Prima di Aristotele, non ci sono pervenute notizie su Anassimandro. Probabilmente Anassimandro era caduto da tempo nelloblio e deve essere stato una scoperta dello stesso Aristotele. E Aristotele che ha fornito le notizie principali, cui poi molti altri dossografi si sono riferiti. Risale ad Aristotele linterpretazione dellarch di Anassimandro come peiron, ovvero un elemento originario privo di confini, indeterminato, o, addiritura, infinito. Come vederemo, questa pi che millenaria interpretazione stata oggi messa in discussione. Secondo una nuova interpretazione di G. Semerano, quello che sembrava essere il pi anomalo dei filosofi di Mileto trova ora invece una collocazione del tutto normale e perfettamente comprensibile allinterno del programma di ricerca e degli strumenti concettuali della scuola di Mileto.
Notizie biografiche Anassimandro sarebbe stato concittadino e, pi o meno, contemporaneo di Talete. Come Talete, fu attivo nella vita politica. Doveva godere di un notevole prestigio a Mileto, poich gli venne attribuito il comando di una impresa di colonizzazione (ad Apollonia). Viene considerato, con buona attendibilit, come il primo redattore di uno scritto filosofico di argomento scientifico "Della natura". E probabile che Aristotele e Teofrasto abbiano potuto leggere direttamente il testo. Si ritiene che questo testo fosse stato scritto in prosa, senza verso e metro (seppure si dice usasse un vocabolario figurato simile a quello dei poeti). Il fatto che Anassimandro abbia scritto in prosa segna evidentemente la distanza con larte poetica e con la mitologia. Pare che lo scritto di Anassimandro fosse un trattato comprendente varie parti, riguardante argomenti geografici, metereologici e astronomici. Si ritiene comunemente che sia stato il primo ad usare il termine arch per indicare il principio di tutte le cose. Ad Anassimandro, come del resto agli altri filosofi di Mileto, vengono attribuiti molti ritrovati tecnico scientifici. Avrebbe disegnato una carta geografica: Disegn per primo il contorno della terra e del mare e costru anche una sfera celeste (Diog. Laer.) La carta di Anassimandro sarebbe stata poi perfezionata da Ecateo di Mileto. Grazie allompiego di strumenti di osservazione astronomica (probabilmente appresi dallOriente), sarebbe riuscito a scoprire lequinozio e il solstizio. Avrebbe realizzato degli strumenti per misurare il tempo. La divisione del giorno in 12 parti avrebbe una origine babilonese (Erodoto). Viene attribuita ad Anassimandro la scoperta e luso dello gnomone: Seguendo una tecnica di probabile origine babilonese [...] si misurava il tempo mediante l'ombra proiettata da uno stilo, lo gnomone, piantato perpendicolarmente su una superficie orizzontale. Lo stilo e la sua ombra formavano una figura a squadra (Zellini). Anassimandro avrebbe condotto molti studi intorno ai fenomeni metereologici, di cui avrebbe fornito una serie di spiegazioni articolate. Avrebbe fornito una spiegazione dei terremoti e sarebbe anche riuscito a prevedere con successo un terremoto. Si pu sorridere intorno a queste mirabolanti previsioni; occorre tuttavia ricordare che anche a Talete venne attribuita la previsione delleclissi solare. Al di l della veridicit di queste notizie, possiamo tutavia constatare come sia stia affermando lidea che sia possibile fare delle previsioni a partire dallosservazione dei fenomeni, senza ricorrere allazione di qualche Dio, o di qualche forza magica.
