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Provincia di Ravenna Assessorato alla Cultura

LE MAPPE DELLA CREATIVIT GIOVANILE


INDAGINE SUGLI SPAZI E SERVIZI DI AGGREGAZIONE DEDICATI ALLA CREATIVIT GIOVANILE DELLA PROVINCIA DI RAVENNA REPORT DI RICERCA

A cura di Erika Agresti, Annalisa Gambarrota, Doriana Togni, Alessandra Zattoni

soc.coop.ar.l.
Via Castellani, 25 48018 Faenza (RA) Tel e Fax: 0546 25025 E-mail: info@ricercazione.com www.ricercazione.com

Presentazione
Per promuovere efficaci orientamenti nellambito delle politiche giovanili del territorio sono indispensabili informazioni attente e mirate: bisogna innanzitutto conoscere esattamente la realt delle diverse forme aggregative, culturali e creative che i giovani esprimono sul territorio. Considerare i giovani come produttori di cultura non pu prescindere dallanalizzare i luoghi in cui possibile praticare ed esercitare la creativit. I luoghi in cui emerge lespressione della creativit sono spazi fisici che hanno assunto molteplici significati e che svolgono diverse funzioni. Losservazione di questi fenomeni legati alla condizione giovanile , quindi, elemento significativo per programmare interventi nel medio-lungo periodo e rappresenta un punto di vista privilegiato per chi intende rivolgersi ai giovani con la consapevolezza che questi costituiscono una risorsa per la societ. Queste sono le riflessioni che hanno portato alla realizzazione di un progetto sugli spazi e servizi di aggregazione/incontro dove i giovani si ritrovano per stare insieme e per esprimere le proprie abilit creative. Realizzato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, il progetto ha prodotto una ampia indagine che stata condotta per la prima volta in modo sistematico su tutto il territorio provinciale ed ha portato alla realizzazione di diversi materiali informativi. Con lobiettivo di fare conoscere ai giovani lofferta di opportunit e servizi che possono incontrare frequentando le strutture di aggregazione giovanili del territorio provinciale, sono state prodotte tre guide contenenti informazioni agili e sintetiche: la prima presenta i centri giovani, le sale prove, i centri polivalenti e gli studi di registrazione; la seconda censisce le scuole di musica, i corsi di musica, i gruppi corali, i corpi bandistici e i gruppi spontanei che operano nella nostra provincia; la terza descrive le strutture del territorio che i giovani utilizzano per svolgere attivit di bricolage, cinema/video,danza, ballo, fotografia, giochi, graffiti, informatica, letteratura e scrittura creativa, pittura, scultura, teatro, ecc Il presente rapporto costituisce il resoconto conclusivo dellattivit svolta nel corso dellindagine e d conto dellampio lavoro di indagine e di analisi svolto per fare conoscere ed emergere tutta una serie di opportunit che in modo attivo enti pubblici, associazioni e privati propongono allutenza giovanile, dando voce alle opinioni e suggerimenti dei giovani, e definendo nellinsieme per la prima volta il panorama variegato e interessante delluniverso della creativit giovanile ravennate. Auspichiamo che lintero progetto possa essere uno strumento utile di informazione, nonch di stimolo e di riflessione per le prossime attivit nellambito delle politiche per la giovent. Un doveroso ringraziamento, infine, alla Cooperativa Ricercazione di Faenza che ha curato la realizzazione dellindagine.

ll Presidente della Provincia Francesco Giangrandi

LAssessore alla Cultura Massimo Ricci Maccarini

Indice 1. Il progetto: le premesse e la metodologia 2. Le mappe degli spazi 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie di spazi: fra aggregazione e creativit 3. Le mappe dei significati 3.1 Le osservazioni, i colloqui e le interviste 3.2 I focus group tematici 4. Le mappe delle relazioni 4.1 Primo focus group Relazioni, Comunicazione, Territorio 4.2 Secondo focus group Il mix di aggregazione e creativit 5. Riflessioni per ripensare gli spazi dedicati alla creativit giovanile: dalle mappe degli spazi alla rete degli spazi 6. Bibliografia p 66 p. 61 p. 42 p. 26 p. p. 7 10

1.

Il progetto: le premesse e la metodologia

Il presente rapporto il resoconto dellattivit svolta nellambito del progetto Indagine provinciale sugli spazi e servizi di aggregazione/incontro dedicati alla creativit giovanile promosso e finanziato dalla Provincia di Ravenna in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, con lobiettivo di fare conoscere ai giovani lofferta di opportunit e servizi che possono incontrare frequentando le strutture di aggregazione giovanile presenti sul territorio provinciale e di coinvolgere i giovani in questo progetto. Lindagine sugli spazi e i servizi di aggregazione e incontro dedicati alla creativit giovanile realizzata stata costruita partendo da alcune premesse, frutto di riflessioni e considerazioni maturate attraverso numerose esperienze di relazione e lavoro con e sui giovani. Le parole chiave utilizzate sono state: creativit, spazi, partecipazione e territorio. La creativit La condizione giovanile stato interpretata nel passato prevalentemente ponendo maggiore attenzione al disagio giovanile, alle tematiche dell'esclusione e della conflittualit sociale, spesso con un atteggiamento pessimistico e negativo nei confronti della cultura giovanile. Oggi, viene messa in evidenza la necessit di porre attenzione al riconoscimento delle potenzialit delle nuove generazioni riconoscendo i giovani come risorsa, piuttosto che come problema, anche nellambito culturale: i giovani non sono solo destinatari o consumatori di cultura, ma soggetti capaci di produrla. La creativit quindi un concetto chiave la cui esplorazione risulta particolarmente complessa per i significati che le esperienze giovanili di creativit racchiudono sia a livello simbolico sia di azione. Per questo motivo lindagine sulle pratiche creative giovanili ha inteso la creativit come: modalit di ricerca e sperimentazione di forme espressive, comunicative e artistiche; produzione culturale ma anche ri-elaborazione di forme, stili e contenuti culturali gi conosciuti; pratiche creative gi codificate in generi definiti (la musica, il teatro, la danza) ma anche sintesi creative e contaminazioni di linguaggi che coinvolgono il corpo, la voce, le vecchie e le nuove tecnologie, lallestimento scenico ed espositivo. Gli spazi Considerare i giovani come produttori di cultura non pu prescindere dallanalizzare i luoghi in cui possibile praticare ed esercitare la creativit. I luoghi in cui emerge lespressione della creativit sono spazi fisici che hanno assunto molteplici significati e che svolgono funzioni diverse che vanno dalla valorizzazione del s al consolidamento di competenze specifiche, dalla soddisfazione dei bisogni di socialit, aggregazione e identit alla promozione di iniziative, dalla diffusione di informazioni a spazi in cui semplicemente passare il tempo libero.

Riflettere sugli spazi dedicati alla creativit giovanile comporta considerare che: questi luoghi sono definiti da uno spazio fisico e da uno spazio sociale ed entrambi devono essere tenuti in considerazione per giungere ad una loro piena comprensione; i significati attribuiti a questi spazi dai ragazzi e dalle ragazze sono molteplici, come molteplici sono le motivazioni e le caratteristiche dei giovani che li frequentano; luniverso giovanile cambia rapidamente ed quindi fondamentale adottare una prospettiva di analisi in grado di tenere in considerazione e registrare le continue trasformazioni sul piano dei bisogni, delle aspettative e delle richieste rispetto agli spazi; in un contesto in cui cambiano continuamente sia gli stimoli e gli interessi che le offerte e le risposte istituzionali e non, diventa fondamentale adottare come priorit lattenzione alla diffusione delle informazioni con le modalit e i mezzi pi adeguati al pubblico a cui ci si rivolge; affinch gli spazi gi esistenti siano valorizzati appieno, indispensabile che questi non siano considerati come luoghi chiusi e isolati dagli altri, al contrario, necessario valorizzare tutte le potenzialit e opportunit di collegamento fra questi nellottica di una rete di spazi presente sul territorio; molti giovani scelgono di elaborare, sperimentare e produrre linguaggi lontano dalle reti istituzionali e dalla comunit adulta in una sorta di cornice di invisibilit; anche questi spazi svolgono le funzioni sopra elencate e per questo motivo importante conoscerli e riconoscerli nellottica della costruzione di dialogo e confronto fra realt diverse. La partecipazione e il territorio Considerare i giovani come risorsa implica porre attenzione alle domande soggettive stimolando la partecipazione e il rapporto con le istituzioni che devono, a loro volta, rendersi in grado di costruire modalit di relazione e comunicazione nuove sia nei confronti dei giovani sia nei confronti delle altre istituzioni. necessario che queste pratiche non restino isolate e limitate alla durata di un progetto e diventa quindi necessario costruire e promuovere una cultura sensibile e attenta alla creativit giovanile. fondamentale cominciare ad avviare percorsi di costruzione e implementazione di: forme di dialogo e ascolto attivo nei confronti dei giovani. Partire dallanalisi delle domande dei ragazzi e delle ragazze pu rendere autenticamente efficace la loro partecipazione e il loro coinvolgimento seguendo il principio della responsabilit e il metodo dell'integrazione; modalit di relazione e comunicazione fra soggetti istituzionali diversi che valorizzino le specificit degli ambiti di relazione e intervento di ognuno e, nello stesso tempo, siano ispirate dai principi del lavoro di rete; promozione dell'interazione tra creativit giovanile e territorio, nellottica del distretto culturale in cui alla individuazione e valorizzazione delle vocazioni e delle specificit dei singoli territori rispetto alle espressioni creative giovanili si affianca una forte integrazione.

proprio questultimo aspetto, la promozione dellinterazione fra la creativit giovanile e il territorio, che pu essere considerato la finalit ultima allinterno della quale si articolano gli obiettivi specifici del progetto: far conoscere ai giovani le opportunit di spazi e servizi di aggregazione e incontro legati alla creativit giovanile presenti nel territorio provinciale; coinvolgere attivamente i giovani nel progetto dando voce alle loro opinioni, suggerimenti e proposte connesse alla fruizione degli spazi; valorizzare le collaborazioni in essere con i soggetti istituzionali per garantire una positiva ricaduta su tutto il territorio provinciale e per favorire una riflessione generale condivisa e propositiva rispetto a future attivit di programmazione nellambito delle politiche per la giovent. In relazione agli obiettivi appena illustrati stata messa a punto una metodologia di indagine che si fonda sui principi cardine della ricerca azione. Dal punto di vista metodologico si sottolinea che: la finalit della presente ricerca non semplicemente quella di descrivere e spiegare ma, attraverso lanalisi, di riattivare la realt con una finalit di cambiamento; lanalisi dovr essere non solo condivisa ma anche individuata e avvicinata sia dai ragazzi che frequentano i centri, sia dagli altri soggetti coinvolti nel progetto, in particolar modo i referenti istituzionali e i committenti; la partecipazione e il coinvolgimento delloggetto dellazione di ricerca sono quindi una condizione necessaria; il gruppo di ricerca stato sensibile e attento a far emergere i bisogni cos come sono definiti dagli oggetti di indagine ma anche porsi come soggetto attivo nella definizione delle relazioni fra i soggetti coinvolti, in altre parole, dovr tendere a condurli da un atteggiamento di risposta e di adattamento a comportamenti di progetto; si privilegeranno metodi e tecniche di ricerca funzionali agli obiettivi che ci si pone e che lascino spazio alla induzione e alla interpretazione. Sono stati individuati tre nuclei di azioni - le mappe degli spazi, le mappe dei significati e le mappe delle relazioni - concepiti come inter-dipendenti luno dallaltro e strettamente collegati fra loro e, solo a fini espositivi, verranno illustrati in maniera approfondita separatamente.

2.

Le mappe degli spazi

La ricostruzione delle mappe degli spazi costituisce il primo nucleo di azioni ed stata realizzata attraverso un monitoraggio su tutto il territorio della provincia di Ravenna delle strutture esistenti e operative dedicate alla creativit giovanile, delle opportunit offerte e dei servizi proposti attraverso le stesse. La rilevazione, pi in particolare ha cercato di: individuare gli spazi su tutto il territorio provinciale e verranno quindi prese in considerazione le realt presenti nei comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Cervia, Conselice, Cotignola, Faenza, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Ravenna, Riolo Terme, Russi, SantAgata sul Santerno, Solarolo; raccogliere informazioni relative agli spazi individuati: collocazione, modalit di raggiungimento, orari, servizi offerti, attrezzature e strumentazioni disponibili, sale disponibili, associazioni che vi hanno sede, progetti in corso e collaborazioni, responsabili e operatori; raccogliere informazioni relative alle caratteristiche della frequenza e del grado di partecipazione: accessi, giorni, fasce orarie, strumentazioni pi utilizzate, ecc.; raccogliere informazioni che consentano di individuare le tipologie di soggetti che accedono agli spazi individuati: singoli, gruppi informali, gruppi formali e associazioni e in questo caso quali. Si cercato inoltre di tracciare i profili dei ragazzi e delle ragazze sotto laspetto anagrafico e sociale (genere, et, titolo di studio, ecc.). La rilevazione stata effettuata attraverso una scheda appositamente predisposta e rivolta, per la compilazione, ai gestori, agli operatori o ai referenti degli spazi individuati. Attraverso questa scheda abbiamo cercato di tradurre operativamente i concetti relativi alla creativit illustrati nella premessa. Innanzitutto, abbiamo approfondito il concetto di creativit agita, cercando di esplicitare le pratiche, le attivit concrete che possono essere realizzate allinterno degli spazi e che definiscono quello spazio come luogo in cui si agisce la creativit. Abbiamo individuato: feste, prestito materiali, concorsi, corsi, conferenze, seminari, cineforum, laboratorio, mostre, esposizioni, spettacoli, esibizioni, tornei e il libero accesso per praticare unattivit. Il secondo concetto tradotto per la rilevazione stato quello delle tipologie di pratiche creative cercando di prevedere sia quelle pi tradizionali e codificate, sia le sintesi fra differenti linguaggi. Sono state individuate: musica, teatro, cinema, video, fotografia, pittura, scultura, bricolage/decoupage, danza, ballo, pratiche sportive non tradizionali, letteratura (scrittura creativa, poesia, ecc.), informatica, graffiti, giochi. La seconda parte della scheda stata costruita con lobiettivo di raccogliere informazioni pi specifiche sia sulle caratteristiche fisiche degli spazi, sia sulle caratteristiche degli utenti con la consapevolezza che gli spazi difficilmente hanno messo a punto ed a regime sistemi di raccolta

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dati e che, anche nei migliori dei casi, non ci sarebbe stata omogeneit nelle modalit di rilevazione adottate. Non stato possibile quindi effettuare delle elaborazioni statistiche, ma abbiamo sperimentato uno strumento che pu costituire un punto di partenza per indagini future e che ha comunque consentito di individuare delle tendenze da approfondire eventualmente in seguito. La rilevazione degli spazi stata la fase che ha comportato un impiego di energie non previsto inizialmente. Con lobiettivo di ricostruire il panorama nel modo pi completo possibile sono state seguite due strade: una via breve, seguita contattando le realt pubbliche, visibili sui siti e di cui era gi nota lesistenza; una via lunga, seguita contattando le associazioni, soprattutto culturali, per individuare gli spazi in cui si trovano, le realt in cui si svolgono iniziative ed eventi per capire quali erano esattamente le tipologie di attivit svolte, le realt individuate dalla raccolta di depliants, opuscoli e cartoline sul territorio, e le realt che ci venivano segnalate. Questa modalit di ricerca ha fatto emergere di numerose realt anche se non tutte facevano riferimento specifico ad uno spazio e non tutti gli spazi individuati possedevano le caratteristiche per essere poi inseriti nel depliant informativo. Tuttavia le informazioni raccolte testimoniano la vivacit del tessuto culturale del territorio provinciale e costituiscono un importante patrimonio di conoscenza che vale la pena valorizzare. Come si gi detto, durante lattivit di ricerca si entrati in contatto con numerose realt per ognuna delle quali stato necessario valutare se inserirla o meno nel depliant informativo Apparentemente, i criteri erano chiari spazi dedicati alla creativit giovanile - ma nella loro applicazione concreta sono emerse non poche difficolt per cui stato necessario confrontarsi caso per caso. In particolare, sono stati esclusi gli spazi frequentati solo da persone sopra i trenta anni ma sono stati inseriti i luoghi in cui la presenza dei giovani rilevante anche se non esclusiva; non sono stati inserti i luoghi in cui la creativit solo fruita (locali pubblici, sale mostre) o i luoghi in cui si esercita unattivit creativa solo a fini formativi o corsuali (scuole, ecc.), ma sono stati inseriti gli spazi in cui si organizzano anche eventi o corsi, privilegiando i luoghi in cui le pratiche sono numerose e diverse fra loro. 2.1 Lo studio grafico

Le informazioni raccolte in questa fase hanno costituito il punto di partenza per le fasi successive dellindagine e sono state utilizzate per la predisposizione di un materiale informativo rivolto ai giovani che costituisce il terzo quaderno della collana Strumenti realizzato in parte in continuit con la grafica adottata per le guide precedenti (1 e 2) ed in parte inserendo elementi innovativi. In particolare, abbiamo cercato di privilegiare una modalit comunicativa semplice ed essenziale attraverso luso di icone che fossero particolarmente accattivanti per la popolazione giovanile.

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2.2

Le strutture e gli spazi

Lanalisi delle schede relative agli spazi mappati ha consentito di ricostruire un panorama generale delle caratteristiche degli spazi presenti sul territorio provinciale e degli utenti di questi spazi. Proponiamo di seguito una sintesi dei dati raccolti: le strutture: la maggioranza degli spazi mappati costituita da strutture pubbliche, in particolar modo comunali, e in misura minore da strutture private: spazi di propriet di singole associazioni, circoli privati in alcuni casi parte di circuiti nazionali (es. circoli Arci), parrocchie. la gestione: la modalit di gestione degli spazi un tema particolarmente importante soprattutto per le strutture pubbliche. Alla base dellistituzione di spazi per i giovani da parte delle amministrazioni presente una tensione fra esigenze contrapposte: da una parte, il desiderio di avere la possibilit di fare, di agire, di pensare ed esprimersi in autonomia e libert soprattutto nel tempo libero; dallaltra, lesigenza di esercitare comunque un controllo e una regolamentazione sulle loro attivit. La modalit con cui lente decide di gestire gli spazi in qualche modo una risposta alla necessit di conciliare questi due aspetti, non a caso una delle modalit pi utilizzate quella dellautogestione. In questo caso gli spazi sono affidati per la gestione, che comprende principalmente la programmazione delle attivit e delle iniziative e lorganizzazione dello spazio, ad una o pi associazioni. In alcuni casi, le associazioni sono pre-esistenti alla nascita dello spazio, in altri si costituiscono ad hoc e lavorano volontariamente in accordo e sotto la supervisione dellente. Unaltra modalit costituita dallaffidamento ad una societ o ad una cooperativa della gestione dello spazio; in questo caso, a differenza dellauto-gestione che viene praticata a titolo di volontariato, lamministrazione appalta un servizio ad un soggetto terzo. A questo proposito importante sottolineare che spesso sono gli stessi soggetti che sono presenti con la loro attivit in diversi territori. In alcuni casi vengono riproposte le stesse attivit e le stesse modalit di conduzione e gestione; in altri, la medesima attivit artistica viene sviluppata in modo completamente differente in relazione alle richieste del territorio. Una terza modalit costituita dalla gestione diretta dello spazio da parte della amministrazione, attraverso la presenza fisica di un operatore, con la collaborazione dei ragazzi e delle ragazze che frequentano quel luogo. Ci sono poi delle strutture pubbliche, quali le circoscrizioni e i rioni, di cui i giovani non sono gli unici abitanti e che non svolgono attivit esclusivamente per i giovani; in questi casi sono dei gruppi ristretti di volontari che seguono tutti gli aspetti gestionali. le attivit: le attivit che si svolgono nei centri mappati sono: musica; teatro, cinema e video; fotografia;

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pittura; scultura; bricolage e decoupage; danza e ballo: fra cui emergono anche la break dance, lhip hop e la danza del ventre; pratiche sportive non tradizionali: skateboarding, yoga, taichi e capoeira; letteratura: poesia, lettura e scrittura creativa; informatica; graffiti; giochi; fumetto.

