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N. 03073/2013REG.PROV.COLL. N. 00537/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello n. 537 del 2012, proposto dal Comune di Meda, in persona del sindaco legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avv.ti Ignazio Bonomi e Andrea Manzi, ed elettivamente domiciliato presso questultimo in Roma, via Confalonieri n. 5, come da mandato a margine del ricorso introduttivo; contro Giovanna Di Carpegna Brivio, non costituita in giudizio; per la riforma della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia, sezione seconda, n. 3084 del 2 dicembre 2011.; Visti il ricorso in appello e i relativi allegati; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 16 aprile 2013 il Cons. Diego Sabatino e udito per il Comunele parti lavvocato Andrea Reggio D'Aci su delega dell'avvocato Andrea Manzi; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue. FATTO Con ricorso iscritto al n. 537 del 2012, il Comune di Meda propone appello avverso la sentenza del Tribunale amministrativo regionale per Lombardia, sezione seconda, n. 3084 del 2 dicembre 2011, con la quale stato accolto il ricorso proposto da Giovanna Di Carpegna Brivio per l'ottemperanza della sentenza del TAR Lombardia n. 5336/2001. Dinanzi al giudice di prime cure, veniva chiesta lottemperanza della sentenza del T.A.R. della Lombardia, sezione II, n. 5336 del 21.8.2001 confermata in appello dal Consiglio di Stato con decisione n. 2080 del 2010
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con la quale era stato annullato, nelle parti riguardanti la propriet dellesponente Giovanna Di Carpegna Brivio, il piano regolatore generale (PRG) del Comune di Meda. In particolare, il TAR aveva ritenuto lillegittimit del piano per mancanza della relazione illustrativa, ritenuta elemento essenziale dello strumento urbanistico. Con il ricorso originario, si chiedeva al T.A.R. di imporre al Comune di Meda di ripristinare loriginaria destinazione urbanistica (zona R/B), delle aree della ricorrente, atteso lannullamento del PRG, che prevedeva invece, per le aree suddette, una destinazione agricola e di tutela (zone E2 ed E4). Costituitosi il Comune di Meda, il ricorso veniva deciso con la sentenza appellata. In essa, il T.A.R. riteneva fondate la domanda, provvedendo a conformare larea in oggetto secondo le richieste di parte. Contestando le statuizioni del primo giudice, la parte appellante evidenzia lerrata ricostruzione in fatto ed in diritto operata dal giudice di prime cure, riproponendo le proprie difese. Alludienza in camera di consiglio del 16 aprile 2013, il ricorso stato discusso e assunto in decisione. DIRITTO 1. - Lappello fondato e merita accoglimento entro i termini di seguito precisati. 2. - In via di fatto, va evidenziato come la questione in scrutinio prenda lavvio dal ricorso proposto dallattuale appellata che ha impugnato lo strumento urbanistico generale del Comune di Meda, nella parte in cui ha impresso alle aree di propriet, che ricadevano in zona edificabile R/B, una nuova destinazione urbanistica, divisa tra zona E2 agricola di tutela, zona E4 zona di tutela ambientale e naturalistica e zona in fascia di rispetto stradale. Il ricorso veniva accolto con sentenza del T.A.R. della Lombardia n. 5336/2001 (confermata da questo Consiglio con sentenza n. 2080/2010) in relazione alla mancanza di un elemento sostanziale, quale la relazione illustrativa, facendo per altro salva (come daltronde conseguenza della posizione ordinamentale del Comune) la generale potest pianificatoria delle amministrazioni locali. Sulla base del contenuto conformativo della sentenza, osserva la Sezione che non certamente pacifica la soluzione adottata dal giudice di prime cure in merito alla reviviscenza e alla perdurante efficacia della precedente pianificazione territoriale. Ci perch dallesame della giurisprudenza dato riscontrare un atteggiamento diverso, potendosi trovare sia decisioni che fanno risaltare in ogni caso la sussistenza di una disciplina darea, anche se derivante da provvedimenti generali implicitamente annullanti dal sopravvenire della nuova strumentazione urbanistica, sia decisioni che privilegiano lapplicabilit della disciplinadel regime delle cd. zone bianche, anche sulla scorta della norma vigente in argomento (lart. 9 comma 1 del d.P.R. n. 6 giugno 2001, n. 380 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia), che, disciplinando i casi di Attivit edilizia in assenza di pianificazione urbanistica, non distingue, quando parla di comuni sprovvisti di strumenti urbanistici, tra i casi di mancata adozione dello strumento e quelli di suo annullamento. Ritiene la Sezione che, nel caso in specie, il Comune abbia correttamente evidenziato come la situazione dellarea e la sua destinazione a tutela di aree sensibili in senso ambientale (in quanto comprese nel Parco della Brughiera Briantea e in area soggetta a vincolo idrogeologico) spinge per una valutazione in senso restrittivo delle possibilit edificatorie derivanti dallannullamento dello strumento urbanistico adottato. Appare quindi non condivisibile la decisione del giudice di prime cure nella parte in cui ha espressamente e direttamente imposto al Comune la destinazione che larea avrebbe dovuto assumere, senza nemmeno adeguatamente considerare come il Comune stesso avesse gi avviato il procedimento per lapprovazione del
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nuovo piano di governo del territorio, che, al momento della presente decisione, risulta oramai approvato con pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia del 27 dicembre 2012. 3. - Tutti gli argomenti di doglianza non espressamente esaminati sono stati dal Collegio ritenuti non rilevanti ai fini della decisione e comunque inidonei a supportare una conclusione di tipo diverso. 4. - Lappello va quindi accolto. Sussistono peraltro motivi per compensare integralmente tra le parti le spese processuali, determinati dalle oggettive difficolt di accertamenti in fatto, idonee a incidere sulla esatta conoscibilit a priori delle rispettive ragioni delle parti (cos da ultimo, Cassazione civile, sez. un., 30 luglio 2008 n. 20598). P.Q.M. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta), definitivamente pronunziando in merito al ricorso in epigrafe, cos provvede: 1. Accoglie lappello n. 537 del 2012 e, per leffetto, in riforma della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia, sezione seconda, n. 3084 del 2 dicembre 2011, respinge il ricorso di primo grado; 2. Compensa integralmente tra le parti le spese del doppio grado di giudizio. Ordina che la presente decisione sia eseguita dallautorit amministrativa. Cos deciso in Roma, nella camera di consiglio del giorno 16 aprile 2013, dal Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quarta - con la partecipazione dei signori: Paolo Numerico, Presidente Diego Sabatino, Consigliere, Estensore Raffaele Potenza, Consigliere Fulvio Rocco, Consigliere Umberto Realfonzo, Consigliere

L'ESTENSORE

IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

Il 04/06/2013

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