Il principio I dossografi mettono laccento sul fatto che Anassimandro fosse un monista, ovvero tentasse di spiegare i fenomeni naturali attraverso un unico principio (che sembra egli per primo abbia chiamato arch). Circa il principio indicato da Anassimandro sono sempre esistiti problemi interpretativi assai
1 Bozza, ottobre 2006. 1 notevoli. Tradizionalmente vien seguita linterpretazione che risale ad Aristotele. Secondo Aristotele, Anassimandro si sarebbe trovato in dissidio con il suo maestro Talete. Lacqua non poteva essere considerata come un principio originario. Lacqua stessa avrebbe dovuto trovare una spiegazione in termini di un principio generatore precedente. Lo stesso avrebbe potuto dirsi per gli altri eventuali elementi. Perci Anassimandro sarebbe andato alla ricerca di un elemento davvero primitivo, che per doveva essere privo di qualunque qualit specifica. Questo elemento era stato definito da Anassimandro come peiron. Il significato di questo termine, come fu inteso da Aristotele, quello di "elemento privo di confini", oppure di "elemento indeterminato". Alcuni solerti commentatori e storici della filosofia tradussero l'elemento indeterminato di Aristotele con il termine "infinito". Nacque cos una millenaria diatriba intorno alla possibilit che gli intellettuali di Mileto fossero gi riusciti, nel VI secolo a.C., a formulare un concetto cos complicato e astratto come quello di infinito. L'infinito di Anassimandro, agli occhi di storici e uomini di cultura occidentalisti, venne consideratro come la prova definitiva della superiorit dell'intelletto greco nei confronti degli altri popoli orientali. Seguendo l'interpretazione pi moderata, lpeiron veniva inteso come un elemento indeterminato materiale, arcaico, che non possedeva nessuna delle caratteristiche dei fondamentali elementi (aria, acqua, terra, fuoco). Questo elemento indeterminato poteva forse essere paragonato al caos primigenio. Le caratteristiche che venivano attribuite erano l'estensione infinita, l'eternit, l'omogeneit interna, l'assenza di qualunque caratteristica qualitativa (una specie di "sostanza plastica" priva di caratteristiche). Questa sostanza veniva interpretata - secondo la prospettiva del panteismo - come divina, come l'origine di tutte le cose, come la struttura profonda delle cose e come la legge universale capace di governare e di abbracciare tutta la natura. Ogni cosa [...] o principio o deriva da un principio; ma dellinfinito non c principio, poich in tal caso avrebbe un limite. [...] Perci diciamo appunto che di esso non vi principio, ma che esso sembra essere principio delle altre cose, e abbracciare tutte le cose e tutte le cose governare [...]. E tale sembra essere il divino: difatti senza morte e senza distruzione. Come asseriscono appunto Anassimandro e la maggior parte degli indagatori sulla natura. (Aristotele, Fisica, trad. Colli) Si sottolineava il fatto che Anassimandro avesse compiuto una sorta di emancipazione dalla teologia tradizionale e dalla mitologia, ammettendo un principio eterno (gli dei della mitologia greca nascevano), divino ma impersonale. A partire dal principio primordiale Anassimandro avrebbe fatto derivare l'intera natura, attraverso un processo di generazione per separazione dei contrari, detta anche individuazione (nel senso della generazione dei molteplici individui che compongono l'intera natura). Secondo Anassimandro dunque la generazione non avviene per una trasformazione del principio primordiale, ma per la separazione dei contrari ad opera delleterno movimento (Simplicio)
Linterpretazione di Semerano Il filologo Giovanni Semerano, autore di una monumentale opera dal titolo Le origini della cultura europea, un esperto che non conosce soltanto la lingua greca e latina, ma possiede una conoscenza approfondita delle lingue orientali, come il semitico e laccadico. Grazie alla sua conoscenza delle lingue orientali Semerano ha provveduto a rivedere molte etimologie della lingua greca, riscrivendo in sostanza la storia della lingua greca e mettendola in relazione con gli apporti delle culture orientali. Secondo Semerano, la tradizionale interpretazione di peiron come sconfinato (oppure come "infinito") sarebbe completamente erronea e quindi completamente da rivedere. Lerrore sarebbe antichissimo e ne sarebbe gi stato vittima proprio Aristotele, cio lo scopritore di Anassimandro, che pure poteva avere letto direttamente il testo anassimandreo. Secondo Semerano, il termine peiron, nel dialetto di Mileto all'epoca di Anassimandro, aveva un significato completamente diverso da quello che poteva intendere Aristotele, secoli dopo. Era un termine connesso al greco epeiros (con il significato di terra), al dorico apeiros, alleolico aperros; letimologia di tutti questi termini sarebbe di chiara derivazione orientale. Deriverebbero tutti da apar 2 (semitico) o da afar (ebraico biblico), o da eperu (accadico) e avrebbero approssimativamente il significato di terra umida, fango, polvere. 2
Se questo vero, lorigine di tutte le cose secondo Anassimandro non starebbe dunque in un improbabile elemento infinito, quanto nella polvere, nellelemento umido e fangoso. Non facciamo fatica a collegare questa concezione con quella di Talete (il dissidio tra i due appare assai meno marcato). Ma, una volta ammesso che peiron si riferisse alla polvere, non possiamo fare a meno di collegare la filosofia di Mileto con le concezioni filosofiche e con la mitologia babilonese. S'impone anche un collegamento con la narrazione della genesi, cos come presentata nella Bibbia. Un bel colpo per coloro che tengono molto alla caratterizzazione "occidentale" della prima filosofia greca.
