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Massimo Parodi

La promessa come immagine delleternit. Tonalit agostiniane in Borges.

1. Solo gli dei possono promettere. Un pittore ci aveva promesso un quadro. Ora in New England, ho saputo che morto. Ho sentito al pari di altre volte, la tristezza di comprendere che siamo come un sogno. Ho pensato alluomo e al quadro perduti. (Solo gli dei possono promettere, perch sono immortali.)1 In tutta la sua opera, Borges sempre molto attento e sensibile al problema del tempo, alle sue contraddizioni interne e al suo essere fondamento della esistenza stessa di uomini e cose. Talvolta si spinge fino a suggerire che il tempo sia di fatto la struttura ontologica della nostra realt
Di labile materia fui costrutto, di misterioso tempo 2

E proprio il suo essere collocata entro questa dimensione che conferisce alla nostra esistenza quei caratteri che la segnano come fugace, ingannevole, instabile, della stessa solidit dei sogni
il tempo la trama / ineguale dei sogni che noi siamo / e che il segreto Sognatore sperde 3

J.L.Borges, The Unending Gift, in Elogio dellombra, in J.L.Borges, Tutte le opere, I Meridiani, Mondadori, Milano, vol. II, p. 275 (Un pintor nos prometi un cuadro./ Ahora, en New England, s que ha muerto. Sent, como otras veces, la tristeza de comprender que somos come un sueo. Pens en el hombre y en el cuadro perdidos./ (Slo los dioses pueden prometer, porque son inmortales) . The Unending Gift, Elogio de la sombra, p. 984). J.L.Borges, Eraclito, Ivi, p. 265 (De una materia deleznable fui hecho, de misterioso tiempo. Herclito, ivi, p. 979). J.L.Borges, Rubaiyat, Ivi, p. 299 (el tiempo es la diversa / Trama de sueos vidos que somos / Y que el secreto Soador dispersa. Rubaiyat, ivi, p. 993).

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e tuttavia il tempo anche la prigione, il limite da cui luomo non pu evadere, da cui non pu comunque affrancarsi, neppure con laiuto di un Dio
Il processo del tempo una trama di effetti e di cause, di modo che chiedere qualsiasi mercede, per infima che sia, chiedere che si rompa un anello di quella trama di ferro, chiedere che si sia gi rotto. Nessuno merita un tale miracolo. 4

Questo modo di concepire la centralit del tempo, come livello ontologico del mondo e, nello stesso tempo, come limite, come segno di imperfezione che rimanda a unaltra dimensione, capace di liberare dal dramma della successione e della transitoriet, decisamente agostiniano e Borges riconosce limportanza, a proposito di tali problematiche, del libro XI delle Confessioni. Tuttavia non pare avere alcun interesse per le sfumature psicologiche, talvolta esistenzialistiche, della riflessione agostiniana, n riserva una qualche attenzione allattenta fenomenologia della percezione del tempo sviluppata da Agostino, concentrandosi invece totalmente sul riferimento allaltra dimensione, rispetto alla quale il tempo appare limite e imperfezione
Il migliore documento della prima eternit il quinto libro delle Enneadi; quello della seconda o cristiana, lundicesimo libro delle Confessioni di santAgostino. La prima non si concepisce fuori della tesi platonica; la seconda senza il mistero professionale della Trinit e senza le discussioni sulla predestinazione e sulla dannazione. 5

Leggendo le considerazione da Borges dedicate ad Agostino, nel contesto della discussione sui concetti di tempo e di eternit, si rimane colpiti dalla completa indifferenza per la definizione agostiniana di tempo come distentio animi, che viene anzi svalutata prima ancora di cominciare a parlare di Agostino

