in opera due
strategie.
La prima consiste nell'assumere un comportamento attivo, da attaccante, per cui l'individuo ostenta
grande coraggiO, soffoca ogni tenerezza, assume tratti coIlerici e malvagi: si tratta di modalita
compensative, ma incongrue che in sostanza non fanno altro che dimostrare la propria interna debolezza.
Le relazioni sociali ne soffrono: questi individui, per il loro orgoglio e presunzione, si rendono antipatici
a tutti.
Il secondo comportamento e passivo, di persona che subisce l'attacco. Vengono allora mobilitati
schemi non aggressivi, quali la prudenza, l'ansia, la vilta e anche il rifugio neI mondo della fantasia. Paurosi
e diffidenti, questi individui mostrano un totale rifiuto del prossimo, dal quale altro non si aspettano che
inimicizia e fastidi; avari e invidiosi finiscono per isolarsi.
Questo pessimismo tetro e demo]itore -ha constatato Bargellini- rappresenta una maniera, la
peggiore, di provare la nostra maturita, prossima alla putredine, e di dimostrare la nostra esperienza,
sempre fallimentare.
E cos lo scrittore ha concluso, riferendosi all'umanita in generale: Non soltanto non siamo capaci
di bene, non riusciamo neanche a vedere il bello che ci circonda. E, anche se lo vedessimo, finiremmo di
ignorarlo e cercheremmo di dimenticarlo.
ANTINOMIA DOMINANZA-SUDDITANZA
DOMINANZA E SUDDITANZA NEI RAPPORTI INTERUMANI
Alcune societa animali presentano una gerarchia sociale, cioe una organizzazione di individui in
diversi livelli, la quale comporta un rapporto di predominio o di controllo di un individuo su di un altro.
Molte volte si tratta di funzione di guida piu che di dominanza: la funzione di guida comporta, piu che
l'uso della forza, protezione e considerazione degli altri.
Quanti di questi comportamenti si possono rintracciare e riconoscere nella societa umana?
Alcune correnti di pensiero (psicologi, etologi, biologi) ritengono che il comportamento sociale
dell'uomo possa avere le sue radici profonde nel passato evoluzionistico e che anche l'uomo -pur nella
complessita delle sue strutture psichiche e nell'evoluzione del sistema di comunicazione- possa mostrare
tracce di modalita comportamentali simili a quelle animali, come territorialita, dominanza e rapporto
capo-seguaci.
Murray attorno agli anni Trenta elaboro un sistema di bisogni essenziali dell'uomo e considero il
carattere di una persona come un'abituale modalita comportamentale volta alla gratificazione di un dato
bisogno di base. Orbene, fra i tanti bisogni psicologici da lui osservati e descritti, ve ne sono alcuni che
possono rientrare nel tratto di cui ci stiamo occupando: taluni nel settore della dominanza, altri in quello
della sudditanza o sottomissione. Questi bisogni antitetici, fronteggiandosi l'un l'altro nel rapporto
interpersonale, possono risultare fra di loro complementari.
Nel versante della sudditanza possono rientrare tre bisogni della classificazione di Murray.
Bisogno di affiliazione: e tipico della persona debole, non sorretta da un Io ben strutturato e maturo,
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sempre alla ricerca di altri che la proteggano, la amino, l'assistano. Questo soggetto e detto filiale, perch
rinnova la posizione di subordinazione del bambino nei confronti delle figure genitoriali; e detto anche
infantile, perch ripete comportamenti e attegiamenti tipici dell'infanzia. La situazione che viene a crearsi
si identifica con l'abbandonismo 2? termine che indica un rapporto affettivo tra un essere inferiore e
inquieto da un lato, e un essere superiore idoneo a rassicurarlo, dall'altro.
Il soggetto abbandonico e un individuo cEle senza validi motivi si sente o si crede abbandonato.
Nella sua costituzione affettiva domina una specie di ingordigia sentimentale, che si unisce a una spinta
ossessiva, una specie di idea fissa: quella di essere trascurato e di non essere amato a sufficienza. Ha anche
il timore di non piacere, di indisporre o di disgustare la persona al cui affetto tiene di piu. La frase che,
secondo Odier, l'abbandonico pronuncia piu spesso, e: Ho sempre paura che non sia contento di me.
Il protettore viene non solo amato, ma sopravvalutato, talvolta con modalita nevrotica. Un'eventuale
perdita di fede in lui, il crollo della sua autorita e del suo prestigio mettono in crisi il soggetto
abbandonico, che vede cadere il mondo attorno a s: sentimenti antichi di impotenza, di pressante ricerca
di protezione emergono in tutta la loro drammaticita. Bisogno di aiuto o di soccorso: il soggetto che e
sospinto da questo bisogno manca di capacita decisionale e di spirito di iniziativa, si perde, come suol dirsi,
in un bicchier d'acqua di fronte alle piu comuni difficolta della vita; diviene un soggetto passivo e
dipendente, sempre in attesa che altri corrano in suo soccorso, decidano per lui, lo sorreggano e lo
incoraggino. E il tipo insicuro.
Bisogno di umiliazione o di sottomissione: questo bisogno conduce a una forma di sudditanza piu
profonda delle altre due, alla resa completa al volere e al potere di un'altra persona. Il legame di
dipendenza viene non solo accettato, ma addirittura richiesto e sollecitato. Un tipo simile e sostanzialmente
un masochista.
Nel versante della dominanza vanno segnlati due bisogni.
Bisogno di protezione o bisogno materno: da vita a una forma lieve e talvolta anche dolce e
affettuosa di dominanza e si esprime nella tendenza a proteggere, ad assistere, a consigliare, a salvare gli
altri: esso caratterizza il tipo protettivo.
Bisogno di dominanza vera e propria: si manifesta con la tendenza verso il comando e il controllo
sugli altri. Da luogo al tipo dogmatico e al tipo autoritario.
Sui tipi della categoria dominanza riteniamo utile fornire qualche nozione supplementare.
TIPO PROTETTIVO
Non sempre la dominanza assume aspetti di violenza o di costrizione, fisica o morale. Nel rapporto
dei genitori verso i figli, ad esempio, l'atteggiamento di dominio e di possesso -ha scritto Fromm- e spesso
mascherato da quella che sembra la sollecitudine "naturale" o il sentimento di protezione verso il bambino.
Il bambino viene messo in una gabbia dorata, pu avere tutto a patto di non chiedere di uscire dalla
gabbia.
La stessa modalita, dolcemente oppressiva, puo riscontrarsi anche al di fuori del rapporto
genitori-figli.
La tendenza ad aiutare il prossimo e a impersonare la figura del benefattore o del buon samaritano
non sempre e sorretta da vero amore, disinteresse, puro spirito umanitario, ansia di correggere o riparare
le ingiustizie del mondo. A prescindere da grosse componenti narcisistiche che animano l'azione di alcuni
benefattori, va considerato un altro aspetto: quello di voler imporre, insieme con l'aiuto e la protezione,
anche il proprio modo di vedere, le proprie idee la propria morale. In fondo al bisogno di proteggere si
annida un altro bisogno, quello di educare, di controllare, di modificare la personalita del protetto, di
violarne la sua privacy, la sua individualita.
Si scivola allora in una forma del tutto particolare di autoritarismo, un autoritarismo molto velato,
sfuggevole, soffice, dolce e premuroso, di tipo paterno, ma alla fine altrettanto oppressivo e soffocante.
Sono soggetti autosufficienti, autoritari, che sentono di avere la missione di aiutare, identificano
con m proprio figlio ogni oggetto della loro protezione. Questi soggetti arrivano al parossismo masochistico
di sacrificarsi per servire, sfruttando tale comportamento per esercitare una sorveglianza tirannica sui loro
"protetti". Tale struttura della personalita si trova prevalentamente in madri, suocere, religiosi.
L'atteggiamento descritto e comune a uomini e a donne e potremmo chiamarlo complesso di donna
Prassede, perch richiama il personaggio descritto dal Manzoni: Era donna Prassede una vecchia
gentildonna molto inclinata a fare del bene, mestiere certamente il piu degno che l'uomo possa esercitare,
ma che per troppo zelo puo anche guastare, come tutti gli altri. Per fare il bene bisogna conoscerlo e, al pari
di ogni altra cosa, non possiamo conoscerlo che in mezzo alle nostre passioni, per mezzo dei nostri giudizi,
con le nostre idee, le quali bene spesso stanno dove possono. Le accadeva quindi o di proporsi per bene
cio che non fosse, o di prender per mezzi cose che potessero piuttosto fare riuscire dalla parte opposta.
Ionna Prassede, sempre desiderosa di raddrizzare un cervello, di mettere sulla buona strada chi ne aveva
gran bisogno poneva tutto il suo studio nel secondare i voleri del cielo: ma faceva uno sbaglio grosso che
era di prendere per cielo il suo cervello (Promessi Sposi, cap. XXV).
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TIPO DOGMATICO O ASSOLUTISTA
Il tipo dogmatico e imparentato con quello autoritario, pur non identificandosi con esso: il primo
appare piu concentrato nel campo teorico, il secondo piu rivolto alla diretta dinamica interpersonale.
Nonostante le apparenze, entrambi i tipi non sono espressione di forza e di volonta: nel soggetto
dogmatico c'e carenza di critica e dell'autonomia deU'Io; in quello autoritario un sentimento di impotenza.