Anassimandro e Senofane L'interpretazione di Semerano ha dunque il pregio di avvicinare alquanto la teoria di Anassimandro con quella di Talete, fondata sullacqua, e con quella di Anassimene, fondata sullaria (ma peraltro assai connessa allacqua e ai fenomeni metereologici). Non solo. Questo interpretazione consente anche di individuare una relazione assai precisa tra la scuola di Mileto e le dottrine professate da Senofane (nato a Colofone, nella Ionia, non distante da Mileto, nel 570 a.C.). Senofane sarebbe stato, secondo la tradizione, allievo di Anassimandro; avrebbe appreso la filosofia di Mileto prima di partire (a 25 anni circa) e viaggiare per la Grecia come rapsodo. Secondo una consolidata interpretazione, Senofane sarebbe giunto in Magna Grecia e sarebbe stato il maestro di Parmenide () a Elea. Come noto, Senofane famoso per le sue prese di distanza dal materiale mitologico e per il suo tentativo di sviluppare un concetto del divino come un uno - tutto non pi antropomorfo, coincidente con la natura (e ci in linea con quanto sappiamo della scuola di Mileto). Senofane noto per avere sostenuto che tutto ha origine dalla terra e dallacqua perch dalla terra tutto e nella terra tutto finisce. Senofane quindi potrebbe effettivamente essere considerato come il tramite tra le ricerche fisiche dei filosofi di Mileto e le ricerche di Parmenide. A rigor di logica lo si potrebbe considerare come uno dei filosofi di Mileto. Non a caso, Senofane non stato mai molto apprezzato, nell'ambito della storia della filosofia, a causa del giudizio negativo che ne ha dato proprio Aristotele, al quale non sembrava lecito considerare qualcosa di cos poco mobile, come la polvere, come il principio di tutte le cose.
Anassimandro e gli atomisti Diversi commentatori hanno anche collegato Anassimandro con il pensiero dei fisici pluralisti (Empedocle, Anassagora, Democrito e gli atomisti). Probabilmente ci avvenuto - se accettiamo lipotesi di Semerano - per il fatto che il pulviscolo di Anassimandro era s un elemento unico, ma poteva essere considerato come composto di tantissime minute particelle. Daltro canto Anassimandro aveva postulato un elemento indispensabile per il pluralismo: il movimento eterno (ciclico) di composizione e scomposizione. Di qui anche lipotesi della pluralit dei mondi.
Il primo frammento Di Anassimandro ci stato tramandato un frammento che, a quanto pare, costituisce la prima testimonianza scritta della filosofia. Il frammento il seguente: Da dove infatti gli esseri hanno lorigine, ivi hanno anche la distruzione secondo necessit: poich essi pagano luno allaltro la pena e lespiazione dellingiustizia secondo lordine del tempo (riportato da Simplicio, VI secolo d.C.) Nella prima parte del frammento, Anassimandro mette l'accento sulla necessita, ovvero su una specie di legge universale che governa i processi di generazione di corruzione: tutto ci che viene alla vita ritorna necessariamente da dove venuto. L'alternarsi della generazione e della corruzione viene dunque inteso come un processo ciclico, che avviene con regolarit secondo l'ordine del tempo.
2 Cfr. Giovanni Semerano, Linfinito. Un equivoco millenario, Bruno Mondadori, Milano, 2001. 3 Pi complessa e l'interpretazione della seconda parte del frammento, ove Anassimandro intende spiegare quale sia la causa ultima del movimento ciclico della generazione della corruzione cosmica. La causa viene individuata in una sorta di colpa (ingiustizia) che pare connaturata all'esistenza stessa di tutti gli esseri. La vita, in altre termini, rappresenterebbe una sorta di turbamento dell'ordine, i singoli esseri tenderebbero a prevaricarsi e a sopraffarsi. Di qui l'inevitabile distruzione periodica di tutto quanto viene alla vita. Gli interpreti hanno avvicinato questo frammento alle concezioni tipiche dellorfismo.