J.L.Borges, Una preghiera, Ivi, p. 351 (El proceso del tiempo es una trama de efectos y de causas, de suerte que pedir cualquier merced, por nfima que sea, es pedir que se rompa un eslabn de esa trama de hierro, es pedir que ya se haya roto. Nadie merece tal milagro. Una oracin, ivi, p. 1014). J.L.Borges, Storia delleternit, in J.L.Borges, Tutte le opere, I Meridiani, Mondadori, Milano, vol. I, p. 531 (El mejor documento de la primera eternidad es el quinto libro de la Enadas; el de la segunda o cristiana, el onceno libro de las Confesiones de San Agustn. La primera no se concibe fuera de la tesis platnica; la segunda, sin el misterio profesional de la Trinidad y sin las discusiones levantadas por predestinacin y reprobacin. Historia de la eternidad, Historia de la eternidad, p. 359).

parodi p. 3 se il tempo un processo mentale, come possono condividerlo migliaia di uomini, anzi, due soli uomini diversi? 6

cos come stupisce che tutta la riflessione del libro XI delle Confessioni risulti, nelle parole di Borges, come esclusivamente rivolta a fondare la dimensione delleternit, a sfuggire cio la dimensione del tempo, per rifugiarsi in quella consolatoria dellassoluto
Il tempo per noi un problema, un tremulo ed esigente problema, forse il pi importante della metafisica; leternit, un gioco o una stanca speranza. 7

Agostino emerge da queste pagine come del tutto privo di spessore problematico, senza nessuno di quei tratti di incertezza, persino di ambiguit a volte, che ne caratterizzano la ricerca: la discussione sul problema del tempo funzionale alla formulazione del concetto di eternit , agli occhi di Borges, il passaggio necessario per difendere il dogma della trinit divina e risulta intimamente connesso alle posizioni agostiniane su predestinazione e grazia. E come se Agostino osasse promettere una soluzione alle incertezze, alle contraddizioni, alle ansie della dimensione temporale; come se, pur condividendo la opprimente successione del tempo, si spingesse a promettere il quadro in grado di farci intravvedere una situazione diversa, una qualche via di uscita. La promessa di eternit suona, di fronte alle incertezze borgesiane, come una forma di inaccettabile superbia, come laudacia di ritenersi capace di controllare intellettualmente il tempo, persino di trascenderlo attraverso la promessa di una dimensione altra, di un superamento del destino umano fatto di quella labile materia che il tempo. Riprendendo la citazione iniziale del dono senza fine, filo conduttore di questa riflessione, Agostino osa promettere il quadro che descrive unaltra dimensione esistenziale, ma non ne ha il diritto, in quanto solo gli dei possono promettere perch sono immortali.
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Ivi, p. 524 (Si el tiempo es un proceso mental, cmo lo pueden compartir miles de hombres, o aun dos hombres distintos? Ivi, p. 354). Ivi, p. 523 (El tiempo es un problema para nosotros, un tembloroso y exigente problema, acaso el ms vital de la metafsica; la eternidad, un juego o una fatigada esperanza. Ivi, p. 353).

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2. Dogmatismo e dinamismo Ho pensato a un luogo prefissato che la tela non occuper. Poi ho pensato: se stesse l, sarebbe con il tempo una cosa di pi, una cosa, una delle vanit o abitudini della casa. 8 Si comprende bene perch Borges non ami affatto, anzi disprezzi sostanzialmente Agostino che, ai suoi occhi, soprattutto colui che, per difendere il divario ontologico tra eternit e tempo combatt Pelagio, reo di essere incorso
nello scandalo di pensare che gli innocenti morti senza il battesimo raggiungono la gloria. 9

LAgostino di Borges implacabile e disumano e viene trattato con pesante ironia, con astio quasi, quando gli si attribuisce il merito di aver riconosciuto
le eresie di quella dottrina, aborrita dai giusti e dai martiri: la negazione che nelluomo Adamo abbiano gi peccato e siano periti tutti gli uomini; labominevole oblio del fatto che quella morte si trasmette di padre in figlio tramite la generazione carnale; quel suo disprezzare il sanguinoso sudore, lagonia sovrannaturale e il grido di Colui che mor sulla croce: la sua reiezione dei segreti favori dello Spirito Santo; la sua restrizione della libert del Signore. 10

