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Riteniamo che la mobilità, delle persone e delle merci, vada strutturata secondo
un piano organico, innovativo e basato su criteri di razionalità, attento al
problema dell’inquinamento, dando il giusto ruolo al mezzo privato e
configurando il trasporto pubblico come reale alternativa.
Concordiamo con la volontà di portare a termine i progetti infrastrutturali
previsti, giudicandoli urgenti per un rilancio della città: la Grande Stazione e il
Servizio Ferroviario Metropolitano (per i quali il completamento è prioritario) e il
Passante Nord; a livello comunale, la Metrotramvia (compatibilmente alle
disponibilità finanziarie), il People Mover (che consente in sinergia con lʼAlta
Velocità un rilancio dellʼaeroporto, e immaginando un allungamento del
percorso verso la zona nord-orientale della città) e il Civis (ormai ad uno stadio
avanzato dei lavori), ritenendo però indispensabile per questʼultimo una
sostanziale variazione del tracciato (Irnerio-Marconi-Mille) più compatibile con
lʼampiezza delle carreggiate e il valore monumentale delle strade. Chiediamo
pertanto a Delbono di prendere in considerazione questa variazione rispetto alla
realizzazione del filobus a linea guidata. Riteniamo anche importante il
potenziamento previsto del trasporto pubblico, con lʼimpegno a introdurre su
larga scala mezzi sostenibili dal punto di vista ambientale, incentivando anche
sistemi e mezzi di dimensione compatibile con la città e in particolare con un
centro storico medioevale (più pollicini e mono mostri snodabili), sperimentando
anche nella differenziazione dei servizi tra centro e periferia. Per questo
vogliamo impegnare l’Amministrazione a sostenere la diffusione di veicoli
ecologici, a partire da tutti i mezzi pubblici, in accordo anche con altre realtà
regionali per ottimizzare gli acquisti, le risorse e la promozione.
Riteniamo importante anche la razionalizzazione del traffico privato,
necessariamente complementare a quello pubblico, promuovendo la
pianificazione della mobilità bolognese in senso realistico e concreto e secondo
un modello complessivo. In primo luogo, consideriamo urgente la realizzazione
di nuovi parcheggi, sia per lʼinterscambio tra periferia e centro, sia per i
residenti sprovvisti di posto macchina. Sosteniamo pertanto l’idea di nuovi
parcheggi interrati, ma anche di parking buidings, a partire da quelli individuati
in Piazza dei Martiri, a Porta Saragozza, e soprattutto alla Staveco, per dare
una adeguata offerta alla zona Sud della città, attualmente sprovvista, con
l’obiettivo di almeno raddoppiare i posti auto in prossimità di tutto il centro
storico.
Pensiamo che i progetti di telerilevamento quali Sirio e Rita, necessari a
regolamentare un numero crescente di autovetture, possano essere migliorati,
spostando lʼenfasi dai divieti e dalle multe punitive a misure più flessibili, quale
la tariffazione graduata in base allʼeffettivo utilizzo e necessità (con tariffe
diverse a seconda dei tempi e delle finalità dellʼuso, al fine di incentivare il
traffico nelle ora meno congestionate), sulla base di esperienze come quella di
Londra (dove si è registrata una diminuzione del traffico, degli incidenti e
dellʼinquinamento a fronte di un forte incremento delle entrate). Il
telerilevamento può anche sostituire il sistema di fittoni mobili nelle zone
pedonali. Un sistema veramente integrato deve anche valorizzare e difendere
l’utilizzo di modalità integrative, quali le bici e i motorini con le dovute
regolamentazioni, e promuovere la sperimentazione di nuove modalità di
trasporto, quali il bike e il car sharing e le navette frequenti e capillari in centro
storico, culminando nella possibilità del biglietto unico integrato, per tutti i mezzi
pubblici e per tutti gli utenti. Per quanto riguarda la ciclabilità, intendiamo
promuovere, di concerto con gli altri comuni interessati, un progetto per percorsi
incentrati sui fiumi di Bologna.
Crediamo che Bologna meriti una politica urbanistica coraggiosa, tesa a ridare
qualità della vita alla città dopo lustri di scarsa attenzione al tema, e a rendere
confrontabile la nostra città con gli standard europei. Apprezziamo quindi la
concretezza di molte proposte nel programma della coalizione, come la
determinazione a tenere puliti i muri della città (anche con il diretto
coinvolgimento dei responsabili), a realizzare il grande parco cittadino
«Giovanni Spadolini» ai Prati di Caprara, a risparmiare con lʼilluminazione e il
riscaldamento degli edifici pubblici, anche introducendo impianti fotovoltaici nel
rispetto dellʼambiente.
Intendiamo inoltre eliminare zone di persistente degrado, evitando la
ghettizzazioni, accompagnando le azioni di promozione della vivibilità e della
sicurezza con incisivi e condivisi progetti di riqualificazione urbana.