Dogmatico e colui che si basa, in modo assolutistico, su credenze ferme e incrollabili non ammette
nel suo pensiero dubbi, tentennamenti, deviazioni: dimentica pero che il terreno, su cui costruito il suo
edificio e molto friabile e infido.
Il punto-chiave del carattere dogmatico risiede nella dimensione flessibilita-rigidita. Tutti gli uomini
-e questo e naturale- sentono il bisogno di organizzarsi un mondo di idee che sia stabile e coerente al tempo
stesso, pero tendono a dotare la propria struttura mentale di un certo grado di flessibilita.
Cos non si comporta il tipo dogmatico che appare del tutto rigido, rifiuta di prendere in
considerazione nuove idee, tende a vedere i problemi in termini di bianco e nero, senza sfumature
intermedie: il suo pensiero e prevenuto, colmo di pregiudizi.
La personalita dogmatico-assolutista e stata studiata dal filosofo e sociologo T. Adorno, che ne ha
fissato alcuni tratti piu caratteristici:
-intolleranza dell'ambiguita;
-pensiero dicotomizzato e rigido;
-anti-intellettualismo;
-anti-introspezione;
-conformismo e sottomissione;
-sessualita repressa;
-etnocentrismo;
-paranoia;
-adorazione del potere;
-totalitarismo superpatriottico;
-ossessione del denaro;
-incapacita di rilassarsi e divertirsi;
-insensibilita verso la bellezza.
Gli assolutisti -ha osservato Dyer- hanno la tipica mentalita da "ragioniere" applicata alle cose di
tutti i giorni. La loro vita non e un diario pieno di ricordi e di ricche esperienze, bensi un "libro contabile"
con precise colonne di dare e di avere.
Nei rapporti con gli altri queste persone si dimostrano sospettose: in genere hanno scarsa opinione
dell'umanita e sono timorose di essere influenzate da chiunque le avvicini. Per una specie di deformazione
mentale paranoica soffrono di complesso di persecuzione.
Per una specie di rigonfiamento o ipertrofizzazione dell'Io e della propria autostima, il dogmatico
o assolutista non di rado assume atteggiamenti di superiorita, intransigente e ombrosa. Questa
deformazione tipica puo riscontrarsi talvolta in scienziati, inventori, ideologi, teorici di sistemi filosofici
e politici, persone tutte dominate dall'idea fissa di essere depositarie di una verita assoluta o di aver fatto
una scoperta fondamentale che, a loro parere, non e sufficientemente apprezzata e valorizzata.
TIPO AUTORITARIO
Il tipo autoritario ricava la sua forza di agire appoggiandosi a un potere superiore al proprio essere
(Fromm). Egli ama il potere, persona o istituzione che sia, e a esso e pronto a sottomettersi.
L'autoritario non e n un forte, n un eroe: in realta e vittima di un sentimento di impotenza, perch
ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa di potente per dare ragione alla sua vita. Sotto il profilo
psicosomatico? e spesso candidato alla patologia coronarica.
Nella letteratura un personaggio che bene interpreta il pensiero e la filosofia del carattere autoritario
e quello di Javert ne I miserabili di Victor Hugo: l'inflessibile commissario che espia con la morte il peccato
di avere offeso il potere e di averne trasgredito la legge.
ALCUNI STILI COMPORTAMENTALI
AI LIMITI DELLA NORMA
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LA CARATTEROLOGIA DI FRONTIERA
La moderna psichiatria considera la salute mentale come una condizione di perfetto equilibrio e
integrazione di tutte le forze della vita psichica. Tale modello, del tutto ideale, e difficilmente riscontrabile
nella realta.
In effetti, i confini fra normale e patologico sono nel campo psichico sfumati e mal definiti, dando
luogo a svariati stati intermedi, rappresentati da individui che, senza offrire manifestazioni chiaramente
patologiche, hanno stranezze comportamentali o anomalie caratteriali e appaiono non bene adattati
nell'ambiente sociale in cui vivono.
Di meccanismi nevrotici, ad esempio, in ogni uomo, si puo dire, se ne possono trovare tracce, anche
se in maniera meno vistosa e meno persistente, in quanto un perfetto compenso ed equilibrio tra l'Io
razionale e le forze inconsce e fenomeno assai raro e difficilmente realizzabile " 1
Queste parole dello psichiatra inglese Storr fissano un fondamentale concetto: che il raggiungimento
della perfetta e completa integrazione psichica e ben raro nell'uomo e che, di conseguenza, i confini fra il
normale e il patologico sono mal definiti e incerti in psicologia. Molto grande e il numero degli
individui che presentano stili comportamentali e abitudini che, senza potersi dire francamente patologici,
offrono tuttavia qualcosa di strano e di anomalo.
Presentiamo qui di seguito alcuni dei piu frequenti tipi borderline. Per ognuno di essi il termine
piu appropriato sarebbe quello di stile comportamentale ai limiti della norma, ma per comodita di
linguaggio ci contentiamo di quello piu usuale di carattere.
CARATTERE NEVROTICO
Il concetto di nevrosi in psicologia e cambiato in questi ultimi decenn. Da disagio eminentemente
intrapsichico secondo il classico schema freudiano, ha assunto una connotazione in gran parte sociale.
Gi Adler aveva considerato il nevrotico un individuo che devia, che sbaglia strada, che non sa
e non vuole vivere in conformita con le esigenze sociali, che vive in un mondo di finzioni, che gioca con
le proprie fantasie fino al punto di crederci lui stesso e trovarsi poi impreparato quando deve affrontare
la realta. R. Allers, docente alla Georgetown University di Washington, seguendo le idee della psicologia
individuale di Adler, ha definito il nevrotico come una persona egocentrica, orgogliosa e al tempo stesso
pigra; egli e anche un falso dubbioso, perche l'abitudine di cercare continuamente consigli e anch'essa
uno stratagemma per spostare le proprie responsabilita sulle spalle degli altri: Ceneralmente il nevrotico
vuole vedere confermata la propria opinione che ha gia formato in precedenza.
Anche la Horney ha visto nel nevrotico una persona che mostra un inadeguato adattamento
nell'ambiente in cui cresce e vive. Questo tale, da considerare come una specie di fanciullo sfortunato,
vittima della moderna cultura, e preda di un processo, quale la nevrosi che genera conflitti ed esigenze
della loro soluzione; processo che allontana sempre piu l'individuo dal suo vero io e pone a repentaglio lo
sviluppo della sua personalita 3.
Per Fromm il nevrotico e la persona cui la societa non ha offerto sufficienti mezzi per soddisfare i
suoi bisogni psicologici fondamentali; egli allora ha provato isolamento e insicurezza e, per sfuggire queste
angosciose sensazioni, ha orientato in senso nevrotico il proprio carattere.
In prevalenza la psicologia moderna vede nella nevrosi una strategia per supplire all'insufficienza
delle proprie capacita adattative e, quindi, un mezzo per sottrarsi ai propri doveri e alle proprie
responsabilita. Cio spiega il fatto che ogni giorno aumenta il numero di individui che si rifugiano nella
nevrosi, alla ricerca di protezione e difesa, e spiega anche la frequente passivita del nevrotico di fronte
al suo stato, che in ultima analisi gli fa comodo. Il nevrotico non soffre soltanto di una nevrosi, come un
altro soffre di tubercolosi o di raffreddore, ma vi partecipa attivamente, funziona per cosi dire
assecondandola, e in modi che rafforzino quelle esperienze che le sono caratteristiche 4. In altre parole,
il nevrotico (anche se inconsapevolmente) fa di tutto per non guarlre.
Altri psicologi hanno dato un apporto personale sul concetto di nevrosi. W. Reich, psicoanalista
postfreudiano, ha affermato nel libro Analisi el carattere che la nevrosi insorge come processo di
repressione della sessualita e si configura anche a livello somatico con tensione o contrattura muscolare
(corazza caratteriale nevrotica). In Italia A. Miotto ha identificato nell'esaltazione della funzione
immaginativa la causa del comportamento nevrotico: I'individuo diviene allora impreparato all'urto contro
la realta.
Nella composizione del carattere nevrotico entra un certo numero di tratti che Dyer ha cosi
identificato:
-rifiuto di se stesso;
83
-immobilizzazione da parte di paure irrazionali;
-subordinazione all'influsso di segnali esterni, cioe valori imposti dalla cultura, come status
symbols;
-perenne insoddisfazione;
-pensiero dicotomizzato;
-forte senso di proprieta;
-sensazione di non essere abbastanza amato e apprezzato; -eccessiva preoccupazione del passato
e del futuro;
-frequenti sensi di colpa;
-ipocondria;
-dipendenza dalla famiglia;
-terrore di sbagliare e di fallire nel proprio compito; -poverta di senso di umorismo;
-tendenza al mito dell'eroe, alla pianificazione coercitiva, al conformismo.
Ma il tratto che per Dyer riveste la massima importanza e la difficolta a trovare un vero scopo nella
vita. La nevrosi e negazione delle istanze fondamentali dell'uomo, e un erroneo stile di vita che porta
all'isolamento, all'angoscia, al dubbio.
Un aspetto particolare del carattere nevrotico e lo stile comportamentale ossessivo, i cui elementi
caratteristici sono: tendenza allo scrupolo e al dubbio, crisi di coscienza morale, timidezza e inibizione nei
contatti sociali, meticolosita e perfezionismo.