Viene tuttavia da domandarsi per quale motivo in Borges compaia quasi esclusivamente questo aspetto della riflessione agostiniana, per quale motivo non abbiano nessuno spazio gli aspetti esistenziali della ricerca narrata da Agostino nelle Confessioni, che pure sembrerebbero vicini a molti motivi presenti nella stessa ricerca sviluppata da Borges, perch manchi quel dialogo costante, quel confronto a momenti drammatico con Dio che fa di Agostino un testimone di ansie, incertezze, speranze e timori, che pure ritroviamo nelle pagine del poeta argentino. Viene da domandarsi in

J.L.Borges, The Unending Gift, in Elogio dellombra, cit., p. 275 (Pens en un lugar prefijado que la tela no ocupar. / Pens despus: si estuviera ah, sera con el tiempo una cosa ms, una cosa, una de las vanidades o hbitos de la casa. The Unending Gift, cit.). J.L.Borges, Storia delleternit, cit., p. 536 ( en el escndalo de pensar que los inocentes que mueren sin el bautismo alcanzan la gloria. Historia de la eternidad, cit., p. 362). Ibidem ( las herejas de esa doctrina, aborrecida de los justos y de los mrtires: su negacin de que en el hombre Adn ya hemos pecado y perecido todos los hombres, su olvido abominable de que esa muerte se trasmite de padre a hijo por la generacin carnal, su menosprecio del sangriento sudor, de la agona sobrenatural y del grito de Quien muri en la cruz, su repulsin de los secretos favores del Espritu Santo, su restriccin de la libertad del Seor. Ibidem).

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particolare, posto sia vero che la riflessione agostiniana sulleternit sia finalizzata a giustificare la concezione trinitaria di Dio, per quale motivo cos poca attenzione venga dedicata a questo peculiare modo di pensare la divinit. Ci che soprattutto stupisce che tale sentimento di estraneit, se non di disprezzo, venga da uno scrittore come Borges che condivide, forse senza saperlo, alcuni dei presupposti di fondo di tutto il pensiero agostiniano. Come per Agostino occorre cercare per trovare e trovare per cercare di nuovo 11, cos nei Frammenti di un vangelo apocrifo, Borges legge un precetto molto simile:
Cerca per il piacere di cercare, non per quello di trovare12

e letnografo che ha vissuto per anni tra le trib dellovest, per scoprire i segreti che vengono rivelati solo agli iniziati e per scrivere una tesi che luniversit gli avrebbe pubblicato, torna dal suo professore per comunicargli che ha deciso di non rivelare il segreto che ora conosce:
Il segreto, daltronde, vale meno delle vie che mi hanno condotto ad esso. Codeste vie bisogna averle percorse.13

Daltra parte Borges sa anche perfettamente che lincapacit, o meglio


l impossibilit di penetrare il disegno divino delluniverso non pu, tuttavia, dissuaderci dal tracciare poveri disegni umani, anche se li sappiamo sempre provvisori. 14

Ma soprattutto Borges condivide con Agostino quello che potremmo definire una sorta di apriori pratico, che solo nelle sue conseguenze diviene impegno anche teorico: la ricerca della felicit. Gilson ha potuto dire che
di capitale importanza per la comprensione dellagostinismo che la sapienza, oggetto della filosofia, si sia sempre identificata per lui con la beatitudine. Ci che egli cerca un bene tale che il suo possesso appaghi ogni desiderio e dia di conseguenza la pace.
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cercate come coloro che stanno per trovare e trovate come coloro che stanno per cercare J.L.Borges, Frammenti di un vangelo apocrifo, in Elogio dellombra, p. 345 (Busca por el agrado de buscar, no por el de encontrarFragmentos de un evangelio apcrifo, Elogio de la sombra, p. 1012). J.L.Borges, Letnografo, in Elogio dellombra, p. 289 (El secreto, por lo dems, no vale lo que valen los caminos que me condujeron a l. Esos caminos hay que andarlos. El etngrafo, Elogio de la sombra, p. 990). J.L.Borges, Lidioma analitico di John Wilkins, in Altre inquisizioni, cit., vol. I, p. 1005 ( La imposibilidad de penetrar el esquema divino del universo no puede, sin embargo, disuadirnos de planear esquemas humanos, aunque nos conste que stos son provisorios. El idioma analtico de John Wilkins, Otras inquisiciones, p. 708).

