Le radici escatologiche del fondamentalismo islamico
di Lawrence M.F. Sudbury
Come ogni altra Religione del Libro, che, cio, si rif apertamente allinsegnamento biblico, anche nellIslam limportanza dellassunto escatologico notevolissima. Prima, per, di affrontare direttamente largomento, appare necessario chiarire alcuni punti fondamentali del credo mussulmano, dal momento che, negli ultimi anni, a seguito della ricorrente insorgenza di vicende di cronaca internazionale che hanno avuto per protagonisti fondamentalisti islamici, molto stato scritto su questa religione, ma non sempre a proposito o su basi attendibili, con il rischio di far passare la fede di oltre un miliardo di esseri umani (solo il 20% dei quali si concentra in quelli che, tradizionalmente, sono conosciuti come paesi arabi 1 ) come una sorta di cieco fanatismo dai tratti retrivi e violenti: solo una visione pi oggettiva di un culto che poggia su fondamenta filosofiche ben lontane dalla follia (e dalla disperazione) dei proclami farneticanti di qualche falange oltranzista ci pu permettere di inserire il discorso escatologico islamico nel suo pi corretto contesto. Il termine arabo Islam significa letteralmente sottomissione: i credenti, conseguentemente, accettano di sottomettersi, in un certo senso di arrendersi completamente al volere di Dio (Allah). Egli visto come lUnico Dio, creatore, reggitore e salvatore del mondo. La volont di Dio a cui luomo deve sottomettersi stata resa nota attraverso il Corano (Quran), rivelato al messaggero divino Maometto (Muhammad), lultimo della schiera dei grandi profeti che comprende Adamo, No, Mos, Ges e molti altri ancora. Questa lessenza ultima dellIslam e, non a caso, per essere considerato un vero credente sufficiente avere la certezza della verit espressa nella semplicissima formula del credo (Shahadah): Non vi altro Dio al di fuori di Dio e Maometto il profeta di Dio 2 . Naturalmente, da questo nucleo fondamentale, gi dalla sua nascita nel VII secolo, lIslam ha sviluppato una serie di corollari che comprendono elementi riguardanti, ad esempio, la fede negli angeli, la rivelazione divina delle Scritture, la santit dei Profeti e il Giudizio Universale e una serie di doveri del fedele, condensati nei cosiddetti Cinque Pilastri: la menzionata professione di fede, la preghiera cinque volte al giorno, lautotassazione a favore dei poveri (Zakat), il digiuno diurno nel mese del Ramadan e il pellegrinaggio alla Mecca (Hajj) almeno una volta nella vita 3 . Ma come nata e si sviluppata questa fede dallimpressionante capacit missionaria? Le radici dellIslam si possono comprendere solo a partire dalla loro contestualizzazione nella cultura di riferimento da cui sono sorte. La Mecca, al tempo della nascita di Maometto era abitata dalla trib dei Quraysh ed era un grande centro mercantile e di culto, con templi di tutte le divinit del pantheon islamico: la presenza del santuario che conteneva la pietra nera (una pietra caduta dal cielo), la Ka'bah garantiva sicurezza e pace per chiunque giungesse in citt per commerciare e, per questo, i mercati fiorivano. Le divinit pi venerate dellArabia pre-islamica erano di matrice astrale, in particolare per quanto riguarda la triade del dio della luna (Ilah), della dea del sole e del dio associato al pianeta Venere: il primo, evidentemente originato da una variante del culto babilonese del dio Sin, era a capo di tutti gli altri dei e proteggeva le citt e dal suo culto Maometto prender il termine Allah (Al Ilah), elevandolo al grado di dio unico. Tra i mercanti che visitavano frequentemente la Mecca, vi erano anche numerosi Ebrei e Cristiani e, certamente, il pensiero del Profeta venne fortemente influenzato da entrambi i gruppi, a partire dal collegamento che egli svilupp (pur sincretizzando il messaggio torahico con loccultismo proprio