L'ossessivita puo considerarsi una derivazione in senso nevrotico della caratterologia anale, della
quale ci siamo occupati nel capitolo 12.
Il tipo ossessivo e di solito un lavoratore, un impiegato modello assiduo, preciso, ma sempre
insoddisfatto dei risultati ottenuti con il proprlo lavoro. In questo esasperato perfezionismo diventa il
tiranno di se stesso.
Il suo programma di vita e improntato al dovere ed e rigido: ogni ostacolo imprevisto, che intralci
la sua normale routine, lo irrita e lo pone a disagio.
L'elemento caratteriale piu saliente e l'indecisione. Questa puo manifestarsi nei confronti del
comportamento passato: tormentato da scrupoli, questo soggetto passa ore a rimuginare le cose e
ricontrolla con insistenza operazioni gia compiute. Ma e soprattutto sul presente e sul futuro che il dubbio
si fa piu assillante e penoso: egli si preoccupa irragionevolmente di cose insignificanti ed e incapace di
prendere una decisione, quando e posto di fronte a problemi che implicano soluzioni diverse.
Riesce particolarmente bene in attivita che necessitino di precisione e che consistano in operazioni
di riordinare e catalogare (fare il bibliotecario, ad esempio). Viceversa, e poco versato in lavori, nei quali
si richiedano soluzioni elastiche e alternative, spunti creativi, idee fantasiose.
Nei casi piu accentuati, il carattere ossessivo da luogo a una vera personalita psicopatica: e il tipo
psicastenico, detto anche anancastico (dal greco ananche, necessita}. In effetti, la vita di questo individuo
sembra dominata da una specie di tirannico, ineluttabile destino, sotto forma di una coercizione psichica
interiore, penosa e soffocante.
CARATTERE ISTERICO
Le mutate condizioni storiche e culturali della societa hanno reso oggi ben raro il quadro
fenomenologico dell'isteria, quale appariva nel secolo scorso e anche agli inizi di questo secolo. Essa, pero,
non puo dirsi scomparsa: si puo anzi affermare che tuttora soprawiva ff in tono rninore, caratterizzando
uno stile comportamentale connesso con alcune personalita. Al posto del quadro clamoroso e, per cosi dire,
accademico di una volta, possono oggi rinvenirsi forme striscianti o camuffate di isteria, le cosiddette
piccole stigmate isteriche, che affiorano nei comportamenti e atteggiamenti di alcuni individui.
Tutte queste manifestazioni rientrano nel carattere isterico, del quale sono state segnalate alcune
componenti di base che brevemente descriviamo.
Quale principale componente caratteriale Pende pose il forte predominio dell'emotivita sulla razionalita.
Iperemotivi per eccellenza, gli isterici sono sopraffatti dalle tendenze istintive e dalla vivacita
disordinata deLe emozioni, per cui reagiscono esageratamente e in modo protratto al minimo stimolo
emozionale: paura, dolore, gioia accompagnata da ondate di riso non completamente giustificabili, dolore
seguito da crisi di pianto e di abbattimento 5.
Un altro elemento, pure importante, e l'inclinazione verso la finzione e la commedia. Fenichel ha
affermato che l'elemento fra i piu tipici del carattere isterico e il comportamento istrionico. Si verificherebbe
addirittura nell'isterico una specie di scissione, per cui il personaggio falso, quello ecitato, si dissocia da
quello vero, il s dell'individuo. L'immedesimazione nel personaggio e spesso cosi totale che il soggetto
finisce col dimenticare quello che in realta e, cioe la sua vera, genuina natura. Tutto questo egli compie
senza awedersene: uno sdoppiamento in perfetta buona fede.
Altro punto, assai vicino al precedente, e la tendenza fantasiosa-mitomane. L'isterico si costruisce
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un mondo fantastico, irreale, romantico, una specie di grande palcoscenico, nel quale egli recita come
attore. E, bisogna riconoscerlo, questo lo fa benissimo, perch la sua recitazione e spesso convincente e
affascinante.
I suoi sentimenti, pero, appunto perch recitati, sono superficiali, la commozione, che egli esprime
e vuol trasmettere agli altri, e effimera e fugace. Terminata la sua recita, l'isterico cambia repertorio,
volto, ruolo. E come se, finito lo spettacolo, spegnesse le luci della ribalta e fosse pronto a interpretare
subito un'altra parte.
Altre due componenti caratteriali, spesso tra di loro connesse, sono il narcisismo e l'esibizionismo.
Gli isterici preferiscono recitare la parte di personaggi che riscuotono larghi consensi e plauso nella cultura
dominante: ad esempio, amano farsi belli recitando la parte dei buoni e dei generosi, di persone
sensibili a problemi umanitari e mosse da grande amore verso i bambini, i deboli e gli animali; altre volte
s atteggiano a eroi, a martiri al servizio di una grande idea e cosi via. Come a ragione ha osservato
Klages, cio che spicca in questi commedianti e il vivo desiderio di far colpo sugli altri e di essere
ammirati. Essi sono attratti dalla suggestione di un ideale di vita da eroi o da eroine da romanzo.
Nel carattere isterico e in genere evidenziabile un certo grado di superficialita intellettiva, che si
manifesta nel ragionamento, nel giudizio e nella critica. E classico contrapporre l'ipoevolutismo corticale
dell'isteria con l'ipercriticismo della nevrastenia e della psicastenia. I clinici di qualche tempo fa
affermavano di non avere mai visto un neuropsicastenico che fosse contemporaneamente isterico. In effetti,
la personalita isterica mostra nel suo modo di fare e anche di pensare qualche cosa di infantile: rifugge da
ragionamenti troppo profondi e impegnativi, non si preoccupa dei problemi esistenziali e soprattutto non
si esamina.
Altro elemento importante che entra nella composizione del carattere isterico e la suggestionabilita.
Gia alla fine del secolo scorso la scuola di Nancy (Libault e Bernheim) identifico nella suggestione il fattore
dominante della fenomenologia isterica. Nelle epoche passate fenomeni di tipo suggestivo isterico erano
molto frequenti non solo a livello individuale, ma anche sotto forma di manifestazioni collettive, come
esaltazioni di delirio e follia di intere moltitudini.
Manifestazioni di contagio psichico ed emotivo collettivo, fondato su suggestione, sebbene piu rare,
si possono osservare anche in epoca moderna, specie in soggetti giovani e bambini.
In una scuola elementare rurale del West Virginia numerosi scolari (57 su 159) sono stati
contemporaneamente colpiti da strani sintomi di prurito con eruzioni cutanee. Le manifestazioni
scomparivano quando i bambini lasciavano la scuola e ritornavano puntualmente il mattino seguente, al
momento del rientro in classe. La sintomatologia, priva di una causa clinicamente accertabile, lascio sin
dall'inizio perplessi i medici e fu in seguito attribuita a origine psichica di tipo isterico.
Il fenomeno suggestione e tutt'altro che scomparso ai nostri giorni anche fra gli adulti. La sua
sopravvivenza assume forme particolari e larvate, e cioe come estrema disponibilita recettiva nei confronti
del messaggio sociale e come straordinaria plasticita nei confronti di varie opinioni e idee. Ci sono oggi
persone pronte ad accogliere in modo passivo e acritico qualunque informazione pervenga loro e a
conformare, in modo corrispondente, il modo di pensare, di agire, di compiere scelte. La moderna
suggestionabilita, che spazia nei campi i piu svariati, da quello commerciale pubblicitario a quello della
moda e del costume, viene potenziata dalla efficacia degli odierni canali di informazione e di persuasione.
Un aspetto particolare del carattere isterico e, infine, il suo singolare e contraddittorio
comportamento in campo erotico. All'apparente civetteria e desiderio di sedurre corrisponde una
sostanziale poverta di contenuto di sessualita vera.
Reich ha affermato che la componente piu classica del comportamento del carattere isterico e
l'atteggiamento sessuale invadente e ha aggiunto anche che la civetteria, mascherata o esplicita, nel modo
di camminare, di guardare o di parlare, tradisce soprattutto nella donna il tipo caratteriale isterico.
Spesso questo tipo di ragazza ha un particolare clich comportamentale: e uno stile recitativo fatto
di contrasti, che associa da una parte civetteria e seduzione, dall'altra ritrosia, timidezza e pudore.
Questa contraddittorieta, al tempo stesso di fuga e di richiamo del sesso, di repulsione e di ricerca,
esprime simbolicamente il conflitto di fondo che si agita nell'isterico: timore della sessualita e intense
pulsioni sessuali inconsce 8,
CARATTERE SCHIZOIDE
Ey, Bernard e Brisset nel loro trattato definiscono il carattere schizoide come una forma che e restata
fissata alle tendenze primitive verso il narcisismo e l'introversione in una specie di timore e rifiuto della
realta e del contatto con gli altri.
L'indiiduo schizoide e stravagante e imprevedibile, poco comunicativo, meditativo, astratto,
freddo in apparenza; il suo comportamento e incoerente ed eccentrico, per cui, in varie occasioni della vita
quotidiana, puo creare problemi nell'ambito della famiglia e dei rapporti sociali.
Nel campo lavorativo questo soggetto mostra un rendimento insufficiente o almeno incostante: sono
caratteristici il disinteresse, l'incuria, l'abbandono immotivato del lavoro, i ripetuti cambiamenti di impiego.