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parodi p. 6 quel che soprattutto lo inquieta il problema del proprio destino; cercare di conoscersi per sapere ci che bisogna fare per essere migliori e, se possibile, per vivere bene, ecco tutto il problema. La beatitudine pu implicare, e di fatto implica, come condizione essenziale, la conoscenza del vero: ma la verit perseguita soltanto perch essa sola beatificante e in quanto lo .15

e Borges sembra riprendere lidentico punto di vista quando afferma


Ho sospettato, qualche volta, che lunica cosa senza mistero la felicit, perch si giustifica da s.16

La chiave di lettura per comprendere qualche motivo di questa incomprensione pu essere fornita, a mio parere, dal modo in cui Borges legge il tema forse unificante della speculazione agostiniana, e cio la concezione di un Dio trinitario, dando limpressione di non comprenderne il significato e certamente non condividendone il rilievo e la logica interna. Si pu discutere a lungo delle motivazioni profonde per cui reagisce in termini quasi violenti, ma assolutamente evidente che egli rifiuta la centralit del concetto di relazione che fonda lidea di trinit. Pare non rendersi assolutamente conto della portata teorica insita nella divinizzazione della categoria di relazione, operata da Agostino, o forse, come mi stato suggerito da alcune considerazioni di Emilia Perassi e Susanna Fresko che parleranno dopo di me, se ne rende conto e proprio per questo la respinge quasi con orrore. Nellimmaginario mondo di Uqbar, racconta un misterioso articolo di enciclopedia, si diffusero posizioni eretiche e, in particolare,
Per uno di questi gnostici luniverso visibile illusione o pi precisamente sofisma; gli specchi e la paternit sono abominevoli perch lo moltiplicano e lo divulgano.17

E sembrano proprio di quelleresiarca le parole con cui Borges descrive lidea di trinit:
Immaginata di colpo, la sua concezione di un padre, di un figlio e di uno spettro, articolati in un solo organismo, sembra un caso di teratologia intellettuale, una formazione che solo lorrore di un incubo ha potuto partorire.18
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E.Gilson, Introduzione allo studio di santAgostino, Genova 1983 (Paris 1969), p. 15. J.L.Borges, Lindegno, in Il manoscritto di Brodie, cit., vol. II, p. 382 (He sospechado alguna vez que la nica cosa sin misterio es la felicidad, porque se justifica por s sola. El indigno, El informe de Brodie, p. 1031). J.L.Borges, Tln, Uqbar, Orbis tertius, in Finzioni, cit., vol. I, p. 624 (Para uno de esos gnsticos, el visible universo era una ilusin o (ms precisamente) un sofisma. Los espejos y la paternidad (mirror and fatherhood are hateful) son abominables porque lo multiplican y lo divulgan. Tln, Uqbar, Orbis Tertius, Ficciones, p. 432) Tln, Uqbar, Orbis Tertius, Ficciones, p. 432).

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Cercando di comprendere come possa essere emersa una mostruosit concettuale di questo genere, intuisce un nesso molto importante tra questa concezione della divinit e lidea di redenzione:
Separata dal concetto di redenzione, la distinzione delle tre persone in una deve sembrare arbitraria. Considerata come unesigenza della fede, il suo mistero fondamentale non pi tollerabile, ma traspaiono la sua intenzione e il suo impiego. Comprendiamo che rinunciare alla Trinit alla Dualit, almeno come fare di Ges un delegato occasionale del Signore, un incidente della storia Se il Figlio non anche il Padre, la redenzione non opera diretta divina 19