1 Fonte: www.adherents.com 2 J.L. Esposito, What Everyone Needs to Know about Islam, Oxford University Press 2002, p.19 3 Ivi, pp. 26-51 passim delle religioni arabiche) tra la propria predicazione e quella biblica e dalla rivelazione comunicatagli, a suo dire, dallarcangelo Gabriele 4 . Allinizio della sua predicazione, comunque, Abu al-Qasim Muhammad ibn 'Abd Allah ibn 'Abd al- Muttalib ibn Hasim (questo il nome completo del Profeta) fu aspramente contestato dai suoi concittadini (che, probabilmente, temevano che la radicalit del suo messaggio potesse mettere in pericolo i commerci cittadini) e, nel 622, dovette rifugiarsi nella non lontana citt di Medina (con la cosiddetta Hijrah o Egira, dalla quale gli islamici iniziano il computo degli anni del loro calendario), dove il suo messaggio venne accolto molto pi favorevolmente, iniziando a diffondersi in tutta la penisola araba 5 . E gi da questo periodo iniziale che lIslam comincia ad acquistare il suo tratto fondamentale di religione che si esprime sia negli aspetti spirituali che in quelli temporali della vita e che tende a regolare non solo il rapporto tra uomo e Dio ma anche quello tra uomo e uomo, fornendo norme comportamentali pubbliche, religiosizzando ogni istanza sociale e codificando legalmente il governo dello stato sulla base della morale religiosa. E da questa sorta di dualismo che si sviluppa uno dei concetti pi spesso mal interpretati dellIslam, la Jihad, con non significa tanto guerra santa offensiva, come molti pensano, quanto necessit missionaria di diffondere la legge divina ovunque e di difenderla con ogni mezzo 6 . E a partire da tale visione che, dopo la morte di Maometto nel 632, lIslam si spande nellarco di un secolo dalla Spagna allIndia. Durante tali movimenti di conquista, agli Ebrei e ai Cristiani viene assegnato uno status speciale in quanto comunit che accolgono le Scritture (ahl al-Kitab, popoli del Libro) e, di conseguenza, dhimmis, protetti, sebbene anchessi dovessero pagare una speciale tassa, la jizyah come non islamici (che, per altro, port alla conversione di molti non disposti a pagarla). Lespansione continuer nel XII secolo in Cina, in Asia Centrale, e verso la Turchia e lAfrica sub-sahariana grazie alla predicazione dei mistici sufi e, nel XIV secolo, con larrivo di mercanti mussulmani, in tutto il Sud-Est Asiatico 7 . Uno dei tratti essenziali che emergono durante il periodo dellespansione la teoria che qualunque terra sia presa dallIslam, sia per questo motivo santificata e, se successivamente persa, debba essere riportata sotto la legge santa: da ci derivano gran parte dei problemi che tormentano ancora oggi il Medioriente, ma, di per s, non si tratta tanto di una legge fondamentale coranica, quanto solo di una derivazione posteriore 8 . Di fatto, la dottrina mussulmana si basa su quattro fonti principali: il Corano, la Sunnah (tradizione), la ijma (il consenso della comunit) e lo ijtihad (il pensiero individuale). Il Corano (dalla parola araba che significa recitazione , come detto, visto come il Verbo di Dio reso noto a Maometto attraverso larcangelo Gabriele. Il testo si divide in 114 sure (capitoli), le prime delle quali (rivelate a Maometto mentre ancora alla Mecca) hanno carattere etico e spirituale, mentre le ultime si incentrano sulla legislazione sociale e i principi politico-morali della comunit dei credenti. La Sunnah comprende tratti di legislazione tribale pre-islamica e fatti, detti ed esempi legati al Profeta: sei libri di Hadith (detti di Maometto), scritti nel IX secolo, sono considerati particolarmente autorevoli dai Mussulmani sunniti, mentre gli Sciti osservano una differente tradizione, legata ai detti e agli atti anche dei pi stretti congiunti e successori del Profeta. La ijma rappresenta la legge islamica standard e, a partire dal X secolo chiusa, nel senso che non consentita alcuna nuova interpretazione legale n del Corano n della Sunnah, la qual cosa,