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Nel campo affettivo prevalgono l'indifferenza, la noncuranza di fronte a gioie e dolori, il malumore,
la musoneria. L'apparente freddezza puo essere, in particolari situazioni, smentita da improvvise e
impreviste scariche di rabbia e di collera incontrollate.
Il carattere schizoide, quando la sintomatologia e piu accentuata, puo arrivare al livello di vera
personalita psicopatica (tipo bizzarro della classificazione di L. Catalano Nobili e G. Cerquetelli). In
alcuni casi il comportamento dello schizoide introverso, chiuso, enigmatico puo costituire il preludio di
una evoluzione psicotica.
CARATTERE PARANOIlE
Tratto saliente del carattere paranoide e l'atteggiamento sospettoso e l'idea di essere vittima di
qualche cosa, di essere perseguitato.
Se si caccia in testa che un certo individuo -ha scritto Vignola- un suo conoscente, gli vuol male,
egli sara disposto a interpretare tutte le azioni compiute da costui come dirette a suo danno. Acuto
osservatore di fatti, sbaglia nella loro interpretazione. E di natura tipicamente diffidente, specie verso chi
lo contraddice. Anche costui diviene un suo nemico, o un alleato di potenziali nemici, che poi in realta non
esistono. E come una sentinella che sta sempre all'erta. Orecchio teso a ogni rumore, a ogni soffio d'aria,
a ogni stormire di foglie. Il nemico lo minacciaJ e sempre in agguato, sempre pronto ad assalirlo alle
spalle.
Shapiro ha distinto un tipo paranoide arrogante, aggressivo, e un tipo invece apprensivo, pauroso,
furtivo.
Il primo tipo da perseguitato diventa persecutore. La sua reazione si materializza in molteplici atti
rivendicativi: esposti, lagnanze, denunce al commissario, ricorso ad avvocati, invio di scritti ingiuriosi.
Querulomane, vendicativo, incorreggibile piantagrane, questo tipo di paranoide, convinto di essere
defraudato, ingannato e preso in giro, crea confusione e allarme negIi uffici, nei luoghi pubblici, causa di
interminabili discussioni e odiosi alterchi.
L'altra variante e quella dell'eterno perseguitato impaurito e infelice che vive in perenne angoscia
e interpreta in maniera erronea e minacciosa numerose esperienze della sua esistenza. Egli si sente oggetto
di odio e di malevolenza da parte di altre persone o di un gruppo di persone (familiari, parenti, vicini di
casa, colleghi di lavoro): e incompreso, emarginato, osteggiato, danneggiato in varia maniera. Molte volte
le origini della persecuzione sono lontane, vaghe, misteriose, oscure, e appunto per questo ancor piu
paurose e minacciose: influssi malefici di particolari individui, oppure astrali o cosmici.
Un altro sotto-tipo puo risultare dall'innesto di tendenze paranoidi su un sottofondo psichico
depresso. Situazioni di angoscia, tensione conflittuale e frustrazione condizionano talvolta reazioni di tipo
depressivo e ipostenico, alle quali si aggiungono spunti di suscettibilita ombrosa e aggressiva (tipico il
complesso persecutorio delle zitelle e delle governanti).
Il caso clinico del poeta Torquato Tasso (1544-1595 ha stimolato l'interesse e la curiosita dei posteri.
Oggi, psicologi, psichiatri e storico-medici sembrano essere d'accordo nell'escludere una vera pazzia:
affermano che furono le amarezze e le delusioni a portarlo a un grado di esasperazione tale da farlo
sembrare pazzo.
Certo, la vita di corte era difficile, avvelenata da compromessi, invidie, maldicenze, ma il poeta reagi
a persone e cose in modo irrazionale con una visione deformata della realta. Il tarlo della persecuzione
comincio ben presto a rodergli il cervello; scontento e sospettoso, egli vedeva da per tutto insidie e nemici.
Se si esaminano gli anni precedenti la famosa crisi violenta del 1579, che provoco il suo internamento
nel manicomiocarcere di Sant'Anna per ordine del duca Alfonso d'Este, non si possono non cogliere segni
evidenti di un abnorme stile comportamentale di tipo paranoide.
CARATTERE IMPULSIVO
Block ha valutato, servendosi di un questionario di personalita, il California Personality Inventory,
la forza delle strutture di controllo emotivo e pulsionale esistenti in un soggetto. In base alle sue ricerche,
gli individui possono suddividersi in due gruppi antitetici: da una parte quelli supercontrollati, inibiti e
nevrotici; dall'altra, quelli sottocontrollati, che rappresentano i caratteri impulsivi.
Isolati atti impulsivi possono episodicamente verificarsi in tutti gli individui, salvo il caso di caratteri
straordinariamente controllati, freddi e flemmatici. Si tratta pero di brevi azioni, subito sottoposte al vaglio
della sfera razionale e frenate dall'intervento dei meccanismi intrapsichici di controllo. La fugace onda
impulsiva viene trattenuta e non ha tempo di creare grossi guai. Tutto questo e abbastanza comune. Anzi
in certe particolari contingenze di vita, una condotta impulsiva, che per la sua rapidita operi di sorpresa,
puo essere valutata positivamente, come il caso degli eroi e degli uomini di azione. Tipico esempio: la
persona che, senza pensarci su, si getta nel gorgo di un fiume per salvare un uomo che sta per annegare.
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Diversamente vanno le cose quando la risposta di tipo impulsivo diviene norma costante
dell'esistenza, costituisce l'abituale stile di vita di un individuo.
L'elemento peculiare del carattere impulsivo e la tendenza a dare soddisfazione immediata a
qualsiasi eccitamento emotivo interno. Questo atteggiamento di pronta accoglienza recettiva riguarda sia
le spinte passionali, come ira, rabbia, vendetta, sia anche moti pOSitiVi, qual1 le manifestazioni affettive
e l'entusiasmo.
Il punto centrale dello stile impuIsivo e la completa mancanza di una pausa di riflessione prima del
passaggio all'azione. Nel linguaggio psicologico vengono chiamati passaggi all'atto o acing ou alcuni
comportamenti che appaiono imprevisti nella loro subitaneita e rappresentano uno sganciamento
dell'azione dalle sue motivazioni abituali 11 Nell'ambito di questi comportamenti si distinguono le azioni
a corto circuito, nelle quali impulsi emotivi si trasferiscono direttamente all'azione, evitando di passare
attraverso la personalita totale, e le reazioni esplosive, caratterizzate da forti e prepotenti stati affettivi, che
si scaricano in modo elementare e violento.
PARTE TERZA
LA PERSONALIT`A
LE TEORIE DELLA PERSONALITA
DEFINIZIONE E CONCETTO DI PERSONALIT`A
Il termine di personalita si e affermato nella letteratura psicologica, specie nel mondo anglosassone,
al punto da soppiantare quello tradizionale di carattere.
Non v'e pero consenso sul preciso significato da attribuire aIla parola personalita. Al riguardo,
G. Allport, autorevole psicologo della Harvard University, ha fatto osservare che nella letteratura esistono
ben cinquanta definizioni diverse di personalita.
G. Caprara e A. Gennaro hanno sottolineato la natura di costrutto ipotetico )1 che possiede il
concetto di personalita; come costrutti ipotetici sono i tratti che vengono usati per la sua descrizione. Con
il termine di personalita -fanno osservare gli autori citati- possiamo indifferentemente riferirci:
-a un insieme gerarchicamente organizzato di caratteristiche;
-a una organizzazione, piu o meno differenziata e integrata, di bisogni e di capacita;
-a uno stile di vita;
-a quanto si riflette nel comportamento dell'individuo della realta culturale, alla quale egli
appartiene;
-alla soggettivita dell'individuo, alla sua unicita e singolarit.
La molteplicita dei possibili significati rende legittime alcune domande. Carattere e personalita sono
due termini equivalenti, intercambiabili, per cui personalita costituirebbe, per cosi dire, la versione
moderna, americana, di cio che un tempo si intendeva per carattere? Oppure personalita rappresenta
qualcosa di diverso? E, in tal caso, come essa si colloca, quanto a contenuto e significato, nei confronti del
carattere?
`E difficile rispondere a questi quesiti.
Ogni definizione e necessariamente legata al tipo di approccio e al quadro di riferimento teorico,
che vengono assunti nello studio di questo aspetto della psicologia. E evidente che il concetto di
personalita variera non poco, a seconda del tipo di prospettiva, con la quale essa viene esaminata
(prospettiva globale o riduzionistica, in senso biologico o sociale).
J. Nuttin, psicologo dell'Universita di Lovanio, non esita ad attribuire la mancanza di chiarezza in
questo campo all'abolizione, compiuta dagli psicologi americani, della differenza fra il termine di carattere
e quella di personalita. Lo psicologo americano -egli ha rilevato- non avverte piu un sensibile bisogno di
parlare di carattere, giacch usa il termine di personalita per denotare l'aspetto affettivo e dinamico del
comportamento individuale 4. L'autore auspica, invece, una distinzione di contenuto fra i due termini:
quello di personalita ingloberebbe l'insieme dell'organizzazione psichica dell'individuo e quello di carattere
indicherebbe il nucleo affettivo e dinamico di essa, ben separato dall'aspetto attitudine e intelligenza.
Volendo mantenere ancor viva la distinzione fra personalita e carattere occorre, a nostro avviso,
avere ben chiaro l'angolo visuale con cui si desidera considerare il rapporto fra le due dimensioni
psicologiche, e che puo essere tendenzialmente funzionale o strutturale.