Il riferimento alla dualit conferma una lettura molto parziale del concetto di relazione insito nella concezione trinitaria di Dio, per Borges ha ragione nel sostenere che linvenzione delleternit serve a sorreggere lidea di trinit e che questa indispensabile per dare senso alla redenzione mediante lincarnazione di Cristo. Ci che non comprende che il ricorso alla concezione trinitaria comporta ben di pi per Agostino e che litinerario concettuale appena delineato va considerato nel senso inverso: la ricerca della felicit porta Agostino a individuare nellincarnazione e nella redenzione quella mediazione indispensabile per sperare di riconquistare i mezzi che consentano di andare al di l della dimensione del tempo, di sollevarsi alla dimensione della eternit in cui un Dio trinitario rappresenta lidea pura di relazione, che di conseguenza governa tutta la sua concezione del mondo e della via da percorrere per trovare la beatitudine. La logica che Agostino trae dallidea trinitaria una logica dinamica, in cui ogni tappa del percorso caratterizzata da un principio da un mezzo e da un fine, da un movente da una mediazione e da un risultato, che a sua volta non pu che essere punto di partenza per unulteriore tappa del percorso.

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J.L.Borges, Storia delleternit, cit. vol. I, p. 532 (Imaginada de golpe, su concepcin de un padre, un hijo y un espectro, articulados en un solo organismo, parece un caso de teratologa intelectual, una deformacin que slo el horror de una pesadilla pudo parir. Historia de la eternidad, cit., p. 359). Ivi, p. 533 (Desligada del concepto de redencin, la distincin de las tres personas en una tiene que parecer arbitraria. Considerada como una necesidad de la fe, su misterio fundamental no se alivia, pero despuntan su intencin y su empleo. Entendemos que renunciar a la Trinidad a la Dualidad, por lo menos es hacer de Jess un delegado ocasional del Seor, un incidente de la historia []. Si el Hijo no es tambin el Padre, la redencin no es obra directa divina []. Ivi, p. 360).

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Borges ha isolato il punto di arrivo e cio la difficolt ultima, quella di comprendere e giustificare la predestinazione, ne ha fatto il quadro che va a collocarsi in un punto determinato della casa, cio di una concezione del mondo, che diventa cos unabitudine, un dogma, e allora il quadro risulta effettivamente fosco e francamente brutto; lo dobbiamo riconoscere. La spiegazione sta forse nella grande sensibilit filosofica di Borges e nella sua quasi altrettanto povera sensibilit storico-filosofica. Le categorie che usa per presentare le posizioni emerse nella storia del pensiero occidentale, per chiarire il senso delle discussioni e dei confronti, sono solitamente molto ampie e generiche: realismo contro nominalismo, idealismo contro empirismo, dogmatismo contro ricerca libera. In questo contesto il pensiero medievale spesso per lui sinonimo di realismo e quindi di dogmatismo, che bene si riflette nel sogno di una eternit in cui Dio conosce non solo
limobile e terribile museo degli archetipi platonici 20 ,

ma anche tutto quello che sarebbe potuto accadere se uno solo degli istanti del mondo fosse stato cambiato. Come spesso gli accade, Borges assolutamente geniale nel delineare questo carattere delleternit cristiana:
La sua eternit combinatoria e puntuale molto pi abbondante delluniverso. A differenza delle eternit platoniche, il cui rischio maggiore linsipidezza, questa rischia di assomigliare alle ultime pagine dellUlisse, e anche al capitolo precedente, quello dellenorme interrogatorio.21

Borges sa perfettamente, come lo sa Agostino, che il linguaggio blocca il flusso del pensiero e della ricerca, sa che fissare in una frase il risultato di un percorso intellettuale significa falsarlo, fraitenderlo; lo sa talmente bene da usare costantemente il linguaggio per costruire metafore che si contraddicono, che aprono nuovi orizzonti di ricerca, che negano quanto appena detto. Eppure, nei confronti di Agostino, compie proprio questa operazione: lo inchioda a una tesi, a unaffermazione paradossale,
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Ivi, p. 526 (el inmvil y terrible museo de los arquetipos platnicos. Ivi, p. 355). Ivi, pp. 537-538 (Su eternidad combinatoria y puntual es mucho ms copiosa que el universo. / A diferencia de las eternidades platnicas, cuyo riesgo es la insipidez, sta corre peligro de asemejarse a las ltimas pginas de Ulises, y aun al captulo anterior, al del enorme interrogatorio. Ivi, p. 363).