4 M.Sicker, The Pre-Islamic Middle East, Praeger Publishers 2000, passim 5 S.H. Nasr, Islam: Religion, History, and Civilization, HarperOne 2002, pp. 42 ss. 6 A. Sita, The True Meaning and Implications of Jihad, IUniverse 2002, pp. 26 ss. e passim 7 K.Armstrong, Islam: A Short History, Modern Library 2002, pp.106 ss. 8 A. Sita, Citato, pp.83-87 rendendo il sistema fortemente conservatore, ha virtualmente eliminato il senso dello ijtihad (cio della visione e interpretazione individuale) 9 . Lelemento pi caratterizzante e pi costantemente ripetuto nel Corano il rigorosissimo monoteismo: Dio uno e unico e anche il Trinitarismo cristiano viene completamente ripudiato. Allah ovunque, ma non risiede in niente e nessuno, il solo creatore e reggitore delluniverso e ogni creatura testimone del suo dominio e della sua unit, giusto, caritatevole, maestoso e ha plasmato ogni cosa, parte del tutto universale, con una propria natura definita e limitata (la limitatezza di ogni creatura contrapposta alla infinitezza del Creatore uno dei punti pi fondamentali della teologia coranica) 10 . Secondo il Corano, Dio ha creato due specie viventi apparentemente parallele: gli uomini plasmati dal fango e i jinn plasmati dal fuoco. I secondi, sebbene pi responsabili e ragionevoli degli uomini, sono pi proni al male ed per questo che il Libro Sacro indirizzato al genere umano, affinch possa servirgli da guida. Nonostante ci, comunque, anche luomo una creatura fragile e vacillante, ribelle, pieno di orgoglio e che si ritiene autosufficiente. Proprio lorgoglio visto come il peggior peccato umano, perch genera lincapacit di capire la propria limitatezza e la superbia di ritenersi simili a Dio, tentando di violarne lunicit: la vera fede, allora, sta soprattutto nel comprendere di essere solo cera nelle mani di Dio e nellessere proni alla sua volont. Persino lessere che divenne poi Satana, originariamente era stato onorato da Dio con una posizione di rilievo nel creato, ma, rifiutandosi di onorare Adamo e, anzi, cercando di indurlo nel peccato, disobbed alla volont di Dio per eccessivo orgoglio e venne condannato in eterno. Anche se peccatori, in ogni caso gli esseri umani possono sempre pentirsi e ritornare veri credenti (che si contrappongono agli infedeli, o kafir), perch Allah sommamente misericordioso e sempre pronto a perdonare chi si pente sinceramente, gli si sottomette e si conforma ai suoi insegnamenti, espressi attraverso i profeti (che sono esseri completamente umani che hanno accolto in toto gli insegnamenti divini), gli angeli o lispirazione celeste 11 . Sempre sulla linea della umilt richiesta al fedele si pone anche la dottrina islamica relativa allaccumulo di ricchezze: se tale accumulo avviene dimenticando i diritti dei poveri, chi si arricchisce pu subire le pi dure punizioni sia in questa vita che nellaldil, dal momento che la cupidigia viene indicata nel Corano come una delle maggiori cause di decadimento morale della societ. Pi in generale, la missione ultima della comunit dei fedeli deve essere quella di favorire il bene e proibire il male, in modo che non vi sia inganno e corruzione sulla terra: anche su questa base deve essere letta la dottrina della vera jihad, il cui senso , secondo il credente, quello di portare la giustizia dellIslam nelle societ del mondo perch ogni popolo conosca Allah e ogni essere umano possa, di conseguenza, convertirsi, ma mai quello di acquisire potere per fini terreni, tanto che la setta Kharijita, che intendeva la jihad come una guerra continua di conquista di territori da annettere alla terra dellIslam venne, per questo e per le sue pretese ugualitarie (chiunque fosse pio poteva, secondo i suoi appartenenti, porsi a capo dellIslam, mentre gli Sciti ritengono che tali guide debbano venire dalla famiglia del Profeta e dai discendenti di suo genero Ali e i Sunniti dai Quraysh, la trib del Profeta), distrutta durante le guerre intramussulmane dellVIII secolo 12 . Da tali guerre, i Sunniti emersero vincitori, forse anche grazie alle loro idee pi moderate: essi, infatti, sono forti sostenitori della tolleranza e ci ha certamente permesso a pi sistemi di pensiero di coesistere al loro interno, sebbene numerosi teologi sunniti pongano una forte enfasi sul concetto della onnipotenza divina, a scapito del libero arbitrio, in una concezione notevolmente deterministica (ancora pi forte nellala mistica Sufi) che, in alcuni casi, arrivata anche allaccettazione della tirannia.