Una differenziazione tra carattere e personalita, che si fonda su criteri funzionali, e prospettata da
alcuni autori, quali Rohracher e Diana.
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Per Rohracher la personalita esprime il modo di essere attuale di un individuo, cioe il risultato delle
disposizioni manifestatesi, fino a ora, sotto l'influenza dell'ambiente. Il carattere, invece, costituisce il
complesso delle disposizioni individuali considerate nel loro possibile sviluppo: esso rappresenta un modo
di essere potenziale, dinamico, proteso verso il futuro.
Pi o meno simile appare il pensiero di Diana, il quale riannoda il termine personalita alla sua
etimologia latina (persona, maschera. La personalita sarebbe cio che appare, cioe l'atteggiamento, piu
o meno intenzionale, piu o meno cosciente, che un individuo assume di fronte all'ambiente o anche di
fronte al proprio temperamento o carattere: sarebbe, in altri termini, la presa di posizione soggettiva,
davanti a una situazione o di fronte a un problema.
Una impostazione strutturale ha invece Le Senne, che ha proposto un sistema basato sulla
distinzione fra carattere, individualita e personalita, corrispondente a una vera triplice stratificazione della
realta psichica umana.
Il piano profondo e il dominio del carattere: costituisce il substrato innato spontaneo, virtuale, che
e radicato nella natura. Nel piano intermedio si inserisce l'area dell'individualita, struttura dinamica
formata dall'insieme di elementi caratteriali e di elementi inerenti alla cultura e alle abitudini: essa si puo
considerare la sintesi del congenito e dell'acquisito e fornisce quello che puo chiamarsi l'Io fenomenologico,
un divenire continuo in perpetua trasformazione. La personalita rappresenta la totalita completa, la sintesi
dell'Io: costituisce il nucleo inconfondibile, irripetibile, peculiare di ogni individuo.
Al sistema di Le Senne si adeguano vari autori contemporanei tra i quali P. Griger, professore di
psicologia all'Universita Lateranense di Roma. L'analisi del carattere -secondo il suo parere- non esaurisce
tutta la realta umana. Sussiste una struttura che si pone a un livello superiore, e questa struttura e appunto
la personalita. Ad essa si devono la particolare visione dei valori di un individuo, i suoi centri di interesse
e il suo modo di giungere al valore predominante a cui tende. E sara la personalita a costituire l'orginalita
e la nobilta dell'individualita, in quanto essa rivela le scelte e le preferenze date a un determinato valore.
LE TEORIE DELLA PERSONALIT`A
LA PSICOLOGIA UlIANISTICA
L'incertezza esistente sui significati, sui contenuti e sui confini da attribuire al termine e al concetto
di personalita in psicologia fa da sfondo a una molteplicita di teorie, di modelli e di costrutti ipotetici
emessi al riguardo da vari autori e varie scuole.
La semplice citazione di tante teorie, oltre a costituire un puro sfoggio dottrinale, creerebbe
confusione in chi legge. Rimandiamo pertanto il lettore, particolarmente interessato a questo settore della
psicologia, ai vari trattati sulle teorie della personalita. In questa sede preferiamo circoscrivere l'esposizione
a un modello di personalita che sia coerente alla linea del presente lavoro, facendo riferimento ai concetti
base della psicologia umanistica.
La corrente umanistica e sorta verso gli anni Sessanta come reazione e superamento della concezione
meccanicista e di quella materialista, tipiche del behaviorismo e della psicoanalisi (onde il nome anche di
cTerza Forza): e una concezione che, in contrasto con il silenzio dello spirito e con l'antiumanesimo che
sembrano trionfare nel mondo moderno, si erige a difesa dell'uomo, di cui cerca impedire il fallimento
esistenziale. Essa implica partecipazione alle ansie dell'essere umano, solidarieta nelle sue lotte, ascolto dei
suoi problemi.
La critica verso il comportamentismo e rivolta verso la sua posizione concettuale ristretta e artificiale
e comunque incapace di interpretare la natura umana nel suo complesso, e suscettibile invece di
disumanizzare e impoverire l'uomo, riducendolo a una sorta di grosso ratto bianco o di computer
rudimentale.
I punti cardine della psicologia umanistica si possono cosi sintetizzare:
-un alto concetto dell'uomo, unito a un grande rispetto per cio che e tipicamente umano;
-una fiducia convinta nella forza creativa e originale del singolo;
-una concezione dinamica della persona che assegna una funzione determinante
all'autodeterminazione e aIl'ideale del s;
-il principio dell'unita della persona umana nei suoi momenti biologico e psicologico.
Un posto di rilievo nella psicologia umanistica va riservato in G. Allport, che ha posto un forte
accento sull'uomo per quello di caratteristico, individuale e originale che egli porta nella sua struttura e
nella dinamica del suo comportamento. Unita e dinamismo sono le caratteristiche essenziali che vengono
poste in risalto nella definizione che ALport fa della personalita. Questa e intesa quale organizzazione
dinamica, in seno all'individuo, di quei sistemi psicofisici che determinano i suoi modi unici di
adattamento, cioe i suoi comportamenti caratteristici e il suo pensiero.
La personalita e un'organizzazione autopropulsiva cosciente, governata da motivi autonomi, non
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riconducibili a spinte biologiche e sociali.
La concezione della personalita di Allport -osservano Caprara e Gennaro- rifiuta l'idea di una sua
analisi, sia in termini di abitudini e di rinforzi, come pure in termini di forze inconsce, ma al contrario
sottolinea le componenti spontanee e proattive del divenire 8
Altri psicologi vicini al movimento umanista sono C. Rogers e A. MasIow. Fromm, pur affermando
concetti e idee in sintonia con la corrente umanistica, si distingue per una dottrina improntata a piu forte
indirizzo sociale. Secondo questo neopsicoanalista, il processo di formazione della personalita comporta
due dimensioni irrinunciabili e inscindibili: la dimensione sociale (cioe l'uomo deve corrispondere alle
aspettative sociali) e la dimensione individuale (per cui la persona si impegna nell'essere autentica e
realizza la sua umanita per mezzo della produttivita e della creativita). L'esistenza dell'uomo e esposta
all'inevitabile alternativa fra il regredire e il progredire, tra il ritorno all'esistenza animale e la conquista
di un'esistenza veramente umana.
LA MATURITA
ASPETTI REGRESSIVI NELLA SOCIETA MODERNA
La regressione e un fenomeno abbastanza comune nella vita quotidiana e, sotto un certo punto di
vista, talora anche benefico, perch consente di allentare la pressione sul nostro Io e di evitare che essa
finisca col perturbare il normale equilibrio. La giovane sposa, per aver bruciato il suo primo dolce, scoppia
in lacrime, o il marito che, frustrato dall'incapacita di eseguire le istruzioni secondo cui si utilizzano gli
attrezzi, lancia il martello dalla finestra, sono esempi di regressione davanti alla tensione.
Fin qui nulla di straordinario: si tratta di fugaci manifestazioni regressive poste in atto in via reattiva.
Il fenomeno assume aspetti patologici quando l'individuo, per sottrarsi a obblighi, responsabilita e doveri
sociali, fa uso continuato e indiscriminato della regressione, al punto che questa finisce per caratterizzare
il suo modo di vita.
A. Oliverio ha segnalato alcune anomalie e contraddizioni che si verificano nella moderna societa
industriale.
Il sovraffollamento dei centri urbani, portato a limiti patologici, contrasta in modo singolare e
stridente con una condizione di isolamento sociale: onde il nome di ocieta solitaria che l'autore assegna
a questa particolare condizione dei tempi moderni. La solitudine, derivante da mancanza di relazioni
interumane soddisfacenti, conduce fatalmente all'angoscia e alla depressione.
Elementi che concorrono all'acuirsi dello stato di isolamento dell'individuo, sono secondo Oliverio:
-trasformazione della famiglia dalla forma allargata del passato a quella nucleare di oggi, fino alla
famiglia-coppia o persino alla famiglia casuale, che si aggrega e si disaggrega nei modelli piu
variabili di convivenza;
-spinta verso i consumi ( consumismo);
-canalizzazione verso beni non essenziali;
-falsa autonomia, cioe affrancamento del tutto teorico e apparente;
-formalismo delle relazioni sociali;
-codice prevalentemente narcisistico, edonistico e soggettivizzante della convivenza sociale.
Di fronte a una societa cosl strutturata, la maggioranza delle persone riesce tuttavia ad adattarsi
abbastanza bene, senza eccessivo sforzo e senza eccessiva infelicita, a una precisa condizione che essa
rinunci alla propria impronta individuale. Ed ecco emergere un tipo di individualismo che e ben lontano
da quello, originale e creativo, dell'uomo rinascimentale; un individualismo spurio )?, perch persegue
programmi, aspirazioni, desideri, traguardi, che non sono propri, ma prefabbricati o preformati secondo
modelli della societa.
La sopravvivenza non traumatica della societa solitaria e possibile soltanto ponendo in atto
alcuni meccanismi di adattamento, dei quali i principali sono:
-conformismo: stretta aderenza a regole e convenzioni (moda, idee stereotipe);
-gregarismo: livellamento, assorbimento nella folla;
-infantilizzazione o regressione allo stadio del giocattolo: abbandonarsi a gesti e comportamenti
bambineschi, rifugiarsi in una gioiosita immotivata che serve a rimuovere nell'inconscio i problemi
veri dell'umana esistenza.