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mettendone in rilievo la drammaticit e la insensatezza; lo colloca in un luogo determinato della teoria, ne fa un dono finito.

3. Anche gli uomini possono promettere. ora illimitata, incessante, capace di qualsiasi forma e qualsiasi colore e non costretta in alcuno. Esiste in qualche modo. Vivr e crescer come una musica e star con me fino alla fine. Grazie Jorge Larco. (Anche gli uomini possono promettere, perch nella promessa qualcosa di immortale).22 Tuttavia proprio dalle parole di Borges pu venire un suggerimento per leggere quelle pagine di Agostino che non si pu negare turbano chiunque ami lAgostino delle Confessioni o dei dialoghi giovanili. Anche il preteso punto di arrivo non pu che essere un ulteriore momento di passaggio nella logica relazionale agostiniana e se non c nulla oltre il livello divino su cui riprendere la ricerca, questo significa prendere atto che comunque il percorso non ha portato a un traguardo definito. Siamo di fronte a un dono infinito che vivr e crescer come una musica e star con me fino alla fine. Agostino ha provato a cercare la felicit, a sconfiggere lidea della morte facendone una conseguenza del peccato originale e non un dato essenziale dello stato creaturale, e a questo proposito tornano alla mente le parole solo apparentemente paradossali di Borges stesso:
le prove concernenti la morte sono mere statistiche / non c alcuno che non corra il rischio / dessere il primo immortale 23.

Agostino ha provato poi a fondare sulla dottrina della grazia la possibilit di restaurare lo stato di perfezione, a chiedere a Dio stesso come si possa colmare linquietudine da cui luomo mai riesce a liberarsi. Il lettore di Agostino si chiede dove
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J.L.Borges, The Unending Gift, in Elogio dellombra, cit., p. 275 (ahora es ilimitada, incesante, capaz de cualquier forma y cualquier color y no atada a ninguno./ Existe de algn modo. Vivir y crecer como una msica y estar conmigo hasta el fin. Gracias, Jorge Larco./ (Tambin los hombres pueden prometer, porque en la promesa hay algo inmortal.) The Unending Gift, cit.). J.L.Borges, Qualcuno, in Laltro, lo stesso, cit., vol. II, p. 153 ( las pruebas de la muerte son estadsticas / y nadie hay que no corra el albur / de ser el primer inmortal . Alguien, El otro, el mismo, p. 926).

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egli sia arrivato, quale sia la sua risposta ultima, se davvero quella terribile condanna alla incomprensibilit del destino di salvezza sia un soddisfacente punto di arrivo. La risposta suggerita dallagostinismo inconsapevole di Borges: Agostino non riuscito nella sua impresa. La folgorante condanna borgesiana
il santo sempre sensazionale e forense concede che secondo giustizia, tutti gli uomini meritano il fuoco senza perdono, ma che Dio ha deciso di salvare alcuni di noi, secondo il suo imperscrutabile arbitrio, oppure, come dir Calvino molti anni dopo, non senza brutalit: per capriccio (quia voluit)24