Dallanalisi delle schede emerge chiaramente come le attivit principali che si svolgono negli spazi mappati sono legate alla musica. importante sottolineare che il lavoro realizzato stato un proseguimento del censimento sugli spazi dedicati alla musica1 e aveva come obiettivo la mappatura dei luoghi dedicati ad altre attivit creative. La musica stata presa in considerazione solo nel momento in cui non lunica attivit praticata ma si accompagna anche ad altre. opportuno tenere presente che non pensabile lavorare nellambito delle pratiche creative a compartimenti stagni in quanto queste coinvolgono pi linguaggi e quello musicale presente nella maggior parte dei casi, di conseguenza diventa particolarmente difficile crearne un capitolo completamente distinto. Questa infatti, costituisce la pratica creativa verso cui sono orientate la maggior parte delle attivit degli spazi individuati fra cui: feste, spettacoli, corsi, concorsi, conferenze e seminari, laboratori, prestito di materiali, mostre ed esposizioni ed anche cineforum su temi legati alla musica. Lattivit creativa in secondo luogo pi praticata negli spazi mappati il teatro attraverso spettacoli ed esibizioni, laboratori teatrali ma anche corsi, conferenze, feste, prestito materiali e concorsi. Per quanto riguarda invece le attivit creative legate allimmagine, il cinema, la fotografia e il fumetto sono le pratiche emerse dallindagine. In particolare, le attivit legate al cinema sono costituite principalmente da rassegne cinematografiche e cineforum, prestito di materiali, corsi e seminari, mentre sono pi rare, per i motivi che spiegheremo in seguito, le attivit di laboratorio o di pratica. Per la fotografia invece le attivit prevalenti sono le mostre e le esibizioni e, pi raramente, i laboratori, i corsi e i concorsi. Il fumetto una pratica creativa non ancora molto diffusa e la cui pratica ha come riferimento pi spesso singole persone piuttosto che degli spazi specifici; le opportunit presenti sono ancora al livello di consumo culturale pi che di produzione vera e propria.

Collana Strumenti n. 1 e n. 2. Tracce sonore. Guida agli spazi musicali della provincia di Ravenna

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Le attivit pi vicine alle arti classiche (pittura e scultura) sono praticate soprattutto in forma di laboratori e corsi a cui si affiancano esposizioni e concorsi; in misura minore il prestito di materiali. Le altre pratiche creative che trovano spazio nei luoghi mappati sono la danza e il ballo, attraverso spettacoli, corsi, laboratori e feste ed i giochi intesi non solo come giochi di societ o da tavolo ma, in particolar modo, come giochi di ruolo in cui si ritenuto vi sia anche una rilevante dimensione creativa. Il coinvolgimento in questi giochi prevede infatti non solo la partecipazione a tornei, ma anche laboratori per la realizzazione delle miniature, mostre ed esposizioni, prestito di materiali e veri e propri corsi. Fra le altre pratiche creative, che hanno una diffusione minore rispetto a quelle appena descritte, ci sono quelle legate alla scrittura e alla lettura, ad esempio i laboratori e i corsi di scrittura creativa o la lettura di poesie. Siamo di fronte ad attivit che, come la pittura o il decoupage, abbiamo definito di confine perch come tipologia di attivit sono vicine sia alla pratica creativa sia a qualcosaltro: allo sport nel caso dello skate e della capoeira, alla produzione artistica vera e propria nel caso della pittura e della scultura, alla produzione artigianale nel caso del decoupage o bricolage. Un ultimo aspetto che abbiamo preso in considerazione quello relativo ai graffiti che, nei centri frequentati dai pi giovani, comincia ad avere una certa diffusione soprattutto sotto forma di laboratori o di attivit finalizzate a migliorare laspetto delle pareti dei luoghi frequentati. le sale: gli spazi che abbiamo censito sono nella maggior parte dei casi costituiti da 2 o 3 sale. I luoghi che hanno a disposizione anche fino a sei sale sono delle eccezioni nel panorama esistente. Nei casi in cui le sale sono due o tre difficilmente hanno un uso specifico e sono piuttosto destinate allo svolgimento di pi attivit. Le sale che sono destinate ad un uso specifico sono quelle che contengono unattrezzatura particolare (sala prove di musica, sala pc, biblioteca) mentre quelle pi grandi solitamente servono per svolgere attivit con unaffluenza maggiore (feste, spettacoli, concerti, esposizioni). Solo un spazio (Artificerie Almagi) costituito da un unico grande ambiente che risulta particolarmente funzionale alla realizzazione di eventi e iniziative per un pubblico anche numeroso. Le strutture pi grandi hanno a disposizione anche spazi funzionali alla realizzazione delle attivit (magazzino, cucina) o che facilitano i momenti di aggregazione e incontro (bar o punto ristoro, divani). Laccesso alle sale , nella maggior parte dei casi, libero nei momenti di apertura delle strutture ad eccezione delle stanze con strumentazioni particolari in cui generalmente necessaria una prenotazione. Le sale sono spesso messe a disposizione non solo degli utenti abituali ma anche a chi per vario motivo ne fa richiesta; in questo caso, gli spazi sono concessi a volte ad uso gratuito ma pi spesso a pagamento con costi che variano da spazio a spazio. sistema di raccolta dei dati: uno degli obiettivi di questa indagine era quello di tracciare dei profili degli utenti degli spazi dedicati alla creativit giovanile censiti. A questo scopo stata

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inserita nella scheda di rilevazione una parte specifica per capire innanzi tutto lorigine dei dati che ci venivano forniti e la loro tipologia. Dallanalisi delle schede, in un primo momento il risultato appare confortante; infatti, alla domanda Esiste un sistema di raccolta dei dati relativi agli accessi? la maggior parte delle risposte positiva. Nel momento in cui abbiamo verificato quale il sistema utilizzato, abbiamo riscontrato una disomogeneit tale da non consentire une elaborazione statistica dei dati. Le modalit di raccolta dei dati che ci sono state segnalate fanno riferimento a: mailing list; registro delle presenze; tesseramento; iscritti ai corsi; visitatori di mostre e esposizioni.

In alcuni casi vengono quindi fornite indicazioni pi sui soggetti che sono venuti in contatto, anche solo in una singola occasione, con la struttura piuttosto che sui frequentatori abituali; in altri i dati vengono raccolti solo in riferimento ad alcune attivit specifiche che vengono svolte nella struttura (accesso sala pc, sala prove); in altri ancora, come nel caso di spettacoli od esibizioni, che costituiscono una delle attivit pi consistenti, risulta particolarmente complicato anche solo ipotizzare un sistema di monitoraggio. Solo nelle strutture rivolte ai ragazzi pi giovani e in cui sono presenti gli operatori, sono timidamente presenti le forme pi sistematiche di raccolta dati. Prevedendo nella fase di costruzione dello strumento che si sarebbe verificata la situazione appena descritta, abbiamo predisposto la scheda in modo da rilevare le caratteristiche degli utenti anche attraverso percentuali stimate che ci hanno permesso di individuare alcune tendenze. la frequenza: nella parte relativa alla individuazione delle caratteristiche della frequenza abbiamo cercato di quantificare gli accessi secondo due diverse unit di tempo (giorno e anno), le strumentazioni pi utilizzate, i giorni e gli orari di maggiore affluenza. Il problema sopra descritto si presenta in maniera evidente in questo caso. Sono difficilmente paragonabili infatti il numero di accessi quotidiani in un centro di aggregazione, che si aggira sui 25/30, con il numero di accessi di uno spazio che non rivolto solo ai giovani, come il rione o la circoscrizione, o il numero di accessi di uno spazio in cui si organizzano eventi di grandi dimensioni. Risulta pi semplice il tema dei giorni e degli orari pi frequentati, in cui possiamo distinguere due categorie di strutture: quelle rivolte ai pi giovani che ovviamente sono pi frequentate nel pomeriggio e durante la settimana, e quelle in cui let media pi alta che sono maggiormente frequentati le sere del fine settimana. modalit di accesso: abbiamo cercato di capire quali modalit di accesso agli spazi prevalgono: individualmente come singoli, in gruppi informali o gruppi formali (ad esempio associazioni, gruppi musicali). La tendenza che sembra prevalere quella dellaccesso

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individuale, mentre laccesso in gruppi informali e formali sono modalit meno utilizzate. Pur sottolineando le osservazioni fatte in precedenza sulla disomogeneit delle fonti, la distribuzione media risulta la seguente:
% singoli gruppi informali gruppi formali Totale 70 20 10 100

importante sottolineare che le percentuali rappresentate sono delle medie e che costituiscono un valido esempio di quello che gli statistici definiscono il paradosso di Trilussa, per cui se io mangio un pollo e tu non mangi niente per la statistica abbiamo mangiato un mezzo pollo a testa. Nel caso ad esempio dei gruppi informali, ci sono poche strutture che hanno segnalato questa modalit ma con valori pari al 100%, di conseguenza anche se laccesso di gruppi formali non presente nella maggior parte delle strutture la percentuale risulta pari al 10%. i ragazzi e le ragazze: per quanto riguarda le caratteristiche dei giovani che frequentano gli spazi mappati abbiamo preso in considerazione i seguenti aspetti: il genere, let, la cittadinanza, il comune di provenienza, il titolo di studio e la condizione professionale. Sulla differenza di genere, la media delle percentuali stimate raccolte mette in evidenza una tendenza di sostanziale parit nellaccesso agli spazi.
% femmine maschi Totale 49,7 50,3 100

Anche in questo per la media delle percentuali nasconde delle differenze fondamentali, il fatto cio che ci sono spazi in cui laccesso esclusivamente maschile ed altri in cui la presenza femminile decisamente superiore: ad esempio, le piste da skate sono frequentate praticamente solo da ragazzi (1% vs 99%), mentre gli ambienti teatrali da una maggioranza femminile. Il discorso relativo allet pi complesso perch i dati forniti, anche in termini di percentuali, sono molto pi scarsi e risulta difficile anche delineare una tendenza generale, cos come per il titolo di studio e la condizione professionale. Pi semplice il discorso relativo alla cittadinanza, inserito per verificare se gli spazi dedicati alla creativit presenti sul territorio cominciano ad essere un punto di riferimento anche per i ragazzi stranieri. La risposta evidentemente negativa, visto che in media solo il 7% dei ragazzi che frequenta questi spazi straniero e, come si vedr nelle parti successive, si tratta

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soprattutto dei luoghi frequentati dagli adolescenti o in cui la dimensione aggregativa molto importante.
% italiani stranieri Totale 93 7 100

Infine, abbiamo cercato di raccogliere informazioni sulla provenienza dei ragazzi che frequentano gli spazi, quanto cio questi sono frequentati da giovani che vengono dal comune di riferimento o da altri comuni. Lidea era di verificare se esiste una tendenza alla mobilit su un territorio pi allargato per accedere ad opportunit legate alla creativit.
% Dal comune Da altri comuni Totale 73 26 100

In questo caso, nonostante la provenienza dal comune sia nettamente superiore rispetto a quella da altri comuni, possibile individuare un minimo segnale di tendenza al movimento. Lunica eccezione ancora una volta costituita dalle piste da skate, che costituiscono unattrazione, per le caratteristiche specifiche che ognuna di questa ha anche per i ragazzi che risiedono fuori dal territorio comunale in cui inserita la pista stessa. 2.3 Le tipologie di spazi: fra aggregazione e creativit

Dai dati appena illustrati emerge chiaramente come sia particolarmente difficile fare delle considerazioni generali sugli spazi dedicati alla creativit giovanile. I motivi per cui questi spazi sono nati sono diversi, le funzioni che svolgono ed il ruolo che hanno in un dato territorio sono distinti, e, di conseguenza, le motivazioni e le modalit di accesso sono molto differenti. Ricostruire il quadro generale non stato facile tanto che abbiamo pensato, come si vedr nella parte dedicata alle mappe delle relazioni, di confrontarci con i referenti istituzionali degli spazi su questo tema. Gli elementi che abbiamo sempre tenuto presente nella realizzazione dellindagine, e presenti in tutti gli spazi individuati, sono la creativit e laggregazione; la loro presenza per varia da struttura a struttura, in alcuni predominante la componente aggregativa e le pratiche creative costituiscono uno strumento per consolidarla, in altri predominante la componente creativa e la dimensione aggregativa costituisce una conseguenza inevitabile ma non necessariamente ricercata. Ogni tipologia di spazio si posiziona in un punto diverso lungo un ipotetico continuum che ha questi due estremi.

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Proviamo ora a descrivere le tipologie di spazi individuate e come, letteralmente, si posizionano rispetto a queste due dimensioni. Nel tentativo di dare una rappresentazione grafica che fornisse una spiegazione pi immediata delle tipologie di spazi, abbiamo collocato su due assi la creativit e laggregazione allinterno dei quali posizionare le strutture censite. aggregazione

creativit Abbiamo proposto questa riflessione anche nel focus group con i referenti istituzionali e proponiamo in questo contesto le tipologie di spazi individuati. Spazi pubblici Centri auto-gestiti Nellambito delle politiche giovanili che vengono messe in atto dalle amministrazioni comunali, uno strumento che viene ampiamente utilizzato quello di mettere a disposizione degli spazi. Anche allinterno delle strutture pubbliche le tipologie di spazi non sono omogenee e a fianco di luoghi che si pongono come obiettivi principali la ricreazione, lanimazione e la promozione della socializzazione, ma anche in alcuni casi vere e proprie attivit di sostegno ed educative, si trovano spazi dedicati alla promozione culturale in cui la modalit di gestione valorizza pienamente la dimensione aggregativi in quanto sono luoghi in cui si sperimentano momenti di autonomia, di costruzione dei proprie esperienze e di partecipazione di cittadinanza attiva. Questi luoghi diventano cos competitivi con altri spazi che sono caratterizzati da una frequenza prevalentemente giovanile ma con un consumo culturale principalmente passivo. Le scuole In alcuni Comuni lamministrazione ha creato spazi specifici dedicati allarte, sono nate cos le Scuole dArte, luoghi attrezzati in cui personale specializzato propone corsi e laboratori. Ci sono scuole di musica, scuole di scultura e pittura, ceramica e mosaico. Il mosaico, in particolare risulta essere una tecnica particolarmente curata, quasi a continuare una tradizione tipica del territorio. Alcune scuole darte sono riservate allinfanzia, altre si aprono a tutta la popolazione; tuttavia, lutenza nella fascia 14-30 anni non molto numerosa.

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Rispetto ad altre realt le scuole darte aperte a tutta la popolazione sono pi centrate su corsi e laboratori; sembrano essere luoghi in cui, seppure in gruppo, le attivit vengono svolte in modo individuale. Laspetto aggregativo in queste realt non centrale, ma la presenza di un luogo attrezzato e comune sicuramente uno stimolo indispensabile per la promozione di queste attivit. I centri di aggregazione Il bisogno di aggregazione un bisogno primario e le indagini condotte fino ad ora sul sostegno sociale e su i suoi effetti dimostrano che gli individui che hanno una vita sociale pi ampia con la possibilit di incontrare altre persone e socializzare nella quotidianit, testimoniano una maggiore soddisfazione legata alla qualit della vita, un minor rischio di manifestare situazioni di disagio, una migliore gestione dello stress. Entrare in una rete sociale significa poter ricevere e scambiare supporto emotivo, informativo, interpersonale e materiale. Essere a contatto con altre persone attiva possibilit personali e permette una migliore conoscenza di s ed un pi stretto legame con la realt sociale di cui si parte. Il sostegno agisce nelle circostanze della vita quotidiana, ed dimostrata unazione diretta, detta main effect, sul benessere personale (Cohen, Wills: 1985). Una continuit dellazione del sostegno favorisce lo sviluppo personale, lacquisizione di appropriate modalit di adattamento, il mantenimento della salute psicofisica (Francescato, Girelli: 1994). Naturalmente esistono differenti modalit di stare insieme, di aggregarsi. Una forma di aggregazione certamente quella di una festa o di un evento, altra forma quella di un gruppo che organizza unattivit insieme o che si ritrova regolarmente, consolidando via via un legame, talvolta anche di profonda fiducia. Entrambe le modalit sono importanti, certo che la seconda forma decritta, in cui la vicinanza maggiore, ha un impatto pi forte sulla vita dei singoli. Non significa che le situazioni relazionali prevedano sempre un accordo o non implichino il conflitto, anzi, tanto pi marcata la vicinanza tanto pi forti sono gli scontri. Tuttavia il sentirsi in relazione con altre persone rappresenta di per s un evento positivo. Il senso di appartenenza uno dei bisogni riscontrati dallo stesso Maslow come fondamentali per il benessere delle persone. Pensiamo agli spazi in cui accanto ad una realt aggregativa pi persone si incontrano e si confrontano anche a livello creativo: nelle situazioni di vicinanza le contaminazioni sono s di tipo artistico, ma in primo luogo sono di natura personale. Parlando con il gruppo MGM di Faenza che si occupa di giochi di ruolo risulta che laggregazione il primo movente che li spinge ad organizzare le loro attivit: Poi ci si trova qui, si bevono due cose, o ci facciamo una spaghettata; Ci sono delle sere in cui ci troviamo qui e dopo un po ci accorgiamo che sono passate due ore, allora cosa facciamo, non cominciamo neanche a giocare. Anche a Massa Lombarda, al JYL, molti si avvicinano per stare con coetanei e, solo in un secondo momento, si coinvolgono nelle attivit creative.

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Comunque la prima spinta quella di ritrovarsi; chi si impegna ad allestire ed offrire spazi, soprattutto se la realt informale o autogestita, lo fa in unottica di promuovere lincontro, lo scambio tra persone. Questo avviene sia nei centri classicamente gestiti da giovani sia nei luoghi curati e attrezzati da adulti o anziani che cercano di coinvolgere i giovani nella vita della comunit. Le realt in cui tutte le fasce di et si ritrovano a condividere gli stessi spazi, sono pi frequenti in zone periferiche o in paesi lontani dai servizi delle citt. In questi casi le attivit artistiche e creative sono espressamente un pretesto, uno strumento per coinvolgere i giovani in una situazione aggregativa. In alcune situazioni laspetto aggregativo non si limita alla realt locale, ma, quando lattivit implica lincontro di persone di altre zone, di altre Regioni, possono via via consolidarsi amicizie a distanza. questo il caso di chi coltiva una passione come il gioco di ruolo per cui la partecipazione a tornei nazionali porta inevitabilmente ad incontrare persone con cui sviluppare affinit ulteriori rispetto a quelle legate alle miniature ed ai dadi. Pu quindi venire a crearsi una rete nazionale di giocatori, che presuppone un continuo scambio a pi livelli. In alcuni casi laggregazione si struttura in una sorta di identit: a Lugo i ragazzi pi giovani si trovano a definirsi come un Noi, confinando idealmente al di fuori di quegli spazi tutti i Loro possibili. In realt abbiamo verificato che una volta entrati in relazione, la barriera noi/voi si pian piano dissolta e via via siamo stati accolti in quella che la loro realt, anche relazionale. Tra i ragazzi che partecipano alla vita di quel gruppo c una tacita alleanza e la tendenza a difendersi lun laltro da commenti esterni, in unottica di similarit ed appartenenza. Questo atteggiamento potrebbe essere legato alla loro giovane et. Limportanza del gruppo, dellaggregazione, dello spazio condiviso per ragazzi in et delladolescenza largamente dimostrata sia dagli studi sullo sviluppo dellidentit, sia dallesperienza degli educatori che operano nei centri giovani. In unet che in genere varia dagli undici ai diciotto anni i ragazzi si riferiscono ai centri, sia per fare qualcosa che per stare insieme ai coetanei. Di fatto il bisogno di aggregazione spesso predominante rispetto a quello delle attivit e le attivit stesse vengono proposte e promosse anche in risposta alle esigenze ed alle richieste dei ragazzi. Fondamentale allora la programmazione e la realizzazione di progetti in cui i processi decisionali coinvolgono lo specifico gruppo, piuttosto che la programmazione di attivit standard e continuative. Lavorare con progetti a lungo termine molto difficile, lutenza varia, talvolta in maniera imprevedibile, laffluenza negli spazi maggiormente influenzata da questioni relazionali che dalle specifiche attivit proposte. Il lavoro degli operatori adulti, che in questo contesto svolgono anche una importante funzione educativa, centrato sul promuovere quelle che sono le idee, le abilit, le iniziative dei ragazzi e di proporne altre ritenute importanti per quei ragazzi in quel momento. In una situazione di apparente inattivit i ragazzi imparano le regole dello stare insieme, sviluppano il senso di appartenenza, lattenzione al confronto ed alla riflessione. Quel limbo che spesso visto dal mondo adulto come perdita di tempo e inutile ozio un momento fondamentale per la messa in discussione di modelli, lelaborazione di visioni proprie del mondo