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TAPPE REGRESSIVE SECONDO LOWE
Lowe ha descritto varie tappe o stadi evolutivi, ai quali puo tornare un individuo sotto l'impeto
dell'onda reflua regressiva. Eccone un breve riassunto, cominciando da quelli piu lontani nel tempo.
Regressione ala primissima infanzia. L'epoc proto-infantile e dominata dalla modalit orale. Molte
persone anche normali, presentano nei loro comportamenti spu11ti di coralita. C'e tutta una pressione
pubblicitaria che inita alla regressione orale, nei giornaIi e nella televisione Oa nella modalita del
succhiare (bevande, gelati), ora in qulla del mordere (chewing-gum, patatine fritte da sgranocchiare)
L'oralita persistente conduce al tipo del goloso cronico.
La vera patologia regressiva si ha nella fOrmazione di una mentalita orale, propria delle persone
parassite, le quali esigono continua assistenza da parte di colorE che sono loro vicini. L'orale parassita
t vuol prendere tutto da tutti, senza voler dar nulla in contraccambio.
Nei soggetti orali si trova un particolar contenuto ansioso: la paura di morire di fame. Questo
Spiega la tendenza di alcuni di voler tenere in casa una grande ,uantita di cibi in scatola, di creare una
stanza adibita a dispensa ben fornita. Un copioso accumulo di riserve placa la pura che il mondo non riesca
a fornire sufficiente cibo.
Regressione alla prima ifazia. Questo stadio corrisponde alla fase anale del modello psicoanalitico
di sviluppo psicosessuale.
Nel mondo moderno messaggi pubblicitari sollecitano un ritorno a questa fase: sono i messaggi che
prOettono un maggiore potere e controllo sugli altri, una maggiore autonomia, un rafforzamento del senso
del proprio valOre personale. Si sollecita l'acquisto di oggetti non perche se ne abbia bisogno ma perch
sono simbolo di prestigio e di pOtere. Altri messaggi di tipo regressivo anale sono quelli che incitano a una
sempre maggiore pulizia o igiene personale
Siamo ossessionati -osserva Lowe- che la gente non debba avere un proprio odore, ma solo quell0
dell'ultima saponetta. Sono bravi, uomini e donne, se sono puliti, plU bravi se sono piu puliti, i migliori
se sono pUlitissimi (p. 8).
Le persone regredite in senso anale sono competitive, aggressive, polemiche; hanno una visione
maniLhea e dogmatica della vita, strutturata in categorie rigide e antitetiche che si escludono a vicenda.
Regressione all'eta dei giochi. Questa forma di regressione consiste nel ritorno alla fase edipica, la
quale implica una sessualita ancora immatura, di tipo fallico e non genitale.
La regressione viene favorita quando i mass media (pubblicita, moda, giornali) sollecitano la
seduzione e un superficiale erotismo. L'eccitazione sessuale prende il posto della vera soddisfazione
sessuale.
Aspetti tipici di questa forma di regressione sono la ricerca della conquista facile, del fascino
irresistibile, il gusto di avventure pseudosessuali.
Regressione all'ea scolare. Questa regressione caratterizza il ritorno al periodo di latenza, all'eta dalla
scuola e implica la riacquisizione di una mentalita corrispondente.
Il soggetto e continuamente assillato da problemi di tipo scolastico. Questa aspirazione al ruolo di
eterno studente e favorita da diversi moventi: ottenere il piacere di ulteriori riconoscmenti e consensi, il
bisogno di rifugiarsi in una struttura organizzata o ordinata e fuggire cosl alla realta caotica del mondo,
la nostalgia del sistema di valori propri della scuola. Sentimenti prevalenti di base sono incapacita di
adattamento al proprio ambiente sociale e uno spiccato bisogno di conformit.
Regressione all'a.lolesceza. I1 ritorno regressivo al periodo adolescenziale viene provocato dal rifiuto
del comportamento di adulto. Il soggetto, anche quando da tempo ha superato l'eta dell'adolescenza, vuole
a tutti i costi restare ragazzo e cerca di impostare il suo stile di vita a schemi di comportamento e di
atteggiamento molto giovanili.
Un altro aspetto caratteristico e l'assunzione di modelli di ipercriticismo e di intellettualismo, propri
di alcuni adolescenti: al pari di questi, viene adottato un atteggiamento freddo e scettico, che svalorizza
ogni sentimento, trova ogni cosa di ugual valore, nega l'esistenza di obiettivi per i quali valga la pena di
appassionarsi.
Altro aspetto regressivo e l'adozione di falsa identita, che si esprime con il conformistico
adeguamento ai dettami della moda o a qualche sistema filosofico, sociale o politico, o anche nella
sovra-identificazione a qualche personaggio assunto al ruolo di eroe.
Sono pochi gli adulti immuni dall'esigenza, tipica degli adolescenti, di sentirsi adeguati allo stile
dei tempi. Essi sviluppano identita false o superficiali o adottano delle difese e dei sintomi specifici
dell'adolescenza (p. 197).
Un aspetto del tutto particolare che, a nostro avviso, potrebbe avvicinarsi alle forme regressive
descritte da Lowe, e costituito dall'adolescentismo femminile tardivo o anacronistico: esso si verifica
quando la donna, ormai adulta, non piu giovane, a un certo punto della vita, non raramente sotto la spinta
di eventi frustranti, regredisce in senso psicoemotivo e aspira a ritornare nei suoi pensieri, desideri,
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aspettative, a una precedente e ormai lontana fase della vita -adolescenza, appunto- la quale, ricca
di ricordi gratificanti, esercita ora nei suoi confronti un fascino nostalgico e un particolare richiamo. Il
quadro psicologico regressivo neoadolescenziale riveste un chiaro aspetto narcisistico: la donna in questa
condizione dedica piu tempo e piu denaro alla cura del proprio aspetto esteriore, predilige abbigliamenti
giovanili a tinte vivaci, ricerca divertimenti e nuove conoscenze, viene enormemente gratificata da
complimenti e giudizi favorevoli che riguardano il suo aspetto fisico.
Dopo aver riassunto le principali modalita regressive, cui l'uomo, in modo passeggero o stabile, puo
incorrere nel corso della vita, appare piu facile la compressione del concetto di maturita, intesa come ultimo
traguardo del cammino evolutivo della psiche. Maturita, ovviamente, significhera negazione di ogni
tendenza regressiva e allontanamento da prospettive di ritorno a comportamenti e atteggiamenti propri
del periodo infantile.
CONCETTO DI MATURIT`A
Rimane quindi da considerare un ultimo aspetto, una dimensione psichica che si integra e si
completa con quella di personalita e che puo dirsi la sintesi, il modello finale cui dovrebbe tendere lo
sviluppo di un individuo: la maturita.
Il fine ultimo dello sviluppo normale della personlita e quello di formare un adulto capace di
stabilire delle relazioni sociali ben adattate con l'ambiente e di ricevere da cio un sentimento di benessere
e di sicurezza.
`E interessante vedere come il concetto di maturita sia stato svolto da alcuni grossi personaggi della
psicoIogia: Freud, Erikson, Jung e Allport.
Concetto di genitalit secondo Freud. Freud pose all'apice della sua scala di sviluppo psicosessuale
la fase genitale, cosi chiamata per tenerla distinta dalla precedente fase fallica, e stabili il
concetto-chiave di genitalita, posizione di completamento evolutivo che si instaura dopo l'adolescenza.
La genitalita rappresenta la fase ultima dello sviluppo, nella quale si raggiunge la completezza della
persona, sia sul piano fisico che su quello psichico. Sotto quest'ultimo aspetto, in questa stessa fase, avviene
la metamorfosi del bambino, sottomesso al principio del piacere, in persona adulta che obbidisce al
principio di realta e riconosce il predominio della ragione.
In tal modo l'individuo puo porre in atto un comportamento adulto e maturo che, per Freud, si
identifica nella capacita di lavorare e di amare. Capacita di lavorare significa lavorare, non secondo scopi
di utilitaristico efficientismo, ma mirando a finalita che superino l'immediato e il contingente. Capacita di
amare significa amare, non in senso possessivo o dipendente, ma in senso deditivo.
Concetto di identit secondo Erikson. Erikson ha rivolto il massimo interesse all'osmosi
individuo-societa e ha formulato una-serie di tappe o stadi di sviluppo psicosociale dell'uomo. Un
momento critico, caratteristico della tarda adolescena, e, secondo questo autore, il consolidamento della
personalita e il raggiungimento delIa identita dell'Io Ego identity), condizione che serve a garantire
all'individuo uno stabile senso di se stesso nei confronti dei ruoli e delle richieste sociali.
Concetto di individuaione secondo Jung. La nozione di individuazione e fondamentale nella
psicologia di Jung. Individuazione e un processo che si estende per l'intero corso della vita umana e che
consiste, dopo una serie di metamorfosi, nel raggiungere il completamento del s e l'unificazione della
personalita. Iln punto importante e la svolta della vita (Lebenswende), che avviene fra i 32 e i 38 anni e
che, accompagnandosi a un profondo mutamento, puo portare all'incontro dell'archetipo del s.
Quando ha raggiunto l'individuazione, l'uomo ha conquistato maggiore equilibrio, ha trovato se
stesso e ha trovato il vero legame con gli altri uomini. Il termine naturale della vita non e la senilita, ma
la saggezza e l'affermazione che gli allievi di Jung attribuiscono al loro maestro.