9 I.Goldziher, A.Hamori, B. Lewis, Introduction to Islamic Theology and Law, Princeton University Press 1981, pp. 21- 47 passim 10 Ivi, p. 71 11 Ivi, p. 78 12 H. Laoust, Les schismes dans l'Islam: Introduction a une Etude de la Religion Musulmane, Payot 1977, pp.163-165 Contrapposti ai Sunniti, gli Sciti, probabilmente influenzati dalla Gnosi e da concezioni vetero- iraniche, vedono nella figura dei loro capi religiosi (imam) una sorta di manifestazione metafisica di Dio: gli imam (lungo la storia, al di la di recenti pretese di stampo politico, ne sono stati riconosciuti una dozzina) sono infallibili e sono in grado di rivelare ai fedeli il vero significato nascosto del Corano, diventando il tramite preferenziale tra uomo e Dio. A differenza dei Sunniti, gli Sciti hanno adottato la dottrina della libert della volont umana nella scelta tra bene e male e hanno dato un ruolo di primo piano allidea di sofferenza e passione per la fede (si pensi, a tale proposito alle processioni di auto flagellanti che ogni anno ricordano la morte violenta del figlio di Ali, Husayn, per mano degli Omayyadi nel 680) 13 . Le differenze di interpretazione tra queste due ali maggioritarie dellislam sono comprensibili alla luce di una certa vaghezza propria del Corano in relazione alle vie che possono portare alla salvezza umana nella vita di ogni giorno, in questo differendo notevolmente sia dallIsraelitismo che dal Cristianesimo e pur concordando con le altre due Religioni del Libro nellindicare nella compassione, nella comprensione del prossimo e nella tolleranza una via preferenziale per accostarsi a Dio. Tale comunanza facilmente spiegabile sulla base della presunta derivazione vantata dallIslam dalla storia biblica: sebbene senza alcuna base storica, infatti, i mussulmani affermano che il loro antenato Ismaele e non Isacco fosse lerede reale di Abramo e che Ges (chiamato Isa), nato da una vergine e senza peccato, sia stato lultimo grande profeta prima di Maometto, che abbia compiuto miracoli e predicato il volere di Dio (sebbene il suo Vangelo sia poi stato distorto dai Cristiani), che dopo che qualcuno aveva preso il suo posto sulla croce sia asceso al cielo, che abbia promesso di mandare un nuovo redentore, concretizzatosi nel Profeta e che (ma non si tratta di una dottrina condivisa da tutti), un giorno, torner per aiutare nel giudizio dei vivi e dei morti 14 . Questa ultima idea ci conduce, finalmente, allanalisi dellescatologia islamica. In piena consonanza con la tradizione biblica, alla fine dei tempi si avr la resurrezione dei morti e il giudizio finale di ciascuno in relazione alle sue opere: coloro che verranno condannati, bruceranno nel fuoco infernale, che divorer le loro carni e i loro cuori, mentre coloro che saranno benedetti conosceranno i piaceri, sia fisici (S'assomiglia il Giardino promesso ai timorati di Dio a qualcosa sotto la quale scorrono i fiumi, e i suoi frutti saranno perenni, e la sua ombra. Questa sar la Dimora Finale di quelli che temono Iddio 15 e, se caduti per lIslam, i fedeli saranno presi in cura da 40 vergini, le huri) che spirituali (dati dalla vicinanza di Dio) del paradiso (janna) 16 . Se queste credenze sono proprie e riconosciute da tutti i gruppi islamici, sicuramente la tradizione escatologica pi ricca quella degli Sciti, molti dei quali, come accennato, vedo in Isa colui che giudicher gli esseri viventi con (o, secondo alcune fonti essendo il) Mahdi. Quella del Mahdi una delle figure pi tipiche dellImamitismo scita, ma ben presente anche nella tradizione sunnita. Costui, il cui nome significa il ben consigliato, sar un Imam di incredibile forza e saggezza che, secondo la tradizione scita, discender nella Terra Santa, in un posto chiamato Afiq, con una lancia tra le sue mani; egli uccider con essa al-Dajjal [la versione islamica dellAnticristo] e si recher a Gerusalemme per la preghiera del mattino. Qui limam cercher di cedere il suo posto a Isa, ma questultimo rifiuter e pregher dietro di lui, secondo la Sharia [Legge Santa] di Maometto. Poi, egli uccider un maiale, distrugger la croce e uccider tutti i Cristiani che non credono in lui. Quando al-Dajjal sar ucciso, tutte le Genti del Libro crederanno in lui e formeranno una unica comunit che si sottomette al volere di Dio. Isa, a questo punto regner rettamente e dopo quarantanni morir e verr sepolto a Medina di fianco a Maometto e tra Abu Bakr e Omar 17 .