Apprezziamo quindi il progetto di riqualificazione di Piazza Verdi e di altre zone
a rischio tramite un «bando di idee», promuovendo la collaborazione del
Comune con altre istituzioni, quali lʼUniversità, le imprese private e i cittadini.
Via Zamboni (con il recupero dei giardini del Guasto e delle strade limitrofe)
deve tornare ad essere goduta come uno dei gioielli della città, così come si
dovrà operare in altre parti della città a partire da una intelligente riqualificazione
del carcere minorile in via del Pratello e da un progetto urbanistico di recupero e
riqualificazione di via Riva di Reno e la realizzazione del Parco del Cavaticcio,
teso a connettere il polo culturale attorno alla ex-Manifattura con il Mambo e la
prima periferia. Fondamentali saranno anche il progetto della nuova stazione,
centro nevralgico della logistica e del collegamento e in cui si riconoscono tutti i
bolognesi (con il relativo nuovo insediamento al Ravone) e, nella zona fiera, il
Tecnopolo nella della ex-Manifattura e la riqualificazione del Parco Nord.
Una enorme occasione viene anche dalla riqualificazione delle zone ex
demaniali recentemente cedute, in molte zone di Bologna, che rappresentano
la maggiore risorsa urbanistica per la città da molto tempo e per il futuro
prevedibile e con la quali è possibile trasformare la città. Intendiamo
promuovere il coinvolgimento della cittadinanza e dei quartieri nelle destinazioni
dʼuso, stimolando ove possibile un utilizzo a beneficio dellʼintera città (servizi,
parcheggi, studentati, strutture sportive, verde) piuttosto che per unʼutenza
privata.Bisogna inoltre prevedere, nellʼambito di una complessiva pianificazione
urbanistica, spazi per il divertimento e la creatività che forniscano un luogo
per attività nuove o tradizionali, collocandole in aree che non rechino disturbo
alla popolazione residente e pianificandole in collaborazione con le diverse
realtà culturali operative associative, cooperativistiche ed imprenditoriali
interessate. Le due «città» potrebbero integrarsi utilmente, dal momento che le
attività di creatività (diurne) sarebbero compatibili con le attività ricreative
(prevalentemente notturne).
Tutte queste operazioni dovranno essere pianificate in modo integrato e non
parcellizzato e poi messe a sistema con le politiche dei trasporti, della cultura,
del turismo e del commercio in un nuovo progetto per la città, valido siaper il
centro storico che per le periferie. Riguardo a quest’ultima, sosteniamo anche
che bisogna recuperare una forma vivibile, urbana e civile, potenziando e
valorizzando lo spazio pubblico e promuovere progetti innovativi, sostenibili e di
qualità, attraverso un disegno generale che verifichi e eventualmente sfrutti le
possibili nuove opportunità in materia edilizia.
Intendiamo anche valorizzare la bellezza di Bologna, promuovendo una serie
di iniziative finalizzate a recuperare lʼestetica e il decoro della città, tramite la
manutenzione di strade, portici e palazzi, un ripensamento della dimensione,
posizionamento ed estetica dei cassonetti e una rinnovata attenzione alle zone
di accesso alla città (oggi abbandonate) e al loro arredo urbano. Il Comune
dovrà fare propria e diffondere una nuova cultura della manutenzione, in primo
luogo per quanto concerne le strutture di sua diretta responsabilità, in secondo
luogo, indirettamente per le strutture dei privati, attraverso sistemi di incentivi
(come ad esempio la sostituzione delle saracinesche con porte in legno, o delle
recinzioni metalliche con aiuole). Lʼobiettivo è alzare il livello dellʼattenzione alla
manutenzione con lʼobiettivo di avere una città più bella sia per le strutture
esistenti, sia per i nuovi progetti, che dovrebbero essere passati al vaglio di
unʼapposita commissione.
A Bologna convivono persone con sensibilità diverse: studenti e residenti,
uomini e donne, giovani e anziani, autoctoni e stranieri, punkabestia e
lavoratori. A volte queste differenze creano incomprensioni, che la città stenta a
lenire, nonostante la sua grandi tradizione di dialogo. Quello che è necessario è
il recupero del rispetto delle regole (che spesso esistono ma non vengono
rispettate) e del senso civico, che richiede informazione, educazione e un
sistema di incentivi e sanzioni. A questo fine è anche auspicabile una
campagna di comunicazione “città educata”, tesa a recuperare la sua tradizione
di città ospitale, accogliente, gioviale, progressivamente appannata dalla
degenerazione delle abitudini, e a incentivare quei comportamenti (raccolta dei
rifiuti, comportamento civile) compatibili con una migliore convivenza.
Una Bologna più bella sarà anche una Bologna più attiva, e in grado di
sviluppare ricchezza e contrastare il degrado. Vogliamo promuovere iniziative
allʼaperto durante lʼestate, per tornare a vivere «fuori» e riconquistando strade e
piazze per i cittadini, sia di carattere pubblico (teatri, concerti, cinema, tornei
sportivi), sia di natura privata (incentivando i dehor temporanei,
sciaguratamente vietati dallʼamministrazione Cofferati).