Concetto del Proprim secondo Allpo. Allport e stato uno psicologo molto sensibile ai problemi
dell'interiorita e della dignita dell'uomo. A lui si deve il concetto di Proprium, struttura dinamica e
complessa, che include il s, I'Io e lo stile di vita.
Il Proprium rappresenta in sostanza la nostra vera identita, cio che noi siamo e, al tempo stesso,
la continuita delle nostre azioni, l'insieme delle nostre funzioni cognitive e aspirazioni. E sono
particolarmente queste ultime -le aspirazioni- ad arricchire il tessuto della nostra vita di nuove richieste
e di nuovi problemi e a imprimere una meta ai nostri sforzi.
L'uomo diviene maturo quando, sotto la spinta di sempre nuove motivazioni, che si innestano e
connettono l'una all'altra come in un gioco del domino, riesce a proiettare le sue azioni nel futuro in un
costante progresso.
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MATURIT`A E INTELLIGENZA
I limiti di eta, entro i quali un individuo puo raggiungere la condizione di maturita, sono quanto mai
ampi. Vi sono soggetti che maturano molto presto e altri che attendono la vecchiaia per diventare
veramente maturi. Ecco perch e stato posto un periodo arbitrario molto largo, che va dai 21 ai 65 anni.
Naturalmente, a parte va considerato il caso di individui che non maturano mai, nel corso della loro
esistenza.
La maturita di un uomo presuppone un certo livello di intelligenza, ma non si identifica con questa
e, tanto meno, con il bagaglio di nozioni tecniche.
L'intelligenza puo definirsi la capacita di comprendere le relazioni che esistono fra gli elementi di
una situazione al fine di adattarsi a essa e di raggiungere una meta cui si tende5. E, cioe, uno strumento
di soluzione di problemi nel sistema di adattamento dell'uomo nell'ambiente.
Si puo essere mostri del sapere, possedere un immenso bagaglio di dati cognitivi, essere
superdotati, valutati con altissimi coefficienti intellettivi alle prove psicometriche, ed essere, nello stesso
tempo, persone mediocri e immature. D'altro canto, si puo essere persone giudicate comuni o medie
dal punto di vista intellettivo, con peonnances non brillanti ai test, ed essere veramente maturi.
E queste stesse persone mature sono tali o, meglio, lo sono diventate, perch nel corso della vita
hanno, come suol dirsi, fatto tesoro delle esperienze vissute e delle vicissitudini affrontate, hanno forse
anche sofferto ma certamente hanno riflettuto meditato, interrogato se stesse e, alla fine, hanno raggiunto
una visione della realta umana piu evoluta, piu completa, superando i limiti angusti del cosiddetto
pensiero quotidiano e prevenuto, e hanno in conclusione assegnato, secondo una personale graduatoria
di valori, una netta priorita ai problemi dell'esistenza e dello spirito umano.
MATURITA QUALE SUPERAMENTO DELLO PSICHISMO INFANTILE
Maturita significa rifiuto di una mentalita regressiva infantile. Significa allontanamento o, meglio,
superamento di quanto di bambino, rimasto in noi, e di ostacolo al raggiungimento di modi di pensare,
di sentire, di agire propri dell'uomo adulto.
Il punto centrale che caratterizza la psiche del bambino e il prevalente egocentrismo, che investe sia
la sfera intellettiva che quella affettiva.
Con il termine egocentrismo Piaget, ha inteso indicare una tendenza che e presente nel baml}ino
in forma molto accentuata, a non rendersi conto, o comunque a non tenere sufficientemente conto, del fatto
che possano esistere punti di vista diversi dal proprio e anche la tendenza a non tenere conto che possano
esistere aspetti della realta che egli non conosce: questo puo indurre il bambino a considerare come aventi
una validita molto estesa certe esperienze personali che hanno invece una portata molto limitata 6,
Per il bambino riesce difficile, a causa dell'impostazione egocentrica del suo pensiero,
immedesimarsi in una situazione che investe altre persone, mettersi nei loro panni, vivere i loro stessi
problemi.
Il bambino tende a ridurre tutto il reale alla propria particolare esperienza del reale e a non rendersi
conto che puo esservi una gran parte del reale che ha esistenza in un mondo interamente indipendente da
lui 7.
L'egocentrismo permea non solo la mentalita il modo di percepire e di interpretare la realta, ma
anche la sfera affettiva del bambino. Costui ha un modo egocentrico, narcisistico e recettivo di amare,
legato al bisogno di essere al centro di premure e attenzioni. Altre caratteristiche dello psichismo infantile
sono incostanza e volubilita dei moti affettivi, spiccata impulsivita, bisogno di immediata gratificazione
di ogni desiderio.
Va sottolineato, tuttavia, che l'abbandono del mondo infantile non deve essere drastico e radicale,
al punto da soffocare completamente nell'individuo adulto ogni attivita fantastica e inaridire le sorgenti
di potenzialita creativa a essa connessa. D'altro canto, un programma di vita troppo serio e austero, proteso
verso ideali di una maturita troppe rigida, potrebbe alimentare ansia, nevrosi, depressione. Secondo lo
psicologo americano Dyer, per non incorrere in questi pericoli, occorre in epoca moderna fidarsi
maggiormente dei segnali interni ed essere meno dipendenti dai controlli esterni: e cio comporta
spontaneita, fiducia, fantasia e accettazione del mondo per quello che e. In breve, e bene (almeno in qualche
occasione) ritornare a essere bambini.
Secondo me -ha scritto Dyer- il primo vero passo verso la maturita, I'unico tipo di maturita che
valga la pena, sta nel riconoscere che nessuno e mai completamente bambino o completamente adulto, o
che sarebbe una cosa ben triste se qualcuno lo fosse.
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CRITERI DI MATURITA
Fissiamo ora alcuni principali criteri di maturita.
Capacita di realzzai o assertivitd. Prendete gli utensili che avee a portata di mano e scolpitevi la
vostra vita piu bella 9. La frase riportata, meglio di qualsiasi definizione, da l'idea di cio che voglia dire
essere assertivi, usando questa parola oggi molto diffusa nel linguaggio psicologico.
Assertivita e un insieme di qualita o capacita quali operosita, impegno, volonta, spirito di iniziativa,
in grado di imprimere una precisa direzione alla vita dell'uomo. Significa anche la capacita di conoscere
le proprie esigenze e di esprimerle in modo adeguato nel proprio ambiente.
Per chiarire il significato di assertivita, intesa quale indipendenza di giudizio e di azione, al di
fuori di qualsiasi condizionamento esterno, puo essere utile un esempio tratto daUa storia.
Giulio Cesare, dopo le vittorie di Farsalo, di Tapso e di Munda, perdono tutti gli avversari che si
presentarono a lui. Questo atto di clemenza fu aspramente criticato da amici e nemici ma Cesare sordo o
indifferente all'opinione altrui, ando diritto per la sua strada, deciso a rispondere soltanto a se stesso del
suo operato. In una lettera inviata a Gcerone all'inizio della guerra civile egli scrisse: Non mi commuove
che quelli a cui perdono se ne partano di qui per andare a farmi la guerra di nuovo. Preferisco essere quello
che sono e che essi siano quelli che sono.
Altri psicologi hanno cercato di chiarire in vario modo il concetto di assertivita.
Per G. W. Allport, vivere in modo maturo significa imporsi uno scopo nella vita. E conoscenza del
fine dell'esistenza avere un modo o una ragione di vita, in breve una certa forma di filosofia.
Per Tournier, vivere e scegliere, e accettare di correre dei rischi, di superare gli ostacoli e,
soprattutto, rompere la stretta del personaggio irrigidito, cke si e a poco a poco cristallizzato.
Mounier ha indicato tre direzioni, quali vie fondamentali, a disposizione dell'uomo, per conseguire
la propria affermazione. La prima di esse, centrifuga o di esteriorizzazione, segue il principio di realta
e ha per obiettivo un ottimale adattamento al mondo esterno. La seconda, centripeta o di
interiorizzazione, comporta un ripiegamento verso le zone silenziose, profonde, primitive dell'essere
umano. Ma e soprattutto la terza direzione, o di trascendenza, quella che risulta piu adatta ad appagare
le esigenze dello spirito umano, perch implica superamento di quanto e contingente, lmitato e
abitudinario. L'uomo -ha concluso il fiIosofo francese- e fatto per essere superato 11
Estesione el senso di s. Nell'elenco dei criteri che Allport adduce per valutare il grado di maturita,
I'estensione del senso di s occupa il primo posto. Cio significa superamento delle frontiere dell'Io.
L'individuo, lungi dal limitarsi alle preoccupazioni egoistiche, amplia i suoi orizzonti, manifesta il suo
interesse per gli altri. Il benessere dell'altro diviene idealmente identico al proprio L2
L'amore di s e un fattore importante e inevitabile in ogni essere umano, ma non deve elevarsi a
elemento dominante ed esclusivo. Tutti amano se stessi, ma soltanto l'estensione del s conferisce i crismi
della maturita.
La persona immatura si colloca agli antipodi. Essa crea una atmosfera impersonale, vede cose e non
persone intorno a s. Al massimo, puo manifestare un interesse e un affettivita superficiale.