coglie nel profondo latteggiamento agostiniano: lultima parola non altro che la prima trasportata questa volta sul livello dellassoluto. Se la ricerca della felicit lassioma di partenza e il desiderio la molla di tutta la ricerca, il capriccio di Dio non altro che lo stesso desiderio che ricompare anche nellultimo tentativo, quello di investire Dio stesso della responsabilit di darci una spiegazione. La domanda sul destino delluomo, nel cristianesimo di Agostino, si configura come un impegno a ricercare una relazione con Dio nella propria interiorit, a fare della propria interiorit il fondamento di tale relazione con la realt divina che in se stessa relazione. Linquietudine delle prime pagine delle Confessioni, che anche e soprattutto desiderio di felicit, assume il proprio senso perch prepara il terreno e lascia spazio alla ragione, alla filosofia, ma la filosofia non sa dare risposte definitive e allora lascia il proprio posto alla fede e la fede si spinge fino ad assumere il punto di vista di Dio stesso, ma non riesce neppure ora a concludere e si ritrova alle prese con il desiderio, con il desiderio di Dio: quia voluit. Borges ha in mano tutti gli elementi per capire e per farci capire, ma dovrebbe rompere la sua immagine realistica del pensiero medievale e del pensiero religioso in generale, cos come dovrebbe accettare che venga messa in atto una logica relazionale fatta proprio di un continuo gioco di specchi. Se il tempo sta alla eternit o, per le
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J.L.Borges, Storia delleternit, cit., vol. I, p. 536 ( el Santo siempre sensacional y forense concede que segn la justicia, todos los hombres merecemos el fuego sin perdn, pero que Dios ha determinado salvar algunos, segn su inescrutable arbitrio, o, como dira Calvino mucho despus, no sin brutalidad: porque s (quia voluit). Historia de la eternidad, cit., p. 362).

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creature, alla immortalit come la determinazione dello stato presente sta alla promessa, alla speranza, cio alla indeterminatezza, allora luomo pu avvicinarsi a Dio solo ponendosi dalla parte della speranza,
Conobbi la memoria, / moneta che non mai la medesima. / Il timore conobbi e la speranza, / questi due volti del dubbio futuro.25

In questo senso, speranza e promessa rendono simili a Dio e quindi la risposta suggerita proprio da Borges: la promessa della felicit un dono senza fine, perch costringe a compiere il percorso, non qualcosa che si pu realizzare, rischiando cos di diventare una cosa fra le altre, unabitudine, che infatti un altro modo, un modo falso di sentirsi immortali, una delle illusioni che molti risvegli ci regalano:
Loblio che purifica. / La memoria che sceglie e che riscrive. / Labitudine che ci aiuta a sentirci immortali26;

la speranza agostiniana di felicit solo una promessa ma proprio per questo un grande dono, perch solo la promessa ha in s qualcosa di immortale, solo la promessa immagine delleternit. Forse c un motivo ancora pi profondo per cui Borges riesce a essere cos intimamente agostiniano e, al tempo stesso, cos infastidito dallAgostino che si rappresenta come personaggio storico, concreto, reale: c solo un altro grande scrittore che talvolta Borges sembra comprendere poco quanto poco comprende Agostino, che talvolta persino lo infastidisce quanto Agostino riesce a infastidirlo, ed Borges stesso. In modo straordinario dipinge questo stato danimo, con una frase che sono certo anche Agostino avrebbe potuto dire, mutando solo lultima parola:
Il nostro destino non spaventoso perch irreale; spaventoso perch irreversibile e di ferro. Il mondo, disgraziatamente, reale; io, disgraziatamente, sono Borges.27
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J.L.Borges, Giovanni 1,14, in Elogio dellombra, cit., vol. II, p. 261 ( Conoc la memoria, / esa moneda que no es nunca la misma. / Conoc la esperanza y el temor, / esos dos rostros del incierto futuro. Juan, I, 14, Elogio de la sombra, p. 977). J.L.Borges, Poema, in La cifra, cit., vol. II, p. 1211 (El olvido, que purifica. / La memoria que elige y que reescribe. / El hbito que nos ayuda a sentir que somos inmortales. Poema, La cifra, Tutte le opere, I Meridiani, vol. II, p. 1210). J.L.Borges, Nuova confutazione del tempo, in Altre inquisizioni, cit., vol. I, p. 1089 (Nuestro destino [] no es espantoso por irreal; es espantoso porque es irreversible y de hierro []. El mundo,

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desgraciadamente, es real; yo, desgraciadamente, soy Borges. Nueva refutacin del tiempo, Otras inquisiciones, p. 771).

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