13 Ivi, pp. 53 ss 14 J. Ankerberg, E.Caner, The Truth About Islam and Jesus , Harvest House Publishers 2009, passim 15 Corano, Sura XIII:35 16 J. Idelman Smith, Y.Yazbeck Haddad, The Islamic Understanding of Death and Resurrection, Oxford University Press 2002, pp.29 ss 17 Riportato in: A.J. Quinnell, The Mahdi, Mass Market Paperback 1983, pp.78-79 Come accennato, la tradizione mistico-escatologica mussulmana pressoch concorde nellassegnare sia a Isa che al Mahdi un ruolo fondamentale nella qiyama, la resurrezione finale, probabilmente sulla base del versetto coranico: Egli [Isa] un annuncio dell'Ora. Non dubitatene e seguitemi, questa la retta via 18 , che potrebbe far intendere che la discesa di Isa durante il periodo di governo del Mahdi porter al compimento finale. Nello sviluppo del ruolo escatologico del Mahdi nella tradizione scita, comunque, come visto, si pone una grande enfasi nel ruolo superiore del Mahdi che, come imam e discendente di Maometto, verr seguito da Isa, ma, curiosamente, nella tradizione successiva al X secolo, i loro ruoli vengono spesso mescolati e confusi 19 . Daltra parte, ci comprensibile alla luce del fatto che alcuni esegeti sunniti, certamente in contrapposizione allo Scitismo, riportano una tradizione secondo la quale il Profeta avrebbe detto: Non vi altro Mahdi, se non Isa, il figlio di Maria 20 , con ogni probabilit per minare le speranze chiliastiche scite e minimizzare limportanza attribuita dal gruppo rivale alla figura del Mahdi, opponendo a tale credenza la mancanza di qualunque menzione coranica di tale figura messianica. In effetti, tra gli Sciti la speranza nellavvento del Mahdi (che, lo si ripete ancora, comunque propria anche di molti gruppi sunniti) ha un ruolo davvero preponderante a livello escatologico. Leggiamo quanto riporta lislamista Abdulaziz Abdulhussein Sachedina a tale proposito: Nelle tradizioni scite, la funzione di uccidere al-Dajjal riservata al Mahdi. In una antichissima storia si riporta che Ali abbia risposto ad una domanda sul Dajjal, descritto come un uomo con un occhio solo, fiammeggiante come la stella del mattino al centro della fronte, su cui impressa, leggibile per letterati e illetterati, la scritta Questo linfedele e il cui avvento sar anticipato da tempi di estrema durezza. Egli apparir su un asino e il suo richiamo sar udito da un capo allaltro della terra, quando annuncer alla gente di essere il loro creatore e signore. Coloro che quel giorno lo seguiranno saranno nemici di Dio e saranno riconoscibili perch indosseranno qualcosa di verde sul loro capo. Dio li far perire in un luogo chiamato Afiq , in Siria, tre ore dopo lalba di venerd, per mano di colui dietro il quale Isa pregher. Dopo la sua morte [del Dajjal] accadr un grande evento, la rivoluzione del dodicesimo Imam, che avr inizio dalla zona di Safa, nel recinto della Qaba. Da quel momento in poi nessun pentimento verr pi accettato. Il ruolo di al-Dajjal alla fine dei tempi quasi identico a quello di Satana, cos come spiegato dalle fonti tradizionali, perch egli tenter la gente dando loro cibo e acqua, che saranno scarsi in quei tempi. Si riporta che il Profeta abbia detto che dai tempi di No non vi sia stata nessuna Umma [comunit di fedeli] che non abbia temuto al-Dajjal e le sue tentazioni; ogni profeta ha ammonito la sua comunit contro questo tentatore. Lepisodio dellinsorgenza di al-Dajjal spesso stato interpretato come una sorta di test per distinguere i veri credenti di Dio da quelli falsi 21 . Un altro brano che ci pu far comprendere come quella del Mahdi sia una figura non confinata al solo Scitismo ma, pur con accenti