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e la verifica dei valori che guidano le azioni. Il tempo sospeso una caratteristica tipica di questi spazi, che vedono alternati momenti di attivit a momenti apparentemente vuoti. Un altro elemento chiave, come riscontrato anche dallosservazione al centro giovani di Lugo, la discussione sulle regole e sul loro senso; i ragazzi sembrano alla ricerca di un confine, un riferimento che faccia da spartiacque tra ci che consentito e ci che non lo , nel complicato gioco di imparare come ci si comporta senza perdere quella che si sente come la propria individualit. I ragazzi che frequentano i centri aggregativi sono in un momento di ricerca personale, che presuppone in genere una vasta sperimentazione delle possibilit che sono loro offerte. Questi sono i momenti in cui pi spesso vengono proposti interventi di prevenzione e di promozione alla salute perch, a volte, queste sperimentazioni implicano per i ragazzi anche dei rischi. importante in questo momento di vita che i ragazzi possano entrare in contatto con possibilit diverse. Ricordiamo la realt del JYL di Massa Lombarda, in cui ragazzi di diverse et convivono ed i pi giovani, crescendo, possono scegliere tra le varie attivit che i ragazzi pi grandi stanno coltivando. Questo un esempio positivo in cui la crescita non comporta lallontanamento dai luoghi aggregativi precedenti, ma semplicemente una differente modalit di rapportarsi. Pu capitare poi che la passione di un educatore coinvolga anche i ragazzi che stanno ogni giorno a contatto con lui. Succede quindi che quel centro cominci a caratterizzarsi, a diventare un punto di riferimento per quella specifica attivit. Cos, a Cotignola, le conoscenze e le competenze specifiche nellambito del fumetto delloperatore ha portato ad approfondire questa tecnica ed a seguire poi le idee dei ragazzi, accompagnando la loro richiesta di produrre graffiti nei muri del Centro. La referente comunale parla di queste iniziative con un misto di orgoglio e timore per queste pratiche talvolta eseguite in spazi non concessi. A Lavezzola, nel Comune di Conselice, al Punto Giovani le proposte degli operatori hanno portato a sviluppare diversi ambiti artistici, tra cui la pittura, la musica, lutilizzo della telecamera, ecc. Attualmente i ragazzi del Punto Giovani si impegnano nella produzione di un film, che li coinvolge sia come attori e produttori della colonna sonora, che nella scelta degli spazi in cui avverranno le riprese. Spazi privati Se nei centri cittadini l'organizzazione delle attivit creative sembra essere maggiormente appannaggio dell'amministrazione comunale, nei territori di dimensioni pi piccole o nelle frazioni, le risposte in termini di spazi sono difficilmente riservate esclusivamente ai giovani, ma assumono una dimensione pi inter-generazionale: gli spazi comuni divengono luogo di incontro e vi accedono persone di tutte le et. A volte si tratta di un Circolo ANCeSCAO, a volte di un Circolo ARCI, in altri casi un edificio comunale non ulteriormente caratterizzato. Il tipo di attivit che si svolge ha come finalit principale quella aggregativa, tuttavia proprio per promuovere l'aggregazione e per fornire possibilit ricreative questi spazi sono dotati

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anche di attrezzatura tecnica che rende possibile attivit di tipo creativo. C' attenzione al fare insieme: si organizzano laboratori, si allestiscono spettacoli e concerti. Spesso alle attivit partecipano contemporaneamente ragazzi, adulti ed a volte anziani. In altri contesti invece le attivit sono organizzate in modo pi mirato e anche gli spazi sono riservati ad attivit specifiche. Questi spazi sono in genere gestiti da adulti, a volte da pensionati, impegnati nell'organizzazione degli spazi anche in risposta alle esigenza dei ragazzi pi giovani. Questi spazi sono gestiti in modo generalmente molto flessibile e adattabili allo svolgimento di attivit differenti, proprio in risposta alle richieste ed alle necessit che le persone che lo abitano manifestano. Tutta la programmazione e la gestione delle attivit, la manutenzione, la cura delle strutture sono a carico di persone che lavorano in modo volontario, quindi la possibilit di sviluppare e promuovere queste realt legata alla disponibilit personale e non in tutti i territori presente una eguale attivit. In alcuni casi le attivit degli anziani e dei giovani sono meno interrelate, semplicemente si svolgono nello stesso spazio. I Circoli La realt dei Circoli presente su tutto il territorio, sono situazioni di autogestione, in genere affiliate a realt pi ampie quali lARCI, LANSPI, LANCeSCAO. La modalit di gestione sicuramente ci che pi li caratterizza: in genere tutte le attivit hanno scopo aggregativo, il lavoro interno svolto in modo volontario. Per questo sono realt profondamente radicate nel territorio in cui si trovano. Le et dei partecipanti variano, in genere i Circoli sono gestiti da chi ha pi tempo e sceglie di dedicare molte delle proprie energie alle attivit comuni. In ogni spazio si forma un gruppo di lavoro forte, che organizza e coordina le attivit. Latteggiamento dei Circoli verso le realt esterne in genere molto accogliente, e la possibilit di poter aprire i propri spazi ed incrementare le proprie attivit vissuta come positiva. Talvolta gli spazi vengono affittati, altre volte per il loro utilizzo degli spazi sufficiente un rimborso spese. Le attivit che si svolgono in questi luoghi sono fortemente legate a quelle che sono le esigenze di chi li frequenta: dalla tombola e briscola alla produzione e proiezione di video, dalla ricerca storica inerente al proprio territorio, allorganizzazione di concerti ed eventi culturali. I circoli assumono un importante valore sociale ed una funzione fortemente socializzante nei piccoli centri nei quali gli abitanti non trovano altri spazi ed altre opportunit; i circoli allora sono spesso organizzati da persone anziane e rappresentano un luogo per tutti. Talvolta in piccole realt sono compresenti ARCI ed ANSPI, in altre realt invece una sola delle due associazioni nazionali ha preso piede e propone attivit. I circoli ANSPI si sviluppano talvolta in prossimit o allinterno delle parrocchie.

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Alcuni

luoghi

gestiti

da

associazioni

legate

allANCeSCAO,

nonostante

svolgano

prevalentemente attivit per anziani e siano gestiti interamente da persone di et avanzata, allestiscono spazi e attrezzature ad utilizzo dei pi giovani. I Rioni: le esperienze di Faenza e Lugo Listituzione dei Rioni, nelle varie citt antichissima, ma solo con lavvento dei liberi Comuni, hanno acquistato importanza soprattutto come distretti militari. Il Rione prese generalmente il nome della porta, che era affidata alla difesa degli abitanti circostanti in caso di assedio; Faenza ne contava quattro: Rione di Porta da Ponte (poi Rione Giallo), Rione di Porta Imolese (Rosso), Rione di Porta Ravegnana (Nero), Rione di Porta Montanara (Verde). Il Borgo Durbecco (Rione Bianco) non faceva inizialmente parte di questa divisione in quartieri, ma la sua origine risale a tempi piuttosto lontani. Anche nei momenti di pace la popolazione non seppe rimanere inerte, sollecitata comera dal desiderio delle contese, delle giostre e dei tornei, ai quali la partecipazione del popolo in funzione di attore e spettatore, fu sempre totale e appassionata. Il fine puramente addestrativo, in preparazione di nuove battaglie, non stata la motivazione pi importante alla promozione di queste attivit: alla necessit militare ebbe sempre il sopravvento la naturale tendenza popolare ad esibirsi, a cimentarsi in leale contesa, per cui larte di torneare, unita allabilit nel cavalcare, raggiunse forme di grande risonanza. Nel territorio provinciale i Comuni che hanno sviluppato negli anni attivit rionali e palii sono Faenza e Lugo. Il Rione si caratterizza primariamente come centro aggregativo, di appartenenza, in cui si svolgono attivit in primo luogo finalizzate alla preparazione degli eventi cittadini che invitano tutti i Rioni al confronto. La vita del Rione coinvolge persone di tutte le et e spesso intere famiglie si trovano a condividere la preparazione agli eventi e le forti emozioni che le attivit competitive inevitabilmente provocano. Le attivit artistiche predominanti sono quindi quelle degli sbandieratori e quelle dei suonatori, di tamburi e di chiarine (strumento a fiato). Attivit che vengono tramandate tradizionalmente da generazione a generazione e che costituiscono gli ambiti di sfida tra i rioni. a volte prevista la competizione per categorie di et, in cui i pi giovani gareggiano tra loro. Limpressione, contattando i referenti, che i rioni si strutturino primariamente come situazioni di ritrovo sociale e di condivisione di attivit. Al loro interno infatti vengono regolarmente organizzati eventi ricreativi a cui tutti sono invitati a partecipare. A Faenza il Palio del Niballo riveste da sempre unimportanza centrale nella vita cittadina, che coinvolge profondamente le persone che vi partecipano. In questo contesto due sono gli ambiti di sfida: la corsa e il torneo delle bandiere. In quei giorni trova compimento il lavoro e la preparazione di mesi e i rioni si animano ed accolgono nei loro spazi chi desidera festeggiare con loro. Ogni rione si costituito come associazione, e, negli edifici che occupa, accoglie svariate attivit culturali che riguardano sia la tradizione tramandata nei secoli, la storia della citt ed il folklore, sia la vita culturale attuale della citt. I Rioni a Faenza possono essere in

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primo luogo spazi espositivi, in cui sono proposte, per esempio, mostre fotografiche, o mostre numismatiche. In secondo luogo, rappresentano anche una risorsa cittadina di spazi per conferenze, seminari, incontri culturali. In alcuni casi si sviluppa una sorta di biblioteca nella quale possibile accedere al prestito. La storia dei rioni di Lugo invece pi recente. Il Palio nasce infatti nel 1968 quando lAssociazione Pro Loco di Lugo provvide, fra le altre cose, alla creazione dei Rioni. Esisteva, infatti, solo un Comitato per la tradizionale Festa del Ghetto che fu poi affiancato dai Comitati per i Rioni Cento, Brozzi e Madonna delle Stuoie, creati dal nulla, tra molta indifferenza ed incertezza. Questo consent di istituire il "Palio della Caveja", gara originalissima tra i quattro Rioni (giunta nel 1998 alla 30" Edizione), che costituiva il fulcro della Sagra Paesana. Nellanno 1992, i Rioni decidono di "staccarsi" dalla Pro-Loco e di costituire unassociazione autonoma, coordinata da una figura neutra (il magistrato dei rioni) che media le controversie e rappresenta i Rioni nei confronti dellAmministrazione Municipale e della Cittadinanza. La vita rionale lughese in media meno sviluppata di quella del faentino. Accanto a realt molto organizzate e situate in edifici storici, vivono associazioni rionali meno attrezzate: i luoghi sono spesso privati, di propriet di qualcuno del rione che li cede per le attivit, o sono magazzini in cui non possibile svolgere lallenamento tradizionale degli sbandieratori n le prove per gli strumenti. Gli allenamenti vengono allora svolti presso una palestra della citt. A Lugo gli ambiti di sfida del Palio della Caveja sono numerosi: si va dal palio vero e proprio, agli sbandieratori, ai musici ed ai tiratori di fune. I rioni sono in genere attrezzati con costumi depoca per il corteo storico, armi medioevali, bandiere e strumenti. Quando le bandiere vengono costruite e gli strumenti accordati nei locali del rione (nei rioni pi attrezzati), questo diventa anche un laboratorio artigianale a disposizione di chi appartiene a quella realt. Contattando i referenti rionali si riscontra una chiara disponibilit ad accogliere, eventualmente, altre realt culturali, di fatto a Lugo attualmente per i rioni stanno ospitando esclusivamente le attivit che si svolgono al loro interno. Le parrocchie Le parrocchie svolgono anch'esse un ruolo importante soprattutto nelle frazioni e nei piccoli centri, tuttavia gli spazi sono in genere pi connotati e riservati alle attivit canoniche e la parrocchia raramente riveste un ruolo paragonabile ad un circolo autogestito. In alcuni casi, per, gli spazi parrocchiali pi o meno attrezzati tecnicamente, sono utilizzati saltuariamente da gruppi di persone che svolgono attivit creative fino a realt parrocchiali in cui molte delle attivit che vi si svolgono hanno una finalit prettamente creativa e gli spazi si trasformano regolarmente in scuola di musica, sala di danza, contenitori di laboratori.

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Le arti solitarie Contattando nel territorio persone che svolgono le diverse attivit creative ci siamo accorte che per alcune attivit artistiche, nel momento della produzione, lelemento aggregativo non indispensabile. Anzi, in alcuni casi latto creativo un evento che ha bisogno di intimit, di silenzio e solitudine. Una pittrice suggerisce non potrei dipingere in un luogo in cui gira altra gente. Quello che dipingo parla di me. E poi non posso lasciare la tela incustodita in uno spazio pubblico: ho i miei pennelli, il mio cavalletto, i miei colori. Voglio ritrovarli come li ho lasciati. Anche un fumettista ci spiega che svolge lattivit a casa sua, e che solo quando il lavoro terminato cerca uno spazio pubblico in cui esporlo. Ma aggiunge vorrei provare a incrementare questa tecnica, vorrei incontrare ragazzi pi giovani e proporre anche a loro progetti grafici, ma purtroppo per queste cose non c attenzione. Un ragazzo che approfondisce scultura e pittura conserva gelosamente le sue opere a casa. Un altro invece suggerisce che a Lugo c un atelier privato e, non chiamarlo laboratorio!, in cui un maestro accoglie pittori pi giovani, come in una scuola darte. Parlando con un fotoamatore ravennate scopriamo che la federazione nazionale (FIAF) ha difficolt a raggiungere i giovani, e dice i giovani bruciano tutti gli interessi, oggi utilizzano la fotografia digitale, il foto ritocco, inviano il tutto per e-mail. ed aggiunge che si riscontra un approccio sempre pi individuale, un grande interesse per le tecnologie ma una minore disponibilit a socializzare, a trovarsi insieme; per fare partecipare i giovani abbiamo dovuto fare un concorso con le foto dei cellulari dice rammaricato. Alcuni giovani daltra parte stanno creando dellelaborazione dellimmagine unimpresa lavorativa. Se la produzione di arti grafiche, della scultura richiedono forse effettivamente uno spazio privato, tuttavia ci pare che non siano moltissimi i luoghi, gli spazi a disposizione di chi vuole imparare queste arti. Come diceva il fumettista, forse potrebbero essere maggiori le occasioni, le iniziative a favore di queste arti minori. Di fatto in alcuni comuni sono attive le scuole darte, in altri comuni i servizi pubblici garantiscono ai bambini un primo approccio con lespressivit e larte. Ma forse queste realt potrebbero essere pi diffuse, anche perch dove viene investita energia si riscontra tra i ragazzi un successo interessante.

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3.

Le mappe dei significati e dei bisogni

Il secondo nucleo di azioni costituito da unindagine fra i giovani frequentanti gli spazi e i servizi di aggregazione e incontro dedicati alla creativit giovanile. In questa fase si cercato di ricostruite le mappe dei significati e dei bisogni espressi dai giovani. Le indagini sugli spazi giovanili e su come questi vengono utilizzati hanno una tradizione lunga di studi alle spalle, soprattutto allinterno di ricerche sulle culture e subculture giovanili, basti pensare che uno dei primi studi in questo ambito risale al 1943; in Street corner society, W. F. White sviluppa unanalisi dellidentit giovanile e delle culture dei gruppi informali attorno ai significati attribuiti alla loro occupazione dello spazio pubblico. La strada stata per lungo tempo lo spazio fisico e sociale occupato dai giovani, oltre a quello domestico e scolastico, non a caso per lungo tempo le ricerche e gli studi sono si sono concentrate sullo studio delle sottoculture giovanili e sulla loro visibilit in questo contesto. Nel momento in cui la prospettiva con cui ci si confronta con il mondo giovanile e con le sue esigenze cambia e comincia a maturare lesigenza di fornire delle risposte concrete a quello che in molti casi appariva come un problema sociale, la creazione di spazi per i giovani si presenta come una delle soluzioni possibili. Gli spazi per i giovani sono unesperienza che molti territori hanno conosciuto, conoscono tuttora e su cui sono ancora in corso riflessioni, e in alcuni casi ripensamenti, sulle loro funzioni e sul loro funzionamento. impensabile oggi farlo senza coinvolgere e tenere in considerazione i diretti interessati, ma con la consapevolezza che la lettura dei bisogni da sola non sufficiente e deve necessariamente essere accompagnata da una interpretazione politica dei bisogni che emergono e da un pensiero forte sulle politiche giovanili. Partendo da queste considerazioni abbiamo realizzato una ricerca di sfondo che ha consentito di raccogliere informazioni rispetto alle problematiche connesse alla fruizione degli spazi, come sono utilizzati e vissuti, i significati attribuiti, il grado di soddisfazione, le carenze, i suggerimenti e le proposte. 3.1 Le osservazioni, i colloqui e le interviste

Lindagine sul campo stata condotta privilegiando metodi etnografici quali losservazione, i colloqui informali e le interviste di gruppo (allegato 2) che consentono non solo di raccogliere informazioni ma anche di verificare il rapporto dei ragazzi con gli ambienti e gli spazi che frequentano e, soprattutto, di stabilire con loro delle relazioni che costituiscono il primo passo per costruire un percorso di coinvolgimento e partecipazione. La motivazione per cui un determinato spazio nato e continua ad esistere ne definisce alcune caratteristiche: le motivazioni per cui si frequenta un centro di aggregazione giovanile, una parrocchia o un rione sono profondamente diverse e diversi sono di conseguenza i bisogni che vengono manifestati e i vissuti dei ragazzi e delle ragazze che frequentano questi luoghi.

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Per questo motivo, almeno in questa fase di descrizione dellattivit, verr illustrato il lavoro svolto sul campo nelle realt individuate come pi significative sia per tipologia di spazio sia per tipologia di attivit. Per restare fedeli allapproccio etnografico adottato anche la descrizione sar in parte affidata a modalit pi narrative; per ogni spazio si riportano alcune delle testimonianze raccolte. Centro Giovani JYL Jammin Young Lab Massa Lombarda Il Jyl di Massa Lombarda costituisce un punto di riferimento per i giovani del territorio. Per questo motivo si cercato di approfondire questa realt intervistando sia il referente storico di questo centro sia un gruppo di ragazzi che lo frequentano e che fanno parte del Comitato di Gestione. Il Jyl, attraverso un percorso che parte nella met degli anni Ottanta, ora gestito direttamente dal comune con la co-partecipazione di un comitato costituito dai ragazzi che svolgono volontariamente la loro attivit, collaborando intensamente con i referenti comunali sia nella presentazione e realizzazione di progetti, ma anche nella gestione vera e propria dello spazio.
Gli spazi erano vuoti, i ragazzi presenti erano l appositamente per parlare con me. Il centro disposto su due piani, la superficie totale sugli 800 metri quadri. Tutte le stanze sono aperte, al salone pi grande invece si accede solo con la chiave. X., che mi sta guidando attraverso gli spazi, mi spiega che questo lunico spazio chiuso. Al piano inferiore una grande sala sembra riservata allaccoglienza: divani disposti a quadrato permettono una chiacchierata comoda. A fianco dei divani in una sorta di open space, la scrivania ed il computer testimoniano un lavoro di ufficio. Sullo stesso piano c una saletta con una televisione, il salone con palco e sedie, e gli spazi ad essi legati (un angolo bar, un salottino). Il salone raccoglie su una parete protetta da plexiglass tantissime firme. Sono riportati anche nomi di artisti (soprattutto comici) che si sono esibiti in passato e poi successivamente sono diventati famosi. Qualche graffito sulle pareti. Al piano di sopra c la sala prove, che anche sala di registrazione, dove suonano gruppi di Massa Lombarda, ma anche di Imola, di Medicina, di Bagnacavallo, ... Agli spazi del centro non accedono solo i ragazzi del Comune di Massa Lombarda. Sullo stesso piano unaltra sala prove, in cui riposto anche un pianoforte. Era la sala jazz, ma siccome jazz non lo fa pi nessuno, questa stanza attualmente utilizzata come magazzino. In un altro salottino dalle pareti graffittate una creatura in cartapesta si sta asciugando; X. mi spiega che questo lo spazio abitualmente utilizzato da pi giovani del centro per le attivit di laboratorio, mentre altri loro coetanei sono impegnati nel campetto sportivo adiacente con le partite di calcio. C attenzione a coinvolgere tutti, ad offrire pi possibilit, a leggere i segnali che i ragazzi manifestano, in un continuo e flessibile adattamento dell'utilizzo degli spazi. Sempre al primo piano due stanze completamente libere, dalle pareti bianche, sono adibite alle esposizioni ed alle mostre. Per molto tempo la cura delle esposizioni ridotta, ma da un anno e mezzo X. frequenta regolarmente il centro e sta promuovendo questo settore. Mi spiega e mi racconta la difficolt per un giovane artista di iniziare ad esporre, di proporsi. Nelle prime esperienze di mostre gli artisti devono essere guidati ad organizzare, ad allestire, a coinvolgere il pubblico per valorizzare e promuovere la mostra. Al JYL attualmente si mira a proporre il lavoro dei giovani, ma si