Indipendenza dalle figure genitoriali. La persona immatura, anche se uscita dall'ambito familiare
e divenuta economicamente indipendente, conserva a lungo uno stato di dipendenza nei confronti dei
propri genitori.
Caprio ha usato il termine di schiavo della famiglia per indicare questo tipo di individuo.
Emozionalmente immaturo -cosi lo descrive- non e mai riuscito a stabilire un serio distacco dai genitori,
non e mai riuscito a pensare e agire come un adulto, ad assumere delle responsabilita e ad essere
emozionalmente indipendente.
In mancanza dei genitori, la dipendenza puo manifestarsi verso figure rappresentative e autorevoli,
quali superiori o persone comunque potenti e influenti le quali vengono a perpetuare il ruolo delle figure
genitoriali.
Staile strutturazione delle proprie idee. Questa proprieta, indispensabile per l'uomo maturo,
comprende insieme due criteri enunciati da Allport: uno direttc verso l'esterno, ed e la percezione
oggettiva della realta; l'altro, rivolto verso l'interno, e la conoscenza obiettiva di s.
Come si e detto, I'inteIligenza da sola non garantisce la maturita. Occorre che all'intelligenza si
aggiunga la cosiddetta maturita intellettuale, che consente all'individuo di esprimere giudizi obiettivi,
di reagire in modo coerente e adeguato a situazioni di volta in volta diverse, di proiettare programmi e idee
nel futuro. Occorre soprattutto che il proprio sistema di idee non si trasformi in un pensiero prevenuto,
irretito dal pregiudizio, definito come un atteggiamento altamente stereotipato, caratterizzato da una
forte carica emotiva e da resistenza al cambiamento 14 La parola di uso corrente, che piu si avvicina al
concetto di cui stiamo parlando, e quella di saggezza.
La percezione oggettiva della realta va associata, sul versante interno, alla conoscenza obiettiva di
s o autooggettivazione Allport). Questa consiste nella capacita di guardare a s con distacco e di criticarsi,
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ed e la versione moderna dell'antica massima: conosci te stesso .
Imporsi una maschera, la finzione, la recitazione di ruoli falsi, l'affettazione il rifiuto o la trascuranza
di quella che e la propria realta o verita, sono tutti segni di condizione immatura.
Al contrario, maturita significa conoscenza dei propri bisogni, consapevolezza e comprensione dei
propri difetti e debolezze, visti con occhio critico ma al tempo stesso ironico e tollerante (humour).
Montaigne (1533-1592) nella prefazione dei suoi Essais ha espresso la volonta di descrivere di se
stesso una immagine vera e non artificiosa, poich -egli ha concluso- sono io il pittore del mio ritratto!,
(car c'est moi que je peins!).
Stabiita e sicurezza emotilJa. Razionalita da una parte ed emotivita-istintivita dall'altra costituiscono
i due poli intorno ai quali ruota la vita psichica dell'uomo.
La maturita presuppone un equilibrio fra le due sfere, quella razionale e quella emozionale, evitando
che una di esse venga a prevalere in modo assoluto e irreversibile.
Il predominio incontrastato della parte emotiva conferirebbe al comportamento umano caratteri di
impulsivita e di instabilita. D'altra parte, il dominio totale e permanente della sfera razionale condurrebbe
a una coercizione dell'espressivita emotiva e a un soffocamento dell'affettivita di base. Un certo spazio alla
manifestazione emotiva, nell'ambito della supremazia del razionale, deve comunque essere consentito,
pena la comparsa di turbe nevrotiche e di manifestazioni ansiose. L'emotivita rende piu fragile la persona
umana, ma al tempo stesso la arricchisce.
Equilibrio e stabilita in campo sessuale. Nella prospettiva culturale attuale -ha scritto Bernard-
I'individuo e sempre da considerare nelle sue relazioni con gli altri. L'uomo e la donna devono quindi
essere considerati nelle loro relazioni reciproche; I'uno cioe non e mai per l'altro un oggetto, ma un
complemento; le due parti insomma si realizzano idealmente nell'integrazione di coppia. La relazione
uomo-donna deve superare il livello del proprio bisogno erotico e lo sfruttamento di questo bsogno... 1
L'elemento complementare e integrativo non va disgiunto dall'elemento stabilita. La persona
matura, infatti, e capace di conservare un rapporto stabile e duraturo; in modo del tutto opposto si
comporta quella immatura, la quale, in considerazione delle forti componenti narcisistiche ed egocentriche,
e straordinariamente instabile e volubile nelle scelte affettive.
PERSONALITA E RELIGIONE
Desideriamo ora, a chiusura del presente lavoro, fare un raffronto fra le tre strutture psichiche
considerate -temperamento, carattere, personalita- a riguardo del sentimento religioso. Il raffronto induce
a concludere che ognuna delle tre rappresenta una modalita particolare di rapporto dell'uomo con
l'esperienza religiosa.
Nel temperamento e racchiuso il nucleo piu antico della relazione con il sovrannaturale la religione
innata e ancestrale dell'uomo. Il carattere indica la disponibilita, diversa da individuo a individuo, verso
problemi religiosi, e la sensibilita verso il messaggio spirituale. La personalita esprime la forma piu evoluta
di approccio religioso, la capacita di adire a un vero progetto esistenziale, a un programma che dia senso
alla vita.
Temperamento e religione. In precedenza si e detto che il temperamento e emanazione della
palleopsiche, parte in cui sono racchiuse Ie esperienze piu lontane del passato delI'uomo e sono
rintracciabili le vestigia di una religiosita antica.
L'istanza religiosa e presente nell'essere umano fin dalle sue origini, quale espressione
dell'insopprimibile bisogno di assoluto e di eterno insito nella sua natura.
Fra i sistemi psicologici moderni quello di Jung contiene l'idea secondo cui l'uomo e naturalmente
religioso e postula la presenza nella psiche umana di un inconscio collettivo, sede di archetipi religiosi; da
questo inconscio indifferenziato l'infante si stacca per iniziare il processo di individuazione che si estende
per tutta la vita.
La presenza di uno spirito religioso che permea la psiche umana fin dalle sue origini sembra trovare
convalida dalla dimostrazione nell'uomo della preistoria e delIa protostoria di tracce di esperienze religiose
(culto della divinita e dei morti) e di manifestazioni di solidarieta con i propri simili. L'epoca paleolitica ha
lasciato vestigia di riti funerari e di varie pratiche religiose.
Lo stesso concetto vale se dalla profondita del tempo si passa alla dimensione spazio, cioe allo studio
dei popoli della terra: un antico antropologo (le Quatrefages) rilevava che I'idea religiosa si trova su tutto
il globo, in tutti gli esseri umani.
La tradizione cristiana afferma che la tendenza religiosa e connaturale alla psiche umana. La
conoscenza di Dio e innata, in quanto tutti hanno qualcosa con cui possono pervenire all'idea di Dio " 16
Di questo innatismo del senso religioso la sede e la paleopsiche umana, di cui il temperamento costituisce
l'espressione fenomenologica esterna.
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Carattere e religone. Il carattere appare, rispetto al temperamento, una formazione molto meno
radicata nel profondo della storia dell'uomo: e una struttura piu sensibile allinflusso ambientale
(educazione, cultura, societa) e in grado di condizionare in vario modo l'approccio dell'individuo verso il
pensiero e la vita religiosa.
Ad esempio, il carattere introverso, piu meditativo piu riflessivo, appare piu adatto per
l'introspezione in campo spirituale. Quello estroverso, piu dispersivo e aperto verso il mondo esterno,
appare meno propenso alla rinuncia ascetica e meno incline al misticismo.
Spranger nella sua caratterologia ha individuato un uomo religioso, portato verso i valori
spirituali, alla ricerca dell'assoluto e dell'eterno; per questo soggetto la religione costituisce l'unica soluzione
in grado di soddisfare le fondamentali relazioni dell'uomo e di realizzare un adeguato progetto esistenziale.
M. Torre, clinico neuropsichiatra a Torino, ha segnalato il pericolo nel'uomo moderno di una
insufficienza esistenziale, la quale e causa di psiconevrosi e di angoscia. Dopo, infatti, un incongruo
tentativo di mascheramento del fallimento esistenziale, che l'autore chiama efferesi, emergono sintomi
nevrotici mediante i quali l'individuo si eresponsabilizza e copre la sua incapacita di fornire alla sua vita
soluzioni autentiche.
La dottrina classica analitica, che risente della sua impostazione materialista, ha visto nella religione
la sublimazione di spinte aggressive o libidiche. Secondo le sue tesi, vi sarebbe una certa affinita tra alcune
pratiche religiose e certe manifestazioni ossessive (scrupolosita, rituali), ma con questi accostamenti la
psicoanalisi dimostra di non sapere separare le nevrosi pseudoreligiose dai valori essenziali della vera vita
religiosa.
Personalit e religione. Il concetto di personalita, quale struttura sintetica, totaIizzante e unitaria
della psiche dell'uomo e, al tempo stesso, presupposto della liberta delle sue scelte, si connette con una
visione della vita che si fonda sui valori dello spirito. La religione permette all'uomo di integrarsi nel suo
destino e di effettuare le scelte essenziali, veramente autentiche, che fanno di lui un essere unico,
irripetibile, inconfondibile: in tal modo, I'uomo da essere anonimo e indistinto diventa c personalita, cioe
un individuo che ha superato il dramma della propria incompiuteza esistenziale.

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