differenti, propria di tutte le correnti islamiche il seguente, tratto da The Islamic Understanding of Death and Resurrection di Jane Idleman Smith e Yvonne Yaybeck Haddad, che, a loro volta, citano un lavoro precedente di Ahmad Galwash 22 : E risaputo (e generalmente accettato) da tutti i Mussulmani di ogni epoca che, alla fine dei tempi, un uomo dalla famiglia del Profeta far senza dubbio comparsa e rafforzer la religione e far trionfare la giustizia. I Mussulmani lo seguiranno ed egli otterr dominio su tutte le terre islamiche . Sar chiamato il Mahdi e, subito dopo di lui apparir lAnticristo e, con lui, tutti i segni dellOra finale, cos come stabilito nella tradizione, la Sahih. Dopo il Mahdi, Isa scender e uccider lAnticristo,
18 Corano, Sura XLIII:61 19 A.J. Quinnell, Citato, pp.97-98 20 Ivi, p. 101 21 A. A. Sachedina, Islamic Messianism: The Idea of Mahdi in the Twelfth Shei'ism, State University of New York Press 1981, pp.31-32 22 A. Galwash, The Religion of Islam, Hafner Publishing 1940, pp.106-107 oppure Isa scender con il Mahdi e lo aiuter a uccidere lAnticristo e poi seguir il Mahdi nella preghiera 23 . Come possibile notare, il quadro, nato dalla fusione di tradizioni e filoni teologici differenti, non chiarissimo, ma la sequenza risulta pi o meno comune a tutti i gruppi religiosi: sebbene, infatti, il Corano non presenti una marcata impronta messianista o millenarista, gi a partire dalla fine del VII secolo numerosi testi della Hadith contengono visioni riguardanti unera messianica 24 . Con molte probabilit, il messianismo originale doveva essere riferito a Isa, con una ripresa neotestamentaria che fonda le sue radici nellascesa al cielo del penultimo profeta 25 , ma gi a met del VII secolo il titolo di Mahdi comincia a circolare nelle comunit islamiche, collegato a figure politiche e religiose eminenti. E possibile che, dalla mescolanza delle due figure, limmagine messianico-millenarista abbia cominciato a sedimentarsi, raggiungendo una pi chiara formalizzazione durante la rivoluzione Abbaside (740-749): , infatti, in questo periodo che comincia a circolare sempre pi frequentemente lidea che il Mahdi sorger a est, nella regione del Khorasan (fra lodierno Iran orientale e lAfghanistan), sollever un esercito, marcer lungo la pianura iranica fino allIraq e, dopo aver purificato i domini islamici, stabilir il suo regno messianico. E impossibile non notare come questo scenario rifletta da vicino la salita al potere degli Abbasidi e sia stato utilissimo per legittimare politicamente e religiosamente (dobbiamo ricordare che nellIslam i due termini sono praticamente sinonimici 26 ) la loro rivoluzione 27 . In contrasto con questa visione, la figura di Isa, intoccabile perch menzionata dal Profeta, doveva assumere un ruolo pi defilato e, di conseguenza, Egli diventa colui che abbatter il Dajjal e che aprir la strada allera messianica mahdita, pur essendo spiritualmente inferiore al Mahdi stesso. La variante scita, in sostanza, ha una valenza altrettanto politica, servendo ad avvalorare, con lidea che il Mahdi sia il dodicesimo Imam, la validit della pretesa di una guida spirituale dellIslam che debba derivare direttamente dalla famiglia di Maometto, idea che dall874 28 risulta perdente e minoritaria allinterno del mondo mussulmano, e la profezia di una vendetta di tale Imam contro tutti coloro che avevano perseguitato i veri credenti sciti. Al di l delle differenze dogmatiche tra Sciti e Sunniti, va comunque sottolineato come per entrambi il periodo messianico non sar eterno: i Sunniti ritengono che durer tra i cinque e i nove anni, mentre gli Sciti credono