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vorrebbero anche coinvolgere artisti affermati in modo da dare risonanza a questo spazio e renderlo pi appetibile per le mostre. I vari settori artistici sono promossi da persone che si occupano in prima persona di musica, o pittura, o cinema, e che trovano negli spazi una possibilit per coltivare la propria passione e coinvolgere altre persone. X. deve andare, ormai tardi, si rende per disponibile a rispondere velocemente per alcune domande. Gli chiedo da quanto frequenta il centro, come si avvicinato e che ruolo ha. X. circa tre anni e mezzo fa ha cominciato a frequentare il JYL come uno spazio aggregativo, per stare con gli amici. Con il passare del tempo si fatto sempre pi coinvolgere fino a che ha deciso di far parte del comitato di gestione. A quel punto ha scelto di investire anche pi energie nelle attivit e, seguendo una sua passione personale, si dedicato alla organizzazione di rassegne cinematografiche. Attualmente il gruppo che si dedica al cinema in modo pi consistente formato da due persone. Quando X. saluta definitivamente la chiacchierata si fa di gruppo. Y. mi spiega che il centro negli ultimi anni cambiato molto. Sono state fatte delle scelte stata data una forma al lavoro del centro. Fino a circa quattro anni fa l'accesso agli spazi era libero, meno organizzato, il sistema di regole meno chiaro e succedeva che spesso i gruppi che utilizzavano le sale non rispettassero gli spazi, lasciassero in disordine. Questo di fatto impediva le attivit, se per un concerto alla domenica pulivi il venerd sera, quando tornavi alla domenica mattina era gi tutto sporco, era da rifare. Proprio per permettere ai gruppi di potere utilizzare gli spazi stato necessario definire delle regole, tra cui la chiusura del salone con un lucchetto. All'inizio alcuni ragazzi si sono lamentati molto perch il salone era chiuso, sono state scelte dure. Ma poi, con il passare del tempo anche loro si sono resi conto che era meglio cos, anche per loro erano a disposizione quegli spazi, bastava aprire il portone ed era subito possibile usarli. Per l'organizzazione delle attivit il centro principalmente auto-gestito, le pulizie, la gestione ordinaria dei lavori di pertinenza degli stessi ragazzi del JYL. L'organizzazione non facile e richiede un'attenzione costante. Rispetto al rapporto con il territorio negli ultimi anni stata data grande importanza alla cura delle relazioni con la cittadinanza. In passato il JYL era un luogo esclusivamente giovanile e i ragazzi che frequentavano avevano la tendenza un po' a chiudersi nelle proprie attivit. La cittadinanza guardava questo luogo con sospetto, o anche non ne considerava proprio l'esistenza. Il gruppo pi attivo e che fa parte del Comitato di Gestione negli ultimi tre anni ha cercato di aprire questi spazi anche ad altri, giovani e non, invitandoli a venire a vedere come sono e cosa si fa, a svolgere attivit internamente. Sono state organizzate attivit coinvolgenti anche per persone pi adulte, in particolare una serie di eventi Anni '70 rivolte a genitori che erano giovani in quegli anni perch venissero al centro con i loro figli e godessero di una serata in qualche modo inter-generazionale. Il successo di queste attivit permette una maggiore integrazione del centro nel territorio; recentemente stata organizzata una festa con la possibilit di un servizio di animazione per bambini in contemporanea, per agevolare le famiglie. Prossimamente un'associazione di donne straniere organizzer una festa negli stessi spazi. Anche per promuovere questo delicato lavoro di rete ci si dovuti sperimentare, provare strategie, con la consapevolezza che alcune funzionano e altre no. necessaria una grande flessibilit per adattarsi a quelle che sono le richieste, le proposte, i continui cambiamenti che caratterizzano l'eterogenea partecipazione del centro e della cittadinanza. Ma quando faccio notare quanto flessibili debbano essere le loro attivit per un attimo il gruppo sta in silenzio. Y. sostiene come sia fondamentale un gruppo stabile che segue lorganizzazione, stabile anche negli anni, che porti avanti un percorso che non sempre quello che i frequentatori propongono. Si guarda con Z. e

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poi, un po' l'uno e un po' l'altro, raccontano di una rassegna teatrale che sembrava importante proporre ma che nasceva dalla sola decisione del direttivo. Non ha avuto un grande successo ma stata una proposta comunque importante per fare vedere che esiste altro. Mentre mi spiegano questo, sottolineano l'importanza di un gruppo che vede, pensa e decide, ascoltando le richieste ed i bisogni espressi del territorio, ma con alla base un pensiero condiviso dal gruppo di lavoro. Per quanto riguarda limportanza della dimensione aggregativa e creativa Y. dice che secondo lei la maggior parte dei frequentatori cerca una situazione aggregativa. Z. interviene e spiega che vede la situazione differentemente. vero che molti tra i ragazzi vengono qui per stare insieme soprattutto tra i pi giovani. Ma il senso del JYL sta nella sua natura creativa nel momento in cui nessuno pi veniva, quello che ha tenuto in piedi tutto stata la sala prove ed il gruppo della musica che organizzava qualche concerto. Da l si ripartiti per rilanciare tutto, se non ci fossero stati non sarebbe stato possibile, e aggiunge per fortuna l'amministrazione comunale ci credeva ed ha deciso di andare avanti con questo posto, altrimenti si rischiava la chiusura ... Mi spiegano come per i pi giovani si punti molto sull'offrire attivit aggregative, fare insieme qualcosa, dalla partita di calcio ai laboratori manuali. Poi, crescendo, i ragazzi contattano le varie realt del centro e via via scelgono l'attivit in cui impegnare maggiormente le energie. In tema di risorse del territorio per la creativit vengono differenziate due categorie: dai 15 ai 25 anni un ragazzo che voglia promuovere un'attivit creativa trova nelle proposte dellamministrazione le vie e gli strumenti per farlo. Dopo, per, nel momento in cui desidera specializzarsi, approfondire, allora ha difficolt a trovare spazi e strumentazioni adeguate. Si tratta per Z. di dare pi rilevanza ad un aspetto creativo non pi solo amatoriale o ludico. Le modalit con cui i ragazzi hanno accesso al centro sono comunque diverse, Y. entrato per stare con gli amici, poi ha deciso di occuparsi di cinema. Z. non di queste parti e quando arrivato qui ha cercato uno spazio in cui poter coltivare la sua passione musicale. X. vive a Massa Lombarda, ma conosceva appena quegli spazi, li aveva frequentati casualmente molti anni fa, ma non si era fermata perch il gruppo non l'attraeva. Poi le cose sono cambiate, lavorandoci quotidianamente ne ha fatto uno spazio anche suo ed ha deciso di fermarsi e valorizzare l'aspetto pi in consonanza anche con le sue passioni. Le strade attraverso cui si accede al JYL sono diverse, ma principalmente si cominciano a frequentare gli spazi in occasione di eventi o iniziative, poi, chi pi interessato e si coinvolge via via e diventa propositivo. Le nuove idee nascono in parte dalla risposta ai bisogni espressi dai ragazzi che frequentano il centro. Se qualcuno poi desidera proporre nuove attivit viene valutato quanto questa attivit sia fattibile, anche compatibilmente con la disponibilit degli spazi. Y. rileva una scarsa propositivit da parte dei giovani. Z. riflette e nota come si stiano delineando due differenti modalit tra i ragazzi giovani: da una parte un gruppo molto vivace e propositivo, dall'altra un gruppo pi passivo che segue le proposte e organizza e portare avanti le proprie passioni. Y. riflette sul cambiamento della popolazione giovanile nel Comune di Massa Lombarda. Sono sempre pi numerose la famiglie straniere che scelgono questo Comune come luogo di residenza, proiettandosi nel futuro si chiede quanto il centro sar condizionato dal cambiare dell'utenza. I ragazzi immigrati mostrano delle difficolt di inserimento, si chiede come affrontare questo cambiamento in prospettiva. meno si

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Centro Giovani Leo Commissari - Lugo Il centro Leo Commissari accoglie diverse attivit rivolte ai giovani. Accanto ad una situazione di classica aggregazione giovanile sono disponibili ampi spazi pensati appositamente per la danza, la musica (fruita e suonata), laboratori artistici. Il Centro Giovani di Lugo ha subito alcune trasformazioni nelle attivit e nell'utenza nel corso degli ultimi anni, sono numericamente aumentati gli accessi di ragazzi stranieri e di provenienza dall'Italia meridionale. Via via il centro giovani si sta caratterizza come un luogo in cui emergono anche situazioni di disagio e l'attivit degli operatori si sposta in alcuni casi dalla funzione di animazione e organizzazione delle attivit ad quella di contenimento e di gestione del gruppo.
Arriviamo e siamo accolti dagli operatori. I ragazzi sono sparsi per le sale, qualcuno gioca alla play station, qualcun altro impegnato ad ascoltare musica in una saletta semibuia. Apparentemente i ragazzi non reagiscono alla presenza di altri adulti nel loro spazio. Con il passare dei minuti l'educatrice, ci guida alla visita del Leo Commissari: al piano superiore due sale da ballo, una con grandi specchi alle pareti e una sala recentemente graffittata. X. ci spiega che questo lavoro se lo sono gestiti i ragazzi del centro aggregativo. Sono le sei e mezzo circa, il centro si va svuotando, le poche persone della sala da ballo sono scese, chi giocava alla play station mette via il materiale e si appresta ad uscire. Rimane un gruppetto di ragazzi, a cui X. aveva chiesto di partecipare all'incontro. I ragazzi sono un po' indecisi sul da farsi, se andare o restare. Alla fine entrano. Ci sediamo attorno ad un tavolo. La discussione inizialmente un po' confusa, molto dispersiva tra battute e risate. I ragazzi sono tutti molto giovani. L'incontro ha una durata di un'ora e mezza ed di seguito riassunto: in prima battuta i ragazzi lamentano una mancanza di attivit e di proposte da parte degli operatori. Il rapporto con gli educatori risulta essere un argomento di grandissima importanza per i ragazzi. Cosa gli educatori dicono, come si comportano, quale rapporto essi stessi abbiano con le regole. Gran parte della loro discussione verte sugli adulti che condividono con loro i pomeriggi; un altro argomento di centrale importanza risulta essere la gestione delle regole. Da una posizione assolutamente negativa rispetto alle regole poste dagli adulti via via nella discussione i ragazzi si sono aperti sottolineando come in alcune occasioni sia accaduto che loro stessi non avessero rispettato gli spazi ed era perci giusto una qualche forma di tutela dei luoghi cui si sentono di appartenere. Il tema delle regole rimane comunque centrale nella discussione e nel rapporto con gli educatori; i ragazzi sono molto concentrati a sottolineare quello che non si pu fare e sembrano in questo contesto meno pronti ad identificare quelle che sono le loro aree di interesse, quello che potrebbero fare. Ci soffermiamo un po' a pensare quali potrebbero essere le attivit di loro interesse, ma sembra che sia ancora piuttosto importante per loro che qualcuno pi adulto si ponga come organizzatore di eventi ed attivit a cui loro poi possano partecipare. J. suggerisce di dividersi in gruppetti specializzati e ciascuno fa quello che desidera, lui vorrebbe suonare i bonghi; X. suggerisce di aprire liberamente i luoghi anche nelle ore serali. Si propone di aprire la sala prove per i gruppi che lo richiedono, nasce la questione di una insufficienza di risorse tra gli operatori per stare con loro in quegli spazi. Pi avanti nell'incontro emerge che alcuni ragazzi che frequentano il corso di break dance, hanno curato il progetto per cui la sala al piano di sopra graffittata;

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un quarto elemento che sorto dalla discussione riguarda il senso di appartenenza che lega i ragazzi a quel luogo ed a quel gruppo: sono quattro anni che io frequento questo centro, lo sento come mio dice Z. Tra di loro i ragazzi verso l'esterno tendono a difendersi l'un l'altro e quando percepiscono che uno di loro attaccato ribattono; infine, Y. rileva come i ragazzi siano esigentissimi nei confronti del luogo e degli operatori in termini di attivit e coerenza alle regole. Se giusto essere esigenti occorre essere altrettanto disponibili e collaborare in modo che le attivit riescano al meglio. I ragazzi sono a conoscenza della storia degli ultimi anni, ma gi testimoniano un cambiamento nell'utenza e nelle attivit del centro. Durante la discussione pi volte emerge l'argomento della brutta reputazione del centro giovani sollecitato sia dai ragazzi sia dagli operatori e raccontano come si arrivati a questo punto. Ci sono alcune persone che frequentano il centro che fanno del casino, si fa a botte, ci sono le bande ci sono gruppi che occupano il campetto e chi vuole giocare non pu..... Z., racconta la storia del centro dal suo punto di vista: io vengo al centro giovani da quattro anni, il primo anno c'era un mucchio di gente ed il centro aveva una bella reputazione, c'era un mucchio di roba. Da un giorno all'altro viene un gruppo di quindici ragazzi e hanno cominciato a fare del bordello e la gente ha cominciato a dire: no io qui non ci vengo pi, e del centro giovani rimasto questo. La proposta dei ragazzi quella di regolamentare l'entrata di tutti e definire chi pu entrare e chi invece non pu.

Centro giovanile Spartaco Ravenna Centro Giovanile Autogestito Spartaco nasce dalla spinta aggregativa di un gruppo di giovani, per la maggior parte studenti, con lesigenza di avere un luogo a Ravenna in cui incontrarsi e svolgere attivit. A Ravenna erano gi presente luoghi aggregativi per i giovani ma, alcuni in particolare, erano situati fuori dal centro e difficilmente raggiungibili con mezzi pubblici o in bicicletta e non soddisfavano le esigenze degli studenti o di chi non era dotato di un mezzo di trasporto proprio. Lo Spartaco nasce cos come spazio di aggregazione di studenti delle scuole superiori ed universitari, con lobiettivo di promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, valorizzarne le competenze e sostenere le forme di partecipazione culturale, sociale e politica alla vita della citt, favorire le forme di apprendimento non formale, facilitare la comunicazione tra giovani ed istituzioni, ridurre i fattori di rischio ed emarginazione e arricchire la rete di punti osservativi decentrati sulla condizione giovanile. Viene perci rimessa in funzione l'ex scuola materna di via Chiavica, in stato di abbandono da diverso tempo, sotto nuova forma. La gestione affidata allAssessorato alle Politiche Giovanili del Comune in collaborazione con gruppi di giovani che organizzano le attivit della struttura come puro volontariato. La spinta iniziale perci strettamente legata allesigenza di un posto fisico ; la creativit subentra in un secondo momento, inizialmente con lo scopo di abbellire il centro stesso, in particolare utilizzando capacit e risorse dei frequentatori stessi del centro come i disegni dei writers nei muri esterni e successivamente con diverse attivit e gruppi strutturati. Oltre al gruppo che gestisce il centro, inizialmente informale ora pi organizzato, sono numerosi i gruppi tematici e le associazioni che collaborano, propongono attivit e partecipano alla vita del centro. Alcuni nascono allinterno dello Spartaco come il GRAS (Gruppo Ravennate

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di Acquisto Solidale), altri gi strutturati arrivano allo spazio come gruppo informale o come associazioni, questo il caso dellASSA (Associazione Studenti di Scienze Ambientali), di gruppi musicali di studenti universitari, di associazioni di comunit straniere come i nigeriani e i senegalesi. Il centro aperto a tutti, ad eccezione di particolari eventi in cui, per esigenze specifiche, laccesso riservato. il caso questo della festa delle donne organizzato in collaborazione con la Casa delle Cultura di Ravenna e Citt Meticcia in cui sono ammesse solo donne vista la presenza di islamiche che altrimenti non avrebbero la possibilit di partecipare alla serata. Il centro frequentato prevalentemente da giovani residenti nel comune o studenti universitari che frequentano corsi nella sede decentrata di Ravenna. Per specifici appuntamenti ed attivit il raggio si amplia fino al nord Italia ed anche con provenienze dallestero. Le attivit del centro riguardano varie arti in particolare musica, con la partecipazione di diversi gruppi della citt e concerti organizzati con gruppi che provengono da altre realt, sia regionali che fuori regione, ma anche con concorsi, prestito materiali, conferenze e cineforum. Il teatro ricopre un particolare ruolo con diversi gruppi che organizzano laboratori, corsi, mostre, spettacoli ed esibizioni o che utilizzano gli spazi per le prove dei loro spettacoli. Altro filone portato avanti allinterno della struttura riguarda il cinema e i video con organizzazione di corsi, cineforum e proiezioni, questa attivit in particolare vede alcuni frequentatori impegnati della produzione video e non escluso che potrebbero fare di questa passione il loro mestiere. Il centro diventa spesso luogo di mostre ed esposizioni ospitando produzioni artistiche legate alla fotografia, alla pittura ed al fumetto. Questultimo rappresenta un filone particolarmente coltivato grazie a conferenze, seminari ed soprattutto a Komikazen: festival internazionale del fumetto di realt che vede autori che lavorano con tecniche e stili diversi, invitati da una vasta zona geografica come Stati Uniti (New York e Detroit) Spagna, Francia Algeria e Slovenia. Komikazen il primo festival di questo genere in Europa e desidera essere un luogo in cui non solo il fumetto, ma anche il giornalismo, la narrativa e il cinema di realt si incontrano e dialogano. Altre attivit dello Spartaco sono legate a corsi di danza e di pratiche sportive non tradizionali quali taichi e capoeira (arte marziale brasiliana) in collaborazioni con associazioni culturali del territorio. Ampio spazio dedicato anche al graffitismo, attivit artistica altrimenti difficilmente censibile, sia con laboratori strutturati che dedicando muri e spazi alla libera espressione. Alcune di queste attivit sono libere sia per quanto riguarda laccesso, naturalmente legato agli orari di apertura del centro, sia in quanto non necessitano di uniscrizione; altre organizzate sottoforma di corsi o laboratori a volte richiedono una prenotazione ed iscrizione, alcune di queste sono a pagamento. Il contatto con le associazioni del territorio molto forte, vengono organizzate molte attivit in comune e soprattutto lo Spartaco mette a disposizione gli spazi a tutti coloro che ne facciano richiesta naturalmente nel rispetto delle regole interne. Le proposte ed i contatti con altri gruppi che chiedono di collaborare cos come le nuove idee vengono analizzate in assemblea,

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solitamente la domenica dopo le pulizie del centro stesso. I ragazzi si dividono in gruppi di lavoro sulla base degli interessi specifici quali cinema, musica, teatro etc., ed proprio questo lavoro da svolgere in comune e la condivisione degli obiettivi del centro che i ragazzi vedono come loro punto di forza oltre al metodo di lavoro che vede il gruppo come fulcro fondamentale. I ragazzi sostengono che fino a quando nel gruppo ci sono persone con la voglia di fare, la spinta forte e si ottengono buoni risultati. Al contrario, la debolezza sta proprio nel numero di persone che partecipano allorganizzazione, con poche forze e poco tempo a disposizione le risorse sono limitate e la quantit di attivit si riduce. Altro punto debole sta nel fatto di dover giustificare lattivit che viene svolta nel centro, far capire alla citt il lavoro che c dietro alle attivit che vengono proposte. Il centro esiste gi da alcuni anni e secondo i ragazzi gli abitanti del territorio, i vicini, non solo non capiscono esattamente cosa sia, ma non fanno nemmeno lo sforzo di andare a vedere che cosa viene fatto nel centro stesso. Con il quartiere non ci sono grossi rapporti, c rispetto ma distacco: gli abitanti non si lamentano ma non sono nemmeno coinvolti nonostante la citt piano piano si stia accorgendo dellesistenza del centro. Alcuni cambiamenti si stanno verificando; inizialmente quella in cui ubicato il centro era una zona abbandonata, ora si sta rivitalizzando, nascono servizi, negozi e la citt, grazie alla nascita del centro, ha guadagnato una sala studio e una emeroteca. Ponte Nuovo Skatepark - Ravenna Il fenomeno dello skateboard in continua evoluzione; alla fine degli anni '80 scoppia il boom dello skateboard a livello mondiale e questo si ripercuote anche sui piccoli territori come quello di Ravenna con richieste specifiche da parte dei giovani di strutture pubbliche per la pratica. Dopo una decina danni, nei primi anni '90, questa disciplina ha un calo vertiginoso rischiando l'estinzione. Dal 1995 la riscoperta dello skateboard costituisce una forte spinta alla pratica in spazi della citt come piazze, muretti di parcheggi e gradinate utilizzate come rampe di salto. Da qui lesigenza di uno spazio, di un punto di ritrovo che potesse ospitare una struttura organizzata per accogliere i ragazzi che volevano praticare questa disciplina. Viene inaugurato cos nel 2003 un impianto finanziato dall'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna, realizzato a cura della Polisportiva di Ponte Nuovo a seguito di diversi incontri con appassionati di skate e l'Associazione Sportiva Oasi Skatepark. Inserito allinterno dellimpianto sportivo possibile accedere allo Skatepark tutti i giorni dalle 8 al tramonto, lutilizzo della pista gratuito dietro un tesseramento UISP. La pista non prevede solo la pratica libera dellattivit ma in periodi specifici dellanno, normalmente tra maggio e ottobre, vengono organizzate diverse gare. Le gare diventano un momento di confronto e soprattutto forniscono la possibilit di trascorrere piacevoli giornate in un clima di totale relax e divertimento. Quella di Ponte Nuovo non lunico spazio dedicato allo skateboard a Ravenna, le altre realt si sono sviluppate su tutto il territorio in forma privata, con diverse caratteristiche.