Cosmologia e cosmogenesi Anassimandro sembra abbia abbozzato anche una specie di cosmogenesi. I dossografi riportano - piuttosto confusamente a dire il vero - la cosmologia e la cosmogenesi di Anassimandro. Il problema fondamentale per la comprensione della sua cosmologia connesso al passaggio dallapeiron - comunque questo venga inteso - al cosmo ordinato. Aristotele giustamente ha sottolineato come in tutte le cosmogonie dei fisici fosse presente - non del tutto risolto - il problema della causalit. Gli antichi fisiologi evidentemente avevano difficolt a distinguere il movimento dalla materia che riceve il movimento. Nel caso di Anassimandro parrebbe evidente il fatto che lapeiron sia in movimento e che il movimento produca allinterno dellapeiron stesso, una differenziazione progressiva che evolverebbe nella costruzione di un cosmo (preludio tuttavia a una successiva dissoluzione). L'peiron (secondo Semerano , la massa polverosa e umida), che in perenne movimento, provvede a differenziarsi nei contrari fondamentali che sono il caldo (di natura aerea) e il freddo (di natura liquida). Dal freddo (liquido), per azione del caldo, nascerebbe l'aria (elemento); il liquido restante avrebbe formato i mari. Dal caldo (aereo e infuocato) sarebbero nati i corpi celesti (sole, luna, astri). In Anassimandro troviamo i primi tentativi di individuare la struttura geometrica del cosmo: Secondo Anassimandro gli astri sono degli inspessimenti daria in forma di ruota. Pieni di fuoco, che hanno in certi punti aperture da cui fuoriescono fiamme. Anassimandro, Metrodoro di Chio e Cratete sostengono che il sole il pi alto di tutti i cerchi; subito dopo viene la luna e sotto di essi le stelle fisse e e i pianeti. Gli astri, secondo Anassimandro, sono trasportati da cerchi e dalle sfere su cui situato ognuno di essi (Aezio) Per Anassimandro il sole un cerchio 28 volte pi grande della terra, simile alla ruota di carro il cui cerchio sia incavato e pieno di fuoco e che in un certo punto lasci vedere la fiamma da unapertura, come dalla bocca di un mantice. (Aezio) E degna di nota - secondo quanto riportato da Aezio - laccenno al fatto che sia il disco del sole che quello della luna sarebbero dei buchi, degli sfiatatoi, attraverso i quali possibile intravvedere il fuoco che si trova oltre laria, nella fascia pi esterna. Attraverso questi buchi o sfiatatoi avverrebbe una specie di respirazione, quasi come se il cosmo fosse un essere vivente. La dottrina della respirazione astrale stata pi volte ripresa e si ritrova presso i pitagorici.
La forma della terra Gi Talete pare avesse sostenuto che la terra galleggiasse sullacqua. Con Anassimandro - per quanto ne sappiamo - si sviluppa ulteriormente la ricerca intorno alla forma della Terrra. E chiaro che il problema della forma della terra era risolvibile solo allinterno dellelaborazione di un modello complessivo del cosmo. Dunque in Anassimandro, astronomia e geografia sembrano strettamente correlati. La terra avrebbe la forma di cilindro (una colonna), immobile. Attorno alla terra girano i "cerchi" della luna, del sole ecc.. ; anche il cielo sarebbe un cerchio E interessante la dottrina circa limmobilit della terra: la terra sarebbe immobile perch tutti i luoghi si trovano sulla terra e la terra non ha nessun luogo dove andare. La terra sospesa e non sostenuta da niente, ma rimane nella sua posizione perch a ugual distanza da tutte le parti. Quanto alla forma, essa incavata e rotonda ed simile a una colonna di pietra; noi ci troviamo su una delle due facce e laltra sta dalla parte opposta (Ippolito). 4
La vita nasce dallacqua Secondo Anassimandro, la vita avrebbe avuto origine dall'elemento liquido. Anassimandro avrebbe abbozzato anche una rudimentale teoria della evoluzione delluomo a partire da altri animali e in particolare, dai pesci. Anassimandro afferma inoltre che in origine luomo proveniva da animali daltra specie, deducendolo dal fatto che mentre gli altri animali possono procurarsi da s il loro nutrimento poco tempo dopo la nascita, luomo solo ha bisogno per molto tempo di una nutrice: quindi se fosse stato tale anche in origine non avrebbe potuto sopravvivere (Plutarco). Secondo Anassimandro i primi animali nacquero nellelemento umido, ricoperti di una scorsa spinosa; cresciuti in et lasciarono lacqua e vennero allasciutto, ed essendosi lacerata la scorza che li ricopriva dopo poco cambiarono il loro modo di vivere (Aezio). ...Anassimandro. Secondo questo ultimo, infatti, i pesci e gli uomini non si sono sviluppati dalla stessa matrice, ma in origine gli uomini sono nati e si sono nutriti allinterno dei pesci, come gli squali, e una volta capaci di bastare a s stessi ne sono usciti e sono andati allasciutto (Plutarco). In ogni caso queste teorie confermano ancora una volta il fatto che Anassimandro non conferisse alluomo alcuna collocazione particolare nella natura e lo considerasse alla stregua degli altri esseri biologici.
Fig. *** La concezione del cosmo di Anassimandro (ricostruzione in base alle testimonianze dei dossografi). Fuoco Aria