possibile una durata compresa tra i venti e i quarantanni (in alcune versioni si arriva, per, a parlare di trecento anni 29 ). Per tutti, comunque, tale intervallo di tempo, che aprir la strada al Giudizio Finale, avr le tipiche caratteristiche messianiche di palingenesi, restaurazione del diritto ed eliminazione del peccato 30 . Non , dunque, ancora una volta, affatto strano che, a partire dagli Abbasidi (747-1258), un gran numero di dinastie sia sunnite che scite abbiano utilizzato pretese e slogan messianico-millenaristi per giustificare il loro dominio. Cos, tutti i primi sette governanti abbasidi assunsero titoli messianici e diffusero lidea che il loro governo fosse il regno messianico promesso 31 . Dopo di loro (e, in alcuni casi, contemporaneamente a loro), altri regnanti si appropriarono dellidea messianica, manipolandola: la maggior parte di essi utilizzarono il concetto tradizionale secondo il quale ogni cento anni Allah invia un mujaddid, un rinnovatore per rendere attuale la sua religione, e utilizzarono apertamente tale idea, nata come spirituale, per legittimarsi politicamente 32 .
23 J.Idleman Smith,Y.Yaybeck Haddad, Citato, p. 68 24 M. Hisham Kabbani, The Approach of Armageddon? An Islamic Perspective, Islamic Supreme Council of America 2003, pp.16-17 25 Corano, Sura III:55 26 N. Ayubi, Political Islam: Religion and Politics in the Arab World, Routledge 2003, p.28 27 W.F. Tucker, Mahdis and Millenarians, Cambridge University Press 2008, pp.68-79 28 Anno dellascesa dei Samanidi sunniti in Persia 29 D. Cook, Studies in Muslim Apocalyptic, Darwin Press 2003, pp.209-210 30 W.F. Tucker, Citato, passim 31 Ivi, pp.31-39 32 Ivi, pp.63 ss. Nell899, i cosiddetti Sciti Settimani (cio coloro che accettavano solo i primi sette Imam come discendenti diretti della famiglia di Maometto), poi noti con il nome di Ismailiti, proclamarono il loro regno messianico in Africa settentrionale e la dinastia da essi fondata, i Fatimidi, dopo essersi spostata in Egitto e aver fondato Il Cairo (nel 969), entr in competizione per il dominio sul mondo islamico con gli Abbasidi, pur abbandondo, nel tempo le sue pretese mahdite 33 . Quando, nel 1258, gli Abbasidi persero il potere per mano dei Mongoli, il sistema di auto legittimazione millenarista si sparse per tutto il Medioriente, prendendo forme diverse, per lo pi strettamente legate allidea di rinnovamento religioso. Un buon esempio in tal senso dato dalla dinastia Safavide (1499-1736) che convert la Persia allo Scitismo sfruttando le attese spasmodiche che accompagnarono lanno 1000 islamico (equivalente allanno cristiano 1591-92), per poi, una volta passata la data fatidica, annientare fisicamente la setta pi strenuamente millenarista, quella dei Kizilbashiti 34 . Un altro paradigma largamente utilizzato per legittimare il proprio potere in senso messianico fu quello della stabilit e giustizia universale, come fece la dinastia ottomana (circa 1300-1918), in particolare sotto Solimano il Magnifico (1520-1566), non a caso detto anche Solimano il Legislatore 35 , o come, seppur in modo pi marginale, fece Timur il Grande (noto come Tamerlano, 1336-1405) che, addirittura, si rifece ad oracoli astrologici e calcoli astronomici per assumere il titolo chiaramente messianico di Sahib-i Qiran (Signore della Congiunzione Favorevole), poi parzialmente ereditato dai suoi successori turchi e persiani, che si fregiarono del titolo di inviato dal cielo 36 . Naturalmente, non tutti i millenaristi ebbero successo e alcuni dei maggiori fallimenti di pretesi messia sono tra le pietre miliari della storia islamica: la rivolta messianica