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Un notevole impulso allo sviluppo dello skate in provincia dovuto sicuramente alla presenza di uno dei pi noti skaters a livello mondiale, che ha creato uno spazio dedicato allo skate nella zona in cui risiede, a Conventello. La pista, denominata Marianna Skatepark, oltre ad essere zona di allenamento per il campione, aperta tutti i giorni agli skaters e vede una presenza annuale di circa 500 persone tra italiani e stranieri. Per gli allenamenti stato costruito, sempre nel territorio provinciale, uno dei vert pi grandi del mondo, alto 5 metri e largo 24 metri nel quale si organizzano contest su invito di grande importanza. Altro progetto su cui stanno lavorando costruire uno skatepark al coperto che possa ospitare contest di livello europeo e mondiale. Una pista al coperto gi presente sul territorio ravennate, a Bagnacavallo, allinterno del bar Ramenghi. Aperta nel dicembre scorso la pista fornisce la possibilit agli skaters di esercitarsi anche quando il tempo non permette di utilizzare le piste allaperto; naturalmente la frequenza inferiore rispetto alle altre piste anche per le dimensioni della rampa stessa. Altra pista molto importante del territorio lOasi Skatepark a Marina di Ravenna presso la Taverna Bukowski, aperta solo nel periodo estivo, che ospita una delle maggiori manifestazioni italiane lo Slam trick. Questo evento di skateboard si svolge nellarco di tre giornate, aperto a tutti, senza limiti di et, bravura o sponsorizzazione e vede la partecipazione di alcuni skaters tra i migliori in ambito mondiale con le maggiori rappresentanze italiane ed europee. Centrale per questo evento lo stare insieme, socializzare, divertirsi offrendo un ottimo spettacolo, quello della cultura di strada e promuovere la disciplina dello skateboarding, considerato per i praticanti non uno sport ma uno stile di vita, una occupazione positiva del tempo libero. Grazie anche alle varie possibilit e spazi dedicati, la pratica dello skate a Ravenna oggi molto diffusa, numerosi giovani tra 10 e 30 anni frequentano le diverse pista dislocate sul territorio. Fatta eccezione per i minorenni, i frequentatori non provengono solo dalla provincia ma, viste la scarse possibilit che offrono altri territori, gli skatepark della zona raccolgono skaters dalle province vicine e non solo, gli appassionati dellattivit percorrono spesso centinaia di chilometri per raggiungere le piste che hanno rampe con particolari caratteristiche. Non esistono veri e propri corsi o laboratori per questo tipo di attivit ma sono i ragazzi pi bravi a mostrare ai pi giovani come allenarsi ed affrontare le rampe. La pratica di questa attivit creativa fortemente maschile, la presenza femminile si aggira intorno all1%. Alcune testimonianze raccolte negli spazi faentini
difficile riuscire ad entrare nel mondo della vita culturale faentina. Le attivit sono promosse da gruppi, da associazioni chiuse, di difficile accesso. Orientandosi tra le diverse associazioni questa era lo spazio che lasciava pi libert di creare opportunit nuove: in genere il mondo creativo appare piuttosto cristallizzato, i gruppi si ritrovano a fare le stesse cose, con le stesse persone. Questo atteggiamento di chiusura caratterizza un po' tutta la provincia i giovani non amano spostarsi, preferiscono rimanere l dove sono, andare negli stessi locali, fare le stesse cose, frequentare le stesse persone. Pochi si informano sulle attivit nelle citt vicine ed ancor meno sono disposti a muoversi. L'osservazione dellintervistata, che da soli pochi anni vive in questa zona, fotografa un mondo creativo piuttosto statico

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e non molto disponibile allo scambio con realt vicine; ma anche pi propenso a farsi guidare in attivit gi strutturate da altri che ad attingere dalla propria personale creativit alla ricerca del nuovo. Nel momento in cui una persona decide di promuovere un'attivit creativa incontra numerosi ostacoli. In primo luogo la persona fisica non affatto considerata e gli enti che possono promuovere un evento richiedono sempre di interloquire con un'associazione formalizzata. Inoltre, anche nella creazione di una nuova associazione e nella gestione burocratica che porta alla possibilit di realizzare qualche evento, si incontrano innumerevoli difficolt e gli organizzatori in tutto questo lavoro sono soli, poco aiutati o guidati dal Comune o da altre figure del territorio. In terzo luogo, sembra che la cultura in s non sia sempre vissuta come un motivo sufficientemente importante per un investimento economico da parte dell'amministrazione e degli sponsor, ma che il ricavato di ogni evento debba essere devoluto a qualche iniziativa del Sociale: beneficenza, promozione progetti sociali, ecc. Il ricavato di un concerto potrebbe essere piuttosto investito per promuovere la creativit, con progetti, con materiali, ed invece questo non sempre possibile. Un'altra difficolt nell'organizzare eventi legata agli spazi: ho notato che ci sono molti spazi comunali che sono o inutilizzati, o utilizzati da realt particolari: noi abbiamo chiesto la possibilit di fare questa manifestazione musicale nel parco, e labbiamo fatta. Per ci sono all'interno di questo luogo delle sale che difficilmente si riescono ad utilizzare. Per noi che non siamo del quartiere gi c' un primo ostacolo: gli abitanti del quartiere che non le utilizzano ma dicono sono nostre. Essendo poi date in gestione ad altre attivit dal Comune non possono in teoria essere ridestinate, solo che sono inutilizzate. Gli spazi ci sono ma non si riesce ad utilizzarli. Non c' l'apertura a condividerle. Magari sono utilizzati solo una sera alla settimana ma poi sono negati ad altre persone che ne fanno richiesta. un po' la questione anche del Centro Sociale. Un'altra difficolt a proporre cose nuove sembra nascere dalla gestione quasi predestinata delle risorse. a Faenza ci sono secondo me alcuni blocchi che gestiscono ambiti creativi differenti ed hanno monopolizzato le attivit. Per quanto riguarda il teatro, c' il Teatro Masini che fa attivit anche con le scuole, per quanto riguarda la musica molto presente il MEI. Questa situazione tende a rendere minore la possibilit di partecipare alla vita culturale dei gruppi pi piccoli. Il Comune ha sposato il progetto; il referente il Presidente di Luogo Comune. Questo spazio prezioso per chi desidera sperimentare cose differenti o proporre attivit creative, mostre che valorizzino anche le differenze, gli scambi culturali. Chi desidera esporre trova uno spazio. Per esempio stata recentemente fatta una mostra sulle ceramiche della Costa d'Avorio, una associazione ci ha contattato ed ha chiesto se poteva esporre. stato interessante in una citt per cui la ceramica cos importante, come per Faenza, ospitare altri stili ed altri modi. Essendo gestito in modo volontario non possibile dare continuit agli eventi, fino all'anno scorso non c'era neanche una continuit settimanale, quest'anno, da quando abbiamo riaperto, tutti i venerd c' un evento per non si riesce mai ad avere pi di due eventi alla settimana perch il lavoro molto e gestito interamente da volontari. Se ci fosse la possibilit di essere aperti come un locale normale, forse questo potrebbe avere un impatto buono.

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Secondo me l'aspetto aggregativo c' indubbiamente, lo vediamo nell'afflusso delle serate in cui ci sono le feste; l'aspetto creativo pi legato a chi organizza le cose. Chi fruisce vive meno la parte creativa. Anche per i soci per l'aggregazione un elemento importante, ci sono forti legami di amicizia tra le persone.

Gruppo MGM - Dopolavoro Ferroviario Faenza M.G.M., Maghi Guerrieri e Menestrelli, dal 1994 a Faenza il punto di riferimento per giocare, incontrarsi, divertirsi non solo con ambientazioni Fantasy. Nei locali messi a disposizione dal D.L.F. di Faenza svolgono diverse attivit, Giochi di Ruolo, Board Game (Giochi da Tavolo) e War Game (Battaglie in scala) dalle ambientazioni pi disparate, Giochi dal Vivo (sia Fantasy che Horror), Warhammer (fantasy o 40.000). L'et dei componenti del club varia dai 15 anni ai 35, dando modo cos di sfruttare l'esuberanza dei giovani e le conoscenze di quelli che lo sono meno; questo connubio porta il club ad avere conoscenze e attivit che spaziano su tutto il fronte ludico presente in Italia. Durante l'anno si organizzano tornei interni o veri e propri campionati che proseguono per tutto l'anno. Culmine della stagione la manifestazione "Fiera del Gioco" che raccoglie tutti i membri dell'associazione e partecipanti provenienti da molte parti d'Italia. Il club molto attivo anche in altri contesti, infatti sono molti i partecipanti a tornei che hanno luogo in tutta Italia.
Il Dopolavoro Ferroviario occupa un ampio edificio su due piani con disponibilit di numerose stanze, alcune anche molto ampie, fino a 20 metri di lunghezza. In questa realt convivono moltissime associazioni e moltissime attivit, che gestiscono autonomamente delle stanze. All'entrata un bar accoglie i visitatori, segue poi una enorme stanza alla fine della quale se ne apre un'altra. Con i ragazzi del MGM ci fermiamo proprio in questo spazio, tavolini da magione esagonali e rotondi, grande finestra luminosa, spazio silenzioso. Solo pi tardi un gruppo di anziani occupa un tavolino per le partite di briscola. Il centro animato, soprattutto da persone anziane. Il Dopolavoro dispone di un accogliente spazio esterno, molto utilizzato nel periodo estivo per le attivit delle associazioni. Nel mostrarci la loro sede i ragazzi dellMGM ci guidano tra i corridoi del dopolavoro ferroviario, facendoci notare come siano presenti barriere architettoniche che non permettono a tutti di accedere. Al piano superiore si apre uno spazio altrettanto vasto con una sala televisione che assomiglia pi ad un luogo di conferenze, una sala biliardo con tavoli di due diversi tipi, varie porte con insegne tutte diverse che indicano la presenza di svariate associazioni estremamente eterogenee. Arriviamo finalmente alla porta dellassociazione. Lo spazio non ampio ma pieno di giochi, scenografie ed animazioni. I ragazzi stanno raccogliendo computer vecchi da risistemare per potere attrezzare un internet caff al piano di sotto. La stanza ed il suo contenuto sono evidentemente gestiti con cura e funzionalit. L'incontro tra MGM e il Dopolavoro ferroviario avvenuto nel 1994. Il gruppo MGM aveva gi sperimentato altri spazi, pubblici e domestici. Quello che ha determinato il loro radicamento al Dopolavoro stato soprattutto l'atteggiamento accogliente da parte di quello che era allora il presidente, e la possibilit di avere uno spazio proprio di cui custodire le chiavi. Ricordano ancora la frase determinate: questa la chiave della porta. Avere uno spazio proprio ha permesso loro di produrre e conservare materiale necessario ai giochi, di raccogliere numerosissimi giochi da tavolo, di avere uno spazio sentito come proprio.

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L'incontro avvenuto nel contesto di una manifestazione comunale chiamata Tempo Giovani, durante l'allestimento di stand i ragazzi hanno conosciuto il Presidente del Dopolavoro che li ha invitati. Da quel momento la loro attivit nello spazio si sempre pi consolidata in quel luogo e i ragazzi del MGM hanno sempre pi sentito di appartenere a quello spazio. Uno di loro fa ora parte del direttivo del circolo e lo rappresenta talvolta anche a livello istituzionale. Dal 1995 e il 1997 il gruppo, proprio al Dopolavoro ha organizzato per tre anni di seguito la manifestazione Faenza Ludica che consisteva nell'edizione di tornei paralleli relativi a numerosi giochi: carte, risiko, giochi di ruolo, giochi in rete ... da quel momento lo spazio si andato sempre pi caratterizzando e cos in zona tutti sanno che il MGM ha come sede quella del Dopolavoro Ferroviario. Come da tradizione quest'anno si tiene a Faenza il 6 Torneo Nazionale a Squadre, interamente organizzato da questo gruppo, che coinvolge persone provenienti da tutta Italia. Mentre ci parlano dell'evento sorge naturale un'espressione di orgoglio, come di chi si guarda dietro e vede quanta strada ha fatto. Io sono qui da dodici anni ... spiega il Presidente. In genere le associazioni del Dopolavoro collaborano per eventi che riguardano l'intera struttura, per altre cose si tende a fare attivit separate; tuttavia a volte inevitabile che qualcuno invada lo spazio altrui. In genere, ci dicono, la collaborazione nella organizzazione e nel lavoro non molto ampia e sono le stesse solite persone a gestire gli impegni pi grossi, ma quando ne parlano i ragazzi lo fanno utilizzando una serena ironia. I ragazzi ci parlano di quello che il loro rapporto con il territorio, il Dopolavoro una realt complessa. Del resto per il presidente di questo gruppo mai ufficializzato come associazione, parte attiva dell'organizzazione di diversi degli eventi del Circolo. Mi parla per esempio della Fiera di San Rocco. Il tipo di relazioni con Faenza sono in primo luogo relazioni personali. Conoscendo persone si definiscono reti e collaborazioni. Il Comune si avvale talvolta del contributo di MGM per l'organizzazione di iniziative ludiche, come la Fiera del gioco. Il gruppo MGM presta spesso il suo materiale, i tavoli, le ambientazioni per tornei organizzati da altri gruppi che pur giocando regolarmente sono meno attrezzati. Parlando invece del territorio provinciale, tra gli appassionati di gioco di ruolo il dopolavoro conosciutissimo e da Russi, da Ravenna, vengono ragazzi al venerd sera per stare insieme a loro e giocare. Un'intenzione del direttivo di MGM quella di coinvolgere ragazzi pi giovani, organizzando manifestazioni, seguendoli nei giochi. Un socio ha aperto un negozio, il Peter Pan e accompagna i suoi giovani clienti nei primi rudimenti dei giochi. L'et in cui si comincia a giocare quella dei 14-15 anni. Il gioco prevede l'utilizzo di regolamenti e storie corpose che necessitano di una certa maturit per essere digerite. Rispetto alla creativit, laggregazione importantissima, si definisce una percentuale, l'80%. Una volta insieme il gioco importante ma ancora pi importante il trovarsi insieme, organizzare momenti comuni, mangiare, bere, chiacchierare. Ogni tanto vengono organizzati pranzi, spaghettate. Nei tornei nazionali, poi, si conoscono persone di tutta Italia e capita che con qualcuno nasca un'amicizia pi stretta. L'aggregazione quindi non solo limitata al territorio faentino ma assume una dimensione pi ampia. Parlando di aggregazione i ragazzi sottolineano la necessit di essere in tanti a fare le cose: l'organizzazione di eventi richiede uno sforzo congiunto, una persona da sola non in grado di sostenere tutto il lavoro. Possiamo fare determinate cose solo trovando la forza nel gruppo, Quando eravamo

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separati, ciascuno a giocare a casa propria o degli amici, tutti pensavamo di fare delle cose insieme ma c' bisogno di un gruppo per realizzarle. L'acceso al Dopolavoro riservato ai soci del circolo. In pratica, se qualcuno desidera osservare le attivit in un primo momento l'accesso libero. Se per la sua presenza diventa regolare gli viene chiesto di tesserarsi. Per quanto riguarda invece la tessere MGM, sarebbe necessaria per partecipare alle attivit del gruppo, ma la regola la stessa, inizialmente non richiesta l'iscrizione al gruppo, ma se la persona gioca regolarmente con gli altri allora invitata a tesserarsi. La quota di 5 Euro. La spesa maggiore invece quella sostenuta per acquistare il materiale da gioco, un investimento di circa 1.000 Euro a persona. Il gruppo formato da una ventina di persone, quando si trovano in compagnia arrivano ad una cinquantina. L'et varia dai 15 ai 43 anni, la media sui 25/27 anni. MGM non un'associazione: un gruppo che si dato un regolamento interno, con delle cariche ma non mai arrivato a redigere uno statuto ufficializzato. Moltissimi ragazzi giocano ai giochi di ruolo, ma i giochi vengono portati avanti in sede domestica, in genere pochi scelgono di socializzare la propri attivit e si gioca per anni con gli stessi compagni. Questo dai ragazzi del MGM visto un po' come un problema, loro al contrario desidererebbero che questo gioco divenisse pi una modalit di incontro e di scambio.

3.2

I focus group tematici

Nellultima fase dellindagine abbiamo cercato di creare occasioni di approfondimento sulle realt emerse come particolarmente significative puntando sul coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze incontrati nelle fasi precedenti con la convinzione che potessero offrire un contributo pi partecipato rispetto alla pratica creativa in cui sono direttamente coinvolti. Si cercato di organizzare degli incontri tematici, ovvero specifici per linguaggi creativi, con lobiettivo di affrontare con i ragazzi in maniera sistematica i principali risultati emersi dalle rilevazioni sul campo. I tre temi dei focus individuati sono stati:

teatro, arti visive e immagine, pratiche creative underground (graffiti, break dance, skate, fumetti).

Abbiamo quindi organizzato degli incontri contattando le persone che avevamo incontrato e che si erano dimostrate particolarmente interessate e sensibili a questo argomento. Purtroppo fin dallinizio di questa fase di lavoro, le difficolt sono state numerose e possono essere cos sintetizzate: difficolt organizzative: le persone contattate sono tutte estremamente impegnate e con esigenze diverse ed praticamente impossibile individuare momenti in cui si conciliano le diverse disponibilit di tempo; difficolt ad individuare le realt da coinvolgere: in alcuni ambiti, come ad esempio il teatro, i livelli in cui si svolgono le attivit sono cos diversi che il fatto di essere coinvolti nelle stessa pratica creativa non costituisce pi un tema comune di discussione. In questo caso specifico non stato possibile organizzare il focus.

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Se la fase organizzativa stata complicata, i momenti di realizzazione vera e propria sono stati invece sconfortanti, nel senso che gli incontri sono stati disertati le persone che avevano garantito la loro partecipazione per i motivi pi disparati non si sono presentate. Gli incontri proposti ai ragazzi non hanno quindi riscontrato partecipazione, confermando alcune osservazioni emerse durante unintervista, che sottolineano una forte concentrazione sulle proprie specifiche attivit piuttosto che un atteggiamento di confronto e scambio con realt simili. Sia allincontro sulle pratiche creative underground, sia a quello sulle arti visive e limmagine, si presentata una sola delle persone contattate e si colta allora loccasione per realizzare delle interviste. Breaking (o break dance) e writings a partire degli anni Novanta che anche la break dance ha cominciato ad essere una pratica diffusa fra i ragazzi, soprattutto maschi, nel territorio provinciale. La break dance (molto pi spesso definita come breaking) un ballo acrobatico strettamente connesso alla cultura hip hop. Il termine che designa questo tipo di cultura da intendersi come comprensivo di un sistema di valori assai flessibile capace di contenere, nel suo sviluppo, prassi e competenze molto diverse tra loro. Sorto come espressione della cultura di strada, l'hip-hop si sviluppa principalmente attraverso tre diversi momenti artistici: la musica rap, la break dance e la Aerosol Art (graffitismo). In particolare, le origini della break dance (ovvero, quando iniziato e il luogo esatto da cui proviene) sono abbastanza incerte in quanto ha avuto tantissime influenze nel corso della sua storia. In generale, per convenzione, la sua nascita viene stabilita intorno alla fine degli anni '60 - prima met degli anni '70, a New York. L'origine del termine breaking , invece, abbastanza chiara. La diffusione del dj-ing aveva portato alla creazione di una particolare tecnica detta cutting. Questa consisteva nell'utilizzare due dischi uguali che contenessero un break di sole percussioni e, passando da un disco all'altro, dare l'impressione che questo break si prolungasse. Quello era il momento in cui i breakers o b-boy iniziavano le danze. Originariamente vicina al rap per contenuti e ispirazione, la break dance nata quindi come danza metropolitana eseguita per le strade da neri e portoricani. Accompagnata dalla break music, la break dance una danza da marciapiede di carattere acrobatico che richiede movenze sincopate e articolazioni snodate. Ulteriore manifestazione del fenomeno hip-hop la Aerosol Art, espressione artistica trasgressiva realizzata da gruppi giovanili metropolitani. L'intervento sui muri della citt e sui treni della metropolitana con scritte e decorazioni eseguite con bombolette spray si pone come espressione diretta di una creativit che si sottrae alle mediazioni imposte dalle forme artistiche tradizionali. La lamiera delle carrozze e il cemento degli edifici sostituiscono le tele, nel segno della costante ricerca di visibilit che sinonimo di rivendicazione della propria

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identit culturale. Lautore di graffiti (writer) traccia la propria firma (tag) in maniera ripetuta nel segno di una delimitazione territoriale, ma diventa anche creatore artistico, ideatore di modelli figurativi complessi. In Italia e nella provincia italiana la cultura hip hop approda in Italia ovviamente con qualche anno di ritardo ma in lenta e costante espansione. In particolare, sul territorio provinciale partire dal 1993 che alcune persone, mosse da una passione personale nei confronti della cultura hip hop in generale e pi in particolare verso la break dance, cominciano a conoscersi, entrare in relazione e a costituire un gruppo pi strutturato, una vera e propria rete. Dallunione di ballerini provenienti da esperienze e realt diverse con la volont comune di diffondere lessenza della hip hop culture, nasce nel 1998 uno dei gruppi, Break the funk, che costituisce in questo ambito non solo il punto di riferimento per il territorio ma anche una esperienza di eccellenza nel panorama dei contest nazionali e delle battles mondiali. evidente che per la cultura in cui si inseriscono sia la break dance sia il writing il luogo deputato alla pratica la strada e solo recentemente sono stati portati allinterno di spazi frequentati da giovani. In particolare, per quanto riguarda la break dance un ballo fortemente individuale il cui motore fondamentale costituito dal confronto, dal mettersi in crisi ed in discussione. in qualche modo estranea alla logica della lezione e del corso tradizionale, anche se recentemente se ne sono diffusi parecchi, e pi vicina forse alla modalit dellallenarsi insieme. Non ci sono quindi degli spazi di riferimento identificati con precisione, una danza, se cos la vogliamo definire, nomade che non ha bisogno di un luogo particolare per essere agita ma che necessita piuttosto di un atteggiamento interiore. Per quanto riguarda i graffiti abbiamo, come emerge anche dal depliant, individuato alcuni spazi che realizzano laboratori o ospitano esposizioni. importante sottolineare che queste opportunit risultano particolarmente gradite ai giovani writers, che possono dedicarsi alla realizzazione di un progetto con tutta tranquillit, con pareti disponibili e con materiali pagati, ma queste non costituiscono una alternativa alla pratica esterna. Nellambito di un concorso, di una committenza specifica o allinterno di un centro si sperimenta il bello di farlo con comodit ma non esclude il farlo fuori, proprio perch questa la molla, lin-put creativo di questa pratica. Arti visive e immagini Nel territorio provinciale c un area, quella di Fusignano e di Alfonsine, in cui sono state sviluppate in modo particolare le arti audiovisive. La specializzazione nasce dallapprofondimento di questa tecnica da parte di un gruppo di ragazzi che ha saputo poi trasformare una passione in unattivit imprenditoriale. La proposta sempre pi frequente di laboratori per i ragazzi, la promozione di eventi pubblici, ha stimolato anche nei pi giovani la passione per la telecamera e, dalle scuole medie ai centri estivi, diventata tradizione produrre video da proporre poi al concorso estivo organizzato dal Comune.

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I tecnici sottolineano come sarebbe importante proporre questa possibilit anche ad altre realt. Uno di loro suggerisce di coinvolgere le Scuole Medie con la produzione di video, laltro aggiunge che sarebbe utile incontrare i ragazzi delle superiori per iniziare ad utilizzare le attrezzature per il montaggio. Sul territorio ravennate le strutture dedicate a queste arti sono numericamente molto poche, e lunica possibilit di lavorare al montaggio dei prodotti, lunico luogo in cui sono presenti le attrezzature, la Biblioteca di Alfonsine. Fino a qualche anno fa le attrezzature erano dentro al Centro Gulliver, ad ora invece sono state trasferite. Il supporto tecnologico per la produzione dei video molto complicato e per lutilizzo necessario che gli utenti siano guidati da un esperto. La tecnologia va appresa, le informazioni vanno diffuse, solo cos sar possibile per pi persone accedervi. Per questo gli operatori del settore che abbiamo contattato considerano fondamentale unattenzione allalfabetizzazione tecnologica rivolta ai pi giovani. Chiaramente un Comune che volesse investire in questo ambito dovrebbe continuamente aggiornare le attrezzature, dal momento che il progresso tecnologico velocissimo. Questa unarte costosa ma estremamente attuale. Parlando delle attivit promosse per i giovani, gli operatori rilevano la tendenza delle strutture pubbliche a chiamare tecnici esterni per progetti specifici, piuttosto che svilupparli in autonomia al loro interno. Questo significa che le strutture non investono in tecnologia propria e non acquisiscono un know how.

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4.

Le mappe delle relazioni

Il lavoro realizzato nelle fasi precedenti stato fondamentale per fornire indicazioni e ipotesi per lindividuazione di mappe delle relazioni che consentano e facilitino sia un migliore orientamento della comunicazione fra i soggetti coinvolti nellindagine, sia un migliore coordinamento. Poich il lavoro di ricerca consente di avvicinare luniverso giovanile e di avviare percorsi volti al coinvolgimento e alla partecipazione dei ragazzi, si ritenuto fondamentale individuare alcuni momenti specificatamente rivolti ai referenti istituzionali del territorio. A questo scopo sono stati realizzati due incontri a cui sono stati invitati a partecipare tutti i referenti istituzionali dei comuni del territorio provinciale, organizzati non solo come momenti in cui fornire informazioni ma anche come veri e propri momenti di lavoro. La metodologia proposta per la conduzione e lo svolgimento di tali incontri fa riferimento alla tecnica del focus group (f.g.). Il focus group una tecnica di rilevazione per la ricerca sociale, basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno o pi moderatori, focalizzato su un argomento che si vuole indagare in profondit. In particolare, lattenzione stata volta allinterazione tra i membri del gruppo, che costituisce lelemento peculiare di questa tecnica di rilevazione, e allesposizione dei loro contributi sul tema dindagine. La partecipazione ai due incontri cos strutturati dei soggetti individuati per loccasione stata particolarmente alta e caratterizzata dallinteresse comune dei partecipanti per la soddisfazione di collaborare e di dare un proprio contributo ad una ricerca sociale che li vede coinvolti per il ruolo ricoperto inerente il tema dindagine. Allinterno del f.g. stato utilizzato il brainstorming, una delle numerose tecniche di gruppo sviluppate per facilitare la creativit e la produzione di nuove idee, orientandolo tuttavia al confronto interpersonale su temi proposti dal mediatore che sollecitava gli interventi. 4.1 Primo focus group Relazioni, Comunicazione, Territorio Allavvio della ricerca stato convocato un gruppo di persone che potessero apportare preziosi contributi alla ricerca per il proprio ruolo ricoperto nellambito delle politiche giovanili del comune di appartenenza. Lo svolgimento del f.g. avvenuto in due step: una prima fase informativa, in cui i soggetti coinvolti sono venuti a conoscenza del progetto di ricerca che si stava avviando, condividendone le finalit, gli obiettivi e le azioni previste; una seconda fase operativa, che ha coinvolto ogni partecipante ad attivarsi rispetto a: fornire informazioni sulla presenza di luoghi di aggregazione giovanile nel proprio territorio, contribuendo in modo essenziale allavvio della fase della mappatura dei luoghi dedicati alla creativit giovanile nei territori della provincia di Ravenna;

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cogliere le diverse prospettive rispetto ad una serie di parole-stimolo inerenti il tema delle relazioni proposte dal mediatore del f.g., con lobiettivo di far emergere i punti focali della mappa delle relazioni. Le tematiche su cui si il gruppo andato a confrontarsi, vertono su tre parole-stimolo: relazioni comunicazione territorio

Le riflessioni su ogni parola indicata sono state raccolte dapprima individualmente tramite lausilio di post-it e poi riportate al gruppo con le relative spiegazioni da parte di ogni soggetto. Lobiettivo di questo sistema di lavoro, che consiste principalmente nel riflettere ed esprimersi in autonomia, senza farsi influenzare dalle riflessioni altrui, consente di dare spazio ad una propria interpretazione di una tematica che coinvolge ognuno dei partecipanti in prima persona, e di condividerne pensieri, esperienze e strategie di miglioramento. Le Relazioni Il tema delle relazioni stato preso in considerazione dai partecipanti partendo da diversi punti di vista: le dinamiche relazionali che scaturiscono tra i ragazzi allinterno dei centri giovanili; i rapporti tra operatori, istituzioni e i giovani, tra generi creativi, tra i giovani e chi progetta per loro. Ci che entra in gioco negli aspetti relazionali delle politiche giovanili, sono sicuramente i fattori amicali e delle conoscenze, che consentono a un giovane di avvicinarsi o meno ai centri di aggregazione giovanile. A ci contribuisce tuttavia anche il fattore metodologico, ossia le modalit operative proposte ai giovani per far emergere la propria identit. Il tema della relazione diventa particolarmente sentito quando si pone lattenzione allingresso nel panorama delle politiche giovanili di nuove tipologie di utenti: stranieri immigrati, di prima o seconda generazione, portatori di culture, linguaggi, comportamenti, approcci ed esigenze diverse da quelle a cui il territorio era abituato ad affrontare. Il rapporto giovane-adulto resta comunque difficile e rende inevitabile il conflitto generazionale, che si scontra sul piano dei nuovi bisogni, dei nuovi linguaggi e generi creativi. Comprendere il nuovo che emerge sembra allora essere una delle via di uscita di questa empasse, che ostacola il rapporto tra giovani e gli addetti ai lavori.

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Attenzione alle nuove contaminazioni di generi creativi

Fiducia Obiettivi diversi ma


anche comuni

Accoglienza Fare e sapere sono

elementi indispensabili per la relazione

Associazioni di volontariato, culturali, sportive, ecc.

Amicizia Problematiche

Gruppi informali di adolescenti

Le Relazioni
Problema immigrazione: relazione con giovani immigrati, cosa proporre? Rappresentanze: dei genitori della scuola dellassociazionismo

Conoscenza Gruppi significativi del territorio Fiducia per difficolt tempistiche

Dal conflitto allo scambio reciproco

Gruppi istituzionali di adolescenti

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Amicizia Le relazioni allinterno dei centri sono impostate sullamicizia: il primo punto di riferimento grazie al quale i ragazzi si avvicinano ai centri, ma proprio sulla base dellamicizia sorgono le problematiche; alcuni vengono allontanati dal gruppo frequentatore perch non appartenenti alla propria cerchia amicale. Accoglienza importante favorire gli aspetti relativi ad un ambiente accogliente, al cui interno le dinamiche di gruppo sono fondamentali: per entrare nei luoghi giovanili spesso necessario un passepartout, che pu essere un amico, ma anche leducatore stesso, oppure la conoscenza delle attivit che vengono svolte; in questo caso il laboratorio viene considerato come esperienza di relazione importante, poich in questo contesto ci si conosce e si fa esperienza. La metodologia utilizzata quindi consente ai ragazzi di far emergere la propria identit. Nuovi utenti, nuovi bisogni La presenza di una percentuale considerevole di adolescenti immigrati spinge a riflettere sul fatto che le azioni messe in campo per i ragazzi italiani non sempre funzionano anche per i giovani stranieri. Forse la presenza o meno sul territorio di una scuola islamica molto forte a volte pu osteggiare i tentativi di aggancio con i ragazzi. Si avverte dunque la difficolt e allo stesso tempo la necessit di superare questa empasse che blocca gli addetti ai lavori in questa direzione. Il tema della relazione diventa dunque importante per coinvolgere queste nuove fasce di popolazione giovanile: come impostare la relazione e come gestire la comunicazione? Bisogni, linguaggi e modi di agire Problematiche dovute alle differenze di et fra i giovani e i rappresentanti delle amministrazioni locali; c soprattutto una diversit nei linguaggi che poi porta a una difficolt ad esprimere da una parte e a capire dallaltra ci che sono i bisogni di queste categorie. Il modo di agire di unamministrazione viene poco compreso da chi, agendo a livello giovanile, pu vedere dentro alcuni meccanismi una volont non collaborativa proprio a causa della diversit comunicativa, generazionale e comportamentale. Dal conflitto allo scambio reciproco Il rapporto giovane-adulto difficile e rende inevitabile il conflitto generazionale: vi sono molti spazi che conoscono situazioni conflittuali, ma anche realt territoriali in cui si avverte uno scambio aperto e allargato con i giovani. I tempi dei giovani Evidente il gap, difficile da colmare, tra i tempi dei giovani e i tempi delle istituzioni: la relazione tra le due parti spesso si rompe perch i ragazzi vogliono le cose subito, mentre le istituzioni hanno tempi di risposta pi lunghi. Per coinvolgere i giovani bisogna conoscerli: quanto maggiore la conoscenza e la fiducia, pi si riescono a mantenere buone relazioni che rischiano altrimenti di interrompersi. Contaminazioni dei generi creativi La tematica dei generi creativi elemento interessante da studiare per cercare di capire il nuovo che emerge e come sta variando il mondo della creativit.

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Fiducia, obiettivi diversi e comuni Presupposto della relazione la fiducia: grazie ad essa che nei progetti, nelle attivit, nelle discussioni i diversi obiettivi possono trovare punti di comunione. Questa della fiducia una caratteristica che dovrebbe essere presente nel proprio modo di lavorare, ma anche nel rapporto con i ragazzi. Le tipologie di gruppo Quando si vogliono realizzare una serie di iniziative che coinvolgono i giovani, necessario pensare alle relazioni che scaturiscono dallinterazione fra tutti i soggetti presenti in un territorio: gruppi informali e gruppi istituzionali di adolescenti; associazioni culturali, sportive e di volontariato; rappresentanti dei genitori, della scuola e dellassociazionismo, gruppi significativi del territorio.

La comunicazione La comunicazione emerge come tecnica ineluttabile di interazione fra i giovani e i diversi agenti con cui entrano in contatto: gli operatori dei centri, lamministrazione pubblica, il territorio, gli adulti, i genitori, gli anziani. Una delle esigenze maggiori delle amministrazioni proprio quella di trovare dei modi e canali di comunicazione che evitino di far apparire listituzione come un ostacolo piuttosto che unopportunit. In particolare, proprio in termini comunicativi che si avverte in modo preponderante il gap generazionale, che sembra ostacolare il dialogo tra le due parti giovane-adulto, e che spesso decide della natura dei rapporti che vanno poi ad instaurarsi tra di loro. Si riconosce ormai che le parti entrano pi spesso in contrasto sul nodo delle richieste/esigenze risposte/esigenze: le regole e i limiti con cui il territorio (sia esso di volta in volta rappresentato dai centri, dalle amministrazioni, dalle famiglie, dagli adulti, dagli anziani) risponde alle richieste dei giovani, non collimano con i bisogni espressi o nascosti dei giovani. Ad accentuare il contrasto spesso interviene il fattore tempo: la dicotomia tra tempi dinosaurici e tempi da scheggia citata pi volte dai partecipanti al f.g., identificano palesemente le diverse esigenze in termini di tempo delle due parti in gioco. Nel circolo vizioso che tali elementi rischiano di creare nelle modalit di approccio alle tematiche giovanili, si inserisce unesigenza emergente e sempre pi pressante da parte degli operatori che interagiscono con i giovani: la ricerca di un contatto comunicativo con i genitori, che, giocando un ruolo determinante nella componente decisionale dei giovani adolescenti, dovrebbero avvicinarsi al mondo giovanile, viverlo e parteciparvi.

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I tempi della comunicazione: linguaggi, identit, azioni Spesso dallesterno si manifesta un approccio morboso e negativo nei confronti dei diversi linguaggi culturali utilizzati dai ragazzi per comunicare: linguaggi che i giovani invece conoscono bene e su cui sono estremamente preparati. Uno sforzo da fare proprio quello di comprenderli e valorizzarli. Un altro momento chiave della comunicazione rappresentato dal rapporto operatore-giovani: capire da parte delloperatore che non si pu comunicare con tutti allo stesso modo ma bisogna anche comprendere le dinamiche che sono in atto e considerare le posizioni personali dei ragazzi con cui si entra in relazione. Infine, un aspetto determinante legato ai tempi di attesa e di comunicazione. Questo anche riferito alle diversit dei tempi dellamministrazione che sono dinosaurici in confronto ai tempi dei ragazzi che invece sono come schegge, sia dal punto di vista operativo, sia organizzativo. Anello di congiunzione La comunicazione consiste nello studiare una serie di accorgimenti e pratiche che si possono imparare ad attuare per capire quanto importante il territorio nelle relazioni: ossia comprendere quali risorse nel territorio possono essere utilizzate dai centri giovanili. In questo rapporto la comunicazione si inserisce quale passaggio intermedio tra questi due punti. Ascoltare Adattamento e libert Nel rapporto con i ragazzi difficile cambiare la propria opinione: spesso si tende a far dire ai ragazzi quello che gli adulto vogliono sentire, invece bisognerebbe lasciar spazio alla creativit dei giovani per far nascere e crescere le loro idee. Giovani e genitori forte linfluenza dei genitori e soprattutto la loro diffidenza verso i luoghi di ritrovo giovanile, in quanto non conoscendo la realt dei centri giovani e non potendovi partecipare in prima persona, vengono visti male. A volte vengono considerati come una valvola di sfogo e, in tali casi, sono gli stessi genitori a rivolgersi al centro per supportare il figlio nelle sue difficolt scolastiche ma non solo. La comunicazione relativa ai luoghi di ritrovo e alle attivit che vi si svolgono, deve essere rivolta anche ai genitori, soprattutto per la fascia di et dai 12 ai 15 anni, in cui giocano ancora un ruolo determinante nellaspetto decisionale. Pertanto dovrebbe essere ulteriormente approfondito laspetto comunicativo con i genitori, educarli ad avvicinarsi al mondo dei giovane, a viverlo e a parteciparvi. Punto dolente: come fare a far s che il genitore parli con loperatore, e allo stesso tempo che ci venga accettato dai ragazzi, e viceversa? La difficolt pi grossa consiste nellavvicinare gli adulti ai ragazzi, manca lanello di congiunzione, per cui bisognerebbe indagare la relazione fra giovani e adulti, ma anche fra giovani e anziani. Un tempo esisteva uno scambio tra giovane e anziano che passava attraverso il racconto esperienziale, adesso si ha la sensazione che non ci sia pi la propensione ad accettare i giovani da parte degli stessi anziani.

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Il metodo migliore per attuare quanto alle relazioni e al territorio

Ascoltare Capire i vari linguaggi Le dinamiche di gruppo Rispetto dei tempi o del tempo comunicativo

Capirsi: I bisogni Il linguaggio I modi di agire

La Comunicazione
Libert Capacit di adattarsi

Ingerenze familiari

Istituzione come imposizione

Comunicazione non istituzionale

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Comunicazione non istituzionale importante individuare diversi canali di comunicazione che agevolino il rapporto tra lamministrazione comunale e i soggetti non ufficiali, poich lintervento dellamministrazione nei confronti di iniziative che possono essere messe in campo da giovani tende spesso ad essere visto dagli stessi ragazzi come una imposizione. Lamministrazione comunale non ha molto appeal nei confronti del mondo giovanile: per evitare di apparire dinosauri rispetto a questo mondo che cos veloce e mutevole, bisognerebbe trovare dei modi e canali di comunicazione che evitino di far apparire listituzione come un ostacolo piuttosto che unopportunit. Quando si viene contattati da un gruppo di ragazzini che vogliono fare un concerto di piazza, e gli si ricorda dei permessi e delle attrezzature necessarie, si viene avvertiti come quello che mette degli ostacoli.