di Muhammad al-Nafs al-Zakiyya, un discendente di Maometto, a Medina nel 762 (rivolta che, per altro, ebbe certamente un suo ruolo nella formazione dellidea del Mahdi) o le pretese salvifiche per il popolo siriano legate alla figura del Sufyani, un discendente del califfo Mu'awiya bin Abi Sufyan (602680), sono solo alcuni esempi in questo senso 37 . Nonostante questi fallimenti, comunque, lidea di unepoca messianica presieduta dal Mahdi continu a prosperare, divenendo, tra laltro, uno dei maggiori temi letterari e sociali dellislam contemporaneo: non un caso che idee millenariste riguardanti lanno islamico 1400 siano state espresse ancora nel 1979 in relazione alla rivolta messianica di Muhammad al-Qahtani e Juhayman al-'Utaybi alla Santa Moschea della Mecca e alla rivoluzione islamica in Iran 38 . Il fatto che il tema apocalittico , da sempre, un tema di grande potenza, nellIslam come in ogni altra religione: la fede in una fine del mondo imminente cambia la gente e le d la forza di una convinzione assoluta che Dio sia a fianco del credente, la presenza di uno scopo definito e limpeto per superare ogni avversit. Tutti e tre questi elementi sono presenti in ogni vero gruppo apocalittico e, notoriamente, la loro unione pu essere molto pericolosa. Il fatto che tale unione non caratteristica solo dellIslam. Certo, lIslam una religione con forti componenti escatologico-apocalittiche e sicuramente la spinta allislamizzazione del mondo prima del Giudizio Universale stata una molla fondamentale nella spettacolare espansione della religione mussulmana nel corso dei secoli, ma tutte le religioni pi importanti hanno avuto fortissime caratterizzazioni in questo senso. Se vogliamo comprendere lIslam radicale, fondamentalista (che, lo si ricorda, ben diverso dallIslam moderato, che accoglie il senso della jihad come precedentemente osservato), non tanto alla storia che ci dobbiamo rivolgere, quanto alla sociologia religiosa legata allapocalisse. Per molti Mussulmani, quello che stiamo vivendo oggi una specie di mondo sottosopra, i cui valori sono
33 Ivi, pp.84 ss. 34 Ivi, pp.92 ss. 35 Ivi, pp.111 ss. 36 Ivi, pp.132 ss. 37 Ivi, pp.157 ss. 38 N. Ayubi, Citato, pp.184-193 completamente rovesciati, sviati anche nelle terre dellIslam dai missionari dellet colonialista e dalla colonizzazione culturale e in cui la Legge di Dio deve essere ristabilita per mezzo di una guerra apocalittica 39 . La percezione pi comune che Dio stia provando la fede dei singoli in attesa della battaglia finale e se anche questa idea rimane latente nella maggior parte dei credenti, essa assume un carattere preponderante nei gruppi pi fortemente radicali 40 : eventi come le guerre arabo-israeliane, la questione afghana e le Guerre del Golfo vengono sempre pi viste come passaggi del periodo pre-apocalittico e, in queste condizioni, diventa facile attribuire la denominazione di al-Dajjal a questo o quel paese o personaggio politico ostile. Non affatto un caso che tutti i movimenti pi estremisti si rifacciano continuamente alla predicazione apocalittica e distribuiscano materiale evidentemente millenarista. Purtroppo, si tratta, ancora una volta, come lungo tutto il corso della storia, come in praticamente tutte le religioni, di una strumentalizzazione a fini politici di temi che trovano il loro fondamento, la loro ragion dessere, nei pi profondi e reconditi meandri dellanimo umano. Purtroppo, la storia ci ha insegnato che tali strumentalizzazioni politiche, artigliandosi alle paure pi profonde, alle speranze pi inespresse, finiscono solo per addormentare la ragione, divenendo causa delle tragedie pi immani.