Il territorio Lesigenza che emerge dalle riflessioni sul territorio quella di leggere il territorio sotto ununica veste: ossia come unentit composita di elementi variegati (giovani, istituzioni private e pubbliche, associazioni, famiglie, oratori, centri di aggregazione, ecc.) che vanno a costituire una rete di opportunit per i giovani. Per perseguire tale scopo, occorre che le diverse componenti vengano coordinate secondo una regola di reciprocit: i giovani hanno un loro modo di vedere il territorio, paese e centro, che diverso da quello delle istituzioni, che diverso ancora da quello inteso dalle famiglie e dalle associazioni. Ci che risulta difficile condividere le diverse visioni e coordinare i diversi attori per creare un unico territorio omogeneo. Ci nonostante, linsieme dei suoi componenti, pur appartenenti a categorie diverse, e con visioni diverse sul concetto di territorio, in realt risultano uniti dalla comune difficolt di riuscire a trovare canali di comunicazione con giovani: ecco allora che il territorio viene inteso anche come elemento primario della comunicazione. A ci si collegano i concetti di partecipazione giovanile e partecipazione istituzionale cos emergenti: i processi e i percorsi decisionali devono essere attuati dai ragazzi stessi, oggetti e soggetti al contempo di tali processi e percorsi; necessario coinvolgere maggiormente le istituzioni scolastiche nelle politiche giovanili, fermo restando il coordinamento da parte dellente locale; le scuole infatti rappresentano un canale fondamentale per raggiungere i genitori, e avvicinare i ragazzi ai centri di aggregazione. tra i compiti dellamministrazione vi dovrebbe essere quello di favorire la comunicazione nel territorio e di creare consenso diffuso sulle iniziative realizzate dai ragazzi, auspicando il sostegno di tutti i soggetti presenti nel territorio. Consenso, visibilit, partecipazione sembrano essere le parole che pi si associano alla tematica territorio.

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Aprirsi al territorio: il territorio ha responsabilit per la riuscita di un progetto giovanile. Un centro giovani parte del territorio Spazi non imposti

Territorio istituzionale Territorio socio-culturale Territorio dei giovani

Partecipazione istituzionale Serve maggiore comunicazione sul territorio

Il Territorio

Difficile coordinamento Grande apertura ma a volte ci sono paletti

Visione dinsieme Ottimizzazione delle


risorse

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Aprirsi al territorio - Visione dinsieme e risorse Spesso le amministrazioni richiedono che le attivit svolte siano ben visibili nel territorio, in modo che tutti possano sostenerle piuttosto che criticarle. Questo un passo che i ragazzi potrebbero fare ma forse troppo chiedergli di occuparsi anche degli altri considerando che gi difficoltoso per loro occuparsi delle proprie cose. anche vero che il territorio ha una grossa responsabilit quando c un progetto in atto per i giovani: compito dellamministrazione comunale non solo quello sicuramente di evitare delle situazioni negative, ma anche di favorire la comunicazione dei progetto che si vogliono attuare. Quando lamministrazione comunale riesce a far comprendere alle istituzioni locali che un progetto viene realizzato con il sostegno di tutti i soggetti presenti sul territorio, allora pi facile che il risultato sia positivo. Per tale motivo bisognerebbe adoperarsi per collegare i luoghi aggregativi informali e formali (comunali, oratori, scuole - strumento indispensabile per arrivare ai genitori), e mettere in atto degli strumenti perch queste realt si confrontino. Spazi non imposti Ci che si crea sulla carta a volte rischia di cadere nel vuoto: bisogni alla base dei progetti devono essere rilevati, accertati e affrontati, altrimenti si rischia di costruire realt che non verranno mai utilizzate. Comunicazione territoriale Leggere il territorio come una rete di opportunit, ma anche come un insieme di enti, istituzioni private e pubbliche, unite dalla comune difficolt di riuscire a trovare canali di comunicazione con giovani. Il territorio deve essere lelemento primario della comunicazione. I tempi del coordinamento Sul territorio si vedono molte iniziative e un gran fermento culturale, che spesso rimangono isolate le une dalle altre, con levidente rischio di veder diminuire le potenzialit e le occasioni di crescita. Daltra parte, lagire autonomamente ha il pregio di mettere in atto azioni semplici e rapide che riescono ad ottenere dei riscontri immediati, aspetti questi che non sarebbe possibile riscontrare nei casi in cui si voglia mettere in rete e coordinare diversi soggetti, istituzionali e non, che comporterebbe tempi inevitabilmente pi lunghi. Ambiti territoriali Il territorio va visto come una entit composta da diversi elementi che vanno coordinati secondo la regola della reciprocit: i giovani hanno un loro modo di vedere il territorio, il paese e il centro, diverso da quello delle istituzioni, delle famiglie e delle associazioni. Occorre tentare di coordinare queste diverse componenti per creare dei punti di comuni su cui confrontarsi. Partecipazione istituzionale determinante per gli enti locali cercare di coordinare i tipi di attivit organizzate dai centri di aggregazione e di collegarsi sempre pi alla scuola, cosa che attualmente viene trascurata. Oltre ad incentivare listituzione dei consigli comunali dei ragazzi, occorre cercare di sensibilizzare i genitori tramite la scuola per coinvolgerli e renderli maggiormente consapevoli del ruolo dei centri di

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aggregazione. Sarebbe dunque importante coinvolgere le istituzioni scolastiche nelle politiche giovanili, fermo restando il coordinamento da parte dellente locale. Aperture e chiusure Quando si organizzano iniziative giovanili spesso accade che chi le decide non appartenga di fatto alle fasce di et giovanili, con il rischio che le attivit destinate ai giovani vengano decise e programmate da adulti. Occorre invece grande apertura ma partendo dai ragazzi. in questo che si esplica il concetto di partecipazione giovanile, in cui appare evidente che i processi e i percorsi decisionali debbano essere attuati dai ragazzi. Dimensioni territoriali, conflitti e nuovi bisogni Parlando di territorio, emergono in modo evidente le differenze. Nei comuni piccoli il territorio viene visto spesso come limite: il momento di crescita rappresentato dalluscita dal territorio, per ladolescente avere il motorino e potersi spostare da una citt allaltra un momento di crescita. Bisogna essere consapevoli che, pur proponendo attivit rivolte ai giovani nel proprio comune, i ragazzi potrebbero ricercare altre opportunit nei territori vicini. La non accettazione di quello che viene proposto ai giovani da scuola, famiglia o amministrazione, rappresenta un momento importante del processo fisiologico di crescita, significa diventare grandi. Spesso gli interventi dei comuni vengono erroneamente realizzati allo scopo di risolvere un problema, e non considerati invece come unopportunit in pi da dare ai ragazzi. Ad esempi, listituzione di un centro aggregativo comunale non dovrebbe essere pensato per sostituire altre realt esistenti e ormai consolidate, ma si dovrebbe porre come unopportunit in pi: su questo aspetto che bisogna battere il chiodo. Unesperienza pu anche fallire ma unaltra potrebbe funzionare: questo difficile farlo accettare ai responsabili dei settori giovanili. Ci deve essere un continuo adattamento dellofferta ai giovani, poich unet talmente corta, che di anno in anno si ribaltano le richieste: quello che andava bene lanno prima non adeguato alloggi e sar ormai vecchio lanno dopo. Ecco allora che chi organizza le azioni e gli eventi giovanili deve essere capace di ascoltare i nuovi bisogni ma soprattutto realizzarli in tempi brevi: i centri e le attivit per i giovani dovrebbero essere camaleontici, cambiare vestito ogni anno.

In conclusione Dal focus group emerge la consapevolezza che la mappa delle relazioni nelle tematiche giovanili sia complessa e coinvolga diversi attori e diversi approcci, tanto che il mondo giovanile viene considerato uno dei pi complicati da affrontare, e per tale motivo dovrebbe costituire una competenza trasversale a tutti gli altri settori. Il fattore tempo e il fattore comunicazione ritornano in tutte e tre le tematiche proposte come stimolo e, non a caso si tratta proprio di quei fattori a cui in definitiva i partecipanti al f.g. riconducono i bisogni emergenti dei giovani adolescenti contemporanei. Tra questi infatti, il tempo una variabile determinante in tutti gli aspetti di un mondo giovanile cos veloce e mutevole: si cresce in fretta a questa et, di anno in anno cambiano le richieste, ci che va bene un anno non detto che, con le stesse modalit, funzioni lanno seguente. Ecco allora che chi organizza con i giovani le azioni e gli eventi a loro dedicati, deve

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essere capace di ascoltare i nuovi bisogni ma soprattutto soddisfarli in modo semplice, rapido e in tempi stretti, poich i giovani necessitano di riscontri immediati: cos come loro, anche i progetti per i giovani devono essere camaleontici e cambiare vestito ogni anno. Allo stesso modo, la comunicazione diventa il canale per entrare in relazione con gli altri ma soprattutto per affermare la propria identit. I mezzi con cui i giovani comunicano sono tanti, ma bisognerebbe lasciar spazio alla loro creativit per far nascere e crescere le loro idee, emozioni, opportunit. Uno sforzo da fare proprio quello non solo di comprendere ma di valorizzare i diversi stili e linguaggi comunicativi utilizzati dai ragazzi per raccontarsi, modalit comunicative che i ragazzi conoscono molto bene e su cui sono estremamente preparati. Fiducia, accoglienza dei bisogni, rispetto dei tempi e dei nuovi linguaggi, obiettivi comuni, scambio di risorse ed esperienze, coinvolgimento di tutti gli attori, i giovani in primis: questi sono alcuni dei punti focali che in definitiva possono costituire una ipotetica mappa delle relazioni. Pi in generale, ci che contribuisce a crearla sono le modalit con cui si individuano: gli attori coinvolti, le azioni messe in atto, la metodologia utilizzata, i luoghi di svolgimento, i tempi di realizzazione, le motivazioni che spingono a metterla in atto. Ci che non cambia, il fulcro della rete delle relazioni: i giovani, che in quanto tali sono al contempo i promotori, gli attori e i destinatari delle politiche loro rivolte e dalle cui esigenze non si pu prescindere.

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CHI Gli attori del territorio Giovani famiglie, adulti, anziani, centri giovanili, amministrazioni pubbliche, scuole, associazioni, parrocchie, privato sociale

COSA Le azioni centri progetti eventi iniziative

COME La metodologia e gli strumenti Operativa, organizzativa, comunicativa, relazionale Processi e percorsi decisionali

Giovani

DOVE I luoghi formali e informali accoglienza, ambientazione, collocazione geografica

QUANDO i tempi dei giovani

PERCH La rilevazione del bisogno identit, creativit, aggregazione, visibilit, consenso, partecipazione, opportunit

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4.2

Secondo focus group Il mix di aggregazione e creativit

A conclusione della mappatura e della ricerca, stato convocato nuovamente il gruppo di lavoro inizialmente costituito da rappresentanti e operatori delle amministrazioni comunali del territorio provinciale competenti per il settore delle politiche giovanili. Lincontro si concentrato sulla condivisione delle informazioni raccolte durante la ricerca sugli spazi giovanili e sul contributo che ogni partecipante ha portato in riferimento ad alcuni aspetti chiave che erano stati posti come determinanti per individuare gli spazi dedicati alla creativit giovanile. Le parole chiave su cui si dibattuto in questa fase, sono state: spazio aggregazione creativit

Ragionando sugli spazi, si cercato di comprendere le strutture individuate rispetto alle caratteristiche di aggregazione e creativit, e come queste si condizionano tra loro. emerso che esistono realt simili ma non c una realt uguale allaltra, proprio perch le componenti di aggregazione e creativit si mescolano tutte le volte in maniera e in percentuali diverse. Da una parte questo positivo poich ogni spazio ha una sua identit specifica, che legata anche alle esigenze del territorio; dallaltra rende pi difficile individuare delle linee che possono essere adeguate o utilizzate per i diversi utenti. Lo scopo perseguito nel focus goup stato cercare di capire se ci sono effettivamente degli spazi simili, e quali sono gli elementi che influenzano il mix tra creativit e aggregazione: ossia cosa rende uno spazio centrato pi sullaggregazione oppure pi sullattivit creativa. Dal lavoro di ricerca emersa una lettura di questo mix, che in occasione del f.g. si cercato di condividere e verificare con il gruppo. A tal fine, stato richiesto inizialmente ad ogni partecipante di collocare fisicamente, usando lo strumento dei post-it, le strutture da essi conosciuti nel proprio territorio, su un grafico preimpostato sulle dimensioni di Aggregazione e di Creativit. In tal modo risultano immediatamente evidenti alcuni luoghi segnalati che vengono caratterizzati dal diverso mix delle due dimensioni indicate. Si poi passati a stimolare il confronto tra i presenti sulla base di alcune chiavi di lettura loro proposte per spiegare le dinamiche che intervengono nellidentificazione di un luogo giovanile orientato allaggregazione e alla creativit. Infine, stata ipotizzata una linea guida di lavoro comune finalizzata alla messa in rete delle conoscenze e degli obiettivi dei soggetti che operano a contatto con i giovani. Lo schema che segue stato ricostruito sulla base del lavoro svolto durante il focus group. Questo il motivo per cui sono presenti solo alcuni spazi, quelli di cui erano presenti i referenti.

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+
A G G R E G A Z I O N E

- Rioni - Impianti sportivi - Scuola arte mestieri e

- Tric Troc - Centro Alamo Giovani

- Kapolinea - Skatepark - Valtorto - Spartaco - Biblioteca arte e mestieri - Centro di Ricerca Espressiva Vecchio Macello

- Gai Almagi Scuola dArte Il Cerchio Seminterrato Biblioteca comunale Castel Bolognese

CREATIVIT

Alcune chiavi di lettura: la lettura dei bisogni, linterpretazione politica, la tipologia di gestione In base a quali criteri in un territorio c una tipologia di struttura e non unaltra? E ci che viene fatto in un territorio risponde a quello che sono i bisogni emergenti? Una delle chiavi di lettura che possono aiutare a rispondere a tali interrogativi la rilevazione del bisogno. Sotto questo aspetto, vi sono realt che si stanno trasformando per rispondere ai nuovi bisogni: si assiste dunque a situazioni in cui se il bisogno primario pi legato allaggregazione, allora la creativit diventa uno strumento per fare aggregazione; oppure se la richiesta pi forte sulla possibilit di fare creativit, allora laggregazione ne diventa semplicemente un risvolto conseguente. Da un altro punto di vista, accade che chi vuole praticare un certo tipo di attivit creativa, ad esempio musica, ha la possibilit di scegliere tra un discreto numero di spazi a disposizione per tale specifico scopo; mentre chi vuole dedicarsi ad altre attivit freatiche, come ad esempio video, riesce a trovare pochissimi luoghi in cui praticarle. Allo stesso modo accade che chi ha spazi a disposizione per incontrarsi e socializzare, non ha la possibilit di praticare attivit creative specifiche. Le richieste sono quindi tante e diverse: a volte si inseriscono a met strada tra aggregazione e creativit, a volte propendono pi per una parte e a volte pi per laltra. Per tale motivo sorge spontaneo chiedersi se messa in atto una lettura sistematica del bisogno da parte dei centri rispetto a quello che viene offerto; oppure se i centri e i luoghi operino in un dato modo, indipendentemente dalle richieste, perch trattasi di modelli o idee gi sperimentati con buoni esiti; oppure ancora se c la possibilit che si verifichino entrambe le condizioni.

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Unaltra domanda su cui riflettere mira a rilevare se la metodologia adottata nei centri, se volta pi allaggregazione o alla creativit, consente o meno ai ragazzi frequentatori del centro di ritagliarsi un ruolo che li spinga ad auto-promuoversi e a portare avanti un certo tipo di attivit piuttosto che unaltra. Uno dei dati emersi dalla ricerca evidenzia infatti che negli spazi in cui la gestione stata affidata ai ragazzi, o in autonomia o incentivandoli con la partecipazione attiva, si sono verificate risposte importanti dai ragazzi e unacquisizione di competenze che li ha portati ad intraprendere dei percorsi individuali e anche professionali: hanno sviluppato una forte autoimprenditorialit, hanno seguito le loro passioni e le hanno trasformate in professione. In alcuni centri questo fenomeno pi evidente che in altri. Su tutto questo ci si interroga per riuscire a comprendere se il mix delle dimensioni tra aggregazione e creativit si inserisce in una cornice con criteri ben definiti o se invece la scelta sulluna o laltra dimensione semplicemente casuale. In alcuni casi, si evidenzia che let media dei frequentatori dei centri giovanili influenza in qualche modo la modalit di gestione del centro stesso: pi aumenta let e pi si utilizzano varie forme di auto-gestione e auto-organizzazione. Un esempio dato dai centri creativi nati inizialmente come spazi liberi finalizzati allaggregazione e alla relazione, sono cresciuti e trasformati grazie al fattore umano, ossia una persona che ha dato una svolta, facendo s che tali centri diventassero un punto di riferimento di espressione creativa del proprio territorio, con il supporto degli enti locali: questo il caso del Centro Giovani Alamo di Cotignola, che si trova ora ad affrontare la questione del ricambio generazionale degli operatori e dei frequentatori (il target di utenti passato dai 18 anni ai 20 anni), che potrebbe risolversi a favore delladozione di una forma simile allauto-gestione. Uno dei punti di forza del centro la pratica continuata della rilevazione dei bisogni effettuata sia con i ragazzi che con i genitori. Anche la dimensione geografica del territorio a volte risulta decisiva per la destinazione duso degli spazi: nei territori piccoli in cui le strutture sono piccole o meno organizzate oppure semplicemente lasciate alla libera iniziativa di gruppi informali, capita spesso che le parrocchie si siano fatte cariche del bisogno emergente e si siano trasformate in spazi che si frequentano non solo per andare in parrocchia e non solo da chi vuole andare in parrocchia, ma anche per fare attivit creative che non trovano spazio in nessun altro luogo. Anche in tali realt il fattore umano (il parroco) risulta decisivo per le modalit e finalit duso di un luogo. Ma mentre questa tipologia di luoghi nasce principalmente per rispondere al bisogno primario di contenere i giovani adolescenti, nel caso dei centri di aggregazione giovanile puri la finalit anchessa a contenere, ma si utilizzano per tale scopo gli operatori e la creativit. Centri invece come Almagi e Valtorto, pur accogliendo fasce giovanili, appartengono ad un altro modo di vivere laggregazione giovanile, cos come il Centro Giovani di Massalombarda diverso da quello di Lugo. Unaltra variabile da tenere in considerazione quando si parla dei centri giovanili la metamorfosi che questi subiscono nel corso del tempo: ne un esempio il Centro Giovani di

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Lugo. Sviluppatosi come luogo deputato alla valorizzazione della creativit in particolare musicale, nel giro di pochi anni ha assistito ad un cambiamento dei ragazzi, e non solo in termini di et e di provenienza geografica, tale da spingere gli operatori ad impegnarsi attivamente nel controllo dei ragazzi, a variare la proposta di attivit; inevitabilmente la finalit del centro si sta spostando sempre pi sul piano del centro di aggregazione: ci implica difficolt di altro tipo, con esigenze di natura diversa e con utenti differenti, da fronteggiare con strumenti diversi. Anche lo Spartaco, cos come il Valtorto, avvertono una situazione che in via di cambiamento, derivante in particolare dalle richieste sempre pi frequenti da parte di associazioni legate allimmigrazione per usufruire di spazi per le loro attivit. Il dato significativo che emerge da tali esperienze che i centri giovani stanno affrontando in qualche modo le dinamiche messe in campo dallimmigrazione giovanile: gli eventi culturali possono costituire un aggancio molto forte per tali nuove fasce di utenti. Risulta evidente allora come la lettura dei bisogni colta nel divenire sia fondamentale per la sopravvivenza dei centri dedicati ai giovani e in particolare alla loro creativit, perch alla crescita di un determinato bisogno, occorre dare una risposta adeguata e tempestiva: non si pu pensare di predisporre spazi per svolgere particolari attivit creative quando i fattori determinanti di quel luogo diventano altri, e di tuttaltro genere. Secondo questi presupposti, la gestione dei centri diventa difficile e si rivela essere effettivamente una variabile che incide in maniera profonda nel perseguimento degli obiettivi inizialmente posti. Incide prima la gestione o la modalit di gestione una risposta ai bisogni rilevati? La modalit di gestione influenza ci che si va a fare allinterno dei centri, o le attivit che metto in atto sono una conseguenza? Cos per esempio, se in un dato luogo il bisogno legato allaggregazione, i ragazzi sono giovani adolescenti e la presenza di ragazzi stranieri forte, magari lauto-gestione potrebbe non essere la scelta giusta. Diversamente, se si vuole puntare sul coinvolgimento e la partecipazione dei ragazzi perch ritenuti strumenti che permettono di realizzare attivit specifiche, allora lauto-gestione potrebbe essere una forma adeguata a rispondere a tali esigenze. Anche in questi casi dunque le modalit di gestione dipendono dalle finalit e dalle esigenze che si vengono a creare in un dato momento in un dato luogo. In riferimento allauto-gestione, il forte coinvolgimento e responsabilizzazione dei ragazzi da un lato e la continua legittimazione da parte delle istituzioni locali si rivelano essere i punti di forza che caratterizzano tale modalit di gestione. Ne un esempio il Centro Giovani di Massalombarda che adotta come buona pratica forte il continuo coinvolgimento dei ragazzi, mettendoli nella condizione di sviluppare le loro capacit di partecipazione e autoimprenditorialit, che sono stati in grado di passare ai pi piccoli tramite il continuo passaggio di consegne dai pi grandi ai pi piccoli.

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Alle variabili riportate (lettura dei bisogni e gestione) se ne aggiunge unaltra: linterpretazione politica che viene data alla lettura dei bisogni, da cui discendono poi le risposte che vengono fornite attraverso il livello gestionale dei centri giovanili. Risulta pertanto che la modalit di gestione dello spazio dipende dalla linea politica? E se cos fosse, le amministrazioni sono in grado di avere questa sensibilit nel cogliere in divenire i cambiamenti? In alcuni territori i centri e i comitati di gestione si sono trasformati in associazioni allo scopo di poter ottenere il supporto comunale per la gestione di alcuni centri, che altrimenti sarebbero stati occupati oppure auto-gestiti. Il livello di investimento delle amministrazioni nelle politiche giovanili spesso decide infatti dello sviluppo dei centri. Si tratta dunque di adottare linee politiche orientate a valorizzare i luoghi che si ritengono pi necessari per rispondere ai bisogni giovanili emergenti; laddove infatti c una linea politica incisiva, si riscontrano risposte positive sul territorio: si sviluppano centri e punti giovanili vivi, che diventano punti di riferimento importanti per il territorio Le linee guida per la costruzione della mappa delle relazioni Dalla ricerca emerge che linformazione tra i centri, sia quelli che svolgono attivit simili sia quelli che sono molto diversi tra loro, carente e la prospettiva di agire in unottica di rete si rivela debole: tra le amministrazioni ci sono luoghi istituzionali che dovrebbero essere adibiti a questo, ma occorre verificare se si tratta di luoghi formali in cui lattenzione viene posta su punti di discussione opportuni. Fra i centri stessi c poca comunicazione: durante la ricerca si sono rilevati spazi che non si sa a chi affidarli, altri luoghi che sono destinati esclusivamente a un determinato gruppo di persone, mentre vi sono gruppi che non sanno dove andare. La questione forse non sta tanto nel non riuscire a mettere a disposizione degli spazi comunali a chi li richiede, ma piuttosto che le persone sappiano che esistono pi spazi e pi realt da poter contattare e con cui poter lavorare anche insieme. Si sente infatti la necessit di avere dei punti di riferimento per svolgere le proprie attivit creative. Per pianificare una mappa delle relazioni, occorre dunque far crescere il bisogno di agire in unottica diversa, cos come altre realt territoriali hanno fatto. Una citt che ha lavorato molto e bene sulle tematiche giovanili Torino, che ha usato il connubio creativit e aggregazione per stimolare un intenso lavoro di rete tra i luoghi giovanili: tutti i centri vengono promossi sotto una unica dicitura centri del protagonismo giovanile, e ogni centro promuove tutti gli altri. Nel territorio provinciale ravennate le modalit di costruzione della rete sembrerebbero ancora ad un punto fermo, ma ci dovuto probabilmente al fatto che non sono esplicitati ancora i vantaggi che questa modalit di lavoro pu portare ai centri giovanili. Le relazioni vanno dapprima costruite con il coinvolgimento attivo dei referenti dei centri giovani, perch deve essere chiara la dichiarazione di intenti e di volont di agire in questo senso: fra i centri possono attuarsi delle collaborazioni e delle progettazioni condivise, con

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lunione delle risorse. Fare le cose insieme significa tante cose: sostenere e condividere economicamente un progetto; fare degli scambi fra i centri; fare delle iniziative in un centro che non il proprio, ecc. Tutto si riconduce alla questione delle buone prassi: non detto che tutti facciano le stesse cose, poich ognuno ha lo spazio per riadattarle e rielaborarle, con il vantaggio che le idee si moltiplicano mettendo insieme le varie realt. Lidea dellamministrazione provinciale di raccogliere le esigenze dei centri giovanili che abbiano un respiro provinciale. Lavorare nella direzione della rete pu essere una proposta da sottoporle, se ovviamente si evidenzia fortemente la volont e il sostegno proveniente dal basso: ci che si richiede infatti ai protagonisti delle politiche giovanili lacquisizione o lo sviluppo di un forte orientamento culturale al lavoro di rete. Tra le ipotesi riportate per cominciare a ragionare in questottica, si ricorda lopportunit di accedere ai bandi di finanziamento per le azioni di buone prassi nelle politiche giovanili. A tal fine una proposta potrebbe consistere nel raccogliere le buone pratiche messe in atto da ogni centro giovanile: ci si conosce, si crea un sistema per cui linformazione giri pi facilmente, e si manifesta la voglia di mettersi insieme a progettare e realizzare insieme delle iniziative comuni, che siano durevoli nel tempo. Il lavoro di rete un po questo, ma se manca la cultura allora occorre trovare il modo di farla crescere. Sono percorsi lunghi che coinvolgono pi livelli, ma lottica in cui ci si muove in tutti i settori e piani, e non solo per i giovani. Il lavoro di rete deve essere visto come una opportunit che consente a realt diverse ma simili di cogliere possibilit di sviluppo concrete. I primi segnali di motivazione verso questa ottica sono gi presenti nel gruppo coinvolto nei focus group: si ragiona infatti sulle possibilit di organizzare incontri di formazione informazione itineranti per gli operatori con lintervento di soggetti che in altre parti di Italia hanno messo in atto dei progetti di rete in campo giovanile. Da qui, la conoscenza reciproca e lavvicinamento tra i vari soggetti che operano nelle politiche giovanili (da realizzare anche tramite chat line e forum telematici) per poi arrivare a costituire dei gruppi operativi settoriali che danno vita ad azioni, iniziative e progetti di pi ampio respiro, che coinvolgano lintero territoriale provinciale. Nella composizione dei gruppi operativi entra in gioco la modalit di costituzione, che non pu fondarsi sulla scelta a tavolino che cade dallalto, ma devono essere le stesse persone, motivate e competenti, a scegliere di entrare a far parte di un gruppo di lavoro che lavori su precisi obiettivi; un gruppo di lavoro con referenti giovani, anche assidui frequentatori dei centri, che operino attivamente pu solo far crescere. Occorre in tal caso fare un duro lavoro di rilevazione delle motivazioni a monte. Bypassare tale passaggio fondamentale avrebbe leffetto, gi tristemente conosciuto, di creare dei gruppi di lavoro, che gruppi nel vero senso del termine non sono, e che non funzionano per diversi motivi: non sono partecipati, sono vissuti male, intervengono persone nominate dallalto privi di esperienza nelle tematiche di discussione, vengono coinvolti funzionari che non hanno n tempo n motivazione verso le tematiche e gli obiettivi da perseguire nel gruppo.

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5.

Riflessioni per ripensare gli spazi dedicati alla creativit giovanile: dalle mappe degli spazi alla rete degli spazi

Il lavoro di ricerca realizzato ha messo in evidenza come il territorio della provincia di Ravenna sia un territorio in cui la creativit e laggregazione giovanile abbiano in molti casi trovato casa o, meglio, un luogo, uno spazio. Le realt individuate sono molto diverse fra loro, hanno percorsi e storie a volte talmente differenti che ci hanno fatto sorgere il dubbio se avesse senso che fossero presentate nello stesso contesto. La risposta, evidente dal dpliant realizzato, stata positiva, in quanto abbiamo ritenuto che linformazione dovesse riguardare tutte le tipologie di spazio e non solo alcune in particolare. Inevitabilmente questa diversit diventa evidente nelle caratteristiche dei giovani che frequentano un determinato spazio, nei bisogni che esprimono e nelle richieste che, in maniera pi o meno esplicita, manifestano. Ma non solo, anche le risposte o le soluzioni ai problemi che emergono sono diverse. Questo rende particolarmente difficile suggerire linee di lavoro o proposte che possano funzionare per tutte le realt, a meno che non si cambi prospettiva. Pensare al singolo spazio, ad un luogo specifico con una situazione particolare e ben identificata importante ma non pi sufficiente. Il lavoro sul campo ha fatto chiaramente emergere come sia sempre pi necessario ripensare gli spazi dellaggregazione e della creativit giovanile in unottica di rete, in cui da un parte vengono valorizzate le identit e le peculiarit delle diverse realt, dallaltra si costruisce in maniera condivisa un percorso verso obiettivi comuni. Lidea di una rete degli spazi dedicati alla creativit emersa in diversi momenti del lavoro di ricerca. In alcuni casi stato evidente come questa prospettiva sia completamente assente, e ne sono un esempio il fallimento dei focus group tematici, ma anche la scarsa conoscenza delle realt esistenti e il fatto che lo svolgere questo lavoro ha reso il gruppo di ricerca un punto di riferimento per alcuni degli spazi che hanno avanzato a noi delle richieste precise. In alcune realt invece timidamente emersa una certa sensibilit allidea del lavoro di rete, come ad esempio nei focus group con i referenti istituzionali. Sembra che ancora non sia percepito il bisogno di adottare una modalit di lavoro di rete e sono ancora molto evidenti le difficolt iniziali legate alla condivisione della necessit di costruire una cultura di rete degli spazi. Attualmente sembra che nelle situazioni incontrate non sia ancora chiaro il bisogno n la motivazione ad un tipo di lavoro che prevede la condivisione di competenze, strumentazioni, azioni ed attivit. Tuttavia il lavoro di rete non pu essere imposto o calato dallalto, il lavoro di rete fra gli spazi dedicati alla creativit giovanile e fra le diverse organizzazioni coinvolte deve essere prima di tutto una scelta2. Decidere di costruire dei legami in un contesto caratterizzato dalla diversit una scelta, ed una scelta strategica perch crea nuove opportunit, strumenti ed occasioni per conoscere e farsi conoscere, pubblicizzare le iniziative presenti su tutto il
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Osservatorio del mondo giovanile citt di Torino (a cura di), 2004, La condizione giovanile a Torino. Rapporto 20022003, Torino.

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territorio, raccogliere le esigenze formative e lo sviluppo di percorsi ad esse collegate, mettere in comune le risorse. La prospettiva di una rete degli spazi dedicati alla creativit giovanile non implica mettere tutto in comune o condividere tutto, ma valorizzare, consolidare e potenziare lidentit di ogni singola realt e le proprie peculiarit attraverso lo sviluppo del legame con il territorio di riferimento e ladozione di una strutturazione flessibile dei confini esterni3. inevitabile che il passaggio dalle mappe degli spazi alla rete degli spazi sia un percorso graduale, costruito nel tempo in cui sono per fondamentali alcuni elementi quali la diffusione delle informazioni e delle conoscenze, la messa a disposizione e lo scambio delle competenze, lelaborazione di un metodo di lavoro comune, la costruzione di progetti comuni e la condivisione di criteri e regole circa il funzionamento della rete. La costruzione di una rete di relazioni non pu prescindere dal coinvolgimento di diversi soggetti presenti sul territorio: non solo i servizi per i giovani ma anche le associazioni, le agenzie formative e il mondo delle imprese. Inoltre poich il tema del confronto e del lavoro verte sui giovani, i loro spazi e le loro pratiche creative, necessario prevedere un loro ruolo e riflettere assieme su quale questo possa essere. Diventa necessario quindi impegnarsi a costruire azioni concrete che indichino e sperimentino la strada da seguire per arrivare alla costruzione di una rete degli spazi. Di seguito si riportano alcuni suggerimenti messi in evidenza dal lavoro di ricerca. Il legame con il territorio Il tema del legame fra i giovani che frequentano gli spazi dedicati alla creativit giovanile con il territorio e i suoi abitanti pi volte emerso durante il lavoro di ricerca. Spesso di questi luoghi e delle attivit che vi si svolgono esiste una percezione confusa, se non addirittura errata, per cui vengono identificati come veri e propri luoghi di devianza e marginalit. Daltra parte, solo un profondo radicamento territoriale pu consentire a questi spazi di sviluppare al meglio le loro opportunit e diventare luoghi riconosciuti come propri dai ragazzi che vivono un quartiere, o un paese, e come luoghi competitivi con altri di frequenza giovanile. fondamentale che i ragazzi assumano il proprio territorio come punto di riferimento essenziale per la propria crescita e formazione e acquisiscano la capacit di abitare il proprio territorio con protagonismo e fiducia. Ci richiede che quanti sul territorio hanno responsabilit educative o lavorano a contatto con i ragazzi si attrezzino per leggere il bisogno di ascolto, di accompagnamento e di protagonismo che proviene dai giovani. importante utilizzare le attivit che vengono realizzate come strumento per promuovere linterazione tra creativit giovanile e territorio e impiegare la produzione culturale per la qualificazione del tessuto urbano.

Ibidem

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La distribuzione delle risorse Nel corso del lavoro, nei momenti di osservazione degli spazi e nelle interviste con i testimoni significativi, emerso che molti Comuni, soprattutto i pi grandi, (Ravenna, Lugo, Faenza) privilegiano realt gi consolidate, piuttosto strutturate e ben avviate, rispetto a realt di dimensioni pi piccole o di pi recente costituzione. Valorizzare le realt nascenti , secondo i testimoni intervistati, uno strumento di grande forza propulsiva e generatrice nellambito della creativit. In primo luogo, dai nuovi gruppi che provengono idee nuove, avanguardie e innovazione espressiva. In secondo luogo, nei piccoli gruppi o nelle realt di dimensioni limitate, la partecipazione altissima e promuovere le loro attivit significa fornire una palestra di sperimentazione di cittadinanza e partecipazione anche politica. I nuovi gruppi in genere nascono con molto entusiasmo e altissima motivazione ed hanno una grande capacit di coinvolgere altre persone nelle attivit che svolgono. Riconoscere un linguaggio giovanile nuovo contribuisce anche a ridurre quella distanza comunicativa tra istituzioni e ragazzi che stata messa in evidenza nei focus group. Valorizzare realt esistenti La valorizzazione delle realt esistenti sul territorio sicuramente un aspetto da non trascurare nellottica della costruzione di una rete degli spazi. A fronte di alcune realt che territorialmente sono ampiamente sviluppate e riconosciute come quelle del teatro a Ravenna, sono presenti esperienze di eccellenza, ad esempio nellambito della break dance, dei giochi di ruolo, dello skate, della danza, rinomate ed apprezzate a livello nazionale ed internazionale che spesso non sono altrettanto conosciute sul territorio, se non allinterno di un contesto specifico. Rendere visibile questo capitale costruito negli anni rappresenta una risorsa importante di promozione e di coinvolgimento del mondo giovanile. La partecipazione e il protagonismo Il ruolo dei ragazzi e delle ragazze che frequentano gli spazi dedicati alla creativit giovanile non pu essere marginale, sono loro che animano i centri, che organizzano le attivit e che le vivono in prima persona. La loro partecipazione si esplica anzitutto come modalit decisionale attraverso lattribuzione di ruoli di potere decisionali ai giovani stessi. Il percorso di apprendimento di queste pratiche non lineare: lassunzione di responsabilit decisionali rilevanti provoca nei soggetti coinvolti momenti di forti tensioni o incertezze, comunque ricompensate dallacquisizione di una chance di crescita della propria autonomia personale. I momenti e le occasioni di gestire un potere che viene loro delegato sono strumenti fondamentali per promuovere la loro auto-determinazione e la loro responsabilit civica reale ed effettiva. Ma non solo, la possibilit reale di partecipare ai processi decisionali e gestionali dello spazio o, in alcuni casi, limitatamente ad un progetto, costituisce una buona palestra, in quanto consente di sperimentarsi e di imparare allinterno di percorsi non irreversibili, con una sorta di rete di protezione e la partecipazione diventa un

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percorso formativo e orientativo che, partendo da attivit ludiche e aggregative, sfocia progressivamente in una scelta di impegno. Non un caso che i giovani che hanno conosciuto queste esperienze hanno saputo tradurle e applicarle anche al di fuori dei contesti creativi e aggregativi, nei loro percorsi professionali e nella vita civile e sociale. Per evitare che la partecipazione si trasformi in una sorta di gioco manipolativo, che colloca i giovani in posizione di responsabilit, nei quali sono per privi di effettivo diritti decisionali, indispensabile che fin dalla fase progettuale si tenga conto di una re-distribuzione dei poteri, nelle possibilit decisionali rispetto alla gestione finanziaria, nel diritto di veto rispetto alle decisioni degli adulti, nella promozione di progetti, ecc. Questo diventa possibile solo incentivando il senso di appartenenza e fornendo la possibilit di identificarsi con la mission del progetto. Investire nella tecnologia Una tendenza riscontrata durante il lavoro di ricerca che mentre alcune pratiche creative hanno bisogno di attrezzature minime per il loro svolgimento, altre necessitano di strumentazioni particolari, tecnologie specifiche, e costose, e competenze adeguate. Gli spazi pubblici per far fronte a queste richieste spesso si avvalgono di soggetti esterni, di operatori che possono fornire sia la strumentazione sia le competenze necessarie. Se da una parte questa modalit consente un risparmio delle gi limitate risorse, dallaltra i ragazzi sottolineano come si impoveriscano gli spazi e non si fornisca lopportunit di sviluppare interessi e capacit. La promozione, ad esempio, delle pratiche creative legate allimmagine e allaudiovisivo, prevede anche che i ragazzi possano sperimentarsi nelluso di una telecamera o nel montaggio di un video. Questo approccio, che darebbe lopportunit ai giovani di appropriarsi veramente di queste arti, estremamente attuali e spendibili in molti modi, richiede tuttavia un investimento economico notevole, anche perch nel momento in cui si parla di tecnologia non si pu dimenticare che questa in continua e rapida evoluzione e necessita quindi di continui aggiornamenti delle strumentazioni. chiaro che non pensabile che ogni territorio si impegni in uno sforzo economico di questo tipo e che tutti i territori abbiano una strumentazione completa per ogni tipologia di attivit. Si potrebbe per riflettere sulla opportunit di facilitare la nascita di alcuni spazi specializzati, nellottica, gi citata, del distretto culturale. La prospettiva della rete degli spazi dedicati alla creativit giovanile si pone allora quasi come una pre-condizione che comporta labbandono di una visione frammentaria, a volte frutto del caso e della improvvisazione, delle politiche giovanili del tempo libero, a favore di una visione pi generale e di un coordinamento fra le progettualit locali e fra queste e il livello di impulso e di governo della Provincia.

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Sapere leggere i cambiamenti Poich il mondo giovanile , per sua natura, in continua trasformazione e poich anche i singoli territori, per quanto visti proprio dai giovani come immobili e statici, siano invece attualmente soggetti a rapidi cambiamenti, necessario avere gli strumenti per coglierli in maniera immediata. Non si tratta solo di impostare un sistema di monitoraggio e rilevazione permanente, che pure necessario, per raccogliere informazioni, ma anche di costruire un sistema di campanelli di allarme, tenendo conto sia delle specificit territoriali ma anche della cornice pi vasta in cui si inseriscono. Gli strumenti costruiti per la presente rilevazione possono costituire un punto di partenza in questo senso cos come i dati raccolti potranno essere impiegati per laggiornamento delle banche dati esistenti. La continuit Il lavoro realizzato, grazie alla metodologia adottata, ha attivato delle relazioni ed ha rilevato come alcune realt siano non solo particolarmente sensibili e attente ai temi oggetto di indagine ma anche disponibili ad un maggiore coinvolgimento e ad una maggiore partecipazione se il lavoro fatto fino ad ora non rimane fine a se stesso. La continuit diventa un elemento fondamentale per due motivi: in primo luogo, perch i tempi necessari alla costruzione di relazioni, che costituiscono la modalit con cui si collegano i nodi della rete, non sono brevi basandosi sulla conoscenza e sulla fiducia reciproca. In secondo luogo, perch i tempi necessari ad attivare cambiamenti culturali sono lunghi, a maggior ragione in questo caso in cui i cambiamenti sono attesi su due livelli diversi: il primo livello riguarda soprattutto la cultura delle istituzioni, mentre il secondo riguarda il rapporto con le opportunit del territorio dei ragazzi e delle ragazze che lo abitano. La diffusione delle informazioni Inevitabilmente, la prospettiva di costruire una rete degli spazi non pu prescindere da una reale e continua diffusione delle informazioni. Svolgendo il lavoro di ricerca siamo venute a conoscenza di risorse sul territorio che sono solo parzialmente utilizzate e di realt che sono alla ricerca di spazi adeguati e di strumentazioni; la realizzazione del depliant informativo unazione fondamentale nel momento in cui costituisce non un punto di arrivo ma di partenza.

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6.

Bibliografia

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